Di quando un koala incontrò un delfino e di come si innamorarono - 30 days OTP challenge

di Classicboy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Grab my hand, and never let it go ***
Capitolo 2: *** Just stay with me, won't you? ***
Capitolo 3: *** Movie is pretty, but you are even prettier ***
Capitolo 4: *** An unconventional date ***
Capitolo 5: *** A surfer kiss ***
Capitolo 6: *** Even in my hoody, you are still pretty ***
Capitolo 7: *** Wolverine ***
Capitolo 8: *** Shopping time ***
Capitolo 9: *** Curious girls ***
Capitolo 10: *** Do it for me, lady, won't you? ***
Capitolo 11: *** A dangerous bet ***
Capitolo 12: *** Just kiss me ***
Capitolo 13: *** Just a little bite ***
Capitolo 14: *** I'll be there for you ***
Capitolo 15: *** Punk rock popular ***
Capitolo 16: *** A sleepy morning ***
Capitolo 17: *** Loving you ***
Capitolo 18: *** (Unintentional) Babysitting ***
Capitolo 19: *** Divine in a dress ***



Capitolo 1
*** Grab my hand, and never let it go ***


Prompt #01: tenendosi per mano

 

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GRAB MY HAND, AND NEVER LET IT GO

 

Australia trovava che Seychelles fosse la perfezione fatta ragazza. Era allegra, solare, spiritosa, altruista, ed era una delle poche che riuscisse a mettergli un freno, quando nemmeno Nuova Zelanda o Inghilterra ci riuscivano.

C'era solo un piccolo difetto nella ragazza...

Ogni volta che presiedevano ad una riunione con le altre nazioni finivano per sedersi vicini, e sempre, quando era immersa nei suoi pensieri o rifletteva sui problemi esposti dal relatore, lei aveva l'abitudine di mettersi a tamburellare con le dita sul tavolo.

Kyle già di per sé con la sua iperattività faceva fatica a concentrarsi, se poi ci si metteva anche Seychelles con quel rumore di sottofondo costante e perpetuo, poco ci mancava che ad ogni meeting uscisse fuori di testa.

Un paio di volte glielo fece notare, e lei con sguardo sorpreso si scusava dicendo che non l'aveva mai notato e che non l'avrebbe più fatto, salvo poi ricascarci la volta successiva.

Non c'era niente da fare, era un tic che non voleva andarsene!

L'australiano era disperato!

Così un giorno, quando sentì che l'altra aveva ricominciato, pensò infastidito: << Eh, no! Adesso basta! >> e con la velocità del lampo le prese la mano.

Seychelles trasalì, mentre spostava lo sguardo sul castano che guardava il relatore come se niente fosse.

“Australia, che stai facendo?” gli sussurrò rossa in viso.

“Scusami lady, ma non ce la faccio più. Da oggi in poi niente più ticchettii sulla scrivania” e le sorrise furbo.

Lei abbassò lo sguardo, cercando di nascondere l'imbarazzo che le arrossava le guance.

Da quel giorno in poi ogni volta che Seychelles incominciava a tamburellare con le dita Australia le prendeva la mano, fino a che quello non diventò il nuovo modo della ragazza per concentrarsi, incominciando a cercarla anche quando non era necessario.

 

 

(296 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Salve, e benvenuti nella mia nuova raccolta! ^.^

Da un po' di tempo ho notato che sono rispuntate fuori le “30 days OTP challenge” e che c'è stato un piccolo incremento delle coppie het, da qui la mia idea di unire le due e pubblicare questo: una OzSey! Una raccolta su di una coppia che più crack non si può!

Sinceramente, penso che sia la mia coppia het preferita, e mi è sempre dispiaciuto vedere che non c'erano storie sul loro conto (a quanto ne so le uniche altre con protagonisti loro due le ho pubblicate io), da qui la mia voglia di rimediare.

Australia col suo carattere allegro e avventuroso è uno dei miei personaggi preferiti, mentre Seychelles in fondo ha più sfaccettature di quanto sembri. Inoltre credo che vengano considerati troppo poco dal fandom.

Non seguirò la challenge, non pubblicherò un capitolo ogni giorno, solo uno ogni tanto, anche perché tra una settimana inizia la scuola, ed io andrò al quinto anno di liceo classico, pertanto, addio vita sociale!

Ma parlando d'altro, spero che mi lascerete una recensione, così anche per invogliarmi a continuare questa raccolta, che spero vi piacerà.

Bye!!!!

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Capitolo 2
*** Just stay with me, won't you? ***


Prompt #02: coccolandosi da qualche parte

 

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JUST STAY WITH ME, WON'T YOU?

 

Australia sbuffò mentre si allentava il nodo della cravatta e si apriva gli ultimi bottoni della camicia per far arieggiare il collo.

Lui i vestiti eleganti, e in particolar modo l'abbinata giacca-pantalone, proprio non riusciva a sopportarla! L'unico problema è che per partecipare ad un meeting era costretto ad indossare quel vestito. Ogni volta si riprometteva che quando sarebbe venuto il suo turno di ospitare la riunione avrebbe messo l'obbligo di venire tutti in maglietta o canottiera e pantaloncini corti, ma ogni volta il suo capo lo rimproverava dicendogli che non si poteva fare.

Il giovane rappresentante australiano si buttò a sedere su di un divano nella sala ricreativa. Quanto sarebbe voluto tornarsene in albergo, farsi una doccia, ordinare la cena e buttarsi sul letto per cazzeggiare tutta la sera di fronte a National Geographic o i canali di sport, ma purtroppo alcune nazioni erano state costrette a fermarsi per un ulteriore meeting.

Il giovane stava prendendo in considerazione di uscire di nascosto dalla finestra, quando la porta venne aperta. Il castano alzò la testa e vide Seychelles entrare dentro con passo stanco.

“Ciao Oz...” mugugnò buttandosi a sedere accanto a lui e togliendosi con un calcio le scarpe.

“Uao, lady, hai un aspetto da far schifo. Stai bene?”

Il giovane aveva già notato che l'altra pareva essere più di là che di qua quel giorno, ma non si era reso conto di quanto fosse messa male.

“Ho dovuto prendere l'aereo alle 23, e il volo è durato sette ore, durante le quali non sono riuscita, ovviamente, a dormire. Una volta arrivati all'aereoporto, il taxi che ci ha portato all'albergo ci ha impiegato un'ora e mezza, e un'altra mezz'ora è passata per aspettare le camere. Il meeting era alle 9, e così ho avuto appena il tempo di posare le valigie e farmi una doccia. Sono distrutta” spiegò la mora, prima di sdraiarsi addosso all'altro.

Kyle arrossì di botto a quel contatto.

“Ehm, Sey? Che stai facendo? Quello-quello è il mio petto...”
“Mgh - biascicò lei, gli occhi già chiusi - Ho bisogno di dormire, almeno un po' prima dell'altro incontro, e tu sei comodo”

“Sì, però...”

“Hai i muscoli soffici - continuò la ragazza mentre un piccolo sorriso le increspava le labbra - Soffici come cuscini...”

“Lady, se entrano e ci vedono così...” ma il respiro di Michelle era ormai già diventato regolare.

Australia la fissò sorpreso, prima di sorridere lievemente e incominciare ad accarezzarle la testa, con gesti lenti e regolari.

In fondo, perché no? Daltronde, una piccola pausa non avrebbe certo fatto male a nessuno, giusto?

E così quando Inghilterra andò spazientito a cercare i due ritardatari tutto ciò che trovò furono le due nazioni addormentate sul divano uno accanto all'altra, con l'espressione serena di chi non aveva un solo pensiero al mondo.

 

 

(473 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Eccomi qui col secondo capitolo, yay! ^.^

Spero di essere riuscito a interpretare bene il prompt, ma in ogni caso sono piuttosto soddisfatto del risultato. Di tanto in tanto un po' di sano fluff è quello che ci vuole, e questi due col fluff ci stanno benissimo.

Spero che abbiate apprezzato questi due la loro tenerezza, ci vediamo a prossimo capitolo, bye!!!!

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Capitolo 3
*** Movie is pretty, but you are even prettier ***


Prompt #03: guardando la tv

 

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MOVIE IS PRETTY, BUT YOU ARE EVEN PRETTIER

 

Era risaputo che Australia e Seychelles non erano tipi da starsene chiusi in casa quando fuori splendeva il sole. Non appena potevano i due giovani uscivano e si dedicavano alle più disparate attività, che fossero delle immersioni, nuotare, fare mountain bike, o anche solo passeggiare in giro.

Ma quando il tempo diventava scuro e cupe nuvole si addensavano all'orrizonte i due erano costretti a rintanarsi in casa, e quando ciò succedeva la cosa che più adoravano fare era prendere il televisore, tirare fuori dei vecchi film e mettersi a guardarli, sdraiati a pancia in giù sul pavimento della casa di uno dei due mentre in mezzo a loro se ne stava una ciotola piena fino all'orlo di pop corn. Talvolta quando fuori faceva anche freddo quest'ultima era sostituita da due tazze di cioccolata calda e da dei biscotti.

In quel momento le nazioni erano sdraiate sul parquet della casa di Kyle, mentre sullo schermo scorrevano le immagini di “Adele e l'enigma del faraone”. Era Michelle che aveva proposto di vederlo, e, nonostante l'australiano si fosse dimostrato estremamente scettico a riguardo, ora avevano entrambi lo sguardo puntato sulle sequenze che si alternavano sullo schermo.

Kyle prendeva i pop corn dalla bacinella e li sgranocchiava sovrapensiero, completamente assorto dalle immagini. La ragazza invece aveva spostato lo sguardo, che ora era invece puntato sul castano.

Non sapeva perché, ma i suoi occhi, dopo alcuni secondi avevano finito per vagare lungo la linea del viso dell'altro, soffermandosi su quegli allegri occhi verde prato, sul leggero arrossamento delle guance, simbolo della scottatura del sole, e sul cerotto che copriva il ponte del naso, da sempre fonte di curiosità, da parte della ragazza.

Poi i delicati occhi scesero fino a soffermarsi sulle labbra, lasciate lievemente aperte, e all'istante spostò con uno scatto nervoso la testa, mentre il viso si imporporava di rosso.

Non sapeva cosa le fosse preso, ma da un po' di tempo a questa parte il suo sguardo finiva sempre per posarsi sull'amico e sempre più spesso stava incominciando a chiedersi che sapore avessero quelle labbra che sembravano frutti esotici.

<< Avanti, Seychelles, non essere ridicola, e pensa a goderti il film >> pensò stizzita mentre la mano andava verso la ciotola. Ma invece di toccare i pop corn finì per sentire contro la sua pelle la sensazione di qualcosa di caldo e ruvido.

All'istante ritrasse la sua mano da quella di Australia mentre il viso assumeva una decisa tonalità scarlatta, e lo stesso faceva il viso dell'amico.

“M-mi dispiace...” balbettò incapace di pensare la giovane.

“E-e di cosa? Tu non hai colpa di nulla...” borbottò nel più completo imbarazzato lui, mentre cercava in tutti i modi possibile di non incrociare lo sguardo della ragazza.

Alla fine entrambi ripresero a guardare il film, anche se la mente era completamente altrove.

“B-bel film” disse alla fine il castano.

“Gra-grazie. Me l'ha suggerito Francis, e mi pareva l'ideale...”

Finalmente i loro occhi si incontrarono. Si guardarono intensamente per alcuni secondi, dopodiché, attratto non si sa bene da quale forza, Australia si sporse verso la mora, e lo stesso fece lei.

Ormai i loro volti erano a tre centimetri uno dall'altro e le labbra erano socchiuse, quando la porta di casa venne aperta di scatto e la voce di Nuova Zelanda urlò: “Oz, sono a casa!”

All'istante i due si allontanarono di botto e presero a guardare in due direzioni diverse, col viso che andava completamente a fuoco.

“V-vado un attimo da Zea, t-torno subito” balbettò Australia, prima di alzarsi ed andare a raggiungere il fratello. Seychelles annuì e fermò il film.

Una volta rimasta sola la giovane si prese il viso tra le mani e represse a forza un urlo.

Ma cosa le era preso?! Baciare Australia?! Ma era impazzita?!

L'unico problema era che non sapeva se la rabbia che ora le bruciava il petto era dovuta al fatto che si erano quasi baciati o perché non erano riusciti a farlo.

 

(660 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Finalmente riesco a pubblicare il terzo capitolo, che mi ha dato un po' di problemi, in quanto non avevo la più pallida idea di cosa scrivere >.<

E alla fine ne sono uscito con questa... cosa, che non so neanche se rispetti la consegna del prompt, spero di sì.

Ad ogni modo, spero che la storia vi sia piaciuta, non c'è molto da dire.

Solo una cosa, per adesso Australia e Seychelles non stanno assieme, semplicemente provano qualcosa l'uno per l'altro, e sarà così fino al prompt 5. Spero che avrete la pazienza di aspettare.

Ci si vede al prossimo capitolo che non ho la più pallida idea di quando sarà, bye!

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Capitolo 4
*** An unconventional date ***


Prompt #04: ad un appuntamento

 

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AN UNCONVENTIONAL DATE

 

“Vuoi fare colpo su di una ragazza? Invitala fuori a cena e comportati da gentleman per una volta, invece che da animale come sei solito fare”

Queste erano state le parole di Arthur quando Australia era andato a chiedergli dei consigli per quanto riguardava Seychelles.

In un primo momento il ragazzo si era rifiutato categoricamente di seguire le indicazioni del suo vecchio mentore, ma dopo un po' si era convinto a provare. E così ora era seduto in uno dei più chic ed eleganti ristoranti di Londra, vestito in maniera impeccabile e con di fronte la ragazza dei suoi sogni. Inghilterra non sarebbe potuto essere più fiero di lui: aveva seguito alla lettere tutte le sue lezioni di bon ton, alzandosi quando Michelle era arrivata, spostandole la sedia, intavolando con lei una conversazione educata, e non fiondandosi su quelle micro porzioni che spacciavano per cibo, ma mangiando compostamente con forchetta e coltello (cosa decisamente inusuale per lui).

La ragazza in un primo momento pareva essere stata colpita dal suo comportamento, ma dopo alcuni minuti aveva iniziato a mostrare segni di disagio.

Kyle aveva incominciato a pensare che quella forse non era stata una buona idea, e che in realtà non aveva fatto altro che rovinare la sua amicizia con quella meravigliosa ragazza. Pensava che Seychelles si comportasse così perché nei suoi confronti non nutriva quel profondo sentimento chiamato amore, ma solo una limpida e sincera amicizia.

Alzò lo sguardo dal piatto, ormai rassegnato al fatto di aver rovinato tutto, quando notò che la ragazza non faceva altro che aggiustarsi il vestito, come a renderlo più confortevole, o guardarsi attorno come per vedere se si stava comportando correttamente. Inoltre notò che stava leggermente tremando, come se fosse in ansia.

E capì che forse non era per lui che era così diversa dal suo solito.

Australia posò le posate sul piatto e si sporse verso l'altra: “Lady, s-senti, ma a te... ma a te tutto questo... piace?”

Seychelles lo osservò confusa per qualche attimo, poi assunse un'aria combattuta, ma alla fine emise in un sospiro tremante: “Vuoi la verità? No. Ad essere sinceri tutto questo sfarzo e questa eleganza... mi mettono a disagio. Scusa, Kyle, immagino quanto tu ti sia dovuto impegnare per rendere questa serata così, quanto avrai speso, e io te la rovino dicendoti che non mi piace. Scusami tanto...”

La mora alzò la testa, pronta a vedere l'altro su tutte le furie, ma ciò che vide la sorprese: Australia stava ridendo.

“Che c'è?”

“Nulla lady, è solo che pensavo che... in fondo ci assomigliamo tanto - il giovane si esibì in un leggero sorriso imbarazzato - Senti, che ne dici se ora lasciamo tutto e ce ne andiamo a mangiare un kebab qui vicino seduti al parco, ci stai?”

Michelle, dopo un paio di secondi nello stupore più totale, si aprì in un grande sorriso sincero: “Penso che non potrei immaginare nulla di meglio per il nostro appuntamento”

E così Kyle le prese la mano e uscirono correndo dalla sala ridendo a crepapelle, mandando al diavolo l'etichetta, sotto gli sguardi sconvolti degli altri commensali.

 

(518 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Da notarsi l'uso della parola “commensali”, non in uso ormai dal settecento. This is #ClassicoInside.

Ad ogni modo, passando a cose serie, eccomi qui finalmente con il quarto capitolo di questa raccolta, col prompt “ad un appuntamento”. Per averlo rispettato, l'ho rispettato, spero solo di non avervi annoiato troppo. Sinceramente non ne sono molto soddisfatto.

Anyway, vi volevo avvisare che ho deciso, per alcuni prompt, di adottare la forma AU, o perchè altrimenti non riuscirei proprio a scriverli (come per il prompt 22 “In battaglia, fianco a fianco”) o perché ho già un'idea e mi piacerebbe svilupparla così in questo senso (ed è il caso del prompt 15 “Indossando vestiti in uno stile diverso”). Per ora solo questi due, ma può essere che in futuro se ne aggiungeranno altri.

Ad ogni modo: il prossimo prompt è il numero 5 “Bacio”, e voi siete pronti a sperimentare il primo bacio tra il nostro Oz e la nostra Sey? Preparatevi, perché sarà un capitolo pieno di fluff, mare e tavole da surf.

Per favore, recensite, bye!!!!!!!

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Capitolo 5
*** A surfer kiss ***


Prompt #05: Bacio

 

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A SURFER KISS

 

Australia era un campione in fatto di sport acquatici.

Anche Seychelles era brava, ma l'altro la batteva su campi che lei non aveva mai praticato, come il surf.

Kyle era un campione del surf, uno dei migliori. E proprio per via di questa sua abilità l'australiano si era proposta di insegnare qualcosa all'altra.

E così il ragazzo la aveva portata fino a una piccola spiaggia del suo paese, formata da una piccola insenatura al centro, abbastanza larga e profonda per potersi esercitare tranquillamente, chiusa da uno strato di barriera corallina, che permetteva all'acqua un continuo ricambio, e al contempo impediva a vari ospiti indesiderati di accedervi.

In quel momento le due giovani nazioni erano sulle tavole da surf, fermi in mezzo a quel piccolo bacino. Australia cercava con tutte le sue forze di non mettersi a ridere, mentre guardava l'altra che per l'ennesima volta cercava di mettersi in piedi sulla tavola, salvo poi fare un altro tuffo. La giovane riemerse e si scostò i capelli dal viso, mentre guardava con finta rabbia l'altro che si stava tenendo la pancia per il dolore delle risate: “Non ridere, tu! Non è divertente!” lo apostrofò, schizzandolo lievemente.

“Ti sbagli, lady: è divertentissimo!” ghignò l'altro riprendendo a ridere.

Michelle risalì sulla tavola e gli fece una linguaccia: “E allora provaci tu, se sei tanto bravo”

Uno scintillio illuminò gli occhi del castano, mentre esclamava: “Una sfida? Ci sto!”

Detto questo il giovane si portò al centro dell'insenatura, e, facendo attenzione, si mise in piedi. Si voltò a guardare l'altra con un sorriso di trionfo, ma in quel momento un'onda colpì la tavola, sbilanciando il ragazzo. Kyle prese a mulinare le braccia, mentre, con un'espressione carica di panico, cercava con tutte le sue forze di rimanere in equilibrio, salvo poi finire per fare un tuffo come l'altra.

Seychelles scoppiò in una fragorosa risata: “Chi è che era tanto bravo, eh, Oz? Ecco, questo è divertente!” la ragazza prese a guardare lo specchio d'acqua, aspettandosi che l'altro riemergesse da un momento all'altro, ma non successe nulla.

La mora aggrottò impensierita la fronte.

“Oz?” domandò con tono leggermente preoccupato.

Portò entrambe le gambe sopra la tavola e si accucciò, assumendo una posizione eretta, così da poter avere una visuale migliore, mentre il panico si impossessava di lei.

“Oz?!” urlò ormai completamente in preda alla paura.

Proprio in quel momento notò che sul lato della tavola avevano preso a scoppiare delle bollicine.

“Oz?” domandò incerta mentre si sporgeva col viso, le mani sulla superficie di legno.

Per alcuni secondi l'unica cosa che vide fu solo la sua immagine riflessa, rotta da alcune bolle, poi però qualcosa accadde.

La superficie dell'acqua eruttò e una figura balzò fuori. Michelle fece appena in tempo a registrare una figura umanoide abbronzata e muscolosa che due mani le presero il viso e delle labbra umide e calde si accostarono alle sue.

Tutto ciò avvenne in un paio di secondi, poi la ragazza fu trascinata di sotto.

Poco dopo lei riemerse sputacchiando mentre al suo fianco comparve Kyle, un sorriso che andava da parte a parte sul volto rosso per l'imbarazzo.

“Tu-tu mi hai... mi hai appena... appena...”

“Baciata? Sì” confermò il ragazzo di fronte al suo sguardo di pura incredulità.

Michelle gli si avvicinò lentamente, gli mise le mani sulle spalle... e lo spinse si nuovo sott'acqua.

“Cretino! Ma ti sembra il modo?! Mi hai fatto morire di paura, deficiente, pensavo che ti fosse successo qualcosa, che fossi affogato! Invece era tutto un tuo piano per.. per...?! Australia, prega che ti crescano le branchie, perché ora ti affogo io!”

Australia riemerse sputando una fontanella d'acqua, e la osservò con un leggero sorriso imbarazzato: “Uao, Sey, e chi se l'aspettava che l'avresti presa così male?”

La ragazza voltò sdegnosamente la testa dall'altra parte, completamente rossa in viso. Australia la guardò per un paio di secondi, preoccupato, per poi nuotarle vicino: “Michelle, senti, mi dispiace di averti fatto preoccupare. Volevo che fosse una cosa carina, non era mia intenzione spaventarti. Ti prego permettimi di rimediare”

Le prese dolcemente il mento e le spostò la testa in modo che i loro sguardi si incrociassero. Seychelles vide finalmente gli occhi verde prato dell'amico, la pelle ramata, l'acqua che scendeva lungo i lineamenti di quel volto che lei aveva imparato ad amare.

Australia accostò ancora un po' il suo viso all'altra: “I love you, Seychelles” e si baciarono di nuovo, stavolta con più intensità e più a lungo, mischiando il sapore salato del mare a quello dolce delle loro labbra.

 

(759 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ringraziate la mia prof di arte e la sua verifica che si doveva fare in mezz'ora e che io in preda all'ansia ho finito in 15 minuti, per l'aggiornamento così rapido di questo capitolo.

Ad ogni modo, passando alla storia: l'idea di questo bacio mi era venuta in mente già da un po', e direi che più o meno mi è venuta come l'ho immaginata, spero solo che sia abbastanza chiara. Spero che vi sia piaciuta, a me ha divertito scriverla, spero che voi vi siate divertiti nel leggerla.

Il prossimo prompt sarà “indossando i vestiti l'uno dell'altra”, e visto che immaginare Australia con addosso il vestitino azzurro e succinto di Seychelles per quanto comico sarebbe una visione che mi priverebbe del sonno, poco ma sicuro, aspettatevi invece una storia decisamente più fluff, e forse anche leggermente cliché, chissà.

Ci si vede al prossimo capitolo, bye!!!!!

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Capitolo 6
*** Even in my hoody, you are still pretty ***


Prompt #06: Indossando i vestiti l’uno dell’altro (Modern!AU)

 

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EVEN IN MY HOODY, YOU ARE STILL PRETTY

 

Michelle si svegliò dal tepore del sonno con il campanello di casa che squillava. La ragazza fece schioccare la bocca impastata, mentre si esibiva in un sonoro e decisamente poco elegante sbadiglio.

Ma chi diavolo era che veniva a suonare il campanello la mattina presto?

La giovane cercò a tentoni il cellulare sul suo comodino, mandando per poco la lampada per terra, fino a che non lo trovò. Lo prese e guardò il display con gli occhi semichiusi.

Erano le 11:00, a chi poteva venire in mente di...?

All'istante si rizzò a sedere, tutt'ad un tratto sveglissima.

Come sarebbe a dire le 11:00?! Aveva dormito troppo, la sveglia non aveva suonato!

All'istante prese a guardarsi attorno affannata, mentre cercava qualcosa da mettere.

Ma proprio il giorno in cui dovevano venire a trovarla Francis e Monique la sua maledettissima sveglia non doveva suonare?! Quasi sicuramente erano loro, doveva sbrigarsi!

Inoltre quella mattina non c'era neanche Kyle che avrebbe potuto fungerle da diversivo, uscito per andare chissà dove.

La giovane prese un paio di jeans da terra, una maglietta leggera bianca e un altra maglia, che si mise addosso in fretta e furia.

Andò al citofono e rispose col fiatone: “Sì?”

“Michelle? Mon amour, siamo noi” gli rispose crepitante la voce di Francis.

“Sì, scusatemi, ho avuto un paio di problemi, venite pure” e aprì loro il cancello prima di fiondarsi in bagno per la più veloce lavata della sua vita.

Dopo neanche tre minuti Francis e Monique suonarono al suo campanello. Michelle si diede un'ultima velocissima asciugata al viso, prima di andare ad aprire loro con un sorriso: “Buongiorno” esclamò.

Francis e Monique la osservarono per un attimo, il sorriso congelato sui loro volti, prima di riprendersi e salutarla, accompagnando al gesto vari baci e convenevoli.

La mora li fece sedere in cucina, mentre preparava loro un caffè e cercava di formare pensieri coerenti.

Dopo che ebbe portato loro le tazze, si sedettero assieme in un silenzio imbarazzato.

Alla fine fu Monique a rompere il silenzio: “Ehm, Michelle, non vorremmo averti disturbato...”

“Ma che dici? Disturbato? Affatto”

“Davvero? È che sembri un po' più... distratta del solito”
“E cosa te lo fa pensare?”

I due francesi si guardarono negli occhi, prima che Francis incasse con un cenno la felpa della ragazza.

“Oh, lo so. Non è il capo di abbigliamento più elegante che ho, ma gli altri sono a lavare e...” abbassò lo sguardo sulla maglia e si bloccò, mentre la sua faccia assumeva sempre più una sfumatura color ciliegia.

In quel momento la porta si aprì e una voce fin troppo nota alla ragazza esclamò: “Lady, sono a casa! Ero andato un attimo a...” Kyle fece la sua comparsa in cucina e si bloccò non appena vide Francis e Monique.

“Oh, ma abbiamo degli ospiti, salve. Ma a proposito... - l'attenzione dell'asutraliano si focalizzò sulla sua ragazza, mentre assumeva un'aria leggermente confusa - Michelle, quella per caso è...?”

Michelle desiderò sprofondare nella, ora capiva perché, fin troppo larga maglia, mentre il castano indicava la sua felpa con su il fumetto di un canguro con gli occhiali da sole che faceva surf, e che in quel momento copriva l'esile figura della mora.

Kyle si esibì in un lieve sorrisetto: “Beh, almeno sei carina, lasciatelo dire”

 

(550 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Salve, e finalmente ritorno con anche questo nuovo capitolo di questa raccolta OzSey, urra!!!!!

Scusatemi se ci ho messo così tanto per aggiornare, ma è che questo capitolo non mi convinceva granché, quindi ero esitante nel pubblicarlo.

Ad ogni modo, in questo cap hanno fatto la loro comparsa, oltre a Australia e Seychelles, anche Francia e Monaco (da me ribatezzata Monique), inoltre si tratta di un Modern!AU, Australia e Seychelles non sono nazioni ma due semplici studenti che convivono, e Francia e Monaco sono il tutore e una sorta di sorella adottiva di Seychelles.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ad ogni modo il prossimo prompt sarà “Cosplay” e non ho molte idee su cosa fare, spero che le idee mi arrivino presto.

Buone feste e buon anno, gente, bye!!!!!!!

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Capitolo 7
*** Wolverine ***


Prompt #07: Cosplay (Modern!AU)

 

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WOLVERINE

 

Michelle si muoveva leggermente a disagio fra i vari banchetti del Comicon. Lei non era tipa da partecipare a quel genere di convention. Per carità, fumetti e manga le piacevano (una delle conseguenze dell'eccessiva esposizione a soggetti quali Alfred e Kiku), però non ne era mai stata una fanatica. Ancora si chiedeva come Mei avesse fatto a convincerla a venire.

“Ehi, Michelle, tutto bene?” domandò in quel momento l'amica, facendola sussultare leggermente.

La ragazza delle Seychelles si voltò a guardarla, e per l'ennesima volta rimase stupita nel vedere come l'altra era venuta vestita: una maglietta arancione con un su un pegaso e la scritta “Camp Halfblood”, jeans corti, capelli raccolti in trecce disordinate e decorati con piume d'aquila e un corto pugnale triangolare (finto ovviamente) agganciato alla cintura.

“Ripetimelo di nuovo: chi sei?”

Mei fece un'espressione lievemente offesa: “Sono Piper McLean, da Eroi dell'Olimpo! Inizialmente ero indecisa tra questo e un costume da Psylocke, ma alla fine ho preferito puntare su Pipes”

La mora annuì: “Già, ma dimmi, non ti senti, ecco... un po' in imbarazzo ad andare in giro vestita così?”

La cinese la fissò stupita per un attimo prima di scoppiare a ridere: “In imbarazzo? Certo che no, Michelle, andiamo. Ti sei guardata attorno? Mi sentirei più fuoriposto se fossi venuta vestita normalmente”

Effettivamente l'asiatica aveva ragione: in mezzo a tutti quei cosplayer Michelle si sentiva... a disagio, nella sua semplice maglietta azzura e coi jeans.

“Beh, almeno ti fai notare” mormorò con un lieve sorriso l'amica.

“Che vuoi dire?” domandò confusa l'altra, prima di sentire una voce urlare “Michelle! Ehi, Michelle! Sono qui! Quaggiù!”

Mei sorrise e la voltò, indicandole un giovane che si stava sbracciando per attirare la sua attenzione.

Si trattava di un ragazzo della loro età, e nonostante la calzamaglia gialla e nera e i guanti blu la mora avrebbe riconosciuto ovunque la pelle abbronzata, i selvaggi capelli castani, gli occhi verdi e allegri ed il cerotto sul naso del suo migliore amico, Kyle.

L'australiano si fece strada tra la folla, fino a raggiungerle per poi salutarle con un sorriso che andava da parte a parte: “Ciao, non mi aspettavo di trovarvi qui!” esclamò allegro.

“Ne-neanch'io” balbettò Michelle, i cui occhi inevitabilmente erano finiti sul petto e sulle braccia muscolose dell'altro, messe bene in risalto dalla calzamaglia.

I due rimasero zitti in un silenzio imbarazzato, prima che mei si decidesse a intervenire: “Allora Kyle, immagino che tu sia venuto qui con Alfred, giusto?”
“Come? Oh sì, certo. Al mi trascina sempre in questo genere di ritrovi”

“E dov'è adesso?”
“Alcune ragazze l'hanno trascinato via per chiedergli di fare una foto con loro”

“Da cosa vestito?”
“Secondo te? Capitan America, ovviamente”

Mei sorrise: “Già, dovevo aspettarmelo. Ad ogni modo mi è sembrato di vedere uno stand interessante, vado in perlustrazione, diveritevi voi due” e scomparì tra la folla, lasciando i due ragazzi soli e imbarazzati.

“Allora...” mormorò Michelle.

“Allora...!” esclamò Kyle con un sorriso imbarazzato.

“Tu, ehm, tu è da molto che partecipi a questi raduni?”

“Questo è il terzo. Il mio primo comicon risale a circa un anno fa, fui trascinato qui da Alfred che non aveva nessuno che lo accompagnava. Mi è piaciuto, ed allora sono venuto anche una seconda volta, decidendo anche di vestirmi in costume. E questo è il terzo”

“E sei venuto vestito da Wolverine?” chiese lei, riconoscendo il costume del famoso supereroe.

A Kyle si illuminarono gli occhi: “Adoro Hugh Jackman, e ancora di più adoro Wolverine! Gli X-men sono il mio supergruppo preferito, e se dovessi scegliere un qualunque potere mutante sceglierei quello di Logan”

Michelle era sorpresa di quanto l'altro fosse infervorato a parlare di questo argomento, pareva un bambino. E questo era uno dei motivi per cui se ne era innamorata. Il suo sorriso e la gioia di vivere erano contagiosi.

Mentre la ragazza era intenta ad osservare fantasticando il suo viso si avvicinò una giovane, con una cascata di capelli rosso fuoco e una tuta sul cui petto era ritratto un uccello stilizzato.

“Scusa, posso chiederti di fare una foto con me?” gli chiese con un largo sorriso.

“Ma certo! Michelle, ti dispiace?” le domandò l'australiano porgendole la fotocamera.

A dire il vero alla mora dispiaceva, ma con un sorriso forzato riuscì a dire: “Certo che no”

E la sua gelosia crebbe ancora di più quando lei gli si avvinghiò addosso.

Quando l'altra ragazza se ne fu andata la guardò male.

“Che c'è?” domandò confuso Kyle, notando che l'amica era “lievemente irritata”.

“Ma chi si credeva di essere quella lì?”

“Jean Grey, credo. Era un cosplay fatto bene, ma non il migliore che abbia visto”

“Aspetta, quindi anche altre ragazze ti hanno chiesto di fare una foto assieme?”

“Beh, sì. E non solo Jean Grey, ma anche Kitty Pride, Psylocke, Tempesta, senza contare poi Uomini Ghiaccio, Colossi e Nightcrawler” si affrettò ad aggiungere l'australiano, vedendo che l'altra era abbattuta a sentire quelle parole.

Vedendo che però la sua affermazione non la rincuorava sospirò, prima di mormorare: “Ma sai, nessuno di loro mi ha davvero colpito”

“No?”
“No. Sento che la mia Jean è qualcun'altra”

“E chi?”

Kyle si voltò a guardarla, completamente rosso in viso, prima di rispondere con un allegro luccichio negli occhi: “Tu” e chinarsi per baciarla, non dandole neanche il tempo di reagire.

Rimasero fermi immboili per alcuni secondi, prima di staccarsi completamente rossi in viso e col fiatone.

“Sai, stavo pensando di ritornare a questa convention, e magari stavolta in cosplay” mormorò Michelle.

“Ah sì? E da chi ti vestirai?”

Lei alzò la testa per guardarlo negli occhi: “Pensavo a Jean Grey, che ne dici?”
Lui le sorrise: “Dico che non avrei potuto approvare di più la tua scelta” e la baciò di nuovo, stavolta con più intensita e più a lungo, contento che finalmente Wolverine abbia potuto ottenere l'amore che meritava dalla sua Jean Grey.


 

(998 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Sì, eccomi qui, non sono morto. È da un bel po' che non aggiorno, ma questo capitolo è stato davvero un casino, sia perché non avevo la più pallida idea di che costume far indossare ai due (e ringrazio Lady White Witch per avermi fatto ricordare che Hugh Jackman è australiano), sia perché tutte le altre versioni che ho scritto non mi soddisfacevano (questo è il terzo tentativo).

Ad ogni modo alla fine ce l'ho fatta, e spero che il racconto vi sia piaciuto (tra parentesi: Mei è il nome di Taiwan), ed io vi aspetto col prossimo prompt: Shopping, e ho paura di vedere cosa ne uscirà fuori.

Ci si vede gente, bye!

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Capitolo 8
*** Shopping time ***


Prompt #08: Shopping

 

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SHOPPING TIME

 

Australia entrò di corsa nella camera da letto e si guardò attorno nel panico più totale.

Doveva fare in fretta!
Sotto al letto? No, troppo scontato. In bagno nella vasca? Nemmeno, bastava accendere l'acqua corrente e lo si trovava subito.

“Kyle?”
A sentire quella voce che lo chiamava si irrigidì e si scaraventò dentro l'armadio, cercando di confondersi con gli abiti.

Dopo qualche minuto la porta si aprì con un lento cigolio, degno del più classico dei film dell'orrore.

Il castano nel frattempo, stretto tra i vestiti, pregava che non lo trovasse.

Peccato che la sua richiesta rimase inascoltata.

Infatti la porta dell'armadio venne aperta, svelando la figura aggrazziata e i lunghi capelli neri di Seychelles, che esclamò: “Trovato!”

L'australiano strillò, prima di cercare di fuggire via da lì, ma l'altra nazione lo placcò con una presa di rugby da giocatore professionista.

Ed era con la faccia premuta con forza sul tappeto e un principio di emoraggia al naso che il ragazzo si ripromise di non lasciare più la sua fidanzata un intero pomeriggio insieme a Nuova Zelanda.

“Quante storie che fai, Kyle, non è nulla di impossibile - sbuffò Michelle alzandosi e spolverandosi la maglietta, prima di prenderlo per le gambe e trascinarlo verso fuori - Forza vedrai che sarà un pomeriggio magnifico!”



 

Kyle se ne stava fermo, le spalle curve sotto la mole di borse che teneva in mano, l'espressione stanca e l'aria estenuata di chi era stato costretto dalla propria fidanzata a passare un intero pomeriggio a fare shopping.

Di fronte a lui Seychelles volteggiava leggera fra gli scaffali, prendendo uno o l'altro abito per poi fiondarsi nel camerino di prova e uscire dopo poco diretta verso la cassa con un sorriso felice sul volto.

Ed erano in quei momenti che si vedeva che la mora era stata cresciuta da Francia.

 

 

(306 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ritorno dopo tanto tempo con un nuovo aggiornamento sui nostri due Festaioli preferiti.

Capitolo volutamente corto che descrive una probabile giornata di shopping: ho immaginato che Seychelles, dopo tutto, è stata cresciuta anche da Francia, e quindi qualche tratto in comune con lui l'avrà pur preso, no? Australia invece è il classico fidanzato che preferirebbe buttarsi giù dalle scale e rompersi una gamba, piuttosto che andare a far shopping con la propria ragazza, poiché sa che ciò significa pesi da portare, emicrania per i successivi due giorni e la possibilità che la parola sbagliata costerà l'ira funesta della propria donzella.

Spero che vi abbia divertito questo capitoletto un po' più comico del solito e preparatevi nel prossimo capitolo ad una merenda tra ragazze in cui il nostro povero Oz diverrà l'argomento principale!

Bye bye!

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Capitolo 9
*** Curious girls ***


Prompt #09: Passando del tempo con gli amici

 

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CURIOUS GIRLS

 

“Allora fammi capire bene: Prussia si è presentato da te, alle due di mattina, completamente sbronzo, e ha dichiarato di amarti follemente sin da quando eravate delle nazioni bambine, per poi provare a baciarti?”
“Sì, è andata più o meno così”

“E tu lo hai preso a padellate, per poi lasciarlo svenuto sulla soglia di casa tua?!”

“Erano le due di mattina, Monaco, avevo sonno”

La francese si buttò sbuffando sul divano, mentre attorno a lei le ragazze ridacchiavano e Ungheria beveva dalla sua tazza.

Era tradizione che una volta al mese le nazioni femminili si trovassero a casa di Liechtenstein per discutere tra di loro di fronte ad un thé e a dei biscotti. Quel giorno l'argomento erano “i ragazzi e le storie d'amore”.

“Beh, non c'è che dire: una scena del genere fa colpo” ridacchiò Belgio.

“Inquietante, sinceramente” fu l'unico commento di Vietnam.

“Ancora peggio di quando Corea mi è spuntato di fronte e si è messo a ballare Gangam style per fare colpo” mormorò Taiwan al ricordo dell'episodio, facendo scoppiare le altre a ridere.

Quando le risate furono cessate e ritornò una calma relativa Elizabetà parlò: “Ma basta parlare di me, sinceramente Prussia ha fatto così tante figuracce che potremmo stare una settimana intera solo a parlare di quelle più significative. Piuttosto, c'è qualcuno qui che non ci ha ancora detto nulla sulla sua recente relazione...”
Subito l'attenzione generale si spostò su di una imbarazzata Seychelles, che cercò di farsi piccola piccola sul divano.

“Che c'è?” pigolò spaventata la ragazza.

“Oh, andiamo, non tenerci sulle spine, siamo curiosissime: com'è Australia come fidanzato?” intervenne Belgio, ansiosa di sapere.

Michelle si spostò a disagio sul cuscino: “Beh, è... okay, credo? Non lo so, sinceramente. Non ho mai avuto una vera storia con qualcuno prima di Australia. Ho avuto una cotterella infantile per Francia e Inghilterra, ma una relazione nel vero senso della parola... mai”

Le altre la osservarono con fare indagatore.

“Allora dicci soltanto com'è: tiene a te? È geloso? Si ricorda dei vostri anniversari? Ti fa mai arrabbiare? Si comporta mai da stupido?” chiese Ungheria, assomigliando un po' ad una mamma iperprotettiva.

Seychelles sbattè un paio di volte gli occhi, confusa, prima di iniziare a rispondere tentennante alle domande. E prima che se ne rendesse conto s trovò a parlare di tutti i momenti passati assieme a Kyle, delle risate, dei pomeriggi passati a insegnarle a fare surf, dei baci che si scambiavano sulla spiaggia, delle sere raggomitolati l'uno sull'altra sul divano di fronte alla televisione a guardare un film e così via

Le altre ragazze la ascoltavano rapite, sospirando nei momenti di tenerezza e versando qualche lacrima quando le cose diventavano romantiche.

Seychelles stava descrivendo il loro primo appuntamento finito poi nel kebab su una panchina del parco quando l'orologio battè le cinque. La giovane si fermò e si guardò attorno, come se per la prima volta notasse di avere tutti gli occhi delle sue amiche addosso.

La giovane abbassò la testa, completamente rossa per l'imbarazzo: “E-e così! Questa è la mia relazione con Australia. Una relazione normale, credo...”
“Normale?! - urlò Ungheria scattando in piedi - Hai idea di quanto darei io per avere un fidanzato del genere?! Australia è assolutamente perfetto!”

Subito le altre presero ad annuire e a parlottare tra di loro.

Michelle le osservò confuse: “No, vi sbagliate, Kyle è tutt'altro che perfetto. Per molte di voi probabilmente risulterebbe rozzo, maleducato, che non si cura della propria igene personale, e anche leggermente tonto. Talvolta sa essere troppo competitivo, senza contare le rare volte in cui diventa davvero geloso, e quando lo fa, fidatevi, si capisce che è stato una colonia carceraria. Tuttavia tutti questi aspetti fanno parte di lui, e io... io lo amo”

Era la prima volta che ammetteva una cosa del genere ad alta voce, e subito abbassò la testa imbarazzata, mentre le altre nazioni scoppiavano in un corale “Awwwww”

“Non c'è che dire: lui è decisamente la tua anima gemella” le sorrise Monaco mettendole una mano sulla spalla, e Michelle non potè che annuire, imbarazzata.

Le ragazze continuarono a parlare, cambiando argomento, fino a che, qualche ora dopo, il campanello di casa suonò.

Michelle guardò l'ora: “Oh, mi sa proprio che devo andare. Stasera ho un appuntamento e allora...”
“Aspetta, ci stai per caso dicendo che colui che ha suonato alla porta è Australia?” domandò Belgio sorpresa.

Seychelles annuì confusa, e senza che neanche se ne rendesse conto l'attimo dopo metà delle ragazze erano sparite per andare in ingresso. Michelle sentì solo la porta aprirsi e le sue amiche invitare dentro a forza il fidanzato.

“Forza Australia, non fare il timido”

“Sarà stato un viaggio lungo, non vuoi riposarti di fronte ad una tazza di thé?”

“È da molto che non ci si vede, perché non ti fermi un po'?”

“Avanti, non ti mangiamo mica, vieni pure”

“Woah woah, ladies, ma che succede? Cosa state facendo? Dove mi state portando?”

Michelle vide l'australiano trascinato dentro dalla altre e buttato a sedere sul divano affianco a lei. Divano rimasto improvvisamente e misteriosamente vuoto.

“Oh, ehm, ciao lady, che sta succedendo?” fu l'unica cosa che disse Kyle quando vide la fidanzata.

“Ehm, ciao Australia. Non lo so, sinceramente, ma credo che...”
“Una tazza di thé, Australia caro?” intervenne in quel momento Elizabeta con la teiera in mano.

“Ehm, no grazie Ungheria, non mi piace granchè quella roba e poi...” non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò con una tazza in mano.

“Biscotto?” chiese candidamente Liechtenstein.

“Beh, grazie Lily, ma non vorrei appesantirmi prima di cena, e poi...” subito si trovò con tre biscotti buttati giù a forza nel suo esofago.

E fu così che Australia scoprì quanto poteva essere tremendo un gruppo di donne e che la prossima volta si sarebbe dovuto tenere ben lontano da quelle squilibrate.

 

(990 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ehilà gente, finalmente riesco ad aggiornare anche il capitolo di questa raccolta, gioite!

Mi dispiace di averla lasciata da parte per così tanto tempo, ma sono stati giorni duri, tra matura e tutto.

Ad ogni modo ringrazio Lady White Witch per avermi aiutato col finale della storia, una chiusura coi fiocchi!

Parlando del capitolo di per sé: l'idea del party a casa di una delle ragazze mi è venuto in mente subito, daltronde non sono molte le coppie het in giro per il fandom, quindi mi sembrava carino l'idea di sfruttare ciò nel corso della storia. Durante il racconto si fa qualche riferimento ad alcuni capitoli passati, come le lezioni di surf del capitolo col prompt “bacio” oppure l'appuntamento al parco dell'omonimo prompt.

Australia poverino si ritrova circondato da nemiche, speriamo che la sua Sey riesca a salvarlo.

Devo essere sincero? Il capitolo non mi soddisfa granché, ne ho scritti decisamente di migliori, ma l'idea è abbastanza simile a quella che avevo in mente, quindi direi che è il caso di lasciare le cose come sono.

Grazie mille a chiunque abbia letto, e se mi lasciate una recensioncina mi fate anche molto felice, da? ^J^

Ci si vede al prossimo capitolo, col prompt “con orecchie da animale”, e sinceramente non ho idee. Speriamo bene.

Bye, gente!

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Capitolo 10
*** Do it for me, lady, won't you? ***


Prompt #10: Con orecchie da animale

 

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DO IT FOR ME, LADY, WON'T YOU?

 

Seychelles se ne stava seduta sulla poltrona, mentre osservava dubbiosa ciò che teneva in mano.

Alzò la testa e squadrò Australia, che se ne stava seduto sul divano a gambe incrociate, con uno sguardo allegro e impaziente, come un bambino che ha appena mostrato alla madre un disegno di cui va particolarmente fiero.

“Oz, sai che mi piace quando vai a fare una viaggio in qualche paese e mi porti dei souvenir...” iniziò la ragazza incerta.

“Oh lo so, non c'è bisogno che mi ringrazi” esclamò Kyle con un sorriso che andava da parte a parte.

“Ma, ecco, non sono molto convinta che... questi siano adatti” e mostrò un cerchietto nero su cui erano cucite paio di orecchie da gatto.

Il castano assunse un'aria confusa: “E perché no? Sono carine. Non appena le ho viste da Giappone ho subito pensato che fossero perfette per te!”

“Ehm, grazie? Comunque mi fanno sentire un po' a disagio”
“Eddai, lady, mettitele per me! Guarda, ne ho un paio anch'io!” e subito il ragazzo tirò fuori un altro cerchietto marrone su cui erano presenti due orecchie da koala. Australia se le mise addosso e sorrise allegro in direzione della fidanzata.

“Ehm, stai bene, ma ecco, non sono proprio sicura...”
“Una volta sola, ti prego!” e il giovane sfoderò i suoi occhioni da cerbiatto.

Era incredibile che un nerboruto ragazzone di diciannove anni che passava il suo tempo libero a fare wrestling con gli alligatori e pugilato coi canguri potesse esibirsi in un espressione così tenera.

Maledetti occhi da Kirkland!

“E va bene, ma una volta soltanto” sospirò la ragazza.

“Great! Aspetta però, voglio immortalare questo momento” e prese fuori il cellulare.

“Kyle, è proprio necessario?”

“Sì! Ed ora di cheese!”


 

“E questa è la storia dietro alla foto con le orecchie da animale” sospirò Michelle, mentre beveva la sua tazza di the.

Taiwan osservò ancora un attimo l'immagine posta su di una mensola nella casa dell'amica.

“Non c'è che dire, Australia è proprio un tipo tutto particolare...”
“Non me ne parlare”
“Ma al contempo è anche quanto di più tenero abbia mai visto. Sei davvero fortunata”
La mora guardò un attimo la fotografia da cui una Seychelles-gatto ed un Australia-koala la guaradavano sorridenti, prima di aprirsi in un lieve e dolce sorriso: “Già, hai ragione”

 

(392 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Aggiorno questa storia perché c'è bisogno di più fluff in giro!

Sinceramente non avevo molte idee per questo capitolo, e infatti è uscito quel che ne è uscito, ma comunque sono abbastanza soddisfatto del risultato.

Non c'è molto da dire, se non spero che vi sia piaciuto. Il prossimo capitolo è “in kigurumi” e anche qui spero che mi venga l'illuminazione divina.

Ci sentiamo gente, spero che mi lascerete almeno una recensioncina, bye!!!

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Capitolo 11
*** A dangerous bet ***


Prompt #11: In kigurumi

 

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A DANGEROUS BET

 

Inghilterra, anno 18XX, estate, casa di Arthur Kirkland, giardino

 

“Sey! Seyyyyyyyy!”

La piccola nazione africana spalancò gli occhi, prima di esibirsi in un sonoro sbadiglio, decisamente poco elegante e femminile e che di certo le sarebbe valso una ramanzina da parte di Inghilterra.

La bambina guardò giù dal ramo dell'albero su cui si era arrampicata per fare un sonnellino e vide che Australia la stava guardando con un sorriso che andava da parte a parte e un luccichio allegro ed emozionato negli occhi.

“Ciao, Oz!” lo salutò la mora, prima di saltare elegantemente a terra. Il vestito nuovo che Arthur le aveva dato era completamente rovinato, ma almeno la consolava vedere che anche la camicia e i pantaloni dell'amico non erano ridotti molto meglio. Inoltre la colonia australe era anche scalza, le scarpe finite chissà dove.

“Mi volevi dire qualcosa?” domandò Seychelles con un'espressione curiosa.

L'amico annuì con vigore: “Oggi ho incontrato assieme ad Inghilterra il signor Giappone. Dovevano accordarsi per dei traffici e cose del genere, e quel teinomane pensava che dovessi venire anch'io per fare pratica. Una palla assurda, non ti dico. Comunque finito l'incontro il signor Giappone mi si è avvicinato e abbiamo cominciato a chiacchierare. È davvero un tipo simpatico, sai?! Inoltre casa sua è piena di oggetti stranissimi! Mi ha anche fatto vedere dei progetti per una cosa che vorrebbe mettere sul mercato, una sorta di prototipo, simile ad un pigiama, ma molto più figo!”
“Di che si tratta?”

Australia con un sorriso tirò fuori un pezzo di carta e glielo porse con allegria: “Mi ha fatto dei bozzetti, così potevi vederli anche tu!”
Seychelles prese il pezzo di carta e guardò i disegni. A vederli innarcò il sopracciglio, scettica.

“Oz, non lo so. Secondo me una cosa del genere non ha futuro”

“Come?! Eddai, sono fortissimi! Secondo me spopoleranno. Non adesso, ma in futuro di sicuro!”
“Ah sì, allora facciamo una scommessa”
“Una scommessa?”
“Certo! Nel caso in cui tu abbia ragione quando saremo grandi e potremo partecipare ai meeting mondiali io mi presenterò con uno di questi addosso, altrimenti se ho ragione io tu ti dovrai presentare con addosso uno dei miei vestiti”
Il castano iniziò a sudare freddo. La posta in gioco era allettante, ma sinceramente non era molto sicuro di volersene andare in giro un giorno intero vestito con uno dei vestiti azzurri dell'amica.

Ma vedere Seychelles con uno di quei cosi...

“Ci sto!” esclamò la nazione bambina prendendole la mano e stringendola con forza con un sorriso a trentadue denti.

 

 

Stati Uniti d'America, anno 20XX, primavera, palazzo dei meeting delle nazioni, camera di Seychelles

 

“Yo-ho, Seychelles?”

Michelle si voltò e vide che sulla porta della stanza era fermo Australia. Si appoggiava allo stipite della porta con un braccio e teneva l'altro dietro la schiena. Un'espressione furba era dipinta sul suo volto.

“Oh, ciao Oz. Sei già pronto per il meeting?” domandò sorpresa lei, mentre riportava la sua attenzione sulla sua immagine riflessa sullo specchio.

Il castano scrollò le spalle, mentre si avvicinava alla fidanzata: “Sì, ma prima che tu sia pronta c'è una cosa di cui ti vorrei parlare”
“Riguarda il meeting?”
“Sì... e no. Ti ricordi che da piccoli abbiamo fatto una scommessa?”
L'africana aggrottò le sopracciglia. Le sembrava di ricordare qualcosa, ma non ricordava di preciso cosa avessero scommesso.

“Più o meno” mormorò, sempre occupata a guardarsi nello specchio e ad aggiustarsi i capelli.
“Allora ti rinfrescherò io la memoria. Riguardava i kigurumi di Giappone. Io avevo scommesso che sarebbero stati un successo in futuro, mentre tu mi avevi risposto che avevo torto. Ebbene, princess, vorrei farti vedere un paio di foto”

Kyle si mise di fronte allo specchio e tirò fuori il cellulare, mostrandolo alla fidanzata.

Seychelles sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Non avevano tempo da perdere con quella roba, c'era un meeting tra un'ora, e lei non era pronta. Tuttavia non lo disse e guardò il cellulare dell'altro. Aggrottando la fronte prese l'apparecchio in mano e scorse lo schermo.

“Oz, cosa sono questi?”
“Quelli, mia cara, sono immagini di kigurumi. A quanto pare sono un successo presso le adolescenti non solo giapponesi ma di buona parte del mondo”
“E allora?”
“Non ti ricordi già più? Tu avevi detto che nom avrebbero avuto successo, e invece, come puoi ben vedere, avevi torto. E sai cosa significa questo? Che io vinco la nostra scommessa” gongolò l'australiano, mentre andava fuori dalla stanza per tornare dopo pochi secondi con un pacco in mano.

“Kyle... cosa c'è lì dentro?” domandò con un senso di ansia crescente la ragazza.

“Non ricordi la nostra scommessa?” domandò in tono dolce il fidanzato, aprendo la scatola e tirando fuori un kigurumi a forma di orso della taglia della nazione insulare.


 

Poco dopo, sala meeting
 

Non appena Seychelles fece il suo ingresso nella sala meeting ci fu un silenzio sbigottito.

La ragazza andò avanti con aria fiera, cercando di ignorare le occhiate sbalordite delle altre nazioni, contenta che il kigurumi a forma di orsetto avesse anche un cappuccio che le nascondeva il volto completamente rosso.

Si sedette al suo solito posto, vicino ad un inorridito Francia e ad uno sbigottito Inghilterra. Il primo probabilmente si stava domandando dove avesse sbagliato per avere un'ex-colonia che si presentava ad un meeting con un vestito privo di qualsivoglia gusto. Il secondo... beh, sarebbe stato più semplice mettere un cartello al collo del biondo con su scritto “Arthur.exe ha smesso di funzionare”.

In quel momento alla mora arrivò un messaggio.

Guardò e vide che era da parte di Australia.

Sei proprio carina vestita così, sai? Molto kawaii XD”

Seychelles lanciò un occhio di fuoco verso l'australiano che la fissava ridendo.

Sei a tanto così dal farti mollare, sappilo, quindi non tirare troppo la corda, mio caro”

E va bene, però ripeto: sei davvero molto molto carina”

E stavolta Seychelles non riuscì a capire se il rossore era provocato dall'imbarazzo del dover indossare quella cosa, oppure dal fatto che Australia la trovava carina.

 

 

(981 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Salve gente, come butta?

Eccomi qui con un nuovo capitolo sulla OzSey, che stavolta si concentra su di un momento non tanto fluff, quanto più comico. Perchè è vero che Australia e Seychelles sono fidanzati, ma ricordatevi anche della natura del nostro australiano. Anche se la piccola Sey è la sua ragazza questo non la salva da scherzi e simili. Inoltre scommetto che Aussie aveva anche una sorta di fantasia su Seychelles vestita così...

Faccio un paio di appunti: il termine kigurumi a quanto ho visto si può riferire a varie cose diverse, io ho puntato appunto sul significato di kigurumi come quello di una sorta di pigiama peluche, di cui qui riporto un immagine, per precisare io mi sono immaginato il kigurumi di Sey così: https://ae01.alicdn.com/kf/HTB1vWFFSVXXXXaAXXXXq6xXFXXXP/Brown-font-b-Bear-b-font-Women-Men-Unisex-Adult-Winter-font-b-Onesie-b-font.jpg

Passando ad altro, sempre legato al kigurumi: la prima parte della storia è ambientata durante il periodo in cui Australia era ancora una colonia di Inghilterra, e Seychelles era passata sotto Arthur. In questo periodo ovviamente non c'erano ancora i kigurumi, l'ho messa in modo tale che sembri che in quel momento si tratti solo di un'idea di Giappone, un'idea così, che non ha ancora avuto riscontri materiali, come invece succederà molto in seguito.

Quindi diciamo che ho un po' romanzato il tutto, spero che capirete che l'ho fatto per esigenze di trama e che comunque apprezzerete il racconto. Spero di non aver sfondato nell'OOC, ma sinceramente non credo.

Ci si vede al prossimo capitolo, col prompt “pomiciando”. Uhuhuh, chissà cosa faranno i nostri due piccioncini...

Lasciate una recensione, bye!!!!!

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Capitolo 12
*** Just kiss me ***


Prompt #12: Pomiciando

 

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JUST KISS ME

 

In fondo neanche Australia sapeva bene come ci erano finiti in quella situazione.

Lui e Seychelles non avevano certo problemi a scambiarsi gesti di affetto di varia natura in pubblico, spesso infatti li si poteva vedere mentre passeggiavano tenendosi teneramente per mano o mentre erano intenti a scambiarsi rapidi baci sulla guancia quando si incontravano. Ma arrivare a limonare seduti sul divanetto del bar dove le nazioni erano andate a prendersi da bere una volta finito il meeting era una cosa che andava ben oltre il loro comportamento usuale.

Ma in fondo a Kyle non importavano lo sguardo colmo di imbarazzo che gli rivolgeva Inghilterra per via del suo comportamento, o l'espressione maliziosa di Francia, o il sorrisetto irritante di suo fratello Nuova Zelanda, o i commenti urlati di America, o il fatto che Ungheria stesse riprendendo l'intera scena con la sua videocamera mentre Liechtenstein prendeva celermente appunti sul suo taccuino.

Per il ragazzo in quel momento esistevano solo lui e Seychelles.

I due si staccarono un attimo e si guardarono negli occhi. All'australiano la giovane nella sua semplice camicetta azzurra non era mai sembrata più bella. Sarebbe potuto affogare nei suoi stupendi occhi castani.

Con un gesto lento e affettuoso le scostò una ciocca di capelli dal viso, portandogliela dietro l'orecchio (e in sottofondo gli sembrò di sentire Prussia che fischiava per poi urlare “vai così, ragazzo!”, salvo poi emettere un verso strozzato e esclamare “andiamo West, non si può neanche più scherzare ora?!”).

Seychelles lo guardò e si esibì in un sorriso bianco e brillante come la luna. Dopodichè gli si accostò all'orecchio e gli sussurrò qualcosa.

Kyle arrossì, prima di fissarla leggermente sperduto e imbarazzato.

L'africana ridacchiò, per poi avvicinarsi e baciarlo di nuovo. Kyle rispose e stavolta non potè che sorridere, mentre nella sua mente continuava a sentire le parole che la fidanzata gli aveva sussurrato.

“Ti amo, Australia”.

 

(314 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Allora, lo so che è da un po' che non ci sentiamo, e lo so che forse dovrei dedicarmi alla stesura di altre storie come “Next generation” oppure l'interattiva sul fandom di pjo, piuttosto che questa raccolta piuttosto secondaria, ma diciamo soltanto che per varie ragioni questa è la storia che riesco più facilmente a continuare.

Il motivo della mia assenza dal sito è presto detto: verso fine agosto il computer mi si è impallato a causa di un virus e quindi non potevo praticamente scrivere, e sono riuscito a riottenerlo solo da un paio di giorni. Fortunatamente però non ho perso nulla, e quindi non ho avuto troppi problemi.

Ora la nota dolente: ho iniziato l'università (yeeeh...), e quindi ciò significa che durante la settimana sarò costretto a fare su e giù col treno, avendo davvero troppo poco tempo per scrivere, senza contare, più avanti, lo studio e gli esami. Speriamo bene e auguratemi un “in bocca al lupo”, perché ne avrò bisogno.

Ad ogni modo, passando al capitolo: mi sono trovato in difficoltà a scriverlo, sarò sincero. Di fatto non mi è chiarissimo cosa intenda la gente per “pomiciare”, in quanto in un modo o nell'altro tutti gli danno un significato diverso, pur mantenendo la base di “dimostrazione di affetto in pubblico”. Come ho risolto il tutto? Mi sono andato a leggere un paio di capitoli di questa raccolta fatti da altri autori per vedere come lo avevano sviluppato loro. Spero comunque di aver centrato il prompt, e che siate rimasti soddisfatti dal fluff di questo capitolo.

Ci sentiamo al prossimo capitolo col prompt “mangiando il gelato”, che ci darà ancora più fluff, ne sono certo.

Ci sentiamo gente, e, se avete apprezzato, lasciatemi una recensione.

Bye!

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Capitolo 13
*** Just a little bite ***


Prompt #13: Mangiando il gelato



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JUST A LITTLE BITE

 

“Eddai Kyle, solo un assaggino su, cosa ti costa?!”
“No lady, so come funzionano queste cose: mi chiedi un pezzetto qua, uno là, e io finisco senza più gelato, e che cavolo!”
Era una cosa insolita vedere Seychelles e Australia litigare, ma quando succedeva spesso era per motivi legati al cibo, e in particolare quando, come spesso succedeva tra fidanzati, Michelle prendeva degli “assaggini” dal piatto del suo ragazzo, rischiando spesso e volentieri di finire lei i suoi pasti.

“Non è affatto vero, che bugiardo!”

“Bugiardo? Io? Ma che faccia tosta!” esclamò indignato l'australiano, mentre allontanava il cono al cioccolato lontano dalla mora.

Seychelles non si arrese e si protese in avanti, una mano tesa di fronte a sé e l'espressione concentrata.

“Dammelo...” mugugnò mentre le dita graffiavano l'aria.

“Scordatelo!” sbuffò in risposta il castano, il viso completamente rosso per lo sforzo di tenerla lontana con la mano libera.

I due erano completamente sdraiati sulla panchina del parco ormai, Kyle di schiena con in mano il cono tenuto alto e fuori dalla portata della fidanzata e con l'altra sul viso della ragazza mentre cercava di allontanarla, Michelle praticamente buttata addosso al castano, la mano sinistra protesa alla ricerca del dolce, la destra sul viso che cercava di togliersi le dita dell'altra nazione da davanti agli occhi.

I due probabilmente sarebbero rimasti fermi così ancora per un bel po', ma ad un certo punto un rumore li fece gelare sul posto.

SPLAT

Sia Seychelles che Australia smisero di dimenarsi e si voltarono lentamente a guardare cos'era successo. Il peggio si era compiuto: la pallina di gelato era finita per terra.

I ragazzi rimasero in silenzio per alcuni minuti, troppo shockati per dire alcunché, poi la mora si schiarì la gola e mormorò: “Io, ehm... io, devo andare. Ci vediamo Kyle” e corse via in fretta e furia.

Era appena scomparsa dietro l'angolo più vicino che l'australiano si riprese e ruggì: “Torna subito qui piccola criminale, mi devi un cono gelato!” e le corse dietro.

 

(338 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Salve bella gente, come vedete sono finalmente riuscito ad aggiornare anche questo capitolo della raccolta, riprendendo il famigerato “mangiando un gelato”. Effettivamente questo è il periodo migliore per riprendere questo capitolo. Da noi è pieno inverno, ma vi ricordo che dall'altra parte del mondo dove solitamente vivono le nostre due nazioni è la stagione calda, quindi il periodo adatto per questo capitolo.

Come potete vedere è piuttosto cortino rispetto agli ultimi che ho pubblicato, che sono corte one shot di per loro. Come ho già detto questo breve capitolo, che punta più sul comico che sul romantico, è stato fatto per riempire il buco lasciato un paio di capitoli fa.

Spero che l'abbiate apprezzato, onestamente non penso sia molto male, cortino e forse senza capo né coda, ma adatto credo per capire bene come sono Seychelles e Australia come coppia dal mio punto di vista.

Il prossimo capitolo sarà aggiornato tra una settimana, con “amoreggiando”, spero che vada bene, io di mio sono abbastanza soddisfatto.

Beh, gente, ci sentiamo, bye!

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Capitolo 14
*** I'll be there for you ***


Prompt #14: Genderbend (Nyotalia!Au, nyo!Seychelles/Cecil Victoria, nyo!Australia/Zoey Kirkland)
 

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I'LL BE THERE FOR YOU

 

Il sole stava iniziando a tramontare, colorando di calde sfumature il mare. Seduto sulla spiaggia, scalzo e con gli orli dei pantaloni tirati su, Seychelles ammirava quello spettacolo di colori, perdendosi a guardare l'orizzonte sempre più infuocato. Il giovane si passò una mano tra i corti capelli castani mentre si esibiva in un sospiro stanco e malinconico. Un altro giorno era finito, portando le sue gioie e i suoi dolori e aggiungendosi al calcolo della moltitudine di quelli già trascorsi della sua centenaria esistenza.

A volte a Cecil sembrava quasi che non ci fosse una fine, chi i giorni scorressero uno dietro l'altro senza arrivare mai da nessuna parte, ripetendosi in un ciclo infinito.

La nazione immerse la mano nella sabbia ancora tiepida al suo fianco e fece scorrere i granelli tra le dita con aria persa.

Che senso aveva continuare a vivere, se non si arrivava mai da nessuna parte? Perché gli essere umani continuavano a sforzarsi se comunque il risultato finale non cambiava praticamente mai?

In quel momento un urlo lo riportò al mondo reale: “Ehi, Cec!”

Il ragazzo sobbalzò e si guardò un attimo attorno, fino a che non vide una ragazza venirgli incontro correndo. Aveva la pelle scura scottata dal sole, indossava dei pantaloni sportivi e una canottiera verde. La treccia di capelli castani rimbalzava dietro di lei.

Il giovane non poté reprimere il sorriso che era andato a formarsi sul giovane volto mentre si alzava. Si spazzolò con fare metodico i jeans e si aggiustò la camicia azzurra aperta sopra la maglietta a maniche corte.

“Ciao Zoey” la salutò mentre si esibiva in un sorriso gentile.

L'australiana lo raggiunse e lo fissò con un sorriso che andava da parte a parte: “Ehi, mate. Come va? Ti ho visto lasciare la sala subito dopo la cena e avevi un'aria piuttosto mogia. Sono almeno dieci minuti che ti cerco. È per caso successo qualcosa durante il meeting?”
Lo stato insulare non poté trattenere una smorfia. Il motivo della sua malinconia era lo stupido meeting mondiale che avevano tenuto quel giorno. Vedere tutti quanti litigare arrivando quasi alle mani non aveva fatto altro che deprimerlo, così appena aveva potuto si era dileguato per cercare un posto in cui stare in pace.

Era sorpreso che l'altra l'avesse notato, credeva di essere stato attento.

Cecil mise su un sorriso nervoso: “Tranquilla, sto bene. Sono solo... stanco, ecco. Tanto stanco. È stata una giornata piuttosto faticosa”
Australia lo fissò con fare inquisitorio, non molto convinta. Cecil dovette fare un passo indietro quando l'altra si sporse verso di lui. Per quanto fosse più altp di tutta la testa la ragazza non poteva che infondergli una certa soggezione, con quell'aria selvaggia e talvolta autoritaria.

Alla fine la ragazza si allontanò e incrociò le braccia di fronte al petto: “Tu non me la racconti giusta, mate
Seychelles stava per rispondere qualcosa, ma Zoey continuò: “Tuttavia non ti presserò. So quanto possa essere difficile talvolta la vita di una nazione, ma ricordati sempre: non devi portarti tutto il peso addosso da solo. Non cercare di fare sempre il macho o il ragazzo perennemente rilassato e senza problemi. Se un giorno ti senti in vena di urlare fallo, se vuoi chiuderti in camera tua mandando a quel paese gli altri non trattenerti. E ricordati: siamo sempre qui per te. Quella vecchia strega di Inghilterra, quella racchia di Francia, Zea, il piccolo Wy, America, e soprattutto ci sono io. Se ti senti in vena di sfogarti con qualcuno ricordati che io ci sarò sempre”

A quel punto gli si avvicinò e gli lasciò un casto bacio sulle labbra.

Seychelles rimase fermo lì, con le guance arrossate, mentre la fidanzata lo salutava e tornava all'hotel dove alloggiavano. Alla fine si sfiorò come in trance le labbra, dove si era formato un sorrisetto ebete.

Tornò a fissare il tramonto.

Forse ora una risposta ora ce l'aveva. Le persone si sforzavano tanto perché sapevano che anche nella tempesta più violenta e nella notte più buia ci sarebbe sempre stato qualcosa capace di riportar loro speranza e luce.

 

 

(678 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Salve gente. Dopo un anno di pausa da questa storia ritorno con il tanto sospirato capitolo.

Onestamente non mi ero neanche reso conto che fosse passato così tanto tempo, invece l'altro giorno ho guardato la data dell'ultimo aggiornamento e quasi mi sono strozzato quando ho visto che risaliva ad oltre un anno fa. Chiedo scusa per tutti quelli che seguono questa storia, ma tra una cosa e l'altra non mi sentivo in vena di aggiornare. In parte la mole di studio universitario e il cambiamento nella maniera di gestione del proprio tempo libero, dall'altra alcune cose sul fandom che mi hanno fatto un po' storcere le labbra e che mi hanno quasi instillato una certa paura nel voler pubblicare qualcosa, e poi ancora semplicemente la mancanza pressoché totale di ispirazione.

Come potete vedere ho saltato a piè pari il prompt 13 (mangiando un gelato). Ho provato più volte a creare un breve capitolo che potesse soddisfarlo, ne ho stillato almeno tre versioni diverse, ma nessuna mi convinceva davvero. Vedendo che però qui si andava per le lunghe e visto che ci tengo a questa raccolta mi sono detto “al diavolo” e ho messo temporaneamente da parte quel prompt per concentrarmi sul successivo. Riprenderò in seguito la cosa e la pubblicherò più tardi, tranquilli non diventerà “29 days OTP challenge” XP

Ad ogni modo parlando del capitolo in sé: il genderbend in Hetalia è particolare, in quanto tutti sappiamo che esistono le nyo, ciò la forma di sesso opposto delle nostre amate nazioni. Ci tengo poi a ricordarvi che le nyo non sono copie sputate delle controparti regolari, infatti ho cambiato un po' il carattere sia di Australia che di Seychelles: Seychelles, alias Cecil (nome scelto per l'assonanza a mio parere con il nome dello stato), è un tipo più rilassato e tranquillo di Seychelles, uno dei tipici tipi da spiaggia con sempre un sorriso tranquillo che preferiscono andare a prendere qualcosa al bar piuttosto che stressarsi; Australia, alias Zoey, è invece un po' più simile all'Australia canon, è più spericolata e avventurosa, però ha in sé un lato un po' più materno, dovuto probabilmente al fatto che ha dovuto crescere sia Wy che Hutt River.

Spero di essere stato chiaro.

Spero che il capitolo, un po' meno spensierato e tendente forse più al lato romantico della coppia che si sostiene anche in tempi di tristezza, vi sia piaciuto.

Ci vediamo col prossimo capitolo, “indossando i vestiti di uno stile diverso”, capitolo che tecnicamente avevo già scritto quando andavo in quarta superiore, e che vedrò di ampliare un po' e migliorare, ma che spero di riuscire a pubblicare il più presto possibile.

Beh, ci sentiamo gente, e se ancora ci siete fatevi sentire con una recensione, sia per dirmi che vi è piaciuto sia che non è un granché, si accettano siano complimenti che critiche costruttive ^.^

Alla prossima!

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Capitolo 15
*** Punk rock popular ***


Prompt #15: Indossando vestiti in uno stile diverso (High school!AU)

 

 

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PUNK ROCK POPULAR

 

Michelle camminava per i corridoi della scuola, i libri attaccati al petto. La ragazza si lasciò sfuggire un sospiro mentre la testa pensava a tutto tranne che all'interrogazione di storia che la aspettava l'indomani mattina. Beh, del resto chiunque, mettendosi nei suoi panni non ci avrebbe pensato: da una parte era impegnata ad organizzare la festa a sorpresa per il compleanno di una delle sue migliori amiche, Mei, dall'altra stava ripensando che sua cugina Monique sarebbe arrivata di lì a due settimane e doveva ancora organizzare bene cosa fare nei giorni della permanenza dell'europea, da un'altra ancora stava riflettendo sul progetto che doveva portare per la prossima settimana di storia e che avrebbe influenzato il voto di fine anno. Ma soprattutto continuava a pensare alla partita in programma per quel fine settimana.

Sentì la bocca dello stomaco chiudersi e il palato farsi asciutto. Quel weekend la squadra di football del loro liceo avrebbe affrontato la partita più importante di tutto il torneo interscolastico, e il capitano delle cheerleader, Emma, stava pretendendo da loro il massimo, in modo che potessero dare la carica giusta ai loro giocatori, arrivando a organizzare allenamenti quasi tutti i giorni della settimana ormai da tre settimane.

La ragazza si aggiustò il completo da cheerleader sovrappensiero, non notando il foglio di carta che era sfuggito dalla sua presa.

“Ehi, ti è caduto un foglio!” la richiamò una voce.

La mora ritornò coi piedi per terra e si bloccò, stupita, prima di voltarsi, pronta a ringraziare il ragazzo così gentile da avvisarla di una cosa del genere. Ma tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu un urletto sorpreso.

Dietro di lei se ne stava un ragazzo piuttosto muscoloso, con scarpe rovinate dall'uso e dei jeans scuri che presentavano così tanti tagli e strappi che si vedeva quasi più pelle che tessuto. Indossava poi un giubbotto di pelle nera aperto su di una canottiera di una qualche squadra di football, talmente consumata che si riusciva a malapena a distinguere il logo. I capelli castani sul lato e sul retro della testa erano praticamente rasati a zero, mentre sulla cima erano tenuti corti, fatta eccezione per due ciuffi che spuntavano tipo molle. Su ciascuna delle orecchie erano presenti degli orecchini a forma di zanna, e sul destro c'erano anche due piercing. Al collo portava una collana con un ciondolo a forma di squalo stilizzato.

A sentire l'urlo il ragazzo aveva alzato un sopracciglio (su cui era presente un ulteriore piercing), mentre le labbra si aprivano in un sorrisetto divertito.

Michelle sentì il viso andare a fuoco mentre prendeva il foglio e balbettava vari “grazie” e “scusami”. Il giovane si limitò a scrollare le spalle prima di voltarsi e andarsene fischiettando.

La cheerleader si sentiva uno schifo per come l'aveva trattato, quindi, prima di riuscire a pensarci, gli urlò: “Ehi, aspetta!”

Lo sconosciuto si fermò per poi voltarsi, assumendo un'aria di genuina curiosità.

La mora incrociò per la prima volta i suoi occhi verde prato e sentì il cuore perdere un paio di battiti. Con una leggere corsetta lo raggiunse, e una volta ferma di fronte a lui prese a tormentarsi nervosamente la gonna della divisa, riflettendo sulle parole da usare, mentre il ragazzo continuava a osservarla con aria curiosa e al tempo stesso divertita. Alla fine, col viso in fiamme, riuscì a balbettare: “S-senti, mi dispiace davvero tanto di... di...”
“Di esserti messa ad urlare appena mi hai visto? - il giovane ghignò di fronte al suo imbarazzo - Fa nulla, lady. Ci sono abituato”

Aveva un lieve accento, che donava alla sua voce un'intonazione curiosa.

“M-ma io voglio rimediare, mi dispiace!” provò a protestare l'africana, ma l'altro la zittì premendole un dito sulle labbra. Era ruvido e caldo.

“Non c'è problema lady, sul serio. Però se ci tieni così tanto a farti perdonare allora... che ne dici se domani ci prendiamo qualcosa durante la pausa pranzo? Solo tu e io, ti va?” e le fece l'occhiolino mentre sorrideva furbo.

Michelle era ormai certa di avere il viso identico ad un pomodoro, ma riuscì in qualche modo ad annuire con fare nervoso e a pigolare un “sì”.

Il ragazzo si aprì nel primo vero sorriso che la cheerleader gli avesse mai visto fare: “Great, allora ci becchiamo in caffetteria” e se ne andò.

Ad un certo puntò si bloccò, si voltò e le urlò: “A proposito, io sono Kyle! Kyle Kirkland!”

“M-Michelle, Michelle Victoria” rispose lei sorpresa.

Kyle annuì, prima di di andarsene definitivamente, lasciandola sola in mezzo al corridoio della scuola, imbarazzata e con un lieve sorriso di felicità, di fronte alla prospettiva di incontrare di nuovo quel curioso giovane.

 

 

(776 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Beh, salve!

Immagino che vi starete chiedendo: “cos'è questa novità? Non aggiorni per un anno intero e poi ci sbatti due nuovi capitoli in due settimane una dietro l'altra”. Come avevo già annunciato questo capitolo era già stato scritto praticamente del tutto quando andavo in quinta superiore, quindi qualcosa tipo due anni fa, e pertanto mi è bastato aggiungere qualcosa all'inizio e voilà: ecco che riesco ad aggiornare in fretta! Oltre a questo sono stato spinto a pubblicare il nuovo capitolo da quello vecchio. Onestamente non è che non sia soddisfatto di come è venuto fuori il genderbend dello scorso prompt, ma... non mi sembrava molto in linea con lo spirito di questa raccolta, così malinconico e riflessivo, e che dava poco spazio a Seychelles e Australia come coppia. Era carino, ma non mi convinceva. Non ho intenzione di riscriverlo, però volevo sostituirlo con qualcos'altro che invece facesse rivivere lo spirito di questa raccolta OzSey, e quindi eccoci qui.

Il capitolo di per sé, come si può vedere, è un AU high-school in cui Australia e Seychelles non si sono mai incontrati prima. Inizialmente quello vestito in maniera diversa doveva essere solo Australia, che in questo prompt ha uno stile più rebel punk del suo solito abbigliamento avventuroso e sportivo, poi però mi sentivo in colpa a non dare qualcosa anche a Secyhelles e quindi l'ho fatta diventare una cheerleader, con la divisa tipica di quelle che si possono vedere in tutti i film americani. Il titolo, punk rock popular, deriva da un miscuglio a caso dei due tipi di vestito che i nostri ragazzi indossano, punk rock da Australia, popular da Seychelles (stereotipo che le cheerleader sono sempre quelle popolari).

Se vi è piaciuto come è venuto fuori il capitolo lasciatemi una recensione e fatemelo sapere!
Ora annuncio di servizio! Se volete potete anche saltarlo. Se avete letto qualche mia altra storia su hetalia e soprattutto se siete andati in cerca di altre OzSey su questo sito di sicuro vi sarete imbattuti nella mia primissima OzSey “Diverso da loro, uguale a me”. Ebbene sappiate che ho intenzione di cancellare quella fic. Motivo? L'ho riletta qualche giorno fa e, ragazzi, se è scritta male! Caratterizzazione fuori dalla finestra, grammatica e tempi verbali sconosciuti, consecutio temporum degli eventi che non ha senso. Decisamente una delle mie storie peggiori. Ero sempre molto reticente nel cancellarla, visto che è stata la mia prima ozsey e tutto, ma ora sono convinto, la voglio eliminare. Pensavo di sostituirla con un'altra storia che rendeva meglio un loro eventuale primo incontro, casomai vi farò sapere.

Detto questo, lasciate recensioni e raccomandate la storia i vostri amici, farete un autore felice XP

Ci sentiamo presto gente, perché il prossimo capitolo è già stato scritto (impeto creativo a go go) e non vedo l'ora di pubblicare anche quello, con così tanto fluff da farvi cariare i denti, bye!

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Capitolo 16
*** A sleepy morning ***


Prompt #16: Durante i loro rituali mattutini
 

 

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A SLEEPY MORNING

 

Seychelles socchiuse lievemente gli occhi, svegliata dal cinguettare degli uccelli fuori dalla sua camera e dalla lama di luce che entrando dalla finestra le colpiva il viso. Si prospettava una giornata fresca e luminosa e nella quiete del dormiveglia la ragazza assaporò senza fretta gli ultimi residui di sonno che man mano la abbandonavano.

Si girò nell'altra direzione e nella penombra riuscì a scorgere la figura di Australia disteso a pancia in giù, ancora profondamente addormentato al suo fianco.

Michelle sorrise mentre osservava l'altra nazione ancora nel mondo dei sogni, i capelli scompigliati, il volto rilassato e la bocca lasciata semi aperta dalla quale fuoriusciva un leggero russare.

La giovane rimase ad osservarlo ancora per qualche minuto, prima di alzarsi. Con uno sbadiglio uscì dalla camera cercando di fare il più piano possibile, per poi andare a lavarsi il viso in bagno. Una volta finito scese canticchiando a bassa voce in cucina, dove si mise a preparare allegramente la colazione per sé e per il famelico fidanzato. Accese la radio e prese a disporre gli ingredienti sul ripiano vicino al lavandino. Canticchiando incominciò a cucinare frittelle, bacon e uova e a versare il succo d'arancia per sé e per Kyle.

Dopo circa una decina di minuti sentì la porta del piano di sopra aprirsi e qualcuno muoversi a tentoni prima in direzione del bagno e poi giù dalle scale.

Quando l'australiano fece il suo ingresso in cucina lei gli sorrise e lo salutò con un allegro “bonjour!” per poi tornare a concentrarsi sulla colazione.

Come sempre il castano aveva i capelli completamente schiacciati su di un lato della testa, l'espressione di chi era più di qua che di là e un braccio ancora fuori dalla maglietta che si stava mettendo addosso visto che aveva la tendenza a dormire solo con i pantaloni della tuta.

In quel momento la mora sentì due braccia che la avvolgevano da dietro e percepì la testa del fidanzato che si appoggiava sulla sua mentre biascicava un semi addormentato “ 'morning ”.

Seychelles sorrise, prima di voltarsi e schioccargli un bacio sulla guancia. Australia ad occhi chiusi sorrise mentre si esibiva in un grugnito soddisfatto, prima di dirigersi con un largo sbadiglio al tavolo.

La nazione insulare finì di preparare anche le uova e portò il tutto all'altro, prima di sedersi e iniziare a consumare la colazione. Dopo aver attaccato il terzo piatto di bacon finalmente Kyle parve riacquistare l'uso della parola e il suo solito modo di fare allegro e i due iniziarono a chiacchierare amorevolmente del più e del meno.

Una volta finito la nazione australe si alzò e andò a farsi una doccia mentre Michelle si preparava il caffè. Ad Australia non piaceva, aveva ereditato da Inghilterra una preferenza per il the, ma la ragazza non poteva proprio farne a meno. La sua giornata non iniziava sul serio fino a quando non sentiva quel sapore forte e amaro giù per la gola.

Stava giusto sorseggiando la bevanda quando sentì l'acqua della doccia aprirsi e Australia prendere a cantare a squarciagola le sue canzoni preferite, inventando sul momento le strofe che non ricordava.

Seychelles rimase ferma lì a imprimersi nella mente quello scenario di quiete e allegria, un lieve sorriso sul volto scuro. Dopo una decina di minuti, sentì dei passi rumorosi scendere le scale e vide Australia affacciarsi dalla porta, vestito di tutto punto, i capelli ancora bagnati.

“Ehi, lady, allora io vado, ho un appuntamento col mio boss in tarda mattinata e non ho voglia di sentire la sua solita ramanzina sull'essere puntuali e bla bla bla”

Michelle gli sorrise, si alzò, lo raggiunse con passo lieve e gli scoccò un bacio sulle labbra.

“Tranquillo, basta che dopo ti fai sentire, okay?”
Kyle le sorrise facendole l'occhiolino: “Mi conosci, princess, non salterei per nulla al mondo il momento migliore della mia giornata - le diede un bacio veloce sulla fronte - Ora vado, ma ricordati: se questo fine settimana sei libera sei più che la benvenuta a stare da me. Sai, visto che lunedì c'è il meeting e che tocca a me organizzarlo...”

“Sicuro che non disturbo?” domandò preoccupata la giovane.

“Oh, andiamo lady, ma quando mai? Sai che amo quando ti fermi da me, e poi Wy ti adora, è sempre contentissima quando stai da noi. E per quanto riguarda Hutt anche lui è felice quando ti vede, dice che sei l'unica che sembra capace di mettermi un freno” sorrise divertito prima di lasciarle un ultimo bacio e uscire in fretta con un allegro “see ya!”.

Michelle rimase ferma lì sorridendo, prima di voltarsi per andare a farsi la doccia. Forse era il caso che si andasse a preparare anche lei.

<< Spero solo che non mi abbia fatto di nuovo un disastro in bagno >> pensò divertita.

 

(801 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Ma salve!
Scusatemi se pubblico solo ora il nuovo capitolo di questa raccolta, ma mi sono ricordato solo nel tardo pomeriggio che tecnicamente avevo promesso di farlo questo fine settimana ^.^”

Scusatemi, è che è stata davvero una settimana d'inferno questa, con due esami di cui uno non ancora finito, avevo la testa da tutt'altra parte.

Ad ogni modo eccoci qui!
Spero che questo capitolo pieno di fluff e Australia mezzi addormentati mi faccia perdonare il lieve ritardo. Il prompt era “durante i loro rituali mattutini”, ed io prendendo la cosa alla lettera mi sono immaginato come sarebbero le cose durante una mattinata tipica quando Oz e Sey dormono assieme.

Per fare chiarezza: come ho già spiegato nei primissimi capitoli gli eventi e i vari prompt di questa storia seguiranno una sorta di consecuzione temporale, passando da Australia a Seychelles come amici a persone che escono assieme a fidanzati per finire con il capitolo incentrato sul loro matrimonio e sulla vita come sposati. Ora siamo arrivati in un punto della storia in cui i due passano anche del tempo a convivere tra di loro, e a passare quanto più tempo possibile assieme quando riescono. Come rappresentati delle nazioni sono pressoché sempre obbligati a dormire e a vivere nelle loro terre, ma quando hanno un giorno più o meno liberi vanno a dormire uno a casa dell'altro e a passare il tempo assieme.

Pertanto arriviamo ad una fase già più intima della loro relazione.

Detto questo una domanda: volete che il prossimo capitolo sia il tanto famigerato “mangiando un gelato assieme” oppure passo direttamente al cap seguente cronologicamente “amoreggiando”? Per me è indifferente, pensavo di far passare comunque di nuovo un paio di settimane (se vi va bene) e se scegliete il gelato il nuovo cap sarà aggiornato una settimana dopo, altrimenti se scegliete “amoreggiando” l'aggiornamento slitterà di due settimane (un po' per lo stesso principio seguito per il prompt “genderbend”, non mi va di rispiegare tutto da capo).

Comunque, spero che abbiate apprezzate, e ci sentiamo gente! Vi auguro già ora un buon natale su questa fic anche se sono abbastanza propenso a fare una fic natalizia sul fandom di aph, vedremo.

Ci si vede gente, lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, bye!

 

 

 

 

 

 

ANGOLO PUBBLICITÀ!

(se volete saltatelo)
Ehi, lo sapete che ho scritto un'interattiva sul fandom di Hetalia? Sì sì, proprio un'interattiva. Potete scegliere di partecipare con i vostri personaggi, che possono essere le vostre nazioni oc oppure i figli della vostra otp. Siete curiosi? Andate a cercare “Paint it white – All in” sulla mia pagina autore, e fateci un pensierino.

Ci si vede, bye!

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Capitolo 17
*** Loving you ***


Prompt #17: Amoreggiando

 

 

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LOVING YOU

 

Australia e Seychelles erano pigramente seduti sul divano della casa dell'australiano, uno vicino all'altra, la tv accesa, le tende tirate giù per metà per impedire l'ingresso della calura estiva.

Lo schermo rimandava l'immagine dell'ennesimo quiz a premi, ma nessuno dei due ci prestava davvero attenzione. Michelle stava stringendo forte a sé un cuscino mentre la testa ciondolava contro il petto, in uno stato di letargico dormiveglia, mentre Kyle si guardava attorno annoiato. Ad un tratto lo sguardo si fermò sulla fidanzata, ancora intenta a cercare di contrastare gli attacchi di sonno. Il giovane si concesse alcuni secondi per ammirarla. In quel momento l'altra nazione stava tenendo i capelli completamente sciolti lungo la schiena, era scalza, e indossava una delle sue camicie celeste pallido (troppo grande per la sua minuta figura) lasciata aperta su di una canottiera grigia e degli shorts. Nel vederla in quello stato il castano sentì il fuoco del desiderio iniziare man mano a salire dentro di lui.

Con calma calcolata si sporse e la baciò lentamente sul lato del collo. La nazione insulare si voltò a guardarlo con educata perplessità, ancora stordita dalla calura. Il ragazzo si aprì in un sorriso malizioso, prima di prenderle il mento e baciarla sulle labbra. Inizialmente sorpresa dopo un po' Seychelles iniziò a rispondere con passione a quello scambio di saliva, fino a che non si trovò sdraiata di schiena sul divano con Kyle sopra di sé che la baciava con passione.

Il ragazzo si staccò e la fissò, gli occhi carichi di amore.

“Ti ho mai detto quanto ti ami?” le domandò mentre le accarezzava con dolcezza una guancia.

Michelle sorrise prendendogli la mano: “Non ce ne è bisogno, lo so già”

Kyle riprese a baciarla, ma stavolta iniziò a scendere lentamente lungo il collo fino ad arrivare alla base. Non appena le sue labbra si posarono vicino alla clavicola Seychelles si lasciò sfuggire un lieve gemito di piacere. Australia sorrise tra sé e sé. Ormai aveva capito da mesi che quello era il punto debole della fidanzata. Continuò a baciarla gentilmente in quel punto, mentre l'africana tentava, e falliva, di trattenere i gemiti.

Finalmente si allontanò dal collo e riprese a baciarla con passione. Le mani di entrambi erano ormai finite sotto le magliette del rispettivo compagno, già pronti a sfilarle e a privarli di quel fastidioso impiccio, quando la porta sbatté con violenza.

“Australia, Sealand mi ha tirato addosso una manciata di fango!”
“Ti ho detto che mi dispiace, stavo mirando a Seborga!”
“Ragazzi, fermi, aspettatemi!”
Wy, Sealand e Seborga si bloccarono sull'ingresso, gli occhi sbarrati, mentre guardavano stupefatti Australia e Seychelles ancora fermi sul divano in una posizione compromettente.

Per parecchi minuti l'unica cosa che si sentì fu il fango che gocciolava dalle tre micronazioni prima che Wy si schiarisse la voce e borbottasse imbarazzata: “Noi, ecco.. noi... vi aspettiamo fuori” e detto questo afferrò per la maglie i due compagni di giochi e li trascinò all'esterno, chiudendosi la porta alle spalle.

Kyle e Michelle si staccarono, completamente rossi in viso, mentre si davano una sistemata, evitando di guardarsi negli occhi.

“I-io vado a vedere cosa stanno combinando. Sai, no? Visto che dovrei essere l'adulto responsabile e così via...” balbettò l'australiano.

La mora annuì soltanto mentre seppelliva il viso nel cuscino che aveva stretto in petto.

Kyle si alzò, ma arrivato sulla porta si fermò e si voltò: “Ehi, lady... se per caso più tardi ti va di... continuare ecco, beh... io di notte tengo la porta di camera mia aperta” e, col volto ancora arrossato, le fece un occhiolino scaltro prima di uscire.

 

(600 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Come butta? Per l'ennesima volta stavo per dimenticare di aggiornare questa storia dopo le due settimane di tempo. Beh, immagino che le feste non aiutino a tenere conto del tempo.

Ad ogni modo eccoci tornati in carreggiata con “Amoreggiando”, il nuovo prompt di questa raccolta. Onestamente spero di aver preso bene l'argomento, io oltre al tenersi per mano e il baciarsi solitamente non vado oltre per quanto riguarda le mie coppie, anche il limonare è qualcosa che non so bene come gestire. Nelle mie storie solitamente racconto di quando si inizia una relazione e quando finalmente si dichiarano amore, non sono tipo da parlare di questo genere di cose. Ho scritto una sola r18 in vita mia (che aveva per protagonisti Australia e America) ed è stato per un contest e non era granché, soprattutto per quanto riguarda la parte del sesso. Ma a parte questo penso comunque di essere riuscito a gestire bene il prompt, no? Come al solito quando non so come rendere un prompt vado a vedere gli esempi di altri autori e di altre raccolte 30 days otp.

Parlando della storia di per sé. La mia primissima idea era quella di renderla una sorta di seguito al prompt precedente. Forse vi ricordate Australia invitava Seychelles a stare da lui per quel fine settimana quando avevano il meeting mondiale, ebbene questa storia doveva essere Australia e Seychelles che si svegliavano e iniziavano a farsi un po' di coccole prima di accorgersi di essere in ritardo e finire con loro che entravano nella sala meeting completamente arruffati con le altre nazioni che commentavano la cosa. Poi però ho pensato che una cosa del genere sarebbe assomigliata troppo agli inizi del prompt precedente e che magari posso lasciare una cosa del genere per l'ultimo prompt, da qui l'idea di mettere invece la scena così. Tra parentesi ora che la guardo bene nell'ambientazione e tutto mi ricorda una breve storia che non ho mai pubblicato sul fandom di Percy Jackson (e che mai pubblicherò se ve lo stavate chiedendo).

Ad ogni modo spero abbiate apprezzato questa storia con un rating leggermente più alto rispetto agli altri capitoli XP
Spero di sentirvi presto con una recensione o col prossimo capitolo o che spero di aver pronto al più presto. Il prompt è “facendo qualcosa insieme”, ho un paio di idee, speriamo vadano in porto.

Ci sentiamo gente, bye!

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Capitolo 18
*** (Unintentional) Babysitting ***


Prompt #18: Facendo qualcosa insieme

 


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(UNINTENTIONAL) BABYSITTING

 

“Io Inghilterra giuro che lo ammazzo”

Seychelles si voltò ad osservare il fidanzato con aria sorpresa: “Come scusa?”
“Oh, andiamo, lady. Guai a te se ti azzardi a scusarlo! È colpa sua e dei suoi abracadabra da quattro soldi se ora ci troviamo... così!” e indicò, con la mano che non teneva un Hutt River in fasce che gli dormiva placidamente in braccio, un Sealand bambino che si comportava come se fosse un koala con la sua gamba e un Molossia di poco più grande che gli tirava violentemente l'orlo della maglietta mentre strillava per chiedere attenzioni.

Michelle non poté fare a meno di ridacchiare mentre sosteneva una Wy che giocava con i suoi lunghi capelli neri, come affascinata dal loro colore e dalla loro consistenza.

“Oh, e non ridere - l'apostrofò il giovane mentre cercava di scrollarsi Peter che rispondeva strillando e aumentando la confusione generale - Anche tu ti comporteresti come me se stessi badando a questi terremoti. Che poi perché devo essere io a occuparmi di loro? La mia responsabilità è solo nei confronti di Wy e Hutt River”

“Lo sai perché - replicò Seychelles mentre andava nella stanza vicino e toglieva di mano un tablet a baby Ladonia che se ne era impossessato senza che nessuno se ne accorgesse- È stato deciso con voto unanime che fino a che Arthur non troverà il contro-incantesimo sarai tu a dover badare alle micronazioni bambine”

“Voto unanime un paio di...” borbottò Kyle, ma la fine delle sue parole fu sommersa dal rumore di qualcosa che si spaccava in cucina.

Sospirò affranto: “Ti prego, dimmi che non era uno dei miei piatti... di nuovo”
“Okay, io non te lo dico” gli rispose Michelle.

Imprecando Australia posò Hutt River sul divano, si staccò con forza Sealand e Molossia di dosso e andò a prendere la scopa.

Entrò in cucina e subito intravide il colpevole. Seborga guardava al cielo con aria angelica poco distante dall'ormai quarto piatto vittima della sua curiosità.

“Eddai, non essere così musone. Che fine ha fatto il mio ragazzo che ride sempre e comunque?” lo prese in giro Seychelles prima di avvicinarsi e lasciargli un bacio sulla guancia (al che Wy, ancora in braccio alla ragazza, si coprì gli occhi con le mani, pur continuando a sbirciare tra le dita).

“È stato sfrattato una settimana e mezzo fa dall'arrivo di questi pestiferi marmocchi” rispose borbottando il castano.

Michelle si limitò ad alzare gli occhi al cielo prima di tornare in soggiorno.

Australia la raggiunse poco dopo, seguito da un allegro Seborga che subito prese a giocare con Sealand, Ladonia e Molossia a rincorrere il cane di Australia che, guaendo, cercava di sfuggire alle grinfie dei fin troppo vivaci bambini.

Il ragazzo si buttò sul divano mentre Michelle ridacchiava. Di fronte a loro sul tappeto Wy, Kugelmugel e Niko Niko stavano disegnando qualcosa.

“Alla fine di questa storia mi troverò coi capelli bianchi...”

“Andiamo sorridi un po'. Io trovo che siano adorabili”
“Certo, solo perché è casa tua che non stanno distruggendo”

“Come se tu non ti fossi comportato così da bambino”
“Mi sembra di ricordare che neppure tu sia stata proprio una santa, eh lady?” rispose Australia con un lieve sorrisetto.

“Touché. Ad ogni modo lo ripeto: secondo me sono molto carini. E poi non dire che li odi, guarda che ti ho visto l'altro giorno”
“Di che parli?”
“Sto parlando di quando siamo andati al parco. Non la smettevi più di sorridere quando li guardavi giocare”

Kyle si morse il labbro. Non poteva negare l'evidenza.

Michelle ridacchiò di fronte all'imbarazzo dell'australiano: “Visto? E poi io sono contenta che tutto ciò sia successo”
“E come mai?”
“Perché mi ha dimostrato ancora una volta che fidanzato stupendo e uomo meraviglioso sei” lo baciò di nuovo sulla guancia e si alzò.

“Dove vai?” domandò sorpreso il ragazzo.

“Sto aspettando una chiamata del mio capo, quindi andavo di là ad aspettarla con calma. Tu non morire durante la mia assenza, eh?”
“Non faccio promesse” rispose il ragazzo, prima che lei gli sorridesse e uscisse dalla stanza.

Australia si buttò contro lo schienale del divano e prese a guardare meditabondo il soffitto. Chissà, magari Seychelles aveva ragione. Forse tutto quel malumore era dovuto ad altro più che alla presenza dei bambini di per loro...

Venne riportato coi piedi per terra quando sentì qualcuno tirargli l'orlo dei pantaloni. Abbassò lo sguardo e vide Wy che gli offriva un disegno con un lieve sorriso.

Kyle lo prese: anche se era un po' difficile da intuire si capiva che quelli ritratti erano Australia e Seychelles, mano nella mano. Tra loro c'era anche una piccola figura, che Kyle ci mise poco a riconoscere come quella di Wy.

Sorrise lievemente.

Si mise il disegno in tasca e arruffò i capelli a Wy con un sorriso: “Thank you, little miss, giuro che lo conserverò come un tesoro”
Wy rispose con un sorriso altrettanto ampio prima di tornare a disegnare.

Forse Michelle aveva ragione. Forse avere quei demonietti per casa non era stata poi chissà che tragedia.

Il conto delle cose che avevano rotto però lo avrebbe comunque mandato ad Inghilterra, e niente avrebbe potuto fargli cambiare idea a riguardo.

 

(873 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ho saltato l'aggiornamento dello scorso fine settimana e mi dispiace, solitamente preferisco far uscire i capitoli la domenica, ma questa domenica sono stato impegnato tutto il giorno, quindi... mi dispiace ecco, perdono aggiornando ora in mezzo alla settimana e spero di riuscire a scrivere il nuovo casomai capitolo entro questo fine settimana (ma non contateci troppo, martedì ho esame (l'ultimo di questa sessione, yeah...) con tutto ciò che ne consegue).

Parlando di questo capitolo: ero abbastanza a corto di idee, in un modo o nell'altro i miei capitoli intersecano non solo i singoli prompt ma varie altre cose, quindi c'era il rischio di presentare qualcosa di già visto. Da qui l'idea di mettere qualcosa di completamente inaspettato: fare i baby sitter. Forse l'influenza in parte è dovuta all'interattiva che sto scrivendo con Lady White Witch (tra parentesi il primo capitolo è in lavorazione, speriamo di riuscire a pubblicarlo presto) che vede tra i protagonisti il mio fan child della Ozsey, Hunter. Tra parentesi ho cambiato lievemente il finale rispetto a quello che era il progetto originario. In una prima stesura Seychelles accennava al fatto di avere una famiglia e un figlio con Australia, i due si imbarazzavano e lei usciva dalla stanza, poi la scena di Wy così com'è ecc ecc. Poi però rileggendola mi sono reso conto che non mi soddisfava e quindi l'ho cambiata lievemente accorciando così un po' il capitolo.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ora andiamo col prossimo “in tenuta formale”. Io una cosa simile l'avevo già fatta nel secondo cap di questa raccolta, ma vedrò di modificare il tutto e speriamo di riuscire a far uscire qualcosa di decente.

Beh, detto questo lasciate una recensione se vi è piaciuto, ci sentiamo gente, bye!

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Capitolo 19
*** Divine in a dress ***


Prompt #19: In tenuta formale

 


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DIVINE IN A DRESS

 

Australia si allentò con un gesto nervoso il colletto rigido della camicia e la cravatta, dando aria al collo mentre si guardava nervosamente nello specchio. Sospirò: no, i vestiti eleganti proprio non facevano per lui. Per quanto la giacca e i pantaloni blu scuro del completo fossero sportivi e la camicia bianca fosse comunque leggera continuava a sentire quegli indumenti sul suo corpo come troppo restrittivi.

Lui era la nazione che se ne andava in giro in sandali, pantaloncini e canotte, vederlo in quello stato per qualcosa al di fuori di una riunione di lavoro era davvero qualcosa di insolito. Anche i capelli, solitamente lasciati selvaggi e indomiti erano stati vittima di una spazzola e ora erano tutti tirati indietro in un taglio elegante.

“Stai bene”

Kyle si voltò e vide Seychelles che lo guardava dalla soglia con un sorriso gentile. La ragazza indossava un elegante vestito bianco celeste senza maniche e privo di spalline con la gonna che le arrivava poco oltre le ginocchia. Al momento era ancora scalza. I lunghi capelli neri non erano raccolti nelle sue solite code ma acconciati in modo tale da cadere in una cascata perfetta lungo la schiena. Sul volto solitamente naturale spiccava qualche traccia di trucco.

Australia si esibì in un sorriso malandrino: “Non lo pensi davvero, lady. Secondo me ti stai trattenendo dallo scoppiarmi a ridere in faccia per quanto sono ridicolo conciato così”

Michelle ridacchiò mentre si avvicinava. Con cura gli aggiustò la cravatta celeste e gli spazzolò la giacca: “Non è vero, che razza di fiducia riponi in me? - si alzò sulle punte dei piedi e gli lasciò un bacio sulla guancia - Ti amo per come sei, ovvero sudato, sporco e con più pelle scoperta in mostra di una persona media, ma anche vederti così, tutto tirato a lucido, ti trovo estremamente affascinante. Tra l'altro è una cosa così rara da vedere...”
“Che vuoi che ti dica, lady, semplicemente i completi eleganti non sono il mio forte. Al contrario di te. Vestita così sei assolutamente divina” e si concesse un sorriso mentre la ammirava da capo a piedi.

Lei ridacchiò, non riuscendo a nascondere il lieve rossore dovuto al complimento: “Beh, grazie mille, mon amour. Ora però è il caso di andare. Se facciamo tardi alla festa Francia poco o sicuro ci uccide”
“Nah, tu sei la sua preziosa bambina, figurati se ti fa qualcosa. Se c'è qualcuno che deve temere per la sua vita quello sono io. Già siamo fortunati che non mi voglia linciare per via della nostra... vita privata”

Michelle ridacchiò: “In tal caso un motivo in più per affrettarci, non vogliamo certo che ti revochi il diritto di vedermi per un ragione così stupida, no?”

 

(453 parole)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:
Ehilà gente!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, io ne sono abbastanza soddisfatto. Comunque, tecnicamente ce lo avevo già pronto la settimana scorsa ma sempre per via dell'esame ecc ecc ho preferito ritardare l'aggiornamento a questo fine settimana. Spero vada bene comunque. Scusate se è un pochino corto, ma questo è un promtp che immagino sia nato più per i disegnatori che gli scrittori, quindi più di tanto non posso scrivere a riguardo.

Il capitolo ho cercato di differenziarlo un po' dal secondo di questa raccolta, per quanto forse l'inizio un po' si richiama, ecco.

Se volete sapere come andrà a finire tra i nostri due piccioncini alla festa di Francia non vi resta che aspettare il prossimo aggiornamento, col prompt “ballando”. Andiamo, è una festa indetta da Francia, figuratevi se non ci metteva un maledetto ballo tipo feste di corte del '800.

Se vi è piaciuto il capitolo commentate, ci sentiamo gente, bye!

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