I migliori anni

di Angel TR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sk8ter Girl ***
Capitolo 2: *** Bimbe viziate ***
Capitolo 3: *** Karate Kid(s) ***
Capitolo 4: *** Asuka Superstar ***
Capitolo 5: *** SMS ***



Capitolo 1
*** Sk8ter Girl ***


I migliori anni.

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Un ringraziamento particolare a DonnieTZ per lo splendido bannerino*_*





N/D: Raccolta partecipante alla "AU Challenge" indetta da DonnieTZ su EFP con la sezione "Teen!AU"
La seguente fiction partecipa anche alla Challenge 'Le situazioni di lui&lei' indetta da starhunter su Efp con il prompt 47. Punk/bravo ragazzo


Teen!AU
Nickname: Angel Texas Ranger
Genere: slice of life, song fic
Punk= uno dei protagonisti è un punk
Titolo: Sk8ter Girl

N/D: ho riportato parecchi stereotipi in questa fic. Non voglio assolutamente screditare/offendere nessuno, sia chiaro ^-^




He was a punk.
She did ballet.
What more can I say?
He wanted her.
She'd never tell.


Lili Rochefort era una brava ragazza.

Aveva tutti ottimi voti a scuola, usciva con una comitiva di ragazzi benestanti e di buona famiglia e tornava a casa entro mezzanotte;
non fumava, non beveva, non si faceva le tinte né rasava i suoi capelli secondo la moda alternativa; non portava piercings, non era tatuata, non guidava spericolata, non bigiava la scuola, non imbrattava i muri, si vestiva ordinata; non mancava di rispetto a nessuno, non diceva le parolacce né gergo tipo 'Yo, fraté';
non guardava programmi poco adatti alla sua giovane età.

Suo padre era fiero di lei. Diceva sempre che Lili era l'unica cosa per la quale era valso vivere.
La ricompensava con una paghetta adeguata e iscrivendola al miglior corso di danza classica del quartiere.

E, siccome Lili era una brava ragazza, si era impegnata a fondo ed era stata premiata con un ruolo di rilievo per il saggio di fine anno.

Ma anche le brave ragazze avevano i loro segretucci e lo scheletro nell'armadio di Lili Rochefort era Asuka Kazama.

Asuka Kazama non era una brava ragazza.

Aveva pessimi voti, usciva con una gang di ragazzi dalla pessima reputazione e dal pessimo odore e si ritirava alle sei del mattino; fumava, beveva, diceva parolacce e bestemmiava;
aveva i piercings (sul naso, sul labbro e sul sopracciglio), tre tatuaggi (perché due porta male), si vestiva tutta di nero, con le borchie e i jeans strappati, lo smalto nero mangiucchiato e gli occhi bistrati del medesimo colore; guidava spericolata -non aveva tutti i punti sulla patente, faceva gestacci dal finestrino e spaventava i bambini;
imbrattava i muri, ascoltava musica punk a tutto volume mentre guardava film horror e pure, si sospettava, qualche porno.

I suoi genitori la mettevano in punizione ogni giorno; e, ogni giorno, Asuka scavalcava le recinzioni di casa e andava ad incontrarsi nel vecchio parco di fronte la scuola. Buffo: scappava da quel luogo come i vampiri davanti al sole, eppure era il punto di ritrovo scelto dalla sua cricca.

Eppure, iniziava a balbettare e le Malboro le scivolavano dalle dita quando passava Lili con i suoi vestitini sistemati e il suo profumo 'Mademoiselle'.
Comunque, riusciva a gridarle dietro qualcosa come "Principessa!" ,ringhiando se i suoi amichetti ridacchiavano o facevano commenti su Lili.

Le amiche di Lili, che l'accerchiavano manco fosse l'ape regina, storcevano il naso davanti ai vestiti sciatti di Asuka e alla bottiglia di birra che ogni tanto ondeggiava nella sua mano.

« È una punk. » sibillavano, strascicando le parole, come se fosse qualcosa di particolarmente disgustoso. « Cosa vuole da te? »

Lili scrollava le spalle e non rispondeva: non lo sapeva neppure lei. Fatto sta che trovava intriganti quei rozzi complimenti e affascinanti gli occhi macchiati di nero della ragazza.

Cosa in realtà voleva da lei? Un mistero. Forse la prendeva solo in giro, per divertirsi con i suoi amici antipatici; forse volevano farle del male.
Ma no!, scosse la testa a quel pensiero. Asuka Kazama non le sembrava una criminale, solo una ragazza ribelle.

Forse la invidiava un po'? Ma chi invidiava chi: Asuka a lei o lei ad Asuka?

Un bel giorno di fine marzo, tanto per rendere più interessante la storia, Lili trovò ad attenderla ,sul suo banco, una cioccolata calda ed un mazzo di rose bianche, finte ma comunque graziose.

Le sue amiche ridacchiarono. « Sarà stato Àlvaro: abbiamo visto come ti guarda. Ti ha aspettato persino dopo la lezione di danza. » commentarono.

Il cuore di Lili, però, batteva al ritmo di un altro nome. Che sorpresa, pensò. Nemmeno lei si aspettava un pensiero del genere.
Perché, in fondo al suo cuore, avrebbe voluto che fosse stata Asuka a mandarle quei fiori e quella tazza di cioccolata calda.
Al che, inarcò un sopracciglio: e se ci avesse fatto la pipì dentro? Lili scosse ancora la testa per quei pensieri ignobili.

Il mistero poteva essere risolto durante l'intervallo, decise. Sarebbe andata fuori al cortile e avrebbe chiacchierato con Asuka.
Fino a quel momento, avrebbe infilato le rose nella cartella e si sarebbe gustata la tazza di cioccolata calda.



Secretly she wanted him as well.
And all of her friends stuck up their nose.
They had a problem with his baggy clothes.

.

La campanella della scuola trillò, scatenando la fuga dei ragazzi dalle proprie classi.
Lili e le sue amiche non si affrettarono. Restarono ad aspettare finché anche i ragazzi della comitiva non le raggiunsero.

« Ecco Àlvaro. » sussurrò maliziosamente una delle ragazze all'orecchio di Lili, lanciando un'occhiata al tipo biondo e abbronzato che veniva verso di loro.

Nessuna reazione, però, si innestò nel corpo di Lili. Ricambiò il sorriso di Àlvaro più per cortesia che per altro. Lui le offrì il braccio e lei lo accettò, sempre per cortesia.
Lili non chiese della cioccolata, si limitò a domandargli di accompagnarla nel cortile.

Àlvaro acconsentì, non senza lanciarle un'occhiata stramba. « Fa freddo, oggi. » disse, cauto.

« Lo so. Ma ho... una commissione. » spiegò Lili, altrettanto cauta.

Insomma, era ridicolo. Perché doveva tante spiegazioni al suo gruppo?
Lili si morse il labbro, pentita.
Erano bravi ragazzi, le volevano bene.

Così, quando giunsero al cortile, Lili si voltò verso Àlvaro e, arrossendo, gli chiese di aspettarla lì. Ancora una volta, lui acconsentì.

« Sicura? »

« Sicurissima. Grazie, Àlvaro. » lo rassicurò Lili.

Gli diede le spalle e restò da sola ad affrontare il gelo e la cricca dei punk.

Si avviò a grandi passi, stringendosi le braccia attorno al corpo. Poi, sentendosi stupida, le lasciò andare.

La gang era in fondo a tutto, in un angolino, a cerchio, escludendo il resto del mondo. Volute di fumo si levavano sopra le loro teste, avvolgendoli in una cappa.
Sigarette, sperò Lili.
Il frusciare delle sue ballerine azzurre sull'erba li fece voltare. Asuka era tra di loro e sbarrò gli occhi appena la vide.

« Guardate un po' chi arriva. » intonò un ragazzo con i capelli tinti di verde. « La cocca di papà. »

Lili avrebbe voluto girare i tacchi e correre via ma si trattenne. Sono solo ragazzi, si disse. Si fermò davanti a loro e sostenne lo sguardo di Capelli Verdi.
Fa' la dura.

« Esatto. Ora, se non vi dispiace, vorrei conversare con Asuka. » disse, alzando il mento.

Capelli Verdi sembrò parecchio infastidito e si erse per affrontarla a muso duro: la superava di buoni dieci centimetri. « Invece ci dispiace, bambolina. » replicò, inclinando la testa verso di lei.

« Vorrei conversare con Asuka! » la canzonarono gli altri.

Lili si rese conto che non avrebbe ottenuto un incontro privato con la ragazza. Beccarla da sola era praticamente impossibile: avrebbe dovuto modificare il suo piano accurato.
Aveva programmato tutto per benino! Che peccato.

« Smettila, Duck. » intervenne l'oggetto dei pensieri di Lili, afferrando Capelli Verdi per una spalla. « È una ragazza. »

Lili prese aria. Duck? Quel tipo si chiama Duck?
In un altro momento, avrebbe riso.

Si costrinse a fissare Asuka nei grandi occhi marroni a mandorla. Lei li sbarrò ed arrossì vistosamente.

« Asuka, sei stata tu a mandarmi le rose, questa mattina? » chiese, ad alta voce. Fu la cosa più coraggiosa che avesse mai fatto in vita sua.

L'espressione imbarazzata di Asuka le confermò tutto, spazzando via i dubbi. Fu solo un attimo: la ragazza riassunse la sua aria strafottente e, aspirando dalla sigaretta, le regalò un'inarcata di sopracciglio da dieci e lode.

Soffiò via il fumo prima di dire « Le rose le porto quando te ne andrai di qua, Rochefort. »

La gang rise, un suono stridente che provocò in Lili un forte mal di testa.

Tentò di ricacciare indietro le lacrime, ricordandosi che probabilmente quella era tutta una facciata: Asuka non era una dura, non era nemmeno in grado di ammettere i propri sentimenti davanti ai suoi amici.

Lili si disse che anche lei sapeva mettere su una bella facciata. Alzò il mento, sprezzante, e squadrò Asuka dalla testa ai piedi.

« Se devi fare la sbruffona davanti a loro, evidentemente non sei la persona che pensavo. » sbottò.

Poi girò i tacchi e se ne andò. I ragazzi le ricordarono la loro presenza con cori di 'buuh' davvero fastidiosi. Lili sentì che le lacrime le stavano rigando la guancia così si affrettò ad asciugarle non appena vide Àlvaro.

« Perché sei andata a parlare con loro? » chiese lui, senza rimprovero nella voce.

Lili vacillò; poi si disse che non sarebbe stata come Asuka, non sarebbe stata vigliacca. « Asuka Kazama. » sputò, come se solo quel nome avesse potuto spiegare tutta la situazione.

Invece Àlvaro sembrò capire. « Ah. Quella che ti chiama principessa. » disse.

Lili gli scoccò un'occhiata sorpresa. « Sì. Lei. » sospirò prima di aggiungere « Mi ha inviato delle rose ma, siccome è stupida, non lo ammette davanti a quella gang di... di... » s'interruppe, incapace di trovare la parola giusta.

Àlvaro fissò un punto imprecisato sopra la testa bionda di Lili. « Dalle tempo. » mormorò.

Lei si bloccò. « Non dovresti dirmi di lasciar perdere? »

Lui si voltò a guardarla. « Te lo direi se non ti vedessi presa. Insomma, hai sfidato i punk a testa alta. Già questo la dice lunga. » spiegò, allargando le braccia.

Lili aprì la bocca per rispondere ma la campanella suonò e i due furono costretti a ritornare nelle rispettive classi.
Le amiche, davanti all'uscio della porta, ridacchiarono quando la scorsero mentre salutava Àlvaro con due baci sulle guance.
Storsero il naso, segno che uno dei punk stava passando, di ritorno dal cortile.

Lili si avviò, senza nemmeno voltarsi a controllare chi della gang fosse.

« Allora, ci stai o non ci stai con Àlvaro? » chiesero le ragazze, ad alta voce.

« Àlvaro?! » sbottò una voce che Lili conosceva troppo bene.

Si girò di scatto. Asuka, una rosa bianca in mano, la osservava come se fosse qualcosa di disgustoso, come se avesse tradito la sua fiducia.

È venuta per me!, pensò Lili, esultante.

Le amiche di Lili la ignorarono completamente. « Allora? » insistettero, all'indirizzo della bionda.

Lili era una brava ragazza.
Non mentiva e non tradiva la fiducia delle persone. « No. È solo un buon amico. » rispose loro, senza staccare gli occhi da Asuka.

La ragazza la premiò con uno splendido sorriso che cancellò l'aria arcigna da dura e mostrò i suoi diciassette anni.
Arrossì ed evitò il suo sguardo mentre le porgeva la rosa. « Per te. » bofonchiò.

Lili l'accettò, con mani tremanti. « Grazie. » disse.

E, da quel momento, Lili fu un po' meno brava ragazza e Asuka lo fu un po' di più.


There is more that meets the eye
I see the soul that is inside
Avril Lavigne - Sk8ter Boy

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Capitolo 2
*** Bimbe viziate ***


Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: Bimbe viziate
Flashfic { 150 }

Kid = i protagonisti sono bambini



« Papino, mi compri la Casa con Piscina di Barbie? » chiese Lili, indicando con il ditino la vetrina del negozio di giocattoli.

« Lili, tesoro, non hai già una Casa con Piscina? » replicò il padre, tentando di farla ragionare.

La bambina si fece rossa rossa in viso, gonfiandosi come un palloncino. « Ma è di Polly! Io la voglio di Barbie! » strillò.

Un uomo, mano nella mano con una bambina della stessa età di Lili, sorrise comprensivo. « Cosa non faremo per accontentare le nostre figlie! Asuka è praticamente la cocca di casa. » esclamò, agitando la mano della figlia.

La reazione di quest'ultima fu inaspettata: la bambina gli lanciò un'occhiataccia e si fece rossa rossa in viso – la copia sputata di Lili, se non fosse stato per i capelli e gli occhi del colore delle nocciole.

« Papà, ma cosa dici? Io non sono viziata come quella lì! ».

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Capitolo 3
*** Karate Kid(s) ***


Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: Karate Kid(s)
Sport = i due protagonisti sono accomunati da uno sport



La palestra era afosa nonostante le finestre fossero state lasciate spalancate. A quell'ora la maggioranza dei karateki si concedeva una pausa per rinfrescarsi e sbonconcellare qualcosina prima di riprendere gli allenamenti.
E, difatti, la palestra era vuota, fatta eccezione per due ragazze. Implacabili, con quell'energia che solo la giovane età può regalare.

Una goccia di sudore scivolò lungo la fronte di Asuka Kazama, diciassette anni e da almeno dodici karateka, impigliandosi nelle ciglia e finendo per bruciarle l'occhio.

Ovviamente.

Il momento esatto per perdere momentaneamente la vista ad un occhio, offrendo alla sua avversaria la chance per colpirla.

« Ah-ah! » urlò soddisfatta Lili Rochefort, piazzando un uppercut delizioso proprio sotto il mento di Asuka, mandandola gambe all'aria. Sedici anni e karateka da... meno di un anno.

Si spazzolò il vestito, con un odioso sorrisetto appiccicato sulle labbra.

Ma guardatela, pensò Asuka.
Chi diavolo lasciava i capelli sciolti durante un allenamento di karate? Per non parlare di quella divisa male infilata! Si intravedeva il reggiseno rosa. E la cintura nera (sì, perché l'oca bionda era cintura nera, discutiamone )? Arrotolata più volte attorno al punto vita e legata con un fiocco.
Un fiocco.

« Non è valido. Il sudore mi ha accecata. » sbottò Asuka, shockata all'idea di essere stata sconfitta da Lili.

Andiamo! Tutto il suo aspetto gridava "scarsa"! Perché non faceva ginnastica artistica o danza? Attività che si confacevano di gran lunga di più a quella ... quella... papera.

Lili si asciugò il sudore dalla fronte con il dorso della mano. « Che schifo, sudi! Beh, vorrei farti notare che ci siamo allenate insieme per cui sono affaticata quanto te. Ma ti ho battuta lo stesso. »

Era odiosa. Strusciò i piedi – con le unghie smaltate di rosa baby, orribile! – sul tatami e mugugnò deliziata. « Voglio un tappeto giapponese a casa mia. » disse.

Asuka sbuffò e roteò gli occhi davanti a cotanta ignoranza. Si rialzò con uno scatto agile e si mise in posizione. « Voglio la rivincita, bionda. » urlò.

Lili ridacchiò, coprendosi la bocca con la mano. « Oh, la cosa si fa interessante. » la canzonò. Poi la scintilla divertita sparì dai suoi occhi azzurri, che si affilarono.

Aveva accettato la sfida.

Questa volta ti stendo.

Asuka richiamò alla mente tutti i suoi anni di esperienza per concentrarsi e mantenere la calma. Insomma, se si fosse lasciata dominare dalla collera, non avrebbe di certo sconfitto Lili!

Ma come può essere così forte e possedere una tale tecnica dopo nemmeno un anno di allenamento?

Fu allora che una lampadina si accese nella mente di Asuka. Lili sarà stata pure un portento ma aveva un punto debole: era estremamente permalosa.

« I tuoi capelli puzzano. » la punzecchiò. « Ti si è sbeccato lo smalto, ti è colato il mascara e hai la faccia rossa come un peperone. Inoltre noto che il reggiseno ti va un po' largo. Vuoi che ti presti un po' del mio? »

Ottenne l'effetto desiderato: Lili sgranò gli occhi, perse ogni ritegno e si lanciò su Asuka con le dita ad artiglio.

« Cafona! » l'aggredì.

Quello che Asuka non disse è che Lili risultava radiosa anche così.

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Capitolo 4
*** Asuka Superstar ***


Nickname: Angel Texas Ranger

Titolo: Asuka Superstar
Prompt: Nerd (uno dei due protagonisti è secchione)


Asuka Kazama, penna e quaderno ordinato alla mano, mal sopportava la nuova arrivata.
Faceva troppo baccano, era un'oca; nemmeno aveva posato il piede sulla soglia della scuola che già si era iscritta al team di cheerleaders.

Perché lei è alta, magra e bionda con gli occhi azzurri. E avrà una media abbastanza mediocre da poter essere considerata una cheerleader.

La ragazza era talmente fatta con lo stampino che Asuka aveva già dimenticato il suo nome.
Non che avesse importanza, c'erano ben altre cose da ricordare: ad esempio il club di matematica nel pomeriggio e ancora non aveva preparato gli esercizi, il compito di giapponese ( doveva assolutamente prendere il massimo dei voti ), il corso d'informatica per il patentino e...

Un ponpon volò dritto sul libro di inglese.

La classe scoppiò in una risata. Ci godevano nel punzecchiare l'inarrivabile Asuka, quella da voti da capogiro. Ma ormai quest'ultima era diventata di granito: niente poteva scalfirla, nemmeno i commenti sul suo abbondante décolleté (qualcuno aveva denominati i suoi seni 'secondo e terzo cervello'; Asuka scommetteva che era stata qualche invidiosa piatta come un asse da stiro).

« Desolée! » sussurrò una voce in francese.

Asuka alzò lo sguardo, appannato dagli occhiali da vista sporchi, per incontrare il paio di occhi azzurri più splendenti e sinceri che avesse mai visto.

« Oh, non ci siamo presentate. Sono Lili, enchantée. » disse, tendendo una mano. Il suo sguardo era sceso dal volto al corpo nascosto dai libri impilati e – Kami – si era acceso.

« Lili-sama, non pensare a quella secchiona! » le consigliò un ragazzo.

Asuka avrebbe voluto lanciargli il libro di geometria in faccia. Quell'insolente! Lei gli aveva passato il compito di inglese e ora lui la ripagava così?!

Lo incenerì con lo sguardo.

« E così sei la più brava della classe. » disse Lili, richiamando l'attenzione della ragazza. Il suo tono era così malizioso che sembrava intendere altro. Asuka arrossì di nuovo.

« Solo perché mi impegno. » rispose umilmente.

Negli occhi della bionda danzò una luce divertita. « Che modestia. Perché non sei entrata nel team delle cheerleaders? » chiese, senza alcuna cattiveria.
Asuka restò imbambolata e, probabilmente, il resto della classe dovette pensarla come lei perché si zittì.
Ma, poi, di nuovo intonarono la loro risata crudele.

Lili inarcò un sopracciglio, assunse un'aria annoiata e fece scoppiare il palloncino del chewing-gum. « Ha uno dei corpi più belli che abbia mai visto. » spiegò, come se stesse parlando a dei bambini dell'asilo.

I ragazzi ammutolirono, esterrefatti. Nonostante Lili fosse appena arrivata, si era guadagnata un posto d'onore all'interno del liceo.
Quello che dettava era legge.

Lili si appollaiò sul banchetto di Asuka. « Facciamo così. Tu mi accompagni agli allenamenti e io prometto di avere una media degna di nota. »

Asuka alzò gli occhi di scatto. Le sue mani, sudaticce per l'ansia, strinsero il quaderno. A che gioco sta giocando? Però non aveva niente da perdere: che male potevano farle quattro passi in palestra per accompagnare la bionda?

« Okay. » acconsentì, titubante.

« Perfetto. » rispose Lili. Si riprese il suo ponpon, lo agitò prima di scendere agilmente dal banchetto e allontanarsi, dondolando i fianchi.

Asuka Kazama era appena stata protetta dall'ala della famosa Lili, l'europea da sballo.
Che assurdo. Le uniche attenzioni che riceveva a scuola provenivano dagli insegnanti – i suoi migliori amici – e dai compagni cattivi – i suoi peggiori nemici.
Sembrava che questa Lili ancora non avesse compreso bene le regole non scritte della classe. Asuka sospirò: era certa che la bionda avrebbe ben presto smesso di chiacchierare con lei per dedicarsi ai fighi che giocavano a football e alle cheerleaders come lei.

Fino ad allora, però, si sarebbe goduta il momento.

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Capitolo 5
*** SMS ***


Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: SMS

Drabble {102}
Best Friends= i protagonisti sono migliori amici, ma si amano.


Lo schermo dello smartphone di ultima generazione di Lili s'illuminò, segnalando un messaggio.

"Arrivata a casa, Belli Capelli? Qualcuno potrebbe finire abbagliato e fare un incidente. TVB, la tua migliore amica."

Era Asuka. Il volto di Lili si addolcì, un sorriso amaro le piegò le labbra.
Il cinema non distava molto da casa sua eppure Asuka aveva avuto la premura di chiederle se fosse già tornata.
Lili sospirò.

"Sì. Già cinque macchine si sono schiantate per potermi ammirare! Mi vuoi solo bene? Io ti... "

Il pollice di Lili tentennò poi cancellò la frase.

"Anch'io TVB. Buonanotte!! La tua migliore amica Lili."

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