Your destiny can change

di Alysia Moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. CAPITOLO ***
Capitolo 2: *** 2. CAPITOLO ***
Capitolo 3: *** 3. CAPITOLO ***
Capitolo 4: *** 4. CAPITOLO ***
Capitolo 5: *** 5. CAPITOLO ***
Capitolo 6: *** 6. CAPITOLO ***



Capitolo 1
*** 1. CAPITOLO ***


 

1. CAPITOLO

 

 

 

Una leggera brezza mi mosse i capelli, mentre fissavo Ulquiorra che lentamente si voltava per guardarmi. Quando i suoi occhi incontrarono i miei, notai all'istante che trasmettevano una senzazione completamente diversa da quella che mi rivolgevano solitamente. Erano sempre freddi, glaciali, insensibili. Questa volta, invece, ci lessi solo dolore. Dolore che all'istante mi travolse. Le sopracciglia, sempre tenute dritte e inespressive, adesso avevano l'estremità finale che era dolcemente piegata verso il basso. Era chiaramente visibile il suo conflitto interiore. Lui, stava pian piano morendo. Iniziavo a vedere la pelle delle sue braccia, che lentamente si staccava, dissolvendosi in polvere. Non volevo che andasse incontro ad un destino simile, doveva esserci una soluzione. E in effetti c'era. I miei Shun Shun Rikka! - pensai. A quel punto, attivai lo scudo e lo lanciai dritto verso di lui, che arrivato a destinazione, si aprì a cupola, inglobandolo. Forse non era capace di guarire tali ferite, ma dovevo assolutamente provarci. Mi misi a correre per raggiungerlo il più velocemente possibile. Notai con mia grande sorpresa, che spalancò gli occhi per lo stupore. Non se lo aspettava, poi cadde a peso morto sul terreno arido. Arrivata, mi buttai a terra davanti alla cupola, con le ginocchia ad attutire il colpo. Solo quando le sentì bruciare, capì che avevo preso delle belle botte, ma in quel momento non era il problema più importante. Stesi le braccia davanti a me, cercando di rilasciare più forza curativa possibile. Non avevo mai messo tanta forza prima, e non so cosa in quel momento, riuscì a motivarmi in tal modo. Successivamente, Ulquiorra stava lentamente chiudendo le palpebre. Brutto segno. Misi ancora più forza, sperando che funzionasse. A qualche metro da me, sentivo la presenza di Ishida e Kurosaki, che erano rimasti tutto questo tempo immobili e sconcertati, vedendomi in azione così. Dopo un minuto circa, vidi che tutto il corpo della cuarta espada si stava rigenerando. Tutto ciò che si era precedentemente staccato dalle sue braccia, dal suo viso o dalle sue grandi ali e che era rimasto sospeso a mezz'aria nella cupola, ora, si stava lentamente riavvicinando a lui. Con mio grande stupore, notai che i miei poteri erano più forti di quanto pensassi. Sentii dei passi avvicinarsi a me, poi mi voltai e vidi Kurosaki.

-"I tuoi poteri... lo stanno rigenerando?"- disse sconvolto. Probabilmente, come me, pensava che non ce l'avrei fatta, e fino a quel momento mi aveva lasciato fare. Annuii debolmente. Dopo aver sentito quello che aveva da dirmi, mi rigirai verso Ulquiorra, che ormai aveva riaperto gli occhi. Mi rivolse uno sguardo interrogativo, lo sguardo di una persona che in quel momento ha da rivolgerti una marea di domande. Tutto il suo corpo si era interamente rigenerato, quindi ritirai all'istante i miei Shun Shun Rikka, esausta per lo sforzo, ma felice. E' vivo. Ce l'ho fatta! - pensai sorridendo. Era ancora nella sua forma, con le ali e il resto, poi magari, sarebbe tornato com'era prima della battaglia con Kurosaki.

-"C'e l'ho fatta!"- dissi ad alta voce, senza volerlo. Vidi Ulquiorra, che lentamente si tirava su con la schiena, poi mi guardò.

-"Tu... perchè?"- mi disse appena. Non sapevo cosa rispondergli. Non ero sicura del perchè l'avessi fatto. So solo che in quel momento iniziai a sentire una fitta all'altezza del petto, e una voglia matta di piangere. Non volevo, sarei sembrata una stupida, reagendo così per una domanda simile. Ma le lacrime stavano già prendendo il sopravvento, e uscirono a fiumi. Abbassai il capo, imbarazzata. Che stupida! - pensai con cattiveria. Poi, successe tutto così velocemente, che quasi non me ne accorsi. Sentii una mano, che leggera si posava sulla mia spalla. Una mano fredda. Spostai il mio sguardo da terra, alla persona che si trovava d'innanzi a me. Mi guardava. Quel contatto, mi mise addosso, una leggera felicità. Successivamente ritrasse la mano, quasi pensasse di aver fatto qualcosa di male. Non pensavo fosse capace di fare cose di questo genere, e anche lui sembrava piuttosto confuso. Forse, durante il mio tempo di prigionia, quando entrava nella mia stanza per portarmi da mangiare, gli avevo inconsciamente trasmesso qualcosa. Ero così immersa nei miei pensieri, che quasi mi dimenticai dov'ero. Gli sorrisi di rimando, per ringraziarlo del piccolo gesto di umanità che mi aveva concesso. Lui sviò il mio sguardo, sembrava metterlo a disagio, imbarazzarlo. Allora mi girai verso i miei due amici. Ishida aveva un leggero sorriso dipinto sulle sue labbra. Kurosaki aveva la sua solita smorfia di compassione, che mi era sempre piaciuta tanto, solo che in quel momento, mi trasmise stranamente, meno felicità del solito. Fece un passo avanti e parlò.

-"Io, devo assolutamente andare. Non ho ancora finito con le battaglie. Aizen mi aspetta."- disse ad un tratto, cupo. Ulquiorra si alzò, poi gli si rivolse, calmo.

-"Un attimo. Adesso staresti andando da Aizen-sama?"- disse serio. Ichigo annuì. L'espada, esitò un attimo, vidi come una battaglia dentro di lui. E in quel momento, morivo dalla voglia di sapere cosa pensava così intensamente. Poi si decise a rispondere.

-"Allora, ti aiuterò."- disse in quel suo modo così diretto. Cosa?! - pensai, spalancando le palpebre. Non pensavo potesse dire una cosa simile. Si stava ribellando al suo capo. Lo vidi camminare incontro a Kurosaki, poi gli offrì una mano, gesto che mi lasciò ancora più sbalordita.

-"Perchè?"- si limitò a dire.

-"Vi serve aiuto, no?"- gli rispose Ulquiorra. Ma dentro di me, sapevo che non c'era solo quello. L'altro si decise ad annuire deciso e gli strinse la mano, ancora stupito dalla domanda appena udita.

 

-"Ok, siamo alleati, allora."- gli disse il ragazzo dai capelli arancioni, sorridendo. Sorrideva, ma i suoi occhi trasparivano una curiosità immensa. In quel momento decisi che dovevo venire anche io. Se servivano delle cure, sarei potuta essere d'aiuto, dato che avevo finalmente scoperto di avere poteri curativi così forti.

-"Vengo anch'io!"- dissi in tono deciso. Kurosaki mi rispose di rimando.

-"Meglio di no. Non sai quanto sia forte Aizen. Meglio che torni a Karakura insieme agli altri, subito dopo che sarò andato con Ulquiorra a recuperarli."- a quel punto mi stancai di essere sempre considerata una palla al piede.

-"Kurosaki-kun, io voglio venire, voglio aiutarvi! Ho scoperto di avere dei poteri più forti di quel che pensavo prima, devo venire anche io. Dopo che avremo recuperato gli altri, andremo insieme! Aizen è molto più forte di noi? Va bene, staremo da parte, ma io sarò sempre pronta ad aiutare! Siamo compagni no, Kurosaki?"- dissi sorpresa per quello che uscì dalle mie labbra. Kurosaki mi fissò sconvolto, poi tirò un sospiro di sollievo e mi rispose.

-"Hai ragione Inoue, scusami. Allora, per adesso possiamo dividerci. Intanto che io e Ulquiorra andremo a cercare Aizen, tu e Ishida andrete a recuperare Rukia. Poi ci raggiungerete!"- mi si rivolse sorridendo. Grazie, Kurosaki - pensai ricambiando il sorriso. Poi lui e il ragazzo dagli occhi smeraldo partirono a tutta velocità verso l'orizzonte. Era molto strano che Ulquiorra si fosse ribellato al suo capo, al quale affidò anima e corpo. Magari un giorno lo avrei scoperto. Ero comunque felice di essere riuscita a salvare l'espada, e questo mi mise sollievo addosso, perchè voleva dire che anche io servivo a qualcosa. In me sorse ancora la stessa domanda che mi feci mille volte, poco prima. Perchè avevo così tanta voglia di salvarlo? Rispetto a tutte le persone che guarii, con lui era diverso, lo feci d'istinto. In quel momento, ero solo consapevole che prima o poi l'avrei saputo.

 

 

 

 

Angolo autrice:

Hei! Ed eccomi tornata con un'altra Fic. Io ho sempre adorato questo pairing, e quindi ho voluto farci una storia d'amore a più capitoli. Spero che la repentina scelta di Ulquiorra non vi abbia spiazzati troppo, più avanti si giustificherà questo fatto. Un grazie per chi recensirà o anche soltanto leggerà! Non ho nient'altro da aggiungere, e sperando che vi sia piaciuta, vi saluto!

P.S: Dato che sono impegnata anche con un'altra Fic a capitoli (The Our Will), mi scuso se aggiornerò in ritardo!

 

 

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Capitolo 2
*** 2. CAPITOLO ***


 
2. CAPITOLO
 
 
 
 
Quando vidi le loro schiene scomparire, sospirai profondamente e mi girai verso Ishida. Lui mi guardò di rimando, per poi pormi una domanda.
-"C,è qualcosa che non va, Orihime?"- mi chiese, gentile. Sorrisi.
-"No no Ishida-kun. Va tutto bene."- dissi mentendo. Mi sentivo un pò in colpa per non avergli detto la verità, quello che sentivo in quel momento e tutte le domande che continuavo a chiedermi. Ma non ce la facevo proprio a parlargliene. Mi distolsi da quei pensieri, per poi pensare che anche noi avevamo una missione: andare a cercare Rukia e gli altri. La mia espressione passò da malinconica a seria e determinata.
-"Abbiamo anche noi un compito da svolgere. Andiamo?"- gli chiesi. Lui si sorprese un attimo, probabilmente non si aspettava una simile determinazione da parte mia.
-"Ok."- mi disse annuendo. Gli sorrisi, poi partimmo per quelle lande aride e desertiche. Sabbia. In quel luogo non c'era altro che quella. Che posto triste - pensai, agrottando le sopracciglia e scalciando via un sassolino finito sul mio piede. Ad un certo punto, io e Ishida abbassammo obbligatoriamente il capo, per via di un vento che alzava tutti i granellini di sabbia e diventava sempre più forte. Sentii il lungo mantello alle mie spalle, ormai grigiastro e leggermente strappato alle estremità, che si alzava. Per una maggiore protezione, mi coprii gli occhi con l'avambraccio.
 
 
 
***
 
 
Faceva caldo ed era da ore che procedevamo in quel luogo, dove non albergava altro che sabbia e grossi massi isolati. Io e Ishida ci fermammo per la stanchezza. Mi piegai sulle ginocchia, ansimante. Vedevo il mio sudore che lentamente sgocciolava sulla superficie arida, bagnandola e formando dei piccoli cerchiolini scuri. A quel punto mi parve di sentire una voce. E' la voce di Rukia! - pensai, tra me e me. Mi alzai di scatto e mi misi a correre il più velocemente possibile per raggiungerla. Ishida era subito dietro di me. Mi fermai di colpo, non avendo visto l'enorme precipizio che mi si stagliava davanti. Non servì neanche che mi affacciassi per vedere chi avevo davanti. O "cosa". Sussultai alla vista di Yammi, l'espada numero dieci. Era gigantesco, incredibilmente grande. Rukia si trovava stretta all'interno del suo pugno. Si dimenava per cercare di divincolarsi, senza alcun risultato. Poi, alzò l'unico braccio libero che aveva, per sparargli dal palmo della mano un incantesimo di kido. A contatto con il viso dell'espada, ci fu un esplosione, che gli lasciò un grosso livido. Si lamentò per il dolore. E per la rabbia, alzò il grosso braccio dove nella mano era contenuta Rukia.
-"Inoue!"- mi urlò Ishida.
-"Si!"- gli risposi. Scagliai lo scudo nello stesso momento in cui l'energumeno lanciò Kuchiki. Lo scudò inglobò Rukia, ed essendo piuttosto elastico, lei non si ferì per via della velocità in cui viaggiava. Successivamente, lo attirai velocemente verso di me. Arrivatomi davanti, si fermò. Rukia mi guardava sbalordita. Ritirai gli Shun Shun Rikka, per farla uscire. Si girò verso di me per ringraziarmi.
-"Grazie Inoue, ti devo un favore. Non mi aspettavo di trovarvi qui. Ichigo? Gli è successo qualcosa?"- disse preoccupata.
-"No no, Kurosaki sta bene."- la rassicurai, con una leggera smorfia di comprensione. Notai che aveva parecchi tagli.
-"Kuchiki-san, ti servono assolutamente delle cure. Ti aiuto?"- dissi.
-"Non ti preoccupare, sto bene, grazie ancora. Ma dov'è Ichigo, adesso?"- insistette. Io e Ishida ci guardammo. Come avrei fatto a dirgli tutto quello che era successo, in un momento così? Stavo per iniziare a raccontargli tutto, quando dietro di lei si stagliò una grande figura. Spalancai gli occhi.
-"Kuchiki! Attenta!"- gli gridai. Lei si girò. Poi, successe tutto così velocemente che quasi non me ne accorsi. Si sentì un grande tonfo provenire dalla schiena dell'espada. Lui si bloccò sul posto, sputando sangue. Io e gli altri indietregiammo velocemente. Ci cadde davanti, alzando un'enorme nube di polvere. Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai davanti due persone che non mi aspettavo di vedere.
-"Fratello! Zaraki!"- disse sorpresa Rukia. Byakuya Kuchiki e il capitano Zaraki. Probabilmente erano arrivati tramite un garganta.
-"Siamo venuti in aiuto."- disse con la sua solita calma, il capitano dai capelli neri e sciolti.
-"Andatevene, qui ci pensiamo noi!"- continuò Zaraki.
-"Ma...!"- iniziò Rukia.
-"Ci pensiamo noi."- gli rispose suo fratello, ripetendo la frase dell'altro capitano. Infine, Kuchiki si arrese e iniziò a girare i tacchi. Io e Ishida la imitammo. Poi percorremmo l'intera circonferenza del precipizio. In quel preciso istante vidi tra le macerie Chad e Abarai. Erano distesi a terra, e avevano perso i sensi. Devo aiutarli! - pensai disperatamente, mentre ero già a metà strada da loro. Arrivata, mi accovacciai per controllare la gravità delle loro ferite. Stavo per rilasciare i miei Shun Shun Rikka, quando sentì una mano posarsi sulla mia spalla. Mi girai e vidi il capitano Retsu Unohana, della divisione medica, e il suo rispettivo luogotente.
-"Li curiamo noi, non preoccuparti."- disse, anche troppo tranquilla in una situzione simile. A quel punto obiettai.
-"Posso aiutar..."- iniziai, senza finire la frase, perchè lei mi interruppe.
-"Tu vai pure, facciamo noi."- mi si rivolse questa volta, con un inquietante sorriso.
-"V-v-va bene..."- balbettai, prima di scappare a gambe levate. Raggiunsi Ishida e Kuchiki, che si erano fermati a guardare che stessi facendo. Rukia mi guardò con sguardo piuttosto perplesso.
-"Inoue, Ishida mi ha appena spiegato cosa è successo. E, beh... è sconcertante. Non me lo sarei mai aspettata." disse, poi continuò -"Per raggiungere Ichigo e quell'espada, dobbiamo passare quel garganta laggiù. Non sappiamo la posizione esatta in cui si trovano adesso, ma attraversandolo ci porterà almeno via da questo posto." Io annuii, d'accordo con lei. Non c'era più tempo, per cui ci incamminammo verso il portale. Prima di attraversarlo, mi girai un attimo indietro, per vedere che succedeva. I due capitani, stavano ancora cercando di abbattere Yammi, mentre il capitano Unohana con l'aiuto della luogotenente, stavano curando le ferite di Abarai e Chad. Erano coperti di contusioni e altre brutte ferite. Quella visione mi rattristò tantissimo. Resistete ragazzi - pensai con malinconia, ma sicura che prima o poi sarebbero stati bene. Se li avrei visti prima, sarei riuscita ad aiutarli io, con i miei poteri. Ma non importava, a me bastava che le loro ferite passassero. Kuchiki mi riportò con i piedi per terra.
-"Orihime, sei pronta?"-
-"Si, andiamo"-  gli risposi facendole un sorriso, camuffando la tristezza di poco prima. Allora mi rigirai verso il garganta e infine lo attraversai, seguendo a ruota Rukia e Ishida. Arrivo - pensai, preparandomi per quello che tra non molto avrei sicuramente visto.
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Eccomi tornata con il nuovo capitolo, anche se devo ammettere che non mi soddisfa molto. Spero che a voi piaccia comunque e tra non molto Orihime e Ulquiorra si rivedranno! Ringrazio per le recensioni e per chi ha aggiunto la storia tra le seguite, mi rende davvero felice! Cercherò di aggiornare presto, saluti! :)
 
 
 
 
 
 
 
Your MidnightSun
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** 3. CAPITOLO ***


3. CAPITOLO
 
 
 
 
Un fresco venticello mi accarezzò il viso in modo piacevole, e questo stava a indicare che eravamo usciti dal garganta. Mi guardai intorno con aria confusa. C'erano case, negozi e alti edifici che si ergevano in lontananza.  Non pensavo minimamente saremmo arrivati qui. Avevo in mente tutt'altro che questo luogo.
-"Cosa ci facciamo a Karakura?"- domandai ai miei amici.
-"Se il garganta ci ha portati qui, un motivo ci sarà"- disse Ishida.
-"Sicuramente"- aggiunse Kuchiki, seria -"Comunque sia, è meglio che ci muoviamo. Ichigo e l'espada potrebbero essere qui"- continuò. O Aizen potrebbe essere qui - aggiunsi mentalmente. Cosa che non mi faceva piacere. Per niente. Iniziammo ad incamminarci. Le strade erano vuote. E già da un pò mi ero resa conto che non c'era anima viva. Ishida si stava chiedendo la stessa cosa.
-"Sbaglio o qui non c'è nessuno?"-
-"Non sbagli. Stà succedendo qualcosa di strano..." disse Kuchiki intanto che mi camminava davanti. Furono dei reatsu a farmi sobbalzare. Anche Ishida e Rukia li sentirono, perchè si bloccarono sul posto all'unisono. A quel punto, Kuchiki ci disse di seguirla. Corremmo per un pò, fuori dal quartiere, per poi arrivare ad una specie di altopiano isolato. Mi bastò poco per individuare Ulquiorra. Nel vederlo, il mio cuore fece un colpo più forte, per poi prendere a battere velocemente. Sensazione piacevole e angosciante al tempo stesso. Era ancora nella sua forma di prima. Il fatto di non vederlo ancora ferito, mi mise sollievo. Vicino a lui si trovava Kurosaki, che a primo impatto avevo scambiato per uno sconosciuto. Sembrava parecchio cambiato, dall'ultima volta che l'avevo visto. I capelli si erano allungati quasi fino a coprire gli occhi, era più alto e dimostrava qualche anno in più. Cosa gli è successo? - pensai, agrottando la fronte. Seguii la catena nera che gli partiva dalla spalla e gli arrivava fino al polso per poi incontrarsi con la zampakuto. La zampakuto. Ecco cosa mi riportò alla realtà. Era abbassata, ma puntata verso l'entità che non avevo ancora esaminato. Aizen, con una lunga tunica bianca, si stanziava davanti a loro, minaccioso. Sembrava stessero parlando. Mi avvicinai per sentire meglio, quando una mano mi afferrò il polso.
-"No, non muoverti. Siamo abbastanza lontani da loro, ma non sono del tutto sicura  che Aizen non si sia accorto di noi..."- disse Rukia. Una folata di vento alle nostre spalle, che bastò per confermare il suo dubbio.
-"Kuchiki, in effetti, non ti sbagli"- disse Aizen con un sorriso. A quel punto pensai che ormai era finita, ma mi ritrovai davanti Kurosaki che con mia grande sorpresa lo scaraventò via. Rukia aprì la bocca per parlargli.
-"Ichigo! Ma che..."-
-"Ne parliamo dopo Rukia, adesso sono impegnato"- la interruppe lui. Lei esitò, ma poi lasciò stare. Vicino a lui, si materializzò Ulquiorra, di spalle.
-"Credo che fareste meglio ad allontanarvi"- disse con il suo solito tono monotono. Girò poco la testa per guardarmi con la coda dell'occhio. Abbassai il capo, in preda all'imbarazzo. Era davvero possibile che iniziava a preoccuparsi per me? Sfrecciarono via. Io, Ishida e Kuchiki, ci spostammo su una duna. Ulquiorra e Kurosaki si alternavano il lavoro, quando ad un certo punto quest'ultimo annunciò che stava per fare un certo "Getsuga Tensho finale". L'espada si allontanò per fargli fare. Da Kurosaki si librò una grossa nube nera, che sfumata, lasciò intravedere il suo cambiamento. Aveva i capelli lunghi e neri, e dalla bocca in giù aveva delle fasciature. Fece un movimento verticale con la zampakuto, e cinque secondi dopo, Aizen era a terra ansimante. Ormai era finita. Dopo alcune sue sfuriate inutili, arrivò Urahara che lo imprigionò in quello che sembrava un sigillo. Io e gli altri arrivammo sul posto. Nè Kurosaki nè Ulquiorra avevano subito brutte ferite, per cui non ci misi molto a curarle. Stavo curando delle contusioni sul braccio dell'espada, quando Rukia, che stava parlando con Ichigo, ansimò preoccupata. Mi girai e lo vidi disteso a terra, urlante per un suo probabile dolore.
-"Ichigo?! Ichigo, mi senti?!"- cercò di richiamarlo Kuchiki.
 
 
 
 
***
 
 
Avevamo accompagnato a casa sua Kurosaki, dopo che perse i sensi. Aspettammo lì con lui, ma non si svegliò.  Ulquiorra era tornato alla sua forma originale, quindi era costretto a mettere dei vestiti trovati nell'armadio di Ichigo. Eravamo ancora nella sua stanza quando si fece buio. Sbadigliai.
-"Non sei costretta a stare qui Inoue. Vai pure a casa se vuoi"- disse Rukia accennando un sorriso -"Rimango io"-.
-"Grazie Kuchiki-san"- dissi ricambiando il sorriso. Uscì dalla stanza richiudendo dolcemente la porta. Mentre percorsi piano le scale, pensai al fatto che Ulquiorra era di sotto con Urahara, e non sapeva ancora dove andare.
-"Se vuoi ho una stanza per gli ospiti"- disse Urahara rivolto all'ormai ex espada. Volevo offrirmi io per ospitarlo, ma non ne avevo il coraggio.
-"Non è un problema. Cercherò in giro."- disse Ulquiorra calmo. In giro? Adesso? - pensai. Lo vidi uscire dalla porta d'ingresso. Lo seguii.
-"Come? Vorresti cercare adesso?"- gli dissi raggiungendolo. Lui si girò, leggermente perplesso. Forse non si aspettava che lo seguissi.
-"Ehm... Cioè, mi dispiace pensare che non hai un alloggio. S-se vuoi... Ho una stanza in più"- gli dissi, leggermente in difficoltà. La sua risposta mi fece mancare un battito.
-"Accetto"- Accetta? - pensai in preda al panico. Mi aspettavo un "no" come risposta.
-"Ah, o-ok... Beh, allora seguimi, casa mia è da questa parte"- dissi facendo segno con la mano. Mentre camminavamo, sentivo i suoi passi leggeri e composti dietro di me. Dopo pochi minuti, arrivammo. Aprii la porta e lo feci entrare. Per tutto questo tempo, non disse una parola. Gli mostrai la stanza dove doveva dormire.
-"Ecco...Questa è la stanza"- dissi, senza guardarlo negli occhi. Non rispose, entrò e si guardò intorno. Stavo per chiudergli la porta, quando finalmente disse qualcosa.
-"Sei strana, sai?"- la sua affermazione mi colpì.
-"Cosa intendi?"-
-"Non sono riuscito a capire perchè per tutto il tempo, evitavi di guardarmi e parlavi in modo particolare"- mi disse, accigliando leggermente le sopracciglia. Il sangue iniziò a inondarmi le guance. Si avvicinò a me, facendomi battere ancora più forte il cuore.
-"Esattamente questo intendevo"- disse mentre alzò la mano. Esitò un secondo, poi mi sfiorò la guancia con il dorso delle dita. Rabbrividì al contatto, perchè la sua pelle era gelida. Era come se volesse sentire quanto le mie guancie erano bollenti. Era curiosità. Alzai lo sguardo e lo guardai dritto negli occhi. Lui ritrasse la mano, sembrava... in imbarazzo. Si susseguì il silenzio, quindi decisi di andare. Salutai con un sorriso accennato e chiusi la porta. Corsi in camera mia, mi infilai il pigiama e mi buttai nel letto. Provai a dormire, senza alcun risultato. Era notevole come Ulquiorra fosse cambiato in così poco tempo. Anche se, noi due eravamo ancora come due opposti. E gli opposti si attraggono.
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Sono tornata! Non ho più avuto tempo per scrivere, mi scuso! In questo capitolo, avrete notato che la battaglia con Aizen è un pò cortina e scarsa di dettagli. Ma l'ho fatto apposta, perchè non  è una cosa importante in questa storia. Finalmente Ulquiorra e Orihime si sono incontrati eh? Spero che vi sia piaciuto. Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto, grazie in anticipo! :)
 
 
 
 
Your MidnightSun
 

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Capitolo 4
*** 4. CAPITOLO ***


 
 4. CAPITOLO
 
 
 
 
Camminavo lentamente, per capire dove mi trovavo. Girai il capo prima a sinistra e poi a destra. Le finestre illuminavano quel luogo sconosciuto di una piacevole luce mattutina. Guardai a terra. Il pavimento era in legno. Un comò con appoggiata sopra una cornice con all'interno la foto di mio fratello, era stanziato accanto ad una parete. Ero a casa mia, in salotto. Ma cosa ci facevo lì, di punto in bianco? Ero per caso in un sogno? Senza nemmeno pensarci, le mie gambe iniziarono a muoversi più velocemente e mi portarono davanti alla stanza che tenevo per eventuali situazioni. La mia mano trovò il pomello della porta e la aprì. Ulquiorra era disteso sul letto, e pareva dormisse. In meno di un secondo mi trovai davanti a lui, il mio corpo proteso verso il basso. E proprio nel momento in cui le mie labbra sfiorarono le sue, mi svegliai di soprassalto.
 
 
 
Spalancai gli occhi, incredula del sogno che avevo appena fatto. Uno di quelli in cui non decidi tu cosa fare. Ma questo cosa voleva significare? Mi sfiorai le guance, e le sentii avvampare a contatto con le mie dita. Ero arrossita. Rimasi nel letto ancora una decina di minuti, poi mi girai verso la sveglia e vidi che erano le 11.15 di mattina. Era tardi, di solito non mi alzavo mai a quell'ora. Spinsi via le coperte, mi alzai e andai ad aprire la finestra. Una bellissima giornata mi diede il buongiorno. Il sole mi scaldava le braccia scoperte e il viso, dovetti strizzare gli occhi per vedere meglio fuori. Andai in bagno a lavarmi, poi tornai in camera mia per vestirmi. Tutto questo senza ricordarmi che non ero in casa da sola. Allora raggiunsi la stanza di Ulquiorra, per sapere se aveva bisogno di qualcosa. Bussai timidamente. Nessuna risposta. Aprii e vidi che non c'era nessuno. Il letto era ancora fatto. Che avesse dormito sopra le coperte? Probabilmente era uscito, anche perchè le chiavi erano nella serratura. Approfittai della situazione per andare a casa di Kurosaki, per controllare che stesse bene. Uscii dalla mia abitazione, e presi la strada che portava alla sua. Intanto che camminavo, mi guardavo intorno, per vedere se trovavo Ulquiorra. Niente. Da un lato ero felice di non vederlo in quel momento, che ero ancora scossa dal sogno. Ma dall'altro ero anche un pò preoccupata. Le mie guance sarebbero arrossite di più, se avessi intrattenuto una corvesazione con lui. Conversazione si fa per dire, in realtà. Ero così presa dai miei pensieri, che non mi accorsi che avevo appena passato casa Kurosaki. Tornai indietro di fretta, ridacchiando per la mia sbadataggine. Suonai il campanello, e ad accogliermi ci fu Kuchiki. Vestita con una maglietta e dei pantaloncini che non riconoscevo suoi. Gli occhi cerchiati di nero. L'aria distrutta. Era rimasta tutta la notte da Kurosaki? Questo mi provocò un tuffo allo stomaco, non tanto di gelosia, ma di preoccupazione. Stava a dire una cosa sola: Kurosaki non stava bene. Iniziai a mordermi l'interno del labbro.
-"Hey, Inoue"- mi disse sorridendo -"Sei qui per Ichigo?"-
-"Si, volevo accertarmi che stesse bene"- dissi. A queste parole il suo sorriso si spense. Brutto segno, bruttissimo segno. Mi fece cenno di entrare. All'interno trovai le sorelline di Kurosaki. Non sembravano felici. Le salutai. Arrivate davanti alla sua stanza, Kuchiki aprì la porta. Ichigo era sdraiato sul suo letto. Non capivo bene. Stavo per domandare a Rukia, quando lei mi anticipò.
-"E' da ieri che non si sveglia, ho provato anche a scuoterlo un pò, ma niente... Urahara è venuto qui mezz'ora fa. Dice che è normale che sia in questa condizione adesso, ci vorrà un pò di tempo prima che si svegli."- mi avvisa.
-"Mi... mi dispiace..."- mormorai, realmente dispiaciuta. Kuchiki mi fece un sorriso amaro, e successivamente mi accompagnò fuori.
-"A presto Inoue. Mi raccomando, stai tranquilla... E' solo una cosa passeggera."- disse. Io le risposi con un cenno del capo, e me ne andai. Mentre camminavo, pensavo all'aria triste che la accompagnava. Certo, stavamo tutti male per Kurosaki, ma in lei c'era qualcosa di diverso. - Che ci sia qualcosa tra loro due?. In effetti l'avevo sempre pensato. Alzai lo sguardo, e vidi che senza rendermene conto, ero entrata in un parchetto. Il sole era alto nel cielo. Un momento di relax non mi avrebbe certo fatto male. Trovai una panchina vuota e mi sedetti. Mentre riflettevo, abbassai le palpebre. Passarono una decina di minuti, quando Ulquiorra entrò nel mio campo visivo. Il mio cuore prese a galoppare, e mi mancò il respiro. Era davanti a me.
-"Ehm, ciao... Ti sei svegliato presto stamattina..."- fu quello che riuscì a dire. Lui mi guardò come al solito, quasi con sguardo assente. Le mie guance iniziarono a imporporarsi di rosso, quando finalmente parlò.
-"Lo so. Volevo uscire per guardarmi attorno."- disse mentre si sedeva accanto a me. Il cuore prese a battere più velocemente. Le mani iniziarono a tremare. Speravo che non se ne accorgesse. Lui distolse lo sguardo da me, e io ne approfittai per guardarlo meglio. Aveva dei jeans attillati, scarpe sportive, una maglia nera e una giacca scura, le cui maniche arrivavano fino al gomito. Erano tutti vestiti di Kurosaki. Il pensiero mi fece scappare un risolino. Lui si girò di nuovo verso di me, con uno sguardo nuovo, perplesso.
-"Cos'è che ti fa tanto ridere?"-
-"Niente... Non è importante"- gli risposi, ancora con il sorriso sul volto. Ma lui insistette.
-"Dimmi..."- esitò, in cerca di parole -"Sono curioso di sapere cosa pensi..."- finì. - Eh?. La mia mente ripescò dal nulla il sogno che avevo fatto. Le mani, che avevano smesso di tremare da un pò, riniziarono peggio di prima.
-"Sei curioso di sapere che penso?"- iniziai -"Perchè?"- cercai di rimanere lucida mentre scandivo piano le parole. Lui sembrò pensarci su.
-"Voi umani iniziate a interessarmi sempre di più... Vorrei capire meglio come funziona la vostra testa."- disse, mentre mi fissava negli occhi con i suoi che erano di un verde così profondo. Così innaturale e bello. Mi girai dall'altra parte, imbarazzata.
-"Vorrei anche capire perchè quando ti parlo, tu reagisci così."- disse mentre io ero ancora girata.
-"Sinceramente non lo so neanche io..."- mormorai senza rendermene conto. Ormai il danno era fatto, dovevo stare zitta. Senza preavviso, sentii la sua mano prendermi il mento e girarmi la testa verso di lui. Iniziò a guardarmi negli occhi, come prima. Insieme alle mani, si aggiunsero pure le gambe a tremare.
-"Perchè non mi guardi quando ti parlo? Perchè reagisci sempre così?"- mormorò. Non ce la facevo a trattenere il suo sguardo. E non ce la facevo a rispondergli. Perchè sapevo già cosa dirgli, ormai. Il mio cuore che minacciava continuamente di uscirmi dal petto ogni volta che lui mi guardava. Le mani che tremavano e sudavano. Le guance rosse. Finalmente, arrivai alla soluzione di tutto ciò. Io lo amavo. Mi alzai di scatto dalla panchina, non trattenendomi più. Mi misi a correre il più veloce possibile per allontanarmi da lui. Ma perchè? Credevo forse che uno come lui non mi avrebbe mai potuto amare? No, ero sempre stata convinta che in lui ci fosse un cuore e dei sentimenti. Come in tutti, d'altronde. Ma allora perchè ero scappata via così? Uscii dal parchetto, ancora in piena corsa, e quasi una macchina non mi investì mentre passavo in mezzo alla strada. Il labbro inferiore iniziò a tremarmi, e le lacrime minacciavano di uscirmi dagli occhi. Corsi parecchio, quasi come per sfogarmi. Mi ero allontanata molto. Trovai un vicoletto vuoto, mi guardai in giro, per accertarmi che nessuno mi vedesse. Ci entrai e mi accasciai contro il muro, in un angolino, mentre la mia schiena ci grattava contro e le mie gambe tremavano ancora. In quel momento, permisi alle lacrime di rigarmi le guance. Alcune mi sfiorarono le labbra, salate. Non potevo più reagire così davanti a lui, dovevo sembrare più forte. Dovevo essere più forte.
-"Stupida, stupida, stupida..."- pensai ad alta voce, mentre mi asciugavo le guance. Sentii dei passi strascicati.
-"Con chi ce l'hai, tesoro?"- gracchiò una voce. Una voce cattiva e altalenante. Solo allora capii che non dovevo avventurarmi in un luogo simile da sola. Rimpiansi di essermi allontanata da Ulquiorra. Mi girai verso la voce. Un uomo sulla quarantina con in mano una bottiglia, probabilmente ubriaco fradicio, mi guardava con sguardo troppo bramoso. Iniziai ad avere paura. Però non rimasi seduta, mi alzai, e con passo deciso inizia ad andarmene. Nel momento in cui lui mi afferrò il polso, fino a farmi male, capii che forse era meglio correre. Dovevo o no, fare la coraggiosa? Si, dovevo.
-"Lasciami andare."- gli ordinai. Abbandonò il suo sorrisino, per lasciare spazio ad una smorfia di irritazione.
-"Anche ostinata, la ragazzina, vedo!"- mi alitò addosso. Mi venì quasi la nausea. A quel punto non sapevo se era meglio lasciare stare tutto, e aspettare la mia sorte, o cambiare un pò atteggiamento. Certo che dovevo farlo, in una situazione simile.
-"Se ci tieni alla faccia, hai due secondi esatti per lasciarmi andare."- gli dissi minacciosa. Lui ridacchiò.
-"Ma sentila! Sembravi così impaurita prima, che è successo, eh?!"- strinse di più la stretta intorno al mio polso. La verità era che avevo ancora paura, ma dovevo combatterla. Caricai il braccio all'indietro e stavo per colpirlo, quando una mano mi bloccò. Girai la testa quel poco che bastava per vedere Ulquiorra, e la sua espressione omicida. Mi spinse via, e sostituì il mio posto. Bastò un calcio dritto sulla mascella per atterrare l'uomo. In quel momento, avrei giurato di sentire uno scricchiolio d'ossa. Guardai il mio aggressore steso a terra, poi mi girai verso Ulquiorra. Lo dovevo ringraziare. Mi aveva salvato la vita.
-"Grazie... Ulquiorra-kun"- bisbigliai, ancora ansimante per la paura. Non mi ero resa conto di aver detto il suo nome. Lui spalancò gli occhi, poi si rilassò.
-"Vieni con me." disse. Mi prese per un braccio e ci spostammo di un pò di metri. Lontano da quella persona. Mi lasciò andare, mentre io appoggiavo la schiena contro il muro. Restammo in un silenzio imbarazzante, quando si decise lui a parlare per primo.
-"Non...non devi ringraziarmi. Ero in debito con te."- disse, mentre per la prima volta mi scrutava dall'alto in basso. Con occhi diversi.
-"Non dovevi sentirti in debito con me. A Las Noches ti ho salvato perchè volevo io, non per fare un favore a te"- mormorai. Sembrava una frase da egoista. Lui inarcò un sopracciglio.
-"Mi hai salvato di tua spontanea volontà. Perchè?"- disse tranquillo.
-"P-perchè, io... non volevo che tu morissi, mi dispiaceva..."- balbettai.
-"Non sono umano, ma non sono certo stupido. Dimmi quello che pensi davvero."- disse. Deglutii a fatica. Arrossii moltissimo, abbassai il capo, mentre il mio cuore martellava impazzito. Dovevo dirglielo. Ma cosa sarebbe successo? Tra non molto l'avrei scoperto. Cercai di calmarmi, inspirando ed espirando profondamente, poi scandii piano le parole.
-"Tu...mi piaci"- buttai giù. Tenevo ancora lo sguardo per terra, avevo paura di vedere che espressione c'era sul suo volto. Non sentii risposta. Aveva capito? Forse era meglio un esempio pratico. Immagazzinai tutto il coraggio possibile. Mi staccai dal muro, e velocemente appoggiai le mie labbra sulle sue. Sentii i suoi muscoli irrigidirsi. Poi mi allontanai, imbarazzatissima.
-"Ecco, era questo che intendevo." mormorai all'asfalto. Passò un lunghissimo minuto. Che riflettesse? Sentii le sue mani che si posavano sulle mie spalle. Un brivido mi percorse. Mi sembrava di essere tornata a Las Noches, quando fece la stessa cosa. Poi mi costrinsi a guardarlo, mentre lui faceva lo stesso. Con mia grande sorpresa, si chinò lentamente su di me. Premette le sue labbra sulle mie, mentre mi cinse le spalle, con dolcezza. Io gli circondai il collo con le braccia. Restammo così per un pò di minuti, mentre un venticello fresco mi sparpagliava i lunghi capelli. Conobbi così, una parte di lui che non conoscevo. Forse gliel'avevo trasmessa io. Quindi anche lui aveva iniziato a provare qualcosa per me? Decisi che era così.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ce l'ho fatta finalmente! Il quarto capitolo è stato completato. Premetto che ho fatto piuttosto fatica a scriverlo: è un capitolo importante! Ringrazio per le recensioni ricevute, mi fanno molto piacere, e mi motivano a continuare la fic. Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia a seguite e ecc... Che succederà tra i nostri protagonisti? Chissà. Cercherò di introdurre meglio gli altri personaggi la prossima volta. Grazie ancora, e al prossimo capitolo! :)
 
 
 
 
 
 
 
Alysia Moon (Precedentemente,Your MidnightSun)
 
 
 

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Capitolo 5
*** 5. CAPITOLO ***


 
Hey! Sono tornata con un nuovo capitolo! Non aggiorno da molto perchè avevo lasciato la storia in sospeso. Chiedo umilmente scusa ma pensavo non piacesse. Ogni tanto vedo che ci sono persone che aggiungono la storia tra le "seguite", quindi ho avuto intenzione di continuarla. Non ho altro da aggiungere, vi lascio al testo :)
Adesso la storia ha ufficialmente riaperto i battenti ;)
Ricordo che Ulquiorra ogni tanto potrebbe risultare OOC.
 
Alysia Moon
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5. CAPITOLO
 
 
 
Erano passati giorni dal nostro primo bacio. Alla fine di quell'affettuoso gesto che Ulquiorra mi aveva concesso, eravamo tornati a casa mia e ognuno aveva raggiunto la propria camera. Tutto questo era stato fatto in totale silenzio. Forse per l'imbarazzo? Mio di sicuro. La mattina mi svegliavo, e il mio primo pensiero era sempre lui. Raggiungevo la sua stanza, ancora in pigiama e con i capelli che erano un disastro, ed esitavo a bussare alla sua porta. Il mio pugno si fermava sempre ad un centimetro dal legno lavorato, quindi, me ne andavo a fare colazione con rassegnazione. Ogni volta, in cucina, preparavo la tavola per due, ma lui non mangiava nulla. Forse gli Arrancar non ne avevano bisogno. Mentre ingurgitavo rumorosamente, lo vedevo sempre passarmi davanti velocemente, senza degnarmi di uno sguardo. Apriva la porta d'ingresso, e se ne andava senza dire nulla, lasciandomi da sola in cucina con il tintinnio del mazzo di chiavi in sottofondo il quale penzolava attaccato alla serratura. Sospiravo, e mi chiedevo cosa andasse a fare tutti i santi giorni. Ero profondamente triste del fatto che non ci parlavamo più. Era come se fossi da sola. Allora un giorno, dopo aver trovato un volantino pubblicitario nella mia casseta della posta, andai da lui, con il sorriso stampato in faccia.
 
-"Ulquiorra-kun?"- sussurrai, da dietro la porta della stanza in cui dormiva.
 
Come al solito, nessuna risposta. Mi morsi l'interno della guancia, prima di girare il pomello.
 
-"Mh, scusa se ti disturbo... volevo chiederti una cosa."- dissi, esitando nel momento in cui i miei occhi incontrarono i suoi, di un bellissimo verde smeraldo. Ovviamente arrossì.
 
Lui mi guardò, con una nota di sorpresa. -"Dimmi."-
 
Entrai nella stanza, incespicando nei miei piedi. Non dovetti sorreggermi al pomello della porta, perchè lui si alzò dal letto su cui era seduto composto, per prendermi prima che cadessi a terra come un sacco di patate. Il suo braccio destro passò gelido sulle mie scapole per sorreggermi da sotto, mentre la mano sinistra si era posata stranamente su un mio polso. Non ce n'era bisogno, in realtà. I nostri visi erano vicini al punto che io mi dovetti rialzare, per via delle mie gote bordò. Lui non sembrava turbato.
 
-"G-grazie. Comunque, v-volevo dirti che ho trovato un volantino su cui c'è scritto che ha aperto un nuovo Luna Park, qui in zona. T-ti andrebbe di andarci, stasera?"- gli chiesi, balbettando. -"Insomma... per fare qualcosa di diverso."-
 
Ulquiorra non rispose subito, sembrò soppesare la mia richiesta. Dopo un minuto buono, in cui intanto il mio disagio cresceva a dismisura, si decise a parlare. -"Cos'è un Luna Park? Non ne ho mai sentito parlare."-
 
Io rimasi spiazzata, un pò per la domanda, che non mi aspettavo, e un pò perchè mi ero scordata che lui non conosceva i luoghi frequentati dalle persone.
 
Sorrisi lievemente. -"E' un luogo dove gli umani amano andare. Ci sono bancarelle, giostre, ruote panoramiche. Da bambina ci andavo spesso."-
 
L'ex Espada rimase immobile, mentre mi scrutava dalla testa ai piedi. Mi metteva in imbarazzo, quando faceva così. -"E lì ce ne sono molti della tua specie?"-
 
-"Beh, si... perchè?"- chiesi, inarcando un sopracciglio.
 
-"No, nulla."- concluse poi.
 
In seguito, mi congedai, ancora perplessa. Come mai mi aveva fatto quella domanda?
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
La sera arrivò presto. Camminavo tranquilla sotto un cielo tempestato di stelle, mentre tenevo la busta della spesa tra le dita della mano destra. L'aria iniziava a farsi fredda, così accellerai il passo e raggiunsi in poco tempo il mio appartamento. Entrai e passai in cucina per posare la busta sul tavolo. Dovevo ancora farmi la doccia e prepararmi, quindi sfrecciai verso il bagno e chiusi a chiave la porta con due mandate. Mi resi conto che c'era umidità, poi mi venne in mente che avevo detto ad Ulquiorra di utilizzare il mio bagno quando voleva. A quel pensiero, arrossii violentemente e mi coprii il viso con entrambe le mani.
 
Quando ebbi finito di lavarmi, mi infilai il mio accappatoio morbido, e andai in camera per decidere cosa mettermi. Aprii il guardaroba, e infine optai per una gonna lunga rosa chiaro, una maglia attillata con sopra una giacchetta di jeans scura e delle comode ballerine. Dopo averli asciugati, mi pettinai i capelli, che tenni lungo la schiena. Infine, mi appuntai sulle tempie i miei insostituibili fermagli, che toglievo solo durante la doccia. Rimasi immobile in mezzo alla stanza, chiedendomi cosa dovevo fare ancora. Avevo finito di prepararmi, quindi dovevo andare a chiamare Ulquiorra. Presi un bel respiro a pieni polmoni per calmarmi, poi mi incamminai verso la porta della mia camera, che era chiusa. Quando la aprii, quasi mi cadde la borsa per lo spavento. Ulquiorra aveva appena richiuso la porta della sua stanza e mi guardava con perplessità. Io mi sistemai meglio l'appiglio della borsa sulla spalla, mentre sorridevo come un'ebete, per via del profondo imbarazzo che stavo provando. Ormai situazioni di quel genere erano diventate normali tra noi.
 
-"V-vedo che sei già pronto!"- dissi, forse un po' troppo ad alta voce. Indossava degli indumenti che gli avevo comprato io. Un maglione leggero blu scuro, che a contrasto con la sua pelle risaltava ancora di più, e un paio di jeans attillati.
 
-"Già."- rispose lui. -"E anche tu, vedo. Stai bene così."-
 
Sgranai gli occhi come non avevo mai fatto prima, mentre le mie gote s'inondarono di sangue. -"Eh?!"- fu il suono stridulo che uscì dalla mia bocca. -"Ehm, v-volevo dire... grazie, anche tu..."- cercai di ricompormi.
 
In quel momento avrei voluto soltanto scomparire. Ero felice che mi avesse detto che stavo bene vestita in quel modo, ma ero imbarazzatissima. Anche perchè non mi aspettavo una affermazione simile uscire dalle sue labbra. Allora stava davvero cambiando?
 
-"Andiamo?"- chiesi, senza guardarlo negli occhi. Notai un movimento provenire dalla sua testa, probabilmente stava annuendo. Iniziammo quindi ad incamminarci, mentre sul mio viso si allargava un sorriso. Quel complimento mi aveva fatto capire che lui non era più come prima.
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
Quando arrivammo al Luna Park, sentii la malinconia che piano mi invadeva. Era da anni che non ci andavo. Tutti quei vivaci colori fosforescenti, odore di caramelle e di zucchero filato, bambini che ridevano e scorrazzavano ovunque. Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo.
 
-"Bene, ora che siamo qui, cosa ti andrebbe di fare?"- chiesi ad Ulquiorra, sorridente.
 
-"Decidi tu."-
 
A quella risposta, non riuscii a trattenere una genuina risata. Mi aspettavo una risposta simile. -"Va bene! Andiamo per di qui, allora!"- esclamai, afferrandogli la mano e strascinandolo in mezzo alle tante persone che si trovavano lì. Mi girai quel poco che bastava per studiare la sua espressione. Aveva gli occhi spalancati, non si aspettava quel gesto da parte mia. Risi ancora più forte. Poi mi bloccai di colpo davanti ad una bancarella dove facevano il classico tiro degli anelli. A quel punto chiesi ad Ulquiorra di provare, e lui accettò. Riuscì a sbalordire sia me, sia la donna che gestiva il gioco, centrando con gli anelli tutte e tre le bottiglie in pochi secondi. Poi la proprietaria consegnò direttamente a me il premio, che era un orso di peluche enorme, dicendo a il mio accompagnatore che aveva una ragazza davvero carina. Io arrossii come non mai, coprendomi il viso con il peluche, mentre Ulquiorra riferiva alla donna che tra me e lui non c'era nulla. Da sotto il morbido oggetto, rimasi delusa. Girammo vari stand e le mie mani erano sempre più piene di sacchetti di dolci e premi vari grazie ad Ulquiorra. Mentre passeggiavamo tranquilli per le vie contorniate da colorate bancarelle, mi ricordai della ruota panoramica, che imponente sovrastava tutto il Luna Park.
 
-"Ulquiorra-kun, andiamo sulla ruota panoramica!"- esclamai, mentre mi ficcavo in bocca una caramella alla ciliegia e lo riprendevo per mano. Chissà se gli dava fastidio. Beh, non mi aveva ancora detto nulla a riguardo, per cui mi permettevo di prendergliela quando mi pareva. Immaginavo già l'imbarazzo che si sarebbe creato se me l'avesse fatto notare. Mi misi in fila, trascinandolo con me. Ad un certo punto, notai che davanti a noi si trovavano due persone conosciute.
 
-"Kuchiki! Kurosaki!"- esclamai sorridente. -"Anche voi qui?"-
 
Non mi aspettavo di vedere Kuorsaki fuori da casa sua già da quella sera. Quel giorno ero andata a fargli visita come al solito, e avevo scoperto che si era risvegliato. Avevo provato un grande sollievo, ero molto dispiaciuta per la sua situazione. I capelli gli si erano accorciati da soli, avevo saputo. Kuchiki accennò un sorriso.
 
-"Orihime! Non mi aspettavo di vederti qui."- esclamò lei, mentre il suo sguardo correva da me a Ulquiorra. Probabilmente non si era ancora abituata a vederlo in giro, dopo i spiacevoli episodi a Las Noches.
 
Kurosaki mi salutò di rimando. -"Hey, Inoue". Guardò Ulquiorra ed esitò un secondo, poi lo salutò. -"Yo."
 
Si era creato silenzio, quindi mi decisi a romperlo. -"Stai meglio, Kurosaki-kun?"- gli chiesi.
 
-"Si, grazie, molto meglio."- rispose. Mi chiedevo del perchè loro due si trovassero da soli in un luogo come quello. Forse avevano un appuntamento? Oppure Rukia lo aveva semplicemente accompagnato fuori dopo tempo? Non ne sapevo la ragione, ma il mio intuito suggeriva che la prima opzione era quella giusta. Arrivò il nostro turno e io mi accomodai per prima sulla postazione mobile. Quando Ulquiorra si mise accanto a me, il suo braccio sfiorò involontariamente il mio; il mio cuore prese a galoppare, ovviamente. Abbassarono l'asta metallica e la ruota partì. Guardai meravigliata tutte le luci del Luna Park, che viste dall'alto sembravano tante stelle vicine. All'orizzonte una moltitudine di palazzi si ergeva nell'oscurità della notte. Man mano che si saliva, il freddo aumentava notevolmente. Ulquiorra se ne rese conto, perchè io rabbrividii, ed ero praticamente addosso a lui. Fece quindi una cosa che mi sorprese nuovamente: passò il braccio intorno alle mie spalle e mi strinse a sè, cercando di scaldarmi quanto poteva. Io di rimando spalancai bocca e occhi. Girai il capo verso di lui, e trasalii quando vidi che il mio viso era vicinissimo al suo. Mi scostai in tutta fretta, avvampando poi in viso, ma lui mi attirò nuovamente a sè e catturò le mie labbra in un bacio prima che il mio imbarazzo potesse dividerci ancora. Rimasi completamente immobile, non sapendo esattamente cosa fare. Non era il primo bacio che ci scambiavamo, ma per me era ancora una novità. Con grande fatica provai a rilassare i muscoli e ad abbandonarmi alle sue labbra gelide, lasciando che facesse lui. Proprio nel momento in cui cercai di ricambiare, lui si scostò piano dal mio viso.
 
-"I-io pensavo c-che-"- provai a parlare, a corto di fiato, ma lui mi interruppe.
 
-"Non è come pensi."- mormorò, ancora vicinissimo a me.
 
-"D-davvero?"-
 
-"Probabilmente è per via di tutto il tempo che ho passato con voi umani e adesso sto iniziando a provare sensazioni che non avevo mai sentito prima d'ora. Qualcosa di più... positivo."-
 
I miei occhi si addolcirono e la mia bocca si piegò in una smorfia compassionevole. -"Si, forse."-
 
Poi fu io che mi riavvicinai a lui. Lo baciai e lui ricambiò subito, al mio contrario. Le mie dita scivolarono sul suo viso, mentre una sua mano si insinuava tra i miei capelli. All'inizio era soltanto uno sfiorarsi timido di labbra, fino a che non iniziò a baciarmi con più trasporto. Sorpresa aprii gli occhi, poi mi lasciai andare, facendo lo stesso. Notai che a differenza delle labbra, all'interno la sua bocca era più calda. Diversi minuti dopo, mi allontanai per riprendere fiato. Lui non sembrava nel mio stato. Lo fissai in quei suoi occhi stupendi, prima di sussurrare parole che non avrei mai pensato di dire con tanta facilità: -"Penso di amarti."-
 
Ulquiorra fece una cosa che non aveva mai fatto prima. Gli angoli della sua bocca si curvarono leggermente verso l'alto, poi mi cinse le spalle. Io mi rannicchiai contro di lui appoggiando il viso sul suo petto, mentre felicissima ripensavo a quello che mi aveva appena concesso di vedere. Ero probabilmente la prima persona che lo aveva visto sorridere nella sua intera esistenza. Chiusi gli occhi in balia della piacevole brezza notturna che mi accarezzava il viso e spostava le mie ciocche di capelli all'indietro. Ulquiorra prese a sfregarmi il braccio, scatenando in me un un'ulteriore sincero sorriso. -"Lo penso anch'io."-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
 
Ok, fine mielosissima, ma spero vi sia piaciuta. Fatemi sapere pure cosa ne pensate del capitolo, alla prossima! :)
 
 
 
 
Alysia Moon

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Capitolo 6
*** 6. CAPITOLO ***


Salve gente! :)
Ed ecco che Alysia Moon rientra nel mondo di EFP dopo troppo, troppo tempo, e per questo non posso che scusarmi, ma avevo lasciato tutte le fanfiction da parte, causa assenza di tempo libero e ispirazione (si, soprattutto ispirazione).
Beh, che dire, ho deciso di continuare "Your destiny can change", non ci crede nemmeno la sottoscritta! *acclamazioni in sottofondo*
E' da tempo che non seguo Bleach in quanto purtroppo ho perso interesse nel leggerlo più o meno dalla saga dei Fullbring in poi, ma per pura curiosità mi sono vista velocemente il capitolo finale del manga e... si, diciamo che mi ha fatto venire voglia di continuare a scrivere di Ulquiorra e Orihime, che tutt'ora adoro, nonostante tutto. Perchè secondo me come coppia avrebbe funzionato e avrebbe avuto anche un senso. Comunque non mi dilungo sia per non spoilerare, sia per non annoiarvi.
Ultima cosa: ho riletto i primi cinque capitoli della ff e mi scuso per gli errori e per alcune frasi che a rileggerle ora mi viene da storcere il naso. Tra più o meno due settimane (o prima) dovrei avere del tempo da dedicare a tutti e cinque i capitoli per correggerli!
Ringrazio in anticipo chi ancora ha voglia di seguire gli aggiornamenti, ora dovrebbero essere più frequenti! Ah, e la fanfiction inizierà a prendere una piega un po' più romantica... stiamo parlando del cambiamento di Ulquiorra, dopotutto ;)
Ed ecco qui un piccolo (il capitolo è molto corto, è una specie di "inaugurazione", quindi non preoccupatevi, i prossimi non saranno così) contentino prima che io parta per le vacanze (giusto quattro giorni, poi avrò più tempo da dedicare alla scrittura). Ringrazio in anticipo per eventuali recensioni, mi farebbe molto piacere vedere che alcune persone seguono la ff nonostante gli ultimi aggiornamenti molto lenti, buona lettura!

Alysia Moon 

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CAPITOLO  6








Ancora non potevo crederci. Non potevo credere a quanto era appena accaduto, no, nonostante la diretta interessata ero io. Avevo appena passato un momento stupendo con una persona con la quale non avrei mai pensato di poterlo passare. Ulquiorra mi aveva baciata, poi stretta a sé, nel tentativo di infondermi più calore possibile. Sono stati tutti gesti che ho apprezzato davvero tanto, e aspettato, soprattutto. Le sue dita gelide nei miei capelli, sul mio viso, sulle braccia. Nonostante quei tocchi, che mai mi avrebbe riservato qualche giorno prima, Ulquiorra custodiva ancora il suo lato apatico, cosa che sinceramente non mi infastidiva. Volevo aiutarlo, insegnargli cosa voleva dire vivere veramente, vivere per sè stessi; questo non significava però che stavo cercando di cambiarlo del tutto. Non era giusto.

Eravamo appena usciti dal Luna Park e ci stavamo dirigendo verso casa mia. Non appena scesi dalla giostra, fu come se quello che era appena successo non avesse cambiato nulla in lui. Al momento si, poi però tornò serio come al solito. Io, invece, camminavo mordendomi freneticamente il labbro inferiore, nel mentre pensavo alle sue ultime parole: -"Lo penso anch'io."-

"Lo pensi anche tu" cosa? di amarmi? o di pensare - e di sapere -  che io ti ami?

Quello che mi aveva detto pochi minuti prima lasciò un punto interrogativo enorme sulla mia testa. Gli avevo appena confessato di amarlo, e lui pensava di uscirsene con un -"Lo penso anch'io."?-

A quel punto scossi il capo e decisi di riporre più attenzione sulla strada, altrimenti avrei finito per inciampare come al mio solito. Sbuffai senza farmi sentire e guardai di sottecchi Ulquiorra che camminava a pochi centimetri da me. Il solo guardarlo mi provocava una così piacevole sensazione che, dopo aver udito la sua risposta non sapevo se pensare ancora fosse positiva o meno da provare nei suoi confronti. Non avrei voluto soffrire per amore, non di nuovo.

-"Perchè mi osservi in quel modo?"- chiese Ulquiorra d'un tratto, continuando a guardare davanti a sé.

Io sobbalzai, arrossendo come non mai e scattando la testa dalla parte opposta in quella dove si trovava lui. 

Aaaah, ovviamente se ne sarebbe reso conto prima o poi! Quanto sono stupida.

-"I-io... Beh, stavo guardando..."- incespicai nelle mie parole, non appena vidi oltre lui dei fuochi d'artificio lontani, molto lontani, che pensai mi avrebbero salvata. -"... q-quei fuochi d'artificio! Si, esattamente quelli! Non pensi siano molto belli e colorati?"- esclamai in fine indicando quest'ultimi e sorridendo come un'ebete. Ulquiorra non si girò nemmeno, si limitò ad inarcare un sopracciglio.

-"Davvero pensi che io sia così stupido?"-

Sospirai e guardai per terra. Certo che no, non lo penserei mai.

-"C-cosa?! N-no, non intendevo quello!"- dissi, forse anche troppo a voce alta. Mi vergognai di me stessa. Coraggio Orihime, sii sincera.

Presi una boccata d'aria e mi decisi a dire le cose come stavano. -"Scusami... Sono stata un po' brusca. Stavo solo pensando a... poco fa."- iniziai, continuando a guardare davanti a me e osservandolo di tanto in tanto con la coda dell'occhio. Lui a quel punto si girò a guardarmi. 

Forse l'avevo colto impreparato. Ciò mi fece sorridere un poco. 

Con mia sorpresa, mi resi conto che eravamo appena arrivati a casa, quindi continuai a parlare non appena varcammo la porta principale. Feci passare prima Ulquiorra, sorridendogli, poi chiusi il tutto a chiave. -"Beh, pensavo a-"- iniziai dire, ma mi bloccai  perchè non appena mi girai con l'intenzione di andarmene in cucina Ulquiorra passò un braccio intorno alla mia vita e mi attirò a sé, inchiodandomi poi contro la parete. Imbarazzatissima spalancai gli occhi e guardai altrove. In quel momento tutto quello che stavo pensando poco prima era stato rimpiazzato da un: Sentirà il mio cuore battere all'impazzata?

L'ex espada mi guardava negli occhi, e con mia grande sopresa mi resi conto che erano diventati notevolmente più espressivi.
-"Dicevi?"- chiese a pochi centimetri da me, con un tono di voce talmente seducente da farmi sciogliere sul posto. Il mio cervello non elaborava più, non sapevo che dire, allora lasciai che l'istinto prendesse il sopravvento su me stessa, quindi appoggiai entrambe le mani sul suo petto e cercai di scostarlo un poco.

-"E-ecco, anche questo, n-non lo devi fare!"- esclamai rossissima in viso. La mia frase non era del tutto veritiera.
Ulquiorra fece silenzio per qualche secondo, come a elaborare una qualche risposta. Non lo faceva mai a Las Noches, ha sempre risposto a tutto in modo molto diretto, senza preoccuparsi minimamente del soggetto che subiva tali parole. Quando lo portai qui, a Karakura, molte cose in lui cambiarono, anche se in pochi giorni. E' possibile che un suo vecchio lato umano stesse riemergendo? Che fossi proprio io la causa di quel cambiamento?

Sentii a quel punto delle dita sfiorarmi il viso, passarono su una gota per poi arrivare alle labbra. Ulquiorra sfiorò il mio labbro inferiore con il pollice, mentre io impietrita lo fissavo negli occhi. Le mie mani tremavano e le iniziavo a sentire umide, le strinsi a pugno. Lui se ne rese conto, quindi con la mano che non era intenta a perlustrarmi il viso prese una delle mie e la portò poco sopra il suo petto, dove solitamente aveva quel grosso buco scuro. 

Quasi mi dimenticai della sua esistenza. 

Non capii perchè lo fece fino a quando non mi resi conto che non c'era più nessuna cavità, sotto le mie dita, sotto l'indumento, non c'era più nulla. Strofinai quel punto per accettarmene, poi alzai lentamente il capo e i miei occhi cercarono subito quelli di Ulquiorra. La sua espressione faceva trasparire molto più di ciò che sicuramente voleva mostrare. Ciò era estremamente positivo, e raro.

Rimanemmo completamente in silenzio per una manciata di secondi buoni, io con la mano praticamente intrecciata alla sua appoggiata sul punto dove tempo prima si apriva un solco, lui con l'altra mano rimasta in esplorazione sul mio viso, con per l'appunto il pollice ancora fermo sul mio labbro inferiore. Nessuno dei due fece nulla finchè non vidi Ulquiorra avvicinarsi con il viso al mio, più velocemente del solito. Il mio cuore ebbe un tuffo che mi lasciò praticamente senza respiro. Rimasi immobile mentre aspettavo che le sue labbra si appoggiassero sulle mie. Lo vidi mano mano socchiudere gli occhi, poi spostò il pollice verso il basso, afferandomi in seguito il mento e lasciandomi libera la bocca. Rispetto alle altre volte, ricambiai il bacio fin dal momento che le sue labbra premettero sulle mie. Nel mio petto esplose come una sensazione di calore misto a felicità che si irradiò d'appertutto. Non riuscii a fermare l'irrefrenabile voglia di piangere e i miei occhi si inondarono subito di lacrime. Con la mano non intrecciata a quella dell'ormai ex espada, andai a toccare i suoi capelli corvini, poi gli strinsi forte le spalle. Lui mise nuovamente un braccio intorno alla mia vita, poi si allontanò da me, per far riprender fiato a entrambi. 
Lo studiai in viso, il mio sguardo passò su quelle labbra estremamente belle e particolari, sulle sottili righe verdi che partivano da appena sotto gli occhi fino a tracciare una linea dritta verso il basso, su quei lineamenti marcati. 

Su quei bellissimi occhi. 

Capii in quel momento di essermi innamorata nuovamente. 



Fu come un nuovo inizio per me.


                   

                               
                                                 
                                                                                                                           
                                                                                                                         Continua con il capitolo 7...

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