Tutta colpa della noia

di PiperBlue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 -finale- ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


I PERSONAGGI DI QUESTA STORIA NON MI APPARTENGONO E NON è STATA SCRITTA A SCOPO DI LUCRO

 

 

In quell’afoso e tedioso pomeriggio d’agosto, la maga Alex, fin troppo stufa della monotonia di quei giorni così noiosi, decise che avrebbe fatto qualcosa per movimentare l’atmosfera. Sì, ne avrebbe combinata una delle sue per divertirsi un po’, era determinatissima, e dopo un’attenta riflessione si rese conto che avrebbe potuto usare la sua magia per creare proprio nel salotto di casa Russo la realtà aumentata di un videogioco.

Ovviamente nulla sarebbe stato reale o avrebbe potuto farle del male, così optò per “Life Shards”, un gioco che l’aveva appassionata ultimamente: era ambientato in un mondo governato da due re, uno buono ed uno cattivo, che assieme mantenevano l’equilibrio delle cose. Un giorno però, il re cattivo cercò di uccidere quello buono, così i suoi due figli furono costretti a partire alla ricerca degli Shards magici per poterlo salvare. Nel gioco tu interpreti uno dei due fratelli. La magia sarebbe svanita non appena trovato l’ultimo frammento magico, così la maghetta non si fece troppi problemi, ed agitò la sua bacchetta, pensando che nulla sarebbe potuto andare storto. Proprio in quel momento, però, Justin fece il suo ingresso nel salotto, e fu trascinato anche lui nella magia della sorella pasticciona.

Quando i due fratelli, svenuti a causa della magia, rinvennero, non poterono credere ai propri occhi: il salotto di casa Russo si era trasformato in una valle pianeggiante coperta da un corto tappeto d’erba verdissima e sovrastata da un cielo azzurro in cui splendeva il sole di mezzogiorno. In lontananza si potevano inoltre intravedere le mura di pietra che cingevano una città. << Cosa diavolo hai combinato? >> chiese Justin, alzandosi e rivolgendosi subito alla maldestra sorella, che nel frattempo si guardava attorno, completamente sbalordita. << Io non c’entro nulla! Doveva essere il gioco nella vita reale, non io nel gioco! >> esclamò Alex. Il fratello sbuffò. << Possibile che combini sempre disastri che poi io devo sistemare? >> la rimproverò. << Veramente, se qualcuno non fosse entrato in salotto, adesso questo non sarebbe successo! >> gridò lei. << Ora dai la colpa a me? Se non fossi entrato in salotto, ora saresti qui da sola, e non sapresti come tornare indietro! E poi, scusami tanto se sono entrato nel mio salotto! >> la riprese ancora lui. << Sì, scommetto che è colpa tua che sei arrivato e hai interferito con la mia magia, che era impeccabile! >> lo accusò la maghetta. << Quindi sarebbe colpa mia!? >> esclamò Justin. << Sì, cosa credi? Ora però, siccome sei tu quello che sa tutto, sei il grande mago, riportaci a casa! >> lo punzecchiò lei.

Il ragazzo sbuffò irritato, poi agitò la bacchetta e… non accadde nulla. Stupito, si guardò attorno, il paesaggio rimaneva immutato e indifferente ai suoi, evidentemente inutili, tentativi di magia. Alex lo guardava scettica. << Che succede? Non sei più capace? >> lo prese in giro. << Fa provare me! >> aggiunse poi, ma le sue magie sortirono lo stesso effetto nullo di quelle del fratello. << E adesso, genio? >> chiese Justin alla sorella. Lei rispose sorridendo semplicemente. << Adesso si gioca! Solo trovando tuti gli Shards potremo tornare a casa! >> esclamò, improvvisamente allegra, e si incamminò verso una meta conosciuta solo a lei, inseguita dal fratello che cercava di gridarle dietro: << Shards? Ma che razza di posto è questo? Alex? >>, ma inutilmente.

 

 

Ciaoneeeee a tuttissimiiiii!!! Sono tornata con una ff su un nuovo argomentooooo!!! SPero vi piaccia! Recensite numerosissimi, mi raccomando! La vostra PiperBlue!!! 

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Quando Justin riuscì a raggiungere la sfuggente sorella, erano arrivati all’ingresso di un’enorme grotta. << Si può sapere dove diavolo ci hai trascinati? >> chiese il ragazzo, esausto e notevolmente scocciato. << Possibile che tu non lo sappia? Mi annoiavo, ed ho deciso così di trasportare un videogioco nel salotto. Poi però sei arrivato tu… >> spiegò Alex. << Ah, quindi siamo in un videogioco? E come funziona? >> domandò allora il fratello. << È molto semplice: noi saremmo i due figli del re buono di questo regno. Il re cattivo ha tentato di ucciderlo, e noi per salvarlo dovremo andare alla ricerca dei leggendari Shards magici, dei potentissimi frammenti di magia in grado di curare i più gravi mali. In tutto sono quattro, situati in quattro grotte, come questa, ed ognuno rappresenta una virtù: c’è lo Shard dell’ intelligenza, che è giallo ed è il primo, poi quello della bontà, verde, quello dell’amore, ovviamente rosso, e quello della sincerità, blu. Per poterli ottenere dovremo dimostrare tutte queste qualità. Capito? >> concluse la maghetta. << Allora, ripeto che è una fortuna che io sia finito qui con te, perché altrimenti saresti già bloccata al primo! >> la schernì il fratello. << Spiritoso! Muoviamoci. >> tagliò corto lei.

Si addentrarono così nella caverna, che era umida e rischiarata da dei minerali incastonati alle pareti. << Da dove arrivano questi Shards? >> chiese ad un certo punto Justin, forse curioso di sapere di più sulla trama del gioco che ora lo teneva prigioniero. << Bè, in pratica molto tempo fa, una maga molto potente fu sconfitta da un’altra, sua avversaria, ma prima di doverle cedere i suoi poteri, riuscì a creare una sfera molto intensa, che l’avrebbe vendicata. Ma l’altra riuscì purtroppo a distruggerla in quattro parti, che sparse per il mondo. Sai, ho scoperto che il re cattivo è suo nipote. >> riferì la ragazza, procedendo cautamente davanti al fratello sul terreno scivoloso. << Ma come fa a piacerti un gioco simile? >> la prese in giro ancora lui. << Sei tu che non hai i miei gusti sopraffini! >> ribatté lei. Justin stava per controbattere nuovamente, ma prima che potesse farlo, i due raggiunsero una stanza ricavata nella roccia dal soffitto molto alto e le pareti ricoperte di rampicanti verdissimi. Tutt’intorno a loro aleggiava una strana luce giallastra, e proprio nel mezzo della stanza vi era… un muro. Un muro la divideva a metà sbarrando ai fratelli il passaggio. << Fantastico, e adesso? >> chiese il mago. << Non vedi la piastra? >> gli fece notare la sorella.

In effetti, ora che guardava meglio, al centro della possente parete di pietra era presente una grossa piastra rettangolare, piena di pulsanti con incisi sopra strani simboli. << Ah… non ci capisco niente! >> si lamentò Alex, ma il fratello, al contrario, si avvicinò di più al puzzle, e con qualche mossa, sotto lo sguardo attonito della ragazza, lo risolse. << Ma come diavolo hai fatto? >> domandò stupefatta. << Allora, non avevo ragione a dirti che ti saresti bloccata? >> la punzecchiò lui. << No. Avrei usato la magia. >> ribatté lei. << Ma se qui non fun… ah, lasciamo perdere, sei proprio una testona! >> si lamentò infine il mago, ponendo termine alla conversazione che stava prendendo una piega irritante.

La piastra nella parete s’illuminò di giallo e s’aprì, rivelando un frammento che sembrava di vetro, di forma irregolare, che irradiava luce gialla anch’esso. << Toccalo! >> disse Alex. Justin obbedì, una luce molto intensa li avvolse, costringendoli a chiudere gli occhi. Quando li riaprirono, si trovavano in un posto completamente diverso.

 

 

Ciao ciao ciao! Sono tornata con questo nuovo capitolo, che spero vi piaccia! Vi prego di recensire numerosi, i vostri pareri mi fanno davvero piacere, positivo o negativi che siano! Salutini dalla vostra PiperBlue!

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Si trovavano in un bosco, interamente circondati da querce dai rami così intricati ed il fogliame talmente fitto da non lasciar filtrare nemmeno un raggio di sole, creando così un ambiente poco illuminato, come al crepuscolo, dove i ragazzi dovettero aspettare qualche istante per abituarsi alla scarsa illuminazione. Inoltre, l’assenza quasi totale di luce, non permetteva ad altre piante di crescere, rendendo il suolo privo di un filo d’erba o di un fiore.

L’ambiente, così poco rischiarato e silenzioso, metteva i due un poco in soggezione, gli dava l’impressione di essere osservati. << Bene, alla ricerca dello Shard verde della bontà! >> esclamò Alex, cominciando a camminare, per poi bloccarsi di colpo. << Cosa c’è? >> le chiese Justin. << Strano… nel vero gioco non è tutto così… semplice. C’è la sfida, oltre al quiz. >> spiegò la ragazza. << Ossia? >> Insistette lui. << Ecco, in teoria ci sono i seguaci del re cattivo che ti ostacolano, contro cui dovremmo combattere. Solo che io non- >> Alex però non riuscì a terminare la frase, perché un grido squarciò l’aria, ed una decina di figure incappucciate si gettarono letteralmente contro i due fratelli, brandendo spade. << Dicevi? >> proferì il ragazzo, tirando fuori la sua bacchetta magica. << Ti sembra il momento di fare del sarcasmo? Combatti! >> lo riprese la sorella, che già stava provvedendo a congelare sul posto grazie a raggi magici e far sparire in nuvolette di fumo i loro strani nemici, che per quanto forti o veloci potessero essere, erano armati di sole sciabole, che non potevano molto contro gli attacchi magici dei due fratelli Russo, infatti, in pochi minuti, avevano già liberato l’area. << Bè, diciamo che nel gioco è più difficile, in quanto il personaggio non può usare la magia… >> osservò Alex, controllando che non ne arrivassero altri. Effettivamente era stato molto semplice, ma non sarebbe certo finta lì. << Sarebbe meglio se anche tu non potessi, certe volte. >> aggiunse acido Justin, ricevendo indietro uno sguardo omicida. << Andiamo avanti, è meglio. >> disse solo la ragazza, riprendendo a camminare cercando di non inciampare su qualche ramo mimetizzato anche a causa della poca visibilità.

Dopo circa mezz’ora di cammino, però, il bosco finì, e i due maghi si trovarono a coprirsi gli occhi, ormai abituati al buio, dalla prepotente luce del sole che ora gli stava accoltellando con minuscole spadine le pupille (*). << Ah, che nervi! >> esclamò Alex, cercando di vedere dove fossero giunti, con scarsi risultati. Mosse qualche passo alla cieca. Che grande sbaglio! Non vedendo dove metteva i piedi, precipitò in una voragine, seguita da quel tonto del fratello, e finendo così, per puro caso, proprio nella caverna dello Shard. << Ahio, che botta! >> si lamentò alzandosi e spolverandosi i vestiti. Fortunatamente, il dirupo non era molto profondo, ed i due non si erano fatti nulla. << Dovresti stare più attenta! >> la sgridò Justin. << Ma se sei caduto anche tu! >> rispose lei. << Sì, ma solo per seguire te! >> mentì spudoratamente lui. << Ma che bugiardo! Comunque, visto che ormai siamo qui, cerchiamo la stanza principale, dai. >> lasciò cadere il discorso la sorella, spazientita.

Quando finalmente la raggiunsero, poterono subito notare, proprio al centro del pavimento di pietra, un laghetto che risplendeva di luce verde. Inoltre, dal soffitto pendevano enormi stalattiti calcaree. I due si stavano ancora guardando attorno, quando una di esse, che aveva cominciato a staccarsi in precedenza, precipitò con un fischio, puntando proprio verso Justin, che non fece quasi in tempo ad accorgersi di ciò che stava accadendo, perché venne spinto via giusto in tempo dalla sorella che aveva visto tutto. << Stai bene? >> gli chiese. << Sì, grazie. >> rispose lui, alzandosi. Fu proprio allora che l’acqua dello stagno si aprì magicamente, facendo fuoriuscire il risplendente Shard verde. << Wow! Questo significa che sono buona! Grande! >> esclamò la ragazza. << Certo che sei buona, sei solo una gran pasticciona! >> l’apostrofò il fratello, senza darle però il tempo di rispondere a tono, e toccando il frammento. Di nuovo la luce li tele trasportò altrove, questa volta in una radura soleggiata e molto carina.


-*Conoscete quella sensazione, no? Quando siete abituati ormai da un po’ all’oscurità, per poi essere prepotentemente esposti ad una forte luce, ed è come se negli occhi vi si infilassero centinaia di quelle minuscole spadine da cocktail? Io sì, e non la sopporto!-

Ciao! Lo so, sono in ritardo, ma ho avuto molto da fare in questi giorni, ed ho potuto solo "lavorare" come lettrice! Ad ogni modo, ho finalmente aggiornato con questo nuovo capitolo che spero davvero vi piaccia. Mi raccomando, recensite, perché conoscere il vostro parere pre me è fondamentale, che sia positivo o critico! Saluti dalla vostra PiperBlue!

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


L’erba lunga, mossa dal vento, carezzava dolcemente le caviglie di Alex, che si dovette schermare gli occhi con la mano mentre cercava di guardare, favorita dall’alta posizione, il paesaggio attorno.

Si trovavano su una collina al centro di un villaggio composto da piccole casette di pietra e mattoni, tutte ammassate ai piedi dell’altura su cui vi era un cartello, che la ragazza notava solo ora. Le strade di ciottoli s’insinuavano formando stretti vicoli fra un’abitazione e l’altra, e diverse carrozze sfrecciavano su di esse, trainate da cavalli i quali producevano un rumore sordo con gli zoccoli.

Justin lesse ad alta voce:  «Good Village» dal cartello. «In che senso “Good”?» aggiunse poi. «Nel senso che è uno dei villaggi sotto il dominio del re buono, nonché nostro padre. Mi sembrava abbastanza ovvio.» gli spiegò la sorella, cominciando ad avviarsi verso la casa più vicina, con l’intenzione di chiedere qualche indicazione ad uno dei loro sudditi. «Ciao… scusami?» chiamò una donna che stava sistemando dei fiori in un cestino. «Ah! Oddio, chi sei? Non sarai mica un altro brigante? Aiutoooo poliziaaa, ci sono i brigantiiiiii!!!» strillò lei, senza nemmeno lasciare il tempo alla ragazza di spiegare. «Si può sapere cosa le hai detto?» la sgridò il fratello. «Ma niente, è lei che ha subito cominciato a strillare come una matta!» si giustificò lei, mentre la signora continuava ad urlare. Urlava tanto che prestò arrivò un ufficiale a cavallo. «Che cosa sta succedendo?» domandò perentorio. «Ma nulla, senta…» stava cercando di spiegare il ragazzo, ma la donna lo interruppe «Questi due briganti vogliono distruggermi il raccolto, rubarmi i gioielli ed uccidermi i figli!» gridò, e mentre tutti gli altri paesani li guardavano pieni d’odio, l’ufficiale chiamo a se’ altri due uomini, ordinando di catturare la coppia di fuorilegge. Allora i maghi cominciarono a correre, inseguiti dai tre cavalli e dalle urla di sdegno e paura della popolazione.

Ma più correvano e più si stancavano, cominciando a sentire i muscoli bruciare dallo sforzo, e proprio quando le guardie erano sul punto di prenderli, videro la loro via di salvezza, ossia il bosco poco lontano dal villaggio: lì i cavalli non sarebbero potuti entrare, così i due fecero un ultimo sforzo per arrivare almeno fino al folto delle piante, quando Alex inciampò in un sasso, cadendo. «Alex!» esclamò il fratello, affrettandosi ad aiutarla a distanziare nuovamente gli inseguitori. Finalmente arrivarono alla loro meta, spiccando un lungo salto che pose definitivamente la parola fine all’inseguimento.

I due si sedettero a riprendere fiato, completamente devastati dalla corsa, tutti spettinati, coi vestiti logori, strappati in vari punti, sporchi di terra e visi e braccia graffiati dai rametti che intralciavano loro la via durante la corsa. «Accidenti, ma che le è preso?» imprecò mentalmente Alex, osservando suo fratello e cercando di trattenersi dal ridere nel vederlo così malridotto, lui che solitamente teneva molto al suo aspetto ed era sempre tutto ordinato ed elegante, ma la situazione richiedeva una certa serietà, dal momento che neppure lei aveva una vaga idea di dove fossero finiti. «Allora…Alex… dove dobbiamo andare ora?» chiese l’altro, guardandosi attorno ed immaginandosi, con un po’ di timore, nelle medesime condizioni della sorella, capelli dappertutto, faccia rossa e vestiti completamente andati. «Io… uhm…» cominciò lei, solo per essere ripresa. «Tu non lo sai!?» gridò il ragazzo. «No, io… ah, sì! Di là, seguimi!» sorrise lei, ostentando una sicurezza che, naturalmente, non aveva, proprio come l’orientamento.

Se fosse rimasta lei a guidare, avrebbero certamente finito per girare in quel luogo all’infinito, ma non poteva certo fare una brutta figura con quel presuntuoso del fratello, che glielo avrebbe rinfacciato per tutta la vita. Soprattutto se tutta la vita l’avessero passata in quel dannatissimo bosco! La poverina s’immaginò, a sessant’anni, con i capelli bianchi e una ragnatela di rughe in volto, ancora lì a vagare dicendo cose del tipo “ci siamo quasi” o “un po’ di pazienza”… Ah, stava davvero impazzendo! Ma un bosco doveva pur finire, no?

Aveva visto migliaia di film dove quando una persona si perdeva finiva per girare in tondo, ma avrebbe dovuto accorgersi di star girando, no? Proprio quando la ragazza si stava arrendendo all’evidenza dei fatti nudi e crudi, scorse fra alcuni alberi una fioca luce rossa. Erano quasi arrivati! Si avvicinarono sempre di più, finché non giunsero in un punto del bosco dove non c’erano più alberi: solo terminava con una barriera di montagne dalla quale cadeva una cascata che andava a finire in un laghetto popolato da migliaia di pesciolini rossi che nuotavano sereni nell’acqua limpida ed azzurra, che rifletteva come uno specchio il cielo e i due ragazzi. Proprio sopra la nube di vapore creata dalla cascata, vi era lo Shard rosso. Quando Alex fece per toccarlo, però, due grosse gabbie caddero su entrambi, imprigionandoli. «Ah! Ma che diavolo?» esclamò lei, spaventata. «Cosa hai fatto questa volta???» le chiese l’esasperato fratello «Non è colpa mia! Per te è sempre colpa mia! Quando la colpa principale di tutto questo è tua! Ed ora? Resteremo qui per sempre, accidenti a te!» sclerò lei, i nervi fatti a pezzi dai recenti avvenimenti. «Mia? Tu e le tue sciocche idee, lo sai che non sei brava con la magia, e non lo sarai mai!» gridò lui. Alex lo guardò, sbarrando gli occhi. «Scusa…io ho esagerato.» si scusò lui, abbassando lo sguardo per la vergogna di aver trattato male la propria sorellina. «Non sei tu… è questo posto, tutto quello che sta succedendo che ci sta logorando i nervi… ma sai una cosa? Siamo a buon punto del gioco, e stiamo andando avanti assieme, proprio come abbiamo sempre fatto… ed è questo l’importante, no?» sorrise lei. «Sì… insieme. Perché anche sei a volte sei pestifera e combini parecchi guai, io ti voglio bene.» rispose lui. «Anche io ti voglio bene fratellone.» concluse la maghetta. Proprio in quel momento le gabbie svanirono, e i due fratelli poterono ottenere così lo Shard dell’amore.

 

 

Scusatemi tantissimo per il ritardo imperdonabile! Come vi è sembrato questo capitolo? Vi è piaciuto? Non dimenticate di recensire numerosi, Allons-y dalla vostra PiperBlue!

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Capitolo 5
*** Cap. 5 -finale- ***


Subito tele trasportati nell’ultima mappa del gioco, i due si guardarono attorno per capire dove fossero finiti questa volta. Si trovavano vicino ad una montagna, in una valle dal suolo roccioso solcato da profonde crepe in cui scorreva un liquido rosso acceso, e faceva tremendamente caldo. «Che caldo!» esclamò Alex, togliendosi la giacchetta e legandosela alla vita. «Ci credo» le rispose il fratello sbuffando «Siamo vicino ad un vulcano!» concluse, volgendo lo sguardo a quella che alla ragazza era parsa una comune montagna. «Oh. Ed è attivo?» gli chiese allora, cominciando a preoccuparsi un po’. Proprio in quel momento un rombo proveniente dalle viscere della Terra provocò un grosso scossone, mentre dalla bocca del vulcano cominciava ad uscire un’alta colonna di fumo nero e denso che andava ad oscurare il plumbeo cielo soprastante. «…Direi di sì, corri!» gridò Justin, afferrando la mano della sorella e cominciando a correre nella direzione opposta della lava che aveva cominciato a scendere lentamente dalla cima dell’altura, avvicinandosi pericolosamente ai due maghetti, che si fermarono solo quando furono a distanza di sicurezza da possibili lapilli infuocati e l’eruzione era terminata. «Meno male che era solo una piccola eruzione…» sospirò il ragazzo. «Piccola!?» sbraitò la sorella «Piccola un corno! Non so tu, ma io mi sono stufata di correre! Ora ho ancora più caldo di prima! Adesso ci penso io!» concluse infine, decisa a porre in qualche modo un rimedio all’afosa situazione. «Alex, no!» tentò di fermarla Justin, ma lei aveva già sussurrato una formula magica. All’improvviso comparve sulle loro teste una gigantesca nuvola grigia e minacciosa che cominciò a piovergli e grandinargli addosso, tanto che i due dovettero scappare di nuovo per sfuggire alla furia dell’ennesimo incantesimo fallito della ragazza. Scocciato e bagnato fradicio, il mago sbottò: «Accidenti! Lo sai che qui la magia non funziona come si deve!» la sgridò. «Sì, ma almeno non abbiamo più caldo!» sorrise lei, riprendendo fiato e distendendo i muscoli provati da tutti quei continui sforzi a cui non erano abituati. Poco dopo essersi riposati un momento ripresero il cammino, fino a quando un’altissima parete di pietra non gli sbarrò la strada, ponendo così fine al loro cammino. I due si guardarono attorno: il muro si estendeva a perdita d’occhio, e non v’era modo di arrampicarvisi, in quanto completamente liscia e priva di appigli. «E adesso?» chiese Justin. «Ma come e adesso? Questa è la nostra meta! Dobbiamo far aprire un pannello per tirare fuori lo Shard della sincerità! Vediamo… Alex è bellissima!» spiegò lei, sorridendo. Il fratello sbuffò. «Proviamo con: Alex è una combina guai!» esclamò, subito venendo fulminato con lo sguardo dalla ragazza. «Ehm… Siamo in un videogioco!» provò allora lui, ma ancora una volta nulla accadde. Dopo svariati tentativi, era sul punto di arrendersi. «Senti, sei sicura che sia questo il posto? Perché non succede nulla nemmeno se dico che tu ti chiami Alex!» disse. «Non lo so… io sono stanca.» ammise lei. «Mi sono stufata di tutto questo, vorrei essere a casa, vorrei non aver mai fatto questo stupido incantesimo, ed è ovvio che non è affatto colpa tua se siamo finiti qui. È tutta colpa mia, e non usciremo mai più!» strepitò, completamente  esasperata. Così, con un sonoro tlac, si aprì una finestrella nella parete che prima era parsa impassibile ai loro tentativi di sbloccarla. «Allora lo ammetti, eh?» la punzecchiò lui. «Zitto! L’ho fatto comparire io o sbaglio? È tutto merito mio! Dovresti ringraziarmi!» proruppe lei in tono arrogante. «Se non ci fossi io…» «Se non ci fossi tu non saremmo nemmeno stati trascinati qui dentro in partenza, genio!» le fece notare lui, interrompendola. «Zitto e prendi quel maledetto Shard, che voglio tornare a casa!» lo zittì lei, e lui obbedì.

In un lampo di luce bianca che li costrinse a chiudere gli occhi, svanirono dalla valle. Quando li riaprirono, Alex era di nuovo seduta sul divano nel salotto di casa Russo, e Justin era sull’uscio della stanza. «Ah-ah! Ce l’ho fatta!» esclamò Alex trionfante. «Tu?» le domandò con una punta d’ironia il fratello. «Sì, io! La grande maga Alex colpisce ancora, e salva il fratello pasticcione da un disastro causato da lui stesso!» proferì, raggiante di felicità, mentre si prendeva, come al solito, tutti i meriti. «Ora però… cosa faccio? Tornerò ad annoiarmi! IDEA! Max? Max, dove sei?» chiamò lei, brandendo la sua bacchetta magica inseguita dal fratello che la implorava di non combinare altri guai, ma inutilmente. Chissà, ora, cosa avrebbe combinato quella gran pasticciona di Alex!

 

 


Ed ecco a voi, la fine! Spero vivamente che la mia storia vi sia piaciuta e che vi siate divertiti a leggerla! Mi raccomando, ricordate di lasciare come sempre una valanga di recensioni! Allons-y e alla prossima storia, dalla vostra PiperBlue!

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