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di amas95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova vita ***
Capitolo 2: *** Amore perduto ***
Capitolo 3: *** Finchè dura poco ***
Capitolo 4: *** Luna e parenti serpenti ***
Capitolo 5: *** Malinconia ***
Capitolo 6: *** Novità ***
Capitolo 7: *** Nient'altro che la verità ***
Capitolo 8: *** Giuro solennemente di non avere buone intenzioni. ***
Capitolo 9: *** Missione Mandragola ***
Capitolo 10: *** Rebel Rebel ***
Capitolo 11: *** Questione di sguardi ***
Capitolo 12: *** Addio ***
Capitolo 13: *** Ricominciare ***
Capitolo 14: *** Farci l'abitudine ***
Capitolo 15: *** Natale '73 ***
Capitolo 16: *** Ragione o Sentimento? ***
Capitolo 17: *** Quello che voglio ***
Capitolo 18: *** Le vecchie abitudini ***
Capitolo 19: *** Piccola anima ***



Capitolo 1
*** Una nuova vita ***


"Nelly, tesoro! Sbrigati, o farai tardi e perderai il treno!" urlò una anziana signora dal temperamento docile.
Chiamava sua nipote e la esortava a fare in fretta o avrebbe perso il treno per andare a scuola. E quello non era un giorno qualunque: sua nipote Nelly quell'anno avrebbe iniziato a studiare alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. La signora Hill era rimasta senza parole, quando una donna con il cappello a punta durante l'estate si presentò a casa loro per spiegare che la piccola Penelope era una strega e avrebbe studiato in quella scuola per controllare i suoi poteri magici.
I genitori di Penelope - chiamata affettuosamente da sua nonna Nelly - erano morti tragicamente in un incidente stradale sei anni prima, e la bambina era stata affidata a sua nonna, l'unico parente che le fosse rimasto. Sebbene la signora Hill avesse già 75 anni quando suo figlio e sua nuora morirono, fu ben lieta di prendere con sè la sua unica nipotina, di allevarla e accudirla. Ora che aveva 81 anni si sentiva stanca, ma era orgogliosa della sua piccola Nelly.
"Nelly, insomma! Sei pronta?" incalzò di nuovo la signora Hill.
"Sì nonna, arrivo!" gridò la bambina dal piano di sopra.
La ragazzina si materializzò all'inizio delle scale con un baule più grande di lei, e dando un calcio ad esso lo fece scivolare giù per le scale creando un rumore assordante e facendo spaventare la nonna; poi si sedette sul corrimano e scivolò anche lei giù balzando agilmente davanti alla nonna.
L'anziana donna la guardò con un'aria di rimprovero, e la bambina si guardò i piedi dispiaciuta.
"Scusa nonna, era troppo pesante da portare giù per le scale!" si giustificò Nelly che aveva ancora uno sguardo colpevole e dispiaciuto.
La nonna che proprio non riusciva ad essere severa con sua nipote, le sorrise e le baciò la fronte con dolcezza. Poi guardò i vestiti che Nelly si era messa e la sua espressione tornò corrucciata.
"Hai intenzione di andare alla nuova scuola così, Penelope?" la rimproverò chiamandola con il suo nome intero.
La ragazzina secondo sua nonna non si vestiva mai in maniera femminile: infatti odiava le gonnelline, i fiori e il rosa. Il suo modo di vestire era in netto contrasto con il suo aspetto: aveva lunghi capelli biondi e lisci, due occhi chiari grandi e distanti e la bocca carnosa. Di solito amava vestirsi come un maschiaccio con jeans e t-shirt maschili e anche quella mattina non rinunciò al suo stile inconfondibile. Si era messa, infatti, un paio di jeans strappati e una magliettina rossa e aggrinzita.
Nelly guardò sua nonna con aria di sfida stavolta ed annuì.
"Sei un caso perso.." disse la signora Hill rassegnata.
Penelope prese il suo baule, fortunatamente dotato di ruote, e lo trascinò fuori di casa. Nonna e nipote presero il bus ed arrivarono a King's Cross dove una nuova esperienza attendeva la piccola Nelly.
"La professoressa McGrannit ha detto che devi attraversare il muro tra il binario 9 e 10?" chiese per l'ennesima volta la signora Hill.
"Sì" - rispose Nelly - Ora devo andare nonna, o perderò davvero il treno. Stai tranquilla, appena arrivo ti scrivo."
"Non cacciarti nei guai fin da subito, tesoro. Va bene?"
"Ci proverò nonnina. E tu non sentire troppo la mia mancanza.. - iniziò a dire Nelly quando si accorse dei lacrimoni che scendevano giù dalle guance di sua nonna - Natale arriverà presto!"
"E' vero - annuì la signora Hill asciugandosi le lacrime - Buon viaggio!"
Penelope baciò sulla guancia sua nonna e si diresse verso il muro misterioso. A tagliarle la strada fu un ragazzino dai capelli lunghi e neri che con facilità attraversò il muro e sparì dall'altro lato.
Penelope lanciò un altro sguardo a sua nonna che la incoraggiò ad andare e si fiondò attraverso quel muro; quando riaprì gli occhi si ritrovò davanti a tanti genitori che salutavano i propri figli e al lato un enorme treno rosso fiammante. Un nanosecondo dopo essere uscita dall'altra parte del muro si scontrò contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Lo stesso ragazzino che le aveva tagliato il cammino qualche minuto prima era ora a terra mentre si grattava il cuoio capelluto; un alto uomo dai capelli altrettanto scuri e lunghi lo aiutò ad alzarsi con un'espressione severa e fu affiancato da una donna altrettanto austera e vestita di nero da capo a piedi.
"Scusatemi, per me è la prima volta.. io.." disse Penelope imbarazzata e dispiaciuta.
Non sapeva nemmeno perchè si stava scusando; lo sguardo di quei signori sembrava inquisitorio e allo stesso tempo sprezzante. Nel frattempo il ragazzino si era alzato e si divincolò dalla presa del padre.
"Tranquilla, non c'è problema. Sto bene! Piacere Sirius Black..!" disse.
Penelope sentì accendersi un fuoco sulle sue guancia paffute.
"Sirius, non parlare con una sanguesporco!" urlò la signora bionda vestita di nero.
Sirius, lanciando un'occhiata ai suoi genitori e presumibilmente a suo fratello, aiutò Penelope a mettere il baule sul carrello e la invitò a seguirla.
La ragazza era rimasta in silenzio e si voltava ancora a guardare quegli strani signori che la fissavano in cagnesco; si chiedeva perchè l'avevano chiamata sanguesporco e cosa aveva fatto di  male da essere odiata così senza motivo.
"Ehi, mi senti? - disse Sirius passando una mano davanti al viso di Penelope - Non mi hai ancora detto come ti chiami!"
"Oh scusami - rispose la ragazzina riprendendosi come da un sogno ad occhi aperti - Mi chiamo Penelope Hill, ma siccome è un nome troppo lungo, puoi chiamarmi Nelly, se ti va."
"Piacere Penelope, detta Nelly"
Il ragazzino le sorrise come solo lui sapeva fare: i suoi modi spigliati e da diavoletto gli conferivano un certo fascino che aggiunto alla sua naturale eleganza e bellezza lo facevano apparire come un dio agli occhi di Penelope. D'altro canto Sirius iniziava a nutrire già una certa simpatia per la ragazzina bionda che aveva accanto.
"Quelli sono i tuoi genitori?" chiese Nelly incuriosita mentre Sirius con un po' di fatica cercava di mettere il baule della ragazza sul treno.
"Sì, purtroppo..." rispose Sirius amareggiato.
Penelope fece una smorfia. Avrebbe preferito avere dei genitori insopportabili anzichè non averne proprio. Sirius la guardò interdetto e poi fece la domanda che si pentì di aver fatto dopo qualche secondo.
"E i tuoi non ci sono?"
"I miei sono morti cinque anni fa, e mia nonna non vuole attraversare questo muro perchè ha paura di schiantarsi contro."
Sirius fu colpito dalla tranquillità con cui Penelope parlò della morte dei suoi genitori, tanto che il suo baule per poco gli cadde sui piedi.
"Sta attento!" disse Nelly che con un semplice gesto lo aiutò a mettere il baule sul treno.
"Mi dispiace.." si scusò Sirius.
"Per cosa?" chiese sorridente la ragazzina.
"Per i tuoi genitori.."
"Oh, anche a me.. non puoi sapere quanto!- disse Nelly con gli occhi lucidi - Ma mia nonna dice sempre che chi ci ha amato non ci lascia mai per davvero, sono sempre qui, nel nostro cuore."
"Saggia la nonna!" disse Sirius sorridendo.
I due ragazzini salirono sul treno e presero posto in uno scompartimento vuoto che dopo poco fu occupato da altri due ragazzi. Il primo, un ragazzino dai capelli biondo cenere e gli occhi verdi, si chiamava Remus John Lupin; Penelope notò delle enormi cicatrici rosse sul suo viso, ma non la turbarono o impressionarono più di tanto. L'altro che sembrava già andare d'accordo con Sirius, si chiamava James Potter, portava degli occhialetti tondi e i capelli scuri scompigliati. A metà del viaggio entrarono nello scompartimento altri due studenti, una ragazzina dai folti capelli rosso cupo e un soggetto alquanto strano dalla carnagione giallastra, il naso aquilino e gli occhi neri come i suoi capelli.. unti. I due sembravano conoscersi e parlavano di libri e di studio, mentre James e Sirius parlavano di Quidditch.
"Penso che noi due diventeremo grandi amici." disse James a Sirius.
"Lo penso anche io. - aggiunse l'erede dei Black - In che casa vorresti capitare se potessi scegliere?"
"Grifondoro, dove dimorano i coraggiosi di cuore! Come mio padre.. - James colse l'espressione contrariata del ragazzino dai capelli scuri che doveva chiamarsi Severus e aggiunse - Hai qualche problema??"
Sul viso di Severus si materializzò un'espressione di sfida.
"No, se preferisci essere muscoloso e non intelligente."
La faccia di James si rabbuiò.
"Non sarò intelligente come te, ma almeno non ho i capelli unti come i tuoi."
La ragazzina dai capelli rossi si destò dalla sua lettura.
"Che modo intelligente di portare avanti una discussione signor..."
"Potter - completò la frase James - E comunque non credo siano affari tuoi, signorina.."
"Evans! Andiamo Severus, non abbiamo nulla da condividere con questa gentaglia.."
La rossa prese per il polso il suo amico ed insieme lasciarono lo scompartimento.
Penelope scoppiò a ridere guardando l'espressione offesa di James e Remus e Sirius si unirono a lei.
"Cosa avete da ridere voi?" esclamò l'occhialuto maghetto.
"La tua faccia, è così divertente!" disse Sirius, mentre si teneva la pancia per le tante risate.
"Giuro che quel tipo non la passa liscia.."
 
Scesi dal treno, tutti gli studenti del primo anno seguirono come di consueto il mezzo gigante Hagrid. Nelly, guardandolo dal basso e non sapendo le sue origini, rimase stupita dall'altezza di quell'uomo.
"Mi scusi, posso chiederle quanto è alto?" chiese Nelly attirando l'attenzione di Hagrid con la sua voce squillante.
"E tu chi sei?" rispose di rimando il mezzo gigante.
"Sono Penelope Hills, primo anno... - disse imbarazzata - Deve scusarmi, sono cresciuta tra i babbani e non ho mai visto una persona alta come lei!"
Hagrid sorrise e con la manona le scompigliò i capelli.
"Sono alto 3 metri circa, non è tanto bello vedere la gente dall'alto, sai?"
"Nemmeno dal basso, se è per questo!" aggiunse Nelly sorridente.
Mentre Hagrid radunava gli altri studenti, Remus si avvicinò a Penelope e gli spiegò che presumibilmente il custode delle Chiavi e dei luoghi di Hogwarts doveva essere un mezzo gigante, e quando Nelly gli chiese stupita se esistessero davvero e non fossero solo presenti nelle fiabe, Remus sospirò.
"Ti posso assicurare che le fiabe sono più verosimili di quanto tu possa credere."
"Come sai tutte queste cose? I tuoi genitori sono entrambi maghi?" chiese Nelly, mentre salivano sulla barca insieme a Sirius e James.
"No, sono un mezzosangue.."
Nelly lo guardò stralunata.. quante cose aveva da imparare, pensò.
"Un mezzosangue è una persona che ha metà sangue magico e metà sangue babbano. Un purosangue invece ha entrambi i genitori maghi.." spiegò James.
Nelly pensò alle parole dei genitori di Sirius e capì al volo il significato della parola 'sanguesporco'. Sirius la guardò dispiaciuto, come se avesse capito a cosa stesse pensando.
"E quindi perchè io sono una strega se nessuno dei miei genitori lo era?"
"Probabilmente qualche tuo avo avrà sposato un magonò in passato e.." iniziò a dire Remus ma fu bloccato da Sirius.
"Un magonò è una persona che è nata da genitori maghi ma non ha poteri." le bisbigliò in un orecchio.
".. e dicevo, i poteri magici ti sono stati tramandati nel tempo." finì Remus.
"Wao, che figata. Grazie, ragazzi!" rispose Nelly felice di aver conosciuto quei ragazzi tanto simpatici.
 
Quando entrarono nel castello, Penelope iniziò a sentire scorrere l'adrenalina dentro le sue vene: il castello era bellissimo, non aveva mai visto nulla di simile!
Ad un certo punto sentì una voce richiamarli e subito riconobbe la professoressa McGrannit, la quale le fece un occhiolino e le sorrise amichevolmente. Poi riprese il suo cipiglio austero e serio e disse:
"Benvenuti ad Hogwarts! Il banchetto avrà inizio a breve, ma prima di prendere posto in Sala Grande, avrà luogo la cerimonia dello Smistamento, durante la quale ognuno di voi verrà assegnato alla propria casa. Prego, seguitemi!"
In quel preciso istante, Nelly sentì le sue gambe tremare e lo stomaco fare tante capriole.
"Sei agitata?" le chiese Sirius.
Lei si limitò ad annuire.
"Anche io.."
Nelly avrebbe tanto voluto chiedergli il perchè; lei era agitata senza un motivo, o forse un motivo c'era: ora che aveva conosciuto qualcuno non voleva separarsene. Ma perchè Sirius, che sembrava così sicuro di sè, era nervoso?
La prof. McGrannit iniziò a chiamare gli studenti in ordine alfabetico, li faceva sedere e posizionava sul loro capo un cappello che li smistava urlando il nome delle case in cui erano stati assegnate.
"Serpeverde!" urlò il cappello.
E una ragazzina dai capelli biondi prese posto al tavolo dei Serpeverde.
Penelope sentì Sirius irrigidirsi.
"Sirius Orion Black!" chiamò a gran voce la McGrannit.
Il ragazzino che fino a qualche minuto prima era apparso teso e agitato, si diresse verso lo sgabello con sicurezza, ostentando anche una certa arroganza nella sua camminata.
"Oh, un altro Black.." disse il cappello e Sirius avrebbe tanto voluto avere un altro cognome in quel momento. Sapeva che il suo cognome era una "garanzia" e lui voleva essere l'eccezione che conferma la regola.
"Ma non sei un Black come un altro - aggiunse il cappello provocando una smorfia soddisfatta di Sirius - Sei altruista, incurante delle regole, coraggioso e impulsivo. Farò bene a scegliere per te.... GRIFONDORO!"
Sirius sentiva il suo cuore scoppiare di orgoglio per se stesso, mentre dal tavolo dei Serpeverde sua cugina Narcissa lo guardava con disgusto.
A Penelope non sfuggì quella scena e la faccia di bronzo con cui Sirius guardava quella ragazza biondissima seduta al tavolo dei Serpeverde la sorprese.
Molti studenti dopo arrivò il momento tanto atteso da Penelope.
"Penelope Aura Hill!"
E cercando di imitare la sicurezza di Sirius si sedette sullo sgabello e aspettò che la prof le mettesse il cappello.
"Per Diana! Che caratterino che abbiamo qui... una peperina niente male. Darai un bel po' da fare al povero signor Gazza. Intelligente e sveglia, ma audace e coraggiosa.. non ho dubbi: GRIFONDORO!"
Il tavolo dei Grifondoro scoppiò in un applauso e Sirius sorrideva compiaciuto.
Successivamente si aggiunsero anche Remus, James e la ragazza dai capelli rossi, Lily, che era disperata per la separazione da Severus Piton, smistato nei Serpeverde.
"Ci siamo proprio tutti eh?! - disse James compiaciuto - Hei, Sirius, perchè quella serpe bionda ti fissa così? Chi è?"
James indicò Narcissa Black, che continuava a guardare in cagnesco il cugino assieme al suo fidanzato Lucius Malfoy.
Sirius si voltò a guardarla, sbuffò e si coprì il viso con una mano.
"Mia cugina Narcissa. Tutta la mia famiglia è da secoli Serpeverde ed io.. sono qui."
Penelope fu abbagliata dal suo sorriso smagliante.
"Allora sei un ribelle, eh Black?" disse lei.
"Eh, già Hill. Anche tu non mi sembri tanto normale.." disse Sirius guardando la sua divisa mentre il prefetto di Grifondoro li conduceva nella loro sala comune.
"Perchè? - chiese Nelly guardandosi - Ho qualcosa che non va?"
"Perchè indossi un pantalone al posto della gonna come tutte le ragazze normali?" chiese James con un ghigno.
"Perchè io odio le gonne, i fiori, il rosa e tutto ciò che mi fa sembrare una bambola di porcellana. Odiavo anche le bambole."
"E da piccola che facevi per divertirti?" chiese Remus.
"Catturavo le lucertole e giocavo a calcio."
Remus, Sirius e James scoppiarono a ridere e alla fine Nelly si unì a loro, sotto lo sguardo sprezzante di Lily Evans.
Proprio quando Nelly iniziava a pensare che non le interessava essere amica di Lily, scoprì che era sua compagna di stanza assieme a Alice Martin e Catherine Morris.
Dopo aver sistemato tutte le cose nella sua stanza, scese giù in sala comune, per fuggire dagli sguardi velenosi di Lily e per scrivere la lettera a sua nonna. Le raccontò che aveva conosciuto già tante persone e che era stata smistata nella casa dei coraggiosi.
Mentre ripiegava la lettera e la consegnava al suo gufo Marley, notò Sirius che fissava il caminetto con uno sguardo vuoto.
"Ehi Black! Che fai lì impalato?"
Sirius si destò dal suo sogno ad occhi aperti e si sedette composto.
"Pensavo.. tu?"
"Ho scritto una lettera a mia nonna.. Sarà sicuramente curiosa di sapere ogni dettaglio."
Sirius ritornò pensieroso.
"Tu non hai il coraggio di dire ai tuoi che sei un Grifondoro?!" chiese Nelly al suo compagno di casa.
"No, se no perchè mi trovo qui?! - rispose Sirius facendole l'occhiolino - I miei l'avranno saputo già da mia cugina Narcissa, non c'è bisogno che lo dica io."
Nelly non sapeva cosa dire: si vedeva che il suo nuovo amico era preoccupato ma allo stesso tempo non voleva darlo a vedere.
"Beh, allora non pensare più di tanto.." fu l'unica cosa che le venne in mente.
"Grazie Nelly.. - disse sinceramente grato Sirius - Come sono le tue compagne di stanza?"
Penelope roteò gli occhi e sbuffò.
"Non sono divertenti come voi, poi credo che la rossa mi odi."
"Non è una grande perdita. - constatò Sirius - E' meglio che vada a dormire ora, o domani non sarò in grado di alzarmi prima delle 10."
"Sei un dormiglione Black?"
"Sì, e penso che lo siano anche i miei compagni di stanza."
"Beh allora buonanotte!"
"Buonanotte anche a te!"
 
Nelly quella sera si addormentò sentendosi nel posto giusto per la prima volta, finalmente la sua vera vita stava per iniziare.

 

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Salve a tutti questa è la mia prima storia in assoluto quindi vi chiedo di essere clementi e pazienti.
Mi chiamo Amanda, sono nata in Italia ma vivo in Australia, Sidney. Ho 17 anni e come forse avrete capito amo Harry Potter. Il mio personaggio preferito di questa saga è Sirius Black, e ciò è dovuto anche all'amore incondizionato che provo per Gary Oldman, probabilmente. L'ho incontrato una volta a Londra, gli ho chiesto un autografo... è stato gentilissimo, davvero un signore. 
Parlando della mia storia, beh, spero che questo primo capitolo vi abbia un po' incuriositi.. Nelly è una ragazza tutto pepe, maschiaccia e vivace, andrà fin troppo d'accordo con i Malandrini, poi crescerà... e ne vedremo delle belle. Ho tante belle idee in testa, quindi STAY TUNED.

Un bacio 
Amanda
 

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Capitolo 2
*** Amore perduto ***


Il giorno dopo Nelly si sveglio di buon mattino, si lavò e si vestì, scese giù in sala comune e lesse la lettera che le aveva scritto sua nonna. Poi prese un libro di testo ed iniziò a sfogliarlo per iniziare a capire cosa avrebbe dovuto aspettarsi dalle lezioni di quel giorno. Si sentiva un pesce fuor d'acqua: fino a un mese fa non pensava nemmeno lontanamente all'esistenza della magia. Certo qualche volta le era capitato di far scoppiare i palloncini di bambini antipatici solo pensandoci, o aveva fatto cadere il gelato della sua compagna di banco antipatica a terra, ma pensava fossero solo buffe e incredibili coincidenze. Invece la prof. McGrannit le aveva parlato di magia involontaria, e che tutti quei piccoli incidenti li aveva causati proprio lei. Sfogliava il libro di pozioni, di trasfigurazione, di difese contro le arti oscure, e si chiedeva se sarebbe mai stata una brava strega. Eppure, nonostante fosse completamente estranea a quel mondo, si sentiva perfettamente a suo agio.
 
I ragazzi più grandi cominciavano ad andare a colazione,  e vide anche Lily, Alice e Catherine uscire fuori dal quadro della Signora Grassa. Guardò il suo orologio e notò con dispiacere che si era fermato alle diciotto del giorno precedente, proprio quando erano arrivati ad Hogwarts; fortunatamente c'era quello della Sala Comune che indicava le 8.15 del mattino. Sirius e gli altri non erano ancora scesi e decise di andare a chiamarli. Bussò alla porta dove erano incisi i loro nomi, ma non ricevette alcuna risposta. Allora decise di entrare trovando il caos più totale: le valige sembravano essere scoppiate e in generale la stanza non aveva un bellissimo aspetto, nemmeno un buon odore. Remus nell'angolo più lontano della stanza russava, James aveva ancora gli occhiali addosso, Sirius dormiva con la testa dove avrebbe dovuto mettere i piedi e un altro ragazzo dormiva con il cuscino tra le gambe. Penelope si ritrovò a ridere da sola a crepapelle, tanto da svegliare i ragazzi che si misero immediatamente sull'attenti.
"Perchè ridi?!" chiese Remus con la voce del sonno.
"Eravate un quadretto ridicolo e spassoso mentre dormivate. Muovetevi o non troverete nulla per colazione!"
"Che ore sono?" chiese Sirius mentre si rimetteva sotto le coperte.
"Le otto e quarantacinque - azzardò Nelly - Di questo passo non riuscirete nemmeno a fare colazione prima che inizino le lezioni."
Tutti e quattro i ragazzi balzarono in aria e iniziarono a prepararsi in fretta e furia, mentre Penelope si chiudeva la porta alle sue spalle e andava ad aspettare i suoi amici in sala comune.
Quando i quattro furono pronti e scesero in sala comune, guardarono l'orario e tirarono un sospiro di sollievo.
"Hill, non si fanno questi scherzetti, lo sai?!" disse Sirius con le braccia incrociate.
"Oh, se è l'unico modo per svegliarvi lo farò sempre, allora."
"Comunque lui è Peter Minus, nostro compagno di stanza - disse James presentando il ragazzino minuto a Penelope - Lei è Nelly."
Peter guardò Nelly senza dire una parola, arrossì e annuì non trovando il coraggio per dire un semplice 'piacere'.
Nelly pensò che quel ragazzo doveva essere estremamente timido, per niente simile a James e Sirius.
 
I cinque ragazzi si diressero in Sala Grande dove la colazione li attendeva. Tutti i tavoli erano già colmi di studenti e al tavolo dei Grifondoro, mancavano solo loro. Non appena si sedettero, la McGrannit, con gli occhialini appoggiati sulla punta del naso, li guardò di sottecchi con aria severa e distribuì ai cinque scapestrati gli orari delle lezioni.
"Mi auguro che siate puntuali." si raccomandò la professoressa.
"Sembra più una minaccia, che un augurio." sussurrò fra se e se Nelly.
"Ha capito bene, signorina Hill." rispose acidamente la McGrannit che subito dopo andò via.
"Simpatica eh?!" aggiunse Sirius mentre si scompigliava i capelli ricci e ribelli.
"Davvero..."
I ragazzi trangugiarono in fretta e furia la colazione e si diressero verso l'aula di Pozioni. Il prof. Lumacorno era un uomo in carne e alto, con i capelli argentati e due lunghi baffi. La sua prima lezione fu ritenuta addirittura divertente da Nelly se non fosse stata disturbata dalla competizione amichevole e stucchevole tra Lily Evans e Severus Piton, desiderosi di rispondere ad ogni domanda che veniva fatta dal professore. Nelly si sentiva una stupida totale, in confronto ai suoi compagni che sapevano molto più di lei. Dopo una 'breve' - a detta di Lumacorno - introduzione i ragazzi si disposero in coppia per preparare la loro prima pozione. Remus si unì a Frank Paciock, Sirius fu costretto a stare in coppia con Peter, mentre Nelly con James.
Nelly e James furono i più fortunati, perchè, trovandosi a solo un banco di distanza da Piton e dalla Evans che lavoravano in coppia, poterono sbirciare ogni loro singola mossa e riuscire a creare una pozione quantomeno decente. Remus e Frank se la cavarono abbastanza bene, al contrario di Sirius e Peter che combinarono un enorme pasticcio.
A fine lezione il povero Sirius aveva i suoi bellissimi capelli arruffati e in disordine e rispecchiavano perfettamente il suo umore.
"Lo sapevo che avrei odiato Pozioni." diceva ogni cinque minuti, causando le risate dei suoi nuovi amici.
La lezione successiva era quella di Storia della Magia. Nelly divenne pallida quando vide che il professore di Storia della Magia non era altro che un fantasma; sì, aveva già conosciuto Nick Quasi-Senza-Testa, ma non avrebbe mai immaginato che addirittura un fantasma potesse fare l'insegnante. Si chiedeva se tutto ciò fosse ancora il lungo sogno di una notte calda d'estate.
Il fantasma, il professor Ruf si rivelò tremendamente noioso, tanto che Peter dormì per tutto il tempo, mentre James e Sirius si scambiavano aeroplanini di carta incantati. Remus in tutto questo cercava di prendere appunti, mentre Nelly osservava ammaliata la semplicità con cui i suoi amici utilizzavano la propria bacchetta per far volare gli aerei cartacei.
 
A fine lezione Remus svegliò Peter e tutti e cinque si diressero verso la sala grande.
"Che lezione c'è ora?" chiese Peter sbadigliando.
"C'è il pranzo, Peter." disse Remus mentre controllava di aver preso con sè tutti i quaderni.
"Che ragazzo sveglio, eh?" ridacchio James sotto i baffi, mentre Peter continuava a sbadigliare.
"Dopo pranzo che materia abbiamo?" chiese Sirius.
Proprio in quel momento un gruppo di ragazze di Corvonero passarono e alla vista di Sirius arrossirono ed iniziarono a confabulare tra loro, per poi passare lo sguardo sul resto della compagnia e in particolare su Nelly, che camminava al suo fianco.
"Però... Black! Non hai passato nemmeno un giorno in questo castello, e già hai una schiera di fan!"
si complimentò James con l'amico, dandogli una pacca sulla spalla.
Sirius sorrise compiaciuto e si sistemo i capelli con la mano.
Penelope li guardò impaziente, dopo che si era staccata dal gruppo per non sentire i commenti che pure una maschiaccia come lei non riusciva a sopportare.
"Muovetevi, io ho fame!" protestò.
 
La lezione di Incantesimi fu molto più piacevole di quella di Pozioni e di Storia della Magia, Nelly adorava il professor Vitious e dimostrò anche di essere abbastanza portata in questa materia; infatti quando il professore spiegò loro come far levitare gli oggetti, Penelope si dimostrò una delle migliori.
"Agitare e colpire, così!"
Nelly osservò con attenzione il gesto del professore.
"Ora prendete le vostre bacchette e mentre la agitate pronunciate queste parole WINGARDIUM LEVIOSA!"
La Grifondoro tirò fuori la sua bacchetta per usarla per la prima volta in assoluto. Prima non aveva avuto il coraggio di uscirla dal cofanetto; però aveva passato ore ad osservarla: tiglio argentato, crine di unicorno, aveva detto Ollivander, buona per gli incantesimi ed ottima per la legilimanzia. Il tiglio argentato a detta dell'anziano artigiano era un legno molto pregiato e raro, chiaro e leggero, flessibile. La bacchetta di Nelly era sottile e intarsiata, chiara con incisioni argentate. Imitò il movimento del prof. Vitious e pronunciò la formula.
"Wingardium Leviosa!"
E la piuma davanti a lei iniziò a fluttuare, mentre lei la indicava con la bacchetta e si concentrava per tenerla in aria.
Dopo dieci minuti anche James, Sirius e Remus ci riuscirono, mentre Peter aveva già carbonizzato cinque piume.
"Mi piace Incantesimi! E' una bella materia.." disse Nelly soddisfatta ai suoi amici una volta uscita dall'aula.
"Dici così solo perchè ci sei riuscita subito a far volare quella maledetta piuma." protestò James che ci aveva impiegato più tempo del previsto.
"Vedrai, DCAO è anche meglio!" aggiunse Sirius che camminava avanti a tutti.
 
Avevano lezione di Difesa con i Corvonero, e quando le stesse ragazzine di quella mattina videro entrare Sirius in aula con i suoi amici, iniziarono a parlare e a sussurrarsi cose con un cipiglio da civette.
Sirius e James si sedettero insieme ad un banco vicino alle Corvonero più carine, mentre Peter si sedette all'ultimo banco con un ragazzino di Corvonero, e Remus e Nelly insieme.
I due Don Giovanni stavano già intavolando una conversazione con le Corvonero, che a dire di Nelly si comportavano come galline schiamazzanti: ridevano ad ogni battuta dei due Grifondoro e li guardavano con occhi famelici.
"Ecco perchè io la compagnia delle ragazze.. - disse Nelly sbuffando - Sono insopportabili."
Remus si lasciò sfuggire un risolino e fu fulminato dallo sguardo della sua vicina di banco.
Il professor Smith era un giovane uomo, alto e piacente, tanto da distrarre Nelly dalle galline Corvonero.
"Buongiorno a tutti, mi chiamo Daniel Smith e sarò il vostro professore di Difesa Contro le Arti Oscure."
Anche l'attenzione di tutto il resto delle ragazze presenti in quell'aula fu attirata dalla bella presenza del giovane professore.
"Io sono un Auror, ma ho deciso di provare con l'insegnamento, dato che è sempre stato il mio sogno.."
Un sospiro femminile si levò in aula, mentre tutti i ragazzi inarcavano un sopracciglio.
Remus stava per spiegare alla sua amica Nata Babbana il significato della parola Auror..
"Un Auror è come..."
"Mi scusi professore!" disse Nelly alzando la mano.
"Mi dica, signorina..?" rispose il professor Smith.
"Penelope Hill - Nelly scandì con precisione il suo nome - Qual è il compito di un Auror? E cosa bisogna fare per diventarlo?"
Remus la guardò di sottecchi contrariato scotendo la testa, mentre il professore le sorrise e scrisse alla lavagna la parola Auror.
"Signorina Hill, gli Auror sono dei membri del Ministero della Magia che combattono le Arti Oscure e i loro sostenitori. Possono essere considerati l'equivalente della polizia babbana o del servizio di Intelligence. Per diventare un Auror bisogna essere preparatissimi nella materia che vi insegnerò e in Incantesimi ed avere il massimo dei voti per poter essere ammessi al corso che dura tre anni. - il professore si fermò e sorridendo guardò negli occhi la sua alunna - Tutto chiaro?"
"Sì - rispose emozionata Nelly - Grazie mille, professore!"
"Dovere mio! Ora iniziamo la lezione vera e propria..."
Sirius nel frattempo si girò e imitò il professore e le sue movenze ripetendo "dovere mio!".
James e Remus risero, mentre Nelly si sforzò di rimanere seria.
Dopo Lumacorno, Ruf e Vitious pensava che tutti i professori sarebbero stati dei matusalemme bassi, grassocci, noiosi e baffuti; invece il professor Smith era alto, aitante, con lucenti capelli scuri e vivaci e ipnotici occhi verdi, un sorriso così radioso da togliere il fiato, una voce calda e rassicurante... Sì. Difesa contro le Arti Oscure era decisamente la sua materia preferita a partire da quel momento.
"Ti togli quell'espressione sognante dalla faccia?" disse Remus riportando alla realtà Nelly.
"Che c'è?" rispose acida.
"Vedi che non sei tanto diversa dalle altre ragazze?!"
"Ma il professor Smith è diverso...- disse Nelly sostenendosi il capo con le mani - E poi avevo tutto il diritto di fare una domanda."
Remus annuì e continuò a prendere appunti, e Nelly pensò che sarebbe stato meglio fare lo stesso.
Scrisse ogni parola che il professor Smith disse e lo ascoltò con attenzione per tutta l'ora.
A fine lezione, mentre tutti i ragazzi uscivano dall'aula, Penelope era ancora intenta a ricopiare una frase dal quaderno di Remus che le era sfuggita.
"Dai, Nelly, la copi dopo! Sirius e James sono andati già via, li perderemo!" incalzò il Grifondoro.
"Sì, sì, ho finito! Ecco a te il tuo quaderno. Grazie Rem!"
I due stavano uscendo dall'aula, ma il professor Smith li bloccò.
"Signorina Hill, può rimanere un attimo? Vorrei scambiare due parole con lei.."
Remus e Nelly si guardarono interdetti.
"Io vado, ci vediamo in Sala Comune." disse il ragazzo.
Lei annuì e si avvicinò alla cattedra del professore, mentre sentiva le sue guance prendere fuoco.
"Lei si chiama Penelope Aura Hill, giusto?" chiese il giovane insegnante.
"Sì.." rispose la studentessa imbarazzata.
"Mi può dire i nomi dei suoi genitori..?"
"Grace Collins e Alan Hill - disse Nelly timidamente - Perchè me lo chiede?"
Il prof. Smith sorrise e iniziò a sistemare le carte sulla sua scrivania con la bacchetta. Poi aprì un cassetto ed estrasse una foto per mostrarla alla ragazzina.
Nelly rimase a bocca aperta guardando quella foto che ritraeva il suo insegnante con i suoi genitori, belli, proprio come li ricordava.
"Ma.." disse la Grifondoro senza parole.
"Ero molto amico dei tuoi genitori. Ci conoscevamo da quando eravamo piccoli! - spiegò il professore accarezzandole la guancia - Forse tu non ti ricordi ma c'ero anche io il giorno del tuo primo compleanno!"
"Io, no... non ricordo."
Nelly continuava a fissare i suoi genitori, belli, giovani e sorridenti e pensava a quanto piccolo fosse il mondo. Poi una lacrima le sfuggì dai suoi occhioni verdi che la mamma le aveva gentilmente regalato, e subito la asciugò.
"Mi dispiace non volevo renderti triste."
"No, non sono triste. Sono contenta ogni volta che li vedo e piango.. - disse Nelly sforzandosi di ridere - Ma loro sapevano della ...magia?"
"Sapevano che ero un tipo un po' particolare, che avevo studiato in una scuola speciale e facevo un lavoro strano.." rispose il professore sorridente.
Nelly non sapeva perchè ma quel sorriso le faceva sentire un calore immenso nel petto.
"Sarà meglio che tu vada ora, o i tuoi amici mi odieranno per averli privati della tua presenza.."
"Grazie, professore.."
"E di cosa?"
"Per avermi fatto vedere questa foto meravigliosa.."
"E' tua se vuoi... dovrei averne un'altra copia."
"Davvero?" chiese la ragazzina.
Il professore annuì e Nelly non se lo fece ripetere due volte. Salutò l'insegnante e scappò in Sala Comune dove la aspettavano i suoi amici.
"Ehi Nelly, domani abbiamo lezione di volo.." iniziò a dire James non appena la vide entrare.
Ma la biondina si precipitò su nel suo dormitorio senza dire una parola e senza rivolgere uno sguardo ai suoi amici.
"Strane queste ragazze.." disse il ragazzino occhialuto.
"Lo sono ancora di più quelle che preferiscono i pantaloni alle gonne.." aggiunse Sirius.
Nelly nella sua stanza estraeva dal suo baule il vecchio album di foto dei suoi genitori. Iniziò a sfogliarlo e ad ogni foto una lacrimuccia scendeva giù lungo le sue guance rosee; sua madre aveva i capelli biondi e riccissimi in ogni foto, ma la nonna Hellen le aveva spiegato che in realtà erano liscissimi proprio come i suoi; al contrario suo padre aveva i capelli mossi e di un castano ramato. Suo padre somigliava molto a sua nonna: la stessa forma del viso e le stesse labbra
carnose. Quanto avrebbe voluto che i suoi genitori fossero ancora lì, sulla terra, a Londra ad aspettare una sua lettera, nella quale lei avrebbe scritto che aveva appena conosciuto un loro caro amico. Si domandava se avesse dovuto dirlo alla nonna, ma non voleva turbarla; la nonna Hellen non aveva mai superato la morte del suo unico figlio Alan, ed era anche per questo motivo che Nelly aveva tutte le foto dei suoi genitori: per sua nonna era troppo doloroso rivederle e le aveva date a sua nipote.
La Grifondoro prese lo scotch dal suo astuccio e con cura aggiunse all'album la nuova foto dei suoi genitori che le era stata gentilmente regalata dal professor Smith.
Quando Nelly scese giù per la cena, i suoi amici la aspettavano in Sala Comune e vedendola nostalgica e triste, riuscirono a risollevarle il morale raccontandole gli scherzi che avevano pensato di fare in futuro a Severus Piton e ai suoi amichetti di Serpeverde. Sirius, cercando di prevedere la reazione della Evans, la imitava scatenando l'ilarità di tutti.
Nelly si sentiva fortunata.
 
Nel suo ufficio anche il professor Smith era preso dalla malinconia e sfogliava l'album delle sue foto ricordo.
Arrivò al periodo che gli interessava: le foto che lo ritraevano ventenne, abbracciato a Grace, il suo primo e ultimo amore. L'amore a cui aveva dovuto rinunciare e che gli era stato portato via dal suo migliore amico; non aveva potuto far nulla, perchè aveva deciso lui di lasciarla, di rinunciare a lei per la sua carriera da Auror. La morte di Grace e Alan lo aveva straziato e si era buttato a capofitto nel lavoro; ma ora rivedendo la piccola Penelope qualcosa si riaccendeva in lui: una piccola parte di Grace viveva in Nelly e ciò lo faceva sentire vivo. Una vana illusione lo teneva vivo.

_____________________________________________________________
Ciao bellezze! Come va?
Questo è il secondo capitolo della mia storia. I primi capitoli saranno un po' statici, nel senso che sto introducendo la storia e i personaggi... però verso il finale vi ho già aggiunto un piccolo colpo di scena. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo professor Smith.
Come avrete notato dal banner là sopra, ho deciso di dare fin da subito ai miei personaggi un volto, per facilitarvi anche la lettura, magari così è più piacevole.
Allora la nostra protagonista Penelope Hill è la bellissima Amanda Seyfried! Sono riuscita a trovare anche qualche sua foto da piccola e le potete vedere nel collage.
Il professor Smith è Carlisle Cullen Peter Facinelli, l'unico attore di tutta la saga di Twilight che mi sta simpatico.
Alan Hill, il papà defunto di Nelly è il bellissimo e bravissimo Alessio Boni. Dio solo sa quanto lo ami; invece la mamma è Francesca Cavallin, un'attrice italiana... ve la ricordate quando faceva la cioccolataia in un Medico in Famiglia?!
Beh spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A presto bella gente.

ah, se leggete, 
Recensite, per favore.

 
Amy


 

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Capitolo 3
*** Finchè dura poco ***


Il cuore in pezzi separati
nel petto conservati
come i frammenti degli specchi
su cui rifletto mille volti
che possono scegliere:

desiderare,
idolatrare,
venerare,
provar piacere carnale
.
Ma dopo un tale amore
non possono più

amare.

Cara nonnina,
Qui va tutto bene. Sto imparando tante cose bellissime, vorrei tanto mostrartele una volta tornata a casa, ma non posso, rischio di essere espulsa dalla scuola e non voglio. Qui ho tanti amici che mi vogliono bene, studio cose interessanti e che mi piacciono; i professori sono tutti bravi e sono riuscita a recuperare in poco tempo tutto ciò che prima non sapevo: la mia materia preferita è Incantesimi, il professor Vitious è entusiasta di me e mi da sempre il massimo dei voti! La materia che proprio non riesco a digerire è Pozioni, il professor Lumacorno è un po' troppo calcolatore per i miei gusti. Per lui esistono solo i più bravi della classe, gli altri sono solo scarti. Pensa che ha anche una specie di Club di tutti i suoi cocchi.. James e Sirius l'altro giorno hanno creato un'esplosione e per poco non si sono bruciati tutti i capelli!
A proposito dei miei amici, ti mando una loro foto! Partendo da sinistra: quello con gli occhiali tondi è James Potter, può sembrare un tipo arrogante e presuntuoso, ma è tanto simpatico, coraggioso e altruista; il ragazzo che invece guarda la fotocamera come se stesse posando per un calendario è Sirius Black, lui sembra un principe, vero?!, ma dovresti vederlo mentre mangia o quando ride sguaiatamente: sembra un cane! Fra qualche giorno è il suo compleanno e dovrei fargli un regalo.. (qualche suggerimento?!) Poi c'è Remus Lupin: non chiedermi come si sia procurato quelle cicatrici, è un mistero per tutti. Nonna, credimi, è la persona più buona e di buon cuore che io abbia mai conosciuto (oltre a te ovviamente)! E' stato lui all'inizio ad aiutarmi ad ambientarmi nel mondo magico.. gli devo molto! Sua madre soffre di non so quale malattia, una volta al mese si assenta per andare da lei.. spero non sia nulla di grave.
Il ragazzino grassoccio vicino a Remus si chiama Peter Minus, non so molto di lui, è timido e non parla tanto: so solo che gli piace mangiare e che gli altri hanno voluto includerlo nei Malandrini perchè era sempre da solo. Sì, hai letto bene, faccio parte anche io dei Malandrini; ma non ti preoccupare, non facciamo nulla di male nonostante quel nome possa fartelo pensare.
Ora scappo a colazione.
Un bacio
 
La tua Nelly combinaguai.
 
Penelope ripiegò la lettera con cura e la ripose nella busta, che finì con un volo direttamente nel becco di Marley.
"Portala a mia nonna, Marley!"
Il gufo spiccò il volo dalla gufiera del castello e Nelly aspettò lì finchè non lo vide sparire. Il sole era appena sorto e il cielo quel giorno era così limpido e azzurro da incantare la piccola Grifondoro.
Durante tutti quei mesi aveva sempre evitato di parlare a sua nonna del professore di Difesa contro le Arti Oscure: da una parte non voleva turbare sua nonna con il ricordo dei suoi genitori, dall'altra... Beh voleva tenere quell'informazione tutta per sè. Non sapeva bene il motivo, ma sentiva quasi che doveva essere un segreto. Il professor Smith dopo la prima lezione non accennò più a parlare dei suoi genitori, nè ebbe delle particolari attenzioni per lei. Eppure qualcosa nei suoi sguardi, nel suo sorriso, nel modo in cui le rivolgeva la parola.. qualcosa le diceva che il professor Smith le nascondeva qualcosa. Ed era decisamente meglio non far preoccupare la nonna.
"Nelly sei qui?" disse una voce affaticata.
James la fece tornare alla realtà.
"Sì, Jamie, sono qui..!"
"Come diamine fai a fare tutte queste scale di prima mattina?"
"Non sono una pappamolle come te, Potter!"
Da quando James aveva conosciuto Nelly si chiedeva perchè tutte le ragazze non fossero come lei. Quella ragazza era davvero forte, non piangeva e non si lamentava dei suoi capelli ogni cinque minuti, non vestiva di rosa e sapeva dare pugni meglio di un qualsiasi ragazzo della loro età. Ma dava i consigli saggi di una ragazza e a volte si comportava come una vera mammina. Solo a volte per fortuna, perchè una mammina non avrebbe mai appoggiato tutti i loro scherzi. Loro nemico giurato era senz'altro Severus Piton, che avevano ribattezzato con il nome di Mocciosus, ed era diventato anche il bersaglio preferito dei loro scherzi.
"Stiamo progettando di fare un altro scherzo a Mocciosus!" disse trionfante James.
"Parlamene!"
Nelly non lo sopportava davvero quel Piton, era arrogante, viscido.. unto. E aveva sempre una parola offensiva per tutti, tranne che per la sua Lily.
"Pensavo di sostituire il suo inchiostro per gli appunti con un inchiostro magico che dopo un po' si cancella!"
Nelly scoppiò a ridere compiaciuta
"Immagina la sua faccia quando aprirà il suo quaderno e vedrà che i suoi preziosissimi appunti sono spariti!" disse la biondina entusiasta dello scherzo.
"Indovina di chi è stata l'idea?" chiese retoricamente James mentre si strofinava le unghie sul mantello.
"Sei un genio! - esultò Nelly dando il cinque al suo amico - Dobbiamo trovare il modo di vederlo quando lo scoprirà però, non voglio perdermi questa scena."
"A quello ci sta pensando Sirius.."
"Remus lo sa?"
"Non ancora, farà un po' di storie all'inizio ma si divertirà anche lui.."
Il sorriso malandrino di James era così contagioso.. 
"Spero solo che la Evans non se ne accorga e non faccia la spia."
"Oh andiamo Jamie, è l'ultima cosa che ti interessa: è palese che vuoi attirare la sua attenzione."
"Scherzi? Chi se la fila quella signorina so tutto io."
"Tu!"
"Ma smettila.. parli proprio tu che storci il muso ogni volta che Sirius parla con una Corvonero."
"IO?! Ah, ti sbagli di grosso amico mio!- Nelly si sentì smascherata ma cercò di far finta di niente - Devi ammettere però che le ragazze di Corvonero sono insopportabili."
"Ma sono carine, molto carine.."
"Piantala."
James scoppiò a ridere vedendo la sua amica mettere il broncio, con le sue labbra a canotto messe ancora di più in evidenza.
I due amici si ritrovarono a guardare insieme il sole che si faceva sempre più alto in cielo; fortunatamente era sabato e potevano prendersela con comodo.
"Sarà meglio andare a svegliare gli altri. - constatò James - Ho una fame da lupi!"
"Io sveglio Sirius, tu Remus... Per svegliare Peter servono più persone."
Il quattrocchi le fece l'occhiolino e si precipitarono giù dalle scale. Nelly come suo solito preferì scivolare sul corrimano delle scale a chiocciola, e quando fu con i piedi per terra si ritrovò lo sguardo arcigno di Gazza puntato su di lei.
"Voi la dovete smettere di far quel che vi pare in questo castello! O passerete i guai!" gridò il povero guardiano.
"Sì certo, puoi contarci!" rispose Nelly dispettosa mentre faceva una linguaccia.
James e Nelly iniziarono a correre per i corridoi di Hogwarts, e il ragazzo aveva già la lingua fuori dalla bocca per la fatica: aveva provato di tutto ma non c'era modo di superare la sua amica, era troppo veloce.
"Muoviti, lentone!" disse Nelly per niente provata dalla fatica della corsa.
"Cosa mangi per essere così veloce?" chiese James con il fiatone.
La biondina fece spallucce e riprese a camminare per lasciare che il suo compagno di malefatte si riprendesse dalla fatica.
Arrivati di fronte al quadro della Signora Grassa, pronunciarono all'unisono la parola d'ordine e si diressero insieme verso il dormitorio maschile. Aprirono silenziosamente la camera in cui dormivano gli altri Malandrini e ci entrarono in punta di piedi senza far rumore.
James indicò il letto di Remus dove era diretto, mentre Nelly si avvicinò a quello di Sirius.
Lo osservò dormire come al solito con i capelli tutti sparsi sulla faccia, annodati e arruffati, il sorriso da vero furfante sulle labbra.
"Peccato Black, sei così bello mentre dormi.. - disse Nelly in un sussurro - Ma devo svegliarti."
E così, con uno scatto degno del più veloce felino, gli balzò addosso iniziando a fargli il solletico, cosa che Sirius odiava come non mai. Il giovane Black si svegliò di soprassalto e solo dopo poco si accorse che la sua amica lo stava torturando, ma fu troppo tardi per difendersi dall'attacco della biondina impossibile, come la chiamava lui.
"Smettila Nelly - disse con le lacrime agli occhi per il tanto ridere scatenato dal solletico - Ti prego! Ti scongiuro!"
Continuava a ridere esasperato e non accennava a ribellarsi a quell'attacco deliberato.
Nel frattempo James aveva svegliato Remus con una secchiata di acqua in testa, dopo svariati tentativi: aveva provato a dirgli nell'orecchio che era Lunedì ed era in ritardo per le lezioni, o che non aveva fatto ancora i compiti, ma non era stato utile. Aveva fatto altri tentativi, e poi aveva deciso di passare alle maniere forti. Il povero Remus ora era sveglio e rincorreva James per tutta la stanza desideroso di strangolarlo. Nelly interruppe la tortura che stava sottoponendo a Sirius per godersi lo spettacolo dell'inseguimento di Remus e James, ma fu colta alla sprovvista, perchè la sua vittima si vendicò, e assalendola le rese pan per focaccia.
"No, Sirius! Bastaaa!" implorò il suo amico mentre le faceva il solletico sui fianchi.
"Chi di solletico ferisce, di solletico perisce, Hill!"
James corse in suo aiuto, mentre saltava da un letto all'altro per sfuggire a Remus, e tirò una ciocca di capelli a Sirius.
"Potter, quante volte devo dirti di lasciare in pace i miei capelli?" urlò il malcapitato.
E così anche lui iniziò ad inseguire il povero James per tutta la stanza, mentre Nelly rideva a crepapelle. Era comodamente seduta sul letto di Sirius quando le arrivò un cuscino in faccia; era anche un po' bagnato.
"Che schifo, è bagnato!" urlò a Remus.
"E' quello di Peter, sbava più di Thor mentre dorme."
Nelly guardò il letto di Peter e si accorse che il poveretto dormiva senza cuscino.
"Te la faccio pagare, Lupin!"
E così la faida sfociò in una lotta di cuscini, in cui si ritrovò anche Peter coinvolto a suo malgrado.
"Ma perchè fate tutto questo chiasso?" chiese ancora mezzo addormentato.
Nelly con tutta la forza che aveva in corpo scaraventò il cuscino sulla faccia di Sirius, il quale si gettò a terra coprendosi la faccia con lo stesso.
"Ahiiaaa - cominciò ad urlare - Che dolore, mi hai fatto male Nelly!"
Tutti gli altri si stupirono della reazione di Sirius: non era il tipo che si lamentava e piangeva se si scheggiava un'unghia. Doveva essersi fatto davvero male.
Nelly si precipitò vicino a lui e lo accarezzò preoccupata.
"Dove ti sei fatto male? Sirius, per Merlino, mi dispiace!"
Il ragazzo continuava a lamentarsi per il dolore e Nelly stava per arrivare a piangere tanto era dispiaciuta di avergli fatto male.
"Sirius, mi dispiace! Dai, ti accompagno da Madama Chips.." disse implorante la ragazza con la voce rotta dal pianto.
In quel momento il pianto del malandrino si trasformò in una risata soffocata. Tolse il cuscino dalla faccia e si mostrò sorridente, così divertito tanto da avere le lacrime agli occhi. L'espressione di Penelope cambiò istantaneamente, da triste e dispiaciuta divenne furibonda. Il viso diventò rosso e i suoi occhi se solo avesse potuto, avrebbero ucciso qualcuno.
James e Peter ridevano, mentre Remus era serio in viso con le braccia incrociate sul petto.
"Sei un idiota!" urlò Nelly contro Sirius.
Prese il cuscino e lo scagliò in faccia all'amico e con passo deciso uscì fuori dalla stanza come una furia.
Black, che nel frattempo aveva smesso di ridere, quando sentì la porta sbattere e chiudersi alle spalle della sua amica, smise di ridere.
"Dite che si è offesa?" chiese con sguardo smarrito.
"Non è stato un bello scherzo, Sir. - disse Remus con la sua solita saggezza - E poi si sa, uno scherzo è bello finchè dura poco, tu lo hai portato un po' troppo per le lunghe."
"Quanto sei noioso, Rem. - sbraitò Sirius alzandosi da terra - Tu James che ne pensi?"
"Per me è stato divertente da vedere, ma mi sarei arrabbiato anche io al posto di Nelly." rispose l'amico.
Sirius sbuffò e si sedette sul suo letto rassegnato all'idea di aver fatto una grandissima cavolata.
"E tu cosa hai da dire, Peter, su questa gravosa vicenda?" chiese James teatrale.
"Niente." rispose timido Minus.
"Niente di niente?"
"Niente di niente."
"James smettila. Devo pensare ad un modo per farmi perdonare da Nelly.." disse Sirius pensieroso.
Quando diventava pensieroso portava alla testa entrambe le mani ed iniziava a farle viaggiare tra i suoi boccoli corvini e ribelli.
"C'è solo un modo per farti perdonare.." intervenne Remus.
"Cioè?"
"Chiedile scusa. - disse con semplicità Remus - Sai, non è una parola tanto difficile da pronunciare, sono solo due sillabe: SCU-SA."
"Ah-ah. Molto simpatico." rispose acido Sirius.
 
Nel frattempo Nelly era scesa in Sala Grande e stava facendo colazione senza i suoi inseparabili amici. La Evans la guardava di sottecchi mentre leggeva un libro e aveva un'espressione soddisfatta.
Nelly mentre mangiava le sue uova sbatteva il piede sul pavimento facendo tremare tutto il tavolo dei Grifondoro, e per di più causava un rumore tremendo quando riponeva le posate nel piatto.
"Che c'è Hill?! - chiese la rossa con un tono acido - Sei nervosa perchè i tuoi amichetti ti hanno abbandonata?"
"Vedo che la tua irrefrenabile sete di conoscenza non ha limiti, Evans. Ma ti do una buona notizia, se ti fai i fatti tuoi campi cent'anni!"
E così dicendo Penelope lasciò il tavolo e corse fuori nel cortile ricoperto di neve.
Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria fresca per calmarsi; peccato aver dimenticato il mantello in camera sua. Ma tornare alla torre per prenderlo era fuori discussione, avrebbe potuto incontrare Sirius, e non sarebbe riuscita a tenere a freno la sua incontrollabile voglia di prenderlo a sberle. Così senza pensarci due volte, uscì dal castello e si diresse verso il lago Nero.
 
Il professor Smith quella mattina si era svegliato presto e stava mettendo a posto tutte le carte che aveva in giro. Ultimamente se ne erano aggiunte altre, tra i compiti dei suoi studenti e i vari moduli da compilare. Sistemava dei vecchi libri di letteratura babbana che aveva portato con sè per sentirsi più a casa, quando da un libro impolverato di Victor Hugo, Notre-Dame de Paris, cadde a terra aprendosi e rivelando una foglio ingiallito piegato in quattro. Daniel raccolse il libro e la lettera, il suo sguardo cadde su una frase che aveva sottolineato insistentemente prima con una matita e poi con una biro.
 
L'amore è come un albero: spunta da sè, getta profondamente le radici in tutto il nostro essere e continua a verdeggiare anche in un cuore in rovina.
 
Poi aprì il foglio e riconobbe subito di chi fosse dalla scrittura: quella calligrafia non poteva che appartenere a Grace. Il foglio era come macchiato, forse erano state le lacrime aveva versato mentre leggeva quella lettera d'addio.
 
Caro Daniel,
Solo Dio sa quanto io ti abbia amato in passato. Ma ora devo vivere il presente, e nel mio presente c'è Alan e ci sarà anche nel mio futuro. Mi dispiace per l'altra notte, è stato solo un errore, un errore che ho commesso e di cui mi vergogno. Se solo potessi cancellerei quella notte passata insieme a te, tra le tue braccia. Mi dispiace, ma devi dimenticarla e continuare a vivere come se non fosse mai successo nulla, ed io farò altrettanto. Perchè ora amo Alan ed è lui l'uomo con cui ho deciso di invecchiare. Probabilmente se non fosse stato per la tua ambizione a quest'ora staresti tu al suo posto; ma il caso non ha voluto così, anzi tu non hai voluto così. Ognuno prende le sue decisioni, Daniel, e una volta intrapreso un cammino non si può più tornare indietro. Tu hai deciso di dedicarti alla tua carriera, io ora ho deciso di amare Alan e di passare con lui il resto della mia vita.
Ti prego di non scrivermi più e di non farti vedere almeno per un po'. Trova tu una scusa per lui. Penso sia la cosa migliore da fare per te, per me, per Alan.
 
Grace
 
Quella lettera era proprio da Grace. Così impulsiva e irrazionale tanto da non accorgersi di essersi contraddetta più di una volta; Daniel percepiva ancora la confusione della donna che trapelava da  quella lettera, sentiva che il suo cuore era diviso tra lui e Alan. Anche lui provava vergogna per aver tradito la fiducia del suo migliore amico, ma una parte di sè lo rassicurava, il cuore di Grace gli apparteneva ancora quando lei decise di abbandonarsi a lui, in quella notte di passione. Ricordava come se fosse ieri la sua pelle chiara e profumata, i suoi capelli biondi e setosi, i suoi occhi verdi cristallini così belli da volerli baciare. Mentre faceva l'amore con lei quella notte non provò nemmeno per un momento vergogna e pentimento. Solo la mattina dopo, quando Grace si svegliò tra le lacrime, capì di essersi comportato da verme nei confronti del suo migliore amico, i sensi di colpa ancora lo attanagliavano. Lei aveva ragione d'altronde: la cosa migliore da fare era sparire almeno per un po', giusto il tempo per risanare quella ferita, per trasformare quella notte così vera in un debole ricordo.
Se solo fosse stato possibile.
L'insistenza di Alan nel chiamarlo nei giorni successivi e la sua caparbietà nel non rispondergli furono notevoli. Poi una sera di Aprile gli arrivò una lettera che conservava ancora da qualche parte, più che una lettera era un bigliettino rosa.
 
Alan e Grace Hill
sono lieti di informarvi
della nascita della loro primogenita
Penelope Aura.
 
Quel biglietto gli aveva fatto scoppiare il cuore nel petto, ma poi la sua razionalità lo portò a fare dei veloci calcoli e a scoprirsi dubbioso sulla presunta paternità di Alan.
 

"E' mia figlia, Grace? Devi dirmelo!" le chiese con determinazione.
Gli occhi di Grace brillarono anche nell'oscurità di quella sera, poi iniziò a scuotere la testa.
"No, no. Non è tua figlia Daniel.. è figlia di Alan. Smettila di tormentarmi per favore!" rispose implorante.
"Ma sei sicura? Potrebbe essere mia figlia, io ho fatto i calcoli e..."
"NO!" sibilò la donna esasperata mentre le lacrime scendevano giù.

 
Eppure non era ancora del tutto convinto che Penelope fosse la figlia di Alan, qualcosa dentro di sè gli diceva che quella era sua figlia, sua e di Grace.
Si affacciò alla finestra e vide un piccolo puntino nero in mezzo al paesaggio imbiancato: riuscì a mettere a fuoco la figura e pensò di avere le allucinazioni. Quella ragazzina sembrava proprio il suo amore di una vita, ma fu riportato subito alla realtà: era Penelope che con i capelli biondi di sua madre camminava con ostinazione sotto il gelo e il debole sole invernale.
Poi vide un'altra figura avvicinarsi a lei: un ragazzino dai capelli scuri, si toglieva il proprio mantello e lo metteva sulle spalle della biondina.
Pensò di averla già vista una scena del genere.
 
"Sirius! Mi hai spaventata.." esclamò Nelly quando l'amico le mise addosso il suo mantello.
"Scusa.. Per tutto!" disse lui veramente serio per la prima volta.
Nelly si sentì risucchiare da quegli occhi di ghiaccio così belli ed espressivi; tutto il freddo che provava svanì e come al solito le sue guance si infuocarono. Era l'effetto inevitabile che creavano gli occhi di Sirius quando erano puntati su di lei.
"Tranquillo - disse lei dandogli una lieve gomitata - Mi è già passata! Ma non farlo mai più.."
"Se no, che mi fai biondina?!"
Mentre Sirius le faceva un verso tenendo gli occhi chiusi, una palla di neve atterrò sui suoi capelli neri.
"Ti sotterro nella neve." rispose Nelly divertita.
"Ehi Hill, bella mira!" urlò James che correva verso di loro assieme a Remus e Peter.
Dopo tutto Nelly non riusciva ad essere arrabbiata con i suoi amici per più di mezz'ora. Specialmente con Sirius.
_________________________________________________________________________
Ciao! 
Ecco a voi il terzo capitolo di questa storia. Come avrete visto ci stiamo addentrando sempre più nella vita dei Malandrini e devo dire che Nelly si è ambientata benissimo, che dite voi?!
Il nostro professorino continua ad avere i suoi dubbi.. più in là sapremo cosa deciderà difarne di questi dubbi e tormenti.
Come avrete notato, la piccola Nelly ha già un debole per Sirius - come darle torto! E' molto amica di James e Remus, e Peter... lui sta lì, preferisce guardar vivere gli altri, anzichè avere un ruolo nella storia.
Almeno io l'ho vista sempre così. Oddio, decide di agire solo per fare danni. Non ne parliamo se no mi altero...
Per quanto riguarda invece Mocciosus  e Lily, non mi stanno sul cavolo come può sembrare dalla storia, anzi.
In passato ho avuto un amore incondizionato anche per Piton. E già. 
Solo che sono decisa a lasciar spazione nel mio cuore solo a Sirius, e quindi... Ecco qua il risultato.
Lì sopra al posto del solito banner che inserirò nei prossimi capitoli, ho messo una delle mie fan art preferite dei malandrini.
Spero vi piaccia, dovrebbe essere un po' la foto che invia Nelly alla nonna, anche se l'ordine è sbagliato.
LOL

Ora vi saluto, e spero che questo capitolo vi sia piaciuto. 
Fatemelo sapere nelle recensioni, ed ovviamente se avete qualche idea da propormi non esitate a riferirmela.

Ora un ringraziamento speciale a AnnaInBlack e 18Ginny18, le prime ad aver recensito la mia storia. GRAZIEEEEEEEEEEEE.
E  grazie anche a quelli che hanno letto in silenzio senza dire nulla, magari perchè non hanno avuto tempo o non sapevano cosa dire, o non sono rimasti colpiti dalla mia storia.
Vi lascio con un Gary Oldman super figo.

Amy


 

 

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Capitolo 4
*** Luna e parenti serpenti ***


 
She broke your heart
She took your soul
You're hurt inside
Because there's a hole
You need some time
To be alone
Then you will find
What you always know
I'm the one who really loves you baby
I've been knocking at your door
As long as I'm living, I'll be waiting
As long as I'm breathing, I'll be there
Whenever you call me, I'll be waiting
Whenever you need me, I'll be there
 
"Auguri Siriuuuuus!"
Sirius fu svegliato dai suoi quattro amici che avevano circondato il suo letto. Quando aprì gli occhi vide le facce sorridenti dei Malandrini: James con i capelli più scompigliati del solito, Remus con il suo sorriso saggio, Peter con la faccia ancora addormentata e Nelly con i suoi occhi verdi scintillanti di entusiasmo.
"Black, svegliati o vendiamo i tuoi regali!" disse la ragazzina con tono perentorio.
Il festeggiato si strofinò la faccia e si mise in piedi.
"Quale scarto per primo?"
"Il mio ovviamente!" disse James porgendogli il regalo.
Sirius si affrettò a scartarlo e trovò un omniocolo.
"Per vedermi giocare l'anno prossimo!" aggiunse l'amico.
Remus gli regalò un libro di letteratura babbana e in più una stecca di cioccolato, Peter un pacco di caramelle a tutti i gusti +1.
Poi arrivò il turno di Nelly che se ne stava in piedi con il pacco regalo dietro alle spalle.
"Ecco il mio regalo.. Spero ti piaccia."
I malandrini non avevano mai visto la loro amica così nervosa.
Sirius scartò il regalo e vi trovò un bellissimo maglione in lana merinos dello stesso colore dei suoi occhi, un grigio-ghiaccio simile a quello dei suoi occhi, con sul petto incise le sue iniziali in blu in piccolo.
"..Ho visto che non avevi un maglione decente che ti rendesse giustizia."
Sirius inarcò un sopracciglio e poi sorrise sornione.
Remus e James toccarono il maglione per tastarne la morbidezza.
"Lo hai fatto tu?" chiese Remus curioso.
Nelly annuì timidamente.
"Sì, me l'ha insegnato mia nonna. Ma non ditelo troppo in giro.." sussurrò ai suoi amici che scoppiarono a ridere.
"E' bellissimo, Nelly! Grazie!" Sirius si alzò per abbracciala e Nelly fu travolta piacevolmente dalla sua presa.
Poi si tolse il maglione rosso di Grifondoro, e si infilò da sopra alla camicia il maglione di Nelly.
"Mi calza a pennello! - disse ammirandosi allo specchio - Con questi colori le Corvonero mi cadranno ai piedi!"
In effetti quel maglione gli stava davvero bene, i suoi occhi erano messi ancora più in risalto, come i suoi capelli neri, che spiccavano su quel colore chiaro.
I quattro ragazzi scoppiarono a ridere, mentre Nelly cercava di fingersi entusiasta.
"Ehi pensi di poterne fare uno anche a me?" chiese James.
"Per chi mi hai preso? Per madama McClan?" si finse offesa la ragazzina.
James fece il labbro tremulo e Nelly scoppiò a ridere.
"Okay, okay... farò un maglione ad ognuno di voi! - poi prese il metro, carta e penna e richiamò l'attenzione di Remus, James e Peter - Venite qui, devo prendere le misure!"
Sirius fece una faccia stupita.
"E per il mio maglione come hai fatto?"
"Ho preso le misure mentre dormivi..." disse concentrata Nelly.
"Sei proprio una Malandrina.."
"Lo so!"
 
Il Natale arrivò troppo in fretta e i Malandrini dovettero separarsi per andare dalle loro rispettive famiglie. Tutti erano tutto sommato contenti, tranne Sirius Black, che non sprizzava esattamente di gioia all'idea di passare il Natale lontano dai suoi migliori amici, ma con i suoi genitori.
Erano sul treno diretti alla stazione di King's Cross, tutti parlavano dei loro natali passati e dei regali più strambi ed inutili che avevano ricevuto, Sirius non aveva detto una parola fino ad allora.
James indicò con un cenno della testa il suo amico e tutti lo fissarono interdetti.
"Cosa ha?" mimò Remus con le labbra per non farsi sentire dal diretto interessato.
Nelly e James fecero spallucce.
"Ehi amico, vuoi un po' di cioccolata? - disse Lupin - Ti fa tornare di buon umore.."
Sirius come risposta roteò gli occhi e poi tornò a fissare l'interessante trama del sedile di fronte a lui. James accartocciò una pagina della Gazzetta del Profeta e la lanciò in testa all'amico imbronciato che non accennò a muoversi.
Allora Nelly decise di prendere in mano la situazione: si sedette sul posto libero di fronte a Sirius e si mise a braccia conserte.
"Black, o ci dici quello che ti passa per la testa, o ... niente. Sputa il rospo!"
Sirius sbuffò.
"Sapete benissimo cosa ho.."
I quattro amici si guardarono e capirono al volo il motivo per cui Sirius era di cattivo umore.
"Non vuoi tornare a casa dai tuoi, vero?" chiese James con tono stranamente serio.
"Mi sembra ovvio, Jamie. - rispose acidamente Nelly- Ehi, Sir! Non devi essere triste.. Sappi che casa mia è aperta e quando non sopporterai più i loro borbottii e i loro rimproveri, puoi venire a stare da me! Mia nonna sarà contenta di conoscerti!"
Nelly era sincera, avrebbe ospitato volentieri il suo amico.
"Anche casa mia è aperta. I miei sono purosangue, sono rompiballe, ma non noiosi come i tuoi!" disse James.
Alla fine tutti i Malandrini si dimostrarono disponibili ad offrire asilo politico al loro amico.
"Grazie amici miei!" disse Sirius alla fine del viaggio.
Gli amici si salutarono una volta scesi dal treno e Nelly poteva giurare di sentirsi perforare la schiena dallo sguardo assassino dei signori Black mentre salutava Sirius.
Rincontrare sua nonna fu una gioia immensa, la signora Hill non potè trattenere le lacrime dalla commozione.
"Nonna mi sei mancata un sacco!" disse la nipotina.
"Anche tu piccina mia.. Ora andiamo! Ti ho preparato un sacco di cose buone.."
 
Le vacanze natalizie, come tutte le cose belle trascorsero in fretta per i Malandrini, tranne per Sirius che era stato costretto a subire strazianti cene e riunioni di famiglia. Da quando aveva conosciuto i suoi amici ed era stato a contatto con mondi diversi da quello della sua famiglia, era decisamente convinto che era nato nel posto sbagliato. I suoi genitori era diventati ancora più distanti dopo che avevano saputo che lui non era un Serpeverde come tradizione dei Black voleva; avrebbero accettato con un po' di ostinazione il fatto che Sirius fosse smistato in Corvonero, ma non in Grifondoro. Per dispetto il maggiore dei Black aveva tappezzato la sua stanza, i cui muri un tempo erano stati verdi e argentati, con stendardi e poster di Grifondoro. Ogni mattina, mentre Sirius faceva colazione, Walburga li staccava e li faceva sparire, ma sistematicamente il Grifondoro li rimetteva al loro legittimo, solo per lui, posto. Suo fratello Regulus per il momento cercava di non prendere posizione e tempestava Sirius di domande: voleva sapere tutto su Hogwarts. L'anno successivo infatti sarebbe stato il suo turno.
Durante il pranzo di Natale tutta la famiglia Black era riunita a tavola, tranne Sirius che si faceva attendere ogni volta che c'era un'occasione del genere in cui doveva fingere di essere gentile con i suoi parenti. Sfortunatamente non si ritrovò come al solito seduto affianco a sua cugina Andromeda, l'unica sana di mente secondo Sirius in quella gabbia di matti.
"E Andromeda? Non c'è? Sta male per caso?" chiese il ragazzino ansioso.
Walburga lo fulminò con lo sguardo e sua zia Druella divenne un fascio di nervi. Bellatrix, seduta affianco al suo maritino purosangue, Rodulphus Lestrange, ghignava, mentre Narcissa rimaneva seria ed osservava il suo piatto ancora pieno.
"Quella stupida di mia sorella ha deciso di sposare un Nato Babbano.." disse con cattiveria la maggiore delle cugine.
Cygnus Black sfiorò la mano di sua moglie Druella, come se volesse confortarla, ma la donna la ritirò come se non volesse quel contatto, come se non volesse essere confortata.
Sirius sentì gelarsi il sangue nelle vene in pochi secondi: prima le parole aspre di sua cugina, poi l'atteggiamento freddo e distante di sua zia. Erano davvero esseri umani dotati di un cuore?
Probabilmente no, pensò il ragazzino fra sé e sé.
Sua cugina Andromeda quindi si era ribellata ed era stata ripudiata dalla sua famiglia; aveva sempre pensato che Dromeda era la sua cugina preferita, e ancora una volta aveva dimostrato di avere carattere. Forse anche lui un giorno sarebbe stato cancellato per sempre dall'albero genealogico dei Black, chissà per quale motivo, ma Sirius sentiva dentro di sè che sarebbe successo, prima o poi.
 
 
 
Finite le vacanze di Natale i cinque amici si ritrovarono tutti alla stazione di King's Cross.
"Sirius!" urlò James, come al solito in ritardo.
Il quattrocchi avvolse il suo amico in un abbraccio soffocante.
"Guarda che esistiamo anche noi, Potter!" disse acida Nelly.
James non si era ancora accorto del resto dei suoi amici e si affrettò a salutarli.
Nel frattempo Sirius sentiva lo sguardo dei suoi genitori fisso su di lui ed i suoi amici; Nelly se ne accorse e decise di ricambiare lo sguardo di disgusto che i signori Black le stavano rivolgendo.
Tutti i ragazzi iniziarono a salire sul treno e Remus accorgendosi dell'accanimento con cui Nelly guardava in cagnesco i genitori di Sirius, la richiamò all'ordine.
"Andiamo Nelly - disse il saggio Lupin - Non ti conviene metterti contro i genitori di Sirius.."
"Hanno fatto tutto loro." disse la biondina indispettita.
Remus scosse la testa e si domandò dove fosse finito il buon senso dei suoi amici o se l'avessero mai avuto.
Tornare ad Hogwarts fu una gioia per tutti, a cena il professor Silente fece uno dei suoi soliti discorsetti e durante il banchetto Nelly incontrò più volte lo sguardo del professor Smith, che le sorrideva radioso. All'ennesima volta la Grifondoro non riuscì a non arrossire e Sirius, accorgendosi del cambiamento repentino del colorito della sua amica, si iniziò a guardare intorno.
"Perchè sei rossa?" chiese allarmato.
"Chi? IO?!"
"No, io!" disse sarcastico Sirius.
"Ehi, Sir, hai notato che quella Corvonero ti sta mangiando con gli occhi?" fece notare James indicando con lo sguardo una ragazza bionda.
Nelly e Sirius si voltarono di scatto per guardare la Corvonero: era Marlene McKinnon che, sentendosi troppo osservata, divenne rossa e spostò lo sguardo sul suo piatto vuoto.
Penelope continuò ad osservarla; Marlene era davvero una bella ragazza: i suoi capelli biondi e ondulati erano sicuramente morbidi e lucenti, i suoi occhi azzurri sembravano due pozze d'acqua cristalline, grandi e luminosi; aveva un sorriso splendente, da togliere il fiato. Nulla a che vedere il suo aspetto trasandato e da maschiaccia. Ma non le importava: dopotutto lei era la migliore amica dei Malandrini e passava tutto il giorno con loro, che gliene importava di Marlene McKinnon?!
"Nelly.. Nelly! Rispondi!" disse Remus scotendola per un braccio.
"Dimmi!"
"Hai fatto il tema di Pozioni?"
"Lupin, Lupin... " disse la ragazzina in segno di rimprovero.
"Ti prego, giuro che ti faccio copiare i temi di Storia della Magia.."
"Non basta." rispose cocciuta mentre camminavano verso la Torre di Grifondoro.
"Cosa altro vuoi? Un rene?" chiese Remus ironico.
"Sai benissimo cosa voglio sapere... Perchè ti assenti una volta al mese, inventi ogni volta una scusa nuova? - disse Nelly tutto d'un fiato bisbigliando - Sai, non sono stupida, ed ho notato che nei giorni che precedono la tua assenza sei... un po'... come dire..Lunatico?!"
Remus si sentì a disagio e si irrigidì, nervoso iniziò a tormentare le toppe del suo maglione vecchio.
"Senti, io non voglio costringerti a parlare, Rem... però si vede che non stai bene con te stesso. Ecco... se vuoi parlarne, se hai bisogno di aiuto... "
Gli occhi di Nelly erano lucidi e Remus si sentì quasi sciogliere di fronte a quello sguardo, quella sincerità e quella bontà.
"Se hai bisogno di qualsiasi cosa... io ci sono." finì con decisione Penelope.
Nel frattempo i ragazzi erano arrivati in Sala Comune, Nelly lasciò lì impalato Remus e salì nella sua stanza per prendere il suo quaderno di Pozioni.
"Ecco a te! - disse porgendogli il quaderno - Qui c'è la brutta copia, cerca di modificarlo un po'."
"Grazie Nelly.."
La biondina le fece un occhiolino, e dando un buffetto ciascuno a James e Sirius come saluto, si congedò e andò a dormire.
 
Remus si sentiva un verme: avrebbe tanto voluto confidare il suo enorme segreto ai suoi amici, ma non ne aveva il coraggio. Prima di Hogwarts passava le sue giornate chiuso in casa con i suoi genitori ad aspettare che arrivasse il fatidico giorno di Luna piena e la prospettiva di avere degli amici era più che mai remota. Poi in quel giorno di caldo torrido, l'arrivo del professor Silente e la sua proposta gli aprì un nuovo mondo, una nuova vita. Avrebbe frequentato Hogwarts come un ragazzino normale della sua età, avrebbe conosciuto degli amici e si sarebbe sentito almeno in parte ordinario. Non riusciva ancora a crederci di essere circondato da amici che gli volevano bene e tanto, in così poco tempo erano diventati così complici che non gli sembrava ancora vero. Non poteva essere che una cosa così bella accadesse proprio a lui, a Remus John Lupin, il ragazzino licantropo, quello che se non fosse stato per Silente avrebbe condotto una vita da ignorante e derelitto. Come poteva rovinare tutto ora, rivelando il suo enorme segreto? I suoi amici non lo avrebbero sicuramente accettato più, e lui non avrebbe dato loro torto. Chi vuole essere amico di un mostro?! Chi vuole rischiare la vita stando vicino ad un lupo mannaro?! Nessuno, o almeno nessuna persona dotata di buon senso. D'altro canto però, quel segreto era più grande di lui e non riusciva più a tenerlo al sicuro in un angolino remoto del suo cervello. Non sapeva più che scuse inventare.
 
La vita trascorreva tranquilla e tra uno scherzo e l'altro arrivò la primavera. Nelly era di buon umore ogni volta che arrivava la primavera, perchè voleva dire solo una cosa: presto sarebbe arrivato il giorno del suo compleanno.
Un pomeriggio mentre osservava gli allenamenti di Quidditch ammaliata dalla velocità e dall'abilità dei giocatori, Nelly fu colta alla sprovvista dal professor Smith.
"Le piace il Quidditch, signorina Hill?!" chiese mentre prendeva posto accanto a lei.
"Sì, mi piacerebbe giocare nel ruolo di cercatrice. - rispose convinta mentre continuava ad osservare i giocatori - Ma lei che ci fa qui? E' venuto a spiare la concorrenza?!"
Il professor Smith in passato era stato un fiero Corvonero e questo era noto a tutti gli studenti.
"Per niente! - rispose il professore ridendo - Semplicemente mi piace il Quidditch.."
"Giocava anche lei?"
"Sì, ero un cercatore... uno dei più abili di quei tempi!"
Anche uno dei più modesti, pensò Nelly nella sua mente.
La studentessa sorrise al suo professore e riprese a guardare l'allenamento. Smith era rimasto incantato dal suo sorriso, identico a quello della madre; era incredibile quanto Penelope somigliasse a Grace e così poco a Alan. Più la guardava e più cercava di trovare almeno un tratto che gli ricordasse il suo migliore amico: ma tutto di quella ragazzina gli faceva venire in mente la sua bella Grace, della sua lotta ostinata contro i capelli lisci, delle sue risate e del suo carattere per niente facile. Anche quello aveva preso da lei Penelope.
"Ho qualcosa che non va?" chiese Nelly imbarazzata.
Lo sguardo fisso del professore su di lei la metteva a disagio, e non poco.
"No, notavo solo che sei identica a tua madre."
Nelly si limitò a sorridere e si sistemò i capelli dietro l'orecchio. La nonna gliel'aveva sempre detto che era la fotocopia di sua madre, ma diceva che aveva la forma delle mani simili a quelle di suo padre, lunghe ed affusolate per la sua giovane età, e una voglia a forma di goccia che aveva dietro la schiena era identica a quella che suo padre aveva sulla nuca.
"Andava d'accordo?"
"Con chi?! Con tua madre?!" chiese il professore allarmato.
"Con i miei genitori.. Mi parli di loro!"
Smith sorrise e si tuffò in un mare di ricordi, alcuni dei quali facevano male.
"Tuo padre, Alan,  - iniziò ridacchiando l'uomo - era un gran casinista. Ogni giorno trovava un modo per far impazzire la signora Hellen. Credo che in questo tu abbia preso molto da lui.. Io e lui eravamo un po' come Black e Potter. Due combinaguai."
Nelly cercò di immaginare suo padre e il suo professore combinare guai come Sirius e James.
"Andavamo alle scuole elementari insieme a tua madre, e lei non ci sopportava. Era una tipa perfettina, Grace, sempre con i capelli perfetti, i vestiti puliti, i quaderni in ordine. - disse quasi sognante - Pensa che una volta io e tuo padre ci divertimmo a metterle in disordine tutti i colori che lei sistemava con cura durante ogni intervallo. La sua mania dell'ordine era quasi maniacale.."
Nelly scoppiò a ridere pensando che lei non era per niente maniaca dell'ordine, anzi era la regina del disordine.
"Poi io ho iniziato a frequentare Hogwarts e loro hanno continuato ad andare a scuola insieme... Tua madre avrà messo da parte le sue manie per l'ordine e tuo padre si sarà calmato. E si sono innamorati.."
Dire quella bugia gli costò molto, ma non poteva sconvolgere la vita di Penelope, insinuarle dubbi o false speranze. Era ancora molto piccola, forse in futuro avrebbe avuto il coraggio di confessarle i suoi dubbi e magari ci sarebbe stato un lieto fine. Ma non doveva farsi illusioni.
"Devo ammettere che vederti tra quei banchi con la mano alzata per farmi una domanda mi ha fatto un certo effetto: sei così somigliante a tua madre che mi sembravi lei. - disse ridendo il professor Smith - Non immaginavo che tu fossi una strega."
"E' stata una sorpresa anche per me, e sono felice di averla incontrata, professore. Grazie."
"Neeeeeeeeelly!" urlò James dall'altra parte del campo.
"Stiamo andando a mangiareeee - sbraitò Sirius vicino a James - Vieni con noii??!"
La ragazzina alzò un pollice in alto per rispondere ai suoi amici e poi si rivolse al suo professore di Difesa.
"Ora devo andare.. i miei amici mi aspettano. Grazie ancora!"
Daniel non sapeva perchè ma fu quasi preso da un moto di gelosia nei confronti di quei ragazzini; avrebbe voluto chiedere qualche informazione in più, ma forse non era il caso di immischiarsi in affari che non erano suoi. O forse sarebbe stato opportuno fare le veci del suo amico che purtroppo non c'era più?!
"Va bene, non combinate troppi guai, o Gazza impazzirà." si limitò a dire.
Nelly annuì e corse giù dai suoi amici.
 
"Cosa voleva da te Smith?" chiese Sirius curioso.
"Non sono affari tuoi, Black." disse Nelly con fare altezzoso.
"Ora anche tu fai la misteriosa? Non basta il signor Lunastorta?!" intervenne James mentre si puliva gli occhialetti.
Remus sbiancò.
"Come mi hai chiamato?" disse alterato.
"Lunastorta! Per i tuoi sbalzi d'umore frequenti..." spiegò James.
Nelly e Sirius scoppiarono a ridere e alla fine a loro si aggiunsero anche Remus e James.
"Troverò un soprannome anche per voi, tranquilli." rassicurò Potter.
"Beh, allora?" Sirius incalzò Nelly.
La biondina sbuffò.
"Mi ha parlato dei miei genitori."
"Di chi?" dissero i tre in coro, mentre Peter aveva lo stesso sguardo di una mucca quando passa il treno.
"Avete sentito bene, Smith conosceva i miei genitori.."
I malandrini si zittirono, non sapevano davvero che dire su un argomento così delicato. James e Sirius iniziarono a guardare insistentemente Remus: era l'unico con la sensibilità che si ritrovava ad essere in grado di dire qualcosa che non fosse scontato, qualcosa di saggio.
Remus però era totalmente senza parole: sapeva che i genitori di Nelly erano morti quando lei aveva solo cinque anni, di certo doveva essere una sorpresa trovare proprio qui, ad Hogwarts, una persona che li conoscesse. Insomma, quante probabilità c'erano?!
Fortunatamente, Nelly tolse dall'imbarazzo i suoi amici.
"Mi ha detto che lui e mio padre erano come voi due - disse Nelly indicando James e Sirius con un dito - Invece a quanto pare mia madre era la Lily Evans in versione babbana e bionda. Beh io ho preso decisamente da mio padre, e dico anche per fortuna!"
"Non ti avremmo sopportata.. già così è diffici..." iniziò a dire James.
Ma non potè finire la frase perchè Nelly aveva già iniziato ad inseguirlo e lui doveva correre se non voleva prendersi un pugno nello stomaco. Sirius, Remus e Peter nel frattempo ridevano a crepapelle vedendo quella scena così ricorrente.
"E voi non ridete, o dovrete correre anche voi!"
"No, correre no!" implorò Peter.
"Certo Peter, dopo tutti i pasticciotti che hai mangiato oggi a pranzo al massimo puoi rotolare!" disse Sirius.
Mentre Nelly inseguiva James e si sforzava di rallentare per non prenderlo, pensava che non ne avrebbe mai avuto abbastanza di questi giochi, scherzi; i Malandrini erano ormai parte della sua vita e senza di loro Nelly non sarebbe stata più la stessa, di questo ne era assolutamente certa.

 
__________________________________________________________
 
Salve a tutti! Eccoci al quarto capitolo.. 
Vi avevo già anticipato che i primi capitoli sarebbero stati un po' stazionari. 
Sto cercando di introdurre tutti i personaggi, le loro storie e non voglio fare troppi casini rischiando di fare un minestrone senza senso. 
Tra l'altro i nostri protagonisti sono ancora un po' piccini, e alcune cose che ho in mente avverrano solo negli anni successivi. 
Sì mi chiederete "E perchè non sei partita più avanti nel tempo?". Vi rispondo: perchè volevo farvi leggere come è nata la profonda amicizia di questi Malandrini+1a.
Io credo nell'amicizia tra uomo e donna. E' rara ma esiste.
Se continuerete a leggere ne vedrete delle belle: vi dico solo alcune parole FRIENDZONE, TRIANGOLO, FRAINTENDIMENTI E BUGIEEEE. 
Vi ho un po' incuriosita? Daiii.
In questo capitolo mi sono focalizzata su Sirius e la famiglia Black e su Remus e il suo piccolo problema peloso.
Poi sono tornata su Smith, mi sembrava legittimo che Nelly chiedesse qualcosa dei suoi genitori. O no? 
Vi dico solo che Smith sarà una presenza costante per Nelly, in un modo o nell'altro. *if you know what i mean*
Ditemi cosa pensate di questo capitolo e se avete qualche consiglio da darmi, sappiate che sono sempre disposta ad ascoltarvi.

Baci grandi grandi

Amy.

PS: Ho deciso che ogni volta vi lascerò con una gif o una foto su Harry Potter, ciascuna delle quali tratterà un tema. 
Il tema scelto da me questa volta è il seguente: Amore e Tenacia. Quale esempio migliore dell'amore e della tenacia di Tonks?!
Io amo Remus e Ninfadora insieme. Sono la coppia più bella di tutta la saga e la mia coppia preferita dopo Marianne e il colonnello Brando in Ragione e Sentimento. 

Voi siete testardi e tenaci come Tonks o rinunciatari come Lupin?! 

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Capitolo 5
*** Malinconia ***


 
Un'estate fa la storia di noi due 
era un pò come una favola 
ma l'estate va e porta via con sè 
anche il meglio delle favole
[..]
Un'estate fa non c'eri che tu 

ma l'estate somiglia a un gioco 
è stupenda ma dura poco.
[..]
Un'estate in più che mi regalerà 
un autunno malinconico senza te..
Senza che Nelly se ne accorgesse, era arrivato il 20 Aprile, il suo primo compleanno ad Hogwarts. Fu una giornata come un'altra a eccezione del fatto che i Malandrini la riempirono di regali e di attenzioni. Verso la fine della giornata fu colta da un po' di malinconia.. Fino ad all'ora non ci aveva mai pensato seriamente: ma come sarebbe stata la sua vita ora se i suoi genitori fossero vivi?!
Non lo avrebbe mai saputo e questo la rendeva insoddisfatta. Però poteva provare ad immaginarlo...
Magari in quel giorno le avrebbero inviato un bel regalo e una lettera di auguri in cui le chiedevano di scrivere il più presto possibile. Probabilmente sarebbero stati curiosi di sapere cosa le avevano regalato i suoi amici o semplicemente le avrebbero chiesto di porgere i loro saluti al professor Smith. Si sarebbero preoccupati di festeggiare il suo compleanno con un po' di ritardo durante le vacanze pasquali, la mamma avrebbe preparato una grande torta al cioccolato, la sua preferita, e il papà avrebbe organizzato una partita di calcio in giardino. Al solo pensiero Nelly sorrideva, ma poi era costretta a ritornare bruscamente alla realtà, e la realtà era molto meno rosea.
A cena i suoi amici si accorsero del suo malumore e ne intuirono anche la ragione. Cercavano di farla ridere, di fare battute e di pianificare scherzi per tormentare il povero Piton ma nessuno di questi tentativi ebbe l'effetto sperato. Nelly si sforzava di ridere per non far dispiacere i suoi amici, ma non erano le sue risate sguaiate e scomposte, il suo sorriso era spento e triste.
Quando dopo cena si ritirò nella sua stanza, mentre tutti i Grifondoro erano rimasti in Sala Comune a rilassarsi, i Malandrini si riunirono nella loro stanza per parlare dell'umore di Nelly.
"E' tutta colpa di quel Smith, c'è bisogno di ricordarle sempre i suoi genitori e di fare il nostalgico?"
disse Sirius indispettito.
"Nelly mi sembrava contenta di conoscere qualcuno vicino ai suoi genitori.." aggiunse Remus in difesa del professore.
"E allora perchè sta così? E' il suo compleanno!" disse James preoccupato.
"Magari è normale che il giorno del suo compleanno le venga un po' di malinconia... no?!"
"E' normale per un quarantenne che inizia a sentirsi vecchio, non per una dodicenne!" esclamò Sirius allargando le braccia.
"Dobbiamo distrarla - intervenne James - non può concludere il suo compleanno a letto con brutti pensieri per la testa."
"Ci abbiamo già provato, Jamie." disse stufo Sirius.
Remus pensò ad un modo non troppo invadente per far tornare il sorriso a Nelly...
"Ho un'idea!" esclamò.
"Grande, Rem! Ci contavo.."
"Sputa il rospo!" ordinò Black.
"Mh mh" mugugnò Peter mentre rosicchiava l'ultimo dei cinque muffin che aveva portato dalla Sala Grande.
"James penso di poterti dare il permesso di usare il mantello dell'invisibilità che hai ricevuto da tuo padre per il tuo compleanno."
Sirius e James si guardarono a vicenda interdetti e stupiti.
"Dov'è finito la tua coscienza, Lunastorta?!" chiese allarmato Black.
"E da quando non ti importa più di infrangere le regole?" chiese Potter.
"Già." aserrì Peter.
Remus sbuffò e guardò minaccioso i suoi amici.
"Ogni tanto si può infrangere qualche regola, e non mi sembra che voi non lo facciate mai ed io ve lo impedisca."
"Rem, ma ci fai due palle così ogni volta.." si lasciò scappare Sirius.
"Questa volta è per una buona causa."
"E qual è la tua idea?"
"Andare sulla torre di Astronomia a vedere le stelle con Nelly. Da tempo dice che le piacerebbe andarci di notte, quando non ci sono troppe persone.. - cercò di spiegare Remus intimidito dagli sguardi indagatori dei suoi amici - Quale migliore occasione della notte del suo compleanno?"
James e Sirius si guardarono di nuovo, ma non più interdetti.
"Bella idea, Lunastorta - disse Sirius dando una pacca allo scocciato Remus - Ma come ci entriamo tutti e cinque sotto il mantello?"
Mentre cercavano una risposta, quella arrivò da sola, attraverso il russare di Peter.
"Siamo in quattro, quindi. Ce la facciamo."
"Okay, come la avvisiamo?" chiese James.
Sirius indicò un bigliettino che stava scrivendo e che diede al suo gufo reale.
"Un bigliettino tramite gufo! Le ho detto di scendere a mezzanotte in Sala Comune."
"Perfetto, ora pensiamo a quale strada fare cercando di evitare Gazza e quella gatta rompiscatole.."
 
Nella sua stanza Penelope guardava e riguardava le foto della sua infanzia, dei suoi genitori.. Ed era certa di essere masochista, perchè nessuna persona sana di mente cercherebbe di sentirsi meglio guardando le foto che le avrebbero fatto ricordare il motivo della sua tristezza.
Ad un certo punto fu distolta da un picchiettare sulla finestra: un gufo reale la invitava ad aprire la finestra. Nelly riconobbe subito quel gufo, era di Sirius. Cosa voleva?!
Aprì la finestra lasciando entrare Nero e prese il bigliettino che portava nel becco.
 
Fatti trovare in Sala Comune a mezzanotte.
Cerca di non farti scoprire dalla Evans, possibilmente.
Io e gli altri abbiamo pensato che è arrivato il momento di fare una cosa.
E' una sorpresa.
Sirius
 
Nelly rilesse il bigliettino telegrafico e ci capì ben poco.
Capì solo che doveva essere in Sala Comune a mezzanotte senza farsi scoprire da Lily.
La rossa era già entrata in camera ed ora era in bagno a lavarsi e cambiarsi; Nelly guardò l'orologio e notando che erano le dieci e trenta, pensò che Lily sarebbe caduta nel sonno più profondo nel giro di un'ora. E invece lei doveva rimanere sveglia fino a mezzanotte, che impresa! Era stanchissima.
Le undici e mezza arrivarono prima di quanto aveva previsto, Lily, Alice e Catherine dormivano beatamente; poteva iniziare a scendere in Sala Comune.
Aspettò una mezz'ora abbondante prima di poter vedere i suoi amici scendere silenziosamente dal dormitorio maschile. Li attendeva con le mani sui fianchi, tamburellando il piede destro sul tappeto rosso. Notò che i tre malandrini avevano tutti un sorriso complice e sornione sul viso.
"Allora?" disse quasi urlando.
"SHHHHH" i tre in coro emisero un suono ancora più rumoroso della voce di Nelly per zittirla.
Remus diede una gomitata a Sirius, il quale uscì dalla tasca una benda.
"Scusami Nelly, ma come ti ho detto è una sorpresa."
E mentre la biondina si ribellava, il ragazzo le copriva gli occhi con la benda, poi la prese sottobraccio e lo stesso fece Remus.
"Mi spiegate, per la barba di Merlino, cosa avete intenzione di fare? - disse sottovoce ma abbastanza forte da sembrare spazientita - Conoscendovi non riesco a fidarmi di voi!"
"E' stata un'idea di Remus, questo dovrebbe farti sentire tranquilla." le sussurrò Sirius nell'orecchio.
In effetti sì, si sentiva più tranquilla.
James si procurò di coprire sè stesso ed i suoi amici con il mantello dell'invisibilità, e poi intimò agli altri di avvicinarsi allo specchio.
"Non si vede nulla, nessun piede fuori posto James, andiamo!" disse impaziente Sirius.
"Mi spiegate cosa ho addosso?"
"Il mantello dell'invisibilità di mio padre. Figo no?!"
"Questa cosa inizia a piacermi... se solo potessi vedere.." disse Nelly.
I suoi amici le chiesero di avere pazienza.
I quattro uscirono dalla Sala Comune e si lasciarono alle spalle il rumoroso russare della Signora Grassa. Camminando in religioso silenzio tra i corridoi del castello, riuscirono ad arrivare alla meta.
Quella sera, anche per la gioia di Remus, non c'era la luna e le stelle splendevano più che mai nell'oscurità del cielo. Una volta al sicuro si tolsero il mantello di dosso e levarono la benda dagli occhi di Nelly, la quale si ritrovò tutto d'un tratto ad osservare il cielo stellato. Osservare le stelle le era sempre piaciuto, d'estate quando era piccolina si fermava sempre con la nonna a guardarle: quando le aveva chiesto di cosa fossero fatte, la nonna non aveva saputo risponderle in modo scientifico ma aveva inventato tante storie di magia per spiegare la loro esistenza.
"Bello, no?!" chiese James.
"Bellissimo.. - disse Nelly sognante - desideravo da tempo venirci.."
"Ho portato la mappa astronomica!" intervenne Remus.
"Quella è la stella più bella di tutte!" disse Sirius indicando una stella luminosa situata nella costellazione del Cane Maggiore, Sirio.
Tutti gli amici si ritrovarono a guardare il giovane Black con aria esasperata, poi tutti insieme scoppiarono a ridere vedendo mutare la sua espressione compiaciuta in imbarazzo.
I quattro amici rimasero sulla torre fino alle due della notte, finchè le loro palpebre non iniziarono a lottare per chiudersi. Allora i Malandrini si rimisero sotto il mantello e ricominciarono a vagare per il castello. Arrivati al settimo piano, dovevano solo fare il giro di qualche corridoio per arrivare sani e salvi alla Sala Comune di Grifondoro, ma purtroppo incontrarono un imprevisto.
Gazza con la sua gatta stava passeggiando per i corridoi; Nelly si lasciò sfuggire un sospiro che nel silenzio del castello sembrò troppo rumoroso per non essere percepito dall'abile udito da Mrs Purr.
James, Sirius e Remus zittirono contemporaneamente Nelly in modo diverso: James la fulminò con lo sguardo, Remus le tappò la bocca con una mano e Sirius si portò l'indice sulle labbra per invitarla a tacere.
Rimasero fermi, appiattiti su un muro, mentre proprio in quel momento Gazza si avvicinava a loro.
"Chi siete? So che c'è qualcuno.. avanti non nascondetevi! Una bella punizione vi aspetta.."
Il guardiano passò davanti a loro senza accorgersi di nulla fortunatamente, mentre la gatta continuava a fissarli imperterrita. A quel punto a Nelly venne un'idea: non si ricordava il motivo, ma nella tasca aveva un pezzo di pane al bacon, lo lasciò scivolare silenziosamente fuori dal mantello e la gatta iniziò ad inseguire il tozzo di pane che rotolava lontano da loro.
I Malandrini colsero l'occasione per darsela a gambe, sempre silenziosamente ed in sincrono, per evitare che qualche piede uscisse fuori dal mantello. Quando entrarono sani e salvi in Sala Comune tutti tirarono un sospiro di sollievo. Poi un rumore li sorprese tanto da farli alzare di scatto, pronti a nascondersi sotto il mantello.
"Che ci fate qui?" disse Peter assonnato.
Sirius afferrò un cuscino dal divano e lo tirò in faccia all'amico ancora dormiente, scatenando le risate soffocate di tutti.
 
"E' da tempo che non facciamo uno scherzo a Mocciosus.." disse James mentre giocherellava con il modellino di una scopa.
I cinque amici erano seduti all'ombra di un albero nel cortile del castello: Remus e Nelly ripetevano Pozioni in vista degli esami finali, Peter mangiava come al solito, James e Sirius invece oziavano e meditavano di fare uno scherzo alla loro vittima preferita: Severus Piton.
"Sai, hai ragione Jamie... Se ne sta tranquillo da troppo tempo." disse Sirius appoggiando l'amico mentre giocava a far levitare dei ciottoli.
Al che Remus alzò la testa dal libro per colpire i due Malandrini con il suo miglior sguardo di rimprovero.
"Lasciatelo in pace, non sta facendo nulla in questo periodo.." disse Remus.
"Mmmh, è vero. Hai ragione, ma alla prima occasione gli faremo un bello scherzetto, vero Sir?!"
Sirius fece un occhiolino a James e i due ritornarono ad oziare, mentre Nelly era ancora immersa nel libro di Pozioni.
"Odio odio odio odio questa materia. Ho già detto che odio Pozioni?" disse la biondina.
"Scusa puoi ripetere? Non mi è chiaro il concetto." disse Sirius sarcastico.
"Certo. O D I O  Pozioni."
"Fatti dare una mano da Mocciosus.." disse ridacchiando James.
Nelly provava una certa repulsione nei confronti di Piton. Oltre a ritenerlo antipatico, le sembrava una persona sgradevole, calcolatrice. Nulla a che vedere con la spontaneità di James, con l'impulsività di Sirius, il buon cuore di Remus.. e Peter, beh Peter si faceva gli affari suoi.
La Grifondoro era convinta che Mocciosus non aveva di certo messo una buona parola su di lei con Lily; Nelly d'altronde non faceva nulla per essere simpatica a Piton e di conseguenza non lo era anche per la Evans, la quale, nonostante fossero compagne di stanza, la ignorava. Invece Alice e Catherine erano simpatiche, ma le poverette dovevano dividersi tra i due fuochi: Nelly e Lily, due ragazze agli antipodi.
Ogni volta che vedeva Lily e Severus insieme, ridendo e scherzando, Penelope si chiedeva cosa ci trovasse la rossa di tanto interessante in Piton: non era bello e tanto meno simpatico. Era intelligente e forse brillante, ma anche i suoi amici lo erano.. per di più non era per niente divertente, e nemmeno un tipo affabile.
"Secondo voi che ci trova la Evans in Piton?" chiese Nelly rompendo il silenzio.
James che aveva rubato un pasticcino a Peter per poco non si soffocò e Sirius cercò di aiutarlo a riprendersi dandogli forti scossoni sulla schiena. Remus nel frattempo si copriva la faccia con il libro per non farsi cogliere mentre rideva.
Sirius cercò di rompere l'evidente imbarazzo che aveva creato la domanda di Nelly e le rispose.
"A saperlo cosa ci trova in Piton quella isterica..."
"Questa non è una risposta Sir!" disse James, desideroso di sapere anche lui.
"Beh, sei tu qui la ragazza, Nelly, dovresti capirla più tu la Evans." si giustificò Sirius alzando le braccia.
"Ti pare che se riuscissi a capire le ragazze me ne starei con voi?" rispose la ragazzina cercando di sembrare seria.
Remus chiuse il libro di Pozioni e lo diede in testa alla sua amica, poi si ricompose e iniziò a pensare.
"Beh, dovrà per forza avere qualcosa di interessante Severus; sicuramente è molto intelligente.. e.."
E non riusciva ad aggiungere nient'altro.
James sembrava essere soddisfatto: nemmeno il buon Remus che era in grado di cavare anche il sangue da una rapa riusciva a trovare qualcosa di buono in Piton, oltre all'intelligenza.
"Ma-magari sono amici da tanto tempo.. e gli vuole bene.." provò a dire Peter.
Tutti si voltarono per guardarlo stupiti, poi Remus riprese la sua espressione pensierosa.
"Forse ha ragione Peter."
"Magari un giorno si metteranno insieme, e potremo chiamare la rossa la signora Mocciosus" disse Nelly divertita.
L'espressione di James cambiò e divenne quasi rosso in volto.
E come in ogni occasione si finì a ridere a crepapelle e questo non poteva che essere motivo di orgoglio e di gioia per Nelly.
 
Penelope in passato non avrebbe mai detto che un giorno sarebbe stata triste per la fine della scuola. Una ragione c'era: la scuola babbana non era stata Hogwarts e il suoi compagni di classe non erano stati i Malandrini. Non avrebbe nemmeno mai detto che le sarebbe dispiaciuto lasciare quel castello per pochi mesi. Si sentiva in colpa per sua nonna, ma finalmente aveva trovato una sua casa, una casa che non fosse la vecchia villetta nella periferia di Londra, dove era considerata la ragazzina orfana, strana e maschiaccia. Qui poteva essere ciò che voleva.
Il professor Smith, aveva deciso di lasciare l'insegnamento, almeno finchè avrebbe avuto come alunna Nelly. Il ricordo di Grace era ancora troppo vivido nella sua mente, e la voglia di confessare i suoi dubbi a Penelope era irrefrenabile, incontrollabile. E lui, da degno Corvonero dotato di buon senso, sapeva che non era la cosa migliore da fare per la ragazzina. Non poteva destabilizzarla; oltre tutto se n'era accorto che Nelly cambiava completamente umore quando si parlava dei suoi genitori, e non voleva provocarle tristezza con la sua sola presenza, evocando il ricordo dei suoi genitori.
Sarebbe stato meglio per lui e per la figlia di Grace.
 
I Malandrini erano sul treno, di ritorno a Londra. Questa volta erano tutti silenziosi ed ognuno aveva il suo buon motivo per essere triste.
Sirius avrebbe passato tre mesi infernali con i suoi genitori e le sue odiose cugine; James sarebbe stato solo per tutta l'estate a giocare a Quidditch con suo padre, il quale lo voleva in perfetta forma per l'anno successivo. Remus avrebbe passato tutte le vacanze chiuso in casa aspettando la luna piena, con ansia e disgusto per se stesso; Nelly era felice di stare con sua nonna Hellen, ma l'idea di stare lontana dai suoi amici per così tanto tempo non le piaceva. Quello più tranquillo era Peter: la cosa importante per lui era che ci fosse cibo in giro.
Fu proprio Nelly a rompere il silenzio nello scompartimento dei Malandrini.
"Ragazzi! - disse con la sua voce squillante - Ho una richiesta da farvi..."
I ragazzi la guardarono con attenzione.
"Cioè?" chiese James curioso.
"Promettetemi che mi scriverete spesso e mi terrete aggiornata.."
Nelly arrossì vagamente e ciò non sfuggì allo sguardo attento di Sirius.
"Sì, biondina, non ti preoccupare. Io ti scriverò almeno una volta alla settimana. Ma tu devi promettermi che farai lo stesso!" disse con sicurezza.
"Anche io, okay? - disse James quasi stufo - Ma non ti aspettare papiri, odio scrivere le lettere..."
Poi Nelly rivolse uno sguardo a Remus, il quale avvolse un braccio attorno alle spalle di Peter.
"Anche io e Peter ti promettiamo di scriverti, vero?"
Peter annuì timidamente, senza osare guardare gli occhi grandi di Nelly.
 
Una volta scesi dal treno i cinque amici si salutarono ed i ragazzi presero in giro Nelly poichè i suoi occhi erano gonfi di lacrime. Lei cercò di mandarli al diavolo con quanta più acidità possibile, ma era tutto inutile.
Rincontrare sua nonna fu bello: durante tutto il tragitto dalla stazione di King's Cross a casa loro Nelly le raccontò le sue avventure a Hogwarts, del suo successo agli esami finali e dei suoi inseparabili amici.
"E amiche?" chiese la nonna curiosa.
"In che senso nonna?" rimandò la nipote interdetta.
"Non hai amiche di sesso femminile oltre a quei quattro?"
Nelly non apprezzò che sua nonna chiamasse i suoi migliori amici quei quattro.
Pensò a lungo alla risposta che doveva dare a sua nonna: se le avesse detto che non aveva stretto molto con le ragazze del suo anno, sua nonna l'avrebbe rimproverata.
"Sì, ho anche amiche a Hogwarts, nonna." disse cercando di sembrare convinta.
"Ah sì? E come si chiamano?!"
"Una si chiama Alice, ha i capelli corti ed è molto gentile; poi c'è Catherine e Lily. Lily è quella con cui ho legato di più..." mentì spudoratamente.
"Parlami di lei.." insistette la nonna.
"Lily è una Nata Babbana come me, abita a Londra... Ha i capelli rossi e gli occhi verdi più belli dei miei.."
"Impossibile.." disse la signora Hill accarezzando i capelli in disordine di sua nipote.
"E' molto studiosa e rispettosa delle regole." continuò Nelly, cercando di essere più dettagliata che mai nella sua descrizione di Lily.
"Beh, come siete diventate amiche allora?"
"Sai quella cosa degli opposti che si attraggono? - chiese la ragazzina mentre la nonna annuiva -Beh, penso valga anche per l'amicizia."
La signora Hellen sentiva che sua nipote non stava dicendo tutta la verità.
"Voglio conoscerla, invitala quando vuoi a casa. Non ci dovrebbero essere problemi se è di Londra..."
Nelly si maledisse per aver detto una bugia così grande.
"Va bene.." disse un po' tesa, mentre la nonna rideva sorniona.
 
Una volta arrivate a casa, Nelly trovò in camera sua già una lettera di Sirius e di Remus e stava per scartarle, ma sua nonna la richiamò dal piano inferiore.
"Nelly, suonano alla porta. Vai ad aprire tu?"
"Sì!" urlò la ragazzina.
Scese le scale al suo solito modo ed andò ad aprire la porta. Si ritrovò davanti una persona che non avrebbe mai immaginato di vedere lì, proprio a casa sua. Il professor Smith era di fronte a lei che le sorrideva.
"Ciao Nelly, volevo.. - iniziò a dire Daniel, ma poi fu distratto da qualcosa ed alzò lo sguardo - Salve signora Hill!"
Nelly si girò per vedere sua nonna, che stranamente non aveva il solito sorriso cordiale.
"Nonna, lui è il professor Smith.." disse la ragazzina cercando di rompere l'atmosfera tesa.
La signora Hill aveva assunto un'espressione glaciale che non prometteva nulla di buono.  Nelly non aveva mai visto sua nonna così.
"Che ci fai qui, Daniel?!" disse infine Hellen.
L'uomo sospirò e capì che la sua presenza non era affatto gradita.
 
____________________________

Salve a tutti!
Allora inizio col dire che non sono molto soddisfatta di questo capitolo; in questi giorni sono stata parecchio impegnata,
e lo era anche la mia testa.. é spesso fra le nuvole. 
La malinconia mi ha preso un po' alla sprovvista.
Ho voluto pubblicare comunque perchè ho visto le tante recensioni che mi sono arrivate e di certo non volevo deludervi: siete la mia gioia!
Vi ringrazio uno ad uno: la nuova arrivata 
Moony1960, la frizzante Creamy91, la fedele 18Ginny18, la magica ristampa, e la prima in assoluto a recensire Anna in Black (muoviti a leggere il resto dei capitoli :P).
Come avrete notato forse, questo capitolo è dettato dalla mia malinconia. Nelly è malinconica per un motivo e per l'altro, ma i suoi amici riescono a farla distrarre.
Tutti i personaggi sono un po' pensierosi, e per la gioia di alcuni (??) dal prossimo capitolo in poi il prof. Smith si toglie un po' dalle scatole. 
Per le amanti delle stelle e le sognatrici come me, voi nell'emisfero boreale presto potrete vedere la splendente Sirio nel cielo. Avete presente la costellazione di Orione? Beh, prolungate la cintura di Orione verso il basso e troverete la bellissima Sirio. Che sogno.
Non è un figata che la Rowling abbia dato al nostro personaggio preferito il nome di una stella e della sua costellazione più prossima?
Che donna.



Ora passiamo alle vostre opinioni riguardo al seguente tema.

Condividete? Io sì, amo rischiare, mi butto nelle cose a capofitto senza pensarci più di tanto. A volte rimango delusa, altre volte invece penso "Ne è valsa proprio la pena." 
Ditemi la vostra.


Amy.

 

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Capitolo 6
*** Novità ***


 

Le donne forti sono come uragani.
Diventano indomabili, quasi irraggiungibili.
Non si fermano davanti a nulla.
Sono discrete e amano quasi in segreto.
Hanno sguardi sicuri e il cuore pieno di lividi.
Sorridono e ingoiano lacrime.
Loro, sono le donne che fanno la
differenza.


 

 
Dopo che la signora Hill ebbe cacciato in malo modo il professor Smith, nonna e nipote cenarono in religioso silenzio. Nelly non aveva mai visto sua nonna così furiosa, nemmeno quando da piccola aveva colorato la gonnellina rosa con un pennarello nero, nella vana speranza di farla sembrare meno femminile. Avrebbe tanto voluto chiedere a sua nonna perchè aveva cacciato il migliore amico di suo padre Alan in quel modo, ma la  signora Hill era così silenziosa e seria che la ragazza non ebbe il coraggio di rivolgerle una parola per tutto il pasto. Quando ebbero finito, Nelly aiutò sua nonna a sparecchiare e si diresse verso il lavandino per fare i piatti come di consueto.
"Ci penso io Nelly, va a dormire. Devi essere molto stanca."
"Nonna.. perchè hai cacciato il professor Hill?" chiese la ragazzina senza pensarci su.
L'anziana donna la fissò a lungo con i suoi glaciali occhi azzurri, Nelly era per la prima volta davvero spaventata da un'eventuale reazione di sua nonna.
"Vai a dormire Nelly." fu l'unica risposta che ebbe.
La Grifondoro salì al piano di sopra, si lavò e si mise a letto, con la rabbia che le faceva ribollire il sangue. Nemmeno le lettere di Sirius e Remus riuscirono a calmarla. Il suo cervello continuava a creare ipotesi, ma proprio non riusciva a trovare una risposta. Il professor Smith doveva essere un amico di famiglia, una persona fidata ed era sicuramente una brava persona, Nelly se lo sentiva. Dopo tutto aveva passato un anno intero ad ascoltare le sue bellissime lezioni. Allora perchè sua nonna lo aveva cacciato così d'impulso senza lasciarlo parlare?
 
La signora Hill nella sua stanza si pettinava la lunga chioma argentea guardandosi allo specchio e pensava a ciò che aveva fatto. Non si era pentita affatto di aver cacciato Daniel in quel modo; doveva aspettarselo d'altronde, quell'uomo non si sarebbe arreso. Ancora era vivido nei suoi ricordi quel giorno dopo la prematura scomparsa di Grace e Alan, il giorno in cui si presentò Daniel a casa e disse che avrebbe voluto aiutarla; lo ringraziò, ma lui insistette e dopo le confessò i suoi dubbi, ciò a cui lei non voleva ancora credere. Le aveva detto che molto probabilmente Penelope poteva essere sua figlia, e che avrebbe voluto fare il test del DNA; nel caso in cui fosse stato positivo avrebbe ottenuto l'affido della bambina e avrebbe tolto Hellen da ogni impiccio. Proprio come aveva fatto quella sera, Hellen si era trasformata nella donna glaciale che sapeva essere nel momento opportuno: aveva invitato Daniel ad uscire di casa e a non farsi vedere mai più.
"Un uomo che considera una bambina orfana un impiccio, non merita di essere padre e non potrà mai esserlo!" gli aveva urlato contro, non curandosi del fatto che Penelope si sarebbe potuta svegliare.
Il modo con cui Daniel aveva fatto irruzione nel suo dolore quel giorno la disgustava ancora: come aveva potuto insinuare che quella bambina non fosse figlia di Alan, a soli pochi giorni dalla sua morte? E come poteva solo pensare che nel caso in cui Penelope non fosse stata davvero sua nipote biologica, avrebbe acconsentito a lasciarla andare con lui?!
Era fuori discussione.
Ad Hellen non importava di chi fosse davvero figlia quella bambina: sapeva solo che Alan adorava Penelope, che la stava crescendo nel migliore dei modi e che era un ottimo padre. Lei avrebbe continuato il lavoro di suo figlio e nessuno gliel'avrebbe impedito.
 
Nel frattempo nella stanza di Nelly era arrivato un gufo dal manto rossiccio, mai visto prima.
Portava un pacchetto ed una lettera e sembrava davvero stanco.
La ragazzina aprì con impazienza il pacchetto e trovò un libro voluminoso, Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, poi aprì la lettera e subito riconobbe la scrittura del mittente.
 
Cara Penelope,
Questo libro che ti ho inviato in allegato apparteneva a tua madre, me l'aveva prestato prima che tu nascessi ed è giusto che ora ritorni a te. Volevo dartelo stasera di persona, era questo il motivo della mia visita. Ma non fa niente.
Non farti troppe domande su quanto è successo oggi con tua nonna. Ha ragione.
Un giorno capirai.
Non ci vedremo per un po', ho deciso di riprendere il mio lavoro e andrò a lavorare in America.
Continua ad essere te stessa. Sei forte.
Studia e non combinare troppi guai con Potter e Black.
 
Il tuo primo professore di Difesa contro le Arti Oscure
Daniel Smith
 
Nelly si ritrovò con un sorriso enorme sulle labbra ed improvvisamente non voleva sapere più niente. Le andava bene così: se il suo professore le aveva detto che avrebbe capito più in là, si fidava e voleva crederci. Così ripiegò quella lettera e la infilò nel libro di sua madre, per poi metterlo già nel baule che avrebbe portato con se ad Hogwarts fra qualche mese.
 
Quell'estate fu davvero lunga e piovosa. Nonna Hellen dopo essersi calmata dall'arrabbiatura di quel giorno, tornò ad essere la mite vecchietta di un tempo e Nelly continuò a combinare svariati guai.
Inoltre, tutti si stupivano quando la vedevano e dicevano che in quell'anno si era trasformata in una signorina. Anche l'anziana amica della nonna, Rachel, lo diceva e le due vecchiette si scambiavano sempre sguardi eloquenti che Nelly proprio non riusciva a capire. Era normale crescere, perchè stupirsi così tanto?!
James le scriveva ogni settimana per aggiornarla sui suoi miglioramenti con il Quidditch: suo padre aveva preso molto sul serio la questione, James doveva entrare nella squadra di Grifondoro. Nelly fantasticava: anche a lei sarebbe piaciuto entrare in squadra, ma non aveva una scopa e di certo non poteva permetterselo. Non voleva chiederlo a sua nonna, era una cosa in più, un capriccio. Però quanto le sarebbe piaciuto stare su una scopa e andare alla ricerca del boccino d'oro...
Sirius in ogni lettera si lamentava di sua madre e della totale assenza di spina dorsale di suo padre. Walburga - sì, perchè ormai il giovane Black non riusciva più a chiamarla mamma - era insopportabile e lo costringeva a leggere libri assurdi sulla storia dei purosangue e tante sciocchezze del genere. Lo scopo era quello di plagiarlo e convincerlo ad essere come tutti gli altri Black, ma invano. Sirius era più che mai convinto che non voleva essere come il resto della sua famiglia. Minacciò più volte di lasciare la casa dei suoi genitori e alla fine di Agosto a Nelly arrivò una lettera nella quale diceva di aver chiesto asilo politico dai Potter.
Remus come al solito fu quello che parlò meno di se e voleva informazioni da Nelly. La ragazzina gli parlò di quanto era successo quella sera all'inizio delle vacanze con il professor Smith, del libro e della lettera. Lunastorta lasciò trapelare un po' di perplessità nelle lettere che le scrisse, ma cercò comunque di confortarla e di rassicurarla in qualche modo. E ci riusciva sempre. Nelly inoltre gli  confessò il suo desiderio di giocare a Quidditch e il suo timore di non potersi permettere una scopa. Remus la consolò e le disse che sicuramente avrebbe trovato una soluzione e che sua nonna avrebbe fatto di tutto per far contenta la sua unica nipotina. Doveva solo parlarle.
Così Nelly un giorno di fine Agosto prese coraggio e confessò a sua nonna il desiderio di giocare a Quidditch.
"Quidditch?"
"Sì nonna! E' come il calcio.. più o meno. Però si gioca in aria, su una scopa volante."
La signora Hellen la guardò perplessa e pensò che se non avesse visto le fotografie animate che sua nipote le aveva mostrato, avrebbe pensato che Nelly fosse diventata pazza.
La biondina aveva sul viso un sorriso così simile a quello di suo padre che la signora Hill cedette.
"E va bene, puoi giocare a Quidditch!"
"Evvai!" esclamò Nelly, poi pensò che non era possibile giocare senza una scopa.
La nipotina si oscurì in volto e la nonna si sorprese.
"Che c'è ora?" chiese Hellen.
"Niente nonna..." Nelly non aveva il coraggio di chiedere a sua nonna dei soldi per comprare una scopa usata.
La nonna conosceva quell'espressione mesta della nipote, aveva capito che c'era qualcosa sotto e avrebbe fatto di tutto per farla felice.
"Questi soldi ti bastano per comprare una scopa magica?" disse porgendole cento sterline.
Gli occhi di Nelly brillarono ed abbracciò la nonna.
"Grazie, sei la nonna migliore del mondo!"
L'anziana signora sorrise.
"Quando devi andare a comprare i libri con i tuoi amici?" chiese curiosa.
Nonna e nipote avevano già parlato di questo e si erano messe d'accordo: Nelly sarebbe andata a Diagon Alley a fare compere con i suoi amici, mentre sua nonna avrebbe fatto visita ad una sua vecchia amica che abitava a Charing Cross Road.
"Domani!" disse pimpante la ragazza.
"Allora sarà meglio avvisare Rachel."
 
Così il giorno dopo, alle dieci del mattino Nelly era già al Paiolo Magico, aspettando impaziente i suoi amici. Camminava avanti e indietro in attesa dei quattro Malandrini, quando fu colta alla sprovvista da Severus Piton.
"Hill, che c'è? Ti hanno abbandonata qui i tuoi amichetti?"
"Piton, che c'è? Proprio non riesci a tenere il tuo enorme naso fuori dagli affari altrui?" disse velenosa Penelope.
"Nelly!" urlò Sirius che era appena entrato nel locale.
"Sirius!" esclamò lei trionfante, ignorando il ghigno di Piton e andando incontro al suo amico.
"Ecco, Sangue Sporco! Corri da brava cagnetta dal tuo Black.." sibilò il Serpeverde.
Nelly riuscì a sentire quelle parole taglienti e con scatto felino, fece qualche passo indietro, si girò e tirò un pugno in pieno viso a Piton, il quale cadde a terra, tamponandosi il naso sanguinante con le mani.
"Sei impazzita!" esclamò quasi piangendo.
"Così la prossima volta impari! - disse sferzante Nelly - E dovresti ringraziarmi, magari con questo pugno ti si è aggiustato il naso."
Sirius cercava di trattenere le risate, mentre Piton si alzava ed andava incontro a Nelly per assalirla alle spalle. Così si parò davanti a lei per proteggerla e sfoderò la bacchetta, dato che il Serpeverde era già pronto ad attaccare.
"Non lo farei se fossi in te, Mocciosus."
"Da quando un Black difende una Sangue Sporco?"
Nel frattempo erano arrivati anche James, Remus e Peter. Il primo era accorso in aiuto a Sirius, mentre gli altri due trattenevano Nelly, ormai in preda alla rabbia.
"Non parlare di lei in quel modo, Mocciosus. O la pagherai." disse James sguainando anche lui la sua bacchetta.
Sirius nel frattempo ringhiava come un cane rabbioso, e Nelly non riusciva più a sostenere lo sguardo schifato di Piton.
"Cosa succede qui?"
Una voce familiare irruppe nel locale: era Hagrid che si mise tra le due fazioni e divise i Grifondoro dal solitario Serpeverde.
"Su, non è il momento di litigare, ognuno al posto suo."
James e Sirius ritornarono indietro e si avvicinarono a Nelly che era scoppiata in lacrime per il nervoso. Capitava sempre così: o tirava pugni o piangeva quando si innervosiva e si arrabbiava.
"Andiamo" disse Remus sempre tenendola stretta a sè. Non era ancora sicuro che Piton fosse salvo, Nelly era furibonda.
Una volta che furono a Diagon Alley, Remus iniziò a sentirsi più sicuro.
"Si può sapere cosa combinate in giro per Londra?" chiese Hagrid preoccupato.
"Mocc- Piton non si fa gli affari suoi, stava attaccando Nelly alle spalle." spiegò James
"Io prima gli ho tirato un pugno, mi ha chiamata Sangue Sporco.."
Sirius sorrideva ancora pensando a quel destro preciso che Nelly aveva dato a Mocciosus.
"E sei stata fantastica, davvero! Un pugno deciso e ben assestato.."
Hagrid lo guardò con aria di rimprovero, però poi scoppiò a ridere assieme ai ragazzi.
"State attenti a non cacciarvi più nei guai con un Serpeverde... - disse il mezzo gigante  per poi rivolgersi a Nelly - E tu non dare molto peso a quello che dice Piton, sei una tipa in gamba!"
"Grazie Hagrid.." disse la ragazzina ancora un po' turbata.
Fortunatamente i Malandrini riuscirono a calmarla e a farle passare di mente quel brutto incidente, con i loro racconti e le loro idee su nuovi scherzi da fare.
Mentre camminavano e curiosavano nei negozi, a nessuno dei Malandrini sfuggì la piccola trasformazione di Nelly avvenuta in quei mesi: infatti, la malandrina, per quanto fosse rimasta piccola ed esile, cominciava ad assumere le sembianze di una piccola donna, nonostante continuasse a comportarsi come un maschiaccio. La vita era diventata più sottile, le gambe più affusolate e slanciate, il viso meno paffuto e il seno aveva iniziato a farsi notare con timidezza.
Remus sembrava il più imbarazzato dai cambiamenti dell'amica e cercava di fissarla il meno possibile aspettando di abituarsi a quel piccolo cambiamento, mentre Sirius con sfacciataggine la guardava incuriosito, tanto da attirare gli sguardi minacciosi di Nelly.
 
James aveva insistito affinchè i suoi genitori conoscessero i Malandrini e così si recarono al luogo dell'appuntamento.
"Ecco i miei genitori! - disse James indicando due signori che si stavano avvicinando a loro - Mamma, papà, loro sono i miei amici: Sirius, ma lo conoscete già!, Remus, Nelly e Peter."
La signora Potter, Euphemia, era alta, lunghi capelli corvini le cadevano sulle spalle e aveva dei grandi occhi cervone incorniciati da un paio di occhiali a mezzaluna; il signor Fleamont invece aveva i capelli castano scuro e occhi color nocciola. Sembravano entrambi abbastanza grandi per avere un figlio dell'età di James, ma avevano dei visi molto dolci e rassicuranti.
Quando  la madre di James strinse quella di Nelly per presentarsi, la ragazzina emise un sospiro di dolore. Remus se ne accorse e notò che la mano esile della sua amica si era gonfiata; le prese la mano e la osservò.
"Spero proprio che non te la sia rotta per dare un pugno a Piton!" esclamò attirando l'attenzione di tutti sulla mano di Nelly.
La Grifondoro la ritirò imbarazzata e si guardò i piedi come faceva in situazioni in cui si sentiva a disagio.
"Ne è valsa la pena." disse quasi sussurrando.
Il padre di James rivolse al figlio e a Sirius uno sguardo interrogativo.
"Nelly ha dato un pugno in piena faccia a quel tipo di Serpeverde di cui ti abbiamo parlato... Mocciosus!" spiegò il giovane Potter.
"Ed è stata fantastica!" aggiunse Sirius.
"E perchè?" chiese Fleamont.
Il suo tono sembrava quasi severo, tanto da far sussultare Nelly in attesa di un rimprovero.
"Mi ha chiamata cagnetta e Sangue Sporco." disse Penelope affrontando lo sguardo serio del padre di James.
Fleamont fu colpito dall'audacia con cui quella ragazzina lo guardò negli occhi; guardò James e Sirius con aria stupita, come se si volesse complimentare.
"Te l'avevo detto che era una tosta!" disse James sussurrando.
Tutti risero e Nelly divenne rossa in volto. Si sentiva onorata e soprattutto era contenta che James avesse parlato bene di lei ai suoi genitori.
La signora Potter accarezzò Nelly sulla spalla e le disse dolcemente "Potrei vedere la tua mano, cara?"
Penelope fu stupita da tanta dolcezza, gli occhi caldi della mamma di James erano così rassicuranti..
Adagiò la sua piccola mano su quella morbida e calda di Euphemia, la quale, agitando con grazia la bacchetta, medicò la mano della ragazza e la fasciò.
"Non è nulla di grave, penso si tratti di una microfrattura.. Magari usa l'altra mano per dare pugni, okay?"
Nelly annuì sorridente.
 
I cinque ragazzi girarono per tutta Diagon Alley, e non passavano cinque minuti senza che Remus chiedesse a Nelly se la mano le facesse molto male.
"No Rem, non mi fa male, davvero. Grazie!" diceva Nelly cercando di essere paziente.
Comprarono i libri e tutto il necessario e poi per la gioia di James si diressero al negozio di articoli sportivi. James e Nelly erano rimasti imbambolati mentre guardavano con aria sognante la Firebolt esposta in vetrina. Lei estrasse dalla tasca i soldi che aveva messo da parte per la scopa e si rassegnò a doverne comprare una usata.
James e il padre progettavano di comprare kit di manutenzione, divisa, guanti e occhiali da corsa, i migliori ovviamente, oltre alla Firebolt.
"Tu sei riuscita a dire a tua nonna della scopa?" chiese Remus in silenzio.
"Sì, con i soldi che ho riesco a comprare una scopa usata.. Meglio di niente no?"
Remus annuì e aiutò Nelly a trovare una scopa usata a basso costo. Euphemia si accorse di tutto e diede una gomitata a suo marito. Fleamont provò un'immensa tenerezza per quella piccola ragazzina: James gli aveva raccontato che era rimasta orfana e viveva con la nonna, che amava il Quidditch ma non sapeva se sarebbe riuscita a permettersi una buona scopa. Appoggiò tutto ciò che aveva intenzione di comprare a James sul bancone e guardò sua moglie, indeciso sul da farsi.
Il piccolo Potter nel frattempo si era avvicinato alla sua amica e mortificato gli stava dicendo che le avrebbe prestato la sua quando avrebbe desiderato fare un bel giro.
"Non fa niente Jamie, sarò brava anche su questa scopa vecchia e insieme vinceremo il torneo!" disse dando il cinque al suo amico con la mano sana.
"State facendo i conti senza l'oste. Dovete passare ancora i provini.." fece notare Remus.
James e Nelly sbuffarono.
"Volere è potere, caro Lunastorta. Ed io voglio diventare la migliore Cercatrice che Grifondoro abbia mai avuto!" disse decisa Nelly.
Quella determinazione fece intenerire il signor Potter e prese una decisione.
"Allora aggiunga una Firebolt e tutto il resto anche per la signorina.." disse sicuro al commesso indicando Penelope, mentre Euphemia sorrideva.
Nelly sbarrò gli occhi quando sentì quelle parole; poi si avvicinò al bancone e quindi al signor Potter e cercò di rimanere lucida per non dire sciocchezze.
"Signor Potter la ringrazio, ma non posso permettermi queste cose." disse educatamente.
"E' un regalo!" esclamò la signora Euphemia.
"No, io vi ringrazio ma non posso accettare un regalo così grande..."
Il signor Potter nel frattempo pagava e rideva sotto i baffi.
Nelly, quando vide tutto quel denaro fra le mani del cassiere, si spaventò e si sentì terribilmente in imbarazzo.
"Io non posso approfittare così della vostra bontà, lasciatemi almeno pagare qualcosa con i miei soldi.."
James la prese sottobraccio e la rassicurò.
"Ehi non ti fare supplicare! - disse il quattrocchi - Credo che tu piaccia molto a mio padre, lo fa con piacere."
"Ma sono una marea di soldi, Jamie!" insistette Nelly quasi angosciata.
"E' un regalo da parte mia e di mia moglie, non ti preoccupare per i soldi. Non li vorrò mai indietro. - disse Fleamont rassicurando la ragazza - Tu preoccupati solo di entrare in squadra e di vincere il torneo."
Nelly si lasciò convincere da quel tono sicuro e dalla voce calda del signor Potter.
"Grazie mille Signor Potter, non la deluderò." disse con voce tremante.
 
E così fu: infatti sia James che Penelope riuscirono ad entrare nella squadra di Grifondoro di Quidditch, il primo come cacciatore e la seconda come cercatrice.
Volare su una Firebolt era un sogno ad occhi aperti per Nelly. Per lei che amava la velocità era uno spasso, e l'idea di essere l'unica ragazza nella squadra non poteva che farla sentire onorata.
Oltre a questa bella notizia, il secondo anno ad Hogwarts portò tante altre novità: Nelly aveva conosciuto il simpaticissimo fratello minore di Sirius che  - manco a dirlo - era stato smistato in Serpeverde. Tutti i malandrini rimasero spiazzati davanti alla somiglianza straordinaria tra i due fratelli: la stessa naturale e disinvolta eleganza, gli stessi capelli neri e lunghi - anche se quelli di Regulus erano più ordinati e molto meno ribelli di quelli di Sirius -, gli stessi occhi di ghiaccio senza però quel calore che emanavano quelli del fratello maggiore. Regulus Arcturus Black aveva l'aria di chi si sentiva superiore a tutti, e guardava i Malandrini con disgusto.
Il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, Anselm Atherton, era un signore anziano e molto pacato, fin troppo per i gusti degli studenti. Le sue lezioni erano abbastanza noiose in confronto a quelle di Smith, ma Nelly cercava di non pensarci.
Alice e Catherine si erano dimostrate molto più disposte a relazionarsi con Nelly, mentre Lily rimaneva sempre fredda e distaccata. Probabilmente aveva saputo dello litigio con Piton ed era indignata per il comportamento scorretto - secondo lei - di Nelly e le era ancora più ostile di prima. Infatti, la voce dello scontro frontale tra Nelly e Piton si era diffusa ed aveva scatenato l'ammirazione di tutti i ragazzi di Grifondoro e lo sconcerto dei Serperverde. Mocciosus ovviamente era furioso, non gli faceva piacere che quella notizia fosse già in giro per la scuola: non voleva di certo passare per quello che si fa picchiare dalle ragazze. Quando qualcuno chiedeva a Nelly se davvero avesse preso a pugni Piton, lei cercava di sviare l'argomento con modestia, ma Sirius rincarava la dose e descriveva in modo dettagliato la vicenda, descrivendo Nelly come un'eroina.
La Grifondoro da una parte si sentiva lusingata, dall'altra iniziava ad essere un po' stufa di questa situazione: ormai i ragazzi la vedevano come una loro pari, e non come una ragazza. Più volte, infatti Piton, aveva fatto notare la sua scarsa femminilità colpendola proprio nel segno.
"Sei solo geloso Mocciosus, perchè vorresti saper dare pugni come lei." rispondeva ogni volta James al suo posto.
Quando si trattava di tormentare Piton, James era sempre in prima linea.
Una sera erano tutti e cinque riuniti nella stanza dei Malandrini a progettare un nuovo scherzo da fare a Mocciosus. Nelly ad un certo punto si sentì male e corse in bagno; quando uscì, era bianca in volto e aveva il terrore dipinto nei suoi grandi occhi verdi, non sentì più le gambe e cadde a terra priva di sensi, facendo preoccupare i suoi amici. Fu portata in infermeria ed i Malandrini rimasero fuori tutto il tempo in attesa di notizie.
Nel frattempo la prof. McGrannit, assieme a Madama Chips, cercava di rassicurare Nelly che era ancora spaventata.
"Non ti preoccupare cara, è una cosa normale. Ora sei una signorina, dovresti essere contenta!" disse l'infermiera.
Nelly aveva ancora un'espressione traumatizzata sul volto; sapeva che quel momento sarebbe arrivato prima o poi, sua nonna le aveva spiegato tutto, ma sperava non così presto...
I Malandrini continuavano a bussare alla porta dell'infermeria impazienti e la McGrannit andò con passo deciso a rimproverarli.
"La signorina Hill ha avuto un calo di pressione, nulla di grave. - disse squadrando lo sguardo preoccupato dei suoi alunni - Potete andare, domani sarà come nuova."
In quel momento arrivarono Catherine e Alice e quando chiesero alla McGrannit di poter entrare, la professoressa annuì con dolcezza e spalancò la porta per farle passare.
"E noi?!" chiese James protestando.
"Perchè loro possono entrare e noi no?!" disse Sirius furioso.
La professoressa sorrise.
"Cari ragazzi, dovete iniziare a capire che la signorina Hill non è un maschiaccio come voi. Lei ha bisogno di passare un po' di tempo con le sue amiche. Sapete, sono cose da donne. Buon proseguimento."
La McGrannit chiuse la porta in faccia ai Malandrini, lasciandoli senza parole.
James, Sirius e Remus pensavano di capire a cosa alludesse la professoressa e restarono immobilizzati ed increduli per un po', mentre Peter, come di consueto fissava il vuoto senza pensare a nulla.
"Ora si spiega tutto.." disse Sirius guardando James e Remus.
"Già.." annuì Lunastorta, mentre i quattro tornavano in Sala Comune.
"Voi dite che non sarà più la nostra Nelly e diventerà come tutte le altre ragazze?" chiese disperato James.
L'idea che Penelope diventasse un'ochetta senza cervello, noiosa e frivola, faceva tremare i Malandrini.
"No, lei non diventerà come le altre. Ne sono sicuro." disse Sirius convinto.
 
Sirius aveva ragione. Dopo un periodo iniziale di imbarazzo, Nelly tornò ad essere la maschiaccia di sempre: correva per i corridoi inseguendo i suoi amici, minacciava Piton di prenderlo di nuovo a pugni, dava il tormento al povero Gazza e soprattutto continuava a portare i pantaloni al posto della gonna. Tutto era rimasto invariato per la gioia dei Malandrini.

 
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Carissimi, sono di fretta quindi prima di tutto ringrazio velocissimamente, tutti coloro che fino ad ora hanno recensito ed hanno letto questa storia.
Grazie grazie grazie.
Siete voi che mi date la spinta a continuare questa storia, che mi invogliate a scrivere. E poichè scrivere mi fa stare tanto bene vi ringrazio doppiamente.
Allora, in questo capitolo ho cercato di riassumere velocemente l'estate e di introdurre il primo mese di scuola.
Ci sono parecchie novità, ed ho voluto metterci anche una cosa che ho passato in prima persona.
Io ho un fratello più grande di un anno e mezzo ed io sono praticamente come Nelly, forse da piccola facevo anche di peggio (ho provato a colorare un vestitino rosa di nero, ehm ehm).
Quando sono diventata signorina e tutti in famiglia non facevano altro che ripeterlo, mio fratello è rimasto scioccato.
Pensava che non sarei stata più la stessa.
Maschietti, poverini.
Comunque sia, spero vi sia piaciuto il capitolo ed ora vi lascio al momento GIF. 

Voi riuscite a controllare le vostre emozioni? A me capita spesso di piangere per il nervoso o di prendere a pugni mio fratello. Come Nelly appunto.
In generale non so dissimulare e nascondere il mio stato d'animo, per questo tutti mi dicono che sono fin troppo cristallina.
Mannaggia.
Fatemi sapere voi come siete, se vi va.

Baci

Amy.

 
 

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Capitolo 7
*** Nient'altro che la verità ***


Sapete che cos'è l'amicizia?
Si, essere 
fratello e sorella,
due 
anime che si toccano senza confondersi,
le due 
dita della mano.
E l'
amore?
Oh l'
amore,
è essere due
e non essere che una persona sola.
Un 
uomo e una donna 
che si fondono in un angelo.
È il 
cielo.

Nelly fissava il suo piatto ancora pieno, mentre Remus, Sirius e James fissavano lei minacciosamente.
"Mangia se non vuoi svenire e cadere dalla scopa." disse Lunastorta con tono severo.
"Mangia se non vuoi che io ti uccida se perdiamo."
James non era nervoso, per niente. Era sicuro di sè e delle sue capacità.
"Mangia." insistette Sirius.
La cercatrice che fino ad allora aveva mantenuto la pazienza - difficile riuscirci con tre Malandrini che ti ripetono di mangiare nell'orecchio ogni cinque secondi - prese la forchetta e mise in bocca tutte le verdure che aveva nel piatto, masticò ed ingoiò in fretta.
"Contenti?" chiese esasperata.
Ma non erano contenti, soprattutto James, il quale rubò un pezzo di pollo ad un ragazzo del primo anno e lo diede a Nelly.
"Mangia questo, le verdure non servono a nulla."
Penelope sbuffò, e per non sentire altre lamentele ingurgitò anche il pollo sotto il sorriso soddisfatto di James. Non avrebbe mangiato se non fosse stato per i suoi amici: era così nervosa per la prima partita di Quidditch che aveva lo stomaco chiuso.
"Sei una Grifondoro, Penelope - si ripeteva mentre camminava verso il campo al fianco di James - Non puoi avere paura per una partita di Quidditch."
"Nelly parli da sola? - disse l'amico - Che fai preghi?"
"No" rispose lei fredda.
Era un fascio di nervi e si malediva per essere così ansiosa. James la fermò bloccandola per le spalle, e la guardò dritta negli occhi.
"Ti ho vista giocare durante gli allenamenti, sei bravissima. Non hai nulla da temere. Okay?"
"Grazie Jamie."
I due compagni di squadra si abbracciarono, proprio mentre passavano la Evans e Piton, il quale fece una faccia disgustata.
"Hill, ancora non ti sei decisa? Lupin, Black o Potter? O forse è Minus il tuo tipo?!" disse il serpeverde.
Nelly si liberò dall'abbraccio caldo del suo amico ed era pronta per andare a picchiare Piton, ma fu bloccata da James stesso.
"Non ora. Prima vinciamo, e poi puoi massacrare Mocciosus quanto vuoi."
Lily fece un'espressione che trapelava disapprovazione, e a Nelly non sfuggì.
"Ehi Lily, che fai tifi per Grifondoro o Serpeverde?" disse incrociando le braccia sul petto.

La rossa si irrigidì e scotendo la testa se ne andò via assieme al suo fedele Severus.
Una volta entrati negli spogliatoi James e Nelly trovarono il loro capitano più nervoso che mai.
"C'è qualcuno più nervoso di te, Nel" disse James dando una gomitata all'amica.
Il capitano di Grifondoro, un ragazzo del quinto anno, Andrew King, iniziò a fare il suo discorso per motivare i suoi giocatori, mentre gli altri si spogliavano e indossavano la divisa. Nelly era stata lungimirante, ed aveva già indossato la sua, e mentre ascoltava King si sistemava i capelli, raccogliendoli in una lunga treccia bionda.
"Dobbiamo massacrarli intesi?  - disse Andrew - E tu Hill, dimostra ciò di cui sei capace. Mulciber è molto più grosso di te, ma tu sei veloce e con quella Firebolt puoi fargli mangiare la polvere."
Nelly si limitò ad annuire, deglutì spaventata. L'idea che King riponesse molta fiducia in lei la rendeva fiera di sé stessa ma allo stesso tempo la terrorizzava: se avesse combinato un pasticcio?!
I giocatori si misero in sella alle loro scope e, al fischio di Madama Bumb, spiccarono il volo mentre tutti gli studenti dagli spalti urlavano entusiasti. Si sistemarono tutti attorno al centro del campo, mentre l'insegnante si raccomandava di giocare in modo leale; Nelly e James videro i loro amici sventolare le sciarpe di Grifondoro e si sorrisero a vicenda. Poi la partita iniziò e i bolidi, la pluffa e il boccino furono liberati. James fece un occhiolino all'amica e si precipitò a prendere la pluffa, mentre Nelly iniziò a cercare il boccino che era già sparito nel nulla.
La partita procedeva, e le due squadre erano pari.
Nelly iniziava a sentirsi frustrata perchè il Boccino sembrava scomparso, Mulciber aveva più volte fatto finta di aver visto il Boccino e ancora ghignava soddisfatto, il cretino. La cercatrice di Grifondoro si guardava attorno, cercando di fingersi disinvolta e di non attirare l'attenzione del suo avversario; poi vide qualcosa brillare proprio vicino agli anelli. Notò però che Mulciber era molto più vicino agli anelli di quanto lo fosse lei: se per caso se ne fosse accorto gli avrebbe fornito la vittoria su un piatto d'argento. Allora decise di adottare la stessa strategia del Serpeverde: fece finta di sfrecciare nella direzione opposta, e si lasciò superare dall'avversario per poi fare marcia indietro e dirigersi verso gli anelli, quando ormai Mulciber non aveva più chance di raggiungerla. Si accorse però che non era molto sicuro andare dietro agli anelli dove ogni pochi minuti veniva lanciata la pluffa da James; ma doveva rischiare. Quando si avvicinò vide il boccino che planava proprio accanto all'anello centrale e si diresse verso di esso senza pensare al possibile pericolo di ricevere una pluffa in faccia. Il boccino però ricominciò a volare dopo svariati minuti di inattività, e Nelly si lanciò all'inseguimento di esso. Sfortunatamente ora anche Mulciber era affianco a lei e le dava forti spintoni facendole perdere l'equilibrio.
"Bastardo" sussurrò Nelly.
La rabbia della biondina riuscì a darle un impulso così forte che si distanziò dal serpeverde senza che lui se ne accorgesse, ed ora il boccino era vicinissimo, doveva allungare solo la mano... Poi fu distratta dalla voce di James.
"Nelly, attenta! Il bolide!"
Non poteva perdere il boccino proprio ora che era a qualche centrimetro da lei... Così si fece ancora un po' in avanti ed acciuffò il boccino.
"Hill ha preso il boccino d'oro, Grifondoro ha vinto la prima partita del torneo!" disse il telecronista.
Nelly però non ebbe il tempo di esultare che fu colpita al piede dal bolide. Il dolore lancinante quasi la fece svenire, ma cercò di non pensarci e di non cadere dalla scopa. Quando atterrò tutti i suoi compagni di squadra la circondarono per festeggiare la vittoria, ma lei voleva solo togliersi lo stivaletto dal piede dolorante; le faceva così male che non riusciva a piangere.
"Penelope, stai bene?!" disse King vedendola con le labbra viola e il viso pallido per il dolore.
"Secondo te ha la faccia di chi sta bene? - esclamò James prendendo la ragazza e caricandosela sulle spalle - Coraggio Nelly, ti porto in infermeria."
Fortunatamente accorse Hagrid che con molta facilità prese la Grifondoro in braccio e la portò da Madama Chips, seguito dai Malandrini.
 
"Signorina Hill, questa è già la terza volta nel giro di un mese... - disse l'infermiera mentre medicava il piede di Nelly - Lo so che lei mi vuole bene, ma preferirei vederla di meno da queste parti."
Tutti i presenti si misero a ridere.
"Io ti avevo detto di scansarti, invece no! - disse James un po' seccato - Hai voluto fare l'eroina!"
Nelly roteò gli occhi al cielo.
"Perchè tu non l'avresti fatto Jamie?" disse Remus zittendo l'amico.
"Colpito..." iniziò Sirius.
"...e affondato!" continuò Nelly, dando un buffetto sulla testa a James.
"Smettetela! - sbraitò Madama Chips - Cara dovrai camminare con le stampelle per qualche giorno; dovresti rimanere qui a riposare, ma ti lascio andare. Ringrazia Silente per questo!"
Nelly con l'aiuto di Sirius si rimise in piedi ed imbracciò la stampella ed uscirono dall'infermeria. I quattro ragazzi iniziarono a camminare a passo svelto per i corridoi lasciando indietro la povera ragazza zoppicante. Cercò di accelerare, ma era stanca per la partita e il piede, nonostante le pozioni anti- dolore, le faceva ancora male. Così si fermò per riprendere fiato.
"Lo state facendo apposta, vero?" urlò attirando l'attenzione di tutti nel corridoio.
I Malandrini fecero finta di non sentire.
"E' inutile che fate finta di non ascoltarmi, mi vendicherò, sappiatelo!" continuò irritata.
I ragazzi scoppiarono a ridere.
"Dai, poverina. - disse Remus sinceramente dispiaciuto - Andiamole incontro..."
"Guarda un po' Lunastorta, ci ha già rimpiazzato..." disse James con le mani sui fianchi.
Remus e Sirius si voltarono di scatto e videro Nelly ridere e scherzare con niente di meno che Andrew King.
"La starà tormentando già per la prossima partita 'Mi raccomando Hill, rimettiti subito, ti voglio in forma per la prossima partita'..." iniziò a dire Sirius cercando di imitare King.
Poi guardò meglio, Nelly accettava il braccio di Andrew e insieme se ne andavano verso la Sala Comune sotto lo sguardo curioso di tutti.
James era scoppiato a ridere.
"Sirius, chiudi la bocca, o entreranno tutte le mosche."
 
I Malandrini erano a cena in attesa che il banchetto iniziasse, quando videro arrivare di nuovo insieme Andrew e Nelly. Il ragazzo la aiutò a sedersi e le fece un occhiolino.
"Ragazzi, scusatemi se ve l'ho rubata per un po' di tempo." disse il capitano e se ne andò.
Gli amici non ebbero nemmeno il tempo di aprire bocca, che Nelly fu assalita dalle mille domande di Catherine e Alice.
"E quindi? Che succede con King?" chiese la prima curiosa.
"Ma niente, ragazze. Drew mi ha solo aiutata.. al contrario di qualcun altro che invece era in vena di fare scherzi." disse Nelly riducendo a due fessure minacciose i suoi occhi.
"Drew?! - chiese Sirius in segno di sfida - Da quando siete diventati grandi amici? Fino all'altro giorno non lo guardavi nemmeno."
In effetti Sirius non aveva tutti i torti. Nelly  fino ad allora aveva considerato Drew un ragazzo del quinto anno noioso e ansioso; la tormentava per ricordarle degli allenamenti e la rincorreva per i corridoi. Però quella sera, quando lui si era avvicinato e iniziò a complimentarsi con lei, aveva tutta un'altra luce negli occhi: le era sembrato che non l'ammirasse solo come giocatrice... Drew era considerato uno dei ragazzi più belli della scuola: nonostante avesse solo quindici anni, era già molto alto ed aveva un fisico da vero sportivo; labbra carnose, occhi e capelli scuri. Davvero un bel ragazzo... E lei aveva avuto la fortuna di essere considerata da lui; chissà magari era interessato e...
Si stava facendo solo una marea di illusioni, forse. Ma era stato molto gentile ad accompagnarla in sala comune e dopo in sala grande, e questo non poteva negarlo, quel gesto inaspettato aveva attirato l'attenzione di tutti.
"Nelly?!" la richiamò Remus alla realtà.
"Eh?" fu l'unica risposta che riuscì a dare, benchè priva di senso.
"L'abbiamo persa." disse James fingendo di piangere.
Nelly accartocciò un fazzoletto e lo scagliò in testa all'amico, facendo cadere tutte le briciole sulla chioma corvina e disordinata. Sirius scoppiò a ridere guardando il suo amico togliersi le briciole dai capelli una ad una.
"Non ridere Black, potresti fare la stessa fine..." disse minacciosamente la ragazzina.
"Come sei aggressiva Hill.." rispose l'amico, mentre i due si guardavano negli occhi come se si dovessero attaccare da un momento all'altro.
"Ho sempre una stampella con cui picchiarvi, state attenti."
 
Quando arrivò il momento di tornare in Sala Comune, Remus si offrì di aiutare la povera Nelly e lei di certo non potè rifiutare un così prezioso aiuto. Osservò l'amico e lo vide pallido, emaciato, stanco. Due occhiaia violacee gli circondavano gli occhi verdi brillanti; mentre salivano le scale insieme, il più affaticato sembrava essere lui, nonostante non avesse nessun piede rotto.
"Remus, cosa hai?" disse la ragazza preoccupata.
Il ragazzo fu colpito dallo sguardo turbato e pensieroso della sua amica. Quanto avrebbe voluto confessarle la verità.. Ma non poteva o l'avrebbe persa per sempre.
"Nulla, perchè?" rimandò cercando di sembrare disinvolto e naturale.
"Non sai proprio dire le bugie, Remus John Lupin."
Remus sospirò afflitto, si guardò intorno e vide il resto dei suoi amici camminare un po' più avanti.
"Senti Nelly, io non vi sto dicendo una bugia. Sto bene, sempre nei miei limiti ovviamente... - si fermò, non sapeva proprio che dire - Tu non hai mai avuto un segreto?!"
La ragazza lo guardò di sottecchi.
"Non con i miei amici più fidati, non con voi. Non ti nasconderei mai nulla, Remus. - disse Nelly cercando di essere convincente - Perchè so che tu mi capiresti, mi sapresti aiutare e mi conforteresti sempre, come sai fare solo tu."
Il cuore di Remus si sciolse sentendo quelle parole e si sentì un vero verme. Nelly nel frattempo sperava che le sue parole dessero coraggio all'amico, il quale però si sentiva ancora più angosciato e disarmato da tanta fiducia e tanta sincerità. Se solo Nelly avesse saputo che mostro era...
"Nelly, io vorrei.. ma..."
"Ma?"
"E' un segreto più grande di me. Vi perderei.."
"E' questa la fiducia che riponi in noi, Lupin?!" disse Nelly quasi indignata.
I suoi occhi trapelavano delusione e Remus sentiva il suo cuore andare in pezzi per aver deluso la sua migliore amica.
Nel frattempo erano arrivati in Sala Comune e Alice stava aspettando Nelly per aiutarla a salire tutte quelle scale.
"Devo andare, Rem. Buonanotte." disse la ragazza stampandogli un bacio sulla guancia piena di cicatrici.
"E a noi il bacio della buonanotte?" dissero in coro James e Sirius, protendendo le labbra.
"Solo schiaffi in faccia vi meritate voi!" esclamò scherzando Nelly.
Poi mandò dei baci volanti anche al resto degli amici e si diresse verso il dormitorio femminile.
Remus guardò andare via Nelly e pensò che non poteva perdere la sua amicizia e la sua fiducia. Tanto meno quella di Sirius e James. Da una parte sentiva che avrebbe perso la loro amicizia se avesse continuato a mentire: i suoi amici non erano stupidi e cominciavano ad essere sempre più sospettosi; purtroppo lui non riusciva a nascondere il suo aspetto malaticcio e le sue nuove cicatrici.
Eppure il suo cervello non smetteva di credere che li avrebbe persi comunque se avesse rivelato la sua vera, orribile e spaventosa natura.
"Remus stai bene?" chiese Peter intimorito.
"Ma perchè tutti mi chiedete come sto?! STO. BENE." esclamò stufato Remus.
Come una furia si diresse verso i dormitori.
Peter guardò perplesso i due Malandrini rimasti.
"Avrà la Luna storta." disse Sirius facendo spallucce.
 
Una mattina di Novembre, i Malandrini stavano andando a lezione di Pozioni e parlavano del loro amico che mancava.
"Sono preoccupato per Remus. - iniziò dicendo James - Ieri sera si vedeva che era sofferente, sua madre non sta bene. E' corso da lei..."
A Nelly quella storia non convinceva affatto: non era la madre di Remus a stare male, ma Remus stesso.
"Secondo me c'è altro sotto.. - disse attirando lo sguardo dei tre amici - Come vi spiegate che si assenta una volta al mese e nei giorni precedenti è intrattabile, lunatico e più pallido di Nick-quasi-senza-testa?"
James e Sirius si guardarono sospettosi: in effeti Nelly non aveva torto, quella situazione iniziava a farsi sempre più misteriosa.
I ragazzi rimasero stranamente in silenzio per tutta la lezione; James e Nelly lavorarono in coppia e stavano preparando una pozione. Tutto procedeva bene, quando all'improvviso un'esplosione ruppe la concentrazione degli studenti: il pentolone di Peter e Sirius era praticamente carbonizzato e i due avendo respirato i vapori della pozione erano a terra storditi, con parecchie escoriazioni. Lumacorno era ormai rassegnato ai pasticci di Minus e non disse nulla.
"Potter, Hill! Sareste così gentili da accompagnare i vostri compagni in infermeria?"
I due malandrini sopravvissuti all'esplosione furono ben felici di abbandonare la noiosa lezione di Pozioni per andare a gironzolare per il castello. James aiutò Peter e Nelly aiutò Sirius e insieme andarono in infermeria.
"Quando ti ho vista arrivare mi sono spaventata, Penelope." disse Madama Chips, che ormai amava fare della facile ironia sulla frequente presenza di Nelly in infermeria.
"Fortunatamente non sono qui per me." disse la ragazza aiutando Sirius ancora stordito.
"Va bene, grazie per il vostro aiuto. Potete andare." disse l'infermiera.
Nelly notò qualcosa di strano nella donna: di solito era molto dolce e disponibile, fiscale, sì, ma non severa. Quel giorno invece non vedeva l'ora di liberarsi di loro e sembrava essere sulle spine.
In fondo all'enorme stanza c'era un letto circondato da tende, cosa abbastanza insolita. Nelly continuò a fissare quel letto, voleva capire chi si nascondesse dietro quelle tende. Poi si sentirono dei singhiozzi e dei lamenti che attirarono l'attenzione di James e di Nelly, gli unici vigili oltre all'infermiera.
"Okay, Potter e Hill, fuori di qui!"
"Chi c'è lì dietro?!" chiese James sospettoso.
"Fatti gli affari tuoi, Potter! Ora fuori!"
I due furono costretti ad uscire.
"Pensi anche tu quello che penso io?" disse Nelly all'amico.
James annuì. I due pensarono ad un modo per far allontanare Madama Chips dall'infermeria.
La soluzione si presentò davanti ai loro occhi sottoforma di Pix.
"Pix!" esclamarono insieme i due Malandrini.
Nelly e James chiesero al Poltergeist di creare confusione nei corridoi durante l'intervallo e di spargere la voce in giro riguardo ad uno studente del primo anno che si era fatto male durante una lezione di volo. Inoltre gli dissero di chiedere ad uno studente qualsiasi del primo anno di chiamare urgentemente Madama Chips e di farla andare nel cortile, dove di consueto si tenevano le lezioni di volo.
Pix effettivamente creò caos e scompiglio come solo lui poteva fare; James e Nelly rimasero tutto il tempo nascosti vicino alla porta dell'infermeria in attesa che Madama Chips uscisse. Quando arrivò il momento giusto i due si intrufolarono nella grande sala e si diressero verso il letto del misterioso malato. James guardò Nelly e lei aprì le tende con decisione; ciò che trovarono fu un Remus intimorito e sorpreso. Sirius che si era ripreso grazie alle cure di Madama Chips, si alzò in piedi e guardò sconvolto il suo amico che era ridotto in condizioni pietose nel letto. Nelly non riusciva a credere ai suoi occhi: il viso di Remus era stato nuovamente logorato da un profondo taglio che gli attraversava il viso, gli occhi solitamente dolci erano spenti, senza la solita luce, i capelli scompigliati, il viso più pallido del solito.
"Remus! Cosa hai?" disse con la voce rotta dal pianto.
Lupin sul suo letto iniziò a tremare di rabbia.
"Voi non dovevate..." sussurrò furioso più con sè stesso che con i suo amici.
Nelly si buttò sul letto per abbracciarlo, ma vedendo che lui non reagiva alla sua presa, iniziò a scuoterlo per le spalle.
"Remus, dicci cosa hai, ti prego! Non possiamo vederti così!" lo supplicò ancora Nelly.
Poi il suo viso cadde sul calendario che era appeso appena sopra la spalliera del letto di Remus.
Vicino al giorno corrente c'era un simbolo fin troppo familiare, un cerchio, una luna piena. Nelly passò lo sguardo più volte dal calendario all'amico che aveva negli occhi il terrore. E capì tutto: l'aveva letto in un libro in biblioteca. Creature magiche pericolose, lupi mannari, luna piena. Ma non poteva crederci, o meglio non voleva.
Con le lacrime agli occhi prese le mani di Remus sotto lo sguardo interdetto di Sirius e James  che continuavano a non capire.
"Dimmi che non è come penso io..- disse quasi implorandolo - Non a te.."
Remus fu colpito dallo sguardo triste di Nelly, dalle lacrime che le sgorgavano dagli occhi, dalle mani tremanti che avvolgevano le sue e decise di raccontare la verità ai suoi amici.
Lo ascoltarono in religioso silenzio, non gli sfuggì nemmeno un'espressione di Nelly: divenne rabbiosa quando parlò di Fenrir Greyback, poi triste quando confessò quanto fosse stato brutto passare tutta l'infanzia senza nemmeno un amico, sofferente quando descrisse il momento della trasformazione e commossa quando raccontò della visita di Silente e della sua proposta.
"E' grazie a Silente se sono qui, e se vi ho conosciuto.."
Sirius che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare in silenzio, per una volta assunse un'espressione seria.
"Come hai fatto a tenerti dentro tutto questo?" disse spiazzando Remus.
"Perchè non ce l'hai detto? Avremmo potuto aiutarti, sostenerti.. Siamo tuoi amici!" intervenne James con il suo solito tono deciso, così simile a quello di suo padre.
Peter si era appena svegliato e si guardava intorno smarrito, mentre Nelly teneva lo sguardo basso e mortificato sulle sue mani che avvolgevano quelle dell'amico che sembrava distrutto.
"Ragazzi mi dispiace.. Mi sono comportato da persona egoista - disse Remus senza guardare negli occhi nessuno dei suoi amici -  Io avevo paura di perdervi.."
Nelly, James e Sirius si guardarono frastornati. Poi Remus continuò.
"Se non vorrete più avere a che fare con me, lo capirò.. - disse ritirando le mani lasciando il calore di quelle di Nelly - Neanche io vorrei avere un mostro come amico."
Nel frattempo Madama Chips aveva saputo da Pix che tutto quel caos lo aveva creato sotto indicazioni del signor Potter e della signorina Hill; aveva chiamato la McGrannit e si erano dirette in infermeria come due furie. Avevano ascoltato tutta la confessione di Lupin e le domande lecite dei suoi compagni; a loro si unì Silente che osservava la scena con un sorrisino soddisfatto sulle labbra.
"E' il momento di intervenire, Albus, Lupin ha bisogno di riposare!" disse Madama Chips.
Ma il preside bloccò l'infermiera sotto lo sguardo perplesso della vicepreside.
"Non ora" disse con voce ferma.
I Malandrini erano rimasti in silenzio: chi meditava su cosa dire e chi aspettava una risposta.
Alla fine Sirius sbottò.
"Tu devi essere impa..."
Nelly lo fulminò con lo sguardo e Sirius tacque.
"Remus, tu pensi davvero che noi non vorremo più essere tuoi amici per ....per questo? - disse cercando di essere dolce e decisa allo stesso tempo - A noi non importa in cosa ti trasformi quando c'è la Luna Piena e non ci importa nemmeno che potresti ucciderci, perchè sappiamo che non sei in te; il lupo che vorrebbe ucciderci non è il nostro amico, quella persona così bella e gentile che conosciamo noi."
Remus abbassò la testa, non riuscendo più a sostenere lo sguardo sincero e commosso dell'amica.
"Noi vogliamo essere tuoi amici e tu non ce lo impedirai." aggiunse James.
"Voi non avete capito di cosa sono capace! Potrei ammazzarvi, o peggio, trasformarvi in un essere spregevole come me."
"Sai cosa, Lupin? - intervenne Sirius mostrando la sua arroganza - Non ci importa!"
"Siamo tuoi amici e di certo non ti volteremo le spalle per questo piccolo problema peloso..." disse James.
"Troveremo il modo per aiutarti e sostenerti, perchè sei nostro amico, e non perchè proviamo pena per te. - continuò Nelly mentre Remus scuoteva la testa contrariato - E non autocommiserarti, accetta piuttosto il nostro aiuto."
Vicino all'ingresso i tre anziani maghi si guardavano e sorridevano commossi anche loro.
"Grazie, ragazzi.. Ma quando vi sarete scocciati.."
Remus non riuscì a terminare la frase perchè James gli aveva buttato un cuscino in faccia.
"Smettila di fare la vittima, Lunastorta!"
I cinque amici scoppiarono a ridere ma furono interrotti dall'entrata inaspettata dei docenti e dell'infermiera.
"Ora basta, questa infermeria non è un parco giochi!" disse Madama Chips infuriata.
Penelope nascose il cuscino che stava per lanciare in faccia a James dietro la spalla e poi lo passò in fretta a Remus.
"Signor Potter e signorina Hill, per quanto possiate aver agito per una buona causa - disse la McGrannit guardando Remus - il caos che avete causato nel castello vi costerà caro."
Sirius ridacchiò e ringraziò il cielo di non essere stato coinvolto in quel pasticcio.
"Per questo sono costretta a togliervi dieci punti ciascuno e a mettervi in punizione."
James e Nelly iniziarono a protestare inutilmente quando la McGrannit continuò spiegando loro in che modo avrebbero espiato le loro colpe. L'idea di passare ore ed ore con Gazza a lucidare vecchie cianfrusaglie non li riempiva esattamente di gioia.
"Permettimi Minerva però di assegnare venticinque punti a Grifondoro - disse Silente con gli occhi che gli brillavano sotto gli occhialetti a mezzaluna - per la fedele amicizia, la solidarietà, la maturità e altruismo di questi ragazzi."
La McGrannit sbuffò quando sentì la parola maturità, mentre i Malandrini si guardavano soddisfatti.

 
_____________________________
Salve a tutti miei cari lettori! Quante gioie mi date, davvero. Sto passando un periodo difficile e scrivere mi sta aiutando molto; senza il vostro stimolo non avrei ragione di scrivre.
Quindi grazie!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.
Immaginatevi questo nuovo personaggio Andrew King con il viso di Theo James. Yeah,

Momento gif


Qual è la vostra fobia/paura?
Io ho paura dell'altezza e degli spazi chiusi.
Aiuto.

Amy

Ps: Quanto è bello Remus?
PPS: A chi sta dando del cornuto?

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Capitolo 8
*** Giuro solennemente di non avere buone intenzioni. ***


Osa diventare ciò che sei.
E non disarmarti facilmente.
Ci sono meravigliose opportunità in ogni essere.
Persuaditi della tua forza e della tua gioventù.
Continua a ripetere incessantemente:
"Non spetta che a me."
 

"Un tempo le punizioni erano molto più severe.." ripeteva Gazza ghignando, mentre Mrs Purr osservava con sguardo vigile i due poveri ragazzi sfiniti.
James e Nelly stavano scontando la loro punizione per aver creato caos in tutto il castello; quella era la decima e ultima sera che avrebbero passato con Gazza a lucidare inutili cianfrusaglie senza l'aiuto della magia. Ormai i loro movimenti erano diventati meccanici e si erano anche abituati alla voce gracchiante del custode che non faceva altro che ripetere e descrivere le punizioni che veniva impartite un tempo.
Quando ebbero finito fu una vera liberazione per entrambi.
"Signor Gazza, devo ammettere che è stato davvero sgradevole passar del tempo in sua compagnia." disse James senza peli sulla lingua.
Nelly trattenne le risate e seguì l'amico.
Il resto dei Malandrini stava finendo i compiti in Sala Comune; in particolare Sirius era trepidante attesa per l'arrivo dei due penitenti.Gli era venuta un'idea che sarebbe stata la soluzione a tutti i loro problemi.
Qualche giorno prima avevano promesso a Remus di stargli vicini durante la Luna piena ma benchè si fossero sforzati, non avevano trovato soluzione alcuna.
Mentre studiava aveva sentito parlare delle ragazze del terzo anno e la lampadina si era accesa..
"Quanto mi piacerebbe diventare un animagus!" disse la ragazza del terzo anno alla sua amica.
"E' magia molto avanzata, Mary." rispose l'altra.
Sirius con la sua solita sfacciataggine si avvicinò alle due studentesse, senza aver mai rivolto loro la parola.
"Ehi, ragazze! Che fate?" disse sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.
Quando le due ragazze videro Sirius Black di fronte a loro, arrossirono ed iniziarono a sfogliare il  libro imbarazzate. Remus che osservava la scena si chiedeva come il suo amico riuscisse a fare colpo con un semplice sorriso anche con ragazze più grandi.
Molte pagine dopo, una delle due ragazze si decise a parlare.
"Stiamo studiando Trasfigurazione."
"E cosa in particolare?" chiese Sirius fingendosi curioso.
In realtà sapeva benissimo cosa stessero studiando.
"Gli Animagi, oggi la McGrannit ci ha dato una dimostrazione pratica.." disse la prima senza togliere gli occhi da Sirius.
"Ma si tratta di magia molto avanzata, difficile..."
"Capisco.. Due streghe brillanti come voi sapranno sicuramente come diventarlo." le adulò Black.
Le ragazze cominciarono a ridere compiaciute e a diventare ancora più rosse di prima, mentre Remus faceva finta di tossire e diceva "Ruffiano!".
"Purtroppo per il momento lo studieremo solo teoricamente.. Non ci serve diventare Animagi." disse quasi dispiaciuta la Grifondoro.
"Ora dovremmo andare.. Mary?!" parlò l'altra ragazza invitando la sua amica a seguirla.
"Oh, ragazze aspettate! - le bloccò Sirius attirando la loro attenzione - Potete prestarmi il vostro libro di Trasfigurazioni? Mi piacerebbe leggere qualcosa riguardo questo interessante argomento."
Una sfilò subito il libro dalle braccia dell'altra e lo porse a Sirius con sguardo ammiccante.
Il ragazzo si avvicinò ai suoi amici ed iniziò a sfogliare il libro.
"Si può sapere cosa hai in mente, Sir?!" chiese Remus preoccupato dallo sguardo malandrino dell'amico.
"Aspetta e vedrai."
Quando i due Malandrini in punizione fecero il loro ingresso sembravano stremati. Nelly si trascinava stanca, con le braccia appese al collo di James, il quale non sentiva nemmeno il peso dell'amica. Sirius non diede loro nemmeno il tempo di sedersi che li aveva già assaliti di informazioni, poi disse ai suoi amici che sarebbe stato meglio parlarne nella loro stanza. Una volta dentro si mise in piedi sul suo letto e aspettò che tutti i suoi amici fossero abbastanza attenti per parlare.
"Ho avuto un'idea geniale! - cominciò esultante - La soluzione per il problema peloso di Lunastorta!"
Remus fece un'espressione contrariata e smise di guardare l'amico; ancora non si era abituato all'idea che i suoi amici sapessero della sua condizione e non gli faceva nemmeno tanto piacere che lo continuassero a chiamare Lunastorta.
"Sentiamo, genio del male." disse James esausto, cercando di appoggiare la testa sulla spalla di Nelly, la quale lo respingeva, troppo stanca per reggere anche quel peso.
"La parola chiave è ANIMAGUS!" esclamò Sirius cercando una luce di entusiasmo negli occhi dei suoi amici.
Ma non la trovò; James e Nelly erano troppo stanchi per arrivarci, Remus lo guardava minacciosamente e Peter sembrava inebetito.
"Vi sarei grato se mostrasse un po' di entusiasmo." disse Sirius un po' seccato.
"Spiegati meglio, Black!" si lamentò la ragazza.
"Remus durante la notte di Luna piena attacchi gli animali?"
Il buon Lupin in quel momento avrebbe davvero voluto che una botola si aprisse sotto di lui e lo facesse sparire. Amava la sincerità e schiettezza di Sirius, ma a volte esagerava, gli mancava un po' di tatto e delicatezza.
"Mi rispondi?! - insistette Black ansioso di avere una risposta - Non devi imbarazzarti con noi ogni volta che parliamo di Luna e di problemi pelosi."
"No, non attacco gli animali." disse Remus rassegnato.
"E' proprio la risposta che volevo! - esultò trionfante Sirius come se stesse recitando su un palcoscenico e lui fosse il protagonista - Se diventiamo animagi potremo passare le notti di Luna piena con Remus senza rischiare di essere uccisi!"
Nelly e James, che si erano quasi sdraiati sul letto nel frattempo, schizzarono in piedi e Sirius vide i loro occhi brillare. Si misero a saltare anche loro sul letto al fianco dell'amico, mentre Remus li guardava stupito e attonito.
"Perchè quella faccia, Lunastorta?!" disse James dando una pacca sulla spalla a Sirius.
"E' una figata!" esclamò Nelly.
"Ed è anche illegale e pericoloso! - aggiunse Remus fuori di sè - Avete idea di quante regole infrangerete e di quanto sia difficile diventare un Animagus?!"
I tre ragazzi si guardarono sornioni e scoppiarono a ridere.
"Non c'è nulla da ridere - disse Remus prendendo un cuscino e lanciandolo contro i tre, che si scansarono senza fatica - Sono serio! Io ve lo proibisco.. lo dico a Silente."
James e Nelly rotearono gli occhi al cielo, mentre Sirius si sedeva affianco a Remus fingendo di essere comprensivo.
"Rem, lo so che proprio non riesci a non romperci le palle, ma vedrai che quest'idea piacerà anche a te!" disse tentando di confortarlo, dandogli pacche sulla schiena.
"Assolutamente no! - urlò il licantropo alzandosi in piedi - Peter dì qualcosa!"
Povero illuso, doveva essere davvero disperato da chiedere aiuto a Minus.
Peter come risposta fece spallucce.
"Pete, è vero che sei dalla nostra parte, amico?!" chiese Sirius quasi retoricamente.
E il ragazzo grassottello annuì, mentre vedeva Remus portarsi entrambe le mani sul viso. 
 
Il giorno dopo i ragazzi si misero stranamente alla ricerca di libri di Trasfigurazione; la loro presenza in biblioteca destò il sospetto di molte persone a partire da Piton e la Evans. Madama Pince li guardava con diffidenza e alla fine decisero che Remus e Nelly sarebbero rimasti a cercare in biblioteca. Loro erano i più studiosi dei Malandrini e sicuramente la loro presenza non avrebbe dato nell'occhio come quella di Sirius e James.
Mentre camminavano tra gli scaffali, Remus sbuffava.
"Lo ripeto, è una follia." diceva esasperato.
Nelly faceva finta di non sentirlo e continuava a cercare imperterrita.
"E' illegale e pericoloso. Difficile; potreste rimanere sfigurati. Ve ne rendete conto?!"
"Uffa! Al posto di borbottare dammi una mano!" protestò Nelly.
Remus proprio non sapeva dire di no alla sua amica e iniziò anche lui la ricerca malvolentieri.
Sfogliarono mille e mille libri di trasfigurazione, ma nessuno aveva una descrizione dettagliata del processo di trasformazione di un Animagus. L'attenzione di Remus fu attirata da un libro vecchio, senza compertina, logoro e ingiallito; lo girò fra le sue mani e ne lesse il titolo.
Istruzioni per diventare Animagus, Trasfigurazione avanzata.
Avrebbe tanto voluto rimetterlo al suo posto, ma Nelly gliel'aveva già sfilato dalle mani.
"Bingo!"
I due ragazzi iniziarono a sfogliarlo, i passaggi erano complicati e pericolosi, proprio come Remus si aspettava.
"Ecco, vedi? Avevo ragione."
"Ci sottovaluti, Lunastorta. - disse Nelly pensierosa - Però se prendiamo in prestito questo libro, Madama Pince si insospettirà."
I due rimisero il libro in un posto sicuro ed uscirono dalla biblioteca.
Sirius, James e Peter li aspettavano impazienti nel cortile della scuola, sotto l'albero preferito dai Malandrini. Sirius capì dall'espressione corrucciata di Nelly che c'era qualcosa che non andava.
"Allora?" chiese ansioso James.
"Abbiamo trovato un buon libro - disse Penelope sedendosi sull'erba umida - Ma il titolo è troppo esplicito: Istruzioni per diventare Animagus, Trasfigurazione avanzata. Ci scoprirebbero."
Spiegò anche che non c'erano altri libri altrettanto dettagliati come quello che aveva trovato; quando James propose di andarlo a rubare con il suo mantello dell'invisibilità, Nelly gli ricordò che i libri di tutta la biblioteca erano stati incantati per non essere rubati.
"Dovremo studiare in biblioteca, allora!" propose Sirius.
"Sì, certo furbacchione! - esclamò James facendo ridere gli altri - Così tutti scoprirebbero i nostri piani. E poi non sarebbe sufficiente studiare di giorno: tra gli allenamenti ed i compiti non avremmo il tempo."
"I compiti, James?! - chiese Sirius con un'espressione retorica - Non sono quelli il problema."
I due ragazzi si guardarono e risero tra di loro, sotto gli sguardi severi di Nelly e Remus: James e Sirius preferivano copiare i compiti da loro, ecco perchè non era un problema per loro.
I malandrini rimasero per un po' di tempo a pensare ad una soluzione, tutti tranne Lunastorta che si ostinava a dire che il loro piano era una follia.
La realtà era che si sentiva già un mostro per la sua condizione, un verme per aver mentito loro per tutto quel tempo; ora non voleva che i suoi amici si mettessero in pericolo per fargli compagnia. Aveva provato a convincerli di lasciar perdere, ma erano più determinati che mai.
"Magari per il momento possiamo andare a studiare di notte in biblioteca, poi troveremo una soluzione definitiva..." propose Nelly.
"Sì, è un'idea. Posso controllare nella biblioteca di casa mia durante le vacanze natalizie, magari quei pazzi dei miei hanno quel libro." aggiunse Sirius.
"Posso fare lo stesso anche io!" disse James
 
E così fecero. Per tutto il mese di Novembre spesero due ore in biblioteca di notte a studiare il processo per diventare Animagus. Sotto il mantello dell'invisibilità ci stavano ormai troppo stretti in cinque e diventava sempre più difficile non lasciarsi scoprire.
Una sera furono quasi scoperti dal prefetto di Serpeverde, Avery, noto per essere particolarmente incline a togliere punti ai Grifondoro senza motivo alcuno; non volevano nemmeno immaginare quanti punti avrebbe sottratto alla loro casa se fossero stati scoperti. Una volta in Sala Comune, si buttarono sui divanetti per rilassarsi dopo una passeggiata per niente piacevole sotto il mantello.
"Non possiamo andare avanti così.." disse James.
"Mi cadranno tutti i capelli per lo spavento di questo passo." scherzò Sirius accarezzandosi i folti capelli neri.
"Ve l'avevo detto io. Ma continuate a non ascoltarmi." borbottò Remus mentre si riscaldava vicino al caminetto.
"Eppure ci deve essere un modo - disse Nelly massaggiandosi le tempie - Oh insomma, voi siete cresciuti in questo mondo! Dovreste conoscere un modo per evitare i rompiscatole, no?"
James e Sirius pensarono a lungo, sentendosi chiamati in causa, ma non trovarono nessun modo.
"Nessun incantesimo antirompiscatole, Hill." disse il quattrocchi.
"Ma non deve essere necessariamente un incantesimo, Potter! Anche un oggetto, non so.. una bussola..."
"Sì, certo. Una mappa... perchè no?!" disse Sirius con il suo solito sarcasmo.
Nelly era pronto a lanciargli il voluminoso libro di Pozioni addosso, ma poi un'idea le venne in testa. Si voltò verso James e vide che anche il suo amico aveva una strana luce negli occhi, quella luce che si accendeva quando gli veniva un'idea geniale.
"Una MAPPA!" dissero in coro.
Remus, Sirius e Peter guardarono i due un po' attoniti.
"Voi non state bene..." disse Lunastorta coprendosi il volto con un cuscino.
"No, stiamo benissimo! Possiamo creare noi una mappa di Hogwarts, con tutti i luoghi nascosti che conosciamo fino ad ora... ed altri che scopriremo" spiegò Nelly.
"E potremo segnare i rompiscatole sulla mappa con l'incantesimo Homunculus! Così potremo girare per i corridoi avendo la situazione sottocontrollo!" disse James entusiasta.
Sirius si grattò il mento e pensò all'idea dei due amici.
"Questa cosa inizia a piacermi." disse mostrando i denti perfetti.
"Questa è un'altra vostra follia. Ricordate che siete dei semplici studenti del secondo anno, mica Albus Silente." sentenziò Remus facendo tornare il resto della compagnia alla realtà.
Sirius, James e Nelly pensarono che forse i loro piani erano un po' ambiziosi; diventare Animagi e creare una mappa magica sarebbero stati grossi impegni. Ma nessuno dei tre voleva abbandonare l'idea di aiutare il loro amico solo durante le notti peggiori della sua vita. Nelly avrebbe fatto di tutto, così come Sirius e James.
Nelly si alzò dal divano e andò incontro a Remus, togliendogli il cuscino dalla faccia.
"Senti Signor l'Ottimismo-non-fa-per-me! Lo so che sono cose difficili da fare, ma insieme ci possiamo riuscire, in fondo non siamo degli stupidi... - disse cercando di autoconvicersi -Ci vorrà un po' di tempo, ma l'unione fa la forza e tu, caro signor Lupin, ci aiuterai. Intesi?!"
James e Sirius, con le braccia incrociate sul petto, annuivano in segno di approvazione e Remus non potè fare altro che annuire.
"E va bene. Almeno potrò controllarvi..."
"Evvai, da domani ci mettiamo all'opera!" disse Nelly trionfante.
 
Per tutto il mese di Dicembre i ragazzi facevano a turno: una volta andavano in giro per Hogwarts per disegnare la mappa e scoprire passaggi e stanze segrete, e un'altra studiavano in biblioteca per diventare animagi. Queste loro attività notturne clandestine procurarono stanchezza e sonnolenza; Nelly per l'occasione aveva imparato a preparare alla perfezione la pozione Risvegliante che somministrava a sé stessa e ai suoi amici quando proprio non riuscivano a tenere le palpebre aperte.
Arrivarono le vacanze di Natale e i ragazzi si dovettero dividere. Come al solito Sirius era di cattivo umore e quando scese dal treno andò incontro ai suoi genitori di malavoglia.
Una volta a casa salì le scale e si rifugiò in camera sua che era stata prontamente pulita dall'elfo domestico sotto le indicazioni di sua madre. Infatti, tutti gli stendardi di Grifondoro erano nuovamente spariti; ma lui era attrezzato e ne aveva altri; inoltre si era fatto spiegare da un ragazzo di Grifondoro del quarto anno l'incantesimo di Adesione Permanente. Così sprecò tutto il resto della giornata ad attaccare poster babbani e stendardi di Grifondoro con quell'incantesimo difficile e quando ebbe finito guardò la sua stanza soddisfatto.
Qualcuno bussò alla sua porta.
"Signor Sirius, la cena è pronta." disse Kreacher.
All'elfo non sfuggì il fatto che il ragazzo aveva rovinato di nuovo tutte le pareti con quelle schifezze, come le aveva chiamate la sua padrona. Il ribelle uscì dalla sua stanza sorridendo soddisfatto di fronte al ghigno di Kreacher.
A tavola si ripresentava sempre il solito teatrino. Walburga che elogiava Regulus, Orion che taceva per tutto il pasto e Sirius che fremeva per potersene ritornare nella sua stanza. La madre notò la sua impazienza e cercò di bloccarlo a tavola più del dovuto.
"Sirius, racconta qualcosa a tua madre." disse cercando di ostentare dolcezza e interesse nei suoi confronti.
"Non c'è nulla di nuovo da raccontare, madre." rispose freddo e distaccato il ragazzo.
"Ho saputo che frequenti quella ragazzina che per poco non ti ha investito il primo giorno di  scuola a King's Cross." continuò Walburga con tono severo.
Sirius guardò suo fratello Regulus e lo fulminò con uno sguardo: era stato sicuramente lui a spifferare tutto a sua madre. Ma non c'era nulla di cui vergognarsi.
"Sì, è mia amica. E' una delle streghe più brillanti del nostro corso." rispose orgoglioso Sirius, fronteggiando lo sguardo micidiale di sua madre.
Walburga sorrise malevola; per lei una Nata Babbana non poteva definirsi nemmeno una strega.
"Caro Sirius - disse cercando di sembrare affabile - Le streghe brillanti sono altre, come lo sarà sicuramente la tua promessa."
Il giovane Black ridusse i suoi occhi ad una fessura e guardò sua madre indignato.
"Promessa?" chiese allarmato.
Ma sapeva benissimo quello che sua madre voleva dire.
"Sì promessa. Sposerai una giovane purosangue non appena avrai finito la scuola, come un Black che si rispetti."
"Certo, e la conoscerò solo il giorno prima del matrimonio magari, se sono fortunato! - disse Sirius furioso alzandosi dal tavolo - E sicuramente sarà una mia parente lontanta, o perchè no? Magari mia cugina?! Sapete cosa? Non voglio essere un Black se sono queste le condizioni."
Sbattè il fazzoletto sul tavolo e corse verso le scale.
Walburga sorrise cercando di rassicurare Regulus, mentre il marito era completamente indifferente.
"Tanto non deciderà lui." disse soddisfatta la donna.
Sirius si chiuse in camera e mise la musica - rigorosamente babbana- a tutto volume. Si aspettava che sua madre a breve avrebbe bussato alla porta per metterlo in punizione.
E così fu.
Solo quando ebbe spento la musica, sua madre bussò alla porta per richiamare la sua attenzione senza entrare nella stanza.
"Sirius Orion, sei in punizione per tutte le vacanze natalizie." disse fredda e glaciale come sempre.
 
La punizione ovviamente consisteva nel ricopiare più volte testi tratti da libri sulla storia dei purosangue. Quella volta però Sirius pensò che la punizione sarebbe stata un'ottima occasione per rimanere lontano dai suoi genitori e per cercare il libro di Trasfigurazione.
Mentre ricopiava un manoscritto riguardo alla storia di purosangue rinnegati e puniti dalle loro famiglie per aver tradito le loro origini, la sua attenzione fu catturata da un'immagine: una foto di una donna dai lunghi capelli lisci e biondi, gli occhi verdi e la bocca carnosa. Si chiamava Ophelia Collins nata Avery; il testo diceva che era una donna estremamente intelligente e colta, una strega brillante, che si era innamorata di un babbano e per questo era stata ripudiata dalla sua famiglia purosangue. Decise di abbandonare definitivamente il mondo magico quando ebbe un figlio magonò e condusse fino alla sua morte una vita misera, come veniva descritta nel libro, come una qualsiasi babbana.
Sirius sembrava di aver già visto quel viso e quel nome non gli era nuovo; cercò di scavare a fondo nella sua memoria e ricordò quella foto dei genitori di Nelly regalatole da Smith. Ophelia Collins somigliava molto alla mamma di Nelly e per di più, se non ricordava male, avevano anche lo stesso cognome.
Strappò la pagina dal libro, la ripiegò in quattro e se la mise nella tasca, sperando di non essere scoperto da sua madre.
 
Ritornare ad Hogwars fu una gioia per Sirius, ma era comunque di pessimo umore. Come se non fossero bastate tutte le ramanzine di sua madre, si era aggiunto anche suo fratello minore a rimproverarlo sul treno per il comportamento scorretto e maleducato.
"Senti Reg, non dirmi anche tu cosa devo fare. E' chiaro?"
"Dovresti essere più accondiscendente con la mamma, se non vuoi mettertela contro..." continuava ad insistere il minore.
"Non mi arrenderò mai al volere di nostra madre, Regulus."
Dopo aver detto ciò, il fratello maggiore se ne andò e si unì ai suoi amici; non parlò per tutto il tempo, si limitava a fissare un punto a caso che cambiava ogni mezz'ora. I malandrini ormai erano abituati al malumore pre e post vacanze di Sirius e si erano rassegnati. A cena mangiò poco e non si lasciò tentare nemmeno dalla sua torta al cioccolato preferita. I ragazzi si guardavano preoccupati, ma sapevano di non poter fare nulla. Dovevano solo aspettare che quel momento di malumore passasse.
Quella sera decisero di andare a dormire presto per poter riprendere dalla sera successiva i loro impegni notturni, così ognuno andò nella sua stanza a dormire.
Nelly, mentre si preparava per andare a letto, si chiedeva come doveva essere avere dei genitori come quelli di Sirius. Lei aveva pochi ricordi dei suoi, ma tanto bastava a riscaldarle il cuore. Un po' sfocato era il ricordo del sorriso dolce di sua madre, degli occhi rassicuranti di suo padre e del loro amore. Ma era sempre meglio di niente. Provò a dormire ma il suo cervello non voleva saperne.
Così si infilò una felpa e scese giù in Sala Comune, pensando che forse il calore del camino le avrebbe conciliato il sonno. Con sorpresa trovò anche Sirius seduto con le gambe incrociate sul grande tappeto rosso - oro, ma nemmeno si accorse della presenza di Nelly, tanto era impegnato ad osservare le fiamme del fuoco scoppiettante.
Nelly si sedette affianco a lui e le venne naturale di appoggiare la testa sulla spalla dell'amico. Al tocco, Sirius sussultò e poi tirò un sospiro di sollievo.
"Mi hai spaventato!" disse sorridendo.
Ma Nelly scorse nei suoi occhi tanta tristezza e frustrazione, nonostante il sorriso. Sollevò il capo e lo guardò negli occhi.
"Sei troppo pensieroso, Black. Non è da te."
Sirius sospirò alzando le spalle e sdraiandosi sul tappeto.
"Lo so, ma non riesco a non pensare all'orribile futuro che mi aspetta."
Così, senza che Nelly gli chiedesse nulla, le raccontò del litigio con sua madre, del matrimonio combinato che aveva in mente per lui, di quello smidollato di suo padre e di suo fratello, che sembrava essere totalmente succube di sua madre.
"Eppure Regulus mi sembra un ragazzo intelligente." disse Nelly.
"Lo è, ed è proprio per questo che non contraddice mia madre. Chi si ribella fa una brutta fine nella mia famiglia. - affermò Sirius amareggiato - Vedi mia cugina Andromeda: ha sposato un Nato Babbano ed è stata cancellata dall'albero genealogico, nessuno in famiglia ha il permesso di vederla se non vuole fare la sua stessa fine."
"Tutto questo è ingiusto... "
"Per non parlare di quel povero Marius Black, che fu rinnegato perchè colpevole di essere nato Magonò." aggiunse Sirius.
Nelly non sapeva davvero che dire per consolare il suo amico: il cuore le diceva ci consigliargli di essere sé stesso anche se questo avrebbe comportato serie conseguenze. D'altra parte Sirius non voleva essere come tutti gli altri Black, ma Nelly non sapeva se era abbastanza coraggioso da disobbedire a sua madre e lasciare la sua famiglia per sempre un giorno.
"Cosa dovrei fare secondo te?" disse il ragazzo.
"Ora è presto per prendere una decisione, però ti consiglio di seguire il tuo istinto. - suggerì Nelly - Penso sia meglio essere registi della propria vita anzichè attori."
"Che?" disse Sirius curioso.
Non aveva capito il termine regista e attore.
"Ah, già è vero! - disse Nelly trattenendo le risate - Mi dimentico sempre che voi non sapete nulla dei babbani. I babbani vedono i film in televisione..."
Sirius sembrò ancora più confuso.
"La televisione è uno schermo dove si possono vedere programmi, giochi, e film. Un film è un immagine in movimento che racconta una storia. - spiegò cercando di essere il più chiara possibile - Ci sono gli attori che sono delle persone che recitano e fingono di essere i personaggi della storia e il regista che ha il compito di dirigere gli attori e dice loro cosa fare.... Capito?!"
Sirius si grattò il cuoio capelluto e ci pensò un po'.
"Credo di sì.. - disse ancora un po' confuso - Il senso è che devo decidere io di cosa farne della mia vita e non mia madre."
"Esatto! - esclamò Nelly - Anche se non sarà una passeggiata... ma ci saremo sempre noi Malandrini a sostenerti."
Sirius sorrise alla ragazza e lei provò un enorme imbarazzo: i due ragazzi erano molto vicini e quando Nelly se ne accorse si sentì a disagio. Eppure tante volte era stata a stretto contatto con Sirius.. qual era il problema? Il problema era che i due erano spaventosamente vicini e per di più erano da soli. Quella vicinanza permise a Nelly di esaminare gli occhi meravigliosi di Sirius, che lui definiva grigi, ma era troppo riduttivo. Oltre ad essere grandi ed espressivi, erano così complicati, ricchi di venature chiare e azzurre... Ci si stava perdendo.
"Grazie, Nelly. Questa chiacchierata mi ha fatto bene... - disse il ragazzo distogliendo la biondina - Ah, ho una cosa da mostrarti!"
E così uscì la pagina dal libro dei Purosangue rinnegati di sua madre, la mostrò a Nelly che la guardò a bocca aperta: quella donna somigliava molto a sua madre e per di più aveva lo stesso cognome! Lesse in fretta la storia e rimase scioccata da ciò che lesse. Non sapeva la storia della famiglia di sua madre perchè non le era rimasto alcun parente, ma sicuramente quella Ophelia Collins doveva essere la nonna di sua madre, nonchè sua bisnonna. Prese dalla sua tasca la foto di sua madre che teneva sempre con sè e la confrontò con quella di Ophelia.
"Si somigliano molto, non trovi?" disse Sirius sorridendo.
"Il cognome di mia madre era Collins.. - disse Nelly confusa - Quindi..."
"Quindi abbiamo trovato le tue origini magiche! - concluse Sirius, poi ripiegò il foglio e lo mise tra le mani di Nelly assieme alla foto - Questo è tuo!"
"Grazie Sirius!"
I due ormai non avevano proprio sonno e si misero a disegnare insieme la mappa che avevano deciso di chiamare Mappa del Malandrino.
Quando arrivarono le quattro del mattino, Nelly si addormentò sul divano accoccolata a Sirius; era uno spettacolo così bello da vedere che il ragazzo non si sentì di svegliarla. Chiuse tutte le carte e le nascose sotto al divano; il respiro regolare di Penelope lo fece rilassare e lentamente si abbandonò al sonno anche lui.

 
_____________________

Ciao a tuttiiiii! Scusate per l'attesa, ma in questo periodo sono molto impegnata, vi anticipo che molto probabilmente d'ora in poi sarò in grado di aggiornare solo due volte a settimana.
In compenso i capitoli saranno più lunghi del solito. Va bene come compromesso? LOL
Allora, io prima di iniziare a scrivere questa storia non mi ero posta proprio il problema della Mappa del Malandrino e della questione Animagus, con Nelly.
Non avevo mai pensato come i Malandrini avessero deciso di iniziare queste imprese e quando. 
Mi sono documentata e la Rowling non ha mai detto espressamente quando abbiamo iniziato a disegnare la mappa e a studiare per diventare Animagi: solo nel quinto anno riescono a portare a terminela trasformazione  e nello stesso periodo la mappa viene completata. Essendo due cose molto difficili ed impegnative ho pensato che i nostri Malandrini abbiamo iniziato fin da subito, non appena saputo il segretuccio di Remus. Voi che dite?
Poi altro tema trattato è la condizione familiare di Sirius. Ho cercato di rendere Walburga più odiosa possibile. Me la sono sempre immaginata come una donna educata e subdola.
Di quelle con con una falsa gentilezza ti confonde e poi ti disarma.
Poi c'è un breve e doveroso accenno alla Nellirius (come qualcuno ha chiamato la coppia Nelly - Sirius, mi piace)...
Fra poco ne vedremo delle belle, aspettate il terzo anno ed inizierà il macello. 
Non vedo l'oraaaaaa. 
E voi?!

Ringrazio come sempre tutti quelli che leggono la storia ed in particolare chi ha recensito: Moony1960, Creamy91,dirkfelpy89 e 18Ginny18. Grazie mille.

Momento GIF:
nessuna domanda personale, solo un'opinione riguardo uno dei personaggi più chiacchierati della saga: Severus Piton.


Ecco la mia opinione:
Severus Piton è un personaggio così complesso che a mio parere non si può odiare e nemmeno amare. E' un essere umano con tanti difetti e tanti pregi, e questo è fuori discussione.
E' riuscito a celare un segreto così grande anche al Signore Oscuro e alla fine con determinazione è riuscito a portare a termine il suo compito, nel bene e nel male.
Severus non è nè bianco nè nero. E' grigio, come dice il buon Sirius in ognuno di noi c'è Luce e Oscurità, tutto dipende da come decidiamo di agire. 
Lui per un periodo della sua vita è stato Mangiamorte, poi per l'amore eterno che provava per Lily è passato dalla parte dei buoni. Alcuni pensano che se non fosse stato per Lily non sarebbe mai tornato sui suoi passi, ma l'ha fatto. Lily c'era e lui ha deciso di proteggere Harry per onorare il sacrificio di Lily, l'ha fatto essenzialmente per lei, certo. Ma quanti sarebbero disposti a sacrificare una vita intera per proteggere il figlio della donna amata ormai morta? Credo pochi, perchè pochi provano sentimentei veri come quelli provati da Piton. Magari nella realtà non esistono nemmeno.
Certo, non è mai stato un simpaticone e probabilmente non lo sarebbe stato mai; ha fatto di tutto per rendere la vita impossibile ai suoi studenti... Ma se non fosse stato così sarebbe stato un personaggio perfetto agli occhi dei lettori alla fine della storia. Quasi disgustoso.
Secondo me Piton è uno dei personaggi più belli di tutta la saga e la Rowling è stata perfetta, ovviamente come sempre. Ma con Piton si è superata.
Oltre che nel libro, il personaggio mi è piaciuto da impazzire anche nella sua versione cinematografica, grazie al favoloso Alan Rickman, pace all'anima sua.
Ogni espressione comparsa sul suo volto aveva un senso, Alan e la Rowling insieme, non hanno lasciato nulla al caso.

Voi che ne pensante di Piton? Lo odiate o lo amate? 
Fatemi sapere.

Amy.

PS: Secondo voi, in cosa si trasformerà la nostra Nelly? Io ho già deciso, però sono curiosa di sapere se qualcuno riuscirà ad indovinare.
Baciiiii

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Capitolo 9
*** Missione Mandragola ***


Amare ed aver amato, basta:
Non chiedete nulla, dopo.
Non è possibile trovare altre perle
nelle oscure pieghe della vita:
amare è esser completi
 


Il mattino seguente l'attenzione di tutti era concentrata sui due Malandrini dormienti sul divano. Nelly dormiva abbracciata a Sirius e lui le cingeva le spalle con le braccia lunghe; entrambi avevano i capelli scompigliati tanto da far pensare di aver affrontato una guerra quella notte, le espressioni imbronciate erano la ciliegina sulla torta. Non ci fu un Grifondoro che quella domenica mattina non si soffermò a guardarli con curiosità e divertimento; il più divertito di tutti sembrò James che svegliò i due con uno dei suoi scherzi, sotto lo sguardo di rimprovero di Remus.
Lo scherzo non piacque affatto ai poveri Nelly e Sirius, che erano stati svegliati bruscamente dal rumore di una busta scoppiata da James proprio vicino alle loro orecchie.
I due si lanciarono uno sguardo d'intesa.
"Tu lo prendi ed io lo picchio." sussurrò il ragazzo.
James nel frattempo li osservava, senza capire cosa avessero in testa. Quando vide Nelly alzarsi dal divano e stiracchiarsi, capì che gli sarebbe toccato correre per tutto il castello con la ragazza più veloce della scuola alle calcagna. Quando uscirono fuori dal castello, l'aria gelida di Gennaio fece rallentare la corsa di James e Nelly ne approfittò per balzargli addosso con scatto felino, bloccandolo. Nel frattempo erano accorsi Sirius, Remus e Peter; gli ultimi due ridevano mentre il giovane Black si sfregava le mani pronto a torturare la vittima.
"Pietà, abbiate pietà di me!" implorò James.
"Dimmi Potter - disse Sirius con fare teatrale - Perchè dovremmo risparmiarti?"
James respirò con fatica, aveva ancora il fiatone per la corsa.
"Mi avete fatto correre di domenica mattina, sotto alla neve, rincorso da Nelly... Non ti sembra una pena sufficiente?"
Nelly lasciò la presa ed alzandosi in piedi tese una mano a James per aiutarlo e lo stesso fece Sirius; i due però si guardarono di nuovo con intesa e contemporaneamente tirarono indietro la mano in modo tale che l'amico sprofondasse di nuovo nella neve fresca.
 
Dopo aver fatto colazione i ragazzi erano sconsolati come non mai: dalle finestre della Sala Comune vedevano gli altri studenti giocare a palle di neve, mentre loro erano costretti a studiare.
"Non finirò mai questa relazione di Pozioni, è impossibile!" esclamò Peter disperato.
Quella era la materia in cui Peter eccelleva nel fare disastri; non che gli altri Malandrini fossero dei geni in Pozioni: Nelly se la cavava come Sirius, James si rifiutava di studiarla perchè nauseato dall'entusiasmo del padre, esperto pozionista; Remus si impegnava più che poteva, ma si ostinava a dire che quella materia avesse una certa indisposizione nei suoi confronti.
Proprio quando Peter strappò l'ennesima pergamena, Nelly mise i libri nella borsa.
"Hai già finito?!" chiesero i quattro ragazzi all'unisono.
"Sì, li avevo già anticipati in momenti di noia durante le vacanze di Natale.." disse un po' imbarazzata. I ragazzi infatti la guardarono straniti: quella era decisamente una cosa che avrebbe fatto la Evans, non la loro Nelly.
"Non mi guardate così!" esclamò con la sua vocina squillante, coprendosi il viso con le mani.
"Beh allora aiutaci..!" disse James mentre faceva fluttuare la sua piuma d'oca con la bacchetta per la noia.
Nelly sbuffò, non proprio contenta di passare altre ore a studiare: già pensava di buttarsi sul divano a leggere riviste di Quidditch.
"Nelly, aiutaci... così potremo andare a giocare fuori!" disse Sirius con sguardo implorante.
In effetti l'idea di respirare un po' l'aria fresca e di divertirsi sotto la neve l'allettava abbastanza.
"Okay, mi arrendo! - disse alzando le mani in segno di resa - Come posso rendermi utile?!"
Peter nel frattempo sbatteva la testa a ritmo sulla pergamena di Pozioni.
"Inizia da Peter - suggerì Remus - Sembra davvero aver bisogno di aiuto.."
Come al solito il buon Lunastorta pensava prima agli altri.
E così Nelly avvicinò la sedia a Peter e munendosi di pazienza gli spiegò gli impieghi dei vari ingredienti della pozione oggetto di studio. Il suo tono era dolce e deciso allo stesso tempo e mentre parlava si ritrovò a pensare che non le sarebbe dispiaciuto fare l'insegnante; Peter non riusciva a distogliere lo sguardo dalla pergamena tanto era l'imbarazzo che stava provando in quel momento. Non aveva mai il coraggio di rivolgere la parola a Nelly, lei così bella e spigliata, lui così grassoccio ed impacciato: eppure era lì ora, al suo fianco, ad aiutarlo come se fosse la cosa più naturale del mondo. Era davvero fortunato ad aver trovato amici come loro, amici che gli volevano bene nonostante fosse una calamità naturale, nonostante non fosse agile come Nelly e James sulla scopa, non affascinante come Sirius, non brillante come Remus. Avrebbe dovuto sentirsi decisamente inadeguato tra i suoi amici, ma loro non gliel'avevano mai permesso e lui era estremamente grato per questo.
Quando ebbero finito di studiare, passarono il resto della giornata a lanciarsi palle di neve a vicenda, ma il gioco presto si trasformò in un inseguimento: Nelly inspiegabilmente riusciva sempre a scansare le palle di neve che i suoi amici le tiravano addosso, così tutti i Malandrini, stufi di questa situazione, si coalizzarono contro di lei. Alla fine riuscirono a sfinirla e la povera ragazza si ritrovò sommersa dalla neve.
 
 

Col passare dei giorni la neve soffice e bianca lasciò spazio all'erbetta e ai fiori di campo primaverili. L'aria iniziò a riscaldarsi e gli studenti cominciarono a passare più tempo all'aria aperta. Durante le vacanze di Pasqua, James era riuscito a trovare nell'enorme libreria di villa Potter il libro per imparare a diventare Animagus e i Malandrini non dovevano più passare troppo tempo in biblioteca, per la gioia di tutti.
"Non è molto meglio studiare qui?" disse Sirius mentre si stiracchiava.
"Decisamente.. La biblioteca ormai puzza di Mocciosus."
L'odio di James nei confronti di Piton aumentava in maniera esponenziale col passare del tempo, e la cosa era decisamente reciproca.
James, Peter e Remus ricopiavano i loro schizzi della planimetria di Hogwarts su una pergamena, mentre Sirius e Nelly leggevano insieme il libro di trasfigurazione.
"COSA?" esclamò il giovane Black con faccia disgustata.
Anche Nelly aveva in volto un'espressione nauseata.
"Che c'è?" chiese Lupin preoccupato.
"Dovremo tenere in bocca per un mese una foglia di Mandragola.." disse Nelly cercando di contenere il suo disgusto.
"Non dovete farlo per forza." disse Remus cogliendo la palla al balzo.
Si era rassegnato ormai all'idea che i suoi amici facessero questa pazzia per lui, ma in fondo un po' di speranza la nutriva ancora.
"Non se ne parla!" esclamò Sirius alzandosi.
"Siamo Grifondoro e non ci fermerà di certo una foglia di Mandragola. Vero Peter?!" disse James scuotendo l'amico per le spalle.
"Ve- Vero.." disse Minus un po' titubante.
"Sì, okay. Ma dove la troviamo?" chiese Nelly riportando tutti alla realtà.
Remus continuava a disegnare la mappa per calmarsi: la luna piena si stava avvicinando e il suo umore era altalenante in quei giorni. Accettare che i suoi amici si mettessero nei guai per lui era più difficile del solito.
"Immagino che Lumacorno avrà un'ampia scorta di foglie di Mandragola nel suo studio.." disse Sirius con sguardo malandrino.
"Di certo non potrete andare lì e dirgli 'Salve professore ci può dare delle foglie di Mandragola ? Ci serve per diventare Animaghi'" intervenne Lupin non sapendosi più trattenere.
"Ma no, sciocchino! - disse James scompigliandogli i capelli - Le prenderemo in prestito senza che lui se ne accorga.."
Sirius pensò che era davvero un peccato che non facesse parate del Lumaclub, avrebbe potuto arrivare con più facilità alle scorte di foglie di Mandragola di Lumacorno. Però non era all'altezza di entrare in quel club di secchioni, anche se era un mago purosangue di nobili origini... Remus, James e Peter non andavano d'accordo con quella materia; però Nelly se la cavava.. se si fosse impegnata un po' di più magari..
"Ho un'idea!" esclamò.
"Sputa il rospo!" dissero James e Nelly desiderosi di sapere la sua idea, sperando che fosse geniale.
Sirius guardò Nelly negli occhi e cercò le parole migliori per spiegare il suo piano.
"Penelope Hill, tu sei la nostra salvezza.." disse prendendole le mani mentre lei inarcava un sopracciglio.
"Dove vuoi arrivare Sirius Orion Black?" chiese la ragazza.
"Sei la più brava tra noi in Pozioni, se ti impegnassi un po' di più e ti comportassi come la Evans con Lumacorno... lui magari ti farebbe entrare nel LumaClub, il gioco è fatto!"
Gli occhi di Sirius brillavano e anche James iniziò a guardare la ragazza con occhi pieni di speranza.
"Sì, Sirius, è un'idea fantastica!"
Nelly ritirò le mani e si massaggiò le tempie.
"Fermi, Alt! Ragazzi, io non penso di poter fare di più in Pozioni... vi ricordate che odio questa materia, vero?!" disse lei con tono acido.
"Provaci, almeno.. Noi confidiamo nella tua intelligenza."
"Sì, noi ti lasceremo studiare e non ti disturberemo, provvederemo noi alla Mappa. Tu studia Pozioni e dimostra a Lumacorno di essere più brillante di Piton e della Evans."
"Okay, va bene. Ma se non dovessi riuscirci? Dobbiamo trovare un piano B."
"Lo troveremo."
 
E così Nelly iniziò a studiare Pozioni più di ogni altra materia, sperimentava nuove tecniche e prendeva spunto da ciò che faceva Piton per far bene le pozioni. I risultati erano buoni, ma non ottimi come si aspettava, Lumacorno non sembrava nemmeno accorgersi dei suoi miglioramenti.
"Non è possibile che quel ciccione non noti quanto tu sia migliorata!" diceva Sirius ogni volta dopo le lezioni di Pozioni.
"Lo noterà, prima o poi.."
"Il problema è che noi, che le stiamo sempre attorno, non godiamo di fama di studenti modello.." disse Remus. 
"Vorresti dire che per piacere a Lumacorno dovrei starvi lontana e magari.. non so, fare amicizia con Mocciosus? - chiese Nelly con gli occhi verdi sbarrati  - Giammai!"
Sirius e James si scambiarono uno sguardo d'intesa e Remus sorrise.
"Dai, andiamo Nelly! O King ci romperà le pluffe per aver fatto ritardo.." disse James prendendo sotto braccio la ragazza.

Eppure non era come i Malandrini pensavano. Lumacorno aveva notato eccome Nelly; pensava seriamente che la signorina Hill avesse grandi capacità ma le avesse sempre tenute a freno: il classico esempio di studentessa che "è intelligente ma non si applica". Ultimamente aveva notato dei miglioramenti, una partecipazione alle lezioni più attiva da parte della giovane Grifondoro, e il vecchio professore voleva andare più a fondo e vedere quanto la ragazza fosse in gamba. Di certo era una studentessa diversa dalla signorina Evans; si sapeva che non passava troppo tempo sui libri e che era un po' una piantagrane, assieme ai suoi amici. Ma era brillante e il tempo che non dedicava allo studio era ricompensato dal suo talento naturale e dalla sua astuzia.
Così quel pomeriggio, sapendo che ci sarebbero stati gli allenamenti di Quidditch dei Grifondoro, subito dopo i Serpeverde, decise di rimanere tra gli spalti per veder giocare la signorina Hill. Sentì Andrew King, già membro del LumaClub, parlare ai suoi giocatori ed esortarli, poi salirono tutti sulla scopa e spiccarono in volo; James Potter fu quello che segnò più punti di tutti, ormai tutti ci avevano fatto l'abitudine. Penelope invece era sparita alla ricerca della minuscola pallina dorata; dopo un po' ritornò con il boccino tra le mani e rimase a mezz'aria ad osservare gli allenamenti: Drew si stava allenando con l'aiuto di James a parare le pluffe. Poi all'improvviso un bolide impazzito colpì in pieno la schiena di King che precipitò giù dalla scopa; tutti osservarono la scena a bocca aperta e a Nelly le venne naturale sfoderare la bacchetta dal mantello e pronunciare la formula Aresto Momento, evitando che il portiere e capitano dei Grifondoro si facesse male irrimediabilmente. A Lumacorno la scena non sfuggì e si aggiustò i baffi con le mani per celare un sorrisetto soddisfatto. Nelly nel frattempo era scesa dalla scopa e si avvicinò preoccupata a Drew, che era già circondato dagli altri giocatori.
"Drew, come stai? - disse il battitore con aria colpevole - Perdonami, non volevo lanciare contro di te quel bolide."
Il capitano tossì e si mise seduto, per poi guardarlo minacciosamente.
"Fa che non accada durante una partita, Jones." il suo tono era duro e severo tanto da far tremare il battitore maldestro.
Nelly pensò che vederlo così infuriato faceva davvero paura. Nel frattempo Lumacorno era sceso in campo per assicurarsi che tutto fosse a posto.
"Signor King, tutto bene?!" chiese preoccupato.
"Sì, professore. Mi fa solo male un po' la schiena - disse massaggiandosi e mettendosi in piedi con l'aiuto di James - Sarebbe potuto andare peggio.."
"Puoi dirlo forte, ragazzo mio! Se non fosse stato per la signorina Hill saresti conciato davvero male." esclamò Lumacorno, ora vicino a Nelly.
Gli sguardi di tutti i componenti della squadra furono puntati sulla Cercatrice, diventata rossa per la vergogna. Lo sguardo che la metteva più a disagio era quello stupito di Drew.
"Che ha fatto?" chiese Bill Jones curioso.
"Ha utilizzato magistralmente un incantesimo per rallentare la caduta del signor King." disse Lumacorno.
Tutti si complimentavano con Nelly per la prontezza del suo intervento, mentre Drew non riusciva a staccare gli occhi da lei che sorrideva imbarazzata ai complimenti degli altri.
 
Quella storia fece il giro della scuola e Nelly era più che mai imbarazzata: le sembrava una cosa normale, insomma, chi non l'avrebbe fatto?!
I Malandrini gongolavano, sapevano che era solo una questione di tempo e Nelly sarebbe stata invitata da Lumacorno alla festa di fine anno del LumaClub.
Dopo cena, la cercatrice rimase in sala comune a studiare Pozioni, come faceva di consueto ormai da qualche tempo. Quando sentì qualcuno scendere dai dormitori maschili, non si stupì più di tanto: James e Sirius avevano l'abitudine di andare a controllarla ogni sera, ed era sicura che fossero loro. E invece si sbagliava, il rumore dei passi non era quello che creavano le ciabatte di James, ed era troppo rumoroso per essere Sirius, dotato di passo felpato. Alzò lo sguardo dalla sua pergamena e vide di fronte a sè Drew che le sorrideva: Nelly si sentì quasi svenire guardandolo.
"Ciao, ti disturbo? Stai studiando?!"
Fece cenno di andare via, ma Nelly chiuse il libro e lo invitò a sedersi con lei.
"Volevo ringraziarti per oggi." disse il capitano, ipnotizzandola con i suoi occhi neri.
"Dovere!" esclamò Penelope, tormentando le punte dei suoi capelli.
Poi calò un silenzio imbarazzante e la ragazza era quasi tentata di fuggire, ma poi Drew parlò.
"Sei una ragazza speciale, lo sai? - disse spostandole una ciocca di capelli dal viso - Non so come fanno ad essere solo tuoi amici quei quattro.."
Nelly era spiazzata. Cosa voleva dire?!
"Cosa intendi?" disse senza pensarci su.
"Intendo dire, che se io avessi avuto una compagna di corso come te me ne sarei innamorato follemente.."
La biondina sussultò sentendo quelle parole e Drew le sfiorò una mano. La sua era così grande rispetto a quella minuta della cercatrice.
Nel frattempo, Sirius, nascosto dietro un muro che separava le scale a chiocciola dalla Sala Comune, aveva sentito tutto e non riusciva a capire perchè, ma aveva voglia di schiantare quel borioso di King.
"Ti lascio studiare, buonanotte Nelly!" disse Drew.
Sirius si sporse un altro po' per vedere quei due e per poco non gli venne un infarto nel vedere King che baciava la fronte di Nelly, rossa di vergogna. Poi si affrettò in silenzio a salire le scale ed entrò nella sua stanza sbuffando.
"Che c'è Sir? Che ti prende?" disse James notando del nervosismo nel suo amico.
"Niente." rispose secco Sirius infilandosi sotto le coperte.
"Dacci un buon motivo per cui dovremmo crederti." si intromise Remus incrociando le braccia.
Dopo varie insistenze Sirius parlò.
"Okay, ho visto quel demente di King che faceva il piacione con Nelly."
James, Remus e Peter si guardarono interdetti.
"E quindi?" chiese Potter.
Sirius non sapeva proprio rispondere a quella domanda. Dovette rifletterci un po' e alla fine riuscì ad inventare una risposta da dare ai suoi amici.
"E quindi?! Insomma, ragazzi! Quello è più grande di noi.. Cosa vuole da Nelly?" esclamò cercando di trovare un briciolo di comprensione negli occhi dei suoi amici.
"Continuo a non capire, amico."
"Se le fa del male? Se la illude e la ferisce?"
"Gli spacchiamo la faccia, ovvio." affermò James mentre Remus e Peter annuivano in segno di approvazione.
Anche Sirius dopo un po' cercò di sembrare convinto dalla soluzione di James, ma inspiegabilmente non si sentiva ancora molto tranquillo, infatti stentò ad addormentarsi.
Nel dormitorio femminile c'era qualcun altro che non riusciva a prendere sonno. Nelly si rigirava nelle coperte e pensava a quello che era appena successo; non ci credeva ancora a quello che le aveva detto Drew. Non era possibile, forse si era addormentata mentre studiava pozioni e si era sognata tutto. Però poi il ricordo della mano calda di Drew che sfiorava la sua, il bacio sulla fronte... era tutto troppo reale. Sì coprì la faccia con le mani, era talmente confusa. Non era assolutamente possibile che il suo capitano fosse attratto da lei: era più grande di ben tre anni, troppo bello per lei, che era solo una ragazzina di tredici anni.. Si alzò in piedi e andò in bagno per guardarsi allo specchio: non era nemmeno lontanamente paragonabile alle ragazze del quinto anno, coetanee di Drew. Alte, belle, quasi donne. Lei sembrava ancora una bambina..
Se lo doveva togliere dalla testa. Probabilmente lui provava solo molta simpatia per lei e magari la vedeva come una sorellina minore; non doveva farsi certe illusioni..
 
Un giorno dopo una delle ultime lezioni di Pozioni il professor Lumacorno chiamò Nelly, e le chiese di rimanere un attimo in aula. I suoi amici se ne andarono senza fare obiezioni e le fecero un occhiolino, sapevano cosa le avrebbe detto dopo il prof.
"Signorina Hill, ultimamente i suoi voti sono migliorati molto. - disse Lumacorno guardando il registro dove annotava i voti dei suoi alunni - Mi congratulo con lei..."
"Grazie professore. E' anche merito suo e dell'entusiasmo che lei ci trasmette per questa materia.." disse Nelly seguendo i consigli di Sirius che l'aveva istruita a comportarsi da Serpeverde.
E in quel momento si sentì davvero una serpe approfittatrice.
Il professore sorrise soddisfatto e chiuse il registro.
"Mi farebbe molto piacere se venisse alla festa di fine anno che organizzo per il LumaClub."
Nelly nella sua mente esultò ma cercò di non dimostrare particolare entusiasmo, voleva che Lumacorno quasi la supplicasse.
"Su,  Hill, non farti pregare! Puoi portare uno dei tuoi amici, se proprio non riesci a stare lontana da loro.."
Era proprio quello che voleva sentirsi dire: le foglie di Mandragola aspettavano solo lei.
"Va bene professore. Grazie dell'invito!"
Così decise di raggiungere i suoi amici in Sala Grande per il pranzo a dar loro la buona notizia. Il piano di Sirius aveva funzionato... era entrata nel LumaClub e questo voleva dire che le scorte di Mandragola erano a loro disposizione!
Stava fantasticando su queste cose quando si scontrò con qualcuno e tutti i libri che teneva fra le braccia caddero a terra. Si piegò immediatamente per raccoglierli e scorse degli occhi neri familiari.
"Ciao Nelly! Tutto bene?" disse Drew con il suo solito savoir faire.
Dopo quella sera si erano detti lo stretto necessario per le partite, confermando le idee che Nelly si era fatta sull'atteggiamento di Drew.
"Tutto bene, tu?"
"Benissimo! - disse mostrando il suo sorriso perfetto - Sto andando a dire al prof. Lumacorno che purtroppo non potrò esserci alla festa di fine anno. Detto fra noi, odio le sue feste."
Nelly rise e pensò che anche lei si sarebbe annoiata.
"Sono davvero così noiose le sue feste?" chiese curiosa.
"Abbastanza, ti auguro di non essere mai invitata..."
"Troppo tardi..." disse Nelly ridacchiando.
"Ah.. - esclamò Drew stupito - Beh, buona fortuna allora!"
 
"Quindi quand'è la festa?" chiese James curioso.
"Il prossimo venerdì.. Posso portare uno di voi..." iniziò a dire Nelly.
Poi si ricordò che il prossimo venerdì ci sarebbe stata la Luna Piena e guardò Remus abbassare il capo.
"Non contare su di me." disse mestamente.
Gli amici si guardarono dispiaciuti, Nelly non riusciva ancora a sopportare la sofferenza che il suo amico doveva accettare una volta al mese. Avevano trovato il modo per rendere il tutto un'esperienza più piacevole, e avrebbero portato a termine il loro piano.
"Ormai l'anno è finito, vai alla festa da sola, noi rimarremo con Remus.." disse James una volta fuori dalla Sala Grande.
"No, rimango con voi.." rispose Nelly.
"Non puoi rovinare tutto ora! Con Remus staremo noi finchè non andrà alla Stamberga Strillante..."
A Nelly non piaceva molto l'idea di andare a quella noiosissima festa da sola; ma James aveva ragione: doveva andarci e far finta di divertirsi e cercare di fare bella figura con Lumacorno. Certo, avrebbe preferito stare con i suoi amici, ma era proprio per Remus che avrebbe sopportato di condividere la stessa aria con Mocciosus per qualche ora.
 
Il giorno della festa Nelly era parecchio nervosa. Aveva avuto una discussione con la Evans e con Mocciosus quel giorno, e proprio non aveva voglia di vederli più del necessario. Tuttavia non aveva scampo: andò nella sua stanza e tirò fuori dal baule il vestitino rosso che sua nonna, sarta molto abile, le aveva confezionato a tutti i costi.
"Potrebbe esserci una festa a scuola, e tu devi essere perfetta!" aveva detto nonna Hellen.
Nelly non era molto convinta, a lei le feste non piacevano, odiava le gonne, odiava tutti i preparativi da femminuccia.
Alice entrò proprio mentre Nelly guardava il vestito rosso come se fosse una camicia di forza.
"Vai alla festa di Lumacorno anche tu?" chiese la ragazza dai capelli corti.
"Sì.." rispose Nelly annoiata.
Buttò il vestito sul letto e sprofondò nella poltroncina.
"Perchè quel muso lungo?"
"Mi sento a disagio nel mettere quel vestito ridicolo.."
Alice prese il vestito e lo esaminò con sguardo attento; nel frattempo anche Catherine era entrata nella stanza e si fiondò sul vestito curiosa.
"Scherzi vero, Nel? - disse Catherine - Questo vestito è stupendo e tu starai benissimo!"
Nelly non aveva una faccia convinta; così Alice la trascinò sulla sedia di fronte allo specchio ed impugnò la bacchetta.
"Ci pensiamo noi ai capelli e al trucco!" disse Catherine.
"Trucco? - esclamò Nelly - Cath, vorrai scherzare? Io non sto bene con il trucco..."
"Ma stai zitta, lascia fare a noi!"
Così Nelly fu assediata dalle sue amiche che cominciarono a pettinarla e truccarla; quando le ragazze ebbero finito, la biondina non aveva il coraggio di guardarsi allo specchio, temeva di essere ridicola. Ma dopo varie insistenze di Alice, si voltò e si guardò allo specchio: quella ragazza che vedeva di fronte a sé non poteva essere lei.. Aveva i capelli semiraccolti in un'acconciatura, con morbidi e lunghi boccoli che le ricadevano sulle spalle; sugli occhi aveva un ombretto dorato e del mascara per definire lo sguardo e un po' di lucidalabbra a completare il tutto. Il risultato era stupefacente: sembrava davvero una ragazza.
"Hai visto?! Devi fidarti di noi!" disse Cath che era più entusiasta di Nelly.
"Ora mettiti il vestito!"
Si infilò il vestito, indossò le ballerine rosse ed era pronta.
Si riguardò allo specchio e non riusciva ancora a credere che quella ragazza che osservava nello specchio fosse lei.
"Avete fatto un miracolo.." disse mentre si toccava i capelli.
I suoi occhi sembravano molto più belli: non le erano mai piaciuti, leggermente sporgenti, grandi e distanti, le ciglia erano lunghe e folte ma pressocché invisibili perchè bionde. Con quel poco di ombretto e di mascara avevano tutta un'altra luce.
Dopo che ebbero finito con lei, Alice e Cath andarono ad aiutare Lily, alle prese anche lei con i preparativi. Lei scese in Sala Comune dove lì c'erano i suoi amici. Inutile nascondere che si sentiva un po' a disagio a mostrarsi così ai Malandrini, ma non poteva fare altrimenti. Doveva per forza passare da lì.
Il primo a vederla fu James che si alzò per andarle in contro.
"Wow, Nelly! Sei uno schianto.. - disse il quattrocchi sbalordito - Non sembri nemmeno tu."
La ragazza gli scagliò la borsetta in testa.
"Vuoi dire che solitamente sono un cesso?" chiese acida.
"No, però.. " James non riusciva a trovare le parole.
Era sempre stato convinto che Nelly fosse carina, ma non l'aveva mai considerata come una ragazza normale: lei era la sua migliore amica, compagna di avventure e di malefatte! Vederla così, vestita da ragazza, leggermente truccata e curata era tremendamente strano.
Sirius era praticamente imbambolato. Se James non l'avesse salutata e lei non le avesse lanciato la borsetta in testa, non l'avrebbe mai riconosciuta. Ripensava alle parole di King e solo ora ne capiva il senso.
"Remus?" chiese Nelly cercando di spostare l'attenzione altrove.
"Lo abbiamo portato in infermeria, non stava bene. Mancava poco comunque..." rispose James osservando la Luna piena che brillava in cielo.
Nelly annuì tristemente, poi l'orologio della Sala Comune le ricordò che era ora di andare.
"Beh, io vado.. Buona serata ragazzi! - disse andando verso il corridoio dietro il quadro della Signora Grassa - E non combinate troppi guai senza di me!"
"Non possiamo promettertelo!" urlò James.
 
Quando Nelly entrò nell'ufficio di Lumacorno, lo trovò completamente cambiato. C'erano suntuose decorazioni ovunque e al centro un enorme tavolo circolare apparecchiato per una ventina di persone. Qualcuno era già arrivato e lei non conosceva nessuno a parte Mocciosus che parlava con un simpaticone di Serpeverde. C'era anche il fratello minore di Sirius, Regulus.
Il professore le diede il benvenuto.
"Sono felice che sia qui, signorina Hill! Dove ha lasciato il suo cavaliere?!"
"Ho preferito venire da sola, professore!"
"Ci saranno altre occasioni, cara!" e dicendo ciò se ne andò a dare il benvenuto ad altri studenti.
Si sedette su una poltroncina e vide Mocciosus e Mulciber avvicinarsi a lei; sbuffò, proprio non aveva voglia di prenderli a pugni.
"Ehi Hill, sei sotto la maledizione Imperio per caso?! - disse Mulciber ghignando - Chi ti ha costretto a vestirti da ragazza?!"
"E tu che ci fai qui, Mulciber? - lo rimbeccò Nelly - Pensavo che solo studenti brillanti facessero parte del LumaClub.."
Mulciber era rosso in volto e Nelly era pronta a scommettere che se ne sarebbe andato sconfitto. Invece no. Si avvicinò sempre di più a lei, con sguardo di sfida, digrignando i denti e quasi ringhiando. Faceva davvero paura.
"Se dipendesse da me, tu non saresti nemmeno qui. Sudicia sangue sporco!"
Nelly indietreggiava per sfuggirgli ma si ritrovò con le spalle al muro; quel codardo di Mocciosus era sparito e Mulciber sembrava avere intenzione di metterle le mani addosso.
"Ehi, Julius! Sono queste le buone maniere che ti hanno insegnato? - disse Drew alle sue spalle - Eppure sei un nobile purosangue.."
Si avvicinò a Mulciber e con una mano lo allontanò da Nelly, riducendo i suo grandi occhi scuri a due fessure minacicose. Mulciber era grosso ma non era alto e forte quanto Drew, nonostante fossero coetanei.
"Tu prova solo a sfiorarla un'altra volta e te la vedrai con me. - disse il Grifondoro gonfiando il petto - Chiaro?!"
Il Serpeverde indignato gli voltò le spalle e se ne andò senza dire nulla.
Nelly si lasciò cadere sulla poltrona più vicina e cercò di calmarsi.
"Tutto bene? Ti ha fatto male?!" chiese preoccupato Drew.
Era incredibile come fino a qualche minuto prima sembrasse letale e nell'arco di qualche secondo si fosse trasformato in un essere dolce e premuroso. I suoi occhi scuri la scrutavano e celavano un po' di preoccupazione.
"Sì, sto bene. Non mi ha fatto nulla.."
Drew si rilassò e sorrise.
"Anche se sai picchiare meglio di un qualsiasi ragazzino della tua età,- disse guardandola fisso negli occhi - non dovresti mai metterti contro un Serpeverde purosangue più grande e più grosso."
"Ha iniziato lui, non è nella mia natura starmi zitta e buona.." disse lei.
"L'ho notato..." rispose Drew sorridendole.
Nel frattempo Lumacorno stava chiamando gli studenti a tavola e il ragazzo tese la mano a Nelly per aiutarla ad alzarsi dalla poltrona. Nelly si sedette al tavolo: alla sua destra aveva Drew, mentre alla sua sinistra Lily Evans che la guardava di sottecchi, incuriosita dallo strano atteggiamento che il Capitano dei Grifondoro aveva nei confronti della malandrina.
Lumacorno iniziò a fare domande sulle famiglie dei componenti del LumaClub, e Nelly avrebbe tanto voluto sparire.
"Signor King, come sta suo nonno?" chiese il professore.
"Sta bene, grazie professore.."
A quanto pare il nonno di Drew era stato un importante membro del Wizengamot.
Ora toccava a lei.. Lumacorno avrebbe fatto a lei una domanda sui suoi genitori.
"E i suoi genitori Hill? Che fanno nel mondo Babbano?" chiese con entusiasmo Lumacorno.
"Erano due avvocati... " disse Nelly con lo sguardo basso, mentre torturava il budino al cioccolato.
"Erano? Ora non lo sono più?"
Nelly posò il cucchiaino e mise le mani sulle gambe, stringendole in un pugno.
"Sono morti quando avevo cinque anni."
Il silenzio calò nella sala e il professor Lumacorno si sentì particolarmente in colpa.
Drew prese la mano di Nelly da sotto il tavolo e la strinse fra le sue.
"Mi dispiace Hill, io non sapevo.." disse l'anziano professore.
"Non si preoccupi." sussurrò Nelly.
Continuò ad esserci un silenzio imbarazzante nella sala, nessuno sapeva cosa dire. Per fortuna Lily Evans prese la parola e ruppe il ghiaccio iniziando a parlare; Nelly si alzò in piedi e uscì sul terrazzo per prendere un po' d'aria. Voleva stare sola... Non capiva perchè più passava il tempo, più il ricordo della morte dei suoi genitori diventava doloroso. Non doveva essere il contrario?! Evidentemente no. Sentiva dannatamente la mancanza dei suoi genitori ma non poteva farci nulla, doveva essere forte per loro. Cercò di ricacciare su le lacrime e si sforzò per non farle scivolare giù sulle sue guance.
"Ehi, mi dispiace.. non sapevo.." disse Drew, comparendo all'improvviso da dietro alla tenda.
Nelly si girò di impulso, non voleva farsi vedere mentre piangeva. Non voleva che gli altri pensassero che fosse fragile: lei era Penelope Hill, la ragazza maschiaccia che prendeva a pugni i ragazzi, non poteva permettersi di piangere.
Drew se ne accorse e prendendola per le spalle la girò verso di lui. Vide di fronte a sè i grandi occhi verdi di Nelly lucidi e colmi di lacrime.
"Non devi nasconderti, piangere fa bene. Non serve a nulla trattenerti." disse accarezzandole il viso con il dorso della mano.
A quel tocco Nelly non riuscì proprio a trattenersi e si buttò tra le braccia di Drew scoppiando in lacrime. Rimase accoccolata sul suo petto finchè non si tranquillizzò e quando si staccò da lui sospirò: in effetti Drew aveva ragione, si sentiva meglio.
"Si sarà sciolto tutto il trucco.." disse cercando di sdrammatizzare.
"Vediamo? - disse il ragazzo guardandola in volto - No, a parte gli occhi rossi per il pianto, sei sempre bella."
Nelly arrossì ed abbassò lo sguardo d'impulso.
"Aspetta.. perchè sei qui?! - chiese alzando lo sguardo - Mi avevi detto che odiavi queste feste e che non saresti venuto!"
Drew fece finta di pensarci un po'.
"Avevo due buoni motivi per venirci: difenderti da Mulciber e offrirti la mia spalla per piangere.."
Nelly era confusa e non sapeva che pensare. Poi arrivò alla conclusione che era inutile rimuginare e trovare una spiegazione: era meglio godersi quel momento.
Gli sorrise grata di essere lì proprio in quel momento.

 
____________________________

Ciao miei adorati! Vi rendete conto che siete stati in sette a recensire l'ultima volta?!
Sono senza parole, davvero!
Grazie mille.
In questo capitolo c'è un po' di tutto. Ho iniziato a introdurre il processo per diventare Animagus. In realtà la Rowling non ha dato molte informazioni, maledetta, però è stato detto che bisogna tenere in bocca una foglia di Mandragola per un mese. Ed ecco qui un nuovo misfatto da compiere per i nostri Malandrini.
Ho scelto di far entrare Nelly nel LumaClub non solo per le Mandragole, e no, non per Drew. C'è Lily. E non vi dico altro, a buon intenditor...
Parliamo di Drew: che ne pensate di lui? Vi piace come personaggio? ...Mi sa che a Sirius non piace. Che dite?! LOL
Ecco parlando di ciò, non ho resistito ed ho messo quella sottospecie di collage: c'è Nelly, in alto Sirius e in basso Drew. Nelly sapete già che è Amanda Seyfried, ho cercato di trovare una foto in cui sembrasse piccolina! Lo so non sembra una tredicenne come Sirius non sembra un quattordicenne e come Drew non sembra un sedicenne, però insomma. Cercate di avere un po' di fantasia. LOL
Il presta - volto del giovane Sirius non è altro che il figlio di Gary Oldman, Gulliver. Non trovate che sarebbe un perfetto Sirius per un prequel? Qui ci sta un appello alla Rowling, quindi: MUOVITI, DONNA, A FARE UN PREQUEL PRIMA CHE GULLIVER DIVENTI TROPPO GRANDE.
LOL
Comunque da grande Sirius sarà il mio adorato Gary, perchè lo trovo perfetto per quel ruolo, non mi importa l'età o l'aspetto. Gary è riuscito a rendere alla perfezione Sirius in tutta la sua essenza.
Drew, come vi avevo accennato, è Theo James. Mi sono innamorata di lui dopo aver visto Divergent.
Beh, spero vi piaccia quel coso là LOL. Magari vi aiuta nella lettura, potendo immaginare i volti dei nostri protagonisti!
 
Sotto consiglio di qualcuno ho dato un piccolo spazio a Peter: l'ho sempre immaginato come un ragazzino estremamente timido, insicuro e chiuso. Ecco perchè fino ad ora non gli avevo dato molto spazio, volevo aspettare che crescesse lui e che crescesse anche l'amicizia con i Malandrini. Doveva essere un ragazzino un po' diffidente.
Lo so che tutti voi lo odiate, però è pur sempre un personaggio e senza di lui forse non ci sarebbe stato tutto quel casino che ha generato la storia di Harry.
Cosa ne pensate?
Se avete qualche spunto da darmi, vi prego di farmelo notare nelle recensioni. Ho estremamente bisogno del vostro parere e del vostro aiuto per migliorare la storia.


A voi piace la saga di Divergent? Cosa avreste scelto tra Abneganti, Intrepidi, Eruditi, Candidi e Pacifici?
Io penso avrei scelto gli Intrepidi, come Nelly del resto :P

Vi lascio con questa immagine, mi ha letteralmente stesa.

Amy

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Capitolo 10
*** Rebel Rebel ***


“Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, 
arrendersi alla mediocrità,
bensì uscire da quella zona grigia
in cui tutto è abitudine 
e rassegnazione passiva,
bisogna coltivare il coraggio di 
ribellarsi.”





 


Il mattino seguente Catherine e Alice assalirono Nelly di domande. Non raccontò quello che era successo con Drew, anche perchè non c'era nulla da dire. Lei voleva stare con i piedi per terra... e poi ora non le interessava avere un fidanzato. Vero?!
"Allora? Come è andata?" le chiese James durante la colazione.
Nelly sbuffò.
"Insomma, perchè tutti mi chiedete come è andata? E' stata una serata NO-IO-SA." rispose acida scandendo le sillabe.
Qualche posto più in la, Andrew King rideva sotto i baffi compiaciuto.
"Nelly! Sai perchè te lo chiedo... - le sussurrò James con circospezione - Ti ricordi perchè sei entrata nel LumaClub, vero?"
Sirius nel frattempo aveva notato il sorrisino soddisfatto di King e la cosa non gli piaceva per niente.
"Certo che me lo ricordo, James... - disse Nelly in silenzio - A proposito! Porto la colazione a Remus..."
Nelly prese tutti i dolci al cioccolato che c'erano sapendo che erano i preferiti del suo amico; stava per afferrare l'ultimo muffin al cioccolato rimasto, quando le fu rubato da sotto gli occhi da Peter che ne aveva già un altro in mano.
"Peter, ti dispiace darmi quel Muffin? - disse facendo gli occhi dolci a Minus - Voglio portarlo a Remus!"
Il razzino guardò il muffin con tristezza e poi sorridendo lo posò sul piattino che Nelly aveva in mano; lei lo coprì con un fazzoletto, riempì un bicchiere di succo di zucca e si diresse verso l'uscita della Sala Grande. Con il suo solito passo svelto arrivò subito a destinazione. Bussò delicatamente alla porta dell'infermeria e Madama Chips le diede il permesso di entrare.
"Buongiorno Madama Chips, ho portato la colazione a Remus.."
"Il signor Lupin sta riposando, se fosse stato sveglio avrei provveduto io stes.."
"Non dormo, sono sveglio!" disse Remus da dietro le tende.
Nelly sorrise dispettosamente all'infermiera e si diresse verso il letto dell'amico. Si sedette accanto a lui e gli porse il  piattino con tutti i dolci al cioccolato.
"Come stai?" disse Nelly con un ampio sorriso.
Poi si accorse di aver fatto una domanda infelice: Remus aveva il braccio interamente fasciato e da sotto le bende si poteva vedere il sangue che ancora fuoriusciva dalle ferite; fortunatamente sul suo bel viso non si era aggiunta un'altra cicatrice. La ragazza abbassò il viso sentendosi tremendamente stupida.
"Ehi, non ti starai preoccupando per me, spero! - disse Remus dandole una gomitata per scuoterla - Con i miei super poteri da Lupo Mannaro in poche ore il mio braccio sarà come nuovo, con una nuova cicatrice, ma nuovo."
Nelly guardò Remus negli occhi: era incredibile. Si preoccupava che lei si preoccupasse troppo per lui. Non era mai in grado di pensare solo a sé stesso per qualche volta, il suo pensiero era sempre rivolto agli altri, in un modo o nell'altro. Dai suoi occhi si riusciva a vedere la sofferenza che provava quel ragazzo di soli tredici anni; il suo sguardo dolce era già adulto e consapevole dell'ingiustizia della vita. La sofferenza l'aveva costretto a crescere e a diventare un ragazzo maturo e più saggio di quanto non lo sarebbe già stato.
"Ti ho portato un po' di dolci... - disse Nelly scoprendo il piattino - ... al cioccolato, ovviamente!"
A Remus brillarono gli occhi, quanto adorava il cioccolato!
"Grazie Nelly, non dovevi prenderti questo disturbo per me..." disse imbarazzato.
"Oh, che grande disturbo.. - ironizzò Penelope - Mangia e zitto!"
Remus rise con la bocca piena e fece un'espressione talmente buffa da far scoppiare a ridere la ragazza.
 
 
Nonostante i Grifondoro vinsero il torneo di Quidditch, quell'anno la Coppa delle Case fu vinta dai Serpeverde. Piton gongolava e guardava i Malandrini con aria di superiorità.
"Giuro che un giorno gli spaccherò la faccia se non smette di guardarci così." disse Sirius parecchio nervoso.
Non era una novità il suo stato d'animo: d'altronde gli studenti stavano tornando a casa e per il giovane Black quello non era motivo di gioia. Più passava il tempo e più non riusciva a sopportare i suoi parenti, non aveva nulla da condividere con loro, non voleva essere come loro.
Arrivati a King's Cross i Malandrini si salutarono e si promisero come ogni anno di scambiarsi una lettera almeno una volta alla settimana. Sirius lasciò a malincuore i suoi amici per raggiungere suo padre che osserva con sguardo malevolo i genitori babbani di un ragazzino del primo anno.
Una volta arrivato a casa assieme a suo padre Orion e a suo fratello Regulus, trovò sua madre e sua zia Druella a conversare in salotto.
Si sforzò di essere educato per cercare di vivere dignitosamente in quella casa per quei pochi mesi.
"Buongiorno madre - disse fronteggiando con arroganza sua madre - Buongiorno zia Druella."
Le due donne annuirono e continuarono a parlare mentre lui saliva le scale per andare in camera sua.
"Ho saputo che Andromeda ha partorito..." disse Druella Black senza alcun sentimento nel tono della voce.
Sirius si bloccò in mezzo alle scale e rimase ad ascoltare. Sentì sua madre ridacchiare malignamente.
"L'abbiamo persa completamente, quindi.."
"Io ho solo due figlie da quando Andromeda è andata a vivere in quella topaia."
L'odio che Druella provava per sua figlia venne fuori in quella frase che aveva pronunciato quasi sibilando. Sirius sentì la sua schiena percorsa dai brividi, come poteva una madre essere così insensibile nei confronti di una figlia?
"Dove vivono?" chiese curiosa Walburga.
"Tra i babbani, nel sud della periferia di Londra.."
A Sirius quelle informazioni bastarono. Si chiuse nella sua stanza e cominciò a scrivere una lettera a sua cugina.
 
Cara Andromeda,
Ho saputo che hai avuto un figlio! Sono contento per te, sappi che io ti sono vicino e non ti volterò mai le spalle. Vorrei venire a trovarti, ho voglia di rivedere la mia cugina preferita e conoscere il piccolo Tonks. Fammi sapere quando possiamo vederci, troverò una scusa con i miei, non mi caccerò nei guai, tranquilla.
 
Tuo cugino
Sirius
 
La diede al suo gufo e aspettò di vederlo scomparire nel cielo limpido di quel pomeriggio estivo.
Notò con piacere che gli stendardi di Grifondoro erano ancora incollati per bene alle pareti e che nessuno era riuscito a toglierli. Sorrise soddisfatto e poi prese dal baule altri poster babbani che si era procurato: sapeva che avrebbero mandato su tutte le furie sua madre, ma non gli importava molto. Forse voleva proprio quello. Nella sua testa sentiva già gli ammonimenti del suo fratellino, ma cercò di scacciarli via. Dal baule estrasse anche un lettore Cd che le aveva prestato Nelly, si infilò le cuffie e si buttò sul letto ad ascoltare curioso la musica babbana. Gli piaceva parecchio.
Dopo un'ora di relax sentì un rumore, e sperò vivamente che non fosse suo fratello o sua madre; si tolse le cuffie e sentì il rumore provenire dalla finestra. Il gufo era tornato con una lettera: felice si alzò dal letto e corse ad aprire per accoglierlo nella sua stanza. Prese la lettera e l'aprì con foga.
 
Caro cugino,
Non sai quanto sia stata felice di ricevere questa lettera! Anche io desidero vederti e presentarti mio marito e la piccola Ninfadora. Sì, è una bambina. Ted ti verrà a prendere venerdì prossimo da Russel Square: trova un modo per andare lì alle cinque del pomeriggio e una scusa plausibile con i tuoi genitori. Già mi odiano abbastanza. Brucia questa lettera.
 
Andromeda
 
Sirius si ritrovò a sorridere con quella lettera tra le mani, ma poi un rumore lo distolse: stavolta bussavano alla porta per davvero. Fece a pezzi la lettera e poi sfilò la bacchetta dalla tasca.
"Incendio!" sussurrò puntandola contro il mucchio di carta.
"Sirius! Mi apri la porta?" Regulus da dietro alla porta iniziava a diventare impaziente.
Il maggiore aprì la porta al fratello con un po' di insofferenza.
"Che vuoi?" disse con sufficienza.
Lo sguardo del Serpeverde fu attratto dai poster di modelle babbane e di motori appesi ai muri della stanza del fratello.
"Allora lo fai apposta?" disse stizzito.
"Questa è camera mia e faccio quello che voglio, chiaro?!" rispose Sirius adirato.
I due fratelli si scambiarono sguardi malevoli.
"Sirius è questo il modo di parlare a tuo fratello Regulus?" disse Walburga.
Si affacciò nella stanza del maggiore dei suoi figli e la sua finta espressione dolce si trasformò e divenne disgustata.
"Sirius Orion, ti ordino immediatamente di togliere quelle schifezze dai muri di questa casa!"
Il ragazzo sorrise con arroganza sfidando lo sguardo arrabbiato di sua madre.
"No." disse con tono dispettoso.
Walburga era su tutte le furie, ma non voleva dare questa soddisfazione al ribelle Sirius.
"Fa come vuoi. Stasera non cenerai per punizione. Rifletti sul tuo comportamento.. - disse voltandogli le spalle - Andiamo Regulus!"
Il minore guardò Sirius dispiaciuto ed uscì con la madre.
Walburga chiuse la porta della stanza del figlio con un incantesimo, per impedirgli di andarsene in giro. Lo aveva già fatto molte volte, anche con Regulus che al contrario di Sirius si era rassegnato; l'erede dei Black proprio non aveva voglia di rassegnarsi a sua madre, ai suoi valori e a tutto il resto. Si sentiva davvero un animale chiuso in gabbia, non era libero di pensare diversamente dal resto della sua famiglia che veniva punito. Doveva calmarsi, o avrebbe spaccato qualcosa e peggiorato la situazione. Così prese carta e penna e si sedette alla scrivania per scrivere una lettera ad uno dei suoi amici: la prima persona che gli venne in mente fu Nelly.
 
Cara Nelly,
Sì, lo so che ci siamo salutati da sole poche ore, ma io qui non ce la faccio già più. Walburga mi ha messo già in punizione perchè mi sono rifiutato di staccare i poster babbani dai muri della mia camera. Sono chiuso in camera e non cenerò. Inizio a non sopportarla quella donna, lei non è una madre normale. Come può impedirmi di pensare e di agire diversamente da loro?! Come può cercare di annullare completamente la mia personalità? Regulus sta diventando sempre di più un suo fantoccio, io non voglio diventare come lui. Non sarò mai come vogliono loro. Mai.
Scusami, avevo bisogno di sfogarmi, o avrei rotto per la rabbia qualche prezioso cimelio di famiglia e mi avrebbero messo a digiuno per tutte le vacanze.
Tua nonna come sta? Immagino sia contenta di rivederti.
Dimmi qualcosa, in modo che possa distrarmi. Ti ringrazio in anticipo.
 
Sirius
 
Nelly lesse quella lettera con un sorriso radioso sul viso, tanto da attirare l'attenzione di nonna Hellen.
"Si può sapere chi è che ti scrive e ti fa sorridere così?" disse la signora Hill curiosa.
"E' Sirius.." rispose la nipotina.
"Ma vi siete salutati da poco... Nelly non è che mi nascondi qualcosa?!"
"Nonna! No! - disse rossa di vergogna la ragazza - Sirius è un mio amico.."
Hellen non era del tutto convinta, una persona non sorride sognante mentre legge una lettera di un semplice amico.
"E cosa ti dice di bello?"
"Di bello nulla - rispose Nelly riaprendo la lettera - La madre lo ha messo in punizione: niente cena!"
"Povero figliolo.. - pensò ad alta voce la nonna mentre tagliava una fetta di torta alla nipote - Ai ragazzi della vostra età non si nega mai il cibo! E' importante..!"
"Nonna, non morirà se non mangia per una sera!" disse Nelly ridacchiando mentre accarezzava il gufo di Sirius.
Poi alla signora Hill venne un'idea.
"Senti ma quest'uccello può portare anche dei pacchetti?"
"Sì..." rispose Nelly un po' confusa.
"E li porta direttamente al destinatario?"
"Sì, la lettera che sto scrivendo a Sirius arriva direttamente a lui."
Per fortuna, pensò Nelly. Se dipendesse dai suoi genitori, Sirius non riceverebbe nemmeno una sua lettera. Poi vide sua nonna maneggiare cibo in modo truffaldino in cucina: mise un pezzo di pasticcio e un pezzo di torta in due contenitori diversi; prese una bottiglietta e la riempì di spremuta d'arancia che aveva fatto per sua nipote. Mise il tutto in una borsetta piccola e sicura e la poggiò sul tavolo.
"Nonna?!"
"Fai portare queste cose a Sirius dal gufo.. Avrà fame!"
"Grazie nonna!"
Nelly prese il pacchetto e salì in camera sua per scrivere al suo amico.
 
Caro Sirius,
Sai che mi fa sempre piacere ricevere una lettera da parte tua. Cerca di avere pazienza con i tuoi genitori e tuo fratello, non indispettirli troppo. Non voglio ritrovarti denutrito a Settembre!
D'altra parte ti do perfettamente ragione, io non saprei come fare al posto tuo.
Comunque spero che il gufo ti abbia portato anche il pacchetto: mia nonna ha voluto sapere a tutti i costi chi mi avesse scritto e le ho parlato di te e della tua punizione. Sai, per le nonne babbane il cibo è tutto! Nel contenitore rosso c'è il pasticcio (il più buono che io abbia mai mangiato) e in quello blu c'è il dessert, una torta al cioccolato e noci - la mia preferita!; nella bottiglia invece non c'è succo di zucca, bensì succo d'arancia. Mangia alla faccia di tua madre.
Buon appetito.
 
Nelly
 
Ps: Rimanda indietro i contenitori. Mia nonna ci tiene tanto.
 
Sirius rimase molto stupito, quando il povero gufo di Nelly arrivò affaticato con una lettera nel becco e un pacchetto tra le zampe. Lesse la lettera e poi, sentendo il suo stomaco brontolare, si buttò prima sul pasticcio e poi sulla torta; bevve tutto d'un fiato il succo e si sentì subito meglio. Si sentì sollevato sapendo che, in fondo, in quel mondo non era poi così solo.
 
Il venerdì stentò ad arrivare in fretta e Sirius aveva cercato di mantenere la calma per una settimana: non voleva che sua madre lo mettesse in punizione proprio quel giorno.
Quel venerdì mattina, come di consueto, Walburga aveva intenzione di andare a fare compere a Diagon Alley con suo marito e suo figlio Regulus che a suo dire si era meritato una nuova scopa da corsa per il comportamento esemplare.
"Sirius vuoi venire con noi a fare compere? Ti serve qualcosa?" disse sforzandosi di sembrare premurosa.
"No madre, grazie. Non mi serve nulla."
Di certo non gli servivano i vestiti neri e verdi che sua madre continuava a comprargli con ostinazione. Walburga annuì e poi si rivolse all'elfo domestico di casa Black.
"Kreacher, staremo via per due ore. Controlla Sirius."
L'elfo, dannazione, Sirius non aveva pensato all'elfo! Come avrebbe fatto a sbarazzarsi di lui? Quell'elfo odiava Sirius più di ogni altra cosa e non faceva nulla per non dimostrarglielo; d'altronde Sirius pensò che il sentimento era reciproco.
Doveva trovare un'idea. Magari fingersi malato avrebbe funzionato.. doveva rischiare.
"Kreacher, non mi sento bene. Penso andrò a riposare. Non disturbarmi." ordinò con tono severo.
"Certo Signor Sirius, Kreacher non la disturberà.." disse l'elfo con la sua voce gracchiante.
Così si chiuse in camera e fece finta di lamentarsi per un po' in modo tale che il fedele servo di sua madre credesse al suo malanno improvviso. Poi in silenzio mise un cuscino sotto le coperte per simulare la sua presenza nel letto e si calò giù dalla finestra. Sperò con tutto sé stesso che il piano funzionasse; Russel Square era vicino a Grimmauld Place e non fu difficile raggiungerla.
Erano le cinque in punto e vide un ragazzo sui venti anni, alto e robusto, dai capelli biondi, che si guardava intorno e sembrava impaziente. Sirius era convinto che fosse lui Ted Tonks, perchè era diverso dagli altri babbani e poi sembrava aspettasse qualcuno.
"Ciao, tu sei il marito di Andromeda?" chiese con spavalderia allo sconosciuto.
L'uomo gli sorrise.
"Tu devi essere Sirius, eh giovanotto?"
"In persona."
"E' un piacere conoscerti, sono Edward Tonks, ma puoi chiamarmi Ted. - disse stringendo la mano al ragazzino che aveva di fronte - Ora ci smaterializzeremo, lo hai mai fatto?"
"Qualche volta.." rispose Sirius.
"Bene, prendi il mio braccio. Non vomitarmi addosso mi raccomando!" disse Ted scherzando.
A Sirius già piaceva quel Tonks.
Con un pop si materializzarono nella periferia di Londra, di fronte ad una bella villetta, con un grande giardino curato.
"Benvenuto a casa Tonks!"
I due entrarono in casa e quando Andromeda vide suo cugino lo travolse in un abbraccio così forte che Sirius temette di morire soffocato.
"Dromeda, anche io sono felice di vederti - disse Sirius - ma così rischi di uccidermi. Come lo dirai poi ai miei genitori che hai ucciso l'erede?"
La giovane donna scoppiò a ridere e lasciò respirare il cugino, poi lo squadrò da capo a piedi.
"Sirius! Ma quanto sei cresciuto dall'ultima volta che ci siamo visti?!  - esclamò scioccata Andromeda - Sei quasi più alto di me!"
"Beh non è che tu sia una watussa, cara.." si intromise Ted.
"Una che?!" chiesero in coro i due Black.
"Dannati purosangue, ma vivete proprio fuori dal mondo, eh?! - ironizzò il marito di Andromeda - Volevo dire che tu non sei molto alta, quindi Sirius non impiegherà molto tempo a superarti."
"Molto gentile Ted!" rispose la donna ridendo e stando al gioco.
Sirius sorrise vedendo felice sua cugina con quell'uomo: non l'aveva mai vista così bella e radiosa, gioviale e simpatica. Pensava alle altre due sue cugine, Bellatrix e Narcissa, belle certo, ma era una bellezza quasi inquietante la loro: invece Andromeda era cambiata, anche lei aveva sempre avuto un alone nero di tristezza che la rendeva meno bella di quanto lo fosse ora. Era rinata sposando Ted.
"Ti trovo bene, Andromeda! Sei stupenda.." disse Sirius sinceramente.
"Grazie... - disse la cugina quasi commossa - Ora c'è qualcuno che vuole conoscerti..!"
Indicò qualcosa dietro Sirius e quando il ragazzino si voltò vide una bambina di qualche mese con molti capelli fucsia in braccio a Ted.
"Ti presento Ninfadora!"
Andromeda prese la bambina e la passò a Sirius, il quale, per la prima volta, sembrò davvero impacciato: non aveva mai preso un neonato in braccio. La bambina iniziò a guardarlo con curiosità e i suoi occhi, che fino a qualche secondo prima erano cervoni come quelli di suo padre, divennero dello stesso grigio di quelli di Sirius. Il ragazzo sussultò confuso e i genitori scoppiarono a ridere.
"E' un metamorfomagus: le piacciono i tuoi occhi evidentemente.." disse Andromeda sorridendo.
"Wao!" esclamò Sirius.
Si sedettero in salotto e il ragazzo iniziò a sfogarsi con la cugina: le disse che non sopportava più i suoi genitori e che avrebbe tanto voluto scappare di casa, proprio come aveva fatto lei.
"Sirius, per Merlino, non fare pazzie! - disse preoccupata Andromeda - Sei ancora troppo giovane..."
Il giovane Black sospirò, sua cugina aveva ragione. Ma lui era insofferente.
Il rintocco del vecchio orologio babbano dei Tonks lo richiamò alla realtà.
"Dovrei tornare a casa se non voglio essere messo in punizione per il resto della mia vita."
"Torna a trovarmi presto, cuginetto! - disse la cugina con voce tremante - E ricordati che sarai sempre il benvenuto in questa casa."
I due si abbracciarono per qualche secondo, poi Sirius dopo aver salutato Andromeda e Ninfadora, seguì Ted fuori di casa e insieme si smaterializzarono vicino a Grimmauld Place.
"Buona fortuna, ragazzo!" disse Ted e sparì nel buio senza dare a Sirius nemmeno il tempo di rispondere.
Mentre tornava a casa, Sirius sperava davvero che il suo piano avesse funzionato. Si arrampicò per il palazzo ed entrò nella sua stanza in silenzio. La sua camera era ancora al buio e il cuscino era rimasto al suo posto; mise tutto a posto e provò ad uscire dalla sua stanza. Era nuovamente chiusa con un incantesimo e questo voleva dire solo una cosa: il piano non aveva funzionato. Accese la luce e notò un bigliettino sulla sua scrivania con accanto tanti libri voluminosi che aveva già visto in altre occasioni sgradevoli. Aprì il biglietto e lo lesse.
 
Davvero pensavi di poter ingannare tua madre, Sirius?!
Spero che la tua stanza con tutte quelle schifezze sui muri ti piaccia davvero, perchè ci passerai parecchio tempo. Quei libri sono per te. Buon lavoro.
 
"Incendio!" urlò Sirius bruciando il bigliettino scritto da sua madre.
Scaraventò la bacchetta sulla scrivania e prese a calci tutto ciò che gli capitò davanti. Il gufo nella sua gabbia bubolava spaventato dai rumori provocati dal giovane Black.
Sirius si calmò solo dopo qualche ora che aveva trascorso ascoltando la musica dal lettore Cd di Nelly. La musica babbana gli piaceva e lo calmava; poi la sua quiete fu interrotta da uno strano rumore: si mise seduto e vide davanti a sè Regulus e Kreacher.
"Grazie Kreacher - disse il minore - Ti chiamo fra un po', okay?"
L'elfo annuì e sparì dalla stanza.
Sirius incrociò le braccia sul petto e guardò suo fratello interdetto.
"Quindi non sono l'unico ribelle della famiglia... - disse sdraiandosi di nuovo sul letto - Se ti scopre la mamma?"
"Non mi importa, sai? - rispose Regulus - Sono venuto a portarti qualcosa da mangiare."
Quando Sirius sentì la parola mangiare si ricordò che il suo stomaco si era lamentato per tutte quelle ore. Così si mise seduto ed invitò il fratello con un gesto a prendere posto affianco a lui sul letto. Stettero un po' in silenzio mentre Sirius mangiava, mentre Regulus osservava i poster delle modelle babbane con un po' di imbarazzo e arrossendo, cosa che non sfuggì al fratello maggiore. Regulus e Sirius si somigliavano molto fisicamente, ma non caratterialmente. Il minore era più riservato e introverso, più timido rispetto al fratello maggiore, sfacciato e impertinente. Ma entrambi avevano quell'aria regale e di naturale superiorità che li accomunava a tutti gli altri Black.
"Perchè ci odi?!" chiese Regulus facendo quasi strozzare Sirius che stava finendo di mangiare.
"Io non ti odio Reg..."
"Però mamma e papà sì..."
Sirius sbuffò, non sapeva cosa rispondere. Era consapevole che l'odio era un brutto sentimento da provare soprattutto nei confronti dei propri genitori...
"Odio è una parola grossa... - disse Sirius cercando di aggiustare il tiro - Non mi piacciono le loro idee, il loro modo di pensare ed agire. Odio il fatto che non accettino il mio pensiero, che è diverso.. Io sono una persona diversa da loro, ho la mia identità, le mie idee e i miei principi e vorrei essere rispettato."
"A cosa ti riferisci in particolare?!" chiese Regulus.
"Non capisco l'odio verso i Babbani e la superiorità e il disprezzo che provano per i maghi Nati Babbani..."
L'espressione curiosa di Regulus cambiò e divenne seria.
"Ecco vedi? - esclamò Sirius indicando il viso di Regulus - Hanno plagiato anche te, per te tutto questo sembra normale, ma per me non lo è..."
Rimasero in silenzio per un po'.
"A cena parlavano del tuo matrimonio, Sirius.. Stanno cercando una ragazza di buona famiglia." disse il minore dei Black tenendo basso lo sguardo.
"Parlassero pure, io non sposerò nessuno contro la mia volontà."
"Te le cerchi tu le punizioni, però.."
"Tu vuoi davvero sposare una sconosciuta? Vuoi davvero rinunciare a provare cosa significhi amare una persona incondizionatamente? - chiese Sirius guardando negli occhi il fratello - Non hai mai sognato.. che ne so, di incontrare l'amore della tua vita e di passare il resto della tua vita con lei, sangue puro e nobili origini a parte?"
Regulus ci pensò un po': per ora non era una sua priorità fidanzarsi e innamorarsi, tanto meno sposarsi. Era troppo giovane per iniziare a pensarci..
"Ma noi abbiamo il dovere di  mandare avanti la nobile dinastia dei Black.." rispose come era stato addestrato a fare.
Sirius sbuffò.
"Non sei ancora nella fase delle prime cotte, fra un anno ne riparliamo, Reg..."
"Tu sei innamorato di quella SangueSporco?" chiese il secondogenito.
Sirius lo fulminò con lo sguardo: aveva chiamato con così naturalezza Nelly sanguesporco, tanto da farlo rabbrividire. I suoi genitori stavano creando un mostro, o forse lo avevano già creato.
"Quella Sangue... - iniziò a dire Sirius senza riuscire a pronunciare quella parola - Quella ragazza ha un nome e si chiama Nelly."
"Va bene, quella lì. Sei innamorato di lei?"
Sirius ci pensò bene e si fece un grande esame di coscienza: Nelly era una delle sue migliori amiche, anzi l'unica migliore amica, di sesso femminile, si intende. Eppure negli ultimi tempi l'aveva vista con altri occhi...
"Non credo, Reg.." disse mentendo a suo fratello e a sè stesso, non sapendo nemmeno lui la risposta.
"Allora come fai a dire tutte quelle cose sull'amore?"
"Eppure sei un ragazzo intelligente! Un giorno mi capirai, Reg. Spero non sia troppo tardi però..."
Regulus annuì e si alzò in piedi; diede un'ultima rapida occhiata a suo fratello. Non riusciva ad odiarlo nonostante spesso lo lasciasse da solo e lo ignorasse completamente a scuola; gli voleva bene e dopotutto lo ammirava per il coraggio che dimostrava sempre nell'affrontare Walburga.
"Buonanotte Sirius" disse Regulus mentre compariva Kreacher al suo fianco.
"Buonanotte Reg, e grazie per la cena..."
E con un pop Regulus e Kreacher sparirono nel buio della stanza.
 
Qualche giorno dopo Grimmauld Place 12 fu invasa dall'esuberante presenza di Alphard Black, fratello di Walburga e Cygnus. Alphard era il fratello minore, scapolo e libero da ogni pregiudizio. Sua sorella maggiore non lo adorava particolarmente, ma lo accoglieva sempre in casa non con troppa gioia, era suo fratello dopo tutto. Alphard non essendo sposato e non avendo eredi, provava un'inspiegabile simpatia per i figli di sua sorella, reputandoli intelligenti e brillanti. In particolare Sirius era il nipote da lui preferito. Walburga, Orion e Regulus fecero gli onori di casa e lo invitarono ad accomodarsi in salone, dove Kreacher era pronto a ricevere gli ordini dalla sua padrona.
"Kreacher! - esclamò la donna -  Portaci del vino elfico."
"Allora che si dice sorellina? - disse Alphard, poi si guardò attorno e notò che mancava qualcuno all'appello - E Sirius Orion dov'è?"
Regulus guardò sua madre e lei sorrise accarezzandogli la testa.
"Sirius è in punizione in camera sua..."
"Oh, andiamo Walburga! Come sei severa... è solo un ragazz.."
"Stai mettendo in dubbio i miei metodi educativi per caso, fratellino?" disse acidamente la signora Black.
"Assolutamente. - rispose il fratello, non volendo scatenare una guerra fratricida - Mi farebbe solo piacere vederlo.."
"Non mi dire che sei venuto qui solo per lui.."
"Certo che no, Walburga. Sei sempre stata malpensante. - disse sorridendo alla sorella che non accennava ad abbozzare un sorriso sulle sue labbra - Volevo sapere del primo anno di scuola del nostro Regulus!"
Il piccolo Black sorrise ed iniziò a raccontare con entusiasmo allo zio il suo primo anno scolastico ad Hogwarts.
"Un altro Serpeverde quindi.." disse ridendo, alludendo alla stranezza di Sirius.
"Già, come un Black che si rispetti." affermò con decisione Walburga.
Alphard notò una vena di disprezzo in quella frase nei confronti di suo figlio maggiore.
Il pomeriggio trascorse piacevolmente e Alphard fu invitato a rimanere a cena da Orion.
Dopo cena, l'unico zio che Sirius adorava, entrò nella sua stanza. Il ragazzo scattò in piedi e andò ad abbracciare l'uomo che non vedeva da un anno. Non era cambiato di una virgola: i radi capelli biondi e ricci erano rimasti gli stessi, come d'altronde i suoi occhi grigi, tipici dei Black. Era un uomo molto alto e dal fisico prestante, da vero sportivo; aveva raccontato più volte ai suoi nipoti quanto fosse stato un ottimo cacciatore e capitano dei Serpeverde.
"Zio Alphard! - esclamò Sirius - Che bello vederti!"
"Caspita Sir, come sei cresciuto, sembri quasi un ometto!" disse scompigliando i capelli scuri del figlio.
Il ragazzo si portò una mano dietro la nuca e sorrise imbarazzato.
"Cosa hai combinato per far arrabbiare mia sorella in quel modo?" chiese curioso, prendendo posto sulla poltroncina che un tempo era stata sua.
"Avevo bisogno di fare quattro passi e sono uscito di nascosto - rispose Sirius con arroganza e sicurezza - Walburga pensa che io sia un suo detenuto... questa casa sta diventando davvero una prigione per me!"
Lo zio sorrise sentendo le parole del nipote. Come dargli torto?! Sua sorella aveva sempre avuto gli atteggiamenti e il temperamento di una carceriera. Mentre Sirius continuava a sfogarsi, lo sguardo di Alphard fu attratto dai poster che tappezzavano tutte le pareti della stanza e sorrise. Il fratello di Walburga era molto meno ostile nei confronti dei babbani, come non lo era tutto il resto della famiglia Black. La realtà era che il mondo dei babbani gli era completamente indifferente; Sirius adorava suo zio anche per questo: era un uomo libero, ragionava con la sua testa ed era capace di amare, al contrario di sua madre e di suo padre, che sembravano completamente apatici. E soprattutto non aveva paura di mostrarsi per quel che era. Il giovane Black si stupiva di come suo zio non fosse ancora stato cancellato dall'albero genealogico dei Black da sua madre, come aveva fatto con Andromeda; evidentemente Alphard non aveva ancora fatto nulla di eclatante tanto da meritarsi tale trattamento.
"Non so come fare, zio! Mi sento in gabbia...."
"Hai ragione, ragazzo mio. Cerca di resistere...! - disse cercando di incoraggiarlo - Non voglio che tu annulli la tua personalità, devi cercare almeno di contenere il tuo spirito ribelle con tua madre. Non voglio perdere il mio nipote preferito.... Spero Regulus non ci rimanga troppo male!"
Terminò sussurrando.
Zio e nipote scoppiarono a ridere e si sorpresero quando notarono che le loro risate erano simili entrambe ad un latrato.
"Grazie zio. Per fortuna che ci sei tu.."
"E quindi? Hai una ragazza?" chiese Alphard curioso.
Suo nipote aveva proprio l'aria di chi aveva fatto cadere già tante ragazzine ai suoi piedi.
"No - rispose secco Sirius - Però..."
"Però c'è una che ti piace.. vero?"
"Non lo so zio, lei è una mia amica. La mia migliore amica..."
"Mmh, è una bella ragazza?"
"Sì, ma non è solo bella, è speciale!" disse con uno strano luccichio negli occhi.
Così si buttò in una descrizione dettagliata di Nelly: raccontò a suo zio quanto fosse simpatica e brillante, una strega in gamba nonostante fosse una NataBabbana, che era bella e i suoi occhi grandi e verdi erano stati la prima cosa che aveva notato in lei; gli disse anche che era una bravissima cercatrice e che ideava degli scherzi fantastici.
Lo zio rimase stupito da quella descrizione accurata e pensò che solo un ragazzo innamorato riuscirebbe a cogliere così tanti pregi in una ragazza.
"Sei proprio cotto di questa ragazza, mio caro Sirius." pensò tra sé Alphard.
Non disse nulla al nipote però, perchè pensò che fosse giusto che il ragazzo diventasse consapevole dei suoi sentimenti senza l'aiuto degli altri. Forse era troppo orgoglioso da ammettere a sé stesso di essersi preso una bella cotta per la sua amica.
Poi Alphard pensò a sua sorella e a cosa avrebbe fatto se solo avesse saputo che suo figlio Sirius si era preso una cotta per una NataBabbana e cercò di soffocare una risata.
"Zio! Perchè ridi?!" chiese Sirius che stava continuando a parargli dei suoi amici.
"Nulla, nulla. Continua Sirius!"
Cara Walburga, questo ragazzo ti darà un  gran bel filo da torcere, pensò. 


 
___________________________

Eccoci giunti al capitolo 10!
Ragazzi non ci posso ancora credere, sono al capitolo dieci e già ho ricevuto 41 recensioni da voi, bellissime persone. 
Questo vuol dire che la storia quanto meno vi incuriosisce, e sono molto conteta. Mi impegnerò per non deludervi. Parola di Malandrina.
In questo capitolo viviamo un po' l'incubo di Sirius: la vita a Grimmauld Place n°12 e la mamma tanto odiata da Sirius.
Ho cercato di introdurre il rapporto che il nostro amato Sirius ha con lo zio Alphard: io l'ho immaginato sempre così, libero da tutto e da tutti.
Poi c'è Regulus, il figlio perfetto per Walburga ed Orion, ma curioso allo stesso tempo di capire le ragioni della ribellione di suo fratello Sirius.
Poi c'è Andromeda e Ted! Sirius conosce la piccola Dora, mi sembrava doveroso questo piccolo spazietto riservato a loro!
Spero questo capitolo vi sia piaciuto, dal prossimo ci immergiamo nel terzo anno, ciò vuol dire: Hogsmeade, prime gite fuori porta e primi appuntamenti!
Fatemi sapere come sempre in una recensione cosa ne pensate... I vostri pareri sono fondamentali per me. Mi spingono a scrivere questa storia.
Se avete qualche sugerimento ovviamente non esitate a darmelo.

Tema di oggi: BRUTTE FIGURE!
Qual è la figura peggiore che abbiate mai fatto?

Vi racconto la mia: Parlavo con una mia amica di un uomo che avevo visto in segreteria a scuola.
"Ti giuro, bello, bono! Potrà avere una quarantina d'anni, somiglia a Hugh Jackman, l'ho visto ieri in segreteria... Oh mio dio eccolo, guardalo quanto è bono!"
Quest'uomo camminava nella nostra direzione fino ad avvicinarsi a noi.
"Buongiorno ragazze!" disse con la sua fantastica voce tenorile.
"Amy, lui è mio padre, papà lei è Amanda, mi stava giusto dicendo quanto ti trova attraente!" disse la mia amica.
Ed io pensai: ti prego, Dio, se esisti fammi sparire ora.
LOOL

Amy

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Capitolo 11
*** Questione di sguardi ***





Ci guardammo negli occhi
un minuto in più del dovuto
Non si deve scherzare
con lo sguardo: è pericoloso.
In sessanta secondi
ti può far innamorare.



 

Una mattina torrida di Agosto a Grimmauld Place n°12 si presentò il membro della famiglia Black più odiato in assoluto da Sirius: sua cugina Bellatrix, con i suoi occhi neri e folli, i suoi capelli ricci e scuri sapientemente raccolti in un'acconciatura falsamente disordinata, il suo ghigno sicuro ed arrogante. Nell'insieme sembrava una giovane donna affascinante e bella, ma allo stesso tempo inquietante. Il fatto che Walburga la adorasse rendeva la giovane signora Lestrange ancora più insopportabile agli occhi di Sirius. Quel giorno si ritrovò ad origliare di nuovo le conversazioni di sua madre con sua cugina e sentì cose che avrebbe preferito non sentire.
"Narcissa si sposerà con Lucius il prossimo Ottobre.." disse Bellatrix con voce squillante.
"La piccola Narcissa ha fatto un'ottima scelta.. - sentenziò Walburga - E come va con tuo marito, mia cara?"
La ragazza sviò facilmente il discorso di suo marito e iniziò a parlare d'altro.
"Cara zia, io e Rodulphus siamo entrati nelle grazie del Signore Oscuro.." sibilò Bellatrix scoprendo l'avambraccio sinistro.
Walburga guardò con attenzione e ammirazione un disegno sul braccio di Bellatrix, e Sirius incuriosito si affacciò un po' di più dalla ringhiera delle scale per vedere cosa sua madre stesse ammirando: era una sorta di tatuaggio, un marchio. Un teschio con una lingua di serpente. Il Grifondoro rabbrividì: aveva già sentito parlare del Signore Oscuro e dei suoi seguaci, detti Mangiamorte; non pensava che la follia della sua famiglia si sarebbe spinta a tal punto da diventare servi di un folle assassino.
 
Il primo settembre non aveva stentato così tanto ad arrivare come quell'anno. Sirius ringraziò Godric Grifondoro per averlo salvato anche quell'anno da un'estate infernale a Grimmauld Place. Fortunatamente fu suo padre ad accompagnarlo alla stazione: Orion era un uomo indolente e completamente incapace di provare alcun tipo di emozione. Non appena i suoi figli lo salutarono, non si fece alcuno scrupolo ad andarsene; il maggiore dei fratelli Black si guardava intorno e vedeva la normalità: i genitori degli altri ragazzi quasi in lacrime che aspettavano che il treno partisse prima di andarsene. I suoi genitori non gli avrebbero mai rivolto uno sguardo così pieno di affetto.
Regulus raggiunse i suoi amichetti Serpeverde e Sirius rimase ad aspettare i suoi amici Malandrini vicino al muro da cui sarebbero sbucati. Era notevolmente in anticipo e iniziava ad essere impaziente; camminava avanti e indietro vicino al muro incantato, quando fu travolto da qualcuno. Quella scena sembrò quasi un dejauvù.  Sirius si ritrovò a terra con addosso il carrello e il baule della persona che lo aveva colpito.
"Scusami, mi dispiace..." disse una voce familiare.
Sirius alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi verdi di Nelly.
"Nelly!"
"Sirius?"
La ragazza era decisamente confusa: finchè non vide in faccia il suo amico non fu certa di averlo riconosciuto. Il ragazzo che aveva investito era un po' diverso dal Sirius che aveva lasciato a Giugno: era più alto, il suo corpo sembrava esser diventato più massiccio, non più quello di un semplice bambino, i capelli neri e folti erano diventati più lunghi e li portava con casuale eleganza sulle spalle. Solo una cosa era rimasta invariata: la luce e l'energia che trasmettevano i suoi sorprendenti occhi grigi.
Sirius nel frattempo si era alzato in piedi e stava mettendo sul carrello il baule di Nelly, mentre la ragazza lo guardava sorpresa ancora seduta a terra a causa dello scontro precedente. Il ragazzo le tese una mano e la aiutò a mettersi in piedi con un sorriso da togliere il fiato.
"Nelly?! - disse passandole una mano davanti agli occhi - Hai sbattuto la testa?"
Cercò di riprendere il controllo delle sue facoltà mentali e scotendo la testa cercò di cacciare via tutti i pensieri.
"Sì... cioè no. Sto bene.."
Sirius scoppiò a ridere divertito. Non aveva mai visto la sua amica così impacciata: cosa le era successo? Si mise a scrutarla, cercando di capire cose avesse e la vide arrossire, come sempre. Nelly abbassò lo sguardo ed iniziò a guardarsi i piedi e lui ebbe l'occasione per guardarla meglio nell'insieme: lei non era cambiata molto in quell'estate, la trasformazione radicale c'era stata nell'estate precedente. Agli occhi di Sirius era davvero bella: i capelli biondi ancora più lunghi che le sfioravano i fianchi, le labbra carnose che in quel momento cercavano di mal celare un sorrisino imbarazzato, le lunghe ciglia folte e bionde che facevano da cornice ai suoi grandi occhi verdi.
"Sirius smettila di guardarmi in quel modo, o sarò costretta a prenderti a calci." disse Nelly mantenendo lo sguardo basso.
Ecco che era tornata la Nelly di un tempo: dolcemente aggressiva, proprio come piaceva a lui.
"Perdonami - disse Sirius scrollando leggermente il capo per aggiustarsi i capelli - Ma dovevo accertarmi che non avessi nulla di rotto."
La ragazza cercò di non rimanere ipnotizzata dallo sguardo dell'amico e gli rispose con un sorriso.
Era parecchio impacciata e mai avrebbe detto che Sirius sarebbe stata la causa di tanto imbarazzo: ma era così bello..
"Ehi ragazzi!"
Fortunatamente Remus, James e Peter arrivarono salvandola da quella situazione imbarazzante.
I tre ragazzi guardarono Nelly e Sirius perplessi: i due si tenevano le mani ed entrambi avevano un sorrisino strano stampato sulle loro facce.
"Cosa state facendo?" disse James indicando le loro mani.
I due non se n'erano nemmeno accorti: Sirius non aveva lasciato le mani di Nelly dopo che l'aveva aiutata ad alzarsi da terra, e lei non aveva minimamente pensato di abbandonare quella presa ferma e calda. Quando però si accorsero delle loro mani unite in una stretta, si separarono e si allontanarono come se fossero stati colpiti da uno schiantesimo.
"Ehi, Sirius, ma quanto sei cresciuto? - disse James avvicinandosi all'amico e stringendogli la mano - Cosa danno da mangiare ai giovani Black?"
"Niente, forse è questo il segreto." rispose Sirius ridendo.
Remus si avvicinò a Nelly per salutarla.
"Come va Lunastorta?"
Il ragazzo era tremendamente pallido e sembrava aver passato una notte infernale.
"Sono stato peggio. Tu? Ti vedo un po' spaesata.." chiese Remus curioso.
 
Tutti gli studenti iniziavano a salire sul treno e i Malandrini corsero ad occupare uno scompartimento tutto per loro: Remus aiutò Nelly a caricare il baule e insieme raggiunsero gli altri.
Quando Nelly entrò nello scompartimento con un enorme libro tra le braccia i Malandrini sgranarono gli occhi.
"Cosa. è. quella. cosa. là." disse James scandendo ogni parola e facendo ridere tutti, Nelly compresa.
"E' un libro... I miserabili di Victor Hugo."
"E cosa hai intenzione di farci con quel coso?" replicò James mentre Sirius se la rideva sotto i baffi.
Nelly fece finta di pensarci un po' e poi rispose.
"Picchiarti con questo voluminoso libro è una delle opzioni più interessanti."
Dopo un intenso scambio di battute, Nelly spiegò che quello era il libro preferito di suo padre e che sua nonna aveva insistito affinchè lo leggesse.
James, da gran chiacchierone qual era, parlò per tutto il tragitto del suo viaggio in Italia e nel sud della Francia; mentre l'amico parlava, Sirius e Nelly si guardavano ad intermittenza senza farsi scoprire a vicenda. Remus notò lo strano comportamento e lo scambio di sguardi, ma decise di farsi gli affari suoi.
Arrivati ad Hogwarts assistettero alla cerimonia dello smistamento e poi iniziarono a cenare. Drew si era seduto accanto a James e parlavano della nuova stagione di Quidditch.
"Dovremo cercare due nuovi battitori, non voglio che la mia salute dipenda dalla prontezza di Nelly..." disse mentre parlava con James e guardava contemporaneamente la cercatrice.
Lei scoppiò a ridere.
"Drew, ancora quella storia?!" esclamò roteando gli occhi.
"Come potrei dimenticarmela?!" disse il capitano lanciandole uno sguardo eloquente.
Sirius iniziò a tossire violentemente e Remus, che era seduto accanto a lui, iniziò a dargli forti pacche sulla schiena fino a quando non smise di tossire. Il giovane Black era tutto rosso in volto e aveva le lacrime agli occhi; Nelly guardandolo non riuscì a trattenere le risate guadagnandosi un'occhiataccia di Sirius.
"Ehi Sir, cosa mi stavi dicendo in treno? - chiese James curioso - E' vero che tuo fratello vuole entrare nella squadra di Quidditch?"
Sirius deglutì, bevve un sorso d'acqua e si schiarì la voce.
"Sì, pare che voglia giocare nel ruolo di cercatore." affermò guardando Nelly.
"Non c'è da preoccuparsi, noi abbiamo la migliore cercatrice della scuola!" disse Drew con spavalderia.
Sirius roteò gli occhi al cielo, e quando vide il capitano dei Grifondoro alzarsi per adempiere al suo dovere di prefetto disse "Finalmente."
"Finalmente cosa, Black?" chiese Nelly indispettita.
"Il tuo amichetto se n'è andato!"
"Perchè lo odi così tanto? E' simpatico..." disse Remus sapendo di aver colpito l'amico nell'orgoglio.
"Simpaticissimo.." disse ad alta voce. Se solo non ci provasse spudoratamente con Nelly appena ne  ha l'occasione.. pensò tra sé e sé.
Mentre si alzavano dal tavolo parlarono delle novità di quell'anno: ci sarebbero state le gite ad Hogsmeade, ed avrebbero dovuto seguire due materie a scelta.
"Voi cosa avete scelto? - chiese James con un braccio sulla spalla di Minus - Io e Peter Divinazione e Babbanologia!"
"Divinazione e Aritmanzia.. - disse Remus - tu Sirius?"
"Antiche Rune e Babbanologia, per la gioia di mia madre!"
"Nelly?" chiese James.
La ragazza era in silenzio.
"La McGrannit mi ha costretta a frequentare Aritmanzia e Antiche Rune... - disse un po' sconsolata - Avrei preferito materie più facili..."
I ragazzi scoppiarono  a ridere.
"Voi ridete! Ma sono io che devo frequentare queste lezioni, studiare Pozioni per non essere cacciata dal LumaClub, studiare 'trasfigurazioni - extra' e allenarmi per il Quidditch."
"Povera stella..." disse James provocando l'amica.
"Inizia a correre Jamie." gli intimò Nelly mentre si piegava per allacciarsi le scarpe.
Il primo inseguimento dell'anno ebbe inizio e James arrivò in sala comune con il fiatone, come al solito.
 
I cinque ragazzi rimasero un po' in Sala Comune a chiacchierare e anche l'atmosfera tesa che si era creata tra Nelly e Sirius si rilassò. Sul divano i due, uno vicino all'altra, ridevano e scherzavano per le battute di James fino ad avere mal di pancia; quando Drew ritornò alla torre di Grifondoro dopo la ronda, trovò Nelly dormiente sulla spalla di Black che la guardava con tenerezza.
"Si è addormentata mentre io raccontavo una barzelletta?" disse James mentre addentava una caramella a tutti i gusti +1.
"Evidentemente sei diventato noioso, Jamie." lo provocò Sirius.
Peter sbadigliò, e James guardò l'orologio notando che era decisamente l'orario giusto per andare a dormire.
"Dovremmo svegliarla." disse il giovane Potter.
"E' un peccato svegliarla però... " pensò Remus ad alta voce.
Sirius la prese in braccio senza farla svegliare e con un cenno del capo invitò i suoi amici a seguirli. Una volta nella stanza dei Malandrini, chiese ai suoi amici di unire il suo letto a quello di Remus.
"James, Nelly dorme nel tuo letto - disse Sirius sottovoce per non svegliare la ragazza dormiente tra le sue braccia - Noi dormiamo insieme, ci stringiamo."
Così adagiò Nelly sotto le coperte mentre gli altri si preparavano a dormire. Diede un ultimo sguardo all'amica che dormiva e notò che aveva un sorriso stampato sul volto sereno.
"Sta sognando.." constatò Remus e Sirius annuì.
I tre si distesero sul grande letto di fortuna e provarono a sistemarsi per dormire.
"Ehi, Sirius. - disse James - Hai una mano sul mio culo. Ti dispiacerebbe toglierla?"
Remus scoppiò a ridere e si allontanò dai due soffocando le risate. Ma le sue risate sommesse furono così contagiose tanto da scatenare anche quelle di Sirius e James, che non sapevano più dove mettere la faccia per non fare rumore. Fortunatamente Nelly dormiva come un ghiro e non si svegliò, ma le fragorose risate dei ragazzi svegliarono Peter.
"Che succede?" disse ancora con la voce del sonno.
James, Remus e Sirius scoppiarono ancora di più a ridere e Peter si unì a loro.
Più realizzavano di dover fare silenzio per non svegliare Nelly, più il desiderio di ridere sguaiatamente senza reprimersi si faceva prepotente.
Dopo un po' tutti si addormentarono, tranne Remus che proprio non riusciva a prendere sonno. Fissava la mezza luna, la cui luce filtrava da dietro le tende. Poi si voltò per evitare che i brutti ricordi complicassero la situazione e vide la faccia imbronciata di Sirius.
"Nelly, no Drew..." disse Sirius che aveva l'abitudine di parlare nel sonno.
Remus sorrise,  felice di sapere che il suo intuito non si era sbagliato. Aveva notato un atteggiamento strano dell'amico nei confronti di Nelly...
"Si'usss..." sussurrò poi una vocina dall'altra parte della stanza.
Remus si mise seduto e vide Nelly muoversi nel sonno; sorrise ancora di più soddisfatto.
 
Il giorno seguente quando Nelly si svegliò, si ritrovò in una stanza che non era la sua: lo capì dal soffitto del letto a baldacchino, dalla luce che filtrava dalle tende e dal russare profondo di Peter.
Si mise seduta ed osservò la scena: Remus, James e Sirius dormivano su due letti uniti per l'occasione come tre cuccioli, mentre Peter alla sua destra ronfava nel suo letto sonoramente.
Cercò di rammentare come era finita lì e l'ultima cosa che si ricordava della sera precedente era James che proponeva di raccontare una barzelletta. Si era addormentata probabilmente sulla spalla di qualcuno, non erano riusciti a svegliarla e poichè i ragazzi non potevano salire nel dormitorio femminile, si erano trovati costretti a prendere quel provvedimento. Guardò l'orologio: era ancora presto per andare a fare colazione; così si rituffò sotto alle coperte e si ritrovò a pensare alla sua meravigliosa dormita. Aveva fatto tanti bei sogni che non ricordava, ma si era svegliata con un ottimo umore. Si dormiva bene nel letto di James, pensò.
Quando arrivò l'ora giusta per andare a fare colazione, si alzò e si infilò le scarpe; poi si avvicinò al letto dove dormivano i tre poveretti e si fermò un attimo a guardarli: Remus dormiva  a bocca aperta, James aveva ancora gli occhiali addosso tutti storti sul naso e Sirius sognava con un sorriso radioso stampato sul viso.
"Ragazzi... - disse sussurrando dolcemente - E' ora di alzarsi.."
Di tutta risposta James si girò voltando le spalle a Nelly, mentre Sirius e Remus continuavano a dormire indisturbati. Si avvicinò ancora di più agli amici e inizio a scuoterli.
"Ragazzi - continuò scotendo Remus - Dai svegliatevi!"
Niente. Non volevano saperne di svegliarsi.
"Sirius, svegliati..." riprovò tirandogli i boccoli neri.
"James, ti prego! - iniziò ad alzare la voce - Almeno tu svegliati!"
Nelly aveva perso la pazienza.
"Adesso basta. Sonorum - disse portandosi la bacchetta vicino alla bocca - SVEGLIA PIGRONIIII"
I quattro Grifondoro saltarono in aria per lo spavento.
Remus sembrava avesse visto la Luna Piena per quanto era diventato bianco; James era scattato in piedi come un soldatino e persino Peter si era messo seduto sul letto, con la faccia ancora un po' dormiente. Solo Sirius continuava a dormire imperterrito.
"Ma sta facendo finta?" chiese Nelly agli amici, i quali fecero spallucce.
Così la ragazza ne approfittò per salire sul letto e vedere Sirius più da vicino per capire se stesse dormendo o se avesse intenzione di fare uno dei suoi soliti scherzi. Quando fu abbastanza vicina al suo viso potè constatare che Sirius sembrava stesse dormendo come un angioletto: gli occhi erano chiusi ermeticamente e le sue folte ciglia nere non accennavano a muoversi e a lasciar vedere le sue bellissime iridi ghiacciate. Era bello vederlo dormire...
"BUUUUH" urlò in faccia a Nelly che era rimasta incantata a guardarlo.
La ragazza si portò una mano sul cuore per lo spavento.
"Sei un disgraziato, ecco cosa sei" disse Nelly afferrando il cuscino e sbattendolo più volte in testa a Sirius.
Con un'abile mossa Sirius spostò la ragazza sotto di sè ed iniziò a torturarla con il solletico sui fianchi, punto debole di Nelly. Rideva a crepapelle, non aveva nemmeno il fiato per chiedergli di smetterla, era spietato. Poi all'improvviso smise e la Grifondoro riuscì a prendere un po' di respiro.
"Sei uno stronzo, Black! - disse mentre si riprendeva, poi indicò gli altri e due con un dito - E voi non siete da meno..."
Sirius scese dal letto e si sistemò la camicia, per poi mettersi le mani sui fianchi con aria di sfida.
"Hill, non mi sembra che tu sia stata delicata nel svegliarci..." disse con arroganza.
Nelly si mise in piedi decisa a fronteggiare giocosamente il suo amico.
"Ci ho provato! - disse spingendo l'amico con un dito, senza alcun risultato - Ma non è colpa mia se dormivate come dei ghiri in letargo. E russavate pure."
Mentì spudoratamente.
"Io non russo." protestò Sirius.
"Invece sì.."
"Non ti è bastata la tortura di prima..?"
James, Remus e Peter nel frattempo osservavano quel simpatico teatrino con curiosità. L'unico a vederci qualcosa di più in quello che poteva sembrare uno scherzo tra amici era Lupin: il modo in cui si guardavano i suoi amici, seppur con sfida, era diverso dal solito.
"Vado a cambiarmi, non voglio fare tardi!" disse Nelly.
Voltò le spalle a Sirius e con i suoi lunghi capelli gli sfiorò il viso, provocando un leggero brivido lungo la schiena del ragazzo.
Quando Nelly uscì dalla stanza si scontrò con qualcuno: era niente di meno che Andrew King, il quale la guardò stupito vedendola uscire dalla stanza dei Malandrini.
"Buongiorno Drew!" lo salutò Penelope allegra.
"Che ci facevi da loro?" chiese allarmato il capitano dei Grifondoro senza rispondere al saluto.
"Buongiorno Drew..." rispose lei salutandolo e lasciandolo impalato di fronte alla porta della stanza dei Malandrini.
 
 
Le prime settimane di lezioni trascorsero tranquillamente; tra uno scherzo e l'altro, i Malandrini trovarono il tempo per continuare la Mappa del Malandrino e per studiare il processo di trasformazione in Animagus.
"James oggi ci sono i provini vero?" chiese Nelly all'amico, più informato di lei.
"Sì, Drew mi ha detto che voleva che ci fossi anche tu.."
Nelly sbuffò, aveva tante cose da fare.
"Ci tiene.." aggiunse James sbattendo le ciglia.
"Okay, okay. Ci sarò. - disse trangugiando l'ultimo pezzo di torta - Sirius sei pronto?"
I due frequentavano insieme il corso di Antiche Rune mentre gli altri andavano a lezione di Divinazione.
"Signorsì signorina." esclamò Sirius scattando in piedi.
Sì alzò in piedi, prese la borsa con i libri e insieme uscirono dalla Sala Grande.
"Spero di non addormentarmi durante le lezioni." disse il ragazzo sbadigliando.
"Beh, in quel caso ti sveglierò io.." lo rassicurò Nelly con un sorriso radioso sul volto.
Sirius si fermò per ammirare la sua amica e il suo sorriso luminoso, che infondeva allegria e serenità a chiunque lo guardasse.  Nelly smise di camminare e la sua attenzione fu catturata dagli occhi di Sirius. I due iniziarono a guardarsi intensamente: sembrò quasi che per un momento non potessero proprio far a meno di sprofondare, di perdersi uno negli occhi dell'altra. Attorno a loro non c'era nulla, il vuoto. Il tempo sembrava essersi bloccato per consentire a Sirius di cercare chissà quale verità in quello sguardo cristallino e limpido di Nelly, che si lasciava scrutare senza alcun imbarazzo. Si sentivano come due calamite pronte ad avvicinarsi una all'altra inesorabilmente, ma qualcosa li frenava.. entrambi avevano paura di rovinare tutto se solo si fossero toccati o sfiorati in quel momento così magico. Il tocco reciproco dei loro sguardi era sufficiente.
"Nelly!"
Qualcuno ruppe l'incantesimo di quel momento e i due furono costretti interrompere quel contatto.
Era Drew e Sirius non potè fare a meno di sbuffare.
"Dimmi, Drew.."
"Scusami, James mi ha detto che oggi non potrà esserci ai provini.. - disse il capitano con aria dispiaciuta, consapevole di aver rovinato un momento speciale - Mi aiuti tu?"
Nelly e Sirius si guardarono interrogativi.
"Quando te l'ha detto?"
"Ora."
James l'aveva ingannata.
"Ti prego..." insistette Drew.
"Va bene, ci sarò."
"Grazie!" e il capitano scappò via.
"Guastafeste" fargugliò Sirius.
"Cosa hai detto?" chiese Nelly.
"Nulla..." rispose Black sorridendo falsamente.
"Andiamo!" disse la ragazza trascinando l'amico per il braccio.
Quando entrarono in aula rimasero un po' spaesati: il banco a due in ultima fila che era ormai diventato quasi loro, era già occupato da una persona. Era stato preso proprio da Marlene McKinnon, che stranamente si era separata dalla sua amichetta e aveva rinunciato a fare la ruffiana con la professoressa; infatti l'altra Corvonero, Cindy Park, era seduta da sola al primo banco e guardava la scena con sguardo indagatore. Tutti gli altri posti erano già occupati, Nelly e Sirius non avevano molta scelta.
"Nelly, io non ci sto al primo banco.." sussurrò Sirius all'amica.
La biondina lo guardò scettica.
"No, davvero, ho troppo sonno!" disse cercando di giustificarsi il giovane Black.
Marlene McKinnon drizzò la schiena e si sedette più composta, si aggiustò i capelli guardandosi in uno specchietto e si voltò sorridendo compiaciuta a Nelly.
Penelope senza dire nulla al suo amico si diresse verso il primo banco e prese posto accanto a Cindy.
"Ciao, piacere .."
"So chi sei." rispose acidamente la Corvonero.
Nelly alzò entrambe le mani in segno di resa, e capendo che la sua compagna di banco non aveva intenzione di socializzare, si mise a sfogliare il libro in attesa dell'arrivo della professoressa che quel giorno fece stranamente ritardo. Mentre metteva in ordine i suoi appunti, sentiva le risate gracchianti della McKinnon e le venne naturale voltarsi un attimo e per vedere la scena: Marlene era spaventosamente vicina a Sirius, rideva ad ogni cosa che diceva il ragazzo e aveva praticamente gli occhi a cuoricino. Nelly pensò che il Malandrino l'avesse rimpiazzata con molta facilità e afflitta da questo pensiero si girò verso la lavagna con sguardo triste; in questo modo non potè notare che Sirius, mentre Marlene lo riempiva di informazioni che a lui non interessavano, puntava nostalgicamente i suoi occhi su Nelly
La professoressa Babbling arrivò e prima di iniziare la lezione si scusò per il ritardo.
Nelly quel giorno non riuscì per niente a seguire la lezione, presa da tanti pensieri per la testa.
Quando la professoressa Babbling terminò di spiegare i ragazzi, perlopiù Corvonero, uscirono dall'aula. La Grifondoro impiegò più tempo del previsto per mettere a posto le cose nella borsa, quando si alzò vide che Sirius stava uscendo dall'aula con Marlene che ovviamente rideva sguaiatamente. I due si erano fermati vicino alla porta e stavano parlando delle uscite ad Hogsmeade, probabilmente stavano pensando di andarci insieme; Nelly passò davanti a loro e proseguì per la sua strada. Camminava con lo sguardo perso nel vuoto e la mente immersa in mille pensieri...
Il pensiero principale era l'odio che provava per Marlene McKinnon: così perfetta, bella, femminile, una delle ragazze più famose della scuola, la classica Corvonero civettuola e pettegola. A parte la bellezza, cosa ci trovava Sirius in lei?!
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto all'improvviso, perchè si sentì afferrare un polso; si voltò di scatto sperando di vedere Sirius di fronte a lei, ma si sbagliava. Era Drew, con i suoi occhi neri e profondi.
"Senti Drew, ci vengo ai provini. Okay? - disse Nelly un po' scocciata - Ora se non ti dispiace devo andare a lezione..."
Ormai si era rassegnata al fatto che i ragazzi l'avvicinassero solo per parlare di sport e di pugni.
Il ragazzo scoppiò a ridere e Nelly si sentì un po' presa in giro.
"Guarda che non sono così noioso.. - disse facendole un occhiolino - Vorrei tanto che tu mi conoscessi meglio... Per questo volevo chiederti se ti va di andare ad Hogsmeade insieme."
La ragazza rimase scioccata. Drew King, sesto anno, capitano dei Grifondoro, uno dei ragazzi più ambiti della scuola, stava chiedendo a lei di uscire? Lei, una maschiaccia, insignificante ragazza del terzo anno?!
Si voltò per capire se stesse parlando a qualcun altro.
"Dici a me?" chiese stupita.
"Sì, proprio a te Penelope Hill."
"A me.." si disse fra sè e sè.
Pensò a quello che le stava accadendo. A lei sarebbe bastato andare ad Hogsmeade con i suoi amici, passare del tempo con Sirius.. Drew non era previsto.
Il capitano rise fragorosamente, per poi guardarla negli occhi con insistenza.
"Allora me la dai questa risposta? - chiese impaziente - Guarda che non ti sto chiedendo di sposarmi... Non ancora"
Nelly fece finta di non aver ascoltato quella provocazione e rispose.
"Non so Drew, questo fine settimana dovevo andarci con i miei amici..."
"Allora il prossimo?"
Era indecisa: non sapeva se uscire con Drew fosse la cosa giusta da fare. Però poi nella sua mente si palesò l'immagine di Sirius e Marlene ridere complici e passeggiare per le vie di Hogsmeade e non fu così facile rispondere al suo capitano.
"Va bene!" rispose fingendo un po' di entusiasmo.
"Pefetto! Allora poi ci organizziamo.. - disse il ragazzo - Ci vediamo oggi pomeriggio al campo, okay?"
"Sìììì!" esclamò Nelly esasperata mentre vedeva andare via Drew.
"Non farmi il bidone come Potter!"
"Non lo farò!"
Così Nelly continuò a camminare verso l'aula di pozioni, quando fu fermata nuovamente da qualcuno.
"Dove eri sparita?" chiese Sirius allarmato.
"Ti sono passata davanti ma a quanto pare eri troppo impegnato..." disse Nelly con tono acido.
"Ti ho vista, ma speravo che tu mi aspettassi.."
"Io pensavo di essere di troppo, non volevo interrompervi - confessò fingendosi preoccupata - Potevi dirmelo.."
Sirius fece un'espressione contrariata. Proprio non riusciva a capire Nelly... Era gelosa o non le importava assolutamente nulla di lui?!


___________
 
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con l'11esimo capitolo.. 
Non faccio commenti perchè voglio che commentiate voi questo capitolo. Mi sono resa conto di parlare troppo in queste NdA e di non lasciare a voi nulla da dire... 
Quindi sbizarritevi. 
Intanto ringrazio chi legge e chi recensisce, le fedelissime: 18Ginny18, Creamy91,Gossipgirl_xx, le ultime tre persone ad aver recensito.
Ringrazio anche chi legge e rimane in silenzio, però signori.... se leggete lasciatemi pure una sillaba. Mi va bene.
Voglio solo sapere che ci siete.
Senza un vostro resoconto non riuscirei ad andare avanti la storia. Quindi se vi piace e volete che io la continui, scrivetemi.
Due questiti a cui dovete rispondermi. Ed è un ordine. (Scherzo LOL)
1) Come reputate la lunghezza dei capitoli? Troppo lunghi e noiosi o troppo corti?!
2) Vi piacerebbe un capitolo su Remus e i suoi genitori?


Momento Gif: Di che casa siete?
Io sono Serpeverde, anche se anni fa ero stata smistata in Grifondoro.
Sono una Serpeverde chiusa nel corpo di una Grifondoro. Mi sento davvero una grifona!

Tassi, non prendetevela per questa Gif, io vi adoro!


Amy


Ps: Quell'altra biondina è il presta-volto che ho scelto per Marlene McKinnon, Claire Holt.

 

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Capitolo 12
*** Addio ***


"Tutti vogliono la felicità
Nessuno vuole il dolore.
Ma non si può fare un arcobaleno
senza un po' di pioggia."

I Malandrini riuniti in Sala Comune aspettavano Nelly per parlare dei loro affari. La cercatrice aveva aiutato il capitano Drew a scegliere i nuovi battitori al posto di James; Sirius camminava avanti e indietro per la stanza circolare e Remus sorrideva divertito, mentre gli altri e due lo osservavano stranamente stupiti dall'atteggiamento del loro amico.
"E' possibile che non è ancora tornata?" chiese con gli occhi sbarrati.
"Rilassati amico, magari Drew l'avrà trattenuta... - disse James mentre sfogliava una rivista di Quidditch  - Chissà che combinano, King ha proprio un debole per Nelly, chi l'avrebbe mai detto!"
Remus si sistemò meglio sulla poltrona per osservare con attenzione la reazione di Sirius, il quale serrò i pugni e infine sprofondò nella poltrona.
"Sono tornati tutti... se non torna entro quindici minuti chiamiamo gli Auror dal Ministero, va bene Sir? - scherzò James scatenando le risate dei suoi amici - Ma perchè ti preoccupi tanto?"
Proprio quando finì di parlare nella Sala Comune entrarono Nelly e Drew parlando animatamente; lei rideva e Sirius notò che la divisa di Quidditch le donava particolarmente, più del solito: la lunga treccia bionda scompigliata appoggiata sulla spalla, le guance arrossate per la fatica ed il freddo autunnale che si intonavano alla perfezione con il rosso della divisa e il suo sorriso radioso che rivolgeva a Drew.
Il capitano si sentì osservato intensamente; si ritrovò minacciato dallo sguardo glaciale di Black e preferì distrarsi.
"Potter! - esclamò King andando incontro a James - Abbiamo preso dei ragazzi del quarto anno... non sono niente male! Con un po' di allenamento miglioreranno."
Nel frattempo Nelly si era avvicinata a Sirius.
"Vado a cambiarmi, ci vediamo qui fra dieci minuti okay? - sussurrò all'amico il quale si limitò ad annuire - Il  gatto di Alice ti ha morso la lingua?"
Sirius scosse la testa per dire di no e Nelly salì in camera esasperata.
Perchè Sirius si comportava così quando in giro c'era Drew e diventava un perfetto idiota quando stava assieme a Marlene?
Nel frattempo in Sala Comune Drew continuava a parlare con James degli allenamenti duri a cui si sarebbero dovuti sottoporre dalla prossima settimana; Remus notò quanto impaziente iniziava ad essere Sirius: batteva il piede sul pavimento di pietra a ritmo costante. Trovò la scena esilarante.
Dopo un po' King decise di andare a farsi una doccia, salutò tutti e non vedendo Nelly fece una faccia dispiaciuta.
Dopo qualche minuto si unì al resto dei Malandrini anche Penelope, con la solita divisa di Grifondoro, la camicia bianca portata dentro ai pantaloni e la cravatta rosso - oro portata lenta sul petto.
"Qui c'è troppa gente - disse James guardandosi attorno - Andiamo in camera nostra."
E così si ritrovarono riuniti nella stanza dei Malandrini.
"Nelly, hai tu il libro?" chiese Remus.
La ragazza sfilò il libro dalla borsa a tracolla e lo aprì alla pagina che serviva.
Avevano finalmente letto tutto il preambolo sulla Trasfigurazione avanzata e le sue terribili conseguenze in caso di fallimento, come chiesto ripetutamente dal saggio Lunastorta: ora potevano passare all'azione.
Nelly si schiarì la voce ed iniziò a leggere.
"Avere talento sia in Trasfigurazione sia in Pozioni è una condizione necessaria per diventare un Animagus. Si declina qualsiasi responsabilità per eventuali problemi fisici o mentali riscontrati da chi decidesse di seguire queste istruzioni. - deglutì un po' angosciata e proseguì - 1. Per un mese intero (da luna piena a luna piena) tenere costantemente in bocca una foglia di Mandragola. La foglia non deve mai essere inghiottita o tolta dalla bocca. Se questo dovesse verificarsi, sarà necessario ricominciare da capo il procedimento."
"Non mi piace.." disse Remus sentendo che c'era di mezzo la Luna Piena.
Gli altri fecero finta di non ascoltarlo e Nelly proseguì con la sua lettura.
"2. Arrivata la seconda luna piena, rimuovere la foglia dalla bocca senza pulirla dalla saliva e riporla in una fialetta di cristallo che andrà posizionata in modo che riceva i raggi diretti della luna (se la notte è nuvolosa, trovare una nuova foglia di Mandragola e ricominciare da capo l’intero procedimento). Alla fiala di cristallo colpita dalla luce lunare, aggiungere un proprio capello, la rugiada raccolta con un cucchiaino da tè in argento in un luogo che non sia stato contaminato né dalla luce del sole né dalla presenza di un essere umano per sette giorni interi, e la crisalide di una sfinge testa di morto. Riporre quindi il miscuglio in un luogo tranquillo e buio; non andrà né guardato né toccato fino al temporale successivo."
"E dove troviamo una fiala di cristallo?" chiese Sirius.
"Ti preoccupi di quello? - intervenne Nelly- La Crisalide di una Sfinge testa di morto dove la troviamo?"
James si grattava il cuoio capelluto pensieroso.
"Lumacorno dovrebbe avere questa crisalide, no?!"
"E' un ingrediente molto prezioso e raro - disse Remus con un'espressione compiaciuta - Penso che la terrà ben nascosta e protetta da molti incantesimi."
I quattro sospirarono e iniziarono a pensare ad una soluzione, mentre Lupin dentro di sè gongolava: il loro piano non era fattibile e quindi i suoi amici non si sarebbero messi nei guai per lui.
"Aspettate! - esclamò James - Mio padre... a volte mi manda a Diagon Alley per comprare degli ingredienti particolarmente rari per le sue pozioni..."
"E?" chiesero all'unisono Nelly e Sirius.
"Lui pensa che sia un modo per farmi appassionare alla materia, tutto inutile... - spiegò il giovane Potter - Posso offrirmi volontario per farlo felice e comprare le crisalidi, al negozio non si stupiranno se sanno che sto facendo acquisti a nome di mio padre.."
"E se tuo padre lo viene a sapere?" chiese Lunastorta.
"Che palle, Remus! Cerca di essere un po' positivo."
"Okay, la crisalide è sistemata... e la fiala di cristallo?!" chiese Sirius
"La prendiamo in un negozio da Hogsmeade!" propose James.
I ragazzi si scambiarono uno sguardo soddisfatto e Nelly continuò a leggere.
"3. In attesa del temporale, eseguire la seguente procedura ogni giorno al sorgere del sole e al tramonto: posizionare la punta della bacchetta sul cuore e pronunciare il seguente incantesimo: 'Amato Animo Animato Animagus'. - lesse scandendo le parole dell'incantesimo, alzò lo sguardo e vide i suoi amici attenti, anche il solito distratto di Peter - 4. L’attesa di un temporale potrebbe durare settimane, mesi o anche anni."
"Coooosa? ANNI?" urlarono James e Sirius.
Nelly li fulminò con lo sguardo e continuò a leggere.
"Nel frattempo, la fiala di cristallo deve rimanere completamente ferma e protetta dalla luce del sole. In caso di contaminazione, si possono verificare mutazioni tremende. Resistere alla tentazione di andare a vedere la pozione fino all’arrivo dei primi lampi. Se si continua a ripetere l’incantesimo all’alba e al tramonto, arriverà un momento in cui, toccando il petto con la punta della bacchetta, si sentirà un secondo battito, a volte più potente del primo, altre volte meno. È fondamentale non interrompere la procedura: l’incantesimo andrà comunque pronunciato sempre alla stessa ora e senza mai saltare una singola occasione."
"Okay, dove avete intenzione di nascondere la fiala in attesa del temporale?" chiese Remus a braccia incrociate.
"Nella Stamberga Strillante!" propose James.
"Ehm, ti sei scordato del mensile soggiorno di Rem lì per via del suo piccolo problema peloso??" chiese Sirius con un filo di ironia nel tono della voce.
Remus arrossì e abbassò lo sguardo, Nelly si avvicinò un po' a lui e poggiò la testa sulla sua spalla con nonchalance. Il ragazzo fu sorpreso da quel contatto, ma poi capì la ragione del gesto dell'amica e poggiò la sua testa su quella di Nelly, mentre aspettava che Sirius e James finissero di discutere.
"Allora dimmi tu, genio della lampada, dove potremmo nascondere queste dannate fiale?" disse James esasperato.
"Po-potremmo metterle in un cofanetto e nasconderlo nella stanza delle necessità..." propose Peter timoroso.
Sirius e James si alzarono in piedi e presero il povero Minus in braccio.
"Ehi amico, ma sei un genietto!"
"Okay, smettetela di fare i giullari, continuo a leggere. - disse Nelly tentando di ristabilire l'ordine nella stanza - 5. Subito dopo la comparsa del primo lampo in cielo, dirigersi al luogo in cui è nascosta la fiala di cristallo. Se i passaggi precedenti saranno stati seguiti correttamente, si noterà una piccola quantità di pozione color rosso sangue all’interno della fiala. 6. È fondamentale spostarsi subito in un luogo spazioso e sicuro, dove la trasformazione non possa causare preoccupazione o danni fisici. Con la punta della bacchetta sul cuore, pronunciare l’incantesimo 'Amato Animo Animato Animagus'  e bere la pozione."
"Non vedo l'ora...!" disse James pieno di entusiasmo.
Anche Nelly provava lo stesso entusiasmo del suo amico.. certo, a volte le veniva un po' di paura pensando a tutte le terribili conseguenze che aveva letto. Ma doveva farlo, era per una buona causa, era per Remus.
"Dai continua, Nelly! - la incalzò Sirius - E' quasi ora di cena."
"7. In caso di successo, si avvertirà un dolore bruciante e un doppio battito cardiaco molto intenso. Nella propria mente prenderà forma la creatura in cui ci si trasformerà. Non mostrare alcun timore: ormai è troppo tardi per sfuggire alla trasformazione."
"Farà molto male quindi?" chiese Peter timoroso.
"Vedrai che sarà sopportabile, amico - cercò di incoraggiarlo James - E poi ci aiuteremo a vicenda."
"Chissà in cosa vi trasformerete.." disse Remus pensieroso.
"Io ho già qualche idea..." ammise Sirius.
"Sentiamo, Black.." lo sfidò Nelly.
"Tu, per esempio sarai un felino.. Scommettiamo?" disse a James che scuoteva la testa in segno di dissenso.
"Nelly sarà un'antilope, non può essere un felino.." decretò con sicurezza il giovane Potter.
Remus e Penelope si guardarono divertiti.
"Scommettiamo? - ribadì Sirius - Se vinco io chiederai alla Evans di uscire, se vinci tu mi raso i capelli a zero."
Tutti guardarono il loro amico stupefatti e scioccati.
"Sirius, non fare cose di cui poi ti pentiresti..." gli consigliò Nelly.
"Perchè dovrei chiedere alla rossa di uscire poi?" chiese quasi indignato James.
"Abbiamo notato tutti come la guardi..." disse Sirius.
E Remus pensava a come lui guardava Nelly nell'ultimo periodo.
"Non vi si può nascondere nulla, eh? - disse rassegnato James - Va bene, Black. Ci sto. Nelly continua a leggere.."
"8. Di solito la prima trasformazione è spiacevole e spaventosa. Abbigliamento e oggetti come occhiali o gioielli sembrano fondersi con la pelle, che si trasforma ricoprendosi di pelo, squame o aculei. Non opporre resistenza e non andare nel panico, o la mente animale potrebbe prendere il sopravvento e spingere a fare qualcosa di incosciente, come cercare di fuggire da una finestra o lanciarsi contro un muro."
"Quindi dovremo ricordarci di portare vestiti di ricambio... capito Hill?"
Sirius rideva sotto i baffi e si meritò un cuscino in faccia.
 
"9. Quando la trasformazione sarà completa, ci si sentirà fisicamente a proprio agio. Consigliamo vivamente di raccogliere subito la bacchetta e di nasconderla in un luogo sicuro, in modo da essere in grado di ritrovarla quando si riprenderà la forma umana.
10. Per ritornare alla forma umana, visualizzarla nel modo più nitido possibile. Ciò dovrebbe bastare, ma non preoccuparsi se la trasformazione non dovesse avere luogo subito. Con la pratica, basterà visualizzare la creatura per entrare e uscire a piacere dalla forma animale. Gli Animagi più esperti sono in grado di trasformarsi senza l’uso di bacchette."
Terminò di leggere e dopo aver chiuso il libro si mise a guardare i suoi amici.
Sirius e James si lanciavano sguardi complici e malandrini, Remus sembrava stesse cercando di scacciare via brutti pensieri, mentre Peter tremava.
"Hei, Pete, che hai?!" gli chiese Nelly.
L'attenzione di tutti i Malandrini cadde su Minus.
"Io non sono capace di fare tutte queste cose.. Sono un disastro." disse il ragazzino grassottello.
In effetti non era proprio un campione in Trasfigurazioni, ma quel processo sarebbe stato difficile per tutti.
"Non ti preoccupare, è una cosa nuova per tutti.." cercò di consolarlo Nelly.
"E noi ci aiuteremo a vicenda, amico. Non devi avere paura.." lo rassicurò Sirius.
"Giusto! Siamo una squadra!"
"Dopo cena pianificheremo tutto. Ora andiamo a mangiare, prima che divori uno di voi.."  disse Nelly mettendosi in piedi per uscire dalla stanza.
Sirius si avvicinò a James.
"Te l'ho detto io che sarà un animale carnivoro... un bel felino!" gli sussurrò nell'orecchio simulando poi un ruggito.
"Non potrebbe essere un erbivoro?" chiese James convinto della sua teoria.
Sirius ci pensò un po' su.
"Naaaah."
 
Dopo cena si radunarono nuovamente nella stanza dei Malandrini e si organizzarono: prima di Natale ci sarebbe stata sicuramente una grande festa per il LumaClub, uno dei Malandrini avrebbe accompagnato Nelly, e mentre una distraeva il professore di Pozioni, l'altro avrebbe preso in prestito delle foglie di Mandragola. Durante la prossima gita ad Hogsmeade avrebbero comprato le fiale di cristallo e nelle vacanze di Natale James avrebbe approfittato per comprare le Crisalidi che servivano.
 
Il tempo trascorreva troppo lentamente per i Malandrini e le vacanze di Natale sembravano più che mai lontane. Per fortuna arrivò la loro prima uscita ad Hogsmeade e si divertirono così tanto insieme da scacciare via ogni pensiero: insieme stavano bene. Nelly non riusciva proprio ad immaginare degli amici migliori di loro: vedeva in giro le ragazze per Hogsmeade e non le dispiaceva per niente passare il suo tempo con dei ragazzi, con i suoi migliori amici. Ormai erano diventati una parte importante della sua vita, che fino a qualche anno fa le era sembrata vuota e senza senso: ora non sarebbe più riuscita a fare a meno del sorriso dolce di Remus, delle risate di James, delle espressioni buffe di Peter e degli sguardi d'intesa con Sirius. Andava tutto per il meglio e non desiderava altro dalla vita.
Hogsmeade poi era favolosa. Fino a quel momento aveva conosciuto solo Diagon Alley ed Hogwarts del mondo magico. Quel piccolo villaggio era un vero gioiellino: negozi di gadget magici in ogni angolo, pub dove si poteva bere un'ottima burrobirra, Zonco, il negozio di scherzi da loro preferiti, Mielandia dove si poteva trovare ogni tipo di caramella e di dolci. Un paradiso.
 
Quel sabato sera, dopo il giro ad Hogsmeade, Nelly rimase a studiare Pozioni in Sala Comune, vicino al caminetto. Anche se era stanca si era imposta di dover eccellere in quella materia e in Trasfigurazioni; il processo di trasformazione in Animagus non doveva essere un problema per loro e doveva migliorare notevolmente in quelle materie.
Il calore del camino iniziava ad intontirla, ma  proprio non riusciva a separarsi da quel tepore intenso ed accattivante.
"Buonasera.." la distrasse una voce familiare.
Drew si era seduto accanto a lei e osservava il libro di Pozioni.
"Che studi?" chiese disinvolto.
"In realtà stavo giusto pensando di andare a dormire.." disse lei alzandosi.
"Dai rimani un po' a parlare con me.." la implorò il ragazzo.
Come poteva dire di no a quegli occhi caldi da cerbiatto?! Così decise di sedersi sul divano dietro la scala che portava ai dormitori maschili. Sentì un rumore dietro di sè mentre si sedeva, si girò di scatto ma non vide nulla; doveva essere stata solo una sua impressione.
E invece no. Ancora una volta Sirius aveva sorpreso i due a parlare di sera tardi e, quando Nelly aveva ceduto alla richiesta di Drew, gli era uscito dalla bocca un ringhio feroce. Era inutile, proprio non riusciva a sopportare che quel damerino parlasse con Nelly, che scherzasse con lei e si prendesse tutta quella confidenza. Poi una vocina dentro la sua testa gli chiese il motivo di tutto questo accanimento nei confronti di Drew e lui non trovò subito la risposta.
Perchè non gli andava giù che King ricoprisse di attenzioni Nelly?
La vocina sapeva benissimo la risposta, ma Sirius si rifiutava di comprenderla.
"Ti è piaciuta Hogsmeade?" chiese Drew a Nelly.
"Molto, non avevo mai visto un intero villaggio magico..."
"Sabato prossimo ti porterò in un posto speciale.." disse Drew avvicinandosi alla ragazza.
"Come?"
Nelly non riusciva a capire.
Sirius ribolliva di rabbia dietro a quel muro che avrebbe voluto buttare giù con un solo pugno.
"Ti sei dimenticata del nostro appuntamento? Me l'avevi promesso.." le ricordò il capitano e Nelly arrossì.
Sì, se n'era completamente dimenticata. Se solo Alice e Catherine lo avessero saputo.. l'avrebbero rimproverata dicendo "Non si dimentica un appuntamento con Andrew King".
La realtà era che proprio non riusciva ad immaginare un uscita ad Hogsmeade senza i suoi amici, senza Sirius....  non voleva andarci con Drew. Quel giorno aveva detto di sì a quel bel ragazzo solo perchè era stata presa dalla gelosia a causa di Marlene McKinnon.
Sirius nel sentire quelle parole prima serrò i pugni e poi si accasciò sul muro, come se fosse stato pugnalato alle spalle. Lanciò un ultimo sguardo a Nelly che non era ancora riuscita a dare una risposta a Drew, e con un'inspiegabile tristezza se ne ritornò in camera sua rassegnato, prevedendo di non riuscire a sostenere il resto della conversazione.
"Senti Drew, io..."
"Tu?"
"Non voglio illuderti. Un appuntamento è troppo.."
Il ragazzo fu stupito dalle parole della sua cercatrice, non gli era mai capitata una situazione del genere.
"Non ti piaccio, ho capito."
"No, sei un bellissimo ragazzo Drew, ma..."
"Ti piace un altro... e penso anche di sapere chi."
Nelly gli sorrise grata per la comprensione.
"Beh, se dovessi cambiare idea, lancia un fischio. " disse il ragazzo alzandosi e andando verso i dormitori maschili.
Nelly sospirò e sprofondò tra i cuscini del divano. Fortunatamente era andata bene e Drew non se l'era presa..
Durante quella conversazione era stato il suo subconscio a parlare, e solo ora se n'era accorta: a lei piaceva Sirius. Ma sentiva che era dannatamente sbagliato... lui era suo amico! Il suo subconoscio doveva imparare a starsene al posto suo, o tutto ciò che aveva costruito fino a qual punto, la complicità con i suoi amici e con lo stesso Sirius, si sarebbe rotto come un vaso di cristallo.
 
Il giovane Black quella notte non riuscì a chiedere occhio, ripensava a Nelly e Drew vicino al fuoco, a lui che le proponeva di andare ad Hogsmeade, a lei che arrossiva.. Quei pensieri lo avrebbero fatto diventare pazzo. O forse pazzo già lo era: gli piaceva la sua migliore amica e lei sarebbe uscita con King: una follia.
Uscì dalle coperte controvoglia, si fece una doccia e si vestì in fretta; aspettò che i suoi amici finissero e scesero insieme in Sala Comune dove Nelly li aspettava per andare a fare colazione insieme.
"Buongiorno!" disse pimpante.
Sirius notò che era più allegra del solito. Evidentemente era felice di quell'invito che aveva ricevuto. Proprio in quel momento si palesò Drew in Sala Comune, il quale (sempre cortese ed educato con tutti tanto da sembrare un Tassorosso) stranamente rivolse uno sguardo adirato a Sirius. Poi la sua espressione cambiò notando Nelly e tornò cordiale come era sempre stato.
"Buongiorno ragazzi! - salutò allegro - Buongiorno Nelly.."
Le guance della ragazza si arrossarono lievemente e senza timore ricambiò il saluto.
Durante la colazione Sirius rimase in silenzio a fissare il bacon e le uova con sguardo vacuo. Alzò il capo e notò qualcuno che lo salutava dal tavolo dei Corvonero: Marlene agitava la mano e gli lanciava sguardi languidi e in un momento trovò la soluzione ad ogni suo problema.
Così non appena ebbe l'occasione chiese alla McKinnon di andare assieme a lui ad Hogsmeade e lei ovviamente accettò senza pensarci un po' su.
 
I Malandrini ignari di tutto, progettavano il prossimo weekend da passare insieme.
"Zonco ci aspetta, voglio comprare tutto ciò che non ho preso l'altra volta!" disse James.
Sirius era stranamente silenzioso e continuava a scarabocchiare la sua pergamena.
"Ehi, Sir! - lo richiamò l'amico - Tu che proponi?"
Remus e Nelly nel frattempo stavano giocando a scacchi magici.
"Io devo uscire con Marlene questo sabato.." ammise con freddezza.
"Wooow!" esclamò James dandogli una pacca sulla spalla per complimentarsi.
Nelly invece rimase quasi pietrificata e quando Sirius incontrò il suo sguardo deluso, posò gli occhi sulla scacchiera.
"Scacco matto al Re!" disse la ragazza con lo sguardo vuoto.
Il Re fu distrutto e Nelly si alzò dalla sedia per uscire dalla Sala Comune.
"Vado a prendere un po' d'aria." disse senza alcuna espressione.
I ragazzi si guardarono interdetti: James e Peter non riuscivano proprio a capire la reazione di Nelly, Sirius cercava di non pensarci, mentre Remus si alzò per seguirla.
Ma era tardi: probabilmente Nelly si era messa a correre per il castello ed ora trovarla sarebbe stato più difficile. Si ricordò poi che uno dei posti preferiti dalla ragazza era la gufiera; infatti qualche minuto dopo la trovò proprio lì, seduta a cavalcioni sul cornicione.
"Nelly! Sei impazzita? - disse Remus allarmato - Scendi subito da lì.."
Penelope sorrise e si mise in una posizione più sicura per tranquillizzare il suo amico.
"Che ci fai qui, Rem?"
"Niente, volevo prendere un po' d'aria anche io.."
"Ti ho già detto che non sai dire bene le bugie, Lupin."
"Tu mi diresti perchè hai reagito in quel modo alla notizia di Sirius e Marlene?"
"Non credo."
"Ecco.."
"Ti reputo abbastanza intelligente da aver capito già tutto." disse Nelly tenendo lo sguardo basso.
Remus sospirò.
"Mi dispiace.."
"Non ti dispiacere. Mi passerà.. d'altronde che possibilità ho?!"
A Remus sembrò quasi di sentire sè stesso quando si autocommiserava per la sua condizione.
"Perchè pensi di non avere alcuna possibilità?" le chiese adirato.
Nelly si stupì di quel tono deciso ed arrabbiato, eppure la luna piena era lontana...
"Marlene è molto più bella di me, io sono solo un'amica per lui.. e poi rischierei di rovinare tutto!"
"Per me sei più bella tu di Marlene.." sussurrò Remus.
"Come?" chiese Nelly non avendo capito quello che aveva detto l'amico.
"Niente, lascia perdere - disse Remus sviando l'argomento - Non puoi darti per vinta.."
Nelly scese dal cornicione e andò incontro all'amico.
"Davvero, Lunastorta.. Mi passerà."
E se ne andò via lasciando Remus solo con i gufi; il ragazzo se ne ritornò in Sala Comune dove trovò il resto dei suoi amici a scherzare. Sirius sembrava completamente indifferente alla situazione, eppure Remus aveva notato un certo interesse in lui nei confronti di Nelly... si era completamente sbagliato? Perchè si comportava in quel modo?
"Nelly?" chiese James notando che Remus era tornato da solo.
"E' in giro..."
"Che ha?" domandò Peter.
"Non so..." rispose Lupin facendo spallucce.
 
Nelly nel frattempo era uscita dal castello e si era recata vicino al Lago Nero. Guardava l'orizzonte, le foglie sugli alberi ondeggiavano precariamente e a folate di vento più forti cadevano giù fluttuando come piume. Il Lago sembrava apparentemente calmo, ma nelle sue profondità celava un attimo mondo di creature magiche misteriose ed affascinanti. Degli occhi verdi scintillarono dalla parte opposta del lago rispetto a cui si trovava Nelly: tra gli alberi qualcosa si mosse. La ragazza impugnò la sua bacchetta e corse per inseguire quel movimento. Quando si ritrovò nel punto esatto in cui aveva visto quegli occhi, si accorse di essere nella Foresta Proibita... non doveva trovarsi lì, sapeva che era pericoloso. Però la sua curiosità la spinse ad addentrarsi sempre di più nella Foresta fino a quando non sentì un rumore alle sue spalle: qualcosa si era mosso molto velocemente tra le piante secche della foresta. Si voltò di scatto puntando di fronte a sé la bacchetta e si ritrovò davanti un enorme felino dal manto giallo con piccoli puntini neri, le gambe lunghe, la testa piccola e gli occhi grandi e famelici: un ghepardo. Ora era davvero convinta di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato: quello era un animale pericoloso e tra l'altro il più veloce del mondo, non ci avrebbe messo niente a sbranarla.. il suo istinto le diceva di iniziare a correre, ma qualcosa la trattenne.
Che ci faceva un ghepardo in Inghilterra, nella Foresta Proibita?
Si voltò per guardarlo meglio, con la bacchetta tra le mani: non sapeva spiegarselo, ma quel bellissimo felino sembrava stranamente umano. Era seduto sulle zampe posteriori e la guardava con curiosità storcendo la testa, e così Nelly ebbe modo di notare che gli occhi del veloce predatore non erano ambrati, bensì di un verde cristallino. Era davvero un animale stupendo e per un momento pensò di avvicinarsi per accarezzarlo, ma la parte razionale del suo cervello la ammonì. Il ghepardo come se avesse letto i suoi pensieri, si mise sulle quattro zampe e camminando lentamente si avvicinò alla ragazza, strusciandosi sulle sue gambe come se fosse un enorme gatto maculato ed iniziò a fare le fusa.
"Ciao..!" disse Nelly imbarazzata.
Era senza parole: il ghepardo nel frattempo  passava vicino alle mani della ragazza per invitarla ad accarezzarlo e lei non si fece pregare. Si sedette sul folto strato di foglie secche e iniziò a coccolare il felino che sembrava essere più innocuo di una lumaca. Quella sensazione di pace che le fusa dell'animale le trasmisero riuscì a farle scacciare dalla mente tutti i brutti pensieri,  non si accorse nemmeno che ormai era pomeriggio inoltrato e che sarebbe dovuta tornare al castello se non voleva essere messa in punizione.
"Mi dispiace, devo andare.. - disse Nelly accarezzando il ghepardo come un cane sotto al muso - E' stato un piacere conoscerti!"
L'animale emise una sorta di miagolio ed abbassò il capo dispiaciuto.
Nelly si mise in piedi e si guardò attorno: non aveva idea di come tornare al castello. Si era addentrata troppo nella foresta. Il felino iniziò a trascinarla, spingendo il suo sedere con la testa; poi passò avanti a lei e con uno sguardo le fece capire di seguirla. Qualche minuto dopo Nelly si ritrovò vicino alla capanna di Hagrid.
"Tu non sei solo un ghepardo, vero?" disse Nelly accovacciata, mentre accarezzata l'animale.
Il felino di tutta risposta socchiuse un occhio e alla giovane Grifondoro sembrò quasi di averlo visto sorridere.
L'accarezzò per l'ultima volta e se ne andò. Il ghepardo rimase a guardarla finchè non la vide entrare nel castello, poi corse dentro la foresta e riprese le sue sembianze umane.
 
Quando Nelly entrò in Sala Comune trovò la McGrannit e tutti i suoi compagni di casa riuniti, con visi preoccupati. I primi a notarla nello scompiglio generale furono Drew e Sirius; il primo si fece spazio tra la gente per andarle incontro.
"Nelly, dove ti eri cacciata?! Ti abbiamo cercata dappertutto!" disse agitato.
"Nelly!" esclamò Remus.
Ora l'attenzione di tutti i Grifondoro era puntata su di lei.
"Signorina Hill - la chiamò la McGrannit preoccupata - Venga con me le devo parlare."
Nelly sapeva già cosa la aspettava: una punizione con Gazza. Poi però la professoressa le mise una mano sulla spalla e la guardò con aria dispiaciuta. Non era in vena di punizioni..
"Professoressa, cosa è successo?!"
L'anziana strega rimase in silenzio non riuscendo a trovare il modo migliore per darle la notizia.
Nel frattempo erano salite nello studio del Preside, il quale tamburellava le lunghe dita sulla scrivania.
"Signorina Hill, prego si accomodi." disse Silente con un sorriso dolce e comprensivo.
"Cosa succede, perchè sono qui?!" disse la ragazza passando lo sguardo dal preside alla McGrannit.
"Penelope.. mi duole darti questa notizia.. - iniziò a dire il mago in seria difficoltà - Tua nonna è venuta a mancare questa mattina."
Gli occhi del Preside incatenarono quelli smarriti e colmi di lacrime di Nelly. Rimase pietrificata.
Dopo qualche minuto si alzò e scappò via non riuscendo a dire nulla.
"Nelly!" urlò la McGrannit cercando di afferrarla per il polso.
"Lasciala andare Minerva, ha bisogno di stare da sola.." disse Silente e la strega annuì.
"Povera piccina.. dove finirà ora, Albus? - chiese la McGrannit nonostante sapesse già la risposta - Non ha nessuno!"
Nelly irruppe nella Sala Comune come una furia, si fece spazio tra le poltrone e con la vista annebbiata dalle lacrime finì per travolgere Sirius, il quale la prese per le spalle.
"Nelly che succede?!" chiese il ragazzo.
"Lasciami in pace!" strillò e salì in fretta nella sua stanza.
Si buttò sul letto e chiuse le tende del baldacchino con un incantesimo.
Non poteva credere che ora era sola al mondo, senza nessuno su cui contare. Fu assalita dal pensiero di non aver visto sua nonna sorridere per l'ultima volta, di non aver avuto la possibilità di  ringraziarla per tutto ciò che aveva fatto per lei, di non averla abbracciata, guardata negli occhi per un'ultima volta...
Il dolore che provava era così grande che la svuotò di qualsiasi altra emozione.
Il suo corpo era fatto di solo dolore e lacrime.
 
 __________________
Salve a tutti.
Prima di tutto voglio scusarmi per il ritardo. Non c'è una settimana che non sia intensa.
Avevo scritto questo capitolo in maniera diversa, ma non mi convinceva e per scrivere qualcosa che mi convincesse c'ho messo un po'.
Spero che almeno il risultato sia decente. 
Molte emozioni in questo capitolo... e un po' di mistero, con tante incomprensioni. Questi adolescenti.
LOL
Le parti in corsivo del procedimento di trasformazione in Animagus non sono farina del mio sacco, bensì le ho trovate nel e-book della Rowling! Sono impazzita per trovarle!
Ringrazio come al solito chi legge e mi sostiene sempre, in particolare voglio ringraziare fera_JD, artefice di quella bellissima illustrazione là in alto. Ha interpretato i Malandrini e Nelly proprio come li ho sempre immaginati e vederli come li vedevo io attraverso gli occhi e la bravura di un'altra persona mi ha emozionata!.
Complimenti davvero sei bravissima! Grazie.
Grazie anche a 18Ginny18 (spero tu stia meglio!), a Creamy 91, alla silenziosa lettrice (fino ad un capitolo fa) Fenicebook e a RomioneFremione (sperando che questo esperimento continui a piacerti!) 
Un bacio e un ringraziamento anche a tutti coloro che leggono e non parlano.
Io lo ribadisco, se vi piace questa storia fatemelo sapere: la vostra presenza mi aiuterà ad essere costante con questa storia.
Ora vi lascio con un collage da me creato, visto che qualcuno mi ha detto di averli apprezzati. :3



PS: vi ho lasciato qualche indizio qua e là.. vedremo chi sarà abbastanza Corva da capirli!

Baci 

Amy
 

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Capitolo 13
*** Ricominciare ***


 
 

                                           "Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci."

 
Tutti erano rimasti sconvolti dalla reazione che Nelly aveva avuto con Sirius: la Sala Comune era rimasta in silenzio a fissare il giovane Black.
"Beh, che avete da guardare?" urlò scocciato.
Tutti quanti ripresero a fare ciò che stavano facendo, tranne Drew che si avvicinò a James.
"Cosa è successo a Nelly?" chiese preoccupato.
"Non lo so.." ammise James frastornato dai recenti avvenimenti.
"Vado a chiedere alla McGrannit, lei lo saprà..." disse il capitano voltandosi per uscire dalla Sala Comune.
Sirius sentì il sangue ribollire di rabbia nelle sue vene.
"Scusa King, tu chi sei per immischiarti in affari che non ti riguardano?" disse con ferocia.
Drew si voltò per guardarlo negli occhi con altrettanta rabbia.
"Black, ti sembra il caso di mettersi a fare scenate?" sibilò sferzante.
"Drew ha ragione - concordò James - Veniamo con te..."
Così James, Remus e Peter seguirono Drew e Sirius si ritrovò costretto ad unirsi. Voleva sapere cosa era successo a Nelly, non l'aveva mai vista così sconvolta.
Si erano appena lasciati alle spalle il ritratto della Signora Grassa quando si ritrovarono di fronte alla McGrannit.
"La signorina Hill è con voi?" chiese preoccupata cercando con lo sguardo Nelly.
"No professoressa - disse James - stavamo venendo giusto da lei per sapere cosa le fosse successo."
"Era in lacrime quando è entrata in Sala Comune." spiegò Remus.
"Ora dov'è?"
"E' salita in camera sua -  si intromise Drew - Alice Martin mi ha detto che si è chiusa dietro le tende del baldacchino del letto con un incantesimo.."
La McGrannit scosse il capo dispiaciuta.
"Lo immaginavo.."
"Cosa è successo professoressa, ce lo può dire?" irruppe Sirius.
"La nonna di Hill è venuta a mancare questa mattina.."
I Malandrini si guardarono scioccati tra loro, mentre Drew abbassava il capo dispiaciuto.
"Ora se volete scusarmi, devo sbrigare alcune questioni burocratiche..." disse la professoressa.
"Ma Nelly dove andrà a vivere ora? Non ha nessuno!" intervenne Sirius bloccando l'anziana strega.
"Black, non so.. Me lo chiedevo anche io. Cercate di starle vicino.. - consigliò la McGrannit ai suoi alunni - Ha bisogno di avervi vicino e sapere che non è sola al mondo."
La prof. accarezzò la spalla di Remus e andò via.
I ragazzi rientrarono in Sala Comune sconsolati.
"Remus sai che è successo a Nelly?" chiese Catherine imbarazzata.
Catherine aveva sempre avuto un debole per il giovane Lupin, ma non aveva mai trovato il coraggio di rivolgergli la parola.
"La nonna di Nelly è morta..." disse Remus con uno sguardo triste.
Catherine e Alice si portarono una mano sulla bocca.
"Ma lei non ha altri parenti.. come farà?" chiese Alice allibita.
Lily Evans, in un angolino aveva ascoltato tutto. Nelly non le era particolarmente simpatica, ma quella storia la colpì.. Come poteva essere la vita così ingiusta con una persona così giovane? Penelope aveva solo tredici anni e aveva dovuto sopportare più lutti di una persona adulta. Per di più ora era rimasta sola e lei sapeva fin troppo bene che fine facevano i bambini senza alcun parente che potesse occuparsi di loro.
"La porteranno in un orfanotrofio, purtroppo.. " disse intromettendosi nella conversazione.
I Malandrini si stupirono dell'interesse che la Evans stava dimostrando nei confronti di Nelly e la guardarono in cagnesco.
"E cosa sarebbe? " chiese James adirato.
"E' un posto dove tengono tutti i bambini orfani.."
"Vuoi dire che Nelly passerà l'estate in una specie di carcere per bambini orfani??" disse Sirius indignato.
"E' terribile.." aggiunse Catherine.
"Non potrebbe essere adottata da qualcuno?" chiese Remus cercando di trovare una soluzione.
"Sì" disse Lily annuendo.
"Ma da chi?" intervenne Peter.
"Posso chiedere ai miei, loro adorano Nelly! - esclamò James esultante - Vado a scrivere una lettera a mio padre! Nelly non passerà un solo giorno in quel posto!"
 
Quando Minerva McGrannit entrò nello studio del Preside trovò un ospite inaspettato.
"Daniel?! Che ci fai qui?" disse la strega andando incontro al suo giovane ex - collega.
"Buonasera Minerva... Ho saputo la notizia della morte della signora Hill."
"E...? Cosa c'entri tu in tutto questo?"
"Si da il caso, cara Minerva, che Daniel è il padrino di Penelope.." spiegò Silente
La McGrannit tirò un sospiro di sollievo.
"Quindi non dovrà passare le sue estati in un orfanotrofio - pensò tra sè e sè - Aspetta, Daniel... Ma come è possibile?!"
Così Daniel raccontò dettagliatamente la storia dell' amicizia che lo legava ai genitori di Nelly, omettendo però la sua relazione andata male con Grace.
Silente volle accertarsi del fatto che Daniel fosse il padrino della giovane Grifondoro e chiese al mago di mostrargli i documenti del battesimo. Le prove erano inconfutabili; con uno sventolio di bacchetta creò una copia del documento e sorrise soddisfatto a Daniel.
"Questo andrà al Ministero, dove risulterai tu tutore della piccola Penelope." disse Silente.
Il padrino di Nelly annuì, per poi rivolgersi alla McGrannit.
"Lei dov'è ora?" chiese Daniel preoccupato.
"E' chiusa in camera sua - ammise la McGrannit - Non vuole parlare con nessuno.."
Smith abbassò il capo.
"Devi darle tempo, Daniel.. - lo raccomandò Silente - Ha perso l'ultimo membro della famiglia che le era rimasto.."
"Sì Albus, lo so... - disse un po' rammaricato - Pensavo solo che forse portarla un po' via da qui le potrebbe fare bene.."
"L'unica cosa che le farà bene ora è stare con i suoi amici, per fortuna ne ha tanti che le vogliono bene.."
"Ne sono felice.." disse Daniel sorridendo.
La realtà era che lui avrebbe tanto voluto abbracciare Penelope, tenerla stretta a sè, asciugarle le lacrime.. e comportarsi da padre come aveva sempre voluto e desiderare fare.
Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta dello studio del Preside. La McGrannit andò ad aprire e si trovò di fronte Fleamont Potter.
"Signor Potter! Cosa ci fa qui?"
"Ho saputo della nonna di Nelly.. Silente, io e Euphemia vogliamo adottarla, non permetteremo che quella ragazzina soffra ancora! Albus ci devi aiutare.."
"Fleamont..." disse Silente ma fu interrotto ancora.
"No! Noi possiamo darle tutto quello che desidera, io e Euphemia abbiamo sempre voluto un altro figlio e..."
"Signor Potter.." cercò di fermarlo la McGrannit.
"La ameremo come se fosse nostra figlia!" concluse Fleamont Potter.
Daniel fu colpito dalle parole di quell'uomo, il cui temperamento passionale e irruente gli ricordava tanto quello del suo migliore amico Alan. Si alzò in piedi e andò a presentarsi.
"Sono Daniel Smith - disse stringendo la mano al signor Potter - Sono stato insegnante di suo figlio durante il primo anno, e sono il padrino di Nelly.."
"Ah.." fu l'unico suono che uscì dalla bocca di Fleamont.
"La ringrazio per l'affetto che avete dimostrato nei confronti della mia figlioccia, grazie davvero."
Il signor Potter squadrò Daniel per accertarsi che fosse una brava persona: gli occhi del giovane professore erano rassicuranti, gentili e sinceri, ci si poteva fidare di quell'uomo.
"Dovete scusarmi, ma mio figlio James mi ha scritto una lettera allarmato... - cercò di spiegare il noto pozionista - Quella ragazzina è molto forte, lo si vede dal suo sguardo fiero... ma non merita di soffrire ancora."
"Sei un grande interprete di sguardi, Fleamont." disse Silente con un sorriso sornione.
"E' una capacità di cui vado fiero, Albus..."
 
Nel frattempo nella sua stanza Nelly non riusciva a piangere tanto era scioccata dal dolore.
Lily entrò in silenzio, notando che il baldacchino della stanza della sua compagna era ancora chiuso.
"Nelly, sono Lily... - iniziò un po' timorosa, non sapeva nemmeno lei perchè le stesse parlando - Senti lo so che noi non siamo mai andate d'accordo.. però volevo dirti che mi dispiace per tua nonna. Io ho sbagliato molte cose con te, in fondo non sei male... sei un po' scapestrata.. però sei una brava ragazza, sei sensibile..."
Penelope fu stupita di sentire quella voce e soprattutto quelle parole.
"Non puoi rimanere lì per tutta la vita.. Non puoi passare tutto questo da sola. - continuò Lily - Per questo ci sono i tuoi amici, che ancora non riesco a sopportare, però sono davvero preoccupati per te.. lascia che ti aiutino in un momento così difficile... Beh ti lascio in pace."
La rossa si alzò dal letto di Catherine e fece per andarsene; alle sue spalle sentì un rumore di tende che si aprivano.
"Grazie Lily." disse Nelly con gli occhi gonfi di lacrime.
Le due ragazze si sorrisero a vicenda per la prima volta.
Alla fine Nelly trovò la forza di trascinarsi in Sala Comune, dove ad attenderla c'erano i suoi migliori amici. Sirius fu il primo a vederla e ad andarle incontro; l'appuntamento con Marlene e il risentimento che provava nei suoi confronti passarono in secondo piano, Nelly si buttò fra le sue braccia e scoppiò a piangere. Sirius la strinse forte, come per proteggerla dal dolore che la stava sopraffacendo: sembrava più piccola del solito, la forte e battagliera Nelly sembrava rotta in mille pezzi, fragile come un coccio di porcellana. Cercava di soffocare il pianto, ma era tutto inutile.
Quella scena commosse tutti i presenti a partire da Drew, l'impavido capitano, che raramente versava lacrime, ora aveva gli occhi lucidi. James, Remus e Peter si unirono all'abbraccio per sorreggere e circondare d'affetto Nelly; poi decisero che non era il caso di dare spettacolo e la trascinarono nella loro stanza, il loro Quartier Generale.
Rimasero in silenzio finchè non sentirono cessare i singhiozzi di Nelly, che era ancora stretta al petto di Sirius come una bambina. Si era addormentata tanto il pianto l'aveva sfinita.
"Povera Nelly.." disse Remus con le lacrime agli occhi.
Poi qualcuno bussò alla porta e James andò ad aprire; fu stupito quando si ritrovò davanti l'ex Professore Daniel Smith.
"Professore, cosa ci fa qui?" chiese curioso.
"Lei è qui?" domandò il professore guardando dentro la stanza.
Il suo sguardo cadde su Nelly accoccolata sul petto di Black, mentre dormiva sfinita dal pianto.
James spalancò la porta per farlo entrare, ma il professore scosse una mano.
"No, grazie, James. Volevo solo sapere se fosse in buone mani.." disse Daniel facendogli un occhiolino.
"Lei sa cosa succederà ora?" chiese Remus avvicinandosi alla porta.
"Io sono il suo padrino, non dovrà andare in un orfanotrofio d'estate."
Tutti i Malandrini tirarono un respiro di sollievo alla notizia, anche se sapevano che per Nelly sarebbe stato comunque difficile cambiare vita con una persona che conosceva poco, ma almeno c'era qualcuno che si sarebbe preso cura della loro amica e il professor Smith aveva l'aria di chi avrebbe spostato una montagna per lei.
 
I ragazzi aspettarono l'ora di cena per svegliare la loro amica.
"Nelly, è ora di cena.. svegliati!" sussurrò Sirius al suo orecchio.
La ragazza aprì lentamente gli occhi con un sorriso, pensando che tutto quello che aveva vissuto era stato solo un brutto sogno dal quale si era appena svegliata. Si mise seduta e vide le facce dispiaciute dei Malandrini: capì che non si era trattato di un incubo: quella che aveva pensato fosse stato un sogno era la realtà, nuda e cruda. Si nascose il viso tra le mani e inspirò profondamente come se cercasse di mantenere il controllo per non scoppiare di nuovo a piangere. Remus si avvicinò a lei e le tolse le mani dalla faccia.
"Con noi non devi trattenerti, Nelly - disse stringendole le mani, come aveva fatto lei quando aveva scoperto della sua licantropia - Se ti fa stare meglio, piangi: hai quattro spalle su cui puoi farlo."
Nelly sorrise mentre una calda goccia salata le solcava il viso.
"Io non penso di voler venire a cena.." disse mettendosi in piedi per guardarsi allo specchio.
Era un mostro: gli occhi leggermente sporgenti lo erano ancora di più a causa del pianto, erano anche rossi e smorti; il naso rosso, la bocca gonfia. E si era fatta vedere da tutti in quelle condizioni... poi pensò che quello era l'ultimo dei suoi pensieri.
"Devo parlare con Silente.."
"Parlerai con lui dopo cena, ora hai bisogno di rimetterti in forze."
Così la trascinarono in Sala Comune dove tutti la guardavano con curiosità mista a dispiacere.
James, Sirius e Remus lanciarono occhiate torve a tutti i curiosi, per invitarli a farsi i fatti loro. A loro si unì anche Drew che da bravo prefetto qual era, scacciò tutti invitandoli ad andare a cenare.
Vide Nelly abbracciata a James con lo sguardo basso e perso nel vuoto e il cuore gli si strinse in una morsa: era incredibile quanto il dolore potesse rendere fragile una persona così forte all'apparenza.
A cena Nelly non mangiò nulla, non toccò nemmeno le posate; per tutto il tempo rimase con lo sguardo basso senza nemmeno accorgersi che al tavolo dei professori c'era una persona in più. Anche Daniel mangiò poco e niente, tanto era impegnato ad osservare la sua figlioccia: si chiedeva come avrebbe preso quella notizia, se si sarebbe arrabbiata per non averle detto due anni fa di essere il suo padrino e se si sarebbe rifiutata di andare a vivere con lui. L'ultima era la cosa che temeva di più... In tutti quegli anni avrebbe tanto voluto fare qualcosa in più per Nelly, ma la signora Hill gliaveva impedito di avvicinarsi a lei. E così le promesse che aveva fatto ad Alan e Grace si erano trasformate in sole parole al vento. Ora che aveva la possibilità di prendersi cura della figlia di Grace si sentiva un enorme peso gravare sulla sua schiena: non solo perchè doveva essere sicuramente un lavoro impegnativo allevare una ragazzina adolescente, ma perchè doveva convivere ogni santo giorno con la tentazione di rivelarle i suoi dubbi sulla sua presunta paternità, facendole crollare di nuovo tutte le sue certezze. Lui poteva essere il suo vero padre... Ma che senso aveva ora turbarla con un'informazione inutile?! Avrebbero vissuto come padre e figlia lo stesso.
"Daniel, fra cinque minuti nell'ufficio del Preside.." gli disse la McGrannit distogliendolo dai suoi pensieri.
 
Mentre Nelly saliva le scale con i suoi amici che cercavano di distrarla in ogni modo possibile, la McGrannit la richiamò e la sottrasse dalla compagnia del Malandrini.
"C'è una cosa che devi sapere Hill.." disse la professoressa mentre l'avvolgeva con un braccio.
Nelly non poteva credere che la McGrannit fosse così dolce in certe occasioni.
Quando entrò nello studio del Preside vide una figura maschile di spalle che parlava con il preside; la porta alle sue spalle si chiuse creando un rumore che attirò l'attenzione dell'uomo. La visione di Daniel Smith, suo ex  professore, la rassicurò e la incuriosì allo stesso tempo.
Si accomodò sulla sedia di fronte al Preside senza smettere di guardare negli occhi il professor Smith: non era cambiato, dopo tutto non era passato molto tempo. Era sempre l'uomo affascinante che le aveva raccontato dei suoi genitori, con brillanti occhi verdi e capelli folti e scuri. Un po' di barba incolta lo faceva sembrare più trascurato senza però risultare sciatto.
"Signor Preside, che ne sarà di me, quando è il funerale di mia nonna?" chiese tutto d'un fiato.
"Sei qui per questo, Penelope. - disse calmo il Preside - Potrai andare al funerale di tua nonna domani, io e la professoressa McGrannit siamo d'accordo sul fatto che tu abbia bisogno di prenderti qualche giorno di riposo, lontana da qui."
La McGrannit le poggiò una mano sulla spalla, e le sorrise mestamente.
"Per quanto riguarda il tuo futuro - continuò Silente - Sarà meglio che te ne parli Daniel.."
Il giovane Auror si ritrovò spiazzato, colto alla sprovvista come sempre da Silente: non sapeva dove trovare le parole giuste...
"Sarò costretta ad andare in un orfanotrofio, vero?" disse la ragazzina con un filo di voce.
"No, Nelly... Potrai stare con me, se ti fa piacere. - trovò il coraggio di dire Daniel - Sono il tuo padrino e sono a tutti gli effetti il tuo tutore legale."
La Grifondoro non ebbe alcuna reazione, continuava a fissare il suo padrino senza dire una parola. La McGrannit e Silente si guardavano interdetti.
"Perchè non me l'ha detto due anni fa?" chiese Nelly.
"Ti avevo dato così tante informazioni.. non volevo turbarti ulteriormente."
La ragazza pensò che fosse una scusa penosa, si limitò ad annuire,poi si alzò cercando di non fare rumore e uscì dalla stanza senza salutare.
Si sentiva un fantasma. La sua vita stava cambiando in così poche ore.. sarebbe cambiata anche lei?!
Silente fece un movimento col capo per invitare Daniel a seguirla.
"Nelly!" disse il mago scendendo le scale.
La ragazza si fermò senza voltarsi per guardarlo.
"Senti, piccola Nelly, - disse con il fiatone prendendola per le spalle - mi dispiace per tua nonna.. anche se lei non mi vedeva di buon grado... Io voglio prendermi cura di te, come avevo promesso ai tuoi genitori;non pretendo che tu mi voglia bene come volevi a loro o a tua nonna, permettimi solo di darti la vita felice che meriti.."
Il cuore di Nelly, che si era congelato in quelle ore da quando aveva saputo quella terribile notizia, si sciolse sentendo quelle parole, trovò il coraggio di guardare il suo padrino appena ritrovato nei suoi meravigliosi occhi cristallini.. verdi come le iridi di quel ghepardo nella foresta proibita.
"Eri tu?" chiese con la voce roca la ragazza.
Daniel sorrise e annuì; Penelope si rilassò e si avvicinò per abbracciarlo.
Si sentiva già meglio.
 
Quella sera Nelly piombò nel sonno più profondo per via della stanchezza: sognò il viso sorridente di sua nonna, meno stanco, più rilassato. Le ripeteva la frase che le diceva sempre quando da piccola diceva di sentire la mancanza dei suoi genitori "Non sono andati mai via, loro sono qui, nel tuo cuore".
E lì avrebbe trovato anche sua nonna Hellen.
Si svegliò tra le lacrime in un letto nuovo, nella stanza da letto di Daniel, nella sua casa a Brighton. L'uomo che si sarebbe preso cura di lei dormiva su una poltrona, sebbene ci fosse abbastanza spazio sul letto matrimoniale per ospitare un'altra persona oltre a lei.
Si alzò in piedi e scostò la tenda per vedere il mare: non lo aveva mai visto dal vivo, solo in foto. D'altronde con sua nonna non si era mai mossa da Londra. Il sole stava sorgendo dietro l'orizzonte; quella mattina ci sarebbe stato il funerale di sua nonna. Silente l'aveva invitata a lasciare il castello per prendersi un po' di tempo per sè stessa, e così dopo aver preparato una piccola borsa e salutato i suoi amici si era smaterializzata con Daniel a Brighton. Si avvicinò al letto e vide che sul comodino c'era la copia della foto che il professore due anni prima aveva dato a lei: i suoi genitori sorridenti e giovani con Daniel qualche ruga in meno fa. Non sembrava felice però come i suoi genitori e solo ora riusciva a notarlo, nonostante avesse passato molto tempo ad osservare quella foto; gli occhi di Daniel celavano un velo di tristezza che ancora poteva scorgere nel suo sguardo.
"Già sveglia..?"
Nelly si voltò e vide Daniel sistemarsi i capelli scuri con una mano. Annuì per rispondergli.
"Facciamo colazione? Non sono un ottimo cuoco.. ti avviso!"
Alla ragazza sfuggì un sorriso, il primo vero sorriso dopo la tragedia.
 
Al funerale di sua nonna non si aspettava ci fosse tutta quella gente: c'erano i suoi amici Malandrini accompagnati straordinariamente dalla McGrannit, il professor Silente, gli amici e le amiche di sua nonna, i vicini di casa, i signori Potter e persino i genitori di Remus, Lyall e Hope Lupin. Quando si avvicinarono per farle le condoglianze la ringraziarono anche per tutto l'affetto che dimostrava nei confronti del loro figlio Remus.
"Ci tenevamo ad esser qui, anche se non ci siamo mai incontrati, ci sembra di conoscerti benissimo... - disse Hope con gli stessi occhi dolci di Lunastorta - Remus ci parla sempre di te. Cerca di essere forte.."
Nel frattempo Lyall stringeva la mano a Daniel, che già si conoscevano per via del loro lavoro al ministero.
Dopo il funerale Nelly chiese a Daniel di andare a casa di sua nonna a prendere il resto delle sue cose: quella casa era sua, forse un giorno ci sarebbe tornata, ma non ora. Sentiva ancora il profumo di sua nonna in quella casa, l'odore della sua ottima cucina, ogni cosa era pregna del suo amore e del suo affetto. Ogni oggetto le faceva venire in mente un momento della sua vita, ricordi che erano come lame taglienti. La sedia a dondolo dove sua nonna si sedeva a cucire, mentre le raccontava storie della sua giovinezza ormai perduta; il grembiule che indossava per cucinare il famoso pasticcio, piatto preferito da Nelly; l'armadio speciale dove teneva pronti nuovi vestiti per la nipotina che cuciva con le sue mani. 
Decise di portarsi via tutti quei ricordi, anche se facevano male erano parte della sua vita che non avrebbe buttato via. Prese anche una scatola che trovò nell'armadio di sua nonna dove c'erano tutte le foto vecchie della sua giovinezza, del nonno, di suo padre da piccolo. Trovò anche qualcosa nascosto per bene in uno scatolone: era incartato e su un post - it c'era scritto "per Nelly". Lo aprì e ci trovò un vestito da sposa. Tipico di sua nonna... Programmare tutto e non lasciare nulla al caso. Il sol pensiero che nonna Hellen non l'avrebbe mai vista indossare quel bellissimo vestito le fece cadere una lacrima.
Si fece aiutare da Daniel a portare tutte quelle cose nella sua nuova casa a Brighton. La dimora di Daniel era fin troppo grande per due persone: il piano di sotto ospitava un grande salone con un pianoforte a coda, un grande divano blu di velluto e due poltrone dello stesso colore; una sala da pranzo abbastanza grande da ospitare dieci persone con la cucine adiacente ad essa. Dal grande e luminoso salotto si accedeva al giardino che dava sulla spiaggia: il mare grigio e increspato dal vento creava un rumore piacevole con le sue onde che si infrangevano sulla battigia. Al piano superiore c'erano due bagni, la stanza padronale di Daniel e due stanze grandi e spaziose, piene di scatoloni e libri vecchi; poi c'era la mansarda con due letti e un piccolo divanetto. Nelly notò che tutto in quella casa era sui toni del blu: Daniel da buon Corvonero aveva deciso di mantenere i colori della sua casata.
"Avevo pensato che questa stanza sarebbe perfetta per te.. - disse l'uomo con un po' di imbarazzo mostrandole la stanza più grande e luminosa - C'è anche un terrazzino.."
Nelly si limitò ad annuire: apprezzava tutto quello che lui stava facendo per lui, ma in quel momento proprio non riusciva a manifestare entusiasmo per un terrazzino privato. Daniel capì che la sua figlioccia non era dell'umore giusto per fantasticare sulla sua nuova vita con lui.
"Ora vai giù a vedere un po' di televisione.. Sei molto stanca" le consigliò il suo padrino accarezzandole la spalla. In effetti Nelly aveva delle occhiaia non indifferenti, era più pallida del solito e i suoi occhi erano spenti.
La ragazza nel frattempo si girava attorno per osservare la stanza.. si sarebbe abituata all'idea di vivere lì con Daniel, di passare le sue vacanze con lui, di considerarlo come la sua unica famiglia?
Pensava a quanto fosse strano il destino.. fortunatamente aveva avuto occasione di conoscerlo durante il primo anno ad Hogwarts, o a quest'ora si sarebbe ritrovata a vivere con un perfetto sconosciuto. Non che lo conoscesse alla perfezione, ma quella foto che lo ritraeva abbracciato ai suoi genitori la rassicurava. Uno scatolone attirò la sua attenzione: era pieno di album e di fotografie; si avvicinò e guardò dentro curiosa.
"Se ti va puoi vederli... - disse Daniel sorridendole - Ti aiuto a portare lo scatolone giù."
E così, mentre Daniel si dava da fare a sgombrare la stanza, la giovane Grifondoro era intenta a guardare le foto della famiglia Smith. Erano tutte ordinate per anno e avevano tutte una didascalia con i nomi dei soggetti della foto, il luogo e l'anno, scritto con una calligrafia che Nelly sapeva appartenere al suo padrino ed ex professore. Tipico di un Corvonero, pensò.
Arrivò alle foto di Daniel adolescente e circa ventenne: era davvero un bel ragazzo, con i capelli scuri e lunghi, portati disordinatamente, era così diverso da come lo vedeva ora. Arrossì quando pensò che si sarebbe presa una cotta per lui; in effetti qualcosa in Daniel le ricordava Sirius.
Sirius.. chissà cosa stava facendo ora. Probabilmente stava facendo finta di studiare o stava facendo degli aeroplanini con la carta assieme a James per disturbare lo studioso Lunastorta.
Poi una foto la catturò. Grace e Daniel, Aprile 1955, Brighton: sua madre e Daniel diciotteni, ritratti soli nella stessa foto.. Lui la teneva stretta per il fianco, Grace sorrideva felice appoggiata sul petto nudo di Daniel; entrambi avevano lo sguardo di chi era felice ed innamorato. Quegli atteggiamenti così intimi non erano certo da amici, erano inequivocabili. Sua madre e Daniel erano stati fidanzati? E suo padre Alan? Quando era subentrato? Non capiva, era confusa... Iniziò a scorrere l'album desiderosa di trovare altri indizi: ma rimase delusa. Trovò solo altre foto dei suoi genitori e di Daniel. Ne estrasse una e la portò più vicino al viso per vederla meglio, per analizzarla e catturare ogni dettaglio nella sua mente. La mancanza dei suoi genitori sembrava meno dolorosa, in confronto a quella che sentiva in quel momento per sua nonna.
 
Daniel finì di tappezzare la stanza con la carta da parati rosso cupo e oro, per poi decorarla con stendardi di Grifondoro e i poster di Quidditch che Nelly aveva nella sua vecchia stanza. Attaccò sopra alla ringhiera del letto le foto con i suoi amici Malandrini, quella che le aveva regalato dei suoi genitori e anche una di sua nonna. Aveva preparato il letto ad una piazza e mezza, sistemato i suoi vestiti nell'armadio che aveva comprato per lei e i libri nella libreria. Si guardò attorno e pensò di aver fatto un ottimo lavoro, sperava con tutto sè stesso che Nelly gradisse quella piccola sorpresa. Scese giù entusiasta per chiamarla, ma la trovò addormentata sul divano abbracciata all'album della sua adolescenza con una foto tra le mani; una delle tante foto con Alan e Grace. Le sfilò delicatamente l'album dalle braccia e le tolse la foto dalle mani, la prese in braccio con facilità - Nelly era leggera proprio come lo era stata Grace - e la portò sul suo letto nuovo di zecca. Le tolse le scarpe e la mise sotto le coperte; si fermò un po' ad osservare quella ragazzina, il cui viso l'aveva tormentato per un anno, troppo simile a quello del suo grande amore. Penelope sorrideva nel sonno, chissà cosa stava sognando.. Vederla dormire gli trasmise serenità, una serenità che aveva perso da tanto tempo e non era riuscito più a ritrovare da quando Grace era sparita definitivamente dalla sua vita.
Non era per niente strano che proprio Nelly era riuscita a restituirgliela.

 
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Ciao a tutti miei cari!
Lo so, faccio promesse che non mantengo mai, come i marinai. Ma ho davvero passato - come al solito, direte - una brutta settimana. 
Tra delusioni d'amore e lussazione alla spalla non me la sono passata bene. 
Ma THE SHOW MUST GO ON.
Ecco a voi questo nuovo capitolo... avrei voluto farlo più lungo, ma sentivo di doverlo finire così senza aggiungere altro. 
Questi ultimi due capitolo sono stati un po' tristi, ma doveva essere così.
Prometto che dal prossimo capitolo si torna alla normalità.
Allora facciamo così: aspettatevi un capitolo tra sabato e domenica.
Stavolta manterrò le mie promesse. Giurin giuretto.
Scusate per quella foto di Grace e Alan modificata alla ***** di cane. E' quello che riesco a fare. LOL
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto nonostante la tristezza.
Il mio umore mentre lo scrivevo non era propriamente allegro...
Avete presente la Friendzone? Ecco, ci nuoto dentro.


Se mi gira scriverò una breve ff sulla storia che sto vivendo, per esorcizzare il tutto.

Baci 

Amy
 
 

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Capitolo 14
*** Farci l'abitudine ***


Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono.



Quando il giorno dopo Nelly si svegliò in un letto nuovo ma inspiegabilmente accogliente, in una stanza rosso e oro, con i poster di Quidditch e gli stendardi di Grifondoro appesi con ordinata confusione, si sentì a casa. Si mise seduta sul suo letto per guardare la stanza in cui avrebbe passato le sue estati per il resto della sua vita: Daniel aveva fatto tutto quel lavoro da solo per farla sentire a casa. Si alzò per aprire l'armadio e notò che i vestiti erano sistemati con ordine maniacale, così come i libri negli scaffali. Si mise le ciabatte e uscì dalla sua camera; la porta della stanza di Daniel in fondo al corridoio era socchiusa: il suo padrino dormiva su un fianco proprio come faceva lei.
Le venne in mente di fargli una sorpresa preparando una colazione squisita, ovviamente senza magia, visto che era ancora minorenne. Aprì il frigo, prese l'occorrente e si mise all'opera. Preparò dei french toast, le uova strapazzate, il bacon e un frullato, sperando di non fare troppo rumore.
Al piano di sopra Daniel fu svegliato da un invitante odorino proveniente dalla cucina: non gli capitava di avere questa sensazione da quando non viveva più con i suoi genitori. Quando scese giù trovò Nelly ai fornelli che canticchiava una canzoncina allegra assieme alla radio: era felice di vederla così dopo due giorni di solo pianto.
"Buongiorno!" disse attirando l'attenzione della ragazza.
"Buongiorno, Daniel! - Nelly ricambiò il saluto sorridendo al suo padrino - Ho preparato la colazione.. ti piacciono i french toast?"
L'uomo scoppiò a ridere quando vide l'espressione buffa dipinta sulla faccia della sua figlioccia: si preoccupava che gli piacessero i french toast!
"Certo che mi piacciono, fatti da te saranno speciali.."
Nelly sorrise mentre portava a tavola tutto ciò che aveva preparato e quando stava per dire che aveva imparato a farli quando sua nonna si era rotta un piede, il suo sorriso sparì come per magia e ciò non passò inosservato dall'attento Corvonero.
"Tutto bene Nelly?"
La ragazza sospirò e pensò che non doveva reprimere i ricordi di sua nonna e tanto meno scacciarli via dalla sua testa.
"Quando avevo dieci anni la nonna si ruppe un piede, ed io per farle una sorpresa, dopo aver visto una ricetta in televisione, le preparai i french toast." spiegò.
Daniel pensò che il fatto che Nelly affrontasse l'argomento fosse una cosa positiva; non era decisa a chiudersi in sè stessa come lui aveva fatto quando erano morti i suoi migliori amici. Si vedeva che Nelly era una ragazzina forte ed intelligente, proprio come Grace.
Si misero a fare colazione inizialmente in silenzio, ma dopo un po' fu la ragazza stessa a parlare.
"Che ci facevi nella foresta quel pomeriggio?" chiese catturandolo con il suo sguardo curioso.
"Avevo appena saputo di tua nonna... Non sapevo cosa fare. - disse Daniel posando la forchetta sul bordo del piatto - Non sapevo come affrontarti.. Quando sono nervoso preferisco trasformarmi, riesco a calmarmi.. Poi ti ho incontrata e tutto mi è sembrato molto più chiaro."
Nelly continuava ad osservarlo, non più con curiosità, ora sembrava essere diventata distaccata.
"Non fraintendermi.. non ho mai avuto intenzione di lasciarti da sola. - disse Daniel afferrandole la mano - Ero già convinto di portarti a vivere con me, solo che avevo molti dubbi..."
"Su cosa?"
"Vivo da più di quindici anni ormai da solo e per quanto possa aver insegnato per un anno ad Hogwarts non so come trattare i ragazzi della tua età.. specialmente le ragazze...- disse sorridendo - Avevo paura di deluderti, di non essere all'altezza, di combinare pasticci.."
"Beh mi sembra invece che tu te la stia cavando molto bene, professore. La stanza è stupenda...Grazie."
"Sono contento che ti piaccia!" rispose Daniel felice come un bambino.
Quando Nelly si alzò per sparecchiare e fare i piatti, il suo padrino glielo impedì.
"Ci penso io - disse sfoderando la bacchetta - Abbiamo due giorni di libertà da passare insieme, credo dovremmo conoscerci meglio, che dici?"
La ragazza annuì.
"Allora va' a vestirti, ti porto in giro per Brighton.."
Così quella mattina uscirono e Daniel mostrò Brighton a Nelly, stettero fuori per tutta la giornata. Si ritrovarono a passeggiare sulla spiaggia della città al tramonto; avevano passato una giornata stupenda insieme e Daniel era riuscito a scacciare via tutti i brutti pensieri dalla testa della sua figlioccia: avevano riso insieme, giocato, passeggiato, parlato di qualsiasi cosa. Il tempo era volato troppo velocemente. Nelly si sentiva a suo agio con Daniel ed era contenta che facesse parte della sua vita, ora; d'altra parte questa felicità e contentezza che provava la faceva sentire in colpa. Sua nonna era morta qualche giorno fa..
Così il suo sorriso sparì.
"Che c'è Nelly?" chiese preoccupato Daniel.
"Sto benissimo con te.. sembra quasi che tutto il dolore che ho passato in questi giorni non sia mai esistito.." disse sussurrando la Grifondoro.
"Ma..?"
Daniel era sicuro che c'era qualcosa che non andava: Nelly arricciava le labbra proprio come Grace quando era in difficoltà.
"Mi sento in colpa.. Oggi ero felice di stare con te.."
"Ti senti in colpa perchè sei felice?" chiese guardandola dritta negli occhi.
Nelly annuì con lo sguardo basso; Daniel con un dito alzò il viso della sua figlioccia per poter guardarla negli occhi.
"Tu pensi che tua nonna sarebbe contenta di vederti rinchiusa in casa a piangere?!"
"No.."
"Io penso che ora, ovunque si trovi, se ha la possibilità di tenerti sotto controllo, ti starà guardando e starà sorridendo: ti voleva bene e di certo voleva saperti felice una volta che lei se ne sarebbe andata.."
Daniel aveva ragione: Nelly era felice e la nonna avrebbe voluto solo vederla così.
Le venne lo slancio di buttarsi tra le braccia di Daniel, il quale la accolse con stupore misto a contentezza. Non pensava che in così poco tempo la figlia di Grace si sarebbe lasciata andare così, eppure non c'era da stupirsi: come lei, Grace era impulsiva e non pensava molto prima di fare una cosa. Seguiva il cuore e l'emozione del momento, senza ragionarci un po' sù; al contrario lui era fin troppo razionale e spesso finiva per rovinarsi i momenti più belli della sua vita per pensare e valutare i pro e i contro della situazione. Nelly si sentiva al sicuro tra le braccia del suo padrino, e nonostante avesse passato dei giorni terribili per la perdita di sua nonna, si sentiva ancora una volta fortunata per aver trovato una persona meravigliosa disposta a prendersi cura di lei. Mentre rimaneva stretta a lui vide dei signori che scattavano foto e pensò che quel tramonto così bello meritava di essere immortalato. Si staccò da Daniel che la guardò un po' perplesso ed iniziò a rovistare nel suo zainetto.
"Che cerchi?"
"Eccola! - esclamò sfilando dallo zaino una macchinetta fotografica, una polaroid - Facciamoci fare una foto..!"
Così prese per mano Daniel e lo trascinò vicino a quei signori.
"Scusate potreste farci una foto?" chiese Nelly ad una signora dal viso dolce.
"Certo!"
Padrino e figlioccia si misero in posa dietro al molo caratteristico di Brighton; Daniel sentì i brividi lungo la schiena quando ebbe la sensazione di aver già vissuto circa vent'anni fa quel momento.
L'anziana signora scattò la foto ed aspettò che uscisse dalla macchinetta. Mentre la foto prendeva colori e la signora la sventolava, osservava i due.
"Siete padre e figlia?" chiese curiosa.
Daniel sbiancò, Nelly sorrise.
"Più o meno..." rispose la ragazzina annuendo.
La signora non capì la risposta della ragazza e si limitò ad intuire la risposta.
"Si vede, vi somigliate molto.."
Daniel e Nelly si guardarono: lui era senza parole, mentre lei sembrava divertita dalla situazione.
"Cosa trova che abbia preso da mio padre, signora?" chiese curiosa e divertita allo stesso tempo.
"Avete lo stesso sorriso, la stessa forma del viso, la stessa luce degli occhi.."
Poi la signora consegnò la macchinetta e la foto ai due e se ne andò, dopo essere stata ringraziata.
Nelly e Daniel si fermarono a vedere la foto.
"E' passato il tempo in cui venivo bene nelle foto.." si lamentò il mago.
"Da come parli sembra che tu abbia cento anni.. - disse Nelly riponendo tutto nello zaino - Quanti anni hai?"
"Trentasei.."
Che domanda stupida, pensò Nelly, era ovvio che Daniel avesse la stessa età che avrebbero avuto i suoi genitori ora. Il suo padrino era un bell'uomo e sicuramente dimostrava molti anni in meno dell'età che aveva; era gentile, intelligente... come mai non si era mai sposato e non aveva nemmeno una compagna? Forse l'aveva ma lui non gliel'aveva detto.
"Posso farti una domanda indiscreta?" chiese Nelly mentre si incamminavano verso casa.
"Quanto indiscreta, signorina Hill?"
La ragazza sbuffò e passò direttamente alla domanda.
"Lo prenderò per un sì! - disse mostrando un sorriso acido - Non hai una fidanzata?"
"Io? - chiese Daniel come se quella fosse una domanda assurda - No.."
"E' strano..."
"Dici?"
"Sì.."
Come poteva spiegarle che era ancora innamorato di sua madre Grace, unica padrona del suo cuore?!
"Andiamo, piccola Nelly.." disse Daniel mettendole un braccio sulle spalle.
Cenarono con una pizza e poi si misero a vedere un po' di tv sul comodo divano blu. Dopo nemmeno mezz'ora dall'inizio del film, Nelly si era già addormentata sulla sua spalla.
Daniel sorrise quando la vide dormire con il musetto imbronciato. Finì di vedere il documentario sui leoni albini e poi prendendola in braccio, come aveva fatto la sera precedente la mise sotto le coperte e la osservò dormire serena per un po'.
"Diventerà un vizio, un bel vizio." pensò tra sè e sè, mentre toglieva una ciocca di capelli dal viso di Nelly.
 
Il giorno dopo Nelly fu contenta di sapere che aveva ancora una giornata libera da passare con Daniel. Dopo colazione lui le propose di mettere ordine nelle altre stanze e di decorarle e lei accettò, era molto curiosa di frugare tra le cianfrusaglie del passato del suo padrino.
"Sai pensavo che qualche volta potresti invitare i tuoi amici, i Malandrini.. Non è così che vi fate chiamare?" chiese Daniel mentre spostava gli scatoloni.
Nelly ridacchiò e poi starnutì per via della polvere.
"Sì, ci chiamano così..."
"Sono dei buoni amici?" domandò curioso.
"I migliori!"
"Ma non hai anche altri amici?"
"Ho un buon rapporto con il capitano di Quidditch, Andrew King."
Daniel si ricordò di Andrew King: il ragazzo studioso che un po' gli somigliava, a eccezione del fatto che lui però era un Corvonero.
"Mmh, ce l'ho presente.. - disse pensoso - E amiche?"
Nelly sorrise, pensando che quella domanda gliel'aveva posta anche sua nonna qualche tempo prima.
"Sì, ho anche amiche.. ma i miei migliori amici sono James, Remus, Peter e .. Sirius."
A Daniel non convinse quella pausa tra i tre Malandrini e Sirius Black; Nelly sospirò ed iniziò ad aprire lo scatolone con tutti i cd.
"Sirius Orion Black.. - ripetè Daniel osservando la sua figlioccia di sottecchi - Figlio di..?"
"Walburga e Orion Black" rispose preparatissima sull'argomento Nelly, la quale dopo si immerse in un racconto dettagliato della famiglia Black, di Regulus e dell'odio che provavano nei confronti dei nati babbani.
"Nelly, purtroppo queste idee sono molto diffuse ultimamente.." disse amareggiato Daniel.
"Che vuoi dire?"
Al Ministero la situazione si faceva sempre più tesa, e gli Auror come lui era impegnati più che mai. C'era un pericoloso mago che si faceva chiamare Lord Voldemort che stava radunando col tempo schiere di maghi puristi, chiamati Mangiamorte. La situazione non era ancora troppo grave, non era il caso di far preoccupare Nelly in quel momento.
"Niente, solo che bisogna stare attenti a non provocare quelli come loro.."
Nelly alzò le mani in segno di innocenza e Daniel rise.
"Comunque - riprese il padrino con tono autorevole - Tu e quel Sirius Black non me la raccontate giusta.."
Nelly divenne rossa in volto e fece cadere un cd che aveva in mano, "Layla and Other Assorted Love Songs".
Daniel lo raccolse prima di Nelly.
"Bel CD, ti piace il rock?" chiese alla figlioccia.
Nelly fece spallucce mentre Daniel appellava lo stereo e metteva il CD; la musica partì e lei era ancora lì impalata a causa dell'affermazione precedente del suo padrino.
"Allora ho azzeccato..." disse Daniel con sguardo sornione.
"No.. - disse Nelly rassegnata a dirgli la verità - Per lui sono solo Nelly l'amicona.."
"E per te lui cos'è?"
"Maledetti Corvonero e la vostra curiosità.." sussurrò Nelly.
"Non cambiare discorso.."
"Lui mi piace! - esclamò Nelly liberandosi da quel peso, quella verità che non era riuscita ad ammettere nemmeno a sè stessa - Ma per lui sono solo un'amica quindi niente.."
"Per ora.."
"Per sempre.."
"Dov'è finita la determinazione tipica dei Grifondoro?!" chiese Daniel.
"Infatti il cappello era indeciso se smistarmi in Grifondoro o Corvonero.."
"Davvero?!"
"NO!" esclamò Nelly ridendo, infrangendo tutte le illusioni del Corvonero.
Daniel fece una faccia così delusa che Nelly non riuscì proprio a trattenere le risate, contagiando anche il suo padrino. Poi un assolo di chitarra coprì il rumore delle loro risate.
"Questa è la mia canzone preferita!" spiegò Daniel che andò ad alzare il volume.
"Come si chiama?"
"Layla, è sottovalutata... Il chitarrista è un Dio."
"E chi sarebbe?"
"Eric Clapton."
Nelly rimase un po' in silenzio ad ascoltare la canzone e si ritrovò a gesticolare facendo finta di suonare una chitarra: quella canzone le piaceva davvero tanto.
 
Quei giorni passati con Daniel avevano fatto bene a Nelly, e nonostante le dispiacesse lasciarlo solo di nuovo, era contenta di tornare ad Hogwarts dai suoi amici. Alle otto del mattino si materializzarono ad Hogsmeade e Daniel l'accompagnò al castello; entrambi furono fermati da una McGrannit sorridente e felice di vederli in armonia.
"Buongiorno! - disse pimpante e arzilla come al solito -  Il professor Silente vorrebbe vedervi entrambi!"
Così seguirono la professoressa e andarono nello studio del preside.
In realtà Silente non aveva molto da dire, voleva più sapere come erano andati i primi giorni di convivenza tra Daniel e Nelly. Presto arrivarono le nove e Silente invitò la ragazza ad andare a lezione; lei era imbarazzata non sapeva come salutare Daniel e come congedarsi. Si alzò e anche il suo padrino lo fece; i due si abbracciarono sotto lo sguardo soddisfatto della McGrannit e di Silente.
"Ci vediamo a Natale - disse Daniel cercando di nascondere un po' di emozione - Scrivimi e aggiornami.."
Nelly annuì incapace di dire una parola senza scoppiare a piangere, gli sorrise e andò via.
Una volta rimasti soli Silente e Daniel, iniziarono a parlare di Penelope e il giovane mago dimostrava un grande entusiasmo.
"Ero sicuro che voi due sareste andati d'accordo, Daniel - ammise Silente guardandolo di sottecchi dal sotto gli occhialetti a mezza luna - Vorrei parlarti d'altro ora.."
"Certo, di che si tratta?" chiese l'Auror curioso.
"La comunità magica e babbana è in grave pericolo.."
"Non dirmi altro, Albus. Farò qualsiasi cosa che possa offrire un futuro migliore a Nelly.."
"Era quello che volevo sentirmi dire.."
 
Quella mattina, quando Penelope entrò nell'aula di Antiche Rune, trovò più di una sorpresa: Marlene e Sirius erano seduti vicino e parlavano animatamente, con una confidenza che Nelly non aveva mai visto; al secondo banco era seduta da sola Lily Evans. Cosa ci faceva lì?!
Passò davanti al banco di Sirius con nonchalance, ma si sentì afferrare il polso.
"Ehi Nelly! - esclamò il suo amico - Come va?"
"Bene, tu?" disse lanciando un'occhiata rapida su Marlene.
"Tutto normale.. "
Nelly annuì e si avvicinò all'unico posto vuoto rimasto, accanto a Lily.
"Ciao.." disse attirando l'attenzione della rossa.
"Oh, ciao.."
"Che ci fai qui?" le chiese Nelly.
Sapeva che Lily aveva scelto Aritmanzia e Divinazione. Perchè ora stava seguendo Antiche Rune?
"Cambio di programma - disse Lily facendo spallucce - Odio divinazione e la McGrannit mi ha dato il permesso di passare a questo corso, decisamente più interessante."
La prof. Babbling entrò in aula e iniziò subito a spiegare, e quando a fine lezione chiese agli studenti di consegnare il tema svolto come compito, Nelly entrò nel panico.
"Professoressa, io.." iniziò a dire timidamente.
"Non ti preoccupare Hill, sei giustificata. Cerca di recuperare le ultime due lezioni.. - disse la professoressa calma - Sono sicura che la signorina Evans sarà contenta di aiutarti e tu in cambio potresti passarle gli appunti della prima parte del corso."
Lily era ancora in aula e dal suo banco, mentre sistemava i libri nella borsa annuiva con un sorriso che Nelly non aveva mai visto.
Mentre uscivano dall'aula rimasero in silenzio. Penelope era completamente confusa dal nuovo atteggiamento che Lily aveva nei suoi confronti.
"Senti, non sono impazzita.. - disse la Evans rompendo il silenzio - Mi sono solo resa conta di averti giudicato troppo superficialmente. Ricominciamo da capo?!"
Le porse una mano e Nelly la strinse.
"Piacere Penelope Hill, puoi chiamarmi Nelly."
"Lily Evans."
Dopo le due si misero d'accordo per scambiarsi gli appunti e le loro strade si divisero: Lily era alla ricerca di Mocciosus - doveva stare attenta a non chiamarlo in quel modo davanti a lei, pensò Nelly - mentre lei cercava i Malandrini. Con il suo passo veloce arrivò vicino all'aula di incantesimi dove stavano entrando tanti Corvonero per la lezione imminente. Marlene e Sirius erano fermi vicini alla porta dell'aula, si guardavano a vicenda e ridevano... erano troppo vicini. Nelly sentì qualcosa muoversi nel suo stomaco, ma non ci fece molto caso, ormai era abituata. Nel momento in cui li superò, Marlene entrò in aula e Sirius rincorse Nelly per raggiungerla.
"Ehi, tutto bene?" le chiese.
"Sì." rispose glaciale la Grifondoro.
"Come ti trovi con Daniel?"
"Benissimo.. Sono molto fortunata."
Rispondeva in modo secco e glaciale e ciò insospettì Sirius.
"Ho fatto qualcosa?"
Nella sua mente Nelly si immaginava di urlargli in faccia "CERTO CHE HAI FATTO QUALCOSA IDIOTA! SEI STATO ATTACCATO ALLA MCKINNON PER DUE ORE, ECCO COSA HAI FATTO!", cosa che non le sarebbe dispiaciuto fare, ma dovette mordersi la lingua e rispondergli con freddezza.
"No." mentì spudoratamente.
"Sei strana.." disse il ragazzo.
Fortunatamente incontrarono anche il resto dei Malandrini: James travolse Nelly sollevandola da terra, Peter alzò una manina in segno di saluto, mentre Remus la abbracciò, felice di rivederla.
"Mi siete mancati!" disse con gli occhi lucidi Nelly.
Le lezioni trascorsero normalmente, Nelly cercava di evitare Sirius per non sbranarlo, e lui sembrava fare lo stesso; studiarono insieme in Sala Grande e quando arrivarono le cinque del pomeriggio, si palesò Drew con la divisa da Grifondoro, sorpreso e felice di vedere la sua cercatrice.
"Nelly!" esclamò.
Con un balzo atletico scavalcò il tavolo che lo divideva da Nelly e l'abbracciò. La ragazza rimase sorpresa da questa manifestazione di affetto.
"Come stai?" chiese il capitano.
Roteò gli occhi al cielo perchè era già la cinquantesima persona che le aveva fatto quella domanda nell'arco di nove ore.
"Bene, grazie Drew."
Poi vide arrivare James vestito anche lui per giocare a Quidditch e si accorse di essersi dimenticata che era mercoledì e che quindi era giornata di allenamenti.
"Oh Merlino! Me ne sono completamente dimenticata! - esclamò indicando la scopa di James - Vado a vestirmi, ci metto pochissimo!"
"Dico agli altri di andare a riscaldarsi, io ti aspetto qui!" disse Drew.
Sirius per poco non ebbe un conato di vomito nel sentire quelle parole, Remus se ne accorse e gli diede una gomitata.
"Voi non venite e a vedere gli allenamenti?" chiese il capitano.
Sirius lanciò la testa all'indietro scoppiando nella sua tipica risata-latrato.
"Sotto la pioggia? No, grazie." disse acido.
Quando Nelly tornò in Sala Grande con la divisa di Quidditch, Drew le avvolse le spalle con il suo lungo braccio e si voltò per rivolgere a Sirius uno sguardo di sfida. Erano appena usciti quando Nelly si ricordò di aver dimenticato la sciarpa, avvertendo un freddo pungente sulla pelle.
"Ho dimenticato la sciarpa in Sala Grande, aspettami qui." disse sorridendo a Drew, il quale le fece un occhiolino.
Quando arrivò in Sala Grande trovò Sirius e Marlene seduti vicini a ridere complici; la sua sciarpa era appoggiata sulla panca affianco a Marlene. Si avvicinò ai due, i quali nemmeno si accorsero della sua presenza a momenti. Remus le sorrise e fece spallucce indicando con lo sguardo i due.
"Ti ricordi del nostro appuntamento, vero Sirius?" disse Marlene avvicinandosi ancora di più a lui.
Nelly era rimasta immobile con la sciarpa in mano, indecisa se strozzare Marlene o Sirius. Per consolarsi strizzò la sciarpa come se fosse pregna d'acqua; proprio quando si voltò per lasciare la Sala Grande, Sirius si accorse di lei e fu preso da uno strano impulso, da una strana voglia di inseguirla, di dirle che gli dispiaceva e che era uno stupido.
"Sirius?!- strillò Marlene ridendo - Cosa stai guardando?"
Fortunatamente, o sfortunatamente (dipende dai punti di vista) Nelly era già sparita.
 
Il sabato mattina arrivò velocemente con l'entusiasmo di tutti gli studenti di Hogwarts; quando a colazione Nelly disse che non sarebbe andata con i Malandrini ad Hogsmeade scatenò lo stupore generale.
"Che vuol dire che non vieni con noi?" disse James incapace di voler capire quella frase.
"Devo recuperare le lezioni perse, rispondere alla lettera di Daniel.." disse Nelly mentendo spudoratamente.
La realtà era che non voleva vedere in giro Sirius con Marlene a sbaciucchiarsi, non aveva voglia di sembrare felice e spensierata per non far preoccupare i suoi amici dopo la settimana infernale che aveva passato. Daniel le aveva mandato per iscritto l'autorizzazione e le aveva consigliato di divertirsi con prudenza e senza combinare guai.
"Le recuperi domani, ti aiutiamo noi.. e Daniel può aspettare!" insistette James.
Remus rimaneva in silenzio sapendo bene il motivo per cui Nelly non aveva voglia di andarsene in giro per Hogsmeade; Sirius era perplesso: la sua amica non aveva un appuntamento con King?
"Voi non dite nulla?" ringhiò arrabbiato James ai suoi amici
"Se non vuole venire con noi, non possiamo obbligarla, James." disse saggiamente Lunastorta.
"Okay, allora noi rimaniamo con te."
"No, voi dovete andare... bisogna mandare avanti il nostro piano. Ricordi Jamie?"
 
E così i quattro ragazzi lasciarono Nelly in Sala Grande ed andarono ad Hogsmeade.
"Io non capisco.. prima le piaceva stare con noi.." disse Peter un po' triste per l'assenza di Nelly.
"Credo che abbia solo bisogno di stare un po' da sola, Pete..."
Sirius nel frattempo rimuginava su ciò che stava per fare: Marlene era vicino al cancello che lo aspettava. In che guaio si stava cacciando? A lui non interessava Marlene, era una bella ragazza sì, ma niente di più... L'aveva invitata solo per distrarsi. Ed era stato uno stupido.
I ragazzi furono costretti a lasciare Sirius da solo con Marlene, e i due passeggiarono per Hogsmeade tutto il pomeriggio; la Corvonero lo tempestò di domande tutto il tempo, gli raccontava cose che a lui non interessavano minimamente. Poi incrociò lo sguardo di qualcuno: Drew King era con i suo amici del sesto anno e lo guardò stupito.
"Sirius, ma mi stai ascoltando?" chiese Marlene infastidita.
Il giovane Black si scambiò uno sguardo eloquente con Drew e si andarono incontro uno all'altro.
"Nelly, dov'è?" chiese King arrivando subito al dunque.
Drew era leggermente più alto di Sirius, nonostante quest' ultimo fosse più piccolo di due anni rispetto al capitano dei Grifondoro.
"E' rimasta al castello.. a studiare." disse Sirius fronteggiando Drew come se fosse il suo nemico giurato.
Il capitano di Quidditch lanciò uno sguardo a Marlene e si dovette trattenere per non prendere Sirius Black dal colletto della camicia e appenderlo al muro: aveva lasciato Nelly al castello per uscire con la McKinnon?!
"Pensavo fosse con voi..."
"No, non è con me e nemmeno con gli altri." disse secco Sirius.
Sentiva lo sguardo penetrante di Drew nei suoi occhi e a stento riusciva a sostenerlo, sembrava davvero arrabbiato. Il ragazzo lo salutò con un cenno del capo e raggiunse i suoi amici.
 
Nella Sala Comune dei Grifondoro, Nelly era la studentessa più grande; gli altri erano tutti studenti del primo e del secondo anno, tremendamente annoiati per non aver potuto partecipare alla visita ad Hogsmeade come i suoi colleghi più grandi. Nelly aveva recuperato le lezioni di Antiche Rune e di Pozioni dagli appunti ordinati di Lily e di Remus, poi era andata in camera sua a lasciare i libri e per prendere una pergamena pulita per scrivere una lettera a Daniel.
 
 
Caro Daniel,
Come promesso ti sto scrivendo ogni giorno; spero non ti sia pentito e che le mie lettere non ti annoino, in questo caso fammelo sapere e smetterò di scriverti quotidianamente. Io invece trovo piacevole scriverti ogni giorno e ricevere una tua risposta.. ci sto facendo l'abitudine!
Oggi non sono andata ad Hogsmeade, non mi andava.. dovevo recuperare molte lezioni ed ho preferito rimanere al castello con i più piccoli. Mi guardano come se fossi un unicorno!
Lo sai che Lily Evans è sempre più carina nei miei confronti?! Oggi mi ha invitato ad uscire con lei e Mocciosus e Piton, quando le ho detto che sarei rimasta a studiare mi ha dato il suo quaderno di Antiche Rune di sua spontanea volontà. Non so cosa pensare: o si è bevuta il cervello o è sotto la maledizione imperio. Ho finito tutti i compiti quindi domani penso di riposarmi e di leggere un buon libro.. A proposito di tempo libero: ho dimenticato il mio lettore cd a casa tua.. potresti spedirmelo?! Ho bisogno di isolarmi dal mondo con la mia musica preferita di tanto in tanto.
Spero davvero di non averti annoiato!
Tu che mi dici? Come è andata oggi a lavoro.. Vorrei tanto vederti all'azione!
 
La tua figlioccia
Nelly.
 
Piegò il foglio e lo infilò in una busta, scrisse il mittente e l'indirizzo e la chiuse. Uscì dalla Sala Comune come una furia, ma poi pensò che Remus si sarebbe spaventato non vedendola con i suoi preziosi appunti di Pozioni, quindi tornò indietro e chiese un favore ad una ragazzina del primo anno, Claire.
"Ehi Claire, mi puoi fare un favore? - disse Nelly cercando di essere più gentile possibile - Se torna Lunastor... Remus, Remus Lupin...! Hai presente chi è vero?"
La ragazzina sembrava imbambolata: era spiazzata dal fatto che un componente dei famosi Malandrini le stesse rivolgendo la parola.
"Remus John Lupin, quel ragazzo con gli occhi verdi e i capelli castani.. e le cicatrici?" disse Claire arrossendo.
"Sì, lui. - disse Nelly infastidita dalla precisazione sulle cicatrici - Se torna digli che sono andata in gufiera a spedire una lettera e che i suoi appunti sono al sicuro. Okay?"
La ragazzina annuì e Nelly andò via.
Qualche minuto dopo si presentò Drew in Sala Comune attirando l'attenzione di tutti i presenti. Si guardò intorno ma non trovò chi cercava, nel frattempo le ragazzine parlottavano tra loro e fantasticavano sul capitano di Quidditch più bello della scuola.
"Avete visto Penelope Hill?" disse Drew ad un gruppo di ragazzine diventate rosse.
"Vuoi dire Nelly dei Malandrini?" chiese Claire dall'altra parte della stanza circolare.
"Sì, lei.. Sai dov'è?"
"In gufiera a spedire una lettera." disse compiaciuta Claire per essere stata utile al bel Andrew.
E proprio lì trovò Nelly, affacciata a guardare il gufo che aveva appena spiccato il volo con la lettera fra le zampe.
"Nelly!" esclamò con il fiatone.
"Drew? Che ci fai qui?"
"Potrei chiederti la stessa cosa.. Perchè non sei andata ad Hogsmeade con i tuoi amici?"
"Non mi andava" disse secca Nelly continuando a guardare l'orizzonte dietro il quale era scomparso il gufo nero.
Drew si sedette sul cornicione affianco a lei, ed incrociando le braccia sul petto si mise ad osservarla. I raggi del sole le colpivano i capelli sciolti e li facevano apparire ancora più dorati del solito; quel giorno Nelly aveva un insolito maglioncino rosa e dei pantaloni neri aderenti.
"King, smettila di fissarmi o ti faccio fare un volo dalla torre di astronomia." disse la ragazzina cercando di essere seria, trattenendo le risate.
"No, è che pensavo.. non ti ho mai vista indossare qualcosa di rosa."
Nelly a quel punto scoppiò a ridere e Drew si unì a lei.
"E' opera di mia nonna, è un modo per ricordarla... e tenerla sempre vicina a me." disse Nelly guardando negli occhi commossa il suo capitano.
Drew le sorrise e imbarazzato le posò una mano sulla spalla.
"Ti dona il rosa." disse il ragazzo mordendosi un labbro.
"Continuo ad odiare questo colore comunque.."
Drew rimase con lei per tutta la mattina e parlarono di qualsiasi cosa. Le raccontò dei suoi genitori, entrambi maghi, che amavano girare per la Londra babbana e parlare con i babbani, di sua sorella maggiore che lo aveva reso zio a soli dodici anni.
"Sei zio..! Scommetto che ti adorano i tuoi nipotini!"
"Beh, in un certo senso sì.. li ho già messi su una scopa." disse Drew orgoglioso.
"Hai idea di cosa vorrai essere una volta uscito di qui?" chiese Nely curiosa.
"Vorrei fare il medimago.. Mi piacerebbe prendermi cura delle persone."
Nelly guardò negli occhi il suo capitano: dietro la corazza da duro e la fama da Latin Lover, c'era un ragazzo semplice, di buon cuore, coraggioso e leale. La Grifondoro si pentì amaramente di non aver accettato il suo invito ad uscire: sarebbe stata un'occasione buona per conoscerlo meglio.
 
Quando arrivò l'ora di pranzo i due si divisero: Drew raggiunse i suoi amici, mentre Nelly decise di andare a consegnare il suo tema alla professoressa Babbling. I ragazzi cominciavano a rientrare da Hogsmeade e il castello fu privato della pace delle ultime ore. Consegnato il tema, decise di andare in Sala Comune dove sicuramente avrebbe trovato i suoi amici; dovette fare però un grande giro per tornare alla torre di Grifondoro, dato che si trovava nell'ala ovest del castello. Quando all'entrata della sala comune dei Corvonero vide due figure una attaccata all'altra il sangue, le si gelò nelle vene e il suo cuore smise di battere per un momento: Sirius si stava baciando con Marlene.
Per un momento fu tentata di prendere a pugni Sirius, ma poi pensò che forse doveva solo farci l'abitudine.




 
__________________

Ciao mie adorate! Lo so, sono imperdonabile.. tutto questo tempo senza aggiornare. Ma sono giustificata, GIURO!
Vi ricordate la mia lussazione alla spalla? Ecco beh... come se non bastasse qualche giorno dopo sono caduta di nuovo e la situazione non è certo migliorata. LOL
Mi hanno operata e sono stata a riposo per molto tempo. Riposo... è riduttivo. I miei genitori mi hanno incatenata al letto.
"Non esci dal letto finchè non sarai guarita"
Che vi devo dire, amici miei.. La fortuna mi assiste, sì, ma nel senso che sta a guardarmi senza fare nulla.
Cariiiiiiiiiiina. 
Ora sto facendo riabilitazione e sono libera -più o meno- di fare quello che voglio e la prima cosa che ho fatto è stato finire questo capitolo semi pronto da settimane e pubblicarlo. 
Spero non mi abbiate abbandonata... :'(
Grazie per il sostegno nel precedente capitolo riguardo alla mia situazione da Friendzonata, vi racconterò questa storiaccia prima o poi. 
Tornando alla storia: Nelly inizia a non essere più triste e ora si entra nel vivo. Giuro!
Sirius sta dando un po' di scemitudine... ma è tutto voluto. In fondo i ragazzini a quell'età sono proprio sciocchi e poi si sa che il nostro Felpato aveva un orgoglio spropositato.
Spero di pubblicare il prossimo capitolo al più presto, voi rimanete sempre sintonizzati!
Grazie alle mie fedeli lettrici, vi adoro davvero e senza di voi non avrei ragione di continuare questa storia.
Ho raccolto tutti i suggerimenti che mi avete dato nell'ultimo capitolo e cercherò di metterli in pratica.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Continuate a darmi consigli, e vi annuncio che nei prossimi capitoli scriverò della famiglia Lupin, non me ne sono dimenticata! Sto aspettando solo il momento migliore per inserirli.. penso che passeremo il Natale tra casa Smith e casa Lupin! Che ne dite?!
Vi lascio qui il link della mia canzone preferita di questo periodo Layla di Eric Clapton... ricordate questi nomi! ;) 

https://www.youtube.com/watch?v=fX5USg8_1gA

Amy
 

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Capitolo 15
*** Natale '73 ***


"Cos'è l'orgoglio, se non in fondo una ripicca contro se stessi?!"
 


Ormai nella scuola non si parlava d'altro: Sirius Black e Marlene McKinnon si erano fidanzati. James aveva passato una settimana intera a prendere Sirius in giro quando sentì Marlene chiamarlo "ciccino" durante l'ora di Pozioni e Nelly per poco non vomitò nel calderone.
Remus era l'unico ad aver notato l'insoddisfazione del suo amico Sirius, per niente preso dalla Corvonero e a volte quasi infastidito dalla sua presenza opprimente. Il buon Lunastorta era anche l'unico a sapere che Nelly provava qualcosa per il giovane Black e che faceva qualsiasi cosa per evitare di parlare di quell'argomento per lei spinoso.
 
Dicembre arrivò in un battibaleno e Nelly fu invitata dal professor Lumacorno alla festa di Natale e poteva portare con sè una persona, come previsto. Anche Marlene aveva ricevuto l'invito e aveva chiesto ovviamente a Sirius di accompagnarla.
"A saperlo prima evitavamo di far studiare così tanto Nelly.." disse James divertito da quella situazione.
La ragazza proprio non riuscì a celare un'espressione di disapprovazione.
"L'abilità di Nelly in pozioni vi sarà utile comunque per la trasformazione!" lo ammonì Remus, il quale diventava sempre più preoccupato man mano che la situazione si faceva sempre più seria.
"Allora James, verrai tu alla festa con me?" chiese Nelly indispettita.
"Perchè anche io? Ci sarete già tu e Sirius alla festa..."
"Più siamo meglio è, no?!"
"Più Malandrini ci sono, più pericolosa sarà la situazione.." disse James, dimostrandosi saggio almeno per una volta.
"Quindi posso andare alla festa con chi voglio..." affermò Nelly soddisfatta.
La realtà era che non aveva la più pallida idea di chi invitare, e non voleva di certo andarci da sola, senza un accompagnatore, mentre Marlene avrebbe avuto al suo fianco Sirius.
Il giovane Black, d'altro canto, rimase indispettito da quella affermazione di Nelly: già immaginava la sua amica entrare nella sala dove si teneva la festa assieme a quel borioso di King.
E infatti durante gli allenamenti di Quidditch fu proprio Drew a fare quella proposta a Nelly.
"Io non so con chi andarci, quindi pensavo... Ci andiamo insieme a quella noiosissima festa?"
"Ci sto!" disse la cercatrice contenta di aver trovato un accompagnatore coi fiocchi.
Più passava il tempo e più Nelly si pentiva di non aver dato una possibilità a Drew, in fondo cosa c'era di male? La persona che lei pensava essere la sua anima gemella era già impegnata, che senso aveva piangersi addosso per tutta la vita?!
Poi però quando passava il tempo con i Malandrini a studiare o a completare la mappa, non riusciva proprio ad immaginare  di stare con una persona che non fosse Sirius. Sapeva che era un'idea tremendamente stupida, ma si sentiva unita a Sirius da un legame speciale ed era certa non si trattasse solo di affetto. Sebbene fosse arrabbiata con lui la maggior parte del tempo da quando si era fidanzato con Marlene, proprio non riusciva ad ignorarlo, non poteva evitare di ridere ogni qual volta il suo amico faceva una battuta o di rimanere incantata quando lo vedeva ridere sguaiatamente, lanciando la testa all'indietro, ma sempre conservando quella naturale eleganza che lo rendeva speciale, unico.
 
 
Purtroppo il giorno della festa, mentre si stava preparando, fu chiamata in Sala Comune da Drew, il quale era avvolto in una coperta giallo-oro, con il naso rosso e gonfio e gli occhi lucidi.
"Drew! Cosa hai?!"
"Ho la febbre.. - disse il ragazzo dispiaciuto, tirando sù col naso - Mi dispiace ma non potrò esserci stasera.. non sarei molto di compagnia."
"Non ti preoccupare, pensa a guarire presto per la partita con i Corvonero, li voglio stracciare!"
Drew sorrise sapendo a cosa stava alludendo Nelly.
"Non farti aggredire dai Serpeverde, piuttosto!" disse il capitano sventolando la mano, mentre se ne ritornava nei suoi dormitori.
Nelly pensò ad una scusa per non andare anche lei alla festa: la prima cosa che le venne in mente fu quella di fingersi malata anche lei. Ma non sarebbe stata molto credibile dato che fino a cinque minuti prima era stata a vantarsi con i suoi amici di non essersi mai sentita così in forma come in quel periodo. Alla fine arrivò alla conclusione che doveva andarci per forza: quella sera era fondamentale prendere in prestito le foglie di mandragola.
Così questa volta si preparò da sola, scongiurando Cath e Alice di lasciarla fare e andò alla festa di malavoglia. Lì erano tutti in coppia e lei era una delle poche da sola; Lily Evans era accompagnata da Piton, e quando la vide entrare trascinò Mocciosus per parlarle. Era incredibile il cambiamento di Lily: se non fosse stato per quell'inquietante Serpeverde dalla carnagione di uno yogurt andato a male, sarebbe stata anche una conversazione piacevole. Il professor Lumacorno le chiese nuovamente perchè fosse sola quella sera e lei proprio non sapeva cosa rispondere: tentò di arrampicarsi sugli specchi, cercando scuse senza senso, finchè l'anziano professore ficcanaso non la lasciò in pace. Poichè l'imbarazzo che provava quella sera non era ancora abbastanza, vide arrivare Sirius a braccetto con Marlene, incantevole in un vestito lilla, e subito si pentì di non aver chiesto alle sue amiche una mano per prepararsi. Si voltò per guardarsi in uno specchio e potè constatare che il suo aspetto era orribile: i suoi capelli erano liscissimi e piatti, al contrario di quelli di Marlene gonfi e mossi, i suoi occhi erano truccati in modo superficiale e male, mentre quelli blu della sua rivale avrebbero illuminato anche una stanza buia. Nelly si sentì un totale disastro e sperò vivamente che una botola si aprisse sotto i suoi piedi in quell'esatto momento.Non appena la Corvonero vide Nelly si strinse ancora di più al braccio del suo accompagnatore e poggiò la testa sulla sua spalla, guardandola con l'aria di chi si sentiva superiore.
Nelly e Sirius avevano elaborato un piano nel pomeriggio: quando sarebbero stati tutti a tavola a mangiare, il Malandrino avrebbe simulato un malessere passeggero per poter assentarsi un attimo, andare nel ripostiglio di Lumacorno e rubare le foglie di mandragola. Così fu e quando Sirius si alzò dal tavolo facendo un occhiolino alla sua amica, Nelly iniziò ad intrattenere Lumacorno con racconti del mondo babbano.
"Ora vivi con Daniel Smith, se non sbaglio.." disse il professore.
Nelly avrebbe volentieri fatto a meno di parlare della sua vita privata, ma in quella situazione doveva distrarre Lumacorno e tutti gli altri commensali a tutti i costi.
"Sì, lui era amico dei miei genitori... è il mio padrino. E' un uomo molto buono."
"Era uno studente brillante, ora è un Auror affermato... sapevo che avrebbe fatto carriera!"
Nelly si sentì fiera e orgogliosa di Daniel, si stava affezionando davvero tanto al suo padrino e non vedeva l'ora di tornare da lui per le vacanze di Natale.
Sirius tornò a tavola con un sorrisino soddisfatto.
"Signor Black, va meglio?"
"Sì, professore. Decisamente meglio.." disse Sirius con un sorriso beffardo, poi guardò Nelly e dietro la spalliera della sedia di Marlene alzò un pollice, segno che la missione era stata portata a termine con successo.
La festa proseguì e Nelly dovette subire a distanza le effusioni che Marlene e Sirius si scambiavano. Quando arrivò un orario conveniente, la ragazza scappò da quella festa in cui si sentiva inappropriata tra tutte le coppiette di studenti innamorati; si congedò e ringraziò il professor Lumacorno per la bellissima festa e andò via.
 

Si sentiva sollevata di aver lasciato quella festa ma allo stesso tempo oppressa, le mancava l'aria e non capiva il motivo di questa sensazione. Così al posto di tornare alla torre, decise di indossare il mantello che le aveva prestato James e andò a prendere un po' d'aria sulla torre di Astronomia, dove si potevano ammirare le stelle.
Una volta arrivata lì notò che la Luna quella sera era quasi piena e pensò al povero Remus che avrebbe passato un Natale poco piacevole. Si sedette a terra incrociando le gambe e ripose il mantello nella borsetta a cui aveva applicato un incantesimo di estensione con l'aiuto di Daniel.
Si mise a pensare alla situazione in cui si era cacciata: prendersi una cotta per uno dei suoi migliori amici, per di più fidanzato con la perfetta Marlene! Si sentiva una perfetta idiota, avrebbe tanto voluto tornare indietro nel tempo e impedire che tutto questo accadesse, in questo modo avrebbe potuto passare il tempo con i suoi amici senza preoccuparsi di non strangolare Sirius. Ma forse non sarebbe servito a niente un viaggio nel tempo.. forse doveva succedere. Si sarebbe comunque invaghita di Sirius, d'altronde chi riuscirebbe a non restare affascinata da lui?!
"Devi smetterla di sparire senza dire nulla a nessuno!" disse una voce alle sue spalle.
Era proprio Sirius che riusciva ad essere elegante anche con i capelli portati lunghi e in ricci scompigliati sulle spalle.
"Come mi hai trovata?" chiese Nelly leggermente infastidita, mentre lui si sedeva affianco a lei.
"La mappa inizia a funzionare.." sussurrò Sirius mostrando la Mappa del Malandrino a Nelly.
Avevano inserito i loro nomi sulla mappa e in quel momento c'erano James, Remus e Peter nel dormitorio e loro due sulla torre di Astronomia.
"A te l'onore di chiuderla." disse il ragazzo con lo sguardo vivace che lo contraddistingueva.
Nelly sfoderò la sua bacchetta e pronunciò "Fatto il misfatto!" e la pergamena ritornò bianca.
"E' bello sapere che tutte quelle ore sacrificate all'ozio stiano dando buoni risultati..."
"Già.. - disse Sirius portandosi le mani dietro la nuca, poi il suo sguardo si soffermò sulla Luna - Povero Lunastorta, passerà un brutto Natale.."
Nelly sorrise notando che lei e Sirius avevano pensato alla stessa cosa guardando il satellite luminoso nel cielo.
"Perchè ridi, Hill?" disse il ragazzo ridendo.
Nelly rimase in silenzio con un piccolo sorriso abbozzato sul volto illuminato dalla luce chiara della luna: sebbene non fosse perfetta, Sirius pensò che Nelly era davvero bella e che non l'aveva mai vista in quel modo. Non era una bellezza convenzionale, ma i suoi grandi occhi sinceri, il suo sorriso contagioso, il suo modo di comportarsi un po' da maschiaccia.. Nelly era unica e proprio per quello gli piaceva da impazzire.
"Ho pensato alla stessa cosa, prima.. - rispose la ragazza, poi pensò alle foglie di Mandragola - Dove hai messo il bottino?"
"E' qui - disse Sirius tastando il taschino interno della sua giacca - al sicuro da occhi indiscreti.."
"Sì, in effetti i Corvonero sono molto indiscreti.." sussurrò la ragazza pensando alla curiosità del suo padrino, ma anche alla faccia tosta di Marlene, desiderosa di sapere ogni dettaglio della vita del suo amico.
Sirius pensò a quanto fosse ficcanaso Marlene, ma non era il caso di parlare di lei. Voleva parlare di loro due: Nelly e Sirius non erano più gli stessi da un po'.
"Cosa ci succede, Nelly?" disse Sirius inchiodandola con i suoi occhi di ghiaccio.
"In che senso?!"
"Non siamo più gli stessi... Qualcosa è cambiato."
"Sirius, la mia vita è cambiata... forse sono io che sono diversa." disse Nelly abbandonando lo sguardo dispiaciuto del suo amico, per niente soddisfatto dalla risposta ricevuta.
"Con gli altri non è cambiato nulla.. con Remus, James, Peter.. perchè con me sì?"
Nelly si sentì in trappola, ma doveva negare fino alla morte.
"Sarà una tua impressione, Sirius."
Dicendo ciò la ragazza si alzò per entrare dentro e tornare in Sala Comune, ma Sirius fu stranamente più veloce di lei e l'afferrò per un braccio.
"Nelly, aspetta." disse tirandola vicino al suo petto.
La ragazza non riuscì a resistere alla tentazione di alzare il viso per guardarlo negli occhi, i suoi bellissimi occhi grigi, irresistibili e straordinariamente brillanti come due fari nel buio della notte. Ora erano troppo vicini, pericolosamente vicini; Sirius le teneva le braccia con una presa forte e per lei era impossibile scappare, anche se avesse voluto. Non riusciva nemmeno a capire quello che stava succedendo, ma si ritrovò sempre più vicina a Sirius e i suoi occhi si riempirono di lacrime calde. Il ragazzo scrutò ancora un po' il suo viso, i suoi occhi verdi ora lucidi, per poi soffermarsi sulle sue labbra e Nelly in quel momento capì cosa stava per succedere: una parte di lei voleva fuggire perchè le conseguenze sarebbero state disastrose sul suo umore e sui suoi sentimenti, ma rimase lì incapace di muoversi sotto quello sguardo di ghiaccio, inerme. Sirius poggiò le labbra su quelle della ragazza e entrambi durante quei pochi secondi si sentirono completi.
Nelly non riuscì a fare a meno di pensare che quello era il suo primo bacio e lo stava dando al suo migliore amico e al ragazzo di cui era innamorata, anche se non sapeva bene ancora cosa l'amore fosse. Stava baciando il primo Malandrino che aveva conosciuto in stazione il primo settembre del suo primo anno ad Hogwarts, sembrava che il destino si fosse preso gioco di lei. Poi l'immagine del bacio di Sirius e Marlene comparve nella sua mente e la magià terminò in un battibaleno.
Riuscì a divincolarsi dalla presa di Sirius quando pensò che quel bacio era maledettamente sbagliato e si separò da lui, mentre le lacrime ora scendevano sulle sue guance. Rimase per un po' ferma di fronte a lui con un po' di risentimento nel suo sguardo: come poteva baciarla mentre stava con un'altra ragazza?!
Sirius sembrò stupito dalla reazione di Nelly, la quale gli voltò le spalle e andò via, senza dare una spiegazione; rimase lì imbambolato, cercando di realizzare cosa era appena successo. Aveva appena baciato Nelly, la sua migliore amica... la persona che aveva negato di amare per tutto questo tempo, la ragazza che aveva cercato di dimenticare con Marlene.
Si sentiva un perfetto idiota perchè non era riuscito a capire sé stesso e ad ammettere i suoi sentimenti.
 
Il giorno dopo si respirava una strana atmosfera nello scompartimento dei Malandrini. Erano di ritorno a casa per le vacanze di Natale e nessuno era di buon umore: Nelly e Sirius per ciò che era accaduto la sera prima, Remus per l'imminente luna piena che gli avrebbe rovinato il Natale, Peter per la noia che lo attendeva durante le vacanze natalizie e James perchè i suoi amici erano terribilmente pensierosi e silenzio quel giorno.
"Si può sapere cosa vi prende?" esclamò scocciato.
Sirius per spezzare la tensione cercò di rassicurarlo e iniziarono a parlare di motori babbani e di altre cose;  se fosse dipeso da Nelly avrebbe preso a calci Sirius, il quale sembrava perfettamente a suo agio mentre parlava con James di ragazze e di moto, ma non appena incrociava lo sguardo enigmatico e criptico di Nelly, la sua espressione trionfante si trasformava in quella di un cane bastonato.
Una volta arrivati a King's Cross, arrivò il momento dei saluti; Nelly salutò James e Remus con un forte abbraccio, Peter con una pacca sulla spalla come al solito, ma quando era il momento di salutare Sirius avrebbe tanto voluto smaterializzarsi. Fortunatamente fu lui ad anticiparla.
"Ci vediamo dopo le vacanze, allora.." disse imbarazzato per la prima volta nella sua vita il giovane Black.
"Sì, buon Natale!" rispose Nelly con lo sguardo basso.
In suo aiuto accorse Daniel che, felice di rivedere la sua figlioccia, non era riuscito a trattenere la voglia di andarle incontro. L'ex professore salutò gli amici di Nelly e chiese loro come andasse la scuola; poi dovettero separarsi e Daniel si rivolse alla figlioccia.
"Hai salutato per bene i tuoi amici? Possiamo andare?" chiese sorridente e felice di rivederla, finalmente.
Nelly sentì lo sguardo di Sirius addosso, sapendo che loro due non si erano salutati come facevano ogni anno: lei lo pregava di scrivergli spesso e lui la prendeva in giro, ma poi le prometteva di scrivergli almeno un rigo ogni due giorni. Era triste lasciarsi così.
"Sì, andiamo! - disse la ragazza guardando Daniel negli occhi - Ci vediamo fra due settimane ragazzi! Tieni duro Rem!"
Sul volto del Corvonero si materializzò un'espressione interrogativa, guardò sospettoso Remus, il quale diventò rosso di vergogna.
"Andiamo, Daniel! - sussurrò Nelly trascinandolo - Poi ti spiego..."
 
"E' terribile.. io non lo sapevo!" esclamò Daniel dopo che Nelly gli raccontò della licantropia di Remus.
"Già, riesce a nasconderlo molto bene.. però io sospettavo che nascondesse qualcosa."
Daniel rimase a fissare il vuoto alle spalle di Nelly per un istante, con lo sguardo perso e un'espressione inebetita.
"Dan? - disse Nelly richiamando la sua attenzione - A cosa pensi?"
"A nulla" mentì Daniel.
In realtà pensava quanto fosse pericoloso per la sua figlioccia avere un amico licantropo. Era molto pericoloso, ma Nelly era troppo affezionata a quel ragazzino tanto da provare per lui amore fraterno, lui di certo non poteva impedirle di frequentarlo.. E poi sarebbe stato assurdo e crudele.
"Sei un bugiardo, stai pensando che è tremendamente pericoloso frequentare un Lupo Mannaro, vero?"
Daniel si sentì colto con le mani nel sacco ed annuì.
"Sì, in effetti è pericoloso: ma quel Lupin mi è sempre piaciuto, ispira fiducia.. - disse il padrino convincendosi sempre di più di quello che diceva - Ti prego solo di non commettere follie con i tuoi amichetti e di essere prudente."
Nelly lo guardò stupita e poi gli sorrise soddisfatta, addentando un pezzo di pizza che avevano ordinato.
"E con Sirius come vanno le cose?" chiese inaspettatamente Daniel.
La ragazzina per poco non si strozzò mentre deglutiva e mandava giù un pezzo di pizza senza averlo masticato. Il suo padrino riempì un bicchiere d'acqua con la bacchetta e lo porse alla sua figlioccia.
"E' successo qualcosa quindi." disse Daniel accavallando le gambe, con un sorriso sornione dipinto sulle labbra.
Nelly, ancora rossa in volto e con le lacrime agli occhi, cercò di lanciargli uno sguardo minaccioso ma Daniel scoppiò a ridere divertito.
"Non fai per niente paura, mi dispiace. - disse facendo spallucce - Allora dimmi cosa è successo.. Non costringermi a leggerti la mente."
"Sai farlo?" chiese Nelly curiosa, sfruttando l'occasione per cambiare argomento.
"Certo che lo so fare, ma non cambiare argomento, furbetta."
Nelly sbuffò e si nascose dietro un cuscino del divano e Daniel si ricordò immediatamente di quando sua madre gli fece il quarto grado, avendo intuito che il giovane Smith si era preso una cotta per la bella Grace. Lui aveva reagito esattamente come Nelly, nascondendosi dietro un cuscino e odiando a morte sua madre per averlo messo in quella situazione imbarazzante; non voleva di certo farsi odiare da Nelly e poi non voleva forzarla.
"Okay, va bene, scherzavo - disse Daniel alzando le mani in segno di resa - Ma se ti va di parlare con qualcuno più... Esperto?! Forse non è la parola più adatta... Comunque sono qui, per qualsiasi cosa."
Nelly scostò il cuscino dal suo viso e guardò il padrino riconoscente.
Più passava il tempo con Daniel e più si sentiva legata a lui, ma non era solo affetto e riconoscenza, se lo sentiva. C'era un legame più speciale che si stava consolidando tra loro due, ma a cosa era dovuto?  Nelly non sapeva spiegarlo, probabilmente era a causa dell'amicizia che c'era tra Daniel e i suoi genitori.. Poi però nella sua mente si fece spazio quella foto in cui erano ritratti il suo padrino e sua madre Grace, abbracciati, sembravano quasi innamorati; poi lo sguardo spento di Daniel nella foto di gruppo. La strana reazione di sua nonna quando il suo ex professore si presentò a casa loro..
C'era sicuramente qualcosa che non sapeva e che forse non avrebbe mai saputo, dato che Daniel non le aveva raccontato nulla fino a quel momento.
"Daniel, tu mi dirai sempre la verità, vero? Anche se fa male..."
"Nelly che domande mi fai?" chiese l'uomo stupito.
"Me lo puoi promettere?"
"Prometto di dirti tutto quello c'è da sapere, tutto quello che è necessario che tu sappia.."
"Quindi non tutto.."
Daniel si avvicinò alla sua figlioccia sul divano e le prese le spalle per guardarla bene negli occhi.
"Nelly, quando crescerai e diventerai adulta, imparerai che non sempre si può dire tutto nella vita..."
"Perchè?" chiese la grifondoro un po' stizzita.
"Perchè il mondo è complicato, la vita è complicata e ti mette davanti a scelte difficili - disse Daniel guardando negli occhi Nelly, ritrovandoci quelli di Grace - So che ora è difficile capirlo per te.. ma se mai ti nasconderò qualcosa lo farò per il tuo bene."
"Mi stai dicendo che la vita è così brutta che è meglio non sapere la verità a volte?"
Per Daniel fu difficile sostenere quello sguardo innocente, deluso, amareggiato, gli occhi di chi aveva sperato in una vita da favola e il cui sogno veniva distrutto.
"Io farò tutto quello che è in mio potere per rendere la tua vita più bella possibile, l'ho promesso ai tuoi genitori quando ho accettato di essere il tuo padrino, e lo prometto a te."
 
Il Natale a casa Smith fu accolto con gioia e allegria da padrino e figlioccia. Sembrò quasi che Nelly e Daniel avessero passato ogni Natale della loro vita insieme: sebbene lo avessero passato da soli, uno in compagnia dell'altra, non ci fu un momento di noia. Passarono la Vigilia di Natale a cucinare alla babbana e con la magia, a giocare insieme; Daniel insegnò molti incantesimi e trucchetti a Nelly, la quale era assolutamente desiderosa di imparare. La ragazza chiese di essere accompagnata al cimitero da sua nonna e dai suoi genitori e Daniel non potè tirarsi indietro; era passato molto tempo dall'ultima volta in cui era stato in quel cimitero, durante il funerale dei suoi amici. Nelly pianse, come era normale che fosse: era il suo primo Natale senza sua nonna e sebbene stesse con il padrino migliore del mondo - a suo dire - i suoi genitori le mancavano comunque.
Quando tornarono a casa mangiarono con gusto ciò che avevano cucinato, si scambiarono i regali alla mezzanotte ed andarono in spiaggia a vedere i fuochi d'artificio.
Nelly fu però distratta dalla Luna Piena che faceva da protagonista nel cielo quella sera e rimase a pensare per tutta la notte al povero Remus e al pessimo Natale che avrebbe passato.
 
-
 
In casa Lupin non si respirava la stessa aria serena. Hope Lupin passò tutta la mattinata della vigilia di Natale a cucinare i piatti preferiti di Remus, come se la sua cucina potesse alleviare la sofferenza che suo figlio avrebbe passato quella notte. Il ragazzo invece trascorse tutta la giornata chiuso nella sua stanza a leggere e ad aspettare che la Luna sorgesse; il suo intento era quello di farsi vedere il meno possibile dai suoi genitori per non rovinare almeno a loro il Natale. Si sentiva tremendamente in colpa per aver rovinato le loro vite in quel modo; sua madre era invecchiata precocemente per via della smisurata preoccupazione e ansia che provava ogni mese: il suo viso bello e solare di otto anni fa, che aveva fatto innamorare Lyall e che Remus riusciva ancora a ricordare, si era spento, gli occhi di Hope non avevano più la stessa luce, lo stesso entusiasmo di una volta.. erano sempre colmi di preoccupazione, di pena che provava per suo figlio. A volte Remus poteva notare nei suoi occhi, verdi come i suoi, un velo di frustrazione e di risentimento, l'incapacità di accettare che una sorte del genere fosse toccata proprio a suo figlio, al suo Remus. Nonostante ciò Hope cercava in tutti i modi di non dare a vedere il suo stato d'animo ed era l'unica che riusciva a mettere un po' d'allegria in quella casa sofferente, con i suoi sorrisi e l'amore che riusciva a dare a suo figlio e a suo marito, con la sua ironia sottile. Lyall, invece, non riusciva ancora a perdonarsi; sì, perchè si sentiva il responsabile di ciò che era accaduto a suo figlio. Se non avesse provocato e attaccato Fenrir Greyback in quel modo a quest'ora Remus sarebbe ancora quel bambino allegro e spensierato, senza cicatrici, che amava farsi leggere le fiabe da sua madre sulla sedia a dondolo del salotto; non sarebbe stato quel bambino costretto a passare intere giornate chiuso nella sua stanza a guardare gli altri bambini giocare per strada e ad immaginare come sarebbe stato bello passare del tempo con loro. Remus ora non sarebbe quel ragazzino troppo maturo e già troppo adulto per la sua età, costretto a dire bugie ai suoi amici, ai suoi insegnanti, a scappare nella Stamberga Strillante per non essere scoperto. Lyall si sentiva il vero colpevole e quel senso di colpa lo avrebbe tormentato per tutta la vita: aveva commesso un grave errore, aveva sbagliato a parlare in quel modo ad un lupo mannaro ed  ora la dimostrazione del suo errore era proprio davanti ai suoi occhi. Suo figlio era un lupo mannaro, ma non era come gli altri, lui era diverso: nonostante tutta la sofferenza e le ingiustizie subite, era un ragazzo dal cuore grande, sensibile come pochi. Lyall si tormentava perchè sapeva che non aveva rovinato solo la vita di suo figlio, ma anche quella di sua moglie e irrimediabilmente la serenità della loro famiglia era svanita per sempre.
Mentre Hope cercava di non dare troppo peso ad una nuova cicatrice sul viso di Remus, - perchè lei sosteneva che fosse bello comunque - Lyall proprio non riusciva a volte a guardare in viso suo figlio tanto era il senso di colpa. Ogni volta che lo vedeva sanguinante dopo una notte di Luna Piena, il cuore gli si lacerava e la ferita mai rimarginata, che si era aperta otto anni fa, si allargava sempre di più.
Per questo Remus preferiva starsene chiuso nella sua stanza, perchè sentiva che la sua presenza non faceva altro che arrecare maggiore sofferenza e dolore, tanto era sensibile: così sua madre poteva evitare di fingere di essere felice e spensierata per farlo contento e strappargli un sorriso, suo padre non si sarebbe tormentato non avendolo sotto il suo sguardo.
Quando arrivò l'ora di pranzo durante il giorno della vigilia, Hope andò a bussare alla stanza di un irrequieto Remus.
"Si può?" disse con la sua solita voce dolce e composta da dietro alla porta.
"Avanti.."
"Remus, vieni a mangiare è ora di pranzo - disse sedendosi accanto al figlio sul suo letto - Ho cucinato tante cose buone, tutti i tuoi piatti preferiti."
Hope accarezzò il viso di suo figlio, un perfetto mix dei suoi lineamenti e di quelli di Lyall: Remus aveva gli stessi occhi verdi e il sorriso di sua madre, la stessa forma del viso ovale di suo padre con la stessa fronte alta e i capelli di un color castano chiaro.
"Mamma non devi stancarti così tanto.." disse Remus afferrando la mano di sua madre.
"Per te questo ed altro, piccolo mio.."
Remus arrossì quando si sentì chiamare in quel mondo, eppure aveva detto più di una volta a sua madre che aveva tredici anni e non era poi più così piccolo! D'altra parte però sentirsi chiamare così dalla voce dolce e amorevole di sua madre gli scioglieva il cuore.
"Lo so che non dovrei chiamarti così perchè ti arrabbi - gli sussurrò Hope avvicinandosi al suo orecchio - Ma non posso farci niente... per me rimani sempre quello scriciolo che ha cambiato per sempre la mia vita.. rendendomi una mamma fiera di suo figlio."
Remus rise amaro quando sentì le parole di sua madre, per lui sembravano una forzatura.
"Ho cambiato in peggio la tua vita, mamma.. " disse il ragazzo abbassando il viso.
Il ricordo di quella notte di otto anni fa quando fu aggredito, di sua madre in lacrime nel vederlo sanguinante, l'espressione pietrificata e terrorizzata di suo padre... era tutto ancora troppo vivido nella sua mente. Per non parlare delle notti insonni di suo padre spese a cercare una soluzione, invano.
"Remus, non devi nemmeno pensarlo.. Non è colpa tua!" disse Hope con tono di rimprovero.
"Io vi ho rovinato la vita, mamma - rispose Remus con le lacrime agli occhi - Pensi davvero che non mi accorga di nulla?"
"Lo so, sei un ragazzo molto sensibile.. a volte ci è impossibile trattenere le nostre emozioni - disse Hope prendendo la mano di Remus fra le sue morbide e calde - Ma noi ti amiamo, sei la cosa migliore che ci potesse capitare e ciò che ti è successo è solo un'ingiustizia. Tu sei rimasto lo stesso bambino sensibile, generoso, forte e coraggioso anche dopo quella notte terribile. Sfido chiunque a passare quello che hai passato tu e ad essere la persona meravigliosa che sei."
In quel momento anche gli occhi di Hope si gonfiarono di lacrime; mamma e figlio si abbracciarono per un po', fino a quando non sentirono un rumore provenire dal piano inferiore. Lyall era tornato da lavoro: i suoi impegni al ministero riuscivano a distoglierlo dalla quotidianità del senso di colpa.
"Hope? Remus? Siete in casa?" disse a voce alta.
Hope guardò suo figlio e con un cenno lo invitò a scendere giù per il pranzo.
Remus scese di malavoglia, giusto per far contenta sua madre; Lyall salutò sua moglie con un bacio e poi abbracciò suo figlio. Da quanto era tornato da Hogwarts avevano parlato poco per via degli impegni di lavoro, ma Lyall era deciso a recuperare quel giorno. Una volta seduti attorno al tavolo circolare della sala da pranzo, padre e figlio iniziarono a discutere delle lezioni ad Hogwarts e delle materie preferite da Remus.
"Siete noiosi... perchè parlate di cose che io non capisco?!" disse scherzando Hope, facendo ridere suo marito e suo figlio.
"Di cosa vuoi parlare, mamma?"
"Per esempio.... hai una fidanzata?" chiese curiosa poggiando il mento sul palmo delle mani.
Remus arrossì, mentre Lyall ridacchiava e contemporaneamente ammoniva sua moglie per aver fatto una domanda così indiscreta.
"Insomma Hope, ti sembrano domande da fare?"
"Okay, cambio argomento... - disse la donna rassegnata - Come sta la tua amica Nelly?"
Remus si riprese dall'imbarazzo e raccontò ai suoi genitori che la sua amica stava meglio, che a volte si faceva prendere dalla malinconia quando ricordava sua nonna, ma che era una ragazza forte e tenace.
"Quindi Daniel Smith, tuo ex professore e vice capo Auror è il suo padrino?" chiese Lyall.
"Sì, lei non lo sapeva, è stata una sorpresa.."
"Povera piccina - disse Hope pensando a Nelly - Non capisco perchè a volte il Signore metta alla prova creature così innocenti.."
Hope era molto credente, Remus e Lyall erano abituati ormai alla sua fede, quasi rassegnati a dire il vero.
Parlarono ancora un po' del più e del meno comodamente seduti in salotto, ma quando iniziò a imbrunire, Lyall decise di toccare l'argomento più scomodo: la luna piena di quella sera.
"Remus, stasera ti accompagnerò nella casa nel bosco e ti verrò a riprendere non appena la Luna sarà tramontata, va bene?"
Remus si adombrò e si limitò ad annuire: era stato così bene con i suoi genitori... sembrava troppo bello per essere vero. E invece era stato riportato alla triste e crudele realtà. Hope gli afferrò una mano e contemporaneamente guardò suo marito rattristarsi alla vista di suo figlio; sapeva che non sarebbe stata solo una notte insonne, ma che il giorno dopo, il giorno di Natale, tanto aspettato da ogni ragazzino dell'età di Remus, sarebbe stato un incubo. Il giorno dopo la Luna piena Remus era solitamente debole, privo di forze, incapace di stare in piedi sulle proprie gambe, emaciato, pallido, il corpo pieno di nuove ferite e cicatrici. Ma la cosa peggiore, pensava Hope, non era la sofferenza fisica che il suo ragazzo doveva provare, ma quella psicologica... ancora si chiedeva come Remus riuscisse a sopportare questa situazione essendo così giovane. Anche per questo era orgogliosa di suo figlio, coraggioso, forte e altruista come pochi.
Lei e Lyall avrebbero passato una notte insonne a sperare che Remus durante la trasformazione non soffrisse troppo, a sperare che la Luna quella sera non sorgesse affatto o che quanto meno tramontasse prima del previsto.
E così accadde: quella notte, mentre per le strade si sentivano i cori di Natale, le risate delle altre famiglie che festeggiavano il Santo Natale, Lyall Lupin non fece nemmeno il tentativo di dormire. Rimase sveglio a leggere e a studiare carte sulla sua scrivania. Hope cercò di riposare un po' tanto era stanca, ma alla fine si mise a ricamare sulla sedia a dondolo di fronte alla finestra del salone, dalla quale si poteva osservare benissimo la Luna; quel satellite maledettamente bello che un tempo l'aveva fatta sognare: ora osservarlo le recava solo sofferenza.
Quando la Luna tramontò, Lyall si precipitò nel bosco a prendere suo figlio, sperando che le sue condizioni non fossero gravi come al solito. Ma le sue speranze furono vane, Remus era pieno di graffi e ferite, dolorante e tremendamente pallido. Quando Hope vide arrivare Lyall con Remus sulle spalle, ormai troppo alto e grande per essere portato in braccio, corse in suo aiuto. I due genitori adagiarono il ragazzo sul suo letto e Lyall iniziò a medicarlo sotto lo sguardo preoccupato e angosciato di Hope; ogni volta sembrava come se fosse la prima, un genitore non si abituerebbe mai alla sofferenza del proprio figlio. Remus fu costretto a bere una pozione fortificante e passò il resto della notte a lamentarsi per il dolore, sotto lo sguardo triste dei suoi genitori inermi.
Alla fine il piccolo di casa Lupin si addormentò tanto era sfinito da quella notte terribile.
"Andiamo a dormire Hope, starà bene.." disse Lyall poggiando le mani sulle spalle di sua moglie stanca.
"No, Lyall rimango qui con lui.. E' Natale" rispose la donna determinata a non separarsi da suo figlio, con gli occhi lucidi.
Così l'uomo decise di non lasciare sua moglie e si sedette sulla poltrona della stanza di Remus, mentre Hope si sdraiò accanto a suo figlio, ritagliandosi un po' di spazio.
Quando il ragazzo si svegliò, trovò il bellissimo viso di sua madre dormiente di fronte al suo; si girò senza fare rumore e vide suo padre dormire sulla poltrona. Erano rimasti con lui tutto quel tempo... E poi quel giorno era Natale, quasi se ne era scordato. Fuori dalla finestra tutto era diventato bianco a causa della neve che era caduta.
"Remus.. - disse sua madre con la voce rotta dal sonno - Come stai tesoro?"
"Meglio, mamma.." rispose cercando di mostrarsi sorridente a sua madre.
Hope accarezzò il viso di suo figlio: quella notte si era aggiunta una nuova cicatrice al viso di Remus, una ferita che per poco non gli aveva portato via un occhio e che attraversava trasversalmente il viso. Il ragazzo si accorse che qualcosa non andava dall'espressione dipinta sul viso dispiaciuto di sua madre, così si mise seduto sul letto per guardarsi nello specchio di fronte al suo letto. Un enorme segno rosso divideva in due parti il suo volto già sfregiato, partiva dalla sopracciglia sinistra, passava sul naso e terminava sulla guancia destra. Remus si passò una mano sul viso per toccarla, per essere certo che fosse vera e rassegnarsi ancora una volta, ma sentì le mani di sua madre bloccarlo.
"Sei bello comunque, tesoro mio... non ti dannare." disse Hope baciandolo sulla cicatrice ancora fresca.
"Mamma non dire sciocchezze.. guardami: sono orribile!"
In quel momento Lyall si svegliò: aveva fatto un sogno in cui Remus non era mai stato morso da Greyback. Ma la realtà era un'altra ed era atroce: sua moglie aveva una faccia mortificata e guardava suo figlio tristemente.
"Lyall non si può far nulla per questa cicatrice?" chiese la donna dispiaciuta, mentre Remus si copriva il viso con le mani.
L'uomo scosse il capo, addolorato.
"Ho un'idea!" disse Hope alzandosi pimpante dal letto.
Così andò nella sua stanza e prese il fondotinta che ormai non utilizzava più da una vita, tornò nella stanza di Remus, il quale era ancora con il viso coperto per la vergogna.
"Fammi vedere... per una volta facciamo alla babbana." disse Hope lanciando uno sguardo di sfida a suo marito.
E così iniziò ad applicare la crema colorata sulla cicatrice rossa e vistosa sul viso di suo figlio; fece molto velocemente e quando Remus si guardò allo specchio fu incredulo nel scoprire che da lontano la cicatrice era meno vistosa.
"Almeno non è rossa e si vede di meno.." disse Hope abbastanza soddisfatta del risultato.
"Come si chiama quella diavoleria babbana, mia cara?" chiese Lyall.
"Fondotinta."
"Non hai qualcosa per far sparire le mie rughe d'espressione?" disse l'uomo cercando di sdrammatizzare la situazione.
"Remus, dì qualcosa a tuo padre... ti prego." lo supplicò Hope.
Il ragazzo scoppiò a ridere e con lui i suoi genitori.
Lyall gli diede un'altra pozione ricostituente e dopo un po' fu in grado di mettersi in piedi per andare in salotto ad aprire i regali di Natale; a lui in realtà non aveva mai entusiasmato questa tradizione di scambiarsi i regali, sentendosi sempre così dannatamente inadeguato, ma lo faceva soprattutto per far felice sua madre, felice come una bambina di dare i suoi regali a suo figlio e suo marito. Dopo lo pranzarono e Hope costrinse Remus a ingozzarsi per rimettersi in forze, diceva. Poi si ricordò di non aver spedito i regali ai suoi amici e chiese a suo padre di farlo per lui, dato che ancora non si reggeva bene in piedi.
A fine giornata si ritrovò nel letto a pensare a quello strano Natale che aveva passato: da una parte poteva considerarlo il peggiore della sua vita, subire la trasformazione proprio durante la notte di Natale non era stato decisamente il massimo; ma d'altra parte era stato anche un Natale speciale, si era sentito davvero amato e coccolato dai suoi genitori come non era mai successo.
Remus sentiva un'enorma gratitudine e riconoscenza nei confronti dei suoi genitori.
 
 
Sul suo letto Sirius ascoltava il cd che le aveva regalato Nelly, per la prima volta gli aveva spedito qualcosa senza un biglietto di auguri o una lettera. Il Cd di musica rock che le aveva regalato era di un certo Eric Clapton e ormai lo ascoltava costantemente da quando lo aveva ricevuto, lo adorava. Lui aveva regalato un libro di poesie di Shakespeare a Nelly e aveva scritto solo una dedica sul primo foglio del libro, una frase patetica e priva di alcun sentimento "Spero ti piaccia, Sirius": non gli era venuto altro in mente. Mentre ascoltava la musica non poteva fare a meno di pensare a quello che era successo tra lui e Nelly: l'aveva baciata mentre stava ancora con Marlene. Era davvero un verme, chissà cosa pensava ora Nelly di lui.. Si era comportato da stupido nell'ultimo periodo, aveva perso la fiducia e la stima della sua migliore amica e aveva perso l'opportunità di avere con lei una relazione più complicata e forse più bella dell'amicizia. Perchè Sirius se lo sentiva che quel bacio Nelly lo aveva desiderato e ci aveva messo del sentimento, in cuor suo sperava dopo quello che era successo che il sentimento che provava per lei fosse ricambiato. Ma non poteva certo dimenticarsi di quegli occhioni verdi colmi di lacrime e risentimento,l'espressione di chi era stata ferita dalla sua cocciutaggine e dal suo maledetto orgoglio.
Sirius era determinato: voleva cambiare, chiarire le cose con Nelly e soprattutto con Marlene.
Voleva finalmente ammettere a sé stesso che per lui Nelly non era una semplice amica.

 
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Salve a tutti! Sto riuscendo a mantenere la parola data, eccomi qui con un altro capitolo!
Come promesso ho parlato della famiglia Lupin... Fatemi sapere cosa ne pensate: io ci ho messo davvero l'anima! 
Nel banner ci sono le foto dei genitori di Remus come li ho sempre immaginati, per me Lyall ha il volto di Ewan McGregor ed Hope quello della bellissima Naomi Watts.
Ora tutti saranno rimasti stupiti dal bacio, vero? ehehehe 
Okay, tutti calmi: la Nellirius inizia a prendere forma, ma ne devono ancora mangiare di pane tosto, come si dice in Puglia. (Sì sono pugliese :D) 
Beh bando alle ciance: io ringrazio come sempre chi recensisce e anche chi legge e tace! Ecco proprio a voi volevo parlare: se proprio non volete scrivere una recensione qui sotto, scrivetemi un messaggio privato per farmi sapete cosa ve ne pare di questo nuovo capitolo, ho davvero bisogno del vostro consenso! 
Nel Banner il tipo che bacia Nelly è Richard Madden.. ma è una cosa momentanea, non ho trovato una foto di un giovane Gary Oldman di profilo. 
Lo so che sono ancora troppo piccoli per avere quei volti, però a me piace creare quei collage, cercare di darvi un volto e di farvi immaginare la scena come vorrei. 
Richard Madden è una scelta provvisoria, però sono indecisa se farvi vedere nei collage d'ora in poi un giovane Gary Oldman o Ian Somerhalder. Vi spiego: per me Sirius adulto (post Azkaban) è sempre stato Gary Oldman, ma l'altro giorno ho visto la foto che vi allego sotto di Ian ed ho pensato, caspita lui è Sirius. 
Beh esprimete un vostro parere o una vostra preferenza, anche se è una cosa di poco conto: preferite nei miei adorabili e infantili collage Gary o Ian?
Gary perdonami se puoi. T.T
(Ben Barnes per quanto sia un gran pezzo de sorco per me non ha la faccia da Sirius, mi dispiace.)



     

Amy
 
 

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Capitolo 16
*** Ragione o Sentimento? ***


 
“Se solo potessi conoscere il suo cuore, tutto sarebbe più facile.” 
 




Le vacanze di Natale volarono e tutti gli studenti di Hogwarts si ritrovarono al binario 9 e 3/4 per ritornare a scuola. Quella mattina Daniel fu chiamato d'urgenza al Ministero e con suo grande dispiacere dovette accompagnare Nelly in anticipo alla stazione e lasciarla lì da sola per un po'.
"Mi dispiace tanto..." diceva Daniel ripetutamente, mentre Nelly metteva nella borsa le ultime cose.
"Daniel! Ti ho detto che non importa, davvero.. - disse rivolgendogli un sorriso sincero e rassicurante - Questo evento non lederà alla tua immagine di padrino perfetto!"
Il mago dapprima si sentì un po' preso in giro e lo dimostrò con un'espressione corrucciata, poi lui stesso dovette ammettere che la sua figlioccia aveva un ottimo senso dell'umorismo e si mise a ridere assieme a lei.
"Andiamo, se arrivo in ritardo Moody mi caccia a pedate dal Ministero.." disse Daniel ritornando serio.
"Moody? Chi è?" chiese Nelly curiosa.
"E' il capo Auror, un tipo tosto e non è nemmeno molto docile."
Nelly era sempre più curiosa di vedere il suo padrino all'azione, vederlo duellare valorosamente, sapendo però già in anticipo che ne sarebbe uscito vittorioso. L'idea di perdere anche lui la faceva tremare; in effetti fino a quel momento non ci aveva mai pensato, ma fare l'Auror era un lavoro pericoloso. Daniel notò un'ombra preoccupata sul viso di Nelly.
"Penelope Aura Hill, cosa ti prende?" disse prendendola per le spalle e guardandola fissamente negli occhi.
"Nulla..."
"Non sai mentire, proprio come tua madre." sussurrò Daniel quasi a sè stesso.
Si ritrovò stupito da sé stesso per aver menzionato Grace senza paura davanti a Nelly.
"Mi devi fare una promessa, Daniel."
Il mago guardò preoccupato la sua figlioccia capendo già dove sarebbe arrivata.
"Tutto quello che vuoi, Nelly."
"Promettimi di non lasciarmi sola anche tu..." 
Gli occhi di Nelly si erano riempiti di lacrime e sembravano ancora più grandi del solito. Daniel fu colpito dal particolare accento che Nelly mise sulla parola anche: l'avevano lasciata prima i suoi genitori, poi sua nonna, pilastri importanti della sua vita. Voleva dire che lui era diventato importante quanto Grace, Alan e la signora Hellen?! Evidentemente sì.
"Non lo farò, te lo prometto. Ce la metterò tutta per starti accanto sempre.. "
Nelly si buttò al collo di Daniel e gli baciò la guancia, riconoscente.
"Ti voglio bene Daniel, tanto bene. Grazie per tutto quello che fai per me."
"Anche io te ne voglio, piccola Nelly." disse Daniel.
 
Una volta alla stazione, Nelly si sedette sul marciapiede, poggiando la spalla sul muro esattamente di fronte all'ingresso magico per il binario 9 e 3/4. Aprì la borsa e si mise a leggere il libro di Sonetti di Shakespeare che le aveva regalato Sirius. Quando l'aveva ricevuto si era meravigliata che un purosangue come lui, che non conosceva l'esistenza della pizza e della CocaCola, sapesse l'esistenza di un poeta e scrittore babbano. Quel ragazzo non finiva mai di stupirla.
La dedica breve e fredda denotava un certo imbarazzo da parte del suo amico, dopo il bacio che c'era stato tra loro due sulla torre di Astronomia. Le sembrava che fosse passata quasi un'eternità da quel bacio, invece erano passate solo due misere settimane: era stato così irreale, così breve, così intenso.
Cosa voleva significare quel bacio? Quali erano le intenzioni di Sirius?
Nelly non sapeva rispondere a queste domande. Così preferì distrarsi e immergersi nella lettura dei sonetti, iniziò a sfogliare sommariamente le pagine fino a quando il libricino, che sembrava essere stato già letto, si aprì sul ventitresimo sonetto:
 
 Come un pessimo attore in scena
colto da paura dimentica il suo ruolo,
oppur come una furia stracarica di rabbia
strema il proprio cuore per impeto eccessivo,
anch'io, sentendomi insicuro, non trovo le parole
per la giusta apoteosi del ritual d'amore,
e nel colmo del mio amor mi par mancare
schiacciato sotto il peso della sua potenza.
Sian dunque i versi miei, unica eloquenza
e muti messaggeri della voce del mio cuore,
a supplicare amore e attender ricompensa
ben più di quella lingua che più e più parlò.
Ti prego, impara a leggere il silenzio del mio cuore
è intelletto sottil d'amore intendere con gli occhi.
 
 
Rilesse per bene le parole e pensò che il libro non si fosse aperto su quella pagina per puro caso.
Cosa voleva essere quello, Sirius?! Un messaggio subliminale? immaginò Nelly di dire al suo amico. Non gli bastava di certo un sonetto per giustificare le sue azioni; così la ragazza chiuse arrabbiata il libricino e lo ficcò nella borsa, per poi mettersi con le braccia incrociate sul petto, con sguardo minaccioso perso nel vuoto.
"Era un libro noioso?" chiese una persona alle sue spalle.
Nelly si voltò scocciata per vedere chi fosse il suo fastidioso interlocutore che stava interrompendo il suo flusso di pensieri, ma fu costretta a ricredersi: di fronte a sè c'era il bellissimo Drew, che sfoggiava un sorriso da togliere il fiato.
"Drew! Stavo per mandarti al diavolo, lo sai?!" disse Nelly ricambiando il sorriso.
Il ragazzo le tese una mano e l'aiutò ad alzarsi.
"Senza un motivo valido?"
Nelly fece finta di pensarci un po', per poi annuire con un sorrisino soddisfatto.
I due aspettarono il momento della partenza parlando del Quidditch e delle strategie da attuare durante la partita contro i Corvonero: Nelly voleva vincere, era una questione di vita o di morte.
"Certo che quella McKinnon non molla il tuo amico neanche per farlo respirare.." disse Drew indicando con un cenno del capo qualcosa, o meglio, qualcuno alle spalle di Nelly. La ragazza si voltò facendo svolazzare i suoi capelli biondi diventati troppo lunghi e si ritrovò a guardare uno spettacolo a cui avrebbe volentieri rinunciato: Marlene, attaccata a Sirius le sussurrava nell'orecchio paroline sdolcinate, mentre il ragazzo accortosi di essere osservato da niente di meno che Nelly, cercava di divincolarsi da quella presa invadente. Nelly e Sirius rimasero per un po' a guardarsi uno negli occhi dell'altra, finchè la Grifondoro non fu distratta dall'arrivo di James Potter.
"Ecco la cercatrice migliore del mondo, non che la mia migliore amica!" disse il quattrocchi sollevando Nelly da terra, come al solito.
Drew si sentì un po' sopraffare dalla gelosia provocata dalla complicità che c'era tra Nelly e il cacciatore, ma riuscì a scacciarla via quando pensò che i due erano soltanto buoni amici; si doveva preoccupare piuttosto dell'intenso scambio di sguardi che la sua cercatrice aveva avuto con quell'arrogante di Black.
Sirius, invece, si sentiva davvero in imbarazzo, era infastidito dal comportamento di Marlene e se il suo buon senso gli aveva consigliato di aspettare qualche giorno prima di scaricare la Corvonero, la sua impulsività invece lo intimò a farlo il prima possibile: le avrebbe parlato dopo il banchetto, era deciso.
Quando riuscì a svincolarsi da lei, raggiunse i suoi amici nello scompartimento e notò con stupore che mancava il mai - in - ritardo Remus. Fu difficile scegliere dove sedersi: scegliere di avere anche un minimo contatto fisico con Nelly sedendosi accanto a lei o piuttosto essere vittima del suo sguardo risentito che l'avrebbe sicuramente intrappolato sedendosi di fronte?! Decise infine di prendere posto di fronte alla ragazza, la quale non alzò minimamente lo sguardo tanto era concentrata nel ricopiare la planimetria dei sotterranei del castello di Hogwarts. A gambe incrociate sul sedile del treno, mentre si mordeva il labbro e sbuffava per cacciare i lunghi capelli biondi dalla sua visuale, Nelly cercava di dare il suo contributo alla Mappa del Malandrino, sebbene non fosse la più brava a disegnare della combriccola; Sirius rimase un po' incantato a guardarla impegnarsi, mentre lei si sforzava di tenere gli occhi incollati sulla pergamena per non posare il suo sguardo assassino su di lui. Proprio quando il ragazzo era sicuro che Nelly stesse per cedere, Remus entrò nello scompartimento con il fiatone ed una nuova cicatrice sul volto che lasciò tutti sorpresi.
"Ehi Remus, ma quella c.. AHI!" iniziò a dire James e avrebbe continuato se non fosse stato per il pizzico doloroso di Nelly e il calcio negli stinchi di Sirius.
I due ragazzi guardarono minacciosamente il giovane Potter, il quale la maggior parte delle volte mancava di tatto. L'unico rimasto in silenzio e fermo era stato Peter che si limitò ad alzare una manina cicciottella per salutare Remus.
Per Peter fu quasi un sollievo vedere il suo amico con una nuova cicatrice: almeno così non sarebbe più stato l'unico poco considerato per la sua avvenenza nel gruppo dei Malandrini. Se James aveva il fascino del giocatore di Quidditch, Sirius non poteva competere con nessuno, nemmeno con quelli più grandi di lui. Il giovane Black aveva un fascino innato, un'eleganza che sembrava essergli stata cucita addosso: era impossibile che non venisse notato. Non solo era bello esteticamente, con il suo fisico slanciato, i suoi lineamenti fini e perfetti, i suoi occhi di ghiaccio; ma era anche affascinante, con quell'aria da ribelle che gli conferivano i suoi capelli spettinati e riccioluti, quel suo sguardo arrogante e sicuro di sè stesso. Come se non bastasse, Sirius era anche un ragazzo brillante, dotato di un ottimo senso dell'umorismo e intelligente.
Era facile per uno come Peter sparire dietro l'ombra del famoso Sirius Black; e non c'era da stupirsi che una ragazza come Nelly si fosse presa una cotta per Sirius e non per lui. Non che ci avesse mai sperato, d'altronde. Peter sapeva di non essere un adone e tanto meno un genio; non sapeva in realtà come si trovava in uno dei gruppetti più popolari di Hogwarts, ma non era di certo per il suo fascino o per le sue capacità di mago. L'unica cosa che sapeva fare era starsene zitto e vivere sotto l'ala protettrice e privilegiata dei suoi amici, sostenerli e ridere delle loro malefatte e degli scherzi che facevano a Piton, senza curarsi minimamente del fatto che poteva esserci lui al posto del Serpeverde. Poteva solo rimanere a guardare Nelly, l'unica ragazza che gli fosse mai piaciuta, innamorarsi di Sirius ed essere ricambiata; perchè lui non era un genio, ma certe cose le capiva. Si vedeva lontano un miglio che Nelly aveva un debole per Sirius dall'inizio del primo anno e che Sirius, dietro quel suo orgoglio corazzato, aveva un occhio di riguardo per la bionda Grifondoro. Ed era inutile cercare di reprimere quell'invidia che sentiva crescere dentro di sé quando vedeva crescere l'amore fraterno fra Nelly e James o quando osservava la complicità tra lei e Remus; ancor peggio quando captava quell'alchimia che c'era tra il perfetto Sirius e la sua amata Penelope.
Per questo non fu troppo dispiaciuto quando vide sul viso di Remus una nuova importante cicatrice; gli sembrò quasi che il suo amico fosse suo pari, uguale a lui nell'ombra dell'esuberante fascino di Sirius e James.
 
Nessuno più durante il viaggio osò far notare a Remus l'evidenza della nuova cicatrice ed erano seriamente intenzionati a schiantare chiunque gliel'avesse fatto notare. Remus d'altro canto non era uno stupido e capì che i suoi amici facevano di tutto per guardarlo negli occhi senza soffermarsi sul segno indelebile del suo volto. E si sentiva in colpa per averli messi in una situazione così imbarazzante! Si era rifiutato di mettere il fondotinta di sua madre, perchè tanto non sarebbe servito a nulla: fra un mese si sarebbe aggiunto un altra ferita, un altro brutto ricordo da portare con sè per tutta la vita.
"Remus, ci sei?" chiese Nelly.
"Sì, dicevamo?"
Mentre Nelly spiegava a Remus le sue perplessità circa la planimetria del primo piano del castello, Sirius si sentiva ribollire di rabbia: la sua amica lo stava deliberatamente ignorando in ogni modo possibile.
"Sir?!" lo richiamò James mentre si aggiustava gli occhialetti, spingendoli indietro per vedere meglio.
"Jamie?" rispose Sirius cercando di sembrare disinvolto.
"Io e te dobbiamo parlare." disse Potter minacciosamente.
L'erede dei Black deglutì un po' angosciato; cosa voleva dirgli James?! Sperava davvero in cuor suo che James non avesse scoperto nulla, ma sapeva che nell'ultimo periodo non era riuscito a celare i suoi sentimenti nel migliore dei modi e probabilmente il suo migliore amico si era accorto del modo in cui guardava Nelly parlare e ridere con Remus.
Sirius rispose allo sguardo autoritario di James annuendo sommessamente e poi riprese a parlare di scherzi con Peter che era seduto al suo fianco. Più di una volta Marlene passò davanti al loro scompartimento, controllando con fare circospetto che Nelly non stesse parlando con il suo ragazzo. James notò anche questo e non potè fare a meno di ridere quando la ragazza passò per l'ennesima volta e Sirius sbuffò, attirando l'attenzione di tutti i Malandrini.
"Amico, sei proprio in trappola.." disse James portandosi le mani dietro la nuca per stiracchiarsi.
"Lascia stare.." borbottò Sirius, quasi nascondendosi nella sua sciarpa rosso-oro.
"Non mi dire che hai intenzione di mollarla, finalmente?!" chiese l'occhialuto ragazzo.
"Sarebbe anche ora, amico. - aggiunse Remus - Si vede che non sei preso da lei."
In tutto ciò Nelly, non riuscì a contenere il suo nervosismo e passò lo sguardo prima su James, poi su Remus ed infine su Sirius, vanificando tutti gli sforzi che aveva fatto per ignorarlo durante tutto il viaggio. Il ragazzo ricambiò quello sguardo e lo trattenne solo per qualche secondo, per non dare troppo nell'occhio.
"Hai ragione, Lunastorta... - disse Sirius riacquistando la sua sicurezza e fronteggiando lo sguardo serio della ragazza - Come sempre d'altronde."
Nelly riprese a disegnare nervosamente sulla pergamena, in qualche modo doveva distrarsi.
"Infatti, amico! - intervenne James - Hai schiere di ragazze ai tuoi piedi, perchè  uscire solo con una?"
La punta della matita di Nelly si ruppe a causa dell'eccessiva forza che ci aveva messo; Remus sfilò una matita dalla tasca della sua giacca e gliela porse. Nelly non capiva nemmeno il motivo di tutto quel nervosismo che la stava smascherando davanti a tutti: era semplicemente l'effetto che le faceva Sirius ultimamente. La metteva in soggezione, in imbarazzo, si sentiva una stupida. E la conferma arrivò subito dopo quando Sirius parlò.
"Esattamente,  io voglio essere libero!"
La vocina interiore di Sirius lo appellò "cretino!", perchè dopo quell'affermazione era certo che Nelly non avrebbe preso più sul serio quel bacio che si erano scambiati; la sua amica avrebbe pensato che Sirius andasse in giro a baciare chiunque, quando in realtà non era così. Per lui quel bacio non era privo di importanza.. Perchè era così idiota e impulsivo?! Quanto avrebbe voluto tornare indietro per dire al suo amico James che si sbagliava, che voleva bene ad una persona in particolare e le altre potevano andare al diavolo per quanto gli riguardava.
Ma ormai il danno era fatto.
"Dovete scusarmi - disse Nelly alzandosi - Per quanto sia vostra amica, non sono ancora pronta a sentirvi parlare delle vostre idee maschiliste di libertà."
E così dicendo, buttò sul sedile la pergamena e uscì dallo scompartimento sbuffando. Aveva decisamente bisogno di prendere un po' d'aria; era stato davvero sciocco da parte sua illudersi che per Sirius quel bacio significasse qualcosa. Invece era solo uno dei tanti baci che aveva dato ad una delle sue tante fan. E la cosa che la faceva più imbestialire era il fatto che lei si era lasciata baciare, glielo aveva permesso, dandogli così l'occasione di capire i sentimenti che lei provava per lui. Si era mostrata ancora una volta vulnerabile e tremendamente stupida. Lei era solo un'amica per Sirius, un'amica con cui parlare di Quidditch, di musica e addirittura di ragazze. Possibile che non la vedesse come le altre?! Nelly era consapevole di essere dotata di poca femminilità e iniziava seriamente a pensare che probabilmente il suo modo di comportarsi e di vestirsi  avesse compromesso per sempre la sua vita sentimentale.. Possibile che i ragazzi la ignorassero e la trattassero come amica solo perchè non vestiva mai di rosa, preferiva i pantaloni alle gonne ed era perennemente in compagnia di ragazzi?
Lei non aveva assolutamente voglia di cambiare per piacere agli altri. Cercò di consolarsi in qualche modo e ricordò il modo in cui l'aveva guardata Drew più volte: l'aveva fatta sentire apprezzata per quella che era. Quando si decise a tornare nello scompartimento aveva già passato più di mezz'ora nel corridoio del treno; camminava a testa bassa pensando a cosa avrebbe detto ai suoi amici quando le avrebbero chiesto spiegazioni, ma fu riportata alla realtà quando si scontrò con qualcuno. Alzò lo sguardo e si ritrovò di fronte a due occhi gelidi come quelli di Sirius: era Regulus Black, così somigliante al fratello maggiore, a eccezione dei capelli corvini più ordinati e di qualcosa che in generale lo rendeva diverso da Sirius, qualcosa che Nelly non riusciva a spiegare.
"Fatti da parte, sanguesporco!" disse Regulus digrignando i denti.
Il più piccolo dei Black non aveva mai visto di buon occhio quella Penelope Hill, costantemente in giro con suo fratello e la combriccola dei suoi amici patetici.
Nelly sentì tutto il disprezzo che Regulus provava per lei e non potè fare a meno di tenere la bocca chiusa.
"Tu e tuo fratello vi somigliate così tanto.. ma solo fisicamente. Lui è sicuramente più gentile ed educato di te!" disse con lo sguardo pieno d'orgoglio e di risentimento.
Dietro Regulus spuntarono i suoi amichetti più grossi e stupidi, che gli serpeggiavano sempre affianco come due cani da guardia.
"Non ho motivo per essere educato e gentile con la feccia."
Il più piccolo dei fratelli Black ora era minacciosamente vicino a Nelly, la quale si sentì quasi perforata da quello sguardo gelido e freddo, tagliente.
"Regulus!" una voce eccheggiò alle loro spalle.
Nelly chiuse un attimo gli occhi e in quel frangente si ritrovò Sirius davanti, mentre la proteggeva dal fratello minore e lo prendeva per il colletto della camicia, ringhiando.
"Stalle lontano, fratello." disse Sirius minaccioso.
Regulus si divincolò dalla presa del fratello e sorriso guardando con pena Sirius.
"Come ti sei ridotto, Sirius... Tutto questo per una sanguesporco?!" chiese retoricamente mentre con disinvoltura dava le spalle al fratello maggiore, seguito dai suoi amici.
Sirius ebbe lo slancio di inseguirlo per prenderlo a pugni, ma Nelly lo bloccò, parandosi di fronte a lui.
"No, Sirius. Davvero, non ne vale la pena.." lo supplicò la ragazza con una voce insolitamente dolce.
Il ragazzo cambiò espressione, da furibondo divenne stupito di sentire quelle parole, con quella voce, quell'intonazione che non sentiva da tempo. I due si guardarono a lungo negli occhi, finchè la signora col carrello dei dolci li interruppe.
Sirius la maledisse mentalmente, perchè pensò che quello sarebbe stato un buon momento, per parlarle, spiegarle le ragioni di quel bacio. Ma niente da fare. "Grazie signora" disse nella sua testa.
 
Durante la cena Sirius mangiò poco e niente, stranamente. Tutti si stupirono, infatti lui era il Malandrino più vorace e vederlo a malapena sfiorare il cibo fu un evento a cui pensavano non avrebbero mai assistito. La realtà era che Sirius aveva molti pensieri per la testa: aveva detto a Marlene in treno che dopo cena le avrebbe parlato e si sa, la frase "ti devo parlare" non promette mai nulla di buono. Per questo la McKinnon lo stava fissando minacciosamente e costantemente da quando tutti gli studenti si erano seduti ai tavoli delle loro case per la cena. Sirius non sapeva come spiegare a Marlene che... non la voleva più e che non l'aveva mai voluta. Non era un maestro di diplomazia e tanto meno dire le cose con tatto e sensibilità non rientrava tra le sue abilità. In più aveva promesso a sé stesso che avrebbe parlato a Nelly subito dopo aver chiarito la situazione con Marlene. Doveva dirle ciò che provava e che per lui, lei era l'unica. L'unica amica, l'unica ragazza che davvero gli piacesse. Non sopportava più quella freddezza che c'era tra loro due, quell'indifferenza che lei cercava di ostentare ogni qual volta si trovavano vicini e che irrimediabilmente terminava con un intenso scambio di sguardi. Gli occhi, loro sì che sapevano parlare e dire le cose giuste.
 
Non appena il banchetto finì, Marlene raggiunse Sirius, che ancora stava parlando con James. La Corvonero incrociò le braccia sul petto e richiamò l'attenzione di Sirius.
"Allora, di cosa devi parlarmi?!" disse con fare dispettoso.
Nelly alzò immediatamente lo sguardo e Marlene la guardò velenosa.
"Non qui." rispose Sirius, trascinando Marlene fuori dalla sala grande.
"Ahi ahi ahi ahi. - esclamò James mentre si alzava - Cosa darei per sapere cosa dirà Sirius a Marlene per mollarla."
"James, fatti gli affari tuoi." consigliò Remus.
Nelly rimase in silenzio ma nella sua testa c'era un rumore terribile causato dal vorticare costante dei suoi pensieri che non riusciva nemmeno a mettere in ordine.
Una volta in sala comune, al posto di andare a dormire come fecero tutti gli altri, rimase sul divano rosso, vicino al caminetto, a leggere un libro che le aveva consigliato Daniel. Ultimamente non faceva altro che aprire un libro e abbandonarlo per un altro, ma questa volta si era promessa di finire I Miserabili di Victor Hugo prima di inziarne uno nuovo. Si immerse nella lettura, ma il suo pensiero andava a Sirius che ancora non era tornato e che probabilmente stava ancora parlando con Marlene. Una parte della sua mente, quella più ostinatamente romantica e sognatrice, sperava che sarebbe tornato in Sala Comune per professarle amore eterno; quella più razionale, invece, sapeva che non sarebbe cambiato assolutamente nulla: lei avrebbe continuato a tacere e a sotterrare i suoi sentimenti per non rovinare un'amicizia, mentre lui avrebbe continuato a volare di fiore in fiore e a trattarla da amica. Sentiva sulle sue spalle due folletti: quello ottimista che le diceva di non perdere mai le spereanze e quello pessimista che le  consigliava di rimanere con i piedi ben saldati al terreno.
La ragazza sbuffò  e cercò di immergersi nella storia: peccato che era arrivata proprio al punto in cui la povera Eponine assiste allo scambio di parole d'amore tra Marius e Cosette.
"Dannazione!" esclamò nella Sala Comune vuota, scaraventando il libro sul pavimento.
"In questo periodo non trovi un libro che ti piaccia, a quanto pare.." disse Drew appena entrato nella sala circolare, perfetto nella sua divisa con la spilla a forma di P appuntata con precisione sul petto.
Nelly si sforzò di sorridere, mentre Drew si toglieva il mantello, lo adagiava sulla poltrona e si sedeva affianco a lei.
"Tutto bene?" le chiese, puntando i suoi occhi scuri e caldi in quelli di Nelly verdi e cristallini.
"Tutto alla grande.." rispose la ragazza, raccogliendo il libro.
"C'era del sarcasmo in questa risposta?"
"Tu che dici?!"
Drew sorrise e il cuore di Nelly si sciolse un po': era strano l'effetto che le faceva quel ragazzo. Nelly era affezionata a Drew, gli voleva bene, le piaceva, era un ragazzo bellissimo; ma quando incontrava il suo sguardo o sfiorava la sua pelle per sbaglio non provava le stesse emozioni che provava quando succedeva con Sirius, non sentiva le farfalle nello stomaco. Drew aveva la capacità di farla sentire speciale nei momenti in cui si sentiva un fallimento completo e Nelly si stupiva ancora che un ragazzo bello e famoso come lui perdesse ancora del tempo con lei, inutile ed insignificante ragazzina del terzo anno. Eppure ora lui era seduto vicino a lei, la osservava e la faceva sentire speciale. Le vennero in mente i commenti che facevano le altre ragazze di Grifondoro su Drew: si lamentavano del fatto che non desse alcuna possibilità a nessuna di loro e dicevano che avrebbero pagato oro per vederlo sorridere e per uscire con lui almeno una volta. A Nelly sembrarono strane quelle parole, perchè il Drew che conosceva lei era sempre sorridente, disponibile, per niente "montato" - come lo chiamavano le ragazze. Doveva ritenersi una privilegiata?
"Sai, l'altro giorno mi è capitato di passare del tempo con le ragazze.. - iniziò a dire Nelly mentre Drew sgranava gli occhi stupito - Strano no?!"
Il ragazzo emise una risata calda e contagiosa.
"E...? Cosa hai scoperto?"
"Ho scoperto che hai molte fan, ma che tu non dai una possibilità a nessuna... Perchè?" chiese Nelly curiosa.
"Semplice: non mi piacciono. Perchè le dovrei illudere?"
Il suo ragionamento non faceva una piega, ma non si spiegava ancora come a Drew non potesse piacere Jaqueline Woodstock del sesto anno, per esempio, bella, alta, con degli splendidi occhi blu e i capelli neri e lucidi, e invece perdesse tempo con lei, scialba e insignificante.
Drew sapeva che Nelly stava cercando di capirlo, poteva sentire il ticchettio degli ingranaggi del suo cervello.
"Però potresti .."
La ragazza iniziò a parlare, ma qualcuno entrò come una furia in Sala Comune: Sirius. Aveva l'aria di chi aveva discusso molto e aveva perso la pazienza, era furioso; e come se non bastasse, il suo sguardo cadde sul braccio di Drew che avvolgeva la spalla di Nelly, ranicchiata accanto al ragazzo, con gli occhi sgranati, come se fosse stata colta in flagrante mentre faceva qualcosa di sbagliato.
Sirius passò lo sguardo su entrambi velocemente, quasi a volerli esaminare, per poi accorgersi che era stato tremendamente indiscreto.
"Buonanotte." disse glaciale lasciandoli da soli, a suo malgrado.
Il suo desiderio di sapere a tutti costi però lo portò ad origliare un'altra volta la conversazione di quei due.
"Dicevi?" disse Drew.
"Sì, dicevo che ... - continuò Nelly cercando di riprendersi - Potresti almeno dare una possibilità alle tue fan. Non mi sembri tipo che crede nel colpo di fulmine.."
"Stai parlando proprio tu.." rispose Drew ridendo amaramente.
"Che vuoi dire scusa?"
"Non mi sembra che tu mi abbia dato una possibilità." affermò Drew lasciando senza parole la cercatrice.
Sirius, seduto sulle scale nel frattempo, si sentì quasi mancare. Come se fosse stato colpito da un Pietrificus Totalus.. A quanto pareva Drew si era dichiarato a Nelly e lei l'aveva rifiutato; che stupido era stato a perdere del tempo con Marlene!
Gongolava di gioia, ma la sua felicità sarebbe durata poco.
"Potrei ripensarci.." disse Nelly senza badare a quello che stava dicendo.
Il suo lato impulsivo aveva preso il sopravvento: non le importava più delle conseguenze, di ciò che era giusto e di ciò che era sbagliato. Voleva vivere. Se non faceva follie alla sua età, quando le avrebbe fatte?!
"Davvero?" chiese Drew speranzoso, mentre Sirius avrebbe tanto voluto prendere a testate il muro.
"Sì." disse con fermezza la ragazza.
"Non hai nessun'altro per la testa, il tuo cuore è libero, ora?" chiese con insistenza il capitano.
Nelly sapeva che il suo cuore non era per niente libero e che nella sua testa eccheggiava solo l'immagine del bacio con Sirius, ma gli rispose annuendo la testa. La Nelly razionale la rimproverava, ma cercò di cacciarla via.
Sirius non sentì alcuna risposta e per un istante pensò di palesarsi in Sala Comune, di intromettersi nella loro conversazione e di dire a Nelly che l'amava e che voleva solo lei.
"Quindi mi concederai un appuntamento ad Hogsmeade questo sabato?" chiese Drew scoppiettante di gioia.
Sirius poteva sentire anche dietro un muro la contentezza che provava il perfetto King e sentiva crescere sempre di più la gelosia dentro di sé.
"Va bene, sabato ad Hogsmeade, io e te."
I due giocatori di Quidditch si sorrisero e Nelly pensò di aver fatto la cosa giusta.
 
Sirius salì le scale ed entrò nel suo dormitorio, dove i suoi amici lo aspettavano in trepidante attesa.
Si buttò sul letto a peso morto e iniziò a dare pugni sul materasso del letto.
"Amico, io e te dobbiamo parlare." disse James sedendosi ai piedi del suo letto.
Sirius prese il cuscino e se lo mise sulla faccia.
"Non ora, Jamie. Non è un buon momento."
"Invece parliamo ora." disse James con tono imperatorio, strappando il cuscino dalla faccia di Sirius.
Anche Remus e Peter si erano avvicinati al letto di Sirius.
"Hai lasciato Marlene?" chiese Lunastorta.
"Sì, l'ho lasciata. E' stato più difficile del previsto, ma me ne sono liberato." disse Sirius sentendosi anche un po' cattivo.
Marlene lo aveva supplicato, si era messa in ginocchio, aveva pianto, ma lui era stato irremovibile.
"Finalmente!" esclamarono Remus e Peter in coro.
"Ora potrai dichiarare il tuo amore a Nelly.." disse James con un sorriso sornione dipinto sul volto.
Sirius si mise seduto e squadrò il suo migliore amico, stupito.
"Guarda che non sono un cretino: pensi che non me ne sia accorto di come guardavi Nelly nell'ultimo periodo?!" esclamò Potter lanciando con violenza il cuscino in faccia a Sirius.
Remus rise di gusto, mentre Peter era immobile a fissare il vuoto.
"Lo avevamo capito tutti, tranne te a quanto pare, Sirius." aggiunse Lupin.
"Anche voi?" chiese Sirius indicando Peter e Remus.
"Ora sei pregato di raccontarci i retroscena." ordinò James con le braccia incrociate sul petto.
Così Sirius raccontò ai Malandrini di quando aveva sentito Nelly e Drew mettersi d'accordo per un appuntamento e di come le sue speranze si erano infrante e che per consolarsi aveva deciso di fidanzarsi con Marlene, in un vano tentativo di far ingelosire Nelly. Raccontò del bacio che si erano scambiati prima di Natale e della sua strana reazione, e infine di ciò che aveva sentito dire qualche minuto prima.
"VI SIETE BACIATI?" chiesero i tre Malandrini in coro.
"Sì, sono stata io a baciarla... - ammise Sirius - Ho lasciato Marlene perchè volevo dire a Nelly tutto, ma è troppo tardi ora."
"Fattelo dire, Sirius: sei un perfetto idiota." disse Remus quasi arrabbiato.
Lui sapeva tutto e il fatto che Sirius avesse preferito comportarsi da orgoglioso qual era lo faceva imbestialire.
"Nelly ti voleva e ti vuole ancora, ne sono convinto!" esclamò Lunastorta.
"Fidati amico, non ne saresti così convinto se avessi visto quei due parlottare intimamente in Sala Comune. Sabato usciranno insieme.."
"Tu devi parlarle.." lo intimò James.
"Non se ne parla, che figura farei?! Voi non avete visto il suo sguardo disgustato dopo il bacio..."
"Metti da parte quel dannato orgoglio e parlale, ORA!" gli ordinò Remus.
Gli altri lo guardarono stupiti, perchè raramente Remus diventava così severo nei loro confronti.
"E' inutile ormai. Le cose dovevano andare così evidentemente.."
"Allora meglio così per lei - disse Remus - Vuol dire che non ci tieni a lei così tanto come dici."
Sirius non riuscì a replicare a quell'affermazione ingiusta e priva di senso per lui. Sembrava quasi una provocazione.
"Promettetemi di tacere, Nelly non deve sapere nulla o si rovinerà anche la nostra amicizia." disse Sirius implorante.
James, Peter e Remus si guardarono e alla fine annuirono in accordo.
Quella notte Sirius fu tormentato dagli incubi, sogni in cui Nelly era felice e convolava a nozze con Drew e invece lui rimaneva da solo, con il cuore infranto e con il suo orgoglio a rovinargli la vita. Si sentiva terribilmente patetico a fare sogni del genere.
 
Quel sabato Nelly uscì davvero con Drew, passò una giornata meravigliosa assieme a lui  e non si pentì minimamente di avergli dato una possibilità. Si sentiva stranamente soddisfatta della decisione che aveva preso, alla luce del comportamento immaturo di Sirius che, dal giorno dopo della rottura con Marlene, aveva iniziato a fare il piacione con tutte le ragazze di Hogwarts. Durante il sabato mattina uscì con ben quattro ragazze diverse e, in un tempo relativamente breve, divenne il latin lover della scuola, quello che faceva cadere tutte ai suoi piedi con un occhiolino. Era il suo modo per distrarsi, per non pensare costantemente a Nelly e a ciò che aveva perso per il suo stupido orgoglio.
Nelly e Drew invece continuarono a frequentarsi più assiduamente e passare il tempo insieme, senza però trascurare i suoi amici Malandrini. Infatti i loro piani andavano avanti a gonfie vele, seppur con qualche difficoltà. Nelly e Sirius avevano ripreso a parlarsi per il bene dei Malandrini, ma continuavano sempre a lanciarsi frecciatine e sguardi eloquenti; quando James chiedeva a Nelly come andassero le cose con Drew, lei diventava rossa e sviava l'argomento. Non voleva assolutamente parlare di quell'argomento davanti a Sirius.
 
Durante la partita di Quidditch tanto attesa da tutta la scuola per lo scontro Hill-McKinnon, i Grifondoro erano in netto vantaggio, grazie alle parate di King e ai punti segnati da Potter. Nelly però non riusciva a vedere il boccino, sembrava essersi dissolto. Marlene era nervosa e inviperita come non lo era mai stata: era convinta che Sirius l'aveva lasciata per Nelly e non riusciva a toglierselo dalla testa, anche se il suo ex ragazzo ormai frequentava una ragazza diversa al giorno. Era decisa a fargliela pagare in un modo o nell'altro: quale occasione migliore di una partita di Quidditch?!
Così quando entrambe videro il boccino librarsi nel cielo nuvoloso, le due cercatrici si lanciarono nell'inseguimento; Nelly era nettamente in vantaggio e afferrò il boccino, frenando con la scopa. Marlene fece finta di non accorgersene e la travolse con la sua scopa, colpendola alle tempie.
"Hill ha preso il boccino d'oro, Grifondoro vince!" disse il telecronista.
Ma tutti si accorsero che qualcosa non andava, Nelly si era accasciata sulla scopa e rischiava di cadere. Drew si precipitò verso di lei e la portò giù, evintando di farla cadere.
 
In infermeria c'era quasi tutta la squadra di Grifondoro, più i Malandrini, ad eccezione di Drew che chiedeva disperatamente a Madama Bumb di togliere dei punti alla McKinnon per il comportamento scorretto nei confronti di Nelly.
Arrivato l'orario di cena, Madama Chips cacciò tutti e diede il permesso di rimanere a solo uno dei Malandrini. James, Remus e Peter, insistettero con Sirius affinchè rimanesse con la sua amica e lui fu più che felice di rimanere al suo fianco. La ragazza aveva perso i sensi per la botta sulle tempie, si era svegliata nel pomeriggio con un terribile mal di testa e dopo aver bevuto una schifosissima pozione della curatrice si era rimessa a dormire. Sirius le teneva la mano e la guardava dormire come un angioletto, quando all'improvviso entrò qualcuno nella sala e protestò per poter rimanere.
"Signor King, c'è già il signor Black con la signorina Hill..!" esclamò sottovoce la curatrice.
Drew vide la scena e la rabbia che aveva accumulato in quel pomeriggio per l'incidente divenne incontenibile.
"Tu che ci fai qui?!" disse il capitano ferocemente.
"Sono suo amico.." rispose Sirius fronteggiando King, il quale posò lo sguardo sulle mani del ragazzo che stringevano quelle di Nelly.
"Beh, si da al caso che io sia il suo ragazzo - disse aspramente Drew - Ora sto io con lei, puoi andare."
Sirius con la solita arroganza che lo contraddistingueva, si alzò dal letto, baciò la fronte di Nelly sotto lo sguardo furioso e geloso di Drew e andò via dandogli una spallata, in segno di sfida.
Non si sarebbe arreso così facilmente.
 
________________________
 
Salve a tutti, gente bellissima! Allora ho scritto questo capitolo in mezza giornata, oggi, perchè durante tutta la settimana non ho avuto molta ispirazione. Ho finito di leggere i Miserabili, ho visto anche il film con Amanda Seyfried e Hugh Jackman (consiglio vivamente di vederlo) e ho iniziato a leggere Ragione e Sentimento per l'ennesima volta. E come potete vedere, mi è servito perchè ho scritto un capitolo abbastanza lungo in mezza giornata. Se mi si stacca il braccio operato è colpa vostra, eh! Tutto questo per voi e per mantenere la mia promessa ad ogni costo, quindi per favore fatemi sapere in una recensione cosa ne pensate di questo capitolo e della storia in generale, è davvero importante per me, non ho lo stimolo e potrei non continuare a scrivere la storia senza il vostro entusiasmo o le vostre critiche.
Ringrazio ovviamente come al solito chi ha recensito, siete i miei tesori! 
Passando al capitolo ho inserito un po' di tutto, come avrete letto. Vi è piaciuta quella parte introspettiva su Peter? Che ne pensate del triangolo? Sì triangolo perchè ormai Marlene CIAOOONE!
Visto che non mi avete risposto al precedente capitolo nel banner, per dare un volto al giovane Sirius ho messo un giovane Ian Somerhalder.. Spero vi piaccia. In seguito deciderò chi scegliere tra Gary e Ian come prestavolto definitivo.

Beh, fatemi sapere eh!

Grazie a tutti anche a voi che non leggete, SCRIVETE DANNAZIONE. :))))

Baci 

Amy

PS: questa storia è ispirata ad una storia di triangoli realmente accaduta e vissuta dalla scrittrice stessa.

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Capitolo 17
*** Quello che voglio ***


"Rinuncia al tuo potere di attrarmi ed io rinuncerò alla mia volontà di seguirti."

-W. Shakespeare. 




 

La primavera arrivò in fretta con l'erbetta verde e profumata nel cortile della scuola, con le belle giornate, il sole caldo e quella brezza piacevole e rigenerante. Tutto si risvegliava dal profondo inverno, persino il Lago Nero, che sembrava perennemente immobile, in quel periodo sembrò più vivo.
E si sa che la primavera oltre a risvegliare la natura e gli animali in letargo, risveglia anche i sentimenti.
Se fino a Marzo Sirius era riuscito a sopportare Drew e Nelly che passeggiavano mano nella mano per i corridoi della scuola, ora a stento riusciva trattenersi dall'insultare il perfetto King. In quei mesi di freddo anche i suoi sentimenti si erano momentaneamente cristallizati, congelati, in attesa di sciogliersi per la bella stagione. Il il suo orgoglio gli aveva permesso di congelare ancora una volta i suoi sentimenti; piuttosto che pensare alla situazione orribile in cui si era cacciato, preferiva fare il cascamorto con le ragazze della scuola, farle cadere ai suoi piedi, usarle come voleva e poi metterle nella sua collezione di bambole per poi dimenticarle. La definizione di Don Giovanni era quella che gli si addiceva di più: molte erano state le ragazze sedotte e abbandonate dal giovane Black e che ancora si struggevano per amore per lui. James era diventato il suo "assistente", tenendo il conto di tutte le conquiste del suo migliore amico. Quando Remus un giorno gli parlò dell'opera del Don Giovanni di Mozart e di Leporello, amico del protagonista donnaiolo, che su un taccuino annotava i nomi di tutte le donne conquistate dal Don Giovanni, James pensò che non sarebbe stata una cattiva idea prendere questo genere di annotazioni.
"Io mi dissocio, siete vergognosi!" diceva ogni volta Remus, quando sentiva i suoi amici parlare di ragazze.
James consigliava a Sirius con saggezza le ragazze migliori che sarebbero cadute ai suoi piedi con una sola parola. Quando però Sirius disse che ci avrebbe volentieri provato con Lily Evans nel tentativo di far ingelosire Nelly, ormai sua amica, James si rabbuiò e lo sconsigliò vivamente.
"Nah, amico, quella no.. Non ne vale la pena."
"E' cotto a puntino." aveva detto Sirius nell'orecchio a Remus.
Il giovane Potter si era preso una bella sbandata per la rossa Lily e sull'onda di conquista del suo amico aveva provato ad avvicinarla con risultati miseri. La Evans, nonostante avesse fatto amicizia con Nelly, continuava a non sopportare Potter e Black, ritenendoli arroganti e presuntuosi. Per questo declinava malamente ogni invito di James e lo ignorava quanto più poteva. Il ragazzo però, nonostante i numerosi rifiuti, non si lasciava scoraggiare ed era deciso a non gettare la spugna, al contrario del suo amico Sirius che sembrava essersi rassegnato alla sua situazione.
Ma qualcosa si risvegliò, appunto, in una fresca domenica dell'inizio di Aprile.
 
I Malandrini ne approfittavano per prendere un po' d'aria sotto il loro albero preferito: Sirius e James disegnavano la Mappa del Malandrino, mentre Remus aiutava Peter a studiare. Nelly era la grande assente: aveva promesso loro che dopo aver passato un po' di tempo con Drew li avrebbe raggiunti, dato che il suo ragazzo aveva ancora una marea di compiti da fare. Erano già due ore che i ragazzi stavano nel cortile, ma di Nelly nemmeno l'ombra. Sirius iniziava ad essere impaziente e i suoi amici se ne accorsero dal fatto che si alzò ed iniziò a camminare avanti e dietro davanti a loro, formando un enorme solco nell'erba davanti all'albero. James sembrava divertito e si mise ad osservarlo con attenzione sistemandosi gli occhialetti tondi sul naso, mentre Remus scuoteva la testa in segno di disapprovazione.
"Sirius, mi stai facendo venire il mal di mare - gli disse - Ti siedi per favore?"
"No." rispose secco Black, continuando a camminare per un metro per poi fare dietro front.
Remus cercò di mantenere l'autocontrollo e respirò profondamente: la Luna Piena era vicina ed era altamente irritabile.
"Digli qualcosa, Jamie." Lunastorta supplicò James il quale fece spallucce.
Dopo che Lupin guardò minacciosamente anche lui, Potter si mise in piedi e bloccò il suo amico. Remus e James si guardarono soddisfatti e il primo intimò il secondo di adoperare un po' di tatto.
Il quattrocchi fece un occhiolino e prese le spalle di Sirius.
"Ascoltami, Sir. Perchè tutta quest'ansia nascosta dietro una gelosia cocente?! In fondo hai deciso tu di lasciare le cose come stanno, hai deciso tu di non rivelarle i tuoi sentimenti! - disse sistemando una ciocca di capelli dell'amico dietro la spalla - Ergo, non sono affari tuoi di quello che Nelly fa con King. Dovrai fartene una ragione quando loro due decideranno di sposarsi e avranno tanti piccoli mini - King!"
Sirius sgranò gli occhi e gelò James con uno sguardo, mentre Remus faceva lo stesso: James non aveva proprio tatto nel dire le cose.
"Dai, Sirius... Hai così tante ragazze!"
Mentre Potter cercava di rimediare, Sirius cercava di immaginare cosa potesse star facendo Nelly con King in quel momento e rabbrividì solo a pensarli abbracciati sul letto uno vicino all'altro. Troppo vicini. Irrimediabilmente vicini... Fortunatamente la sua mente non andò avanti con i pensieri; mentre James continuava ancora a parlargli, Sirius posò lo sguardo sulla mappa. Remus se ne accorse e fu veloce ad afferarla prima che lo facesse il suo amico. Lupin si mise in piedi ed aprì la mappa dicendo il classico "fatto il misfatto" e si mise ad osservare la mappa grattandosi il mento.
"Remus, puoi darmi la mappa per favore?" chiese Sirius fingendosi gentile.
James strappò la mappa di mano a Remus, cogliendolo di sorpresa.
"Jamie, potresti darmi la mappa?" ripetette Sirius irritato.
Potter si aggiustò gli occhialetti e affondò il naso nella preziosa pergamena, per poi riaffiorare con un sorrisetto dispettoso.
"Fammici pensare...? - disse alzando gli occhi al cielo, mentre un indispettito Sirius sbuffava - NO!"
"James, dammi quella maledetta mappa!" urlò il moro.
"Per fare cosa? Per vedere dov'è Nelly, cosa sta facendo Nelly, con chi è Nelly?! - sussurrò James per non farsi sentire dagli altri studenti, mentre indietreggiava per non essere preso dall'amico - Prova ad indovinare."
"James Potter, non vuoi avere un pugno sul naso, vero? - ringhiò Sirius, mentre James se la rideva - Dannazione, dimmi dov'è!"
L'amico si immerse nella mappa, mentre Remus raggiungeva i due.
"Ma saranno anche fatti suoi! Non avete alcun diritto di spiarla!" disse cercando di sottrarre la mappa a James.
"Allora allora allora... Nelly si trova in una stanza del dormitorio maschile e risulta essere fin troppo vicina ad un certo Andrew King."
Sirius diede le spalle ai suoi amici e sprofondò nell'erba fresca, coprendosi la faccia con le mani.
James si sentì in colpa, si sedette affianco a lui.
"Cosa ti aspettavi?"
"Lo so, sono un idiota." disse Sirius.
Prese la mappa e fissò quei due puntini con i nomi di King e di Nelly vicini e si sentì contorcere le budella.
James e Remus si guardarono: non pensavano che il loro amico stesse davvero così male per questa situazione. Nei mesi precedenti era riuscito a mascherare così bene i suoi sentimenti come al solito.
"Sai come la penso, Sirius. Dovresti dirle tutto... Magari lei-" disse Remus sinceramente dispiaciuto.
"Remus, no. Sarebbe inutile, si vede che è presa da King. Io ho rovinato tutto e mi merito di stare così."
"Ma perchè non ci provi? Cosa hai da perdere, in fondo?" chiese James.
"Potrei rovinare l'unica cosa buona che c'è tra noi: la nostra amicizia. La perderei per sempre.." disse Sirius strappando un po' d'erbetta e lanciandola via.
"Sentimi bene, Sirius Orion Black, testardo che non sei altro! - disse Remus puntando il dito contro il più cocciuto dei suoi amici - Io ci ho parlato con lei: stava male quando tu stavi con Marlene e per lo stesso dannatissimo orgoglio che hai tu non ha voluto parlarti!"
Remus aveva detto tutto d'un fiato, gridando; James era rimasto un po' di sasso. In che mondo viveva? Perchè lui non sapeva nulla, non aveva capito niente?!
"Remus, è inutile che insisti.. almeno ora non è il momento di.." iniziò a dire Sirius.
Ma fu bloccato da Peter, che mentre mangiava un pasticcino, indicò qualcuno all'entrata del cortile.
"Dannazione, è Nelly con quel.... con King." disse Sirius controllandosi.
James mise via la mappa, Remus si sedette accanto a Peter invitandolo a continuare a studiare, mentre Sirius cercava di ricomporsi e ripeteva nella sua testa "mantieni la calma"; si sistemò i capelli per renderli ancora più ordinatamente disordinati; si appoggiò al tronco dell'albero portando le mani dietro la testa, per risultare più sicuro e si forzò di sorridere sfacciatamente.
Nelly e Drew si avvicinarono all'albero ridendo e scambiandosi occhiate semplici.
"Buongiorno James, Lupin, Minus.... Black." salutò Drew soffermandosi sullo sguardo arrogante di Sirius.
Gli risultava incredibile la sfacciatagine di quel ragazzo: aveva sempre quell'espressione da saccente, sicuro di sè stesso. Drew riusciva a leggere in quello sguardo pieno di tranquillità e fermezza la convinzione che un giorno sarebbe riuscito a portargli via la sua Nelly, se lo sentiva.
D'altro canto sapeva che il cuore della sua ragazza non era totalmente suo; c'erano momenti in cui lei si perdeva nei suoi pensieri, il suo sorriso si affievoliva e diventava distante. Ma per il momento Nelly era sua e Black poteva solo stare a guardare.
"King." disse Sirius salutandolo con un cenno del capo.
"James ti ricordi degli allenamenti extra di domani?" chiese il capitano dei Grifondoro.
"Ehi King, non mi dire che sei venuto qui apposta solo per tormentare il mio povero amico James?!" lo provocò Sirius.
Drew stava per rispondere, ma Nelly lo bloccò.
"Okay, Drew. Puoi andare.. Grazie per avermi accompagnata." disse la ragazza posandogli una mano sul petto.
Nelly gli sorrise rassicurandolo e lui le baciò la fronte prima di andare via.
Sirius nel frattempo alzò gli occhi al cielo e fece finta di vomitare. Quando Drew sparì dalla loro visuale, Nelly si sedette sull'erbetta fresca, di fronte a Sirius. Il ragazzo si sentì immediatamente meglio ora che Penelope Hill era di fronte a lui e poteva guardarla senza alcuna vergogna e alcun pudore.
"E' possibile che devo essere sempre in tensione quando tu e Drew vi trovate a meno di un metro di distanza?" disse Nelly rivolgendosi a Sirius, lanciandogli un po' di fili d'erba addosso.
James e Remus si lanciarono un'occhiata eloquente e si misero a guardare i loro amici.
"Vorrei tanto andare d'accordo con il tuo fidanzatino, ma mi risulta davvero impossibile, Penelope." rispose Sirius, togliendosi con movimenti eleganti i fili d'erba dalla maglia nera.
Nelly inarcò un sopracciglio quando si sentì chiamare con il suo nome per intero.
"Beh, potresti sforzarti.."
Sirius preferì non rispondere su quell'argomento ma deviare la conversazione su altro.
"Quindi siamo arrivati al punto che ti accompagna da noi perchè non si fida?!" chiese velenoso a Nelly, travolta inevitabilmente dall'imbarazzo.
Aveva detto più e più volte a Drew che non c'era bisogno, che i Malandrini erano i suoi migliori amici e che non c'era motivo di preoccuparsi o di essere geloso. Ma sapeva che il suo ragazzo non era stupido. Se nell'ultimo periodo aveva preso quest'abitudine voleva dire che iniziava a sospettare qualcosa.
"Perchè si finisce sempre a parlare di me e Drew?! - strillò Nelly scocciata - Perchè invece non mi racconti della tua ultima conquista? Una Tassorosso o una Corvonero?"
Nel frattempo James, Remus e Peter si erano estraniati un po' e con discrezione si erano allontati di poco per lasciarli parlare.
Sirius con uno scatto degno di un felino si ritrovò vicino alla ragazza.
"Davvero lo vuoi sapere, Hill?" disse il ragazzo quasi a bassa voce, inchiodando i suoi occhi in quelli di Nelly che schizzavano da una parte all'altra del viso di Sirius per evitare il contatto visivo.
Ci fu un secondo in cui Nelly fu catturata dal suo sguardo e rimase quasi ipnotizzata, mentre Sirius si avvicinava sempre di più al suo viso. Quando se ne accorse Nelly girò il viso dalla parte opposta.
"Te lo dico lo stesso - disse Black con fare da vero seduttore - Una Serpeverde."
Quella vicinanza proibitiva destò delle strane emozioni. Le narici di Sirius erano state invase dal profumo di rosa di Nelly e dall'odore del suo shampoo alla camomilla; quei profumi lo avevano così ipnotizzato che gli fecero chiudere gli occhi e inspirare ancora una volta. Nelly invece sentì tutto il calore del corpo di Sirius sul suo e la sua voce calda ed energica allo stesso tempo l'aveva stordita a tal punto da girare la testa, incontrando di nuovo i suoi occhi. Si guardarono fissamente negli occhi, persi uno nell'altro, fino a quando Nelly riprese controllo di sè stessa. Si allontanò da Sirius con un'espressione quasi offesa e incrociò le braccia sotto al seno.
"Non eri tu quello che disprezzava i Serpeverde?" chiese la ragazza stizzita.
"In questo caso no. - rispose Sirius con fare dispettoso - Durante gli appuntamenti parlo ben poco con le mie conquiste."
E le lanciò uno sguardo eloquente accompagnato da un sorriso sornione. Nelly sospirò, avendo ormai perso completamente le speranze con Sirius: non lo capiva già da tempo, si era arresa. Tutto era iniziato con quel bacio e da quel momento in poi i suoi comportamenti erano diventati strani. Un giorno sembrava che la volesse fare ingelosire o dimostrava di essere geloso nei confronti di Drew; il giorno dopo, invece, la ignorava per stare con la sua nuova conquista.
Dopo aver svuotato la mente dai mille pensieri, radunò i suoi amici attorno a sè e iniziarono a parlare dei loro affari: fra pochi giorni ci sarebbe stata la luna piena e loro avevano tutto l'occorrente per iniziare la trasformazione.
Quando Remus sentì che i suoi amici avevano intenzione di iniziare il processo di trasformazione tra soli sei giorni, diventò rosso di rabbia.
"NO! Ve lo proibisco, è troppo presto!" urlò alzandosi in piedi.
"Lunastorta, sapevi che questo momento prima o poi sarebbe arrivato no?!" disse Sirius con strafottenza.
"Siete solo al terzo anno di Trasfigurazione, non sarete in grado di trasformarvi e vi ritroverete tutti sfregiati, con baffi zampe e code, o chissà, ali magari!"
Peter tremò al sol pensiero, James e Sirius si misero a ridere di gusto, mentre Nelly rifletteva sulle parole che il suo saggio amico aveva appena detto. In effetti aveva ragione: trasformarsi in Animagus era un'operazione difficile, gliel'aveva detto anche Daniel, che era un mago brillante: egli stesso aveva avuto difficoltà nella trasformazione, nonostante lui fosse già diplomato.
"Remus ha ragione." disse con voce ferma.
James e Sirius smisero di ridere e guardarono increduli Nelly.
"Che cosa dici? - chiese James - Hai la febbre?"
"No, James.. non essere sciocco: sono seria. E' pericoloso farlo ora. Non abbiamo abbastanza esperienza con la Trasfigurazione, dobbiamo impegnarci di più."
"Lo abbiamo già fatto." replicò Sirius.
"Non è abbastanza." rispose Nelly.
"Mi sa che a stare con quel damerino di King e la perfetta Evans stai cambiando, Nelly."
Nelly cambiò espressione e trafisse Sirius con il suo sguardo risentito.
"Non sono cambiata, Sirius. Questo si chiama buon senso, quello che tu non hai!" sbraitò la ragazza.
Dopo si alzò e con passo svelto rientrò nel castello.
Le parole di Sirius l'avevano ferita, si sentì quasi offesa. Aveva sentito tutto il disprezzo in quella frase: iniziò a pensare troppo. Forse lui non era più attratta da lei perchè era cambiata? Era questa la ragione per cui non ci era stato un seguito dopo quel bacio?! Non sapeva che pensare..
Ma inevitabilente aveva frainteso tutto: il disprezzo in quelle parole era dovuto all'astio e alla gelosia che Sirius provava nei confronti di Drew. E si era immediatamente pentito di essersi rivolto a lei in quel modo.
"Come al solito hai esagerato." lo ammonì Remus.
"Si può sapere cosa ho fatto ora?!" chiese Sirius infuriato.
Si alzò anche lui e andò verso il Lago Nero.
"Ahi Ahi - disse James - La situazione è più grave di quanto pensassi.
"Solo ora te ne accorgi, James?"
"Lo so, Remus.. Ma dobbiamo aiutare questi due testardi."
 
Quella sera a cena Sirius non si vide.
Nelly si guardò attorno con la speranza di vederlo, ma di lui nessuna traccia. Drew aveva
un'espressione soddisfatta: meno vedeva Black in giro a disturbare Nelly e meglio era. Ma sentì subito che la sua fidanzata, seduta affianco a lui, era turbata. Non aveva mangiato praticamente nulla, tanto era impegnata a guardarsi attorno nella disperata ricerca di Sirius.
"Aspetti qualcuno, Nelly?!" chiese Drew.
"Come, scusa?" disse lei con fare aggressivo, sulla difensiva.
"Sembra che tu stia aspettando qualcuno."
"Drew, ti prego, non ti ci mettere anche tu."
"Perchè che cosa è successo?" chiese allarmato il ragazzo.
"Ho avuto una discussione con Sirius." disse Nelly rassegnata.
Sentiva la neccessità di essere sincera ed onesta con Drew, glielo doveva. Era la prima che esigeva sincerità da lui, da Daniel, dai suoi amici. E si chiedeva perchè non avesse ancora spaccato la testa a Sirius; non le aveva mai spiegato quel dannato bacio, i suoi discorsi e comportamenti strani... Se solo avesse potuto leggergli il pensiero.
"Nelly, mi ascolti?! - esclamò Drew scuotendola per un braccio - Di cosa avete discusso?"
"Senti Drew, di questo non devi preoccuparti, sono affari miei e dei miei amici." disse secca.
Dall'altra parte del tavolo James sorrideva contento e dava una gomitata a Remus: per lui quello era un segno importante. Nelly voleva mantenere le distanze, tenere le due cose separate e non confoderle; evidentemente non si sentiva così a suo agio con Drew se non gli raccontava ogni singolo dettaglio della sua vita.
King annuì, ma non sembrava soddisfatto nè tantomeno convinto di quella risposta ricevuta dalla sua ragazza. E l'idea che il cuore di Nelly non fosse stato mai completamente suo si fece sempre più prepotente nella sua mente, tanto da scansare tutti i momenti felici e spensierati che avevano passato insieme. Era stato uno sciocco a pensare che Nelly si fosse dimenticata così in fretta di Sirius; lui aveva fatto di tutto per farglielo togliere dalla testa: le aveva dimostrato tutto il suo affetto, la sua dedizione, il suo amore. Ma evidentemente a nulla era servito e si sentiva dremendamente stupido: aveva passato tre mesi della sua vita a cercare di conquistare il cuore di una persona che era stato già preso di prepotenza da un altro e lui non l'aveva capito e soprattutto non era stato in grado di riprenderselo.
Drew posò le posate nel piatto e lasciò la sala grande senza dire una parola.
"Drew, che ti prende?" disse Nelly.
Ma il ragazzo aveva già preso il volo ed era arrivato quasi all'uscita della Sala Grande.
"Ma che diavolo hanno tutti oggi?!" esclamò Nelly sbattendo una mano sul tavolo attirando l'attenzione di tutti i Grifondoro. 
Poi si alzò per inseguire il suo ragazzo, ormai sparito dalla sua visuale.
Remus e James si guardarono soddisfatti, quasi sorridendo e questo scambio di sguardi non passò inosservato da Lily Evans.
"Non mi dite che c'entrate voi in tutto questo!" disse la rossa.
"No, Lily, non c'entriamo assolut..." iniziò a dire Remus, ma fu interrotto da James.
"Non ti preoccupare bocconcino, noi siamo a favore dell'amoooore!" disse il quattrocchi lanciandole uno sguardo languido.
Lily roteò gli occhi al cielo e si voltò dall'altra parte, dando le spalle al povero James.
"Mi sa che Sirius non è l'unico a dover cambiare strategia." disse Remus fra sè e sè.
"Che dici?" chiese James.
"Ne parliamo dopo, andiamo in Sala Comune da Sirius."
 
Nella stanza dei Malandrini c'era un'atmosfera pessima. James si struggeva d'amore, perchè non riusciva a capire come Lily non potesse nutrire un minimo di interesse per lui; Sirius era in silenzio tombale da quando gli altri erano entrati in camera: stava sdraiato come un defunto sul letto con le braccia sull'addome e fissava il soffitto, come se avesse qualcosa di interessante per cui essere visto.
Peter era in ansia per la prova di pozioni a cui si sarebbe sottoposto il giorno dopo, sfogliava il libro con foga, nel vano tentativo che i concetti si ficcassero nella sua testolina fino all'ultimo momento.
Remus, a pochi giorni dalla luna piena, era di cattivo umore per tanti motivi; voleva risolvere la situazione che si era creata da Sirius e Nelly, si sentiva in qualche modo responsabile dei loro fraintendimenti. Se solo non fosse stato fedele alla parola data ad entrambi a quest'ora potevano essere sereni ed innamorati come giusto che fosse. Doveva intervenire personalmente per risolvere la situazione o era troppo tardi ormai?!
Ma poi sentì immediatamente la neccesità di spogliarsi dalle vesti di Cupido: perchè doveva mettersi in mezzo? Non aveva alcun diritto di intromettersi.
Passò i restanti minuti a cambiare idea ogni due secondi, convicendosi che il soprannome Lunastorta se l'era meritato per davvero, finchè non sentì una voce provenire dalla sua destra.
"PERCHE' PERCHE' PERCHE' PERCHE'.." si lamentò Sirius con le mani tra i capelli.
"Cosa?" chiese Peter.
"Perchè non va nulla come desidero?!" esclamò il moro sbattendo i pugni sul materasso.
"Tranquillo amico, anche io non ne azzecco una con la Evans." lo consolò Potter
"Ma tu non conosci bene la Evans quanto io conosco Nelly, è diverso James..." disse disperato Sirius.
Mentre Peter si immergeva nei libri di nuovo, Remus si destò dai suoi pensieri e si mise a guardare minacciosamente i due amici che si stavano lamentando.
"Voi sbagliate atteggiamento con quelle due!" disse Lunastorta mettendosi seduto sul letto con le gambe incrociate.
"Ecco, è arrivato l'esperto di donne..." disse Sirius ironizzando sul fatto che Remus non aveva avuto uno straccio di fidanzata fino ad allora. Ma non perchè non c'era stata l'occasione: semplicemente Remus non voleva altri pensieri per la testa e poi non se la sentiva di dire altre bugie o di essere rifiutato qualora la ragazza avesse scoperto la sua vera natura.
"Non mi sembra che la tua esperienza con le ragazze sia servita a qualcosa, Sir - ammise James - Poi Remus non litiga mai con nessuna ragazza, Nelly e la Evans lo adorano manco fosse Merlino. Allora dicci, qual è il tuo segreto?!"
Sirius e James balzarono sul letto di Remus e si misero entrambi con le braccia incrociate sul petto, in attesa che l'amico iniziasse a parlare.
"Siete troppo sfacciati, arroganti e provocatori. - disse tutto d'un fiato Remus, sotto lo sguardo stupito dei suoi amici - A volte, con loro."
James rimase un po' a bocca aperta nel tentativo di capire meglio ciò che voleva dire, mentre Sirius non fece alcuno sforzo.
"Potresti spiegarti meglio?" disse con un filo di sarcasmo nel tono della voce.
"Tu, James, sbagli tutto. Lily non ti sopporta perchè ti comporti da bullo con il suo amico Severus e non te ne penti nemmeno, agisci come se tutto fosse dovuto: compreso che lei esca con te. - spiegò Remus puntando il dito contro James, per poi puntarlo contro Sirius - Tu, mio caro Sirius, non ne azzecchi una. Prima ti metti con Marlene, poi baci Nelly, poi la ignori per farti tutte le ragazze della scuola e poi le fai la scenata di gelosia. Non pensi di sembrare un po' schizofrenico?"
James annuiva, in accordo con quello che Remus aveva detto riguardo lui e Sirius. Era d'accordo su tutto quello che aveva detto il suo amico, ma non sapeva se sarebbe stato in grado di cambiare il suo atteggiamento: Piton era così dannatamente saccente, antipatico, odioso... Come poteva pensare di smemettere di tormentarlo solo per un momento?! Per quanto riguardava Sirius invece si trovava perfettamente d'accordo su tutto. Il suo migliore amico doveva fare pace con il cervello.
Sirius invece se ne stava ancora con le braccia incrociate, con il suo solito sguardo arrogante rivolto al muro, per non fronteggiare quello di rimprovero di Remus, incapace di ammettere di aver sbagliato tutto, dall'inizio alla fine.
"Non capisco cosa dovrei fare - disse senza guardare Remus in faccia - Dovrei per caso regalarle mazzi di rose rosse e cantarle una serenata? Così potrei guadagnarmi la fama dell'idiota e un bel pugno in un occhio da King!"
Lunastorta scuoteva la testa, quasi arreso a causa del perenne atteggiamento di ostinazione di Sirius.
"Sai cosa ti frega a te, Sirius? - chiese Remus quasi retorico e in quel momento l'amico lo guardò - L'orgoglio, quel dannato orgoglio che è addirittura più grande del tuo spropositato ego."
Remus si pentì subito di aver detto quelle parole così dure; lui voleva bene ai suoi amici, non voleva ferirli o offenderli. La sua intenzione era solo quella di aiutarli a modificare i loro atteggiamenti, in modo da ottenere quello che bramavano tanto. Loro avevano fatto così tanto per lui e lui desiderava solo aiutarli in cambio.. ma il suo dannato cattivo umore gli aveva impedito di adoperare il tatto che spesso mancava anche a James.
Sirius si alzò dal letto di Remus senza dire una parola e si infilò sotto le coperte del suo, coprendosi la testa con un cuscino, nel vano tentativo di non permettere ai pensieri di entrare nella sua testa. Come se fosse possibile. Si mise a riflettere su tutto ciò che aveva fatto e si ritrovò costretto ad ammettere che Remus non aveva poi così torto.
 
Mentre Remus cercava di aprire gli occhi ai suoi amici, Nelly discuteva con Drew.
"Mi spieghi perchè hai reagito in quel modo?" chiese la ragazza scioccata.
"Sono stufo di essere preso in giro, Nelly." rispose Drew severo.
Penelope non aveva mai visto Drew rivolgersi a lei in quel modo, era davvero arrabbiato.
"Continuo a non capire."
"Sai Nelly, non sono così stupido. Ho capito che ti senti legata a Sirius ancora... Non è cambiato nulla da quando mi hai rifiutato la prima volta."
Nelly si sentì smascherata, Drew aveva capito ciò che lei aveva cercato di negare a sè stessa per mesi. Ma col tempo aveva imparato a volere bene a Drew e non voleva rovinare tutto, non così.
"Drew, Sirius è mio amico, nulla di più." disse cercando di sembrare più sincera possibile.
Si sentiva un po' in colpa per aver detto una bugia e si sentì anche un po' egoista: Sirius era più di un amico per lei, ma non voleva perdere il ragazzo che le era stato accanto nei momenti più difficili. Colui che l'aveva aiutata, supportata, che le aveva dato fiducia.
"Non è così Nelly: non so se stai mentendo a me o a te stessa. - disse Drew tornando calmo e dolce come al solito - Ho notato come vi guardate voi due: gli amici non si guardano così."
"Io voglio che le cose vadano bene tra noi, Drew. E' l'unica cosa che desidero.." disse Nelly.
Ed era vero, ma una parte del suo cervello, involontariamente, si domandava cosa stesse facendo Sirius in quel momento.
 
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Con che coraggio sto scrivendo queste NdA?! Lo so, sono vergognosa, non ho aggiornato per tanto tempo. Il mio pc prima di Natale è esploso BOOOOOM. 
Ed ho perso i due capitoli che avevo scritto. Non sono riuscita a scrivere per tutte le vacanze di Natale e la Befana è stata così magnanima da avermi regalato un nuovo pc. Quindi mi starete chiedendo "PERCHE' HAI FATTO PASSARE UN MESE?" Beh, mi mancava l'ispirazione. Improvvisamente quel poco che ricordavo dei capitoli spazzati via dall'esplosione del mio computer non mi piaceva più. Non sapevo più come mandare avanti il capitolo. Poi ieri ho visto un tweet della Rowling, ho visto un intervista a Gary Oldman e una mia amica mi ha detto di aver aspettato la cena per 12 ANNI AD AZKABAN... e mi è tornata l'ispirazione. E già, ci voleva così poco. No non vi dirò quale tweet della Row mi ha ispirato.
Spero che non siate spariti, che continuerete a leggere la mia storia, perchè sto già scrivendo il capitolo successivo. Perdonatemi. I'm so sorry.
Fatemi sapere se questo capitolo è di vostro gradimento. Conta molto per me... 
Vi annuncio solo che nel prossimo farò un piccolo salto temporale.. La storia sarà lunga quindi, preparatevi.

Un bacio

Amy

PS: sto pubblicando la storia anche su Wattpad. Per chi fosse interessato.

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Capitolo 18
*** Le vecchie abitudini ***


 "Nell’abbraccio – ciò che è stato spigolo, linea interrotta, groviglio – diventa di nuovo, come per miracolo, cerchio perfetto."
Tutti i tentativi di Nelly di far andare le cose bene tra lei e Drew erano vani. Cosa poteva farci se al mattino il suo primo pensiero era andare a svegliare Sirius, perchè da solo proprio non riusciva a svegliarsi?! Solo lei, a detta dei suoi amici, era capace di farlo filare dritto e di farlo svegliare. Iniziava a pensare che fosse tutta una montatura, ma in fondo le faceva piacere fare ogni giorno uno scherzo diverso a Sirius.
Un giorno durante la fine del suo sesto anno, Drew prese Nelly in disparte e con lo sguardo dispiaciuto gli disse ciò che non pensava avrebbe mai detto.
"Nelly, io ti voglio tanto bene. Ma le cose non funzionano tra noi, è inutile.." disse dispiaciuto.
La ragazza sgranò gli occhi interdetta, non sapeva che dire. Eppure doveva aspettarselo che prima o poi Drew l'avrebbe scaricata; era stata davvero ingiusta con lui. I suoi occhi si riempirono subito di lacrime.
"Drew, mi dispiace.."
"No, non dispiacerti. - disse Drew, asciugandole una lacrima con la mano - Ci abbiamo provato, mi hai dato una possibilità. E' stata colpa mia insistere... dovevo capirlo prima."
Nelly scuoteva il capo: non voleva perdere Drew per sempre.
"Drew, io ti voglio davvero bene, ma..."
"Ma l'amore è un'altra cosa." aggiunse il ragazzo.
Nelly annuì, senza parole; il capitano fu intenerito dalla faccia davvero dispiaciuta della ormai sua ex ragazza, tanto che l'abbracciò forte come aveva sempre fatto, per l'ultima vera volta. Fu come se in quell'abbraccio lui consegnò un po' di sè stesso a Nelly. Era stato comunque uno dei periodi migliori della sua vita e avrebbe continuato ad amarla e a volerle bene. Nelly nel frattempo era scoppiata in lacrime, singhiozzava come non aveva mai fatto da bambina. Crescendo era diventata molto più emotiva. Sentendola così fragile, Drew la strinse ancora più forte.
"Per qualsiasi cosa, io ci sarò sempre per te. Non cambierà nulla."
Nelly alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di Drew e per sorridergli riconoscente.
"Grazie, Drew. Di tutto." disse Penelope stampandogli un bacio sulla guancia.
Poco più lontano i Malandrini osservavano quella scena alquanto interdetti. Nelly piangeva, Drew sorrideva, si abbracciavano e guardavano dolcemente, lei lo baciava sulla guancia. Tutto molto strano.
"Qualcuno sa spiegarmi cosa sta succedendo?" chiese James aggiustandosi gli occhialetti.
"Forse non sono affari tuoi, Potter." disse Lily passandogli affianco, per poco schiaffeggiandolo con i suoi folti e lunghi capelli rossi.
James rimase incantato a guardarla camminare davanti a lui, fin quando una spallata lo riportò alla realtà: Piton con passo veloce, facendo svolazzare il suo mantello come un vero vampiro si affiancò a Lily. Potter ribollì di rabbia.
"Ma come fa, dico io?"
"Cosa?" chiese Remus a James.
"Come fa a piacerle, Piton e odiare me! Guardami, Remus!"
Lunastorta scosse il capo in segno di disapprovazione: a nulla erano servite le sue ramanzine. I suoi amici non riuscivano proprio a cambiare.
"Scusate tanto, stavamo cercando di capire cosa diavolo sta succendendo tra Nelly e Drew, per Merlino - disse Sirius con espressione arrabbiata, per poi sorridere ad una sua ammiratrice con un occhiolino - Ciao tesoro, ci vediamo dopo!"
La ragazza passò accanto a lui coprendosi il viso per nascondere le risate imbarazzate.
Remus scosse di nuovo il capo, sempre più rassegnato.
Nel frattempo Nelly aveva lasciato Drew e stava raggiungendo i suoi amici, aveva ancora il viso segnato dalle lacrime.
"Nelly, che succede?" chiese Remus preoccupato.
La ragazza non disse nulla e si buttò fra le braccia del suo migliore amico senza pensarci due volte. James smise di fissare Lily e Piton che ormai erano diventati dei puntini nel giardino di Hogwarts, Peter smise di mangiare e Sirius di fissare il vuoto con nochalance. Remus accolse tra le sue braccia Nelly come se fosse la cosa più naturale del mondo: per lui Nelly era come una sorella, la migliore che avesse mai avuto. E lui era il fratello maggiore incaricato di proteggerla e consigliarla.
"Nelly, che hai?" chiese Peter mentre riprendeva ad addentare il pasticcino.
La ragazza si asciugò le lacrime e tirò su con il naso.
"Nulla, si è solo chiuso un altro breve capitolo della mia vita." disse cercando di sorridere ai suoi amici.
James, che era di spalle a Nelly, fece una specie di balletto; Sirius dovette sforzarsi per non ridere e di fare quanto meno una faccia dispiaciuta. Quanto era difficile! Eh sì, perchè lui non era per niente dispiaciuto che il capitolo Drew della vita di Nelly si fosse concluso, per niente!
"Ho una scorta di cioccolata in camera, vi va?" propose Remus.
Tutti i Malandrini scoppiarono a ridere, compreso Lunastorta.
"Ehi, la cioccolata mette di buon umore. E' risaputo!"
 
Così dopo cena si ritrovarono nella loro stanza, o meglio nel loro quartier generale, a mangiare cioccolata sui letti uniti di Remus e Sirius. Sirius e Nelly erano appoggiati al muro, James e Peter erano seduti a gambe incrociate ai piedi del letto, mentre Remus si era sacrificato e si era seduto sulla poltroncina che aveva avvicinato ai due letti.
James iniziò a lamentarsi della sua situazione a suo dire insostenibile con Lily: continuava a rifiutarlo senza pietà e ad uscire e a farsela con quel... viscido di Piton.
"Nelly, tu che sei una ragazza e sei sua amica, sai dirmi dove sbaglio?" chiese James dopo un monologo.
"Mi sa che non può risponderti." disse Sirius indicando la testa di Nelly sulla sua spalla.
Il giovane Black guardava la sua amica dormiente sulla sua spalla come se fosse la cosa più bella del mondo. James e Remus se ne accorsero del modo in cui lui la stava guardando e sospirarono.
"Hai avuto una seconda possibilità, amico. Cerca di sfruttarla al meglio." disse James dandogli una pacca sulla spalla.
Sirius annuì, mentre Remus allontanava il suo letto da quello sul quale c'era Nelly ora abbracciata a Black con un'espressione serena sul volto. James aveva ragione non poteva lasciarsi sfuggire quest'occasione: in quei mesi le cose erano migliorate tra lui e Nelly ed ora che Drew aveva deciso di arrendersi non c'era nient'altro ad ostacolarlo. Dipendeva tutto da lui. Con un po' di fatica mise Nelly sotto le coperte, mentre lui si accocolò affianco a lei mettendosi una copertina presa dall'armadio per non sentire freddo durante la notte. Era così felice di averla lì accanto a lui dopo tanto tempo che fece fatica a prendere sonno: rimase a contemplarla finchè i suoi amici non spensero le luci. Sembrava un angelo ai suoi occhi mentre dormiva, solo mentre dormiva. Sì perchè gli angeli non ti prendono a pugni se li prendi in giro, Nelly sì invece. Ma a lui piaceva così: con il suo caratterino, i suoi jeans strappati e il viso completamente struccato. Tutte le ragazze della loro età avevano iniziato a truccarsi, Nelly se ne infischiava e sfoggiava i suoi occhi verdi al naturale incorniciati dalle ciglia folte e biondissime, quasi trasparenti. Quei suoi occhi che ora teneva chiusi, occhi disarmanti e devastanti. Sirius era al settimo cielo.
 
Quando il mattino dopo Nelly si svegliò in un letto diverso dal suo, non si stupì più di tanto. Sapeva perfettamente di essersi addormentata la sera prima sulla spalla di Sirius, ne era consapevole e l'aveva desiderato tanto: sentirsi libera di fare quello che voleva, senza ferire nessuno. Di fronte a sè aveva Sirius che dormiva con la solita espressione imbronciata, i capelli mossi e scuri, in contrasto con i suoi, biondi e liscissimi, tutti sparsi sul cuscino che condividevano. Nelly non potè far altro che sorridere; quando all'improvviso gli occhi di Sirius si aprirono rivelando le sue iridi glaciali, il sorriso di Nelly sparì dal suo volto.
"Faccio così paura appena sveglio?" sussurrò Sirius per non svegliare gli altri.
Nelly si tappò la bocca per non fare chiasso con le sue risate squillanti.
"No, per niente, Black." rispose con un filo di voce.
Sirius sorrise soddisfatto e si tolse qualche ciocca di capelli dal viso.
"Dormito bene?" chiese.
"Sì, mi dispiace averti privato dei tuoi spazi." si scusò Nelly.
"Non dirlo manco per scherzo, mi ha fatto piacere.... tornare alle vecchie abitudini." ammise Sirius, poi vergognandosi delle sue parole troppo sdolcinate.
I due si misero seduti sul letto e si guardarono un po' persi uno nell'altra, fin quando Nelly decise che era ora di tornare nella sua stanza.
"Vado a farmi una doccia, ci vediamo dopo." disse la ragazza un po' imbarazzata.
Sirius potè solo annuire e guardarla andare via, con i capelli tutti arruffati che fluttuavano sulle sue spalle.
 
Nelly entrò nella sua stanza senza far rumore, in punta di piedi, per non svegliare le sue amiche. In effetti Alice, Catherine e Lily erano nei loro letti e sembravano dormire come degli angioletti; Nelly non voleva che le sue amiche la tartassasero di domande, quindi pensò di mettersi sotto le coperte per qualche altro minuto per poi andare a farsi la doccia mattutina. Si infilò nel letto e si coprì anche la testa, perchè così amava dormire, nel buio più totale.
"Così pensavi di cavartela?" strillò Lily strappandole le coperte di dosso.
Nelly rimase con gli occhi sbarrati di fronte a Lily, Catherine e Alice che, con le mani sui fianchi, sembravano avere un'espressione arrabbiata.
"Buongiorno anche a voi ragazze..." disse Nelly un po' imbarazzata.
"Dove hai passato la notte?" chiese Alice con i capelli corti scompigliati.
"Perchè non ci hai avvisate? Ci siamo preoccupate!" esclamò Catherine.
"Ragazze, scusatemi.. io volevo.." iniziò a dire Nelly ma si bloccò.
"Eri da quei quattro?" chiese un po' velenosa Lily.
Ormai era stata smascherata, non che avesse intenzione di mentire alle sue compagne di stanza.
"Sì, ero da loro a mangiare cioccolata."
"Mangiare cioccolata..?" ripetette Lily con le braccia incrociate sul petto.
"Sì, Remus dice che fa passare il cattivo umore..." spiegò Nelly.
Notò un sorrisetto strano sul volto di Catherine: aveva capito ormai da un po' di tempo che lei aveva un debole per il suo amico Lunastorta.
"E poi?" chiese curiosa Alice.
Lei era semplicemente curiosa, non aveva quel tono di rimprovero di Lily; ad Alice piacevano i Malandrini, come piacevano a Catherine e a tutto il resto della scuola, con le dovute eccezioni: Lily e i Serpeverde.
"Poi mi sono addormentata sul letto di Sirius e mi sono svegliata stamattina." disse Nelly alzandosi per andare in bagno.Voleva sfuggire a quell'interrogatorio che sicuramente sarebbe andato avanti.
"Ti sei lasciata con Drew e il giorno stesso dormi con Sirius?" la accusò Lily.
Nelly si sentì un po' ferita dalle parole taglienti della sua amica: non aveva fatto nulla di male, dopotutto. I Malandrini erano sempre stati i suoi amici..
"Sirius è mio amico, Lily. Abbiamo dormito, non mi ha nemmeno sfiorata, se ti interessa saperlo." disse tagliente Nelly.
"Lo dico per te, Sirius ti ha fatto soffrire e continuerà a farlo. Lo sa tutta la scuola che voi non siete solo semplici amici." aggiunse Lily, guadagnandosi una gomitata di Alice.
Nelly non voleva più sentire altro, prese il suo asciugamano ed entrò in bagno.
"Lily hai esagerato." disse Catherine.
"Dico solo la verità."
 
Dopo quella discussione avuta con Lily, Nelly si avvicinò sempre più ai Malandrini e passava il suo tempo solo con loro. La scuola finì e i cinque amici dovettero separarsi; quell'anno tornarono a promettersi di scriversi quasi ogni giorno, ma la cosa che lasciò Nelly senza parole fu la promessa che Sirius le fece.
"Ti scriverò ogni giorno, se ti fa piacere."
Nelly sapeva benissimo che Sirius odiava scrivere lettere, soprattutto ogni giorno. Rimase piacevolmente stupita da questo slancio, ma era allo stesso tempo confusa. Da quando aveva rotto con Drew, Sirius era stranamente sempre gentile nei suoi confronti, mai una provocazione, aveva smesso di uscire con tutte le ragazze della scuola e di essere scortese con Drew, sapendo che a lei dava tremendamente fastidio. Era un altro dei suoi comportamenti strani o finalmente si era deciso a mettere la testa a posto?! Difficile, molto difficile disse Nelly a sè stessa mentre osservava il paesaggio che sfrecciava accanto a lei fuori il finestrino del treno.
"Sei molto pensierosa, Nelly. Che succede?" chiese Remus accanto a lei.
Sirius, James e Peter erano andati a prendere caramelle e cioccolate dal carrello.
"Sirius, non è... strano?" disse Nelly, cercando una spiegazione dal suo amico.
Remus capì a cosa alludeva Nelly e sorrise.
"E' strano nei suoi standard, ma è una cosa buona, non trovi?!"
"Non saprei, è imprevedibile.." ammise Nelly.
In quel momento erano tornati i tre Malandrini con le mani e le tasche piene di leccornie; Peter aveva già la bocca piena e le tasche più vuote. Sirius notò un'espressione corrucciata sul volto di Nelly e si preoccupò: stava facendo, forse, qualcosa di sbagliato?! Ce la stava mettendo tutta per farle capire che ci teneva a lei più di qualsiasi altra cosa, stava ascoltando da bravo ragazzo tutti i consigli del saggio Lunastorta.. Perchè aveva quella faccia?!
"Che hai?" chiese Sirius sedendosi di fronte a lei.
Nel frattempo James e Remus si lanciavano un'occhiata eloquente.
"Nulla - disse Nelly sforzandosi di sorridere - Solo un po' di malinconia." disse Nelly sfiorando l'album di foto di famiglia che aveva in mano.
Riuscì a mentire magistralmente, dato che Sirius credette subito a quello che le aveva detto. Il ragazzo le prese una mano e la strinse nella sua; quel gesto lasciò Nelly senza parole: mai Sirius si era sbilanciato in quel modo davanti ai suoi amici.
 
Quando Nelly scese dal treno, trovò un Daniel colmo di gioia, pronto ad accogliere la sua figlioccia fra le sue braccia.
"Nelly, che bello vederti!" disse l'ex - professore, sotto lo sguardo un po' invidioso di Sirius.
Come faceva ogni volta che tornava da Hogwarts, Nelly chiedeva a Daniel di poter andare a salutare i suoi genitori e sua nonna. Comprava fiori in grandi quantità e li sostituiva con quelli vecchi che aveva lasciato la volta precedente sulle tombe dei suoi cari. Ogni volta era doloroso per Daniel tornare in quel posto, vedere le foto di Grace e del suo amico su una lapide, con le date di nascita e di morte. Doveva cercare di essere forte per Nelly, e sebbene fosse un uomo dal cuore di ghiacchio, come molte donne lo avevano definito, a stento riusciva a trattenere le lacrime di fronte alla sua figlioccia.
Il rapporto che aveva con Nelly ormai era confidenziale e la ragazza le raccontava tutto ciò che era succeso nei mesi in cui avevano passato pochissimo tempo insieme. Daniel sapeva di Drew e quando Nelly gli raccontò che avevano rotto, cercò di fingere dispiacere; in realtà non gli dispiaceva per nulla. Iniziava a nutrire quella gelosia che ogni padre provava nei confronti della propria figlia prediletta; ma lui era solo il suo padrino, era giusto essere geloso di Nelly?! Certo, i suoi sospetti erano sempre lì che lo tormentavano, ma Daniel cercava di scacciare via tutti i pensieri riguardo alla sua presunta paternità; era sicuro che Nelly non l'avrebbe presa affatto bene. Quella ragazzina aveva passato una vita intera a piangere suo padre Alan, ad elogiarlo, ad immaginare come sarebbe stato vivere con una vera famiglia composta da un padre e una madre. Non poteva rovinare tutto, non voleva tradire il suo amico, dopo che l'aveva già fatto quella notte in cui Grace divenne sua. Per non parlare del fatto che avrebbe rovinato anche l'immagine e l'idea che Nelly si era fatta di sua madre: cosa avrebbe pensato di lei sapendo che aveva tradito suo marito con lui?! E sicuramente avrebbe disprezzato anche lui per aver fatto quello che non doveva: tradire un amico e rovinare una famiglia. Non voleva assolutamente perdere Nelly in un momento in cui lei era riuscita a fidarsi totalmente e incondizionatamente di lui.
 
Quell'estate Nelly si rilassò e si divertì come non aveva mai fatto: abitare ad un passo dalla spiaggia era una cosa che la esaltava più di ogni altra cosa. Una mattina di Luglio Daniel e Nelly decisero di fare il bagno all'alba e si divertirono un sacco insieme; all'Auror sembrò di essere ritornato un ragazzino, soprattutto quando Nelly sorrideva identicamente a sua madre: avevano la stessa risatina isterica.
Nelly ne approfittò per prendere un po' di sole sebbene il colore della sua carnagione rimase invariato; Daniel la prendeva in giro dicendo che era talmente bianca che la sua pelle rifletteva i raggi del sole al posto di assorbirli e Nelly gli rispondeva indispettita dicendo che anche lui di certo no poteva vantarsi di avevere la pelle ambrata.
 
A casa Black si respirava un'atmosfera tesa e invivibile per il più grande dei fratelli Black. Sua madre era sempre più insopportabile, suo fratello era il suo cagnolino obbediente, suo padre Orion sempre più assente. La testa di un nuovo elfo domestico si era aggiunto alla collezione di casa Black e Sirius rabbrividiva ogni volta che vedeva la testa dell'elfo che l'aveva servito negli ultimi anni appesa assieme agli altri che si era abituato a vedere da quando era un bambino. Walburga lo aveva messo in punizione già una decina di volte da quando era tornato, sebbene fossero passati solo quindici giorni dal suo ritorno da Hogwarts. Veniva messo in punizione perchè non era d'accordo con ciò che i suoi genitori dicevano, quando rispondeva male a suo fratello, quando non salutava di proposito i suoi parenti serpenti in visita a casa loro. Per Sirius era una situazione insopportabile.
Le cose peggiorarono quando un giorno a casa arrivarono i Rosier con i loro figli Evan, suo coetaneo, amichetto serpeverde di Regulus, e Cordelia, ragazzina smorfiosa del secondo anno. Ingenuamente Sirius pensò che era una delle tante cene che sua madre aveva organizzato per convincerlo e persuaderlo a stare dalla sua parte, ovviamente invano. Quando invece a fine serata, dopo che i Rosier se ne furono andati, sua madre iniziò a fargli domande su Cordelia, Sirius capì i suoi intenti e divenne una furia.
"Sirius, sai benissimo che dovrai sposare una Serpeverde prima o poi." disse Walburga fingendosi stupita.
"MAI! - sbraitò Sirius scaraventanto il bicchiere di vino elfico che sua madre aveva di fronte a sè - Non potete decidere tutto voi, è la mia vita!"
"Non dire stupidaggini Sirius, sei troppo giovane per prendere certe decisioni." rispose glaciale la signora Black.
Sirius diventava sempre più furibondo e il tono di voce privo di emozioni di sua madre contribuiva a fargli aumentare la rabbia. Senza rispondere a sua madre, salì in camera sua preparò una borsa con le cose che gli servivono, scrisse una lettera a James nella quale chiedeva di incontrarsi a Covent Garden e scese le scale trascinando la sua borsa facendo il più rumore possibile per irritare sua madre. Quando Walburga lo vide dirgersi verso la porta perse davvero le staffe.
"Dove hai intenzione di andare Sirius Orion?"
"Via di qui!" urlò Sirius, chiudendo la porta in faccia a sua madre.
"Tornerai strisciando qui, Sirius, o perderai tutto." lo ammonì Walburga.
 
"Capite? Vogliono che mi sposi fra qualche anno con Cordelia Rosier!" esclamò Sirius ardente di rabbia.
James, suo padre Fleamont e sua madre Euphemia ascoltavano un agitato Sirius con preoccupazione. I signori Potter avevano accompagnato il loro unico figlio all'appuntamento a Covent Garden con Sirius.
"Cosa hai intenzione di fare ora?!" chiese James guardando la borsa di Sirius.
"Non lo so, di certo non metterò piede in quella casa per i prossimi mesi. - disse il giovane Black serio e deciso - Chiederò ad Andromeda se mi può ospitare.."
"La metterai ancora di più nei guai." disse James sapendo la situazione della cugina del suo amico.
"Già.." ammise Sirius. Non ci aveva pensato.
E poi Andromeda aveva una bambina, Ninfadora, aveva così tanto da fare. Sarebbe stato solo d'impiccio. Il ragazzo sbuffò e si nascose il viso tra le mani disperato.
I signori Potter guardarono quel povero ragazzino e subito seppero cosa fare.
"Puoi venire a stare da noi tutto il tempo che vuoi, caro." disse Euphemia con la sua voce dolce.
James e Sirius guardarono la donna con occhi pieni di gioia.
"Davvero?!" chiesero in coro.
"Davvero, davvero. - disse Fleamont annuendo - Basta che non ci distruggete la casa."
I quattro si misero a ridere, James diede una pacca alla spalla di Sirius e lo guardò con sguardo Malandrino.
"Giuriamo solennemente di non avere buone intenzioni."
 
Quando Nelly venne a sapere da Sirius della sua fuga e delle ragioni per cui era fuggito, rimase un po' perplessa. La madre del suo amico progettava già di farlo sposare con la bella Cordelia Rosier, studentessa di serpeverde che la guardava in cagnesco ogni volta che poteva ed ora ne capiva il motivo: probabilmente i genitori di Cordelia e quelli di Sirius si erano messi d'accordo già da tempo, e alla promessa del suo amico dava fastidio che Nelly, una sanguesporco, girasse per Hogwarts in compagnia del suo promesso sposo. Non riuscì proprio a trattenere un sorrisino soddisfatto.
"Perchè sorridi in quel modo?" disse Daniel appena entrato in casa.
Nelly si mise una mano sul cuore per lo spavento: Daniel aveva il vizio di materializzarsi in casa e di spaventare a morte la povera ragazza. Si giustificava dicendo che in quei tempi Nelly doveva essere sempre vigile e non farsi trovare mai impreparata. Quando la ragazza aveva chiesto maggiori dettagli riguardo quell'ammonimento, Daniel fu costretto a spiegarle che c'era un certo Lord Voldemort - ma era meglio chiamarlo Signore Oscuro - che non guardava di buon occhio nati babbani e mezzosangue e aveva intenzione di salire al potere con l'aiuto dei suoi seguaci, chiamati Mangiamorte. Nelly aveva già sentito quella parola a scuola, ma preferiva non parlarne con Daniel per non farlo preoccupare.
"Sei troppo prevedibile, Nelly. Ti spaventi ancora?!"
"Sì, Daniel, specialmente se ti materializzi alle mie spalle." disse la ragazza un po' irritata.
Odiava farsi sorprendere mentre leggeva sognante le lettere di Sirius.
"Chi ti scrive? - chiese l'uomo indicando il pezzo di carta tra le mani della sua figlioccia - Fammi indovinare... ti scrive un certo Sirius Orion Black."
Nelly roteò gli occhi al cielo e le sue guancia diventarono rosse, mentre sul volto di Daniel si materializzava un sorriso sornione.
"E' inutile che fai quella faccia! - disse Nelly gesticolando - Non c'è nulla di male nel ricevere una lettera da Sirius!"
Daniel alzò un sopracciciglio per poi scoppiare a ridere.
"Uffaaaaaaa." sbuffò Nelly sprofondando tra i cuscini del divano.
"Dai, sai che amo prenderti in giro, piccola Penelope - disse Daniel sedendosi accanto a lei, cercando di rimediare - Che ti dice il tuo Sirius?"
Come risposta ebbe un cuscino in faccia; ma Daniel prontamente si prese la sua vendetta, afferrò la lettera dalle mani di Nelly e lesse la lettera ad alta voce.
"La vita a casa dei miei - sì, perchè non la reputo più casa mia - era diventata insostenibile. Vuoi sapere la nuova?! Vogliono farmi sposare con Cordelia Rosier, ti rendi conto?! - recitò Daniel cercando di imitare la voce di Sirius e le sue movenze, mentre Nelly rideva - Non ci ho visto più e sono scappato, ora sono a casa di James. I suoi genitori mi trattano come un figlio, qui sto benissimo; io e James stiamo pensando a tanti scherzi che possiamo fare a Mocciosus una volta tornati a scuola..."
Daniel lanciò un'occhiata di rimprovero ad una divertita Nelly, che incontrando lo sguardo severo del suo padrino, guardò altrove per evitarlo. Poi l'Auror continuò a leggere.
"Vorrei tanto che tu e gli altri foste qui, mi mancate, soprattutto tu. - lesse Daniel con molto sentimento mettendosi una mano sul cuore, e fu in quel momento che Nelly si riprese la lettera - A te mancano i tuoi amici?"
Nelly scrutò Daniel per capire se la stesse prendendo in giro o meno.
"Sono serio, se ti va un giorno puoi farli venire qui, potete andare in spiaggia.. Dovrei avere qualche giorno libero - disse Daniel controllando il calendario - Posso fare da tata a cinque ragazzini scalmanati in quei giorni."
Nelly lo guardò di nuovo interdetta.
"Vuoi dire che possono stare qui qualche giorno?" chiese Nelly con gli occhi che le brillavano.
"Sì, sei stata tutti questi giorni da sola, te lo meriti." sentenziò Daniel con un sorriso dolce sul volto.
La ragazza gli saltò letteralmente addosso ed iniziò a riempirlo di baci.
"Graziegraziegraziegraziegrazie!" disse tutto d'un fiato.
 
Dopo qualche giorno casa Smith fu invasa dal gruppo di ragazzini più scalmanato di Hogwarts. Remus era appena guarito dall'ultima luna piena ed era stato felicissimo di accettare l'invito, così come James e Sirius; Peter invece non potè unirsi ai suoi amici perchè era già in vacanza con i suoi genitori. Ci fu un primo imbarazzo tra Sirius e Nelly quando la banda arrivò e la ragazza dovette accoglierli in casa come se fosse la cosa più naturale possibile. Fortunatamente c'era Daniel che fece gli onori di casa per lei e mostrò ai ragazzi le loro camere; Nelly avrebbe dormito con Daniel, James e Sirius nella mansarda, mentre Remus nella stanza della ragazza.
I quattro si divertirono molto in spiaggia e non mancarono gli scherzi, ovviamente. Uno dei più gettonati fu quello di fare delle fosse nella sabbia e coprirle con gli asciugamani, coperti a loro volta da altra sabbia: ciascuno dei Malandrini fu vittima di questi scherzi, ma quello che ci cascò più volte fu proprio Sirius, con grande divertimento da parte di James. Così un giorno per vendicarsi, Sirius, con l'aiuto di Nelly e Remus, riempì James di sabbia da capo a piedi, tanto che a distanza di giorni il poverino lamentava ancora la presenza di sabbia in bocca.
 
Ma sfortunatamente la serenità e la spensieratezza delle vacanze furono scaraventate via, come un stelo sottile che si spezza sotto le intemperie e la forza del vento. Mentre erano tutti riuniti in giardino a consumare il cibo che avevano cucinato tutti insieme, un animale argentato si palesò di fronte a Daniel; l'Auror sapeva che quello non era un buon segno.
"Smith, c'è un emergenza. C'e stato un attacco, abbiamo bisogno di te." disse una voce sconosciuta ai ragazzi.
"Che vuol dire?!" chiese Nelly spaventata.
Daniel si alzò dalla sedia ed entrò in casa di fretta per prendere alcune cose, tra cui la sua bacchetta.
"Daniel, dove vai? Che succede?" chiese di nuovo in preda al panico, la ragazza seguita dai suoi amici.
Il padrino si soffermò sul viso della ragazza seriamente preoccupata e lo prese tra le sue mani, baciandole la fronte.
"Devo andare, il dovere mi chiama. Farò tutto il possibile per tornare sano e salvo..."
Se Nelly non aveva voluto realizzare la gravità della situazione fino a quel momento, ora iniziava davvero a farsi prendere dal panico; a nulla servirono i sorrisi rassicuranti di Daniel e le sue carezze: aveva paura di perdere anche lui, di rimanere di nuovo sola in quell'abisso di sofferenza in cui era annegata già un anno fa dopo la morte di sua nonna.
"Ti prego, non andare.. non lasciarmi sola!" lo supplicò.
Sapeva che si stava comportando da bambina, ne era pienamente consapevole: ma erano il suo istinto, la paura e la disperazione a farla parlare.
"E' proprio per te che ci sto andando, Nelly. - disse Daniel con tono calmo e sicuro, poi si rivolse ai ragazzi ed in particolare a Sirius - Manderò un messaggio ai Potter, andrete da loro. Prendetevi cura della mia Nelly.."
Sirius si sentì in qualche modo chiamato in causa direttamente; Daniel davanti ad una spaesata Nelly mosse la bacchetta con grazia e un ghepardo argentato iniziò a camminare nella stanza.
"Emergenza. Portate i ragazzi da voi. - sussurrò Daniel puntando la bacchetta contro il ghepardo, poi prese la mano di Nelly e la strinse - Tornerò da te stasera, promesso."
E con un *pop* sparì; Nelly teneva ancora la mano tesa, nella stessa posizione in cui la teneva prima che Daniel sparisse davanti ai suoi occhi.
I Malandrini si avvicinarono a Nelly, nel tentativo di rassicurarla e consolarla, ma lei uscì fuori in direzione della spiaggia. Essere compatita e rassicurata era l'ultima cosa che desiderava. Sirius che aveva tentato di afferrarle il polso rimase con un'espressione triste sul volto, indeciso sul da farsi.
"Vai da lei, Sirius." gli consigliò Remus.
"Forse è meglio che vada tu - disse Black indicando il suo amico Lunastorta con la mano - Sei tu il migliore in questo: sai dire sempre la cosa giusta al momento giusto."
"No, Sir. Devi andare tu. - lo rimproverò James con sguardo severo - Sai perchè o vuoi un disegnino?"
Sirius annuì e uscì di casa dirigendosi verso la spiaggia.
Toccava a lui parlarle e sostenerla, ora, anche se forse era il meno adatto; ma sentiva dentro di sè che era giusto che fosse lui a farlo. Si sentiva così vicino a Nelly nell'ultimo periodo, tanto che poteva sentire le sue emozioni e farle sue. L'avrebbe protetta dalla sofferenza, era disposto ad offrirle la sua spalla per piangere se fosse stato necessario.
Arrivato in spiaggia, vide Nelly seduta a pochi passi dal bagnasciuga, intenta a giocherellare con la sabbia e i ciottoli.
Fece silenzio per non farsi sentire ma un rametto sotto i suoi piedi lo tradì; Nelly si voltò di scatto e gli puntò la bacchetta contro. Sirius alzò le braccia come un ladro colto in flagrante e sorrise.
"Non era mia intenzione assalirti." disse cercando di stemperare la tensione.
Il viso di Nelly era teso in un'espressione di dolore; nessuno poteva sapere o immaginare cosa stesse succedendo dentro di sè. Abbassò la bacchetta e si sedette di nuovo.
"Posso?" chiese Sirius.
Ma non ricevette alcuna risposta.
"Lo prenderò per un sì." disse sedendosi accanto a lei.
Calò un silenzio tombale fra i due e Sirius iniziò a convincersi di esssere inadeguato alla situazione. Poi si fece coraggio e parlò.
"Senti Nelly.." ma si fermò vedendo che Nelly si era alzata di scatto e aveva iniziato a camminare lungo il bagnasciuga.
La ragazza non voleva farsi vedere mentre piangeva: in quel periodo aveva pianto troppo, dove era finita la Nelly forte di un tempo?!
Sirius corse per raggiungerla e le afferrò un polso cercando di farla voltare, per guardarla negli occhi.
"Daniel è uno in gamba, se la caverà.Vedrai.." disse cercando di rassicurarla.
"E' una vita che mi promettono che non mi lasceranno mai sola, ma non riescono a mantenere le promesse..." sussurrò Nelly verso il mare agitato.
A Sirius si strinse il cuore a sentire la voce della forte Nelly che conosceva ormai da quattro anni rotta dal pianto.
"Io... ti capisco. Non so come hai fatto a sopportare tutto questo, io avrei iniziato a dare di matto già da un po' - ammise Sirius, mentre Nelly iniziava a girarsi per guardare il suo amico - Ma devi essere forte; tu sei forte... più forte di me, James, Remus e Peter messi insieme."
Il ragazzo esagerò aggiungendo anche Peter nell'elenco e riuscì nell'intento di far sorridere la ragazza, ora completamente girata per guardarlo negli occhi.
"Noi ci saremo sempre. Io ci sarò sempre, lo prometto."
Quelle parole fecero sciogliere e crollare Nelly, che si buttò fra le braccia di Sirius senza pensarci su; si sentiva sicura con lui e nel posto giusto. Per un momento tutti i brutti pensieri passarono in secondo piano e si sentì liberata dal quella sensazione di angoscia che ormai provava da quando era morta sua nonna. L'angoscia di rimanere sola al mondo, senza nessuno su cui contare, con cui condividere la sua vita; con Sirius, altra anima abbandonata dalla sua famiglia, si sentiva meno sola.
Quell'abbraccio sembrò durare un'eternità; Nelly pensò che l'avrebbe vissuta volentieri un' eternità con Sirius e i suoi amici, con Daniel.
Daniel.
Una morsa allo stomaco di Nelly interruppe quell'abbraccio magico, lasciando Sirius un po' interdetto.
Poi una voce familiare da lontano li chiamò; era James: i signori Potter erano arrivati, dovevano andare via.
 
A casa dei Potter, l'attesa fu un'agonia. Non avevano notizie e Nelly si sentiva logorata dall'ansia; a nulla erano servite le tisane della signora Potter, le parole rassicuranti di Fleamont e di Lyall Lupin, arrivato assieme alla moglie per sostenere Nelly. La ragazza rimase senz'altro stupita dall'affetto che quella gente le stava dimostrando: non era per niente sola.
A notte inoltrata, si sentirono dei rumori; Nelly era nel letto che Euphemia aveva preparato per lei in una delle tante stanze degli ospiti della tenuta dei Potter. Si precipitò fuori dal letto e senza nemmeno preoccuparsi di mettere le pantofole, scese giù per vedere se per caso era tornato Daniel. Al posto del suo padrino vide un uomo vestito di blu che parlava a Fleamont.
"Mio padre?! Daniel, dov'è?" chiese la ragazzina, senza nemmeno rendersi conto di averlo chiamato padre.
L'uomo vestito di blu, che doveva essere un Auror, la guardò con un sorriso sereno.
"Sta bene, è leggermente ferito, lo stanno curando al San Mungo, ma nulla di preoccupante. Daniel è un duellante eccezionale, non dovresti essere così preoccupata." disse l'Auror.
Nelly sospirò rilassata e accorgendosi di avere Sirius affianco a lui, anche lui svegliatosi per i rumori, ne approfittò ancora una volta per abbracciarlo.
 
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Eccomi qui, come promesso con un nuovo capitolo. Visto?! Non sono sparita!
Sarà breve e lascio a voi i commenti, perchè sto morendo di sonno!
Yeaaaah, sono contentissima di avercela fatta e soprattutto sono molto soddisfatta di questo capitolo. Tante emozioni, eh?
Ringrazio chi ha iniziato a leggere la mia storia, chi è rimasto ad aspettare che pubblicassi e chi leggerà in futuro.

Grazie!

Baci


Amy

 
 
 
 

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Capitolo 19
*** Piccola anima ***


"Camminare fa passare ogni tristezza 
'ti va di passeggiare insieme?' 
meriti del mondo ogni sua bellezza 
dicono che non c'è niente di più fragile di una promessa 

ed io non te ne farò nemmeno una."
 
- Ermal Meta


Nelly non dovette nemmeno esprimere il desiderio di voler andare al San Mungo da Daniel: fu Lyall Lupin stesso a offrirsi volontario per accompagnarla.
"Lo faccio con piacere, Nelly." disse Lyall sincero, dopo che la ragazzina gli aveva chiesto se per lui non fosse un disturbo accompagnarla al San Mungo.
Per il signor Lupin era davvero il minimo che potesse fare: Nelly aveva accettato con naturalezza la condizione di suo figlio come lui non aveva mai fatto; era una sorella che lui e Hope non avevano mai potuto dare a Remus, un'amica preziosa e una confidente. A suo figlio brillavano gli occhi ogni volta che parlava di questa ragazzina dai meravigliosi occhi verdi, così minuta, così forte.
Euphemia e Hope facevano a gara per ospitare Nelly finchè Daniel sarebbe rimasto in ospedale; Sirius cercava di spronare Euphemia affinchè insistesse per far rimanere Nelly a casa Potter. Ma alla fine vinse Hope, e fu deciso che Nelly sarebbe rimasta nell'umile dimora dei Lupin finchè Daniel non si sarebbe rimesso completamente.
Per la ragazza in realtà era davvero indifferente: l'unica cosa che voleva in quel momento era accertarsi con i suoi stessi occhi che Daniel stesse davvero bene.
Dopo aver preso le poche cose che aveva deciso di portare con sè, salutò James e Sirius, ringraziò i signori Potter e andò via con i Lupin. Prima di andare al San Mungo, Lyall si materializzò a casa per lasciare sua moglie Hope e Remus.
"Perchè non posso venire anche io?" chiese Remus a suo padre.
Voleva accompagnare la sua amica, rendersi utile e sostenerla.
"Remus, è un ospedale..." disse Hope cingendo le spalle di suo figlio.
Remus annuì mentre Nelly faceva spallucce; avrebbe fatto piacere anche a lei che Remus l'accompagnasse.
"Sei pronta Nelly?" disse Lyall sorridendole.
"Prontissima."
Lyall le tese una mano e la ragazzina la afferrò per poi stringerla; la Smaterializzazione le faceva ancora paura. Daniel aveva perso molto fiato per convincerla a fidarsi di lui; se solo avesse saputo che si era fidata ciecamente di Lyall senza battere ciglio, il suo padrino l'avrebbe rincorsa per tutto il San Mungo.
Senza che nemmeno se ne accorgessero, Lyall e Nelly si trovarono di fronte ad un enorme edificio, l'equivalente magico di un ospedale babbano. Non ci era mai stata, in realtà avrebbe preferito posticipare questa visita al San Mungo; ma Daniel era lì e voleva assicurarsi che stesse bene.
Dopo aver chiesto numerose informazioni e salito molte scale, alla fine Nelly e Lyall arrivarono nella stanza dove c'era Daniel. La porta della stanza numero quarantacinque era chiusa; Nelly guardò preoccupata il padre di Remus che le rivolse un sorriso rassicurante.
"Ora bussiamo." disse preparandosi a colpire la porte con le nocche della sua mano destra.
Ma non fece in tempo a farlo, perchè la porta si aprì e Nelly si ritrovò di fronte una curatrice che le sorrideva dolcemente.
"Oh tu devi essere Nelly! Sono ore che ripete il tuo nome." disse la donna indicando con una mano Daniel alle sue spale.
Nelly si affacciò nella stanza e vide il suo padrino sul letto agitarsi nel sonno. Si avvicinò a lui e notò con grande meraviglia che il suo torace era stato ricoperto da fasce bianche macchiate ora di sangue; Daniel non aveva affatto una bella cera: la sua carnagione era sempre stata molto pallida, ma quel giorno lo era davvero troppo. Nelly notò anche che il suo viso era più scarno rispetto al solito. La ragazza fece per voltarsi cercando la curatrice per chiederle spiegazioni, ma la donna era già sparita. Al suo fianco c'era Lyall che vedendola preoccupata le posò una mano sulla spalla per rassicurarla.
"Sta tranquilla, non è nulla di grave.." disse con voce serena.
"Nulla di grave?!" esclamò Nelly un po' basita.
Daniel era ricoperto di ferite su tutto il corpo, sembrava un cadavere e non aveva nulla di grave?!
"Nelly.." disse una voce roca.
Una mano fredda afferrò quella di Nelly e la ragazza saltò quasi in aria per lo spavento, ma quando si accorse che quella era la mano di Daniel sorrise di gioia. Gli occhi verdi che aveva imparato ad amare erano ora puntati su di lei e un leggero sorriso era abbozzato sul viso scarno dell'uomo.
"Daniel! - disse Nelly avvicinandosi a lui con gli occhi pieni di lacrime - Come stai?"
Lyall, vedendo quella scena, si sentì quasi a disagio e di troppo e preferì lasciare i due da soli.
"Sono stato meglio. - rispose Daniel con una voce roca e stanca - Tu stai bene?"
Nelly scacciò via le lacrime e si impose di guardare Daniel con aria di rimprovero.
"Tu sei a letto moribondo e chiedi a me se sto bene?!" disse la ragazza accarezzando il viso del suo padrino.
Daniel scoppiò a ridere, ma i sussulti delle risate gli provocarono un dolore lancinante alla ferita che aveva sul fianco. La risata di entrambi si spense e i sorrisi si trasformarono in un'espressione preoccupata per Nelly e in una di dolore per Daniel. La figlioccia strinse gli strinse la mano per dargli supporto, continuò ad analizzarlo e guardarlo con preoccupazione, fino a chiedersi come si era procurato quelle ferite.
"Come ti sei fatto tutto questo?"
"Non sono andato a raccogliere margherite, Nelly." rispose Daniel un po' duramente.
La Grifondoro sapeva benissimo che il suo padrino non le avrebbe detto nulla riguardo la battaglia che aveva appena affrontato. Secondo lui era un modo per proteggerla, per Nelly era un modo per dire bugie e nasconderle la verità. Daniel, vedendo l'espressione cupa della sua figlioccia, cercò di recuperare, sforzandosi di mettersi un po' seduto sul letto, non con poca fatica. Una volta seduto tirò a sè Nelly e la abbracciò come poteva.
"Ti ho fatto una promessa, ricordi?" chiese Daniel.
"Sì, ed io ti ricordo che non è giusto fare promesse se non puoi mantenerle. - disse Nelly allontanandosi da lui - Dicono che non c'è niente di più fragile di una promessa."
Daniel rimase colpito da quelle parole: la ragazza aveva ragione, quante promesse aveva fatto e non aveva puntualmente mantenuto nella sua vita?!
"Hai ragione, allora non te ne farò nemmeno una. - disse l'Auror  guardandola negli occhi - Voglio solo che tu ti fidi di me."
"Mi fido ciecamente di te."
"Perfetto allora, vieni qui. Fatti abbracciare un altro po'."
Padrino e figlioccia rimasero così, abbracciati, a ridere e a parlare fin quando la curatrice non li interruppe bruscamente, dicendo che il tempo riservato alle visite era terminato. Lyall entrò nella stanza per salutare Daniel e gli spiegò che Nelly sarebbe stata loro ospite fin quando lui non si sarebbe ripreso completamente.
"La porterò qui ogni giorno." aggiunse il signor Lupin.
"Grazie Lyall, è molto gentile da parte vostra. Ringrazia anche tua moglie da parte mia. - poi si rivolse a Nelly facendole un occhiolino - E tu comportati bene!"
 
Una volta a casa Lupin, Nelly fu accolta da Hope nel migliore dei modi. Le mostrò la stanza che avrebbe occupato in quei giorni, l'aiutò a sistemare la roba e la invitò a farsi un bagno rilassante. Si preoccupò di prepararle la vasca con olii e saponi profumati. Quando Nelly ebbe finito la signora Lupin si offrì volontaria per aiutarla ad asciugare i lunghissimi capelli biondi ed infine li raccolse in una lunga treccia francese.
"Non ho mai avuto i capelli così belli e in ordine." disse Nelly guardandosi allo specchio.
"Sei incantevole in ogni caso, tesoro." rispose Hope con una dolcezza tipicamente materna che Nelly riusciva ad associare solo a sua nonna.
Quella sera si sentì amata e coccolata; non che Daniel non fosse affettuoso con lei, ma si sa, gli uomini sono diversi, le mamme sanno esattamente cosa fare in ogni occasione. Sbagliano raramente.
Dopo il bagno le due donne di casa scesero in cucina, mentre Remus e Lyall stavano giocando agli scacchi dei maghi; il padrone di casa sbuffava di continuo sotto lo sguardo divertito di Remus.
"Lyall non ha pazienza come Remus, per questo viene battuto ogni volta a quello strano gioco." spiegò Hope.
"Sì, Remus ha davvero tanta, troppa pazienza." disse Nelly guardando da lontano il suo migliore amico.
"Ti va di cucinare qualcosa insieme, cara?"
Nelly e Hope si misero quindi ai fornelli e si divertirono un sacco: la ragazza spiegò alla mamma di Remus che quando era a casa preferiva cucinare lei, anzichè lasciar fare a Daniel che non andava molto d'accordo con i fornelli. Così a Hope venne un'idea.
"Se ti va possiamo fare una torta da portagli in ospedale, che dici? E' una bella idea?"
Nelly sorrise felice.
"E' un'idea grandiosa!"
Quando la cena fu pronta Hope chiamò i suoi uomini a tavola; durante il pasto i due Malandrini raccontato un mucchio di storie divertenti riguardo le loro avventure ad Hogwarts. Remus raccontò a suo padre di come Nelly era diventata una pozionista molto abile nel corso dell'anno scolastico e che era grazie a lei se riusciva a prendere la sufficienza in Pozioni. Poi Hope, sentendosi esclusa, iniziò a raccontare aneddoti dell'infanzia di Remus, di quando era piccolo e timido.
"Ti ricordi quella ragazzina che abitava affianco a noi, Remus?!" chiese la donna, mentre Remus roteava gli occhi.
"No." rispose infastidito il ragazzo.
"Lucy, è impossibile che non te la ricordi..!" insistette Hope.
"Mamma, ti prego.. smettila."
"Ah, sì! Me la ricordo forse.. - disse Lyall grattandosi la barba - Quella bambina con gli occhiali e l'apparecchio che diede un bacio sulle labbra a Remus quando avevano solo quattro anni?"
Remus divenne tutto rosso in volto, Nelly non riuscì a capire se per la rabbia o per la vergogna.
"Esatto! - disse Hope scoppiando a ridere - Nelly, avresti dovuto vedere la sua faccia, rossa come adesso, con un broncio e un'espressione lievemente schifata."
Nelly non riuscì a trattenere le risate, alle quali si unirono anche quelle di Lyall e Hope. Remus dopo un po' di broncio, cedette anche lui, vedendo che quel suo ricordo imbarazzante aveva contribuito a far tornare il sorriso alla sua migliore amica.
Dopo cena Remus e Nelly giocarono un po' agli scacchi dei maghi, sotto lo sguardo curioso di Lyall; la partita durò a lungo e Nelly riuscì a tenere testa a Remus, ma alla fine ne uscì sconfitta.
L'ora di andare a dormire era finalmente arrivata: la ragazza salutò tutti ed andò nella camera degli ospiti dove l'attendeva un letto soffice e profumato. Stava proprio per spegnere la luce, quando qualcuno bussò alla sua porta.
"Avanti!" disse Nelly.
"Posso?! - chiese Hope - E' mia consuetudine dare la buonanotte a Remus. Lui si lamenta sempre dicendo che non è più un bambino. Per me sarà sempre il mio bambino anche a quarantanni."
Nelly e Hope risero insieme, immanginando Remus a quarantanni con le braccia incrociate e l'aria annoiata.
Le due si fermarono a fare due chiacchiere ancora per un po', fino a quando Hope prese alla sprovvista Nelly, baciandola sulla fronte.
"Sono molto contenta che tu sia qui, tesoro!" disse la madre di Remus.
"Buonanotte Hope e grazie di tutto."
"Per cosa?"
"Per avermi fatto ricordare quanto è bello avere una mamma." disse Nelly con gli occhi lucidi.
Hope non seppe cosa dire, la abbracciò e le baciò di nuovo la fronte.
"Sono sicura che lei sarebbe molto fiera di te. Buonanotte!"
"Notte anche a te."
 
Durante i giorni seguenti Nelly andò a far visita a Daniel ogni volta che poteva e gli portava qualcosa che aveva cucinato con Hope appositamente per lui. Lyall la lasciava al San Mungo e tornava a prenderla una volta che aveva finito di lavorare; Nelly instaurò un bellissimo rapporto con i genitori di Remus tanto da considerarli come degli zii. Hope la trattava davvero come una figlia, la coinvolgeva in qualsiasi cosa e la trattava quasi come una bambola. L'amicizia e l'affetto che c'era già tra Remus e Nelly crebbero ancora di più: erano diventati ormai come fratello e sorella, ed ora che Nelly aveva conosciuto i signori Lupin si sentiva ancora più una di famiglia, una sui cui Remus poteva contare sempre.
Sirius, che continuò a stare alla tenuta dei Potter per tutto il resto dell'estate, scriveva a Nelly e a Remus ogni giorno, dato che James non aveva mai voglia di farlo. Remus fingeva di stupirsi quando notava che le lettere destinate a lui erano molto più brevi di quelle che Sirius scriveva alla sua amica. Ogni volta che Nelly riceveva una sua lettera, correva in camera sua e ci rimaneva per rileggerla quelle quattro - cinque volte, analizzando la calligrafia di Sirius, ogni virgola e ogni sillaba. Mentre la leggeva immaginava il tono di voce con cui Sirius avrebbe detto quelle parole se fosse stato lì di fronte a lei.
Una sera, proprio mentre stava finendo di leggere una lettera, Hope entrò nella stanza curiosa di vedere la faccia di Nelly intenta a leggere; quando Remus le aveva raccontato che tra i due c'era del tenero la signora Lupin rimase un po' delusa. In cuor suo sperava che Nelly potesse diventare un giorno la dolce metà di suo figlio Remus e confessò le sue speranze al figlio, il quale non si fece scrupoli a lanciare un cuscino in faccia a sua madre. D'altronde Hope doveva aspettarselo: Remus e Nelly erano troppo amici per poter essere qualcosa di più in un futuro lontano.
Mentre apriva la porta, Hope sentì Nelly sussultare e nascondere qualcosa sotto al cuscino. Forse stava esagerando nel volersi intromettere così tanto nella vita dell'amica di suo figlio.
"Si può?!" chiese la donna.
"Certo, entra Hope. E' pur sempre casa tua!" disse Nelly scherzando invitandola a sedersi sul letto.
"Questa è casa tua anche, Nelly. Sei una di famiglia ormai, lo sai."
"Domani Daniel viene dimesso." disse la ragazzina abbassando gli occhi.
Non avrebbe mai immaginato di dispiacersi di lasciare una casa che non fosse la sua per tornare da Daniel.
"Lo so, ma non è mica un addio! Ci vedremo quando lo desideri.. Poi sopporterai Remus per tutto il periodo scolastico!" disse Hope cercando di nascondere l'emozione.
La realtà era che Nelly era la figlia che Hope aveva sempre desiderato. Remus era un figlio adorabile, il migliore che potesse desiderare, ma aveva sempre voluto anche una figlia. Era nelle intenzioni di Lyall e Hope avere un altro figlio dopo qualche anno dalla nascita di Remus, e infatti quando il piccolo Lupin aveva cinque anni, poco prima dell'incidente, lei era rimasta incinta. Ma il destino era stata crudele con lei quella notte di Ottobre: non solo si portò via la serenità e la spensieratezza della sua famiglia, ma anche il bambino che portava in grembo. Lo spavento, la sofferenza e il dolore l'avevano scossa troppo e c'era stato un aborto spontaneo. Remus non aveva mai saputo nulla della seconda gravidanza di sua madre, si sarebbe sentito ancora di più un mostro. Bastavano già i sensi di colpa di Lyall.
Nelly si sentiva fortunata ad essere circondata da così tante persone che le volevano bene. Cosa aveva fatto per meritarsi tutto questo affetto?! Gli occhi dolci di Hope la guardavano un po' commossa e si sentì il cuore più caldo, riuscì a far riemergere nei ricordi sepolti nella sua mente il sorriso dolce di sua madre Grace che si sovrapponeva a quello di Hope. Si immaginò una conversazione con sua madre, durante la quale le parlava di Sirius e della situazione complicata in cui si era cacciata.
"Cosa hai nascosto sotto il cuscino?!" chiese Hope curiosa.
La ragazzina ridacchiò per poi allungarsi sul letto ed afferrare la lettera da sotto il cuscino.
"Una lettera... di Sirius." ammise.
Hope sorrise dolcemente e spostò i capelli dal viso di Nelly.
"E' normale che io non lo capisca? - chiese la ragazzina assumendo un'espressione corrucciata - Insomma, i ragazzi dicono che sono le ragazze complicate e pazze, ma loro?!"
Hope scoppiò a ridere coprendosi la bocca con una mano.
"Quanto ti capisco! Loro sono molto più complicati di noi, hai ragione Nelly - disse la donna posando una mano sulla spalla della ragazza - Ma cosa è successo? Se posso sapere..."
"Ecco... lui è lunatico - disse Nelly alzando lo sguardo per inchiodare con i suoi occhi verdi Hope - Prima sembra interessato a me, poi mi tratta come se fossi invisibile, il giorno dopo è gentile e premuroso... non so cosa pensare."
"Ora in che fase è?"
Così Nelly si immerse in un racconto dettagliato di tutto quello che era successo tra lei e Sirius, si liberò di ogni peso come non aveva mai fatto, come avrebbe fatto probabilmente con sua madre. Alla fine del racconto prese fiato e si coprì il volto con le mani per la vergogna.
"Beh, Nelly è evidente no?! Sirius è innamorato di te, è solo troppo orgoglioso per ammetterlo."
"Orgoglioso... e perchè mai? Si vergogna ad ammetterlo perchè faccio schifo?"
"Assolutamente no! - disse Hope cercando di correggersi - Vedi, tutti gli altri del vostro gruppetto ti vedono come una sorella e lui ti vede come altro... Dagli tempo e ti confesserà di essere pazzo di te."
Nelly arrossì solo al pensiero di vivere quel momento.
"Grazie per avermi ascoltato, Hope." disse con un filo di voce.
"Quando vuoi, io sono qui."
 
Il giorno dopo a casa Lupin bussò un raggiante Daniel, tornato in piena forma dopo la battaglia. Si era fatto la barba per l'occasione e il suo viso sembrava ringiovanito di dieci anni rispetto ai giorni precedenti; non era da lui essere trascurato e disordinato. Nell'ultimo periodo aveva avuto la conferma che Nelly era legata a lui nonostante fosse passato relativamente poco tempo dalla morte della signora Hill; ogni giorno era andata a trovarlo, portandogli qualcosa fatto con le sue mani. Lo intratteneva con mille racconti, battute e risate. Aveva riempito la sua vita: come era possibile che un dono così bello fosse capitato proprio a lui?! La vita aveva deciso di regalarle Nelly, nonostante lui avesse commesso tanti errori nella sua vita, come rinunciare all'amore per la carriera, tradire il suo migliore amico. Eppure era stato premiato, per cosa poi?! Probabilmente era stato solo il destino a volerli fare riunire.. I dubbi sulla sua paternità non erano mai spariti. Più cresceva e più Nelly sembrava somigliargli, difficile dire in cosa ma se durante il primo anno poteva dire che la ragazzina era la fotocopia di Grace, ora non più. Nelly stava crescendo e si stava trasformando in una bellissima, fantastica piccola donna e a Daniel piaceva pensare che fosse anche un po' merito suo e dei suoi geni. Non aveva la certezza scientifica che Nelly fosse sua figlia, ma in cuor suo se lo sentiva.
"Daniel!" esclamò Nelly balzandogli addosso.
L'uomo appoggiò a terra la borsa per prenderla in braccio e la strinse forte a sè.
Di fronte a sè, i Lupin guardavano la scena un po' commossi, con il sorriso di chi condivideva la loro gioia di ritornare insieme.
Hope fece accomodare Daniel, gli offrì una tazza di the; Lyall scambiò qualche parola con l'Auror finchè non arrivò il momento di andare. Nelly lo capì quando Daniel le fece un occhiolino: lei si precipitò sù a prendere le borse (le cose erano aumentate dato che Hope le aveva regalato molti vestiti e trucchi che lei ormai non usava più) ed una volta tornata giù si precipitò ad abbracciare Hope. Remus sorrise orgoglioso di sua madre e della sua amica; era contento che le due andassero d'accordo. Poi Nelly afferrò anche la mano di Lyall, stringendola.
"Grazie per avermi accolta come una figlia."
"Grazie a te, piccola Nelly" disse Lyall con uno sguardo eloquente.
"Non so davvero cosa fare per dimostrare la mia gratitudine - si intromise Daniel - Per qualsiasi cosa abbiate bisogno, non abbiate timore a chiedermelo."
 
Il ritorno a Brighton fu tranquillo per i due abitanti di casa Smith: Daniel era di ottimo umore, felice di essere tornato a passare del tempo con la sua figlioccia. Nelly era contenta che tutta quella storia fosse finita bene e che Daniel fosse ancora tutto intero. Ma purtroppo il tempo da passare insieme fu poco, perchè il primo Settembre arrivò così velocemente che i due nemmeno se ne accorsero.
Il giorno della partenza Daniel fece di tutto per poter spostare il suo turno e rimanere con Nelly finchè il treno non sarebbe partito. La stazione pullulava di gente come al solito, tutti studenti che indossavano già fieri la loro divisa, i piccoli del primo anno che tremavano dall'emozione, i padri altrettanto emozionati che riempivano di raccomandazioni i figli, le madri che chiedevano ansiose ai loro ragazzi se avessero messo tutto in valigia. Per Nelly era sempre bello ascoltare e vedere da lontano i discorsetti dei genitori che lei non aveva mai sentito; Daniel non gliel'aveva mai fatto per davvero, almeno non così seriamente. 
"Guarda un po' chi c'è Nelly..." disse Daniel dandole una gomitata.
La ragazza si voltò di scatto e incontrò gli occhi di ghiaccio di Sirius. Fu presa dall'impulso di voler correre ed abbracciarlo, ma non voleva farlo davanti a tutti, davanti a Daniel. L'avrebbe presa in giro per l'eternità. Quindi restò lì, ferma accanto a Daniel che le cingeva la vita con un braccio ad osservare Sirius in tutta la sua bellezza. Come faceva ad essere così perfetto? Non indossava la divisa, ma uno dei tanti maglioni neri della sua collezione, a pendant con il suo cognome; i capelli perennemente scompigliati in boccoli morbidi, quei lineamenti perfetti che avrebbero scatenato l'invidia anche di un dio greco e quegli occhi magnetici che l'attraevano come avrebbero fatto due calamite.Sentendosì osservato Sirius iniziò a cercare chi lo stava guardando così insistentemente e vide Nelly spostare lo sguardo altrove imbarazzata. Il ragazzo sorrise come un vero malandrino e iniziò a camminare di gran carriera verso la ragazza; ma qualcosa arrestò la sua marcia: un sorriso sornione lo catturò. Daniel lo stava guardando in un modo strano: spostava lo sguardo da lui a Nelly e sorrideva. Aveva l'aria di chi voleva dimostrare di aver capito tutto e lo sguardo presuntuoso di un padre geloso, della serie se le fai del male ti ammazzo con le mie mani. Avrebbe volentieri cambiato direzione, ma avrebbe fatto una pessima figura; così continuò a camminare verso Nelly e Daniel.
"Ciao Nelly! Daniel..sono felice di vederti così in forma." disse il ragazzo stringendo la mano all'Auror.
Non si spostò nemmeno di un millimetro per salutare Nelly, nè un abbraccio, una mano sulla spalla. Niente. La ragazza andò su tutte le furie ma cercò di mascherare il tutto per non sembrare una ragazzina stupida agli occhi di Daniel.
"Grazie Sirius." rispose Daniel dandogli una forte pacca sulla spalla e facendogli un occhiolino.
 
Quando arrivò il momento di salutare Daniel, Nelly si prodigò a fargli un sacco di raccomandazioni e lo pregò di non cacciarsi di nuovo nei guai.
"Non passerò altri pomeriggi della mia vita in quell'inferno del San Mungo, per te. - disse la ragazza fingendosi stizzita - Quindi stai attento e aggiornami su tutto."
"Va bene, mamma. - ironizzò Daniel facendo ridere tutti i malandrini, poi le baciò la fronte - E tu prenditi cura di te."
"Lo farò."
Nelly salì sul treno, seguita da James, Remus e Peter. Sirius rimase per ultimo e Daniel lo guardò attentamente prima di parlargli.
"Sirius, mi raccomando." disse l'uomo con un enorme sorriso stampato sulla faccia ma allo stesso tempo con un fare minaccioso.
Il ragazzo tese la mano al padrino di Nelly e ricambiò un sorriso non troppo sicuro, poi salì sul treno. Sentiva che quella raccomandazione aveva tutta l'impressione di essere una minaccia. Quando entrò nello scompartimento trovò Nelly a ridere con James, Remus e Peter e lui non riusciva a far altro che pensare alla faccia di bronzo di Daniel.
"Sirius che hai? - chiese James - Sembra che tu abbia visto un fantasma.."
"Peggio, molto peggio." disse Sirius.
Remus inarcò un sopracciglio così come lo fece Nelly.
"Hai visto Marlene e ti ha minacciato." affermò James con le braccia incrociate, sicuro di sè.
Magari pensò Sirius tra sè e sè.
Come se lo strano comportamento di Daniel non l'avesse turbato abbastanza, nel loro scompartimento entrò Regulus Black con una faccia infuriata.
"Che vuoi da me?! Vuoi per caso farmi una ramanzina che ti ha fatto imparare a memoria la nostra amorevole madre?" disse Sirius con arroganza, entrambe le mani dietro la nuca e le gambe accavallate.
"Possiamo parlare da soli? - disse Regulus lanciando uno sguardo schifato a Nelly - Non mi va di parlare della nostra famiglia in presenza  feccia."
Sirius si alzò di scatto e gli afferrò il colletto della camicia ringhiando, sollevandolo quasi da terra. Sulla faccia di Regulus comparve un sorriso soddisfatto, aveva ottenuto quello che voleva: far alterare suo fratello e scoprire i suoi punti deboli davanti ai suoi amici. Sapeva che insultando la sua amata sangue sporco sarebbe andato su tutte le furie.
Nelly si alzò in piedi e posò una mano sulla spalla di Sirius.
"Sirius.." disse a voce bassa.
Al ragazzo bastò sentire la sua voce per tornare in sè; lasciò andare suo fratello facendolo sbattere contro la porta dello scompartimento e guardò Nelly con faccia dispiaciuta. Per lui era una vergogna che suo fratello la chiamasse così.
Regulus era ancora lì che guardava la scena divertito.
"V a t t e n e." disse Sirius scandendo le sillabe.
"Non vuoi parlare con me, fratellino?"
"Non chiamarmi così. Mi vergogno di essere tuo fratello." rispose il maggiore.
Il sorrisino beffardo di Regulus si trasformò in un ghigno di sdegno; il Serpeverde lasciò lo scompartimento senza dire una parola. Sirius si risedette al suo posto e rimase zitto a fissare il vuoto per un po'. Nessuno dei Malandrini osò dirgli nulla, erano tutti ben consapevoli che sarebbero stati mandati al diavolo dal loro amico per quanto era ancora alterato. Dopo un po' si alzò e lasciò lo scompartimento per andare fuori a prendere un po' d'aria, aveva troppi pensieri per la testa.
"Qualcuno dovrebbe andare a parlargli." disse James guardando di sbieco Nelly al suo fianco e lanciando occhiate eloquenti a Remus.
"Remus vai tu - disse Nelly - Sei sempre il più adatto."
James guardò Lunastorta e lo minacciò con lo sguardo: doveva andarci Nelly era un'ottima occasione per lasciarli soli a parlare. Così Remus ne approfittò dell'avvicinarsi della Luna piena per fingersi irritato.
"Perchè sempre io?! Non sono uno psicologo o un prete con cui confessarsi, chiaro?!" esclamò sbuffando.
James intanto gli faceva un occhiolino.
"Nelly allora tocca a te - disse poi aggiustandosi gli occhialetti - Dopo Remus sei tu quella più saggia; non me ne volere, Peter."
"Io?!" esclamò Nelly.
"A cosa servono gli amici se non nel momento del bisogno?" rimarcò James, sbattendo le ciglia con le mani giunte sul petto.
Poi la invitò ad alzarsi e le aprì addirittura la porta dello scompartimento.
"Non so cosa stiate tramando voi due, ma se lo scopro vi ammazzo!" minacciò la ragazza prima che James le chiudesse la porta in faccia.
In realtà poteva immaginare benissimo cosa stessero tramando James e Remus, e in cuor suo sentiva di esser grata a quei due cupido improvvisati. Se i suoi amici l'avevano spinta ad andar a parlare con Sirius per farli stare insieme da soli, questo voleva dire che lui aveva confessato qualcosa a loro che lei non sapeva. Quanto erano complicate le cose?!
Cercò Sirius per tutto il treno fin quando non lo trovò nell'ultimo vagone, dove c'era una specie di terrazzino. L'espresso per Hogwarts sfrecciava velocemente tra le montagne e Sirius lasciava che i capelli svolazzassero qua e là  con nochalance. Solo lui era in grado di sembrare affascinante e perfetto con i capelli in quel modo. Nelly per prevenire eventuali figuracce se li legò, per evitare di ritrovarsi con dei nidi di rondine al posto dei capelli. Tentò di uscire fuori senza fare rumore, ma la porta a causa del vento venne sbattuta violentemente, attirando l'attenzione di Sirius, che fu stupito di vedere Nelly lì, di fronte a lui.
"Ehy..." disse abbozzando un sorriso malinconico.
"Tutto bene?" chiese la ragazza un po' imbarazzata.
"Oh sì, certo. Ho solo un'irrefrenabile voglia di strangolare mio fratello, i miei, e tutta la mia famiglia. Tutto nella norma." disse con sarcasmo.
Nelly sorrise e si sedette a terra al riparo dal vento, avvicinando le ginocchia al petto.
"Non è proprio un simpaticone tuo fratello." ammise ricordando lo sguardo schifato che le rivolse Regulus.
"Già."
"Ma non c'è bisogno che ti scaldi così ogni volta che mi chiama sangue sporco o feccia. Ci sono abituata." disse Nelly con un sorriso stampato sul volto.
Sirius si voltò a guardarla di scatto, con un'espressione un po' adirata.
"Non accetto che ti parli in quel modo." sussurrò Sirius, sedendosi affianco a Nelly.
I due si guardarono negli occhi un po', come ormai facevano ultimamente.
"A me non importa quello che dice tuo fratello.."
"A me importa invece. Nessuno deve mancarti di rispetto, soprattutto davanti a me." disse Sirius con tono severo, senza guardare negli occhi Nelly.
Quello che aveva detto era quasi come una dichiarazione e orgoglioso com'era non riusciva proprio a fronteggiare lo sguardo della ragazza che amava, alla quale non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti. Quello era il massimo che riusciva a fare.
Conosocendo Sirius, per Nelly quelle parole significarono molto, era senza parole; non sapeva che dire. Così agì d'istinto: afferrò la mano di Sirius che aveva appoggiato sul ginocchio e adagiò la testa sulla sua spalla. A causa di quel contatto inaspettato Sirius si irrigidì e guardò di sottecchi il sorriso rilassato della bionda.
"Grazie." sussurrò lei dandogli un bacio sulla guancia, per poi tornare ad appoggiare la testa sulla spalla di lui.
Sirius non potè fare altro che stringere più forte che poteva la mano di Nelly e  godere di quel momento magico che stava vivendo con la ragazza da lui amata.

 
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Salve a tutti, adorati! Eccomi qui con un altro capitolo. Ormai non mi scuso più per il ritardo, non sono credibile.
E' che lo studio è tanto e non riesco ad essere costante. Spero continuerete comunque a seguirmi.
Comunque ho intitolato questo capitolo "Piccola Anima" prendendo ispirazione dalla canzone di Ermal Meta, presente nel disco Vietato Morire. Adoro Ermal Meta, e sapere che il suo fanClub si chiama I LUPI DI ERMAL, mi rende ancora più entusiasta! A voi piace!? Se non lo conoscete ancora vi consiglio di ascoltare il suo cd su Spotify o Deezer. Adoooro.
Tornando alla storia... beh commentate voi.
Baci stellari




Amy

 

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