Il mio posto perfetto

di Giorgina_190330
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Sono comodamente seduta sul letto e sto messaggiando con i miei amici nel nostro gruppo "Nosotras." In quel momento mi arriva un messaggi dal mio migliore amico Diego, lo apro e leggo: "perchè ti ostini  a non voler stare con me?". Ecco, lo sapevo che non si era arreso. Che faccio lo chiamo? Ma si dai lo chiamo. < Tini? > < Sai già il perchè Diego. > < Si ma non lo capisco, per me non ha senso. > < Sei il mio migliore amico, è come se fossi mio fratello. > < Un giorno le cose cambieranno e spero quel giorno aarrivi presto. > < Vedremo. Sei pronto per domani? > dico emozionata all'idea fi tornare allo Studio. < Quasi. Ora devo andare. Ciao. > Okay si è offeso, ma gli passerà e poi sapeva che la risposta non gli sarebbe piaciuta. Scusate, non mi sono presentata. Mi chiamo Martina Stoessel e ho 17 anni, vivo con mio padre Alejandro, mio fratello Francisco, mio fratello adottivo Ruggero e mia zia Clara. Frequento lo Studio On Beat insieme ai miei amici: Facundo, Candelaria, Lodovica, Mercedes, Alba e Diego. Mi sento chiamare da zia Clari per andare in salotto. Scendo e trovo la mia famiglia insieme a un ragazzo. È alto, ha un ciuffo bellissimo, ben pettinato e tenuto sù dal gel, gli occhi verde smeraldo, labbra carnose, indossa un paio di Jeans a cavallo basso e strappati, una maglia bianca che gli mette in risalto i pettorali e un giubbotto di pelle nero. "Martina, lui è Jorge, è il figlio di un nostro amico e dato che verrà anche lui allo studio, vivrà per un pò di tempo con noi." Però in effetti è molto carino, grazie per la notizia papà. "Piacere Jorge, io sono Martina." Gli porgo la mano amichevolmente ma lui non la stringe. "Piacere... Posso sapere dov'è la mia camera? Sono stanco e vorrei riposare." Risponde in tono freddo,glaciale. "Martina accompagna tu Jorge di sopra dato che Francisco e Rugge devono uscire." Dice mio padre. "Okay! Jorge seguimi così ti mostro la casa." Lui sbuffando mi segue. Saliamo le scale e io inizio a mostrargli la casa: "Allora Jorge, di là c'è il bagno, lì invece c'è la mia camera e di fronte alla mia, c'è quella di Fran e Rugg..." non ho il tempo di finire la frase che subito mi interrompe. "Ho detto che volevo andare in camera a riposare, non voglio fare il giro turistico di casa tua e dei tuoi fratelli." Dice scontroso. "Va vene, scusa, come vuoi. Questa è la tua stanza. Bèh, buonanotte." Lui, educatissimo, mi sbatte la porta in faccia. Torno in camera mia e cerco di dormire, ma non ci riesco. Domani si torna allo Studio e sono molto emozionata, ma non solo per questo, mi turba il comportamento di Jorge, nasconde qualcosa, come se avesse un passato da dimenticare ma non ci riesce. E io voglio scoprire cosa nasconde, voglio stargli vicino, ma penso sarà difficile visto che è scontroso con tutti, soprattutto con me. *angolo autrici* Ciao a tuttiii...ci presentiamo. Siamo due amiche disagiate che hanno pensato di scrivere anche noi una storia dopo averne lette tante. Vi diciamo che abbiamo passato l'ultimo periodo di scuola a scrivere e ne vedrete delle belle. Non vi anticipiamo niente,solo che cercheremo di aggiornare ogni due giorni. M&A

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Mi sveglio di soprassalto dopo aver sognato di nuovo mia mamma, anche se non dovrei dato che ormai ci sono abituata. Guardo l'ora, sono le 6:10 quindi decido di alzarmi, anche se con fatica, poi mi lavo e mi vesto. Indosso degli shorts, una maglia bianca con la scritta "princess" e ai piedi le mie converse nere. Scendo a fare colazione, cammino a testa bassa, per il sonno e distratta come sono mi scontro con qualcuno di muscoloso, perdo l'equilibrio e cado dalle scale. Cerco qualcuno che cerca di afferrarmi ma invano. Sono a terra ai piedi delle scale e mi arrivano fitte di dolore dalla caviglia. Sicuramente sarà rotta, ma brava Martina bel primo giorno di scuola. Spero di non essermi fatta niente altrimenti non potrò ballare e Gregorio si arrabbierà moltissimo. Jorge scende subito le scale, mi aiuta ad alzarmi e mi fa sedere sul divano. Mi toglie la scarpa e inizia a massagiare delicatamente la mia caviglia. "Va tutto bene? Non volevo farti cadere mi dispiace. Però anche tu potresti stare attenta la prossima volta." Dice continuando a massagiare. "Non ti preoccuoare, e non è colpa tua. Dove sono gli altri?" "Tuo padre è andato a lavoro e tua zia è uscita presto stamattina. Francisco e Ruggero  sono ancora in camera credo." Parla di nuovo scontrosamente come prima. Certo che è strano!! "Okay, andiamo a fare colazione? Tanto io avrò solo preso una storta e poi faremo tardi allo Studio se non ci muoviamo." "No, no tu sta qua buona e io chiamo il medico, va bene? Anzi non ribattere faremo così." Dice di nuovo premuroso, ma sarà sicuramente il senso di colpa. Quando sarà finito tutto, tornerà a comportarsi come sempre. Il dottore arriva 5 minuti dopo e dopo avermi visitato mi dice: "Hai la caviglia slogata, devi camminare con queste stampelle e non stancarti troppo." Io e Jorge ringraziamo il dottore che se ne va. Jorge mi guarda finchè il dottore richiude la porta. "Cazzo Martina sei cieca o cosa? Non ti hanno insegnato a guardare avanti quando cammini? Porca merda Martina ora guarda in che condizioni stai. Se magari tu stessi più attenta non saresti in queste condizioni." mi sputa in faccia incazzato. Mi avvicino minacciosamente. "Ah si Jorge? Coglione che non sei altro ti ricordo che sei stato tu a farmi cadere dalle scale e ti ricordo che sei uno stronzo lunatico, prima sei scontroso, poi mi fai cadere e chiami il dottore preoccuoandoti per me. Vaffanculo Jorge. Non vuoi avere nulla a che fare con me? Bèh dillo subito così non ti disturberò più!" Cerco di alzarmi ed andarmene, scivolo e due braccia forti e muscolose mi afferrano facendomi scontrare con il suo petto e respirare il suo profumo. Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi, colmi di senso di colpa. "Perchè sei sempre così scorburico?" gli chiedo. "Non posso parlarne, fa troppo male" e una lacrima scende sul suo viso. D'istinto lo abbraccio e lui ricambia stringendomi più forte e affondando il viso nell'incavo del mio collo. Poi mi sussurra all'orecchio: "Sei una Piccola Stronza, lo sai?" E mi lascia un leggero bacio sul naso. Ci stacchiamo, lui sembra tranquillo e io invece sono imbarazzatissima. Forse per tutto il casino che abbiamo fatto scendono Ruggero e Francisco piuttosto allarmatie vedendo il mio piede si allarmano ancora di più. "Che cazzo è successo?" "Sempre così delicato il mio Rugg" dicoper smorzare la tensione. Francisco mi si avvicina, mi fa sedere sulle sue gambe e mi accarezza i capelli come quando ero piccola e facevo gli incubi. In tutto questo Jorge resta zitto e serio e ho come l'impressione che il rapporto che ho con i miei fratelli gli dia fastidio. Ho deciso e ho anche convinto Ruggero, Francisco e Jorge ad andare allo Studio anche perchè le lezioni di canto posso frequentarle. Appena arriviamo le mie amiche mi corrono incontro iniziando a fare domande. "Che diamine ti è successo?" dice Lodo e da lontano vedo Jorge che mi guarda e si allontana. "Nulla, sbadata come sono, sono caduta e mi sono fatta male, tutto qui." dico, cercando di essere più convincente possibile. La giornata passa in fretta, Gregorio è stato più compremsibile di quel che mi aspettassi. Angie e Pablo erano perfetti come al solito e le mie amiche mi hanno aiutato in tutto. L'unica cosa negativa è che Jorge non si è avvicinato ai miei amici e questo un pò mi dispiace perchè lo vedo solo ed infelice. Arrivata a csa vedo papà e zia Clari che ci aspettano seduti sul grande divano. "Venite ragazzi, sedetevi che dobbiamo parlare di una cosa. *angolo autrice* Ed ecco il secondo capitolooo...vi confessiamo una cosa...quando noi abbiamo scritto questo capitolo...eravamo a scuola e la mia amica M si è messa ad urlare LA FACCIAMO CADERE DALLE SCALE e alcuni (per fortuna non tutti) si sono girati da noi. Abbiamo deciso di lasciarvi col mistero di quale notizia devono dare...nel prossimo capitolo vedrete cosa. Speriamo che il secondo capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo Sabato con il prossimo capitolo💖 M&A.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***



Io, Fran, Rugg e Jorge ci sediamo sul divano di fronte a loro, io sono tra Fran e Jorge. “Allora ragazzi, noi volevamo fare un viaggio tutti insieme, ma viste le condizioni di Martina abbiamo pensato di rimandare…” “Io sono grande, ho 17 anni e posso badare a me stessa. Voi andate io resto qui, tranquilli.” dico io convinta. “Ma non possiamo lasciarti sola…” “Resto io, tranquilli sarò il suo babysitter. Voi andate signori Stoessel. Infondo è il minimo che possa fare dopo che mi avete ospitato.” dice Jorge sorprendendoci tutti. “Noi non siamo d’accordo, è nostra sorella e spetta a noi occuparcene non ad uno sconosciuto.” dice Fran “Fran tranquillo, voi non perderete il viaggio che aspettavate da tanto per colpa mia, io starò qui e se proprio vuole Jorge resterà con me.” dico tutto questo un po’ speranzosa verso il fatto che  sarà Jorge ad occuparsi di me e magari il nostro rapporto cambierà in meglio. “Jorge se vuoi davvero restare qua con Tini per noi va bene, ragazzi tra una settimana si parte quindi iniziate a prepararvi.” fortunatamente, mio padre ha accettato. Mi giro verso Jorge e vedo che mi sta sorridendo, chissà forse questa sarà davvero una vacanza speciale. 
Questa settimana passa velocemente e in modo strano, con Jorge non ci parliamo più di tanto e allo Studio non lo sento mai cantare. Il piede inizia a guarire e riesco a muovermi meglio di prima. È sabato quindi oggi niente Studio e in casa ci siamo solo io e Jorge perché gli altri sono andati a comprare le ultime cose per il viaggio.
Suonano al campanello e tocca a me aprire perché Jorge è chiuso come al solito in camera sua. Apro e mi ritrovo Diego con un naso da pagliaccio, tanto cibo in mano e una serie di DVD. 
“Diego? Che fai qui?” lo guardo sorridendo. “Sono venuto a trovarti e a passare un po’ di tempo con te, ma se vuoi che me ne vada allora basta dirlo.” Risponde lui guardandomi con dolcezza  e sorridendomi. Lo faccio entrare e lui poggia tutto sul mobile vicino al divano e va a mettere il DVD nel lettore. Cosa ci vediamo?”domando curiosa mentre mi siedo sul divano. “Twilight”risponde prontamente. Avvia il DVD e viene a sedersi affianco a me. “Fammi un po’ di spazio Panda.” Lo faccio sedere e iniziamo a guardare il film sgranocchiando qualcosa. Mentre guardiamo il film, mi sento osservata, mi volto e vedo Diego che mi fissa. Si avvicina lentamente e quando sto per allontanarlo, sento dei passi e poi la sua voce: “Piccola Stronza chi era alla porta?” domanda dolcemente, ma vedendo Diego seduto accanto a me si blocca: “Oh….scusate io non volevo interrompere nulla.” dice  mortificato. Mi avvicino a lui: “Non interrompi nulla, anzi, vieni a vedere il film con noi.” Lo trascino fino al divano e lo faccio sedere tra me e Diego. Diego sembra irritato dall’interruzione e dalla presenza di Jorge.

POV’S JORGE
Mi ritrovo tra Martina e questo tizio che dev’essere il suo fidanzato, a metà film, quel ragazzo si alza e si avvicina a Martina: “Io vado, ho delle cose da fare.” Le lascia un bacio sulla guancia e se ne va. “Era il tuo ragazzo quello?” domando curioso. Lei mi guarda con aria interrogativa e poi risponde: “No, è il mio miglior amico, ma lui prova qualcosa che va oltre l’amicizia, purtroppo, io non provo lo stesso. È una bravissima persona, è dolce e farebbe di tutto per far felici le persone a lui care, ma per me è solo un amico.” dice risedendosi sul divano affianco a me. “Posso farti una domanda Jorge?” dice guardandomi con quegli occhi grandi e dolci, da cerbiatto. Ho paura di cosa sta per chiedermi. Vorrei raccontarle tutto di me, perché so che di lei mi posso fidare, ma non ci riesco. Non voglio trattarla male, ma certi giorni, le ferite ancora aperte nel mio cuore, fanno troppo male. “Perché mi chiami piccola stronza?” Le rispondo dolcemente. “Perché sei piccola e seiun po’ stronza quindi sei la MIA piccola stronza.” Rispondo accarezzandole una guancia. Non ci credo l’ho detto davvero, ho detto che è MIA! E le ho anche accarezzato una guancia.

*angolo autrice*
Aww che dolciiii!! ecco anche il terzo capitolo ed ecco la notizia. Martina e Jorge saranno a casa insieme soli per un pò e succederanno delle cosette. Un pò a me dispiace per Diego. Il prossimo capitolo sarà Lunedi. Speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto e se avete consigli potete scriverceli.
al prossimo capitolo..M&A.
 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


POV’S JORGE
“Ho un’altra domanda.” Dice abbassando lo sguardo. “Dimmi Martina.” In me torna la paura. Cosa vorrà chiedermi ora? Aspetto con ansia. Rialza lo sguardo e inizia a parlare: “A volte sei dolce, altre triste, altre scontroso, io non riesco a capirti, vorrei che tu al posto di stare solo, frequentassi i miei amici, che ti integrassi con noi, sei misterioso, io ho capito che tu nascondi un passato doloroso come il mio e vorrei che tu me lo raccontassi.”
Sapevo che si era accorta del mio comportamento strano. Le sue parole però mi hanno colpito: “doloroso come il mio.” Cosa ha passato di così doloroso? Mi fido di lei, ma non sono ancora pronto a raccontargli tutto. “Martina…non so cosa hai passato tu, ma io non posso e non riesco a parlarne, e non perché non mi fido di te, anzi mi fido tantissimo, ma non posso, non ci riesco.” Vedo la sua espressione cambiare, è diventata triste. Cerco subito di rimediare alle mie parole: “Non posso raccontartelo, ma ti prometto che starò con te e proverò a conoscere i tuoi amici.” In un millesimo di secondo, me la ritrovo addosso mentre mi stringe in un abbraccio spacca ossa. Ricambio subito affondando, per la seconda volta da quando la conosco, il viso nell’incavo del suo collo.

 POV'S MARTINA

È il giorno della partenza, siamo all’aereoporto ad aspettare l’aereo che porterà la mia famiglia alle Hawaii. Jorge oggi è un po’ strano, con i miei fratelli non parla molto anzi sembra quasi che li voglia evitare, invece con mio padre e mia zia è gentile ed educato. L’ altoparlante dice che l’aereo sta per partire quindi iniziamo a salutarci. “Pulce stai attenta e cerca di non farmi male mentre non ci siamo, ti voglio bene okay?” “Ti voglio bene anch’io Fran” lo abbaraccio forte perché so che mi mancherà tantissimo. “Ehi angioletto non escludermi, ci sono pure io eh!!” “Si Rugg lo sai che adoro anche te.” e abbraccio anche lui.  Mentre mi giro per salutare papà vedo Jorge in disparte appoggiato al muro con sguardo triste e assente. Voglio scoprire cosa nasconde, voglio farlo tornare a stare bene e a sorridere veramente. Si avvicina e saluta anche lui i miei fratelli, un po’ freddamente e poi va da zia Clari. Dopo tutti i saluti e qualche pianto della zia, l’aereo parte ed io lo guardo andare via tristemente. Jorge se ne accorge e mi prende per mano come per rassicurarmi. Rimaniamo così fino a quando non arriviamo al parcheggio, lui mi aiuta ad entrare in macchina e torniamo a casa. Per tutto il traggitto dall’aereoporto a casa, le nostre mani restano intecciate e anche se è solo un gesto che per lui non conta niente, per me è importante.
 
*angolo autrice*
Allora…abbiamo letto delle recensioni dove avete scritto che secondo voi stiamo correndo troppo. Noi lo pensavamo anche, ma scrivendo la storia sono uscite fuori tante incomprensioni tra i due, imprevisti e altre cose. Ci tenevamo a spiegare questa cosa. Stiamo comunque modificando la storia descrivendo di più le emozioni e gli ambienti sempre come ci avete consigliato. Ci scusiamo per il “piccolo” ritardo del capitolo e ci vediamo Mercoledì con il prossimo capitolo.
M&A.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


A casa lui va in camera sua e io mi faccio la doccia. Il getto d’acqua fredda mi aiuta a non pensare a quello che è successo, quindi vi sto più del necessario. Quando esco, mi avvolgo l’asciugamano intorno al corpo e faccio per uscire dal bagno, ma scivolo e mi faccio male di nuovo al piede. Lancio un urlo e Jorge spaventato arriva di corsa. Mi aiuta ad alzarmi, mi prende in braccio e mi appoggia sul letto. “Maledizione Martina.” urla spaventato sedendosi e appoggiando le mie gambe su di lui e iniziando a massaggiare la caviglia. “JORGE TI PREGO NON TOCCARLA FA TROPPO MALE!” grido io in preda al dolore. Lui prende il telefono e chiama il dottore che 10 minuti dopo è qui. “Che è successo?” domanda guardandomi. “Ero appena uscita dalla doccia quando sono scivolata.” spiego guardando Jorge. È arrabbiato e lo capisco dalle vene che pulsano sul suo collo. “Non ti conviene muoverti troppo viste le tue condizioni Martina. Per quanto riguarda il dolore, ti prescrivo un anti dolorifico.” dice il medico. Jorge lo ringrazia e lo accompagna di sotto. Quando torna, si siede sul letto e si mette le mani sul volto, appoggiando i gomiti sulle gambe. Si volta di scatto e mi abbraccia stringendomi forte a lui. Io sono un po’ imbarazzata perché sono messa nuda. Si alza e mi guarda. “È possibile che non posso lasciarti sola un minuto che ti fai male?” dice alterato. “Non è colpa mia Jorge. Pensi davvero che io avrei voluto farmi male e trovarmi in queste condizioni, con questo dolore al piede?” mi altero io. Lui non risponde e in questo momento non riesco a decifrare la sua espressione. Cerco di alzarmi per andarmene facendo attenzione all’asciugamano e al piede ma lui cerca di fermarmi. “Dove vuoi andare in queste condizioni?” domanda curioso. “Voglio andare di sotto” dico iniziando a camminare verso la porta. Quando sono vicino la porta, mi afferra il braccio e mi abbraccia facendomi affondare il viso nel suo petto muscoloso, alzo la testa e arrivo all’incavo del suo collo, sento il suo profumo. Lui mi fa appoggiare con le spalle all’armadio e mi alza il viso con un dito, le sue labbra  carnose sono vicinissime alle mie. Lui abbassa la testa e mi abbraccia più forte affondando per la terza volta il suo viso nell’incavo del mio collo.
Quando ci stacchiamo mi sento ancora più in imbarazzo di prima “Jorge non so se te ne sei accorto, ma dovrei cambiarmi.” Lui ride e dice: “Allora fallo, ti consiglio di metterti il pigiama perché è già tardi, comunque io rimango qui in caso avessi bisogno di aiuto.”  “Se proprio devi rimanere allora girati dall’altra parte grazie e non guardare.” “Come vuoi.” si gira con un sorrisetto malizioso stampato in volto. Riesco a mettermi, anche se faticosamente, la biancheria intima e la maglia del pigiama, ma ho qualche difficoltà con i pantaloni. Vorrei  chiedere a Jorge, che sta ancora girato ad aspettarmi, di aiutarmi ma me ne vergogno troppo. Alla fine, dopo aver rischiato di cadere dal letto, mi decido e lo chiamo: “Jorge non riesco a mettermi i pantaloni.” Lui scoppia a ridere e viene ad aiutarmi. Mentre cerca di sistemarmi i pantaloni io, ancora tutta rossa, penso a quello che potrebbe succedere in questa settimana che passerò da sola con Jorge se non riesco neanche a vestirmi.
 
*angolo autrice*
Buon pomeriggio. Possiamo dire che Martina è sfortunata…ma Jorge è davvero dolce. Vi diamo una notizia sulle coppie. Saranno: Jortini (tipo che non lo avevate capito), Ruggelaria, Dievica (anche se all’inizio Diego è innamorato di Martina), Falba e poi ci sono Fran e Mechi. Bene, speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto.  Nel prossimo capitolo succederanno delle cose….. Ci vediamo Venerdì con il prossimo capitolo.
M&A.

 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Quando finalmente sono vestita e Jorge mi ha portata giù per cenare, gli dico: “Non voglio costringerti a farmi da babysitter e non voglio che tu lo faccia per senso di colpa.” “Smettila, per me non sei un peso e non lo faccio per il senso di colpa, quindi ora zitta e mangia.” Io rido e continuo a mangiare la mia pizza. Ogni tanto gli do qualche occhiata e lo vedo pensieroso, fortunatamente non è più arrabbiato perchè non aveva motivo per esserlo. Dopo cena, Jorge mi ha lasciato in camera mia dicendomi che dopo la doccia sarebbe tornato. Sto messaggiando nel gruppo con i miei amici e si stanno organizzando per un’uscita tutti insieme. Ho chiesto di invitare anche Jorge essendo che quest’uscita è stata organizzata per me e poi mi aveva promesso che si sarebbe inserito nel gruppo. Quando Jorge ritorna in pigiama, gli dico la novità: “Domani sera i miei amici hanno organizzato un’uscita. Andiamo in pizzeria e poi facciamo una passeggiata tutti insieme. Tu verrai vero? Ricorda che me lo avevi promesso.” e sfodero la mia miglior faccia da cucciolo. “Ti prego piccola Stronza non fare quella faccia altrimenti non so resisterti. Comunque si ci vengo, io le mantengo sempre le promesse.” dice con un’espressione piena di orgoglio. Gli scoppio a ridere in faccia e lui, finto offeso, inizia a darmi botte con i cuscini. Alla fine della lotta io sono sopra di lui e le nostre bocche sono vicinissime, delicatamente mi fa scendere da sopra di lui e mi stende sul letto dicendomi di dormire perché è tardi e ho passato una giornata abbastanza movimentata.  Lui si corica con me e mi abbraccia da dietro facendomi appoggiare la schiena contro il suo petto e lasciandomi un bacio in fronte. Credo proprio che questa sarà una notte senza incubi, ma di sogni di ragazzi dagli occhi verdi, anzi solo uno.
 
POV’S JORGE
Mi sveglio e sento un corpo accanto al mio, improvvisamente mi ricordo di ieri e sorrido istintivamente. Mi volto verso di lei e la guardo dormire: è bellissima, ha la bocca un po’ aperta ed è avvinghiata a me. Mentre la osservo mi viene in mente di ieri sera quando eravamo abbracciati e lei era solo con un asciugamano. Avrei tanto voluto baciarla, ma so che se m’innamorassi di lei non potrei proteggerla come vorrei e la costringerei a vivere una vita orribile in mezzo a scommesse e gare clandestine.
 
*angolo autrice*
Ciao a tutti. In questo capitolo, scopriamo un pezzetto del passato di Jorge…non credete che sia solo questo perché ci sono altre cose che non si sanno su di lui. Ci vediamo Domenica con il prossimo capitolo.
M&A. 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


POV’S JORGE
Mi alzo lentamente per non svegliarla e vado in camera mia per cambiarmi. Prendo anche una maglia per lei perché non voglio frugare nelle sue cose. Torno da Martina che dorme ancora e solo allora noto una foto sul suo comodino. C’è una donna giovane con un vestito rosa e una bambina di 3 anni in braccio, vicino a lei ci sono due bambini poco più grandi della piccola e un uomo che abbraccia la donna con la bimba in braccio. Dev’essere la famiglia di Martina e la donna sarà sua madre. Chissà che fine ha fatto, loro due si somigliano tanto. Vorrei cercare altre cose, ma sento dei rumori e noto che Tini si sta per svegliare. Scendo in cucina per prepararle la colazione e gliela porto a letto. Quando mi vede, fa un sorriso smagliante e mi fa pentire di averla trattata male quando sono arrivato.
“Buongiorno” le dico mentre mi avvicino a lei appoggiando il vassoio sul letto e abbassandomi per lasciargli un bacio sulla guancia. “Come ti senti oggi?” domando.
“Bene anche se mi fa un po’ male la caviglia, poi sono felice ed emozionata per stasera dato che conoscerai i miei amici.” dice sedendosi sul letto. Io non rispondo. Non rispondo non perché non voglio conoscere i suoi amici, ma perché so che meno persone mi stanno vicino e meglio è. “Su mangia così poi ti vesti e andiamo di sotto.” dico prendendo dal vassoio un cornetto e il mio caffè.
Mentre addenta il suo cornetto, si sporca di zucchero a velo e anche un po’ di cioccolata. Scoppio a ridere e lei mi guarda confusa. Mi avvicino, prendo un tovagliolino, e inizio a pulire le sue labbra. Anche in questo momento vorrei baciarla. Lei mi sorride e quando finisce, cerca di alzarsi dal letto, io la fermo da un braccio “Che stai facendo piccola Stronza? Ricordi cosa ha detto il dottore? Non devi sforzare la caviglia e siccome stasera dovrai camminare un po’, lascia che ti aiuti io.” Lei mette un dolce broncio e incrocia le braccia al petto. “E io come faccio a vestirmi allora?” io sorrido. “Non ti preoccupare piccola Stronza, ci penso io a questo.” rispondo scherzando e lei mi da una sberla sul braccio.
In un attimo, mi torna in mente la foto sul suo comodino. E mi permetto di fare qualche domanda. “Posso farti delle domande?”  Lei mi guarda confusa. “Dipende. Su cosa vorresti farmi domande?” dice lei fissandomi. “Sulla tua vita.” Lei abbassa la testa diventando triste. “Non posso rispondere a tutte le tue domande Jorge, c’è un periodo troppo brutto nella mia vita che io non racconto mai a nessuno. Posso raccontarti solo poche cose.”
Mi fa male vederla così fredda, vedere i suoi occhi bui, assenti.
“Lasciamo stare.” dico guardandola e avvicinandomi a lei. “Facciamo un patto: quando io sarò pronto, ti racconterò la mia vita, quando tu sarai pronta, la racconterai tu a me.” Asciugo le lacrime che da poco erano uscite dai suoi occhi e lei si stringe a me.
 
*angolo autrice*
Buona Domenica a tuttii. Tra qualche capitolo succederanno delle cose….
Il prossimo capitolo sarà Martedì. Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto. E sappiate che stiamo scrivendo una canzone.. “Andiamo a comandare su EFP”… siamo pazze. Al prossimo capitolo.
M&A.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Verso le 12:00 Jorge, dopo avermi aiutato a vestirmi, mi prende in braccio e mi appoggia delicatamente sul divano e va a preparare il pranzo. Dopo mangiato, ci sediamo sul divano per parlare di stasera. “Hai già deciso cosa ti metterai?” chiedo a Jorge. “No, ma sono sicuro che metterò i jeans che ho usato il primo giorno.” Li ricordo bene. Ma se metterà anche quella camicia che mostra i suoi pettorali, sarà difficile resistergli, ma non ci penserò molto, sarò troppo impegnata a cacciare le gatte morte e le varie ochette che cercheranno di avvinghiarsi a lui. Si gira e mi fissa: “Tu hai già deciso come ti vestirai?” domanda curioso. “Non ancora. Tra poco salgo a vedere, anzi è meglio se vado ora.” Mi alzo con un po’ di fatica, mi arriva una fitta di dolore e cado, ma non sento il divano sotto di me, così mi volto e vedo che sono in braccio a Jorge. “Certo che sei stabile tu eh?” dice ridendo. Io sono rossa in viso, ma riesco a districarmi dalla presa e a salire le scale lentamente (anche se Jorge mi viene dietro per non farmi cadere di nuovo). In camera, scelgo di mettermi degli shorts di jeans, una maglietta corta fino all’ombellico e le mie converse adorate. Si fanno le 20:00 e Jorge mi sta aspettando fuori dalla mia camera e appena sono pronta mia aiuta a scendere le scale e a salire in macchina.
Per tutto il tragitto è stato in silenzio, forse è agitato per l’incontro con i miei amici.
Arriviamo in pizzeria e i miei amici sono appena arrivati, lo capisco dal fatto che Mechi sta scendendo dalla sua macchina, mentre parla al telefono con mio fratello, Alba sta scendendo dalla macchina di Facu, Lodo e Cande invece erano in macchina con Mercedes.
Jorge si volta a guardarmi, mi fissa e mi prende una mano intrecciandola con la sua. “Sei pronto a conoscere i miei amici?” domando stringendo la sua mano per dargli coraggio. “Penso di si.” dice lui. Lascia la mia mano ed esce facendo il giro della macchina per aprirmi lo sportello. Mi aiuta a scendere e io mi aggrappo a lui. Lui per non farmi cadere mi stringe la vita stringendomi a lui.
Ci avviciniamo ai miei amici e vedo Diego, che deve essere arrivato da poco, che ci guarda male anzi, guarda male Jorge che come se niente fosse, continua a stringermi. “Tinitaa!!!” gridano tutti vedendo ad abbracciarmi. Dopo che li abbraccio tutti, Mechi la fidanzata di Fran, quindi mia cognata, mi fa segno di presentare il mio amico. “Ragazzi, lui è Jorge, un amico che vive a casa mia perché frequenta lo Studio.” Lui porge la mano libera a tutti, ma quando arriva a Diego, lui non la stringe e Jorge abbassa la mano.
 
*angolo autrice*
Buon pomeriggio a tutti!! Stanno per succedere delle cose molto interessanti.
Il prossimo capitolo sarà Giovedì. Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto.
Abbraccini e bacini. M&A.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Entriamo in pizzeria e ci sediamo. A capo tavola c’è Mechi, alla sua destra, c’è Cande, affianco a Cande, Lodo, poi ci sono io, affianco a me c’è Jorge, affianco a lui c’è Facu, Alba e Diego. Uscendo dalla pizzeria, sono indecisi se andare o no in discoteca, Jorge mi stringe ancora e Diego ci guarda ancora male.
Hanno deciso di andare in discoteca e Jorge si volta verso di me: “Te la senti di andare o vuoi che ti riporto a casa?” domanda, e tutti ci guardano dolcemente, tranne Diego. “Perché mi dovresti riportare a casa?” domando curiosa. “Se sei stanca, non credo sia il caso di andare in giro, e ballare soprattutto.” risponde lui. “Non preoccuparti, sono sempre pronta a scatenarmi.” rispondo. Lui scoppia a ridere. “Okay, allora andiamo.” risponde guardandomi dolcemente e ci incamminiamo verso la macchina.
 
POV’S JORGE
Siamo appena arrivati in discoteca. Scendo dall’auto e vado ad aprire lo sportello a Martina, la aiuto a scendere e poi la stringo di nuovo a me. Mi piace tenerla tra le mie braccia e inizio a pensare che a lei piaccia stare tra le mie.
Da lontano, vedo Diego che mi guarda male, ma non ci faccio caso. Martina mi ha spiegato che per lei è solo un amico, quindi non ci trovo nulla di male a stringerla a me.
“Jorge? Ti sei incantato per caso?” domanda lei. Io mi volto e le sorrido. “No, stavo solo pensando.” rispondo.
“Va bene. Ora andiamo.” Insieme agli altri entriamo in discoteca. Appena entriamo, l’odore dell’alcool ci investe, ma io ci sono abituato. Martina invece, fa una faccia disgustata e poi strofina il suo naso sul mio petto. “Che fai? Mi fai il solletico così.” dico ridendo. “Nulla, volevo togliermi la puzza di alcool dal naso, così ho preferito avere il tuo odore nel naso.” risponde lei. È così dolce che anche in questo momento vorrei baciarla, anche se non è il posto più romantico dove dare un bacio.
“Andiamo a sederci, sono stanca.” dice lei. Ci andiamo a sedere su dei divanetti. Dopo un po’ arriva anche Mercedes e iniziamo a parlare del più e del meno. Passano da un argomento all’altro fino ad arrivare a Fran e dire quanto manca ad entrambe. Vedo Diego venire verso di noi e stringo Martina a me ancora più di prima.
“Ehi Panda vuoi ballare un po’?” domanda rivolgendosi a Martina e ignorando me e Mercedes.
“Non so Diego. Penso di non essere nelle condizioni di ballare.” Dice lei guardando il suo piede.
“Vieni Panda, ti tengo io mentre balli.” Dice prendendola tra le sue braccia e mentre se ne vanno, mi lascia uno sguardo glaciale.
 

*angolo autrice*
Ecco anche il capitolo 9. Sono molto dolci.
Ci vediamo Sabato con il prossimo capitolo. Buonanotte.
M&A

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Diego mi trascina in pista e io cerco di seguirlo anche se con qualche difficoltà. Si ferma in mezzo alla pista e inizia a ballare. Il suo comportamento non mi è piaciuto per niente perciò gli chiedo:”Diego si può sapere che ti prende?”. Lui si ferma,mi guarda per un po’ e poi risponde cercando di essere il più convincente possibile :”Nulla,non ho nulla”. “Non mentirmi Diego,ti conosco non faresti mai una cosa del genere senza motivo”. “Ti ho detto che non ho niente Martina” dice arrabbiandosi. “Questo non è vero. Non mi chiameresti mai Martina se non fossi arrabbiato, ma mi chiameresti Panda e con me non sei mai stato così freddo.”gli faccio notare iniziando ad alterarmi. “Senti Martina lasciamo stare” dice ricominciando a ballare. Io mi stacco da lui anche se,per il mio poco equilibrio,rischio di cadere. “No Diego,ora mi dici che cavolo ti prende!”. “Oh Martina è così difficile da capire? Mi irrita e anche molto.” mi risponde,ma io continuo a non capire “Cosa ti irrita Diego?”. “Lui,Jorge,mi irrita mi da fastidio vedere lui che ti tiene tra le sue braccia. Vorrei essere io a farlo. Inizio a pensare che tu provi qualcosa per lui…e mi irrita ancora di più che lui ricambi!!” in pratica tutto questo discorso me l’ha gridato contro. “Cosa diavolo dici Diego!! Non sono sicura sui miei sentimenti per lui,ma se anche lui ricambiasse a te non dovrebbe importartene nulla. Sono stata sempre chiara con te,ho usato queste parole *Sei il mio migliore amico,è come se fossimo fratelli*,quindi non puoi fare queste sceneggiate!”ormai urlo anche io e ho parlato così veloce che devo riprendere fiato. “Sai che ti dico? Torna dal tuo Jorge e lasciami perdere,non so come ho fatto ad innamorarmi di te. Improvvisamente mi dispiace per Jorge” parla con rabbia,ma nei suoi occhi leggo solo tristezza. Mi lascia in pista da sola,con le lacrime che iniziano a scendere ininterrottamente,così cerco di uscire fuori senza cadere tenendomi dai muri e mi siedo su una panchina. Non riesco a smettere di piangere e mi rannicchio come facevo da piccola quando pensavo alla mamma. Sento qualcuno sedersi accanto a me,riesco a distinguere la figura di Jorge che mi abbraccia e mi accarezza la schiena per cercare di calmarmi. “Mi dispiace per averti fatto litigare con Diego”. “Non importa,non è colpa tua se non capisce”. “Non dire così, lui ti vuole bene ed è geloso, è normale che abbia reagito così anche se non doveva dirti quelle cose “. “È che per 12 anni ho sempre pensato di essere un disastro, che gli altri non mi dovrebbero stare così vicini se vogliono stare bene. Ora Diego mi ha dato la conferma che è così”. “No Tini tu sei speciale non devi farti abbattere da nessuno perché i tuoi amici ti vogliono bene e te ne voglio anche io,tanto”. Solo ora mi rendo conto di quanto siamo vicini e che lui sta accorciando le distanze fini ad appoggiare le sue labbra sulle mie. All’inizio sono un po’ stordita,ma poi mi lascio andare e gli allaccio le braccia al collo fino a fare incastrare le mie dita nei suoi capelli. Cerca di approfondire il bacio e glielo consento fino a quando non si stacca e mi dice che forse è il caso di tornare a casa. *angolo autrice*E siamo arrivati al capitolo 10,a parer nostro molto intenso e importante perché da una certa svolta alla storia. Forse è un po’ corto,ma abbiamo voluto lasciarvi il tempo per cercare di capire voi cosa succederà tra Martina e Jorge. Se avete già qualche idea potete scrivercela nelle recensioni insieme al vostro parere sul capitolo. Beh che dire, buenas noches a todos e ci vediamo lunedì con il capitolo 11.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


POV’S JORGE
Siamo in macchina,Martina guarda fuori dal finestrino e sembra felice. Io sto attento alla strada e nel frattempo ripenso al bacio che ci siamo appena dati. Era da tanto che volevo baciarla,assaggiare le sue labbra,ma so che è sbagliato sia per me ma soprattutto per lei. Non posso coinvolgerla nella mia vita che non è adatta a lei, non potrei difenderla o renderla felice e lei ha già sofferto abbastanza.
Appena arriviamo scende dalla macchina per aprire la porta di casa e cerca di arrivare fino al divano tenendosi dai muri. Non so come dirglielo, la farò soffrire e a me non piace vederla stare male.
“Martina dobbiamo parlare “ dico serio sedendomi affianco a lei,ma mantenendomi a debita distanza. “Su cosa?”domanda lei confusa. “Su quello che è successo poco fa” dico io cercando di essere il più freddo e distaccato possibile. “Non capisco Jorge,spiegati meglio”. “Io…non dovevo e non volevo. Mi dispiace Martina è stato uno sbaglio”. Vedo i suoi occhi diventare tristi e spenti e le lacrime sono di nuovo pronte ad uscire.
“Okay,va bene,ho capito”cerca di non scoppiare a piangere davanti a me,lo vedo,ma dentro so che sta morendo. Sale le scale tremando e con difficoltà, ma non riesco a muovermi per autarla perché anche io come lei sono distrutto in mille pezzi dentro di me. Nonostante tutto spero davvero che passando del tempo lontana da me,pensando che io sia un mostro, si renderà conto che per me prova sicuramente solo attrazione fisica e niente di più profondo. Ma io invece cosa provo per lei?
 
POV’S MARTINA
La mattina dopo mi sveglio presto per l’ennesimo incubo:siccome Jorge non dorme più con me i brutti sogni sono ritornati. Sono le 6:45 quando trovo la forza di alzarmi dal letto e vestirmi, ma faccio tutto lentamente per cercare di prendere tempo prima di vedere Jorge. Le sue parole mi hanno ferita, hanno riaperto una voragine che avevo cercato di chiudere o almeno di dimenticare;una vola che le ferite rimangono chiuse per un po’ quando si riaprono fanno ancora più male. Di sotto lui è già in cucina a fare colazione, deve essersi svegliato ora perché è ancora in pigiama. Mi saluta ma io rispondo un freddo “Giorno” e mi preparo la colazione. Ho notato dal suo sguardo che ci è rimasto male, ma che si aspettava? Che scendessi le scale tutta sorridente,lo salutassi con un bacio sulla guancia e poi tutto come prima? Beh si sbagliava. “Martina ha chiamato il medico e ha detto che puoi venire allo Studio però non devi affaticarti troppo perché non ti fa bene”mi dice,sembra che per lui non sia successo niente. “Ci sarei andata comunque,non c’era bisogno che chiamassi il medico solo perché ti senti in colpa” e con questo mi dirigo verso la macchina lasciandolo ammutolito.
Allo Studio Jorge cerca di aiutarmi a camminare, ma io lo scanso e i dirigo con le mie amiche verso l’aula di canto. A lezione noto che Diego ha delle brutte occhiaie ed evita il mio sguardo,so che sta soffrendo e anche molto ma non so cosa fare,io sono stata chiara fin da subito con lui ma l’unica cosa che ha saputo fare è stata prendersela con me. La giornata sembra scorrere lentamente e tristemente,ho deciso di andare avanti,stavolta non voglio soffrire,meglio ora che quando ci saremmo affezionai di più (forse solo nel mio caso,nel suo non so).
Sono alla lezione con Pablo e mi sento osservata, mi volto e vedo Diego che mi guarda confuso. Pablo è impegnato a giudicare la presentazione di Mechi e Alba,così mi avvicino a lui e lo saluto a testa bassa. Di scatto mi abbraccia e dice “Mi dispiace Panda,davvero,non volevo dirti quelle cose ,non le penso. Sei la cosa più bella che potesse capitarmi e se non vuoi stare con me ma con un altro io devo solo accettarlo perché sei la mia migliore amica” “Non fa niente sei perdonato” lo abbraccio più forte e ridiamo tutti e due. Quando ci stacchiamo Mechi e Alba stanno ancora provando e Jorge mi fissa con sguardo indecifrabile, sembra triste e rassegnato.
A casa la cena è silenziosa e anche quando ci sediamo in salotto per vedere la TV evitiamo di guardarci,toccarci e parlarci. Va avanti così per tutta la settimana fino a sabato,quando andiamo all’aereoporto per prendere la mia famiglia che sta per tornare dal viaggio. In macchina ripenso a tutto quello che è successo in questa settimana:ho riallacciato il mio rapporto con Diego,con Jorge sempre lo stesso,ho anche sentito i miei fratelli tutti i giorni e loro hanno capito che c’è qualcosa che non va. Non vedo l’ora di riabbracciarli!
 
*angolo autrice*
Ma ciao bella gente!Ecco il capitolo 10 che,purtroppo,non finisce come sperato. Sappiamo che avremmo dovuto continuarlo ma sarebbe uscito troppo lungo e non volevamo annoiarvi. Passiamo però alle notizie più importanti e cioè che ci sarà una piccola svolta alla storia e una piccola…surprise diciamo. Forse non vi piacerà o forse vi sembrerà banale, ma senza non esisterebbero le due coppie che stanno per arrivare. Ops forse abbiamo detto troppo, è meglio che ci fermiamo qui quindi un grosso bacio e buonanotte.
M&A 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Arriviamo appena in tempo in aereoporto perché l’aereo è appena atterrato. Quando Fran e Rugg ci vedono mi corrono incontro e mi abbracciano facendomi roteare in aria :”Ci sei mancata tanto Pulce,abbiamo molte cose da raccontarti! Ma stai bene? È successo qualcosa?” “No tranquilla Fran è tutto apposto. Ma papà e Clari dove sono?” “Sono più in la stanno salutando Jorge” non me ne ero accorta,credevo fosse rimasto indietro a fissarci come al solito. Papà e zia Clara si avvicinano a noi per salutarmi. Mentre sono tra le braccia di mia zia mi rendo conto di quanto mi sono mancati i suoi consigli e il suo supporto nei momenti difficili,quando sono con lei è come se mia mamma non fosse mai morta. Una lacrima mi sfugge e lei prontamente l’asciuga capendo subito il motivo. Jorge mi guarda in modo strano , forse pensa che stia piangendo a causa sua ma lui non è mica il centro dell’universo.
Da lontano vedo arrivare Cande e Mechi correndo.  Fran e Rugg vanno loro incontro e le prendono al volo facendole scoppiare a piangere. Quando torniamo a casa i miei fratelli e mio padre vanno in camera loro a sistemarsi, zia Clari è in cucina e Jorge forse con Frane Rugge. Sento al porta della mia camera aprirsi,mi giro e vedo Clara “Posso?” “Certo zia, entra” lei entra chiudendosi la porta alle sue spalle e si siede sul letto davanti a me. “Posso sapere cos’hai Tini?” “Non capisco, sono felice che voi siate tornati mi è mancata la mia consigliera”  rispondo sorridendo per mascherare la tristezza” “Tini,ti conosco da quando sei nata e non ti ho mai visto così triste, non cercare di mentirmi” “È difficile zia, sono successe tante cose  mentre voi non c’eravate”  spiego io trattenendo le lacrime. “Se te la senti puoi parlarmene” ormai non posso nasconderle la verità,ho bisogno di parlarne con qualcuno e di sfogarmi e chi meglio di lei può aiutarmi? Così inizio “Quando sono scivolata di nuovo Jorge mi ha aiutata, mi ha fatto da babysitter diciamo, dormiva con me, mi portava a fare colazione…poi qualche giorno fa siamo usciti insieme ai ragazzi e lui mi teneva tra le sue braccia per aiutarmi a camminare. Siamo andati in pizzeria e poi in discoteca. Quando eravamo sui divanetti, Diego si è avvicinato e mi ha portata a ballare. Mentre eravamo in pista abbiamo litigato perché lui è geloso di Jorge, poi Jorge mi ha consolata e ci siamo baciati. Dopo si è allontanato scusandosi e dicendo che era un momento di debolezza e ora non ci parliamo o ci trattiamo freddamente. Mi manca troppo zia” solo ora mi rendo conto di avere le guance rigate di lacrime. Ho fatto tutto questo discorso piangendo. Clara mi abbraccia e mi accarezza la testa come faceva un tempo.
Dopo cena sento di nuovo bussare alla porta “Avanti” dico. Mi aspettavo che da quella porta entrassero mio padre o i miei fratelli ,invece vedo Jorge.  “Possiamo parlare ?” chiee lui dopo aver chiuso la porta “ Non abbiamo nulla da dirci” rispondo io freddamente “Ti prego Martina non fare così”.  Io mi alzo di scatto dal letto ed inizio ad urlare “Cosa non dovrei fare Jorge? Tu mi baci e io non dovrei fare cosa dopo che mi hai detto che è stato uno sbaglio, che non volevi? Come dovrei comportarmi io Jorge? Io non mi sono mai pentita del bacio, so che lo volevi quanto me e non capisco perché dopo ti sei ritirato!” Abbassa lo sguardo e dice “  Ti ho detto che quando sarei stato pronto ti avrei raccontato la mia storia. Il fatto di voler ma non poter stare con te c’entra con questo, quindi non posso dirti il perché”. La rabbia sale ancora di più “Vattene Jorge, esci fuori da camera” e lo spingo verso la porta aprendola per cacciarlo via.
Quando arriva davanti alla porta si ferma e si volta a guardarmi. Sento risalire le lacrime. “Cosa sta succedendo qui?”: Ci sono Ruggero e Francisco davanti alla porta della mia camera e stanno alternando lo sguardo da me e Jorge. Quest’ultimo mi guarda per l’ultima volta ed esce dalla mia camera. “Ora basta Martina” dice Fran entrando in stanza seguito da Rugge. “Parlaci e dicci cosa ti succede”. Sono arrabbiati e lo capisco dal fatto che mi hanno chiamato per nome. Non so se dire anche a loro quello che è successo sia la cosa giusta, ma sono i miei fratelli e mi devo fidare di loro. Racconto tutto dall’arrivo di Jorge a casa e alla fine devo riprendere fiato. Stanno con me fino a quando papà non ci chiama per scendere sotto a guardare un film (anche se non avrei tanta voglia di scendere non posso stare chiusa in camera mia ora che siamo di nuovo tutti insieme). Quando siamo tutti sul divano Clara cerca di intavolare una conversazione tra me e Jorge sullo Studio e sulle novità. Lui non risponde molto perciò sono io a parlare per metà del film, raccontando della canzone che io e Cande stiamo scrivendo per il compleanno di Lodo, di YouMix e di Gregorio che è molto seccato dal fatto che io non possa ballare. Quando finisco è papà che fa il resoconto della vacanza ed a volte intervengono anche Fran e Rugge nominando la mamma. Sapevo che i miei genitori durante il viaggio di nozze erano andati anche alle Hawaii, ma non pensavo che li avrebbe portati nei posti preferiti della mamma sapendo quanto ci stia male dopo. Improvvisamente,anche se solo per pochi minuti, mi dimentico dei miei problemi, di Jorge e penso solo a mia mamma, a quanto vorrei essere andata anche io alle Hawaii a visitare i suoi luoghi preferiti, a cercare qualcosa che mi ricordi lei. Mentre ci penso mi volto sorridendo verso zia Clari per chiederle di più e incrocio lo sguardo confuso di Jorge, non capisce perché io sia così felice tutto d’un tratto. Sono sicura che papà e zia sappiano cosa è successo a Jorge,ma lui non sa tutta la nostra storia , sa solo che mamma non c’è più e non conosce il dopo. A risvegliarmi dai miei pensieri è la suoneria del cellulare di Jorge, chissà chi è a quest’ora. Forse i suoi genitori, ma non l’ho quasi mai sentito parlare con loro e le poche volte che lo faceva chiamavano molto prima. “Scusate è mio padre” e sale di corsa le scale per affrettarsi a rispondere.
“Io vado un attimo in bagno,torno subito” non so cosa mi spinse a farlo, ma inventai questa scusa sul momento per seguire Jorge e capire con chi sta parlando. Al piano di sopra mi avvicino alla porta della camera di Jorge attenta a non far rumore. “È proprio necessario farlo subito?”…”Si si ho capito stanotte all’una, ci sarò tranquillo”. Lo sento buttarsi sul letto con un sospiro e rimango appoggiata alla porta a riflettere fino a quando non lo sento alzarsi. Allora mi precipito giù per le scale,per quanto mi possa permettere il piede,con una sola idea in testa:stanotte seguirò Jorge al suo appuntamento e scoprirò cosa nasconde!
 
*angolo autrice*
Ciao a tuttii!! Eccocci con il dodicesimo capitolo in ritardo di due giorni scusateciii!! Qui da noi c’è stata un’ondata di maltempo ed il computer si è fuso, ma fortunatamente siamo riuscite a recuperarne uno di emergenza che ,anche se non è dei modelli migliori, ci permette di pubblicare. Beh speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e siamo quasi arrivati alla surprise di cui vi abbiamo parlato…manca solo un capitolo!!! In realtà non bisognerebbe essere così felici, ma noi sappiamo come continua quindi possiamo rilassarci un po’ prima del colpo di scena e prima dell’arrivo delle nuove coppi. Okay stiamo parlando tanto quindi ringraziamo tutte quelle a cui piace la nostra storia e ci vediamo Domenica con il prossimo capitolo
 
P.S.
Se volete seguirci sui social siamo:
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Twitter- @mary_MF03   e  @VaramoAlice

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


È mezzanotte e mezza e sento la porta della camera di Jorge aprirsi. Apro di poco la mia di porta quanto basta per vederlo incamminarsi verso il portone. Rimango ad osservare fino a quando lui si trova a metà scalinata e dalla porta della cucina spuntano Fran e Rugg.
“Jorge aspetta veniamo con te,non puoi andare da solo.”dice Ruggero. “No ragazzi siete voi che non potete venire.Andate a dormire,noi ci vediamo domani mattina.” dice Jorge freddamente. Fran e Rugge,ormai sconfitti, iniziano a salire le scale ed io presa dal panico mi nascondo nello sgabuzzino che è la porta più vicina. Quando finalmente sento la porta di casa e quella della stanza dei miei fratelli,esco dal mio nascondiglio e seguo Jorge. Per strada ripenso ai miei fratelli: loro sapevano tutto, erano d’accordo con Jorge per non dirmi niente, ma non ci riusciranno io lo scoprirò lo stesso.
Arriviamo in un posto molto isolato che ha tutto l’aria di essere un luogo dove una ragazza di 17 anni in piena notte non dovrebbe esserci. Jorge si avvicina ad un capannone dove c’è una ragazza che lo aspetta, non sento cosa dicono ma entrano dentro e quindi li seguo. Non mi aspettavo una cosa del genere ,ma è pieno di moto e una è più bella dell’altra. La ragazza porge a Jorge una tuta da cross,lui va in uno stanziono per cambiarsi e al suo ritorno prende una moto e segue gli altri in pista. “Blanco sei venuto alla fine” dice un ragazzo su una moto. L’unica risposta di Jorge è un “Smettila” un po’ sbiascicato,ma salo anche lui sulla sua moto. Non vuole fare una gara clandestina vero? Veroo?!
La gara inizia *okay si vuole fare una gara* quel ragazzo è in testa ed ha un sacco di trucchetti per cercare di sabotare Jorge,ma lui resiste anche se resta indietro. A pochi meri dal traguardo però Jorge lo supera e vince lui la gara. Non so se dovrei essere felice,ma almeno sta bene e può tornare a casa e non si è lasciato mettere i piedi in testa dal quel tizio che sembra tutto tatuaggi e poco cervello.
 
POV’S JORGE
 
Lara mi corre incontro e mi abbraccia , so cosa prova per me ma non voglio illuderla e ho messo le cose in chiaro da subito. Mi bacia all’angolo della bocca e cerca di avvicinarsi di più, ma io mi scosto imbambolato: a fissarmi con degli occhi da cerbiatto pieni di lacrime ,nei quali mi perdo ogni volta che li incrocio, c’è Tini. Mi guarda sprezzante e scappa via. La inseguo chiedendomi come ha fatto a sapere dov’ero e se conosca il vero motivo delle mie azioni:forse il suo sguardo sprezzante era dovuto a questo.  Finalmente la trovo, è seduta su un muretto a piangere a dirotto, quasi non respira e mi si stringe il cuore a vederla così. Mi odia,lo so, mi odia per tutto quello che le ho fatto e forse è meglio andarmene per non crearle altri problemi,ma non ci riesco. Voglio aiutarla,farla sorridere, voglio lottare per lei non scappare come un codardo. Mi avvicino a lei.
 
POVS MARTINA
 
“Tini cosa stavi facendo lì? È pericoloso,molto pericoloso. Non dovevi venire” dice la sua voce. Mi asciugo le lacrime e mi alzo dal muretto “E tu cosa ci facevi lì Jorge? Perché stavi facendo una gara pericolosa con quel ragazzo? E poi dici a me che è pericoloso, ma per favore!” mi sto alterando. “Per me non è pericoloso, mentre per te si e anche molto” dice lui avvicinando le mani al mio viso per asciugarmi le lacrime. “È questo il lato oscuro della tua vita? Se volevi venire ad incontrare la tua ragazza potevi anche dirmelo, non ti avrei fermato.” Le lacrime continuano a scendere copiose come pioggia sulle mie guance. “No ti prego non piangere, Lara non è la mia ragazza è solo mia amica.” dice guardandomi dolcemente “Si certo Jorge, così amica da baciarti”. “Non mi ha baciato ed in ogni caso tu non dovresti essere comunque qui” dice arrabbiato. Certo che i suoi sbalzi di umore sono peggio di quelli di una donna incinta. Ma io non scherzo nemmeno. “Sai che ti dico? Non mi importa di chi è o di cosa stavi facendo in quel posto, non sono fatti miei ed è quello che cerchi di dirmi da quando sei arrivato qua,ma tranquillo che adesso l’ho capito”mi giro e attraverso la strada per tornare a casa.
 
POV’S JORGE
 
Sta attraversando la strada,c’è una macchina in lontanza e va troppo veloce , non si ferma e succede tutto in un attimo. Il signore alla guida dell’auto scende dalla macchina e corre verso Martina. Anche io sto facendo lo stesso. “Mi dispiace, io non l’ho vista…è spuntata all’improvviso” cerca di spiegare e di giustificarsi.”Non si preoccupi è colpa mia, io l’ho fatta arrabbiare e piangere…come sempre” rispondo io e intanto accarezzo la guancia a Martina. L’uomo accanto a me prende il telefono e chiama il 118. 10 minuti dopo arriva l’ambulanza, due infermieri scendono con una barella e sollevano Martina dall’asfalto. Li aiuto a portare la barella dentro e salgo con loro. “Vengo con voi” dico sicuro e convinto, loro mi guardano per qualche secondo poi si spostano per farmi salire. Durante il tragitto fino all’ospedale Tini ha delle complicazioni perché non riesce a respirare bene e le metto una mascherina. In questo momento manca l’aria anche a me e ne vorrei una pure io.
In ospedale portano Martina in sala operatoria lasciandomi in sala d’attesa come un fesso a piangere finalmente dopo tanto tempo.
 
*angolo autrice*
 
Ciaoo a tutti!! Siamo arrivati al famoso capitolo surprise che sappiamo non è tanto bella, ma ci permette un piccolo stacco per presentare meglio i personaggi e…le novità diciamo. Ovviamente non abbandoneremo Martina al suo destino soprattutto dopo tutto quello che le abbiamo fatto tra le varie cadute. Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo a martedì con il prossimo.
 
P.S
 
Se volete scriverci troverete i nostri account instagram e twitter nell’angolo autrice dello scorso capitolo.
Un beso a todos!!
M&A

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


POV’S JORGE
Siamo qui da un paio d’ore e i medici non sono ancora usciti dalla sala operatoria. Fran e Rugg sono arrivati di corsa insieme alle amiche di Martina. Purtroppo c’era anche Diego. Alejandro e Clara invece ci hanno raggiunto da poco.
Siamo tutti devastati, io più di tutti perché sono il responsabile di questo casino. Di nuovo. Flashback dalla mia infanzia fino alla mia partenza dal Messico mi passano davanti agli occhi finchè il rumore di una porta che sbatte mi riscuote dai miei pensieri. Il medico che ha operato Martina sembra stanco e quando inizia a parlare ci guarda preoccupato come se avesse visto molti casi come questo e nessuno di loro fosse finito bene. “Voi dovete essere qua per Martina. Io sono Pedro e mi piacerebbe davvero darvi delle belle notizie. L’ unica che vi posso dare è che l’intervento è andato bene, però finchè non passerà questa notte non sapremo come reagirà o se reagirà. Domani mattina sapremo tutto, vi consiglio di tornare a casa e riposarvi.”
 
Sto cercando di dormire, ma non ci riesco senza di lei. Ormai mi sono abituato al suo profumo e non riesco a farne a meno. Mi sento come soffocato dal dolore quindi decido di fare una passeggiata. In corridoio mi soffermo davanti alla porta della sua stanza e vi entro con l’intenzione di sentirla anche quando non c’è per abituarmi se non dovesse farcela. Mi stendo sul suo letto che odora ancora di lei, profuma di vaniglia, e mi addormento nel suo soffice piumone rosa.
È mattina e sono in ospedale assieme a Fran e Rugg. Abbiamo legato molto dopo che mi sono aperta con loro raccontandogli il mio passato, ma non sono ancora riuscito a superarlo. In lontananza vedo Diego arrivare, lo sguardo cadaverico, ci saluta e si avvicina al vetro della stanza di Tini che ci separa da lei. È voltato di spalle, ma so che sta piangendo, lo vedo dal movimento delle sue spalle. Vorrei sfogare il mio dolore e il mio rimorso come fa lui, ma ormai non riesco a piangere da tanti mesi.
Pedro esce dalla stanza di Martina e ci informa che ha superato la notte quindi è fuori pericolo, ma è troppo debole per svegliarsi e il suo corpo non è nelle condizioni migliori: l’impatto con la macchina le ha rotto qualche costola e ha subito un leggero trauma cranico. Solo quando si sveglierà sapremo se potrà tornare a ballare e cantare. Ora sono entrati tutti nella stanza di Tini per portarle qualcosa: il medico aveva anche detto che avere vicino gli oggetti a lei più cari l’avrebbero aiutata, lo stesso con le persone. È per questo che non sono entrato, io non so nulla di lei, dei suoi gusti e, soprattutto, io non sono più una persona a cui lei tiene o perlomeno non lo sarò più dopo che si sveglierà. Rimarrà sempre quello che l’ha quasi uccisa, fisicamente ed emotivamente.
Mi alzo e torno a casa.
 
*angolo autrice*
Ciao a tutte. Il capitolo doveva uscire ieri ma abbiamo tardato, perciò ci scusiamo. Questo è per le amanti della Falba: il prossimo capitolo si aprirà con un pezzettino di falba.
 
Speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo venerdì con il prossimo capitolo.
Un bacio.
M&A.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


POV’S ALBA
 
Io e le ragazze siamo appena arrivate all’ospedale e all’ingresso troviamo Jorge che sale nella sua macchina e se ne va senza degnarci di uno sguardo. Mentre le ragazze sono impegnate a sistemare in una busta tutti i nostri ricordi che abbiamo deciso di portare a Tini, sento la suoneria dei messaggi provenire dal mio cellulare. È Facu.
“Buongiorno amore mio. Sei già uscita? Che ne pensi se dopo l’ospedale ti porto in un posto per distrarci un po’. A dopo, ti amo.” Sono fortunata ad avere un ragazzo così. Gli rispondo subito. “Buongiorno anche a te dormiglione. Io sono già all’ospedale con le ragazze, ma mi piacerebbe molto uscire con te dopo. Sono curiosa di sapere dove mi porterai. Ti amo.” Facu è un ragazzo unico che riesce a tirarti su di morale con poco, ad esempio a me basta la sua presenza.
Tutto questo mi fa venire in mente che è grazie a Martina se io e Facu ci siamo conosciuti ed è stata lei a farci aprire gli occhi e a farci mettere insieme.
 
Flashback
 
Arrivo davanti a questa grande scuola: “Studio On Beat”. Resto ferma a fissare l’entrata di questo grande posto. Ci sono alcuni studenti impegnati a chiacchierare seduti sulle panchine, altri sono seduti sul prato a cantare e altri passeggiano nel cortile. Decido di entrare e mi stupisco ancora di più: è enorme, penso che potrei perdermi. È pieno di classi, quella di ballo, quella di canto e ho perfino intravisto una di registrazione. Vicino la classe di canto, ci sono dei ragazzi e delle ragazze. Una si volta e mi vede. Dice qualcosa agli altri e poi si avvicina a me. È bassa, ha i capelli che le arrivano alle spalle, sono un po’ mossi con sfumature biondi.
“Ehi! Tu devi essere nuova. Piacere, io sono Martina Stoessel ma se preferisci puoi chiamarmi Tini.” dice porgendomi la mano.
All’inizio fisso la sua mano ma poi gliela stringo. “Piacere, io sono Alba.” rispondo un po’ in imbarazzo. Vedo tutti i suoi amici che ci guardano e questo mi mette ancora più in imbarazzo. Credo di essere diventata un peperone.
Martina vede che li fisso e allora mi prende la mano facendomi avvicinare. “Ehi ragazzi, lei è Alba. È nuova qui allo Studio.” esclama. Un ragazzo un po’ alto mi si avvicina e mi porge anche lui la mano come ha fatto Martina poco prima. “Io sono Diego.” Diego ha i capelli neri come i suoi vestiti, sembra un punk solo che a differenza loro, non ha i tatuaggi e i piercing. “Io invece sono Francisco e sono il fratello di Martina.” Dice il ragazzo alto che indossa dei jeans neri, una camicia bianca e ha un ciuffo ben pettinato.
“Io sono Mercedes.” Dice la ragazza staccando la mano destra da quella di Francisco per abbracciarmi. Mercedes è alta, ha un viso curato, è truccata, ha dei lunghi capelli biondi. Indossa anche dei vestiti firmati. Si nota che tiene al suo aspetto.
“Io sono Ruggero e sono anche io il fratello di Tini, anzi l’unico visto che sono il suo fratellone preferito.” Dice Ruggero ricevendo un occhiataccia da Francisco. Anche lui ha un ciuffo alto ben pettinato, solo che a differenza del fratello, indossa dei jeans un po’ strappati e una T-shirt. Sono entrambi molto simpatici
“Io sono Candelaria, ma dato che per me sei già un’amica, chiamami pure Cande.” Dice la ragazza che è abbracciata a Ruggero. È molto più bassa di Ruggero come Martina, ha dei lunghi capelli rossi, si notano un po’ di lentiggini e il suo stile sembra proprio un hippie, infatti porta una fascia decorata con dei fiori intorno alla fronte e i suoi vestiti sono pieni di frange.
 
*angolo autrice*
Ciao a tutte ed ecco la prima parte della tanto attesa Falba. Nel prossimo capitolo continueremo con le ultime presentazioni. Speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
 
Buonanotte
M&A

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


“Io invece sono Lodovica ma puoi chiamarmi Lodo” dice la ragazza con i capelli corvini. Indossa un vestito bianco a pois rossi intonato alle ballerine rosse. Nei capelli porta un fiocchetto che le mette in risalto il viso.  Sembra molto simpatica. Noto che resta solo un ragazzo che si deve presentare. Ci fissiamo per un po’ e noto che in testa ha un berretto dal quale si intravedono dei ricci. Dal suo abbigliamento sembra che gli piacciono molto i balli hip hop ed assomiglia ad un rapper. Ha degli occhi castani davvero molto belli che non mi fanno parlare o muovermi.  Si sta avvicinando e mi porge la mano “Ehm…bhe…io sono Fa-Facundo G-Gambandè, ma dagli amici mi faccio c-chiamare F-Facu”. Mi avvicino anche io “P-Piacere Facu” dico stringendo la sua mano. Sento un brivido che mi fa sussultare quasi avessi preso la scossa. “Io dovrei incontrare il professor Pablo, qualcuno può portarmi da lui per favore?” chiedo abbassando la testa. Sono sempre stata molto timida e questa parte di me non mi è mai piaciuta. “Facu è libero, può accompagnarti lui. Vero Facu?” domanda Martina alternando lo sguardo tra me e lui. Facu mi fissa ancora, ma si riprende grazie alla gomitata che gli arriva da parte di Lodo. “Ehm …si, io posso accompagnarti da Pablo piacevolmente…c-cioè con piacere.” Risponde lui con difficoltà.
“È stato un piacere conoscervi ragazzi, siete molto simpatici, spero di vedervi in giro.” dico io gentilmente. “Allora andiamo.” dice Facu. Ci incamminiamo, ma quando mi volto per l’ultima volta, vedo Martina farmi l’occhiolino con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.
Camminiamo e lui mi racconta della sua passione per la musica e per il ballo. Mentre parla della musica e del ballo gli brillano gli occhi, si vede che gli piace.
“Tu invece? Raccontami di te.” Si gira verso di me e mi guarda negli occhi. “Vengo da Elda, in Spagna. Ci siamo trasferiti da qualche anno con mia mamma e mia sorella Lucia per coltivare la mia passione per la musica. E quindi ora eccomi qua.” Sembra molto interessato da come mi guarda, ma purtroppo siamo arrivati all’ufficio di Pablo e ci dobbiamo lasciare. È lui a spezzare il silenzio imbarazzante che si è creato tra di noi “Beh spero di rivederti presto qui allo Studio e sappi che sei la benvenuta nel nostro gruppo” mi bacia sulla guancia e se ne va.
 
 
È da qualche giorno che esco con Facu e mi sembra già di conoscerlo da una vita.
Stasera mi ha portato in un ristorante romantico. Dopo mangiato, ci facciamo una passeggiata nel parco. Vedo che ha una coperta in mano, ma non capisco a che gli serva.
In lontananza vedo una panchina, ma lui al posto di sedersi, stende la coperta sul prato e si siede.
“Beh, non ti siedi?” dice lui fissandomi. Vado a sedermi affianco a lui mentre fissa il cielo ricoperto di stelle. A un certo punto si mette a ridere e io non capisco il perché. “Perché ridi?” domando confusa. Lui punta i suoi occhi nei miei.
“Stavo pensando a qualche settimana fa, quando ci siamo conosciuti. Lo ricordo come se fosse ieri. Sei entrata nello Studio e Martina appena ti ha visto, ti è venuta incontro per presentarsi, poi ti ha portato dal resto del gruppo e ti ha presentata. Io non riuscivo a staccarti gli occhi di dosso. Sentivo le farfalle nello stomaco, mi sentivo una femminuccia timida.” Fa una risatina e poi torna a fissarmi. “Forse non te ne sei accorta anzi sicuramente non te ne sei accorta, ma quando ti stavo accompagnando da Pablo, ti ho fissato per tutto il tempo.” Non riesco a credere alle mie orecchie. “Poi ti sei unita al nostro gruppo e io ero felicissimo di questo. E lo sono ancora di più ora.” Lo vedo avvicinarsi a me. “Vorrei usare una di quelle frasi fatte con cui le ragazze si sciolgono come un gelato fuori dal frigo, ma so che con te non funzionerebbe perché tu non sei come le altre, tu sei speciale, anche se sei timida, sei coraggiosa, una leonessa.” Dice avvicinandosi ancora. Poggia una mano sulla mia guancia e la accarezza dolcemente. “Credimi Alba se ti dico che sei bellissima, e parlo sia esteticamente che caratterialmente.” Si avvicina ancora e posso sentire il suo respiro caldo sulle mie labbra.
Succede tutto in un secondo. Le sue morbide labbra sulle mie. Le sue grandi mani sulle mie guance che mi avvicinano di più a lui. Mi lascio andare e gli tolgo il cappello per accarezzargli i capelli ricci e morbidi.
Quando ci stacchiamo, scoppiano i fuochi d’artificio. Mi giro di nuovo verso di lui e gli lascio un bacio a fior di labbra.
Restiamo accoccolati a guardare le stelle.
 
Fine flashback
 
*angolo autrice*
 
Ciao a tutti/e eccoci ad un altro capitolo dedicato tutto alla Falba. Il prossimo sarà sulla Dievica. Ricordatevi che se avete bisogno di chiarimenti o anche solo fare due chiacchere noi vi abbiamo lasciato i nostri account twitter e instagram negli scorsi angoli autrici. Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo.
 
M&A

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