An Unexpected Pokémon Journey

di Shirona
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** We say Goodbye ***
Capitolo 3: *** Start ***
Capitolo 4: *** First Battle ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo




 
 
“Garchomp, finiscilo con Gigaimpatto!” Una voce femminile risuonò nello stadio, mentre una creatura dall’ apparenza draconica, dalle squame blu notte e dagli occhi dorati si preparava ad eseguire l’attacco che avrebbe finalmente messo fine a quella così importante lotta.
“Infernape, devi contrattaccare! Usa Nitrocarica!” Fu la risposta di una voce maschile ricca di panico.
Il pokémon Infernape, una sottospecie di scimpanzè dal pelo brunastro e dal capo letteralmente in fiamme, reagì immediatamente al comando del suo allenatore e avviluppò il proprio corpo in vivide fiamme scarlatte per poi lanciarsi in direzione del suo avversario.
All’ improvviso, una coltre nube di polvere si alzò nello stadio e in contemporanea gli spalti si ammutolirono ed una crescente tensione avvolse sia gli spettatori che i due contendenti.
Si udì un potente ruggito di vittoria e al diradarsi della polvere alzatasi una sola figura risultava essere in piedi.
Subito gli spalti si riempirono di grida di gioia ed applausi da parte del pubblico, mentre la figura di Garchomp si imponeva fiera al centro dello stadio, a pochi metri di distanza ormai incapacitato ad agire, il suo sfidante Infernape.
“Ed anche questa volta signore e signori, la nostra Camilla riafferma la sua posizione come Campione della lega di Sinnoh! Non c’è veramente nessuno in grado di fermarla?” Domandò una femminile voce melodiosa, appartenente ad un importante cronista ingaggiato per l’evento.
A seguire vi fu la stretta di mano tra i due sfidanti, una donna dai lunghi capelli biondi, dagli occhi argentei e dall’ abbigliamento scuro e molto particolare, si avvicinò ad un giovane dai capelli rosso fuoco molto ricci e voluminosi.
“Hai combattuto molto bene Vulcano, sono molto colpita! Eri veramente vicinissimo a mandare Garchomp K.O.” Disse Camilla con un sorriso autentico dipinto sul volto.
“Grazie Camilla ma devo dissentire, sono ancora molto lontano dal tuo livello. In fin dei conti ti erano rimasti ancora 2 pokémon da utilizzare.” Rispose debolmente il rosso forzando un sorriso.
Alla Campionessa nei minuti seguenti venne consegnata la coppa dei Campioni e subito dopo la donna si ritrovò inondata da giornalisti e reporter.
“Ed è così che finisce anche quest’anno la lega di Sinnoh! Ricordiamo a tutti gli allenatori in ascolto che precisamente tra 9 mesi avrà luogo il torneo della lega di Kanto. Tutti coloro che sognano di sfidare il mitico Lance, sono invitati a collezionare le 8 medaglie e di presentarsi quindi nel fantastico Altopiano Blu!” La voce della cronista risuonò nuovamente, seguita da pochi secondi di silenzio.
“Senza divulgarci troppo, La Lega pokémon augura a tutti gli allenatori in erba un meraviglioso viaggio ricco di avventure ed emozioni! Qui la vostra amata Laura chiude!”
 
 
 
 

 
[Regione di Kanto]

Il programma ebbe fine e in una certa camera da letto calò un assoluto silenzio…
 
“Camilla è davvero fantastica, vorrei essere forte ed indipendente come lei un giorno…” Espresse con calma una delicata voce femminile.
“Hai pienamente ragione Lisa, Camilla è formidabile e il suo Garchomp sembra essere allenato alla perfezione.” Rispose una giovane voce maschile.
“Tio, sai che un giorno potremmo essere noi 2 al centro di quello stadio?” Chiese sognante la ragazza.
“Potremmo? No Lisa, noi ce la faremo! Dobbiamo farcela!” Incitò il giovane.
“Sarebbe un sogno che si avvera Tio… un sogno che si avvera…” fu la flebile risposta.
“Ci riusciremo, ed un giorno potremmo esporre quell’ enorme trofeo sulla mensola del camino!”
Seguì una leggera risata da parte del ragazzo, subito seguito da Lisa.
“Sono le 11 forse dovremmo andare a dormire no? Domani è il grande giorno.” Propose la voce femminile poco prima di mettersi sotto le coperte del proprio enorme letto.
“Hai ragione Principessa, Buonanotte!” Esclamò il ragazzo prima di dirigersi fuori dalla camera della giovane.
“Notte Tio e sogni d’oro!” Bisbigliò Lisa prima di chiudere gli occhi ed abbandonarsi a Morfeo.
 
 


 
[Luogo Sconosciuto]

“Signore, è tutto pronto per dare il via all’ operazione…” Esclamò una donna sulla trentina in camice da laboratorio.
“Eccellente, avviate pure il progetto: ARK!” Rispose una voce profonda e scura proveniente da una scrivania alla fine di una stanza quasi completamente buia.
La donna chinò leggermente il capo prima di lasciare la stanza.
“Finalmente è giunto il momento, domani è il grande giorno!” Proclamò l’uomo ormai rimasto solo allargando in modo teatrale le braccia al cielo.

 
 
 


Note Autrice
Salve a tutti ^^
Sono Shirona e questa è la mia prima storia ad OC e prima storia su questo sito.
Scrivo per passione anche se non mi reputo lontanamente brava, anzi credo di scrivere anche piuttosto male XD.
Come avrete capito e letto nell’ introduzione, questa è una storia in cui sono i lettori ad inviarmi i propri personaggi; nel capitolo è presente la mia OC: Alisa ed un so ehm… amico, le descrizioni dei due sono state volontariamente evitate e i due verranno presentati adeguatamente nel prossimo capitolo.
 
Ora alcune note personali:
1 La scheda OC viene inviata tramite MP su richiesta, quindi se volete partecipare fatemi sapere in recensione.
2 Scrivete nella recensione se possibile il sesso del personaggio,
3 Gli OC verranno selezionati da me, siate fantasiosi e precisi.
4 Sarei molto felice di sapere cosa pensate della storia e sono molto aperta a nuove idee e consigli da parte di voi lettori.
 
Un Salutone a tutti voi che avete deciso di aprire questa storia, love u all!
 

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Capitolo 2
*** We say Goodbye ***


Capitolo 1
We say Goodbye…

 
 
 
[Regione di Kanto – Città di Biancavilla…]
 

 
“Alisa è ora di alzarsi! Sbrigati o farai tardi all’ appuntamento con il professore!” La dolce ma decisa voce di una donna risuonò nell’ aria del mattino.
“Sì mamma, non preoccuparti sono sveglia!” Fu la risposta di una giovane voce impastata dal sonno, voce proveniente dal piano superiore di una piccola casa nella città di Biancavilla.
Alisa, la ragazza interpellata si fece forza e con un colpo di spalle si mise a sedere sul letto dove precedentemente aveva passato le ore più felici della sua vita.
“Se c’è una cosa che mi mancherà sicuramente sei tu letto caro…” Bisbigliò la ragazza sovrappensiero.
Dopo pochi minuti di profonda riflessione e di autofocus, la giovane decise che era il momento di alzarsi e con un rapido movimento scese dal letto per poi dirigersi alla porta del bagno.
La prima cosa che fece fu lavarsi il viso con dell’acqua gelida per poi guardarsi allo specchio: Si ritrovò davanti l’immagine di una quindicenne dai lunghi e chiari capelli rosati tenuti liberi da una qualsivoglia acconciatura, grandi occhi cerulei accompagnati da un piccolo naso alla francese e labbra sottili.
“Finalmente ci siamo…” “Ho paura, forse dovrei rimandare…” Questi erano i pensieri che tormentavano al momento la mente della giovane.
Alisa prese un bel respiro, finì di prepararsi in bagno per poi uscire a passo spedito verso la scrivania della camera, scrivania dove la sera precedente aveva lasciato i suoi vestiti per il viaggio.
 

“Era ora finalmente, vieni a tavola che la colazione si fredda!” Fu la ripicca di una voce appartenente ad una donna sulla trentacinquina, dai corti capelli rosa e dai profondi occhi violacei.
“Scusami mamma, ieri io e Tio ci siamo fermati a guardare la finale della lega Pokémon di Sinnoh.” Rispose Alisa, ormai completamente vestita, dalla sommità delle scale di casa.
La ragazza indossava una semplice camicia scura dagli sgargianti pallini rosa accompagnata al di sopra da una maglietta color panna dalle maniche molto ampie, jeans lunghi color ghiaccio e stivaletti altezza caviglia color panna dal tacco basso. Al polso destro della giovane vi si trovavano due braccialetti dalla forma circolare, rispettivamente di colore rosa e azzurro; infine a completare il tutto, un fiocco rosa di medie dimensioni andava a tenere legati i capelli della rosata nella parte finale.
“Oh mio Arceus, tesoro stai benissimo!” Esclamò energicamente la madre di Alisa, mentre quest'ultima arrossiva leggermente al complimento ricevuto.
“Ero sicura di aver scelto bene, i colori e il vestiario vanno a braccetto con la tua persona.” Constatò la madre a voce alta, scrutando bene con lo sguardo la figura snella della figlia: Alisa misurava sul metro e sessanta se non poco più, le braccia e le gambe seppur apparentemente esili nascondevano un buon esercizio fisico ed infine il seno seppur appartenente ad una quindicenne risultava piuttosto prosperoso ma non eccessivo.
“Mamma!” Rimproverò la figlia, mentre il suo volto assumeva colorazioni sempre più scure e le sue mani andavano a coprire all’altezza del petto.
“Alisa cara, non c’è motivo di vergognarsi di un dono del cielo.” Rispose accattivante la donna prima di finalmente rimuovere lo sguardo dal corpo della figlia.
“In fondo hai preso tutto da tua madre, ahahah!” Commentò infine la maggiore prima di ritornare in cucina.
“Ah… Alisa dimenticavo, potresti andare a svegliare il dormiglione? Ho provato a chiamarlo diverse volte, ma come puoi vedere riesce ad essere anche più ostico di te.”
“Certo Mamma ci penso io.” Affermò Alisa non dopo aver rotato gli occhi al cielo.
 


Alisa risalì le scale della casa, attraversò il corridoio per poi fermarsi davanti ad una delle camere da letto; la ragazza bussò diverse volte e alla non risposta, decise di entrare.
La stanza era avvolta nel buio e non si riusciva a distinguere alcuna figura.
A passi lenti e studiati, Alisa si camminò verso la direzione della finestra, o almeno sperava; andando a tastoni riuscì finalmente a sentire la corda che alzava la serranda, mise entrambe le mani sull’ oggetto per poi tirare con vigore.
Subito la luce del sole invase la stanza e un mugolio contrario poté udirsi proveniente dalla direzione del letto.
“Tio! Ehi Tio!” La ragazza prese a scuotere un ammasso di coperte e cuscini.
Con molta calma la rosata afferrò quella che sembrava la coperta principale e con un potente strattone riuscì a rimuoverla, rivelando così il suo contenuto: Una figura di circa 17 anni si ritrovava in una strana posizione alla stella di mare, il ragazzo in questione indossava solamente un paio di pantaloncini chiari e una canottiera scura, aveva corti capelli spettinati di un brillante color cielo ed occhi grandi dal colore rosso cremisi.
“Occhi… Rossi?” Fu il primo pensiero ad attraversare la mente della ragazza.
“Ma allora eri sveglio!” Sbraitò Alisa prima di prendere un cuscino lì vicino e lanciarlo in direzione dell’azzurro.
“Buongiorno anche a te, Principessa…” Esclamò il giovane con voce mascolina ma allo stesso tempo giovanile.
 
 

“Allora noi andiamo mamma!” Salutò Alisa, appena fuori dalla porta di casa.
“Alisa aspetta!” Gridò la madre della ragazza precipitandosi sull’ uscio.
“Tieni cara, questo è un regalo da parte mia e di papà.” Esclamò la donna, prima di posare nelle mani della più giovane un cappello a forma di basco decorato dall’ immagine di una colomba in volo.
“È bellissima mamma, vi ringrazio molto!” Dichiarò Alisa presa dall’ emozione.
“E non dimenticarti la tua borsa.” Disse la donna porgendo una semplice borsa a tracolla color panna alla figlia.
Prima che la madre potesse dire altro, Alisa le saltò addosso per poi avvolgerla in un abbraccio stritolante.
“Mi mancherai tantissimo…” Bisbigliò la ragazza nel tenero momento, mentre una piccola lacrima solitaria le scendeva lungo il viso.
“Ricordati di chiamarmi spesso.” Consigliò infine la più grande.
Le due si staccarono dall’ abbraccio e la loro attenzione si concentrò sul nuovo arrivato.
Da dietro la donna si stagliava la figura di Tio, figura oramai vestita a dovere e pronta per il grande viaggio:
il ragazzo indossava una semplice felpa blu senza cappuccio e con zip, il colore era diviso in due ed era più chiaro nella parte superiore e più scuro nella parte inferiore, Tio portava pantaloni lunghi scuri accompagnati da scarpe prevalentemente rosse con una punta di nero, una borsa a tracolla modello maschile blue e nera ed il tutto era completato infine da un paio di occhiali da sole.
“Sembra che anche a Tio stiano molto bene i vestiti che ho comprato” Dichiarò la madre, annuendo con il capo.
“Ha ragione Tio! Stai benissimo” Riconfermò Alisa sorridendo all’ amico.
“Io… ehm… grazie per i complimenti…” Rispose il ragazzo prima che il suo viso si imporporasse completamente.
Vi fu qualche istante di silenzio, poi la madre di Alisa riprese parlare;
“Credo sia ora che andiate cari, non vorrete far aspettare il buon vecchio Oak no?” Consigliò la donna, gli occhi lucidi dalla commozione.
“Giusto… Allora noi andiamo, a presto mamma.” Fu l’ultima frase che uscì dalla bocca della giovane prima che questa prese a camminare in direzione del laboratorio del più famoso professore della regione di Kanto seguita dal suo fedele compare.
La madre di Alisa rimase a guardare la figlia e l’amico allontanarsi sempre più per poi sparire all’orizzonte.
Una volta in casa la donna si sedette su una sedia della cucina ad osservare un punto indefinito davanti a sé.
“Credi possa farcela?” Domandò la rosata apparentemente al nulla.
“Sono sicuro possa farcela, non è forse tua figlia, Rose?” Rispose una voce effimera come fosse lontana e proveniente da un altro mondo.
“Non volevo che un peso simile cadesse sulle sue spalle… non così giovane e impreparata…” Constatò Rose con aria triste e sconsolata.
“Non sarà sola, la profezia ricordi?” Provò nuovamente la voce misteriosa.
“Già… la profezia…” Sussurrò la donna.
“La profezia…”





Note di Autrice
Eccomi qua! Finalmente con un nuovo capitolo.
L' ispirazione è alle stelle e tutti i personaggi che mi avete mandato sono fantastici; purtroppo dovrò selezionarli alcuni ma se possibile proverò a farli apparire tutti ^^
Il prossimo capitolo è quasi pronto e forse già da domani sarà online :)
Voglio ringraziare tutti per le belle parole che mi avete mandato, anche coloro che solamente leggono senza lasciare traccia; sono una scrittrice (parolona) da veramente poco tempo, sono inesperta ed il vostro aiuto mi è vitale.
Non abbiate paura di giudicare la mia storia come spazzatura, tutti i commenti sono ben accetti purchè fondati e con il fine di aiutarmi a migliorare ;)
Un bacione a tutti, il letto mi chiama!

La vostra Shirona^^*

Eccovi l' immagine di Alisa ricolorata da me :)


http://i66.tinypic.com/241075i.jpg

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Capitolo 3
*** Start ***


Capitolo 2
Start
 
 
[Regione di Kanto – Città di Biancavilla]
 
 
 

“Ci siamo Tio, riesco a vedere il laboratorio del professore!” Esclamò Alisa, mentre con la mano indicava un edificio dalla strana forma e dallo sgargiante color crema, adiacente ad una pala eolica.
Il giovane in questione si fermò un attimo a sorridere per poi riprendere a seguire la ragazza ormai metri più avanti.
“Fate largo, sono in ritardo!” Una voce maschile proveniente dalle spalle di Tio lo fece voltare; davanti all’ azzurro passò ad una sorprendente velocità la sagoma sfocata di un ragazzo, sagoma che involontariamente spinse il giovane a terra.
La figura sfrecciò in direzione del laboratorio, lasciando un Tio perplesso nel mezzo della strada assieme ad una nuvola di polvere che si era alzata sul momento; dopo essersi ripreso, l’azzurro decise di spolverarsi i vestiti con le mani per poi avviarsi all’ inseguimento della compagna ormai lontana.
 
 

 
“Era ora!” Gridò l’irritata voce di Alisa, posta a braccia conserte davanti all’entrata dell’edificio, in direzione dell’amico.
“Scusami Lisa, mentre camminavo sono stato travolto da un ragazzo che andava di fretta!” Si scusò Tio, portando avanti le mani in segno di resa.
“Un ragazzo? Ah forse stai parlando del tizio che poco fa è entrato nel laboratorio come una saetta!” Ipotizzò la ragazza, portandosi l’indice della mano sotto il mento.
“Probabilmente è la stessa persona che mi ha mandato a terra.” Concordò il ragazzo.
Seguirono alcuni secondi di silenzio, prima che la porta del laboratorio venisse aperta di scatto per poi lasciare uscire una decina di ragazzi dalle varie fasce d’età.
“Sono stato fortunato, al professore erano rimasti solamente due pokémon ed io sono riuscito ad averne uno!” Esclamò un ragazzino dai vivaci capelli porpora.
“Anche io, sono felicissima di poter finalmente partire all’ avventura con il mio amato Squirtle!” Dichiarò una ragazza dagli stravaganti capelli biondi.
Qualche secondo dopo la “parata” di neo-allenatori, un silenzio glaciale avvolse Alisa e Tio; i due si guardarono negli occhi per poi abbandonarsi alla depressione più totale.
“Non può essere vero, giusto? Ci sono ancora pokémon disponibili nel laboratorio e il professore non ha sicuramente finito gli starter, no?” Chiese la rosata al fedele amico di infanzia.
“Io…” Iniziò il giovane, prima di essere preso per la felpa dalla ragazza ormai rossa dalla rabbia.
“Se non avessi voluto aspettarti qui, in questo momento avrei un pokémon starter e potrei partire per il mio viaggio!” Gridò la giovane sul volto dell’amico per poi continuare;
“Ma no?! Dovevo aspettare il mio migliore amico per condividere questa esperienza con lui!” Continuò la ragazza ormai preda dell’isteria, mentre con veemenza scuoteva Tio per la felpa.
“Calmati Lisa! Sono sicuro che il professore abbia qualche pokémon in più, non è forse il suo lavoro studiarli? E poi mal che vada potresti utilizzare…” Propose disperato il giovane mentre tentava di sfuggire dalla ferrea morsa della rosa.
All’improvviso, la porta del laboratorio si aprì nuovamente e la figura di un uomo sulla settantina fece la sua apparizione; il viso era coronato da leggere rughe e gli occhi scuri erano accompagnati da sparati capelli grigi, indossava una semplice polo rossa con sopra un camice da laboratorio, pantaloni color panna e scarpe da lavoro in pelle color mattone.
“Che succede qui fuori?!” Domandò l’uomo inarcando un sopracciglio.
“Professor Oak!” Esclamò sorpresa la ragazza, lasciando rapidamente andare l’amico dalla precedente stretta d’acciaio.
“Assolutamente nulla signore, vede io e Tio stavamo per entrare.” Riprese la giovane, una goccia di sudore a scenderle lungo la fronte.
“Alisa…” Sospirò il professore chiudendo gli occhi, come se quella scena non fosse altro che una delle tante passate.
 
 

“Allora… ti sei svegliata tardi, Tio è stato investito da un ragazzo razzo ed hai sentito che tutti i pokémon starter sono finiti… giusto?” Concluse il professore, ora seduto su di un divano presente in laboratorio.
“Esatto…” Rispose debolmente Alisa ormai sull’orlo di un pianto isterico.
“Non disperare bambina mia, infatti ho tenuto un pokémon molto speciale solo per te.” Esclamò Oak con un sorriso sornione sul volto.
“Davvero?!” Domandò incredula la ragazza, anche essa seduta sul divano.
“Certamente! Tua madre aveva previsto qualche problema e per questo ha prenotato un pokémon per te qualche giorno fa.” Concluse l’anziano, alzandosi dal divano.
“Mamma ti adoro!” Gridò al cielo la rosata, come se sua madre potesse effettivamente sentirla.
La giovane presa dall’euforia, si fiondò tra le braccia del suo amico Tio, anche lui seduto sul divano, per poi abbracciarlo in stile koala; l’azzurro preso alla sprovvista non poté far altro che accogliere la figura esile dell’amica per poi arrossire fino alla punta dei capelli.
Il tossire volontario del professore ruppe il momento che si era andato a creare e riportò i due giovani sull’ attenti.
“Se vuoi seguirmi Alisa, passiamo a conoscere il tuo nuovo pokémon e a consegnarti il pokédex.” Propose Oak, facendo cenno con la mano alla ragazza di seguirlo.
 
 

I tre raggiunsero una stanza interna del laboratorio adibita alla situazione, un enorme tavolo rettangolare posava al centro.
Il professore si avvicinò ad uno strano macchinario per poi tirare fuori da esso una sfera, una sfera rossa e bianca, una pokéball.
“Ecco…” Esclamò l’uomo prima di avvicinarsi ad Alisa e lasciarle in mano suddetta sfera.
La ragazza non perse tempo e subito lanciò la pokéball a terra, l’oggetto emise un debole rumore prima di aprirsi completamente e rilasciare un fascio di energia del colore rosso.
Davanti alla rosata apparve una piccola creatura canina di circa settanta centimetri; il pokémon poggiava su due zampe ed aveva una pelliccia di un vivace colore blu e nero.  
Il pokémon spalancò gli occhi e due pozze d’oro fuso fissarono la loro attenzione sulla figura di Alisa.
“Olu?” Guaì il pokémon, senza distaccare lo sguardo dalla ragazza.
“Ma sei adorabile!” Gioì Alisa avvicinandosi al pokémon in questione, per poi prenderlo in braccio.
La creatura canina sembrò apprezzare il gesto della ragazza ed in segno di affetto pose le sue piccole braccia intorno al collo della suddetta, non prima di aver guaito un nuovo “Ri…”.
Il tossicchiare del professore riportò la rosata alla realtà;
“Come forse saprai Alisa, questo pokémon è un Riolu, specie originaria di Sinnoh.” Iniziò a spiegare l’uomo.
“Normalmente il colore degli occhi di un Riolu è il rosso rubino, ma quest’esemplare invece è nato con occhi dalla sfumatura ambrata; mi è stato inviato da un mio carissimo collega del luogo al fine di studiarlo.” Continuò il professore.
“Ho finito di analizzarlo da poco e tutti i test indicano un perfetto stato fisico, tua madre sapeva di lui e mi ha chiesto di tenertelo da parte.” Concluse l’anziano, posando lo sguardo sulla ragazza.
“Lui? Allora sei un maschietto!” Esclamò la giovane, portando la propria mano ad accarezzare un orecchio del cucciolo; quest’ultimo non poté far altro che godersi l’amorevole gesto della sua nuova allenatrice.
“Per concludere, ecco a te cinque pokéball ed il nuovissimo modello di pokédex.” Il professore porse ad Alisa uno strano strumento elettronico dalla forma rettangolare di un vivace colore rosso e delle sfere poké.
“La ringrazio professore, vedrà che io, Riolu e Tio faremo strada!” Ringraziò finalmente la giovane per poi chinare leggermente il capo in segno di rispetto.
“Lo so cara e non vedo l’ora di vederti in televisione.” Rispose Oak, una mano a spazzolare il capo della ragazza.
“Giusto, quasi dimenticavo… poco fa è passato un ragazzo per ritirare una mia nuova versione del pokédex, con tutti quei nuovi allenatori non ho avuto il tempo di consegnarglielo; se non è un problema Alisa, potresti portare questo pacchetto al nuovo centro medico della città?” Chiese il professore, le mani poste avanti stile preghiera.
“Certamente! Devo passare al centro medico per iscrivermi alla Lega, quindi sono di strada.” Affermò Alisa con un sorriso in volto.
“Ma… come lo riconosco?” Chiese infine la ragazza con aria interrogativa.
 
 
 

Alisa, Tio e il piccolo Riolu dopo essersi congedati dal professore si diressero verso il centro medico della città, un nuovo edificio dalla forma regolare di colore bianco dalle decorazioni rosse, decorazioni come una grande pokéball stilizzata presente sulla facciata.
“Secondo la descrizione del professore dovremmo cercare un ragazzo di circa 17-18 anni dai capelli castani e gli occhi verdi…” Giudicò Tio, mentre con lo sguardo scrutava le varie persone presenti all’interno del centro medico.
“Fortunatamente per noi, a quest’ora del mattino non ci sono tantissime persone.” Incoraggiò la ragazza, spostando la sguardo in varie direzioni.
Ad un certo punto, l’attenzione della giovane si incentrò sulla figura di un ragazzo di circa un metro e settanta di altezza appoggiato ad una delle colonne del centro; senza perdere tempo la rosata si avvicinò al ragazzo in questione.
“Scusami, sei per caso Robin?” Chiese timidamente la giovane, allontanatasi dal suo pokémon e Tio.
Il ragazzo, prima distratto dai suoi pensieri sorrise ad Alisa per poi rispondere:
“Robin Otsuka in persona, cosa posso fare per te dolcezza? Vuoi un autografo? Una foto?” Propose l’ormai identificato Robin.
“No, sono qui da parte del professor Oak, mi ha chiesto di consegnarti questo pacchetto contenente un particolare tipo di pokédex.” Dismise la giovane sventolando una mano come a voler enfatizzare il fraintendimento.
“Oh… Ti ringrazio, sono passato dal laboratorio questa mattina ma il professore era impegnato a consegnare i vari starter ai nuovi allenatori.” Espresse il giovane, un solare sorriso ad arricchire il volto.
Alisa, colpita dal sorriso sincero del ragazzo, si soffermò ad osservarlo meglio;
Capelli spettinati dalla colorazione castana tendente al biondo e due smeraldi come occhi, erano le prime cose che saltavano alla vista; il giovane era vestito in modo sportivo: indossava una semplice t-shirt azzurra abbinata ad una felpa bianca dalle righe rosse sulle maniche, lunghi pantaloni blu petrolio dalle molteplici tasche, scarpe da ginnastica bianche con righe blu, rosse e a completare una sacca sportiva blu pervinca.
“Allora, mi potresti dare il pokédex?” Domandò Robin ponendo una mano in avanti.
La ragazza di riprese dalla sua trance, arrossì leggermente per poi infilare una mano nella borsa e tirare fuori il pacchetto in questione, per poi porgerlo al castano.
“Ti ringrazio!” Esclamò Robin prima di aprire la scatola; una specie di orologio bianco, rosso e nero fece la sua comparsa.
Il giovane comprendendo l’aria interrogativa della ragazza riprese a parlare:
“Questo qui è uno speciale modello di pokédex per coloro che desiderano intraprendere una carriera sportiva pur rimanendo allenatori.” Spiegò Robin ad Alisa.
“Capisco… in questo modo potete tenere il pokédex al polso ed evitare che vada perso o si rompa durante varie discipline.” Ragionò la rosa senza staccare gli occhi dallo strumento.
“Esatto! Con un pokédex come questo arrampicarsi, nuotare e correre non saranno più un problema.” Concluse Robin con un sorriso.
Improvvisamente Alisa venne tirata all’indietro da due braccia forti, braccia appartenenti ad un Tio non molto felice con Riolu aggrappato alla spalla.
“Che succede Tio?” Chiese allarmata la ragazza ormai nella presa dell’azzurro.
“Ricordi che qualche ora fa sono stato investito da un pazzo in corsa?” Domandò il ragazzo, lo sguardo fiammeggiante in direzione di Robin.
Alisa annuì con la testa per poi lasciar continuare l’amico.
“È lui!” Dichiarò l’azzurro, un indice ad indicare la figura del castano davanti a lui.
Robin, prontamente portò le mani in avanti come a volersi difender dall’accusa per poi controbattere:
“Scusami tanto! Questa mattina ero di fretta, un mio pokémon era stato avvelenato e inoltre avevo un appuntamento con il professore per ricevere il pokédex.” Si scusò il giovane.
Tio espirò profondamente per poi incontrare lo sguardo di Robin.
“Non stai mentendo… va bene, ti perdono…” Concluse l’azzurro, le mani ad allentare la presa su Alisa.
“Come fai a dire che non sto mentendo?” Chiese il castano con occhi interrogativi.
“Semplice, dalla tua A…” Iniziò l’azzurro, prima di essere interrotto dalle mani di Alisa poste a coprirgli la bocca.
“Noi dobbiamo andare, speriamo di rincontrarci Robin!” Salutò la rosa prima di prendere il proprio amico di infanzia e trascinarlo a velocità lampo verso il bancone del centro medico.
“Alla prossima…” Salutò a sua volta Robin, allibito e stupito dalla scena precedente.
 
 
“Era necessaria una scenata simile?” Domandò Alisa, un piede a battere ritmicamente il pavimento e braccia incrociate davanti al petto.
“Sei sparita! Non sapevo dove eri finita e girandomi ti vedo parlare con un ragazzo sconosciuto, mi sono preoccupato…” Esclamò Tio con lo sguardo rivolto verso terra.
“Ti capisco Tio, volevi proteggermi ma questo non vuol dire che devi aggredire una persona senza motivo, chiaro?” Ribatté la giovane dallo sguardo addolcito.
“Scusami Lisa… quando ho riconosciuto il suo odore non sono riuscito a trattenermi… non lo farò più.” Rispose infine l’azzurro in stile infantile.
“Perfetto.” Bisbigliò Alisa prima di lanciarsi in direzione del compagno e avvolgerlo in un dolce abbraccio.
Riolu che per tutto il tempo aveva assistito alla scena, decise di aggrapparsi ad una gamba della ragazza.
“Vieni qui anche tu!” Esclamò felice la giovane prima di prendere il pokémon e aggiungerlo all’abbraccio, la rabbia precedente ormai svanita.
 
 

“Ecco fatto, da ora sei ufficialmente iscritta alla Lega di Kanto!” Dichiarò un allegra infermiera Joy.
“Grazie mille!” Fu la risposta di Alisa verso la donna.
Dopo aver ripreso il suo pokédex, utilizzato per l’iscrizione, la ragazza si diresse insieme ai suoi due compagni verso uno dei vari tavoli liberi presenti nell’edificio.
“La prossima città è Smeraldopoli, ho fatto qualche ricerca e sembra che l’attuale Capopalestra sia molto forte e utilizzi pokémon di tipo Terra.” Spiegò la giovane.
“Che ne dici di raggiungere la città e fermarci qualche giorno ad osservare le lotte in palestra, allenandoci al contempo?” Suggerì Tio, gli occhi concentrati sull’amica.
“Mi sembra un'ottima idea, visto che ancora non ho medaglie il Capopalestra dovrà utilizzare determinati pokémon presumibilmente non troppo forti.” Concordò la ragazza, una mano distratta ad accarezzare il piccolo Riolu seduto sulle gambe della ragazza.
Prima che il Alisa potesse alzarsi, una voce femminile richiamò la sua attenzione.
“Scusatemi… ho sentito che volete dirigervi a Smeraldopoli…”
Davanti alla rosata si parò una giovane ragazza inferiore al metro e sessanta dagli sgargianti capelli biondi e occhi chiari; la ragazza vestiva una semplice felpa color canarino, leggings bianchi e scarpe da ginnastica scure, alle sue spalle troneggiava un bellissimo esemplare di Typhlosion, una creatura quadrupede in piedi sulle zampe posteriori dal corpo prevalentemente color crema se non per il retro color verde scuro, il pokémon in questione osservava la bionda, due piccole orecchie triangolari sull’attenti.
“Sì, siamo diretti a Smeraldopoli.” Rispose Alisa, un leggero sorriso rivolto alla bionda.
“Mi chiamo Ellie e volevo chiedervi di venire con voi, sapete abito lì, sono scesa a Biancavilla per poter riceve la mia licenza di allenatrice…” Dichiarò Ellie molto timidamente.
“Certamente, più siamo e meglio è! No, Tio?” Esclamò entusiasta Alisa per poi rivolgersi all’ azzurro.
“Sicuro! Benvenuta a bordo Ellie.” Confermò il ragazzo con un sorriso.
“Grazie mille!” Fu la risposta della bionda.
 
 
 

[Luogo Sconosciuto]
 



“Signore, i nostri agenti ci hanno riferito di aver localizzato il flauto.” Una voce di donna, proveniente da un apparecchio elettronico spezzò il silenzio formatosi nell’ ufficio.
L’uomo alla scrivania premette un pulsante per poi parlare:
“Che bella notizia mia cara… il progetto ARK sta filando alla perfezione ed ora con il potere del flauto riusciremo a realizzare il nostro piano; K, riferisci agli agenti di recuperare al più presto l’oggetto e di portarlo alla base…”
“Come desidera.” Fu la secca risposta della donna ,prima che il silenzio tornasse ad avvolgere la stanza.






Note di Autrice

 
Eccomi qui con un nuovissimo capitolo della mia storia ad OC.
Come potete notare amo dare ad ogni cosa il suo tempo, la narrazione vi sembrerà forse lenta ma non posso farci nulla D: Odio veramente tanto andare di fretta.
Cambiando discorso, finalmente vediamo apparire 2 dei vostri personaggi, uno dei quali viaggerà con Alisa per raggiungere la città di Smeraldopoli (Viridian City); Alisa ha ricevuto il suo primo pokémon e nel finale abbiamo qualche accenno ad un piano che coinvolge un certo flauto… ;)
Non mi resta niente da dire se non invitarvi al prossimo capitolo della storia :D
 
Shirona
 
P.S Appariranno molti altri OC date il tempo al tempo ;)

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Capitolo 4
*** First Battle ***




Capitolo 3
First Battle
 




[Regione di Kanto – Percorso 1]
 

 


“Secondo i miei calcoli, dovremmo riuscire a raggiungere la città di Smeraldopoli nel tardo pomeriggio.” Spiegò con voce calma un ragazzo dagli stravaganti capelli azzurri, la cui attenzione era rivolta ad una cartina della zona che egli teneva tra le mani.
“Si questo passo, resterà del tempo per visitare la città. Non sei contenta Lisa?” Continuò l’azzurro, le gambe impegnate a mantenere una veloce andatura.
Non udendo una risposta, il ragazzo decise finalmente di alzare gli occhi dalla cartina per poi guardarsi alle spalle in cerca della sua compagna di viaggio.
“Lisa?” Domandò il giovane al vento, la voce intrisa già di una certa paura per il fato dell’amica.
“Tio!” Gridò una voce femminile in lontananza, voce proveniente dal piccolo bosco superato in precedenza dal giovane.
Riconoscendo all’istante la voce di Alisa, Tio si mise a correre rientrando nella vegetazione.
Dopo qualche minuto di corsa, il ragazzo si ritrovò in prossimità di un fiumiciattolo; aguzzando la vista, l’azzurro riuscì a distinguere le figure delle sue due compagne di viaggio, sedute su delle grandi rocce a lato del fiume.
 
 

“Quest’acqua è fantastica!” Esclamò una giovane ragazza dai vivaci capelli rosati, le proprie gambe immerse nel fiume e il volto rivolto verso l’alto a godersi i caldi raggi del Sole.
“Hai ragione, dopo ore passate incessantemente a correre è fantastico potersi riposare un po’” Concordò una ragazza dai corti capelli biondi e dagli occhi celesti, seduta a fianco della rosata nella medesima posizione.
Le due rimasero in silenzio per qualche secondo, poi la bionda prese a parlare:
“Alisa? Non sei preoccupata per Tio? Ormai sono passati diversi minuti da quando ci siamo separati…” Chiese timidamente la giovane dai capelli color limone.
 “Non preoccuparti Ellie, se Tio ci avesse aspettate e ascoltate, ora sarebbe qui con noi a rinfrescarsi, inoltre ho provato a richiamarlo.” Rispose decisa la rosata, l’attenzione ora rivolta alla compagna intenta nel momento ad accarezzare il proprio Typhlosion.
“Vi ho trovate!” Dichiarò una giovane voce maschile, proveniente dagli alberi costeggianti il fiume.
Le due ragazze spostarono l’attenzione sulla vegetazione alle loro spalle, per poi secondi dopo ritrovarsi davanti il volto irato del loro compagno di viaggio Tio.
“Finalmente! Grazie per averci aspettate…Tio.” Esclamò Alisa intenta ad uscire dall’acqua per asciugarsi.
“Potevi avvisarmi della vostra piccola sosta.” Replicò il giovane.
“Ci abbiamo provato! Ma hai continuato a camminare e parlare da solo!” Ribatté Alisa, dopo aver rindossato le proprie scarpe.
“Ero solo eccitato all’idea dell’avventura…” Rispose infine il ragazzo.
I due giovani si fissarono intensamente negli occhi a volersi sfidare, solo la voce di Ellie li riportò alla realtà.
“Ehm… ora che ci siamo riposate, potremmo continuare verso la città no?”
L’azzurro e la rosata sbuffarono all’unisono per poi darsi le spalle.
Ad interrompere l’atmosfera creatasi, fu il brontolare dello stomaco del Typhlosion di Ellie che resosi conto dell’azione involontaria prese letteralmente fuoco dall’imbarazzo nella parte posteriore del proprio corpo.
I tre ragazzi davanti alla scena non poterono far altro che abbandonare l’espressione seria, per poi scoppiare in una fragorosa risata di gruppo.
“Tregua pranzo?” Domandò Tio, una mano a scacciare alcune lacrime dall’occhio.
“Tregua Pranzo.” Confermò Alisa nella stessa situazione del giovane.
 
 

I tre decisero con voto unanime di fermarsi in riva al fiume, così iniziarono a tirare fuori dai rispettivi zaini il necessario per preparare un pasto.
“La mamma se non sbaglio ci ha preparato degli Onigiri e prima di partire ho comprato un po’ di cibo per Pokémon.” Esclamò Alisa, una mano nella propria borsa intenta a ricercare gli oggetti in questione.
“Io ho portato del Ramen!” Dichiarò Tio, un sorriso di gioia a dipingergli il volto e le mani a tenere tre coppette dagli sgargianti colori.
“Io invece ho varie merendine e qualche bacca…” Sussurrò la bionda, le mani all’interno della propria borsa color canarino.
“Perfetto! Per pranzo può bastare, dobbiamo ricordarci però di fare scorta di cibo arrivati in città.” Affermò la rosata, una mano a passare ad Ellie una palla di riso.
Dopo aver ringraziato Alisa, la bionda si fermò sul ragazzo dai capelli azzurri, ora intento a parlare con Typhlosion.
“Che succede?” Chiese curiosa Ellie, rivolta al giovane.
“Nulla, stavo solo chiedendo al tuo amico se può aiutarmi a cuocere il Ramen.” Fu la risposta che la giovane ricevette, risposta che le fece scendere un grande gocciolone dalla fronte.
“Credo che non ci siano problemi… vero Typhlosion?” Domandò Ellie al proprio Pokémon.
Typhlosion guardò l’amica con gli occhi sbarrati per poi espirare dell’aria e fare cenno con la testa in segno di approvazione.
Alisa nel mentre, decise di far uscire il suo piccolo Riolu al fine di sfamarlo; la ragazza premette il centro della sfera poké ed in un fascio di luce il Pokémon dalla forma canina fece la sua comparsa.
“Hai fame Riolu?”
 
 




Concluso il pranzo, i tre ragazzi decisero di riprendere il cammino verso la città ma un agghiacciante gridò di terrore li fece desistere dalla scelta.
“Ma cos-!” Tio non fece in tempo a concludere la domanda, una ragazza dai vivaci capelli arancioni, dagli occhi color smeraldo e dai vestiti chiari passò urlando come una forsennata; dietro di lei uno stormo di Beedrill.
“Correte!” Fu l’unica cosa che l’azzurro riuscì ad urlare prima di darsi alla fuga nella stessa direzione presa dalla ragazza in fuga.
Alisa e Ellie non se lo fecero ripetere, in un momento partirono all’inseguimento di Tio e alla fuga dallo sciame inferocito di api dall’enorme e letale pungiglione.
Dopo circa 10 minuti di sfrenata corsa, i ragazzi si fermarono in una radura per riprendere fiato, ma non prima di essersi accertati di aver seminato il gruppo Pokémon selvatici; Tio fu il primo a riprendersi, così come a prendere parola:
“State tutte bene?” Domandò con aria preoccupata il giovane, gli occhi rivolti verso le sue due compagne e la nuova arrivata.
“Tutto bene, dammi solo un secondo per riprendere aria…” Rispose debolmente Alisa, una mano sul cuore a volerne placare il battito.
“Idem!” Affermò Ellie ormai distesa a terra.
“Anche io sto bene, grazie per la preoccupazione.” Ringraziò la straniera con un sorriso.
La ragazza, come il gruppo poté notare, indossava una semplice felpa a zip, bianca dalle decorazioni celesti, shorts in tema con la felpa ed infine scarpe da ginnastica anche esse bianche; a livello fisico, la nuova arrivata sembrava dimostrare 19 anni, pelle chiara e lineamenti dolci, erano accompagnati da grandi occhi smeraldini e da capelli arancioni a caschetto molto disordinato.
“Scusatemi tanto ragazzi, stavo pescando in riva al fiume e all’improvviso quei Beedrill hanno iniziato ad attaccarmi…” Si scusò la giovane, enfatizzando il tutto con un inchino.
“Nessun problema, una corsetta per digerire ci voleva!” Sdrammatizzò Tio, una mano a grattarsi la nuca.
“Tio ha ragione, la cosa importante è che nessuno di noi si sia ferito.” Appoggiò Alisa con fermezza, poggiando una mano sulla spalla della ragazza dal chioma solare.
La straniera, alzò il capo e sorrise al gruppo per poi riprendere a parlare:
“Grazie mille per la comprensione. Dovete sapere che ho una grande fobia per i Pokémon di tipo Coleottero e quando ne vedo uno… insomma… avete capito no?” Domandò ironicamente.
“Ci siamo fatti un idea…” Rispose Alisa, un sorriso divertito a farsi strada sul viso.
“Misty.” Si presentò l’arancio, portando una mano avanti in segno di stretta.
“Io sono Alisa, Ellie e il suo Typhlosion, questo è il piccolo Riolu e il ragazzo si chiama Tio.” Contraccambiò il gesto la rosata, mentre presentava i suoi compagni, indicandoli rispettivamente con la mano libera.
Seguì un breve silenzio che venne rotto dai pensieri a voce alta di Tio.
“Ora ricordo! In questo mese, molti esemplari di Kakuna evolvono per poi divenire Beedrill… Non essendo abituati al cambiamento del proprio corpo, questi neo-evoluti Pokémon rischiano di perdere il controllo…” Ricordò a voce alta il ragazzo dagli occhi scarlatti, un pugno ad incontrarsi con l’altra mano a mo’ di martello.
Una piccola vena, accompagnata da un cupo alone, prese forma sul viso sorridente di Alisa, prima che forti urla di dolore risuonassero per tutto il percorso 1.
 
 

“Allora… Siete diretti a Smeraldopoli?” Domandò Misty, con aria interrogativa.
“Esattamente! Voglio sfidare la Palestra e vincere la mia prima medaglia.” Rispose entusiasta Alisa.
Misty, guardò con aria stupita la giovane, rimanendo in silenzio.
“Qualche problema?” Domandò Alisa, curiosa riguardo al silenzio della nuova conoscenza.
“Evidentemente non lo sai Alisa, ma prima di sfidare la Palestra di Smeraldopoli, è necessario ottenere le altre medaglie.” Esclamò l’arancio, occhi fissi sulla rosata.
“Non lo sapevo… la guida Pokémon dice che è possibile decidere quale Palestra sfidare per prima…” Dichiarò la giovane con aria sorpresa.
“Sì, normalmente è così… Ma il Capopalestra in carica si rifiuta di combattere contro allenatori in erba; non c’è nulla di scritto, ma è impossibile fargli cambiare idea…” Concluse Misty con aria sconsolata.
“Allora non posso farci nulla, non mi resta che raggiungere Smeraldopoli, fare provviste e dirigermi verso la prossima città.” Elaborò Alisa ad alta voce, una mano sul mento.
Ellie, che per tutto il tempo era rimasta in silenzio, prese parola:
“Una volta arrivati in città se vuoi posso portarti a fare un giro, magari potresti anche allenare i tuoi Pokémon in vista della battaglia in Palestra.” Propose la bionda timidamente.
“Grazie mille Ellie, mi sarebbe davvero di aiuto una guida.” Affermò la rosata con un sorriso.
“Non c’è problema!” Dichiarò nuovamente Ellie, ricambiando il sorriso.
All’improvviso, Misty decise di alzarsi dal prato in cui il gruppo aveva deciso di fermarsi, per poi allungare una mano in direzione di Alisa.
“Cosa?” Domandò Alisa, non avendo idea dei piani della più grande.
“Ti va una sfida amichevole?” Propose l’arancio con un sorriso.
Alisa spalancò gli occhi per poi rispondere:
“Veramente… questa sarebbe la mia prima vera battaglia… avevo in mente di allenarmi con i Pokémon selvatici della zona, prima di cimentarmi contro altri allenatori; inoltre Riolu è ancora giovane e io-“ Iniziò la rosata, prima di essere interrotta da due dita a bloccargli le labbra.
“Non preoccuparti, lasciati andare… vedrai sarà divertente!” Riprovò Misty.
“Va bene.” Esclamò Alisa, il suono della frase contorto dalle labbra serrate.
 
 


“Sarà una sfida 1 contro 1, il primo Allenatore che riesce a metter K.O. il Pokémon avversario vince.” Spiegò con calma Misty.
“Ok…” Rispose Alisa, la voce debole e insicura.
“Allora diamo inizio alle danze, scendi in campo Corsola!” Esclamò la giovane dai capelli tramonto per poi lanciare una Pokéball a terra; subito da essa scaturì un fascio di energia che andò a dissolversi lentamente, lasciando al suo posto un Pokémon rosa dalla forma di corallo con varie protuberanze ed un corno in fronte.
Alisa mise mano al proprio Pokédex, lo accese per poi analizzare il Pokémon di Misty; lo strumento emise un breve suono per poi parlare con voce meccanica:

Corsola, il Pokémon corallo. Questo tipo di Pokémon ama le acque calde del Sud, la sua pelle cresce e muta di continuo e le sue ramificazioni sono in grado di rigenerarsi velocemente se spezzate.
Questo esemplare è una femmina, tipo Acqua/Roccia.

Dopo aver ascoltato il Pokédex, Alisa decise di indirizzarlo verso il suo starter.

Riolu, il Pokémon Emanazione. I Riolu sono in grado di controllare una forza definita Aura, una loro particolare abilità è la possibilità di vedere le emozioni di ogni essere vivente; questi Pokémon amano l’attività fisica e si dice siano in grado di scalare tre montagne e due canyon in una sola notte senza stancarsi
Questo esemplare è un maschio, tipo Lotta.
Abilità: Cuordeciso, Mosse apprese: Attacco rapido, Resistenza, Contrattacco e Calciardente.

“Te la senti Riolu?” Domandò con aria preoccupata la giovane; il piccolo canide per risposta emise un breve guaito, annuì vigorosamente con il capo e prese posizione davanti alla propria Allenatrice.
“A te la prima mossa Alisa!” Urlò Misty, diversi metri in lontananza.
“Va bene, Riolu usa Attacco rapido!” Comandò Alisa con convinzione.
Riolu, ora avvolto in una luce bianca, partì in direzione dell’avversario ad alta velocità;
“Schivalo Corsola, poi contrattacca con azione!” Ordinò Misty dal suo lato del campo.
Il Pokémon di Misty schivò agilmente il proprio avversario, per poi caricarlo con tutto il corpo; Riolu si ritrovò a volare per qualche metro, finendo a terra rovinosamente.
“Ce la puoi fare Riolu, vai con Contrattacco!” Esclamò preoccupata Alisa.
Il Pokémon ormai tornato in piedi, si diresse velocemente contro Corsola colpendolo con un potente pugno in pieno volto; il Pokémon corallo si lasciò scappare un piccolo grido di dolore per poi riprendersi e tornare in posizione di attacco.
“Avanti Corsola! Vai con Sparalance!” Gridò nuovamente Misty, la voce ricolma di eccitazione.
“Presto Riolu, utilizza Resistenza!” Fu la rapida controffensiva di Alisa.
Un attimo dopo, numerosissime lance di energia andarono a colpire il corpo del piccolo Riolu, corpo avvolto ora da una vivida energia rossa; il Pokémon emanazione si ritrovò a stringere i denti dal dolore, ma miracolosamente riuscì a non finire K.O.
“Vediamo di finirla, Corsola usa Bollaraggio!” Comandò con decisione l’arancio.
Alisa non fece in tempo a dare direzioni al proprio Pokémon, questi venne tempestato da numerosissime bolle d’acqua che esplosero al contatto; si udì una piccola esplosione e si alzò allo stesso tempo un po’ di polvere.
Al diradarsi della piccola nube formatasi, la figura dell’ormai esausto Riolu risaltava all’occhio.
“Riolu!” Gridò preoccupata Alisa, correndo in direzione del suo Pokémon ormai fuori combattimento.
“Olu…” Fu la debole risposta del Pokémon.
Una volta raggiunto il canide, Alisa decise di prenderlo tra le braccia per poi repentinamente tirare fuori dalla propria borsa una bacca blu; subito porse il frutto a Riolu che debolmente prese a mangiarlo.
Tio, Ellie e Typhlosion che erano rimasti a fare da spettatori, si diressero verso la rosata inginocchiata a terra; Tio mise una mano sulla spalla dell’amica e Ellie si abbassò all’altezza di Alisa per controllare la situazione.
Ad unirsi al piccolo gruppetto fu Misty che dopo essersi inginocchiata, prese a spruzzare una strana fiala violacea sulle ferite riportate da Riolu; subito il piccolo si sentì meglio e anche se debolmente riuscì ad avvolgere le proprie zampe intorno al collo di Alisa.
“Mi spiace esserci andata pesante, non era mia intenzione ferire Riolu…” Si scusò Misty.
“Non preoccuparti, in una lotta Pokémon questo succede sempre; inoltre grazie a te ho finalmente potuto provare il brivido delle lotte.” Esclamò Alisa, lo sguardo concentrato sul Pokémon tra le sue braccia.
“Se può consolarti, tu e Riolu ve la siete cavata alla grande! Anche non conoscendo le mosse del tuo Pokémon sei riuscita a danneggiare il mio Corsola, che ha molta esperienza nel campo delle lotte.” Lodò Misty la rosata.
“Grazie, suppongo che sia necessario molto allenamento… se vogliamo vincere la sfida in Palestra…” Rispose Alisa.
“Siete stati bravi, per la vostra prima lotta siete riusciti a tenere testa ad un Pokémon ben allenato.” Esclamò Tio, la mano ancora sulla spalla dell’amica.
“Tio ha ragione, la tua reattività nell’utilizzare Resistenza è stata perfetta.” Concordò Ellie intenta ad accarezzare il proprio Pokémon dietro le orecchie.
“Grazie mille ragazzi, ma una sconfitta è una sconfitta; quanto ti devo Misty?” Domandò la rosata, cercando con lo sguardo gli occhi dell’altra.
“Nulla! Assolutamente nulla, sono stata io a proporre questa amichevole, volevo aiutarti a prendere confidenza con le lotte Pokémon.” Rispose l’arancio, mani davanti al viso ad enfatizzare il tutto.
“Oh… se è così grazie mille, mi è stato utile sperimentare una vera lotta Pokémon, soprattutto contro un’allenatrice come te.” Ringraziò Alisa con un sorriso.
Seguì un momento di silenzio, poi Misty riprese a parlare:
“Credo per me sia ora di andare, è stato bello conoscervi e scappare insieme da quegli orrendi insetti.” Dichiarò la ragazza, ora in piedi ed intenta in un leggero inchino.
“Grazie di tutto Misty, senza di te non so quando avrei trovato il coraggio di sfidare qualcuno.” Contraccambiò la rosata, porgendo in avanti una mano.
Seguì una stretta di mano, poi Misty iniziò ad incamminarsi in direzione del fiume; all’improvviso sembrò ricordarsi qualcosa e si girò verso il gruppo.
“Oh… una cosa Alisa, non perdere! Non lasciarti battere fino alla nostra rivincita siamo intese?” Gridò/Domandò un ormai lontana Misty.
“Va bene Misty! Te lo prometto!” Urlò di rimando la rosata, sventolando la propria mano in segno di saluto.
Alisa, Tio, Ellie e Typhlosion decisero di rimettersi in marcia per raggiungere Smeraldopoli; all’improvviso Tio si fermò sul posto con aria pensierosa, batté una mano a pugno sull’altra aperta per poi esclamare:
“Ora ricordo! Il nome, i capelli arancio e Pokémon di tipo Acqua, non posso sbagliarmi!”
“Cosa intendi Tio?” Domandò Ellie con aria confusa.
“Mi riferisco a Misty, mi sembrava di conoscerla ed ora mi sono ricordato il perché!” Continuò l’azzurro felice.
“Sarebbe?” Chiese Alisa, un sopracciglio innalzato e lo sguardo puntato sull’amico.
“Misty è un Capopalestra, La Capopalestra di Celestopoli!” Concluse Tio, soddisfatto.
E così nel Percorso 1 riecheggiarono nuovamente grida di dolore…







Note dell’Autrice:
Inizio con lo scusarmi per il mio ritardo, tra Scuola ed impegni è davvero difficile trovare tempo per scrivere.
In questo capitolo non compaiono altri OC, ma abbiamo invece il ritorno di una nostra vecchia conoscenza XD; vi assicuro che nel prossimo vedremo comparire diversi OC, quindi abbiate un po’ di pazienza.
Passando alle recensioni, vedo che molti di voi già iniziano a speculare riguardo alla trama e l’identità dei vari personaggi; purtroppo non posso dire nulla in merito, ma alcuni di voi sono molto vicini alla risposta.
Ora, una richiesta non da poco: Personalmente ho trovato veramente difficile descrivere la lotta tra Riolu e Corsola, se qualcuno di voi volesse consigliarmi un metodo da seguire, sarei molto grata; il problema sono le ripetizioni in cui si rischia di cadere, la lotta va avanti come un elenco puntato e questo porta a dover utilizzare i nomi dei Pokémon troppo spesso. (Mi riferisco soprattutto a lotte di Pokémon potenti che possono durare molto.)
 
Per concludere, non posso far altro che ringraziarvi nuovamente per le belle parole che lasciate e dei vari consigli, veramente grazie di cuore! ^^
Vi invito a lasciare qualche parola come Recensione se apprezzate la storia, un bacione a tutti e a presto con il prossimo capitolo Rivals!
Shirona

Tio: http://it.tinypic.com/r/ab1fes/9  

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