Pregnancy.

di Becky2000GD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Home sweet home. ***
Capitolo 2: *** No one's in the bedroom. ***
Capitolo 3: *** Saviour. ***
Capitolo 4: *** Nice to meet you. ***
Capitolo 5: *** Poetry and blood. ***
Capitolo 6: *** I'm in love again, but this is probably the end. ***
Capitolo 7: *** It all ends in tears anyway. ***



Capitolo 1
*** Home sweet home. ***


Il telefono squilla.

Non rispondo.

Squilla ancora.

Sto facendo del mio meglio per mantenere la calma e non darla vinta a "chiunque" ci sia dall'altra parte della cornetta.

Ho troppo mal di testa e non voglio per nessuna ragione al mondo ritrovarmi a dovere di nuovo discutere con nessuno delle solite cose.

Mi stendo a fatica sul grande divano di pelle della mia nuova casa, e inizio a guardarmi attorno. Ovunque ci sono scatole su scatole ammucchiate. Sono piene dei miei oggetti personali, le cose a cui proprio non volevo rinunciare.

So bene che mi ci vorrà un po' per trasformare questo gran casino in qualcosa di almeno lontanamente accogliente, ma non ha importanza. Da quando ho messo piede in questa villa è iniziata la mia nuova vita. Avrò tutto il tempo del mondo per rendere il luogo davvero mio e personalizzarlo a mio gusto.

E poi, che importa? Tanto non sono io a pagare.

Il cellulare riprende nuovamente a squillare e io sobbalzo spaventata. No, non è possibile continuare così ... mi avrà chiamata almeno quarantacinque volte oggi! Che problemi mentali ha quel uomo?!

Mentre mi alzo per afferrare l'oggetto e rispondere alla chiamata, io già so chi molto probabilmente continua a torturarmi così.

-Si può sapere che cazzo vuoi?! Sono le dieci di sera! Tua moglie non si insospettisce neanche un po' a vederti sempre a fare telefonate?!

Sbotto subito, e sento la testa incominciare a girarmi.

Devo mantenere il controllo. Non sono solo io a soffrire se mi agito ...

-Senti piccola, io volevo solo sapere come era andato il trasloco! Cerca di rilassarti, non voglio che mio figlio esca di lì già intontito per tutte le volte che ti ha sentita urlarmi addosso!

Istintivamente alzo una mano e la porto sul mio grembo, sfiorandolo con delicatezza.

Odio ammetterlo, ma ha ragione. Devo stare tranquilla, farlo per questo frugoletto che mi cresce dentro. Riesco ad immaginarlo rannicchiato nel mio utero, con i suoi occhietti chiusi come se riposasse e le minuscole mani strette a pugno. Non voglio disturbarlo, non voglio causargli nessun tipo di fastidio ... è così piccolo e indifeso. Quando verrà al mondo avrà già abbastanza problemi ... merita almeno di passare questi mesi in pace.

-Non chiamarlo così. Non è "tuo" figlio, ma mio figlio. Tu non sei stato molto più che un donatore di sperma!

Ed ecco che lo provoco ancora una volta. Non posso farne a meno ... dopo avere visto come Matt mi ha trattata, si merita questo ed altro.

Lo sento sospirare forte dall'altra parte della cornetta, come se tentasse con ogni fibra del suo corpo di non esplodere. Ma io non ho paura di lui, non più. Non oserebbe mai venire fin qui e picchiare una ragazza incinta ... non oserebbe mai picchiare me.

-Vacci piano con le parole. Se non me ne fosse importato nulla né di te né di lui non starei ancora a preoccuparmi. Vi ho anche trovato una casa dove stare, e non è esattamente un appartamentino da due soldi. Ho chiesto al mio avvocato di recapitarti una copia del documento dove attesto che mi occuperò del mantenimento del bambino da quando nascerà finchè non raggiungerà la maggiore età. Che diamine vuoi di più da me?! Hai forse intenzione di succhiarmi via anche il sangue fino all'ultima goccia?!

Ha la voce di un uomo distrutto. E nonostante tutto sentirlo ridotto così mi fa male al cuore ... ho amato Matthew così tanto che non posso fare altro che sentirmi morire ogni volta che ripenso alla situazione in cui siamo adesso. L'ho perso, in un certo senso.

Sospira per la seconda volte, più forte di prima.

Per un attimo resto in silenzio e penso a come rispondere.

Sì, è vero, mi ha persino ceduto la villetta al mare che comprò da ragazzo con uno dei suoi migliori amici, il batterista del suo gruppo. Qua dentro ci sono i loro ricordi, e lui se ne vuole privare per lasciare spazio a me e al bambino. Ma anche se ciò gli fa onore non cancella gli sbagli del passato ... non mi fido più d lui.

-Io vorrei solo che tu facessi la cosa giusta e decidessi di lasciare Valary e venire qui, ad occuparti di me e di questa creatura. Non mi sembra una richiesta esagerata ... sei andato avanti per quattro anni dicendomi che con lei sarebbe finita. Me lo avevi promesso. Nel frattempo però avete anche messo al mondo un altro figlio e io finivo sempre di più messa da parte. E sono sincera Matt, mi stava bene. Ho sempre amato questo lato di te, eri tanto preoccupato per la tua famiglia, River e Cash ...

Riprendo fiato. Non è facile ripensare a tutto il dolore che mi ha causato. Non è bello ricordare quei momenti ... io non ho mai voluto essere la sua amante, non erano questi i piani. Non andai ad un concerto degli Avenged Sevenfold con l'intento di finire nel letto di M. Shadows ... io volevo solo passare una bella serata e conoscere i miei idoli adolescenziali. La piega che tutto questo ha preso con il passare del tempo è senza ombra di dubbio bizzarra, qualcosa degno della peggior serie televisiva.

-Ma ricordati che anche se questo bambino è arrivato senza preavviso nelle nostre vite, non significa che tu puoi decidere di eliminarlo. Perché è questo che hai cercato di fare ...

Non riesco più a trattenere le lacrime. Credo che ormai anche lui si sia reso conto del nodo che ho stretto in gola se solo ripenso alla sua reazione quando gli ho comunicato di essere incinta.

-Ho sbagliato. Lo ammetto ... ma Marissa, per l'amor del cielo, lì per lì ho davvero pensato che se tu avessi abortito sarebbe stato meglio per tutti.

Ed è come un pugno nello stomaco. Sentirlo di nuovo parlare così ... mi fa del male.

Mi chiese di sbarazzarmi di nostro figlio con una leggerezza assurda, arrivando persino ad allungarmi dei soldi extra per mantenere il silenzio sulla cosa. Mi ha trattata come se fossi una puttana ... e intanto da anni diceva di amarmi. Non glielo perdonerò mai.

-Sei stato un mostro. Hai troppa paura di tua moglie, non hai mai fatto altro che pensare a te stesso. Per questo sono fermamente convinta che non meriteresti neanche di riconoscerlo, "tuo figlio".

È vero. Se dipendesse da me lui dovrebbe restargli lontano da qui in avanti ... però la legge in questo senso lo tutela. Non posso strappargli un figlio di cui vuole prendersi cura. Anche se sono certa che sarà solo un gran dolore per tutti ... Non lo tratterà mai come fa con i piccoli che ha avuto assieme a Val. Sono incinta da quattro mesi, e non ha ancora avuto un minimo di buonsenso per andare da sua moglie e raccontarle tutto. Non so neanche come farà a giustificare il fatto che non potranno più passare il tempo in questa casa se mai lo vorranno. Comunque, non mi interessano i suoi affari privati. Se ho un tetto sopra la testa per crescere il mio bambino, sono felice così.

-Non dire queste cose. Io ho altri due mocciosi a cui pensare, possibile che sei così stupida da non renderti conto di come funzionano le cose?! Non sono in una posizione facile! Pian rimetterò tutto a pos ...

Non lo lascio finire. Mi ha dato della stupida. Come si permette? Non me ne frega niente delle sue giustificazioni. Doveva pensarci prima.

-Sai cosa, Sanders? Vaffanculo. Semplicemente vaffanculo per tutto quello che mi hai fatto in questi ultimi anni. Vaffanculo a quella maledetta sera e ai pass per il backstage, vaffanculo al tuo sorriso perfetto e alla tua gentilezza, vaffanculo a me che mi sono innamorata mentre per te è stato tutto un gioco. E infine vaffanculo a tutte le belle bugie che hai sempre raccontato per proteggerti dalle conseguenze delle tue azioni. Sei un uomo grande e grosso e non sei capace neanche di capire che cosa vuoi nella vita ... hai lasciato che tua moglie andasse con chiunque e non hai mai fatto niente per chiarire la vostra relazione. Volevi il divorzio eppure non lo hai mai chiesto. Ed oggi rinunci a me, che ti ho regalato gli anni più belli della mia vita senza mai chiedere niente in cambio. Te ne pentirai Matt. La Vita ti metterà con le spalle al muro, però ricordati che quando sarai ormai solo non dovrai permetterti di tornare da me!

Riprendo a gridare nel telefono. Lo sento protestare dall'altra parte della cornetta, ma sono così presa che non capisco una sola parola di quello che dice.

È disperato, lo so benissimo. Tuttavia è un cretino se pensa non capisca la sua situazione ... ho accettato tutto questo per tanto tempo e soprattutto non ho nulla contro i suoi figli. È ovvio che deve pensare a loro, non può permettersi di perderli. Eppure deve anche entrare nell'ordine mentale che non gli consentirò di fare il padre solo a metà. Non potrà venire qui di tanto in tanto, magari dopo le prove con la band, e giocare alla famigliola felice per trenta o quaranta minuti. Non potrà continuare a fare credere al mondo di avere dei figli solo con la sua consorte. Non potrà spezzare il cuore a questo bimbo che cresce dentro di me e farlo sentire come se fosse un figlio di serie B.

Matt ha ancora tempo per risolvere le cose, ma deve sbrigarsi.

-Non è stato solo un gioco per me, non cercare di farmi passare da cattivo della situazione! Ho commesso degli errori e ora sono deciso ad aggiustare tutto. Ne parlerò a Val e comunque vadano le cose non abbandonerò quel piccoletto.

Sento uno strano rumore in sottofondo, sembra si tratti di un certo vociare.

Tra tutta quella marea di parole riconosco chiaramente Johnny che tenta di attirare l'attenzione di Matt chiedendogli perché stia passando così tanto tempo attaccato al telefono cellulare.

Solo adesso mi rendo conto che probabilmente si trova al Johnny's, a bere con i suoi adorati amici. A giudicare dalle parole di Christ, intuisco che non deve avere detto niente neanche a loro della gravidanza.

Mi sento colta dall'esasperazione quando mi rendo conto di quanto contiamo poco per lui. Io sono stata un passatempo e questo bambino è agli occhi di suo padre il più grande errore che abbia commesso nella vita.

-Basta Matt, sono stanca delle tue promesse. Sono stanca di qualsiasi cosa tu abbia da dire. Sono tutte bugie su bugie ... non vuoi fare parte della vita di un figlio che consideri solo un incidente. Il problema è che la tua coscienza inizia a farsi sentire e soffri. Tutto qui ...

Mi mordo forte il labbro inferiore con l'unico intento di trattenermi e non esplodere in rumorosi singhiozzi proprio mentre mi ritrovo ancora a parlargli.

-Ti direi anche di tenerti i tuoi sporchi soldi se solo potessi farne a meno, ma purtroppo per me sono troppo giovane e non posso trovare il denaro necessario ad accudire un neonato. Ti vorrei fuori dalle nostre vite per sempre ...

Non ho più altro da aggiungere. Fa troppo male anche solo sentire la sua voce e rendermi conto di quanto siamo caduti in basso, di come le cose tra noi sono finite veramente male. Ho la nausea di Matthew, degli Avenged Sevenfold, del mio passato e anche di questa casa dove lui ha vissuto momenti felici con i suoi amici e la sua famiglia. Alla mia età aveva già abbastanza soldi per permettersi una seconda villa come questa, mentre io devo abbassare la testa e tirare avanti con quello che lui mi dà. La vita è veramente ingiusta alcune volte.

Matt continua a parlare, ma neppure ci faccio caso. Sono troppo sfinita ... è stata una giornata stressante questa. Un trasloco non è roba da niente e, come mi aveva già anticipato, lui non aveva tempo per farsi vivo e darmi una mano. Sarebbe stato il doppio più brutto averlo vicino e occuparci insieme di questa cosa, però magari non mi sarei ritrovata adesso con un terribile mal di schiena ... voglio solo riposare. Tutto qui.

-Non ci riesco. Mi spiace ...

Come già detto, non ho idea di che cosa stesse andando avanti blaterare e non posso neanche dire che mi interessi.

Allontano il telefono dall'orecchio e con il dito clicco sull'icona della cornetta rossa. Chiudo la chiamata proprio nel momento in cui lo sento urlarmi qualcosa come "Aspetta, non ho finito di parlare".

Tu forse non avrai detto tutto ciò che avevi da comunicarmi, tuttavia posso assicurarti che io ho finito la pazienza per ascoltarti.

Spengo il telefono immediatamente dopo. Scommetto tutto ciò che ho che tra poco riprenderà a chiamarmi insistentemente come suo solito. Matt non è uno di quelli che si arrendono con facilità, in alcuni casi potrebbe quasi essere paragonato ad uno stalker per i modi che lo caratterizzano.

Mi asciugo il viso con le mani, sperando che presto potrò non pensarci più e passare una nottata tranquilla ...

Fuori piove a dirotto e io in questo posto da sola sono spaventata a morte. Non bastavano tutti i problemi che ho, doveva aggiungersi persino questa stupida atmosfera lugubre a farmi ammattire!

Faccio qualche passo per la stanza, scrutando le foto incorniciate ad appese alle pareti. Quasi tutte ritraggono Shads con Jimmy ... e il mio cuore quasi manca un battito. Credo nessuno entri più qua dentro dal duemilanove, proprio l'anno in cui Rev morì. E anche questo è qualcosa a cui preferirei non pensare adesso.

Matthew aveva parlato spesso di questa casa, tuttavia non mi ci aveva mai portata. Tante volte l'avevo immaginata però non credevo che fosse così piena zeppa di ricordi. Basta fare un giro per le innumerevoli stanze da letto al piano superiore per rendersi conto di come tutto qui parli non tanto della band, bensì di cinque ragazzi che amavano divertirsi insieme e trascorrere il tempo combinandone di tutti i colori.

Oggi ho ventiquattro anni. Seguo questa band da quando ne avevo solo sette, praticamente dal 1999(anno di formazione dei Sevenfold). Ovvio che all'inizio non capivo neanche buona parte dei testi delle loro canzoni, ma adoravo il loro sound. Con l'adolescenza le cose cambiarono e io incominciai ad affezionarmi sempre più anche ai singoli componenti. Imparai tutto ciò che c'era da sapere su di loro, divennero l'unica mia certezza e la più grande gioia. Gli A7X erano tutto quello di cui necessitavo per sentirmi bene ...

Anche se le cose oggi sono leggermente diverse, vagare in mezzo a quelli che molti fans potrebbero definire addirittura cimeli dei ragazzi mi fa sentire speciale. È come se avessi un'importanza diversa da tutti gli altri, e mi sento fortunata. Sembra di tornare indietro nel loro passato, camminarci proprio di fianco.

Matthew mi ha raccontato che lui e James, da grandissimi amici che erano, decisero di comprare assieme questa villa e rimetterla a posto e che da quel momento in poi tutto cambiò. Qui dentro si svolsero la feste più sfrenate, fu il posto dove tutti insieme si presero le peggiori sbronze e dove progettarono buona parte dei piani che successivamente coinvolsero la band. Anche se la villa doveva essere solo un posto dove svagarsi per Rev e Matt quando volevano evadere da ogni cosa, alla fine si ritrovarono proprio qui a discutere a tavolino con Johnny, Zacky e Brian di tutto ciò che rappresentasse più o meno un'urgenza.

Salgo a fatica le scale, tornando nuovamente a vagare per il corridoio. Non appena arrivata ho visitato la stanza che presumo fosse di Johnny, siccome nel cassetto del comodino ci ho trovato un pacchetto pieno di corde nuove per il basso, mai utilizzate. Poi sono entrata nella camera di fronte, quella dalla porta graffiata. C'è la scritta Misfits incisa nel legno, probabilmente con un coltellino. Non vorrei peccare di presunzione, ma credo di conoscere i ragazzi abbastanza bene da poter dire che lì dormiva Zacky. La cosa mi ha davvero fatta sorridere ... è proprio affezionatissimo a quella band. È merito di Vee se io stessa ho iniziato a seguirli.

Fino adesso non ho proseguito oltre, ma ora intendo entrare anche nelle altre tre camere da letto. Non tanto per ficcare il naso tra le loro cose, Matt mi ha detto che comunque verrà presto a prendere tutto ciò che è rimasto qui. Vorrei solo capire come sistemarmi, quale potrà essere la stanza per il mio bambino ...

Ed eccomi qui. Restano due camere ai lati da controllare, ed anche quella proprio infondo al corridoio. Non posso negarlo, quest'ultima è quella che mi attira di più ... sento uno strano richiamo provenire da lì. Immagino sia la stanza di Matt. E allora perché non iniziare da essa?

Per ben quattro anni ho condiviso tutto con lui. C'ero quando era felice e quando aveva i nervi a fior di pelle, tutte le volte che River o Cash lo rendevano orgoglioso non poteva fare a meno di raccontarmelo, se aveva news riguardanti la sua carriera ero la prima a venirne a conoscenza. Persino Val passava in secondo piano, o almeno questo era ciò che Shads mi riferiva. Perciò, anche se so che dovrei evitare, non voglio assolutamente perdere questa occasione.

Fisso ancora l'ultima porta e sento crescere in me la curiosità di passarla e vedere che cosa si trova al di là di essa. È come se ci fosse una certa carica magnetica che mi fa iniziare a camminare finchè non mi trovo lì davanti. Non appena alzo la mano e la poso sulla maniglia dorata sento una miriade di brividi freddi percorrermi la spina dorsale. Intanto un tuono fortissimo scuote l'intera struttura della casa, e io inizio a tremare. Sgrano gli occhi non appena mi rendo conto che qualcosa non va ... mi sto lasciando condizionare troppo da tutto.

I temporali estivi li ho sempre detestati quando erano così forti e prepotenti, in più mi ritrovo sola in una casa che non ho mai visitato prima di oggi. Alla mia età non dovrei più farmi prendere dalla paura ... infondo, perché essere così spaventata? Non c'è nulla di cui avere timore. Sono circondata da muri di mattoni e cemento e dai vecchi oggetti lasciati qui dai miei idoli tanti anni fa.

Sospiro, iniziando a spingere la mano sulla maniglia come per abbassarla. Un minimo di coraggio, accidenti!

In questo momento, per la prima volta, sento qualcosa muoversi dentro di me. È come un semplice fruscio, un movimento leggerissimo, tanto che quasi credo d'essermelo immaginato. Ma poi si ripete, e sembra quasi mi richiami.

Immediatamente allontano la mano dalla maniglia per portarla sulla pancia. È molto strano, sono incinta da sole sedici settimane ... è ancora presto per queste cose. Certo, quello che ho sentito non era un calcetto del mio bambino, eppure sono quasi sicura abbia fatto qualche piccolo movimento.

-Tesoro mio ...

Un gran sorriso compare sul mio volto mentre sfrego con tenerezza i palmi sulla pancia. Inizia a diventare grande e tondeggiante, segno che il piccolo cresce come dovrebbe. Finalmente tutta la tristezza svanisce ... per un attimo dimentico suo padre, il fatto che devo ambientarmi in questo posto nuovo e sistemare trecentomila cose, i miei studi da portare a termine e anche il temporale. Neppure ho più la minima voglia di attraversare questa porta tanto misteriosa e scoprire a chi apparteneva sul serio questa stanza.

Non me ne importa niente al momento.

Mi sono appena resa conto davvero che sto per diventare madre. È una sensazione bellissima nonostante tutto. Tra circa cinque mesi mi ritroverò un fagottino tra le braccia, una creatura talmente indifesa da dipendere totalmente da me. Dovrò proteggere il neonato ed accudirlo, occuparmi di lui e di ogni suo bisogno. Sarà terrificante in alcuni momenti, sarà stancante, arriverò a fine giornata sfinita. Non avrò nessuno vicino, ogni responsabilità ricadrà sempre e solo sulla mia persona. L'unica cosa che non mi mancherà saranno i soldi, grazie al cielo. Ma anche se non sarà mai e poi mai facile ... sono carica. Entusiasta, direi. Persino agitata. Perché lo so che ad ogni piccolo passo mi renderà fiera ed orgogliosa ...

Non vedo l'ora di sapere il sesso del bambino. So che Matt vorrebbe un altro maschietto, e invece per me nonostante la curiosità non fa differenza. Mi basta che sia sano ...

Una cosa quasi certa è che somiglierà a suo padre. Ho questa sensazione ... se fosse così non mi dispiacerebbe. Può avere tutti i difetti di questo mondo, tuttavia non si può dire che Matthew non sia bello.

Così, con le mie fantasie e i tantissimi pensieri in testa, scendo di nuovo al piano di sotto e mi dirigo in cucina. Ero così nervosa che ho mangiato decisamente troppo poco oggi, devo rimediare. Il mio piccolo necessita anche dei miei sforzi per arrivare alla nascita sano e forte.

Non so perché sia accaduto proprio oggi, non so perché è stato nel preciso istante in cui stavo per entrare in quella strana stanza che tanto mi attira ... e non mi importa. Ora sono contenta e rilassata, in compagnia della personcina più importante della mia vita che ha deciso di attirare la mia attenzione e farmi tornare il buonumore.

 

 

*** 
 

 


Mi alzo dal divano e, con una certa fretta ed il mio cellulare in mano, mi avvio verso il piano superiore.

Non mi piace quello che ho visto, proprio per nulla. Avevo intenzione di dormire di sotto per questa notte, ma non ho il coraggio di restare lì. Il temporale è sempre più forte e, come se non bastasse, continuo a vedere delle strane ombre aggirarsi per la stanza.

So che non c'è nulla di vero in tutto questo, che è solo frutto della mia fantasia e della stanchezza che mi porto addosso, però non voglio morire di paura.

Proprio mentre mi trovo sull'ultimo scalino, un tuono tremendamente rumoroso romba là fuori e viene subito seguito da un fulmine scintillante che illumina l'intero piano terra.

Non ci penso due volte e, correndo come posso, vado dritta dritta verso la stanza che presumo fosse occupata dal mio Matthew. Prima non ero stata in grado di vedere se si trattava della sua o no, ma poco importa. In ogni caso non appena ci metto piede inchiavo la porta alle mie spalle, per poi tuffarmi sul letto.

Mi rannicchio come farebbe una bambina e stringo forte gli occhi in modo tale da non potere vedere nulla. In questi casi, che si tratti di paura di streghe, fantasmi o mostri, vale la regola del "se io non lo vedo, lui non può vedermi".

Respiro forte spingendomi sempre più verso il materasso. Annusando il cuscino, però, inalo un profumo che non mi è mai capitato di sentire prima. È dolce e fresco, quasi intrigante ... ma io non lo conosco. Così mi rendo conto che qui il mio Matt non ci ha mai dormito.

Ed ecco che divento ancora più nervosa. Non so nella stanza di chi sono finita, probabilmente quella di Syn ... peccato. Non ho la minima intenzione di uscire di qui, anche se so bene che anche solo l'illusione di avere l'uomo che amo al mio fianco potrebbe aiutarmi a passare questo brutto momento.

I minuti passano e continuo a sentire il ticchettio dell'acqua che sbatte contro la finestra ed anche diversi altri tuoni. Non oso aprire gli occhi, neanche per sogno ... per un secondo considero persino l'idea di accendere il cellulare e chiamare Shads. Però sarebbe come ammettere che anche se mi fingo forte, in verità necessito d'averlo vicino ed ho bisogno del suo amore e delle sue attenzioni. Non voglio dargliela vinta, non dopo la discussione avuta oggi durante l'ultima chiamata.

Devo essere coraggiosa, qui e adesso. Questa è la mia nuova casa, per nessun motivo al mondo posso lasciarmi spaventare da un semplice temporale oppure sarò sempre portata a telefonare a Matthew. No, non posso permettermelo.

Lentamente schiudo gli occhi. La prima cosa che vedo mi lascia senza fiato, totalmente. Noto una sagoma scura ai piedi del letto ... mi sta fissando. Ho così tanta paura che non riesco ad emettere un solo gemito. Che cos'ho in testa? Sbatto più e più volte le palpebre, pregando interiormente che sia solo un'allucinazione. Effettivamente, dopo qualche secondo la figura alta e slanciata svanisce dalla mia vista e posso tirare un sospiro di sollievo.

Non so cosa mi stia prendendo, certo è che questa gravidanza non è stata facile dall'inizio e più prosegue più mi dà cose sulle quali pensare.

Esitante allungo la mano sulla parete dietro il letto, cercando a tentoni la placca in plastica con l'interruttore per accendere la luce. Non appena la trovo, provo a pigiarci sopra svariate volte, eppure non accade nulla. Improvvisamente però la luce biancastra dell'ennesimo fulmine penetra dalla grande finestra e proietta sulla parete un'ombra grande che ricorda proprio la figura che ho visto poco fa.

Mi volto di scatto e vedo di nuovo la stessa sagoma alta e, stranamente, incredibilmente familiare. Tutto accade in una manciata di secondi, ma mi rendo conto che mi si sta avvicinando anche se piano.

Ed ecco che finalmente riesco a lanciare un grido di terrore. Balzo in piedi, mentre quello che mi sembra in tutto e per tutto un uomo si ritrae lentamente, come infastidito dal mio urlare. Inutile dire che, nonostante la gravidanza, in questo caso l'adrenalina è talmente forte che riesco a correre fuori dalla stanza in meno di un minuto mentre velocemente compongo il numero di Matt dopo avere riacceso il telefono.

Il cellulare squilla a vuoto per diverse volte, prima che finalmente qualcuno risponda.

-Che problemi hai per chiamare a quest'ora?! Lo capisci o no che io ho una moglie?!

Inveisce da subito contro di me.

-Matt, c'è qualcuno in casa. Ti prego, vieni subito ... ho paura!

Urlo queste parole in modo chiaro e deciso, così che possa comprendere per bene.

-Merda ... esci immediatamente di lì! Corri più svelta che puoi, non ti fermare. Entra in macchina e cerca di allontanarti da casa Marissa! Fai attenzione però mentre guidi, non farti cogliere troppo dall'ansia o rischi di fare qualche incidente. Io chiamo la polizia e arrivo appena possibile!

-Cazzo Matt, io non ho la macchina! Fin qui oggi mi ci ha accompagnata la ditta dei traslochi quando hanno portato le mie cose!

Perché si dimentica i dettagli più importanti? La mia auto è dal meccanico, glielo avevo detto ... si è anche offerto di pagare lui le spese.

-E allora corri fuori e nasconditi! Sarò lì il prima possibile piccola!

La sua voce spaventata mi mette solo addosso il doppio della paura. Che cosa sta succedendo qui?

 

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Capitolo 2
*** No one's in the bedroom. ***


-Matt!

Non appena lo vedo scendere dall'auto non posso fare a meno di gettarmi su di lui. Mi spingo contro il suo corpo così forte che temo quasi d'avergli fatto male. Immediatamente mi avvolge stretta nel suo abbraccio e mi lascia un bacio sulla fronte, mentre passa le sua grandi mani ovunque su di me: dalle spalle scende giù lungo le braccia per poi finire sulla schiena e suoi fianchi. Controlla che non abbia nessun genere di ferita.

-Dimmi che stai bene, per favore!

È spaventato a tal punto che sono sicura di non averlo mai visto in queste stesse condizioni prima d'ora. E noto chiaramente che come me ha il viso sfinito ... questa situazione ci sta uccidendo entrambi.

Fisso gli occhi nei suoi per qualche istante, senza essere in grado di rispondergli.

-Hey ... il gatto ti ha mangiato la lingua?

Mi scuote delicatamente e questo mi ridesta e mi riporta alla realtà. Mi basta vedere il colore delle sue iridi chiare e mi perdo completamente in mezzo ai ricordi del passato. Lui ha saputo rendermi felice come nessun altro mai aveva fatto prima ...

Con il palmo della mano accarezzo da sopra il tessuto della camicia il petto di Matt, poi lo spingo gentilmente come per allontanarlo un po' da me. Ho potuto sentire il battito del suo cuore ... è forte e veloce. Di certo è molto preso, più di quanto non immaginassi. Si preoccupa veramente, mi sembra incredibile.

-Sto bene. Chiunque ci sia là dentro, non mi ha fatto nulla. Né ha tentato di acciuffarmi quando sono fuggita.

Piano mi volto verso l'enorme villa alle mie spalle, e fisso la finestra della camera nella quale è avvenuto tutto. È passata almeno mezz'ora da quando in preda al panico ho chiamato Matthew, e lui è appena arrivato. Della polizia, intanto, neanche l'ombra.

-Deve essere ancora là dentro. Insomma, anche se mi sono allontanata più che potevo non ho visto nessuno uscire ...

Sto ancora tremando. Ho preso proprio un bello spavento ...

Shads ora ha smesso di parlare, resta in silenzio a fissarmi. Quel suo sguardo mi dà un'impressione strana, quasi come se non fosse per niente stupito di come sono andate le cose stasera. Non lo so, lo conosco così bene ormai che è come se i suoi occhi mi dicessero cose che la sua voce rifiuta di comunicarmi. Forse anche lui è inquieto ... là ci ha passato alcuni tra gli istanti più belli della sua vita.

Dopo qualche altro istante, s'avvicina al bagagliaio della sua macchina e inizia a blaterare qualcosa sottovoce fin quando con un sorriso trionfante sul viso non estrae una mazza da baseball da lì. La afferra saldamente con entrambe le mani, colpendo più volte l'aria come un giocatore che si riscalda prima di una partita.

Mi ammutolisco davanti a questa scena. Vuole entrare là dentro ... vuole farlo sul serio!

-Matt ... metti via quello stupido pezzo di legno. Non essere imprudente, che vuoi fare?

Sottovoce mormoro le poche parole che riesco a mettere assieme per creare una frase di senso compiuto. Lui però neanche mi risponde, si limita a porgermi una torcia elettrica. Che cazzo significa?

-Oh ... no! Tu sei pazzo se pensi che correrò il rischio di farmi ammazzare venendo là con te! Ma dico, non ci pensi a tuo figlio?!

Come per difendere il mio bambino dalle malsane idee di suo padre, porto una mano sulla pancia.

-Non succederà nulla. Ci sono io con te, fidati.

Matthew mi tende la mano come per invitarmi ad incamminarmi verso l'abitazione con lui, ma io piuttosto che prenderla ci lascio uno schiaffo forte sopra.

-Ti ho detto di no! E se si trattasse di un rapinatore?! Se avesse una pistola?! Non puoi andare neanche tu Matt! Sii ragionevole per una volta, vuoi veramente rischiare la vita?! L'hai detto tu stesso poche ore fa al telefono che hai una famiglia a cui pensare. Come si sentirebbero River e Cash se il loro papà morisse stasera senza un vero e proprio motivo?!

Solo a pensarci mi sento male. Non me lo perdonerei mai se dovesse succedere una cosa del genere. Ci sono troppe persone che lo amano, me compresa. Avremmo tutti il cuore spezzato se perdessimo anche M. Shadows ...

-Quindi vuoi restare qui fuori, da sola nel cuore della notte? Okay, come ti pare.

Alza le spalle e, dopo avere ignorato del tutto le mie parole, si avvia verso la villa.

-Fermati accidenti! Aspetta almeno che ci sia la polizia!

-Non arriverà nessuna polizia! Non l'ho neanche chiamata, perché so già che non c'è assolutamente niente di cui avere paura. Quindi per una volta nella vita abbi fiducia in me e seguimi!

Odio quando mi urla addosso. Lo trovo terribile. Non c'è niente di gentile in lui quando si altera, diventa un altro uomo. Quelle fossette stupende che caratterizzano ogni suo sorriso lasciano il posto ad un'espressione dura e completamente fredda. Guardarlo in viso adesso come adesso mi fa sentire come se fossi un bambina stupida con un padre costantemente nervoso. Gli undici anni di differenza che ci sono tra di noi iniziano ad avere un certo peso proprio in simili momenti.

Inoltre, non posso fare a meno di chiedermi perché non abbia chiamato il 911. Mi ha mentito ... e la strana sicurezza che ha in questo momento io davvero non la capisco. Che cosa mi nasconde? Lui e le sue sensazioni sono micidiali. Vive di istinto.

Non voglio lasciarlo andare da solo. Qualsiasi cosa succeda, preferisco morire con lui piuttosto che perderlo per sempre. Eh sì, lo so che non è un gesto responsabile dato che sono incinta, però ... non posso davvero abbandonarlo in questa situazione.

Mi tende nuovamente la mano, e questa volta io l'afferro. Intreccio immediatamente le dita alle sue e il timore un po' sparisce. In tutta risposta, Matt strizza gentilmente la mia mano minuscola, per poi stringerla più forte nella sua. È il suo modo di rassicurarmi ... magari non sa essere sempre esattamente molto bravo a parole, gli capita di dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato. Tuttavia i suoi gesti sono colmi di affetto e vanno apprezzati.

Nessuno è perfetto, e solo ora me ne rendo conto. Dovrei cercare di dimenticare il modo in cui mi chiese di fare sparire il nostro bambino e provare ad andare avanti. Sarebbe già una barriera in meno tra noi due ...

Cerco di camminare alla sua stessa velocità e nel frattempo senza neanche rendermene conto mi stringo sempre di più a lui. Con il passo lesto che teniamo, in due minuti ci troviamo davanti l'entrata della villa. Accendo la torcia, mentre Shads gioca per un secondo con la mazza da baseball facendola roteare tra le dita.

-Sei pronta?

Non capisco quel sorrisetto quasi divertito che ha dipinto sulla faccia.

-Trovi che sia divertente?

-Assolutamente. Mal che vada potrò sfogarmi su qualcuno facendogli il culo e oltretutto potrà anche definirsi legittima difesa. E credimi, io ho tanta rabbia repressa e persino una certa dose di frustrazione ... non vedo l'ora di liberarmene.

Lo fisso con un'espressione enigmatica. Vorrei dargli del coglione, ma questa non è esattamente la sede opportuna per litigare. Ne riparleremo in un secondo momento, immagino ...

Emetto un lungo sospiro per poi fargli cenno che possiamo andare.

Infilo la chiave nella porta per poterla aprire, mentre lui è già pronto a colpire chiunque malauguratamente si trovi dall'altra parte. Il cuore mi saltella nel petto mentre il piccolo pezzo di ferro gira nella serratura ma, prontamente, non appena è aperto sfilo la chiave e mi nascondo alle spalle dell'uomo qui con me. Matt non si fa problemi di sorta e dà un calcio potente alla porta, in modo che questa si spalanchi.

Tutto succede in una manciata di secondi e arrivati a questo punto non riesco a tenere gli occhi aperti. Quasi mi preoccupo per l'uomo all'interno della casa ... Shads non dà l'idea d'essere per niente tenero mentre impugna quella mazza di legno e io di mio odio la violenza. Preferirei non sentire ossa rompersi o vedere persone morirmi davanti agli occhi, né questa notte né mai.

Però, per fortuna, nessuno si trova qui all'ingresso.

-Via libera.

Mormora Matthew, mentre fa muovere velocemente lo sguardo da un punto all'altro di questa prima area della casa. Io torno subito al suo fianco e cerco di fargli luce al mio meglio, facendo guizzare un po' ovunque il raggio giallastro emanato dalla torcia.

-Rimani vicina a me, non allontanarti per nessun motivo al mondo e sarai salva.

È incredibilmente sicuro di sé, senza contare che nonostante tutto mi sembra molto rilassato. Non so come faccia ... deve sembrargli proprio allettante l'idea di ferire un altro essere umano. È una situazione surreale, come se stessero giocando al gatto e il topo. E senza ombra di dubbio il gatto è proprio Matt.

A passo felpato ci introduciamo nella grande villa. Le innumerevoli pile formate di scatole di cartone con dentro le mie cose potrebbero essere un luogo perfetto dietro il quale nascondersi per l'intruso, quindi controlliamo scrupolosamente tutto il piano terra. Nel frattempo il temporale fuori è cessato, perciò non rischio più di avere un infarto per ogni tuono.

Per non impedire troppo i movimenti a Shads gli resto appiccicata senza mai provare a riafferrarlo per il braccio. Vorrei potere stringere le mani attorno ai suoi enormi bicipiti, di certo mi sentirei più tranquilla. Ma non è questo il momento più adatto ...

-Non mi hai ancora detto dove hai incontrato questo fantomatico uomo, comunque ...

Mi sussurra nel momento in cui iniziamo a salire le scale.

Nota che ho già difficoltà anche se la mia pancia non è ancora poi così grande, quindi mi circonda i fianchi e ad ogni passo mi dà una leggera spinta per aiutarmi a mettere il piede sullo scalino successivo. Proprio quando la sua mano è stretta al lato del mio grembo posso sentire di nuovo il piccolo muoversi appena dentro di me, come se volesse avvicinarsi a Matt e fare la sua conoscenza. Istintivamente mi viene da sorridere e mi giro di scatto verso l'uomo al mio fianco chiedendomi se, nonostante la leggerezza dello spostamento del bambino, anche lui lo abbia sentito.

-Marissa? Perchè mi guardi così?

Matt sembra quasi imbarazzato e si limita a inclinare la testa di lato. Sento dentro una certa delusione a questo punto, siccome mi rendo benissimo conto che il padre di mio figlio non si è accorto di niente. Capisco quindi che probabilmente è troppo presto ... ma non importa perché, se saprà comportarsi decentemente, Matthew più avanti avrà modo di vivere momenti come questi quando vorrà. Per ora è tutto in ballo.

-No ... niente.

Scuoto la testa e faccio sparire il sorriso dalle mie labbra.

-Comunque, ho incontrato lo sconosciuto nel corridoio a destra. Mi ero intrufolata nell'ultima stanza, quella infondo e ... non lo so. Lui era semplicemente lì. All'inizio neanche l'avevo notato anche se i lampi illuminavano l'intera camera, mi chiedo come sia stato possibile. Però quello che più mi ha dato i brividi è stato che io ... avevo quasi la sensazione che la sua figura mi fosse famigliare, anche se non sono riuscita a vederlo in faccia o notare alcun dettaglio.

Siamo quasi giunti in cima alle scale, ma Matthew si irrigidisce man mano che parlo, fino a sembrare praticamente congelato. Non si smuove più di un solo millimetro, in più ha gli occhi sgranati e lo sguardo appiccicato ai pochi scalini che ci separano dal piano superiore. Non osa proferire parola. Mi sembra che stia persino trattenendo il respiro ...

-Matt ...

Sussurro il suo nome, ma non succede niente.

-Matt ... Mattie! Matt, andiamo ...

Non ho idea di che cosa gli sia preso. So solo che mi sembra di avere una statua a condurmi, non muove un solo muscolo.

Porto le mani ai lati del suo viso e lo accarezzo, sentendo sotto i polpastrelli un leggero accenno di barba che li pizzica. Il mio gesto sembra finalmente ridestarlo.

-Hai davvero detto che è accaduto nell'ultima stanza?

Ma non mi lascia neanche il tempo di rispondergli. Mi aiuta a salire in fretta e poi lascia cadere la mazza da baseball sull'ultimo scalino.

-Vieni, forza.

Mi afferra il polso e con impazienza cammina per il corridoio più svelto del solito, come se fremesse dalla voglia di arrivare laggiù.

Io davvero non capisco che cosa stia succedendo qui. Potrei addirittura giurare che i suoi occhi ora come ora siano lucidi e la sua espressione più serena.

-Matt, la mazza ... ! Che fai? Abbia un minimo di buon senso, non puoi girare così disarmato e a cuor leggero!

Neanche mi ascolta. Continua a trascinarmi dietro di lui e durante gli ultimi metri mi sembra quasi abbia voglia di correre. Si fionda nella stanza e subito mi fa cenno di entrare a mia volta, perché sono rimasta sulla porta. Mi ruba la torcia di mano e inizia ad illuminare da un angolo all'altro, mentre io già tremo di paura. Matt controlla centimetro per centimetro in modo semplicemente euforico, e io davvero non comprendo ancora che cosa ci sia di tanto fantastico in tutto ciò.

Lo osservo ancora mentre esplora lo spazio alla ricerca disperata di qualcosa, fino al momento in cui lo vedo avvicinarsi alla vetrata e appoggiarvi la fronte sopra, come farebbe una persona ferita.

-Matthew ... si può sapere che cosa ti prende?! Tu mi nascondi qualcosa, ne sono certa.

Mi avvicino e, anche se mi sta rendendo inquieta, lo abbraccio da dietro andando a stringermi contro la sua schiena, strofinandoci la guancia sopra.

-Cosa avresti voluto trovare qui dentro? Quando ho provato a dormire nel letto non c'era il tuo profumo su quel cuscino. Questa camera non era tua, posso metterci la mano sul fuoco.

Non è saggio parlare come se nulla fosse qui dentro e scambiarsi tenerezze, fino a poco più di un'ora fa qualcuno si aggirava per casa ... ma Shads ha ragione, finchè gli resto vicina non può accadermi nulla di male. Lotterebbe con le unghie e con i denti per me e il nostro bambino, ora ne sono sicura.

-Non speravo di trovare nulla di più di ciò che ho trovato, non preoccuparti.

Mente. Lo sento dal suo tono di voce.

-Hey, non dire stronzate. Ti conosco fin troppo ben ...

Non mi lascia neanche il tempo di finire di parlare. Si volta verso di me e fa aderire il mio viso contro il suo petto. Infila le dita tra i miei capelli e con una lentezza assurda le fa scivolare verso le punte, per poi ricominciare. Non so davvero che cosa gli stia prendendo, si comporta così solo quando è molto triste ... mi si spezza il cuore, perché non vedo seriamente dove sia il problema.

Decido di smettere di parlare di questo e mi allontano dal suo corpo.

-Finiamo di controllare le altre camere e il corridoio a sinistra. Sono quasi le tre del mattino, se non torni a casa Val se la prenderà a morte con te e dovrai inventarti qualcosa per giustificare tutto.

Annuisce e, dopo essere uscito di qui, chiude con un modo di fare che definirei assurdo ... sembra quasi preoccupato di rovinare la porta.

Non oso chiedere ulteriori spiegazioni.

La tranquillità con cui controlliamo le altre stanze della casa è disarmante. È come se sapesse già che non c'è più nessuno qui ...

Dopo tutto questo scendiamo in cantina e mi mostra come riavviare la corrente in caso ci siano di nuovo degli sbalzi tali da far andare via la luce.

-Puoi dormire sonni tranquilli questa notte. Va tutto bene, okay?

Ed eccoci qui. Già sulla porta. Mi attira nuovamente in un abbraccio e mi lascia un secondo bacio sulla fronte, proprio come quando era arrivato.

Odio questo momento. Odio vederlo andare via. Odio rimanere sola quando tutto quello che desidererei sarebbe solo di dormire ancora stretta all'uomo che amo.

Vorrei pregarlo di non andarsene ... anche perché neanche lui sembra avere voglia di tornare a casa sua. Mi si riempiono gli occhi di lacrime, ma cerco di non darlo a vedere.

-Ti amo. Lo sai, vero?

Non infierire Matt, non rendere tutto ancora più difficile.

-Lo so. Ma ami anche tua moglie ... è chiaro ormai. Non sei capace di allontanarti da lei.

Nascondo il viso nell'incavo del suo collo, mentre una lacrima scende e bagna la sua pelle.

-Se potessi tornare indietro nel tempo non ti illuderei mai come ho fatto. Forse, neanche ci proverei con te ... e sarebbe una perdita terribile, perché abbiamo condiviso momenti bellissimi noi due. Ma è chiaro che ti ho rovinato la vita.

Non potrei mai essere tanto in disaccordo con qualcuno come in questo momento.

-Non è così. Mi hai ferita un numero infinito di volte, mi hai fatta restare ad aspettare per anni per un qualcosa che alla fine non è mai successo ... eppure ero lo stesso felice. Tutto passava come se nulla fosse, perché c'era il tuo amore incondizionato a riscaldarmi il cuore. E adesso che c'è anche questo bambino ...

Guido la sua mano verso il mio grembo sporgente, lasciandogli per la per una volta l'opportunità di avere un primo contatto con la creaturina che mi cresce dentro. Matt guarda incredulo verso la mia pancia, poi fissa gli occhi nei miei.

-Pensavo non ti saresti mai lasciata accarezzare così dopo tutto quello che ti ho fatto ...

Riesco a leggere un'evidente gioia sul suo viso e vedo riapparire le sue famose fossette. Shads è raggiante, veramente meraviglioso quando sorride. Sposta il palmo aperto da un lato all'altro, spingendo lievemente come se volesse toccare proprio il piccolo.

-Hey ... sono il tuo papà.

Si abbassa davanti a me, andando a sussurrare queste parole contro la mia pelle. La mia voglia di piangere raddoppia. So che, se solo non avesse già trovato la donna della sua vita, Matt saprebbe essere stupendo al mio fianco e si occuperebbe di questo bimbo nel migliore dei modi.

Lascia un bacio proprio sopra il mio ombelico, e solo adesso mi rendo conto che rimarrà qui stanotte. Perché da come si comporta è ovvio che non ce la fa a lasciarci soli.

Non serve una sola parola ... lo aiuto ad alzarsi da terra e insieme torniamo al primo piano della casa. Mi dice che la sua stanza era quella di fianco alla camera di Johnny, e decidiamo di passare la notte dormendo nel suo vecchio letto.

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Capitolo 3
*** Saviour. ***


È stata una notte meravigliosa. Era da quando sono rimasta incinta che tra me e Matt non accadeva più nulla ... e fa quasi sorridere se ci si pensa.

A quanto sembra, abbiamo concepito il nostro bambino dopo un secret show degli Avenged Sevenfold tenutosi a San Diego, nel locale di un amico dei ragazzi. Né io né lui ci saremmo mai aspettati che da quel momento la nostra intera vita sarebbe cambiata radicalmente. Pochi giorni prima avevamo avuto una lite perché Matt aveva annullato un nostro appuntamento, quindi ci siamo visti con l'unico obiettivo di rimettere a posto le cose. E alla fine siamo andati decisamente oltre.

Michelle era l'unica tra le mogli dei Sevenfold ad essere presente quella sera, e comunque alla fine dello spettacolo lei e Syn sono spariti nel giro di un secondo per andare nessuno sa dove. Probabilmente se la sono spassata come abbiamo fatto io e Matthew, con l'unica differenza che adesso a Mich non è rimasto niente di più del ricordo.

Per quanto riguarda Val, Meaghan e Lacey, credo fossero tutte e tre assieme in un centro benessere a rilassarsi. E grazie al cielo.

Sia ben chiaro, come non ho nulla contro River e Cash non ho problemi neanche con la loro madre. Non sono gelosa di lei, anzi mi sento persino in colpa per tutto questo nonostante il fatto che Matt mi ha sempre detto d'essere stato tradito molto spesso da Valary.

I Sevenfold sono una grande famiglia e ormai tutti mi conoscono e mi ritengono un'amica, ma solo Johnny, Zacky e Syn sanno della mia relazione con Shads. Lui non ha avuto la forza di tenere questo segreto ...

Ringrazio di cuore quei tre uomini stupendi per avere tenuto la bocca chiusa, in particolar modo Brian con sua moglie. Essendo la gemella di Val non avrebbe esitato a raccontarle tutto ...

Mi giro lentamente su questo grande letto, sperando che cambiando visuale scaccerò anche dalla mente questi brutti pensieri. Riflettere su tutti i problemi della mia vita non è il miglior modo per iniziare la giornata, specie se potrei concentrarmi su qualcosa di molto più bello. Per esempio, potrei pensare a questo uomo unico che ho di nuovo il privilegio di ritrovare al mio fianco appena sveglia.

Matt è ancora immerso nel sonno. Posso osservare il suo addome alzarsi ed abbassarsi con un ritmo regolare, mentre inspira ed espira. Sposto lo sguardo un po' più in su, sul petto ampio e tatuato. Anche se cerco di resistere alla tentazione con tutta la mia forza di volontà, alla fine cedo e allungo la mano verso di lui. Con il dito indice traccio lievemente un percorso immaginario dalle clavicole e giù per tutto lo sterno, poi torno a disegnare il contorno di ogni suo tatuaggio in quella zona del corpo.

Trovo che tutto in lui in questo momento sia poetico. Una simile tranquillità sul suo bel viso la si può scorgere solo mentre riposa, e neanche sempre. Lo so per esperienza. Ora ha persino le labbra leggermente schiuse, come un bambino. È una scena dolcissima ... i suoi capelli spettinati e quella barbetta sul mento e sulle guance sono la ciliegina sulla torta.

Cercando di non svegliarlo mi muovo piano verso di lui e, non appena inizio a baciarlo proprio sotto l'orecchio, Matt mi avvolge un braccio attorno ai fianchi. Anche se sta ancora dormendo sembra apprezzare le coccole come al solito. Alzo un poco il viso andando a posare le labbra sulla sua mascella, dove lascio una scia di baci. Lo sento mugolare qualcosa e così capisco che si sta ridestando gradualmente.

-Buongiorno Mattie ...

Gli sorrido nel momento stesso in cui lo vedo aprire adagio le palpebre. Sembra ancora assai stanco.

-Hey ...

Mi saluta diversi istanti dopo, ma non ci faccio troppo caso. So che ha i suoi tempi e resta sempre abbastanza intontito. Ha la voce impastata dal sonno e si sfrega gli occhi in modo tenero, perciò ancora una volta mi torna alla mente l'immagine di un bimbo. Quanto vorrei scattargli una foto ... ma so che se la prenderebbe a morte, motivo per cui scarto all'istante l'idea.

Riprendo a baciarlo ovunque per fargli dimenticare il nervosismo che gli cresce dentro. Non so con precisioni che ore siano ma credo circa le otto del mattino, visto come i raggi del sole filtrano dalla finestra ... abbiamo dormito molto poco questa notte, e so che è tanto irritabile se non riposa almeno sei o sette ore.

Lo sento ridacchiare piano, come non succedeva da tanto. Un secondo dopo mi sento afferrare dalle spalle e mi ritrovo schiacciata contro il materasso, con Shads che si posiziona in mezzo alle mie gambe. Preme le labbra sulle mie e non posso far altro di ricambiare il bacio mentre faccio scendere le mani lungo la sua schiena. Lui mi accarezza le cosce, ed è come sempre una sensazione stuzzicante. Trovo che questa mattina sia deliziosa, vorrei che tutto ciò non finisse mai. È troppo bello averlo di nuovo solo per me. Avevo perso la speranza, temevo non sarebbe mai più successo ...

La cosa va avanti per diversi minuti ed entrambi siamo sempre più rilassati mentre approfondiamo questo contatto divino. Non c'è risveglio migliore. All'improvviso si allontana per fare scorrere le labbra lungo tutto il mio corpo fino ad arrivare al grembo. Qui indugia particolarmente, lasciandoci sopra innumerevoli baci. Mi sciolgo davanti questa meravigliosa visione, perché non mi è mai capitato prima di vederlo comportarsi così.

So quanto sia complicato per lui esprimere i suoi sentimenti a parole, ma sono felice che finalmente tramite i gesti mi trasmetta quello che prova. Negli ultimi mesi non ho fatto altro che crearmi paranoie su quanto Matthew detestasse questo bambino, e non è stato per niente bello.

-Non vedo l'ora che inizi a scalciare ... sarà adorabile sentirlo muoversi.

A queste mie parole, Matt risponde con un sorriso sghembo.

-Potresti venire con me alla prossima visita. Credo ormai il dottore possa dirci se si tratta di un maschietto o di una femminuccia ...

Non so perché mi sembra non abbia il coraggio di rispondermi. Qualcosa non va. Passo le dita tra i suoi capelli, accarezzandoli. Non oso chiedere quale sia il problema, se gli andasse di parlarne lo farebbe senza alcuna sollecitazione.

All'improvviso sentiamo il mio cellulare, rimasto ormai con solo il ventitre percento di batteria, iniziare a squillare. Per un attimo ci guardiamo entrambi in viso, come per domandarci a vicenda chi possa essere a chiamare a quest'ora di mattina. Matt alza il braccio in direzione del comodino e prende il telefonino. Sbianca subito quando vede il nome della persona che mi sta telefonando ...

-Brian? Che vuole Brian da te?

Già, quale può essere il motivo per il quale Syn mi sta telefonando? Non ne ho idea. Non succede mai.

Credo Matthew si stia già facendo strane idee a giudicare dall'occhiataccia che mi lancia. Santo cielo, non penserà sul serio che ho una seconda relazione con uno dei suoi migliori amici spero!

Fa scorrere il dito verso la cornetta verde che compare sul display e risponde al mio posto, senza neanche chiedere il permesso.

-Cazzo vuoi?

Ringhia immediatamente Shads, e mi sembra di sentire Gates che sbuffa dall'altra parte del telefono.

Nei dieci o venti secondi successivi Matt rimane zitto e gli vedo nascere ogni tipo d'emozione sul viso: passa dall'essere sbigottito ed impressionato ad avere gli occhi della persona più infastidita al mondo, poi assume un'espressione molto preoccupata e, infine, sembra tanto spaventato come ieri sera quando era appena arrivato.

Istintivamente mi copro la bocca con la mano, capendo che è successo qualcosa di piuttosto grave.

-Rimanete lì. Restate con Val e andrà tutto bene, io arrivo subito. Se la lasciate sola darà di matto peggio di adesso ...

Detto questo, chiude la telefonata e lascia cadere il mio cellulare sul letto con ben poca cura. Balza in piedi e va a raccogliere i suoi vestiti, senza dirmi assolutamente niente. Che comportamento è? Se ne sta andando così, di punto in bianco, e neanche mi dà una semplice spiegazione.

-Mattie! Vuoi dirmi che ti prende?!

Siamo passati dalle coccole a questo ... ancora una volta devo vederlo fuggire via come farebbe un ladro con il bottino appena preso. È l'unica cosa a cui riesco a pensare in questi casi, perché tutto ciò non ha senso. Sono così tanto schifata da lui quando prova a dileguarsi in questo modo che la situazione potrebbe addirittura farmi ridere per non piangere.

-Dovevi svegliarmi prima! Sono le nove passate accidenti, possibile che non ti è neanche passato per l'anticamera del cervello che se mia moglie non mi avesse visto rincasare di prima mattina si sarebbe insospettita?! Ha chiamato Michelle e anche tutti i ragazzi, inizia a sospettare qualcosa!

Resto senza parole mentre lo vedo allacciarsi le scarpe in tutta fretta. È serio? IO avrei dovuto svegliarlo? Ma che pretese sono? Ci sono così tanti punti su cui potrei controbattere che non so neppure da dove iniziare.

-Allora bello, cerca di ficcarti in testa che quello che succede a casa tua io non posso saperlo se tu per primo non me ne parli. Sei arrivato qui e sei rimasto senza neanche fare il nome di Val una sola volta, men che meno mi hai raccontato con quale scusa eri sgattaiolato fuori casa a quel ora della notte. Inoltre, quando hai deciso in un attimo di dormire con me, non hai assolutamente menzionato il fatto che te ne saresti dovuto andare entro una determinata ora. E poi non eri capace di mettere la sveglia nel tuo fottutissimo cellulare?!

Perdo in fretta la pazienza. Colpa degli ormoni. Riesco ad urlargli tutto con un coraggio straordinario, perché di solito evito d'alzare la voce con lui quando ci ritroviamo nella stessa stanza.

-Hai trentacinque anni, smettila di incolparmi per ogni cosa che sbagli nella vita!

Scoppia a ridermi in faccia e alza persino il dito medio nella mia direzione. È una cosa che non mi sarei mai aspettata di vedere succedere. Mi si stringe un nodo in gola.

-Vaffanculo Marissa! Sei il fulcro di ogni mio problema!

Come se tutto questo non bastasse, infila la mano nella tasca posteriore dei jeans ed estrae il portafogli da cui prende cento dollari che mi lancia in faccia.

-Tanto l'unico motivo per cui mi tieni ancora vicino sono i soldi, no? L'hai detto ieri per telefono. Beh, eccoti accontentata. Sai, pensavo non fosse carino andarmene senza averti pagata per la nottata appena trascorsa!

Non ci posso credere. Afferro quelle schifose banconote e le accartoccio, lanciandogliele addosso mentre esce di qui.

-Sei una merda Sanders, non farti mai più vedere!

Adesso neppure io voglio più trattenermi. Lui si lascia condurre dall'ira e fa tutto quello che gli passa per la testa, si sfoga con chiunque trovi al suo fianco.

-No che non mi faccio più vedere! Sei così affamata di denaro che chi può dire con quanti altri idioti come me sarai stata in questi anni. E soprattutto, chissà di chi è figlio quello stupido moccioso! Va' a cercare suo padre, poi chiedilo a lui il mantenimento. Io con voi due ho chiuso definitivamente, potete creparci qui dentro la prossima volta che ci sono problemi!

Grida dal corridoio, mentre si sta già dirigendo verso le scale. Lo sento scendere giù di corsa e uscire sbattendo il portone della villa. Mi prendo un secondo per rendermi conto di tutto quello che è appena accaduto, per capire se ha veramente detto ogni cattiveria che ho sentito o se mi sono semplicemente immaginata tutto io.

Mi rannicchio sotto le coperte, coprendomi fin sopra la testa. Il cuore palpita talmente tanto forte che non sento altro che il suo tamburellare nelle orecchie, tremo da capo a piedi ed ho i brividi ovunque. Sono così disgustata che non ho neanche la forza di piangere. Vorrei morire in questo preciso momento. A nessuno importerebbe e chissà quanto tempo passerebbe prima che qualcuno venisse fin qui e ritrovasse il mio cadavere.

Non ha avuto le palle di dire le ultime cose guardandomi in faccia, ma fa comunque tutto un gran male. Mi ha piantato un altro coltello nella schiena, proprio quando avevo ripreso a fidarmi di lui. Come può anche solo pensare che il mio unico interesse sia il denaro? E, soprattutto, come osa darmi della troia e dire che questo bambino probabilmente non è figlio suo?

In cinque minuti mi è collassato il mondo addosso. I fatti appena accaduti non hanno senso, se li dovessi raccontare a qualcuno di certo non mi crederebbe. E farebbe bene. È assurdo come si è comportato. Sapeva di non avere ragione e allora ha pensato bene di riempirsi la bocca con le accuse peggiori che poteva inventarsi sul momento.

Non si rende conto che io ci soffro? Ha così poca importanza per Matthew? Sono incinta e non fa altro che ferirmi in continuazione, sembra quasi ci abbia preso gusto. Un attimo prima è l'uomo più tenero al mondo, tanto che arriva a compiere gesti talmente dolci che pensavo non si sarebbe mai messo in certe situazioni. Mentre un attimo dopo è il peggiore bastardo che sia mai vissuto sul pianeta Terra.

Le sue parole mi rimbombano in testa. L'espressione cattiva che aveva sul volto è l'unica immagine che mi compare davanti agli occhi. Quel tono di voce tanto incazzato fa eco nelle mie orecchie come mai prima d'ora.

Oh, Matthew ... come hai potuto? Hai rovinato tutto.

Mi conosco bene ... potevo forse imparare a convivere con il fatto che tentò di farmi abortire, ma non potrò mai passare sopra a questa sfuriata. Non aveva un motivo vero e proprio, mi ha solo trattata come un capro espiatorio.

Sento ancora il bambino muoversi, come se soffrisse assieme a me. Forse vorrebbe solo scappare via, sia da me che da suo padre ... non è ancora nato e già ci sente gridarci addosso le peggio cose. Siamo due pessimi genitori, e le cose non potranno migliorare.

Sì, avrei dovuto abortire quando potevo. Il mio piccolo non avrà una vita facile. E, principalmente, la colpa sarà solo mia.

 

 

*** 
 

 


Ho passato la giornata tra la stanza da letto e il bagno. Sono stata colta da una grande nausea dovuta anche al macigno che sento sulla coscienza dopo la litigata di stamattina, quindi mi sono ritrovata a vomitare più e più volte.

Ragionando lucidamente so che non ho sbagliato, non ho fatto niente di brutto. Eppure mi sento colpevole ... perché io lo amo.

Ora Shads è a casa, a litigare con l'amore della sua vita per colpa mia. Se non lo avessi chiamato, non ci sarebbe stato alcun problema. Vorrei solo poter tornare indietro nel tempo e sistemare tutto, anche se so che non si può fare.

Sto camminando per tutta casa, cercando di stancarmi abbastanza da poter poi dormire anche solo mezz'ora. Il nervosismo e la voglia di rimettere tutto a posto con Matt sono forti, talmente tanto che non riesco a chiudere occhio.

La paura di ieri notte è sparita del tutto. Passeggio per la villa a luci spente, fregandomene di ogni cosa. Entro in ogni stanza, sia al piano terra che al primo piano.

Ho lasciato per ultima proprio la camera dove ieri mi è capitato di incontrare l'intruso ... lì c'è la finestra più grande, un'enorme vetrata. Voglio vedere le stelle, e la luna. Forse dovrei evitare, so che mi sentirò più triste di ora, ma non posso davvero farne a meno.

Adagio apro la porta e infilo la testa lì dentro, controllando che non ci sia nessuno. Non vedo alcuna persona. Tanto meglio.

Sospirando, faccio gli ultimi passi per raggiungere la spessa lastra di vetro. Da questo punto si può vedere il mare, ed è uno spettacolo mozzafiato. Mi prendo un attimo per ammirare la meraviglia della natura che mi circonda, e quasi dimentico ogni problema. Quasi dimentico M. Shadows ...

Non è così facile però.

La distesa d'acqua cristallina sembra finire all'orizzonte, proprio là dove s'incontra con le tanti luci che accendono il cielo di notte, mentre una meravigliosa e pallida luna piena si rispecchia nell'oceano.

-The stars in the night, they lend me their lights ...

Con un amaro sorriso sul volto canticchio il ritornello di Gunslinger, senza avere la forza di continuare la strofa. Qualche istante dopo abbasso lo sguardo. Non ho più coraggio neanche di guardare in alto. A quanto sembra sono una puttana, no? Non posso permettermi di restare a testa alta.

-To bring me closer to Heaven with you.

No ... no. Non è possibile.

Mi volto di scatto, iniziando a guardarmi attorno con gli occhi sgranati, mentre con forza incollo le spalle alla vetrata.

Qualcuno ha continuato a cantare la canzone. Non era la mia immaginazione, ne sono certa. Lui è ancora qui.

-Chi c'è?! Chi sei, che vuoi?!

Sono così spaventata ... mi spingo sempre più contro il vetro dietro me.

Ed eccolo, lo vedo entrare dalla porta aperta e avvicinarsi a passi lenti. Non riesco più a respirare, la situazione è surreale.

-Mi dispiace per come Matt si è comportato ... non avrebbe dovuto.

Che ne sa lui? Come si permette di mettere bocca su questioni che non lo riguardano minimamente?

Non riesco a focalizzare il suo viso, mi gira la testa.

-Non avvicinarti di più! Fermo dove sei! Non ti è bastato spaventarmi ieri?!

Ma, chiunque egli sia, non mi dà ascolto. Proprio quando è vicino quel tanto che basta perché io possa vederlo in faccia ... la finestra dietro me si spalanca a causa del mio peso e mi sento cadere giù. Non mi ero accorta che non fosse chiusa bene.

È questione di una frazione di secondo, eppure faccio in tempo a rendermi conto di cosa sta succedendo. Inizio a gridare e chiudo gli occhi stringendoli forte, come per non vedere il suolo avvicinarsi.

-Tendimi la mano, fidati!

Cosa? Apro piano gli occhi, ritrovandomi ancora sospesa tra il davanzale ed il vuoto. E io che ero convinta di stare già volando giù.

-Non voltarti a guardare di sotto, piuttosto fai uno sforzo e dammi la mano!

L'intruso continua a chiamarmi, cercando di attirare la mia attenzione. Sposto lo sguardo sulle sue dita avvolte attorno al mio braccio e capisco che la mia vita è ancora appesa ad un filo.

-Muoviti, non resisterò ancora per molto, non ce la faccio a reggerti!

Il suo tono implica una certa urgenza, quindi decido di allungare una mano verso di lui che la afferra non appena gli è possibile. Con un fortissimo strattone mi riporta in casa, ed entrambi cadiamo sul pavimento.

Mi ritrovo stretta tra le sue braccia, il mio corpo sul suo. Riesco a sentire quel profumo che mi aveva invaso le narici quando avevo tentato di dormire nel letto a pochi passi da noi, e non posso fare a meno di chiedermi da quanto tempo lui si trovi qui.

-Stai bene?

Domanda con fare preoccupato. E solo ora capisco che io questa voce la conosco fin troppo bene ...

Annuisco in fretta, alzando la testa adagio, mentre mi sento invasa da un timore indescrivibile. Non può essere chi penso io ... è impossibile.

Decido d'avere coraggio. E così, quando i miei occhi incontrano i suoi, ogni possibile dubbio sparisce. Non potrei mai scordare quelle iridi azzurre ...

-J ... Jimmy ... ?

Balbetto il suo nome e lo sento stringermi più forte, come se si aspettasse già una brutta reazione da parte mia.

Mormora qualcosa, però la sua frase mi è del tutto incomprensibile. Perdo i sensi non appena capisco che non si tratta di un'allucinazione, che non mi sono ammattita per colpa delle cose che mi sono successe ultimamente. Rev è veramente qui, in carne ed ossa.

 

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Capitolo 4
*** Nice to meet you. ***


Apro stancamente gli occhi, e di nuovo me lo trovo davanti. Il suo nome è tutto quello cui riesco a pensare, è ciò che mi invade la mente quando finalmente recupero i sensi.

Ho avuto un blackout, mi è sembrato d'essermi spenta come un giocattolo quando viene impostato l'interruttore su off. Non ho sognato nulla, non ho udito niente né ho avuto la sensazione che qualcuno mi fosse vicino. È sempre così quando svengo, non solo l'intero Universo scompare ... in un certo senso, scompaio anche io. Rimane solo un grande vuoto.

È andata bene. Dopo questo shock avevo bisogno di tempo ... il mio cervello necessitava d'oscurare qualsiasi ulteriore informazione. Le cose stanno procedendo in fretta, sembra esserci sempre un colpo di scena dietro l'angolo. Non reggo, non ce la faccio.

Jimmy è seduto sul letto, di fianco a me. Deve avermi portata qui, perché ricordo chiaramente d'essere svenuta quando ero ancora tra le sue braccia. Sento il materasso piegato sotto il suo peso, ed è l'ennesima adorabile conferma che è tutto vero, non solo un sogno.

Mi sta fissando, ma non si azzarda a dire una parola. Credo stia solo aspettando che sia io a fare la prima mossa ... non so come agire.

Sono passati anni. Credevo che fosse morto ... lo credevano tutti. Ho la testa affollata di domande a tal punto che non so neanche aprire la bocca e dire qualcosa di sensato. Ho vicino un uomo che avevo perso ogni speranza di poter mai conoscere o vedere dal vivo, e oltretutto lui si sta prendendo cura di me.

Che si dice in questi casi? Forse dovrei ringraziarlo?

Andiamo avanti a fissarci per quelli che suppongo siano all'incirca tre o quattro minuti, e colgo l'occasione per guardarlo da capo a piedi. È già una situazione imbarazzante, tanto vale approfittarne per essere indiscreta. Magari se la prenderà meno visto che mi sono anche appena ripresa ...

È almeno venti centimetri più alto di me, e la cosa mi mette in soggezione. Sapevo che superava persino Matt, ma vederlo dal vivo è tutta un'altra storia. Il suo taglio di capelli riesce ancora a strapparmi un sorriso, adoro come le ciocche more gli ricadono sul viso creando un notevole contrasto di colore con la sua carnagione chiara. Inoltre, non posso ignorare quel piercing che sporge sotto il labbro inferiore di Jimmy, è un dettaglio che ho sempre adorato. Scintilla colpito dalla flebile luce biancastra della luna, così come i suoi occhi chiari in questa atmosfera notturna sembrano tingersi di una diversa tonalità di blu.

Indossa una semplice t-shirt nera a maniche corte e ogni suo tatuaggio risulta di conseguenza bene in vista. Osservo come ogni colore sembra perfettamente abbinato a quello che lo affianca nella composizione dei vari disegni e il suo corpo mi sembra un'opera d'arte in piena regola. Da lungo tempo ho imparato ad apprezzare chi usa ogni parte di sé come una tela da arricchire di simboli e richiami a ciò che fa parte della sua vita.

Ha la collana di sempre, quella con un'enorme croce dorata che gli ricade sul petto, proprio all'altezza del cuore. Le mani sono avvolte nei soliti guanti neri, quelli che soleva usare anche durante i concerti degli Avenged Sevenfold. Un semplice paio di jeans blu scuro e delle banalissime scarpe da ginnastica sono le ultime cose che noto, e indubbiamente anche le più sobrie che gli abbia mai visto mettere.

Se dicessi che trovo Rev bellissimo mentirei, perché come aggettivo non basterebbe a descrivere quello che mi fa provare adesso una simile visione. Sarà forse anche per la grande gioia d'averlo vicino, non lo metto in dubbio, ma mi sento come se non avessi mai posato lo sguardo prima in vita mia su un uomo tanto affascinante. Riesce a fare passare in secondo piano anche Shads, cosa piuttosto difficile ai miei occhi.

Deglutisco a vuoto quando quel maledetto nome torna ad aggirarsi per la mia mente ... Matthew mi fa uno schifo incredibile al momento per come è riuscito ad insinuare in me il senso di colpa per errori palesemente più suoi che miei.

Io ... non voglio pensarci. Non adesso, non ora. Non quando ho l'opportunità di scambiare due parole con Jimmy. Sì, direi che tra le due cose non c'è paragone, molto meglio Rev.

-Perché sei qui?

È la prima domanda che riesco a porgli mentre facendo forza sui gomiti mi tiro su fino a ritrovarmi a sedere sul letto. Mi mordo il labbro inferiore aspettando una sua risposta. Sono dannatamente curiosa, non posso farci niente. Ed essendo fan dei Sevenfold da tanto tempo, beh, credo lui mi debba diverse spiegazioni.

Aggrotta la fronte non appena ode le mie parole, e quasi sembra in procinto di ridere. Si trattiene palesemente e si schiarisce la voce, probabilmente cercando di guadagnare tempo per rispondere nel modo più sensato possibile.

-Dopo che sei quasi volata giù dalla finestra ero abbastanza preoccupato. Ma è divertente se ci penso, perché è chiaro che non avevo motivo di esserlo. Sei più impressionata dalla mia presenza che da qualsiasi altra cosa.

Dopo aver pronunciato quelle poche frasi con tono giocoso, inarca un sopracciglio nella mia direzione. Nel frattempo, non sono riuscita a levarmi quest'espressione interrogativa dal viso, è più forte di me.

Torna alla mia domanda, non fare il furbo che tanto non ti lascerò cambiare discorso così facilmente!

-Beh, questa è casa mia ... dovrei chiedertelo io che ci fai qui!

Infine si arrende e, in modo piuttosto vago, mi dà una specie di risposta. Sbuffa una risata e alza le spalle, come se fosse tremendamente ovvio il motivo per cui si trova nella villa.

Mi piace il tuo modo di fare. Un punto per te, Sullivan.

-Touché.

Continuo a fissarlo, senza sapere più che altro dire. Oh, è davvero complicato ritrovarsi davanti il proprio idolo che si credeva morto e ...

No. Più che complicato, è semplicemente incredibile. Mi sembra di essere tornata a tredici anni, quando ero una teenager che si sarebbe sentita male per la vergogna davanti uno come lui.

Capisco che la situazione mette in difficoltà anche Rev.

Non avrei mai creduto che anche uno come lui potesse ammutolirsi, e invece ... mi stupisco anche d'essere proprio io quella che riesce a togliergli le parole di bocca.

-Quindi ... se ho capito bene quel bimbetto è figlio di Matt.

Rompe il silenzio, indicando la mia pancia con il dito indice.

D'impulso torno a posare una mano sopra l'ombelico, un gesto spontaneo sul quale non rifletto troppo. Annuisco alle sue parole e ancora l'immagine di Matthew torna a farmi battere forte il cuore nel petto, ma non di certo per la gioia.

-Sì, esatto. È solo il terzo dei suoi figli comunque. Tranquillo, gli altri due li ha avuti con Val ...

L'ultima frase mi esce abbastanza male. Perché attualmente se mi trovassi Valary davanti la prenderei per i capelli, e non solo. Sono portata ad odiarla per quello che è successo stamattina ...

So bene che stava solo facendo il suo dovere di moglie tentando di proteggere la famiglia che ha costruito, sono sicura che ama Matt quanto lo amo io, forse anche di più. Però, nella mia testa, lei sta diventando un intralcio alla felicità mia e di questo frugoletto.

Sento Jimmy sospirare, mentre con sguardo affranto fissa ora il pavimento in legno.

-Sono sicuro che non era sua intenzione arrivare a dire certe cose. Tutto è degenerato ed ha perso il controllo. Se sei stata con lui vuol dire che sai come è fatto realmente, non è la stessa persona che ti sei ritrovata davanti oggi ...

Sembra terribilmente serio mentre parla di tutto ciò, come se gli stesse molto a cuore la situazione.

Partendo dal presupposto che non avrei mai immaginato che lo avrei sentito pronunciarsi su simili questioni, resto veramente atterrita davanti il suo comportamento.

-Difendi il tuo amico, eh? Non puoi proprio farne a meno.

Incrocio le braccia al petto ed assottiglio gli occhi, guardandolo con astio. No, non avrei mai voluto una cosa del genere, ma non mi piace come si permette di parlare.

-E poi perché sei stato ad ascoltare la nostra conversazione? Non sono affari tuoi James. Senza contare il fatto che quell'idiota mi ha detto che sarei potuta venire a stare nella sua villa al mare con mio figlio. Non intendo farti troppe domande sul perché o per come tu ti sei ritirato dalla scena musicale, è chiaro che non ne vuoi parlare e mi sta bene, avrai le tue motivazioni. Adesso come adesso vorrei solo capire se effettivamente vivi a tempo pieno in questa casa e quindi devo traslocare nuovamente o ...

Non riesco a finire la frase, perché mi interrompe bruscamente sul finale.

-Certo che ci vivo qui. Te lo ripeto, è casa mia. Con ciò, comunque, non intendo dirti di andartene. Se farai la brava e terrai la bocca chiusa con tutti, allora ti permetterò di restare. Non voglio che sappiano dove trovarmi, neanche gli altri ragazzi. E per quanto riguarda il litigio che hai avuto stamane con Matt, in mia difesa posso dire che avevo sentito nominare Brian dopo lo squillo del telefono. È tanto che non ricevo più sue notizie ... è stato più forte di me.

Lo vedo quasi mettere il broncio, come fanno i bambini dopo essere stati ripresi dai genitori.

Nelle sue parole non riesco a trovare una sola cosa che abbia senso. Ha detto che non vuole che sappiano dove trovarlo ... questo spiega perché Shads non mi ha informata del fatto che avrei diviso casa con qualcuno. Ma come è possibile che nella band sia finita male al punto che la faccenda ha preso una simile piega? Ha addirittura finto d'essere morto solo per allontanarsi dai fans e dai suoi compagni? Non si rende conto del dolore che ha causato a tutte le persone che gli hanno voluto bene?

La mia impressione su di lui sta cambiando. È così diverso ... un'altra persona rispetto a quella che mi immaginavo.

-Non avrai alcun fastidio se deciderai di rimanere, io sono sempre nella mia stanza, cioè questa nella quale ci troviamo ora. Ecco perché l'altra sera hai avuto modo di conoscermi solo quando sei entrata in preda al panico per colpa del temporale.

Entrambi ridacchiamo, ci viene naturale.

-Già, beh, proprio un bel modo di fare amicizia. Che ti aspettavi, che t'avrei stretto la mano?

Lo stuzzico, tornando un po' sulle mie quando ripenso alla paura che mi ha fatto prendere.

-No di certo, più che altro non mi aspettavo che saresti piombata così nel cuore della notte nella mia stanza. Però non è stato tanto male, di ragazze carine non vedevo da molto tempo.

Battuta scontata, Jimmy. Da te mi aspettavo qualcosa di meglio.

In modo amichevole afferra la mia mano e la scuote leggermente, come farebbe con qualcuno che ha appena incontrato.

-Ricominciamo da capo, mh? Piacere di fare la tua conoscenza, io sono James Sullivan ma puoi chiamarmi Jimmy, o Rev, o come ti pare.

Dice tutto d'un fiato, riuscendo a farmi ridere di cuore. Ho come l'impressione che sia una sua formula fissa per presentarsi.

-E tu sei ... ?

-Marissa.

Rispondo semplicemente e lo ritrovo a fissarmi ancora con una certa curiosità.

-Marissa come?

-Oh, suvvia, vuoi anche il cognome? Sei serio? Per te, Marissa e basta. Le formalità lasciamole perdere.

Allontano la mano dalla sua e la muovo in aria dando vita ad un gesto vago. Sono solita gesticolare a volte quando parlo. So che molta gente trova sia una cosa buffa, ma ci si abituerà anche lui.

Comunque è strana la sensazione che provo quando interrompo il nostro contatto ... mi fa sentire terribilmente vuota. Non mi succedeva una cosa così da non ricordo neanche quanto tempo.

-E va bene allora, Marissa. Dimmi, credi resterai a dormire con me questa notte? Non che ti stia invitando a restare. Voglio dire, di certo non mi dispiacerebbe, ma sai ... credo tu sia già troppo legata a Matt, quindi ...

Sta cercando di fare il simpatico, almeno il suo tono di voce mi lascia supporre ciò. Tuttavia oggi sono stata trattata come una ragazza facile, motivo per cui potrebbe evitare. Il suo stupido umorismo è fuori luogo.

-E che cosa ti fa credere che voglia restare a dormire con te?

Decido di giocare al suo gioco, non voglio fare l'offesa. Uno che fa una battuta del genere può aspettarsi solo due reazioni: o di fare innervosire una ragazza, o di conquistarla facendole fare una risata.

Io non sono divertita, ma tantomeno voglio dargliela vinta così facilmente e farmi appioppare aggettivi come "permalosa".

Di nuovo, incrocio le braccia al petto.

Dai Sullivan, sforzati un po' e fammi vedere che sei diverso da tutti i cretini che conosco.

Tossicchia piano ed indica il letto sul quale siamo entrambi seduti.

-Non sembri avere la benché minima intenzione di andartene, perciò ... sai ...

Esplode in una risata dopo le sue stesse parole, al contrario mio che invece arrossisco. Cerco d'alzarmi il più in fretta che posso e mi ritrovo in piedi davanti a lui.

Se mi fosse successa la stessa cosa con un altro credo sarei morta per l'imbarazzo, anche se neppure io so bene perché. Però con lui è diverso. Sarà che anche solo la sua espressione divertita mi fa perdere la testa ... forse è dovuto tutto al fatto che per anni avevo solo e soltanto potuto sognare di vivere un simile momento in sua compagnia. Quindi anche i più piccoli gesti da parte sua vengono invasi di magia e mi riempiono il cuore. È stato addirittura capace di farmi passare la tristezza che avevo dentro ...

Anche se mi duole l'idea di terminare la discussione con James e andare a letto, capisco che forse sarebbe meglio approfittare delle ultime ore di buio e di questa mia ritrovata tranquillità per riposare quel tanto che basta e non risvegliarmi domattina con l'aspetto di uno zombie.

Tuttavia, proprio quando mi dirigo verso la porta, mi ritrovo le dita di Rev avvolte attorno al polso. Non sta assolutamente stringendo forte, vuole solo attirare la mia attenzione in modo da fermarmi. In questo è indubbiamente molto più gentile di Shads, che invece è così poco attento da farmi sempre male.

I miei occhi guizzano ancora una volta sui suoi, come per chiedere in silenzio il perché dell'ultimo gesto.

-Guarda che scherzavo. Se ti piace questa stanza ci puoi restare, per stasera dormo da un'altra parte. Sappi solo che è la mia camera, quindi evita di entrare di soppiatto. Se hai bisogno di me, bussa. Semplice, no?

-Semplice.

Ripeto, sentendomi quasi ipnotizzata dalla calma e dalla pace che ritrovo nella cadenza della sua voce.

-Ma tranquillo, non voglio rubarti i tuoi spazi.

Ci scambiamo degli altri ampi sorrisi, prima che alzi le mani in aria in modo da dirmi che posso andare.

-Oh, Marissa ... mi sono dimenticato di dirti una cosa.

Proprio quando mi ritrovo sulla soglia mi ferma per la seconda volta, e mi indispettisco non poco.

-Mh?

Mi volto indietro, posando gli occhi sulla sua figura che ora mi dà le spalle.

-Prima di coricarti, scendi a mangiare qualcosa. Quando hai perso i sensi mi sono permesso di accarezzarti la pancia, non ho potuto resistere. E tuo figlio non mi è sembrato per niente felice del fatto che sua madre abbia saltato ogni pasto oggi, dalla colazione alla cena. Dovresti pensare di più a quel pargoletto, ha bisogno dei tuoi sforzi per crescere.

Ma cosa cazzo ... ?

Sono basita. È impazzito per caso ... ? Non so se sia più inquietante il fatto che abbia approfittato della situazione per toccarmi, oppure la seconda parte del suo discorso. Da quando ci è consentito di capire lo stato d'animo dei bambini nel grembo materno? Neppure Matthew sente le vibrazioni del nostro piccolo, come pensa di riuscirci lui?

-Lo farò. Buonanotte Jimmy.

-Buonanotte Marissa.

Decido che questo è il modo migliore per congedarmi.

Mi ha fatto venire i brividi, non ho intenzione di continuare a parlare di questo. Sarebbe stato strambo detto da chiunque, figuriamoci da uno che ho appena conosciuto. Okay, è uno dei miei idoli di sempre, però anche con tutto il bene che posso volergli mi spaventa lo stesso.

Chiudo pianissimo la porta, come aveva fatto Shads ieri. Io non farò parola con nessuno riguardo il mio coinquilino, tuttavia sono abbastanza sicura che Matthew, in fondo al suo cuore, sappia che il suo amico di sempre non è morto. Il suo atteggiamento di ieri ora mi è più chiaro: non aveva chiamato la polizia, cercava qualcosa proprio nella stanza che s'è rivelata appartenere a James ...

Mentre ragiono su tutto ciò, non so neanche perché, mi dirigo al piano terra scendendo le scale. In effetti, inizio ad avere una certa fame ...

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Capitolo 5
*** Poetry and blood. ***


Sono passate due settimane da quando ho litigato con Matt, e non è cambiato assolutamente nulla. Semplicemente non l'ho più sentito. Non scherzava quando ha detto d'avere chiuso con me. Mi ha bloccata su ogni social network, difatti non mi è più possibile visualizzare i suoi account o mandargli messaggi. Vuole davvero farmi sparire dalla sua vita ...

L'unica cosa per cui lo ringrazio è che, anche se ha deciso che è finita, non mi ha chiesto di andarmene da questa casa. Per quanto riguarda il resto, ho già capito che i soldi che mi aveva promesso per mantenere il bambino non li vedrò mai ...

Era convintissimo che si trattasse di suo figlio, all'inizio avevamo più volte discusso proprio perché voleva far parte della vita del piccolo. Non so che cosa gli sia preso tutto d'un tratto quella dannata mattina, mi sembra impossibile che il nervoso sia bastato a fargli cambiare idea e fargli credere che io l'abbia tradito.

È triste la vita di una donna quando subisce una simile delusione. I pensieri si ripetono in modo circolare per ore, giorni, settimane e a volte addirittura mesi. Continuo a riflettere sulle stesse identiche cose arrivando alle medesime conclusioni ... e non mi metto mai l'anima in pace. Matthew è stato il primo a darmi un simile dolore e non so veramente come si faccia a liberarsi l'anima in questi casi. Vorrei solo tornare spensierata come ero circa cinque mesi fa, anche se lo so che non è possibile.

Ho come l'impressione che Matthew si sia servito del piccolo disguido avvenuto con Valary per potermi allontanare per sempre. Ha visto l'occasione giusta per fare un gran macello e ne ha approfittato. In questo modo potrà anche dire d'avere la coscienza pulita e che sono stata io a metterlo in difficoltà e portarlo all'esasperazione.

Merda, devo levarmelo dalla testa!

Sbuffo piuttosto forte e chiudo il libro davanti a me. Sono quasi tentata di lanciarlo contro il muro per via del nervoso che mi anima in questo momento.

Chi me lo ha fatto fare di decidere di studiare letteratura americana? Sono indietro con l'intero programma. Eppure ho investito gli ultimi risparmi che avevo per questa cosa, non posso di certo tirarmi indietro considerando anche tutta la fatica che ho fatto fino ad ora!

Se riesco ad avere abbastanza forza di volontà per arrivare fino in fondo e ottenere la laurea, allora potrò mandare definitivamente all'inferno Matt e dimenticarlo. Mi occuperò da sola di mio figlio, senza dovere elemosinare nulla né da lui né da altri.

Ma ora non ce la faccio.

Avrei bisogno di uscire con qualcuno, ma di amiche non ne ho molte. In realtà mi basterebbe anche solo parlare, svagarmi con ciò che hanno da dire altre persone. Vorrei sentire racconti, immaginare situazioni differenti e vivere anche solo per un'ora o due le vite degli altri.

Se c'è una cosa che ho imparato è che certamente nessuno è capace di tirarsi fuori dai problemi da solo. Siamo umani, abbiamo bisogno del contatto con esseri simili, è nella nostra natura. Abbiamo nel DNA la voglia di condividere gioie e dolori, di imparare dagli sbagli delle altre persone e di capire come, alcune volte, prospettive diverse possano fare la differenza nella conclusione delle storie.

In certi casi, arriviamo persino a renderci conto di dove abbiamo errato sentendo narrate, da persone estranee, cose simili a quelle che sono successe in precedenza a noi.

Fisso il mare che si scorge per un piccolo tratto anche da questa finestra, e mi rendo conto che mi basterebbe davvero poco per sentirmi meglio. Devo solo capire con chi sarebbe meglio provare ad aprire un dialogo adesso come adesso.

In realtà sono giorni che vorrei tornare a parlare con James ... mi sento terribilmente sola in questa enorme villa. Mi aveva detto che se avessi avuto bisogno di lui sarebbe bastato bussare alla sua porta. Eppure non ne ho il coraggio ... lui è così strano. Non l'ho mai più visto da quella notte in cui mi ha salvata dalla caduta, e non posso fare a meno di chiedermi come tutto ciò sia possibile. Non esce mai dalla sua camera. Veramente mai.

Ultimamente ho spesso fatto le ore piccole sia perché i miei problemi personali mi hanno tolto il sonno sia per via dello studio. Non mi è capitato di sentire la sua porta aprirsi neppure una volta, né tantomeno ho avvertito rumore di passi. È come se avesse passato gli ultimi quindici giorni praticamente immobile ...

Un brivido mi corre lungo la spina dorsale e mi sento avvolta da una sensazione di freddo gelido, che mi entra fin dentro le ossa. Quel ragazzo è inquietante. Non avrei mai creduto di doverlo dire, eppure è così. Il solo pensarlo mi mette una certa agitazione, anche se quando ho passato del tempo con lui sono stata bene.

Non voglio fare finta di niente. C'è un'altra persona in questa casa, perché non approfittarne?

In fretta esco dalla mia camera, ovvero quella che apparteneva a Matt. Mi ritrovo immediatamente davanti la sua e, senza rifletterci troppo, spingo in giù la maniglia fino ad abbassarla ed entro con fare piuttosto entusiasta. Cerco anche di dipingermi sul viso il sorriso migliore di cui sono capace, tanto per non dare l'idea d'aver passato gli ultimi tempi a soffrire ancora per il suo caro amico.

-Hey Jimmy! Come st ...

In primis vorrei domandargli come si sente, ma mi trovo costretta a bloccarmi sul finale della mia frase.

Il mio sguardo guizza da un angolo all'altro quando mi rendo conto che di Rev non c'è traccia qui. Mi sento paralizzata, ho questa brutta sensazione addosso. Sono rimasta di sasso. Per tutto il pomeriggio sono stata nella camera di fianco alla sua e non l'ho visto passare per il corridoio, né ho udito alcun rumore provenire da altri ambienti della villa. Che se ne sia andato da diverso tempo, senza dirmi nulla?

Aveva detto che avrei sempre potuto contare sula sua presenza. Avrebbe almeno potuto evitare di prendermi per il culo anche lui, perché non ci faccio niente con le frasi di circostanza. Deve essere un brutto vizio dei Sevenfold quello di deludere le ragazze, una cosa che sono portati a fare per loro natura.

-Fanculo anche tu allora.

Mormoro a denti stretti.

Mi rendo conto che la solitudine non fa altro che accrescere in me la disperazione, mi sento abbandonata dal mondo intero. Ci siamo solo io e questo bambino di cui, per giunta, devo occuparmi.

Mi volto di scatto e faccio un passo, come per incamminarmi per il corridoio, ma colpisco qualcosa. O meglio, qualcuno.

-Auh ...

Mi esce un piccolo lamento dalle labbra nel frattempo che balzo agilmente indietro e inizio a massaggiarmi la fronte nel punto in cui ho appena sbattuto.

Mi ritrovo davanti Jimmy che, dopo aver incrociato le braccia, mi guarda con fare infastidito.

-Prima cosa: ahia. Mi hai fatto male ...

Ha un'espressione piuttosto seccata, e mi guarda peggio di come era solito fare mio padre quando da ragazzina combinavo qualche marachella. Rev è talmente tanto alto rispetto a me che sono costretta ad alzare lo sguardo quando gli parlo. Sì, mi sembra proprio d'essere tornata ad almeno dieci anni fa ... mi allontano fino a ritrovarmi con la schiena contro la porta, e lui avanza verso di me in tutta risposta.

-Seconda: ti ho vista sai? Sei sbucata fuori dalla tua camera e ti sei intrufolata nella mia senza neanche bussare. Eppure te lo avevo espressamente chiesto ... mi dà sui nervi chi si prende certe libertà, è sbagliato non essere capaci di rispettare la privacy altrui.

-Non ti vedevo da mezzo mese! Ero solo entusiasta ... non ti sei premurato neanche una volta di venire a chiedermi come stavo. Eppure conosci la mia situazione!

Quasi non lo lascio finire di parlare. Protesto e ricambio il suo sguardo scocciato, perché non mi piace come mi tratta. Vorrei solo un amico, è veramente chiedere troppo?

-Mi ero raccomandato di venire a cercarmi se avessi avuto bisogno. Potevi farlo e ci sarei stato!

Ha sempre la risposta pronta. Ho già capito che è uno di quelli con cui non si può ragionare, perché alla fine della giostra la deve sempre avere vinta lui.

Alzo gli occhi al cielo e mi lascio scappare una risatina. Oh, so che è un gesto molto maleducato ma a mia discolpa posso dire che mi sta provocando! Sono stanca degli uomini, non sono capaci di sostenere una discussione seria.

-Beh, non volevo darti noia! Anche perché, ammettiamolo, se te ne fosse fregato qualcosa ti saresti fatto vivo piuttosto che restare sempre rinchiuso in camera tua come un ragazzino. O magari in realtà sei stato via per tutto questo tempo e sei tornato solamente nel momento in cui mi hai colta in fallo. Che tempismo perfetto, eh?

L'ironia è la mia unica arma. Almeno riesco ad usarla per mettere in difficoltà chiunque. Sarò anche giovane, però di certo non sono una delle tante ochette senza un minimo di intelletto.

Non è così facile avere a che fare con me, specie quando non sono particolarmente felice per le cose che mi succedono attorno.

-Hai passato le ultime settimane davanti i libri, senza uscire di casa quasi mai. In particolare, negli ultimi giorni hai letto i paragrafi che parlano di Samuel Taylor Coleridge, il poeta inglese.

Mormora tutto d'un fiato, per poi mostrarmi un certo sorrisetto di sfida che non mi piace per nulla. Anzi, ad essere sincera lo troverei grandioso se solo non fosse rivolto a me. In ogni caso, credo il senso del dirmi ciò sia dimostrarmi che non è andato proprio da nessuna parte.

Sono confusa. Non l'ho mai avuto attorno, tuttavia sa con estrema precisione addirittura ciò che ho studiato. Come diamine ha fatto?

-E tu che ne sai? La tua occupazione preferita è diventata spiarmi?

-Non direi. Se tu non lasciassi libri e appunti ovunque forse non mi salterebbero all'occhio. Non sono abituato a vivere con altre persone, è normale che se ritrovo fogli di quaderno anche dietro i cuscini del divano finisco a leggerli.

Beh, non posso dargli tutti i torti.

Ha in mano una lattina di Heineken e lo vedo portarla verso le labbra. Intanto ha un'espressione soddisfatta sul volto come se mi avesse battuta. Effettivamente non so come rispondere adesso. Beve dei gran sorsi della sua birra senza togliermi gli occhi di dosso per un secondo.

-Dammi qua!

Senza il minimo preavviso gli rubo la bevanda alcolica e, prima che possa protestare, ne bevo anche io. È fresca e dissetante, proprio ciò che mi ci voleva adesso. Non c'è nulla di meglio per farsi passare il nervosismo quando si è stati tediati a tal punto da non sapere più che dire.

-Non puoi bere. A tuo figlio non ci pensi?

A sua volta mi strappa la lattina dalle mani, come io avevo fatto poco prima.

Sembriamo due mocciosi che litigano per un giocattolo. Se arrivassimo anche ad azzuffarci sarebbe il colmo.

-Suvvia, per così poco non gli accadrà niente ...

Con un gesto involontario mi lecco il labbro inferiore sentendo ancora quel sapore dal retrogusto leggermente amarognolo. Il suo sguardo attento non si lascia sfuggire nulla, e posso giurare d'aver visto una stana luce brillare nei suoi occhi nella frazione di secondo in cui ho lasciato scivolare fuori la lingua. Provoca in me disagio e frustrazione, perché detesto che basti così poco per far deconcentrare un uomo e spostare il suo interesse su ben altre cose.

Spero non si faccia strane idee, ne ho abbastanza del genere maschile per adesso. Se iniziasse a provarci anche lui la faccenda potrebbe prendere una piega davvero brutta.

-Comunque, non mi aspettavo conoscessi uno come Coleridge. Quando provavo a parlare a Matt dei miei studi o citavo qualcuno dei miei scrittori preferiti, lui restava sempre di sasso. Si vede che l'unico libro che ha letto seriamente in vita sua è la biografia dei Metallica ...

Sorpasso James e riprendo ad avviarmi per il corridoio nel frattempo che parlo. Non posso fare a meno d'avere un tono sprezzante nel momento in cui nomino Shads.

Tutti lo credono proprio un grand'uomo, mentre in realtà sa solo passeggiare da una parte all'altra sul palco e cantare le canzoni di sempre. Nella vita vera di tutti i giorni bisogna pregare per non avere mai a che fare con un tipo del genere. Irascibile, senza un minimo di cultura ...

Sto ricominciando a fare la lista mentale dei difetti di Matthew quando Jimmy mi segue e lo ritrovo al mio fianco.

-Sai, quando qualcuno si trova nelle mie attuali condizioni ha sempre tanto tempo da impiegare. E allora anche i classici della letteratura diventano improvvisamente fantastici.

Un lungo sospiro precede il suo borbottare e non posso non ritrovarmi a chiedermi quali siano queste attuali condizioni di cui parla. Voglio dire, dubito sia stato costretto a fare quello che ha fatto e ritirarsi qui dentro come un eremita ... so che mi nasconde qualcosa. È chiaro ormai.

-Oh, capisco.

Inizio a scendere le scale e, senza neanche sapere dove mi sto dirigendo, lui viene con me. E non mi spiace. Credo abbia capito che sono affamata d'attenzioni e che il mio cercarlo è stato un modo per chiedergli un po' di aiuto.

-Citami delle poesie di Coleridge allora, quella che preferisci magari!

Non appena faccio questa richiesta è evidente che gli va di traverso la birra, come se non se lo aspettasse.

-Hey, è tutto okay?

Lo colpisco piano dietro la schiena con il palmo della mano, come si fa con i bambini. Inizia a tossire e diventa tutto rosso, ma per fortuna in breve si riprende.

È un ragazzo buffo, non posso dire il contrario ... a tratti è addirittura impacciato, un po' come me. Molti potrebbero dire che è un brutto difetto l'essere imbranati, eppure io credo lo renda davvero adorabile.

Si prende qualche istante per recuperare fiato. Nel momento in cui arriviamo in cucina si siede al tavolo e inizia a fissarmi mentre sono intenta a prepararmi un sandwich con fette di banana e burro d'arachidi. Quando mi offro di farne uno anche per lui declina l'offerta senza rifletterci un solo istante, il che mi fa pensare non apprezzi troppo l'accostamento di sapori.

-"Ere sin could blight or sorrow fade, Death came with friendly care; The opening bud to heaven conveyed, and bade it blossom there."

Sto tagliando la frutta a fette sottili cercando di non schiacciarla quando lo sento parlare così. Con gli occhi sgranati alzo immediatamente lo sguardo, sottraendo attenzione al coltello affilato.

-Che cosa?

Dico, incredula.

-Beh, sono i miei versi preferiti di quel poeta. Mi hai chiesto di citarlo, no?

Mi guarda come se non intendesse il senso di tanta diffidenza da parte mia.

-Perché proprio questi? Insomma, l'hai capito di che parlano, no?

Non posso nascondere lo scetticismo nella voce, è più forte di me. Non è che lo ritengo un ignorante o cosa, semplicemente è ... strano.

-Certo che sì. Non so che impressione ti sei fatta di me, probabilmente non mi credi un gran cervellone. Però giudicare un libro dalla copertina è una grandissima cazzata, lo sai dolcezza? Rischi di restare spiazzata, come ora.

Vorrei ribattere, rispondergli. E neanche tanto per rimproverargli il fatto d'avermi chiamata "dolcezza", ma perché c'è stato un fraintendimento. Non era mia intenzione ferire i suoi sentimenti o insultarlo, non oserei mai ...

-Detto in parole povere, la poesia parla di un qualcuno che è morto, ma senza soffrire. Per questo il verso "la Morte arrivò con amichevole cura". In seguito a ciò è stato condotto in Paradiso, dove si sente il benvenuto ed è finalmente in pace.

Lo ascolto con attenzione ed interesse. Il suo modo di parafrasare non è troppo dettagliato, ma è certo che abbia colto in pieno il senso del poema. Lo fisso per qualche altro istante, prima di sorridergli ampiamente.

-James, non volevo offenderti in alcun modo prima, e perciò ti chiedo scusa. E in ogni caso, sì, è esattamente questo il punto della questione. Anche io apprezzo particolarmente le poesie sull'argomento ...

-Il problema è che queste cose sono state scritte da chi era ancora in questo mondo. Ci hanno illusi con tante belle frasi piene di false speranze.

Le sue iridi azzurre vanno a guardare il pavimento, come per reprimere la rabbia per un'amara delusione ricevuta. Noto anche che stringe le mani a pugno tanto forte da farsi sbiancare le nocche.

-Jimmy, io non credo d'aver capito quello che intendi ...

-Sono tutte un mucchio di stronzate, ecco che intendo! Si può anche non soffrire, scivolare via senza rendersi conto di cosa sta succedendo. Ma hey, raggiungere la pace eterna non è altrettanto facile.

Sono così distratta dai suoi discorsi che non sto più guardando come le mie mani si muovono sul tagliere.

Che cosa sta blaterando? Che ne sappiamo noi se sono stronzate o meno? Siamo nel mondo dei viventi come c'era anche Coleridge quando scrisse il poema, non siamo ancora passati oltre.

Vorrei controbattere, tuttavia riesco solo a lanciare un gridolino acuto quando piuttosto che affettare la parte finale del frutto finisco a procurarmi un brutto taglio profondo sui polpastrelli dell'indice e del medio.

-Merda, merda, merda!

Odio la vista del sangue, ed anche questo incessante bruciore. Il liquido scarlatto esce a fiotti, sporcando di un rosso intenso e vivo tutto quello che mi trovo attorno. Sbianco e vengo presa dal panico, perché non ho mai idea di che cosa convenga fare in questi casi. Fosse per me, fuggirei sempre all'ospedale ogni qualvolta che mi ferisco.

Per fortuna, però, non sono più sola. In tutta fretta infatti Jimmy si alza e mi raggiunge. Si mette dietro di me, in modo tale che possa appoggiarmi a lui ed evitare di finire svenuta a terra.

-Non perdere i sensi di nuovo, non ce n'è alcun bisogno, okay? È un taglio da nulla, dobbiamo solo fermare il sangue.

È tranquillo, mantiene la calma e mi parla con voce ferma e decisa. Significa che sa cosa va fatto e non intende tirarsi indietro. Mi ispira fiducia.

Usa il primo asciugamano che trova per avvolgere le dita ben strette, in modo da bloccare un po' il sangue.

Sono disgustata quando vedo come il colore verde del morbido tessuto si tinge di rosso, ma Rev mi prende gentilmente per la mano sana e intreccia le dita alle mie. Così la concentrazione si sposta di getto su di lui. Mi conduce in bagno facendo sempre attenzione che non svenga nel tragitto e, non appena entriamo qui, arriva persino a prendermi in braccio e farmi sedere sul piano in marmo che circonda il lavandino.

In condizioni normali di certo protesterei urlandogli addosso, perché nessuno può permettersi di afferrarmi e spostarmi a suo piacimento come fossi una bambolina. Detesto anche quando è Matt a farlo ... ciò nonostante, mi è chiaro che in questa circostanza doveva per forza farmi appoggiare da qualche parte.

Impallidisco e mi sento un po' la testa che gira, quindi avvolgo il braccio destro attorno al collo del ragazzo di fronte a me nel tentativo di tenermi su. Jimmy sta frugando nell'armadietto dei medicinali alle mie spalle, situato proprio a lato della grande specchiera. Non sembra gli dia noia il fatto che mi sto letteralmente aggrappando a lui.

-Non fare così, ora passa tutto, mh?

È realmente gentilissimo, e la sua presenza al mio fianco è rassicurante. È sparito per tanto, vero, però è come se adesso stesse recuperando le due settimane di mancanze ... si sta occupando di me come nessuno- eccetto i miei genitori -ha mai fatto prima, neppure Matt ...

Trova finalmente delle garze pulite e del nastro per legarle assieme. Dopo avere disinfettato le ferite e avere ridacchiato in seguito al mio piagnucolio disperato, James s'avvicina di più a me e inizia a fasciare con cura le due dita, prima una e poi l'altra. Non credo se ne sia reso conto, ma si ritrova ora in mezzo alle mie gambe divaricate.

Nella mia testa s'accende un campanello d'allarme nell'esatto momento in cui m'accorgo della vicinanza tra i nostri corpi. Il primo istinto sarebbe senza ombra di dubbio quello di spingerlo via con tutta la forza che ho, ma è chiaro non l'ha fatto volontariamente. Ci è solo successo di ritrovarci in questa strana posizione, credo. E comunque, pensandoci bene, non è poi tanto male.

Decido perciò di non dire niente al riguardo, per non rischiare di imbarazzarlo. Approfitto di questi brevi istanti per fissare la sua espressione concentrata e l'estrema espressività di quei due meravigliosi occhi. Ora come ora hanno assunto un colore tanto intenso da ricordarmi lo zaffiro.

-Ecco fatto.

Dice soddisfatto poco dopo, allontanandosi quel tanto che basta da me per potermi guardare in viso mentre parliamo.

-Ho stretto troppo?

-No, è una medicazione perfetta ... spero solo il sangue smetta di fuoriuscire, o tra poco ci toccherà di rifare tutto questo daccapo.

-Non c'è alcun problema, se serve sono pronto a cambiare il bendaggio. Ai suoi ordini signorina, ogni suo desiderio è un ordine ...

Fa un piccolo inchino e ammicca nella mia direzione. Chiaramente lo fa per strapparmi un sorriso, ed effettivamente ci riesce.

-Che cavaliere che sei!

-Puoi dirlo forte. Ce ne sono pochi come me al giorno d'oggi ...

-Quasi nessuno, in realtà. Ma ciò non ti autorizza ad essere così poco modesto!

Ribatto continuando a ridere, cosa che fa anche Jimmy.

Di nuovo, porta le mani suoi miei fianchi e mi aiuta a scendere da qui, riportandomi con i piedi a terra.

-Ti preparo un altro sandwich, alla fine prima non sei riuscita a mangiare nulla.

Mi limito ad annuire in risposta e insieme ci avviamo nuovamente per il corridoio con l'intento di tornare in cucina.

Non ho idea di come continueranno le cose tra noi, magari dopo stasera passerà un altro mezzo mese prima che io lo riveda. Eppure non posso far altro che provare una strana sensazione ogni qualvolta i miei occhi si posano sulla sua figura. Di certo il nostro primo incontro non è stato dei migliori, però voglio metterci una pietra sopra. Anche se in alcuni momenti è un tantino angosciante, si sta dimostrando essere la persona speciale e stupenda di cui ho sempre sentito parlare.

 

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Capitolo 6
*** I'm in love again, but this is probably the end. ***


Abbiamo trascorso una serata davvero molto gradevole. È stato bello avere finalmente qualcuno con cui condividere per davvero qualcosa. Per la maggior parte del tempo ho parlato io, ma Jimmy era così attento e disponibile nell'ascoltarmi che è stato un piacere anche solo fissare il suo viso tanto coinvolto nei miei racconti.

Abbiamo discusso di tutto ciò che poteva saltarci in mente. Naturalmente, ogni cosa è partita dal sandwich che lui è stato così gentile da ripreparare daccapo. Mi guardava quasi sconvolto mentre mangiavo tanto voracemente, non sembrava capacitarsi di come potessi amare banana e burro d'arachidi. Eppure quando all'improvviso ho strappato un pezzetto di sandwich e gliel'ho infilato in bocca non gli è dispiaciuto. Certo, è rimasto stupito e senza parole ma poi si è unito a me nel ridere a crepapelle.

Non credevo potesse essere così ... dolce e profondo come invece si è poi dimostrato. Alcune persone sono una scoperta continua, ed è un bene. Non si corre il rischio di stancarsi di loro.

Dai racconti dell'infanzia ai posti in cui vorremmo andare in vacanza, dalle scene preferite dei classici del cinema a quali tatuaggi vorremmo farci. Le chiacchiere si sono basate per lo più sugli argomenti appena elencati e, sull'ultimo punto in particolare, James ha le idee molto chiare. E non è poi cosi strano dato che ha le braccia e il petto ricoperti di disegni, e anche la schiena.

Nel frattempo non faceva altro che bere, una birra dopo l'altra. È stato strano, ma anche incredibilmente soddisfacente. Gli passavo lattina dopo lattina, finchè non ha finito tutte quelle che avevamo in frigo. Era piacevole e godevo per ogni singolo sorso che non potevo mandare giù io in prima persona ma che mi aspettavo bevesse lui, al mio posto. Com'era prevedibile, Jimmy non si è tirato indietro.

Tutto ciò è avvenuto sul divano, davanti un qualche programma televisivo a cui però non abbiamo dedicato un briciolo della nostra attenzione. Mi rendo conto che questa postazione è già stata teatro di quanto di più interessante ho combinato in casa dal momento in cui ci ho messo piede. Basti pensare alle litigate per telefono, alle innumerevoli ore passate a studiare e, per l'appunto, alla conversazione di solo diverse ore fa con James.

E quando ieri sera Rev era ormai ubriaco perso, allora la situazione è decollata sul serio: abbiamo iniziato a prenderci a cuscinate come bambini, fino al momento in cui non ci siamo di nuovo ritrovati l'uno sull'altra. Sì, perché per via di un susseguirsi di eventi a Jimmy sono scivolati via gli occhiali e, dal momento che non vedeva a un palmo dal naso senza, entrambi abbiamo cercato anche sotto i cuscini del divano pur di ritrovarli. Guarda caso erano proprio finiti dietro di me ed essendo stato lui il primo ad individuarli- anche se non ho idea di come ci sia riuscito dato che, appunto, diceva di non vedere nulla senza -ha pensato bene di sporgersi per afferrarli. Peccato che per via del suo gesto io mi sono ritrovata schiacciata contro il divano, con il mio nuovo amico praticamente su di me. Non so come due persone oltre la soglia dei vent'anni possano giustificare l'essere state tanto infantili e, in seguito, talmente ingenue da essersi messe in una situazione così imbarazzante.

Non appena Jimmy è tornato a vederci come prima ha abbassato lo sguardo su di me con un certo qualcosa di assai divertito sul volto. La reazione più normale da parte mia sarebbe dovuta essere quella di tentare di alzarmi di lì, ma non ne ho avuto il coraggio. Non volevo farlo, perché nonostante tutto era un bel momento. Non sempre ciò che "dovrebbe essere" è la cosa appropriata per noi, abbiamo un bisogno viscerale di osare di più in alcune circostanze.

Ci siamo ritrovati più prossimi l'uno all'altra di quanto non lo fossimo quando mi stava medicando, eppure il disagio era sparito e mi sentivo più calma e rilassata. Con lui addosso avevo trovato il mio posto nel mondo, un luogo che non credevo avrei mai raggiunto. Perché, a quanto si racconta dall'inizio dei tempi, ci vuole un'anima per completarne un'altra. Lo so, ripenso a tutto ciò descrivendolo al pari di un'esperienza mistica, eppure è proprio questa la cosa che ho percepito per tutto il tempo. Non ho idea di come mai lui sia stato in grado di farmi montare dentro simili emozioni solo sovrastandomi con il suo peso, e per di più da sbronzo. Magari per via degli effetti dell'alcool non gli sono rimasti impressi gli ultimi accadimenti,né aveva piena coscienza del fatto che tanta vicinanza tra i noi sarebbe potuta essere mal interpretata.

Ho imparato da tempo che non è sempre lecito porsi troppe domande su perché alcune cose succedano ed altre no. Farei meglio a piantarla e non rimuginarci ancora, ma è più difficile del previsto.

Jimmy si è addirittura chinato per lasciarmi un bacio sulla fronte, cosa che mi ha fatta rimanere di stucco. Credo d'aver smesso di respirare nel momento in cui le sue labbra soffici sono entrate in contatto con la mia pelle. Mi ha fatta sorridere, tutto qui. Divertente quanto poco ci voglia per risvegliare certe sensazioni in una persona.

Ho deciso di approfittare della grande confidenza che si stava prendendo e, tirandolo piano da un braccio, l'ho aiutato a stendersi in modo tale che stesse comodo. Ha mugolato qualcosa di incomprensibile e infine mi ha lasciata fare. Gli ho fatto spazio e ci siamo ritrovati appiccicati e immersi nel buio del salotto. La luce che proveniva dallo schermo della televisione ancora accesa è ciò che ha impedito alla situazione di diventare fin toppo bizzarra.

Perché ci fosse abbastanza spazio per entrambi, è stato costretto a mettersi su un fianco ma non mi è sembrato trovasse la posizione tanto scomoda. Da come si stringeva a me, credo avesse ben altro a cui pensare. E posso dire con certezza che non era l'unico, anche se spero con tutta me stessa di non averlo dato troppo a vedere.

Dopo avermi fissata per cinque minuti buoni, ha chiesto se avrebbe potuto nuovamente accarezzarmi la pancia. Ho osservato la confusione sul suo volto trasformarsi in un'espressione meravigliata quando ho afferrato la sua mano e l'ho guidata verso il mio grembo, diventato più prominente nel corso delle ultime settimane. È un chiaro segno del fatto che il mio adorato bambino cresce come dovrebbe. Non potrei essere più felice per questo.

Comunque, la serata si è conclusa poco dopo quando, complici la mia stanchezza dovuta allo studio e l'ubriachezza per Rev,siamo entrambi scivolati tra le braccia di Morfeo. Non ho parole per descrivere quanto sia stato immensamente confortante dormire di nuovo stretta a qualcuno. Vicina a Jimmy mi sono sentita protetta, tanto che per tutta la notte ho riposato come non facevo da mesi. Neanche con Matt era andata tanto bene.

Sono sveglia da poco e, avendo controllato l'ora che segna il mio cellulare, so che sono passate da solo qualche minuto le otto del mattino. Mi sporgo con qualche difficoltà nell'intento di lasciare cadere l'aggeggio tecnologico sul tavolinetto da caffè posto a meno di un metro dal divano. Non voglio che l'impatto crei tanto rumore da svegliare l'uomo ancora al mio fianco, né tantomeno ho voglia di ritrovarmi con un telefonino ammaccato o, addirittura peggio, con il display frantumato.

Tiro un respiro di sollievo quando noto che non è accaduta nessuna delle due cose, ed il mio Huawei semi-nuovo è sano e salvo e si trova ora proprio lì dove deve stare.

Decido di riportare la mia attenzione su cose ben più importanti, quindi mi volto dall'altro lato sapendo bene che spettacolare visione mi attende: James. Non appena lo vedo ho un tonfo al cuore. Il suo viso è talmente vicino al mio che non saprei neanche dire con certezza se ci siano o meno cinque centimetri a separarci. E in verità, neanche mi importa. Tutto ciò cui riesco a pensare adesso è solo che desidererei addirittura annullare questa misera distanza che risulta tanto insensata quanto insopportabile. Non so che cosa mi sia scattato in testa ... so solo che, forse, il mio colpo di fulmine con lui io l'ho avuto ieri sera. E non si potrebbe neppure definire tale dato che, per essere precisi, avevo già fatto la conoscenza di questo strambo giovane uomo tempo fa. Tuttavia, è come se mi avesse aperto la porta del suo essere solo poche ore orsono.

Perciò eccomi qui, una ventiquattrenne incinta di un metallaro di oltre dieci anni più vecchio di lei, con già una famiglia alle spalle e irrimediabilmente dipendente dai suoi attacchi di rabbia che lo rendono semplicemente quello che nessuno potrebbe mai pensare di lui: uno stronzo di prima categoria. A tutto questo bel quadretto di relazioni intricate e sentimenti pericolosi io, da gran perfezionista quale sono, non potevo non aggiungerci anche un secondo tizio per cui perdere la testa, che per giunta deve essere per forza l'ennesimo musicista tanto complesso e delicato da risultare a tratti preoccupante. Senza contare il fatto che è uno dei migliori amici del mio ormai tristemente ex. A me piace proprio non farmi mancare niente.

"Si annoiava, ecco tutto, si annoiava con la maggior parte della gente. Perciò s'era fabbricato con le sue mani una vita di complicazioni e drammi."

Incredibile come, a volte, frasi a primo acchito tanto semplici e banali possano squarciare l'oscura cortina dell'orgoglio umano ed entrare così, con ragion di causa, a far parte di quegli aforismi che rivoluzionano il modo di pensare di chi è abbastanza intelligente o coraggioso da soffermarcisi.

Dal canto mio, posso solo dire che questa citazione del francese Albert Camus mi ricalca a pennello. E non c'è da andarne fieri. Le parole del famoso scrittore balzano da un emisfero all'altro del mio cervello colpendolo ripetute volte solo per ricordarmi quanti errori ho già commesso. Primo tra tutti, proprio quello di aver creduto che sarebbe stato divertente, e a tratti perfino giusto, accettare la proposta di Sanders e diventare la sua seconda donna, la "ragazza del tempo libero".

Eppure Flaubert l'aveva scritto:"Non toccate mai i vostri idoli, la doratura si attacca alle dita". Se solo ci ripenso, potrei quasi piangere a dirotto. Tanti sforzi, tanto studio, e non ho imparato niente di ciò che volevano trasmettermi coloro che ci sono passati prima di me, prima della mia generazione irriverente ed imprudente come poche altre saranno capaci d'essere.

Perché non sono stata capace di apprezzare la vita che mi era stata concessa? Anche se ero solo una delle tante comuni e noiose ragazze californiane, almeno ero libera. E, per Dio, avevo il sacrosanto dovere di difendere quella libertà.

In questo preciso momento invece si sta nascondendo dentro di me il motivo per cui non sarà più solo il ricordo a legarmi a Matthew. C'è ora ad unirci un lucchetto di carne, un minuscolo essere umano sangue del suo sangue.

Eppure, anche se so che molte al mio posto sarebbero in grado di chiamare errore anche ciò a cui donano la vita, io giuro che rifarei tutto dall'inizio solo per essere certa di avere ancora la chance di diventare madre di questa creatura. Sono schifata all'inverosimile dall'uomo con cui ho avuto una relazione, ma adesso è certo che qualcosa di buono insieme siamo stati capaci di crearlo.

-Marissa ... perché ho come l'impressione tu mi stia fissando? Mi sento osservato.

La voce sommessa e ancora impastata dal sonno di Jimmy mi fa tornare alla realtà, e mi rendo conto che ho effettivamente passato gli ultimi cinque minuti a mangiare con gli occhi le sue labbra, e a osservare i minimi ed imperscrutabili movimenti dei suoi muscoli facciali. Sì, perché ormai la stanza si è riempita di luce, e dormire qui è diventato quasi impossibile. Impossibile non ridestarsi.

-Sono colpevole, lo ammetto.

Sbuffo una risata, mentre lo vedo aprire stancamente un occhio per guardarmi quasi male.

Fa scivolare un braccio sul mio fianco per poi spingersi oltre, andando a posare la mano sulla mia schiena con il solo ed unico intento di spingermi di più verso di lui. Vorrei chiedergli che diamine gli stia saltando in mente, però non ne ho il coraggio. È inutile mentire a me stessa, la personalità vivace e tremendamente colma di vita di James ha fatto colpo su di me. Me lo ripeto ancora una, due, tre volte, finchè non sono sicura che il concetto mi entri ben chiaro in testa, proprio lì, in quel punto dal quale non potrà più uscire.

Carpe diem. Ho il dovere di godermi il momento e questo suo inaspettato quanto gradito tocco.

-Ho esagerato con il bere ieri sera. Puzzo di birra?

Strano modo di darmi il buongiorno, reso ancora più strano proprio dal fatto che mi ha appena attirata di più verso sé.

-Sì, James, sto alla grande stamattina, grazie per averlo chiesto. Credo anche mio figlio sia piuttosto tranquillo.

L'ironia nella mia voce è così forte e chiara che mi sembra quasi stia per concretizzarsi davanti a noi. E sarebbe strano, visto e considerato che l'ironia, per l'appunto, è un concetto puramente astratto.

In tutta risposta, Rev mi rivolge un mezzo sorriso che non ho idea di come interpretare. Abbasso il viso verso il suo petto, volendo annusargli scherzosamente la maglietta quasi attillata che indossa. In verità è solo la scusa perfetta per sentire di nuovo il suo odore, quello che non sono più capace di scordare dalla prima volta in cui ho appoggiato il viso contro il cuscino in camera sua.

-Non direi che puzzi, non hai gli abiti impregnati di quell'insopportabile tanfo al gusto alcool che è solito accompagnare Matt dopo una serata passata al Johnny's. Hai solo gli occhi stanchi, credo sia l'unico effetto collaterale riportato in seguito alla sbronza di ieri.

-Ma senti senti che linguaggio forbito già di prima mattina. Insopportabile tanfo al gusto di alcool, eh? Questa non l'avevo mai sentita prima.

Ricambia la mia ironia, e nel frattempo allontana la mano dalla mia schiena per farla scorrere lungo il mio braccio. Non distolgo gli occhi dai suoi neppure per un secondo ed una supplica molto chiara mi si può leggere in viso: lo sto pregando di non alzarsi di qui e poi sparire di nuovo per lungo tempo. Una serata passata a giocare e poi dormire insieme, e già mi ripugna la prospettiva che tutto ciò possa finire. Non lo sopporterei.

 

 

***

 

 

Mi accorgo che è arrivato solo quando sento qualcuno arpionarmi la vita arrivandomi alle spalle. Sobbalzo e, di scatto, mi volto con l'espressione sbigottita.

-Ti sembra questo il modo? Vuoi farmi venire un infarto per caso?

Con la voce colma di rimprovero scuoto la testa, rivolgendogli lo stesso sguardo tediato e sprezzante di ogni volta che ci rivediamo per rimettere le cose apposto.

-Sei un coglione. Te l'ho mai detto?

-Sì, ogni giorno da quattro anni a questa parte.

-E hai mai anche solo pensato che, magari, saresti potuto cambiare?

-Assolutamente no. Domanda di riserva?

Non riesco a trattenermi e sbuffo più forte del solito, andando poi a massaggiarmi una tempia con le due dita avvolte nelle garze bianche.

-Venire fino al centro di Huntington Beach solo per rivederti è stata una pessima idea. Il tuo atteggiamento ne è la perfetta dimostrazione.

Matt si passa una mano tra i capelli, probabilmente per cercare di recuperare la calma che ha già cominciato a perdere. Pessimo segno.

-Ti ho già chiesto scusa. Non puoi fare sembrare che sia stata tutta colpa mia, sappiamo entrambi che anche tu hai fatto la tua parte durante la nostra ultima litigata e ...

-Vuoi che me ne vada subito? Non puoi trattenermi contro la mia volontà, e il tuo discorso mi sta già nauseando.

Come al solito non lo lascio finire di parlare. Potrà anche essere un gesto rude, ma, per coloro che ancora non se ne fossero resi conto, vince sempre chi sbrana per primo l'altro. E io mi sono stancata di restare in difesa, da oggi in poi anche la mia tattica sarà l'attacco semplice e diretto.

Non so ancora come mi abbia convinta a venire qui con la frase "Ti offro un thè nel tuo bar preferito e discutiamo di quello che sta succedendo tra noi". Gli ultimi giorni sono stati una lite continua per telefono, perché quando il signor Sanders ha capito che aveva fatto la più grande cazzata della sua vita non ha esitato a tornare sui suoi passi.

Perché alla fine si guardano sempre indietro. Non tutti i bastardi come Shads strisciano, però tornano sempre con la testa bassa e la coda tra le gambe. Sono patetici, privi di ogni qualsivoglia morale. Arrivano carichi di scuse, e solitamente portano con loro anche un innocente mazzo di fiori per farsi coraggio ed ammaliare le povere vittime. Rose rosse, rose rosa, rose blu, rose bianche, e perfino rose nere ... sarebbe un gioco di parole se dicessi che ne ho viste di tutti i colori, in questi anni.

Chiunque con un minimo di sale in zucca condannerebbe la mia decisione di presentarmi a questo assurdo appuntamento oggi, ma la verità è che sento di averlo fatto solo per rendere contento James. Negli ultimi giorni abbiamo iniziato a condividere davvero tutto. È entrato a far parte della mia vita e non ha la minima intenzione di uscirne. Proprio per questo ha insistito affinchè venissi qui. Perché non poteva sopportare di sentirmi urlare nella cornetta del telefono contro il suo amico di sempre e fare finta di non avere assistito alla scena. È un uomo saggio, ed è diventato chiaro quando, con sguardo meditabondo, se ne è uscito con una frase del tipo:"La vita è troppo breve per arrogarci il diritto di chiudere porte in faccia alle persone".

Quanta saggezza, Sullivan. Certo, forse un po' poco credibile come cosa se detta da uno che si è spacciato per morto anni orsono e ancora non ha deciso di tornare a farsi vedere.

Matt mi distoglie dai miei pensieri quando mi afferra per il polso e inizia a trascinarmi dalla parte opposta a quella del bar, presumo quindi verso la sua auto.

-Non fare la sciocca, non ti permetterei mai di andartene. Non con mio figlio almeno ...

-Ma che bravo, complimenti per la coerenza! E da quando sarebbe tornato ad essere tuo figlio?!

Provo a puntare i piedi a terra in modo da non lasciarmi portare da lui in nessun luogo dove io non voglia andare. Eppure è ovvio, è troppo forte e non posso non seguirlo.

-Matthew, fermati immediatamente! Dove pretendi che venga?! Mi avevi promesso un thè ed una chiacchierata tranquilla come due persone civili.

-Piccolo cambio di programma dell'ultimo minuto, dolcezza. Ho bisogno di fare una discussione seria con te, ma là in mezzo ad un locale non mi sento a mio agio. Non so che cosa potrebbe succedere, conoscendoti saresti capace di fuggire da un momento all'altro e non mi va di correre il rischio visto che qui c'è in ballo tutta la mia vita.

La sua vita. Certo, come sempre pensa solo a se stesso. Matthew Charles Sanders è il primo dei pensieri di quest'uomo dopo M. Shadows. E poi in realtà tra l'artista e la persona di tutti i giorni non c'è una gran differenza, mi disgustano entrambi alla stessa identica maniera.

Con la mano libera artiglio letteralmente la sua che mi stringe il polso, conficcandogli le unghia nella carne più in profondità che posso. Sobbalza irritato e dolorante, eppure non molla la presa.

-Smettila di fare la mocciosa o finirà molto male qui!

Ringhia, lasciando che la bestia che ha dentro finalmente si mostri per come è.

-Male, dici? E che intendi fare? Uccidermi?

Sostengo il suo sguardo e, un attimo dopo avere lanciato questa sfida, mi sento prendere in braccio. Matt inizia a correre come un forsennato mentre la gente tutt'attorno ci guarda basita e chiaramente senza capire che diamine stia succedendo. Io scalcio, grido e tento di fermarlo, però è tutto vano. Alcuni passanti ci fotografano pure.

Si ferma solo quando arriviamo davanti una macchina che non riconosco come sua, anche se mi è famigliare. Qualcuno dall'interno apre lo sportello posteriore e Shads ne approfitta per lanciarmi praticamente dentro la vettura.

Mi ritrovo letteralmente sui corpi di Synyster Gates e Zacky Vengeance, sono stesa sulle loro gambe. Guardo spaesata e senza capire quei due, prima di sentire la voce di Johnny Christ dal sedile del passeggero sul davanti che mi ordina di mettermi a sedere tra i due chitarristi.

Vee mi afferra dai fianchi e mi aiuta a tirarmi su con ben poca eleganza. Gioca a fare il gentiluomo di solito, quando in realtà è solo un volgare bifolco come Matthew.

Non sto capendo più nulla di quello che sta succedendo qui, sono spaventata e confusa. I visi di questi ragazzi sono freddi, così spenti che riescono a darmi i brividi. Per la prima volta nella vita so di dovere avere paura sul serio.

Matt mi fissa guardando il mio riflesso nello specchietto retrovisore, sento i suoi occhi osservare i movimenti di ogni mio muscolo.

Quante domande vorrei fare, soprattutto sul posto dove intendono portarmi. Con Shads alla guida, sarebbero capaci anche di arrivare fino al Messico solo per spararmi un colpo in testa e abbandonare il mio cadavere da qualche parte. E lo farebbero, stronzi come sanno essere quando si tratta di difendersi a vicenda.

Tutto ciò a cui riesco a pensare adesso come adesso- oltre al mio bambino –è proprio James. Se fosse qui, so che andrei a rifugiarmi tra le sue braccia e lo stringerei forte. Non permetterebbe che mi venisse fatto alcun male, si occuperebbe di me ancora una volta.

Ma lui non c'è.

Inizio a tremare e lascio che qualche lacrima cada silenziosamente lungo le mie guance ... che si tratti della fine?

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Capitolo 7
*** It all ends in tears anyway. ***


Mi guardo attorno. Dove sono?

Per tutto il tragitto in auto nessuno ha detto una sola parola. I finestrini erano oscurati, sia dall'interno che dall'esterno, in modo tale che da fuori non si potesse vedere cosa accadeva dentro ma neppure il contrario. Il discorso era ovviamente diverso per il parabrezza, però non ero in una posizione tale che mi permettesse di vedere che strada stessimo percorrendo.

Matt ha continuato a guidare per diverse ore, ed ho sempre avuto l'impressione stesse andando a Sud. Ero terrorizzata dalla possibilità che volessero seriamente portarmi verso il Messico. Non avevo idea di che cosa sarebbe potuto accadere una volta giunti a destinazione ...

Syn, comunque, è stato piuttosto gentile. Come gli altri non ha aperto bocca, eppure per tutto il tempo ha continuato a tenere un braccio avvolto attorno al mio fianco. Ho avuto l'impressione che fosse il suo modo di rassicurarmi, e senza ombra di dubbio ha funzionato dato che, ad un certo punto, mi sono persino addormentata con la testa appoggiata alla sua spalla.

Come è potuto accadere? Ero rassegnata. Semplicemente avevo alzato le mani di fronte al mio destino. Perché prendersi in giro? Era impossibile fuggire di lì. Non potevo aggredire Shads e sperare che fosse costretto ad accostare. Non avrei fatto altro che peggiorare la situazione ... i Sevenfold sono una piccola ed imprevedibile gang.

E dopo avere rimesso insieme i pezzi di ciò che ricordo delle scorse ore, mi ritrovo semplicemente in quella che sembra essere una lugubre ed indigente stanza di motel. Il letto sul quale sono stesa e dove ho riposato fino a pochi minuti fa è lurido, e tutto qua dentro dà l'impressione d'essere ricoperto di polvere e sudicio all'inverosimile. A partire dalle lenzuola ruvide fino al lampadario pendente in ferro battuto che intravedo nella luce soffusa della camera ... dalle tende spesse tirate solo su un lato della finestra alla minuscola TV anni novanta posizionata su un mobiletto a muro tutto ammaccato ... dalla moquette rovinata dal tempo alla carta da parati strappata in più punti: ogni minimo particolare è unicamente definibile con l'aggettivo "squallido".

Magari io guardo troppi film, ma in posti come questi non ci avevo mai messo piede prima. E speravo anche di non essere costretta a farlo. È un ambiente malsano, soprattutto ora che sono incinta.

Ancora una volta il mio pensiero si rivolge a Jimmy, mentre sono qui stesa sulla schiena e fisso il soffitto. Non ho voglia di essere impulsiva e correre da una parte all'altra sbattendo ovunque. È chiaro che se mi hanno lasciata sola qua dentro avranno chiuso la porta, o comunque i ragazzi si trovano nella stanza adiacente. Sono troppo furbi per commettere un errore tanto stupido come darmi la possibilità di fuggire, senza contare il fatto che questa pancia sporgente di certo non mi agevolerebbe se tentassi di scappare.

Chiudo gli occhi e respiro a fondo l'aria viziata e stantia, volendo fare finta di essere da un'altra parte. Sì, magari proprio sul divano, quello di pelle sintetica posto al centro del salotto nella mia nuova casa. Ora come ora sembra sera inoltrata e non posso non pensare che potrei essere stretta a James come è spesso successo ultimamente. Parlerei del più e del meno con lui davanti alla televisione sintonizzata su una canale a caso. Jimmy se ne starebbe come al solito a bere quelle lattine di Heineken che compro appositamente per lui, e io mi gusterei una tazza di thè inglese. Potrei godermi la sua vicinanza, bearmi della compagnia di quel uomo meraviglioso. È l'unico in grado di farmi dimenticare tutti i miei problemi e farmi guardare il lato positivo delle cose. Mi perdo nella luce riflessa dalle sue iridi cristalline, ed improvvisamente non sembro più tanto nei guai, perché so che c'è e ci sarà sempre. Non me lo ha detto, non gliel'ho chiesto ... e non ce n'è bisogno. Mi fido abbastanza di lui, potrei mettere la mano sul fuoco: non oserebbe abbandonarmi. Sì, magari sono un'ingenua e anche una ragazzina manipolabile. Eppure non posso cessare di credere che su questo punto ho ragione. Mi ha dato di più lui in così poco tempo di quanto qualsiasi altro uomo nella mia vita sia stato capace di fare fino ad oggi.

Quante cose sono cambiate nell'ultimo periodo? Mi sono totalmente resa conto di provare qualcosa per uno dei migliori amici del padre di mio figlio. E non mi importa se è sbagliato, scorretto o chissà che altro. Al cuor' non si comanda, me lo hanno ripetuto allo sfinimento ed ora ho finalmente potuto provarlo sulla mia pelle.

Sono costretta a tornare alla realtà e riemergere dai meandri della mia mente e della mia coscienza per guardare in faccia l'uomo che, un po' goffamente, entra in camera e va a sedersi su di una poltrona posizionata ai piedi del letto. Si spaparanza su essa, rimanendo in un posizione piuttosto disordinata: scivola giù fino a poter appoggiare la testa allo schienale, mentre resta con le gambe larghe e protratte in avanti. Incrocia le braccia al petto e porta l'attenzione su di me, probabilmente aspettando che sia io a dire qualcosa.

-Quindi sarebbe questa la tua idea di luogo tranquillo dove discutere?

Dico, con calma. È la prima cosa che mi è venuta in mente, quella più ovvia per me.

-Non puoi scappare, questo lo rende indubbiamente un luogo prezioso.

Segue un lungo minuto di silenzio, durante il quale non solo entrambi non apriamo bocca, me neppure osiamo muovere un muscolo. Ogni minimo spostamento o cambiamento di posizione potrebbe essere mal interpretato da parte dell'altro: Matt potrebbe pensare che io stia tentando di fuggire, io potrei credere che mi voglia fare del male in qualche modo ...

-Ti ho pensata spesso, sai? Da quando abbiamo litigato fino ad oggi ... è sembrato un tempo infinito senza te. Sentire la tua mancanza mi rende tutto insopportabile.

Si sforza di dire lui, probabilmente cercando il miglior approccio per riprendere ad avere una discussione.

Non rispondo e, anzi, mi volto verso la finestra nel tentativo di togliergli anche il privilegio della mia attenzione. Voglio fingere che quelle parole che ha appena pronunciato non mi tocchino, che non scuotano un qualcosa dentro me. Perché non si merita di vedermi ancora gioire per la pace ritrovata nel nostro rapporto, non merita di sapere quanto mi sentirei meglio se potessimo appianare le nostre divergenze. Devo essere di roccia davanti a lui.

Con una mossa veloce, Shads si alza e si catapulta praticamente su di me, afferrandomi dal mento e costringendomi a girarmi per tornare a guardarlo.

-Ti sto parlando Marissa, abbi un minimo di rispetto!

Neanche cinque minuti ed è già sul punto di esplodere. Mi urla addosso ed è perfino manesco ... non dovrebbe permettersi di agire così.

Puzza di whiskey, è un odore rivoltante e fin troppo forte per me che sono incinta. Non posso sopportarlo. Mi accorgo anche del fatto che lungo il suo viso si intravedono in controluce delle scie appena accennate, come se si fossero asciugate da poco. Lacrime di coccodrillo. Non ci credo più che sta male come dice ... sono solo i rimorsi, la consapevolezza d'avere passato una vita intera a predicare bene in faccia a chiunque lo conoscesse e poi comportarsi al contrario, nel modo che sapeva essere sbagliato. La sua sofferenza interiore è dettata dall'irritazione che prova nel sapere che non potrà mai cambiare il passato e cancellarmi dalla sua vita.

-Che cosa pretendi che ti dica? Che ti perdono tutto quello che hai fatto e che ti lascerò fare il papà quando ne avrai voglia? Che sarò ancora l'altra da cui potrai andare quando ti sentirai preso per il culo da Val? Che ti amo ancora?

Dopo la mia ultima domanda lo vedo stringere le palpebre degli occhi, come se gli provocasse una sofferenza acuta il dubbio che gli si è insinuato dentro. Annuisce, ecco cosa fa. Si limita ad annuire, ed è più una supplica che altro.

Non riesco a trattenere una risata canzonatoria ...

-No, MattNon ti amo più. Ti voglio bene magari, soffro ancora per te ... abbiamo avuto una storia lunga, e molto, molto seria. Ma no, a prescindere da nostro figlio ... non ti amo più.

Ripeto più volte il concetto, nella speranza che gli entri in testa e inizi ad alloggiare lì, dove non sarà più in grado di scacciarlo.

Rabbia, delusione, amarezza, solitudine ... paura.

Posso vedere tutto questo nel momento in cui quei due occhi smeraldini, tanto stanchi e persi per via dell'alcool, tornano ad incrociare i miei.

-Stronzate. Non è possibile che tu abbia smesso di amarmi.

Piazza una delle sue grandi mani al lato del mio viso, lasciando che affondi nel cuscino. Avvicina di più il volto al mio, finchè la questa misera distanza che c'è ancora a separarci non diventa imbarazzante.

È non poco intimidatorio, glielo leggo in faccia che o gli dico ciò che vuole sentire o qui finirà male.

-Invece è così. Non c'è assolutamente nulla che tu possa fare per cambiare la situazione ...

-C'è un altro.

Inarco un sopracciglio e lo guardo praticamente sconvolta: come fa a saperlo?

Da subito comincio a pensare si tratti del fatto che mi ha fatta seguire, o qualcosa del genere.

Come farebbe una qualunque bestia per istinto, Matt afferra una ciocca dei miei capelli e l'annusa, mentre io resto praticamente senza parole di fronte ad un gesti all'apparenza tanto incomprensibile quanto animalesco.

Pochi istanti dopo, quello stesso ciuffo di capelli, viene da lui tirato fin troppo forte per i miei gusti.

-Hai l'odore di un altro addosso. Si sente chiaramente!

È andato fuori di testa ... non so se sia l'alcool, o se si sia drogato. Però certo è che non sta bene, questa frase né è la prova inconfutabile.

Non ho l'odore di James addosso, è impossibile. È vero, siamo sempre stretti l'uno all'altro ormai, ci addormentiamo insieme addirittura. Però ne sono sicura, non è verosimile che abbia sentito il suo odore su di me ... inoltre, è da pazzi pensare che un umano abbia un olfatto tanto sviluppato da cogliere una simile "traccia".

Il fatto qui è solo che Shads ancora una volta vuole avere ragione a tutti i costi. E in questo caso ne ha in parte,è vero, però tutto ciò la dice lunga sulle litigate del passato ...

-Non so di che cosa tu stia parlando.

Mento davanti alla sua disperazione, pensando che comunque io e Jimmy non ci siamo neppure mai baciati. Se ci penso mi sento esplodere un enorme bolla di dolore dentro il petto. Le mie labbra non hanno avuto l'opportunità di sfiorare quelle di James, di cui mi sono ... innamorata.

Sì, è davvero strano dirlo riferito ad un uomo che non sia quello che ho davanti a me adesso, eppure non posso più negarlo a nessuno: mi sono innamorata di Jimmy. Colpo di fulmine, o forse no. Magari sono complici gli ormoni, magari è successo in troppe poche settimane, magari è stato dovuto a trecento motivi diversi ... io non lo so. E non lo voglio sapere, in effetti. Tutto quello che mi interessa è di provare finalmente amore, amore puro, amore vero. Amore, amore e solo amore. Non c'è odio, non c'è risentimento o rancore ... lui non m'ha mai fatto del male. Jimmy mi sta vicino, si prende cura di me e non pretende niente in cambio. È buono, come poche altre persone che ho conosciuto nell'arco dei miei quasi venticinque anni.

Che strazio il timore di non potergli neanche dire addio. Non voglio morire qui, in un disadorno e trascurato motel situato in un luogo di periferia dimenticato perfino dal Padre Eterno. Non voglio non ricevere neanche un'ultima occasione di salutare Jimmy ... mi sento come chi se ne va dopo aver guardato una sola volta negli occhi la sua persona,quella che gli era destinata, senza poterne mai coglierne completamente l'essenza.

Troppi rimpianti, troppi sogni infranti.

Matt, non te lo chiederò ad alta voce, però ti prego ... non farmi del male.

Guardo il vocalist dei Sevenfold negli occhi, ed è come se lo supplicassi di non arrivare a fare qualcosa di cui si pentirebbe poco dopo.

È tutto inutile ...

-C'è un altro, cazzo, c'è un altro!

Ripete la frase come se fosse tutto ciò che sa dire, e mi afferra dalle spalle come farebbe un folle, iniziando a scuotermi. La testa incomincia presto a girarmi, e sento che perderei l'equilibrio e cadrei a terra se non ci fossero le sue due forti mani a sostenermi. Un piccolo gemito mi esce dalle labbra, e Matthew non esita a tirarmi uno schiaffo sul viso mentre non fa altro che insultarmi, usando contro di me gli epiteti peggiori che potrebbe mai anche solo immaginare. Il piccolo scalcia forte dentro me, e non c'è una sola cosa giusta in tutto ciò che sta accadendo. È una situazione raccapricciante, come tutte quelle che ci vedono coinvolti.

Neanche da ubriaco sarebbe mai arrivato a tanto, in passato ...

-Mi hai tradito! Come hai potuto?!

Shads sta frignando, come sono certa neanche suo figlio farà quando verrà al mondo. Il suo intero corpo è scosso da forti singhiozzi, e qualche lacrima scende fino al suo mento. Lo vedo in controluce ... e non credo di poter negare che sia spiacevole a questo punto.

Chiamo i nomi dei suoi tre amici di sempre, e presto Zacky prende a sbattere i pugni contro la porta.

-Matt ... ?! Che diamine sta succedendo là dentro?! Matt, che le stai facendo ... ?!

Alla voce di Vee si unisce presto anche quella di Johnny, che passa poi a sbirciare dalla finestra per vedere all'interno della camera.

-Amico, tu sei pazzo! Marissa è incinta, metterai a rischio la sua vita e quella di vostro figlio se non la pianti di percuoterla a quella maniera!

I palmi aperti del bassista colpiscono ripetutamente lo spesso vetro ricoperto da uno strato di polvere, e ciò per fortuna basta. Le mani di Matt cessano di urtare con violenza le mie povere guance, e si trattengono anche dal continuare a scuotermi o altro.

-Fatevi i cazzi vostri!

Ringhia Matthew, e pochi istanti dopo sposta la sua attenzione da me a quei due che stavano tentando di ... salvarmi?

Li ringrazio mentalmente intanto che cerco di riprendere fiato. Resto abbandonata sul materasso, fissando la figura di schiena di questo grande uomo che fino a pochi mesi fa credevo essere quello giusto per me. Ma ha troppi problemi, più demoni interiori di quanti io ne possa tollerare ... tutti abbiamo un lato oscuro, però quello di Shads sarebbe capace di ingurgitare il mio in un attimo. Non posso combattere contro tutto il male e l'ira che ha dentro. Non per una vita intera ...

Finalmente capisco che non sempre tutti i mali vengono per nuocere: il destino mi salvò nel momento stesso in cui mise in testa a Matt che non sarebbe stato capace di lasciare sua moglie e convolare a nozze con me. E non capisco con certezza se il mio cuore stia esplodendo dentro il petto più per il terrore che ho di venire fatta fuori da lui stanotte, oppure per la consapevolezza di non essermi persa poi tanto. C'è di meglio per me, e forse l'ho già trovato nel momento in cui Jimmy è piombato nel bel mezzo di questo racconto senza lieto fine che è stato la mia vita fino ad ora.

Jimmy, Jimmy ... sempre e solo Jimmy. Possibile non riesca a rivolgere il mio pensiero ad altro?

-Lui mi cercherà, Matt ...

Mi scappano di bocca queste parole, e in un attimo me ne pento. Mi copro le labbra con entrambi le mani, ed i miei occhi sgranati dall'orrore guizzano nel giro di una frazione di secondo su Matt. Ma, ahimè, è troppo tardi! Il danno è fatto.

-Che cosa hai detto ...? Allora lo ammetti che mi hai tradito.

Con il viso privo d'ogni espressione che abbia visto fino ad oggi sul viso di un essere umano, l'uomo che ancora urlava di non impicciarsi ai suoi amici fuori dalla stanza torna a guardare me. È atterrito, basito ...

-Non ti ho tradito. Non stavamo più insieme ...

Mi sembra di pigolare quando lo correggo, perché non ho più voce.

Come mi è saltato in mente di dire una frase del genere? Non so neanche se sia vero o meno! Jimmy non si vuole impicciare. Gliel'ho letto negli occhi svariate volte ... capisce cosa provo, e forse mi ricambia in parte. Tuttavia, posso star sicura che non farà una sola mossa fin quando non avrò definitivamente posto la parola fine al mio rapporto con Matthew. Cosa che comunque non potrà accadere tanto facilmente, dato che avremo un figlio insieme ...

Jimmy non chiamerà la polizia. Non tenterà di contattarmi. Non si preoccuperà non vedendomi rientrare a casa, oggi. Spererà solo per me che tutto si sia aggiustato con il padre di mio figlio.

È un gesto nobile, che però ora come ora mi arreca solo più danni che altro ...

-Un altro uomo ...

Matt si passa entrambe le mani tra i capelli, visibilmente scosso e con il viso imperlato di sudore.

-Tu porti in grembo mio figlio ... e intanto te ne vai con il primo che passa!

Mi sta dando della poco di buono, e non è neanche la prima volta che accade.

-Ti piace essere trattata così, Marissa? Davvero?

Dopo circa trenta secondi, tira la tenda sulla finestra in modo che gli altri ragazzi da fuori non possano vedere più niente se non la stoffa. I due musicisti iniziano a gridare frasi come "Non fare stronzate" o "Ricordati che quella è la donna che ami", ma non ottengono da lui alcuna risposta.

Mi rannicchio su me stessa, appoggiando la testa sulle ginocchia che ho strette al petto. Questa camera ora è buia ed ogni cosa è avvolta da un nero tanto intenso da sembrare il colore che compone la materia degli incubi.

Sto tremando. Tremo,sì, e la paura è talmente tanta che non oso più respirare come prima.

Sto per chiamare il suo nome, quando il materasso si piega all'improvviso sotto il peso di un secondo corpo e una mano con prepotenza va a coprirmi la parte inferiore del volto.

Provo a parlare, ma nono ci riesco ...

-Sei solo una delle tante donne a caccia di soldi. Sei stata con me per questo. Che errore portarti qui per provare a rimettere a posto le cose ... non dovevo scusarmi, non avevo torto l'altra volta a darti della puttana.

Una piccola interruzione alle sue parole, forse per enfatizzare meglio l'ultima parte.

-Ormai siamo qui e nessuno, neanche Zacky e Johnny là fuori possono aiutarti ... sono troppo sbronzi. Per non parlare del fatto che Syn è praticamente svenuto nella doccia della stanza qui affianco.

Non posso vederlo, ma se conosco abbastanza bene Matt so per certo che ora un ghigno divertito si è impossessato del suo volto.

-Cos'hanno gli altri fuori che io non ho saputo darti in quatto anni, Marissa? Ti ho dato il mio tempo, ho cercato di non farti mancare mai nulla e regalarti ogni cosa che potevi immaginare d'avere. Eppure niente sembra esserti bastato ...

Conclude poi, e la sua voce per quanto profonda e forte suona comunque un tantino amara e rassegnata.

-Altri uomini, quelle come te, le userebbero solo per una notte ... e sai che ti dico? È quello che voglio fare io ora. Meriti una lezione.

No. No, no, no. No.

Nell'oscurità serro gli occhi, neanche potessi vedere cose che potrebbero traumatizzarmi a vita. Eppure non mi serve vedere, adesso.

Le mani di Shads mi afferrano i polsi, per tenerli fermi. Le sue labbra si fiondano con grande prepotenza sulle mie, e presto approfondisce il bacio in cui si è lanciato, ma lo fa contro la mia volontà anche se è più che chiaro che non gli interessa minimamente. L'unica cosa che mi stupisce, è che le sue dita scivolano verso l'alto, passando per i palmi e andando successivamente ad intrecciarsi alle mie. Non capisco questo gesto se non quando sento una goccia calda cadere sul mio zigomo.

Piangeremo entrambi quando questa notte sarà passata, Matt. Tu perché saprai d'avermi avuta per l'ultima volta, ed io perché non mi toglierò mai più dalla testa le incessanti grida di Johnathan e Zachary e la tua insistenza di ora, sommata al peso del tuo corpo sul mio ed alle botte di poco fa.

Le cose peggiorano quando, già da poco dopo, il vocalist degli Avenged Sevenfold si allontana di poco da me per sfilarsi la T-shirt e lanciarla in un punto imprecisato della stanza. Riconosco anche il rumore della sua cintura che viene sfilata dai passanti dei jeans.

Continuo a tenere gli occhi chiusi e piangere in silenzio, senza opporre resistenza.

"It all ends in tears anyway."

Mai una frase di Jack Kerouac mi è sembrata più appropriata.

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