childhood

di pvantomhive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** non sei solo ***



Capitolo 1
*** l'inizio di tutto ***


Raggi di luce filtravano debolmente attraverso le tende andando ad illuminare il viso pallido di Takao, dormiva supino con la bocca leggermente schiusa e le braccia penzoloni. Le piccole dita sfiorarono terra causando un leggero brivido lungo il corpo di Takao, aprì a fatica gli occhi e farfugliò un grugnito con la bocca ancora impastata dal sonno, sbadigliò sonoramente e si mise a guardare il soffitto blu di camera sua, quella lieve luce creava giochi d'ombre facendo immaginare a Takao strane figure, esistenti solo nella sua bambinesca fantasia. Un rumore del tutto fuori luogo in quella serena tranquillità interruppe i suoi pensieri, girò pigramente la testa osservando il cielo mattutino ancora debolmente illuminato, ammirò la sua bellezza, pensando che solo rare volte gli era capitato di svegliarsi poco dopo l'alba, ma era sempre stato troppo stanco ed assonnato per ammirare quel meraviglioso cielo roseo. Con un enorme sforzo abbandonò le calde e morbide coperte per appoggiare i piedi nudi sul pavimento freddo, rabbrividì battendo involontariamente i denti, un lieve soffio uscì dal buco creatosi a causa del molare perso qualche giorno addietro, si strinse nelle spalle e con passi felpati ma decisi si avviò lungo la finestra. Altri rumori più forti del precedente interruppero nuovamente la quiete mattutina, Takao sbirciò curioso spostando le tende per osservare meglio, un grosso camion era parcheggiato malamente lungo il vialetto della casa accanto alla sua, due uomini in tuta stavano trasportando grossi scatoloni per poi depositarli dentro al giardino incolto. Una donna dai lunghi capelli corvini li osservava attentamente dando qualche indicazione di tanto in tanto, Takao aprì del tutto le tende, ormai rapito da quella banale scena notando una quarta persona avvinghiata alle gambe della donna, il bambino dalla buffa capigliatura color verde osservava corrucciato sua madre sistemandosi distrattamente gli occhiali. Takao non seppe come, ma il bambino si accorse del suo sguardo curioso e lo osservò a sua volta, i loro sguardi si incontrarono brevemente facendo scalpitare per la sorpresa il cuore di Takao, chiuse rapidamente la tenda e corse verso il suo letto buttandocisi sopra, il battito irregolare del suo cuore diminuì lasciando spazio a profondi respiri per riprendere il fiato dopo quella breve corsa, le sue piccole dita percorsero tremanti verso il viso sistemandosi le ciocche ribelli ricaduteci sopra, la sua mente fu invasa da nuovi pensieri sui vicini appena acquisiti, pensò ai due uomini che trasportavano scatoloni, pensò anche alla bella donna dai lunghi capelli corvini che li osservava, ma il suo pensiero fisso fu quel bambino con gli occhiali e i capelli verdi con gli occhi del medesimo colore che lo osservavano curioso.

Anche quella mattina Takao si alzò quando il sole era sorto da poco con un sorriso speranzoso stampato in volto, erano passati ormai tre giorni da quando aveva visto quegli occhi verdi ed ora sentiva il desiderio incontrollabile di rivederli, non che non ci avesse provato, ma i suoi nuovi vicini non erano più usciti da quella casa color grigio pastello infondendogli un senso di tristezza. Sospirò scacciando i pensieri con un leggero movimento del capo mentre si avviava, come le mattine precedenti, verso la finestra contornata di luce, sbirciò nel giardino per trovarlo completamente vuoto e ancora incolto, alimentando ancora di più la sua irrequietezza. Si fiondò giù per le scale saltando i gradini due a due, si ricordò delle parole di ammonimento di sua madre solo quando per poco non cadde dall'ultimo gradino, imboccò il corridoio che portava alla cucina e uscì dalla porta sul retro molto cautamente per non essere scoperto dai famigliari. Il sole ora era alto nel cielo infondendo un senso di calore al piccolo corpo di Takao, chiuse gli occhi assaporando quella dolce brezza mattutina che gli solleticava la pelle, li riaprì lentamente quasi con timore osservando la casa accanto alla sua che per parecchi anni era stata vuota, i muri vecchi e scrostati erano stati dipinti recentemente, le finestre erano state addobbate con tende frivole e colorate contornate da vivaci fiorellini dalle simpatiche forme, l'abitazione non era cambiata di molto, ma rispetto a prima sembrava più viva ed accogliente. Si accorse della presenza del bambino solo quando quest'ultimo picchiettando compulsivamente alla finestra lo fece sobbalzare, i due si scrutarono con occhi curiosi e indagatori, Takao approfittò del momento per individuare ogni particolare, era appoggiato allo stipite della finestra tenendo sollevata la tenda così da potersi vedere, indossava un pigiama di flanella azzurrino chiaro con dei motivi a spirale ricamati sopra, gli occhiali erano appoggiati a casaccio sul naso e i capelli ribelli gli ricadevano a grandi ciocche lungo il perimetro del viso. Dopo una lunga serie di sguardi l'imbarazzo cominciava a farsi sentire, il corvino alzò timidamente la mano in segno di saluto facendogli cenno di scendere, il bambino scosse la testa con veemenza dicendo qualcosa, probabilmente una negazione lasciando ricadere la tenda così da scomparire nella sua stanza.

Takao fu assalito da un senso di incontrollabile tristezza mentre si accasciava contro la staccionata lasciandosi scivolare fino a toccare terra. Guardò il cielo con occhi assenti concentrandosi sulle buffe figure formate dalle bianche nuvole, il vento si fece più pesante causandogli brividi e facendolo stringere nelle spalle, chiuse gli occhi appoggiando la testa sulle ginocchia ripiegate pensando al suo stomaco che brontolava per la mancata colazione, un "Oì" pronunciato in modo scocciato gli fece alzare la testa di scatto dimenticandosi momentaneamente del cibo. Difronte a lui si trovava il bambino con gli occhiali che lo sovrastava con la sua altezza, il pigiama era stato sostituito da una tuta nera, i capelli pettinati malamente all'indietro gli davano un'aria più fanciullesca, finì per osservare i suoi occhi verdi e profondi facendolo sentire incredibilmente meglio. -Oì- ripetè sistemandosi gli occhiali per poi incrociare le braccia al petto guardandolo torvo -perchè sei qui? perchè mi cerchi?- quelle domande espresse con un tono misto a curiosità e insistenza gli fecero affluire il sangue alle guance, si alzò velocemente sperando che il bambino non notasse il suo rossore, tenendo lo sguardo a terra farfuglio una scusa che non fu recepita dal verde per il tono basso -mi chiamo Takao Kazunari e ho sei anni- pronunciò in seguito parlando velocemente mentre allungava una mano in segno di rispetto come sua madre gli aveva insegnato. Il bambino alzò un sopracciglio perplesso afferrandola diffidente facendolo rabbrividire per le dita fredde del corvino, sospirò irritato lasciando ricadere frettolosamente il braccio mettendo le mani nelle tasche della tuta per riportarle alla sua solita temperatura corporea -Midorima Shintarou- si presentò poi notando lo sguardo fisso dell'altro, Takao sorrise in modo genuino pronunciando una frase che stupì altamente il verde -è un piacere conoscerti Shin chan spero che diventeremo ottimi amici- un caldo rossore comparve sulle gote di Midorima facendogli perdere per un momento la sua solita compostezza -non chiamarmi in quel modo, abbi un po' di rispetto- disse per mascherare quell'inaspettata fragilità, come risposta Takao gli prese la mano ridendo e insieme entrarono in casa per conoscersi meglio e riscaldarsi un poco.

L'estate era cominciata da un pezzo, le giornate si facevano più lunghe, il vento primaverile era stato rimpiazzato da una brezza calda e afosa, Takao e Midorima erano sdraiati all'ombra di un abete osservando il cielo limpido e sereno -quella nuvola sembra una macchina- disse il verde indicandola con il braccio magro e lungo -a me sembra un carro armato- replicò l'altro iniziando a fare versi di missili sparati e persone che gridavano, Midorima scosse leggermente la testa lamentandosi della troppa fantasia ed euforia del corvino, pensò alle settimane trascorse e alla velocità con cui la loro amicizia si era solidificata, non che avesse avuto scelta a causa dell'insistenza di Takao nel giocare insieme tutti i giorni, ma non lo turbava nemmeno anzi lo faceva sentire quasi felice come se potesse dimenticarsi del passato. Un senso di angoscia e tristezza lo avvolsero facendolo respirare sempre più faticosamente, Takao immerso nella sua storia che parlava di dinosauri e alieni sembrò accorgersene zittendosi di colpo -Shin chan?- chiese dubbioso avvicinando una mano al suo petto -tutto bene?- Midorima la scansò bruscamente alzandosi dall'erba morbida -sto bene... ho solo caldo- aggiunse prima di scomparire dentro casa sua, lasciando Takao con la mano ancora alzata per afferrarlo.

Midorima con le dita incrociate riportate alla bocca e lo sguardo vuoto fisso sulla radio spenta davanti a lui appariva come se fosse in una silenziosa preghiera, i raggi solari illuminavano debolmente la stanza e a causa della sua vista scarsa non riusciva bene a mettere a fuoco gli oggetti intorno a lui, la sveglia come consuetudine trillò facendolo sorridere per quel momento così speciale. Accese la radio già impostata su quell'unica stazione che valeva la pena di ascoltare e la voce di Oha Asa interruppe quel rigoroso silenzio preannunciando l'inizio dell'oroscopo mattutino, Midorima si sedette meglio portando le mani al grembo in paziente attesa del suo segno zodiacale, il turno del Cancro arrivò poco dopo portando tutta la massima attenzione del verde verso le parole che fuoriuscivano da quella piccola radio, non si accorse nemmeno di aver trattenuto il respiro fino a quando Oha Asa smise di parlare, per il Cancro era un ottimo giorno non aveva inimicizie con nessuno se avesse avuto con se l'oggetto fortunato di quel giorno un orsetto rosso di peluche che lui già possedeva e a quanto pare i pianeti sarebbero stati dalla sua parte tranne per una piccola pecca, avrebbe dovuto sistemare una faccenda in sospeso, Midorima non capì quell'ultima parte, lui non doveva risolvere niente. Una luce si accese nella sua mente quando iniziò il turno dello Scorpione il segno di Takao, fin da quando avevano iniziato a frequentarsi ascoltava anche il suo oroscopo per riferigli se ci fosse qualcosa che non andava, il corvino gli aveva chiesto più volte come mai fosse tanto fissato senza mai ottenere risposta, ripensò al giorno precedente quando gli aveva risposto bruscamente e l'aveva lasciato solo, si battè una mano in fonte sussurrando con un ghigno "Oha Asa non sbaglia mai", sapeva che sarebbe dovuto andare a scusarsi, ma la sua mente aveva già cominciato a vagare su quel ricordo che l'aveva portato all'ossessione dell'oroscopo.

*sei mesi fa*

Midorima era seduto tranquillamente al tavolo da pranzo gustandosi la sua amata colazione, era una giornata serena e piacevole per essere dicembre il sole entrava dalla finestra illuminando sua madre che lavava i piatti, questa si girò a guardare suo figlio e sorrise riempiendo quel posto freddo di caldo amore, fece un sussulto come appena ricordatasi di qualcosa d'importante e togliendosi i guanti pieni di soffice schiuma corse ad accendere la radio, il piccolo sbuffò sapendo già cosa lo attendeva, sua mamma amava ascoltare l'oroscopo anche se non ci credeva più di tanto, diceva che un po' di superstizione non guastava mai, così obbligava pure lui ad ascoltarlo. Oha Asa blaterava cose che per un bambino di sei anni non avevano senso, ma si sforzò lo stesso di ascoltare almeno il suo segno, diceva che quel giorno sarebbe stata una pessima giornata per il Cancro non avrebbe dovuto fare cose avventate e se possibile evitare il segno del Leone. Midorima roteò gli occhi quando sua madre lo ammonì di non fare niente di pericoloso e gli metteva in cartella una biglia colorata che era l'oggetto fortunato di quel giorno, sorrise invece quando vide entrare suo padre vestito tutto di punto per andare al lavoro, gli corse incontro per essere preso in braccio ed entrambi salutarono la donna dai lunghi capelli corvini avviandosi alla macchina. La scuola elementare per Midorima era una vera pacchia essendo più intelligente dei suoi compagni di classe non doveva fare troppi sforzi e finiva i compiti assegnati in poco tempo, le giornate per il verde passavano velocemente proprio come quel giorno, uscì da scuola correndo verso il cancello per vedere suo padre appoggiato alla macchina che lo aspettava sorridente, i ciottoli rialzati lo fecero cadere causando la perdita del suo piccolo pallone che iniziò a rotolare verso la strada. Lasciò la cartella sul prato e lo rincorse ignorando le grida di suo padre che lo chiamavano, la raccolse sorridendo girandosi per tornare indietro quando due fari accesi e un forte rumore di clacson lo spaventarono, il tempo sembrò rallentare vide la macchina che stava per venirgli addosso, vide il conducente in preda al panico che cercava di frenare ma invano e vide suo padre che che correva gridando poi tutto diventò senza senso. Si ritrovò sul marciapiede in mezzo alla neve, gli ci vollero alcuni secondi per tornare in se e capire cosa fosse successo, si alzò con le gambe tremanti osservando la strada, la macchina era finita contro un albero alcuni signori che avevano assistito stavano aiutando il conducente a scendere fortunatamente illeso, mentre altri erano in cerchio parlottando tra loro con in volto una faccia di orrore. Ignorò il dolore alla testa e alle gambe incamminandosi per vedere cosa fosse successo scansando persone per riuscire a passare, finalmente arrivò nel mezzo guadagnando qualche occhiata di pena da parte di alcune donne che riconobbe come mamme dei suoi compagni, guardò per terra e il suo cuore si fermò di colpo, la nausea gli salì in gola e per poco non vomitò sulle sue stesse scarpe, disteso inerme c'era il corpo di un uomo morto, il cranio sfracellato rendeva impossibile il riconoscimento, le gambe piegate in una postura irreale lo rendevano ancora più macabro, si soffermò ad osservare il completo elegante dell'uomo che in qualche modo gli sembrava famigliare e quando il suo cervello realizzò la verità iniziò a gridare in modo così straziante da far piangere le altre persone, non riusciva a fare altro gridava e piangeva dicendo che non poteva essere vero che quello disteso a terra non era suo padre. Si buttò a terra picchiando i pugni fino a sfregiarsi le mani, gridò fino a non avere più aria nei polmoni, pianse finchè non finì le lacrime e prima di svenire esausto sull'asfalto gelato si ricordò che suo padre era di segno del Leone.

Il ricordo ancora così vivo nella sua testa lo assillava ogni giorno, aveva ucciso suo padre, era stato lui non importava quante volte sua mamma gli ripetesse che era stato un incidente, che lui non aveva colpa. Ne aveva di colpe invece, se solo avesse ascoltato suo padre che gli diceva di tornare indietro, se solo avesse ascoltato sua madre che gli diceva di non fare cose avventate, se solo avesse ascoltato l'oroscopo... Quella sensazione di nausea e disgusto tornò e questa volta non riuscì a trattenersi, vomitò tutta la tristezza, il senso di colpa e l'amarezza che lo possedevano, per un bambino di sei anni questo era troppo da reggere, da solo non ce l'avrebbe mai fatta, ma lui era solo non aveva nessuno con cui portare quel peso enorme, nemmeno sua mamma che da quando era successo l'incidente non aveva più osato guardarla in faccia, a causa sua era diventata depressa perdendo così il posto di lavoro, si sentiva da schifo non poteva permettersi di essere felice e di avere qualcuno di speciale, ma Midorima si sbagliava, non sarebbe più stato solo e presto se ne sarebbe accorto.

Takao non era un bambino paziente, non lo era mai stato. Quando desiderava qualcosa se lo andava a prendere, era impulsivo e determinato per questo non vedendo il verde arrivare nei due giorni successivi decise di presentarsi a casa sua per farsi dare delle scuse, non che gli importasse veramente, se fosse stato per lui sarebbe già tutto dimenticato, ma secondo sua mamma delle scuse sincere erano la base di un buon rapporto. Così quando Midorima con la faccia corrugata per l'imbarazzo e il fastidio gli disse "mi dispiace per l'altro giorno" Takao si sentì meglio, non si aspettava grandi parole dall'amico, ma andava bene, sarebbe andato tutto bene purchè fossero rimasti insieme.

-Oì Takao- Midorima lo scosse dai suoi pensieri che ultimamente avevano sempre esso come protagonista, erano al parco giochi in fondo al vialetto spaparanzati all'ombra di un pino in cerca dell'unica fonte di possibile fresco, l'estate quell'anno si fece sentire calda e afosa più che mai, a Takao il caldo non piaceva, gli rendeva difficile anche il più piccolo movimento e lui odiava stare fermo, fece uno sforzò e si mise seduto per ricambiare lo sguardo del bambino con gli occhiali che l'aveva appena chiamato -che c'è?- chiese asciugandosi la fronte grondante con il bordo della maglietta, Midorima osservò schifato il suo movimento, ma si affrettò a rispondere per non farglielo notare -ieri mentre passeggiavo con mia mamma ho notato un campo da basket poco più avanti, ci andiamo?- distolse lo sguardo dagli occhi penetranti di Takao, quel bambino lo faceva sentire costantemente in imbarazzo, avrebbe voluto schiaffeggiare questa sua parte vulnerabile, anzi avrebbe preferito schiaffeggiare le rosee guance del corvino che lo fissava con un sorriso più grande del suo stesso volto, Midorima lo odiava, come poteva essere sempre felice? Avrebbe voluto trovare quella sua parte marcia per vederlo soffrire, ma sapeva benissimo che non era vero, lo diceva solo per non pensare al suo sorriso.

Takao era già in piedi pronto a partire, offrì una mano al verde che la ricambiò sorprendendo perfino se stesso, le loro dita umidicce si toccarono portando una scarica di adrenalina lungo il corpo del corvino che dimenticò momentaneamente il caldo e la stanchezza, aveva accettato di andare al campetto solo per Midorima, avrebbe preferito mille volte tornare a casa per rinfrescarsi un poco e mangiare una vaschetta di gelato, ma ora non ne era più così tanto sicuro, le scintille negli occhi del verde lo resero curioso, non aveva mai visto tanta determinazione in Shin-chan e senza rendersene conto stava sorridendo.

Takao camminava svelto per stare al passo del verde, si asciugò nuovamente il sudore con la maglietta ormai zuppa, si chiese come facesse Midorima a non sembrare stanco o sudato, quel bambino era sempre così perfetto e composto, niente lo faceva sembrare fuori posto e Takao lo ammirava, gli sarebbe piaciuto essere un po' più adulto ormai aveva sei anni e mezzo, doveva comportarsi come tale eppure era sempre sbadato e maldestro, sua mamma lo rimproverava per ogni minima cosa, ma a lui non interessava e lo faceva comunque, solo ora si rendeva conto che era sbagliato e questo grazie a Midorima, sempre e solo grazie a lui. Scacciò il rossore dalle gote con una leggera scrollata del capo e si affrettò ad annullare la distanza tra lui e il verde, il campo da basket che si stagliava davanti a loro era enorme e lo fece restare a bocca aperta, alcuni ragazzi correvano lungo il perimetro gridando e scherzando, Takao li osservò sorridendo guardando poi di sottecchi shin-chan, era fermo immobile con uno sguardo freddo e i pugni tesi, il corvino non fece in tempo a chiedergli cosa avesse che parlò "giocavo sempre a basket con mio padre" la voce dura gli fece capire che effettivamente qualcosa non andava, pensandoci bene non sapeva nulla di Midorima, non era mai stato a casa sua, quando andava a chiamarlo per giocare lo aspettava sempre fuori in giardino e il verde non l'aveva mai fatto entrare, sapeva solo che abitava con la madre, ma il padre non l'aveva mai visto, inizialmente non se n'era curato più di tanto, ma dal suo tono di voce perfino uno sbadato come lui poteva intuire che i casi erano due, o i genitori avevano divorziato oppure... "Shin-chan.." ora la voce tremava anche a lui, voleva digli qualcosa di incoraggiante, ma le parole gli morirono in gola non appena vide l'espressione vuota di Midorima "lascia perdere Takao, non è niente" disse rivolgendo nuovamente lo sguardo verso il campo "andiamo a giocare".

Stavano giocando a basket da più di un'ora, anzi Midorima giocava, Takao era bravo solo nel far cadere la palla, il verde aveva provato ad insegnagli le regole di base, ma il corvino non sembrava apprenderle, gli risultava difficile e senza senso e di sicuro questo caldo non aiutava per niente, si gettò letteralmente per terra respirando affannosamente, chiuse gli occhi cercando di far passare quelle fastidiose pulsazioni alla testa, Midorima si sedette accanto a lui riprendendo fiato "sei proprio una frana" disse ridendo di gusto, Takao avrebbe voluto ribattere ma la sua risata era talmente bella che gli dispiaceva interromperla "è solo perchè sei un pessimo insegnante" replicò infine facendo il finto offeso, Midorima riprese a ridere questa volta guardandolo dritto negli occhi e tornando subito serio sussurrò un "grazie" appena percettibile, Takao si alzò cercando di ignorare il calore, ma le sue guance erano nuovamente tinte di rosso.

Le giornate passavano veloci e tranquille accrescendo maggiormente l'amicizia tra il verde ed il corvino, i due si vedevano ogni giorno divenendo così inseparabili, ma ben preso le calde temperature lasciarono il posto ad un clima mite e birichino, settembre era alle porte causando tristezza nel cuore di Takao, il giovane sapeva che la scuola sarebbe cominciata tra non molto e avrebbe portato via questi splendidi momenti passati con il suo migliore amico e Takao ancora non sapeva che sarebbero stati gli ultimi.

Midorima camminava con passo irrequieto lungo la stretta via che portava al campo da basket, in questi mesi aveva insegnato al suo amico a praticare il suo sport preferito, il ragazzo alla fine non si era rivelato poi tanto male, con molta pazienza Midorima riuscì a scoprire il suo punto di forza cioè la vista periferica, riusciva a vedere perfettamente tutto il campo mentre giocava e sapeva sempre a chi passare la palla, il verde rimase molto colpito da questo suo talento, in una vera partita sarebbe tornato molto utile, non che potesse battere il suo ovviamente, i suoi tiri liberi diventavano ogni giorno più precisi ed accurati accrescendo in lui parecchia autostima. Vide il famigliare campo stagliarsi davanti a lui con Takao al centro e seppe che ormai il momento era giunto, non sapeva come dirglielo o meglio non voleva farlo, non avrebbe sopportato la vista di quel suo faccino triste, Takao era nato per sorridere e lui non poteva rovinare quella graziosa immagine. Lo osservò di nascosto, ammirando i suoi movimenti aggraziati da poco acquisiti, si muoveva libero e spensierato sul campo, come se ormai fossero una cosa sola e Midorima ne era felice, si fece coraggio e andò dal corvino con passi fermi e decisi, ma la sua sicurezza vacillò non appena vide il suo sorriso rivolto proprio a lui "Shin-chan sei arrivato finalmente" quel suo sguardo allegro lo fece pentire di essere venuto, non poteva farlo, non poteva abbandonarlo "Takao.." la voce si incrinò facendo percepire la sua preoccupazione al corvino che si allarmò all'istante "Takao, ti devo parlare di una cosa importante" si guardava le scarpe, non sarebbe riuscito a continuare guardandolo negli occhi "Shin-chan cosa succede? Mi stai facendo preoccupare, non ti ho mai visto in questo modo" è per colpa tua, pensò il verde, è per te se sto in questo stato, ma questo non glielo disse "Takao me ne vado" disse infine dopo una lunga pausa che sembrò durare ore "andrò in Cina per un po' di tempo con mia mamma, non so quanto starò via, ma devo andare" alzò lo sguardo solo una frazione di secondo per cogliere l'espressione dell'amico, eccola lì quella faccia che non avrebbe mai voluto vedere, il sorriso era scomparso dal suo faccino lasciando il posto ad un'espressione di pura tristezza, le labbra si mossero appena balbettando qualcosa "in Cina?" chiese riprendendo il controllo di se "m-ma non ha senso, ti sei trasferito solo da qualche mese, perchè te ne devi già andare?" ora stava gridando probabilmente Takao non se ne accorse nemmeno "mia nonna è originaria della Cina e da quando è morto mio nonno ha deciso di tornare nel suo paese, ma ora stà male e mia mamma deve prendersene cura, siamo l'unica famiglia che ha, non possiamo abbandonarla, ma ti prometto che tornerò presto, staremo via solo il tempo necessario" le parole gli uscirono talmente in fretta che non seppe se il corvino avesse compreso, ma sembrò rilassarsi attenuando la tensione anche nel verde, era riuscito in parte a farlo calmare "ah, quindi non te ne vai definitivamente, tornerai vero?" "si, tornerò" confermò facendolo calmare del tutto "allora va bene, significa che ti aspetterò ogni giorno con impazienza" non riuscì ad evitarlo, le gote si tinsero immediatamente di rosso facendo sorridere il corvino "io non vedrò l'ora di tornare" disse facendolo arrossire a sua volta.

Il fatidico giorno era arrivato, Midorima oggi sarebbe partito e Takao sentiva un incredibile vuoto dentro di se, non riusciva a realizzare che avrebbe cominciato la scuola senza di lui, avevano passato l'estate a fantasticare su questo momento, sarebbero stati in classe insieme, perfino vicini di banco gli aveva detto Takao sorridendo, ora invece Shin-chan se ne sarebbe andato e non sapeva nemmeno per quanto, settimane, forse mesi o perfino un anno aveva detto il verde tristemente qualche giorno prima, il corvino continuava a ripetersi che sarebbe tornato e questo era l'importante, sarebbe tornato glielo aveva promesso. Con mano tremante frugò nel cassetto della scrivania prendendo un piccolo pacchetto di colore blu, lo infilò in tasca e corse giù per le scale procurandosi un salato rimprovero dalla madre, ma al momento non ci badò, aveva altro a cui pensare. Percorse fulmineo il giardino ignorando l'aria pungente di quel giorno triste e grigio, Midorima era fuori dalla porta intento a passare delle valigie alla donna dai lunghi capelli corvini quale riconobbe come sua madre, aveva la solita faccia inespressiva, non sembrava curarsi dell'imminente partenza, non fino alla vista di Takao, i due si guardarono come avevano fatto spesso in questi mesi, ma questa volta era diverso e lo sapevano, Midorima disse qualcosa alla madre e si avviò dall'amico, il suo passo veloce e sicuro fece tranquillizzare il corvino che di sicuro in quel momento non aveva niente "oi Takao, cosa ci fai qui?" "sono venuto per salutarti" la voce incredibilmente ferma stupì perfino se stesso, ma era un bene, non voleva rendere triste Shin-chan a causa sua "okay, allora ciao Takao, ci vediamo" fece per allontanarsi senza rivolgergli un ultimo sguardo quando il corvino lo fermò "aspetta" gridò "volevo darti questo prima" disse mettendogli in mano il pacchettino blu, Midorima lo guardò perplesso, ma notando lo sguardo speranzoso dell'amico lo aprì, era un buffo bracciale palesemente fatto a mano, stravaganti corallini riempivano lo spago da cucina bianco, al verde venne da ridere ma si trattenne per non offendere l'amico "grazie" disse invece facendolo sorridere, lo mise con cura in tasca e fece per voltarsi un'altra volta, ma Takao lo fermò nuovamente, si spazientì e fece per gridagli contro quando un abbraccio caldo e affettuoso lo travolse, Midorima rimase fermo tra le sue braccia, non sapeva cosa dire e optò per stare in silenzio, Takao si staccò lentamente asciugandosi piccole lacrime che iniziavano a sgorgare contro la sua volontà e si accorse dello sguardo pesante di Shin-chan, lo guardava come se lo vedesse per la prima volta, era una sensazione bella e strana allo stesso tempo "non piangere" gli intimò "promettimi che non piangerai" Takao si sforzò di sorridere e questa volta si salutarono per davvero, ora Midorima saliva in macchina dando un occhiata fugace alla casa e al suo amico. Takao corse in mezzo alla via per guardare la macchina allontanarsi, sapeva di aver promesso a Shin-chan di non piangere, ma le lacrime cadevano amare e copiose portandolo ad un pianto liberatorio mentre salutava la strada ormai vuota con la piccola mano.

fine prima parte. 

salve gente, ecco la prima parte, si è un po' lunghina, spero di non avervi annoiata, fatemi sapere!

@pvhantomhive

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Capitolo 2
*** non sei solo ***


La sveglia trillò provocando un sonoro grugnito da parte del corvino ancora mezzo addormentato, allungò la mano cercandola a tastoni per spegnere quel rumore fastidioso, finalmente aprì gli occhi strofinandoseli pesantemente per rimuovere le tracce di sonno ancora palesi sul suo volto, piegò la testa di lato guardando il poster appeso malamente alla parete raffigurante il suo giocatore preferito di basket, sorrise incosciamente, quel giorno avrebbe ripreso gli allenamenti portando l'adrenalina a mille, sarebbe ripresa anche la scuola e quello era il suo ultimo anno, questo significava parecchio studio e poco tempo per divertirsi, sbuffò scalciando malvolentieri le coperte morbide saltando agilmente in piedi per stiracchiarsi. Osservò distrattamente la sua immagine allo specchio, i capelli neri gli ricadevano fastidiosamente sugli occhi, avrebbe dovuto dargli una spuntatina prima o poi pensò sistemandoseli dietro le orecchie, il torso nudo mostrava appieno i suoi addominali scolpiti con il sudore e l'allenamento, le gambe toniche mostravano anch'esse muscoli guizzanti e duri, sorrise compiaciuto del suo fisico apprezzato dal lato femminile, Takao sapeva di essere bello e questo gli veniva dimostrato dalle continue occhiatine e risatine che le ragazze gli volgevano ogni giorno, non che gli fosse importato veramente, l'amore non faceva per lui o almeno momentaneamente, l'unica cosa importante era finire la scuola e continuare a giocare a basket.

Quel giorno sua madre decise di accompagnarlo a scuola, Takao avrebbe voluto rifiutare, preferiva fare quel breve tratto di strada con la sua bici, ma ella insistè portandolo ad accettare, salì in macchina poggiando malamente i piedi sul cruscotto beccandosi immediatamente un'occhiata dalla madre, sbuffò accendendo la radio per distrarsi e subito una voce femminile riempì il veicolo, Takao la riconobbe, era Oha Asa la presentatrice dell'oroscopo, non fece in tempo a cambiare stazione che subito due occhi verdi si impressero nella sua mente, ricacciò indietro il groppo formatosi in gola e spense bruscamente la radio, ecco come rovinarsi il primo giorno di scuola pensò facendo un misto tra un grugnito e una risata amara, erano passati undici anni e quegli occhi gli tornavano in mente come se li avesse davanti ai suoi "tornerò è una promessa" gli aveva detto il verde cercando di non piangere, all'epoca Takao gli aveva creduto ciecamente, ma erano passati undici anni e di Midorima neanche l'ombra.

Il primo giorno di scuola iniziò come tutti gli anni con il solito e noioso discorso del preside, Takao non ascoltava, si limitava a guardare le facce nuove e timide dei nuovi arrivati, notò che alcune ragazze lo guardavano di sottecchi, ammiccò facendole ridacchiare per poi tornare ad ascoltare il vecchio che parlava, diceva che ora sarebbero riprese le lezioni, di impegnarsi e stupidate varie, Takao lo sapeva bene questo, aveva promesso a sua madre e a se stesso che quell'anno non avrebbe avuto distrazioni, doveva diplomarsi a tutti i costi così avrebbe potuto inseguire il suo sogno di giocare a basket, ce l'avrebbe fatta, ne era sicuro. La giornata si svolse tranquilla tra abbracci con i vecchi compagni e conoscerne di nuovi, tutto sembrava andare per il verso giusto, tranne una piccola cosa, il corvino quell'anno sarebbe diventato capitano della squadra di basket e non si sentiva per niente all'altezza, era stato scelto dai suoi compagni, dicevano che era il migliore giocatore tra loro e sapeva costruire schemi d'attacco magnifici, dopo le varie pressioni accettò malvolentieri, gli dispiaceva lasciare la sua amata maglia numero dieci per passare alla numero quattro, troppe responsabilità in una volta, non sapeva se ce l'avrebbe fatta. Con questi angoscianti pensieri si diresse in palestra per reclutare nuovi giocatori, sapeva di avere tempo, ma non vedeva l'ora di tornare in campo, di sentire lo stridere delle scarpe sul pavimento, dell'odore amaro del pallone misto al sudore, delle grida di gioia dei suoi compagni e perfino il sapore salato delle lacrime dopo una sconfitta; gli mancava tutto e quell'anno l'avrebbe vissuto al meglio per costruire nuovamente bei ricordi. Aprì distrattamente il portone della palestra trovando parecchi ragazzi che parlavano tra loro, appena si accorsero della sua presenza si misero in riga salutando il nuovo capitano, Takao ricambiò con un sorriso nervoso, chissà se si sarebbe mai abituato a questo enorme cambiamento "benvenuti" la voce gli tremò, maledicendosi mentalmente tossì piano e riprese "siete davvero parecchi, non mi aspettavo così tanta gente, non so che dirvi" rise e qualcuno, forse per pietà rise con lui "adesso che i senpai se ne sono andati rimangono due posti liberi tra i titolari, in questa settimana io vi testerò e sceglierò i migliori tra voi, quindi mettetecela tutta e forza Shutoku!" un coro di approvazione si levò tra la folla facendo rincuorare il corvino, forse non era poi così male essere capitano.

I giorni di allenamento passavano e Takao era sempre più soddisfatto, doveva ammettere che queste possibili reclute erano davvero brave, aveva già notato una decina di ragazzi che sicuramente avrebbe scelto come nuovi membri della squadra, ma sui due titolari era ancora indeciso, nessuno lo soddisfava appieno, nessuno poteva prendere il posto dei senpai d'altronde, ma doveva decidersi alla svelta se voleva iniziare partite vere e proprie con temibili avversari; lasciò momentaneamente il comando al suo amico e decise di andare a prendersi una meritata boccata d'aria fresca, si incamminò alle macchinette appena fuori dalla palestra quando un ragazzo con il fiatone gli venne addosso, l'impatto fu talmente forte da farlo cadere, fortunatamente Takao aveva i riflessi pronti ed evitò un danno sicuro "ma che fai?" disse il ragazzo in modo brusco "sono già in ritardo e tu mi vieni pure contro?" il corvino si alzò pronto a ribattere, ma due occhi verdi palesemente arrabbiati lo bloccarono, no pensò, non può essere, eppure davanti a lui si ergeva in tutta la sua altezza Midorima. Takao era come bloccato, non riusciva a dire o fare qualcosa, aveva immaginato più volte l'incontro con il verde, ma mai se lo sarebbe aspettato veramente, ormai dopo undici anni aveva perso le speranze. Midorima sembrava sorpreso quanto lui perchè smise di lamentarsi, fissò il corvino così a lungo ed intensamente che sembrava volesse imprimerlo nella mente "oi" disse infine sistemandosi gli occhiali "è da parecchio che non ci vediamo eh?" Takao non riusciva a credere alle sue orecchie, sapeva che stava per perdere il controllo e quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso "è da tanto tempo che non ci vediamo? Ma che cazzo stai dicendo Midorima? E' questo il meglio che riesci a dire dopo undici fottuti anni?" si fermò a fissarlo, ormai stava gridando, ma non gli importava, si teneva dentro questa rabbia e tristezza repressa da troppo tempo ormai, doveva liberarsene "cristo non ci credo che l'hai detto veramente, sei un cazzo di coglione, perchè non mi hai mai chiamato, perchè non mi hai cercato? Perchè cazzo non sei tornato?" lacrime amare iniziarono a sgorgagli sulle guance, sapeva di non dover mostrare le sue debolezze, soprattutto davanti al verde, ma era troppo difficile, lo voleva abbracciare, ma al tempo stesso picchiare, stava impazzendo, ne era sicuro "sei uno stupido" lo rimproverò Midorima, Takao era già pronto ad insultarlo nuovamente, ma quello riprese "mi avevi promesso che non avresti più pianto, odio vederti piangere" Takao non resistette e gli si gettò contro, prese a pugni il suo petto, tirò la sua maglietta così forte fino a strapparla e poi lo abbracciò e fu la cosa più bella del mondo, mise la faccia nell'incavo del collo e inspirò il suo profumo, sapeva così tanto di Midorima e di casa che lo fece piangere ulteriormente e il verde lo strinse a se talmente forte da fare male, ma non faceva per niente male, non più ormai. Takao sapeva che era sbagliato, avrebbe dovuto arrabbiarsi e farsi dare spiegazioni, ma il suo cuore gli diceva che era la cosa giusta, che Midorima era quello che voleva ed ora era li, stretto tra le sue braccia e non c'era cosa che potesse renderlo più felice al momento. Restarono abbracciati ed in silenzio per minuti poi il verde si staccò incollando le sue iridi in quelle del corvino, gli asciugò alcune lacrime solitarie a metà guancia e sorridendogli disse "sono a casa" "bentornato" rispose Takao riprendendo il suo pianto.

Le cose tra lui e Takao stavano andando stranamente bene, Midorima non si sarebbe mai aspettato che il corvino lo perdonasse così facilmente e per questo si sentiva in colpa, certo aveva spiegato a Takao il motivo della sua assenza, a causa della nonna malata e del nuovo lavoro di sua madre non erano più potuti tornare, si ricordò delle lamentele e dei piagnistei che fece fino alla nausea, della difficoltà di integrarsi con i nuovi compagni, del basket continuo in palestra e della solitudine incolmabile per l'assenza di Takao, erano stati anni difficili per lui, l'unica parte positiva furono i bei voti a scuola e le partite di basket, era diventato davvero bravo, ora riusciva addirittura a tirare da più di metà campo, i suoi tiri erano sempre più precisi e perfetti, non vedeva l'ora di mostrarli al suo migliore amico.

Anche le ultime belle giornate di settembre stavano per finire, il vento iniziava a farsi più pungente infastidendo i capelli del verde che in modo frettoloso se li appiattiva sulla testa, stava aspettando impaziente Takao, ma il corvino non accennava ad arrivare, si erano dati appuntamento davanti al campetto da basket cui erano soliti giocare da bambini, diede uno sguardo al canestro ormai logoro ricordando la fatica e l'impegno che ci mise Takao per imparare. Sorrise incosciamente girandosi verso il corvino che sbuffando stava trascinando la sua bicicletta "mi dispiace Shin-chan" iniziò senza fiato appoggiandosi ad un palo "ho bucato una gomma e ho dovuto trascinarla fino a qui... Ehi, cos'hai da sorridere?" sentitosi subito alle strette sviò l'argomento indicando la bici e dicendogli che la prossima volta non l'avrebbe aspettato, si incamminò indispettito verso il campetto seguito da un Takao divertito "mhh Shin-chan non mi hai più raccontato come hai passato questi anni in Cina, ti sei divertito?" Midorima sbuffò, non voleva parlare dei suoi anni solitari, di certo non poteva digli che gli era mancato più di ogni altra cosa "mnh si, sono sempre stato il primo della classe ed ero il più bravo nei tiri da tre punti, d'altronde nessuno può battermi" la risata del corvino riempì le sue orecchie, oh quella risata quanto gli era mancata, lo guardò di sottecchi accasciarsi a terra per il troppo ridere, quel ragazzo non riusciva a contenersi, era talmente rumoroso "scusa Shin-chan" tentò di dire tra un riso e l'altro "ma sei talmente pieno di te che non posso fare a meno di ridere" Midorima sbuffò nuovamente lanciandogli fra le mani il pallone che si era portato appresso "oi Takao, invece di ridere fammi vedere quanto sei migliorato" lo vide ghignare "ne resterai sorpreso Shin-chan, non per niente sono il nuovo capitano della squadra di basket".

Sentiva il fiato caldo di Takao sul collo mentre cercava di liberarsi dal placcaggio, stava nettamente vincendo, ma questo era unicamente grazie ai suoi tiri da metà campo, il corvino aveva perfezionato la sua visione periferica, inoltre era diventato molto più agile e veloce, doveva ammetterlo gli stava tenendo testa. Si mosse lateralmente liberandosi da quella piacevole presenza, posizionò le braccia perfettamente asimmetriche al canestro tirando la palla, non si fermò nemmeno a guardare, sapeva che sarebbe entrata di certo e a confermerlo fu il verso di frustazione del suo avversario, sorrise nascondendo il gesto avviandosi dalla parte opposta "ho perso, di nuovo" piagnucolò Takao seguendolo "forse dovrei cederti il mio posto di capitano" Midorima si fermò di colpo facendo sbattere l'amico contro di se "ehi Shin-chan che-" iniziò quest'ultimo guardandolo, ma fu interrotto dal verde con espressione sconvolta "che stai dicendo, solo perchè ti ho battuto non significa che tu non sia bravo Takao, smetti di fare l'idiota" ora l'espressione sbalordita era passata sulla sua faccia, scomparendo così com'era venuta a causa di una sonora risata "Shin-chan stavo solo scherzando, ma è bello che ti preoccupi per me, sai essere così dolce a volte" rise nuovamente sottolineando il sarcasmo, Midorima scosse la testa facendo cadere i capelli sudaticci sulla fronte, li spostò distrattamente asciugandosi poi la mano sulla maglia, guardò l'amico, che stava ancora sorridendo, annunciando che sarebbe tornato a casa, aveva programmato la sua giornata come era solito fare, aveva già speso fin troppo tempo con il corvino, ora doveva pensare allo studio, lo salutò con un cenno del capo avviandosi al piccolo cancellino ormai rotto, Takao ricambiò il saluto gridandogli che l'avrebbe aspettato l'indomani sulla collina al loro albero, non seppe il perchè, ma Midorima non ne vedeva l'ora.

Midorima si svegliò con una strana sensazione allo stomaco quella domenica mattina, ma non ci badò più di tanto, credette fosse per l'emozione di vedere Takao al loro albero, non ne aveva mai parlato con nessuno di quel posto, nemmeno a sua madre. Si ricordava ogni minimo particolare, l'avevano trovato per caso durante una passeggiata parecchi anni fa, stavano litigano come loro solito e Midorima aveva messo il broncio, il corvino che non riusciva ad essere arrabbiato per più di cinque secondi stava cercando di farlo ridere, il più grande lo spinse facendolo ruzzolare giù per la collina, si pentì immediatamente del suo gesto e gli corse incontro per aiutarlo, Takao stava ridendo, rideva come solo lui poteva fare in una situazione del genere, si era sbucciato un ginocchio e aveva battuto la testa contro il tronco di un albero, ma lui rideva contagiando anche il verde "Shin-chan sai essere così crudele a volte" ora era serio e Midorima fu assalito da un senso di terrore, abbassò lo sguardo cercando di scusarsi, ma il corvino continuò "è anche per questo che ti voglio bene, è anche per questo che sei il mio migliore amico" lo vide sorridere e il terrore passò all'istante, il suo autocontrollo andò a farsi fottere e strinse l'amico a se "anche tu lo sei". Sorrise pensando a quei piacevoli ricordi mentre guardava il cielo grigio e triste che troneggiava in quella mattinata di dicembre, si accorse di essere in ritardò e si preparò di fretta, dimenticandosi di ascoltare l'oroscopo, uscì di corsa da casa sua e subito fu investito dal freddo pungente e dispettoso, si sistemò gli occhiali più per abitudine che per necessità mentre quella sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante cresceva dentro di lui. A passi lunghi e svelti percorse la strada che lo portava fuori città verso la campagna, con occhi assenti guardava le vetrine colorate dei negozi, le persone chiaccheravano felici sedute ai bar bevendosi cioccolate calde, sembrava una domenica tranquilla e noiosa, Midorima ne aveva vissute tante così, eppure quel giorno qualcosa non andava, se lo sentiva. Distrattamente ascoltò la conversazione di due studentesse che parlavano dell'imminente arrivo delle vacanze invernali, erano entusiaste, solo cinque giorni le separava dal passare le feste con i propri ragazzi, roteò gli occhi deciso ad aumentare il passo per sfuggire alla quotidianità mondana quando la verità cattiva e amara si fece largo nella sua mente, non riusciva a crederci, come poteva essere stato così irresponsabile e stupido, si fermò appoggiandosi al muro freddo e spoglio di un pub, gli veniva da vomitare, avrebbe voluto schiaffeggiare da solo quella faccia da deficiente. Lacrime amare e disperate iniziarono a sgorgare portandolo ad un pianto fatto di singhiozzi e rimproveri verso se stesso, oggi era il tredici dicembre il giorno in cui era morto suo padre, come aveva potuto dimenticarsene, che razza di figlio dimentica la morte del proprio genitore, come aveva potuto anche solo per un momento credere di essere felice, si prese la testa tra le mani e gridò, voleva liberarsi da quella morsa che lo stava uccidendo interiormente, ma al tempo stesso voleva punirsi, era stato lui ad uccidere suo padre, avrebbe dovuto portarsi questo fardello da solo fino alla fine e i suoi pensieri in quel momento passarono a Takao, non poteva vederlo, non poteva permettersi di passare una giornata piacevole con lui, decise di avvisarlo cercando a tastoni il cellulare in tasca, ma non trovandolo capì di averlo lasciato a casa per la fretta. Guardò verso la collina, la strada era tranquilla e libera, si asciugò le lacrime prima di avviarsi con passi decisi verso il punto d'incontro, avrebbe inventato una scusa credibile e sarebbe tornato a casa, questo è quello che pensò di fare, ma il fato non era d'accordo. Appena il corvino scorse il verde salire la collina si precipitò da lui chiamandolo a gran voce, Midorima cercò di rimanere lo stesso di sempre, ma Takao non era stupido e si accorse immediatamente che qualcosa lo turbava "non ho niente Takao, quante volte dovrò ancora ripetertelo, mi ero dimenticato di aver già preso un impegno" Midorima si stupì di quanto fu decisa la sua voce mentre dentro stava cadendo a pezzi, il suo migliore amico lo guardava ed era lo sguardo più triste che gli avesse mai visto, ma non era solo tristezza, c'era anche qualcos'altro in quegli occhi magnetici, un sentimento che lui conosceva bene, delusione, delusione verso il genere umano, delusione per aver fatto soffrire sua madre, delusione verso se stesso. Abbassò gli occhi, sapeva che non poteva resistere ancora a lungo prima di piangere nuovamente, fece per girarsi e tornare a casa, ma la voce di Takao ferma e decisa lo bloccarono "Shin-chan pensavo di essere tuo amico" il sentimento era ancora più palese ora che aveva parlato, si morse le labbra per evitare un singhiozzo "perchè non ti fidi di me Shin-chan? perchè non ti confidi?" ora la voce aveva iniziato a tremagli e fu come una spina nel cuore per Midorima, non voleva far soffrire anche lui per colpa sua "so che mi nascondi qualcosa, lo so da parecchio tempo, ma non ti ho mai detto niente perchè volevo fossi tu a parlarmene" due mani lo afferrarono facendolo girare, la faccia di Takao era ora visibile, delle lacrime gli rigavano il viso rovinando quell'espressione sempre felice "dimmi cosa ti sta succedendo!" gridò quella frase con tutta la frustazione e rabbia che si portava appresso, Midorima era zitto, fissava Takao e dopo aver fatto un respiro profondo gli fece cenno di seguirlo. Lo portò al loro albero e gli disse di sedersi, se doveva raccontargli la verità voleva farlo proprio li, il corvino sorrise "ci sono io con te, avanti puoi sfogarti" e Midorima lo fece, gli raccontò di quel triste dicembre di quando aveva ucciso suo papà, di quanto si sentisse in colpa, di odiarsi a morte per aver fatto soffrire sua mamma, che era tutta colpa sua, che non meritava di essere felice, non meritava un amico così sincero e buono come Takao, si fermò di colpo a causa delle troppe lacrime, non riusciva più a trattenerle e si lasciò andare a quel pianto liberatorio tanto atteso. Era talmente preso ad incolpare se stesso che non si rese quasi conto delle labbra del corvino premute sulle sue, non fu un vero bacio, era solo un gesto per dire che Takao c'era, che ci sarebbe sempre stato per Midorima e successe così in fretta che il verde non ricordava più il sapore di quelle labbra. Si guardarono per minuti imprimendo nella memoria quel piacevole e strano momento, Shintarou non riusciva a parlare, voleva fargli mille domande ma la bocca non si apriva, fu Takao a rompere il silenzio con la sua solita naturalezza, come se non fosse successo niente "hai visto, non era così difficile aprirsi" e sorrise, facendogli dimenticare tutto, pulì le lenti appannate degli occhiali e gli mise una mano sulla spalla "grazie" lo pronunciò con tutta la sincerità possibile facendo allargare il sorriso dell'amico "mi ha fatto davvero bene" ed era vero, finalmente quel peso sullo stomaco che lo opprimeva fino a farlo stare male se n'era andato, lasciando spazio ad un senso di tranquillità interiore, certo sapeva che non poteva cancellare il danno fatto, ma adesso c'era Takao con lui e doveva ammetterlo, non era mai stato più felice come in quel momento.

*dieci anni dopo*

Midorima sedeva tranquillamente al suo studio leggendo i fascicoli dei pazienti, la segretaria lo avvisò dell'imminente appuntamento con un cliente importante, la ringraziò e mise i fascicoli nel cassetto pensando di finirli più tardi, si alzò e l'occhio gli cadde sulla foto sistemata ordinatamente sulla propria scrivania, sorrise, quella fotografia ritraeva lui ed il suo fidanzato Takao all'età di diciotto anni. Ricordava com'erano andate bene le cose tra loro due dopo la sua confessione ed il loro primo bacio, si erano avvicinati ulteriormente amplificando i loro sentimenti fino al giorno della dichiarazione del corvino, Midorima ne era restato sorpreso, sapeva di provare qualcosa per lui, ma aveva avuto paura ad ammetterlo e quella dichiarazione gli aveva fatto sembrare tutto così reale da non sapere come reagire, Takao invece lo sapeva eccome, l'aveva preso per le spalle obbligandolo a guardarlo negli occhi e poi l'aveva baciato cancellando ogni dubbio, era quello che voleva e non se lo sarebbe fatto scappare. I ricordi furono interrotti da delle voci appena fuori il suo studio, il cliente era arrivato, il lavoro lo aspettava, sospirò mettendo la mano in tasca per sentire quella familiare scatolina che si portava appresso da giorni, aveva invitato Takao a cena quella sera, per festeggiare il loro nono anno insieme e gli avrebbe chiesto di sposarlo, sarebbero dovuti andati all'estero per farlo, ma non gli importava, erano troppi anni che aspettava per colpa del suo lavoro e della carriera da giocatore di basket di Takao. Espirò liberando i pensieri dalla sua vita sentimentale, ora aveva altro a cui pensare, non poteva permettersi distrazioni con un importante finanziatore che lo attendeva pazientemente all'esterno, tolse la mano dalla tasca aprendo la porta del suo studio facendo cenno alla segretaria e salutando il cliente, non vedeva l'ora che arrivasse l'orario di chiusura per andare dal suo fidanzato, non vedeva l'ora di vedere la sua espressione quando gli avrebbe fatto la proposta, non vedeva l'ora di sposarlo e passare la vita con l'uomo che amava e con questi pensieri si chiuse la porta alle spalle sorridendo come mai aveva fatto prima pensando al futuro che lo attendeva.

note autrice: mi scuso per l'immensa attesa, ma non avevo molte idee e non volevo uscisse una cavolata. Ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita, fatemi sapere

un saluto 

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