Laguna Loire - Un nome, una leggenda

di DanieldervUniverse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Patente ***
Capitolo 2: *** Orientarsi? ***
Capitolo 3: *** Seduzione ***
Capitolo 4: *** Vedere ***
Capitolo 5: *** Parole ***
Capitolo 6: *** Bere ***
Capitolo 7: *** Sorpresa ***
Capitolo 8: *** Curiosità ***
Capitolo 9: *** FIGHT! ***



Capitolo 1
*** Patente ***


Squall parò l'assalto di Genesis alzando il Gunblade sopra la testa; quindi disimpegnò l'arma, spingendo indietro l'avversario, cercando di sbilanciarlo.

Ma il SOLDIER era troppo esperto e si rimise in equilibrio senza problemi.

Edgar tento di fenderlo alle spalle con la motosega ma Caius apparve attraverso un portale di oscurità e respinse il colpo, gettando pesantemente il re al suolo.

-Maledizione Laguna dove sei!?- gridò Squall nel microfono, mentre schivava una palla di fuoco scagliata dal guerriero in rosso.

-Ragazzo dammi un secondo! Questi affari non sono facili da accendere!- rispose l'uomo.

-Hai detto di essere il migliore sulla piazza!

-Il migliore sulla strada, ragazzo. Non fraintendere.

“Tu e i tuoi modi di dire...!” ringhiò nella sua testa Squall, mentre Sabin veniva atterrato da Seifer.

Il SeeD caricò in avanti, incrociando l'arma con il rivale, spingendolo indietro.

Un ruggito risuonò sul campo di battaglia, mentre Ifrit assaliva Garland, cercando di allontanarlo da Aerith.

-Datti una mossa!- gridò il bruno nel microfono, mentre Seifer lo respingeva con un fendente laterale.


-Ho capito ho capito! Che caratteraccio che hai!- replicò Laguna, mentre armeggiava nella cabina di comando, cercando di accenderla.

-Ma perché non cerchi un manuale o qualcosa? Sono sicuro che una Guida del Principiante c'è da qualche parte- fece sarcastico Cid il nano, ferito al fianco dalla freccia di Firion.

-Stai tranquillo, è tutto sotto controllo- replicò Laguna, continuando ad armeggiare.

“Allora, il pulsante rosso fa brillare le lucette del quadro in alto, la leva da energia ai motori posteriori quindi se aspetto che si carichi poi posso tirare la leva vicino...”

Ogni cosa su quel quadro comandi meritava di essere premuta.

Far partire un aeronave era una lavoro non da pochi, e nessuno lo sapeva come Laguna.

“Mi chiedo cosa succede se tiro avanti la leva del carburante e poi alzò i regolatori di del flusso di...”

Non fece neanche in tempo a formulare il pensiero che le sue mani avevano già finito, e la cabina s'illuminò come fosse giorno, mentre il rombo dei motori riempì la caverna.

-Ehi, ha funzionato!- esclamò soddisfatto il giornalista, mettendosi in posa con le mani sui fianchi e e un sorriso di trionfo stampato in faccia.

-Alla buon ora!- brontolò il nano dietro di lui -Pensavo di essere finito con l'unico idiota tra le file di Cosmos.

-Oh andiamo, non siamo così male. Certo ci sono dei ragazzini, e qualche brontolone, ma è tutta gente simpatica. Abbiamo anche un cane e un gatto.

-Ammirevole. Adesso fuori dai piedi giovanotto, ci tiro io fuori da qui- bofonchiò il vecchio ingegnere delle Ali Rosse, spostando bruscamente il giornalista con la mano libera.

-No no no no no tu stai buono- replicò Laguna, sollevandolo con qualche difficoltà e piazzandolo sulla sedia del co-pilota, allacciandogli la cintura -Sei troppo vecchio per far volare uno di questi cosi. Qui ci pensa Laguna.

-Hai il coraggio di darmi del vecchio, rammollito!?- esclamò oltraggiato il nano, mentre Laguna si sedeva, prendendo i comandi -Io sono un nano ancora in carne, dannato damerino! Ti farò ingoiare tutti i denti se ti azzardi a dire un'altra volta una cosa simile!

-Allora vediamo, se premo questo...- continuò il giornalista, distratto, prima che Squall potesse interromperlo urlando per l'ennesima volta.

-Laguna muoviti per Hyne! Ci stanno massacrando!- replicò con fretta il giovane.

-Okay okay ho capito! Sarò lì in un lampo- rispose il giornalista, trafficando con i comandi e riuscendo a far sollevare il velivolo in un paio di secondi.

-Ci sai fare, ragazzo- constatò Cid, non più infervorato come prima.

-Naturale: ho la patente- rispose Laguna.

-Cos'è una patente?- chiese il nano, confuso.

-Praticamente è un foglio che ti attesta la capacità di pilotare eo guidare veicoli o velivoli come...- mentre spiegava il moro lasciò andare i comandi e il suddeto velivolo si schiantò dolorosamente a terra.

-Ops- fece imbarazzato il giornalista, grattandosi il capo.

-Per che cosa te l'hanno data la patente?- chiese Cid, preoccupato.

-Ero nell'esercito. Mi hanno dato una patente speciale per ogni tipo di guida- rispose Laguna, mentre risollevava il velivolo.

-Oh povero me- brontolò il nano mentre il giornalista neo-pilota dava la spinta d'accelerazione e il marchingegno partiva.

-Però, questa aeronave è molto più avanzata di quello che credevo- ammise l'ingegnere, ammirato.

-Per essere precisi è un'astronave.

-E che differenza fa?- chiese Cid.

Langua fece per rispondere, ma poi richiuse preventivamente la bocca -Te lo spiego dopo.

La Lagunarock attraversò l'imbocco della caverna del Monte Gagazet e prese il volo tra le cime ululanti, sfidando l'aria come una regina dei cieli.

-Perfetto ragazzi sono in volo!- gridò Laguna, mentre scendeva in picchiata tra le nuvole e i banchi di neve.

-Alla buon ora!- esclamò Squall, ansimando -Scendi verso sinistra, dovresti guadagnare la piana entro breve.

-Arrivo!- esclamò l'uomo, inclinandosi a sinistra.

-Ehm, quella è la destra- gli fece notare Cid.

-Tranquillo, ho la patente- rispose Laguna, continuando imperterrito.

-Laguna!- gridò Squall -Stai scendendo dalla parte opposta!

-Eh? Ehi dimmelo ragazzo!- esclamò l'uomo, invertendo la direzione di discesa -Quello da tanti ordini e poi si lamenta...

-Attento!- gridò Cid, quando vide il Monte Ordalia spuntare proprio di fronte a loro.

Laguna ebbe un fremito e riuscì per un pelo a deviare, strusciando appena lo scafo contro il muro di roccia.

-Oh santo cielo! Non ho mai visto una manovra simile!- esclamò Cid, senza neanche riprendersi dallo spavento -Questa “astronave” è magnifica!

Una spia rossa si accese d'improvviso affianco ai comandi, seguita da un improvviso spegnersi delle luci nella cabina, lasciando solo la luce rossa delle emergenze.

-Che succede?- chiese il nano, sporgendosi in avanti.

-Perdiamo energia. Siamo senza carburante- spiegò Laguna, con una nota preoccupata nella voce.

-Panico?- chiese Cid.

-Ma no!

Le luci rosse si spensero e la punta della Lagunarock si inclinò rapidamente verso il basso, puntando il campo di battaglia.

-Laguna...?- disse Squall, senza più una nota di fretta nella voce.

-Okay panico- ammise il giornalista.

-AAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!!

-AL RIPARO!

Laguna riprese i comandi in un ultimo disperato gesto e riuscì a raddrizzare la caduta, evitando per un soffio i guerrieri dell'Armonia e centrando in pieno Caius e compari, con l'eccezione di Artemisia e Seifer che si teletrasportarono via appena in tempo.

-Wow!- fece Cid, dopo aver constatato di essere ancora vivo -Devo farmene fare una- ammise.

-Già- annui Laguna, i capelli dritti per la paura -Se ti va c'è un tipo da noi, fuma tanto ma è un patito di meccanica e astronavi...

-Come diavolo hai fatto a fare quella manovra?- chiese ancora il nano.

-Beh sai- fece Laguna, sospirando -Ho la patente...

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Capitolo 2
*** Orientarsi? ***


-Allora, dunque, sono sicuro che sia qui intorno- rifletté Laguna, scrutando il territorio.

Non era un granché: una fortezza lugubre ma elegante nobile.

In effetti trovava che l'oscurità lì fosse un tocco artistico di classe, un vero gioiello.

Ma non era il momento di distrarsi, doveva trovare il Santuario di Cosmos.

Aveva provato chiedere ai Moguri, ma quelli non erano stati capaci di indirizzarlo bene.

Aveva provato persino a chiedere a un Chocobo, ma quello aveva pigolato e gli aveva indicato la parte sbagliata.

Boh, certe cose strane.

Aveva attraversato una torre piena di marchingegni, una prigione diroccata nel deserto, e ancora non incontrava anima viva.

Che iella!

-Qualcuno la saprà la strada no? Prima o poi lo troverò- si ripeté, per rassicurarsi.

D'improvviso tra le colonne individuò un immenso portale rosso, che spiccava vistosamente nella sala.

-Proviamo a vedere se lì c'è qualcuno- si disse il giornalista, andando ad aprire.

La porta cigolò pesantemente mentre scorreva sui cardini, rivelando poco a poco un'immensa sala gremita di gente.

Era uno spettacolo disparato, guerrieri di tutti i generi si stagliavano su di lui: alcuni giganteschi e ricoperti da pesanti armature dalla testa ai piedi, alcuni eleganti nelle vesti e nel portamento, altri semplicemente vestiti come pagliaccia, alcuni arcigni stregoni, e persino alcune belle ragazze.

-Ah bene! Eccovi!- esclamò a gran voce, per nulla intimorito dagli sguardi penetranti che gli si riversavano addosso.

Un uomo alto, con il petto scoperto e i capelli blu acconciati a tricorno, gli lanciò uno sguardo curioso.

-Sono ore che vi cerco! Non potevate mettere un cartello?- fece, avanzando nella folla.

Passò affianco una donna adulta con un vestito verde a pezzo unico, che lo fissava con fare inquisitorio; un uomo vestito d'oro che gli diede un'occhiata di disprezzo, affiancato da una figura interamente vestita di nero; superò uno stregone fatto praticamente solo di un lungo mantello da cui spuntava un volto diabolico e due mani, una donna mora vestita di nero e con un'elegante acconciatura del capo, un anziano uomo vestito di nero con un luminoso rubino al posto dello stomaco, una donna bionda con degli occhiali sul naso e un lungo impermeabile verde sopra la divisa militare.

-Che sono quelle facce lunghe? Su dai sono in ritardo ma mica per colpa mia...- andò a sbattere contro qualcuno.

Quando si volse per scusarsi incontrò un solido busto maschile, ricoperto di strani segni neri e rossi, e sopra di esso un ghignante volto femminile coronato da una lunga treccia di capelli rossi.

Per la prima volta Laguna deglutì -Questo non è il Santuario di Cosmos vero?- chiese, mentre Adele si leccava le labbra, imitata da Jihl lì affianco.

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Capitolo 3
*** Seduzione ***


Laguna inspirò profondamente, lanciando uno sguardo alla piccola bambina dai capelli verdi aggrappata alla sua giacca.

Non aveva paura, negli occhi di quell'esserino si leggeva solo dubbio, forse preoccupazione.

Ma lui non era tipo da preoccuparsi per una cosa del genere.

-Su su piccola, non temere. Adesso ci pensa Zio Laguna. Tu resta qui e non ti muovere, va bene?- le sussurrò, accarezzandole il capo.

Rydia continuo a fissarlo, in silenzio, forse incapace di capire, forse semplicemente curiosa.

-Adesso devo andare. Coraggio, vedrai che sarà tutto finito in pochi attimi.

Detto questo l'uomo si alzò, rassettò i vestiti, passò una mano sui capelli per controllare che fossero in ordine, e si schiarì la gola.

Era il suo momento: doveva essere audace, forte, rapido, e sopratutto non doveva esitare.

Si, lui era Laguna Loire, giornalista, soldato, pilota, attore, cantante, musicista, cuoco, lavapiatti, lustrascarpe, cecchino e atleta.

Ma soprattutto era un bellissimo uomo.

Nessuna donna poteva resistere al suo fascino, e lui ne avrebbe approfittato.

“Che il concerto cominci” si disse, sciogliendo le spalle, prima di uscire dal dietro il masso.

-Ehi tu!- esclamò, puntando il dito contro la prima figura che gli si parò davanti.

Era una donna adulta, con lunghi capelli ricci che si raccoglievano in eleganti boccoli attorno al capo; aveva una benda bianca su un occhio, a coprire forse una letale ferita di guerra.

Il suo fisico era ammirevole: alta, ben piazzata, elegante, formosa persino.

L'abito era un lungo composto di una giacca bianca, che lasciava intravedere una scollatura elegante, tenuta ferma in vita da una cintura.

Sotto indossava un paio di attillati pantaloni rossi, e due stivali d'acciaio a proteggere i piedi.

La gola di Laguna si seccò in pochi istanti, mentre la sua voce si trasformava in un rantolo.

Poi la sgradevole sensazione del crampo alla gamba si fece sentire e lui si piegò su se stesso, saltellando per il dolore.

-Ahia ahia, crampo, crampo alla gamba! Pausa un attimo! Fallo! Time-out!- esalò, crollando a terra.

Annaspava, cercando di trovare le parole mentre la sofferenza si faceva strada nel suo corpo.

Dopo pochi attimi il dolore si calmò, e l'uomo tirò un sospiro di sollievo.

-Chi diavolo è questo?- chiese una voce gracchiante e ruvida.

Laguna alzò lo sguardo sulla donna di prima, trovando che guardava qualcosa in basso, affianco a lei.

Segui lo sguardo e si trovò a guardare una figura bassa, grassa, e dalla pelle rugosa, nascosta da un imponente cappello-corona e un abito nero con un colletto abbastanza alto da nasconderle il viso.

-Chiedo scusa, sono Laguna Loire, un giornalista. Volevo sapere se...- ricominciò l'uomo, cercando di riprendersi, prima di essere interrotto bruscamente.

-Non osare parlare senza permesso in presenza della regina di Alexandria- esclamò la seconda figura, puntandogli un dito artigliato contro.

-R-regina?- fece Laguna, tra il sorpreso e lo scioccato, prima che la sgradevole sensazione alla gamba ricominciasse.

-Ahia ahia ahia! Piacere mio Vostra Maestà. Ahia! Uh!

-Che pagliaccio! Uccidilo e andiamocene- ordinò la regina.

-Sicura Vostra Maestà?- chiese l'altra donna, parlando per la prima volta.

La sensazione nella gamba di Laguna scomparve, e lui ebbe la forza di alzare gli occhi sulla sua benefattrice.

-Non è tanto male potremo sempre tenerlo come giullare- continuò la guerriera, stranamente con un'espressione addolcita.

-Beh, ho fatto l'attore qualche volta- ammise l'uomo, cercando di trarsi d'impaccio.

-Ma davvero?- fece la regina, improvvisamente interessata -Allora ci faresti un favore? Il compleanno di mia figlia è alle porte e per festeggiare vorrei una gloriosa rappresentazione...

In quel momento Titan emerse da dietro il nascondiglio di Rydia e calò il suo pugno con tanta forza sulle due che per poco non ci rimasero.

-Garnet, figlia mia! Vieni salvare tua madre!- gridò la regina, stretta in braccio alla combattente che era saltata indietro con dei riflessi fulminei.

-Rydia!- esclamò Laguna -Ti avevo di aspettare!

-Scusa Zio Laguna- replicò una ragazza cresciuta con un lungo abito verde che lasciava scoperte gambe e braccia, il volto e i capelli sembravano la versione adulta di Rydia -Ma quando ci vuole ci vuole.

-Eh?- fece quello, un attimo prima che il fastidioso crampo riprendesse.

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Capitolo 4
*** Vedere ***


Il vento soffiò, lì tra le lamiere metalliche di Midgard.

Laguna, esalò, l'adrenalina che impregnava il sangue nel sangue.

Squall crollò a terra di fronte ai suoi occhi, la spada gigantesca di Angeal gli aveva sfondato il petto.

Poco lontano Cloud si era accasciato, il fucile da fante stretto in mano e il sangue che colava copioso dalla ferita al petto, quasi aperto in due metà per obliquo.

Solo Zack si difendeva ancora, chiuso su due fronti dallo spadaccino argenteo e quello scarlatto.

Laguna, inspirò, impotente, osservando mentre la spada a due mani del moro si spezzava sotto i colpi impetuosi dei nemici, seguita dal suo braccio.

Il ragazzo tentò un attacco disperato contro i suoi aguzzini, travolgendoli col fuoco, ma quelli ne uscirono illesi, macellandolo senza pietà.

Il vento soffiò ancora, mentre una lacrima oscurava un occhi del giornalista.

Non era la prima volta che vedeva qualcuno dei suoi compagni morire, ma questa volta faceva più male.

Forse era proprio perché si trovava lì, dove poteva vedere tutto, dalla cima delle rovine metalliche del reattore.

Il vento si fece sentire di nuovo, ululando feroce, quasi a rimproverarlo.

Ma a Laguna non servivano rimproveri, lui sapeva quello che faceva.

I tre spadaccini nemici si erano calmati, fissavano i cadaveri con ghigni maligni, tranne Angeal che teneva gli occhi bassi, come a vergognarsi.

Anche Laguna si vergognava, ma non poteva abbassare gli occhi.

Lui poteva vedere tutto, e il suo ruolo non gli permetteva di distrarsi: aveva un lavoro da fare.

Inspirò, aguzzando lo sguardo, facendo bene attenzione a non muoversi, le dita ferme e il corpo immobile.

Che facesse freddo, o caldo, lui sapeva cosa fare.

Fu un attimo: il vento cessò, cadendo in silenzio, e il colpo partì.

La testa del combattente scarlatto scattò all'indietro, mentre il resto del corpo lo seguiva.

Laguna ebbe un millisecondo per scorgere la testa dello spadaccino argenteo voltarsi verso di lui, prima di mollare il fucile da cecchino e darsela a gambe.

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Capitolo 5
*** Parole ***


-Venite Picciotti, calmi, calmi- disse Kalò, guidando Tantalus lungo il tetto.

Era di legno marcio, e scricchiolava ad ogni passo.

Kalò guidava, e Tantalus seguiva in fila indiana, Laguna in coda.

La ragione era perché il giornalista si era offerto di fare un articolo su di loro, a mo di pubblicità.

-E ricordateve de sta zitti- aggiunse Er Cina, dietro al capo.

-L'ultima volta Marcus ha dovuto starnutire e ci ha tradito- ghignò Blank, per fare una battuta.

-Blank, non fare li spiritozo- replicò quello con l'accento tedesco.

-Fanno sempre così?- chiese Laguna, avanzando a piccoli passi per la paura di cadere.

Non che soffrisse di vertigini, ma la prudenza non era mai troppa.

Gidan si volse appena verso di lui, intento a giocherellare con una daga mentre camminava, incurante del rischio di cadere.

-Qualche volta. Ma non è più divertente?- chiese, con una strizzatina d'occhio.

Laguna ci pensò un attimo, prima di annuire.

Gidan fece piroettare la propria lama in aria, talmente in alto che Laguna alzò lo sguardo per seguirla, dimenticandosi di guardare per terra.

Il grido di dolore del ragazzo lo fece sobbalzare, e il giornalista realizzò di avergli appena pestato la coda.

-Scusa!- esclamò, facendo un passo indietro, ma il legno sotto al suo piede cedette e l'uomo precipitò di sotto, atterrando con un sonoro SPLASH.

-Ahi ahi ahi- fece il moro, massaggiandosi il didietro dolorante -Che brutto volo.

Alzò gli occhi per osservare il punto da cui era caduto, rivelando un immenso squarcio nel soffitto, che mostrava uno stralcio di cielo tra i vapori della stanza.

-Fortuna che erano pochi metri- mormorò Laguna, abbassando di nuovo lo sguardo, e realizzando dove era finito.

-Una Hot Spring!- esclamò, riconoscendo di essere con l'acqua alla cintola, e i pantaloni zuppi.

-Ho sempre voluto visitarne una, ma a non ne ho mai avuto tempo. C'era sempre qualcos'altro da fare, o qualcuno da vedere...- si disse, mentre si toglieva gli stivali bagnati -Che fortuna. Non mi sarei mai aspettato di trovarla qui. Chissà perché c'era una vecchia casa costruita attorno... Ma perché parlo da solo?

L'uomo si mise in piedi togliendosi anche i pantaloni ormai troppo appesantiti dall'acqua, e si volse, ritrovandosi la testa rosa di Lightning a pochi palmi dal petto.

Laguna fu sorpreso di trovarla lì, ma prima che potesse chiedergliene il motivo gli cadde l'occhio sull'asciugamano che la ragazza teneva stretto al petto, e gli si gelò il sangue nelle vene.

-AHIA! CRAMPO CRAMPO!- esclamò iniziando a saltellare su un piede, cercando di filarsela prima di cadere rovinosamente all'indietro, finendo brevemente con la faccia sott'acqua.

Riemerse quasi subito, conscio di avere i minuti contati, ma si ritrovò il ghigno di Adele a pochi palmi dagli occhi.

Gridando come una ragazzina Laguna rotolò via da sotto la strega e schizzò fuori dall'acqua, annaspando, mentre gli abiti appesantiti gli limitavano i movimenti.

A sorpresa gli si parò davanti Beatrix, in piena forma e con l'asciugamano sulla spalla costringendolo ad una ritirata strategica, sanguinando copiosamente dal naso.

-Ehi ehi ehi! Buone buone! È solo un malinteso, io qui ci sono caduto! Cioè non voglio dire che capiti o che sia meno imbarazzante, cioè fuori posto. Sono solo sorpreso ecco. Siete tutte qui...- aveva appena finito di parlare che sentì di aver appena toccato qualcosa di morbido e voltandosi incontrò lo sguardo calmo ma sempre ambiguo di Lulu.

-Cioè voglio dire bene! Voi ragazze lo sapevate già che qui c'era un... on Onsen. Sono sbalordito. Mi sarebbe piaciuto che voi mi aveste detto dov'era prima, ho sempre voluto visitarne una. Non con voi si intenda, non mi azzarderei mai, ho solo subito una sventura, proprio così- continuò a ruota libera, indietreggiando mentre si disfava in fretta e furia della giacca, maledicendosi per essersi tolto i pantaloni senza controllare prima i dintorni.

-Ma come mai nessun altro lo sa? Qui siete troppo esposte...- s'interruppe quando inciampò sul bordo, franando sul terreno solido.

Durante l'urto aveva chiuso gli occhi, e quando li riaprì subì uno shock, guardando dall'alto in basso Garnet, Rydia, Terra, Yuna e Celes, che si stringevano gli asciugamani addosso con fare protettivo, qualcuna anche minaccioso.

-Ah no, questo no!- fece Laguna, balzando in piedi nonostante il sangue che ormai fluiva tranquillamente dall'orifizio nasale.

-Io sono un uomo rispettoso, non mi azzarderei mai. Sapete, ho una certa età, devo essere un esempio, e non trovo che sia giusto approfittare della situazione, dopo tutto sono capitato qui per caso. Non voglio che vi spaventiate, esco non appena avrò ritrovato i miei vestiti, sembra che li abbia lasciati in giro. Chiedo, scusa, non è da me- riprese l'uomo, inchinandosi alla fien dell'ultima frase.

Il sudore gli si era fuso con il calore e i vapori della stanza, mentre ormai le gambe gli esplodevano per il dolore.

Erano decine, forse centinaia le ragazze e donne lì dentro: Rinoa, Quistis, Tifa, Y'Shtola, Shantotto, Edea, Selphie, Penelo, Fran, Fang, Vanille, Maria, Hilda, Lenna, Freya, Rikku, Artemisia, Leila, Curilla, Prishe...

Troppe per controllarle tutte.

Laguna si risollevò osservandosi attorno con ampio sguardo, sentendosi in trappola.

-Beh, adesso che sono qui bisogna sistemare questo pasticcio. Ma tranquille sistema tutto Zio Laguna, promesso. Non abbiate paura, nessuno verrà a saperlo, sul mio onore. So che è stata una brutta esperienza ma non intendo ripeterla. Me andrò ad occhi chiusi, dovessi anche camminare a testa in giù fino al Santuario. Eh, boh, se voi preferite punirmi adesso allora non credo di potervi fermare. È imbarazzante, non so se considerarmi colpevole o no. Ammetto che la situazione è molto surreale. Che guaio, ho combinato un disastro. Gran bell'eroe che sono. Oh no giusto, non perdiamoci in chiacchiere, devo trovare i miei...

-Tu...- l'interruppe una voce gentile, facendolo voltare alla sua destra.

Laguna trovò Aerith che lo fissava con occhi curiosi, piuttosto vicino.

-Tu sei caduto dal cielo?- chiese la ragazza.

-Beh non proprio, ma si potrebbe dire- rispose arrossendo l'uomo, alzando lo sguardo verso il buco nel soffitto.

La ragazza seguì il suo sguardo, per poi riportarlo su di lui, facendolo sentire ancora più a disagio.

-A te non piace il cielo?- gli chiese.

“CRAMPO CRAMPO!” si disse nella sua testa, trattenendo il grido con difficoltà.

-Certo che mi piace. Mi ricordo una poesia di mia madre quando ero bambino, ehm...

Vedea di luce l'alba che arriva

Il ciel sereno sorride celeste

Al nato sole che accoglie in grembo

Come madre il figlio che nasce

Finché il tramonto non giunge

E il piccolo si nasconde sotto le coperte,

Lasciando che i suoi sogni empiano il cielo

Con le loro luci di festa.

Il silenzio che seguì fu di breve durata, dato che le ragazze più giovani erano rimaste affascinate dalla voce e dalla poesia, finendo per applaudire.

-Grazie, grazie, era una cosa da niente- si inchinò con eleganza, l'uomo, nonostante il suo stato poco dignitoso.

-È la prima volta che vieni qui?- gli chiese Beatrix, tirandogli il proprio asciugamano in faccia.

-Beh, qui qui si. L'ho detto, non sono mai stato in una Hot Spring, o Onsen come la possono chiamare- replicò Laguna, asciugandosi i capelli e nascondendo momentaneamente alla propria vista le ragazze.

-Le piacerebbe restare?- gli chiese a bruciapelo Yuna, facendolo sobbalzare.

-Davvero?- chiese di getto, facendo scivolare l'asciugamano sulle spalle.

La donne lì attorno avevano ormai assunto un espressione curiosa, alcune erano divertite, altre erano perfino arrossite.

L'espressione meno cordiale che riceveva era l'indifferenza.

-Ha detto che ci voleva tanto venire qui, che non le era mai capitato- intervenne Tifa, distogliendo lo sguardo da Laguna non appena lui si volse verso di lei, arrossendo vivamente.

-Ma poi sarebbe scortese farla andare via con i vestiti bagnati- aggiunse Rosa, con un tono più serio e materno.

-Perché non ci dice un'altra poesia?- chiese Rinoa, prendendolo per un braccio.

-O ci racconta una delle sue storie da giornalista- fece di gettò Lenna.

-Può restare finché non gli si asciugano i vestiti- disse Lightning, con ancora un accenno di autorità.

Laguna stava per dirsi d'accordo quando una secchiata d'acqua lo travolse in pieno, infradiciandolo ancora di più.

Voltò appena la testa verso il responsabile e individuò Rikku fare la linguaccia alla soldatessa mentre reggeva un secchio.

-Allora- disse Laguna, facendo spallucce -Da cosa comincio?


Mezz'ora dopo...

Laguna stava riposando in tutta tranquillità con un panno sul volto, il corpo nudo immerso nell'acqua e la mente rilassata.

Sentiva ancora il leggero vociare che popolava l'Hot Spring, con qualche gridolino di sorpresa e qualche spruzzo, ma la calma ormai regnava sovrana.

I suoi racconti si erano esauriti, anche quelli che si poteva inventare, ma alla fine Edea aveva rimesso il gruppo in riga, e l'uomo si era potuto ritirare a respirare in pace.

Il panno serviva sia per un effetto terapeutico alla sua pelle, sia per evitare che potesse cogliere sprazzi di parti del corpo troppo intime, ricominciando a gocciare sangue a tutta forza.

Almeno, fintanto che gli prestavano attenzione, le ragazze si erano coperte, con l'eccezione di Beatrix che non se ne curava più di tanto, Adele che lo faceva apposta, forse per un senso di superiorità sulle compagne, Fang che non faceva altro che sciacquarsi, sensualmente, e qualche fugace flash da parte di Yuffie, Selphie e colleghe, che si divertivano a cogliere la sua espressione di panico e godimento quando le vedeva.

-Gran bel discorso campione- gli disse Beatrix.

Laguna sollevò quasi di scatto l'asciugamano dal suo volto, voltandosi verso la donna, che si era gentilmente seduta al suo fianco, sempre senza mostrare modestia.

-Che c'è, tanta fretta di guardare?- lo provocò, lanciandogli un occhiata sapiente con l'unico occhi che gli restava.

Il moro arrossì immediatamente e distolse lo sguardo, cercando di tamponarsi il povero naso.

-Le sue storie sono magnifiche signor Laguna- disse Aerith, affiancandolo dall'altra parte -Sono cosi contenta che lei sia caduto dal cielo.

-A-anche io. È stata proprio una gran fortuna- aggiunse il giornalista- grattandosi la nuca e mettendosi a guardare dritto davanti a se.

Selphie sbucò con uno spruzzo maestoso dall'acqua, proprio di fronte a lui -Signor Laguna! Signor Laguna! È vero che lei ha recitato in un film!?

-Beh certo- ammise l'uomo, mentre fissava terrorizzato la piega che reggeva l'asciugamano della ragazza, ad un attimo dallo sciogliersi.

-Quale!? Quale!?

-Avanti ce lo dica!- esclamò Yuffie sbucando affianco alla castana.

-Non possiamo attendere oltre!- aggiunse Vanille, emergendo dall'altro lato.

-Vuota lo zaino bello!- lo incoraggiò Rikku, sbucando sopra le altre.

L'asciugamano di Selphie cadde inesorabilmente e Laguna gridò come una ragazzina.

AT-TENTI!

-Whoooooooooo- esclamarono le ragazze, fissando con gli occhi sgranati la tra le gambe dell'uomo, un attimo prima che lui chiudesse le cosce e infilasse le mani a proteggersi l'intimità.

-Guardalo come fa il timido- disse Beatrix, andando a pizzicargli la guancia.

-Ehi, sono l'unico maschio qui! Abbiate pietà!- protestò lui, cercando di farsi piccolo piccolo per l'imbarazzo.

-Pensavo che l'umiltà non rientrasse nel tuo vocabolario- intervenne Edea, attirando tutti gli sguardi su di se.

La donna portava i fluenti capelli neri sciolti, a cingerle il corpo come una veste, ma aveva preferito indossare anche un asciugamano, evidentemente per darsi un contegno.

-Selphie, rivestiti immediatamente e voi altre lasciate in pace Laguna, adesso basta- ordinò perentoria la donna, facendo battere il gruppetto in ritirata in meno di un secondo.

-E in quanto a te Beatrix...

-Cosa vuoi adesso strega?- replicò gelida la generalessa.

-Abbiamo un ospite- replicò Edea, seria.

-Ho sempre fatto il bagno nuda, non vedo ragione per cui dovrei smettere per via di un uomo- rispose minacciosa la bruna.

-Non hai un minimo di modestia?- fece impassibile la mora.

-Ascoltami bene donna- disse Beatrix sollevandosi in un tutta la sua possanza e dando a Laguna un ampia vista del suo corpo.

Le parti basse dell'uomo reagirono con vigore, minacciando di esplodere.

-Faccia pure, non lo dirò a nessuno.

Il giornalista si volse verso Aerith, ancora più rosso di prima -Cosa?

-Quello che fanno tutti gli uomini- replicò lei, sorridendo.

-M-m-ma RAGAZZA!- esclamò l'uomo, zittendosi subito dopo, specie per non disturbare Edea e Beatrix che sembravano decise a farla finita lì, in quel momento.

-Non lo farei mai, è scortese- sussurrò lui.

La fioraia si concesse una risatina prima di appoggiarsi alla sua spalla e guardare il cielo -Laguna, sai dirmi cosa sono quelle macchie nel cielo?

L'uomo alzo lo sguardo (anche perché Rikku aveva appena sfilato l'asciugamano a Garnet) e riconobbe i profili di Gidan, Zack, Edgar, Edge, Irvine, Tidus e Vaan sporgere dal buco, gli occhi ridotti a due cellule terroristiche, e un brivido gelido discese lungo la sua spina dorsale.

-Solo macchie- disse, allontanando quella spiacevole sensazione con una scrollata di spalle, secondi prima che Yuna si rifugiasse dietro di lui per ripararsi da Vanille.

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Capitolo 6
*** Bere ***


Laguna deglutì, fissando la figura oltre il fuoco.

Beatrix era passata alle file di Cosmos da poco, a sentire quanto diceva, ed era la prima volta che si trovava da sola con qualcun altro oltre che la principessa o i fedeli combattenti della regina Brahe.

Ma lui non usciva da solo con una donna da tanto... ugh che andava a pensare.

Quello non era un appuntamento, era una missione segreta, con il rischio che i guerrieri di Chaos li trovassero e trucidassero.

-Come mai così silenzioso?- chiese la donna, facendolo sobbalzare -Non sei l'uomo con la battuta pronta?

-Quello sarebbe Balthier- la corresse Laguna, a disagio.

-Certo, perché Balthier deve fare da baby-sitter a un ragazzino idiota e a un bamboccio che si crede un adulto- sottolineò la donna, finendo di affilare la propria spada e tornando a fissarlo intensamente -Tu invece mi pare che sei qui con me perché hai avuto il fegato di offrirti volontario.

-Beh ehm, l'opzione era andare con Jakoh e Semih, e non credo che quelle due mi trovi troppo simpatico- balbettò imbarazzato l'uomo, ripensando all'occhiataccia che gli avevano riservato le due Mithra.

-Beh, bella scelta- si complimentò la donna.

-G-g-grazie- “CRAMPO CRAMPO!” -Sai com'è, non credevo che mi sarei mai trovato in una situazione simile in situazioni di guerra. Cioè, sembra quasi un appuntamento. Non che lo sia, ma lo sembra. Sai, è confortante, sembra quasi di ritornare a casa. È un bel posto, ti ci porterei un giorno. È un piacevole paesino verde in mezzo al nulla, la gente è pacifica e c'è tanto spazio. La guerra l'ha rovinato ma per fortuna si è ripreso. Molto meglio che stare qui. Cioè non qui con te ma qui in questo campo di battaglia. Non ti senti a disagio, a dover stare sempre all'erta con il rischio che qualcuno possa tentare di assalirti?...

Beatrix alzò la mano, facendolo ammutolire all'istante.

Poi, con calma, la donna estrasse una bottiglia ed un paio di bicchieri dal suo zaino.

-Beviamo, qualcosa, ti va?- chiese, tranquillamente -Mi sento in colpa a lasciarti parlare senza permetterti di rischiararti la gola.

-Ah, grazie- ringraziò Laguna, ansimando appena.

Prese il bicchiere il bicchiere offertogli e fece cin cin, prima di vuotarlo tutto d'un fiato.

La sgradevole sensazione dell'alcool gli pervase la gola, facendolo sobbalzare.

-Ma questo è...- fece fermandosi a rimirare il bicchiere.

-Sciroppo di Chitanesio. Me l'ha dato Jecht, ho vinto una scommessa. Niiiiiieeeehhhntttttthhhhhhhhh.....

Piano piano il calore del fuoco, l'odore del vento umido e del muschio, e il suono della voce di Beatrix si spensero mentre Laguna si sentiva scivolare all'indietro.

TUMP

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Capitolo 7
*** Sorpresa ***


Kefka rimirò dall'alto in basso il ragazzino legato.

Ramza, aveva detto Garland, quello era il suo nome.

Patetico, sembrava un nome da ragazza.

-Sembra che abbiamo un altro volontario per fare il lavoro sporco- disse Mateus, con tono altezzoso, avanzando fino a sollevare il mento del giovane.

-Oh oh oh oh, allora significa che posso giocarci- fece, ghignando contento mentre si chinava a fissare il prossimo bambolotto dritto negli occhi.

Occhi spenti occhi morti.

Non vale! Voleva spegnerglieli lui!

-Non è tempo di giocare- minacciò Mateus, colpendogli la mano con la base dello scettro -Ci serve vivo.

-E io che detto, eh?- protestò il clown, ringhiando all'indirizzo del rivale.

-Ti proibisco di avvicinarti a lui- insisté perentorio l'Imperatore, con quella faccia che lo faceva assomigliare tanto a un ananas

-Basta- intervenne Garland, sbrigativo.

I due di separarono, voltandosi verso il loro leader che faceva il suo ingresso trionfale trascinando qualcuno di gemente.

-Bene bene bene, qualcuno con cui giocare!?- esclamò il clown, sentendo già le mani prudergli.

-Certo, e con questa non c'è ragione di andarci leggeri- rispose il paladino oscuro, gettando Lulu ai piedi dei due.

-Strega- si limitò a dire Mateus, colpendola con un piede.

-Ehi! Questa è la mia bambola adesso, giù i piedi!- esclamò Kefka, esibendo i pugni contro l'ananas ambulante.

-Fai quello che ti pare con lei, non ho alcun uso per una creatura ignobile- replicò l'Imperatore, tornando a chinarsi su Ramza -Tu adesso lavori per me.

-Oh si si si, avremo grandi cose da fare, oh oh oh! E da maneggiare- sentenziò il clown, calando le sue esperte protuberanze sui seni della donna, strappandole un gemito di dolore.

-Oh oh oh oh non mi sento più nella pelle!- esclamò il clown, fissando il volto tumefatto della donna contorcersi in una smorfia di disgusto e pena.

-Questa mi piace oh si si si! Ha ancora fuoco dentro!- l'afferrò per i capelli e si sollevò in piedi, lasciando che emettesse un altro gemito di sofferenza.

-Guardala Matty! Non è bellissima!?- fece estatico il clown, voltandosi verso l'uomo che intatto spingeva in avanti il bambolotto, ancora con i polsi legati.

-Sei disgustoso Kefka. Torturala dove non sono costretto a sentirti- replicò quello, somigliando ad un peperone giallo marcio.

-Allora divertiti! Io qui ho molto da fare!- riprese il clown, estraendo un ago dalla veste, per poi tornare a volgersi verso la donna.

-Giochiamo a “L'ago nel pagliaio”, ti va?- ghignò, già pregustando il calore di quel corpo nelle sue mani.

La porta si chiuse con un lugubre schianto, lasciando i due soli.

-Allora cominciamo!- esclamò il clown, calando l'oggettino contro un seno di lei, e facendolo scoppiare.

Kefka si arrestò, immobile, sconvolto.

Ci mise qualche secondo ad abbassare lo sguardo, constatando che uno dei due immensi seni era essente, scoppiato come un palloncino.

Riportò lo sguardo sul volto della donna, che aveva gli occhi sgranati probabilmente quanto lui.

-Eh, regia scadente!- disse con voce distintamente maschile Lulu, prima che Kefka potesse ritrovarsi un mitra puntato in faccia, seguito da una detonazione.

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Capitolo 8
*** Curiosità ***


-Guarda qui che cosa ho trovato!- esclamò Laguna, chinandosi a toccare una piccola pianta dalle foglie a sette punte e i bordi bluastri -Una Istiganti Rotoris, questa ci permetterà di fare una pozione contro il veleno dei mostri. È l'antidoto più potente in natura, e il più raro. Non sapete che fortuna avete ad avere me ad aiutarvi!

Il giornalista, improvvisato botanico, raccolse con delicatezza cinque foglie, infilandole in un sacchetto di plastica.

Ma mentre faceva per rialzarsi scorse un piccolo arbusto, nascosto da una pianta più grande, e osservandolo più da vicino riconobbe un rarissimo esemplare di pianta mangereccia, quasi estinta a causa dell'inquinamento.

Poi si accorse di una colonia di insetti che nidificava solo su quella specifica pianta, praticamente sconosciuta.

Si fermò a farne uno schizzo, aggiunse anche una breve descrizione e lo chiamò Laguna Pandemis, come giusto che fosse.

Ma ormai gli era venuta sete, e scorse un ruscello lì vicino.

Si avvicinò per bene, ma quando stava per sollevare le mani e portarle alla bocca un pesciolino di piccole dimensioni si avvicinò alle sue mani, e Laguna si accorse di quanto vivace fosse il colore delle sue scaglie.

Lasciò che si cibasse della sua pelle morta, prima di portare alla bocca gli arti a coppa, e bere una bella sorsata.

-Okay andiamo!- esclamò l'uomo, volgendosi verso i compagni di viaggio.

Il problema e che non ne vedeva nessuno, scomparsi nel nulla.

-Dove diavolo sono finiti?- si chiese guardandosi attorno.

-Anzi, dovrei chiedermi dove sono finito io!- esclamò, non riconoscendo più l'ambiente attorno a lui.

Si era perso, di nuovo.

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Capitolo 9
*** FIGHT! ***


Guerriero esalò un ultimo respiro, prima di accasciarsi all'indietro, il petto lacerato da un incantesimo.

Il paladino di Cosmos rimase a fissare il cielo, con gli occhi spalancati e ciechi.

Attorno a lui la terra tremava, mentre i suoi compagni si abbandonavano al terrore, feriti, stanchi, morti nello spirito.

Ingus accarezzava ancora il capo di Luneth, spirato pochi minuti prima.

Ramza restava in silenzio, contemplando il capo della sorella morta.

Steiner era in lacrime sul corpo di Garnet.

Basch e Gabranth stavano chiudendo gli occhi a Sabin ed Edgar, mentre Lightning portava in silenzio il corpo esamine di Firion in un angolo, per preservarlo dall'imminente massacro.

-È finita...- rantolò Rosa, quasi di sollievo, tra le braccia di Cecil e Kain, prima di abbandonarsi definitivamente all'abbraccio della morte.

Squall era morto, Zack era morto, Jecht era morto, Galuf era morto, Guerriero era morto.

Terra piangeva in un angolo, stringendo una ciocca dei capelli dorati di Celes.

Vivi arrancava smarrito su quel campo di morte, mentre Vaan singhiozzava impotente sul corpo di Balthier.

Persino Shantotto aveva perso la sua parlantina, alla vista del cadavere carbonizzato di Prishe.

-Morti...- balbettò Vivi -Tutti m-morti...

-La morte si è presa tutto- mormorò Gabranth -Non ha alcun rispetto per noi.

-Non è possibile...- biascicò Ingus, stringendo con più forza Luneth al petto -Non è possibile...- s'interruppe singhiozzando.

-Dobbiamo resistere- sentenziò Basch, ma anche la sua voce sembrava poco convinta.

-A che serve?- rispose Lightning, svuotata di ogni cosa -Non c'è più niente qui, solo morte.

-Si morte...- si alzò una voce.

Yuna fu l'unica ad alzare il capo e scorgere la figura del giornalista stagliarsi eretta, imponente nel Santuario.

Era accanto al cadavere di Guerriero, ma al contrario degli altri teneva le spalle erette e il capo alto, fissando il cielo.

-Sono morti, tutti, non rimane nessuno. Anche quelli che ci stavano difendendo lì fuori, moriranno tutti.

Wakka, Locke, Tifa e pochi altri erano rimasti indietro, rallentando l'avanzata dilagante dei nemici che pressava verso di loro senza posa.

-Guardiamoci attorno, sono morti- continuò Laguna, anche se nessuno lo ascoltava, tranne Yuna.

-So che sono morti! Li ho visti morire, ho visto come sono morti! L'ho visto anche io!- esplose l'uomo, gli occhi inondati di lacrime, quasi a formare un torrente in piena.

Tirò su col naso, mentre una mano strusciava frettolosa sul suo volto, asciugando il muco e le lacrime.

-Ma peri HYNE io no!- esclamò con rabbia, mentre un tuono solitario rimbombava nel cielo sopra la distesa d'acqua, facendo alzare gli occhi a molti.

-Io non sono morto, non sono spirato non ho visto il cielo un ultima volta! E sapete perché!?- continuò con veemenza Laguna -Perché l'hanno fatto loro! Proprio così loro! Hanno guardato in faccia alla morte e hanno salutato il cielo un ultima volta, perché noi potessimo continuare a guardarlo con la stessa intensità! Loro hanno alzato le spade e hanno combattuto per noi! E che siano maledetti gli dei non ho intenzione di restare qui con le mani in mano!

A poco a poco gli occhi umidi si sollevarono: alcuni lo fissavano confusi, alcuni lo fissavano provando vergogna, altri lo fissavano con rabbia.

Yuna abbandonò lentamente il capo di Bartz sul terreno, e si alzò in piedi, sollevandosi con l'auto dello scettro.

-Guardatevi: i grandi protettori dell'Armonia, i paladini di Cosmos, ridotti a un branco di bambini piangenti! Vergogna dico io, vergogna! Ho visto i nostri compagni, i miei amici! Andare incontro alla morte con più dignità, li ho visti digrignare i denti quanto cento spade nemiche gli straziavano la carne, perché avevano un amico da proteggere, un amico per cui sarebbe valsa la pena di morire!- continuò Laguna, indicando i presenti uno ad uno con il dito, il volto arrossato dallo sforzo.

Shantotto strinse i pugni, offesa eppure impotente di fronte alla forza delle parole del giornalista.

Basch e Gabranth rimasero immobili, le spade strette in mano, gli sguardi duri e con una sopita fiamma che ancora aleggiava.

-Non abbiamo scelto di essere chiamati! Siamo stati scelti noi! Per quello che incarniamo, per quello che i nostri cuori ci insegnano! Dentro ognuno di voi c'è la forza di un eroe, un guerriero, qualcuno che vuole cambiare le cose! Qualcuno che non si arrende perché il nemico sembra troppo forte! Siamo guerrieri scelti maledizione, i migliori! Vogliamo guardare il cielo con il rimorso e la rassegnatezza, sapendo che gli amici che si sono sacrificati ci stanno guardando dall'aldilà, mentre rendiamo vani i loro sforzi!?

Yuna non si era accorta di essergli arrivata così vicino.

Credeva di essere rimasta immobile a fissarlo da lontano.

-No, no no no no! Noi siamo guerrieri di Cosmos, siamo combattenti, abbiamo un cuore che ci obbliga a combattere! Amici, sogni, speranze, vendetta, idealismi, noi siamo il cuore pulsante del mondo che vogliamo difendere! Senza di noi chi lo farà!? Chi, ditemelo! Abbiamo raggiunto la linea, oltre questa non c'è niente! Ma qualsiasi cosa ci sarà dopo non ho intenzione di darla vinta a quei demoni cornuti e a quei maledetti angeli oscuri!

-Ha ragione!- gridò un altra voce profonda.

Yuna si volse e vide Cyan, la katana estratta e puntata verso il cielo.

-Un eroe non muore in battaglia! Si prepara solo a combattere di nuovo dall'aldilà!

-Sono arrivato fin qui camminando sui cadaveri dei miei amici, non ho intenzione di lasciare che quel sangue macchi la mia tomba. Voglio che il mio sangue si mischi al loro e possano ricongiungersi ancora nella morte- fece Ingus, alzandosi in piedi.

-La morte ci attende. Così sia, l'aspetto a braccia aperte- replicò Kain, mentre si alzava il vento.

-La sentite! Sono i nostri defunti compagni che ci chiamano!- esclamò Laguna, travolto da una frenesia inarrestabile -Non mi importa se dovrò combattere ancora per cent'anni, io non ho intenzione di voltare le spalle a loro, a ciò in cui hanno creduto, e a colore che hanno creduto in me!

-Il ricordo di ciò che ci hanno insegnato ci ha portati fino a questo punto, non possiamo rinunciare adesso!- gli fece eco Yuna, sentendo la forza tornare in lei.

-Stia in pace principessa, arriverò molto presto- sussurrò Steiner, mettendo giù il corpo di Garnet.

-Oh oh oh, quelli di Chaos pensano di aver vinto la partita. Che vengano, a nessuno sarà salva la vita!- ripeté Shantotto, ritrovando la sua sfrontatezza.

-Da non credere- sussurrò Lightning scuotendo il capo con un sorriso, mentre si rialzava.

-COSMOS!- gridò Laguna, alzando il fucile -FIGHT!

-FIGHT!- gli risposero in coro i compagni, alzando scettri, spade, pugni, katane, mentre con uno schianto temibile le mura del Santuario crollavano, venendo inondate dalle fiamme di Chaos e dall'esercito dei suoi sottoposti.

Nel contempo una tempesta di furia inimmaginabile si fece incontro al male dilagante, un uragano impetuoso che lottava contro le fiamme della disperazione.

-Prendete un bel respiro d'aria! Potrebbe essere l'ultima che sentirete!- gridò Laguna prima di caricare il nemico a testa bassa, seguito dai guerrieri rimasti, i volti nobili di nuovo alti, le spade affilati e i cuori tonanti sul campo di battaglia.

Yuna si sollevò in volo con Bahamut, i fulmini che la sfioravano nel cielo, incurante del vento che minacciava di strapparla via dal suo appiglio, fiera ed eretta sulla testa dell'Eone.

Griever balzò verso di lei, Artemisia rideva cavalcandolo, finché un Megaflare non li incenerì, spazzandoli via dal cielo.

Steiner caricò Garland gettandolo a terra e colpendolo con la spada finché non si ruppe.

Allora colpì con i pugni, gridando come un vichingo.

Gabranth e Basch ingaggiarono Sephiroth e lo smembrarono pezzo per pezzo con le loro lame incendiare.

Ingus rotolò tra le trappole dell'Imperatore, passandogli tra le gambe e balzandogli sulla schiena, trapassandolo con la spada nel punto dove il collo incontra la spalla.

-Scacco matto.

E in mezzo alla furia, lì dove le grida si confondevano con il ruggito delle bestie e la furia si mischiava al pianto, Laguna si ergeva imponente, sfidando la tempesta e le fiamme, gli occhi ormai ciechi nella furia ancora ardenti, perché quel giorno moriva per proteggere tutti e tutti quelli che ancora sarebbero venuti dopo, perché quel giorno era lui in prima fila.

E mai, mai avrebbe dato le spalle al nemico.

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