La regola della rosa

di scriveremibasta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo di una storia macchiata di rosso ***
Capitolo 2: *** Novellino ***
Capitolo 3: *** Tra buone e cattive idee ***
Capitolo 4: *** Sei rimasto un rospo ***
Capitolo 5: *** Vuoi davvero saperlo? ***
Capitolo 6: *** Bugie e risposte ***
Capitolo 7: *** Insopportabile fastidio ***
Capitolo 8: *** Fine dei giochi ***
Capitolo 9: *** Ubbidiscimi ***
Capitolo 10: *** Risveglio sotto la luna piena ***
Capitolo 11: *** Quadro completo alla vigilia del piano di Naraku ***
Capitolo 12: *** La tempesta che spezza la calma ***
Capitolo 13: *** Perso ***
Capitolo 14: *** Il Baku ***
Capitolo 15: *** Dimensioni parallele ***
Capitolo 16: *** Situazione di stallo ***
Capitolo 17: *** Tra lupo e umano ***
Capitolo 18: *** Fratellastri, scorci di due vite separate ***
Capitolo 19: *** Soggiogato dal lupo ***
Capitolo 20: *** L'inganno, la sfera, Inuyasha ***
Capitolo 21: *** Extra-Scorci della vita passata di un alchimista ***
Capitolo 22: *** Tutto come prima...forse ***
Capitolo 23: *** Bisogno di sangue, bisogno di lei ***
Capitolo 24: *** L'odore del diavolo ***



Capitolo 1
*** Prologo di una storia macchiata di rosso ***


-Di' un po', Inuyasha...è stato bello vedermi?- mi chiede, da una parte della stanza che non riesco a capire quale sia; l'unica cosa che comprendo è il suo tono di voce pieno di rabbia -Lo prendo come un si...- esordisce ancora, riferendosi al mio silenzio, e, stavolta, avverto che mi sta girando attorno. Tsk, come se fosse un cacciatore con la sua preda...
-Ad ogni modo, ora devi pagare...non credi?- Il suono dei tacchi riecchegia nella penombra della stanza, in modo lento e inquietante. Come il ticchettio di un orologio. Se ci si presta attenzione, si potrebbe sentire anche il rumore dello strascico di stoffa sul pavimento -E, quindi, dovrai eseguire ogni mio ordine- continua a girarmi attorno, incatenandomi con lo sguardo che affronto senza paura -Ci saranno tre regole a cui dovrai sottostare-
-Quali regole?- chiedo guardingo, seguendo con lo sguardo il suo girarmi attorno.
-Non mi avevi visto?- insiste, beffarda, da dietro la mia schiena, col volto accostato al mio orecchio. Faccio un profondo respiro, costatando che sembra tornata la padrona di qualche ora fa, solo molto più pericolosa -Dovresti ringraziarmi, piccolo umano...- continua lei, in modo cattivo e dolce al tempo stesso, io stringo i denti, voltandomi verso di lei a pugni stretti per la rabbia "Piccolo umano?!" penso, irato. Perchè d'evessere sempre così arrogante?!
-Avrei potuto ucciderti e, invece, tutto ciò che devi fare sarà sottostare ad alcune, semplici regole...non sono stata gentile, forse?- continua, ignorando la mia rezione e abbassandosi al mio livello, le mani dietro la schiena e un sorrisetto sulle labbra fini.
La squadro stizzito dalla sua altezzosità, mormorando soltanto un "E cosa avrei visto, di grazia?" che sembra farla arrabbiare.
-Fingi ancora di non capire?- sbotta, infatti, infastidita, mettendosi dritta. Poi, con tutta la mia sorpresa, mi poggia la mano coperta da un guanto scuro sul petto, spingendomi con una forza soprannaturale e andando a sbattermi al muro. E, "Dannazione che male!" penso, tastandomi la schiena; e, non ho neanche il tempo di riprendermi che lei mi è subito addosso.
-Fa' silenzio- mi sussurra, la bocca così spaventosamente e meravigliosamenente vicina al mio collo -Da oggi, dovrai seguire tutto ciò che ti dirò- fa, salendo verso il mio orecchio -Intesi?-
Sento come se mi avessero gettato un secchio d'acqua gelata addosso e, ancora confuso per la botta, finisco solo per annuire. Non capendo bene a cosa, però.
-Sei così facile da controllare, Inuyasha- esordisce, invece, lei; in modo rilassato ed inspiegabilmente dolce.
Io stringo i denti: -Spiegami- sibilo. E lei ghigna.
Mi piaceva da impazzire.


Angolino piccino picciò <3
Ehi, eccomi con un'altra storiella sul fandom di Inuyasha! :D
Dico già da subito che, per il titolo, mi sono ispirata ad un videogioco di cui ho visto un gameplay su youtube che si chiama, appunto, "The rule of rose". Anche l'immagine è stata presa dalla copertina del gioco, visto che era in pieno stile per la mia fanfiction. Spero che non dispiaccia xD
Comunque, ora passiamo al racconto.
Stavolta c'è il nostro mezzo-demone preferito, neh? Chissà come si evolverà la vicenda...e cosa saranno mai queste tre regole? Per non parlare di quello che ha visto Inu...mmmh cosa potrà mai accadere? Io lo so già ma a voi non resta che continuare a seguirmi per scoprirlo... :P
Per ora è solo un prologo e non so se continuare...voi che dite?
Aspetto giudizi, consigli, critiche e chi più ne ha più ne metta...
Al prossimo aggiornamento qualora ce ne sarà uno :333
Ciau!

P.s Capitolo modificato! :3

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Capitolo 2
*** Novellino ***


La carrozza sfrecciava sul terreno, incurante della pioggia e della poca luce presente sul percorso. Eravamo rimasti solo in due, dentro di essa. Io e uomo smilzo, con la tuba calata sul volto e uno smoking nero. Era piuttosto inquietante, non aveva parlato per tutto il viaggio e aveva continuato a leggere uno strano giornale di qualche settimana fa; quello che, a quanto avevo sbirciato, portava la notizia di un furto ad una delle famiglie più prestigiose sulle sue pagine ingiallite.
"Fortunatamente" pensai "Non è la famiglia a cui presto farò da servitore" e, ricordati sempre Inuyasha, pur essendo un servitore devi sempre farti rispettare. E iniziare a parlare con la propria mente non è un buon inizio, assolutamente.
-Signori, presto saremo a destinazione- ci avverte la voce del cocchiere, profonda e un po' beffarda.
Ma dico, il rispetto al giorno d'oggi?
"Ricorda che non sono tutti educati servitori come te" già, giusto.
 Inizio a sistemarmi il colletto, per poi stirare la camicia e mettermi la giacca di mio padre; sono pronto. Beh, fisicamente...
Lancio un'ultima occhiata all'uomo che ho accanto, augurandomi di non rivederlo più "È troppo inquietante" penso, deglutendo. Peccato che, fin'ora, non è mai sceso a nessuna fermata...e se scendesse alla mia? Ah no, è impossibile...cosa c'entra lui con la famiglia Higurashi?
"Spero niente..."
-Buona serata- mi augura il cocchiere e, dopo un cenno con la tuba che ha in testa, riparte a tutta velocità verso l'alto della montagna. Sospiro sollevato, sotto il tettuccio del cancello e mi guardo intorno: il giardino che circonda la villa è immenso, fatto di cespugli di rose e alberi curati alla perfezione, è praticamente il paradiso terrestre; per non parlare, poi, della villa... meravigliosa, grande e perfettamente simmetrica; tre piani delle più segrete meraviglie e regalità varie. Cosa più importante...quell'uomo, quello strano e inquietante, non è sceso! Oggi sembra essere il mio giorno fortunato, senza contare la pioggia!
Si, ma ora, che cosa dovrei fare? Il cancello è chiuso a chiave da un lucchetto dalle rifiniture argentee...come faccio a passare? "Bah, forse avrebbero dovuto darmi una chiave..." pensai, ma era impossibile, considerando che non avevo mai visto i padroni di casa...come avrebbero potuto darmi anche solo qualche indicazione o- To' guarda c'è qualcuno lì infondo, sotto il portico della casa...
È un uomo, che riesco a vedere non appena mi si avvicina ed apre il cancello: alto e prestante, carnagione scura e capelli biondo platino; ha un volto che mi ispira fiducia...
-Lei dev'essere il Signor Inuyasha No Taisho, il nuovo servitore della famiglia- fa ed io annuisco, orgoglioso di essere finalmente riconosciuto come "signore" nonostante i miei sedici anni. L'altro, non appena apre il cancello, mi lascia la strada libera per passare ed apre un ombrello nero, in modo da non farmi bagnare -Prego, da questa parte- mi indica il portico della villa.
Ed io, non so proprio come non essere eccitato all'idea di questa nuova vita. Mio padre mi ha sempre insegnato l'arte del servitore, visto che è la tradizione della nostra famiglia...ma non avrei mai pensato di essere voluto in una tra le più prestigiose famiglie e di rendere mio padre così orgoglioso...ne vado fiero! Tutti quegli allenamenti distruttivi, tutte quelle sessioni di studio obbligatorio...non sono state vane.
E sarò io, a dimostrarlo.
-Oh, ma guarda chi abbiamo qui...il giovane Inuyasha!- una donna dai capelli castani corti, acconciati con un fermaglio a forma di rosa mi saluta, venendomi incontro e abbracciandomi. Ha un odore forte, indossa un vestito elegante rosso e dei guanti neri le coprono le mani delicate; è anche leggermente truccata e la sua voce ha un debole accento francese, che le da' un senso di regalità -Hai fatto buon viaggio?- mi dice, quasi strozzandomi: ha le braccia al mio collo, diamine! E, pur essendo bassina e gracile, devo dire che è molto forte.
-Si-signora- mormoro, cercando di non asfissiare e quella pare capire, lasciandomi e facendomi un sorriso di scuse. Poi si volta verso un'altra persona sulle scale, indicandola con un gesto della mano.
-Sono lieta di presentarti mio figlio, Souta, il minore della famiglia Higurashi- mi spiega. E, no, aspetta, la domanda di prima? Se n'è già dimenticata? Che donna...
Osservo il ragazzino fermo sulle scale che portano ad un secondo piano e, solo ora, mi accorgo che la sala dove sono è dedita soltanto all'accoglienza: sopra ad un grande e quadrato tappeto rosso vi sono un paio di divani e poltrone, sempre accompagnati da dei tavoli; poi, procedendo dritto, delle enormi scale lucide e luminose...ma questo forse è dovuto all'enorme lampadario che troneggia sull'intera stanza, è in cristallo. Varie piante d'interni a fare d'arredo e, ai rispettivi lati della porta d'ingresso, attraversati dei piccoli corridoi arredati con quadri e piccoli lampadari, vi sono due porte chiuse. Chissà che vi è all'interno...
Comunque, tornando al ragazzino sulle scale, è imbronciato e mangia un lecca-lecca, indossa dei pantaloncini, scarpe nere, un gilet rosso e una camicia celestina. I capelli sono neri e spettinati e gli occhi, del medesimo colore, hanno un luccichio birichino.
-Souta, vieni a salutare Inuyasha- lo invita la donna e quello, dopo una smorfia, mi si avvicina a passo insicuro, squadrandomi con sguardo sospetto. E che sono, un mostro?
-Lieto di fare la sua conoscenza, Signorino- mi inchino, con un sorriso "Non serve arrabbiarsi solo perchè ha un viso da schiaffi, Inuyasha...stai calmo"
Lui, dopo un cenno con la testa si aggrappa alla gonna del vestito della donna e mi guarda male, continuando a leccare la sua caramella.
-Oh cielo, Souta- fa la donna, senza rabbia -Scusalo Inuyasha, fa sempre così con chi non conosce...- mi rivolge, poi, un sorriso -Io, comunque, mi chiamo Akemi- si presenta.
Io annuisco. Le sta proprio bene...vista la sua bellezza.
-Vieni, ti porto alle tue stanze- mi invita, con il ragazzino in braccio ed iniziando a salire le enormi scale. Io la seguo, eccitato all'idea di vedere la mia nuova camera. E, già mi immagino il bel letto a baldacchino, i comò in legno pregiato, le grandi e luminose finestre e- COSA?!
Non mi sono neanche accorto di essere arrivato che noto come la mia camera non sia come l'ho immaginata: letto unico, un armadio, una scrivania...ma che cavolo, sembra la stanza di uno studente fuori sede...dov'è finita la regalità?  "Immagino che quella sia riservata solo ai padroni di casa"
-Allora? Ti piace?- mi domanda Akemi. Io annuisco, cercando di sembrare convinto e mormorando un "Si, signora" che la fa sorridere -Bene, per ora riposa e sistema le tue cose, domattina avrai i tuoi primi ordini- mi fa, uscendo e chiudendo la porta. Io, una volta rimasto solo, poggio la valigia che, fin'ora avevo completamente dimenticato e scosto le tende della finestra per osservare la pioggia sbattere sui vetri e i tuoni che, qualche volta, solcano il cielo. Sta ancora piovendo...
-Ah, non ci pensare!- mi dico, sbattendomi le mani sulle guance "Domani sarà la tua prima giornata da servitore!" e i servitori devono riposare no? L'ha detto anche la padrona...quindi riposa Inuyasha, riposa che, domani, dovrai essere carico.

-Buongiorno- biascico a qualcuno di non ben definito dentro la stanza, solo la calda luce dell'alba ad accogliermi. È stato più indolore di quanto mi sia aspettato...cioè, appena messo a letto mi sono subito addormentato! Ed io che credevo che mi avrebbe fatto soggezione cambiare area...e invece è tutto normale, mi sento riposato ed un po' emozionato; non vedo l'ora di scrivere a mio padre per dirgli come procede!
Mi stiracchio, consono di indossare solo una semplice canottiera e dei pantaloncini; i vecchi vestiti appogiati a quella che, presto, diventerà ufficialmente il mio armadio. Scuoto la testa "No, no Inuyasha! Non puoi utilizzare una sedia come armadio!" penso, determinato ad essere il meno disordinato possibile. E, che diamine, sono appena arrivato, non posso fare casino già da ora! Niente vecchie abitudini, questa non è casa mia! "Eh appunto..." rifletto, accorgendomi solo ora di una cosa "I servitori non possono alloggiare nella stessa casa dei padroni...allora perchè io...?"
-Signorino Inuyasha, la padrona vuole vederlo- sento le nocche battere sulla porta, poi una voce abbastanza gentile mi chiama da dietro di essa. Dev'essere quella di una vecchia, visto il tono un po' tirato.
-Si, arrivo subito- avverto, togliendomi la canottiera e i pantaloncini per infilarmi la camicia ed i normali pantaloni. Nel farlo, osservo per un attimo il me stesso riflesso sullo specchio: capelli lunghi e neri, morbidi che mi ricadono sulla schiena nuda, occhi color carbone e fisico muscoloso. Si, okay, non proprio muscoloso vista la mia giovane età ma conto di diventare come papà, un giorno. Per il resto, beh, sono tutto mia madre...ripensandoci, è proprio per lei che tengo i capelli lunghi, gli piacciono tanto e quando ero piccolo adorava accarezzarli; io, però, non ci trovo nulla di così eclatante...insomma, sono solo capelli! Ma, a sentirla se solo me ne tagliavo una ciocca...sarebbe diventata matta!
Ora basta coi ricordi, però...non posso fare tardi!
Mi osservo per una seconda volta allo specchio, sorridendo orgoglioso di ciò che vedo e di ciò che vedono sempre i miei genitori: un giovane ragazzo un po' rozzo che vuole far felice i propri cari.
Beh, oltre alla bellezza naturalmente.

-Signora, per servirla- mi inchino educatamente al cospetto della mia padrona, è seduta ad un tavolo pieno di pietanze con il piccolo Souta ed un'altro uomo che credo sia il marito. Alto, ben piazzato, capelli tirati all'indietro da manate di gel, monocolo ed occhi blu freddi e profondi che sanno guardarti dentro l'anima. Deglutisco, mi fa soggezione ma non sarà un omuncolo a mettermi alla prova!
-Oh, Inuyasha, non serve tutta questa premura!- mi richiama lei, sorridendomi gentilmente
-Sono lieta di presentarti mio marito, Riku- mi fa un gesto con la mano ed io, a quello, mi inchino in segno di rispetto. E, okay che non mi sarei fatto mettere i piedi in testa da costui...ma, cavolo, è pur sempre il padrone di casa!
-Tu devi essere Inuyasha...- fa, squadrandomi in modo un po' troppo altezzoso. Io reprimo l'istinto di rispondergli a tono e mi limito a sorridere mormorando un "Si, signore". Lui, invece, continua a squadrarmi per poi annuire, finalmente convinto -Bene- esordisce -Mi aspetto il massimo da te- termina, infine.
-Certo, signore- mi inchino ancora. E, dovrei essere orgoglioso no? Il padrone si aspetta il massimo ed io non posso mica...no, proprio per niente! Buon Dio, quanto mi infastidisce quello lì!
-Caro, dov'è andata Kagome?- chiede la signora, con sguardo preoccupato.
"Kagome? Sarà la figlia?" agrotto le sopraciglia, pensando che, se è la figlia, non l'ho mai sentita nominare. Come il più piccolo del resto..."Ti saresti dovuto informare di più"
-Inuyasha, caro, perchè non le porti la colazione? Credo sia in giardino-  mi chiama Akemi, ed io mi riprendo dai miei pensieri, finendo per sussultare.
-Eh? Ah...si, certo, gliela porto subito!- dico, prendendo il piatto che, ora, ora, è stato portato dalla vecchia cameriera ed ignorando lo stomaco che brontola nel sentire il buonissimo odore che emanano le pietanze poggiate  su di esso.
Esco dalla porta finestra della tavola da pranzo che da su un enorme giardino, camminando a passo spedito e facendo saltare lo sguardo da un punto ad un altro, sperando di trovare la signorina. Inutile dire che, dopo ben tre giri, mi arrendo alla mia più totale incapacità di trovare le cose e mi do per disperato. Insomma, ho già perso il mio primo incarico! Ma quanto sono pessimo a fare il servitore? Sarei dovuto andare a lavare le scarpe, sarei!
-Ed ora che faccio, qui mi si raffredda tutto...- mi dispero, guardando i croissant e il latte caldo e fumante. Quando mi viene in testa un'idea..."In fondo, poi posso dire di averli consegnati.."
Ed è un attimo: afferro un cornetto, mangiandomelo in un sol boccone e soddisfacendo il mio appetito; il secondo, invece, lo mangio a bocconi piccoli, gustandomelo perfettamente.
-Mmmmh!!!- esclamo -Sono buonissimi!-
-Ah, sono contenta che la mia colazione ti piaccia, ragazzetto!-
Per poco non mi strozzo col croissant che ho in bocca. Mi hanno già scoperto? Sarò licenziato?! Stupido di un Inuyasha, stupido, stupido, stupido! Ma ti pare? Ti metti a mangiare il cibo degli altri, tuoi padroni per giunta! Stupido!
-Ehi, ci sei? Prima sembravi tanto in vena di parlare!- mi volto lentamente, sudando freddo e deglutendo ciò che ho in bocca. Cavolo!
-Io...- provo a dire, osservando colei che ho davanti: pelle diafana, labbra rosse ed occhi blu zaffiro, animati di una luce da ragazzina; che, però, non è. E, cavolo, se no! Corpo sviluppato, dalle curve perfette e capelli lunghi e corvini dalla frangia sbarazzina tirata di lato da un fermaglio a forma di rosa. Alta, slanciata, bellissima...mi sono innamorato.
-Dannazione, vuoi finirla di stare lì impalato e portarmi, magari, un'altra colazione? Sei o non sei un servitore?!- okay, forse non mi sono innamorato...però è carina comunque.
-T-tu! Insomma! Se non avessi giocato a nascondino per tutto il tempo non mi sarei già mangiato la tua colazione!- mi alzo, puntandole il dito contro e urlandole contemporaneamente -E, comunque, non dovresti trattare così un servitore! Stupida ragazzina!- la provoco, ghignando ed osservandola con le braccia conserte.
-Nel frattempo la "ragazzina" è più alta di te- mi canzona lei, facendo un sorrisetto -E poi sono molto più vecchia di te, per tua informazione!-
-Ah, ma davvero? Abbiamo una vecchia befana, quindi!- le rispondo a tono. E, Dio mio, una più infantile di lei non l'ho mai incontrata!
-Vedila come vuoi- fa -Io, però, rivoglio indietro i miei cornetti!- ghigna, poi, indicandomi quello che ho in mano con il mento. Ed è in quel momento che mi balena un'idea:
-Ah, quindi vuoi che ti porti dei cornetti?- chiedo, testa bassa e ghigno nascosto dalla mia frangetta.
-Certo, non ci senti?- mi chiede, con le braccia conserte ed un cipiglio infastidito.
-No, io ci sento benissimo...- sussurro, mentre il mio ghigno si allarga -Tu, invece, perchè non ti prendi questo, di cornetto?- alzo la voce, lanciandoglielo dritto in faccia e gustandomi il mio operato con un sorrisetto soddisfatto.
-Ah...- sospira lei, per nulla turbata -È il tuo primo giorno e già mi affronti...- continua, poi, ad occhi chiusi -Potrei licenziarti, sai?- mi chiede, di seguito, con non-chalance; mi osserva con un solo occhio aperto e...sembra quasi un gufo...
-Tsk, solo i miei padroni possono licenziarmi- dico, stizzito, affondando le mani nelle tasche dei miei pantaloni.
-Ah, quindi non te l'hanno detto?- mi chiede, di rimando lei, avvicinandosi; solo ora mi rendo conto che indossa una candida veste che le arriva alle caviglie e si muove ad ogni suo passo. Dev'essere la vestaia da notte...
-Cosa?- chiedo, sinceramente incuriosito ma conscio che potrebbe mentirmi facilmente.
-Che tu- dice, avvicinandosi sempre di più fino a giungere di fronte a me -Sei...- mi squadra con quello sguardo da ragazzina viziata e altezzosa -Il mio servitore personale- conclude, infine.
Io ci rimango secco. Letteralmente.
Non so che dire, quando ho accettato questo lavoro sentivo che nulla mi avrebbe mai e poi mai fermato...ma, ora...nel scoprire cosa realmente mi attende...beh, sono un po' nervoso...sopratutto con una tipa così.
-C-cosa?- balbetto, cercando di non fuggire immediatamente a gambe levate.
 "Calmati, Inuyasha, calmati" e, infondo, cosa sarà mai una ragazzina che dimostra molti più anni di me ma che ha un comportamento tale e quale ad una bambina? Cioè, sarebbe potuta andare peggio...no?
-Tornando ai miei croissant...- no, evidentemente non sarebbe potuta andare affatto peggio...perchè, si da il caso, che questo sia il "peggio".
Osservo la ragazza che pare chiamarsi Kagome, ha un sorrisetto da schiaffi e...ma, ehi, non è un po' troppo vicina?
-Dovrai riportameli lo sai?-
"Troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina"
-Ho fame e, ehi, ma mi stai ascoltando?-
"Troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina"
-Pensandoci potrei mangiare te...-
OKAY, BASTA, COSA?!
Togliendo il fatto che è davvero troppo, troppo vicina...che diamine le viene in mente di dire?! E perchè ora mi guarda in quel modo così...stupido! Stupidamente malizioso, ecco!
Deglutisco, guardandola alzare una mano che prima era dietro la schiena per poi accarezzarmi il collo con un dito; percorrendone la giugulare, squadrandola con quello stesso sguardo e lasciandomi completamente paralizzato.
Okay, è ufficiale: questo è il peggio dei peggi.


Angolino piccino picciò <3
Alloraaaa, sono in ritardo? xD spero di no...ma, vedete, ho un'altra storia da portare avanti e devo cercare di dividere il mio tempo in modo da non trascurare i vari...chiamiamoli aspetti, della mia vita.
Andando al capitolo, come vi sembra? Ho fatto un Inuyasha troppo checca? xD e Kagome? Cosa sarà mai? Provate a scoprirlo, non credo sia molto difficile...
Per quanto riguarda info e cose varie, ho dato volto e nome al padre di Kagome, Inuyasha per una volta è più piccolo di quest'ultima e ci troviamo in un epoca non precisata.
Se in caso ve lo state chiedendo...si, la madre di Kaggy ha un nome giapponese ma un accento francese...lo spiegherò nella storia il perchè. Il motivo per cui Inuyasha dice che il suo aspetto si abbina al nome è perche Akemi significa "Bellezza luminosa" e, appunto, la signora è bella e luminosa. O, almeno, spero...
Aspetto vostre :3
Al prossimo chappy :DDD

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Capitolo 3
*** Tra buone e cattive idee ***


-Padrona, non mi sembra una buona idea...-
-Ah, ma quindi hai imparato a chiamarmi padrona!-
-Si e smetterò anche di farlo se lo fa-
Non potevo assolutamente crederci, a distanza di una settimana da quel...chiamiamolo evento, non ritiro affatto quello che ho detto!
Questo è il peggio dei peggi!
Dopo un inizio col "botto", sono cambiate un bel po' di cose per me...innanzi tutto non dormo più nella stanza da studente fuori sede, ma in una molto più regale adiacente a quella della mia padrona...e, per l'appunto, la mia padrona...dire che è strana è dire poco.
Dopo avermi quasi mangiato con lo sguardo per un paio di minuti, le ho portato un vassoio pieno di cornetti e un'altra tazza fumante di latte, sotto gli sguardi curiosi e divertiti dei miei padroni...è stato il peggio, diamine...che vergogna! Poi, però, abbiamo iniziato ad andare d'accordo...o, almeno, in parte...dopo un "Cambiategli i vestiti e mettegliene nuovi" ha iniziato a dare una serie di ordini alla servitù, senza badare minimamente al fatto che i padroni di casa erano altri...e non lei. Suo fratello, poi, mi ha fatto un dispetto dopo l'altro...è insopportabile quel marmocchio! A volte, però, sa essere anche bravo...cioè, contando le volte che i dispetti li ha fatti anche a Kagome...
Ho incontrato anche persone normali in quel manicomio...una cuoca davvero brava e simpatica, di nome Sango, e il suo assistente Miroku...un donnaiolo incallito che ci prova spudoratamente con qualunque essere femminile incontri e che, immancabilmente, le prende da Sango. C'è, poi, Kaede; una vecchina che fa da balia e insegnante al piccolo Souta ed altri che ancora non ho avuto modo di conoscere. Spero di rifarmi in seguito...
-Ehi, bell'addormentato...ci sei?- ho già detto quanto sia insopportabile la mia padrona?
-Si, si...certo- sospiro, di fronte alla sua espressione perplessa.
-Se lo dici tu...- mormora, facendo spallucce e riprendendo ciò che stava facendo.
-Io, comunque, continuo a dire che è una pessima idea...-
-Cosa? Tirare d'arco ad un galà?-
-Certo, se fosse solo quello...-
E, certo, se fosse davvero solo quello! Tirare d'arco ad una cerimonia...okay, ci potrebbe anche stare...ma tirare d'arco ad una cerimonia quando non c'entri nulla...beh, non ci sta per niente! Se solo questa testa bacata qui, lo capisse...
Ed io, un povero servitore come tanti, la devo persino accompagnare! Cose da pazzi...
-Sta' tranquillo Inuyasha- mi rassicura, prendendo un'altra freccia dalla faretra che tengo tra le braccia -È la festa di un mio amico, non potranno farmi assolutamente nulla....- continua, poi, incoccandola e scoccandola subito dopo; e, devo dire che è molto brava, ha fatto un centro perfetto...ma comunque, "Non mi sembra il momento di pensare a questo, Inuyasha, riprenditi diamine!" giusto, la festa e il ballo, si...
-Senta, secondo me- provo a dire mai lei mi interrompe, mettendomi un dito sulle labbra e facendomi un'occhiolino.
-Ti ho già detto che andrà bene, fidati di me- sussurra divertita -E poi tu sei il mio servo personale, non puoi mica opporti ad un mio ordine...- continua, stavolta più seriamente.
"Quella dannata ragazzina precoce!" penso, fregandomene altamente del fatto che sia un paio d'anni più vecchia di me. Perchè, che cavolo, sarà anche adulta ma ha la maturità di una bambina! E si diverte persino a fare scherzi e mettersi in mostra...Dio, quanto non la sopporto! Ma, come si suol dire, l'indifferenza è la migliore arma contro tipe come lei.
Quindi...
-Come vuole- acconsento, facendomi vedere per nulla turbato. Lei mi guarda tra il perplesso e lo stupito e, io, posso tranquillamente prenderla come una piccola vittoria personale.
Poi, però, l'incanto finisce.
-È inutile che ti mostri indifferente quando non lo sei per niente...- inizio a pensare che mi legga nel pensiero...e, poi, cos'è quel ghigno che ha in volto?! Cose davvero, davvero da pazzi...ad ogni modo, non sono nella posizione di replicare...stai calmo Inuyasha, non causare un femminicidio a soli sedici anni...
Guarda, invece, il bel paesaggio che ti circonda...l'enorme giardino, gli uccellini, gli alberi...bello no?
-Che fai ora, non dici nulla?- no, affatto, non è affatto bello tutto questo.
Le mollo addosso la faretra, andandomene senza dire nulla e lasciandola sola. E, okay che sono il suo servitore...ma questo è troppo!

-No, non la sopporto proprio...- sospiro appoggiato al bancone della cucina, dove Miroku sta portando ad uno ad uno i piatti che cucina Sango; mentre un paio di cameriere li servono al tavolo dei miei padroni.
-Suvvia, Inuyasha- inizia Sango -Devi abituarti alla padroncina, in fondo!- ridacchia, poi, continuando ad arrostire la bistecca che mi fa brontolare lo stomaco.
-Sicuro! Come puoi non sopportare un angelo come la signorina Higurashi?- si intromette Miroku, con sguardo sognante, finendo quasi per sbavare sui piatti. Menomale  che l'altra gli assesta un pugno e riesce a prendere il piatto prima che cada, sennò non so come sarebbe andata a finire...
Sospiro, pensando che, se Kagome è proprio un angelo, allora il buon Dio deve aver fatto i conti male, questa volta...e, accidenti! Ora mi metto persino a fare il religioso, che cavolo! Quella tipa mi farà impazzire!
-Comunque, qui c'è il suo pranzo, portaglielo cercando di non morire, ti raccomando- Sango mi porge il piatto di carne e verdura, tenendo un Miroku delirante e con la schiuma alla bocca per il bavero della tenuta da cuoco-assistente; poi ritorna a preparare il pranzo per i padroni.
Io, piatto in mano e schiena ritta, non so proprio dove dovrei portarlo e, appena la cuoca pare notarlo, la sento sospirare pesantemente -Non sai dove andare...- sospira ancora; ed io annuisco, facendole sbattere il palmo della sua mano sulla fronte.
"Accidenti Inuyasha, dovevi proprio andare a lavare davvero le scarpe...altro che servitore!"
-Terzo piano, l'ultima stanza in fondo a destra...- dice sbrigativa, senza neanche voltarsi verso di me ed io annuisco per la seconda volta; appuntandomi mentalemente tutto ciò. Poi, però, mi sorge un dubbio:
-Ma, gliela devo portare in camera?- chiedo perplesso, Sango annuisce.
-Certo, a quest'ora studia astronomia quindi vuole sempre portato il pranzo in camera, mangia raramente coi padroni- mi spiega, finendo di comporre l'ennesimo piatto che viene subito portato dalla servitù -Ed ora vai, sennò sentila poi- mi incita, muovendo velocemente la mano come se stesse scacciando via un insetto fastidioso; ancora Miroku tenuto per il colletto. Mi domando come faccia...ma, ad ogni modo, ora non ho tempo...sennò vai veramente a sentirla quella lì!
Mi faccio strada nei corridoi pullulanti di servi e serve varie, chi indiffarato per una e chi per un'altra cosa; mi squadrano in modo curioso o semplicemente nemmeno mi vedono, talmente sono occupati. Poverini, mi fanno pena...
Dopo una bella camminata fatta di "Permesso", "Attenzione!" e "Chiedo scusa", giungo finalmente davanti ad una porta in legno che, se non mi sbaglio (e spero proprio di no), dovrebbe portare alla stanza della mia padrona. Busso, una...due...tre volte...ma nulla.
"Si vede che vostra regalità è occupata a fare la piccola astronoma..." penso sarcasticamente; e, senza attendere oltre, mi metto a prendere a pugni la porta, venendo inesorabilmente squadrato da qualsivoglia servitore che passi di là.
E la tua pazienza, Inuyasha? Dov'è finita?
"Meglio che non risponda..."
Prima che potessi assestare un altro pugno alla porta, quella si apre così da presentarmi davanti la principessina.; apro la bocca per dire qualcosa ma le parole mi muiono prima ancora di uscire.
Letteralmente.
Perchè, evidentemente, la mia bellissima padroncina, non abbandona mai il suo ruolo di esibizionista...non lo abbandona talmente tanto che si mostra mezza nuda al proprio servitore senza batter minimamente ciglio.
-Ah, non sei San- comincia a dire ma io non la faccio finire, sbattendole la porta in faccia e cercando di non ricordare ciò che ho visto: una sola camicia aperta a coprirle il corpo, insieme agli slip neri, capelli bagnati e scompigliati, volto rosso per il vapore dell'acqua...mio Dio quant'era fraintendibile quella situazione...considerando poi che le ho visto tutto...i seni, coperti a malapena dalla camicia e il ventre, piatto e dagli addominali appena accennati; ho visto un angelo...e, ehi Inuyasha, ma non dovevi evitare di ricordare tutto ciò?
-Mettiti qualcosa addosso, non sono tua madre!- le urlo da dietro la porta, ancora il piatto in mano e il viso rossissimo; ma perchè, poi?! Ne ho viste tante di ragazze, ci sono abituato...o, almeno, questo è quello che avrei voluto dire a me stesso...perchè, si dia il caso, che io, nei miei sedici anni di vita, non abbia conosciuto altre ragazze oltre a mia madre. Certo, ho avuto le mie cotte...ma non sono mai stato fidanzato nemmeno una volta; a dispetto della mia bellezza che mi ha fatto sempre essere popolare e desiderato.
-Puoi entrare- fa la sua voce e, appena mi volto ad osservarla, la trovo appoggiata allo stipite della porta, con una tazzina in mano che emana l'odore di caffè.
"E pensare che io credevo che i nobili bevessero soltanto del the..."
Le porgo il piatto con aria stizzita, un po' arrabbiato con me stesso per il rossore sulle guancie che non si assesta a scomparire nonostante la mia padrona sia bella e vestita; beh, per fare un eufemismo...visto che indossa la stessa camicia di prima solo abbottonata e sono certo che abbia le stesse mutande di prima. Ma che diamine di pensieri faccio ora?! Che mi interessa del suo intimo? Ah, ad ogni modo, ora devo solo andarmene il più in fretta possibile da qui.
-Prego- le dico, una volta consegnato il piatto; poi mi volto per andarmene ma qualcosa mi ferma, qualcosa che, oltre a fermarmi, mi fa fare anche una perfetta figuraccia.
-Hai fame?- mi chiede lei, ad approvazione di aver sentito il mio patetico brontolio di stomaco. Io mi fermo, ancora voltato di spalle e con i denti stretti in una morsa dolorosa. Ieri sono riuscito ad adeguarmi, tra un pasto ed un altro ho sempre sgranocchiato qualcosa...ma oggi non ho fatto nemmeno colazione...diamine, che vergogna...ad ogni modo devo fingere di-
-Entra-
-Si, subito-
COSA?! Sono così debole da non riuscire nemmeno a resistere al buono, buonissimo odore di pancetta?! Ma che servo sono?!
Osservo Kag- cioè la mia padrona, poggiare il piatto su una scrivania, per poi dirigersi in un'altra stanza con ancora la tazzina in mano. Io, nel frattempo, ho tutto il tempo di guardarmi intorno: alla mia sinistra, un letto a baldacchino dalle lenzuola sfatte con un comò a lato e, davanti ad esso una scrivania, al nord della stanza vi è una porta finestra che da sul balcone e, adiacente a questa, una libreria; prima della scrivania, sul muro destro, vi è, poi, un'altra stanza. Okay è grande, molto di più della mia che...no aspetta, ma la mia camera non è quella prima di questa?! Allora, ciò che dovevo fare per portarle il piatto, era praticamente andare nella stanza dopo quella riservata a me!
 "Stupido Inuyasha che non hai nemmeno il senso dell'orientamento"
-Puoi mangiarlo se vuoi- la voce della mia padrona mi riscuote dai miei pensieri, facendomi sussultare; sapete, ero troppo preso ad insultarmi...
-Cosa?- chiedo, ingenuamente e, dalla faccia che fa, capisco di non esserci per niente con la testa; mi aspetto uno dei suoi rimproveri ma ciò che fa è soltanto ridere. E che risata...cristallina e femminile, che mi risuona dentro con un trillio.
"Poeta, lavascarpe...tutto tranne il servitore, neh, Inuyasha?"
-Che cosa vedi di commestibile in questa stanza oltre a me e te?- mi chiede, ridacchiando e portandosi una mano affusolata alla bocca per coprire il rumore del suddetto "ridacchiamento".
-Ma quello sarebbe cannibalismo- rifletto ad alta voce, senza neanche accorgermene.
Lei annuisce, con lo stesso sorriso sulle labbra sussurrando un "Oh, ma ci sono altri modi per mangiarci...Inuyasha" ma forse ho solo sentito male, quindi evito di rispondere a quest'ultima affermazione. Che poi, quali altri modi? No, devo aver sentito male...
Assolutamente.
-Comunque, davvero, mangia- riprende lei -Consideralo come un gesto di scuse per farmi perdonare...- aggiunge, poi, facendo spallucce e sedendosi sul letto disfatto a gambe accavallate. Io indico prima me e poi il piatto sopra la scrivania, cerco di fare resistenza ma lei mi precede -Prendilo come un ordine- fa, appoggiandosi alle braccia puntellate al materasso.
Io sospiro, sedendomi alla scrivania e cercando di ignorare il suo sguardo sulle mie spalle.
Ecchediamine! Mi fa soggezione!
-È buono?-
-Si...-
Che padrona maliziosa che mi è capitata...

-È un mostro-  sospiro e Sango mi lancia un'occhiata, sorseggiando il suo the appogiata al bancone della cucina.
-Non essere così duro, Inuyasha- mi dice; ma per lei è facile, non ci passa mezza giornata e di certo non è vittima delle sue...chiamiamole "attenzioni". Ad ogni modo, Sango non ha diritto di giudicarmi! -Alla padrona piace solo divertirsi, ecco- mi spiega, facendo spalluce -Non badarci molto se fa cose fuori dal normale- e si vabbè, se fossero solo le "cose" non normali, invece di un'intera persona!
Sospiro, sempre più sconfitto -Mi ha anche ordinato di mangiare il suo pranzo, cavolo, te ne rendi conto Sango?!- sbotto, sbattendo le mani sul tavolo -Per non parlare, poi, del fatto che si è presentata mezza nuda appena ho aperto la porta! Mio Dio quant'è esibizionista...non la sopporto proprio quando fa così e-
-Sai, Inuyasha, non credo ti convenga continuare a parlare...-
-Eh? Perchè mai?-
-Perchè, forse, l'esibizionista che non sopporti è dietro di te?- la voce che sento mi fa raggelare il sangue nelle vene e girare come un perfetto protagonista da film horror. Inuyasha, sei morto.
-Padrona...- mormoro, sentendo le risatine di Sango "Ma che diamine ha da ridere?!" io qua sto per morire e lei ride...bah! -Padrona, datemi almeno il tempo di fare il testamento...-
-Smettila di fare lo stupido-
-C-certo!-
La guardo negli occhi per un tempo imprecisato, poi lei fa spalluce e si dirige verso una dispensa; facendomi tirare un sospiro di sollievo. Sono salvo...ma, ora, c'è una cosa che devo chiedere assolutamente...-Che diamine ci fai qui?!- esclamo senza neanche accorgermene e, quel tono, non era proprio quello che volevo usare...se prima ero salvo, ora sono già sepolto.
"Mamma, papà vi ho voluto bene..." penso, rassicurandomi al buon Dio un paio di volte; con mia sorpresa, però, Kagome non sembra affatto arrabbiata, anzi mi risponde col suo solito tono schietto e spavaldo.
-Questa è casa mia, di grazia, quindi non vedo perchè non dovrei girarne le meravigliose stanze...cucina inclusa- poi, dopo aver afferrato un sacchetto di non ben definiti biscotti, se ne va com'è entrata.
-Padrona, ingrasserete se continuate a mangiare biscotti...-
-Lo so!-
"Non è più mezza nuda"

-Io continuo a dire che non è una buona idea...-
-Non ti ho già detto di fidarti di me?-
-Anche questa, effettivamente, non è una buona idea...-
-Eh? Cosa hai detto?-
-N-no, nulla!-
-Bene...allora andiamo!-
 
Angolino piccino picciò <3
Allora, allora...dopo ben due settimane dall'ultimo aggiornamento, mi rifaccio viva xD ho idea che questo capitolo sia un pochettino corto...voi che dite?
Comunque, Inuyasha è sempre più in difficoltà e Kagome coglie ogni occasione per sfidarlo...a cosa vorrà arrivare? Nel prossimo capitolo, se tutto va bene, scoprirete cos'è la primogenita della famiglia Higurashi...spero di non essere stata troppo scontata xDD
Sango e Miroku come mi sono veuti? Li ho fatti un po' OOC? Spero di no. Spero anche di esservi riuscita a strappare una risata :3
Parlando d'altro, come avrete intuito, Inuyasha è molto attaccato a Dio...ma lo saranno tutti in questa fanfiction, credo...in fondo, l'uomo del medioevo, è molto fedele...e qui ho voluto dare un tocco di medievalità con questa fede da parte di tutti...
Non assicuro, però, che la fanfiction sia ambientata nel medioevo.
Ci sono dialoghi senza descrizione, si...non li uso spesso ma nel contesto dove li ho messi ci stavano e quindi...xD
Poi, voglio porvi una sfida...in questo capitolo ho messo una citazione ad un film...che probabilmente alcuni di voi conosceranno ;) provate ad indovinarlo, vi do tempo fino al prossimo aggiornamento :3
Per il resto, non ho nient'altro da dirvi...mi scuso se il capitolo è un po' corto ma la vera e propria storia inizierà dal terzo-quarto...
Mi scuso per eventuali errori di battitura.
Grazie per aver letto, spero che il cap vi sia piaciuto <3
Alla prossima :333
Bye bye!

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Capitolo 4
*** Sei rimasto un rospo ***


Cari Mamma e Papà,
è passata circa una settimana dal mio arrivo e devo dire che mi sto trovando bene. Tutti sono molto accoglienti e gentili, ho conosciuto gente davvero simpatica e sono diventato il servitore personale della Signorina Kagome.
Continuerò sempre a fare del mio meglio, nonostante le avversità. Vi renderò orgogliosi di me giorno dopo giorno e, anche se non saremo insieme, prometto che non vi farò sentire la mia mancanza. Non siate preoccupati! Avete un figlio in gamba, in fondo!
Vi scriverò presto, ma fino ad allora abbiate fiducia in me.
Saluti.
Inuyasha
-Ehi, mi stai ascoltando?-
Sussultai nel sentire la voce della mia padrona e, una volta alzato lo sguardo, la ritrovai seduta di fronte a me; nel cubicolo che costituiva la carrozza.
-Si?- mormorai, non essendoci veramente con la testa. Pensavo ancora alla lettera di quella mattina, se l'avessero spedita all'indirizzo giusto, quanto tempo ci fosse voluto per arrivare... nessuno di quei pensieri da quella mattina mi aveva dato un attimo di pace e, tutt'ora, ne stavo pagando le conseguenze.
-Ma certo che sei proprio distratto oggi...- spalancai gli occhi che prima avevo tenuto chiusi, incontrando il viso di Kagome a qualche centimetro dal mio ed arrossendo inesorabilmente.
"I suoi occhi sembrano ancora più belli così da vicino" riflettei in modo sconnesso, perdendomi in essi come uno scemo. Ma perchè, poi?! Perchè sono così affascinato dalla ragazza che ho difronte?! "La pubertà, Inuyasha, dev'essere per quello, si..." e, Dio mio, spero che lo sia veramente perchè sennò non ci sono altre spiegazioni!
Mi schiarii la voce, cercando di assumere un tono professionale e per nulla distratto -Mi scusi, è solo che ho parecchi pensieri che mi girano per la testa...- dissi, guardando altrove per non incontrare i suoi occhi. Lei assunse un espressione perplessa, rimettendosi seduta al suo posto; il vestito scarlatto che indossava, aveva prodotto un suono di stoffa che striscia mentre si sedeva nel sedile rossastro della carrozza.
-Parecchi pensieri, neh?- sussurrò con un sorrisetto e, al mio annuire, continuò -E non è che, per caso, questi pensieri riguardano me?- mi guardò con uno sguardo carico di sottintesi che per poco non mi fece cadere a terra; più per la cretinata che aveva appena detto che per altro...
-Pur essendo la mia padrona, non è al centro dei miei pensieri...quindi non vedo come ciò che c'è nella mia testa possa riguardarla- feci con nonchalance, incrociando le braccia e guardandola con un sopracciglio alzato. Lei ghignò in modo soddisfatto, senza dire nulla; poi la carrozza calò nel silenzio.
Osservai il paesaggio dal piccolo finestrino, tenendo salda la presa sul mio ombrello e aggiustandomi di tanto in tanto la cravatta azzurra che mi stringeva il collo; sbuffai per il mio abbigliamento, scelto di persona dalla "principessa": smoking grigio chiaro, camicia bianca, cravatta azzurra e persino una tuba dello stesso colore della giacca! Puah! Va bene l'eleganza, ma qui sembro un bambolotto! Guardai con astio la mia padrona, piacevolmente seduta sul sedile; e, almeno lei stava comoda! Vestita con quel vestito lungo rosso intenso, dalla gonna ampia e con uno squarcio nero dai fronzoli bianchi, i capelli, poi, erano acconciati con un cerchietto dello stesso colore del vestito che finiva con un fiocchetto nero.
Okay, stava benissimo...ma, non ci pensare Inuyasha, continuala a guardare con astio per averti vestito da bambolotto quando dovresti essere liberissimo nel muoverti; chissà che qualcuno attenti alla sua vita. Beh, però così avrei una scusa per non averla difesa...il vestito...e lei sarebbe uscita dalla mia vita, che so...morendo o licenziandomi! Oh che idea!
-Comunque, Inuyasha, quando siamo soli, chiamami pure Kagome- e che le prende, ora, di punto in bianco? Parlare così a caso e farmi prendere quasi un infarto...tsk!
"Io dico che, se non la uccidi tu, sarà lei a farlo con te" sospiro, ed io che ho anche scritto che mi trovo bene nella lettera indirizzata ai miei...non ho parlato per niente del fatto che, questa tipa qui, mi torturasse ogni giorno con la sua sola presenza...credo che se l'avessi fatto, comunque, non l'avrei passata di certo liscia..."Ah, quel che è fatto è fatto, Inuyasha...o ti tieni la rompiscatole o finisci sotto un ponte"
-Oh ma sei davvero impegnato con questi pensieri, allora! Comincio a pensare che sia davvero io la protagonista di quelli...-  si, Inuyasha, finisci sotto a un ponte.
-Come ho già detto- scandisco a voce un po' troppo alta -Lei non è-
-Tu non sei, Inuyasha...ti ho già detto di darmi del tu quando siamo soli...e, chiamami Kagome- evidentemente non gliene frega nulla di ciò che stavo dicendo...bah, come vuole lei, comunque...non sono di certo nella posizione di replicare.
Annuisco, ritornando ai miei piensieri e al mio paesaggio che scorre tranquillo dal finestrino della carrozza. È da un po' che stiamo percorrendo la strada sul versante della montagna, la stessa che io, la notte di una settimana fa, ho attraversato; quel giorno, però, non mi era affatto sembrata così lunga...ma, di sicuro, sarà per tutti quei pensieri che mi affollano la mente in questo momento. La villa, come avrete già capito, si trova sull'apice di quella stessa montagna che ora stiamo percorrendo tramite il suo versante, è circondata da un bosco e, attraversato quest'ultimo per un miglio, si arriva ad una cittadina. Ma, se dopo il bosco c'è solo la cittadina, allora dov'è questa ipotetica festa del suo amico?
E poi, che amico? Sono solo amici, o c'è qualcosa di più? E perchè lo vengo a sapere solo ora? Sospiro, ora mi metto persino a fare il geloso...non ci voglio neanche credere...getto un occhio alla padrona, piacevolmente rilassata contro il sedile, con gli occhi chiusi "È tutta colpa sua" penso "Mi sta completamente sconvolgendo l'esistenza" e, accidenti, a sto' punto sarebbe stato meglio andare a fare da badante ad una donna che ha abbondantemente passato la terza età, piuttosto che auto-distruggersi con ragazzine precoci e fin troppo sviluppate.
"Ah, giusto..." ghigno "Lei non è una ragazzina...ma una vecchia befana" e si, lo so, sono praticamente uno stupido a ghignare da solo...ma, cavolo se è divertente! "Sopratutto se non vieni contraddetto da una certa Kagome Higurashi"
-Signori, siamo quasi arrivati- ci avverte il cocchiere, facendomi completamente rinsavire dai miei pensieri. Non riesco, comunque, a capire...abbiamo appena finito di attraversare il versante, ci vuole ancora un bel po' per arrivare a quella che credo sia la nostra destinazione...allora perchè quell'avvertimento?
I miei occhi vanno subito a cercare quelli di Kagome, piacevolmente addormentata nel sedile di fronte al mio -Ehi- la chiamo ma lei non pare sentirmi -Ehi, sveglia- dico un po' più ad alta voce, ottendendo soltanto un lamento da parte sua; ma che sonno pesante ha? Io sono costantemente attento e al minimo rumore salto! Mentre lei...ah, mi farà impazzire!
Mi alzo dal sedile, chinandomi sul suo volto addormentato e scacciando il pensiero di quanto sia carino -Pa-Kagome, svegliati- la chiamo, seguendo il suo ordine di essere più informale quando siamo soli -Ehi, dormigliona!- le poggio una mano sulla spalla, scuotendola leggermente ma è inutile: lei non si sveglia -Tsk, che diamine, almeno puoi anche spiegarmi la strada prima di addormentarti come una bambina- borbotto a bassa voce; ma ancora nessuna reazione.
Beh, non che me ne aspettassi una...
-Perfetto- mormoro -Lei, non si sveglia...ed io che faccio?- osservo l'ambiente che mi circonda, ormai in piedi, cercando qualcosa che possa aiutarmi; quando mi ricordo dell'ombrello che, ora, è poggiato al sedile del mezzo. No, fermi...Inuyasha, stavi pensando davvero a quello che ti è passato ora, ora nella mente? Cioè, volevi tirare davvero un ombrello in testa ad una ragazza, tua padrona per giunta? Spalanco gli occhi, ringraziando mentalmente il mio buon senso e dandomi dello stupido. Stavo davvero per farlo? -Mi faranno diventare tutti pazzi...-
Mi dirigo verso la porta che porta al posto del cocchiere, pronto a chiedere qualsivoglia spiegazioni ma, una volta afferrata e abbassata la maniglia di questa, noto come sia bloccata.
E, a quel punto, mi accorgo che c'è qualcosa che non va.
Siamo vittime di un attentato? Il cocchiere ne è complice? Che sia colpa di quel ladro che terrorizza i ricchi con i suoi continui furti? Eppure non mi sembra ci sia un nesso con essi...noi potremmo essere una qualunque coppia di passeggeri, come faceva a sapere da dove veniamo, chi siamo e, sopratutto, individuare la nostra carrozza? Che ci abbia seguiti? Oppure il cocchiere è veramente un complice? Ciò spiegherebbe tutto...
Ad ogni modo, ora devo solo trovare un modo di sistemare la situazione...e Kagome continua a dormire...qualche sonnifero, forse? Mi guardo intorno, mentre il paesaggio continua a scorrere, incurante di ciò che sta accadendo dentro la carrozza; non so che fare, dovrei pensare che sia tutto un modo di metterci fuori gioco o una semplice coincidenza? Sono un servitore, devo badare alla vita della mia padrona, ciò mi dice di non fdarmi di nulla ma...
-Inuyasha! Ehi, Inuyasha!-
Apro gli occhi, ritrovandomi di fronte il viso preoccupato della mia padrona. Ma che è successo?
-Cosa?- mormoro, raddrizzandomi dalla mia posizione mezza sdraiata -Che è successo? Kagome, stai bene?- salto in piedi, ricordandomi di quello che è successo un'attimo fa ma subito Kagome mi rimette seduto per le spalle.
-Accidenti- mormora -Mi hai fatto preoccupare, non ti svegliavi più...pensa che ho anche provato a baciarti, seguendo alla lettera la fabbia della bella addormentata nel bosco...- continua, poi, con un cipiglio infastidito, ghignando alla fine. Io divento rosso da fare invidia a pomodori e compagnia bella.
-Tu hai fatto cosa?!- le urlo, alzandomi di scatto.
Lei ridacchia -Nah, niente di che...- mi dice, avviandosi verso la porta della carrozza -Ah, e Inuyasha...- inizia, di nuovo, girandosi verso di me, prima di uscire -Sei rimasto un rospo-
-Eh?!-

-Kagome, ben arrivata!- un uomo sulla cinquantina ci accoglie una volta fermi nel cortile della villa; è alto e muscoloso, occhi grigi e severi ma con una scintilla di bontà e capelli castani dalle ciocche bianche acconciati in un'alta coda. Indossa un completo elegante nero e ci aspetta all'entrata della villa; appena ci vede fa un inchino.
-Signor Yoro- lo saluta Kagome, stringendogli la mano -Sono lieta di presentarle il mio nuovo servitore personale, Inuyasha No Taisho- dice, poi, presentandomi e, a quelle parole, faccio un inchino.
-È parecchio giovane- constata, facendomi un cenno di saluto -Ma, comunque, mi sembra abbastanza serio...mi aspetto grandi cose da te, ragazzo- continua, poi.
Io sono abbastanza scettico...mi ha detto le stesse identiche cose anche il signor Higurashi...bah, chi li capisce gli adulti...
-Accomodatevi- ci invita, scortandoci all'interno della villa -La festa e gli invitati sono fuori in giardino- e, detto questo, ci guida verso di esso. Kagome lo segue a passo sicuro, mentre io mi guardo intorno memorizzando ogni dettaglio della villa; abbastanza regale e lussuosa.
-Kagomeeeee!- una vocina interrompe la nostra camminata e, prima che possa realizzarlo, un bambino è addosso alla mia padrona -Kagome, Kagome! Sei arrivata finalmente!- fa, quello che dovrebbe essere un bambino di qualche anno in meno di Souta; occhi verde-acqua e capelli rossicci legati in una coda, indossa una giacca elegante e un paio di pantaloncini.
-Shippo!- esclama lei, sistemandoselo in braccio -Ti sono mancata?- gli chiede, poi, con un sorriso che viene subito ricambiato.
-Si, molto!- fa il bambino e in quel momento interviene l'uomo.
-Shippo, figliolo, perchè non vai a giocare con gli altri? Ti stanno aspettando- gli sorride quest'ultimo e, al "Si, papà" dell'altro, sono un po' confuso: cioè, è suo figlio? Non gli assomiglia per nulla, diamine!
-È sempre più in forma, eh?- mormora Kagome, guardandolo allontanarsi con un espressione che non le ho mai visto prima; come se quello fosse suo figlio o un piccolo fratellino.
-Già, si è ripreso in fretta- e, dopo questa affermazione, la conversazione termina.
Continuiamo a camminare finchè non giungiamo di fronte ad un giardino arredato con qualsivoglia tavolo rotondo da due posti e qualche altra decorazione. I tavoli sono sistemati in modo da essere rivolti verso uno più grande a cui due persone sono in quel momento sedute e stanno chiacchierando animatamente. Appena ci vedono, vengono da questa parte.
-Kagome- fa un ragazzo che credo sia il figlio dell'uomo, vista la sua somiglianza (se non per gli occhi azzurro cielo) -Che piacere averti qui- continua, poi, facendole un elegante bacia mano a cui lei ridacchia.
-Kouga, ti sei appena fidanzato...vuoi farti già lasciare dalla povera Ayame?- lo stuzzica, facendolo arrossire. La ragazza e l'uomo ridono a quella battuta.
-Ah, Kagome, stai tranquilla che gli ho già spiegato abbastanza cose- fa quella che deve chiamarsi Ayame, lanciando un'occhiata di sbiego all'altro. È abbastanza carina, occhi smeraldo e capelli di un'innaturale colore fucsia-rossastro; indossa un vestito color pastello. La osservo per un bel po' finchè lei non pare notarlo e mi sorride -E tu chi saresti?- mi chiede in modo gentile. Io faccio un inchino.
-Sono Inuyasha, Signorina, per servirla- dico serio e lei ridacchia.
-Che bravo servitore che ti sei trovata Kaggy!- esclama, una volta che mi sono rialzato, mentre Kagome ghigna.
-Oh, sicuro...se al "bravo" aggiungiamo anche "abbastanza rompiscatole"- dice, scoccandomi un'occhiata. Io stringo i denti, senza darlo a vedere: ma guarda te 'sta qua! Menomale che nessuno pare prenderla sul serio viste le risate che seguono dopo.
-Sono sicuro che qualunque cosa ti impedisca di essere te stessa per te, è una rottura- fa Kouga, con un occhiolino -Io dico che è abbastanza bravo- mi squadra poi.
-Ad ogni modo, volete accomodarvi?- ci chiede l'uomo, indicandoci uno dei tavoli. Kagome annuisce e, poco dopo, ci troviamo seduti ad uno di quelli.
-Cosa siamo venuti a fare, esattamente?- chiedo, una volta che gli altri si sono allontanati per salutare gli altri invitati; sono abbastanza infastidito e il tono che ho utilizzato non è certamente adatto al mio ruolo...ma, cavolo, qui mi trattano come se non avessi sentimenti! Dicono tutti quello che pensano, senza badare minimamente al fatto che io possa offendermi o altro...no, anzi, non badano neanche alla mia presenza! Che rabbia...
-Ah, non te l'ho detto?- fa perplessa, Kagome ed io stringo i denti; trattenendomi dal non urlarle contro o tirarle il contenuto del bicchiere che ho appena sorseggiato.
-Evidentemente no, se te l'ho chiesto...- sibilo, scoccandole un'occhiata che non ottiene l'effetto sperato; visto che lei non da segno di essere spaventata.
-Va bene, allora rimedio- fa spallucce -Siamo venuti perchè, Kouga, il bel ragazzetto che hai appena conosciuto, si sta fidanzando...e mi ha invitato- ma che diamine, doveva proprio sottolineare il fatto che sia bello? E che cos'è questo senso di sollievo nel sapere che è fidanzato?! Apro la bocca per rispondere ma, visto il senso di fastidio che non è diminuito, decido solamente di annuire. Solo per non sputarle contro insulti d'ogni genere...sapete, no?
-Bene, che cosa vuoi ordinare?- mi chiede, molto più gentilmente di come mi ha trattato prima.
-Eh?- chiedo io, non capendo; mi sta prendendo in giro o cosa?
-Qui è come se fosse un ristorante, il cuoco prepara e tu devi solo ordinare i piatti scritti su questo menù- mi mostra un cartoncino con elencati i piatti e le bevande che si possono ordinare -Io ti consiglio il filetto affumicato con salsa di zucca- mormora, poi, con aria pensierosa, continuando a squadrare i piatti.
Io sono letteralmente paralizzato: cos'è questo? Stiamo discutendo come se fossimo una normale coppia! E tutta la sua arroganza dov'è andata a finire? "Inizio a pensare che abbia una doppia personalità..."
-Ehm- inizio, schiarendomi la voce -Io, ora come ora, dovrei solamente andare al bagno- dico, non appena lei mi rivolge la sua attenzione.
-Ah, d'accordo- annuisce -Allora ti accompagno- si alza, poi, dalla sedia.
-Eh? Non serve...e poi, le nostre cose?- la fermo io, riferendomi alla sua borsetta, il mio ombrello e la tuba. Lei mi guarda perplessa, poi sorride come a dire che sono senza speranza.
-Qui sono tutti signori d'alta società, ricchi e con un ego da far paura...inoltre è tutto ben sorvegliato da qualsivoglia servitù...chi credi che ruberebbe?- mi sussurra all'orecchio, una volta avvicinatami; probabilmente per non attirare l'attenzione di qualcuno. Annuisco, dandomi mentalmente dello stupido: di solito si ruba perchè non si ha...ma questi signori, a cui non manca nulla e che hanno tutto, a chi mai dovrebbero rubare? Per non parlare poi del loro nome, che si infangherebbe se venissero scoperti...e l'orgoglio? Troppo alto per abbassarsi a tali livelli...si, il ragionamento di Kagome non fa una piega.
-Andiamo- mi distrae dai miei pensieri ed io, una volta gettata un'altra occhiata alle nostre cose, decido di seguirla.
-Ehi- la chiamo, mentre camminiamo verso quello che credo sia il bagno -Vuoi davvero farlo?- le chiedo, riferendomi a ciò che ha detto ieri.
-Cosa?- mi chiede lei, tranquilla.
-Insomma, lo sai...tirare d'arco alla cerimonia- le ricordo, grattandomi nervosamente la nuca. Spero di non aver fatto male a dirglielo...si monta facilmente la testa. La guardo, aspettandomi un "Si" ma lei, con tutta la mia sorpresa, ridacchia soltanto.
-Tu...- inizia -C'hai creduto davvero?- mi schernisce, gettandomi un'occhiata.
Io strabuzzo gli occhi -Co-Vuoi dire che mi hai mentito?!- le urlo contro, facendola ridere -E l'allenamento? Hai detto che ti serviva perchè c'avevi perso la mano!- le ricordai, cercando di andare a fondo nella questione.
-Quello era- fa, tra le lacrime -Solo una scusa- termina, poi, lasciandomi di stucco -Volevo solo una scusa per fuggire a quella che sarebbe stata una giornata di lezioni con la vecchia Kaede- mi spiega, con un sorriso.
-Ma tu quanti anni hai?- esclamo, facendole strabuzzare gli occhi.
-Ventuno, perchè?- mi chiede, come se fosse ovvio.
E, per lei tutto è ovvio...quindi non mi stupisco poi così tanto.
Almeno, non mi stupisco del fatto che consideri ovvia quella notizia...non che avesse ventun'anni.
-E ancora studi?- sono sempre più stupito.
Lei annuisce -Certo, Inuyasha, non si finisce mai di imparare, non lo sai?- mi chiede, con un sorrisetto e una scintilla di malizia negli occhi color zaffiro -Ora andiamo, non credo che la tua vescica possa resistere ancora a lungo- termina, poi, beffarda.
A me viene naturale portarmi le mani lì sotto, pensando un semplice ma cattivo e infastidito "Strega", visto che ha esattamente indovinato il mio...chiamiamolo, stato d'animo.
Decido, comunque, di seguirla.
Attraversiamo un lungo corridoio dal tappeto rosso finchè non ci ritroviamo davanti ad una porta con su scritto "Bagno della servitù"; solo allora Kagome mi fa cenno di entrare.
"È davvero grande per essere un bagno della servitù" penso, non appena ho finito, lavandomi le mani ed asciugandomele in una tovaglia; poi esco, trovandomi una Kagome assorta a contemplare un quadro a qualche stanza di distanza dal bagno.
-È bello- le dico, alle sue spalle, osservandolo: raffigura una donna, seduta su un tavolo che sorride al pittore o a chiunque guardi quest'opera, dietro di lei, una finestrella che da su un paesaggio verdeggiante.
-Si, ma errato- mi risponde Kagome, continuando ad osservarlo.
Io la guardo sorpreso -Come errato?- le chiedo, osservandolo di nuovo per trovarne l'ipotetico errore. Lei sorride, poi si gira verso di me; ha gli occhi chiusi e le braccia conserte.
-Guarda le mani della donna, congiunte al ventre...- mi dice ed io faccio ciò che mi è stato detto, osservandole attentamente.
-Manca un dito!- esclamo, tornando a guardarla. Lei annuisce soddisfatta.
-Esatto, più precisamente il medio della sinistra...ciò può significare solo due cose, o il pittore voleva trasmettere qualcosa...oppure era solo un po' distratto- mi spiega, con un sorriso divertito, aprendo gli occhi.
-E, quindi, se prendiamo in esame la prima cosa...che vorrebbe trasmettere?- chiedo, riportando gli occhi al quadro e cercando di trovare la mia risposta da solo.
-Semplice, che la donna aveva "perso" la propria sè stessa- mi spiega -Un'antica credenza cinese, dice che ad ogni dito della mano corrisponda qualcuno a noi caro...il medio, equivale a noi stessi. In questo caso, quindi, il pittore voleva trasmettere come la donna avrebbe "perso" sè stessa, semplicemente eliminandole il dito medio...ed è nella mano sinistra perchè la fede nuziale si mette all'anulare di essa, oppure per un significato più profondo...visto che nelle nostre azioni quotidiane usiamo quasi sempre la destra, la sinistra è quasi inutile- continua, poi, con un'intelligenza che mi lascia di stucco.
-E tu hai capito tutto questo da un quadro?- le chiedo, sbigottito.
-Si, perchè?- fa, lei, ingenuamente.
"E lo chiedi anche? Io non l'avrei notato in un anno ad osservarlo e tu l'hai capito in un solo sguardo!" deglutisco.
-Comunque, come ho detto può essere un semplice errore, quindi non starci troppo a pensare- mi riscuote, con non-chalance, incamminandosi verso il corridoio -Su, sbrigati, ho fame!- mi fa fretta, continuando a camminare. Io la seguo, dopo aver dato un'ultima occhiata al quadro.
-Quindi, non tirerai d'arco?- chiedo, una volta che ho il mio salmone affumicato davanti agli occhi; lei deglutisce un boccone prima di parlare.
-Ho già detto di no- mi fa, sorseggiando un bicchiere di vino rosso -Ma, se vuoi, potresti farlo tu- mormora, lanciandomi uno sguardo malizioso.Io mi indico con un dito e, al suo annuire, pretendo delle spiegazioni -Non volevi farti rispettare da quelli che non hanno fatto minimamente caso a te?- mi chiede, come se nulla fosse.
-Cosa?! Ma sei impazzita?! Io non ho mai tirato d'arco!- le urlo, attirando l'attenzione di alcune persone -Non potrei mai farlo- continuo, a voce più bassa.
-C'è sempre una prima volta per tutto, Inuyasha- dice lei, con un tono di voce carico di sott'intesi -Ma se proprio non vuoi, ben venga- fa, infine, spallucce. Io mi lascio andare allo schienale della sedia, infastidito da ciò che ha detto; e, non dico che non abbia ragione, ma... "Ma un corno, Inuyasha! Vuoi continuare a farti mettere i piedi sopra la testa?" Diavolo, no!
-Va bene, d'accordo- sussurro, a un certo punto del pranzo -Dimmi cosa devo fare- continuo sconfitto.
-Con piacere- mi risponde, lei, ghignando.
Ho idea che mi sia cacciato in un guaio più grande di me...

-Okay, i giochi si terranno tra poco...il tiro con l'arco sarà alle sei di questo pomeriggio...hai tempo fino a quell'ora- Kagome, arco in una mano e faretra nell'altra, mi spiega come funziona il tutto. La famiglia Yoro, per festeggiare il fidanzamento del primogenito, ha organizzato un paio di giochi prima della cena, che si potrarranno fino alle sette, a cui possono partecipare tutti. Naturalmente è fatto tutto solo per divertimento ma io l'ho presa come una sfida personale, dove, se perdo, farò una pessima figura. Ed ecco spiegato perchè, dopo aver fregato uno degli archi per la competizione ad un servitore gracilino e dalla voce tremante, mi sono ritrovato nel cortile sul retro ad allenarmi per le prossime cinque ore insieme alla mia padrona.
-Kagome, sei sicura vada bene?- le chiedo, guardandomi intorno -Ti ricordo che questa non è casa nostra e-
-E non possiamo fare i nostri comodi, si- mi interrompe lei -Beh, si da il caso che Kouga sia uno dei miei più grandi amici...e che io ci sia praticamente cresciuta in questa casa, visto le vicinanze tra la mia famiglia e la Yoro- mi spiega -Quindi posso fare ciò che voglio ed ora muoviti che non abbiamo tutto il giorno- termina, poi, con tono che non accetta repliche. Io annuisco e, non appena mi porge l'arco, mi metto in quella che credo sia la posizione per usarlo.
E mi sbaglio.
Lo capisco dal fatto che Kagome si mette subito a ridere ed io, maledizione, faccio la mia ennesima figuraccia in sua presenza. "Mai una gioia" penso, alzando gli occhi al cielo.
-Più che ridere come una stupida, spiegami come si fa!- le urlo, abbassando l'arco dalla posizione che avevo prima; che mi vedeva tutto rigido e concentrato su di esso ma, sopratutto, con lo strumento al contrario.
Lei mi fa un sorrisetto sussurrando un "Certamente" che mi fa salire il crimine solo per il tono con cui l'ha detto; come se si stesse divertendo un mondo.
E, effettivamente, è quello che sta facendo veramente.
-Se non ci fossi io...- sussurra, camminando fino a posizionarsi dietro (e abbastanza vicino) a me; prende una freccia dalla faretra che ora è dietro la sua schiena e se la mette tra le labbra, per poi afferrare le mie braccia e mettere l'arco nella posizione corretta. Una mano, va ad afferrare la parte ricurva e in legno, con qualche rifinitura, mentre l'altra, una volta afferrata la freccia, va ad incoccarla, pronta a tirarla. Io mi stupisco di quanto possa essere semplice, mettersi nella posizione corretta e sono anche pronto a tirare se non fosse che Kagome non ha finito.
-Le gambe, aprile leggermente e fissale al suolo- mormora al mio orecchio, circondandomi il collo con le braccia. Io arrossisco, facendo ciò che dice e cercando di non far caso a quelle parole; pronunciate in modo così soffuso e seducente che è impossibile non seguirle. E, "Ehi, ehi, Inuyasha...non dovevi non farci caso?" penso deglutendo.
-Bene, la freccia impugnala solo con tre dita, due sotto e una sopra- ancora quel sussurro ed io che eseguo subito l'ordine, ignorando i brividi lungo la schiena e il cuore che mi martella nelle tempie -Devi fare in modo che la mano tocchi il mento, e che la corda tagli esattemente in due naso e bocca. L'arco dev'essere parallelo al terreno e la mano deve afferrarne bene l'impugnatura...- sussurra, tono roco e leggermente divertito che mi fa semplicemente impazzire -Poi- ridacchia leggermente, stringendo di più la presa sul mio collo e facendomi deglutire -Quando scocchi, devi far chiudere le scapole e calcolare il vento ed altri elementi che possono influenzare la meccanica di tiro- mi mordicchia un'orecchio che sento bollente, leccandolo leggermente e poi si allontana accarezzandomi distrattamente la schiena.
-Bene!- esordisce a voce più alta -Vediamo che sai fare!- ghigna, poi, mettendo le mani dietro la schiena.
"Che stronza!"

-Bene, il prossimo evento è il tiro con l'arco!- l'uomo che ci ha accolti appena arrivati è fermo, in mezzo alla folla di invitati e sta urlando; a qualche metro da lui, una parete in legno con un paio di bersagli attaccati -Si accettano quattro concorrenti, chi vuol partecipare?- urla ancora, come se presentare una competizione l'avesse fatto sempre. E, probabilmente, è così.
Io deglutisco, voltandomi verso Kagome che annuisce. "Non credo sia così difficile" penso, osservando un concorrente che si fa avanti e togliendomi giacca e cravatta per agevolarmi i movimenti. Ma, saremo solo in due? Io ed un certo Hojo Tatewaki...che non mi sembra tanto forte e, sopratutto, mi fa una bruttissima impressione con quel sorrisetto da splendido nel suo brutto muso. Kagome pare anche conoscerlo, visto che, una volta annunciato, ha mormorato un "To' guarda, c'è anche Hojo..." il che mi da ancora più fastidio...ma ne ignoro il motivo.
Ora come ora, ciò che importa è vincere!
Annuisco, prima di fare un passo avanti e sentire la mia padrona sussurarmi un "Buona fortuna" malizioso e carico di sottintesi. Oh insomma, ma non sa dire qualcosa senza doppi sensi? Che poi, dove cavolo è il doppio senso in "Buona fortuna"?! AH, valla a capire!
-Oh, sembra ci sia un'altro concorrente!- esclama l'uomo e, non appena mi vede, un sorriso soddisfatto gli illumina il volto -Il giovane Inuyasha No Taisho, che piacere!- mi accoglie, mettendomi un braccio intorno alle spalle e parandomi davanti a Tatewaki; inutile dire che, appena i nostri occhi si incontrano, c'è solo furia omicida in essi.
-Bene, nessun altro si vuole unire?- chiede il "presentatore", osservando più e più volte la folla; ma, non trovando nessuno fa iniziare l'incontro. Uno contro uno, il perdente farà una pessima figura e, di sicuro, sarà quel Tatewaki. Assolutamente si.
-Aspettate- una voce ci ferma dall'iniziare, voce che riconosco essere quella di Kouga -Partecipo anch'io!-
Ed ora, forse, non sono così sicuro che sia Hojo il perdente...
Io sono l'ultimo per mia fortuna e, da quel che ho capito, Hojo ha sbagliato tre bersagli mentre Kouga uno...io in pratica li dovrei fare tutti per vincere e tralasciarne due per arrivare secondo. Ghigno, peccato che a me le mezze misure non piacciono...quindi, sotto col centrare tutti i bersagli!
Mi metto nella posizione che mi ha insegnato qualche hot-ore fa Kagome, seguendo alla lettera e ricordandomi ogni cosa che mi ha spiegato. Una volta messo in posizione, incocco la freccia e calcolo i vari fattori di cui mi ha parlato, poi scocco e...centro! Esulto mentalmente ma non canto vittoria troppo presto nè mi monto la testa come una certa persona che ora mi sta guardando, visto che poi finisco solo per distrarmi. Faccio un lungo respiro, prendendo un'altra freccia dalla faretra, pronto a incoccarla e scoccarla; e continua così per un bel po', scocco e incocco...centrando tutti i primi cinque bersagli.
"Me ne restano altri cinque" penso, una volta in posizione, pronto a tirare "Forza Inuyasha, ce la puoi fare!" incocco e...evvai, centro! Ora ne mancano solo quattro. E, devo dire che sono più bravo del previsto...o forse è solo frutto dell'allenamento? Stringo i denti, cercando di non ricordarmi quelle sensazioni che mi fanno rabbrividire di piacere "Non ora, diamine, non ora!"
Incocco, scocco e centro. Incocco, scocco e centro. E quel Tatewaki si è ufficialmente guadagnato l'ultimo posto. Sento lo sguardo carico di ira che mi trafigge la schiena e me ne compiaccio "Questo è ciò che ti meriti, ragazzetto da quattro soldi!" penso, mentre un ghigno eccitato mi si dipinge sul volto; e l'ultimo centro è un po' fortunato...visto quanto mi sono gasato, per poco non sbagliavo...ma, fatto sta che, ora, me ne resta solo uno.
Come prima, incocco, scocco mentre un sorrido perfido mi increspa le labbra "A noi due, centro!" penso, gasato più che mai e...

-Kagome! Dove sei?!- urlo cercando la mia padrona in ogni parte della villa, invano. Non appena è finita la gara, non l'ho vista più e, presa la giacca sotto braccio e rimessa la cravatta, mi sono precipitato subito a cercarla tra le vie buie e quasi deserte della villa. Peccato che questa sia troppo grande ed abbia finito per perdermi...ed ora, l'unica cosa che posso fare è urlare il suo nome nella speranza che mi senta. Sospiro, attraversando un lungo corridoio e voltandomi per girare l'angolo, quando una voce mi interrompe.
-Da quant'è che non ne bevi?- proviene dalla stanza che ho appena passato, sembra quella di un bambino...chissà chi è. Faccio dietrofront e mi dirigo verso la porta di essa che, solo ora, noto essere accostata. Non so cosa mi porta a sbirciarci e non voglio neanche saperlo...ma, in futuro, avrei maledetto cento e più una volta quella mia innata curiosità.
-Kagome...- mormoro, nel vedere la mia padrona seduta sul letto con in braccio un bambino. Quello stesso bambino di questa mattina...com'è che si chiamava? Ah si, Shippo...ma, non capisco cosa ci faccia con lei e-
-Piano Shippo, capisco la tua sete ma non dovresti essere così irruento- sento Kagome sussurrare, la voce roca e affannata mentre Shippo è letteralmente avvighiato al suo collo.
-Ma, Kagome, è da tanto che non bevo il tuo sangue!- esclama in un sussurro, togliendo il volto dal suo collo -È così delizioso...- mormora, poi, riprendendo a fare quello che stava facendo. Non capisco cosa, però...e, aspetta, sangue? Ma di che stanno parlando?!
-Comunque non mi hai risposto...- ancora un sussurro da parte del bambino dai capelli rossicci.
-Mmh- mugola Kagome, pensierosa.
-Da quant'è che non ne bevi?- insiste il piccolo.
-Sarà...una settimana- mormora lei, un po' titubante.
-Da quando è arrivato lui, eh?-
-Già...-
-Così ti fai solo del male...sai com'è forte la tentazione poi, no?-
-Mmh-
Ancora mugolii, ancora cose di cui non so nulla...ma che diamine sta succedendo?! Ad ogni modo, ora devo salvare Kagome! Quel marmocchio lì non sembra tanto intenzionato a restare calmo e...sono pronto a scattare quando gli occhi color zaffiro di Kagome brillano nell'oscurità, spostandosi verso i miei e incatenandoli in una morsa ipnotica e semplicemente seducente, mentre un sorriso folle le increspa le labbra, scoprendole i canini affilati e letali; in quel momento capisco che ciò che ho davanti non è la mia padrona. Sono paralizzato, forse spaventato...ed è solo una, la cosa che faccio: scappare. Dopo aver deglutito un fiotto caldo di saliva, il mio corpo si muove da solo e corre fino a che non svolta l'angolo, solo allora si ferma e si rilassa contro il muro, ansimando come se avesse corso una maratona.
"Che cosa diamine ho visto?" questo unico pensiero sconnesso mi passa per la mente per un paio di buoni minuti, mentre io inizio riflettere su tutto ciò che mi è passato davanti agli occhi; tirandomi pizzicotti e scoprendo che no, non è un sogno.
Purtroppo.
Poi, una voce mi risveglia dalla mia specie di trance, con un tono molto più roco e seducente di quanto è normalmente -Inuyasha- mi chiama; e, al solo sentire il mio nome, posso capire quanto io sia fottuto.
-Si?- dico, guardandola negli occhi dal basso della mia altezza; devo suonare tranquillo, cavolo, tranquillo!
Lei ride, di una risata puramente gutturale -Vieni con me- mi dice, sempre con quella voce. Io stringo i denti "Col cavolo che vengo con te!" penso e lei pare leggermi nella mente, visto la smorfia che fa -Non vengo- dico, con voce ferma, sostenendo il suo sguardo liquido e ipnotico
-Non voglio- dico ancora, voltandomi per andarmene; e riesco anche a farlo bene...se non fosse che lei mi prende per il polso e mi blocca in mezzo al corridoio. E, dovrebbe essere meno forte di me in teoria, visto che è una femmina...ma qui di teorie infondate ne ho fatte molte, quindi non ne sono poi così sicuro -Lasciami- sibilo, voltandomi verso di lei che nega con la testa, un sorrisetto sulle labbra -Kagome, lasciami- le dico, di nuovo ma lei insiste e, sicura della sua decisione, mi butta letteralmente nella stanza in cui prima c'era lei.
Buia, inquietante...mi ricorda episodi brutti della mia vita...episodi che non voglio ricordare.
Deglutisco, cercando di mantenere la calma ed osservando la mia padrona venirmi incontro -Mi hai visto- afferma, con voce divertita -Mi hai visto- ripete, come un disco rotto. Ed io, davvero, non so che fare. Il buio mi ha sempre spaventato e si, avrò anche sedici anni suonati ma se non ci avessi passato certi momenti qui dentro, ora sarei tranquillissimo.
Comunque sia, ora occupati di Kagome.
-Di' un po', Inuyasha...è stato bello vedermi?- mi chiede quest'ultima, da una parte della stanza che non riesco a capire quale sia; l'unica cosa che comprendo è il suo tono di voce pieno di rabbia -Lo prendo come un si...- esordisce ancora, riferendosi al mio silenzio, e, stavolta, avverto che mi sta girando attorno. Tsk, come se fosse un cacciatore con la sua preda...
-Ad ogni modo, ora devi pagare...non credi?- Il suono dei tacchi riecchegia nella penombra della stanza, in modo lento e inquietante. Come il ticchettio di un orologio. Se ci si presta attenzione, si potrebbe sentire anche il rumore dello strascico di stoffa sul pavimento -E, quindi dovrai eseguire ogni mio ordine- continua a girarmi attorno, incatenandomi con lo sguardo che affronto senza paura -Ci saranno tre regole a cui dovrai sottostare-
-Quali regole?- chiedo guardingo, seguendo con lo sguardo il suo girarmi attorno.
-Non mi avevi visto?- insiste, beffarda, da dietro la mia schiena, col volto accostato al mio orecchio. Faccio un profondo respiro, costatando che sembra tornata la Kagome di qualche ora fa, solo molto più pericolosa -Dovresti ringraziarmi, piccolo umano...- continua lei, in modo cattivo e dolce al tempo stesso, io stringo i denti, voltandomi verso di lei a pugni stretti per la rabbia "Piccolo umano?!" penso, irato. Perchè d'evessere sempre così arrogante?!
-Avrei potuto ucciderti e, invece, tutto ciò che devi fare sarà sottostare ad alcune, semplici regole...non sono stata gentile, forse?- continua, ignorando la mia rezione e abbassandosi al mio livello, le mani dietro la schiena e un sorrisetto sulle labbra fini.
La squadro stizzito dalla sua altezzosità, mormorando soltanto un "E cosa avrei visto, di grazia?" che sembra farla arrabbiare.
-Fingi ancora di non capire?- sbotta, infatti, infastidita, mettendosi dritta. Poi, con tutta la mia sorpresa, mi poggia la mano coperta da un guanto scuro sul petto, spingendomi con una forza soprannaturale e andando a sbattermi al muro. E, "Dannazione che male!" penso, tastandomi la schiena; e, non ho neanche il tempo di riprendermi che lei mi è subito addosso.
-Fa' silenzio- mi sussurra, la bocca così spaventosamente e meravigliosamenente vicina al mio collo -Da oggi, dovrai seguire tutto ciò che ti dirò- fa, salendo verso il orecchio -Intesi?-
Sento come se mi avessero gettato un secchio d'acqua gelata addosso e, ancora confuso per la botta, finisco solo per annuire. Non capendo bene a cosa, però.
-Sei così facile da controllare, Inuyasha- esordisce, invece, lei; in modo rilassato ed inspiegabilmente dolce. Solo in quel momento capisco a cosa diamine sto andando incontro e, preso da un moto di rabbia, le afferro i polsi, allontanandola quanto basta per guardarla in faccia. Lei non oppone resistenza, mi guarda con un sorrisetto di sfida -Che fai ora?- dice ed io stringo i denti, aumentando la stretta sui suoi polsi.
-Spiegami- sibilo soltanto -Spiegami tutto, queste tre regole e, sopratutto, cosa sei- continuo, affrontandola con lo sguardo. Lei ghigna, avvicinando il volto al mio.
-Non così in fretta, Inuyasha...- fa, i canini sporgenti e lo sguardo chi si sta trattenendo dal fare qualcosa -Saprai tutto a tempo debito- mi spiega ed io grugnisco, non resistendo più dalla rabbia.
-NO, VOGLIO SAPERE TUTTO O-
Cosa? È un attimo, prima sto urlando ed ora ho la bocca chiusa; serrata e senza più via di scampo...da quella di Kagome. Spalanco gli occhi, mentre sento le sue labbra morbide contro le mie, la sua lingua che, approfittando del fatto che stessi parlando, si è subito infilata dentro la mia bocca ed ora sta giocando con la mia, con schiocchi e carezze umide. Cerco di allontanarla per i polsi ma, teorie infondate a parte, è davvero più forte di me e quindi è tutto inutile...sono obbligato a sorbirmi questo piacevole assalto. Che, effettivamente, non è poi così male...sa toccare (e leccare) i punti giusti, trascinandomi in un vortice di sensazioni che, di certo, non avrei mai voluto provare con la mia padrona. Non umana per giunta. Per non parlare poi del fatto che mi sta praticamente facendo ecc...e, Inuyasha, a che cacchio pensi?! Che fai ora, deliri?! Riprenditi, caspita! Non puoi startene qui a baciare la tua padrona (per quanto piacevole sia)! Hai bisogno di ossiggeno, quindi che ne dici di farglielo capire?
-Inutile, ci ho provato anche stamattina- ah ecco, l'ha capito da sola...visto che ora si è staccata e mi ha sussurrato un'altra volta qualcosa di malizioso...ma...di che cosa parla?
-Sei rimasto un rospo-
Ah, ecco...Inuyasha, trattieni gli istinti omicidi...anche perchè ora si è completamente staccata da te e si sta dirigendo verso l'uscita, quindi non vedo come tu possa essere ancora arrabbiato...
-Ah e, Inuyasha...- alzo il volto, non badando alla mia testa che è completamente andata in tilt ed osservando Kagome -Sei davvero carino con le guance rosse e gli occhi lucidi-
"Ma porca, ora sono ancora più eccitato!"

"Che poi, a che fare l'ho portato un'ombrello se non piove?!"


Angolino piccino picciò <3
Holaaaaaa :DDD oggi sono particolarmente soddisfatta! Sono riuscita a completare un'intero capitolo in un giorno! WOOOW! Non c'ero mai riuscita, visto che ci metto un bel po' a fare i capitoli...ma oggi è stato un'accozzaglia di idee giuste e ispirazione! Insomma, una vera manna dal cielo che mi ha portato non solo a fare un capitolo molto più lungo del normale...ma anche a finirlo in un giorno! Grazie ispirazione! xDDD
Comunque, si...ho aggiornato un'altra volta questa fic perchè all'ispirazione non si comanda e a quando a quando ce l'avevo...ma non vi interessa, giusto? Bene.
Avete capito tutti chi è Kagome vero...stavolta non ci sono dubbi ;) ma io vi voglio dare il beneficio del dubbio e quindi non confermo nada :P Inuyasha, è sempre più soggiogato da lei, ma almeno riesce a farsi in qualche modo rispettare! Vai Inu, ce la puoi fare! xDD
Ah e in questo capitolo si è lasciato andare alle parolacce xD mi scuso se vi hanno dato fastidio ma non ce la faceva più, poveroh xDD :3
Comunque, la scena nella carrozza? Come ha fatto a dissolversi? Che sia stato un sogno di Inuyasha? O forse c'è lo zampino di qualcun'altro? ;) vi lascio immaginare...
Ci siamo tolti Kouga dai piedi...bello e fidanzato...ma ora c'è Shippo...molto meno ingenuo e bambinesco di quanto vi aspettavate, vero? Credo che arriverete ad odiarlo...ma sarà davvero il figlio del capo della famiglia Yoro? O c'è qualcosa sotto?
Chissà ;))
Kagome...cosa vuole da Inuyasha? Lo ha allenato bene? E il bacetto? Come vi è sembrato? Ahahahah meglio che la smetto con le domande xDDD
Per la citazione del film nel cap precedente, per chi se lo fosse chiesto, è tratta dal "La fabbrica di Cioccolato"; quando Willy Wonka dice al gruppetto che tutto nella prima stanza che esplorano è commestibile, persino loro...ma che, quest'ultima cosa, viene chiamata cannibalismo ed è una pratica proibita in diversi paesi. Rileggete e vedrete che la trovate la citazione ;D
Poi, ho cambiato il prologo...perchè lì, davvero, Inuyasha mi era uscito troppo checca! E poi stonava con quello dei capitoli precedenti...quindi l'ho cambiato. Ho intenzione di cambiare anche quello originale e non inserito nella storia ma ci devo ancora riflettere...se in caso non lo faccio, prendetelo come un trailer...che non sempre mostra le scene così per come sono.
Ultima cosa...la scena del quadro, a me è piaciuta particolarmente...la credenza cinese è vera ma il fatto che si potesse sbagliare in un quadro me lo sono invenato io...che poi, pensandoci potrebbe essere anche vero...vi è mai capitato di notare un errore in un quadro? xDD
A me no :3
Comunque, non ho altro da dire.
Alla prossima <333
Bye bye!

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Capitolo 5
*** Vuoi davvero saperlo? ***


Non dormii, quella notte.
Troppo preso da una miriade di pensieri senza senso, mi rigirai tra le coperte senza trovare una posizione che mi facesse prender sonno; o, quanto meno, rilassare. Avevo i nervi a fior di pelle, i muscoli tesi e il corpo pronto a scattare al minimo rumore, conscio che, nella stanza accanto, ci fosse una non ben definita creatura pronta a saltarmi addosso in qualsiasi momento.
Non accadde nulla, nessun rumore nè cose che mi fecero schizzare fuori dal letto. Forse...fu meglio così, non sapevo quanto stanco fossi, nè se sarei riuscito a "difendermi".
Fatto sta che, comunque, il sonno non arrivò.
"Non puoi rimanere qua con le mani in mano, Inuyasha!" pensai ad un certo punto, sedendomi sul materasso "Prova a capire come ti dovrai comportare da oggi in poi! C'è una biblioteca al secondo piano, no? Bene, sarà ottima per fare delle ricerche!" osservai per un attimo il cuscino, meditando sull'idea di lasciar perdere quell'odiosa vocina troppo eloquente per i miei gusti, ma poi cedetti: in fondo, aveva ragione...non potevo lasciar perdere quella situazione e dormirci su!
Scesi dal letto e, ignorando il fatto di essere in canottiera e mutande, uscì dalla stanza cercando di fare il meno rumore possibile. I miei occhi, ormai abituati al buio per essere stati a contemplarlo per un bel po', riuscirono ad individuare la sagoma delle scale, lì, in fondo al corridoio "Perfetto" pensai, sorridendo vittorioso e scattando verso la rampa fatta di scalini; pronto a scenderli. Da quel che mi aveva detto la vecchia Kaede, al secondo piano vi erano solo due enormi stanze: lo studio astronimico di Kagome e la libreria; quest'ultima, formata da una grande varietà di libri, avrebbe fatto di sicuro al caso mio.
-Non c'è nessuno nei dintorni- sussurrai, accovacciato sugli scalini, guardando il lato destro e sinistro del corridoio -Se non sbaglio...- mormorai, soffermandomi sulla parte sinistra di esso
-La libreria dovrebbe essere da questa parte- mi alzai, camminando velocemente verso la grande porta ed afferrandone la maniglia; pronto ad abbassarla.
-Ma che diamine, perchè è chiuso?!- sbottai in un sussurro, alzando e riabbassando la maniglia più e più volte per tastare se era veramente chiusa o solo temporaneamente bloccata, poi rinunciai, andando dalla parte opposta del corridoio ed avventandomi sull'altra grande porta; che si aprì -Chissà perchè tengono lo studio chiuso...- mi lasciai sfuggire, osservando la varietà di libri presenti in quella stanza, poi mimai il gesto di arrotolarmi le maniche -Bene, mettiamoci all'opera!- e, conscio di doverci mettere un'eternità, mi preparai ufficialmente a passare la notte in bianco.
-Dovrebbe essere...questo qui!- afferrai un grande e spesso libro da uno dei tanti scaffali del secondo piano, era rosso scuro con una scritta dorata che recitava la misteriosa ed un po' inqiuetante domanda "Vuoi davvero saperlo?" alla quale, il mio cervello, rispose un semplice ma diretto "No, secondo te perchè ho preso in mano questo libro?" che mi fece alzare entrambe le sopraciglia con grande scetticismo. Poggiai il libro nel grande e rettandolare tavolo presente al piano di sotto, dov'erano poggiate una serie di lampade dalla luce regolabile, poi aprì quella che sembrava essere una vera e propria enciclopedia:

Premessa:
Qui troverai ogni sorta di spiegazione e notizia sulle creature soprannaturali che abitano il nostro mondo. Sarebbe tutto vero ma, ehi, tocca a te crederci.

Voltai pagina, pensando a quale autore possa trattare in questo modo un lettore e, andando a cercarne il nome, lo trovai scritto sul dorso: Oswald Cook. Chissà chi era...
"Non divaghiamo, comunque...ora come ora mi interessa solo una cosa" voltai qualche altra pagina fino ad arrivare all'elenco di tutte le creature presenti nel libro, lungo più di tre pagine e diviso in due righe; diceva il nome della creautura e la pagina a cui poteva essere trovata.
Naturalmente, ne conoscevo pochi...pochissimi, anzi...per i pochi libri che avevo letto: le classiche fate e ninfe, i folletti e infine i draghi. Ma non potevano esistere, ci doveva essere una spiegazione logica e razionale, no? "Dopo quello che hai visto, dici ancora così?"
Assolutamente si.
Passai le ultime due ore a girovagare e leggere ogni didascalia che mi si presentava davanti agli occhi, passando da Aatxe a Gargoyle, senza trovare veramente ciò che mi interessava. Poi, una descrizione in particolare, attirò la mia attenzione:

Rakshasa: appare come un umano dalle caratteristiche animali (artigli, zanne, occhi ecc) o come un animale dalle caratteristiche umane (naso, piedi, mani ecc). Si nutre di sangue e carne delle sue vittime, può essere ucciso tramite una fonte di calore (fuoco o luce del sole) o un esorcismo.

Fu in quel momento che mi ricordai delle caratteristiche di Kagome: zanne, occhi luminosi come quelli di un gatto...e il sangue. Parlavano di sangue quei due...che fossero questa tipologia di creature? Osservai ancora una volta la didascalia, notando solo ora una piccola postilla che recitava "Sottocategoria del vampiro, pag.568 lett.v" e andai subito alla pagina citata.
Lì lo trovai subito:

Vampyrus: creatura soprannaturale, conosciuta sopratutto per la sua caratteristica "dieta" a base di sangue. Ha abilità soprannaturali e si può trasformare in pipistrello o lupo, ma si narra anche che possa prendere la forma di un felino. Canini affilati spuntano dalla sua bocca, sopratutto quando affamato. Può essere particolarmente violento e persuasivo quando ha sete, riesce a convincere facilmente la vittima a donarsi a egli, per poi bere il suo sangue fino all'ultima goccia. Non prova alcun sentimento ma qualche volta, preso da una traccia di essi rimasti dalla sua vita passata umana, può capitare che risparmi la sua vittima oppure la trasformi in un vampiro stesso. Creatura notturna, è dotato di una bellezza seducente ed ammaliante, che porta a desiderlarlo al primo sguardo.
Si trova principalmente in cimiteri o vecchi castelli diroccati; dorme in una bara.
Può essere sconfitto tramite la luce del sole, acqua benedetta e paletti in legno. È infastidito dall'odore dell'aglio e non può riflettersi negli specchi, dorme in una bara e non può entrare in luoghi sacri e normali case se non invitato. Predilige il sangue di bambini e persone vergini, pure e ancora non macchiate da ogni sorta di desiderio carnale.
Ne esistono molte sottocategorie e, a tutt'oggi, non si sa quali di queste notizie siano vere o false.
Perchè, quindi, non lo chiedete ad uno di loro?

Non concordava molto, però c'eravamo quasi..."E tutti questi nomi?" mi chiesi, notando un'enorme lista di sottocategorie che riportava pagina, nome e a che lettera potevano essere trovati. Avrei potuto controllarli, certo...ma al solo pensarci mi veniva il voltastomaco. Chiusi, quindi, il libro, decidendo che, per stanotte, bastava così. Lo posai nello scaffale, appuntandomelo mentalmente, per poi tornare in camera mia.
Una volta davanti alla porta, però, un dubbio mi prese ed un moto di curiosità mi portò ad osservare quella accanto alla mia; che portava alla stanza di Kagome. Beh, avrei potuto dare solo una sbirciatina per accertarmi che non dormisse in una bara...giusto?
Giusto.
-Permesso- sussurrai, aprendo la porta e mordendomi la lingua per la mia forza d'abitudine. Quello che vidi là dentro mi lasciò perplesso: una normale camera, niente bara ma letto a baldacchino. Come avevo già visto qualche giorno fa, stupido Inuyasha che si dimentica pure il suo nome. Ad ogni modo, la stanza è completamente vuota, le lenzuola sfatte e la finestra spalancata da cui proviene un bel venticello fresco. E, ora che ci penso, questa stanza è tutta fresca...ed ha un'odore di rose che mi riempie i polmoni e mi dona un senso di pace; le stesse rose che, non avevo notato prima, sono sparpaiate a terra e hanno perso un bel po' di petali. Anche il contenitore in cristallo è in mille pezzi, l'acqua che bagna il pavimento...ma che diamine è successo? E, sopratutto, che fine ha fatto la mia padrona?
"E se avesse sete?! E se fosse diventata una creatura violenta e assetata?!" mi allarmo, ripercorrendo il testo degli ultimi due paragrafi che ho letto, facendomi prendere sempre di più dal panico. Comunque, devo uscire, in questo momento! Non posso rimanere qui dentro ancora per molto e, forte di ciò, schizzo via dalla stanza; dirigendomi verso la mia e chiudendomi velocemente la porta dietro. Solo la luce della luna la illumina, vuota e con il dolce richiamo del letto sotto la finestra. Accarezzo il ripiano della scrivania accanto al mio letto, facendo attenzione a non urtare la sedia e fare, quindi, un casino bestiale, per poi gettarmi a peso morto su di esso. L'ultimo pensiero che mi sfiora prima di cadere tra le braccia di morfeo è che ore siano e tra quante dovrei svegliarmi; poi il buio e tanti, molti sogni confusi.

-Signorino! Signorino, Inuyasha! Si svegli!- scatto a sedere, spalancando gli occhi e facendomi quasi accecare dalla forte luce del sole. Ma che diamine di ora è?
-Oh, miseriaccia, finalmente!- la voce della vecchia Kaede mi fa voltare verso di lei, che mi guarda con le mani sui fianchi ed un cipiglio severo; dietro di lei, la porta della mia camera è aperta, e delle domestiche stanno pulendo la stanza con espressioni concentrate, senza far minimamente caso a noi.
-Vecchia? Che ci fa qui?- chiedo, ancora mezzo assonnato. Lei si lascia sfuggire un "pff!" indignato prima di rispondermi:
-Come osa chiamarmi vecchia, Signorino Inuyasha? I giovani d'oggi...- fa, sospirando e voltando lo sguardo verso le due cameriere presenti insieme a me; solo ora noto che indossa un vestito da domestica. Ma, non capisco ancora cosa cavolo stia succedendo...mi sembra essere abbastanza tardi e, oltre che qui, pare esserci un casino anche in tutta la villa.
Giorno di pulizie oppure...?
-Vecchia Kaede! Dov'è Kagome?- mi alzo in piedi, non badando minimamente al mio aspetto e guardando Kaede dall'alto in basso con un espressione ansiosa.
Lei mi manda uno sguardo perplesso -Eh? La padroncina? Ha detto di lasciarti riposare e poi si è chiusa nello studio, dice che non vuole essere disturbata- mormora, sbattendo le palpebre; io annuisco per poi scattare verso la stanza in questione: ho bisogno di parlarle.
-Ehi, Kagome! Apri la porta!- urlo, sbattendo un pugno in essa "Apri, apri, apri! Devi aprire, cacchio!" penso a denti stretti, continuando a sbattere pugni sulla porta; non la lascierò sfuggire tanto facilmente! Se credi che io mi arrenda, ti sbagli di grosso, cara la mia Kagome!
-Fratellone Inuyasha- la voce di Souta mi riscuote dai miei pensieri e mi fa voltare verso di lui; è assonnato, segno che si è svegliato solo ora e indossa un pigiama intero bianco, con la mano destra si strofina il rispettivo occhio.
-Si, signorino Souta?- chiedo, nervoso, abbassando il pugno che era pronto a sbattere contro la porta; ed ora che diamine vuole questo?
-Sai dov'è il bagno?- chiede con voce impastata dal sonno, rischiando di perdere l'equilibrio. Io lo guardo sconcertato, è lui il padrone di casa qui, no? E allora come cavolo fa a non sapere dov'è il suo bagno?! Il bagno, signori, il bagno! La cosa più importante al mondo! Miseriaccia...
-Nella tua camera?- gli rispondo, ricordandomi che ogni stanza ha il suo bagno, apparte quelle dei servi che devono usufruire di quello al primo piano: una delle stanze che ho visto quando sono entrato la prima volta; l'altra è la cucina, da quel che ho capito.
-Aaah- fa lui, rischiando di perdere un'altra volta l'equilibrio -Mi accompagni?- mi chiede, poi, guardandomi con gli occhi a fessura.
Io mi trattengo dal bestemmiare, facendo un sorriso falsissimo e sussurrando un "Certo, padroncino" che mi porta ad abbandonare ciò che stavo facendo.
Ah, a volte mi chiedo se non sia tutto un complotto...
-Maledizione!- sbotto, scendendo le scale a passo svelto, diretto ancora una volta verso lo studio -Voglio vedere se qualcun'altro verrà a disturbarmi!- mi piazzo davanti alla porta, pronto a prenderla a pugni manco fossi un pugile irato.
Prima è stato un vero e proprio inferno, quel marmocchio ha rischiato di farsi la pipì addosso più volte e, dopo essersi "liberato", è letteralmente crollato nel letto nonostante fossero le dieci passate di mattina. E in tutto questo, io, sono ancora in boxer e in canottiera, mentre la villa è in subbuio e non so minimamente cosa fare.
-Kagome, so che sei lì dentro! Apri oppure sfondo la porta!- le urlo, facendo per darle un pugno ma interrompendomi non appena sento dei rumori dall'altra parte di essa: oggetti che cadono, varie imprecazioni e infine, la porta, si apre (non prima di un poderoso scatto della serratura).
-Che diamine vuoi?- la sua voce mi arriva alle orecchie parecchio sgarbata e, a guardarla negli occhi, pare che non abbia dormito; ha delle occhiaie...!
-Voglio sapere tutto- le rispondo, serafico e cercando di non badare troppo alla sua aria stanca. Anche il suo abbigliamento, non sembra averci fatto molto caso al fatto di avere solo una camicia sopra la biancheria intima...dev'essere il suo pigiama...ma, comunque, ora non ho tempo per questo: Inuyasha non si farà distrarre.
-Ah...tutto che?- mormora, mettendosi una mano sulla frangia scombinata, tirandola indietro col risultato di scombinarla ancora di più.
-Tutto- scandisco, avvicinandomi e sostenendo il suo sguardo. Deve dirmi tutto, non tollererò altre bugie o baci, oggi me lo dirà, o volente o nolente.
-Aaah- sospira, come una che sta per morire -Quanto sei fastidioso...- sussurra, poi, prendendomi per un polso e trascinandomi dentro al suo studio, per poi chiudere la porta.
Non appena sono dentro mi guardo intorno, lo studio è parecchio piccolo...più di quanto me lo sia immaginato: una scrivania al centro piena di scartoffie, varie librerie e, infine, un enorme telescopio puntato su una vetrata.
"Non è di certo il momento di pensare alla stanza, Inuyasha!" già, esatto...ora come ora c'è solo una cosa che devo fare...quindi, che il match abbia inizio.

-Dimmi tutto- faccio, rivolto verso di lei, che, una volta chiusa la porta, mi guarda scettica.
-Che cosa vuoi sapere, esattamente?- mi chiede, a braccia conserte. Ma che cavolo, se ho detto "Tutto" è realmente "Tutto"! Ci vuole tanto a capirlo?
-Tutto, l'ho già detto- sibilo -Cosa sei, che c'entra il sangue con te, che ci facevi con Shippo e tutto il resto...- spiego, tralasciando il fatto della sua mancata presenza la scorsa notte; e si, alcune cose le ho già capite da me...ma se il libro fosse sbagliato? L'aveva detto persino lui, l'unica cosa da fare era chiederlo ad una di quelle creature.
-Ahi, ahi...quante domande, piccolo umano- fa lei, appoggiandosi alla scrivania, e guardandomi con sguardo tra l'infastidito e lo sprezzante -Non avrei mai dovuto accettarti come mio servo...- sussurra, poi, ad una voce così bassa che io non capisco nemmeno se ha parlato -Beh, ad ogni modo- fa con tono più alto -Ora mi tocca spiegarti tutto, no?- si sistema meglio nella scrivania e mi indica una sedia dietro di me col mento; probabilmente invitandomi a sedere, poi inizia a spiegare.
-Prima di tutto, Inuyasha, dimmi cosa hai letto nel libro della scorsa notte- dice seria, tradendo però un sorrisetto; che viene represso con un poderoso morso alle labbra. Io deglutisco, pensando un "Touché" che poco mi aiuta a mantenere la calma.
-Come fai a- provai a dire ma lei mi zittisce con un'occhiata -Beh, ho letto di certi Rakshasa e Vampyrus su uno strano libro...o, almeno, quei due sono solo quelli che hanno attirato maggiormente la mia attenzione- spiego, stringendo maggiormente il legno della spalliera della sedia su cui sono seduto; ho posizionato la sedia al contrario, per poi accomodarmici con le braccia appoggiate alla spalliera e le gambe attoccirgliate ai piedi dell'oggetto.
-E come si chiama, codesto libro?- mi chiede, con sguardo concentrato.
-Ecco...mi pare...- rifletto -"Vuoi davvero saperlo?"...? Si! Era questo il titolo!- annuisco convinto. E lei mi segue, rimanendo in silenzio per qualche minuto, per poi scoppiare a ridere.
"Ma che cacchio?!"
-Ah...e, sentiamo, che cosa dicevano quelle didascalie che hai letto?- domanda, ancora, ridacchiando ed osservandomi divertita. Cosa dicevano? Beh...
Okay, non sapevo spiegarlo.
-In generale, cosa hai capito?- riformula la domanda, per via del mio silenzio. Io la osservo, pensando realmente a cosa avevo compreso; beh, di certo non era una creautura di quelle elencate...non pareva assomigliarci, almeno...allora, che cosa poteva essere? Uno di quei Vampyrus oppure altre creauture che avevo letto? Ah, quanta pazienza...
-Tutto e nulla- le risposi, non riuscendo a trovare alcuna spiegazione. Non potevo mica andare a tentoni! E lei, lo sapeva bene! Eccome se lo sapeva bene!
E, a confermarlo, ci fu la sua ennesima risata; a quanto pare doveva essere abbastanza divertita dalla situazione...
-Qualche ipotesi?- altra domanda a cui non so dare risposta..."Che dici, la smettiamo ed inizi a spiegare oppure devo fare scena muta?" -Fai scena muta- spalanco gli occhi, alzando la testa che prima era rivolta al pavimento ed andando ad osservare Kagome.
-Che hai detto?- "Che cosa ha detto? Mi legge nel pensiero? No, dovrebbe essere imposs-"
-Ora inizi a capire? Creautura che beve sangue, dai canini affilati, con poteri soprannaturali e che legge nel pensiero...ti ricorda qualcosa?- fa lei, con non-chalance e la sua solita espressione da gufo. Che sia un mutante? Nel libro c'è scritto che possono assumere qualsiasi forma animale e che, a volte, ne prendono anche caratteristiche e comportamenti..."Naaah! Macchè! Inuyasha, non ti facevo così scemo, diamine!" la mia testa, come al solito, ha da ridire...e Kagome ride...sicuro ha letto i miei pensieri...
-Quindi?- mi fa fretta, con un cenno del capo. E si, vabbè, per te è facile, no? Sono io che mi sto scervellando perchè vostra grazia non vuole spiegare una ceppa! Ma che cacchio...
-No- dico, serafico -Non mi ricorda nulla- continuo, solenne; e lei si sbatte una mano sulla faccia, mormorando un "Mio Dio, quanto sei stupido" sai, faccio sempre di tutto per assomigliare a te...in fondo, tale padrona, tale servitore...almeno credo...
-Allora?- le faccio premura io, stavolta e, per tutta risposta, una risata sbuffata lascia le labbra della mia padrona; poi mi guarda, torna seria, si schiarisce la voce e...
-No-
-Oh, andiamo, smettila di fare così, Kagome!- sbotto, venendole incontro -Spiegami cosa sei e basta, non ti denuncio mica!- i suoi occhi sono ancora puntati sui miei, le braccia conserte e il volto come a riflettere se dirmelo o meno. Tutto questo è così...fastidioso.
-Non ci siamo, Inuyasha- dice ad un certo punto -Non posso darti tutto ciò che vuoi, che servitore saresti, sennò?- "Come se mi stessi dando chissà che..." -E poi, perchè vuoi saperlo così tanto? Non credo ti interessi...- spalanco gli occhi, preso in contropiede; ha ragione, perchè voglio saperlo? Non c'è nulla che possa interessarmi di lei...come ho già detto nella carrozza, pur essendo la mia padrona non è al centro dei miei pensieri...
"Sai bene che non è così"
-Voglio saperlo e basta!- esclamo, ignorando tutti i ragionamenti di prima -Questa cosa mi riguarda, no? E quindi ho diritto di saperlo!- butto lì, accorgendomi che, effettivamente, non è poi troppo campata per aria la mia affermazione.
-Okay, d'accordo, potresti anche avere ragione...ma cosa sei tu, qui?- si china su di me, la voce carica di cattiveria e fastidio -Nessuno- sussurra, poi, ad un soffio dal mio volto.
E, no no no! Che cosa vuole fare? Che cosa vuole dire?
Stringo i denti, stringendo i pugni e trattenendomi dallo scattare; invano. Stavolta no, non ce la faccio, ha tirato troppo la corda. Sono un servitore, okay, ma non tollero di essere trattato così. Quindi no, cara Kagome, non credere che la passerai liscia.
-Ti sta bene- sibilo, riferendomi allo schiaffo che le ho appena tirato -Chi sono io?- domando, poi -Ma ti sei mai chiesta chi diamine sei tu?!- sono fuori di me, mi è andato bene per troppo questo scambio di battutine, ora basta.
-Vampiro- sussurra lei, così a bassa voce che devo chiederle di ripetere cos'ha detto; e, di nuovo: -Vampiro- stavolta più chiaro, il volto basso e la mano poggiata sulla guancia lesa
-Sono un vampiro-
"Cosa?"

-Giovane Hojo, quale onore...- un uomo, seduto ad una scrivania, accolse il giovane ragazzo
-Qual malvento ti porta qui?- rise, continuando ad esaminare le scartoffie che aveva tra le mani; l'altro deglutì, preso da un'improvvisa soggezione.
-Signor Naraku...lei mi deve aiutare- mormorò, quest'ultimo, osservando l'uomo.
-Ah ah, dimmi tutto- scrisse qualcosa sui fogli, per poi rivolgersi finalmente a lui, le mani incrociate a sorreggere il mento ed un sorrisetto sul volto, reso scuro dalla tenda che copriva l'enorme finestra dietro di lui.
Il giovane deglutì ancora, poi parlò -Voglio vendicarmi di Inuyasha e prendere in sposa Kagome- l'altro si trattenne dallo scoppiare a ridere, per evitare di perdere l'ennesima pedina da aggiungere al suo gioco.
-Certo, ti aiuterò...- annuì -Ma tutto ha un prezzo, lo sai bene, no?- chiese, poi, facendo annuire Hojo.
-Lo so bene- confermò quest'ultimo.
Un ghigno si dipinse sul volto dell'uomo -Perfetto, allora possiamo cominciare...-

-Kagome!- esclamo, quando sento il suo corpo abbandonarsi al mio, con tutto il suo peso "È svenuta?" -Kagome!- la chiamo ancora, scuotendola leggermente, dopo averla presa in braccio; è più leggera di quanto mi immaginassi...
Faccio per alzarmi ma, quando la sento ridacchiare debolmente, mi fermo, chiamandola per l'ennesima volta -Contento, ora?- mi sussurra all'orecchio, per poi svenire completamente.
Contento di che? E perchè è svenuta? Ma, sopratutto, ora, che diamine faccio?!
-Oddio, ma perchè tutte a me?!-

-Izayoi, credi che Inuyasha starà bene?- l'uomo guardò la moglie, lasciandosi andare sulla poltrona e sorseggiando, comodamente, la sua tazza di the -Sono preoccupato...- spiegò, poi, vista la mancata risposta della donna. Quella lo osservò per un'attimo, per poi volgere lo sguardo alla finestra, bagnata dalle goccioline di pioggia.
-Non devi preoccuparti, Inu...Inuyasha è un ragazzo in gamba- lo rassicurò, con voce vellutata.
Ma l'altro non ne volle sapere -Si, hai ragione...ma non sai cosa può fare, quando è in quel modo...E i recenti furti? Ne stanno parlando tutti giornali, fin'ora...- strinse di più la tazzina da the, frustrato -Potrebbe accadere di tutto- concluse, lanciando uno sguardo alla moglie, per poi ritornare al contenuto della tazza. L'altra fece cenno di no con la testa, sorridendo in modo dolce -Sta tranquillo, fidati di Inuyasha...non lo farà mai più, ormai- chiuse gli occhi, tranquilla, portando la mano ad afferrare un biscotto. L'altro sospirò.
-Già, lo spero- fu l'ultima cosa che disse, poi la stanza da pranzo calò nel silenzio; almeno, solo quella...perchè, la testa dell'uomo, era piena di pensieri. E, uno tra questi, gli suonava nella mente come un'allarme; era, effettivamente, qualcosa di cui preoccuparsi...
"Tra un po' sarà luna piena..."
E se non fosse andato tutto bene?


Angolino piccino picciò <3
Hooolaaa! Ennesimo capitoluccio, ja :D ne accadono di cose, no? Entra in scena Naraku, si scopre cos'è Kagome, ma...cosa succederà?
Ed Inuyasha? Sembra nascondere qualcosa...mmmh...boh! Chi lo sa? ;)
Nel prossimo chappy, che non vi farà aspettare molto, credo...riprenderemo il discorso delle regolette, quindi non preoccupatevi: non me ne sono dimenticata xD
Voi, nel frattempo, iniziate a fare un po' di ipotesi...che prima o poi aggiorno, eh! <3
Ah, comunque, volevo "dirvi" che la figura del vampiro, in questa fic, non sarà come la conoscete...cambierò alcune cosuccie e, magari, ne aggiungerò altre. Niente vampiri glitterati, però, tranquilli!
Scritto ciò, Inuyasha, finalmente, inizia a farsi valere...anche se uno schiaffo ad una ragazza non è un bel modo...xD farò in modo di rendere logico anche questo, datemi tempo :3 non lascio mai nulla in sospeso, io.
Comunque, non ho altro da aggiungere.
Ora aspetto solo vostre, fatemi sapere la vostra opinione.
Alla prossima.
Bye bye! :D

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Capitolo 6
*** Bugie e risposte ***


Sono preoccupato. Troppo preoccupato.
Kagome è svenuta, i padroni di casa non ci sono per motivi di lavoro ed io non so che fare. Appena mi sono reso conto della situazione, ho chiamato subito Sango e Miroku, le uniche persone di cui veramente mi fidi; ed ora eccomi qua:
Nervoso come non mai e fuori dalla sua camera.
"È colpa tua", "È colpa tua"; questo è l'unico pensiero che mi martella la testa, in questo momento. Ed è vero, diamine, vero! Le ho tirato uno schiaffo, le ho fatto sicuramente male...ma, è come se in quel momento non ci avessi più visto...ho agito d'istinto, non mi sono controllato...ma c'è anche dell'altro, lo sento, lo so.
-Non riesco a capire, sembra tutto apposto...- esordisce Sango, una volta uscita dalla stanza; grazie al fatto che ha studiato medicina e che, nella villa dove lavorava prima, era un'infermiera, siamo riusciti a visitare Kagome. O, almeno, lei c'è riuscita.
Io mi sono solo sentito morire sempre di più, senza capirne nemmeno il motivo; mentre Miroku ha cercato di sdrammatizzare la situazione. E, devo ammettere che un po' c'è riuscito...è in gamba, quel maniaco idiota...
-Dici che dovremmo riferirlo ai padroni?- chiedo a loro due, con voce roca. Sono turbato, quello scatto d'ira mi ha riportato alla mente ricordi sbiaditi, che non riesco a vedere e che appaiono solo come delle macchie...non ricordo...è come se avessi perso la memoria.
E che, adesso, quello schiaffo, sia riuscito a riportare alla luce cose che ho preferito dimenticare. Non lo capisco, ho una brutta sensazione dentro, come se qualcosa stesse per accadere...qualcosa di brutto, troppo, molto brutto...
-Ehi, Inuyasha! Inuyasha! Sveglia!- Miroku mi sventola una mano in faccia, distraendomi dai miei pensieri -Per ora, noi, non possiamo far nulla...chiamaci, se in caso succede qualcosa- ehi, ehi, che cosa vuol dire? Che mi lasciano da solo con Kagome?
-Cosa? Ma non dovreste rimanere anche voi?- chiedo allarmato, trovandomi due sguardi perplessi puntati su di me.
-Eh?- fa Sango -Suvvia, Inuyasha! Sei il suo servitore personale, dovrai pur prendertene cura!- si riprende, poi, con Miroku accanto a lei che annuisce convinto.
-Esatto! E poi se io e Sango siamo soli, possiamo-AHI!-
-Che diamine, smettila di fare il pervertito!-
Si, direi che Miroku ci sa proprio fare nell'alleviare la tensione.
Entro nella stanza, chiudendo la porta in modo da non fare rumore e trovandola piacevolmente addormentata; la camera ora è ordinata, non c'è alcuna cosa in disordine e il solito profumo di rose la riempie. Mi sento in soggezione, stare qui con una persona che sta male e che, ora, dorme indifesa, mi fa sentire nervoso...
Sospiro, okay, calmati Inuyasha, andrà tutto bene.
Mi avvicino al letto con passo lento, facendo attenzione a non fare rumore, per poi sedermici piano, osservando più da vicino la mia padrona. Non pare essere svenuta, dorme beatamente ed ha il volto rilassato, se non lo sapessi, probabilmente, l'avrei data per addormentata.
Sto a contemplare la sua figura per un bel po', notando solo ora quanto il suo corpo sia fragile e debole alla vista "Una ragazza come lei, può avere tutta questa forza?" mi chiedo, tra l'amaro e il curioso,     passando poi ad osservare la porta finestra e il paesaggio che può essere visto oltre il balcone a cui è collegata. Quanti giorni sono passati da quando sono arrivato qui? A me sembra di esserci sempre stato...forse perchè mi sono abituato presto...e, "Fra un po' finirà anche il mese...a pensarci, ci sarà anche la luna pie-"
Cosa? La luna piena? Perchè tutto questo mi turba? Cosa mi succede?

-Dimentica, Inuyasha, dimentica tutto!-

"Papà?" mi allarmo, scattando via dal letto. Cos'era quello?
-Cosa diamine succede?!- sbotto in un sussurro, prendendomi la testa con una mano e stringendo i denti; mi sento confuso...ma, perchè? Che sia collegato tutto alla luna piena? "Probabile, al sol pensiero mi viene l'ansia!" si, ma come può essere collegato? E che può mai significare quel ricordo? Aaaah! Quanti pensieri! Devo rinfrescarmi!
-Calmo, Inuyasha, calmo- sussurro, una volta che mi sono sciaquato la faccia ed appoggiato al grande letto a baldacchino; gambe circondate dalle braccia e schiena poggiata al lato del letto, sono seduto per terra.
-Non c'è nulla di cui preoccuparsi- prendo un grande respiro, cercando di pensare ad altro. Da bambino, usavo questa posizione per riflettere o quando ero arrabbiato e mi sentivo minacciato..."Ma ora non sei più un bambino..." storco il naso, pensando che, si, non sarò più un bambino ma ciò non mi obbliga a comportarmi sempre da adulto.
Ora, dovrei pensare a Kagome...no? E invece...
-Stupido, stupido, Inuyasha!- sussurro, alzandomi e ricomponendomi. Non è il momento di fare in questo modo! Osservo Kagome, che, solo ora, noto essersi spostata su un lato; per ora non sembra ci siano complicazioni...quindi posso stare tranquillo...
Sospiro, abbassando la testa, molto più rilassato di prima.
Un mugolio ed una mano che afferra il mio polso, mi fanno, però, alzare il volto verso la mia padrona; che ora mi guarda con gli occhi socchiusi ed un espressione tra l'assonnato e il delirante
-Inuyasha...- mormora, con voce bassa e roca.
Perfetto, o sono io che sto delirando o lei che è proprio fuori di testa.
Ad ogni modo, so già cosa accadrà.
-Si?- rispondo, mostrandomi calmo, mentre la vocina che ho in testa, anche detta in modo puramente generico "coscienza", si congratula con me per non aver fatto la figura del ragazzino un'altra volta.
-Ho...- sussurra, tirandomi verso di lei -Sete- termina, poi, a tono scherzoso, come se fosse ubriaca.
Ecco, si, lo sapevo che finiva così:
Proteso verso di lei, con le ginocchia poggiate sul letto e la sua bocca a qualche centimetro di distanza dal mio collo. Perfetto. No, davvero, perfetto. Ennesimo tentativo di suicidio, Inuyasha?
Sento il suo fiato caldo sfiorarmi la giugulare, mentre il mio cuore accellera i battiti ed io cerco un modo per sfuggirle. Okay, manteniamo la calma, non può farlo davvero...no?
-Hai davvero un buon odore...- no, proprio ed assolutamente no! Che diamine faccio? Sono paralizzato, anche se provassi a ribellarmi, non ci riuscirei assolutamente..."Cazzo!" impreco, non appena la sento ridacchiare in un modo che, Dio mio, mi fa rabbrividire in un modo che odio.
Poi viene l'inferno.
Sento qualcosa di caldo e bagnato, inumidirmi il collo più e più volte, mentre la sua mano sale, lasciandomi libero il polso ed accarezzandomi il braccio fino ad arrivare alla mia spalla e, poco dopo, al mio collo, che circonda con un colpo secco; in modo da avvicinarlo ancora di più alla sua bocca. Panico.
-Kagome- la chiamo con voce rotta, preoccupandomi sempre di più del suo silenzio che segue a quello che ho detto. Che stia meditando se uccidermi o meno?
Non lo so, non so più nulla.
Almeno, non finchè i suoi denti affondano nel mio collo.

-Allora? Questi sono gli accordi, ci stai?- la voce dell'uomo risuona nella stanza, gli occhi rossi puntati su quelli nocciola del giovane ragazzo.
-No, aspetta, perchè dovrei farlo?!- esclama, quest'ultimo, irato -Infangherebbe il mio nome!-
"Ma è proprio quello che voglio" ghigna l'uomo, verso il giovane -O questo o nulla, decidi- fa, poi, serio e spietato. Conscio che, naturalmente, il ragazzino pompato avrebbe accettato subito.
E infatti: -D'accordo, d'accordo! Ma se provi a dire a qualcuno tutto questo, sei un uomo morto!-
"Oh certo, come se fossi nella posizione di uccidermi" l'ennesimo ghigno e pensiero altezzoso da parte dell'uomo -Perfetto, allora...- annuisce -Giuro che non te ne pentirai...-
"Tsk, i nobili sono tutti facili da manipolare! Con il loro orgoglio, hanno tutti lo stesso carattere..."
Beh, tutti, tranne la sua adorata Kikyou...

-Stupido- mi prende in giro -Credevi davvero che l'avrei fatto?-
Spalanco gli occhi che prima avevo serrato, notando solo ora che si, i canini sono affondati...ma non come me li sono immaginati io...e, anche ora: Kagome ha ripreso a giocare con la pelle del mio collo, mordendola ma abbastanza piano da non lasciare una minima traccia di graffi o altro.
I canini la afferrano delicatamente, tirandola un po' per poi lasciarla andare, e, dopo una leccatina, riprendere da dove aveva iniziato. Per quanto pericoloso e piuttosto inquietante, è abbastanza rilassante...
-Mi farai morire...- sospiro, mentre lei ridacchia alla mia affermazione, poi si ferma e posso immagnare il suo sguardo serio; che, appunto, mi ritrovo presto incatenato al mio.
-Non sei così pesante...- esordisce, riferendosi al fatto che io sia praticamente disteso su di lei, che, a differenza mia, sembra perfettamente tranquilla. Inutile dire che arrosisco, mentre il pensiero sconnesso di come faccia a considerarmi leggero visto il mio fisico, si fa strada nella mia mente. Che poi, cavolo, come ha fatto a trasformare una situazione pesante in una praticamente di tutti i giorni? Sempre che sia da tutti i giorni trovarsi sdraiato su una ragazza con le sue braccia al tuo collo e il volto vicinissimo al tuo.
Che diamine, finisce sempre così...ho bisogno di avere il controllo della situazione io, per una volta...e, forse guidato da questo pensiero, mi alzo quanto basta per sentire le sue braccia lasciare la presa e abbandonarsi al cuscino.
-Kagome- la chiamo, serio, approfittando della situazione -Quindi, tu, sei un vampiro?- chiedo conferma, bloccandole i polsi come per impedirle di scappare. Lei sbuffa.
-Diamine, ma persino in momenti come questo ti metti a fare queste domande?- sospira, sconfitta dalla mia innata sfacciataggine -Comunque, si, sono una vampira...- continua, poi, chiudendo gli occhi -Vuoi che te lo riprovi? Ti ho praticamente rischiato di dissanguare pochi minuti fa...- mormora, strafottente, guardandomi con un solo occhio aperto. Io annuisco, riflettendo su che altro potrei chiederle.
-E Shippo? Che facevate quella volta?- domando, dopo un'attenta riflessione; senza badare al suo ennesimo sospiro. Non mi fermerò finchè non sarò soddisfatto.
-Mai sentito parlare di scambio di sangue tra vampiri?- mi domanda e, visto il mio silenzio, si da da sola la risposta -Evidentemente no- constata, infatti -Bene, gli umani non sono gli unici da cui possiamo bere sangue...anche i vampiri possono darcelo, anche se, così, si va a formare un legame sempre più forte tra i due che usano questa pratica...di solito solo chi è sposato si permette di utilizzarla, oppure chi nutre profonda fedeltà e rispetto verso qualcuno- mi spiega
-Shippo è un caso un po' particolare, io lo aiuto soltanto a sopravvivere...- termina, sistemandosi meglio sul cuscino.
E, ora capisco...non sapevo assolutamente tutto questo...
-Kagome- la chiamo, pronto a farle una nuova domanda -Ecco...- mormoro, non trovando le parole giuste -Tu...dormi in una bara?-
Con mia profonda sorpresa scoppia a ridere, facendomi abbassare la guardia e, naturalmente, approfittandone. Così, ben presto, mi ritrovo sotto di lei, con le sue mani ai lati della mia testa e un sorrisetto a farmi capire di essere stato, ancora una volta, battuto.
-Leggenda- mormora, avvicinandosi un po' al mio volto. Io deglutisco.
-Ti da fastidio l'odore dell'aglio?-
-Leggenda- si avvicina ancora di più.
-Bruci al sole e puoi venire sconfitta solo grazie a paletti in legno e acqua santa?-
-Leggenda- ancora più vicina.
E, il mio sguardo, non può fare altro che cadere sulle sue labbra.
-Non ti rifletti negli specchi?- mormoro, in trance.E lei si fa ancora più vicina.
-Leggenda- ripete, in un sussurro, per poi appoggiare le sue labbra sulle mie.
O, almeno, questo è quello che il mio cervello ha immaginato, oltre ad una carrozza che ci porta via dalla chiesa dove ci siamo appena sposati. Perchè, alla fine, non c'è stato nessun bacio...
Ma solo, una semplice e beffarda risata.
-Ma non mi dire, sei ancora in pigiama!-
Hai perso Inuyasha, Game over.

-Tsk, accidenti quanto è fastidiosa!- sbotto, togliendomi finalmente il pigiama; è da tutta la mattina che ce l'ho ed, considerando che abbiamo servito il pranzo già da un po', è davvero troppo tempo. Ora sono in bagno, pronto a rilassarmi e farmi una doccia calda e ricostituente. E si, sono l'unico servitore ad avere il bagno in camera.
"Forse perchè sono uno dei più importarti..."
-Aaah! Ci voleva proprio!- esclamo, abbandonandomi alla vasca color bianco perla -Ora nessuno mi disturberà più...- sussurro, sempre più preso dai miei pensieri. Sono a un punto di svolta, me lo sento...il mio sesto senso percepisce che sta per succedere qualcosa, anche se, naturalmente, non so cosa...e poi, prima non ci ho fatto caso, ma sento ancora quella strana ansia nel pensare che, tra poco, arriverà la luna piena...è un sentimento davvero brutto, devo ammetterlo...per non parlare di quei ricordi che continuano ad apparirmi sfocati...è come se fosse tutto...un caleidoscopio.
-Riuscirò mai a risolvere questa situazione?- sospiro, chiudendo gli occhi e cercando di rilassarmi, guidato dal dolce e debole canto degli uccellini; e...ci riesco! Quei pensieri mi lasciano in pace finchè non esco dalla vasca, una volta finito di lavarmi i miei lunghi capelli.
Mi lego un asciugamano alla vita e, quando sto per uscire dal bagno, un rumore alla finestra sopra alla vasca mi distrae; ero già pronto a tirare le peggio cose, quando noto che è solo un gatto. Dev'essere molto agile per essere arrivato fino a-"Momento...ha un'aspetto familiare..."
Apro la finestra facendo attenzione a non fargli male o farlo cadere e, credo l'abbia pensato pure lui, visto la sua collaborazione; "È davvero intelligente, per essere un gatto..." penso, con un sorriso dolce e felice. Non chiedetemi perchè...
Intelligente o altro, comunque, ha davvero un'aria familiare: seduto sul davanzale della finestra, mi osserva con quegli scintillanti occhi blu e segue ogni mio movimento con la testa nera e dal lungo pelo; come il resto del corpo, d'altronde. Assomiglia a Kag-"No, aspe, fermo, non c'era scritto che si potevano trasformare anche in gatti, in quel libro?!"
-Kagome?- chiamai, avvicinandomi col volto al suo faccino. Lui, per tutta risposta, dopo avermi guardato per qualche secondo, volta la testa verso una farfalla che passava di lì, senza degnarmi di uno sguardo. Beh, meglio così...almeno non mi viene a spiare persino in doccia...osservo ancora una volta il gatto, ora pronto ad afferrare la farfalla che svolazza di qua e di là. Accidenti, se cade si farà molto male...siamo al terzo piano!
"Non mi resta che fare così" sospiro, prendendo il gattino tra le braccia e mormorando un "Vieni qui, micetto" al quale, lui, risponde con un "Prr" assorto, guardando incuriosito la vasca.
-Bene, tu aspetta qui- lo poggio sul mio letto, una volta giunto in camera, infilandomi velocemente la divisa da servitore e strofinandomi i capelli con un asciugamano, nella disperato tentativo di asciugarli; il micio mi guarda curioso, piacevolmente disteso sul letto. E, devo dire che è davvero ubbidiente...che sia domestico? Eppure non ha il collare...però non sembra un gatto randagio...
-Finito- mormoro, prendendolo in braccio e avviandomi in giardino; dove, non appena giunto, lo lascio correre verso il retro della villa.
-Mmmh! Che buon odore!- esclamo, inspirandone il profumo di fiori e, sopratutto e come al solito, di rose. Mi stiracchio, pensando che fare una passeggiata nel giardino faccia proprio a caso mio, ma, evidentemente, non è così, anche per la voce che mi interrompe...
-Ehi, devi venire con me!- "Ma le buone maniere mai?" mi volto, sapendo già chi ci fosse dietro di me; e, infatti:
-Kagome...che cosa vuoi, ora?- sospiro, lasciando cadere testa, schiena e braccia.
-Il mio servitore personale a completa disposizione...è in casa?- fa, lei, ironica, a braccia conserte e con un sorrisetto sulle labbra -Su, vieni, mi devi accompagnare in paese- mi fa cenno con la mano, poi, iniziando a percorrere la strada che porta all'uscita della villa.
-Ma tu non eri svenuta, fino ad un attimo fa?- sussurro, certo che lei non mi avesse sentito.
E, invece...
-Si, certo, lo ero...ma qualcuno, ha pensato bene di svegliarmi...- mi scocca un'occhiata, ghignando; soddisfatta da chi sa che cosa. Io sospiro, piuttosto rumorosamente, per poi seguirla verso una carrozza, ferma oltre il cancello d'ingresso della villa.
Ma, to' guarda...ha preparato tutto...
-Forza, su- si siede su uno dei sedili, invitandomi a fare lo stesso.
-Si, si, vengo- annuisco io, facendo trapelare tutto il mio disappunto e la mia noia nel farlo.
Mai una gioia.

Il viaggio è abbastanza silenzioso, entrambi guardiamo per i finestrini e, nonostante l'abbia fatto più e più volte, non credo di essere l'unico a scoccare qualche occhiata alla persona seduta vicino a me. L'ho fatto talmente tante volte che, ora, so a memoria il suo vestiario:
Camicia bianca con sopra delle bretelle marroni che terminano con pantaloni del medesimo colore, stretti che le evidenziano le gambe; ai piedi un paio di stivali neri e, in testa, uno di quei berretti in lana che mi pare si chiami coppola. "Un vestiario un po' troppo da uomo per una signorina d'alto rango come lei, no?" le scocco un'altra occhiata, pensando a chi mai potrebbe vestirsi come lei e se, il suo vestiario, c'entri con il posto dove stiamo andando.
-Allora non sei così stupido, alla fin fine- fa lei, ad un certo punto, continuando a guardare fuori dal finestrino. Io la guardo perplesso, ricordandomi, poi, che sa leggere nel pensiero.
La risposta viene, quindi, fuori da sola.
-Dovresti smettere di sbirciare nei miei pensieri...-
-Troppo divertente, mi spiace-
-Strega-
La carrozza cala di nuovo nel silenzio, poi, dopo un po', la voce del cocchiere ci avverte di essere a destinazione: un piccolo ammasso di case e una strada ciottolata che ci porta al centro della città. Dopo aver pagato la corsa, Kagome comincia ad incamminarsi verso la strada ciottolata, guardando dritto come se sapesse a memoria la strada.
Probabilmente, è così.
-Ehi, dove stiamo andando?- le chiedo, raggiungendola con una piccola corsa e fermandomi non appena le sono accanto. Lei mi lancia un'occhiata, per poi rispondermi.
-In un posto dove, come hai pensato tu, bisogna mettere vestiti come questi- fa, tranquilla, continuando a camminare; mentre io, dopo aver annuito, penso ad ogni posto possibile in cui si debba utilizzare questo tipo di vestiario.
-Diciamo che...bisogna stare comodi e liberi di muoversi- mi spiega lei, con un sorrisetto malizioso. La mia perplessità aumenta. Un posto dove, se si va, bisogna essere comodi e liberi di muoversi..."Stiamo andando in un quartiere pieno di mafiosi o che?"
-Non esattamente- ridacchia, facendomi capire che, per l'ennesima volta mi ha letto nella mente.
-Tsk, smettila!- sbotto io, incrociando le braccia. Non posso pensare più a niente così, diamine!
-Non è colpa mia- si difende, ridendo -Per ora, ho assolutamente bisogno di leggere nella mente! E poi, non lo faccio solo con te...- sussurra, poi, per non farsi sentire dalle persone che passeggiano tranquille per le vie della città. Ci stiamo avvicinando sempre di più al centro, visto il numero di passanti, case e negozietti che aumenta.
-Si, ma è fastidioso- borbotto, io, in risposta; lei annuisce, volgendo la sua attenzione verso altro. Lo sguardo attento, che fissa un punto che non capisco perchè possa essere interessante finchè, da esso, che scopro essere l'uscita di un vicolo, non escono due uomini apparentemente normali. Almeno finchè non ne riconosco uno...
-L-lui?!- esclamo in sussurro, non appena mi passa accanto; mentre Kagome lo segue con sguardo vigile e attento. "L-l'uomo della carrozza! Che ci fa qui?!" penso, voltandomi e notando così, chiaramente, che anche lui mi stava guardando. Tuba abbassata a coprire si, il volto...ma non il ghigno che mi rivolge e mi paralizza. Quello che gli passa accanto, è familiare...ma non riesco a capire chi sia, visto il cappello che indossa e il fatto che è di spalle.
-Kagome!- mi volto subito verso di lei, per vedere se sta bene, scoprendo che no, non è nemmeno accanto e me e non so se sta bene -Kagomeee!!- urlo, allora, cercandola con lo sguardo e correndo per ampliarne il raggio.
-Sono qui, non c'è bisogno che urli come un forsennato- la sua voce giunge dal vicolo dove prima, a quanto pare, c'erano quei due; appena la raggiungo, la trovo appoggiata al muro, braccia conserte e sguardo scettico e un po' infastidito.
-Che fai?- le chiedo, vedendola lanciarmi un'occhiata.
-Ah, non so...ti stavo aspettando, sai?- mormora assorta, per poi staccarsi dal muro e voltarsi di schiena, coprendomi la visuale di ciò che, invece, lei vede chiaramente. La mia, già grande, curiosità, aumenta non appena la sento irrigidirsi e deglutire rumorosamente -Ehi, che succed- mi interrompo non appena riesco a passare e avanzare di qualche passo, troppo preso da ciò che mi si staglia davanti: una grande macchia di...sangue.
Mi paralizzo, sentendo brividi freddi scendere lungo la mia spina dorsale, conscio che, dietro di me, ci sia un vampiro -Kagome?- la chiamo, reprimendo la mia paura e voltandomi come se fossi il protagonista di un film horror; la trovo più normale di quanto mi sia immaginato, tradisce solo un tremito dei pugni, che tiene stretti e un tremolio di tutto il corpo.
-Hai paura?- le chiedo, riferendomi al sangue che, magari, le fa impressione. E, non sapevo nemmeno se mi avrebbe risposto, anche perchè, ora, altre persone si erano aggiunte a noi due.
-Che succede qui?!- un poliziotto, dotato di manganello, si fa spazio tra la folla sussurrante e terrorizzata, guardando prima Kagome e poi me -Che stronzi...- mormora, prima di urlarci contro -Dannati assassini! Quindi siete voi, i due che stanno terrorizzando la città! Ad ogni modo, non muovetevi, stanno arrivando i rinforzi!- io, preso dal panico, inizio a balbettare cose senza senso, finchè la mia dannata vocina che, a volte, sa essere persino utile, mi fa rinsavire "Ehi, ehi, Inuyasha! Non delirare e prendi il controllo della situazione!" stringo i denti, pronto a parlare.
-Aspetti, signore!- chiamo il poliziotto che, ora, ha rivolto l'attenzione su di me -Noi non abbiamo fatto nulla!- alzo le mani, in segno di resa, lanciando un'occhiata a Kagome, ancora a testa bassa, apparantemente paralizzata. Il poliziotto grugnisce.
-Dannati che non siete altro! Vi aspettate che io ci creda?! Non mi fiderò mai di due- si ferma, interrotto dalla risata della mia padrona. Ehi, no, fermi un attimo...perchè sta ridendo?!
-Voi polizitti siete davvero il degrando...- mormora, afferrando la visiera del berretto ed abbassandosela, con un ghigno.
-Ehi, bada a come parli, assassina!- le urla il poliziotto, che sembra aver sentito ciò che ha detto.
-E lei badi a come trattarci!- ribatte subito, Kagome, alzando la testa e voltandola leggermente verso il poliziotto, guardandolo male. Io deglutisco, sentendo che la situazione sta degenerando.
-Vorrei vedere il volto di chi mi parla! Girati, assassina!- fa il poliziotto, spavaldo, come se non avesse sentito l'affermazione di prima. Lei sorride, un sorriso cattivo e beffardo, di chi si sta divertendo un mondo.
-Ma certamente...- sussurra, girandosi lentamente verso il poliziotto che, non appena la vede, sbianca.
-Lady Kagome Higurashi!- esclama, senza fiato, paralizzandosi e lasciando la presa sul manganello, che, inevitabilmente, cade sulla strada del vicolo.
-In persona- fa lei, alzandosi la visiera del berretto che, prima, aveva abbassato; non posso vederlo perchè ora è di spalle...ma, scometto che sta ghignando.
-Uffa, ma devi fare sempre la presuntuosa?- le chiedo io, una volta ripresa la nostra "Scampagnata", lei ridacchia, borbottando un giocoso "Se non ti va bene, puoi anche dimetterti" che mi ritrovo a dover scimmiottare -E poi, ti pareva il caso di dire che i poliziotti sono un degrado?- la guardo, dall'alto della mia posizione, a dispetto della sua accovacciata a cercare chissà quale numero di giornale.
-L'ho detto perchè lo sono- sussurra lei, saccente, sotto lo sguardo del ragazzino che si guadagna da vivere vendendo giornali -Come puoi incolpare qualcuno così, su due piedi? Non avevano prove e, poi, non c'era traccia di sangue nei nostri vestiti nè di armi o cadaveri-mi spiega, trovando finalmente il giornale che stava cercando e, dopo averlo pagato, riprendendo il suo cammino.
-Lo so, ma contro i poliziotti non ci si può mettere...- le ricordo, sbirciando sulla pagina che sta leggendo.
-Si, esatto- conferma, lei, annuendo -Quindi, tu, che sei ancora un bambino, non disobbedire alla mamma e non metterti nei guai con la legge- mi scocca un'occhiata, facendomi un sorrisetto, per poi continuare a fare ciò che stava facendo.
"Che palle" penso sbuffando, ma deve fare sempre così? Possiamo fare una discussione dove io non vengo preso in giro? "Evidentemente no, visto che è peggio di una bambina e poi mi dice a me che lo sono..." faccio girare lo sguardo per la città, con le braccia incrociate dietro la testa, mentre lei si diverte a leggere il settimanale.
"Certo che c'è davvero un buon odore..." constato, con un sorriso "Pane, dolci e...zenzero?" il mio sguardo passa dalla strada davanti a me ad un negozietto che sembra essere un panificio; chissà se viene da lì...mi fermo e, dopo aver gettato un'ultimo sguardo a Kagome, entro dentro, confermando che si, avevo ragione: è qui il buonissimo odore.
Dietro la vetrina, fanno sfoggio i migliori dolci e pani, che mi fanno venire subito un fastidioso brontolio allo stomaco.
-Ehi, ragazzo! Benvenuto!- fa un uomo dietro il bancone delle pietanze, è piuttosto muscoloso...credo sia lui il panettiere. Io faccio per rispondere, ma il brontolio del mio stomaco mi precede, facendo ridere l'uomo -Devi essere davvero affamato...su, serviti pure- mi dice, indicandomi col mento le pietanze. Io spalanco la bocca, cercando di non farne uscire la saliva e guardando il signore con sguardo sognante; poi, dopo un "Posso davvero?" e un cenno di si con la testa, dopo un sorriso radioso, da parte dell'uomo, mi faccio servire un paio di biscotti allo zenzero. Quelli che amavo da bambino.
Ringrazio ancora una volta il gentilissimo signore e, starei anche per dare un poderoso morso al primo biscotto, se non fosse per la voce che mi interrompe.
-Naraku! Vecchio amico mio, qual buon vento?- il panettiere accoglie con grande gioia il nuovo arrivato che, non appena mi volto, noto essere un'uomo alto e dai lunghi capelli neri, mossi come i tentacoli di un polipo e gli occhi rosso rubino. Vestito di tutto punto, ha una tuba in testa e porta un monocolo; sorride gentilmente all'esclamazione del panettiere.
-Signor Fontaine, quale onore rivederla- dice gentile, avvicinandosi al bancone e stringendogli amichevolmente la mano. L'altro ride, mentre io comincio a mangiare i biscotti.
-Naraku, devi chiamarmi per nome! Sennò anch'io comincierò a chiamarti Cook! E poi, quel "lei", stona! Dammi del tu!- fa -Comunque sia, cosa posso fare per te?- chiede, gentile.
L'altro guarda la vetrina e sentendosi osservato, sposta lo sguardo su di me che, appunto, era da un po' che lo guardavo. Già pronto ad una strigliata, sorrido cortesemente ma lui mi stupisce, sorridendomi e ridacchiando per il mio ennesimo brontolio di stomaco.
-Lupin, da' a quel ragazzo un altro pacco di biscotti allo zenzero, offro io- dice, porgendogli qualche moneta -Per me, invece, solo tre pagnotte- il gentile signore, che pare chiamarsi Lupin, annuisce e gli porge il tutto.
-Non posso accettare- sussurro io, preso da un moto di orgoglio, quando, con un sorriso, mi viene porso il sacchettino di biscotti -Davvero, signore, non posso- faccio ancora, rifiutando cortesemente.
-Suvvia, ragazzo, mangia! I giovani come te hanno bisogno di nutrimento!- e, dopo avermi lasciato il sacchetto in mano ed aver salutato Lupin, esce dal negozio.
Io guardo per un'ultima volta il panettiere che, capendo la mia muta domanda, mi sorride sornione. Ah beh, già che ci siamo, ne porto anche a Kagome...
"Che brava persona, quel Naraku..."
-Uffa! Mi dici che siamo venuti a fare se, alla fine, non abbiamo fatto nulla?!- guardo Kagome, impegnata a mangiarsi i biscotti che le ho portato, mentre la carrozza ci riporta a casa.
-Sei tu che non hai fatto nulla- mi dice, lanciandomi un'occhiata -Mentre tu te ne stavi beato a mangiare i biscotti, io ho fatto tutto ciò che dovevo fare- termina, finendo anche il sacchetto, per poi porgermelo.
-Si, capisco- annuisco, prendendolo -Ma, mi spieghi che diamine hai fatto?!- sbotto, poi, facendola sbuffare.
-Se avessi voluto dirtelo, l'avrei già fatto...porgiti due domande, se non lo sai- mi dice, stizzita.
Io la guardo per una frazione di secondo, per poi voltare la testa ed urlarle un "Fai come vuoi!".
Accidenti, quel Naraku di oggi pomeriggio era molto più gentile...

-Ah, ma quindi stai meglio! E quando avevi intenzione di dirmelo?!- non appena rientriamo, Sango ci urla, vestita da cuoca e con le mani zeppe di farina.
-Sango, sta' tranquilla, sto bene!- la rassicura Kagome -Grazie per esserti presa cura di me- le sorride, poi, salendo le scale -Ah, io stasera non mangio! Fai scegliere la cena a Souta-
-Dobbiamo parlare- fa,una volta che Kagome è salita, l'altra; e, a me, non resta altro che seguirla in cucina.
-Oh, ma dai, e tu l'hai fatta uscire?!- esclama Sango, una volta che le ho raccontato tutto; Miroku, dietro di lei, è occupato a fare un dolce.
-Che potevo fare? Sai che non posso disobbedirle!- esclamo io, con la bocca piena di crema pasticciera avanzata.
-Si, ma almeno farla ragionare? Non sappiamo ancora cosa le è successo!- mi sgrida -Beh, ad ogni modo, ora portale soltato un po' di cibo...non può digiunare anche oggi- sospira, porgendomi un piatto di insalata -Dovrebbe essere in giardino o nel suo studio...cercala- annuisco, deglutendo l'ultimo boccone e lasciando, così, la cucina.
Decido di andare subito in giardino, perchè "Magari si annoia a rimanere sempre nello studio" e poi lì c'è aria fresca, ottima per me che mi sono rimpizzato a crema.
Per fortuna indovino, trovandola piacevolmente distesa sotto le radici di un'enorme albero, nel retro della villa; appena la chiamo, mi guarda, aspettando che mi avvicini.
-Ti ho portato la cena!- esclamo, non pensando al fatto che sia pomeriggio inoltrato.
Lei mi scocca un'occhiata -Non ne voglio- fa, spicciola, riprendendo a rilassarsi. Ed io gonfio le guance, mormorando un "Non mi ascolti mai..."
Le vado vicino, poggiando il piatto nel terreno e accovacciandomi accanto a lei -Che vuoi fare?- le chiedo -Visto che non vuoi mangiare, qualcosa dovrai pur fare...-
-Beh, si, c'è una cosa che voglio fare- sussurra e, prima che me ne accorgo, mi ritrovo disteso sull'erba con lei sopra di me e piacevolmente appoggiata al mio petto.
-Ah, quindi volevi un Teddy Bear umano...- sospiro, circondandole la vita come se fossi abituato a farlo -A volte anche tu, puoi diventare bambina...- la punzecchio, riferendomi a ciò che mi ha detto in paese, lei ridacchia.
-Non sono l'unica bambina, qui- sussurra, talmente rilassata da mettersi quasi a fare le fusa.
-Si, giusto, c'è Souta-
-Ma io mi stavo riferendo a qualcun'altro...-
Faccio una smorfia, sapendo bene di chi stesse parlando e decidendo di non rispondere. Il silenzio, cala, quindi, su di noi. Silenzio che, ben presto, ci penso io ad interropere.
-Ehi, Kagome- la chiamo -Mi dirai altro sulla tua natura?- provo, cercando di strapparle quanto più informazioni possibili; ma lei nega, facendomi andare la mente ad un'altro dubbio -E...ehi, senti, quelle regole di cui mi hai parlato? Non me ne hai detta nemmeno una...- le ricordo, dandomi dello stupido, perchè era meglio non farlo.
-Ah, si- alza la testa, guardandomi con un sorrisetto -Ubbidisci ad ogni mio ordine, non immischiarti nei miei fatti e fai sesso quando e dove voglio con me, senza opporti-
-Eh?!- se crede che io mi metta a seguire ogni suo ordine così, si sbaglia di grosso! Diamine!
-Scherzavo, tranquillo- ride lei, prendendomi in giro -Ho detto le prime cose che mi sono venute in mente...quelle tre regole non possono essere così facili, no?-
"Facili?! Mi hai praticamente trasformato nel tuo giocattolino!"
-Ti ho già detto di stare tranquillo- fa, rispondendo ai miei pensieri -Non ho intenzione di trasformarti nel mio gioco personale, nè ti dirò così facilmente le regole che dovrai seguire...-
-Uffa, ma così è una fregatura! Come faccio ad ubbidire a delle regole che nemmeno conosco?!-
-Ce la farai, tranquillo...-
"Strega"
No, scusa, come dovrei fare?! Accidenti, qua finisce che mi dimetto davvero...
-Mangia, non ti fa bene restare a digiuno- le porgo il piatto, mettendomi seduto senza badare al fatto che lei fosse sopra di me e decidendo di cambiare discorso per evitare di stressarmi ancora di più, già ci basta l'essere bloccato ventiquattr'ore su ventiquattro con questa qui...
-Sono una vampira, non ho così tanto bisogno di mangiare- mi risponde, rimettendosi nella posizione di prima, che la vedeva appoggiata all'albero.
Ed è in quel momento che decido di dare risposta ad un altro dei miei dubbi.
-Beh...- mormoro, sistemandomi accanto a lei e ripoggiando il piatto nell'erba -Allora...hai bisogno di sangue?-dico, esitante, guardando da un'altra parte; lei, per tutta risposta, spalanca gli occhi, voltando la testa verso di me e guardandomi sorpresa.
-Beh, si, diciamo di si...- sussurra, ricomponendosi. Io arrosisco, più per la domanda che sto per porle che per altro; mi gratto una guancia, nervoso, e poi parlo.
-Ehm...vuoi il mio?-

-Il pulito sporco è gia e lo sporco si pulirà, tanto spesso troppo bene uguale al male è...ed il male, tante volte, il bene porta in sé...vivere e morire fa, e morir la vita dà...- seduto a quella scrivania, lui, non poteva far altro che canticchiare quella triste canzone.
Filastrocca, anzi.
La stessa che usava sempre per ricordare la sua amata; la stessa che, effettivamente, era lei a cantare...Kikyou...lei, colei per cui stava facendo tutto questo...
"Voi, stupidi ricconi, me la paghere...me la pagherete cara!"

-Che diamine stai dicendo?!-
-Beh, quando eri con Shippo sembravi volerlo...e che ne fossi particolarmente attratta, quindi pensavo che- non riesco a terminare la frase che mi sento preso per il colletto della divisa, Kagome è scattata a sedere ed ora, il mio volto, è vicino al suo; contratto dalla rabbia e quella che sembra frustrazione.
-Non lo dire neanche per scherzo- sibila, stringendo la presa sul colletto e guardandomi con occhi furenti -Il tuo sangue...- stringe di più la presa, facendosi sfuggire un ansito -Mi disgusta-

Non ne berrei neanche una goccia


Angolino piccino picciò <3
Il pulito sporco è già, e lo sporco si pulirà..ehm, cioè, volevo dire U.u
Ehilà! :DDDD sono riuscita a mantenere la promessa? :3
Stavolta un capitolo ricco di...avvenimenti ;)
Inuyasha ha un'incontro ravvicinato con Naraku...e a quanto pare gli ha fatto anche una bella impressione...Kikyou, poi, che cosa c'entra? Ed ora oltre ai furti si aggiungono i delitti...
La luna piena si avvicina ed Inuyasha ne è turbato...Kagome, invece, è più che tranquilla...almeno così sembra ;) non si sa ancora il motivo per cui è svenuta, ma almeno un po' di dubbi li ha tolti, al nostro Inu...
Cosa succederà, ora? Non vuole dire tanto facilmente le regole...e se Inuyasha non le rispetterà? Si, lo so...è da infami fare tutte queste domande per mettervi curiosità...xDD
Ma è il mestiere della scrittrice, fare l'infame :3
Okay, no.
Allora, come avrete visto in questa città si va dai nomi giapponesi a quelli francesi...
(Mi riferisco al panettiere xD) ma è solo perchè non è una città solamente giapponese, francese, inglese o chesoio...quindi tranquilli, tutto ha una logica xD
Non credo ci sia altro da dire...
Aspetto vostre.
Vi ringrazio anche per tutte le recensioni (ve se ama) e spero che non smettiate di seguirmi <3
Alla prossima
Bye! <3333

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Capitolo 7
*** Insopportabile fastidio ***


Non lo sapevo. Non ancora, almeno.
Non sapevo cosa mi stava succedendo. Ogni giorno, era sempre più incasinato, non riuscivo a smettere di pensare alla luna piena e, di quella strana sensazione che mi si presentava ogni volta che lo facevo, ne avevo abbastanza. Che diamine, ero frustrato. Molto, troppo.
Che dovevo fare? I giorni a venire li avevo passati tra un compito ed un altro, tra sentimenti contrastanti, fastidi e punzecchiamenti. Kagome non aveva più accennato a nulla, dopo quello che era successo, ed io ho preferito non insistere.
Ma, non so ancora se mi vada bene.
Cioè, dovrei essere abbastanza rilassato, no? Ha detto che il mio sangue la disgusta...quindi non corro nessun rischio di essere dissanguato...allora perchè? Perchè quest'altra, stupidissima sensazione?
Non ce la faccio più...
-Signorino Inuyasha! Si dia un contegno!- sento la voce della vecchia Kaede che mi fa riprendere dai miei pensieri e mettere a fuoco ciò che ho davanti agli occhi: un libro. Dal canto suo, invece, Souta ridacchia; distogliendo per un attimo l'attenzione da ciò che stava facendo.
-Come mai sei così distratto, fratellone?- mi chiede, con falsa innocenza, continuando a scrivere con la sua piuma nel quaderno degli appunti. Io sbadiglio, stiracchiandomi e asciugandomi un rivolo di saliva che, solo ora, noto essermi sceso da un'angolo della bocca. Probabilmente, è per questo che la vecchia mi ha richiamato.
-Nulla, ho solo dormito poco- mormoro, scoccando un'occhiata al bambino accanto a me, che mi guarda perplesso, come a chiedermi un muto "Perchè?"; accenno un sorriso, sbuffando leggermente "Probabilmente è così..." penso, scuotendo la testa e immergendomi ancora sul mio libro.
-A proposito- fa Kaede, tornando con una pila di libri presi da chissà quale scaffale -Ora non dovreste essere con la Signorina Kagome?- mi chiede, appoggiandoli sul tavolo della libreria. Io volto la pagina del libro che sto leggendo, facendo spallucce.
-Ah, chissà- accenno, con non-chalance e abbastanza fastidio, che spero non si noti -Mi ha cacciato via dicendo di andare da qualche altra parte, quella stupida- spiego, stringendo leggermente il bordo del libro e pensando che, beh, almeno non mi darà fastidio per qualche ora! Kaede mi guarda tra il perplesso e il sorpreso, per poi sorridere e scuotere la testa, come se avesse a che fare con due bambini. E, di certo, se lo sono anch'io, allora dobbiamo calcolare quanto meno, in confronto a lei!
-Capisco- dice, cercando di trattenersi dal ridere.
-Ehi! Anche se non lo fai, si capisce che, dentro, stai morendo per le risate!-
-Oh, Signorino Souta, avete fatto un'errore!-
Stringo i denti, guardandola male; anche se, dentro di me, sono divertito anch'io.
Beh, almeno, Miroku, non è l'unico, a saper rendere leggera un'atmosfera...
Il mio sentimento di rilassamento dura poco, fin quando il mio sguardo non cade su una fase lunare un po' troppo conosciuta, spiegata dal libro che sto leggendo. In quel momento, l'angoscia mi assale un'altra volta mentre un "Che cacchio, ma è una persecuzione!" si fa strada nella mia mente; chiudo all'istante il volume, alzandomi di scatto dalla sedia e, sotto lo sguardo dei due, vado a posarlo nel rispettivo scaffale.
Non ce la posso fare.
-Signorino Inuyasha?- chiede, titubante, Kaede.
-Nulla, vecchia, sono solo stanco- faccio, più a me stesso che a lei -E poi, quel libro era noioso- termino, dando un'occhiata agli altri. Perchè sono stanco, poi? Cioè, non ho solo chiuso occhio per tre notti, non dovrebbe essere così, giusto? Giusto.
No, la verità è che non ho soltanto non dormito...il mio, è stato un sonno "A tratti": mi addormentavo per un breve periodo (almeno a me è sembrato così) per poi risvegliarmi e sorprendermi incredibilmente sudato, con denti, occhi e pugni stretti in una morsa dolorosa; ero rigido sul materasso e sentivo caldo, nonostante fosse stato autunno inoltrato.  
L'inferno.
Sospiro, rinunciando a provare a distrarmi dai miei pensieri con qualche libro e uscendo dalla biblioteca. Fuori piove, alias non posso nemmeno uscire a correre, come faccio di solito; "Che giornataccia" penso, camminando per il corridoio fino a giungere alle scale, voglio salire in camera mia per cercare, quanto meno, di rilassarmi.
Ed è ciò che faccio: ben presto mi ritrovo disteso sul letto a guardare il soffitto, mentre il rumore delle gocce sul vetro mi fa da ninna-nanna. Okay, sono un po' più tranquillo.
Così tranquillo che, nemmeno me ne rendo conto, finisco per addormentarmi.

-Inuyasha, va via...- guardo mio padre negli occhi, terribilmente stanchi e cerchiati di rosso. Ha un'aria piuttosto frustrata e, parato di fronte alla stanza della mamma, non mi fa entrare in essa. Lo guardo interrogativo, trovandolo più alto di quanto lo è realmente, poi parlo.
-Papà, ma, perchè?- parlo e, beh...me ne stupisco. La mia voce è...è...diventata quella di un bambino! Io sono diventato un bambino! Lo capisco dalla mia statura, molto più bassa di quanto io lo sia già. Per non parlare, poi, dell'orsacchiotto che tengo tra le mani...tsk, patetico!
Ma che avevo, in testa, da bambino?
Comunque, ora capisco: sto sognando. Quello che sto facendo, è un sogno lucido; uno di quelli in cui capisci di star sognando. Certo, però, è un sogno ma anche un ricordo della mia infanzia...
Mia madre, in un certo periodo del mese, si ammalava terribilmente e non poteva vedermi. Per nulla al mondo, poi, mio padre mi lasciava andare a visitarla. Passava le notti sveglio a curarsi di lei, ricordo anche che, un giorno, in preda ad un delirio mi disse che non l'avrebbe mai abbandonata perchè l'amava. Ma che, tutto questo, era solo colpa mia.
Poi svenne.
Svenne, ed io non seppi mai nient'altro.

Apro gli occhi, quando un ripetuto rumore alla finestra finisce per svegliarmi. Che diamine, neanche nei sogni si può stare tranquilli...-Un corvo?- chiedo, strofinandomi un occhio con la mano, seduto sul letto e guardando la finestra; sul davanzale, quello che sembra un corvo.
Anzi, no: lo è. Ed è anche piuttosto rumoroso, visto gli acuti "Cra-cra" che manda e il continuo battere del suo becco sulla finestra. In qualche modo, mi ricorda qualcosa...
-Conte?!- esclamo, una volta aperta la finestra, riconoscendo uno dei corvi messaggeri della mia famiglia -Che fai qui? E-Ehi! Ma hai una lettera dentro quella borsetta?!- lo faccio entrare e, dopo aver asciugato le sue piume e sentito un'altro dei suoi "Cra-cra", gli sfilo la piccola tracolla in pelle; lui sembra, più che altro, molto interessato a grattarsi l'ala destra.
-Una lettera?- chiedo a nessuno in particolare, non appena apro la borsa -Beh, credo che sia mio padre...o mia madre...- constato, visto che il volatile è, a tutti gli effetti, di casa No Taisho -Di' un po', Conte...- mi avvicino al suo piccolo volto, riflettendomi nei suoi occhi neri -Tu...- faccio, come a tenerlo sulle spine -Ne sai qualcosa?- seguono secondi di muto silenzio, poi, non appena un'altro dei suoi versi risuona nella camera, capisco che, no, non sa nulla.
"E ci mancherebbe anche...è un corvo!"
Apro la lettera, chiedendomi perchè i miei non avessero usato la posta normale, invece di spedirmi un corvo domestico dritto in camera; un piccolo foglio un po' rovinato fa capolino dalla busta, poche e semplici parole ne sporcano il colore candido:

Torna a casa, mamma sta male. Ti dirò tutto una volta lì.

Che sia l'ora che mi diano delle risposte?
Non lo so.
Come, d'altronde, non so perchè mia madre stia male...
-Cavolo, cavolo!- corro giù per le scale, mentre Conte si appollaia comodamente sulla mia spalla come a farmi da supporto -Che cosa faccio?- "E lo chiedi pure?!" già, effettivamente sono parecchio stupido...ma, Dio mio, in questo momento sono più le cose che non so fare che viceversa "Ciò, non ti giustifica affatto. È tua madre, diamine, tua madre! E ti chiedi pure che fare?!" logico che no! Ma, sai, quando puoi essere licenziato da un momento all'altro, un po' di domande te le fai! E poi, c'è papà con lei! Non succederà assolutamente-"No, davvero, Inuyasha, che stai facendo?" mi fermo dallo scendere l'ultimo gradino, occhi spalancati e corpo rigido.
Se potessi, mi tirerei uno schiaffo.
Ah, giusto, posso eccome. Quindi, che ne dici se-
-Ahia! Ma che diamine fai?!- mi volto verso colei che, in questo momento, mi ha tirato una manata dritta in faccia; accompagnato da un poderoso "Cra-cra" di Conte.
Lui si, che mi protegge sempre!
Ah, comunque, credo sia inutile dire chi sia questa "Colei"...si sa già ampiamente.
-Non volevi uno schiaffo?- fa, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ed è ovvio, no?
-Si, ma- provo a dire, inutilmente, sentendo le zampe del corvo poggiarsi sulla mia testa. Si vede che anche lui è pronto per una ramanzina a colpi di "Cra-cra" e vari versi poco umani. Ma, la ramanzina, non arriva. Logico.
-Baka di un cane, va' da tua madre e non rompere!- ecco si, appunto. Ma dico, deve sempre insultarmi? E poi...
-B-baka?-
Lei annisce -Si, perchè, non lo conosci il giapponese?- mi chiede, con non-chalance, ficcandosi un'altro di quei biscotti che tiene in mano e continuando a salire la rampa.
-Beh, si- faccio io, grattandomi la nuca e facendola fermare due gradini sopra al mio.
-Beh, che aspetti, allora?- fa, voltandosi un po' verso di me. Continua a mangiare biscotti, wow...mi sorprende che non ingrassi...
-Che aspetto?- chiedo, facendo un sorriso amaro ed abbassando la testa. La verità è che non lo so nemmeno io. Cosa aspetto? Ma, perchè, c'è da aspettare? Ci sono dubbi? Cosa non mi va bene, ora, in questo momento? Devo andare? Voglio andare? È mia madre...
"È tua madre"
-Ah, certo che a volte sei proprio un ragazzino...- sento la sua mano poggiarsi sulla mia testa, lasciata libera già da un po' da Conte (ora sul corrimano della rampa su cui siamo), la accarezza leggermente, come se fossi un bambino. Ciò mi fa venire solo da ridere.
-Lo sono solo a volte?- sussurro, divertito dalla situazione. Sento un leggero ridacchiamento, ciò mi fa capire che sta sorridendo.
-Si- dice, allungando leggermente l'affermazione ed assumendo un tono ironico ma convinto
-Sei abbastanza bambino, a volte- termina, poi, con un tono di voce dolce.
Io sorrido, chiudendo gli occhi e godendomi un'altro dei pochi momenti dove Kagome non fa la presuntuosa, poi mi sorge un dubbio -Ehi, ma, Kagome...per te va bene?- apro gli occhi, voltandomi verso di lei, che non toglie la mano dalla mia testa -Cioè, andare lì e...- lascio la frase in sospeso, ricevendo dapprima uno sguardo perplesso che poi diventa scettico; un sorrisetto ad accentuarne la loquacità di esso.
-E anche se non mi andasse bene? Ti fermeresti?- mi chiede, chiandosi su di me; l'altra mano, che tiene il sacchettino di biscotti, su un fianco.
-Si, ma...non mi potresti licenziare?-
-Ti licenzio se non ci vai, stupido. Vorresti abbandonare tua madre? Ma che uomo sei?- mi schernisce. Io abbasso la testa, mordendomi il labbro per non ridere, ricordandomi che, quelle stesse parole, me le ha dette anche lui.
-Già- confermo -Non sono un uomo, certo, ma mia madre non la abbandono- alzo la testa e, il sorriso che mi viene fuori, lascia di stucco Kagome. Talmente di stucco che, quando le chiedo cosa le prende, abbassa la testa ed arrossisce. "Cosa??"
-No, niente- fa, un sorriso nervoso le increspa le labbra, mentre la frangetta scura le copre gli occhi -Niente di niente- ripete, mostrandomi le spalle -Fa' attenzione-
-Si, tranquilla- annuisco, convinto -E tu, non arrossire troppo-
-Ah, certo, me lo ricorderò appena tornerai...-
-Con la tua memoria, scommetto che lo farai davvero-
Sta un po' zitta, poi scuote la testa e ridacchia -Bel corvo, comunque- sussurra, continuando a salire gli scalini. Ed io, rimango solo.
-Che dici Conte, andiamo?- faccio, al volatile, ancora piacevolmente appollaiato sul corrimano; lui mi scocca un'occhiata, mentre un sorriso pare comparirgli sul becco, poi, con un'altro dei suoi acuti versi, vola fino alla mia spalla, pronto a seguirmi -Perfetto!- esordisco, prima di scendere l'ultimo gradino. Una nuova emozione che sovrasta tutta la mia ansia: la forza.
Forza che, forse, mi è stata data da quell'improbabile rossore sulle guancie.
E, io ancora non lo sapevo, ma non era quello che pensavo, quel rossore.
In fondo, era pur sempre un vampiro, lei.

-Papà! Dimmi dov'è la mamma!- non appena entro in casa, bagnato fradicio dalla pioggia che non accenna a diminuire e stanco del viaggio durato quasi tre ore, la prima cosa che faccio è urlare; e, Conte dev'essere abbastanza d'accordo con me, visto che mi fa subito eco con uno dei suoi versi.
-Inuyasha, che maniere- la voce stanca e provata di mio padre mi fa venire un colpo a cuore, mentre cammina verso di me con passo lento e stanco -Com'è andato il viaggio?- chiede, chiudendo la porta d'ingresso e dandomi una pacca sulla spalla.
-Il viaggio un corno, papà! Dimmi dov'è ma- vengo zittito da mio padre, che, alzando la mano, mi fa cenno di fermarmi.
-Abbassa la voce- mi sussurra, accarezzando il muso di Conte, per far calmare anche lui -Tua madre è al piano di sopra, sta riposando per ora- mi spiega -Ma tu, non sei venuto nemmeno con un bagaglio?- io nego con la testa, facendolo sospirare -D'accordo, seguimi in soggiorno, così ti spiego un po' di cose-
-Per prima cosa, come ti senti, tu?- osservo mio padre, seduto davanti a me, che mi guarda con un espressione pensierosa; le dita incrociate sotto al mento.
-Io?- chiedo, riprendendo subito -Papà, non è il momento, dobbiamo vedere come sta mamma invece di- mi interrompo, notando l'intensità del suo sguardo e capendo che, quella risposta, in qualche modo, c'entra con tutto questo -Non molto bene- faccio, nervosamente, sistemandomi nella poltrona.
Lui annuisce -Bene, lo sospettavo- fa, in un sussurro nervoso.
-Padre, che succede?- chiedo io, usando un tono più rispettoso e basso -C'è qualcosa che devo sapere? Hai detto che me ne avresti parlato!- gli ricordo, protendendomi verso di lui.
-È troppo presto- mi liquida, con un borbottio infastidito. Poi si alza, dirigendosi verso un comò decorato con pezzi d'antiquariato d'ogni tipo, afferra la sua pipa e la accende; fumandola in modo stizzito e pensieroso.
-Tsk, come al solito- sibilo io, riferendomi al fatto che non mi dicano mai nulla -Dimmi, almeno, cosa posso fare per aiutarvi- continuo, visto che la situazione, per quella che è, non mi permette di fare il bambino. Mio padre mi scocca un'occhiata, annuendo soddisfatto e in accordo con quello che ho detto; poi, dopo un "Avrà bisogno di nutrimento, tua madre...", mi ritrovo fuori casa, diretto a comprare qualcosa per cena.
-Io, davvero, non so che dire...- mormoro, stringendo con rabbia la piccola lista che mi ha dato mio padre. Su essa, noto esserci quasi completamente carne.
Caspita, mia madre dev'essere davvero affamata per volere così tanta carne...quasi come fosse un...animale? "Ehm, no, Inuyasha, no. Torna tra noi e smettila di leggerti libri horror, tua madre non è diventata un animale affamato" si, esatto.
Quindi, via ansia e strani presentimenti, via!
-Ops, mi dispiace!- una voce mi rammenta di essere ancora sul pianeta Terra e, prima che me ne accorga, il mio sguardo si rivolge ad una ragazza probabilmente caduta ora, ora: quando le ho sbattuto contro; al contrario, io sono ancora tutto intero e perfettamente ritto...
-Dispiace a me, Signorina- mi chino su di lei, infilandomi la lista in tasca e prendendole un braccio per aiutarla ad alzarsi -Si è bagnata?- le chiedo, poi, riferendomi alle numerose pozzanghere presenti per la strada. E, okay, avrà anche smesso di piovere, ma l'aria è piuttosto umida e le pozzanghere non scompariranno fino a domani o chesoio.
-No, stia tranquillo- fa lei, scotolandosi la gonna del vestito che indossa per poi alzare il volto e guardarmi finalmente in faccia.
-K-Kagome?!- esclamo, non appena la guardo, accorgendomi subito dopo di aver sbagliato. Per quanto le somigli, è impossibile che sia lei! Anche se, a vederle i lineamenti, i capelli e l'espressione...devo dire che è molto simile...
Ma non è lei.
Kagome non ha gli occhi color cioccolato, i capelli sempre a posto, i lineamenti gentili e la voce dolce e altrettanto gentile...e poi, il taglio degli occhi, è completamente diverso.
Alias, Inuyasha, hai fatto un'altra delle tue figure di schifo...e, lo si capisce anche da come ti guarda la poveretta che hai davanti...
-Scusi!- esclamo, inchinandomi -È solo che...ecco...lei, assomiglia molto ad una ragazza che conosco...- spiego, poi, grattandomi nervosamente la nuca.
-Oh, capisco- ridacchia lei, coprendosi la bocca con una mano piccola e delicata. E, quanto è carina quando ride! -Deve piacerti proprio tanto, questa ragazza, se la vedi d'appertutto...-
-Eh?-
-Oh, ma, mi scusi, non volevo essere così presuntuosa...stavo solo riflettendo ad alta voce...e le ho anche dato del tu, mi spiace tanto!- "Oh mamma, ma chi è questa?"
-N-no, si figuri...- mormoro, mentre un tick all'occhio inizia a darmi parecchio fastidio.
Lei mi sorride radiosa -Bene, allora, io, dovrei andare...scusi ancora!- termina, poi, correndo verso la direzione opposta alla mia e lasciandomi solo in mezzo alla strada.
Io getto un'ultima occhiata alla sua figura, per poi riprendere a camminare "Che tipa strana" penso, abbastanza perplesso "Chissà come si chiamava..."
Beh, non che mi possa tornare utile...

-Ecco fatto!- ho sempre dovuto prepararmi il cibo da solo, quindi non mi stupisco del fatto che, anche il piatto che ho appena preparato, possa essere aggiunto alla collezione di ricette ben riuscite. Stufato alla carne, ecco ciò che ho preparato. Papà, dice che mamma ha bisogno di molte energie...e che la carne l'ha fatta sempre riprendere, in passato...quindi...
-Bene, grazie molte, Inuyasha- fa mio padre, prendendo il piatto caldo e portandolo al piano di sopra -Tu aspetta qui- fa, poi, lasciandomi solo nel soggiorno; il ticchettio dell'orologio a tenermi compagnia. Sospiro, togliendomi il grembiule da cucina e guardando verso la finestra: oltre i nuvoloni neri, un'alone bianco rischiara l'ambiente, la luna. La stessa luna che, tra qualche giorno, diventerà piena.
"Non puoi continuare a pensarci, Inuyasha" si, giusto, sopratutto ora che ho promesso a me stesso di prendermi cura della mamma...sopratutto ora che l'ho promesso a lei.
Tsk, non riesco nemmeno a capire perchè ci sia tanto attaccato...è una promessa come le altre, nulla di che..."Ah, ci penserai dopo!"
-Come sta mamma?- chiedo a mio padre, appena sceso dalle scale con il piatto completamente vuoto.
Lui mi sorride -L'ha deliziata...- fa, riponendolo nel lavabo -Ora, figliolo, perchè non vai a letto?- stringo denti e pugni, guardando la schiena di mio padre ed odiando la sua poca fiducia che ripone in me. Come può, dannazione, essere così tranquillo?! Potrei benissimo aiutare...ma no, facciamolo andare a dormire! Tanto non fa assolutamente nulla, se non sa praticamente niente di quello che sta succedendo! Tsk, ma per favore! Andate al diavolo!
-Sicuro? Non c'è null'altro che posso fare?- chiedo, cercando di reprimere la rabbia.
-No, va a dormire, ti chiamerò io, in caso- fa scorrere l'acqua sul piatto, iniziandolo a lavare, senza più degnarmi di uno sguardo.
-D'accordo- sibilo io, voltandomi e dirigendomi verso le scale, salendole a passo lento. È inevitabile, poi, che io passi davanti alla camera di mia madre, chiusa da una porta scorrevole che, ora, è lasciata semi aperta. Deglutisco, cuore a mille e ansia alle stelle.
Apro? Apro.
-Inu?- sento sussurrare da mia madre, non appena sente che la porta è stata spostata di qualche centimetro. La voce è affannata e, ora posso vederla bene: è distesa in modo scomposto sul futon, il kimono che indossa si confonde con le coperte e...c'è dell'altro...
Ansima. Ansima terribbilmente.
Ma non sono ansimi umani...sembrano più quelli di un...lupo.
Aspe...ma...io, li ho mai sentiti, gli ansimi di un lupo?!
-Che fai qui?-
Sobbalzo, troppo preso dall'osservare mia madre, mentre la mia testa si gira di poco, continuando ad osservarla.
-Papà, che ha?-
-Inuyasha, va' a letto-
-Papà, non abbiamo nemmeno mangiato...dimmi che ha-
-Inuyasha-
-Papà, davvero, potrei fare qualcosa se-
-INUYASHA, VA' A DORMIRE DANNAZIONE-
Mio padre mi prende per un braccio, trascinandomi via di forza. Almeno, per un tratto ci riesce...poi mi impunto e ci fermiamo in mezzo al corridoio; lui si volta verso di me.
-Inuyasha- mi chiama, per l'ennesima volta, con tono duro -Per favore- fa, più dolcemente.
Io nego con la testa -No, padre, devo sapere cos'ha mia madre- sono deciso, nulla potrà distogliermi dal mio obbiettivo.
-Uff...sei peggio di lei...- sospira, chiudendo gli occhi per un secondo. Poi li riapre. Li riapre e, beh, li fissa sui miei. Apre la bocca per parlare, ma nessun suono fa in tempo ad uscire che un verso strozzato ci interrompe; come di chi sta vomitando.
Un millisecondo: ci guardiamo e corriamo subito verso la stanza della mamma.
-Izayoi! Izayoi, tesoro, apri gli occhi!- urla mio padre, alla donna delirante che, adesso, è in preda a conati di vomito e vari deliri. Non l'ho mai visto così spaventato, le mani a tenere la testa di mia madre e un volto semplicemente...terrorizzato.
Dal canto suo, mia madre...cosa le succede? La porta spalancata me la fa vedere meglio, grazie alla luce che proviene dal soggiorno...è sudata, i capelli scombinati, il kimono che indossa di solito tutto spiegazzato...mormora cose senza senso tra un conato ed un altro e, sopratutto...
-Inuyasha! Porta un panno bagnato e delle medicine, è tutto in soggiorno sul tavolo! Sbrigati!- non faccio in tempo a soffermarmi su quel particolare che subito scatto verso il piano di sotto, incespicando più e più volte sui miei stessi piedi.
Un solo pensiero mi martella in testa mentre prendo tutto ciò che mi serve:
"Ma quello...era pelo?"

-Oh, giovane Hojo! Quanto sei divertente!- una voce femminile, nell'oscurità, ride sonoramente.
-S-sta' zitta, stupida donna!- fa, il sopracitato, provocando ancora una volta l'ilarità di quest'ultima -P-piuttosto, hai preparato tutto?- continua, poi, inghiottendo altri insulti, d'innanzi al sorriso soddisfatto dell'altra.
-Ovvio- fa, soltanto quella -Il ragazzino è perfettamente privo di memoria, non ricorda nemmeno di essere morto...nè tantomeno di sua sorella-
Hojo annuisce, deglutendo di fronte allo sguardo scarlatto e acuto della donna; il suo unico pensiero, in quel momento?
"Quanta soggezione..."

-Sembra stare meglio- constato, osservando il volto addormentato di mia madre -Dovresti riposare- faccio, poi, spostando lo sguardo su mio padre, che ha appena terminato di tamponarle la fronte con una pezza bagnata. Lui annuisce soltanto.
-Papà, senti...- provo a dire, ma lui mi interrompe.
-No, senti...Inuyasha, senti tu- sussurra lui, la voce sempre più bassa e stanca -Va' a letto...per oggi...è abbastanza- mi lancia un'occhiata supplichevole, che mi fa solo arrabbiare ancora di più. Come al solito, però, reprimo la rabbia.
Sorrido, sforzandomi di farlo -Si, d'accordo- faccio, in un sussurro infastidito -Cerca di riposare anche tu...se hai bisogno, ci sono- borbotto, di seguito, alzandomi e uscendo dalla stanza, chiudendo la porta dietro di me.
L'ultima cosa che sento, è un semplice "Buonanotte".
"Tsk, che stupido...non si è nemmeno ricordato di cenare" stringo pugni e denti allo stesso tempo, completamente frustrato e con la voglia di spaccare tutto, camminando fino ad arrivare alla porta della mia camera; la apro. Da quant'è che non entro, qui dentro? Tutto è al suo posto, la libreria ancora piena, il letto con le coperte del giorno prima della partenza...
Woow...quanta malinconia.
Malinconia che, una volta che viene, se ne va. Subito.
Clack
E, il suono della serratura...il suono della serratura. Dio, quel suono è praticamente l'interruttore che dovrebbe farmi scattare...e, dico dovrebbe, perchè, di fatto, non lo fa.
Rimango immobile, lì, al centro della stanza, pensando solo un "Avrà i suoi buoni motivi, sta' calmo, Inuyasha" che, ben poco, mi aiuta.
Poi cammino, piano, verso l'unica, grande finestra presente nella stanza. Dovrebbe esserci un'albero, accanto, no? E poi, non è così alto...
-Stupido cane, si può sapere che diamine fai?! Vuoi suicidarti, per caso?!-
Una poderosa manata in faccia mi fa desistere da ciò che stavo facendo; oltre a rimandarmi di qualche metro indietro (con un insopportabile dolore al naso, anche!). Quando mi riprendo, la figura di Kagome comodamente seduta sul davanzale della finestra ed illuminata dalla bianca luce lunare mi "acceca". E, potrebbe essere una visione, certo...ma il sorrisetto scettico e l'espressione accigliata che ha...beh...mi fanno un po' dubitare, di questa cosa.
-Che ci fai qui?- chiedo, tastandomi la fronte e guardandola di sbiego, sopportando perfettamente il ghigno che mi lancia. Ho altro per la testa, ora...
-Nulla, passavo di qui....- fa, con non-chalance, accavallando le gambe e voltando la testa, come a fare finta di nulla. Io mi alzo, dopo un'ultima tasta di fronte.
-Bene- sibilo, raggiungendola e guardandola dall'alto della mia posizione -Ora, te ne puoi anche andare- faccio, pronto a gettarle una manata, come ha fatto prima lei. Non ci riesco, naturalmente...prima ancora che possa toccarle la fronte, i suoi riflessi mi precedono, bloccandomi il polso e tirandomi verso di lei, facendomi assumere una posizione tutt'altro che comoda; il polso bloccato, proteso verso l'alto insieme al mio braccio, l'altra mano, a sorreggere il peso del mio corpo leggermente piegato, puntellata al bordo della finestra aperta e, infine, il volto all'altezza del suo collo.
Bene, Inuyasha, se domani hai mal di tutto, sai il perchè.
-Volevi uccidermi, per caso?- fa, in un sussurro beffardo, stringendo leggermente la presa sul mio polso.Io alzo gli occhi al cielo, mentre un sorriso nervoso e infastidito si fa strada nelle mie labbra -Non sei una vampira? Non potresti mai morire, da un'altezza del genere- le rispondo a tono, voltandomi a guardarla.
Lei mi sorride, ridacchiando un "Touché", poi mi molla ed io posso tornare ad una posizione umana. Mi massaggio il polso, guardandola male -Quindi? Perchè sei qui?- la apostrofo, facendo finta che non mi interessi. Kagome sospira, chiude gli occhi e si alza in piedi, per poi riaprirli.
-Te l'ho già detto, no? Passavo di qui per caso- mormora, concentrando la sua attenzione sulla mia stanza.
-Si, certo, perchè "Passare di qui per caso", vale a dire: farsi tre ore di viaggio solo per seguirmi...ma dai, raccontala a qualcun'altro!- sbotto, tradendo un tono un po' divertito.
Lei sbuffa, guardandomi infastidita, prendendo un libro dalla libreria a cui si è avvicinata -E chi te lo dice, che sono venuta qui per te?- fa, sfogliando velocemente le pagine del volume.
-Nessuno. Ed io, effettivamente, non c'ho mai creduto...quello che ho detto, era un esempio- faccio spallucce, mentre mi dirigo verso il letto e mi ci siedo, togliendomi la giacca e le scarpe che indosso ed ignorando il suo "Come siamo audaci, stasera".
-Come sta tua madre?- quella frase mi paralizza per un secondo, ma mi riprendo quasi subito -Non molto bene, c'è mio padre con lei- dico, soltanto.
-E tu?-
-Ed io, nulla, Kagome, nulla. Sono chiuso in camera con te, come vedi-
Ritornare su quell'argomento mi da fastidio, non posso sopportare di essere tagliato fuori per chissà quale motivo...sono anch'io della famiglia! È mia madre, cavolo, mia madre!
-Certo che sei proprio stupido- ah si, ora sono io lo stupido...ma per favore!
-Si, sono stupido, si! Ma che dovrei fare?! Mio padre è a pezzi, mia madre sta male, non posso permettermi di fare il bambino che fa i capricci!- le urlo, avvicinandomi a passo spedito e sostenendo il suo sguardo serio -Ah, ma tu che ne vuoi capire...sei solo una principessa che ha avuto sempre tutto, non puoi comprendere cosa significa vivere come ho vissuto io. Quindi sta' zitta, sta' zitta e- uno schiaffo, forte e ben assestato non mi permette di far continuare la frase.
-Cane cattivo, questo è per quello che mi hai fatto l'altro giorno...- sussurra, avvicinandosi a me -E, questo...- un altro sussurro, prima di scoccarmi un bacio sulle labbra -E per...beh, tutto il resto- mi fa l'occhiolino, ritornando verso la finestra.
-Sai, però, Inuyasha? Io credo che dovresti stare accanto a tuo padre, in questo momento...non sai mai, cosa può succedere...- fa, salendo sul bordo di essa, pronta a spiccare un salto -Ah, e, chiudi la finestra, quando dormi! Sennò prendi freddo!- un'ultima esclamazione beffarda, prima di sparire nel buio della notte e lasciarmi solo.
"Ma...ma...che significa? Non me l'aveva già dato, lo schiaffo?"

-Sicura, che ti vada bene così?- gli occhi dorati dell'uomo guardano la donna con sguardo indagatore, vedendola presto annuire.
-Si, credo che per ora basti...- fa, lei, pensierosa -Ma, sicuro che quello sia tuo fratello?-
Un lampo di rabbia nel volto -Fratellastro-
Forse, qualcosa di buono, iniziava finalmente a muoversi...


Angolino piccino picciò <3
Scusate per il ritardo di una settimana, ma non avevo molta ispirazione di questi giorni e ne ho aspettato qualche altro per vedere se sarei riuscita a scrivere il cap dell'altra mia storia...nulla, comunque. Si va avanti con "La regola della rosa", per ora.
Comunque, entrano in scena sempre più personaggi...e il cast dei "Cattivi" sembra essere quasi completo...io, penso di avervi dato abbastanza indizi per riconoscere ogni personaggio...ma poi, ehi, può darsi che non sia quello che pensate ;)
Si, okay, fin'ora non siete andati tanto male nell'indovinare...ma sono anch'io che vi ho dato parecchi indizi xDD
La madre di Inuyasha sta male, sembra assomigliare ad un'animale e, guarda caso, quest'ultimo è un lupo...wow molta fantasia da parte dell'autrice, eh? xD ma, vedete, qui voglio aprire una parentesi...sarò anche scontata nello scegliere le creature, ma l'importante è non fare sempre la stessa solfa nel settore "Trama" e via dicendo...
E poi, non ho ancora confermato nulla! U.u
Scrivendo d'altro...Inuyasha è certamente quello più confuso, ora come ora...tra corvi domestici e lune piene d'appertutto, chi non lo sarebbe? Non incolpatelo per non essere andato subito da sua madre, come ho già detto è molto confuso, e...il licenziamento, naturalmente non ci ha pensato davvero...prendete tutto come...una protezione di sé stesso; in fondo, la madre gli ricorda ciò che è realmente...e...poi vi spiegherò in seguito ;) Poi, Kagome...inizia a provare qualcosa? O sono solo...istinti?
Boh.
Scusate ma farle chiamare Inuyasha "Cane", era troppo carino, a parer mio...baka, invece, l'ho usato perchè la famiglia di Kagome è protensa più per essere giapponese...significa stupido/idiota, per chi non lo sapesse.
Il kimono è un'abito giapponese e il futon è il letto che usano loro. Ed è praticamente un letto a terra...al giorno d'oggi, credo che venga usato solo da chi è attaccato alle tradizioni.
Ho voluto dare una vena orientale ad Izayoi perchè, almeno a parer mio, penso ci stia molto con tutto il suo personaggio...non riuscivo proprio ad immaginarla come dama dell'alta società...ah, e la stanza dei genitori di Inu è in stile giapponese. Con ampie stanze, tatami e porte scorrevoli. La classica casetta giapponese del medioevo.
Dubbi risolti?
Le regole sempre rimandate...vabbè xDDD la madre di Inu non poteva aspettare, poverah...e il padre? Gli dirà qualcosa? Sono piuttosto indecisa, su questo fatto...vedrete in seguito...per non parlare delle regole...e tutto ciò che ancora deve succedere...
MYGODDO!
Datemi tempo, che tutto si risolve.
Poi, si, ho tolto l'immagine perchè, in qualche modo, mi veniva sempre sfocata e faceva schifo. Peccato, però :( Ho anche cambiato carattere di scrittura visto che, a parer mio, questo si adatta meglio alla parte "Regale" della storia...spero che non lo troviate confusionario.
Mi scuso per eventuali errori, che in questo periodo sembrano sfuggirmi sempre...e, grazie per aver letto :3
Alla prossima <3

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Capitolo 8
*** Fine dei giochi ***


Hai fame...molta, moltissima...talmente tanta che pensi di poter sterminare un intero villaggio.
Qui, proprio ora, senza risparmiare nessuno.
Hai la gola secca, non riesci a parlare e, ciò che esce dalla tua bocca, sono solo  versi gutturali e grugniti. Lo stomaco, vuoto, esprime tutta la sua brama di carne con brontolii che poco ti aiutano. Okay, stiamo calmi.
In qualche modo, ti senti anche particolarmente (ed inspiegabilmente) sicuro. Sicuro di te. Sicuro che, ora come ora, nulla potrebbe fermarti. Perchè hai troppa fame.
Perchè se, adesso, ti capitasse un umano sotto tiro, non ci penseresti due volte e sbranarlo.
Questa sensazione non ti piace...
È come se una vocina, sadica e stridula, ti martellasse nella testa con sussurri...dicendoti che devi mangiare, che vuoi mangiare. Ma tu non la ascolti, senti lo stomaco contrarsi, ansimi e ti trattieni dal fare stupidaggini.
E quella vocina urla, urla, urla.
Ti confonde.
Vedi bene, nonostante sia notte. Ti senti molto più alto e in forma, di prima...un candido pelo ti ricopre per intero...che cosa sei?
Che cosa sei diventato?
Non devi sentirti così, non è normale, non va bene...non puoi.
Questo non sei tu. Non sei così.
Tu sei umano...
Umano...
...Giusto?
Immagini di vite umane, spente sotto le tue fauci, ti passano per la testa, provocandoti confusione e spavento allo stesso tempo. Vedi tutto, il sangue che ti sporca, la furia con cui divori quegli umani, i ringhi e grugniti che ti escono dalla bocca...mentre la vocina ride.
Ride di gusto.
Di una risata semplicemente...brutta.
Non ti piace.
Lei, non ti piace.
Tu, non ti piaci.

Un tuono, più alto del normale, rimbomba nel cielo; preceduto da un lampo.
Sono sveglio. Quel rumore, mi ha svegliato.
"Che ora è?" mi chiedo, percorrendo le pareti della stanza con lo sguardo, in cerca di un orologio o qualsivoglia oggetto che potesse segnare l'ora.
La finestra, però, mi da una mano: è notte, notte fonda, dal colorito scuro del cielo.
Quando mi sono addormentato? E, chi mi ha coperto?
Sposto il lenzuolo dal mio corpo, mettendomi seduto sul divano. Ricordandomi solo ora, cosa sia successo qualche ora fa. Flashback di scene mi attraversano la mente, non ancora completamente sveglia ed intorpidita dal calore della coperta, in contrasto col freddo che c'è fuori. Dopo che Kagome se n'è andata, ho fatto ciò che avrei compiuto se lei non mi avesse respinto con una delle sue manate:
Raccolto il mio coraggio e fatto appello alla mia agilità, mi sono arrampicato sull'albero, passando dalla finestra di camera mia e scendendo tramite il tronco di esso. Mi sono, quindi, presto ritrovato di fronte alla porta di casa mia, che ho facilmente aperto con la copia della chiave originale, datami dai miei, e che porto sempre in tasca.
"Perfetto" ho pensato, poi, vittorioso, dirigendomi a passo spedito verso la cucina. Lì, poi, mi sono dato parecchio da fare; finendo per cucinare i due piatti più "sudati" della mia vita.
Inutile dire, a chi erano destinati...
-Ah, spero solo che la mamma stia bene...- mi rinvio la frangia scura, alazandomi dal divano e non facendo caso al capogiro che mi coglie. Il soggiorno, collegato alla cucina, mi offre, poi, un'ottima opportunità per lavarmi la faccia senza fare rumore. Mio padre sarà stanco, mia madre starà dormendo...è inutile andare al bagno e svegliare tutti; visto che, quest'ultimo, si trova al piano di sopra.
Mi asciugo il volto con un panno, non facendo troppo caso alla sua funzione primaria, per poi sentire uno dei miei prorompenti brontolii di stomaco.
"Cacchio! Ho dato da mangiare a tutti, tranne che a me!" e, che hai sognato, poco fa, Inuyasha? Nulla che abbia a che fare con la fame, naturalmente.
-Vediamo...cibo...?- mormoro tra me e me, guardando nella dispensa e trovando dell'amabile pane di qualche giorno fa; non sarà il massimo, ma perlomeno...
"Che brutto tempo..." penso, guardando la tempesta di fulmini e ascoltando i continui rombi provocati dai tuoni "Chissà dov'è, ora, Kagome..." do un'altro morso al pane, passando lo sguardo sulla coperta abbandonata al divano; mentre un'idea mi balena in testa.
-Ma guarda tu...- sussurro, non appena apro la porta della camera dei miei e trovo mio padre addormentato in una posizione tutt'altro che comoda -Capisco che vuoi starle accanto...ma anche tu devi riposare...- poggio la coperta sulle sue spalle, dando un'occhiata veloce a mia madre; che dorme. Sembra stare abbastanza bene, di certo i sintomi sono quelli della febbre...è sudata, ciò è una cosa buona ed il volto ha un espressione leggermente aggrottata...
Mi siedo accanto a mio padre, che emmette dei bassi russii e ondeggia il volto per cercare di non cadere con la faccia a terra, mi vien subito da ridacchiare: mio padre, il grande Inu No Taisho, pupilla di mio nonno, che si addormenta e russa pur di stare accanto a mia madre...
Che cosa tenera...
"Ad ogni modo, Inuyasha, devi trovare un modo per stenderlo senza svegliarlo" che?! Impossbile! Lo sveglierei di certo! "Si, ma in questo modo, prima o poi, cadrà addosso a tua madre..." addormentati come sono, non se ne renderanno nemmeno conto...
Sospiro, dirigendomi verso l'armadio (anch'esso rigorosamente a porte scorrevoli) e prendendo un'altro futon; visto che quello dove dormivano insieme è stato interamente occupato da mia madre. Lo stendo per terra, sistemandolo accanto a quello di mia madre e poi guardo mio padre: meditando sull'idea di come trasportarlo.
"Beh, non dev'essere così pesante" faccio spallucce, dirigendomi verso il suo corpo e cercando di alzarlo in tutte le maniere; invano "Oh, insomma! Non ti facevo così grasso!" lo prendo in giro mentalmente, finendo per trascinarlo dalle braccia fino al futon.
-Scusa, pa', ne hai bisogno- sussurro, prima di stenderlo  e coprirlo.
Bene, ce l'ho fatta! Non è stato così diff-"No, no, no! Non pensare assolutamente ciò che stavi pensando! Gli stavi per staccare le braccia!"
-Uuuh, quanto la fai lunga- borbotto, accorgendomi solo dopo di star parlando da solo.
Il che, non è sempre una buona cosa...ma, sei sotto stress, quindi per ora ce la faremo andare bene. Il mio sguardo si posa sui due sposini, che dormono scomposti sui letti, mentre nelle mie labbra raffiora un sorriso tra il dolce e l'amaro.
Ricordo come, da bambino, quando facevo gli incubi, mi rintanavo sempre nel loro grande futon, finendo sempre per essere schiacciato o inconsciamente abbracciato da uno o dall'altro.
Era caldo, lì dentro, sentivo come se niente e nessuno mi avrebbe sfiorato...
Quando, invece, la mamma stava male, ed io non potevo entrare nella stanza, c'era lui.
Già...anche se parecchio solitario, quando avevo bisogno di lui, c'era sempre...
"Ed ora? Ora dov'è?" la mia sempre più eloquente vocina, mi fa ricordare ciò che successe dopo, mentre un senso di fastidio mi assale; senso di fastidio che, prontanamente, rimpiazzo con un sorriso "Ora non c'è, perchè non ho bisogno di lui..."
-Comunque!- esordisco in un sussurro -Papà dorme, quindi alla mamma penso io!- un mugolio mi fa fretta: esco velocemente dalla camera, scendendo al piano di sotto e riempiendo una ciotola d'acqua; una pezza messa a galleggiare dentro di essa.
-Ecco qui- dico dolcemente, bagnando il viso di mia madre con il panno e non facendo caso al particolare pelo che le circonda l'attaccatura dei capelli e finisce con delle strane e probabilmente immaginarie, orecchie di qualche animale. Suvvia, è buio, l'unica fonte di luce è la finestra e, in più, possono tranquillamente essere i suoi capelli, oltre alla mia immaginazione.
-Inu...yasha?- mormora mia madre, aprendo leggermente gli occhi e guardandomi, io le sorrido.
-Riposa, mamma, riposa- le accarezzo una guancia col panno, come lei faceva quando ero io, quello malato; mentre lei sbatte più e più volte la palpebre.
-Cosa? Inuyasha...? Che fai qui?- si alza di botto, guardandomi di stucco e con evidente preoccupazione -Non dovresti essere...a casa Higurashi?- nego con la testa, sorridendole e prendendola per le spalle.
-Riposa, mamma- la appoggio al futon, rimboccandole le coperte e sorridendole un'ultima volta, prima che, lei, ancora confusa e stanca, chiude gli occhi e si addormenta.
Sospiro, lasciando a galleggiare la pezza nella ciotola e puntellando il peso del mio corpo alle mani, appoggiate sul tatami "Chissà da quant'è che sta male..." penso, lo sguardo al cielo ed un espressione perplessa.
Ah...sarà una lunga notte...

-Interessante, quel libro, vero?- alza gli occhi dalle righe, trovandosi davanti la figura del padre, che la guarda con un sorriso beffardo. L'unica cosa che le viene da fare, è ridacchiare.
-Più di te, sicuramente- sussurra, continuando la piacevole lettura ed ignorando la risata soffusa che esce dalla bocca dell'altro.
-Oh, ma dai, non essere cattiva- la mano inguantata dell'uomo si poggia sulla sua testa, accarezzandola appena -Non puoi preferire un libro, a tuo padre-
Sbuffa -A cosa devo, questa...piacevole conversazione?- chiede, con tono carico di fastidio, togliendo con un gesto brusco la mano dalla sua testa.
-Nulla, volevo solo sapere come stavi...non posso?-
-Certo, e ti sei fatto un bel viaggetto, solo per chiedermi come sto? Suvvia, non fare lo splendido...papà-
-Era da tanto, che non mi chiamavi papà-
Un altro sbuffo, chiude il libro e lo poggia sul tavolino davanti alla poltrona; pensando che no, stasera avrebbe fatto tutto...a parte leggere.
-Semplicemente, reputavo, Riku, un bel nome...- fa, stiracchiandosi e gettando un'ultima occhiata al padre.
-Bugiarda-
-Lo sei anche tu...partendo dal motivo per cui sei tornato qui, non credi?- subisce il ghigno che le lancia l'uomo senza fare nulla, attendendo una risposta.
-Ah, quanto sei acuta...proprio come il sottoscritto- fa, quest'ultimo, ghignando sempre di più e rinviandosi i capelli neri all'indietro -D'altronde, sei mia figlia...-
-Senti, non nego il fatto che tu sia un grand'uomo nonchè mio amatissimo padre, ma potresti saltare al dunque? Ti ho fatto una domanda...- l'ironia con cui pronuncia quelle cose, pare non piacere al corvino, che finisce per lanciarle uno sguardo di altezzosità e fastidio; come se valesse meno di zero.
-Oh, si, cara figliola...saltiamo al dunque- sussurra -Non puoi continuare così, sei patetica- il tono di voce con cui pronuncia quelle parole, fa stringere i denti alla ragazza.
-Sono patetica. D'accordo. E perchè, di grazia?-
Un'altra risata -Oh, mia carissima figlia- cammina verso di lei, accarezzandole una guancia, per poi chinarsi e sussurrarle all'orecchio -Ti facevo più intelligente, visto ciò che hai detto prima...- l'uomo ridacchia -Non capisci a cosa mi stai portando? Sei una vampira, non puoi rifiutarti di bere sangue...è contro natura e, così, infanghi solo il mio nome. E noi, non vogliamo che succeda, giusto?- le scocca uno sguardo, alzandosi e facendo un sorrisetto.
-Ah, certo...- sussurra lei, abbassando per un attimo la testa -Perchè sono io, che ti sta portando al peggio...non tu stesso, assassino e truffatore, che non sei altro!- gli occhi si incrociano di nuovo, quelli della figlia sono i più furenti.
-Oh, piccola mia...- una mano inguantata le accarezza una guancia, finendo per stringerla sotto una morsa ferrea e cattiva -Non stiamo parlando di me, no?- si china su di lei, all'altezza del suo volto -Tu, prova a non bere un'altra volta sangue...e vedrai, cosa ti accade...o, cosa accade a lui-
-Stronzo, sei uno stronzo- sussurra la ragazza, sentendosi mettere, una ciocca corvina, dietro l'orecchio.
-Io ti sto solo proteggendo, piccolina...- un ghigno gli increspa le labbra -Ti sto solo proteggendo...da quello che, di fatto, è solo uno sporco umano- si alza, iniziando ad uscire dalla stanza.

Pensaci...non ti stai abbassando un po' troppo, a certi livelli?

-Ben svegliato!- sorrido a mio padre che, illuminato dalle calde luci dell'alba, si stiracchia con evidente soddisfazione e ancora un po' di stanchezza.
-Inuyasha?- chiede al nulla, con la voce roca impastata dal sonno -Che fai qui?- fa, dopo un sonoro sbadiglio. Io faccio spallucce.
-Sai, quando tua madre sta male, nemmeno un padre che ti chiude dentro la stanza, può fermarti- dico, ironicamente, mordendomi la lingua subito dopo; cacchio! Ho toccato un tasto dolente...e di prima mattina, per giunta! Uff...mannaia alla mia linguaccia!
-Ah, sono contento allora- mormora mio padre, con la testa bassa ad aggiustare le coperte del futon -Mio figlio, farebbe di tutto per sua madre- borbotta poi, con tono che non mi so spiegare; riponendo il futon dentro l'armadio, dopo averlo piegato.
Mi limito ad osservarlo in silenzio, con un espressione tra l'accigliato e il perplesso.
-Non si è più svegliata- esordisco, ad un certo punto, alzandomi -Vado al bagno- avverto, poi, evitando di guardare mia madre ed uscendo dalla porta.
Mi fermo un'attimo, prima di dirigermi in bagno, sentendo mio padre parlare; poi m'incammino. Le sue parole? "Ora tocca a lui, Izayoi"
-Uff...stai calmo, Inuyasha- guardo il mio riflesso nello specchio, trovandolo stanco e stressato da far paura -Tra due giorni ci sarà la luna piena...si, okay, ma stai calmo- mi sciaquo le mani, passandomele tra i capelli e bagnandomi collo e faccia -Potrei farmi una doccia...- rifletto, poi, scoccando uno sguardo alla vasca. E, sarai anche disposto a farmela...ma la mia "coscienza" mi riprende subito con un "Oh, ma dai, non vorrai rilassarti proprio ora? Il peggio è appena iniziato" ma chi gliel'ha chiesto, il parere, poi?!
Esco dal bagno, pensando a cosa possa mangiare per colazione e dirigendomi verso la camera di mia madre; non appena apro la porta, la vedo dormiente...le orecchie e il pelo sono spariti, il volto è più rilassato...si, mi sono immaginato tutto.
Un sospiro di sollievo mi esce dalle labbra, mentre un po' di ansia va via.
-Inuyasha, perchè non riposi? Ti vedo stanco...- mio padre mi guarda preoccupato, seduto a gambe incrociate di fronte al futon di mia madre -Lei sembra stare bene, ora...di solito si riprende subito, un giorno o poco più. Considerando che le è venuta ieri, la febbre, oggi dovrebbe stare già molto meglio- mi spiega.
Io annuisco, non ancora molto convinto -Sicuro che...?- chiedo, indicando mia madre.
-Si- risponde -E, Inuyasha...- mi ferma, sulla soglia, mentre sto per uscire -Almeno per ora, non chiedere nulla di ciò che sta succedendo- "Tsk, te pareva, no?"
-D'accordo, papà- ed esco.
Se sta bene...non c'è motivo, perchè io debba rimanere lì dentro...no?
Ma certo, Inuyasha...perchè dovresti far stare bene, uno dei tuoi deliziosi pasti?
Mi fermo sulle scale, mentre una secchiata d'acqua gelata mi viene versata addosso e gli occhi mi si dilatano. Cos'è...successo? "Quella lì...non era...la voce del mio sogno?" no, no, non devo spaventarmi di lei...ma di quello che ha detto...
"I miei pasti?"
Deglutisco, continuando a camminare lentamente verso la cucina, missione: prendere un bicchiere d'acqua gelato.
Seriamente, Inuyasha, che diamine ti sta succedendo?

-Inuyasha, piccolo mio, qualunque cosa accada...non devi mai rivelare ciò che sei-
Mamma? Che cosa vuoi dire? Perchè stai bene, non eri a letto? E papà?
-Ad ogni modo, ora dovrai solo chiudere gli occhi...-
Sento poggiarmi una mano (che scopro essere fredda) davanti alla visuale, in modo da non vederci. Che significa? Perchè sono di nuovo un bambino?
Provo a parlare, ma la bocca mi viene subito chiusa da un dito che si poggia sulle mie labbra.
-Sssh- sento sussurrare -Dimentica, Inuyasha, dimenticato tutto...-

"Dimentica ciò che sei veramente"
Apro gli occhi, mettendomi seduto sul mio letto. Il bicchiere d'acqua che ho preso prima, mi ha si, aiutato a calmarmi...ma, contro i "sogni strani", ho capito che non è un buon rimedio.
Poi, secondo me, tutto questo, è tutto una grande allucinazione...
Ciò che sono davvero? Dimenticare? Io sono umano. Lo so. Ho i miei ricordi, non ho dimenticato nulla. Tutto questo...è solo ansia.
Ansia, si...per mia madre. Sicuramente.
Io sono un umano.
Mi alzo dal letto, notando come il sole sia alto nel cielo. Saranno circa le dieci...forse mezzogiorno...quanto avrò dormito? Un solo sogno...per chissà quante ore di sonno...
"No, stupido, è l'unico che ti ricordi o l'ultimo che hai fatto prima di svegliarti...semplice" si, ti ringrazio mia amatissima vocina mentale...ma, comunque, ultimo o non ultimo, unico o non unico, è stato pur sempre uno schifo insensato, quel sogno.
Ed io che ci sto anche appresso...
"Da ricordare che, in tutto questo, ancora, papà, non mi ha detto praticamente nulla..." sospiro, uscendo dalla camera e notando come io indossi ancora i vestiti dell'altra sera; sudati e piuttosto sporchi. Credo di doverli cambiare...e, già che ci sono, potrei farmi anche una doccia...
Si, farò così.
-Ah! Ci voleva!- scendo gli ultimi gradini della rampa di scale, lindo e pulito, trovando mio padre comodamente addormentato sulla poltrona e...mia madre?! -Mamma?! Che ci fai qui?!- corro verso di lei, tastandole la fronte per vedere la temperatura "Sembra normale..." rifletto, toccandomi anche la mia, per sicurezza, e trovandola quasi allo stesso quantitativo di calore.
"Ma com'è possibile?"
-Inuyasha?- fa lei, perplessa, con in mano una bustina di the.
-Mamma! Ascoltami bene!- esclamo e, dopo la sua approvazione sempre più perplessa, continuo -Ti fa male da qualche parte?! Tutto okay?! Stai bene?!- la sua faccia è esattamente un punto interrogativo, in questo momento...ed io che mi sto anche preoccupando!
-Ehm...si?- dice, prolungando l'ultima affermazione e guardandomi come se fossi un'alieno.
-Bene...- mi calmo, facendola tornare a ciò che stava facendo.
E, dovrebbe essere tutto apposto, no? Mia madre è...guarita, si...ehm...si...
-Inuyasha?-
-Ma si può sapere che cacchio sta succedendo qui?!-
No, davvero davvero, come caspita mi sono ridotto?

Tu, prova a non nutrirti un'altra volta...e lui è un uomo morto.
-Bentornato, caro il mio piccolo umano...-

Di' un po', ti va davvero bene così, Kagome?

Angolino piccino picciò <3
Ehm...okay? O.o
Allora, allora. Pardon, prima di tutto. Non solo è da circa dieci giorni che non aggiorno...ma mi faccio viva persino con un capitolo così...patetico!
Sono un'autrice bravah io, lo giuro T . T
Il fatto è che sono confusa. Molto e anche troppo. Quindi per ora, è questo quello che mi esce.
E, avrei anche evitato di pubblicare...visto il lavoro poco carino...ma, per evitare che voi mi diate per morta o dispersa in chissà quali mondi unicornosi, ho aggiornato.
Fa schifo. Ne sono consapevole. Ma non me la sentivo di riscrivere tutto...sono stata giorni a riguardare il capitolo e...nulla. Non mi usciva di modificarlo o ampliarlo...
Quindi eccomi qua T . T
Chiedo scudo, la prossima volta vedrò di farmi valere! Visto che ho già molte idee per gli altri cap...solo questo, non mi veniva. Poi con settembre si ricomincia tutto...impegni e varie cose...
Uff --_--

Vabbè, passando alle cose serie.
Ribadisco: trovate qualcosa di strano, frettoloso o chissà cos'altro? Spiegherò tutto! Quindi portate pazienza. E si, con questo mi sto riferendo al motivo per il quale Izayoi si è ripresa praticamente subito xDDD lo spiegherò, tranquilli.
Ormai si sa cos'è Inuyasha...xD un licantropo? Mmmh, altre creature simili? O un demone lupo? ;) e Kagome? Suo padre che cosa vorrà fare? Ed è importante nella storia?
Aspetto vostre.
Io mi scuso di nuovo della poca chiarezza e tanti altri fattori del cap, magari in futuro lo modificherò...per ora, però, bisogna passare avanti.
Spero di fornirvi il seguito in tempi umani xD
Scusatemi anche per gli eventuali errori.
Bye <3

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Capitolo 9
*** Ubbidiscimi ***


Dopo essermi accertato che mia madre stesse bene, sono rimasto un'altro giorno, partendo la sera stessa.
Ancora, nessuno mi aveva detto nulla.

-Bentornato, caro il mio piccolo umano...-
Chiudo la porta alle mie spalle, voltandomi verso Kagome, ferma sulle scale che mi guarda con le braccia incrociate. Le do un'occhiata veloce: indossa un corsetto nero con spalline, la cui scollatura è arricchita da una decorazione in pizzo nero, la gonna è corta davanti e più lunga dietro, di raso, le arriva a metà coscia e, sopra di essa, ve n'è un'altra sempre di pizzo.
Molto elegante e gotico...ma perchè si è vestita in questo modo?
-A cosa devo questa...particolare accoglienza?- chiedo, alzando un sopracciglio in modo scettico ed affondando le mani nelle tasche. Lei mi manda un sorrisetto, che noto poco vista la penombra in cui è immersa la sala.
-Sei in ritardo- fa, iniziando a scendere le scale, accompagnata dal rumore degli stivali neri che indossa. Io la guardo ancora più scettico, come a chiederle se stesse scherzando, poi faccio spallucce, assumendo un'aria di sufficienza.
-Non ho mai stabilito un giorno in cui sarei tornato, quindi non vedo come possa aver fatto tardi- spiego, riaprendo gli occhi che prima avevo chiuso ed incontrando i suoi.
-Sei comunque in ritardo- sussurra una volta davanti a me, le mani dietro la schiena ed un sorriso beffardo.
-Perchè?- chiedo stizzito, stringendo un po' i pugni.
-Perchè l'ho deciso io- il tono tranquillo in cui lo dice mi fa diventare ancora più infastidito.
Lei? Perchè l'ha deciso lei? E chi è, lei? "La tua padrona?" oh, ma per favore! Sono il suo servitore, okay, ma non può mica decidere queste cose! Che diamine...
-Uhm, capito- annuisco, perfettamente tranquillo -Ora, puoi lasciarmi in pace? Sai, sono appena tornato da un duro viaggio...e vorrei rilassarmi, per quanto ci possa riuscire in questo momento, ti va di collaborare? Grazie- senza attendere risposta la supero, aspettandomi ciò che viene dopo -Lasciami-
-No-
La presa sul mio polso aumenta, facendomi sospirare e portare la mia mano sulla sua, cercando di toglierla o, quanto meno, allentarla. Nulla. Le dita coperte da un guanto nero, che arriva fino al gomito, non mollano la presa sul mio polso.
-Kagome, mollami- dico lentamente, facendo appello a tutta la mia pazienza -Mollami o faccio da solo- la avverto, guardandola tranquillamente.
Wow, sono diventato più controllato delle ultime volte...
-No- fa, di nuovo, come un disco rotto, tirandomi verso di sé. Tsk, stupida forza da vampira...
-Ahia! Uffa, ma non puoi essere un po' più delicata?! A volte, dubito che tu sia una ragazza!-
-Ed io, che tu sia un maschio-
Faccio una smorfia, massaggiandomi la testa che ho appena sbattuto sul legno della porta d'ingresso -Che vuoi, ancora?- le chiedo, guardandola in cagnesco.
Lei non risponde, mi si avvicina e poggia una mano a lato del mio volto, facendomi puntellare la schiena alla porta.  
-Sono stanco, non ho voglia di litigar-Ehi! Che stai facendo?!- guardo sconcertato Kagome che, china sul mio collo, a preso ad annusarlo in più parti, diventando piuttosto buffa.
-Bene- mormora, sospirando sulla mia mascella, poi si alza e mi guarda negli occhi -Bentornato, Inuyasha- mi sorride, infine.
Io strabuzzo gli occhi -Eh?!-
-Su, su, non stare lì sulla soglia! Entra pure!- co?? Prima era talmente fastidiosa...ed ora? "Inuyasha, siamo sicuri che non sia bipolare?" ma anche tripolare, a 'sto punto! È come se ci fossero tre atteggiamenti in lei! Uno pericoloso, l'altro "normale" e, l'ultimo, incredibilmente bambinesco! Non è normale, tutto questo!
-Ehm...Kagome?- la chiamo, salendo le scale -Perchè...sei vestita in questo modo?- faccio, non appena ottengo un mugolio in risposta. Lei non si volta.
-Oh, sto solo provando un vestito- fa spallucce, mentre la chioma corvina si muove ad ogni scalino -Che ne dici?- si ferma ad un certo punto, voltandosi verso di me solo con metà busto e volto; le mani dietro la schiena.
Io rifletto un po', osservandola da capo a piedi, senza far caso al sorrisetto malizioso che si va allargando sempre di più sulle sue labbra -Beh...- mormoro, grattandomi una guancia
-Carina?- dico esitante, prendendo la prima parola che mi è venuta.
-Carina o...bellissima?- chiede lei, stavolta con un ghigno, venendo verso di me.
-Carina...credo...- borbotto, distogliendo lo sguardo. Lei si fa sempre più vicina, un gradino più in alto di me, si china sul mio volto.
-Mmh? Sicuro?- chiede, sorniona.
Ecco, perfetto Inuyasha, ti sei cacciato in un'altra delle tue situazioni...

-Come ti senti?- le braccia del moro strinsero il corpo della ragazza, ancora scosso da tremiti.
-Meglio...- Miroku quasi non riconobbe la sua Sango, in quella voce così bassa. La strinse di più a se, cercando di confortarla in qualche modo; non voleva mai più vederla piangere, come prima.
-Sai, oggi è un anno...- singhiozzò Sango, con un sorriso amaro -Un anno, da quel giorno...-
Miroku le gettò un'occhiata curiosa -Vuoi parlarne?- le chiese, premuroso.
Lei annuì -Si, se non lo faccio prima o poi scoppio...- disse, in un sospiro.
-D'accordo, allora- annuì il moro.
-Grazie, Miroku...-

-A che gioco stai giocando?-
Il suo sorriso sparisce di botto, sostituito da un'espressione tra il sopreso e l'infastidito.
-Come, scusa?-     chiede, guardandomi seria.
Io rido nervosamente -Oh, hai capito benissimo- faccio, scoccandole un'occhiata infastidita -Ti ho chiesto a che gioco stai giocando- ripeto, guardando altrove.
-Perchè?- chiede lei, stringendo la mascella. Vedo che qui abbiamo gente dura di comprendonio...
-Perchè? E me lo chiedi anche? Ma che diamine di persona sei? Passi da un'umore all'altro come se nulla fosse, sei sempre pronta a provocarmi e infastidirmi ma quando ne ho davvero bisogno non ci sei mai! Mi fai impazzire, stare male e- mi fermo, interrotto dalla sua risata che risuona nella sala -Vedi? Fai sempre così!- eslcamo, sbuffando.
-Non sembra dispiacerti, però...- ghigna, una volta che si è calmata, in piedi sullo scalino -Oh, Inuyasha, certo che ti comprendi davvero molto poco...-
-Si, come se tu potessi farlo- dico ironicamente, roteando gli occhi.
-E invece no- dice, tutto d'un fiato, con un sorriso misterioso -So, ad esempio, ogni cosa che passa nella tua testa- nasconde le mani dietro la schiena -Posso comprendere perfettamente cosa provi, le tue sensazioni, le tue paure...e persino la tua vera natura-
Spalanco gli occhi, mentre i miei pensieri girano attorno a quell'ultima frase "Oh, di nuovo...perchè tutti continuano a dire che non sono umano?" stavolta nessuna coscienza a ribattere alla mia affermazione, solo un'unica certezza:
Se tutti lo dicono, allora, probabilmente...lo sono.
Si, ma sono cosa? E poi, perchè tutti? Perchè ci sto credendo così tanto?
-Sorpreso?-
No, visto che sapevi già tutto...dall'inizio alla fine.
-Forse- deglutisco, sforzandomi di apparire tranquillo.
Ne ho fin sopra i capelli di tutto questo...
-Tsk- mi scocca un'occhiata altezzosa, borbottando un "Come vuoi" prima di salire le scale; io la seguo subito, con la testa ancora zeppa di pensieri poco rilassanti.
Appena spalanca l'enorme porta alla fine delle scale, delle serve ci accolgono con sguardi preoccupati: chi tiene degli aghi, chi della stoffa, chi un metro...
Ehm, qualcuno avrebbe dovuto provare qualche vestito?
-Lady Kagome! La prego, non abbiamo ancora finito!- le si avvicina una ragazzina piuttosto bassa, vestita da cameriera, una di quelle che ha in mano della stoffa.
Kagome, dal canto suo, si gratta nervosamente la nuca -Oh, giusto- dice, come se le fosse venuto in mente solo ora -In effetti, iniziavo a sentire un po' di fastidio...- e, detto questo, con un abile mossa, si toglie il corsetto.
-Co?!- non faccio in tempo a parlare che un'altra cameriera mi interrompe, forse una delle più vecchie, sgridando Kagome.
-Signorina! Insomma, si dia un contegno! C'è pur sempre il giovane Inuyasha qui!- chiamato in causa, non appena sento lo sguardo severo della vecchia puntato su di me, mi giro subito di spalle.
"Fai finta di non aver visto nulla...sopratutto il sorrisetto malizioso di Kagome"
Dio, ma perchè tutte a me?

-Tutto è pronto, giovane Hojo?- la voce dell'uomo risuona nella stanza, severa e meschina come al solito. Il giovane, ritto e nervoso, non sapeva proprio che rispondere, vista la grande soggezione che provava.
-S-si- gli venne fuori -Ogni cosa è al suo posto, siamo pronti ad agire anche ora- continuò, una volta guadagnata la voce. L'altro rise di gusto.
-Ora?- chiese retoricamente -Sei piuttosto pazzo, per essere giovane...-
Hojo non capì il senso di quelle parole "Cosa?" gli venne da pensare, ricevendo subito la risposta da parte dell'altro:
-Il ragazzo, quell'Inuyasha, è più forte di quanto crede...- spiegò questo -Se non vogliamo morire, sarà meglio agire con calma...- una pausa -Dopo la luna piena, dopo la luna piena potremo mettere in atto il nostro piano-
Il giovane annuì, non ancora pienamente convinto.
Beh, non che fosse importato molto, all'uomo...lui era solo una pedina, qualcosa che avrebbe portato a compimento l'inizio del suo piano. E, ancora una volta, non si sarebbe sporcato le mani..."E questo è solo l'inizio, cari i miei ricconi..."

-Dimmi che scherzi-
-Mmmh?-
Mi osservo allo specchio: smoking nero, foulard scarlatto e coda. Esatto, i miei bellissimi capelli neri...legati in una coda! Ma stiamo scherzando? Poi, per cosa tutto questo?
-Davvero, Kagome, dimmi che scherzi- mi volto verso di lei, che mi guarda compiaciuta insieme alle altre cameriere, le braccia incrociate e lo stesso vestito; probabilmente finito.
-Cosa?- mi chiede innocentemente, avvicinandosi a me con passo lento.
-Co-Ah, lo sai benissimo! Questo!- sbotto, facendo passare una mano per tutto il mio corpo, ad indicarne il tutto.
-Non so di cosa tu stia parlando...- fa lei, come una che si sta divertendo un mondo.
-Oh e leggimi nella mente, quando serve! Che diamine, non sei così intelligente come sembri!- sto per sciogliermi i capelli e togliermi il foulard, ma lei è più veloce di me, mi prende il polso della mano che stava per sciogliermi la corda e mi guarda truce.
-Tsk, è mai possibile...- sibila, riabbassandomelo -Voltati e guardati allo specchio, che diamine ci trovi di male?- faccio ciò che mi dice, osservandomi con sguardo critico.
-Tutto- annuisco, convinto -Non mi piace questo vestiario!-
-Oh, insomma, smettila di fare i capricci, Inuyasha!-
-Ma non puoi! Non mi piace!-
Mi volto verso di lei, che ha messo un broncio degno di una bambina.
-Ma a me si! Quindi lo tieni!- borbotta, voltandosi e andando dalle cameriere; che ci guardano come se non sapessero se ridere o piangere.
Sbuffo, togliendomi di malavoglia la giacca, quando la voce di Kagome mi ferma ancora una volta -Che fai?- mi chiede, come se vedesse un'alieno.
-Mi tolgo 'sto coso?- dico, ironico, non ottendendo l'effetto sperato: lei rimane perplessa.
-Ma non devi togliertelo- mi spiega, tranquillamente -Devono ancora sapere se accorciare qualcosa o sistemare qualcos'altro- continua, facendomi paralizzare.
Ennesimo sbuffo.
"Che dura, la vita da servitore..."

-Perfetto. Il vestito ti sta a pennello, sei abbastanza elegante e la festa sarà tra qualche giorno. Qualcosa da obbiettare?-
-Si-
-Mmh?-
-Uno: non mi piace per nulla quel vestito. Due: quale diamine di festa?! Tre: perchè devo venire anch'io?!- osservo Kagome contare i punti che ho elencato nella punta delle dita, con aria abbastanza pensierosa.
-Devo rispondere per forza a tutto? Suvvia, Inuyasha, puoi dartela benissimo da solo una risposta...- fa, con aria scocciata, continuando a camminare per il corridoio come se nulla fosse. Mi massaggio le tempie, pensando che, evidentemente, non mi sono espresso abbastanza bene, visto che fa come se nulla fosse.
-Rispondi, almeno, a questa domanda...- sussurro, continuando il mio massaggio -Dove stiamo andando?- le scocco un'occhiata infastidita, continuando a camminare dietro di lei; ancora vestita con quell'abito gotico.
"Deve piacerle davvero tanto..." penso distrattamente, osservando la gonna che si muove ad ogni suo passo e dandomi mentalmente del pervertito. E, non sono l'unico qui...visto che la ragazza che ho davanti non perde occasione di stuzzicarmi in tutti i modi.
-Quindi?- le faccio fretta, guardandola scettica.
Lei fa spallucce -Solo a darti una piccola punizione, Inuyasha- ah, capito, quindi mi vuole solo dare una-CHE COSAAA?! Punizione?! Non ne ha il diritto! E per cosa, poi?!
-Uffa, ricominci?- sbuffo -Perchè vorresti punirmi? E, anche se ci fosse un valido motivo, che non c'è assolutamente, non puoi- mi fermo, a braccia conserte, guardandola con le sopracciglia inarcate.
Lei ridacchia, si ferma e poi si volta verso di me -Oh, certo che posso- si avvicina velocemente a me, il vestito che si sposta ad ogni suo passo, fino ad arrivare a qualche centimetro dal mio viso -Tu mi appartieni, posso farti qualsiasi cosa io voglia, non mi servono motivazioni o altro...e tu, non puoi opporti in alcun modo- un sorriso sadico e gli occhi che brillano di una strana luce.
Inquietante, oserei dire.
Deglutisco, ripassandomi di cercare i sintomi della doppia personalità nella libreria di casa, dopo
-O-okay?- domando, pensando che no, non è okay proprio per nulla -Non capisco, comunque, cosa, tu, voglia farmi...- svio lo sguardo, sentendo la mia voce tremare, mentre il mio subconscio mi allarma.
-Avrai modo di scoprirlo presto- il sorriso si trasforma in un ghigno e noi riprendiamo a camminare. Se prima ero nervoso...ora lo sono ancora di più.
"Perchè, tra tutti, proprio io?" guardo le vetrate del corridoio che ci passano accanto, pensando di non averle mai notate in tutti questi giorni ed analizzando l'idea di scappare attraverso una di queste. Impossibile: morirei per l'altezza.
"Cazzo"
I passi rieccheggiano nel corridoio, lungo e interminabile. L'ansia aumenta, il sangue pulsa nelle tempie, il battito cardiaco accellera. Dove sono tutti? Perchè, ad ogni passo, mi sento sempre più lontano dalla realtà? Le finestre diventano sempre più scure, la luce diventa soffusa, il corridoio più oscuro...che sta succedendo?
-Kagome?- chiamo, accelerando il passo e cercando di raggiungerla.
Diamine, ma quanto è veloce?
-Sai, Inuyasha, la villa che hai sempre visto, non è reale- dice, ad un certo punto, lei -In parte, si...lo è...ma c'è qualcosa...tanto, tanto, che ancora dovresti vedere- si ferma davanti ad una porta; grande e in legno, coperta da rovi.
Non dovrebbe essere impossibile?
-Ah, piccolo umano, non sai quante cose non rispettano la realtà, qui...- la sua voce, beffarda e soffusa, risponde ai miei pensieri.
-Perchè me lo stai dicendo? Io non c'entro nulla, sono solo...solo un piccolo umano, non è così?- il tono mi esce più freddo del previsto, accompagnato dalla debole risata di Kagome.
-Inuyasha...- si china sul mio orecchio -Se fossi umano, non saresti qui...-
-Ciò non spiega perchè, tu, mi chiami in quel modo...- passo sopra ciò che ha detto, approfittando della situazione per cercare di capirci qualcosa.
-Non posso chiamarti "piccolo umano"?- mi chiede lei, falsamente sorpresa, alzando il volto dal mio orecchio -Non sembra dispiacerti poi così tanto...- continua, poi.
-Che vuoi dire?- chiedo, lanciandole un'occhiata guardinga.
Lei fa spallucce -Non ricordi? Riesco a sentire le tue emozioni, i tuoi pensieri...ti conosco meglio di quanto pensi, Inuyasha- dice, con non-chalance -Ad ogni modo, dovevo punirti, non rispondere ai tuoi quesiti- detto questo, mi afferra una mano.
-Caz-ma sei gelata!- sbotto, sfuggendo dalla sua presa. Ma che diamine...?! Era come stringere del ghiaccio! "Cavolo, qui diventa sempre più strano, Inuyasha, fa' qualcosa!" cosa vuoi che faccia?! Non so dove diavolo sono finito, nè come fare per tornare indietro! E perchè sto parlando da solo, ora?!
-Hai una vampira di fronte, cosa ti aspetti, il fuoco in persona?- sbotta lei, togliendosi il guanto della mano di prima che, solo ora, mi sono ricordato avesse. Deglutisco, se prima era fredda e aveva un guanto...ora sarà peggio, no?
-Dimmi...dimmi ciò che devo fare, non c'è bisogno che mi tratti come un bambino- sbotto, pensando che, visto che siamo in ballo, balliamo...magari capisco qualcosa.
Lei nega con la testa -Non c'è nulla che tu, debba fare...- poi mi offre la sua mano, piccola e delicata. Possibile, che una mano così femminile, abbia una presa tanto ferrea?
Esitante la afferro, reprimendo un brivido di ferro, sentendo stringere la mia subito dalla sua; la guarda qualche attimo, come se stesse riflettendo se fare o meno qualcosa, poi la guida verso i rovi della porta.
-Che stai facendo?- le chiedo, un po' nervoso, aggrottando le sopracciglia.
Lei non risponde, si limita soltanto a farmi afferrare quei rovi e farmeli stringere con la forza, graffiandomi il palmo e sporcandoli col sangue. Sento lo scatto di una serratura.
-Ahia!- esclamo, ritirando subito la mano -Che cosa hai fatto?!- le chiedo, guardandone il palmo e trovandolo sporco di sangue; lei mi scocca un'occhiata, facendo spallucce.
-Ho solo preso un po' del tuo sangue- mi spiega, osservando la porta -Ti fa male?- si interessa, poi, avvicinandosi a me.
Io roteo gli occhi -No, tranquilla, in fondo mi hai solo obbligato a prendere dei rovi di pietra...Non mi fa assolutamente- le parole mi muoiono in bocca non appena sento di nuovo la sua stretta gelata e, stavolta, la mia mano viene guidata verso le sue labbra. La sua lingua mi lecca via il sangue, mandandomi totalmente in confusione.
-Non hai detto...- deglutisco, sentendo la mia voce tremare -Che il mio sangue, ti disgusta?- la vedo sorridere, tuttavia non mi risponde finchè non finisce.
Mi lascia ricadere la mano su un fianco, dirigendosi di nuovo verso la porta.
-Infatti, è così- mi risponde, prima di aprirla.
"I graffi sono spariti..."

Ricordo, da bambino, adoravo leggere. Libri, documenti, leggi...leggevo tutto ciò che mi capitava sotto mano. Non ho mai avuto molto tempo, visto il mio addestramento da servitore.
Mio padre, ritiratosi dalla sua carriera dopo aver guadagnato un bel gruzzoletto, si risposò con mia madre Izayoi. Lui aveva già avuto un figlio e, quando nacqui io, ripose tutte le speranze su di me. Io, avrei fatto quello che, il mio fratellastro, non aveva mai voluto fare.
Lui, scappato all'età di diciassette anni, aveva profondamente deluso mio padre.
Ed ora, toccava a me renderlo fiero.
Non avevo, quindi, mai avuto tempo da dedicare a me stesso...tanto meno ai libri. Non ho mai conosciuto mio fratello, già scappato quando io ero nato...mio padre mi raccontò che era nato da un'amore proibito: la sua padrona, di cui era segretamente innamorato, era rimasta incinta...e non ci fu nulla da fare, voleva tenere quel bambino. Si ritirò nove mesi da qualche parte, insieme a mio padre...poi affidò il bimbo a lui.
Non so altro. Il suo aspetto fisico, il suo carattere, cosa gli piaceva fare...non so nulla. In compenso, però, ho conosciuto una persona che avrei voluto davvero come mio fratello.
Eravamo simili di lineamenti, ma i suoi capelli erano l'opposto dei miei, così come gli occhi...i nostri caratteri...allo stesso modo: io solare e aperto a tutti, lui chiuso e freddo.
Era stato per qualche tempo da noi, mio padre disse che era il figlio di un suo vecchio amico...
Si chiamava Sesshomaru.
Fu lui, a farmi conoscere quel libro. Uno dei pochi che ho letto...
Ricordo ancora, le parole scritte sulla prima pagina di questo: una citazione al testo che mi portò alla completa lettura e amore per quel libro.
"Mi ha sussurrato tre regole, all'ombra di un cespuglio di rose rosse.  Le avevo trovate strane, folli...ma non avevo proferito parola. Lei mi aveva guardato e, all'ombra di quel cespuglio, mi aveva cambiato la vita. Se ne andava sempre senza salutarmi ma non mi offendevo...anzi, mi piaceva da impazzire."

-Benvenuto nel mio mondo, Inuyasha...-
-Che frase scontata...-
-Trovi?-
Guardo il sorriso beffardo di Kagome in modo scettico, passando poi ad analizzare ciò che c'è dietro di lei. Incredibile, confuso e...disturbante.
Le pareti del "corridoio" in cui siamo, sono praticamente una tavolozza usata da tempo: un insieme di colori senza senso, immischiati, creano una tonalità violetta accompagnata da verde velma e nero. Il pavimento è proprio di quest'ultimo colore, piastrellato, ed alle "pareti" vi sono attaccati numerosi quadri, anch'essi piuttosto inquietanti.
Per finire, poi, lungo gli interminabili muri, vi sono delle piccole candele appese ad essi.
-Ehm...il tuo mondo è parecchio...strano?- mi volto verso di lei, che mi guarda con una nota divertita nell'espressione.
-Devo dire che mi aspettavo peggio...- ridacchia, voltandosi e iniziando a camminare -È...si, strana- fa spallucce, divertita -Ma anche pericolosamente affascinante, non trovi?- si volta di colpo, ritrovandosi a qualche centimetro dal mio volto; la scintilla presente nei suoi occhi, assomiglia a quella di una bambina in un negozio di caramelle.
Deglutisco, annuendo piano, tra il sorpreso e il paralizzato. Lei si volta di nuovo, con un leggiadro movimento, lasciandosi scappare una risatina. Continuiamo a camminare per un bel po', solo il suono delle nostre scarpe ci accompagna, finchè non giungiamo ad un'altra porta.
L'ennesima.
"Comincio a stancarmi..."
-Ehm...Kagome, esattamente...- provo, vedendola armeggiare con un pesante lucchietto
-Cos'hai intenzione di fare? Non ne possiamo parlare?- getto un'occhiata dietro di me, vedendo come la fine del corridoio è diventata una macchia nera; fin troppo realistica.
"Non c'è proprio un modo per scappare?"
-No- le sue parole, accompagnate dal poderoso scatto della serratura, mi mandano una scossa di adrenalina, facendomi sussultare. Che si fa, ora?
-Ti conviene entrare, questo spazio non è poi così stabile...- mi dice lei, aspettandomi con le braccia incrociate sulla soglia, un cipiglio spazientito.
-Eh? Ah, si!- mi affretto, facendo una piccola corsa per entrare dentro la stanza. Prima che la porta si richiuda, poi, vedo la macchia nera avvicinarsi velocemente e fermarsi prima di entrare nella stanza.
-Bene, qui dovremmo essere abbastanza tranquilli- esordisce lei, dandomi le spalle.
Io mi guardo intorno: un'osservatorio? Libreria? Camera da letto?
-Ehi, vuoi smetterla?!- esclamo, storcendo il naso -Non puoi cambiare camera come ti pare e piace!- sbotto, vedendo la camera trasformarsi in un soggiorno.
-Oh, ma non è mica colpa mia...- ghigna lei, avvicinandosi lentamente a me -Non sono io che gioco con la magia...- sussurra divertita.
Io faccio un passo indietro, sorbendomi un'altra delle sue risatine -D'accordo, allora...- mormoro, cercando le parole giuste.
-Allora?- mi incalza lei, facendosi sempre più vicina, mentre io più lontano.
-Allora...di' a chiunque sia l'artefice di tutto ciò, che dovrebbe smetterla...- un'altra risata, un sussurro che non riesco a comprendere e poi mi ritrovo addosso Kagome; col risultato di perdere l'equilibrio e..."Ahia?"
Apro gli occhi, accorgendomi di non essere affatto caduto nel duro pavimento, come mi ero aspettato, bensì in un letto; Kagome, comodamente distesa sopra di me.
-Ce l'hai davanti, "L'artefice di tutto questo"- fa lei, dicendo l'ultimo pezzo della frase con voce grossa.
-Cos-tu?! Ma...ma...! Sembravi così seria, quando- mi poggia un dito sulle labbra, non lasciandomi continuare.
Perchè ho idea che, la situazione, stia diventando sempre più difficile?
-Sssh, Inuyasha, fa' silenzio...- sussurra, lasciando scivolare il dito fino al mio mento, poi sorride tra il dolce e il soddisfatto -Devo punirti, in fondo...-
Spalanco gli occhi non appena mi scosta i capelli dal collo, odorandoli per qualche secondo,  per poi chinarsi su di esso. Cosa vuole fare? "Oh, lo sai, Inuyasha...lo sai bene..." stringo i denti, nervoso come al solito in questi ultimi giorni e piuttosto indispettito. Sento il suo fiato freddo sfiorarmi il collo, risalire verso l'orecchio per morderne delicatamente la punta.
-Dio, Kagome...- sbotto, piuttosto infastidito, facendola ridacchiare; le sue mani, poi, corrono a bloccarmi i polsi, come ad assicurarsi che io non scappi.
"Tsk"
-Mi spiace- sussurra da qualche parte nel mio collo, leccandolo leggermente.
Brividi. Cazzo.
-Ma dev'essere una punizione...- inizia a leccarmi con più frequenza, con lappate lunghe che mi lasciano numerose scie di saliva per tutta la giugulare. Sento la sua presa stringersi leggermente, mentre la testa mi impone di fare qualcosa. E si, anche con piacere visto-
-Ahia!- sbotto in un sussurro, sentendo un dolore lancinante al collo; subito dopo, un fiotto di calore ne bagna la pelle, venendo subito leccato dalla lingua di Kagome. Apro la bocca, in un urlo muto, mentre il dolore diminuisce un po'. Vedo tutto sfocato, sento come se mi stessero risucchiando le viscere e marchiando a fuoco ogni pezzo di pelle.
Fa male. Cazzo. Fa male.
La sento ridere, a contatto con la mia pelle, mentre morde più a fondo, come per saggiare ancora di più il sapore metallico del sangue. Del mio sangue.
-Smettila- supplico, con voce roca, gettandole uno sguardo carico di rabbia e dolore
-Smettila, Kagome, mi fai male!- mi dimeno, cercando invano di sfuggire alla sua presa ma nulla. Nulla, nulla, nulla!
La sento deglutire un ultima volta, poi si stacca e mi lecca la ferita che mi ha procurato.
Credo siano due buchi...
Si alza, ritrovandosi a cavalcioni sopra di me, un ghigno sporco di sangue ad incorniciarle il volto. La guardo con disprezzo, mettendomi anch'io seduto e tastandomi la ferita: due buchi, avevo ragione. Bruciano, tirano e perdono ancora del leggero sangue.
-Levati- le dico, muovendo leggermente le gambe, lei nega con la testa -Levati o ti caccio io-
-Non morirai, tranquillo...hai la pellaccia dura, come tutti quelli della tua razza- fa lei, leccandosi le labbra e i rimasugli di sangue intorno ad esse, non ascoltando minimamente ciò che ho detto -Ed anche un sangue piuttosto buono...- sussurra, infine.
Si, certo, come no...ora ti levi?
-Non ti disgustava, il mio sangue? E, alzati, Kagome...sei pesante- ripeto serio, guardando altrove e mentendo spudoratamente: è come se non ci fosse, sopra di me.
-Inuyasha...- ridacchia lei, chinandosi su di me -Non mi ha mai disgustato il tuo sangue...-
Ah.
-B-buono a sapersi...ora levati- dico, ritrovando la calma, lei non si toglie, mi guarda come se non avessi detto nulla; il che, mi fa arrabbiare ancora di più.
-Ti senti stanco?- mi chiede, sorridente come prima. Io aggrotto le sopracciglia, ma poi ci faccio caso: la sua voce appare ovattata, i contorni leggermente sfocati e mi sento debole.
Convivo con queste sensazioni da talmente tanti giorni, che, quasi quasi, non me ne rendo più conto. "D'accordo, ma ora le senti molto più acute...non dovrebbe essere normale, no?"
C'è anche, però, da considerare che, la luna piena, è domani...
-Dannata strega! Che cosa mi hai fatto?!- le urlo, vedendola allontanarsi dal mio volto con ghigno -Rispondi!- le intimo, non ricevendo risposta.
Deve rispondermi, deve! Non solo stavo già male di mio...ma, ora, mi ritrovo persino con nausea, capogiri, confusione e...debolezza, si!
vampira, Inuyasha...anche se strega non è poi così tanto sbagliato...e, non stavi dando la colpa alla luna piena?- alzo gli occhi al cielo, maledicendo il fatto che riesca a leggermi nel pensiero. Beh, a volte può rivelarsi comodo, no?
No.
-Si, si, come ti pare! Ora dimmi solo come- non riesco a terminare la frase che, improvvisamente, un acuto fischio mi stordisce, tutto diventa più sfocato, sento Kagome ridacchiare e poi buio.
Che cavolo, ma cosa c'è da ridere?

-Prima regola, Inuyasha...ubbidiscimi, ubbidiscimi sempre e comunque-


Angolino piccino picciò <3
Sono in MEGA ritardo, lo so...e nel bel mezzo dell'azione, poi!
Chiedo umilmente perdono T . T l'università è davvero una brutta bestia xD
Comunqueeee, sappiate che non abbandonerò mai le mie storie, quindi tranquilli, anche se ritardo...alla fine mi faccio sempre viva :3
Passando al capitolo, FINALMENTE SONO RIUSCITA A FAR SAPERE UNA REGOLA! Yeah!
So che è messa un po' a caso...ma Inuyasha era svenuto, poveroh, nel prossimo cap spiego tutto...e ciò non vale solo per la regola, diciamo che ci saranno un po' di rivelazioni ;)
Credo che, ora, si sia capito il titolo messo nel capitolo precedente..."Fine dei giochi"...guarda caso, Kagome, ha cambiato atteggiamento e si è messa a fare la zanzara...a danno del povero Inu T . T ma quante gliene combino? xD
A quanto pare, poi, il sangue del ragazzo non la disgusta poi così tanto ;) chissà perchè ha mentito, allora...magari ve lo spiego nel prossimo cap, chissà :P
Sango e Miroku hanno un piccolo momento...lei sembra distrutta, per chi piangerà?
Naraku ed Hojo sono sempre più preparati...ora tutto ciò che manca è...la luna piena.
Quale festa? Qual è il piano di Naraku?
E Sesshomaru? Ora capite da dove è presa la frase della presentazione? Non l'ho davvero letta in un libro, l'ho inventata io...è Inuyasha, che è stato a leggerla :P
Per il vestito di Kagome, vi consiglio di cercare vestiti gotici su internet e prendere quello che ci assomiglia di più...e si, lo so, non so descrivere un vestito xD

Stiamo entrando sempre di più dentro la vera storia, quindi preparatevi che da qui si cambia un po'...ad iniziare dal personaggio di Kagome, che si è rivelato meno tranquillo di quanto immaginavate xD
Ci sarà anche Shippo a fare la sua parte! (piccolo spoiler)
Ora mi dileguo <3
Mi scuso per eventuali errori e per il ritardo
In questo periodo sarò molto impegnata, quindi farò quasi sempre ritardo. Mi scuso in anticipo T . T
Grazie per aver letto, aspetto vostre
Bye! <3

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Capitolo 10
*** Risveglio sotto la luna piena ***


-Ti sei svegliato presto, vedo...-
Umh, che ora è? E, sopratutto, dove sono? Tasto la superficie dove sono disteso, scoprendola morbida e profumata; qualcosa, invece, mi copre...
-Mmh?- mugulo, aprendo gli occhi e muovendomi leggermente -Kagome?- domando, sbattendo le palpebre ed osservando la sua figura illuminata leggermente dalla luna. Lei mi fa un sorrisetto, come per dire "Chi altro vuoi che sia?" mentre io,  a mano a mano, mi vado alzando. -Che lentezza! Dimmi, è così difficile capire che sei in camera mia, sul mio letto ed è notte?- sbotta Kagome, lasciandosi cadere sul materasso e, quindi, sui miei piedi.
-Uffa, uffa! La smetti di urlare? Ci sento benissimo, io! E levati, sono i miei piedi quelli!- mi massaggio gli occhi, trovandoli leggermente doloranti al mio tocco "Beh, almeno sto meglio di prima..." mi viene da pensare, non appena capisco che gli unici sintomi che mi sono rimasti sono solo il leggero dolore agli occhi e la confusione. Parlando d'altro...ha detto che sono in camera sua, sul suo letto, è notte e-dannazione! Non si è ancora alzata! Quanta pazienza...
-Quindi?- mi chiede, guardandomi con sguardo loquace.
Io le scocco un'occhiata tra l'infastidito e l'addormentato, ripassandomi di dirle di alzarsi dai miei poveri piedi -Cosa?- scelgo, invece, di chiederle, lasciandomi cadere sul cuscino e giocando col colletto della camicia che indosso.
-Stai bene?- chiede lei, ironica e titubante allo stesso tempo, gattonando verso di me; ben presto me la ritrovo seduta sulle mie ginocchia e, ora che ci faccio caso, indossa un semplice maglioncino di lana, che le sta un po' grande, dallo scollo a barca.
Ma dove li trova questi vestiti?
"Ehi, non ti distrarre! Rispondi alla sua domanda!" la mia vocina (che si rivela essere più sveglia di me) mi riporta nel mondo dei vivi, facendomi schiarire la gola, sotto lo sguardo perplesso di Kagome. Potrei rispondere benissimo di si, alla sua domanda...perchè sto bene. Mi sento molto più tranquillo, anche se non so il motivo...un po' intontito ma tranquillo...
"Uuuh, Inuyasha, non è che ti stai innamorando?" d-diavolo, no! Cosa c'entra, ora, questo?! Il fatto che mi senta tranquillo e che causalmente ci sia Kagome con me...è solo un caso, ecco!
E poi, perchè vuole sapere se sto bene o meno? Che si sia preoccupata per me? In fondo...mi ha punito ingiustamente...avrebbe tutti i motivi per pentirsi, no?
-Perchè vuoi saperlo, Kagome?- chiedo, curioso di sapere la risposta. Lei ridacchia.
-Non lo immagini?- chiede, divertita, scoccando un'occhiata al mio collo, che subito copro con un mano. I buchi sono spariti...
-Se te l'ho chiesto...- le faccio intendere, sorridendo leggermente e facendo spallucce.
Lei mi guarda, scostandomi la mano dal collo e soffiandoci leggermente "Freddo..." -Secondo te?- mi chiede, lasciandomi rimettere la mano al suo posto.
-Uff, credo sia...perchè ti sei preoccupata o pentita in qualche modo?- butto lì, ottenendo soltanto il silenzio come risposta. Poi una risata grossa, che mi fa salire i nervi.
-No- risponde secca, lei -Certo che no- continua -Mi piace il tuo sangue Inuyasha, e come vampira ne sono dipendente...fai due più due e-
-Aaah, cavolo, smettila! Non sono bravo in geometria!-
-Matematica...-
-Quello che è!-
La guardo male, ricevendo un'occhiata scettica da parte sua.
-Sei pure stupido....- mormora Kagome, ad un certo punto -Ti ho chiesto se stavi bene perchè ne voglio ancora...- mi spiega, poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Cos?! Stai scherzando, spero! Mi farai malissimo!- scatto subito, io, preoccupato dal dolore che potrebbe procurarmi e il consueto capogiro che ne seguirà. Lei ghigna.
-Vuoi provare?- mi chiede, maliziosa, abbassandosi al mio collo; ancora coperto dalla mano.
-No, Kagome, ascolta...- cerco di fermarla, preso dal panico.
-Non te l'ho già detto, Inuyasha? Mi devi ubbidire...o segui le regole, o sarai punito- deglutisco, sentendo la sua mano scostare la mia, lasciando libero il mio collo.
Che cosa faccio? Che cosa faccio, diamine, cosa?! Sono così...così debole! E lei non smette un attimo si sfruttarmi! "Cazzo, cazzo, Inuyasha! Non puoi continuare così, cavolo! Non devi lasciarti sottomettere in...questo modo!"
-'Sta tranquillo- il dolce bacio sulla guancia che mi scocca Kagome, mi lascia di stucco.
Lei non ha mai fatto così..."Ma lei è bipolare!"
-Starei tranquillo solo se tu la smettessi di fare così!- sbotto in un sussurro, provocando la sua ilarità; la presa sulla mia mano si stringe, una presa che, in qualche modo, mi rende un po' più tranquillo. Ma da qualche parte, nel mio corpo, nella mia testa, sento qualcosa cambiare.
E, di nuovo, la sua lingua mi lecca il collo, facendomi correre brividi lungo la schiena, la sua presa si stringe sulla mia mano come per rassicurarmi e...un morso.
Non è forte, non fa male...sento solo un pizzicotto, poi qualcosa si dirama per tutto il mio corpo...qualcosa di infinitamente piacevole.
Deglutisco, vedendo tutto più sfocato e sentendomi rilassato, scosse elettriche mi corrono per la spina dorsale e la salivazione aumenta...è normale?
Non so cosa mi prende, qualcosa nella mia mente scatta: le cingo la vita, scambiando le posizioni e sentendola sorridere contro il mio collo. La abbraccio istantaneamente, sempre più forte sentendo le sensazioni piacevoli aumentare, poi lei si stacca, leccando la ferita.
-Vorrei berne di più, ma credo che per oggi basti...- sussurra, mentre io mi puntello con le mani al cuscino, bloccandola sotto di me.
-Cosa mi è successo?- chiedo, la voce divenuta roca.
-Troppe sensazioni piacevoli, suppongo?- si rilassa lei, chiudendo gli occhi e sorridendo leggermente, le braccia intorno al mio collo e le mani che mi accarezzano dolcemente i capelli.
-Vuoi dire che...- lascio la frase in sospeso, non trovando il vocabolo adatto e finendo per arrossire come uno stupido. Ma che cavolo, Inuyasha, come puoi essere così pudico?
-Che ti è piaciuto- termina, per me, lei.
"Perchè sembra intendere qualcos'altro?!" deglutisco, notando come il lato del suo labbro sia sporco del mio sangue. Ehm...potrei farlo, in fondo, no?
-Che bambina...- sussurro, chinandomi su di lei e leccando i rimasugli di sangue; il fatto di toccare leggermente le sue labbra con la mia lingua, poi, è assolutamente casuale...
-E me lo viene a dire uno che, per baciarmi, approfitta di una cosa come questa?- mi canzona lei, aprendo un occhio. E, solita espressione da gufo e sorrisetto...cavolo, mi ha colto sul fatto..."Certo, può leggerti nella mente, idiota..."
-Tsk, se volessi baciarti l'avrei fatto da tempo...- borbotto, cercando di recuperare la situazione; invano. Lei ridacchia, guardandomi sempre più eloquentemente.
-Fallo- mi provoca, richiudendo l'occhio come se dormisse.
-Non voglio...- "Bugia"
-Sai bene che non è così...- "Cazzo"
Non so nemmeno perchè lo sto facendo, mi chino su di lei e le scocco un bacio veloce sulle labbra, nascondendo, poi, il volto nell'incavo del suo collo.
-Inuyasha- si trattiene dal ridere, lei.
-Qualunque cosa tu abbia in mente da dire...stai zitta-
-Come vuoi-
-E non ridere, diamine!-
Non dovresti starle così vicino...non dovresti abbandonarti a così tante sensazioni...
"Solo per stavolta, solo per stavolta e poi...poi ritornerà tutto come prima"
-Ti sei già addormentato? Che bambino...-

Mi rigiro nel letto, cercando invano di riaddomentarmi.
"Diavolo, ma chi ha inventato i galli?"
-Dio...- apro gli occhi, sbattendoli, in cerca di un posto dove non possa essere accecato dalla luce del sole; inutile, è tutto così illuminato..."Anche troppo!"
Grugnisco, mettendomi supino nel letto e tastando la superficie del materasso con una mano, stoppandomi non appena percepisco un corpo a qualche centimetro da essa. Spalanco gli occhi.
-Kagome?- mi volto, vedendola accucciata e dormiente. Aspetta, ma i vampiri dormono?
"Carina..." è più infantile di quanto pensassi, quando dorme, sembra quasi un...no, non è un angelo. Calcolando tutto ciò che mi fa giornalmente...non è assolutamente un angelo.
Eppure, quei capelli neri che le incorniciano il volto, quell'espressione così rilassata...oh no no, Inuyasha, non è per niente un angelo. Anzi, possiamo dire che lei è l'antitesi dell'angelo.
"Mi sembra esagerato..." ma è così "Bah...comunque è carina"
-Certo, che sei davvero problematico...-
Aggrotto le sopracciglia, osservandola alzarsi dalla sua posizione col volto basso, per poi sistemarsi la frangetta all'indietro. Solo a quel punto, alza il volto, rivelando delle occhiaie ed uno sguardo tutt'altro che rilassato. E l'angelo di prima, dov'è andato?
"Non c'è mai stato"
-Kagome? Che ti è successo?- le chiedo nervoso, mettendomi seduto anch'io sul materasso.
Lei mi scocca un'occhiata truce, dal basso del suo volto, la bocca semiaperta che lascia vedere i canini appuntiti -Oh, ho solo dormito con un elefante che probabilmente mi ha scambiato per il suo teddy bear personale...- sibila, riportandosi la frangia all'indietro, con l'ennesimo risultato di scombinarla di più.
Mi scappa una risata.
-Cosa ridi?!- scatta lei, protendendosi verso di me, a bocca aperta, come se fosse un gatto infastidito -Hai idea di quanto noi vampiri abbiamo un sonno leggero?! Con i tuoi continui abbracci e alitamenti sul collo non ho potuto dormire! Per non parlare di quante volte hai parlato nel sonno! Cavolo, ed io che ti ho anche prestato il letto!- sbotta, facendomi sorridere nervosamente.
Devo dire, che dura abbastanza poco, quel sorriso...anche perchè...
-Puahahah! Mi scusi tanto, signorina "Ho il sonno leggero", questo suo umile servitore non la disturberà più...nè le darà mai più il suo sangue- dico, tra le risate -Così da non svenire ed occupare ancora una volta il suo letto- continuo, subito dopo, in modo secco e serio.
Lei mi guarda come per dirmi "Mi stai prendendo in giro?", poi sospira sonoramente.
-Inuyasha, non so sei hai capito bene...- fa, apparentemente tranquilla, puntellando le mani sul materasso, vicino ai miei fianchi e facendo avvicinare il suo volto al mio -Tu, sei solo un servitore...ed io, mi prendo quando e come vcglio il tuo sangue. Intesi?- mi sibila, fulminandomi con lo sguardo. Io la guardo serafico, assumendo pian piano un espressione scettica.
-Quindi, ti importa qualcosa se non hai il mio sangue?- le chiedo, nascondendo il divertimento sotto ai baffi. Lei diventa sorpresa, esclamando un "N-non!" ma stoppandosi dal dirlo non appena inizio a rotolare sul letto per le risate.
-Stupido, che stai facendo?!-
Rido ancora, pensando ad una sola cosa:
-Kagome...-
-Che vuoi?!-
-So il tuo punto debole...-

-Su, voltati- osservo Kagome scendere dal letto, gettandomi un'occhiata abbastanza infastidita.
-Eh?- chiedo, seguendo i suoi movimenti con lo sguardo. Perchè dovrei voltarmi?
-Voltati, mi devo cambiare- fa lei, aspettando che io lo faccia, con un sorrisetto nervoso.
Io trattengo una risata -Ti vergogni?- le chiedo, divertito.
-No- dice lei, tranquilla, con lo stesso sorrisetto -Evito di far vergognare te-
La mia espressione cambia in un attimo: il sorriso che avevo si spegne, le guance diventano rosse e la bocca si apre; nella mia mente, passa la fugace immagine di Kagome intenta a cambiarsi. Inuyasha, stai sbavando...
"Too hot..."
-Tsk, scusa tanto, eh- dico, voltandomi, provocando la sua risata.
Insomma, perchè deve sempre finire così? Sento rumore di vestiti, immagino che Kagome li stia facendo cadere a terra...bah, è solo una magliettina, le viene così difficile poggiarla da qualche parte? Ma quanto può essere pigra? Okay che anch'io non ci faccio molto caso, ma almeno le poggio nella sedia e...no, aspetta, ma perchè sto pensando a cose così inutili?
-Hai finito?- mi volto piano, ritrovandomi Kagome davanti agli occhi, in piedi, con le mani sui fianchi a guardarmi soddisfatta. L'ho già detto che è bella?
"Ma non l'avevi surclassata al carina?"
-No, non hai finito- mi rispondo da solo, voltandomi subito verso il muro ed osservando tutta la sua bellezza. Può, un muro, essere così meraviglioso? Quel bianco steso con così tanta cura...il perfetto abbinamento con l'arredamento della camera...ah, questa si che è arte.
"Io avrei pensato di più allo scollo del reggiseno di Kagome..."
Che bella giornata, eh?
-Asp-ch-che stai facendo?!- eslcamo, non appena sento le mani di Kagome (fredde come sempre) toccarmi il collo. Ha una fissa, per caso?
-Uffa, sei sempre così pudico, Inuyasha- si lamenta lei; e, scometto, che, ora, ha messo su un broncio degno di una bambina.
"Controlliamo? Magari, oltre a quello, vediamo qualcos'altro..." ma Dio...! Come può, la mia mente, pensare anche solo queste cose?!
-Sei un maschio, Inuyasha, è abbastanza normale- ah, giusto, mi dimentico sempre che può leggermi nel pensiero...
-E allora? Sono un bravo ragazzo, io...- borbotto, guardando dritto davanti a me (devo dire che è davvero bellissimo, il muro) ed ignorando le sue mani; che, pian piano, mi accarezzano le spalle.
-Bravo ragazzo, davvero...- mi sussurra ironica, al mio orecchio, stringendomi le spalle e spilanciandomi all'indietro -Così bravo ragazzo...- vedo il muro allontanarsi, sostituito dalla visuale dal basso del corpo di Kagome -Che ti fai buttare dal letto, da una ragazza...-
-Ahia!- "Che belle mutandine..."
La sento ridacchiare un attimo, poi sparisce dalla mia visuale, lasciandomi solo nella camera.
"Cos'è appena successo?"

-Quindi, da quel che dici tu...e le tue regole...dovrei ubbidirti sempre?- vedo Kagome sistemare qualche libro nella libreria, per poi gettarmi un'occhiata di malavoglia.
-Si...- dice, tornando alla sua scrivania. È vestita con una semplice camicia e gonna a pieghe fucsia, una cravatta del medesimo colore, le circonda il colletto della camicia e i capelli, stavolta sistemati, sono acconciati col solito fermaglio a forma di rosa. Ai piedi, dei semplici stivali neri.
-Ecco, io continuo a dire che, questa storia delle regole, sia una gran cretinata...- dico, raggiungendola velocemente e ricevendo un'altra occhiata annoiata da parte sua; gli occhi color zaffiro cerchiati dalle occhiaie.
A me, è toccato il solito vestito da servitore: gilet e pantaloni neri, camicia bianca e scarpe da vecchio. Beh, non che abbia chissà quale aspettative riguardo al vestiario...
-Una cretinata?- fa lei, come se la stessi prendendo in giro e bloccandosi dal mischiare chissà quali strani fluidi nelle sue ampolle e provette -Hai idea di quanto sia serio, per un vampiro, tutto ciò?- mi chiede, poi, guardandomi male e sbattendo le mani sul tavolo.
-Si, però calma...- mormoro, io, sorridendo nervosamente -Spiegami, allora! Sono tutt'orecchi!- alzo, poi, la voce; il suo sguardo si fa infastidito, ma abbastanza convinto.
-E sia- annuisce. Poi, dopo uno schiocco di dita, mi sento sedere su una sedia.
"Da perfetta maga...che clichè"
-Clichè abbastanza affascinante, non credi?- ghigna, rispondendo ai miei pensieri.
Io sbuffo una risata, borbottando un "Si, certo" per prenderla in giro.
-D'accordo...noi vampiri, eh? Effettivamente non te ne ho parlato molto...- si appoggia alla scrivania, guardandomi dritto negli occhi -Hai presente, tutte quelle cose che hai letto in quel libro?- mi chiede.
Io annuisco. E, magari, se ne esce con una cosa del tipo "Bene, allora ti bastano quelle"...
"Ne sarebbe capace..."
-Bene- esordisce -Cancellale-
-Cosa?-
-Quello che ho detto-
Okay, devo essere io poco sveglio...ma, se sono scritte in un libro, cavolo, una specie di bestiario, qualche fondo di verità devono averle..."Com'è che si chiamava, l'autore? Oswald...Come? Cook?"
-Non ti servono assolutamente, quelle...cretinate, scritte su quel libro...tralasciando le cose base sui vampiri, le cose in più da sapere sono davvero poche- mi spiega -Noi, sappiamo...che un vampiro?-
-Beve sangue, si trasforma in qualche animale notturno, è una creatura notturna anch'essa e che è...bello- uffa, perchè ho tentennato, all'ultimo?
-Bene- annuisce, lei -È tutto più o meno vero. Beviamo sangue, si. Ci trasformiamo in creature notturne, anche...e possiamo dire che viviamo meglio di notte...ma per un semplice fatto: alla luce del sole è molto più difficile resistere al sangue e, inoltre, i nostri poteri sono molto più deboli. Possiamo dire che siamo più esposti, al sole- termina, incrociando le braccia.
-E...che poteri, esattamente?- chiedo io, curioso.
-Uno lo sai gia, possiamo leggere nella mente di tutte le persone. È si, abbastanza comodo...- mi manda un sorrisetto malizioso -Ma anche piuttosto impegnativo e confusionario...-
Annuisco, sussurrando un "Perchè?" a cui lei risponde subito:
-Non possiamo scegliere la persona a cui leggere nel pensiero...è automatico, lo facciamo con tutti e allo stesso tempo, e spreca molta energia magica. È come stare a scuola, in una classe dove gli alunni stanno facendo baccano...senti tante voci e ti confondi- fa spallucce, come se, in realtà, fosse cosa da nulla.
-E tu come fai, a capire determinati pensieri, in tutto quel caos?- le chiedo, riferendomi al fatto che sappia perfettamente cosa io pensi, senza capire male o altro.
-Metto a fuoco la persona che mi interessa e tutto il resto si attutisce- spiega, come se fosse la cosa più semplice del mondo -C'è, ma si attutisce- continua.
Io annuisco -Altro?-
-Siamo telecinetici e abbiamo un olfatto sviluppato, sopratutto per il sangue, così come l'udito. Forza e agilità sono molto più progrediti rispetto a quelli di un uomo, e possiamo vedere perfettamente al buio...prendici come dei gatti, insomma- appena termina, i pensieri mi vanno all'episodio del gatto nel davanzale della finestra. Che sia stata veramente lei?
Deglutisco -I tuoi genitori sono anche vampiri? E...come hai fatto ieri? E prima, quando mi hai fatto sedere?- sono tante domande, lo ammetto, ma devo sapere.
-Si, sono vampiri anche loro. Ieri è...è abbastanza complicato da spiegare. Così come prima... possiamo dire che sia magia, ma non proviene da me. In questa casa, viveva una potente strega, un tempo...diciamo che, tutto ciò di magico in questa dimora, sia opera sua. Io ne faccio solo utilizzo e...no, non hai capito-
-Sinceramente? No-
La vedo sbuffare sonoramente -D'accordo, d'accordo...non è poi così importante, in fondo- si massaggia le tempie -Passiamo ad altro...-
-Perchè sono importanti, le regole?-
-Hai presente quando ti ho morso? Ecco, quando un vampiro morde qualcuno...instaura un legame con la persona morsa. Le regole, naturalmente, non c'entrano normalmente con un vampiro: solo che a me piace sottomettere, e le uso a mio piacimento- mi sorride sorniona, come se, ciò che ha appena detto, sia la cosa più naturale al mondo.
-D'accordo e...ehm, perchè prima mi ha fatto male e poi...beh...-
-Ti è piaciuto?-
-Si, hai capito- arrosisco, al ricordo di ciò che mi è preso. Diamine, ed io che pensavo di dover odiare la prospettiva di far bere sangue a Kagome...
-Noi vampiri, quando beviamo il sangue di queste sopratutto, possiamo controllare le emozioni delle persone-  ah. Quindi è lei che decide se mi piace, o meno?
-E, normalmente, com'è un morso?-
-Doloroso- fa spallucce, lei.
Ah. Capisco.
-Devo seguire per forza, quelle regole?- chiedo, dopo qualche minuto di silenzio.
-Se non vuoi essere punito, si...- mi risponde Kagome, tornando ai suoi lavoretti.
Io sospiro "Che vita di stenti..."

-E tu? Io ti ho detto abbastanza cose di me...tu, che mi racconti di te?- dice, dopo qualche minuto di silenzio, facendomi alzare il volto dal contemplare il pavimento dello studio.
Lei è voltata di spalle, a fare chissà che cosa.
-Io? Non è molto interessante, la mia vita...- dico, sorpreso.
Cosa dovrei dire? È una vita come un'altra, la mia. Nulla di che...
-Non lo so- esordisce lei, facendo spallucce -Ad esempio, sai di non essere umano?- mi scocca un'occhiata eloquente, voltando leggermente il volto verso di me.
Sospiro "Cavolo, ma perchè mi dicono tutti la stessa cosa?" -Dai, continui ancora con questa storia, Kagome? Io sono un umano, niente di più e niente di meno- incrocio le braccia, stanco di sentirmi ripetere sempre la stessa cosa.
-Perchè ne sei così sicuro?- sussurra lei, voltandosi verso di me e  guardandomi con sguardo intenso. Deglutisco.
-Perchè ne sei così sicura?- chiedo, a tono.
-Insomma- si gratta nervosamente la nuca -Riesco a sentirlo- mi guarda, chiudendo un'occhio
-Capito?-
-E cosa sarei, di grazia?- sussurro, come in trance. Lei deglutisce, come in difficoltà, poi, dopo un "Ecco..." mormorato, inizia a parlare:
-Un demone- apre anche l'altro occhio, guardandomi dritto in volto -Credo che tu possa essere definito un demone- mi spiega -Un infimo demone che, durante le notti di luna piena, si trasforma in lupo...- si avvicina a me, chinandosi non appena mi giunge davanti.
-Un licantropo?- chiedo, riassumendo il tutto.
Lei ridacchia -Proprio così- dice, accarezzandomi la guancia con un dito -Un bel lupacchiotto, pronto ad azzannare ed uccidere solo per brama...- ghigna, facendo scorrere il dito verso il mio mento ed alzandolo.
-Tsk- sbotto io, guardando altrove -E perchè, io, non ne so nulla?- le chiedo, infastidito.
-Probabilmente- dice, guardandomi come se fossi un ragazzino -I tuoi genitori, avranno fatto qualcosa in merito...sai, non è molto ben visto, il lupo, da queste parti...sopratutto se mezzosangue- la voce, misteriosa, richiama in me ricordi ormai seppelliti da anni.
Fa male.
Sono confuso...
Mamma, papà...fa male...
-No!- esclamo, allontanandola da me -Io...io...! Sono umano, tu sei una bugiarda! Vuoi solo ingannarmi!- mi alzo velocemente dalla sedia, guardando Kagome che, ora, sembra quasi ferita. O dispiaciuta?
-Ah, d'accordo- fa, ad un certo punto, fredda e spietata -Sono una bugiarda. Giusto- si volta di spalle, stringendo i pugni -E tu un umano. Un inutile, debole umano-
-Kagome...io...-
-Oh, scusa, colpa mia...- si volta verso di me, con un sorrisetto abbastanza stronzo -Sei utile, a qualcosa...giocattolino- il ghigno, che le incornicia il volto, mi paralizza.
Così come la sua risata, beffarda, spietata e fin troppo sincera...
"Sei uno stupido...pensavi davvero che lei-" no, non l'ho mai pensato.
Mai.
In fondo, sono solo un giocattolino.

-Ehilà- vedo Miroku venire verso di me, tenendo un vassoio pieno di roba buona in mano.
Oh...è gia ora di pranzo? Ora che ci penso, ho abbastanza fame...
-Tutto okay?- mi chiede, chinandosi su di me, seduto sugli scalini come un pupazzo.
Sorrido amaramente "Come il giocattolo che sono..."
Provo a parlare, ma mi rendo conto di avere la voce troppo roca per esprimermi in modo umano, così getto un'occhiata a Miroku, cercando di sorridere.
A giudicare dalla sua espressione, ciò che ne è venuto fuori, è una smorfia poco allegra.
-Ho capito- sospira -Porto questo e poi mi racconti tutto- senza aspettare risposta, lo vedo salire le scale, diretto verso il balconcino che porta ad altre quattro stanze.
Una di queste, probabilmente, sarà la sala da pranzo.
Lo guardo finchè mi è possibile, poi riabbasso il capo, sentendo il mio stomaco brontolare rumorosamente. Ho fame...voglio mangiare...
"Forse, anche Kagome è affamata...avrà bisogno di sangue?" scaccio subito via quel pensiero, tirandomi uno schiaffo e stringendo i denti. Non devo pensarla, non ora che mi ha praticamente detto che, per lei, sono solo un giocattolo. Deglutisco, sentendo la gola sempre più secca ed un brutto sapore in bocca.
Voleva farmi deprimere fin dall'inizio? Voleva vedermi così...perchè le piace?
"Ho disubbidito ancora una volta...mi aspetterà un'altra punizione?"
-Ehi, ehi, Inuyasha, non deprimerti ancora di più!- metto a fuoco ciò che ho davanti: una mano che si muove a mo' di saluto. Miroku?
Alzo il volto, ritrovandomi il volto un po' preoccupato e un po' divertito di Miroku.
-Oh, finalmente! Sembravi un morto!- esclama, facendomi ridere leggermente.
-Credo che, in queste situazioni, sarebbe meglio...- mormoro, riportando ancora una volta lo sguardo ai gradini, coperti dal tappeto rosso.
Lui sbuffa una risata, mormorando un "Si, certo" poi si siede accanto a me.
-Dai, racconta- dice, riportandosi i capelli all'indietro, sporcandoseli leggermente di farina.
Ma che hanno preparato?
-Non c'è poi molto, da raccontare...- dico, con voce roca, schiarendomela subito dopo -Non sono tipo da lamentarmi dei miei problemi, con altra gente- faccio, poi, spallucce.
Miroku mi tira una pacca nella schiena, così forte da sbilanciarmi leggermente.
-Oh, Inuyasha! Smettila di fare il "forte" di 'sta ceppa!- qui mi scappa una risatina -Ogni uomo ha i suoi momenti depressi, ogni uomo può permettersi di piangere, o sfogarsi! Qualche volta, raramente...ma anche sempre! Se ti fa sentire meglio, fallo e basta!- esclama, in modo più serio del previsto, guardandomi dritto negli occhi.
Lo guardo, anch'io serio, deglutisco e...rido.
Scoppio a ridere sotto il suo sguardo sconvolto, lasciandomi scappare, tra le risate, un "Che diamine era, quel discorso filosofico? Spero tu stia scherzando!" che trascina anche lui in una risata. Diamine...odio quando la gente riesce a farmi ridere...
-Grazie, Miroku- gli sorrido, dandogli una pacca sul braccio.
Lui incrocia le braccia -Non c'è di che!- dice, gonfiando il petto -Sappiamo tutti che sono stupendameravigliosamente bravo in questo tipo di co-
Non riesce a finire la frase che un colpo di mattarello lo zittisce:
-Dannato maniaco, ora marini anche il lavoro?! Ma io ti ammazzo!- Sango, dietro di lui, lo prende per il colletto, scuotendolo più e più volte; mentre lui delira, con la schiuma alla bocca. Quanto possono essere infantili, questi due?
-Ad ogni modo, Inuyasha!- Sango lascia andare Miroku, senza badare minimamente a lui e si avvicina pericolsamente a me -Quando avresti intenzione di mangiare?! Sembri un denutrito, cavolo! Ora tu vieni con me e- scoppio a ridere, facendola diventare perplessa.
-Che ho detto?- mi chiede, quando mi sono un po' calmato.
-Nulla, mamma-
Tutto ciò...mi riporta alla mente, Sesshomaru...

-Fratellone...!- singhiozzo, guardando il ragazzo seduto accanto a me.
Lui non fa una piega -Non sono tuo fratello, Inuyasha- dice, carezzandomi la testa, per poi tornare al suo libro. Mi scappa un altro singhiozzo.
-Si, ma...- provo a dire, la voce roca -Per me lo sei- sorrido leggermente, guardandolo. Lui non mi degna di uno sguardo, continuando a leggere il suo libro senza far trasparire alcuna emozione. Ciò, però, non mi da alcun fastidio.
Abbasso la testa, sorridendo sempre di più.
"È rassicurante, la sua presenza..."

"Ripensandoci, è per lui, che tengo i capelli lunghi..." penso, camminando per la villa senza una meta precisa "Volevo assomigliargli il tutto e per tutto..." sorrido amaramente, ripensando a quanto mi sia stato d'aiuto in quel periodo.
Non riesco a formulare quanto mi sia disperato, dopo la sua partenza. Mi lasciò con una semplice frase del tipo "Ci rivedremo" ed ha preso il primo treno per una città lontana.
Voleva diventare alchimista...
-Per quanto ci ripensi, non credo possa servire a qualcosa...- sospiro, chiudendo per un attimo gli occhi ed abbassando la testa. Passo davanti a qualche stanza, mentre il mio stomaco digerisce, soddisfatto da ciò che ha mangiato prima. Ridacchio, accarezzandomelo e scacciando il pensiero di Kagome dalla mia testa. Devo rilassarmi, per ora.
"A lei e alla sua fame, penserò do-"
-Oh, mi scusi...- una voce delicata mi riporta alla realtà, facendomi tornare indietro di qualche passo e abbassare la testa: di fronte a me, una ragazzina di appena vent'anni che mi guarda con sguardo di scuse. "Mi è venuta addosso..."
-Non si preoccupi- le dico, perplesso, osservando la sua figura, seminascosta da una pila di asciugamani -Vuole una mano?- le chiedo, protendendo le mani verso di lei che si scosta, esclamando un "Ma no, non si preoccupi!" per poi perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente a terra.
-Ara, ara...- mormora, grattandosi la nuca e, una volta accortasi del guaio, iniziando a sistemare il tutto con fretta.
Io mi chino, prendendo quanti più asciugamani riesco e sorridendole -Lei è giapponese?- le chiedo, riconoscendo in quel "Ara, ara" un esclamazione tipica dell'oriente.
Lei mi guarda sorpresa -Si capisce?- chiede, leggermente preoccupata.
-Solo per chi conosce la lingua...- le faccio l'occhiolino, prendendo anche gli altri asciugamani dalle sue mani -A questi ci penso io, non si preoccupi!- esclamo, infine. Poi, senza attendere risposta, inizio a camminare nella direzione opposta alla mia.
-Ma...! Il signorino Souta!- la sento esclamare, prima di svoltare un angolo.
"Quindi, sono per Souta..." penso, percorrendo mentalmente il tragitto da qui a camera sua ed accelerando il passo "Bene! Più mi distraggo e meglio è!"
-È permesso?- chiedo, aprendo la porta leggermente socchiusa e trovando il ragazzino piacevolmente addormentato sul suo letto a due piazze.
Sono solo io, ad avercelo ad una piazza?
Mi avvicino al letto con passo abbastanza leggero, stando attento a non fare rumore, quando una voce mi paralizza sul posto.
-Che ci fai qui?- ha un tono abbastanza roco e stanco, graffiato, come se fosse sul punto di morire. È un po' buffa...
-Kagome...- sospiro, osservandola. Distesa scompostamente su letto, la camicia aperta di tre bottoni, la cravatta sciolta ed un braccio a coprirsi gli occhi. Okay, sembra aver passato un ultimo quarto d'ora infernale...ma che posso farci?
Si muove leggermente, alzando una gamba coperta solo dalle calze e lasciando l'altra distesa, deglutendo. L'ennesimo sospiro esce dalla mia bocca.
-Cos'ha?- chiedo, avvicinandomi a Souta per poggiare gli asciugamani sul comodino accanto al suo letto; notando che ansima terribilmente e, la pelle lattea, appare sudata.
-Malato...- mormora lei, sospirando pesantemente.
-Malato? Ma i vampiri...tecnicamente...- provo a dire, guardandola mettersi seduta sul letto e sbuffare terribilmente, passandosi una mano sul volto stanco.
-Si, tecnicamente non dovremmo ammalarci...ma non è così. Se beviamo sangue di esseri umani malati, o smettiamo di berne per un determinato tempo...ci ammaliamo anche noi- mi spiega lanciandomi un'occhiataccia che subito ricambio.
-Ah- faccio, soltanto, freddo -E a lui, che è capitato?-
-Secondo te?-
-Secondo me nulla. Come potrei saperlo?- alzo gli occhi al cielo, pensando che, ancora una volta, è arrabbiata per chissà quale motivo al mondo.
"Dovrei essere io, quello arrabbiato, qui..." non lo sono?
-Ha bevuto il sangue di un cerbiatto ammalato, semplice- si lascia cadere sul letto, rimettendosi un braccio a coprirsi gli occhi.
-E, beh, io che dovrei fare?- esclamo, spazientito da questo suo comportamento.
-Nulla?- mi chiede, sarcastica.
E, a quel punto, faccio il giro del letto e la raggiungo a passo spedito, fermandomi accanto al suo corpo disteso.
-Che vuoi?- sospira.
-Voglio le tue scuse-
Il suo corpo si irrigidisce leggermente, segno che, ciò, la sta solamente infastidendo ancora di più. Faccio un sorrisetto.
-Per cosa?- mi chiede, facendo la finta tonta.
-Oh, lo sai bene- esordisco, io -Mi hai chiamato giocattolino, ricordi?-
-Perchè lo sei-
-No che non lo sono!- esclamo, preso da chissà quale convinzione.
-Mmmh- grugnisce, lei -E cosa te lo dice?-
-Ehm...beh, se fossi un giocattolino, non ti saresti mai preoccupata per me e- mi sento preso per il colletto e tirato verso il basso; andando ad icontrare il volto di Kagome: stavolta, messa seduta. Mi guarda per qualche secondo, non facendo assolutamente nulla.
-Kagome?- la chiamo io, ipnotizzato da quegli occhi color zaffiro, cerchiati dalle occhiaie.
-Oh, sta un po' zitto- mi sibila, protendendosi verso il mio collo e mordendomelo delicatamente; subito una sensazione piacevole mi attraversa il corpo, facendomi tremare le ginocchia ed appoggiare una mano al materasso, in modo da non cadere.
"Possibile che, il suo unico pensiero appena mi vede, sia azzannarmi il collo?"

-Uff, potresti essere un po' meno brusca...- borbotto, tastandomi il collo, seduto sul letto.
Lei mi guarda come se nulla fosse, poi si lascia cadere sul letto, distesa di lato -Ora puoi andare- fa, chiudendo gli occhi. Insomma, ma è così stanca?
-Ah, certo...ora che ti ho dato il mio sangue, posso andare...- sbotto, ritrovando il cattivo umore e la rabbia -Tsk, che viziata- mi alzo dal letto, ignorando il suo grugnito.
-Ehi, fermo, dai- mi afferra la maglia, guardandomi con gli occhi socchiusi -Sei arrabbiato?- mi chiede, quasi dispiaciuta.
"Ma...ma...! Che diamine le prende, tutto ad un tratto?!"
-Ma sei bipolare o cosa?-
-Sono solo preoccupata per te...-
-Non serve, sai?!- mi allontano da lei, guardandola in cagnesco -Dormi pure, visto che, ieri sera, non ti ho fatto dormire...e scusa tanto, eh!- faccio il giro del letto, ignorando le sue proteste appena sussurrate.
-Fratellone?- la voce di Souta mi ferma sulla soglia, facendomi voltare -Fratellone Inuyasha?- fa, mettendosi seduto e guardandomi sofferente.
Io digrigno i denti, mentre Kagome mi lancia un sorrisetto, anche lei seduta sul letto.
-Curalo, Inuyasha- mi ordina, indicandolo col mento.
"Vaffanculo"
Mi dirigo verso Souta -Cos'hai?- gli chiedo, poggiandogli le mani sulle spalle.
Sbrighiamoci e basta.
-Sete...- mormora lui, facendomi paralizzare. No, no...anche lui vuole...?
Il suo sguardo si posa sul mio collo, mentre le sue mani sulle mie braccia -Fratellone...mi daresti il tuo sangue?- mi sorride, in modo abbastanza inquietante; poi, senza aspettare risposta, si protende verso il mio collo.
-No!- esclamo, ma Kagome è più veloce di me:
-Fermati, Souta- fa, gelida, afferrando il fratello dalle spalle e tirandolo indietro -Bevi il mio, invece del suo- Souta le scocca un'occhiata strana, che non so decifrare, poi segue ciò che gli è stato detto. Afferra il polso della sorella, mordendolo sotto il suo sguardo serafico.
-Voi siete tutti pazzi- mi alzo immediatamente dalla mia posizione, troppo impressionato da ciò che ho appena visto e abbastanza schifato.
"Ne ho abbastanza" penso, uscendo velocemente dalla camera "Ne ho davvero abbastanza, non ci capisco più nulla, tutto ciò mi rende così confuso e-"
Vuoi provare a muovere, tu, i fili di tutto?
"Smettila, non ti ci mettere anche tu, dannata voce!" mi dirigo velocemente verso la mia camera, entrando e sbattendo la porta.
Poi mi butto sul letto.
Voglio solo dormire, dormire, dimenticare tutto...e, magari, svegliarmi diverso.

Ho la nausea, mi gira la testa...diamine, quanto ho dormito?
Apro gli occhi, trovandomi ancora sdraiato nel letto, nella stessa posizione di quando mi sono addormentato, non ho le coperte addosso...ed è...notte?
-Cacchio!- mi alzo velocemente, venendo subito colpito da un capogiro che mi confonde più di quanto io lo sia già -Che ora è?- domando, a nessun in particolare, girando la testa alla ricerca di un orologio. Nel modo di girarla, i capelli mi vanno davanti agli occhi.
E...sono bianchi.
Potrei anche vederci male e, luce della luna esclusa, è pur sempre notte...eppure mi sembra che siano...bianchi. Argentei, bianchi...siamo circa lì.
Deglutisco. Alzandomi piano dal letto e dirigendomi verso il mio bagno personale.
"Devo sciaquarmi il volto..." apro per un attimo la luce, constatando che mi da fastidio: spegniamola. Poi mi dirigo verso il lavabo, pronto a sciaquarmi la faccia.
Devo vederci chiaro...mi sento male, come se avessi la febbre ed ho caldo...per non parlare del mio stomaco, brontola incredibilmente...cosa diamine sta succedendo? Che abbia veramente la febbre o chesoio?
L'acqua fredda, a contatto con il mio viso, mi fa correre un brivido di freddo lungo la schiena.
Appena alzo il viso, mi ritrovo davanti un Inuyasha...alquanto...strano.
"Starò sognando..." penso, guardando il mio riflesso e il mio volto gocciolante con sguardo tra il perplesso e lo sconcertato. Non fa paura, non è strano...solo...non me lo aspettavo.
I capelli, si sono scoloriti fino ad assumere una sfumatura candida, tra il bianco e l'argento. Gli occhi, color oro, mi consentono di vederci benissimo anche se è buio. Ho i canini, mi sembra di essere diventato più alto...e...quelle orecchie...dove le ho già viste?
Orecchie da cane, poste in cima alla testa, dello stesso colore dei miei capelli...mi permettono di sentire suoni lontani, di percepire benissimo l'ambiente intorno a me...è tutto...più chiaro.
Deglutisco, allontanandomi leggermente dallo specchio.
"Questo...sono io?"
Oh, no...tu sei molto, molto peggio...Inuyasha
Mi scappa un ansito, mi porto le mani alla testa, indietreggiando sempre di più.
Ho gli artigli...
Esatto, gli stessi artigli con cui hai ammazzato tantissima gente...
No...no! Perchè...perchè dovrei? Io...io non sono un assassino!
Sento il battito cardiaco accellerare, farmi tremare il corpo e prendere dall'ansia.
Un dolore acuto si impossessa del mio petto, brucia, brucia cazzo! Brucia, fa male!
Mi lascio cadere sulle ginocchia, piegato su me stesso dal dolore. Sento qualcosa squarciarmi la pelle della schiena, circa nella zona lombare, e il corpo mi pulsa, mandandomi completamente in confusione. Qualcosa, urla o risate, mi assordano, mentre ricordi confusi mi attraversano la mente. Mi sento male...
Le forze mi vengono meno, la vista si appanna, sto per cadere e...tutto diventa normale.
Il corpo, a poco a poco, smette di pulsare, di essere scosso dal battito accellerato del mio cuore, la vista si schiarisce, le forze si recuperano, la confusione svanisce e sento bene, benissimo.
Ansimo, poggiando la fronte al pavimento, mentre gli ultimi sintomi svaniscono.
Poi, solo poi, apro gli occhi e, qualcosa, in me, cambia davvero.
Mi sento bene.

"Quando volevo cambiare, non intendevo mica, di avere delle orecchie ed una coda!" mi gratto un orecchio, guardandomi dietro la coda argentea che mi esce dalla schiena e mi alza un po' la maglia. Da quel che ho capito, dovrebbe essere il continuo della mia spina dorsale...
-Beh, poco importa- faccio spallucce, continuando a camminare per il corridoio, in direzione della cucina. Se devo mangiare, a questo punto, facciamo un salto in cucina.
La villa è vuota, probabilmente tutti stanno dormendo...beh, meglio per me...potrò agire indisturbato e fare quello che voglio, visto che mi è passato tutto il sonno.
E poi, c'è da riflettere su questa situazione...
E Kagome...aveva ragione...per non parlare, poi, dei miei genitori...che non mi hanno detto nulla. Diavolo...
In poche parole, ho un sacco di cose a cui pensare.
Entro in cucina, osservando tutto ciò che la compone. E...no, non c'è nulla di già pronto, da mangiare...o, almeno, nulla che mi piaccia..."Fai il capriccioso anche quando muori di fame, Inuyasha?" beh, se fare il capriccioso vuol dire non mangiare cose che ti fanno passare la fame...."Prova a mangiarle, almeno, no?" no "Si"
Sbuffo sonoramente, maledicendo me stesso e la mia mania di mettermi a colloquiare con la mia amatissima "coscienza", aprendo la dispensa ed afferando il canestro di...pane.
Peccato, speravo ci fossero biscotti.
"Perchè, ora, i biscotti, vengono messi in un canestro?" si, sai...capuccetto rosso, il lupo, il canestro di biscotti da portare alla nonna...quelle cose lì.
Finisco di mangiare il pezzo di pane che ho staccato, accorgendomi che, ad ogni morso, la mia fame non diminuiva affatto e, anzi, se possibile, aumentava.
Interessante sapere, poi, che ho voglia di carne.
"Ed anche molto rassicurante, direi..."
Esco dalla cucina, dirigendomi a passo spedito verso la mia fonte di spiegazioni e scleri, ho la voglia di vederla pari a quella di...no, non esiste. Ma vorrei vederci chiaro...e, si da il caso che abbia un conto in sospeso con lei; quindi andiamo.
-Kagome, mi serve il tuo aiuto- spalanco la porta della sua camera, trovandola a girarsi dalla parte opposta alla mia, dopo un grugnito infastidito.
-C'è gente che dorme, non lo vedi?- biascica, come se stesse per avere una crisi di nervi.
-Si, si, certo- chiudo la porta alle mie spalle, dirigendomi verso il suo letto e sedendomici come se nulla fosse -Spiegami- dico, guardando la sua testa corvina.
Lei sbuffa sonoramente -Dio, no- dice, girandosi verso di me con sguardo esasperato -Ma che sei, un bambino? Ti devo spiegare sempre io, tutto?- si alza, guardandomi in cagnesco, contrariamente al mio sguardo tranquillissimo.
-No- dico secco -Ed ora smettila di fare la bambina, spiegami tutto-
Lei fa un sorrisetto -Cosa, di grazia?- dice, stendendosi di nuovo.
-Non lo so...stamattina, eri tanto in vena di parlare...- dico, ricambiando il suo sorrisetto.
-Ah si, mi ricordo...- fa lei -Non avevamo un discorso in sospeso?-
-Si e no, ma ora non importa. Spiega-
-Cosa?- fa spallucce, guardandomi come se stesse aspettando chissà che.
-Prima di tutto, sono un licantropo? Secondo, che cosa comporta esserlo? Terzo, perchè i miei non mi hanno detto nulla?- mi protendo verso di lei, appoggiando le ginocchia al materasso e le mani accanto al suo volto.
-Ed io, che ne so?- fa lei, divertita -Chiedilo ai tuoi!- esclama, poi, richiudendo gli occhi, come se nulla fosse. Io arriccio il naso, per nulla convinto, ma scelgo di adottare una strategia più...strafottente.
-Oh, davvero?- dico, alzandomi e facendole aprire gli occhi, curiosa -Pensavo sapessi tutto...mi sbagliavo, allora- faccio spallucce -Ciò non toglie, che puoi dirmi qualcosa sulla mia natura...-
-Non puoi tornare domani?-
-No-
-Dio...-
Sento uno schiocco di dita, poi un piccolo lume si accende, volteggiando sotto al baldacchino.
-Siediti- mormora, mettendosi seduta anche lei.
Io non me lo faccio ripetere due volte, mi siedo, osservando il lume e trovandomi sotto una luce candina. Non che ce ne fosse bisogno...da quel che ho capito, ci vedo benissimo al buio...maaa... mi piace lo stesso. La vedo guardarmi con un sopracciglio alzato.
-Lieta che ti piaccia questa atmosfera- fa, poi, non-curante; io alzo gli occhi al cielo: mi ha letto nel pensiero. Di nuovo.
-Quindi...- mormoro, un po' in soggezione dall'atmosfera -Ehm...sono un licantropo?- chiedo, muovendo nervosamente le orecchie. Lei gli lancia un'occhiata, per poi rivolgersi a me, guardandomi scettica.
-Secondo te?- dice retoricamente -Certo che lo sei...Inuyasha- risponde, subito dopo.
Io annuisco. Inspiegabilmente tranquillo.
-Bene- muovo un po' la coda, facendo ridacchiare Kagome -Cos'è, esattamente, un licantropo?- chiedo -Oltre, naturalmente, un lupo...- mi correggo subito dopo.
Lei fa per parlare, apre la bocca e la richiude subito, sorridendo.
-Perchè non lo scopri?- ridacchia -Non c'è gusto, sennò...- mi spiega, come per giustificarsi, di fronte al mio sguardo piuttosto infastidito.
-Per te non c'è mai, gusto...- borbotto, gonfiando le guance e, instintivamente, abbassando le orecchie da lupo. Lei ride, mettendosi una mano davanti alla bocca.
Si protende verso di me, ritrovandosi a gattoni e guardandomi tra il divertito e l'intenerito -Che farai, ora? Non sono poi così bugiarda...come vedi...- mi sussurra, con una punta di delusione nello sguardo, che sembra intensificarsi sempre di più.
-Ecco, si...- mormoro, in difficoltà -A tal proposito, devo chiederti scu- vengo bloccato da un suo dito, che si poggia sulle mie labbra, impedendomi di parlare.
-Sssh, non voglio sentire nessuna scusa...lupacchiotto- sussurra, con voce dolce -Oh, almeno, non per ora...- aggiunge, poi, facendo vagare lo sguardo per un attimo, dietro di me.
Io deglutisco, trovandomi ad arrossire nel guardare il suo volto così vicino al mio.
"Pervertito..."
-Già, sei proprio un pervertito...- ridacchia lei, protendendo una mano dietro di me.
Io la seguo curioso, non capendo finchè la sua mano delicata non mi stringe la coda.
-Ma che cazz?!- esclamo, trasalendo -Ti pare? Mi potrebbe anche dare fastidio, sai!- sbotto, in un sussurro, guardando Kagome; che, come una bambina, analizza la mia coda con un sorriso soddisfatto. "Uuuh?" mi chiedo, mentre il mio sguardo diventa scettico, che...possa...piacerle?
-Ehm...Kagome?- la chiamo, grattandomi la nuca, vedendo che continua a toccarla.
-Certo che è strano...- riflette in un sussurro, continuando a guardarla -Pensavo ti spuntassero solo le orecchie...e, invece...- mi scocca un'occhiata, per poi continuare ad analizzarla pelo per pelo, come se fosse la cosa più importante del mondo.
Deglutisco ancora, stavolta preso da un'altra sensazione.
È tipo...strana.
I miei occhi percorrono tutto il corpo di Kagome, pezzo per pezzo, trovandolo...invitante. E, okay, sono un maschio, un po' confuso anche, e con una bella ragazza vicino a me...ma, una cosa è essere attratto...un'altra è provare...fame.
Ho fame, si. Fame di Kagome.
Vorrei provare a morderla, magari nella spalla candida, con una velatura di rosa, o nella mascella...il collo, le braccia, le gambe, Dio...per non parlare poi-
-Inuyasha? Che stai facendo?-
Spalanco gli occhi, trovandomi quelli di Kagome a riflettere il mio volto sconcertato.
Cosa...cosa ho...?
-Kagome?! Che stai facendo?!-
-È quello che ho chiesto a te, idiota!-
La osservo, stesa sotto di me per chissà quale motivo, deglutendo; mentre la sensazione si reinsinua dentro di me. Che diamine mi prende?
Senza dare alcuna risposta, mi chino sul suo collo, iniziando a leccarlo, dall'inizio fino alla base, procedendo verso la spalla. Cacchio, ha un sapore così buono...
Lo lecco, sentendo il suo corpo irrigidirsi leggermente, mentre l'istinto di darle un poderoso morso prende quasi il sopravvento. Anzi...
Senza quel quasi.
Apro la bocca, rivelando delle zanne che, fino ad allora, non avevo percepito essere così lunghe; voglio assaggiare la sua carne, gustarmela fino alla fine...spalanco la bocca, pronto a dare il morso tanto desiderato e...
-Oh, no, no, Inuyasha- la sua mano mi blocca, scontrandosi contro la mia forza e tremando sotto alla mia voglia di morderla -Sarebbe piuttosto problematico, se tu mi mordessi, sai?- dice, a denti stretti, con un sorrisetto nervoso; non riuscendo, però, ad allontanarmi.
Mi scappa un ringhio, poi un'altro e qualcosa che, fino ad allora, era stato celato...si risveglia.
Non svegliare il can che dorme, Inuyasha.


Angolino piccino picciò <3
Eccomi qui con un altro capitolo, pieno di momenti carucci e spiegazioni :3
Finalmente veniamo a sapere cos'è Inuyasha. Un bel licantropo, eh?
L'idea mi era partita già da subito...visto le orecchie. Io ho aggiunto la coda.
Il perchè abbia il pelo bianco, le scoprirete in seguito ;)
Così come le sue varie caratteristiche :P
Finalmente facciamo luce sulla figura del vampiro nella mia storia...e il rapporto di Inuyasha e Kagome ha sempre i suoi alti e bassi.
Tra morsi e litigi, Souta si sente male...ma ora come sta?
Ed Inuyasha, ce la farà a resistere ai suoi istinti? Perchè un morso di lupo, per un vampiro, è...problematico? Sesshomaru...mmmh :3
"Ara, ara" significa "Santo cielo" ed è un'esclamazione nipponica che sento molto spesso negli anime e che, quindi, mi viene naturale usare anche nella scrittura xP
Nel prossimo cap, finalmente vedremo una parte del piano di Naraku...ci sarà anche Shippo, ed un nuovo personaggio! ;)
Diciamo...che l'atmosfera si farà molto calda ;)
Qui ho finito!
Alla prossima :D
Bye 

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Capitolo 11
*** Quadro completo alla vigilia del piano di Naraku ***


Un brivido di freddo mi attraversa la schiena. Uhm...mi da fastidio...
Un vento leggero mi fa arricciare il naso e mi toglie dallo stato di dormiveglia in cui ero fino a poco fa, sento una presenza sopra di me...è leggera, sembra quasi morta se non fosse per il debole, debolissimo, respiro che mi colpisce la mascella.
Sorrido, capendo subito chi sia.
Levo le braccia, già posizionate, a stringerle la vita, sentendola mugolare leggermente.
Se il tempo si potesse fermare in questo momento..."Che pensieri da innamorato, eh, Inuyasha?" spalanco subito gli occhi, scattando in piedi e badando poco al grugnito che lancia Kagome.
-Diamine- sibila -Ma si può sapere che cosa ti salta in testa? Stavo dormendo così comodamente...- la vedo stropicciarsi gli occhi, guardandomi male.
Io distolgo subito lo sguardo, arrossendo -A-ad ogni modo! Alziamoci, è abbastanza tardi, non trovi?- osservo la finestra, notando come sia aperta (come sempre d'altronde) e notando che è da lì, che arriva il vento.
Deglutisco, sentendo il suo sguardo probabilmente interrogativo, su di me.
Cribbio...
-Inuyasha...- dice, con voce più dolce del normale -Saranno pressappoco le dieci di mattina...TORNA-A-DORMIRE!- aggiunge secca, scandendo le ultime parole.
Io mi massaggio un'orecchio -Cavolo, non urlare così di prima mattina...- borbotto, gettandole un'occhiata "Innamorato" -E-e, comunque...! Chiudi quella finestra, come fai a non sentire freddo vestita in- le parole mi muoiono in bocca.
Come diamine ho fatto a non accorgermene prima?
-Mmmh? Che c'è che non va?- mi domanda lei, guardandomi perplessa.
-Ma...ma...ma...- mormoro, diventando sempre più rosso -Sei...-
-Mmh?-
-Sei in biancheria intima!-
La indico, non sapendo se ridere o piangere, e lei segue il mio dito; sorridendo maliziosa subito dopo. Dio, perchè dovevo indicare proprio quelle?
-Non senti...freddo?- chiedo, abbassando il dito e lo sguardo allo stesso tempo.
-No, sono una vampira...noi siamo invulnerabili ad ogni "cambiamento di stato", quindi non sento freddo- mi spiega, tranquilla.
-E perchè non me l'hai detto prima?- surrusso, ad un volume inaudibile.
-Nemmeno tu, sembri sentire freddo...sai? Sei tutto rosso...-
E, che ci vuoi fare? Siamo solo ad autunno inoltrato...
La sento ridacchiare, poi il suono di vestiti che vengono infilati ed un "Ecco fatto!" sussurrato. Alzo lo sguardo.
-Contento?- una Kagome, vestita con una semplice canottiera, mi lancia un sorrisetto di sufficienza. Aspetta...e quella, da dove l'ha tirata fuori?
-Come hai fatto?- le chiedo, a bocca aperta.
Lei rotea gli occhi, mormora un "Telecinesi..." per poi spingermi supino sul letto, restando a guardarmi. Che vorrà, ora?
Le osservo le labbra, sentendo l'impulso di baciarla.
E, accidenti...non avevo ripetuto a me stesso di starle lontano?
Per non parlare poi, di quel che è successo ieri...le sono saltato addosso senza pudore...
"Non è quello che vuole?"
Non so nemmeno cosa voglio io...
"E allora, perchè, ora, ti stai avvicinando?"
E perchè, lei, non mi stoppa?
Sono sempre più vicino, non so nemmeno cosa me lo stia facendo fare, ma, poi, darò la colpa ai miei istinti predatori...quindi, ora...lasciamoci andare.
Sento il suo respiro sulle mie labbra, mi avvicino ancora un po' e...
-Kagomeeeeee!-
Un uragano arancione ci piomba addosso, interrompendo il nostro...ehm, si è capito, e tirandomi una gomitata dritta in faccia.
"Non fare un infanticidio, Inuyasha, stai calmo..."
-Shippo...- mormora Kagome, ora seduta sul letto, osservando il bambino in braccio a lei.
-Kagomee!- urla lui, di rimando, guardandola con occhi carichi di affetto e gioia.
-Cosa fai qui?- gli chiede, gettando un'occhiata a me, che non ho smesso di massaggiarmi il naso e guardare in cagnesco il bambino.
Lui ride, di una risata che...da fastidio. E, beh, il resto non lo ascolto.
Sono troppo preso ad odiare il bambino che ho davanti...per ascoltare.

-Dovremmo risolverlo, sai? Tutti, qui, sanno che tu sei umano...- Kagome, davanti allo specchio con uno sguardo crucciato, mi getta un'occhiata, aggiustandosi il vestito che indossa; lo stesso dell'altra volta.
-Direi di si...- mormoro, io, grattandomi nervosamente una guancia e muovendo le orecchie. Kagome gli getta un'occhiata.
-Beh...per le orecchie, ci si potrebbe fare qualcosa...- riflette, avvicinandosi a me, seduto su una sedia -Così come per la coda...- a quelle parole, la muovo leggermente -Ma, per i capelli...- ne trattiene un ciuffo argenteo -Gli occhi...- si rigira il ciuffo nella mano -E quegli orribili artigli...- fa ricadere il ciuffo sulle mie spalle -Beh, non credo ci sia molto da fare-
Io arriccio il naso, mentre lei mi manda un sorriso di sufficienza, alzando le spalle.
-Potremmo dire che è una parrucca...?- provo io, diventando sempre meno sicuro di ciò che ho detto ogni secondo di più, sotto al suo sguardo perplesso.
-Ahi, ahi...ma si può essere più stupidi?- sussurra, a nessuno in particolare.
-Oh, scusa tanto genio! Trovala tu, l'idea, allora!- sbotto, incrociando le braccia e stendendo le gambe. Che diamine! Facile, criticare le idee degli altri...
Lei mi resta a guardare per un po', riflettendo ed assumendo un aria buffa, poi si volta e ritorna verso il grande specchio davanti a noi. In quale stanza siamo, ora? Ho perso il conto, di quante ne abbia questa casa...
-Non mi viene in mente nulla- fa, iniziando ad armeggiare coi suoi capelli -Quindi...- il suo sguardo attento mi mette a fuoco, guardandomi dallo specchio -Credo che la tua, sia l'idea migliore...e poi non credo che, qualcuno, chieda qualcosa!-
Io sbuffo, muovendo nervosamente orecchie e coda.
-Prima, però, quel bambino stava per vedermi...- le ricordo, spietato.
Lei sospira -Ed è colpa mia?- dice, quasi esasperata -Sarebbe dovuta sparire da un pezzo, quella tua forma- sospira, scoccandomi un'occhiata.
-Già, già- sospiro anch'io -Ma che posso farci? Non è mica colpa mia...- "Anzi, dovrei pure chiedere un bel po' di cose, ai miei genitori" aggiungo mentalmente. Lei fa spallucce.
Sistemandosi l'ultimo ciuffo di capelli e legando anch'esso con un fiocco dorato.
Poi, dopo un "Ecco fatto!" sussurrato in modo soddisfatto, si volta verso di me: lanciandomi un sorrisetto e guardandomi da capo a piedi -Vestiti su, servetto- mi dice, ridacchiando.
Io sbuffo, preparandomi psicologicamente ad indossare quell'orrendo vestito.
Poi mi alzo dalla sedia, dirigendomi verso l'uscita, seguito da Kagome.
-Delle treccie, eh?- le chiedo, riferendomi alla sua acconciatura -Che bambina...-
-Volevo solo farti compagnia, signor "Coda di cavallo argentea"- mi fa l'occhiolino, lei.
-Si, si, certo...-
"E, comunque, rimani una bambina"

-A me, continua a non piacere...- mi guardo allo specchio, il vestito dell'altra volta addosso, lo sguardo abbastanza schifato...no, davvero, che roba è?
-Ma dai, sei perfetto!- mi fa Kagome, trattenendo le risate con una mano davanti alla bocca.
-Si, talmente perfetto che persino tu ridi!- sbotto io, girandomi verso di lei e guardandola male.
Mi porto una mano al colletto, cercando di togliermi il foulard che mi circonda il collo ma la sua occhiata mi fa desistere; è la rabbia, proprio: la rabbia fatta ad occhi.
Occhi che, per quanto possano essere belli, a volte fanno davvero paura.
Ma, forse, è proprio questo, che li rende così belli.
Okay, basta poesia Inuyasha "Mi sembra un po' troppo presto, per deprimermi o diventare il massimo rappresentante del romanticismo...per non parlare, poi, del morire a nemmeno quarant'anni!" mi schiarisco la voce.
-Beh, si, non è poi così tanto male...- sussurro, cercando di quietare Kagome.
Lei pare calmarsi, annuisce soddisfatta e viene verso di me -Su, siediti- dice, indicandomi la sedia accanto a me -Devo legarti quei lunghi capelli che ti ritrovi...- mi spiega, infine.
Sospiro, annuendo scontento e mormorando un "Devo proprio?" a cui lei risponde con un annuire convinto. Non appena sono seduto, Kagome mi accarezza prima la testa, toccando leggermente le mie orecchie e sospirando.
Bah...valla a capire.
Inizia a pettinarmi i capelli, lavati qualche minuto fa, e a raccoglierli in una coda -Alta, si?- mi chiede, riferendosi a come la voglia. Io ci rifletto un minuto, immaginandomi prima con una e poi con l'altra; infine scelgo la coda alta.
Direi che è quella che mi sta meglio...
-Bene- sussurra, ed io la guardo attraverso lo specchio: concentrata nel non sbagliare nemmeno un minimo dettaglio...wow, devo dire che quelle treccie le donano molto...
-Oh, grazie-
-Smettila di leggermi nella mente, è fastidioso...-
-Ma anche divertente-
Non appena finisce, mi alzo in piedi, osservandomi ancora una volta.
Bah...devo ammettere che mi immaginavo peggio.
-E...senti, Kagome...- la chiamo, ricevendo un mugolio in risposta da lei -La coda?- lei rimane per un attimo ferma, osservando la mia coda, che si muove leggermente.
-Beh...- inizia -Dovrai tenerla dentro i pantaloni- mi fa un sorriso innocente, di fronte al mio sguardo, che diventa sempre più sconcertato.
-Cosa?!- esclamo, immaginandomi il fastidio -Ma...ma...ma...!- mi volto verso di lei, in panico, ma, quando sto per parlare, un suo dito si poggia sulle mie labbra.
-Su, su- fa, avvicinando il volto al mio -Puoi farcela- detto questo, mi scocca un'occhiolino.
"Sarà una lunga giornata..."
-Comunque, perchè dovremmo andare a questa festa?- mi sistemo il capello in testa, cercando di nascondere le mie orecchiette al meglio e non rovinare la coda allo stesso tempo. Kagome cammina davanti a me, le mani intrecciate dietro la schiena.
-Beeh- fa, alluggando la parola -Perchè, Hakudoshi, il figlio di quel Cook, è tornato dal suo "piccolo" viaggio di studi- mi spiega, osservando il corridoio che stiamo percorrendo.
Io mi faccio la sintesi mentale di ciò che ha detto, finendo per non capire nulla ed annuendo poco convinto -E, ehm...- mormoro -Chi sarebbero costoro?- chiedo.
Cook mi è, in qualche modo, familiare...ma...Hakudoshi? Chi diamine sarebbe? E come fa, Kagome, a conoscerlo?
-Due, appartenenti ad una delle più ricche famiglie di questa città- mi spiega, fermandosi di fronte alla libreria ed aprendone la porta.
Se prima non capivo...ora, è anche peggio.
-Oh, ecco dov'eravate! Signorina Kagome, Signorino Inuyasha, state benissimo-
-Kagomeee-
-Fratellone Inuyasha!-
Tre voci, completamente diverse, ci accolgono sulla soglia della libreria.
Kaede, Souta e...Shippo?
Vedo Kagome sorridere, avvicinandosi ai tre e guardandoli dall'alto della sua statura. Io sto fermo dove sono, sorridendo nervosamente e calandomi il cappello in testa.
Beh, in fondo sono solo un servitore...
-Fratellone Inuyasha! Fratellone Inuyasha!- spalanco gli occhi, trovandomi Souta, vestito di tutto punto che, dal basso, mi chiama.
-Cosa...cosa c'è?- chiedo, sorpreso.
-Hai sempre avuto i capelli bianchi?- oh, cacchio!
Guardo Kagome, preso dal panico e, prima che possa rispondere, mi sento una mano sopra la bocca che mi impedisce di parlare.
-In reltà, no- fa lei, nervosa -Ma, Souta, dovresti riposare, non credi?- cerca di cambiare, poi, discorso.
Il fratello le scocca un broncio, che assomiglia terribilmente a quello della sorellla, poi se ne esce con un "Uffa, uffa, sto bene!" e ritorna da Shippo e Kaede.
La prima, che sorride amorevolmente al bambino e, il secondo, che...mi guarda?
"No, non ho le travergole...mi guarda davvero" penso, guardandolo a mia volta ma finendo per distogliere subito lo sguardo.
Cos'era quello? Fastidio? O...odio?
-Comunque, Shippo- Kagome si allontana da me, lascaindomi un vago senso di delusione ed avvicinandosi al rosso -Posso sapere che ci fai qui? Non me l'hai ancora detto...- vedo il bambino sorridere, saltando in braccio a Kagome, che subito lo accoglie.
-Non dovete andare ad una festa?- fa, scoccandomi uno sguardo che non mi piace per nulla, Kagome annuisce -Bene, vengo anch'io- termina, sorridendo sornione.
C'è un attimo di silenzio da parte di tutti, poi un generico "Cosa?!" e qualche risata da parte di Souta -Ma come, sorellona, non lo sapevi?- chiede, quest'ultimo, ghignando birichino.
-No! Certo che no!- esclama, la sorella, lanciando uno sguardo di rabbia al fratello -Quando avevi intenzione di dirmelo?- sbotta, poi, sottovoce, sotto le risate soffocate del rosso.
-Tipo...mai?- prova Souta, sforzandosi di non ridere.
Kagome non dice nulla, facendo calare il silenzio tra di noi. Poi sospira, ridacchia e Souta si sente più sicuro, si avvicina a lei, sorridendo; ormai, è fatta, pensa.
Si, certo...con Kagome Higurashi non sei mai sicuro di nulla.
Mi appoggio allo stipite della porta, sorridendo soddisfatto da ciò che sta per accadere.
-Sorellon-Ahi! Ma perchè??- vedo Souta portarsi le mani in cima alla testa, con le lacrime agli occhi. E, avevo anche troppo ragione...gli ha tirato un pugno.
Un pugno dritto in testa.
"Deve far male..." direi...
Seguono numerose risate, ed un "Bene!", soddisfatto, da parte di Kagome.
In tutto questo...mi sento ignorato...
Stringo le labbra "In effetti, qui, non ci sto a fare nulla..." sospiro, girando i tacchi e andandomene senza dire una parola.
"In fondo, quando Kagome avrà bisogno di me, mi verrà a cercare..."

-Come mai sei andato via?-
Getto un'occhiata dietro di me, riportando subito gli occhi sul libro che sto leggendo e facendo spallucce -Non ci facevo nulla, lì- spiego, apatico -E tu, sembravi divertirti talmente tanto- continuo, poi, con fastidio; che spero vivamente non si noti.
Evidentemente, ancora una volta, le mie speranze sono vane.
-Mmmh- fa, lei, beffarda. La sento avvicinarsi e, scommetto, che ha il solito sorrisetto sulle labbra. Sbuffo, chiudendo il libro e gli occhi, cercando in qualche modo di rilassarmi.
-Ciò, ti da fastidio?- mi chiede, più vicina di quanto pensassi, china su di me.
-No- mormoro, sussultando quando lei mi toglie il capello che avrebbe dovuto coprirmi le orecchie. E se qualcuno ci vedesse?
-Mmh?- mugola, di nuovo, come a dirmi un "Davvero?"; il suo fiato freddo mi sfiora le orecchie che, per il gelo, faccio instintivamente scattare.
"Mi ha appena soffiato sulle orecchiette?"
-Kagome? Che diamine stai- cerco di girarmi, ma, quando le sue mani vanno ad accarezzarle, mi paralizzo: è...piacevole.
La sento ridacchiare, continuando a carezzarmele delicatamente -Wow...non pensavo fossero così morbide...- riflette ad alta voce.
Io apro la bocca, ma nessun suono sembra uscire.
Okay, fermi, che cavolo mi sta succedendo, ora? Sembro...un...un cane!
E questo, non mi piace per niente!
"Ma è piacevole"
Ma non mi piace per niente!
"Ma è lo stesso piacevole..."
Ma...!
Sono costretto di nuovo ad interrompermi, stavolta per via della sua risata.
Capisco subito: ancora una volta mi ha letto nel pensiero. "Ecchecavolo..."
Le sue mani, dalle orecchie, si fanno strada ai lati del mio volto, seguendo dapprima la frangetta sbarazzina e poi i due ciuffi argentei di capelli che mi sfuggono dalla coda.
-Ora che ti ho fatto le coccole...- si china di nuovo su di me -Posso bere il tuo sangue?-
"Te pareva, che non c'era il doppio fine..."
-Cosa ti aspettavi?- ridacchia, circondandomi il collo con le braccia.
-Qualcosa di...più dolce?- chiedo, ironico, voltandomi verso di lei.
Lei rimane un attimo sorpresa, poi scoppia a ridere, allontanadosi da me -Ma che?- dice, tra le risate, facendomi arrossire -Inuyasha...tu...tu sei tipo da quelle cose?!- mi chiede, mentre io divento ancora più rosso.
-Oh, insomma, smettila!- mi avvicino velocemente a lei, che, notandomi, inizia ad indietreggiare con un ghigno.
-Dimostramelo- fa, guardandomi maliziosa ed appoggiandosi al muro, con le mani dietro la schiena -Dimostrami che non sei un...ragazzino-
Stringo denti e pugni, avvicinandomi di un altro passo.
Un'idea che mi balena in testa, però, mi fa stoppare: "Ora vedrai, chi è, il ragazzino" penso, sorridendo furbo.
-Okay- dico, tranquillo, avvicinandomi velocemente a lei -Se provi anche solo a toccarmi o dirmi che vuoi bere il mio sangue, non sai che ti faccio- le sussurro serio all'orecchio -E, credimi, ti conviene non saperlo- continuo, vedendo l'accenno di divertimento nei suoi occhi -Ricorda che sono un lupo, ora...e...non mi hai detto tu, di sperimentare?- mi allontano quanto basta per guardarla in faccia e sorrido -Vedi bene di portarmi rispetto...e poi, magari, possiamo riparlarne-
Diventa scettica ma non mi importa, apro la porta e le faccio cenno di uscire -Esci, ora, questa è la mia stanza...- dico, perfettamente tranquillo -E, devi anche accogliere gli ospiti...non ricordi?- la vedo staccarsi dalla parete, ridacchiando ed annuendo, mordendosi il labbro -Bene, vai, allora: io mi farò vivo...più tardi- ridacchia sempre di più, uscendo.
-Magari- le urlo, non appena ho chiuso la porta...a chiave.
1 a 0 per me, Kagome.

-Quella villa è davvero il posto meno meno regale, per accogliere vostro figlio...non credete, padron Naraku?- un piccoletto dalle sembianze di un kappa, seduto comodamente sulla carrozza, parlò all'uomo, guardandolo dal basso.
-Jaken, non capisci che tutto questo è un piano?- ghignò l'altro, più in modo pazzo che normale -Non mi interessa se quella vecchia villa è stregata, nè se quel moccioso sarà contento della mia "festicciola"...- si aggiustò la tuba, ridendo di gusto -Tutto ciò che importa è ciò che vi è dentro, quel libro...mi serve- lo sguardo divenne serio e furioso al tempo stesso; cosa che fece tremare il kappa.
-C-capisco, padrone- fece quello, abbassando il volto  verso le sue zampe.
-Per non parlare, poi, che così possiamo vendicarci di quello che ci hanno fatto gli Higurashi...secondo te perchè hanno offerto la loro villa, come luogo della festa?- chiese retoricamente -Per cercare di "redimersi"...tsk, che stolti, come se non mi vendicassi- sussurrò, pieno di rancore.
-Oh, ma...padrone...come ha intenzione di...vendicarsi?- chiese il kappa, sussultando.
L'altro sorrise maligno -Diciamo solo che, una volta compiuta la mia vendetta, i danni saranno irreparabili- rise, infine.
La donna, seduta davanti ai due, li guardava; gli occhi rossi imperturbabili e le braccia conserte "Naraku sembra davvero rabbioso...sarà più difficile di quanto pensi..."

-Gli ospiti arrivarono nel tardo pomeriggio, visto la lontananza delle varie residenze rispetto a quella degli Scott. Le carrozze entravano una ad una e, da esse, scendevano dame e buon signori di ogni genere. Nessuno sapeva quello che, di lì a poco, sarebbe successo- la ragazza chiuse il libro, spostando lo sguardo sull'uomo davanti a lei che, dall'alto del monte, squadrava la villa con sguardo attento.
-Davvero simile alla nostra, di situazione, non credi?- chiese la ragazza, sistemandosi meglio sopra il ramo dell'albero, tenendo il cappuccio sopra la testa che, sennò, le si sarebbe spostato per via del vento. L'altro si voltò verso di lei, con sguardo neutro.
-Non ho interesse per i libri- fece, soltanto superando l'albero; la ragazza scese da quello ridacchiando.
-Dove andiamo?- gli chiese, raggiungendolo e guardandolo dal basso della sua statura -Non dovremmo aiutare Inuyasha?- provò, poi, ottenendo un "no" come risposta.
-Non hai ancora capito?- le gettò un'occhiata l'uomo -Noi non siamo qui per salvarlo, ma, semplicemente, per incontrare quella strega- spiegò, assumendo un tono un po' disgustato e rabbioso nel dire "quella strega". L'altra sospirò.
-Si, si- fece -Sappi, però, che non condivido la tua politica-
-Tsk-

Che il gioco abbia inizio, cari i miei ricconi.


Angolino piccino picciò <3
Un po' ritardatario, come capitolo xD
Comunque, avrei dovuto scrivere anche della festa etc etc...lo so...ma il capitolo sarebbe venuto davvero un mattone, quindi ho preferito staccare i due.
Che dire? Finalmente qualcosa si sta muovendo...qualcosa di moooltooo grosso ;)
Naraku è più deciso che mai e...Jaken sta dalla sua parte?!
Mi spiace ma mi serviva uno schiavetto per Narakuccio bello :333 (siccome ne ha davvero pochi, tra Hojo e compagnia bella ancora non svelata xD)
Hakudoshi è suo figlio? Eppure non ci assomiglia per nulla xDD
Inuyasha e Kagome sono...boh xD e Souta sembra stare bene. Shippo, per ora, non ha fatto nulla di così eclatante, a parte guadagnarsi l'odio profondo di Inu xD
La dinamite è pronta, ora manca solo la fiamma :3 che cosa accadrà nel prossimo cap?
Mi scuso per eventuali errori

Probabilmente, vi lascerò il tempo di leggere questo e poi ve lo porterò :3
Bye <3

P.S. per chi volesse sapere il titolo di questo cap, è "Quadro completo alla vigilia del piano di Naraku" :3 ve l'ho messo perchè a me, da parecchio fastidio non sapere i titoli dei capitoli xD e, per sicurezza...
Anche se, mi pare, si potesse vedere nella pagina delle recensioni, il titolo completo...oppure quando si seleziona un capitolo...probabilmente mi sbaglio xD
Boh xP

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Capitolo 12
*** La tempesta che spezza la calma ***


Che il gioco abbia inizio, cari i miei ricconi.

Osservo le persone intorno a me con un cipiglio imbronciato, continuando a mangiare la mia insalata di mare e girando gli occhi per tutto il giardino.
Che barba...sapevo che le feste tra ricchi non sono il massimo del divertimento...ma, almeno, qualche passatempo potevano metterlo? Sono praticamente tutti ricconi, che parlano di cose noiose come economia e politica...escluso qualche rampollo, poi, sono praticamente dai quaranta in su...
"Noiosi..." penso, sorseggiando il mio vino rosso, mentre la coda mi tira la testa e me la fa dolere e le orecchie si ribellano al cappello che indosso. Alcune persone, come me, sono sedute ai tavoli, altre, invece, sono alzate e parlottano tra loro. L'atmosfera rimane la stessa: fastidiosa per chi ci sente più del dovuto, come me, e noiosa per chi, sempre come me, è solo un servitore.
"Ma, anche se fossi stato un aristocratico, diamine, mi sarei annoiato a morte! Non c'è un bel nulla da fare, qui, se non mangiare! Ora capisco, perchè sono tutti così grassi..." penso, affogando sempre di più nella noia.
Per non parlare, poi, di quel caspita di Hakudoshi...appena si è presentato mi è stato subito antipatico, accompagnato da una donna che sembrava più esasperata che contenta di rivederlo dopo anni...o, forse, era esasperata perchè è rimasta per tutto quel tempo con lui?
"Chi lo sa..." ad ogni modo, ho piacevolmente scoperto che, il tipo che mi aveva offerto i biscotti, è il padre di quel moccioso...non ci siamo scambiati se non un "Piacere di conoscerla" e poi ci siamo separati. Non capisco, da chi abbia preso quel ragazzino...
-Ehi, fratellone!- per poco non mi affogo col vino che sto sorseggiando, quando mi ritrovo davanti Souta e quel ragazzino.
-S-si?- tossisco, guardando il moro e...l'albino? "Che diamine di colore hanno i suoi capelli?". Il primo mi guarda con un sorriso, l'altro con calma e freddezza.
-Hakudoshi, voleva sapere come sei il servitore personale di Kagome...e, quindi...- mi spiega, nervosamente, grattandosi la nuca -Ce lo dici?- fa, poi, sorridendo sornione.
Io deglutisco -E perchè...perchè, vuoi saperlo?- chiedo, rivolto al moccioso.
Lui ride di gusto -Semplice- fa, scoccando la lingua ed incrociando le braccia -Perchè mi stupisce che, Lady Kagome, abbia scelto uno come te...così inutile e povero, non dai per niente giustizia alla sua famiglia...- mi scocca un'occhiata altezzosa, come a volermi sfidare.
-Ah si?- chiedo, attirando l'attenzione di alcune persone, che si mettono a sussurrare tra loro -Ed io, mi stupisco che tu, sia il figlio del Signor Naraku...non ci assomigli per nulla, sei così ineducato, in confronto a lui- vedo Souta farmi cenno di smetterla -Anzi, non è che sei un orfanello, rinnegato dalla madre, solo per questo tuo comportamento? Chi diamine ti credi di essere? Ti metti qui a prendermi a male parole, quando sei ospite della mia padrona?- credo di aver alzato un po' troppo la voce...ci guardano quasi tutti -Ma non farmi ridere, ragazzino! Torna quando sarai più grande...- mi fermo un attimo -Anche se, dubito, che cambierebbe qualcosa, perchè, sai- sono costretto a fermarmi, visto lo schiaffo che mi colpisce in pieno la guancia.
-Ma chi ti credi di essere, tu?- una voce, piena d'ira, mi paralizza -Ma sai, almeno, con chi hai a che fare?- rincara la dose, quella stessa voce.
Sento Hakudoshi ridacchiare, davanti a me e, mentre volto la testa, anche il sorrisetto del Signor Naraku, mi becca in pieno. Poi, i miei occhi, incontrano due zaffiri pieni di rabbia e...preoccupazione?
-Kagome- mormoro, toccandomi la guancia lesa -Cosa...?-
-Cosa, nulla, Inuyasha- sibila, il tono freddo -Ma ti senti, quando parli? Non puoi permetterti di fare così...- mi spiega -Perchè non sei nessuno, qui...intesi?- lo sguardo rabbioso che mi lancia, mi fa deglutire -Ora, chiedigli scusa-
Mi volto verso il ragazzino.
-Forza, feccia, chiedimi scusa-
No...
-Inuyasha, chiedigli scusa-
No!
-Allora?-
No, cazzo, no!
Mi alzo dalla sedia, lanciando uno sguardo d'odio a tutti i presenti -Andate al diavolo- sussurro, dirigendomi verso l'interno della villa.
"Andate al diavolo, cribbio, andate tutti al diavolo!" mi sciolgo rabbiosamente la coda, gettando il cappello per terra con ira e ringhiando. Ho bisogno di una boccata d'aria.
Percorro i corridoi a passo svelto, dirigendomi verso la mia camera, quando sono costretto a fermarmi:
-Uh...guarda qui, che abbiamo...il lupo domestico- una voce, bambinesca e tagliente quanto stronza e beffarda, mi costringe a smettere di salire le scale.
Mi volto leggermente, gettando un'occhiata d'odio all'individuo dietro di me.
-Shippo...- sibilo, ritornando a guardare i miei piedi e stringendo i polsi.
-Proprio io- fa lui, con non-chalance, salendo sul corrimano ed iniziando a camminarci sopra come se nulla fosse -Sai? Ho sempre voluto parlare con te, fratellone Inuyasha- mi dice.
Io prendo un profondo respiro.
-E perchè?- chiedo. Lui mi salta davanti agli occhi, in cima alle scale, quattro gradini più in alto di me; mi lancia un sorrisetto.
-Perchè ho un po' di cosette da dirti...-

"Perfetto! Perfetto! È tutto così perfetto!" Naraku guardò con sguardo insanamente divertito la scena che gli si era trovata davanti "Ogni pezzo del puzzle sta andando al posto giusto senza che io faccia nulla, cavolo, è così perfetto!" trattenne una risata, vedendo Hakudoshi, quel moccioso, e Kagome arrivare da lui.
-Mi scusi per la scenata di prima, Signor Cook, il mio servitore è stato troppo scortese- gli  strinse la mano, la ragazza, chinando leggermente il capo.
Naraku negò con la testa -Mi piacciono le persone che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno, ed è stato Hakudoshi ad attaccar briga...- fece un sorriso falso -Ad ogni modo, non fa nulla- si riaccomodò nella sedia, sorseggiando il bicchiere di vino rosso.
-Si accomodi, Signorina Kagome e si goda la serata- continuò, dopo.
"Presto, vedrai un grande spettacolo prendere parte alla festa..."

-Che cosa hai detto?!- cerco di afferrare Shippo che, con un salto, sparisce dalla mia visuale.
"Dannazione!" impreco mentalmente, voltandomi.
-Sai? Non ti conviene toccarmi...- fa, scendendo le scale all'indietro con un sorrisetto e le mani dietro la schiena -Mio padre potrebbe farti davvero molte cose...- aggiunge, poi, ghignando. Io stringo i pugni, poi mi lascio cadere a sedere sulle scale.
-Dicevo- esordisce, tranquillo, da dietro le mie spalle -Stai lontano da Kagome- si siede accanto a me, incrociando le braccia e guardandomi sornione.
-Serio?- faccio, io, incredulo. Lui annuisce.
Sospiro "Oggi non è giornata"
-E...perchè mai?- chiedo, sorridendo nervosamente.
Shippo mi guarda un attimo, sorpreso da quella domanda -Ecco...te lo devo spiegare per forza?- chiede e, al mio annuire, sbuffa -Senti, tu stalle solo lontanto...e basta- si alza ma, quando sta per andarsene, lo prendo per una spalla, facendolo risedere.
-No, ora me lo dici- dico, con tono che non accetta scuse.
-Okay, okay, ma lasciami!- mi da colpetti sulla mano -Hai una presa fin troppo forte!-
-Oh, scusa-
Appena tolgo la mano, lui si massaggia la sua piccola spalla, guardandomi male; poi inizia a parlare. "Ascoltiamo un po' cosa si inventa, quest'altro..."
-Guarda che ti sento...-
-Uffa, che palle! Ma certo che, voi vampiri, siete davvero problematici!- sbotto, mentre lui pare rabbuiarsi. Cos?
-Diciamo che è...anche per questo che...ho una fissa per Kagome- si gratta la testolina rossa -Vedi, io non sono un vampiro "puro sangue"...- mi spiega -Bensì, un umano traformato in vampiro. E, quindi, oltre che essere più debole di un puro sangue, ho anche bisogno di più sangue...- mi guarda.
-E questo, cosa c'entra con Kagome?- chiedo, curioso.
-Non sono davvero figlio di Gerard...- dice, riferendosi probabilmente a suo padre, il signor Yoro -Lui, mi ha solo salvato da morte certa...ero malato di polmonite e mi ha portato a casa sua, sicuramente ero svenuto in strada- sembra che, ricordare ciò, non gli piaccia per niente -Beh, poi, mi ha trasformato in vampiro ma ero troppo debole per sopravvivere...sta volta è toccato a Kagome, è lei che mi ha nutrito finchè non sono diventato abbastanza forte per sopravvivere con normali dosi di sangue per un mezzo-vampiro- gioca nervosamente con le mani -Per me, è stata davvero importante...quindi, non devi avvicinarti a lei! Sennò la perderò!- esclama, poi, in tono più minaccioso, saltandomi addosso.
-Ehi, ehi, calmo!- cerco di fermarlo ma lui sfugge di nuovo dalla mia presa, saltando sopra al corrimano.
-Non sto calmo- borbotta, sedendosi su di esso -Tu devi solo- si ferma, spalanca gli occhi come se avesse avuto un'idea geniale e poi fa un sorrisetto -Mettiamola così...- esordisce
-Tu...le stai lontano, non le parli se non per cose di lavoro e non le fai bere il tuo sangue... altrimenti...io dirò a tutti di quelle- indica le mie orecchie, con un sorrisetto -Capito?- termina, poi, con la stessa espressione.
-Ah, certo...e come fai a saperlo, se le sto lontano o meno?- lo sfido, alzandomi e mettendo le mani nelle tasche. Lui ride.
-So informarmi...- dice soltanto, prima di sparire.
E, quando dico "sparire"...è proprio sparire.
-Che stronzo- mormoro, togliendo le mani dalle tasche con rabbia. Nel modo di uscirle, però, faccio cadere un fogliettino un po' accartocciato; lo raccolgo.
-Cosa?- chiedo, aprendolo.
Ciò che vi trovo scritta è solo una frase, che capisco subito di chi è, data la calligrafia infantile.
Sembra triste...e ciò mi fa sorridere amaramente.
-Mezzosangue...tsk, proprio come me- caccio di nuovo quel biglietto in tasca, voltandomi e continuando verso la mia meta.
Forse, un po', quel moccioso, mi è simile...

Il castano sbuffò pesantemente, continuando a gettare libri qua e là senza trovare davvero ciò che gli interessava. Si alzò, sbuffando di nuovo e massaggiandosi gli occhi stanchi.
-L'hai trovato?- fece la donna, soffiandosi sulle unghie, seduta sopra la ringhiera del secondo piano ed osservando il ragazzo dall'alto.
-No, donna, non ho trovato proprio nulla!- sbottò l'altro, guardandola dal basso con sguardo irato -Aah! Ne ho abbastanza di tutto questo!- sbattè la mano sul tavolo, dov'era una pila di libri che, di conseguenza, gli cadde addosso -Santo Dio!- imprecò.
La donna si lasciò cadere dal balconcino -Giovane Hojo- fece, indicando un libro in particolare, aperto, sopra la faccia del ragazzo -Dovresti fare molta più attenzione, a ciò che dice il nostro padrone- fece fluttuare il tomo, fino a ritrovarselo davanti.
-Cosa?- borbottò l'altro, piuttosto infastidito, alzandosi da sotto la matassa di libri.
-Pare che abbiamo trovato qualcosa di...molto importante...- esordì la donna, voltando il libro verso il ragazzo, che si vide di faccio una chiave d'oro, in stile liberty, legata con uno spago in modo da non staccarsi dal fondo del libro; le pagine erano tagliate in modo da contenerla. Il ragazzo ghignò malignemente.
-Pare proprio di si...- disse, ma la donna non gli diede importanza, scavalcando la marea di libri raggiunse la porta, poi parlò un ultima volta:
-Inizia i preparativi. Poi, al mio segnale, fai scoppiare tutto-

Sbadiglio pesantemente, mettendomi seduto sul materasso, e guardando fuori dalla finestra appena sopra il mio letto. Avrò dormito per...circa un ora?
-Che sonno pesante...- sussurro, tastandomi la testa -Saranno pressapoco le otto di sera e- mi blocco, aprendo la testa in un "O" sopreso e muto.
"Le...le..." -Le mie orecchie!- esclamo, alzandomi velocemente dal letto e correndo verso il bagno. Non appena vi giungo, mi appoggio al lavandino guardando il mio riflesso nello specchio e...non vedendo nulla. È troppo buio!
-Sono ridiventato...- sussurro, non appena, accesa la luce, mi rivedo riflesso nello specchio
-Sono...sono proprio io!- mi tocco la faccia come un forsennato, i capelli, apro la mia bocca per vedere se ho ancora i canini, mi guardo le mani  e le scopro senza artigli...si, sono ritornato ad essere...umano.
Rido nervoso.
Ed ora? Che dovrei fare? Mi sento ancora più confuso di prima...-Dovrei esserne contento... oppure preoccuparmi?- mi chiedo, appoggiandomi al lavandino "Beh, ora, se non altro, quel ragazzino non potrà dire più nulla..." si, ma ciò non cambia il fatto che questo sia abbastanza preoccupante..."Non potresti essere positivo, per una volta?"
Si, certo ma-
Un rumore alla finestra del bagno mi distrae, facendomi voltare di scatto verso di essa: un ombra, illuminata dalla luce della luna, è attaccata alla finestra.
Sembra essere quella di un...bambino?
Mi avvicino ma, quando sto per aprirla, la voce della figura mi ferma.
-Non lo faccia, signorino Inuyasha- gracchia, quella -Non è ancora il momento- termina, facendomi aggrottare le sopracciglia.
-Chi sei?- chiedo guardingo, togliendo, però, le mani dall'apertura della finestra.
-Non importa, adesso, Signorino Inuyasha- dice, in tono ansioso, di nuovo -Sono qui per portarle un messaggio- annuncia, infine. Sembra stia ansimando...pare stanco...
Deglutisco, ascoltandolo di nuovo parlare -Lei, Signorino...deve scappare!- sussurra, muovendosi leggermente -Questa casa, tutto...andrà presto disperso! Lei, lei deve fuggire!-
-Cos?-
-La prego, mi ascolti! Fugga, Signorino! Fugga!- mi fa, come preso dal panico.
Mi allontano un po' dalla finestra, tra lo sconcertato e il preoccupato -No, ascoltami tu!- esclamo, avventandomi sulla finestra e cercandola di aprire.
La resistenza da parte del bambino è tanta...ma è un'altra cosa, a farmi desistere:
Uno, due, tre scoppi che provengono dalla villa: due probabilmente dalla libreria e dallo studio di Kagome, un'altro da qualche parte in fondo al corridoio del terzo piano.
Ne seguono altri e, nel giardino, si sentono già le urla dei ricconi.
La confusione che provo in quel momento è tanta, visto i profondi scossoni che fanno tremare tutta la villa e, nella collutazione con quel bambino, sommata alla scossa, sono andato persino a sbattere violentemente la testa contro la finestra.
-Cazzo...- impreco in un sussurro, portandomi una mano al lato destro della fronte e trovandolo insanguinato -Che diamine sta succedendo?- faccio qualche passo indietro, passando lo sguardo per tutta la camera, finchè non noto qualcosa prendere vita davanti allo specchio: un fuoco fatuo dalla fiamma blu, che si muove a scatti.
Aggrotto le sopracciglia, facendo un passo in avanti ed accorgendomi troppo tardi a cosa sto andando incontro: la fiammella si muove, come sospinta dal vento, poi si gonfia come se fosse una goccia d'acqua e, circondata da una luce abbagliante, esplode.
L'unica cosa che sento è un profondo fischio, il suono di un esplosione e...
Una parola, gridata in lingua incomprensibile.

-Sango! Sango! Calmati!- Miroku, prendendole il volto, la guardò con sguardo deciso e preoccupato -Calmati Sango, diamine, non puoi lasciarmi!- era completamente preso dal panico, anche se cercava di mostrarsi tranquillo, mentre la ragazza, tra le sue braccia, tremava senza sosta e guardava la villa come in trance.
Anche le persone, fuori da essa, erano in uno stato di panico, con vestiti sporchi e il volto alzato verso il fuoco; che consumava ogni cosa senza via di scampo. Gettò un'occhiata dietro di lui, dove, Kagome, parlava con quel Naraku di chissà quali cose, presa da una calma invidiabile. "Cazzo, Kagome! Vuoi venire qui?! Sango ha bisogno di te!"
Tornò a guardare l'amata, strofinandole le spalle tremanti e coperte da una coperta. Si maledisse mentalmente, per non esserle stato accanto durante l'esplosione e, ancora di più, maledisse l'uomo che aveva voluto serviti dei gamberetti: se non se ne fosse andato, cavolo, Sango non sarebbe in questo stato!
-Miroku- la voce, tremolante, della ragazza lo riscosse dai suoi pensieri.
-Si?!- esclamò, guardandola dall'alto della sua statura.
Quella deglutì -Io...io...l'ho visto, Miroku! Mi capisci?- si girò verso di lui, le lacrime agli occhi e lo sguardo pieno di confusione e paura, il labbro che tremava.
Miroku deglutì. Cosa si era detto? Non doveva non farla piangere mai più?! Cazzo, se era tutta colpa sua!
-Intendi dire...?- lasciò in sospeso la frase, temendo egli stesso per Sango.
-Si, Miroku, era lui. Ne sono sicura- Sango abbassò lo sguardo, iniziando a piangere -Era il mio fratellino! Era Kohaku!- urlò, gettandosi nel petto del ragazzo che...
Non potè fare nulla, se non guardarla piangere.

Apro gli occhi, sentendomi stanco e terribilmente confuso.
Sono appoggiato a...qualcosa di morbido...
Una figura femminile mi guarda dall'alto e mi accarezza dolcemente la testa...
Ora capisco...ho la testa sopra le gambe di qualcuno...
"Proprio come faceva mia madre..."
La figura mi sembra familiare...lunghi capelli neri...
-Kagome?-

Dove cavolo sei, Inuyasha?


Angolino piccino picciò <3
Eccomi qui! Che ne dite? Un capitolo davvero, davvero pieno di...cosette :3
Ancora nulla è risolto e, anzi, questo è un'altro bel problema che si va ad aggiungere alla matassa che già c'è...Inuyasha torna umano, loschi figuri frugano dentro casa Higurashi e nuovi personaggi si aggiungono al "cast".
Il tutto, con lo sfondo di una casa bruciante :3
I genitori di Kagome? Come la prenderanno? Già me li vedo, ad incolpare la povera figlia che non ha fatto nulla...xD Hakudoshi è abbastanza odioso? Non ve ne libererete tanto facilmente ;) Shippo inizia a fare il bambino...e Miroku è sempre più preoccupato per Sango...che sembra aver visto Kohaku OoO
Naraku, invece...perchè arrivare a tanto? E Kagome? Perchè ha difeso Hakudoshi? :3
Inuyasha, inutile dirlo, che ci va sempre di mezzo lui xD pare, però, essere confortato da qualcuno di...familiare ;)
Insomma! Tante, tante belle cosette! <3
Ho staccato i due cap, perchè volevo che questo lasciasse di più il segno...evitando di perdersi nel routinesco capitolo scorso...
Spero abbiate capito tutto e...che vi siate incuriositi ;)
Mi scuso per eventuali errori
Bye! :D

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Capitolo 13
*** Perso ***


Mi alzo quasi urlando, sudato e con il fiatone come se avessi corso per ore ed ore.
Sono su un letto, l'ennesimo.
Solito baldacchino scarlatto e coperte candide. La stanza, però, è molto meno illuminata di quanto ricordassi e...piove?
Volto la testa verso l'enorme finestra accanto a me, semicoperta dalla tenda del baldacchino, e bagnata dalle piccole goccioline che si infrangono nel vetro. Spaziando verso l'orizzonte, un paesaggio che mi è nuovo.
Okay, solita domanda: dove cavolo sono?
Sembra essere pomeriggio inoltrato, quasi sera...ma?
La cosa che mi stupisce di più...è che sono inspiegabilmente tranquillo. Forse stordito dall'indecente mal di testa che ho...fatto sta, che non mi sembra roba di cui preoccuparsi.
Faccio per alzarmi dal letto, ma, appena metto un piede a terra, un paio di fitte mi attraversano tutto il corpo. Alcune, le sento sull'addome, altre sulle tempie, ce ne sono persino su braccia e gambe e-OMMIDIO MA CHE DIAVOLO?!
-Cos-Sono completamente fasciato!- esclamo, alzando un piede per il dolore che mi causa poggiarlo e finendo per saltellare con uno solo; finchè non ricado seduto sul letto.
Il petto, nudo, è coperto da garze. Del braccio destro, è avvolta persino tutta la mia mano, mentre del sinistro si ferma all'avambraccio. Le gambe, anche se non posso vederle perchè coperte da un pantalone bianco largo, le sento costrette da delle bende che, stavolta, mi coprono i piedi di entrambe.
-Sono diventato una mummia!- esclamo in sussurro, senza troppo entusiasmo e, invece, con un bel po' di nervosismo. Mi studio, provando a muovere ogni arto e scoprendo ognuno di questi, chi più e chi meno, doloranti.
Deglutisco, aprendo e chiudendo la mano, finchè una fitta alla testa non mi fa portare quella stessa mano su di essa, scoprendola fasciata. Oh no, non ci siamo proprio!
Presto, sento le dita poggiate sulla fasciatura bagnarsi leggermente di...un liquido.
"Se te lo stai chiedendo, si, Inuyasha, è il tuo sangue"
E, non è una cosa buona, dico bene? Insomma: non so nemmeno dove sono, diamine!
Devo trovare un modo per tornare da...
Da?
Dove devo tornare? Da...i miei genitori?
Stringo i denti e gli occhi allo stesso tempo, prendendomi i capelli tra le mani e sentendo il dolore rimbombarmi nella testa, come se me la stessero martellando.
No, c'è qualcosa che dovevo fare...
Qualcosa di molto importante che...non ricordo!
Dove mi trovavo prima? Perchè ho mal di testa e sono tutto fasciato?
Che cavolo dovevo fare?!
"Ehi, Inuyasha! Ehi! Non vorrai, mica, svenire?!"
Ho così mal di testa...
"Inuyasha!"
Ho così tanto sonno...
"Inuyasha, diamine, Inuyasha!"
Chi è, Inuyasha?

La ragazza si attorcigliò distrattamente una ciocca di capelli al dito, continuando a guardare i due che parevano essere uno più furioso dell'altro.
Sbuffò, ascoltando le parole della donna con disappunto, condiviso anche dal suo compagno che, anche se non lo mostrava, pareva essere quello più nervoso.
-Dimmi che vuoi, donna- fece quello, sibilando.
La ragazza, per una volta, condivise ciò che voleva fare e, molto più interessata di prima, si sedette meglio sul corrimano: avevano fretta e, se volevano sbrigarsi, avrebbero dovuto scendere a patti con quella strega.
Scoccò la lingua sul palato, continuando a seguire la discussione:
-Giovane uomo...- chiamò la donna, con voce beffarda -Ciò che voglio non è alla tua portata- terminò, tra il divertito e lo spietato. Ci fu rabbia da parte dell'altro e uno sbuffo piuttosto scocciato dalla sua compagna.
-Tsk, che perdita di tempo- sbottò, l'uomo, dirigendosi verso l'uscita con una sventolata di mantello -Andiamo!- la chiamò, poi.
La ragazza, con un agile salto, scese dal corrimano ed atterrò sul pavimento in legno. Prima di seguire l'uomo, però, si prese la briga di fare una linguaccia alla donna, correndo, poi, verso il suo compagno; che l'attendeva sulla soglia.
-Vorrà dire, che non avrai quel libro- la minacciò, quest'ultimo, prima di uscire dalla casa.
Erano ad un punto morto.

Iniziavo a sentirmi male...
Ero confuso, stanco...qualcosa mi diceva che dovevo alzarmi.
La verità? Non volevo.
Mi avrebbe fatto troppo male...sentivo dolore dappertutto...
Cavolo...
Tossisco, accorgendomi solo ora di essere in dormiveglia. Sento delle voci, non riesco a capire che cosa dicano...ma sembrano parlare ad alta voce.
Un fischio si fa strada nella mia testa, assordandomi per quelle che, a me, sembrano ore.
Non importa.
Mi sento un po' spaesato, ma...non importa.
Sento che c'è qualcosa di più importante, in questo momento.
Quindi, mi faccio forza: è un dolore che posso sopportare, in qualche modo ricordo di averlo già vissuto, ed apro gli occhi. La luce di alcune candele mi stordisce, ma è allo stesso tempo piacevole e rilassante. Ci sono solo alcune persone in stanza, due cameriere, a dirla tutta...che parlottano tra loro. Sembrano impaurite e preoccupate allo stesso tempo, quasi si scocciano di fare qualcosa, una giovane ed una sulla cinquantina...che cavolo succede?
Richiudo per un attimo gli occhi, troppo stanco per tenerli aperti. Avevo ragione: il dolore si è amplificato, ho un mal di testa tremendo e tutto il corpo mi pulsa dal dolore e brucia...effettivamente lo sento caldo, quasi bollente.
Non appena riapro gli occhi, la giovane cameriera è china su di me e mi osserva con sguardo preoccupato, di una che sta per impazzire e non sa che fare. Inizia ad infastidirmi...
E poi, dove diavolo è andata, quell'altra?
-Ascolti...- sussurra, con tono spezzato -Sta...sta bene?-
Dio, secondo te? Non vedi che sprizzo vitalità da tutti i pori? Sto bene, tranquilla! Non sto affatto svenendo, no no! Cavolo...che testa bacata...
Questo, è, almeno, quello che avrei voluto urlare. Peccato che non ne ho la forza e, tutto ciò che faccio, è fare scena muta, di fronte al suo sguardo che sembra osservarmi con la curiosità di chi sta per vivisezionare una rana. Aspetta...ma è curiosità, quella?
Appena nota che non rispondo e, anzi, non faccio che guardarla, pare impazzire: con un esclamazione che sa tanto di brava ragazza, si porta le mani ai capelli e inizia a urleggiare per la camera, finchè, quando sta per varcare la soglia, non sbatte contro un giovane uomo.
Capelli neri lunghissimi, legati in una treccia, statura imponente e occhi cobalto.
Ma, tornando alla donna...
"Cos'è che urlava? Che ero morto?" pensai, osservando con scetticismo la sua figura che si accasciava tra le braccia del ragazzone. Tsk...che momenti, ragazzi...
-Portatela nell'altra stanza- fa questo, rivolto alle due cameriere che, solo ora, noto. Poi, con tanto di camicie svolazzante da dottorino, si avvicina a me, che gli scocco uno sguardo tra il "Patetico" ed il "Che cavolo vuole, 'sto qui?". Di rimando, lui mi sorride; prende una sedia in legno dalla spalliera e sedile in stoffa rossa e ci si sedie.
Oookay?
Si schiarisce la voce e, dopo essersi aggiustato la camicia che ha indosso, mi osserva con l'ennesimo sorriso. Inizia a starmi antipatico...
-Ciao, Inuyasha- mi dice, con voce tranquilla -Sai dirmi cosa ti è successo?-
Lo guardo interrogativo e, lui, sembra interpretare male il mio sguardo.
-Oh, chiedo scusa- fa, ridacchiando -Io sono Bankotsu, il medico della famiglia Cook- ma sentilo...è quasi orgoglioso, del suo titolo...-Ora, Inuyasha, puoi dirmi qualcosa?- termina, tirando fuori dalla sua giacca un blocco per appunti.
Annuisco, schiarendomi la voce e mettendomi seduto sul letto.
Prima, però, ho un dubbio...
-Ascolta- faccio, trovando un po' strana la mia voce -Chi cavolo è, questo Inuyasha, che continui a ripetere? Mi sembra che sia un nome ma...non ne sono proprio sicurissimo, non ricordo- mi gratto nervosamente la testa, convinto di non aver sbagliato nulla; dalla sua reazione, però, capisco che non è propriamente così:
Bankotsu si lascia cadere il taccuino dalle mani, guardandomi tra lo spaesato e lo sconcertato
-Come?- fa, nervoso, passandosi velocemente una mano tra i capelli -Puoi...puoi ripetere?- chiede, riprendendo il blocco tra le mani e guardandomi in attesa che parli.
-Uhm...- faccio, grattandomi una guancia -Inuyasha...non mi sembra mi chiami in questo modo, quindi...perchè continui a ripetere il nome di questo tipo? Hai, per caso, sbagliato paziente?- dico, non dosando la quantità di parole e, sopratutto, non accorgendomi del peso di esse.
Lui sospira -Lo immaginavo...- fa, passandosi una mano sul volto ed abbassandolo -Hai perso la memoria, Inuyasha- mi scocca, poi, un'occhiata.
-Scusa?- faccio, non capendo.
"Che stupidaggine!"
-Hai perso la memoria- scandisce meglio, lui, rialzando la testa ed appoggiandosi allo schienale della sedia in modo scomposto; uno sbuffo esce dalla sua bocca.
Beh, scusa tanto se hai un paziente!
"Tornando a noi...è impossibile! Non ho perso la memoria, so benissimo come mi chiamo e-" spalanco gli occhi, non badando a Bankotsu, che mi chiede cosa succede.
-Non lo ricordo...- mormoro, come in trance. Lui si avvicina di più a me.
-Cosa? Cosa, non ricordi, Inuyasha?- fa, mettendomi una mano sopra la spalla, ancora bendata.
Inuyasha...è...il mio nome?
-Non ricordo- ripeto, a voce più alta, sorbendomi l'ennesima domanda da parte di quell'uomo.
Nella mia testa, però, c'è troppa confusione per articolare una risposta.
Non ricordo nulla, cavolo!
Ci sono solo chiazze e sussurri indecifrabili...nulla di concreto.
Chi sono? Da dove vengo? Perchè mi sto accorgendo solo ora, di tutto questo?
Il fischio riprende, seguito da immagini sbiadite e voci che si abbattono sul mio cervello come gocce di pioggia. Sono stordito e, in preda alla confusione, mi afferro la testa e stringo i denti, facendo alzare Bankotsu e far cadere la sedia in un mix di suoni ovattati ed urli anch'essi poco chiari e quasi confusionari. Okay, mi sta dando tutto fastidio.
Non appena mi sento scuotere, l'unica cosa che faccio è spingere via chiunque sia l'individuo che mi ha toccato. Credo sia Bankotsu...ma non ne sono sicuro...
È tutto così confuso...
Il dolore alla testa diventa sempre più acuto e così la mia spossatezza.
Sento qualcosa crescere in me, orribili sensazioni e ringhi mi riempiono il corpo. Le prime, non riescono ad uscire dalla mia gola ma si insediano in posti ben specifici, i secondi...mi attraversano la gola fino ad uscire dalle mie labbra con suoni gutturali e semplicemente mostruosi. Sento la schiena bruciare, sensazione già provata, e la pelle squarciarsi all'altezza della zona lombare della colonna vertebrale. Stessa cosa per la testa, che sento andare a fuoco.
Il dolore, però, stavolta, si sposta nelle orecchie, che percepisco essere tirate fino ad arrivarmi in cima al capo...lì, una profonda fitta mi porta quasi allo svenimento.
Ansimo, tra grugniti e ringhi, mentre il dolore non accenna a diminuire. Stavolta, è il petto a risentirne: lo sento bruciare, tanto, e il battito cardiaco accellera di molto.
Mi provoca quasi degli scossoni...
Deglutisco, la gola secca e bisognosa di acqua.
Che mostro che sei...starai di sicuro spaventando quel povero dottore...
Sta' zitta!
Anche se me lo dici, io sono una parte di te, Inuyasha...non puoi cacciarmi...
Perchè?! Perchè arrivi sempre tu e rovini tutto?! Dove sei, invece, quando ho bisogno di te?!
Sei tu, Inuyasha. Sei tu, che mi richiami...quando e dove vuoi.
Menti...
No. Sarò anche molto più forte di te, ma puoi manipolarmi a tuo piacimento...inconsciamente.
Io...io non ci capisco nulla!
Ma capirai. Più avanti.
Dov'eri...prima?
Sigillata...
Urlo, esplodendo in tutto il mio dolore e sentendomi preso da una forza nuova. Mai provata prima ma incredibilmente familiare. Il mio subconscio, in un sussurro lieve, mi dice qualcosa.
Qualcosa che non comprendo...
Poi c'è Bankotsu.
-Inuyasha! Mi senti? Inuyasha!- altre persone sono accorse a me, ma ormai sono davvero troppo stanco...
Solo...lasciatemi in pace.

-Inuyasha! Che cos'hai fatto?- mio padre, alla soglia della porta, mi guarda tra lo sconcertato e lo stupito. Singhiozzo, cercando di non far cadere il corpo che ho sopra le mie spalle.
-Papà- dico, con voce spezzata dal pianto -È successo di nuovo...- continuo, abbassando le orecchiette e guardando a terra. Lui deglutisce, scoccando un'occhiata al bambino che porto in spalla. Sento il sangue sgorgare dalla sua ferita, mi macchia la schiena  e la maglia che indosso...fa un cattivo odore.
-Papà! Presto! Dobbiamo aiutarlo!- singhiozzo, tirando su col naso -Papà!-  lo richiamo, vedendo che lui non si muove di un millimetro. I singhiozzi continuano a scuotermi, mi fa male la testa e la vista è appannata dalle mie stesse lacrime...
Che cos'ho fatto?
-Inuyasha...- parla, finalmente, mio padre -È troppo tardi...- sussurra, cercando di usare più tatto possibile -Lui...è morto- termina, massaggiandosi gli occhi.
Io lo guardo tremante, non sapendo più cosa dire, cosa fare...
Cosa? Lui...è morto? Quel ragazzino...è morto?
-No...non può essere- dico, con gli occhi spalancati, in un sussurro -Io...io sento ancora il suo cuore! Non può- la voce mi si spezza. Non ho la forza di realizzare...
Mio padre, molto più lucido, prende in braccio il bambino dalle mie spalle, non badando alle mie proteste e gli porta due dita al collo; aspetta qualche secondo, poi nega con la testa, sconfitto.
-È morto- esordisce.
Non riesco più a contenermi, mi accascio sulle ginocchia ed urlo. Urlo per la bestia che sono, per il bambino che ho ucciso, per mio padre...che ho ancora una volta deluso...
-Scusa papà...- singhiozzo, cercando di asciugarmi le lacrime.
-Va' via, Inuyasha- dice soltanto, lui, rientrando in casa e lasciando la porta aperta.
So che mio padre non darà la colpa a me...so che cercherà di coprirmi e che mi capirà...ma è proprio questo, ciò che mi fa stare male.
Sono un mostro...lo so bene.
Perchè continuo ad esistere?

-Dovresti mangiare, sai?- Bankotsu, seduto di fronte a me, mi guarda serio con le braccia conserte. Abbasso ancora una volta lo sguardo verso il piatto, riempito da una zuppetta che non ha assolutamente nulla di invitante. Ed io...dovrei...mangiare 'sta cosa?
Deglutisco, riempiendo il cucchiaio del brodo e facendolo ricadere sul piatto con un movimento lento e concentrato -Senti...- faccio, rivolto al giovane uomo ma continuando a guardare il liquido che scende dal cucchiaio -Esattamente...dove sono? Che cosa mi è successo? E chi sono io?- chiedo, posando il cucchiaio nel piatto e guardandolo dritto negli occhi.
Lui sbuffa -Ed io, come faccio a saperlo?- mi chiede, infastidito.
Io, a quella affermazione, alzo un sopracciglio; come per dirgli "Ma come? Non sapevi tutto, tu?" e lui pare cogliere ciò che intendo.
-Sono solo un medico, io! Cosa vuoi che ne sappia, della tua vita?- mi dice, quasi urlando -Ed ora, mangia! Sei denutrito!- a quelle parole, sbuffo: insomma! Non solo ho perso la memoria, ma nessuno mi sa dire che diamine stessi facendo o da dove venga o chesoio!
"Tsk, gente inutile..." penso, stringendo i denti e gettando un'occhiataccia a Bankotsu, che diventa subito perplesso.
-Non sai nemmeno dirmi, come sono finito qui?! Possibile, che nessuno ti abbia detto nulla?! Andiamo! Anche un piccolo particolare!- esclamo, sbattendo le mani sul tavolo e protendendomi verso di lui; nel farlo, attiro l'attenzione del cuoco della mensa e, ciò, non sembra piacere a Bankotsu che, subito, mi tappa la bocca.
-Sssh!- fa -Non urlare e fare rumore, così! Non capisci che ora è?- mi sussurra, guardandosi intorno -Ti dirò tutto ciò che so, ma tu dovrai prima mangiare! Non voglio che mi svieni mentre ti racconto!- detto questo, mi toglie la mano dalla bocca e si riappoggia alla sedia, sempre più infastidito. Faccio lo stesso io, annuendo convinto e soddisfatto.
-Sembra giusto- esordisco.
Ora...la zuppa...
-Certo, che piove sempre qui...- mormoro, tra una cucchiaiata e l'altra, guardando la finestra per poi passare a Bankotsu. Lui mi fa un sorrisetto.
-Ti ci abituerai...- mi dice, con le braccia incrociate al petto, facendo spallucce.
Lo guardo per un attimo perplesso, per poi alzare le spalle.
Ora come ora, mi importa poco.
-Anche stamani pioveva- inizia lui, una volta che ho finito di mangiare e che abbiamo lasciato la sala della mensa -Ti ho trovato steso su un colle, vicino casa mia, ed eri gravemente ferito- mi scocca uno sguardo, mentre continua a percorrere il corridoio -Avevi una forma strana...- ridacchia -Orecchie da cane e coda, insieme a degli strani capelli argentei e degli artigli alle mani. Creature come te, sono davvero rare...mezzi-sangue, difettosi o scherzi della natura, vengono chiamati...- a quel punto si ferma e si gira verso di me -Ma, io, credo che siano solo delle creature davvero affascinanti- mi sorride.
Io, dal canto suo, non posso fare altro che ricambiare; ma in modo più nervoso.
-Ora, però, sono umano- sussurro, quasi amaramente.
-Lo so- riprende a camminare, lui -Infatti, avrai assunto quella forma, in quel preciso momento, solo per proteggerti- deve aver capito che, la situazione, non mi è chiara, per questo continua -Mi spiego meglio- fa, infatti -Eri ferito gravemente e avevi perso molto sangue. Di norma, si sa che, le creature soprannaturali che popolano il nostro mondo, sono più forti di noi umani...per questo, di sicuro, il tuo corpo ha fatto ricorso alla tua parte lupina per tenerti in vita- termina, come se fosse la cosa più facile del mondo.
-Ad ogni modo?- chiedo, invitandolo a continuare il suo racconto. Lui annuisce, d'accordo con me e un po' divertito dalla situazione.
-Ad ogni modo- mi scocca un'occhiata -Ti ho portato dentro e curato, per poi ordinare a due cameriere di farti la guardia. Avevo intenzione di chiederti qualcosa su ciò che ti è accaduto ma...beh, diciamo che non mi sei stato proprio d'aiuto- sento l'ironia nella sua voce e, ciò, mi da fastidio "Scusa tanto, se ho perso la memoria!" penso, scoccando la lingua sul palato, infastidito.
-E, come facevi a sapere il mio nome?- chiedo, realmente curioso di scoprirlo.
-Semplice- esordisce lui -Nel completo elegante che indossavi, c'era una targhetta con su scritto il tuo nome...anche se non sapevo se fosse realmente quello- ridacchia nervosamente.
-Ah- faccio, io -E...potrei vedere quel vestito?- lo raggiungo, poi, correndo leggermente.
Non appena gli sono accanto, mi guarda stranito -C-certo...ma è piuttosto bruciacchiato- mi avverte.
-Non importa- nego col capo, io.
Ben presto, ci ritroviamo in uno stanzino che fa odore di chiuso e polvere. Bankotsu, dopo aver dato un'occhiata alla camera, si dirige verso un baule e, una volta aperto, ne tira fuori uno smoking nero. Nella tascha sulla destra, si può notare una targhetta molto bruciacchiata ma che ha, ancora, il nome leggibile: Inuyasha.
-Oh, e c'è anche questo- mormora, afferrando un foulard rosso dal baule e mostrandomelo.
Io, però, sono troppo preso da qualcos'altro per badarci.

-Oh, insomma! Mi dici perchè dovrei mettermi una cosa così...ridicola?!-
-Su, Inuyasha! È normale, per un servitore, avere una targhetta con il proprio nome sulla giacca!-
-Cos? Ma certo che no! Sei così attaccata alle tradizioni, Kagome!-

Un ricordo, fugace e un po' sfocato, mi passa per la testa per un millisecondo, lasciandomi un po' stordito. Cos'era quello? "Un ricordo, forse?" si, questo mi pare anche logico! Volevo solo sapere, se fosse importante...e chi sia quella Kagome che sembro conoscere...
Kagome...
Più lo sento e più, come nome, mi piace..."O forse, è il ricordo di quella ragazza, a piacerti?" cosa?! Non la conosco nemmeno! "Però, ricordarla, in qualche modo...ti ha fatto battere il cuore" sarà solo una coincidenza!
Forse, è una tipa che ho incontrato completamente a caso o-
-Inuyasha! Mi ascolti?- Bankotsu, di fronte a me, mi sventola una mano per richiamare la mia attenzione -Hai ricordato qualcosa, per caso?- mi chiede, una volta che vede il mio sguardo posarsi su di lui. Mi schiarisco la voce.
-Si, più o meno...- dico, facendo un sorrisetto nervoso.
-Vuoi raccontarmelo?- mi chiede lui. So, comunque, che sono obbligato a dirglielo...serve per farmi recuperare i ricordi, no? "Ciò, però, non vuol dire che devi proprio dire tutto..."
-Ecco, ero impegnato in un dialogo con una ragazza...purtroppo non so le sembianze, visto che, nel mio cervello, si è figurato soltanto il dialogo. Mi ha detto che è normale avere una targhetta, per un servitore- spiego, pensando che no, non ho omesso proprio nessun  particolare, alla fine.
"Non gli hai detto ciò che hai provato, però" taci.
-Mmmh...capisco- riflette lui, riponendo il vestito nel baule -E il nome, di questa ragazza?- mi chiede, quando stiamo camminando per uscire dallo stanzino.
Io ci rifletto su "Kagome..." penso "Kagome...Kagome...Higurashi!"
-Kagome Higurashi- dico, preso da chissà quale certezza.
Lui si ferma dal camminare, come colto dalla paura. Ma, non appena gli sono accanto, capisco che è solo una mia impressione: il suo sguardo è perplesso.
-Mai sentita- dice, come se nulla fosse -Nè il nome nè il cognome...- mi scocca uno sguardo, al  quale rispondo con un'alzata di spalle.
-Beh, come ho detto, è solo un ricordo...può darsi che l'abbia incontrata fuori da questa città- dico, con non-chalance. Lui mi guarda perplesso, poi parla:
-Di che parli? L'unica città, è a due miglia da qui...- mi dice, lasciandomi completamente di stucco. E, allora, io...come diavolo ho fatto ad arrivare qui?!
-Cosa?- chiedo, a bocca aperta -Ma io credevo...- non riesco a continuare la frase, troppo preso dallo stupore misto a confusione. Dove diavolo sono finito?!
-Vedi- inizia Bankotsu -Questa villa, si trova  nell'alto di una montagna...è normale che sia distante dalla città. Da quel che so, qui, abitiamo solo io e mia moglie- mi spiega, facendo spallucce e continuando la nostra piccola "passeggiata" per la villa.
Mi stupisco, di quanto sia grande...
-Okay, d'accordo...- annuisco -Ma io come ci sono finito, qui?- chiedo, esasperato.
-Come se lo sapessi!- sbotta lui, sbuffando -Siamo ad un punto morto...- mormora, poi, stanco, massaggiandosi gli occhi. Io seguo la sua stanchezza, mista a nervosismo, sospirando pesantemente ed abbassando lo sguardo al suolo.
-Non ricordi proprio nient'altro?- mi chiede, poi, voltandosi verso di me e, una volta che nego con la testa, riprende -Allora, dovremmo farci aiutare da mia moglie...- mormora, sovrappensiero, stiracchiandosi.
-Ecco, se posso chiedere, chi è tua moglie? E perchè dobbiamo affidarci a lei?- gli chiedo, colto da una certa curiosità, raggungendolo con una breve corsa.
Lui, una volta che gli sono accanto, mi scocca un'occhiata, per poi annuire -Mia moglie è una giovane maga e ricercatrice, mi aiuta molto col mio lavoro e, quasi sempre, lavoriamo in coppia. Anch'io sono un mago ma mi occupo di medicina e guarigione, mastico un po' di chimica e faccio qualche ricerca sulle creature sovrannaturali che popolano il nostro mondo e che non sono ancora state scoperte...puoi definirmi un "mago bianco"- fa una pausa, sorridendomi tra l'orgoglioso e il misterioso -Mia moglie si chiama Kikyo, Kikyo Eliasson. Ti ricorda qualcosa?- termina, poi, continuando a camminare.
Io mi fermo, colto da quel nome.
Kikyo...Kikyo...
-Non mi sembra...- esordisco, cercando nella mia memoria confusa.
È come se ogni ricordo fosse stato temporaneamente archiviato, pronto a tornare a galla, una volta trovato un determinato particolare che lo ricordi vagamente...diavolo...che situazione!
-È svedese, tua moglie?- chiedo, poi, riconoscendo il suo cognome e raggiungendolo.
Bankotsu annuisce, ridacchiando -Si, cavolo, come hai fatto?- ride, ed io non so se prenderla in modo ironico o stupito -Suo padre è svedese, sua madre è di qui. Ha, naturalmente, preso il cognome del padre- mi spiega, non dandomi il tempo di rispondere.
Annuisco, scavando nella testa in cerca di qualcosa di utile.
-Nulla, eh?- mi chiede Bankotsu, gettandomi un'occhiata e fermandosi davanti ad una porta; poi, dopo la mia risposta (negativa), afferra la maniglia di essa -Eccoci qua- esordisce -Kikyo è sulla via del ritorno da un suo viaggio, la vedremo domani- mi spiega, entrando insieme a me -Tu riposa e fa' come se fossi a casa tua-
Non appena esce dalla camera, lasciandomi solo, mi lascio cadere a capofitto sul letto; il volto rivolto verso il baldacchino sopra la mia testa.
Che situazione, ragazzi...

-Mi dici che diamine è successo?!- Riku scattò verso la figlia, osservandola dall'alto della sua statura con sguardo furioso. Quella deglutì, imprecando mentalmente e gettando uno sguardo alla madre, dietro suo padre, che sembrava non essere tra loro.
-Ehm...- balbettò, tornando a guardare gli occhi dell'altro -È esplosa la casa?- provò, cercando di utilizzare un tono che non facesse innervosire il padre.
-Dimmi qualcosa che non so!- sbottò quest'ultimo, passandosi una mano tra i capelli laccati e tirati indietro come al solito -Chi è stato? Perchè ancora non si sa nulla?- sibilò, pieno d'ira.
Kagome fece spallucce, pentendosene subito dopo, per poi rispondere al padre -Cosa vuoi che ne sappia?- fece, infastidita e piuttosto nervosa anche lei -Non è rimasto nulla, della casa, quindi non abbiamo nessuna traccia- spiegò, incrociando le braccia.
-Cos'hai detto?!- scattò, ancora una volta, Riku -Non si è salvata neanche...- lasciò in sospeso la frase.
-Già, nemmeno quella- annuì Kagome.
-E...ehm...- li intterruppe la madre -Ed il caro Inuyasha?- chiese, facendosi prendere improvvisamente dal panico.
A quel punto Kagome si bloccò, sentendosi presa improvvisamente dall'ansia.
No...non doveva darlo a vedere, altrimenti suo padre...
-Uhm- sviò lo sguardo -Non si trova- continuò, in un sussurro quasi inudibile.
Riku passò lo sguardo sulla figlia, come a volerle scrutare l'anima, ignorando le esclamazioni disperate della donna -Capisco...- fece, soltanto, spostando lo sguardo sulla villa ormai consumata dal fuoco.
Improvvisamente, pareva essere tornato freddo e imperturbabile.
-Bel casino- sussurrò Kagome, sospirando, una volta che i suoi genitori erano tornati a parlare con Naraku. Dalla punta dei suoi piedi, il suo sguardò si spostò sui tre, che discutevano di ciò che avrebbero dovuto fare.
Strinse i denti. Oltre al fatto che le rodeva il dover essere ospite di quello schifoso, non riusciva a trovare Inuyasha in nessun modo. E quell'Hakudoshi...non faceva che starle addosso...per non parlare, poi, dei suoi genitori, di suo padre...
Non ce la faceva più, era nervosa e non beveva sangue da chissà quanto tempo...
"E Sango..." pensò, incamminandosi dentro il giardino della villa "Sembra essere tornata la ragazza di un tempo...fragile e costantemente impaurita" sbuffò, calciando un sassolino e rivolgendo lo sguardo al cielo.
-Inuyasha...- chiamò a bassa voce, chiudendo gli occhi -Dove sei? Ho bisogno di te...- sussurrò al vento, sentendo quest'ultimo "muoversi" fra le fronde di un albero.
Sorrise: era come se, la brezza, le avesse risposto...
-Niente, però, è pari alla tua voce...Inuyasha-


Angolino piccino picciò <3
Eccomi qua! :3 Vi ho fatto aspettare? xD
Spero che ne sia valsa la pena :3
Dopo gli eventi dello scorso capitolo, ci ritroviamo catapultati in un altro posto e... Inuyasha ha perso la memoria?! xd Cosa mai sarà capitato? E...la recupererà? :3
Chi lo sa...?
Nel frattempo, facciamo la conoscenza di Bankotsu, che sembra essere il marito di Kikyo e vuole aiutare Inu :3 è un mago bianco, lui, si. Più avanti, vedremo le altre classi (nera e rossa) e che cosa cambia da quelli che conoscete e come sono in my story :P
Se ve lo state chiedendo, ho preso il mago rosso, bianco e nero da final fantasy...non so se sono contemplate, queste classi, in quelli che conosciamo noi xP
Ma dettagli, io ne farò usoh U.U
Ancora ricordi della sua infanzia, mischiati a quelli di quando è adulto e sembrano vedersi anche i due loschi figuri di due capitoli fa :3 Uhm...vogliono qualcosa da una strega e... quale libro? OoO Boh :P
Kagome litiga con suo papi e la madre sembra essere l'unica tra lei e Riku a preoccuparsi per Inu (poveroh cagnolino lui xd) la villa è completamente distrutta, Sango sembra stare sempre più male...
Insomma! Tante belle cosette! :3

Spero che il cap vi sia piaciuto!
Mi scuso per eventuali errori e ringrazio tutti per aver letto! <3
Aspetto vostre.
Bye! :D

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Capitolo 14
*** Il Baku ***


Seguo il suono di quella voce, aprendo gli occhi e ritrovandomi in un mondo strano.
Onirico, oserei dire.
Nuvole di fumo galleggiano in quello che sembra essere un cielo grigio, l'atmosfera è tranquilla, l'unico suono che può essere percepito è quello delle gocce che cadono...gocce d'acqua, si. La stessa acqua, che mi fa da pavimento.
-Sei tu, che mi hai chiamato?- chiedo, al ragazzo, al me stesso, che mi trovo davanti.
Sto sognando?
È come guardarsi allo specchio e non mi piace. Non mi piace l'idea di avermi di fronte, di avere di fronte una persona uguale in tutto e per tutto a me.
Eppure, questo me, non sembra per niente...me.
Ha un volto più maturo, deluso e sollevato al tempo stesso.
Mi guarda come mi guardarebbe mio padre...e, ci vado a intuito...visto che non ho la più pallida idea di come mi guardava mio padre.
L'ho dimenticato.
Orecchie, occhi color oro, capelli e coda argentee...lo stesso smoking, distrutto da quelle che sembrano fiamme...davanti a me, ho l'Inuyasha lupo.
Il licantropo.
Quello...di prima.
Prima che perdessi la memoria, che perdessi me stesso...
-Inuyasha- pronuncia -Inuyasha- mi richiama.
Perchè l'ha detto due volte? Perchè il mio nome, detto da me stesso, mi sembra così strano?
Deglutisco, guardandolo dritto negli occhi; lui sembra capire che sono disposto ad ascoltarlo.
-Cosa ti è successo?- mi chiede.
E, come se lo sapessi, certo! Ho perso la memoria...
-Non lo so- rispondo, pensando che, parlare a me stesso, sia ancora più strano -Ho perso la memoria- spiego, facendo spallucce e sfuggendo con lo sguardo a lui.
-Hai perso la memoria?- mi chiede, scettico e divertito allo stesso tempo -Hai perso la memoria- si risponde da solo, infine. Io faccio spallucce, continuando ad osservare il velo d'acqua su cui "cammino".
-Così pare...- sussurro, un po' intimidito da..."Me stesso" deglutisco.
-Hai perso la memoria- ripete l'altro Inuyasha, come un disco rotto.
Digrigno i denti -Si, si! Ho perso la memoria!- sbotto, guardandolo male.
-Hai perso la memoria?-
-Come ho già detto: si-
-L'hai persa davvero...o stai mentendo a te stesso?-
Lo guardo, riflettendoci su. Non sto mentendo...perchè dovrei farlo? Io voglio recuperare la memoria, lo voglio davvero. Non sto mentendo. No.
-No, certo che no- rispondo, come se fosse logico -Perchè dovrei farlo?-
-Sai...si dice che "la perdita di memoria" sia una specie di meccanismo di difesa...tu, che hai subito un trauma, ti rifiuti di ricordare e inizi a vivere nell'ignoranza. Lo sapevi?- il suo tono, il suo tono! Non mi piace! Mi prende in giro e basta!
-Ora si- rispondo, guardandolo con sfida.
Lui continua ad essere impertubabile -Quindi, che cosa intendi fare?- mi dice, cambiando discorso
-Vorresti continuare a...?-
-C'è altro che posso fare?-
Lo vedo irrigidirsi, forse per la rabbia, poi scatta verso di me, prendendomi per i colletto del pigiama che indosso -Tu...- sibila, a qualche centimetro dal mio viso -Vorresti startene con le mani, ad aspettare che qualcuno venga a salvarti?! Ad imboccarti?!- mi urla -Ma che cazzo, sei impazzito o cosa?! Sei stupido?!- mi scuote.
Sono abbastanza scosso, non riesco a dire nulla...
-Ed io, dovrei salvare un ragazzino come te?! Uno che ha sempre avuto tutto imboccato, che è sempre stato salvato e che mai si impegnerà per se stesso?! Ma inizia a salvarti il culo da solo!- non so come, riesco a liberararmi dalla sua presa, indietreggiando di qualche passo.
Mi aggiusto il colletto con fare stizzito -E tu, che ne sai? Sei qui a farmi la predica, ma in realtà non sai minimamente cos'ho passato! Non ho mai giocato come un bambino, non ho mai vissuto l'infanzia che meritavo per colpa della mia natura! Ho perso la memoria già due volte e non so minimamente il motivo! Non so perchè i miei genitori...non so perchè mio padre...mi abbiamo cancellato la memoria! Ogni mio ricordo, ogni cosa che sapevo...è andata persa! Tutto, tutto quanto, cazzo!- non sono io, quello che ho di fronte...non sono io!
-Quindi ricordi?-
Spalanco gli occhi, colto da quell'affermazione.
-Ricordi che hai passato, che hai perso la memoria...perchè in realta, Inuyasha, tu non hai perso proprio nulla- mi spiega, ora è diventato calmo, quasi soddisfatto.
-E tu come lo sai, questo?- chiedo, ancora infastidito.
-Lo so, perchè...-
-Perchè sei me stesso?-
Lo sento ridere di gusto -No, Inuyasha. Io non sono affatto te stesso...questo è solo un modo per comunicarti, io sono me e tu sei te, siamo individui completamente diversi- nega, lasciandomi un po' perplesso.
-Allora, chi sei?- chiedo, curioso di scoprirlo.
-Non sono qui per questo-
-E allora perchè, sei qui?-
-Perchè è ora che tu ti svegli-

Kagome gettò il libro sul tavolo con fare stizzito, sbuffando.
Erano giorni che cercavano Inuyasha...ma nulla, nessuno sapeva niente! Alcuni, pensavano persino che fossero diventati pazzi...e, come dargli torto? Un ragazzo non può sparire da un momento all'altro, così, senza lasciare alcuna traccia. Non può e basta!
"Eppure è successo..." pensò, lasciandosi andare allo schienale della sedia "Non so come, quando e dove...ma, è successo!" un altro sbuffò lasciò le sue labbra, mentre i suoi occhi si soffermavano sulla finestra che aveva di fronte, su cui sbattevano miliardi di goccioline di pioggia che, poi, si trasformavano in scie bagnate.
In più, non poteva nemmeno uscire dalla casa di quel Naraku...perchè "Ordini di suo padre, signorina, il signor Higurashi non vuole che lei lasci l'abitazione del signor Naraku" e, cavolo, se quando diceva una cosa, andava fino in fondo! Aveva persino lasciato quel ragazzino, quell'Hakudoshi, a sorvegliarla...da quando si alzava a quando andava a dormire...diavolo! Suo padre era l'uomo più odioso del mondo, quando ci si metteva! "Ma anche sempre..."
Sospirò, facendo appello a tutta la sua pazienza "Sango e Miroku, poi, è da un casino che non li vedo...mio padre ha detto che stanno alloggiando in un hotel e che, solo dopo che la casa si sia sistemata, potrò vederli..." abbassò lo sguardo sul libro che aveva lanciato sulla sua scrivania, mordendosi il labbro "Che bel casino..."
Stette un bel po' a guardare la copertina del libro, pensando alla situazione in cui si era ritrovata "Tutto, per colpa di quello stupido..." finchè non sentì qualcuno bussare al vetro della sua finestra. Non seppe nemmeno lei, perchè lo riconobbe subito come "bussare"... fatto sta che, quando volse lo sguardo verso di essa, si ritrovò un ragazzino appoggiato al davanzale esterno,  con ancora il pugno appoggiato sul vetro.
Era vestito con uno strano abbigliamento, i capelli legati in una coda e la bocca coperta da una bandana, la osservava con occhi vacui e malinconici. Per certi versi, le sembrò di vedere Shippo cresciuto...per altri, Sango.
In ogni caso, aprì svelta la finestra, senza pensarci davvero.
-Le porgo i miei saluti, Kagome-sama- chinò il capo, il ragazzino, una volta che gli venne aperta la finestra. Kagome lo classificò immediatamente come "tipo che usa uno strano linguaggio" ma non disse nulla riguardo questo.
-Prima di tutto- scelse, invece, di dire -Entra, o ti prenderai un malanno-
-Non si preoccupi- ribattè subito, l'altro -Me ne andrò via subito- spiegò, poi.
Kagome rimase perplessa ma scelse di non insistere.
-E lei, deve venire con me- si schiarì la voce, il ragazzino -La porterò da colui che cerca- spiegò, poi, guardandola intensamente negli occhi.
-Inuyasha?- chiese l'altra, piuttosto stupita. Che cavolo significava, tutto quello?
-Se è colui che cerca...-

Freddo. Sentivo freddo.
Non sapevo dove fossi, il tepore e la comodità del materasso erano spariti...al loro posto, un terreno duro e freddo mi gelava l'intero corpo. Sussurri intraducibili mi riempivano la mente, mentre un continuo ticchettio iniziava a darmi fastidio.
E, tic tac-tic tac, continuava a fare, l'ipotetico orologio.
Lo sentivo lontano e vicino al tempo stesso, fuori e dentro la mia mente...sembrava più che altro un'allucinazione. Piano piano, mentre i sussurri si facevano un po' più acuti e si trasformavano in risatine, aprì gli occhi.
Ciò che mi venne incontro, fu una visuale orizzontale di un lungo viale sospeso in uno spazio nero e colorato al tempo stesso. Non capì subito: richiusi gli occhi, forse spaventato, forse confuso o semplicemente stanco...poi li riaprì e, di nuovo, rividi le stesse cose.
Iniziavo a chiedermi dove fossi.
Nella mia testa, passò il pensiero fugace di...non alzarmi. Sapevo, che un movimento troppo brusco mi sarebbe costato un giramento e, di seguito, confusione; quindi preferì evitare.
Stavo lì, ad osservare il viale a spirale e il cielo, che pareva muoversi.
Una tavolozza di colori mischiati...
Hai intenzione di stare qui, per tutta la vita...per caso?
Riconobbi la ormai familiare voce della mia "bestia interiore", sospirando e rispondendo vagamente con un "No, no, ora mi alzo". Mi piaceva avere qualcuno con cui colloquiare, nonostante fossi solo...sapevo pienamente, che in definitiva stavo parlando con me stesso...ma era...rassicurante.
Mi alzai di braccia, coperte da uno smoking nero e, durante l'atto, alcune ciocche argentee mi ricaddero sugli occhi. Ero un licantropo.
Presto mi ritrovai seduto, a girare lo sguardo in cerca di qualcosa che mi facesse capire dove fossi e cosa fosse questo posto. Nulla. Non trovai nemmeno un indizio, qualcosa...
"Beh, di certo non sono nel mondo reale..." constatai, visto la forma curiosa di quel mondo.
Sembrava di essere in un'altra dimensione...qualcosa che, nei libri che avevo letto, chiamavano "dimensione alternativa" o "mondo alternativo"...
Si, era certamente così.
Mi alzai, spolverando lo smoking che avevo indosso, già ampiamente distrutto e sporco di suo "Solo...come ci sono finito qui?" il mio sguardo volò un'altra volta a guardare ciò che avevo intorno, per averne una panoramica completa. Mi trovato in un isolotto...terra crepata mi faceva da pavimento, insieme a qualche filo d'erba posto ai lati dell'isoletta oppure che spuntava dalle crepe. Di fronte a me, il viale a spirale di prima e, dietro...il nulla più assoluto.
"Okay, d'accordo, non andiamo nel panico" sospirai "Proviamo a seguire quel viale e...vediamo dove porta!"
I miei passi rimbombavano in quello spazio che, via via che avanzavo, sembrava cambiare. Non ebbi l'impressione di essermi perso nemmeno una volta ma, quando mi fermai ad un incrocio, potei constatarlo: non sembravo essere per niente allo stesso punto e, diamine, se quella strada era tutta uguale, allora si, che era un problema!
Sbuffai, guardandomi intorno e percependo il fastidio che andava aumentando dentro di me. Come cavolo potevo uscirne? Quel coso pareva solo un labirinto senza fine! "Magari anche con fatine che mordono..." ora ci si metteva perfino la mia vocina! "Non avevi detto, che ti sentivi rassicurato?" ora non più.
-Direi che, mettersi a parlare da solo, non sia la cosa giusta da fare...- sussurrai, calciando un sassolino che rotolò, fino ad essere calciato...dal nulla.
Okay, questo era strano.
Gettai un'occhiata ai miei piedi, di fronte ai quali c'era il sassolino. Non sembrava essere... posseduto o chesoio. Quindi, o non si potevano calciare sassolini, qui...oppure era semplicemente un fenomeno magico. Feci spallucce, continuando la mia "perlustrazione".
Non c'era niente di che preoccuparsi, ero un licantropo, in fondo!
-Ehi, sei tu Inuyasha?-
La voce di un bambino, non è, di solito, quella che si sente nei libri horror prima che il protagonista schiatti? "Ti fai troppe paranoie, Inuyasha..."
-Si, dovrei esserlo, tu chi sei?- mi girai verso la voce, trovando una bambina vestita con una tunica rossa; aveva i capelli bianchi e gli occhi viola...la pelle scura.
Si, okay, d'accordissimo...ma che ci faceva lì?
-Piacere di conoscerti, Inuyasha! Io sono Shiori!- mi sorrise. Io mi avvicinai a lei, perplesso, accucciandomi per arrivare alla sua altezza.
-Okay Shiori- annuii -Che ci fai qui?-
-La mamma! La mamma mi ha detto di aiutarti con Baku-sama!-
Pazza.
Pensai che quella bambina fosse completamente uscita di testa ma dovetti ricredermi: un ringhio, che rimbombò per qualche secondo, mi fece venire i brividi e, l'affermazione di quella bambina, ancora di più.
-Oh! È Baku-sama!- disse, in modo inspiegabilmente tranquillo. Un altro ringhio si fece sentire.
 -Pronto a combattere, Inuyasha?-
-Eh?-

-Padron Naraku- Jaken si inchinò al cospetto del suo padrone, continuando subito a parlare vista l'impazienza di esso -Non ci sono notizie di Inuyasha, credo proprio sia andata come dicevate voi...- gli occhi a palla si alzarono verso l'uomo, che adesso ghignava.
-Perfetto- la voce carica di soddisfazione -Ora, dobbiamo solo sperare che non accada ciò che temiamo- riflettè, mentre lo sguardo diventava freddo e calcolatore.
Jaken deglutì -Potrebbe...?-
-Si, Jaken, ci sono delle possibilità- si alzò dalla sedia -Tuttavia, il varco dimensionale che è stato creato a causa della nostra esplosione, è solo dimensionale, appunto. E, se non riusciamo a trovare quella parte di casa prima che il ragazzino torni, allora dovremmo cambiare alcuni punti del nostro piano...chiama quell'uomo, quell'Hojo- gettò un'occhiata al kappa, per poi tornare alla finestra. Jaken annuì e, dopo aver detto le solite parole di congedo, uscì dalla stanza.
-Per quanto ancora devo continuare questa farsa?-

-Cazzo!- imprecai, non appena sentì il ringhio più vicino del normale.
Mi aveva trovato? Sarei riuscito a batterlo?
Non lo sapevo.
Guardai Shiori, quella bambina, tra le mie braccia: ce l'avrebbe fatta? Io mi fidavo di lei ma...era solo una bambina, in fondo..."Cazzo, cazzo! Devo reagire!" deciso a fare qualcosa, poggiai la bambina a terra, per poi rivolgermi alla bestia, a qualche metro da me.
Il baku, creatura mitologica e spiritica, col corpo da orso, le zampe da tigre, coda da bue ed occhi di rinoceronte...si dice che si nutra di incubi.
"Non credo sia così forte..." pensai e, forse era meglio evitare di attaccare, se lui non l'avesse fatto..."Ma sei pazzo?! È lui, quello che ti ha quasi staccato un braccio con un morso!" mi ricordai della collutazione di prima, mentre ero distratto a chiedermi se quella bambina dicesse davvero la verità; l'attacco bloccato col braccio, le parole dette da quella bambina...
"Ci penserò io, tu tienilo occupato!"
-Giusto- feci, schioccandomi le ossa delle dita prima dell'una e poi dell'altra, avvicinandomi nel frattempo alla bestia -Devo solo tenerlo occupato-
Senza dargli tempo di reagire, con uno scatto, gli assestai un destro in pieno muso, facendolo volare di qualche metro all'indietro. Mi compiasi e sorpresi allo stesso tempo, della mia forza: molto più acuita rispetto a quella di un semplice umano.
"Beh, c'era da immaginarselo"
-Allora? Ora non ringhi più?- dissi, al mostro che si stava rimettendo in piedi e che, una volta di nuovo a quattro zampe, si mise a ringhiare -"Grr, grr", solo questo sai fare!- ghignai, preso da chissà quale spavalderia.
Spavalderia che dovetti soffocare, visto che il mostro mi fu addosso in un nanosecondo -Ma che ca- non feci in tempo a dire, atterrando a terra e parandomi da un altro morso con un braccio, che assaggiò la forza delle zanne di quella bestia.
"Si è teletrasportato!" ne ero sicuro, un attimo prima era a qualche metro di distanza da me...e quello dopo..."Ne sono sicuro, l'ha fatto!" non persi, comunque, tempo e, con una potente ginocchiata allo stomaco, me lo levai di dosso.
Mi rimisi subito in piedi, indietreggiando di qualche passo ed osservando il mostro zoppicare.
Se avesse perso l'equilibrio, vista la poca larghezza della strada, sarebbe sicuramente caduto... dovevo fare attenzione anch'io, però: pochi metri dietro di me c'era Shiori, un passo falso e avrei coinvolto anche lei o peggio, fatta cadere in quel mare oscuro...non potevo permettermelo. Deglutì, pensando alla mia e la sua prossima mossa. Dovevo solo trattenerlo, mica ucciderlo...e, anche volendo, non ero proprio sicuro che fosse stato possibile.
-Sbrigati Shiori...- sussurrai, stringendo i denti e lanciandole un'occhiata alle mie spalle.
Non sapevo minimamente che stesse facendo, aveva solo perso i sensi...ma non sapevo come, questa cosa, mi sarebbe stata d'aiuto. Ad ogni modo, non avevo tempo di stare fermo a pensare ai fatti miei "Sennò, rischio di ritrovarmi senza testa..." feci un passo, avvicinandomi al baku che, ora, ansimava e mi guardava rabbioso. Non era così forte...
Più mi avvicinavo e più quel mostro sembrava spaventato, l'avrei finito con un solo colpo.
-Mi spiace, bestione, ma credo che dovrai farti un ripos-
-No! Fermo!-
Avevo ancora il pugno alzato, la bestia ferma e tremante di fronte a me, quando una voce mi fermò; stessa voce, che riconobbi essere quella di Shiori.
Immediatamente mi voltai verso la ragazzina, alzatasi in piedi, che adesso mi guardava preoccupata e spaventata -Fermati! Baku-sama non è cattivo!- notai, tra le sue mani, una sfera scarlatta che prima non aveva. Che c'entrasse con quello svenimento?
-Un orso pazzo che voleva uccirdermi, non mi sembra buono!- sbottai, rimettendomi dritto.
-Non è colpa sua! È di quel bambino!-
-Quale bambino?-
-Hakudoshi-oniichan!-

-Hakudoshi è un mago rosso?!- Kagome vide il ragazzino annuire, senza scomporsi più di tanto
-Dici davvero?- chiese la ragazza, più pacatamente, continuando a seguirlo.
-Si, Kagome-sama, Hakudoshi-san è un mago-
-Rosso-
-Si-
Kagome deglutì: non era molto potente, come classe, in confronto a quella nera e bianca...ma si dimostrava pur sempre qualcosa di pericoloso..."I maghi rossi sono quasi sempre dei bambini, non sopparsano i dieci-dodici anni d'età e il loro corpo non diventa mai adulto. Sono capaci di manovrare la magia nera e bianca, seppur solo i primi stadi e possono avere dei mostriciattoli come servitori" si rifece mentalmente lo schema di ciò che aveva letto nel libro, pensando che, se Hakudoshi era davvero un mago rosso, allora Naraku poteva essere un mago nero.
-Possibile- approvò il ragazzino, quando glielo fece presente -I maghi neri hanno una certa affinità con il maligno e la magia nera. Sono molto potenti e i loro incantesimi si basano quasi sempre su maledizioni...il signor Naraku ha dei punti in comune?-
-Non potrebbe essere uno stregone?- chiese Kagome, riflettendoci su e vedendo il ragazzino fermarsi in mezzo al bosco che stavano attraversando; qualcosa, sembrava preoccuparlo.
-Potrebbe essere anche questo...-
-Mmmh- riflettè l'altra "Stregone...mago nero..."
-Ci faremo dire dal mio maestro, lui ne sa più di me- e, detto questo, il ragazzino tirò fuori un piccolo fischietto di legno ad ultra-suoni che si premurò subito di usare.
Passarono un bel po' di secondi, in cui Kagome lo osservava aspettare, con lo sguardo rivolto verso il cielo, qualcosa; che aveva appena chiamato. Presto, quel "quacosa" si rivelò essere una grande gatta beige e nera, con due code, che piacque molto alla ragazza.
-Che carina- si lasciò sfuggire, osservandola -Una gatta davvero fuori dal comune...- sussurrò, non capendo cosa potesse essere. Non aveva mai visto un animale di questo tipo...anche se, forse, non poteva considerarsi nemmeno tale.
-Ci accompagnerà Kirara, da ora in poi- spiegò il ragazzino, salendole in groppa.
Anche Kagome prese posto nella schiena morbida della gatta, poi spiccarono il volo.


Angolino piccino picciò <3
Non ci state capendo nulla, dico bene? xD Inuyasha prima è da una parte...e poi da un'altra, incontra sè stessi che non sono sè stessi, mostri che vogliono ucciderlo e bambini che vogliono aiutarlo ma...capirete ;)
Vi ho dato già qualche indizio per capirci un po'...
Comunque! Ho descritto bene la battaglia? C'è troppa poca azione? Troppo frettolosa?
Ditemeloh xP
Non vi aspettavate Shiori, dico bene? ;) beh, io invece c'avevo pensato dall'inizio...magari vi ritrovate anche altri personaggi non molto "importanti"...qui, a cosa serve la sfera degli Yakikomori?
Kagome non sta di certo vivendo il periodo migliore della sua vita xD ma c'è chi se la passa peggio...chi è quel ragazzino che l'aiuta? Lo indovinerete sicuramente.
C'è anche la piccola Kirara, già! :33
Naraku accenna a qualcosa che non deve accadere...che cosa sarà mai?
La situazione si fa sempre più incasinata, eh! ;)
Mi scuso per gli errori e ringrazio tutti quelli che mi seguono e supportano sempre! <33
Bye!

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Capitolo 15
*** Dimensioni parallele ***


-Hakudoshi o meno...dobbiamo abbattere quel coso!- mi rimetto in posizione d'attacco, guardando truce quel mostro, che ora sembra tremare di paura al sol guardarmi.
Non ho tempo da perdere, devo liberarmi di questo mostro ed uscire da questa dimensione parallela il più presto possibile.
-No, Inuyasha-oniichan! Non farlo!- "Quando ha aggiunto quell'oniichan?" guardo Shiori, lontana da me ancora qualche metro.
-Perchè?- faccio, avvicinandomi -Perchè ci tieni tanto? Se non lo uccido ci-
-No! Non lo farà!- e, detto questo, sposta lo sguardo sul baku, guardandolo dritto negli occhi; per un attimo, quelli di Shiori, sembrano illuminarsi.
Aggrotto le sopracciglia -Che stai facendo?- chiedo, facendo per avvicinarmi ma lei mi ferma subito, concentrata su ciò che sta facendo.
-Non muoverti- fa, seria -Mi deconcentri-
-Cos?- può, una bambina, assomigliare così tanto ad una donna?
Sposto lo sguardo sulla bestia, trovandola seduta a guardare Shiori. Che diamine ha fatto?! Sembra un cagnolino!
-Eccolo!- sussurra la bambina, ad un certo punto, facendomi ritornare subito attento.
-Ecco cosa?- chiedo, in un flebile sussurro, per non distrarla.
-Non puoi vederlo- sentetiza lei -Inuyasha-oniichan- mi chiama, poi -Riesci a colpire, quel punto lì?- vedo il suo ditino alzarsi, ad indicarmi un punto sopra la testa del baku.
-Credo di si...- e, detto ciò, con uno scatto, tiro un pugno proprio dove mi ha indicato Shiori.
"Preso!" penso, vittorioso, non appena sento qualcosa di morbido e spugnoso toccare le mie nocche; ma no, non credo proprio di averlo preso.
A dirmelo, è la potente onda d'urto che mi rimanda indietro e ciò che si materializza dietro il mostro, subito dopo.
Un avvoltoio. Un orrendo, smilzo avvoltoio dagli occhi cavati.  
-Lo sapevo!- sbotta Shiori.
-Se lo sapevi, perchè non me l'hai detto?!-
-E-ehi! N-non parlarmi a quel modo!-
Mi rialzo, sussurrando uno "Tsk" e guardando il nuovo "mostro" che è comparso. Ora che ci faccio caso, è molto più grande di un normale avvoltoio..."Beh, non che questo mi spaventi..." -Posso ucciderlo, quel coso?- chiedo alla bambina dietro di me, gettandole un'occhiata. Lei annuisce.
-Fai attenzione a Baku-sama, però- mi ricorda, guardandomi spaventata.
-Certo, certo! Non toccherò Baku-sama, sta' tranquilla!- dico, sarcasticamente, poi mi getto a colpire l'avvoltoio. Non ho idea di che cosa fare, vado solo di pugni e schivo gli attacchi che-aspe, perchè sta fermo?!
Continuo ad avanzare, un po' perplesso di fronte al doppio mostro che...non fa nulla! Il baku ha gli occhi vitrei e l'avvoltoio vola solamente, le zampe a tenere la schiena dell'altro e gli artigli infilzati in essi. Ma che diamine?!
-Shiori!- la chiamo, fermandomi dal mio "attacco" -Che sia...?-
-Posseduto. Esatto- annuisce lei -Il baku è fin da sempre una creatura benigna, mangiatrice di incubi...ma Hakudoshi-oniichan l'avrà voluto possedere per metterti in difficoltà! Lui riesce a controllare i parassiti, come questo avvoltoio, e gli fa possedere le altre creature- mi spiega. Quell'Hakudoshi...sin da quando ho sentito il suo nome, per quanto non me lo ricordi, mi ha fatto un brutto effetto...
-Parassiti?- chiedo, non capendo bene a cosa si riferisca.
-Si, Hakudoshi-oniichan riesce a risvegliare i morti....questi, però, essendo solo anime bruciate dal rancore, non hanno una loro forma e devono possedere altri corpi per vivere...vengono detti parassiti-
-Ferma...non erano i demoni...quelli che possedevano i corpi?-
-Da quanto so, no...-
Digrigno i denti -C'è un modo particolare, per ucciderli?- chiedo, temendo che siano più di quanto penso. Shiori annuisce.
-Si, devi solo staccarli dal corpo che posseggono...e scompariranno, visto che non hanno nulla a cui aggrapparsi, per vivere- annuisco e, con un altro scatto, inizio a correre verso il mostro. Ora so che cosa fare.

-È qui, che si trova il tuo maestro?-
-Mmh-mh-
Kagome guardò il ragazzino annuire, entrando dentro quella che sembrava una vecchia capanna. Non aveva mai visto qualcuno di così poche parole, era impressionante...e con quei modi educati, poi...quasi quasi, le sembrava uno di quei rampolli di famiglie straricche che, stanchi di vivere in quel modo, scappano via di casa...
-Kagome-sama?- la chiamò il "rampollo" in questione -La prego di aspettare qui, la mia maestra è al piano di sopra- e, detto questo, si congedò.
"Oh, quindi è una lei?" pensò Kagome, osservando l'ambiente. Era vecchio, non c'era ombra di dubbio...sembrava non ci vivesse nessuno..."Sembra quasi la casa di una strega..." riflettè, con lo sguardo verso l'alto, rivolto al lampadario appeso al soffitto "Beh, però i lampadari costosi ce li ha..." lo osservò per un bel po', incantata dai giochi di luce che riusciva a creare visti i cristalli che lo costituivano, quando una pietra in particolare attirò la sua attenzione.
"Rossa, scarlatta...che ci fa lassù?" ringraziò la sua vista da vampira, continuando ad osservarla, attirata inspiegabilmente da quel colore. Poi si guardò intorno "Se la prendo...non credo che qualcuno se ne accorgerà...dico bene?" deglutì, mentre il suo sguardo si soffermava sulle scale e il suo udito cercava di captare qualunque rumore.
Nulla, non sentiva niente.
Ovunque fosse andato, quel ragazzino non pareva stare tornando adesso.
"Perfetto" ghignò, tornando alla pietra "Posso agire indisturbata" e, pensato ciò, non perse tempo: usando i suoi poteri da vampira e cercando di fare il meno rumore possibile, riuscì a portare la pietra tra le sue mani; stupendosi di quanto fosse bella, da vicino.
La rigirò tra le dita, ammirandola con lo sguardo finchè non sentì dei passi più vicini del solito; a quel punto la cacciò in tasca.
-Venga, maestra, Kagome-sama è di qui- si sentirono dei passi sulle scale, poi due figuri comparvero dal piano di sopra: il ragazzino ed una figura femminile, smilza ed alta, che sembrava essere quella di una vecchia. In ogni caso, Kagome non riuscì a riconoscerla, visto il grande mantello che la copriva, compreso il volto.
-La maestra non parla- le disse il ragazzino -Comunica mentalmente con me, però- sorrise, poi. Kagome annuì guardinga: non le piaceva quella lì...sembrava davvero inquietante e, sopratutto, la gente che non mostrava la sua identità, per lei, non era degna di stima.
-Bene- disse, fredda -Può aiutarmi a trovare Inuyasha?-
Ci fu un attimo di silenzio, poi il ragazzino parlò:
-Dipende-
-Da cosa?-
-Da dove si trova adesso-
Kagome sospirò sonoramente: che diamine significava? Quel ragazzino era venuto per aiutarla...ed ora non sapeva come fare?!
-Non so dove si trova, sennò l'avrei già trovato- fece, ironica.
-Maestra, dove pensi che si trova Inuyasha?- la donna fece un gesto con la mano, rugosa e piena di anelli, invitando Kagome a seguirla; poi si mosse verso le scale.
La ragazza fece andare prima i due, poi dopo uno sbuffo, li seguì.

Scanso l'ennesimo attacco della bestia, cercando ancora una volta di prendere per gli artigli quell'avvoltoio e scansarlo il più possibile dal baku. Nulla.
"Cavolo...mi prendi in giro?" penso, non appena, dopo un altro tentativo di afferrarlo mi ritrovo a dover sorbirmi una beccata da parte del volatile -Ah! Ma quindi sai anche muoverti!- sussurro, allontanandomi il più possibile dal demone, che, per tutta risposta, gracchia terribilmente forte.
Mi porto le mani alle orecchiette, molto più sensibili di quanto mi ricordassi, sibilando imprecazioni d'ogni genere che, a quanto pare, Shiori nota.
-Tutto okay, oniichan?- mi urla, dalla sua posizione.
-Stupido uccellaccio- sussurro io, guardando male "l'uccellaccio" in questione -Vedrai come ti combino...- un'altro gracchio mi fa da risposta, stavolta facendomi arrabbiare: stringo pugni e denti, cercando di ignorare i continui versi di quel robo.
-Calmati Inuyasha- mi dico, in sussurri, come fosse un mantra -E tu, maledizione, smettila di urlare!- solo quando mi rendo conto di quello che ho fatto, mi sorprendo: l'avvoltoio è a terra, corpo che possiede compreso, e sembra essere apparentemente svenuto.
"Allora, il calcio che gli ho dato prima, ha funzionato..." penso, avvicinandomi velocemente "E, finalmente, ha smesso di fare quei versi..." una volta abbastanza vicino, gli afferro le zampe, staccandole di forza dal corpo del baku. L'uccellaccio fa un altro verso, solo più debole, poi si trasforma in cenere ed io resto a guardarlo.
Beh...tutto sommato..."È stato facile..."
-Baku-sama!- Shiori mi raggiunge velocemente, inginocchiandosi di fronte al corpo della creatura, che ora sembra dormire; nel farlo, si fa scappare una sfera scarlatta dalle mani.
-Cos'è quella?- dico, guardandola rotolare per qualche centimetro.
-È una sfera...particolare- mi spiega lei, dopo essersi assicurata che il mostro stia davvero dormendo -In realtà...l'avevo presa per te-
-Cosa?-
"Questa sfera ti servirà, oniichan, ti servirà davvero. So che sei un licantropo- ridacchia, probabilmente perchè, è impossibile, ora come ora, non notarlo-Ed è per questo che voglio dartela, mamma mi ha detto che ti servirà-
-Aspetta...tua madre...mi conosce?-
-Si, ti conosce! Ti conosce benissimo! Mamma conosce tutti, qui!- mi sorride gioiosa -Dice che sei un bravo ragazzo, ma che avrai tante altre cose da affrontare...mi ha dato questa sfera, perchè tu, un giorno, possa scegliere chi essere-
-Non capisco...-
-Nel tuo corpo, oniichan, c'è sia sangue umano che di lupo...purtroppo, queste due varietà di sangue, non potranno mai coesistere tra loro. Per adesso, che il tuo spirito si è appena risvegliato, non ci saranno problemi...ma, andando avanti, sarà sempre meno difficile restare umano e non cedere alla tentazione di potere. Se accetti la sfera, se le fai assorbire il potere del lupo o il tuo spirito umano, allora sarai libero-"
Ripenso a ciò che mi ha detto Shiori, continuando a vagare per il viale.
"Quindi, prima o poi, verrò sopraffatto da questo potere, eh?" penso, gettando un'occhiata alla bambina dietro di me, che cammina con la sfera tra le mani, pensierosa "E, dovrei usare quella sfera scarlatta, per evitare di farmi sopraffare?" deglutisco, decidendo di pensarci dopo; ora è ad altro, che devo pensare.
-Quindi, se ho capito bene...- inizio, attirando la sua attenzione -Per uscire da questo posto...- continuo, non appena mi da ascolto -Dobbiamo riparare lo scorcio dimensionale che si è andato a creare, a seguito di quell'esplosione di cui mi hai parlato prima?- termino, vedendola annuire.
-Dobbiamo seguire questo viale, poi ci dovremmo ritrovare proprio di fronte allo squarcio- mi spiega, guardandosi intorno, pensierosa. Stavolta, tocca a me, annuire.
-E noi...come dovremmo ripararlo?-
-Mamma dice che dovremmo utilizzare l'energia magica-
-Mmh- annuisco, ancora una volta -No, ferma, COSA?- mi accorgo, poi, di quello che ha appena detto, fermandomi e rischiando di farla cadere, una volta che ha sbattuto contro di me -Scusa...- mormoro, subito dopo, vedendola toccarsi il nasino.
-Accidenti, oniichan! Fa' più attenzione- sbotta, gonfiando le guance -E, comunque, si, l'energia magica, hai capito bene-
-E dove la trovo?!-
-Sta' calmo! Ce l'ho io in corpo, baka!-
Mi fermo un secondo: lei ha l'energia magica in corpo? Che diamine significa?!
-Come ce l'hai in corpo?! E smettila di parlare metà giapponese!- sbotto, tradendo, però, un sorriso divertito, non appena mette il broncio.
Mi ricorda qualcuno..."Non avevi perso la memoria?"
-Parlo metà giapponese perchè sono giapponese!- sbotta -E, mi sembra logico che abbia la magia in corpo! Sono una maga!- esclama, gesticolando, come se fosse la cosa più normale del mondo. Per poco non mi cade la mascella.
-E me lo dici ora?!-
-Evidentemente si!-
-Stupida mocciosa!-
-Lupo pulcioso!-
Prima che possa dire altro, il terreno inizia a tremare, mettendomi in allerta.
-Che succede?- chiedo, allarmato.
Shiori mi guarda male -Ah! Colpa tua! Ora la mamma si arrabbiera, cavolo!- e, prima che possa rispondere, si mette a correre verso la "fine" del viale.
-Ehi, ferma! Mi spieghi che diamine succede?!- la raggiungo con poche falcate, prendendola in braccio come se niente fosse -Perchè, prima, la terra ha tremato?- le chiedo, a mezza bocca. Lei si dimena per un po', ma capisce subito con chi ha a che fare.
-Lo squarcio! Di sicuro è successo ciò che temeva la mamma- mi spiega -Qualcuno, capendo che ci troviamo qui, vuole chiuderlo prima che noi possiamo uscire! Oppure...-
-Oppure?- la scuoto un po'.
-È entrato in un altra dimensione parallela...-
Lascio andare Shiori, volgendo lo sguardo verso la via, che sembra infinita -Che succede?- chiedo, portandola ad aggrottare le sopracciglia -Che succede se qualcuno entra in un'altra dimensione parallela?- riformulo la domanda.
-Questa viene distrutta-

-Che cosa vuol dire?-
-Kagome-sama, si calmi. La maestra voleva soltanto farle capire la gravità della situazione...-
Kagome strinse i denti, lasciandosi andare allo schienale della sedia e cercando di ignorare il sorrisetto formatosi sulle labbra della donna/vecchietta; di sicuro se l'era immaginato.
-Lo so, ragazzino- sibilò -Ma io volevo solo capire come salvare Inuyasha, non in che diamine di situazione si sta per cacciare o si è probabilmente cacciato!- sbattè una mano sul tavolo, ignorando il conseguente dolore. Cavolo...non doveva farsi prendere dalla rabbia...ma, da quando quello stupido era scomparso, il suo umore oscillava tra il nervoso e l'irato...era difficile mantenere, quindi, la calma.
"Sopratutto se non bevi sangue da tanto tempo..."
-Quindi, ricapitoliamo- esordì, guardando prima l'uno e poi l'altro -Inuyasha non è più in questa dimensione, probabilmente. Ed ora, da quanto dice questa stupi- si morse la lingua
-Questa sfera di cristallo, anche altre persone sono entrate in quella stessa dimensione- prese un respiro -Come se non bastasse, il "mondo parallelo" dov'è Inuyasha, si sta per distruggere, a causa dell'instabilità di quelle dimensioni ed accavallemento di troppa energia magica- vide il ragazzino annuire.
-Proprio ciò che ha detto la maestra- confermò.
-Bene...- fece di nuovo, Kagome -Come lo riportiamo indietro?- chiese, il tono apparentemente tranquillo, era freddo e non pareva voler sentire alcuna scusa.
-Ecco...- sembrò temporeggiare il ragazzino e, ciò, fece innervosire ancora di più la ragazza.
-Ho capito. Non potete aiutarmi- fece, visto il lungo silenzio che seguì dopo, alzandosi dalla sedia e avviandosi verso le scale.
Una terza voce, però, la fermò.
-Ragazza- fece, quella, che si mostrò essere incredibilmente rauca e debole -Non posso fare nulla per quel ragazzo, l'unico che può salvarsi è lui-
Kagome ghignò -Se lei non può aiutarmi, allora lo farò io- e, detto ciò, senza attendere risposta, scese le scale, lasciando soli nella stanza il ragazzino e la vecchia.
-Mestra...- fece, quest'ultimo -Credete che...?-
-Non lo so....ma sarà davvero un bello spettacolo, Kohaku-

-Perfetto! È tutto perfetto!- le risate folli di Naraku erano le uniche a sentirsi, in quella stanza -I due ragazzini sono sistemati, Hakudoshi si sta dando da fare...e sono comparsi nella scena anche due nuovi personaggi, vedo- riflettè ad alta voce, con sguardo da pazzo -Quella bambina...dovrò starci attento, oppure?- il suo sguardo era fisso sulla sfera di cristallo, che mostrava ciò che stava accadendo nella dimensione parallela -E se la facessi uccidere?- pensò ad alta voce, prendendo in mano uno scacco, a forma di diavolo -No...può essermi utile- inspirò, lasciandosi andare allo schienale della sedia e poggiando l'oggetto.
-Inuyasha si sta dando da fare...mentre Kagome...- un ghignò si formò nel suo volto -Si- sussurrò, follemente -È tutto perfetto!- ricominciò a ridere, di seguito.
-Devo solo sistemare quei due, che sono entrati nell'altra dimensione...- passò il dito sulla sfera e la scena divenne quella di due figure, non riconosibili, che si aggiravano in una libreria distrutta -Li ucciderò, questo è sicuro...non voglio che prendano quel libro- il sorriso divenne cattivo, pieno di sadismo e rabbia.
Il sorriso di un pazzo.

Il tremolio non voleva smettere, diventando di volta in volta più forte.
Sembrava un terremoto...
-Che cosa facciamo?- chiede Shiori, spaventata -Se non ci sbrighiamo, potremmo anche morire!- esclama, sempre più presa dalla paura.
-Senza il potremmo, Shiori- non voglio spaventarla, ma le possibilità di salvarci non sono molte e-"Oh, insomma! Smetti di fare il pessimista e muoviti! Non vorrai far morire quella bambina, dico bene?"
-Su, muoviamoci- dico, prendendola in braccio ed ignorando le sue protese, poi mi metto a correre più veloce che posso. Non so dove devo andare, ma credo che seguire l'istinto sia la scelta migliore..."Sopratutto, se si tratta di quello di un licantropo..."
-Oniichan- mi chiama, ad un certo punto, la bambina -Continua ad andare dritto, sento che ci siamo!- esclama, in un sussurro.
Io le getto un'occhiata, vedendola più determinata che mai; che possa sentire la magia?
Non so se dovrei fidarmi ma, visto che non ho altra scelta, aumento il passo e seguo ciò che mi ha detto di fare senza fiatare.
Il mondo attorno a me, nel frattempo, cade a pezzi: strada, cielo e suoni sembrano tutti distorti; è cio che accade, quando una dimensione parallela si sta per distruggere?
-Uffa! La strada sembra infinita! Sei sicura che-Ouch!- sento il mio naso sbattere contro qualcosa di duro ed elettrico, che mi rimanda indietro.
-Oniichan! Credo che ci siamo!- mi urla Shiori, da dentro quella che sembra essere una barriera trasparente.
Aspe...come mai, lei, è riuscita a passare?
­-Shiori!- la chiamo, alzandomi dalla mia posizione e, lei, sembra capire subito:
-Questa è una barriera magica, solo i maghi possono passarci- mi spiega -Mi domando perchè sia qui, comunque...- riflette, poi, a bassa voce.
Io annuisco -Che farai?- le chiedo, avvicinandomi leggermente.
-Vedrò di ripristinare lo squarcio e questa dimensione- mi risponde, convinta.
-Fa' attenzione-
-Così mi offendi, Oniichan!-
La guardo allontanarsi, finchè non sparisce completamente, poi mi lascio cadere seduto a terra -Credo che, più di così, non possa fare...- sospiro, tirando fuori dalla mia giacca la sfera che mi ha lasciato Shiori. Me la rigiro tra le mani, osservandola con curiosità e provando a vederci attraverso. È rilassante...

-Inuyasha, ciò che è successo l'altro giorno mi ha fatto pensare molto...- osservo mio padre, intento a guardare fuori dalla finestra con sguardo serio -Questa tua natura, sono pronto ad accettarla...- dice, facendomi illuminare -Ma gli altri non lo faranno-
-Cosa?- chiedo, rabbuiandomi -No, perchè?!-
-Perchè, tempo fa, i licantropi come te hanno causato molti problemi...la gente non li accetta più- mi spiega, imperturbabile -Per questo, dobbiamo eliminare il lupo che c'è in te- continua, voltandosi verso di me e venendomi incontro.
-Papà...- sussurro io, guardandolo dal basso della mia statura
-Inuyasha, tu ti fidi di me?-
-Certo!-
Per un attimo, si lascia andare ad un sorriso, poi torna serio -Allora, devi solo seguire ciò che ti dico- inspira -D'accordo?-
-Si!- rispondo convinto -Ma che devo fare? Come possiamo eliminare il lupo?- chiedo, curioso e spaventato al tempo stesso. So che questo mi costerà qualcosa di importante...ma...mi fido davvero di mio padre, non mi farà male.
-Ti cancelleremo la memoria-
Spalanco gli occhi -No...-
-Inuyasha, dobbiamo farlo: se ti ricordi chi sei, puoi diventarlo. Se non lo sai, allora non ricorrerai mai più al tuo lato...oscuro-
-Ma...! Così dimenticherò anche voi due!-
-No, Inuyasha- mi accarezza la testa -Non puoi dimenticarti di noi, sei nostro figlio-
-Non voglio deluderti, papà!- esclamo, iniziando a piangere
-Non lo farai. Dobbiamo solo farti dimenticare il lupo e siggillare quel tuo lato, non sentirai dolore, non lo permetterò. Non mi deluderai, Inuyasha, sta' tranquillo-

Troppo preso dalla sfera, non mi accorgo minimamente che la terra ha ripreso a tremare, molto ma molto più forte di prima. Pezzi di cielo si staccano, facendo posto ad un bianco latte abbastanza tranquilliazzante, mentre i suoni diventano distorti, facendo spazio ad urli straziati dal dolore che mi fanno venire un gran mal di testa.
-Shiori!- esclamo, subito, saltando in piedi e cacciando la sfera nella mia tasca.
Ma...c'è la barriera, anche volendo non potrei raggiungerla...
-Cacchio!- impreco, quando mi rendo conto della situazione: questa dimensione sta collassando, io sono bloccato qui e Shiori..."Potrebbe essere anche..."
-No! Non devo pensarci!- mi porto le mani ai capelli, scombinandomeli, per poi passare ad osservare la barriera; potrei stare qui ad aspettare, oppure...
Un rumore di pezzi che cadono mi distrae, portandomi a guardare verso dietro -Ma che diav-Oh mio Dio! La strada sta cadendo a pezzi!- mi lascio sfuggire, andando completamente nel panico "Ma che diamine, tutte a me o cosa?!" sospiro sonoramente, voltandomi di nuovo verso la barriera. Mi resta solo quest'opzione...
-Rompiti, cazzo! Rompiti!- urlo, sbattendo ancora una volta la spalla contro quella trappola mortale e venendo, di consueto, rimandato indietro -Cazzo!- impreco, sbattendo un pugno per terra. Non so minimamente quanto, questo terreno, possa ancora reggere...nè se riuscirò ad abbattere questa barriera...
-No, smettila! Pensa positivo!- prendo la rincorsa e, con un altra spallata, cerco invano di romperla -Anche stavolta niente...- sussurro, ma non mi do per vinto: riprovo e riprovo, senza mai fermarmi e continuando a tempestarla di spallate.
"Prima o poi dovrai romperti, dannazione!"
Un'altra spallata.
"Anzi, devi romperti ora!"
Ancora una.
"Ora, cazzo, ora!"
Un'altra.
"Maledizione!"
Continuo a dare spallate come un forsennato, ottenendo solo delle scosse che, di volta in volta, mi intontiscono sempre di più. Sono confuso e stanco, ma continuo a gettarmi contro la barriera, sentendo il pavimento cominciare a crollare sotto i miei piedi.
-Cazzo, rompiti!- sibilo, continuando.
E, sono ancora intento a dare spallate, quando qualcosa nella tasca della mia giacca si illumina di una luce rossa ed intensa.
Vuoi romperla, Inuyasha?
"Si!"
Ma non ce la fai...e stai per morire...che intendi fare?
"Nnnh..."
Vuoi che ti aiuti?
Sento il mio corpo andare a fuoco, l'adrenalina scorrermi nelle vene e la mia forza salire di gran lunga, rispetto a prima. Prendo un'ultima rincorsa e, tra rabbia, istinto di sopravvivenza e confusione, mi getto con quanta più forza ho, addosso alla barriera.
-Ce l'ho fatta!- esclamo, non appena la sento rompersi, con un rumore di vetro rotto e mi sento cadere in avanti. Il paesaggio intorno a me cambia, diventando quello di una libreria abbastanza disordinata e piena di libri sparsi a terra.
Non ho nemmeno il tempo di chiedermi dove sono che cado addosso a qualcuno, sovrastandolo di gran lunga. L'ultima cosa che vedo, è abbastanza...
Abbastanza da farmi pronunciare un nome in particolare:
-Kagome-

Pian piano, mi impossesserò di te, Inuyasha.


Angolino <3
Finito anche questo! :D
Come vi è sembrato? La situazione sembra essersi risolta....ed Inuyasha? La sua parte lupina, a quanto pare, potrebbe prendere il sopravvento da un momento all'altro...che farà con quella sfera? Shiori è una maga rossa o...?
Kohaku esce finalmente allo scoperto...si sta dando da fare per aiutare i nostri due protagonisti :3 e la vecchia? Che ruolo ha? Kagome è abbastanza nervosa...inizia anche a rubare xD la pietra...mmmh...non vi sembra familiare? ;)
Naraku sembra diventare sempre più pazzo...ancora non si sa cos'ha in mente e pare volersi servire di tutti per i suoi piani...che libro cerca?
Inuyasha sta iniziando a ricordare ciò che gli è successo quand'era piccolo, come la prenderà, nel sapere tutta la storia?
Anche stavolta, tante e tante domande... :3
Mi scuso per eventuali errori e ringrazio come al solito di aver letto.
Bye!

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Capitolo 16
*** Situazione di stallo ***


-Spiegami esattamente chi sei-
-Sai, visto mi sei saltato addosso...dovresti essere tu, a spiegarmi chi sei-
Quando, dopo essermi buttato letteralmente addosso a quella figura, ho scoperto di non conoscerla minimamente, dire che è stato abbastanza imbarazzante...è dire poco.
"C'era anche del fastidio, infatti, deficente"
Mi schiarisco la voce, guardando la sconosciuta che ho davanti, più bassa di me di almeno venti centimetri, che mi guarda con un cipiglio tra l'imbronciato e l'infastidito, le braccia incrociate e le sopracciglia inarcate.
In qualche modo, mi sembra familiare...
-Ecco- inizio -Mi sono semplicemente, sbagliato, sconosciuta- continuo, abbassandomi alla sua altezza; cosa che...deve darle molto fastidio, visto la smorfia che fa.
-Certo- fa, sarcasticamente -E mi spieghi che diamine ci fai qua?-
-Storia troppo lunga, che vorrei non fosse di dominio pubblico. Tu cosa ci fai, qua?-
-Fatti miei-
Sto per ribattere, quando una terza voce ci richiama all'ordine, battendo le mani come se fossimo due bambini e facendomi innervosire ancora di più.
-Su, su! Calmatevi, voi due!- mi volto verso la terza persona, cercando di avere una faccia quanto meno gentile e trattenendo uno sbuffo.
-Pff!- sbotta, la ragazzina, voltando la testa verso la direzione opposta alla mia -Che antipatica, Kikyo- sussurra, poi, ostile.
Dal suo canto, io, inizialmente, non faccio molta attenzione a ciò che dice. Poi, però, nel vedere l'aspetto di questa "Kikyo", mi inizio a chiedere se, queste due, non le conosca.
-Ci conosciamo?- chiedo, quasi automaticamente, alla ragazza di nome Kikyo, che subito mi guarda perplessa -No...è che sei incredibilmente familiare...-
-Certo, come me- si mette in mezzo la ragazzina, con le mani sui fianchi, guardandomi truce.
-No, tu sei molto diversa- faccio spallucce, non badandole molto.
Occhi blu zaffiro e capelli castano scuro...no, è completamente diversa da questa Kikyo e-
-Scemo! Che hai capito?!-
-Insomma! Ora basta, Yume!- la sgrida l'altra, guardandola severamente -Non disturbare questo ragazzo- continua, passando lo sguardo su di me. Io getto un'occhiata alla ragazzina, che ora borbotta frasi incomprensibili fra sé e sé.
-Ascolta...Kikyo- comincio io -Non so minimamente dove mi trovi, nè chi siate voi due...cerco una bambina, Shiori , l'avete vista, per caso?- chiedo, ottenendo una risposta negativa da entrambe.
Cavolo...se non è arrivata qui...allora dov'è?
-Ascolta...se ci dici cosa ti è successo, noi possiamo aiutarti- fa Kikyo, sorridendomi.
Posso davvero fidarmi?

-Kagome è scomparsa?!-
-Si...padre-
-Oh, che cosa terribile! Manda subito qualche servitore a cercarla, potrebbe morire!-
Naraku osservò Hakudoshi uscire dalla camera.
Quanto gli piaceva fingere, quanto gli piaceva sfuggire ad ogni accusa, ingannare gli altri e fargli fare quello che voleva...Kagome era morta? Pff...come no...lui lo sapeva, sapeva perfettamente che fosse viva e vegeta e che, presto o tardi, gli avrebbere riportato il ragazzo-lupo. Lui non doveva far altro che aspettare...aspettare e-
-Sporco figlio di puttana!- in un millisecondo si sentì preso per il colletto e sbattuto di forza alla scrivania, chinato su di lui, Riku, lo sguardo preoccupato e i capelli, per una volta, disordinati; qualche ciuffo, sfuggendo al gel, gli finiva davanti agli occhi.
-Oh, Riku, che piacere vederti!- ghignò Naraku, per nulla sconvolto -Qual buon vento?- disse, beffardo, guardandolo con sfida.
-Sporco bastardo- sibilò l'altro -Cos'hai fatto a Kagome?!-
-Uuuh, cos'è? Il papino, dopo anni ed anni, si inizia finalmente a preoccupare per la figlia?- lo provocò, Naraku, ridendo di gusto.
Riku strinse la presa sul suo colletto -Sono sempre stato preoccupato per lei!- urlò, fuori di sè -Ma noi avevamo un'accordo- si fece più vicino, probabilmente per non farsi sentire -Tu l'avresti tenuta d'occhio...ed io ti avrei portato quel libro- un'altra risata da parte di Naraku.
-Si- rise -Ma, a quanto pare, ci sono stati dei cambiamenti di programma!- la sua risata, divenne sempre più alta e forte. Riku si staccò da lui, scosso e schifato allo stesso tempo.
-Tu sei pazzo...!- esclamò, sorridendo tra il nervoso e lo sconcertato.
-Tutte le persone migliori, sono pazze- ghignò Naraku, alzandosi e tirandosi indietro la frangia nera -Per quanto riguarda la piccola vampiretta- ignorò lo sguardo assasino che gli lanciò Riku -È grande e vaccinata, per quanto vorrai farla vivere sotto la tua ala?-
-Tsk- fece l'altro -Che ne vuole capire, un povero pazzo, come te? Ciò che sto facendo, è solo per proteggerla- e, detto questo, se ne andò.
-Si, Riku...peccato che, facendo questo, tu mi stia agevolando sempre di più...-

-E questo...è tutto quello che ti è successo?-
Quella che pare chiamarsi Yume, mi guarda con un sopracciglio inarcato, seduta sul tavolo della libreria a gambe incrociate; quello in cui, qualche minuto fa, abbiamo preso posto.
Io annuisco, soffermandomi a guardarle un particolare che prima non avevo notato: ha le orecchie lunghe, come quelle di un elfo.
"Come diamine ho fatto, prima, a non vederle?"
-Hai finito?- mi riscuote, lei, dai miei pensieri.
-Di fare che?- chiedo, ingenuamente.
-Di guardarmi le orecchie- mi risponde, gonfiando le guance -Lo so, che sono strane...- sbotta, poi, in un sussurro. Io rivolgo la mia attenzione su Kikyo.
-Che cosa fate, invece, voi, qui?- chiedo, ad entrambe, guardando prima una e poi l'altra.
Kikyo apre bocca per dire qualcosa ma non fa in tempo, poichè Yume la interrompe subito, tappandole bruscamente la bocca -No- dice, con tono che non ammette repliche -Non sappiamo se possiamo fidarci di lui- spiega, volgendo lo sguardo verso di me.
Io alzo le mani in segno di resa, come a dimostare che non sono per niente un tipo sospetto.
-Yume- la richiama Kikyo, guardandola male -Lui si è fidato-
-E allora? Se è stupido, non è mica colpa mia!-
-Yume!-
Vedo Kikyo sospirare, mentre lei volta la testa, sbottando uno "tsk". Poi si rivolge a me -Scusala- fa, nervosamente -Diciamo che è un'attaccabrighe...-
Io nego con la testa, mormorando che non fa nulla ma, nella mia testa, ci sono ben altri pensieri.
Quella ragazzina ha ragione...io mi sono fidato come uno stupido, ma non so minimamente chi diamine siano queste due. In più, non riesco a trovare Shiori che, casualmente, sembra passata anche lei per di qua...e se fosse stata uccisa? Se queste volessero fare lo stesso con me?
-Ancora non mi hai detto come ti chiami- appena volgo lo sguardo verso Kikyo, lei mi sorride.
Io annuisco, ancora un po' sospettoso.
Beh...in fondo è solo un nome...
-Inuyasha- esordisco -Mi chiamo Inuyasha- continuo -Ora, però, tocca a voi dirmi un po' di cose, non credete?- le guardo con un po' d'astio e, forse, è ciò che porta a farle parlare.
-Si, direi che hai ragione- mi concede Kikyo -Siamo qui, in questa dimensione parallela, perchè cerchiamo una cosa in particolare...- mi spiega.
-Che tipo di cosa?- chiedo, facendola annuire.
-Un libro- incrocia le braccia -Un libro molto potente, che tutti vogliono per sé- annuisco alla sua ultima affermazione.
-E...che volete farne?- chiedo, deglutendo.
-Vogliamo distruggerlo- Yume, fino a quel momento zitta, parla per la prima volta, con tono incredibilmente serio e deciso.
Mi volto verso Kikyo, cercando la sua approvazione -È esatto- fa, quella, annuendo -Io e Yume vogliamo, dobbiamo distruggere quel libro- termina, decisa e seria anche lei.
Io annuisco, pensieroso -E perchè?-
-Perchè, sennò, finirebbe nelle mani di un mostro-
Cala il silenzio su di noi, io troppo preso a pensare alle ultime cose che mi sono state dette e le due ragazze, anch'esse pensierose, probabilmente riflettono su quello che faranno ora.
-Che farai, ora, Inuyasha?- dice Yume, interrompendo il silenzio e leggendomi nella mente.
Faccio spallucce -Se vi aiuto a trovare questo libro...voi mi aiutate ad uscire da qui?- chiedo, guardandole attentamente. La prima a parlare è Kikyo:
-In realtà...- esordisce -Noi, pensavamo fossi tu...a portarci fuori di qui- termina, nervosa.
-Cosa?!- esclamo.
Che cavolo significa? A mala pena, so come ci sono entrato, qui dentro...e dovrei portarle io, fuori di qui? "Cose da pazzi..."
-E cosa ve lo fa credere, che sia io, a portarvi fuori di qui?- chiedo, tra il nervoso e il sarcastico.
Loro si guardando un attimo -Beh...- inizia Yume -Capelli argentei e pelle ramata, occhi viola... questo, ci ha riferito quel drago...- dice, facendo spallucce.
-Quale drago?!- urlo, al limite della sopportazione. Ma che diamine stanno dicendo, 'ste due??
-Yume si è spiegata male- ridacchia Kikyo -In realtà...è la statua di un drago-
-Wow! Ora si che è tutto molto più chiaro, davvero!-
-Non è in sé il drago, a stupire...bensì lo spirito che abita la statua- mi spiega, ignorando il mio commento pieno di sarcasmo -Ci ha detto, prima di farci entrare dentro la dimensione parallela, che un essere dai lunghi capelli argentei sarebbe venuto a soccorrerci, per farci uscire-
-Bene, colpo di scena: quell'essere non sono io-
-Logico che non lo sei, uno stupido come te, non potrebbe mai portarci fuori di qui!-
Guardo male Yume, ricevendo da lei lo stesso identico sguardo, poi parlo -Ad ogni modo- dico, fulminandola un'altra volta, per poi passare a Kikyo -Troviamo questo libro, per il momento-
"Capelli argentei, pelle ramata ed occhi violacei...dove l'ho già visto?"

-Kagome-sama!-
-Oh, quindi mi hai seguito...-
Kagome scostò distrattamente un'altra delle foglie, non badando troppo al ragazzo dietro di lei, che ansimava leggermente.
-Ecco, si...siete scappata e- provò a dire il ragazzino, ma fu subito interrotto dalla ragazza.
-Vedi, ragazzino- iniziò quella, gettandogli un'occhiata -Non mi piacciono le persone misteriose e poco chiare...non so nemmeno come ti chiami o chi tu sia e, no, non sono scappata- un leggero fastidio le attraversò gli occhi per un istante -Ho solo fatto mente locale e scelto ciò che avrei fatto- facendo spallucce, continuò ad avanzare nella foresta.
Il ragazzo la guardò turbato, poi la raggiunse correndo.
-Mi chiamo Kohaku, sono un apprendista stregone e...per ora non posso dirti altro- a quelle parole, Kagome si fermò.
-Quindi la tua maestra è una strega- constatò, senza troppi giri di parole, voltandosi verso Kohaku; che annuì.
-Si, Kagome-sama- confermò -Una strega molto potente con cui condivido gli stessi interessi e obbiettivi- spiegò.
-Quali?-
Kohaku deglutì -Vogliamo evitare una strage...- disse.
-Una strage?- chiese Kagome, avvicinandosi a lui. Che cavolo significava, "una strage"?
-Si- annuì, il ragazzino -Se non lo fermiamo...se non ci sbrighiamo...moriremo tutti-
-Che cazzo significa?-

-Davvero pensate che sia qui, quel libro?- mi alzo dal pavimento, stiracchiandomi ed osservando Yume e Kikyo ancora alle prese coi libri. Le vedo annuire, troppo concentrate per parlare, mentre io prendo posto nel tavolo di prima "Certo che, questa libreria, è davvero molto disordinata..." penso, gettando uno sguardo a tutta la stanza -Esattamente, a chi appartiene questa libreria e la rispettiva casa?- chiedo, vagando con lo sguardo.
-Oh, si potrebbe dire che era mia...- fa Kikyo, continuando a guardare libro per libro.
-Era?-
-Si, Inuyasha, era- mi rivolge un sorriso, poi ritorna alla ricerca -Mi sono trasferita ed ora, sembra essere di una certa famiglia...- fa spallucce.
-Che famiglia?- chiedo, sempre più curioso.
-Mmh...com'è che si chiamavano?- la vedo fermarsi per un momento, riflettendo.
-Gli Higurashi- risponde, secca, Yume; una nota di fastidio nella voce.
-Si, apparteneva proprio a loro!-
"Higurashi...Higurashi..."
Non trovi, che sia incredibilmente familiare?
"Ancora tu? Pensavo te ne fossi andata..."
Ma non posso andarmene, ancora non te ne sei fatto una ragione, eh, Inuyasha?
Schiocco la lingua sul palato, infastidito da me stesso ed attirando l'attenzione di Kikyo e Yume
-Che succede?- chiedono, infatti, in coro.
-Nulla- mormoro, soltanto, tornando alla ricerca del tomo -Almeno sapete- sfoglio le pagine dell'ennesimo libro -Che colore di copertina avesse? Come si chiamasse- butto quello stesso libro nella montagna che ho creato qualche ora fa -Non sapete proprio nulla?- chiedo, infine, girandomi verso di loro.
-Qualcosa si...- mormora Kikyo, alzandosi ed incrociando le braccia.
-E perchè, non l'hai detto subito?- che cavolo, sono sempre l'ultimo a sapere le cose, qui...
-Copertina blu scuro e caratteri dorati...pagine piuttosto ingiallite...si, dovrebbe essere proprio così- riflette ad alta voce, ignorando la mia domanda piena di sarcasmo.
Io inarco le sopracciglia -Ah, si?- chiedo, inoricamente -Piuttosto generico...-
Kikyo fa un gesto di irriverenza, poi torna a cercare.
Siamo ad un punto morto...
Continuo ad osservare i libri con sguardo stanco ed annoiato, non badando davvero a cosa mi passa davanti. Sono troppo preso dai miei pensieri, in questo momento...
"Mi sembra anche logico...diamine, ma ci pensi? Pensi a quello che ci è successo?" beh, si... effettivamente ritrovarsi da un giorno all'altro senza memoria, non è poi così ordinario...poi, ehi, nemmeno quello che mi è capitato di seguito, è stato normale...non ci capisco nulla, come mai le bende che avevo prima sono sparite? E quel Bankotsu? Come ci sono finito, in questa dimensione parallela...come ci sono finito, a cercare un libro di cui non dovrebbe interessarmi nulla?
Digrigno i denti, prendendo un altro libro con più rabbia del normale.
È frustrante, cribbio, frustrante!
Non sapere nulla...vivere con un dubbio continuo, alla ricerca di qualcosa che possa darti un minimo indizio per ritrovare la tua memoria...è frustrante.
Spaventoso e fastidioso...
"Beh, se non altro, ora ho qualche traccia..." penso, sfogliando le pagine di quello che sembra una vecchia raccolta di novelle -Certo che, questi Higurashi, dovevano essere proprio degli intellettuali...- dico, più per parlare che per altro, fermandomi in una pagina a caso e girandomi verso le due ragazze dietro di me. Kikyo mugula qualcosa, continuando a cercare mentre Yume mi scocca uno sguardo pieno di rabbia e stizza.
Ma che ha, ora? "Questa qui, si dimostra essere tsundere più del previsto..."
Getto il libro che avevo in mano prima, nella montagna dietro di me, indietreggiando di qualche passo e guardando il mio operato: scaffali e scaffali vuoti di librerie accostate le une alle altre.
Tanto lavoro e ancora niente...
Sbuffo, grattandomi la testa e, quando sto per rimettermi al lavoro, una voce abbastanza arrabbiata mi ferma.
-Ma insomma!- sbotta, quella che dovrebbe essere Yume -Sbuffi, sbuffi e sbuffi! Solo questo, sai fare!- mi si avvicina velocemente, dandomi soltanto il tempo di alzarmi -Ti lamenti, non fai che fare domande e dare risposte ironiche e poi...questo tuo sarcasmo...- stringe denti e pugni, guardandomi con occhi pieni di rabbia -Cos'hai, contro la famiglia Higurashi, eh?! Cosa ti ha fatto?!- a questo punto, non riesco nemmeno a vedere i suoi movimenti per quanto sono veloci: in un attimo mi sento preso per il colletto e sbattuto alla libreria.
Nonostante la sua statura e costituzione, questa ragazzina è davvero forte...
-Io non ho nulla contro la famiglia Higurashi- faccio, prendendole i polsi e sfuggendo facilmente alla sua presa -Piuttosto tu, che diamine ti prende?- chiedo, tra l'allarmato e l'infastidito.
-Non puoi- ribatte, con voce spezzata -Non puoi dire cose così...su una famiglia come quella- continua, guardandomi dritto negli occhi -Se sapessi cos'hanno fatto, se sapessi cosa-
-Basta Yume-
Vedo Kikyo, dietro la ragazzina, guardarci con sguardo serio. Severo e...pieno di rancore.
Yume le rivolge uno sguardo disperato e perso, poi si asciuga le lacrime che si erano formate agli angoli dei suoi occhi e le viene incontro in silenzio.
-Su- le accarezza la schiena, Kikyo -Andrà tutto bene...-
Le guardo per un momento, immaginandole come madre e figlia; a quel pensiero mi scappa un sorriso. In qualche modo, mi sembra di aver già visto questa scena...
-Scusala, Inuyasha- si rivolge, infine, a me, Kikyo -È un po' scossa, si riprenderà e- nemmeno il tempo di finire che il suo braccio viene bruscamente scostato e...Yume?
-Ma che?-
-Yume!-
La vedo scappare, andare contro una libreria e...scomparire.
Kikyo dapprima sta ferma, rigida; poi mi lancia uno sguardo scosso e preoccupato -Inuyasha- mi chiama -Tu...resta qua!- la vedo correre verso la rispettiva libreria dov'è andata contro Yume, per poi scomparire anche lei.
"E, no! Col cacchio, che resto qua!" penso e, dopo una breve corsa, sono dentro anch'io.
O...così credo.
Perchè, no, non sono "dentro" per nulla. Sono stato un'altra volta catapultato fuori da quella barriera e, cavolo che rabbia!
-Maledizione!- sbatto un pugno per terra, facendo muovere leggermente i libri vicino a me
-Perchè, cazzo, questa stupidissima dimensione dev'essere a prova di lican- un'altra scossa.
Così forte e breve che non ho capito se ho sognato o no.
Sto un attimo immobile, in attesa, per dare sfortunata conferma alle mie tesi oppure...no! Non mi sono sbagliato: la scossa c'era eccome, ed eccone un'altra. Non sto sognando, cribbio. Ma che cavolo hanno, queste dimensioni? Così instabili e problematiche...
"E non so nemmeno come ci sono finito, qui!" penso, in allarme, pensando velocemente a qualcosa da fare. Le scosse, da quel che ho capito, accadono ogni tot di secondi, sempre più brevi di volta in volta, ed aumentano d'intensità...possiamo, quindi, dire che ho un po' di tempo, prima che la "terra" inizi a tremare e la dimensione a cadere a pezzi.
Deglutisco, dando un'occhiata alla barriera, per poi ricordarmi di qualcosa: un libro, se non sbaglio, portava un metodo per attraversare le barriere nonostante non si fosse maghi...
Ma, chissà dove sarà ora..."Non perdere tempo! Muovi il culo e va' a cercare quel libro!"
Mi getto letteralmente nella montagna dei miei libri, passando in rassegna velocemente uno ad uno. Ci metto secondi buoni a trovare quello che mi serve ma, quando lo faccio, ho l'impressione che sia troppo tardi...
Scosse su scosse, libri che si muovono e cadono da diversi scaffali mentre io cerco di trovare la pagina giusta "Solo un'impressione?" penso, ironicamente, alzandomi dalla mia posizione e camminando verso la barriera a passo veloce.
Non appena mi ritrovo davanti ad essa, sfoglio sempre più velocemente le pagine.
Il mio unico pensiero è quello di sbrigarmi, sento la terra quasi cedere sotto di me e le scosse aumentare d'intensità ogni secondo che passa; e, cavolo, se non è rassicurante.
Deglutisco, esultando mentalmente non appena trovo la pagina.
"Rimuovere le barriere è abbastanza semplice, basta soltanto utilizzare del fuoco molto caldo e forte, mischiato a-"
Cado a terra, stecchito da qualcosa di non ben definito che mi è appena caduto in testa.
Prima di chiudere gli occhi, riesco a vederlo: un libro, caduto da chissà quale scaffale, piuttosto vecchio e dalla copertina blu...mi sembra.
Cazzo. Questo si, che ha fatto male.

-Sicuro, che sia questo?-
-Si, se quello stolto di un uomo, non mente anche quando parla da solo-
La ragazza osservò l'uomo, che sfogliava le pagine del libro con velocità rabbiosa.
Ridacchiò.
Non cambiava mai...
-Trovato- sibilò, mentre un lampo di curiosità gli passava negli occhi dorati. L'altra si fece più vicina, cercando di capire cosa ci fosse scritto e provando a leggerlo.
Ma l'uomo fu più veloce di lei:
 -Incantesimo di vita- lesse -Serve per ridare la scintilla di vita ai corpi spenti. Prima di raccogliere tutti gli ingredienti, badate bene: ci vorrà un sacrificio- la ragazza fece una smorfia di disapprovazione, seguita dal ghigno dell'uomo -Perfetto, è questo- continuò.


Angolino <3
Okay, guys! Anche questa è fatta.
Mi scuso per il "lieve" ritardo, ma avevo un po' di faccende da sistemare (che non riguardano assolutamente, i regali di Natale xD) e non ho proprio avuto un attimo di tempo per scrivere. Poi, boh, avevo più ispirazione per altre storie che per questa xD ma dettagli, si trova sempre, quella :3
Comunque!
Un po' uhm...strano come capitolo :3 io ero tipo "oookaaay?" mentre lo scrivevo, ma poi sono stata abbastanza soddisfatta. Le avventure del nostro Inuyasha non sembrano finire...facciamo la conoscenza di Kikyo e di Yume, una ragazzina bellamente scambiata per Kagome che (per carità) pare assomigliarle molto ma, ehi, lei è tsundere quindi non lo ammette. Difende gli Higurashi, fa la tsundere, cerca un libro, fa la tsundere, sembra un elfo e...fa la tsundere (se non si era capito).
Scherzo, naturalmente, non mi pare molto clichè come personaggio...né tantomento tsundere...ma, boh...poi vedremo che ruolo avrà. Nel frattempo, sappiamo che mi ha rubato metà angolino :3
Or dunque...che ve ne pare? Come si evolverà la situazione? Inuyasha è stato quasi killato da un libro e chissà, ora, dove si ritroverà al suo risveglio. Si scopre qualcosina in più su quello che può provocare il pazzo piano di Naraku e tutti i personaggi cercano di raccapezzarsi ognuno in situazioni diverse. Chissà che succederà...
Piaciuta, la piccola "discussione" tra il padre di Kaggy e Naraku? :3 Quei due, devono avere dei passati ;) e sembrano collaborare...mmmh...
I due loschi figuri alla fine chissà che cavolo stavano facendo...
Boh, non so che altro dire...ci sono così tante cose da domandarvi, che questo capitolo è un enorme dubbio xD
Lascio analizzare il tutto a voi :3
Alla prossima e auguri, passate delle belle vacanze! <33

P.s. mi scuso, inoltre, per gli eventuali (ed anche probabili) errori che ci saranno in questo cap, non ho avuto tempo di riguardarlo ma lo farò al più presto.

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Capitolo 17
*** Tra lupo e umano ***


-Inuyasha-oniichan...-
Chi è? Mi sembra di conoscere questa voce ma...chi può essere?
Non riesco a muovere un muscolo, non posso aprire gli occhi e davanti a me vedo solo una nebbiolina. Sono morto? Mia madre, diceva sempre che quando morivi ti sembrava di essere circondato da vapore...
Cosa mi è successo? Mi sento così confuso...
Non mi è nuova, come sensazione. So che passerà presto ma...da comunque fastidio.
-Inuyasha-oniichan...-
Ancora quella voce...perchè non sta zitta? Perchè disturba questo silenzio meraviglioso?
Mi sembra di essere isolato dal mondo, dentro una bolla dove nessuno...apparentemente, mi può disturbare.
Allora, perchè? Perchè questa voce...?
Un flebile sussurro mi ripete le stesse parole, stavolta accompagnate da un altra frase.
-Non ti sforzare- sussurra, un flebile venticello mi accarezza le guance che, fino ad ora, pensavo di non avere. Non sono morto...
-Non sei morto- deglutisco, la gola sembra essersi risvegliata ma non riesco ancora a parlare -Non sei morto- riconferma la voce -Stai solo dormendo-
Dormendo?
-Presto ti risveglierai, ma prima ho bisogno di dirti una cosa importante- perchè tutti vogliono farmi sapere tutto? È così stressante...sono così stanco...
-So ciò che provi e, credimi, è abbastanza stancante anche per me...per noi- non riesco a vedere alcuna forma di vita, qui, oltre a me...
-Sarò schietta: il mondo in cui sei stato catapultato, è quello giusto. Ti ci ho portato io, con l'aiuto di mia figlia. Tuttavia, vista la tua amnesia, ti consiglio di non fidarti di nessuno-
Perchè? Che cavolo significa?
-Il pericolo è sempre dietro l'angolo...tutti possono approfittarsi di quella sfera, tienila al sicuro- prima che una luce accecante mi avvolga, l'ultima cosa che vedo è una figura minuta e bassa; che sembra essere quella di una ragazzina.
"Lunghi capelli argentei, pelle ramata ed occhi violacei"
Si, dev'essere proprio lei.

-Shiori!-
Senza nemmeno accorgermene, mi ritrovo seduto nell'ennesimo letto.
Quanti ne avrò passati? Ormai, posso persino giudicarli..."Non mi sembra il momento, di pensare a cose simili...tu che dici?" mi passo una mano in volto, scoprendolo sudato ed appiccicaticcio. Mi volto verso la finestra e...esatto, piove. Per l'ennesima volta.
"Mi sembra di stare in un loop continuo..." e, beh, spero soltanto di non trovarmi Bankotsu pronto a curarmi e farmi mille domande o chesoio...
E, ah già...le orecchie.
Mi porto una mano alla testa, scoprendola vuota di qualsiasi tipo di parte canina. E, come a confermare la mia tesi, mi guardo una ciocca di capelli (precisamente, una di quelle che mi ricade sulle spalle) scoprendola color pece.
Oh, sono tornato umano..."Non so se considerarla una cosa buona o cattiva, ormai..."
Sospiro, osservando l'ambiente in cui mi trovo: non ha nulla di diverso dalle solite stanze da ricconi, solo un buonissimo e fresco odore di fiori e lenzuola pulite.
Uff...dove sono capitato, 'sta volta?
Mi ridistendo sul letto, senza alcuna fretta di scendere ed iniziare la mia ampiamente problematica vita. In questo momento, preferirei essere considerato morto.
Non ho voglia di fare nulla.
Voglio estraniarmi dal mondo, come in quella specie di sogno che, a parer mio, tanto sogno non era. Se lo fosse stato, non avrei rivisto Shiori e...no, ferma tutto...che diamine significa? Un sogno può benissimo essere tale anche se comprende persone reali...
"Ma io, sento chiaramente che non lo è stato"
Oh, insomma! Perchè cavolo, mi metto a fare questi discorsi tutto un tratto?
Mi sembra di delirare..."Forse, lo sto facendo davvero..."
Sbuffo pesantemente, continuando a pensare al sogno di prima ed evitando di delirarci sopra. Sua figlia...mmh...ma Shiori, può avere davvero...una figlia?
"Certo che no, stupido! Non avrà nemmeno dieci anni!" beh, non ne hai la conferma...
Come io non so cosa diamine mi stia capitando...
"Se solo riuscissi ad ottenere un indizio...anche uno solo, uno piccolo e minimo..."

-Domani porterò Inuyasha da quel medico...-
-Inu! È solo un bambino!-
-Dobbiamo farlo, Izayoi, dobbiamo farlo per lui- sgranai gli occhi, nel vedere mio padre così sconcertato ed impaurito al di là della porta. Se mi avessero beccato a vederli, attraverso quella fessura...si sarebbero arrabbiati molto. Ma io avevo bisogno di sapere.
-No, non lo stai facendo per lui- la voce di mia madre è rotta, scossa da singhiozzi, la vedo negare leggermente con la testa -Lo stai facendo solo per te. Ti vergogni così tanto di tuo figlio? Di quello che è...di quello che sei- deglutisco, sentendo gli occhi inumidirsi.
Mio padre...si vergogna...di me?
-Izayoi! Che stai dicendo? Come potrei vergognarmi di...mio figlio- mio padre è arrabbiato, ma sento qualcos'altro nella sua voce -Inuyasha non è come lui...non è come...- lascia incompleta la frase, abbassando la testa. Il pianto di mia madre si fa più forte.
-Dobbiamo farlo- ripete mio padre, voltandole le spalle -Inuyasha...non può vivere in quel modo- lo vedo stringere i pugni.
-Perchè?!- urla disperata mia madre -Perchè non può vivere?! Gli staremo accanto, lui è...lui è un ragazzo forte!- i singhiozzi le scuotono il corpo, le mani a coprirsi gli occhi.
-Un ragazzo forte...ucciderebbe mai, un bambino?-

Sussulto fortemente nel sentire la porta aprirsi.
Talmente ero sovrappensiero, che non mi sono accorto nemmeno dei miei occhi lucidi.
Possibile, che dei ricordi mi facciano questo effetto?
Mi asciugo velocemente gli occhi, cercando in ogni modo di non farmi vedere. Prima che volti la testa, però, una voce mi precede.
-Oh, sei sveglio...- fa, quella; alla quale, presto, associo la figura di una ragazza.
-Yume?- dico, automaticamente, nel vederla. Lei si irrigidisce.
-No...- mormora, sciogliendosi in un sorrisetto nervoso. Ehm...allora chi è?
Mi sembra familiare, ma se non è Yume..."Come potrebbe mai esserlo, idiota? Ha gli stessi occhi, ma i capelli sono corvini e non ha le orecchie da elfo! Sei scemo o cosa? Quel libro ti ha stordito più del dovuto?" mi schiarisco la voce, chiudendo un attimo gli occhi, per poi riaprirli e puntarli verso la sconosciuta. Si avvicina a me, lentamente, squadrandomi con lo stesso sorrisetto; le mani dietro la schiena.
-Chi sei, allora?- le chiedo, vedendola sedersi nel bordo del letto come se nulla fosse.
-Kagome...- mormora, di nuovo -Ti ricordi, di me?-
Non rispondo, seguo soltanto i suoi movimenti attentamente; guardandola poggiare un libro nel comodino accanto al letto.
-Quello lì...- mi sfugge, non appena capisco di che si tratta "Quello, è il libro che mi ha quasi ucciso!" continuo mentalmente.
-Mmh?- chiede, invece, Kagome -È piuttosto strano come libro...- mi spiega, facendo spallucce. Come fa, lei, a saperlo? L'ha, forse...?
-L'hai letto?-
-Oh, certo che no- fa spallucce, divertita -Ho guardato l'indice- spiega.
-Mmmh- mugolo, non sapendo se fidarmi. Beh, l'ha detto anche Shiori..."O la madre?"
-Mmh, cosa? Oltre ad aver perso la memoria, hai perso anche la parola?-  mi chiede, ironica, inarcando le sopracciglia.
-Tu come sai che ho perso la memoria?-
-Ti conosco-
-Mi conosci?-
-In realtà l'ha detto il medico-
-Il medico?-
Che cavolo sta succendendo qua? Prima mi ritrovo in una villa che non conosco, poi in una dimensione parallela random e, adesso, con una sconosciuta che boh.
La mia vita è più complicata del previsto.
Ci guardiamo interminabili minuti negli occhi, poi lei si lascia andare ad uno sbuffo divertito -Che hai da ridere?- le chiedo, guardandola in cagnesco.
Kagome non risponde, abbandona la sua posizione e gattona verso il mio corpo; poi ci si siede a cavalcioni. E, starei anche per chiederle il perchè, se lei non mi tirasse una leggera testata, per poi appoggiare la sua fronte alla mia.
Ho solo il tempo di pensare un "Questa tipa è tutta pazza" che lei parla.
-Davvero non ti ricordi di me?- fa, in un sussurro divertito. E, ti pare? Prima mi tiri una testata e poi mi chiedi se mi ricordo di te...la risposta è no.
-Mmmh, pensavo di aver lasciato un impronta più forte su di te...-
Eh, che ci vuoi fare? È la vi-
-Che hai detto?!-
-Non so- gongola, lei, sistemandosi sopra al mio corpo e mettendo il volto nell'incavo del mio collo -Tu che hai sentito?-
"Co-cos...?"
-Che cavolo significa?!- mi metto seduto tutto d'un colpo, puntellando le mani sul materasso -Chi sei tu, che cosa vuoi da me e...staccati!- le prendo gli avambracci, cercando di staccarli dal mio collo. Impossibile...che cavolo di presa ha, questa qui?
-Ti ho già detto chi sono e non voglio nulla di particolare- esordisce -Per il fatto di staccarmi- si allontana quanto basta per guardarmi in faccia -Costringimi-
"Quanto odio il suo sorrisetto! Sto rimpiangendo la mia sfacciataggine da licantropo..."
Se vuoi...
"Taci!"
Sbuffo, non spiccicando nemmeno una parola e continuando a guardarla in faccia -Senti- sospiro, poi -Non so chi sei, mi sono appena svegliato ew-Che fai?!- allontano il volto dal suo, sentendo le guance diventare calde.
-Ti bacio- dice lei, come se fosse la cosa più naturale al mondo.
-Mi baci?-
-Ti bacio-
-Mi baci-
Lei annuisce, seguita dal mio profondo respiro.
-Ma se non ci conosciamo nemmeno!- sbotto, massaggiandomi gli occhi -Che fastidio...-
Segue uno strano silenzio, nel quale la mia visuale è coperta dalle mie mani.
Poi, accade qualcosa di ancora più strano.
Tanto strano.
Troppo strano.
Kagome si protende verso il mio collo e lo morde. In modo inspiegabile e totalmente senza senso, sento i suoi denti affondare lentamente nella mia carne mentre la lingua lecca con un movimento che ha dell'osceno. Immediatamente, piacevoli scariche elettriche mi attraversano il corpo, mi sento in estasi ma allo stesso tempo provo un dolore lancinante.
Che mi succede? Cos'è questa sensazione?
Chiudo gli occhi, mugolando qualcosa di non ben definito e portando le mani a stringerla a me. È senza senso, familiare e perfetto. Mi sento bene ma la mia testa mi dice di staccarmi da lei, mi ordina qualcosa che, ora come ora, mi è impossibile compiere.
È questo...il morso di un vampiro?

-Sembra che tua figlia sia più gamba di quanto pensi...Riku-
Naraku sorseggiò ancora una volta il vino, osservando l'uomo che aveva di fronte con sguardo serio. Nessuna nota derisoria, nulla di ciò che trasmetteva sempre quello sguardo scarlatto. Sembrava aver ritrovato un pizzico d'umanità...
"Non mi farò incantare" pensò a denti stretti, il vampiro -Naraku- chiamò, poi, con tono spietato -Che cos'hai in mente?- chiese, senza troppi giri di parole.
Quel dannato nascondeva fin troppe cose, usava tutti e sembrava esser solo un pazzo che ideava piani autodistruttivi...ma, cavolo, se poi si dimostravano dannatamente geniali.
Non c'era certamente da fidarsi.
Naraku parve quasi risvegliarsi da un flusso di pensieri troppo impegnativi e profondi, si alzò dalla sedia e aggirò la scrivania, lasciando il calice di vino su di essa.
Poi guardò Riku come se non ci fosse davvero -E tu? Tu Riku, cos'hai davvero in mente?- raggirò la domanda, rimandadosi la frangia color pece all'indietro.
-Non si sta parlando di me, ti ricordo- sbottò il moro -Ciò che faccio non ti riguarda-
-Potrei dire la stessa cosa-
Riku per poco non ebbe un altro scatto rabbioso, inspirò profondamente e si passò una mano sui capelli tirati all'indietro -Scoprirò cos'hai in mente- sibilò, per poi uscire dalla camera. Naraku lo guardò con sguardo neutro, poi si avvicinò alla finestra.
-Qui non conta tanto, capire che ho in mente...- sussurrò, sapendo che nessuno poteva sentirlo -Quanto capire chi sta usando chi- terminò, con voce grave.
Sapeva che Riku gli avrebbe provocato problemi, ma non se la sentiva di...abbandonarlo.
Se chiamarla curiosità oppure pietà...non sapeva dirlo.
"Tsk...che diamine mi metto a pensare?" si passò una mano sugli occhi stanchi, facendosi trasportare di nuovo dalla pazzia ed annullando ogni sorta di "normalità" che aveva prima.
Sorrise, in quel modo pazzo e completamente fuori di testa.
-Beh, almeno ora ho il libro praticamente in mano mia- ghignò, ridacchiando malignemente -Mi basta soltanto usare quel ragazzino e la sua fragilità momentanea- riflettè -Ora come ora, vista la sua bestia interiore...è facilmente influenzabile- rise di nuovo, con molto più trasporto, sta volta -Sarà un gioco da ragazzi-
Naraku pensava che nessuno lo stesse ascoltando; ma, al di là della porta, un paio di orecchie avevano sentito ogni sua singola parola.

-Kagome, che diamine fai?-
-Oh, quindi ti è tornato in mente qualcosa!-
-N-no! Certo che no!- sbotto, ottenendo uno sguardo scettico da parte sua -Mi chiedevo il perchè...di quel morso...- mormoro, muovendomi a disagio.
-Eeeh?- si lascia sfuggire lei, ancora più scettica -Davvero non ricordi?- si avvicina di nuovo al mio collo, leccandone un rivolo di sangue.
-E-ehi! Ferma!- balbetto, staccandola quanto basta per guardarla in faccia -Non fare cose...così!- spiego, guardandola male.
-Così come?- mi chiede lei, beffarda.
Io rimango a guardarla, maledicendola in tutte le lingue che conosco "Sono pur sempre un maschio!" penso, distogliendo lo sguardo e facendola ridacchiare.
-Da lupo sei molto più propenso a cose del genere...- esordisce, chiudendo un occhio
-Pensa che una volta, mi sei persino saltato addosso...- sussurra, poi, maliziosa.
Non riesco a non arrossire, finendo per farle fare un sorrisetto.
-Si può sapere che diamine vuoi?- chiedo, guardandola in cagnesco.
Lei sospira -Bel modo di ringraziarmi- esordisce -Ti ho salvato da morte certa e tu mi tratti così male- sbotta, in un sussurro.
-Senti- sibilo -Non ho idea di che cosa mi stia accadendo, quindi se mi spie-
-No- schiocca la lingua, guardandomi con sfida.
Io faccio una smorfia -Certo che sei proprio viziata, vampiretta- le mando un'occhiata di traverso -E ancora non ti sei tolta di dosso...- aggiungo. Lei fa spallucce.
-Non sei grande e forte, lupacchiotto?-  
Okay, sembra conoscermi davvero. Ma il suo carattere mi da altamente alla testa, quindi non vedo come potrei sopportarla...
-Non è una novità, in fondo-
-Cos?-
-Leggo nel pensiero, ricordi?-
-Ora si- "Dovrò appuntarmi di non fare determinati pensieri, in sua presenza..." sospiro, facendomi un riassunto mentale di tutto ciò che mi è successo e sentendomi di volta in volta sempre più confuso. Il libro, Shiori, Yume, Kikyo, Bankotsu, quella sfera e-Cazzo! Dov'è finita, quella sfera?!
Spalanco gli occhi, guardando Kagome come se fosse lei la colpevole, che, per tutta risposta, inarca un sopracciglio.
-Intendi, quella sfera scarlatta?- mi chiede lei, probabilmente leggendomi nella mente.
Io annuisco -Dov'è?!- chiedo, piuttosto nervoso -Devo trovarla!- e, senza aspettare risposta, mi alzo dal letto e corro verso la porta d'ingresso. Afferro la maniglia, abbassandola e-Chiusa?!
-Perchè cazzo la porta è chiusa?!- sbotto, non trovando la chiave e girandomi verso Kagome -L'hai chiusa tu!- esclamo, tirando un pugno al legno della porta.
Lei non ha alcuna reazione, mi guarda solo tra il severo e il deluso.
La ignoro.
Devo riavere quella sfera, cazzo! Non posso....non posso lasciare che le accada qualcosa! Devo ritrovarla!
Come?
Con qualunque mezzo, persino con la forza...! Io, devo...trovarla...
Come?
Devo ritrovarla, costi quel che costi...
Come, Inuyasha, come vuoi ritrovare quella sfera?
Con...
Il mio aiuto?
-Apri questa cazzo di porta- sibilo, stringendo i pugni e sentendo la rabbia montarmi in corpo -Apri questa cazzo di porta, Kagome!- ripeto, stavolta urlando ed alzando lo sguardo verso di lei. Nessuna reazione, la vedo soltanto sospirare e venire verso di me.
-Inuyasha- mi chiama, piano, camminando a passo lento -Non sei in te stesso- mormora, una volta che mi è davanti, le mani dietro la schiena.
-Sta zitta- abbaio, mostrando i canini -Apri questa porta o giuro che-
-Che, cosa?- avvicina il volto al mio -Mi ucciderai, Inuyasha?- mi chiede, gli occhi color zaffiro freddi e spietati -Ne saresti capace?- sussurra, con tono di scherno e sfida.
La guardo per un momento, stringendo denti e pugni -Apri- faccio, di nuovo, sempre più rabbioso. Non so cosa mi succeda, ma sento solo una forte voglia di spaccare tutto.
-No- dice, categorica -Non apro finchè non ti calmi-
-Sono calmo!- cerco di sorridere, ma ciò che mi viene è solo una smorfia nervosa.
-No, Inuyasha, non lo sei- nega lei, con la testa -Sei soggiogato dalla tua bestia interiore- porta una mano ad accarezzarmi la guancia, scende sul collo e va nelle spalle -Questo,  non sei tu- sussurra, soltanto. Poi si stacca, allontanandosi da me.
Non sono io...? Questo, non sono...io?
Balle. Inuyasha, sono tutte balle!
Deglutisco, puntando lo sguardo in quello di Kagome, che mi sorride.
Inuyasha, porca puttana! Riprenditi! Vuoi davvero rinunciare a tutto questo potere?
Se mi porta a uccidere...
Uccidere? Già. Potresti farlo...potresti dominare su tutto e tu-
Non sento più quella voce infernale, ora come ora percepisco solo l'abbraccio di Kagome. Così caldo e rassicurante...l'avvolgo subito con le mie braccia, stringendola a me e sospirando -Mi sei mancata, Kagome- dico, in sussurro.
-Mi sei mancato anche tu, baka di un cane-

-Chissà come sta, ora, Inuyasha...- Inu lasciò uscire il fumo della sua pipa dalla bocca, completamente abbandonato alla poltrona; la moglie, seduta accanto, leggeva.
-Sono sicura che stia bene, è un ragazzo in gamba- sospirò Izayoi, carezzando la mano del marito -In più, è anche un licantropo...-
Inu la guardò infastidito -Inuyasha non è più una bestia, né mai più lo sarà- si alzò dalla poltrona, ignorando il sospiro della moglie.
-Possibile che non ti piaccia fino a tal punto, la tua natura?- chiese, gravemente.
-Si, Izayoi. Essere un licantropo comporta essere pericoloso e rabbioso, puoi farti sopraffare dalla voglia di sangue da un momento all'altro, ed è difficile tornare sé stessi, poi. Se Inuyasha non dovesse farcela, come spesso accade...dovremmo ucciderlo- lanciò uno sguardo alla moglie, che capì al volo ed abbassò il volto.
Prima che qualcuno potesse dire altro, un bussare alla porta li precedette.
-Chi può essere?- si fece scappare Inu, correndo verso l'entrata.
Una volta aperta la porta, il fiato gli si mozzò in gola.
-Sono tornato, padre

-Fammi capire...- Kagome si rigira la sfera tra le mani, osservandola con grande interesse e sospetto insieme -Questa sfera, imprigionerà il tuo spirito umano o demoniaco?- mi scocca uno sguardo, scoprendomi ancora una volta ad osservare affascinato e attratto l'oggetto che ha in mano. Annuisco subito, distogliendo lo sguardo e mormorando un "Così pare...".
Devo tenermi alla larga da quella sfera, non ha un bel effetto su di me...
-Mmh- mugola Kagome, continuando ad osservare la sfera, mentre io mi muovo a disagio.
-Cosa c'è che non va?- chiedo, guardandola dall'alto della mia posizione; siamo seduti entrambi nel letto, o meglio...io sono seduta, lei è distesa.
-Perchè dovresti trasformarti in uno di questi due? Non ti va bene come sei ora?- mi scocca un'occhiata perplessa, portandosi la mano con la sfera al ventre.
Io resto un attimo ammutolito, poi sospiro -Certo, potrei anche rimanere come sono- annuisco, grattandomi una guancia -Ma, presto o tardi, la mia parte da lupo prenderebbe il sopravvento, facendomi perdere la ragione...-
-Quindi, vuoi utilizzare il potere della sfera per trasformarti?- chiude gli occhi, rilassandosi.
-Si- mormoro "Anche se non so ancora, in cosa..." aggiungo, mentalmente.
Kagome sta per un po' in silenzio, forse riflettendo su ciò che ho appena detto, poi parla.
-Oh, beh- inizia, alzandosi -Allora, potrei farlo anch'io- si allunga verso di me, a gattoni, parlando come se niente fosse e guardandomi dritto negli occhi.
-Di che parli?- chiedo, aggrottando le sopracciglia e guardandola interrogativo.
-Potrei...- mi sorride furba, avvicinandosi al mio collo -Trasformarti in un vampiro- termina, prendendo tra i denti la pelle di questo e tirando leggermente.
Stringo gli occhi, trattenendo un brivido -Non se ne parla- faccio, con tono che non ammette repliche. Sono già abbastanza incasinato di mio...diventare anche un vampiro? Assolutamente no.
-Come vuoi- fa spallucce, lei, allontandosi da me e scendendo dal letto. La vedo avvicinarsi ad una toeletta ed aprirne il cassetto. Il perchè sia nella mia stanza, è ancora un mistero.
"Forse perchè, questa, non è la tua stanza?"
-Infatti, è la mia- Kagome, appoggiata alla toeletta, mi manda un sorrisetto di sufficienza, facendo un alzata di spalle come a dirmi "Secondo te, di chi poteva essere?"; poi mi mostra ciò che ha preso dal cassetto, osservando attentamente anche questo, come prima ha fatto con la sfera. Strabuzzo gli occhi: ma quella è...?
-La sfera di prima?- chiedo, perplesso.
-Effettivamente- inizia, lei -Anch'io, quando le ho messe a confronto, le ho trovate molto simili...- si stacca dalla toeletta -Ma...vedi?- mi chiede, una volta giunta davanti a me e mostratomi la pietra. Io la osservo per un po', finchè non mi accorgo di un particolare che salta subito all'occhio...
-La forma! Questa pietra sembra essere proprio un rubino...- ci scambiano uno sguardo d'intesa, poi Kagome si siede accanto a me.
-Inuyasha- mi chiama, guardandomi seria -Rubino a parte, io non mi fiderei troppo di quella sfera...-  il suo sguardo non cambia minimamente -Potrebbe essere molto più pericolosa di quello che dice- mi spiega.
-Perchè dovrebbe? È solo una sfera- ridacchio, non credendo minimamente a ciò che ha detto. Che potrebbe fare, un oggetto come quello?
-Solo- ripete, lei.
-Solo- confermo, io -Solo una sfera- termino, annuendo.
Lei sospira -Pensaci un po'- mi fa -E se, dopo aver assorbito il tuo potere, ne prendesse possesso? Non dimenticare quanto sia forte, la tua bestia interiore...se, chi te l'ha data, volesse usare la sfera per scopi malvagi?-
-Mmh- mugulo, non molto convinto. Lei fa spallucce.
-Beh, qualunque sia la tua decisione...per ora, questa sfera, la terrò io- si caccia anche il rubino in tasca, per poi gettare uno occhio al libro sopra al mio comò.
Mi volto ad osservarlo anch'io, interrogativo.
-Cosa...?- chiedo, non capendo.
-Bisognerà badare anche quel libro- mormora lei -Troppe persone lo bramano...-

Naraku tirò un pugno alla scrivania, facendo volare qualche foglio -Il primo libro è qui...- sibilò, frustrato -Ma il secondo...!- strinse i pugni, ringhiando -Il secondo, dove diamine è?!-


Angolino <3
Ehilà! Ve lo aspettavate un aggiornamento, l'ultimo giorno del 2016? :3
Io no!
Ma volevo portarvi un altro capitoletto...e, quindi... :D
La situazione si fa sempre più intrigante...Inu e Kaggy si sono finalmente ritrovati! Ed Inuyasha sembra convivere abbastanza bene con questa sua perdita di memoria...la recupererà mai? E, comunque, come ha fatto Kagome a salvarlo e trovarlo? :3
La sfera sembra avere un effetto cattivo, sul lupacchiotto...mentre, la sua parte "malvagia", pensa soltanto a possederlo...e se ci riuscisse?
Inu ha delle visite...vecchie conoscenze? ;)
E Riku e Naraku sono in continua lotta...quest'ultimo, sembra ritrovare un po' di sentimento. Inuyasha fa i soliti strani sogni e vecchi ricordi gli ritornano alla memoria.
Scopriamo che...è il padre, il licantropo?! O.o e, allora, perchè la madre era in quello stato?
Mmmh...misteri su misteri :3
Cosa sarà mai, quel rubino? Perchè Kagome l'ha rubato? E dov'è Kohaku?
Sembra che Inuyasha debba scegliere tra licantropo, umano e vampiro...cosa farà?
Chi lo sa! xP
Anche questo è fatto! Mi scuso per gli errori e vi auguro un buon 2017 <3
Bye!

P.s la parte dove la bestia prende quasi il sopravvento su Inu...vi ricorda qualcosa? ;)
(È impossibile che lo sapete xD)

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Capitolo 18
*** Fratellastri, scorci di due vite separate ***


Sbuffo impercettibilmente, continuando ad ascoltare i noiosi discorsi di quel Naraku.
Non è passato molto tempo da quando sono giunto nella sua villa, solo ieri mi sono risvegliato dal mio "riposino", ed ancora non ho recuperato la memoria.
Nulla di tutto quello che ho attorno mi è familiare, nulla...a parte Kagome.
Le getto un'occhiata, seduta nella sedia accanto alla mia che ascolta Naraku, le sopracciglia inarcate ed un cipiglio annoiato in volto.
Non ho idea di che cosa fare, ora come ora...c'è il problema della mia memoria, della sfera...quel libro...chissà dove sono finite Kikyo e Yume...
C'è una gran confusione nella mia testa.
E ciò mi da un profondo fastidio.
-Dunque, Inuyasha, ti sei ripreso?- la voce di Naraku mi risveglia dai miei pensieri.
Faccio una smorfia, che spero non si sia notata, prima di rispondere con un "Si" freddo e sbrigativo. La voce di quel tizio mi da alla nausea, non so il motivo...
Con quel suo tono, sembra solo prenderti in giro...poi pare indossare sempre una maschera, da l'impressione di fingere su ogni cosa che fa..."Eppure, mi sembra che, oltre che conoscerlo, sia una persona abbastanza affidabile..."
E, probabilmente dev'essere così...cioè, ha ospitato me e Kagome e non si è fatto problemi a farmi visitare da un medico e comprare tutte le medicine che mi sono state prescritte.
Non può essere una persona cattiva...
Mi schiarisco la voce -Sto molto meglio, rispetto a qualche giorno fa- continuo, dandomi dello stupido per come gli ho risposto prima -La ringrazio per il suo interessamento, signor Samiyosho- sorrido, poi, sentendomi lo sguardo scettico di Kagome puntato addosso.
Naraku ricambia il mio sorriso, annuendo.
-Beh, se permette, ora, io ed Inuyasha dovremmo ritirarci nelle nostre stanze- a quel punto, Kagome, con un rapido movimento, si alza dalla sua sedia -Con permesso- dice, senza attendere risposta, con voce ancora più aspra di prima.
Ho solo il tempo di mormorare un "Arrivederci" che, Kagome, dopo avermi afferrato per il braccio, mi trascina via con sé.
Sono di spalle e, così, non riesco a vedere lo sguardo che Naraku ci rivolge: rabbioso, pieno di altezzosità e fastidio. Sembra augurarci la morte.
-Oh, insomma, Kagome! Smettila di tirare!- pronuncio queste parole con un sorriso sghembo, che Kagome non può vedere perchè è voltata di spalle.
Mi sembra di avere un déjà vu...
Continuo a lasciarmi tirare, finchè, non ricevendo alcuna risposta, mi fermo. Lei subito sbuffa, voltandosi verso di me con un cipiglio infastidito.
Ma che le prende?
-Cosa c'è?- chiedo, accigliandomi.
Lei fa spallucce -Oltre al fatto che tu stia dando la tua fiducia ad un energumeno, nulla- dice, con aria di sufficienza, sorridendomi ironica.
-Eh?- mi lascio scappare, in un sussurro -Vuoi dire...- indico dietro di me -Che te ne sei andata perché stavo educatamente rispondendo al signor Naraku?-
-Ah, ora lo chiami pure per nome-
Non sapevo se ridere o piangere. Il fatto che Kagome avesse un carattere così problematico...
"Avresti dovuto intuirlo"
Sospiro: per quanto problematico e fastidioso sia, è abbastanza dolce...ed adorabile.
-Ti preoccupi per me- ridacchio, prendendola in giro -E sei anche gelosa-
-Cos-Gelosa?! Scherzi?! E di cosa, poi??-
-Del fatto che io mi fidi così presto delle persone- dico, assumendo il ruolo di "genitore"
-Vedi, ho un modo di comportarmi completamente diverso con gli altri. E ciò ti ha reso gelosa, già. Dev'essere proprio così- termino il tutto con un sorriso tra il beffardo ed il sornione; ricevendo un'occhiataccia da Kagome.
-Stupido cane-
-Lupo-
Restiamo a guardarci, io accigliato e lei con un sopracciglio inarcato.
-Buono a sapersi- sibila lei, staccando lo sguardo dal mio e voltandosi di schiena; riprende a camminare a passo sicuro.
-Buono si- concordo io, per non dargliela vinta, facendo spallucce e seguendola.
Che infantile..."Però, è anche tremendamente adorabile..."
Pff.

-Sesshomaru-
Inu strinse i pugni, guardando il figlio con sguardo tra il rabbioso e il sorpreso.
Quale miracolo aveva portato suo figlio, a casa?
-Padre- pronunciò l'uomo, con sguardo e tono impassibile -Ho bisogno di parlarti di alcune cose- terminò, gettando un'occhiata dietro all'uomo che aveva davanti.
"Izayoi..."
-Non parlerai di nulla, con me- negò Inu, tirando un pugno allo stipite della porta -Sparisci per cinque anni, e torni solo ora?! Solo ora, che...che...!- l'impassibilità di Sesshomaru, portarono Inu a provare ancora più rabbia.
-Maledetto...- sibilò.
-Padre- gli rispose Sesshomaru -Le mie scelte di vita non ti riguardano-
-Sei mio figlio!- Inu, in uno scatto d'ira, prese il figlio per il colletto, strattonandolo -Sei mio figlio, cazzo!- gli ringhiò contro, pieno di rabbia.
-Lasciami- nello sguardo dorato di Sesshomaru non vi era alcuna emozione.
Ciò fece desistere Inu dal continuare la conversazione.
Lo lasciò e, con un sorriso amaro, gli fece cenno di seguirlo in soggiorno.
Izayoi, che aveva assistito a tutta la scena, sentì un profondo dolore irradiarsi nel petto.
Era incinta da tre mesi, quando Sesshomaru scappò. Ricordava perfettamente la delusione ed il dolore di suo marito, ma non poteva certamente capirlo...lei non era la madre di Sesshomaru, se l'era detto ogni qual volta cercasse di trovare un dialogo con lui.
Lei non poteva capire quel ragazzo, non conosceva sua madre e non poteva far altro che stare a guardare mentre lui diventava di giorno in giorno più freddo.
Non poteva capire entrambi...
Che poteva fare, quindi, lei?
Inu prese posto in una poltrona, seguito da Sesshomaru. Izayoi decise di lasciarli soli.
-Che dovevi dirmi?- fece Inu, accedendosi la pipa.
-Voglio aiutare Inuyasha-

-L'hai già detto a Naraku?-
-No! Gli ho parlato solo ora, logico!-
Kagome annuisce, continuando a sfogliare le pagine del libro -Quello che mi hai raccontato...è vero? Quelle due, volevano davvero distruggere questo libro?-
-Beh, per quel che mi hanno detto...-
La vedo annuire un'altra volta, sfogliando le pagine velocemente, come alla ricerca di qualcosa. Che avesse visto una pagina interessante?
-Cosa cerchi?- le domando, facendomi più vicino. Lei mi scocca un'occhiata.
-Una pagina- dice, continuando a sfogliare.
Guardo lei e poi il libro, perplesso, grattandomi la nuca.
-Eccola!- esclama lei, una volta che l'ha trovata -Questa qui- me la indica ed io sono costretto a riabbassarmi sul libro, poggiato su una scrivania, alla quale è seduta Kagome.
-Incantesimo degli incantesimi, come ottenere più potere- leggo il titolo che mi indica Kagome
-Che cavolo significa?- le chiedo, poi, voltandomi verso di lei.
-Vedi, quando ti stavo cercando, ho incontrato un ragazzino...- inizia -Voleva aiutarmi a ritrovarti e diceva anche di voler fermare una strage...- mi guarda, con sguardo serio -Beh, guarda caso, qui, c'è scritto che per ottenere più potere c'è bisogno di diversi sacrifici umani...- mi indica la spiegazione dell'incantesimo.
-Ehm...credi che si riferisca a questo libro?- aggrotto le sopracciglia, indicandolo.
Kagome fa spallucce -È possibile-
-Allora, forse è quello che vogliono evitare anche Yume e Kikyo...- esordisco, facendola annuire
-Ma, chi è che vuole fare una strage? Chi vuole ottenere molto più potere?- chiedo, confuso dalla quantità di informazioni che ho recepito.
Lei nega con la testa -Non lo so- mormora, incrociando le braccia -Ma, ad ogni modo, se non vogliamo causare una strage, non possiamo cedere questo libro a nessuno- annuisco, d'accordo con quello che ha detto.
Okay, quindi questo libro si è rivelato più importante di quanto credevo...
Ci sono altri punti che non tornano, però...
Kagome, dopo un sospiro, si alza dalla sedia; il libro sotto braccio. Fa qualche passo, finchè qualcosa non sfugge alle pagine del tomo, cadendo a terra con numerosi volteggi.
Capisco subito di che si tratta: una foto.
-E questa?- chiedo, raccogliendola ed osservandola attentamente: raffigura due persone, un uomo ed una donna con alle spalle una villa.
L'uomo...Bankotsu? E...Kikyo?
-Cosa c'è, Inuyasha?- mi chiede Kagome, probabilmente vedendo la mia faccia sorpresa, avvicinandosi a me. Dal suo canto, io non so proprio cosa dire.
Mi sono dimenticato di un particolare importantissimo:
-Kikyo! Kikyo è la moglie di Bankotsu!- esclamo, dandomi una manata in fronte. Kagome mi guarda perplessa, poi rivolge lo sguardo alla foto.
-Fermo- mi dice, poggiando una mano sulla mia spalla -Questa è...la mia villa!-
Mi volto immediatamente verso di lei -Cosa?- chiedo, aggrottando le sopracciglia.
Lei annuisce -Questa è proprio la mia villa! Quella che è stata distrutta!-
-Distrutta?-
-Si, prima di perdere la memoria, non solo eri il mio servitore...ma vivevi persino nella mia villa. Mi sembra impossibile che non te ne sei accorto, che non ti ricordi che è esplosa- mi guarda come se fossi un alieno.
Io faccio spallucce, sorridendo ironico -Sai, non ho perso la memoria mica per finta...- sussurro, con tono di sufficienza.
Lei non mi da peso -Ma, se questi due vivevano nella mia villa...allora che cavolo ci faceva Kikyo, la moglie di questo Bankotsu, in quella dimensione parallela? E, sopratutto, come facevano ad abitarci se è andata distrutta?- nego, in segno che ne so quanto lei.
-Kagome, tuo padre...non potrebbe saperne qualcosa?- le chiedo, intuendo che il suo vecchio, avrà di sicuro qualcosa da dirci. Lei mi guarda scettica.
-Scherzi?- mi chiede -Già sapere che sei sano e salvo, gli è costato un grande sforzo...vuoi morire e fare quello che non è riuscita a fare quella dimensione parallela?- sbotta, con tono carico di sarcasmo e severità.
Io sbuffo -Abbiamo altra scelta?- chiedo, nervoso.
-Si, stare tranquilli e riflettere finchè non succede qualcosa-
-Cos? Vuoi lasciarti trasportare dagli eventi?-
Kagome mi manda un sorrisetto, come a dirmi "Hai un idea migliore?" a cui rispondo con un'occhiataccia. Mi prende la foto dalle mani e, dopo averla riposta nel libro, poggia il tomo sul comodino accanto al suo letto. Io sbuffo.
-Avanti- fa, con voce languida, sedendosi nel letto -Vorresti dirmi che ti piace così tanto fare l'eroe e risolvere i problemi altrui?- ridacchia, facendo spallucce ed alzando teatralmente gli occhi al cielo.
E, certamente, per lei è semplice.
Lei non si è ritrovata senza memoria, in un posto che non conosce e con una parte lupina a tartassarla dalla mattina alla sera. Lei non si è ritrovata con miliardi di domande e nemmeno una risposta, in situazioni che hanno dell'incredibile e con persone da ogni parte che ti chiedono di fare qualcosa. Lei ha vissuto una vita agiata, senza preoccuparsi di niente e di nessuno e-
-Ehi, non credi di star pensando un po' troppo?- non appena mi riprendo dai miei pensieri, la prima cosa che trovo è il ghigno di Kagome, ancora seduta sul letto a qualche metro da me.
Sbuffo, infastidito dalla sua insolenza ed avvicinandomi a lei.
Mai una volta, che la smette di provocarmi...?
-E tu, non credi di leggermi nella mente un po' troppo?- le rispondo a tono, abbassandomi alla sua altezza.
-Mmh- mugola lei -È abbastanza divertente, sai?- mi sussurra maliziosa, avvicinandosi al mio volto -Sapere perfettamente cosa ti passa in quella mente...- alzo gli occhi al cielo, di fronte all'ennesimo ghigno che mi manda, alzandomi e guardandola dall'alto con sguardo accigliato. Possibile, che si diverta così tanto a prendermi in giro?
-Tsk- sbotto, guardando altrove -Vado in camera mia- la avverto, poi, pensando che, nonostante ieri sera abbia dormito in questa stanza, oggi sicuramente ne avrò una tutta per me. È Kagome ha farmi capire che no, non avrò un'altra stanza e si, mi sono ancora una volta sbagliato. "Stupido Inuyasha"
-Ehi, quale stanza?- ridacchia, prendendomi per il polso -Naraku non ha così tante stanze e, per evitare qualsivoglia comportamento da scrocconi, dormirai qui. Con me. Come ieri-
"Qui, con lei, come ieri" penso, riflettendo su ciò che mi ha appena detto.
Solo dopo, realizzo il tutto -Cosa?!- esclamo -Dovrei dormire con te? E, che diamine significa come ieri?- le urlo contro.
-Dove pensi che abbia dormito, se non qui?- mi guarda, strabuzzando gli occhi.
Io, invece, li spalanco -Hai dormito con me?-
-Ho dormito con te-
Lei annuisce ed io la seguo, diventando una statua di sale.
Passano minuti di silenzio, dove io sono completamente paralizzato e lei mi guarda con un sorriso sghembo. Poi scoppia a ridere.
-Tranquillo- dice, lasciandomi il polso, tra una risata ed un'altra -Non è la prima volta che succede- mi rivolge un altro dei suoi sorrisetti.
-E questo, che cavolo significa?!-

-Non se ne parla-
Inu tirò un pugno al tavolo del salone, guardando il figlio con sguardo pieno di severità.
Sesshomaru non ebbe alcuna rezione.
-Tu torni dopo anni, senza avvisare, dopo che te ne sei scappato...e mi vieni a dire questo?- sibilò l'uomo, pieno di rabbia -Ti credevamo morto!- si alzò, in uno scatto d'ira, prendendo subito dopo il figlio per il colletto -Morto, Dio, morto!- ripetè, ringhiando -E tu...!-
Sesshomaru lo staccò dal colletto.
-Tu, vuoi dirmi che, non solo Inuyasha è diventato di nuovo un licantropo...ma che vuoi persino aiutarlo?- continuò, imperterrito, Inu. Non poteva crederci: Sesshomaru non dava niente per nulla, si curava solo di sé stesso...ed odiava il suo fratellastro.
L'uomo, dal canto del padre, stette solo ad osservarlo, senza far trasparire alcuna emozione.
Gli occhi dorati di entrambi si stavano scontrando, silenziosamente, dicendo tutto ciò che a parole non poteva essere espresso.
Stettero buoni minuti, poi Sesshomaru si voltò, dirigendosi verso la porta d'ingresso.
Inu si lasciò cadere sulla poltrona.
Non avrebbe mai più ripristinato il rapporto con suo figlio.

Naraku sbuffò, continuando a guardare il ragazzo che aveva di fronte.
Continuava a dire scuse su scuse, lamentandosi a tratti di quanto fosse stato brutto, in quella dimensione magica..."Fesserie, inutili fesserie" pensava, guardando ma non ascoltando davvero.
Non aveva tempo da perdere, lui.
Era convinto che quel dannato libro fosse nella libreria degli Higurashi, ed invece...aveva trovato solo una stupidissima chiave arrugginita! Nulla che avesse a che fare con quello che stava cercando, pensava che la distruzione della villa gli avesse portato molti benefici, ma aveva fatto soltanto dei passi indietro. Iniziava a stancarsi.
La sua Kikyo...l'avrebbe mai salvata?
Doveva farlo. Si sarebbe vendicato su tutti quegli inutili ricconi, a costo di ammazzare centinaia di persone. Oh, se lo avrebbe fatto.
-Sai, Hojo, la vendetta è un piatto che va mangiato freddo- disse, interrompendo il castano; che si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia, visto che quell'affermazione c'entrava ben poco con quello che stava dicendo lui.
Naraku si alzò, ridacchiando ed andando verso il giovane uomo. Vi si fermò di fronte.
-Sai, non hai fatto altro che lamentarti costantemente di tutto quello che hai fatto, fino ad ora- gli fece, spietato, poi si avvicinò al suo orecchio -Vuoi sposarla, la signorina Kagome, oppure vuoi che ti uccida prima?- gli chiese, con voce che non accettava repliche.
Un brivido di paura attraversò la spina dorsale del castano.
-N-no- mormorò. Naraku fu soddisfatto della risposta, si rimise dritto e battè una mano sulla spalla del castano.
-Ora vai- lo liquidò, tornando a sedersi alla sua scrivania -Voglio che tu trovi quel libro, costi quel che costi- vide uscire Hojo, poi finalmente potè accomodarsi.
Prese la chiave, avvolta in un panno e la osservò attentamente.
"La vendetta è un piatto che va mangiato freddo"
Certo, ma lui odiava aspettare.

Dopo essermi sciacquato il viso, guardo il mio riflesso sullo specchio.
Sono sempre io: Inuyasha No Taisho. Un ragazzo, un licantropo, un mezzo sangue.
Inuyasha.
I capelli neri, la frangia leggermente bagnata e gli occhi color carbone...nulla di cambiato, sono ancora io. Non so minimamente come cambiare forma, chi siano i miei genitori e cosa io abbia fatto prima di...tutto questo. Ma sono sempre io: Inuyasha.
Non ho perso me stesso, so ancora controllarmi e non mi perderò in futili desideri di potere.
Quindi, rinuncerai per sempre alla forza?
Sono ancora io, ed Inuyasha non è forte per uccidere.
Oh, ne sei davvero sicuro?
Scuoto la testa, cercando di mandare via quella voce infernale. Non voglio parlarle...
Ma non puoi mandarmi via...
Si, ma posso distruggerti.
Distruggeresti te stesso, Inuyasha? Non ti interessa più...ottenere il pieno controllo?
Parli sempre di tutto questo potere, ma io non lo voglio, non voglio-
Non intendo il potere che intendi tu, non devi per forza uccidere...potresti anche convivere con me, potresti anche controllarmi...o farti controllare.
Sento una leggera fitta alla testa, che mi fa allontanare subito dallo specchio e dal lavabo.
-Oh, non di nuovo...- sussurro, portandomi una mano alla tempia.
Potremmo provare, Inuyasha, potremmo provare a convivere...
No! Tu sei malvagio!
Lo sei anche tu...
Sento una risata, che credo provenga dalla mia testa...o, almeno...credevo...sono io, che sto ridendo. La mia bocca si muove da sola, ride di una risata sadica e maligna.
Cazzo. Non posso farmi controllare di nuovo!
Non ti stai facendo controllare! Io sono te!
Tu non sei me, cazzo! Smettila di dirlo!
Vogliamo vedere? Vuoi vedere il vero te stesso?
Senza che lo volessi, mi volto verso lo specchio, incontrando la figura del me stesso licantropo. Ghigna e mi guarda come se fossi una pecorella smarrita.
Immediatamente spalanco gli occhi, portando lo sguardo alle mie mani e trovandole, però, senza alcuna traccia di artigli. Anche i capelli...sono neri.
-Che mi stai facendo, bastardo?- sussurro, sentendo di nuovo quella risata.
Stavolta proviene davvero dalla mia testa.
Oh, oh...il lupacchiotto si è arrabbiato? Ma cosa vorresti fare tu, un misero umano...contro di me? Sono troppo forte...
Tu sei me, se sei forte tu lo sono anch'io...non l'hai detto anche tu?
Ah, ora dici così? Non ricordi le sue parole, Inuyasha? Questo non sei tu...
Immediatamente il flashback delle parole di Kagome mi torna in mente. Il suo sguardo deluso...la sua freddezza nei miei confronti...
Ho un capogiro.
La testa inizia a dolermi e mi sento inspiegabilmente affaticato. Il petto brucia...
Cazzo. Ogni volta è sempre peggio.
Stringo i denti e, in un ultimo tentativo di salvarmi, apro la porta del bagno. Ho la vista appannata, ma riesco comunque a vedere la figura che ho di fronte. Mi guarda delusa, ancora, e tremendamente seria.
-Kagome...- mormoro, appoggiato con il braccio allo stipite della porta, la voce mi esce inspiegabilmente roca e sofferente. Lei non dice una parola, ma ormai è troppo tardi.
Sento quel dolore infernale, tutto il corpo inizia a bruciare e, ancora una volta, non ce la faccio: crollo in ginocchio a terra, il dolore è fortissimo.
Mi scappa un urlo smorzato.
"Sei uno stronzo"
Ti sto solo aiutando.
"Mi stai rendendo la vita un'inferno!"
Kagome si abbassa e mi osserva, non facendo nulla. Non appena alzo lo sguardo su di lei, la prima cosa che mi viene da fare è saltarle addosso per sbranarla.
Sbranarla...cazzo...l'ho pensato davvero.
Prendo un profondo respiro e, poggiandole una mano sulla spalla, con una forza che credevo di non possedere, la spingo via di qualche metro. Poi mi alzo velocemente.
-Non seguirmi- mormoro, in sussurro roco e inquietante.
La mia voce non è più la stessa. Ma non mi importa.
Senza attendere nessuna risposta, con uno scatto, sfondo il vetro della finestra della camera e mi getto fuori. La sera è tranquilla, non piove più.
Tutto al contrario del mio animo.

-Sesshomaru!-
L'uomo si fermò davanti alla porta d'ingresso, non ancora aperta -Che vuoi, donna?- fece, senza nemmeno voltarsi.
Izayoi deglutì, per la freddezza del ragazzo. Non aveva per niente idea di come continuare la conversazione. Perchè lei non poteva capirlo e basta...
Si fece coraggio -Se vuoi aiutare Inuyasha, sappi che io ti sostengo- nessuna reazione da parte dell'altro -Per qualunque motivo lo fai, perchè sei tornato solo ora o altro...non ti chiederò nulla, e dirò ad Inu di fare lo stesso- deglutì -Ma...ti prego, non andartene- sentiva di star facendo la cosa giusta, sentiva che glielo doveva ad entrambi.
Sesshomaru si voltò solo in quel momento -Non sei nei miei interessi, donna- fece, freddo -Ma se abbiamo gli stessi fini, allora potremmo collaborare- Izayoi fu felice di quella risposta.
Sorrise calorosamente, come una bambina.
A Sesshomaru sembrò di tornare indietro nel tempo, vedendo quel sorriso. Ma, ancora una volta, non mostrò alcuna emozione.
-Lo convincerò, fidati di me- lo rassicurò Izayoi, avvicinandoglisi e prendendogli le mani artigliate. Sesshomaru non voleva alcun tipo di rapporto con quella donna, ma, per quella volta, decise di chiudere un occhio.
Anche Izayoi, per quella volta, decise di poter fare qualcosa che non aveva mai fatto...essere un pochino più egoista...riuscire a far capire a Sesshomaru, il figlio che non aveva mai avuto, che lei c'era. C'era e ci sarebbe sempre stata.


Angolino <3
Ebbene si! Ce l'ho fatta! Ho finalmente aggiornato!
Si, si, è da un anno (ahah, che battuta - . -) che non aggiorno...ma, tra una storia ed un'altra, ripasso ed esami...non ho avuto proprio tempo! Si, perchè io voglio complicarmi ancora di più la vita, ed ho fatto un'altra storia :3 ma dettagli xD
Poi, boh, ho dato gli esami il nove ed ancora non se ne sa nulla...
Dettagli anche questi.
Dunque! Capitolo di passaggio, si. Ma non per questo, meno interessante.
Ci prepariamo ad un altro bel casino ;)
Inuyasha sempre più problematico...Kagome che cerca di raccapezzarsi e Naraku che continua a sclerare. Da tanto che non vedavamo Hojo, eh? Vi era mancato?
A me nemmeno xD
Sesshomaru fa ritorno a casa, e sembra aver un rapporto col padre molto più difficoltoso di quanto sembra...mi è piaciuta particolarmente Izayoi in questo capitolo :3 a voi?
Spero di non essere andata ad OOC con Sesshomaru che, uddio, è il personaggio OOC peggiore, lui xP
Dove mai sarà il secondo libro? E quella chiave? Apre il vecchio armadietto scolastico di Kagome o che? Bankotsu e Kikyo vivevano nella villa di Kagome quando Inu si è disperso...ma come diamine è possibile, questa cosa?
Sempre più confusi, neh? :33
Dovrete aspettare il prossimo cap xP
Mi scuso per gli errori e spero di aggiornare presto!
Byeee

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Capitolo 19
*** Soggiogato dal lupo ***


Era successo ancora.
Inuyasha l'aveva abbandonata ancora una volta. Non si era fidato di lei, non l'aveva resa partecipe di ciò che provava...
Lo odiava. Odiava non sapere qualcosa di quel ragazzo, lei voleva sapere tutto ciò che lo riguardava. Tutto quello che provava, come si sentiva o che cosa stesse passando...
Doveva sapere tutto.
Kagome osservò con sguardo vacuo il muro davanti a lei, non vedendolo davvero. Appogiata al muro al quale prima l'aveva spinta Inuyasha, stava semplicemente ad ascoltare il vento che proveniva da fuori la villa. La finestra che aveva spaccato Inuyasha per fuggire, per scappare da lei, avrebbe di sicuro attirato gente attorno alla villa.
Lo sapeva, lo sapeva benissimo.
Ma lei non aveva ancora voglia di fare qualcosa.
Era un sentimento che non aveva mai provato. Lei non voleva.
Non voleva assolutamente che Inuyasha l'allontanasse a causa di quella bestia, non voleva stare lontana da Inuyasha. Ne sentiva il bisogno fisico e psicologico di averlo accanto.
Ne era dipendente, ma sapeva anche questo.
Sapeva benissimo che, prima o poi, ne sarebbe diventata dipendente a tal punto da non potergli stare lontana. Inuyasha era una calamita, una vera e propria dipendenza.
Non avrebbe potuto stargli lontano.
Non un'altra volta.
Rise, rise di scherno. Lei, una vampira, Kagome Higurashi, non aveva mai provato nulla di tutto questo. Non era mai stata schiava...di qualcosa. Di un sentimento. Di qualcuno.
Faceva male, cazzo.
Dannatamente male. Ti ammazzava dentro, era qualcosa che ti sotterrava l'orgoglio...
Ma allo stesso tempo ti rendeva felice.
Ti crogiolavi in quel sentimento, ti sentivi forte ed allo stesso tempo completamente perso...
Era qualcosa di terribilmente meraviglioso.
Sospirò, cercando di calmare il battito accellerato del suo cuore.
Da quant'era, che non accellerava? Anni? Secoli?
Non lo ricordava e, onestamente parlando, non le importava.
Solo il presente, c'era ora. Il presente e...Inuyasha.
"Su, andiamo a riprendere quell'idiota" pensò, con un sorriso tra il dolce ed il divertito in faccia, alzandosi dal pavimento. Si diresse alla finestra e, forte di quel pensiero, saltò giù.
Sapeva benissimo che Inuyasha non sarebbe sopravvisuto nemmeno un secondo, senza di lei. Era un qualcosa che aveva sempre capito, che percepiva in ogni suo gesto quotidiano.
Inuyasha era un ragazzo forte, facilmente influenzabile.
Che aveva bisogno di una guida. Di qualcuno che lo dominasse e comandasse.
Come Kagome era dipendente da Inuyasha, anche Inuyasha era dipendente da Kagome.

Inu guardò suo figlio, facendosi forza tramite la presenza di Izayoi al suo fianco.
-Illustrami cosa vorresti fare con Inuyasha- fece, al maggiore dei suoi figli.
Sesshomaru gettò un'occhiata ad Izayoi, poi iniziò a parlare -Come alchimista, ho lavorato per un paio d'anni ad uno speciale farmaco che permette di eliminare la...doppia personalità, per così dire- tirò fuori un fogliettino dal lungo cappotto che indossava, sotto gli occhi attenti e guardinghi del padre -Il problema di Inuyasha, che affligge tutti i mezzosangue, è che due nature differenti non possono coesistere insieme in un solo corpo- diede un'occhiata al foglietto -Naturalmente, la più violenta delle due tende a voler prendere il controllo su quella più debole...e si crea una "guerra interiore" tra di esse-
Inu annuì -Dimmi qualcosa che non so- disse, ma venne subito zittito dall'occhiataccia del figlio; Izayoi si sentiva tra l'incudine ed il martello.
-Non è tanto la perdita del controllo, ad essere pericolosa...- continuò Sesshomaru -Quella si può facilmente risolvere uccidendo il soggetto- Inu strinse i denti, mentre Izayoi ebbe un colpo al cuore: come poteva parlare di uccidere suo fratello, così a cuor leggero?
-Quello che più mi preoccupa è cosa succede nel soggetto, durante questa sorta di "guerra"- lo sguardo si fece più serio di quanto lo era già -La psiche di Inuyasha, in questo momento, è sicuramente molto stressata- spiegò -Probabilmente, se non si fa presto qualcosa, finirà per diventare matto. Per non parlare, poi, delle sue continuee trasformazioni...il suo corpo umano, non regge un simile sforzo, continuando così arriverà all'infarto-
-Cosa ti dice che sia tutto vero? Inuyasha ha perso la memoria e la capacità di trasformarsi molti anni fa...avrebbe dovuto- Inu provò a parlare, ma venne interrotto dal figlio.
-Avrebbe dovuto reggere fino alla sua decima luna piena? Pensavi davvero, che quel dieci per cento di possibilità che non ci fossero stati problemi, si avverasse?- fece, con voce fredda ed impassibile, come se per lui non valesse a dire nulla.
Inu strinse i pugni -Lo so, cazzo! Lo so! Ma non c'era altro modo! Ho pregato giorno e notte che quell'incantesimo si avverasse, ma nulla! Non ho fatto che complicare le cose, ma che altro potevo fare? Tu sei sparito, e vieni a farmi la predica?!- si sentì poggiare una mano sulla spalla, che riconobbe subito come quella di Izayoi.
Sesshomaru non disse nulla: stette a guardarli impassibile.
-Anche Izayoi...!-
-Anche Izayoi, cosa?-
Il tono del maggiore era spietato, Inu avrebbe voluto prenderlo a pugni; a quel punto si fece avanti Izayoi.
-Vedi, Sesshomaru- iniziò cauta -Prima che Inuyasha nascesse, sapevamo che la sua natura fosse stata problematica...mentre io ero ancora incinta, l'abbiamo portato da un amico di famiglia che si intendeva di ibridi...non so bene cosa mi abbia fatto, parlava di cose come "Separare la parte malvagia del bimbo e trasferirla nel corpo della madre"...credo che il concetto sia stato quello di far prevalere la parte umana, rispetto a quella lupina...aveva detto che ci sarebbero state delle possibilità che fosse funzionato, e noi ci siamo affidati semplicemente a quelle...- fece spallucce, sorridendo amaramente -Se ci penso ora...- le si ruppe la voce e, presto, calde lacrime le bagnarono le guance.
Sesshomaru non si fece intenerire -Non sono interessato a ciò che è accaduto ad Inuyasha- disse, soltanto -Se volete collaborare...- lasciò in sospeso la frase, voltandosi ed incamminandosi verso la porta d'ingresso.
Inu ed Izayoi si scambiarono uno sguardo perplesso, poi seguirono Sesshomaru.

Era da un bel po' che camminava senza alcuna meta.
Cacchio, dove poteva essere andato quell'idiota? E, sopratutto, come faceva a ritrovarlo?
Che si fosse arresa era fuori discussione...ma, cavolo, se a parole era tutto più facile!
Non sapeva minimamente dove sarebbe potuto essere Inuyasha, non aveva alcuna traccia, nessun indizio...come avrebbe fatto?
Sbuffò, calciando un sassolino con rabbia "Che razza di idiota, prima scompare nel nulla ed ora scappa con la coda tra le gambe!" pensò, sentendo la stizza aumentare.
Beh, prima di tutto avrebbe visto in città.
Inuyasha probabilmente era dominato dalla sua parte lupesca, di sicuro doveva sentire molta fame...e, si sa com'è l'appetito dei licantropi...
"Avrebbe potuto anche evitare il villaggio, però...Inuyasha non sbranerebbe mai un mucchio di persone!" quindi, se non fosse stato in città...dove sarebbe potuto andare?
Un posto libero e tranquillo, senza nessuno che avrebbe potuto disturbarlo...
Dove calmarsi e riposarsi...
Non sapeva il perchè, ma l'istinto le diceva di andare a casa sua. O meglio, alla sua ex casa.
Per ora, vi era soltanto uno scheletro di essa. I lavori di ricostruzione non erano ancora finiti, per quanto velocizzati con la magia.
Beh, se Inuyasha fosse stato lì, sicuramente non avrebbe avuto nessuno a rompergli le scatole.
Ma Inuyasha aveva perso la memoria, non sapeva dov'era casa sua...
Kagome si fermò un secondo, inspirando stizzita, poi si decise: sarebbe andata a casa sua.
In città non sembrava esserci nulla di strano ed il suo udito sviluppato non sentiva nessun rumore sospetto o grida. E poi, lei si fidava di Inuyasha.

Kagome aprì il cancello con un sospiro, preparandosi psicologicamente a ciò che sarebbe accaduto dopo. Aveva ragione: Inuyasha era lì.
Ne sentiva chiaramente l'odore del sangue e, ciò, la fece deglutire.
Si guardò attorno guardinga, cercando di individuare la figura dell'albino.
L'avrebbe preso a pugni, una volta trovato, ne era arci convinta.
Il vento soffiò tra i ciuffi d'erba, rilasciando nell'aria un forte odore di terra ed un rilassante rumore che fece calmare Kagome. Era agitata, si...proprio quando doveva mantenere la calma, lei era agitata! Stupida che non era altro!
Fece un passo, poi un altro, nulla. Arrivò al terzo ed ancora nulla.
Che fosse salito sulle impalcature? Che volesse stare il più lontano possibile dalla città?
"E se stesse progettando...un suicidio?" pensò, allarmandosi un po'.
Non era molto probabile, vista la sua resistenza fisica da licantropo...pur cadendo dal terzo piano, non sarebbe morto...ma non era nemmeno impossibile.
Inuyasha era facilmente influenzabile, avrebbe fatto di tutto per non causare danni agli altri.
Strinse i denti, maledicendo mentalmente l'albino.
"Appena lo trovo...!"
Stava per fare un altro passo, quando una risata la fermò: sapeva benissimo di chi era, il che la stranì e stupì allo stesso tempo. Proveniva da sopra...
Alzò la testa.
Inuyasha...no, il lupo, era in cima allo "scheletro" della casa, all'ultimo piano.
E la guardava.
Vedeva chiaramente il ghigno sadico che le rivolgeva, i capelli albini che si muovevano col vento e la luna dietro a fargli da sfondo.
Kagome sorrise ironica, per quanto pericoloso fosse...Inuyasha rimaneva sempre un bel ragazzo.
-Kagome- fece, il lupo, allargando il suo ghigno -Mia carissima Kagome!- si lasciò cadere dal piano, come se nulla fosse, atterrando placidamente e continuandola a guardare in quel modo.
L'altra non si scompose più di tanto -Che ne hai fatto di Inuyasha?- chiese, categorica.
L'altro rise -Io sono Inuyasha!- esclamò, allargando le braccia e guardandola beffardo.
-Ah, non dire cazzate!- gli rispose a tono, Kagome.
Inuyasha divenne serio.
-Non mi accetti?- chiese, freddo e spietato -Non accetti la mia natura, Kagome?- riformulò la domanda, sapendo di aver colpito nel punto giusto.
O forse no?
Stavolta toccò a Kagome ghignare -Oh, ma io non accetto Inuyasha...io non accetto te-
-Io ed Inuyasha siamo la stessa cosa- disse l'albino, serio e categorico.
Kagome ridacchiò -Provamelo- disse, avvicinandosi velocemente al ragazzo.
Non gli diede il tempo di fare nulla, lo prese dal colletto e con un sorrisetto stampato sulle labbra lo baciò.
Inuyasha spalancò gli occhi.

-Padron Naraku, è andato tutto come previsto- il kappa porse il libro all'uomo, volgendo gli occhi a terra in segno di profondo rispetto verso di esso.
-Molto bene, Jaken- pronunciò Naraku, con un sorriso soddisfatto.
-Ora, dobbiamo solo trovare il secondo libro- fece il mostriciattolo.
-Oh, a questo ci sta già pensando quell'omuncolo...Hojo, si- sfogliò le pagine del tomo -Gli ho indicato migliaia di volte il posto dove cercare, e tutte e migliaia le volte non lo ha trovato- Jaken, a quell'affermazione, deglutì.
-E-e com'è possibile?- chiese, con un fil di voce. Naraku si sporse dalla scrivania.
-Semplice- fece, ghignando -Qualcuno l'ha rubato- terminò, lo sguardo color rubino animato da una sadica intelligenza -Ne sai qualcosa?-
A Jaken parve di morire -N-no, padron Naraku- esclamò, sudando freddo.
Quello parve crederci e, ridendo di gusto, tornò a sedersi -Oh, ma ti credo- fece, beffardo -Ora puoi andare, piccoletto- mosse una mano, come se fosse una mosca fastidiosa.
Jaken fece un inchino, poi si congedò.
Una volta uscito da quello studio, si sentì un po' meglio.
"Ragazzi, ci mancava poco!"

Sento il cuore accellerare, il sangue pulsarmi nelle orecchie e le guance diventare calde.
Cos'è? Cos'è che mi disturba?
Si sta così bene qui, in questa distesta bianca, rilassante e tanto calda.
Non voglio.
Non voglio tornare alla realtà e svegliarmi da questo dolce tepore...
Non ce la faccio più, è meglio vivere qui...
E lasciare che gli altri decidano per me.
Potrei morire, non mi importerebbe.
Voglio solo restare qui...
Inspiro, chiudendomi di più in me stesso e accoccolandomi di più sulla superficie morbida in cui sono disteso. C'è qualcosa.
Qualcosa che mi fa desiderare di tornare indietro...
Non so cosa sia, ma è piacevole.
Mi fa tornare in mente tante belle cose, insieme ad una meravigliosa sensazione di calore all'altezza del petto.
Mi fermo dal pensare. Ascoltando solamente i battiti del mio cuore.
Kagome...

-Puttanella!-
Inuyasha scansò malamente da sé Kagome, pulendosi subito le labbra ed osservando la ragazza a qualche metro da lui, che lo guardava con le sopracciglia inarcate; un sorrisetto di sfida che lo faceva semplicemente imbestialire.
"Si può sapere chi cazzo è, questa?" pensò, frustrato.
Non appena l'aveva baciato, aveva sentito Inuyasha risvegliarsi e prendere ancora possesso di sè. C'era quasi riuscito.
E ciò, cazzo...se non doveva accadere!
No...l'avrebbe impedito con ogni suo mezzo! Non voleva tornare a dormire, non voleva essere siggillato ancora una volta dentro al corpo di quel ragazzo. Avrebbe ucciso quella ragazza, si sarebbe liberata dell'unica persona che poteva ucciderlo.
Rise di gusto, in modo semplicemente sadico.
L'espressione di Kagome diventò scettica: che diamine aveva quellò lì? Rideva, si arrabbiava e la guardava come se fosse stato il padrone del mondo...che cavolo aveva, in quel cervello?
Continuò a guardarlo, finchè non le si scagliò contro.
Lo evitò per il miracolo e, solo in quel momento, realizzò che cosa voleva farle quel mostro.
"Mi ucciderà?" pensò, alzandosi velocemente da terra ed evitando l'ennesimo attacco del licantropo "Cazzo, Inuyasha, davvero?!" fece mentalmente, come se le potesse arrivare risposta.
Quello lì non scherzava.
Lo vide chiaramente nella ginocchiata che le arrivò in pieno addome e che la mandò di qualche metro indietro.
-Ora non sorridi più, eh?- vide Inuyasha troneggiare davanti a lei, in compenso distesa e dolorante. Diamine, non aveva calcolato la forza che potesse avere un licantropo...
Sapeva che erano particolarmente forti, sopratutto se si trattava di scontro fisico...ma non così tanto! E poi, Inuyasha era un mezzo licantropo!
Strinse i denti, facendosi forza ed alzandosi con non poca difficoltà.
Riuscì solo a mettersi seduta.
Gli rivolse uno sguardo di sfida -Mi ucciderai, Inuyasha?- chiese, al licantropo, facendo un ghigno; sapeva perfettamente che l'avrebbe fatto arrabbiare ancora di più.
-Inuyasha non c'è più- disse, soltanto, il ragazzo.
La prese velocemente per il colletto, alzandola da terra. Sorrise sadicamente.
-Che fai, non reagisci?- la provocò, stringendo la presa sul suo colletto.
-Non ho intenzione di ucciderti, a differenza tua...Inuyasha- Kagome fece un sorriso ironico, rispondendo alla provocazione con un'altra provocazione.
Inuyasha non ci vide più dalla rabbia e, con un veloce ed inaspettato movimento, morse la ragazza con quanto più forza avesse.
Kagome sentì un dolore lancinante alla spalla, che la fece singhiozzare dal dolore.
Strinse convulsivamente le spalle del licantropo, cercando di trattenersi dall'urlare e cercando una soluzione che non avrebbe comportato alla morte di nessuno.
Sentì la pelle strapparsi, probabilmente Inuyasha era molto affammato...
Il suo sangue scorreva, lo sentiva sulla pelle.
L'albino, ormai preso da una fame insaziabile, leccò quel pezzo di pelle lesa, facendo preoccupare ancora di più la vampira.
-Fottuto cannibale- sussurrò quella. Poi, raccolta tutta la sua forza, gli sferrò una forte ginocchiata al cavallo dei pantaloni.
La reazione fu immediata: Inuyasha la lasciò cadere a terra, portandosi le mani alla parte lesa e crollando in ginocchio, un grugnito pieno di dolore ed odio sfuggì dalla sua bocca; sporca di sangue. Kagome ghignò, ma non si prese tempo di fare altro.
Si alzò velocemente, ignorando i vari dolori ed indietreggiando verso il cancello.
Non voleva combattere contro Inuyasha, quindi l'unica scelta era quella di scappare.
Non sarebbe morta, lo sapeva.
Ma era meglio non rischiare, Inuyasha era soggiogato da un licantropo.
Un licantropo che voleva ucciderla.
Ansimò, appoggiandosi ad uno dei tanti alberi che circondavano la casa.
Che avrebbe potuto fare? Pensò a tutti i modi che avrebbero potuto calmare Inuyasha, tenendosi la spalla dolorante, finchè un determinato oggetto le ritornò alla mente.
"La sfera!" pensò "Se uso quella sfera..."
Preferì non terminare il pensiero: non l'avrebbe mai fatto, quell'oggetto era pericoloso.
Usarlo non era la cosa più sicura e-
-Dannata puttana, ora vedi che ti faccio!- si sentì alzare dal terreno, stavolta era il collo, quello stretto dalle mani di Inuyasha.
Gli occhi dell'albino erano pieni d'ira, i denti stretti e la mano che stringeva il sottile collo di Kagome. Sarebbe morta?
Deglutì, per quanto ci riuscisse, mentre il licantropo continuava a sussurrare parole e parole.
Non ascoltava.
Non le importava.
Dov'era Inuyasha, dentro quel mostro? Che non ci fosse stata più speranza? Che fosse davvero stato posseduto per sempre?
Inuyasha...colui che le faceva battere il cuore con un sorriso.
Il ragazzino timido che arrossiva quando l'aveva vicina, che la sgridava e l'affrontava con orgoglio. "Il mio orgoglio maschile" si ricordò le parole che le aveva detto una volta.
Dov'era, ora, Inuyasha? Dov'era quel ragazzo che le piaceva tanto?
Quel ragazzo dal sangue così buono e il carattere così difficile.
Che a volte sembrava un libro aperto ed altre un vero e proprio mistero...
Dov'era?
Dov'era colui di cui si era perdutamente innamorata?


Angolino <3
Stavolta l'attesa non è durata una vita! xD Contenti? :3
Capitolo dedicato a Kagome, si! Ecco cosa c'è nella testa della vampiretta! Ve lo aspettavate?
Cosa molto importante: finalmente abbiamo la conferma che uno dei due è innamorato!
Wow!
Inuyashinobelloh era troppo rabbia-mode per ammetterlo...quindi è toccato a Kagome! :3
Come vi è sembrato il capitolo? Il "combattimento"?
Spero di aver descritto tutto al meglio! xD in caso, mi scuso...non sono brava a descrivere le battaglie! xDD
Inu, Izayoi e Sesshomaru sembrano collaborare...ma che vorranno fare? Come mai, questo comportamento da parte del più grande?
Naraku sembra essere entrato in possesso del libro di Inu e Kaggy...che fosse stato tutto un suo piano? E Jaken? Cos'era tutta quella preoccupazione?
Mmmh...
Qui c'è qualquadra che non cosa...
Nel prossimo chappy...mmmh...diciamo che Inuyasha non sarà più quello di prima ;)
Mi scuso per gli errori
Bye!

P.S. per le regole, tranquilli! Arriveranno x3

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Capitolo 20
*** L'inganno, la sfera, Inuyasha ***


-Non essere stupido, Sesshomaru! Vuoi davvero andare da Inuyasha a quest'ora?-
Inu cercò di fermare il figlio, già in cammino verso la stazione -E poi? Che vorresti fare?- gli chiese, visto che il maggiore non sembrava voler demordere per nulla al mondo.
-Padre- si fermò Sesshomaru, voltandosi verso di lui -So quel che faccio- disse soltanto, guardandolo veramente per la prima volta. Gli occhi dorati animati da una grande forza di volontà. Inu non seppe cosa dire, vedendolo riprendere il suo cammino.
Che significava tutto questo? Sesshomaru...era cambiato.
"Tocca solo a me, decidere se in bene o male"
Sentì il tocco gentile della mano di sua moglie e, non appena si girò verso di lei, vide come un sorriso dolce le arricchiva il volto -Sesshomaru...lui...- iniziò -Fidati di tuo figlio-
Il No Taisho non disse nulla, si limitò solo a guardare la figura sfuggente di Sesshomaru, che si allontanava. Da lui, dalla sua vita, da quello che aveva progettato...
Non avrebbe mai potuto accettarlo.
Si diressero verso il binario vuoto, ognuno immerso nel proprio silenzio, finchè uno scricciolo vestito di nero corse verso Sesshomaru; abbracciandogli l'addome.
-Padron Sesshomaru!- esclamò, quella che sembrava una bambina.
Inu ed Izayoi la guardarono: con quel vestitino nero, i guanti alle mani e le scarpette con i tacchetti, sembrava quasi una bambina d'alta società.
-Rin- la chiamò il maggiore -Quante volte ti ho detto di non chiamarmi a quel modo?- continuò, freddo. I due coniugi notarono, però, una scintilla diversa nei suoi occhi.
La bimba, per tutta risposta, gli sorrise sorniona.
-Sesshomaru, come mai questa bambina è con te? Dove sono i suoi genitori?- indagò Inu, guardando dritto negli occhi il figlio.
L'ultima cosa che avrebbe voluto sapere, sarebbe stata che suo figlio era un sequestratore di bambini...ci mancava solo questo, ora.
Sesshomaru non ebbe una particolare reazione, mentre Rin passava lo sguardo da Inu a Izayoi con fare guardingo e ostile -L'ho trovata in strada tempo fa e ho deciso di prendermene cura- parlò l'albino.
-E che ci fa qui?- chiese, ancora, Inu, meritandosi un'occhiata infastidita da parte dell'altro.
-Mi ha dato una mano ad "osservare" Inuyasha e Kagome Higurashi- spiegò, soltanto.
Inu avrebbe voluto indagare, ma il treno che aspettavano arrivò proprio in quel momento.
Dovettero salire.
-Vuoi dirmi come vuoi aiutare Inuyasha?- chiese il più grande del gruppo, dopo qualche minuto di viaggio. Non avrebbe smesso di fargli domande, voleva sapere tutto per il bene di Inuyasha...per il bene di entrambi. Che Sesshomaru si fosse voluto ammazzare? Che avesse in mente di uccidere Inuyasha? Tsk. Non lo sapeva, non sapeva nulla di suo figlio.
E sapeva che con lui non c'era da scherzare.
-Stordiremo Inuyasha, approfittando della primogenita degli Higurashi- contro ogni logica, Sesshomaru si offrì di spiegare -In questo momento, da quello che mi ha fatto sapere Rin, stanno combattendo. Inuyasha è parecchio violento, servirà metterlo k.o. per qualche giorno. Il farmaco non ha effetto se agisce in un soggetto sveglio...non ho ancora capito come, ma ci serve che Inuyasha sia assopito. Gli somministreremo il farmaco mentre dorme, e il tutto dovrebbe fare effetto in circa tre giorni- terminò, mentre una Rin seduta accanto a lui muoveva le gambe in modo felice.
-E che fa, esattamente, il farmaco?- fece Inu, ancora più curioso e preoccupato di lui.
-Nulla, se non annullare l'effetto del lupo per un lasso di ventiquattr'ore-
-Spiegati meglio, non si trova già in commercio una cosa come questa?-
Nello sguardo di Sesshomaru passò un lampo di fastidio -Si- esordì, gelido -Se vuoi far morire colui a chi lo dai- continuò -Io, insieme alla mia alchimia, abbiamo perfezionato un farmaco. Ho fatto parecchie prove ed esperimenti, è sicuro al 100%- si fermò, lanciando un'occhiata altezzosa al padre -E, sopratutto, non fa morire nessuno- terminò.
Inu fu abbastanza convinto della spiegazione e, limitandosi ad annuire, si sistemò sul sedile.
Per ora, si sarebbe fidato di Sesshomaru.

È come essere sott'acqua. Trascinati dalla corrente, l'acqua tiepida...
Rilassante...è tutto così rilassante.
Non voglio uscire mai più da qui, non voglio fare più nulla.
I miei cari, i miei nemici, la mia memoria...non voglio sapere più nulla.
A che mi serve tutto questo? A che mi servono i miei ricordi e delle persone...che non posso proteggere? Non è meglio rilassarsi? Stare qui, senza nessuno che mi disturba...
Solo io.
Io e me stesso.
Nulla di più, nulla di meno.
Mi accontento, si, non voglio più farlo. Non voglio più vivere.
Fare qualcosa? A che serve? Non ne sono capace. Sono debole ed estremamente soggiogabile. Inutile. Un misero umano, inutile.
È meglio stare qui.
Stare qui e lasciare tutto il resto...agli altri.
Pensavo di farcela, pensavo di poter combattere. Di poter vincere.
Vincere contro me stesso.
E invece non ci sono riuscito. Che stupido! Non posso combattere la mia natura.
Sono un mostro, solo un mostro.
Un mostro non può essere sconfitto, vince sempre...la cattiveria, la parte più forte...vince sempre. Non ci posso fare nulla, mi rassegno...si, mi rassegno.
Cosa importa, in fondo? Chi mi cercherà?
È meglio così. È meglio questo Inuyasha...
È meglio...
"Parli di un mostro che vuole uccidere chiunque?"
Parlo di me stesso.
"Se fossi tu stesso, non ti saresti già fermato?"
Apro gli occhi, vedendo che sono davvero sott'acqua. Ma, questa è la mia mente: quello che immagino, si realizza automaticamente...
L'oceano è così bello, e il sole che si riflette sulla superficie dell'acqua è semplicemente meraviglioso...ma è altro, ad attirare la mia attenzione.
Un luccichio intenso, rosso sangue, che proviene dalla mia giacca. Subito porto la mano a scostare un lato di essa, trovando ciò che cerco nella tasca posteriore.
Una sfera, la sfera.
La sfera rossa che mi ha dato Shiori, quella che prima di dava un senso di oppressione...ora mi fa sentire solo...rilassato. La luce non mi attira per brama, più per curiosità.
Come un cucciolo di gatto che vede per la prima volta un gomitolo di lana.
La guardo attentamente: so perfettamente cosa faccia, ma non so bene come...
"Inuyasha"
La voce rimbomba per tutto lo spazio, ma capisco subito da dove viene: dalla sfera.
Un po' strano, ma in confronto a tutto quello che mi sta capitando in questo momento...
"Inuyasha" ripete quella stessa voce.
Capisco che non vuole una risposta, l'ha ripetuto solo per attirare la mia attenzione.
"Puoi sconfiggere il lupo, se lo vuoi. Questo è solo uno spazio fittizio, qualcosa creato dal tuo subconscio per proteggerti ed imprigionarti qui allo stesso momento" ogni qualvolta parla, la luce della sfera diventa più intensa "Dimmi, Inuyasha...vuoi rimanere qui per sempre?"
Non appena la frase viene terminata, mi sento gettare di forza fuori dall'acqua. Mentre flash di immagini orribili mi passano per la testa.
"Vuoi che Kagome muoia?" fa la voce, mentre visualizzo il combattimento con il "me licantropo". La marea di ferite che si è fatta...perchè non vuole attaccarmi?
"Rispondi, Inuyasha"
Sono così confuso...e se anche questo fosse tutto un marchingegno ideato dalla mia parte malvagia? Se in questo momento dicessi di volerlo fermare...cosa accadrebbe?
"Vuoi salvare Kagome o no?"
Cosa devo fare?

Soffocare è davvero una cosa orribile.
Senti i polmoni bruciare, l'aria venire meno e la testa girare.
Ma, sopratutto, senti che non puoi fare più nulla: sei bloccata, ti agiti ma una forza superiore non ti permette di fare nulla. Cerchi di uscire da questa straziante situazione, ma non ci riesci. Game over, Kagome.
-Cosa farai, eh?! Cosa intendi fare?!- Inuyasha rafforzò la presa sul collo della corvina -Una vampira immensamente debole...- sussurrò, spalancando gli occhi in modo teatrale -Oh, oh, mi fa quasi pena ucciderti...- la lasciò cadere in ginocchio a terra, a tossire forte.
-Stronzo- disse tra un colpo di tosse ed un altro, Kagome.
Che cavolo...voleva pure ucciderla? Assolutamente no, non sarebbe morta a causa di uno stupido cane fin troppo selvaggio!
Prima che Inuyasha potesse afferrarla di nuovo, si diede una spinta con le braccia e saltò qualche metro indietro, atterrando accucciata al terreno.
Doveva fare assolutamente qualcosa...e presto, anche!
Inuyasha la guardò con un ghigno -Finalmente! Mi sembrava di star per uccidere un manichino!- Kagome ignorò la provocazione e, dalla sua posizione accovacciata, si alzò in piedi. Guardò Inuyasha con sguardo serio, facendo diventare anche quello del licantropo allo stesso modo. Entrambi aspettavano la mossa dell'altro.
Kagome sapeva solo che si doveva proteggere.
Inuyasha sapeva solo che doveva ucciderla.
Per il suo bene, per seppellire per sempre l'Inuyasha buono...
L'avrebbe fatto.
Il primo ad agire fu Inuyasha che, senza alcun rimorso e con una velocità impressionante, si gettò addosso a Kagome. Aveva un solo obbiettivo: mangiarla fino alla morte.
La corvina lo evitò ancora una volta, gettandosi di lato ed allontanandosi di qualche passo, mentre Inuyasha quasi cadeva per la rapidità con cui aveva compiuto quella mossa.
Doveva assolutamente guadagnare tempo, proteggersi dai suoi attacchi e trovare un modo per metterlo k.o. ma non ucciderlo...ci sarebbe riuscita?
Non riusciva a sentire i pensieri di Inuyasha, il che la preoccupava. Era come se avesse la mente completamente vuota...buio totale, non c'era alcun pensiero lucido.
"Cazzo" pensò, schivando un altro attacco "Se Inuyasha è ridotto a tal punto da non saper pensare, guidato solo da una furia cieca...c'è davvero da preoccuparsi!" e si, vabbè, non che fino ad ora avesse giocato...la preoccupazione c'era ed era rimasta, persino aumentando.
Passarono un bel po' di tempo una a schivare e l'altro ad attaccare, finchè non si ritrovarono entrambi a distanza di metri, ansimando pesantemente.
Kagome era quella più stanca, si vedeva perfettamente. Era lei quella che aveva subito più danni, ed Inuyasha, in compenso, ne aveva avuti ben pochi, se non nessuno.
"Una situazione critica" pensò Kagome, portando un braccio all'addome ancora dolorante "Se fossi stata incinta, Inuyasha, avresti ucciso mio figlio..." disse mentalmente, sarcastica, come se l'albino avesse potuto sentirla.
Continuò ad ansimare, ansimare e-
-Cazzo!-
Non poteva crederci: Inuyasha l'aveva presa ancora una volta! Aveva avuto un giramento, e subito dopo era stata atterrata dall'albino.
"Cazzo, cazzo, cazzo!" Inuyasha la guardava con un ghigno e lei aveva un'immensa voglia di prenderlo a schiaffi. Già...perchè non lo faceva?
No, non poteva.
Non le piaceva ammetterlo, ma era stanca. Stanchissima.
Le ferite che aveva riportato le costavano parecchie energie per rigenerarsi ed aveva bisogno di sangue.
L'ultima volta l'aveva preso da Inuyasha, ma non poteva mica dissanguarlo...ci andava sempre piano, piccole dosi...
Che non le bastavano.
Non per combattere, visto che un vampiro accinge energia sopratutto dal sangue che prende dagli umani. E si era ritrovata così.
Perchè non prendeva sangue da altre persone? Beh, per lei era come tradire Inuyasha...si era abituata al suo sangue delizioso, e prenderlo da qualcun'altro non le interessava proprio.
Sbuffò, guardando Inuyasha dritto in faccia.
-Mi prendi per il culo?- sussurrò, facendogli aggrottare le sopracciglia -Io evito di farti morire...- si fermò un secondo, muovendosi leggermente -E tu mi tratti così- senza attendere altro tempo, con un movimento veloce ed una spinta coi fianchi, ribaltò le posizioni, trovandosi sopra Inuyasha -Questo è barare!- fece, bloccandogli i polsi.
Il licantropo sembrava destabilizzato.
Aveva sentito il cuore iniziare a battere furiosamente, e qualcosa dentro di lui si era mosso.
Cosa gli succedeva?
Si liberò dalla presa di Kagome con un ringhio, afferrandole saldamente i fianchi ed infischiandosene del fatto che le sue unghie andarono presto a graffiarle i fianchi. Non sapeva da cosa era guidato, ma sentiva il bisogno di averla più vicina, e ciò fece: la tirò più a sé, provocandole un lamento.
Kagome deglutì, mordendosi il labbro inferiore "Cavolo, fai sul serio?" gli chiese mentalmente, guardando la posizione in cui erano. Inuyasha non smetteva di guardarla, ed il suo sguardo non le piaceva per niente "Perfetto!" pensò, ironicamente.
Sentì le unghie squarciarle la pelle, provocandole un bruciore lancinante. Inuyasha non diceva nulla, sembrava nervoso e concentrato.
 -Cazzo, Inuyasha!- sbottò Kagome, afferrando le spalle dell'albino e piegandosi per il dolore.
Era come se il licantropo fosse in trance, mentre affondava gli artigli nella pelle...sembrava non sentire assolutamente i lamenti di Kagome.
-Lasciami, cazzo! Lasciami!- la corvina si dimenò, cercando di sfuggire alla morsa e, anzi, peggiorando solo la situazione -Inuyasha!-

Inu cercò di tenere il passo del figlio. Corse più che potè, attraversando il versante della montagna. Sapeva cosa avrebbe trovato, una volta arrivato in cima.
Suo figlio. E Kagome.
Kagome Higurashi. Quella Kagome Higurashi.
Strinse i denti "Giuro che se l'hai uccisa, Inuyasha..." pensò, mentre il suo sguardo diventava arrabbiato. Sesshomaru era davanti a lui, che correva velocemente, seguito dalla ragazzina, molto più agile di quanto pensasse. Izayoi, dietro di lui, non aveva alcuna fretta.
Non sapeva cosa sarebbe successo, una volta in cima...ma aveva scelto di fidarsi di Sesshomaru e l'avrebbe fatto. Suo figlio era un uomo con la testa sulle spalle, per niente sognatore e realista. Un perfetto uomo di scienza.
Sapeva quello che faceva.
E non avrebbe mai progettato un farmaco fallimentare, visto il suo enorme ego.
E anche Inuyasha...se non c'era un valido motivo, non l'avrebbe ucciso.
Troppo spreco di forze.
Dopo un altro po' di metri Sesshomaru si fermò, voltandosi verso Izayoi -Tu e Rin rimanete qui, non sappiamo come sia la situazione lì- disse e Rin ebbe subito da ribattere.
-No, Rin va con il padrone!- s'impuntò, ricevendo subito un'occhiata raggelante da parte di Sesshomaru. Izayoi tentennò per un secondo, osservando poi Inu; che annuì.
Questo la convinse.
-Andiamo, Rin- si avvicinò alla bambina, prendendole la mano ed ignorando le sue proteste.
Poi guardò gli altri due allontanarsi.

-Inuyasha! Riprenditi, per favore!-
Chi è? Mi sembra familiare questa voce, ma...non la riconosco. È tutto buio...
Quando ho chiuso gli occhi? Non ricordo...
-Inuyasha! Mi senti?-
Ancora la stessa voce. Mugolo, muovendo le mani e ricevendo un lamento come risposta. Sento le mani che afferrano qualcosa, ma non ho assolutamente idea di cosa sia.
C'è un forte odore di sangue dappertutto, che mi fa venire un leggero mal di testa e, allo stesso tempo, storcere il naso.
Devo vederci chiaro e, proprio per questo, apro gli occhi.
Inizialmente mi appare tutto sfocato, un giramento di testa mi fa chiudere di nuovo gli occhi e muovere leggermente. Qualcuno è sopra di me.
Mi porto una mano alla testa, aprendo gli occhi e guardandomela in automatico.
Sangue...è sporca di...sangue!
-Cosa diavolo?!- esclamo. O, almeno, cerco di farlo: quello che mi esce è solo un sussurro roco. Come se non parlassi da parecchio tempo...
-Oh, era ora...- la stessa voce di prima sospira, e subito alzo la testa per vedere chi è che parla: una ragazza, familiare, la conosco...
-Kagome?- non appena pronuncio il suo nome, lei sorride. Di un sorriso stanco e dolce.
Che è successo?
Mi guardo intorno, fino a che non noto le ferite che ha Kagome.
Solo allora...mi torna in mente tutto.
-Kagome...tu...- sussurro, non riuscendo a concludere la frase -Stai be- prima che possa finire di parlare, la vedo crollarmi tra le braccia, completamente sfinita.
Cos?!
-Kagome!- la chiamo, ripetendo più e più volte il suo nome e scuotendola dalle spalle -Ehi, ehi! Non scherzare! Riprenditi, cazzo!- la scuoto ancora una volta e, non appena capisco che la situazione è grave, mi alzo velocemente, prendendola in braccio.
Noto subito quanto sia leggera.
"Che stupido che sono! Avrei dovuto capire subito in che situazione si trovava e..." stringo i denti, attirando il corpo di Kagome a me. Devo sbrigarmi, devo assolutamente curarla.
A qualunque costo!
Senza perdere altro tempo, corro verso il cancello alla fine dello spiazzo di terreno, quando un rumore mi fa fermare a metà strada.
Un battito di mani, accompagnato subito da una risata maligna.
-Ma che magnifico spettacolo!- immediatamente mi volto verso la fonte da cui proviene la voce, ritrovandomi di fronte...Naraku.
-Tu?!- esclamo, allontanandomi di qualche passo -Hai guardato...senza fare nulla?!- gli urlo, fuori di me. L'uomo ride di gusto.
-Oh, che lupacchiotto ingenuo- dice, prendendomi in giro -Sono stato io ad architettare tutto questo...credi che l'avrei fermato?- mi chiede, ghignando.
Immediatamente sento le ginocchia cedere. Una forza sconosciuta mi attira al terreno e mi costringe a cadere in ginocchio. Naraku si avvicina.
-Stupido, stupido lupo...- fa, girandomi attorno -Ti sei lasciato ingannare così facilmente...- mi sussurra all'orecchio, alzandosi subito dopo.
-Che cosa vuoi?- gli chiedo, guardandolo guardingo e stringendo più forte il corpo di Kagome. Lui la osserva per qualche secondo, poi scoppia a ridere.
-Oh, no!- fa, tra le risate -Non è la vampira, il mio obbiettivo...- mi spiega, facendomi un sorrisetto beffardo -Dammi la sfera- dice, poi, cambiando completamente tono ed espressione; diventando serio e categorico.
-Perchè?- chiedo, guardandolo con tutto l'odio che ho.
Ed io che l'avevo classificato come "buona persona"...
-Beh, secondo te perchè sei tornato in te stesso?- mi chiede -La sfera...ti ha aiutato lei, ha assorbito la tua parte lupina...o, almeno, l'ha messa a bada-
-In che senso?-
Lui mi guarda scettico, poi fa spallucce -Diciamo, che impedisce alla tua parte lupina di prendere il controllo di te...ma non l'ha ancora assorbita pienamente, lo sta facendo. Ed io, diciamo...che ho bisogno di quella sfera-
-Mai! Non te la darò mai!- urlo, cercando di mettermi in piedi, tutto ciò che ottengo è un enorme dolore alle gambe, che mi fa stringere i denti per non urlare.
-Va' all'inferno- sussurro, verso Naraku che, dopo aver ridacchiato, mi risponde con un "Grazie" strafottente e beffardo.
Poi lo vedo concentrarsi su qualcosa dietro di me. Ha lo sguardo serio e la mascella serrata, ciò mi fa capire che, qualunque cosa ci sia alle mie spalle, non era nei suoi piani.
-Naraku! Brutto bastardo, allontanati da mio figlio!-
Non appena sento quella voce, un sussulto mi scuote. Sento il cuore battere forte e la bocca distendersi in un sorriso felice. "Papà"
-Tsk, No Taisho! Che piacere vederti!- fa, Naraku, pieno di sarcasmo.
Io giro leggermente il volto, trovando la figura di mio padre di fronte al cancello, fiera ed orgogliosa. Ho sempre sognato di essere come lui...
Lo vedo avvicinarsi, mentre Naraku non gli toglie lo sguardo di dosso nemmeno per un secondo. Prima che possa fare qualcosa, però, vedo mio padre crollare a terra, proprio come me. Naraku schiocca la lingua sul palato.
-Che credevi? Un mago nero come me può tutto!- continuò a guardare mio padre che, ora come ora, non si scompone per nulla. E, anzi, si prende anche la briga di scoccarmi un occhiolino quando Naraku non lo può vedere.
-Lascia stare mio figlio- gli ordina mio padre.
L'altro risponde subito -Oh, lo farei, davvero...ma deve darmi la sfera- dice, prima guardando mio padre e poi me -Datemela, oppure non ci metto nulla ad ammazzarvi- si tira la frangia all'indietro -Non avrei voluto uccidervi, mi sareste potuti tornare utili...ma se non mi lasciate altra scelta...-
Mio padre non dice nulla, ed io decido di fare lo stesso.
A quel punto...succedono moltissime cose: Naraku, in un moto di rabbia, mi viene addosso, pronto a fare chissà che cosa ma, prima ancora che possa avvicinarsi a me, mio padre scatta verso di lui e un qualcosa piomba nel terreno, provocando una grossa nuvola di fumo.
Ci sono attimi di silenzio, nei quali io non sento nulla.
Poi il fumo si dissolve.
E la scena che mi ritrovo davanti, è ben diversa da quella che mi aspettavo: Mio padre è fermo accanto a me, in posizione di attacco e Naraku è tenuto in ostaggio da un uomo uguale a mio padre se non per qualche particolare.
-Non emettere nemmeno un fiato- dice, l'uomo uguale a mio padre, puntando un coltello alla gola di Naraku.
Quello stringe i denti e cerca di liberarsi, ma è tutto inutile.
Ho il respiro corto e sono agitato, sento come se stessi per svenire. Ho una profonda confusione in testa, che mi porta ad isolarmi. Per qualche minuto, non sento assolutamente quello che dicono mio padre e quell'uomo.
Poi qualcosa mi riporta alla realtà.
Kagome si muove leggermente tra le mie braccia, poggia le mani sul mio petto e si distacca quanto basta per permettersi di muoversi. Immediatamente abbasso la testa, cercando il suo sguardo che, tuttavia, non trovo...
In compenso, un dolore al collo mi fa capire cosa sta accadendo.
Kagome mi sta mordendo.
Ma...è diverso.
È doloroso ma intenso, un fuoco ti attraversa l'intero corpo, ti senti davvero bruciare. Come quando arrosisci, senti improvvisamente le guance andare a fuoco...senti caldo...ecco, è proprio in quel modo. Mi sento infuocato, confuso ma invincibile.
Eccitato ed incredibilmente attratto da tutte queste sensazioni.
Tutto quello che faccio è spalancare la bocca in urlo silenzioso. Mio padre e quell'uomo, non appena lo notano, sbiancano.
Cercano di aiutarmi, ma ormai è troppo tardi.
Non so come, ma l'energia mi viene velocemente sottratta e tutto ciò, mi fa crollare a terra, contro ogni vincolo magico.
Buio intenso...
È tutto così terribilmente meraviglioso...

-Madre...perchè avete dato ad Inuyasha-oniichan quella sfera?-
-Mia piccola Shiori, la sfera in possesso dal ragazzo è quello di cui ha bisogno. Assorbirà la sua parte lupina...e poi dovrà essere distrutta-


Angolino <3
Aye, gente! Dopo un'intensa giornata di lavoro, ho riscritto interamente questo capitolo!
Si, perchè il capitolo che avevo fatto non mi soddisfava per niente, quindi ho dovuto riscriverlo interamente...ma, dettagli a parte, l'importante è che ora sono qui! x3
Alloraaa! Cosa succede stavolta?
Alla fine è tutto un piano di Naraku per ottenere quella sfera...(stavolta vi risparmio il viaggio per cercarne i frammenti, però) e Inuyasha ci è cascato in pieno!
Ingenuo lui...ha quasi ammazzato Kagome e fatto prevalere la sua parte malvagia (stavolta senza virgolette perchè lo è davvero xD) ma gli si vuole bene lo stesso <3
Spero di non aver fatto confusione con tutti questi cambi di "Pov", odio passare troppo spesso da una ad un'altra...ma quando c'è bisogno... :3
Sesshy aveva tutto un suo piano...ma ora? Il comportamento di Inu verso di lui come vi sembra? E Rin?
Kagome ha avuto giornate migliori, diciamo... xD ma scopriamo delle piccole chicche sulla sua "fissa" verso il sangue di Inu! <3 perchè a fine capitolo lo morde? Che non ce la facesse più a resistere?
Chissà!
E, beh, se è venuto Naraku in persona in questo capitolo...allora si sta muovendo qualcosa di veramente grosso! :P
Mi scuso per eventuali errori! Nel prossimo cap...
Un cambio di scena ;)
Bye!

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Capitolo 21
*** Extra-Scorci della vita passata di un alchimista ***


Aveva diciasette anni quando suo padre gli presentò quella donna.
"Sesshomaru, mi sono innamorato" gli aveva detto.
Sorrideva.
Cazzo, se sorrideva. Il sorriso sembrava squarciargli le guance.
Non gli era piaciuta fin da subito, ricordava.
Quella donna era...sciatta. Inutile. Ed incinta.
Suo padre aveva tradito sua madre. Era stato a letto con quell'altra donna...
L'aveva messa incinta.
Un cucciolo di lupo sarebbe nato da quell'unione...un mezzo-lupo. Un mezzo-sangue.
Gli dava fastidio...terrbilmente.
Odiava la gente comune. Odiava i mezzo-sangue.
Odiava tutti, ed odiava la sua vita.
Avrebbe voluto scappare...scappare da quella...nuova famiglia. Nuova famiglia che...si stava ricostruendo suo padre.
Come poteva continuare a guardare l'amore che c'era tra i due? Come poteva accettarlo?
Suo padre amava sua madre!
Solo sua madre! Si era messo con quella lì...con quella puttana...solo per colmare il vuoto, ecco. L'aveva messa incinta e doveva prendersene la responsabilità ma non contava nulla.
Assolutamente nulla.
Nulla cavolo, nulla.
Era così.
Doveva essere così.

Sesshomaru aprì gli occhi, svegliato dal rumore prodotto da una sedia accanto alla sua.
Di fronte a lui, trovò la figura di un uomo barbuto.
-Svegliati, lupo- gli disse quello, con voce profonda.
Sesshomaru si tirò dritto, guardando male l'uomo -Come ha fatto ad entrare? Questa è una scuola- chiese, guardingo, puntando gli occhi dorati su quelli nocciola dell'uomo.
-Non mi sembra ci sia qualcuno- disse quello, alzandosi dalla sedia in legno -E, finchè nessuno lo scopre, possiamo anche parlare. Vuoi seguirmi?- Sesshomaru, dopo un'ultima occhiata alla sua classe completamente vuota, decise di seguire l'uomo.
Era lo stacco dalle lezioni, quello, avrebbe potuto anche indagare più a fondo.
Prese il suo zaino di pelle, per evitare che gli succedesse qualcosa e, senza dire nulla, seguì l'uomo. Non sapeva dove stessero andando, ma quel tipo sembrava sapere molto di quella scuola. Si fidò. In più, il suo abbigliamento, non sembrava così sospetto.
Indossava una salopette ed una camicia, sopra di essi un mantello con cappuccio.
-Non sembri spaventato- gli gettò uno sguardo, l'uomo.
-Non lo sono- disse fiero, Sesshomaru. Era sicuro di quello che faceva. Apparteneva ad una stirpe di lupi purosangue, lui...nulla a che vedere col pargolo che da circa un mese stava in pancia a quella donna.
Un mese...era passato quasi un mese da quando suo padre gliel'aveva presentata...
Era passato un mese da quando la sua vita era stata rovinata.
-Eccoci qui- l'uomo barbuto si fermò e, solo allora, Sesshomaru si rese conto di dov'erano: ultimo piano, la stanza utilizzata come sgabuzzino.
Inarcò un sopracciglio -Ma questo non è il ripostiglio?- chiese, seguendo l'uomo una volta aperta la porta. L'altro annuì.
-Si- fece e, avvicinatosi ad una tenda apparentemente inutile, la scansò -Ma è anche qualcos'altro...- premette una mattonella del muro e subito il muro si aprì, rivelando una porta.
Sesshomaru rimase stupito.
-Questa è un continuo segreto di questa stanza...- spiegò l'uomo, iniziando ad incamminarsi in quella che sembrava essere un altro ripostiglio.
L'albino lo seguì, sentendo la porta richiudersi dietro di sé -Dunque...questa cos'è?- si guardò intorno, sembrava essere una piccola libreria...con molti libri, scartoffie e strumenti da ricerca. Beh, tutto normale...se non fosse per uno strano simbolo disegnato a terra, su un piccolo spazio più sopra rispetto al normale pavimento.
-Questa è la stanza di un alchimista. Di un mio antenato- l'uomo parlò orgogliosamente.
-Pensavo che gli alchimisti fossero solo leggende...- Sesshomaru tirò fuori un libro da uno scaffale.
-Non lo sono- si avvicinò velocemente all'albino -E tu, puoi diventarlo-

Non sapeva perchè, ma da quel giorno fece uso di quella stanza quasi tutti i giorni.
Quell'uomo non l'aveva più visto, ma continuava ad andare lo stesso.
Faceva il piccolo alchimista, giocava e si sentiva quasi meglio.
L'alchimia era qualcosa di...affascinante. Di proibito.
Ed a lui piaceva.
Lo estraniava dalla realtà.
Continuò così per quasi due mesi, poi...
-Non ti riconosco più! Dove sei, Sesshomaru?! La tua condotta si è abbassata, i tuoi insegnanti mi dicono costantenemente che dormi in classe e non stai attento alle lezioni...che cavolo ti prende?! Mi aspetto molto da te, quindi vedi di metterti la testa apposto!-
Oh, quanto aveva odiato suo padre, quel giorno...
Lui...non capiva.
Sesshomaru non voleva diventare un medico, non voleva salvare vite e fare del bene.
Ormai, l'alchimia era tutto per lui.
Non avrebbe più ascoltato suo padre. Non avrebbe realizzato il suo, di sogno.
No, non l'avrebbe fatto.
Mai più.
Ora, toccava un po' a lui, essere quello egoista.
-Sesshomaru! Dove vai?!- Inu cercò di fermare il figlio -Non puoi permetterti di fare così, tu devi guadagnarti un posto nella società! La stessa che ci disprezza. Se non lo fai, allora...- lasciò in sospeso la frase, venendo zittito dall'occhiataccia del figlio.
-Mi sono rotto le scatole- sbottò quello in un sussurro -Vado in camera mia, di' ad Izayoi che stasera non ho voglia di mangiare- disse, poi, più ad alta voce.
Inu provò a fermarlo, ma più parlava e più sentiva che il figlio si stava allontanando da lui.
-Vaffanculo, vaffanculo!- Sesshomaru sbattè la porta della sua stanza, stringendo i denti.
Dov'era finito il Sesshomaru di prima? Suo padre aveva ragione...
Aveva perso buona parte della sua calma e freddezza...
La sua unica arma contro il mondo.
Osservò la finestra, lasciando vagare i pensieri.
Ormai la sua vita era fatta di litigate e delusioni...non si sentiva soddisfatto.
L'unica sua fuga era l'alchimia.
Suo padre non lo capiva...e quella donna...
Tsk, che senso aveva restare?

-I ragazzini non dovrebbero dormire a quest'ora?-
Il cocchiere deglutì, di fronte all'occhiataccia del diciassettenne.
-Dove ti porto?- fece, decidendo di fare solo il suo lavoro.
-Da qualunque parte, basta che sia lontano da qui-
Sesshomaru venne guardato interrogativamente, poi il cocchiere sospirò.
-Ah, beh...basta che sganci un bel gruzzoletto- fece, preparandosi a partire.
Sarebbe andato via, nulla l'avrebbe fermato.

"La famiglia No Taisho perde un'erede, l'appello al figlio in fuga è-" Sesshomaru chiuse velocemente il giornale, strappandolo subito dopo in mille pezzi.
Stolti, erano solo degli stolti.
Lui sarebbe tornato? Pff, assolutamente no!
Aveva l'alchimia, ora, e nel paesino in cui si era trasferito tutti lo venerevano.
Era Sesshomaru, lord Sesshomaru.
Lo sciamano, lo stregone...aveva tanti appellativi.
Stava bene, benissimo. Era soddisfatto.
Undici anni. Erano passati undici anni da quando era scappato.
Undici anni di una vita perfetta, vissuto sotto un cognome falso...nessuno avrebbe sospettato nulla. Di sicuro, i suoi genitori lo stavano dando per morto...
Ma non gli importava.
Lui non era più Sesshomaru No Taisho.
Non era più il lupo disprezzato per la sua razza.
Era un alchimista, ora.
Il treno arrivò proprio in quel momento e Sesshomaru fece un ghigno:
"Beh, direi che è ora di conoscere il mio adorato fratellastro..."

Inuyasha era un ragazzino totalmente stupido.
La sua ingenuità e voglia di fare lo stupivano ogni giorno di più.
Ed era un mezzo-sangue.
Capelli neri, occhi dello stesso colore...era quasi il contrario di lui.
No, lo era totalmente.
Lui era il male, in confronto ad Inuyasha.
A quel piccolo ragazzino che ogni volta che lo vedeva gli sorrideva.
Che lo chiamava fratellone senza sapere che lo era davvero...
Si, Inuyasha non sapeva che quello che aveva davanti era suo fratello.
Suo padre gliel'aveva presentato come "il figlio di un amico di famiglia".
Tsk, che bugiardo...
Non che gli importasse...ma sentire una bugia gli aveva sempre dato fastidio.
Inuyasha non sapeva nemmeno cos'era...
L'avevano fatto crescere come un umano.
Gli avevano tolto i ricordi...
"Tsk, che stolti" pensò, continuando a sfogliare il libro che stava leggendo.
Ancora non si capacitava come suo padre gli avesse accordato di farlo rimanere...gli aveva detto che sarebbe rimasto poco, ma...
Era già passata una settimana...
-Fratellone Sesshomaru!-
La vocina fastidiosa del suo fratellastro gli arrivò di nuovo alle orecchie, facendogli alzare gli occhi dal libro che stava leggendo.
-L'ho letto tutto!- il sorriso radioso mentre gli mostrava il libro che gli aveva prestato.
Tutto di quell'undicenne gli ispirava rabbia...
Tornò di nuovo al suo libro -Puoi tenerlo- fece soltanto, sicuro che l'altro non avrebbe rifiutato. E così fu:
-Davverooo? Posso?! Grazie fratellone!- per l'euforia, il ragazzino, andò saltellando per tutta la casa, facendo talmente baccano che Sesshomaru dovette trattenersi dal fargli fare silenzio. Aveva poca pazienza, ma non riusciva ad arrabbiarsi con quella pulce...
Preferiva mostarsi freddo.

-Ci rivedremo solo quando il destino ci farà incontrare, Inuyasha-
"E ti prometto, che quando ciò avverrà...potrai liberarti di quella tua natura"

Umana.
Ciò che aveva davanti era una vera e propria umana.
Non che fosse stupito...
Provava solo pena.
Pena per quel corpicino steso a terra, bagnato dalla pioggia e brutalmente ferito.
Cos'era l'uomo, se non un animale? Sapeva la storia di quella ragazzina.
Presa in giro ed odiata dai suoi compaesani per quello che avevano fatto i suoi defunti genitori. Il popolo se la prendeva con lei.
Il popolo se la prendeva con i più deboli.
Era la legge della sopravvivenza: uccidi o vieni ucciso.
Non seppe cosa lo portò a farlo...non se lo spiegò...
Prese soltanto il corpo debole di quella bambina e lo portò nella sua dimora.
Era un alchimista.
Poteva curarla.
Poteva salvarla.
E l'avrebbe fatto.

Inuyasha, Rin...erano forse simili.
Entrambi...erano riusciti a far sciogliere quell'uomo.
Un uomo tormentato, freddo ed irrascibile.
Con un unico, comune, scopo: uccidere colui che l'aveva portato all'alchimia.
Colui che gli aveva fatto uccidere sua madre.
Naraku.


Angolino <3
Ho imparato che all'ispirazione non si comanda.
In realtà lo sapevo già...ma davvero: non fate capitoli controvoglia.
Pensavo che avrei aggiornato l'altra mia storia...ma invece eccomi qua: con un ennesimo capitolo su "La regola della rosa".
Nulla di che, davvero. Un piccolo extra per capirci di più e risolvere alcuni misteri.
Sesshomaru mi sarà venuto tremendamente OOC ma ho cercato di renderlo più umano possibile...si capiscono quindi i vari motivi del perchè odi Izayoi, del perchè se ne sia andato e cos'abbia fatto nella sua vita.
Sono scorci, situazioni, è normale trovarli confusionari.
Questo non è un vero e prorio capitolo, lo ammetto, ma almeno chiarisce alcune cose.
Potete vedere che non c'è nessun errore nel tempo:
Sesshomaru è scappato di casa quando Izayoi era incinta di tre mesi, sono passati undici anni e poi è ritornato per far visita al suo "adorato" fratellastro.
Non è stato molto lì e sono passati altri cinque anni, poi siamo al punto dove ritorna per aiutare Inuyasha.
Spero si sia capito xD
Mi scuso per eventuali errori, stavolta è un mini capitolo.
Nel prossimo ci sarà una grande svolta.
Bye <3

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Capitolo 22
*** Tutto come prima...forse ***


Canini.
Sporgenti canini spuntavano dalla mia bocca.
Lo vidi chiaramente, quando quel giorno mi guardai allo specchio per la prima volta.
Ero sudato ed ansimavo, forse perchè mi stava venendo un attacco di panico...o forse perchè ero semplicemente troppo sconvolto.
In entrambi i casi non mi sentivo affatto bene.
-Che diavolo succede?- mi chiedo, toccandomi il collo: dove due buchi fanno la loro meno che gradita comparsa. Fanno male se vengono toccati, e alla sola vista mi viene da vomitare.
No, forse anche questo è un altro sintomo...
"Cazzo" penso, portandomi una mano alla frangia "So esattamente cosa mi è successo...e so benissimo anche chi l'ha provocato" stringo i denti e la mia frangia tra le mani, non posso avere un attimo di calma, per una volta?
Ho delle sensazioni terribili addosso. Oltre ad essere sudato e ad ansimare, tremo come se sentissi freddo. Ma...non ne sento.
Non sento nulla.
Ho i sensi inibiti...ed il corpo freddo.
Deglutisco, cercando di mantenere invano la calma. Mi guardo ancora una volta allo specchio: sono io. Sono Inuyasha No Taisho.
Ho gli occhi cerchiati di rosso e il volto pallido ma sono sempre io.
Inuyasha No Taisho.
Inspiro.
Concentriamoci su questo nome.
Sono io, riuscirò ad uscire da questa situazione.
-Posso farcela- stringo i pugni, tremando per la rabbia ed i brividi che mi percorrono il corpo -Posso farcela- ripeto, sussurrando.
Il mio riflesso rimanda il mio sguardo: insicuro ma rabbioso, stanco ma determinato.
Inuyasha No Taisho.
-Sicuro di essere ancora te stesso?-
È un attimo.
Il tempo di sentire queste parole sussurrate e, allo stesso tempo, un tocco tiepido toccarmi le spalle. Il tempo di sentire una risata e quel tocco stringersi. Il tempo di sentire una dolce carezza su quei buchi...
-Non toccarmi!- è un grugnito di avvertimento, il mio. Ma non aspetto altri secondi: velocemente mi volto, prendendole il polso e guardandola rabbioso.
-Kagome- ansimo -Non toccarmi- ripeto, spingendola via.
Quella che sento, una volta tornato al mio specchio, al mio riflesso, è una risata di scherno.
-Cosa, Inuyasha? Cosa?- si avvicina a me, con un ghigno -Ti ho salvato il culo- sibila, da brava stronza qual è, una volta che mi è vicina.
Combatto contro me stesso per non tirarle uno schiaffo; in compenso, la guardo dallo specchio.
-Mi hai salvato il culo- ripeto, facendole fare una smorfia ed incrociare le braccia con aria di sufficienza  -Mi hai salvato il culo- mi volto verso di lei, guardandola dritta negli occhi.
Lei annuisce.
Io serro la mascella.
-Ripetilo- sibilo -Ripetilo, perchè...davvero, non so come tu mi abbia salvato il culo... trasformandomi un fottutissimo vampiro, cazzo!- faccio un passo, avvicinandomi più di quanto abbia fatto lei. Nessuna reazione.
Apparentemente.
-Inuyasha, cazzo- inizia, poggiandomi una mano sul petto -Non hai idea di cosa diavolo abbia passato...per colpa tua- mi spinge con una forza simile alla mia ma che, tuttavia, non riesco a contrastare, verso il lavandino.
"Ahia!" penso, facendo una smorfia.
Lei mi manda un sorrisetto -Quindi...- continua -Che ne dici di iniziare a ringraziarmi, e fare meno il ragazzino?- senza che io possa ribattere, mi sento tirato dal colletto della canottiera che indosso verso di lei -E per la cronaca- fa, sussurrandomi all'orecchio -O diventavi vampiro...o venivi bellamente ammazzato- termina, con tono di voce prepotente.
Mi limito solo a deglutire, mentre lei si stacca malamente da me; quanto basta per guardarmi in faccia.
-Altro?- fa, con un ghigno di pura cattiveria, per poi allontanarsi da me ed uscire dal bagno.
L'ultima cosa che sento, prima di cadere in ginocchio, è soltanto il rumore della porta che sbatte. Un solo ed unico pensiero in mente:
"Sono diventato un vampiro"

-Bene Signorino Inuyasha, è tutto okay, stavolta!- il dolce sorriso della vecchia Kaede mi accoglie, una volta riaperti gli occhi. Sorrido anch'io, chiudendomi la camicia che indosso, mentre lei posa le garze e le pomate che ha usato.
-Vecchia Kaede, quante volte le ho detto di non chiamarmi in quel modo? Solo Inuyasha. In fondo, non sono il suo padrone...intesi?- mi alzo dalla sedia, vedendola lanciarmi uno sguardo. So esattamente cosa sta per dirmi...
-Comunque, Signorino, è bello che siate tornato sano e salvo...sa, quando è scomparso, la signorina Kagome non ha fatto altro che cercarlo in lungo e in largo...- si porta una mano alla guancia, accennando un movimento di negazione con la testa -Sempre così, quella ragazza...- si lascia scappare, poi, in sussurro -È bello che il signorino Souta non abbia preso da lei...-
Deglutisco, cercando di riprendermi dopo aver sentito di nuovo quel nome -Lo so- sibilo, mettendomi la giacca -So perfettamente cosa è successo- sussurro ancora, più a me stesso che a Kaede. Lei, infatti, non deve aver capito...visto l' "Eh?" che si fa sfuggire.
-Nulla- sorrido, poi, voltandomi verso di lei -Stavo solo facendo mente locale...è così brutto raccapezzarsi, una volta ritrovata tutta la memoria- faccio spallucce, dirigendomi verso l'uscita. La vecchina si lascia sfuggirre un sospiro rilassato.
-Sono contenta che le sia ritornato ogni ricordo, Signorino...-
-Anch'io Kaede, e grazie per esserti presa cura di me-
Non appena chiudo la porta dietro di me, i miei occhi corrono a tutto ciò che mi circonda.
Sorrido sarcastico, iniziando a camminare per il corridoio.
Kagome ha fatto davvero le cose in grande stavolta...la villa è molto più bella di quanto ricordassi...l'ha finita solo qualche giorno fa.
Ed è proprio da qualche giorno che anch'io mi sono ripreso.
"Da quello che mi è stato detto, ho passato tre giorni a dormire...poi c'è stato quel giorno in cui mi sono risvegliato, ed altri due nei quali ho dormito. In tutto, sono stato cinque giorni a letto" rifletto, camminando senza una vera meta per il corridoio "Cinque giorni..." mi ripeto mentalmente "Cinque giorni dove ho fatto...cosa? Sono diventato un vampiro. Il mio corpo si è abituato a questa nuova natura ma..." stringo i pugni "Cos'ho risolto? Sembra che sia tornato tutto normale, ogni cosa sembra essere al suo posto...ma cos'è successo esattamente? Devo sapere" senza attendere altro tempo mi dirigo verso la stanza di Souta, sicuro di trovarlo esattamente lì.
Ho capito due cose da quando mi sono svegliato: Kagome è sparita da due giorni e suo padre è profondamente arrabbiato. Non so con chi...ma ne ho una vaga idea.
Sospiro -In più, devo anche trovare mio padre e lui...- ed ho l'impressione che ci siano tante cose da fare, oltre questo. Bisogna pareggiare i conti...
-Souta!- apro la porta della camera del ragazzino, trovandolo a leggere un libro steso sul letto -Devo parlarti- faccio, vedendolo non degnarmi di uno sguardo.
Alla faccia del "Non ha preso dalla sorella"...
-Cosa c'è? Non trovi sangue, fratellone?- mi chiede, scoccandomi un'occhiata, per poi continuare a leggere.
Ecco un'altra cosa che ho capito: Souta non accetta il fatto che io, ora, sia un vampiro.
Sospiro -No, per quello ci sono i sacchetti che si usano per le trasfusioni...- dico, appoggiandomi allo stipite della porta "Non ho alcuna intenzione di mordere qualcuno..." continuo mentalmente, incrociando le braccia -Ho bisogno d'altro- mi riferisco a lui, infine.
Lui sbuffa, sussurrando un "Capito, capito" e chiudendo il libro -Vieni dentro- mi invita, poi, mettendosi composto sul letto.
Mi da alquanto fastidio chiedere consiglio ad un ragazzino...ma, in fondo in fondo, mi fido di Souta: nonostante l'aria da viziato, è un ragazzo con la testa sulle spalle.
-Sapresti dirmi dove posso trovare Miroku?- gli chiedo, guardandolo negli occhi.
-Ed io che ne dovrei sapere? Sarà con Sango!- sbotta, guardandomi male.
Io sospiro -So che tu non c'entri nulla, ma sapevo che fino a qualche minuto fa era con te...e, siccome non conosco ancora bene questa villa, mi chiedevo se potessi darmi una mano- ignoro il suo sbuffo pieno di fastidio, sorridendogli sornione.
-Cos'hai intenzione di fare con la sorellona?- mi chiede, invece, lui, guardando da tutt'altra parte. Mi irrigidisco istantaneamente, pensando alla nostra ultima discussione.
Parlava di qualcosa...
Qualcosa che devo aver fatto mentre ero controllato dal lupo...
Qualcosa...l'unica cosa che non ricordo.
Il resto è chiaro, pulito e perfettamente lucido.
Anche quello che mi hanno fatto i miei genitori...
Deglutisco -Che intendi?- chiedo, facendo spallucce -La colpa è sua. Se c'è qualcuno che deve capire cosa fare, quella è lei- dico, con tono ovvio, guardando il ragazzino mordersi il labbro.
-Capisco- dice, soltanto -Secondo piano, le cucine devono essere da qualche parte lì- mi indica, poi, la porta della sua stanza.
A quel punto...e solo a quel punto...
Capisco di averlo ferito.

-Tsk, stupido ragazzino, stupida Kagome, stupido me che ci sto ancora appresso...!- cammino per il corridoio con passo veloce, stringendo denti e pugni per la rabbia.
Non ho idea di che cosa fare...è come se solo Kagome fosse il mio unico punto di riferimento..."Se non c'è lei, automaticamente mi sento quasi...perso" e non mi piace.
Dipendere da qualcuno? Tsk, Dio, no!
Odio non avere abbastanza carattere per sostenermi da solo.
Ma sopratutto odio questo senso di smarrimento se non mi ritrovo tra i piedi quella scorbutica di Kagome. Devo sistemare tutto, devo rialzarmi ed andare avanti.
A costo di andarmene da questa villa.
-Miroku- chiamo, spalancando la porta della sua camera.
Lo trovo silente, che guarda il suo letto con sguardo perso. Lo stesso letto dov'è stesa Sango. Deglutisco, facendo un passo avanti.
-Non ti ho trovato in cucina...una cameriera mi ha detto che eri qui- dico cauto, avvicinandomi a lui.
-Si- sussurra -Si- ripete, con voce più alta, schiarendosi la gola -Ho capito, Inuyasha- si volta verso di me, gli occhi blu velati da preoccupazione e apatia.
-Come sta?- chiedo, riferendomi a Sango.
Lui fa spallucce -Non si è più ripresa...da quando è successo quel fatto alla villa- ritorna di nuovo a guardarla -Da quando l'ha rivisto...-
Io annuisco, decidendo di non indagare oltre.
-Bel casino, eh?- mi chiede lui, dopo qualche minuto di silenzio.
Sospiro -Già...-
Vedo Miroku avvicinarsi ad un comodino, prendendo la bottiglia poggiata su di esso; che noto solo adesso.
-Vuoi?- mi chiede, versando quello che sembra un liquore nel bicchiere accanto alla bottiglia -Non spaventarti anche se hai sedici anni...- ridacchia, visto il mio silenzio.
Gli getto un'occhiata, mormorando un "No".
Non so che effetto faccia sui vampiri...e non ho proprio sete di...quello.
"Piuttosto..." getto uno sguardo al collo di Sango, deglutendo "No, no. Non devi pensarci. Ne abbiamo già parlato: non morderai nessuno" mi dico da solo, facendo un profondo respiro -Credo che ne prenderò un po'!-
Il moro ride sonoramente, scolandosi il bicchiere tutto d'un sorso.
-Okay, okay- dice, scuotendo la testa in segno di negazione -Forse sei davvero troppo piccolo- ghigna, bevendone un altro bicchiere.
Io lo guardo alla "Mi prendi in giro?" e sbuffo sonoramente.
Altra cosa che non mi piace di qui: mi trattano tutti come se fossi un bambino.
-Beh, che sei venuto a fare qui?- mi chiede Miroku, appoggiandosi al comodino.
-Visita di cortesia?- chiedo, facendo spallucce.
Lui ride -Certo- dice, gettandomi uno sguardo divertito -Nessuno fa nulla per nulla-
-Non posso venire a trovare un...amico?-
-Anche- fa di nuovo spallucce, con aria di sufficienza -Ma c'è dell'altro, giusto?-
-Dammi quel liquore va'- mi avvicino velocemente al comodino, versandomi un bicchiere del liquido e scolandomelo tutto in un sorso.
Miroku ride di nuovo.
Di una risata brilla, assolutamente disperata.
Ci faccio caso, guardandolo con la coda dell'occhio e sentendo la gola e lo stomaco bruciare per il liquore che mi sono appena bevuto.
Non pensavo fosse così...amaro, intenso e bruciante...
Non pensavo non mi sarebbe piaciuto...
Ne ero sicuro, in realtà.
-Miroku- chiamo, colto da un'improvviso coraggio -Ho intenzione di andarmene- dico, guardandolo dritto negli occhi.
Ci sono tre diverse reazioni: smette di ridere, apre la bocca e poi la chiude, deglutendo.
In ordine...sconcerto, incredulità e rassegnazione.
Reazioni inaspettate.
"Che mi aspettavo? Non può mica fermarmi...e, in ogni caso, non servirebbe a nulla"
-Puoi fare quello che vuoi- fa spallucce -Ma che farai, con Kagome?- mi chiede, guardandomi per la prima volta in quel momento negli occhi.
Io deglutisco -La troverò...glielo devo. Ma poi...non voglio saperne proprio più nulla. Ho bisogno di mettere ordine nella mia vita, e questo lavoro da servitore non aiuta-
Unico dubbio: come l'avrebbe presa?
E...sarei stato davvero in grado di lasciarla? Di allontanarmi da lei?
"Non resta che provare...siamo in ballo...balliamo"

-Padron Sesshomaru! Non sapete quanto ho atteso questo momento! Quel Naraku era davvero un pessimo padrone, ma ora ci siete voi, signore, e non posso fare a meno di essere felice! Il vostro amatissimo servitore vi am- un poderoso pugno colpì la testa del kappa, facendolo finire a terra.
-'Sta zitto Jaken- sibilò quello -Vedi di fare il tuo dovere...e inizia a nascondere le prove- i denti erano stretti, così come la mascella, in una morsa dolorosa.
Sesshomaru vide l'esserino scappare, mentre Rin continuava a tremare.
-Padron Sesshomaru...- sussurrò, puntando lo sguardo nella persona che anche l'uomo guardava. Sangue, era sporca di sangue...
Il sangue non le ricordava qualcosa di bello.
Le metteva paura...
"Stolta vampira, oltre ad aver impedito i miei piani..." pensò l'albino, stringendo i pugni e trattenendosi.
Questo si che era un bel casino.
Ad Inuyasha non sarebbe piaciuto.
No...l'avrebbe odiata.


Angolino <3
Esultate, gente! Non solo perchè ho aggiornato...ma anche perchè Inuyasha (Harry Fine ne sarà pienamente soddisfatto) è diventato un vampiro!
Ma come? Non era un licantropo? Come ha fatto? Ed ora che succede?
Kagome è impazzita. Prima lo trasforma in un vampiro e poi sparisce...
Bah!
Anche stavolta il capitolo è corto. Quel che si dice "breve ma intenso"... xD
Prometto che i prossimi saranno più lunghi.
In questo periodo ho poco tempo e mi manca l'ispirazione...poi con l'università e le lezioni che da questa settimana son cominciate...MIO DIOH xP
Ma comunque, scuse del cavolo a parte.
Che ne pensate?
Inuyasha ha intenzione di andarsene...come dargli torto? Con tutto quello che ha scoperto...ha certamente bisogno di un po' di tempo per sé stesso.
Ma ora che succede? Sesshomaru c'entra sempre e...Jaken?
Già, il kappa non può tradire il nostro ghiacciolo preferito :3 avevo in mente già dall'inizio di inserirlo come spia. E si, lui utilizza il voi perchè è all'antica...
Ma molitissimo devo dire xD
Sango sta male.
A breve anche su di lei si saprà, tranquilli.
Il tempo che Inuyasha e Kagome risolvano i loro piccoli problemi di cuore (*coff coff U.u) e poi rivedremo anche vecchie conoscenze.
Poi faremo i conti anche col padre di Kagome...e i genitori di Inuyasha.
So che state aspettando da tempo la resa dei conti tra loro.
Datemi tempo.
Si risolverà tutto >:3
Mi scuso per eventuali errori.
Bye!

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Capitolo 23
*** Bisogno di sangue, bisogno di lei ***


Mi sento debole di fronte a quello sguardo.
Di fronte ai suoi occhi, di fronte a quello sguardo color zaffiro. Mi sento incredibilmente debole.
Mi…giudica? Lo fa.
È come se mi leggesse l’anima. Non mi piace, mi mette sotto pressione…
“Ma allo stesso tempo sento come se non ne potessi fare a meno” pecco di superbia, vorrei essere costantemente osservato da quello sguardo. Vorrei possedere quello sguardo.
Sento il bisogno di averla.
Voglio sentirla, voglio sentire il sapore del suo sangue…
Deglutisco, perdendomi in quello sguardo che, ora come ora, mi guarda con una scintilla di divertimento.
-Avanti, Inuyasha…- mi sussurra, avvicinandosi, gattonando verso di me –So che lo vuoi…-
La situazione è irreale.
Cosa ci facciamo sopra un letto, entrambi in biancheria intima…?
Sono seduto, inginocchiato, i miei occhi osservano frenetici e bramosi la sua figura. La saliva mi viene meno, ho bisogno di mordere quel collo candido, di sentire il sapore del liquido scarlatto che tanto bramo…
Sangue. Datemi sangue.
La sento ridacchiare, mentre si muove ancora verso di me. Arriva a qualche centimetro dal mio volto, il solito sorriso furbo ad abbellirle il volto –Hai intenzione di mordermi?- mi chiede, il suo fiato sfiora la mia mandibola che, subito, viene serrata.
Lotto con tutto me stesso per non saltarle addosso.
Ricordi? Non puoi mordere qualcuno, Inuyasha. Te lo sei ripromesso, sarebbe…verrebbe meno ai tuoi propositi. Tu non vuoi essere un vampiro.
-No- sussurro, parlando per la prima volta –Non posso…- mormoro, mentre una mano corre a spingerla lontana, per la spalla. Lei non fa resistenza, si fa spingere via come un docile agnellino.
Le scappa solo un ghigno.
-Perché no?- mi chiede, guardandomi dritto negli occhi. E di nuovo: mi sento risucchiato, messo alla prova, giudicato. Non voglio che mi guardi…ma lo voglio.
Sfuggo presto con lo sguardo, mordendomi il labbro.
-Non vuoi saggiare il mio sangue, Inuyasha?- la sua voce è soffusa, seducente, si sistema seduta toccandosi distrattamente il collo –Non vuoi mordermi?- rincara la dose, con voce ancora più bassa.
Tremo, cercando di trattenermi.
Ma so allo stesso tempo che è una lotta inutile, già persa: mille voci combattono contro una, la mia testa mi dice di no…ma tutto il resto si.
Con una mossa fulminea le sono addosso, schiacciandola sotto il mio peso.
Ansimo, guardandole il collo ed evitando volontariamente il suo volto. Sento il suo sguardo malizioso e soddisfatto bruciare su di me, e ciò mi basta.
Abbasso piano il volto verso il suo collo, deglutendo un’ultima volta.
Ne lecco la giugulare, prima di morderla.
Ed è rosso. O nero…
Ho chiuso gli occhi, godendomi il momento. Godendomi il suo sapore.
Sperando di non separarmene mai più. Sperando di rimanere per sempre in quel modo.

È un doloroso fischio, quello che mi sveglia.
Le orecchie iniziano presto a dolermi, perciò mi porto le mani a coprirle, cercando invano di fermare l’assordante rumore. Non sono io a farlo smettere.
Cessa qualche secondo dopo, da solo.
Mi lascio scappare un sospiro, liberando le mie orecchie e girandomi supino sul letto.
-È successo di nuovo- sussurro –Ho di nuovo fatto quello strano sogno- porto un braccio a coprirmi gli occhi, cercando di rilassarmi e riflettere su ciò che ho sognato.
Posso considerarlo come…un avvertimento?
Il mio subconscio sta, di nuovo, cercando di dirmi qualcosa?
Vuole che beva sangue…
E lo voglio anch’io, è inutile mentire a me stesso.
Ma non posso. Non voglio essere un vampiro.
“E la prima cosa da fare, sarebbe andare contro la tua natura?” con uno sbuffo mi giro di lato, ignorando quegli stupidi pensieri. Non voglio andare contro la mia natura…solo…mi fa schifo bere sangue, succhiare sangue. Chiudo gli occhi.
“E invece ti attrae”
Apro gli occhi.
Dormire ancora è inutile. Non ho più sonno e non ho intenzione di stare qui a discutere con me stesso inutilmente. Quindi mi alzo, dirigendomi verso il bagno a passo lento.
Solo ieri ho detto di voler ritrovare Kagome…o, almeno, cercarla…ed oggi sento già che non ho assoluta voglia di vederla. Cercarla…dove? Riuscirò a trovarla? Perché farlo?
Sbuffo per l’ennesima volta, aprendo il rubinetto ed iniziando a riempire la doccia della vasca bianco perla del mio bagno –Non serve pensarci, Inuyasha, fallo e basta- sussurro contro me stesso, iniziandomi a spogliare con stizza.
“È tutto, indovinate un po’, così confuso” penso, inarcando le sopracciglia scettico ed immergendomi dentro la vasca, una volta riempita. Come già sapevo: i muscoli, una volta a contatto con l’acqua calda, si rilassano subito. A rilassarsi, però, non sono i pensieri.
Passo un bel po’ di tempo nella vasca, pensando a cosa farò dopo…tutto questo, e cosa potrei fare ora.
Mi sto ancora strofinando i capelli, quando la porta del bagno viene spalancata.
-Non si usa più bussare?- mormoro, aprendo gli occhi che prima avevo chiuso per non farmi andare shampoo in essi. “Aspe, ma questo intruglio alle erbe può essere chiamato shampoo?”
Una volta che capisco chi ho davanti, mi acciglio.
-Inuyasha, giusto?-
Il padrone di casa, Riku Higurashi, è proprio qui di fronte a me.
A me, che ora mi sto facendo il bagno ed ho la testa completamente insaponata e delle probabili borse sotto gli occhi. A me, che ora sono un vampiro e la bocca aperta che fa vedere i canini non è l’unica cosa che lo prova. A me, che non mi ha mai visto come un vero e proprio essere umano. A me.
Deglutisco “Porca vacca”
-Si, e…- mi schiarisco la voce –Non può aspettare che finisco di lavarmi? Non sono nella situazione adatta per parlare, come vede- sorrido nervosamente.
Lui non dice una parola. Lo sguardo è fermo, nessuna emozione trapela da esso.
-Ho bisogno di parlarti- anche il tono non da prova di nulla.
-Ed io ho bisogno di finire di lavarmi- rispondo a tono, gettando a peso morto le mani in acqua.
Lui serra la mascella –Bene- fa –Ti aspetto fuori. Non prenderti tempo- e, detto ciò, esce.
Rimango qualche secondo immobile, semplicemente allibito da quello che è appena successo.
Ma decido di non darci poi tanto peso: “Si parla di Padron Higurashi” penso ironicamente “Non si può fare aspettare un uomo di quel calibro” schiocco la lingua, lasciandomi andare ad un ghigno beffardo.

La risata di Naraku risuonò nell’aria.
Stava andando tutto così immensamente bene…aveva imbrogliato perfettamente quel ragazzino e tutta la sua “banda” e non ci aveva perso assolutamente nulla. Anzi, aveva persino ottenuto la sfera e quel libro.
-Ho fatto bene a mandare un clone, al posto mio- ghignò, pensando a tutto il sangue che era uscito dalla testa del poveretto, una volta che quel Sesshomaru gli aveva piantato il coltello nella tempia.
Ora, il prossimo passo del suo piano: distruggere Inuyasha.
Emotivamente e psicologicamente. Un soggetto diventava più debole quando crollava dal punto di vista psicologico. Ghignò, ridendo follemente: l’avrebbe completamente distrutto.
“E come farlo in un modo migliore, se non servendosi della figlia degli Higurashi?”

Sesshomaru sbuffò, lasciandosi andare alla poltrona.
Che cazzo avrebbe fatto ora? Il suo piano era fallito sotto tutti i punti. Non era riuscito a trasformare Inuyasha in umano perché quella vampira aveva fatto prima di lui ed ora Naraku aveva la sfera.
La sfera che conteneva l’energia di suo fratello.
O, almeno, una parte.
Da quella sfera poteva nascere un licantropo vero e proprio, Naraku l’avrebbe creato facilmente con la sua magia nera, ma cosa voleva fare, invece? Creare un licantropo…perché? Non sarebbe stato meglio assorbire il potere di quella sfera?
Sbatté violentemente un pugno nel bracciolo della poltrona, stringendo i denti. Quel pazzo aveva ucciso sua madre, ed ora che voleva fare? Considerandone la pazzia, nulla di buono…
Ma Sesshomaru sentiva che c’era qualcuno, nelle retrovie, di molto più pericoloso di Naraku.
Glielo diceva il suo istinto di lupo.
Inspirò a fondo, sentendo l’orologio ticchettare.
-Rin…- chiamò con voce roca –Dov’è lei?- disse, provando un moto di rabbia al solo pensarci. La piccola, che prima era pacificamente accoccolata sul divano e pareva dormire, aprì velocemente gli occhi, guardando il padrone come se prima non stesse riposando.
-Sta dormendo- disse, alzandosi e stropicciandosi un occhio.
Il maggiore annuì, mostrandosi più nervoso del previsto.
“Per ora, è meglio che non lo sappia nessuno…”

-Di cosa voleva parlarmi?- finisco di abbottonarmi la camicia, entrando nella stanza e correndo subito con lo sguardo al Signor Higurashi. Quello, che prima osservava minuziosamente un quadro, si volta velocemente verso di me, lo sguardo color zaffiro freddo e privo di emozioni.
“Dev’essere un vero tiranno…” penso, riconoscendo in lui alcuni tratti di Kagome.
-Mia figlia non ti ha detto che posso leggere nel pensiero?- fa, ironico, aprendosi in un ghigno bastardo.
Mi mordo la lingua a quelle parole: me n’ero completamente dimenticato, in realtà…
-Si, lo ha accennato- faccio spallucce, cercando di restare il più calmo possibile –Ma non credo che questa sia la risposta alla mia precedente domanda…-
Lui ride. Freddo e calcolatore, mi prende palesemente in giro.
-Che peperino- mi dice –Accomodiamoci- fa, poi, sedendosi nel mio letto.
Lo seguo, sedendomi nella sedia proprio davanti ad esso.
Ci guardiamo per qualche secondo, poi lui comincia a parlare –Vedi, Inuyasha- sputa con freddezza il mio nome –Sono qui per parlarti di…quello che sta succedendo- il suo sorriso mi sta sul cazzo…
Faccio spallucce –Che sta succedendo?- chiedo, inarcando le sopracciglia in una smorfia scettica ed eloquente. Vediamo un po’ fin dove ti spingi, paparino…
-Oh, lo sai benissimo!- sbotta lui, tra il divertito ed il rabbioso.
-Dipende- faccio, mantenendo la calma.
-Non voglio che ti metta con mia figlia- dice tutto d’un colpo, lui –Sei un licantropo…- inizia, con una smorfia –Eri- si corregge –Ed ora? Credi di essere un vampiro? No, sei sempre uno sporco mezzo-sangue. Vampiro o meno, solo perché mia figlia ti ha trasformato, non credere di poter essere al nostro livello. Sporcheresti solo il nostro sangue puro…- dice tutto con tono schifato, stizzito ed altezzoso.
Inarco di nuovo le sopracciglia, affrontandolo –A meno che non sia ceco, o completamente impazzito…io mi vedo vampiro- parlo con una calma raggelante –Ah, no, ma aspetti…- faccio poi, un ghigno stronzo nel volto ed il tono più strafottente che sono riuscito a trovare –Lei, per vampiro, intende un signorotto ricco d’alta società, con un posto tra le persone più influenti del paese e con un fascino raggelante…- ridacchio, chiudendo per un attimo gli occhi –Ora si capisce tutto…- sussurro, sempre divertito –Beh, sua figlia condivide le sue stesse idee. Non mi considererà mai se non come un giocattolo, come un servo…quindi non vedo come si possa preoccupare- termino il tutto con un’alzata di spalle, strafottente come prima.
Sono convinto di ciò che ho detto: Kagome mi vedrà sempre come un servitore.
Evidentemente, però, suo padre non è d’accordo quanto lo sono io.
-Conosco mia figlia, credimi…ed arrivare a trasformarti-
-Sua figlia- lo interrompo –Non fa altro che quello che vuole. Le piace giocare ed è egoista. Scommetto che per tenermi qui con lei per sempre, arriverebbe ad imprigionarmi- continuo, il tono deciso, che non accetta repliche –Come quelle tre regole…- sussurro, ad un tono di voce quasi inaudibile.
Lui pare avermi sentito –Quali regole, scusa?- chiede, il tono sospettoso ed improvvisamente freddo e nervoso. Mi mordo la lingua, maledendomi per essermi lasciato scappare una cosa importante come quella.
-Nulla- dico, velocemente.
Lui mi guarda qualche secondo neutro, poi si apre in un sorriso folle –Okay- dice, con voce da pazzo, iniziando poi a ridere –Tutto okay- sussurra, infine, andandosene velocemente dalla stanza.
Rimango solo nella stanza, turbato e con una nuova consapevolezza: devo assolutamente trovare Kagome.

Si appoggiò al muro, ancora con quel sorriso folle.
Aveva capito come fare, come allontanare quei due e preservare il suo sangue puro.
Non avrebbe mai lasciato che la sua Kagome si sporcasse, divenisse impura, per uno sporco mezzo-sangue come lui. No…gliel’avrebbe fatto odiare.
Si sarebbe odiati a vicenda ed allontanati sempre di più.
Non avrebbe lasciato che la sua piccola diventasse sporca.
Non avrebbe lasciato che si legasse a lui.
No…

Mi siedo sul letto, lasciandomi andare ai pensieri.
Devo trovare Kagome, si…ma come faccio? “Sempre la stessa domanda, diamine…” stringo i denti, lasciandomi andare ad un lamento. Mi servirebbe sapere qualcosa…ma quella ragazza è un fottuto mistero, e fa sempre ciò che vuole…potrebbe anche essere andata in Alaska!
“Beh, ma qualcosa la deve pur aver lasciata…” si, certo, e che dovrei fare? Andare nella sua stanza e-
-Geniale…- sussurro, spalancando gli occhi. Nel peggiore dei casi non troverò nulla.
Ma tentar non nuoce.
“Beh, in questo caso potrei essere decapitato seduta stante da Paparino…” penso, ironico, sgattaiolando fuori dalla porta “Ma, sempre nel peggiore dei casi, posso uscirmene con una scusa” annuisco, convinto.
Non so minimamente dove sia la sua stanza, ma il mio olfatto fa il lavoro per me: non credevo che i vampiri avessero un odore…“Ed il suo è anche particolarmente buono…” non appena mi accorgo di ciò che ho pensato, stringo i denti, sbuffando.
Inuyasha? Tieni a posto gli ormoni!
-Dovrebbe essere questa…- mi dico, aprendo la porta da dove, il delicato odore di rose, si sente più forte.
Non appena sono dentro, una cosa mi salta subito all’occhio: sembra non essere mai stata usata da nessuno. Il letto è perfettamente ordinato, le lenzuola pulite e profumate e la finestra aperta da cui proviene un venticello fresco e rilassante.
Inspiro l’odore, beandomene. Kagome non sembra esserci mai stata, qui dentro, ma la camera è zeppa del suo odore…lo riconosco perfettamente.
“Sembro un cane” ridacchio, alludendo al mio olfatto fine e sviluppato.
So che non è una cosa carina da fare, ma inizio ad aprire i cassetti del suo comò. Inutile dire che vi trovo soltanto le sue camicie, vari maglioni e…la sua biancheria intima.
Sbianco non appena mi trovo davanti a vari paia di mutande e reggiseni; posso quasi sentire il sorriso divertito e malizioso di Kagome. Chiudo subito il cassetto, decidendo che è ora di passare all’armadio.
“Cosa trovo ora, un completino hot?” penso ironicamente, aprendo le ante.
No, tutto normale.
Scarpe, pantaloni e varie giacche, sistemate perfettamente. Come ho già detto: come se nessuno le avesse mai usate. Arriccio il naso: chi mai metterebbe le scarpe nell’armadio?
-Uff. Nulla di interessante…- esclamo, giocando con la tenda del baldacchino –Potrei vedere in bagno ma…- “Tentar non nuoce, Inuyasha, ricordi?” giusto.
Apro la porta della stanza con sguardo scettico. So perfettamente che non troverò nulla e, appunto, è un bagno come tutti gli altri. Nuovo e perfettamente “non-usato”, ma pur sempre come tutti gli altri.
Richiudo la porta alle mie spalle con un sorriso nervoso.
“Kagome, giuro che, appena ti trovo, dovrai darmi una scusa perfetta…per non farti uccidere.”
-Sempre se prima non ti uccido io, Inuyasha-
Voce vellutata, soffusa e vagamente beffarda. Mi si forma un nodo in gola, gli occhi si spalancano ed il battito cardiaco accelera.
“I vampiri hanno un cuore?” penso distrattamente, voltandomi verso quella voce “Non ci credo”
Non ho il tempo nemmeno di pensarlo che mi è addosso: il suo corpo premuto sul mio che, a sua volta, preme contro la parete. O la porta?
Non lo so.
Questa ragazza annulla completamente tutte le mie facoltà mentali.
-Mi sorprendi sempre, lo sai?- mormoro, a corto di fiato, guardando dritto dentro quegli occhi color zaffiro –Sparisci, ed ora ti fai ritrovare qui e…- non riesco a finire le parole, le sue labbra premono sulle mie, provocandomi un colpo al cuore.
Non so come, quando e perché. Voglio solo abbandonarmi alle sensazioni.
Le circondo i fianchi, protendendomi verso di lei ed approfondendo il bacio. Lei mi circonda il collo con le braccia, la sento sorridere.
È un bacio appassionato, il nostro. Che sa di parole non dette e sentimenti mai espressi.
È semplice chimica, elettricità statica…magia.
La tiro di più a me, premendo i nostri corpi e sentendo mille scosse attraversarmi la spina dorsale.
Non ha senso, non ha mai senso…
Eppure mi sento bene.
Velocemente la afferro dalle cosce, alzandole le gambe e facendole circondare il mio bacino, poi scambio le posizioni, sbattendola al muro con poca grazia; piccola vendetta per i dolorosi morsi che mi ha dato.
A quel punto siamo entrambi a corto di fiato, quindi ci stacchiamo.
Non mi trattengo dal morderle il labbro inferiore con un ghigno, tirandolo.
-Allora?- sussurro, ansimando –Qual è la scusa?- le chiedo, guardandola con lo stesso ghigno.
Lei mi accarezza le spalle, stringendole leggermente e seguendomi nel ghignare.
-Prima di tutto ciao- sussurra maliziosa –Secondo, vedo che diventare vampiro ti ha fatto anche crescere in altezza…- ridacchia; ed, effettivamente, lo noto anch’io: siamo alla stessa altezza.
Mi lascio andare ad una bassa risata –Okay, padroncina- faccio, divertito –Ora mi dici perché sei fuggita e mi hai lasciato da solo in questo schi- mi poggia un dito sulle labbra, sussurrandomi uno “Sssh”.
Non dice nulla, mi guarda solamente in silenzio, con un sorriso dolce e misterioso.
Nemmeno io dico nulla, anch’io sorrido…
-Mi sei mancata- le sussurro, in un modo che nemmeno io immaginavo di fare mai.
Lei annuisce, mormorando un “Anche a me”; le sue mani mi accarezzano il collo.
Deglutisco, facendo cadere lo sguardo sul suo di collo.
Candido e sicuramente morbido…
-Vuoi mordermi, Inuyasha?- il suo è un sussurro soffuso, ma non per questo non ne sento il tono divertito e malizioso. Non rispondo, vergognandomi io stesso della risposta.
-È…- mi lascio scappare, stringendo la presa sulle sue gambe –Sbagliato…-
-Sbagliato? Sei un vampiro…è normale per noi, desiderare di bere sangue. Di succhiare e mordere…- fa spallucce –Se vuoi, puoi farlo- ghigna, infine.
-No…- la mia voce è sempre più bassa –Non-
-Non puoi vivere senza bere sangue, Inuyasha. Non puoi farlo perché sei debole, il tuo corpo si è abituato da qualche giorno ad essere un vampiro ed ha bisogno di nutrimento, molto nutrimento- mi spiega.
Io abbasso lo sguardo, non volendo affrontare la realtà.
-Poco importa se ne bevi dalle sacche per la trasfusione- il suo tono è schifato.
-Come fai a saperlo?- alzo di scatto il volto, guardandola con le sopracciglia aggrottate.
Lei ridacchia –Si sente dal tuo odore. Chissà di quand’è quel sangue che hai bevuto- si lascia andare ad un ghigno stronzo –Hai bisogno di sangue vero, Inuyasha- si avvicina al mio orecchio –Hai bisogno del mio sangue- sussurra, con tono che mi fa rabbrividire.
Stringo ancora la presa sulle sue gambe.
-Farà male?- le chiedo, preoccupato. Lei si tira indietro, facendo spallucce, stavolta con un sorrisetto.
Senza attendere altro tempo mi pretendo verso il suo collo, spingendo il suo corpo più vicino al mio; la sua mano si va ad adagiare sulla mia schiena. Deposito un bacio, facendola ridacchiare, poi apro la bocca.
Non ne ho il coraggio…ma ne sento il tremendo bisogno…
Deglutisco a bocca spalancata.
-Suvvia, di che hai paura?- mi sussurra Kagome, carezzandomi la testa.
Mi scappa un leggero ringhio e, a quel punto, non esito più: affondo i canini nella pelle morbida del suo collo ed è paradiso.
Al diavolo, ha vinto di nuovo lei.

Sesshomaru entrò dentro la stanza.
Da una parte il corpo senza vita…dall’altra, un letto vuoto.
Strinse i denti, sentendo il bisogno di uccidere qualcuno.
-Questo è un bel problema…- sussurrò, portandosi una mano a coprire gli occhi.

-Seconda regola, Inuyasha: sii mio, sempre e solo mio-


Angolo autrice <3
Holaaaa
Da tantissimo che non ci si legge… xD
Si, lo so, è quasi un mese che non aggiorno (forse di più xD) ma non avevo proprio ispirazione, ed invece di scrivere un capitolo controvoglia che facesse schifo, ho preferito aspettare.
Che ne dite? Ne è valsa la pena? ;)
Inuyasha e Kagome sono un continuo tira e molla, ed ora ci si mette anche il padre di Kaggy a rompere i maroni. Povero Sesshy, gliene stanno capitando di tutte, in questo momento… :3
Voi che ne pensate? Che sta accadendo?
Naraku spiega un po’ quello che vuole fare e si capisce anche cosa è successo prima che Inu svenisse…
Che vorrà fare con quella sfera? E quel fantomatico libro?
Sesshomaru la pensa giusta?
Presto si capirà di più su Kikyo, Bankotsu e compagnia bella! Ci sarà un bel colpo di scena… ;3
Beh, anche stavolta ho finito.
Mi scuso per gli errori.
Alla prossima!

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Capitolo 24
*** L'odore del diavolo ***


Era pressoché inutile stare ad aspettare...eppure? Beh, eppure aspettava.
Fin ora era stato guidato da un senso di vendetta, aveva agito senza guardare in faccia nessuno...cosa avrebbe fatto in questo momento?
Poteva agire...l'avrebbe fatto...
Ma non ne era più così sicuro.
Rivoleva la sua Kikyo, la stessa che gli era stata rubata dai nobili tempo prima.
Tanto tempo.
Circa un secolo...
Già, era circa un secolo che non vedeva la sua amata...
Morta.
Si, era morta.
Ancora ricordava i cori, la gente che l'accusava. Di cosa? Stregoneria?
Pff. Che cosa futile.
Non avevano prove. Kikyo non era una strega. E non gli avrebbe mai mentito.
Eppure...
"Eppure è stata bruciata viva. Eppure il suo corpo è stato avvolto dalle fiamme, mentre le sue grida squarciavano l'aria..." Naraku inspirò bruscamente, serrando le labbra.
Ricordava tutto benissimo. Ricordava ancora tutto benissimo, maledizione!
Nemmeno il piccolo altarino che le aveva fatto, per sentirsi meno incolpa...per cercare di illudersi che non era colpa sua, che non aveva potuto proteggerla...non era servito a nulla.
Fiori? Solo dei fottutissimi fiori?!
Kikyo era una gran donna. Lo sapeva bene. Se n'era infatuato proprio per questo...
Ed alla fine aveva scelto lui.
E lui, diavolo, non era riuscito a proteggerla. L'aveva vista bruciare. Ed ora viveva col rimpianto di un amore perduto.
Sfuggito dalle mani come cenere...la stessa in cui si era tramutato il suo corpo.
-Ma non per molto- sibilò, stringendo il mazzo di fiori -Ti riporterò in vita, amore. Te lo prometto- e, detto ciò, poggiò le zinnie sopra l'altarino.
Aveva scelto un posto appartato per il piccolo altare, senza badare a spese.
Non ci veniva spesso per il dolore che gli trasmetteva, ma solo quando aveva bisogno di conforto o di piangere...
E, in questo caso...
-Basterà prendere le sue ceneri?- Naraku gettò un'occhiata alla donna, prendendo il piccolo vasetto appoggiato al piccolo altare.
-Si, andrà bene- sussurrò, facendo la massima attenzione -Riuscirò a riportarla in vita, Kagura- il tono era freddo, come se tutta la marea di emozioni che avesse provato prima, non fosse servita a nulla.
Kagura era una serva...nulla di più, nulla di meno.

-Ah, fanculo! Si, può sapere perché, io, Hojo Akitoki, ricco e bello, padrone di tre ville sparse nel resto del mondo…devo prendere ordini da quello sporco mago?!- il castano digrignò i denti, lasciandosi cadere malamente sulla poltrona, seguito dallo sguardo beffardo e vagamente infastidito dell’altra.
-Che hai da guardare, donna?!- sbottò quello, fulminando quest’ultima con lo sguardo, che se ne stava placidamente seduta sul bracciolo della poltrona. Quella rise di gusto.
-Ragazzo, quando la finirai di chiamarmi “donna”?- lo prese in giro –Il mio nome è Yura- alla sua affermazione, Hojo mosse una mano, infastidito, mormorando un “Si, si”.
-E comunque- continuò l’altra –Dovresti essere contento di essere al servizio di Padron Naraku- ridacchiò.
Stavolta toccò a Hojo ridere di gusto –Dovrei essere contento? Tsk! Non farmi ridere! Non sarei mai contento di essere al servizio di un uomo meschino, che mente persino sul suo cognome!- Yura lo guardò con sguardo pieno di compassione e pena. Nessuno era degno del padrone…nessuno, a parte lei.

Ansimo, cercando di fissarmi nella testa quel delizioso sapore.
Non voglio dimenticarlo.
Non riesco a parlare, non voglio parlare.
Ma devo saperlo.
-Ha…- mi sfugge un altro ansito, mentre alzo la testa –Ha fatto male?- la mia voce è un roco sussurro, graffiato.
Ma appena i miei occhi incontrano i suoi…posso facilmente capire che no, non le ha fatto male.
“E, in qualunque caso, non lo da a vedere”
Lussuria.
Il suo sguardo ne è pieno. Mi incanta, vorrei stare lì ad osservarla per il resto della mia vita.
-No- sussurra, carezzandomi la testa –Non ha fatto male- ridacchia, come se fosse la risposta più comprensibile del mondo. Tutto ciò che faccio è deglutire, mentre lei avvicina il volto a me.
Un attimo, è solo un attimo e le nostre labbra si incontrano di nuovo.
Il bacio inizialmente è lento, è lei a guidare il gioco.
Ma presto sono io a prenderne il comando, iniziando uno scontro passionale di lingue e denti.
Kagome mi stringe le spalle, circondandomi subito dopo il collo con le braccia e spingendo di più il volto verso di me. Perdo quasi l’equilibrio.
Mi stacco da lei ansimando, i nostri sguardi sono uno incollato all’altro ed esprimono entrambi desiderio.
-Kagome…- la chiamo disperatamente.
Le sfugge un ghigno –Oh, non iniziare a dire “Ti voglio” o cose del genere…- sussurra, stavolta le sue labbra corrono alla mia mascella, la mordono giocosamente, tirandone leggermente la pelle e facendomi mugolare –Sarebbe fin troppo scontato…- mi dice, una volta che il suo volto è di nuovo al livello del mio.
Deglutisco.
“Okay, Inuyasha...calmati” penso, ispirando leggermente.
Cosa dovrei fare? La desidero palesemente ma…
La amo?
Kagome sbuffa leggermente, facendomi svegliare dai miei pensieri –Davvero, Inuyasha?- mi chiede, alzando le sopracciglia in modo scettico. Aggrotto le sopracciglia.
Che vuole dire?
-Leggo nei pensieri, ricordi?- le sue mani mi stringono il collo, il suo sguardo è nervoso.
-Cos…?- “Inuyasha, sei un idiota. Te n’eri dimenticato? Davvero? E che penserà, ora, lei?” arrossisco, ricordando esattamente cosa ho pensato secondi prima.
-Posso…spiegare…- mormoro.
Lei sbuffa –No- sibila –Non mi devi spiegare proprio nulla, invece- la sua prossima mossa mi prende così alla sprovvista che non ho nemmeno il tempo di rendermene conto.
L’unica cosa che so? Sono steso sul letto, lei è a cavalcioni su di me.
-Mai sottovalutare la forza di un vampiro…purosangue- mi manda un ghigno altezzoso, chinandosi su di me e puntellando le mani sul materasso, ai lati della mia testa.
-Stronza- faccio, digrignando i denti e guardandola male.
Non sembra offendersi, come io non sembro affatto dispiaciuto di questa posizione.
Come dire? Una specie di “Vediamo che sai fare” sottinteso, al quale lei risponde con un sorriso malizioso.
-Stupido orgoglioso…- si lascia sfuggire, prima di tirarsi su.
La sua mano si poggia clavicola, scende fino al mio petto coperto dalla camicia e lì si ferma.
Nel suo sguardo c’è qualcosa…
“Indecifrabile” penso, aggrottando le sopracciglia.
-Inuyasha…?- sussurra, con tono di chi sta per farti una domanda.
Il mio sguardo non cambia.
“Ho una vaga idea di cosa possa chiedermi…”
-Sei vergine?-
“Appunto”

-Non capisco, Riku…- il tono della Signora Higurashi era sconcertato –Non puoi metterti in mezzo a due innamorati, non puoi farli odiare…non di nuovo-
Parlava e parlava, il tono diventava via via più freddo e severo contro il marito.
Lui pareva non ascoltare, sorseggiava il suo alcolico con sguardo perso nel nulla e vagamente pensieroso.
-Riku!- gridò la moglie, andandogli vicino, in cerca della sua attenzione.
La ottenne.
Lo sguardo dell’uomo si posò su di lei, trafiggendola –Tu non capisci- il tono era convinto e spettrale –Quei due non potranno mai stare insieme- continuò, poggiando il bicchiere sul tavolino davanti a lui.
-Ma, perché?!- urlò disperatamente l’altra –Perché vuoi rovinare di nuovo qualcosa?!-
-Non lo farò io!- si alterò l’uomo –Salverò soltanto quei due. Nostra figlia…-
-No! Non te lo permetterò!-
-Ascoltami, Cristo!-
La signora si fermò, davanti all’uomo, ora alzato, di fronte a lei; lo sguardo sconcertato.
-Non posso- disse, soltanto, quello –E comunque- riprese –Ormai non c’è nulla da fare. Kagome verrà comunque odiata da Inuyasha- il tono era serafico.
L’altra capì subito.
-Tu…- sibilò, guardando il marito con odio.
Riku non si scompose –No- disse soltanto –Naraku. È stato lui-
“Non serve che tu capisca, donna. Io e Naraku avevamo un accordo, ora tocca a me rispettarlo”

Non vorrei.
Non vorrei arrossire.
Eppure lo faccio.
Le guance mi vanno a fuoco, mentre mi alzo, appoggiandomi sui gomiti.
Lo sguardo corre da un’altra parte, lontano.
Non emetto un suono, mentre il respiro è accellerato.
“Come se prima non lo fosse…”
Passano minuti di silenzio, dove io guardo il muro e Kagome guarda me. Sento il suo sguardo bruciare sul mio volto. Non voglio che mi guardi.
Poi la sua risata spezza il silenzio, facendomi voltare immediatamente verso il suo volto con sguardo piccato e infastidito. “Impacciato, oserei…”
-Sei vergine- dice e, non è una domanda –Sei vergine- ripete, mentre la sua mano corre ad accarezzarmi una guancia. Annuisco leggermente.
Negare è un po’ inutile…
-Si- dico, facendomi coraggio e guardandola dritto negli occhi, senza sviare più lo sguardo.
-Ah, beh, ma l’avevo intuito- ridacchia lei, facendo spallucce –So che è una cosa strana, ma si capisce dal sapore del tuo sangue- mi spiega, un sorriso dolce ad incresparle le labbra.
Aggrotto le sopracciglia –Il sapore…?- chiedo, facendola annuire.
-Che sapore aveva il mio sangue, Inuyasha?-
Una domanda semplice, chiesta quasi con ingenuità.
“Ma che dico? Kagome e l’ingenuità non possono coesistere insieme”
-Beeh- faccio, trascinando la “e” –Delizioso-
-Oltre quello, stupido- ghigna lei.
Io annuisco, pensandoci seriamente –Se può aiutarti…aveva un sapore intenso, metallico e quasi amaro. Ma era incredibilmente dolce e…- ridacchio –Mi ha ricordato la cioccolata-
Si lascia andare ad una risata.
-Questo perché non sono più vergine- dice, come se nulla fosse –Ed il tuo sangue, ora come ora, è- non la faccio finire: premo le mie labbra sulle sue.
“Geloso”

-Ehi, calmati- ansima, una volta che mi stacco da lei.
Le posizioni sono cambiate: sono seduto e le mie mani sono poggiate sopra i suoi fianchi.
-Scusa- le dico, baciandole la guancia – È che…-
- È per quello che ho detto?-
Alla sua domanda abbasso la testa, quasi colpevole.
Non so da dove mi esca tutta questa insicurezza…
-Piccolo, ingenuo, Inuyasha…- mi sbeffeggia lei, in tono dolce –Non sono la puttana che ti immagini- sputa, quasi con rabbia –In tutta la mia vita mi sono donata solo a due uomini-
Sento un colpo al cuore –Io non ti…- cerco di giustificarmi, ma lo sguardo eloquente che mi manda mi fa tacere immediatamente.
Restiamo qualche secondo in silenzio, senza fare nulla, poi lei si protende di nuovo verso il mio collo, stavolta depositandogli un bacio, seguito subito da tanti altri.
La faccio fare, percependo la sua rabbia.
Ho sbagliato, lo so…ma sapere che non è vergine mi fa impazzire di gelosia.
È stupido, tremendamente stupido, ma non posso farne a meno.
“Hai comunque pensato che lei sia una donna superficiale, che soddisfa il suo desiderio quando e come vuole…e, soprattutto, con chi vuole” mi mordo le labbra, in difficoltà.
Dio…
-Kagome?- la chiamo, cercando di ottenere la sua attenzione.
Lei, per tutta risposta, mi morde il collo, stringendo la presa sulle mie spalle fino a farmi male.
-Sta’ zitto- sibila, soltanto, spingendomi supino sul materasso.
Storco il naso, decidendo che no, ora come ora, non mi va bene fare quelle cose con lei.
Le prendo il volto con una mano, staccandola dal mio collo, ora pieno di morsi.
-Kagome, no!- le ordino, guardandola dritto negli occhi.
È arrabbiata. Ed ha perfettamente ragione di esserlo.
Per questo devo-
-No, cosa?- sbotta –Non puoi semplicemente baciarmi, mordermi e continuare il tuo gioco senza che io reagisca, Inuyasha. Per quanto autocontrollo abbia un vampiro…ed una ragazza- mi manda un’occhiataccia.
-Gioco? Io…-
-Non stai giocando? Stai, forse, facendo questo perché mi ami, e non perché mi desideri?-
Le sue parole mi colpiscono dritto al cuore.
Cosa sto facendo?
Sono turbato…
-Io…- inizio, cercando un modo per chiarire.
Lei mi lancia uno sguardo deluso, alzandosi da me e dal letto –Va’ al diavolo- mi dice, prima di dirigersi a passo spedito verso la porta.
L’unica cosa che sento, prima di cadere a peso morto sul materasso, è il rumore di quest’ultima che sbatte.
Mi è sfuggito qualcosa?
Io…cosa provo?
La desidero, si, questo lo so benissimo…ma…
Ne sono innamorato?
Potrei mai innamorarmi di Kagome?
La amo?
E lei…?
Cosa prova per me?
“Sei un giocattolo”
Si, ma se fosse così…perché?
Perché era delusa, triste…arrabbiata? Perché se n’è andata?
Kagome…mi ama?

-Che diavolo significa, Naraku?!- Riku sbatté violentemente una mano sulla scrivania, guardando con odio Naraku; quello ghignò.
-Ma come? Pensavi che tutto quello che ho fatto per te non avesse una spesa?- il tono era diabolico, malignamente divertito –Per far rivivere la mia Kikyo ho bisogno naturalmente di un corpo…e quale, è migliore…se non quello della tua adorata figlia?- rise in modo folle.
-Ce ne sono altre- fece Riku, stringendo pugni e denti.
-Possibile- il tono dell’altro divenne strafottente –Ma Kagome è quella più vicina. E predisposta- la bocca si allargò di nuovo in un ghigno, gli occhi follemente intelligenti.
-Che cosa intendi?- chiese il corvino, guardando l’altro guardigno.
-Oh, lo sai bene…- Naraku rise di nuovo –Credi che Kagome riuscirebbe ad usare la magia della vecchia villa, se non avesse qualcosa dei geni di Kikyo?-
-Quindi l’hai saputo, alla fine…-
-Si, Kikyo era tutto sommato una strega…ma la perdono-
Solo in quel momento Riku scattò, alzandosi dalla sedia, pronto a lanciarsi contro Naraku; dall’altra parte della scrivania, placidamente seduto.
-Brutto bastardo…!- non ebbe il tempo di fare un passo che qualcosa colpì violentemente la sua nuca, facendolo svenire.
Naraku rise follemente, ad un volume di voce molto alto.
-Stupido, stupido vampiro!- lo sbeffeggiò, alzandosi dalla sedia e facendo il giro della scrivania per vedere il corpo di Riku –Ti fai battere dai miei scagnozzi…- gli accarezzò la testa corvina, proprio dove sentiva il sangue fuoriuscire, in un chiaro segno di presa in giro –Devi essere molto debole…- poi si voltò verso Hojo, che teneva una mazza, e Yura –Vediamo se anche tua figlia lo è- finì il tutto con un ghigno, allontanandosi dal corpo svenuto sopra la sua scrivania.
-Rinchiudetelo da qualche parte- ordinò, con un movimento pigro della mano –Potrà servirmi in seguito-
Hojo ebbe da ribattere –E con Kagome…?- chiese, speranzoso di potere avere un confronto diretto con lei.
L’altro ghignò –A lei ci penserò io stesso…-

Kagome camminò per la villa senza avere una vera e propria meta, guidata soltanto dai suoi pensieri.
Inuyasha era un idiota.
Un fottutissimo idiota.
E la faceva impazzire, in ogni vero e proprio senso del termine.
Prima le saltava addosso, la mordeva…e poi faceva il cucciolo smarrito…tsk!
“Ricordami perché ci sto ancora appresso…?” pensò ironicamente, in una domanda rivolta a sé stessa.
Beh, non lo sapeva.
Non lo sapeva proprio, in alcun modo.
Continuò a camminare per un breve tratto, finché il suo sguardo non si scontrò con la figura di Naraku, appoggiato al muro di casa sua come se nulla fosse.
Inarcò un sopracciglio, camminando verso di lui.
Sapeva che lui e suo padre erano amici di vecchia data, non aveva mai davvero approvato le amicizie di suo padre, ma ciò non giustificava affatto che fosse qui.
-Che ci fa qui?- chiese, non appena gli fu abbastanza vicino –Se cerca mio padre…- il suo tono era strafottente, per nulla in allerta, ma dovette ricredersi della sua innocuità non appena quello parlò.
-Oh, no, Signorina…- disse, falsamente galante –Non so qui per suo padre…- un ghigno gli increspò le labbra, mentre si staccava dal muro ed abbassava la visiera della sua tuba.
Solo in quel momento Kagome si rese conto di un piccolo particolare.
Naraku si era mosso verso di lei.
Era veloce. Troppo per lei. E sembrava non avere intenzioni così pacifiche.
Un’altra cosa…
Puzzava tremendamente di zolfo.

Sesshomaru osservò ancora una volta la scena che gli si parava davanti.
Persino lui, un alchimista, era sconcertato di fronte a tutto questo.
Un corpo senza vita, squartato, sangue dappertutto…
La stanza ne era zeppa.
E quell’odore…
Zolfo.
Si, era sicuramente quello.
In quanto al corpo…era difficile capirlo, vista lo stato in cui era…ma era quasi sicuramente lui.
“Padre…”

-Che piacere riaverti qui, mia cara Kagome-

Angolino <3
Okay, gente! Eccovi l’ennesimo! :3
Si, mi sono presa un altro lungo periodo di riflessione, per capire meglio come muovermi.
Spero ne sia valsa la pena ;)
Si, sono una stronza…Inuyasha e Kagome non l’hanno ancora fatto…
Muahahahahah odiatemi :3
Naraku è Naraku. Pazzoide, intelligente, calcolatore…non si ferma davanti a nulla…
Ma se Kikyo è morta…quella che ha incontrato Inuyasha? Chi è?
Missssteriiih :333
Riku è un idiota, i know, ma adoro farvi sclerare. Ed ora entra in gioco anche la madre di Kaggy…difenditrice della coppia, lei xD
Cooomunque! In generale, che ne pensate?
Non penso sia confusionario e, anzi, ho dosato bene ogni azione dei personaggi…credo :3
Beh, non so più che dire.
Aspetto vostre.
Scusate per gli errori!

P.s. il titolo del capitolo non c’entra assolutamente con una delle opere di Andrea Camilleri xD

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