Un Articolo per Innamorarsi

di Aruko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'articolo ***
Capitolo 2: *** Scambio di favori ***
Capitolo 3: *** Prime difficoltà ***
Capitolo 4: *** Conoscendoti meglio.. ***
Capitolo 5: *** Piccole prove ***
Capitolo 6: *** Demolire o costruire? ***
Capitolo 7: *** Baci, boutique.. e altre sorprese! ***
Capitolo 8: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 9: *** Ne vale la pena? ***
Capitolo 10: *** It's all about trust ***



Capitolo 1
*** L'articolo ***


“Verde speranza, il colore dell’ estate”

Speranza, ciò a cui si aggrappava da mesi ormai senza però risultati. Né lavorativamente né in altri sensi..

 

No, decisamente non era soddisfacente.

Mmmh…

 

“la nuova pianta dell’ anno: il Fior di Trombone”

Questa poi.. la pianta che ogni donna vorrebbe nel proprio orticello. Un miscuglio fra un Fior di Loto e un Narciso Trombone. Bello per carità, ma il nome è tutto un programma!

 

Kagome sbuffò sconsolata, tamburellando le dita sulla scrivania. L’ espressione stanca e annoiata. Non ce la faceva più! Non aveva idee, non sapeva davvero più che cosa inventarsi!

 

La sua capa l’ avrebbe licenziata di sicuro, ne era certa. Questa volta non si sarebbe salvata come il mese scorso, con l’ articolo sui maialini prêt-à-porter.

L’ idea le era venuta guardando una rivista di National Geographic mentre aspettava di essere visitata dal suo ginecologo. E per un attimo si era immaginata uno di quei cosi dentro la borsetta Gucci di una ragazza seduta davanti a lei.

Sango ci aveva riso su di brutto, e così ci si era buttata appigliandosi come se fosse l’ unica possibilità di salvezza.

E fortunatamente, le era andata bene.

 

Ora però, era davvero nella merda.

 

“ehi Kagome, come va?” Sango, la sua cara amica Sango, era appena entrata nel suo ufficio sorridendo.

“un vero schifo!”

“ancora niente ispirazione?”

“una fava! Non so che inventarmi, Rin mi farà fuori ne sono certa”

“dai non dire così! Vedrai che ti verrà l’ illuminazione! Che ne dici di una pausa caffè?”

“assolutamente si!”

 

Si alzò lasciando il pc in stand-by. Erano le 16 del pomeriggio e in meno di due ore sarebbe scappata, sicuramente senza aver concluso granché.

Kagome lavorava per un giornale, il WomenTime, tutto incentrato sulle donne.

Servizi fotografici, vestiario e mansioni, moda e attività, tutto ciò che riguarda il fantastico mondo femminile.

Lei, in particolare, si occupava di una piccola rubrichetta che ogni mese cambiava argomento, senza seguire un filone preciso. E ogni mese, ecco che si arrovellava in cerca dell’ articolo perfetto.

 

“tu come te la passi piuttosto?” chiese Kagome infilando la chiavetta nella macchinetta.

“bene grazie! Non vedo l’ ora di uscire da qui, stasera voglio sballarmi un po’”

“ah si? Che programmi hai?”

“pensavo di andare in un locale che hanno appena aperto, non dista molto da qui, hai voglia di venire con me? Ho un gran bisogno di rifarmi”

“rifarti? In che senso?” Kagome prelevò il caffè dalla macchinetta lasciando spazio alla collega

“quello stronzo di Hitoshi se l’è filata”

“che cosa?!”

“si!”

“ma se fino a ieri ti riempiva di fiori cioccolatini e bigliettini sdolcinati?!”

“lo so, e stamattina invece mi son trovata il bigliettino da vigliacco! Scusami, ma ti amo troppo, mi sento soffocare.. sono un pazzo a lasciarti, ma se son rose fioriranno “ recitò Sango imitando una voce da uomo piagnucoloso

“peggio di un finocchio! Meno male che non ero così lanciata.. me lo aspettavo che avrebbe fatto lo stronzo”

“santo cielo.. beh sai che c’è? Che ci sto, andiamo a sballarci! Ho bisogno anche io di un po’ di movimento!”

“questo è lo spirito giusto Kagome!”

 

-Già, così da non pensare a lui..- pensò la corvina.

 

 

 

Le due si erano date appuntamento direttamente fuori dal locale, il Globe.

Era un posto chic, al ventesimo piano di un centro commerciale. Lussuoso ed elegante, con una balconata gigantesca da cui si vedeva tutta la città.

Erano le 22 di sera e il terzo drink era appena arrivato.

“salute!” dissero le due in coro battezzando la bevanda

“e poi non ci sono più gli uomini che si preoccupano di far godere una donna!” disse concitata Sango

“già.. dannatamente vero” asserì Kagome con sguardo vacuo. Era ubriaca persa.

“cioè, Hitoshi era dolcissimo è vero, eppure era così.. veloce! Ho dovuto pensarci io ai miei orgasmi, praticamente tutte le volte che ci sono andata a letto!”

“che merda!”

“già! E io sono stufa! Va bene divertirsi, non pretendo di trovare l’ uomo della mia vita adesso, a 26 anni, però che diamine, è tanto chiedere un orgasmo?!” la gente seduta intorno le squadrava in modo strano.

“no che non è tanto, cavolo!” confermò Kagome.

Un breve silenzio.

“e dimmi, lui invece com’ era a letto?”

Eh, com’ era lui a letto..

Kagome si oscurò, non aspettandosi quella domanda. Era da un po’ che non ci pensava.

Ma no, non è vero, non passava giorno senza che pensasse a Kouga. Al suo sguardo, al suo corpo perfetto, ai loro sei mesi meravigliosi.

 

Gli occhi le si adombrarono, e Sango lo notò subito.

“oddio, scusami Kagome.. tu ci pensi ancora non è vero?”

“beh ecco.. non riesco a dimenticarlo. Non posso farci niente..”

Più o meno era andata come con Sango. Se non che Kouga se l’ era presa molto più comoda, facendola soffrire per giorni interi.

Prima il distacco mentre erano insieme, la distanza con lo sguardo e con le parole. Poi fisicamente. Infine non rispondeva alle chiamate, adducendo la lontananza a impegni di lavoro.

Come ciliegina, un misero sms.

Non ti amo più, diceva, scusa se ci ho messo tanto a confessartelo. Addio.

 

Kagome non aveva più avuto sue notizie. Aveva cancellato il suo numero (che comunque conservava in un’ agenda contornato dai cuoricini), ma i ricordi, quelli non li avrebbe mai potuti eliminare.

 

“chi se ne frega di com’ era a letto, ne troverai di migliori Kagome!” disse Sango posando una mano sulla sua. Kagome sorrise incerta. Poi decise di fare l’ unica cosa veramente utile: bere, bere e bere!

“a cominciare da quei due..” sussurrò Sango guardando oltre le spalle dell’ amica.

Kagome si girò, vedendo una coppia di ragazzi che guardava proprio loro.

Un ragazzo dai capelli castani e un tizio coi capelli argentati.

 

Era troppo ubriaca per socializzare.

“che ne dici di fare qualcosa di folle?” Sango non era della sua stessa idea.

“n-no Sango non mi sembra il caso!”

“a me invece si! Basta pensare a Kouga e a quel gay di Hitoshi, dobbiamo dare una svolta a questa serata! E poi questi qua non li rivedremo mai più!

“ma che vorresti fare scusa?”

“invitiamoli a bere con noi!”

“ma io sono già ubriaca Sango!”

“meglio ancora!” disse lei alzandosi

“merda” sussurrò Kagome coprendosi la faccia con le mani.

 

Sango tornò poco dopo con un sorriso a mille denti

“beh?!” la incitò Kagome

“vanno a ricaricarsi di alcool e arrivano!”

“oddio che imbarazzo!”

“eddai pensa a divertirti!”

 

I due arrivarono poco dopo con due drink in mano. Un cameriere aveva prontamente portato due sedie in più, ed ecco che prendevano posto, uno da una parte, e uno dall’ altra.

“eccoci qua” disse il moretto guardando Sango.

Poi si voltò fissando Kagome

“io mi chiamo Miroku, e lui è il mio amico Sesshomaru”

“piacere, Kagome” disse stringendo prima una poi l’altra mano.

“e così che ci fanno due bellezze tutte sole il sabato sera?” Sango rise prontamente.

“quello che fanno due ragazzi tutti soli nello stesso posto”

“mia cara, spero proprio di no..” rispose con fare sensuale Miroku.

-ok, questi due stasera scopano- pensò Kagome fissandoli.

 

Riprese a bere il suo drink, senza ormai riconoscere l’ ombrellino dalla cannuccia. Meno male che ci aveva azzeccato. Farsi beccare a succhiare un ombrellino non era il massimo.

“di cosa ti occupi?” la corvina si voltò, non aspettandosi che qualcuno le rivolgesse la parola. Sesshomaru la guardava in attesa di una risposta.

“oh, io? beh ecco, io scrivo articoli per una rivista”

“quale?”

“si chiama WomenTime, mai sentita?”

“no” mmmh, di molte parole il tipo

“e tu che cosa fai?”

“sono un architetto”

“che meraviglia!”

“già, Sesshomaru crea dei veri e propri gioielli” s’ intromise Miroku

“e tu invece che fai nella vita?” chiese Sango al moro

“io e un amico abbiamo appena aperto uno studio di geometri. Siamo in società con Sesshomaru in realtà, ma l’ attività è appena stata avviata”

“urca, che figata!” esclamò Sango

“già, sono al settimo cielo, era il mio desiderio da..” il suono di un cellulare fermò il moretto, che si mise le mani in tasca in cerca del marchingegno.

“scusate. Pronto? Ehi amico! Stavo giusto parlando di te! Siamo nella terrazza, vieni fuori!” si alzò in piedi.

 

-no ti prego un altro no, io sono ubriaca!- pensò Kagome

 

“è mio fratello?” disse Sesshomaru

“già! Era esasperato, dice che è letteralmente fuggito!”

“figuriamoci..”

“Inuyasha!!” urlò Miroku sventolando una mano. Ed ecco che un altro ragazzo dai lunghi capelli argentati fece ‘ingresso’ nella terrazza.

 

 

Inuyasha rimase sorpreso nel vedere i suoi amici in compagnia di altra gente. Notando che erano ragazze, però, e che uno dei suoi amici era Miroku, si convinse che di strano non c’era proprio nulla.

“ehi amico!” salutò Miroku

“ciao ragazzi” disse il nuovo arrivato

“ciao” rispose freddamente Sesshomaru

“loro sono Sango e Kagome!” presentò Miroku

“ciao” rispose noncurante Inuyasha prendendo posto tra il moro e Sango. Un boccale di birra in mano.

Sango era tutta un sorriso, mentre Kagome sarebbe volentieri scomparsa dalla circolazione

 

“ragazze lui è il mio socio in affari nonché fratello di Sesshomaru! Insieme io e lui faremo fortuna, e voi siete le prime a saperlo” Miroku sembrava davvero un tipo simpatico e allegro. Il sorriso non gli era sparito per un attimo dalla faccia.

Kagome invece di sorridere non voleva proprio saperne. Si imbarazzava in mezzo a gente che non conosceva, e quei due tipi coi capelli argentati erano proprio strani..

Anche se quello appena arrivato, sembrava essere carino.

“feh, me lo auguro!” rispose Inuyasha

“eddai non essere negativo! Abbiamo appena iniziato! Vedrai che piano piano ingraneremo”

“come va con Kikyo?” chiese Sesshomaru

“lasciamo perdere”

“chi è Kikyo?” s’ intromise Sango

“la ragazza di Inuyasha” rispose prontamente Miroku “hanno qualche problemuccio”

“ma che dici razza di scemo?! E poi non mi sembra il caso di parlarne a delle sconosciute” rispose arrossendo

“dai dai, siamo donne, possiamo aiutarti!” continuò Sango. Inuyasha sbuffò.

“diciamo che è un tantino gelosa. E anche invadente” disse Miroku

“uffa..” continuò Inuyasha

“ha ragione ad esserlo visto l’elemento che sei” disse Sesshomaru

“ehi ma insomma!” scattò Inuyasha

“che elemento sei?” chiese Sango sempre più interessata. Inuyasha la guardava storta

“non sono nessun elemento, mi godo la vita tutto qua”

“diciamo che come tutti i ragazzi della nostra età vuole divertirsi ecco.. non nel modo in cui si aspetta Kikyo però”

“cioè?!” continuò Sango

“cioè è un donnaiolo” finì Sesshomaru

 

Kagome iniziava a spazientirsi. La serata stava prendendo una piega decisamente antipatica. Era finita insieme a degli sconosciuti a parlare dell’ infedeltà di un deficiente.

“non sono un donnaiolo! Insomma che vuole di più? Sto insieme a lei, da più di due anni ormai.. succede che ci siano dei momenti no, prima o poi tutte le coppie ci passano, e se in questi momenti mi capita un’ avventura che volete che sia?”

Sesshomaru girava la testa in segno di diniego da quasi un minuto ormai.

“eheheh Inuyasha è fatto così ragazze, ma non spaventatevi non siamo tutti come lui” rise Miroku

“guarda che tu sei anche peggio!” lo rimbeccò Inuyasha.

“io sono un ragazzo devotissimo!”

“certo come no.. l’ hai sparata grossa”

“perché non facciamo un gioco?” disse Sango. I ragazzi la guardarono, chi dubbioso, chi curioso. Miroku sembrava pendere dalle sue labbra.

“la mia amica qui..” indicò Kagome che divenne rosso peperone “è in cerca di un argomento per il suo prossimo articolo”

“Sango per favore..” cercò di bloccarla Kagome in evidente imbarazzo.

“e questa mi sembra un’ idea davvero interessante!” i ragazzi continuarono a fissarla senza capire

“cos’è che ti sembra interessante scusa?” Inuyasha era parecchio scettico

“il fatto che voi uomini non siate in grado di essere fedeli.” Kagome squadrò meglio l’amica.

“questa è bella!” ride Inuyasha “guarda che se volessi lo sarei davvero! È solo che..”

“che cosa? Che lei non è abbastanza? Che ti sei stufato? O è solo che ti comporti da ragazzino perché vuoi spassartela?” Kagome si bloccò stupefatta! Era stata davvero lei a dire quelle cose?! Si, diavolo! Era stanca di ascoltare quei discorsi stupidi, dove ovviamente erano le donne a passare per delle povere fesse cornute!

 

Inuyasha la guardò un secondo, per poi agitarsi sulla sedia

“senti un po’, tu.. cos’è che stai insinuando?”

“insinuo che siete tutti uguali! Che vi prendete gioco di noi come se fossimo delle povere sfigate, ci fate credere di essere perfetti quando invece tutto ruota intorno al vostro ego, o per essere più chiari, intorno al vostro cazzo!”

“oh mio Dio..” Sango sospirò

“e quindi se vi va, vi scopate la prima che passa, tanto chi se ne frega, la tua ragazza ti aspetta a casa per il secondo round, ignara di quanto sei stronzo!”

“chiara e concisa la tua amica eh?” disse Miroku a Sango

“evidentemente è perché ve le andate a cercare! Non fate altro che mettere becco in cose che non vi riguardano! Dove sei stato, con chi eri, il tuo amico ti porta sulla cattiva strada..” scimmiotta Inuyasha

“ah e così è colpa mia?” chiese Miroku guardandolo contrariato

“zitto!”

“beh e allora? Noi ficcanasiamo (che poi è tutto da vedere..!) e questo ti da la libertà di mettere corna a destra e a manca?!”

“ci portate al limite con le vostre scemenze, al punto di non sopportarvi davvero più! Tu per esempio? Parli tanto ma scommetto che sei single perché non ti sopporta nessuno!”

“che cos’ hai detto razza di cretino?!”

“Sango, è stato bello conoscerti, breve ma intenso..” scherzò Miroku

“hai capito benissimo! Feh, la mia ragazza dovrebbe ritenersi fortunata, infondo non capita che un paio di volte al mese, e solo perché mi fa incazzare! Quindi, ti ripeto che se volessi fedele lo sarei per davvero!”

“allora dimostramelo! Facciamo davvero questo stupido gioco!”

“che gioco, sentiamo..” Inuyasha era spazientito.

“hai un mese di tempo per dimostrarmi che le resterai fedele. E io ci scriverò su il mio articolo.”

“già, e a me che me ne frega del tuo articolo? Che ci guadagno scusa?”

“beh.. la vostra attività è agli inizi no? Avrete la pubblicità. Da parte nostra, della rivista. Non mi sembra poco”

Inuyasha sembrò pensarci su. Si rigirò la birra fra le mani, guardando il fratello, sconcertato, e l’ amico, che deglutì senza sapere che dire. Poi prese il bicchiere e se lo scolò

“d’accordo, ci sto”

 

 

 

 

 

 

 

Buoooonasera!
Ecco fresca fresca una boiata appena partorita! Mah chissà che ne verrà fuori!
Mi affido ai vostri pareri! :D

Aruko

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Capitolo 2
*** Scambio di favori ***


“io mi rifiuto!!”

Miroku sbuffò alzandosi dalla sedia e seguendo l’ amico, affacciato a una finestra.

“Eddai Inuyasha.. guarda che così ci farai solo la figura del fesso!”
“ma come cazzo ho potuto.. merdaccia di una..” e il suo sproloquio continuò in un linguaggio incomprensibile.

“senti, la cosa si può risolvere. E’ tanto faticoso per te farti solo Kikyo per un mese?”

Lo sguardo con cui Inuyasha lo fulminò non lasciava spazio a dubbi

“Kikyo è una brava ragazza.. eppure l’idea di rimanere con lei tutta la vita.. mi mette un’ ansia!”

“Amico posso immaginarlo”
“ieri ha ufficializzato il nostro fidanzamento davanti a tutti i suoi parenti”

Miroku rimase di stucco

“Oh merda.. stai parlando di.. matrimonio?!”

“Hai capito adesso perché sono scappato da quella cena?!”

 

Si scostò dalla finestra per tornare alla sua scrivania.

L’ ufficio era deserto. C’ erano solo loro due, ad aspettare che l’ attività prendesse il volo. E tutta questa calma non faceva che rendere più nervoso il mezzo demone.

 

“Maledizione, è più di una settimana che siamo qui ad aspettare che qualcuno ci contatti. Abbiamo messo annunci, speso soldi per farci pubblicità e anche Sesshomaru ci sta aiutando. Eppure ancora niente..”

“Amico ci vorrà del tempo, non è così facile..”
“Lo sarebbe di più con altra pubblicità. Un’ azienda intera che si occupa di riviste, e quindi immagini, comunicazione.. ecco perché ho detto di si.” Una mano nei capelli e un lungo sospiro.

“Vedrai che ce la faremo.. anzi, che ce la farai” sorride Miroku sornione.

“che diamine, posso sempre farmi gli affaracci miei senza dover dire proprio tutto!”

“ehm.. ecco a tal proposito Inuyasha dovrei confessarti una cosa.. ieri sera prima di andare via ho come dire.. chiesto alla bellissima Sango un appuntamento. Ha accettato.. ma ovviamente a una condizione”
“e quale sarebbe?!”

“che io ti tenga d’ occhio..”

“ma.. ma cazzo Miroku! Ti ci metti pure tu?!”

“scusa Inuyasha, ma non ho saputo dire di no a cotanta bellezza”

“certo.. e chi aveva dubbi! Sei peggio di una donna ficcanaso”

“sarà, ma ti confesso che quella ragazza ha davvero un non so ché..”
“guarda che lo dici con tutte”
“ma davvero?”
“si davvero!”
“che strano..” sorrise Miroku

“vado a farmi un giro.. “

“e va bene, tengo d’occhio io la baracca”

“già, e da chi?” con un’ ultima occhiata ironica Inuyasha si allontanò, la giacca sulla spalla e una in tasca in cerca del telefonino. Aveva decisamente bisogno di un modo per sfogarsi..

 

 

 

Un paio d’ ore dopo si trovava nel letto della fidanzata, che gli stava avvinghiata come un koala.

Avevano appena fatto sesso, eppure lui era ancora irrequieto. Aveva caldo, e lei non gli si scollava di dosso nemmeno un secondo!

“amoruccio..” un braccio sul petto, la testa sulla sua spalla

“ci pensi? Un giorno sarà sempre così. Ci sveglieremo insieme, faremo l’ amore ogni giorno..”

La stretta si consolidò ancora di più.

 

-ho bisogno di una sigaretta- pensò il mezzo demone

 

Si sporse per raccogliere il pacchetto dalla tasca della giacca, lasciata per terra accanto al letto. Prese l’ accendino e accese la sigaretta che teneva fra i denti.

“ma tesoro, da quanto hai preso a fumare?”

“solo ogni tanto.. sono un po’ nervoso ultimamente”

“amoruccio mio, è per il lavoro?”

 

-il lavoro.. te.. il lavoro.. e comunque sempre te-

 

“già, è per quello” un lungo tiro di sigaretta

“vedrai che tutto si aggiusterà. Intanto se vuoi.. posso farti sentire meglio..” lentamente fece scendere la mano sotto il lenzuolo, lungo il petto e poi più in basso, fino all’ inguine.

Lo prese in mano, stringendo delicatamente.

Inuyasha le bloccò il polso

“scusa, ma non mi va più”

Si mise a sedere e iniziò a rivestirsi. La sigaretta fra le labbra

 

“si può sapere che ti prende?” la ragazza si teneva il lenzuolo fino al collo, l’ espressione irosa e le guance arrossate. Sentirsi rifiutata non le piaceva di certo

“Kikyo, adesso devo tornare a lavoro.. scusami, sono solo pensieroso”

Mise i piedi nelle scarpe e si alzò dal letto. Si girò a guardarla.

 

Un po’ gli dispiaceva.. vederla nuda e non farci nulla. Vederla così disponibile e non aver voglia di starci vicino. Vederla talmente devota e innamorata , come se non fosse passato un giorno dal loro primo incontro.. e rendersi conto che per lui forse non era più così.

 

“beh, ora vado” si sentiva un po’ una merda.

“ti chiamo più tardi” si chinò a darle un bacio sulle labbra, non ricambiato, poi si voltò e uscì dalla stanza.

 

-come inizio non c’è male.. un mese intero e parto così, bel lavoro Inuyasha- pensò il mezzo demone uscendo dall’ appartamento della fidanzata.

Scese le scale e uscì dal palazzo, la sigaretta quasi finita. La prese e la lanciò per terra.

Non solo fumare gli faceva schifo, ma ovviamente, non aveva allentato nemmeno un po’ la tensione che sentiva addosso.

Prese a camminare.

 

 

***  

 

 

Kagome aveva le mani sudate e non sapeva da dove iniziare.

Guardava Rin da sopra i suoi documenti, in realtà un foglio bianco con su scritto.. esattamente niente!

 

“eddai Kagome sputa il rospo! Sei in ritardo di tre giorni, fra poco è un altro mese!!”

“l-lo so”

“e quindi?” uno sguardo indagatore si dipinse sul volto della sua bella capa.

Rin, figlia di un ricco, ricchissimo, fottutamente straricco imprenditore. Era ovviamente ricca fino al midollo anche lei, e la sua bellezza forse era addirittura più abbagliante del suo conto in banca.

Accavallò le gambe e tirò un lungo sospiro dal naso. Si stava spazientendo

 

“beh, quindi.. per il prossimo mese ho in serbo un articolo.. diverso”

“che intendi con diverso santo cielo? Adesso i maialini li mettiamo in valigia? Ben venga che è diverso! Di che parla?”

 

Non era antipatica anzi, era capitato più volte che uscissero a bere qualcosa insieme, fra colleghe, e Rin si era sempre dimostrata umile e divertente. Eppure quando si parlava di lavoro.. ecco la versione incazzosa pretenziosa a più non posso!

 

“La fedeltà, degli uomini. O per meglio dire.. la loro incapacità nell’ esserlo..”

Kagome nascose il viso dietro ai fogli bianchi, aspettandosi un urlo del tipo

 

-ma che cazzo vuol dire?!-

 

Quando invece..

 

“mmh… vai avanti per favore”

“beh ecco.. io e Sango abbiamo conosciuto un tizio una sera. Un tizio che a quanto pare non è in grado di essere fedele alla sua fidanzata”

“brutto stronzo.. continua!” Ok era sulla pista giusta, femminista nel sangue, Rin si stava incuriosendo di brutto

“e allora gli abbiamo proposto di prestarsi a questa specie di gioco.. ovvero di monitorarlo per un mese intero, e vedere se riuscirà  a non metterle corna a destra e a manca.”

 

Rin la stava squadrando. Qualcosa non la convinceva

 

“Ok, ci sta. Quel farabutto ha bisogno di essere messo in riga! Ed è intrigante la cosa, mi piace.. tuttavia mi domando… per quale motivo un dongiovanni spudorato e traditore dovrebbe prestarsi a una cosa del genere?”

 

-eccoci al sodo..-

 

“beh ecco, diciamo che in cambio gli ho promesso qualcosa” Kagome era rossa e davvero davvero agitata

“che cosa?”

“..un po’ di sponsor per la loro attività”

“che cos’hai fatto?!?!?!?!”

 

Eccola, umiliata e senza lavoro

 

“Lo so lo so sono stata avventata ma.. ero un po’ ubriaca e lui così stronzo e.. diceva che non avevano clienti e allora io ho dovuto allettarlo per questa storia del tradimento..”

Rin si stava massaggiando le tempie.

 

“santo cielo.. e va bene. Organizza un incontro con questo tizio. Parliamone faccia a faccia!”

“certo capo, grazie!” Kagome si alzò con l’ intenzione di fuggire alla velocità della luce

“e Kagome…”

“si?”

“mi raccomando.. non cacciarti nei guai. Ricordati che chi è single è sempre in cerca di un amante.. e chi non lo è, pure.”

 

Kagome la guardò allibita. Che cacchio voleva dire?!

 

“..beh grazie Rin, buona giornata!” e se ne scappò via.

 

 

 

*** 

 

Il sabato pomeriggio, si erano dati appuntamento a un bar. Quando Kagome arrivò, Sango e Miroku erano già seduti a un tavolino, mentre Sesshomaru aspettava in piedi con le mani in tasca

“ciao, ragazzi”

“Buongiorno Kagome!” Miroku era davvero allegro, chissà come faceva.. lei non si sentiva troppo felice.

“Ciao Miroku, come stai?”

“divertito, grazie” sorrise lui

Sango era altrettanto sorridente. Mah..!

 

Pochi minuti dopo arrivò anche Inuyasha

“ciao” disse svogliatamente. Si sedette vicino a Miroku e rimase imbronciato con le braccia conserte

“Inuyasha amico mio, non sei contento di essere qui in ottima compagnia?”

“fottiti”

“bene, come non detto”

 

Kagome lo squadrò.. come diamine faceva un ragazzo così scorbutico e maleducato ad avere una fidanzata? Chissà forse era attaccata ai soldi.. ma no, se lui avesse avuto dei soldi di certo non avrebbe avuto problemi con l’ attività!

Insomma doveva essere un bravo compagno allora.. forse.. nel letto..

 

Avvampò e si riscosse, che caspiterina andava a pensare?!

 

Qualcosa la distolse dai suoi pensieri. La voce di Rin

 

“eccomi, buon pomeriggio a tutt…” la frase rimase incompleta, mentre si toglieva gli occhiali da sole per guardare meglio qualcuno. Per l’ esattezza Sesshomaru.

Anche lui si riscosse, togliendo le mani dalle tasche e facendo un mezzo passo in avanti.

Tutti guardavano i due senza avere il coraggio di dire niente

Ci pensò Miroku a salvare la situazione

 

“buongiorno, tu devi essere Rin, la capa di queste due belle fanciulle, non è vero?” le porse la mano. Rin lo guardò

“io sono Miroku, molto piacere”

“P-piacere mio, Rin”

“questi sono il mio socio in affari, Inuyasha, e suo fratello Sesshomaru”

“ciao” disse un impassibile Inuyasha

Ma dalla bocca di Sesshomaru non uscì parola. I loro sguardi rimasero incollati senza sosta

 

“beh la vogliamo sistemare questa pagliacciata?” Inuyasha si stava spazientendo

Rin lo guardò

“e così saresti tu quello che cornifica come se non ci fosse un domani?” esclamò sedendosi vicino a Kagome. Anche Sesshomaru prese posto, esattamente di fronte a lei.

Sango ridacchiò. Inuyasha proprio per niente

“Kagome mi ha parlato di quest’ idea dell’ articolo.. e anche della pubblicità per la vostra attività. Posso sapere di cosa si tratta intanto?”

“uno studio di geometri” esordì Miroku “io e Inuyasha abbiamo aperto da poco, Sesshomaru essendo architetto ci sta aiutando molto.. eppure ancora non siamo riusciti ad avviare niente di pratico”

“capisco” rispose Rin

“penso che ulteriore pubblicità ci farebbe comodo, molto.. anche perché se continuiamo così rischiamo già di chiudere..”

“la vostra non è sicuramente una scelta facile, il periodo non è dei migliori per iniziare lavori in proprio, la specializzazione poi.. competitiva e di difficile visibilità. Intanto ditemi, di cosa vi occupereste nel dettaglio? Parliamo di edilizia o di grafica?”

“beh entrambi.. abbiamo le competenze per fare entrambe le cose”

“questo è già sbagliato. Non potete offrire un servizio competente e produttivo se partite dal presupposto di poter fare tutto.. siete in due e il lavoro sarà tanto. Fatemi sapere in cosa vi sentite più sicuri, per allargarvi c’è sempre tempo..”

Miroku prese carta e penna e iniziò a scarabocchiare qualcosa. Inuyasha , seppur, dubbioso, doveva riconoscere che quella donna sapeva il fatto suo.

“Immagino abbiate già un logo” Miroku annuì “mandatemi tutto a questo indirizzo mail” gli porse un bigliettino da visita

“voglio tutti i dettagli dell’ azienda, membri, logo, nome, patrimonio. E piano piano vedremo di farla fiorire. Ci serviranno uno slogan, una presentazione ufficiale e degli affiliati che ci facciano pubblicità.”

Miroku continuava a scrivere

“inutile sottolineare che abbiamo un mese di tempo, un mese entro il quale in cambio, io otterrò l’ articolo che Kagome mi ha promesso” e posò gli occhi su Inuyasha

“credo che ovviamente Kagome dovrà essere resa partecipe di tutti i tuoi spostamenti, e di tutte le tue avventure..”

“non ce ne saranno, puoi starne certa!” inveì il mezzo demone

“questo lo vedremo!” sorrise

“beh ma.. se in effetti Inuyasha riesce a essere fedele a Kikyo.. allora che succede?” chiese Sango.

Tutti si guardarono

“ogni cosa a suo tempo. Ora devo proprio andare. Ci aggiorniamo” Rin si alzò e si rimise gli occhiali da sole.

 

“grazie Rin, ti manderò tutto al più presto” Miroku le porse la mano e si salutarono. Inuyasha bofonchiò un saluto veloce. E Rin girò sui tacchi per andarsene

 

“caspita, la vostra capa è davvero una tipa tosta ragazze!”

“già, Kagome ha il terrore ogni mese che deve presentarle un articolo!”

“Eddai Sango, smettila!”

“chiedo scusa” disse Sesshomaru, che in un secondo si alzò e sparì nella stessa direzione in cui era andata Rin.

I quattro lo guardarono per poi tornare alle loro bevande.

“allora, come pensate di organizzare la cosa?”

 

 

***   

 

 

Doveva ammettere che per camminare su quei trampoli era comunque veloce, faceva dei gran passi. Ovviamente in confronto a lui non era niente

“Rin” provò a chiamare, ma lei se possibile aumentò ancora di più

“Rin!” in pochi passi la raggiunse e le prese il braccio, facendola girare.

Dio, era più bella che mai.

“che cosa vuoi?”

“solo parlarti..”

“beh io non ho niente da dirti”
“perché hai accettato di aiutare mio fratello?” lei sussultò.

“infondo un misero articolo come quello.. cosa vuoi che sia in confronto a quello che intendi fare per lui?”

“te l’ ho detto, io sono una di parola, tutto qua”

 

-come potrei dirti che vederti di nuovo.. mi ha fatto perdere la ragione.. che l’ho fatto solo per..-

 

“balle”

“stai forse dicendo che sono una bugiarda?”

“tu? Mai..”

Lentamente mollò la presa sul braccio, per far scorrere le mani su entrambe le sue braccia, fino ai fianchi

“..tu sei semplicemente bellissima.. più di quanto ricordassi..” Rin si divincolò come una furia

“risparmia il fiato, Sesshomaru!”

Lo guardò negli occhi e sentiva che i suoi stavano per cedere

“quello che pensi tu, non ha più alcun interesse ormai.. addio”

 

Si girò e corse approfittando del semaforo verde, per poi riprendere a camminare verso la sua auto. Giusto in tempo per non far vedere le lacrime che rigavano il suo volto.

 

 

 

 

 

Booonjour!

Eccomi finalmente son riuscita a continuare anche questa storia J

Ho in serbo un po’ di cosucce che spero possano piacervi, muahaha!

Bene cavolate a parte attendo fiduciosa vostri commenti e dritte please! Grazie
A presto!
Aruko

 

 

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Capitolo 3
*** Prime difficoltà ***


“allora, come pensate di organizzare la cosa?”

 

I quattro si guardavano, chi in modo torvo, chi in modo spaesato, chi senza speranza.

Kagome era pensierosa.

Come al solito, si era cacciata in un pasticcio. E non una cosa da niente. Aveva mischiato la vita privata (una serata in cui per l’ennesima volta alcool e brutti ricordi avevano avuto la meglio) al lavoro, trovandosi in una situazione incerta e anche assurda.

 

Come cavolo avrebbe fatto a monitorare un tizio, fidanzato, per accertarsi che conducesse una relazione stabile e sincera? E soprattutto, in modo che la ragazza di lui non si accorgesse di nulla?!

Tutto ciò era patetico e anche umiliante, per lui ma soprattutto per lei!

 

Senza contare che Rin si era esposta notevolmente per aiutarla e tirarla fuori dal casino che aveva combinato. E questo non faceva che appesantire la responsabilità che sentiva addosso: avrebbe dovuto fare un lavoro coi fiocchi.

 

Una voce ostile la fece tornare alla realtà

 

 “allora, Miss Simpatia.. come pensi di gestire la cosa?” esclamò Inuyasha

“francamente pensavo che me lo dicessi tu. Non ho intenzione di seguirti ovunque”

“certo, sarai impegnata a cercare qualcuno che ti sopporti..”

“che cosa dici adultero dei miei stivali?!”

“ehi ragazzi! Calma calma! Siamo qui per collaborare no?” Miroku cercò di calmare gli animi bollenti. Ma i due continuarono a guardarsi in cagnesco.

 

“la verità è che questa è un’idea stupida.. come faccio a renderla partecipe di tutti i miei spostamenti senza mantenere un contegno?”

“come se ne avessi avuto tradendo la tua ragazza..”

“beh ora è proprio a lei che sto pensando! Cosa faccio le dico che partecipo a un reality dove una ragazzina dalla lingua lunga mi segue anche al cesso?”

“senti un po’ , ma la vuoi la pubblicità della mia azienda oppure no?!”

 

Inuyasha si zittì immediatamente. Era proprio una situazione del cavolo.

Dal canto suo Kagome lo guardava furiosa. Come si permetteva di sfotterla così? Non era facile nemmeno per lei, diamine!

 

“ragazzi, non c’è bisogno di discutere dai! Un modo lo troviamo no?  Io sono più che disponibile a dare una mano..” s’intromise Miroku

“Facciamo così, io passerò le mie giornate con Inuyasha e lo terrò d’ occhio. Vi manderò foto, messaggi, ci sentiremo. E mi accerterò anche di quando sarà con Kikyo.”

 

“e i miei spazi? Da solo ci potrò mai più stare?”

“certo, o almeno è ciò che ti faremo credere” sorrise Miroku

“bell’ affare..” sospirò il mezzo demone

“però è necessario che anche voi due passiate del tempo insieme” s’ intromise Sango

“non dimenticarti Kagome, che tu dovrai scriverci un articolo. Quindi dovrete anche conoscervi un po’ meglio”

 

I due si guardarono.

 

-dannata umana..-

-antipatico buzzurro!-

 

Ed era solo l’ inizio.

 

 

***  

 

Quando quel pomeriggio tornò nel suo appartamento, era davvero arrabbiata.

Trovarselo lì di fronte era stato un colpo al cuore. E la sua prima reazione era stata un’ irrefrenabile voglia di correre da lui e sentire il suo odore inconfondibile.

Poi aveva realizzato perché fosse li, e si era sentita una stupida. Ancora una volta il suo dannato lavoro, anche se nelle sembianze del fratello minore..

Era sempre stata quella la sua priorità, anche quando sembrava che tutto fosse ormai avviato, e che loro due potessero realmente consolidare il loro rapporto.

Poi, Sesshomaru venne contattato da un’ importante (e attraente..) società di design e arredamenti d’ interni. Un vero e proprio colpo di fortuna. Ma non per loro due.

 

Rin stappò una bottiglia di vino e ne bevve avidamente un sorso da un bicchiere.

Ripensare a quei giorni le faceva letteralmente male.. e non si era preparata a riviverli così d’improvviso.

 

Eppure lui ora era li, e lei aveva accettato di aiutarlo. Come avrebbe potuto non farlo..?

Lentamente si spogliò per indossare un completo da ginnastica. Aveva bisogno di un po’ di movimento per liberarsi la mente.

 

 

. . .

 

Lunedì mattina Kagome si recò al giornale di buon’ ora, decisa più che mai a parlare con Rin.

Due giorni prima aveva appreso che Inuyasha passava tutti i week-end a casa della fidanzata, compresa una sera in settimana, solitamente il giovedi. Le restanti sere le passava principalmente con l’ amico Miroku, oppure si dedicava a qualche sua passione.

Giocava a basket con una squadra di vecchi compagni di classe e aveva una moto che venerava, la sua Kawasaki z750, da lui chiamata HanShin (*).

Ovviamente queste cose non gliele aveva dette Inuyasha in persona, bensì Miroku, dopo aver accompagnato l’ amico direttamente dalla fidanzata.

I tre si erano poi chiesti che fare, e di certo Kagome non avrebbe retto il moccolo. Così si era lentamente diretta verso casa anche lei, lasciando i due finalmente soli.

 

 

Quando entrò in redazione fu accolta da un piacevole tepore, e ne fu grata data l’ aria fresca che ormai iniziava a farsi sentire. Si recò nel suo piccolo ufficio per appoggiare la borsa e si diresse direttamente nell’ ufficio di Rin, sicura di trovarla già lì.

 

La porta era chiusa, e infatti dopo aver bussato, la voce della capa le disse di entrare.

 

“Rin, buongiorno!” la vide seduta alla scrivania, apparentemente assolta nei pensieri

“Kagome, ciao, come stai?” disse in un soffio Rin

“bene grazie” entrò chiudendosi la porta alle spalle.

“hai un’ aria strana.. è tutto a posto?”

“certo, sono solo un po’ stanca. Volevi dirmi qualcosa di importante?”

“beh ecco.. in realtà volevo scusarmi. Credo di aver fatto uno dei miei soliti pasticci mettendo in mezzo anche l’azienda, e.. tu hai preso le mie parti a spada tratta sabato. Potevi benissimo rifiutare e mandarmi a quel paese”

“non dire sciocchezze. Sei valida come persona e come lavoratrice, e poi sono sicura che il nostro articolo sarà un grande guadagno. A tal proposito come siete rimasti?”

“ecco, sia io che Miroku controlleremo gli spostamenti di Inuyasha. Di giorno e di sera principalmente Miroku, che mi renderà partecipe di tutto. E poi in certi momenti dovremo comunque incontrarci.. insomma per scrivere di lui devo pur sempre conoscerlo un po’”

“mi sembra giusto e anzi, stagli alle calcagna, prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno! Per quel che mi riguarda puoi venire in redazione solo se necessario, ok? E di tutta la faccenda loro, ovviamente me ne occuperò io.”

“sei sicura Rin? L’ultima cosa che volevo era sobbarcarti di lavoro in più..”

“non ti preoccupare, mi farà bene distrarmi un po’ dalle solite cose”

“ok. Ma sei proprio sicura di stare bene? Ti vedo un po’ spenta..”

“niente a che fare con questa storia, tranquilla” sorrise debolmente.

 

Kagome fece per andarsene quando si accorse di qualcosa di diverso

“Rin, ma quelle rose? Non ne avevo mai viste prima nel tuo ufficio!” Rin guardò afflitta il vaso di fiori freschi e profumati, a pochi centimetri dal suo viso

“oh, regalo di un giornalista”

Kagome ebbe la vaga sensazione che non fosse del tutto sincera.

 

 

Quando tornò verso l’ufficio incappò in una Sango raggiante.

“Kagome! che bello rivederti! Come stai?”

“io bene, e anche tu vedo!”

“puoi dirlo forte!”

“deduco che Miroku giochi il suo bel ruolo in tutto questo o sbaglio?”

“puoi dirlo forte!!” esclamò ridendo

 

In quel momento il telefono di Kagome squillò, e una volta tirato fuori dalla tasca:

“parli del diavolo..”

“è Miroku?!”

“già, con un fantastico selfie”

 

La foto ritraeva il giovane sorridente con alle spalle un più che imbronciato Inuyasha, entrambi nel loro studio. Il messaggio diceva “terzo giorno di prigionia: prelevato e portato direttamente in studio. Un bacio alla mia Sango”

 

“Mia Sango?! Ma si può sapere che avete combinato poi sabato?!”

“per ora nulla di concreto! Ma è cotto di me, e se fa il bravo chissà.. forse potrebbe nascere anche qualcosa..”

“se lo dici tu.. non so sembra un po’ un farfallone”

“naaa, è solo apparenza! Anzi, domani mi ha invitata a pranzare insieme, che ne dici?”

“beh dico che se fa piacere a te..”

“eddai sbilanciati un po’! Secondo te sono il suo tipo?”

“secondo me sei anche troppo” Sango sorrise compiaciuta

“Ah, ovviamente dovrai badare tu al cagnolino”

“che cosa scusa?!”

“beh non vorrai mica lasciarlo solo! Senò come fai a sapere che cosa combina?”

“santo cielo, sarà più difficile del previsto..”

 

. . .

 

“sembri uno scemo”

“grazie amico!”

“prego! Non è proprio il tuo stile quella giacca di pelle!”

“e invece io dico che la farò impazzire”

“contento tu. Certo che potevi evitare di riempire lo studio con tutto quel profumo.. sei peggio di una donna!”

“Inuyasha, da uno che sta per sposarsi non mi faccio dare di certo consigli su come rimorchiare! Ci vediamo più tardi!”

“dannato umano impomatato… ciao!”

 

Miroku uscì dallo studio, e dopo pochi secondi qualcuno bussò alla porta.

“sei tu?”

“ciao anche a te!”

Kagome entrò  e si guardò intorno, appoggiando la borsa su una sedia.

“così lavorate qui? È bello, davvero”

“si, beh, non devi per forza fare la carina”

“guarda che non lo faccio per forza, era un complimento sincero!”

“come vuoi”

 

Kagome si sedette su una sedia e lo guardò, in piedi con le mani in tasca. Certo non stava male col completo e la camicia. Ma diamine come apriva bocca..

 

“beh, ti fermi molto?”

“finché non torna Miroku, presumo”

“ascolta, non ho bisogno di una balia, io. So benissimo controllare i miei istinti ed è assurdo che debba esserci una ragazzina dall’ ubriacatura facile a controllarmi.”

“ascolta tu! Che ti piaccia o no questo adesso è il mio lavoro, e se non ricordo male hai accettato tu il mio aiuto! Quindi stai un po’ zitto e cerca di rendere tutto più facile!”

 

-che caratterino.. ma questa è proprio fuori! Ribadisco, è una zitella coi fiocchi..-

 

“bene, e ora dimmi, dov’è che si mangia qui? Ho una fame da lupi”

“c’è un posticino qui vicino, fanno gli udon”

“gli udon vanno benissimo, andiamo?”

 

Il ristorante era veramente a pochi passi. Quando si sedettero e ordinarono, nessuno dei due sapeva cosa dire

“e così.. sei una giornalista?”

“già”

“da quanto tempo?”

“un paio d’anni”

“e ti piace quello che fai?” –cioè distruggere le vite degli altri?!-

“certo. Mi piace scrivere le mie idee e adoro l’ambiente in cui sto” –e soprattutto distruggere il mondo maschile-

 

“e dimmi, con la tua ragazza come va?”

Inuyasha si bloccò. No dai, parlare di queste cose no.. sospirò

“tutto bene”

“e?”

“e cosa?”

“beh nient’ altro? Insomma, non voglio farmi i cavoli tuoi ma se siamo qui è in buona parte per lei no?”

“e che vorresti sapere?”

“non so, da quanto state insieme? Come vi siete conosciuti?”

“All’ università. Non era del mio corso, ci siamo conosciuti a una festa fra studenti.”

“a-ha”

“..e poco prima di laureami ci siamo ufficialmente messi insieme. Ormai sono passati due anni”

“e lei com’è?”

“ora che mi ci fai pensare.. le somigli vagamente..” si sentì imbarazzato lui stesso da quel che aveva appena detto

“ma chi, a me?”

“s-si ma.. vagamente ho detto” deglutì “comunque è alta, capelli neri e occhi scuri”

“ho capito”

 

Arrivarono i pasti

 

“e quando l’hai tradita per la prima volta?”

-cazzo porco..-

 

“..e chi se lo ricorda più.. non che sia successo così tante volte eh!!”

“..si..”

“senti è stato un piccolo errore. Anzi due. No, direi tre.”

“cribbio..”

“tre volte, si. La prima circa un annetto fa con una collega di mio fratello. Poi una sera ero fuori con Miroku e.. beh, la terza pure, qualche mese fa”

“tutte scappatelle insomma?”

“si”

“e non ti senti una merda?”

 

Inuyasha ci pensò su

 

“senti io non sono quel tipo d’uomo. Se m’ impegno posso essere fedele e sincero. È solo che.. sono ancora giovane e fino a poco tempo fa la mia vita era ancora un punto di domanda. Niente di concreto, niente di serio. E così tutto il resto. Adesso sono diverso, sono cresciuto e anche la mia relazione con lei ha fatto un passo avanti”

“ma davvero?”

“si, davvero. Si sa che voi donne, non proprio tutte certo, tendete a maturare prima di noi. Kikyo è sempre stata un passo avanti. E adesso la raggiungerò”

 

Kagome non sapeva cosa dire. Per un attimo pensò a Kouga.. forse era per quello che l’aveva lasciata? Non voleva impegnarsi ed era troppo presto per lui?

Non lo aveva mai saputo.. se avesse capito prima forse..

 

“ehi, ci sei?” Inuyasha la riportò alla realtà

“certo che ci sono. Stavo pensando a quello che hai detto”

“e non ti basta? Devi proprio pedinarmi?”

“uffa.. no che non mi basta! Anche se farei volentieri a meno dei selfie di Miroku..”

Al mezzo demone scappò una risata, e Kagome rimase un attimo bloccata. C’era una bella differenza tra l’ Inuyasha imbronciato e quello sorridente. Il suo sguardo cambiava completamente e aveva una luce diversa.

 

“beh, comunque andrà tutto bene” esclamò Inuyasha tornando serio.

A Kagome sembrava quasi che si volesse convincere.

 

-ormai dubito di qualunque cosa..- pensò lei.

 

Finirono il pasto e tornarono allo studio, dove li aspettava Miroku

 

“sei già tornato?” chiese Inuyasha

“eheh già, un pranzo davvero veloce.. come lo schiaffo che non ho visto..”

“che cosa?!” chiese Kagome

“nulla, nulla, davvero.. beh, grazie per aver fatto la guardia Kagome! Ci aggiorniamo più tardi ok?”

“certo. Buona giornata. E grazie per il pranzo, Inuyasha..”

“si beh, figurati. Ciao”

 

Kagome tornò in tutta fretta verso l’ ufficio, più per estrapolare qualche informazione a Sango che per lavorare.

 

 

*** 

 

“brutto maniaco da quattro soldi!”

“…”

“tu dovevi vedere in che modo si è comportato!”

“e cioè?”

“e cioè?? Te lo dico io cioè!”

Sango camminava avanti e indietro per il suo ufficio senza riuscire a calmarsi. Ormai era così da dieci minuti buoni

“quel depravato non ha fatto altro che guardare il culo a tutte le altre donne del ristorante! E quando è arrivata la cameriera a prendere le ordinazioni lo sai che ha fatto?”
“no, che ha fatto??”

“le ha palpato le chiappe!”

“oddio..!”

“già! Dice che è più forte di lui, capisci?”

“ma.. ma quello è scemo?”

“no peggio, è folle, e lo sai il motivo? Il peggio deve ancora arrivare, senti qua..”

“cosa c’è di peggio di un maniaco che non si vergogna di essere maniaco?”


“un maniaco pazzo! Dopo che gli ho sbraitato addosso quel che pensavo di lui mi ha preso le mani e mi ha detto di non odiarlo, perché infondo lui era attratto realmente solo da me.. dal primo momento in cui mi ha vista ha desiderato conoscermi e starmi vicino.. mi ha guardata e mi ha detto ‘Sango.. vuoi avere un figlio da me?’

“oh cazzo!!”

“già, cazzo. È stato lì, in quel momento che qualcosa si è rotto. E gli ho tirato il ceffone più forte che io abbia mai mollato. Poi me ne sono andata.”

 

Kagome osservò l’ amica completamente rossa in volto. Era un misto di imbarazzo, rabbia, furia! Questa non l’aveva mai sentita, e ancora stentava a crederci.

“Cacchio Sango.. lo dicevo si che era un farfallone, ma che arrivasse a questo punto..”

Sango cercò di ricomporsi e si sedette alla sua scrivania, iniziando ad aprire i suoi documenti sul pc e mangiando una patatina di quelle prese al volo al fast food.

 

“ho fatto un errore. Quello non merita nemmeno di vedermi in sogno! Maledetto stupido dongiovanni!”

“non so che cosa dire..”

“guarda non c’è bisogno di aggiungere altro! Se non che ho appena ricevuto una mail da Rin in merito alla coppia del mese..”
“uffa, possibile che pensino tutti al matrimonio?”

Ogni mese la rivista dedicava un inserto alla coppia del mese. Per esattezza a una coppia rilevante nella società che convolava a nozze e alla quale facevano pubblicità, ricavando pubblicità.

“già.. e… oh mio Dio”   

“che succede?” Sango era rimasta bloccata davanti allo schermo.

“Ehi Sango, tutto bene? Di chi si tratta?”

“m-ma tu guarda, un mio ex! Non ci posso credere!”
“dai dici sul serio?? Fammi vedere!”
“Santo cielo no!! C-che vergogna! Certo che è proprio bruttino!” chiuse velocemente tutte le pagine e si alzò

“mi spiace Sango.. spero non ti abbia fatto soffrire. Non deve essere il massimo vedere un tuo ex che si sposa”

“decisamente no.. beh sai che c’è? Ci lavorerò più avanti, di certo non ho fretta”

“vuoi una mano? posso occuparmene io se ti fa stare meglio”
“no grazie, ormai è acqua passata..”
“e va bene, come preferisci”

“bene, ora cerco di mettermi a lavorare. Spero che almeno a te sia andata meglio con Inuyasha”

Kagome si ritrovò a pensare al suo sorriso. Poi scosse mentalmente la testa. Che cacchio le veniva in mente?

“beh, ancora non l’ ho ucciso” sorrise, e anche l’ amica lo fece.

 

 

***  

 

 

Quando quella sera tornò a casa, Rin era veramente stremata.

Non poteva permettersi di lasciare la redazione nemmeno per un secondo, c’era fervore nell’ aria. E lavorare a distanza coi ragazzi non era il massimo.

Si chiedeva se mentre parlava al telefono con Miroku anche Sesshomaru fosse li.

 

Che idea stupida. Lui aveva altro di cui occuparsi.

 

E poi, una volta finito di lavorare? Che cosa riempiva le sue serate? C’ era una donna a fargli compagnia? Ad aspettarlo a casa?

 

-sono una stupida..-

 

Uscì dalla macchina e si diresse lungo il vialetto di casa sua. Il sole stava tramontando, e quando lei alzò lo sguardo lo vide alzarsi dai gradini.

Per un secondo sentì il cuore fermarsi. Poi riprese a battere senza tregua, sempre più forte.

Quando fu abbastanza vicina vide le iridi brillanti in cui riflettevano gli ultimi raggi del sole. Quanto le era mancato..

“ciao”

“che ci fai qui?”

“voglio solo poterti spiegare..”

“non ti sembra tardi?”

“non è mai troppo tardi, Rin”
“beh, invece lo è”  Sesshomaru rimase in silenzio, confuso

“..vedi forse qualcuno?”

“certo che hai una bella faccia tosta!” reagì spazientita la ragazza

“sai che ti dico? Che non te ne frega un accidente della mia vita privata!”

“questo lo dici tu!” sbottò il demone

 

Rin rimase un attimo di stucco, il tono e lo sguardo di Sesshomaru non lasciavano spazio a dubbi.

 

“non mi hai mai dato il tempo di dirti come sono andate le cose.. sei venuta da me quella sera, e hai frainteso tutto.. poi sei fuggita senza nemmeno ascoltare, senza credermi.” Le strinse le braccia con le mani, avvicinandosi sempre di più

“ma tu devi credermi, le cose non sono andate come hai pensato tu”

 

Rin sentiva gli occhi diventare lucidi. Non era ancora pronta, non poteva..

 

“cosa diavolo avrei dovuto fare? Ti ho trovato lì con quella maledetta donna, in casa tua..”

“non stavamo facendo nulla Rin!” la stretta si consolidò

“avevi detto che non avevi tempo nemmeno per me..” le lacrime iniziarono a scendere copiose

“c’era soltanto il tuo stupido lavoro per te, avevi solo quello in testa! Trovandoti con quella, cosa cazzo credi che avrei dovuto fare?”

“ma lei era soltanto lavoro! Nient’ altro!” cercò di asciugarle le guance ma lei si divincolò

“lasciami andare!”

“no, guardami Rin” lei cercò nuovamente di allontanarsi, ma lui prontamente le bloccò di nuovo i polsi, attirandola a sé.

“ti prego.. tu devi credermi. Se ti ho ritrovata, finalmente, è solo perché non avremmo dovuto mai separarci. Sono stato uno stupido, ho fatto le scelte sbagliate, sono un coglione, pensa quello che vuoi! Ma non andartene ancora..”

“se davvero fosse così, allora non avresti mai dovuto lasciarmi andare! Avresti dovuto fare di tutto quando potevi, un anno fa! Hai capito?!” urlò la ragazza piangendo.

“adesso è troppo tardi!”

“e allora perché stai piangendo?”

“perché mi hai fatto del male, e me ne stai facendo di nuovo! Per me è finita, chiaro? Io ti odio!” e con un ultimo strattone si liberò del tutto dalla sua presa.

 

Approfittando dello stupore e del dolore nel volto del demone, corse in casa e vi si rifugiò, versando tutte le sue lacrime.

 

 

 

 

 

 

 

(*) HanShin = spirito ribelle

 

Ciao a tutti!

Ecco, con un mostruoso ritardo, il seguito della storia! :D

Chiedo scusa, ma tra ferie e lavoro (più lavoro che ferie) ho dovuto accantonare per un po’ le mie storie, ma sono più che decisa a riprendere a tempo pieno!

Perciò attendo con ansia i vostri commenti!

Grazie mille!
Aruko

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Capitolo 4
*** Conoscendoti meglio.. ***


Alcuni giorni passarono.

Tutto procedeva secondo i piani: Rin stava intensamente lavorando alla pubblicità per l’azienda dei ragazzi. Aveva rifinito il logo e iniziato a metterlo come sponsor in siti correlati al suo giornale. Essendone capo, aveva potuto farlo a cifre modiche, anche se per lei i soldi non erano certo un problema.

Kagome cercava di buttare giù qualche riga introduttiva al suo articolo.

 

Fu in quel momento che una chiamata interruppe il suo flusso di pensieri

 

“Miroku, ciao”

“Sango è ancora arrabbiata con me?” Kagome sbuffò

“Scusa perché non lo chiedi a lei?”

“Perché non mi risponde! Le ho scritto e l’ho anche chiamata in questi giorni ma niente”

“Senti, forse dovevi evitare di chiederle di procreare dopo aver palpato il culo a un’altra, non trovi?”

“Nessuna comprende l’ arte della seduzione..” 

 

-E questa la chiama seduzione?!-

 

“Ad ogni modo, ti ho chiamata anche per un altro motivo. Questa sera ho un impegno. Hai voglia di badare tu al mio amico?”

Kagome sentì Inuyasha imprecare dall’ altra parte della cornetta

“Ma che domande.. certo che non ne ho voglia! Non puoi accompagnarlo dalla sua ragazza?”

“Kikyo stasera esce con le sue amiche”

“Quasi quasi ci esco anche io..”

“Cosa scusa?”

“Nulla.. e io che volevo andare al cinema”

“Cinema? Mi sembra ottimo! Inuyasha ti va un cinema?”

 

Ancora altre imprecazioni

 

“Ok ne è entusiasta! Lo porto al giornale, a che ora stacchi?”

“Alle 18”

“Affare fatto!”

 

 

Come succedeva spesso Sango e Kagome si diressero insieme fuori dalla redazione.

E quando si trovarono davanti i due..

 

“Tu!” esplose Sango

“Che diavolo ci fai qui?” Miroku si scostò dalla macchina alla quale era appoggiato insieme a un più che imbronciato Inuyasha

“Felice di rivederti dolcezza”

“Dolcezza un corno, sparisci!”

“E’ già pazza di me” disse guardando Kagome

“Ti piacerebbe!”

“Moltissimo. A tal proposito, hai da fare stasera?”

“Si, ma non con te”

“Ne sei sicura? Perché io avrei un programmino davvero divertente”

“Io non mi diverto a toccare i culi alle ragazze..”

“Touché..”

“Ora se non vi spiace, me ne vado a casa! Kagome, a domani” e iniziò a incamminarsi.

 

“Miei cari, colgo l’ occasione per togliere anche io il disturbo. Divertitevi! Ci sentiamo più tardi così scorto il vip a casa. Sangucciaaa! Aspettamiii!”  

E si mise a rincorrere la ragazza.

 

“Beh.. che ti va di fare?”

“In tutta sincerità.. una doccia e un bicchiere di vino non guasterebbero”

“Per il vino posso anche farti compagnia, la doccia..”

“Scemo non era mica un invito il mio!”

“Guarda che lo so, e poi chi ci finirebbe mai in doccia con te?!”

“Scusa Mr. Infedele!” rispose incamminandosi

“Ancora con questa storia.. sembra che ormai io sia solo questo, un infedele!”

“Beh e che altro dovresti essere?! Se fossi il mio ragazzo ti avrei già cancellato dalla faccia della terra!”

“Guarda che a fare tanto la preziosa si finisce per rimanere zitelle! Oh, ma tu ne dovresti sapere già qualcosa o sbaglio?”

 

Kagome fece per rispondere quando una pioggia incessante iniziò a scorrere

 

“Oh merda!”

“Che cavolo!”

I due corsero sotto una balconata per cercare di ripararsi. Aspettarono in silenzio qualche minuto, ma la pioggia sembrava solo aumentare

“Senti.. non abito molto lontano da qui, e una doccia che ti piaccia o no adesso me la devo fare!!” esclamò lei.

“Va bene, va bene! Fammi strada!”

 

Kagome iniziò a correre fermandosi di tanto in tanto per evitare tutta l’ acqua. Dopo una decina di minuti si fermò davanti a un portone e tirò fuori le chiavi.

Presero l’ ascensore e al terzo piano aprì la porta di casa.

 

“Accomodati” Inuyasha entrò e si guardò intorno. La casa era davvero spaziosa e accogliente. Sembrava anche in ordine, a parte la mole di riviste appoggiate ovunque. Sul tavolo, sul divano, perfino sul pavimento e sulla cucina. Era a tutti gli effetti la casa di una giornalista!

 

“Scusa il disordine.. fai come se fossi a casa tua ok?”

“Mi spiace bagnarti il pavimento” disse lui guardando i vestiti gocciolare

“Non fa niente, poi pulisco. Tieni, asciugamani e.. beh, ho qualche vestito del mio ex, dovrebbe andarti bene..” Inuyasha la vide arrossire. Era imbarazzante anche per lui ma accettò.

 

“Bene, faccio il prima possibile” Kagome si chiuse nel bagno.

Inuyasha iniziò a togliersi la giacca fradicia e le scarpe. Che cacchio di situazione. Se solo non ci fosse stato quello stupido articolo di mezzo ora sarebbe a casa sua, a farsi un bagno caldo in santa pace. Magari con Kikyo.

Già Kikyo. Ultimamente il rapporto fra loro si era un po’ raffreddato. Da quando lo aveva visto così pensieroso si erano visti poco. La conosceva bene.

Aveva bisogno di molte attenzioni, e lui non era stato in grado di dargliele. Così si faceva desiderare un po’, rispondendo poco ai messaggi e facendosi vedere quando le andava.

Sospirò pesantemente. Ultimamente aveva la sensazione che tutto stesse prendendo una piega sbagliata.. a parte il lavoro che finalmente sembrava avere dei risvolti, era come se tutto il resto fosse deciso da altri e lui non avesse più voce in capitolo. E questo lo faceva sentire in gabbia.

 

Si mosse nell’ appartamento spinto dalla voglia di mettere a tacere quei brutti pensieri. Fu attratto da qualcosa di sberluccicante appoggiato a una mensola del soggiorno. Avvicinandosi si accorse che era soltanto una fotografia incorniciata, il cui vetro si era illuminato col riflesso della luce.

Inuyasha la prese in mano. Rappresentava una ragazza con in testa il Tocco del suo giorno di laurea. Aveva un sorriso smagliante e gli occhi chiusi dal troppo ridere.

Gli scappò un sorriso.

Riponendola sulla mensola ne vide molte altre.

Kagome da piccola che piangeva disperatamente con in mano un secchio per la sabbia. Rotto.

Kagome al ballo della scuola con un taglio davvero anonimo e un vestito altrettanto disastrato.

Kagome e i suoi genitori? E poi Kagome e un ragazzo dagli occhi azzurri. Lei lo guardava sorridendo, mentre lui fissava la fotocamera. Un sorriso quasi forzato.

Forse era l’ex i cui vestiti teneva in mano? Improvvisamente l’ idea gli fece veramente schifo. Chissà come mai, ma quello sguardo non gli piaceva proprio.

 

Poi un rumore attirò la sua attenzione. Kagome lo raggiunse in sala, con indosso una maglia attillata e dei pantaloni comodi. Con una mano si strofinava i capelli bagnati

 

“Prego, fai come se fossi a casa tua” gli sorrise appena indicandogli il bagno.

Inuyasha vi si diresse senza dire nulla

 

Quando tornò in sala Kagome per poco non sputò la sorsata d’acqua che stava per mandare giù. I pantaloni erano morbidi ed elastici e gli calzavano bene. Ma la maglietta.. era completamente attaccata ai suoi muscoli. Lo fasciava come una seconda pelle! E lei non aveva mai visto un corpo così tonico e così da vicino.

Kouga non era affatto così aitante.. si riscosse cercando di non dare a vedere la reazione che aveva appena avuto.

 

“Posso offrirti qualcosa?”

“Del vino, se ne hai”

“Certo”

“Da quanto abiti da sola?” chiese sedendosi al tavolo

“Da quando ho finito l’università. Ho sempre lavorato durante gli studi, ma soprattutto grazie all’ aiuto dei miei son riuscita a prendere questa casetta. E tu? Vivi da solo?”

“Io e mio fratello dividiamo una villetta. Un piano è mio, l’altro è suo. Essendo architetto e geometra l’abbiamo costruita e pensata secondo i nostri gusti.”

“Wow, chissà che bello” gli mise un calice davanti e uno lo prese lei. Brindarono in silenzio.

“Stavo giusto guardando.. il tuo soggiorno è molto spazioso, ma quella colonna li in mezzo e il muro che copre a metà.. insomma se li togliessi avresti ancora più spazio”

Kagome lo guardò con attenzione

“Dici che si può fare? Sinceramente nemmeno a me fa impazzire, è proprio un po’ coprente quel muro.. la colonna, beh ormai mi ci sono abituata”

“Non mi costa nulla darci un occhio se vuoi. Magari con più calma e con un paio di cose a dietro”

“Beh, ti ringrazio”

“Figurati” e il silenzio tornò sovrano.

 

 

“Senti, che film volevi vedere poi?” riprese lui

“Oh, beh, nulla di che.. posso anche farne a meno”

“Dai dimmi, magari mi piace”

“In realtà si tratta di un cartone animato. Conosci Hayao Miyazaki?” Inuyasha la guardò meglio

“E’ il mio sceneggiatore preferito.. adoro le sue opere” Kagome arrossì.

“Dove le trasmettono?”

“E’ un cinemino piccolo e poco frequentato. Danno sempre film o cartoni che non si trovano più nelle altre sale. Questa settimana danno La Città Incantata”

“Incredibile.. a che ora?” disse guardando l’orologio

“Alle 21. Ti va di andarci?”

“Assolutamente si!”

“Bene” sorrise lei

“Prima.. ti va un boccone? Io avrei voglia di pizza” continuò la ragazza

“Ci sto, chiamo io, ne conosco una dove fanno la quattro formaggi più buona del mondo”

Kagome deglutì

“Ma è la mia pizza preferita!” Inuyasha sorrise

“Allora prendiamo il formato famiglia”

 

 

Quando la pizza arrivò ci si fiondarono come se non avessero mangiato per giorni interi! Erano entrambi un po’ stupidi di trovarsi così a loro agio, e non ci fu nemmeno bisogno di parlare

“Aaaah che mangiata”

“Davvero! Non avevo mai finito prima un formato famiglia in due!” sorrise lei

“Quando si tratta di pizza ai quattro formaggi posso farmene anche uno tutto da solo!” disse lui fiero. Poi sembrò adombrarsi.

“A Kikyo da fastidio l’odore.. e non me la prendo mai se son da lei a mangiare”

 

Kagome lo guardò esterrefatta. Anche lui si rese conto della confessione che si sarebbe risparmiato volentieri. Chissà che cosa diavolo gli era preso per far si che dicesse una cosa del genere! Soprattutto a colei che stava per pubblicare un’ articolo sulla sua infedeltà

 

“Beh.. in effetti penso che stanotte sentirò puzza di formaggio ovunque” disse lei

“E forse la sentiranno anche al cinema!” concluse sorridendo. Anche a Inuyasha scappò una risata. Era incredibile come tutt’ a un tratto si trovasse così a suo agio.

“Già..” disse

“Che dici ci incamminiamo? Il cinema non è vicinissimo”

 

I due uscirono muniti di ombrello, anche se la pioggia aveva concesso una tregua.

Il cinema era veramente piccolo e c’era pochissima gente, così i due si sedettero al centro della sala con vista perfetta.

Il film lo avevano visto già tante volte.. eppure ogni volta era come se fosse la prima.

Quando terminò e i due uscirono l’ aria era fresca, ma l’atmosfera magica che avevano assaporato aleggiava ancora intorno a loro

 

“E’ incredibile come non mi stanco mai di vedere quel cartone! Mi sento un bambino ma non me ne vergogno affatto!”

“E perché dovresti? Nella vita capita così raramente di sentirsi felici e spensierati come poco fa, se possiamo permettercelo, anche a costo di uscire un po’ dai nostri panni, perché non farlo?”

Inuyasha la guardò negli occhi. Era da tutta la sera che gli leggeva nel pensiero!

Fu distratto dalla vibrazione del telefono

 

“Ehi Miroku!”

“Sei ancora vivo? Credevo che ti fossi fatto dal male per evitare il film d’amore che Kagome ti ha costretto a guardare!”

“Nient’ affatto”

“Che ti è piaciuto..?”

“Non era un film d’amore idiota!” a Kagome scappò una risatina

“Beh, se lo dici tu..  allora dove vengo a prenderti Cenerentola?”

“Siamo fuori dal cinema, direi che accompagno Kagome a casa.. ci troviamo li?”

“Wow, come sei galante.. ebbene, affare fatto. So dove abita. A fra poco!”

 

 

“Grazie per la bella serata” disse lei quando arrivarono sotto al portone

“Grazie a te.. sono stato davvero bene.” Fece per dire qualcos’ altro, ma decise di richiudere la bocca e non essere impulsivo

“Allora buonanotte. Saluta Miroku”

“Certo, buonanotte”

 

La vide entrare e si girò, e proprio in quel momento Miroku si fermò con le quattro frecce.

 

“Ehi Inuyasha! Allora? Ti sei divertito?”

“Ciao Miroku.. si beh, serata normale”

“Normale? Ehi fino a poche ore fa non la sopportavi nemmeno quella povera ragazza!”

“Non ho mica detto che non sia più cosi infatti”

“Giusto. Bene non mi chiedi com’è andata la mia di serata?”

“Già, per quanto hai pedinato Sango?”

“L’ho corrotta dopo due isolati con una cena in un ristorante di soli camerieri maschi. Complice la pioggia, si è fatta una risata e grazie al cielo è andato tutto bene”

“Sono contento.. tu non ti impunti mai su una ragazza. Questa deve averti proprio colpito” Miroku sospirò

“Colpito e affondato..”

 

* * * 

 

Quella mattina Sesshomaru si era alzato con un solo obiettivo in testa.

Ci rimuginava sopra da qualche giorno, ed era giunto alla conclusione che fosse l’ unica soluzione possibile.

Così si era vestito e dopo aver bevuto al volo un caffè, si era diretto al piano di sotto

Inuyasha gli aprì con gli occhi ancora assonnati

 

“Buongiorno.. che ci fai già in piedi?”

“Sono di fretta. A che ora stacchi stasera?”

“Beh.. non molto tardi.. nel pomeriggio ho in programma di risolvere alcune cose con Rin..”

“Viene in studio?”

“No, ci sentiamo per telefono.. ma come mai tutte queste domande? Non ho ancora preso il caffè..”

“Dille di venire da voi”

“Che cosa? Ma non ce n’è bisogno”

“Inventati una scusa. Qualcosa è andato storto, vi hanno derubato, per telefono è impossibile comunicare..  quello che vuoi. Ma dille di farsi trovare da voi dopo le 17”

Inuyasha lo guardò con circospezione

“Senti, vuoi dirmi cosa c’è fra voi? Sapevo che siete stati insieme ma.. sinceramente ci tengo al suo aiuto e se proprio devo combinare dei guai.. allora ti prego dimmelo subito”

“Ti ho mai chiesto un favore prima d’ora?”

Inuyasha ci pensò su

“No..”

“Ecco, ora lo sto facendo. Per favore.. dammi una mano” il suo sguardo era indecifrabile. Inuyasha non si sarebbe mai aspettato di vedere lo sguardo impenetrabile e severo del fratello, così addolcito e insicuro.

“Ma certo.. certo, lo farò”

“Grazie. Sarò da voi dopo una riunione. A più tardi”

 

In realtà non c’era nessuna riunione. Di mattina si era messo a sbrigare alcune cose che aveva lasciato in sospeso, in merito al nuovo lavoro commissionatogli da un artista. Come tutti i geni voleva una casa che riflettesse il suo spirito ribelle e artistico.. e anche un po’ da checca.

Ad ogni modo, aveva pensato a tutto, e il suo lavoro era stato interamente commissionato ad alcuni dei suoi colleghi più esperti e fidati.

Poi, nel pomeriggio, si era diretto verso la società a cui rendeva conto da qualche anno.

 

Si diresse direttamente verso l’ ufficio di Kagura.

Bussò ed entrò senza aspettare una conferma. Lei era alla sua scrivania intenta a guardare alcuni disegni. Appena lo sguardo di lei si alzò, Sesshomaru vi lesse tante cose.

 

Sorpresa, imbarazzo, speranza.

Rimase un attimo in attesa, cercando le parole giuste

 

“Ciao” salutò lei sorridendo caldamente

“Ciao Kagura”

“Che bella sorpresa.. perché non mi hai avvisata prima? Hai voglia di un caffè o..”

“Sono di passaggio. Ho urgente bisogno di parlarti”

“Oh.. va bene certo, accomodati”

“Non c’è bisogno”

 

Improvvisamente lo sguardo di lei mutò. Non sembrava più così positivo.

 

“Ho bisogno di una pausa. Non so dirti bene per quanto tempo.. ma ho davvero bisogno di staccare per un po’”

Dosò bene le parole e il tono, cercando di farle capire con tutta calma le sue intenzioni.

 

“E’ successo qualcosa? Posso aiutarti?”

“No, grazie. Si tratta di mio fratello. Si sta imbarcando in una nuova avventura e voglio aiutarlo.. ha bisogno di me.”

“Capisco..”

“Ho affidato tutto al mio team, saranno a disposizione sempre, potrai contattarli quando vorrai”

“E tu.. tu sarai a disposizione?” disse avvicinandosi di qualche passo.

Lentamente allungò una mano e accarezzò la cravatta per poi risalire lungo il collo e sulla guancia.

Sesshomaru la bloccò subito

 

“Kagura, no. Questo non deve succedere..”

“Ma è già successo.. forse c’è un motivo, non ti sembra? Forse, se solo ci provassimo per davvero..”

“No, non succederà più. E’ stato uno sbaglio e non ha significato niente”

 

A quelle parole la giovane si ritrasse, piccata.

 

“Ora devo andare.”

 

Lei lo guardò

 

“E’ per quella ragazza? Quella con cui stavi all’ epoca?” Sesshomaru si bloccò sulla soglia

“Quanto tempo è passato..? Senza contare che lei non si è fidata di te, e non è passato molto tempo prima che tu corressi fra le mie braccia”

“Adesso basta! Smettila con questa storia! Ti ho detto che mio fratello ha bisogno del mio aiuto, non sono venuto qui per rivangare il passato, tantomeno quel che c’è stato fra noi!”

“Certo. Ti chiedo scusa” disse lei a testa bassa.

Sesshomaru le rivolse un’ ultima occhiata colma d’ira, per poi voltarsi e uscire dall’ ufficio.

 

 

 

 

 

Haaaloa!

Eccomi qui con un nuovo capitolo!

Che ve ne pare? Inuyasha e Kagome finalmente si conoscono un po’, e si accorgono che sotto sotto (ma proprio infondo) non sono poi così male! Miroku forse è riuscito a farsi perdonare, mentre Sesshomaru.. eh insomma, qualcosa bolle in pentola.

Voglio spendere due paroline in merito al grande Hayao Miyazaki che ha riempito la mia infanzia con la sua magia e le sue fiabe meravigliose, spero che anche voi lo conosciate e se così non fosse allora guardatevi tutti i suoi cartoni! Sono davvero magici e non stancano mai, nemmeno da grandi J

Infine, che dire, aggiornerò presto le altre due storie di cui ho già quasi ultimato i  nuovi capitoli. Dopo di ché prevedo un po’ di attesa.. ho un braccio ingessato e faccio fatica a scrivere e al mio rientro a lavoro mi aspetterà il periodo natalizio (ovvero suicidio).

Ma vi giuro che di notte scriverò come una forsennata!

Ora basta con le scemenze, grazie a tutti per tutto!

A presto
Aruko!

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Capitolo 5
*** Piccole prove ***


Quando Rin bussò alla porta dello studio cercò di mettere da parte il nervosismo e di calmarsi.

Aveva troppo lavoro in ballo: gli ordinari articoli per la rivista del mese successivo, una montagna di conti da controllare visto il doppio lavoro con i ragazzi, senza dimenticare l’ articolo per il matrimonio del mese, che aveva affidato a Sango ma che avrebbe richiesto una considerevole mole di lavoro in più. Gli sposi, per essere più precisi la sposa (lui forse non era nemmeno a conoscenza della cosa), beh ecco, era così contenta della cosa che aveva deciso di organizzare un evento a favore.

In realtà era una sorta di banchetto. Lei era davvero benestante e la famiglia non perdeva occasione per mettersi in rilievo. E così oltre a sponsorizzare il loro matrimonio in mezzo a un’orda di ricchi altolocati, avrebbero anche pubblicizzato la famosa rivista di Rin che tanto li avrebbe decantati.

E ovviamente, tutte queste cose avevano una dannata scadenza.

Come se non bastasse, Inuyasha aveva avuto la brillante idea di mandarle un messaggio del cavolo, dove le scriveva che Miroku lo aveva abbandonato e che aveva bisogno di una mano. Era rimasto solo? Cioè, Miroku se n’era proprio andato dalla società?

Oppure era solo una questione provvisoria? Un litigio, un impegno..

Ma se così fosse, perché l’aveva pregata di andare lì di persona?

 

Fu con questo spirito agitato e confuso che bussò sonoramente alla porta dello studio, aspettando di poter sbraitare addosso al mezzo demone.

Quando la porta si aprì aveva già una battuta pronta, ma davanti a sé non vide nessuno. Si sporse ed entrò guardandosi intorno

 

“Inuyasha, non è il caso di giocare a nascondino.. sono incasinata come poche volte mi è successo nella vita!” parlò al nulla.

Poi il rumore di un tonfo. Si voltò di scatto e rimase di stucco nel vedere la sagoma appoggiarsi alla porta

“Allora lascia che pensi a tutto io”

Sesshomaru era lì, in tutta la sua altezza e imponenza, con uno sguardo che la stava spogliando fin dentro.

Ci mise qualche secondo, poi riprese coscienza. Allora era tutta una trappola?

E certo, lui non l’avrebbe fatta andare via così facilmente, no.

 

Sospirò appoggiando su una scrivania la sua borsa e il soprabito.

 

“Ora immagino di dover stare qui ad ascoltarti, dico bene?”

“Dici bene”

“Allora forza, datti una mossa”

 

Sesshomaru rimase indeciso. Di parole ormai ne aveva spese a sufficienza, e Rin non ne ascoltava nemmeno mezza. Non gli rimaneva che provare il tutto e per tutto..

 

Giocò di velocità, non poteva permettersi di lasciare a lungo la porta scoperta, sapeva quanto era furba la sua bellissima Rin.

Così si avvicinò e in due passi le fu davanti. Si sarebbe soffermato sui suoi occhi, che gli mancavano terribilmente, e nei quali era sicuro che si sarebbe perso per un tempo interminabile senza stancarsene mai..

Ma di tempo non  ne aveva, doveva e voleva farlo da troppo ormai.

Le prese il volto fra le mani e la baciò con tutto l’ardore che aveva in corpo. La ragazza mugugnò qualcosa, cercando di spingerlo via con le braccia, ma fu tutto vano.

Lui l’ avvolse nel suo abbraccio approfondendo quel contatto. Prima il corpo di lei vi si abbandonò, e dopo poco anche le sue labbra cedettero e reclamarono tutto ciò che a lungo aveva sognato.

Il sapore di lui era lo stesso, l ‘audacia con cui le sue labbra la divoravano, oddio, meglio di come ricordasse.

Spostò le mani sulle sue spalle e ci si aggrappò mentre lui la spingeva delicatamente facendola sedere su una scrivania. Quel contatto duro e reale la fece trasalire, e realizzò in pochi secondi quanto le era mancata la passione che le faceva scaturire, quanto le effusioni scambiate con altri uomini non fossero che un pallido ricordo di quello cui aveva agognato.

Lentamente aprì gli occhi e lo guardò mentre le loro labbra rimanevano unite. Le gote le si imporporarono.. Dio, se le era mancato.

Sesshomaru dal canto suo non intendeva lasciarla andare. Dovette separarsi solo per permetterle di riprendere fiato, ma anche quando accadde, il suo corpo rimase fermo a bearsi del contatto di quello di lei, fremente di desiderio.

 

“Così giochi sporco..” riuscì a sussurrare lei tra l’ imbarazzo e l’eccitazione

“Chiedimi quello che vuoi.. posso inginocchiarmi, chiederti perdono fino alla fine dei miei giorni.. tutto tranne separarmi ancora da te”

 

Lo guardò e sentì il suo cuore fermarsi per un secondo. Quel dolore.. lo conosceva bene. Lo aveva provato ogni giorno da quando si erano lasciati, e non aveva mai smesso di tormentarla.

 

“Ti prego.. dimmi che posso fidarmi di te.. dimmi che non c’è stato niente fra voi”

 

Una lacrima le scese sulla guancia, e lei si sentì come in bilico su un filo sotto il quale non c’era nulla, solo il vuoto più totale.

Lui le baciò la guancia leccando la goccia d’acqua salata. La guardò negli occhi e deglutì

 

“Puoi fidarti, devi. Fra me e Kagura non c’è nulla.. io ho sempre e solo amato te..”

 

Rin iniziò a piangere stringendosi a lui

 

“Mi sono preso una pausa.. voglio che tu sappia che la cosa più importante che ho sei tu. Non mi importa più di nulla.. “

 

L’ abbracciò nascondendo il viso nei suoi capelli, e dopo molto tempo, sorrise sentendo che tutto poteva sistemarsi.

 

 

* * *

 

 

 

Altri giorni passarono e una nuova settimana ebbe inizio.

Kagome si recò in redazione per cercare di concentrarsi un po’. Non aveva ancora cominciato il suo articolo e francamente, non sapeva davvero da dove iniziare.

 

Quando entrò andò subito da Sango

 

“Ehi Kagome!” le rivolse un sorriso raggiante

“Ciao Sango, come stai?”

“Bene grazie! E tu? Cosa ti porta qui?”

“Beh, il lavoro no? Devo scrivere un articolo e sono senza ispirazione..”

“A proposito come va con Inuyasha?”

“Bene grazie!” sorrise continuando a guardarla

Sango rimase dapprima impassibile, poi la sua espressione mutò da sbalordita a preoccupata

“Bene hai detto?”

“Si perché?”

“Francamente quando te l’ho chiesto mi aspettavo un ‘e chi lo sopporta più’?”

Kagome rise

“Davvero, sembrava senza speranze”

“Beh lo è tutt’ ora.. rimane sempre un adultero arrogante, ma abbiamo trovato un modo per andare d’accordo.”

“Meglio così, sarà più facile lavorarci”

“Già, notizie di Rin? Ancora chiusa in casa?”

“Mi ha scritto ieri sera. Non le è bastato sparire da giovedì a domenica.. anche oggi si è presa il lunedì per stare in compagnia di Sesshomaru”

“Wow, dici che escono ogni tanto?”

“Di casa o dal letto?”

“Nessuno dei due eh?”

“Nah! Devono recuperare un sacco di tempo perduto, e lei non si è mai concessa periodi di vacanza se non d’estate. Penso possa andare bene”

“Certo, sono contenta per loro. Dimmi come procede l’articolo degli sposi?”

“Mmmh.. bene direi, sono a buon punto”

“Hai bisogno di una mano?”

“No davvero, ho quasi finito”

“Bene! E io che cercavo qualche distrazione per non mettermi sul serio a scrivere!”

 

Sango rise

 

“Puoi sempre chiedermi come va con Miroku..”

“..perché c’è qualcosa che va? State già insieme?!”

“No, no.. non ancora ecco” disse arrossendo “Però nel week-end siamo usciti e.. ed è stato incredibilmente bravo”

“Eheheh, niente tocco di chiappa intendi?”

“Alcuno. Inizio a pensare che la sua malattia sia curabile”

“Fossi in te non mi ci illuderei! Goditi il momento amica” le due risero

“Ora vado a scrivere un po’. Pranziamo insieme?”

“Negativo, Miroku viene qui”

“Oh, allora è una cosa seria?”

 

Si diresse nel suo piccolo ufficio e si sedette. Non sapeva davvero che cosa cacchio scrivere. Era passata più di una settimana e ne mancavano solo tre, doveva sbrigarsi.

Ma non era quella la sensazione strana che la pervadeva.. era un po’ da tutto il week-end che si sentiva confusa..

Lo aveva passato a fare qualche giro, nella speranza di trovare ispirazione nei vestiti e soprattutto nei saldi. Ma nemmeno quello le aveva dato soddisfazione.

Le tornò in mente l’ immagine di Inuyasha che usciva da un bar con affianco una ragazza. Non era riuscita a vederla in viso, perché gli si era letteralmente avvinghiata al braccio camminandogli affianco. Le era rimasta impressa solo la figura longilinea su dei tacchi altissimi, i capelli lisci e perfetti.

Poco ci mancava che entrando se li trovasse davanti! Per fortuna era andato tutto bene..

 

Cercò di togliersi il ricordo dalla testa e di mettersi a lavoro.

Anche se.. Miroku che pranzava con Sango senza chiederle di badare a lui..

 

-sarà dalla fidanzata no?-

 

Che scema, ovvio!

 

Ok, ora più che mai era arrivato il momento di rimboccarsi le maniche!

 

E qualcosa le uscì per davvero, finché non venne interrotta da un sonoro bussare alla porta, che era aperta.

Quando guardò in quella direzione per poco non le venne un colpo.

Sentì la gola seccarsi e la cosa la mise in agitazione, perché non era una reazione prevista. Eppure quel sorriso non la tranquillizzò affatto

 

“Sorpresa” Inuyasha le sorrideva sull’ uscio, infilando anche la mano con cui aveva bussato in tasca.

 

Kagome non riusciva a spiccicare parola. Così lui entrò nel suo ufficio

 

“E così lavori qui?” si guardò intorno. Non era molto grande come stanza, oltre alla scrivania c’era un divanetto, un mobile pieno di libri e una pianta che più volte aveva visto la morte da vicino. Ma la cosa più caratteristica erano le pareti, completamente ricoperte di foto e articoli.

 

“Oh, ciao Inuyasha! Già, accomodati”

 

Lui si sedette su una sedie davanti alla scrivania

 

“Ma che ci fai qui?” chiese lei

“Sango non ti ha detto nulla? Pranza con Miroku. Mi ha detto che eri qui, o sarei stato costretto a chiederti dove fossi e a farmici portare..” disse lui con fare rassegnato

“Capisco.. beh ad ogni modo non c’è problema, ho quasi finito”

“A che lavori?” lei lo guardò un attimo dubbiosa.

 

“Oh, certo, l’ articolo” concluse lui

“E dimmi come sta andando? Mi hai già crocifisso?”

“Non ti dirò un bel niente! Scoprirai tutto quando lo pubblicheremo”

“Guarda che non è detto che ce ne sarà bisogno!” Kagome si fermò a pensare.

 

In effetti, c’era la remota possibilità che Inuyasha si comportasse bene. E in quel caso lei che avrebbe fatto?

 

“Questo è tutto da vedere!” gli sorrise alzandosi dalla scrivania. Lui fece altrettanto

“Beh, mangiamo un boccone?” chiese

“Certo. Ah, senti.. mi chiedevo se una di queste sere ti andasse di venire da me”

 

Inuyasha la guardò stupito. Che proposta era?

 

“Per la questione del muro e della colonna, ecco” chiarì subito lei arrossendo

“Oh. Già, vero. Beh certo, te lo avevo promesso. Domani sera può andare?”

“Si, andrebbe benissimo”

“Ottimo”

 

 

La sera seguente Inuyasha arrivò puntuale a casa di Kagome.

Avevano entrambi staccato presto da lavoro, e lui si mise subito all’ opera coi suoi strumenti, cercando di capire quanto fossero portanti le pareti e guardando la planimetria dell’ appartamento.

Kagome non ci capiva granché, ma quel che ne risultò fu che volendo avrebbe davvero potuto abbattere tutto.

 

“Magnifico! Conosci per caso qualcuno che possa aiutarmi?”

“Beh, non ci vorrà molto a tirare giù questo cartongesso.. posso farlo benissimo io se vuoi. Poi basterà stuccare e ricoprire bene la parete”

“Sei sicuro?”

“Certo. E poi, dato che dobbiamo vederci per forza..” sospirò, e per un attimo Kagome sentì qualcosa punzecchiarle lo stomaco. Una minuscola fitta.

Non era certo per piacere che i due si vedevano, era pur sempre uno stupido sforzo.

 

“Sai, l’ altro giorno ti ho visto con la tua ragazza” lui la guardò colpito

“Davvero? E dove?”

“Uscivate da un bar, vicino al centro. Sembra molto bella” Kagome si pentì subito. Che diavolo andava dicendo? Non solo non era rilevante che li avesse visti, e poi non era nemmeno riuscita a vederla in faccia!

 

“Oh, beh, grazie. “ fece lui rimettendosi a sistemare i suoi attrezzi

 

Kagome decise di cambiare argomento, quando una domanda la spiazzò.

 

“Quello nella foto è il tuo ex?” si girò guardandolo, ma lui teneva lo sguardo in basso sui suoi arnesi

“Si, Kouga”

“E.. come mai non state più insieme?” lo sguardo sempre impegnato.

 

Kagome arrossì. Essere sincera era anche doloroso.

 

“Beh lui.. non mi amava più” disse timidamente. Inuyasha annuì silenzioso.

“Allora non dovresti tenere una sua foto in casa, non pensi?” la guardò in faccia.

 

Kagome sembrò pensarci su. In effetti non è che la guardasse con amore.. anzi, si faceva certi pianti a volte. Ma toglierla era come accettare una volta per tutte che fosse tutto finito, e per chissà quale motivo, ancora non riusciva a sopportarlo.

 

“Già, hai ragione” disse tagliando corto.

 

Ci fu qualche attimo di silenzio, in cui entrambi erano un po’ in imbarazzo.

Poi il telefono di Inuyasha iniziò a suonare

 

“Kikyo” immediatamente si allontanò

 

Kagome iniziò a tirare fuori alcune verdure per preparare la cena.

Quando Inuyasha tornò in sala aveva un’ espressione quasi colpevole

 

“Scusa, era Kikyo”

“Figurati, ci mancherebbe”

“Se è tutto.. io dovrei andare.”

“Oh, certo, non volevo trattenerti”

“Sarei rimasto volentieri ma.. Kikyo ha invitato alcuni amici a cena e..”

“Non devi spiegarmi niente” disse lei frettolosa.

“Già.. beh chiamo Miroku”

 

Quando Miroku arrivò e Inuyasha andò via, Kagome non si sentiva più di cucinare. Chiamò Sango e andò dritta a casa sua

 

“Kagome, va tutto bene?” chiese l’amica facendola entrare

“Certo perché?”

“Non so mi sembravi strana al telefono..”

“Sono solo un po’ pensierosa.. non riesco a scrivere questo dannato articolo. Non mi era mai successo prima”

“Capisco. Se vuoi posso darti una mano..”

“Figurati, hai già il tuo bel da fare. Anzi scusami se son piombata qui con così poco preavviso. Avevi impegni forse?”

“No, tranquilla. Anzi sono contenta, avevo giusto bisogno di parlare con qualcuno..”

“In merito a cosa?”

“Miroku. Ecco lui.. mi ha proposto di passare il week-end insieme”

“Insieme? Dove?”

“Una gitarella fuori porta. Sinceramente non so come interpretarlo”

“A me sembra molto semplice”

“Anche io ho paura che voglia solo quello.. eppure l’ idea mi piace, di passare del tempo con lui dico.”

“Allora vacci. Se inizia a importunarti puoi sempre mollargli uno dei tuoi efficaci ceffoni”

“Già. E.. ovviamente rimane il problema Inuyasha”

“Oh no..”

“Si tratta di questo fine settimana. Di solito lui lo passa con la sua ragazza ma pare che anche lei sia via per chissà quale motivo. Quindi..”

“Due giorni interi?” Kagome deglutì. Sentiva il cuore emozionarsi all’ idea. Ma era un’ emozione dovuta al fastidio no?

“Dai vedrai che ce la farai a sopravvivere! Infondo andate d’accordo adesso no?”

 

Kagome sospirò sonoramente.

 

 

Quando Inuyasha entrò a casa della sua ragazza venne accolto da tante cose spiacevoli.

Prima fra tutte, le urla schiamazzanti delle sue amiche del cuore. Tutte ragazze bellissime e ricche da fare schifo, che urlavano come galline. La seconda cosa che lo trucidava lentamente erano i loro orrendi profumi.

Pensò che la serata sarebbe stata dannatamente lunga.

 

“Tesoruccio, ben arrivato” Kikyo lo baciò a lungo, scatenando i gridolini delle amiche

Lui cercò di staccarsi imbarazzato. Non era il tipo che dava spettacolo per certe cose.

“Ciao Kikyo” disse appena gli fu possibile respirare di nuovo.

“Ma come sei vestito?” Inuyasha si guardò senza capire

“Beh come sono vestito scusa?”

“Tesoro ti avevo detto che avrei invitato alcuni amici ma i miei ovviamente saranno presenti, potevi almeno metterti una cravatta, e i gemelli che ti ho regalato” disse cercando di chiudergli bene i bottoni della camicia. Inuyasha si era già rotto le palle.

“Eddai Kikyo, che vuoi che sia, dobbiamo mangiare mica sfilare su una passerella!”

“Certo, tanto hai sempre ragione tu” disse allontanandosi.

Inuyasha la seguì, scoprendo un’ altra cosa davvero spiacevole e sperando anche che fosse l’ ultima.

Oltre a loro due, i genitori di lei, e le sue quattro stupide amiche, non c’era nessun altro.

D’ un tratto si sentì chiuso in gabbia, e si pentì di aver preso quella chiamata quando sarebbe potuto rimanere ancora un po’ in compagnia di Kagome.

 

D’un tratto si allarmò soffermandosi sul pensiero appena formulato. Perché mai avrebbe dovuto preferire la compagnia di Kagome a quella della sua fidanzata? Decisamente qualcosa non andava.

 

Sospirando si sedette al tavolo, sperando solo che quella serata terminasse il prima possibile.

 

 

 

 

Il giorno dopo arrivò, carico di lavoro e di un ritmo serrato per le tre giovani giornaliste.

Rin era finalmente tornata in redazione, anche se con la testa fra le nuvole, e le si era accatastata una mole di lavoro considerevole.

Sango aveva quasi terminato l’articolo sugli sposi, ma aveva saputo dell’ imminente festa in loro onore e Rin le aveva chiesto di occuparsi anche di alcuni accorgimenti in merito. La sposa voleva leggere l’ articolo e riportare alcune delle scritte sulle pareti del salone, per richiamare le parole d’ amore che la giornalista le aveva dedicato.

Al solo pensiero a Sango venne il latte alle ginocchia, ma non poteva assolutamente rifiutarsi. Quello era un piccolo affare che sarebbe fruttato un sacco di pubblicità e di soldi.

 

E Kagome passava le ore a rigirarsi i capelli fra le dita, guardando il monitor e cercando di scrivere.

Fino ad ora le era uscita una misera introduzione:

 

“Nella società in cui viviamo, siamo talmente occupate a pensare al lavoro, alla carriera, alle nostre case e ai nostri figli, che spesso ci dimentichiamo di un aspetto fondamentale delle nostre relazioni: la fedeltà.

Ma che cos’è adesso la fedeltà? Un atteggiamento che rispecchia il nostro modo di essere? Una maschera per avere la coscienza pulita?

Quanti dei nostri partner ci salutano al mattino con un bacio per poi tornare la sera stanchi, adducendo la loro non voglia di fare l’ amore alla giornata pesante, quando in realtà hanno un’ amante che li ha pienamente soddisfatti?

Noi del WomenTime, abbiamo avuto modo di conoscere uno di questi esemplari. Fidanzato da due anni e molto innamorato della sua compagna. Eppure, le è stato infedele.

Ovviamente la spiegazione è stata che in numerosi momenti di debolezza, il suo pene sia ripetutamente entrato e uscito dal corpo di un’ altra donna, ovviamente per errore, e senza intenzione alcuna di ferire la sua partner.

E allora noi lo abbiamo sottoposto a una prova, ovvero l’ esserle fedele per più di un mese.”

 

Lo aveva letto decine di centinaia di volte.. lo avrebbe cancellato e rifatto da capo, se non fosse che non le usciva nulla di meglio.

Fortunatamente il telefono le squillò, dandole tregua

 

“Ehi Kagome”

“Inuyasha! Ciao!”

“Senti Miroku mi ha invitato in un localino a bere qualcosa tutti insieme. Ti va di venire?”

“Certo, volentieri, grazie”

“Ovviamente ci sarà anche Sango. E.. mi chiedevo se prima ti andasse di mangiare qualcosa insieme, io e te”

Kagome si sentì arrossire. Che diavolo le prendeva?!

“Mi farebbe molto piacere.”

“Ottimo, conosco un posto che ti piacerà di sicuro. Allora passo alle otto da te?”

“Andata”

 

Quando Kagome riattaccò le era decisamente passata qualsiasi piccola ispirazione. Non aveva un briciolo di concentrazione, senza considerare il suo stato d’ animo. Che cosa le prendeva?

Certo stava scoprendo che stare in compagnia di Inuyasha era gradevole ma.. quello era solo lavoro. Lo era soprattutto per lui. E questo non doveva dimenticarlo.

 

 

La sera arrivò in fretta, e Inuyasha la raggiunse (sempre accompagnato da Miroku) puntuale. Era vestito in modo semplice, con un jeans e una camicia, eppure a Kagome sembrava più attraente che mai.

La portò in una trattoria italiana dove la specialità era la pasta ai quattro formaggi. Quando Kagome lo scoprì rise come una matta.

 

“Senti c’è una cosa che voglio farti vedere” disse Inuyasha a un certo punto della cena.

Prese un foglio dalla tasca dei jeans e lo aprì porgendolo a Kagome, che lesse attentamente

“Oh.. Inuyasha!” lo guardò poi sorridendo “Il vostro primo cliente!”

“Già.. è magnifico” sorrise lui felice.

“Sono senza parole, congratulazioni” gli restituì il pezzo di carta e prese il calice di vino imitando il gesto di lui, che voleva brindare.

“Al vostro successo” disse Kagome

“Al vostro aiuto” rispose lui

 

La cena continuò serena, parlarono di lavoro, e di un sacco di altre cose. Quando finirono di mangiare si recarono al locale indicato da Miroku.

I due rimasero un attimo sconcertati quando si resero conto che si trattava di uno strip club.

 

“Ehi Kagome!” Sango le si avvicinò con un drink in mano

“Ben arrivati”

“Sango ma che posto è questo?”

“Una piccola prova per Inuyasha” disse sorridendo

Inuyasha guardò torvo prima la ragazza e poi il suo amico

“Suvvia, credevi che sarebbe stato così facile questo mese di fedeltà forzata?”

“Dannato.. “ e in quel momento una ragazza mezza nuda gli si avvicinò prendendogli la mano e portandolo al centro della pista, vicino a un palo sul quale iniziò a strusciarsi.

 

Kagome rimase allibita, intanto dalle forme seducenti della ragazza, e poi dal modo in cui le  muoveva sensuale. Era una vera macchina del sesso, ed erano parecchi gli uomini che la guardavano attratti.

 

Sango e Miroku ridevano come due matti, divertendosi a guardare la faccia inorridita di Inuyasha. Lui era rimasto un attimo sorpreso dalla faccenda, ma dopo qualche secondo di danza provocante fece per tornare dagli amici.

E in un attimo la ragazza lo attirò di nuovo a sé, ricominciando a ballare addosso a lui.

Lo teneva saldamente strofinandosi addosso a lui, prendendogli la mano e mettendosela addosso.

Inuyasha era rosso come un peperone e iniziava a sudare freddo. Così era troppo, nemmeno un santo avrebbe resistito!

 

E fu con estrema difficoltà che la prese di peso e l’ allontanò, muovendosi veloce verso i suoi amici

 

“Brutto idiota!” urlò al suo amico che ancora rideva

“Eddai Inuyasha, era uno scherzetto”

“Uno scherzo pessimo! Bell’ amico che sei”

“Beh però hai resistito, non sei contento?” disse Sango ridendo

“Avevi dubbi?” le rispose lui piccato. Poi guardò Kagome e qualcosa lo fece trasalire.

 

Aveva un’ espressione strana, quasi triste. E si guardava intorno evitando accuratamente di guardarlo.

 

Le si avvicinò

 

“Ehi, va tutto bene?” lei lo guardò sorridendo

“Certo, complimenti per la performance”  lui sospirò

“Ce ne andiamo? Questo posto non mi piace per niente”

Kagome sgranò gli occhi

“Ma Miroku e Sango?”

“Si divertiranno anche da soli”

 

E s’ incamminò verso l’uscita

 

“Ehi amico, ma dove vai?” cercò di trattenerlo Miroku, ma invano.

“Vado anche io” disse Kagome all’ amica

“Pensi che se la sia presa?” chiese Sango

“Beh penso che potevate risparmiarvelo”

“Suvvia, era solo uno scherzo”

“Pensa se lo avessimo fatto a Miroku, tu come avresti reagito?” Sango la guardò stranita

“Di certo mi sarei ingelosita ma.. io e Miroku ci frequentiamo” si fermò un attimo aspettando di vedere la reazioni sul volto dell’ amica

“Non mi dirai che tu..”

“Non dire sciocchezze! Rimane comunque uno scherzo del cavolo! Ci vediamo a lavoro”

 

 

Si voltò senza dare a Sango il tempo di dire qualcosa, e seguì Inuyasha fuori dal locale.

Camminarono per un po’

 

“Che stupidi” esordì lui dopo poco. Kagome si accorse di come fosse nervoso

“Sono sicura che volevano solo stuzzicarti un po’..”

“Lo so, Miroku non lo farebbe mai apposta. Le volte in cui ho tradito Kikyo non mi ha di certo costretto lui” disse rabbuiandosi.

“Ci soffri molto..?” chiese lei titubante. Lui la guardò

“Beh non ne vado fiero, ovvio. Insomma, lei è la mia ragazza e se penso che potrebbe fare la stessa cosa.. ci rimarrei male. Avrà tutti i difetti del mondo ma è pur sempre una persona buona..” Kagome abbassò lo sguardo, fissando i suoi piedi che si muovevano.

“Capisco” cercò di tagliare corto

“Beh, dì alla tua amica Sango che potranno provarci quanto vorranno, ma non sarò più infedele a Kikyo” disse guardandola. Aveva un mezzo sorriso sulle labbra.

 

Kagome lo ricambiò, realizzando dentro di se che non avrebbe mai voluto sentire quelle parole.

 

 

 

 

 

Ciao a tuttiiii!
Si, sono in ritardo mostruoso, lo so. Purtroppo ammetto di aver avuto un piccolo blocco, ma ora ho le idee ben chiare ed eccomi tornata alla ribalta :D

Bene, la convivenza ‘forzata’ tra i nostri protagonisti procede, e inizia a farsi un pochino interessante. Ma ovviamente succederanno tante altre cosucce, muahaha!

Ok la smetto. Grazie a tutti per la pazienza e la costanza :D

A presto

Aruko!

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Capitolo 6
*** Demolire o costruire? ***


Il week end tanto temuto arrivò.

L’ unico a esserne felice era Miroku, che avrebbe passato un po’ di tempo in compagnia della sua cara Sango. Lei dal canto suo era un po’ agitata e i giorni precedenti alla partenza non li aveva passati parecchio turbata.

 

E lo stesso si poteva dire per Kagome, che aveva appena fatto entrare in casa Inuyasha.

Era venerdì sera.

 

“Beh, la casa la conosci già. Accomodati” disse chiudendo la porta alle sue spalle.

 

Inuyasha appoggiò un borsone da palestra vicino al divano che era già stato adibito a letto e cercò di sembrare a suo agio in quella situazione. In realtà non sapeva bene nemmeno lui come comportarsi.

La sua ragazza era via per il week end con le amiche, una festa fra donne aveva detto.

E lui era sottoposto a un test sulla fedeltà, e stava per passare le successive due notti a casa di un’ altra donna.

 

“Grazie” disse soltanto.

 

Perché diavolo si sentiva così a disagio? Infondo non era la prima volta che si trovava da solo con Kagome.

Notò che sul letto lei aveva lasciato alcuni asciugamani apposta. Ma niente vestiti del suo ex. Subito cercò con gli occhi la foto che aveva visto solo qualche giorno prima.

Chissà perché ma quel tipo non gli piaceva proprio.

 

“Il bagno sai dov’è, e se hai bisogno di qualcosa.. io sono in camera mia”

 

Inuyasha aveva sperato in uno scambio di parole più consistente, più che altro per cercare di eliminare un po’ del palpabile imbarazzo che aleggiava nell’ aria.

 

“Certo” disse solo

 

“Ah, e se hai bisogno.. nel mobiletto all’ ingresso c’è una copia delle chiavi dell’ appartamento. Prendile pure per qualsiasi evenienza”

 

Lui annuì guardandola, e la ragazza andò in bagno. Vi rimase qualche minuto mentre Inuyasha tirava fuori alcune cose dalla borsa.

Quando lei uscì lo sguardo andò subito al ragazzo, e Kagome rimase visibilmente di stucco.

Inuyasha era in piedi, intento a togliersi la maglia. Sulle gambe indossava già un paio di pantaloni, morbidi più in basso e dannatamente attillati sul suo sedere scolpito.

E i suoi pettorali.. erano qualcosa di perfetto. Duro. Sodo.

Si sentì avvampare. Non avrebbe dovuto vedere una cosa simile! Ma non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

Fu solo quando lui si fu rivestito che qualcosa schioccò nella sua testa e riuscì a riprendersi.

 

Si diresse veloce nella sua stanza e chiuse la porta.

Inuyasha si girò al rumore, e non vedendo nessuno prese i suoi asciugamani e andò in bagno.

 

 

Quel divano letto era davvero comodo, e la settimana era stata psicologicamente pesante, eppure non riusciva a prendere sonno. Si alzò e si diresse nel cucinino.

Aprì il frigo e diede un’ occhiata in giro.

Prese una bottiglia con un liquido verde e un cartone di latte.

Versò i fluidi in un bicchiere e si sedette al tavolo sorseggiando.

 

I suoi occhi vagarono curiosi per la sala, e si soffermarono in particolare sulla colonna e sul muretto. Forse non sarebbe riuscito a finire tutto nel week-end, ma almeno avrebbe potuto buttare giù le parti in questione, poi in settimana una bella stuccata e via.

 

Bevve un’ altra sorsata quando il rumore di una porta attirò i suoi sensi.

Si voltò e vide Kagome venirgli incontro. Indossava un pigiama che lasciava davvero poco spazio all’ immaginazione, e per poco a Inuyasha non andò tutto di traverso.

 

“Inuyasha” disse lei, e subito richiuse la vestaglia sul pigiama estivo, che non era altro che una maglia di seta molto corta e con le spalline sottili.

Arrossì cercando di coprire le sue forme, non aspettandosi di trovarlo sveglio

 

“Scusami” disse lui imbarazzato “ti ho svegliata?”

“No, nient’ affatto. Non riuscivo a prendere sonno e ho pensato a qualcosa di fresco da bere..” si avvicinò al tavolo, guardando curiosa il bicchiere di lui

“Oh, scusa mi sono permesso.. ti spiace?”

“Figurati! Che cos’è?”

“Avevi del latte e della menta..”

 

Kagome gli sorrise

 

“Mi sembra un’ ottima idea” aprì il frigo e miscelò anche lei i due ingredienti, sedendosi vicino a lui.

 

“Da piccolo lo bevevo spesso con mia mamma” disse lui

“E ora non lo fai più?”

 

Inuyasha guardò nel bicchiere. Crescere a volte faceva si che tante cose cambiassero involontariamente. Senza pensarci, si perdono molte abitudini.

Soprattutto se si cambia per qualcuno.

 

“Raramente” bevve una lunga sorsata “Domani inizio a buttare giù il muretto, che ne dici?”

Kagome guardò subito la parete bianca, d’ un tratto quasi dispiaciuta

“Oh, certo, va bene”

“E poi penseremo alla colonna. Sembra poco ma lo spazio cambierà notevolmente”

“Ne sono sicura”

 

Ancora silenzio.

 

“Senti, ti va di fare un gioco?” Kagome gli sorrise

“Che tipo di gioco?” chiese lui

La ragazza andò a prendere un mazzo di carte, un foglio e un pennarello per i punti.

 

Senza che nemmeno se ne rendessero conto era passata più di un’ ora, dove non avevano fatto altro che divertirsi e ridere come dei bambini.

Fu quasi a malincuore che i due decisero di andare a letto per dormire un po’.

 

 

Quando Kagome si svegliò il giorno dopo pensò subito alla sera precedente.

Le venne da sorridere pensando a quanto si era divertita con Inuyasha. Guardò l’ ora e si alzò, pensando già alla colazione che gli avrebbe preparato.

Ma quando arrivò in sala vide il divano perfettamente ricomposto, e di Inuyasha non c’era alcuna traccia.

Il bagno era vuoto, come il resto della casa.

 

Per un attimo credette che se ne fosse andato, e la cosa la fece rimanere male. Che cosa era successo?

 

Stava per tornare in camera quando una macchia scura attirò la sua attenzione.

La colonna bianca in mezzo alla sala era sporca.

 

Si avvicinò e guardò meglio, accorgendosi che si trattava solo di una scritta.

 

“Non sono scappato, arrivo con le brioches, tu prepara il latte e menta”

 

Kagome sorrise.

Corse a vestirsi e a rendersi presentabile e a preparare ciò che lui aveva scritto.

 

Quando Inuyasha mise le chiavi nella porta lei aveva già preparato il tavolo, e lo guardò entrare sorridendo

 

“Pensavo davvero che te la fossi filata”

“Non posso lo sai, Miroku mi verrebbe a prendere in capo al mondo!” disse ridendo

“Mi spiace aver scritto sulla colonna, ma tanto la buttiamo giù no?” disse lui posando un sacchetto sul tavolo

 

Kagome lo guardò, aprendo la busta. Doveva ammettere che quel buttiamo suonava davvero bene.

 

“Invece mi piace, che idea divertente”

“Attenta, sono ancora calde” disse lui indicando il sacchetto

 

I due si sedettero a mangiare.

 

Finita la colazione Inuyasha si mise subito al lavoro. Prese alcuni strumenti e chiese a Kagome di mantenere una certa distanza, sebbene non fosse poi così pericoloso.

E con estrema calma iniziò a buttare giù il muretto.

 

Kagome lo guardava con troppa curiosità, doveva ammetterlo. Ma non riusciva a distogliere gli occhi dai muscoli messi a dura prova, e dallo sguardo attento di lui.

 

Mentre lui lavorava prese il pennarello e iniziò a scrivere sulla colonna.

 

“Che cosa scrivi?” chiese lui sorridendo

“Le opzioni per il pranzo, a te la scelta”

 

Inuyasha si avvicinò e lesse velocemente le tre opzioni.

 

- Okonomiyaki di fiducia

- Ramen

- Qualsiasi pietanza ai quattro formaggi

 

L’ ultima opzione aveva accanto un sorriso.

 

Inuyasha la guardò, pulendosi la fronte sudata col dorso della mano.

 

“Sai che ti dico? Che tra oggi e domani avremo almeno tre pasti da fare insieme, quindi perché non provarli tutti?”

 

Kagome lo guardò, sentendo che a ogni sorriso del giovane qualcosa in lei sbocciava sempre più.

Non si domandò cosa fosse, ne se fosse giusto o sbagliato.

 

 

 

Il ramen era davvero il più buono di tutta la città! Inuyasha non aveva mentito.

E non contenti si concessero anche un gelato camminando per le vie del centro.

Inuyasha le raccontò del nuovo cliente che li aveva contattati e del lavoro che Rin aveva svolto per loro. Le disse che se avessero firmato quella richiesta avrebbero guadagnato un sacco di soldi, e che in tal caso avrebbero organizzato una festa.

Era doveroso verso Rin, ma soprattutto sarebbe stato divertente e gratificante.

 

Nel pomeriggio Inuyasha continuò la sua missione di abbattimento, mentre Kagome provava a continuare il suo articolo.

Ma come faceva a scrivere di un ragazzo che tradiva la fidanzata, che era arrogante scorretto e un dongiovanni, quando davanti a sé aveva solo un magnifico esemplare di affascinante tuttofare atletico e anche di buona forchetta?

 

Mordicchiò la matita che aveva in mano, guardando le spalle del giovane dal tavolo in cucina, sapendo già che non avrebbe scritto un accidente.

 

Inuyasha si sollevò guardando i cumuli di macerie ai suoi piedi

 

“Wow, ho bisogno di una doccia” disse girandosi e andando verso il tavolo, dove lo aspettava un bicchiere colmo d’acqua fresca.

 

Kagome lo guardò, la maglia attillata per il sudore, gli addominali perfetti.

 

No no no, non andava affatto bene così.

 

“Ti spiace?”

“Certo che no, fa pure”

 

Lui andò verso il bagno. Quando tornò, già vestito per fortuna di Kagome, andò dritto alla colonna, e preso il pennarello si mise a scriverci sopra.

 

Kagome lo raggiunse sorridendo

 

“E adesso cosa scarabocchi?”

“Cancello l’ opzione ramen. Ora cos’ abbiamo? Tipica cucina giapponese o un sacco di quattro formaggi?” i due si guardarono e non ci fu bisogno di parlare.

 

Andarono dritti al supermercato a comprare tutto l’ occorrente per un bel piatto fatto in casa.

 

Kagome non poteva credere ai suoi occhi, lui era anche capace di cucinare!

 

“Ma dove hai imparato?”

“Beh, vivo pure sempre da solo.”

“Non ti ha insegnato nessuno?”

“Mia mamma. È una donna in gamba, e sa fare un sacco di cose”

“Quindi cucini spesso per la tua ragazza?” Kagome si maledisse mille volte

 

Lui la guardò

“Per Kikyo dici? No lei.. ha chi lo fa di professione, in casa sua. E da me non ci viene quasi mai. Il mio appartamento è troppo piccolo per i suoi gusti”

 

Certo che doveva essere una relazione alquanto particolare, pensò Kagome. Quei due erano così diversi..

 

“Inuyasha, posso chiederti.. che cosa realmente ti attira in lei?” deglutì attendendo una risposta

“Ovviamente te lo chiedo solo ai fini del mio articolo, sappilo.. ma.. perché ci stai insieme?”

 

Lui la guardò. I secondi passavano veloci e nessuno dei due disse niente.

Inuyasha fece per aprire bocca, quando il campanello della cucina suonò.

 

“Oh, è pronto” disse andando verso i fornelli

 

Kagome lo aiutò e dopo poco si sedettero a tavola.

 

“Mmmh ma è delizioso! Complimenti Kagome”

“Guarda che lo hai fatto anche tu!”

“Ma io ti ho solo aiutato. Caspita, ne farei indigestione! E in effetti con tutti i quattro formaggi che sto mangiando poco ci manca” sorrise

 

 

Kagome lo guardava. La sua casa non era mai stata vissuta in modo così sereno prima d’ ora. Anche quando stava con Kouga doveva ammettere che non si divertiva come con Inuyasha. Certo, ovviamente dovendo stare per forza insieme per via dell’ articolo era palese che cercassero di andare d’accordo. Anche se tutto sembrava così naturale..

 

Più tardi si misero a guardare un film alla tv.

Fu con enorme sorpresa che a un tratto Inuyasha sentì il corpo di Kagome abbandonarglisi addosso. Si girò guardando la testa di lei sulla sua spalla.

 

Deglutì, senza sapere cosa fare. Doveva svegliarla? Il film stava per finire, e di certo non avrebbero dormito in due sul divano.

Sentiva il suo respiro lento e regolare. Sentiva il suo profumo, così diverso rispetto a quello di Kikyo.

Massì, chiudere gli occhi un pochino non avrebbe fatto male a nessuno.

 

 

 

Quando Kagome si svegliò, la prima cosa che vide fu la sala di casa sua. Sentì un immenso calore sulla schiena e vide un braccio intorno a lei.

Il cuore iniziò a scalpitarle. Che cosa diavolo era successo?

Iniziò a scivolare giù dal divano, prendendo la mano di Inuyasha e lasciandola sul materasso. Lo guardò e arrossì.

Dormiva profondamente, beato nei suoi sogni. E quella notte aveva dormito con lei, abbracciandola e scaldandola. Oddio..

 

Si diresse subito in bagno, e si mise sotto la doccia. Decisamente la situazione le era sfuggita di mano. Doveva essersi addormentata, e lui per non svegliarla l’aveva lasciata riposare insieme a lui.

E poi l’ aveva abbracciata..

Il pensiero la fece surriscaldare. Tutta una notte passata insieme senza rendersene conto..

 

-Razza di cretina!!- si maledisse

 

Poi si riscosse. Lei non avrebbe dovuto dormire con lui e basta! Non prendersela perché non se n’era accorta!

Qualcosa nella sua testa stava fermamente andando a puttane.

 

Si avvolse un asciugamano intorno al corpo e uscì dal bagno, quando si trovò davanti il fulcro dei suoi pensieri contorti.

 

Ok, ora era davvero in imbarazzo.

 

Inuyasha, gli occhi ancora chiusi e assonnati, li sgranò di colpo, senza risparmiarsi la curiosità e squadrandola in tutta la sua mezza nudità.

 

“Oddio” disse soltanto mettendosi una mano sugli occhi.

“Scusa, non mi ero accorto..” lei lo sorpassò e si chiuse in camera, girando la chiave più volte di quanto potesse.

 

 

Quando si decise a uscire dalla sua stanza fu solo perché lì non aveva nulla da mangiare.

Inuyasha era chinato sul pavimento, intento a ripulire gli ultimi detriti del muro buttato giù. Appena la vide si alzò

 

“Ciao” disse lui, arrossendo un pochino

Lei alzò la mano a mò di saluto, cercando di sorridere, ma le uscì più una smorfia.

“Scusami per prima”

“Figurati, ormai è andata” si diresse verso la cucina.

 

L’ occhio le cadde sulla colonna, e notò in quel momento una nuova macchia.

 

Un omino stilizzato, coi capelli lunghi e le orecchie da cane, era impiccato. Sotto la scritta “scusami”

 

Kagome guardò Inuyasha e non riuscendo a trattenersi scoppiò a ridere.

Si piegò in due e continuò, arrivando a lacrimare e contagiando irrimediabilmente il demone, che rise come non faceva ormai da lungo tempo.

 

 

Quella domenica la colonna rimase ben salda al suo posto.

Inuyasha aveva preferito finire il muretto e stuccarlo per non lasciare i segni del lavoro sul pavimento e sulla parete. Sembrava quasi che non ci fosse mai stato nulla prima.

E poi avevano scoperto un certo piacere nel pasticciare senza ritegno quel pilastro, era liberatorio e divertente. E a Kagome di certo non sarebbe cambiato tenerla per qualche altro giorno.

 

“Miroku è qui sotto” disse Inuyasha sollevando la borsa

“Bene”

“Grazie per l’ ospitalità” sorrise Inuyasha. Sentiva che avrebbe voluto dirle di più, e farle sapere che non era mai stato così bene prima di allora.. mai in quel modo spontaneo. Ma Kagome lo bloccò

“Figurati, è stato un piacere” Kagome pensò che avrebbe voluto dirgli qualcos’ altro, e fargli sapere che la sua casa non aveva mai visto così tanta serenità in così pochi giorni. Ma le mancò il coraggio

“Allora, vado..” disse Inuyasha, e senza nemmeno rendersene conto si sporse e le baciò la guancia.

Kagome avvampò, del tutto impreparata a quel contatto così delicato quanto significativo.

“Buona serata” disse soltanto vedendolo uscire.

Quando la porta si chiuse Kagome rimase avvolta nel silenzio. Si girò e si avvicinò alla colonna, piena di pasticci e frasi stupide. Pensò che era incredibile come neanche un minuto dopo sentisse già la mancanza di Inuyasha.

 

 

La settimana iniziò più impegnativa che mai, e Sango e Kagome furono subito convocate nell’ ufficio di Rin per fare il punto della situazione.

“Allora? Com’è andata?” chiese Kagome mentre si dirigevano dal capo

“Non ci sono parole per descriverlo” Sango arrossì

“Era tutto così perfetto.. il posto dove siamo andati era così romantico. E lui.. non ha toccato il sedere a nessuna!” esordì ridendo

“Sono contenta! Devo dedurne che adesso siete una coppia?”

“Lo inseguirei in capo al mondo se negasse dopo quello che c’è stato!”

“Sango..” Kagome la guardò arrossendo

“E’ successo, e non sono mai stata più convinta” sentenziò la giovane.

“Spero che si comporti bene, o sarò io a inseguirlo in capo al mondo!” disse sorridendo Kagome

“E Inuyasha? Com’è andata con lui?”

“Tutto bene, grazie” le due presero l’ ascensore

“Senti Kagome, mi sei sembrata un po’ strana l’altro giorno al locale.. non so perché ma qualcosa mi fa pensare che Inuyasha non ti sia del tutto indifferente”

Kagome arrossì. Era così evidente? Anche negando non avrebbe mai potuto nasconderlo a Sango, lei aveva un dannato fiuto per certe cose.

Sospirò.

“Forse sono sola da troppo tempo e ne passo così tanto con lui.. ma mi conosco, è solo attrazione, nulla di più.” ammise avvampando

Sango le prese le spalle saldamente e la guardò negli occhi

“Kagome, non devi innamorarti di lui” la giovane la guardò sconcertata. Da dove veniva tutta quella risolutezza? E perché mai era così sbagliato provare qualcosa per lui?

“Inuyasha.. non è la persona giusta.” Concluse sbrigativamente

 

Le porte dell’ ascensore si aprirono e Sango uscì, lasciandola più confusa che mai.

 

 

“Eccovi, sedetevi ragazze” una Rin più concentrata che mai prese posto dietro alla scrivania, prendendo dei fogli e preparandosi alla breve riunione.

“Vi ho chiamate per fare il punto della situazione.” Sollevò gli occhi dalle scartoffie e le guardò in faccia

“Oggi i nostri amici firmeranno un lavoro che frutterà un sacco di soldi, è il loro primo cliente e con ogni probabilità questo darà inizio alla loro carriera. Con questo io considero concluso il mio dovere nei loro confronti. Ovviamente rimane la questione dell’ articolo, Kagome. Abbiamo ancora un paio di settimane prima che il nuovo numero esca, quindi direi che in massimo dieci giorni mi farai avere il tuo articolo. Questo nel caso in cui Inuyasha faccia di nuovo il dongiovanni”

“E se non dovesse accadere?” chiese Sango

“Sarebbe una spiacevole circostanza dopo tutto quello che abbiamo fatto per loro.. ma di certo in quel caso l’ articolo non ci sarà, o per lo meno, non su di lui”

Kagome annuì in silenzio.

“Per sicurezza Kagome, inizia a pensare a un’ alternativa.” La giovane annuì nuovamente, sentendo che nessuna di quelle alternative la soddisfaceva.

“E ora Sango, l’ articolo per gli sposi?”

“L’ ho finito e inviato alla sposa, sto aspettando che ci dica quali frasi vorrebbe stampare ed esporre alla sua festa”

“E quando sarebbe?”

“Questo venerdì”

“Ottimo, vorrei che ci veniste entrambe, ci faranno una grandissima pubblicità e voglio voi due per rappresentarci”

“No!” esclamò Sango attirando su di sé gli sguardi curiosi delle due donne

“Io.. non è necessario che Kagome sia presente” disse arrossendo

“Ma Sango, è il tuo ex.. posso starti vicino invece” disse Kagome solidale

“In verità.. pensavo di andarci con Miroku” avvampò “So che non è del giornale, ma è davvero bravo a intrattenere i clienti, certo quando non tocca il sedere alle donne.. ma sono sicura che ci aiuterà molto a dare un’ immagine elegante e professionale”

“Sango, dimentichi che la nostra è una rivista di sole donne” disse Rin

“Lo so, è vero.. ma ecco.. lo sposo è un mio ex e..” sussurrò in difficoltà la giovane

“Ho capito. Vada per Miroku allora” continuò Rin prendendo appunti.

 

Sango sospirò  rassicurata, e ringraziò Rin promettendo che avrebbero fatto un ottimo lavoro.

 

 

 

Qualche giorno dopo Kagome si trovava di nuovo nel suo ufficio, cercando di scrivere il suo dannato articolo. Non solo non aveva più un briciolo di ispirazione, ma avrebbe anche dovuto cercare un argomento alternativo.

Nella sua testa si formulò l’ idea perfetta: il modulo delle sue dimissioni.

 

Sospirò, tenendosi la testa fra le mani. In che cavolo di situazione si era cacciata? E soprattutto cosa le stava succedendo?

Doveva essere professionale e pensare alla sua carriera, doveva scrivere quell’ articolo e demolire per sempre l’ orgoglio e l’ arroganza di un uomo che aveva ripetutamente cornificato la sua donna!

Già.. ma come poteva se il mostro in questione occupava ogni suo pensiero facendole provare quelle sensazioni così contrastanti?

Dormire con lui, vederlo ridere, sentire le sue labbra sulla guancia e vederlo così vicino.

 

Si disse che chiunque avrebbe avuto pensieri simili stando così a stretto contatto con qualcuno. Quindi bastava che finisse questa dannata storia e di certo avrebbe smesso di pensare a lui.

 

“Permesso” Kagome si voltò

 

-E che cazzo, com’è che ogni volta che penso a lui me lo ritrovo in ufficio?!-

 

“Inuyasha!” esclamò la giovane alzandosi dalla sedia, rossa in volto

“Disturbo?” chiese lui entrando, il sorriso stampato in faccia “Miroku è da Sango, ormai chi li separa più” disse divertito

“Già” sorrise Kagome “Sango è più presa che mai”

“Anche Miroku. Non l’ho mai visto così” disse avvicinandosi

“Come stai?” chiese poi

“Bene, e tu? Ho saputo che avete firmato il contratto”

“Si, e siamo elettrizzati. Fra poco non avremo più così tanto tempo libero, ci toccherà metterci a lavorare sul serio” disse facendola ridere

“E poi per rimanere in tema.. volevo darti questo” disse prendendo una brochure dalla tasca della giacca

 

Kagome la prese e la guardò. Era una pubblicità dell’ azienda che aveva richiesto i lavori a Inuyasha, che si spiegava in tre facciate, e in fondo alle quali annunciava che quel sabato ci sarebbe stato un banchetto per festeggiare l’ avvio dei lavori.

 

“Ovviamente siete le benvenute” Kagome lo guardò e sorrise. Si perse nei suoi occhi per un attimo che le parve interminabile.. sentendo il desiderio di non distogliere mai lo sguardo.

“Grazie” disse solo

Inuyasha si sentì un po’ in soggezione sotto quell’ espressione così avvolgente. Gli occhi di Kagome erano così innocenti e buoni, che in quel momento provò una gran tenerezza.

“Di niente. Mi spiace solo che tra il lavoro e la festa, non penso  riuscirò a venire da te per la colonna” disse sinceramente dispiaciuto

“Non ha importanza. Ormai sembra un’ opera d’arte” disse lei

“Un pezzo davvero unico e di valore” la prese in giro Inuyasha

“Puoi dirlo forte” rise lei

 

Ci fu un attimo di silenzio

 

“Però se dovessi liberarmi ti avviso, ok? Mi piacerebbe fare quattro chiacchiere prima di sabato”

 

Kagome si chiese perché ci tenesse tanto a vederla. Nonostante avesse da fare, avrebbe cercato un po’ di spazio per lei, se possibile.

Le parole di Sango le tornarono alla mente, facendola sussultare.

 

“Ok” disse soltanto, cercando di non lasciar trasparire la miriade di sensazioni che provava. Desiderio, confusione, tristezza..  amore.

 

 

 

 

Eccomi!

Chiedo venia per i lunghi tempi, come al solito.

Approfitto per dire a chiunque legga la storia che non sarà particolarmente lunga, e che prevedo ancora non molti capitoli prima della fine. Ringrazio chiunque abbia commentato sostenendomi, e anche per la pazienza visti i miei tempi :D spero che il capitolo sia di vostro gradimento!

Grazie a tutti e a presto!

Aruko

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Capitolo 7
*** Baci, boutique.. e altre sorprese! ***


Quanto potevano passare in fretta dieci dannatissimi giorni?

Kagome guardava le caselle del calendario, crocettate una dopo l’ altra scandendo il tempo che la separava da eventi l’uno più grande dell’ altro.

Sabato la festa per Inuyasha e Miroku, e la settimana successiva la consegna del famigerato articolo. E di conseguenza anche la data in cui Rin l’avrebbe cacciata a pedate nel sedere.

 

Sospirò, pensando a quanto fosse incasinata. Bevve un altro sorso di the voltandosi verso la colonna.

Era tutta colorata e scritta, e la sola vista le strappò un sorriso, facendole ricordare del modo spontaneo e divertente in cui lei e Inuyasha si erano prodigati nel renderla tale.

Pensò al fatto che in quei giorni avrebbero dovuto vedersi per abbatterla. Un po’ le dispiaceva, ma in realtà le andava bene tutto pur di passare un po’ di tempo con lui.

 

Arrossì, ma non poté fare a meno di sentire il suo cuore battere più forte. Non aveva senso nasconderlo a se stessa.. si era presa una cotta per Inuyasha. Per un ragazzo fidanzato, su cui stava scrivendo un articolo in cui lo additava come il peggior traditore dongiovanni e chi più ne ha più ne metta!

Eppure quando era in sua compagnia quelle cose non esistevano. Lui era semplicemente Inuyasha, un ragazzo bellissimo con un sorriso meraviglioso, e che aveva tantissime cose in comune a lei.

 

-Rimane fidanzato, cocca-

 

Già, piccolo particolare.

 

Ad ogni modo, non si erano nemmeno sentiti. Kagome lo sapeva bene che lui era impegnato fra i preparativi della festa di sabato e il nuovo lavoro.

Si vestì in tutta fretta e uscì di casa con un’ unica intenzione: shopping sfrenato.

 

Non solo non aveva un abito adatto alla serata di sabato, e doveva essere impeccabile e perfetta! Ma soprattutto, passare le ore davanti al pc senza concludere niente la faceva solo innervosire. Era meglio impiegare il suo tempo in qualcosa di più interessante, stimolante, dannatamente dispendioso ma pur sempre appagante.

 

Stava per prendere l’ autobus quando il telefono iniziò a suonare.

 

“Pronto?”

Ehi, dove ti sei nascosta?” la voce di Inuyasha la investì bloccandola sui suoi passi

“I-inuyasha!”

In persona. Ma dove sei? Noi siamo tutti qui in redazione

“Tutti?”

Io, Miroku e mio fratello. Con la scusa di dover aggiustare due cose per venerdì e sabato quei due furbastri mi hanno trascinato qui, anche se non fanno che tubare come piccioni

Le scappò una risata

Beh, ma non vieni a salvarmi da questo nido d’amore?” Dio, se solo avesse potuto leggerle nel pensiero e vedere che lei più di tutti aveva mire da marpiona!

“Mi piacerebbe molto, ma stamattina ho un impegno improrogabile”

E sarebbe?

“Cercarmi un vestito per sabato sera” attese aspettando la reazione di Inuyasha, che non si fece attendere. Lo sentì ridere di buon gusto

“Senti, guarda che noi donne ci teniamo a certe cose, e non è che abbiamo abiti pronti per tutte le occasioni”

Allora dovresti vedere l’ armadio della mia ragazza!” Kagome si zittì un attimo

“Immagino la varietà” sussurrò cercando di assumere un tono divertito. Per fortuna che lui non poteva vedere la sua faccia.

Comunque qui possono anche fare a meno di me. Hai bisogno di un autista?

Kagome si riscosse, vedendo solo in quel momento l’ autobus che avrebbe dovuto prendere sfrecciare via. Non si era nemmeno fermato! Che razza di maleducato!

“Non fa niente, prendo i mezzi” sospirò un po’ abbattuta, quando una leggera pioggerellina iniziò a cadere dal cielo

 

-Porcaccia di quella miseriaccia!!-

 

 

 

 

Inuyasha arrivò esattamente un quarto d’ ora dopo, trovandola incredibilmente fradicia e tremante

“Meno male che non ti servivo” disse aprendole la portiera

“Dannata pioggia!”

“Hai già fatto colazione?”

“Si, e tu?”

“Anche io” sorrise mettendo in moto

“Bene, dove ti porto?”

“Ma.. sei sicuro di avere del tempo libero?”

“Non sarei qui, no?”

 

Kagome arrossì. Inuyasha aveva trovato del tempo per lei, per accompagnarla a fare shopping. Quello non era proprio l’ Inuyasha che aveva conosciuto solo poche settimane prima. E tutto questo era solo un mucchio di complicazioni!

 

“Beh, allora vai sempre dritto. Conosco una boutique qui vicino”

 

Quando entrarono nel negozio Kagome era davvero in imbarazzo. Vi erano poche clienti, ma tutte puntavano gli occhi sul suo accompagnatore. E come dargli torto..

 

“Benvenuti! Posso aiutarvi?” una ragazza si avvicinò, salvo poi allontanarsi subito per andare a rispondere al telefono

“Ma..” Inuyasha rimase di stucco

“Sarà indaffarata. Posso fare da me” e così iniziò a guardarsi intorno.

Inuyasha si sentiva un po’ a disagio in mezzo a tutti quegli abiti e a quella lingerie così provocante. Forse non era stata proprio una buona idea.

Si era detto che gli avrebbe fatto piacere vedere Kagome e scappare un po’ dal clima che si era creato in redazione, ma in quel momento si era reso conto che accompagnare una donna a fare compere poteva rivelarsi estremamente difficoltoso.

 

“Che te ne pare?” Kagome gli fece vedere un vestito in simil latex, lungo e decisamente troppo fuori luogo. Ok, ora iniziava a sudare.

“Ehi guarda che era uno scherzo!” Kagome lo rimise via arrossendo. Dannazione che imbarazzo. Se fosse stata con Sango l’ amica avrebbe non solo riso, ma addirittura era sicura che l’ avrebbe provato!

Vide di soppiatto l’ espressione di disagio del demone.

Così iniziò a tirare fuori alcuni abiti, senza particolari criteri di ricerca.

 

“Beh vado in camerino” disse per poi dileguarsi.

 

-Stupida idiota, che vergogna! Meno male che potevo fare da me!-

 

Si sentiva un po’ nervosa mentre entrava svelta nel primo abito.

Bello eh, ma troppo sberluccicante.

Il secondo era corto davanti e più lungo dietro.

Bello eh, ma forse il color pesca non faceva al caso suo.

Il terzo era proprio elegante, di un blu notte setoso.

Davvero bello. Peccato per la scritta in brillanti ‘Fuck me’ sul sedere.

 

Kagome emise un verso simile a un ululato nel vedere quell’ invito palese e per niente condiviso sulle sue chiappe.

 

“Va tutto bene?” la voce di Inuyasha la riscosse

“S-si, certo”

“Trovato niente che ti piaccia?”

“Penso che questo posto non faccia al caso mio”

“Prova questo”

Kagome si girò verso la tenda e vide la mano di Inuyasha sporgere con in mano in vestito color verde petrolio.

 

“Grazie” farfugliò prendendolo.

Ci mise un po’ a capire come fosse fatto, ma dopo qualche secondo riuscì a infilarlo.

Era lungo, anch’ esso di seta. Il corpetto era aderente e due fasce partivano in alto fino a legarsi dietro il collo. Scendeva poi attillato in una gonna lunga con un breve strascico.

Era davvero meraviglioso.

La schiena era quasi tutta scoperta, eccetto per la fascia appena sopra le natiche, su cui il vestito terminava in uno scollo chiuso da alcuni piccoli bottoncini.

Kagome cercò di chiuderli, ma le risultò difficoltoso.

 

“Come ti sta?” chiese Inuyasha

“Non riesco a chiuderlo”

“Ti serve una taglia più grande?”

“No scemo! La taglia va benissimo, sono i bottoni che non si capisce come siano fatti!”

Kagome lo sentì ridere e la cosa lo fece arrossire ancora di più.

“Vado a chiamarti la commessa”

 

La ragazza attese, continuando a rimirarsi nello specchio. Era davvero splendido, perfetto su di lei, e il colore era una meraviglia. Certo che Inuyasha aveva occhio.

Chissà quanti vestiti aveva fatto indossare alla sua ragazza.

 

“Quella è ancora al telefono mentre fa cassa e cuce un vestito”

“Cosa?!”

“Senti, ti aiuto io se vuoi”

 

-Ma quando mai..!-

 

“Va bene ma non guardare!”

“Come faccio a chiuderti un vestito  se non vedo dove mettere le mani?!”

“Uffa..” Kagome aprì appena la tenda, lasciando che lui entrasse nel camerino.

 

Inuyasha vide subito una cascata di capelli corvini scendere selvaggia su una schiena minuta e completamente nuda. La giovane spostò la chioma su una spalla, carezzandola come se fosse degna di tutte le sue attenzioni.

Inuyasha ebbe così una visuale completa della sua schiena, e più in basso dei famigerati bottoni, e anche di un sedere sodo e perfettamente fasciato da quel vestito.

 

Deglutì. Come aveva potuto scegliere un abito così spinto?! Eppure non sembrava così appeso alla rinfusa sugli scaffali!

Guardò un attimo davanti a sé lo specchio che ritraeva il corpo di una Kagome imbarazzata e con lo sguardo basso.

Lentamente allungò le mani

 

“Ora allaccio i bottoni” disse piano, e con dita incerte prese in mano i piccoli rilievi.

Si trattava di tirare i fili dal lembo opposto, e di agganciarli ai bottoncini.

Il risultato era molto elegante e delicato, e non fu nemmeno faticoso per lui che ci capiva ben poco di certe cose.

 

“Ecco fatto” disse in un sussurro

Kagome rimase immobile, sentendo il calore delle mani di Inuyasha allontanarsi. Il suo cuore batteva così forte che aveva paura che potesse sentirlo anche lui.

Percepiva il suo corpo così vicino, e il suo fiato all’ altezza dei capelli. Che cosa doveva fare? Perché lui non si allontanava?

Alzò lo sguardo e cercò gli occhi del demone nello specchio, ma non fece in tempo perché lui le prese i fianchi e la girò, riflettendo le sue pozze dorate direttamente nelle sue, curiose, bramose.

 

“Inuyasha” ebbe il coraggio di dire. E avrebbe voluto aggiungere tante altre parole

Chiedergli cosa stesse facendo ancora lì, ricordargli che il vestito era pronto e che lui poteva allontanarsi.. che il modo in cui la stava guardando non era lecito.

Lo vide avvicinarsi, e sentì la presa sui suoi fianchi solidificarsi. Una sensazione di calore la pervase, e insieme vennero i brividi provocati dai capelli di lui, lisci e lunghi, tesi ad accarezzare con le punte le sue spalle.

Fu come un richiamo viscerale, quello che la spinse ad allungarsi e ad andare incontro alle sue labbra. Non aspettava altro, non desiderava altro che essere cercata da lui.

 

E finalmente ciò accadde. Inuyasha la baciò dolcemente, con una naturalezza inspiegabile. Le toccò appena le labbra, quel tanto che bastò per fargli perdere del tutto la testa, e reclamare con tutta l’ impazienza che sentiva un contatto più intimo.

Con le mani andò ad accarezzarle il volto, cercando se possibile di assaggiarla ancora di più, più in profondità, e allora intromise piano la lingua nella sua bocca, cercando di sondare con cautela la reazione della giovane.

Kagome rispose senza indugi, lasciandolo entrare e cercandolo con curiosità crescente.

Il suo tocco era così delicato e intenso insieme, e il suo sapore così dolce, che non avrebbe potuto trovare una sola motivazione per respingerlo. E andò ulteriormente in tilt quando avvertì le mani del demone spostarsi, e inoltrarsi in territori ancora più proibiti.

 

Percepì con sgomento le sue dita calde e affusolate scendere lungo il collo, per posarsi nella valle in mezzo al seno. La cosa la fece eccitare terribilmente, spingendola a desiderare ancora di più.

Voleva che Inuyasha la toccasse, che la desiderasse come lei cercava lui.

La mano del demone si spostò sul seno, saggiandone la forma e la consistenza. E Kagome avvertì un gemito nella sua bocca, un suono strozzato che la rese vittoriosa e più orgogliosa che mai.

Allungò le mani immergendole nei capelli del demone, spingendolo ancora di più verso di sé, verso la sua bocca e il suo corpo. E quando si ritrovò a contatto con quel fisico scolpito realizzò arrossendo che non era la fibbia della cintura a spingere contro il suo ventre, bensì un’ erezione prorompente e tutta per lei.

Aprì gli occhi di scatto, pervasa da quella verità agognata e ora finalmente reale. Guardò negli occhi Inuyasha, rendendosi conto di cosa realmente stesse succedendo.

 

“Signorina, va tutto bene?” in quel momento la commessa la raggiunse

“Il suo ragazzo mi ha detto che mi cercavate! Dovete scusarmi ma da sola a gestire questo posto, insomma ho un bel da fare io!” Kagome approfittò del suo sproloquio per staccarsi da Inuyasha, cercando di mantenere un barlume di lucidità. Lui rimase tuttavia davanti a lei, allungando una mano fino allo specchio e rimanendovi così appoggiato.

“V-va tutto bene, grazie, ho risolto”

“Ok. Comunque il suo ragazzo è proprio un gran figo!” Kagome sentì i tacchi della ragazza allontanarsi, e solo allora si concesse di guardare di nuovo il demone in faccia.

 

Era ancora dannatamente vicino, e se voleva in un attimo avrebbe potuto riprendersi quelle labbra e reimmergersi in quella dimensione nuova ma che sentiva già così sua.

Poi qualcosa si fece largo nei suoi pensieri. Una sensazione triste e di sconfitta.

Era tutto sbagliato.

Quel ragazzo non era libero, ma aveva una fidanzata. Era lei che baciava in quel modo, era con lei che faceva l’ amore da anni. E poi, nonostante questo, era a conoscenza dell’ impedimento forse più grande: non era capace di essere fedele, e quello che era appena accaduto ne era la prova.

Non poteva e non voleva innamorarsi di un ragazzo che non poteva avere. Che avrebbe irrimediabilmente scelto qualcun'altra come ora faceva con lei.

 

Le veniva da piangere.

 

“Forse è meglio che tu esca da qui” sussurrò abbassando lo sguardo

 

Lui rimase in silenzio un altro po’, decisamente confuso e spaesato

 

“Si, è la cosa migliore. Ti aspetto fuori”

 

Kagome si rigirò, guardandosi allo specchio, e sentendosi una vera stupida.

 

Quando uscì dal negozio lo trovò in piedi ad aspettarla.

 

“E il vestito..?” notò lui non vedendola con alcuna borsa in mano

“Non fa per me” disse senza guardarlo in faccia. Non avrebbe mai potuto indossare di nuovo quell’ abito, perché non avrebbe fatto altro che pensare a quel momento.

“Ma ti stava bene”

“Ne troverò un altro”

 

Rimasero ancora in silenzio

 

“Ora devo andare” disse poi lei

“Ti accompagno a casa?”

“Non serve, grazie” ancora silenzio, ancora lo sguardo in basso

“Senti Kagome, mi devi scusare, non so cosa mi sia preso” si avvicinò, prendendole le braccia e cercando i suoi occhi

“Certo, è stato solo un errore, giusto?” disse lei guardandolo finalmente.

 

Inuyasha rimase colpito. Perché sembrava che lei ne soffrisse? Cosa stava succedendo?

Lei lo guardò, leggendo nel suo sguardo proprio quel che temeva. Certo, che era stato un errore. E cosa altro poteva essere?

 

Lentamente sciolse la presa e si allontanò più in fretta che poté.

 

 

***

 

 

Era venerdì mattina, ed erano passati due giorni da quel fantastico indimenticabile sbagliatissimo bacio. Ovviamente non si erano più rivisti né sentiti, e Kagome passava tutto il suo tempo in redazione, cercando veramente di scrivere l’ articolo. Ora più che mai avrebbe dovuto riuscirci, perché aveva ottenuto la sua conferma: Inuyasha aveva tradito ancora la sua ragazza, non era stato capace di rimanerle fedele.

Ma come poteva scrivere che era accaduto con lei?
Come poteva confessare a Sango, Rin e Miroku che era stata lei a cadere nella sua trappola?

Senza contare gli avvertimenti di Sango. La sua amica l’ aveva avvisata, non doveva innamorarsi di lui. E invece come una scema aveva ceduto alle sue tentazioni.

Si sentiva talmente stupida che la sua mente iniziava a farneticare scempiaggini di ogni genere! Come ad esempio che Inuyasha l’ avesse sedotta apposta, perché infondo lui aveva già avuto tutto ciò che gli serviva, ovvero l’ aiuto di Rin e un nuovo contratto, e quindi che cosa poteva mai interessargli di uno stupido articolo di una rivista che non avrebbe mai visto nessuno?

 

“Kagome?” la giovane guardò verso la porta, da cui proveniva la voce di Sango

“E’ la terza volta che ti chiamo, che ti succede?”

“Nulla, sono concentrata sul mio articolo”

“Lo vedo. Va tutto bene?”

“Certo, e tu? Sei pronta per stasera?”

“Si, io e Miroku abbiamo preparato tutto. Anzi, volevo un tuo parere su un paio di dettagli” disse tirando fuori una chiavetta

“Che cos’è?”

“La presentazione dell’ azienda. Gli sposi hanno insistito per pubblicizzarci e hanno pensato di fare davvero le cose in grande con un super video e delle foto.”

“Pieno di risorse il tuo ex, vero?”

“Già..” disse Sango porgendole l’ oggetto

“Bene se vuoi ci do un’ occhiata nel pomeriggio”

“Certo, tanto Miroku verrà per le 18. Mi raccomando non fare in modo che io esca di qui senza quell’ aggeggio!”

“Agli ordini capo”

“A proposito, Miroku lascia qui il cagnolino”

 

Kagome deglutì. Certo, ovviamente lui non aveva di meglio da fare. Non poteva stare con la sua ragazza? Non poteva cercare un’ altra povera vittima da colpire con le sue doti seduttive invece che continuare a importunare lei con la sua sola presenza?!

 

“Kagome, mi hai sentita?”

“Certo, il cagnolino, certo”

“Sicura di stare bene?”

 

Kagome rimase un attimo in silenzio, dubbiosa se dire tutto alla sua amica oppure no, quando in quel mentre il telefono di Sango suonò.

 

“Pronto? Oh, buongiorno!”

 

Kagome lesse il labiale dell’ amica, che le sussurrò che si trattava della sposa, e si allontanò.

 

 

A pomeriggio inoltrato finalmente aveva buttato giù qualcosa in più rispetto al solito preambolo.

E aveva anche scelto un argomento alternativo. Il colore da evitare quell’ anno, il verde petrolio.

 

 

 

Non si riscosse finché Miroku non richiamò la sua attenzione

 

“Ehi Kagome!” entrò di corsa andando alla scrivania

“Come stai? Scusa, sono un po’ di fretta, hai visto Sango?”

“Ciao Miroku, mi dispiace, sono qui da tutto il giorno, anzi doveva ripassare per..” le parole le morirono in bocca quando vide Inuyasha entrare a sua volta

“Ciao” le disse lui intercettando la sua espressione sgomenta

“Ciao” rispose lei in modo freddo

“Eccola!” disse Miroku prendendo il telefono vibrante in mano

“Si può sapere dove ti sei cacciato?! Ti sto aspettando direttamente al ricevimento, qui è tutto un casino!”

Miroku allontanò il telefono con espressione dolorante. Dato che avevano sentito tutti le grida di Sango a metri di distanza, ora lui era come minimo sordo.

“Tesoro, stavo giusto correndo da te”

Tesoro un corno, siamo in ritardo e..” Miroku riattaccò

“Se non si è capito devo andare. Ci sentiamo più tardi ragazzi!”

 

E così si volatilizzò, lasciando i due da soli.

 

Inuyasha entrò e prese posto sulla sedia davanti alla scrivania.

Era abbastanza scocciato. Dopo quello che era successo con Kagome il suo umore era rimasto terribilmente turbato.

 

Ancora non si spiegava come avesse potuto combinare un pasticcio del genere. Aveva baciato un’ altra ragazza, di nuovo, tradendo ancora Kikyo. Eppure in quel momento era sembrato tutto così giusto, lei era così bella, e così sensuale in quel vestito elegante e peccaminoso.

Si, forse la situazione aveva un attimino assecondato gli eventi, eppure era certo che se ci fosse stata un’ altra ragazza non sarebbe successo. Infondo Kagome era.. era Kagome! Una ragazza un po’ permalosa a cui piacevano i quattro formaggi e con cui si sentiva un po’ più se stesso.

Già, peccato che lui avesse già una compagna.

 

“Ne hai ancora per molto?” chiese lui

“Beh, potrei anche averne per tutta la sera”

“Perché sei arrabbiata?”

“Io non sono arrabbiata, sono solo concentrata sul mio lavoro”

“Allora smetti di concentrarti sul tuo lavoro e concentrati su di me!” quel tono la fece stupire e incavolare al tempo stesso. Eccolo lì, il vecchio arrogante borioso Inuyasha!

“E perché mai dovrei concentrarmi su di te?”

“Forse perché sono qui, tanto per iniziare. E poi perché abbiamo in discorso in sospeso” Kagome avvampò. Voleva.. voleva davvero riprendere quel discorso? D’ un tratto il suo stomaco si contrasse, ricordandole le piacevoli sensazioni che aveva provato solo qualche mattina prima.

“Perciò adesso dimmi perché sei arrabbiata” ah, non era proprio quel discorso allora?

“Senti, si può sapere chi ti credi di essere?! Non ti basta di avermi incasinato facendo il marpione in quel camerino?”

“Il marpione? Pensi che io sia un marpione?!”

“Già perché che cosa saresti? Lo sappiamo tutti che sei un infedele nato, e ora più che mai ne ho avuto la conferma!” gli inveì addosso, rossa e tremendamente in imbarazzo.

Inuyasha si bloccò. Quindi lei pensava solo quello, come dall’ inizio.

Kagome lo squadrò, capendo di aver esagerato

“E in che modo ti avrei incasinato allora?” continuò lui con tono calmo

Lei non seppe cosa dire, e abbassò lo sguardo.

“Dopo tutto ti ho soltanto aiutato, no? Adesso hai la conferma che io non sono nient’ altro che un traditore! Dovresti esserne contenta!” era davvero arrabbiato, e non capiva perché. Aveva agito d’ impulso, ma alla fine chi ci aveva rimesso era solo lui, eppure lei era arrabbiata.

E allora si arrabbiava anche lui, perché dopotutto, credeva che Kagome in quel lasso di tempo lo avesse visto sotto un’ altra luce, e invece era sempre della solita pessima idea.

“E poi, non mi sembra che tu ti sia sottratta al mio bacio. Quindi, non sono io quello che ti ho incasinato!” Kagome alzò lo sguardo e rivelò due occhi tremendamente lucidi.

“Sono soltanto cascata nella tua trappola, a quanto pare!”

“Nella mia.. che cosa?!” Inuyasha si alzò in piedi, davvero più incazzato che mai

“Già nella tua trappola!” anche lei si alzò, decidendo in quel momento di giocarsi davvero tutto

“Tanto a te che te ne frega di un misero articolo quando hai già ottenuto tutto quel che ti serviva?”

Inuyasha spalancò gli occhi e la bocca, più stupito che mai

“Hai ottenuto la pubblicità, un nuovo contratto e una garanzia di lavoro e introiti per un bel po’ di tempo! Però non basta, vuoi anche farmi sentire un verme dandomi il contentino per farmi scrivere il mio articolo!”

“Ma cosa stai blaterando?!”

“La verità, o almeno quello che penso!”

“Allora non hai capito un bel niente!” Inuyasha sbatté le mani sul tavolo, facendo sobbalzare e cadere alcuni oggetti.

Kagome trasalì per la veemenza di quel gesto, e di quel tono così furioso.

Non lo aveva mai visto così arrabbiato, e per un attimo la sua ira scemò, volendo solo che lui si calmasse e che non si urlassero più in faccia.

 

Poi qualcosa attirò la sua attenzione. Un piccolo oggetto stava rotolando sul tavolo e cadde per terra, esattamente fra i suoi piedi.

 

Si chinò a raccoglierlo e l’ ansia la pervase

 

“Oh no..”

“Che cosa c’è?” domandò lui

“Questa.. è di Sango, e le serve per il ricevimento”

“E come mai è qui allora?”

“Mi sono dimenticata di restituirgliela va bene?!”

“Chiamo un taxi, sbrigati” e prontamente Inuyasha uscì dall’ ufficio mentre Kagome raccoglieva le sue cose.

 

Quando salirono sulla macchina entrambi guardavano nei rispettivi finestrini, senza proferire parola.

Era una situazione davvero assurda e ingestibile.

 

“Comunque non hai capito un’ accidente” le disse lui a bassa voce

“Invece ti sbagli, ho capito  tutto”

“Sai? Anche io ho capito qualcosa di te, ovvero che sei una testarda permalosa ed egoista!”

“Io non sono egoista” Kagome si voltò per lanciargli un’ occhiataccia “e nemmeno testarda e permalosa!”

“Eccome se lo sei! Non fai altro che pensare al tuo articolo, e a sputtanarmi, e al fatto che ora più che mai hai la conferma di quanto io sia stronzo!”

“Esatto!” confermò lei animata

“E non riesci proprio a capire per quale razza di motivo io mi sia esposto così pur sapendo a cosa sarei andato incontro?”

 

La voce del tassista li interruppe.

“Siamo arrivati”

 

Entrambi tirarono fuori alcune banconote e poi uscirono dalla macchina camminando a passo felpato

 

“Perché sei stupido! E anche un dannato dongiovanni” continuò lei

“Allora tu sei più stupida di me per esserci cascata!” le urlò dietro

“Ti odio!”

“Sai che me ne frega!”

Si guardavano negli occhi urlandosi addosso. Poi Kagome si riscosse, ed entrò nell‘ imponente palazzo dove Sango e Miroku si stavano occupando del ricevimento degli sposi.

 

Seguì un lungo corridoio guidata dal rumore della  musica e dal vocio di parecchie persone, e giunse fino a un salone a dir poco enorme, pieno di invitati in abiti eleganti e dall’ aria assai ricca.

 

In quel momento qualcuno fece tintinnare un calice, richiamando l’ attenzione di tutti gli invitati e facendo fermare la musica.

Vide da lontano una ragazza salire su un palco e prendere in mano un microfono.

 

“Scusate l’ interruzione” disse sorridendo

Kagome si fermò un attimo a guardarla, era davvero bellissima, in un vestito attillato che lasciava poco spazio all’ immaginazione. Aveva dei capelli rosso fuoco legati in alto, e una cascata di boccoli le contornava un volto pallido e delicato da cui risaltavano due grandi occhi verde smeraldo.

Davvero bellissima, tanto che per un attimo si voltò a guardare Inuyasha, certa di trovarlo a sbavare per quella visione.

“Che c’è?” chiese lui che invece si era fermato a guardare lei

“Nulla, tu vedi Sango o Miroku?”

“Li sto cercando!”

 

“Volevo rubarvi solo un attimo ancora, per spendere alcune parole sulle persone che hanno reso tutto questo possibile. Si tratta di una rivista che ha dedicato uno spazio alle nostre nozze, impegnandosi anche ad abbellire e a decorare questo salone secondo i nostri gusti e le nostre esigenze” la presunta sposa continuò il suo discorso

 

“Ok, li vedo” disse Inuyasha.

“Dove?” Kagome si sporse, ma in mezzo a tutta quella gente non vedeva nessuno

“Vieni” lui la prese per mano e iniziò a farsi spazio fra la gente

 

“Ma prima, vorrei ringraziare colui che ha davvero reso tutto questo sogno, la mia realtà. Grazie a te, la mia vita ora è completa”

 

“Non tirarmi, rischio di inciampare!” Kagome veniva letteralmente trascinata

“Muoviti!” le intimò ancora Inuyasha

 

E in quel momento un ragazzo salì sul palco, e gli ospiti iniziarono ad applaudire

 

“Grazie per questi meravigliosi tre anni insieme, Kouga”

 

Kagome stava maledicendo il cappello enorme di una signora, che per poco non l’ aveva accecata, quando aveva sentito quel nome.

Inuyasha le aveva dato un ultimo strattone, dicendole “Siamo arrivati!”

 

Ed erano li, proprio sotto quel palco, quando lei alzò gli occhi e realizzò quel che non avrebbe mai voluto realizzare. Mentre lui raggiungeva quella donna e la baciava.

 

 

“Ehi, ma quello..” Inuyasha aveva seguito lo sguardo di Kagome, notando in quell’ istante la somiglianza del ragazzo con quello della foto che lei teneva nel salotto.

Quello era il suo ex.

E ora si stava sposando. E Kagome, a giudicare dalla sua faccia, ovviamente non ne sapeva niente.

 

“Kagome” la voce di Sango richiamò entrambi

“Io.. ma cosa ci fate qui?” chiese guardando Inuyasha

Lui prese la chiavetta dalla mano di Kagome, che con lo sguardo era tornata al palco.

“Hai dimenticato questa.”

“Già, me ne sono accorta poco fa, ma non potevo chiedervi di venire qua..”

 

Cercò di nuovo con lo sguardo Kagome.

 

“E ora voglio invitare sul palco i componenti del WomenTime” la sposa richiamò la loro attenzione, guardando Sango e la combriccola. Anche Kouga posò lo sguardo su di loro, rimanendo di sasso davanti allo sguardo confuso di Kagome.

 

Lei era li e aveva visto tutto, aveva capito tutto, e il modo in cui lo guardava ne era la conferma. La vide voltarsi e farsi largo tra la folla, andando via.

E mentre Sango e Miroku salivano sul palco ne approfittò per allontanarsi e seguirla a sua volta.

 

Inuyasha non  si era perso un solo scambio di sguardi. Mentre i suoi amici erano sul palco a presentare la rivista non ci pensò due volte, e decise di seguire Kagome e il suo ex fidanzato fuori da quel salone.

 

 

 

 

 

 

 

Haloa!

Ce l’ho fatta, ero rimasta indietrissimo anche con questa mia storia e me ne dispiaceva troppo! Così ho messo il turbo e ho finalmente aggiornato, ora mi sento meglio :D

Un pochino meno meglio mi sa che si sentono Kagome e Inuyasha :D finalmente qualcosa si sblocca, e complice la situazione o l’ atmosfera che si creano fra i due, ecco che si baciano. Ma le incomprensioni sono tante, le paure anche di più, soprattutto da parte di Kagome che fra i due è quella spinta da un sentimento a cui ha già dato un nome.

E come se non bastasse, ecco la ciliegina sulla torta. Kouga, il suo ex, è in realtà lo sposo di cui Sango doveva occuparsi, e per Kagome è una bella sorpresa.

Cosa succederà adesso? Lo scopriremo nel prossimo capitolo!

Spero che questo vi sia piaciuto J

Attendo con ansia commenti, pomodori, offese, cioccolato, quel che vi pare

Grazie mille a tutti!
Aruko

 

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Capitolo 8
*** Fuochi d'artificio ***


Scomparire.

Dissolversi.

Teletrasportarsi.

Eclissarsi.

Dileguarsi.

Sotterrarsi.

 

Sparire dalla faccia della terra.

 

Kagome pensò che avrebbe potuto trovare tanti altri modi per descrivere il desiderio impellente di fuggire da quel posto.

Non si era nemmeno accorta di aver iniziato a correre, per quanto le fosse possibile sui tacchi alti che indossava. Era quasi all’ uscita del palazzo, così bello e dannato, quando una voce la chiamò.

“Kagome, aspetta ti prego!”

Lei nemmeno si girò, e anzi accelerò il passo, finché una presa decisa non la costrinse a fermarsi.

“Aspetta!” con uno strattone Kouga la fece voltare, tenendola saldamente per il braccio, ma inaspettatamente Kagome reagì.

Con la mano libera lo schiaffeggiò, usando tutta la forza che aveva.

Lui mollò subito la presa, andando a massaggiarsi la guancia bruciante.

Strizzò gli occhi, e solo quando ebbe il coraggio li aprì per guardarla, trovandosi raggelato da uno sguardo furente, e insieme sconvolto.

“Tre anni insieme?” sibilò lei

Stava singhiozzando, senza ritegno, e per un attimo si detestò per questo. Non voleva mostrarsi così debole davanti a uno stronzo del genere, eppure quella situazione era così assurda e inaspettata da averla scombussolata nel profondo.

Ebbe la voglia di schiaffeggiarlo ancora, e lo fece.

“Tre anni insieme?” domandò più forte

“Come hai potuto.. mentre stavi con me pensavi a sposarti con un’ altra?”

“Kagome, mi dispiace..”

“Me ne frego di quanto ti dispiaccia!”

“Non credevo che tra di noi sarebbe durata così tanto..” Kagome s’ impietrì

“Che cosa vuoi dire?”

“Quando ti ho conosciuta ero già fidanzato con Ayame, e cercavo qualcosa.. qualcuno per uscire un po’ dalla monotonia. Ma non avrei mai pensato di conoscere una donna stupenda come te”

Kagome era senza parole. E se ne avesse trovate era certa che sarebbero state solo offese.

Era talmente imbambolata da quelle confessioni che non si accorse di lui, che avvicinatosi le aveva preso il volto fra le mani, inchiodandola con quello sguardo che per mesi aveva amato e cercato.

“Lo so che sembra assurdo, ma io mi sono innamorato veramente di te. Ti ho amata davvero Kagome! E anche ora che ti ho qui davanti..” a quelle parole Kagome si ribellò, spingendolo via

“Stai festeggiando il tuo fidanzamento con un’ altra!” gli urlò in faccia “Con che coraggio osi dirmi certe cose?”

“Io.. sono stato uno sciocco. Sposare Ayame mi avrebbe concesso una posizione di rilievo” si mise una mano nei capelli, lo sguardo sinceramente afflitto “E sono stato debole, ho scelto la fama e i soldi. Buttando via l’ amore” a Kagome sfuggì un altro singhiozzo

“Amore? La freddezza con cui ti sei dileguato, per poi mollarmi con un misero messaggio, questo lo chiami amore?”

“E’ vero, non ho avuto il coraggio di dirtelo guardandoti in faccia. Sono stato un vigliacco.. scusami Kagome” lei lo guardò, incapace di reagire di fronte a quello sguardo.

Si, era un vero vigliacco, un ignobile bastardo che si era preso gioco della sua compagna, e di lei. Senza saperlo era stata l’ amante, l’ altra, mentre lei sognava un amore duraturo e sincero.

Avrebbe preferito non sapere mai tutta la verità. Ora l’ umiliazione era ancora più forte, più intensa degli schiaffi che gli aveva mollato.

I soldi e la fama, erano più grandi di lei e del suo sentimento.

 

“Perché mi hai detto tutte queste cose? Non ti accorgi che così mi stai solo facendo più male? Non ti è bastato il modo in cui hai chiuso la nostra storia? Non ti è bastato che io sapessi che stai per sposarti?”

Lo guardò piangendo, cercando di vedere nei suoi occhi almeno un po’ del dolore che provava lei.

 

“Volevo solo che sapessi.. che dopotutto io ti amo ancora”  eccolo, il colpo di grazia. La beffa dopo il danno di cui ancora lei si portava dietro gli strascichi.

 

Per un attimo, sembrò vedere davvero la tristezza negli occhi di Kouga. E un tempo si sarebbe fatta impietosire, avrebbe ceduto, e avrebbe fatto di tutto pur di riaverlo.

 

“E’ difficile conviverci, quando non è più corrisposto, vero?” gli sussurrò rivolgendogli un ultimo sguardo.

“Addio”  gli diede le spalle e uscì dal palazzo.

 

 

Inuyasha rimase immobile ancora qualche minuto.

Nascosto dov’ era aveva potuto sentire tutta la conversazione. Avrebbe voluto interromperla e farsi avanti nel momento in cui aveva visto Kouga avvicinarsi a lei, e dichiararle il suo amore.

Che razza di uomo era uno che alla festa di fidanzamento dichiarava il suo amore a un’ altra?! Quello era proprio fuori di testa, e non poteva permettere anche solo che uno così svitato toccasse la sua.. la sua.. amica?

 

Sospirò appoggiato al muro.

Che faccia tosta, proprio lui che aveva baciato Kagome quando aveva una fidanzata si metteva a decidere cosa fosse meglio per lei. Lei, che non sapeva nemmeno cosa fosse.

Perché qualcosa doveva pur essere per averlo spinto a baciarla.

Non era come tutte le altre volte, quando aveva tradito Kikyo. In quei momenti non c’era nulla se non una forte attrazione, e una voglia esclusiva di sesso.

Certo, doveva ammettere che in quel camerino gli erano venuti strani pensieri, e probabilmente se non fosse arrivata quella stupida commessa si sarebbe spinto anche oltre. Ma era diverso..

Semplicemente era diversa lei, da tutte le altre ragazze.

 

Gli piaceva il modo in cui si arrabbiava, assumendo quella tonalità simile a un pomodoro e scaraventando senza remore insulti e improperi al malcapitato, che spesse volte era proprio lui. Aveva un carattere apparentemente indomabile che lo stuzzicava terribilmente, facendolo ridere e incuriosire, ma dietro al quale si nascondeva una creatura timorosa e in cerca di qualcosa di grande.

Ed era dannatamente genuina e combattiva.

Anche di fronte all’ umiliazione e alla sconfitta ne era uscita con classe, mettendo a tacere quell’ idiota.

Ripensò alle ultime parole che aveva rivolto a Kouga.

 

- E’ difficile conviverci, quando non è più corrisposto, vero?-

 

Per un attimo pensò alla sua situazione con Kikyo. Da quanto tempo non era più felice accanto a lei?

Da quanto, nel profondo, sentiva che il sentimento di lei non era più pienamente corrisposto?

Certo, questo non era una giustificazione all’ averla tradita, eppure.. forse, se l’ avesse amata ancora, magari non avrebbe avuto altre avventure. Non avrebbe baciato Kagome.

In quell’ istante realizzò quanto volesse correre da lei più di ogni altra cosa e sincerarsi che stesse bene, farla sorridere e portarla a mangiare qualcosa ai quattro formaggi.

Ma in strada di lei non c’era più alcuna traccia.

 

 

Kagome aveva preso un taxi per tornare a casa sua.

Non riusciva a credere a tutto il casino che aveva intorno. Quel maledetto articolo, Inuyasha, e adesso Kouga e la sua fidanzata, Kouga e il matrimonio, Kouga e il suo amore per lei..

Prima di imbarcarsi in tutta questa storia dell’ articolo, non aspettava altro che un suo segnale, un messaggio, una chiamata. Non aveva mai chiuso del tutto quella porta.

Ma adesso era solo un rivangare inutile e doloroso, e tremendamente mortificante. Non si soffermò più di tanto sul motivo che potesse aver portato a un simile cambiamento.

 

Le ci volevano una doccia e una gran dormita, questo era certo.

Iniziò togliendosi le scarpe, quando qualcuno bussò alla porta.

Kagome si voltò di scatto verso l’ uscio, col cuore in gola e una strana sensazione addosso.

Lentamente si avvicinò alla porta e l’ aprì, trovandosi di fronte un Inuyasha col fiatone e un po’ bagnato.

“Sta arrivando un bel temporale” disse sorridendo

Kagome sentì indistintamente le guance infiammarsi. Non si aspettava che venisse da lei, così bello e rassicurante, come sempre, con la sua sola presenza.

“Cosa ci fai qui?” chiese facendolo entrare

“Beh, sei corsa via in quel modo.. volevo accertarmi che stessi bene” le mani in tasca, il sorriso sornione, e quei fili argentati intorno al volto. Kagome pensò di essere al cospetto di un angelo.

“Non dovresti essere dalla tua ragazza?” lo vide irrigidirsi.

“Sono dove voglio essere” le si avvicinò di un passo

 

Kagome deglutì, un po’ insicura su come dovesse interpretare quelle parole. Il fatto che lui volesse stare con lei la riempiva di gioia, provocandole le stesse sensazioni di un’ adolescente alle prime armi.

Ma oltre a quello, tutte le sensazioni e le aspettative che ne derivavano, erano una ragnatela così spinosa da spaventarla.

 

 

“So che c’è un milione di ragioni per cui non avrei dovuto farlo, ma c’è un motivo se ti ho baciata in quel camerino” la frase rimase nell’ aria per qualche secondo, lasciando a entrambi il tempo di assorbirne il significato.

“Inuyasha, non credo di essere in grado di continuare questo discorso adesso.. è stata una serata davvero difficile”

“Allora lascia che la renda più serena” un altro passo, le mani a sfiorarle le braccia

“Ho sentito tutto, poco fa” lei lo guardò, arrossendo ancora di più

“So che non avrei dovuto, ma ero preoccupato per te. E quello che ho sentito mi ha fatto pensare tanto.. alla mia relazione con Kikyo” a quel nome Kagome sentì un nodo stringersi nel petto. Che cosa voleva dirle, adesso?

Non era pronta, non voleva sentire quanto potesse essersi convinto che lei era la donna giusta per lui, o qualsiasi altra cosa che significasse la sua felicità senza contemplarla, almeno un pochino.

 

“Ti prego Inuyasha, non credo di voler sentire..”

“Ma tu devi ascoltarmi” la presa sulle braccia si solidificò, e in un secondo anche il corpo di lui s’ impose maggiormente avvicinandosi.

 

“Da quando ti conosco, qualcosa è cambiato in me..” Kagome lo guardò finalmente negli occhi, notando solo in quel momento quanto anche lui fosse imbarazzato e gli risultasse difficile parlarle così apertamente

“Il mio rapporto con Kikyo è già compromesso da tempo, oserei dire da sempre. E ora più che mai, mi sono accorto di quanto siamo diversi. Me lo hai fatto capire tu”

Kagome avvampò. Che cosa stava succedendo? Forse era già nel mondo dei sogni e stava immaginando l’ ennesimo finale lontano e impossibile?

Per un attimo pensò addirittura che fosse soltanto un tentativo di cambiare le carte in tavola, e far si che lei non scrivesse l’ articolo.

 

“Sto riscoprendo.. quanto si può stare bene accanto a una persona” fu un sussurro, e Kagome si ritrovò a pendere letteralmente dalle sue labbra, rubando ogni suo minimo movimento con sguardo avido.

 

“Accanto a te” un altro sussurro.

 

Poi Inuyasha decise che non ne poteva proprio più di quel silenzio, che non avrebbe aspettato di veder fiorire un rifiuto sul volto di Kagome, e che anzi non lo avrebbe accettato.

Si chinò quasi di corsa e s’ impossessò di nuovo di quelle labbra carnose, la cui visione gli faceva crescere un desiderio incontrollabile. Le sfiorò, le assaggiò, vi si introdusse alla ricerca di un bacio più intimo e passionale, al quale con sollievo sentì abbandonarsi anche Kagome.

Quando incontrò la lingua di lei in risposta alla sua, così incalzante e bisognosa, si lasciò sfuggire un gemito, più simile a un mezzo ringhio, e in poco tempo la incatenò sotto le sue mani.

Kagome non si aspettava tanta foga, ma accolse con entusiasmo il tocco caldo del giovane. Le sue mani si muovevano in modo lento e doloroso, contornando in modo estenuante prima il suo volto, che con la bocca non accennava a voler abbandonare, e poi lentamente il suo corpo.

Partendo dal collo pallido e liscio, fece scivolare le dita provocandole alcuni brividi che lui stesso sentì quando passò a toccarle le braccia nude.

Gli venne istintivo avvolgerla ancora di più, per scaldarla, e spostò le mani sui fianchi.

Kagome reagì allungando le braccia dietro al collo di lui, che non si fece attendere oltre e interpretò il gesto come un palese invito a continuare imperterrito.

 

Delicatamente avanzò fino a spingerla contro la colonna, le mani salde sui fianchi, e appena raggiunse la parete continuò la sua esplorazione, scendendo a tastare le gambe, che quel giorno erano fasciate da dei lunghi pantaloni neri.

Come se l’ impiccio lo infastidisse decise di risalire in alto, diretto alla pancia piatta, e poi poco più in alto, fino a saggiare le forme del seno tondo e pieno, ansante e fremente sotto il suo tocco.

Quella donna si stava schiudendo per lui, e ogni secondo sentiva il suo desiderio aumentare, incoraggiato dall’ accoglienza dolce di lei.

 

Dopo quel tempo che parve interminabile si accorse di non aver mai smesso di baciarla, e non lo avrebbe fatto, se non avesse avuto bisogno di prendere respiro. Ma solo per ricominciare con più foga, si promise.

Aprì gli occhi e la guardò, accorgendosi solo in quell’ istante degli occhi pieni di lacrime di lei. La cosa lo investì come una doccia fredda, e in un secondo ebbe paura.

 

Che cosa stava succedendo? Perché piangeva se evidentemente lo voleva anche lei?

Forse stava correndo troppo?

Oppure.. oppure stava male per quell’ idiota?

 

Si lasciò sfuggire un sospiro.

 

“Stai pensando a lui?” le chiese dolcemente, avendo un po’ paura della risposta.

Lei alzò gli occhi di scatto, arrossendo.

Era così vicino, così bello e così perso nei suoi occhi che per un attimo pensò che avrebbe potuto tacere e continuare a baciarlo, e prendersi ciò che voleva.

E lei voleva lui. Voleva Inuyasha con tutta se stessa.

 

“No, stupido” il tono offeso lo fece sorridere

“Allora perché piangi?”

 

Kagome pensò a tutti i motivi per cui avrebbe dovuto dirgli la verità. A tutte le cose che rendevano impossibile e sbagliato quello che stava succedendo fra loro.

A tutto quel che ne sarebbe derivato, poiché lei rimaneva un’ altra scappatella al di fuori della sua vita da compagno. Lei sarebbe rimasta l’ altra, una delle tante, ancora una volta.

Una lacrima sfuggì alle ciglia, solcando la guancia e scendendo fin sotto al mento.

 

Inuyasha la prese col dito e le asciugò la pelle, in un gesto molto tenero e delicato.

 

“Non è.. non sarà come tutte le altre volte. Voglio sistemare tutto, se anche tu lo vorrai.” Kagome lo guardò vedendolo arrossire. Anche lui era titubante e insicuro. Le sfuggì un mezzo sorriso

“Fidati di me, Kagome”

 

Le mani di lui tornarono a contornare il suo volto, spingendola a guardarlo.

Lei lo fece, incapace tuttavia di resistere a lungo al contatto con quegli occhi cangianti, così dolci e insieme famelici. Pensò che l’ unico modo per interrompere quel contatto così intenso fosse di trovarne un altro, e in uno slancio di coraggio si alzò sulle punte dei piedi, allungandosi fino a baciarlo.

 

Inuyasha non si fece certo pregare, e ci mise poco ad abbandonarsi a quel bacio coinvolgente. Avvolse il corpo esile di lei con le braccia e senza alcuno sforzo la sollevò.

Kagome emise un gemito di sorpresa, che lo fece sorridere e interrompere il loro bacio solo per un secondo, mentre con passo deciso camminava dirigendosi verso la camera da letto.

La mise giù ma senza fermarsi, e facendola arretrare la spinse piano verso il letto, dove l’ adagiò senza incontrare proteste.

Si fermò solo un secondo a contemplarla, deglutendo al pensiero di quello che stava per succedere. Non lo aveva previsto, non lo aveva calcolato.

Eppure il pensiero di lei si era fatto così intenso da quel giorno nel camerino, che ora non riusciva a pensare ad altro.

E in un moto di egoismo ammise a se stesso che non gli bastavano più la sua compagnia e il suo sorriso. Lui la voleva tutta.

 

Spinto da quel pensiero si abbassò fino a coprirla col suo corpo, facendo attenzione a non gravarle addosso. Sentì Kagome muoversi sotto di lui, spostandosi e aprendosi per incastrarsi meglio sotto di lui, e la cosa lo fece letteralmente andare in estasi.

Sentiva il seno di lei sotto il petto, e più in basso, la sua erezione trovava ristoro in quell’ incavo caldo e accogliente, purtroppo ancora ostruito dai vestiti.

Senza pensarci troppo iniziò a spogliarla, iniziando dalla camicetta. Kagome trovò estenuante il modo lento e cadenzato in cui slacciava ogni singolo bottone, ma l’ attesa fu ripagata dallo sguardo di lui, che una volta sfilato l’ indumento rimase incantato a rimirare il suo petto, scosso dal  respiro affannato.

Si chinò a baciarle il collo, aspettando quel lasso di tempo che rendesse lecito il poter realizzare tutti i pensieri che aveva per la testa, perché era certo che Kagome non avrebbe sopportato tutto quel che avrebbe voluto farle.

Ma tutti i suoi buoni propositi andarono a farsi benedire quando sentì le mani di lei sfilargli la camicia dai pantaloni e introdursi furtivamente fino a sentire il tocco caldo sugli addominali.

Gli sfuggì un ringhio, provocato a metà dal solletico per il tocco delicato e un po’ per l’ eccitazione. Era da troppo, per i suoi gusti, che nessuna lo toccava.

 

Beandosi di quel contatto scese con le labbra a baciarle l’ incavo fra le clavicole, togliendole un attimo il respiro, e poi giù fluido come un fiume, lasciandosi avvolgere dal calore e dalla morbidezza del seno, coperto da un reggiseno in leggero cotone.

Poteva vedere i capezzoli spingere attraverso la stoffa, e il solo realizzarlo lo spinse a muoversi con entrambe le mani sotto la schiena di lei. Sganciò in un secondo l’ ultimo strato che lo separava dalla sua pelle candida, e dopo averlo rimosso del tutto si fiondò sulle rotondità, gustandole in ogni centimetro.

Kagome ansimava sonoramente, mentre lui pizzicava e leccava quel punto così erogeno in cima al seno, grande e dannatamente invitante.

Continuò per un po’, finché non iniziò a sentire qualcosa spingere troppo dolorosamente fra le sue gambe. Il desiderio cresceva spudoratamente, e lui non riusciva a contenerlo. Non era da lui essere così frettoloso, dannazione.

Aprendo gli occhi si accorse di quanto fosse incantevole Kagome, così abbandonata e seminuda per lui. E capì che era solo colpa sua se ora si ritrovava questo bisogno impellente di farla sua, colpa della sua bellezza che gli toglieva il fiato.

Come a punirla, slacciò in tutta fretta la cerniera dei pantaloni, e in un’ unica mossa glieli sfilò, facendola sussultare. La guardò, rossa e vogliosa.

La cosa lo fece eccitare un sacco, e anche lui si denudò rapidamente, sfilandosi del tutto la camicia e i pantaloni.

Rimanevano solo i due indumenti più intimi, gli ultimi ostacoli a quell’ unione che desiderava con sofferta impazienza.

 

Tornò a coprirla col suo corpo, sentendo i capezzoli spingere sul petto e le braccia di lei avvolgerlo ancora, cercandolo in una muta richiesta.

 

I loro baci ora si erano fatti impazienti, come impellente era il desiderio di entrambi.

Senza nemmeno pensarci Inuyasha giunse con le mani fino agli slip di Kagome, giocherellando con il bordo e carezzandolo fino a giungere ai fianchi, dove tirò l’ elastico e lo ruppe senza il minimo sforzo, facendola nuovamente sobbalzare per la sorpresa.

La guardò negli occhi, eliminando del tutto la stoffa ormai rotta e abbassandosi in modo fulmineo i boxer.

 

Il contatto fra le pelli calde lo fece emozionare, e ancora di più lo fecero gli occhi di lei. Il modo in cui lo guardava lo fece sentire desiderato, e addirittura.. amato.

E gli piaceva un sacco che lei lo guardasse cosi.

Si chinò a baciarla, per poi tornare a guardarla negli occhi

 

“Sei stupenda” lei non disse niente, ma arrossì ancora di più, sentendosi in soggezione per quel complimento in un momento così delicato. Senza accorgersene un’ altra lacrima sfuggì ai suoi occhi, e prontamente lui l’ asciugò con le mani.

“Anche quando piangi” disse piano, e la fece sorridere “Ma io voglio vederti sempre sorridente”

Piano, combattendo con il desiderio ardente che gli intimava di prenderla con tutta la foga di cui era capace, si unì a lei, godendo di ogni singolo centimetro che il corpo di lei gli offriva, donandogli rifugio, calore. Amore.

 

“Voglio renderti felice”

 

 

 

 

 

 

Quando Kagome si svegliò aveva il viso affondato nel cuscino.

Cercò di voltarsi, ma la luce del sole la investì, e ci mise parecchio a decidersi ad aprire gli occhi. Quando lo fece si accorse delle lenzuola sfatte intorno a sé, e di qualcosa di scuro vicino a lei.

Stropicciò bene gli occhi, rendendosi conto che si trattava di una freccia, ritagliata da carta di giornale.

 

La freccia indicava come direzione la porta della sua camera, e non appena si alzò, nuda e curiosa come una bambina la mattina di Natale, si accorse che sul pavimento altre frecce segnavano tutto il percorso.

Le seguì sorridendo, trovandosi coi piedi di fronte alla colonna.

Davanti a lei, appoggiato per terra, un pacco chiuso da un enorme fiocco blu torreggiava invitandola ad aprilo. Lei non si fece attendere, e lo scartò in qualche mossa, scoprendosi a rimirare il vestito verde che aveva indossato solo qualche mattina prima.

 

Era senza parole, e solo in quell’ istante si accorse che era sola in casa.

Talmente abituata a svegliarsi senza nessuno accanto, e totalmente rapita dal gioco delle frecce, non si era nemmeno domandata dove potesse essere finito Inuyasha. Il solo pensiero di lui la fece avvampare, riportandole alla mente la notte di passione che avevano condiviso.

Tornò poi a guardare il pacco, chiedendosi se fosse lui l’ artefice di tutto ciò.

Un’ altra freccia rapì la sua attenzione.

Sotto al pacco, e poi sulla colonna, ecco un altro percorso che saliva in alto, fra un disegno e una scritta, su in cima, costringendola ad alzarsi.

Dovette sollevarsi in punta di piedi per poter leggere il messaggio:

 

Ti dona davvero troppo per rimanere su uno scaffale.

Indossalo questa sera, per favore.

E scusa se ti ho lasciata sola, ma sarò tutto il giorno nel salone a organizzare l’ evento.

 

Ps. I bottoncini li ho chiusi tutti io.

Inuyasha

 

 

Kagome rise di gusto, notando solo in quel momento che li avesse davvero chiusi lui. Affondò il viso nel vestito, sperando che quel sogno non finisse mai.

 

 

 

 

 

Inuyasha era nervoso come non mai.

Mentre seguiva tutti i lavori per allestire il salone, e le tavolate per la cena alla quale avrebbero partecipato anche i nuovi collaboratori del suo studio, pensava e ripensava alla notte trascorsa con Kagome.

Il pensiero non lo faceva stare fermo, tanto si emozionava, e si ritrovava a camminare in giro come uno scemo, cercando di non farsi distrarre dal ricordo di quel corpo meraviglioso che ansimava per lui. Doveva aver preso un brutto colpo in testa, per essere ridotto così.

Ma ormai era fatta.

Aveva chiamato Kikyo, quella mattina, pregandola di raggiungerlo al salone prima che iniziasse l’ evento. Doveva parlarle, doveva dirle che non poteva continuare così.

Che non l’ amava più.

Il pensiero lo mise in agitazione, ma insieme gli diede una sensazione di libertà. Libertà di stare con Kagome e averla ancora accanto.

 

 

Attese con impazienza che arrivassero le uniche persone che per lui rappresentavano una svolta nella sua vita. Il suo passato, e il suo futuro.

 

 

Quel pomeriggio Rin si era dedicata insieme a Inuyasha e a Miroku al ricevimento. Anche Sesshomaru li aveva raggiunti, ma per lei costituiva più una distrazione che altro. Non perdeva occasione di avvicinarsi di soppiatto, abbracciandola da dietro o sussurrandole parole sdolcinate o addirittura sconce.

Pensava di aver sopperito a tutto quel periodo lontani, quando appena riconciliati si erano dedicati giorni di amore e passione nel suo appartamento. Ma a quanto pare ricordava male i bisogni del suo Sesshomaru.

Era davvero sorprendente che avesse resistito tutto quel tempo in cui si erano lasciati senza una donna. Comunque, era meglio per lei.

Verso le otto gli ospiti iniziarono a entrare numerosi, e lei si occupò di accoglierli insieme a Sango.

 

“Hai visto Kagome?”

“No, ma ho visto Sesshomaru” Rin la guardò di soppiatto, salutando e consegnando una brochure a un altro gruppo di invitati

“Che vuoi dire scusa?”

“Rin, è come un avvoltoio! Non ti molla un secondo!” disse guardando il demone dall’ altra parte del corridoio, apparentemente preso da una conversazione.

“Dannazione, quello ha voglia di sesso” Sango la guardò arrossendo

“M-ma cosa dici?”

“E’ tremendamente insaziabile..” sospirò. Sango era senza parole

“Comunque non ho visto Kagome, ma l’ ho sentita ieri. Sai, per la storia di Kouga”

“Sei stata una brava amica, e per poco eravamo riuscite a nasconderle tutto. Peccato per quell’ imprevisto”

“Già, ma ieri era.. non oserei dire serena, ma posso assicurarti che non era affatto triste come mi aspettavo”

Rin la guardò

“Beh, meglio così”

“Si. Anche se.. ho una strana sensazione, Rin”

“Di cosa parli?”

Sango soppesò mentalmente la questione. Forse un parere in più poteva rassicurarla.

 

“Sai, ho come il presentimento che Kagome e Inuyasha.. si insomma, che ci sia qualcosa fra loro. O per lo meno, da parte di Kagome”

Rin la fulminò con gli occhi

“Impossibile”

“Come fai a esserne così sicura?”

“Non lo sono, in effetti. Ma se quel ragazzo ha un po’ di sale in zucca non si complicherà la vita. C’è in ballo la sua reputazione, a ridosso di un’ attività appena iniziata. E nemmeno Kagome mi sembra così ingenua da assecondare i fini di un marpione come Inuyasha”

“Accidenti, lo vuoi proprio mettere in croce”

“Credimi, non ho nulla contro di lui. Ma purtroppo Inuyasha non riesce a essere fedele a nessuna. E questo, per i miei gusti, lo fa finire direttamente su una lista nera”

“Io credo che Kagome sia davvero presa da lui..” sussurrò ancora Sango, cercando lo sguardo di Rin.

La ragazza la guardò, stavolta un po’ più incerta.

“Allora, in quel caso, saremmo nella merda fino al collo”

 

 

Quando Kagome scese dal taxi fu tentata di tornare indietro per la millesima volta quel giorno. Si sentiva un pesce fuor d’acqua, in un vestito troppo bello per lei, a un evento al quale non era nemmeno sicura di voler partecipare, perché sapeva che avrebbe rivisto lui, e lei.

Maledicendosi pensò che avevano un nome.

Inuyasha e Kikyo.

Erano anche una coppia. Lui, stupendo e dannato dongiovanni, lei quella che nonostante tutto, ufficialmente figurava al suo fianco.

Non seppe se invidiarla o meno. Dopotutto, lui era appena stato con lei.

E cosa sarebbe successo ora?

Inuyasha avrebbe davvero sistemato tutto? E che cosa intendeva con.. sistemare tutto?

 

Entrò titubante nell’ edificio e poi seguì le indicazioni per il cortile, fermandosi nel portico spazioso.

I tavoli erano stati disposti all’ aperto, ma coperti da un enorme telone che riparava dalla calura del sole, ormai alto, e dalle eventuali intemperie.

Il vasto giardino era delizioso, illuminato dai raggi del sole e ricco di alberi fiorenti e panchine sparse qua e la. Vicino al grande telone, e a un palchetto con un microfono e un proiettore, Kagome vide un tavolino con un plastico.

Probabilmente il lavoro commissionato dall’ azienda partner di Inuyasha.

Facendosi largo tra la folla, fra cui incredula non riconobbe nessuno dei suoi amici, vi si diresse per darci un’ occhiata.

 

Si fermò a osservare il ripiano, scoperto sopra e da cui poteva vedere gli interni di uno studio. Sotto, sulla targhetta che riportava i nomi degli ideatori, scorse anche quelli di Miroku, Inuyasha e del fratello.

 

“Ti piace?” la voce di Inuyasha la fece trasalire. Sollevò lo sguardo, ed ebbe la sensazione che il tempo si fosse fermato.

Lui era li, in tutta la sua bellezza, intento a sorridere e a porgerle un calice pieno di una bevanda.

“Ti ho vista arrivare” disse quando lei, cocciutamente silenziosa, prese in mano il bicchiere e lo fece tintinnare sul suo. “Sei bellissima” sussurrò, bevendo poi un sorso dal bicchiere.

“G-grazie. Per il vestito, non dovevi”

“Si invece”

 

Lui continuò a guardarla, constatando con divertimento quanto fosse in imbarazzo. Avrebbe voluto prenderla e baciarla davanti a tutti, e farla rilassare nel modo che sapeva, avrebbe avuto un grand’ effetto su di lei.

 

“Come stai?” le domandò, cercando di scavare un po’ in quel turbinio di sensazioni che le vedeva dipinte sul volto

“Bene” disse lei abbassando lo sguardo

“E tu?” lo rialzò, e Inuyasha si sciolse un po’. Sembrava una bambina.

“Sono contento. Sta andando tutto più o meno come previsto” le sorrise

Lei si guardò intorno

“Beh, si prospetta una grande serata, in effetti” lui bevve un altro sorso

“Non mi riferivo a questo”

Kagome avvampò, incapace di reggere quello sguardo. Sentì una felicità inaspettata salirle dentro.

“Inuyasha!” entrambi si voltarono, e Kagome la vide per la prima volta.

 

Kikyo. Decisamente più alta di lei, ma con la stessa intensità di nero nei capelli, e due occhi più sottili e scuri.

Per un attimo le sembrò di vedere una se stessa più matura. Ma quando la vide sorridere guardando Inuyasha si accorse di quanto fosse diversa.

La vide avvicinarsi sui tacchi alti, le gambe snelle e lunghe.

 

Si rigirò in fretta, guardando Inuyasha.

In quel momento si sentì male. Ora era tutto reale. Kikyo era reale, quello che avevano fatto era reale. La realtà, era che lui era impegnato.

 

“Kagome” la richiamò “resta fino alla fine della serata. Ti prometto che ne varrà la pena” le sorrise rassicurante. Lei annuì appena col capo, vedendolo poi incamminarsi e superarla, per raggiungere la sua ragazza.

Ebbe la tentazione di voltarsi e guardare coi suoi occhi, ma in quel momento qualcuno venne a salvarla

 

“Kagome! Sei arrivata finalmente!” l’ allegria di Sango la investì, alleggerendo almeno un po’ il peso che sentiva nel petto.

“Ciao Sango, mi spiace per il ritardo. Non sapevo cosa indossare” buttò li

“Beh, vedo che hai risolto il problema egregiamente! Sei a dir poco meravigliosa!”

“Grazie. Come sta andando?”

“Per ora tutto bene, eccetto un piccolissimo particolare”

“E sarebbe?”

“Rin ha un problema con una”

“Con una? E chi è?”

“Non l’ ho ben capito. Pare una ex fiamma di Sesshomaru. Ma non capisco quale sia il problema, dato che lui muore dalla voglia di fare sesso con Rin”

“Ma.. ti sembrano cose da dire?!” chiese Kagome imbarazzata

“Me lo ha detto Rin”

“Ok, credo di essere confusa”

“Siamo in due. Forza, andiamo a sederci, fra poco inizia la cena!”

 

Vi erano almeno sette tavolate, e Kagome notò con piacere che nella sua non era prevista la presenza di Inuyasha, e conseguentemente della sua ragazza.

Erano in un altro tavolo, insieme ad altre persone che non conosceva.

Fu con un certo disappunto che notò di essere l’ unica single, ma in  fondo era coi suoi amici, e andava bene così. E poi, fra sé e sé, penso che forse, presto non sarebbe più stato così.

 

“Sicuro di non voler sedere con i dirigenti?”

“Certo, ci passerò tanto di quel tempo” Miroku sorrise a Sango, dandole un bacio.

Dall’ altro lato, Rin aveva uno sguardo assatanato, mentre Sesshomaru rimaneva impassibile come sempre.

“Potevi dirmi che avevi richiesto la sua presenza almeno”

“Non l’ho richiesta io”

“E allora chi?”

“Dimentichi che lei rimane una collaboratrice importante. Tutto il team che ho lasciato in questo periodo è in mano sua, ma per aiutare Inuyasha ho dovuto rivolgermi a loro. Kagura lo avrà saputo e starà dando una mano”

Rin sembrò non apprezzare quella risposta, e Kagome ebbe la sensazione di sentirla bofonchiare qualcosa come “Nessuno gliel’ ha chiesto”

Decisamente forse c’era chi era messo peggio di lei.

Si voltò verso il tavolo di Inuyasha, vedendo Kikyo sporgersi e baciarlo sulla guancia.

Ok, forse quella messa peggio era lei.

 

“Kagome” Sango la richiamò  “Come procede il tuo articolo?”

“Già, a quanto ne so il mio amico stavolta sta facendo le cose per bene” s’ intromise Miroku.

Eh, già, proprio.

Gli sguardi tornarono su di lei

“Beh, ecco.. lo sto terminando”

“Kagome, guarda che la consegna è settimana prossima” disse Rin

“Lo so, lo so, manca davvero poco” disse lei arrossendo

“E puoi anticiparci qualcosa?” continuò sorridendo Miroku “Alla fine che cosa scriverai?”

Kagome era in seria difficoltà

“Voglio dire, pare che Inuyasha sia rimasto fedele a Kikyo” disse facendo un cenno alla coppia qualche tavolo più in la

“In questo caso che cosa pensi di scrivere?”

“Ho già calcolato tutto. Ma.. non posso dirvi niente”

“Fai bene, e poi manca ancora un giorno e qualcosa” s’ impose Rin “tutto può succedere!”

“Parlando di Inuyasha non posso che darti ragione” rise Miroku.

 

In quel momento sentirono un fischio e un signore iniziò a parlare al microfono, introducendo alcuni altri ospiti, fra cui Inuyasha e Miroku e dando inizio alla cena, alla fine della quale avrebbero spiegato nei dettagli in cosa consisteva il progetto.

 

A Kagome sembrò che le ore non finissero mai, e l’ ansia cresceva a ogni minuto, mentre lo stomaco le si chiudeva e non riusciva a smettere di domandarsi che cosa sarebbe accaduto alla fine di quella serata.

Perché Inuyasha le aveva detto di restare? Sperò che si trattasse di qualcosa di veramente importante, perché iniziava a non tollerare più il fatto che a pochi passi da lei, il ragazzo con cui aveva appena fatto l’ amore fosse circondato dalle attenzioni di un’ altra donna.

 

 

 

Inuyasha era disperato.

L’ agitazione per l’ affare era solo lo sfondo di una preoccupazione ben più grande. Da quando Kikyo era arrivata non aveva fatto altro che discutere di particolari futili e insignificanti, commentando gli addobbi scialbi e poco interessanti che Rin aveva scelto per l’ occasione. Poi era passata ai vestiti di alcune collaboratrici.

E quando Inuyasha aveva insistito per parlare con lei, si era imposta dicendo che doveva assolutamente assaggiare il buffet, che all’ apparenza era anche peggio delle decorazioni.

Insomma, non era riuscito a procedere secondo i suoi piani, che poi tanto certi a quanto pare non erano. Sperava davvero di riuscire a liquidarla così?

Due anni di storia racchiusi in cinque minuti prima dell’ inaugurazione del lavoro che avrebbe dato una svolta alla sua vita

 

“Non ti amo più, siamo troppo diversi. Ora però ho da fare”

 

Si sentiva un idiota, e per giunta non aveva concluso un accidente. Quella sera, dopo la festa, aveva organizzato una sorpresa per lei, per Kagome.

E sperava con tutto il cuore di riuscire a mostrargliela. Doveva trovare quei dannatissimi cinque minuti.

 

 

Il dessert arrivò come una ventata d’aria fresca, sia perché si trattava di gelato che perché rappresentava, forse, la fine di quella serata infinita e ansiogena.

Rin si guardava intorno irrequieta, attirando l’ attenzione degli amici

“Rin, che ti prende?” chiese Kagome

“Non capisco che fine abbia fatto Sesshomaru”

“Sarà andato in bagno” disse Miroku per poi guardare verso il palchetto “in effetti temo che a breve avremo bisogno anche di lui. Vado a vedere” e il ragazzo si alzò prontamente

“Non è necessario. Vado io” il tono di Rin sembrava irremovibile.

 

Si alzò e si diresse verso l’ edificio, salendo i pochi gradini per accedere al porticato, e poi dentro. Le venne automatico dirigersi verso i bagni, e per farlo passò di fronte a una serie di corridoi. Fu proprio da uno di quelli che sentì provenire la voce di Sesshomaru

 

“Non ho tempo per queste cose adesso”

“E quando ne avrai? Quando troverai cinque minuti per parlare di quello che c’è stato fra di noi?”

 

Rin sentì una stilettata al cuore. Si sporse lentamente oltre il muro e osservò i due, l’ uno davanti all’ altra.

 

“Credevo di essermi già spiegato in merito. Evidentemente abbiamo vissuto la cosa in maniera completamente diversa”

“Di cosa stai parlando?” Rin decise di non poter davvero più rimanere nascosta

Sesshomaru si voltò, guardandola quasi infastidito.

“Nulla che ti interessi, andiamo via” si diresse verso di lei e cercò di prenderle un braccio

“Non toccarmi!” gli urlò in faccia, per poi guardare la donna a qualche passo di distanza

“Che cosa c’è stato fra voi?” chiese poi con tono mesto

“Rin, non c’è stato nulla”

“Non ti credo!” gli occhi erano pieni di lacrime, che a fatica represse

 

Guardò ancora la donna, aspettando che qualcuno le desse le spiegazioni che meritava

 

“Avanti, diglielo Sesshomaru. Tanto anche se lo tenessi nascosto, non ti crederebbe comunque” a quelle parole Sesshomaru ringhiò sonoramente

“Sta zitta Kagura!”

Rin era allibita, passando lo sguardo prima da uno e poi sull’ altro

“No, io non voglio più stare zitta. Non ho fatto altro che aspettare il momento in cui mi avresti degnata di uno sguardo, accorgendoti di me, ma tu avevi occhi solo per lei. Esisteva soltanto Rin”

Sesshomaru sospirò, resistendo alla tentazione di fare del male a qualcuno. Aveva la sensazione che nulla però avrebbe ricolmato il vuoto che stava spargendosi intorno a lui.

 

“Poi quella sera ero riuscita ad averti tutto per me. Sapevo che con la scusa del lavoro non ti saresti mai sottratto a una qualsiasi riunione extra. E quando lei ci vide insieme dubitò subito delle tue intenzioni” lo sguardo rivolto verso Rin

“Pensasti subito che ti aveva tradita. Ma non era vero. Peccato che per la frustrazione e la rabbia, fu proprio quel che accadde poco dopo.” Tornò a guardare Sesshomaru

“Non ci hai messo molto a consolarti con me tutta la notte”

“Basta, taci” le intimò il demone

“Quello che non riesco a tollerare è il modo in cui tu mi abbia usata e scaricata, per poi tornare da una sciocca ragazzina che nemmeno si fida di te!”

“Bada a come parli!” il demone si avvicinò di un passo alla donna, ringhiando sonoramente e pronto a uno scontro verbale senza pietà

 

“Avevi detto che non c’era stato niente fra di voi..” la voce di Rin gli giunse sottile e rotta dal pianto.

Lui sembrò perdere tutto l’ interesse per Kagura e il loro bisticcio, e in pochi passi fu di nuovo davanti a Rin, che prontamente si allontanò.

“Mi hai mentito..” le guance ricoperte di lacrime e l’ espressione tormentata.

“Rin, cerca di capire, se ti avessi detto quello che è successo tu non ti saresti mai convinta di quanto io e te potessimo ancora stare bene insieme”

“E avrei fatto bene” sussurrò “mi hai spezzato il cuore. Di nuovo. Non meriti neanche la metà dell’ amore che provo per te” si voltò e tornò indietro

“Rin, aspetta!”

 

Sesshomaru la seguì, cercando di fermarla, ma quando la raggiunse si accorse di essere già nel portico, dove Inuyasha stava tenendo un discorso.

Si fermò, guardando la ragazza tornare al tavolo, e attese di capire la sua prossima mossa. Non l’ avrebbe lasciata andare via da li senza averla prima convinta che si era trattato di uno stupido, immondo errore e che lui era sempre lo stesso.

Che loro due, potevano essere ancora gli stessi.

 

 

Rin prese la borsa dalla sedia e fece per andarsene, quando Kagome la fermò

“Rin” sussurrò per non farsi udire ”Che cosa ti è successo?”

Anche Sango e Miroku si voltarono, allarmandosi subito nel vederla in quello stato.

“E’ tutto sotto controllo. Vi chiedo scusa, ma un contrattempo..”

“Rin” Kagome si alzò in piedi “Ma quale contrattempo, di che parli? Che ti è successo?” andò con lo sguardo oltre di lei, vedendo un Sesshomaru parecchio nervoso e irrequieto osservarle da lontano

“Kagome, scusa ma devo proprio andare..”

 

Un sonoro colpo di tosse le fece voltare verso il palco

 

“Scusate, scusate l’ interruzione” Kagome per poco non sbiancò vedendo Kikyo prendere il posto di Inuyasha, che di certo non aveva finito il suo discorso, e iniziare a parlare al microfono.

“So che questa sera è da dedicare al lavoro che il mio amoruccio e il suo amico stanno realizzando”

“Kikyo per cortesia..” Inuyasha cercò di riprendere possesso del microfono

“Tesorino lasciami finire. Stavo dicendo, questa sera abbiamo un grandissimo evento da festeggiare, e così ho pensato, perché non festeggiarne due?” si voltò sorridendo a Inuyasha, che invece appariva più spaventato e sorpreso che mai.

“Kikyo, che cosa stai facendo?”

Lei ignorò la sua domanda, e si rivolse nuovamente a tutti gli ospiti

“Siamo lieti di annunciarvi, che il mese prossimo ci sposeremo!”

 

Per parecchi secondi rimasero tutti in silenzio, Inuyasha compreso.

Poi qualcuno iniziò titubante ad applaudire, trascinando anche gli altri ospiti. Kikyo sorrise soddisfatta, battendo da sola le mani e guardando felice Inuyasha.

Ma lo sguardo di lui era rivolto unicamente a Kagome.

 

La ragazza lo fissava attonita, incapace di formulare qualsiasi pensiero che non fosse

-Inuyasha sta per sposarsi-

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Chiedo immensamente venia per il ritardo mostruoso ;_;
Scusate davvero, ma è stato un periodo pieno e difficile e non ho avuto molto tempo da dedicare alle mie storie!
Mi auguro almeno che il capitolo possa essere di vostro gradimento, così per perdonarmi un pochino :D

Come forse avevo annunciato già un po’ di tempo fa, questa storia non sarà particolarmente lunga, ma anzi, posso dire senza problemi che (sempre che riesca a scriverla ^_^”) non manca molto alla fine.

Ho voluto scompaginare un po’ le cose, e così ci ritroviamo davanti a qualche situazione sgradevole. Rin ha scoperto il “tradimento” di Sesshomaru, Kagome, che è una gran credulona devo dire, ha ceduto al suo sentimento, per poi scoprire che lnuyasha sta per sposarsi. E beh, non era il modo che si aspettava da parte sua di sistemare le cose :D soprattutto dopo aver visto come il suo caro Kouga l’ avesse presa per i fondelli.

Rimangono Sango e Miroku, il quale è un marpione risaputo, ma alla fine Sango è quella messa meglio XD

Cosa succederà adesso? E questo benedetto articolo?

 

Spero di aggiornare presto! Intanto grazie a tutti per i commenti, le letture, i messaggi e il supporto, come sempre graditissimi!

Per chi non le avesse ancora fatte, buone vacanze e a presto!
Aruko

 

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Capitolo 9
*** Ne vale la pena? ***


Inuyasha sta per sposarsi.

Inuyasha sta per sposarsi.

Quella notte avevano fatto l’amore, e ora la sua fidanzata aveva appena annunciato che Inuyasha stava per sposarsi.

 

Kagome non riuscì a decifrare per quanto tempo rimase imbambolata a fissarlo, a guardare il volto impietrito dell’ uomo di cui si era innamorata.

Fu la sua amica a risvegliarla da quel torpore

 

“Kagome” Sango le era accanto, insieme a Rin “Va tutto bene?”

Lei la guardò, senza lasciar trapelare nessuna emozione.

“Credo di si” disse solo

Poi prese la borsa e lentamente si diresse verso l’ uscita.

“Sango, vai con lei” Miroku le baciò la guancia per poi dirigersi verso il palco e prendere in mano la situazione.

La ragazza seguì subito Kagome, e dietro di lei anche Rin, che aveva tutta l’intenzione di andare via da quel posto.

 

Passò davanti a Sesshomaru, che provò a dire qualcosa, ma non riuscì a emettere nessun suono dalle labbra.

Rimase congelato dallo sguardo di lei ancora colmo di lacrime, e per niente rassicurante.

 

“Adesso sei libero di divertirti quanto ti pare con la tua amichetta. E hai anche la mia totale approvazione” Rin cercò di suonare ironica, ma si accorse di riuscire a malapena a tenere la voce ferma.

“Rin, ti prego..”

“Non cercarmi mai più. Hai rovinato tutto..”

 

Sesshomaru la vide allontanarsi, e stavolta non cercò di fermarla.

 

 

 

Appena Miroku salì sul palchetto, Inuyasha prese subito Kikyo in disparte, portandola lontano dai tavoli

 

“Ma cosa ti è saltato in mente?”

“Scusa tesorino, ma ero così ansiosa di comunicare a tutti che ci sposiamo!”

“Beh, questo non è sicuramente il contesto migliore! Questa serata era da dedicare anche a Miroku e a Sesshomaru, e alle ragazze del giornale che ci hanno dato una mano per avviare la nostra attività! Che figura ci faccio davanti all’ azienda che ci ha fatto firmare il nostro primo contratto?”

“Suvvia, tesorino.. ma perché te la prendi tanto? Pensavo di farti una bella sorpresa” il tono leggermente abbattuto

“E invece no! E poi quand’è che avremmo deciso di sposarci il mese prossimo?”

“Beh, ecco, in questi giorni eri così preso che insieme a papino ho deciso che fosse la scelta migliore”

“La scelta migliore per chi? Ti rendi conto che da quando stiamo insieme non fai altro che decidere ogni cosa? Ogni singolo aspetto della mia vita!” Inuyasha non si curò più del tono della voce.

“Hai mai pensato di consultare me prima di prendere una decisione così grande? Anche a cena dai tuoi, hai annunciato un fidanzamento di cui non ero nemmeno a conoscenza!”

“Ma tesorino, pensavo che lo volessi anche tu..”

“Allora forse hai pensato male” Inuyasha la guardò negli occhi, sentendosi un po’ un vigliacco, perché voleva lasciare la sua ragazza senza dirle che in verità l’ aveva tradita.

Voleva lasciarla mentre lei pensava a sposarsi.

 

“Che cosa vuoi dire?”

“Kikyo, noi siamo troppo diversi.. non siamo più i ragazzi che eravamo quando ci siamo conosciuti. Non bastano più l’ affinità sessuale e le serate folli. Adesso siamo adulti, e siamo cambiati, io sono cambiato..”

“Ma io ti amo ancora..” Inuyasha sentì un colpo al cuore. Non avrebbe mai creduto che sarebbe stato così difficile.

Le prese il volto fra le mani, asciugandole le lacrime

“Tu devi ancora trovare l’ uomo che riesca ad amarti come meriti. Un uomo che condivida tutti i tuoi gusti eccentrici, e che come te abbia un guardaroba grande quanto una stanza” le sfuggì un sorriso

“Non posso essere più io.. mi dispiace Kikyo”

Lei tirò su col naso.

“Non sono stata del tutto sincera con te..” disse staccandosi

Inuyasha prese un lungo sospiro, aspettandosi davvero di tutto.

“E’ che ultimamente eri così distante.. e io mi sentivo tanto sola.” Fece una pausa “Ti ho tradito”

 

Il ragazzo rimase di sasso, e per un secondo avrebbe voluto scoppiare a ridere di gioia! Non gli sembrava vero, Kikyo lo aveva tradito!

In quell’ attimo si sentì leggero come una piuma, cancellando in un secondo tutte le sensazioni opprimenti che l’ aver tradito la sua compagna gli avevano provocato.

Si era sentito in colpa tante volte, pensando a quanto lei, nonostante tutti i difetti, fosse migliore di lui.

 

“Si è trattato solo di un capriccio.. ma mi sembrava giusto confessartelo”

 

Inuyasha la guardò meglio. Alla fine lei era stata davvero migliore di lui. Aveva sbagliato, ma aveva avuto il coraggio di ammetterlo.

 

“Kikyo..”

“Ti sei innamorato di un’ altra, vero?”

 

Lui non seppe cosa dire. Perché non aveva mai realmente formulato quel pensiero. Lui, innamorato di Kagome? Era quello che lo aveva spinto a farci l’ amore, quella notte?

Quel desiderio di cercarla, e sincerarsi che stesse sempre bene.

Mentire, ormai non aveva più senso

 

“Sì”

 

Le sfuggì una lacrima, ma la scacciò subito, sorridendo

 

“Bene allora. Che ci fai ancora qui?”

 

 

 

 

 

* * *

 

 

 

“Non ci posso credere” esclamò una Sango sgomenta

“Invece è tutto vero” Rin bevve un altro lungo sorso della sua bevanda “Lo ha detto quella Kagura, e lui non ha negato niente”

Le due amiche la guardarono.

Avevano deciso di bere qualcosa per affogare i dispiaceri. Rin aveva iniziato subito con del Sake, costringendo anche Kagome (che fra le tre sembrava essere la più sconvolta) ad imitarla. Di conseguenza, per solidarietà femminile, Sango non aveva potuto fare da meno.

Il risultato era abbastanza allarmante.

Tre donne, di cui due semi piangenti, dalle movenze rallentate e quasi assopite, ma il cui tono di voce era quasi arrabbiato.

 

“Quindi tu sei andata via, pensando che ti avesse tradita.. ma in realtà lo ha fatto appena li hai lasciati soli?” Sango sembrava non poterci credere

“Si” Rin soffiò la risposta, ripensando ancora e ancora a quella frase. A quanto di incredibile ci fosse. A quanto fosse stata stupida e impulsiva, come al solito.

Se non si fosse arrabbiata così tanto, forse Sesshomaru non avrebbe mai agito in quel modo. Forse non si sarebbe lasciato abbindolare dalle intenzioni di Kagura, che certamente quella sera aveva già programmato tutto.

 

“Cazzo…” Sango bevve un altro sorso di Sake.

 

Kagome guardava nella sua tazza, avvolta nell’ alcool e nel suo silenzio personale. Non poteva credere a quanto fosse stata stupida. Ancora una volta si era fidata subito, della persona sbagliata. E ancora più assurdamente, questa volta avrebbe potuto evitarlo.

Non era come in passato, come con Kouga. Non sapeva che lui stesse con un’ altra, all’ epoca. Mentre adesso, sapeva bene che Inuyasha non era libero. Non sapeva che stava per sposarsi, questo no.

 

Il solo pensiero la fece scattare, e in un secondo svuotò tutto il bicchiere, strizzando gli occhi nello sforzo di ingoiare.

Le due amiche la osservarono incuriosite.

 

“Tu ci nascondi qualcosa” disse Sango

“Si, ora lo penso anche io” continuò Rin

“Insomma, sei strana ultimamente. Come se qualcosa ti frullasse per la testa.. e stasera eri persa nei tuoi pensieri”

“Si, e sei troppo silenziosa.”

 

Kagome sospirò. Gli occhi stanchi e gonfi.

Come poteva confessare una cosa del genere?
E come poteva non farlo, dopotutto? Cosa cacchio avrebbe scritto in quel dannatissimo articolo?

 

“Inuyasha è un traditore, e ne ho la certezza perché la sua ultima vittima sono proprio io!”

 

Deglutì, sentendo le lacrime salire ancora.

 

“Kagome..” Sango la richiamò dolcemente.

Lei la guardò, triste e sconsolata, per poi riabbassare lo sguardo.

Aprì la bocca ma per qualche secondo non riuscì a dire niente.

 

“Stanotte ho fatto l’amore con Inuyasha”

 

Lo confessò quasi come un reato gravissimo. Una colpa di cui si era macchiata in modo irremovibile, imperdonabile.

Le due emisero un verso di stupore che probabilmente sentì tutto il pub.

 

“Kagome..” disse nuovamente Sango, con aria sconfitta.

“Non ci posso credere..” disse Rin

 

Kagome annuì silenziosa

 

“E’ tutto vero. Peccato che non abbia alcuna importanza, dato che lui sta per sposarsi”

 

Per un po’ le due non seppero cosa dire.

 

“Temevo che ci fosse qualcosa fra voi due.. ma speravo che fosse solo una mia impressione” sussurrò Sango.

“La cosa buffa è che pensavo di volerlo solo io. Quando ho realizzato che mi stavo affezionando a lui.. ho capito subito che non doveva succedere, che dovevo rimanere distaccata” la voce iniziò a tremarle “Ma lui mi ha baciata..”

 

Prese fiato, cercando di non piangere

 

“Mi ha baciata, e io ho capito quanto fossi compromessa.. e poi quell’ idiota di Kouga”

 

Si asciugò le lacrime, ormai prossime a sgorgare.

 

“Ha avuto il coraggio di dirmi che si era innamorato di me, ma che era troppo tardi, perché quando stava con me stava già organizzando le nozze con la sua compagna. Quindi non poteva di certo mollare lei”

“Che stronzo..” emise Rin

“E Inuyasha.. lui ha sentito tutto, e si è presentato a casa mia per consolarmi dicendo che avrebbe sistemato tutto” una pausa “Che voleva stare con me e che mi avrebbe resa felice” ora era davvero troppo per resistere, e lasciò che qualche lacrima solcasse le guance arrossate.

 

“Proprio come il fratello” la voce aspra di Rin spezzò l’ atmosfera, rendendola più rancorosa

“Si è inventato un sacco di frottole per portarti a letto, e chissà, magari anche per la questione dell’ articolo”

“Rin, non credo che Inuyasha possa arrivare a tanto” provò a inserirsi Sango

“Dopo il modo meschino ed egoista in cui si è comportato non posso che dubitarne”

“Lo so che sarebbe solo da mettere alla gogna.. ma non posso fare a meno di pensare che ci sia qualcosa di diverso nelle sue intenzioni” Kagome guardò Sango speranzosa, pentendosene subito.

Era così dannatamente innamorata da appigliarsi a qualsiasi scusa per perdonarlo e gettarsi ancora fra le sue braccia. Che stupida.

 

“Quale uomo si porterebbe a letto una ragazza sapendo che sta per sposarsi?” la voce si Rin scese ancora più forte

“Non voglio suonare cattiva, ma stavolta Inuyasha ha superato ogni limite, anzi è stato un vero stronzo!”

“Rin..” Sango sospirò, cercando di calmarla

“E Kagome, sappi che dell’ articolo non m’ importa un bel nulla, e che mi dispiace che tu stia così. Ma davvero non riesco a spiegarmi come tu possa aver creduto alle sue parole sapendo che è fidanzato, soprattutto dato che stavi scrivendo proprio di questo..” lo disse con un tono più morbido, ma a Kagome suonò comunque come un rimprovero.

 

Rin la guardò, aspettando una risposta, un confronto.

Kagome si alzò piano, lo sguardo basso.

 

“Sai Rin, forse hai ragione. Inuyasha si è comportato da stronzo, e io da ingenua. Ma almeno io so fidarmi di una persona. Mentre tu non sei stata capace di farlo con Sesshomaru, e guarda cos’è successo.. si è avverato il tuo peggiore incubo, ti ha tradita”

 

Ora Rin appariva sorpresa e in difficoltà

 

“Perché è più facile scappare e non fidarsi, vero? È più facile puntare il dito sull’ altro e poi lamentarsi. Io invece ho scelto l’ amore. E preferisco mille volte sentirmi così ma aver assaporato un sentimento vero, anche se per poche ore”

 

Ora Kagome la guardava negli occhi, senza più trattenere le lacrime

 

“Mi spiace per l’ articolo. Mi farò venire in mente qualcosa” nel mentre tirò fuori alcune banconote dalla borsa, e le lasciò sul banco

 

“Ora scusate, ma è meglio che vada”

 

“Kagome, aspetta dai, resta ancora un po’” Sango la richiamò, ma invano, la ragazza era già vicina alla soglia dal locale.

 

Sango sospirò, bevendo l’ ultimo sorso dal bicchiere. Rin era abbattuta, e si vedeva che le parole di Kagome l’ avevano colpita abbastanza.

 

“Non te la prendere..” le disse Sango allungando una mano e accarezzandole il braccio

“Ma ha ragione” disse piano l’altra

“Alla fine è solo colpa mia..” sospirò

Sango si spostò sullo sgabello lasciato libero da Kagome e avvolse le spalle dell’ amica con un braccio, lasciando che si sfogasse.

 

 

 

 

 

Kagome non prese nessun taxi.

Aveva voglia di camminare, nonostante i tacchi alti iniziassero a farle male ai piedi.

Casa sua non era molto distante, e si stava bene nonostante fosse ormai buio.

 

Tra un marciapiede e l’ altro tolse tutte le forcine dai capelli, lasciandoli ricadere sciolti nei loro boccoli naturali, e cacciando tutto nella borsetta. Avrebbe voluto togliersi anche quel meraviglioso vestito, ma avrebbe dovuto aspettare ancora un po’.

Immaginò di arrivare a casa e lacerarlo, strapparlo in mille pezzi e dargli fuoco.

O anche solo buttarlo nella spazzatura, piangendo, perché in realtà le piaceva un casino, ma non avrebbe fatto altro che farle tornare alla mente Inuyasha, la notte passata insieme e il modo in cui lo aveva trovato ai piedi della colonna quel mattino.

 

Sembrava tutto così bello, come in una fiaba.. ecco dov’era l’ inghippo.

Nella vita non è mai così. Nulla è così bello da suonare perfetto. E lei aveva fatto l’errore di credere che invece potesse essere così, si era illusa che tutto avesse un senso.

 

Affrettò il passo, desiderando solo di togliersi quell’ abito e di affogare tutti i suoi pensieri in un bagno caldo e ristoratore.

E magari in altro alcool. Quello che aveva in circolo stava già scemando e lei non doveva permetterlo, o avrebbe perito sotto alla miriade di ricordi e pensieri tristi che sapeva erano in agguato.

 

Sospirò, svoltando l’ ultimo angolo e avvicinandosi al palazzo.

Guardando basso non si accorse subito del ragazzo seduto sui gradini, davanti all’ ingresso.

 

Ma per poco non ci andò a sbattere, quando lui si alzò in piedi.

 

Kagome non si aspettava di trovarlo li.

E assurdamente, per prima cosa aveva pensato che forse aveva lasciato la serata e i manager per andare da lei.

Poi pensò a Kikyo. E non le dispiacque più di nulla.

Pensò proprio che non doveva provare niente per lui e per tutto quel che lo riguardava.

 

“Kagome..” le mani in tasca, il tono dolce e quasi preoccupato.

 

Lei non lo guardò nemmeno in faccia.

 

“Io.. devo parlarti, ho bisogno di spiegarti subito cosa è accaduto stasera” nel dirlo allungò una mano cercando un contatto, ma lei arretrò di un passo, impedendoglielo.

 

“Non toccarmi” una mano tesa come a mettere una distanza

“Lasciami passare, per favore” sollevando il vestito fece alcuni gradini, superandolo

“Ti prego, aspetta solo un istante” le prese un braccio e la trattenne piano, facendola voltare.

 

Ma quello che vide gli fece desiderare di sparire dalla faccia della terra.

Il volto di Kagome era una maschera di tristezza, velata di lacrime e nello stesso tempo con un’ espressione rabbiosa

 

“Hai detto che ne sarebbe valsa la pena!” urlò

“Mi hai detto di fidarmi di te, che avresti sistemato tutto! E che stasera, avrei dovuto rimanere nonostante tu fossi seduto a un tavolo con la tua ragazza, perché ne sarebbe valsa la pena!”

“Kagome, lo so, ma lascia che..”

“E si, ne è valsa la pena. Almeno ho capito subito di che pasta sei fatto”

“Non è così, te lo giuro”

“E’ per l’articolo? Ti sei preso gioco di me fino a questo punto solo per uno stupido articolo?” finalmente lo guardò negli occhi, singhiozzando

“Cos.. no! Certo che no Kagome!” Inuyasha allungò le mani, stringendole le spalle

“Santo cielo, non me ne frega un’ accidente di quel dannato articolo! Non ti avrei mai fatto una cosa del genere per..” le parole gli morirono in bocca

“Ma lo hai fatto.” Sospirò lei, asciugandosi le lacrime

“Mi hai presa in giro, mi hai illusa che tu fossi davvero.. davvero affezionato a me”

“Ed è così, io lo sono!” solidificò la presa, cercando lo sguardo di lei, ora più sfuggevole

“Ma tu stai per sposarti, esattamente come Kouga..”

“No, Kagome, non è come sembra” lei si staccò, indietreggiando e quindi salendo di un gradino

“Ma la vera stupida sono stata io. Almeno questa volta lo sapevo che c’era un’altra, e invece ho pensato bene di fidarmi di te”

“Kagome, ti prego, le cose non stanno così. Io non sono Kouga! Non voglio sposarmi, e non amo più Kikyo, devi credermi!”

 

Lei lo guardò fra le lacrime, sorridendo leggermente

 

“Anche se lo volessi, non penso proprio di poterti più credere. Speravo così tanto che fosse tutto vero, che adesso la realtà mi sta torturando”

“Ma è tutto vero!” anche Inuyasha salì di un gradino, trovandosi davanti a lei e prendendole il viso fra le mani

“Io e te abbiamo fatto l’amore, e non è stato un gioco, non è stato uno scherzo, io ti..” lei sfuggì ancora alla presa, scuotendo la testa

“Smettila, smettila!” gridò piangendo

“Smetti di farmi male.. di illudermi. Lasciami in pace, ti prego” si voltò e andò verso la porta cercando di aprirla più in fretta possibile

 

D’ un tratto di ritrovò due braccia ad avvolgerla, calde, e un profumo meraviglioso a invaderle le narici.

 

Si bloccò, inerme, in quella presa ferrea ma piena di dolcezza.

Strinse gli occhi, cercando di resistere alla tentazione di guardarlo negli occhi e ricambiare l’ abbraccio. Era a un passo dal cedere, dall‘ abbandonarsi del tutto a lui, e di cercarlo ancora con tutta se stessa, come aveva fatto erroneamente nemmeno ventiquattr’ ore prima.

 

Sentì il mento del giovane appoggiarsi su una spalla, tra i capelli sciolti e ondulati di lei.

E piano il suo fiato la raggiunse, facendola rabbrividire.

 

“Io ti amo”

 

Fu poco più che un sussurro, dolce quanto letale.

Kagome sgranò gli occhi, sicura di aver capito male. Perché questa era la frase che aspettava da giorni, il sentimento che sapeva di provare anche lei e che mai avrebbe sperato di sentir pronunciare dalle labbra di lui.

Lui l’amava. Amava lei.

E stava per sposarsi.

 

Lentamente si girò, cercando di staccarsi da lui, e facendolo arretrare gentilmente.

Lui la fissava, pendendo dalle sue labbra, aspettando solo di poterla baciare e dimostrarle quanto fosse vero ciò che le aveva appena confessato

 

Kagome prese un lungo respiro, sapendo che era la sola cosa che poteva fare.

Se ne stava già pentendo, ma non poteva rischiare di soffrire ancora, non così presto.

 

“Sappiamo entrambi che tanto non durerebbe” sussurrò

Poi lo guardò negli occhi, specchiandosi in quello sguardo confuso e certo del contrario

“Perché tu mi tradiresti”

Lo vide irrigidirsi, e chiudersi in un’ espressione furente e colpevole

“Tu non sei in grado di rimanere fedele.. e questo è ciò che ci ha fatti conoscere e che ci ha portati fino a questo punto.” Prese un altro respiro

“Non ne vale la pena”

 

Si voltò ancora, cercando di aprire la porta.           Questa volta ci riuscì subito, e ringraziò gli dei per quella concessione enorme. Ora poteva scappare, fuggire nella sua casa, protetta da lui e da tutto quel che rappresentava, e piangere finalmente in pace ogni sua lacrima.

Non voleva più vedere il volto ferito di Inuyasha, perché lo aveva irrimediabilmente fatto, colpendolo nell’ orgoglio e cancellando brutalmente tutta la magia che la confessione di lui aveva scatenato.

Ora quella crudele era stata lei.

 

“Kagome” sentì il suo nome pronunciato da quella voce tanto bella e ammaliatrice.

Ci mise qualche secondo a decidersi, e nel silenzio più totale si voltò, guardandolo un’ ultima volta.

Aveva gli occhi lucidi, e la cosa la turbò tantissimo.

Lui allungò una mano

 

“Queste sono tue.” Lei mise la mano sotto la sua, sfiorando appena le dita calde, e rimirò la copia delle chiavi del suo appartamento.

“Le ho prese quando ho dormito da te, quel week-end, e sono andato a prendere la colazione. Me n’ero dimenticato” aggiunse poco dopo

 

Lei lo guardò, ancora, d’ un tratto desiderando di non vedere più nient’ altro che lui, i suoi occhi e le sue labbra.

 

Inuyasha si voltò e scese i gradini, per poi sparire dalla sua vista.

 

 

 

 

Come aveva potuto pensare che sarebbe stata al sicuro?

Come, dal momento che lui era dappertutto? Ogni angolo di quella casa, le faceva venire in mente lui.

Il divano su cui si erano addormentati insieme.

Poco più in là, la cucina in cui si erano divertiti a cucinare insieme.

Il muretto abbattuto.

La camera da letto dove avevano fatto l’amore.

E la colonna, la colonna su cui si poteva leggere forse la loro intera storia.

A cominciare dagli scarabocchi e dall’ elenco di pietanze da condividere, per finire con le frecce che portavano a quel messaggio letto quel mattino, ai piedi del quale stava l’abito che indossava.

 

Senza pensarci due volte Kagome buttò a terra la borsa, e si tolse frettolosamente il vestito. Ma senza romperlo.

Lo lanciò sul divano e superò la colonna senza degnarla di uno sguardo.

Si diresse in bagno, unico posto in cui fortunatamente non aveva ancora nulla da condividere con lui. E mai ci sarebbe stato qualcosa.

Entrò e riempì la vasca di acqua calda, mentre le lacrime copiose avevano appena iniziato a sgorgare.

 

 

 

 

Inuyasha salì le scale che portavano all’ appartamento di suo fratello. Vicino alla porta d’ingresso c’erano dei mattoncini che spesso si divertiva a salire.

Era il suo modo per raggiungere la terrazza a cui Sesshomaru accedeva direttamente dall’ appartamento, e che ovviamente aveva lasciato a disposizione di Inuyasha.

Salì sul tetto e lo percorse piano, per poi ricadere nel grande spiazzo adibito a terrazza. Di fermò immobile, ascoltando il rumore della notte e guardando il cielo stellato.

Quello e poche piccole luci illuminavano la terrazza ricoperta di petali di rose.

Al centro vi era un tavolo con una bottiglia di Champagne, ben refrigerata da una montagna di ghiaccio.

 

Inuyasha la stappò e versò un po’ del liquido in uno dei due calici posti lì vicino.

 

Ne bevve un sorso, e poi un altro. E poi ne versò ancora nel calice.

Quando lo ebbe svuotato di nuovo lanciò il calice per terra, rompendolo in mille pezzi.

 

Aveva rovinato tutto.

Aveva spezzato il cuore a Kagome, perché non aveva avuto la pazienza e la lungimiranza di fare le cose con calma. Avrebbe dovuto prima lasciare Kikyo, e soprattutto non chiedere mai a Kagome di partecipare a una serata del genere.

Avrebbe dovuto lasciare Kikyo, e poi prendersi Kagome, e dirle che lei era la cosa più bella che gli fosse capitata in tutta la vita. Perché lo aveva conosciuto per uno dei suoi difetti più grandi, e nonostante questo era stata in grado di innamorarsene.

Avrebbe dovuto spiegarle che non avrebbe mai potuto tradire una come lei, che non gli sarebbe mai e poi mai passato per la testa, perché era pazzo di quelle labbra e di quel corpo, e che lo desiderava per sempre.

Avrebbe voluto portarla lì sopra, per festeggiare quel giorno in cui finalmente avevano capito di amarsi e di voler stare insieme. Avrebbero scherzato su quell’ articolo, e i progetti di lui per lo studio sarebbero diventati anche quelli di lei.

Avrebbe voluto dirle che quella terrazza era solo l’ inizio, la prima di tutte le cose che avrebbe desiderato donarle, mostrarle, condividere.

 

Deglutì, rimandando giù un singhiozzo.

 

Prese l’intera bottiglia e si diresse verso il muro. Con un balzo salì sul tetto e piano scese giù, fino all’ ingresso di casa sua.

Le luci di Sesshomaru erano tutte spente. Per una volta avrebbe anche potuto pensare di cercare un po’ di conforto in lui.

 

Aprendo la porta di casa guardò la bottiglia che aveva fra le mani e si disse che per quella sera poteva anche bastare.

 

 

 

 

 

Ciao a tuttiii!

Come vaaa? Finalmente sono riuscita ad aggiornare!

Questi capitoli si stanno rivelando parecchio complicati perché stanno succedendo molte cose, e i personaggi entrano in uno stato emotivo mica male!

Rin ha mandato tutto all’ aria impazzendo di gelosia, e ancora una volta Sesshomaru si ritrova mollato e trattato di cacca.

Kikyo invece, che in questa storia me la immagino un po’ svampitella ed eccentrica, se ne esce con la storia del matrimonio, ovviamente non sapendo che Inuyasha voleva lasciarla e ha appena fatto l’amore con un’altra.

E Kagome.. beh lei ci resta di m***a, e ovviamente tutto quel che aveva faticosamente creduto che potesse avverarsi è stato sbrindellato in pochi secondi.

Insomma, caos totale! Ora devo solo cercare di sistemare tutto ^_^”

Spero di riuscirci e anche presto.

Vorrei dire che, per chi la stesse seguendo, “Una modella per caso” e questa storia, stanno per volgere al termine!

Ebbene si manca poco anche a questa FanFic; vorrei quindi mettere il turbo a queste due storie per poi dedicarmi con più impegno a Human Sin e ad altre cosucce che ho in mente :D

Ma non dico più nulla perché quando uso le parole “turbo” e “a presto” poi posto dopo mesi!

 

Beh scemenze a parte, spero che il capitolo vi piaccia!

Se così non fosse, critiche e pomodori sono (ben) accetti :D

Grazie a chiunque legge e commenta!

A pre.. no!

Aruko :D

 

 

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Capitolo 10
*** It's all about trust ***


Kagome sentì il campanello dalla camera.

Stava sfogliando una rivista, per niente intenzionata a vivere come un normale essere umano dovrebbe fare.

Il letto era fatto, l’ appartamento abbastanza in ordine (questo perché nei momenti tristi Kagome amava inspiegabilmente sistemare tutto ciò che era fuori posto), ma a parte dormire e mangiucchiare qualcosa, la ragazza non abbandonava mai le mura di casa.

 

Si alzò svogliatamente, pensando che era il terzo giorno di reclusione autoimposta.

Aveva mandato una mail a Rin, chiedendo alcuni giorni di ferie. La ragazza aveva prontamente acconsentito, ribadendo le sue scuse per la discussione al pub.

Scuse che già erano state inviate per sms e che Rin avrebbe anche espletato a voce, se Kagome avesse risposto a una sola delle sue chiamate.

Si era chiusa in una solitudine forzata, dove niente avrebbe potuto smuoverla.

Sapeva che ne aveva bisogno, e che con un po’ di tempo tutto sarebbe andato meglio.

 

 

Il campanello suonò ancora

“Arrivo!” disse lei aumentando il passo.

Quando aprì la porta rimase sorpresa

 

“Sango!”

“Sei viva!” ribatté l’amica entrando

“In stato pietoso ma viva” si guardò un po’ intorno, notando subito la colonna e rimanendone esterrefatta. Non aveva mai visto nulla di simile, e l’impatto, in quella casa sempre così ordinata e dai colori pacati, la lasciò un attimo interdetta.

“Che ci fai qui, non dovresti essere a lavoro?” la ragazza si voltò

“Hai forse una vaga idea di che ore siano?” Kagome si guardò intorno costernata

“Cielo, sai almeno da quanti giorni sei chiusa qui dentro?” Kagome alzò tre dita della mano destra

“Ok, sei ancora sana”

“Fiuuu” sospirò ironicamente l’altra

“Sono le sei passate, ho staccato da più di mezz’ora e ho deciso che ne avevo abbastanza di questo tuo barricarti in casa” disse sedendosi sul divano

“Mi dispiace, non me la sento di venire in redazione” Sango sospirò

“Lo capisco, e non voglio certo spingerti a fare il contrario. Però stare qui tutta sola non ti farà bene”

“Ma io sto bene. Ho un sacco di compagnia qui” disse indicando una pila di riviste

“Prima o poi dovrai uscire. E sono qui apposta per rendere il tutto più facile” Kagome la guardò, aspettando una spiegazione che non arrivò

“In che modo, scusa?”

“Ma parlando ovviamente! Hai bisogno di confidarti, non di chiuderti nel mutismo e nella solitudine!” Kagome si sedette vicino a lei

“Sango, davvero non c’è bisogno che ti preoccupi, va tutto bene”

“Vorrai scherzare spero? No dico ti sei vista allo specchio ultimamente? Hai un’ aspetto spaventoso!”

“Sango..”

“Dovresti farti un massaggio al viso”

“..Sango”

“Andiamo a fare shopping?”

“No!” Kagome si accorse di aver alzato un po’ troppo la voce, e si fermò subito, calmandosi

“Io.. non c’è bisogno che ti preoccupi per me. Sto bene” la voce iniziò a tremarle.

“Non ci crederei nemmeno sotto tortura. Io ti conosco troppo bene e non posso lasciare che ti distrugga così rimanendo sola coi tuoi pensieri. So fin troppo bene quanto male possa farti”

Kagome tirò su col naso.

“Dannazione, nel pomeriggio non avevo ancora pianto..” si lasciò sfuggire

“Vieni qui” Sango l’abbracciò, lasciando che si sfogasse.

“Immagino non vi siate più visti né sentiti..”

 

La ragazza si scostò, asciugando le lacrime e guardando l’amica

 

“Dopo la serata è stato qui”

“Cosa vi siete detti?”

“Lui che è innamorato di me. Io che non ci credo” Sango la guardò, incerta sul da farsi

“Non posso credere che sia vero, capisci? È andata come con Kouga, nello stesso identico modo”

“No, Kagome, Inuyasha non è come lui. Si è davvero innamorato di te”

Lei la guardò incredula

“E come fai a esserne così sicura?”

“Basta guardare te, e questa casa per capirlo..” Sango fissò lo sguardo sulla colonna

“Pensi che se fosse realmente innamorato di Kikyo avrebbe speso tutto il suo tempo libero per stare con te? Per scrivere su un muro?”

Sango guardò le frecce, i disegni colorati, e le scritte di alcuni cibi.

“Ma lui era costretto a farlo, per via dell’ articolo”

“Poniamo che fosse vero. Se realmente fosse stata una forzatura come pensi che avrebbe passato il suo tempo insieme a te?” Kagome sembrò pensarci su

Forse non avrebbe cucinato per lei. Non sarebbero andati al cinema, o a fare la spesa insieme. E quella stupida colonna sarebbe ancora bianca.

 

“E soprattutto.. non posso credere che si sarebbe spinto fino a fare l’amore con te, Kagome”

“Io.. nemmeno io lo credo per davvero. Ma tanto che importanza ha Sango? Perché pensare a tutto questo?”

“Perché forse.. forse le cose si possono ancora sistemare” Kagome si alzò dal divano.

“No che non possono sistemarsi.. Inuyasha si sposa con la sua ragazza, ricordi?”

“Inuyasha e Kikyo si sono lasciati” Kagome si girò di scatto, guardando l’amica pietrificata.

“Ah” disse solo

“Si sono lasciati nel momento in cui noi siamo andate via dall’ evento. Quindi quando è venuto da te, lei non era più la sua ragazza. Adesso Inuyasha non ha alcuna ragazza”

Quelle parole le fecero palpitare il cuore furiosamente.

Non si aspettava una cosa del genere. Nella sua mente era andata diversamente.

 

Più o meno così:  la sua ragazza aveva annunciato le nozze col mezzo-demone, al ché lui era corso da lei e aveva cercato di convincerla a cambiare idea, perché ci era appena andato a letto, ovvio, mica per altro. Ma avendolo lei rifiutato allora aveva sicuramente deciso di sposarsi tornando dalla bellissima Kikyo.

 

Per un secondo le sembrò tutto un’ immensa stupidata.

Come aveva potuto essere stata così ottusa?

 

“La cosa non ha alcuna importanza per te?” chiese Sango

“No”

“Ma.. ti ho appena detto che Inuyasha è libero, e che a quanto pare non aspetta altro che un tuo segnale!”

“Non mi interessa!” Sango la guardò stupita, per poi corrucciarsi.

“Bene, allora non vedo perché tu debba startene qui tutta sola a compiangerti! Se non te ne fregava nulla non c’era bisogno di prendersela tanto”

“Possibile che non capisci?” Kagome le andò incontro, il volto arrossato

“Possibile che non ti renda conto.. di quanto io abbia paura?”

“Di cosa?”

“Paura di soffrire ancora. Che sia come tutte le altre volte..” Sango attese

“Ho dovuto monitorare Inuyasha perché non tradisse la sua ragazza, quando l’amante sono stata io”

“Kagome, non sei più l’amante di nessuno ora”

“Quanto tempo credi che passerà prima che succeda di nuovo? Prima che sia io la stupida fessa che verrà tradita?” Sango guardò l’amica mentre si abbandonava a un gran pianto liberatorio

“Per tutto questo tempo non ho fatto altro che recriminarmi qualcosa che non sapevo di aver commesso. Per poi scoprire che in quattro mesi di relazione con Kouga non ero stata in grado di accorgermi che il mio ragazzo stava per sposare un’altra. E adesso.. adesso mi sono innamorata di un ragazzo che non è in grado di essere fedele.. che ha tradito la sua ragazza con me. Come potrei fidarmi e vivere una storia come se niente fosse?”

“Kouga è uno stronzo patentato, ok? E parlare di lui ti farà solo stare peggio, perciò buttalo nel dimenticatoio! E’ vero anche Inuyasha non è stato corretto, ma sono sicura che sia diverso dal solito.. e io sono sempre stata critica, lo sai. Guarda me e Miroku, mi rifiutavo di uscire con lui perché palpava il sedere alle altre. Adesso sono così felice che.. che quasi mi pento di aver aspettato così a lungo per lasciarmi andare. Quello che voglio dirti è che fidarsi non è facile. Ma sei stata tu a dirlo l’altra sera.. che è molto più bello fidarsi e correre il rischio, no?”

Kagome asciugò alcune lacrime dagli occhi, sentendo che tutto era così dannatamente insormontabile.

“Forse fidarmi è stato solo uno sbaglio”

“O forse stai sbagliando adesso, a buttare via qualcosa che si può ancora recuperare” nel dirlo guardò nuovamente la colonna.

E nel dipinto totale qualcosa le saltò agli occhi, qualcosa che prima non aveva avuto modo di vedere.

 

“Che ne dici di berci qualcosa di caldo?” propose poi guardando Kagome

L’amica annuì, andando verso la cucina

“Vado un attimo in bagno, torno subito”

“Ok”

 

Quando Sango entrò aprì l’acqua del rubinetto e tirò fuori il telefono dalla tasca.

 

Pronto?

“Miroku!”

Perché parli così piano?

“Sono nel bagno di Kagome!”

Interessante.. e c’è anche lei?

“No idiota!”

Scusa, come stai tesoro?

“Bando alle ciance! Qui la situazione è critica” Sango sentì alcuni rumori. Ipotizzò che Miroku fosse vicino a Inuyasha e che per parlare si fosse allontanato

Capisco..

“E da te come va? Inuyasha ti ha detto qualcosa?”

Pare abbia cercato di convincerla, ma non c’è stato verso

“Lei credeva che stesse per sposarsi”

Le hai detto vero che si son lasciati?

“Certo”

E quindi?

“Quindi dice che lui rimane un infedele, e che finirà col tradire anche lei”

Ecco cosa è stato..

“Cosa?”

Inuyasha è parecchio giù. Certo avevo capito che si trattasse di Kagome, e che lei lo avesse rifiutato dopo l’ uscita di Kikyo. Ma mettendola così, lo ha punto nell’ orgoglio lasciandolo con le spalle al muro. Probabilmente lo sapeva e ha scelto di farlo apposta, per porre fine a tutto quanto

“Astuta la mia amica..”

Già.

“E ora che facciamo?” sentì il ragazzo sospirare dall’ altra parte del telefono

Ora cerchiamo di sistemare le cose

“Va bene, tienimi aggiornata ok?”

Certo, a più tardi

 

 

 

Miroku riattaccò, tornando nello studio


“Ehi, che ne dici di una birretta dopo il lavoro?” Inuyasha non distolse nemmeno lo sguardo dal foglio che aveva davanti. Con una squadra e una matita continuava a tracciare linee che poi osservava per minuti interi, e quasi sempre cancellava.

 

“No, grazie”

“Allora una cenetta? Sango ha da fare..”

“Ti ringrazio, ma credo che mi fermerò fino a tardi”

“A lavorare? Eddai Inuyasha, così mi fai sentire un lavativo! E poi non fa mica bene alla salute! Dovremmo uscire e divertirci un po’” finalmente Inuyasha si distrasse dal lavoro per guardare Miroku negli occhi

“Non sono dello spirito per divertirmi”

“Proprio per questo devi provarci! Deprimendoti ti vien voglia solo di deprimerti, mi spiego?”

“Si, ti spieghi, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. E’ solo un periodo, passerà.” Si voltò a guardare di nuovo il grande disegno che aveva davanti

“E poi abbiamo appena firmato il nostro primo contratto, ci tengo affinché tutto funzioni da subito”

 

Miroku lo guardò bene. E poi decise di lanciarsi

 

“Senti Inuyasha.. so che non ne vuoi parlare, però non posso proprio vederti così” il ragazzo si fermò di nuovo, appoggiando la squadra e la matita

“Siamo amici da un sacco e anche se non mi hai detto niente di quello che è successo credo di aver capito più o meno cosa è accaduto”

“Ho tradito Kikyo, di nuovo”

“Ti sei innamorato” Inuyasha tacque per un pò

“Rimane comunque il fatto che ho tradito Kikyo”

“Non state più insieme, no? Perché ti tormenti tanto se poi dall’ altra parte hai scoperto qualcuno di più affine a te?”

“Se fosse così starei con lei” riprese in mano il righello e la matita

“Magari.. magari ha solo bisogno di tempo per digerire la faccenda di Kikyo. Insomma, dopotutto lei ha parlato di matrimonio” Inuyasha rimise nuovamente giù tutto quanto, in malo modo

“Già, e forse a questo punto avrei fatto meglio a sposarmi con lei!” Miroku rimase in silenzio

Inuyasha lo guardò con rabbia, lo sguardo tormentato

“Ho fatto una cazzata.. l’ho tradita, di nuovo. Perché si, pensavo di aver trovato la persona giusta. E non sono riuscito ad aspettare di sistemare le cose.. di fare tutto alla luce del sole. E questo è il risultato. Non si fida di me, perché è convinta che la tradirò come ho tradito chiunque” abbassò lo sguardo, schiacciato dal peso delle sue stesse parole

“Quindi no, non ho voglia di uscire a bere qualcosa, o di divertirmi. E in realtà nemmeno di lavorare fino a tardi”

Con un movimento elegante si alzò dalla sedia e sgusciò lontano dall’ amico, andando a prendere la giacca

“Inuyasha, dai amico, lascia almeno che ti faccia compagnia” Inuyasha si vestì e andò a raccogliere alcuni fogli e una cartelletta

“Ci vediamo domani mattina” disse solo, per poi uscire dall’ ufficio.

 

 

 

* * *

 

 

 

Rin fissava lo schermo da ormai venti minuti buoni, senza leggervi nulla che potesse risvegliarla da quella sensazione di torpore.

Non era concentrata e non riusciva a esserlo.

Non faceva altro che pensare alle parole di Kagome, e a Sesshomaru.

Più passavano i giorni più la solitudine che sentiva la portava a credere che se la fosse cercata da sola. Perché alla prima difficoltà non aveva esitato a mollare tutto e a non voler ascoltare nessuno. Per lei contavano sempre e solo le sue ragioni, per la sua integrità.

Ma che senso aveva se poi era infelice?

Che senso aveva se l’ unica persona da cui si era separata era anche la più importante della sua vita?

 

Davanti a un amore così grande tutte le sue stupide macchinazioni l’ avevano portata solo a rovinare tutto, e adesso aveva fatto lo stesso errore.

Senza contare che l’ unica cosa che aveva appreso, era che lui l’ avesse realmente tradita, anni addietro. Cosa che comunque, lei aveva già pensato all’ epoca.

Perciò non aveva senso prendersela così ora, e più ci pensava più sentiva il desiderio di tornare da lui e chiedergli scusa, dirgli che non contava davvero più niente che non fossero loro due.

 

Guardò il cellulare e lo prese in mano.

Sospirando, compose il numero che in quei giorni aveva fatto decine di volte.

 

Suonava libero, e dopo qualche squillo Rin ebbe la sensazione che non avrebbe risposto, come non aveva fatto fino a quel momento.

Poi, finalmente, un’ esile voce le rispose.

 

Pronto, Rin” la giovane rimase in silenzio qualche secondo

“Mi dispiace tanto..” disse piano. Dall’ altra parte sentì un sospiro

Non fa niente. Sono io che devo scusarmi

“No, non dirlo neanche per scherzo.. hai fatto bene a dirmi quelle cose. Sono stata una stupida” sentì la propria voce iniziare a tremare

Se la sarebbe presa chiunque..

“Forse è vero.. ma così facendo ho rovinato tutto, di nuovo”

Puoi provare a sistemare le cose se vuoi. Penso che lui non aspetti altro, Rin” Rin tacque

“Non so se ho il coraggio..”

Certo che ce l’hai! Non ho mai visto una donna con più palle di te!” a Rin scappò una risata

Devi andare da lui e chiarire ogni cosa. Sarebbe da stupidi rimanere separati.. vi amate così tanto” Rin sorrise, asciugando una lacrima che era sfuggita alle ciglia

“Grazie, Kagome”

Di nulla. Ah, domani torno in redazione

“Non aspettavo altro”

Buona fortuna” e riattaccò

 

Rin guardò il telefono ancora qualche secondo, e poi si alzò come una furia.

Prese le sue cose e uscì dall’ edificio. Fuori era ormai buio, e l’ aria anche più fresca del solito.

Prese un taxi al volo e si accomodò, cercando di rilassarsi e di pensare a qualcosa di sensato da dire.

 

Iniziò a torturarsi le unghie, guardando le luci della città e le vie che passavano veloci.

Doveva farsi perdonare, e dire a Sesshomaru che lo amava, e che non le importava davvero più di niente se non di loro due.

Già, come poteva fargli capire tutto questo con qualche frase?

Doveva riuscirci, si disse.

 

Il taxi si fermò davanti alla casa dei fratelli, e lei sentì il cuore balzarle in gola.

Pagò l’ uomo e uscì, accorgendosi solo in quel momento che stava piovendo.

 

Guardò il taxi andare via e poi tornò a guardare la casa.

Al piano di sotto era tutto spento. Mentre al piano di sopra alcune luci erano accese. Quindi era in casa.

 

Bene. Piano si diresse verso la villetta, e dritta verso le scale che portavano agli appartamenti del primogenito.

Salì i gradini con la tentazione di scappare a ogni passo, sentendo il cuore scoppiare per l’ agitazione e la pioggia bagnarla ogni secondo di più.

 

Quando giunse davanti alla porta allungò la mano per bussare.

Lo fece, aspettando  agitata che venisse ad aprirle. Ma non venne nessuno alla porta.

Provò allora col campanello, e il suono era così forte che la fece trasalire.

 

Indietreggiò di un passo, certa che adesso lui sarebbe andato ad aprirle.

Sentì alcune voci nella casa. Ma non riuscì a capire di chi si trattasse.

Attese paziente, finché la porta non si aprì, e Rin rimase imbambolata davanti al sorriso felice di una ragazza mai vista prima.

 

“Buonasera!” le disse la giovane

Rin la guardò, cercando di capire chi fosse, cosa facesse lì, e soprattutto cosa diavolo dovesse fare.

Non la conosceva, e non sapeva nemmeno cosa dirle, aspettandosi di vedere Sesshomaru. E dannazione, una strana e incontrollabile gelosia iniziò a pervaderla

 

“B-Buonasera” disse solo

 

La ragazza le sorrise, continuando a guardarla per qualche secondo. Poi d’ un tratto si fece seria

 

“Oh che sbadata, ma tu starai cercando Sesshomaru non è vero?” Rin la vide ridere e posarsi una mano sul petto

“Devi scusarmi, mi sono appena trasferita qui ma non sono ancora abituata al fatto di essere in casa sua!” Rin sentì il sangue nelle vene raggelarsi. Non seppe se per il freddo provocato dalla pioggia, ma era certa che qualcosa in lei si stesse sgretolando.

“Ma ora te lo chiamo, che svampita” si girò e cacciò un urlo

“Sesshyyy!” Rin sentì le ginocchia cedere

 

Ci aveva provato, ok? Avrebbe messo tutto in discussione per tornare con lui, ma questo era veramente troppo.

Non poteva sopportare di mettersi in ridicolo quando lui aveva già evidentemente voltato pagina.

 

“N-no, ti prego, lascia stare..” la ragazza si rigirò

“Hai sbagliato appartamento? Forse cerchi Inuyasha allora! Devi andare giù di sotto!”

“Già, ho sbagliato, chiedo scusa..” disse piano

“Chi è?” Rin sentì la voce di Sesshomaru dalla casa, e istintivamente arretrò di qualche passo

Approfittando del fatto che la ragazza si fosse girata verso di lui, Rin iniziò a scendere le scale come una forsennata.

I tacchi alti erano un vero impedimento, e lo era anche la pioggia, che era aumentata notevolmente. Il terreno era bagnato e fu costretta a limitare un po’ la velocità o sarebbe scivolata.

 

 

“Chi era?” Sesshomaru andò incontro alla ragazza, che aveva chiuso la porta

“Una ragazza”

“E cosa voleva?”

“Non l’ ho capito sai? In realtà non ha detto nulla, ma sembrava un po’ spaesata” Sesshomaru sentì il sopracciglio scattare. Qualcosa non andava

Corse fino alla porta e l’ aprì, sentendo l’ inconfondibile profumo di Rin misto a quello della pioggia. Uscì fuori e guardò oltre il balcone, vedendo la ragazza ferma sul marciapiede, in attesa di poter attraversare la strada.

 

Senza pensarci due volte urlò con tutto il fiato che aveva in corpo

“Rin!”

La giovane si voltò e lo guardò, e sentì le lacrime sgorgare copiose, senza alcun argine.

Vedendolo scendere le scale si girò e continuò a correre, attraversando la strada.

 

“Rin, fermati!” urlò ancora lui, che le stava correndo dietro

La ragazza corse ancora più forte, chiedendosi cosa stesse facendo e dove diavolo stesse andando.

Entrò in una via illuminata e la percorse facendosi largo tra la gente, e poi girò a sinistra, andando verso un parco. Entrò nel cancello e corse lungo il sentiero, sentendo i tacchi affondare ogni passo di più nel terriccio e avvertendo una spossatezza crescente alle gambe.

 

“Diavolo, vuoi fermarti?” la voce di Sesshomaru la raggiunse forte e chiara, segno che si stava avvicinando, e infatti non ci mise molto ad agganciarla.

 

Allungò una mano e le prese un braccio, tirandola quel tanto che serviva  per fermarla e non farla cadere.

 

La sentì singhiozzare, e respirare concitatamente.

Vedeva le spalle scosse e sentiva l’odore delle sue lacrime.

 

Si avvicinò piano e le andò davanti

Sembrava un cucciolo impaurito, perduto. Senza più nulla al mondo.

 

“Calmati, Rin. Va tutto bene” le disse avvicinandosi. Le prese il volto e la guardò, specchiandosi in quegli occhi grandi e che mai in tutta la sua vita aveva visto così colmi di paura.

 

“Cos’è successo?” le domandò, ed era così vicino che Rin fu tentata di non dire niente, e avvicinare le labbra alle sue e baciarlo, ancora e ancora, per sempre.

 

“I-io.. niente” abbassò lo sguardo, trovandosi a guardare il petto di lui.

 

Indossava una camicia semi sbottonata, da cui si intravedeva il petto liscio e ormai bagnato dalla pioggia.

Avrebbe voluto toccarlo e appoggiarci la fronte. Sentire quel calore inconfondibile che aveva il potere di farla stare subito meglio.

 

“E allora perché stai piangendo?” lui allungò le mani e iniziò ad accarezzarle le guance, trattenendo poi il viso in una presa gentile e costringendola a guardarlo negli occhi.

 

Ma Rin non seppe cosa dire.

Non riusciva a dirgli che era venuta da lui perché voleva chiarire ogni cosa.

E che alla sola vista di una donna in casa sua, come sempre aveva pensato male.

Si era sentita una stupida, ed era corsa via.

 

“Perché sei venuta da me?”

 

“Non lo so più nemmeno io..” sussurrò appena, tirando su col naso

 

Lui appoggiò la fronte alla sua

 

“Perché non mi dici che ti sono mancato?” disse piano

“E che non potevi.. non puoi stare senza di me” la vide mutare l’ espressione in una maschera di sofferenza, le lacrime implacabili.

“Che siamo fatti per stare insieme” lentamente avvicinò le labbra alle sue, cercando di suggellare il tutto con un bacio lento e casto.

 

Ma lei si scostò, senza riuscire ad allontanarsi più di tanto però.

Lui non glielo permise

 

“Perché ho paura che succeda di nuovo..” lui la guardò meglio

“Che cosa?”

“Ho paura di non riuscire a fidarmi più di te” lo guardò, aspettando di vedere il suo sguardo irrigidirsi, di vedere il distacco e la freddezza.

“So che ho sbagliato, perché in questo modo ho solo fatto sì che tu ti allontanassi..”

“Rin, non è così. Non avevo davvero mai tempo per noi, e quella sera.. ero così stanco e arrabbiato.. ne soffrivo anche io, devi credermi. E poi sei arrivata tu e hai frainteso tutto, e io..” lei ricominciò a piangere, e lui a carezzarle il viso gentilmente

“Ho perso la testa, ho fatto una cavolata immensa!”

 

La pioggia scendeva incessante, e Sesshomaru prese Rin e la trascinò sotto un albero.

Alcune gocce d’acqua arrivavano comunque a bagnarli, ma almeno così erano un po’ più riparati. La fece appoggiare al tronco e si riavvicinò, cercando di riprendere a fatica il discorso.

 

“Sei sparita, e non hai davvero più voluto vedermi.. ma quando ci siamo rincontrarti per via di Inuyasha, ho capito quanto fosse indispensabile per me averti accanto. Eppure ho avuto paura di confessarti tutto.. perché temevo non mi avresti mai perdonato..”

“Sono stata una stupida..”

“No, ho sbagliato io.. ma ti prego, oltre a questo non ti ho mai nascosto nient’ altro, devi credermi!”

 

Lei lo guardò sotto le ciglia bagnate, cercando di decifrare quegli occhi così pieni di emozioni.

 

“Io ti amo con tutta me stessa..” confessò timidamente, sentendosi arrossire e vedendo anche lo sguardo di lui sciogliersi.

“Ti amo così tanto che sarei disposta a tutto pur di starti vicino..” lo sentì avvicinarsi, con tutto il corpo, con tutto il suo calore.

 

“Ma ho così paura da non poter fare a meno di dubitare subito di te..”

 

Lui si allarmò, staccandosi di poco.

 

“Sono così gelosa che.. non ho potuto fare a meno di pensare che quella ragazza di poco fa fosse la tua ragazza.. che vivessi insieme a lei e che.. non mi amassi più” si coprì il volto con le mani, nascondendo le lacrime copiose.

 

Sentì il corpo di lui allontanarsi del tutto, lasciandola appoggiata al tronco e con la sconcertante sensazione che fosse tutto finito.

 

Riaprì gli occhi e lo guardò, leggendo un’ amarezza che avrebbe preferito non conoscere mai.

 

“Non ti fidi più di me..” le disse piano

 

I secondi passavano, e nessuno dei due seppe più cosa dire. Rin sentiva solo che il suo cuore si era spezzato irrimediabilmente, che finalmente era stata sincera, ma che ne avrebbe pagato caro il prezzo.

 

Guardò negli occhi Sesshomaru, quegli occhi che adesso erano imperturbabili e vuoti. Si disse che quella era l’ ultima volta che li avrebbe visti, si disse che non li avrebbe mai dimenticati. Che non avrebbe mai dimenticato nulla dell’ unico uomo che avesse mai amato.

 

“E va bene..”  disse lui dopo un silenzio che parve senza fine.

 

Lei lo guardò, cercando di decifrare quella frase, di capire cosa realmente ci stesse dietro.

Sentiva freddo. La pioggia, e il suo cuore triste stavano lentamente congelando tutto il suo corpo.

 

“Va bene, Rin..” disse ancora, la voce pacata ma decisa.

 

Ecco, pensò lei. Ha capito che non c’è speranza. Che sarebbe tutto vano e che è meglio finirla qua..

 

“Sono disposto a tutto, anche se so che sarà dannatamente difficile..” Rin sentì qualcosa sciogliersi dentro di lei

“Farò di tutto per permetterti di fidarti ancora di me.. “ allungò una mano e le accarezzò una guancia. Rin si accostò maggiormente al suo tocco, piangendo

“Perché non c’è niente di più importante, per me” si avvicinò e le prese il volto fra le mani

“Niente” e poi non poté proprio più aspettare

 

Finalmente la baciò, mettendo a tacere ogni possibile risposta, o accusa, o qualsiasi cosa avrebbe potuto ribattere. Passando sopra tutto quel che era accaduto.

Adesso importava solo quello, importava che lui la sentisse ancora sua, ancora lì per lui, perché quei giorni senza di lei erano stati un inferno al quale non voleva più sottomettersi.

 

La baciò con delicatezza, impedendosi di affondare nella sua bocca con la foga che lo aveva sempre contraddistinto, ma cercando di sentire la risposta e il desiderio di lei.

E fortunatamente non si fece attendere. Sentì la lingua di lei rispondere timida, cercandolo con un bisogno che lo intenerì. La baciò, levando il sapore delle lacrime dalle sue labbra e spargendovi il suo, rimarcando ancora una volta il suo passaggio e la sua proprietà.

E poi l’ abbracciò, forte, nascondendo il viso fra i suoi capelli e beandosi del suo corpo avvinghiato al suo, delle sue mani piccole ma sapienti immerse nei suoi capelli.

 

La sentì tremare, realizzando quando fosse bagnata e infreddolita.

Si staccò e la guardò negli occhi, in quegli occhi che lo avevano stregato dal primo momento in cui li aveva incrociati.

 

“Penso che per prima cosa dovrei riportarti a casa mia.. e trovare un’altra sistemazione a mia cugina Tsukiyomi” Rin sgranò gli occhi, arrossendo

“Tua.. tua cugina?” chiese flebilmente

“Già” la fissò, studiando la sua reazione

“Oh” disse lei, iniziando a sentire tutta la frustrazione e la gelosia scemare, lasciando spazio a un benessere e a una serenità che negli ultimi giorni aveva dimenticato di poter sentire.

“E’ architetto anche lei, e ogni tanto collabora col mio studio, ma non vive in città ed è costretta a trasferirsi da noi per qualche giorno ogni volta”

Rin non seppe cosa dire, vergognandosi all’ istante della reazione folle che aveva avuto solo pochi minuti prima, scappando come una pazza.

“E adesso le devo trovare un altro posto dove passare la serata, immediatamente, perché se non faccio subito l’amore con te rischio di impazzire”

 

 

 

Rin lo seguì, lasciando che lui la tenesse per mano e che la portasse indietro, sotto la pioggia, fino a casa sua.

Quando rientrò nell’ appartamento Sesshomaru sentì un silenzio allarmante. Dov’era finito quel terremoto della cugina?

Avanzò piano, andando verso la cucina, dove trovò un grande biglietto appeso al frigorifero.

 

“Mi è venuta voglia di pizza! Ho incontrato Inuyasha e sto uscendo con lui. Ah, dormo a casa sua! ;)  Tsuki“

 

Gli venne quasi da sorridere. Quella furbastra aveva capito tutto.

Tornò con passo lento verso Rin, guardandola indifesa e spaesata, come se non fosse mai stata lì. Pensò che tutte quelle emozioni, la paura di perdersi e di non potersi amare più, dovevano averla scossa davvero tanto.

L’ abbracciò forte

 

“Mia cugina si è volatilizzata. Abbiamo la casa tutta per noi..”

 

Le prese i fianchi e studiò la sua espressione, leggendo ora un po’ di quell’ abbandono che aveva sempre accompagnato i loro momenti insieme. Ma era ancora così impaurita..

La baciò piano accarezzandole i capelli bagnati

 

“Rin..” le disse a fior di labbra “lasciati amare”

 

Tornò a occuparsi delle labbra, conscio di averla rincuorata e ammorbidita con le sue parole. Sentì infatti la lingua di lei rispondere piano ai suoi assalti, ricercandolo con la stessa voglia di esplorarsi, di infiammarsi.

 

“Sei tutta bagnata” le sussurrò poi a un orecchio, andando con le mai a sfilarle la giacchetta. La lanciò sul pavimento, e andò subito a dedicarsi alla maglia.

Era letteralmente incollata al suo corpo, e piano la sollevò, godendosi quei centimetri di pelle rivelata, messa a nudo, così perfetta.

Quando le sfilò l’indumento rimase fermo a contemplarla per qualche secondo, beandosi del suo sguardo arrossato, delle coppe di pizzo piene e bisognose di attenzioni.

Poteva esistere creatura più bella?

E lui come aveva potuto perderla per ben due volte, quando era già stato così dannatamente fortunato solo per averla incontrata?

Non avrebbe mai e poi mai permesso a se stesso, né a lei, di separarsi di nuovo.

 

“Dio, Rin..” tornò a baciarla, avvolgendola con le braccia e cercandola stavolta con più energia. Non ce la faceva davvero più, aveva aspettato troppo a lungo di riaverla sotto il suo tocco.

Scese con le labbra a baciarle il collo, e poi l’ incavo fra i seni, sentendo le braccia di lei circondagli la testa e bearsi del contatto della sua lingua calda con il suo petto freddo e bagnato.

 

Quasi s’inginocchiò, scendendo a baciarle la pelle e arrivando fino alla gonnellina. Con mani sapienti abbassò la cerniera e la fece cadere in basso. Quel profumo che si sprigionò, quell’ odore a lui così noto, ma sempre così inebriante lo avvolse come una droga.

Si rialzò piano, prendendola e mettendosela a cavalcioni.

 

La sentì gemere, quando la fece letteralmente sbattere contro la sua erezione.

La vide sospirare, e arrossire terribilmente.

 

Piano andò verso la sala, che era semplicemente la stanza più vicina.

Non avrebbe resistito fino alla camera, ne era certo.

 

Si sedette sul divano, con lei sopra.

 

Le slacciò il reggiseno e riaffondò in quella valle tondeggiante e profumata, mentre lei cercava di sbottonare la camicia di lui.

 

Al sentire le sue mani fresche a contatto col suo petto caldo qualcosa scattò in lui, e decise che non poteva davvero attendere oltre.

 

Si tolse brutalmente la camicia, rompendo i bottoni ancora attaccati. Alzò Rin quel tanto che bastava per potersi calare giù i pantaloni, e rimanendo finalmente nudo sotto di lei.

Rin avvampò sentendo l’asta calda premere su di lei. Sentì il corpo rispondere e accendersi sotto quella promettente erezione, e scoprì di essere in trepidazione.

Lo voleva, voleva unirsi all’ uomo che amava e sentirsi finalmente al sicuro fra le sue braccia, incastrata al suo corpo in quel modo conosciuto e indissolubile.

 

Lui la guardò negli occhi, bloccandole il viso a pochi centimetri dal suo e giocherellando contemporaneamente con le sue mutandine.

 

“Mi sei mancata da morire..” toccò spudoratamente il suo sesso attraverso l’ indumento fradicio.

“E ti desidero follemente” senza lasciarle tregua spostò il tessuto di lato, esponendola in tutta la sua bellezza.

Le baciò le labbra, posizionandosi sotto la sua apertura

 

“Ti amo..” le sussurrò, beandosi di quello sguardo che ricambiava ogni sua emozione, ma che ancora aveva bisogno di tempo e di lui per potersi abbandonare come sempre.

La baciò ancora, facendola scendere piano sulla sua erezione, riempendola con tutto il suo ardore e dando inizio a una danza passionale e infinita di cui mai si sarebbero stancati.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Mmmh, che ve ne pare? Ammetto di non essere pienamente soddisfatta, non so qualcosa non mi convince.

In questo capitolo comunque, abbiamo la situazione della coppia principale in stand-by, Kagome relegata in casa e nei suoi pensieri, Inuyasha chiuso nella sconfitta che ha dovuto incassare.

Sango e Miroku nelle vesti di cupido cercano di aiutare i due, e nel prossimo capitolo vedremo finalmente qualcosa smuoversi.

Infine, Rin e Sesshomaru.. non potevo certamente lasciarli divisi! Forse il Sesshomaru delle mie storie è un po’ troppo melenso e sdolcinato, me ne scuso con le fan del demone arrogante e taciturno, ma proprio non posso dire di no al mio lato romantico :D

 

Per chi non la conoscesse, Tsukiyomi è una sacerdotessa che appare nell’ episodio 139 dell’ anime. Nella mia storia è inserita  puramente per far ingelosire Rin :D

 

Ringrazio chiunque continui a seguirmi, ve ne sono assai grata!
Spero che il capitolo nonostante i miei dubbi possa essere di vostro gradimento!

 

Aruko

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