Rosso e Bianco

di mame_chan92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Accademia ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** L'Accademia ***


“Ehi Trisha svegliati! Muoviti!” apro lentamente gli occhi e davanti a me c’è Jane una delle mie coinquiline con un espressione preoccupata “Jane che succede?” biascico appena “Siamo tardi per la presentazione dei corsi” “mh ma ho sonno…che ora è?” “è tardi tu cambiati” svogliatamente mi alzo dal letto e mi infilo in bagno cercando di sistemarmi più velocemente possibile. La sera prima eravamo rimaste sveglie fino a tardi a causa dell’ emozione per la nostra nuova vita. Ci conosciamo da qualche anno e grazie alle nostre passioni in comune ci siamo iscritte tutte insieme ad un accademia di canto,ballo e musica. Jane e io cantiamo mentre Ashlie e Lyn sono delle ballerine, viviamo tutte insieme in un piccolo appartamento vicino al centro della città poco distante dalla scuola. La mia mente appena sveglia è riuscita solo a raccattare un paio di jeans e una felpa dall’armadio “dove sono Lyn e Ashlie?” “Sono a fare colazione al piano di sotto” “ va bene io sono pronta possiamo andare” e siamo scese al pano di sotto. “finalmente sveglia” “buongiorno Trisha” “mh buongiorno a tutte, si ho dormito molto ma ieri abbiamo fatto tardi” “va bene va bene ma ora mangia che andiamo” Lyn mi lancia in faccia una merendina che dopo aver urtato il mio viso cade sul tavolo quindi la riprendo e la mangio abbastanza in fretta “dove fanno la presentazione?” “nel cortile interno".

***
 
E’ appena iniziata la presentazione dei corsi e siamo sedute su delle sedie ordinatamente posizionate nel cortile interno con in mano un foglio con gli orari e le aule delle varie lezioni. Mentre aspetto che inizi mi guardo intorno e noto ,sporgersi terrazzini della scuola, delle persone che ci guardano “Ashlie…chi sono quelli?” “oh mi hanno detto che i ragazzi e le ragazze degli altri anni il giorno della presentazione si affacciano e guardano i nuovi arrivati” mi sorride e riprende a guardare davanti a se “che imbarazzo” bisbiglio appena e sposto la mia attenzione sulla donna che aveva iniziato a parlare.


***

Alla fine della presentazione decidiamo di separarci e di far visita alla scuola per poi ritrovarci nella mensa per il pranzo. Dopo essermi separata dalle altre comincio a vagare per la scuola guardando qualche aula vuota ogni tanto. Grazie alle planimetrie poste in alcuni punti della scuola riesco a trovare alcune aule tra cui quella di danza e quella di canto. Nei corridoi ci sono un sacco di persone e, alcuni punti, facendomi spazio tra la folla, riesco a raggiungerli in altri non ci riesco a causa del sovraffollamento. Dopo essermi persa qualche volta finalmente riesco a raggiungere la mensa e vedendo le altre mi siedo al tavolo con loro “eccomi” sorrido e mi guardo intorno “ma dov’è Jane?” “non lo so forse sta arrivando” controllo le notifiche sul cellulare “Trisha guarda” Lyn mi tocca il braccio per attirare la mia attenzione poi guardo nella direzione che mi indica con lo sguardo e noto Jane che entra nella mensa accompagnata da un ragazzo asiatico alto con i capelli neri e la frangia “ha già trovato un ragazzo?” rido alle parole di Ashlie e continuo a guardare Jane che parla con questo ragazzo mentre Lyn continua a mangiare godendosi anche lei la scena. Poco dopo il ragazzo se ne va e lei ci raggiunge al tavolo “ci devi dire qualcosa?” la guardo con aria da interrogatorio mentre aspetto la risposta. “chi io? No” “ah no? E chi era quel ragazzo?” “Lui si chiama Joon, mi sono persa dopo essere stata in bagno, lui mi ha vista confusa e mi ha accompagnata qui” “è appena il primo giorno e punti gli occhi su quelli più grandi” “non ho puntato gli occhi, ho fatto nuove amicizie” “si certo ti crediamo Jane” “ma uffa”. Dopo aver finito di mangiare cominciamo a confrontare le lezioni per vedere se avevamo qualcosa in comune “niente non ci credo..nemmeno una lezione tutte insieme” “io non ho molta voglia di fare amicizia” “Trisha sei troppo associale” “non posso farci niente non ho voglia” mi metto a ridere mentre tutte mi guardano male “ma nemmeno canto?” “abbiamo due professori diversi Jane” “Ashlie e Lyn avete lezioni insieme?” “si solo una ma per il resto niente”.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Senza nemmeno accorgerci è già passato un mese dall’inizio delle lezioni, i giorni passano veloci tra spese settimanali, lezioni e piccole verifiche per il proseguimento dei corsi. Tutte le altre avevano fatto amicizia con altre ragazze o ragazzi della scuola, mentre io continuavo a fare tutto da sola come preferivo. Per fortuna durante la pausa pranzo ci incontravamo in mensa, ci raccontavamo come era andata la mattinata e le ultime novità. Lyn dopo aver finito il suo pasto si aggiunge al nostro discorso “oggi ci hanno diviso in coppie” “oh wow! Dai racconta” Lyn ride appena ed inizia a spiegarci “beh fortunatamente mi è capitato un ragazzo veramente carino, ha i capelli biondi tinti, un faccino dolcissimo ma un fisico veramente perfetto” “ecco che inizia con l’analisi dell’anatomia” “ehi! Io devo ballare con questo ragazzo e voglio che abbia i muscoli necessari per fare certe figure” annuisce tutta convinta mentre noi stiamo già ridendo da un po’ “ma smettila Lyn” Ashlie le dà una lieve spallata urtandola appena. “Questo ragazzo dai capelli biondi e dal fisico perfetto ha un nome?” Jane chiede curiosa “si chiama Mir” “nome interessante” “giù le zampe è il mio ballerino” “e chi te lo ruba” ridiamo tutte insieme mentre distrattamente gioco con la cannuccia del frullato al cioccolato guardandomi intorno. “e tu Jane? Come va con quel ragazzo?” “con Joon? Oh..va normalmente. Ogni tanto ci scriviamo o tra una lezione e l’altra ci vediamo per caso nel corridoio.” “ma sentila ha fatto colpo” Lyn le fa gomitino ridacchiando e anche io e Ashlie ci mettiamo a ridere poco dopo. Guardo l’orologio e mi accorgo che le aule dell’accademia potrebbero essere ancora aperte “ragazze io torno all’accademia” “come mai? Hai dimenticato qualcosa?” “no no vado ad esercitarmi un po’ torno per cena” “va bene oggi cucina Ashlie” “perfetto grazie ci vediamo dopo” le saluto ed esco dal locale dirigendomi verso la scuola passeggiando. Qualche giorno fa ho deciso che potrei esercitarmi da sola verso sera, quando le aule sono libere. In più adoro cantare mentre disegno e ho notato che la finestra della sala di canto che usiamo noi, del primo anno, ha una bellissima vista su un parco. Il primo giorno di lezione avevo visto che le aule chiudevano verso le sette di sera e mi ero promessa di approfittarne prima o poi. Entrata nell’edificio, vado verso la mia aula e noto che anche altri ragazzi hanno avuto la mia stessa idea. In alcune aule si vedono gruppetti di ragazzi e ragazze che provano tutti insieme o semplicemente che chiacchierano tra di loro tra una pausa e l’altra, in altre ci sono ragazzi che suonano degli strumenti insieme e in alcune si notano persone che ,come me, provano da sole. La nostra sala fortunatamente è vuota quindi prendo una sedia la posiziono davanti alla finestra, preparo le basi per cantare e mi posiziono sulla sedia. Mentre me ne sto seduta a cantare, con l’album da disegno appoggiato sulle gambe, la mia mente comincia a vagare senza limiti tra pensieri e ricordi. Quando canto o disegno mi disconnetto dal resto del mondo, non mi accorgo cosa mi accade intorno o se c’è qualcuno che mi ascolta. *************************************************************************************************************************************** Sento dei rumori che provengono dal corridoio ma non ci faccio caso e continuo a cantare. Qualche istante dopo sento una mano che si appoggia sulla mia spalla quindi sussulto quasi cadendo dalla sedia “mi scusi signorina non volevo spaventarla” un uomo sulla 40ina abbastanza alto e slanciato con una camicia azzurra e dei jeans blu scuri, capelli brizzolati e con gli occhiali da vista, sta in piedi vicino a me “oh non si preoccupi ero distratta dalla canzone” a guardare meglio quest’uomo sembra uscito da un drama “mi dispiace disturbarla ma volevo dirle che devo chiudere le aule” “si ora vado subito, mi scusi”. Velocemente recupero le mie cose e le infilo alla rifusa nello zaino per non far attendere troppo l’uomo che stava in piedi vicino alla porta dell’aula, con un mazzo di chiavi in mano, pronto a chiudere la serratura. Una volta uscita dalla stanza, saluto l’uomo, mi dirigo verso l’entrata principale e ,mentre mi guardo intorno, noto che la scuola è deserta e le luci quasi tutte spente tranne quelle davanti alla porta d’ entrata. Esco e mi incammino verso casa, per strada invio un messaggio alle altre ragazze per avvisare che sto rientrando. Il paesaggio a quest’ora non è dei migliori, i lampioni hanno una luce flebile che illumina appena la zona sottostante creando un leggero alone giallo intorno al palo di ferro nero, le panchine dei vialetti sono vuote e tutto è silenzioso e tetro. Sentendomi suggestionata da questo paesaggio accelero il passo arrivando di corsa a casa. Ora mi rilasso e magari ci guarderemo un film tutte insieme.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Dopo una lunghissima giornata di prove finalmente sono a casa distesa sul letto, a pancia in giù, con il viso letteralmente spalmato su un libro. Volevo leggere un libro ma sono distrutta e in più mi pizzica la gola a causa della lezione di oggi che ci ha portati veramente al limite. Siamo tutte tornate a casa tranne Ashlie ma anche lei ,come me, a volte si esercita la sera. Ormai è tardi e tutte ci chiediamo che fina abbia fatto quindi cominciamo a tempestarla di messaggi e chiamate, fino a quando sentiamo la porta d’entrata aprirsi e tutte corriamo a vedere come sta. “Ashlie ma che fine avevi fatto?” “dovevi chiamarci” “ci stavamo preoccupando” sul suo viso è stampato un sorrisetto svampito come se non ci stesse ascoltando. “ Ma ci sei?” sventolo una mano davanti al suo viso “oh si ora vi spiego tutto” annuisce e ci sediamo tutte insieme nel salottino composto da quattro poltroncine e un tavolino basso di legno. Le nostre facce incuriosite sono tutte rivolte alla ragazza “ Allora… stavo ballando come sempre ad un certo punto un ragazzo entra nella stanza e mi chiede scusa perchè c’ero io. “ “e poi?”, lo diciamo quasi in coro, “ e poi ci siamo messi a parlare e mi ha invitato a bere qualcosa” la ragazza fa spallucce come se fosse normale. Lyn curiosa domanda “Racconta com’è questo ragazzo” “uhm..è alto, con i capelli scuri, ha delle belle spalle ed è del terzo anno” “come si chiama?” “si chiama Cheondung ma si fa chiamare Thunder”. Le ragazze continuano a parlare di questi nuovi ragazzi mentre io vado in cucina a cercare qualcosa da mangiare. “Ehi Trisha che hai?” mentre mi appresto ad infilare la mano nel sacchetto dei cereali, mi giro verso Jane che mi aveva seguita in cucina “oh niente avevo fame” ridacchio ed inizio a sgranocchiare “sei sicura?” “si certo” annuisco e alzo le spalle “è più facile che mi piombi addosso un asino volante che un ragazzo” entrambe cominciamo a ridere, torno dalle altre ragazze e concludiamo la serata parlando tra noi. **************************************************************************************************************************************** Anche questa sera ho deciso di starmene tranquilla in una sala prove a cantare, solo che questa volta tengo d’occhio l’ora per evitare di essere di nuovo spaventata dal custode. Ormai è quasi l’ora della chiusura quindi comincio a sistemare le mie cose nello zaino poi comincio ad incamminarmi verso l’uscita come sempre, ma ad un certo punto vengo distratta dal suono dolce del pianoforte, è un suono lontano, leggero e decido di seguirlo. Con cautela mi guardo intorno e cerco di capire da dove proviene il suono, mentre salgo le scale il suono si fa sempre più forte. Proseguo lungo il corridoio e capisco che deve provenire da una di queste stanze, ad un tratto ne scorgo una con la porta socchiusa e una luce giallastra che fuoriesce da essa, mi avvicino con passo lento e piano comincio a sbirciare al suo interno. Dentro la stanza riesco a vedere un pianoforte a coda bianco come la neve e lucido come il ghiaccio, seduto su uno sgabello, anch’esso bianco, c’è un ragazzo di spalle con i capelli corti di un colore rosso ramato sparati in aria che indossa una felpa grigia con il cappuccio. Dalla mia angolazione riesco ad intravedere anche le sue mani, magre e con le dita affusolate, che si muovono leggere sui tasti bianchi e neri del pianoforte come se li sfiorasse appena. Resto quasi incantata nel vederlo suonare, è molto preso e ogni tanto gli ciondola la testa in avanti totalmente immerso nelle note. Guardando la sua postura si vede che suona da molti anni,è seduto composto sullo sgabello, la schiena è dritta, i gomiti vicino al busto, le gambe quasi non si muovono mentre i piedi si spostano veloci con naturalezza da un pedale all’altro. Tutto d’un tratto il ragazzo smette di suonare e borbotta qualcosa tra se e se, si alza, e comincia a passeggiare nella stanza lentamente passandosi le mani nei capelli, nonostante stia passeggiando continua a darmi le spalle e non riesco a vedere il viso. Sposto leggermente la gamba con l’intenzione di andarmene ma urto la sedia vicino a me facendo un rumore sordo, mi immobilizzo e guardo dentro la stanza, anche il ragazzo si è fermato, senza esitare mi allontano ed inizio a correre lungo il corridoio infilandomi nella prima stanza vuota accucciandomi a terra sperando di non esser vista. **************************************************************************************************************************************** Aish! Oggi non è giornata, sarà la decima volta che sbaglio questo brano, lo ammetto sto seguendo molti corsi ultimamente e la stanchezza si sta facendo sentire ma non posso mollare tutto così ora che sono al terzo anno. Sono in questa stanza dalle tre del pomeriggio per esercitarmi e ancora non mi riesce come vorrei. Dopo il medesimo errore al pianoforte mi alzo e cercando di restare calmo inizio a passeggiare per la stanza, ormai è ora di andare a casa ma un rumore fuori dalla porta mi distrae dai miei pensieri. Mi volto di scatto e sento dei passi veloci fuori dalla stanza così spalanco la porta ed esco velocemente ma guardandomi intorno non vedo nessuno. “Sto diventando pazzo” credo che la stanchezza mi stia giocando brutti scherzi, abbasso la testa sospirando pesantemente ma un luccichio argenteo attira la mia attenzione. Mi accuccio a terra e con un dito sposto l’oggetto argentato, mi accorgo che è un braccialetto quindi lo raccolgo e mi rialzo scrutandolo. Siccome quì fuori non c’è molta luce rientro nella stanza e ,guardando il braccialetto, noto che sulla piastrina argentata c’è inciso un nome “Trisha” forse non mi stavo immaginando tutto, lì fuori c’era veramente qualcuno che ha fatto quel rumore e poi è corso via e credo proprio che sia la proprietaria di questo bracciale. Istintivamente infilo il bracciale in tasca, sistemo le mie cose e decido di tornarmene a casa.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“un tramezzino e un thè freddo grazie”. Questa sera ho deciso di cenare fuori dopo essere stata alla scuola, ma questa volta non per cantare, volevo rivedere il ragazzo del pianoforte e sentire la sua musica. Sinceramente non so se volevo vederlo in viso o soltanto ascoltarlo, ma la stanza dove l’avevo visto l’altra volta era vuota e buia con solo il pianoforte chiuso. Non avevo molta voglia di cantare quindi per perdere tempo e per non destare sospetti ho deciso di cenare fuori con calma. Sono entrata nel primo bar che mi sembrava carino, questo ha i tavolini di legno con delle tovaglie a scacchi rossi molto rustico, io sono seduta con le gambe accavallate su un sgabello alto e davanti a me ho una vetrina enorme che da sulla strada. Non simpatizzo per gli sgabelli così alti, mi sento instabile e ho il sospetto che se qualcuno mi sfiorasse cadrei rovinosamente a terra, ma la maggior parte dei tavoli erano occupati e sono finita qui. Mentre mi gusto il mio tramezzino con i gamberetti guardo fuori dalla vetrina, mi sembra di essere in mostra ma per fortuna non passano molte persone e quelle che passano non guardano verso di me. Ormai è buio pesto e si vede qualche macchina passare e illuminare la vetrina vicino a me con i fanali. ******************************************************************************************************************************************************* Non riesco a togliermi dalla testa quella ragazza, non l’ho vista ma sono certo che era lì ad ascoltarmi ne ho le prove. Ora devo solo trovare il modo per rivederla e ridarle il braccialetto così avrò la conferma che era lei. Sto pedalando da una buona mezz’ora non ho una meta, quando sono nervoso e ho bisogno di stare solo prendo la bicicletta e mi faccio un giro senza sapere dove andare. Mi trovo dalla parte opposta del quartiere del dormitorio dove vivo con gli altri ragazzi. Sovrappensiero mi sono ritrovato nel parco vicino alla scuola, poco frequentato e decisamente sinistro. A causa della mia distrazione non mi accorgo che la ruota ha urtato un sasso abbastanza grosso e sono finito a terra. Seduto a terra non so se ridere o piangere per come ci sono finito e guardo la bicicletta sopra la mia gamba con la ruota posteriore che ancora gira lenta. **************************************************************************************************************************************************** Uscita dal locale mi incammino verso l’appartamento camminando tranquilla, la sera non ascolto musica almeno sento quello che mi accade intorno. All’ entrata del parco faccio un sospiro pesante, visto che di sera quel parco non ispira per niente fiducia. Mentre attraverso il parco noto una figura a terra vicino a delle panchine non illuminata dalla luce dei lampioni e lentamente mi avvicino. Avvicinandomi noto che è caduto dalla bicicletta “Ti sei fatto male?” mi accuccio vicino a questa figura ma non riesco a vedere il volto. “No stai tranquilla sto bene” la sua voce suona limpida, tranquilla e non troppo profonda e ciò mi fa credere che sia un ragazzo giovane “Solo qualche graffietto non preoccuparti”. Mi siedo vicino a lui e guardo in direzione del suo viso “dove ti sei graffiato?” “credo sulla mano, mi brucia” mi porge il dorso della mano e piano con delicatezza prendo la sua mano, la guardo piegandola appena verso la luce notando dei piccoli graffietti provocati dalla ghiaia della stradina. “bisogna pulire subito la ferita” “ora vado a casa” “no adesso intendo” appoggio la sua mano sul mio ginocchio leggermente piegato e prendo dallo zainetto fazzoletti e bottiglietta d’acqua. Bagno leggermente un fazzoletto poi riprendo la sua mano e piano comincio a pulire i graffi, sento le sue dita irrigidirsi ogni tanto per il bruciore. La sua mano è più grande della mia e del giusto calore, la sua pelle è morbida con le dita lunghe non troppo sottili. “ecco fatto” “non dovevi preoccuparti” sorrido appena sperando di non essere vista e prendo dallo zainetto dei cerotti “ehm…i cerotti non sono bellissimi ma non farci caso” ridacchio appena e gli metto un cerotto giallo con degli animali stampati sopra. Di sicuro non pensavo di trovarmi in una situazione simile e quindi non mi sono preoccupata di comprare cerotti normali. “scusami” guardo la sua mano con il cerotto giallo “non preoccuparti sei stata gentile” “so che avrai cerotti più adatti a casa ma prendi questi così se vuoi puoi cambiarlo” gli porgo due cerotti uguali a quello che gli ho messo “grazie” lui li afferra delicatamente, strano mi aspettavo una grassa risata e qualche insulto verso di essi. “Ora devo andare” mi alzo da terra e mi scrollo un po’ di sabbia di dosso “ciao” “ciao e grazie ancora” “figurati” gli sorrido e mi incammino verso l’uscita del parco in direzione dell’appartamento. ********************************************************************************************************************************************************** Continuo a guardare quel buffo cerotto sulla mia mano, non credo di aver mai visto una ragazza girare con dei cerotti così simpatici. Ridacchio tra me e me ma poco dopo mi ripeto quanto scemo sono stato, non le ho chiesto il nome. Due ragazze in pochi giorni non le ho viste in volto e di una non so nemmeno il nome, sono un idiota. Sospiro pesantemente, è meglio che me ne torni a casa con una doccia e una bella dormita potrebbero venirmi delle idee. Mi rialzo prendendo la bicicletta, le do un occhiata per controllare che niente sia danneggiato e rimonto in sella, faccio inversione e ritorno verso il dormitorio. ******************************************************************************************************************************************************** Giro la chiave nella serratura ed entro in casa, mi tolgo le scarpe e mi incammino verso la camera ma sento delle voci provenire dal salottino “ehi siete ancora sveglie?” guardo le tra ragazze che stanno giocando a carte sedute a terra. “Volevamo giocare un po’… tu piuttosto … è tardi” Jane mi rimprovera preoccupata “si lo so ma un ragazzo è caduto dalla bici e l’ho medicato” “ma sei pazza?!?” tutte e tre mi rispondono in coro “poteva essere un maniaco che con quella scusa ti stuprava o vendeva i tuoi organi” “Quanto sei tragica Lyn” “No ha ragione” Ashlie la difende “In quel caso scappavo tranquille” sorrido a tutte per tranquillizzarle. “come vedete sto bene, ora vado a dormire… Buonanotte” “Stai attenta… Buonanotte” //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Ciau a tutti ^^ vi ringrazio per aver seguito la mia fan fiction per il momento fino qui ^^ spero che vi piaccia e che continuiate a seguirla ^^. Purtroppo devo darvi una brutta notizia: ho problemi al pc e non so quando potrò aggiungere il capitolo 5, forse entro oggi si sistema tutto o forse no, quindi se prossima settimana non vedete il capitolo sapete perché T.T mi dispiace tanto, spero che non sia niente di grave e che si risolva al più presto. *p.s. mi dispiace mettere milioni di asterischi ma quando pubblico il capitolo, gli spazi tra una scena e l'altra spariscono non so perchè T.T #SonoSfigata....... Baci Mame <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Ma che cos'è questa cosa verde?” Il minore dei cinque punzecchia con le bacchette d'acciaio una piccola montagnetta verde in un piattino sul proprio vassoio. “Penso che siano verdure bollite” “ma come si può servire questo in una mensa scolastica?” “non chiederlo a me”. Poco dopo al nostro tavolo arrivano anche Joon e Thunder e si siedono vicino a noi. “Mir perchè stai brontolando?” “Queste verdure mi fanno paura” “ma smettila” tutti insieme cominciamo a mangiare ma subito dopo, con la coda dell'occhio, noto Joon che si sta sbracciando per salutare qualcuno “Jane!Jane! Vieni qui!” “Oh guarda Lyn!” anche Mir inizia a salutare, mentre io, G.O e Thunder, dato che eravamo di schiena rispetto a chi salutavano i ragazzi, ci giriamo per vedere queste persone. “Ehi Ashlie!” qualche istante dopo abbiamo perso anche Thunder. I tre ragazzi stanno salutando 4 ragazze in piedi nel corridoio della mensa, con i vassoi in mano, alla ricerca di un posto a sedere. “Conoscete quelle quattro ragazze?” “Veramente una non l'ho mai vista” “nemmeno io” “pure io” “a me sembra famigliare ma non sono sicuro” G.O masticando scruta la quarta ragazza che nessuno conosceva. “Possiamo farle sedere qui? C'è posto per tutte” “va bene” annuisco anche io, d'altronde che c'è di male nel parlare a quattro ragazze?. *************************************************************************************************************************************** “Cavolo la mensa è piena” Tenendo il vassoio in mano comincio a guardarmi intorno alla ricerca di quattro posti disponibili. “Guarda c'è Joon!” . Jane saluta un ragazzo seduto ad un tavolo verso il fondo della sala che si stava sbracciando. “Andiamo a sederci da loro?” “si c'è anche Cheondung!” “E Mir” “State scherzando? Io non li conosco” “Meglio, li conoscerai oggi” Comincio a sbuffare “Va bene ma ad una condizione” “Quale?” “Vengo con voi solo se mi fate sedere vicino a voi e verso la fine della panca” “va bene Trisha” le tre ragazze ridacchiano e cominciano ad incamminarsi verso quel tavolo. Poco dopo raggiungiamo i ragazzi, loro si stringono appena per farci spazio e ci sediamo al tavolo. Vicino a me c'è Jane poi Lyn e infine Ashlie e Thunder, di fronte ad Ashlie c'è un ragazzo con i capelli neri corti e i baffi dal viso famigliare. Vicino a lui c'è Mir di fronte a Lyn, Joon di fronte a Jane e davanti a me c'è un ragazzo con i capelli rossi. Quel colore credo di averlo già visto ma non vorrei sbagliarmi. Il ragazzo davanti a me senza battere ciglio continua a mangiare indisturbato. “Lei è Trisha” Jane mi presenta a tutti i ragazzi che mi salutano amichevolmente mentre pronuncio un flebile “piacere”. Tutti riprendono a parlare tra loro mentre piano inizio a mangiare il mio riso. Mi sento osservata e con la coda dell'occhio noto che il ragazzo davanti a me mi sta fissando. Alzo lo sguardo lentamente e lo guardo masticando il boccone di riso, non riesco a capire se ha le guance semi piene di cibo o semplicemente sono paffute. “Ti chiami Trisha?” “S-Si” annuisco piano e vedo il ragazzo che lascia cadere le bacchette nel piatto e comincia a frugare nelle tasche dei pantaloni con una cerca fretta. “Questo è tuo?” mi guarda porgendomi un braccialetto argentato, un momento, il mio braccialetto, con il mio nome inciso sulla piastrina d'argento. “Si è mio...ma dove l'hai trovato?” “Nel corridoio qualche settimana fa” “Oh grazie” sorrido felice e nello stesso tempo sorpresa mentre lui sorride più che può. “Aspetta te lo metto io” annuisco e gli porgo il braccio spostando appena la manica della felpa per scoprire il polso. Lo guardo intento ad allacciarmi il bracciale e tutto mi torna in mente, lui è il ragazzo che ho spiato mentre suonava il pianoforte. Il braccialetto l'avrò perso quando sono scappata e per questo l'ha trovato nel corridoio. Mentre tutto nella mia testa torna in ordine mi cade l'occhio sulla sua mano, e noto un cerotto giallo con gli animali. Lui quindi è anche il ragazzo che ho soccorso al parco, non può essere una coincidenza. Incredula e confusa continuo a guardare la sua mano. “Trisha?” mi riprendo dai miei pensieri e guardo il ragazzo davanti a me “oh grazie” Sorrido imbarazzata e abbasso il braccio riprendendo poi a mangiare il riso. Il ragazzo riprende a mangiare sembrando più sereno di prima. ************************************************************************************************************************************ Finito il mio pasto guardo Jane e le batto la mano leggermente sulla spalla “Jane, torno subito” “Dove vai?” “Ho bisogno di cioccolata” Ridacchio appena e mi alzo dal tavolo “Ehi vengo anche io” mi blocco in piedi vicino al tavolo, e vedo il ragazzo dai capelli rossi che si alza anche lui “Anche io ho voglia di cioccolata” “va bene” un po' imbarazzata sorrido e insieme ci avviamo verso l'uscita della mensa per raggiungere le macchinette. Sono sicura che le ragazze, forse anche i ragazzi, ci hanno fissati per un po' “Ehm scusami non mi sono presentato....Io sono Seungho piacere” mi sorride “piacere” sorrido anche io. “Tu che cosa studi?” “io studio canto e tu?” “io mi divido tra il canto e il pianoforte” lentamente ci avviciniamo alla nostra meta “che bello...mi piace il suono del pianoforte” “Davvero?” annuisco e lo vedo sorridere. Il suo sorriso è spontaneo e contagioso, le guance diventano leggermente più paffute e le labbra carnose di distendono formando una leggera curva. In silenzio arriviamo davanti alla macchinetta e incomincia a scrutare le barrette di cioccolata “Deciso?” sento il ragazzo vicino a me ridacchiare “Penso di si” inserisco delle monetine e digito il numero della barretta scelta. “Cioccolata bianca con smarties?” “Si” ridacchio “preferisco la cioccolata bianca” mi volto verso il ragazzo sorridendo, recupero la barretta appena caduta e mi sposto leggermente per fargli spazio. “Non ho mai conosciuto qualcuno che preferisce la cioccolata bianca “ “e invece” sorrido e lo guardo mentre digita il numero poi recupera la barretta di cioccolata normale “Io vado sul classico” mi sorride indicando una panchina “Ci mettiamo lì?” “Va bene”. Seduti sulla panchina cominciamo a gustarci la nostra cioccolata “conosci Byunghee? Cioè G.O o come si fa chiamare” ridacchio guardando la barretta bianca ogni tanto colorata dagli smarties “Oh si è il nostro compagno di corso e coinquilino...lo conosci pure tu?” “Si è il fidanzato della mia migliore amica Clary ma credo che non si ricordi di me” “Capisco...ha detto che le sei famigliare” “infatti...ci siamo parlati si e no una volta” sorrido e addento la barretta. Nuovamente mi cade l'occhio sul cerotto sulla sua mano, penso che dovrei chiederglielo non posso tenermi il dubbio per sempre. “So che ti sembrerà una domanda strana ma... sei per caso caduto dalla bicicletta?” lo guardo con la coda dell'occhio senza avere il coraggio di guardarlo in volto “si...ma... tu come fai a saperlo?” Alzo lo sguardo e noto che mi sta guardando confuso poi alzo la mano e gli mostro il mignolo avvolto da un cerotto uguale al suo. “Tu...tu mi hai medicato al parco?” “Si” annuisco imbarazzata e vedo che si sta guardando la mano confuso “Che coincidenza” sorride e mi guarda “potrei essere stato un maniaco” “no anche tu” ridacchio “me l'hanno detto anche le altre” “Ma è vero” “Beh non lo sei...ho visto una persona in difficoltà e l'ho aiutata” sospira rassegnato “La prossima volta stai più attenta” “Va bene” gli sorrido e insieme ritorniamo in mensa. “Trisha abbiamo una riunione” “si andiamo” recuperiamo i nostri vassoi, li mettiamo al loro posto e salutiamo i ragazzi per poi andare alla riunione. *********************************************************************************************************************************** Mentre le quattro ragazze escono dalla mensa ripongo il mio vassoio e le seguo con lo sguardo, o meglio, seguo Trisha. Sono state delle coincidenze molto strane ma poco importa, le due ragazze misteriose alla fine sono la stessa persona. E' una ragazza carina e simpatica, anche se ci siamo parlati poco, spero che ci siano altre occasioni per incontrarci. >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Finalmente il computer è stato riparato *^* spero che questo capitolo vi piaccia e vi chiedo ancora scusa per la lunga attesa T.T

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Passano le settimane e non trovo il coraggio di andare a parlare a Seungho di mia spontanea volontà, a malapena riesco a salutarlo quando ci incontriamo nel corridoio spiccicando due parole di senso compiuto. Io e le altre ragazze abbiamo corsi diversi, spesso mi trovo a pranzare da sola e questo mi porta a cercarlo con lo sguardo. Mentre passo da una pietanza all'altra ordinatamente disposta sul vassoio, scruto i tavoli sperando di scorgere quei capelli rosso ramati. Quel giorno in mensa mi sono trovata bene, è simpatico ed è piacevole parlare con lui. Quando i nostri sguardi si incrociano lui sorride solare e scuote la mano nella mia direzione e io, timidamente , sorrido e ricambio. A volte lo incrocio nel corridoio, o meglio, gli finisco addosso perchè la maggior parte delle volte sto ascoltando musica e quindi non mi accorgo dove sto andando. Forse mi evita perchè ha capito che sono un danno ambulante. Come quasi ogni giorno vado nella mia stanzetta per disegnare e cantare ma, una volta arrivata lì, mi accorgo che oggi è occupata da dei ragazzi che , a quanto mi hanno detto, non hanno intenzione di andarsene prima della chiusura della scuola. Decido quindi di andare nel giardino interno sotto ad un albero di pesco che avrà più o meno una cinquantina d'anni, con il tronco molto robusto e nodoso dalle foglie di un verde acceso. La giornata è limpida e nel cielo non c'è nemmeno una nuvola. Il sole splende alto e decido di sedermi all'ombra dell'albero. Una volta seduta apro il blocco da disegno e prendo le matite dalla borsa, poi mi distraggo a guardare il paesaggio. Di fronte a me si apre un prato verde smeraldo non troppo grande e alla fine di esso c'è un campo da basket di cemento. Sul campo da Basket si possono vedere tre figure che giocano indisturbate. Dietro di me e ai lati si vede l'edificio dell' accademia a forma di "U" che finisce poco prima del campo da Basket. Incomincio a canticchiare mentre la mano quasi automaticamente si muove sul foglio senza sosta, afferrando ogni tanto la gomma che tengo appoggiata sulla gamba sinistra. Senza farci caso, dopo qualche minuto, dall'insieme di tratti che la mia mano stava tracciando, emerge un bozzetto di un ritratto. Incredula continuo a fissare il disegno smettendo di canticchiare, senza rendermene conto ho disegnato il volto di Seungho. Certo, è tutto un bozzetto e per di più non sono molto brava nei ritratti. *************************************************************************************************************************** Aish, anche oggi non siamo riusciti ad incontrarci tutti quindi mi ritrovo da solo in giro per la scuola senza sapere cosa fare. Passeggiando lungo il corridoio sto pensando che in effetti potrei andarmene a casa ma non ne ho proprio voglia. Mentre percorro per la terza volta il lungo e spazioso corridoio centrale guardando fuori dalle alte e luminose finestre, mi accorgo che c'è una persona sotto l'albero nel giardino. Continuo a fissare quella figura dalle finestre passeggiando, dopo due finestre mi fermo alla terza per guardare meglio fuori. Qualcosa mi dice che quella persona la conosco ma sono troppo distante per capire chi sia. Continuando a passeggiare noto che più mi sposto più riesco a vedere il profilo di quella figura. Guardando ancora meglio vedo che è una ragazza che porta una coda alta lunga e castana. Dopo qualche istante che la fisso capisco che in realtà si tratta di Trisha quindi decido di scendere nel giardino. ***************************************************************************************************************************** Rassegnata da quel ritratto sospiro e chiudo l'album da disegno. "Cioccolata?" sussulto appena a quelle parole e alzo lo sguardo, notando subito che si trattava di Seungho. "oh ciao" sorrido imbarazzata e vedo che mi sta porgendo una barretta di cioccolato bianco "per me?" "beh mi avanzava" ridacchio prendendo la barretta mentre il ragazzo si siede vicino a me. "Non è vero tu non mangi cioccolata bianca" "beccato" mi sorride solare come sempre e scarta una barretta di cioccolato normale cominciando a mangiarla. "Grazie" sorrido ed inizio a mangiare pure io la cioccolata "figurati...che facevi tutta sola qui?" "la stanza dove di solito vado era impegnata quindi ho deciso di mettermi qui" "ottima scelta" . Restiamo in silezio per qualche istante "tu invece?" "i miei compagni mi hanno dato buca quindi non sapevo cosa fare, poi ti ho visto dalla finestra" annuisco alle sue parole. Il discorso non è fuido e ogni tanto inciampiamo in qualche silenzio imbarazzante. ***************************************************************************************************************************** "Senti Trisha...visto che sta per venire buio...ti va se ti accompagno a casa?" "oh no tranquillo non voglio disturbarti" "beh ma anche io devo attraversare il parco quindi un pezzo di strada è lo stesso" "se non ti crea disturbo va bene" annuisco sorridendo nella direzione del ragazzo. In effetti guardandomi intorno noto che ormai si sta avviciando il tramonto ed eravamo rimasti seduti lì tutto il pomeriggio a parlare del più e del meno. Mentre parlavamo restavo quasi sempre con lo sguardo basso sull'incarto della cioccolata che tenevo ancora tra le dita. Raramente lo guardavo in volto a causa della mia timidezza e di quel suo sorriso che mi faceva sentire imbarazzata ogni volta. Parlare con lui è molto piacevole perchè ti contagia con il suo sorriso e i suoi occhi a mandorla sorridenti. Alla fine siamo rimasti a guardare il tramonto nel giardino della scuola. Il sole è tramontato proprio davanti a noi scomparendo dietro il campo da basket ormai vuoto, poco prima di tramontare sembrava che quell'enorme disco arancione intenso stesse per entrare in collisione con il campetto di cemento. Poi sparì del tutto portando con se vari colori intensi, dall'orizzonte partiva un colore rosso fuoco che si trasformava via via in arancione, giallo,indaco,celeste per poi concludere sopra le nostre teste con un blu profondo. Non mi ero mai accorta quanto fosse bello e rilassante un tramonto di quel genere. Dopo qualche esitazione decidiamo di alzarci e, dopo aver recuperato album e matite, ci incamminiamo verso il cancello della scuola. ******************************************************************************************************************************* "Ci credi che manca poco alla fine della scuola?" poco dopo aver oltrepassato il cancello, dopo svariati munuti di silenzio il ragazzo prende parola. "Sinceramente non ci credo" ridacchio guardando i nostri passi quasi all'unisono che calpestano la ghiaia all'entrata della scuola per poi svoltare in direzione del parco."La consosci la festa di fine anno scolastico?" "fanno una festa? No non ne sapevo niente....di che si tratta?" guardo di sfuggita il ragazzo che cammina di fianco a me non troppo distante. "Beh...diciamo che si fa un saggio finale, ovviamente chi ne ha voglia, però tra i partecipanti del saggio finale eleggo il principe e la principessa della scuola" "davvero? Come in America?" "Diciamo di si...solo che in America eleggono il re e la reginetta del ballo...non del saggio" ridacchia guardandomi intenerito forse per il fatto che non ne ero al corrente. "Tu hai intenzione di partecipare?" "non lo so...ho già partecipato l'altro anno....tu?" "oh io no.." ridacchio imbarazzata "è il primo anno non mi conosce nessuno...ci sarebbe il silenzio di tomba mentre mi esibisco" "ma di quello non ti devi preoccupare...non è una gara" annuisco, in fondo aveva ragione non era una gara ma solo un saggio. "Beh comunque credo che passo...poi non sono nemmeno tipa da quel tipo di feste" "capisco..." mi sorride e cominciamo ad inoltrarci nel parco passeggiando ormai al buio guidati soltanto dalla luce dei lampioni ai lati della stradina principale. "io dopo devo andare a destra...tu?" indico appena con la mano il lato destro "io devo andare a sinistra ma ti accompagno fino al cancello....per le ragazze è pericoloso girare a quest ora da sole" "hai ragione" ridacchiamo e insieme giriamo a destra verso il mio dormitorio. "ma le altre ragazze?" guardo l'orologio da polso "mh dovrebbero essere già a casa da pomeriggio...non abbiamo molte lezioni insieme quindi ognuno ha un orario diverso" "capisco...se finisci sempre così tardi ti posso accompagnare io" "tranquillo non voglio disturbarti ogni giorno" "figurati....te l' ho detto il mio dormitorio è dall'altra parte" sorride guardandomi negli occhi. Poco dopo raggiungiamo il cancello del mio dormitorio e mi fermo dando le spalle all'edificio. "Grazie per avermi accompagnata" sorrido guardando il ragazzo "figurati...ehm....senti Trisha...visto che non abbiamo molto tempo da passare insieme....ti andrebbe di uscire con me?" mentre parla si tortura i capelli sulla nuca strofinandoli imbarazzato."e-eh?" sbatto ripetutamente gli occhi incredula cercando di capire se avevo sentito bene "p-per me va bene...si" imbarazzata abbasso il viso. "oh ecco" lo guardo mentre cerca qualcosa nelle tasche della giacca poi mi porge un foglietto "il mio numero...quando vuoi scrivimi" "certo va bene" guardo il foglietto con le cifre scritte velocemente con una penna nera. "Allora buonanotte" riprende il ragazzo "buonanotte" sorrido ancora imbarazzata ed entro nel cancello poi attraverso la porta del dormitorio ancora incredula.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Sono due giorni che non vedo Seungho ma ci sentiamo abbastanza spesso tramite messaggi. Dopo che ci siamo scambiati i numeri ci siamo sentiti abbastanza spesso, ogni tanto non risponde per via delle lezioni o altro ma di sicuro non lo costringo a stare incollato al display per me. Però oggi alla fine abbiamo deciso di uscire insieme, visto che era l’unico giorno disponibile per entrambi senza prove o lezioni. Ed eccomi qui davanti all’armadio spalancato non sapendo che cosa indossare, tipico problema femminile no? Sto rotolando ormai da venti minuti sul letto, fissando l’armadio nella speranza di un’illuminazione. Presa dalla disperazione rileggo il messaggio dove mi chiede se mi va bene andare in spiaggia il pomeriggio, e riprendo a fissare l’armadio per la milionesima volta. Siccome vuole andare al mare mi sono depilata le gambe quindi opto per dei pantaloni corti, una maglietta e degli infradito. Il costume non lo metto,visto che ha specificato che non andiamo per prendere il sole. Dopo aver litigato abbastanza con i capelli, decido di farmi una treccia laterale. ***************************************************************************************************************** Le ragazze hanno deciso di andare al centro commerciale insieme quindi io ora sto aspettando da sola che il ragazzo mi venga a prendere, come specificato nel messaggio, e presa dal’ansia dondolo le gambe seduta sul divano. Qualche minuto più tardi sento il campanello quindi mi fiondo davanti allo specchio per un ultima controllata e poi apro la porta “Ciao” “Ciao a te, sei pronta?” “si” annuisco ed esco di casa chiudendo la porta poi seguo il ragazzo che mi apre la portiera “prego””oh grazie” gli sorrido e salgo sulla sua macchina bianca perfettamente pulita ed impeccabile come se l’avesse pulita apposta per oggi. All’interno non c’è l ombra di un granello di polvere ed è tutto ben ordinato, alla radio passano canzoni a random non c’è nessun dispositivo connesso. Mi allaccio premurosamente la cintura di sicurezza, aspettando che il ragazzo faccia il giro della vettura e mi raggiunga. Una volta ripartito si inizia a sentire l’imbarazzo nell’aria che il ragazzo cerca di spezzare “ti sta bene la treccia” “oh grazie” sorrido timidamente e riprendo a guardare la strada di fronte a me. “Hai mai guidato un quod?” “eh? No mai” ridacchio a quell’uscita “beh oggi imparerai a guidarne uno” il ragazzo ridacchia divertito “davvero andremo su un quod?” “si e ti dico di più! ne avremo uno a testa” “oddio sembra una figata” il ragazzo sorride per la mia esclamazione e si dirige verso il parcheggio della spiaggia. Dopo che il ragazzo ha parcheggiato, scendiamo entrambi dalla vettura e lo seguo “però prima devo vedere come si guida” ridacchio piano “tranquilla facciamo il primo giro insieme” “oh va bene” entro con il ragazzo nella spiaggia e mi guardo intorno. “Trisha vieni” mi sorride e mi fa segno di seguirlo indicandomi i due quod sulla spiaggia. “intanto sali con me” il ragazzo sale sicuro sul quod rosso, si mette il casco e batte la mano sulla sella dietro di lui, “vieni” sorride e mi porge l’altro casco, poi salgo anche io mettendomi dietro di lui “non andare troppo veloce” “ma quello è il bello…tieniti forte a me” il ragazzo prende le mie mani e se le appoggia sulla pancia “va bene” stringo la presa per paura di cadere e mi appoggio sulla sua schiena notando quanto sia spaziosa. “sei pronta?” “diciamo di si” ridacchiamo entrambi quindi lui parte facendo quasi impennare il quod e, a quel sussulto improvviso, mi stringo di più a lui guardando oltre la sua spalla un po’ i comandi e un po’ la spiaggia davanti a noi. Il ragazzo procede lungo la spiaggia ad alta velocità sicuro di quello che sta facendo e io continuo a godermi il paesaggio. Ogni tanto mi volto guardando dietro il quod e lungo la nostra traiettoria appena percorsa, si innalzano delle nubi di sabbia più o meno dense. Divertita continuo a tenermi a lui e poco dopo il ragazzo ritorna nel punto di partenza accanto all’ altro mezzo blu. “Hai capito come funziona?” annuisco “si dai abbastanza” ridacchio mentre scendo e mi dirigo verso quello che avrei dovuto guidare io. “Ne sei sicura?” mi guarda preoccupato “si non preoccuparti ce la posso fare” sorrido e salgo sul mezzo, guardo tutti i comandi da vicino e metto in moto. “ok va bene” mi sorride più tranquillo sotto il casco e, anche se non vedo quel sorriso, lo percepisco guardando la forma che hanno preso i suoi occhi che assomigliano, appunto, ad un sorriso. “ci vediamo in fondo alla spiaggia” poco dopo riparte quindi decido di mettere in moto il quod e seguire il ragazzo facendomi scappare un urlo appena riesco a partire. Mentre lo seguo mi tengo leggermente spostata sulla destra per evitare la sua scia di sabbia e noto che ogni tanto si gira a guardarmi per assicurarsi di trovarmi ancora dietro di lui. Arrivati in fondo alla spiaggia ci fermiamo e ci togliamo il casco “Divertita?” “si da morire” annuisco sorridendo ancora seduta sul quod “ora torniamo indietro facendo una gara?” il ragazzo ghigna sapendo di avere la vittoria in pugno “ma così non vale vinci sicuramente tu” rido guardandolo “beh lo vedremo” così detto scende dal mezzo e con il piede traccia una linea sulla sabbia per fare la linea di partenza “partiamo da qui” annuisco e mi sistemo dietro la linea aspettandolo. Poco dopo anche il ragazzo è sistemato vicino a me “pronti….attenti…via!” urla il via e parte velocemente quindi parto anche io cercando di raggiungerlo subito e riesco ad affiancarlo, ma poco dopo riprende vantaggio e anche se tento di raggiungerlo alla fine arriva prima lui. “Ho vinto” si toglie il casco e sorride “te l’avevo detto” me lo tolgo anche io e scendo “io ho perso perché sono più prudente” gli mostro la lingua ridacchiando e appoggio il casco sul sedile. “che cosa stai insinuando?” “niente” sorrido e mi avvicino a lui “oh aspetta qui un attimo” corre verso la sua auto parcheggiata e poco dopo torna con in mano un asciugamano e due succhi di frutta. “sei attrezzato” sorrido poi lo aiuto a distendere l’asciugamano a terra ed entrambi ci sediamo uno di fianco all’altro. “si ho anche questi” mi sorride e mi porge un succo di frutta alla pesca fresco “hai un frigo in macchina?” “no una borsa frigo” ridacchia guardandomi mentre io mi sento stupida per la domanda che ho appena fatto. “tutto logico” sorrido e comincio a sorseggiare il succo “ti piace?” “si” annuisco “oh bene…non sapevo i tuoi gusti quindi ci ho messo un po’ a scegliere” sorride e beve anche lui il suo succo.”come mai hai scelto di andare in quod?” il ragazzo mi guarda “beh per fare qualcosa di diverso… visto che siamo vicino alla spiaggia ne ho approfittato” annuisco alle sue parole “ottima scelta” gli sorrido contenta. Con la coda dell’occhio vedo che il braccio del ragazzo è dietro di me e molto probabilmente ha la mano appoggiata dietro la mia schiena. “ti sei divertita vero?” “si molto” ci giriamo entrambi a guardarci in viso e noto che il ragazzo sta guardando le mie labbra e si sta avvicinando lentamente. Piano comincio ad avvicinarmi anche io ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso ma, ad un certo punto, un suono fastidioso ci fa sussultare e ci separiamo velocemente. “ma cosa?” ci giriamo dalla parte da dove proviene il suono e vediamo un gabbiano che continua a strillare in maniera rauca verso di noi. “un gabbiano” incomincio a ridacchiare coprendomi la bocca con le labbra mentre il ragazzo lo guarda in malo modo, come se da un momento all’altro lo volesse azzannare per averci interrotti. “aish…” sospira guardando il cielo e io non sapendo cosa dire giocherello con le dita sulla sabbia “ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa?” alzo lo sguardo verso di lui “certamente… conosci un buon posto?” “qui sulla spiaggia c’è un ristorante che fa del buon pesce” “ok andiamo” sorrido e mi alzo sbattendomi di dosso la sabbia mentre il ragazzo recupera l’asciugamano e lo porta in macchina. Insieme ci dirigiamo poi verso il ristorante e prendiamo posto su un tavolo per due, all’esterno, sulla terrazza che da sul mare. ************************************************************************************************************************ Finita la cena il ragazzo paga il conto e si alza “potevamo pagare a metà” “non preoccuparti” mi sorride e mi fa segno di seguirlo fuori dal locale “ti va una passeggiata?” “si va bene”. Passeggiamo con molta calma lungo il bagnasciuga, tenendo le scarpe in una mano in modo da camminare anche nell’acqua. “allora hai deciso se partecipare al saggio finale della scuola?” “ci sto ancora pensando… ma mi piacerebbe mettermi in gioco una volta” sorrido guardando i miei piedi che ad ogni passo affondano nella sabbia bagnata. “tu partecipi?” “ogni anno partecipo” il ragazzo annuisce guardando dritto davanti a se “ma quest’anno vorrei partecipare con te” “con me?” lo guardo stupita “beh..ecco…non saprei da dove iniziare” alzo le spalle riabbassando lo sguardo “non preoccuparti…ho già mezza canzone fatta…devo aggiungere qualche arrangiamento, finire il testo ed è pronta” sento il suo sguardo su di me quindi alzo lo sguardo incrociando i suoi occhi “va bene….però voglio aiutarti ovviamente” sorrido “perfetto… allora ci dobbiamo tenere in contatto per quando incontrarci” “certamente”. Senza accorgercene siamo arrivati ad un molo di legno “andiamo sul molo?” annuisco e seguo il ragazzo camminando sempre scalza vicino a lui. Arrivati alla fine del molo ci sediamo facendo penzolare i piedi quasi sfiorando l’acqua,e l’aria fresca della sera che ci sfiora, mi fa rabbrividire appena “hai freddo?” “un pochino” mi stringo nelle spalle per cercare di scaldarmi da sola ma poco dopo il suo braccio caldo mi avvolge e mi stringe a se. “grazie” sussurro leggermente imbarazzata e alzo lo sguardo verso di lui notando che è molto vicino a me “prego” mi sorride, mentre io mi perdo a guardare i suoi occhi scuri con soltanto un piccolo riflesso bianco dovuto alla luna piena. Senza rendermene conto il ragazzo è già a pochi centimetri dal mio viso e senza pensarci mi avvicino pure io, fino a quando le nostre labbra non si sfiorano ed infine si uniscono in un dolce bacio. Chiudo lentamente gli occhi e mi lascio guidare da lui mentre le nostre labbra si muovono piano le une contro le altre, facendomi sentire quanto siano morbide e calde quelle del ragazzo nonostante il vento. Intorno a noi sembra che il tempo si sia fermato mentre piano il bacio si fa sempre più intenso, sento la sua mano calda sulla mia guancia, che mi tiene ancora contro di lui come se non volesse lasciarmi andare. Dopo un po’ sentiamo il bisogno di staccarci quasi senza fiato e in silenzio, ancora vicinissimi, ci guardiamo negli occhi. Passiamo svariati minuti a guardarci mentre piano la sua mano scivola via dalla mia guancia. “a-andiamo a casa?” il ragazzo interrompe il silenzio forse a causa del mio tremolio “mh meglio di si” annuisco “non voglio farti ammalare” mi sorride dolcemente e ci alziamo poi riprendiamo a camminare lungo il molo, verso la macchina. Durante il tragitto mi prende per mano e con questo gesto, assieme al bacio, capisco che non servono parole per definirci in questo momento perché lo sappiamo già entrambi. **************************************************************************************************************************** Ciauuuu a tutti… ;-; vi chiedo scusa per la mia assenza ma a causa dell’università questo semestre sono stata davvero impegnata. Vi ringrazio di cuore per aver letto anche questo capitolo e vi ringrazio anche perché state continuando a seguire questa fan fiction. A fine mese ho degli esami purtroppo ma da settembre dovrei ricominciare a scrivere abbastanza frequentemente (lo spero) x.x per miracolo sono riuscita a finire questo capitolo scrivendo qualche frasetta la sera tardi dopo lo studio e ,dopo due settimane di battitura, ce l’ho fatta a finirlo *^*. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia fatto feelsare come ha fatto feelsare me, mentre lo scrivevo….spero di avervi trasmesso i feels e spero di non aver fatto molti errori o di aver scritto come cani x.x vi prego solo di immaginarvi bene lo sguardo cattivo di seungho verso il gabbiano perché l’adoro come scena XD Continuate a seguirmi e a recensire le mie fan fiction! Vi voglio bene Mame

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