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di Natory28
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UN AMMIRATORE SEGRETO ***
Capitolo 2: *** UNA NOTA ROMANTICA ***
Capitolo 3: *** LA PRIMA VOLTA ***
Capitolo 4: *** UNA GIORNATA MERAVIGLIOSA ***
Capitolo 5: *** GELOSIA ***
Capitolo 6: *** UN VECCHIO AMICO ***
Capitolo 7: *** IL PADRE DI ESTHER ***
Capitolo 8: *** IL PASSATO È PASSATO ***
Capitolo 9: *** TERRORE PER LE INFERMIERE ***
Capitolo 10: *** SOGNI & INCUBI ***
Capitolo 11: *** LA FAMIGLIA RANIERI ***
Capitolo 12: *** IL PADRE DI MARINA ***
Capitolo 13: *** UN RITORNO INASPETTATO ***
Capitolo 14: *** IL CUORE DELLA SITUAZIONE ***
Capitolo 15: *** UN BRUTTO INCIDENTE ***
Capitolo 16: *** UN DURO MESTIERE ***



Capitolo 1
*** UN AMMIRATORE SEGRETO ***


CAPITOLO 1 -  UN AMMIRATORE SEGRETO

 
L'alba del giorno dopo era arrivata, Esther aveva in testa un groviglio non ben definito di emozioni, dopo la conversazione con Rocco forse si sentiva leggermente più serena, ma comunque un'intensità tale di sentimenti non l'aveva mai provata fino ad ora, le risultava difficile contenerle, un pensiero le balenò in testa... "E se poi non ci riesco?!?"; mentre era sovrappensiero arrivò Giulia "Buongiorno Esther!", Esther abbandonò subito i suoi pensieri e rispose al saluto "Ah ciao Giulia, non ti avevo visto arrivare.", "Esther, tutto bene?" "Sì, sì stavo solo pensando a una cosa!", Giulia vista la reazione non insistette più di tanto, "Beh mi accompagni in sala infermiere, mi devo cambiare, così intanto mi aggiorni sulla situazione", Esther accettò senza troppe obiezioni.
Arrivate nella sala, Giulia comincia a cambiarsi ed Esther a fare il suo resoconto, mentre parla apre il suo armadietto, per prendere i fazzoletti di carta che prima si era dimenticata, il suo viso rimane interdetto c’è una bellissima rosa rossa risposta con cura con un biglietto, anche Giulia un po’ sorpresa le chiede “E quello da dove viene?”, Esther sempre più sorpresa abbozza una specie di sorriso e risponde “Non ne ho proprio idea!”, in realtà Esther un’idea ce l’aveva, ad un tratto il sorriso divenne più intenso ma al tempo stesso cresceva anche l’imbarazzo, Giulia incuriosita notevolmente dalla cosa “Che dice il biglietto?”, Esther colta un po’ alla sprovvista stava ancora fantasticando glielo legge “La vita è meravigliosa …”, “E non sai chi te lo ha mandato?”, “No, non lo so proprio” mentiva e lo sapeva anche se il biglietto non era firmato e non ne aveva la certezza matematica sapeva benissimo che quel fiore e quel biglietto erano di Marina, Giulia non indagò più di tanto si limito a dire “Com'è romantico no? Un ammiratore segreto...”
 
Intanto al Morandini arriva un bambino con difficoltà motorie portato dai genitori, la Dottoressa Ranieri viene subito avvisata. “Buongiorno sono la Dott. Ranieri!”, il padre dal bambino contraccambia il saluto “Buongiorno Dottoressa”, intanto Esther raggiunge Marina per la visita. Marina visita il bambino molto accuratamente, le prova la febbre, e chiede al padre “Da quanto tempo non riesce più a camminare?”, “Da stamattina”, “La febbre è molto alta dobbiamo subito fare le analisi.”, “Mi dica dottoressa è molto grave?” “Non lo so ancora prima dobbiamo fare le analisi..”, accorta del tono usato un po’ troppo allarmato Marina rimedia subito rivolgendosi al bimbo.. “Visto che Luigi è così buono.. Ho un regalino per te … Tieni”, il bimbo nonostante la febbre fa un sorrisone e ringrazia la dottoressa, Esther neanche se ne accorge ma il suo sguardo è fisso su Marina, e il suo sorriso diventa sempre più dolce e solare, nel vedere i suoi gesti così gentili e naturali nel trattare i bambini. Esther e Marina escono dal box, e Marina dice a Esther gli esami da fare al piccolino mentre li scrive nella cartella.
 
Mentre Marina firma per l’autorizzazione degli esami, sulla faccia di Esther si nota un notevole arrossamento e un po’ imbarazzata dice “La rosa è veramente bellissima …”, Marina finge di cadere dalle nuvole “Che rosa?”, Esther nota la sfumatura ironica e ribatte “Beh la calligrafia è quella di una donna e non credo che ci siano molte donne interessate a me”, un sorriso molto dolce si stampa sul viso di Marina “Lo spero proprio … Uomini... può essere... però ... altre donne spero di no” e continuando a far finta di niente “Comunque non ho idea di chi ti abbia regalato la rosa”, Esther decide di stare al ‘gioco’ “Mah un ammiratore segreto! Ora l’intero reparto vuole sapere chi me l’ha regalata”,  Marina sorridendo continua “Puoi sempre svelargli il segreto … Una volta che hai scoperto il tuo ammiratore ..”, Esther diventa sempre più rossa e con una naturalezza che neanche lei credeva di avere dice a Marina “Ma io so già chi è … la persona più dolce che abbia mai incontrato!” e se ne va.
 
Intanto le voci in reparto girano molto velocemente Teresa curiosa come una puzzola (da noi si dice così) assale Rocco per sapere se lui sa qualcosa più di lei: “Esther non ti ha detto niente?”, “Nooo” Rocco mente molto bene aveva promesso ad Esther di non spettegolare, ma Teresa non molla “Non ti ha parlato di nessun amico, o che esce con qualcuno?”, Rocco un po’ seccato dall’interrogatorio “Ti ho già detto di No. Terry non essere così pesante!”, “Tu non me la racconti giusta, sai qualcosa … Esther è cambiata … O esce con qualcuno o ha vinto all’enalotto … perché quando la vedi è sempre sorridente ... si vede che è felice”, Rocco alla fine non ne può più “Terry ma i cavoli tuoi mai!” e se ne va lasciando Teresa interdetta con tutte le sue congetture.
 
Intanto al piccolo Luigi, occorre fare una puntura lombare, Marina chiede ad Esther di assisterla e preparare il tutto. Marina mentre si prepara a fare l’esame stempera un po’ l’ambiente “Allora Luigi raccontami qual è il tuo cartone animato preferito?”, il bimbo risponde “Mi piace molto Tom & Jerry”, allora Esther salta su e reggendo un po’ il gioco “Lo sai Luigi che anche io lo guardo quando riesco, mi fanno troppo ridere”, per una frazione di secondo lo sguardo di Marina incrocia quello di Esther in quel attimo la loro complicità è veramente assoluta, il loro sorriso intenso porta calma e serenità in quella situazione molto delicata. Da lì a poco Marina termina il prelievo, il piccolo Luigi è stato molto bravo. Ora bisogna solo attendere l’esito.
 
Nel frattempo Esther si ritrova spesso a pensare con lo sguardo perso nel vuoto, pensa ai suoi sentimenti per Marina, pensa di continuo a quel bacio che le ha scosso tutto dentro di se, eh sì … non aveva mai provato nulla di simile, così dolce ma anche allo stesso tempo così intenso e passionale, un momento si ritrovava a sorridere l’attimo dopo si incupiva, e pensava al giudizio della gente, le titubanze e le preoccupazioni erano tante ciò nonostante la sensazione di completezza e felicità che sentiva dentro sovrastava tutto. Ad un certo punto Teresa si mette ad osservare Esther che un attimo sorride e poi diventa seria così per quasi 10 minuti, non capendoci un accidente e morendo di curiosità decide di andare ad indagare … l’ispettore Terrygan in azione.
“Esther, che stai facendo?”, “Niente mi sono presa un attimo di pausa, oggi sono molto di corsa avevo bisogno di staccare!”, Teresa perplessa ribatte “Ma se sei qui già da 10 minuti con lo sguardo perso nel vuoto”, un po’ seccata Esther le risponde “Beh Terry che fai ora mi controlli … ” “Ma chi io? No no figurati” ci mancherebbe Teresa non fa mica queste cose!!! Intanto arriva anche Rocco che percepisce l’aria un po’ pesante così decide di intervenire, “Scusa Esther sono arrivati i risultati del piccolo Luigi, li do a te?” “Grazie Rocco, li stavamo aspettando!” Esther li prende e se ne va.
 
Esther vaga in reparto alla ricerca di Marina, un po’ per gli esiti ma anche perché ha bisogno di vedere il suo viso per rasserenarsi un po’,  l’essere ‘spiata’ da Teresa l’aveva innervosita parecchio. Non c’era verso non riusciva a trovare Marina, l’aveva cercata in lungo e in largo in reparto e non la trovava, c’era già stata ma decise di fare un altro passaggio in sala medici. “Finalmente! Ti ho cercato dovunque”, Marina era sola in sala medici, un po’ allarmata “E’ successo qualcosa” “No, no, ho gli esiti del piccolo Luigi …” in realtà voleva dirle che aveva bisogno di vedere il suo viso, i suoi occhi e quel suo sorriso sempre dolce ma le parole non riuscivano ad uscire così prosegui “Il piccolo sembra star bene la paralisi che sospettavi non ha dato riscontri”, Marina sorridendo “Ah bene sono contenta, se mi aspetti un attimo devo finire di mettere a posto questa cartella poi andiamo a dirlo ai genitori …”, Marina nota che Esther ha qualcosa che non va “Esther a parte Luigi, tutto bene?” “Sì sì”, Marina continuava a non vederci chiaro “Allora dimmi sei riuscita a scoprire l’identità del tuo ammiratore?” la domanda coglie Esther impreparata non riesce a rispondere prontamente ci pensa su e dopo un po’ “Ora smettila però lo so che sei stata tu a regalarmi la rosa” Marina si gira e con il suo sguardo ammaliante le sorride, si è quello di cui aveva bisogno quel suo sorriso confortante, senza pensarci troppo su Esther si avvicina a Marina le prende la mano con cui stava sistemando la cartella, le esce tutto di getto non sa neanche lei perché “Io non ce la faccio più... ho bisogno di darti un bacio” Marina fatica a contenere la sorpresa ma in realtà anche lei lo desidera con tutta se stessa “Esther sei sicura?” “Sì ne sono sicura, ho bisogno di baciarti se no esplodo”, Marina le accarezza il volto togliendole i capelli dalla faccia poi avvicina le sue labbra a quelle di Esther lasciandosi andare a un bacio dolce ma appassionato, solo che all’improvviso entra Giulia “Adesso la vado a prendere e poi… te lo porto subito Tere…” girandosi non crede a quello che vede l’imbarazzo è notevole, sempre sulla porta “Teresa ripensandoci è meglio che la prenda più tardi devo andare dal Prof. Danieli prima”, con un recupero incredibile Giulia chiude la porta e se ne va. Esther tira un sospiro e comincia ad agitarsi un po’, Marina per tranquillizzarla l’abbraccia e le da un bacio sulla spalla “Esther tranquilla non è successo niente … ” decide di osare “Senti vedila così è una persona in meno a cui lo dobbiamo dire …” Esther anche se titubante abbozza un sorriso “Sì Marina hai ragione, ma ho un po’ paura”, “Lo so Esther, so come ti senti ti prometto che insieme riusciremo a superare tutto … Io e te”.
 
Finalmente il turno è finito Esther e Marina si cambiano, quando stanno per uscire c’è Teresa, Rocco e Giulia in accettazione che stanno finendo di sistemare le ultime cartelle, la faccia di Esther è molto preoccupata una specie di plotone di esecuzione è li ad aspettarle, Marina camminando saluta tutti “Buonasera a tutti ci vediamo domani l’altro”, Esther a testa quasi bassa segue il suo esempio e abbozza “Ciao a tutti”, Teresa e Giulia rispondono ai saluti “Buona sera dottoressa … Ciao Esther” quasi contemporaneamente, Rocco è un po’ più originale con un piccola nota sarcastica “Salve dottoressa … ciao Esther mi raccomando riposati …”, appena uscite dall’ospedale Teresa esordisce dicendo “Beh stanno diventando buone amiche quelle due, eh?” rivolgendosi a Giulia e Rocco che con un tono un po’ imbarazzato rispondono a monosillabi “Sì, sì”.

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Capitolo 2
*** UNA NOTA ROMANTICA ***


CAPITOLO 2 -  UNA NOTA ROMANTICA

Il tempo sembrava andare molto veloce, al Morandini era già cominciata un’altra giornata densa di caos e frenesia tipica del pronto soccorso.
In un attimo di quiete Giulia e Esther cercavano di sistemare i turni delle infermiere nel tabellone,  ma mentre Giulia cercava di dire ad Esther cosa doveva scrivere, nota che il suo viso cambia completamente prima arrossisce poi sorride con la sua dolcezza unica,  guarda dove i suoi occhi puntano e vede Marina che sta arrivando. “Esther … Ti lascio la cartella del paziente del box 2, ok?” poi con un gesto di complicità le fa l’occhiolino, il livello di arrossimento aumenta ciò nonostante riesce a non fare scena muta davanti a Giulia così chiede a Marina “Hai già fatto colazione?” “Sì, vuoi che ti porti un caffè?” senza neanche pensarci, non curandosi della presenza di Giulia che faceva finta di non sentire, “No, un TE!” “TE?”, Esther sorride, Marina sgrana gli occhi e subito dopo sorride quella semplice parola aveva un enorme significato Esther voleva lei e implicitamente con quel gioco di parole l’aveva ammesso in piazza, si è vero c’era solo Giulia che tra parentesi le aveva sorprese in sala medici l’altro giorno, ma comunque Marina era al settimo cielo e il suo sorriso lo dimostrava abbondantemente, nel riprendersi gentilmente “Ah Giulia, lei vuoi qualcosa?” con una ironia quasi disarmante “Sì … un viaggio in un isola deserta” Marina rimane un po’ così poi capisce l’ironia e sta al gioco “Ah ok … mi sembra fattibile … e nell’attesa vuole un caffè?” “No la ringrazio Dott. Ranieri”, Marina prima di salutare dice a Esther “Mi raccomando questa cartella è importante, ok?” poi se ne va.
 
Esther la guarda andar via sospirando, Giulia si avvicina a lei e con aria incuriosita le chiede “Beh allora non mi racconti niente?”, Esther è un po’ restia ma alla fine cede “Giulia non c’è molto da dire sono felice … sono talmente felice che non lo ritenevo possibile … Non sono molto brava a nascondere le mie emozioni vero?” Giulia conferma la sua domanda quasi retorica “Sì, in effetti si vede … che sei innamorata …”, Esther al suono di quella parola un po’ si spaventa e pensa “Innamorata?!.. Eh sì Giulia ha ragione”, Giulia non ricevendo risposta prosegue “Ma io non sapevo che tu fossi …. ” Esther non le fa finire la frase “Nemmeno io … ad essere sincera … il fatto è che non so bene come sia successo ne quando, ma mi sono innamorata, sono felice Giulia” Esther è incredula alle cose che le sono uscite dalla bocca, ha ammesso davanti a Giulia che è innamorata di Marina e che è felice. Riprendendosi un po’ da una rapida occhiata alla cartella c’era una bellissima nota per lei “La prima cosa a cui ho pensato questa mattina sei stata tu mia bellissima principessa … Ogni volta che ti vedo mi togli il fiato, ma che cosa mi hai fatto? ” fa appena in tempo a leggerla e il suo imbarazzo aumenta e il suo viso diventa rosso come un peperone tanto che Giulia incuriosita tenta di affacciarsi per leggere la cartella ma Esther riesce a chiuderla subito, allora Giulia le chiede “Cosa c'è che ti fa ridere?” “Niente … niente sciocchezze!” e poi se ne va.
 
Nei corridoi Morandini c’è un via vai notevole, Esther rincorre Marina che si ferma e l’aspetta, Esther con un tono un po’ allarmato le dice “Senti Marina, non mi puoi lasciarmi queste note…” Marina un po’ spiazzata cerca di difendersi “Esther volevo solo rallegrarti la mattinata... con quella frase non ti è piaciuta?” “Sì molto … ma è piaciuta molto anche al Dott. Santamaria!”, Marina sgrana gli occhi “Come? L’ha letta anche anche Valerio?” Esther vedendo il panico decide di tranquillizzarla “No… Ma ci è mancato proprio un pelo! Puoi immaginare se la leggeva! Tieni questi sono i risultati del paziente nel box 4 …”, Marina ci pensa un po’ “Ma il paziente della 4 non è il mio”, apre la cartella c’è una nota di Esther per lei “Da quel bacio non riesco più a pensare ad altro che a te, ogni volta che mi guardi il cuore mi esplode nel petto, ogni volta che mi sorridi illumini la mia giornata …” non fa in tempo a girarsi che Esther è già fuggita via!
 
Marina sta finendo di compilare una cartella si avvicina Valerio chiedendole “Allora come va?” “Mah una mattinata un po’ intensa ma tutto sotto controllo direi, ma racconti un po’ come stanno andando i preparativi per il Matrimonio?”, Valerio con un sorriso un po’ velato “Direi bene se ne sta occupando Carola, io praticamente sono solo uno dei protagonisti” “Nervoso?” “No, no, non ne ho proprio il tempo di essere nervoso sta accadendo così in fretta”, intanto arriva Esther “Dott. Santamaria le analisi che stava aspettando dal laboratorio” “Grazie Esther”, Marina coglie l’attimo “Esther mi hanno dato questa per te, tieni” le passa una cartella, con un gran sorriso prende la cartella e la apre c’è un'altra nota di Marina “Chissà perché stasera ho una gran voglia di romanticismo, immagina noi due e una cenetta a lume di candela, cosa ne pensa la mia principessa?” Esther la legge e fatica a trattenere l’imbarazzo, allora Marina la mette un po’ alle corde o almeno ci prova “Una proposta indecente?” Esther però è pronta “Si indecente ma... allo stesso tempo molto allentante” Marina rimane piacevolmente sorpresa dalla risposta tanto che le sorride e non ribatte, il dottor Santamaria vista la scena si incuriosisce (piccola nota mai nessuno che si faccia i fatti propri  va beh) “Esther sembra che tu abbia fatto colpo su qualche paziente?” Esther pavoneggia un po’ “Su qualche?! Almeno una decina … E’ il mestiere delle infermiere fare stragi di pazienti!!” senza farsi vedere da Valerio, fa l’occhiolino a Marina e se ne va.
 
In un attimo di pausa Esther si apparta in un angolo e si mette a scrive la nota di risposta a Marina. “Già mi sto pregustando la serata … La cena romantica a lume di candela il tuo sorriso che mi illumina cosa posso desiderare di più …, sì una cosa ci sarebbe … mi è venuta un’idea pensavo a te come dessert, che ne dici?”, mentre Esther sta finendo di scrivere neanche a farlo a posto arriva Marina “Che stai facendo?” “Niente, scrivendo una nota.” Marina sempre più curiosa “Ah sì?” “La puoi leggere se vuoi, mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensi.” e chiudendo la cartella gliela passa, ma un allarme vita comincia a suonare e tutte e due corrono per l’emergenza, la cartella rimane sul bancone di fronte ai box abbandonata alla merce di tutti.
 
L’emergenza era rientrata tutto era tornato alla normalità, o quasi, ma intanto la cartella con la nota chissà dov’era finita, Marina e Esther con tutto il trambusto se ne erano proprio scordate.
Intanto è giunta quasi la fine del turno sia per Marina che per Esther, si incontrano a prendere un caffè Esther con un certa smania le chiede “Non hai niente da dirmi?” Marina presa alla sprovvista “Sì che sei bellissima!” Esther dopo una frase così ancora un po’ e si scioglie ma in realtà voleva sapere i commenti sulla nota, così decide di chiederlo direttamente “Alla fine non hai commentato la mia ultima nota … Io sto ancora aspettando” Marina decisamente sorpresa “Come la tua ultima nota? Se l'ultima nota te l'ho scritta io” “No, no, sono stata io poco, prima che suonasse l’allarme vita … Non l'hai presa?” “No”, Esther dapprima preoccupata “Oddio è rimasta sopra il bancone...” poi guarda Marina e scoppiano tutte e due a ridere, poi Esther non avendo ancora smesso di ridere dice “Allora qualcuno l'avrà trovata...” “Beh quella persona è molto fortuna” ribatté Marina “E giusto per curiosità cosa avevi scritta in quella nota?” Esther scoppia a ridere diventando tutta rossa in viso.
 
In accettazione poco dopo Teresa sta mettendo via le cartelle in archivio ad un tratto apre la cartella con la nota la legge tutta di un fiato sgranando gli occhi, “Ah però, questa assomiglia alla calligrafia di Esther, si è proprio questa!”, l'ispettore Terrygan è di nuovo in azione va a prendere un'altra cartella per confrontare la calligrafia, che detective, alla fine era certa quella nota l'aveva scritta Esther ora si trattava di capire a chi era diretta, mentre stava facendo tutte le sue deduzione passa di lì Rocco così lo chiama per informarlo “Rocco, Rocco, ho uno scoop, leggi qua” e gli fa leggere la nota “Sono sicurissima che è di Esther”, senza pensarci troppo Rocco “Ahi capito come si divertono Esther e la Dott. Ranieri!” subito dopo voleva tagliarsi la lingua ma ormai era fatta, Teresa spalanca gli occhi ancora più di prima “Che cosa?” a momenti gli viene un coccolone “Come fai a sapere che è per la Dott. Ranieri questa nota?” “Perché lei ed Esther stanno insieme” “Che vuol dire insieme?”, “Beh Terry hai bisogno di un disegnino stanno insieme”, allora Teresa sempre più incredula “Ma a te la cosa non infastidisce?” Rocco tranquillissimo “E perché mai mi dovrebbe infastidire! Esther è una mia amica se è felice sono contenta per lei” “Ma...” “Ma che Teresa?!?! Siamo nel ventunesimo secolo sei così antica!”, Rocco se ne va lasciando Teresa nel suo brodo dentro di se pensa “Io devo parlare con Esther”, ci risiamo l'ispettore Terrygan ogni tanto potrebbe anche andare in ferie ....

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Capitolo 3
*** LA PRIMA VOLTA ***


CAPITOLO 3 -  LA PRIMA VOLTA

Una notte tranquilla è appena finita al Morandini, sono le 8.30 del mattino e il nuovo giorno si sta affacciando; nel pronto soccorso aleggia un insolita tranquillità, non è ancora cominciato il via vai quotidiano.
Marina ed Esther hanno appena finito il loro turno. Una volta cambiate si avviano verso l’accettazione spettegolando un po’ sulla news che avevano sentito quella notte stessa dal paziente del box 4 che non  riusciva a dormire, proprio in quel momento arriva anche Teresa (da lì a poco avrebbe cominciato il turno) e Rocco già in servizio.
Sono quasi arrivate al bancone e Esther continuando il discorso “Ma te lo immagini, che scoop?!” rivolgendosi a Marina, Teresa si sta togliendo la giacca e con un tono molto pungente ribatte con lo sguardo fisso verso Esther “Qui ultimamente ce ne sono parecchi di scoop, o sbaglio?” (alè l’ispettore Terrygan parte con le frecciatine!), Esther colpita sul vivo abbassa leggermente la testa, visto l’aria da mezzogiorno di fuoco sfida all'OK Corral (immaginate come sottofondo musicale Morricone), Rocco interviene “Già andate via?”, Marina sorride e gli risponde “Beh sì... abbiamo terminato il turno tutte e due un'ora e mezzo fa” “Com'è andato il turno Dottoressa?” “Molto bene decisamente tranquilla” replicò lei “Alla fine sono riuscita a dormire quasi 4 ore”, Esther per riprendersi un po’ dalla frase decisamente sarcastica di Terry (labbra di fuoco) decide di buttarsi nella conversazione “Stanotte non abbiamo avuto nessuna urgenza a parte il paziente del 4 che a forza di chiacchiere non mi lasciato riposare per niente”, visto la situazione sempre imbarazzante Marina decide di affrettare i tempi dei saluti “Esther ti accompagno a casa?! Così ti puoi riposare” “Si grazie” Esther rivolgendosi a Teresa e a Rocco “Vi chiamo più tardi così ci mettiamo d’accordo per andare al matrimonio di Santamaria, ok?! Ciao e buona giornata!”, solo Rocco risponde al suo saluto “Ciao a dopo”, le due si allontano uscendo dal pronto soccorso.
Appena varcata la porta Teresa subito si avvicina a Rocco e gli sussurra “Ah vedrai non riaccompagna mica Esther a casa, sono sicura che la porta a casa sua e vanno a letto insieme … e sicuramente non a riposare” con una nota spigolasa e piena di astio, Rocco con una semplicità quasi disarmante “Guarda che è normale, che male c’è!” sempre più sclerotica Teresa alzando un po’ la voce “Ahh! Perchè tu pensi che questo sia normale? Quella è Esther!” “Terry la conosco è una mia amica so benissimo chi è, che male c’è ha cambiato sponda non vedo che ti cambia!” l’ispettore Terrygan non sa più come replicare alla fine si arrende “Con te è impossibile parlare, sei proprio un animale!” (Si si sicuramente è lui l’animale?) “Terry diventi un pochino isterica non sarà mica ansia da matrimonio?!?! Guarda che non ti devi sposare tu…” “Argh.. TERESA! Rocco sei insopportabile” e con un gesto stizzoso della mano lo manda via “Si vado vado!”.
 
Nella macchina di Marina c’è uno strano silenzio, dal momento in cui sono salite nessuna delle due ha aperto bocca, ciò nonostante nell’aria quasi si avvertono i loro pensieri riecheggiare. Esther è ancora turbata dalla battuta di prima di Teresa e pensa “Sono più che convinta che ha scoperto qualcosa, è stata troppo sarcastica, troppo pungente, qualcosa sa … e adesso cosa faccio?! ” fa una sospirone e poi si gira verso Marina e la guarda guidare “..E’ veramente bellissima non ho mai visto niente al mondo di più meraviglioso.. il suo viso è così solare illumina ogni cosa, il suo sguardo… oddio quegli occhi così penetranti, tutte le volte che mi guarda mi toglie il fiato, la sua bocca è così perfetta in ogni sua curva… da baciare…” Esther scuote leggermente il capo e distoglie lo sguardo da Marina “…  Ok ma Teresa ora sa tutto in poco tempo lo dirà a chiunque in reparto ne sono sicura …”, anche se stava guidando si era accorta che Esther la guardava molto pensierosa lei non era certo da meno “Sicuramente si è spaventata per quello che ha detto Teresa è evidente che sa qualcosa …” per un attimo si gira verso Esther e le sorride i loro occhi si incrociano per quella frazione di secondo come per dire “Tranquilla va tutto bene siamo insieme” sospirando un po’ preoccupata riporta il suo sguardo sulla strada ”Avrei una voglia assurda di prenderle la mano e stringerla a me anche solo per un momento avere un piccolo contanto… scostare i suoi morbidi capelli accarezzadole quel suo viso stupendo.. vorrei baciare quelle sue dolci labbra all’inifinito…” Marina cerca di riconcentrarsi sulla guida ma non ci riesce dentro di se si ripete “Non devi esagerare la devi rassicurare …”, Esther dal canto suo sempre immersa nei suoi pensieri “Siamo quasi arrivate, e adesso… Marina mi saluterà e se ne andrà…. io non voglio che se ne vada…” di colpo sul viso di Esther la preoccupazione aumento “E se resta che si fa…. Ho paura, paura, una paura fottuta … Non so cosa dire… Non so cosa fare… Mi tremano le gambe... oddio… adesso?!”, anche i pensieri di Marina non erano tranquilli “Cavolo siamo già arrivate adesso la devo salutare, e non posso certo azzardarmi a baciarla ci vedrebbero e lei sicuramente si tirrebbe indietro è troppo presto poi dopo quello che è successo con Teresa … Calma Marina, calma respira” si ripeté.
 
“Ci siamo Esther siamo arrivate …” con un triste sorriso sulle volto Esther confermò “Eh già siamo arrivate …” Marina si gira lentamente verso di lei e accarezzandole il volto dolcemente le chiede “Stai bene?” Esther abbassando un po’ lo sguardo “Sì, credo di sì sono solo un po’ stanca”, Marina cercando di rasserenarla un pochino “Beh allora è meglio che vai a riposarti un po’ con tutto il trambusto del matrimonio sarà una lunga serata”, intanto il sole, improvvisamente coperto da numerose nuvole cariche di pioggia, era sparito, la luminosità era decisamente calata sembrava quasi sera invece erano solo le 9 di mattina, Esther afferra la maniglia dello sportello sta per scendere dalla macchina ma di colpo si gira e abbraccia Marina che in un primo momento rimane sorpresa poi la stringe a se accarezzandole i capelli. Una volta scesa dalla macchina fa qualche passo verso il portone di casa sua e si gira per guardare Marina seduta in macchina, all’improvviso comincia a piovere a dirotto, Esther rimane fissa su Marina sotto l’acqua battente “Esther ma che fai ti stai bagnando tutta …”, di colpo Esther comincia a correre ma non verso casa sua, verso la macchina di Marina ma invece di entrare in macchina va dal lato dell’autista, apre lo sportello prende con decisione la mano di Marina e la invita ad uscire “Esther ma che stai facendo?” bagnate fradice sotto la pioggia Esther accarezza dolcemente il viso di Marina e le sussurra “Non voglio che tu vada via, voglio stare con te …” si avvicina alla sua bocca lentamente e non curante di niente e di nessuno appoggia dolcemente le sue labbra alle sue baciandola così intensamente da lasciare Marina quasi di stucco. Rientrando in macchina tutte bagnate ridendo divertite “E adesso?” esclama Marina “Beh forse è meglio asciugarci un po’ se no va finire che prendiamo un accidente … Ti inviterei volentieri su da me ma c’è mio padre … ” Marina capisce al volo “Va beh non ti preoccupare casa mia è a 10 minuti da qui … Andiamo li ok?” Esther con un sorriso quasi disarmante conferma la cosa “Sì ok andiamo!”.
 
Arrivate a casa di Marina “Dai Esther che fai sulla porta entra” “Ma sono tutta bagnata?” “Perché io invece sono asciutta?! Dai non ti preoccupare vado a prendere degli asciugamani e dei vestiti asciutti tu intanto fa come se fossi a casa tua …”, Marina si allontana lasciando sola Esther nella sala di casa sua, Esther nonostante la preoccupazione di sporcare in giro da un’occhiata alla stanza, veramente bellissima c’era il camino, un divano che al solo vederlo dava l’idea di comodità, una libreria piena di volumi di medicina e letteratura, una bellissima tavola rotonda con delle rose rosse come centro tavola, “Beh che fai li in piedi guarda che puoi anche sederti …” Marina le porse l’asciugamano per asciugarsi un po’ “Ho trovato questo vestiti secondo me ti dovrebbero stare …” Esther con un velo di titubanza “Grazie”, ”Guarda il bagno e la seconda porta a destra … Io vado a cambiarmi in camera”, sempre più preoccupata Esther faticava a rispondere “Grazie Marina vado ..”. Mentre era in bagno per cambiarsi Esther era invasa da mille dubbi e preoccupazioni, “E adesso … Non so cosa fare … Sono io che sono valuta venire qui e adesso sono bloccata dalla paura .. Che faccio … cosa le dico …” ”Cerca di stare tranquilla, respira” si ripeteva mentalmente, poi guardandosi allo specchio vide un leggero bagliore nei suoi occhi e di colpo un flash, il volto di Marina che le sorrideva “E’ lei che voglio … voglio stare con lei … solo con lei”.
Finito di cambiarsi e asciugandosi un po’ alla buona uscì dal bagno quasi di corsa, una rapida occhiata in sala, Marina non era lì “Forse è ancora in camera” pensò, rallentò l’andatura quasi di colpo una volta arrivata alla porta della camera, non era chiusa era leggermente aperta, decisamente imbarazzata butto l’occhio, Marina si era già cambiata era di spalle davanti allo specchio che si stava pettinando, lentamente aprì la porta ed entrò nella camera fece talmente piano che Marina non se ne accorse neanche, era lì in piedi dalla porta che la osserva, solo qualche minuto dopo Marina si accorse di lei girandosi “Esther tutto bene? Direi che i vestiti che ti ho dato ti stanno benissimo sei bellissima … ” poi si rigira verso lo specchio e continua a pettinarsi i capelli, Esther con una voce un po’ tremolante balbetta qualcosa “Grazie, sì .. sono perfetti” e lentamente si avvicina a Marina, la quale vedendola riflessa nello specchio e le richiede “Ma sei sicura di star bene?” abbassando un po’ lo sguardo Esther le rispose di si con la testa. Arrivata alle sue spalle, con quasi gli occhi lucidi, tende il braccio verso la sua schiena e la tocca dolcemente, Marina non se l’aspettava e un brivido le attraversa tutto il corpo tanto che chiude gli occhi per assaporare la sensazione, avvicinandosi sempre di più Esther le accarezza il volto scostandole i capelli ancora umidi dalla spalla, scivolando giù fino al suo braccio, poi afferendolo dolcemente gira verso di se Marina, le due donne si guardano negli occhi a lungo, Marina le accarezza dolcemente il viso fino a scivolare giù sul suo braccio e le prende la mano per stringerla a se, e guardandosi sempre negli occhi Esther si avvicina lentamente alle labbra di Marina, i suoi occhi era così carichi di incertezza ma anche di desiderio, il cuore di Esther cominciò a battere all’impazzata sembrava voler uscire dal petto, anche quello di Marina non scherzava però, le loro labbra si toccarono con una dolcezza impressionante, mentre si baciavano Marina stringeva forte la mano di Esther e con l’altra le accarezzava il viso, a Esther tremavano le gambe così strinse a se Marina.
Le labbra si separarono, Marina fisso il suo sguardo su Esther, capiva benissimo le sue paure e prendendo il suo viso tra le sue mani le disse “Esther ti voglio far sentire una cosa …” prese la sua mano e la mise sul suo cuore “Lo senti Esther? Senti come batte forte? Anche io ho paura sai”, un piccolo sorriso si stampò sul viso di Esther “Batte forte forte proprio come il mio, Marina e che io.. io.. non so cosa devo fare” “Non devi fare nulla Esther … Solo amarmi!” quella frase tolse il fiato ad Esther che faticava a trattenere le lacrime “Non mi sono mai sentita così Marina”.
Esther sposta lentamente la sua mano dal cuore di Marina al primo bottone della sua camicetta, slacciandolo uno per uno, guardando sempre negli occhi della sua Dottoressa, le sfila la camicia lasciandola cadere per terra, Marina accarezza il viso dolcissimo e sempre impaurito di Esther e scivolando sui suoi fianchi afferra la maglia sfilandola con un’accortezza impressionante facendo molta attenzione a non tirarle i lunghi capelli, con un gesto quasi da manuale lascia cadere la maglia a terra, e ad un passo dalle sue labbra la bacia stringendola a se con impeto ma anche con una dolcezza mai vista. Lentamente i baci si spostano nel collo e più giù fino alle spalle, fino ad arrivare al petto e al ventre, Marina si inginocchia davanti a Esther la guarda con il suo sguardo intenso, Esther ha sempre gli occhi lucidi, il suo cuore sta per  esplodere, non riesce più a contenere le sue emozioni, Marina ancora in ginocchio l’abbraccia forte, Esther accarezzando il viso di Marina lo rivolge verso di lei, e singhiozzando le dice “Marina .. Io .. io .. Ti amo”, Marina alzandosi l’abbraccia stretta stretta e in un orecchio le sussurra dolcemente “Anche io ti amo Esther, talmente tanto che mi scoppia il cuore”.
Marina asciugandole le lacrime di gioia la bacia, Esther trascina Marina a piccoli passi sul letto, abbracciandola cerca il modo di slacciarle il reggiseno, ma non ci riesce così Marina le fa un sorriso dolcissimo, poi senza dire niente baciandole per spalle le slaccia il reggiseno facendole vedere implicitamente come si faceva non era difficile, Esther decisamente imbarazzata abbozzò un sorriso sul viso e poi baciò Marina, non riusciva a smettere di baciarla, al secondo tentativo il reggiseno di Marina fini per terrà insieme al resto, i baci diventavano sempre più intensi Marina si era spinta giù fino al ventre le slacciò i pantaloni e glieli sfilò con estrema delicatezza gettandoli dove capitava e la stessa fine fece anche il suo perizoma. Marina accarezzava tutto il corpo di Esther, le gambe, le cosce, il ventre, i seni con estrema dolcezza la riempiva di baci delicati come il suo tatto, Esther sentiva il fuoco che cresceva dentro di se quasi un esplosione, non riusciva a contenere tutte quelle emozioni era talmente felice, anche se aveva ancora tanta paura, ma si sentiva inerme non aveva più il controllo di se, Marina continuava a baciarla e a stringerla a se, le prese la mani e la stringeva voleva farla sentire al sicura protetta, si spinse giù verso il suo ventre non lasciandole mai le mani, Esther non riusciva più a trattenersi, le emozioni erano totalmente devastanti alla fine emise un piccolo gemito, era esausta, Marina tenendola sempre abbracciata a se la guardo negli occhi e le sussurrò “Ti amo Esther”, Esther le sorrise e con gli occhi talmente cariche di lacrime scoppio a piangere Marina preoccupatissima “Esther ti prego non piangere …” “Marina scusami scusami tanto è che sono talmente felice che non riesco a trattenermi, non avevo mai provato una gioia così totale …” Marina si rasserenerò e asciugandole le lacrime le accarezzo il viso guardandola intensamente, si mise poi con la testa accoccolata sulla sua pancia stringendola forte, si addormentarono così l’una stretta all’altra.
 
Dopo un paio d’ore Esther si sveglia un po’ di soprassalto sperando di non aver sognato tutto, quando vede che al suo fianco dorme, dolce come un angelo, Marina si tranquillizza, guarda quel sul splendido viso innocente, la guarda dormire per un bel po’ e pensa “E’ bellissima”,  lentamente le accarezza il viso si avvicina e la bacia Marina si sveglia ed Esther con un bellissimo sorriso esordisce con “Buongiorno tesoro”, Marina ancora con la voce un po’ impastata mugugnando quasi le risponde “Buongiorno”, Esther infila la testa sotto le coperte e comincia a baciare il corpo di Marina che ancora un po’ addormentata le sussurra “Che dolcissimo risveglio”. Esther l’accarezza tutto il corpo, mentre le bacia dolcemente il seno continua ad accarezzarle le gambe fino ad arrivare al interno coscia, Marina sente battere forte il suo cuore sempre di più, Esther continua con estrema dolcezza quasi con timore di farle male, le carezze e i baci diventano sempre più intensi su tutto il suo corpo, stavolta è Marina ad essere in balia di Esther.
Esther sente il bisogno di vedere gli occhi della sua amata e di sorriderle così fa un attimo capolino da sotto le coperte, senza più tanto timore le bisbiglia dolcemente “Ti amo Marina”, Marina con gli occhi carichi di amore “Anche io tesoro mio”, e prendendole il viso tra le mani la bacia con una passione irrefrenabile le due stringendosi l’un l’altra si accarezzavano erano quasi diventate una persona sola l’una completava l’altra e viceversa.
 
Erano già le due passate del pomeriggio erano tutte due esauste sdraiate sul letto si guardavano negli occhi l’una di fronte all’altra, “Esther mi sa che dovremmo alzarci dal letto prima o poi …” esordì Marina “Beh sì prima o poi sì” ribatté Esther, Marina sorridendo le chiese “Ma tu non hai fame? Credo che siamo arrivate un po’ lunghe per il pranzo” “Beh a dire la verità un po’ di fame ce l’ho” ammise Esther, “Sai che facciamo?! Io preparo qualcosa da mangiare, e se ti va, tu puoi provare la doccia con l’idromassaggio, me l’hanno appena installata!” “Ok perché no, però mi dai un bacio prima di alzarci?” “Uno solo?!?” Marina sorride e l’abbraccia dolcemente baciandola con tutta la passione che aveva.

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Capitolo 4
*** UNA GIORNATA MERAVIGLIOSA ***


CAPITOLO 4 -  UNA GIORNATA MERAVIGLIOSA

Le due donne a fatica si alzarono dal letto, Marina afferrò frettolosamente la sua vestaglia, ben riposta sulla sedia affianco al letto, e l’indosso poi quasi di corsa aprì l’armadio e tirò fuori un accappatoio bianco fresco di bucato, si avvicinò alla sua dolce amata e glielo pose con estrema delicatezza sulle sue spalle sussurrandole  all'orecchio “Ecco tesoro mio, così non prendi freddo” poi l’abbracciò stringendola forte a se, “Grazie Marina, cominciavano a venirmi i brividi..” Marina con un sorriso dolcissimo “Ma come pensavo di essere io a provocarteli?!” Esther si girò verso di lei e accarezzandole il viso “Più che i brividi accendi il fuoco in me …” poi guardandola dritta in quei occhi intensi prese fiato “Marina … Grazie …” “E di che?” “Di amarmi …” Marina si emozionò talmente tanto a sentire le parole di Esther che le vennero gli occhi lucidi e con un sussulto di voce riuscì a dire “Ti amo” e poi si lanciò verso di lei in un fortissimo abbraccio quasi senza fine.
 
“Vieni con me, ti mostro come funziona l’idromassaggio” esorti Marina. Le due donne uscirono dalla camera dei sogni che diventano realtà, dirigendosi verso il bagno, prima Esther non aveva notato la doccia, quando Marina cominciò a spiegarle tutte le funzionalità di quella specie di astronave esclamò “Cavolo … Non è mica una doccia! Non ho mai visto una cosa del genere … Per caso fa anche il caffè?” ridendo divertita Marina “No purtroppo no!!”. Marina continuava a mostrarle come funzionava sia l’idromassaggio che la radio all'interno della doccia, Esther l’ascoltava con estrema attenzione quasi rapita dal suono della sua voce, ad un certo punto il suo sguardo si focalizzò su un pulsante un po’ nascosto posto sotto la radio, che la incuriosì e interrompendo Marina disse “E quello a che serve?” “Ah si dimenticavo quello, è il tasto di emergenza, emette un suono in tutta la casa”, Marina accarezzando Esther e prendendole la mano le sussurrò “Allora buona doccia amore, io vado a preparare il pranzo” “Grazie …” e lasciandole dolcemente la mano Marina uscì dal bagno chiudendo la porta.
 
Sul viso di Marina c’era impressa un’espressione serena e felice, non se n’era neanche accorta ma preparando il pranzo sorrideva di continuo, era molto tempo che non si sentiva più così; visto l’ora pensò di preparare una cosina veloce (oltretutto la sera dovevano andare al matrimonio di Valerio). Apparecchiò la tavola in sala, mise una stupenda tovaglia fantasia con delle rose rosse e nel centro della tavola accese una bellissima candela a forma di cuore; Esther cominciò a preparare la doccia seguendo scrupolosamente le direttive che Marina le aveva descritto, una volta sentita l’acqua, era già in temperatura, si sfilò l’accappatoio appendendolo all’apposito gancio, ed entrò nella doccia richiudendola dietro di se, l’acqua le scorreva su tutto il corpo ed era pervasa dai getti dell’idromassaggio che la “colpivano” da tutti i lati; un sorriso le si stampò sul viso e di colpo i pensieri ritornarono sulla sua adorata Dottoressa e quello che avevano appena condiviso insieme si sentiva finalmente completa, amava Marina, quell’amore così cercato da tempo che non credeva neanche esistesse, era felice si sentiva appagata, si era appena separata dal suo amore e già sentiva la sua mancanza, pensava ad una frase che l’era sempre piaciuta e che per lei, fino a quel momento, era solo un assioma “Se non hai mai amato … non hai mai vissuto!”, ora finalmente viveva la sua vita, si rese conto che prima sopravviveva e basta. Poi un altro pensiero le balenò in testa, un’espressione intrigante le fece capolino sul suo viso “E se io …
 
Mentre stava finendo di preparare il pranzo, una farcitissima insalata, roast-beef con salsa di maionese e funghi, un suono stridente le tolse immediatamente il sorriso sulla faccia. Era l’allarme della doccia pensò “Oddio Esther!”, si precipitò come un fulmine in bagno aprì la porta “Esther tutto bene?” vide la sua dolcissima compagna sotto la doccia ancora con il dito sul pulsante dell’allarme e un sorriso dolcissimo sul suo viso “Però ce ne hai messo di tempo … Non arrivavi più!”, Marina rasserenandosi “Tutto bene vero principessa?” “Sì sì solo che mi mancavi … Scusa se ti ho fatto preoccupare ma non ce la facevo proprio più … poi non so come, ma non riesco ad usare bene l’idromassaggio … ” un sorriso malizioso comparve sul viso di Marina “Ah allora ti serve una mano?!” si avvicinò alla doccia sfilandosi l’accappatoio e facendolo cadere a terra aprì il vano ed entrando disse “Cos’è che non hai capito dell’idromassaggio?” Esther le prese una mano e  l’abbraccio stringendola vicino al suo corpo “Guarda non mi è ben chiaro a cosa serve questo …” si avvicinò alle sue labbra bagnate e si abbandonarono ad un lungo ed appassionato bacio, Marina prendendo un attimo di fiato “Mi pareva di avertelo spiegato prima no?” “Beh vede Dottoressa non ho dormito tanto e faccio fatica a capire certe cose …” Marina ridendo le rispose “Ah ma non è mica un problema infermiera Bruno le ripiego volentieri il concetto!”  tornando seria la baciò. I getti dell’acqua accarezzavano dolcemente i loro corpi avvinghiati, tanto da sembrare uno solo, l’uno completava l’altro con  una simbiosi mai vista prima, la loro passione esaltava ogni bacio, ogni carezza, che si scambiavano, la dolcezza dei loro movimenti scandiva il ritmo del loro amore fino a raggiungere insieme l’apice del loro amore.
 
Uscite dalla doccia ”Oggi forse di pranzare non se ne parla eh?!” esordì Marina “Beh ad essere sincera mi è passata un po’ la fame” Marina diventando seriosa esclamò “Qualcosa dobbiamo mangiare non fa bene al fisico saltare i pasti” ed Esther ridendo e accarezzandole il viso ancora bagnato “La Dottoressa è lei …”. Si asciugarono e si vestirono poi si diressero verso la sala.
 
Esther vide la tavola imbandita ed esclamò “Che meraviglia!”, Marina si girò verso di lei e sorridendole le disse “sei tu la vera meraviglia!”, Esther di colpo arrossì e abbassò lo sguardo. “Dai tesoro siediti che ti porto da mangiare” continuò Marina, Esther si riprese un po’ e le chiese “Ti serve una mano?” “No, grazie piccola, ci penso io”. Marina portò in tavola i piatti che aveva preparato prima, Esther molto sorpresa “Cavolo amore, ma come hai fatto a preparare tutto questo? Io non faccio quasi mai un pasto completo” il volto di Marina si fece più serio ”Piccola non va mica bene la dieta deve essere completa ed equilibrata …” allora Esther sorridendo si avvicinò a lei  disse “Si mia dolcissima Dottoressa ha perfettamente ragione!” ed entrambe scoppiarono a ridere divertite.
Il temporale era passato aveva lasciato spazio ad un bellissimo sole primaverile, stavano ancora finendo di pranzare, e a Marina venne un’illuminazione “Esther mi è venuta in mente un’idea! Se non sei stanca potremmo andare a pattinare al parco? C’è un bel sole ora …” un velo di imbarazzo segnò il volto di Esther “Ma io veramente … non sono pattinare!” accarezzando la sua principessa si avvicinò al suo viso “Non importa piccola ti insegno io”, anche se non era convinta più di tanto Esther annuì e sorrise alla sua Dottoressa, Marina le prese fra le mani il viso “Esther che hai lì?” avvicinandosi sempre di più verso di lei “Dove?” “Qui” Marina appoggiò le sue labbra su quelle della sua compagna baciandola  dolcemente, una volta staccatasi da quelle sue morbidissime labbra Marina esclamò “Ah ecco era una briciola di pane … molto gustosa direi …” sorridendo dolcemente.
 
Non c’era più una nuvola in cielo, il sole scaldava una giornata che era diventata meravigliosa in tutti i sensi e per molti aspetti. Arrivate al parco che era a circa due passi dalla casa di Marina, le due donne si misero i pattini insieme alle protezioni per i gomiti e le ginocchia, Marina cominciò ad insegnare alla sua compagna. “Dammi la mano Esther” l’infermiera faticava notevolmente a trovare l‘equilibrio “Ooooh” si muoveva molto  a scatti per cercare di rimanere in piedi, Marina le lasciò la mano le disse “Vedi l’equilibrio sta qui” appoggiandosi le mani sul suo punto vita, Esther sempre molto traballante “Ah si sta qui …” provò ad imitare la sua amata mettendo anche lei le mani sui fianchi, ma non le venne troppo bene ancora un po’ e cadeva e si mise a ridere a crepapelle, vedendola in difficoltà Marina le prese tutte e due le mani stavolta “Piccola stai andando benissimo” “Si come no” “Ma no dico sul serio” ribatté Marina “Io non ci credo che sia la tua prima volta …”, e stringendosi sempre più a Marina ”Mi sembra che la giornata sia dedicata proprio a questo.. la prima volta o sbaglio?!” “Beh allora possiamo articolarla un altro po’… Sei mai stata baciata sui pattini?” “No ovviamente non ci sono mai st ...” Marina senza neanche farla finire la zittii con un bacio, ma Esther si sbilanciò e a fatica Marina riuscì a tenerla in piedi, “Pattina, pattina, pattina Esther dai forza andiamo” “No dai Marina aspetta …”
 
Dopo un po’ Esther non ce la faceva più, e alla prima panchina che trovò ci si fiondò con la velocità che le consentivano i pattini. Marina notò la mossa “Tesoro non vorrai mica smettere proprio ora? Stai andando benissimo!” Esther guardando Marina con un’espressione decisamente perplessa “Mi prendi in giro? Sono già caduta tre volte, e non oso pensare a quanti lividi mi sono procurata … e per finire ho i piedi in fiamme!!!” “Ma dai Esther non essere sciocca … e normale cadere le prime volte …” facendole un musetto da bimba piccola che chiede altra cioccolata al genitore “Ti prego ancora 15 minuti … 10 … almeno 5…” “Mi vuoi proprio morta” ribatté Esther “Marina ti prego non ce la faccio più …” alla fine Marina cedette “La mia dolcissima pigrona … ” “Si hai ragione sono un po’ pigra … però anche carina … in fondo in fondo” Marina le si avvicinò ad un orecchio e le sussurrò “Io direi bellissima!”.
Mentre si toglievano entrambe i pattini e le protezioni, Esther notò che, a qualche metro da loro, c’era una mano insanguinata che sbucava da un cespuglio, così preoccupatissima si affrettò ad avvisare Marina che di spalle non si era accorta di nulla, “Marina girati guarda là!” “Esther presto andiamo a vedere”. Le due donne si fiondarono sul cespuglio. Dietro al cespuglio c’era un bambino pestato a sangue …

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Capitolo 5
*** GELOSIA ***


CAPITOLO 5 -  GELOSIA

Il sole stava calando c'era ancora uno spiraglio di luce, Esther e Marina cercarono di dare il primo soccorso al bambino. Marina visitandolo cercò di rianimarlo la situazione era grave decisamente allarmata esclamò “Esther chiama subito il pronto soccorso presto...”, l'infermiera prese il cellulare dalla tasca e chiamò subito il Morandini, “Ciao Eva, sono Esther, c'è stata un'aggressione al parco Sempione ingresso Nord, un bambino di circa 10 anni è stato picchiato, numerose ferite su tutto il corpo ed è incosciente” “Ok Esther arriviamo subito” Eva mise giù il telefono ed avverti subito Franco e mentre correvano verso l'ambulanza grido a Teresa “Aggressione al parco Sempione un bambino ferito e non cosciente, quando siamo sul posto di ragguaglio meglio”.
Dopo neanche dieci minuti i soccorsi arrivarono al parco, Esther era già all'ingresso del parco per condurre l'ambulanza dal ragazzo, che Marina stava cercando invano di rianimare, “Ciao Franco” esordì la dottoressa “Ha perso molto sangue ho provato a rianimarlo ma niente”, “Ok ora ci pensiamo noi” rispose preoccupato lui e continuò “Ah Marina bisogna chiamare la polizia ci pensi tu?” “Certo lo faccio immediatamente!”.    
L'ambulanza arrivò al pronto soccorso. Il dottor Malosti era già li pronto ad attenderla “Cosa abbiamo?” “Maschio, 11 anni numerose  ferite su tutto il corpo incosciente” spiegò Franco, “Ok subito in emergenza 1”. Quasi insieme all'ambulanza arrivarono anche Esther e Marina, Teresa le notò subito, e sempre con il suo tipico sarcasmo, da ispettore mancato rivolgendosi ad Esther, esclamò ”Ma non era il tuo giorno di riposo? Hai l'aria un po' sciupata, non ti sei riposata un granché vero?” con un ghigno malizioso sul viso (ma Terrygan i c...i suoi mai !!), Esther la guardò con un'espressione quasi di compassione e tra se e se pensò “Parla, parla, oggi non ce la puoi fare a farmi sentire triste ed insicura” ma non aprì bocca, il suo sguardo fu molto più eloquente di mille parole persino Teresa se ne accorse ed abbassò lo sguardo (che dire Esther 1 Terrygan 0).
Intanto Marina era rimasta sull'atrio del Morandini a parlare con Eva, “Dottoressa Ranieri?” Marina girandosi si trovò di fronte una donna dai capelli lunghi neri “Buonasera sono l'ispettore Girelli” “Molto piacere ispettore” Marina le porse la mano per stringerla. “Mi hanno detto che devo parlare con lei per l'aggressione del ragazzo?” “Ah si venga andiamo in sala medici, così possiamo parlare tranquillamente” le due donne si incamminarono verso la stanza. Esther girandosi vide allontanarsi la sua Dottoressa con una donna a lei sconosciuta molto incuriosita disse a Teresa “E quella chi è?” e Terrygan armata di tutto il suo tatto le rispose “E io che ne so ... Probabilmente una nuova conquista!”, l'infermiera molto turbata dalla battuta della sua collega la guardò come per mandarla a quel paese (ma magari l'avesse fatto) e si limitò a pensare, con un pizzico di presunzione, “Sbagli alla grande mia cara Terry, Marina è mia … solo mia!”.
Finita la conversazione Marina e la donna dai lunghi capelli neri ritornarono nell'atrio del pronto soccorso, Esther le vide subito, Marina la salutò di nuovo stringendole la mano e dicendole “Se ha ancora bisogno di me non esiti a chiamarmi arrivederci”. Marina raggiunse poi Esther al bancone dell'accettazione e disse “Ho una brutta notizia da darvi ...” Esther si incupì notevolmente era preoccupatissima “Che cos'è successo?” “Si tratta del ragazzo che abbiamo soccorso al parco … non ce la fatta!” un velo di tristezza scese su tutte e tre le donne persino su Teresa.
Marina voleva risollevare un po' gli animi, la brutta notizia aveva steso tutti quanti, non sapendo come fare cambiò radicalmente discorso “Esther dobbiamo andare a preparaci se no facciamo tardi al matrimonio di Santamaria” poi rivolgendosi a Teresa “Lei quando finisce il turno?”, Terrygan non si aspettava decisamente quella domanda tanto meno così tanta gentilezza nei suoi confronti e rispose “Beh ho ancora 10 minuti dottoressa” “Ah bene, così non deve fare di corsa per preparasi”. Esther si girò verso la sua adorata Dottoressa e le disse “Andiamo dai, se no non riusciamo a cambiarci.... Ciao Terry a dopo” “Si andiamo ok, arrivederci Teresa”.
Neanche fuori dal pronto soccorso Esther girandosi verso Marina, con un tono decisamente sospettoso, le chiese “Chi era quella donna mora?” “E' l'ispettore di polizia Francesca Girelli, indaga sul caso del ragazzo” il viso dell'infermiera si rilassò di colpo “Ah ok” “Esther non sarai mica gelosa?” “Io no, assolutamente no” si affrettò a negare ma Marina aveva capito che non era vero e con un velo di soddisfazione punzecchiando un po' la sua amata continuò “Sì sì sei gelosa!” “Ma no ti dico di no” Esther continuava a negare anche se lei stessa non ne era convinta.
Una volta che si erano cambiate per la cerimonia Marina ed Esther si affrettarono a raggiungere la chiesa non mancava tanto all’inizio del matrimonio.
In macchina Esther si girò a guardare la splendida donna a fianco a lei, allungò la sua mano posandola dolcemente sulla gamba di Marina, la dottoressa fu piacevolmente sorpresa da quel gesto si girò guardando la sua infermiera per un attimo e le sorrise, Esther forse un po' troppo premurosa le disse “Se ti da fastidio la levo … è solo che ho bisogno di avere un contatto con te … Non posso più farne a meno”, Marina sopraffatta da quelle parole si girò di nuovo verso di lei e le disse “Sei veramente dolce amore mio”.
Al matrimonio c'erano tutti tranne Laura e Nicola erano di turno al pronto soccorso, forse una scusa per entrambi.
Ovviamente Esther e Marina si erano sedute vicino in chiesa. Durante la funzione, Esther non curandosi della gente intorno, si avvicinava sempre di più a Marina ricercando la sua mano, una volta trovata la strinse con forza a se e con uno sguardo complice tra lei e la sua amata, si rese conto finalmente di essere al sicuro e un bellissimo sorriso le si stampo sul viso.
 

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Capitolo 6
*** UN VECCHIO AMICO ***


CAPITOLO 6 -  UN VECCHIO AMICO

Una settimana era già passata dal matrimonio di Santamaria, al Morandini c’era un insolita tranquillità, qualche urgenza e molti PDE da visitare.
In accettazione battevano un po’ la fiacca, c’erano Teresa, Rocco e Esther che stavano facendo due chiacchiere. Teresa con il suo solito tono sprezzante da scoop, quasi urtante, esclamò “Guardate un po’ qui … cos’è arrivata ..” agitando una cartolina che era appena stata recapitata al pronto soccorso, poi si mise a leggerla a voce alta “Saluti dai Caraibi, Carola e Valerio”, Rocco con un pizzico d’invidia esordì “Che fortuna, è inverno e se ne stanno in spiaggia, e noi qui a lavorare!”, “Si però in quel posto ci puoi andare solo in luna di miele, no?” ribatté Esther e lui confermò “Beh sì, Grand Hotel … All inclusive, io non salterei neanche un pasto, con me mi sa che non ci guadagnerebbero un granché a fare il tutto incluso!” e sorridendo si diresse verso il box emergenza lasciando sole le due donne.
Teresa continuò il discorso “E tu Esther ... andresti in un posto simile per la tua luna di miele?” (l’ispettore Terrygan stava sondando il campo con le sue terribili domande stile interrogatorio), Esther un po’ imbarazzata e seccata dalla domanda si affrettò a negare “Io? Non credo proprio” e poi cercando di sfuggire ad altri probabili quesiti provò ad andarsene, ma Terrygan (la conosciamo ormai bene è un mastino) notando la sfuggevolezza dell’infermiera provò ad inseguirla “E dai Esther, intendevo dire che un giorno deciderai di sposarti e magari andrai in un posto simile”. Rocco aveva dimenticato una cosa ed era tornato indietro a prenderla, e assistendo alla scena intervenne come a voler salvare Esther dalle grinfie del zelante ispettore “Terry, sposarsi non va più di moda oramai, ora piace solamente alla gente ricca come Santamaria o al poveretto come me...”. Tutta quella insistenza di Teresa agitò notevolmente Esther il suo viso si incupì, era stanca e seccata da quell’atteggiamento, così decise di prendere il coraggio a 4 mani e risponderle, sospirò e disse “Allora cos’è che vuoi sapere? Se sto con la Dottoressa Ranieri? … Si sto con lei e se non ti va bene non me ne frega niente” il tono di Esther era decisamente alterato, tanto che Teresa si preoccupò e cercò subito di rimediare arrampicandosi sugli specchi “Esther dai non fare così non ti arrabbiare …” “Guarda che io non sto facendo un accidente fai tutto tu!” l’infermiera prese e se ne andò lasciando Teresa senza parole (una cosa da segnare sul calendario … un piccolo aggiornamento Esther 2 Terrygan 0) .
 
Esther stava facendo il suo giro, cercava di controllare i carrelli dei medicinali. Stava ancora rimuginando sulla discussione avuta pocanzi con Teresa, pensava in continuazione “Teresa se l’è cercata, cavoli suoi, ora può pensare quello che vuole”, era talmente sovrappensiero che non si accorse che alle sue spalle un ragazzo le si avvicinò. “Esther” l’infermiera si girò quasi di soprassalto e felice della sorpresa esclamò “Ehi ciao Giuseppe come stai?” “Non bene come te” rispose il ragazzo “Ogni volta che ti vedo … sei sempre più bella” Esther arrossì di colpo.  In quel momento arrivò Marina “Esther?” si ricompose un po’ “Ah ciao … Ti presento Giuseppe Tini … Un paziente che è stato al pronto soccorso qualche tempo fa siamo diventati amici ... E lei … è la Dott. Ranieri”, “Salve molto piacere” rispose Marina “Il piacere è tutto mio” rispose il ragazzo. Marina un po’ incuriosita continuò e gli chiese “Come mai di nuovo qui al pronto soccorso?” lui senza remore rispose “Beh... per vedere di nuovo Esther, non è una ragione sufficiente?”, un velo di inquietudine scese sul viso di Marina ma non lo fece notare e con gran eleganza rispose “E’ davvero una buonissima ragione” sorridendo leggermente. Esther si era rese conto che la situazione stava diventando insostenibile, così cercò di svicolare “Ehhm Giuseppe pensi di fermarti molto? In questo momento sono abbastanza impegnata”, sorprendendo l’infermiera Marina disse “Vai e bere qualcosa con lui, se vuoi.. Ti posso coprire io per un po’... ok?”, un po’ titubante per quella frase appena pronunciata dalla Dottoressa, Esther accettò e se ne andò verso le macchinette con il suo amico, Marina salutò il ragazzo “E’ stato un piacere conoscerla Giuseppe” “Arrivederci Dottoressa” rispose lui.
 
Esther non si sentiva a proprio agio in quella situazione, nella voce di Marina aveva percepito un tono quasi irritato, ma forse erano solo paranoie non lo sapeva neanche lei. La voce di Giuseppe le frenò i pensieri “Sto ancora aspettando quella famosa cena … che dovevamo fare insieme” Esther fu colta decisamente di sorpresa e senza neanche pensarci rispose “Ah si è vero te l’avevo promesso, beh chiamami quando vuoi che ci andiamo!”, il ragazzo timidamente “Ma veramente … io avevo pensato a stasera ... perché ... vedi mi devono dare i risultati degli esami... e se è tutto ok, volevo festeggiare con te”. Esther sgranò gli occhi non sapeva ne che dire ne che fare “Beh vedi stasera non è possibile... ho già altri piani … avresti dovuto dirmelo prima”, “Ma certo sono un idiota avrei dovuto pensarci … Però sarebbe veramente importante per me se tu riuscissi a liberarti.. e venire con me ... te ne sarei infinitamente grato”, Esther non sapeva veramente come comportarsi, le faceva decisamente tenerezza e non se la sentiva di dargli un no secco così tentennò “Dai ci proverò promesso”, un sorriso illumino Giuseppe.
La conversazione prosegui mentre i due ragazzi si prendevano un caffè caldo.  “Allora quando sono pronti i risultati?” gli chiese Esther “Ah fra circa 10 minuti mi hanno detto” nervosamente rispose lui, “Che ansia vero?” “Beh sì … Esther se posso vorrei farti una domanda un po’ personale?” il tono del ragazzo si fece ancora più insicuro tanto che Esther si preoccupò a sua volta “Oddio direi di sì chiedi pure che sarà mai” “No è che... Tu hai il ragazzo?” l’infermiera ancora una volta non sapeva cosa dire, quella domanda l’aveva decisamente spiazzata, molto imbarazzata rispose “Beh no, il ragazzo no …” e  non riuscì neanche a finire la frase visto che Giuseppe si affrettò a finirla per lei “Bene bene” tutto soddisfatto.
 
Intanto al pronto soccorso tornò l'ispettore Girelli, si affacciò in accettazione e chiese a Teresa “Mi scusi avrei bisogno di parlare con la Dottoressa Ranieri sono l'ispettore di polizia Francesca Girelli”, Teresa le diete una squadrata da capo a piedi e poi con un tono di sufficienza le disse “Un attimo che la chiamo”. Dopo un po' Marina arrivò nel atrio del Morandini  “Buongiorno Ispettore, qualche novità?” “Buongiorno, avrei bisogno di parlare con lei delle indagini... e poi vorrei chiederle una cortesia?” “Mi dica Ispettore” la Girelli andò subito al sodo “Ci possiamo dare del tu?” Marina un po' sorpresa della richiesta rispose “Ma certo nessun problema vieni che ti offro un caffè”. Le due donne si allontanarono. Teresa da ‘brava’ detective rimase con l'orecchio teso per captare qualche piccolo scoop per i suoi pettegolezzi e dicerie che da li a poco avrebbe fatto (la rivista eva3000 è uno scherzo a confronto).
 
Esther stava girovagando per il pronto soccorso riflettendo su cosa doveva fare per non deludere nessuno, le dispiaceva per Giuseppe, ma poi se Marina se la prendeva, non sapeva proprio cosa fare. Girando quasi senza metà, decise di andarsi a prendere uno snack ne aveva bisogno per carburare meglio.
Quando arrivò nella sala ristoro, vide Marina e di nuovo quella donna bruna che chiacchieravano come due vecchie amiche. La cosa l'irritava notevolmente, sì forse era gelosa, quella donna era sempre in mezzo ai piedi, che parlava con la sua Marina, la sua espressione divenne molto cupa, andò verso la macchinetta e prese uno snack. Marina buttò l'occhio e vide la sua infermiera che se ne stava andando senza dirle niente “Mi scusi solo un momento Francesca?” si congedo velocemente dall'ispettore e corse dietro a Esther, “Ehi Esther aspetta, perché non ti fermi un po' li con noi? Dove corri?” con la voce quasi tremolante le rispose un po' acidamente “No guarda è meglio di no, non vorrei essere di troppo” “Ma che cosa stai dicendo?!” “Quella donna è sempre qui, che c'è lei non ha un ufficio, non lavora mai.... Ah ho capito forse viene qui per vedere te” Esther non attese neanche la risposta di Marina la lasciò lì con sul viso stampata un'espressione stupita e turbata allo stesso tempo.
 
La Dottoressa ritornò dall'Ispettore per continuare la conversazione. Dopo quasi un’ora la Girelli era ancora lì che chiacchierava con Marina, anche se la Dottoressa a tratti era un po’ assente stava pensando al comportamento di Esther e non riusciva a capire. Nel frattempo Esther si prese una altra pausa e si fermò a sedere in un tavolino non distante dalle due donne. L’ispettore si congedo “Alla fine mi hai dato un grosso aiuto Marina” “Perché? Non mi sembra di aver fatto molto...” con estrema modestia rispose la Dottoressa, “E’ stato un vero piacere conoscerti” continuò Francesca “Anche per me” rispose Marina, “Per ogni necessità ti lascio il mio numero di cellulare e mi raccomando non esitare a chiamarmi” “Ah ok va bene” rispose Marina che girandosi notò Esther che stava bevendo qualcosa di caldo ”Senti... Non ti dispiace se non ti accompagno alla porta?” “No, certo che no, conosco bene la strada” rispose l’ispettore, “Grazie, è che devo risolvere una questione qui … Beh allora ci vediamo è stato un piacere ciao” Marina si affrettò a salutarla “Ciao Marina grazie per collaborazione” l’ispettore se ne andò.
Marina con un velo di preoccupazione sul viso si avvicinò ad Esther “Ciao” “Ah Ciao” rispose l’infermiera e con un tono decisamente pungente e continuò “Eh già andata via? Stai tranquilla sicuramente si è scordata qualcosa e tornerà presto”, allora la Dottoressa non si fece pregare e decisamente irritata dal comportamento della compagna disse “Ma insomma Esther che ti prende?! Quando ti sarà passata fammelo sapere” e girandosi si diresse verso l’ambulatorio di pediatria, lasciando l’infermiera decisamente di stucco.
 
Intanto erano arrivati i risultato di Giuseppe. Il ragazzo stava cercando Esther, come un disperato, per tutto il pronto soccorso, nei corridoi incrociò Marina e colse l’occasione per avere un piccolo aiuto e le chiese “Mi scusi Dottoressa ha visto Esther?”, Marina era ancora arrabbiata ma allo stesso tempo triste e un po’ sottotono rispose al ragazzo “No, è un bel po’ che non la vedo in giro … Dal suo sorriso deduco buone notizie?” e lui sorpreso della domanda “Ah sì sono guarito non ci posso ancora credere” “Congratulazioni mi fa molto piacere … Guarda Esther e laggiù” Marina indicò a Giuseppe il fondo del corridoio. Il ragazzo cominciò a correre per raggiungere Esther arrivò e l’abbracciò sotto gli occhi di Marina, “Guarda guarda … Guarito!” Esther era decisamente imbarazzata e non sapendo che altro fare gli disse “Questa è proprio una bellissima notizia congratulazioni” “Che significa congratulazioni non mi dai un abbraccio?” a quel punto si che Esther non sapeva che fare timidamente abbracciò il ragazzo anche se la cosa si faceva sempre più imbarazzante, Marina li stava osservando da lontano e dopo la discussione non era certo il massimo spettacolo da vedere. Il ragazzo continuò a parlare “Ora dobbiamo festeggiare? Sei riuscita a liberarti?” Marina se ne andò senza neanche salutarla, allora Esther senza pensarci troppo su gli rispose “Eh.. Si sono libera stasera”, “Bene allora andiamo a cena, ti chiamo più tardi così ci mettiamo d’accordo” “Ok va bene ci vediamo dopo ciao”.
 
Esther era sempre più scombussolata voleva parlare con Marina ma oggi tutte le volte che parlavano finivano per discutere, non c’era proprio verso. Si era fatta l’ora di pranzo Esther non si era portata il pranzo, il programma era quello di andare fuori con la sua Dottoressa, ma vista la situazione non le sembrava il caso, andò nella sala ristoro dove c’erano già Rocco e Teresa e timidamente disse “Posso unirmi a voi?” Rocco con la sua simpatia innata le rispose “Ehh, ecco la figliol prodiga, E' passato molto tempo da quando ti degnavi di venire a mangiare con noi comuni mortali” “Dai Rocco piantala” rispose Esther un po’ seccata. Teresa stranamente gentile le chiese “Ma non ti sei portata il pranzo?” “No pensavo di mangiare fuori”, sia Rocco che Teresa si erano accorti che Esther aveva qualcosa che non andava. Per non perdere il vizio Terrygan (che i fatti proprio non sa neanche dove stanno di casa)  le chiese “Ma hai litigato con la Ranieri?”, Esther venne colta un po’ di sorpresa dalla domanda e tentennò “Eh .. No … Beh un po’” allora Teresa con un ghigno quasi compiaciuto “Ah! Già problemi in paradiso?!?!”. Nel frattempo arrivò anche Marina “Esther ciao ti stavo cercando, salve Teresa … Rocco … Ti stavo aspettando per andare a mangiare”, Esther era ancora risentita e le rispose a tono “Io sto qui a mangiare” “Ah ok va bene... allora ci vediamo più tardi?” “Non credo. Perché ... ho un impegno per cena con Giuseppe, il ragazzo che ti ho presentato prima … E dopo cena pensavo di andare direttamente a casa”. Marina era decisamente adirata dal comportamento di Esther, non lo diede a vedere e si limitò a rispondere “Allora va bene … Divertiti. Ragazzi buon appetito” ”Grazie dottoressa” Marina se ne andò.
 
La Ranieri era talmente arrabbiata che avrebbe voluto urlato, non potendo farlo decise di fare l’indifferente, voleva far capire a Esther che era libera di fare quello che voleva, ma dentro di se era una guerra di fuoco e fiamme. Pensava in continuazione “Come può andare a cena con quel tipo e io chi sono … non mi ha neanche avvisato, lo sono venuta a imparare per caso, come può trattarmi così … Perché abbiamo discusso poi non lo so”, non riusciva a darsi pace così cercò di concentrarsi sul lavoro magari la distraeva.
 
Intanto si era già fatta sera, Esther e Giuseppe avevano già cenato parlando del più e del meno, in un ristorantino messicano. All’uscita dal ristorante, il livello di imbarazzo tra i due era sempre più elevato Esther continuava a non sentirsi a suo agio, il ragazzo provò a continuare la conversazione “Abbiamo mangiato molto bene, anche se era decisamente piccante, non ti pare?” “Sì è vero, ultimamente però mi piace molto il piccante” rispose l’infermiera, “Beviamo qualcosa?” continuò lui, Esther non sapeva più cosa fare “Bere? Non saprei” “Ma non ti stai divertendo” domandò Giuseppe preoccupato “Sì si tu sei molto carino e mi sto divertendo in tua compagnia ...” il ragazzo non la fece neanche finire “Però?”, Esther a fatica continuò il discorso “Però oggi, ti ho detto che non avevo il ragazzo …” “E ce l’hai?” “No, il ragazzo no, però... c'è una persona di cui sono follemente innamorata” ammise lei, “E’ una ragazza che lavora con me”. Il ragazzo rimase di sasso “Una ragazza?” Esther confermò la sua confessione “Sì, e oggi mi sono comportata come una perfetta idiota con lei”. Giuseppe vide sul volto di Esther un alone di tristezza, allora cercò di risollevarla come meglio poteva in fondo era stata sincera con lui, così le chiese “Che dici riesci a farti perdonare?” Esther con un filo di voce rispose “Spero proprio di sì …” “E allora perché non lo fai?” “Giuseppe non è semplice è che noi donne siamo molto complicate” il ragazzo si mise a ridere “No, ma dai …”, Esther sorrise a sua volta.  “E tu cosa mi consiglieresti di fare?” “Beh fammi pensare … Falla ridere … Alle donne piace, quando le fai ridere, o no?” “Beh si e dei fiori cosa ne pensi” commentò Esther, “Secondo me è più efficace farla ridere e renderla felice … Però ad essere sincero non ho tutta questa esperienza”. Mentre passeggiavano incrociarono una signora che vendeva rose per la strada, e Giuseppe la fermò “Senta scusi quanto vuole per il mazzo completo?” la signora gli rispose e lui le acquistò. Con estrema gentilezza pose i mazzo di fiori tra le mani di Esther “Prova con questi e se non funziona, allora prova con il piano B: falla ridere, d’accordo?” Esther sorrise e lo ringraziò “Grazie. Sei un amico.”
 
Esther non sapeva come fare per chiedere scusa alla sua Dottoressa si era comportata veramente male nei suoi confronti, avrebbe voluto parlare con lei, chiarire, spiegarsi ma non ci era riuscita; non ce la faceva più continuava a rimuginare e non ne veniva a capo, doveva vedere Marina, doveva parlarle anche solo per un minuto, aveva bisogno di scusarsi. Alla fine si decise e si diresse verso la casa della Dottoressa. Una volta arrivata per suonare il campanello ci mise quasi 10 minuti, non certo per l’orario non era tardi, e che non sapeva come esordire. Alla fine suonò, Marina guardò l’ora e un po’ sorpresa andò a vedere chi era. Guardò dall’occhiolino vide un immenso mazzo di fiori e aprì. Esther con un filo di voce riuscì a salutarla “Ciao Marina … Sono per te” e le consegnò i fiori, l’infermiera era timorosa non sapeva come proseguire era li ferma sulla soglia e non sapeva che dire. “Eh … beh .. io.. io volevo scusarmi per essermi comportata come... come...” Marina non le fece finire la frase la terminò lei “Una stupida!!!” Esther rimase un po’ di pietra da quella risposta, ma in cuor suo è quello che voleva dire lei stessa “Sì un po’” tentennando non sapeva come andare avanti, con un tono decisamente gelido Marina le disse  “Beh allora... Grazie per i fiori.. sono molto belli... Ci vediamo domani” e chiuse la porta lasciandola fuori. La tristezza di Esther si fece sempre più intensa nonostante le sue scuse Marina era ancora arrabbiata con lei l’aveva fatto capire molto bene, rimase li per qualche minuto davanti la porta chiusa con lo sguardo assente.
Marina la fece soffrire ancora qualche minuto e poi sorridendo le aprì la porta “Che ci fai ancora lì dai entra” esclamò la dottoressa e continuò “Sai che sei proprio una peste … Però io ti amo lo stesso”, la strinse a se con la mano libera e la bacio teneramente mentre con il piede chiuse la porta. Non era più arrabbiata ma ci teneva a fare la pace, come si deve, con il suo amore.

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Capitolo 7
*** IL PADRE DI ESTHER ***


CAPITOLO 7 -  IL PADRE DI ESTHER

Il bacio sembrava quasi eterno le loro labbra non si volevano staccare l’una dall’altra. Alla fine cedettero e il bacio finì con un dolcissimo abbraccio. Marina guardo la sua donna negli occhi, le accarezzo il viso sorridendo ed esordì “E’ meglio che metta a bagno queste bellissime rose … Tu intanto mettiti comoda” “Ok amore” rispose Esther pendendo dalle labbra della sua Dottoressa. Marina si diresse verso la cucina alla ricerca di un vaso.
Esther si levò la giacca e si mise a girovagare per la sala senza una meta precisa. Indossava un bellissimo vestito rosso decisamente elegante, aveva i capelli sciolti che le scivolavano morbidamente sulle spalle, e un leggero trucco sul viso. Marina di ritorno dalla cucina, vide la sua infermiera, di spalle, intenta a guardare la libreria, prima con la giacca non aveva notato quanto fosse bella con quel vestito addosso, “E’ davvero bellissima” pensò. Si diresse lentamente verso lo stereo, senza fare rumore in modo che Esther non se ne accorgesse. Cercò con estrema attenzione la canzone che l'era venuta in mente poco fa guardando il suo amore, ci mise un po' ma alla fine trovo il cd. Sempre molto attenta a non far rumore Marina fece partire lo stereo.
Le note di 'Lady in red' di Chris De Burgh cominciarono a risuonare in tutta la stanza.
Esther si girò non si era accorta di nulla, Marina la guardò diritta in quei occhi da cerbiatto e le chiese “Ti va di ballare principessa?”, Esther arrossì di colpo era così emozionata che abbassò lo sguardo e con un filo di voce disse “Sì amore”, la voce era decisamente tremolante. Marina si avvicinò alla sua amata e la strinse a se dolcemente fissandola sempre negli occhi. Cominciarono a ballare l'una stretta all'altra, su quelle note così lente e soavi. Non avevano mai ballato insieme, ma nei loro movimenti c'era una simbiosi mai vista, una complicità invidiabile.
 
https://www.youtube.com/watch?v=y_5iEv0gnjo
Chris De Burgh "The Lady In Red"

I've never seen you looking so lovely as you did tonight,
I've never seen you shine so bright,
I've never seen so many men ask you if you wanted to dance,
They're looking for a little romance, given half a chance,
And I have never seen that dress you're wearing,
Or the highlights in your hair that catch your eyes,
I have been blind;

The lady in red is dancing with me, cheek to cheek,
There's nobody here, it's just you and me,
It's where I want to be,
But I hardly know this beauty by my side,
I'll never forget the way you look tonight;

I've never seen you looking so gorgeous as you did tonight,
I've never seen you shine so bright, you were amazing,
I've never seen so many people want to be there by your side,
And when you turned to me and smiled, it took my breath away,
And I have never had such a feeling,
Such a feeling of complete and utter love, as I do tonight;

The lady in red is dancing with me, cheek to cheek,
There's nobody here, it's just you and me,
It's where I want to be,
But I hardly know this beauty by my side,
I'll never forget the way you look tonight;

I never will forget the way you look tonight...
The lady in red, the lady in red,
The lady in red, my lady in red,

I love you...

 
Esther si abbandonò fra le braccia di Marina, appoggiando dolcemente la testa sulla spalla della compagna, lasciandosi così guidare delicatamente in quello che sarebbe stato un momento indimenticabile. Marina accarezzava quei bellissimi capelli bruni che le facevano quasi il solletico sul collo, dentro di se sentiva un'emozione che non riusciva a contenere, il cuore andava a mille, così strinse più forte la sua compagna, quasi a voler rendere quel momento interminabile. Accostò dolcemente le sue labbra alla spalla di Esther e la baciò, tanti teneri baci ricoprirono la spalla nuda dell'infermiera. Con un pizzico di audacia la dottoressa scostò la spallina del  vestito, mentre continuava a baciare il suo amore, la riempiva di baci, piano piano si spostò sul collo fino ad arrivare all'orecchio, allora le sussurrò “Esther ti amo”. Esther era sopraffatta dalle sue emozioni, dentro di se c'era un fuoco che bruciava per la sua dottoressa, si sentiva amata, al sicuro fra le braccia di Marina. Lentamente sollevò la testa guardò negli occhi la compagna per un momento quasi senza fine, poi con un filo di voce quasi titubante disse “Ho voglia di te amore mio”. Gli occhi di Marina diventarono lucidi, avvicinò le labbra a
quelle di Esther e la baciò dolcemente.
Le dolce note del lento erano finite. In sottofondo ora c’era la suadente voce di Sarah Mclachlan con la canzone che      
descriveva perfettamente la situazione intitolata ‘I love you’.
 
https://www.youtube.com/watch?v=hP0LOen603U
Sarah Mclachlan "I Love You"

I have a smile
stretched from ear to ear
to see you walking down the road

we meet at the lights
I stare for a while
the world around us disappears

just you and me
on my island of hope
a breath between us could be miles

let me surround you
my sea to your shore
let me be the calm you seek

oh and every time I'm close to you
there's too much I can't say
and you just walk away

and I forgot
to tell you
I love you
and the night's
too long
and cold here
without you
I grieve in my condition
for I cannot find the words to say I need you so

oh and every time I'm close to you
there's too much I can't say
and you just walk away

and I forgot
to tell you
I love you
and the night's
too long
and cold here
without you

 
Le due donne si abbandonarono al loro amore, l'una fra le braccia dell'altra, accarezzandosi e baciandosi con infinita dolcezza  e passione per quasi tutta la notte, fino che esauste si addormentarono abbracciate sul divano.
Un raggio di sole fece capolino nella sala, illuminò il volto delle due amanti.
Marina si svegliò per prima, vide il suo dolce angelo che dormiva fra le sue braccia, di colpo un sorriso le illuminò il viso. Accarezzò la sua compagna, la baciò poi esclamò “Buongiorno amore mio”, con la voce un po’ impastata Esther rispose “Buongiorno”. Marina buttò l'occhio sull'orologio era molto tardi, ovviamente non aveva sentito la sveglia, come poteva  era in camera, ma non voleva che quel bellissimo momento finisse. Aspetto ancora qualche minuto guardando il suo cucciolo che si svegliava, poi dolcemente le disse “Tesoro dobbiamo alzarci”, mugugnando un po' Esther rispose “Si Marina ora mi alzo ma ho bisogno di una cosa però” “Che cosa?” le domandò la Dottoressa, “Beh di un bacio del mio amore” “Sei così dolce piccola mia” Marina si avvicinò e la baciò.
 
Le due donne si vestirono velocemente ed uscirono per andare al lavoro. Nonostante l'orario arrivarono al Morandini con solo 10 minuti di ritardo. Teresa era già in accettazione, pronta per far notare il ritardo alle due donne. Non ebbe l'occasione perché Esther la stoppò subito “Terry non cominciare, siamo in ritardo solo di 10 minuti, ieri siamo rimaste qui un'ora in più del turno sia io che la Dott. Ranieri, per cui non voglio sentirti fiatare”. Terrygan rimase di sasso non fece tempo a dire neanche buongiorno e il suo ghigno malefico si trasformò in una smorfia esterrefatta. Anche Marina rimase sorpresa dal comportamento della sua donna, in poco tempo era così cambiata sembrava più forte, più decisa e più sicura di se, un sorriso le si stampò sulla faccia. Marina ed Esther, lasciando lì Teresa come un baccalà, si andarono a cambiare. Allora la situazione è questa Esther 3 Terrygan 0 mica male J!!!
 
La giornata al pronto soccorso era piuttosto tranquilla. Esther si fermò un attimo a parlare con Rocco in accettazione; sopraggiunse anche Teresa, che ancora rimuginava sulla batosta della conversazione avuta quella mattina, sembrava un gattino indifeso era di una gentilezza mai vista (a forza di prendere degli stop magari mette la testa a posto J). Mentre Esther parlava, alle sue spalle arrivò un uomo che l’abbraccio da dietro, “Esther!” si girò di soprassalto “Papà ciao …” e l’abbracciò a sua volta. “Teresa, Rocco vi presento mio padre” “E’ un piacere conoscerla” esclamò Teresa e a ruota la seguì Rocco “Molto piacere”, molto educatamente il padre di Esther rispose “E così questi sono i colleghi di cui mi parli tanto …. Il piacere è tutto mio”. Una volta finiti i convenevoli l’infermiera “Beh come mai qui papà?” “Tesoro niente di grave, è che oggi sono caduto e ora mi fa male il ginocchio … Faccio un po’ fatica a camminare” Esther immediatamente si preoccupò “Fammi vedere … E’ molto gonfio quando è successo?” “Beh stamattina presto” rispose il padre, “Saresti dovuto venire subito” lo rimproverò lei, “Figlia mia lo sai che non mi piacciono i dottori”, “Dai su andiamo a farci vedere questo ginocchio … Rocco mi prendi una sedia a rotelle per favore?” “Macché sedia cammino con le mia gambe” “Papà non farmi arrabbiare non ce la fai mettiti a sedere” l’uomo ubbidì perché effettivamente la gamba gli faceva decisamente male.
 
Nel corridoio dell’ospedale Esther spingeva la sedia di suo padre. L’uomo un po’ preoccupato le chiese “E adesso dove mi stai portando?” “In radiologia, a fare i raggi per vedere se hai l’artrosi” rispose la figlia, il padre arrogantemente le rispose “Oh che sciocchezze! Non ce l’ho di certo l’artrosi” “Papà dimmi quando hai preso la laurea in medicina?!” “Beh ragazzina, uno queste cose le sa” saccentemente le rispose. E poi continuò “A proposito … Il dottore che mi ha visitato è carino no?!?!” “Papà che stai dicendo … E’ sposato … non incominciare” “E va tutto bene con sua moglie?” ribatté l’uomo, decisamente seccata Esther disse “Eh io che diavolo ne so!”. Mentre aspettavano l’ascensore passò un’infermiere Esther lo salutò. Dopo un po’ il padre (un Terrygan in incognito) esclamò “E di quello che è appena passato che mi dici? Mi sembra perfetto per te” “Papà … E’ gay!”. Un pensiero passò per la testa dell’infermiera “Sì è gay come lo sono io Papà”. Il padre rimase decisamente sorpreso e affermò “Veramente?! … Beh figlia mia, ma non ti si può proprio dir niente …” “Forse perché non c’è niente da dire” sempre più infastidita rispose Esther. “Ma tesoro è che sono preoccupato per te, da quando hai lasciato Aldo, vai sempre fuori con le amiche e spesso non torni a casa la sera e io non so più che pensare!” “Ascolta papà oramai sono grande, non ti devi preoccupare io sto bene, più che bene, finiamo qui il discorso ti prego” lo supplicò l’infermiera ormai stremata da quella discussione.
 
L’ascensore sembrava non arrivare mai. Intanto dal corridoio arrivò Marina. Esther la guardò e divenne un po’ pallida in viso e pensò “E adesso?!”. “Ciao Esther” disse la Dottoressa, l’infermiera titubante rispose “Ah ciao Marina .. Come mai qui?”, “Beh … Teresa mi ha detto che tuo padre era al pronto soccorso e volevo conoscerlo … Salve …”, l’uomo decisamente stupito rispose “Salve … Mi presento sono Giorgio il papà di Esther” “Marina Ranieri, è una vero piacere … Sono una collega di sua figlia .. Come si sente?” “Beh direi bene, ho solo un fastidio al ginocchio” rispose l’uomo, e senza troppi peli sulla lingua continuò “Senta ha il fidanzato lei?” (ma i capperetti, per non dir di peggio, tuoi no?). Esther non ci voleva credere a quello che aveva appena detto suo padre decisamente arrabbiata gli disse “Ohh Papà la vuoi smettere, non sono affari tuoi”. Non curandosi di quello che aveva appena detto la figlia continuò il discorso “E' solo che mia figlia dopo essersi lasciata con il suo fidanzato sembra avere una allergia ad essi, non ne porta più a casa!”. Un leggero sorriso comparve sul viso di Marina che rispose “Guardi io la capisco .. perfettamente..” “Ah bene così voi due siete molto simili” esclamò Giorgio convinto di aver capito tutto, ma in realtà non aveva capito un accidente. Esther non ce la faceva più così bruscamente “Ora basta papà la Dottoressa Ranieri … Marina deve tornare al lavoro non l’assillare con le tue domande”, Marina con la sua dolcezza disse “Esther non ci sono problemi”, poi senza farsi vedere da Giorgio fece l’occhiolino alla sua amata e se ne andò “E’ stato un piacere Giorgio, le faccio i miei auguri per il suo ginocchio, arrivederci” “Il piacere è stato mio Dottoressa la saluto” rispose l’uomo.
 
Dopo diverse ore i risultati delle analisi di Giorgio erano arrivati. “Hai visto tesoro alla fine non era niente” esorti Giorgio poi con l’aiuto della figlia si diresse verso l’uscita dell’ospedale salutando Teresa “Arrivederci signora, grazie di tutto”, e Teresa rispose al saluto “La saluto è stato un piacere conoscerla”. Esther mentre accompagnava suo padre rispose “Niente non è … Hai sentito il dottore, hai una tendinite... e devi stare a riposo” “Si ma devo lavorare ho delle cosette da fare” “Papà sei in pensione quelle cose possono aspettare … Ce la fai da solo ad andare a casa o preferisci che ti accompagni?” “Si che ce la faccio, non sono paralitico, sei proprio noiosa quando fai così” “Ti voglio bene anche io papà”. Mentre stava salutando la figlia gli venne in mente una domanda “Esther la tua collega di prima ... è una tua buona amica …” l’infermiera venne colta di sorpresa da quella domanda “Che cosa intendi papà?” “Beh... se andate fuori insieme per divertirvi o cose del genere” Esther era sempre più imbarazzata dalle parole di suo padre, in realtà voleva dirgli “Beh si è la persona di cui mi sono innamorata” ma si limitò a pensarlo in realtà disse “Sì sì qualche volta”. Giorgio con un espressione soddisfatta sul volto continuò “Questa è una buona cosa, perché lei è una bella donna ... e se vai fuori con lei ... chissà quanti ragazzi vi gireranno intorno …” “Papà la vuoi piantare con questi discorsi … Ciao e mi raccomando stai a riposo … ci vediamo stasera”.
 
La giornata era passata in un soffio. Esther stava cercando la sua dottoressa per fare una pausa con lei. Con tutto il trambusto del padre non erano riuscite neanche a bene qualcosa insieme. “Ah sei qui finalmente ti ho trovato” esclamò Esther, “Ciao” rispose Marina, “Ti va un caffè? Ho bisogno di una pausa” “Si perché no” rispose la dottoressa.
“Tuo padre è molto simpatico” disse Marina, Esther con un velo di imbarazzo le rispose “Sei gentile a dire così, ma è un gran impiccione... E' ossessionato con l'idea del fidanzato ... beh.. hai visto tu stessa ...”, “Se gli dici la verità su di noi, magari non insisterà più ...” “Dirlo a chi? A mio padre … Oddio ... Penso che adesso ne morirebbe ... troppo all’avanguardia per lui”. Marina voleva approfondire il discorso e continuò “E di me cosa dice?” “Beh guarda ti adora... dice che con te le mie chance miglioreranno ... Perché sei una bellissima donna” rispose Esther avvicinandosi alla sua dottoressa, “Beh tuo padre ha ragione” rispose Marina pavoneggiandosi un po’, e Esther confermò “Si ha proprio ragione mio padre sei bellissima …”, poi continuò e le disse “Avrei tanta voglia di baciarti … Oddio … Cambiamo discorso che è meglio” “E perché mi interessa questo argomento” e le accarezzò il viso.

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Capitolo 8
*** IL PASSATO È PASSATO ***


CAPITOLO 8 -  IL PASSATO È PASSATO

La primavera era finalmente arrivata. A Milano il sole, ormai alto, illuminava un’altra giornata.
In casa Bruno c’era un insolito trambusto però. La zia di Esther, Roberta, era venuta a far visita al fratello. In realtà voleva convincere il padre di Esther a trasferirsi da lei, giù a Roma, per un paio di settimane; visto che doveva stare a riposo Esther non lo poteva certo controllare con i turni che faceva, e notoriamente Giorgio non seguiva per niente le istruzioni dei medici. Quindi d’accordo con sua nipote, Roberta, era salita nel milanese, per far ragionare quello ‘zuccone’ di suo fratello che non ne voleva sapere di ascoltare niente e nessuno. “Giorgio ascoltami, se non stai a riposo, potresti peggiorare, non è vero Esther?” la zia chiese supporto alla nipote “E’ vero la tendinite se trascurata può diventare anche cronica. Dai papà non fare storie ascolta la zia”, Giorgio si sentiva sotto processo “Ma che cos’è vi siete coalizzate contro di me?” “No caro fratellino, è solo che ti vogliamo tutte e due molto bene, e ci teniamo a te” rispose con tanto affetto Roberta. “Beh così però non è valido, la metti sul piano affettivo … Va bene Roberta vengo giù con te, ma non più di 2 settimane però … Dopo ho le mie cose da fare qui!”. Esther e sua zia si avvicinarono a quell’uomo all’apparenza burbero ma infinitamente dolce e l’abbracciarono.
 
Dopo aver salutato sua zia e suo padre, Esther prese di corsa l’autobus per andare al lavoro.
Arrivò al Morandini puntualissima per il suo turno. In accettazione c’era già Teresa alle prese con le scartoffie. “Buongiorno Terry” “TEREEESA, Buongiorno Esther” “Cavolo non sai che corsa ho fatto, l’autobus ci ha messo una vita stamattina!”, Teresa visto l’assist lo colse al volo e disse “Ma come? Non ti sei fatta accompagnare dalla Ranieri?” Esther si limitò a squadrarla male e poi sospirando cambiò discorso “Io vado a cambiarmi a dopo” (aggiornamento situazione Esther 3 Terrygan 1 ).
 
In sala medici trovò Marina che si era appena infilata il camice. “Ciao..” “Ciao Esther” esordì Marina con un splendido sorriso stampato sul viso. “Finalmente sono riuscita ad arrivare, con mio padre è stata durissima” esclamò l’infermiera “Allora sei riuscita a convincerlo? Con la tendinite non si scherza!” rispose la dottoressa un po’ preoccupata, Esther avvicinandosi a Marina le sorrise e quasi sussurrando le disse “Si io e mia zia ci siamo riuscite, mio padre starà da lei per 2 settimane” e poi le accarezzò il viso. La Dottoressa con un’espressione di gioia mista ad un pochino di malizia disse “Wow questa si che è una bella notizia, così ora sei tutta mia per 2 settimane” la cince stringendola a se, Esther accarezzò nuovamente Marina e le rispose “Si amore sono tutta tua” e le diede un bacio quasi furtivo, poi si affrettò a cambiarsi.
 
Il turno era ormai iniziato. Uscendo dalla sala medici Marina chiese alla sua infermiera “Quando finisci il turno?” “Oggi va alla grande finisco come te verso le 15”. Un’idea balenò in testa alla Dottoressa. “Benissimo … Se ti va potremmo andare a mangiare qualcosa da me ... e dopo guardarci un film che ne pensi?” Esther guardò Marina e con uno sguardo complice le rispose sorridendo “Per me va benissimo, anzi non ne vedo l’ora” poi facendole l’occhiolino se ne andò e cominciarono entrambe a lavorare.
 
Intanto la giornata proseguiva lentamente il lavoro era tanto e caotico.
Un donna castana chiara (tendente al biondo) entrò al pronto soccorso e si affacciò in accettazione. “Mi scusi?” esordì la donna chiedendo l’attenzione di Teresa “Sto cercando la Dott. Ranieri”, Teresa era così affaccendata che non la guardò neanche in faccia e le chiese “Qual è il suo problema?” la donna un po’ sorpresa dalla domanda ribatté “Quale problema dovrei avere scusi?”, e Terrygan sempre china sulle sue carte “Ma si la sua cartella clinica che disturbi si sente” “No guardi non ha capito la mia è una visita personale”. Finalmente Terrygan, sentendo odore di scoop, alzò lo sguardo ed esordì “Ah ma è di nuovo lei …” stranamente gentile continuò “Può aspettare in sala da attesa, ora chiamo la Dottoressa” “Ok grazie infinite” rispose cortesemente la donna.
Teresa mentre la donna si allontanava pensò “E’ nuovo qui la pervertita che cavolo vuole ancora” (le indagini dell’Ispettore non potevano di certo fermarsi). Marina arrivò in accettazione e chiese a Teresa “Mi ha fatto chiamare?” “Si in sala d’attesa c’è una donna bionda che chiede di lei” “Grazie Teresa”.
 
Marina si diresse verso la sala d’attesa e vide la donna bionda. “Vera … Ma che ci fai ancora qui?” “Ciao Marina ho urgenza di parlarti è successo un disastro”. Marina decisamente allarmata dalle sue parole decise di darle fiducia “Andiamo a prenderci un caffè così mi racconti tutto”. Le due donne si incamminarono verso la sala ristoro.
Teresa era sempre vigile e teneva sempre tutto sotto controllo, peggio di un segugio intento a seguire delle tracce, le vide allontanarsi, e alla fine esclamò “Adesso una non le basta più?! Mah è proprio strana”.
 
Vera era decisamente sconvolta mentre raccontava a Marina quello che aveva combinato. “Ora penserai che ho fatto una stupidata” disse Vera “No, semplicemente non pensavo che tu fossi in grado di lasciare la tua famiglia e il lavoro, dicendo a tutti la verità … Soprattutto per come ti sei comportata nei miei confronti” le rispose Marina con un velo di stupore. Vera continuò la sua spiegazione “La situazione era diventata insostenibile non ce la facevo più non sapevo a chi altro rivolgermi” “Vera hai un posto dove stare?” replicò la Dottoressa, Vera tentennò un po’ “No … Non so, non ci avevo ancora pensato … Non è che mi potresti far stare da te per qualche tempo?”. Marina non voleva credere alle sue orecchie e dentro si se pensò “Dopo tutte quello che ho sofferto a causa tua vuoi anche il mio aiuto”, ci penso ancora un po’ su “In fondo mi fa una gran pena”. “Va bene per un po’ puoi stare a casa mia ma solo finché non trovi un’altra sistemazione. Però voglio chiarire una cosa io e te siamo AMICHE niente di più chiaro?” disse Marina in tono quasi minaccioso, Vera sorrise e rispose “Ho capito grazie. Non sai quanto apprezzi tutto questo”.
 
Intanto Esther aveva appena finito di sistemare i box e voleva fare una pausa caffè. Arrivata al punto ristoro vide la sua compagna che parlava con una donna bionda, che dall’aspetto le sembrava famigliare “Eppure mi sembra di conoscerla” pensò.
Marina si girò e vide la sua infermiera “Ciao Esther” “Ciao Marina” rispose un po’ titubante Esther. “Ti presento Vera”. Esther si pietrificò all’istante e pensò “Cavolo questa è Vera la sua ex, che ci fa qui?” poi educatamente disse “Piacere di conoscerti io sono Esther”. Marina decisamente imbarazzata dalla situazione cercò una via d’uscita “Perché non ti siedi e bevi insieme a noi?”. Esther non se la sentiva proprio di restare lì con loro, stranamente aveva la sensazione di essere il terzo incomodo, così rispose leggermente risentita “No è meglio di no … avete bisogno di parlare delle vostre cose io sarei di troppo”. Marina notò subito la spigolosità della frase di Esther. Dal canto suo anche Vera si accorse che c’era un’aria pesante così furbescamente si congedò “E’ meglio che vada Marina tu devi lavorare, e io devo sistemare alcune cose, ti chiamo più tardi”, la Dottoressa salutandola le disse “Dalle 15 dovrei essere a casa”, e Vera salutando anche Esther ‘levo le tende’.
Dentro di se, Esther, era combattuta tra irritazione e gelosia si sedette di fronte a Marina ed esclamò “Ha qualche problema fisico?” “Chi? Vera? No perché?” rispose ingenuamente la Dottoressa, Esther sempre più turbata dall’atteggiamento della SUA donna le chiese “Allora perché è venuta in ospedale?”. Il risentimento dell’infermiera era notevole Marina non fece per niente fatica ad accorgersene, ma continuò lo stesso “Aveva bisogno di una amica” rispose. Esther alla fine sbottò “Si certo!! E dovevi proprio essere tu quest’amica” poi si girò e se ne andò, non lasciando alla Dottoressa l’opportunità di ribattere.
 
Ormai la giornata lavorativa era finita erano già le 15 da qualche minuto. Esther si diresse verso lo spogliatoio per cambiarsi. Marina era un po’ che stava cercando la sua Esther, in giro non la vedeva già da diverse ore, ed era seriamente preoccupata dalla discussione che aveva avuto. Alla fine si diresse anche lei verso gli spogliatoi. Aprì la porta e Esther si era già cambiata, era quasi pronta per andare via. Marina ancora più preoccupata le chiese “Stai andando via?” “Sì” rispose freddamente l’infermiera, “Ma perché non mi hai avvisato prima?! E quasi un’ora che ti cerco” replicò la Dottoressa. Esther ancora irritata disse “Beh vista la situazione, non pensavo dovessimo andare via insieme, non più”, Marina stupita a dir poco da quella scenata “Ma che cosa stai dicendo Esther, avevamo fatto dei piani stamane, ricordi? Cena, film ...”, il tono dell’infermiera era sempre più ostile e continuò dicendo “Si questo era il programma, però prima che invitassi Vera stare a casa tua!”, “Non sarai mica gelosa?” le chiese Marina, “No non sono gelosa, semplicemente non mi pare giusto” replicò Esther. Marina cercava di stare calma ma l’atteggiamento di Esther la infastidiva notevolmente, prese fiato e disse “Vediamo di chiarire le cose, se Aldo venisse da te con un problema … Tu non l’aiuteresti?”, Esther reagì alla provocazione e provò a spiegare le sue preoccupazioni “C'è una differenza abissale tra aiutarla e invitarla a stare a casa tua... inoltre tu hai solo una camera da letto mi risulta, o sbaglio forse?!” sospirando l’infermiera continuò “Che fai dormite insieme o cosa?”. Marina aveva perfettamente capito le preoccupazioni di Esther, non se n’era neanche accorta, ma aveva già dato per scontato la soluzione, alle ansie della compagna. Così con una voce molto tranquilla esordì “Sai cosa mi piacerebbe tanto Esther? Che tu mi invitassi a stare a casa tua mentre Vera sta nella mia”. Esther sorpresa dalla risposta “Ti piacerebbe davvero?” “Certo ce bisogno di chiederlo, a maggior ragione ora che tuo padre non c’è, saremmo sole!” si avvicina sempre di più alla sua donna. Esther nonostante tutto quel discorso era ancora titubante “Meglio con me che con lei?” “Esther è finita da tempo con Vera, mi devi credere per favore non so più come dirtelo … Però dobbiamo fare un compromesso … Io la vorrei aiutare … Ma quello che devi assolutamente capire è che IO AMO TE ... SOLO TE!” Marina replicò con enfasi. Un sorriso comparve sul viso di Esther e disse “Dimmelo!”, Marina abbassò lo sguardo e subito Esther le accarezzò il viso e nuovamente disse “Dimmelo …”, con un gesto dolcissimo le prese il volto fra le mani e occhi negli occhi “Su avanti Marina dimmelo” “TI AMO” alla fine Marina ribadì. Esther si avvicinò per baciarla e la Dottoressa in un primo momento la fermò dicendole “Se ci baciamo puoi star certa che qualcuno entrerà nella stanza come al solito” “Non mi importa … E sai perché? Perché anche io TI AMO” le rispose l’infermiera, poi la baciò abbracciandola stretta stretta a se. Dopo qualche istante entrò Laura ed esclamò “Oh … Scusatemi!” e richiudendo subito la porta se ne andò imbarazzatissima. Sempre l’una stretta all’altra Marina e Esther si misero a ridere divertite per quello che era appena successo.
La Dottoressa, ancora divertita da quello che era appena successo, disse alla sua compagna “Se non sbaglio ieri avevi accennato ad un argomento che mi sembrava molto interessante sviluppare … adesso non ricordo bene ma mi pare fosse sul bacio … Visto che adesso abbiamo introdotto la cosa che ne pensi di approfondire meglio il discorso … Magari a casa tua?” Esther sorrise e rispose “Si la proposta è veramente allettante come posso rifiutarla”.
Marina si cambio con la velocità di un fulmine e tirando per un braccio Esther si incamminarono rapidamente verso l’uscita del Morandini, erano talmente di fretta che a momenti non salutavano neanche i colleghi.
Beh che dire avevano degli impegni improrogabili e molto molto interessanti …

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Capitolo 9
*** TERRORE PER LE INFERMIERE ***


CAPITOLO 9 -  TERRORE PER LE INFERMIERE

Le due donne arrivarono quasi di corsa al parcheggio. Videro Nicola che stava letteralmente imprecando con il cofano della macchina aperto. Marina e Esther si guardarono con un espressione complice, convinte di pensare probabilmente  alla stessa cosa. “Non possiamo lasciarlo lì, probabilmente è rimasto a piedi con la macchina” esclamò Marina anticipando la sua infermiera. Poi la Dottoressa continuò “Senti cosa facciamo, sentiamo se ha bisogno di un passaggio, poi accompagnò prima te a casa, dopodiché porto lui e ritorno prima possibile da te ok?”, Esther con un velo di tristezza rispose “Si va bene, però promettimi che farai presto … Già mi manchi … E poi abbiamo un discorso da finire non te lo dimenticare” “E come potrei dimenticarlo!” rispose Marina ammiccando.
“Ciao Nicola, serve aiuto?” esordì Marina. “Beh direi proprio di si, questo catorcio mi ha lasciato a piedi, e ovviamente sono di fretta mia figlia mi sta aspettando a casa”, rispose l’uomo decisamente adirato. “Beh dai ti do un passaggio io, accompagno prima Esther e poi ti porto a casa” “Grazie Marina sei proprio un’amica”.  Salirono tutti e tre in macchina e partirono.
Arrivarono sotto casa di Esther. “Marina grazie infinite per il passaggio …” esordì l’infermiera poi con un gran sorriso proseguì “Ci vediamo domani … Arrivederci dottor Palumbo”, “Ciao Esther” rispose Nicola al saluto. “Figurati per me è stato un piacere … a domani” rispose la dottoressa poi, senza farsi vedere da Nicola, fece l’occhiolino ad Esther.
Esther osservò la macchina della sua Dottoressa andarsene via. “E' appena andata via e già mi manca” sospirando pensò. Di colpo un sorriso illuminò il suo viso “E se le facessi una sorpresa?” pensò, quindi di corsa si diresse verso il negozio di fiori che c'era sotto casa sua. Comprò un mazzo di rose rosse e si sbrigò a salire in casa. Andando verso la sua camera si levo velocemente la giacca e le scarpe, poi rovistando nell'armadio prese fuori una ventina di candele profumate che aveva comprato tempo addietro, erano piccole e colorate a forma di cuore e stella. Con pazienza le accese una per volta. Dopodiché le mise con molta cura lungo entrambi i lati del corridoio, che dalla porta di ingresso conduceva alla sua camera. Poi sparse i petali delle rose, appena acquistate, per terra, tracciando il percorso da seguire fino alla sua camera, ne mise diversi anche sul letto. Andò di nuovo nell'armadio, rimasto ancora aperto da prima, e sta volta prese fuori la cravatta rossa  che tanto le piaceva, e il suo berretto porta fortuna, stile basco, sempre di colore rosso, afferrò la sua vestaglia e si sbrigò a cambiarsi.
Intanto Marina aveva già accompagnato Nicola ed era appena arrivata sotto casa di Esther. Suonò con impazienza, dopo pochissimo sentì la voce di Esther al citofono “3° piano, prima porta a destra dall'ascensore, Dottoressa!”. Marina si affrettò ad entrare nel palazzo e si diresse verso l'ascensore. Esther aveva lasciato la porta di casa socchiusa, e tornando rapidamente in camera lasciò per terra un biglietto. Marina arrivò alla porta dell'appartamento. Era un po' sorpresa non c'era la sua amata ad attenderla, però notò che la porta era aperta, allora entrò dicendo “E' permesso Esther?!?” e richiuse la porta dietro di sé. Una volta entrata si trovò uno spettacolo davanti agli occhi, una fila di candele con tantissimi petali di rosa sparsi per terra. Poi di colpo fra i petali notò un biglietto. Si avvicinò e lo prese. Il biglietto diceva “Seguì i petali amore mio … Io sono qui che ti aspetto”, il cuore cominciava a battere forte e un sorriso le si stampò sul volto. Lentamente percorse il corridoio fino ad arrivare alla camera anch'essa con la porta socchiusa.
 
Dalla camera senti suonare le note di una dolcissima canzone. Entrò nella camera. Esther  esordì “Finalmente amore, ce l'hai fatta ad arrivare”. Marina rimase senza fiato, i suoi occhi erano accecati da così tanta bellezza. La sua donna era sdraiata sul letto avvolta da petali di rosa, con indosso solamente un berretto, una cravatta che le scendeva lungo il corpo, e il perizoma che per il colore si confondeva fra i fiori. Marina continuava a guardarla negli occhi così profondamente come a voler dirle qualcosa, ma non disse neanche una parola, era ancora sulla porta. Esther allora le disse “Cosa ci fai ancora li sulla porta … Non dovevamo finire un discorso?” e le sorrise dolcemente. Marina entrò e lasciò cadere la borsa per terra poi si sfilo la giacca e si avvicinò alla sua infermiera.  Si mise a sedere a bordo del letto e accarezzò Esther poi con un filo di voce e gli occhi lucidi le sussurrò “Sei bellissima amore mio  … non ho mai visto niente di più bello in vita mia”. Esther prese tra le mani il viso di Marina e disse “Ti amo”, poi appoggiando delicatamente le sue labbra a quelle della sua Dottoressa si abbandonarono ad un lungo e appassionato bacio.

 
https://www.youtube.com/watch?v=u71lMIjXby0
Jon Secada - Want You, Miss You, Love You
 
Want you, miss you, love you I do
Never want to be this far from you again
I long to touch you and I need to hold you
Beautiful and priceless are insufficient words
Though I know I'll be back, baby
Why am I here now?
Want you, miss you, love you I do
Blinded and foolish as I am
I promise never to forget
What I'm going through
I promise never to forget how much
Want you, miss you, love you
When I find myself in your arms again
I'll remember when and I will never let go
No, I will never let go
Want you, miss you, love you I do
Hopelessly longing for the touch of your hand
And baby here I am nothing but blue
Baby you'll never know how much
Want you, miss you, love you
Want you, miss you, love you
 

La loro passione riecheggiava in tutta la stanza. Marina la baciò su tutto il corpo, cominciò dai piedi, poi sempre più su, le gambe, le cosce, il ventre, i seni, fino ad arrivare alla bocca, quelle splendide labbra così morbide. Le sue mani accarezzavano quel corpo così apparentemente inerme, ma bellissimo in ogni sua curva, sentiva, mentre baciava la sua compagna, tutta la sua essenza, sentiva tutte le sue emozioni, la sentiva dentro, continuò a baciarla e a toccarla. Esther in balia della sua Dottoressa, riuscì a sopraffarla e in un attimo i ruoli si capovolsero, ora era lei che aveva il controllo. Strinse forte le mani di Marina e la baciò sulle labbra, poi la strinse a se, si spostò delicatamente sul collo fino a scendere giù sui seni sempre più giù, provocandole delle emozioni così intense che non riuscendo a contenerle la fece esplodere nel piacere più assoluto. Erano l'una complice dell'altra, due corpi uniti in uno solo, le loro anime quasi si toccavano con quelle carezze e quei baci che si scambiavano reciprocamente. Il loro amore era il traguardo di quello che avevano sempre cercato così disperatamente.
Alla fine si addormentarono l'una tra le braccia dell'altra.
 
Il nuovo giorno le trovò ancora teneramente abbracciate.
Il silenzio venne rotto dal suono acuto della sveglia. Esther aprì gli occhi e spense la sveglia. Si girò verso la sua donna e disse “Buongiorno amore”, Marina era decisamente addormentata e con la voce un po' assonnata rispose “Buongiorno piccola”. Si guardarono per qualche minuto negli occhi sorridendosi. “Sarà meglio alzarsi dobbiamo andare al lavoro” esclamò Esther “Purtroppo mi sa che hai ragione … Però è dura alzarsi io sto troppo bene tra le tue braccia” ribatté Marina. L'infermiera l'accarezzò sul viso è la baciò “Sei così dolce amore mio”.
 
Le due donne si alzarono da letto, e si prepararono per andare al lavoro.
Arrivarono al Morandini in perfetto orario. Teresa era come tutte le mattine già attiva a sbrigare le sue incombenze. “Buongiorno Terry” esclamò Esther, “Buongiorno Teresa” disse Marina. Teresa molto sottotono rispose al saluto “Buongiorno”, il suo viso era decisamente cupo e triste si vedeva lontano un chilometro che c'era qualcosa che non andava. Esther molto preoccupata dal suo atteggiamento le chiese “Che è successo Terry?”. Terrygan ci mise un po' a rispondere, poi sospirando prese coraggio e disse “Lo stupratore di Carmen, Gina e Serena è stato liberato questa mattina”. L'infermiera sbiancò di colpo, la notizia l'aveva letteralmente pietrificata. Marina se ne accorse subito non fece neanche in tempo a chiederle cosa era successo, che Esther era già corsa via. La Dottoressa la inseguì fino in sala medici. Stava quasi per piangere da quanto era spaventata. Marina si avvicinò a lei preoccupatissima “Esther che ti succede? Di che cosa stava parlando prima Teresa?”. Esther non riusciva a parlare, allora Marina cercando di tranquillizzarla l'abbracciò forte. L'infermiera con la voce molto tremolante cominciò a  raccontare “E' successo 5 anni fa. Io, Giulia, Carmen, Gina e Serena abbiamo testimoniato in tribunale contro Leonardo Pisti. Eravamo le 5 infermiere di turno quella notte ...”. Esther prese un attimo fiato e continuò “Quella notte Pisti abuso di Carmen, Gina e Serena e solo grazie ad una guardia io e Giulia l'abbiamo scampata” sospirò nuovamente e disse “Ho tanta paura Marina”. La  Dottoressa sentendola parlare si preoccupò a sua volta ma cercò di non darlo a vedere, accarezzo Esther con estrema dolcezza e le disse “Non ti preoccupare piccola, capisco benissimo che tu sia spaventata … Ma sentimi bene ... non ti lascerò sola neanche per un secondo ...” “Me lo prometti Marina” “Certo non mi separerò da te per nessuna ragione ...” confermò Dottoressa. “In fondo sono già un paio di giorni che non ci separiamo praticamente mai ...” disse Esther, “Effettivamente hai ragione, e questo non ti rende felice amore mio?” ribatté Marina, “Si tantissimo e a te?” “Più di te”. Marina la strinse più vicino a se la sua Esther.  Intanto in sala medici entrò Giulia “Esther scusa?! Malosti ti aspetta in sala operatoria”, Marina lasciò andare Esther che rispose “Ok, grazie vado subito”. Giulia si avvicinò alla Dottoressa Ranieri e le disse “Le ha raccontato tutto vero?” “Sì mi ha raccontato tutto e ad essere sincera sono molto preoccupata”.
 
Intanto al pronto soccorso c'era un attimo di calma. Giulia stava sistemando delle cartelle in accettazione mentre parlava  con Teresa. Terrygan con il suo solito tatto da elefante esordì “Non riesco a capire come puoi stare così tranquilla sapendo che lo stupratore conosce il tuo nome ...”. Proprio in quel momento arrivarono anche Esther e Marina. Giulia rispose con un tono decisamente turbato rispose all'Ispettore “Non sono per niente tranquilla Teresa ... Però sono già state prese tutte le misure di sicurezza”. Teresa non colse la leggera preoccupazione della capo sala e proseguì con il discorso “Beh, io ho già detto a mio marito di venirmi a prendere quando finisco il turno di sera … Tu Giulia va via da sola?” quasi seccata da tutto questo discorso rispose bruscamente “Non lo so, vedremo”. Esther intervenne quasi a voler salvare Giulia “Io vado via con Marina”, e Terrygan con la battuta sempre pronta ribatté “Ah beh ancora meglio per lo stupratore! 2 al prezzo di una”. Giulia con un espressione sempre più intimorita se ne andò e si diresse verso la sala operatoria.
 
Marina intanto aveva fatto delle ricerche su Pisti. Andò nell'ufficio di Danieli aveva bisogno di confrontarsi con qualcuno.
Bussò “Avanti” disse Danieli, “Posso entrare?” chiese Marina, “Venga venga”. La dottoressa non sapeva come cominciare l'argomento “Ho fatto delle ricerche sullo stupratore e pare che abbia fatto tutto ciò, perché a causa di un errata diagnosi, fatta in questo ospedale, la madre è morta” prese fiato e continuò ”Quindi prese di mira le 5 infermiere che accudirono questa donna”. Danieli anche lui molto preoccupato esclamò “Bisognerà intensificare le misure di sicurezza nonostante siano già molto intense, comunque grazie per tutte queste informazioni”.
 
Giulia era intenta a mettere in ordine i ferri della sala operatoria per l'indomani. Non se ne accorse ma alle sue spalle entrò un uomo che la sorprese alle spalle con un coltello ed esclamò “Noi due ci conosciamo non è vero?”. Giulia era completamente pietrificata dalla paura, non riuscì neanche ad urlare, cominciò a piangere. Alla fine disse “Ti prego lasciami andare”, “E perché dovrei fare una cosa del genere tu sei come tutte le altre mi fai schifo, hai ucciso mia madre!”. L'aggressore con violenza cercava di spingere Giulia verso il lettino della sala. Giulia aveva un braccio libero e cercava invano di afferrare uno strumento qualsiasi per potersi difendere. Alla fine trovò una siringa l'afferrò e con violenza la conficcò nella gola dell'uomo che cadde subito a terra. Dopo qualche movimento convulso non si mosse più. In quel momento Giulia cominciò ad urlare con tutto il fiato che aveva in gola. Arrivò Sergio che vedendo l'uomo a terra corse subito da Giulia per abbracciarla. Giulia singhiozzando “E' morto?”. Sergio si allontanò un attimo per controllare poi ritornò subito dall'infermiera “Sì è morto. E' finita Giulia stai tranquilla … è tutto finito”. L'infermiera strinse sempre più forte Sergio continuando a piangere disperata.

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Capitolo 10
*** SOGNI & INCUBI ***


CAPITOLO 10 – SOGNI & INCUBI

Noi due ci conosciamo non è vero?” - “Ti prego lasciami andare”. “NO NO NO NOOOOOO!” delle grida si sentirono nel silenzio della notte. Giulia si svegliò di soprassalto aveva avuto un altro incubo. Nell'ultima settimana non faceva altro, non riusciva a dormire. Nella sua mente c'erano ancora quegli orribili momenti, non riusciva a scacciarli via. Aveva continuamente paura di qualsiasi cosa, ogni rumore, ogni movimento erano un pericolo per lei. Poi come se non bastasse un altro pensiero la faceva star male “Ho ucciso un uomo” si ripeteva continuamente. Non aveva mai provato una sensazione così. Si sentiva così fragile e indifesa e allo stesso tempo arrabbiata, infuriata, sporca, si era macchiata di un crimine orribile, una cosa che mai credeva fosse in grado di poter fare. Giulia passava tutto il suo tempo libero a piangere e a rimuginare sull'accaduto. Francesco non c'era, era andato via di casa. Sergio dopo l'accaduto voleva starle vicino più che mai. Giulia però preferiva stare da sola. Non se ne accorgeva ma si stava costruendo un muro tutto intorno. Andava ancora al lavoro, ma il suo sguardo era spesso perso nel vuoto, la sua testa non era mai concentrata su quello che faceva.
 
Quella mattina come al solito si diresse al Morandini, per cominciare il suo turno. 
“Buongiorno Teresa” disse, e senza fermarsi andò direttamente verso lo spogliatoio per cambiarsi. “Buongiorno Giulia” rispose Teresa, ma non poté aggiungere nient'altro, Giulia era già scomparsa. Teresa era molto preoccupata. Dall'aggressione era passata più di una settimana e Giulia sembrava stare sempre peggio. Intanto arrivò Esther “Ciao Terry, ti va un caffè?”, ancora sovrappensiero replicò “Ah sì, perché no, andiamo”. “Che c'è Teresa?” “No niente, è che ho appena visto arrivare Giulia e sono un po' preoccupata”, Esther cercando di rassicurarla le disse “Terry ho provato anche io a parlare con Giulia, ma non vuole toccare l'argomento. Ha bisogno di tempo, molto tempo, dobbiamo starle molto vicino”, poi sospirando continuò “Sai continuo a chiedermi: e se fosse capitato a me?! Io non so se sarei stata capace di difendermi” l'infermiera abbassò lo sguardo. Sul viso di Teresa la tristezza cominciò a far compagnia alla preoccupazione. Cercando di tirare un po' su gli animi esordì dicendo “Dai Esther non ci pensare, è finita, quella persona orribile non nuocerà più a nessuno ... ora dobbiamo solo cercare di aiutare Giulia” poi le si avvicinò e l'abbracciò (un cuore batte in Terrygan J).
 
Esther salutò Teresa e riprese il suo turno, prima però si fermò in sala medici per fare una telefonata al padre, che era ancora ospite della sorella a Roma. “Mi dispiace tanto papà però... devo lavorare il week-end di Pasqua“ in quel momento entrò Giulia, ma Esther non se ne accorse e continuò ”Non riesco a venire giù per passarlo con voi … Ok non ti preoccupare salutami tanto la zia e gli altri un bacio”. Giulia con un tono po' brusco esclamò “Non m risulta che tu sia di turno per il week-end di Pasqua, ne domenica ne lunedì”, Esther un po' sorpresa rispose “Sì lo so …”. Giulia senza neanche farla finire ”Esther se hai cambiato turno, io devo essere informata”. Il tono della capo sala era un po' aggressivo così Esther cercò di tranquillizzarla “Giulia non ti preoccupare, non ho cambiato il turno è che... voglio passare la Pasqua con Marina” e poi le sorrise. Giulia si accorse di essere stata un po' scortese e disse “Scusami non volevo aggredirti così” “Non c'è problema figurati. Come stai? Hai voglia di parlare un po'?”, Giulia abbassò la testa “Ti ringrazio Esther ma preferirei di no”, e voltandosi, fa per andarsene. Esther le prende dolcemente il braccio “Va bene, ma se avessi bisogno di qualsiasi cosa io sono qui ok?”, “Grazie Esther” e faticando a trattenere le lacrime uscì dalla stanza e si rifugiò in bagno, che fortunatamente era deserto. Dopo poco si asciugò gli occhi ancora carichi di lacrime, e si diresse verso l'ufficio del Professore Danieli. Bussò “i avanti” rispose l'uomo. “Professore Danieli le ho portato i turni delle infermiere”. Sergio notò subito che aveva pianto. Così le si avvicinò lentamente e la prese per un braccio “Giulia tu hai pianto?” “Beh negli ultimi tempi non mi sembra di fare altro” “Permettimi di aiutarti ti prego”, la capo sala era sopraffatta dalle sue cupe emozioni sospirò e disse “Si effettivamente avrei bisogno di un favore ...” “Tutto quello che vuoi Giulia” replicò l'uomo. “Sergio … Professore Danieli avrei bisogno di un periodo di aspettativa dal lavoro … Ho bisogno di andare via da qui”. Sergio era incredulo. “E se posso chiedere, dove vorresti andare?” “Raggiungo Francesco”. La risposta per il Professore fu peggio di una pugnalata al cuore, un velo di tristezza mista a delusione scese sul suo volto.  Lasciando il braccio di Giulia se ne tornò dietro la sua scrivania, bruscamente disse “Per me va bene, prenditi tutto il tempo che vuoi, scegli la tua sostituta e fammelo sapere prima di andare via” “La ringrazio Professore Danieli”. L'infermiera era quasi fuori dalla porta dell'ufficio, Sergio la fermò dicendo  “Un'ultima cosa Giulia … ” “Si mi dica Professore” “Scappare non aiuta a risolvere i problemi”. Giulia non rispose, uscì senza dire niente.
 
“Teresa hai visto Esther?” chiese Giulia, “No è un po' che non la vedo, forse è ancora ai box emergenza, tutto bene?” ribatté Teresa, “Si si tutto bene, ora vado a cercarla ho bisogno di parlarle a dopo” replicò la capo sala.
“Ah eccoti qui Esther, ti stavo cercando” “Si dimmi” rispose Esther. “Io mi sono presa un periodo di aspettativa dal lavoro …“ Giulia prese un po' fiato e continuò ”Avrei bisogno che tu mi sostituisca ... Dovresti ricoprire il ruolo di capo sala per un po', te la senti?”. Esther era allibita non riusciva a credere alla sue orecchie, spesso aveva sostituito Giulia, ma si trattava solo di qualche giorno, e quelle parole facevano pensare a molto, molto più tempo, non sapeva cosa dire. “Giulia ma che succede? Per sostituirti non ci sono problemi lo sai” replicò alla fine Esther. Giulia abbassò il viso non riusciva a reggere  lo sguardo di Esther, poi alla fine disse “Non succede niente, ho bisogno di una pausa da questo posto, ho bisogno di aria, qui dentro mi sento soffocare, questo periodo lo voglio, lo devo prendere per ritrovare la pace dentro di me … Lo so non è facile da capire ...”. Esther si avvicinò a Giulia e le prese la mano “Giulia ti capisco benissimo” le sorrise e continuò cercando di tirarle un po' su il morale “Però mi raccomando fai in fretta, che qui già ci manchi”. Un pallido sorriso fece capolino sul viso della capo sala che abbraccio Esther e disse “Grazie, sei una amica”.
Giulia lasciò tutte le incombenze ad Esther. Si cambiò e uscì dal Morandini. Il sole era ancora alto, guardò il cielo azzurro senza neanche una nuvola, e anche se non era del tutto tranquilla, riuscì finalmente a respirare, si avviò verso la macchina e se ne andò.
 
Marina stava finendo il suo giro visite passando vicino all'accettazione vide Teresa molto turbata, così le si avvicinò e le chiese “Teresa tutto bene?”. Terrygan era un po' assente ci mise un po' a rispondere “Mi scusi Dottoressa non l'avevo sentita arrivare. Tutto bene? Beh direi di no, Giulia si è presa un periodo di fermo dal lavoro, e sembra molto lungo come periodo. Ha lasciato tutti gli incarichi di gestione a Esther”. Marina molto sorpresa dalle parole di Teresa replicò “Allora non sta meglio come voleva far credere?! Deve essere molto dura per lei, non si può certo biasimare” “Si certo ha ragione Dottoressa, ma anche andarsene così?! Io non lo capisco”. “Teresa vede non è così sbagliato, è qui che è successo, è qui che ha tutti i brutti ricordi, ha bisogno di tempo” disse Marina, con la razionalità di una persona che in qualche altra forma aveva già vissuto un'esperienza simile. Teresa alla fine si rassegnò “In fondo la Ranieri ha ragione” pensò.
 
Esther stava cercando come una matta Marina, con tutto il trambusto di Giulia, non era riuscita a scambiare neanche una parola con la sua compagna in tutta la giornata. Alla fine la trovò in pediatria. “Ciao Marina” “Ciao” rispose la dottoressa. “Hai già saputo di Giulia?” “Si Teresa mi ha appena dato la notizia, mi dispiace molto per Giulia, ma secondo me è l'unico modo per uscire da quella situazione” replicò Marina. Esther sospirando e con un po' di tristezza sul viso confermò “Si forse hai ragione, ma mi mancherà un sacco”. Poi si risollevò di colpo si era dimenticata che doveva dare una bella notizia alla sua Dottoressa. Così con il sorriso sulle labbra esclamò “A proposito ho parlato con mio padre stamattina … Allora chi cucinerà per il pranzo di Pasqua e Pasquetta tu o io?”. Marina sorrise a sua volta poi con una nota interrogativa replicò quasi incredula “Li passiamo insieme? Esther … Ma se devi stare con la tua famiglia … Capisco … Non fa niente”. L'infermiera si avvicinò alla sua Dottoressa e le accarezzò il viso, poi dolcemente disse “Io VOGLIO stare con te”. Gli occhi di Marina si illuminarono, quello che aveva detto Esther era bellissimo e la rendeva molto felice. Alla fine prese tra le braccia l'infermiera ed esclamò “Mi è venuta un'idea … Potremmo andare giù a Roma così staresti sia con me che con tuo padre, che ne dici?”, un velo di imbarazzo comparve sulle guance di Esther che un po' titubante rispose “Vedi Marina … Per me è un po' troppo presto … Non lo so ... Non sono ancora pronta per questo” “Piccola è ok capisco ... Forse ho esagerato un pochino …” sorridendo la Dottoressa tranquillizzò la sua compagna.
 
“Dottoressa Ranieri, mi scusi” esclamò Teresa, Marina si girò verso l'accettazione. “E' arrivata questa per lei” “Ah grazie Teresa” rispose Marina. La Dottoressa aprì la busta. Terrygan stava facendo il collo da giraffa per curiosare un po'. Marina notando la mossa esclamò “Teresa le interessa il contenuto di questo biglietto?”, Teresa punta sul vivo replicò subito “A me … No no, no... certo che no” riportando il collo in posizione quasi normale. Marina continuò a leggere il biglietto poi disse “Però! E' di mia madre.. una cartolina di Pasqua”. Terrygan era troppo curiosa non ce la faceva più alla fine sbottò e le chiese “Mi scusi la domanda Dottoressa … Ma sua madre le manda una cartolina per Pasqua?” “Beh sì ... Come del resto a Natale … Sono nel suo elenco … L'ultima volta che ho guardato nella sua lista, c'erano qualcosa come 3000 persone...” “Cavolo e scrive a tutti quanti?” Teresa replicò sbalordita, “Beh si … Comincia a scrivere con discreto anticipo” le confermò la Dottoressa. “Vede Teresa non è così semplice essere una persona ricca” esclamò Marina mentre tornava al suo lavoro.
 
Il turno di Esther era particolarmente movimentato, doveva correre parecchio, erano un paio d'ore che non riusciva a fermarsi neanche per un caffè. Alla fine incontrò Marina nel corridoio. “Ciao Esther dove vai così di corsa?” “Giulia è appena andata via e qua c'è il panico più totale...” rispose Esther quasi affannata. “Perché non ti prendi 5 minuti e beviamo qualcosa insieme?”. Esther ne aveva proprio bisogno era quasi esausta. “Ok va benissimo andiamo” ribatté alla fine. Marina mostrò a Esther il biglietto della madre. L'infermiera lo lesse e disse “Beh io .. Avevo capito che tu non avessi più contatti con la tua famiglia”, “No, certo che ho contatti con loro” ribadì Marina e continuò “Però … Diciamo che da quando gli ho detto della mia omosessualità … è sceso un pochino di gelo nei nostri rapporti tutto qui”. La dottoressa proseguì il discorso “Mi sembra strano … che mia madre … mi chieda di passare la Pasqua con loro”. Esther con un velo di incertezza disse “Beh secondo me dovresti andarci … Guarda chiamo mio padre e dico che... che ho cambiato il turno. Non c'è nessun problema”. Marina le prese la mano e la strinse “E invece il problema c'è ... Io voglio stare con te … E vorrei tanto che mi accompagnassi”. Esther sgranò gli occhi e decisamente preoccupata replicò “Scusa Marina ma stai delirando per caso? Ma come faccio ad accompagnarti? Che gli racconti alla tua famiglia? E poi come mi presenti?”. Marina cominciò ad accarezzare la mano di Esther. La guardò negli occhi e molto seria disse “Non è così difficile sai .. Ti presento come la mia fidanzata”. L'infermiera divenne di colpo tutta rossa e abbassando lo sguardo esclamò “Tutto questo è molto imbarazzante per me sai … Ma se tu vuoi che venga allora …”, Marina non le fece finire la frase e interrompendola esclamò “Mi piacerebbe moltissimo che tu venissi con me … Tu mi rendi talmente felice ... Ormai senza te non riesco più a stare … Pensaci su per favore”. Esther tirò un enorme sospiro e rispose “Ok”.
 
Finalmente era giunta la fine del turno. Le due donne si erano già cambiate e si stavano dirigendo al parcheggio. “Marina” esordì Esther “Sai ci ho pensato e ho deciso di accompagnarti a casa dai tuoi”, Marina sorrise rallegrandosi di quello che aveva appena sentito. “Sei sicura piccola?” la Dottoressa voleva esserne certa. Esther aveva ancora la voce un po' insicura ma era convinta di quello che diceva. “Ci ho pensato tanto .. E secondo me non puoi perdere l'opportunità di riconciliarti con la tua famiglia” “Avevi detto che non eri pronta però” “Infatti non lo sono Marina … Però capisco che per te è molto importante … e di riflesso lo diventa anche per me … Bada questo è il mio regalo di Pasqua … non ho intenzione di regalarti nient'altro” disse sorridendo l'infermiera. Marina si avvicinò ad un orecchio di Esther e le sussurrò
“Sei veramente un bellissimo angelo amore mio … Si il MIO … Grazie piccola”.
 

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Capitolo 11
*** LA FAMIGLIA RANIERI ***


CAPITOLO 11 – LA FAMIGLIA RANIERI

La primavera era già arrivata a Milano. Gli alberi erano in fiore. I colori della natura erano così belli che quasi accecavano.
In questi giorni l’infermiera Bruno era inquieta, decisamente molto agitata. Il giorno di Pasqua si stava avvicinando, e con esso anche la sua paura di conoscere i genitori di Marina. Aveva tantissimi pensieri in testa, un groviglio caotico di preoccupazioni la terrorizzavano. “E se poi non gli piaccio?!! … Sicuramente non gli piacerò … A momenti non hanno ancora accettato Marina … Come possono accettare me?!” rimuginava continuamente. “Ho fatto una pessima mossa ad accettare l’invito … Non dovevo dire di sì … Ma Marina è così felice ... ci tiene veramente … Ho tanta paura … Credo che sia la cosa giusta se non altro per lei … La amo anche per questo … per la sua determinazione” continuò a pensare. Invano stava cercando di mettere a posto il magazzino, doveva controllare le scorte. Si era fissata, da quasi 20 minuti, sullo scaffale dell’adrenalina, non riusciva proprio ad andare avanti. Così decise di fare una piccola pausa e di andare a prendere un caffè.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto, i pensieri proprio non la volevano abbandonare. Mentre stava bevendo, non si era accorta dell'arrivo di Teresa. “Ciao Esther”, fu colta talmente di sorpresa che fece un salto sullo sgabello dov’era seduta. “Esther tutto bene?” chiese preoccupata Teresa. “Si sì Terry tutto bene ero solo sovrappensiero” replicò Esther. Terrygan curiosa come una scimmia (ormai la categoria animale la stiamo esaurendo) “E se posso chiedere … A cosa stavi pensando così intensamente?”, l’infermiera non sapeva proprio cosa rispondere “Beh … No a niente …” “Non si direbbe proprio da come sei scattata poco fa’” incalzò Teresa. Esther sospirò prese fiato e disse “Sono preoccupata, molto preoccupata …”. Teresa la stava ascoltando, il suo viso assunse un espressione leggermente turbata e cercando di capire, l’invitò a proseguire “Cos’è che ti preoccupa?” “Vedi Teresa domani … Il giorno di Pasqua … Accompagno Marina al ricevimento dei suoi genitori … ”. Terrygan spalancò la bocca e disse “Ah si?” con un pizzico di invidia nella voce. Esther confermò “Sì … E sono letteralmente terrorizzata. Ci sarà un sacco di gente che io non conosco … Poi i genitori di Marina … Che gli dico? Di che parlo? Poi un ricevimento ... Non ho la più pallida idea di cosa mettermi … E chi c’è mai stata ad un ricevimento? Teresa, non so veramente che fare …”. Esther sembrava un fiume in piena. Non se n’era neanche resa conto, ma stava parlando di tutte le sue ansie con l’ispettore Terrygan, che, diciamo, non aveva avuto una bellissima reazione quando aveva scoperto la sua relazione con la Ranieri; comunque non le importava, aveva bisogno di parlarne con qualcuno se no esplodeva. Continuò ad inondare Teresa di parole “Figurati, Marina mi ha detto che nel salone si può anche ballare … Più o meno quella stanza è grande come tutto il mio appartamento … Ma te lo immagini Teresa?!”. Terrygan la stava ascoltando attentamente e solo alla fine commentò: “Esther secondo me ti stai preoccupando troppo … In fin dei conti sono delle persone come me e te … Si, va bene, hanno un sacco di soldi e probabilmente hanno anche la puzza sotto il naso …”. Teresa fece una pausa e poi continuò “Secondo me se sei te stessa non avrai problemi vedrai … Del resto io in queste cose un po’ più di esperienza ce l’ho!” !!). Esther era ancoraJ(una vecchia volpe il nostro Terrygan  incredula: non pensava che Teresa fosse così carina con lei dopo tutto quello che era successo: frecciatine, colpi bassi, etc. Alla fine replicò “Grazie Teresa, sei grande”. Terrygan sorrise “Si … Hai proprio ragione! Ora basta però rimuginare forza … Ah dimenticavo! Viene da se che poi mi racconti tutto!!” “Ma certo per chi mi hai preso … Lo vogliamo tenere aggiornato il gazzettino del Morandini o no?!”.
La giornata era ormai terminata. Esther aveva già finito il suo turno, e stava aspettando nella sala ristoro la sua dottoressa che avrebbe finito di lì a poco. Infatti neanche dopo 10 minuti Marina arrivò, già cambiata, pronta per andare via, ed esclamò “Andiamo? Sei pronta?”, Esther annuì e le due donne salutarono i colleghi e si diressero al parcheggio.
In macchina Marina si accorse che lo sguardo, della sua dolcissima infermiera, era perso nel vuoto, sembrava molto pensierosa: aveva il sospetto che la causa delle preoccupazioni della sua amata fosse l’incontro con i suoi genitori. Alla fine ruppe il silenzio e le chiese “Piccola tutto ok? Sembri un po’ turbata!” “Beh ad essere sincera sono un po’ preoccupata per domani” replicò Esther. La dottoressa cercò di tranquillizzarla “Tesoro fidati di me, andrà tutto bene … Pensa a questo … Siamo insieme io e te … E’ questa la nostra forza” si girò un attimo verso di lei e le sorrise dolcemente. “Forse hai ragione Marina” rispose alla fine Esther e sospirando continuò “Sarà meglio dormirci su … sono decisamente stanca stasera” “Amore resisti siamo quasi arrivate” replicò Marina.
Il sole era sorto, la giornata era veramente bellissima, nessuna nuvola nel cielo. Esther stava ancora dormendo. Marina invece si era già svegliata, aveva fatto piano piano, voleva che la sua compagna si riposasse un altro po’. Le stava preparando una succulenta colazione: caffè, succo d’arancia, fette tostate con burro e marmellata, latte e cornflakes (mancava solo !!). Mise tutto su un vassoio, poi prese una rosa dalJpane e nutella  vaso sulla tavola in sala, e si diresse verso la camera da letto. Entrò silenziosamente, appoggiò delicatamente il vassoio sul comodino dal lato di Esther, e si sedette a bordo del letto. Con la rosa accarezzò dolcemente i lineamenti del suo viso addormentato e poi avvicinandosi a quelle bellissime labbra la svegliò con un bacio. “Buongiorno principessa … e Buona Pasqua” esordì. Ancora un po’ addormentata Esther rispose “Buongiorno amore mio … Ah si è vero oggi è … Buona Pasqua”. Finalmente riuscì ad aprire gli occhi completamente, vide la sorpresa che le aveva fatto Marina e rimase senza parole. La dottoressa allora disse “Ti ho preparato una bella colazione amore … Ieri sembravi così stanca … E ho pensato che avevi proprio bisogno di un po’ di energie per la giornata”, Esther tirandosi su dal letto accarezzò la sua amata ed esclamò “Sei così dolce tesoro mio, grazie … Grazie di tutto!”, poi la baciò.
Intanto era arrivata l’ora di prepararsi per il ricevimento in casa Ranieri. Esther cominciava ad essere sempre più agitata (ma secondo voi aveva mai smesso di esserlo?!). Le due donne cominciarono a prepararsi per la festa. Esther non voleva farsi vedere, così decise di chiudersi in bagno. Marina sorrise divertita da questa pazza idea, e continuò a vestirsi. Alla fine indossò un tailleur di seta nero, decisamente elegante e raffinato. Esther invece era sensibilmente più lenta. La sua scelta ricadde su uno dei pochi abiti da sera elegante che aveva, era di colore celeste, non lunghissimo, con la mantellina dello stesso colore. Il risultato: un vero schianto. L’infermiera uscì dal bagno, Marina era già pronta la stava aspettando in sala. “Come sto? Posso andare bene vestita così?” esclamò Esther richiamando l’attenzione di Marina che era di spalle. La dottoressa si girò, rimase letteralmente senza fiato. Prima di rispondere le ci vollero diversi secondi, alla fine però disse “Sei bellissima amore mio … Sei veramente splendida …”. Marina si avvicinò ad Esther e l’abbracciò poi con un tono un po’ malizioso disse “Ma siamo proprio sicure che dobbiamo andarci al ricevimento dei miei? … Sei talmente bella che a me vengono in mente altre 1000 cose da fare decisamente più interessanti …”. Esther si mise a ridere e poi replicò “Si effettivamente le cose di cui parli sono molto più stimolanti … Ma dobbiamo, lo sappiamo tutte e due che dobbiamo andare” “Ahh hai ragione amore andiamo”.
La residenza Ranieri del Colle era impressionante. Era una villa settecentesca – ovviamente completamente ristrutturata di recente - situata nella prima periferia di Milano. L'ingresso era veramente imponente. Appena varcato il cancello c'era un bellissimo parco con diverse aiuole colorate, con dei fiori appena sbocciati, con al centro una bellissima fontana. Esther, che era già molto preoccupata, quando vide tutto questo, si girò verso la sua dottoressa, e molto turbata, con la voce tremolante, esclamò “Marina non so se è stata una buona idea accompagnarti”, “Tesoro, capisco la tua preoccupazione, ma io ti starò sempre vicina, fidati, andrà tutto bene” e le sorrise dolcemente.
Arrivate davanti al portone, Marina suonò il campanello. Ad aprirle arrivò prontamente Orazio - il maggiordomo - che esordì “Buongiorno signorina Marina, è un piacere rivederla” “Orazio, il piacere è mio, come stai?” “Non mi posso lamentare signorina” replicò lui. “Bene ne sono contenta ... Ti presento la mia compagna Esther” continuò Marina. Orazio non mostrò la benché minima perplessità e disse “E' un onore fare la sua conoscenza. Prego accomodatevi”. Esther era così imbarazzata che non sapeva come rispondere, ci pensò un po' e alla fine rispose al saluto “Buongiorno ... Grazie … Permesso ...”. Marina prese per mano Esther. L'infermiera la strinse forte forte, quasi come se fosse la sua ancora di salvezza. “Tranquilla tesoro, ci sono io” le ripeté Marina. Le due donne si diressero verso il salone dove erano già presenti diversi ospiti. Esther si sentiva sempre più piccola mentre le sue paure aumentavano.
Una signora molto bella e dal portamento regale le vide entrare nel salone, e, congedandosi con le persone che stava intrattenendo, si incamminò verso di loro. Esther, con un po' di soggezione, sussurrò a Marina “Chi è quella signora?” “Amore è mia madre!” “Oddio ci siamo ...” esclamò Esther sempre più intimorita. “Marina tesoro, ce l'hai fatta ad arrivare ...” la donna abbracciò la figlia, “Ciao Mamma” rispose alla fine Marina. “Mamma ti presento la mia fidanzata, Esther Bruno”. La signora, tendendole la mano esordì “Molto piacere signorina Bruno … Io sono Caterina Ranieri del Colle, la mamma di Marina”. Esther non fece in tempo neanche a rispondere alla cortese presentazione, infatti sopraggiunse un uomo ben vestito e anche molto impettito che interruppe bruscamente la conoscenza. “Signora Ranieri del Colle per lei … Io sono il padre di Marina, il signor Ranieri del Colle”. Marina non voleva credere a una tale maleducazione del padre, così quasi gli gridò contro “Papà smettila!”. Esther era rimasta decisamente sbalordita dall'uscita del uomo e pensò “Sarà anche nobile ma la buona educazione proprio non sa neanche dove sta di casa”. Anche se ancora molto timorosa decise coraggiosamente di rispondergli a tono e disse “Per me è un piacere conoscervi … Per lei sono la signorina Bruno comunque ...”, lanciando uno sguardo quasi di sfida verso il padre di Marina. La dottoressa era incredula. Non si aspettava certo una risposta del genere dalla sua compagna, si girò verso di lei e le sorrise orgogliosa. Poi si girò verso il padre e lo guardò con compassione quasi per dire “Fai pure papà io e lei siamo una cosa sola e non sarai tu e le tue frecciatine a dividerci”.
“Esther vieni, laggiù c'è mia sorella, te la voglio presentare ... Mamma Papà a dopo”, e con estrema delicatezza prese l'infermiera per un braccio e la trascinò verso il centro della sala. “Barbara ...” esclamò Marina. Una donna molto bella dai capelli castani si girò e con un enorme stupore disse “Non ci credo, sei venuta davvero … Ciao Sorellona come stai? … Fatti abbracciare ...”, “Bene bene … però fammi respirare” replicò Marina. “Barbara, lei è ...” la sorella la interruppe “Fammi indovinare, tu sei Esther vero? Marina mi ha parlato moltissimo di te … Non ti dispiace se ti do del tu vero?”. Esther era veramente sorpresa da tutta quella gentilezza. Alla fine rispose “No certo che no … è un piacere conoscerti”.
Le tre donne parlarono a lungo. Esther cominciava a rilassarsi un pochino; la sorella di Marina era molto gentile, e la stava trattando in modo umano, facendole scordare per un attimo il terribile incontro avuto poc'anzi con il padre.
Intanto si era fatta l'ora del pranzo. Orazio suonò la campanella per avvisare gli ospiti che si potevano accomodare nella sala da pranzo. Tutti quanti – circa 200 persone – si diressero verso la sala e presero posto a tavola. Naturalmente Esther si sedette vicina a Marina e al loro fianco c'erano Barbara e il fidanzato. L'unico inconveniente fu che di fronte alle figlie si erano seduti i genitori. Esther guardò sconfortata la tavola: non aveva mai visto tante posate tutte insieme. Si avvicinò a Marina e quasi bisbigliando le disse “Ma sono tutte per me tutte queste?”. Marina sorrise e rispose “Si, ma tu non ti preoccupare comincia sempre dall'esterno e vedrai che non avrai problemi”.
I camerieri cominciarono a portare il cibo, il pranzo sembrava procedere nella norma. Il padre di Marina cercava in ogni modo di mettere in difficoltà l'infermiera, introducendo argomenti su investimenti e affari, ma Esther era ben difesa, sia dalla dottoressa, che dalla sorella: erano anni che il padre non riusciva a metterle in buca!
A metà pranzo, Marina si assentò un attimo per andare al bagno. Si avvicinò ad Esther e le disse “Faccio più in fretta che posso, vado e torno” e sorridendo si avviò ai servizi. Esther la guardò andare via un po' sconsolata, pensando “E adesso?!”. Esther scrollò la testa e si concentrò sul piatto, continuando a mangiare la portata che aveva davanti. Intanto il fidanzato di Barbara stava raccontando aneddoti buffi sul suo lavoro – faceva il geometra per una ditta edile – erano tutti molto divertiti, anche la sorella di Marina che non la smetteva di ridere. Ad un certo punto però, Barbara cominciò a tossire convulsamente, d'un tratto divenne completamente rossa in viso, non riusciva a respirare – probabilmente un boccone le era andato di traverso – tutti intorno a lei si stavano preoccupando. Esther si alzò di colpo e la fece alzare, poi afferrandola da dietro, le strinse le mani sotto lo sterno e le diede due forti colpi per farle espellere il pezzetto di cibo incriminato: le ci vollero altri due colpi enfatici, ma alla fine Barbara riuscì a sputare il boccone, tornando così a respirare normalmente. Barbara si teneva la gola, continuando a tossire. Esther la fece sedere e le disse “Tranquilla, ora è tutto ok … Cerca di fare dei grossi respiri”. Marina tornò proprio in quel momento, e vedendo che tutti erano attorno ad Esther e a sua sorella, si precipitò subito da loro. “Esther, cos'è successo?”. L'infermiera non fece in tempo a rispondere, che intervenne la madre di Marina, le si avvicinò, le mise una mano sulla spalla e poi esclamò “E' successo che Esther ha salvato la vita di Barbara”. La signora Caterina la guardò e le sorrise, poi continuò “Non so come ringraziarti per quello che hai fatto … Grazie”. “Signora non deve ringraziarmi .. Ho reagito d'istinto ... Ho fatto solo il mio dovere” replicò. Marina dopo aver controllato la sorella si girò verso la sua amata “Grazie piccola” e poi l'abbracciò forte davanti a tutti. Esther era un po' restia, non sapeva se rispondere all'abbraccio oppure rimanere imbambolata come uno stoccafisso. Dopo un po' decise di abbracciare anche lei il suo amore e fregarsene di tutto e tutti.
Quando Barbara si fu completamente ripresa, si rivolse ad Esther esclamando “Grazie ... Mi hai salvato la vita”.
Esther in tono scherzoso replicò “La prossima volta forse è meglio che non ridi così tanto, mentre stai mangiando, ok?!” e sorridendo ammiccò a Barbara.
Il pranzo era terminato. La paura per l'episodio successo poco prima era scomparsa. Gli ospiti si spostarono nuovamente nel salone per fare chiacchiere e pettegolezzi. Esther e Marina stavano parlando con Barbara e Antonio, il fidanzato di quest'ultima. Enrico – il padre di Marina – si avvicinò alle due coppie, e interrompendo i loro discorsi disse “Marina avrei bisogno di parlare con te ... Puoi venire un attimo nello studio?”, la dottoressa esitò, guardò Esther e rispose “Ok va bene andiamo”. Una volta nello studio il padre non sapeva come cominciare il discorso. “Papà che cosa mi volevi dire?”, l'uomo a fatica cominciò “Vedi Marina, io e te è un po' che non parliamo … Dall'ultima volta ne è passato di tempo ...” prese fiato e poi continuò “Io sono grato alla signorina Bruno per il gesto che ha compiuto oggi … Ha salvato la vita a una delle mie figlie … Ma … Non posso permetterle di rovinare la vita all'altra mia figlia … Tu capisci cosa intendo?”. Marina non era per niente stupita del discorso del padre, lo conosceva bene, e purtroppo non l'aveva mai accettata per quello che era. Decisamente risentita e anche frustrata decise di rispondergli per le rime “Papà che cosa vuoi dirmi? Che Esther non è la donna per me? Non è alla mia altezza? O piuttosto stai insinuando che non sia all'altezza della nostra famiglia ... del nostro cognome? O è semplicemente perché è una donna?”. Il padre provò a ribattere ma Marina era talmente infastidita e seccata dal suo comportamento, che proseguì subito dicendo “Non c'è bisogno che rispondi Papà … che ti piaccia o no, lei è la mia scelta … Lei è la donna che amo e che mi ama … Quindi se vuoi rivedermi, sarà il caso che tu te ne faccia una ragione!”. Marina uscì dallo studio lasciando a bocca aperta il padre, che non ebbe neanche l'occasione di replicare.
Marina tornò ancora infuriata verso Esther, la quale, vedendo il suo viso, le chiese “Tutto bene?” “Tutto ok, non ti preoccupare” a stento riuscì a sorriderle. “Mi aspetti un attimo ancora piccola?” continuò Marina. Esther annuì.
Marina si diresse verso lo stereo con passo deciso. Cercò affannosamente nei cd che erano li vicino. Alla fine trovò quello che stava cercando. Lo mise su e lo fece partire. Le note di Mandy di Barry Manilow si diffusero nella stanza. Ritornò dalla sua infermiera. La prese delicatamente per un braccio e la condusse al centro della sala. Esther esclamò sorpresa “Marina ma
che stai facendo?” lei non rispose e strinse a se la sua compagna e cominciò a ballare guardandola negli occhi.
 
“Vedi piccola tutti devono sapere quanto quanto ti amo ...”. Esther era veramente imbarazzata. Ma guardando in quegli splendidi occhi, d'un tratto si sentì protetta, e si abbandonò a quel meraviglioso momento. La gente tutta intorno era a dir poco sbalordita. Barbara guardava sua sorella ed Esther che ballavano e sorrise dolcemente: era decisamente felice per Marina. Poi afferrò Antonio per un braccio e lo trascinò in pista, “Dai balliamo anche noi” esclamò. Di lì a poco la sala si riempì. Solo i signori Ranieri non accennarono a muovere un passo. Il padre era indignato a dir poco, mentre la madre era contenta nel vedere le sue due figlie felici e soprattutto vive.

 
https://www.youtube.com/watch?v=MZ352-kAhr8

Barry Manilow – “Mandy”

I remember all my life,
Raining down as cold as ice
A shadow of a man
A face through a window
Crying in the night,
The night goes into
Morning, just another day
Happy people pass my way
Looking in their eyes
I see a memory
I never realized
you made me so happy, oh Mandy
Well you came and you gave without taking
but I sent you away, oh Mandy
well you kissed me and stopped me from shaking
I need you today, oh Mandy
I'm standing on the edge of time
I Walked away when love was mine
Caught up in a world of uphill climbing
The tears are in my mind
And nothing is rhyming, oh Mandy
Well you came and you gave without taking
but I sent you away, oh Mandy
well you kissed me and stopped me from shaking
And I need you today, oh Mandy
Yesterday's a dream I face the morning
Crying on the breeze
the pain is calling, oh Mandy
Well you came and you gave without taking
but I sent you away, oh Mandy
well you kissed me and stopped me from shaking
And I need you today, oh Mandy

 
Marina aveva tra le braccia la sua compagna. L'irritazione che suo padre le aveva provocato era ormai un ricordo. Accarezzando il viso di Esther esclamò “Grazie amore mio … Grazie aver sopportato tutto questo … Grazie di essere quella che sei …”. Esther abbassò un attimo lo sguardo, poi prese fiato e disse “Non mi devi ringraziare sono io che ringrazio te … Prima non sapevo cosa voleva dire amare … amare con tutto il cuore … Ora lo so … Ti amo Marina”. Le parole di Esther andarono dritte dritte verso il cuore della dottoressa. Si avvicinò dolcemente e la baciò, non curandosi affatto della gente intorno a loro. Esistevano solo loro due in quel momento.

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Capitolo 12
*** IL PADRE DI MARINA ***


CAPITOLO 12 – IL PADRE DI MARINA

La Pasqua era ormai passata, così come tutte le forti emozioni del ricevimento in casa Ranieri.
Stava iniziando un nuovo giorno. Milano era ancora insolitamente calma.  Il caos giornaliero però non avrebbe tardato più di tanto.
Esther arrivò al Morandini poco prima di iniziare il suo turno, verso le 8. Aveva stampato sul viso un’espressione felice, allegra, quasi coinvolgente. Terrygan era già operativa in accettazione, e da buon detective non si fece sfuggire la cosa.
“Buongiorno Esther” “Buongiorno Terry” replicò l’infermiera, con uno sguardo perso nel vuoto ma colmo di gioia. “A giudicare dalla tua espressione … Le vacanze sono andate bene” esclamò Teresa. Esther ci mise un po’ a rispondere  “Come dici?  Ah si scusa … Si sono andate bene … Marina è veramente eccezionale”.  Teresa era curiosa come una scimmia. Voleva a tutti costi sapere cos’era successo alla festa, non aspettando più oltre se no esplodeva, incalzò “Allora io sto aspettando … Non mi racconti niente del ricevimento? Com’è andata?”. L’infermiera tirò un grosso sospiro e poi disse “Beh direi molto bene … ”. Teresa era incredula “Ah sì?”. “Sì giusto dimenticavo il gazzettino … Allora  vediamo … Sono stata praticamente insultata dal padre di Marina, che mi ha quasi definito una plebea … Poi … Ah sì … Ho salvato la vita alla sorella di Marina che si stava strozzando col cibo … E poi io e Marina abbiamo scioccato tutti i presenti ballando strette strette in mezzo al salone, scambiandoci persino un bacio …. Si direi che non è andata male” rispose Esther mettendosi a ridere. Terrygan era a dir poco sbalordita, aveva quell’espressione da stoccafisso con la bocca aperta. Proprio in quel momento arrivò Rocco. Guardò Teresa e con estrema nonchalance e umorismo gliela chiuse dandole un colpetto sotto il mento. E poi ridacchiando  esclamò “Terry è meglio che la tieni chiusa la bocca se no ti entrano le mosche …”. Lei punta sul vivo, con un gesto stizzoso del braccio, urlò “ROCCO piantala!”. Esther era ancora lì che rideva e disse “Beh direi che di scoop, su cui spettegolare, te ne ho dati un bel po’ … Ora è meglio che vada a cambiarmi” e ammiccandole Esther si diresse verso lo spogliatoio. Terrygan era talmente allibita che non riuscì a spiaccicare una parola (è già la seconda volta mica starà perdendo dei colpi il nostro ispettore? ). “Su Terry non fare quella faccia vedrai che tutto passa …” esclamò Rocco andandosene.
 
Esther stava facendo il suo giro, la giornata le sembrava veramente meravigliosa, Marina cominciava il turno di pomeriggio, e il solo pensiero di vederla la faceva sognare ad occhi aperti. Finalmente era veramente felice, nonostante i casini del ricevimento, Marina le aveva dato prova di tutto il suo amore scegliendo lei a discapito di tutto e tutti. Amava con tutta se stessa la dottoressa per lei era ormai la vita.
 
Intanto al pronto soccorso entrò un signore dal portamento distinto che si diresse verso l’accettazione.
Con un tono molto deciso, quasi imponente, disse, rivolgendosi a Teresa “Senta, scusi … Dove posso trovare la signorina Bruno?”. Teresa era talmente indaffarata, che non tirò su neanche lo sguardo, e rispose “Ad essere sincera non lo so … E’ urgente? La dovrei chiamare … ma adesso sono un po’ presa come può vedere”. L’uomo con un velo di irritazione nella voce replicò “Ascolti io sono Enrico Ranieri del Colle - il padre della dottoressa Ranieri – e sì, ho urgenza di parlare con la signorina Bruno … Quindi se mi fa la cortesia di chiamarla, gliene sarei molto grato”. Teresa finalmente alzò lo sguardo e quasi imbarazzata disse “Mi scusi signor Ranieri … La chiamo subito … Se vuole la può aspettare li a sinistra in sala d’attesa” “Va bene … la ringrazio” replicò l’uomo.
Teresa era decisamente pensierosa “E questo che ci fa qui? Che vuole da Esther? Mah questi ricchi sempre pronti a dar ordini … Ma chi si crede di essere! E' solo un cafone! Va beh è meglio che chiami Esther se no c’è rischio che gli prenda un coccolone”.
 
Esther arrivò in accettazione dopo qualche minuto. “Mi hai fatto chiamare?” “Si, c’è un uomo che ti sta aspettando in sala d’attesa … E’ il signor Ranieri del Colle”.  Un attimo di gelo colse l’infermiera che solo dopo qualche secondo ribatté “Ma chi?! Il padre di Marina?”, Terrygan annuì. Ora c’era proprio il panico nell’espressione di Esther. Mentre si avvicinava alla sala i suoi pensieri galoppavano nel peggiore dei modi. “Che cosa vuole da me? Sicuramente non ha gradito il mio comportamento al ricevimento. Ma che cosa vuole da me?”, poi sospirò “Esther te ne devi fregare qualsiasi cosa voglia tu dimostrati superiore, Marina ama te e tu ami lei” si ripeté mentalmente.
“Signor Ranieri … Salve” “Signorina Bruno” replicò l’uomo. Ci furono un paio di secondi, interminabili, di silenzio, poi Ranieri esordì “Verrò subito al punto … Ma prima mi conduca in un posto un po' più appartato”, “Naturalmente, mi segua, andiamo in sala medici, da questa parte prego”. “Di cosa voleva parlarmi?” “Non ho mai approvato il comportamento di mia figlia … E  tanto meno approvo le compagnie che frequenta … Ma io sono in debito con lei per aver salvato Barbara …”. Esther stava cercando, invano, di capire dove voleva arrivare il padre di Marina. L’uomo dopo una piccola pausa continuò “Vede io non ce l’ho con lei … Sicuramente è una bravissima persona … Ma ritengo che non sia adatta a mia figlia … Venite da due mondi diversi e magari adesso funziona bene …. Ma alla lunga verranno fuori i problemi …”. L’infermiera aveva capito benissimo l’intenzione del signor Ranieri, era letteralmente incredula: che faccia tosta! Ma il peggio venne dopo. Infatti l’uomo continuando a parlare disse “Per risolvere il mio debito con lei e per sparire dalla vita di Marina … Mi dica, quanto vuole?”. Esther spalancò i suoi bellissimi occhioni ed esclamò “Come ha detto scusi?” “Quanto vuole per lasciare mia figlia? Dica pure una cifra qualsiasi non ci sono problemi!”. Esther era sempre più allibita da tale prepotenza e noncuranza dei sentimenti altrui. Nonostante cercasse di stare calma alla fine non ce la fece e sbottò “Senta signor Ranieri ma per chi mi ha preso?! Pensa che io stia con Marina per i soldi? Per guadagnarci qualcosa ... o che altro? … Lei non mi conosce affatto … Io non voglio un bel niente da lei … Io amo veramente sua figlia … E se per lei questo è un problema non so che farci …”. Il padre di Marina non sembrava minimamente colpito dalle parole di Esther, e alla fine replicò “Non mi vuole dire la cifra? Bene, decido io, 50.000 euro dovrebbero bastare …”, l’uomo si appoggiò al tavolo della sala e si mise a scrivere l'assegno. Una volta finito lo porse a Esther e disse “Lo prenda … Avanti lo prenda …”. Dopo l’ennesima insistenza dell’uomo Esther afferrò l’assegno e disse “Sa cosa ci deve fare con i suoi soldi?!” e strappandoglielo davanti proseguì “Ci si compri un’anima perché è evidente che non sa neanche cosa sia … Per lei calpestare gli altri è un divertimento … Sa che le dico impari a comportasi da persona non da animale!”. Carica di rabbia Esther si girò e mentre se stava andando le lacrime gli rigarono il volto. Il signor Ranieri era rimasto li (come un’oca lessa) senza ribattere.
 
Esther passò dall'accettazione. Teresa si accorse che stava piangendo e le chiese preoccupata “Cos'è successo?”, ancora singhiozzante le rispose “Niente niente ... Teresa ti prego non dire niente a Marina di suo padre, ok? Promettimelo?” “Sì si va bene” ribatté Terrygan. Poi l'infermiera corse via e si rifugiò in bagno. Non riusciva a smettere di piangere. Continuava a pensare a cosa gli aveva detto il padre di Marina e a come l’aveva trattata, “Che uomo ignobile” pensò. “Non aveva alcun diritto di trattarmi così” continuava a rimuginare. Il signor Ranieri l’aveva colpita duro con tutte quelle parole “.. Ritengo che non sia adatta a mia figlia … Venite da due mondi diversi …”. Non sapeva più cosa pensare, aveva paura, lei amava da morire Marina, ma se quello che le aveva detto lui, quelle parole meschine, fossero state vere, avrebbe rovinato la vita di chi amava di più al mondo. Scosse la testa davanti allo specchio, mille dubbi l’assalivano, “No mi rifiuto di credere a una cosa simile … Sono tutte bugie solo per rendermi insicura … BASTA Esther smettila di piangere e di pensare a queste cose BASTA!” pensò tra se e se. Si asciugò gli occhi un po’ alla meglio ed usci dal bagno ripetendosi che ora doveva concentrarsi solo ed esclusivamente sul lavoro.
 
Intanto la giornata procedeva, il pomeriggio era cominciato. Marina entrò al Morandini verso l'una. Il suo turno sarebbe cominciato non prima di mezz'ora, ma voleva  assolutamente vedere Esther e “chiacchierare” con lei un po’ prima di iniziare il lavoro. Come suo solito si fermò in accettazione per salutare e per sbrigare le formalità. “Buongiorno Teresa … Come va?”. L'ispettore a stento riusciva a guardarla in faccia, era decisamente imbarazzata per quello che era successo alla mattina. Alla fine rispose “Buongiorno Dottoressa … Direi tutto nella norma” “Ok allora vado a cambiarmi … Per caso sa dove posso trovare Esther?”, anche se si aspettava la domanda Terrygan tentennò un po' e rispose “Beh, a dire il vero, è un po' che non la vedo … Prima però era in magazzino”. “Grazie Teresa a dopo” la salutò la Ranieri e si diresse in sala medici. Dopo essersi cambiata Marina cercò subito il suo amore: nel magazzino non c'era, nei box non c'era, non la trovava da nessuna parte. Alla fine, si era quasi arresa, la trovò che usciva dalla sala operatoria. Esther trovandosi davanti la sua dottoressa abbassò lo sguardo, Marina era talmente entusiasta nel vederla che non ci diede troppo peso ed esclamò “Esther ti ho cercato dappertutto … Finalmente ti ho trovato … Avevo una voglia di vederti … Lo sai che mi sei mancata tanto stamattina?” e le sorrise. Esther era ancora molto turbata, cercava di non darlo a vedere, ma non era così facile alla fine replicò “Marina sei proprio dolce ... Sai stamattina è stato un vero delirio, non mi sono ancora fermata un attimo”, “Se hai due minuti ora sarebbe un buon momento per prendere una pausa … ti va di fare due chiacchiere in sala medici?”. Esther non sapeva cosa rispondere, voleva stare con Marina con tutta se stessa, ma era ancora molto fragile, le lacrime erano in agguato, non voleva che Marina la vedesse in quello stato e tanto meno parlare di quello che era successo quella mattina col padre. Ma allo stesso tempo non voleva deluderla, il suo viso era così raggiante, era troppo felice, alla fine acconsentì e disse “Ok va bene andiamo”. Le due donne si incamminarono verso la sala medici. Una volta arrivate, Marina abbracciò intensamente Esther. L'infermiera si abbandonò fra le braccia della sua donna, in un attimo tutti i dubbi e le perplessità erano svanite, si sentiva al sicuro.  
 
Le ora passavano inesorabili. Marina era indaffaratissima. Passò per l'accettazione per consegnare a Teresa le cartelle firmate. Terrygan era molto preoccupata per Esther, non sapeva come comportarsi con la Ranieri, alla fine decise di sondare il campo e disse ”Dottoressa alla fine ha trovato Esther?” “Sì era in sala operatoria” “Come sta? Stamattina non mi sembrava in gran forma”. Marina era decisamente sorpresa dall'affermazione di Teresa. “Perché cosa è successo stamattina?”. Terrygan non ce la faceva più, alla fine vuoto il sacco “Stamattina è venuto suo padre, e ha chiesto espressamente di Esther … Guardi questo ...” le mostrò un assegno di 50.000 euro, strappato, e messo insieme dallo scotch “Che cosa significa questo assegno? E' la firma di mio padre questa” replicò la dottoressa. “Lo so che non dovevo origliare … Ma ero preoccupata per Esther … Così ho sentito tutta la conversazione … Suo padre ha offerto questi soldi ad Esther per lasciarla, perché non la ritiene alla sua altezza è solo un infermiera … L'ha trattata veramente male … Ma Esther gliel'ha cantate, gli ha strappato l'assegno in faccia dicendogli che amava lei più della vita e che suo padre doveva usarli per comprarsi un anima … o qualcosa del genere”. Marina era a dir poco sconcertata “Perché non mi ha detto niente?” “Dottoressa a dire il vero mi aveva fatto promettere di non dirle niente della visita di suo padre, ma sono troppo preoccupata per lei … Ovviamente lei non sa niente del fatto che ho sentito tutta la conversazione”.
Marina corse immediatamente a cercare Esther. La trovò che stava sistemando il paziente del box 3. Cercò di nascondere il suo stato d'animo e disse “Esther, scusa, hai due minuti? Avrei bisogno di parlarti un attimo in sala medici” ”Si certo, qui ho appena finito, andiamo”.
“Allora di cosa volevi parlarmi?”, Marina tentennò un po' ma alla fine esclamò “Mi sai dire cos'è questo?” mostrandole l'assegno rattoppato che le aveva dato Teresa. “Chi te l'ha dato?” “Questo non ha importanza Esther … Perché non mi hai detto della visita di mio padre?”. Esther si girò di spalle, il magone stava pian piano tornando, “Marina, non volevo metterti contro tuo padre … Si è vero mi ha offerto quei soldi per lasciarti, dicendomi che non ero alla tua altezza … Ma io non li ho accettati … Perché TI AMO … Talmente tanto che fa male … Poi mi sono venuti un sacco di dubbi … Guardami, non sono certo al tuo pari … E se un giorno l'amore non bastasse più … Io non voglio rovinare la vita alla persona che amo di più al mondo ...”. Marina girò verso di se Esther e poi prendendola fra le braccia disse “Ma che stai dicendo amore mio … E' te che voglio non me ne frega niente né di mio padre, né della famiglia, né del nome, né tanto meno dei soldi … Io voglio solo te … Te e basta … Io TI AMO per quello che sei … Per quello che sono io con te … Tu sei la mia felicità” le asciugò le lacrime e poi la baciò. Con decisamente molta rabbia verso il padre Marina esordì “Con il signor Ranieri ci penso io … E' ora che la pianti … Pensavo di essere stata chiara al ricevimento, ma evidentemente mi sbagliavo … Non dovrà mai più permettersi di trattarti così … Mai più!”, Esther intervenne “Marina lascia perdere … con il mio rifiuto magari l'ha capito da solo, non ci crederai ma sono riuscita ad essere abbastanza dura...” “Ah si me l'hanno detto!” “E chi è stato? No, fammi indovinare, Terry, giusto?! Da buona ficcanaso qual'é … Quella donna sa veramente essere irritante alle volte ...” “Dai Esther era solo preoccupata per te … Non darle così addosso”, l'infermiera alla fine si arrese “Va ben, solo se tu lasci perdere il discorso con tuo padre, ok?” “Ok … Almeno per ora non gli dirò niente, ma non può passarla sempre liscia” replicò la dottoressa.
Stringendo a se più forte la sua donna, Marina cambiò discorso “Che ne diresti se stasera ti portassi a cena fuori? E poi … Non so … Come dopo cena … Potrei rapirti per qualche coccola … Che ne dici? ”, l’infermiera non disse nulla, si avvicinò teneramente al suo viso e le diede un bacio appassionato.
 
Giusto per curiosità, secondo voi Esther ha accettato il programma della serata :)?

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Capitolo 13
*** UN RITORNO INASPETTATO ***


CAPITOLO 13 – UN RITORNO INASPETTATO

Erano passate un paio di settimane dallo scontro tra Esther e il padre di Marina. La quiete e la tranquillità erano tornate all'ordine del giorno, nonché la gioia e la felicità delle due donne, che praticamente passavano ogni istante possibile insieme. Esther praticamente si era trasferita a casa della Dottoressa.
Al Morandini era cominciata un'altra giornata. Le due donne arrivarono puntualmente alle 8 varcando l'ingresso del pronto soccorso. Mentre si stavano avvicinando al bancone dell'accettazione Esther esordì “Marina, stasera mi sa che dovrò fare un passaggio a casa mia … Non ho più cambi puliti da mettermi ...” “Non vedo dove sia il problema piccola, stasera facciamo un lavatrice, così risolviamo la cosa … Anche se ad essere sincera mi fai impazzire quando sei svestita ...”, replicò la dottoressa ammiccandole con un sorriso un po' malizioso. Il viso di Esther arrossì di colpo e decisamente imbarazzata “Dai Marina … Se mi dici queste cose ... Poi chi ci riesce a lavorare ...”.
Come al solito Terrygan era già operativa, “Buongiorno Esther ... Dottoressa Ranieri”, entrambe risposero al saluto quasi contemporaneamente “Buongiorno Teresa”. “Esther, ti stava cercando Malosti” continuò Teresa, “Si, grazie ora vado. Stamattina sono di turno in sala operatoria” ribatté l'infermiera, e, prima di andarsene, si avvicinò all'orecchio di Marina bisbigliandole “A dopo tesoro … Già mi manchi”. Poi si diresse quasi di corsa verso lo spogliatoio.
 
La mattinata sembrava procedere molto lentamente, le ore non passavano mai. Esther aveva già assistito a due interventi,  ma la giornata ne prevedeva altri tre. Prima di procedere con il prossimo, il dottor Malosti le aveva chiesto di occuparsi dei documenti pre-intervento e di sentire in accettazione per eventuali problemi.
“Terry scusa, i documenti per l'intervento del Signor Torri sai se sono pronti? Il dottor Malosti, se fosse possibile, vorrebbe anticipare l'intervento”. Terrygan era sommersa da scartoffie tanto per cambiare, dopo qualche secondo riuscì anche a rispondere “Dammi un attimo che controllo … Oggi non so bene cosa sia successo, ma il casino regna sovrano, non riesco a combinare nulla ...”, “Sì, tranquilla io devo controllare i corsi delle infermiere in internet”. Terrygan stava cercando di sistemare tutta la confusione che si era creata tra le cartelle da archiviare e quelle da distribuire, ma al tempo stesso parlava anche con Esther ed esclamò “Ah proposito di corsi … Prima ha telefonato l'associazione delle infermiere, non hanno ancora ricevuto il tuo modulo di adesione per il corso di aggiornamento di quest'anno ...”, Esther rimase un po' interdetta e replicò “Ma io non ho ricevuto nessun modulo”, “Come non hai ricevuto niente? Te l'hanno mandato via posta elettronica al tuo indirizzo personale” obiettò Teresa. Esther si illuminò di colpo e sorridendo maliziosamente esclamò “Adesso capisco tutto … Vedi Terry è un po' che non passo da casa mia … Quindi è un po' che non scarico la posta”. Terrygan si girò subito verso l'infermiera e disse “E se non stavi a casa tua, dove stavi?”, Esther distolse lo sguardo dal computer che stava consultando, e guardò eloquentemente Teresa con un sorriso molto allusivo... Alla fine l'ispettore si rispose da sola “Oddio ... Non lo voglio sapere … Ho già capito”.
 
Mentre Esther stava tornando in sala operatoria, nel corridoio incontrò Marina. “Ciao ...” “Ciao … Esther, è difficile beccarti oggi, ti stavo cercando prima ma eri ancora in sala operatoria” esordì la dottoressa quasi in astinenza. “Si lo so, guarda, oggi è proprio una giornataccia ... Spero che finisca presto …” l'infermiera prese fiato e proseguì “Senti Marina … Stasera dovrei sistemare delle cose a casa mia ... E' un po' che non ci passo ... Devo annaffiare le piante, devo controllare la mail e vedere se tutto è a posto… Non ti dispiace vero?” “No, ma ... Sono invitata spero?” replicò la dottoressa. Esther finse di tentennare un po' e poi disse “Fammi pensare … Ma certo che sei invitata tesoro!”. Marina sorridendo esclamò ”Che ne dici di una serata romantica … Non so, cena e film?” “Sarebbe perfetto … Ohi adesso è meglio che vada se no chi lo sente Malosti! A dopo ...” rispose Esther andandosene quasi di corsa.
 
Finalmente era arrivata la fine del turno. Le due donne erano già uscite dal pronto soccorso, e stavano andando al parcheggio. Marina si girò verso Esther e disse “Sai oggi è stata veramente lunga, non siamo riuscite neanche a prendere un caffè insieme … Mi sei mancata tanto”, “Come sei dolce amore mio …” replicò Esther afferrandola sotto il braccio poi continuò “Ora la serata è tutta per noi … Non ne vedevo l'ora”.
Arrivate a casa Bruno, Esther cominciò subito a sistemare le faccende, in modo da finire in fretta e dedicare più tempo al suo amore. Marina le chiese “Piccola ti serve una mano?” “No tesoro mettiti pure comoda arrivo subito” rispose l'infermiera. E così fu, in neanche 10 minuti aveva già fatto tutto. “Ora sono tutta tua”, Marina si avvicinò ad Esther e l'abbracciò teneramente “Ah sì? Questa notizia mi fa molto felice sai” e dolcemente la baciò.
Dopo qualche coccola, le due innamorate cominciarono a preparare la cena, niente di sofisticato, un piatto di pasta col sugo. L'amore che si respirava nell'aria bastava a rendere quella serata decisamente romantica, inoltre sulla tavola avevano acceso una candela per creare una luce soffusa e molto gradevole, e per completare l'opera Esther aveva messo un bellissimo sottofondo musicale. Per tutta la cena non fecero altro che guardarsi negli occhi, tenersi la mano, ridere e scherzare. Una volta finita la cena, senza neanche sparecchiare, si spostarono sul divano, Esther prese una morbida coperta in modo da rendere la cosa ancora più coccolosa.
 
 
Si misero tutte e due abbracciate sotto il panno, lo stereo suonava le note dei Turtels “Happy together”. Rimasero a guardarsi negli occhi per diversi minuti senza dire neanche una parola. Marina alla fine ruppe il silenzio dicendo “Esther … E' da un po' che ti volevo chiedere una cosa ...” “Che cosa?” l'interruppe l'infermiera, “Sono felice sai … E il merito è tutto tuo … In queste settimane ho capito quanto tu sia importante per me … E' un po' che ci sto pensando ... Magari sto correndo troppo …” Marina prese fiato, poi accarezzando il viso di Esther continuò “Ma io TI AMO piccola … Ti amo tantissimo … e vorrei passare tutto il mio tempo con te ... Stare sempre insieme …” la dottoressa si interruppe un'altra volta, Esther aveva sul volto un'espressione interrogativa, non capiva cosa voleva dirle la sua amata. Marina dopo l'attimo di esitazione finì la frase e disse ”Che ne dici di andare a vivere insieme? Io e te ...”. L'infermiera rimase decisamente sorpresa dalla proposta di Marina, non sapeva proprio cosa rispondere. Da una parte era talmente contenta da toccare il cielo con un dito, quando stava con lei si sentiva sempre completamente felice, amata e finalmente serena; però dall'altra, come faceva con suo padre, la sua famiglia, i dubbi l'assalivano. Stava per rispondere ma uno strano rumore interruppe l'idillio.
 

https://www.youtube.com/watch?v=LhhcHMkmyF8
Turtels - “Happy together”
 
Imagine me and you, I do, I think about you day and night, It's only right
To think about the girl you love, And hold her tight, So happy together
If I should call you up, Invest a dime, And you say you belong to me
And ease my mind, Imagine how the world could be, So very fine
So happy together
I can't see me loving nobody but you, For all my life,
When you're with me, Baby the skies will be blue, For all my life
Me and you, And you and me, No matter how they tossed the dice
It had to be, The only one for me is you, And you for me
So happy together, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, Imagine me and you, I do, I think about you day and night
It's only right, To think about the girl you love, And hold her tight
So happy together, So happy together, How is the weather
So happy together, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, I can't see me loving nobody but you
For all my life, When you're with me, Baby the skies will be blue
For all my life, For all my life

Dei passi si stavano avvicinando alla sala. “Esther sei in casa?” “Oddio … Papà?!”.
Il signor Bruno entrò nel soggiorno, e vide sua figlia con un'altra donna, sedute sul divano teneramente abbracciate sotto un panno. L'imbarazzo era quasi palpabile. Giorgio non sapeva cosa dire e tanto meno Esther e Marina. L'uomo sospirò e alla fine spezzò la tensione “Ehmm ... Sorpresa!!! Sono rientrato! Mi mancavi e avevo voglia di vederti figlia mia … ”. Il viso di Esther era diventato un fascio di nervi, la sua preoccupazione era quasi esplosiva. Marina non sapeva né che fare né che dire, così decise comunque di salutare il signor Bruno. “Buonasera Giorgio … Come sta? La sua tendinite?”, “Ah Buonasera dottoressa Ranieri, di spalle non l'avevo riconosciuta … Beh … direi che mi sono ripreso bene … Poi mia sorella mi ha rimpinzato … Minimo ho preso due chili ...”, replicò l'uomo con un sorriso imbarazzato. Marina ricambiò il sorriso ed esclamò “Io però la trovo molto in forma! E poi avere appetito è un buon segno”.
Esther a stento si tirò su dal divano, molto lentamente e con la testa bassa andò verso il padre per salutarlo. Lo abbracciò e all'orecchio gli sussurrò “Ciao papà, sono contenta di vederti!” “Figlia mia … Sai che questo non si direbbe proprio, hai una faccia!” “No, sul serio papà sono felice” ribatté Esther cercando faticosamente di abbozzare un sorriso. Marina non se la sentiva di rimanere, anche se Giorgio era stato delizioso con lei, aveva capito che in quel momento era di troppo. Quasi con un po' di affanno, cercò di congedarsi, prese fiato ed esclamò “Esther forse è meglio che vada ... Magari vuoi rimanere sola con tuo padre ...”. L'infermiera non sapeva cosa dire, da una parte voleva che Marina rimanesse li con lei a stringerle la mano, ma dall'altra aveva bisogno di schiarirsi le idee, forse aveva bisogno di parlare con suo padre, non lo sapeva neanche lei. Così accennò un gesto con la testa e poi disse “Grazie Marina … Ti chiamo più tardi” “Non ti preoccupare … capisco benissimo cosa provi” la dottoressa rispose con tanta tristezza nel cuore. “Giorgio, la saluto e mi raccomando, sempre in forma … ”, il padre di Esther si sentiva quasi in colpa per la fuga della Ranieri tanto che rispose “Ma dottoressa va già via? Non sarà mica per me che se ne va, vero?”. Marina mentì candidamente “Si figuri Giorgio ... E' che … Si è già fatto tardi, e domani il mio turno comincia presto … Arrivederci”, si girò verso Esther e disse “Ciao … A domani … ” con un sorriso forzato. L'infermiera rispose al saluto “Ciao … Ci sentiamo dopo” ma non riuscì a dire altro, l'accompagnò alla porta e prima di andarsene, Marina disse sottovoce “Andrà bene, ricordati una cosa …. Io ti amo!”.
 
Esther tornò in soggiorno. Il padre stava cercando di sistemare le valige in modo che non fossero in mezzo ai piedi. Ancora di spalle esordì “Allora, non c'è niente che mi vuoi dire?”. L'infermiera si aspettava quella domanda ma fu comunque colta di sorpresa “Eh adesso che gli dico?” pensò. Tentennò ancora un po' e poi alla fine cercò di svicolare e disse “Beh sai qui il solito tram tram, niente di che … E tu raccontami … Stai bene sul serio?” “Direi di si, il dolore è praticamente scomparso poi lo sai com'è tua zia, non mi faceva fare niente, solo del gran riposo” replicò l'uomo, fece una pausa e poi proseguì tornando alla carica “Ma dimmi di te figlia mia, sono stato via più di quattro mesi, non hai proprio niente da dirmi?”. Esther sempre molto assorta nei suoi pensieri esitò un attimo, ma alla fine disse “Beh sì … Ad essere sincera avrei bisogno di parlarti … Ti va un po' di the?”, l'uomo si girò verso la figlia e le sorrise poi le disse “Perché no?!”.
In cucina, Esther era intenta a preparare la bevanda calda, mentre il padre si era seduto al tavolo della cucina. Giorgio aveva intuito qualcosa, non era certo stupido, sapeva che non era facile per la figlia parlare, così non le fece pressioni aspettando con pazienza che lei cominciasse. Esther portò la teiera in tavola poi prese le tazze e si sedette anche lei. Cominciò a girare il cucchiaino rimescolando il the quasi a cercare l'ispirazione per cominciare a parlare. Sospirò a lungo poi iniziò “E' un po' che ti volevo dire una cosa papà … Ma forse non ho mai trovato il momento giusto … Tu eri dalla zia e io volevo parlartene di persona non per telefono … A dir la verità non so neanche se riuscirò a finire il discorso … Quindi per favore non interrompermi ok?”, l'uomo esitò un attimo poi rispose “Va bene, starò zitto come un pesce fino alla fine”. “Vedi papà … Io mi sono innamorata … E' stata una cosa totalmente inaspettata … Ma mi rendo conto solo ora che prima non sapevo cosa voleva dire amare veramente e totalmente …”, i suoi occhi divennero lucidi, la sua emozione stava diventando incontenibile, ciò nonostante continuò a parlare “Questo amore mi dà una felicità immensa però mi spaventa anche molto ... E' così dolce, tenero, assoluto … Ma anche così diverso da come l'ho sempre pensato”. Le lacrime le rigarono il volto. Sul viso del padre si cominciava ad intravedere un espressione preoccupata. “Forse sono tutti questi timori di non lasciarmi andare completamente che mi frenano”, continuò l'infermiera tirando su lo sguardo dalla tazza e rivolgendolo al padre “... Papà mi sono innamorata di … Marina … la dottoressa Ranieri”. Giorgio non mostrò il benché minimo stupore, come se sapesse già tutto da tempo, e con un sorriso molto confortante ruppe il suo silenzio “Posso parlare ora?”, Esther annuì. “Vedi bambina mia, da quello che mi hai detto non capisco perché stai piangendo … A meno che quelle non siano lacrime di gioia?!” si avvicinò alla figlia e con una mano le asciugò le lacrime, “Non devi avere paura, se sei innamorata e questo amore come mi hai detto ti completa, buttati, lasciati andare, ogni istante che ti regala gioia e felicità è un momento prezioso … Tua madre mi ha dato tanto amore fino al giorno che è venuta a mancare, io nel mio piccolo pensavo sempre di dargliene troppo poco, ma ti giuro che l'ho amata con tutto me stesso … Ogni secondo della mia vita … Mi manca tanto sai … Ma non rimpiango niente, lei era tutto per me …”. Esther si avvicinò ancora di più al padre e l'abbracciò forte forte, piangendo sulla sua spalla. “Grazie papà per aver capito ...” “Esther, lo sai quanto ti voglio bene ... E questo non cambierà mai, quello che vorrei è che tu fossi sempre felice … Ma ora basta piangere ok?” replicò l'uomo. “Il fatto è che prima, quando sei arrivato, Marina mi aveva  chiesto una cosa … E io non sono riuscita a risponderle … Mi ha bloccato la paura”, “Scusa, ma cosa ti aveva chiesto?” “Di andare a vivere insieme”, il padre fece un'espressione quasi triste, ma riuscì comunque ad abbozzare un sorriso. “E perché non le hai risposto? Tu la ami, da quel che ho capito anche lei ama te, qual è il problema … Ah, ho capito, è per me … Non mi vuoi lasciare solo adesso che sto invecchiando vero?! Scusa, ma è un po' che ci stavo pensando, non è ora che prendi il volo, sei già abbastanza grande mi sembra! Io me la saprò cavare benissimo” poi accarezzò il viso di sua figlia e si mise a ridere. “Pensi di stare ancora qui con me per molto?” “Che vuoi dire papà?” replicò Esther con un tono sorpreso. “Che secondo me è il caso che esci da qui in fretta e vai subito dalla tua dottoressa a darle la risposta ... Sei ancora qui?” ”Ti voglio bene papà” “Dai sparisci”. 
Esther afferrò la giacca e la borsa e uscì di corsa. Giorgio era un pochino triste, sua figlia se ne stava andando, ma si sentiva orgoglioso, finalmente vedeva Esther felice come non l'aveva mai vista.
Intanto Marina era arrivata nel suo appartamento, durante il tragitto non aveva fatto altro che rimuginare su quello che era successo, aveva molta paura, sapeva che Esther l'amava, l'aveva già dimostrato in più occasioni, ma sapeva anche che con suo padre aveva un rapporto particolare gli voleva molto bene, e più di una volta le aveva confidato di non essere pronta ad ammettere tutto con lui, poi quel silenzio alla sua proposta non la faceva certo stare tranquilla, forse aveva esagerato sul serio, magari era troppo presto ... Era un fascio di nervi. Aprì il mobile dei liquori e si preparò un gin tonic. Poi accese lo stereo, Elvis Costello ero perfetto, e si rifugiò nel divano coprendosi con una coperta fin quasi sopra la testa.

 
https://www.youtube.com/watch?v=LRxVkt9Eg9o
Elvis Costello – “She”
 
She may be the face I can't forget, the trace of pleasure or regret
Maybe my treasure or the prize I have to pay
She may be the song that summer sings
Maybe the children autumn brings, Maybe a hundred different things
Within the measure of a day, She may be the beauty or the beast
Maybe the famine or the feast, May turn each day into a Heaven or a Hell
She may be the mirror of my dreams, A smile reflected in a stream
She may not be what she may seem, Inside her shell....
She, who always seems so happy in a crowd,
Whose eyes can be so private and so proud
No one's allowed to see them when they cry,
She maybe the love that cannot hope to last
May come to leap from shadows in the past
That I remember 'till the day I die, She maybe the reason I survive
The why and wherefore kind of life
The one I care for through the rough and ready years
Me, I'll take the laughter and your tears, And make them all my souvenirs
And when she goes I've got to be, The meaning of my life is

She....She, Oh, she....
 
Esther aveva preso in prestito la macchina del padre, e correva come una matta per arrivare più in fretta possibile da Marina. Arrivata sotto casa della sua donna, parcheggiò alla meglio, e, di corsa, si diresse al portone. Mentre stava arrivando, una persona stava uscendo, così colse l'occasione ed entrò, prese l'ascensore e salì. Una volta arrivata davanti alla porta dell'appartamento, aspettò qualche secondo: era un po' affannata per la corsa. Alla fine suonò con decisione.
La dottoressa saltò quasi sul divano: non si aspettava di certo visite! Appoggiò il bicchiere ancora pieno, e si diresse verso la porta, controllando dallo spioncino vide Esther, un sorriso le comparve sul viso, ma subito dopo svanì pensando “E se fosse successo qualcosa di grave?”, tirò un grosso sospiro e aprì la porta sforzandosi di non dar a vedere la sua preoccupazione. “Esther?! Ciao … ” “Ciao Marina … Posso entrare ...” “Ma certo … Entra pure”. La dottoressa fece strada e la condusse nella sala “Esther, perché non ti siedi?! Io mi stavo bevendo qualcosa, lo vuoi anche tu?” “No, ti ringrazio Marina … Per favore puoi venire qui vicino a me devo dirti una cosa ...”. Un velo di terrore comparve sul volto di Marina, temeva quello che voleva dirle l'infermiera, aveva una paura fottuta, alla fine si sedette di fianco alla sua principessa. Esther le afferrò la mano ed esordì “Marina, sono venuta qui perché …” prese un po' fiato e poi proseguì “Per rispondere alla tua domanda … Prima non ne ho avuto la possibilità … La mia risposta è si … Voglio vivere con te amore mio … Ti amo …”. A Marina vennero gli occhi lucidi, tutti i suoi sogni stavano diventando realtà. Era talmente felice che faticò a replicare “Dici sul serio tesoro? E con tuo padre?” “Ho parlato a lungo con lui e ha capito ancor prima che parlassi, è lui che mi convinto a lasciarmi andare e a seguire in tutto e per tutto il mio cuore”, “Quell'uomo mi è sempre più simpatico sai … Dai vieni qui … Ti amo cucciolo, non avevo mai amato così”, Marina abbracciò Esther stretta stretta, poi la baciò con tutta la passione di cui era capace. Le due donne si abbandonarono l'una fra le braccia dell'altra amandosi come non mai.

 

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Capitolo 14
*** IL CUORE DELLA SITUAZIONE ***


CAPITOLO 14 – IL CUORE DELLA SITUAZIONE

Il sole illuminava Milano, che, ancora assonnata, faticava a prendere il suo ritmo giornaliero. I colori caldi della primavera stavano sbocciando, e trasformavano il panorama con delle sfumature mai viste: la rugiada mattutina impregnava l’erba dei parchi, gli alberi e i fiori sembravano parte di un dipinto, tutto faceva pensare al paradiso.
Dopo le intense emozioni della serata appena trascorsa, Marina ed Esther stavano ancora dormendo teneramente abbracciate l’un l’altra; la sveglia non era stata puntata, il turno sarebbe cominciato verso sera. La dottoressa aprì gli occhi e vide la sua principessa addormentata, le accarezzò il viso togliendole i capelli dal faccia, e poi sussurrò “Dio mio, quanto ti amo …”, poi delicatamente la svegliò con un bacio e disse  “Buongiorno amore mio …”. Esther aprì gli occhi e replicò “Buongiorno …”. Marina continuava a coccolarla accarezzandola. L’infermiera faticava a svegliarsi, sembrava un bimbo appena sveglio che aveva bisogno di un po’ più di tempo. “Stanotte mi sono svegliata molte volte … Avevo paura che fosse tutto un sogno e che ieri sera non fosse successo niente” esclamò Marina. Esther la guardava fissa negli occhi e sorridendo ribatté “E’ tutto vero tesoro … Io e te … Sempre insieme” fece un pausa e poi proseguì “Beh ora però abbiamo un problema da risolvere!”, la dottoressa la guardò con uno sguardo interrogativo “Qual è?” “Dobbiamo cercare casa …” “Hai ragione … Inizialmente però potremmo stare qui”. Esther un po’ imbronciata replicò ”Vedi Marina, a me piacerebbe avere un posto tutto nostro … Mio e tuo … Da creare ed arredare insieme … Anche se mi rendo conto che non è così semplice”, “Beh secondo me non è così complicato, ho capito cosa intendi amore … Sei dolcissima” Marina si avvicinò e la baciò intensamente.
 
La giornata era appena cominciata, le due donne dopo aver fatto colazione ed essersi preparate, decisero di non perdere altro tempo. Uscirono dall’appartamento e si diressero verso un’agenzia immobiliare nel centro di Milano, dove la dottoressa aveva delle conoscenze grazie alla sua famiglia.
Appena arrivate Marina si avvicinò a un donna dai capelli rossi ed esclamò “Ciao Stefania, come stai?” “Ciao Doc, quanto tempo! Io sto bene e vedo che anche tu sei in gran forma”, “Ti ringrazio … Ti volevo presentare Esther la mia fidanzata”, “Ciao Esther è un piacere conoscerti”, dopo un attimo di imbarazzo l’infermiera ricambiò il saluto “Il piacere è mio”. La dottoressa spiegò all’amica che volevano trovare un appartamento, anche in affitto per il momento, per poter andar a vivere insieme. Stefania prese nota di tutti i dettagli utili, poi fece un paio di ricerche sul suo terminale. Dopo qualche minuto esordì “Potrei avere qualcosa da mostrarvi … Dovrei però fare un paio di telefonate … Se per voi va bene potrei fissare l’appuntamento nel primo pomeriggio”, Marina guardò Esther e disse “Tu che ne dici?” “Per me va benissimo” replicò l’infermiera. “Allora Stefania siamo d’accordo, mi dai un colpo di telefono dopo pranzo ok?” “Tranquilla Marina a dopo ciao”. Esther prese la mano di Marina e disse “Che ne dici di una passeggiata nel parco? Ho voglia di fare due passi” “Tutto quello che vuoi amore” ribatté la dottoressa.
 
Un’ora dopo, l’avvocato della famiglia Ranieri del Colle entrò nella stessa agenzia di Milano. “Salve Stefania” “Buongiorno avvocato” rispose cortesemente l’impiegata. “Sono venuto per le pratiche sulle proprietà di Enrico Ranieri del Colle. A che punto siamo?” “Sono quasi pronte, le unità sono quasi tutte sistemate ne mancano solo due … Mi lasci andare a prendere i documenti … un attimo solo”. La donna si alzò e si diresse verso l’archivio e, rovistando fra le carte, continuò a parlare “Sa avvocato è andata via da poco la figlia del Signor Ranieri … Sta cercando un appartamento per andare a convivere”. L’uomo fu molto sorpreso da quell’affermazione “Ma chi? Barbara?” “No, sua sorella, Marina” rispose l’impiegata. “Ma che strano: ho parlato stamattina con suo padre e non ne sapeva niente! Di solito chiede a me di seguire queste pratiche …” “Non saprei, magari il Signor Ranieri non ne è ancora a conoscenza … Ah eccole qui, si esatto sono due unità non confermate … Ecco le carte” “Grazie Stefania la saluto” “Arrivederci avvocato”.
 
L’avvocato portò subito le pratiche al padre di Marina, che, come in tutti i suoi affari, doveva sempre supervisionare ogni cosa: non si fidava per niente della gente. “Signor Ranieri, ecco le pratiche che mi aveva chiesto”, “Grazie Mauro, sei stato molto veloce ed efficiente, come al solito” ribatté il “dittatore”. Mentre Enrico controllava le carte, l’avvocato interruppe il silenzio che si era creato dicendo “Signor Ranieri … Ho saputo che sua figlia va a convivere … Congratulazioni”, Enrico, tirando su lo sguardo dalle pratiche che stava consultando e rivolgendolo all’avvocato, replicò “Ma chi? Barbara?! Non credo proprio! E' troppo legata a sua madre …” “Beh io veramente mi riferivo alla dottoressa”. Il volto del signor Ranieri diventò di colpo buio, era irritato a dir poco, la rabbia gli usciva da tutte le parti. Alla fine acidamente replicò “Marina?! E scusa, tanto per sapere, chi te lo ha detto questo?”. L’avvocato aveva notato il suo cambiamento d'umore: il suo imbarazzo stava crescendo a dismisura “Beh ... Me l’ha detto l’impiegata dell’agenzia stamattina quando sono andato là per le pratiche … Sua figlia era passata qualche ora prima”. Enrico, un po’ sovrappensiero, congedò Mauro, ringraziandolo per il lavoro. Era veramente adirato con la figlia “Non è servito proprio a nulla quello che ho detto. Fa sempre tutto di testa sua … Adesso mi sono proprio stancato! E' ora che la faccia finita! Ne va del nostro buon nome” pensò.
 
Intanto le due innamorate erano ancora al parco, si erano sedute in una panchina davanti a una splendida fontana, e stavano chiacchierando del più e del meno guardandosi negli occhi e ridendo allegramente insieme. Però l’idillio venne interrotto dal suono del cellulare di Marina. “Sarà sicuramente l’ospedale” esordì. Cercò affannosamente il telefono nella borsa e alla fine lo trovò, sul display però c’era scritto Papà. Inizialmente non voleva rispondere, ma poi Esther la convinse “Dai Marina, magari è una cosa importante, forse vuol fare la pace …”. Così, con un tono decisamente freddo, rispose al cellulare “Pronto …” “Marina avrei bisogno di parlarti con molta urgenza … Ti aspetto stasera qui a casa” “Papà oggi non posso, ho già degli altri impegni …”. Esther la interruppe e le bisbigliò “I nostri impegni si possono rimandare …”  e poi le sorrise. “Al limite posso passare adesso … fra poco potrei essere lì” “Ti aspetto”. Marina, riagganciando il telefono, era sempre più perplessa non sapeva che pensare “Che cosa vuole ancora me? Dopo come ti ha trattato poi!”, Esther, prendendole la mano, si avvicinò a lei e disse “Tesoro mi hai promesso di non arrabbiarti ricordi?!” “Si si me lo ricordo, però solo se si comporta bene”.
“Marina io intanto vado a casa da mio padre, sto un po’ con lui … Ci vediamo dopo ok? …. Ti amo” “Ok amore mio a dopo. Ciao tesoro”. Le due donne presero le due direzioni opposte, girandosi diverse volte per salutarsi.
 
Dopo neanche mezz’ora Marina arrivò a villa Ranieri. Lasciò la macchina nel vialetto, e suonò il campanello, come al solito venne ad aprire Orazio. “Buongiorno signorina” “Buongiorno Orazio, sai dov’è mio padre?” “Si, l’attende nello studio” “Grazie infinite”. Marina bussò alla porta. Una voce decisa ed autoritaria quasi le intimò di entrare. “Papà …” “Ciao Marina” borbottò l’uomo. Enrico, di spalle a sua figlia, stava guardando fuori dalla finestra. Nella stanza la tensione era veramente impressionante. Dopo qualche secondo di inquietante silenzio Marina esclamò “Allora papà di che cosa volevi parlarmi?”, l’uomo esitò e non rispose subito alla domanda, solo dopo un po’ di tempo si decise “Marina mi è giunta una voce all’orecchio … Ossia che vai a vivere con quella … Quell'infermiera … E’ forse la verità?” replicò in tono acido il padre girandosi verso la figlia. “Prima di tutto … Mio caro papà si chiama Esther … E sì, stiamo cercando casa per andare a vivere insieme … Se la cosa ti disturba … Mi dispiace, ma non è certo una tua scelta …”. L’irritazione di Enrico era sempre più alle stelle, tanto che il tono divenne quasi un urlo “Ma tu proprio non ci pensi alla tua famiglia, al suo buon nome? che dirà la gente? Ci hai pensato a tua madre a tua sorella?”. Le grida si sentivano fin fuori dallo studio tanto che la madre, che stava passando di lì, si avvicinò alla porta per capire cosa stesse succedendo.
Marina era veramente adirata dal comportamento del padre, non riusciva a stare calma, e alla fine gli rispose per le rime “Mia madre e mia sorella non le tirare in mezzo, è solo di te che ti preoccupi … Oddio, che dirà la gente? Beh sai che ti dico papà? Non me ne frega un bel niente! E ti dirò di più: non me ne frega niente neanche di come la pensi tu … Io sono felice e non ho intenzione di aspettare che tu mi dica come devo vivere la mia vita … Questo te lo puoi scordare … Poi, un’altra cosa papà, non ti azzardare mai più a trattare Esther in quel modo: corromperla per farla sparire dalla mia vita ... Sei proprio subdolo! Non credevo potessi cadere così in basso … Direi che non abbiamo più niente da dirci … Ti saluto” si girò astiosamente per andarsene. Enrico fece per ribattere “Marina, aspetta, non ho ancora finito …” e urlando sempre più forte continuò “Ti ho detto di aspett …”. Enrico non finì la frase si afferrò il petto dolorante e si accasciò per terra. Marina sentì il tonfò e buttò lo sguardo, vide il padre a terra e corse immediatamente a soccorrerlo, “Papà che  cos'hai?”. L’uomo non rispondeva continuava a tenersi il petto. La dottoressa vedendo la situazione, afferrò il telefono e chiamò subito l’ambulanza. Intanto la madre, avendo udito le urla del marito, era entrata nello studio. “Enrico, che cos'hai?” esclamò la donna. Dopo qualche istante l'uomo perse conoscenza. Marina stava facendo del suo meglio per rianimarlo. Lo sguardo della madre era preoccupato. La dottoressa gli fece la respirazione e il massaggio cardiaco; dopo qualche secondo il padre riprese a respirare. Le due donne tirarono un sospiro di sollievo, e rivolgendosi alla madre “Ha avuto un arresto cardiaco, adesso respira, però bisogna portarlo all'ospedale d’urgenza … L’ambulanza dovrebbe arrivare fra poco” “Oddio Marina” la figlia prese la mano della madre e la strinse forte “Non ti preoccupare mamma … Andrà tutto bene”. Dopo neanche 10 minuti arrivarono i soccorsi, la dottoressa ragguagliò i paramedici, e con le sirene spiegate partirono subito.
 
Arrivati al Morandini Franco aggiornò Malosti sullo stato del paziente “Maschio 65 anni arresto cardiaco rianimato …”,  Marina era di fianco alla barella e girandosi disse “E’ mio padre, ha avuto un infarto mentre stavamo discutendo …”, “Ok ora ci pensiamo noi” esclamò Riccardo. La dottoressa era decisamente preoccupata, non faceva altro che rimuginare sulla discussione col padre: un po' di senso di colpa le sfiorò la mente, ma poi pensò alle cose orribili che suo padre aveva fatto e detto e tutto svaniva. Cercava di tener tranquilla sua madre, ma la cosa era decisamente difficile, “Papà è in ottime mani … I miei colleghi sono molto bravi”. Marina abbandonò per un attimo sua madre e si diresse in sala medici per telefonare. “Esther mio padre ha avuto un infarto … Sono al pronto soccorso con mia madre”, l’infermiera era incredula “Che cosa? Arrivo subito”.   
 
Dopo neanche mezz’ora Esther arrivò. Cercò subito Marina, che stava aspettando con la madre, che  il padre uscisse dalla sala operatoria. “Ciao Marina … Signora Ranieri …” “Ciao Esther” la dottoressa le corse incontro, Caterina tirò su lo sguardo e disse “Salve signorina Bruno”. “Marina, ci sono novità?” “No … Nessuna purtroppo”. L’infermiera le prese la mano e la strinse forte e poi le sorrise ”Andrà tutto bene ne sono sicura”, la dottoressa si limitò ad annuire senza replicare. Esther continuò il discorso “Senti, tu stai qui con tua madre io comincio il turno, vado a dire a Danieli della situazione, così puoi stare qui, ok?” “Grazie Esther sei proprio un angelo”.
Dopo qualche ora Malosti uscì dalla sala operatoria e ragguagliò Marina e sua madre “E’ andato tutto bene, abbiamo dovuto fargli un bypass aortocoronarico, il cuore non riceveva più abbastanza ossigeno, e si è sviluppata un'ischemia miocardica, ora è tutto sotto controllo … I valori sono tornati nella norma”, “Grazie” replicò Caterina commuovendosi “Mio dovere signora … Ora se mi volete scusare, arrivederci” rispose burberamente Riccardo. “Hai visto mamma? E' andato tutto bene” esordì Marina.
 
La dottoressa Ranieri era ancora un po’ turbata da tutto quello che era successo: naturalmente era contenta che il padre stesse bene, ma non poteva dimenticare come si era comportato, e questo le provocava decisamente tanta rabbia. Non riusciva a perdonarlo. Se pensava a come aveva trattato la sua donna le ribolliva ancora il sangue.
 
Intanto Daniele e Cristiana avevano appena finito il turno. Il ragazzo aveva deciso di portarla a cena fuori per farle una sorpresa. Salirono sulla macchina del tirocinante e si diressero verso la meta. “Ma dove mi stai portando?” esordì la Gandini, “E’ una sorpresa, aspetta e vedrai” rispose il giovane. Il tempo era peggiorato notevolmente, pioveva molto forte con tuoni e lampi. Mentre andavano per la loro strada, un fulmine squarciò un albero che precipitò sulla strada. “Attento!!!”, Daniele inchiodò di colpo ma non fu sufficiente per evitare l’impatto: la macchina si schiantò contro l’albero.  La botta fu molto violenta, Cristiana era incosciente, nonostante la cintura, aveva sbattuto violentemente la testa contro il parabrezza, mentre il ragazzo aveva picchiato la faccia contro il volante. Daniele, dopo un piccolo svarione si riprese e si preoccupò subito della compagna, la chiamò più volte ma niente. Prese il cellulare dalla tasca e chiamò subito l’ambulanza.
Intanto Riccardo aveva  finito il turno e stava per uscire, “Teresa io per oggi ho terminato, ci vediamo domani”, mentre stava salutando arrivò la telefonata dell’unità mobile, informando dell’incidente di Cristiana e di Daniele. Teresa rimase di sasso: a stento riuscì a mettere giù il telefono. “Dottor Malosti?” “Teresa, te l’ho già detto, sono fuori servizio” “Sì lo so ... Ma c’è stato un incidente” “Beh di solito qui ce ne sono sempre, o sbaglio?” “Si ma stavolta sono coinvolti la dottoressa Gandini e il tirocinante  Guidi …”. Riccardo si girò verso l’accettazione con la faccia veramente sconvolta “Cosa hai detto?”.
                                                                               

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Capitolo 15
*** UN BRUTTO INCIDENTE ***


CAPITOLO 15 – UN BRUTTO INCIDENTE

All'accettazione del Morandini l'aria era veramente tesa. Il dottor Malosti era terribilmente nervoso; ad un certo punto girandosi verso Teresa le urlò “Ma si può sapere quanto ca**o ci mette quell'ambulanza ad arrivare?! Senti dove sono?!” “Ma hanno chiamato qualche minuto fa, dovrebbero essere qui tra poco” replicò la donna titubante. Riccardo era fuori di se' continuava a girovagare per l'atrio del pronto soccorso come un'anima in pena. Era molto preoccupato, “Ma come è potuto succedere... A Cristiana poi ...” pensò scuotendo la testa. Finalmente l'ambulanza arrivò. Malosti corse subito verso i paramedici ed esclamò “Allora, rapido ragguaglio” “Incidente stradale, donna 45 anni, incosciente, trauma cranico, sospetta commozione celebrale” ribatté Franco. “Subito in emergenza 1 ... Valerio presto vieni a darmi una mano” “Arrivo subito … Ma è la Gandini?!”.
Intanto Daniele era sceso dall'ambulanza scortato da Eva. “Secondo me è meglio che ti fai vedere, hai preso un brutto colpo alla testa” “Non mi importa voglio solo sapere come sta Cristiana … La dottoressa Gandini!” replicò il ragazzo con un tono decisamente impaurito e preoccupato. L'infermiera non si arrese e continuò ad insistere “Lo so che sei preoccupato ma è meglio fare dei controlli per assicurarci che tu stia bene. Ti terrò informata io sulle condizioni della dottoressa, promesso!”. Daniele era esausto: l'incidente, la botta che aveva preso, e la sua preoccupazione per Cristiana, l'avevano decisamente indebolito, alla fine cedette e si fece condurre dalla collega in sala visite.
Nel frattempo in emergenza 1, il dottor Malosti urlava più del solito “Subito un G.C.S. e una TAC cranica, muoversi!” (Glasgow Coma Scale). Anche Santamaria era preoccupato per le condizioni della collega ma non capiva il comportamento di Riccardo. “Che ti succede? Cristiana sembra stabile, vedrai che fra poco riprenderà coscienza!”. Per un attimo, il chirurgo tutto d'un pezzo, sembrò cedere ai suoi sentimenti ma si riprese quasi immediatamente, inveendo contro Ettore “Dove diavolo sono i risultati!” “Veramente non saprei … Vado a sollecitare subito” il ragazzo, come al solito intimorito dal suo mentore, corse fuori della stanza per andare a chiedere i risultati.
Il tirocinante Guidi riposava in sala visita 2, era stato appena controllato dal dottor Palumbo: non c'erano sintomi particolari, solo un gran mal di testa, fisicamente stava bene, ma dentro era a pezzi. Non sapeva ancora niente di Cristiana e la cosa lo faceva impazzire, si sentiva terribilmente in colpa, “Se non l'avessi portata fuori a cena questo non sarebbe successo!” pensò tra sé e sé.
Ettore ritornò sempre di corsa con gli esami. “Dottor Malosti, ecco i risultati” “Era ora”. L'espressione di Riccardo divenne di colpo cupa, scuotendo la testa più volte gridò “No, no … Non è possibile”, Ettore scambiò un occhiata con il dottor Santamaria: non ci credevano neanche l'oro. Il G.C.S. riportava lo stato di coma di Cristiana, e la TAC aveva rilevato un ematoma epidurale (una rottura delle arterie meningee tra la scatola cranica e la dura madre). Dovevano intervenire d'urgenza, ma solo dopo che tutti i valori fossero stati stabili: questo voleva dire aspettare almeno un paio d'ore. Il dottor Malosti era veramente distrutto, si stava tenendo tutto dentro, non voleva che gli altri notassero la sua sofferenza. Era rimasto solo con la Gandini in sala emergenza, le teneva la mano, una lacrima gli rigò il viso disperato. Non se ne accorse neanche ma cominciò a parlare con Cristiana “Lo so, lo so, mi sono comportato malissimo con te … Ok anche con tutti gli altri … Ma tu ormai mi conosci, sono fatto così … Mi tengo tutto dentro e vivo di rimpianti …” prese fiato e con un filo di voce continuò “Questa volta è diverso, non ce la faccio … E' un po' che volevo parlarti … Ne ho bisogno … Cristiana ...”, in quel momento le strinse ancor più forte la mano e le accarezzò i capelli. “Cristiana … Io … Io mi sono innamorato di te … Da quel bacio … Si, quel bacio che non significava niente … Mi ha aperto gli occhi … Tutte le volte che ti vedo con quel poppante vorrei spaccargli la faccia … Sono terribilmente geloso … Per me ora ci sei solo tu … Ti prego, dammi un segno”. Riccardo non notò nessun movimento dal corpo inerme delle sua amata, e le lacrime diventarono più copiose.
Era quasi ora. Riccardo si asciugò le lacrime, e prima di andarsi a preparare baciò dolcemente Cristiana sulla fronte. Doveva mettere da parte i suoi sentimenti e pensare all'intervento, che non era certo uno scherzo. Mentre si lavava le mani scuoteva la testa, come per scacciare i pensieri negativi, e ritrovare un po' di concentrazione. Nel frattempo Valerio, preoccupato della reazione di Malosti, andò a parlare con Danieli, “Non credo che Riccardo sia lucido per affrontare questo intervento, secondo me è troppo coinvolto emotivamente” “Ma stiamo parlando dello stesso dottor Malosti? Duro e implacabile con i tirocinanti e privo di sentimenti?” replicò Sergio quasi incredulo, “Si proprio lui ... Secondo me è meglio se lo sostituisci tu”. Il professore era veramente perplesso “Grazie Valerio, adesso ci penso io”. Danieli si diresse subito in sala operatoria, Malosti si stava ancora preparando. “Riccardo, la opero io Cristiana, se vuoi mi puoi assistere” “Sergio, non ci pensare minimamente ... l'intervento alla Gandini lo faccio io” il viso del dottore era pieno di rabbia, l'affronto del collega era inconcepibile voleva dirgli “Tu non hai idea di quanto lei significhi per me” ma si limitò a pensarlo, “Non mi obbligare a farti stare fuori” replicò Danieli usando il suo potere di primario. Il dottor Malosti alla fine si arrese e piuttosto che lasciare Cristiana accettò di assistere Sergio.
Eva, tramite Ettore, si informò sulle condizioni della dottoressa Gandini, poi come promesso andò da Daniele. “Come stai?” “Come vuoi che stia?! Come sta Cristiana?” “Non bene purtroppo … E' in coma, ora la stanno operando, provano a rimuovere l'ematoma che si è formato”. Il tirocinante si mise le mani nei capelli disperato “No, no non è possibile, è tutta colpa mia”. La donna cercava in tutti i modi di consolarlo, ma non era così semplice, Daniele era davvero sconsolato. Intanto in sala operatoria si respirava un aria veramente pesante, Riccardo si sentiva impotente, Sergio era molto concentrato sul suo operato, e al tempo stesso doveva tenere a freno il dottor Malosti. L'operazione si prolungava più del previsto, Riccardo era polemico e critico su tutte le azioni che faceva Sergio, tanto che questi, non sopportandolo più alzò la voce ed invei “Adesso BASTA! Esci immediatamente dalla sala. FUORI! Non riesco a capire cosa ti prenda oggi, ma vai fuori di qui, è un ordine!”. Il dottor Malosti non replicò, era talmente furioso che mentre lasciava la stanza si tolse
la mascherina e il camice lanciandoli con stizza per terra. Le ore passavano inesorabili. Riccardo si sentiva impotente. Dopo aver consumato il corridoio della sala d'attesa facendo avanti e indietro per calmare inutilmente la sua ansia, uscì quasi di corsa dal pronto soccorso, e si mise a sedere sulla prima panchina disponibile, rimanendo a fissare il vuoto a lungo, perso nei suoi pensieri.
Il professor Danieli riuscì a rimuovere tutto l'ematoma di Cristiana, ora bisognava solo aspettare che la collega reagisse, “Valerio … Abbiamo fatto tutto quello che potevamo! Adesso l'unica cosa che possiamo fare è pregare …” “Hai fatto un ottimo lavoro, la Gandini è una donna forte, vedrai che si riprenderà senza problemi” “Speriamo che tu abbia ragione” replicò Sergio. Uscendo dalla sala i due medici si cambiarono, Danieli andò subito a cercare Riccardo, domandando un po' a tutti se l'avevano visto, Terrygan, la più arguta come al solito, gli disse “L'ho visto è seduto qui fuori” “Grazie Teresa … Per favore puoi avvisare la figlia della Gandini” “Professore è tutto il giorno che ci provo, ma Elena è in gita scolastica e ha sempre il cellulare staccato”.
Sergio si avvicinò lentamente al collega “L'operazione è andata bene, ora tocca a Cristiana … Io ho fiducia in lei, è forte”, Malosti non emise un fiato così Danieli continuò a parlare “Riccardo … Lo sai che stai invecchiando?!” il dottore alzò lo sguardo e finalmente aprì la bocca ed esclamò “Che cosa vuoi dire?” “Che si vede lontano un chilometro che ti sei innamorato della Gandini … E non provare a negarlo è veramente plateale!”. Ancora una volta rimase in silenzio come a confermare le parole dell'amico. Il professore continuò il discorso “Se vuoi andarla a trovare, è in terapia intensiva … E se vuoi un consiglio ... Muovi quel culo e vacci di corsa”. Riccardo, seguendo il consiglio, si alzò di scatto e correndo rientrò al Morandini. Con un po' di fiatone arrivò alla stanza di Cristiana, si preparò, entrò, e si sedette al capezzale della donna e ancora una volta le prese dolcemente la mano. Poco dopo arrivò nella camera Daniele. Riccardo lo fulminò all'istante, alzandosi di colpo e lasciando la mano della dottoressa, esclamò “Che diavolo ci fai qui? Dopo quello che hai combinato non ti devi neanche avvicinare a lei … Sono stato abbastanza chiaro?!”. Il ragazzo non era spavaldo come al solito, anzi tutt'altro, timidamente ribatté “Dottor Malosti, io vorrei starle vicino, e sapere che sta bene. Tutto qui!” “Mi sembra un po' tardi per questo?!!! Ora VATTENE … Hai capito FUORI di qui!” urlò Riccardo. Il tirocinante ancora frastornato dall'incidente non poté o volé replicare, così lasciò la stanza a testa bassa, sentendosi ancora più in colpa; l'unica consolazione che aveva era che Cristiana sembrava stabile e probabilmente si sarebbe ripresa presto.
Erano passate diverse ore. Riccardo si addormentò sulla sedia vicino al letto, piegato con la testa sulla mano di Cristiana, era veramente esausto, il nervoso e la preoccupazione l'avevano messo ko. All'improvviso la mano della donna si mosse, Malosti si svegliò di colpo, controllò la mano ... Si, si era mossa, il movimento l'aveva visto e avvertito. Con lo sguardo si fissò sul viso della dottoressa, che molto lentamente riuscì ad aprire gli occhi. “Amore … Cristiana?!” il dottore aveva gli occhi lucidi. La Gandini era veramente spaesata con un filo di voce disse “Riccardo …. Cos'è successo? Dove mi trovo?” “Hai avuto un brutto incidente stradale, non ti ricordi niente?” “No, è tutto piuttosto vago nella mia mente, guidavo io? Si è fatto male qualcun altro?” “Calma, calma, non ti devi affaticare, una domanda per volta … Non guidavi tu ...“. Nella stanza entrò Danieli che interruppe la conversazione. “Cristiana … Ti sei svegliata?! Io non avevo dubbi, fammi dare un occhiatina … Riccardo perché non vai ad informare gli altri”, un po' titubante il burbero dottore uscì dalla stanza.
Sergio visitò la collega accuratamente, poi disse “Allora come ti senti?” “Ho un gran mal di testa, e mi sento un po' frastornata, ma a parte questo direi bene” rispose la donna. “Sai che in sala operatoria ho dovuto cacciare Riccardo, era talmente preoccupato per te che non ci lasciava lavorare con serenità, sai com'è fatto no?!” “Ma chi Malosti?” Cristiana era incredula. “Si proprio lui, non l'ho mai visto così nervoso, pieno di ansia … Sai sembra quasi che ...” la dottoressa incalzò Danieli a finire la frase “Sembra quasi che cosa?”.
In quel momento entrò nella stanza Riccardo accompagnato da Teresa, Esther ed Ettore. Quasi in coro dissero “Dottoressa Gandini come sta?” “Direi bene, grazie” un pallido sorriso si affacciò sul suo viso. “Sa dottoressa, eravamo tutti molto preoccupati per lei … Il tirocinante Guidi più degli altri, si sentiva decisamente in colpa vista che guidava lui ...” esordì Terrygan con il suo solito tatto, “Guidava Daniele?! Come sta ora?” replicò Cristiana un po' in ansia “Non si preoccupi, sta bene, ha soltanto un brutto bernoccolo” rispose Esther tranquillizzandola. “Avete avvisato mia figlia che sto bene?” “Si dottoressa, sono riuscita a rintracciarla, stanno rientrando dalla gita, al massimo domani sera sarà a Milano” replicò Teresa “Grazie, sei sempre molto efficiente. Dopo le telefono”, “Dottoressa la informo che nella zona dove sono andati, il cellulare prende veramente poco, sapesse che fatica ho fatto per chiamarla?!” “Ok, quindi se lo trovo spento non mi preoccupo come faccio di solito, grazie ancora Teresa” ribatté Cristiana.
Il dottor Malosti era rimasto in disparte sulla porta, Sergio se ne accorse e lo raggiunse, quasi sotto voce gli disse “Che ci fai li impalato, non sei contento? Fammi indovinare non le hai ancora detto niente vero?!” “Ma che cosa le dovrei dire sentiamo?” “Mah, non saprei forse che ti sei innamorato di lei?!!” “Sergio, falla finita, non dire cazzate!” “Sei tu che stai insultando la mia intelligenza … Guarda che la tua è solo paura!”. Il dottore era rimasto senza parole sapeva che il collega diceva la verità, ma non voleva ammetterlo.
Nella stanza arrivò anche Daniele che, avvicinandosi al letto, disse “Cris... Dottoressa Gandini ho saputo che si è svegliata, come sta?”. Il dottor Malosti, visto l'arrivo del ragazzo, si sentiva di troppo e uscì dalla sala. Quasi a ruota Danieli lo seguì.
Cristiana stava riacquistando sempre più lucidità, qualche ricordo affiorò nella sua mente, ma aveva dei dubbi se questi fossero realtà o sogno. “Ragazzi potete lasciarmi sola un attimo con Daniele?” “Certo dottoressa, si figuri” replicò Ettore, e con Teresa e Esther lasciò la stanza. Appena usciti, Daniele si avvicinò alla donna per darle bacio, ma lei lo fermò “Aspetta ... Ti prego, devo parlarti” “Di cosa?” “Della nostra storia … Non credo possa continuare” “E' per quello che è successo? Per l'incidente?” “No … Non è per quello, è che mi sono accorta che il mio cuore non è libero … Mi stava facendo dei segnali e io li ho voluti ignorare, anzi il termine giusto è reprimere. Daniele mi dispiace ma non posso darti quello di cui hai bisogno, alla lunga saremmo infelici in due” “Ma Cristiana io ti amo!” “Lo so, e mi dispiace farti questo, ma credimi più avanti sarebbe anche peggio”, Daniele non replicò era rimasto senza parole, lasciò la stanza con un aria triste e abbattuta.
La Gandini voleva assolutamente schiarirsi le idee, ne aveva bisogno: era solo un sogno o quelle parole pronunciate da Riccardo le aveva udite veramente? Non riuscì a prendere sonno, si girò in quel letto di ospedale per tutta la notte. L'indomani chiese a Teresa di avvisare il dottor Malosti, appena arrivava, che aveva bisogno di parlare con lui. L'ispettore eseguì senza fare domande, anche se qualche sospetto le balenò nella mente. “Buongiorno dottor Malosti” “Buongiorno, novità? Come sta la Gandini?” “Nessuna novità. La dottoressa sta bene, ha chiesto di lei” “Ok, vado subito”.
Riccardo si precipitò di corsa, ma senza darlo a vedere, ed esordì “Ciao … Come Stai?” “Ciao … Bene, mi sento meglio” “Sono contento”. Nella stanza si era creato un silenzio quasi imbarazzante, Cristiana prese fiato e lo spezzò “Volevo chiederti una cosa ...” “Che cosa?” “Sai, faccio un po' di fatica a distinguere tra sogno e realtà, è possibile che quando mi sono svegliata tu mi abbia chiamato 'Amore'?” l'uomo arrossì di colpo e tentennando rispose “Ma chi, io? Ma secondo te sono il tipo? Non farmi ridere” “Allora me lo sono sognato … Mi sono sognata anche i tuoi occhi lucidi … e la frase 'Io mi sono innamorato di te'”. L'uomo era con le spalle al muro, lei si ricordava quello che lui le aveva detto, quello che sentiva nel suo cuore, ma che non voleva ammettere. Aveva paura, si molta paura, non sapeva cosa ribattere, così rimase in silenzio, dando le spalle alla donna. Dopo un po' cominciò a parlare “Per me è difficile da ammettere, quando mi hanno detto dell'incidente, quando ti ho visto sulla barella, e come se mi fosse caduto il mondo addosso, era talmente impaurito, credevo di perderti … per sempre, e non sei mai stata mia, quando eri in coma sono riuscito ad aprirmi e a dirti tutto quello che provavo … E' vero non lo hai sognato, io ti amo Cristiana”. Questo era quello che la dottoressa sperava che Riccardo le dicesse: anche se dal carattere decisamente difficile quello era l'uomo che il suo cuore le stava indicando. Rimase un po' in silenzio poi replicò “Ti dispiacerebbe guardarmi in faccia quando parli?”, il dottore si girò “Vuoi proprio umiliarmi?! Io TI AMO!” “Non voglio umiliarti … Non potrei mai volere questo … e sai perché?! Perché anche io ti amo!”. Il burbero rimase senza parole e avvicinandosi alla donna la baciò appassionatamente.

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Capitolo 16
*** UN DURO MESTIERE ***


CAPITOLO 16 – UN DURO MESTIERE

Una Milano particolarmente radiosa si era già svegliata con il suo solito tram tram. Esther era sull'autobus diretta al Morandini. Era persa nei suoi pensieri. Lei e Marina non avevano trovato ancora una soluzione per l'appartamento, il signor Ranieri era ancora ricoverato, le sue condizioni erano stabili, si stava riprendendo anche se molto lentamente. Era molto preoccupata per la sua dottoressa, dall'operazione del padre era rimasta sempre in ospedale con sua madre, il suo unico svago era il lavoro, praticamente dormiva poco o niente. Riuscivano a vedersi solo in ospedale, Esther cercava di tirarla un po' su come meglio poteva, cercava di starle accanto, anche se non lo ammetteva Marina si sentiva in colpa per quello che era successo. Esther faceva di tutto ma le sembrava sempre poco, pensava e ripensava a come aiutare il suo amore ma non ne veniva a capo.

In orario come al solito Esther varcò la soglia del pronto soccorso dirigendosi all'accettazione. Con un tono ancora un po' perso esclamò “Buongiorno Terry, ci sono novità?” “Ciao Esther … Se il buongiorno si vede dal mattino … Guarda qua?! Sono sommersa di cartelle e sono solo le 8 ...” l'infermiera si sforzò di abbozzare un sorriso ma non ribatté nulla, si era appoggiata al bancone nell'attesa quasi di un miracolo. Terrygan ci mise un paio di minuti per accorgersi che Esther era un po' assente (ah perdiamo colpi ispettore eh!?!) “Esther tutto bene?”, tornando con i piedi per terra replicò “Si si, stavo solo pensando ...” “A che cosa se è lecito?” “Beh siamo curiosi come al solito vedo?! Visto che ci tieni tanto te lo dico … Pensavo a Marina, a suo padre e a quello che è successo, sono molto preoccupata per lei, se continua ad andare avanti così crolla … Non so come aiutarla”. L'ispettore un po' scetticamente replicò “Immaginavo che fosse per quello ... Oddio non è decisamente il mio campo ma se vuoi un consiglio stalle vicino più che puoi…”, l'espressione di Teresa si trasformò da dolce a quella solita, un po' cinica “Oh questa poi, ma cosa mi fai dire, non ti azzardare a dire a nessuno che te l'ho detto io di stare vicino alla Ranieri?!”, Esther ridendo disse “Si si ti voglio bene anche io Teresa … A dopo”.

Dopo essersi cambiata, si diresse verso la camera del padre di Marina, aveva bisogno di vedere la sua amata e sincerarsi che stesse bene. Da fuori attraverso il vetro vide che il signor Ranieri era cosciente e che stava parlando con la madre e la figlia, apparentemente in armonia. Dopo qualche minuto la dottoressa si girò verso la vetrata, notò Esther e le sorrise, qualche attimo dopo uscì dalla camera. “Ciao tesoro” esclamò Marina “Ciao, come va?” “Direi bene si è appena svegliato, abbiamo parlato un po' e sembra che stia bene, al momento non sembrano esserci ripercussioni …”. Un po' timorosa l'infermiera accarezzò dolcemente la sua donna “Sono contenta sai, è bello vederti con questa espressione serena e rilassata … Tuttavia mi sembri stanca ... Perché non vai a riposarti un po' in sala medici?! Più tardi faccio il giro delle medicazioni, devo cambiare le garze anche a tuo padre, ti vengo a chiamare io ok?!”. Marina avvicinandosi al suo viso le sussurrò “Come farei senza di te amore mio?! Lo sai che sei il mio angelo?!” “Ah si?! … E tu lo sai che ti amo tanto?!”. Udendo quelle parole la gioia comparì sul viso della dottoressa, erano così vicine l'una all'altra, e lei aveva una voglia immensa di baciarla, ma non lo fece, la prese dolcemente la mano e la trascinò con sé. “Marina ma dove mi stai portando?” lei non rispose si girò solo verso Esther con lo sguardo eloquente e allo stesso tempo audace come per dire “Ora vedrai!”. Giunte in magazzino richiuse la porta dietro di loro. Esther era decisamente perplessa “Ma cosa ci facciamo qui?”, Marina avvicinandosi a lei ribatté “Ho una voglia matta di baciarti, prima ho fatto fatica a trattenermi, non volevo metterti in imbarazzo, ma adesso ...”. La dottoressa fece una pausa voleva che quel momento non finisse mai. La strinse sempre di più a se, era quasi ipnotizzata dal suo sguardo. Prese fra le mani quel viso magnifico, scostando le ciocche di capelli che le coprivano gli occhi, delineandone tutti i suoi contorni fino ad arrivare a quello delle labbra così terribilmente sensuali. Marina avvicinandosi sempre di più alla sua donna la baciò con infinita passione. Ancora abbracciata al suo amore Esther esclamò “Quanto vorrei rimanere qui con te non lo puoi neanche immaginare ... Ma devo andare, avrei dovuto cominciare il mio giro 10 minuti fa …” “E se io non ti lascio andare?” ...

Esther lasciò il magazzino dopo un po' di tira e molla con Marina, era felice, un sorriso le si era stampato sul viso, Il buongiorno del suo amore era ottimo per iniziare la giornata. A metà del suo giro si diresse verso la camera del signor Ranieri con il carrello per le medicazioni, di colpo un velo di tristezza prese il posto della felicità, aveva già discusso con il padre di Marina e un altro round non lo avrebbe sopportato, così decise che qualsiasi cosa fosse uscita dalla bocca di quell'uomo non l'avrebbe toccata in nessun modo, sarebbe dovuta essere superiore. Prima di entrare nella stanza tirò un grosso sospiro. “Buongiorno, signora Ranieri … signor … Dovrei fare la medicazione a suo marito, se cortesemente può uscire un attimo” “Buongiorno signorina Bruno, certo non ci sono problemi esco subito” replicò Caterina con estrema gentilezza poi rivolgendosi al coniuge disse “Caro vado al bar a prendermi un caffè torno fra un po' ...”, l'uomo annuì senza proferire parola. Esther cercò di abbozzare un sorriso, ma era molto difficile “Cercherò di farle meno male possibile signor Ranieri” “Con tutto ciò che hai già fatto alla mia famiglia, direi che non puoi fare altro” rispose Enrico acidamente. L'uomo fece una piccola pausa e poi continuò “Tu credi che ti abbia trattata ingiustamente?! E' vero sono stato duro con te, lo ammetto, ma è giusto così, tu non hai idea di cosa significhi essere un Ranieri, cosa comporti … Tu non sei e non sarai mai alla nostra altezza … Tu e mia figlia non avete futuro”. Esther si sforzò di mandare giù tutte quelle orribili frasi, le sembravano pugnali dritti al cuore, cercò di mantenere la sua calma e la sua tranquillità e alla fine esclamò “Signor Ranieri per favore può stare fermo? Deve mantenersi rilassato con l'intervento che ha subito”. Enrico era un po' perplesso, sembrava che l'infermiera non avesse udito le sue parole e questo lo fece ancor più irritare. “Ecco ho finito tutto a posto, torno più tardi per sostituire la garza, la saluto” l'infermiera uscì dalla stanza spingendo il carrello, appena fuori incontrò sia Marina che sua madre e disse “E' tutto a posto, signora se vuole può entrare” sforzandosi di sorridere. “Mamma vai pure ora ti raggiungo” “Ok vado, grazie signorina Bruno” “Dovere, signora Ranieri”. Marina rimasta sola con il suo amore esclamò “Come è andata tutto bene? Che ti ha detto mio padre?” “E' andata bene, non abbiamo parlato” Esther mentii, non voleva far sapere alla compagna che quell'uomo l'aveva insultata ancora. “Ora continuo il mio giro, ci vediamo dopo ok?” Esther se ne andò.

La giornata proseguiva molto lentamente, Marina si era riposata un paio d'ore, ed era tornata nella stanza del padre, per permettere alla madre di riposarsi. Enrico dopo un po' si decise a parlare “Allora, non hai niente da dirmi?” “Beh, no papà” “Non ti ha detto niente la tua infermiera?” “Si, mi ha detto che non avete parlato, perché?” “No, no niente”. Ranieri rimase molto stupito, pensava che Esther avesse raccontato tutto a sua figlia, invece no, neanche una parola, magari non era una persona così orribile come pensava. Marina era un po' titubante ma decise di non approfondire il discorso.

Poco prima di finire il turno, Esther tornò nella stanza del signor Ranieri per la sostituzione della garza. Nella stanza non c'erano né Marina né la signora Caterina “Buonasera, devo sostituirle la benda” esclamò l'infermiera. Enrico rimase in silenzio per qualche attimo poi disse “Non ha detto nulla a Marina della nostra conversazione, perché?”, Esther sospirando e prestando attenzione a quello che stava facendo replicò “Perché non ho intenzione di far soffrire Marina, per quanto sia, lei è suo padre, sapere quelle cose vi farebbe litigare di nuovo, e io di certo non voglio questo … Io vorrei che Marina fosse felice”. Il signor Ranieri non riuscì a ribattere. “Ho finito. Ora è tutto a posto, a domani. Buonasera” disse l'infermiera andandosene.
Marina e sua madre tornarono nella stanza di Enrico. “Caro come ti senti? Va un po' meglio?” “Sì, sto abbastanza bene direi”, la moglie sorridendo disse “Sono proprio contenta”. L'uomo girandosi verso la figlia esclamò “Marina, ti vorrei parlare” “E di cosa?” “L'infermiera è appena andata via ...” la dottoressa non gli fece finire la frase “Papà, senti non ho voglia di discutere, e poi nel tuo stato non è consigliato” “Fammi finire per favore ...” incalzò l'uomo che proseguì il discorso “Non ho cambiato idea su di lei e tanto meno sul vostro rapporto, questo non credo potrà accadere mai … Ma mi sono arreso all'idea, quella ragazza ci tiene veramente a te, nonostante tutte le mie cattiverie ti ha sempre difeso con tutta se stessa” l'uomo prese fiato e continuò ”Diciamo che io, Enrico Ranieri del Colle, sono stato messo a sedere da un'infermiera, ovviamente la cosa non deve uscire da questa stanza se no, addio alla mia reputazione, chiaro?! Beh insomma tutto questo per dirti fai quello che vuoi, tanto lo avresti fatto comunque no?!”. Marina non credeva alle parole che aveva appena sentito, voleva quasi abbracciarlo quel burbero uomo, si limitò a stringergli la mano e a sorridere “Grazie”. Caterina era rimasta in silenzio per tutto il discorso, alla fine afferrando l'altra mano del marito esclamò “E' questo l'uomo che ho sposato!”.
Marina corse fuori dalla stanza. Voleva assolutamente trovare Esther, cercò in tutto il pronto soccorso. Alla fine si rivolse a Terrygan in accettazione. “Teresa, ha visto Esther per caso?” “Dottoressa, dovrebbe essere in magazzino doveva sistemare alcuni carrelli” “Grazie” ribatté la donna e quasi di corsa si diresse verso la dispensa. La porta era aperta, l'infermiera di spalle stava riempiendo il carrello coi medicinali mancanti, non si accorse di nulla. Marina lentamente si avvicinò a lei e la cinse da dietro, ed all'orecchio sussurrò “Ciao, principessa”. Un po' colta di sorpresa Esther rispose “Ah... Ciao Marina che bello vederti, oggi non ho avuto molto tempo” “Il turno non è quasi finito?” “Beh si, 10 minuti, che hai in mente?”. La dottoressa girò verso di se la compagna e disse “Che ne dici di un cenetta romantica … Poi non so possiamo vederci un film abbracciate strette strette … E poi chissà ...” ”Che intenzioni hai? Quindi non rimani in ospedale da tuo padre?!” “Già, abbiamo parlato poi ti racconto, ma non cambiamo discorso non hai ancora risposto che ne dici del mio programma?”, Esther mettendo le braccia al collo di Marina replicò “Io direi che si può fare, sai ero quasi in astinenza ...”.

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