Misunderstanding

di Debina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Festa sulla spiaggia ***
Capitolo 2: *** Una notte travagliata ***



Capitolo 1
*** Festa sulla spiaggia ***


La luna alta nel cielo, milioni di stelle, il fuoco scoppiettante, fiumi di sakè e risate. Sembrerebbe tutto perfetto, ma non lo è. Almeno per me, perché tu sei completamente preso da quella ragazza.
 

Siamo approdati questo pomeriggio, senza nessuna complicazione grazie alle mie direttive da navigatrice. Un vero angolo di paradiso, senza dimenticare i cittadini che ci hanno accolto,
senza giudicarci per la nostra vita da pirati. 


E così siamo finiti a festeggiare con un gruppo di ragazzi del posto, qui sulla sabbia bianca finissima. Faccio scorrere i piccoli granelli tra le dita, mentre ti osservo. È dal tramonto che sei lì con lei:
alta, slanciata, capelli neri e passione per i coltelli… come sei prevedibile Zoro. Eppure c’è qualcosa di strano in te, non ti ho mai visto così preso, così… entusiasta?! Tu, spadaccino dal cuore di ghiaccio, ora hai negli occhi una scintilla che ti illumina lo sguardo. Devo ammetterlo, non esserne la causa mi fa bruciare il petto, non riesco più nemmeno a nascondere a me stessa quello che provo per te. E quindi me ne sto qui a rimuginare, cercando di capire di cosa diavolo state parlando e che cavolo ci trovi di tanto speciale in lei.


“Nami swaaaaaaaaaan~!” Vengo investita improvvisamente da un turbinio di cuoricini.
“Che ci fa qui la mia dea tutta sola e triste? Posso fare qualcosa per te, mia adorata~?”
“No, ti ringrazio Sanji, ho solo un pochino di mal di testa” rispondo cercando di fare un mezzo sorriso e di convincerlo che sia tutto a posto.
“Va bene cara, chiamami se hai bisogno! Ragazze arrivooooooo!! ♥︎"
Eccolo che riparte a razzo e mi fa scappare una piccola risata, che si trasforma presto in sorriso di speranza non appena sento che la ragazza dei coltelli annuncia a tutti che sta per tornare a casa.
Tutti insieme la salutiamo, persino io, con grande sforzo, e lei si avvia lungo la scalinata in pietra che conduce al villaggio non molto distante da lì. 


Una nuova stilettata trafigge il mio cuore, nel momento esatto in cui tu ti accendi colpito da un’idea geniale: corri a cercare i tuoi stivali scuri e corri verso di lei per fermarla, sicuramente pensando
di accompagnarla a casa. Sei talmente preso ed esaltato che nella corsa inciampi in un telo steso a terra e finisci dritto dritto con la faccia nella sabbia. Come sei buffo Roronoa, ti fa questo effetto l’amore? Ridacchio, ma forse lo faccio più per non piangere che per divertimento. Il grande spadaccino, gran bevitore di alcool abbattuto sulla spiaggia per via di una ragazzina dai capelli neri.
Perché lei Zoro? Perchè? Cos’ho io che non va?


La raggiungi, la fermi e subito riprendete il cammino. Complimenti Nami, ci hai preso in pieno. Vedo una bottiglia di sake poco lontano da me, in un attimo la porto alle labbra e inizio a sorseggiare avidamente quella bevanda, così forte e stordente, che mi ricorda tanto te. Non resisto, devo assolutamente vedere cosa state facendo. Mollo tutto e sgattaiolo silenziosamente lungo la scalinata, sperando di raggiungervi. 


Mi muovo veloce e furtiva tra i vicoli del paesino, non per nulla mi chiamano “la gatta ladra”. Dannazione, non riesco a ritrovarli! Ricorro quindi anche alle mie doti naturali nell’orientamento e mi dirigo secondo quella che penso sia la via corretta. Eccoli! Ancora pochi passi e giungono di fronte all’abitazione di lei. Cerco di avvicinarmi un po’ di più, in modo tale da carpire qualche parola del loro discorso. Mi nascondo dietro un albero e mi metto in ascolto, il silenzio circostante mi facilita molto la cosa. 
 

“… quel materiale è veramente ottimo per pulire le spade!” dice lui con convinzione.
“Zoro…” sospira lei, come a prendere il coraggio per dire qualcosa di importante.
“Stasera è stato davvero molto bello per me… non ho mai incontrato nessuno come te, con cui condividere così tanto, mi sento così bene al tuo fianco…” ti si avvicina ancor di più, appoggia una mano sul tuo petto.
In questo momento vorrei strapparle tutti i capelli, fulminarla seduta stante con il mio clima tact.
“Nessun ragazzo mi aveva mai guardato con uno sguardo intenso come il tuo… Zoro, io…”.
Ed ecco che il tempo si ferma. Lei lo bacia e il mio cuore si spezza inesorabilmente. Sento calde lacrime scorrermi lungo il viso. Non resisto oltre, mi volto e fuggo via.


Corro, corro a perdifiato, senza una meta, senza vedere dove sto andando. L’unica cosa a cui riesco a pensare è che tutto quello che avevo creduto fino a quel momento era sbagliato. Tu non sei così impenetrabile come dimostri sempre al mondo intero. Anche tu sei vulnerabile all’amore: una ragazza è riuscita a toglierti quella corazza d’acciaio che ti sei creato, ma quella ragazza non sono io.
Che sciocca che sono stata! Così sicura di me, del mio fascino, della mia capacità di conquistare qualsiasi uomo: tutti tranne l’unico che contava davvero.


Rallento l’andatura, senza accorgermene mi sono inoltrata in una boscaglia. Improvvisamente sento un dolore lancinante alla testa, i miei sensi vengono meno, le palpebre diventano pesanti e poco dopo… il buio. 

 

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Capitolo 2
*** Una notte travagliata ***


Note dell'autore
Parto facendo le mie più sentite scuse a chi aveva letto il primo capitolo e aveva voglia e piacere di leggere anche il secondo. Non avevo mai scritto nulla prima, ma leggevo spesso le fic di altri autori. Ho capito che solo nel momento in cui si prova a scrivere qualcosa si riesce a comprendere veramente come si sta dall'altra parte: la voglia di scrivere qualcosa che possa piacere, la paura di non fare centro, le mille idee diverse e non sapere che strada prendere, gli impegni e potrei andare avanti ancora. Ed è per questo che faccio i complimenti con tutto il mio cuore a coloro che con passione e impegno portano avanti (con più o meno costanza) le loro storie, facendo felici i lettori. Siete degli eroi! 
Con questo vi lascio al secondo capitolo e cercherò di portare a termine anche il terzo, che sarà il conclusivo. Mi dispiacerebbe molto abbandonare la storia incompleta perchè da lettrice so come ci si sente quando succede.
Spero non ci siano errori, buona lettura!

Deb



“Zoro…” dice Erin, interrompendo il mio discorso.
La guardo e mi isolo completamente dal mondo notando ancora una volta quanto lei assomigli a Kuina, non penso ad altro da tutta la sera. Il suo viso, i suoi occhi, i suoi capelli, ma soprattutto quella passione per le spade e la grinta di una vera combattente mi ricordano moltissimo la mia amica d’infanzia, la mia rivale. Non ascolto nemmeno una parola di quello che mi sta dicendo, la mia mente è concentrata sulla promessa solenne fatta diversi anni fa: diventare il miglior spadaccino del mondo.
Vengo catapultato nuovamente nel mondo reale non appena sento le labbra della ragazza sulle mie. Ma che diavolo…?! “Erin, cosa stai facendo?”
Lei sbarra gli occhi, quasi disorientata e sorpresa; lentamente li socchiude, facendo scorrere piccole stille di acqua salata lungo il viso. Non riesco a formulare niente di sensato, ma non importa perché ormai si è già girata ed è scappata in lacrime all’interno dell’abitazione. Sospiro. Chi capisce le donne è bravo. Mi gratto la nuca perplesso, indeciso sul da farsi: sarà il caso di tornare dalla ciurma.

Scendo i gradini che conducono alla spiaggia: contro ogni previsione sono riuscito a tornare dai miei compagni senza perdermi nemmeno una volta. Ghigno tutto soddisfatto, pregustando già la faccia sconcertata di Nami non appena glielo racconterò.
Non faccio in tempo a toccare la sabbia, che vedo una Robin piuttosto agitata - reazione alquanto strana per lei - venirmi incontro.
“Zoro, non riusciamo a trovare Nami, tu l’hai vista?”
“Aaah… la solita mocciosa! No, non l’ho vista.”
“Ma che cavolo stai dicendo idiota di un marimo?!” ci raggiunge il cuoco. “Ho chiaramente visto la mia dea ramata dirigersi verso il villaggio poco dopo di te e quella bellissima~ ragazza dai capelli corvini! È impossibile che tu non l’abbia incontrata!!”
“E invece ti dico di no, cuocastro di serie C! Vuoi combattere?!”
“Fatti avanti testa d’alghe”
Sguaino le spade e mi avvento su Sanji, mentre sento il piccolo Chopper piangere e dire che in questo momento ci sarebbe proprio voluta Nami per metterci al tappeto entrambi.
Ci sferriamo i primi colpi, quando il capitano si avvicina a noi.
“Zoro! Sanji!” ci chiama con fare serio e autorevole - comportamento assai raro da parte sua, che mi fa subito drizzare le orecchie. “Dobbiamo cercare Nami.” Queste le poche e semplici parole che fanno fermare me e il mio avversario, facendoci diventare immediatamente seri e composti: “Sì capitano!” rispondiamo all’unisono. Che idioti, perdere tempo in queste scemenze invece che pensare alla nostra compagna!
In pochi secondi ci dividiamo e, anche con l’aiuto dei ragazzi del villaggio, partiamo alla ricerca della nostra navigatrice.




Apro lentamente gli occhi, una sensazione di spossatezza mi pervade tutto il corpo. Una fitta alla testa, forse inizio a ricordare qualcosa. Zoro e la ragazza, il bacio, correvo e poi… qualcosa mi ha colpito! Recupero i sensi e inizio ad agitarmi pensando a dove diavolo fossi finita. Mi sollevo lentamente da quello che mi accorgo essere un letto e mi guardo intorno disorientata: non riesco a capire dove mi trovo. Una piccola stanza dal sapore rustico, muri in pietra e rifiniture legno; piccoli pendagli scintillanti calano dal soffitto e ricreano un’atmosfera magica. Dai raggi di luna che entrano dalla piccola finestra intuisco che è ancora notte.
Solo ora mi accorgo di un piccolo particolare: non indosso i miei vestiti. In tempo zero il mio cervello realizza che qualcuno deve avermi messo le sue sporche manacce addosso. Le mie guance si imporporano leggermente e dentro di me inizia a salire una voglia incontrollabile di spaccare tutto e fulminare quel maniaco che ha osato toccarmi.
Un pensiero mi folgora la mente: il mio clima tact! Mi guardo velocemente in giro e come mi aspettavo, non ve ne è traccia… Accidenti! *respiro* Nami forza, non disperarti *respiro*
Involontariamente penso all'uomo di cui mi sono innamorata e che innumerevoli volte mi ha tirato fuori dai casini… “ Zoro dove sei?!”
Riacquisto la calma e decido di esplorare il resto della casa. Scendo dal letto e trascino con me l’accenno di strascico della lunga vestaglia bianca che indosso, ricamata sullo scollo con una miriade di piccoli brillantini luminosi; mi guardo allo specchio presente nella stanza e rimango estasiata dalla bellezza del vestito.
“Nami concentrati!” Ritornata attenta, sguscio fuori dalla porta e percorro un lungo corridoio, raggiungendo quella che penso sia l’uscita. Allungo il braccio per girare la maniglia, ma la porta si apre da sola e… SBAM! Crollo nuovamente a terra, già debilitata per la precedente botta. Sento una voce chiamarmi con tono preoccupato, ma nuovamente vengo circondata dal buio più totale.





“Ragazzi siamo qui!” prendo in braccio il piccolo Chopper e corro incontro ai miei compagni, già radunati al punto d’incontro al centro del paesino dell’isola, sperando di poter rivedere quella piccola testa rossa o di avere comunque buone notizie.
“L’avete trovata?” chiedo prontamente, vedendo che Nami non è con loro.
“No, nessuno di noi l’ha trovata fratello.” risponde Franky preoccupato.
“L’abbiamo cercata dappertutto: sulla spiaggia, in ogni vicolo del paese disturbando gli abitanti del posto, sulla nave e anche nel bosco vicino, ma nulla!” si dispera Usopp, non sapendo più dove cercare la loro navigatrice.
Una strana sensazione mi attanaglia lo stomaco. Stringo i denti e i pugni in modo incontrollato e capisco che mi sto seriamente preoccupando per la mocciosa. Non so cosa mi sia preso, data la mia abituale calma stoica. Eppure non riesco a non pensare ad altro se non a lei… “Nami dove sei?”

“Ehi mugiwara!” mi volto verso la finestra da cui è arrivata la voce e riconosco Erin, affacciata dalla sua camera. “Ho sentito che avete perso una vostra amica… Io conosco un luogo in cui probabilmente non avete controllato! Si tratta della casa di Taro, che si trova in una radura alla fine del bosco, quindi probabilmente non l’avete notata! Se volete vi ci posso portare!”
“Grandeeeee! Andiamo a trovare Nami!” urla il capitano entusiasta, sollevando il pollicione vittorioso e assumendo uno dei suoi sorrisi a trentadue denti. Tutta la ciurma ritrova la speranza e l’entusiasmo e anche i miei nervi si distendono. Prossima destinazione: casa nella radura.

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