My love is vengeance that's never free

di Tide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Cavaliere d'Assia ***
Capitolo 2: *** Katrina Van Tassel ***
Capitolo 3: *** Mary Archer ***
Capitolo 4: *** Ichabod Crane ***



Capitolo 1
*** Il Cavaliere d'Assia ***


~~IL CAVALIERE D’ASSIA

Era sempre molto calmo prima della battaglia – spesso il cielo è molto calmo prima che si scateni la tempesta.
Si vestiva, si armava, preparava Temerario, osservava lo schieramento nemico. Assaporava la consapevolezza che entro pochi minuti sarebbe stato l’esatto contrario: il manto di Temeraio e i vestiti si sarebbero sporcati di terra e di sangue, la lama argentea si sarebbe coperta di rosso, quella fila ordinata e lontana sarebbe stata un insieme indistinto di corpi e di armi e lui sarebbe stato furioso nel cuore della battaglia.
In quei momenti, prima che tutto ciò avvenisse, i mille demoni che aveva dentro tacevano in religioso silenzio.
La battaglia era sacra, era ogni volta una palingenesi. Era come il pianto liberatorio dopo una lunga angoscia, era come il grido che infine da voce a un’ira che non può essere espressa a parole.
E lo sapevano il Cielo e l’Inferno che angoscia e che ira dimorassero nel suo petto e divorassero i suoi giorni.

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Capitolo 2
*** Katrina Van Tassel ***


~~KATRINA VAN TASSEL

Katrina Van Tassel fissò la bara della madre durante tutto il funerale. L’unica cosa che la distraeva era il pianto del padre. Era la prima volta che quell’uomo la irritava. Il motivo era semplicissimo: mentre piangeva la moglie, già si stringeva a un’altra donna e non faceva che ringraziarla e ringraziarla ancora per aver avuto cura della defunta. Katrina avrebbe solo voluto gridare che sua madre era morta e le cure dell’infermiera non erano state sufficienti.
E quella donna di certo non aveva perso tempo: gli era sempre addosso, sempre a prendergli la mano!
A Katrina sembrava di poter vedere sin da quel momento cosa sarebbe successo: in poco tempo l’infermiera si sarebbe infilata nel letto di sua madre e suo padre l’avrebbe accolta a braccia aperte.
Così, quel giorno, vestita a lutto, tornando a casa la ragazza non teneva la testa bassa tanto per il dolore, ma per nascondere una rabbia cupa e sorda che le invadeva gli occhi e il cuore.

 

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Capitolo 3
*** Mary Archer ***


~~MARY ARCHER

Da bambina s’era costretta a pensare che il tempo potesse guarire ogni ferita e se l’era ripetuto di continuo durante le lunghe notti di pianto.
Da ragazza aveva smesso di crederlo e aveva ingoiato ognuna di quelle infinite, amare lacrime arrendendosi all’evidenza: il dolore e l’odio erano tutto ciò che le restava.
Adesso che era donna le notti le portavano ancora tormento. Si svegliava di colpo, talvolta urlando.
“Cosa c’è, amore mio?” le diceva Baltus
“Nulla, Baltus, nulla …” rispondeva lei. Nascondeva il volto, si mordeva le labbra per non lasciarsi sfuggire un singhiozzo e lacrime che bruciavano come fuoco tornavano a bagnare il suo cuscino.
No, l’odio non guariva col tempo.

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Capitolo 4
*** Ichabod Crane ***


~~ ICHABOD CRANE

Ichabod restava ore davanti alla tomba della madre. Una lapide col nome, in terreno sconsacrato, nulla di più. Andava a visitarla di nascosto dal padre.
Le ferite sulle mani non erano ancora guarite e ogni volta lui stringeva i pugni tanto da farle sanguinare, mentre lacrime di rabbia e dolore gli scendevano dagli occhi serrati, sulle guance, sul mento, sulla tomba.
Provava un crudele sollievo nel dolore delle ferite sanguinanti. Voleva diventassero cicatrici, per essere certo di non dimenticare mai e di provare per tutta la vita il dolore che provava in quel momento.
“Lo giuro, lo giuro, lo giuro!” mormoravano le sue labbra di bambino.
Così fu per rabbia e per dolore che seguì la via della ragione.

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