What Love Can Do - Storia di un Gatto che ama le Polpette di riso

di iaia_86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Primo. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Secondo. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Una nuova storiaXDD Ha partecipato al contest Naruto&Fruits Basket indetto da hotaru. Ringrazio tantissimo lei per averlo indetto e Shurei per il bannerino stupendo. Inoltre faccio i complimenti anche a Shurei e Kimly-Eden per il podio e sono veramente contenta del risultato ottenuto in questo contestXD



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Nick autore : iaia(13d08c81).

Titolo : What Love Can Do -Storia di un Gatto che ama le Polpette di riso-.
Rating : Giallo.
Clan scelto : Hyuuga.
Personaggi : Neji Hyuuga, Hinata Hyuuga, Hanabi Hyuuga, Hiashi Hyuuga, Haku, Naruto Uzumaki.
Genere : Commedia, Sovrannaturale, Sentimentale.
Avvertimenti : Shonen-ai, What if...?, Spoiler!
Introduzione :
Nella ridente cittadina di Konoha, uno dei più importanti Villaggi segreti della Terra del Fuoco, viveva un Clan dannato. La famiglia Hyuuga portava un enorme segreto sulle proprie spalle, la "Maledizione dello Zodiaco". Nessuno ne era a conoscenza, a parte gli Hyuuga stessi. Il loro segreto sarebbe dovuto rimanere tale ed essere seppellito nella tomba insieme all'ultimo discendente di quella Casata.
Note dell’Autore : La storia nasce dalla fusione delle vicende narrate in Fruits Basket e dei personaggi di Naruto nel loro contesto. Ho cercato di mantenere tutti IC nonostante i possibili cambiamenti dovuti alla presenza degli spiriti degli animali nei loro corpi. Si svolge in un lasso di tempo abbastanza breve (qualche giorno). Metto alla fine di ogni capitolo le varie note e traduzioni di parole e frasi dal giapponese.
Piccoli appunti : Le informazioni sui caratteri che si trovano nel prologo sono ripresi dalle descrizioni dei vari segni, come anche i colori degli abiti sono quelli tipici dei vari animali.
Tutti i personaggi della Casata Principale degli Hyuuga hanno il nome che inizia con la Ha-gyo (ha, hi, fu, he, ho), per questo motivo quando ho dovuto trovare dei nomi per alcuni Hyuuga li ho inseriti con quelle iniziali (tra l'altro, entrambi i nomi dei personaggi che ho inventato significano 'persona irradiata di luce', perfetto per dei Capo Clan!). L'Uchiha di cui avevo bisogno l'ho chiamato Toraku (dove Tora sta per Tigre), ed il nome del Kami è Yuki, che vuol dire neve, a causa di una sua particolarità fisica.






What Love Can Do
-Storia di un Gatto che ama le Polpette di riso-




Prologo.                                      



Tanto tempo fa...

Kami-sama disse agli animali:

- Vi invito tutti alla mia festa di domani...desidero che non arriviate in ritardo -

Il gatto non aveva capito e chiese informazioni al topo.

Il topo, malizioso, decise di ingannare il povero gatto dicendogli che la festa si sarebbe tenuta non uno ma due giorni dopo.

Il giorno seguente, in groppa al bue, il topo giunse per primo alla festa e a seguire tutti gli altri animali.

E così tutti si divertirono fino al mattino seguente, ad eccezione del gatto ingannato.


[Fruits Basket, Prima Puntata]



Nella ridente cittadina di Konoha, uno dei più importanti Villaggi segreti della Terra del Fuoco, viveva un Clan dannato. La famiglia Hyuuga portava un enorme segreto sulle proprie spalle, la "Maledizione dello Zodiaco". Nessuno ne era a conoscenza, a parte gli Hyuuga stessi. Il loro segreto sarebbe dovuto rimanere tale ed essere seppellito nella tomba insieme all'ultimo discendente di quella Casata.



Onigiri.

Polpetta di riso bianco dalla forma triangolare con un ripieno di pesce, solitamente salmone.
Mi sono sempre piaciuti gli onigiri conditi con umeboshi, quel sapore dolce amaro che rimane sul palato.

Mi ricorda la neve, il terrore che ho provato e poi il rosso del sangue.
Ricordo anche che mia madre me li preparava quando ero piccolo, quando ancora eravamo una famiglia e ci volevamo bene.

Sono nato e vissuto fino ad ora nel Paese dell'Acqua, in un piccolo Villaggio periferico dove nevica in continuazione.
Tutto era bianco, sempre.

I colori abbaglianti della Terra del Fuoco mi piacciono, danno calore.
Era da tantissimo tempo che non mi sentivo così sereno, mamma. Sono sicuro che questo posto piacerà anche a te.



Onigiri.

Polpetta di riso bianco dalla forma triangolare con un ripieno di pesce, solitamente salmone.
Sinceramente, preferisco il ramen.

Però devo ammettere che, se qualcuno me ne offrisse, non li rifiuterei.
Forse quello è solo perché ho fame. Tanta fame e pensare agli onigiri non mi aiuta.

Sono orfano, non ho mai conosciuto i miei genitori ma l'Hokage mi ripete sempre che erano degli eroi.
Quello che mi chiedo è perché il figlio di un eroe venga trattato come le persone del Villaggio della Foglia trattano me.

Passo tutte le mie giornate seduto su quest'altalena, aspettando che qualcuno si avvicini.
Da lontano vedo gli sguardi di odio e disprezzo che mi lanciano.



Il topo.

Meticoloso, intelligente, accorto. Affascinante, ambizioso, artistico.

Severo, ostinato, permaloso. Manipolatore, crudele, vendicativo.

Tutto questo solo per una stupida leggenda.

Il topo è geloso della bellezza del gatto, il topo è cattivo, perfido. Forse è vero, dovrei per caso lasciarmi sopraffare da tutto ciò? Sarebbe così dolce.

Riuscire finalmente ad ottenere quello che voglio, per cui ho lottato anni ed anni nell'ombra. Riuscire a fare fuori il coniglio per divenire guida per il mio clan. Riuscire a tenere a bada il gatto, perché ricordi sempre qual'è il suo posto nella nostra famiglia.

Presto, diventerò l'unica erede della Casata Principale del Clan Hyuuga.



Il coniglio.

Sensibile, accorto, ben educato. Ospitale, modesto, diplomatico.


Indeciso, pettegolo, ipocondriaco. Semplice, timido, credulone.


Oserei dire che mi rispecchio in queste attitudini.

Non avrei mai voluto nascere coniglio, ma la maledizione che da secoli incombe sulla mia famiglia vuole che in ogni momento vi siano sempre tutti i rappresentanti dello zodiaco, il gatto ed il Kami. Se uno di questi dovesse morire, lo spirito dell'animale si andrebbe ad incarnare in un nuovo nascituro.

Mio cugino, il gatto, è membro della Casata Cadetta. Infatti, al contrario degli altri animali, il gatto ed il Kami vengono sempre scelti tra i discendenti di quella casata.

Voglio bene al gatto, anche se sembra impossibile, ma lui mi odia per la mia debolezza ed odia il topo per la sua meschinità.



Il gatto.

Maledetto dal Kami per avergli mancato di rispetto.

Maledetto dalla famiglia perché causa dei loro guai.

Maledetto a causa di un topo e costretto ad una nascita sventurata.

Unico membro della Casata Cadetta con questo destino.

Odio il Kami, anche se devo ringraziarlo ogni giorno per avermi permesso di vivere come una persona normale e non come un mostro quale sono, e per avermi donato parte della sua vita.

Odio il topo, perché mi ha ingannato e mi tratta con superiorità, appartenendo alla Casata Principale.

Odio il coniglio, che nonostante tutto mi vuole bene e cerca sempre di starmi vicino.




* Kami : Dio.

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Capitolo 2
*** Capitolo Primo. ***


Capitolo 1 Ecco il primo capitolo! Finalmente si entra nella storia. Spero che possa piacervi. Un bacione, iaia.




Capitolo Primo.                                



Sospirò, decisamente scocciato dalla situazione che gli si presentava di fronte. Un Naruto nell'immancabile tenuta arancione voleva costringerlo a partecipare alla grandiosa Festa di Capodanno che aveva organizzato Ino nella tenuta dei Nara.

Era a conoscenza del fidanzamento ufficiale tra la ragazza e Shikamaru, ma non riusciva a comprendere come quest'ultimo fosse riuscito a farsi abbindolare, arrivando persino a concedere la propria casa per una festa.
- Non parteciperò, Naruto. C'è il banchetto della famiglia Hyuuga a Capodanno e non posso assolutamente mancare -
- Ma uffa! Dici così tutti gli anni. E poi ti vedo sempre tutto solo sopra un tetto della tua Villa a fissare il cielo. Non mi sembra un buon modo per passare le prime ore del nuovo anno -
Sbuffò, ora più deciso, e con uno strattone si liberò dalla presa del biondo allontanandosi elegantemente verso il campo d'allenamento. Sentì distintamente la voce del ragazzo seguirlo anche a distanza ma non se ne curò.

- Neji, era ora che arrivassi -
- Scusatemi per il ritardo -
Osservò i suoi compagni. RockLee sembrava in piena forma, così carico della sua 'giovinezza' da mettere quasi paura. TenTen invece sorrideva delicata in sua direzione, mentre lucidava un'antica alabarda. Si chiese quando ne fosse entrata in possesso, visto che non era un'arma convenzionale.
- Ti piace, Neji? Me l'ha regalata la nonna per l'arrivo dell'anno nuovo -
- Nh -
Invidiava il rapporto che l'amica aveva con la parente. Dopo la morte dei suoi genitori, era stata la vecchia a prendersi cura di lei e si vedeva da lontano che si volevano bene.
Il suo sguardo si rabbuiò, mentre si lasciava cadere seduto accanto alla ragazza.
- TenTen -
- Uhn* -
Pensò un attimo a cosa avrebbe potuto dire, ma poi decise di lasciar perdere. Si alzò velocemente e si incamminò verso casa.
- Ehi, Hyuuga. Dove stai andando? -
- A casa. Avvisate voi Maito-sensei da parte mia -
- Hai*! -


Passeggiava nervosamente per le vie del Villaggio, cercando di tenersi distante dal suo compagno di squadra. Gli era sembrato strano per tutto l'allenamento e aveva avuto la conferma che qualcosa non andasse quando Kiba aveva cercato di abbracciarla. In quel momento era entrata nel panico, non poteva permettergli di stringerla a sé, ma non voleva neanche renderlo triste. Così era scappata velocemente verso Villa Hyuuga.

Arrivata all'entrata, si era imbattuta in suo cugino, anch'egli abbastanza scosso. Si erano fissati per un istante, in cui aveva percepito perfettamente tutto l'astio che il ragazzo le riservava. Poi lui si era girato precedendola nell'attraversare il portone.
- Neji-nii-san*... -
Il suo richiamo sembrava essersi rivelato inutile, poiché la schiena dell'altro continuò ad allontanarsi, posata ed elegante come al solito.
Questo almeno finché non lo vide imbattersi in Hanabi.
Il corpo snello si irrigidì ed un ronfo inquietante lasciò le sue labbra. La ragazzina per tutta risposta sorrise maliziosa e non perse tempo nel far notare al cugino la sua inettitudine.
- Neji, togliti dalla mia strada; e tu Hinata, sbrigati a raggiungere nostro padre. Deve parlarti di una cosa importante -
Il suo tono gelido la fece tremare, mentre titubante si avviava all'interno della grande Villa.
- Arigatou*, Hanabi-nee-chan* -
- Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così, Hinata. Non voglio avere niente a che fare con una debole come te, tanto meno con feccia della sua specie - disse indicando Neji che, furente, cercava in tutti i modi di trattenersi.

- Hinata, finalmente sei arrivata -
La voce profonda e cupa di suo padre la fece voltare terrorizzata.
- Si, mi scusi per il ritardo, Otoo-sama* -
Lo sguardo abbassato, sentiva le guance andarle a fuoco mentre si piegava leggermente in un goffo inchino.
- Ho bisogno di parlarti riguardo la danza di inaugurazione del banchetto. Spero ricorderai che quest'anno è compito tuo -
Sgranò gli occhi così chiari da risultare bianchi ed il suo cuore accelerò il battito. Le emozioni contrastanti che si stavano battendo nella sua mente così potenti da prendere il sopravvento.
Con un sonoro 'puff' venne sommersa da una coltre imperscrutabile. Avvertì distintamente l'uomo sbuffare. Poi, la voce di Neji la raggiunse.
- Non c'è nulla che io possa fare qui, vado ad allenarmi -
I suoi passi si allontanarono velocemente, ora poteva distinguerli con facilità.
Quando la nebbia che l'aveva avvolta si diradò, si ritrovò a fissare gli occhi colmi di derisione di sua sorella ed il volto infuriato di suo padre dal basso verso l'alto. Odiava l'idea di non riuscire a trattenere i suoi impulsi, anche mentre si allenava era spesso costretta a scappare a gambe levate.
Si sentì sollevare da terra e si voltò di scatto per vedere il sorriso soddisfatto di Hanabi.
Tremava, e non riusciva ad impedirselo.
- Hanabi-nee... -
- Sai, Usagi*. Dovresti imparare a controllare i tuoi istinti animali -
- Hanabi, lascia andare tua sorella. E tu, muoviti. Yuki-sama vuole parlarti -
Un brivido scosse tutte le sue membra. Il Kami voleva parlarle? Una paura irrazionale si impossessò di lei, mentre veniva nuovamente poggiata a terra tra i suoi vestiti sparsi e si accingeva a seguire su quattro zampe il padre.
Hinata Hyuuga, la portatrice dello spirito del Coniglio.
Segno distintivo, il suo trasformarsi in un grazioso e timido coniglietto ogni qual volta uno stress troppo grande la sopraffacesse o per un abbraccio da parte di un ragazzo.


Era inginocchiato sul tatami, davanti all'armadio, ed era intento a sistemarne gli indumenti all'interno utilizzando una logica particolare. Gli abiti da allenamento sul terzo ripiano dell'anta di destra, dove erano più facili da afferrare. La divisa da Jonin regolare era accantonata in un angolo in basso, inutilizzata. Vicino, l'abito nero da lutto ed almeno tre paia di sandali di ricambio. Osservò i kimono bianchi della divisa ufficiale della Casata Principale degli Hyuuga e non poté evitarsi di sorridere. Anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, Hiashi-sama aveva infine accettato Neji; lo si poteva capire dal fatto che l'uomo avesse acconsentito alla sua richiesta di allenarlo e che gli permettesse di utilizzare la loro uniforme.
Sentì distintamente dei passi avvicinarsi lungo il corridoio e non faticò a riconoscerli. Percepì anche la strana andatura che li contraddistingueva, il proprietario doveva essere turbato. Si rivolse alla porta ed attese il suo ingresso.
Lo shoji* scivolò velocemente lungo le guide, prima di venire completamente aperto e rivelare un Neji infuriato che tirò violentemente l'uscio alle sue spalle richiudendolo. Si accorse di lui solo dopo alcuni secondi. Evidentemente era così furente da non aver notato la sua presenza.
Composto come suo solito, gli lanciò un'occhiata penetrante con quegli occhi così magnetici. Non fece altro che sorridere dolcemente ed alzarsi.
- Haku-san, puoi rimanere se vuoi -
Solo un lieve cenno affermativo prima di chiudere l'anta scorrevole dell'armadio e tornare a sedersi con la schiena poggiata al muro. Osservò i movimenti veloci del ragazzo, che nel frattempo stava levando la maglia che indossava e lo vide lanciarla abilmente all'interno della cesta al capo opposto della stanza.
Non riuscì a trattenere una risata, e notò il modo in cui l'altro si voltò per scrutarlo. Tornò serio e decise di chiedere il motivo del suo umore nero.
- Neji-kun, è forse accaduto qualcosa? -
Due iridi bianche lo fissarono intensamente, prima che questi sospirasse sedendoglisi accanto.
Avvertì la vicinanza dei loro corpi e come ogni volta lo sentì ritrarsi leggermente. Avrebbe tanto voluto sapere cosa lo rendeva così reticente ad avvicinarsi a qualcuno.
- Haku-san, tu pensi che voler rendere i propri famigliari orgogliosi di sé sia qualcosa di cui andare fieri? Fin quando non ho incontrato Naruto sono sempre stato convinto che il destino decidesse il nostro futuro e che ci era impossibile poterlo cambiare. Lui mi ha finalmente fatto capire che non è sempre così, ma ho scoperto a mie spese che ci sono delle cose che non cambiano mai -
Lo osservò mentre il suo sguardo vagava senza meta nella stanza. C'erano ancora troppe cose di quella famiglia che non sapeva, ma poteva dire di riuscire a capire almeno un po' il carattere di Neji.
Probabilmente aveva avuto una discussione con un membro della Casata Principale, era sempre e solo quello a farlo ricadere ogni volta nel baratro della sua condizione anche se era sicuro che qualcosa di quella particolare situazione gli sfuggisse.
Decise che sarebbe stato il più sincero possibile con quel ragazzo, lo sentiva simile a sé anche se tra loro c'era una distanza abissale. Ancora una volta, si ritrovava ad immaginarsi come una polpetta di riso in mezzo ad un cesto di frutta, completamente fuori luogo ma deciso a rendersi utile.
- Quando avevo cinque anni, mia madre mi raccontava sempre che noi eravamo speciali e per questo dovevamo nasconderci dagli abitanti del nostro Paese. Quando mio padre scoprì la nostra diversità, la uccise barbaramente ed avrebbe fatto lo stesso anche con me, se quel potere che tanto temeva non gli si fosse ribellato contro. So per certo che lui ci amava, ma la paura era diventata troppo grande. Ho passato molti anni a mendicare protezione nelle mie terre, prima che Hiashi-sama mi trovasse. E' a lui che devo il fatto di essere ancora in vita, di non aver permesso al mio passato di farmi sprofondare. Un po' come è stato Naruto per te, ne*? -
Sentì improvviso il peso del capo di Neji che si posava sulle sue gambe e rimase sorpreso da quel contatto che non si sarebbe mai aspettato. La sua voce gli arrivò chiara alle orecchie.
- Non lo sapevo. Non mi hai mai parlato del tuo passato, Haku-san -
Lasciò che un lieve sorriso increspasse le sue labbra, prima di portare una mano tra i lunghi capelli scuri.
- Mia madre era una kunoichi con l'abilità innata di saper fondere il chakra con le proprietà del vento e quello con le proprietà dell'acqua nell'Arte del Ghiaccio. Mi ha trasmesso la sua abilità, ma io non sapevo che non avrei dovuto mostrare il mio potere -
- Sei una kunoichi? -
Ecco un problema che ancora non era riuscito a risolvere. Neji era pienamente convinto che fosse una ragazza. Questo gli era già successo molte volte, in effetti i suoi tratti estremamente delicati potevano indurre in errore. Ma sembrava che il ragazzo fosse spaventato dal sesso femminile e questo non aiutava minimamente il loro rapporto. Sospirò lievemente, annotando nella sua mente che prima o poi avrebbero dovuto chiarire la situazione.
- Hai, chotto*...Ma non mi alleno da molto tempo; Okaa-san* amava vedermi combattere, diceva che la mia sembrava una danza gentile. Mi insegnava anche quelle -
Sorrise al ricordo dei pomeriggi passati imparando tecniche e movimenti leggiadri. Senza che lo volesse i suoi occhi si inumidirono impercettibilmente e ringraziò il fatto che l'altro avesse lo sguardo dritto avanti a sé invece che puntato su di lui.
- Le volevi molto bene? -
- Uhn -
- Se vuoi potrei chiedere ad Hinata-san se puoi prendere parte ad alcuni loro allenamenti -
Si ritrovò a pensare che avrebbe preferito allenarsi direttamente con Neji, poiché conosceva la propria forza e non aveva voglia di mostrarla alle discendenti del Casato Principale della famiglia Hyuuga. Emise un respiro forzato e cercò di rispondere con un tono neutro.
- Hai, mi farebbe molto piacere -
Il silenzio che li avvolse dopo quella frase era confortevole, rigenerante. La mano continuava a lasciare lente carezze tra i fili castani, così simili ai suoi anche se più chiari. Sentì distintamente un verso simile a fusa fuoriuscire dalle labbra sottili e non poté far altro che sorridere.


Seduto sotto l'engawa* che dava sul cortile degli allenamenti, osservava le sue cugine riscaldarsi insieme ad Haku prima di iniziare a lavorare. Teneva un libro tra le mani, ma sapeva che era perfettamente inutile; in realtà si era fermato a scrutare le movenze pacate della ragazza che solo ora aveva scoperto essere una ninja.
Da quando era entrata nella loro residenza, poco più di un anno prima, si era sempre occupata solamente delle faccende di casa, bucato, cucina e cose simili. In realtà si chiedeva ancora il motivo per cui suo zio l'avesse portata a casa con sé, visti i vari problemi e la maledizione che gravava sulle loro teste.
Però gliene era grato. Dal momento in cui aveva messo piede lì dentro, le sue giornate erano leggermente migliorate. Quando rincasava il senso d'oppressione non lo avvolgeva più pesantemente come un tempo. Sapeva che sarebbe bastato cercare quegli occhi dolci per far sbollire anche la rabbia più frustrante.
La sua condizione non gli sembrava più così deprecabile come in passato, anche se la sua natura ancora lo spaventava.
Fu bruscamente riportato alla realtà dalla voce di Hanabi che parlava sprezzante.
- Allora, Hinata. Vogliamo iniziare l'allenamento? Facciamo vedere ad Haku di cosa siamo capaci -
- Ha...hai -
Come al solito, il topo aveva la mania di sopraffare gli altri. Rimase comunque spiazzato dalla risposta decisa ma tranquilla della ragazza.
- Itsudemo* -

Fece in tempo a godere dei suoi movimenti lenti e precisi solo per poco, ma gli fu sufficiente per comprendere che non si trattava semplicemente di una persona che in tenera età era stata istruita al ninjutsu ed al taijutsu, ma qualcuno in costante allenamento e decisamente potente.
Questo lo preoccupò, c'erano ancora tantissime cose che non conosceva di lei; non ebbe tempo di continuare le sue riflessioni poiché Hiashi entrò nel porticato da una delle porte delle camere degli ospiti, camminando velocemente verso di lui.
Quando gli fu vicino, si alzò e fece un lieve inchino.
- Hiashi-sama -
- C'è Uzumaki Naruto, vorrebbe parlarti -
Si domandò cosa volesse ancora, ma poi vide la sua capigliatura dorata spuntare dallo shoji da cui era appena arrivato lo zio, mentre si addentrava incerto nell'engawa.
Bastò un lieve cenno all'uomo perché si voltasse ritrovandosi ad osservare il ragazzo ora nervoso.
- Naruto, cosa ci fai qui? -
- Devo riuscire a convincerti, Hyuuga! -
Sbuffò irritato, pensando che sarebbe stato difficile fargli capire che non avrebbe potuto presenziare alla festa di fine anno. Ma vennero distolti da un grido soffocato; si girarono entrambi verso il cortile solo per osservare Haku scansare un colpo di Hanabi, che perse l'equilibrio e precipitò pericolosamente verso il suolo. Le braccia veloci della ragazza la afferrarono per la vita, evitandole di cadere.
Quello che accadde poi fu uno shock per tutti. Hinata, preoccupata per la salute di sua sorella aveva spiccato un balzo veloce verso le due e senza rendersene conto si ritrovò addosso al corpo della mora, proprio nel momento in cui questa stringeva la più piccola tra le braccia.
Con orrore sentì il familiare 'puff' che contraddistingueva le loro trasformazioni, vide la lieve nebbiolina infittirsi intorno al corpo di Haku e l'attimo successivo un topo correre velocemente fino a nascondersi sotto il legno del porticato.
Hanabi Hyuuga, la portatrice dello Spirito del Topo.
Segno distintivo, meglio lasciar perdere. Non era in vena di lanciarsi in sproloqui insensati quando un enorme problema si affacciava su di loro.

Voltò leggermente lo sguardo verso Naruto, solo per vederlo con gli occhi sgranati fissi al centro del cortile. Girandosi in quella direzione, vide un Haku inginocchiato accanto a sua cugina, evidentemente rimasta pietrificata dalla paura, che la esaminava con espressione attenta. Trovò le iridi perlacee di suo zio leggermente dilatate; sicuramente stava cercando un modo veloce per risolvere il problema.
Fu a quel punto che una consapevolezza lo colpì prepotente. Haku era riuscito a far trasformare le due ragazze e questo poteva significare solamente una cosa.
Si avvicinò velocemente al centro dello spiazzo e gli si fermò di fronte.
Cercò di calmare il suo cuore che era come impazzito e lo fissò gelidamente. Lo vide tremare impercettibilmente mentre avvicinava una mano al kimono leggero, da combattimento, che indossava. Il gesto fu veloce; afferrata la stoffa la strattonò verso il basso facendola scivolare fino alla vita. Dalla maglia a collo alto che aveva sotto, poteva distinguere perfettamente la linea dei pettorali definiti, decisamente non la rotondità di seni femminili.
Tentò di mantenersi freddo davanti alla scoperta, che lo aveva invece sconvolto. Si piegò lentamente fino ad appoggiare le ginocchia al terreno e ringraziò il fatto di aver indossato pantaloni neri invece della divisa Jonin.
Raccolse sua cugina, stringendola al petto e raccattò i vestiti che giacevano al suolo.
- Prendi i tuoi vestiti, Nezumi* -
Dicendo questo, lanciò gli abiti di Hanabi sotto le assi del porticato. Poi voltò le spalle ai presenti e si dileguò in una delle tante stanze che si affacciavano al cortile, incurante delle ripercussioni che ciò avrebbe comportato.

Seduto a terra con le gambe piegate su cui giaceva immobile il coniglio, non riusciva a credere a quello che avevano visto i suoi occhi. La fanciulla stupenda con cui aveva condiviso le sue ore di solitudine fino a quel momento era un uomo.
- E' così importante il suo sesso per te, Neji-nii-san? -
Non si aspettava di sentire la voce della cugina, visto che aveva taciuto fino a quel momento. Soprattutto non si sarebbe aspettato una simile domanda.
In realtà, non era sicuro della risposta che avrebbe dato e questo lo gettava ancora di più in confusione. Stava per risponderle che non erano affari suoi, perché nonostante tutto non si sarebbe abbassato a rivelare i suoi sentimenti, quando la voce tagliente di Hiashi-sama si fece strada nella sua mente. Era ovattata dallo shoji che li separava, ma la distinse perfettamente.
- Haku-kun, Uzumaki-kun, devo chiedervi di seguirmi -
Hinata si agitò turbata. Sapeva dove l'uomo aveva intenzione di portarli e questo lo fece tremare.
- Non glielo permetterai, vero Neji? -
Registrò con una parte del cervello che la cugina l'aveva chiamato per nome, senza suffissi, proprio come succedeva quando erano bambini e pensavano che il loro fosse un sentimento destinato a durare per sempre. Era bastato che la voce del loro avvicinamento giungesse a Yuki-sama per fare in modo che tutto ciò che si era creato finisse miseramente. Riusciva ancora a sentire il dolore dei colpi che gli erano stati inflitti per convincerlo ad abbandonare la sua risoluzione, il loro Kami era una creatura spietata e lo odiava immensamente poiché incarnava lo spirito del gatto traditore.
Neji Hyuuga, il portatore dello Spirito del Gatto.
Segno distintivo, l'essere un mostro ed essere odiato dal dio dello Zodiaco Cinese per essere mancato alla sua festa, a cui invece avevano partecipato tutti gli animali e di questo doveva ringraziare il topo.

Corsero entrambi fuori, incuranti di ciò che li circondava, tesi solamente a raggiungere il gruppo male assortito prima che varcasse quella soglia. Con uno scatto rapido riuscì a portarsi davanti allo zio, che vedendolo arrivare in quel modo riuscì solo ad alzare un sopracciglio con fare interrogativo.
- Ve lo chiedo per favore, Hiashi-sama... -
Si fermò un istante a riprendere fiato, realizzando di aver appena supplicato l'uomo. Abbassò lo sguardo, ferito, accorgendosi che Hinata, ancora nella sua forma animale, era lì con lui. In quel momento, sentì un violento 'puff' e la figura di sua cugina venne avvolta dalla nebbia. Inorridì pensando a ciò che sarebbe avvenuto.
Non appena intravide il corpo nudo della ragazza, tolse rapidamente il sopra del suo kimono da combattimento e glielo lanciò, ponendosi poi davanti a lei per schermarla da qualsiasi tipo di sguardo indiscreto.
Riportando la sua attenzione ai tre, non poté evitare di sorridere vedendo la faccia imbarazzata di Naruto, che si grattava impacciato la testa e ad occhi bassi mormorava qualche scusa. Haku aveva solo un lieve rossore sulle guance, mentre Hiashi-sama aveva portato una mano davanti al volto, esasperato.
- Gomennasai* - sussurrò Hinata alzandosi velocemente.
- Vi prego, Otoo-sama. Non lasciate che gli venga cancellato il ricordo di noi -
Era riuscita a fare ciò in cui lui aveva fallito.
- Scusate se mi intrometto...ano*...non riesco a capire di cosa state parlando -
Osservò esterrefatto il volto del biondo sorridere innocentemente, ignaro di ciò che sarebbe accaduto di lì a qualche istante. Ciò che lo sorprese fu che suo zio prese parola per spiegargli la situazione.
- Avete visto entrambi ciò che è accaduto qualche minuto fa -
- Hai...Hinata-chan ed Hanabi-chan hanno effettuato una tecnica di trasformazione per sfuggire all'attacco di Haku-chan -
Vide Haku tentare di trattenere una risata e si meravigliò nel constatare quanto fosse bello, quanto ciò che provava nei suoi confronti non fosse assolutamente mutato da quando aveva scoperto che era un maschio.
- Uzumaki-kun, la tua ingenuità mi stupisce. Quella che hai visto non era una tecnica, bensì una maledizione che colpisce il nostro Clan ormai da centinaia di anni. E' un segreto che siamo sempre riusciti a preservare, almeno fino a questo momento -
Mentre diceva quella frase, lanciò uno sguardo infuocato prima in sua direzione e poi verso il ragazzo moro, che per tutta risposta si inginocchiò prostrandosi in un inchino di scuse.
- Gomennasai, Hiashi-sama. Non avrei mai voluto contravvenire ai vostri ordini. Immagino che la responsabilità sia mia, quindi accetterò qualsiasi tipo di punizione vogliate infliggermi -
- Non capisci, Haku-san. Yuki-sama farà in modo che tutti i ricordi che ti legano a questa famiglia, a questa casa, ti vengano sottratti -
Non si era potuto evitare di farlo. Gli si era messo di fronte, con le mani sulle sue spalle, e lo scuoteva energicamente. Non sapeva cosa volesse dimostrare in quel modo, forse voleva solo riuscire a capire se veramente era stato qualcosa di importante per quel ragazzo che, a parte sua cugina, gli era stato accanto quando era solo, quando l'unica compagna era la solitudine della sua esistenza maledetta.
Resosi conto di essersi esposto eccessivamente, voltò la testa da un lato e si alzò velocemente incontrando però una resistenza. Le dita candide del ragazzo avevano afferrato un pezzo della stoffa dei suoi pantaloni.
Si voltò sorpreso e fissò le sue iridi perlacee in quelle nocciola dell'altro. Questo prima che un leggero colpo di tosse facesse terminare il contatto visivo.
- Andrò a parlare da solo con Yuki-sama, accompagnato da Hinata. Gli spiegheremo la situazione e cercheremo una soluzione che vada bene per tutti -
Notò la ragazza fremere a quella affermazione, ma annuire e seguire il padre fino a sparire dietro quella porta.


Ogni volta che si ritrovava in quella stanza buia, un brivido le percorreva la schiena. Brutti ricordi si affacciavano alla sua memoria impedendole di rimanere calma. Fortunatamente, accanto a lei c'era la figura austera e rassicurante di Hiashi-sama. Entrambi erano in ginocchio di fronte al piano rialzato su cui, di spalle, stava sdraiato il Kami.
L'unica cosa che riusciva a scorgere, oltre al kimono rifinito e riccamente decorato nei colori caldi del rosso, erano i corti capelli argentei che gli ricadevano sul collo scoperto.
- Yuki-sama -
- Hiashi-kun, qual buon vento ti porta nuovamente qui, a così breve distanza di tempo? -
La voce melodica e sensuale, unita al tono tagliente le incutevano terrore. Le parole strascicate ammaliavano chiunque le sentisse. Tremò, incapace di fare altro, aspettando che suo padre continuasse.
- E' insorta una complicazione. Haku-kun ed Uzumaki-kun, uno shinobi del Villaggio, sono venuti a conoscenza del nostro segreto -
- Procedi con la cancellazione della loro memoria, allora -
- Haku-kun vive nella nostra Villa da oltre un anno e Naruto-kun è il figlio del Quarto Hokage, penso che potremmo fidarci di loro -
- Hiashi-kun, sai perfettamente che la nostra maledizione non deve essere svelata... -
- V-vi prego, Kami-sama. Vi scongiuro. Permettete che almeno loro sappiano di noi, sono le uniche persone che si siano avvicinate nonostante cercassimo costantemente di allontanarli ed io non posso permettere che tutti i momenti passati insieme vengano cancellati. E' semplicemente...t-troppo d-doloroso -
Si piegò sul tatami* in una preghiera muta, solo le lacrime che lasciavano i suoi occhi come testimoni del suo stato d'animo.
Improvvisamente, si sentì strattonare i capelli verso l'alto e fu costretta ad alzare il busto fino a ritrovarsi faccia a faccia con il loro dio. Distolse lo sguardo, incapace di reggere quello tagliente che le veniva rivolto.
- Cosa vuoi saperne tu del dolore? Non hai diritto di parlare -
La voce era mutata, sfiorando picchi acuti e aggiungendo una nota isterica alle parole.
Poi, improvvisamente come era arrivata, tutta l'ira del Kami svanì, mentre un sorrisino sarcastico si formava sulle sue labbra sottili.
- E sia, piccola Hinata. Accontenterò il tuo desiderio...ad un patto -
Deglutì, sicura che qualsiasi cosa gli avrebbe proposto sarebbe stato qualcosa di perfido, difficile da poter accontentare.
- Entrambi i ragazzi dovranno venire a conoscenza dell'intera maledizione, compresa la vera forma del portatore del gatto. Se accetteranno la realtà dei fatti, allora gli permetterò di rimanervi accanto -
Portò le mani alla bocca per soffocare il grido che avrebbe voluto lasciare le sue labbra a quella rivelazione. Calde lacrime sgorgarono dai suoi occhi al pensiero della reazione che avrebbe avuto Neji alla notizia. Quasi non sentì le ultime parole che Yuki-sama pronunciò.
- Al banchetto per Capodanno, li aspetto entrambi. E, mi raccomando, il gatto non deve essere messo al corrente della situazione. Diciamo che sarà una piccola sorpresa, per capire se si rende veramente conto della sua posizione, o meno -
- Arigatou gozaimashita, Yuki-sama -
Era stato suo padre a parlare; dopo di che si era alzato e l'aveva aiutata a fare altrettanto. Insieme, uscirono da quella stanza, sconvolti, solo per trovare i tre ragazzi in una confusa attesa.
Quando incrociò lo sguardo di Naruto sorrise dolcemente, ma quando spostò la sua attenzione sul cugino, non riuscì a sostenere quello sguardo penetrante. Si voltò, correndo velocemente verso la sua stanza.





* Uhn/Hai : Si.
* Nii-san : Fratello(in questo caso usato anche per un parente stretto).
* Arigatou (gozaimashita) : Grazie.
* Nee-chan : Sorellina.
* Otoo-sama : Padre (formale).
* Usagi : Coniglio.
* Shoji : Porta scorrevole in carta di riso con intelaiatura in legno.
* ne? : rafforzativo, tipo il nostro no? non pensi?
* Chotto : In questo caso, 'più o meno'.
* Okaa-san : Madre.
* Engawa: porticato tipico delle Ville in stile giapponese.
* Itsudemo : Quando volete, In ogni momento.
* Nezumi : Topo.
* Gomennasai : Scusa, Perdono.
* Ano : Intercalare, simile al nostro 'beh' o 'uhn'
* Tatami : Pavimento tipico giapponese di paglia di riso intrecciata  pressata.

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Capitolo 3
*** Capitolo Secondo. ***


Capitolo 2
Ecco il secondo ed ultimo capitolo di questa storia, spero sia di vostro gradimento!
Ermellino: Grazie milleXD Il Kami è un personaggio inventato, poiché purtroppo non si conoscono molti personaggi della Famiglia Hyuuga oltre a quelli citati.
valehina: Ti ringrazio per i complimenti, ma è tutto merito della giudice (hotaru) se è uscita questa storia che unisce Naruto e Fruits Basket!
hotaru: Ho già risposto sul forum a questa recensione splendida e sì, probabilmente avrei potuto dire qualcosa in più su Hiashi, ma poi sarebbe venuto fuori qualcosa di ancora più lungo, che nella mia mente c'è tra l'altroXD Magari potrei fare uno spin-offXDD
Un bacione, iaia.




Capitolo Secondo.                                  




Era arrivato il giorno della fine dell'anno. Quella sera ci sarebbe stato il Banchetto dello Zodiaco e Villa Hyuuga era in fermento. I preparativi procedevano spediti ed ognuno cercava di organizzare al meglio le ultime cose per l'imminente raduno.
Quell'anno, essendo l'anno del Coniglio, era Hinata a doversi occupare della danza di apertura dell'evento. Per alcuni giorni aveva provato ad aggiustare una coreografia degna di tale nome, aiutandosi anche con le reminiscenze degli anni passati.
Purtroppo, ad un solo giorno dal banchetto, ancora non era riuscita a trovare una musica che si addicesse ai pochi passi che aveva delineato. Come se non fosse già abbastanza umiliante, sua sorella aveva scoperto il suo ritardo e si premurava di ricordarglielo ogni volta che la incontrava.
Quando poi suo padre l'aveva fatta chiamare per chiederle notizie, il suo cuore aveva iniziato a battere forte. Non voleva essere un peso per l'uomo, ma proprio non sapeva come fare per sistemare la situazione. Si era ritrovata nel cortile per gli allenamenti, con lo sguardo perso nel vuoto e le lacrime che pungevano contro le palpebre per essere liberate.
Fu in quello stato che Haku la trovò. Si avvicinò cautamente e le si sedette accanto, cercando di non disturbarla ed al contempo di farle percepire la sua presenza.
- Haku-kun, non ti avevo sentito arrivare -
- Scusami se ti ho spaventato, Hinata-chan. Ti ho visto abbattuta e mi stavo domandando il motivo -
Si voltò immediatamente ad osservare il ragazzo, senza parlare. Vide i lunghi capelli scuri leggermente smossi dal vento, le iridi nocciola osservarla con uno sguardo dolce, tranquillo, e l'espressione di sorridente serenità. Questo riuscì a calmarla notevolmente. Si aprì in un sorriso di scuse e rispose alla sua domanda implicita.
- Entro questa sera devo avere pronta la coreografia della danza di apertura del banchetto dello zodiaco, e non sono riuscita a combinare nulla di buono -
- E' solo questo il problema? Se vuoi posso darti una mano. Con mia madre danzavo spesso -
I suoi occhi si dilatarono nel momento in cui comprese la proposta di aiuto che le era stata rivolta. Si affrettò a scuotere il capo in ringraziamento.
- Hai*, mi sarebbe di grande aiuto -

Era da quasi un'ora che si trovava sotto il porticato del cortile ad osservare le movenze delicate delle due persone che vi si stavano allenando. Una triste melodia cinese inondava lo spazio aperto con una sinfonia di flauti di canna e percussioni lente.
Al centro dell'arena, Haku ed Hinata provavano quella che sarebbe dovuta essere l'esibizione di sua cugina. Entrambi indossavano un kimono femminile che serviva al moro per spiegare alla ragazza come muoverne le maniche durante ogni passo.
I movimenti aggraziati che compivano li rendevano simili a divinità eteree, e non riuscì a scostare lo sguardo neanche un secondo da quella visione. Sorrise riflettendo sul fatto che i due fossero le uniche persone a lui veramente care, oltre ovviamente a Naruto che reputava suo unico amico.
Si ritrovò triste al pensiero che non avrebbe potuto osservare quello spettacolo la sera, quando sua cugina sarebbe stata bellissima, calzata in un fine furisode* verde pallido dalle lunghe maniche con le rifiniture color pesca. Invidiava coloro che se ne sarebbero beati.
Non si accorse di essere scrutato da due paia di occhi, almeno finché la voce calda e serafica di Haku non raggiunse le sue orecchie.
- Neji-kun, vorresti dare una tua opinione riguardo la danza che stiamo provando? La coreografia è completa, quindi basta un'ultima prova per memorizzare i movimenti ed Hinata-chan dovrebbe essere pronta per la serata. Guarderai? -
Rimase interdetto, evidentemente il ragazzo si era accorto di lui già da prima e solo ora lo aveva tirato in causa. Come avrebbe potuto rifiutare? Sbuffò leggermente, facendo un cenno affermativo con la testa e si preparò ad osservare.
Il moro si avvicinò ai tre suonatori che nel frattempo non avevano smesso di memorizzare le note scritte da lui stesso apposta per l'occasione, e gli chiese se era possibile fare una prova generale.
Dopo di che, si riportò accanto ad Hinata e le si posizionò dietro.
Quando partì la musica, vide i due muoversi con una fluidità ed una precisione strabiliante. Rimase ammaliato dai gesti fugaci alternati a quelli ampi delle maniche che sembravano avere vita propria e danzavano accompagnandoli. I lunghi capelli di entrambi volteggiavano insieme ai loro corpi creando degli effetti illusori di luci ed ombre.
Non poté fare a meno di stupirsi per quello spettacolo stupendo a cui stava avendo la possibilità di assistere, e ringraziò mentalmente sua cugina ed Haku per avergli fatto quel regalo in una giornata tutt'altro che positiva.
Quando la musica terminò, si ritrovò a pensare che era durata troppo poco e che avrebbe voluto vedere ancora i due snodarsi in quella danza paradisiaca.
Di fronte allo sguardo indagatore del moro ed a quello speranzoso di Hinata, Neji non poté far altro che sorridere debolmente ed esporre quello che pensava.
- Magnifico, veramente. Hinata-san, non immaginavo che nascondessi questa grazia innata sotto la superficiale goffaggine che ti è propria. Sono sicuro che nessuno avrà alcunché da ridire stasera -
La vide abbassare lo sguardo imbarazzata e poi annuire, più convinta di prima.
- Arigatou*, Neji-nii-san*. Mi spiace veramente tanto che non potrai partecipare al banchetto... -
Quella frase lo fece tendere inconsapevolmente, mentre tentava di rispondere mantenendo la compostezza sua tipica.
- Purtroppo queste sono le regole, Hinata-san. Sono comunque contento, perché ho potuto assistere ad uno spettacolo altrettanto emozionante, con ben due divinità completamente e solo per me. Vi ringrazio infinitamente, entrambi. Ora vado, immagino di non essere più il benvenuto in questi luoghi, almeno fino all'alba -
Si era già voltato per allontanarsi quando la voce insicura di Hinata lo raggiunse.
- Neji-nii-san, mio padre non ti ha avvisato? -
- Di cosa avrebbe dovuto avvisarmi? -
Era in allerta. Il tono preoccupato della cugina non prospettava niente di buono.
- Stasera non dovrai allontanarti dalla Villa. Sono ordini di Yuki-sama -
Questa notizia gli fece scorrere nelle vene uno spiacevole brivido. Quando il Kami* ordinava cose simili, era sempre perché aveva in mente qualcosa di perfido. Lanciò uno sguardo ad Haku e si voltò.
- Cercherò di tenerlo a mente -
Detto questo, sparì dietro una delle porte.

Aveva appena terminato di indossare l'abito elegante per il Banchetto, un furisode a sfondo nero con ricami bianchi e rossi. Il grande obi carminio lo andava a chiudere e due fermagli tra i capelli, di cui uno con l'ideogramma del Topo, completavano l'acconciatura e tenevano alzati sulla testa i capelli corvini.
Osservò la linea dura della mascella, al contempo delicata, e gli occhi chiari chiedendosi quale colore sarebbe stato bene sulla sua pelle. Raccolse un cofanetto dalla toletta e l'aprì delicatamente. Scelse un ombretto rosato e lo passò con precisione sulla palpebra, poi prese il mascara ed allungò le ciglia. Voleva essere perfetta per il suo Kami e nulla glielo avrebbe impedito.
Sospirò pesantemente prima di passare un lucida labbra trasparente ed osservare il suo riflesso. Mai come in quel momento si sentiva sola. Il peso dell'onore e del segreto degli Hyuuga la opprimeva come un macigno sulla testa mentre si predisponeva ad abbandonare la sua stanza per dirigersi nell'ala della Villa in cui si sarebbe svolta la riunione.
Passò davanti alla porta socchiusa della stanza di sua sorella, e si fermò un istante ad osservare la sua timida bellezza. In quello stupendo kimono sembrava decisamente un'altra persona e l'acconciatura elaborata che un Haku sorridente stava ultimando la rendeva ancora più bella ai suoi occhi. La invidiò, perché lei aveva un amico come il ragazzo che ora la stava aiutando a passare un leggero strato di trucco dai toni pesca che riprendevano i ricami dell'abito; perché lei aveva avuto il coraggio di amare suo cugino quando tutto il resto della famiglia lo allontanava; perché, sebbene Hinata fosse la primogenita, era su di lei, Hanabi, che il padre riponeva tutte le speranze del Clan. E quali speranze, dato che erano costretti a vivere sottostando ad una maledizione? Che i loro caratteri venivano modificati in base all'animale di cui erano portatori? Che a lei era capitata la tortura di essere l'animale che aveva tradito la fiducia degli altri, inimicandosi così Gatto e Bue? Quell'animale allo stesso tempo amato ed odiato dal loro Kami.
Si allontanò dall'uscio con l'inquietudine nel corpo. La serata si prevedeva lunga e ricca di avvenimenti.

Si trovava sul tetto della zona Est della Villa, adorava quel luogo. Sedersi rilassato sulle tegole marroni ed osservare ciò che lo circondava. Probabilmente questo suo amore nasceva a causa della sua natura felina, ma non se ne preoccupava troppo.
Alzò la testa al cielo per osservare le prime stelle dell'ultima notte dell'anno che si affacciavano nel cielo scuro, in cui uno spicchio di luna faceva la sua comparsa.
Sospirò, pensando che anche quest'anno sarebbe rimasto tutta la notte su quel tetto, sentendo i suoni del Banchetto che si svolgeva all'interno.
Era maledettamente doloroso sapere di essere diverso da tutti loro, sapere che mai sarebbe stato accettato dalla sua famiglia sebbene grazie a Naruto avesse imparato a lottare per ottenere ciò che gli stava a cuore. Pensare al biondo gli fece venire in mente la festa che sicuramente era già iniziata nella tenuta dei Nara.
Chiuse gli occhi, immaginando come sarebbe stato bello potervi partecipare, invece di rimanere lì in un limbo di inezia. Purtroppo, quest'anno Yuki-sama aveva espressamente richiesto la sua presenza alla Villa durante quella notte, per cui anche volendo non avrebbe potuto allontanarsi.
Un rumore alle sue spalle lo fece voltare. Quando vide l'espressione dolce di Haku si rilassò e gli permise di avvicinarsi.
- Sembri pensieroso, Neji-kun -
- Non più del solito, Haku-san -
- Haku, solamente Haku per te -
Si voltò stupito in sua direzione, scontrandosi con un sorriso radioso che lo fece sussultare. Aveva capito perfettamente il significato di quelle parole ed aveva paura delle ripercussioni che avrebbero causato. Si voltò nuovamente verso la luna.
- Siediti, Haku. Non rimanere lì in piedi -
Il tempo che impiegò per sistemarglisi accanto gli parve immensamente lungo ed, allo stesso tempo, atteso. Nel momento in cui le loro spalle si sfiorarono, rabbrividì, conscio finalmente della vicinanza tra il loro corpi.
- Sei preoccupato, Neji? -
- Non proprio, o almeno spero non ce ne sia bisogno -
Con la coda dell'occhio lo vide osservarlo attentamente, per registrare ogni piccolo segnale di menzogna.
- Sai che con me puoi aprirti, vero? -
- Non mi serve qualcuno con cui aprirmi -
- Ma qualcuno che ti ami, non è così? -
Sussultò violentemente, ma tentò di mantenere una facciata impassibile, pur sapendo che con Haku non sarebbe servita a molto.
- Non ne ho bisogno -
- Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami -
Tacque, senza sapere come ribattere. Si sentiva solo, da tutta la vita. Con il tempo aveva conosciuto persone che gli erano rimaste accanto. RockLee e TenTen prima, Naruto, Sakura e quella banda di scalmanati dei Team 8 e 10 in seguito. Aveva imparato con difficoltà a relazionarsi con loro nella giusta maniera, con Hinata ad aiutarlo indirettamente e Naruto a dargli la forza di andare avanti.
Con il moro era stato diverso. Da subito si era creato tra loro un rapporto speciale, così amava definirlo. Non c'era bisogno di parole, poiché Haku intuiva ogni suo desiderio solo osservandolo e faceva di tutto per soddisfarlo.
- Haku, ti sei mai sentito solo? -
- Hai...devi sapere che prima di essere trovato da tuo zio, vagavo per il Paese dell'Acqua senza una meta, vagabondo; litigavo con gli animali per accaparrarmi il cibo necessario a sopravvivere e proprio quello è stato il periodo in cui mi sono sentito più solo. Hiashi-sama è stato come un raggio di sole nella mia vita. Mi ha ridato la speranza che avevo smarrito in seguito alla morte dei miei genitori, regalandomi una vita che ero già sicuro di aver perduto -
Si sentì osservato, così si voltò solo per trovarsi con il viso del compagno a pochi centimetri dal suo.
- Non dovresti sentirti solo, Neji. Tu hai Hinata che ti ama come un fratello se non di più, Naruto che è un ottimo amico ed io non ti lascerò tanto facilmente -
- Di questo non ne sarei troppo convinto - sussurrò preoccupato, prima di girarsi dall'altra parte, interrompendo il contatto visivo.
Era sicuro che anche lui, se avesse visto la sua vera natura, lo avrebbe allontanato disgustato. Nessuno gli resisteva accanto dopo aver visto. Persino sua madre era morta prematuramente dallo strazio di avere un figlio del genere.
Si sentiva in colpa, ed arrabbiato con il suo Clan e con quella dannata maledizione che non permetteva a nessun membro dello Zodiaco di vivere una vita felice.
Tornò col pensiero al motivo scatenante di quella situazione. Suo padre gliene aveva parlato quando era ancora piccolo, per spiegargli il motivo della sua condizione.

Erano tempi molto lontani, quando ancora Konoha non era stata creata, quando ancora lo Sharingan non esisteva ed il Byakugan era l'unica arte oculare degna di nota, dato che i possessori del Rinnegan vivevano perseguitati per le loro doti che si dicessero essere divine.
Fu proprio un possessore di questo potere mostruoso a gettare la maledizione sul Clan Hyuuga.
All'epoca, Capo Clan della famiglia era il famoso Hiro Hyuuga, conosciuto per la sua magnanimità e benevolenza. Ovviamente, come tutti gli individui pii, era soggetto a raggiri.
Tutto avvenne la notte di Capodanno di moltissimi anni prima.
Un Uchiha, tale Toraku, bussò al cancello principale della Tenuta Hyuuga, la stessa in cui ancora adesso risiedevano.
Chiedeva asilo per la notte e la promessa di una ricompensa.
Il Capo Clan, sicuro della buona fede dell'uomo, acconsentì a lasciarlo restare per la notte.
A quei tempi, si parlava di un eremita che risiedeva in una valle poco distante, quella che in seguito si sarebbe trasformata nella Valle dell'Epilogo, in possesso del Rinnegan. Nessuno ci credeva veramente, poiché tutti ritenevano che fosse solo una legenda priva di significato.
Per capire il motivo della maledizione, bisognava andare ancora più indietro nel tempo, al giorno in cui di fronte ad un possessore di Rinnegan, l'allora Capo Clan della famiglia Hyuuga, Hiroshi, giurò solennemente che mai il segreto della loro capacità oculare sarebbe stato rivelato ad anima alcuna. Era una loro capacità innata e solo loro doveva rimanere. Da lì nacque il marchio di appartenenza alla Casata Cadetta, per evitare che i nemici si impossessassero del loro segreto.
Tornando all'infausta notte sopra citata, con un abile raggiro, l'Uchiha riuscì ad estorcere parte del segreto del Byakugan ad Hiro, che ignaro di aver appena trasgredito ad un giuramento continuò a conversare allegramente con l'altro uomo. Questo almeno fin quando dal nulla videro apparire l'eremita del Rinnegan, oltraggiato dalla mancanza di fede al patto. Con i suoi poteri immensi decise di punire i trasgressori con una punizione equa alla colpa di cui si erano macchiati. Preannunciò uno sterminio del Clan che aveva rubato i saperi dell' 'occhio bianco' trasformandolo in scarlatto come segno distintivo, ed a coloro che si erano lasciati raggirare lanciò la Maledizione dello Zodiaco. In ogni periodo, si sarebbero sempre avuti un rappresentante per lo spirito di ogni animale dello zodiaco, i quali si sarebbero trasformati nei suddetti animali se abbracciati da persone del sesso opposto, causando così l'impossibilità per coloro che ne venivano colpiti di poter essere amati. La sorte peggiore era però quella del Kami, costretto a diminuire la sua durata di vita per accollarsi parte delle colpe degli animali, e del Gatto, costretto a nascere con sembianze deformi e ad essere odiato da tutti per il suo tradimento nei confronti del Kami.
Da quel momento, per gli Hyuuga, iniziò un periodo di rinnegamento del problema, che causò sanguinose lotte interne e convinse il Capo Clan a dare il destino più crudele a membri della Casata Cadetta.

Le parole di Hizashi risuonavano ancora nella sua mente, insieme alla consapevolezza di essere uno dei membri del Clan con il destino più triste della storia.
Sentì gli occhi inumidirsi e decise di frenare l'emotività che lo stava sopraffacendo, solo per non dover mostrare la sua parte più debole ad Haku.
Uno strano ragionamento lo portò a pensare che quel ragazzo aveva lo stesso nome del loro occhio maledetto. Bianco.
Tornò a volgere il viso in sua direzione, solo per trovarsi con le labbra del ragazzo sulle sue, che scostò immediatamente. Dal giorno della scoperta della maledizione, aveva cercato razionalmente di capire i sentimenti che provava per lui, ma ogni discorso finiva sempre con l'impossibilità per loro di vivere una storia. Ora invece si era ritrovato ad essere baciato proprio dalla persona che voleva allontanare per paura di una sua reazione negativa alla scoperta della verità.
Non era pronto per rivelare il suo vero aspetto ad Haku, ma ugualmente non voleva prenderlo in giro.
Si rese conto di essere rimasto immobile sotto lo sguardo preoccupato dell'altro, che subito prese parola.
- Scusami se ti ho spaventato. Avevo notato la tristezza sul tuo volto ed avrei solamente voluto alleviarla un poco. Mi spiace averti irritato con il mio gesto -
- Gomenne*, Haku. Io non credo di essere pronto ad affrontare tutto quello che sto provando. Ho...paura -
Improvviso, arrivò l'abbraccio caldo del moro. Lo aveva stretto tra le braccia e passava lente carezze sulla sua schiena e sui capelli.
- Non devi giustificarti, Neji. Arriverà il momento in cui ti sentirai pronto ad affrontare, ed io sarò lì -
Il dolce sorriso che gli regalò lo fece fremere, prima che una risata imbarazzata raggiungesse le sue orecchie.
- Scusatemi, credo di aver interrotto qualcosa -
La voce di Naruto era inconfondibile. In quel momento ed a quella velata provocazione, non riuscì a fare nulla di meglio che staccarsi rapidamente, ma composto, da Haku e voltare lo sguardo verso di lui, realizzando con sollievo di non essere arrossito.
- Naruto-kun, cosa ci fai qui? -
Lo vide passarsi una mano nervosamente tra i capelli della nuca e sorridere in maniera ebete prima di rispondere.
- Beh, ti ho detto che ogni anno ti vedo festeggiare il Capodanno da solo su questo tetto. Ho solo pensato di venire a passarlo con te -
- E la festa dai Nara? -
- Magari possiamo passare da loro domattina, sono sicuro che faranno baldoria per almeno un paio di giorni, sempre che Tsunade-obaa-chan* non decida di mandarci tutti in missione proprio il primo giorno dell'anno. Ti immagini che brutto che sarebbe? -
Il biondo si stava nuovamente perdendo in una prolissa narrazione delle reazioni che l'Hokage avrebbe avuto sapendo della mega festa a cui non era stata invitata.
Sentì la musica dall'interno della Villa affievolirsi, segno che la Danza di Apertura del Banchetto stava terminando. Si chiese se fosse andato tutto bene e se Hinata fosse riuscita a dare il meglio, come aveva fatto durante la prova. La festa sarebbe durata fino all'alba, tanto valeva andare a prendere qualcosa da mangiare per sé ed il suoi amici.
- Aspettatemi qui, vado a prendere un vassoio con del cibo. E' ora di cena ed è giusto che anche noi festeggiamo -
Vide i due ragazzi annuire, così scese agilmente dal tetto e si diresse con passo elegante e deciso verso le cucine, sperando che qualcuno avesse pensato a preparare un po' di scorte.

Era ormai quasi passata mezz'ora da quando Neji si era allontanato dal tetto ed iniziava a preoccuparsi. Le parole che Hiashi-sama aveva rivolto a lui e Naruto gli tornarono in mente prepotentemente. Gli aveva raccomandato per il loro bene di non allontanarsi mai troppo da suo nipote durante quella sera.
Un brivido di presentimento scorse lungo la sua spina dorsale. Si volse in direzione del biondo, solo per vederlo annuire ed alzarsi velocemente. Mentre percorrevano i corridoi della Villa non poté fare a meno di porgli una domanda.
- Anche dopo aver scoperto della trasformazione di Hinata, vuoi continuare a starle accanto ed amarla? -
Lo sguardo basito dell'altro lo fece sorridere.
- Sono molto attento agli atteggiamenti delle persone e si vede da lontano che ne sei innamorato -
Lo vide arrossire, prima di fare un cenno affermativo con la testa e spiegarsi.
- Non mi interessa. E' una stranezza sulla quale posso tranquillamente passare sopra. L'unica cosa negativa è che non sarò in grado di abbracciarla nella sua forma umana, ma potrò sempre farlo quando è un coniglio - disse ridendo piano.
- Tu non hai neanche questo problema, Haku-san. Neji-kun è del tuo stesso sesso, potete abbracciarvi quanto volete -
Sussultò a quelle parole, prima di rivolgergli uno sguardo sereno. Aveva pienamente ragione, ma sentiva che ancora qualcosa sfuggiva completamente al suo controllo, qualcosa di molto importante.
Stava ancora facendo quelle riflessioni quando giunsero d'innanzi alla porta della cucina.
La sua attenzione fu immediatamente attirata da una voce melliflua e leziosa, che lo fece fremere. Si sforzò di ascoltare le parole che venivano dette con un tono elegante, che nascondeva una vena di sadismo prepotente.
- Neji-kun, questo è stato veramente un incontro fortuito, non credi? Non abbiamo mai molte occasioni per incontrarci e parlare -
Non percepì la risposta a quella provocazione, probabilmente Neji aveva abbassato il volume, fino ad un lieve sussurro. Questo accadeva solamente con qualcuno che gli incuteva una violenta paura. Si chiese chi mai potesse essere il suo interlocutore per assoggettare il forte ed orgoglioso Neji Hyuuga in quel modo.
- Lasciatemi andare -
Quella frase squarciò il silenzio precedente, era stata gridata con disperazione. Non attese oltre, dopo aver scambiato un lieve cenno d'intesa con Naruto, spalancò l'uscio, rimanendo immobile di fronte allo spettacolo che si ritrovarono ad osservare.
Una persona alta, sicuramente uno Hyuuga, era in piedi di fronte a loro. I corti capelli argentati gli lambivano le spalle nude, poiché il sontuoso kimono che indossava era leggermente calato. Gli occhi sembravano avere la stessa tonalità della folta capigliatura e sulla sua fronte svettava il simbolo della Casata Cadetta.
Una mano pallida ed affusolata era stretta attorno al collo diafano di Neji, che respirava a fatica ed aveva gli occhi socchiusi e la bocca contratta in una smorfia di patimento.
Vide quello sguardo gelido posarsi su di loro, prima che un ghigno si aprisse sulle labbra vermiglie.
- Ma bene, gli ospiti d'onore sono finalmente giunti. Possiamo procedere -
Mentre terminava la frase, portò la mano al polso inerme di Neji, incidendo con un'unghia la pelle delicata e lasciando colare alcune gocce del suo sangue. Velocemente ne raccolse qualche stilla con il polpastrello dell'indice e lo portò alla sua fronte libera dal coprifronte, disegnando con precisione il kanji del rilascio,
.
Ciò che accadde in seguito lo fece star male. Vide Neji dimenarsi in preda ad un dolore che sembrava eccessivo da sopportare. Una smorfia deformò il suo volto ed un urlo strozzato lasciò la sua gola, trasformandosi presto in un ustolio tormentato.
La pelle del corpo andava piano aggrinzendosi e ricoprendosi di sporadici peli marroni. Il naso si stava schiacciando fino a prendere la colorazione e la forma di uno animale e le labbra si assottigliarono visibilmente. Quello superiore si divise esattamente a metà e venne ricoperto da ispidi baffi, mentre nulla rimaneva dei lunghi capelli del ragazzo, ora sparsi al suolo.
Sulla testa due deformi escrescenze, simili ad orecchie, mentre il viso si allungava in avanti, trasformandosi in un muso. Nel momento in cui quell'essere, che stentava a convincersi essere Neji, si voltò in sua direzione, si rese conto della cosa più spaventosa. Al centro dei suoi occhi bianchi, ora più piccoli ed affilati, sorgeva una pupilla allungata.
Portò una mano alla bocca, cercando di trattenere il pianto che cercava di impossessarsi del suo corpo. Cosa avevano fatto al suo Neji?
Percepì lontano il sussurro del ragazzo che amava, ora più simile ad un miagolio.
- Mirenai* -
Vide quella creatura iniziare a correre veloce, allontanandosi da loro, ma non riuscì a muovere un passo per seguirla. Rimase immobile, lo sguardo fisso sul pavimento e gli occhi umidi.
- Quella è l'altra natura, segreta, di chi nasce Gatto. Solo il possessore dello Spirito del Gatto assume quella forma mostruosa. Vi ha disgustato, vero? Io l'ho trovata rivoltante, la prima volta in cui l'ho vista -
Una risata alta e maligna perforò le sue orecchie e come risvegliatosi da un'illusione, tornò a percepire ciò che lo circondava. Naruto accasciato a terra, non era riuscito a trattenere un conato di vomito.
- Chi sei tu? -
- Non si da del tu ad un dio,piccolo insolente! -
Lo schiaffo lo raggiunse inaspettato, ma servì a farlo tornare completamente in sé.
- Così voi siete Yuki-sama, il capo dello Zodiaco -
- Sei un ragazzo intelligente, spero che ora avrai capito che devi lasciare in pace questa famiglia. Siamo dannati, non abbiamo bisogno di falso amore per vivere -
Senza rispondergli, si accucciò accanto al biondo, sorreggendo la sua fronte e aiutandolo a rialzarsi.
- Naruto, ce la fai a correre? -
Lo vide annuire energicamente, per quanto permesso. Si voltò in direzione del Kami e sputò fredde parole al suo indirizzo.
- Siete veramente convinto che basti una cosa del genere per far scemare i sentimenti che ci legano a Neji? Ed ora, con permesso, abbiamo un amico da aiutare -
Lo lasciarono lì, troppo sorpreso per ribattere ed uscirono da quella casa alla ricerca dell'altro.

Correva velocemente, un solo pensiero nella testa.
'Mi ha visto, Haku mi ha visto. E' finita, ormai è tutto finito'.
Si lasciò andare ad un urlo frustrato, incapace di reggere ancora il peso della sua condizione. Distruggeva tutto ciò che intralciava il suo passaggio, mentre cercava di allontanarsi dalla tenuta degli Hyuuga il più velocemente possibile. Nella sua testa risuonavano le parole che tanto odiava sentire.

Quel ragazzino non ha nemmeno pianto al funerale.
E' colpa sua! E' perché è il portatore dello Spirito del Gatto che sua madre è impazzita, lasciandolo solo.

Povera donna! Anche io avrei avuto la stessa reazione con un abominio del genere come figlio.


- Zitti! Tacete! Non è stata colpa mia, non è stata colpa mia!! -

- Lo so. E' per questo che ho deciso di allevarti, anche se non potrai dimenticare il rancore che ti logora per la morte di tuo padre, ed io non potrò prendere le sue veci per colpa delle stupide regole di questo Clan. Però ti sarò accanto, Neji e cercherò di proteggerti da te stesso e dalla Maledizione. Lo faccio soprattutto per mio fratello, Hizashi -

Tremò al ricordo di quella frase, suo zio da quel momento non gli aveva fatto mancare nulla, tranne l'amore di una famiglia. Ma si era già rassegnato a quel dato di fatto, nessuno avrebbe mai amato veramente un mostro come lui, o almeno non la sua forma reale. Si era illuso che probabilmente con Haku e Naruto sarebbe potuto essere diverso. Quanto aveva sbagliato. Gli ritornava in mente l'espressione sul volto del moro nel momento in cui l'aveva osservato e sentì lacrime amare solcargli la pelle ruvida, felina.
- Neji... -
Solo un sussurrò, ma lo udì perfettamente. Si voltò rapido nella direzione da cui aveva avvertito provenire la voce, solo per ritrovarsi un Haku affannato a qualche metro di distanza. Il suo sguardo faceva male, molto più di un kunai conficcato nel petto. Non avrebbe saputo dirne il motivo, ma non riusciva a catalogare la sua espressione.
- Neji, perché sei scappato così prima? Ho dovuto correre per raggiungerti -
Il tono della sua voce aveva qualcosa di innaturale, somigliava troppo ai complimenti che gli riservava sua madre, divisa tra l'amore per un figlio ed il timore per ciò che questo era.
- Vai via, Haku! Non voglio più vederti. Sparisci! -
L'ultima parola uscì come un ronfo violento.
Percepì la presenza di qualcuno alle sue spalle, così si voltò velocemente solo per ritrovarsi ad osservare un Naruto con lo sguardo triste ma deciso, un sorriso lieve sulle labbra.
- Noi non ti lasciamo, Neji -
Il respiro accelerò, faceva paura quella sensazione che si stava facendo largo dentro di lui. Decise di fare la cosa più sicura, fuggire da quelle emozioni che lo stavano distruggendo.
Spiccò un salto, ma sentì qualcosa di pesante immobilizzarlo al terreno. Naruto l'aveva afferrato per la vita e lo teneva stretto in un abbracciò.
Sguainò un kunai per allontanarlo, ma non ebbe l'effetto sperato.
- Credi veramente che fuggendo si sistemerà tutto? Sei convinto che continuando a vivere in solitudine sarai felice? -
Quello del biondo era un urlo violento e carico di aspettativa. La sua domanda faceva male, perché era proprio ciò che stava facendo, fuggire. Cercare di ripararsi dalla paura e dal dolore.
- Avanti Haku, diglielo. Digli la verità, digli cosa pensi di lui -
Puntò i suoi occhi felini sul moro, che fino ad allora era rimasto immobile. Lo vide muovere i primi passi stentatamente, poi con la sua solita grazia gli arrivò accanto e fece una cosa che mai si sarebbe aspettato.
Sorrise, un sorriso vero e dolce, solo per lui.
Solo una lacrima solcò il suo viso, mentre le parole del ragazzo gli trapanavano la mente con una potenza inaudita.
- Neji, ti amo. Non mi interessa quale sia il tuo reale aspetto fisico, né se tu sia bello o brutto. Mi sono innamorato dei piccoli gesti, del tuo orgoglio, del calore che emana il tuo corpo e che è lo stesso che sento provenire da te anche ora. Amo la tua onestà, il modo in cui arrossisci compostamente, cercando di non darlo a vedere ed anche il modo in cui provochi sottilmente le persone per avere una reazione che ti soddisfi. Pensavi veramente che ti avrei abbandonato per una sciocchezza simile? Credo che allora tu non mi conosca ancora bene -
Gli si inginocchiò accanto, e senza preavviso catturò le sue labbra in un bacio semplice, di cui sentì tutto l'affetto. Socchiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia di Naruto, che ancora lo teneva stretto ed ora sorrideva, il suo solito sorriso spensierato.
Sentì in lontananza il conosciuto 'puff' che segnava la sua trasformazione in gatto. Evidentemente era stata una serata stancante, ma non se ne preoccupò. Era sicuro che Haku e Naruto si sarebbero presi cura di lui.


Onigiri
.

Polpetta di riso bianco dalla forma triangolare con un ripieno di pesce, solitamente salmone.
Adoro il salmone, forse per la mia natura di Gatto.

Ho scoperto che essere un onigiri non è male.
Certo, ti senti diverso se vieni inserito in un cesto di Frutta, ma insieme ai miei simili è tutto più facile.

Ho avuto la fortuna di incontrare altre polpette di riso disposte ad aiutarmi, ed ora sono felice.
Non c'è maledizione che tenga, quando la persona che amo mi è accanto e mi sostiene, quando ho degli amici fidati ed il rapporto con le mie cugine è tornato quasi normale.

Dico quasi, perché sebbene abbia tranquillamente ricominciato a parlare con Hinata, che a breve sposerà Naruto, con Hanabi c'è ancora qualche attrito.
Quei testoni sono persino riusciti a far cambiare Yuki-sama, con cui ora si possono avere conversazioni quasi normali.

Io comunque stringo i denti e non mi do per vinto.
Arriverà il giorno in cui la Maledizione dello Zodiaco non condizionerà più le vite dei membri della famiglia Hyuuga.

Aspetto fiducioso che quel momento arrivi e nel frattempo ho imparato a convivere con me stesso.
Di questo devo ringraziare soprattutto Haku.





* Hai : Si.
* Furisode : Kimono usato dalle donne nubili con lunghe maniche.
* Arigatou : Grazie.
* Nii-san : Fratello.
* Kami : Dio.
* Gomenne : Perdonami.
* Obaa-chan : Nonna.
* Mirenai : Non guardarmi.

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