You'll never find love in an open hand

di VexDominil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una tazza di tè ***
Capitolo 2: *** Un pessimo contrabbandiere ***
Capitolo 3: *** Fantasmi ***
Capitolo 4: *** Operazione Seduzione Pesaculo ***
Capitolo 5: *** La prima e l'unica e l'ultima cosa bella ***
Capitolo 6: *** Di gatti e uccellini ***
Capitolo 7: *** Il principino di casa ***



Capitolo 1
*** Una tazza di tè ***


Roderich non è innamorato di Gilbert.
Nein. Assolutamente no.
Perchè avrebbe dovuto provare dell'interesse per quell'ubriacone del suo coinquilino, che lo interrompe mentre suona in santa pace il suo adorato piano, che "ospita" una notte sì e l'altra pure i suoi due compari di malefatte, che ride in modo assolutamente increscioso, che...

Aspetta, è una tazza di tè quella?

L'austriaco, perso nella marea di motivi per cui odia l'altro ragazzo, ha smesso di suonare e si è accorto solo ora che quest'ultimo gli ha appena posato di fianco una tazza di liquido ambrato bollente.
"Cosa c'è, Specs? Gilbird ti ha mangiato la lingua?"
Ecco, il viso pallido dell'albino che riempe tutta la sua visuale, gli occhi rossastri che brillano incandescenti, contornati da ciocche simili a carta.
Il suo sorriso è una sorta di ghigno soddisfatto, come sempre quando fa qualcosa per sorprenderlo, e non è per nulla amichevole. Eppure Roderich sente una sorta di fragilità in tutto questo, una timidezza ben dissimulata.
"Affatto, Beilschimt. Mi stavo solo chiedendo quando avessi imparato la comune cortesia tra persone che condividono lo stesso spazio vitale."

In realtà Roderich è sorpreso. Non è da Gilbert questo gesto. Non ha voluto dargli soddisfazione, ecco tutto, e il suo sguardo ora è annoiato e distaccato.

L'altro fa una smorfia, una vera smorfia. Rotea gli occhi e sbuffa.
"Non c'è nulla che nella mia magnificenza io non possa fare. Dovresti saperlo, giovane padawan."
Si guardano con sufficienza e sfida per qualche secondo, poi Roderich torna a suonare, mentre Gilbert si allontana.

No, non è innamorato del suo coinquilino.
Eppure perchè sente di aver appena perso un momento importante?


Angolo dell'autrice:
Buona sera a tutti!
Questa è la prima volta che scrivo qualcosa del genere, quindi ogni tipo di appunto è sempre gradito *.*
Adoro questa coppia, sono letteralmente esplosivi insieme, anche se credo che riuscirebbero a creare qualcosa di veramente bello, se smettessero di litigare, una volta tanto.
Le altre one-shot dovrebbero essere per lo più in ordine cronologico, anche se prevedo qualche flashback.
Che dire di altro?
Spero che quel che scrivo vi piaccia, vi diverta e vi distragga dalle normali preoccupazioni.
Baci e fiocchi di neve!
Dominil
 

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Capitolo 2
*** Un pessimo contrabbandiere ***


Tonio aveva detto che avrebbe funzionato.

Tonio lo aveva guardato con i suoi enormi occhioni verdi, quelli in cui ci perde peggio della foresta amazzonica, e Gilbert gli aveva creduto.

In fondo, era riuscito a conquistare quell'italiano spaventoso, arrabbiato con il mondo, sopportandolo tanto da starci ancora ora.

Se lo spagnolo aveva avuto successo, perché un magnifico prussiano come il qui presente Gilbert non avrebbe dovuto farcela?
Questo aveva pensato, povero illuso.

Ma erano mesi, mesi, che faceva lo schiavetto per quel pesaculo del suo coinquilino e... NIENTE! Assolutamente nulla!

Non aveva mai notato che ora le tazze usate giungono magicamente nel lavandino, che la tapparella del bagno è stata riparata, che Gilbird (povero piccolo!) non scorrazza più per casa all'impazzata, che i suoi amici non dormono da lui da un sacco di tempo (sa benissimo quel che Roddy pensa di questo, ma no, grazie. E' stata solo qualche volta, moltissimo tempo fa.) e che, in generale, Gilbert si è trasformato nel principe azzurro dei sogni di tutti.

Addirittura Elizaveta (la sua frenemy preferita) ha ammirato il cambiamento!

Ma l'austriaco no!
Se ne sta tutto il giorno chiuso in salotto con il suo maledetto piano (NO, Gilbert, non pensare a quello che vorresti fargli su quel piano, NON è il momento), senza mai alzare lo sguardo dal pentagramma e senza accorgersi di nulla.

Anche se nessuno lo sta guardando, nell'intimità della sua grandiosa stanza, il prussiano è molto tentato di fare il muso. Anzi, lo sta già facendo.

E oggi, che ha voluto prendere il coraggio a quattro mani per provare all'altro che razza di uomo lui sia, ecco che Roderich decide che è una delle sue giornate no (quando mai ne ha una sì? Gilbert non crede di averlo mai visto sorridere per davvero) e fa lo scostante, obbligandolo praticamente a correre via da quel gelo assurdo.

L'albino si getta a sedere sul letto e nasconde la testa tra le mani.

Che può fare?

Innamorarsi di qualcuno  più normale?

Rifugiarsi da Lud e piangere in maniera assai virile su una birra?

Farsi coccolare un po' da Lily, sempre sperando che Vash non sia in giro?

A questo punto la testa piena di capelli sparati ovunque si alza di scatta e sul viso del ragazzo si disegna una smorfia che potrebbe essere definita "da maniaco" da povere pulzelle dal cuore deboli, che però sono al momento assenti dalla camera di questo ragazzo matto geniale.
Attenzione, signore e signori, il magnifico, l'unico, lo splendido Gilbert Beilschmidt ha preso una decisione!

Se il signorino vuole la guerra, allora guerra sia!

Lo costringerà a notarlo, che costi quel che costi.
Gilbert sorride soddisfatto a questo pensiero, assaporando già il momento della sconfitta di quel grandioso pomposo arrogante di un austriaco.

Che non si possa dire che un prussiano abbia mai abbandonato il campo senza la bandiera nemica in pugno!

In un attimo tutto lo sconforto si è dissipato e il ragazzo sta sogghignando come un pessimo contrabbandiere.

Oh sì, la vittoria sarà sua, al cento percento, ci scommetterebbe Gilbird, e questo è dir tutto.

In sala giunge l'eco di una perfetta risata da malvagio e Roderich non può fare a meno di pensare che questa è la volta buona che all'albino è dato di volta il cervello.
Sospira e rimette pazientemente le dita sulla tastiera, lasciando uscire un sospiro a malapena udibile.


Angolo dell'autrice:
quando il cellulare nuovo dà i numeri e non fa altro che caricare, caricare, caricare, perchè non passare del tempo con i nostri personaggi preferiti?
In caso non si fosse notato, adoro usare il corsivo, il grassetto e tutti i loro allegri amici, pur sempre incrociando le dita che non diano troppo fastidio.
Questa cosa (non so bene come chiamarla, sinceramente) è venuta, trovo, meglio dell'altra, per il semplice motivo che io sono essenzialmente Gilbert, soprattutto dal momento che i miei capelli stanno tendendo a un bianco non ancora conveniente alla mia età.
Amen, almeno potrò farmi i capelli azzurro fata turchina prima di tutti gli altri! XD
La storia non è andata molto avanti, vedremo nel futuro cosa succederà. O nel passato, adesso ci devo pensare bene. ;D
Ringrazio le 62 persone che hanno letto la storia e le due che hanno persino deciso di seguirla! :O
Un bacio a tutti e buonanotte!
Dominil vi saluta :)

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Capitolo 3
*** Fantasmi ***


Dopo l'episodio del tè e della risata malefica, le cose sembrano essere ritornate alla normalità.
Roderich continua a suonare il suo piano indisturbato, a cucinare Sacher e a sognare i mercatini di Natale di Vienna.
Ma qualcosa è cambiato, l'austriaco lo sa. Non capisce bene cosa, ma i suoi sensi percepiscono uno squilibrio, un cambiamento nel modo in cui il pulviscolo si muove nei fasci di luce.
Ci sta di nuovo pensando, cercando di trovare la causa, dimentico della Sinfonietta di Janacek e del violino che tiene in mano.
Poi, all'improvviso, un mazzo di chiavi, il portone che sbatte, alcuni passi veloci e nervosi, qualche imprecazione in tedesco, un mezzo gridolino vittorioso, altro scalpiccio e di nuovo il tonfo della porta.

Ecco.

Ha capito cosa manca. Gilbert.
Gilbert che ultimamente non è mai a casa, che non suona più sgraziatamente la chitarra (in realtà lo fa solo per infastidirlo, entrambi sanno perfettamente che suona piuttosto bene quello strumento), che è scomparso. Non lascia nemmeno più piatti o tazze sporche nel lavello.

Roderich sente freddo ora. E' come vivere con uno spettro.

Se fino a qualche tempo prima non avrebbe voluto altro che poter rimanere solo a suonare, adesso sente tutta la cappa della solitudine casalinga.

Niente rumori di sottofondo, niente parole smozzicate, niente movimenti.
E' solo.

E scopre che il coinquilino gli manca.
No, si corregge subito, la sua presenza. Si rifiuta di pensare che questo possa dipendere da Gilbert.

Eppure non chiama Elizaveta, che pure sarebbe più che estatica di sentirlo suonare, né decide di andarsene al suo negozio di musica preferito, dove ormai lo considerano di casa e gli lasciano usare tutti gli strumenti che desidera.

Continua a guardare davanti a sé, con gli occhi sbarrati, chiuso nella sua camera.

Deve sapere cosa combina l'albino.

Spinto da questa violenta e irrefrenabile curiosità, appoggia con mala grazia violino e archetto sul letto (si farà una reprimenda più tardi, fortuna solo che siano finiti sul morbido) e si slancia sul PC.
Riesce a non distruggerlo durante l'accensione solo formulando teorie sullo strano comportamento dell'albino.
Non che questo sia mai stato un recluso in casa, proprio il contrario semmai, ma ha sempre reso più che nota la sua presenza, vantandosi a gran voce dei posti in cui andava, delle persone che incontrava e così via.

Ora il silenzio è onnipresente.
Nemmeno un pigolio da Gilbird, che dev'essere con il suo padrone.

Roderich è come posseduto, si sente febbrile e ansioso.

Deve sapere cosa sta combinando l'altro.
In men che non si dice digita l'indirizzo web del blog dell'albino, che si era ripromesso di non visitare mai, anche solo per non aumentare di una cifra il numero di visualizzazioni.
Ma eccolo lì, a frugare nella vita del prussiano con occhi bramosi.
Il sito è una sorta di diario del ragazzo, che contiene qualsiasi aspetto della sua esistenza.
Ci sono foto, conversazioni, pensieri, racconti...
Insomma, tutto quel che bisogna sapere su Gilbert Beilschmidt.

Avidamente inizia a guardare l'ultimo post, pubblicato qualche minuto prima, una selfie dell'albino con un'altra ragazza dai corti capelli biondi e dai timidi occhi verdi, che occhieggia lievemente imbarazzata il ghigno sfrenato dell'altro, che ride a occhi chiusi.
L'immagine della spensieratezza.
L'austriaco assottiglia gli occhi istintivamente.

Sotto, la didascalia afferma: "Al parco con meine Prinzessin", seguita da una sfilza di variegati cuoricini.
Roderich ha già visto quella ragazza, n'è sicuro, eppure non crede che l'altro l'abbia mai nominata.
Non che gli venga confidato chissà che cosa di norma, ma è sicuro che, se fosse stata una delle sue solite ultime conquiste, l'albino lo avrebbe sbandierato in giro a pieni polmoni.
Quindi, o è solo un'amica oppure...

Ha preso un respiro troppo grosso e ora gli si è bloccato a metà della gola.
Ha gli occhi spalancati e fissi sullo schermo, incapace di elaborare.
Tossicchia con gli occhi lucidi, scuote un attimo la testa e decide di pensare dopo.

Ora, semplicemente, non può.

Continuando a scorrere verso il basso, si abbevera di interi album di serate e incontri, con alcuni visi ricorrenti (la "meine Prinzessin" è piuttosto frequente, sempre con quell'espressione dolcemente timida, come pure lo studente canadese di cui l'austriaco non riesce proprio a ricordarsi il nome e che sembra avere perennemente le spalle coperte da un braccio del suo coinquilino), legge tutte le "magnifiche und grandiose imprese del Magnifico Me", che consistono soprattutto in bevute e atti che sfiorano il vandalismo, fino ad arrivare al primissimo post, in cui un quindicenne albino, vestito di nero e ricolmo di borchie come un albero di Natale lo è di decorazioni stucchevoli, si fotografa in bagno facendo l'occhiolino e alzando il pollice all'insù.

Appena conclusa quest'epica cavalcata, la realtà sbatte il proprio dito malvagio sulla fronte del musicista. E lo fa godendo palesemente.

Roderich non compare mai.

Non c'è una foto in cui sia presente anche solo di striscio (e Gilbert di certo se ne infischia della privacy), non c'è un post in cui ci siano il suo nome, i suoi odiati soprannomi o qualcosa come "il mio coinquilino" e "quel pesaculo che vive con me".

Nulla.

Eppure ci sono le foto di ogni millimetro cubico della casa, di amici in comune, di eventi a cui Roderich è sicuro di aver partecipato.

Sente lo stomaco sprofondare e un pizzico di nausea gli attraversa il palato.
La testa gli sembra leggera e immersa nell'acqua, una sorta di galleggiante.
L'angolo della bocca gli sta tremando spasmodicamente ma lui non se ne accorge.


Se Gilbert è diventato ora un fantasma nella sua vita, Roderich lo è sempre stato in quella dell'altro.


Note dell'autrice:
Questo capitolo è stato una cavalcata.
Se Roderich è frenetico e febbricitante, mentre lo scrivevo ero nella sua stessa condizione.
E il bello è che avevo cercato di scrivere qualcosa negli scorsi giorni, ma nulla di soddisfacente.
Oggi, in un'oretta, ho scritto tutto e ora sto postando.

Wow. Altro che mania poetica!
Roderich è tornato e che angst, ragazzi.
Con lui è così, non so perchè. -.- Questo capitolo si sarebbe dovuto intitolare "Quando Gilbert non è in casa, Roderich... Ma va bene lo stesso :)
Ovviamente anche qui Gilbert tiene un blog, insieme ad aggiorna FB e Instagram e qualsiasi altro social vi venga in mente.
Ora le domande cruciali sono: perchè Roddy non esiste nel mitico sito? Chi è e in che relazione è con l'albino la ragazza bionda? Come mai il prussiano è sparito dalla circolazione? Non aveva appena dichiarato guerra all'austriaco? Perchè è introvabile?

Ah! Mistero misterioso.

Ringrazio tutte le persone che hanno letto, commentato e deciso di seguire questa storia, che non viene aggiornata regolarmente, che procede un po' a braccio e che contiene alti livelli di idiozia e tetraggine, spesso contemporaneamente.
Siete meravigliose ma, per ricambiare, posso solo offrirvi un biscotto virtuale, ahimè.

Alla prossima!
Dominil



 

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Capitolo 4
*** Operazione Seduzione Pesaculo ***


Finalmente Gilbert ritorna a casa, stralunato da settimane di uscite, studiate in biblioteca ed esami.
Ora, la parola d'ordine è: conquistare Roderich.

Durante questo periodo ha riflettuto, interpellato esperti del settore (no, Tonio si è già rivelato una delusione) e, in generale, si è lambiccato il cervello: cosa può far smuovere il pesaculo dai suoi pregiudizi su di lui, eterna e radiosa magnificenza, e costringerlo a vederlo per quello che realmente è, cioè lo scapolo d'oro per eccellenza?

"Intanto non essere chiamato pesaculo, cazzone." Ha acidamente fatto notare l'italiano isterico, fissandolo con un sopracciglio arcuato di superiorità e le braccia conserte, in posa rilassata.

Francis, ben più gentile, si è tuttavia ritrovato d'accordo con quest'affermazione, ma ha aggiunto che "L'amour dev'essere spontaneo, ma può (leggi: DEVE!) essere aiutato...".
 L'occhiolino successivo fa cacciare due dita in gola ad Arthur, che si trova lì vicino.

Nonostante queste reazioni violente, l'albino si è segnata questa perla e ha iniziato a pensare ai modi in cui può "aiutarsi". Mezzo piano è già formulato nella sua testa, ma continua imperterrito nella sua ricerca, meglio di Indiana Jones.

A proposito di Jones...
"Devi proporgli una sfida. Metterlo in condizioni di apprezzare le tue capacità e il tempo che spendete insieme come avversari, da. Come ho fatto io con Friedka, daaa?"
Ivan ha concluso con un enorme sorriso innocente rivolto al suo ragazzo, mentre continua ad accarezzare i capelli di un Alfred non molto contento del trattamento da cagnolino e che non si trattiene molto a lungo dal morsicargli di scatto le dita. Il russo non si lascia scappare l'opportunità e, in men che non si dica, stanno lottando/limonando, non si capisce molto bene.
Il prussiano non è molto convinto di questo; in fondo non ha fatto che mettere i bastoni nelle ruote a Roddy dall'inizio dei tempi e lui continua a non apprezzare la sua compagnia.
In ogni caso, pensa facendo spallucce, qualsiasi consiglio è buono, data la sua situazione.

Quando lo ha chiesto a Lily, lei è rimasta in silenzio per un po', con i suoi grandi occhi verdi pensosi.
La sua voce esitante e flebile raggiunge poi a malapena le orecchie acute del ragazzo.
"Credo", fermandosi poi per prendere un respiro e soppesare le sue parole, "credo che dovresti essere gentile con lui. Non lo conosco, ma quando l'incrocio lo vedo sempre molto contratto. Gli farebbe bene rilassarsi, sentirsi al sicuro. La tazza di tè, secondo me, gli ha fatto piacere, anche se non te l'ha detto."
Gilbert adora quella ragazza e la ringrazia con un abbraccio spezzacostole appena ha concluso.
Lei sbuffa, ma sorride a occhi chiusi.

"Bruder, cosa è che vuoi combinare con Roderich Edelstein?" Ringhia Lud con la lingua fra i denti, mentre giocano a Call of Duty uno contro l'altro.
Solo nell'oscurità illuminata in modo incerto dallo schermo e con un sottofondo di spari Gilbert è riuscito a confessare la sua missione al fratellino. Che è attualmente più alto di tre centimetri e molto più intimidatorio. Soprattutto quando lo guarda da sotto le sopracciglia.
"Voglio essere serio con lui una volta per tutte. Ja, sono innamorato di lui."
Dire queste parole è difficile, non solo perché è la prima volta che ammette la verità ad alta voce senza fronzoli, ma anche per la vergogna di trovarsi in condizioni di bisogno davanti a qualcuno per cui si vorrebbe essere il big bro.
Ludwig continua la partita, scuotendo lieve la testa.
Quando è ora di andare a casa per il maggiore, l'altro lo abbraccia improvvisamente. Appena si lasciano, un po' impacciati, con una mano di Lud ancora sulla spalla di Gilbert, il primo gli impone di smetterla di fare il bambino, di mostrarsi adulto e di comportarsi in maniera onorevole. Il tutto accompagnato da secchi cenni del mento, come un caporale che detti gli obiettivi alla sua truppa.
Aggiunge che i consigli di Bonnefoy devono essere tenuti in considerazione in maniera adeguata, trovando la maniera di dimostrare tutto il suo disappunto per il suo spasimante imperterrito senza risultare offensivo.
Gilbert sorride sotto i baffi, anche se è emozionato dalla situazione.
Il perfetto diplomatico della situazione, come sempre.
"E tagliati i capelli!" Aggiunge infine il tedesco affacciato al balcone, mentre Gilbert è già in strada. Si volta, fa un piccolo ballo, lo saluta con la mano e continua la sua strada fischiettando.

Appena tornato a casa, riuscendo a far quasi crollare l'intelaiatura della porta d'ingresso per la violenza con cui la apre, annuncia il suo arrivo con un invito a pieni polmoni: "SPECS! Si va a bere!"

Come può dire di no Roddy? Gilbert è assolutamente sicuro di ricevere una risposta positiva.

Oh yeah.

Un perfetto inizio per il programma "Seduzione Pesaculo".



Angolo autrice:
Già una nuova shot! Devo essere impazzita! :O
Nah, è che domani comincio l'uni e dovevo rilassarmi un po'.
Abbiamo visto un po' di personaggi e le loro tecniche di conquista. Gilbert ha scritto tutto e poi farà come gli pare, come sempre. Non so nemmeno perchè si sia disturbato a chiedere...
Mi dispiace per tutti i fan della USUK o della FrUk, ma qui non ci saranno. Nessuna delle due in realtà mi dispiace, però no.
Non so nemmeno quanto durerà la SpaMano, quindi non fateci affidamento. ;D
Stranamente vedo bene Francis e Lud: sono complementari e hanno mooolto di più in comune di quanto ci si aspetterebbe. ;)
Una birra non si rifiuta mai, è come un diamante ;D
Non ha senso quello che sto scrivendo ora, non prendetemi sul serio.
Se ci sono errori, refusi, domande imbarazzanti sui personaggi (la biancheria intima di Rod ha il monogramma ricamato in oro in basso a destra, now you know), non esitate a scrivere anche solo due righe.
Io apprezzo moltissimo e trovo che sia un mezzo utile per migliorarsi.
Grazie a tutte le persone che hanno letto questa storia e a quelle che hanno onorato il mio sforzo mettendola tra le loro seguite/preferite/ecc.
Siete fantastici/e! *.*
Buon lunedì! :)
Dominil

 

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Capitolo 5
*** La prima e l'unica e l'ultima cosa bella ***


Quando Roderich racconterà dell'uscita a Elizaveta (dovrà farlo, dal momento che lei lo scoprirebbe lo stesso e lo crocifiggerebbe per averglielo nascosto), di certo non menzionerà come sia stato sorpreso di trovare Gilbert già al tavolo ad aspettarlo (si era figurato che gli avrebbe dato buca in maniera spettacolare, con tanto di filmino), né come un lembo della maglietta gli si è sollevato scoprendo qualche centimetro di pelle candida (che gli ha aumentato il livello di salivazione in maniera esponenziale) quando si è tolto la felpa, né come si sia sentito al centro della sua attenzione per tutta la durata dell'uscita, con quei grandi occhi rossi puntati su di sé e un sorriso divertito e affettuoso insieme.
Le dirà...
"E' una IPA. Senti l'aroma erbaceo e fruttato." Gilbert gli fa l'occhiolino, che gli allunga il boccale per cui si è allontanato dal tavolo e lo ha lasciato con i suoi pensieri.
Roderich si riscuote e lo guarda sorpreso (e non potrebbe quasi essere più carino di così, pensa l'altro), prima di tornare a rilassare i lineamenti del viso e di ringraziarlo quietamente.
"Come si chiama?", domanda, più per far passare il momento e recuperare la tranquillità che per vero interesse.
"Brünhild." Gilbert non può fare altro che sogghignare piano.
Sono in una birreria artigianale tedesca, di quelle minuscole e amate dai più spocchiosi amanti della bevanda, di quelli che si fanno un problema sul numero di mesi di fermentazione o di tostatura del luppolo impiegato.
E' lapalissiano che le birre abbiano nomi del genere.
Roderich sbuffa, crede che la scelta della birra sia un insulto e nemmeno così sottile, alla sua ossessione per l'ordine e le pulizie, che Gilbert gli fa notare costantemente.
"Specs, non giudicare se non l'hai ancora provata." Gli risponde l'altro, alzando un sopracciglio e iniziando a bere la sua, molto più chiara.
L'austriaco, diventato leggermente più nervoso, ne prova un sorso e...

Mein Gott, è perfetta.
E' come piace a lui, amara ma controbilanciata dai toni caramellati del malto, e più alcolica delle altre.

In quel momento, tutto sparisce mentre assapora quella perfezione e, senza rendersi conto, sorride.

Gilbert sente lo stomaco annodarsi e sa che dovrà ben presto scappare via dalla birreria: non può emotivamente reggere al peso di quel meraviglioso e tremendo arco che, lieve, si sta disegnando sul viso dell'altro ragazzo.
E' l'ottava meraviglia del mondo, la prima e l'unica e l'ultima e l'eterna cosa bella, un pezzo della sua anima che ormai appartiene a Roderich, è...

"Beilschimdt, tutto a posto?" L'austriaco gli sta sventolando una delle sue candide mani davanti al volto.

L'albino riesce solo ad annuire e a rituffare il naso nel calice, per nascondere la sua incapacità di parlare e la tinta rosea delle sue guance.
Non crede più che questo sia il posto giusto per far capitolare Roderich, ma di certo è perfetto per rendere Gilbert ancora più innamorato di lui.
Si godono in silenzio le loro birre, ordinando anche qualche stuzzichino per cenare.

Poi, la conversazione inizia a fluire e Roderich, si renderà conto di questo solo una volta in procinto di addormentarsi, parla molto più del solito, si inalbera e ride. In maniera scandalosa, che farebbe vergognare tutta la sua famiglia se potesse sentirlo.
Gilbert è concentrato su di lui, fa domande e avanza pareri personali, ma sostanzialmente ascolta e sorride.
Non c'è nulla della loro antipatia reciproca in quella serata.
Anche mentre stanno tornando a casa continuano e il tragitto sembra decisamente breve, troppo breve. Roderich dà la colpa all'alcol che lo fa sentire più estroverso e gli scioglie la lingua, ma sa che non ha bevuto tanto e ormai sono passate due ore e più.
Gilbert è ancora più silenzioso ma non sembra essere annoiato o infastidito da tutte le parole dell'austriaco.
Arrivati a casa, di fronte alle porte chiuse delle loro stanze, si guardano un attimo senza parlare.

Roderich non è mai stato più vivo, ha gli occhi lucidi, i capelli un po' scompigliati e i lineamenti distesi.
Gilbert lo trova ancora più mozzafiato del solito.
Sembra felice.
Lo è.

L'albino è improvvisamente serio, lo sguardo puntato sull'altro che se lo sente fisicamente addosso.
L'austriaco apre lievemente la bocca, qualcosa lo ha colpito ma non sa come identificare questa sensazione.

Esitante, senza fiato, Gilbert si avvicina di mezzo passo, tenendo Roderich inerme sotto i suoi occhi rossi, riuscendo quasi a sentire il calore del suo corpo. Quando si ferma e inspira profondamente, socchiudendo gli occhi, è certo che ora farà qualcosa, deve fare qualcosa, oppure, oppure...
Gli mette una mano sulla spalla e gli augura la buonanotte.

Roderich lo attira a sè e lo abbraccia.

L'altro è di un paio di centimetri più basso e i suoi capelli sanno di buono, così non esita a tuffarci il naso.
Prima di rilasciarlo, dopo un tempo penosamente lungo e breve in contemporanea per Gilbert, gli sussurra all'orecchio: "Grazie."
E lo intende veramente. La serata è stata splendida e non si è mai divertito o rilassato così tanto.
Poi, si allontanano di nuovo e si augurano un buon sonno a vicenda, Gilbert con l'espressione più terrorizzata e fissa del mondo.

Quando Roderich finalmente approda nel suo letto, si rende a malapena conto che quel comportamento non è da sè. O, almeno, non del sè educato alla perfezione secondo valori aristocratici.
E' sicuramente del sè fragile, espansivo e bisognoso di affetto, che pochissimi conoscono e ancor meno ne hanno prova.

Quando Elizaveta gli chiederà com'è andata la serata, Roderich risponderà con uno stringato "Bene.", senza far trasparire nulla e cambiando subito argomento.

Nell'altra stanza, appena si è assicurato che l'altro dorma, Gilberr, in preda quasi a un attacco di panico, compone freneticamente il numero di Francis sul cellulare e ascolta gli squilli quasi impazzendo nel frattempo.
Appena l'amico risponde con un assonnato "Hallo?", l'albino risponde con un "Scheisse!" bisbigliato, poi butta giù.
Il francese ha capito al volo.


Angolo dell'autrice:
Wow!
Altro che tensione sessuale repressa qui!
Non ho molto tempo, quindi taglio corto: grazie a chi legge e chi segue la mia storia!
Se volete, recensite, non mordo nessuno che non me l'abbia chiesto prima! ;D
A presto!
Vex

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Capitolo 6
*** Di gatti e uccellini ***


Lud a volte si chiede se non è stato un errore dare al fratello il suo posto nell'appartamento di Roderich.

In ogni caso l'austriaco avrebbe dovuto trovarsi un altro coinquilino, Gilbert sarebbe stato comunque alla ricerca di una stanza e lui avrebbe lasciato libera la sua per l'Erasmus in Italia.
La situazione era quella all'epoca e, al momento, pensava di prendere due piccioni con una fava.
Era un'equazione così semplice.

Ora si pente.

Prima era una continua lamentela da entrambe le parti perché "Gilbert lascia tutto in giro e non pulisce mai!", "Bruder, ma che aristocratico pesaculo mi hai trovato?!", mentre ora suo fratello va in giro con una terribile espressione da pesce lesso (quando non è sull'orlo di una crisi di nervi) e Roderich... Semplicemente non sa che cosa gli stia succedendo.

Si sono visti qualche giorno prima ed era stato stranamente silenzioso, assorto e, quando gli aveva alluso alla situazione a casa, non aveva detto nulla.
"Mon bien-aimè, potrei offendermi vedendoti concentrato su qualcosa che non sia moi." Una voce vellutata lo riporta alla realtà, in un letto sfatto e piccolo, con un altro abbarbicato su di sé a malapena coperto dalle lenzuola.

Ecco qualcos'altro che a volte crede sia totalmente un errore.

Ma solo tre ore dopo il tempo passato con Francis, che sia a letto o in uno di quei bistrot fantastici e intanati che il francese conosce perché... Beh, perché sa tutto dei piaceri terreni e di come soddisfarli.

Solo quando il suo profumo si è dissolto dalla sua pelle, quando i segni lasciategli scompaiono e quando la sua risata (è l'unico che ride alle sue battute e a volte Lud stesso scopre che lo sono solo perché divertono l'altro) è ormai un lontano ricordo.

Il resto del tempo non crede a nulla perché non ha nemmeno il tempo di pensare.

Francis assorbe ogni cosa, si insinua in tutto ciò che rappresenta la sua vita.

Qualche ora fa il tedesco ha addirittura comprato un maglione a righe blu e bianche perché gli ricordano la Francia e Francia significa Francis, che in questo momento è appoggiato al suo petto muscoloso e lo sto guardando attentamente.

"Ludovic, anch'io sono preoccupato. Il cielo lo sa se non finirà male se continua così. Lo abbiamo capito dalla chiamata di ieri." Aggiunge, allusivo.

Lud non può far altro che arrossire, ripensando al momento esatto in cui il fratello a chiamato il suo (cosa? Non stanno insieme, non sono amici e lui è pudico per natura. Perchè questo possessivo sorge spontaneo?), il francese.

Fortunatamente Gil era troppo agitato per rendersi conto di qualcosa e la sua chiamata è stata più che breve.

Questo gli fa di nuovo aggrottare le sopracciglia.

"Mais no, no, mon chat, non rovinare tutto il lavoro che abbiamo fatto fino adesso." Francis si ferma un attimo, facendo il muso, sovrappensiero. Poi sorride, malizioso. di colpo gli occhi si sono illuminati e Ludwig si chiede come poter far continuare questa situazione per sempre."Oppure sì. Fallo, così possiamo ricominciare da capo.", conclude ridacchiando, mentre con una mano accarezza in maniera pigra la coscia nuda dell'altro.

"Stavo pensando a mein Bruder." Borbotta il tedesco, dopo aver ingoiato a vuoto e messo una mano esitante tra i capelli dell'amante, che inizia a far le fusa.
"Lo so. Ma non sappiamo ancora nulla e Gil, ultimamente, si sta facendo prendere molto dal panico. E' probabile che non sia accaduto niente. Semplicemente, tutto quello che prova ora è amplificato al massimo e non sa come gestire il bombardamento di emozioni."

E' strano come Francis sia così logico e oggettivo, senza tutta quella storia dell'"amor vincit omnia", mentre lui non può far altro che preoccuparsi come una mamma oca.
E' strano come riesca a rilassarsi in sua compagnia e ad aprirsi, senza doversi curare di avere l'obbligo di occuparsi di lui. Il francese è indipendente e autonomo, come spesso mostra di essere.

Forse si trova bene con lui proprio per questo. E' rinfrescante non dover fare da balia agli altri.

Oltre a tutte le goloserie e ai complimenti con cui l'altro lo stravizia. E di cui lui finge di non curarsi, benchè il francese sappia benissimo quanto apprezza i suoi gesti e non può far altro che sorrdiere sotto i baffi ogni volta che lo vede fingere disinteresse.
Lud non si fa illusioni: Francis lo sostituirà con un altro ben presto.
Intanto, lui si gode la situazione. E' oggettivamente capace di farlo, senza troppi coinvolgimenti.
Vero?

 

Roderich, nel frattempo, sta scorrendo freneticamente tutti gli spartiti che possiede (che sono veramente molti) senza frutto.
Ha qualcosa in testa che può essere liberato solo dalla musica giusta, che al momento ovviamente non trova.
Ha deciso tirato fuori le partiture anche degli altri strumenti che sa suonare, nella speranza che, allargando il campo, qualcosa di adatto salti fuori.
Invece no.
Nemmeno cercare di modificare una base prestabilita funziona, dal momento che continua a beccare un accordo sbagliato dopo poco.
Dopo essersi seduto al pianoforte, si mette le mani tra i capelli, producendo note sgraziate con i gomiti.
Non può essere che la musica stia fallendo con lui.
Ha sempre risolto tutto, dando sollievo ai momenti difficili della sua vita e dandogli calma nel mezzo del dubbio.
Eppure ora i suoi compositori sono muti, impotenti di fronte a qualcosa di sconosciuto anche a lui.

Anche le prove con l'orchestra del teatro si stanno rivelando un disastro.
Suona bene, ma non è lui e gli altri se ne sono accorti. Si scambiano occhiate di pietà.
Sanno che manca qualcosa e che, se il giovana maestro non si sbriga a ritrovare quel che ha perso, potrebbe succedere di tutto.
Hanno visto molti altri artisti giovani e promettenti cadere presto per una qualsiasi sbandata.
Sono esseri fragili e magnifici, fiori di vetro.
 

Gilbert sa di essere un fallimento.
Lo stare lontani da Roderich per riprendere il controllo di sé non ha funzionato per nulla, continua a trovarsi davanti a lui come un bambino con i pantaloni calati.
Inoltre i suoi amici non lo sopportano più, Francis preso da una storia misteriosa e Tonio incredulo per la rottura con Romano.
Che si è messo con Arthur.
I due litigano in continuazione, si sentono a un chilometro di distanza, ma ogni due per tre si incrociano mentre chiacchierano confidenzialmente e con uno sguardo assassino per chi osa interromperli.
L'albino s'è sempre chiesto come il suo amico, l'essere più calmo ed amichevole del mondo, potesse trovare affascinante quell'attaccabrighe.
Ora l'altro ha trovato pane per i suoi denti, mentre lo spagnolo è devastato in camera sua.
Insomma, nessuno ha tempo per lui e lo capisce, solo che...
"Mi sento un po' abbandonato, ecco tutto.", si ritrova a pensare.
Un pigolio sopra la sua testa lo rimbrotta.
Gilbird!
Il suo compagno indimenticabile! Ecco chi non lo abbandonerebbe mai!
L'uccellino giallo scende tronfio dal nido di capelli bianchi e si appoggia sulla mano a coppa che il ragazzo gli offre.
Gilbird continua a pigolare e a guardarlo male, a quanto sembra a Gil.
Il suo migliore amico, il suo partner preferito di malefatte, lo sta esortando a non mollare, così interpreta il suo agitarsi.
Ben presto si rianima.
La serata in birreria, pensandoci oggettivamente, era andata più che bene, riconsidera l'albino, non riuscendo a frenare una sensazione calda e dolce mentre si ricorda dell'abbraccio di Roddy.
Deve solo fare in modo di ripetere la situazione su base giornaliera, il che è difficile considerando quanto l'altro sia freddo.
Ma Gilbert decide di smettere di auto commiserarsi: dopo tutto, Fritz non ha reso la Prussia grande piangendo sul latte versato, vero?

L'angolo dell'autrice:
Eccomi!
Siete delusi che Gil e Roddy non hanno avuto molto spazio in questa shot?
Avevo bisogno di metterci dentro un po' di GerFru (?) e di UkMano (esistono questi termini?).
Comunque, i due protagonisti sono degli idioti in love, credo si sia capito moooolto bene.
Se avete commenti da farmi, scrivetemi pure! :)
Mi scuso in anticipo se il francese è tremendo. -.-
Ringrazio tutte le persone che leggono/seguono/preferiscono/cuociono/cuciono questa storia, siete grandiosi! :*
Alla prossima!
Vex

 

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Capitolo 7
*** Il principino di casa ***


Benché non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, Roderich adora Gilbird.

Quando il suo coinquilino lo ha portato a casa, denutrito, miserevole e dolorante, non era stato molto felice di ospitare quell'animaletto che, nel migliore dei casi, sarebbe durato qualche giorno, insudiciando tutto e spezzando il cuore di Gilbert.
Però non aveva tenuto conto del proprio fragile cuore (sì, adora gli animali, soprattutto i dobermann) e del grado di adorabilità di quel tenero pulcino che ora regna sovrano sui due umani.

Addirittura ha la propria cuccia, con vari giochi e trespoli in giro per la casa, varie vaschette per mangiare e fare il bagnetto, la scatola per i bisognini (l'albino è stato più che rigoroso nell'imporgli una rigida educazione)  e, non ultimo, una sorta di cestino imbottito capace di resistere anche al più violento dei tifoni o alla più bagnata delle trombe d'acqua, per le passeggiate fuori.

E tutta questa roba gliel'ha comprata l'austriaco. Oltre a tonnellate di mangimi super specifici.

Alle domande di un Gilbert più che divertito, continua a rispondere "Sono passato davanti a un negozio di animali ed era in sconto.", "Un amico non l'usava più." (benché il prussiano sappia benissimo che nessun suo amico tenga volatili in casa), "L'ho trovato nella spazzatura." (come se il giovane aristocratico si avvicinasse anche di soli cento metri ai bidoni).

Per darsi un tono si lamenta di tutte le volte che Gilbird è in giro (è troppo pericoloso, rischia di essere calpestato in continuazione) e di quanto non sia salutare vivere con un volatile a spasso per casa, che dorme con il suo padrone.

Gilbert trova tutto questo divertente e cerca di non farsi vedere mentre coglie il coinquilino ad accarezzare il suo animaletto domestico, passando dolcemente un dito sulle sue piume mentre canticchia l'ultima melodia imparata, e a mordersi la lingua quando viene accusato di viziare l'uccellino troppo, quando lo stesso Roderich passa ora sui siti per amanti di volatili per trovare la dieta migliore o i prodotti adatti per il bagno.

Gilbird si gode tutta questa attenzione e passa le serate a tubare sulla zazzera del padrone, occhieggiando lo strano corteggiamento tra i due giganteschi pennuti spiumati.

Angolo dell'autrice:
eccomi, sono tornata.
Scusate l'assenza e il poco entusiasmo, ma penso che capirete, visto cos'è successo. Trump.
In ogni caso, spero che questa shot vi piaccia, anche se la storia continua a languire, ma l'avevo pronta da un po' e non avevo nè voglia di scrivere qualcosa di nuovo nè di continuare il silenzio stampa.
Grazie mille a chiunque abbia letto la mia storia finora, il primo capitolo ha superato le duecento visualizzazioni e sono assolutamente grata ad ognuno di voi!:)
Ecco, concentriamoci sulle cose belle, dai.
Spero che stiate tutti bene e che la vostra giornata sia piena di cose meravigliose e inaspettate. :)
A presto!
Vex

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