30 Days OTP Challenge EngMano

di Saroyan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** (01) Tenendosi per mano ***
Capitolo 2: *** (02) Coccolandosi da qualche parte ***
Capitolo 3: *** (03) Guardando la TV ***
Capitolo 4: *** (04) Ad un appuntamento ***
Capitolo 5: *** (05) Bacio ***
Capitolo 6: *** (06) Indossando i vestiti l'uno dell'altro ***
Capitolo 7: *** (07) Cosplay ***
Capitolo 8: *** (08) Shopping ***
Capitolo 9: *** (09) Passando del tempo con gli amici ***
Capitolo 10: *** (10) Con orecchie da animale ***
Capitolo 11: *** (11) In kigurumi ***
Capitolo 12: *** (12) Pomiciando ***
Capitolo 13: *** (13) Mangiando il gelato ***
Capitolo 14: *** (14) Genderswap ***
Capitolo 15: *** (15) Indossando vestiti in uno stile diverso ***
Capitolo 16: *** (16) Durante i loro rituali mattutini ***
Capitolo 17: *** (17) Amoreggiando ***
Capitolo 18: *** (18) Facendo qualcosa insieme ***
Capitolo 19: *** (19) In tenuta formale ***
Capitolo 20: *** (20) Ballando ***
Capitolo 21: *** (21) Cucinando ***
Capitolo 22: *** (22) In battaglia, fianco a fianco ***
Capitolo 23: *** (23) Litigando ***
Capitolo 24: *** (24) Facendo pace ***
Capitolo 25: *** (25) Guardandosi negli occhi ***
Capitolo 26: *** (26) Sposandosi ***
Capitolo 27: *** (27) Ad uno dei loro compleanni ***
Capitolo 28: *** (28) Facendo qualcosa di ridicolo ***
Capitolo 29: *** (29) Facendo qualcosa di dolce ***
Capitolo 30: *** (30) Facendo qualcosa di porno ***



Capitolo 1
*** (01) Tenendosi per mano ***


Ringrazio la mia discepola, nonché Dea dei Muffin per avermi sostenuta e aiutata durante la stesura di questa raccolta.

Te se ama un botto, chica~

 

 

30 Days OTP Challenge: EngMano

 (01) Tenendosi per mano

 

 

In una coppia le differenze e similarità caratteriali devono essere ben dosate ed in equilibrio. I due partner non possono essere diversi: entrambi vivrebbero in mondi completamente differenti, troppo opposti per capirsi e troppo lontani per cercare di venirsi incontro. E non possono neanche essere uguali: due caratteri caparbi, irascibili e orgogliosi allo stesso modo vivrebbero in un clima di guerra ogni giorno di convivenza insieme. Troppo simili per andare d'accordo, per anche solo sopportarsi.

Quest' ultimo esempio rappresenta perfettamente la relazione dell'inglese con Romano Vargas e questo, Arthur ne è certo, lo sa tanto lui quanto lo sa lo stesso Romano.

Le liti tra lui e l'italiano sono all'ordine del giorno: per un futile motivo o per un altro, succede sempre qualcosa che porta l'italiano a far volare in sua direzione una sfilza d' insulti in qualche a lui incomprensibile dialetto dell' Italia meridionale. E di certo l' inglese non subisce passivamente la sequela belle parole che gli sono rivolte, tutt' altro: per quanto si sforzi in continuazione a tenere in piedi la sua perfetta- o quasi perfetta- maschera da british gentleman, sa bene che assomiglia in modo disarmante all'altro. Durante quei litigi tira fuori il peggio di sè, e quella sua maschera da gentleman inizia a creparsi, per poi rompersi definitivamente e lasciare libero un Arthur che di solito nessuno è capace di vedere- e che a nessuno vorrebbe mai mostrare.

Ed ecco che in quei momenti, tra i pensieri accavallati e confusionari, uno solo balza chiaro alla sua mente: come ha potuto finire in coppia con uno come Lovino? Qualcuno che è capace di tirare fuori il peggio della sua persona? Che è in grado di mettere a nudo ogni suo difetto, ogni singola sfaccetatura che tanto ha faticato a nascondere?

Poi, molto più tardi, il suo sguardo smeraldino scorre sul ragazzo addormentato al suo fianco, le dita sottili della mano abbronzata strette a quelle più chiare della sua, in una presa ferrea che nonostante il sonno profondo dell' italiano non accenna a diminuire. Ed è allora, mentre lo osserva dormire placidamente, che capisce di non voler porre alcuna risposta a quel dubbio, non ne ha bisogno.

Non può fare a meno di sorridere, mentre socchiude gli occhi e stringe più forte la mano di Romano.

 

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

*questo è il mio primo angolino autrice, sono tutta emoshionata* 

Hi, popolo!

Ed Saroyan approdata in questo fandom che sebbene stalkeri da praticamente anni, ho deciso di invadere con una mia fanfcition soltanto adesso. Perché? Fondamentalmente perché sono una cagasotto.

Ma questo non importa a nessuno, really?

Non ho molto da dire riguardo questa raccolta: la EngMano è una delle mie OTP, ma ci saremo tre persone massimo a shipparli. Sad.

Grazie a chiunque abbia letto questa piccola flashfic e ringrazio anche chi avrà il coraggio di seguirmi in questi giorni.

Se qualcuno volesse recensire, mi farebbe molto felice c:

E... LA ENGMANO SPACCA, CAGATELA- Cit

Ciau!

*per chi si stesse chiedendo il significato della frase in latino di Catullo:

 "Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi.
Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento."

Ci ficcherò spesso frasi in latino perché sì. Problem?*

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Capitolo 2
*** (02) Coccolandosi da qualche parte ***


 

30 Days OTP Challenge EngMano

 (02) Coccolandosi da qualche parte

 


Romano non è mai stato tipo da coccole, abbracci e sdolcinatezze varie, specialmente con gli uomini- i pochissimi uomini con cui ha avuto relazioni nel corso della sua secolare vita. Non gli è mai piaciuto toccare gli altri né tantomeno essere toccato; non si è mai sprecato in paroline dolci tipiche delle coppiette innamorate e non le ha mai ricevute. Non dipende certo da loro l'importanza di un rapporto, no?

Eppure in quel momento il suo sguardo si sofferma a guardare quelle coppie di fidanzatini che si scambiano effusioni e smielate frasi d'amore nel bel mezzo del parco. Quelle coppie che tanto considera ridicole, con quei nomignoli zuccherosi e diabetici chon cui si chiamano mentre passeggiano amorevolmente, così danntamente differenti da lui e Arthur. E allora sposta i suoi occhi ambrati ad osservare l' inglese seduto al suo fianco, sulla stessa panchina, totalmente preso dalla lettura di uno dei suoi soliti stupidi libri- la copertina ingiallita recita “Jude the Obscure”.

Vede gli occhi di Arthur sollevarsi dalle pagine, un espressione tra il perplesso e lo scettico sul viso quando passa il braccio destro intorno alle sue spalle in una lieve stretta, quasi imbarazzato da quel gesto così raramente compiuto. Romano volta il capo e punta lo sguardo sul campetto di basket appena qualche secondo dopo aver incrociato il suo sguardo

«Questa improvvisa manifestazione d'amore, darling

«Goditela finchè dura.» borbotta a mezza voce l'italiano, voltando leggermente il capo in sua direzione ed evitando di aggungerci uno “stronzo” a fine frase. Sott'ecchi, nota Arthur stirare le labbra in un sorrisino.

«Lo farò sicuramente.»


Age quod agis

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

 Ew, eccoci col secondo prompt!

Questo è stato più duro da scrivere perché io amo leggere il fluff ma non lo scrivere.

Quindi poche coccole, anche perché Roma e Artie li preferisco quando si lanciano piatti e tazzine.

Ringrazio quelli che hanno inserito la storia tra i preferiti/ricordati/seguiti,

quelli che seguono silenziosamente e soprattutto

Marauder Juggernaut che è stata così gentile da aver lasciato una recensione.

Mi scuso per l'eventuale OOC, ma sono ancora alle prime armi coi personaggi.

Fate notare errori se ne sono presenti e...

Ci si vede domani con la prossima flashfic!

*traduzione della frase in latino:

Fa’ ciò che fai”

Traducibile anche come un “Fai (bene) quanto stai facendo”*

Se qualcuno ne capisce il nesso, regalo un biscotto :3

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Capitolo 3
*** (03) Guardando la TV ***


30 Days OTP Challenge EngMano  

 (03) Guardando la TV

 

 

«Posso sapere a cosa è dovuta tutta questa tua ilarità?» è la domanda più che legittima di un Arthur a metà tra il infastidio per il continuo baccano provocato dall'italiano e la, seppur nascosta dall' irritazione, perplessità nel vederlo ridere così tanto. Rimane a braccia incrociate fuori dalla cucina, il grembiule bianco a detta del compagno “che manco la Clerici” ancora stretto in vita sporco di qualcosa-non-meglio-identificato che tutto sembra meno che cibo, in attesa di una risposta. Risposta che non arriva, in quanto Romano si limita a continuare a guardare la televisione e a urlare in mezzo alle risate sguaiate delle frasi incomprensibili alle orecchie dell' inglese.

Capisce di non poter attirare a parole la sua attenzione, e forse avrebbe dovuto capirlo già da sé quando gli ha lasciato cucinare la cena senza fare storie: non gli ha urlato contro, quando di solito lo scaccia dalla cucina a stoviglie in faccia. Arthur sbuffa, avvicinandosi dunque alla tv e sistemandosi a gambe aperte davanti ad essa. Nota il viso di Romano accigliarsi, mentre lo sguardo infastidito si sposta dallo schermo al suo viso.

«Levati dai coglioni! Ma non lo vedi che sto a guardare il film?!»

«L' unica cosa che vedo sei tu, che urli e ridi davanti alla televisione come un decerebrato, disturbando oltre al mio lavoro anche i miei nervi.»

«Hai i nervi così delicati? E decelebrato* a me non ce lo dici, stronzo.» sputa velenosamemte l'italiano, spostando il capo prima a destra e poi a sinistra, cercando inutilmente di scorgere lo schermo della tv. Si alza dal divano, fissandolo astioso. «Meh, non rompere e fammi vedere! So che tu non sai un cazzo di cinema come non sai un cazzo in generale, ma quello è Il marchese del Grillo, e adesso o ti sposti o ti sposti!»

Com'è prevedibile, Arthur non rimane in silenzio davanti a quell'insulto non tanto velato alle sue conoscenze cinematografiche e alle sue conoscenze generiche, mantenendo però a differenza dell' italiano un minimo di contegno. «Ah, io non capisco nulla? E tu ti sei visto, per caso? Non sai mettere tre parole di fila senza aggiungerci volgarità e sgrammaticature che mi fanno venire i brividi!»

Vede Romano incrociare le braccia al petto, probabilmente mentre pensa ad una serie di insulti da lanciargli a gran voce. Si sorprende quando lo vede fare un sorrisino vagamente vittorioso.

«Ah... mi dispiace. Ma io so' io... e voi non siete un cazzo!»**

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

*Sì, l'errore è voluto. Come tutte le frasi vagamente sgrammaticate di Roma.

**A questo giro niente latino, ma una citazione nella citazione: la frase appartiene al film “Il marchese del Grillo”, a sua volta citazione del sonetto Li soprani der monno vecchio

Eccoci comunque al terzo prompt!

Questo più facile da scrivere del precedente, ma temo di essere caduta nell'OOC per entrambi. Più per Iggy che per Roma.

Anzi, anche per Romano. Sono una persona insicura.

Ma mi sento orogliosa di me perché sto portando avanti questa challenge u.u

Ringrazio chi segue la raccolta, e magari chi recensirà~

Ci si vede domani con la prossima fllashfic :3

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Capitolo 4
*** (04) Ad un appuntamento ***


 30 Days OTP Challenge EngMano

 (04) Ad un appuntamento

 

 

Per quanto a prima vista Romano possa sembrare grezzo e maleducato, ha fatto ben capire ad Arthur sin dal loro primo appuntamento ufficiale che no, è tutto meno che rozzo e senza modi. È pretenzioso, estremamente difficile da accontentare, pieno di desideri e richieste che se non vengono esaudite lo fanno infastidire non poco. Non è mai stato un tipo romantico, questo è vero, ma sa che una coppia non deve rintanarsi in casa- per non dire a letto- ogni secondo della propria esistenza e quelle poche volte che decide di uscire con quell'idiota di un inglese deve essere tutto perfetto: dopo l'ultima uscita organizzata da Arthur ha capito di dover prendere in mano la situazione (“Sarai gentleman quanto cacchio ti pare, ma sei 'na mezza ciofeca in amore, eh”).

Romano stira un sorrisino, mentre nell' attesa si versa del buon nardò rosso nel bicchiere e osserva Arthur seduto difronte a sé. Gli pare quasi imbarazzato, con lo sguardo puntato sul piatto mezzo pieno. Non è abituato a quel genere di cena a ristorante, lo sa bene. Non è roba per anglosassoni, non è roba per Inghilterra, ma soprattutto non è roba per Arthur Kirkland. Checché possa provare a fare il gentleman o come caspita si dice.

«Qualcosa non va, Artie?» lo sfotte l'italiano, troppo allettato all'idea di poterlo stuzzicare in quel preciso momento.

«Non mi chiamare Artie... e va tutto bene, idiot.» ribatte piccato l'altro, emettendo un lieve sbuffo che non può che render felice Romano nel vedere quell' espressione infastidita da parte dell'altro.

«Eh, ma mica sembra. Ti è andato per caso di traverso un pezzo della bistecca del secondo?»

«Non. Chiamarmi. Artie. Ah, e per caso, sai stare tre secondi in silenzio senza lanciare pessime frecciatine rivolte alla mia persona?»

«Nah, non rompere. Adesso svuota quel piatto, e in fretta. Io voglio il resto.»

«Il resto. Perché c'è anche un resto.»

«Oh, ma in che mondo vivi? Il caffettino a fine pasto ci sta sempre!»

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Quarto prompt.

Sono felice.

E una sola recensione.

Sono triste.

Fate una Saroyan felice e recensite, people.

Btw, ci si vede domani col prossimo capitolo, ché io a scrivere di 'sti due scemi mi diverto sempre.

E viva il caffettino a fine pasto.

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Capitolo 5
*** (05) Bacio ***


 

30 Days OTP Challenge EngMano

(05) Bacio

 

 

Le labbra di Arthur si posano su quelle di Romano senza alcuna remora né delicatezza, con un modo di fare che poco appartiene al britannico ma dannazione non può importargli più nulla. Avverte con piacere i primi secondi della sorpresa dell' italiano venire sostituiti da un impeto di fuoco, quasi volesse mostrargli chi tra i due è il più bravo. E ha dato così il via ad una sfida silenziosa combattuta ad armi pari, solo loro due in quella piccola stanza.

Arthur porta una mano tra i capelli ramati, stringendoli tra le dita e strattonandoli leggermente- non vuole allontanarlo da sé, eppure li tira ancora, quasi per sfizio, mentre lo sente mugulare infastidito contro di lui. Per probabile ripicca anche Lovino gli tira con forza qualche ciocca bionda, strattonandolo con violenza a sé, per quanto quei pochi centimetri di differenza gli rendano più difficile il gesto. La mano sinistra di Romano è stretta attorno alla sua cravatta verde e l' altra, dopo lo strattone, si è posata sulla sua spalla, lo trattiene con forza tale che sembra quasi tema un possibile allontanamento. All' inglese inizia a dar fastidio quella stoffa stretta attorno il suo collo, come gli da fastidio la camica sudaticcia che gli soffoca la pelle e gli urta la vista quella mezza sbottonata del castano che lascia scoperta la pelle abbronzata del petto.

Non deve chiedere alcun permesso ché le loro lingue già s'intrecciano in una danza passionale, senza regole né limiti, mentre le mani si spostano sempre pià in basso, alla ricerca di quel calore crescente che li avvolge e porta a quella lunga ed infinita serie di baci compagni per quella loro notte.

 

Dà mi bàsia mìlle, dèinde cèntum,

dèin mille àltera, dèin secùnda cèntum,

dèinde usque àltera mìlle dèinde cèntum.

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Si ritorna con Catullo e il latino! per la mia felicità

*Dammi mille baci, e poi cento

poi altri mille, poi ancora cento,

poi mille di seguito, e poi cento.

**ah, sì, Arthur è più alto di Romano

Okay, lo ammetto: inizialmente questa flashfic doveva essere meno hot e più scema, con un altro litigio tipico della EngMano.

Questo soprattutto perché m'imbarazzo a scrivere di un bacio passionale. Ehm.

Già. Però sono qui anche per sperimentare, quindi c'ho provato. Mi passerà prima o poi.

*guarda il prompt 30* .. Dannazione. Sì, speriamo mi passi-

Ringrazio quelli che seguono la storia e soprattutto

Marauder Juggernaut e _Littles_ che hanno recensito lo scorso capitolo~

A domani col prompt 06!

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Capitolo 6
*** (06) Indossando i vestiti l'uno dell'altro ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(06) Indossando i vestiti l'uno dell'altro

 

 

Romano ha sempre avuto il pessimo vizio di svegliarsi molto tardi. Anche nei presunti giorni lavorativi è capace di ronfare fino alle undici del pomeriggio, e la domenica senza che nessuno lo vada stuzzicare sa superare le dodici. Non che si addormenti sempre troppo tardi e debba recuperare ore di sonno, è semplicemente un amante del buon dormire. Non ha mai potuto ma soprattutto voluto cambiare questo suo difetto caratteriale, come non si è mai sforzato di migliorare o anche solo mascherare gli altri. Insomma, perché dovrebbe? È fatto così, non ha alcuna intenzione di cambiare- né per se stesso né per altri. Purtroppo queste sue abitudini da ghiro sono radicalmente cambiate da quando convive con Arthur.

Non certo perché il britannico, da bravo lavoratore, si è messo in testa di fargli cambiare consuetudini: quello è un proposito che è stato mandato a farsi benedire dopo meno di una settimana, a causa del carattere tre volte più nervoso dell' italiano quando viene svegliato da mano altrui. In realtà, Romano si è prefissato di svegliarsi presto per evitare a tutti i costi che l'altro possa anche solo mettere piede in cucina e mettersi ai fornelli per cucinare chissà quale schifo immondo anglosassone.

Ed eccolo allora alle otto di mattina- orario prima impensabile per lui, soprattutto di domenica- a prepararsi un caffè degno di questo nome, con solo una maglia grigia addosso e le mani impegnate ad armeggiare con una tazzina e un cucchiaino. E forse se gli gira bene forse prepara anche qualcosa per Arthur.

«... ma quella non è la mia maglia?»

Sobbalza, Romano, rischiando di far cadere la tazza, il cucchiaio e la busta di caffè- non necessariamente in questo ordine. Si gira, guardando l'inglese che sta scendendo le scale, per poi sbuffare e tornare a concentrarsi su quacosa più importante- ovverosia il suo caffè. Ha bisogno di svegliarsi.

«Non ci sta scritto mica il tuo nome.»

«Deduco quindi che conosci i Velvet Underground.» Arthur si siede tranquillamente a tavola, accavalando le gambe e guardandolo con la coda dell'occhio.

Romano finisce di preparare il suo caffè, ignorando bellamente le occhiate dell'altro e guardando invece la maglia che indossa: spicca in bella vista un logo ai suoi occhi sconosciuto, ma che probabilmente rientra tra una di quelle band punk-metal-rock-qualasiasi sia la differenza tra le precedenti cose ascoltate a musica sparata dal britannico quando non ha nulla da fare.

«Non ascolto quella robaccia tutta urli e parole a cazzo.» sorseggia il suo caffè, sicuro che la risposta di Arthur non si sarebbe fatta attendere. Tuttavia il suo sguardo non può fare a meno di scorrere sull'altro e inarca un sopracciglio quando nota che sulla t-shirt bianca è stampata con i colori del tricolore italiano una sola frase a lettere cubitali.

«Ehi! Ma quella è la mia-!»

«Maglia? Sì, ovvio. Ah, sì, a tal proposito... ”Gli italiani lo fanno meglio”, eh?»

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

*Sì, Arthur ascolta musica punk che a Romano fa cadere le palle.

**Sì, Romano è patriottico anche quando si veste

Sesto prompt, sono una persona felice~

Un po' più in ritardo, ma fa nulla, dai.

Dopo lo scorso prompt meno stupido, torno a far litigare questi due scemi.

Non ho molto da dire, se non che mi diverto sempre più a scrivere di questa coppia.

Ammetto però di stare aspettando i prompt più avanti per scrivere del mio amato angst

Ah, e ovviamente ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo:

Mizu_The little kiseki (scritto bene, really?) e Elisir86

A domani con la prossima flshfic :3

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Capitolo 7
*** (07) Cosplay ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(07) Cosplay

 

 

C'è un solo colpevole, motore di tutta quella situazione a dir poco imbarazzante, che Arthur vorrebbe poter uccidere con le sue stessa mani, nel modo più lento e doloroso possibile. E quell'unico responsabile in quel momento se ne sta girando senza pensieri per gli stand della fiera, con quel suo ridicolo costume di Batman addosso, abbandonandolo alle risate di scherno altrui- o meglio, alle risate dell'ultima persona al mondo da cui voleva farsi vedere in quelle condizioni. Perché se si trova nei panni di Robin, con un'orrenda e aderente calzamaglia verde ed un mantello giallo senape, davanti a Romano Vargas è solo colpa di America.

Ha cercato di spiegare a quello stupido di Alfred che no non si sarebbe mai vestito come a carnevale e che no non gli avrebbe fatto da assistente, dovesse cadere il mondo. E invece eccolo lì, così buffo e stupido che si riderebbe in faccia da solo. Da un certo punto di vista da ragione alle tante risate che l'italiano si sta facendo. Ma purtroppo il suo orgoglio è ben duro a morire, e saperlo ridere di lui lo fa anche leggermente irritare. Solo leggermente.

«Non c'è. Nulla. Da. Ridere.» borbotta a denti stretti, stringendo i pugni guantati.

«Pff- AHAHAHAH! Ma no, ti sto solo vedendo in calzamaglia, non c'è assolutamente nulla di cui ridere- AHAHAH. Cristo, mi sto sganasciando...!»

Tra le risate mal trattenute- molto mal trattenute- Arthur vede Romano maneggiare il suo cellulare tra le mani, con tutta probabilità mentre cerca di scattargli una foto da pubblicare su qualsiasi social network esistente. Ah no, questo è proprio fuori discussione. È già stato umiliato abbastanza, quel giorno, e Vargas non la può avere vinta.

«Con questa ti sputtanerò a vi-»

Il britannico allunga una mano e afferra il cellulare dell'italiano, sottraendoglielo prima ancora che la frase dell'altro venga terminata. Vede gli occhi prima divertiti di Lovino diventare uno specchio ambrato di stupore- non può fare a meno di stirare un sorrisino. Tira prontamente indietro la mano quando Romano prova a riprenderselo.

« Ridammi il cellulare, stronzo!»

«Te lo puoi scordare.»

«'Fanculo, dammelo!»

«Sequestrato fino a data da prestabilire.»

«KIRKLAND! Torna qui, minchione! Quello è il mio telefono, non sei autorizzato a portarmelo via! VIENI QUA!»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Ed eccomi col settimo prompt!

Ho avuto qualche problema nel scriverlo, ma eccolo qua: stupendo in tutta la sua merdosità e OOC

Mi ero resa conto che avevo martoriato troppo Iggy, dovevo far splendere anche Roma.

Secondo voi, riavrà mai il suo cellulare?

E America farà una brutta fine a causa dell'inglese?

Chi vivrà vedrà.

Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo:

Mizu_The little kiseki e Itachi66uchiha,

ed ovviamente tutti quelli che continuano a seguire questa raccolta.

Ci si vede domani con la prossima flashfic :3

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Capitolo 8
*** (08) Shopping ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(08) Shopping

 

 

Ci sono modi e modi di essere patriottici, a questo mondo. C'è chi per patriottico intende “tifare la squadra di calcio nazionale sempre e comunque”, chi invece “sapere a memoria l'inno e cantarlo quando serve” o ancora “difendere a spada tratta la propria nazione e nazionalità”, per non parlare di quelli che neanche sanno cosa significhi tale termine. E poi c'è Romano Vargas. Che è una categoria totalmente a parte.

In quel momento armeggia con la zip dei pantaloni, con il disperato ed impellente bisogno di togliersi quell'immondo schifo di stoffa dalle gambe: tutta colpa di suo fratello, che gli ha portato quel paio di pantaloni da uno dei suoi viaggi all'estero e da bravo idiota no, non gli dice da dove lo ha comprato, e lui ancora più idiota accetta di buon grado il regalo senza controllare né verficare nulla. Dopotutto, suo fratello dovrebbe conoscerlo bene, giusto? No, sbagliato.

È dovuta passare ben una settimana prima di accorgersi dell'odiosa etichetta interna e solo in quel momento ha realizzato con grande orrore la provenienza di quel dannato paio di jeans.

«Se li hai già indossati senza accorgerti della differenza probabilmente non è così terribile.»

«Tu sei inglese e non capisci! Non puoi capire.»

Arthur rotea gli occhi spazientito davanti alla scenata che l'italiano monta solo per la marca di un pantalone. Romano si sfila finalmente i tanto odiati pantaloni e glieli scaraventa in faccia con ben poca delicatezza. Il britannico sbuffa, togliendoseli dal viso.

«Tienitele tu queste merdate inglesi! Io non mi abbasserò mai ai livelli di indossare roba che non sia al 100% italiana!»

«Lo hai già fatto.»

«... Non lo farò ancora una volta!»

Romano ricerca nell'armadio in completo disordine qualcosa da mettersi addosso- che per carità di Dio sia italiano e non abbia nulla a che fare con quel jeans orrendo portatogli da Feliciano. Ha bisogno di prendere qualcosa di nuovo, che vada a sostituire lo scabroso dono del fratello.

«E adesso dove stai andando?»

«A comprarmi qualcosa di decente. E di italiano

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Siamo al prompt otto! Sono una persona felice u.u

Abbiamo anche qui un Romano molto patriottico

ed un Arthur altrettanto patriottico che lo sopporta stoicamente.

Ed ho abusato della parola “patriottismo” in questa flasfic.

Sinceramente, è stato un po' difficile scrivere questa storia.

Diciamo che né Iggy né Roma sono propensi allo shopping, e la cosa mi ha creato abbastanza problemi.

Maaaa... accontentiamoci.

Ringrazio Mizu_The little kiseki per la recensione e a domani!

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Capitolo 9
*** (09) Passando del tempo con gli amici ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(09) Passando del tempo con gli amici



Di amici Arthur ne ha pochi, ma come dice anche il famoso detto “Pochi ma buoni”. Ed in quel momento, mentre cammina fianco a fianco di Romania per le stradine più dimenticate della città che li ospita, è certo più che mai che quel detto sia verissimo: non potrebbe andare meglio di così. Beh, se trovassero ciò che cercano forse andrebbe meglio, ma anche la sola compagnia del rumeno gli fa piacere.

«Quindi abbiamo tutto il necessario?» domanda Vasile, i canini appuntiti ben in vista, mentre scruta la lista che l'amico stringe nella mano destra. Nella sinistra è appesa la busta di plastica del supermercato dove si sono recati la mattina, stretta come se avesse paura di far cadere il contenuto. Arthur scuote il capo, stringendo la presa sul foglietto e piegandolo leggermente, l'espressione dipinta sul viso non troppo speranzosa «Ci mancano ancora un paio di cose... ma dubito riusciremo a trovarle qui in giro, non mi sembra proprio il posto.»

«Possiamo sempre chiedere a Norvegia, dopotutto è più ferrato di noi in questo campo, e sicuramente non essendo impegnato come me e te col lavoro potrebbe occuparsene lui-... Arthur, mi stai ascoltando?» Il britannico si ferma, fissando un punto ben preciso oltre la strada, sotto lo sguardo perplesso di Vasile che non riesce a capire quell'improvviso irrigidimento da parte sua- gli occhi verdi che sembrano emettere scintille e la presa sulla busta che si rafforza tanto da far sbicancare le nocche.

«Arthur?»

«...»

Il rumeno cerca di seguire lo sguardo dell'inglese, e sull'altro lato della strada individua cosa sta fissando. O meglio, chi sta fissando. Sul marciapiede opposto nota una graziosa ragazza dai corti capelli castani legati con un semplice nastro verde, che tiene per mano un ragazzo dal viso abbronzato a lui ben conosciuto. E soprattuto ben conosciuto ad Arthur, di cui capisce ora la rigidità.

«Perché è in giro con Belgio. Perché. È in giro. Con Belgio.»

«Sono amici, è normale. Noi anche stiamo andando in giro insieme, ma non mi sembra che lui mi stia uccidendo con lo sguardo.»

 


 

«Perché cazzo se ne sta andando con quel rumeno rincoglionito?!»

«Forse per lo stesso motivo per cui io e te siamo usciti, no? Tutti hanno il diritto di avere degli amici, non fare il geloso. Prova a essere più gentile e comprensivo, Roma.»

«Non farò il gentile proprio con nessuno... E NON STO FACENDO IL GELOSO.»

«Ah no?»

«No. E adesso non perderli di vista, hanno appena svoltato.»

Renée fa un sorrisino, guardando prima Romano e poi sott'ecchi Inghilterra, quasi trascinato per il braccio dal povero Vasile. Non capisce come l'italiano non possa essersi accorto delle occhiate di Arthur, ma lei se ne è accorta eccome e ha trovato adorabile quel gesto di gelosia da parte di entrambi, nonostante il negarlo continuo di Lovino. Allarga il proprio sorriso: ci tengono davvero tanto l'uno all'altro.

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Mi credete se vi dico che questa flashfic è stato un parto?

Perché lo è stato. Non mi veniva una e dico una idea decente.

Poi è arrivato il colpo di Eugenio, ed è uscita questa... cosa.

Che spero vi sia piaciuta almeno un po'~

Anche perché c'è IL MIO BELLISSIMO ROMANIA, CAGATELO-

Sì, Vasile è il nome che ho dato a Romania. Ci scriverò una fic sopra, un giorno.

Sì, Renée è il nome per Belgio. Scriverò un giorno anche qualcosa su di lei, perchè la amo.

Ringrazio Mizu_The little kiseki per la recensione e a domani!

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Capitolo 10
*** (10) Con orecchie da animale ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(10) Con orecchie da animale

 

 

Romano è sul punto di commettere un pluriomicidio. Ha già la lista di persone in mente. E non può fregargliene di meno se sono nazioni e sono immortali: lo trova il modo per uccidere gli ideatori di quello scempio alla dignità, lo trova eccome. Guarda con orrore negli occhi quel paio di orecchie da gatto che stringe nelle mani, le labbra strette in una smorfia di profondo disappunto. No, no, e ancora no: non si abbassa a quei livelli, non si mette quelle ridicole orecchie solo perché è “il compleanno di Heracles, fai uno sforzo!”. No che non lo fa lo sforzo, è ovvio! Suo fratello è un coglione se pensa davvero che si metterà quella roba in capo solo per far felice Grecia. Già odia le feste, se poi queste sono a tema, e di un tema così stupido, allora Feliciano può restare fresco: non si muove di un millimetro.

«Vee, fratellone? Sei pronto?»

«IO NON ESCO DI QUI CON QUESTA ROBA IN TESTA.»

«Ma fratellone...!»

Il maggiore sbuffa, stringendo le orecchie feline tra le dita, quasi a volerle rompere. Il suo orgoglio gli impedisce anche solo di immaginarsi con quelle cose bianche che gli spuntano dai capelli: troppo ridicolo, troppo imbarazzante. Dove sarebbe andata a finire la sua reputazione? Quindi è un no secco, il suo, e nulla gli può far cambiare idea. Assolutamente nulla.

«Fratellone, lo sai chi altro viene alla festa?»

«Non me ne frega un cazzo di chi altro viene.»

«Arthur Kirkland.»

Romano lo ha sentito, lo ha sentito eccome il cambio di tono del fratello minore nel pronunciare quelle due parole, quel dannato nome: non ha idea del come né del quando o perché, ma suo fratello sa della pseudo-circa-quasi-vaga relazione tra lui e l'inglese, ed ha capito che è quello il tasto da toccare per smuoverlo. Ma Romano Vargars non è debole, ah no.

«E quindi?»

Lo alletta l'idea di vedere Arthur con delle orecchie da gatto come le sue... ma non può mandare all'aria la sua dingità solo per quello. Certo, potrebbe anche essere l'unica occasione per vedere il britannico in quelle vesti... ma significherebbe farsi vedere a sua volta con dell orecchie da gatto, e questo non gli va giù per nulla. Però è anche vero che-

«Alfred mi ha già inviato un paio di foto... le vuoi vedere, vee~?»

 

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Ew, eccoci al prompt 10! La raccolta cresce per la mia giuoia.

Sì, è vero, c'è poca EngMano. Ma col prossimo capitolo mi faccio ripagare, giuro!

Non ho molto altro da dire a riguardo, se non che sono felice di mettere altri personaggi di contorno.

Ieri Romania e Belgio, oggi Grecia e Italia, domani chi lo sa.

Ringrazio Mizu_The little kiseki e Elisir86 per le recensioni~

A presto!

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Capitolo 11
*** (11) In kigurumi ***


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(11) In kigurumi

 

 

«Sei ridicolo con quella roba addosso.» è il commento poco gentile che arriva alle orecchie di Arthur, steso sul letto a due piazze. Sbuffa infastidito, rigirandosi per dare le spalle alla porta dove si trova l'italiano. Si stringe nel largo pigiama, caldo e comodo, senza però rispondere alla provocazione fattagli dall'altro. Non gli gira proprio di litigare quella sera, soprattutto per una stupidaggine come quella: sa trattenere i suoi isinti, a differenza del ragazzo che in quel momento si sta avvicinando al letto.

«A me piace.» si limita a dire, continuando a dargli le spalle.

Ipotizza che Romano si stia stendendo al suo fianco, sente la pressione fatta sul materasso mentre sale, e avverte la sua presenza dietro di sé. La mano calda dell'italiano si poggia sul suo fianco, accarezzandolo con lentezza da sopra il pigiama. Arthur non dovrebbe abbassare le sue difese, non l'ha mai fatto con nessuno, eppure in quel momento una parte di lui vorrebbe spogliarsi di tutto davanti al compagno. L'altra parte di sé, quella più restia al lasciarsi andare, lo fa desistere, costringendolo a dargli ancora le spalle. Si limita a godere silenziosamente di quel contatto così raro da parte di Lovino, seppur quelle carezze lo spingono sempre più a rilassarsi e girarsi per poterlo guardare in viso.

«Sul serio, levati questa roba da pony colorato col pene moscio in testa.»

«Unicorno.»

«Levatela lo stesso. Stai molto meglio senza.»

 

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Qualcuno si degna di spiegarmi perché io ritrovo vita sociale quando ho l'ispirazione?

Cavolate a parte, ecco il prompt 11 in tutta la sua... merdosità.

Sarà che sono troppo presa dal prossimo prompt, ma questo non mi soddisfa.

Ringrazio Mizu_The little kiseki per la recensione allo scorso capitolo,

e a domani!

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Capitolo 12
*** (12) Pomiciando ***


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(12) Pomiciando

 

 

«Ma che stai facendo?»

«Tolgo la capotta, genio.»

L'italiano alza il viso sulla volta stellata che adesso si stende in tutta la sua bellezza sopra le loro teste. Sono lontani dalla citta, lontani dalle luci che impediscono di ammirare le stelle in cielo, lontani dal rumore delle macchine e della vita frenetica che non da pace né tranquillità. È sereno, un lieve sorrisino s'increspa sulle sue labbra mentre posa l'avambaccio sinistro sul finestrino del tutto abbassato e si gode l'aria fresca della sera.

«Metti che ci vede qualcuno, idiot

Romano sbuffa, roteando gli occhi, per poi spostare lo sguardo sull'inglese.

«Ti stai tranquillo? Dai, chi vuoi che venga in spiaggia a quest'ora? A parte me e te per pomiciare...»

«What?!»

«Cos'è quell'espressione scioccata? Secondo te perché dovrei portarti in una spiaggia isolata, per aggredirti?»

Arthur incrocia le braccia al petto, assumendo un espressione vagamente infastidita mentre guarda Lovino. Non fa tuttavia in tempo a replicare, che l'italiano s'è impadronito delle sue labbra. Si ostina i primi secondi a serrare i denti, impedendo alle loro lingue di incontrarsi, ma basta poco a Romano per farlo cedere: lo stuzzica con la lingua, mentre con una mano gli stringe la maglia e lo tiene il più vicino possibile a sé. La posizione è scomoda per entrambi, e ad Arthur non deve essere molto felice del modo in cui è strattonato, eppure nessuno dei due ha intenzione di staccarsi tanto presto l'uno dall'altro.

Passano i minuti, silenziosi, si separano il minimo indispensabile per respirare; i baci si susseguono senza tregua. Le mani che provano ad esplorarsi, sopra quei vestiti fastidiosi, in quel poco spazio disponibile. Il britannico posa una mano sul petto del compagno, allontanandolo quel minimo che basta per poter parlare: ha il fiato corto, le guance arrossate e per Romano non c'è niente di meglio di sapere che la causa di quel suo stato è lui.

«Dico sul serio... se ci vede qualcuno-»

«Piantala con queste paranoie, non c'è un cazzo di nessuno. E adesso scavalca e vieni qua, o mi si rompe il collo se continuiamo in questa posizione.»

 

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Sì, questo prompt lo avevo in mente sin dall'inizio AHAH.

Sono una cattiva persona, ma stavolta sono fiera di me.

L'imbarazzo inizia a passare, continuiamo così~

E poi avevo promesso un Romano seme, ed eccolo.

Grazie a chi legge e a chi recensirà... detto ciò: a domani!

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Capitolo 13
*** (13) Mangiando il gelato ***


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(13) Mangiando il gelato

 

 

Sa perfettamente che in quel modo non risolverà nulla, ma non trova altro modo per sfogarsi. Di solito non se la prende in questo modo per dei litigi... solo che questa volta è diverso. Non sa neanche lui come sia successo, ma le cose sono degenerate in fretta, talmente tanto che né lui né Romano sono riusciti a frenarsi a quel limite massimo che di solito nessuno dei due oltrepassa mai. Si sente ridicolo in quel momento, eppure il suo dannato orgoglio gli impedisce di ammettere l'errore commesso: sa che hanno sbagliato entrambi, allo stesso modo, ma lui non chiede scusa neanche sotto tortura. Lo deve fare prima l'italiano, non lo muove certo il primo passo.

«Fammi indovinare. Vargas?»

«Già.»

«Avete litigato di nuovo e pesantemente.»

«Già.»

Scozia sottrae la vaschetta di Cornish ice cream dalle mani umide del fratello minore. Arthur alza il viso su di lui, lo sguardo scocciato, con quasi scritto in fronte a caratteri cubitali “Ridammi subito quel gelato”. Allistor ricambia lo sguardo, più indifferente che altro. Ha le labbra screpolate, socchiuse, ed una volta tanto lontana dalle fastidiose sigarette.

«Non cambierà nulla continuare a ingozzarti con questo. Ne sei consapevole?»

«Eh, è arrivato il Capitan Ovvio dei poveri...»

Lo scozzese rotea gli occhi quasi infastidito, sedendosi accanto al fratello. Dissapori tra lui e Inghilterra ne sono sempre esistiti, però quando lo vede in quelle condizioni, la sua aria scorbutica viene accantonata per lasciar spazio a quell'aria da fratello maggiore protettivo che nonostante i secoli passati, è rimasta sepolta da qualche parte.

«Se accade un'altra volta ti giuro che gli riduco a pezzi la faccia.»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Ed eccoci al prompt 13!

E con un altro personaggio secondario aggiuntosi!

Avevamo avuto un po' di BrOTP con Feli e Roma, a questo giro invece c'è Scozia.

Ah, sì, Allistor è il nome per Scozia. Mi piace.

Nonostante ami Scozia e Iggy in hate!BrOTP, anche in questa versione protettiva mi piacciono.

Grazie per chi continua a seguire questa raccolta e a domani!

*spoilerspoiler* yuri*spoilerspoiler*

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Capitolo 14
*** (14) Genderswap ***


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(14) Genderswap

 

 

La sua libreria trabocca ormai di libri d'ogni tipo. Un piano si è leggermente inclinato sotto il peso di quei numerosi tomi, talmente spessi da parere mattoni a prima occhiata.Presto ne dovrà probabilmente comprare un'altra, sebbene di spazio per altri mobili in casa non ce ne sia più. Rose rimette il libro Pride and Prejudice al suo posto, tra i libri della Austen sistemati in ordine di altezza e larghezza: dal più alto e sottile al più basso e largo. Le copertine sono intatte, ben tenute nonostanti i numerosi anni passati. Tipico suo.

«Ah, ecco perché porti gli occhiali. E io che pensavo fosse colpa del troppo porno lesbo.»

«Molto simpatica.»

Lavinia ridacchia divertita e con un rapido gesto si scosta una ciocca di capelli castani dal viso. Si avvicina a Rose, le mani nelle tasche posteriori della gonna corta che le lascia scoperte le lunghe e belle gambe, così diversa dalla lunga gonna azzurra dell'altra, completamente coprente. Sì, più volte Lavinia ha provato a farle cambiare quell'abbigliamento antiquato e orrendo, ma come sempre inutilmente: troppo pudorica e fissata col bon ton per farlo. Le due si guardono, forse per vedere chi delle due sarà la prima a lanciare la frecciatina che avrebbe portato a stuzzicarsi a vicenda con battute sempre più sottili ed infine a finire nel letto matrimoniale della loro stanza.

Gli sguardi tra le due s'incrociano per diversi secondi, quelli verdi dietro le lenti dell'inglese e quelli ambrati dell'italiana. Una guerra di sguardi silenziosa, per quei pochi secondi.

«... Sicura non sia stato il porno?»

«LAVINIA.»

La prima frecciatina è di sicuro di Lavinia Vargas.

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Yuri *^* Finalmente scrivo un po' di Nyo!EngMano.

Li trovo adorabili anche in questa versione.

Btw, Rose è il nome per Nyo!Inghilterra (sebbene fossi indecisa su questo e Alice)

mentre Lavinia è il nome di Nyo!Romano- che trovo sia stupendo.

Ringrazio Mizu_The little kiseki per la recensione e a domani!

 

 

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Capitolo 15
*** (15) Indossando vestiti in uno stile diverso ***


 

30 Days OTP Challenge EngMano

(15) Indossando vestiti in uno stile diverso

 

 

«Non venivo umiliato in questo modo dai tempi in cui vivevo con lo spagnolo bastardo.»

«Te la sto solo facendo pagare per quello che mi hai fatto passare il dieci maggio.»

«Ancora?! E che cazzo, ma quanto sei rancoroso!»

«Da che pulpito vien la predica.»

Arthur stringe maggiormente le stringhe sulla schiena della giacca nera in pelle che sta obbligando a far indossare all'italiano. Non dimentica, ovvio che non dimentica, l'umiliazione che ha provato quel dannato dieci maggio. E adesso Romano sta provando esattamente quello che ha provato lui quel giorno. Ammira soddisfatto la maglia che l'altro porta- è riuscito a fargli mettere a forza quella t-shirt con la bandiera inglese stampata sopra- e poi i jeans neri strappati al ginocchio, quel genere tanto odiato da Lovino... chiaramente scelti di proposito. Non può fare a meno di sogghignare, facendo scorrere lo sguardo più volte lungo il corpo dell'italiano mentre gli aggancia con facilità i bracciali borchiati al polso sinistro: ha fatto proprio un bel lavoro.

«Lo sai che il look punk infondo ti dona?»

Romano emette un gemito di frustrazione, portando le mani al collo come a volersi togliere quella orrenda collana che gli ha messo il britannico.

«E tu lo sai che appena posso brucerò questo schifo di vestiti e finirò l'acqua a furia di docciarmi per levarmi anche il ricordo di come mi hai costretto a uscire?»

«Dieci maggio. Ricordati il dieci maggio.»

«'Fanculo tu e il dieci maggio!»

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Okay, eccoci al prompt 15, che mi ha dato un po' di grattacapi.

Perché ovviamente il server crasha quando io devo pubblicare.

Ma fa nulla, l'importante è avere il capitolo. Quindi.

Cosa sarà successo questo famigerato dieci maggio?

Temo che per scoprilo dovrete attendere ancora un po'. Cinque prompt circa~

A domani (se non si disallinea qualcos'altro, ben speriam)

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Capitolo 16
*** (16) Durante i loro rituali mattutini ***


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(16) Durante i loro rituali mattutini

 

 

Arthur è quasi sempre il primo a svegliarsi tra i due. Non necessita di una sveglia esterna, ormai ha il suo orario interno fisso e preciso, praticamente infallibile. La sua mattina è perfettamente programmata, senza falle né intoppi mentre si lava, si veste e prepara psicologicamente alla giornata lavorativa. Soprattutto nei giorni in cui sa di avere riunioni importanti per cui ha passato giorni e notti insonni a preparare i documenti. La sua mattina deve essere assolutamente e rigorosamente silenziosa. Deve sopportare  poi a lavoro le chiacchiere continue e inutili delle altre nazioni, le proposte assurde di America su come sconfiggere i presunti invasori extraterrestri, i litigi, i gratuiti sfottò infantili e inutili di chi salta sul tavolo delle riunioni dichiarando guerra alla nazione seduta davanti a sé- che probabilmente sta fumando annoiata o è crollata nel sonno neanche cinque minuti dopo l'inizio. Non può avere un po' pace almeno la mattina, mentre mangia il suo bacon e le sue uova mal strapazzate? Evidentemente no, dato il continuo, persistente e fastidioso fischiettare dell'italiano appena sveglio mentre si prepara il suo dannato, odioso, onnipresente caffè.

«Sai evitare di fischiare quel motivetto irritante ogni mattina della tua esistenza?»

«E tu sai evitare di cagare il cazzo anche a quest'ora? La mattina sei così nervoso che mi fai la concorrenza.»

Il britannico fissa Romano astioso, ma perlomeno il fischiettare che tanto non ha dato pace alle sue orecchie si è interrotto. Distoglie lo sguardo e prende un respiro di sollievo, mentre finisce di mangiare la sua ricca colazione. Gli pare di vedere sott'ecchi Lovino mentre storce il naso, in un espressione poco convinta e che definirebbe quasi schifata.

«Un giorno mi spiegherai come fai a mangiare tutta quella roba. Mi sale il vomito solo a guardare.»

«Io lavoro sodo, a differenza tua. Ho bisogno di energie che un solo misero caffè non può darmi.»

«A meno che tu non voglia una tazza spaccata in testa al posto del bacio del buongiorno, ti conviene stare zitto e buono.»

«Sai che ho ragione e passi alla violenza fisica?»

«Sto per lanciarti anche la caffettiera appresso, sappilo!»

«Deduco quindi niente bacio del buongiorno.»

Dopotutto, anche le litigate con il suo fidanzato sono parte della routine mattutina, sarebbe una giornata troppo vuota e monotoma senza quelle. L'unico problema a quel punto è sistemare il bernoccolo sulla fronte e il livido appena sotto esso di Arthur, oltre a recuperare i pezzi della caffettiera, dei piatti e della tazzina sul pavimento.



 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Ed ecco il sedicesimo prompt!

Romano fischietta sempre, eww

Faccio appunti inutili sulla colazione inglese: è buona, non fatevi fuorviare dal patriottismo di Romano.

Solo che salsicce e cosce di pollo con latte e cereali non sono il massimo ma sono buoni, lel

AH, E IL THE INGLESE FA SCHIFO-

*schiva argenteria by Iggy*

A domani con il prompt 17, se non muoio prima :3

 

 

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Capitolo 17
*** (17) Amoreggiando ***


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(17) Amoreggiando

 

 

Non può pensre ad altro, in quel momento, se non alle labbra di Arthur che percorrono il suo collo con lentezza. I baci si alternano ai piccoli morsi, lasciandogli una lunga scia di segni rossi sulla pelle che il giorno dopo sarebbe dovuto andare a coprire col colletto della camicia. Romano fa passare più volte le dita tra i capelli dell'inglese, usandoli quasi per comunicargli quando esagera con l'usare i denti: lo strattona quando serve, senza curarsi di fargli più male del dovuto. Tanto meglio. Non riesce a trattenere un sussulto e si morde a sangue la lingua pur di non emettere alcun gemito, quando la mano del britannico- forse per ripicca per la tirata di capelli- si stringe sul cavallo dei pantaloni che ancora non sono andati a far compagnia alla maglietta sul pavimento. Ma a giudicare dall'altro mano, che tanto s'impegna a slacciare la cintura e ad abbassare la cerniera, presto si ritroverà senza.

«I prelimimari ti fanno proprio schifo, eh?»

«Ne ho già fatti tanti per i miei standard.»

La sua voce è più roca e bassa, e la definirebbe quasi sensuale, ma trabocca di quell'impazienza che l'inglese ha sempre avuto a letto e che nonostante gli sforzi Romano non è mai riuscito a cambiare del tutto. Sospira, allora, godendosi nella sua rudezza quei tocchi che riescono ad eccitarlo, mentre anche i pantaloni cadono a terra. Le sue dita stringono ancora qualche ciocca bionda, si ostina a stringerle con forza, come se in quel modo potesse tenere lui in mano le redini della situazione: non si può accettare sottomesso a lui, non completamente.

«Mi chiedo perché ogni volta che stai sotto devi batterti come una preda ferita all'angolo...»

«Tu fai sempre lo stesso-» un gemito improvviso lo interrompe, e nella mente gli partono le peggiori bestemmie per essersi lasciato andare in quel modo sotto le mani di Arthur. «Non mi sottometti.»

Sente la risata dell'altro vibrare contro la sua pelle ed un brivido gli percorre la schiena, mentre il compagno s'appresta ad allargargli le gambe, senza incontrare grandi resistenze a dispetto delle parole dell'italiano.

«Vedi come adesso ti pieghi, Vargas.»

 

 

Non bene, si tollas proelia, durat amor.

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Questa è una scala che lentamente porterà all'ultimo prompt col porn vero.

Siamo sulla roba soft, che riesco ancora a scrivere senza problemi. Circa.

Ah, ovviamente Romano e Arthur decidono con testa e croce chi sta sopra.

Sentivate la mancanza del latino, vero? No? Io sì.

“Se all'amore togli le liti, non dura”

Azzeccato per la coppia, già.

Ringrazio Elisir86 per aver recensito lo scorso capitolo e adomani!

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Capitolo 18
*** (18) Facendo qualcosa insieme ***


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(18) Facendo qualcosa insieme

 

 

Le differenze tra lui e Romano sono innumerevoli, e per elencarle ci vorrebbe davvero tanto troppo tempo. E per quanto esistano delle caratteristiche comuni che li accomunano, ve ne sono almeno il triplo che li differenziano. E perfino le cose su cui potrebbero andare d'accordo li portano sempre sul piede di guerra. In quest'ultimo caso rientra il campo della musica. A entrambi piace musica, ma di due generi completamente differenti. E soprattuto, a entrambi piace cantare: peccato solo che la lirica italiana stoni parecchio col buon punck rock inglee- quello degli anni Settanta, ovviamente.

«KIRKLAND. LA TOGLI 'STA ANGLOMERDACCIA?!»

«TOGLI TU QUELLA ITALICA LAGNA, VARGAS.»

«MA LAGNA COSA, RAZZA DI IGNORANTE.»

Ed ecco che le urla di entrambi si sovrappongono, surclassando la voce di Enrico Caruso e Iggy Pop. Perché non riesconono a trovare alcun tipo di compromesso, per quella situazione. Non possono coniugare le due musiche. Né possono coniugare le loro passioni canore, le loro voci così diverse e gli stili tanto differenti. Ma piuttosto che continuare a gridare l'uno contro l'altro e far venire un infarto all'anziana vicina di casa, devono impegnarsi per trovare una soluzione pragmatica.

«... tu stai scherzando.»

«So che hai una pessima pronuncia in inglese, ma direi che possiamo provarci.»

Romano sospira, incrociando le braccia al petto: per nulla convinto.

«Quindi. Tu canti in italiano e io in inglese. E ci alterniamo.»

«Mh-mh.»

«Secondo me oltre a far venire l'infarto alla signora accanto, facciamo pure abortire la signora incinta dall'altro lato.»

«Probabilmente sì. Proviamo?»

«Vai, facciamo crepare la gente cantando. Comunque quei cantanti urlano e fanno schifo lo stesso.»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Diciottesimo prompt: “facendo qualcosa insieme”. Che non è litigare.

Ma cantare: essendoci un “ballando” tra i prompt, volevo anche un “cantando”.

Non sono tanto carini? *^*

Beh, non ho granché altro da dire: a domani!

 

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Capitolo 19
*** (19) In tenuta formale ***


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(19) In tenuta formale

 

 

Fa scivolare la cravatta nera attorno al collo, dopo aver abbottonato l'ultimo bottone della camicia e aver alzato il collo di quest'ultima. Si guarda allo specchio, mentre con le dita sottili annoda con doppio nodo il tessuto morbido al collo: non è mai stato un grande amante dei vestiti fin troppo eleganti, come quello che sta indossando in quel momento, ma ogni tanto deve farlo il sacrificio, soprattutto per lavoro. Tuttavia non l'ha mai fatto per motivi diversi da quelli lavorativi. Termina di sistemare la cravatta, che s'intona alla perfezione con la giacca e i pantaloni, in contrasto con la camicia bianca immacolata scelta per l'occasione.

Si passa poi le mani tra i capelli, cercando di sistemarli in modo che siano quantomeno presentabili. Li tira indietro, ma tornano in avanti, ricadendo sulla fronte; e ancora prova a sistemargli su di un lato, ma gli coprono fastidiosamente un occhio. Sospira, guardandosi ancora allo specchio, mentre vi posa una mano sopra e lascia l'impronta delle dita. Quello che vede nel riflesso non è lui, non lo sarà mai.

Vorrebbe sbattere la testa contro il dannato specchio fino a romperlo, magari per far tornare a funzionare le rotelle che ha in testa, oppure per far svegliare il cricetino che dovrebbe far girare la ruota “Cosa stracazzo sto facendo? Sto davvero provando a cambiarmi per qualcuno? Io?”

Può provarci quanto vuole ad avere quel self control che ha Arthur- quel ritegno che riesce a trattenere il carattere ribelle tanto simile al suo-, ma di certo non ci riuscirà cambiando abito e capelli. Sbatte la fronte contro lo specchio. Stupido. Solo uno stupido.

Lui è Romano Vargas, non Arthur Kirkland.

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Non potete immaginare quanto sia fiera di questa raccolta che continua a crescere.

Ed a questo giro abbiamo un Romano preso dalle insicurezze perché, porino...

sono la sola a vederlo insicuro dietro quell'apparenza forte e arrogante?

Mi piace dipingere più versioni dei personaggi, e lo farò anche per Arthur.

Solo in maniera diversa, ma bisognerà aspettare ancora un pochetto.

Intanto ringrazio Elisir86, Mizu_The little kiseki e LizzieLu per le recensioni e a domani!

*spoilerspoiler*diecimaggio*spoilerspoiler*

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Capitolo 20
*** (20) Ballando ***


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(20) Ballando

 

 

«Non starai bevendo troppo, tu?» è la lecita domanda dell'italiano, osservando gli occhi liquidi di Arthur mentre termina la sesta bottiglia di Peroni. Quello scoppia a ridere fragorosamente, per poi lasciarsi sfuggire una serie di singhiozzio «No!» Romano rotea gli occhi, togliendogli la bottiglia di mano e dandola al vecchio pescatore accanto a lui. «Ma va' che se ne bevi ancora ti metti a fare uno spogliarello prima dei fuochi d'artificio!»

«Togli la birra ad un uomo e non è più un uomo.» è il commento del pescatore accanto a loro, che senza distogliere lo sguardo dalla propria canna da pesca ascolta il dialogo tra i due e che da buon barese non può che interessarsi agli affari altrui.

«EXACTLY!»

«Perfetto, adesso prende a parlare in inglese e non ci capisco più in cazzo.»

Il pescatore ridacchia e Romano deve sforzarsi per non ucciderlo con lo sguardo.

Romano lo tira via per un braccio, facendosi largo tra la folla a spallate e spintonate, cercando un posto dove tenere lontano Arthur- prima che si tolga pantaloni e t-shirt oppure che si metta a cantare a squarciagola in mezzo a piazza del Ferrarese. Odia dovergli fare da mammina quando si sbronza. Il britannico si ferma, prendendo per le mani Romano. Quest'ultimo inarca un sopracciglio, fissandolo perplesso. Arthur gli sorride, non sembra neanche più lui in quel momento, con quegli occhi verdi così brillanti ed un sorriso che non ha mai visto sul suo viso.

«Dance with me

«Minchia dici?»

«Come on! Dance with me!»

«Sei ubriaco, non capisci quello che stai dice-»

Ma non finisce la frase che si ritrova a volteggiare per la piazza, in mezzo a turisti russi e polacchi, in una goffa danza accompagnata da un chitarrista di strada. E l'imbarazzo per quella situazione che scema in fretta, perché non possono fare a meno di guardarsi negli occhi mentre la musica si avvolge nell'aria, la birra tanto li aiuta in questo.: dopotutto, non vi è nulla di più romantico che ballare sotto i fuochi d'artificio l'ultimo giorno di festa dedicato a San Nicola.

 

 

«Quindi... ci siamo umiliati in pubblica piazza danzando mentre ero ubriaco?»

«È stata tutta colpa tua, comunque. Fosse stato per me-»

«BLOODY HELL. Sapevo che non dovevo ascoltarti quando mi hai proposto di venire con te! L'hai fatto apposta, vero?»

«E io cosa c'entro adesso?! Hai fatto tutto tu!»

«Ma questa me la segno, sai? Eccome se me la segno!»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

, ho voluto trattare diversamente Iggy versione ubriaco ma insomma, non sono carini?

Ed ecco il motivo per cui il dieci maggio è un giorno tabù per la EngMano.

Essendo io barese e non volendo fare figure di merda con altre feste, ho preferito attenermi a quelle che già conosco.

Eeeeh, nulla. Ci si vede domani col prossimo prompt :3

 

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Capitolo 21
*** (21) Cucinando ***


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(21) Cucinando

 

 

Quella non è più una cucina. Quello è un campo di guerra. Come tutte le volte in cui devono decidere chi deve cucinare e cosa bisogna cucinare. Romano si rifiuta categoricamente di lasciare da solo ai fornelli l'inglese, Arthur a sua volta non vuole far cucinare l'italiano perché... perché sì. È probabile che entrambi lo facciano anche per mero orgoglio e patriottismo, ma Romano ha un motivo ben più importante per cui cucinare al posto del compagno: la sopravvivenza. Ha commesso due sole volte l'errore di lasciarlo in cucina e s'è ritrovato la prima volta con metà di quest'ultima bruciata- dato che il genio britannico non aveva calcolato bene i tempi del vecchio forno- e la seconda volta in un cui ha voluto dargli una chance e mai l'avesse fatto, ha vomitato anche il fegato e il pancreas dallo schifo.

«Oggi cucino io.»

«Tu cucinerai solo quando gli asini voleranno, cioè mai. Non mangerò ancora quello schifo inglese!»

«Schifo inglese? Se non hai un minimo di gusto non è col-»

«IO NON HO UN MINIMO DI GUSTO?! MINCHIONE CHE NON SEI ALTRO, SEI TU A NON CAPIRE UN CAZZO»

«E NON INIZIARE AD INTERROMPERMI ED URLARE.»

«INFATTI ADESSO TU STAI CANTANDO, VERO?»

Romano sbatte con forza il tagliere sul tavolo, guardando Arthur con uno sguardo d'odio paragonabile a quello rivoltogli centocinquant'anni prima in seguito all'unità nazionale italiana. A sua volta, il britannico sbatte il coltello contro il tagliere di legno, conficcandoci la punta contro con una forza che mai si attribuirebbe al suo braccio poco muscoloso.

«Fuori dalla mia cucina. Adesso.»

«La tua cucina? La mia cucina. E adesso fuori dalle palle, inglesino del cazzo! Cucino io punto e basta.»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Questa era palese, immagino, dato che si parla di cucina e...

Romano Vargas Vs Arthur Kirkland =

= Salta in aria la cucina.

Anche se lo sappiamo tutti chi tra i due è il re del cibo.

Grazie a Mizu_The little kiseki e Elisir86 per le recensioni e a domani!

Ah, c'è un piccolo spoiler in questa flashfic di una delle prossime. Sapete quale? :3

 

 

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Capitolo 22
*** (22) In battaglia, fianco a fianco ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(22) In battaglia, fianco a fianco

 

 

1° Ottobre 1943

 

Un respiro e poi un altro, il fiato corto e il viso sporco, le gambe stanche ed i piedi a pezzi, la voglia di volersi accasciare a terra e risposare finalmente, dopo troppe battaglie combattute sulla sua terra bagnata di sangue. Si sentiva strano, Romano, così strano che non sembrava più neanche lo stesso.

Non aveva mai provato così tante emozioni in così poco tempo: eccitazione per tutto quello che aveva compiuto in quei pochi giorni, paura per le conseguenze che le sue gesta avrebbero potuto comportare, così tanto orgoglio per il suo popolo di guerrieri che senza esercito e di propria iniziativa aveva combattuto tanto valorosamente contro qualcosa di ben più grande; ed anche un senso di potere quando aveva trascinato Geramania per la strada e l'aveva umiliato come desiderava fare da anni. Erano decenni che non provava quel brivido di potere percorglieli la schiena, probabilmente era ancora conosciuto col suo vecchio nome e ancora non era riunito a suo fratello- il fratello che l'aveva costretto a quell'alleanza idiota.

Si guardava intorno, il Carcano stretto ancora in mano destra ma con la canna posata a terra- quasi a mo' di bastone-, e nonostante le ferite aperte che gli riempivano il corpo emaciato ed i tanti pensieri che gli annebbiavano la mente, era felice. Felice. Felice, felice come non mai. E sorrideva, sorrideva quasi sereno, pur avendo uno scenario di distruzione davanti a sé- ché quella era una piccola grande vittoria per lui e per la sua gente.

Felice, perché quando Inghilterra suo alleato era giunto a Napoli per liberarlo dai tedeschi col suo carico d'armi, lui si era girato a guardarlo sorridendo e gli aveva urlato con gli occhi lucidi- gli occhi di chi è preso da troppe sensazioni per poterle esprimere tutte-:

«Ho fatto tutto da solo, Kirkland, non ho avuto bisogno di te!»

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

* il Carcano Mod. 91 era un fucile usato dal Regno d'Italia durante la WWII

Oggi (e anche domani ;)) ci teniamo sullo storico.

Ovviamente si sta parlando delle cinque giornate di Napoli,

il primo ottobre è il giorno in cui gli Alleati giunsero nella città partenopea.

Certo, non è coerente al 100% con il prompt ma con un po' di elasticità si può accettare.

Su carta erano alleati e combattevano fianco a fianco, no? :D

Beh, okay, detto ciò ci si vede domani con la prossima flashfic!

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Capitolo 23
*** (23) Litigando ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(23) Litigando

 

 

30 Aprile 1864.

 

Arthur osservava silenziosamente la nazione- sebbene da pochi giorni a questa parte non poteva più essere considerata tale- che sedeva sulla piccola poltrona davanti la grande finestra che troneggiava nella stanza. Non l'aveva mai visto in quelle condizioni, non così malridotto e quasi moribondo, accasciato su quella sedia senza alcuna voglia né forza di alzarsi da lì. Cercava di capirlo, scrutandolo come se fosse oggetto di qualche studio scientifico, ma più lo guardava e più non carpiva niente di ciò che si aggirava per la mente di Romano, i suoi occhi spenti parevano privi di qualsivoglia emozione.

«Vargas, dimmi, sono curioso. Cosa si prova ad essere pugnalati alle spalle dal proprio fratello?»

Voleva scuoterlo, voleva vedere quegli occhi ambrati carichi di rabbia tornare a guardarlo come avevano sempre fatto secoli addietro. Ed invece nessuna reazione da parte di Lovino, se non un lieve sospiro quasi non stesse ascoltando le sue parole. Quasi passavano i minuti in silenzio.

«...è stata tutta colpa tua.»

«Allora non sei in stato vegetativo.»

Romano provava ad alzarsi, con tanta difficoltà, ma tornava a sedere subito dopo: le gambe non le sostenevano, erano stanche e al britannico facevano male le proprie solo a guardarlo. Infondo, nonostante le ferite e la decadenza, era sempre Romano Vargas.

«È stata colpa tua. È stata solo colpa tua.»

«Ho fatto quel che meglio si prestava ai miei interessi.»

Manteneva un tono neutro e distaccato, disinteressato alle accuse mosse dall'altro, pur fondate nella realtà, mentre incrociava le braccia al petto e fissava la finestra.

«Hai fatto sempre le cose per i tuoi interessi. Hai sempre messo i tuoi interessi davanti a tutto e tutti.»

E dannazione quanto era vero. Aveva sempre messo avanti a tutto il suo impero coloniale. Non s'era fatto alcun problema a manipolare Feliciano perché colonizzasse il fratello, ed averlo finanziato e per sicurezza sistemato le proprie navi davanti Siracusa, erano state abili mosse per tenersi sottomessi sia il settentrionale sia il meridionale- soprattutto quest'ultimo.

«Eri diventato... un intralcio.»

«Un intralcio. Un intralcio

«Preferisci 'problema'?»

«Sei solo uno stronzo approfittatore. Un grandissimo stronzo figlio di-»

«Il mio impero è molto più importante della tua esistenza di nazione.»

L'ormai italiano stringeva con forza i pugni, pronto a tirar fuori qualsiasi insulto contro l'inglese, ma qualcosa lo bloccava: la delusione e la tristezza, la durezza di quelle parole, che unite a tutto ciò che era successo fino a quel momento lo gettava giù così tanto che lo costringeva a trattenersi.

«Te la farò pagare, per tutto quello che ci hai fatto.»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Ed anche oggi, come avevo detto, si rimane a tema storico, un po' più indietro.

Ammetto che questo è il prompt che preferisco, e probabilmente prima o poi dedicherò un'altra fanfiction a questo tema che mi sta parecchio a cuore. Spero sia piaciuto anche a voi~♥

Certo, avrei potuto trattare in qualsiasi litigo dato il carattere dei due tsundere, ma volevo un litigo serio. E pesante.

So che entrambi i personaggi possono risultare molto OOC, ma ho voluto trattarli in modo più crudo e “realistico” del solito.

La data è di poco successiva a quando Garibaldi è stato accolto a Londra (ovvero fino al ventisette aprile)

Non ho null'altro da dire, se non a domani, con la prossima flashfic|

 

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Capitolo 24
*** (24) Facendo pace ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(24) Facendo pace

 

 

Romano si lascia stringere dal braccio di Arthur, in un gesto che molto raramente gli concede fare. Sospira, muovendo le gambe quasi a scalciare le lenzuola bianche che coprono entrambi dalla vita in giù, mentre stringe tra le dita della mano destra quelle della mano dell'altro- come a volerlo costringere vicino a sé. L'inglese lo fissa con gli occhi e le labbra appena dischiuse, tipiche di chi si è appena svegliato e trova fastidiosa la luce mattutina.

«Lo sai vero che non possiamo continuare così?»

L'italiano sbuffa, aprendo gli occhi per guardare il compagno più che infastidito- odia che gli vengano fatte domande quando è ancora mezzo addormentato, soprattutto se si tratta di questioni ipoteticamente importanti.

«E tu lo sai, vero, che sei bravissimo a mettermi di pessimo umore sin di prima mattina?»

«Non lo sei già di tuo dalla nascita?»

Romano gli da un pugno sul petto, meno forte dei soliti, ma quel tanto che basta per far sussultare l'anglosassone e fargli rafforzare la presa in modo soffocante, quasi a dispetto per il colpo ricevuto.

«Non possiamo finire a letto ogni volta che litighiamo.»

«Perché no?»

«Sto parlando seriamente. Una nottata di sesso non risolve i nostri problemi relazionali. Non possiamo continuare a litigare e scopare, litigare e scopare, litigare e scopare. Dobbiamo parlarne davvero e sistemare la questione una volta per tutte, e-»

«Ma non cagare il cazzo e goditi il momento di pace.»

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Wella! Siamo al prompt ventiquattro, gente. Sempre più vicini al trenta.

Ho voluto distaccarmi dagli ultimi due temi, tornando alla solita stupidità che avvolge quei due.

E siamo anche tornati al presente attuale (?)~

Ci si vede domani col prompt 25 :3

 

 

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Capitolo 25
*** (25) Guardandosi negli occhi ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(25) Guardandosi negli occhi

 

 

Non si è mai chiesto cosa ci trovasse in Arthur di tanto speciale, né ha mai fatto tornare alla mente gli inizi di quella relazione che nonostante tutto prosegue dopo tutti quel tempo. Ha sempre lasciato scorrere come un fiume in piena i suoi sentimenti, in tutte le relazioni che ha intrecciato nei suoi secoli di vita, quasi senza mai porsi domande sul perché e il per come. Semplicente vive le cose per quel che sono, senza pensarci e senza metter freni di alcun tipo. Tuttavia ogni tanto il suo essere fiume impetuoso si arresta, e va in secca: si ferma a guardare l'inglese e ci pensa a come è finito in coppia con un tipo come lui. Eccome se ci pensa. Ma le risposte non arrivano mai, per quanto le cerchi in quei pochi momenti di riflessione che lo colgono all'improvviso.

Romano fissa sottecchi Arthur, i loro sguardi s'incatenano spesso l'uno all'altro per così tanto tempo da far inumidire leggermente gli angoli esterni- quasi gli ricordano i tempi in cui giocava con Feliciano a fissarsi a lungo negli occhi fino a quando questi non diventavano rossi-, ma in quel momento lo osserva senza che se ne accorga. Gli capita più spesso di quanto voglia e talvolta neanche ci fa caso. E quelle volte è Arthur a fargli notare che quel "sentirsi osservato" lo mette in parte a disagio- da un'altra parte si sente vagamente importante, ma quella è una delle tante cose che fa parte della lista "Ciò che mai dirò a Romano Vargas".

L'italiano si riscuote quando i suoi ambrati incrociano quelli appena sollevatisi del biondo. Forse dovrebbe smetterla di farsi venire quelle domande in mente mentre si perde negli occhi smeraldini del compagno, ché mai gli direbbe- come fa anche l'altro-, neanche sotto tortura, del perché a volte s'imbambola a guardarlo.

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Gli occhi verdi sono la cosa più bella di questo mondo.

Ve lo faccio sapere perché ne sono innamorata anch'io-

E anche Roma, obv, anche se non lo ammetterà mai. Troppo fluffuoso.

Gente, domani siamo al prompt 26 e questa storia è prossima al termine, piango male.

Grazie a Mizu_The little kiseki per la recensione e ciau!

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Capitolo 26
*** (26) Sposandosi ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(26) Sposandosi

 

 

«Dovresti smetterla di lasciarti influenzare così tanto da tuo zio. Sei un paese laico sì o no?» Arthur fissa l'italiano con le braccia incrociate al petto, facendo ticchettare le dita della mano destra contro l'avanbraccio. Certo, la sua dichiarazione magari non è stata la più romantica del globo, ma una risposta simile- tra le tante contemplate prima di quel momento- non l'aveva segnata in lista. Ci ha messo tanto a dir poco per prepare tutta quella situazione, e quella reazione l'ha spiazzato: quasi avrebbe preferito ricevere la scatola lanciata in un occhio ed un “bastardo!” tipico suo come risposta.

«Non è questione di Italia. È... è questione di me. Di Romano Vargas. Io non credo che-»

«Hai paura di dirglielo?»

«Che?! No! Assolutamente no...!»

«E cosa allora?»

Romano posa la mano su quella dell'inglese, quasi a voler calmarlo, interrompendo il gesto nervoso che compiono le dita sottili sul braccio. Come fosse un ordine silenzioso, l'indice e il medio del britannico si fermano e gli occhi verdi si alzano per incatenarsi a quelli dell'italiano. E dopo diversi secondi stira un lieve sorriso, così stranamente dolce per gli standard di Lovino che quasi stona con i tratti del viso a cui Arthur è abituato, ma che quasi gli fa tremare il cuore per quanto batte forte.

«Sì.»

Un solo e semplice sì. Una sola parola e due sole lettere in grado di cambiare completamente la vita di una persona. O di una nazione. E al diavolo Città del Vaticano, l'omofobia e il bigottismo, non ha intenzione di rinunciare a ciò che è stato capace di renderlo felice.

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Non so se Vaticano sia un personaggio canon, ma sono più che sicura che non sarebbe felice di questa unione.

Non sarò certo l'unica a pensarlo vagamente omofobo e bigotto, really?

E poi Iggy è stato scomunicato qualcosa come qualche (tanti) secoli fa.

Sicuramente non andrà a genio a “Zio Vaticano”

Il fatto che sia uno zio è chiaramente inventato da me.

Grazie a keyOfIceDxG per la recensione.

Detto ciò, ci si vede domani col prompt 27!

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Capitolo 27
*** (27) Ad uno dei loro compleanni ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(27) Ad uno dei loro compleanni

 

 

Arthur entra in casa e si chiude con forza la porta dietro di sé, quando solitamente la chiude con lentezza e senza violenza alcuna. Si sfila la giacca, lasciandola ricadere lungo le braccia e gettandola poi sull'appendiabiti con fare stanco. Quella è stata una giornata più che faticosa e impegnativa, ed ha tutte le intenzioni di farsi una doccia ghiacciata e gettarsi sul letto per dormire almeno quarantott'ore di seguito.

Non ha il tempo di far nulla, però, che sente un paio di braccia stringersi attorno a sé ed il calore di un corpo avvolgere il suo. Sussulta al primo contatto, per poi sospirare e decidere di lasciarsi andare: posa il capo sulla spalla dell'italiano e socchiude gli occhi. «Roma... sono stanco» borbotta con voce strascicata, massaggiandosi le tempie con pollice e il medio.

«Oh, quanto rompi le palle. E rilassati un po'.»

«Difficile farlo.»

«Se non ti rilassi come te lo do il regalo?»

Il britannico aggrotta le folte e scure sopracciglia, aprendo gli occhi per rivolgere uno sguardo confuso al compagno.

«Regalo?»

«... Dio santo, a te il lavoro fa proprio male. Sai che giorno è oggi?»

«Dovrebbe essere un giorno particolare?»

«Ma Cristo, sì!»

«Non ho voglia di indovinelli, dimmelo e basta.»

Lovino rotea gli occhi, spazientito, stringendo di più il corpo dell'inglese a sé. Avvicina le labbra all'orecchio dell'altro e quasi sussurra:

«Oggi è il ventitre aprile, Kirkland. E adesso se ti degnassi di seguirmi in camera da letto, potrò donarti il tuo regalo di compleanno.»

In un angolo della sua mente, Arthur si dice che dovrebbe rifiutarsi di seguirlo e allontanarlo con una spinta come ha spesso fatto, e riprendere il proprio programma mentale imposto appena messo piede in casa. Ma l'altra parte della sua mente e soprattutto le zone sud del suo corpo non sono per nulla d'accordo. Ed infondo è il suo compleanno- fa nulla che un piccolo vuoto di memoria l'abbia colto-, perché dover rifiutare il proprio regalo in modo tanto brusco?

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Mancano... tre prompt? Così poco? Davvero così poco T-T?

Mi si spezza il cuoricino in un modo che voi non potete capire.

Btw, ero indecisissima se optare per il compleanno di Romano o per quello di Arthurr.

Ma alla fine ho deciso per quello di Iggy.

A domani con il... terzultimo capitolo. Sì. Terzultimo.

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Capitolo 28
*** (28) Facendo qualcosa di ridicolo ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(28) Facendo qualcosa di ridicolo

 

 

Quella è la cosa più imbarazzante che gli sia mai successa in vita sua: e di cose imbarazzanti lui ne ha davvero vissute tante. Ma quella- quella- è la più ridicola in assoluto. E ripromette a sé stesso che mai e poi mai avrebbe conservato quella pessimissima abitudine di presentare i suoi ragazzi o le sue ragazze a quello che ormai è il suo ex-padrone. Non che sia in ottimi ed idilliaci rapporti con Spagna, ma quest'ultimo non si è mai arreso all'idea che il suo precioso niño fosse diventato indipendente e vivesse ormai lontano da lui. Ed eccolo in quel momento, seduto al tavolino di quel bar con il viso rosso come un pomodoro se dalla rabbia o dal profondo imbarazzo non si capisce, con Antonio seduto lì accanto lui che ha perso completamente la sua aria da sempliciotto. Sì, forse dirgli che il ragazzo con cui sta uscendo è nientedimeno che Arthur Kirkland è stata una tremenda idea.

«Devi tenere lontane le tue mani inglesi dal mio casto e puro bambino, lurido hijo de puta

«Guarda una cartina geografica, Spain. Il tuo “casto” e “puro” bambino non è più tuo da centoncinquantacinque anni.»

«QUESTO NON GIUSTIFICA IL TUO METTERE LE MANI SUL CORPO DEL MIO INCONTAMINATO FANCIULLO.»

Romano schiude le dita della mano destra, sbirciando lo spagnolo dalla fessura tra il medio e l'anulare con uno sguardo che se fosse visibile esprimerebbe tutto il suo disappunto per quell'affermazione: incontaminato fanciullo? Sul serio? Ma in che mondo ha vissuto Antonio fino a quel momento? Apre la bocca per ribattere, ma prima ancora di poter dire mezza parola si sente prendere per le spalle e scuotere violentemente: Antonio è entrato nella fase  di predica paternale e l'italiano inizia il rosario nella sua mente.

«Avrei accettato chiunque, mi Lovinito, chiunque! Francis, Gilbert, tuo fratello Feli. Avrei capito anche Ludwig!»- una smorfia sempre più ampia si allarga sul viso dell'italiano nel sentirli nominare e quasi il suo colore passa dal rosso al verde nel sentire il proprio nome accostato a quello del crucco. «... ma non lui! Non Arthur Kirkland!»

«Thank you so much, Spain

«Mi sarei offerto io al posto suo! IO!»

Romano sposta la mano alla bocca, nascondendola come se fosse davvero preso dal vomito alla sola idea di vedersi in un contesto amoroso con l'uomo che l'ha cresciuto e praticamente visto col pannalone addosso. «Piuttosto che offrire a lui la tua santidad a questo pirata!»

Arthur sbatte il pugno sul tavolino di metallo, guardando lo spagnolo, con le sopracciglia così tanto aggrottate che quasi fa paura- segno che l'aria da gentleman sta per andare a quel paese.

«Santidad un corno! Il tuo castissimo pupillo-»

L'italiano sbatte la testa contro il tavolo, il viso di un rossore mai visto prima da ambedue le nazioni: «STATE ZITTI TUTTI E DUE.»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Ventottesimo prompt! E con un personaggio che andava inserito per forza di cose: España.

Non sono una fan di questo personaggio- tutt'altro, ma mi sono sentita in dovere data la coppia.

Insomma: uno è il suo ex pargolo, l'altro l'ex arcinemico. E poi volevo esercitarmi con personaggi che non mi piacciono granché senza però sfociare nel bashing, che io in primis non sopporto. Una sorta di allenamento.

Ammetto che mi sono divertita non poco nello scrivere di questro trio/triangolo.

E poi, per quanto la Spamano sia la mia Notp NON LINCIATEMI, PLS mi piacciono in versione “padre geloso”-”figlio non-rompere-los-marones”

Chiedo venia per l'OOC di Spagna. Ooc pesante. Molto pesante.

Chiedo scusa anche per non aver ancora risposto alle recensioni- che ho letto e apprezzato. Cercherò di rimediare al più presto ♥

Grazie comunque ad Elisir86 e White Hurricane.

A domani col penultimo prompt! sigh

 

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Capitolo 29
*** (29) Facendo qualcosa di dolce ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(29) Facendo qualcosa di dolce

 

 

«Sei sporco di panna. Sopra il labbro. A destra.» gli fa notare Arthur, avvicinandosi a lui a passo felpato e notando soddisfatto il lieve sussulto dell'italiano nel sentirlo piombare senza preavviso nella cucina. Gli cinge i fianchi, senza però strattonarlo, limitandosi a far combaciare il proprio corpo col suo e a posare il mento sulla spalla di Romano. Quello sbuffa appena ripresosi dalla sopresa, senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro ed ignorando il commento dell'inglese: è impegnato con la torta, non può perdere tempo in stupidaggini.

«Ti avevo detto di non entrare in cucina mentre cucino. Ti avevo detto che in cucina non ci devi metter piede in generale.»

«Se ti lamenti ancora fai inacidire la panna, darling.»

Romano sbuffa una seconda volta, senza però allontanare il britannico da sé con un calcio, una gomitata o una testata come suo solito- dopotutto non gli da così fastidio quella presenza, né lo infastidisce il respiro di Arthur sulla sua pelle. In fondo anche lui non si presta così spesso a gesti simili e deve approfittarne, per quanto si sforzi di nasconderlo con quell'atteggiamento così scostante e burbero.

«Sei ancora sporco.»

«Non rompere i cogli-»

S'interrompe non certo per propria volontà, ma per la mano di Arthur che guizza rapidamente al viso e gli stringe le guance, quasi costringendolo a girare il capo. La lingua veloce giunge sul labbro superiore sporco di panna, ripulendolo in un modo tutt'altro che casto che fa imporporare le guance di Lovino. Trova adorabile quella reazione così pudorica da parte sua, e per quanto in certi contesti gli sembri inadatta, in quel momento gli fa piacere sapere di essere lui la causa di quel rossore.

«Effettivamente non è ancora acida...»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Domani sarà l'ultimo giorno. Sentite il crack del mio cuoricino?

E non ho ancora risposto alle vostre recensioni SONO UNA PERSONA SPREGEVOLE, IK.

Giuro che appena trovo tempo rispondo. Giuro.

Btw, che bellini che sono gli EngMano in tutto questo fluff, vero? Sono pucciosi oggi.

Ovviamente il prossimo sarà meno fluff e più porn, come ordina il prompt.

Sto cercando di prepararmi psicologigamente, people.

Grazie ad Elisir86 per la recensione e a domani!

 

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Capitolo 30
*** (30) Facendo qualcosa di porno ***


30 Days OTP Challenge EngMano

(30) Facendo qualcosa di porno

 

 

Una spinta e poi due. Tre, quattro, cinque. Sempre più veloci e forti, dal ritmo cadenzato e preciso di chi ben sa come muoversi. L'unico rumore che si sente è lo schiocco secco del bacino di Arthur contro le natiche dell'italiano, oltre agli ansiti di entrambi ed ai gemiti mal trattenuti- non possono farsi sentire, né destare alcun sospetto. Hanno solo un quarto d'ora di tempo, non possono sprecare quei pochi e preziosi minuti di pausa a loro disposizione. Romano sbatte il pugno contro il muro su cui si sostiene, mentre piega il ginocchio destro alla ricerca di una posizione più comoda. Sbuffa, mischiando un gemito più forte a quest'ultimo.

«Odio... questa posizione...» un altro gemito sfugge dalle sue labbra ed il pugno si stringe con più forza, calcando con le unghie i segni già presenti sul palmo.

«Ti da fastidio essere sottomesso così?»

Non lo vede, ma è sicuro che il britannico stia ghignando e la tentazione di colpirlo con un calcio proprio lì sotto lo attanaglia tremendamente. Tuttavia una spinta più forte lo fa desistere e non riesce a trattenere il gemito che ne consegue, causando l'appagamento del compagno.

«Suvvia Romano, non vorrai farci... scoprire.»

«Stasera in albergo te la faccio pagare, stronzo- AH!»

Un lieve fascio di luce illumina lo stretto sgabuzzino e le figure dei due, bloccando improvvisamente non solo i pungenti botta e risposta tra loro, ma anche il movimento compiuto dall'inglese fino a quel momento- causando nell'italiano un gemito di frustrazione che in un'altra situazione avrebbe fatto sorridere l'inglese. È piuttosto difficile però sorridere quando vieni beccato insieme al tuo ragazzo nel bel mezzo di una sveltina durante la pausa-meeting.

«...»

«Lukas-» tenta di spiegare la situazione Arthur con fare diplomatico, per quanto si possa essere diplomatici quando la tua erezione è all'interno del bel corpo del tuo fidanzato con cui non ti vedi da mesi. Lovino nasconde il viso rosso per l'imbarazzo contro l'avanbraccio, mentre borbotta una serie d'insulti in un dialetto stretto- se rivolti all'inglese o al norvegese non si capisce.

Quest'ultimo non si scompone minimamente a quella vista, come se ci fosse abituato e ormai la cosa non lo tangesse più. Con una nonchalance disumana ed il viso che non cambia di una virgola, quasi non avesse visto nulla, richiude la porta esattamente come l'ha aperta. Passano diversi secondi di silenzio appena la porta si chiude silenziosamente davanti alla coppia.

«... Era solo Norvegia, per fortuna.»

«È STATA TUTTA COLPA DEI TUOI GEMITI, BASTARDO!»

 

 

 

˙·٠•●♥ Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥●•٠·˙

Provavo l'esigenza di ficcare Norway in quest fanfiction. Chiedo venia.

Voi non immaginate i numerosi stati d'animo che si aggirano nella mente della sottoscritta: è stato difficile mettere la spunta su “completa?” per pubblicare l'ultimo capitolo. Passano così in fretta trenta giorni!

Dedico questo spazio a tutti coloro che hanno seguito questa raccolta:

da chi ha recensito, a chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite, a chi ha letto silenziosamente.

(E grazie alla mia discepola che dava una mano da dietro le quinte ♥)

Sono orgogliosa di questa piccola challenge e sappiate solo che infesterò questo fandom con altre EngMano (e anche altre ship con Romano che nessuno si caga ma che fono belliffine) quindi non libererete tanto facilmente di moi.

Adieu! Mi sono presa coi francsesismi

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