Ardovia- La città degli elfi.

di blackswam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mamoru, l'impavido comandante ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
 
 
Il sangue scorreva sul terreno arido, mentre corpi di innocenti cadevano come sacchi senza vita. L’aria era fresca, mentre il cielo si colorava di rosso. Ultimo respiro, ultime parole, ultimo sguardo. La morte di avvicinava costantemente senza che nessuno potesse farci nulla. Soldati imploravano pietà, per poter essere uccisi, così da liberarsi da dolore. Corpi di streghe trucidate, con il volto segnato da una smorfia di dolore e paura. Perché era questo ciò che portava la guerra. Paura e sofferenza. 
L’elfo Eichiro, comandante di Ardovia, pianse osservando i corpi dei suoi compagni morti, sul campo di battaglia. Nonostante erano in numero vantaggioso, erano in un tremendo svantaggio. La loro magia, le loro armi non bastavano per sconfiggere quella donne rappresentanti del diavolo. Era finita, questo pensò Eichiro con il fiato spezzato. Una strega lo stava strangolando. Un pensiero gli balenò nella mente, prima di esalare l’ultimo respiro.
 
« Perdonami Mamoru, figlio mio. »

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Capitolo 2
*** Mamoru, l'impavido comandante ***


Mamoru, l'impavido comandante.




 

Ardovia, Mare Camorr.

 

Il mare di Ardovia era notevolmente burrascoso,  ma la nave proseguiva oscillando nonostante il non poco peso che portava. Era diretta presso la città di Sherishia per trasportare merci di commercio. Il comandante Mamoru si trovava a timone della nave, mentre controllava la rotta da seguire. La città di Sherishia era situata in una zona antecedente ad Ardovia, abitata da elfi cercatori e gremita di gioielli e pietre preziose. 

"Comandate, siamo arrivati al porto" disse il secondo al comando, Akira.

Mamoru era sempre stato una persona molto risoluta, attenta e caparbia. Aveva vissuto un'infanzia molto cruenta, infatti alla morte del padre alla sola età di dieci anni aveva dovuto mandare avanti la famiglia. Lasciare la scuola di preparazione fu soltanto il primo passo, il secondo fu quello di cercare un lavoro adeguato così da avere un reddito capace di mandare avanti la famiglia,  almeno per un po' fin quando non avrebbe avuto gli anni sufficienti per entrare nell' esercito. Come suo padre prima di lui. Aveva sempre ammirato quest'ultimo e anche da bambino aveva cercato di imitarlo in tutto ciò che faceva. Era la sua guida, l'esempio da seguire, l'uomo ideale. L'ex comandante Eichiro era una persona seria, ma affettuosa al punto giusto. Aveva tre principi fondamentali: la famiglia, i compagni e la fiducia. Ed era proprio su questi ideali che Mamoru era cresciuto e a cui affidava ancora la propria vita. Nonostante tutti sostenevano che l'esercito era troppo per la sua portata, che era un debole che aspirava a un qualcosa d' impossibile, che era un bambino che non riusciva a staccarsi dal complesso del padre, ma lui riuscì a dimostrare a tutti che si sbagliavano. Con il tempo aveva imparato a capire che le parole erano uno strumento orribile, anche se allo stesso tempo ti infondevano forza. Perché quelle parole erano si crudeli, lo trafiggevano come lame taglienti infuocate, ma gli davano la forza di non arrendersi. E così un giorno il suo sogno si avverò.

Mamoru, alla sola età di diciannove anni, riuscì a diventare comandante dell'esercito elfico al cospetto del re Chojiro III. 

" Tirate l'ancora, è arrivato il momento  di entrare in porto. " urlò Mamoru.










 

Sherishia era rimasta sempre il solito posto sudicio e polveroso, anche se era una delle città più ricche di tutte Ardovia. Secondo ciò che dicono le voci era probabile che lo facevano per proteggersi da possibili saccheggi dei pirati o forse perché gli abitanti erano troppo tirchi e pigri per pensare all'ordine e alla pulizia. Mamoru arricciò il naso, mentre un odore nauseante gli attraversava le narici. Istintivamente si portò le mani sul naso, tappandoselo. Avanzò il passo ricominciando a camminare, mentre il suo naso si abituava al cattivo odore. Si avviò deciso nella direzione del locale dove si sarebbe tenuto l'incontro, mentre i suoi compagni lo seguivano a ruota. Le strade erano deserte, comprensibile vista l'ora tarda, però delle urla ravvivavano il silenzio. Un ladro, un assassino, un innocente chi poteva saperlo?. Due elfi, uno dai capelli neri e l'altro biondi, trattenevano per le spalle un uomo che non teneva a freno le urla. 

Ma nessuno correva a salvarlo.

 

Lei uniche grida che si avvertivano nella città di Sherishia erano di uomini spregevoli, che avevano commesso altrettanto azioni spregevoli, che venivano portate nelle segrete della città. Sherishia, oltre ad essere una città di incredibili tesori, era anche fornita di un carcere dove venivano mandati i più grandi traditori di tutto il regno. Era un carcere infernale e spesso desideravi morire pur di finirci. 

" Capitano dovremmo aiutarlo. " azzardò Arata. Era appena entrato nell'esercito alla sola età di quindici anni. Ricopriva una carica minore ed era ancora inesperto su come va avanti il mondo.

" Non può essere aiutato. Ormai il suo destino è già scritto. " proferì Mamoru osservando per l'ultima volta l'uomo, che veniva trascinato sul terreno polveroso.








 

Giunsero alla porta del locale dove si avvertiva distintamente un vociare fastidioso. Aprì la porta rumorosamente, ma nessuno dei presenti aveva notato il suo gesto maleducato. Una donna dai capelli neri che le ricadevano sul seno, evidenziato da uno stretto corpetto, si muoveva con movenza e sensualità nella loro direzione con voce civettuola. Mamoru ne avevano conosciute tante come lei. Donne pronte a vendere il proprio corpo pur di aggraziarsi un comandante. 

" Come posso servivi? " domandò la donna mostrando un sorriso sensuale.

" Stiamo aspettando una persona. " disse mentre una voce attirò la sua attenzione. Era Daisetsu Lee, il commerciante della città. 

Lasciò la ciurma chiacchierare con la cameriera e ascoltò qualcuno già prenotarsi un incontro con lei nella sue camere. Gli piacevano i suoi umani, ma non sapevano trattare le signore. 

" Daisetsu " salutò Mamoru con un cenno del capo ricambiato dall'uomo.

" Hai quello che ti ho chiesto? " chiese Daisetsu osservando il sacco tra le mani del comandante. 

" Piante magiche, amuleti e spade. " disse Mamoru appoggiando gli oggetti, uno ad uno, sul tavolo.

" Il tuo oro. " sorrise Daisetsu rigirandosi tra le mani un amuleto.

Sheriscia aveva tutto ciò che una persona potesse desiderare, ma era priva di arti magiche. Tutti coloro che non avevano capacità speciali erano reclusi in questa città destinati ad essere dei cercatori. Per questo i cittadini, pur essendo delle persone avide, condividevano con loro ciò che avevano di più prezioso. Perché avevano paura di loro e della loro magia.

" Un ultima cosa, soldato. Per ringraziarti per aver mantenuto la tua promessa voglio darti una informazione.  " incomincò Daisetsu  guadagnandosi tutta la sua attenzione.

" Secondo delle mie fonti attendibili le streghe sono risorte dal loro letargo. Stanno per attaccare la città di Arvida. Il loro obbiettivo è il re. "

" Che cosa vogliono attenere con una azione così azzardata? "

Mamoru conosceva il proprio nemico e non andava in alcun modo sopravvalutato. Pur essendo in poche aveva una forte magia dalla loro parte e la capacità di manovrare animali di grandi dimensioni. 

" Vogliono incoronare la loro regina. "

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