Ginny

di esthernathalie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Morte ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Tra rabbia e dolore ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Una Profezia. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Io e lui-Vivere ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Mezzo ritorno ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Ai Tiri Vispi Weasley ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Wow ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Morte ***


 



Ero in camera mia, alla tana, quando fui chiamata per colazione. Scesi di sotto, e prima ancora di arrivare in cucina mi bloccai, sentendo la voce di Harry. Lui era qui. Gioia fu la mia prima reazione, gioia e amore, la seconda fu determinazione.
Non sarai con me, aveva deciso Harry. Voldemort ti potrebbe usare come esca, di nuovo. È troppo pericoloso…
Determinazione. Alzai il mento e entrai.
-Ciao … Ron… Fred… George… Hermione! Harry! Che bella sorpresa!
Ci salutammo e presi posto vicino Hermione. Dopo mangiato, Hermione mi informò:
-Harry ha lasciato i Dursley.
-Oh!- feci io.
-Sì- disse Harry -io, Ron ed Hermione abbiamo lasciato la scuola, la McGranitt ci ha dato il permesso.
-No, Harry, - lo corressi –devi dire io, Ron, Hermione e Ginny abbiamo lasciato la scuola.
-Ginny… no, insomma… e poi la McGranitt ci ha dato il permesso, a me, Ron ed Hermione. Non puoi, tu.
-Spiacente Harry- dissi con sarcasmo –ma vedi, mi sono arrangiata. Ho anche io il permesso.
Già, avevo mandato un gufo alla Preside, che aveva risposto con una lettera breve e triste:
Non posso dirti di No. Va, ma sii prudente…
Mi guardai intorno. Harry stava aprendo la bocca per protestare, ma lo precedetti.
-Harry, ti prego… non posso star qui a far niente, quando tutti attorno a me muoiono, non potrei mai seguire una lezione a scuola, sapendo che in quel preciso momento voi potreste venire uccisi da tu-sai-chi! Da V-Voldemort! Non posso abbandonarvi, oh, lo so, io sono solo Ginny, la piccola Weasley, potreste benissimo fare a meno di me, ma non voglio essere passiva, non mi interessa se sarò in pericolo, ho preso la mia decisione: io combatto, per vendicare Bill, papà, Silente, Cedric, Sirius , per me, per un futuro senza V-voldemort! - conclusi ancora più determinata, dopodichè voltai le spalle a tutti e salìi in camera mia.
-Aspetta!- Fred e George mi raggiunsero.
- Adesso avete anche paura che io sali le scale da sola?!- sbottai arrabbiata.
- Sì, cara la nostra Ginny: abbiamo incorporato delle caccabombe-a-spruzzo nell’ultimo scalino!-
Caccabombe… a spruzzo?
Scoppiai a ridere… i miei fratelloni! Certo, voglio molto bene anche a Ron, Charlie e Bill(Percy invece è un vero idiota), ma Fred e George…
-… no, davvero, guarda, l’abbiamo inventata noi…
stavano dicendo, -… ora ti facciamo vedere com’è, su chi la possiamo provare George? Ho trovato! - e con un ghigno Fred alzò la bacchetta e disse:
-Accio Grattastinchi!
Un attimo dopo il gattone sfrecciava fuori dalla cucina miagolando impazzito… Fred disse un'altra formula e lo fece atterrare…
Pppfffrrooout… L’ultimo scalino scoppiò, rivelandosi in pratica un contenitore di varie “caccabombe”, che al posto di scoppiare imbrattando da tutte le parti erano arginate in un unico spruzzo di popò che inseguì Grattastinchi per un minuto buono. Anche la puzza braccò unicamente il povero gatto, risparmiando tutti gli altri.
Ero piegata in due per il gran ridere,con una mano davo dei colpetti leggeri sulla spalla di un’Hermione che cercava di tranquillizzare un Grattastinchi impazzito, con l’altra ero aggrappata a George, anche lui in preda alle convulsioni. Fred,Harry e Ron sghignazzavano anche loro, incapaci di fermarsi nonostante avessero di fronte la mamma paonazza come i suoi capelli(per la rabbia, non perché rideva… )quando…

-Ma che bel quadretto familiare… - Una voce gelida.
-Ssì, Potter… ssei felice? Contento?
Una risata acuta. Poi sentii dita lunghe e sottili afferrarmi per il collo. Dita fredde di Voldemort.
-Harry Potter… io odio la felicità, dovresti saperlo. -
-Non osare toccare nessuno di loro, mostro, o ti deturpo la faccia finché non sarà peggio di quella di Bill! - Strillai rabbiosa, divincolandomi.
- Oooh, la piccola Weasley… vuoi molto bene a Potty, eh? - Mi lasciò andare e poi sibilò: -Crucio!-
Caddi a terra, rantolando dal dolore. Voldemort abbassò la bacchetta, annoiato, e io faticosamente mi rialzai, ansimando. Simultaneamente, Harry, Ron e la mamma alzarono la bacchetta e la puntarono sul mago oscuro, che però sparì con un forte crac! per poi riapparire in un punto dietro di noi.
- Questo è tutto quello che sapete fare? - una risata, poi Voldemort alzò la bacchetta e urlò:
-Avada Kevadra! - Poi sparì.
Un grido, stridulo.
-Mamma!- gridai allarmata, poi la raggiunsi e per un attimo smisi di respirare. Era in piedi davanti ai corpi immobili di Fred e George. Perse la coscienza e cadde svenuta. Mi precipitai. Voltai il corpo di George: cercai un battito, un alito di vita: niente.
Voltai Fred,disperata: battito, ma sempre più debole.
-Fred, Fred! Mi senti? - chiesi tra le lacrime.
-Ginny… sì… - sorrise. Non era il suo solito ghigno.
-Ginny… sai cosa dovrai fare quando sarai di fronte a Voldemort?
-Sì, Fred, lo ucciderò! - ringhiai.
-No Ginny, s… sarà Harry, lui… ad ucciderlo… tu… gli lancerai una caccabomba-a-spruzzo
Risi fra le lacrime.
-Te lo prometto. Vi voglio bene Fred, dillo a George…
-Sì… glie lo dico…
E Fred morì.
Passi. Di corsa arrivarono anche gli altri.
Harry si bloccò paralizzato.
-George! Fred! - con un urlo strozzato Ron cadde a terra.
Fu l’ultima cosa che vidi, dopodichè la vista mi si appannò e assente sprofondai nell’oblio.
.
..
...
Occhi vivaci, risa… poi luce verde… risata, ma stavolta fredda, gelida… e poi di nuovo buio.
...
..
.
Mormorii, voci confuse. Aprii gli occhi.
-Ginny, come ti senti? - era papà.
Guardai il suo volto stanco, tirato.
E, come una pugnalata, mi tornò in mente tutto.
Annaspai. Mi aggrappai convulsamente al braccio di papà.
Gli occhi spalancati, colmi di orrore.
Incredula.
E gridai, gridai e gridai, ma poi non ebbi più fiato, e mi accasciai.
-Fred… George… ditemi che è solo uno scherzo… si, uno dei tiri vispi Weasley… vi prego… non siete morti… morti…
Morti. Sì, erano morti, lo sapevo

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Tra rabbia e dolore ***


.

..

Occhi vivaci,risa…poi luce verde…risata,ma stavolta fredda,gelida…e poi di nuovo buio.

.

..

Mormorii,voci confuse. Aprii gli occhi.

-Ginny,come ti senti?-era papà.

Guardai il suo volto stanco,tirato.

E,come una pugnalata,mi tornò in mente tutto.

Annaspai. Mi aggrappai convulsamente al braccio di papà.

Gli occhi spalancati,colmi di orrore.

Incredula.

E gridai,gridai e gridai,ma poi non ebbi più fiato,e mi accasciai.

-Fred…George…ditemi che è solo uno scherzo…si,uno dei tiri vispi Weasley…vi prego…non siete morti…morti…-

Morti. Si,erano morti,lo sapevo.

 

Papà se ne stava accasciato,piangeva.

Io lo guardavo. Loro erano morti. Lenta,inarrestabile,arrivò la rabbia, così tanta che furibonda uscii,correndo,travolgendo Harry che se ne stava impalato e atono in corridoio.

Giunta in giardino mi fermai,rigida.

Gettai il capo all’indietro e gridai con quanto fiato avevo in gola.

-VOLDEMORT!-

-VOLDEMORT!- Ruggii. –COME HAI OSATO!MOSTRO!GIURO CHE TE NE PENTIRAI!LO GIURO!BRUTTO SUDICIO BASTARDO!-

Harry,Ron,Hermione,mamma,,Bill,Charlie,Percy…tutti in giardino,a guardarmi.

Improvvisamente mi sembrò che uno spillo,no,tantissimi spilli,mi trapassassero la testa. Boccheggiai,ma poi strinsi i denti e non mi lasciai sfuggire un urlo.

Sentì la sua voce sibilare.

-Oooh,hai fegato,piccola ssstupida Weasley. Ho ucciso i tuoi fratelli,e morirai anche tu. Ma ora una piccola lezione: Lord Voldemort non accetta insulti.CRUCIO!-

Dolore,di nuovo,ma poi rimasi in piedi,con determinazione: la mia furia mi sosteneva. Non mi sarei piegata,non davanti a quell’assassino.

Il dolore durò a lungo,ansimavo,ma con le labbra strette resistetti.

La maledizione mi lasciò,e per un attimo vidi la sua faccia. Stupita. Poi se ne andò.

-Ginny! Oh Ginny cara, come stai?-Mamma,apprensiva e agitata. Bill mi salvò.

-Lasciatela in pace,Ginny,vuoi andare in camera tua?—

-Si…grazie…-me ne tornai dentro. Passando scoccai ad Harry un occhiata.

-Ginny- cominciò,ma io lo superai.

Salii le scale e mi fermai davanti alla porta della mia stanza,incerta,poi mi venne un idea.

La mezz’ora successiva la passai facendo la spola tra la mia camera e quella dei gemelli.

Quando ebbi finito scesi di sotto e annunciai:

-Mi sono trasferita nella stanza di fred e george…-

Mamma aggrottò la fronte,poi sospirò triste.

-Si,ma credo che prima dovremmo buttare via tutte quelle cianfrusaglie che…-

-Mamma,non ho intenzione di buttare via niente che sia appartenuto a loro!-sbottai.

-io…-una lacrima le scivolò sulla guancia.

-oh,mamma…mi dispiace…-

-no ginny,non è colpa tua…solo…potrei rimanere sola?-chiese con voce tremula.

Annuii piano,capendo,e col cuore piccolo tornai sopra. Entrai nella loro camera. C’era la finestra,da cui entrava un debole raggio di sole che illuminava i due letti gemelli ancora sfatti. Due scrivanie disordinate stavano dall’altra parte della stanza,e sul pavimento giacevano calzini,gelatine tutti i gusti + uno,fogli,cioccorane,globbiglie e…due bacchette.

Rimasi impalata a fissarle. Dunque erano disarmati quando colui che non dev’essere nominato gli aveva assassinati.

Piansi,di nuovo,ma,di nuovo,le lacrime finirono,e non mi restò altro che il dolore. Persi nuovamente coscienza.

.

..

Occhi vivaci,risa…poi luce verde…mani che cercano le bacchette…dove sono le bacchette?…risata,ma stavolta fredda,gelida…e poi di nuovo buio.

.

..

Mi svegliai un’ora dopo,alle undici. Mi alzai indolenzita,il pavimento non era certo morbido,e guardai nuovamente le due bacchette. Mi imposi di non versar lacrime,dovevo essere forte,dovevo onorare la loro memoria. Rispettando la promessa.

 

-Ginny…sai cosa dovrai fare quando sarai di fronte a Voldemort?-

-Si,Fred,lo ucciderò!-ringhiai.

-No Ginny,s…sarà Harry,lui…ad ucciderlo…tu…gli lancerai una caccabomba-a-spruzzo…-

 

Già,caccabombe a spruzzo…dov’erano?Al loro negozio di scherzi magari…Una nuova fitta al cuore. Che ne sarebbe stato del loro negozio a Diagon Alley? Scacciai il pensiero e scesi in cucina. In silenzio aiutai mia madre a preparare il pranzo.

-Ginny…-disse,mentre io applicavo un’ incantesimo autorimestante al minestrone(Dato che non sarei tornata a scuola la McGranitt,con il ministero,aveva convenuto ad assolvermi dalla regola “Magia vietata ai minori fuori da Hogwarst”).

-Ginny…io…te la senti di dire a Dean e agli altri Grifondoro che…a dare l’annuncio? Dì che il…il funerale sarà fra due giorni. Avvisa anche i professori e quelli dell’ordine,per favore,papà non…non ne ha avuto la forza. -concluse con un profondo tremulo respiro.

-Sì,va bene.-

-Grazie cara. Vai,adesso.-

Salii nella loro Camera. Mi sedetti alla scrivania per fare una lista delle persone da contattare,e di nuovo un nugolo di lacrime mi salì agli occhi. Le ricacciai indietro e cominciai.

DA CONTATTARE                                                            MODI

-Lee Jordan                                                                      -Polvere volante

-Dean                                                                                  -Scopa

-Hagrid                                                                -gufo

-Seamus

-La McGranitt

-Neville

-Tonks

-Lupin

-Percy

-Angelina Johnson

-Katie Bell

-Alicia Spinnet

-Luna

-Oliver Baston

-Dobby                                                              

 

Per Baston,Tonks,Lupin,Dean,Seamus,la McGranitt,Hagrid,Dobby,Luna,Neville,Angelina,Katie e Alice utilizzai il metodo via gufo.

Posai la piuma.

Rimanevano Lee e Percy.

A loro dovevo dirlo di persona. Avrei usato la scopa.

Lee. Prima lui,il loro migliore amico. Non abitava molto lontano.

Scesi,avvisai mia mamma e andai al ripostiglio,poi mi fermai. Io non avevo una scopa. Presi quella di Fred e mi alzai in volo. Sfrecciai veloce nell’aria,i capelli al vento,nel mio elemento.

In vista della casa di Lee planai dolcemente.

-Ginny! Voli bene quasi quanto me!- Ridacchiò lui,raggiungendomi,-Uh,vedo che hai la scopa di Fred,quasi quasi vado a dirgli che l’hai rubata!-

Gli occhi,per la quarta volta in quella mattina,mi si riempirono di lacrime. Scossi la testa.

-Lee,no…non puoi più dirglielo…n…non puoi più…più…-singhiozzai,incapace di continuare.

-Ginny? Che cosa stai dicendo?!- La sua voce tradiva un panico crescente.

-Sonomorti…morti,Lee…s…sonomorti….-

-…-

-Morti…-mormorai distrutta.

-…no…-disse con voce strozzata.

-NOOOOOOO!-si accasciò.

-Lee!-La signora Jordan uscì di corsa,attraversò il giardino e mi si piantò di fronte.

-Cosa gli hai fatto?!-

-N-niente signora…sono morti i suoi migliori amici…i miei fratelli.-

-Fred e George?!-annuii in silenzio. Si portò una mano alla bocca.

-Mi dispiace…mi dispiace tanto…-sussurrò.

-Porti dentro Lee…il funerale è fra due giorni alla tana…-

Montai sulla scopa e decollai,diretta da Percy,che ora abitava a Hogsmeade. Il vento asciugò le lacrime e placò il dolore. Mi concentrai. Percy. Ora lui,mio fratello.

Arrivai davanti alla sua porta e bussai. Mi aprì.

-Oh…eh…Ginny. Se ti ha mandato papà puoi anche…-

-Percy, piantala di fare il bambino,sai benissimo che tu-sai-chi è tornato,e faresti meglio a chiedere scusa a Harry e papà!-sbottai,e lui borbottò:

-Bene,entra pure.-

Mi guidò in un salottino ordinato e mi sedetti di fronte a lui.

-Percy,tu…tu ci credi che V-voldemort è tornato?-

Vidi che stava per ribattere e gli lanciai un’occhiata di fuoco,

-Lascia stare l’orgoglio,ci credi o no?-

-Sì-

-Bene- esitai,poi decisi di andare al sodo.

-Il fatto è che…stamattina tu-sai-chi è venuto alla Tana.-

Percy sgranò gli occhi.

-si…ha…ha ucciso Fred. E George.-

Emise un suono strozzato e si aggrappò al bracciolo della poltrona.

- Perce… -

Ma era già svenuto. Uscii,furiosa con colui che aveva fatto tutto ciò, e volai fino alla tana.

Appoggiai la scopa alla parete di legno della rimessa sgangherata e rincasai.

Stavo andando nella mia camera quando passando davanti alla cucina udii la voce di Kingsley pronunciare il mio nome. Mi fermai. La porta era socchiusa,così sbirciai. Cerano mamma,papà,Lupin,Kingsley e la McGranitt.

-…Quello che non capisco è come ha fatto Ginny a resistere così a lungo alla maledizione cruciatus. E impossibile. Per 15 minuti!-

Mamma sospirò.

-Il fatto è che…

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Una Profezia. ***


-… Quello che non capisco è come ha fatto Ginny a resistere così a lungo alla Maledizione Cruciatus. È impossibile. Per 15 minuti!
Mamma sospirò.
-Il fatto è che… Ginny è l’unica figlia femmina di sette fratelli per sette generazioni. Ed è nata nel settimo mese, il settimo giorno.
La McGranitt si portò una mano al cuore.
-Per la barba di Merlino, questo vuol dire che… è lei?!
Mamma e papà annuirono.
-Di cosa state parlando? - Chiese Lupin.
-C’è… una profezia. È stata fatta da Sibilla Cooman, subito dopo la caduta di Voi-Sapete-Chi:
Subirà grandi dolori, e il suo cuore piangerà.
La settima di sette generazioni, nata il settimo giorno del settimo mese.
Avrà la volontà di ghiaccio e la forza del leone.
Il suo potere sboccerà quando l’Oscuro Signore la metterà alla prova per la terza volta.
Sarà colei che supererà i confini della magia conosciuta.
Colei che sarà ricordata.
Calò un silenzio assorto, e io staccai l’orecchio dalla parete. Salii in camera e mi sedetti, pensierosa. Io quella della profezia? Assurdo.
Eppure… in effetti ero nata il sette luglio. E avevo appena perso i gemelli, Sì, il mio cuore piangeva.
Ma non avevo alcun potere anomalo. Come faceva?
Il suo potere sboccerà quando l’Oscuro Signore la metterà alla prova per la terza volta.
La terza volta, vediamo un po’… la prima al primo anno, quando ero stata posseduta.
La seconda… Sì, ecco, Voldemort aveva usato la Maledizione Cruciatus su di me… prima della morte di…
Bene. La terza volta… di nuovo la Maledizione Senza Perdono, un paio di ore fa in giardino.
Ecco, la terza volta era passata, quindi se io ero la ragazza della profezia avrei già avuto dei poteri incredibili, e io non mi sentivo diversa. Ma restava il fatto che, come aveva detto Kingsley, avevo resistito all’anatema di Colui Che Non Deve Essere Nominato per un quarto d’ora. Dapprima avevo provato una sofferenza immensa, per circa cinque secondi, poi si era fatto tutto più sopportabile, anche se il dolore non era affatto sparito. Era in quel momento che ero cambiata? Come scoprirlo? Sospirando diedi qualche crocchetta pigmica ad Arnold la puffola, che pigolò soddisfatta, poi, senza pranzare, mi addormentai nel letto di Fred.

Il giorno successivo fui svegliata dal gufo che portava la Gazzetta del Profeta. Assonnata lo pagai e sfogliai il giornale. Mi bloccai. A pagina tre campeggiava una foto che ritraeva i gemelli.
“Morte di due ragazzi, servizio esclusivo a cura di Rita Skeeter” diceva il titolone.
“Le vittime sono due gemelli Weasley. Si presume che sia stato Voi-Sapete-Chi l’assassino. La domanda da porsi è questa: Colui Che Non Deve Essere Nominato ha agito solo per crudeltà o c’è una ragione precisa dietro questo attentato? Dolores Jane Umbridge, sottosegretario anziano del ministro della magia nonché ex Preside di Hogwarts, ci illumina con le sue brillanti teorie.
R.S: Dolores, lei, in qualità di ex preside della scuola di stregoneria e magia di Hogwarts conosceva Fred e George?
D.U: Oh, devo dire che li conoscevo bene.
R.S: Dunque lei cosa pensa, ci sono delle ragioni dietro la loro morte?
D.U: Molto Bene! Sì, personalmente credo di Sì. Vede, ho il forte sospetto che i gemelli erano stati dalla parte di Tu-Sai-Chi!
R.S: Da cosa deriva questa sua accusa?
D.U: , nella mia breve carriera di Preside sono accaduti… fatti. Sono stata costretta a espellerli dal Quidditch poiché avevano malmenato un povero ragazzo… hanno riempito un corridoio di Hogwarts con melma fangosa... magia oscura, senz’altro. E una volta hanno bombardato la scuola con... fuochi dentifricio, si chiamano così? Sì, , con quelli, che hanno messo in serio pericolo gli studenti e il corpo docenti. Inoltre devo dire che non hanno mai avuto dei voti… ehm… belli.
R.S: Dunque secondo lei erano al servizio di Colui Che Non Deve Essere Nominato… ma, dunque, perché Lei-Sa-Chi gli ha uccisi?
D.U: Beh, erano giovani, e presto devono essersi accorti che, schierandosi con Tu-Sai-Chi erano dalla parte sbagliata. Avevano due possibilità: uccidere o essere uccisi. Scelsero valorosamente la seconda opzione, rendendo noto a tutti, avrà notato lo slogan ardito del loro negozio, che erano contro il male, ora, fianco a fianco col ministero.
Posai il giornale, nauseata. Fred e George Mangiamorte? Fred e George col ministero? Di tutte le cretinate…
Scesi per colazione.
-Ginny… posso parlarti?
Seguii Harry nel ripostiglio. Giunti a destinazione mi voltai e lo guardai. Mi aveva lasciata. Non voleva che partissi con lui. Per quanto lo amassi, mantenei un espressione distaccata.
-Ginny
-Cosa Harry? Non posso venire con voi? Sono troppo piccola? Sarei in pericolo? Il terribile Voldy mi ucciderebbe, sapendo che ti amo? Lo sa già, Harry, l’hai sentito?
-Sì, l’ho sentito- ringhiò lui, ricordando gli avvenimenti di ieri.
-E allora- lo spronai - Perché non posso venire? Lo so che voi tre avete combattuto contro Voldemort, ma non siete i soli! Chi è che è stata posseduta? Io. Chi ha subito la Maledizione Cruciatus per due volte? Io! Lo so benissimo a cosa vado incontro, sono pronta, anche a morire, e…
-Ginny, lo so. Lo so che sei più coraggiosa di Ron. Lo so che sei forte. Ma non puoi… non voglio…
-Perché?!- sbottai.
-Perché… Lo... lo sai il perchè. - Lo guardai. Anch’io ti amo, ma ti sto forse impedendo di partire? Avrei voluto dirgli. Invece lo baciai.
-Ti amo anch’io Harry.
Ci scostammo.
- Va bene, ti lascerò partire, non verrò con voi. - dissi infine. Ma vi seguirò… Aggiunsi mentalmente.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Io e lui-Vivere ***


Harry mi ribaciò,quel pomeriggio. Io risposi con una sorta di disperazione, dentro di me sentivo il gusto amaro dell'inganno.

-Ginny...- mormorò lui alla fine. -Mi ero ripromesso di non baciarti più.

- Lo so.- sospirai. Rincuorato dal mio atteggiamento e dal fatto che non mi fossi messa a sbraitare riprese, stavolta più sicuro.

- Questo... non è niente.- Gli costava molto dire quelle parole, sentivo la tensione nella sua voce.

-Harry, per me questo bacio vuol dire che ti amo, e che mi ami. Non è come quando ho baciato Dean o Tom Riddle...

Lo vidi irrigidirsi, gli occhi improvvisamente cupi. Lo fissai incredula. Se mi fissava così voleva dire che... non aveva ancora capito che con Dean... decisi che era ora di chiarire.

- Scemo!- sbuffai. Lui mi guardò aggrottando la fronte. Rincarai la dose.

-Troll! Come fai a credere... Hai ragione, con Tom mi sono baciata, ma ero posseduta! E con Dean...- Una lacrima scese lungo la mia guancia.

- Con gli altri ragazzi... quando baciavo... ma non lo capisci che era te che amavo? Ero disperata! E poi tu che... con Cho... Avevo visto che rimanevi nella stanza, e che rimaneva anche lei... Tu non... Vi ho visti Harry, lo sai? La Stanza delle Necessità ha fatto apparire un guardaroba vuoto e io mi sono nascosta, e dallo spiraglio ho visto... Per Merlino, se quell'armadio non era insonorizzato il mio pianto si sarebbe sentito anche dalla capanna di Hagrid...

Harry mi abbracciò, e pian piano mi calmai.

- Harry...- ripetei. -Questo bacio...- scostai il viso dalla sua spalla e lo baciai teneranente.

- Questo bacio vuol dire che ti amo. E... Lo diceva anche Silente che l'amore è una cosa preziosa e potente. E tu vuoi lasciarmi qui, quando sono sicura che con l'amore che proviamo l'uno per l'altro riusciremmo a...

-NO!- si ribellò. -Non dobbiamo più frequentarci, non possiamo! E ricorda, me lo hai promesso, che non verrai con noi!- Esitai. Se gli dicevo anche della profezia magari mi lasciava venire... Ma no, l'avrei seguito, era troppo cocciuto per accettare.

Lui notò la mia espressione corrucciata, e come leggendomi nel pensiero disse, stavolta più dolcemente:

-Ginny, non è testardaggine, è amore.

Avvicinò il viso al mio, ma all'ultimo momento si bloccò.

-No, adesso basta. Non possiamo. - E con queste parole se ne andò dentro, lasciandomi in piedi, con gli occhi ancora chiusi e una lacrima imprigionata fra le ciglia.

***

 

Stavamo cenando in silenzio. Cosa strana, dato che eravamo in nove. Eravamo tutti tesi. Mamma si tratteneva dal piangere, Percy guardava il suo piatto con occhi vuoti. Incrociai lo sguardo di Hermione. Anche lei non sopportava quel silenzio opprimente. Dovevamo fare qualcosa. Posai rumorosamente il cucchiaio sul tavolo, per richiamare l’attenzione.  Gli occhi scavati di Ron mi guardarono.

-Ron, perché fai così?

Il suo labbro tremò visibilmente.

-Sono morti. Ginny, te ne sei resa conto? Morti.

Implorai con gli occhi Hermione, io non ce la facevo a continuare, un groppo in gola mi aveva improvvisamente preso e aggrovigliava le mie parole. Continuò lei.

-Si, Ron. Sono morti. È vero. Ma no

i siamo vivi.

La voce di Charlie arrivò rabbiosa. -E allora cosa dobbiamo fare? Saltare di gioia al pensiero che non li vedremo mai più?

-No. Ma siamo vivi, non dobbiamo dimenticarlo.

-Preferirei essere morto.- disse Bill con voce spenta. Ci fu un lungo momento di silenzio, poi Charlie e Ron annuirono, d’accordo col fratello.Anch’io annuii. Volevo morire, rivedere i volti di Fred e George, fuggire da quella realtà orrenda. Hermione si alzò veloce, rovesciando la sedia, fece il giro del tavolo e mi schiaffeggiò con forza.

-Per l’amor del cielo, Ginny! – Mi disse con la voce incrinata dal pianto. Ron la guardò con occhi assassini.

-Non capisci- mormorò. –Non capisci il nostro dolore.

-Si che lo capisco. Lo provo anche io, Ronald. Ma siamo vivi, Merlino non lo capite? Ascoltate. I gemelli sarebbero contenti di vedervi così, con gli occhi gonfi e l’espressione vuota? Sapete com’ erano. Allegri. Non dobbiamo ridurci così, loro non vorrebbero.

Le sue parole stavano pian piano facendo effetto. Aveva ragione. Un sorriso incerto mi illuminò il viso. Dovevmo vivere in allegria. Dovevamo combattere la disperazione.

Il resto della cena si consumò in silenzio, ma stavolta l’aria non sapeva di disperazione, ma di una nuova determinazione, di nuove incerte speranze di vita.

Finii la zuppa e feci per salire, quando la voce di mia madre mi richiamò.

-Ginevra, vieni qui.

Non è mai un buon segno quando pronuncia il mio nome per intero. Mi girai e lentamente la seguii in corridoio.

-Volevo chiedere... Ricordi quello che hai detto ieri mattina?-

Oh, cavolo. Perché non avevo tenuto la bocca chiusa?

-Cosa ho detto, mamma?- chiesi con voce angelica e innocente. Lei assottigliò lo sguardo.

-Hai intenzione di partire con Harry, Ronald ed Hermione. Ora, per quanto Minerva ti abbia dato il permesso, non intendo affatto lasciarti partire. Merlino, pur di... –la interruppi.

-Mamma, non partirò.

-Come?-Mi guardò, perplessa del fatto che avevo ceduto così facilmente.

-Harry non vuole- Mi sentii un verme nel dover mentire pure a lei, ma se già tentava di impedire la partenza ad Harry non osavo immaginare cosa mi avrebbe fatto per ostacolarmi. Mi avrebbe richiuso in soffitta, probabilmente.

-Harry non vuole… - Mi fissò incredula, con una nube di sospetto negli occhi. -E da quando tu obbedisci ad Harry? No, aspetta… state insieme?

Sgranai gli occhi.

-E tu come lo sai?!

- Beh sai, Ronald parla nel sonno… - disse sorridendo. La scrutai di sbieco. Non era arrabbiata. Bene.

- Da quando? – disse curiosa.

- Dal mio quinto anno… ma adesso non lo siamo più, non vuole mettermi in pericolo- Dissi con una smorfia.

- Bene, vedo che un po’ di sale in zucca ce l’ha quel ragazzo. Vado , devo pulire la cucina. E per l’amor del cielo, non azzardarti a fare cose tipo scappare di casa e metterti a inseguire il tuo Harry!- Disse ridendo. Per fortuna stava già camminando e mi dava la schiena, altrimenti avrebbe notato il rossore sospetto che si era impossessato delle mie guance.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Mezzo ritorno ***


Quella sera unii i due letti gemelli e mi stesi di traverso, per metà nel letto di Fred e per metà in quello di George. Fred… Ge… vi vorrei qui… sussurrai, poi mi addormentai.
-Ginny… ehi, Ginny
-Mmmpfh… - borbottai assonnata.
-GINNY!
-AAAHH! - balzai a sedere. Poi, insonnolita, chiusi di nuovo gli occhi.
Qualcosa di freddo, bagnato e gelido mi attraversò.
-MA CHE CA… - Scattai in piedi.
-Scusa Ginny, ma non ti volevi svegliare, così ti ho attraversata! - rise… no… quella voce…
Terrorizzata mi voltai. E mi trovai davanti…
-Fred… - dissi con un filo di voce.
-Nooo, io sono George- sbuffò il fantasma, offeso.
-George… - dissi con un filino di voce.
-Ha! Te l’ho fatta! Io sono Fred!
-Fred… - dissi, e la mia voce ormai era un filo davvro MOLTO fine. Lui mi guardò, chiaramente preoccupato sulla mia salute mentale.
Mi sedetti. Pian piano l’autocontrollo tornò. Fred è un fantasma.
-Tu… tu sei un fantasma… - dissi esitante.
-Bè, se non ci credi posso sempre attraversarti di nuovo, così ti renderai conto che non stai sognando! - sbuffò lui, divertito. Sorrisi alla battuta. Fred, il mio Fred. Ebbi l’istinto di abbracciarlo, ma era incorporeo, così restai seduta.
-Do… dov’è George? - chiesi. Sul suo volto passò un ombra.
-Lui… è… andato avanti. - sospirò.
-Tu… perché sei tornato?
-Dovevo, ci sono delle cose che devo dire e… ma avrei voluto continuare con lui…
-Mi dispiace… - sussurrai, ed era vero, mi dispiaceva che si erano separati. Come leggendomi nella mente Fred disse, un po’ più allegro:
-Ma vedi, io e lui siamo gemelli, e cio crea un legame fra noi anche da morti. Io in questo momento posso vederlo e posso parlargli… - disse, assorto. Restò un po’ in silenzio, probabilmente stava chiacchierando con George, perché vidi che si alternava in smorfie divertite e facce assorte.
-Cosa ti dice? - azzardai.
-Ha incontrato Sirius e così ora proseguono insieme… con Lily e James… , almeno anche là ha compagnia! -concluse soddisfatto. Anch’io sorrisi, rincuorata.
-Beh, andiamo a svegliare gli altri… prima Ron! - disse con un’espressione che io conoscevo bene. Stava tramando di svegliarlo trapassandolo. Scoppiai a ridere.
-Andiamo!
***

-MISERIACCIA! - L’urlo di Ron quando fu attraversato.
-AAAAHH! - L’urlo di Ron quando vide il gemello che mi accompagnava.
-Ehi, non sono così brutto! - sbuffò Fred indignato.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH! - L’urlo di Ron che ebbe il potere di svegliare tutta La Tana.
Dieci minuti dopo finalmente mamma aveva smesso di piangere, papà di balbettare, Hermione di tremare, Ron di urlare. Fred cominciò.
-Bene… allora, come Ginny già sa, io posso comunicare con Ge… si, e vi saluta tutti, vi chiede di non essere troppo tristi, musoni e deprimenti perché proprio non vi vuole così, insomma, lui sta andando avanti con Sirius che ti saluta Harry, è in buona compagnia, quindi, felicità.
Poi… mmmsì, il testamento… ma prima vorrei sapere cosa è successo dopo che sono morto… - chiese. Rispose papà.
-Oh, nulla di che, abbiamo pianto, Rita Skeeter ha scritto che sei stato un Mangiamorte
-Cosa?! - scoppiò a ridere il fantasma.
-…e Ginny ha detto a Tu-Sai-Chi che lui è un lurido mostro assassino, e ci ha guadagnato un altro Cruciatus. - terminò mamma sospirando.
-E brava la mia Ginny… - sbuffò Fred, e io gli feci una linguaccia.
-Beh ok, il testamento… a Ron, Harry, Bill e Charlie diamo (io e George) il permesso di prendere quaranta scherzi Gratis dei Tiri Vispi Weasley a testa.
-Evvai! - urlarono entusiasti i miei fratelli. Che fortuna, pensai, con un pizzico di invidia ma molta felicità.
-Sì… possono servirsi anche papà, mamma e Percy, se vogliono… Ginny… a te va il negozio e tutto ciò che contiene. - Spalancai gli occhi, incredula.

-Perché hai dato a me il negozio? - chiesi quella sera in camera,seduta sul letto di Ge a gambe incrociate. Lui mi guardò, insolitamente serio.
-Perché ne avrai più bisogno tu di tutti gli altri. Ti conosco Ginny, so che hai la testa dura. - sorrise. -Ma so che anche Harry ce l’ha. Conoscendolo, non avrà cambiato di una virgola la sua idea, ossia quella di non lasciarti andare con lui, Ron ed Hermione. E sono quasi sicuro che tu ora stai tramando di seguirli di nascosto, da sola.
Lo scrutai preoccupata. E se…
-Stai tranquilla, non ho intenzione di dirlo a Mamma. Se vuoi davvero seguirli, fallo. Però sarà pericoloso, e non penso che riusciresti a fare tutto da sola. Ho deciso di venire con te. E poi “muoio” dalla voglia di vedere Tu sai chi inseguito da uno spruzzo di popò!
-…ma i fantasmi possono andare solo in luoghi che hanno visitato da vivi, non puoi…
-…possono andare anche in qualsiasi posto, a due condizioni: Come hai detto tu, in posti che hanno visitato da vivi, e poi pure in posti sconosciuti, purché ci sia qualcuno che hai conosciuto da vivo. Dato che sarò con te, non ci sarà problema.
Dentro di me accolsi la notizia con gran sollievo, felice del fatto di avere un’alleato.
-Allora, qual è il piano?
-Sinceramente non lo so. Io non ho la minima idea di cosa vogliono fare… ho intenzione di seguirli,ma come? E come faccio a sapere quando partono? - Fred sogghignò.
-Hai dimenticato che ora hai il negozio Tiri Vispi Weasley! Sei stanca? - chiese poi.
-No… Perché?
-Seguimi.

Nota: Questo capitolo l'ho intitolato Mezzo ritorno perchè: Fred non è tornato vivo, ma è un fantasma.
Fred senza George con cui confondersi è "mezzo Fred"(Per questo motivo ho fatto in modo che potessero parlarsi, fores è un idea possa, ma non potevo dividerli del tutto, cosa che invece JKR ha osato fare. Ho fatto tornare Fred (e non George) per cercare di colmare la voragine che ho da quando ho letto il settimo libro). ... E ai lettori silenziosi (so che ci siete, lì, nell'ombra, siete incappati in questa ff)lancio un' appello... presumendo che abbiate il cervello (nessuna offesa, è una battuta!) e di conseguenza che abbiate pensieri, cosa ne pensate di questa ff? ue paroline per farmi sapere, vi prego!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Ai Tiri Vispi Weasley ***


 

Perplessa eseguii gli ordini. Entrai nell’armadio e Fred mi seguì, trapassando la parete di legno.
-Questo armadio è una specie di oggetto svanitore- spiegò, -nella cantina dei “Tiri vispi Weasley” ce n’è uno uguale, è lì che finiremo non appena chiuderai l’anta. Solo che io e George abbiamo aggiunto una parola d’ordine, senza di quella questo rimane un comune armadio: preucazione anti-mamma, sai… Su, chiudi l’anta! –
Feci come aveva detto e piombammo nel buio.
-La parola d’ordine è questa… - Fred fece una pausa ad effetto e poi la sua voce riecheggiò solenne:
-Balbettantebamboccionabandadibabbuini!
La mia risata si trasformò in un urlo quando non sentìi altro che aria sotto i miei piedi. Mi dimenai sospesa nel vuoto, ma la caduta durò solo due secondi. I miei piedi toccarono bruscamente terra e barcollai, picchiando la spalla contro la parete in legno di quello che doveva essere l’armadio gemello nella cantina del negozio.
-È stato interessante, non sapevo che questo coso funzionasse anche per i fantasmi! A proposito, la prossima volta piega le ginocchia, l’atterraggio sarà più morbido… sai, io e Ge avevamo provato a mettere dei cuscini sul fondo di questo armadio, ma è stato un disastro, mentre noi venivamo qui loro si trasferivano nell’armadio della Tana, e sai, i cuscini ci sono volati in faccia, c’erano piume dappertutto, avresti dovuto sentire gli starnuti di George, peggio di un barrito d’elefante... Uh, mi sta dicendo che solo un Troll lo troverebbe divertente, ed è costernato dal fatto che Sirius stia ridendo…
Risi anch’io, e mi dimenticai di arrabbiarmi per il fatto che non mi aveva avvertita di quello che sarebbe successo dopo la parola d’ordine. Ogni notizia che Fred mi dava di George mi riempiva di gioia, mai come in quei momenti riuscivo a sentire i gemelli così vicini a me, quasi non fossero morti.
Ad un tratto mi ricordai di una cosa e affranta dissi a Fred:
-Oh no, mi sono dimenticata di avvisare Verity del fatto che… di quello che è successo! Scusa, scusa Fred!
-Non fa niente, anzi forse è un bene, così potrò dirglielo io di persona. – La sua voce insolitamente tormentata mi fece capire che lui e Verity non avevano un semplice rapporto di amicizia. Decisi di non intromettermi, e rimasi in silenzio fino a che non si decise lui a prendere di nuovo la parola per indicarmi le scale che portavano di sopra, e salimmo insieme nel negozio. Per via della tarda ora era un po’ troppo buio nella stanza, così estrassi la bacchetta e mormorai “lumos” .
-Naah. Non fa una gran luce la Bacchetta. È meglio se batti le mani!
Eseguii e la stanza si illuminò a giorno. Spensi la Bacchetta e ammirai estasiata gli scaffali ricolmi di scherzi, giochi e pozioni varie. –Su- disse Fred, -prendiamo quello che serve e torniamo alla Tana prima che qualcuno si accorga della nostra assenza…
***
In camera facemmo l’inventario delle cose prese:
-Forse… forse abbiamo esagerato.
-Dici? Ma nooo, son solo centoventitré prodotti “Tiri Vispi Weasley” .
Rovesciai anche il contenuto delle mie tasche.
-E con questi ora sono almeno duecento.
-Duecento stupendi articoli inventati da me e George che libereranno il Mondo Magico e Babbano dalle grinfie di No Pipì No Pupù! –disse Fred deliziato. –Anche se ancora non capisco l’utilità di trenta Puffole Pigmee…
-Ma son così puffose! –dissi ridendo guardando affettuosamente le trenta palle di pelo che facevano compagnia ad Arnold nella gabbia ora così ingrandita da occupare un quarto di stanza.
–Ma non si spaventano neanche quando le trapasso, anzi lo adorano… che gusto c’è?! –sbuffò Fred deluso.
Ridacchiai e per tutta risposta lui, con un sorriso malandrino, si avvicinò a me per attraversarmi...
-No, no ti prego ho già freddo adesso, non voglio, Fred! Ho detto NO, per favore! – Lo pregai, ma lui era già arrivato davanti a me, e con un sorrisone stampato in faccia avanzò ancora. Serrai le palpebre, contrariata: non era divertente, non ora, quando avevo le mani gelate.
Passò un secondo, e ancora Fred non mi aveva trapassata. Aprii gli occhi, stupefatta ed incredula: mi aveva dato ascolto? Davanti a me non c’era, così mi voltai e lo trovai a un palmo di naso da me.
-Hei, dove hai nascosto il mio Fred, sai, quello spassoso che non ubbidisce mai? Comunque grazie per non avermi attraversata! – dissi sollevata. Il fantasma sbuffò: per una ragione a me sconosciuta trovava ironico quello che avevo detto. Quando cominciò a farsi strada nella sua mente il pensiero che apparivo piuttosto sincera aprì la bocca, la richiuse, rimase zitto per un istante, poi la riaprì e si decise a parlare, esitante.
-Io ti ho attraversata, Ginny. – Fui io questa volta a fare scena muta, quasi fossi un pesce fuor d’acqua.
-No… - Dissi infine.
-Sì.
-No! – sbuffai. Perché si ostinava a mentire?
-Sì! Guarda, ti faccio vedere…
-No! – Sbottai contrariata, ma lui era già partito in quarta, lo vidi farsi sempre più vicino finchè non mi attraversò.
E poi Fred, a ritroso, passò ancora attraverso il mio corpo, e rimase a guardarmi, incerto. Dal canto mio io restai in piedi, incredula: non avevo sentito alcun gelo. Nella mia testa cominciarono a vorticare le parole che avevo sentito oggi.
“Volontà di ghiaccio… forza del leone… Il suo potere sboccerà… supererà i confini… supererà i confini della magia conosciuta… “
Boccheggiai. Era vero… era tutto vero! Quando recuperai un autocontrollo sufficiente dissi a Fred della profezia. A racconto finito lui mi guardò in silenzio, e io gli lasciai il tempo di assimilare ciò che aveva appena udito. Dopodichè, senza preavviso, lui sorrise di un sorriso a trentadue denti: -Avanti: facciamo delle prove, vediamo fino a dove puoi arrivare!

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Wow ***


Nella mia testa i pensieri vorticavano, mentre una domanda si faceva sempre più insistente: Se io avevo poteri così potenti avrei potuto uccidere Voldemort? In quel momento forse ero la persona più potente del mondo, pensai. Un sorriso a trentadue denti era dipinto sul volto di Fred.
“Avanti: facciamo delle prove, vediamo fino a dove puoi arrivare!”
Acconsentii. Fred dovette notare la mia espressione timorosa, perché con tono più gentile disse: “Proviamo con qualcosa di semplice, ok? Vedi se riesci a far Evanascere quella tazza senza l’aiuto della bacchetta.”
Guardai l’oggetto in questione e annuii. Mi concentrai, scacciando ogni pensiero che non riguardasse quella tazza. Chiusi gli occhi e desiderai ardentemente che scomparisse, desiderai di aprire gli occhi e non vederla più.
Aprii gli occhi. Fred ed io fissammo la tazza, perfettamente integra e al suo posto.
“Ah no, vuoi prenderti gioco di me? Battuto da una tazza!” Sbottò il gemello, così arrabbiato da risultare quasi comico. Dal canto mio, fissavo confusa la tazza, cercando di trovare una qualche ragione che spiegasse perché cavolo Fred non mi aveva sortito alcun effetto nel traversarmi e perché invece quella stramaledetta tazza non era sparita. Era una comune, insignificante tazza rossa.
“Magari non ti sei impegnata abbastanza,” suggerì Fred, ma io scossi la testa. No, mi ero concentrata al massimo, lo sapevo. Ma allora perché non avevo dato alcun risultato? Insomma, tutti i maghi provvisti di bacchetta sapevano far Evanascere qualcosa. Io ero riuscita a far sparire l’effetto sgradevole di quando un fantasma ti attraversa, e senza bacchetta. Ma ora… non aveva senso che non riuscivo ad eseguire quella semplice magia. Io avevo poteri speciali, no? Merlino, che nervi. Se solo quella profezia fosse stata più specifica riguardo ai miei presunti poteri…
“Esattamente, cosa dice la profezia riguardo ai poteri?” chiese Fred, cercando come me di trovare una risposta.
“Dice... avrò poteri da leone - no, quella è la forza, sì, la forza del leone… però sarebbe più appropriato leonessa, no? Insomma, leone suona così maschio… ok, ok, scusa Fred. I poteri, sì. Ecco, ricordo: Il suo potere sboccerà quando l’Oscuro Signore la metterà alla prova per la terza volta.
Sarà colei che supererà i confini della magia conosciuta. Dice esattamente così. È piuttosto stupido, vero? Colei che supererà i confini della magia conosciuta. Sarebbe stato comodo se la Cooman avesse detto quali sono i miei, di confini. Le regole, sai, qualcosa del genere. Perché è abbastanza umiliante scoprire di non saper far Evanascere una tazza dopo che qualcuno ha detto che ho poteri straordinari, sai. Deprimente, davvero… Fred, mi stai ascoltando? “ chiesi poi, notando la sua faccia stranamente euforica.
“Sì, sì, ti ascoltavo. Cioè, ho ascoltato la citazione dalla profezia, e poi basta. Poi ho ascoltato George, e – piantala di fare wow, Ge, lo so che è whoah, ma se non hai notato sto diligentemente cercando di spiegare a nostra sorella il wow in questione, quindi stai zitto, ok? – eccomi Ginny, scusa. Dicevo, cioè, George diceva… Tu dici che mamma ha detto che la profezia dice che supererai i confini della magia conosciuta. Ecco! È questo il punto, no? Ecco! Wow! Vero? Whoah!”
“Eh?” Lo fissai, e probabilmente dovevo avere un’espressione piuttosto confusa, perché lui mi guardò come se fossi piuttosto ebete.
“Oh, Merlino… non capisci? Supererai i confini della magia conosciuta. Nient’altro. Ecco la regola. Ecco i limiti. Avanti, come puoi non arrivarci? La tazza, ad esempio. Tutti sanno far Evanascere una tazza, giusto? È una magia conosciuta. Elementare. Facile. Tu… tu non puoi fare cose così facili. E anche se non tutti sanno far Evanascere qualcosa senza bacchetta… è una magia conosciuta, Ginny. Capisci?” Mi guardò carico di attesa. Lo guardai. “Sì” dissi infine. “Wow.”
“Esatto!” esultò lui.
“Wow.”
***
Qualche tempo dopo avevamo finito l’inventario delle cose prese. Rimpicciolii il tutto e lo nascosi in fondo al cassetto dei calzini di Fred, poi, stanca, mi infilai sotto le coperte.
“Quelle Puffole sono davvero così inutili…” disse Fred piuttosto abbacchiato.
“I tuoi calzini puzzano,” dissi io a titolo puramente informativo.
“Dici che sono buone da mangiare? È che… sai, sono così rosa…” disse Fred leggermente più combattivo.
“Le mie Puffole non sono commestibili. E poi tu non puoi mangiare.” dissi io leggermente più sadica.
“Beh, questo lo puoi risolvere,” disse Fred improvvisamente speranzoso.
“Non se nuocerà alle mie Puffole” dissi io risoluta.
“Non nuocerà.” disse Fred.
“Ok” dissi io chiudendo gli occhi.
“Ti stai concentrando? Perché sai, non mi sento diverso. Non sento lo stomaco.” disse Fred dopo qualche secondo di silenzio.
“Sto dormendo,” dissi sempre con gli occhi chiusi.
“Oh. Sei crudele” disse Fred piuttosto deluso.
“Domani. Prometto.” dissi io mezza addormentata.
“Oh, grazie! Wow. Questo- questo è fantastico. I tuoi poteri lo sono. Beh, anche se non puoi fare proprio tutto. Ad, esempio…”
“Fred?” dissi io aprendo un’ occhio.
“Sì?” disse Fred.
“Stai zitto.” ringhiai io, e richiusi l’occhio.
“Oh, giusto. Buonanotte, Ginny.”

 

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