una rosa appassita può rifiorire?

di Cioccofondentebiricchina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** quello che non sei ***
Capitolo 3: *** questione d'orgoglio ***
Capitolo 4: *** irrazionale ***
Capitolo 5: *** La prima tappa ***
Capitolo 6: *** fatiche e dubbi ***



Capitolo 1
*** prologo ***


PROLOGO
 

Avete presente quando apparentemente la propria vita sembra davvero perfetta? Quando la gente guardandoti da fuori, non può far altro che invidiarti, perché si, in effetti saresti un egoista a lamentarti di ciò che hai ricevuto; però si sa come gira il mondo, alla gente piace parlare perché ha la lingua in bocca ed ovviamente piace giudicare perché pensare ai problemi degli altri è sempre più facile che pensare ai propri.
Ecco benissimo, dopo questa apparente inutile premessa, potrete capire la situazione in cui sono incastrata: una vita invidiabile da qualsiasi essere umano, ma che nessuna persona con un minimo di buon senso  scambierebbe con la propria, nemmeno per tutti i galeoni del mondo.
Mi presento prima di tutto, scusate, sono la mitica Rose Weasley, figlia dei leggendari eroi di guerra Hermione Granger e Ron Weasley. Alla mia stregua mi porto un’incredibile quantità di parenti, terribilmente impiccioni, pronti a giudicare ed a puntare il dito contro chiunque provi a non essere all’altezza del leggendario e buon nome degli Weasley. Con questo, non voglio assolutamente dire che siano cattivi, solo troppo poco disponibili a chiudere un occhio su ciò che loro non avrebbero mai fatto nella loro vita, e come ben sapete, di cose ne hanno fatte: le malandrinate, le evasioni da scuola, le prese in giro ai professori, a Gazza, i tentativi suicidi di salvare il mondo, tutto ciò che uno può immaginare; ma no, non sono pronti a capire che il mondo è cambiato, che ormai i tentativi suicidi di salvare il mondo sono stati rimpiazzati da altre “cose”, che se andate avanti nella storia avrete modo di conoscere, molto più che approfonditamente. Nonostante ciò, non vi ho ancora detto niente su di me, se non il mio nome. Allora ora mi presento veramente: sono Rose Weasley, capelli che definirei pel di carota, stranamente non crespi come quelli di mia madre, come molte leggende raccontano, ma, probabilmente grazie alla fusione tra gli indomabili capelli crespi di mia madre e quelli morbidi, lisci e setosi di mio padre( a dir di mia madre), oltremodo lunghi e ricadenti sulla mia schiena in morbidi boccoli, occhi azzurro ciel sereno, ed una spruzzata di troppo di lentiggini, tantissime, su tutto il mio “bel” visino. Alta all’incirca un metro e un tappo, e no, mi spiace per voi ma non con un fisico da paura, ma invece con delle forme abbondanti all’inverosimile, purtroppo non devo aver preso il super metabolismo Weasley, ma l’appetito si. Il mio super miglior amico è Albus Severus Potter, nonché anche il mio cugino preferito, che però ha sviluppato sin dal primo anno uno strano attaccamento, forse dovuto alla sfiga di finire in Serpeverde, verso l’essere più ripugnante del pianeta: il don giovanni Scorpius Malfoy. Fino all’inizio del quinto anno questo non aveva mai rappresentato un problema, ma durante quell’anno, il mio caro Albie subì una sorta di metamorfosi, cominciando ad assomigliare in maniera paurosa al suo stupido amichetto Malfoy. Inizialmente non mi ero preoccupata di questo, pensavo fosse la pubertà, ma quando notai che il suo comportamento era perdurato per tutto l’anno e per tutta l’estate, presi la decisone che all’inizio di quest’anno gli avrei parlato e avrei riottenuto indietro il mio Albiecuccio, estinguendo una volta per tutte dalla faccia del pianeta Al il conquistador.

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Capitolo 2
*** quello che non sei ***


QUELLO CHE NON SEI

Da quando eravamo rientrati ad Hogwarts, non avevo ancora trovato nemmeno un attimo di tranquillità per parlare con Albus, ogni volta che ne avevo tempo, o era circondato da ragazzette starnazzanti o era in compagnia del suo fido amico Malfoy; però ero riuscita a parlare con Jamie, che mi aveva promesso il suo aiuto, in  caso il mio piano A avesse fallito. Ero riuscita a convicere James piuttosto facilmente, contando che da quando Al aveva cominciato a riscuotere successo con le ragazze, il fan club di James-sono-mitico-Potter era decisamente diminuito, e questo era assolutamente inammissibile per lui.
Era una mattina di metà settembre, quando finalmente incontrai il mio dolcissimo Albiecuccio completamente solo che si dirigeva in sala grande per la colazione: appena prima che varcasse la soglia, riuscii a bloccarlo per un braccio, lui inizialmente si girò con un ammaliante sorriso stampato in faccia, ma appena ebbe modo di capire che ero io, solo sua cugina Rose e non una delle sue fiamme, assunse un’aria scocciata dicendomi – Che vuoi Rosie?- e non potei far altro che pensare –dolcissimo, davvero un cazzo, il mio “cuginetto”-, ma nonostante tutto, assunsi una delle mie migliori facce da cucciolo – Al ho davvero un disperato bisogno di parlarti, è questione di vita o di morte-, lui mi guardo con un sopracciglio inarcato, mai poi acconsentì a seguirmi dietro una colonna, per poter parlare in privato. –Dai sbrigati, Rose- ed allora a quel punto feci un profondo respiro, raccogliendo tutti miei pensieri e glielo dissi-Albus Severus Potter dov’è finito il mio migliore amico? Quello su cui potevo sempre contare per parlare dei miei problemi, quello con cui passavo indimenticabili pomeriggi sulla riva del lago Nero, quello con cui andavo a fare scorpacciate nelle cucine agli orari più improbabili? Il cugino con cui sono cresciuta sin da quando sono nella culla, con cui ho aperto la mia lettera per Hogwarts, con cui ho fatto il mio primo incantesimo, la prima pozione, con cui ho avuto la mia prima punizione “ed ultima per me, pensai, ma non volendo rovinare il mio discorso ispirato continuai”, con cui passavo interi pomeriggi in biblioteca? Dove è finito il mio Albiecuccio, ricordi? Al, davvero non so cosa ti sia successo, io ti voglio troppo bene, per questo quando sei diventato amico di Malfoy non ho detto niente, ma adesso…-, ma lui non mi lasciò finire e mi aggredì subito dicendo- Lo sapevo Rose che avresti tirato in ballo Scorpius, solo perché tu sei gelosa, perché lui c’è sempre stato a differenza di te, che eri a spassartela tra i Grifondoro, mentre io non potevo fare parte di quel tuo mondo e non mi sentivo neppure parte di quello dei Serpeverde, Scorp mi ha aiutato, mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto vedere che posso adattarmi benissimo nel mondo dei Serpeverde, lui mi ha guardato dentro, ha scovato in me quello che nessun’altro era mai riuscito a vedere, e soprattutto mi ha accettato per quello che sono, non come te che hai solo cercato di farmi diventare un Grifondoro acquisito, perché così potessi sentirti a tuo agio con me. Perciò mi dispiace deluderti Rose, ma il tuo migliore amico, Albiecuccio, quello che vuoi non c’è più anzi non c’è mai stato, era solo tutta un enorme finzione, e se così non ti vado bene addio.- -Ma Albus, lasciami spiegare…- Rose tentò di fermarlo, con gli occhi pieni di lacrime, che lottava per non far uscire,- No, Rose, anzi guarda, ti facilito il compito, non starmi intorno, non provare neppure ad avvicinarti, anche perché con te attorno,come dire,  a dir poco orripilante, rovineresti soltanto la mia reputazione .- la liquidò Albus, non avendo neppure il coraggio di gurdarla, si voltò e si diresse verso la sala grande. Rose stette dietro quella colonna, un tempo che le sembrò eterno, ma pur sempre troppo breve, fin quando la campanella dell’’inizio delle lezioni non la costrinse ad ingoiare le lacrime e quel groppo amaro che aveva in gola dopo il discorso di Albus ed a dirigersi alla lezione di pozioni, sfortunatamente per lei, con i Serpeverde.
Arrivata in classe si sedette diversamente dal suo solito, al fondo della classe, sperando che Margaret, la sua migliore amica arrivasse presto. Infatti poco dopo Margaret arrivò: Margie, come la chiamavano gli amici, era bella, di una di quelle bellezze che non si possono negare né imitare, era alta, magra, con tutte le curve al posto giusto, con lunghi capelli color della pece e due occhi color ghiaccio; grazie al suo aspetto, non le era mai stato difficile trovare schiere di ragazzi pronti a far un salto nel suo letto, e lei d’altra parte, non si era mai fatta tanti scrupoli ad usarli come se fossero giocattoli, usandoli fin quando le piacevano e buttandoli appena se ne stancava, nonostante ciò, era un’amica perfetta per Rose, lei c’era sempre, ogni qual volta Rose si sentiva cadere, lei era lì per sorreggerla e viceversa, era dannatamente bella tanto quanto intelligente, perciò non le riusciva difficile il compito di decifrare la sua migliore amica, ed infatti arrivata in classe notò subito il turbamento di Rose. –Tutto bene Rosie? Sei terribilmente pallida-, non le andava di dirle quello che era accaduto, anche perché se no Margie sarebbe subito corsa a schiantare Albus, perciò con il sorriso più forzato del suo repertorio, inscenò un malessere, riuscendo sia a sfuggire dall’interrogatorio della sua migliore amica che da quella soffocante ora di lezione, con colui che le aveva spezzato il cuore. Nel tragitto Rose non poté far altro che pensare, che purtroppo, se rivoleva davvero indietro il suo migliore amico, avrebbe dovuto mettere in atto il fatidico piano B…

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Capitolo 3
*** questione d'orgoglio ***


Buongiorno a tutti! Sono l’autrice di questa, ehm storia se così si può davvero definire. Comunque volevo solo chiedervi umilmente perdono per due cose:

  • Primo, in due capitoli scritti, non mi sono fatta sentire nemmeno una volta e questa è una cosa davvero imperdonabile, anche perché sono molto curiosa di conoscere la vostra opinione su questo mio piccolo esperimento, perciò sarebbe molto gradito un piccolo commentino, solo per l’inizio, per sapere se continuare o gettare la spugna…perciò aspetto e spero

  • Secondo, volevo davvero davvero scusarmi per il secondo capitolo. Lo realizzato solo dopo averlo pubblicato: è un vero scempio, sul serio non si può leggere, così giuro solennemente che questo capitolo sarà molto meglio

Dunque non mi rimane altro che augurarvi buona lettura e giuro che mi rifarò viva al prossimo capitolo!
 

 
Rose era sfinita. Era un paio di giorni ormai che la notte non chiudeva occhio a causa di quel deficiente, ma indispensabile cugino. Non le era mai piaciuto rimuginare troppo sui problemi. Era una Grifondoro, testarda, istintiva, sicuramente non si era mai fatta abbattere facilmente dai problemi. Ma quella volta era diverso. Si parlava di Albus, il suo migliore amico, il suo cugino prediletto, il suo confidente, il suo tutto insomma. Aveva un’occasione per sistemare la faccenda con lui, e non l’avrebbe di sicuro potuta sprecare per una mossa troppo azzardata, guidata solo dal suo solito istinto. Assolutamente no. Avrebbe dovuto architettare il piano B migliore che la storia avesse mai sentito. Doveva farlo per se stessa. Ma soprattutto per lui.
Alla fine, dopo notti insonni e giorni trascorsi sugli spalti del campo da quidditch ( unico posto in cui i suoi pensieri riuscissero a seguire il giusto corso), era giunta alla conclusione che l’unica persona che Albus avrebbe ascoltato sarebbe stata il suo migliore amico. E perciò era su Malfoy che avrebbe dovuto puntare per far cadere anche suo cugino. Un paio di frasi ben assestate, due sbattiti di ciglia, labbra da cucciolo, ed essendo Malfoy un ragazzo, non avrebbe potuto dirle di no. O almeno questo era quello che sperava Rose.
Infondo, però, se Malfoy era stato amico di Albus anche prima della sua trasformazione, questo significava che molto probabilmente anche quell’essere ripugnante rivoleva indietro il suo vecchio amico…Questo era il pensiero di Rose, ma non sapeva quanto fosse lontano dalla vera realtà dei fatti.
 
                                                             * * *
 
 
 
 Era una mattina di metà settembre, quando ormai Rose si decise a fare quel che doveva. Appostatasi dietro ad una colonna vicino all’entrata della sala grande vide Malfoy. Solo. Indifeso (anche se pensandoci, non tanto). Inconsapevole di ciò che sarebbe successo da lì a poco. Quello era il momento di entrare in azione.
Avvicinandomi con molta non chalance, lo trascinai per il braccio dietro ad un arazzo, assicuratami che nessuno ci avesse visti. A quel punto lo guardai negli occhi e non riuscii a reprimere un accenno di risata, beandomi dello sguardo del tutto disorientato e quasi spaventato del caro Platinato. Appena riprese il controllo di sé, subito nel suo sguardo passò un lampo di malizia. Non potei far altro che pensare che quello era un brutto segno e dopo che ebbe aperto bocca, che era un grandissimo idiota.
- Weasley, qual buon vento?! Finalmente hai capito che neppure tu riesci a resistermi e mi dichiarerai il tuo amore, come…uhm vediamo, circa metà della popolazione di Hogwarts?
- Senti Malfoy, chiudi quella fogna e ascoltami, non ho tempo da perdere- tutti i miei buoni propositi sul non dare di matto, purtroppo erano già sfumati…- Allora quello per cui mi sono abbassata a parlare a te, riguarda Albus, sono preoccupata- e qui lo vidi assumere un’espressione seria, abbandonando subito quel suo solito sguardo da pervertito- Non so quanto tu possa essertene accorto, ma da troppo tempo ormai non è più lo stesso, è diventato, come dire…come te! E non so quanto tu lo possa conoscere, ma chiunque lo conosca un po’ sa che il vero Albus non sarebbe mai diventato un pervertito e io, io non riesco proprio a spiegarmi come sia potuto succedere. Perciò sono qua per chiederti: cosa è successo al mio migliore amico?-
- Davvero Weasley?! Che delusione, ero davvero convinto che sotto quei bei riccioli rossi qualcosa ci fosse o almeno questo è quanto dice la tua media. Va beh, cercherò di essere più chiaro possibile e se così non dovessi capire, ti farò uno splendido disegnino- disse con tono strafottente – semplicemente il “tuo migliore amico” è cresciuto, tutto qui, ha dimostrato la sua vera natura-
- So che è cresciuto non ho bisogno che sia tu a spiegarmelo, ma la sua vera natura? cosa significa? Spiegamelo, perché davvero non riesco a capirlo- ordinai perentoria e sentendo l’ansia aumentare.
- Svegliati Rossa! Non c’è niente da capire: è cresciuto, si è accorto di non avere una vita e definiva, ovviamente oltre a me, te la sua migliore amica, qui si fermava la sua vasta gamma di amici, senza contare la tua opprimente famiglia. Era uno sfigato, ed un Serpeverde sfigato non esiste, così essendo lui un Serpeverde è uscita fuori la sua vera indole. Anzi potrei attribuire il merito a me; con una certa difficoltà, devo ammettere, sono riuscito a separarvi quel tanto perché Albus cominciasse davvero a vivere. In parole povere, Weasley era solo colpa tua e della tua immensa sfigataggine se Albus non aveva una vita. Guardati, si i tuoi riccioli saranno color del fuoco, ma davvero non ti si può guardare: passi metà della tua vita sui libri e l’altra metà a mangiare, e si se te lo stai chiedendo si vede. Bene, ora scusami, ma me ne vado prima che qualcuno possa vedermi con te e pensare male. Addio Rossa.-
Lì, dietro a quell’arazzo, Malfoy mi aveva lasciata con gli occhi colmi di lacrime e l’orgoglio frantumato. Ero una Grifondoro miseriaccia, l’onore è la nostra vita. Glielo avrei fatto vedere io, sarei diventata migliore, più bella, più “figa”, più tutto. Sapevo solo che gli avrei fatto pentire di avermi insultata e che mai, mai più avrei pianto per anche solo una parola pronunciata da lui. Ma soprattutto, mi sarei ripresa mio cugino, a tutti i costi, una volta umiliata quella Serpe.
 
 
Ringrazio infine tutti coloro che seguono la mia storia e chi solo la legge silenziosamente. Grazie alla mia unica recensitrice Niernen;) ci vediamo al prossimo capitolo e se aveste qualche critica da fare: avanti tutta! Non vedo l’ora di sentire!

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Capitolo 4
*** irrazionale ***


IRRAZIONALE

Ero stato crudele e lo sapevo. Anzi ero stato troppo crudele. Non che mi importasse qualcosa della Weasley, però il solo fatto di averla vista questa mattina, con profonde occhiaie violacee a profanare il suo viso diafano, giocherellare con il cibo nel suo piatto, guardandolo con un misto di nostalgia ed al tempo stesso disprezzo, mi aveva fatto sentire un po’ in colpa.
Dovevo fermarmi però, stavo sorpassando il limite, troppi pensieri sprecati per una persona di così poca importanza. Ciò che davvero mi portava a pensare a lei, era la rabbia che si era scatenata furiosa in me quando aveva osato anche solo pensare di ostacolare la vita di Albus, che con tanta fatica ero riuscito a garantirgli. Allontanarlo un po’ da quella cozza dai riccioli rossi era stata una fatica, ma ancor più grande era stata quella che avevo fatto per convincerlo a tentare una vita alla Scorpius Malfoy. Non potevo permettere che quella ragazzina capricciosa rovinasse quello che dopo tanti anni ero riuscito a far diventare il mio migliore amico. Era ovvio che lei non capisse. Lei era troppo diversa, era proprio quello da cui avevo salvato Al. Era per il mio migliore amico che avevo fatto tutto ciò, per far si che una volta cresciuto non si voltasse indietro con la consapevolezza di aver sprecato questi anni, i nostri anni.
Perciò, che la Wealsey faccesse la vittima quanto volesse, nessuno avrebbe potuto farmi cambiare idea, nemmeno due pozze azzurre colme di lacrime che mi imploravano del contrario.
 
 
* * *
 
Non lo so. Ho sempre pensato che non fosse l'apparenza a fare di una persona ciò che è. Che ci fosse molto più che l'aspetto esteriore. Che uno non è rappresentato dalle azioni che compie. Ma per la prima volta nella mia vita, dopo il discorso di quello sbruffone di Malfoy mi sentii brutta. Ma sentirsi brutta è riservato a chi vuole piacere e io non avevo mai tenuto troppo conto dell’opinione che gli altri avevano di me.
 Questa volta però era diverso. Forse la cattiveria con cui mi aveva insultata o forse più la veridicità di quelle parole, avevano fatto si che non potessi più togliermele dalla testa. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi appariva la sua bocca perfettamente delineata che sputava fuori tutto ciò che in realtà ero e rappresentavo.
Non potevo credere al fatto che non me ne fossi mai accorta, né che nessuno dei miei familiari ed amici mi aveva mai sottolineato di essere in fondo un completo disastro.
Dovevo cambiare, e non certo per mister Serpeverde, ma per me ed anche per mio cugino. Ero convinta che se fossi riuscita a raggiungere il livello delle persone che ormai frequentava, magari mi avrebbe ascoltato ed insieme saremmo ritornati ad essere quelli di sempre.
Era un pensiero irrazionale e lo sapevo, ma la mia mente brillante per la prima volta venne sovrastata da una cosa a cui non avevo mai dato molta importanza: il mio cuore. Ed in quel momento quello strano organo non poteva fare altro che gridare, lacerato da qualcosa che in quel momento non capivo, ma sarebbe stata troppo grande per me.



chiedo venia per il terribile ritardo!! giuro non accadrà più.
la vostra autrice tremendamente dispiaciuta:(

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Capitolo 5
*** La prima tappa ***


Decisi di lasciare Jamie al di fuori della questione o per meglio dire del piano "ritorno alle origini". Certo, non avrei potuto soprannominarlo in maniera peggiore, ma la mente poco lucida dalla recente umiliazione, non mi permise di elaborare di meglio. Nessuno sarebbe dovuto venire a conoscenza del mio piano, ragion per cui presi la decisione di sbrigarmela da sola. Niente Jamie. Niente Maggie. Punto primo del piano: mettermi in forma. Se davvero avessi dovuto entrare nel giro più in della scuola, avrei dovuto innanzitutto rendete perfetta la mia forma fisica. Solo dopo avrei pensato agli altri punti della lista: vestiario ed atteggiamento. La meta per raggiungere Albie era quella di far cadere ai miei piedi il maggior quantitativo della popolazione maschile di Hogwarts, diventando così una femme fatale e di logica conseguenza popolare. Così sarei riuscita a prendere due piccioni con una fava: mi sarei ripresa Albie ed avrei fatto rimangiare allo stronzo di un Platinato ogni singolo insulto che aveva provato a rivolgermi. **** Mi misi a dieta allora. Cominciai mangiando meno ogni pasto, limitando la colazione( il mio pasto preferito!) ad un semplice, ma irrinunciabile caffè amaro. I risultati erano evidenti, ma avevo fretta e tanta, puntavo a riprendermi mio cugino il più in fretta possibile, quindi dal limitare i pasti, passai a saltarli completamente. Il più possibile. Ogni scusa era buona per non scendere in Sala Grande. Prima tra tutte lo studio. Era ciò che mi giustificava meglio, Rose la secchiona doveva studiare, soprattutto nell'anno dei G.U.F.O. Così i miei voti levitarono, ancor più di quanto fosse possibile, mentre il mio peso faceva il contrario. Ero anche perfettamente conscia del fatto che il fattore alimentazione non sarebbe bastato da solo, ed infatti riuscì ad entrare nella squadra di quidditch. Non era mai stato nel mio interesse, ma ciò non escludeva il fatto che geneticamente fossi portate che avessi passato la mia infanzia tra partite di quidditch con i cugini alla Tana. Inoltre, casi fortuito, il portiere si era appena infortunato. E quindi, senza difficoltà, il posto di mio. La prima tappa del mio geniale piano sembrava davvero procedere a meraviglia. **** Ma Rose ancora non sapeva quanto tutto questo le sarebbe costato.

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Capitolo 6
*** fatiche e dubbi ***


FATICHE E DUBBI
 
Era quasi il nascere di novembre, il mese di ottobre offriva ormai i suoi ultimi giorni, donando così gli ultimi istanti di calore alla giovane popolazione di Hogwarts. Era quindi passato un mese e mezzo dall’inizio della prima drastica tappa del piano della testarda Rose.
Doveva ammetterlo: all’inizio i morsi della fame si erano fatti sentire, lo stomaco perennemente attanagliato da quiei piccoli crampi allo stomaco, ma l’ostinazione della ragazza li aveva con difficoltà messi a tacere. E pian piano erano quasi andati scomparendo. Si sentiva potente su ciò che il suo corpo necessitasse, oramai i pasti erano solo un momento da passare in compagnia dei suoi amici, ed il cibo uno strumento al fine di reggersi in piedi. Giusto quel poco per tirare avanti insomma. Inoltre per quando la tentazione era troppo forte, era riuscita a scovare un escamotage per estinguerla. Ne aveva sentito parlare in un vecchio film babbano di sua madre, visto qualche tempo fa e allora aveva deciso di provarlo. Il bene amato fumo. Una sigaretta quando lo stomaco brontolava, fino a quando fumare non si era più limitato solo a quello, ma era diventata una vera e propria necessità. Una così detta dipendenza. Era riuscita a procurarsi le suddette sigarette in un losco giro d’affari messo su ad Hogsmeade, che poi tanto losco non era in realtà. Ne aveva preso un pacchetto alla prima uscita e già alla seconda aveva dovuto farne una scorta.
Alla difficoltà della dieta, si erano aggiunte le domande sempre più insistenti dei suoi amici. Soprattutto di Margie. Completamente contraria alla sua nuova dipendenza dal fumo e ancor più alla rapida perdita di peso della sua amica. Inizialmente l’aveva tempestata di domande. Dopo era passata all’azione spingendola a mangiare, fino a quando Rose non era sbottata affermando che lei non avrebbe potuto capire, e che in fondo quella era la sua vita ed era stufa marcia di sentirsi a disagio nei suoi panni. Si era sentita in colpa nell’affrontare lo sguardo deluso e ferito della sua migliore amica, conscia del fatto che la stesse mettendo da parte, ma era comunque certa che non avrebbe mai accettato la situazione se Rose avesse provato a spiegargliela. Quindi aveva spacciato il suo rifiuto per il cibo come un semplice desiderio di perdere un po’ di peso e mettersi in forma. Reazione e giustificazione che avevano lasciato a dir poco perplessa la sua fin troppo sveglia amica.
La seconda persona più vicina Rose, James, fortunatamente era un ragazzo e prima che si potesse accorgere di una simil cosa, avrebbe fatto tempo a scomparire.
Rose era riuscita così in poco tempo a perdere all’incirca una decina di chili. Risultato sorprendente, che però non riusciva ancora a soddisfare la ragazza, ormai ossessionata. Aveva fatto qualche calcolo: pesava 55 chili all’inizio della sua dieta, ne aveva persi dieci ed avrebbe dovuto ancora almeno perderne cinque, data la sua altezza, o per meglio dire bassezza. Calcoli fin troppo drastici, se solo avesse ragionato con un po’ di lucidità.
 
                                              ****************
 
Margaret dal canto suo, aveva visto la sua amica pian piano prosciugarsi; alzarsi la mattina con il viso sempre più sciupato dalla magrezza e della notti insonni a pensare a chissà cosa. Già, perché Rose si era chiusa in se stessa sempre più, e Margie non riusciva minimamente a captare quale fosse il problema dietro la stentata bugia del “va tutto bene” della sua migliore amica.
Inoltre le aveva fatto tanta tenerezza quanta impressione il suo maldestro tentativo di applicare un incantesimo di restrinzione sulla sua divisa, che certo si era ristretta, ma non perfettamente, cadendole comunque un po’ troppo larga e malferma sul suo nuovo corpo, e donandole quell’aria trasandata, che mai era stat associata al prefetto-perfetto Rose Weasley.
 
                    **********************
 
Scorpius Malfoy a due tavoli di distanza da Margaret non aveva pensieri dissimili. Aveva visto quell’impertinente Rossa sempre più di rado al suo tavolo (ma davvero la osservava!?), e lentamente sempre più scarna, cosa che aveva notato durante le lezioni in comune con i Grifondoro. Aveva il brutto presentimento che quel cambiamento fosse dovuto in parte anche a causa sua, ma in realtà non voleva preoccuparsene troppo, nonostante ciò, non riusciva a fare a meno di pensarci. La sua lattea carnagione si era fatta quasi malaticcia, il fiero atteggiamento che aasumeva quando camminava per i corridoi alla ricerca di qualcuno da punire, o anche solo alla ricerca della classe per la lezione successiva, era andato lentamente scemando. Ora quasi si trascinava, come se non avesse la forza di camminare spedita a testa alta. Aveva visto le sue abbondanti, ma ben piazzate forme ( anche se questo non lo avrebbe mai ammesso), scomparire dentro la sua divisa, che ora circondava il suo corpo alla bel e meglio.
Tutto ciò lo turbava, ma in fondo non era affar suo.
Ragazzo non sapeva però quanto si stesse sbagliando, e quanto in quell’affare vi fosse invischiato.
 
                   ********************
 
Rose aveva deciso: la festa di Halloween sarebbe stata perfetta per il suo debutto in società come la “nuova Rose”. All’ultima uscita ad Hogsmeade aveva comprato un vestito, che avrebbe fatto girare la testa a qualsiasi adolescente ed anche le scatole a suo padre. Ma in quanto a questo, non c’erano problemi.
Aveva paura Rose. Avrebbe dovuto dimostrre di non star cambiando solo fisicamente, ma anche caratterialmente. Ma avrebbe dovuto farcela, ormai si era spinta troppo oltre per tirarsi indietro.
Per quanto riguarda il proprio cavalliere, era riuscita ad attirare l’attenzione di qualche bel ragazzo grazie al suo cambiamento ed era riuscita anche ad ottenere più di quanto sperasse. Le erano arrivati diversi inviti, ma lei aveva accettato quello di un Serpeverde del settimo anno, abbastanza nel giro di amicizie di Albus e Malfoy. Edward Nott. Bello da far girare la testa, oltretutto. Alto, ben piazzato, con lunghi capelli scuri e degli occhi azzurro ghiaccio, dentro cui molte ragazze avevano lasciato il cuore. Rose era molto soddisfatta. Si sarebbe ripresa Albus e con lui il cuore del Platinato.
 
 
 
 
 
Buonasera miei cari lettori! È tantissimo che non mi faccio sentire, lo so, sono imperdonabile… comunque spero che il capitolo possa essere di vostro gradimento, se ancora vi ricordate di meL ho cercato il più possibile di correggere gli errori che mi avete sottolineato, spero sia meglio dell’ultimo! E vi giuro che il rpossimo capitolo arriverà prima;)
 
 
RECENSIONI:
 
cissy1303: sono contenta che ti piaccia! Davvero spero che andando avanti non ti deludaJ
 
Fancy_Fondente: penso tutti si fossero dimenticati della storia, perché ammetto di essere davvero poco costante nell’aggiornare. Comunque ho già in mente come sviluppare la trama e mi auguro che non la troverai banale! Per la lunghezza dei capitoli cercherò di rimediare, chiedo veniaL questo dovrebbe essere più lungo, ma se hai altri suggerimenti avanti tutta, sono pronta!
Spero comunque in una tua nuova recensioneJ
 
zaynsacute: ehi ciao! Ti ringrazio davvero un sacco per i complimenti, anche perché è la mia prima fanfic e davvero sto avanzando un po’ alla cieca… non sono neppure mai stata un granchè nella scrittura, ma c’era quest’idea che mi ronzava in testa da un bel po’! cercherò comunque di rimediare alla lunghezza dei capitoli, ma se hai altre critiche dimmi pure, non possono che essere  costruttiveJ passerò di certo da te!
 
Saluti, la vostra Alle!

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