Vittorie

di Bellatrix_Indomita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vita di tutti i giorni ***
Capitolo 2: *** Una proposta interessante ***
Capitolo 3: *** Partenza con un nuovo incontro ***
Capitolo 4: *** Turbolenze ***
Capitolo 5: *** Passato - Parte Prima ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni piacevoli? ***
Capitolo 7: *** Decisione e Ricordi ***
Capitolo 8: *** Presentazioni e Sfide ***
Capitolo 9: *** Passato - Parte Seconda ***
Capitolo 10: *** Allenamenti & Temporali ***
Capitolo 11: *** La famiglia al completo. Il Ranch Resort. ***



Capitolo 1
*** Vita di tutti i giorni ***


Capitolo 1 – Vita di tutti i giorni

 

Una ragazza, di 16 anni, stava accuratamente preparando la sua giumenta; la ragazza doveva far sì che il cavallo non fosse troppo teso, di modo che, durante la gara andasse tutto per il meglio.

Indomita non era assolutamente un cavallo facile da gestir, non per molti almeno, ma Kagome riusciva abilmente a placare il suo animo selvaggi, ciò era particolarmente utile nei pre-gara o nei momenti di maggiore tensione.

 

Si erano conosciute 6 anni prima. Un colpo di fulmine per entrambe, Elyzabeth Indomita von Bismark era uno dei pochi cavalli importanti in circolazione, era nata in una scuderia specializzata in riproduzione a Burglengenfeld in Germania, era figlia di Enrico XV von Bismark e della pluripremiata campionessa di dressage Madame Jenette du Bologne; ingestibile fin dalla tenera età, non era stato facile inserirla nel mondo sportivo e agonistico, era come se scegliesse lei il proprio cavaliere, d’altra parte si poteva affermare con assoluta certezza che Indomita fosse un ottimo cavallo non solo per il suo sangue, ma anche per il suo possente fisico e il suo grande cuore, che teneva costantemente celato a chi non consideravo degno.

 

Kagome Higurashi nativa del Giappone, orfana del padre, viveva in Toscana già da 8 anni e le era stat regalata Indomita in occasione del suo decimo compleanno.

Ostinata da sempre, era, però, una ragazza con un forte spirito ed estremamente intelligente.

Sua madre si era risposata, 2 anni dopo la morte del primo mario, con un grande proprietario terriero toscano di nome Myoga, anche lui nativo del Giappone. Era stato proprio quest’ultimo a regalarle Indomita.

 

Finì di pulirla, sellarla e pettinarla ormai mancavano pochi minuti all’inizio della gara.

 

š

 

Salve a tutti, so che il capitolo è breve  e che non succede nulla di particolare, ma ho voluto darvi un’idea di come sarà la storia, ebbene si, cavalli, un animale che non circola spesso da queste parti, così ecco qua…. E’ un piccolo prologo, nulla di importante, la storia prenderà il via già dal secondo capitolo, Spero che vi possa piacere, alla prossima. Bye bye

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Capitolo 2
*** Una proposta interessante ***


Salve a tutti! Wow già tre recensioni, che emozione. Rispondo con piacere a tutte voi:

 

XxKagome_ChanxX: Grazie dell’utile consiglio, infatti penso di essere riuscita nel mio intento. Per quanto riguarda i commenti negativi (anche se io non ho trovato nulla di negativo ne tuo commento) falli pure, non può che migliorare me e la mia ff, una critica negativa, grazie del consiglio e della recensione.

 

Beverly Rose: Grazie della meravigliosa recensione, mi auguro che anche questo capitolo possa piacerti, come puoi notare ho messo a posto la mia ff, di modo che sia, quanto meno, presentabile. Per quanto riguarda il discorso della “ff diversa” si, era quello il mio intento. Siamo ancora agli inizi, quindi aspettiamo, spero che i pronostici siano buoni, come dici tu. Grazie ancora della recensione.

 

Fmi89: Grazie della recensione, mi fa piacere che tu sia così felice di questa mia piccola ff, spero di ritrovarti tra i commentatori anche di questo capitolo. Grazie inoltre per l’augurio di buona fortuna, mi è servito. Grazie per la recensione.

Buona lettura ci vediamo in fondo.

 

 

Capitolo 2 – Una proposta interessante

 

Suonò il campanello e una voce gracchiante annunciò agli spettatori presenti che toccava a Kagome Higurashi e Indomita.

Kagome era calma ma, avvicinandosi al campo gara, avvertiva che la sua compagna non era dello stesso avviso.

 

Erano già 2 settimane che Indomita non affrontava una competizione; certo la gara che stavano per affrontare era locale, niente salti impegnativi, niente elevati sforzi e quindi niente eccessivo stress per il cavallo, ma rimaneva il primo concorso di stagione e, come al solito, Indomita era nervosa. Kagome per cercare di calmare la sua compagna, canticchiava a bassa voce la canzone No One di Alicia Keys, nel mentre le faceva “vedere” ogni ostacolo del percorso che avrebbero affrontato da lì a poco.

 

Si posizionò alla partenza. Niente esitazioni. L’amazzone chiuse gli occhi e rilassò ogni muscolo. Aprì, di nuovo gli occhi, e la gara ebbe inizio.

Kagome non era più sola ora poteva avvertire chiaramente la presenza di Indomita che le consigliava, che le parlava.

Feeling completo.

 

Erano circa una quindicina di ostacoli, molti dei quali erano semplici croci, i restanti erano ostacoli di media misura che Indomita e Kagome superarono senza fatica. L’ultimo era, invece, un po’ più complesso, non esageratamente alto, 1 metro circa, era però chiuso a

muro.

Ultima curva, ultimo ostacolo.

I pensieri di Kagome erano confusi ma una voce, da qualche parte, la calmava.

*Respira. Inspira. Mantieni la calma. Allunga il tuo corpo. Chiudi gli occhi.*

Kagome sentì come una forza trascinarla verso il basso, aprì gli occhi e il lieve boato che avvertiva si tramutò in urla e fischi provenienti dal pubblico, per la loro straordinaria performance.

Kagome scese in fretta da Indomita, l’abbracciò con trasporto, sapeva che senza il suo aiuto avrebbe fatto ben poco; l’amazzone, infatti, sapeva che la voce che l’aveva guidata al termine del salto apparteneva alla sua giumenta.

Gli spettatori che avevano preso parte alla visione della gara, potevano affermare che Kagome & Indomita erano una cosa sola, sia dentro che fuori il campo-gara.

Vinsero il primo premio.

Una volta messa nel box e assicuratasi che andasse tutto bene nella muscolatura del cavallo, Kagome si diresse verso il maneggio in cui era ospite per quella gara.

Myoga, suo padre e suo manager, l’attendeva raggiante.

“Un altro trofeo?” chiese con un sorriso a 32 denti. Kagome rispose con un semplice gesto del capo. Suo padre riprese, convinto che la figlia non fosse per nulla felice della gara appena svolta, e forse sapeva il perché…

“Pensi che fosse ancora troppo presto? Per Indomita intendo, l’ho vista un po’ nervosa all’inizio”

Kagome, per niente stupita della capacità del padre di leggerle nel pensiero, rispose “Si era nervosa e non me ne capacito in fondo era una semplice influenza, che abbia inibito così tanto le sue capacità?”

Myoga, riprese, ora più rilassato e con un sorriso le rispose “Non penso proprio che la TUA Indomita si lasci “abbattere” da una influenza, questo lo posso dire con certezza perché voi 2 vi somigliate molto e quindi…”.il manager lasciò volutamente in sospeso la frase così da ottenere dalla figlia un magnifico sorriso.

“Si hai ragione, probabilmente il nervosismo iniziale era dovuto all’emozione, sentita da entrambe, della prima gara”.

La conversazione venne interrotta da cellulare di Myoga, il quale rispose con un gioviale “Pronto?”

…..

La segretaria che aveva chiamato Myoga riattaccò il telefono, il manager guardava la figlia con occhi che sorridevano, quest’ultima non capiva il proprio padre *ma che succede?*

si ritrovò a pensare, un po’ spaventata.

 

La conversazione che seguì con il padre fu tra le migliori della sua vita.

Difatti la segretaria che aveva contatto Myoga, aveva detto, a quest’ultimo, che lei era stata “voluta” per partecipare ad un concorso a più  competizioni che si teneva in Texas. Era una competizione diversa dalle solite gare, infatti racchiudeva in sé diverse branche dell’equitazione, tra cui stile americano e stile inglese, Kagome dato il suo straordinario talento, era stata contatta, principalmente, per partecipare a quest’ultima competizione.

 

Kagome era stupefatta, non aveva parole per descrivere le miriadi di emozioni che la sua mente provava. Accettò l’invito tremando per la tanta emozione. Il fax che arrivò, dove si spiegavano le modalità, gli orari e in generale tutto ciò che riguardava la gara, diceva che il concorso sarebbe iniziato il 19.06.2009 e che Kagome era tenuta a presentarsi in quella data a Fot Worth, Texas.

 

š

 

Salve a tutti! Che brava la nostra Kagome vero? Insomma una vera amazzone con i fiocchi.

Cosa accadrà in Texas? E Inuyasha? Che ruolo avrò nella competizione e per Kagome?

Tutto ciò nel prossimo capitolo. Alla prossima. Bye bye.

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Capitolo 3
*** Partenza con un nuovo incontro ***


Salve a tutti, eccomi tornata con un nuovo capitolo, che spero vi possa piacere, passo subito a ringraziare le persone che hanno solo letto esattamente 86, chi ha messo la ff tra preferite Callistas (Grazie ^ ^) e chi ha messo la ff  tra le seguite Beverly Rose, fmi89, nefertade (Grazie di cuore ^^)

Ora, invece, i ringraziamenti per le recensioni del secondo capitolo:

 

monik: grazie per la segnalazione degli errori, solo che non sono una vera esperta del sito e anche se su Word è corretto quando lo copio su EFP vedo anch’io che si “creano” errori” non ne capisco il motivo. Comunque, che piacert incontrati qui sulla mia ff a recensire, grazie davvero per il tuo sostegno, molto gradito.

 

achaori: grazie per la recensione, in effetti era quello il mio intento, fare entrare, nel mondo di Inuyasha, l’equitazione. Qui vedrai Inuyasha, spero ti possa piacere^^, grazie ancora per la recensione.

 

fmi89: grazie per la recensione, in questo capitolo vedrai Inuyasha, però solo dal prossimo si scoprirà chi sarà in realtà. Spero di avere un tuo parere alla prossima. Grazie di nuovo.

 

Callistas: grazie per la magnifica recensione, e per tutti i complimenti al seguito di essa. Mi sa che c’hai preso con le emozioni che sento io, quando vado dalla mia piccolina (beh piccolina è alta 1.80!!!!!!!) però io non faccio gare agonistiche e non vado all’inglese, però spero di essere comunque esauriente nelle spiegazione dei vari concorsi che affronterà Kagome. Grazie per la recnsione ti aspetto. Ciao.

 

Beverly Rose: sono contenta che la mia ff ti affascini a tal punto, e in effetti non hai tutti itorti quando dici che in primo luogo a me piace la mia fic. In effetti adoro il mondo equino e sono contenta di potervi trasmettere un po’ della mia passione attraverso questa mia storia. Spero di rivederti ci conto. Grazie di nuovo.

 

Ci vediamo in fondo, godetevi il capitolo.

 

 

 

Capitolo 3 – Partenza con un nuovo incontro

 

Una volta a casa e passata l’euforia per la sua decisione, Kagome si ritrovò, più volte a pensare e ad avere molti dubbi, sulla fantomatica gara che l’attendeva. 

Il punto focale dei suoi problemi non era di certo Indomita, la quale aveva un’ottima preparazione sia sullo stile inglese che sullo stile americano, era piuttosto lei stessa. Infatti Kagome pur avendo imparato entrambi gli stili, si sentiva più sicura su quello inglese, anche perché tutte le gare che aveva affrontato erano improntate proprio su quest’ultima tecnica.

 

Una sera dove sua madre era via per lavoro decise di esternare i propri sentimenti con il padre.

Kagome pur sentendo la mancanza del padre biologico conservava e aveva un ottimo rapporto con Myoga tanto da sentirsi come sua figlia e da chiamarlo papà. Myoga era, in effetti, una brava persona e amava la madre di Kagome, Fujiko, più di qualsiasi altra cosa, come del resto amava Kagome. Era un uomo sulla cinquantina, i capelli cominciavano ad ingrigirsi ma conservavano ancora gelosamente il bellissimo colore nero che avevano un tempo, gli occhi erano di un bellissimo colore verde che sfumava in un leggero rosso attorno alla pupilla, pur avendo visto Myoga arrabbiato solo una volta, Kagome, avrebbe giurato che il colore degli occhi del padre fosse diventato da verde a totalmente rosso; il fisico era tenuto in forma anche se l’età lo stava un po’ sciupando.

Erano a tavola, come al solito, Kagome, aveva mangiato pochissimo, era nervosa. Myoga lo sapeva, ma attendeva pazientemente che la figlia parlasse. “Non mi sento pronta” fu un soffio ma Myoga attento se ne accorse, e con il sorriso più bello che riuscì a fare rispose “Qual è il problema, Kagome?” la figlia si sciolse come neve al sole, non attendeva altro che qualcuno si interessasse a lei. Spiegò al padre le sue perplessità e le sue incapacità nella tecnica americana. “Beh, in effetti hai ragione, non sei molto preparata in quella specialità.” le disse il padre alla fine, “Però potresti sempre prendere lezioni, prima della gara, siamo all’8 maggio abbiamo più di un mese per prepararci.”

Kagome si sentiva più sollevata, aveva scaricato un peso opprimente e ora, ne era certa, tutto si sarebbe risolto. “Si ma, qua in Italia non ci sono maneggi in grado di darmi una preparazione così efficiente” rispose alla proposta del padre di prendere lezioni di americano in Italia.

Myoga non si fece scoraggiare, in effetti, sua figlia non aveva tutti i torti. “Beh vorrà dire che partiremo prima; per il Texas, intendo. Conosco una famiglia, nativi del Giappone,pure loro. Ci ospiteranno volentieri fino all’inizio della gara.”

Kagome rimase interdetta “Che c’entrano i tuoi amici con le lezioni di americano?” il padre rispose pronto “Sono degli allevatori, nessuno che io conosca, sa l’americano meglio di loro”.

La conversazione andò avanti ancora per un po’, giusto per decidere le condizioni i tempi e fare qualche telefonata a Fort Worth. 

 

Indomita sarebbe partita il 9 maggio mentre, Kagome il giorno seguente, era solo una precauzione per il cavallo. Infatti solo il viaggio sarebbe stato un forte stress e incominciare a lavorare da subito avrebbe indebolito troppo la giumenta, difatti, visto il tempo ristretto che avevano, le lezioni di monta americana sarebbero iniziate da subito, solo che se Indomita partiva prima aveva il tempo, anche se limitato, di riprendersi dal viaggio.

 

I giorni passarono velocemente, e si ritrovò sull’aereo diretto in Texas destinazione: Fort Worth.

Il biglietto che aveva in mano segnalava il posto E15 posizione accanto al finestrino, quando Myoga si impegnava riusciva sempre a renderla contenta.

I pensieri di qualche girono prima continuavano a infastidirla, ma oramai era troppo tardi per tornare indietro.

Si sedette al suo posto e si mise gli auricolari dell’i-pod. Erano ormai passati diversi minuti quando sentì accanto a sé dei movimenti, probabilmente si era assopita.

Quando volse la testa in direzione del suo disturbatore rimase per un attimo intontita dallo spettacolo che lo sconosciuto le offriva inconsapevolmente.

Un ragazzo probabilmente sui 20 anni, fisico scolpito ma non troppo accentuato, capelli corti di un bellissimo e lucente argento, occhi d’ambra che la fissavano… la fissavano?!

Difatti Kagome intenta a fare pensieri poco casti sul nuovo compagno di viaggio, non si era resa conto che il fantomatico ragazzo carino si era seduto proprio accanto a lei e che la fissava.

Il ragazzo fece un sorrisetto sghembo e le disse “Ciao è questo il posto E16?”  Kagome che ancora non credeva possibile una situazione del genere rispose “Ehm…. Si penso che sia questo il posto che cerchi.” Lo sconosciuto era soddisfatto, oltre che essere una bella ragazza, la sua vicina, aveva anche una bella voce *molto bene* si ritrovò a pensare, felice. “Beh allora ho trovato ciò che cercavo, un bel posto a sedere… comunque piacere io sono Inuyasha.”

 

š

 

Ok odiatemi pure, sono pronta. Mi dispiace concludere così questo capitolo, ma non ne posso fare a meno anche perché non ho idee di come far continuare il discorso tra questi due.

Va beh, per domande o chiarimenti su qualsiasi cosa riguarda la storia non esitate a fare domande, vi risponderò con piacere. Grazie a chi ha solo letto e a chi vorrà recensire questo mio nuovo capitolo, spero vi piaccia. Alla prossima. Bye bye.

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Capitolo 4
*** Turbolenze ***


Salve a tutti, ora la storia si farà un po’ più interessante con l’entrata in scena di Inuyasha, spero che questo vi possa piacere; noto, comunque e con grande soddisfazione, che , l’argomento “cavalli”, piace. Ne sono molto felice! Era un po’ una mia preoccupazione. Ora i ringraziamenti:

Grazie a chi solo legge, ben 75 persone.

Grazie a chi ha aggiunto la mia storia tra i preferiti, Callistas e Aquizziana.

Grazie a chi ha messo la mia storia tra le seguite (ovvero le scorse dell’altra volta ^^) e quindi, Beverly rose, nefertade e fmi89.

Infine un grazie a tutti quelli che hanno recensito:

 

Mirokia: Ma ciao, che bello vedere un tuo commento (forse un po’ forzato dalle mie continue preghiere di leggere questa storia? mah chi lo sa!!) Allora partiamo col dire che la tua ficcy è tutto tranne che banale, di seguito ti dico che si, la tua intuizione è giusto io ADORO i cavalli, e che qui a poche righe di distacco c’è il fantomatico dialogo…. Grazie per la bella recensione, ti aspetto anche nel prossimo capitolo.

 

achaori: Ciao prima di tutto grazie mille perla recensione molto gradita. Si, in effetti, sono stata leggermente  cattiva, ma…. Mi sono rifatta con questo capitolo, spero ti possa piacere. Sarebbe bellissimo poter avere un altro tuo parere, indi per cui ti aspetto con un commento. Grazie di nuovo.

 

Fmi89: ciao, la tua recensione mi ha riempito d’orgoglio, davvero pensi che o sia così brava? Grazie davvero per la recensione, spero di aver colmato la tua curiosità. Ti aspetto nel prossimo capitolo. Ciao e grazie di nuovo.

 

Capitolo 4 – Turbolenze.

 

 

Il ragazzo fece un sorrisetto sghembo e le disse “Ciao è questo il posto E16?”  Kagome che ancora non credeva possibile una situazione del genere rispose “Ehm…. Si penso che sia questo il posto che cerchi.” Lo sconosciuto era soddisfatto, oltre che essere una bella ragazza, la sua vicina, aveva anche una bella voce *molto bene* si ritrovò a pensare, felice. “Beh allora ho trovato ciò che cercavo, un bel posto a sedere… comunque piacere io sono Inuyasha.”

 

La spontanea presentazione del ragazzo chiedeva tacitamente una risposta da parte di Kagome, ma quest’ultima era come paralizzata, non riusciva a formulare un pensiero coerente.

Inuyasha leggermente imbarazzato per il silenzio della ragazza decise di rompere il ghiaccio in un’altra maniera, * il tempo? Naaaa, troppo scontato! Scuola? Ci andrà?* non riusciva trovare un argomento decente per poter approfondire la conoscenza della sua bella vicina; si era quasi arreso quando gli cascò l’occhio sulle mani della ragazza, tra esse spiccava l’i-pod che mostrava la foto di un cavallo.

“È il tuo?” proferì, dunque.

Kagome rimase nuovamente spiazzata dalla nuova e inconsueta domanda del ragazzo.

Vedendo che aveva messo, la misteriosa ragazza, nuovamente, in difficoltà, Inuyasha, fece un passo indietro per far capire alla ragazza il suo ragionamento “Intendo, il cavallo, è il tuo?”.

Kagome sorrise, finalmente un argomento che non la metteva in difficoltà si gonfiò il petto di orgoglio prima di rispondere ma fu bloccata dall’affermazione di Inuyasha.

“Beh, spero di no, con quel muso lungo che si ritrova è un cavallo molto sgraziato, deve essere un maremmano, giusto?”

Kagome, non capiva, o almeno sperava di non aver capito, così da non dover cambiare, gli splendidi, connotati del suo vicino. Rispose un semplice si. Inuyasha proseguì senza accorgersi di nulla “Ah immaginavo, ma non è il tuo, vero? Una così bella ragazza non può avere un cavallo così sgraziato e buffo!”

Kagome aveva il sangue che bolliva nelle vene, ma come si permetteva?  Non aveva mai, MAI sentito dire da qualcuno che Indomita non fosse una meraviglia, e questo Inu-qualcosa si permette, non solo, di offendere la sua giumenta ma anche di provarci con lei. *Inammissibile, lo odio!!!!!*

A Kagome prudevano le mani, doveva fargliela pagare, lei e Indomita erano una cosa sola, se offendevano, in qualsiasi modo, il suo cavallo era come se offendessero lei in prima persona; e Kagome odiava le prese in giro. Decise, però, di giocare d’astuzia.

“Beh, in effetti, no, non è il mio cavallo; questo è il cavalo di un mio amico, sai? Io adoro fotografare cavalli, vado in Texas proprio per questo motivo.”

Inuyasha era stupito, pensava di aver commesso una terribile gaffe, con quella stupenda ragazza, e invece…

“Ah, ma dai? Ti piace fotografare? Beh a parte il soggetto della foto, hai un grande talento” il ragazzo si sporse un po’ dal sedile per andare incontro al viso di Kagome “se vuoi… qualche volta puoi venire da me… per qualche foto, si intende.” Inuyasha completamente soddisfatto del rossore sul viso di Kagome ritornò normalmente seduto al suo posto; ma, in realtà, Kagome, è tutt’altro che imbarazzata, è arrabbiata quell’arrogante, viziato, vanitoso, bellissimo ragazzo si crede chissà chi e osa più di quello che può avere. Però, ora, Kagome non può mollare, deve sapere dove poter trovare quella peste, per fargliela pagare cara.

“Ehm… si verrei volentieri, ma non so dove posso trovarti!” Inuyasha mostra soddisfazione da tutti i pori. “Beh ma tu dove alloggi, cara? Ti cerco io.” *Cara? Cara? CARA?!?!?!?!?!!..... Ok,  Kagome mantieni la calma, aspetta, la vendetta è un piatto che va consumato freddo, rilassati….* “Che sbadata, devo essermi dimentica in valigia l’indirizzo, non puoi darmi il tuo? Verrei volentieri… a farti una sorpresa.” L’ultima parola sa un po’ di velenoso, ma Inuyasha non si accorge di nulla. “  Oh beh, certo. Hai una penna?” “Si” Inuyasha le prende la mano, e fa uno strano effetto a Kagome, la sua presa, se pur decisa, è gentile e delicata, e poi la sua mano è piacevolmente calda e Kagome si sente come protetta *ma che diavolo penso, questo qui ha offeso Indomita!!!!* Inuyasha ha ormai finito di appuntare il suo indirizzo sulla mano di lei “Ecco, così non rischi di dimenticarti di me!” Kagome diventa rossa per quella affermazione, e stavolta, non di rabbia.

Si sentono vari scossoni, sono ormai arrivati in Texas.

 

š

 

Allora che ne pensate???? Com’è Inuyasha? Scusate per questa patetica litigata, ma dovevo, fa parte della storia.

Piccolo Spoiler, nel prossimo capitolo, non si andrà avanti con la storia, bensì si tornerà indietro, è il modo migliore per farvi capire il rapporto tra Kagome e Indomita  e il perché lei si è spaventata così tanto per una “semplice” presentazione.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Un GRAZIE (di nuovo) a tutti.

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Capitolo 5
*** Passato - Parte Prima ***


Ciao, scusate l’immenso ritardo ma questo capitolo non aveva intenzione di uscire, mi dispiace avervi fatto attendere, spero che questo capitolo basti a farvi sbollire la rabbia!!!! (Speriamo ù.ù) Ok ora i ringraziamenti:

 

Alle persone che hanno letto: 82.

Alle persone che hanno messo la ff tra i preferiti: Callistas e Aquizziana.

Alle persone che hanno messo la ff tra le seguite: Beverly Rose, fmi89, KiraKira90, Mirokia, nefertade, Grazie davvero……

 

Alle persone che hanno lasciato un commento:

 KiraKira90: Seguo, quasi tutte le tue storie, mi fa piacere vedere un tuo commento, anche perché ritengo che tu abbia molta fantasia. Per le ripetizioni mi dispiace veramente ma sono stati errori iniziali, spero di non farne più, dimmi cosa pensi del capitolo e grazie. Bye bye.

 

Mirokia: Ciao Honey!!! Non sei antipatica per niente, anzi apprezzo che tu mi abbia segnalato quel bruttissimo errore, grazie! Ehi? Mala tua storia???? io voglio i capitoli nuovi, al lavoro, honey!!!!!

 

Achaori: Ma quanto la sai, ragazza? Hai proprio ragione, farò vedere a Inuyasha i sorci verdi, non sarà una Kagome “facile”, questa. (e per fare la battutona) Kagome sarà Indomita!!!! XDXDXD…. Ok lasciamo perdere, grazie del commentati aspetto anche nel prossimo capitolo. Bye bye

 

Callistas: Ciaoooooooooooo, che piacere vedere un tuo commento, anche se un po’ lunghetto…. XD Comunque ci hai preso, Inuyasha non sarà molot felice quando vedrà Kagome su Indomita….. Ma anche lei non farà i salti di gioia….. Ooooopssss, piccolo incidente, spoilerino piccino…… Bye bye.

 

Fmi89: Pronta al linciaggio? Non so se questo capitolo sarà all’altezza delle tue aspettative, e non è scusa se ti dico che ho fatto veramente fatica a buttarlo su carta…. Grazie della recensione, scusa l’attesa…. Ci vediamo nel prossimo….. Bye bye.

 

E ora il (spero) tanto agognato capitolo, a voi il giudizio…..

 

Passato -  Parte Prima

Una vita da dimenticare

 

Kagome è una bambina ha sei anni, appena compiuti nella tristezza.

È giugno, fa molto caldo a Tokyo e il funerale si svolge in silenzio, Kagome non conosceva bene suo padre, era sempre fuori per lavoro ma era un brav’uomo Kagome lo sa; non riesce a trattenere le lacrime a quel pensiero e mentre vede la bara scendere lentamente e inesorabilmente prende la consapevolezza che, suo padre, per quanto lotterà non tornerà più.

Dolore. Rabbia. Incompletezza. Vuoto.

Tutto si mischia in quel piccolo corpo, e Kagome sente che non riesce a controllare tutto, le lacrime si moltiplicano, la forza le viene meno e sviene;

l’ultima cosa che riesce a scorgere è il viso immobile della madre.

 

Kagome riapre gli occhi, il campo grigio è sparito, ora è a casa. Si alza dal suo letto e prova a cercare la madre, sente dei mugolii malamente celati, è lei. Non c’è bisogno che apra la porta per capire che la sua mamma sta piangendo, ciò le provoca le stesse sensazioni del campo, non riesce a sopportare tutto quel dolore, non riesce a sopportare le lacrime, che peggio di uno schiaffo le ricordano che suo papà non tornerà più; nuovamente diventa tutto buio.

 

Si risveglia, stavolta, in ospedale, riesce ad intuirlo dall’odore di medicina. Cerca con lo sguardo la sua mamma, la trova accanto al letto addormentata, ma non sembra lei. Fujiko, sua mamma, è una donna sempre in ordine, curata nell’aspetto e posata con le parole è difficile non volerle bene, è un insegnante in un Liceo ma presto doveva trasferirsi all’università, Kagome ha la strana sensazione che, ora, tutto cambierà.

La mamma si sveglia è provata le occhiaie si estendono per grana parte del viso, è in disordine e lo sguardo è spento svuotato da ogni emozione. Kagome non ricorda di averla mai vista così. Conosce sua mamma e sente che quell’essere non è la persona che la sera le raccontava di cavalieri e fate.

Allora le si avventa contro la stringe e la chiama forte, la colpisce con i pugnetti fragili, in fondo, ha solo sei anni ed è piccolissima.

 Fujiko spalanca gli occhi come risvegliata da un lungo sonno e abbraccia la figlia, Kagome si calma ora non è più sola, è stanca e crolla sulle braccia della sua “vera” mamma che la culla dolcemente.

 

Il giorno dopo sono a casa è tutto in disordine, pieno di polvere e con tanti troppi ricordi.

 

Passano alcuni mesi, troppo poco per poter dimenticare in quella casa traboccante di esperienze vissute. Kagome è triste ogni giorno di più, però è forte piange sempre quando non c’è nessuno.

Fujiko ha tolto la polvere ma i ricordi permangono è difficile, per quanto si passi lo straccio liberarsene.

 

È in una sera di Novembre che Fujiko fa una proposta a Kagome

“Tesoro, ti andrebbe di cambiare aria?”

Kagome è sempre sola, le amicizie che aveva prima le ha rotte; odia i rapporti profondi, non vuole avere contatti e se qualcuno prova a proporle un’amicizia la evita come la peste.

“Si”.

Si vorrebbe cambiare aria, ma più di tutto vorrebbe che tutto tornasse come prima.

Partono tre mesi dopo, il 5 febbraio, andranno in Italia, dove la madre ha un po’ di contatti, Orbetello in Toscana per la precisione.

 

Kagome è cresciuta in fretta in quei mesi di ostinata solitudine, non sente di avere sei anni, sa che ora non può più tornare indietro e il trasferimento le sembra la cosa più giusta per la madre e per lei.

 

š

 

Wow cha capitolo, ci ho messo un po’ di tempo spero ne sia valsa la pena attendo pareri, e scusate il ritardo. Bye bye

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Capitolo 6
*** Rivelazioni piacevoli? ***


Scusate, non ho parole per dire quanto mi sia dispiaciuto dover accantonare questa storia e non parlo solo per me ma anche per rispetto a voi che la seguite. Più volte, su questo sito, ho ripreso autori che hanno interrotto le proprie storie, perciò non prendete il mio dispiacere come una banale scusa ho avuto davvero difficoltà a continuare questa storia, mancanza di ispirazione, tempo, voglia, venivo su questo sito solo per recensire le storie (almeno quello) dopodiché mi sfogavo con la dolce Honey, infine chiudevo internet, delusa e insoddisfatta, insomma un vero e proprio casino.

Comunque, ECCOMI QUA, insomma è inutile piangere su cose passate, quindi d’ora in avanti cercherò di aggiornare in fretta, come ripeto, unicamente per rispetto verso di voi, cari lettori.

Questo capitolo lo dedico a Mirokia (alias Honey…..) e la ringrazio per aver aggiornato la sua splendida ff (che consiglio a tutti…. Piccolo spazio pubblicitario ad una cara amica…)

 

E ora i ringraziamenti a voi che seguite la mia ff.

 

Achaori: Ciao ragazza, non posso dirti molto sul futuro di questa ff, però posso dirti che le parti che narreranno il passato di Kagome, non saranno consecutive saranno come degli intermezzi (+ o -) Per esempio, una frase detta a Kagome le può far risvegliare ricordi e quindi il capitolo successivo andrà a riprendere il suddetto ricordo e così via…. Spero di essere stata chiara, inoltre spero di rivederti a commentare questo capitolo…. GRAZIE

 

Callistas: Tu, cara mia, fai molte domande…. Mmmm dici che l’altra parte del passato sarà incentrata sulla madre???? Vedremo!!! Per ora goditi questo capitolo, mi dispiace per il ritardo, anche perché tu eri quasi sempre puntuale, cercherò di migliorare questo punto, spero di vedere un tuo commento che, come sempre, mi riepe il cuore di allegria e soddisfazione. GRAZIE anche a te.

 

fmi89: Grazie, goditi questo capitolo e dimmi cosa ne pensi, mi scuso anche con te per il mostruoso ritardo, spero vivamente che ci sarai anche tu tra i commentatori di questo capitolo. GRAZIE.

 

KiraKira90: Wow sono onorata di vedere un tuo commento, non solo perché scrivi ff stupende (e questo è già tanto) ma anche perché è un commento fantastico e lo apprezzo molto, scusa il ritardo, mi dispiace averti fatto attendere tanto, spero di vedere un tuo commento appena ritornerai dalle vacanze. Un grazie è d’obbligo anche a te, GRAZIE.

 

Honey (anzi no) Mirokia: Ciao beh tu sai tutta la storia, quindi sono inutili sproloqui d’ogni tipo, ti ringrazio ancora per tutto il supporto morale che mi hai dato, e…. ma gurada un po’ che coppia (totalmente casuale) è spuntata fuori in questo capitolo…. SCOPRILO e commenta. Tvb GRAZIE.

 

 

 

Capitolo 6 – Rivelazioni piacevoli?

 

 

Si sentono vari scossoni, sono ormai arrivati in Texas.

 

Kagome sente ancora la presa forte di Inuyasha sulla sua mano, non prova quasi mai un calore così intenso, a meno che, non cavalchi Indomita; è strano, per lei, non è abituata a tanti contatti fisici, cerca di evitarli da quando aveva sei anni, poi, crescendo,  la tecnica si è affinata e le viene quasi spontaneo ignorare le persone. Ma questo arrogante Inu-qualcosa le trasmette un che di famigliare e piacevole. *ma che diavolo sto pensando????? Basta pensare certe fesserie, questo essere non merita nulla da me*

Con uno scatto tolse la mano e con decisione strappò dalle mani di Inuyasha la penna, che rimise in borsa.

 

Inuyasha era abbastanza confuso non riesce a capire la ragazza che si trova alla sua destra, sembra una gattina che arrossisce per uno sfioramento e un minuto dopo è una tigre che graffia e morde *però è molto carina e quel sorrisetto furbo è molto intrigante.*

 

Si sente il classico plin plon e di seguito una voce assai sgradevole annuncia che l’aereo è atterrato e che i portelloni verranno aperti.

 

Fort Worth è una tipica cittadina texana, l’affluenza di persone non è altissima, e la gente che ci abita è gentile e quieta, ci sono moltissimi concorsi equestri di paese dove gli appassionati di ogni comune si radunano e si divertono. Il sogno di ogni cavallerizzo.

 

Kagome è scesa dall’aereo e la differenza di fuso si fa subito sentire, in Texas sono le 16.30, ma sa che in Italia è ormai notte. Ha un senso di nausea, ma cerca di sopprimerlo, quando vede il viso sereno di suo papà.

Myoga è all’aeroporto ad aspettarla, non ha un cartello sa che, a qualsiasi distanza sia sua figlia, loro si riconosceranno, e ciò avviene; il tempo materiale di un abbraccio e poi le solite domande di routine “Indomita?? Come sta?? Ha sofferto?? Come si trova?? Il box è spazioso, i muscoli? Si sono intorpiditi???”

Myoga da bravo manager gestisce il flusso di domande con molta facilità, mette un dito sulla bocca della figlia e le dice “Tranquilla tesoro, Indomita è serena e tranquilla non vede altra ora di vederti e di essere tastata in ogni dove” Kagome si lascia sfuggire un sorriso, consapevole che il padre avrà sicuramente disposto un box spazioso e fatto vedere Indomita dal veterinario.

Accantonata la curiosità iniziale Kagome ricorda il ragazzo seduto accanto a lei, e si guarda intorno, ma di lui nessuna traccia. Si guarda distrattamente la mano come a voler ricordare quel piacevole contatto.

“Come fai ad avere l’indirizzo?”

Kagome si riscuote “L’indirizzo di che?” Myoga sembra sorpreso “Non lo sai? È l’indirizzo dove si trova la famiglia dove imparerai la monta americana” Kagome sbarra gli occhi *com’è possibile? Ci deve essere un errore. LUI non può insegnare a ME ad andare a cavallo, non può prendere in giro Indomita e vedermi come una goffa amazzone su una sella americana….. Mi rifiuto di andare da un borioso bellissimo affascinante cretino*

“…. Informato su dove dormirai, nella stanza adiacente al loro primogenito di cui ora mi sfugge il nome…. Beh comunque sono persone ottime e…. Kagome? Ti senti male??”

“No Myoga stavo pensando che la mia vita è rovinata, l’indirizzo me l’ha dato un cretino che era accanto a me sull’aereo, io volevo fargliela pagare poiché lui aveva offeso Indomita e…” Myoga, capita la situazione, cercò di gestire il problema di modo che la figlia non abbia problemi con il probabile ospite  “Mia cara cosa può avere detto di tanto spiacevole? Insomma Indomita è un cavallo particolare, immensamente bello, ma come tutti i più bei cavalli può essere notato come può rimanere nell’ombra.” In effetti quell’essere non aveva detto nulla di così drammatico, era solo, per quanto spiacevole, un parere, espresso male ma pur sempre un parere; Kagome si auto-convinse sulla veridicità delle parole del padre, in fondo, volente o no, doveva passare molto tempo con quel dannato, tanto valeva cercare di appianare i contrasti, e vedere “l’offesa”, con occhi diversi, era già un buon punto di partenza.

 

Il comune dove si trovava la casa degli amici di Myoga (e di Inuyasha) si trovava in aperta campagna lontano dal baccano della città;

Era una casa molto grande, ora che poteva vederla meglio, Kagome, riteneva fosse anche molto bella con quell’aria di rustico era semplicemente incantevole, alla casa si accedeva attraverso un vialetto cosparso di sassolini bianchi, dopo di che un cancello verde sbarrava la strada, al di là di esso si ergeva una casa a 2 piani, i mattoni erano vecchi ma tenuti bene la porta era di legno, non altissima, era lucida e molto graziosa, vi era un balcone sul retro semi nascosto dalle piante,e un portico che si affacciava sulle poste (luogo dove si lega il cavallo per poterlo preparare nd me) con un tavolo e alcune sedie; il piazzale che divideva la casa dalle poste era largo e coperto anch’esso da sassolini bianchi, nel piazzale c’erano 2 sole poste messe una affianco all’altra, coperte dal tetto spiovente che offriva la scuderia; questa era fatta in legno, con forma ad L, essa si allungava su un lato, quest’ultimo copriva un po’ la visuale, a Kagome, delle poste, probabilmente vi era la scuderia.

 

“Ti piace?” la voce di Myoga la raggiunse e la risvegliò dalla catalessi in cui era caduta, era attratta da quella casa come una calamita. “Si” fu la rapida risposta.

Kagome era appoggiata al cancello per poter ammirare meglio e il più possibile quella meraviglia architettonica, quando uno spiacevole clack segnalò che il cancello era stato aperto e, Kagome, che vi era appoggiata cadde rovinosamente a terra. La sfortunata sentì distintamente una risata e, credendo fosse quella del padre, non se la prese più di tanto Una volta rialzatasi si accorse che Myoga non stava ridendo, o meglio, cercava di trattenersi, conoscendo la figlia sapeva che ella odiava le prese in giro, per quanto innocenti e spontanee fossero.

Quindi volse lo sguardo e, sul ciglio della porta, vi era un ragazzo con profondi occhi blu, capelli neri trattenuti da un piccolo codino, abbastanza alto, vestiva in modo molto sportivo ed era sicuramente affascinante, peccato che, come il suo socio, anche lui era partito molto male, deridendola.

Kagome era rossa di rabbia “Ehi tu! Come ti sei permesso di aprire il cancello? Non vedi che io ero appoggiata ad esso? E poi un minimo di contegno, non sai che è da maleducati ridere cosi sguaiatamente in faccia alle persone??” il ragazzo sorpreso smise di ridere e, con la faccia più seria che riuscì a fare, si avvicinò a Kagome le prese le mani e le disse in tono estremamente dolce e pacato “Perdonatemi gentile fanciulla, io sono Miroku e vorrei scusarmi” quel Miroku sembrava aver capito le ragioni della sfuriata di Kagome, così quest’ultima poté rasserenarsi, ma rimase comunque in attesa che il ragazzo finisse di parlare “Che ne dite di fare un figlio con me?” Kagome spalanco gli enormi occhi nocciola, aprì la bocca per rispondere, ma le parole non le uscivano, insomma che poteva dirgli?

Miroku riprese con un sorriso malizioso stampato sul bel volto “Ehi bimba calmati era una battuta per rompere il ghiaccio, cioè che credi? Che io me ne vada in giro a fare proposte indecenti?” Kagome si sciolse “Era una battuta? Ma che razza di battute fai tu, eh? Insomma prima ridi come un cretino e poi hai anche il coraggio di fare battute senza senso?” Myoga, vista la situazione, decise di intervenire “Oh bene mia cara hai conosciuto lo stalliere, Miroku! Come ti sembra, figliola?” la risposta fu tremendamente disarmante “Voglio andare a casa!”

 

š

 

Scusate ancora il ritardo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e per qualsiasi delucidazione chiedete pure chiarimenti.

Spoiler piccino: nel prossimo capitolo inizieranno i preparativi per le lezioni di monta!!! (ahahaha che BAKA che sono…) alla prossima e, di nuovo, grazie.

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Capitolo 7
*** Decisione e Ricordi ***


Salve ragazzi, aggiornamento super rapido. Eccovi qua il settimo capitolo spero vi possa piacere. Ho cercato di diminuire le spiegazioni tecniche e di spiegare i paroloni con le note, ma visto che non sono un genio a spiegare le cose, se avete dei dubbi chiedete, vi risponderò con molto piacere.

E ora i ringraziamenti:

 

Callistas: Grazie cava, senza di te sarebbe dura continuare, i tuoi commenti hanno dentro tanto entusiasmo ed energia, mi dai sempre la giusta carica, spero ti possa piacere anche questo capitolo ti ringrazio ancora. Bye bye

 

Fmi89: qua si inizia a vedere uno spiraglio di ciò che volevi, ma è solo uno spiraglio. Buona lettura grazie per il commento. Bye bye

 

Mirokia: Dolce Honey cosa posso dire a te? Che sai tutti i retroscena? Goditi il capitolo, ma non ci sarà un qualcosa che aspettavi….. mi dispiace dolce Honey ma tu non aggiorni…. Ah ah ah scherzavo, spiegazioni a fine capitolo. Bye bye

 

 

 

Capitolo 7 – Decisione e Ricordi

 

 

“Voglio andare a casa!” piagnucolò Kagome.

Myoga non sapeva che dire e che fare, guardava la figlia, ma non la riconosceva. Kagome era adulta, ormai; ne aveva passate molte e aveva affrontato le sue avventure, tutte a testa alta, combattendo senza arrendersi, quindi perché non farlo anche ora, dove c’era in ballo non solo lei ma anche Indomita?

La risposta ai quesiti di Myoga interruppe i piagnistei di Kagome “E io che pensavo che fossi intelligente oltre che bella. Forse mi sbagliavo?” Kagome si voltò, oltre al maniaco ora c’era anche Inuyasha e la fissava con un sorrisetto furbo e gli occhi che scintillavano, non era cascato nella sua trappola, la stava provocando deliberatamente!! “Beh questo starà a te scoprirlo. Io sono comunque certa di una cosa, qualsiasi cosa succederà farò del mio meglio per affrontarla.” Inuyasha che sapeva che la ragazza stava fingendo per non doverlo incontrare e non fare brutte figure davanti a lui, sghignazzò “E la frase che hai appena detto? Ehm ehm. Voglio tornare a casa!!!!” disse imitandola. La risposta di Kagome emanava sfida da tutti i pori “Dimenticala”. Inuyasha ora sfoderava un sorriso smagliante e con vera diligenza si presentò al padre di Kagome, dopodiché fece entrare tutti nella propria dimora. Ma mancava una persona. Miroku parve sorpreso “Dov’è Kagome?”.

 

Kagome era davanti all’entrata delle scuderie, entrò e con decisione visionò ogni box, erano sette in tutto. Nel primo vi era un Quarter Horse di media altezza, non più di un 160 cm, era un sauro (ovvero pelo marrone/rossiccio con i “piedi”, criniera e coda neri nd me) e il manto era lucido, il muso era sveglio e stimolava simpatia, sulla porta del box vi era la targhetta “Ebas” *un bel nome per un bel cavallo*

Nei 3 box successivi, distribuiti su i 2 lati della scuderia, non vi erano cavalli. A destra, nel quinto, vi si trovava uno splendido Irish Draught – riconoscibile dalla piccola testolina – e, ora che la guardava meglio, Kagome capì che si trattava di una signora di circa 6/7 anni d’età, una splendida, giovane, saltatrice. Sulla porta del box vi era la targhetta “Splendid Cornelia” *anche qui una scelta azzeccata.*

Nel sesto box vi si trovava un Appaloosa con il mantello caratteristico della razza, questo nello specifico aveva il mantello chiamato “brina” (con macchie bianche su fondo scuro nd me) la sclera, il bianco intorno agli occhi, lo rendeva unico; aveva un muso molto particolare, quasi…. caldo, trasmetteva sicurezza. Guardò la targhetta ma non vi era scritto alcunché.

Zac”.

Kagome, che era persa nei suoi pensieri, rispose, alla misteriosa voce, con un brillante ed estremamente intelligente “Eh?”  La voce riprese il flusso di parole “Ho detto che il cavallo che stai guardando, con la bava alla bocca, si chiama Zac, o meglio, Zaccaria, forografa”. Ok c’era una sola persona in tutto quel maledetto posto che sapeva irritarla in un modo così orribilmente affascinante (notare le contraddizioni nd me). Kagome si voltò e incontrò 2 pozze d’oro in cui specchiarsi, non pensava fosse così vicino *ma così non vale* “Scusa ho sbagliato mentendoti, solo che tu avevi espresso un parere poco carino su Indomita e….” Inuyasha non le fece finire la frase “Guarda che è inutile che cerchi di appianare le cose” *ma chi è costui Mandrake?* “Io non cerco di appianare un bel niente, sono le mie scuse, libero di accettarle o meno”.

Inuyasha cambiò espressione da serio spuntò sul suo viso una faccia buffa – ed estremamente sexy- . Ma non era per lei. Gli occhi – magnifici-, erano posati su Zac e Indomita  che con i musi fuori dal box si annusavano riconoscendosi come amici e accettando uno le posizioni dell’altro (nel mondo equino esiste una specifica gerarchia, sia per quando si sta nel campo di lavoro, in passeggiata e addirittura nei box, che può essere differente per ogni situazione o uguale, dipende dal cavallo nd me).

Inuyasha era stupito erano pochi i cavalli che, appena arrivati facevano subito amicizia *Assomiglia un po’ alla padrona* e un ghigno comparve sul suo volto. Kagome non era stupita, né affascinata era felice, al settimo cielo; anzi a 89 metri sopra il cielo dove stanno lei e Indomita, unicamente loro.

2 anime in un solo corpo, te lo ricordi piccola?

Kagome non fece grandi cerimonie, non si sbracciò né urlò semplicemente guardò Indomita, con l’intensità di quello sguardo le dimostrò il suo affetto, lei ricambiò con una scrollata di orecchie e uno scrollamento della grande testa maremmana. A Kagome bastava; solo allora si permise di avvicinarsi e di accarezzarla dalla punta del naso nero sino alla stella bianca che aveva in testa. Inuyasha era esterrefatto, la fotografa o meglio Kagome parlava con quell’animale e lo rispettava fosse niente meno che la Regina d’Inghilterra in persona. *Cavoli Zac io e te abbiamo ottimi gusti in fatto di donne* Zac rispose al pensiero di Inuyasha muovendo lo zoccolo interiore in segno di impazienza, insomma lui cercava di conoscere quella bella signorina….

Sentirono dei rumori provenire dall’esterno, rumore di zoccoli sulla ghiaia. Inuyasha si affrettò fuori, mentre Kagome intenta a lustrare il muso del suo animale rimase, persa nei ricordi di tempi trascorsi.

 

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Grazie a tutti. Per chiarimenti non esitate a chiedere. Come sempre un commento mi aiuterebbe (piccola allusione). Prego di non disperare troppo, non ho inserito le lezioni di monta, ma non perché non lo desiderassi, ma perché la presentazione dei cavalli non è conclusa e la selezione delle razze è complicata da fare, prevedo, comunque che già dal prossimo capitolo possano iniziare. Grazie ancora a tutti. Bye bye.

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Capitolo 8
*** Presentazioni e Sfide ***


Ok scusate per il ritardo pauroso, ma ormai ci siete abituate/i e quindi…. Spero che questo non vi faccia desistere dal seguire la mia storia, ma vi posso giurare che non è mia intenzione ritardare l’aggiornamento di così tanto, ma capita ( a me troppo spesso) che l’ispirazione se ne vada e poi ritorni nei momenti più inaspettati (Esempio quando si sta eseguendo un salto a cavallo oppure quando si sta parlando con un’amica su msn)

Perciò, vorrei dedicare questo capitolo alla mia fonte di ispirazione inaspettata la dolce Sweety (Aka Amber) che pazientemente mi ha aiutato e ha reso questo capitolo molto meno difficile di ciò che pensavo. Grazie Amber.

 

E ora altri Ringraziamenti:

 

Amber: Grazie Sweety, parlando su msn, ti ho spiegato tutto forse anche annoiandoti qualche volta. Spero vivamente che il capitolo possa piacerti e che come da tuo consiglio sia riuscita a migliorarlo. Grazie davvero, mi hai aiutata tanto inaspettatamente. Ci sentiamo.

 

KiraKira90: Sei tornata, che piacere leggere le tue storie, spero che il capitolo sia all’altezza delle tue aspettative, e si in parte la storia è ispirata a me e al cavallo che desidero, grazie per il commento.

 

sesshy94: Grazie carissima e benvenuta nel club, e così ti piacciono gli appaloosa?? Beh in effetti cono cavalli talmente belli che è difficile non volerne uno… Anche a me piace la monta western ma sto riscoprendo l’inglese e ti devo dire che è molto bella, anche se l’americana rilassa molto sia corpo che spirito. Goditi il capitolo, e scusami per l’attesa. Grazie.

 

Callistas: I tuoi commenti riescono sempre a farmi arrossire, grazie per il tuo sostenimento, e non ti fare problemi a chiedermi qualche delucidazione. Sarò felicissima di dartela, a meno che il tuo collega non sia un bono, allora tieniti a mente che io non so nulla di cavalli e chiedigli pure tutto ciò che vuoi, anzi se desideri ti do qualche termine un po’ complicato così hai la scusa pronta. Eh eh… Grazie.

 

Mirokia: Ciao Honey, allora bella la vacanza, ma sei tornata??? Boh… Va beh spero che il capitolo ti possa piacere, ho cercato di cambiare un po’ lo stile spero ti possa piacere anche così…. La punteggiatura mi pare sia giusta…. Aspetto un tuo graditissimo commento. Grazie anche a te.

 

fmi89: Ciao, grazie del commento, la “cosa” inizia a frasi interessante, si!!! Goditi il capitolo….. Grazie di nuovo…

 

Grazie anche a tutti coloro che hanno letto e messo tra le seguite e preferite la mia storia mi fate davvero felice….. Bye bye

 

 

 

 

Capitolo 8 Presentazioni e Sfide

 

Sentirono dei rumori provenire dall’esterno, rumore di zoccoli sulla ghiaia. Inuyasha si affrettò fuori, mentre Kagome intenta a lustrare il muso del suo animale rimase, persa nei ricordi di tempi trascorsi; anche perché avendo fatto la conoscenza di due componenti irritanti, la mora, non voleva incontrare un altro padrone di casa borioso o antipatico, così decise di attardarsi ancora un po’ nella scuderia, infondo pareva che a Indomita le sue attenzioni fossero molto gradite, e questo era, certamente, un motivo in più per restare.

Passarono on più di due minuti, da quando Inuyasha se n’era andato lasciando sola la ragazza, che, quest’ultima, sentì passi e rumori di zoccoli all’interno della scuderia.

*oh cavoli e ora? Beh è sempre buona educazione presentarsi, speriamo sia almeno gentile.*

Questo il pensiero della giovane mentre cercava in tutti i modi possibili di emulare un sorriso, con scarso successo, per altro.

“Ciao, io sono Kagome e….” Kagome aveva visto tante belle ragazze ma quella le superava tutte, era alta forse un po’ troppo ma il corpo era ben proporzionato, i capelli erano scuri, neri come la notte più scura, lisci come la seta più pregiata, infinitamente lunghi erano costretti in una treccia stretta,scendendo si trovava la bocca un piccolo bocciolo rosso come la fiamma più ardente e spavalda, ma la parte migliore del viso erano gli occhi di un blu scuro, ma acceso da determinazione, coraggio e orgoglio. Il corpo era sensuale, il seno ben proporzionato ed i fianchi un po’ troppo asciutti forse, ma assolutamente perfetti; le gambe, lunghe e sode erano un po’ storte, lo scotto da pagare per le tante, troppe ore a cavallo.  La ragazza misteriosa era in paziente attesa che Kagome continuasse il suo discorso, ma leggendo sorpresa nei suoi occhi, decise che, forse, sarebbe stato meglio se si fosse presentata, tanto per rompere il ghiaccio.

“Ciao Kagome, io sono Kikyo, sorella di Inuyasha, e sono contenta di averti come ospite” Detto ciò, Kikyo, allungò una mano verso la ragazza che pronta la strinse.

“Grazie Kikyo,  ma quella meraviglia è tua?” disse la mora indicando il cavallo dietro la sua interlocutrice. “Se ti riferisci a questa testona, si è Pink Pearl, è una splendida giumenta da salto.” Mentre diceva ciò, Kikyo prese a coccolare Pink, sul collo.

Come la padrona, il cavallo era di una bellezza rara ed autentica,

*ad occhio e croce*

pensò Kagome

*dovrebbe essere un Trakehner*

e, in effetti, era un bellissimo Trakehner; esso aveva un mantello straordinariamente lucido e perfetto di un grigio argentato, con piccole macchioline più scure sulla groppa(fondo schiena del cavallo NdA) aveva il riconoscibile collo lungo e straordinariamente elegante, zoccoli sottili tipici della razza e le spalle, anch’esse tipiche, sode e muscolose, la punta delle orecchie era nera e creava un dolce contrasto con il muso di un bellissimo argento, gli occhi erano attivi e vivaci, segno che il cavallo era giovane e in ottima salute, la testa, alta e fiera, fissava Kagome come per dirle

*So che sono bella, ma non sta bene fissare*

Quest’ultima si riscosse, e rivolse la sua attenzione nuovamente a Kikyo e mostrandole la sua approvazione con un sospirato “Wow, è stupenda, ha davvero una bella linea, e mi sembra giovane e in ottima salute.”

“Beh in effetti è abbastanza giovane ha circa 7 anni, ed è in forma, poiché, la stalla è ben arieggiata” Kikyo dicendo quelle parole mise via la sua Perla, e rivolse la sua attenzione alle spalle di Kagome “ E quella??”

Kagome voltatasi anche lei raggiunse il possente musone di Indomita mettendosi, poi di fronte alla sua nuova amica e dicendole “Beh lei, invece è la mia ragazzona, Indomita.”

“Indomita” ripeté Kikyo allungando una mano con il palmo rivolto all’insù, per permettere alla nuova venuta di conoscere il suo odore.

“Per la verità, il nome completo sarebbe Elizabeth Indomita Von Bismark, ma ai più è conosciuta solo come Indomita.”

“Ma allora questa è la figlia di Madame Jenette?”

“Si è lei, beh la madre è molto conosciuta, spero che anche la mia piccolina diventi abbastanza famosa nel panorama agonistico, almeno quanto il padre, un po’ meno famoso ma pur sempre un grande campione.”

“Si in effetti anche Enrico XV è abbastanza famoso, ma la sua popolarità rimane ristretta in Europa, è la madre che si è fatta conoscere in tutto il mondo”

Kagome corrugò le sopracciglia “ Ma tu.. Come fai a sapere tutte queste cose?”

“Beh io seguo molto l’equitazione, ed i cavalli importanti li conosco quasi tutti a grandi linee, si intende.” Mentre parlava Kikyo era passata dal muso di Indomita fino all’attaccatura delle orecchie, “E’ un buon metodo” continuò “per conoscere i possibili avversari.” Kikyo ora era passata all’inizio del possente collo maremmano, ma Indomita decise che per quello, la nuova venuta doveva aspettare ancora un po’, indi si ritrasse, con un rapido movimento, facendo sussultare Kikyo “Scusala” disse Kagome in totale imbarazzo “E’ un po’ scorbutica con chi non conosce e…” “Non ti scusare” la riprese Kikyo “E’ un cavallo che sa a chi dare fiducia, e se tu, non solo, sei riuscita a cavalcarla, ma cooperi con lei nelle gare vuol dire che si fida molto di te; quindi non ti scusare è un cavallo particolare che sa il fatto suo, io sono stata precipitosa e sono io che ho sbagliato.”

Kagome si stupì non poco per le parole della giovane al suo fianco e, sorrise facendole intuire che le parole appena dette l’avevano colpita nel profondo.  

Kagome e Kikyo fecero subito amicizia, in fondo erano molto simili, tutte e due amavano i cavalli e  ne rispettavano l’autorità, tutte e due montavano all’inglese e praticavano la specialità del salto ad ostacoli, e tutte e due capirono immediatamente che quella loro conoscenza era destinata ad una grande e robusta amicizia.

 

Dopo circa una mezz’ora Inuyasha venne a interrompere la piacevole conversazione di Kagome e Kikyo.

“ Sapete, vero, che l’ora del thè è alle cinque? E ora se non sbaglio sono solo le 16.30”

 Le due si girarono verso il loro disturbatore e con una occhiataccia dissero in sincrono “E allora?”

“E allora, signorine, sarebbe il caso che faceste qualcosa invece di poltrire, soprattutto tu ragazzina” rispose, il disturbatore, rivolgendosi a Kagome.

“Io? E perché?”  Inuyasha alzò gli occhi al cielo

“Perché se non ricordo male tu dovresti prendere lezioni di americano, visto che sei un’Inglesina fatta e finita.”

Kagome colse la sfida e rispose a tono “Ok mister, ti farò vedere quanto sono “Inglesina”, ma poi non ti lamentare se non hai più nulla da insegnarmi” Kikyo sorrise sotto i baffi per la risposta della sua nuova amica

*Ben ti sta fratellino*

“Ok ho visto che la situazione si è fatta bollente, io levo le tende, ci vediamo dopo ragazzi”

In risposta ricevette un “Ciao” ringhiato da Kagome e una faccia molto buffa, che voleva essere interrogativa, da parte di Inuyasha. Quest’ultimo si riprese “Comunque tu la metta, adesso tiri fuori quella specie di cavallo e lo prepari, che oggi sarà la tua prima vera lezione all’americana, trovi tutto l’occorrente già posizionato, su una delle poste, ok ragazzina?”

“Si generale, agli ordini” disse la mora con sarcasmo.

 *Vuoi fare il gioco duro e allora giochiamo*

 

Preparò Indomita, mentre Inuyasha la punzecchiava e lei gli rispondeva a tono, andarono avanti anche quando entrarono in paddock (Campo dove i cavalieri si allenano NdA) , ma tutto divenne serio nel momento in cui Inuyasha iniziò a dirle cosa fare.

*Sarà anche uno zoticone, ma è colui che mi insegnerà, a guidare Indomita nel modo giusto devo sopportarlo per lei*

In realtà, Inuyasha aveva poco da insegnare a Kagome per quanto riguardava le basi, la ragazza era praticamente perfetta, se non per qualche imprecisione nei movimenti.

“Quando vai al trotto, lascia che sia il cavallo a guidarti, stai rilassata con la schiena, non battere (qua battere è inteso come il movimento che fa il cavaliere inglese quando è al trotto, per ulteriori info, ci vediamo in fondo), non essere tesa, morbida in bocca (Come sopra vi spiego in fondo), rilascia le redini” Kagome cercava di ubbidire a tutto ciò che Inuyasha le diceva, nel modo migliore almeno, ed era invogliata a farlo, anche perché Inuyasha usava un tono affabile e gentile

*Un bravo maestro non c’è che dire*

“Ok ora tira leggermente le redini e porta le spalle indietro, passo!” ma subito riprese “No! Non così quando tiri le redini non verso il basso, ma verso l’alto, riprendi e trotto!” e di nuovo “Usa la voce chiama il cavallo (*)” “Ok spingi con i fianchi in avanti mentre premi con i piedi sul costato del cavallo, ok intanto con la voce invitalo. Ecco così, perfetto!”

Kagome era sfinita, lei abituata a stare con la schiena dritta e ad avere un impostatura ora era completamente sconvolta ma in compenso molto felice, aveva scoperto un lato nuovo di Inuyasha che non si aspettava di trovare.

*Un bell’inizio, quindi?*

 

 

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Allora scusate l’uso di termini, forse, un po’ complicati ma cerco di diminuirli il più possibile, ma alcuni, forse data la mia ignoranza, sono inevitabili da usare:

Battere: è il movimento, tipico inglese, di quando il cavallo trotta, in pratica il cavaliere per rendere meno faticosa la spinta che il cavallo dà su un solo zoccolo si alza e si abbassa a ritmo con il movimento del cavallo.

Morbida in bocca: Bisogna considerare che il cavallo ha un morso in bocca, che è un pezzo di ferro, che differisce per ogni cavallo, a seconda del suo comportamento e del temperamento; solitamente i cavalieri all’americana usano morsi “cattivi” e quelli all’inglese morsi “buoni” poiché all’inglese le redini sono costantemente tirate, mentre all’americana le redini sono lunghe e la testa del cavallo è libera di giocare con il morso, ma in caso di una reazione fulminea il cavallo sentendo tirare è pronto all’azione. Ciò non deve farvi pensare che gli americani siano cattivi con il proprio cavallo, anche lì va al singolo cavaliere, usare il giudizio necessario per non far male al cavallo. Quindi Kagome abituata a tirare il morso, deve sforzarsi a lasciare le redini lunghe, nel caso volesse montare altri cavalli in futuro oltre a Indomita.

Chiamare il cavallo: All’americana è solito usare con il cavallo, la voce con piccoli suoni che stimolano il cavallo, un esempio molto comune è il bacio, ovvero il suono che fa lo schiocco delle labbra, per darvi un'altra definizione invece di bacio, potrei dirvi il suono che si fa per chiamare il gatto. 

Ci vediamo alla prossima per qualsiasi delucidazione non esitate a chiedere.

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Capitolo 9
*** Passato - Parte Seconda ***


Salve a tutti…. E SCUSATE avete completamente ragione ad avercela con me, e tutte le scuse del mondo non basterebbero a giustificarmi. Sono mortificata, ma ho le mie ragioni, anche se questo non vuol dire avere una motivazione valida per avervi fatto attendere così a lungo…. Mi spiace, davvero. Passo al capitolo lasciandovi alla lettura…. E se avrete voglia di dirmi cosa ne pensate di questo capitolo ve ne sarei immensamente grata. Grazie in anticipo a tutte/i voi…..

 

Ringraziamenti:

 Amber: Purtroppo sei partita, aspetto con ansia il tuo ritorno per sapere cosa ne pensi. Grazie per il tuo magnifico commento, mi ha reso felice con pochissime righe… Grazie.

 

fmi89: non penso intendessi questo… con la frase “mi raccomando aggiorna presto”… mi dispiace essere così tanto lunga nell’aggiornare ma, vi giuro, non lo faccio apposta, capita! Uff riesco a prometterti che il prossimo aggiornamento non si farà attendere a lungo promesso, un grazie per il tuo commento è d’obbligo, sei stata carina e gentile. Grazie.

 

sesshy94: Carissima ho idea che questo capitolo ti possa piacere, qua si  parla molto dei sentimenti verso i cavalli e ci sarà una sorpresina a metà capitolo, un “personaggio” parlerà di sé… Forse l’ho fatta troppo fantasiosa e stupida? Sappimi dire io la trovo carina!!!! OK e don’t worry mandami pure al diavolo quanto ti pare se trovi delle scorrettezze nei miei capitoli, cerco di sforzarmi per dare informazioni corrette ma… se non ci riesco CORREGGIMI, ok? Grazie per il commento, sei stata dolcissima e tanto buffa…. Senza offesa…. Bye bye

 

Callistas: la mia carissima Callistas….che dire? Scusami il mio ritardo è imperdonabile sei autorizzata a non rivolgermi più la parola… Scusa sono un disastro…. Però ti posso assicurare che il prossimo capitolo arriverà abbastanza in fretta, ok? Se vuoi concedermi 5 minuti del tuo tempo, ti ringrazierei tantissimo…. E tanto per cambiare ti ringrazio per il tuo favoloso commento che mi ha lanciato una carica super per poter scrivere questo piccolo capitolo…. Alla prossima, se ci sarai (incorcia le dita e spera…..) Bye bye

 

 

Passato - parte seconda

Una forma di libertà

 

Era una fredda mattina di maggio, un piccolo passero stava comodamente riposando su un ramo, era minuscolo, non più di 5 centimetri, forse era il suo primo volo o chissà, quando un rumore improvviso lo fece volare via.

Kagome, alla vista di quel piccolo essere che se ne andava alzò leggermente la testa dal davanzale dove si era appoggiata per poterlo osservare. Ma ormai era lontano. Le piaceva vedere quegli esserini che volavano, come e quando volevano, senza regole, senza indugi, liberi….

Le piacevano ancora di più da quando, sua madre, le aveva parlato della cultura letteraria italiana, parlandole di Leopardi, le era piaciuta la poesia che si chiamava “Il passero solitario”, quel poverino di Leopardi, era tanto malato e non poteva uscire, ma si immedesimava nei passeri e poteva immaginare di essere libero.

Almeno lui immaginava, per lei era difficile anche solo lasciare libera la mente, poiché i ricordi non intendevano abbandonarla; e poi uscire…. Uscire voleva dire incontrare persone, e incontrarle significava avere un rapporto con loro, e ciò significava che loro potessero diventare importanti per lei e… e… se poi… basta non ci voleva pensare, e poi non si rendeva neanche conto del perché stesse pensando cose simili, infondo era solo uno stupido passero.

Si preparò per la scuola, stava imparando quella strana lingua, e faceva dei grandi progressi, anche perchè sua madre la aiutava; Fujiko era, infatti, una professoressa universitaria specializzata in lingue, era appassionata e affascinata dalla cultura letteraria italiana, perciò non aveva fatto fatica ad ambientarsi, per Kagome, invece le cose erano leggermente più complicate, ma essendo una bambina sveglia riusciva a comprendere abbastanza in fretta tutto ciò che le maestre le insegnavano. Il rovescio della medaglia era che Kagome era sempre sola, si impegnava nello studio, anche troppo, toglieva tempo  alle interazioni sociali, nessuno le parlava e se qualcuno osava rivolgerle la parola, beh… una rispostaccia e uno sguardo di fuoco, lo distoglievano dal tentativo.

 Sua madre era stata convocata più di una volta a scuola, ma non era cambiato nulla e, Fujiko, non aveva intenzione di sforzare sua figlia per farle fare amicizia, Kagome era abbastanza grande mentalmente per decidere, sarebbe intervenuta solo se il suo aiuto sarebbe stato necessario.

Kagome finì la colazione e uscì con la madre.

 

***

 

Era una fredda mattina di maggio, Elyzabeth Indomita Von Bismark era appena scesa dal treno che l’aveva ospitata, inammissibile come un cavallo del suo rango fosse stato trattato come un qualunque ronzino da quattro soldi, incredibile come il vagone che aveva usato per venire fin lì fosse sporco, scuro e puzzolente, ma, incredibilmente, il posto in cui era capitata era gradevole e abbastanza largo da contenere la sua mole, in quel luogo, per lo meno, c’era aria, non come in quell’assurdo vagone.

Si stupì non poco quando i sui “nuovi padroni  tentarono di metterle la cavezza, senza, per altro, riuscirci.

Ma era, ogni volta, obbligata a ribadire che lei era libera? Non potevano darle un campo e lasciarla correre? Non voleva briglie né cavezze, s’era abituata, da poco, ad un box, che subito l’avevano trasferita con quel coso rumoroso per tutta Europa sino a giungere nella sua terra d’origine la Toscana e, neanche scesa, questi pazzi volevano subito “domarla”. Ma che stava succedendo al mondo? Insomma un minimo di educazione! Così per vendicarsi, almeno in parte, del trattamento subito, si impennò e scalciò, e quanti più uomini venivano più lei scalciava e si impennava, finché impauriti e infuriati non lasciarono le funi che le tenevano la testa e il collo e lei poté correre libera almeno fino alla cancellata del maneggio! Era già qualcosa, infondo, no?

 

***

 

Kagome uscì da scuola, una mattinata non più bella delle altre , niente di speciale o di esaltante, vide Myoga che si protendeva per farsi riconoscere tra la folla di madri e ragazze che urlavano i nomi dei propri figli o dei propri fratelli. Scese le scale che conducevano all’ingresso dell’istituto e si avvicinò all’uomo, lo salutò con un cenno del capo e Myoga le prese lo zaino.

“Sai dove ti voglio portare oggi? In un posto strano!”

Kagome alzò gli occhi curiosi sull’uomo al suo fianco; Myoga era entrato nella sua vita da poco, più o meno alla fine di marzo, sua madre aveva tenuto una conferenza nella “Università degli studi di Siena” e lì lo aveva conosciuto. Myoga vi era andato piochè, un suo caro amico, gli aveva chiesto di assisterlo. L’uomo,abbastanza annoiato e disinteressato, s’era incantato a guardare Fujiko, quando, quest’ultima aveva preso parola. Era una bella donna, capelli castano scuro, bocca sensuale e rossa e poi gli occhi, di un verde magnetico e ingannatore ma anche tremendamente belli e unici. Il corpo era curato, la pelle era chiara ma stava scurendosi, tutto, in lei, era perfetto.

Myoga ne era rimasto colpito, desiderava, almeno, parlarle, e così fu. Riuscì a fermarla con una banale scusa “ Scusi? Mi sa dire dov’è i’uscita?” “Di qua”… e da lì si erano poi dilungati sugli argomenti trattati nella conferenza, poi si erano soffermati in un bar e, di nuovo, in macchina di fronte a casa di lei. Gli incontri, in quei mesi erano stati molti e tra i più vari; di sera, di pomeriggio, mattina non importava il come e il quando a lui bastava vederla.

Successivamente aveva incontrato Kagome e, da quel momento, quella bambina divenne il fulcro delle sue attenzioni insieme a Fujiko. Naturalmente, la donna, le aveva parlato del marito e del sua reticenza nell’avere una relazione con un altro uomo dopo così poco tempo. Ma lui non aveva fretta, se lei gli permetteva di parlarle e di starla a sentire, beh lui sarebbe andato avanti per anni. Il suono della sua voce era canto divino e, poi, quella bambina… una ragazza intrappolata in un corpicino troppo piccolo, voleva renderla felice. Ma, sapeva, che trattandola come una bambina dell’età che era l’avrebbe solo fatta innervosire, Kagome sapeva di essere più grande e, desiderava, essere trattata come tale. Per questo motivo non le chiedeva della scuola, sapeva che era responsabile e che se avesse avuto dei problemi gliene avrebbe parlato spontaneamente, per questo motivo non la chiamava a squarciagola all’uscita di scuola, si fidava di lei sapeva che non sarebbe andata via da sola, per questo motivo aveva deciso di portarla in un maneggio.

 

Per tutto il viaggio Kagome tentò più di una volta di farsi dire dove Myoga la stava portando ma nulla. L’uomo era irremovibile.

Quando arrivarono, Kagome rimase di sasso, era un posto incantevole. Animali grandi a quattro zampe e straordinariamente belli erano ovunque, non aveva idea di cosa fossero, in Giappone non ne aveva mai visti. Si avvicinò ad uno di loro, aveva macchie marroni e bianche su tutto il corpo e aveva gli occhi di due colori differenti uno marrone e uno azzurro. Era stupendo. Non avvicinò una mano per accarezzarlo, non perché ne avesse timore, ma perché quell’imponenza chiedeva rispetto e gli occhi imponevano una certa etichetta, Kagome era sicura che, se avesse, allungato una mano sarebbe risultata scortese a quello starno essere a quattro zampe.

“Dimmi, bella bambina, ti piacciono i cavalli?” a parlare era stato il gestore.

Cavalli. Così quegli esseri si chiamavano cavalli. Cavalli. Un nome nobile per esseri che imponevano e richiamavano rispetto. Cavalli. Un nome che richiamava forza e libertà, una libertà sconvolgente e talmente affievolita che era difficile da sentire ma, se sprigionata, talmente forte e violenta. Cavalli. Era sicura. Non si sarebbe mai più scordata quella parola.

Annuì più volte e con un sorriso stampato in faccia. Myoga si sentì rincuorato da quel sorriso.

“E dimmi vorresti accarezzare Sherry?”

Quindi il magnifico esemplare che aveva di fronte aveva un nome bello come il suo aspetto. Si avrebbe voluto accarezzare Sherry, ma , sentiva un’altra cosa dentro di sé. Sentiva di non essere completa. Di quel contatto mancava qualcosa. Voleva di più. Non sapeva descrivere questa incompletezza, solo la sentiva e la faceva stare male.

“Ascoltami, Danilo, so che siamo piombati qui all’improvviso, ma non potresti far fare un giro alla bambina? Così senza impegno per farle provare” Myoga guardava con occhi speranzosi l’amico e, questo, non poté dire di no.

Sellarono Sherry all’americana la sella le ricopriva una piccola parte della schiena, ma era spaziosa, il sedile era ampio e terminava con piccolo rialzo, una sottospecie di schienale. Il davanti, come la parte finale, aveva un piccolo rialzo, che terminava con un piccolo cilindro.

“Questa è una sella americana, e qui davanti trovi il pomello, dove, in caso di bisogno, puoi attaccarti con una mano. Qua in fondo” e indicò la parte laterale della sella, che terminava con un piccolo trapezio “trovi le staffe dove, una volta salita, appoggi i piedi. Tutto chiaro?”

Kagome annuì nuovamente e con più vigore, il senso di incompletezza stava svanendo. Salì senza aiuto, le era così naturale! 

Una volta salita, il senso di vuoto era totalmente svanito. Si sentiva piena, emozionata, felice. Dopo tanto tempo rise della più profonda delle gioie.

Era felice e contenta. Non le serviva nient’altro per continuare a vivere. Respirare era diventato un bisogno secondario, il cuore le era parso un muscolo inutile ora che era sul quell’animale. Non aveva più pensieri, per un attimo sentì il ricordo del padre lontano, dimenticato, mai avvenuto. Quell’istante bastò. In quel solo secondo, sentì di essere…

Libera.

 

š

 

Ok, non lapidatemi, ma il continuo arriverà a breve e poi, con il prossimo capitolo, si va avanti con la storia principale. Ho già buttato giù due righe e sarà scritto in fretta, prometto che non ci saranno brutti ritardi come è successo in precedenza. (almeno per quanto riguarda il prossimo capitolo eh eh) ok alla prossima… e scusate ancora…. Bye bye

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Capitolo 10
*** Allenamenti & Temporali ***


Salve! So perfettamente che sono in un ritardo imbarazzante e non saprei nemmeno come giustificarmi. Non so proprio che dire.

Ho pensato più volte a come chiedervi scusa ma l’unica cosa che mi è venuta in mente è stata di scrivere. Questo ho fatto.

Ho cercato di postare un capitolo bello da dedicare ad ogni singola persona che ha avuto la pazienza di seguirmi e che vorrà decidere di farlo di nuovo.

Naturalmente questo capitolo è dedicato anche a tutte le persone che vorranno seguirmi da questo momento in avanti.

Vorrei aggiungere un sincero Grazie a tutti coloro che mi hanno sostenuta, in questo periodo non troppo facile.

 

Vorrei lasciarvi subito al capitolo. Per le eventuali note (*) la spiegazione è in fondo.

Un grazie sincero di nuovo. Bye bye.

 

Capitolo 10 - Allenamenti & Temporali

 

Era passata una settimana da quando Kagome era arrivata al “Ranch Resort”, la casa di Inuyasha.

Quella mattina la ragazza stava, come di consueto, preparando Indomita. Sella americana, ovviamente.

Quando una voce proruppe alle sue spalle.

“Ehi, oggi non userai il tuo asinello!”

Irritante, provocatore, insolente, maleducato, chi altri se non Inuyasha?

C-come scusa? E perché no?”

Un sorrisino strafottente fu la risposta. Il ragazzo entrò in scuderia e ne uscì con uno Zac pronto e carico.

“Nelle gare che dovrai affrontare non ci sarà solo il tuo amato inglese, ma anche americano.” Spiegò il cowboy “Il tuo cavallino dovrà affrontare delle competizioni all’americana è il regolamento.” Un’altra pausa, Kagome pendeva dalle sue labbra. Riprese “Ma quest’ultimo ti dà la possibilità di cambiare cavallo, solo per una competizione e a tua discrezione.”

“Beh ma…” Intervenne la ragazza “Indomita ha delle basi americane…”

Un altro sorrisino, ironico, stavolta. “Non metto in dubbio le basi del tuo cavallo, solo sarebbe impossibile poterle insegnare tutto sia a lei che a te!”

Così dicendo porse alla sua alunna le redini di Zac; questa dovette capitolare, anche perché il discorso filava, così ignorando palesemente Inuyasha, mise via Indomita nel suo box.

“Torno stasera, dolcezza!”

 

L’allenamento fu duro e pesante. Zac era un cavallo americano sino nelle viscere.

Il morso che aveva in bocca era relativamente “duro” ed il cavallo era attento e sensibilissimo ad ogni movimento di Kagome.

Quest’ultima abituata a “tenere” il cavallo con le redini tese, averne uno ultra-sensibile a queste era complicato.

Inuyasha la aiutava come poteva. “Dosa la tua forza, mettiti a tuo agio.” Ma per quanto si impegnasse sbagliava continuamente.

“Ok ora mettiti in pista, cerca di non tirare le redini.”

Kagome eseguì.

Ma nonostante la ragazza si impegnasse il risultato era il solito.

 “VUOI RILASSARE QUELLA MANO?!” Inuyasha continuava da urlare.

L’amazzone non era abituata a replicare. Nella monta inglese quando l’allievo sbaglia e il maestro corregge, è compito dell’allievo rimediare, nel minor tempo possibile e al meglio. Per questo motivo, Kagome, si era messa di impegno per correggersi. Ma il tutto non era servito. Per quanto si sforzasse Zac era ingestibile.

Appena quel diavolo di Appaloosa sentiva che la mano allentava la presa, egli aumentava il passo, nel mentre la piccola testa americana si muoveva su e giù nervosamente, dando a Kagome l’impressione perenne di cadere.

L’amazzone presa dalla paura riprendeva più forte di prima le redini in mano. Un vero incubo!

“No!” Insorse di nuovo l’allenatore “Ora ti dai una calmata.” Quindi si avvicinò a Kagome di lato “Zac non è un drago” dicendo questo aveva preso ad accarezzare il collo del cavallo per calmarlo “Non capisci che così facendo lo confondi e gli stressi la bocca?” Kagome rimase a bocca aperta, era maledettamente vero!

“Concentrati Kagome. Muovi il bacino” dicendo questo Inuyasha spostò la mano che accarezzava il collo dell’animale per metterla sul fianco di Kagome, a quel contatto quest’ultima provò una strana sensazione, come una scossa infuocata che le prendeva la schiena. Il giovane riprese “La mano rilassata, tienila bassa vicina all’attaccatura (*)” L’altra mano non mancò di toccare anche quel punto, prendendo la mano di lei tra la sua, il bel cowboy, la costrinse ad abbassarla.

Si era creata un’intesa fantastica e i giochi di sguardi che si lanciavano entrambi erano molto “intimi”.

 Inuyasha proseguì “Ok ora dai un colpetto con le gambe, rimani rilassata e fammi un circolo(**) al centro del paddock, ok?” Così dicendo entrambe le mani si spostarono sulla coscia di lei, che avvampò dall’imbarazzo.

Un timidissimo “Sì” fu la sola cosa che Kagome riuscì a dire.

Incredibile come quel cavallo avesse cambiato atteggiamento ora sembrava un angioletto disceso dal Paradiso!

La ragazza riuscì ad eseguire un perfetto circolo al centro del campo.

“Attenta Kagome, muovi il bacino a tempo con il cavallo, non contrastarlo” disse il maestro poi aggiunse con un sorrisetto malizioso “Pensa che sotto ci sia un uomo!”

M-ma che diavolo stai dicendo?”
A bloccare l’imbarazzante conversazione ci pensò la sorella di Inuyasha

“Ragazzi ma che fate? Inuyasha lascia stare quella povera ragazza e venite a mangiare che è già tutto in tavola!”

Un’occhiataccia da parte di Inuyasha e un “Grazie” sussurrato di Kagome furono le risposte che la poveretta ricevette.

“Kagome” la ragazza fece immediatamente finta di nulla “Fermati, per ora l’allenamento si interrompe. Ma ho in mente qualcosa di particolare da farti fare questo pomeriggio”

La cavallerizza totalmente spaesata e confusa aveva racchiuso tutto il suo stupore in un intellettualmente profondo “Eh?”

“Nulla, Kaggy. Scoprirai oggi… Ora vai a mangiare…” disse Inuyasha con un sorrisino ironico.

Dire che l’allieva si sentiva un cagnolino era dire molto poco, avrebbe volentieri risposto per le rime a quel borioso antipatico ma le forti emozioni e quel diavolo d’animale le avevano tolto le energie, per cui si era limitata ad un’occhiataccia.

 

Entrarono in casa. Kagome si stupiva ogni volta di come fosse accogliente quel posto. L’ingresso si apriva sul soggiorno, due divani bianchi sfoggiavano in bella mostra sul parquet e su tutto l’arredamento in generale. Erano incantevoli e comodissimi.

Ma la cosa più bella della stanza era sicuramente l’enorme camino, che dava, comunque, un senso di calore anche da spento.

Proseguendo si incontrava la cucina, regno incontrastato della signora Kaede, madre di Inuyasha.

Era una cucina semplice, in linea con i colori della casa, il mobilio era marrone mentre le pareti a parte qualche decoro erano bianche.

Per la nuova venuta quella stanza rispecchiava perfettamente la semplicità unita all’utilità. Inoltre su una delle pareti aveva un enorme porta finestra che dava sulle poste.

La scala, che si trovava in soggiorno, portava alle stanze da letto.

Era una casa enorme difatti ospitava ben 7 camere da letto. Tutte assolutamente perfette.

Quella di Kagome era una delle due stanze per gli ospiti. Aveva un letto a baldacchino, una finestra che dava sul campo di lavoro e un bagno privato.

La cosa più bella, rimaneva, l’armadio enorme, di legno scuro con intarsi floreali più chiari. Bellissimo.

La mora si stava già per spogliare, quando la voce di Kaede la fece desistere.

*Peccato* pensò *Avrei voluto farmi un bagno*

Il pranzo fu sostanzioso, la madre di Inuyasha ci sapeva fare in cucina. Era bravissima.

 

Dopo il pranzo, Kikyo, Inuyasha, Miroku e Kagome decisero di parlare della grande competizione.

Stavano già discutendo da un po’ quando Kikyo insorse “In qualunque modo tu la metta Inuyasha quella ragazza è favolosa”

“Ti sbagli” Rispose il fratello “Kagome deve lavorare molto, con il mio Zac non riuscirebbe a fare una gimkana”

“E’ vero” ingiunse Miroku “ ma ciò non toglie che è davvero brava. Dovrà lavorare parecchio, è vero. Ma come primo approccio “serio” alla monta americana, va più che bene”

Era da considerare che Inuyasha era rimasto piacevolmente colpito da Kagome, inoltre quella ragazza era decisamente carina, era stato un piacevole divertimento farla imbarazzare; e anche se aveva detto che non era brava sapeva che Zac non aveva un carattere facile, bisognava lavorare molto e non vedeva l’ora!

“In ogni caso bisogna aspettare Sango e Totosai per poter prendere una decisone definitiva con le gare” pronunciò lo stalliere.

“Hai ragione” dissero all’unisono i due fratelli.

“Kagome tu che ne pensi… Ma dov’è sparita?”

“Quella ragazza sparisce in continuazione” sospirò un Inuyasha rassegnato.

 

Kagome era da Indomita. Aveva approfittato della momentanea pausa per fare una scappatella dalla sua dolcezza.

Voleva proprio farsi una lunga passeggiata, di quelle che ti sfiniscono ma che ti riempiono di gioia.

Aveva finito di pulirla, stava per sistemare la sella sul dorso.   

Quando, per la seconda volta in quella giornata, una voce, a lei ben nota, proruppe alle sue spalle.

“Che diavolo hai in mente di fare?”

“Sposarmi!!” disse ironica la ragazza ancora voltata di spalle “Non si nota? Vado a fare un giro a cavallo”

“Perché hai sellato un asino allora?” esordì ironico Inuyasha “Comunque è fuori discussione ti devi allenare, ricordi?”

“Inuyasha te lo devo scrivere?” si girò verso l’interlocutore “Io ora voglio uscire con Indomita!” detto questo fece un passo verso il ragazzo, minacciosa.

“Oh no, my dear! Tu stai qui, hai un allenamento da fare, devo ricordartelo?” di conseguenza anche il ragazzo mosse un passo verso la sua allieva.

“Col cavolo! Io ora esco!” disse decisa la ragazza, avvicinando il viso a quello del cowboy.

“Sei una bimba viziata” sibilò in risposta il giovane “Non vuoi imparare? Quella è la porta, ragazzina!”  Anche lui avvicinò il viso a quello della giovane amazzone.

“Non credo che per un paio di ore ci siano così tanti problemi” Kagome parlò direttamente dentro gli occhi di Inuyasha.

Tzè! Ho capito, hai paura!!” dettò questo il cowboy ritornò in posizione eretta e si allontanò di un passo. Kagome sbarrò gli occhi fece per parlare ma fu preceduta dal suo maestro “Ma è ovvio! Hai preso paura e ora non vuoi più montare!”

*M-ma che andava dicendo ora?*

Il giovane era già voltato di spalle quando sentì “Ehi cowboy! Vieni qui e insegna a questa inglesina come si sta a cavallo” era stata la ragazza a parlare giocando la sua ultima carta.

Ancora voltato il giovane cowboy sorrise *Quella ragazza mi piace. Oh se mi piace!*

Dunque si voltò e con un sorriso sghembo ad illuminargli il viso pronunciò “Quindi vuoi imparare a cavalcare?”

La ragazza stupita che il suo piano avesse avuto buon fine, decise di stare al gioco, come avevano fatto la prima volta che si erano incontrati.

“Oh sì ti prego! Insegnami come si cavalca un dannato cavallo americano!”

Kagome mise in atto la sua mimica facciale facendo apparire la sua migliore faccia di bronzo.

Una risata di Inuyasha e un risolino da parte di Kagome misero fine alla scenetta e fecero iniziare l’allenamento speciale con Zaccaria.

“Ok” Inuyasha prese la parola per primo “Da quello che ho potuto vedere non sai quasi nulla sulla monta americana”

Erano seduti uno di fronte all’altra sulle balle di fieno della scuderia, vicino al box di Indomita.

Inuyasha indossava un paio di jeans scoloriti e una camicia bianca ai piedi i soliti stivali da lavoro; Kagome di tutt’altro aspetto indossava i suoi pantaloni da inglese e una maglietta semplice a maniche corte, ai piedi un paio di stivali da monta inglese.

“A cominciare dall’abbigliamento, per esempio. Fatti prestare qualcosa da Kikyo, non vanno bene quei vestiti per montare all’americana” La ragazza fece un cenno d’assenso.

“Per questo motivo ho deciso di farti cominciare dalle basi” proseguì il cowboy.

Kagome tese le orecchie non voleva perdersi nulla per non rischiare di dovergli credere di ripetere più avanti.

“La tua cavallina non è l’unica ad avere un carattere… Particolare! Anche Zac ha un temperamento vivace, quella di stamani è stata una “prova” ma se tu vorrai gareggiare con quel cavallo il lavoro che dovrai affrontare è tanto. Te la senti?” Si interruppe in attesa della risposta di Kagome,che non tardò ad arrivare infatti un determinato “Si” uscì dalle labbra della giovane amazzone.

Inuyasha, alla determinazione della sua interlocutrice appose un sorriso sincero, senza ironia. “Bene” proseguì il ragazzo “Prova a tirarlo fuori dal box, puliscilo, devi fargli capire le tue intenzioni, dimostragli che non vuoi fargli nulla di male”

Zaccaria era un cavallino di 170 cm ed era decisamente molto bello; ma questa creatura rispecchiava completamente il suo proprietario, difatti era tanto bella quanto cocciuta e dispettosa. Era un animale impossibile, la cavallerizza gli puliva il collo e la criniera e questo girava il muso e le mordicchiava la maglia, quando si piegava per massaggiargli i muscoli delle zampe alzava lo zoccolo oppure le tirava i capelli, si muoveva continuamente sulla posta e, come se non bastasse, per quanto ci provasse, Kagome non era ancora riuscita a pulirgli uno zoccolo!

Intanto il padrone di questa bestiaccia rideva. Lo spettacolo, involontario, che Kagome offriva era spassoso e magnifico ma decise, seppur a malincuore, di fermarlo.

“Ok calmati proviamo ad andare in paddock”

“Prendo la sella” disse in un sospiro Kagome

“No, cara, prendi solo Zac e andiamo!!”

Kagome era sempre più spaesata *Ma che diavolo ha in mente questo tizio?* ma non si oppose e lo seguì ugualmente.

Raggiunsero il paddock. Erano in mezzo al campo quando Inuyasha iniziò la spiegazione “Per avere un buon rapporto con lui devi cercare di fargli capire che vuoi collaborare, Zac è un cavallo furbo se tu lavorerai insieme a lui capirà le tue intenzioni e ti aiuterà!”

A vederli da lontano formavano davvero una scenetta strana e bizzarra. Un cavallo dissellato e un po’ nevrotico, un’inglesina capitata lì forse per caso e un cowboy sinceramente divertito.

Era calato un silenzio imbarazzante in cui gli occhi di Inuyasha non la smettevano di trapassare il corpo di Kagome *E’ davvero una ragazza carina!* la sua mente riusciva a pensare solo quello.

Kagome decise di distogliere l’attenzione da lei spezzando quell’odioso silenzio “Ma quindi ora… Che dovrei fare?” iniziò timorosa.

“Non lo so proprio vedi tu! Devi riuscire a vivere con quel cavallo per riuscire a montarlo” Kagome era davvero in crisi e per di più aveva un’odiosa sensazione di deja-vù.

Inuyasha doveva andarsene *Ma per quanto diavolo l’ho fissata?* Pensò, non lo sapeva nemmeno lui *Qualcosa di freddo, mi serve assolutamente un qualcosa di freddo!* 

“Bene, Kaggy io me ne vado! Tu… inventa!”

M-ma aspetta…” resasi conto che, qualsiasi cosa facesse, il cowboy era deciso a lasciarla sola, risparmiò la voce e si rivolse al cavallo “A noi due, dunque!” disse con un mezzo sorriso. Una scrollata di muso e una sbuffata in risposta le atterrarono l’entusiasmo *Iniziamo bene!* si ritrovò a pensare.

 

“E Kagome?”

“Kagome si allena”

“Da sola?”

“Sì da sola”

“E non ti vergogni?”

“Vergognarmi? E perché dovrei?”

“Perché tu sei qui al fresco che la guardi, mentre lei è là da sola che fa il diavolo a quattro con quella tua bestiaccia!”

Inuyasha non ci credeva, nonostante i suoi buoni propositi di pensare ad altro, nonostante la seconda birra gelata che si beveva i bollenti spiriti non volevano saperne di allontanarsi, così rassegnato, si era messo sotto il portico della cucina a guardare cosa combinava quella ragazzina!

“Eh? Beh non sono fatti miei”

Kikyo era sconvolta, ma quanto era odioso suo fratello?

“In ogni caso valla a chiamare è tardi, e poi visto il tempo com’è cambiato dovrebbe esserci un temporale stasera” Inuyasha era terrorizzato non voleva andare di nuovo vicino a quella ragazza, insomma non sapeva minimamente che cosa poteva fargli in quella situazione, doveva inventarsi qualcosa “Ok, capo” rispose.

Kikyo rientrò in casa contenta che il suo “amato” fratello le avesse dato retta per una volta “Ehi tu!” Sentì urlare alle sue spalle “Pulisci e metti via Zac, per oggi l’allenamento è concluso” Un tic nervoso si impossessò dell’occhio della ragazza, poi rassegnata si domandò ancora una volta come facesse ad avere convissuto con un essere così… Antipatico come sapeva era suo fratello.

 

La cena venne consumata in silenzio. Ognuno aveva i suoi grilli per la testa e in fin dei conti era stata una giornata lunga e faticosa. Kagome era abbastanza nervosa la giornata passata aveva portato nuove consapevolezze. Il lavoro che doveva fare non era facile come aveva sperato, anzi si prospettava un lungo cammino. Stava per parlare quando un tuono ruppe il silenzio.

Kikyo si era appena alzata con i piatti in mano da portare in cucina “Visto? Che ti avevo detto Inuyasha?”

“Complimenti metereologa No-Taisho!” rispose Miroku con un sorrisetto

“Grazie, grazie” rispose divertita Kikyo facendo inchini a destra e a manca.

Il pasto si era concluso da un pezzo ma il temporale con i suoi tuoni non accennavano a diminuire.

“Beh Kagome noi andiamo a letto… Ma dov’è?” esordì Miroku confuso.

“Ma allora è un vizio!” dissero insieme i due fratelli.

 

Indomita odiava i tuoni, questo Kagome lo sapeva bene; e quando un maremmano di 185 cm e di un peso considerevole odia qualcosa non è sempre facile riuscire a rilassarlo.

Ma l’amazzone conosceva la sua giumenta.

Una volta presa la chitarra, appositamente portata dall’Italia per occasioni come queste, in camera sua, si era fiondata direttamente alle scuderie.

La situazione come aveva previsto era semi-disperata e l’agitazione di Indomita aveva portato scompiglio anche negli altri cavalli.

Si sedette sulle balle di fieno dove lei e Inuyasha si erano messi a parlare quel pomeriggio.

Prese la chitarra e andando sopra i nitriti del suo cavallo e si mise a cantare.

 

 

Get a load of me, get a load of you
Walkin' down the street, and I hardly know you
It's just like we were meant to be

 

Holding hands with you, and we're out at night
Got a girlfriend, you say it isn't right
And I've got someone waiting too



Dopo le prime note Indomita si era subito rilassata. La mora sapeva bene che quella canzone aveva un effetto positivo sul suo cavallo.

 

 Why can't I breathe whenever I think about you
Why can't I speak whenever I talk about you
It's inevitable, it's a fact that we're gonna get down to it
So tell me
Why can't I breathe whenever I think about you

 

Inuyasha stava dirigendosi alle scuderie nella malaugurata ipotesi che Kagome si fosse rifugiata lì dentro. *Ma chi è che canta a quest’ora?* Al suo orecchio erano arrivate delle note musicali e i cavalli sembravano incredibilmente tranquilli.

L’amazzone era stupita di sé stessa *Non pensavo che facesse effetto anche sugli altri* Riprese più forte, la chitarra che emanava un dolce melodia, anche il cielo sembrava si fosse placato per

ascoltarla.

 

 

Isn't this the best part of breakin' up
Finding someone else you can't get enough of
Someone who wants to be with you too

It's an itch we know we are gonna scratch
Gonna take a while for this egg to hatch
But wouldn't it be beautiful

Here we are, we're at the beginning
We haven't fucked yet, but heads spinning

Indomita la fissava ora calma e tranquilla. Le dava sicurezza e ricambiava lo stesso sguardo cercando di infonderle la stessa pace che lei sentiva quando incrociava i suoi occhi. Fece scivolare un po’ di note. Mentre la melodia acquistava un nuovo ritmo meno forte e ritmato.

 

 

I'd love for you to make me wonder
Where it's goin'
I'd love for you to pull me under
Somethin's growin'
for this that we can control
Baby I am dyin'

Why can't I breathe whenever I think about you
Why can't I speak whenever I talk about you

 

Ancora qualche nota e concluse la sua improvvisata con un bacio e una carezza sulla possente testa maremmana della sua dolcezza. Inuyasha era rimasto incantanto sulla porta della scuderia.

La voce di Kagome era una cosa stupenda e poi la canzone, la passione della ragazza, il modo in cui era riuscita a calmare quell’asinello era stato un qualcosa di… magico!

“Però sei brava!”

Kagome si girò spaventata “Che ci fai tu qua?”

“Uhm ero venuto a cercarti, singer!” e fece un passo in avanti.

M-ma che blateri? Non sono una cantante!”

“Beh a quanto pare non è così, sei davvero brava!” *Oddio di nuovo quella scarica di adrenalina. Mi fai proprio male Kagome!* pensò con un mezzo sorriso sghembo. E così dicendo fece un altro passo in avanti.

Ops… È proprio tardi! Sarà il caso di andare non credi?” esordì una Kagome imbarazzatissima cercando di passare. Cosa difficile considerando il fatto che Inuyasha l’aveva bloccata tra il suo corpo e il box di Indomita.

“Ma noi due potremmo rimanere ancora un po’, no?” 

“Sì” Soffiò la ragazza. Inuyasha avvicinò il viso al suo, la mano di lui già sulla schiena della giovane e l’altra appoggiata al box del cavallo per impedirle un eventuale ma improbabile fuga.

I respiri si stavano intrecciando, le bocche erano a un millimetro di distanza.

“Ma che diavolo…?”

Indispettita dalle attenzioni tolte Indomita aveva appoggiato il suo musone sulla mano del ragazzo incastrandola tra il suo peso e il ferro della struttura del box.

“INDOMITA!” disse un Kagome irritata e furibonda. Resasi, però conto della situazione si morse la lingua e ringraziò mentalmente il cavallo.

“Beh buona notte Inuyasha!”

“Eh no cara! Noi adesso finiamo!” rispose Inuyasha

“Finiamo? FINIAMO?” Kagome stava per esplodere “Noi non finiamo nulla, perché non c’è nulla che abbiamo iniziato insieme!!!”

“Quel bacio lo volevi anche tu!”

“Che cosa? Che bacio?” Kagome era tutta rossa sia per la rabbia che per l’imbarazzo “Fuori!”

Inuyasha voleva ribattere di nuovo ma la ragazza fu più rapida “Ho detto FUORI!”

Deluso e confuso Inuyasha uscì dalla scuderia.

Con l’intento preciso di tornare.

*Che giornata* pensarono all’unisono i due ragazzi, sconvolti.

 

š

Ecco qui. Si scoprono un po’ di cose, il rapporto tra i due prosegue. Io sono già un po’ avanti con il prossimo capitolo, non mela sento di farvi promesse, ma credo che potrò postarlo in fretta.

Grazie di nuovo, alla prossima. Bye bye

 

 

(*) L’attaccatura non è altro che il punto finale del collo del cavallo e l’inizio della spina dorsale di quest’ultimo. Le regole della monta americana dicono che la mano, per non confondere il cavallo, và tenuta bassa, appunto, vicino all’attaccatura.

 

(**) Il circolo è un giro “accorciato” del paddock. Di solito si usa per far vedere al maestro un particolare movimento, o per far fare al cavallo un esercizio in particolare.

 

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Capitolo 11
*** La famiglia al completo. Il Ranch Resort. ***


clow4093: Ciao Beauty allora come va? Il seguito è arrivato, forse non così presto come volevi tu, ma è arrivato. Fammi sapere che ne pensi, ci tengo!! ^^ Grazie del commento.

 

fmi89: Ma tu mi fai arrossire, dov’è la favolosa storia? Non la vedo!! XD Grazie per il magnifico commento. Spero che l’aggiornamento ti possa piacere. Fammi sapere che cosa ne pensi mi serve un tuo commento! Grazie

 

Mew_Paddy: Non credo intendessi questo con “aggiorna presto” Ma… Eccolo qui, spero avrai la pazienza di seguirmi. Dimmi cosa ne pensi sei stata così gentile.. Mi piacerebbe molto leggere una altro tuo commento. Grazie

 

sesshy94: No!! Non me la uccidere ti prego. XD E’ la mia unica ragione di vita!! Gli argentini sono bellissimi ma sono davvero testardi è proprio vero!! Concordo pienamente con te. Spero che il capitolo ti possa piacere io mi sono impegnata. Fammi sapere ci conto! Grazie

 

Amber: Tesoro! Ho scritto visto? Ora me lo puoi dare il biscotto? [Meglio il sei però.. XDXD] Non so come è venuto, a me piace, è diverso dagli altri penso un pochino più..  brillante!! Non so fammi sapere tu!! Divertiti e SCRIVI anche tu!!! Grazie

 

Un ringraziamento anche ai 9 che preferiscono e ai 10 che seguono la mia storia. Grazie di cuore!!

Godeteci il capitolo e per eventuali chiarimenti domandate pure sono qui per questo [forse? O.O] XD. Bye bye

 

 

Capitolo 11

La famiglia al completo. Il Ranch Resort.

 

 

La mattina seguente il risveglio fu per tutti burrascoso.

Kikyo aveva fatto bruciare le frittelle, piatto preferito di Miroku, che l’aveva bandita per sempre dalla cucina.

Inuyasha – che ancora si lambiccava il cervello per capire come quella fosse riuscita a non cedere – si era macchiato i pantaloni con l’aranciata e come se ciò non bastasse vide l’avvicinamento, in pieno stile bradipo morto, della trasfigurazione reale dei suoi pensieri. Kagome.

“Ehi tu! Volevi per caso la colazione a letto?  Hai una vaga idea di che ore sono?” esordì il cowboy.

Se c’era una cosa che si doveva sapere di Kagome era che odiava parlare, ascoltare, toccare o qualunque altra funzione che facesse lavorare il cervello di prima mattina. E vedere e ascoltare Inuyasha era una cosa che le dava i nervi oltretutto non aveva bevuto nemmeno il suo caffè.

“Non accetto critiche da uno che si sbrodola con l’aranciata!” capitolò, non era riuscita a contare sino a dieci per calmarsi, la faccia da schiaffi di quella specie di asino l’aveva fatta scoppiare.

“Invece tu? Sei molto migliore vero? A letto fino a tardi!!” Il giovane si stava arrampicando sugli specchi.

“Inuyasha! Sono stata di sopra 5 minuti più di te! E’ il caso di farne un dramma? E poi se qualcuno non mi avesse svegliato ieri sera, sarei stata la prima a scendere, stamattina!”

Una volta resasi conto dell’affermazione appena detta cercò di tornare indietro per migliorare la frase “Cioè…”

In aiuto della giovane ci pensò una ragazza, o per meglio dire un tornado di energia che urlando si buttò addosso ad Inuyasha “Inuyashaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”

Finito di abbracciare il giovane, lo stesso tornado partì alla volta di Kikyo “Kikyoooooooooooooooooooooo!” L’abbraccio fu più lungo e intenso segno che le due erano parecchio amiche.

Mirok…” Il moro, che apparentemente era l’unico che ci teneva ad essere abbracciato dalla ragazza-tornado, rimase deluso dal repentino cambiamento di direzione.

“Uh? E lei? Un’altra delle tue conquiste Inu-chan?”

“Non è vero!” urlarono in contemporanea i due ragazzi diventando entrambi di un colore simile al rosso intenso.

“Oh! Ma certo!” soggiunse con tono malizioso e sibillino la sconosciuta.

“Sango!! Che impertinenza!” Si intromise prontamente Kikyo data la situazione

“Kikyo, ti prego, mi sembri mia madre!” sbuffò la nuova venuta “Ehi, voi due? Potreste gentilmente sbloccarvi e venire a darmi una mano?”

Pronunciò rivolta ai due giovani che erano rimasti fermi e stavano lentamente passando ad un rosso sempre più acceso.

Inuyasha fu il primo ad uscire dallo stato comatoso in cui era caduto “Io proprio non posso” Disse tirando fuori la sua migliore faccia di bronzo “Ma Kagome sarà felice di darti una mano!”

L’interessata che stava preparandosi una tazza di caffè –il suo adorato e agognato caffè – si mise sull’attenti nel sentire il suo nome “Eh? Cosa? Ma perch…” La sventurata si ritrovò tra le mani del tornado vivente “Ma che idea meravigliosa!! Kikyo? Vieni anche tu!”

E anche Kikyo venne trascinata fuori dalla carica d’energia.

“Sango?” La ragazza si bloccò *Ah ma allora c’è un modo per disattivarla* pensò l’inglesina.

“Si Miroku?”

“Io non sono stato salutato!” rispose il moro con il broncio.

“Ciao Mirokuuuuuuuu” si esaltò la ragazza ma invece di abbracciarlo calorosamente come aveva fatto prima con Inuyasha e Kikyo andò dritta verso la porta ignorando completamente il ragazzo.

“Signorina No Taisho! Questa me la paghi!” si infuriò Miroku

“Ci conto!” una linguaccia e un tono scherzoso in risposta.

 

**

 

Quello che si trovò davanti Kagome non era un cavallo era un’opera d’arte.

Bella, alta, possente con zampe e spalle forti.

Il manto era lucido e di uno splendido grigio, scendendo sulle zampe si scuriva sino a diventare nero.

Il muso era uno spettacolo, dalla punta delle orecchie che sino a vedere uno splendido bianco che incorniciava gli occhi e la parte centrale del muso, piccolo e intelligente, con un bellissimo nasone rosa a completare l’opera.

La coda era un misto dei due colori nera e bianca.

Non c’erano molte parole per descriverla, era intensa, sembrava piena di energia ma anche rilassante. Unica.

“Si chiama Splendid Cornelia” rispose Sango alla muta domanda di Kagome.

“E’ un Irish Draught” finirono la frase insieme.

“Brava” si complimentò la ragazza.

“Beh non ho detto nulla, i complimenti vanno fatti a te e a lei. E’ una creatura meravigliosa!”

“Perché ho la sensazione che andremo d’accordo?” domandò la No Taisho con un cenno della testa di lì a qualche secondo scoppiarono a ridere entrambe.

“Ragazze?” le chiamò Kikyo “Datemi una mano per favore! Boss fa i capricci!”

“Boss?!?” esclamò sorpresa Kagome, Sango le fece l’occhiolino “Kikyo, che fai? Mi spaventi il cavallo?”

“Scema! Lo sai che è nevrotico” rispose piccata la ragazza.

“Ti prego non essere volgare, potrei anche decidere di offendermi!” un tono scherzoso e una espressione birichina “In ogni caso quell’equino è nevrotico solo con te ”

“Con me e con tutti quelli che gli stanno intorno!” finì la frase con tono spiritoso la cugina.

Arrivate al van le due ragazze videro una scena terribilmente buffa.

Un cavallo bellissimo, probabilmente un purosangue, stava fissando con occhi di fuoco quell’angelo di Kikyo, spaventando non poco la malcapitata.

Era una creatura bellissima il mantello era baio* con una lista che gli attraversava tutto il muso in diagonale per infrangersi poi sul naso. Il corpo era possente, emanava eleganza.

“Dai vieni fuori, ci penso io” decisa e determinata, la nuova arrivata, non sembrava più la ragazza spensierata e allegra di poco fa.

Salì sul van e con molta facilità riuscì a tirare fuori l’animale.

“Ehi! Sta buono, calmo. Shhh! Calmo!” sussurrate all’orecchio, da Sango, queste parole ebbero l’effetto desiderato; il cavallo si rilassò, i muscoli, sino a quel momento tesi, si rilassarono, così come le spalle, le orecchie si alzarono **. Visto che magia la “Ragazza-Tornado”?  

Un sorrisino spuntò dalla bocca della giovane “Ora è tutto a posto però state indietro” disse rivolta alle due giovani di fianco a lei.

Si stava già dirigendo al box del Boss quando Kagome esclamò “Sango! Aspetta!”

L’Inglesina si chinò sul posteriore destro del cavallo e fece un tentativo per alzare la zampa.

“Kagome non farlo, allontanati lui…” Le parole morirono in bocca a Kikyo vedendo con quanta facilità riuscì ad alzare lo zoccolo del cavallo e togliergli il sasso che era incastrato.

Dire che Sango era stupita era molto poco.

M-ma come diavolo…?” riuscì ad articolare solo questo, troppo lo stupore.

“Beh ma è un ragazzone talmente bravo” disse con un sorriso l’interessata accarezzando lo splendido manto del cavallo.

La risata che sentì provenire da dietro le sue spalle, la fece trasalire.

“Ti spaventi per un vecchio che ride e non per togliere un sasso dal posteriore di uno stallone purosangue che nemmeno conosci**?”

Domandò l’anziano a Kagome guardandola dritta negli occhi, poi continuò “Buffo non trovi?” e di nuovo un’altra risata.

La ragazza era in imbarazzo, completamente rossa non sapeva che fare.

Kikyo accortasi della situazione intervenì “ Kacchan? Lui è Totosai, proprietario effettivo di Boss e padre mio e di Inuyasha.”

“Grazie Kikyo!” rispose stizzito il padre “Non credevo di essere così vecchio da avere bisogno della balia per presentarmi!” esclamò infine.

Spiazzata, Kagome, non sapeva se andarsene o restare in supporto dell’amica.

“Ma smettila, vecchio!” la risposta che udì la fece rimanere anche più perplessa di prima.

“Mi hai beccato, streghetta!” rispose l’omino alla figlia mentre si rincorrevano come ragazzini.

*Str-streghetta? Ma dove diavolo sono finita?*

Intanto Sango era tornata “Ehi voi due, la volete piantare? Entriamo dentro, piuttosto!”

Poi riprese di modo che solo Kagome potesse sentirla “Non ci badare troppo, siamo fatti così. Ad ogni modo dobbiamo ancora chiarire un paio di cose io e te” un occhiolino a chiudere il discorso.

Kagome tossicchiò “Non capisco di che parli” disse vaga.

Sul viso di Sango si dipinse un ghigno “Devi sapere una cosa, Totosai è un tipo geloso, tiene molto ai suoi due figli e a me che sono la nipote. Poi per Inuyasha, ha un rapporto molto stretto”

*Vediamo se so ancora come si mente* pensò la nipote del No Taisho.

“Ehm e va bene, ma non c’è mica nulla da sapere, è una cosa banalissima”

“Non mentire” l’ammonì Sango *E’ fatta* pensò.

“Da che pulpito” la gelò l’altra sorpassandola e dirigendosi verso casa.

 

**

 

Passarono il resto della mattinata in racconti di certe gare svolte nei paesi che si trovavano vicino a Forth Worth, nulla di impegnativo, le solite gare  in preparazione a cose di un certo livello come la “Grande Gara”.

Queste gare sono fondamentali, un po’ per conoscere gli eventuali avversari e un po’ per correggersi su alcuni passaggi difficili.

Un allenamento, in pratica.

“Ehi ragazzina!” a parlare era stato Inuyasha “Presto incomincerai anche tu, devi farne almeno 3 o 4 prima del Grande Evento!”

“Giusto! Kacchan che gare hai in mente di fare?”

“Beh io stavo pensando di fare la mia specialità in monta inglese ovvero gli ostacoli, quindi Cross-Country *** e Salto ad ostacoli”

“Mi sembra un’ottima scelta su quello sei preparata e non avrai problemi”concordò Myoga.

“Il problema sorge per l’americano” intervenne Sango

“Potrebbe fare Ranch Shorting**** con Ebas”  aggiunse Miroku

“ E tu?” domandò Inuyasha “Noi come Ranch abbiamo la possibilità di fare una sola gara a testa di tutte e due le specialità; invece lei” indicò Kagome “Deve farne almeno 2 di entrambe cambiando una sola volta cavallo”

“Beh ma allora potrebbe fare veramente Ranch Shorting con Ebas” esclamò Miroku illuminato “Questa competizione si ripete due volte, come il Cutting*****, e non ci sarebbe uno sforzo eccessivo per il cavallo” continuò poi con lo stesso entusiasmo.

La faccia dubbiosa di Kagome fece scatenare l’ilarità generale.

“Ragazzi non ci sta capendo nulla” intervenne Kikyo in difesa della mora.

“Confermo” annuì l’interessata.

“E’ semplice, tesoro, gareggerai con il cavallo di Miroku per una gara e con il mio per un’altra. Quindi” aggiunse con tono più basso “Lavoreremo a stretto contatto”

L’ “Uh” che si levò dalle bocche dei presenti fece scivolare Kagome nella più nera vergogna.

 

**

“Dunque Inglesina, il Cutting è una specialità della monta americana, ma per riuscire a compiere l’azione nella maniera corretta è necessario una grande preparazione e un enorme fiducia nel cavallo, capito?”

Erano loro due, sempre nel paddock, con Zac sellato e imbrigliato.

Kagome aveva preso in prestito dei vestiti da Kikyo.

Era tutto perfetto.

“Sì capisco. Ma non potrebbe farlo Indomita?”

“Non questa determinata specialità, pur avendo delle basi, il tuo cavallo, non potrebbe riuscirci, ma stiamo prendendo in considerazione di farle fare Ranch Shorting, il cavallo di Miroku non ha una grande resistenza fisica, potrebbe non riuscire a fare due gare con così poca distanza, poi andrebbe contro le regole usare due cavalli diversi dal tuo e potendo scegliere preferisco lavorare con te che vederti con un altro, anche se Miroku” concluse con tono malizioso il giovane.

Kagome non diede peso alle ultime parole e continuò per la sua strada.

“Capisco ma…” “Shhh! Ora sali e fammi vedere se sei migliorata” la bloccò Inuyasha.

La ragazza si voltò in direzione del cavallo lo accarezzo e ci parlò confortandolo, un sorriso si dipinse sul volto del giovane accanto a lei, poi piano con molta delicatezza arrivò di fianco a Zac, mise un piede nella staffa e fece per issarsi, ma il cavallo si spostò di poco facendola cadere.

“Bene! Guarda che accarezzarlo e ostentare sicurezza non serve a nulla” disse il ragazzo serio tendendole una mano “Devi essere decisa”

Kagome non resistette “Come te ieri sera? Con la tua stupida decisione di…”

“Esatto, questa decisione” le labbra del cowboy si allargarono in un sorriso enigmatico “Quella luce negli occhi e quella determinazione ti permetteranno di montarlo, senza di esse puoi rimanere tranquillamente lì, a terra.”

Dopo queste parole Kagome stette tutto il pomeriggio a provare a salire su quel dannato cavallo.

A sera era stanca sfinita e le dolevano sia braccia che gambe, ma non poteva non essere più felice.

Era riuscita all’ultimo tentativo disperato a salire su Zac, senza che lui si spostasse o facesse strani scherzi.

“Perfetto. Sai ragazzina? Ci stai proprio bene sul mio cavallo” ammiccò il ragazzo con voce sensuale seguita da un occhiolino.

“Ma che diavolo dici?” arrossì la giovane.

“Ragazzi la cena!!”

Era la seconda volta che Kikyo si intrometteva nel tentativo del fratello di adescare la giovane, sua sorella doveva stare attenta alle spalle, se continuava così.

 

**

 

La cena fu tranquilla.

Sango intratteneva una conversazione con Kikyo e Miroku sulla possibilità di riuscire a partecipare nella gara che si sarebbe svolta l’indomani nel tardo pomeriggio.

“Sarebbe utile anche per Kagome, vero?” convinta delle sue idee, Sango, perseguiva il suo obiettivo tirando nel discorso anche la povera sventurata che si trovava da parte a lei a tavola.

“Uhm di che parlavi?” la giovane totalmente stravolta per la giornata agognava il suo lettuccio caldo e non di certo una discussione su cosa avrebbe dovuto fare l’indomani.

“Sempre a fissare mio cugin… AHI!”  2 calci ben piazzati sulla gamba della giovane la fecero desistere dal continuare la frase.

“Comunque quello che voleva dire mia cugina è molto semplice” tutti si voltarono verso il primogenito dei No Taisho, che tentava di spiegare con falsa tranquillità ciò che il “Tornado” aveva in mente. “Domani dovrebbe esserci una gara popolare da queste parti. Noi non possiamo partecipare” dichiarò con autorità guardando la cugina a cui le si era smorzato il sorriso. “Ma andremo comunque là per vedere lo svolgimento delle gare e le varie competizioni” concluse andando a incrociare gli occhi con Kagome, posta di fronte a lui.

“Quindi andremo a quella competizione per guardare e basta?” domandò quest’ultima.

“Sì, e dopo ci sarà una bellissima festa con karaoke!” esordì la cugina dei No Taisho ritrovando l’entusiasmo.

“Frena l’eccitazione, piccola!” ammiccò Miroku sotto lo sguardo divertito di Inuyasha, Kikyo e Kagome. “Nessuno di noi sa cantare!” finì il moro.

“Beh non proprio tutti” Inuyasha aveva preso di nuovo la parola guardano intensamente Kagome che, prontamente, arrossì.

 

š

 

Note:

Baio: Tipo di mantello del cavallo. Ha peli rossicci – marroni lungo tutta l’asse del corpo, nell’estremità [zampe] i peli si scuriscono sino a diventare neri. Criniera e coda sono, anche loro, di colore nero.

 

**: In questa frase si vuole sottolineare l’importanza della conoscenza di ogni cavallo con cui si deve lavorare. In questo caso il cavallo è un purosangue, il cosiddetto”sangue caldo”, ovvero un cavallo che solitamente è impulsivo. Quindi la conoscenza per poterci lavorare deve essere maggiore rispetto ad un cavallo “normale”, questo sempre in discorso molto generico. Kagome riesce così facilmente ad avvicinarsi poiché probabilmente emana un odore buono che permette al cavallo di sentirsi tranquillo.

 

Cross-Country: E’ una specialità della monta inglese. Si basa su un percorso che il fantino deve compiere con degli ostacoli. Si dovrebbe fare al galoppo e si va a tempo [quindi il tempo migliore vince]. In ogni caso sarà spiegato meglio più avanti.

 

Ranch Shorting: Specialità della monta americana. Anche in questo caso sarà spiegata meglio nel prossimo capitolo.

 

 

Cutting: Specialità della monta americana che consiste nel dividere un vitello dal resto della mandria basandosi solamente sul cavallo, quindi affidandosi completamente a lui.

Indomita non riuscirebbe mai a imparare questa specialità in così poco tempo. E’ un insegnamento che richiede anni di allenamento.

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