Diapositive

di SoltantoUnaFenice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rekka ***
Capitolo 2: *** Tenku ***
Capitolo 3: *** Kongo ***
Capitolo 4: *** Suiko ***
Capitolo 5: *** Kourin ***



Capitolo 1
*** Rekka ***


Ryo pescò una diapositiva a caso tra quelle allineate lungo la scatola di cartone grigio.
Il verde e l'azzurro brillante della foto osservata in controluce non potevano dirgli nulla di dove fosse e cosa stesse facendo ora suo padre.
Potevano parlargli solo di cosa avesse fatto un anno prima.
Il loro rapporto era così da quando poteva ricordarlo: ricordi e racconti in differita di mesi.
Ma questa volta Ryo sentì che, prima di potergli raccontare cosa aveva ricevuto e celava dentro di sé da qualche giorno, tutto sarebbe cambiato profondamente, in una maniera che ancora non riusciva nemmeno ad immaginare.


-


E così mi sono cimentata anche io in una drabble: un genere che fino ad ora avevo sempre ritenuto impossibile per me e per la mia logorrea.
Cosa mi ha fatto cambiare idea? Francine, il nostro scambio di idee e il suo (non velato) invito a provare. Stanotte ho avuto l'idea, e stamattina l'ho buttata giù.
Sappiate che, benchè fossi convinta di esser stata concisa, al conteggio delle parole mi son resa conto che avrei dovuto buttarne via la metà.
Ma ce l'ho fatta: ecco le mie (prime) 100 parole secche.
Grazie a chi passerà di qui e a Francine per avermi spinto verso qualcosa di nuovo.
P.s. La nota è più lunga della ff, lo so. Prometto che, se ci saranno altre drabble, non ci sarà nota. O almeno sarà più corta! XD
P.p.s. Evidentemente ci ho preso gusto, ho buttato giù un altro paio di idee, e la drabble si è trasformata in una raccolta... Come al solito, da 0 a 100 in 30 secondi... XD

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Capitolo 2
*** Tenku ***


Touma chiuse un occhio, avvicinando il libro al viso e poi allontanandolo di nuovo: i kanji spiccavano nitidi sulla pagina bianca.
Si era accorto di quel cambiamento quel pomeriggio a scuola, durante l'allenamento di tiro con l'arco. Aveva infilato un centro perfetto dopo l'altro, come non gli riusciva più da mesi.
Da quando – a forza di leggere e studiare ad ogni orario - aveva finito col rovinarsi la vista.
Ed ora, all'improvviso, ecco che la sua mira tornava perfetta e la vista ancora più acuta di prima.
Difficile non collegare la cosa a ciò che aveva appena scoperto e raccolto.

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Capitolo 3
*** Kongo ***


Prima c'era stato il suono secco dell'involucro del seme che si spezzava per lasciare uscire il germoglio.
Poi aveva sentito lo scorrere della linfa nel tronco dell'albero sotto cui era steso.
Si era rizzato a sedere, convinto di star sognando ad occhi aperti, ed aveva lanciato uno sguardo sospettoso al suo bento.
Sua madre si era messa a cucinare funghi allucinogeni?
Quando era tornato a stendersi, il concerto era ripreso, con l'aggiunta della voce umida del terriccio ed il gemere antico della pietra.
E Shu sentiva di poter riconoscere ognuna di queste voci.
Era questo che portava con sé quell'armatura?

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Capitolo 4
*** Suiko ***


Il rumore dei tuffi e delle bracciate rimbombava sordo contro la copertura curva della piscina.
L'odore di cloro era così familiare che quasi non lo sentiva più.
Shin si appiattì ancora un po' di più tra gli spalti: non aveva voglia che qualcuno dei suoi ex compagni di squadra lo riconoscesse.
Gli erano bastati gli sguardi sorpresi e delusi quando aveva detto a tutti che non avrebbe fatto più parte del club di nuoto.
“Ma... perchè?” Aveva mormorato il capitano.
“Perchè... - Sussurrò, portandosi una mano al centro del petto, dove adesso pulsava la yoroi. - Non sarebbe più leale.”

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Altre 100 paroline (malinconiche), per tornare da queste parti ed augurare a tutti voi Buon Anno Nuovo!!!
Un bacio

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Capitolo 5
*** Kourin ***


Il braccio che compiva un arco composto e silenzioso, le labbra strette dalla concentrazione e dal disappunto.
“Sei diventato più veloce. - Aveva detto il nonno poche ore prima. - Più veloce e più forte.”
Seiji aveva creduto per un attimo di poter sorridere, ma l'uomo aveva continuato, spezzando l'illusione.
“Ma non più bravo. Devi esercitarti ancora molto.”
Sentiva gli occhi bruciare per l'umiliazione di aver creduto, per un attimo, che quell'armatura l'avrebbe reso migliore: il suo corpo era cambiato, ma la sua tecnica no.
Giurò a sé stesso che si sarebbe allenato fino alla perfezione, yoroi o meno.

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