Hollow....

di Yoko_kun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anime cave. Vuote e nulle. ***
Capitolo 2: *** Anime piene. Ferite e grondanti ***
Capitolo 3: *** L'urlo di battaglia e il preludio di guerra ***
Capitolo 4: *** L'ultimo atto: la battaglia. Chi è il Re chi il cavallo? ***



Capitolo 1
*** Anime cave. Vuote e nulle. ***


Anime cave. Vuote e nulle.


Sospira piano e quasi impercettibilmente. È chiaramente divertito.

“Eh, non c'è nulla da fare. Tu mio odi, vero?”

un largo sorriso si apre nel suo volto, mentre concentrato e divertito lo osserva.

“Per te pulisco la mia spada. Per te ne pulisco la lama, fino a farla brillare”

Lui, il lui nero, lotta con furia. La sua mano stringe con forza l'elsa della spada.
Lui, il lui nero ma buono non può permettersi di perdere.

“Ma a te non basta, giusto?”

Arretra sotto il colpo dell'avversario mentre lui, il lui bianco, lo guarda.

“Eh, no...a te proprio non basta”

Lui, il lui bianco ma cattivo, non si muove.
Il suo momento non è ancora venuto, ma presto potrà entrare in scena.

“Hey, hey, non fare quella faccia arrabbiata...”

Lui, il lui nero, mette mano all'occhio. E a bassa voce impreca.

“E dai Re! Non farmi quella faccia irata, è solo un gioco, no?”

Per lui, il lui bianco, è sempre tutto così. Tutto un gioco.

“Ok, ok...ho capito, non vuoi proprio farmi recitare in questo spettacolo, eh?”

Sorride ancora, come se nulla lo scalfisse o ferisse. Anzi, è come se tutto non facesse altro che divertirlo.

“Vabbé, pazienza. Aspetterò, tanto presto o tardi toccherà anche a me”

Le gambe di lui, il lui nero, vacillano. Pessima cosa, e sopratutto cosa che non si può permettere.

“Lo vedi? Ne hai già bisogno...”

Lui, sempre il lui nero, ha il fiato corto. Affannoso. E lui, sempre il lui bianco, sorride sadico.

“Bisogno di me, della mia forza”

La sua voce, la voce del lui bianco, inizia a farsi sentire, ma il lui nero cerca di ignorarlo. Cerca di reprimerlo.

“E dai! Che cos'è quello sguardo truce? Non è la prima volta che hai bisogno di me e non sarà l'ultima. No?”

Il lui nero cerca di prendere tempo e fiato. Pessima situazione, quella in cui si trova, e sta anche per venir meno il suo controllo.

Ok, ok, tralascio l'argomento, non serve che mi guardi così”

Non vuole e non può cedere al suo Io bianco. Sarebbe un errore. Un pessimo errore.

“...tanto lo sai meglio di me, no?”

Piano l'occhio, l'occhio dell'io nero, inizio ad esser invaso dall'ombra dell'Io bianco.

“Oh! Finalmente tocca a me. Ora fatti da parte Re”

Cerca di fermarlo ma è tardi, l'Io bianco sta sopraffacendo l'io nero.

“È inutile che mi scuoi con lo sguardo. È sempre così, ogni volta che le gambe ti cedono entro io gioco io a sorregerti”

Questa volta, questa ulteriore volta, lui, il lui bianco, riesce a prendere il sopravvento. E questa volta, questa ulteriore volta, lui, il lui nero, impreca urlando mentalmente.

“Certo non ti prendo come fa una madre premurosa col suo bambino, ma che ci posso fare? Io sono solo il tuo cavallo, non posso far altro che tenerti su morsicando un lembo del colletto dei tuoi vestiti...”

Il lui nero sta perdendo sempre più velocemente. E sempre più velocemente il lui bianco sta prendendo il potere. Troppo velocemente.

“...non trovi?...No, eh? Vabbè, finché non saprai camminare decentemente da solo, mi dispiace ma continuerò a farmi sentire”

La sua risata scoppia con una violenza unica. Il lui bianco ha ottenuto la sua parte, ora tocca a lui recitare.

“Ok, nel dire che mi dispiace chiaramente mento, e mento anche nel dire che sparirò. Sappi che io ci sarò a prescindere. Non vorrai mica divertirti solo tu, Re?”

La maschera inizia a formarsi nel volto dell'Io nero, svelando la presenza dell'Io bianco.

“Neh, è inutile che mi guardi così, sei stato debole e io ne ho approfittato per fregarti la parte. Per cui ora stai buono a guardare”

Lui, il lui bianco, lotta con una ferocia animalesca. Con violenza e desiderio di uccidere.
Spinto e guidato solo dal suo più puro istinto.

Ha vinto la parte sbagliata, quella bianca. Quella malvagia.

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Capitolo 2
*** Anime piene. Ferite e grondanti ***


Anime piene. Ferite e grondanti.


Stringe con forza le mani fino a farle quasi sanguinare, ma poco gli importa.

“Maledizione non posso continuare così altrimenti...”

Chiude gli occhi e cerca di calmarsi. Infiammarsi tanto non serve a molto, sopratutto in quel momento.

“...altrimenti sarà lui a prendere il controllo”

Lui, il lui bianco, il lui sbagliato.

“Devo cercare di riflettere”

Ultimamente non ha fatto altro che riflettere. Riflettere su ciò che stava succedendo, su ciò che gli stava succedendo.

“Ma a che mi serve pensare, sa poi alla fine non ottengo nulla?”

Dentro di sé lo sente.
Lo sente ridere di lui e questo lo manda in bestia.

“Dannazione...”

Non può fare nulla, è troppo debole. Un'altra cosa che lo mandi in bestia.

“Non può vincere lui...”

Vorrebbe urlare con tutta la voce che ha in corpo. Ma sa che sarebbe completamente inutile.

“merda, merda, merda!....non può continuare così...merda!”

Ma per quanto si arrabbi tutto rimane tutto uguale.

“Dannazione....perchè”

All'inizio riusciva a tenerlo a bada, ma le cose erano cambiate, e anche in fretta.

“Perchè sono così debole? Perché lui prende sempre più potere?!?”

Ora era lui, il lui nero, ad essere il più debole. La situazione si era capovolta, e lo aveva fatto con enorme velocità.

“...cosa posso fare?”

I cambiamenti in quel periodo si erano susseguiti con una tale velocità da far perdere la cognizione del tempo.

“Taci maledetto!!! TACI!!!”

Urla cercando di zittirlo, cercando di soverchiare la sua voce, quella del lui bianco, con la sua.

“Sta' zitto”

Ma è inutile, come ultimamente sempre più spesso sta succedendo.

“Chiudi quella dannata bocca!”.

È costretto ad indietreggiare. È impegnato ad affrontare il suo nemico e contemporaneamente a tenere a bada l'altro Io, l'Io bianco.

“Merda...”

Impreca, sibilando a denti stretti. Lo sente e lo sente sempre più vicino, sempre più forte.

“Dannazione...STAI ZITTO!!!! VATTENE! NON HO BISOGNO DI TE!!!”

Non è la verità. O meglio, lui vorrebbe che lo fosse ma non è così.
Lui, il lui bianco, ha il potere, è il suo potere.

“LASCIAMI IN PACE”

Per quanto cerchi di ignorarlo, il lui bianco non smette di perseguitarlo e tormentarlo.

“No, maledizione! No....”

Pulsa. Pulsa con inaudita violenza dentro di lui. È il potere, il potere che deriva dal lui banco.

“No! Non ora...bastardo...”

Può urlare quanto vuole, tanto è inutile. Il lui banco come sempre continuerà imperterrito, fino a sopraffarlo.

“Lasciami combattere in pace! Tu non mi servi!!!”

Chissà se con quelle parole vuole convincere lui, il lui banco, o sé stesso, il lui nero?

“....merda...”

Sibilla gli ultimi insulti a bassa voce, poi la sua testa si riempe della sua risata, tanto violenta e crudele da fargli sanguinare le orecchie.

Ma non può farci nulla, lui, il lui nero, il lui buono ha perso.

***
Ringrazio eiden per aver commentato il precedente capitolo, e tranquilla, non la prendo come critica! ^^ E ti ringrazio anche per aver apprezzato lo stile di scrittura oltre che per l'avermi dato il tuo più che valido punto di vista!!!

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Capitolo 3
*** L'urlo di battaglia e il preludio di guerra ***


L'urlo di battaglia e il preludio di guerra.


È disteso. Distrutto sia nel corpo che nella mente.

H -“Hey Re”

I -“Sta' zitto”


Odia il suono della sua voce.

H -“Se sai solo stare così tutto il tempo, tanto vale che mi lasci tutte le battaglie a prescindere”

I -“Chiudi quella fogna...”


Adora prenderlo per il culo.

H -“Che c'è? Non te la sarai mica presa per l'altra volta?”

I -“Ti ho detto di stare zitto...”


Odia il tono della sua voce”

H -“E dai! Lo sai che è successo tutto...”

I -“SMETTILA!!”


Adora affondare il coltello nella piaga.

H -“...a causa della tua debolezza”

I -“TI HO DETTO DI SMETTERLA!”


Odia nella maniera più assoluta il fatto che abbia ragione.

H -“Ok, ok! Non serve che urli e neppure che mi guardi con quegli occhi”

I -“...stronzo”


Adora aver ragione e rinfacciarglielo.

È sempre così ultimamente.

Lui, il lui bianco, lo disturba, lo chiama e gli parla. Gioca con lui e lo provoca, senza dargli pace. Lo sta logorando.

E il copione si ripete monotono. Ancora e ancora.

Lui, il lui nero, è distrutto, esausto e stanco.
Stanco di lui, della propria debolezza. Stanco di essere senza pace.

Lo chiama. Ancora, un'altra volta. Una volta ancora.

Si sente sprofondare. Ancora, più giù, sempre più a fondo.

Ride. Si diverte, come sempre.
Lui gioca. Per lui tutto è un gioco, un gioco in cui in palio c'è la tua vita.

Impreca. Si arrabbia, come sempre.
Lui combatte. Per lui tutto è una sfida, una battaglia in cui se perdi, perdi tutto.

Si parlano spesso ultimamente.

E il copione è sempre il solito.

Lui lo chiama. Lui cerca di ignorarlo.
Lui lo provoca. Lui cerca di zittirlo.
Lui lo ignora. Lui lo insulta.
E poi nulla. Silenzio.

Come se il loro discorso non solo si fosse esaurito ma neppure ci fosse mai stato.
È così tutti i giorni. Ad una qualche ora, una qualsiasi. Il bianco disturba il nero. E ripetono monotono il copione.

Il bianco sa che basta poco. Un po' alla volta, e con costanza si avvicina.

Il nero sa che ci vuole poco. Un po' alla volta, si sta consumando.

L'anima. La sua, la loro, è il palco del loro spettacolo. Quei grattacieli storti e quel cielo sono lo sfondo della loro battaglia e della loro convivenza.

Della lontananza e della loro vicinanza.

Però è ora tutto finisca, che questa inutile e logorante battaglia si concluda, proclamando un vincitore e un perdente.

Si alza piano, ha preso la sua decisione. La sua risoluzione.

Lo guarda con attenzione, non sa bene cosa l'altro voglia fare anche se lo può facilmente intuire.

H -“Allora, ti sei deciso?”

I -“...taci...”


Sa che il suo ammonimento è inutile, ma non può farci nulla, non lo sopporta e non può fare a meno di desiderare che lui taccia.

H -“...cosa intendi fare, eh Re?”

I -“Porre fine a questa storia...”


Sorride, sorride divertito come sempre.
Sa che non sta mentendo e che ha finalmente preso la sua risoluzione, ma la cosa non può fare altro che divertirlo. Ed è così non perché è sicuro di vincere, quanto perché è sicuro che si divertirà e tanto gli basta.

H -“...divertente...”

I -“...tsk!...”


come sempre non sembra prenderlo sul serio, ma questa volta non lo manda in bestia.
Ora ha altri per la testa, e deve trovare la forza e la convinzione necessarie. Sa che sarà una lotta difficile e non ha minima certezza di poter vincere.
Ma se non ci prova nemmeno non avrà mai risposte.

Arriva, varca la porta in silenzio. Anche l'altro ora tace.

A quanto pare è finalmente giunta la resa dei conti.

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Capitolo 4
*** L'ultimo atto: la battaglia. Chi è il Re chi il cavallo? ***


L'ultimo atto: la battaglia. Chi è il Re chi il cavallo?


Combatte strenuamente, cerca di osservare Hiyori e di carpirne il segreto per imparare a domare l'hollow. Ma è inutile.
Si impone di pensare ma la sensazione della lama fredda che gli entra nelle carni lo distrugge.

“non, non farò il bankai...”

Un altro fendente.

“Non mi trasformerò in hollow...”

Il suo sangue scende abbondantemente, pervadendolo con una sensazione di tepore mal abbinata alle tenebre che lo stanno per inghiottire.

“Non consegnerò più la mia anima a quello là...”

Inutile. È tutto inutile.
Il suo urlo scoppia all'improvviso, come la sua follia. Ha perso di nuovo.

“...merda....”

***


Buio. Solo buio attorno a sé. Cos'è successo? Fino a due secondi fa stava parlando con Shinji e ora non vede più nulla.
No, aspetta. Forse ora si vede qualcosa.
Il cielo, i grattacieli. Lui.

H -“Yo, è da un pezzo che non ci si vede, eh caro Re?”

L'anima!
Ora sa dov'è, è dentro il suo animo.
È finalmente tempo di porre fine a quella storia.

H -“Che c'è? Cos'è quella faccia depressa? Eh?”

Si guarda attorno. Non vede né sente colui che sta cercando.

I -“Dov'è il vecchio Zangetsu?”

Lui sorride, ai suoi occhi non è altro che un bambino ingenuo.

I -“Tu dannato...”

Scatta subito in avanti arrabbiato. Sì, è proprio un bambino ingenuo.

H -“Proprio non ci arrivi, eh? Quando dici 'Zangetsu' intendi la spada che hai in mano tu oppure questa che ho in mano io?”

No. non è possibile! Una Zangetsu bianca, esattamente opposta alla sua.
Sta fermo in silenzio mentre l'altro lo guarda sempre più divertito.

H -“Mi hai chiesto 'dov'è Zangetsu', giusto? Adesso ti rispondo...”

Spicca un salto enorme, sente fluire dentro di sé un sempre più forte desiderio di lotta e di sangue. Ma sopratutto di uccidere e vincere.

H -“Zangetsu sono io!”

Ferma il suo colpo con la propria Zangetsu. Lo maledice tra sé e sé, ma c'è poco tempo per gli insulti e i pensieri. Ora si deve preoccupare di vincere e l'altro è tutto fuorché debole.

I -“Maledetto! Dove hai messo il vecchi Zangetsu?!”

H -“Ma allora insisti! Non farmelo ripetere tremila volte! Zangetsu...”


Brandisce con più forza l'impugnatura della spada.

H -“Sono IO!”

Lo scaglia lontano, come sempre il suo Re si è fatto prendere di sorpresa.

H -“Ichigo non so se lo avevi capito ma io e Zangetsu siamo la sempre stati una cosa sola”

Lo ascolta stupito, in silenzio, cercando di capire.

H -“Sia io che Zangetsu siamo il tuo reiatsu, e io ero parte di lui”

Possibile? Questo spiegherebbe diverse cose, ma allora perché ora c'era lui e non Zangetsu di fronte a lui?

H -“Se si inverte la relazione schiavo padrone tra due entità che condividono lo stesso corpo , cambia anche l'aspetto di quest'ultimo...”

Lo guarda serio, mentre si rialza, ora ha capito. Ora sa cosa deve fare.

H -“La mia forza è aumentata, quindi il comando è passato nelle mie mani e ora Zangetsu è diventato parte di me. Più provi a tirar fuori la forza di Zangetsu, più mi diverrà facile controllare la tua anima”

I -“Ah, sì? Quindi se adesso ti sconfiggo il vecchio Zangetsu potrà tornare a essere il nucleo del mio reiatsu?”

Lo guarda divertito. Ai suoi occhi sembra un gattino che si atteggia da leone.

H -“Tu sconfiggere me? Impossibile”

I -“Davvero?”


Si mette in posizione per fare il bankai. Non può permettersi di perdere ora che era arrivato lì.

I -“Se è impossibile o no, lo deciderai dopo aver visto questo!”

Lo guarda, ha smesso di sorridere, sa che cosa vuole fare, ma non si aspettava che passasse subito a quello. Meglio, sarà più divertente.

H -“Sei proprio un testone, eh?”

Si mette anche lui in posizione per il bankai. Il suo Re lo guarda sorpreso.

H -“Ti ho detto che è impossibile”

Come sempre lo guarda divertito, mentre lui sembra tentennare. Poi strige i denti.
Finalmente si è deciso.

I & H -“BAN-KAI!!!”

È un attimo. Un'enorme esplosione di potere scoppia attorno e dentro loro.
La polvere presto si dirada e i due si fermano a guardarsi. Bianco e nero.
Due faccia opposte di una stessa medaglia.
I loro occhi si incontrano. Il suo sguardo divertito si fissa sul suo sguardo serio.
Le lame si muovono rapide, ferendo l'aria e bramando il sangue dell'avversario.

I -“Brutto...quando cavolo hai imparato imparato il bankai?!”

H -“È ovvio no? Nello stesso momento in cui lo hai imparato tu, Ichigo”


Le lame scorrono una sull'altra lasciando dietro di loro scie di energia di colori opposti, come i loro animi. Ichigo non perde molto tempo, non ne ha, e si scaglia subito addosso all'altro.

H -“Non essere così scontroso dai! Divertiamoci!”

I -“Sta' zitto”


Stringe con forza la spada e lo scaraventa indietro. Non ha decisamente tempo per giocare.

I -“Getsuga tensho!”

Osserva l'onda nera che si avvicina. Divertente, spera di batterlo con una sua tecnica.
Arresta il suo arretrare e poi rapido muove la mano a distruggere il fendente.
Ichigo è completamente sconvolto, ed approfittando di questa sua momentanea distrazione, l'altro si getta all'attacco.

H -“Getsuga tensho”

Un boato enorme, un'incredibile esplosione di potere. Poi il silenzio, rotto solo dalle gocce di sangue che scendono dalla lama bianca.

H -“Te l'ho detto, sei una merda a combattere Ichigo”

Ichigo ha il fiatone e immobile lo osserva parlare.

H -“Te lo sei dimenticato? Sono stato io il primo ad usare getsuga tensho in modalità bankai. Tu sei semplicemente un moccioso buono a nulla che imita il mio modo di combattere”

Si sposta rapido e gli arriva davanti, senza dargli tempo di pensare, e stringe la lama nera nella sua candida mano.

H -“Rassegnati, tu il bankai non sei in grado di usarlo”

Osserva con occhi sgranati la propria spada divenire bianca e poi sgretolarsi.
Più la spada scompare più il terrore lo assale e lo stritola come un infido serpente.
È immobile. Non può e non riesce a fare niente, a mala pena riesce a parlare, e lo fa con voce incerta.

I -“Z...Zangetsu...è..”

Stringe con forza l'ultima parte della spada dell'avversario, sbriciolandola completamente.

H -“Non è Zangetsu te l'ho detto! Zangetsu sono io”

I -“Maledetto”


Il terrore si trasforma in odio sempre più bruciante. Intanto l'altro lo guarda serio, non c'è nulla da fare, trova il suo Re un vero idiota.
Si sposta con uno shumpo e lo scaraventa lontano, gli dà ai nervi vederlo comportarsi così.

H -“Sei sempre il solito rincoglionito da fare schifo. Ti è sparita l'arma e te ne resti lì impalato?”

Si alza, sente sempre più forte il rancore bruciargli con forza, ma sente bruciargli anche la propria debolezza.

H -“Ichigo, qual'è la differenza tra un Re e il suo cavallo?”

I -“Che cavolo dici?”


Non capisce cosa voglia l'altro e neppure dove voglia andare a parare. A dire il vero fatica anche solo a capacitarsi di ciò che è successo, figuriamoci se se ha tempo per gli indovinelli.

H -“Mettiamo che abbiano completamente lo stesso aspetto e le stesse capacità. Cos'è che fa sì che uno dei due diventi re mentre l'altro non possa far altro che prestare la sua forza come destriero? È questo che ti sto chiedendo!”

Lo osserva in silenzio, non sa la risposta e non capisce cosa possa centrare.

H -“La risposta è una sola...L'ISTINTO!!”

Urla, infervorato dall'argomento.

H -“Ciò che fa la differenza tra due persone che si eguagliano il tutto, rendendone una più forte, ciò che serve per diventare Re è soltanto desiderare la battaglia con tutto il proprio essere...perseguire la forza, schiacciare il nemico senza pietà”

Lo ascolta in silenzio, ogni singola parola sembra svelargli sempre più da dove nasce la sua debolezza. La sua paura e la sua indecisione.

H -“È inciso nella matrice originaria quell'impulso allo sterminio ferocemente affilato”

Ascolta, stupito da quelle parole. Dalla freddezza e rudezza della realtà.
Alla fine è solo l'istinto animalesco che dona la forza.

H -“Tu combatti usando la ragione”

No, non è possibile. È come sentirsi crollare, anzi sentire sbriciolarsi lentamente ma inesorabilmente la terra sotto i piedi.

H -“È per questo che tu sei più debole di me, Ichigo!”

Sente la lama fredda lacerargli la carne, sente il sangue che scivola giù.
Dentro alla sua anima qualcosa sta cambiando.

H -“Io non ne voglio saper mezza...”

Batte. Dentro la sua testa, dentro il suo cuore, dentro e in tutto il suo corpo.

H -“Io non posso sopportare l'idea di caricarmi sulle spalle un Re più debole di me e correre aventi è indietro come un pazzo solo per farmi ammazzare assieme a lui. Se tu sei il più debole allora ti schiaccio”

Sente la sua voce sempre più lontana, come un'eco mentre osserva la sua mano bianca imbrandire la spada.

H -“...e divento io il Re”

Piano la sua voce si affievolisce sempre di più fino a scomparire completamente, lasciando spazio ad un'altra che dalle tenebre della sua testa inizia ad uscire.

I -“Istinto?”

Kenpachi è davanti a lui. La sua lama sibilla fendendo l'aria.

I -“La spada”

Blocca il suo colpo, cerca di capire. Ma come sempre non c'è nulla da capire.

I -“Desiderare la battaglia”

Parlano e Kenpachi gli svela una verità che a Ichigo doveva essere già fin troppo ovvia, ma che lui si rifiutava di vedere.

I -“La spada non te la lascio”

Afferra la lama che l'altro sta estraendo dal suo corpo. In un attimo tutto il dolore e tutta l'insicurezza svaniscono.

I -“BATTAGLIA”

Dalla sua mano parte un'onda nera che prende sempre più possesso della lama.

I -“Io desidero la battaglia”

Si toglie la spada dal corpo e l'impugna rinvigorito dalla sua decisione e dalla sua nuova forza.
In un lasso di tempo piccolissimo si consuma l'ultimo atto, e Ichigo trafigge l'altro sé stesso.
L'altro lo guarda, è stupito. Alla fine anche lui ha ancora un po' di quell'estinto.
Se sapesse provare paura questo sarebbe un buon momento per averne. Ma lui è un hollow, è lui stesso la paura.

H -“Se lasci aperto anche solo un piccolo spiraglio nella tua guardia...io posso detronizzarti”

E poi più nulla. Sparisce accompagnato da un'immensa esplosione

Lui finalmente lo ha sconfitto, riprendendo il controllo del proprio corpo e della propria anima.
Cade a terra stremato e guarda la maschera caduta affianco a lui.

I -“Mi dispiace ma non succederà...”

Si addormenta esausto accompagnato del silenzio e finalmente sentendosi bene.

“La moneta cade indifferente, ruotando crudele in aria.
Prima il bianco poi il nero, ora tocca di nuovo al bianco, ora di nuovo al nero. E avanti così.
Si libra in aria quasi godendo di allungare quell'estrema agonia.
Bianco, croce, perdi. Muori.
Nero, testa, vinci. Vivi.
CLANG!
È caduta, accompagnata da un rumore che sa quasi da tromba dell'annunciazione.
Testa.
Sei fortunato.
Hai vinto. Vivi”



***
Ringrazio two_dollar_bill per avver commentato. Mi scuso in oltre di non esser riuscita a pubblicate tutta la fan fic subito, e aver dovuto spezzarla. Colgo inolre l'occasione per ringraziare chiunque leggerà, apprezzarà e commenterà la fanfic!!!












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