Alec Richard-Siero di Morte

di Praetor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



1939 - 1 settembre - Unima - Austropoli.

Il vento soffiava lieve e silenzioso tra i palazzi della grande metropoli, portando con se il vocio delle persone e l'aroma di caffè emanato dal bar conostropoli, dove Alec si godeva il suo cornetto e il suo cappuccino, il tutto accompagnato dal suo quotidiano preferito "Pokemon times".
Niente poteva disturbare il suo momento di pace, tranne evidentemente un irruento ragazzo castano che si sedette bruscamente di fronte a lui. Alec abbassò leggermente il giornale per vedere meglio con chi aveva a che fare. Lo sconosciuto lo guardò con due occhi vispi e cerulei, abbozzò un sorriso e con tutta la calma e non chalance del mondo, poggiò il suo borsalino di feltro sul tavolo, accavallò le gambe e poggiò un gomito sul tavolino del bar "Bella giornata vero?" Esclamò raggiante guardando il cielo .
Neanche aspettò una risposta che subito riattaccò a parlare col suo tono gioviale "Sa, avrei preferito incontrarla in circostanze migliori, ma non sempre si ottiene tutto ciò che si vuole..." Alec continuò a mantenere lo sguardo, neutro, senza esprimere nessuna emozione di sorta. I due si guardarono per un po', occhi castani in occhi azzurri, fu il giovane sconosciuto ad interrompere quello scambio di sguardi tirando fuori dalla sua giacca un lettera ben protetta da un sigillo rosso in ceralacca. La fece passare lentamente e silenziosamente sul tavolo "La ringrazio per questa bella chiacchierata" disse ironico "ma ora la devo lasciare, penso lei sappia dove poter trovarmi, spero di rivederla quanto prima" concluse mantenendo quel sorriso solare sul volto "Arrivederci e buon proseguimento signor Richard!" Lo salutò alzandosi dalla sedia e mischiandosi tra la folla di gente che percorreva le strade della capitale di Unima.
Alec rimanendo sempre nella stessa posizione, fissò per un po' la lettera, per poi posare il giornale sul tavolino e rompere con le unghie il sigillo in ceralacca.
Lesse il contenuto della lettera impassibile.
Dopo un paio di minuti sbuffò e scrisse velocemente qualche appunto sul suo fidato taccuino e distrusse la carta macchiata dall'inchiostro in tanti pezzetti, gettandoli a caso nel posacenere di vetro accanto al giornale.
Recuperò giacca, valigetta e cappello e si alzò dal tavolo lasciando una banconota da dieci pokèdollari come conto e si allontanò a passo tranquillo.
Poco dopo un cameriere prese i piattini sporchi, pulì la ceneriera e prese i soldi, per poi dare un rapido sguardo alla prima pagina del giornale. Il titolo in prima pagina recitava "Kanto invade Jhoto: Unima è in guerra"



Angolo autore

Benvenuti in questa nuova storia (stranamente non a OC). Non mi dilungherò molto, ma volevo solo avvertirvi di un piccolo "gioco" che ho inserito nella storia. Ho aggiunto molte citazioni e riferimenti ai fatti realmente accaduti nella seconda guerra mondiale e riferimenti alla storia Pokémon in generale. Chiunque riuscirà a trovarli (sono un po' in tutti i capitoli, tranne che nel prologo) vincerà un biscotto, la mia ammirazione e verrà citato alla fine del capitolo dopo.
Detto questo, saluti dal vostro ✋Alextheboss✋

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***



1939 - 2 settembre - Austropoli - 03:30

Era passato un giorno dall'incontro col ragazzo misterioso, che molto probabilmente era un corriere della polizia internazionale, il contenuto della busta gli diceva di recarsi tra le tre e le quattro del mattino del giorno dopo al solito posto: ovvero un vecchio edificio in un vicolo dei sobborghi della città.
Il puzzo era nauseante, feci di pokèmon e uomini cospargevano sezioni del vicolo, se non erano già occupati da sacchi della spazzatura o cartacce varie.
Coprendosi il volto con il braccio, bussò vigorosamente ad una porta rossa e subito dopo si aprì di fronte uno spioncino, due occhi lo guardarono attentamente e uno voce roca e profonda gli domandò "Parola d'ordine?"

"Market garden"
Si sentì vari rumori metallici e un chiavistello che girava, qualche tonfo e stridii fastidiosi dopo, la porta infine si aprì.
Un grosso omone calvo e con un revolver nel cinturone lo accolse accompagnato da un minacciosissimo Machamp "prenda le scale, la porta è quella sulla sinistra"
Alec con un cenno di assenso li superò e salì due gradini alla volta la rampa di scale, per poi trovarsi di fronte ad una porta
socchiusa.

Neanche ebbe il tempo di bussare o aprire la porta che questa si spalancò bruscamente.
" Buona sera signor Richard!"
Esclamò lo stesso ragazzo del giorno prima." Si accomodi dentro, la stanno aspettando"
I due si accomodarono quasi simultaneamente su due sedie di legno, davanti ad una grossa scrivania da ufficio piena di scartoffie.
Seduto dietro la scrivania un uomo di mezza età, stava leggendo attentamente un plico di fogli, aveva capelli e baffi brizzolati, in bocca un sigaro e due grossi occhiali da lettura inforcati sul suo naso aquilino. Quando vide i due con la coda dell'occhio, iniziò a leggere ad alta voce " Alec Richard: trent'anni, alto un metro e ottantadue, occhi e capelli castani. Segni particolari cicatrice di cinque centimetri sul braccio sinistro e cicatrice di due centimetri sul mento. Agente della polizia internazionale dal 1929, promosso alla sezione spionaggio di stati nel 1934, tre medaglie d'argento al valore e corona civica per aver salvato nel 1931 il sindaco di Libecciopoli rapito dalla malavita organizzata." Concluse in tono neutro.

"Vedo che mi conoscete abbastanza bene allora" ribattè ironico Alec
"Così bene che io stesso Gerard Patton, capo delle forze speciali e vice ministro alla difesa, ho chiesto personalmente di te"
Alec rimase leggermente stupito dalle parole dell'uomo.
"Sono lusingato dalla fiducia che ripone in me signore, ma a questo punto gradirei sapere per quale missione io sia stato scelto"
"Suppongo tu abbia letto il giornale ieri, no?" Domandò retorico Gerard
"Come ben saprai" continuò "sono sette anni che quel pazzoide del dittatore Di Kanto, Gustav Nolf, ha preso il potere con un colpo di stato e che sta facendo il lavaggio del cervello alla popolazione della regione.
Ne le minaccie da parte dell'Ente dei Diritti Umani ne le sanzioni del 36-37 da parte della Società delle Regioni, sono servite realmente a qualcosa.

Alcuni tuoi colleghi di Kalos, recentemente avevano captato del fermento nella regione, quel figlio di puttana si è armato pesantemente, occultando tutto agli occhi della popolazione e degli altri governi.
Con la scusa di rendere Kanto grande di nuovo, dopo la crisi del 29, ha appena dichiarato guerra e invaso lo stesso giorno Johto.
Le truppe del suo partito hanno oltrepassato il monte argento e sono avanzate quasi incontrastate fino a Fiorpescopoli... e tutto questo in solo cinque ore.
È qui che entrate in gioco voi, Richard; tu e Rob Winston, il ragazzo seduto accanto a te, sarete i nostri occhi e le nostre orecchie in terra nemica, dovrete raccogliere più informazioni possibili su tutto ciò che riguarda il partito unico di Nolf e la guerra in corso.
Purtroppo con la recente colonizzazione dell'arcipelago di Alola da parte del nostro governo, non abbiamo abbastanza uomini e risorse, ma per adesso manderemo appoggi tattici alle altre regioni in guerra" Dopo un momento di silenzio Alec chiese " Oltre e noi e Johto chi altro parteciperà al conflitto?"

"Per adesso solo Kalos e Sinnoh, ma delegazioni alleate tentano di convicere i governi di Hoenn e le micro regioni satellite: Almia, Fiore etc... ad unirsi alla nostra causa"
Detto ciò Gerard gli passò un fascicolo "qui ci sono tutte le informazioni sulla missione, mi raccomando massima riservatezza e fatevi trovare tra tre giorni precisi al molo militare alle ore 07:00, siete congedati" le due spie si scambiarono uno sguardo veloce e si alzarono accostando le due sedie alla scrivania, salutarono il loro superiore e silenziosamente uscirono dall'edificio.
Alec, tappatosi il naso per il fetore del vicolo, si rivolse con voce nasale al nuovo collega "Bene Rob Winston, a quanto pare coopereremo per un po' " "Già! Spero ci sarà da divertirsi" rispose Rob col suo solito sorrisino irriverente " in ogni caso credo che ormai si sia fatta una certa ora" continuò iniziando a camminare sotto la fievole luce dei lampioni " E poi questo fetore è davvero insopportabile" disse iniziando a scomparire nel buio di un vicolo.
"Allora winston, ci rivedremo tra tre giorni" " Ci può contare, agente Richard"

1939 - 5 settembre - Austropoli

La luce pallide del sole nascente si rifletteva sulle immacolate fiancate delle navi da guerra ormeggiate al molo B del porto militare di Austropoli, un lieve pioggerellina rinfrescava l'aria e inumidiva i capelli dell'uomo. Alec fumando con tranquillità la sua sigaretta ogni tanto buttava l'occhio all'orologio, le 07:10, "Bene" pensò l'agente "il primo giorno di lavoro ed è già in ritardo". Finita la sigaretta e spenta la cicca col tacco della sua scarpa di pelle, notò con la coda dell'occhio una figura correre trafelata verso di lui e urlargli da lontano "Signor Richard" sbuffò "Scusi per il ritardo" finì raggiungendolo e chinandosi su se stesso per riprendere fiato

"Posso spiegare, la sveglia era rotta, il traffico di prima mattina, un Purrlloin nero ha attraversato la strada e..."
"Winston risparmiati queste stupide scuse per qualcun'altro, non mi risulta tu sia ancora alle scuole elementari, e adesso poche chiacchiere e seguimi" rispose Alec leggermente seccato.
Rob con sguardo colpevole e ancora il fiatone per la corsa si avviò dietro all'uomo guardando ammirato lo spettacolo che quei titani del mare, lì ormeggiati, gli offrivano.
"In questi giorni ho letto i tuoi fascicoli Winston, per avere 24 anni hai un curriculum eccellente, sei stato assunto dopo appena due anni di scuola di polizia, voti e condotta eccellente. Spero sarai un valido collega"

La bocca del minore si curvò subito in un ampio sorriso "Non ho intenzione di deluderla" esclamò improvvisamente felice.
Alec abbozzò un sorrisetto e iniziò a salire la passerella di un cacciatorpediniere della marina militare. Subito vennero fermati da un marinaio in divisa, si fecero identificare e proseguirono il tragitto tra le varie camere stagne della nave fino a raggiungere la sala telegrafi.
Lì vari addetti, indossando tutti grosse cuffie e trafficavano indaffarati insieme ai loro Pokèmon vicino alle grosse macchine.
"Buon giorno agenti" disse una voce dal fondo della stanza "sono il capitano della nave, Benvenuti sulla mia umile imbarcazione" continuò gioviale.
"Buon giorno anche a lei capitano, se non sbaglio ha qualcosa da riferirci"
Rispose Alec.
"Può ben dirlo! Mi è stato ordinato di comunicarvi i vostri nomi in codice e quello della missione.

Lei Alec Richard sarà l'agente Gold e lei Rob Winston sarà l'agente Silver, la missione è stata chiamata Operazione Olympus" concluse schietto.
"Se ho ben capito ci darete uno strappo alla portaerei Independence?"
Chiese Rob
"Sì" continuò il capitano" dà lì decollerete con un biplano e vi paracaduterete su Kanto, ad Azzurropoli incontrerete un nostro informatore che vi darà direttive.
In più il dipartimento mi ha detto di affidarvi per la missione questo pokèmon, vi sarà molto utile" disse aprendo una cassetta blindata "il pokèmon si chiama Rotom, è di tipo elettro spettro ed è molto raro, vi servirà per infiltrarvi con più facilità all'interno di edifici e a Raccogliere informazioni"
"Agente Silver prendilo tu" disse Alec "io un pokemon di tipo spettro ce l'ho già, e da quanto mi risulta tu hai un solo pokèmon"

"Ricevuto agente Gold" rispose Rob con un risolino "Vedi Alec, mi stò già abituando ai nomi in codice, non mi trovi molto professionale?" Disse scherzoso.
Alec lo guardò severo e stava anche per rispondergli a tono se non fosse stato interrotto dal suono di una sirena.
"Bene agenti, è stato un piacere incontrarvi ma stiamo per partire, andate pure nelle vostre cabine, verrà un marinaio ad avvisarvi al nostro arrivo"li accomiatò il comandate.
Non ebbero neanche il tempo di uscire dalla stanza che i motori della nave rombarono allontanando il cacciatorpediniere dal molo e dall'appena risvegliata, città di Austropoli.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


1939-7 settembre-mare aperto

"Comunicazione di servizio. Tutto l'equipaggio si prepari. Avvicinamento all'Independence in corso. Ripeto. Tutto l'equipaggio si prepari al trasporto dei passeggeri."

Dalle paratie del Cacciatorpediniere si poteva distinguere chiaramente la sagoma grigia e imponente della portaerei, anche se offuscata dalla foschia mattutina.
"Stupido autunno" borbottò Rob sommessamente, ravvivandosi la chioma "l'umidità mi rovina i capelli" concluse scocciato.
"Poche storie Winston, siamo qui per lavorare non in viaggio di piacere" ribbattè duro Alec.
"Non farla così pesante capo! Se c'è umidità i capelli si afflosciano e mi cadono sugli occhi, quindi questa premura e propedeutica al buon svolgersi della missione"lo punzecchiò il più piccolo. Alec gli avrebbe anche risposto a tono, se non fosse stato interrotto da un marinaio.
"Mi scusi agente ma la vostra scialuppa e pronta"
"Certo, siamo pronti, arriviamo subito" concluse l'agente gold iniziando a seguire il marinaio.

Le due spie stretta la mano del capitano salirono sulla scialuppa e il mozzo alla guida avviò il piccolo motore, che con un rombo si avviò. Il viaggio proseguì calmo e silenzioso, l'imbarcazione si muoveva sulla superficie del mare increspandola leggermente, piccole ondine si allontanavano dal loro epicentro dirigendosi verso la foschia. L'atmosfera era quasi surreale. Di lì a poco però arrivarono a destinazione e, seppur con qualche difficoltà, riuscirono a salire sulla portaerei Independence. Sempre silenziosamente vennero condotti sul ponte della nave, dove Alec poté esaminare con occhio critico i velivoli ordinatamente disposti in fila.
Per la maggior parte Biplani e aerei inadeguati ad una guerra moderna, di certo quei dinosauri non avrebbero potuto contrastare l'aviazione all'avanguardia di Kanto. Con un sospiro l'agente continuò il suo percorso fino alla torre di controllo della portaerei, dove il silenzio fu bruscamente interrotto da un caos di voci che parlavano contemporaneamente.
La stanza, ricoperta da grandi vetrate, ospitava al suo interno quatteo grosse radio e varie apparecchiature di bordo , al centro un grosso tavolo e almeno una decina di persone al suo interno, tutte occupate dalle loro mansioni.
"Non provi anche tu questa strana sensazione di dejavou?" Ridacchiò Rob all'orecchio del maggiore. Poco dopo il loro ingresso un uomo, che sembrava essere un ufficiale di alto grado si rivolse ai due abbastanza bruscamente "Buongiorno agenti, vi stavamo aspettando"
"Si chiaramente un dejavou" sussurrò divertito Rob.
"Mi presento, io sono comandante di squadra aerea, ogni ogni velivolo e pilota sulla nave sono di mia giurisdizione ,mentre lui è l'ammiraglio Inigo Campioni, capitano della 2 flotta oceanica."

"È un onore incontrarvi"
esclamarono quasi contemporaneamente i due agenti. "Bene, finite le presentazioni" continuò l'ammiraglio "è il momento di spiegarvi il piano. Il vostro compito sarà sorvolare con due biplani il monte argento e paracadutarvi dietro le linee nemiche. Sotto copertura dovrete raccogliere più informazioni possibili, sul territorio ci sono già degli informatori, se avrete bisogno di aiuto basterà trovarli, ognuno di loro ha come segno identificativo un anello con un simbolo particolare, appena lo vedrete capirete tutto. Se loro non bastassero potrete contare anche sui movimenti partigiani ampiamente finanziati dai governi dell'alleanza. Partirete tra due ore, non possiamo perdere altro tempo, le truppe di Nolf sono avanzate fino a Violapoli, a difesa della regione ci sono truppe di Johto e Sinnoh, si spera che i rinforzi da Kalos arrivino presto. Per ora le nostre truppe si sono attestate su una linea difensiva, la linea Maginot.
Kanto però dispone di armi molto moderne e i loro scienziati continuano a sfornare scoperte tecnologiche. Ci troviamo difronte al conflitto più grande che la storia abbia mai conosciuto, quindi che ognuno faccia il proprio lavoro al meglio. Per pra siete congedati, tra due ore presentatevi sulla pista di decollo, due dei nostri migliori avieri piloteranno i sue biplani.
Agente Gold, Agente Silver...buona fortuna"

In quelle due ore le spie si equipaggiano a dovere e si prepararono psicologicamente alla missione, chi in un modo chi in un altro. Alec fumava una sigaretta mentra si assicurava che tutto fosse pronto, mentre Rob, palesemente più in ansia, leggeva e rielggeva i fogli su cui erano scritti i loro ordini.
Le spie erano state equipaggiate con due revolver di ultima generazione,abbondanti quantità di munizioni e monete, delle loro pokèball e dei beni di prima necessità, come cibo e alcuni indumenti, e per ultimo gli vennero consegnati due cartine della regione su cui scritte, in codice, la posizione delle loro basi sulla regione.

Arrivato il momento i due agenti si presentarono sulla pista e, indossati paracadute, occhiali da aviatori e cuffie, salutarono gli ufficiali e poi si strinsero la mano tra loro "Ci vediamo a terra Winston, buona fortuna"
"C-certo c-capo, buona fortuna a-anche a l-lei" rispose facendogli un sorriso palesemente forzato.
Con una risata sommessa Alec diete una pacca sulla spalla del ragazzo e salì a bordo del biplano.
Il conto alla rovescia luminoso partì dalla torre di comando e gli aerei, accesi i motori, decollarono e si librarono in aria allontanandosi dall'Independence.
Dopo un chilometro il pilota lo avvertì che tra una mezz'ora sarebbero entrati nello spazio aereo di Kanto e che avrebbero provato a rimanere ad una quota più alta possibile per non farsi individuare.

Dall'abitacolo dell'aereo Alec aveva una perfetta visione del paesaggio sottostante.
A destra si distingueva chiaramente il vulcano dell'isola Cannella e in lontananza l'innevata cima del monte argento.
Il rumore del motore non era fastidioso, semplicemente era un altro dettaglio che contribuiva a creare una sorta di irreale quiete.
Il sibilio delle eloche che fendavano l'aria, scandevano il ritmo della lenta ascesa verso le nuvole. L'agente si girò per vedere se l'aereo del collega li seguiva, ma ciò che vide gli fece mancare il respiro per attimi che sembrarono infiniti.
Tre grossi caccia nemici li stavano seguendo tra le nuvole e piano piano stavano raggiungendo la loro stessa quota. La vera minaccia non era tanto il numero, ma la qualità dei loro veivoli rispetto a due lenti ed obsoleti biplani.
"Pilota, ehi Pilota!! Dico a te!" Richiamò l'attenzione del conducente "qui abbiamo visite" disse indicando le tre sagome nere sotto di loro.
Da quel poco che le lenti da aviatore lasciavano intraveder anche il pilota, seppur veterano della guerra aerea, sbiancò per un attimo, poi scuotendo la testa si riprese e facendo segnali luminosi all'altro pilota, con un apposito specchietto, disse "i bastardi sanno di essere più veloci di noi, la nostra unica speranza è salire di quota ed ingaggiarli in un dogfight, così la nostra manovrabilità surclasserà la velocita dei loro motori".
Senza esitazione fece leva sulla cloche e salì in cielo quasi verticalmente.

Subito Alec si girò e prese la mira sui cacvia nemici, con la piccola mitragliatrice antiaerea montata sul retro del biplano.
"Una dodici millimetri" pensò l'agente "già è tanto se riesco a bucargli la fusoliera, con questa non riuscirò mai ad abbatterli, l'unica è distrarli e fargli perdere le nostre tracce".
Trattenendo il respiro premette i pulsanti e una lunga scia di proiettili tagliò l'aria in direzione del caccia più vicino.
Il pilota nemico però riuscì a scartare in tempo e i proiettili sfiorarono la cabina di pilotaggio.
L'aereo avversario tornò in scia e inziò a sparare con le sue mitragliatrici da 22 mm.
L'unica cosa che li salvò fu l'estrema virata del biplano verso destra, con successiva presa di quota. Nel frattempo che l'aviatore alleato dava il meglio di se Alec continuava a sparare ai velivoli nemici, infatti uno dei due caccia che inseguivano il biplano di Rob, probabilmente, pensò che l'aereo dell'agente gold fosse un bersaglio più succulento e anche lui si unì al dogfight.
Il pilota, dovendo evitare i colpi anche di un secondo aereo con un miseri biplano, si trovò molto in difficoltà. Erano passati ormai almeno venti minuti ed entrambi gli uomini di Unima erano ormai stremati, con un ultimo tentatativo il loro velivolo venne fatto virare bruscamente a sinistra, ma il nemico riuscì a prevedere la loro manovra e ,con una sciamante scarica di proiettili, crivellò l'abitacolo, i sitemi di comando e il pilota dell'aereo di Alec.

Tutto il cruscotto del biplano era ricoperto di sangue e il cadavere dello sventurato pilota si accasciò sulla cloche, facendo scendere in picchiata l'aereo.
L'unica cosa che rimaneva da fare a Richard era paracadutarsi mentre ancora i caccia nemici miravano al relitto del suo aereo.
Assicurato bene il paracadute, sganciò le cinture e strizzando gli occhi si gettò nel vuoto.
Subito la fprza di gravità iniziò ad attrarlo precipitosamente verso il suolo, salvandolo però dalla nuova scarica di proiettili che si abbattè sul velivolo.
Aperto il paracadute, alzò lo sguardo al cielo e mentre scendeva placidamente verso il suolo vide i due biplani ,ormai ridotti a rottami infuocati, precipitare verso terra, colorando di nero quel limoido cielo si settembre.
Di Rob Winston nessuna traccia.












Angolo autore

Un saluto speciale va a Diotima_
Che ha indovinato molte delle citazioni che ho inserito nel precedente capitolo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


1939-7 settembre; Bosco Smeraldo.

Buio, buio e ancora buio.
La testa gli girava e ogni rumore rimbombava nella testa di Alec.
L'agente penzolava pietosamente da un albero, il paracadute impigliato tra i rami del Bosco Smeraldo e una striscia di sangue gli rigava la tempia.
Dolorosamente l'uomo, riuscito ad aprire gli occhi, iniziò confuso a guardarsi intorno: cespugli, muschio, pokemon coleottero ovunque e un incombente penombra caratteristica dei sottoboschi.
Liberatosi definitivamente del paracadute cadde al suolo con un tonfo, faticosamente si alzò e con un cupo lamento tentò di pulire, con un pezzo di stoffa, il suo viso insanguinato.

Anche se stanco doveva rimanere vigile "ora sei in territorio nemico Alec, da solo e senza cibo, non puoi abbassare la guardia".
Raccogliendo le ultime forze rimaste impugnò la pistola, che gli era rimasta fortunatamente nel fodero, e iniziò a dirigersi ad ovest, verso il monte argento, sperando di incontrare membri della resistenza che potessero aiutarlo. "Inoltrarmi nel centro del territorio nemico, ora come ora sarebbe una follia, per di più le truppe di Nolf sanno che sono a Kanto" pensò grigio Alec.
Continuò a camminare almeno per altri cinque chilometri, con la notte che si faceva sempre più vicina, mano alla pistola e alla pokéball, quando percepì con la coda dell'occhio del fogliame muoversi e sentì un ramo spezzarsi, subito si voltò verso l'origine del rumore e disse 《 Se sei umano, esci allo scoperto e,disarmato, alza le mani al cielo, sappi che ho una pistola e che non ho paura di usarla》

Il fruscio sembrò fermarsi per un attimo, poi si fece sempre più concitato. Preso alla sprovvista Alec fu sul punto di sparare quando vide spuntare dalle frasche una faccia fin troppo familiare 《Ehi capo!!! È salvo anche lei, non sa che piacere è rivederla!》esclamò un commosso Rob Winston.
《dopo che i nostri aerei sono stati attaccati l'ho proprio persa di vista, credevo fosse morto》 piagnucolò il ragazzo abbracciando Alec in un moto di commozione.
Un po' spiazzato il maggiore rispose impacciato al segno di affetto del collega, ma in cuor suo sollevato di aver reincontrato il ragazzo, anche dall'alto della sua esperienza, senza un compagno, sopravvivere sarebbe stato difficile.
《Anche tu, Winston, mi sei mancato》 rispose dandogli delle paterne pacche sulla schiena 《Ma se non vogliamo farci definitivamente uccidere è meglio se ci muoviamo, e anche alla svelta》.

Asciugatosi un attimo gli occhi e ripresosi dalla commozione Rob rispose 《ha ragione capo, scendendo col paracadute avevo visto in lontananza una fitta rete di sentieri che procedevano verso il monte Argento, ma dovremmo tenerci alla larga da ogni contatto umano, quindi credo che la scelta migliore sia continuare il traggitto nella foresta almeno fino alle pendici del monte. Se non sbaglio da quelle parti dovrebbe esserci uno dei nostri informatori》 disse mostrando una mappa, la sua superficie era costellata di segni in codice. 《Perfetto incamminiamoci, ma prima le giuste precauzioni》
Con un agile movimento della mano afferrò la sua pokéball e premette il suo piccolo pulsante.
Da una lampo di luce si materializzò il suo pokémon

《Il mio Granbull sarà in grado di fiutare l'odore di qualsiasi estraneo》
《Capo posso rendermi utile anche io allora!》 detto ciò evocò un arzillo growlithe che subito iniziò a fiutare il terreno alla ricerca di chissà cosa.
《Okay siamo pronti, il nostro obbiettivo è raggiungere la montagna prima di notte》
《ricevuto Capo, mettiamoci in cammino》

Il sole era ormai tramontato e le pendici del monte ancora lontane
《Winston!》
《Ehm...sì capo?》
《Si può sapere dove diamine siamo? Come la stai leggendo questa mappa?!》
《Con gli occhi...?》 ridacchiò nervoso il ragazzo.
Spazientito e stanco Alec strappò dalle mani del collega la mappa, la esaminò attentamente e dopo poco la girò sottosopra.
《Winston》disse con aria minacciosa 《ti ricordi più o meno cosa ti avevo detto due ore fa?》
《Che le ero mancato anche io?》disse incerto
《Beh dimenticati tutto razza di imbecille, Stavi leggendo la mappa al contrario!!》urlò irato
verso un impauritissimo agente silver.

《Pezzo d'asino ora ci siamo persi in questa cazzo di foresta senza acqua e cibo, con nemici prontissimi ad ucciderci brutalmente! Che ho fatto di male per meritarmi questo?!》 sospirò sconsolato Alec.
Non ebbe neanche il tempo di disperarsi realmente che i due loro pokémon iniziarono a ringhiare, avendo probabilmente fiutato la presenza di qualcuno.
《Capo forse dovremmo nasconderci》si allarmò il minore.
Senza perdere tempo i due richiamarono nelle pokéball i due pokémon e si nascosero in dei cespugli.
《Ahi, proprio io dovevo beccare quello con le spine?》 sussurrò lamentoso Rob.
《Si chiama legge del contrappasso o più comunemente Karma Winston; ora taci》

Dopo attimi che sembrarono ore, dall'oscurità del bosco comparvero due figure con delle lanterne.
《Sei sicuro di aver sentito bene?》 disse uno dei due uomini.
《Sicurissimo, ho sentito delle urla e di certo non erano pokémon》
《Pensi siano intrusi?》 chiese guardinga una delle voci
《Dubito sia qualcuno dei nostri》
Senza perdere la calma Alec cercò con lo sguardo Rob, ma di lui nessuna traccia.
All'improvviso si sentì una terza voce da dietro l'erba alta che esclamò contenta 《Guardate cosa ho qui! Credo di aver trovato l'intruso》
《Lasciami, lasciami andare!》 ringhiò il povero agente Winston.
"Non ci credo" pensò Alec "questo ragazzo è un disastro semovente". Con una buona dose di coraggio impugnò la pistola "o la và o la spacca" e si alzò di scatto gridando 《Lasciate il ragazzo e alzate le mani》i tre uomini rimasero un attimo spiazzati per poi avvicinarsi minacciosi all'agente
《Fermi o sparo》intimò Alec
《Non penso ne avrai le possibilità》affermò l'uomo ,che teneva stretto Rob, con un sorrisetto.
Alec fu sul punto di premere il grilletto quando sentì un forte dolore dietro la nuca, poi il nulla.

Il risveglio fu doloroso quasi quanto quello nel Bosco Smeraldo, ma questa volta si ritrovava in una stanza, in una stanza abbastanza buia e puzzolente a dirla tutta.
《Cazzo, che dolore》grugnì il povero Alec.
《Si è svegliato》esclamò una vice sconosciuta.
Senza neanche il tempo di riprendersi realmente venne preso di forza e fatto sedere su una sedia, legato e con una luce puntata in faccia.
Accanto a lui un altrettanto legato Rob.
《 Chi siete? 》chiese una voce ad Alec che però non rispose, sia perché era troppo confuso sia perché non era intenzionato a rivelare nessuna informazione.
La luce era talmente forte da impedirgli anche di distinguere gli uomini che lo stavano interrogando.
Al suo tacere gli venne buttata in faccia una secchiata di acqua gelida che lo lasciò senza fiato.
《Spero che almeno tu sarai più collaborativo del tuo amico, quindi spita il rospo: siete agenti del governo, spie di Nolf o membri dei battaglioni della pena? 》
Alec sebbene si fosse ripreso tornò in uno stato di confusione"ma di che sta blaterando? Battaglioni della pena? Ma dove diamine sono finito?" Riflette stordito dalla precipitosità degli eventi. "Beh, non so di cosa stia parlando ma meglio giocare ogni carta a mia disposizione".
《 Calma, calma amico, che ne dici se prima abbassiamo questa luce eh? Potrebbe stimolare la mia parlantina》 disse Alec con la voce più sicura e disinvolta che in questo momento gli potesse riuscire.
《 E sia 》 disse la voce.
Abbassata la luce riuscì più o meno a distinguere le figure degli uomini che gli stavano davanti: tre persone incappucciate e ben piazzate sembravano essere di guardia ad un uomo ben più esile ma sempre con il viso coperto.
L'uomo, che sembrava essere il capo, era l'unico seduto e indossava un completo verde militare e uno strano anello al dito mentre gli altri dei comuni vestiti da cittadino.
Un idea balenò come un lampo per la mente dell'agente, anche Rob sembrò esserci arrivato, tant'è che si girò verso il suo collega, quasi mentore.
《 Sto ancora aspettando una risposta 》 chiese stizzito l'uomo.
《 Vuoi sapere chi siamo giusto?
Beh allora io potrei anche risponderti "Olympus" 》 azzardò Alec sperando di non aver fatto un buco nell'acqua.
L'uomo con l'anello lo guardò incerto per poi impallidire leggermente.
《 liberateli e alla svelta》 ordinò per poi avvicinarsi lento ai due agenti.

Avvicinandosi l'uomo fu scrutato, dalla testa ai piedi, dall'occhio vigile e allenato di Alec. Più che uomo era ancora un ragazzo, forse con la stessa età di Winston, sicuramente sotto i trenta. Seppur alto e tonico, la sua stazza non era comparabile a quella dei sui combattenti.
La mascella dai tratti squadrati e l'esperessione fiera facevano imtuire una sua predisposizione al comando, anche se la sua immagine era un po' messa in discussione da due ridicoli baffi alla "Kalos". Per finire i suoi capelli castani, in antitesi ai suoi occhi verdi, tagliati corti facevano comunque intuire ad una sua provenienza dall'esercito.
《 Mi dispiace per come vi abbiamo trattato》 disse desolato grattandosi un po' nervosamente il gomito
《ma la sicurezza non è mai troppa e non ci aspettavamo di ricevervi così presto 》
L'uomo aspettò che Alec si rimettesse in sesto e poi gli strinse la mano.
《 io sono il capo della resistenza del settore alpino, nome in codice De Gaulle, è un piacere incontrarvi agente Gold e Silver》

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