Runaway Candy -il dolce prezzo dell'amore.

di ValeUchiha07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capito II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIV ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXV ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXVI ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVII ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXVIII ***
Capitolo 29: *** Capitolo XXIX ***
Capitolo 30: *** Capitolo XXX ***
Capitolo 31: *** Capitolo XXXI-Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


RUNAWAY CANDY –  Il dolce prezzo dell’amore

 

Capitolo I

Era passata oramai più di una settimana da quando Sakura aveva ricevuto quell’invito.       

Era passata oramai più di una settimana da quando la sua concentrazione al lavoro era andata a farsi fottere. 

La giovane dottoressa non riusciva a capacitarsi di come una semplice carta rigida color pesca avesse potuto risvegliare in lei fantasmi e ferite mai cicatrizzate. 

La ragazza era totalmente investita da ricordi, dolori e sofferenze e non prestava minimamente attenzione alla persona all’interno del suo studio.                                                                                          

Poteva citare il contenuto della lettera a memoria, non che fosse particolarmente difficile, per la frequenza con cui era solita prenderla, leggerla e tenerla fra le dita.

 

“ Sakura Haruno e Compagno. Il Signor e la Signora Haruno hanno l’estremo piacere di invitarla al matrimonio della loro figlia Ino con Sai Yamanaka, il Sabato 25 Giugno alle 15:00 nella Chiesa Parrocchiale di San Paolo. Gli Sposi saranno lieti di salutare parenti ed amici nella settimana precedente alle nozze presso Villa Haruno. E’ gradita gentile conferma.”

 

La sola idea di tornare a Suna, a casa la destabilizzava. 

Ancora dopo cinque anni non era pronta a rivedere gli occhi delusi di suo padre e quelli severi di sua madre arresa, da tempo, all’idea che non sarebbe mai riuscita a cambiarla, a renderla perfetta, a renderla Ino. 

Non sarebbe voluta tornare neanche per il matrimonio di sua sorella.

Sin da bambine chiunque le avesse viste insieme avrebbe fatto fatica a dirle sorelle, a rintracciare dei tratti comuni. Effettivamente Sakura ed Ino erano, pressoché, il giorno e la notte. Lei corti ed insoliti capelli rosa, occhi verdi, snella e poco formosa; l’altra lunghi capelli biondi, occhi azzurrissimi, sinuosa e provocante nelle sue giunoniche forme. 

Se già nell’aspetto fisico erano agli antipodi, le differenze maggiori continuavano a palesarsi ancor di più a livello caratteriale. La rosa era una ragazza all’apparenza timida, riservata, diligente e per lo più restia ai ricchi salotti cui la sua benestante famiglia era solita partecipare. La bionda, al contrario, sembrava nata per vivere in quell’ambiente sfarzoso in cui il suo essere esuberante, carismatico e seducente si muoveva perfettamente.


A causa della sua natura titubante e riservata la madre aveva, per lungo tempo, cercato di rendere Sakura presentabile ed adatta all’alta società ma il risultato fu uno scandalo ed un fiasco senza precedenti. 

Una sconfitta talmente grande che aveva portato la ragazza ad andarsene da casa, a trasferirsi a Konoha ed ad iniziare qui una nuova vita in cui fosse semplicemente Sakura, e non la strana e fuori luogo figlia dei ricchi coniugi Haruno. 

Impugnando quella partecipazione nuziale, la ragazza poteva solo immaginare la faccia compiaciuta di sua madre nel far apprendere a tutti che la figlia prediletta finalmente convolava a nozze, dopo un lungo fidanzamento, con il giovane e ricco rampollo Yamanaka. 

Sakura sognava solo che un giorno quello sguardo pieno di soddisfazione sarebbe potuto esser rivolto anche a lei. 

Lo scappare a Konoha, però, cinque anni fa aveva reso questo desiderio impossibile. A posteriori, sicuramente, non era stata la scelta giusta ma l’aveva fatto principalmente per i suoi genitori e non l’avrebbero mai saputo. 

A Konoha, Sakura aveva finalmente trovato la sua dimensione, lontana dalle malelingue che l’avevano giudicata senza ritegno dopo il misfatto. 

Naturalmente, all’inizio non fu semplice badare a sé, senza poter contare sugli agi, i comfort ed i soldi della sua famiglia ma la ragazza riuscì a tirar fuori una forza sovrumana che non credeva di avere, raggiungendo in breve tempo, tutti gli obiettivi che si era prefissata.


A Konoha era così riuscita ad imporsi, laureandosi a pieni voti in medicina e diventando poi, sotto l’ala protettrice del miglior medico della città Tsunade, un’importantissima e nota primario, seconda a nessuno nonostante la giovane età.                                     


Il fiore di ciliegio era finalmente fiorito. Sakura, dopo anni, si sentiva fiera di sé, e perfettamente a suo agio nei propri panni. Tutto ciò che possedeva, lo doveva solo ai suoi sforzi e ai suoi sacrifici. 

La straordinaria e serena primavera esistenziale nella quale viveva era stata, però, ora, come un fulmine a ciel sereno, scossa da un semplice e rigido foglio color pesca che aveva riportato alla luce il suo unico insuccesso, la sua più grande sconfitta, il suo solo obiettivo ancora da depennare: l’esser apprezzata dai suoi genitori per il suo essere e per le decisioni prese in passato.


Dopo la fuga da Suna, la rosa aveva tagliato i ponti con tutti, tranne che con sua sorella. 

Ino aveva mantenuto nei suoi confronti quel solito atteggiamento protettivo e difensivo che mostrava per la sorella sin da bambine. 

Nonostante le mille differenze, le due erano, infatti, estremamente legate e proprio in virtù di questo forte e speciale legame, la giovane primario era cosciente del fatto di non poterle causare un tale dispiacere declinando il suo invito e rigettando la sua volontà di volerla come prima damigella in un giorno per lei così importante. Sakura sapeva quanto Ino silenziosamente avesse, in quegli anni, lavorato per riallacciare i rapporti fra lei ed i suoi genitori, difendendola sempre a spada tratta sebbene fosse all’oscuro dei motivi che cinque anni fa l’avevano spinta ad intraprendere un passo così avventato ed inaspettato. L’aveva fatto e basta perché le voleva bene.


Quell’invito stesso, seppur così formale e distante da parte dei suoi genitori era la prova tangibile e concreta del suo operato. L’Haruno era quindi cosciente che fosse oramai giunto il momento di impugnare la cornetta e darle conferma.


Ino lo meritava, le aveva già mentito abbastanza. La bionda aveva, infatti, provato più volte a raggiungere la sorella a Konoha ma Sakura, per non crearle maggiori problemi con i suoi, aveva inventato scuse su scuse per impedirle di venire, mettendo dapprima davanti i suoi impegni lavorati e poi una relazione inesistente con un ragazzo perfetto che Ino bramava da tempo di conoscere e che a quanto pare auspicava di vedere alla sua cerimonia dato quel e compagno” che affiancava il suo nome nella lettera di partecipazione. 

Sakura in meno di 72 ore doveva non solo preparare una scomoda valigia ma doveva anche e soprattutto trovare un fidanzato all’altezza delle sue bugie. Era un labirinto di menzogne e segreti dal quale non era in grado di uscire.

 

-S A K U R A! Mi stai ascoltando?                                                                                                      

 

Il rimprovero di una donna bionda sulla cinquantina, ridestò completamente Sakura dallo stato di trance in cui era piombata, facendole cadere la rigida carta color pesca dalle mani.  

La ragazza guardò così finalmente il suo mentore Tsunade negli occhi.                                                                                                

 

-Veramente no, Signorina mi scusi.  

-Dicevo. Sbuffò. Mi sembra chiaro che tu abbia un problema. E’ una settimana che ti osservo e non intenzione di lasciare il tuo ufficio finché non mi dirai cosa ti passa per la mente. L’ospedale ha bisogno di te al 100%. Sono a tua completa disposizione.

                                                                                                         

Sakura guardò la donna con occhi commossi e pieni di gratitudine. Si era legata a Tsunade sinceramente. A lei doveva tutto, il suo lavoro, il suo benessere, la sua serenità. Tutto era legato a quell’ospedale e di conseguenza a Tsunade. Nessuno aveva mai creduto tanto in lei.

Era la persona più vicina ad un famigliare che ora avesse.

 

-E’ una storia lunga e complicata… cominciò la ragazza già con la voce rotta.                                                                 

-Tranquilla abbiamo tutto il tempo di questo mondo.  

 

In quella stanza, all’interno dello studio di Sakura, le gerarchie ospedaliere erano venute meno, completamente sgretolate. C’erano solo due donne che si conoscevano, si volevano bene ed avevano fiducia l’una nell’altra, non il primario dell’ospedale e la sua caposala.

 

-Ok Signorina Tsunade ora le dirò tutto, la prego mi aiuti non so che fare!Ecco perché sono venuta a Konoha. Questa lettera, questa maledetta carta rigida pesca è il mio problema!

 

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Capitolo 2
*** Capito II ***


Capitolo II

Suna. Cinque anni prima.

Ero sempre stata restia al partecipare alle feste mondane cui io e la mia famiglia eravamo settimanalmente soliti andare. Le trovavo, così, noiose, artefatte, quasi surreali.
Decisamente non il posto adatto per una ragazza come me.
Mi sentivo sempre inadatta, fuori luogo.

Odiavo la sensazione di tutti quegli sguardi scrutatori puntati addosso, pronti senza remore a ferirti al primo passo falso.
Odiavo, oltremodo, ostentare la nostra ricchezza, il doversi mostrare perfetti.
Io , senza dubbio, non mi ci sentivo, non lo ero e probabilmente non lo sarei mai stata.
 
Mi ero sempre ritenuta una ragazza fortunata che dalla vita avesse avuto tutto ma la perfezione era altro.
Non mi era mai mancato, certo, alcun tipo di comfort ed avevo una madre presente, alle volte, forse, anche troppo ed un padre che appena il lavoro glielo permetteva, faceva di tutto per esaudire i nuovi desideri delle figlie. Una normale quotidianità, però, ci mancava.
Ero sempre stata convinta, quindi, che le famiglie perfette non esistessero. Ogni famiglia è perfetta a suo modo.

Odiavo dover indossare , settimanalmente, una maschera che sentivo non starmi bene per niente. Volevo essere me stessa.

Quella volta, ricordo, fu ancora più difficile convincere mia madre a lasciarmi a casa. Mio padre stava per concludere un affare molto importante con gli Akasuna e nessuno della famiglia poteva, dunque, evitare di partecipare a quel salotto che sicuramente avrebbe segnato uno degli step iniziali della riuscita della trattativa contrattuale.

Papà gestiva la più importante azienda d’import/export di Suna che riusciva a collegare e a far star al passo con i tempi la nostra isolata cittadina con il resto del mondo.
Per mantenere, però, una così alta linea di connessione risultava necessario inglobare nella società soci che disponessero d’un impero di materie prime da poter permettere, così, alla città d’avere sempre più richieste commerciali e di conseguenza più servizi.
Tanti più amici avevi, tanto più riuscivi ad esser competitivo.
Gli Akasuna rappresentavano, quindi, per l’azienda una vera e propria svolta economica perché erano di loro proprietà la maggior parte delle sabbie bitumose di Suna.

Quella volta, dunque, più che mai non potevo esimermi dall’indossare la mia maschera da cerimonia.
Aiutata, così, come sempre, da Ino e munita del mio vestito migliore, a malincuore, dovetti cedere ai nervi di mia madre.

Tutto procedeva come al solito. Stesso champagne, stesse ostriche, stesso caviale, stesse facce. Tutto procedeva come al solito o almeno così credevo.
Ad un tratto, infatti, un bellissimo ragazzo dai capelli rossi e dai lineamenti estremamente delicati si avvicinò al mio angolo d’isolamento e sfoderando i suoi grandi e profondi occhi nocciola, si presentò.

Oltre che estremamente bello, Sasori, così si chiamava, era un ragazzo dolce, interessante, a tratti insolito e proprio in sua compagnia passai l‘intera stranamente piacevole serata.
Dopo la sua conoscenza, per la prima volta, dopo 23 anni, avevo voglia di tornare ad una festa.
Per tutta la durata dell’evento, mia madre non aveva fatto altro che mandarmi sguardi d’approvazione che ovviamente io non riuscii ad interpretare e a comprendere.
Fu Ino, poi, a districarmi la matassa.

Restai shockata nello scoprire che quel Sasori altri non era che l’Akasuna no Sasori figlio della prestigiosa famiglia con la quale mio padre voleva entrare in società e che di lì a poco sarebbe diventato l’erede di quell’impero di sabbia a causa dell’ormai anziana età del padre.
Restai di sasso ma ricordo perfettamente che la cosa che mi stupì di più fu il fatto che il ragazzo non dimostrasse i suoi trent’anni.

Non passò molto tempo, da quella fatidica sera, che io e Sasori cominciammo a fare coppia fissa.
Mia madre Mebuki era, in quel periodo, la donna più felice sulla faccia della terra.
Il veder le sue due figlie rispettivamente fidanzate con i figli di due delle famiglie più prestigiose di Suna era per lei motivo di gioia e di vanto all’interno dell’alta società. Contrariamente a me, Ino era sempre stata circondata da ragazzi che le facevano la corte e con i quali intratteneva rapporti non più lunghi di ventiquattro ore. Si annoiava facilmente ma con Sai, ora, era diverso, estremamente diverso. Stava cambiando, maturando anche lei. Mia sorella mi raccontava spesso di quanto lo Yamanaka fosse insolito ed avesse il potere di fargli scoprire il mondo da una nuova prospettiva per la quale aveva totalmente perso la testa.
Mia madre aveva per noi sempre desiderato il massimo ed ora lo stavamo avendo.

Tutto sembrava andare alla grande, anche l’azienda aveva preso il volo.
Senza volerlo, il mio coinvolgimento amoroso con il rosso era stato una delle chiavi di riuscita del tanto agognato accordo.
In poco tempo, la nostra famiglia e quella di Sasori erano divenute molto amiche.

Nella serenità ed agio più totale passarono, quindi, otto mesi.
La vigilia di Natale di quello stesso anno, Sasori sorprese tutti chiedendomi in sposa per la felicità mia e di tutti i presenti.
Credevo di toccare il cielo con un dito.
Da quando lo avevo incontrato mi sentivo a mio agio persino all’interno di quei salotti che non mi erano mai appartenuti.
Avevo trovato una mia dimensione.

Un matrimonio a soli ventiquattro anni poteva, forse, dirsi avventato ma io ero sicurissima del sentimento che provavo per Sasori e nessuna paura mi avrebbe fatto desistere. Il mio cuore sentiva che al mondo non sarebbe mai potuto esistere un uomo che mi capisse e leggesse dentro come lui, un uomo migliore di lui.
Mio futuro marito sapeva regalarmi perfettamente attimi di estrema passione e momenti di inaudita innocenza e romanticismo. Era semplicemente perfetto, un mix letale per il mio cuore.

Credevo di vivere in una di quelle favole sulle quali fantasticavo incessantemente da bambina. Avevo sempre sognato l’Amore con la A maiuscola, la mia fiaba personalissima e ora, potevo leggerla. Era chiarissima.
La giovane e timida ragazza da tutti ritenuta strana, insolita che riusciva, finalmente, ad imporsi e a sentirsi a casa grazie all’amore salvifico del bellissimo principe.
Sasori, senza dubbio, poteva definirsi la sua casa, il suo principe.

Per la prima volta, in tutta la sua vita si sentiva bella, persino più bella di Ino e riusciva a cogliere alla perfezione gli sguardi carichi d’amore e d’orgoglio dei suoi genitori.
Credeva d’aver trovata se stessa.

Nulla avrebbe potuto scalfire questa nuova Sakura, nulla avrebbe potuto schiacciarla, nessuno l’avrebbe mai più fatta sentire inadeguata.
Nulla tranne lo scoprire quale mostro si celasse, in realtà, dentro Sasori.

Non c’era nessun principe a salvarla. Nessun Amore degno di tale sentimento.
Era caduta vittima degli effetti della mela avvelenata. Nessun risveglio fu mai più doloroso.
Ogni amore sbagliato ha il suo costo, Sakura decise di tenerlo, amaramente, nascosto.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III

 

La preparazione del matrimonio procedeva a gonfie vele.

Quel giorno avevo, anche, finalmente, trovato il vestito che mi avrebbe reso sua per sempre.



Mia madre ed Ino mi accompagnarono. Non fu facile metterle d’accordo, trovare qualcosa che rispecchiasse i loro gusti ma quell’abito era riuscito in quell’ardua impresa.

Il vedermi bianco vestita mi causò una fortissima fitta al cuore ma non piansi. 

Avevo sempre creduto che il vedermi in abito da sposa mi avrebbe causato un’ampia elargizione di lacrime ma a quanto pare le mie fantasticherie fanciullesche erano errate.



L’unica cosa che volevo era tornare il prima possibile da Sasori, gettarmi fra le sue braccia. 

Anche se era tardi ed io, così, esausta. 

 

Ultimamente, per via degli impegni e dei preparativi nuziali, eravamo troppo distanti.

Decisi, quindi, di fargli una sorpresa, raggiungendolo al lavoro. 

Nell’ultimo periodo mio futuro marito si tratteneva, spesso, lì.

Diceva che così scaricava tutta l’ansia e la tensione che il matrimonio, inevitabilmente, ci causava.

 

Non ricordo la porta del suo ufficio, i gradini corsi per arrivare al primo piano, il mio scalpiccio mentre percorrevo il corridoio, senza accendere le luci tanto la sua porta era semi-aperta e ciò bastava a scorgere il necessario.

Sentivo la sua voce ovattata, ancora lontana. 

Man mano che mi avvicinavo quelle che mi sembravano sillabe divennero gemiti.

Tutti i suoni spezzati sinora pronunciati finirono per condensarsi in un’unica agonizzante parola.

 

Non si baciarono mai e neppure si guardarono negli occhi. C’era solo desiderio fra loro.

Vidi, solo, i loro corpi intrecciati che si desideravano e chiedevano sempre di più.

Vidi, solo, quello che credevo esser il mio principe con la nostra wedding planner.

Vidi il mio ragazzo fare ardentemente sesso con un’altra donna ma la mia testa andava, ancora, per conto suo.

E mi ricordo di un attimo in cui, all’improvviso, sentii al cuore la stessa fortissima fitta provata in mattinata”.

Vidi tutte le mie certezze sgretolarsi come un castello di sabbia davanti a quello spiraglio di luce.

Non avevo trovato alcuna casa, alcun vero amore, nessuna personalissima e magica favola.

Ero, di nuovo, all’angolo della sala. Da sola.

Il sentirmi alle corde, ancora una volta, generò in me una rabbia sovraumana ed incontrollata che mi portò a sbattere rumorosamente e violentemente quella maledetta porta semi-aperta.

Il rumore sordo del mogano ridestò tutti ed ebbe come risultato il catalizzare dei loro occhi lussuriosi sulla mia fragile e spezzata figura.

Ricordo solo silenzio, un pesantissimo e rumorosissimo silenzio e quegli sguardi carichi su di me. 

Decisi di fare qualcosa, stavo soffocando, mi mancava l’aria.


Immediatamente mi scagliai contro di loro, urlando quanto, in quel momento, il ragazzo mi facesse schifo. 

Era un mostro ed io mi ero illusa così tanto d’esser speciale, d’esser unica e bellissima per qualcuno.

Sasori aveva due personalità: una buona, dolce e fanciullesca; l’altra nascosta, diabolica e peccaminosa che sapeva muovere, perfettamente, come i fili di una complicata marionetta.

 

Mi sentii, esattamente, come un fantoccio nelle mani esperte di un burattinaio che aveva saputo approfittare delle mie insicurezze, delle mie debolezze e della mia sensibilità per arrivare, facilmente, all’azienda di mio padre, ricoprendo, così, al suo interno un ruolo di maggioranza. Con il matrimonio, infatti, l’Akasuna avrebbe acquisito anche le mie quote societarie.

 

Non avevo più intenzione di giocare, di farmi usare. 

Nessuno mi avrebbe più visto in quello stato.

Era giunto il momento che Sasori si assumesse le proprie responsabilità.

Non sarei stata di certo io a parlare con i nostri genitori, a spezzargli il cuore e a compromettere per sempre i rapporti tra di loro.

 

Le mie parole al veleno furono, imprevedibilmente, soppiantate dalla risata glaciale, cattiva e diabolica del ragazzo. 

Una risata che mi rivelò, per la seconda volta, in meno di mezz’ora quale essere spregevole fosse.

Scoprii che quelle che fin lì erano state, solo, mie supposizioni, sensazioni erano, in realtà, crude ed amare verità fondate.

Per lui, ero sempre stata una facile preda, il mezzo più rapido per raggiungere i suoi sporchi affari. 

Non c’era un briciolo d’amore nel suo cuore. Era un esser privo di sentimenti.

 

Ebbe, inoltre, anche, l’indecenza di rivelarmi che il tradimento con la wedding planner non fosse stato il suo primo. Ce n’erano, infatti, stati molti altri. 

Io ero stata incapace di vederli. L’amavo e mi fidavo troppo.

Tradita, umiliata, debole ed ingenua, così, mi sentivo.

 

La stoccata finale del rosso non tardò ad arrivare, Sasori mi disse, anche, che se avessi deciso di disdire il nostro matrimonio, lui avrebbe fatto finire, di conseguenza, la collaborazione lavorativa con la società di mio padre, causandogli perdite che difficilmente avrebbe potuto sanare in quel momento. Troppi soldi erano stati investi.

Come poteva essere, così, miserabile.

Come poteva solo lontanamente pensare che il matrimonio ci sarebbe stato ugualmente dopo quanto scoperto. 

Rasentava la follia.

 

Con gli occhi, ormai, impossibilitati a versare altre lacrime e con una forza d’animo che non credevo d’avere, destata solamente nel sentir minacciata la mia famiglia, decisi di scendere a patti con il diavolo.

 

Il matrimonio sarebbe, senza dubbio, saltato, non avevo più intenzione di vederlo, io e le mie improvvise paure e ripensamenti ci saremmo presi la colpa per la mancata celebrazione.

La sua doppia natura sarebbe, così, rimasta nascosta e celata ai nostri famigliari e di conseguenza a tutta l’alta società. 

Del resto, il suo buon nome e il suo potere all’interno dell’azienda erano le uniche cose che gli fossero mai realmente interessate.

D’altro canto, la collaborazione lavorativa con mio padre doveva, però, restare perenne.

Sasori accettò l’accordo di buon grado. 

Una firma e la mia anima era stata venduta.

 

Quella stessa notte preparai le valige e mi imbarcai per Konoha. 

Mi ripromisi di riniziare una nuova vita, di voltare pagina.

Non volevo più sentirmi, così, piccola. 

Non sarei più stata messa all’angolo.

 

Potei, solo, immaginare la delusione e la rabbia dei miei genitori, quando al loro risveglio, invece di me, trovarono un misero bigliettino sul quale avevo scritto che mi dispiaceva ma che non sentendomi, ancora, pronta per un passo del genere, avevo deciso d’andarmene per un po’ di tempo.

Scrissi quel bigliettino con le lacrime agli occhi.

Non avrei voluto lasciarli mai ma scappare mi sembrò l’unica via di fuga da tutta quella fottutissima situazione.

Non potevo sopportare l’idea di dover convivere quotidianamente con i loro sguardi di rammarico e delusione, di dover mentire ai miei genitori.

 

Lo scandalo in cui venne travolta la mia famiglia non ebbe precedenti ed io divenni famosa nelle cronache locali come “Runaway Candy”.

La ragazza dolce, dagli strani capelli rosa confetto che abbandonò i suoi genitori nel pieno del proprio matrimonio.

La ragazza che avrebbe potuto causare il tracollo dell’azienda di famiglia, se non fosse stato per il buon e povero cuore del giovane Akasuna che, nonostante fosse stato abbandonato a pochi giorni dal fatidico si, si impegnò ad appianare le divergenze ed i conflitti che la mia fuga, inevitabilmente, causò.

 

A Suna ero, solo, Runaway Candy: il fugace confetto avvelenato.

  

x x x

 

Diverse emozioni investirono Sakura durante il racconto.

 

Vede Tsunade, ora, dopo cinque anni, questa lettera mi riporterà a Suna, da Sasori e dalla mia famiglia. Non voglio cadere ancora ma non posso rifiutare, Ino non lo merita. E’ mia sorella. Mi ha sempre difeso e sostenuto da tutto e tutti, nonostante non abbia mai saputo niente. Si è sempre accontentata delle mie bugie. Dopo la fuga, l’ho sempre allontanata, mettendo davanti il mio lavoro e poi, alle strette, una nuova relazione amorosa con un ragazzo inesistente che ora conta di conoscere. Sono in un vicolo cieco, di nuovo.

Con fatica, Sakura parlò. Le lacrime, ormai, inghiottivano ogni sua nuova parola.

 

Bambina !” La interruppe, dolcemente, Tsunade. “Non puoi più scappare dal tuo passato. Hai già pagato troppo per il tuo buon cuore. GUARDATI ! Sei una donna eccezionale. Torna e fai vedere che cosa sei diventata. Sei molto di più di uno stupido scandalo di cronaca rosa. Per il ragazzo ho già un’idea. Vieni nel mio ufficio a fine giornata e ti illustrerò bene il piano. Forza e coraggio! Non è questa la dottoressa che ho assunto !

 

Grazie Tsunade…” furono le uniche parole che Sakura riuscì a dire con, finalmente, il sorriso in volto.

 

x x x

 

Con una nuova luce negli occhi, la ragazza prese il telefonino e compose il numero della sorella.

 

Spero tu non abbia cambiato idea ed  io sia, ancora, la tua damigella!

 

Ino, dall’altra parte della cornetta, esplose di gioia.

 

Si, sto tornando a casa! Si, viene anche lui!

 

Le parole fluirono, inconsciamente, veloci, da sole. 

La risolutezza di Tsunade l’aveva convinta. 

Sperava sarebbe andato tutto bene. 

Si fidava della sua mentore ciecamente. 

Lei avrebbe trovato la giusta soluzione .



La rigida carta pesca poteva essere la sua rivalsa.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV


 

Una volta uscita dall’ufficio di Sakura, Tsunade decise di recarsi, prima del solito, dall’ormai amicale paziente della 307.

Ascoltando la turbolenta storia della ragazza ed il suo conseguente bisogno di trovare un ragazzo perfetto che potesse, così, accompagnarla a Suna, la caposala aveva pensato inevitabilmente a lui.


Il ricoverato in questione soggiornava all’ospedale da ben tre anni.

Era arrivato gravemente ferito, dopo un tragico incidente stradale nel quale avevano perso la vita i suoi genitori. 

La Senju e la sua brillante equipe medica avevano fatto il possibile per salvarlo.

Così, alla fine di una lunghissima ed estenuante operazione, il grave paziente poteva dirsi salvo ma per la sua vista c’era, ormai, poco da fare.

Il giovane ragazzo, a causa dei molteplici detriti del parabrezza, aveva acquistato una cecità semipermanente. 

   Non tutto poteva, comunque, dirsi perduto.
 

La sua era, infatti, una situazione curabile. 

La vista, se presa in tempo, poteva esser, con un trapianto di cornea artificiale, curata e recuperata.   

 

L’unico problema stava, però, nel fatto che il paziente, sentendosi il responsabile principale della morte dei suoi, aveva deciso d’imporsi la cecità come pena e rifiutava, così, di firmare la liberatoria per l’operazione.

Nel frattempo che i quattro anni possibili per l’intervento passavano, il ragazzo pagava la retta per restare, in pianta stabile, nella casa di cura che l’ospedale disponeva.

 

Tsunade, più volte, aveva provato a farlo ragionare, a fargli capire che il responsabile della morte dei propri cari non fosse lui e che il suo comportamento feriva molto suo fratello, il suo unico famigliare rimasto in vita.

  Gli sforzi della donna erano, però, stati, sinora, vani.

 

Il giovane le diceva sempre che, in realtà, la cecità era stata la sua salvezza.

Quella maledetta notte non aveva perso, solo, i suoi genitori ma quell’improvvisa gomma bucata gli aveva portato via anche l’innocenza e la spensieratezza del suo fratellino.

Dopo la morte dei genitori, il fratello era, infatti, radicalmente cambiato.

Aveva messo su una corazza che neanche lui, in quegli anni, era riuscito in qualche modo a scalfire.

 

Con il passare del tempo, il ragazzo era riuscito a perdonarsi.

Capiva perfettamente che non poteva esser lui il colpevole di quella improvvisa foratura che aveva provocato il ribaltamento della vettura. 

Era stato un terribile incidente, assolutamente involontario.

Nei confronti del fratello, però, si sentiva, ancora, terribilmente in colpa.

 

Non era disposto, così, a vedere quali danni, a suo dire, irreparabili avesse compiuto sul fratellino. 

Un tempo, tanto estroverso e pieno di vita ed ora, invece, dannatamente incapace ad esporsi.

 

Le ripeteva sempre che sarebbe voluto tornare a vedere, solo se avesse risentito nella voce del fratello lo stesso amore con il quale da bambino urlava il suo nome, la stessa voglia di vivere.

Il fratellino aveva, però, continuato ad indossare la sua maschera fredda e disincantata ed il trapianto, di conseguenza, tardava ad arrivare.

Probabilmente, non sarebbe mai arrivato.

 

Voleva solo un nuovo inizio, un motivo per tornare a sorridere.

 

Tra Tsunade ed il paziente della 307 si istaurò presto un rapporto solido e profondo.

La dottoressa provava piacere ad ascoltarlo e ad alleviarli, quando possibile, le sue pene.

Era un rapporto speciale il loro, un amicizia sincera.

 

Ogni volta che la direttrice ospedaliera si recava da lui, gli lanciava una sfida, una scommessa che aveva come premio finale la firma della liberatoria per il trapianto.

Era iniziato tutto come un semplice gioco ma avevano finito col prenderci gusto ed avevano, così, continuato incessantemente e quotidianamente a giocare.

Tsunade, in fondo, si era sempre dimostrata una pessima giocatrice. 

Non c’erano grossi pericoli.

 

Questa volta, però, la bionda, ormai davanti la 307, sentiva che poteva essere davvero la volta buona.

Aprii la porta.

 

Buongiorno Itachi !.

 

Sei in anticipo.   rispose.

 

Sì, si lo so... “ rise la dottoressa “ma ho una proposta da farti che non potrai proprio rifiutare!.

 

Ancora non ti sei arresa?Ti piace proprio perdere.

 

Ti prometto che se dovessi perdere anche questa volta, dovremmo trovarci un altro passatempo perché io sicuramente non giocherò più con te ed accetterò per sempre la tua stupida e sciocca decisione!.

 

Devi sentirti proprio sicura ! Allora, dimmi tutto! Sono proprio curioso di vedere cosa la tua malsana mente ha pensato questa volta.” Rise di gusto.

 

Tuo fratello, in quello che fa, è davvero così bravo come dici ?

 

“Sì, il migliore sulla piazza. Credo che non appena terminerà l’accademia non ci metterà molto a sbarcare il lunario. Cosa c’entra, però, Sasuke con noi? “ chiese Itachi, sempre più curioso.

 

Tsunade sapeva perfettamente di aver catturato, con quella domanda, la sua totale attenzione. Era sempre così, quando veniva tirato in  ballo Sasuke.



Perfetto! La mia primaria, Sakura, ha un grosso problema con la sua famiglia. Li ha lasciati cinque anni fa per proteggerli dal tracollo finanziario ma loro non lo sanno. Si è trovata incastrata da un viscido mostro con il quale è dovuta scendere a patti…ma questo non deve interessarti…il fatto importante è che adesso la sorella, fra tre giorni, si sposa ed ha bisogno di un ragazzo che si finga il suo fidanzato, un'altra bugia bianca che ha inventato per tenerli alla larga dal suo segreto. Vorrei aiutarla ed avrei pensato che dal momento che tuo fratello è un attore potesse fare al caso suo! Potresti chiamarlo e chiederli se è disponibile per tutta la prossima settimana?

 

Se mi passi il cellulare, te lo chiamo immediatamente. A quanto pare ci tieni molto a questa ragazza! Anche se ancora non capisco cosa c’entri tutto questo con la nostra solita scommessa!.

 

Sì, Sakura mi sta molto a cuore. Dopo la chiamata ti dico tutto. Grazie mille Itachi!

 

Tsunade aspettò che l’amico digitasse il numero del fratello e restò in silenzio per tutta la durata della loro, breve ma fondamentale ai fini della scommessa, telefonata.

 

 

Perfetto! Grazie fratellino. Sì ho capito! Glielo riferirò subito, tranquillo. A presto, ciao!.

La dottoressa era agitatissima. Desiderava davvero per il bene della sua ragazza che il fratello di Itachi fosse disposto ad aiutarla.
Le aveva promesso di darle una mano ma se saltava Sasuke, al momento non aveva altre idee.
Non aveva un piano “B”.
Aveva costruito tutto, scommessa compresa, sulla base di quel si.
Aspettava ansiosa.

 

Allora?.” Lo incalzò subito, mentre si era avvicinata per raccogliere il telefonino che Itachi le porgeva.

 

Ha accettato. L’ho dovuto pregare un po’ ma alla fine ha ceduto. Vuole solo parlarci prima per mettersi d’accordo con lei meglio su tutto. Dagli il suo numero,tanto fra le tue cartelle lo hai già. Contenta?.

 

Non sai quanto! Bene, riferirò tutto a Sakura dopo. Grazie mille, davvero!

 

Figurati, per un’amica, questo ed altro! Ora, però, possiamo venire alla nostra scommessa?.

 

Non avrei saputo dirlo meglio!.Tsunade lo fece stare sulle spine ancora un po’ poi ruppe il silenzio.

 

Hai sempre detto che saresti voluto tornare a vedere solo se avessi sentito qualcosa in Sasuke cambiare. Beh io scommetto che dopo questa settimana con Sakura qualcosa in lui cambierà. Quella ragazza può davvero scaldare la sua anima, riaccendere quella fiamma spenta da troppo tempo. Ha un cuore d’oro e..



Si sente che ci tieni molto!” la interruppe Itachi.

 

SÌ MOLTISSIMO!.” Rispose sinceramente. “Se dopo la settimana a Suna sentirai Sasuke uguale, accetterò amaramente la sconfitta. Altrimenti, avrei dato ad entrambi un motivo per ricominciare. E’ questa la mia proposta! Allora, Uchiha, che fai accetti?.

 

Itachi ci pensò su.

In fondo, alla ragazza serviva un attore e Sasuke lo era ed era, anche, piuttosto bravo.
Inoltre, sarebbe stato più che felice per lui se avesse saputo che la compagnia di quell’insolita ragazza gli avesse fatto bene al cuore.
L’avrebbe saputo, finalmente, dopo anni, sereno, spensierato, non più solo.
Si sarebbe sentito un po’ meno in colpa per quel suo cambiamento caratteriale.
Avrebbe, in fine, potuto accettare di tornare a vedere i suoi profondi occhi neri ritrovando in essi qualcosa di quel bambino che tanto gli mancava.

Entrambi potevano essere utili l’uno all’altro.

 

Questa volta, l’hai pensata proprio bene Tsunade! Non oso immaginare che scusa avresti inventato se mio fratello non fosse stato disponibile.” Rise. “Accetto la sfida ma voglio avere il piacere, anch'io, di conoscere questa ragazza!.

 

x x x

Dopo la discussione avuta con Tsunade nel suo ufficio, Sakura aveva ripreso in mano, con passione, il proprio lavoro e soprattutto la sua vita.
Il conforto ricevuto dallo sfogo e dall’aiuto promessole dalla dirigente ospedaliera era stato miracoloso.
Un balsamo per la sua anima tormentata.

 

Finalmente, la rosa aveva trovato nella risolutezza di quella donna il coraggio necessario per un passò così importante.
Il sentirsi dire da una donna del calibro di Tsunade quanto valesse, le aveva fatto aprire gli occhi e credere che il matrimonio di Ino potesse essere, in realtà, la sua rivalsa.

 

Dopo cinque anni, poteva, infatti, dimostrare ai suoi genitori i frutti della lontananza, poteva far vedere la forte donna che era diventata e che era germogliata proprio la notte dell’addio a Suna.

 

Mai come dopo il conforto con Tsunade, Sakura si sentiva pronta ad affrontare ed ad incontrare, di nuovo, gli occhi dei suoi e quelli, se sfortuna avesse voluto, di Sasori.
Sicura del fatto che specchiandosi l’uno nello sguardo dell’altro, il rosso non avrebbe più visto in lei un vittima bensì una guerriera bellissima di cui avere tremendamente paura.

 

Dopo la chiamata con Ino, la giornata lavorativa trascorse rapida.
Così a fine turno, con grande curiosità, si avviò verso lo studio della dottoressa Senju.

 

Tsunade la invitò ad entrare e a prendere posto sulla poltrona fronte la sua scrivania, dietro la quale la formosa e bellissima donna l’attendeva da tempo per esporle la sua soluzione al problema.

 

Scusi il disturbo…” ruppe il silenzio Sakura.

 

Tranquilla, da quando mi hai raccontato la tua storia mi sono mobilitata affinchè un mio vecchio amico mi procurasse il numero del ragazzo che potesse fare al caso tuo.Le rispose, allungando verso la ragazza un bigliettino sul quale con una bella grafia era scritto il numero di un certo Sasuke.

 

Vedendo Sakura, ancora intenta a studiare il fogliettino, incalzò.

E’ un attore, o per meglio dire presto lo diventerà. Sta, infatti, per finire l’accademia di recitazione e cosa più importante ha accettato di aiutarti. E’ a tua completa disposizione per tutta la prossima settimana. L’unica cosa che vuole è, però, sentirti prima per potersi mettere meglio d’accordo con te. Sempre se vorrai accettare la mia idea, ti consiglio di chiamarlo stasera!.

 

Man mano che Tsunade continuava nella sua digressione, la bocca di Sakura si apriva sempre più per lo stupore.
Tsunade, in meno di 6 ore, era riuscita ad organizzare perfettamente tutto, a trovarle un ragazzo che sarebbe potuto diventare, senza troppi problemi, qualsiasi uomo avesse voluto.
Una parte di lei si maledì per non essersi confidata prima con la sua mentore.
Si sarebbe risparmiata dei grossi e lunghi pianti.

Iniziava a pensare che potesse, davvero, funzionare.

 

Avevi bisogno di un professionista. Il tempo non è senza dubbio dalla tua parte e beh è stato un piacere trovarlo!.” Le sorrise la bionda.

 

Non so davvero come potrò mai sdebitarmi, Signorina!.

 

Non devi, infatti. Il tuo impegno ed il tuo lavoro qui all’ospedale sono già la tua ordinaria e straordinaria ricompensa.

 

Anzi, aggiunse “se proprio mi ci fai pensare, c’è una cosa che puoi fare per me… INCANTALI SAKURA! Voglio che li incanti tutti, così come quattro anni fa, incantasti me durante la specialistica. 

 

Le sono immensamente grata. Davvero non so che dirle. Grazie, grazie ed ancora grazie!.

 

Se mi ringrazi ancora, Sakura, giuro che disdico tutto!

 

Scusi signorina e graz…” Tsunade la fulminò, bonariamente, con lo sguardo.

 

e a domani!.” Concluse Sakura, ridendo.

 

Una risata liberatoria che ben presto contagiò anche la Senju.
Era una risata colma di speranza.

La bionda guardò la giovane abbandonare il suo ufficio con sguardo materno.
In quegli anni, si era legata sinceramente alla rosa e per lei non provava semplice stima.
Avrebbe voluto una figlia come lei.
Di questo, Tsunade era certa.

Sperava, davvero, che tutto andasse secondo i suoi piani. 
Lo desiderava davvero tanto.

 

 

 

 


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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo V

 

Uscita dall’ufficio di Tsunade, Sakura si avviò verso casa, investita da un mix d’emozioni differenti.

Una climax ascendente di sensazioni che andavano dalla gratitudine alla paura più totale.

 

Ad ogni semaforo, la rosa posava il suo sguardo sul bigliettino che la Senju le aveva dato e che ora si muoveva libero sul cruscotto dell’auto.

Una fitta al cuore la colpiva ogni volta.

 

L’Haruno doveva ammettere che Tsunade avesse avuto proprio una bella trovata.

Un attore era esattamente ciò di cui aveva bisogno.

Era stato un grosso colpo di fortuna, se ne rendeva assolutamente conto.

Era, infatti, a dir poco assurdo pensare di poter trovare il ragazzo perfetto con quei pochi giorni di cui disponeva.

L’ultima volta che si era fidata del suo sesto senso, delle sue prime impressioni era andato tutto a rotoli.

Un fiasco catastrofico.

 

Doveva tornare a casa, dai suoi genitori, da Sasori e da quelle persone che l’avevano giudicata pesantemente e senza mezzi termini e voleva esser assolutamente impeccabile.

Mosse false non erano accette.

Non poteva, dunque, chiaramente, affidare la sua rivalsa ad un ragazzo qualsiasi che sarebbe potuto diventare una mina vagante, una variabile impazzita nel suo piano di riconquista. 

 

Aveva bisogno di un professionista.

Voleva sicurezza.

Desiderava, per la prima volta in vita sua, la stessa artefatta perfezione che la madre aveva sempre ricercato in lei.

 

In quei cinque anni passati lontani, i suoi genitori le erano mancati terribilmente.

I primi anni furono, senza dubbio, uno shock per la ragazza.

Mai, Sakura avrebbe potuto immaginare di dover passare diversi Natali e Pasque da sola con quel suo segreto, senza il calore di alcun famigliare accanto.

 

Con il senno di poi, avrebbe potuto chiamarli, farsi sentire ma ogni volta che ci aveva provato la voce le si era spezzata in gola.

Non era pronta.

Si sentiva, dopo anni, ancora, così in colpa.

La ragazza non aveva completato il suo radicale ed estremo percorso di formazione.

Non aveva, del tutto, vinto la sua personale battaglia con se stessa e con i suoi fantasmi passati.

 

Ora, però, era tutto diverso.

In quei cinque anni, Sakura era davvero maturata e cresciuta.

A Konoha, era fiorita ed era diventata una splendida donna che in molti ammiravano, prima su tutti Tsunade.

Era divenuta una donna risoluta, forte, brillante, con un cuore ed una forza d’animo smisurati e senza pari.

La nuova Sakura era, evidentemente, lontana anni luce dall’innocente e spensierata ragazza di Suna.

 

Era giunto, quindi, finalmente, il momento di pensare solo a se stessa e a ciò a cui più teneva e le stava a cuore.

Non aveva più scuse.

 

Un attore era, esattamente, ciò di cui aveva bisogno.

Era stato un bene che la Signorina ne conoscesse uno.

Per un attimo , in quei giorni di sconforto, aveva, persino, pensato di ricorrere ad un gigolò ma la sola idea l’aveva ripugnata moralmente e l’aveva, così, immediatamente, scartata.

 

Sasuke, a quanto le aveva detto Tsunade, era un giovane promettente, bravissimo nel suo lavoro, abituato, dunque, ad improvvisare e a calarsi in qualsiasi parte.

Risultava perfetto ed ideale al caso suo.

Sakura immaginava che la Senju non avesse fatto, poi, molta fatica a pensare, immediatamente, a lui.

 

Per dir più, per quello stereotipo che lega indissolubilmente la bellezza al mondo dello spettacolo, la ragazza si era ritrovata, già, a fantasticare sul possibile fascino del ragazzo.

Certo, la rosa sapeva benissimo, l’aveva imparato a sue spese, che non fosse l’abito a far il monaco ma sapeva, anche, perfettamente, quanto questo contasse e fosse di peso nell’ambiente in cui era nata.

La possibile bellezza del suo accompagnatore sarebbe potuta essere un primo piccolo colpo all’ego smisurato di Sasori.

La sua prima rivincita verso quel diavolo rosso.

 

Dimostrare che donna fosse diventata, far vedere i risultati di questa lunga lontananza e dei suoi studi, mostrare quanto indipendente ed autonoma fosse, presentare un ragazzo all’altezza delle solite aspettative, erano sfide che il giovane primario voleva vincere, facendo, dopo tanto, ritorno a casa.

 

Voleva dare uno smacco morale non solo all’Akasuna ma anche a tutte quelle persone che, come lui, l’avevano fatta sentire all’angolo.

Voleva, però, soprattutto, con tutto il suo cuore, rivedere la sua famiglia e strappargli, alla fine della settimana, un sorriso che avrebbe potuto segnare un nuovo inizio.

 

Nonostante le loro opinioni spesso discordi, Sakura non aveva mai smesso di amarli e volergli bene.

Del resto, si era ritrovata a vivere lontana da loro proprio per salvaguardare il nido famigliare.

L’investimento economico, infatti, che aveva portato, ai tempi, il padre ad entrare in società con la famiglia di Sasori era stato notevole e a questo, si erano poi, presto,  aggiunte le cospicue spese per il suo matrimonio.

La mancata celebrazione ed il conseguente smascheramento di Sasori avrebbero causato ingenti perdite, difficili da recuperare in quel momento.

 

Decise, così, che i suoi genitori non sarebbero stati vittime dei suoi sbagli, della sua ingenuità.

Per colpa sua, non potavano perdere tutto.

 

Il patto firmato con quello che sarebbe dovuto essere suo marito fu un grande atto di coraggio ma la ragazza volle, però, risparmiarsi il peso di dover convivere con  quel segreto, guardando tutti i giorni gli occhi delusi e feriti dei suoi.

Non era forte abbastanza.

 

A posteriori, la Sakura di oggi si sarebbe, forse, comportata diversamente ma non è con i “se” che si fa la storia.

Ora, poteva, con le sue nuove forze, riconquistare la sua famiglia, riscrivere un nuovo finale.

 

Era un’occasione che difficilmente la vita gli avrebbe ripresentato.

Doveva esser colta al volo.

 

Prese, con risolutezza, il bigliettino datole da Tsunade e scese dalla macchina.

 

Era giunto il momento di sciogliere tutta la tensione che in quei giorni aveva accumulato per via di quell' invito di partecipazione color pesca.

Si concesse, così, un lungo e rilassante bagno caldo.

 

L’acqua riuscì a scrollarle di dosso tutti i brutti pensieri e a donarle una nuova freschezza, intrisa di curiosità ed adrenalina.

 

Dopo giorni, riuscì a mettere, con appetito, qualcosa sotto ai denti.

Nessuna bistecca fu più buona e gustosa di quella che ora stava gustando.

Anche l’insalata che le faceva da contorno aveva un sapore diverso.

Il vino che si versò nel calice la inebriò di una nuova felicità.

 

La sua mente andò ancora a Tsunade.

Non l’avrebbe mai potuta ringraziare abbastanza.

Sorrise al sol pensiero.

Poi, ricordò.

 

se dovessi accettare la mia idea, ti consiglio di chiamarlo stasera.

 

Doveva chiamarlo ed anche al più presto possibile.

Non poteva rischiare di perderlo ancor prima di averlo conosciuto.

Se la tirava troppo per le lunghe, rischiava che il ragazzo potesse avere altro da fare in quei giorni.

Il tutto era fuori discussione.

Aveva bisogno di lui.

 

Aveva, davvero, bisogno di lui.

 

Corse, telefono alla mano, a recuperare il bigliettino ed in fretta digitò il suo numero.

Attese a lungo ma nessuno rispose.

L’agitazione, immediatamente, la colse.

In quel suono meccanico e ripetuto stavano tornando, prepotentemente, alla carica tutti quei brutti pensieri.

 

Richiamò ancora e un’altra volta ancora.

Solito risultato.

 

Lo sapeva quel troppo pensare e rilassarsi l’avevano distolta dall’unica cosa che andava fatta.

Era sempre stata una ragazza goffa, impacciata, sbadata.

Questo era un aspetto del suo carattere che neanche Konoha era riuscita a migliorare.

 

Con la mano, mimò il gesto di scacciare via tutta la negatività che, in quegli attimi di attesa, l’aveva sovrastata.

Doveva combattere per ciò che voleva.

Non poteva, già, darsi per sconfitta.

 

Richiamò.

 

Quando cazzo capirete che dovete lasciarmi in pace! ”urlò la voce, dall’altro lato della cornetta. “Non sono interessato a nessuna delle vostre fottutissime promozioni.

 

Doveva agire e subito.

Non si era preparata neanche uno straccio di discorso che avesse un qualche senso logico, a cuasa dell’ansia che il ricordo delle parole di Tsunade le aveva generato ma doveva muoversi.

Rischiava seriamente che il ragazzo le riagganciasse prontamente e violentemente il telefono in faccia.

 

Voleva dormire sogni tranquilli quella notte.

Voleva sentirsi dire che non ci fossero cambi di programma improvvisi.

Voleva essere sicura che lui partisse con lei.

 

Chiamo per conto della Dottoressa Senju…” disse velocemente e di getto “mi ha detto di chiamarti per potermi mettere meglio d’accordo con te sull’impegno della prossima settimana.

 

Ah, sei tu che finora mi hai tartassato di chiamate?

 

Sì, ero io anche prima.

 

Sei proprio una bella noiosa palla al piede.” le rispose ancora particolarmente seccato.

 

Scusami se ti ho disturbato ma mi avevano suggerito di chiamarti questa sera, non sapevo fossi impegnato. Se vuoi ti richiamo quando sei più libero.

 

Era mortificata.

Non voleva disturbarlo, né tanto meno fare la parte della rompiscatole.

 

No, no…va bene adesso. Non rischio di farmi esplodere la testa di nuovo.

 

Ok… fece mesta Sakura.

 

Era lì, intenta a riflettere su come impostare e migliorare la loro conversazione quando lui, sempre con tono severo, la precedette.

 

Ho controllato la mia agenda, per la settimana prossima non ho nessun impegno o lezione importante quindi posso accompagnarti ma questo l'avevo, già, detto. Per discuter meglio sulla parte e sul copione, però, suggerisco di vederci domani sera alle 20:30 all’Ichiraku Resturant. Ci sono problemi?

 

No, è perfetto! Ci vediamo domani allora e scusami, ancora, tanto per prima.

 

Tsk.” agganciò.

 

Aveva una bella voce profonda.

Non si stupiva che fosse un attore ma su i suoi modi sgarbati aveva molto da ridire.

In fondo, si era scusata.

 

C’erano, già, dei punti che sarebbero dovuti, assolutamente, cambiare.

Non era, certo, un uomo arrogante e poco loquace quello che sognava al suo fianco.

Le aveva detto, però, che l’avrebbe accompagnata e questo l’aveva, momentaneamente, rassicurata.

Aveva tutta una cena a disposizione per rifarsi.

 

Era felice, serena.

Avrebbe dormito tranquillamente.

 

x x x

 

 

Ci mancava solo questa! Che enorme seccatura mi hai dato Itachi.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI

 

 

Una parola.

Cinque lettere.

ANSIA.

 

Era questo lo stato in cui Sakura riversava.

 

Da quando si era alzata i suoi pensieri non facevano altro che spingerla ad indugiare sulla cena con il ragazzo che Tsunade le aveva miracolosamente trovato.

L’avrebbe finalmente visto, conosciuto.

Avrebbe, inoltre, dovuto esporgli a grandi linee i punti fondamentali della sua messa in scena, gettare le basi della sua parte e soprattutto avrebbe dovuto metterlo in guardia e a conoscenza della sua complicata e delicata situazione famigliare.

 

Il raccontarsi, il doversi esporre con uno sconosciuto l’agitava, quindi, terribilmente.

Aveva paura di sentirsi giudicata di nuovo.

Non c’era, però, altra soluzione.

Era al centro della pista da ballo ed avrebbe ballato.

 

Del resto, era scesa a compromessi ben peggiori.

Per dir più, aveva visto l'effetto miracoloso che aveva avuto su di lei il condividere con qualcuno il proprio segreto.

Certo, sinora c’era riuscita solo con Tsunade ma questo era un piccolo enorme dettaglio che per ora preferiva sorvolare.

 

Lo faceva per se stessa ma principalmente per Ino e per la sua famiglia.

Aveva sempre tenuto a loro più di qualsiasi altra cosa al mondo.

Non voleva restare in quest’esilio auto esistenziale ancora a lungo.

Voleva compiere un piccolo e primo passo avanti verso il confine del loro cuore.

Voleva riniziare a sentirli.

Non poteva scappare per sempre.

Non lo voleva più.

 

La giornata lavorativa era trascorsa in fretta.

Amava il suo lavoro ed il tempo all’ospedale scorreva molto velocemente.

All’interno di quella struttura, il suo essere si trasformava e trovava tutte le certezze e sicurezze che nella vita di tutti i giorni le mancavano.

Ogni giorno in ciò che faceva, Sakura metteva sempre la stessa grinta e lo stesso entusiasmo della prima volta.

Nonostante i problemi che la opprimevano e con i quali conviveva, il giovane primario, infatti, era sempre stato impeccabile al lavoro.

 

Mentre la rosa percorreva con grandi e rapide falcate il corridoio, la dottoressa Tsunade la fermò.

 

 

Dottoressa Haruno finalmente ti ho trovata! Non ti disturberebbe mica passare, prima di andare via, dal paziente della 307 e cambiargli le bende? Io ho un impegno improvviso.” le disse muovendo ritmicamente, davanti i suoi occhi, la cartellina che teneva saldamente in mano.

 

Non c’è problema dottoressa. Ho da poco finito il mio giro di visite, non mi costa nulla aggiungerne un’altra.” le sorrise.

 

 

Tsunade aveva davvero avuto un imprevisto lavorativo ma  aveva, anche, già, promesso ad Itachi di fargli conoscere Sakura e di mandargli lei per la medicazione.

Aveva subito pensato così di unire l’utile al dilettevole.

Il ragazzo aveva, infatti, insistito molto affinché potesse incontrala e voleva accontentarlo.

 

Il giovane paziente voleva, infatti, sentire da vicino cosa avesse di tanto speciale questa ragazza per meritarsi tutta quella fiducia da parte della Senju.

Desiderava scoprire perché  la sua amica avesse deciso di giocarsi e rischiare il tutto per tutto proprio con lei.

Per di più, voleva instaurare un contatto con il primario per ascoltare, in futuro, la controparte della storia di modo da stabilire con maggiore certezza e chiarezza l’esito della scommessa con la vecchia dottoressa.

 

Sasuke era sempre stato un ragazzo estremamente riservato.

Itachi sapeva perfettamente che avrebbe fatto un'estrema fatica per farsi raccontare l’intera settimana lavorativa.

Con il fratellino, ne era cosciente, avrebbe dovuto insistere parecchio.

Aveva così bisogno di un punto di vista a trecentosessanta gradi per giudicare meglio quali effetti il viaggio a Suna avesse potuto sortire su di lui.

Per far ciò, quindi, doveva iniziare a conoscere e a relazionarsi con la ragazza in questione.

 

A passi veloci, Sakura giunse alla casa di cura e alla stanza 307 in cui il suo ultimo paziente attendeva le dovute cure mediche.

Diede due colpi ben assestati alla porta e poi entrò.

 

 

Buongiorno, Sono la Dottoressa Haruno. Va tutto bene? Sono qui per cambiarle le bende.

 

Buongiorno Dottoressa. Grazie, tutto bene. Come mai Tsunade ha mandato voi, oggi. Lo chiedo perché dalla voce mi sembrate molto giovane, dovreste avere impegni migliori a quest’ora che cambiare le bende ad un povero cieco.” rispose Itachi solare, facendo finta di non conoscere i motivi per i quali la ragazza fosse lì.

 

La Dottoressa Senju ha avuto un contrattempo e mi ha chiesto di sostituirla. Stia pur tranquillo, la sua medicazione mi porterà via solo pochi minuti, niente di grave che possa far saltare i miei programmi. Ho un grosso debito con la signorina. Nulla la ripagherà mai abbastanza. Spero solo non le dispiaccia la mia presenza.” si lasciò sinceramente andare la rosa.

 

 

Sono molto felice che ci siate voi. Sa, mi fa molto bene sentire voci nuove.” le sorrise lui di rimando.

 

Ha ragione. E’ un piacere anche per me. Inizio subito, allora, a toglierle le bende.

 

Vi prego non datemi del lei, mi fa sentire così vecchio! ”  la riprese.

 

Lo farò solo se lo farete anche voi con me.” fece Sakura canzonatoria, sottolineando con la voce quel “voi”.

 

Affare fatto. Chiamatemi, chiamami semplicemente Itachi.” si corresse lui immediatamente.

 

Ben volentieri, Itachi.

 

 

Sakura procedeva abilmente a medicare e a fasciare gli occhi del ragazzo.

 

Hai detto, quindi, di avere degli impegni questa sera…scusami Sakura, non vorrei disturbarti o sembrarti sgarbato, di solito non sono neanche così ficcanaso ma è bello poter parlare con qualcuno quando si passa così tanto tempo qui dentro da soli.

 

Non devi scusarti, fa piacere anche a me parlare con te. Comunque sì, questa sera ho una cena molto importante con un ragazzo.

 

La rosa si stava pian piano lasciando andare.

Il ragazzo la tranquillizzava molto e la rendeva piacevolmente serena con i suoi modi di fare così gentili ed educati.

Si sentiva a proprio agio.

Magari, quella sera non sarebbe stato, poi, così difficile confidarsi con quell’attore.

Ultimamente sembrava riuscire ad aprirsi facilmente.

 

Provava una tenerezza naturale per Itachi.

Lo sentiva vicino.

Così lontano ed isolato volontariamente dal mondo reale ma bisognoso più che mai di un rapporto concreto con la realtà.

 

 

E’ il tuo fidanzato? “ chiese il paziente per metterla volutamente in difficoltà.

 

No, cioè… ecco…ehm…Diciamo che siamo agli inizi! “ rispose titubante lei in evidente imbarazzo.

 

 

Itachi potette immaginare, senza troppa fatica, di che colore fossero diventate in quel momento le guance della ragazza.

Sakura, d’altro canto, si concesse una mezza verità come risposta.

In fin dei conti, quel ragazzo sarebbe dovuto diventare il suo compagno per tutta la prossima settimana.

 

 

Era, davvero, con lui agli inizi di una relazione.

Doveva semplicemente abituarsi all’idea di non esser per quel breve prossimo periodo single.

 

 

Capito, ti faccio tutti i miei migliori auguri, allora.

 

Ah, non sai quanto ne ho bisogno.” disse sincera.

 

Perché ? E’ un ragazzo difficile?

 

Beh no. Diciamo che di primo acchito, solitamente non risulta molto simpatico, tutto qui. Piuttosto pragmatico e sgarbato.

 

Del perché gli stesse dicendo queste piccole cose non lo sapeva neanche lei.

Si sentiva al sicuro con Itachi.

Si fidava.

Non aveva avuto grosse difficoltà, con lui, nel dar fiato a quei pensieri che aveva abbandonato una volta entrata in ospedale.

Era una specie di affinità elettiva quella che percepiva nei suoi confronti.

Qualcosa di molto particolare.

 

Del resto, la cena si stava avvicinando e l’ansia inevitabilmente stava tornando minacciosa.

Le faceva bene parlare.

 

 

Devi esser molto paziente.” la ridestò l’Uchiha con quella affermazione che arrivò all’orecchio della ragazza quasi più come un consiglio che come una semplice asserzione.

 

Senza dubbio. Sono una ragazza che sopporta parecchio. Ho le spalle belle larghe ma quando arrivo al culmine è meglio starmi alla larga.” rise Sakura.  Poi, seria continuò. 

Credo, però, che quando si ami veramente qualcuno si è disposti ad accettare tutto dell’altro, pregi e difetti. L’Amore è un continuo venirsi incontro, un mettersi alla prova quotidianamente, fiducia incondizionata. Bisogna risvegliare il meglio di se stessi e donarlo senza misura. Fare un passo indietro per stare, in realtà, sempre avanti

 

Era partita per la tangente.

Era sempre stata una ragazza romantica.

Non aveva alcun problema o paura nel parlare d’amore.

 

Scusami parlo sempre troppo! Ho finito, comunque, ora ti lascio in pace.” si auto rimproverò.

 

E’ stato un piacere ascoltarti, invece, Sakura.

 

 

 

 

Mentre sentiva i passi della ragazza farsi più ovattati, Itachi iniziava fortemente a comprendere il perché Tsunade avesse riposto così tanta stima e fiducia in quella strana ragazza.

 

Sakura era una giovane pura, genuina, senza freni.

Nonostante si percepissero chiaramente le sue passate sofferenze, si sentiva quanto ancora credesse nella forza dei sentimenti più profondi.

Si avvertiva  nella sua voce limpida, acuta e cristallina quanto fosse leale, sincera.

Una ragazza fortissima che della vita amava tutto, vittorie e sconfitte.

Una donna, ancora forse ingenuamente bambina, che affrontava le cose di pancia, senza nascondere le proprie emozioni che, anzi, sputava in faccia con una semplicità e tenerezza disarmante.

 

La giovane dottoressa era esattamente l’opposto di suo fratello.

Il suo esatto contrario.

Non si sarebbe stupito se il loro incontro sarebbe potuto essere un disastro completo.

Quella ragazza aveva davvero bisogno di un milione di auguri.

Una piccola parte in fondo al suo cuore desiderava davvero che fosse paziente con Sasuke.

Se è vero che gli opposti si attraggono, quella sera sarebbe, di certo, finalmente avvenuto il ricongiungimento di due anime destinate a stare insieme per sempre.

 

Tsunade, questa volta, ci aveva più che visto giusto.

Sakura Haruno poteva essere realmente d’aiuto all’anima fredda di suo fratello, poteva concretamente risvegliare il suo essere bambino, facendogli riprovare così il calore di sentimenti sinceri e puri, dimenticati da tempo.

 

 

x x x

 

 

 

Uscita dalla camera 307, il giovane primario si sentì piacevolmente strana.

Quel giovane paziente, con quel suo tono di voce così pacato e caldo, l’aveva rassicurata, distesa.

Non era stato per niente difficile aprirsi e parlare con lui.

 

Sperava che il ragazzo che di lì a poco avrebbe incontrato, avesse avuto lo stesso potere calmante di Itachi.

Una giornata “no” poteva, in fondo, capitare a chiunque.

Non doveva lasciarsi abbattere dalle prime impressioni avute.

Un libro non si giudica mai dalla copertina.

Odiava quando gli altri lo facevano o l’avevano fatto con lei.

Si ripromise così, dunque, di cancellare dalla mente la spiacevole telefonata.

Con Sasuke avrebbe riniziato da capo.

Sarebbe andata alla grande.

 

 

Piena di buoni propositi, si affrettò così a tornare a casa.

Non voleva commettere errori e l’arrivare in ritardo, chiaramente, non era assolutamente contemplato.

In fondo, il loro era un appuntamento di lavoro.

 

Si precipitò nella vasca da bagno e si rinfrescò per bene, lavando via la stanchezza di un’altra piena ed intensa giornata lavorativa.

Con l’accappatoio ancora stretto al corpo, Sakura si posizionò di fronte alla cabina armadio ed iniziò a studiare il suo guardaroba.

 

Voleva fargli una buona impressione.

 

Da quando viveva senza Ino, aveva cominciato a curare personalmente il suo look.

A Suna era sempre stato tutto più facile.

Lei era sempre così indecisa mentre la sorella, con un solo sguardo, era sempre riuscita ad individuare il vestito giusto per lei e per l’occasione.

Ino era stata, quindi, per diversi anni la sua personalissima ed atipica fata madrina.

Ora, anche in queste piccole cose era da sola ed aveva pian piano imparato a cavarsela.

 

Aveva praticamente gettato l’intero contenuto dell’armadio sul letto, quando finalmente guardandosi allo specchio si sentì comoda nell’abito scelto.

Non voleva apparire al ragazzo troppo formale, in fin dei conti erano coetanei e non si sentiva a proprio agio nell’interpretare il ruolo della frigida ed austera datrice di lavoro.

D’altro canto, però, non voleva neanche apparire troppo informale.

La faccenda era per lei particolarmente seria e di vitale importanza.

 

Optò, così, alla fine, per una semplice canotta nera, coperta da una lunga giacca rossa a maniche a tre quarti, un pantalone navy a righe bianche e nere ed un bel sandalo rubino con il tacco largo.

 

Raccolse, poi, i suoi capelli, lasciando fuori alcune ciocche lisce sul davanti, in un’elegante treccia a spina di pesce ed applicò un trucco molto naturale e leggero.

 

Mise le chiavi di casa, quelle della macchina, il cellulare ed il portafoglio in una pratica e carina pochette nera con le borchie dorate. 

Infine, si diede un’ultima occhiata allo specchio, restando compiaciuta del risultato d'insieme.

Ino sarebbe stata fiera di lei.

 

Guardò l’orologio, 20:15.

Era pronta.

Una fitta allo stomaco la colpì violentemente.

Doveva andare.

 

Una parola.

Cinque lettere.

ANSIA.

 

 

  

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

     

 

 

 

 

  

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Capitolo VII

Capitolo VII

 

 

Sakura arrivò velocemente all’Ichiraku Resturant.

In fin dei conti, il locale non era molto distante da casa sua ed essendoci già stata ricordava perfettamente dove fosse.

Niente era andato storto.

Era stato davvero un gioco da ragazzi.

 

Quando l’attore le aveva detto telefonicamente che il loro incontro sarebbe avvenuto lì, il primario era rimasto molto contento.

Il ristorante in questione le era sempre piaciuto parecchio e l’aveva, sin dalla prima volta, colpita molto.

L’aveva trovato molto sobrio, a tratti minimalista, al contempo elegante ed estremamente tradizionale. 

La cucina, poi, divina.

Erano in molti a ritenerlo, non a caso, il miglior ristorante giapponese della città.

Da queste prime piccole premesse, la rosa poteva asserire che il ragazzo avesse per lo meno buon gusto.

 

A Konoha, l’Ichiraku Resturant era infatti una vera e propria chicca.

Un locale che aveva saputo fare della semplicità il suo piatto forte.

Lo trovava perfetto per il loro primo ed essenziale incontro.

 

Mentre si stava avviando con ampie falcate all’ingresso del ristorante, ad un tratto, Sakura si arrestò bruscamente.

La ragazza si ritrovò improvvisamente a riflettere sul fatto che il ragazzo non le avesse detto con precisione che si sarebbe, egli stesso, incaricato della prenotazione del tavolo.    

Effettivamente al telefono non era riuscita a farsi dire molto.

Era stato un colloquio piuttosto sgarbato,veloce e pragmatico.

L’attore poteva magari dare per scontato che questa formalità dovesse essere una sua prerogativa, essendo lei l’interessata maggiore all’incontro.

L’Haruno, però, non aveva di certo chiamato, troppo impegnata al lavoro e stanca mentalmente ed ora rischiavano entrambi di restare all’asciutto.

 

L’Ichiraku Resturant era infatti un locale piccolino e di conseguenza sempre pieno.

La prenotazione preventiva risultava quindi l’unico modo per assicurarsi un coperto.

 

Diamine! Perché sono sempre così sbadata?Come ho fatto a non pensarci prima!sbuffò concitata la ragazza fra sé e sé.

 

Tutto quello stress, accumulato dall’arrivo della carta di partecipazione color pesca, le stava facendo perdere il buon senso.

Al di fuori dell’ospedale, Sakura perdeva sempre involontariamente il suo autocontrollo e tornava ad essere la ragazza spaesata di Suna.

Lontana dalla struttura pubblica, non aveva certezze ed il suo esser, seppur rafforzato dall’indipendenza acquisita, ritornava a muoversi titubante.

Ogni qual volta ci fosse qualcosa che la toccava personalmente e le interessava particolarmente la giovane smarriva la retta e ferrea via decisionale.

Aveva ancora così tanta paura di sbagliare, di lasciarsi soggiogare e di restare delusa.

 

Lo strascico della vicenda con Sasori continuava a seguirla come un’ombra.

 

 

Al diavolo!

 

 

Ora entrava e chiedeva di un certo Sasuke.

Sperava fra l’altro che il suo solo nome le sarebbe potuto bastare.

In questo momento, a Sakura non importava che il loro incontro fosse puramente ed esclusivamente lavorativo.

Era pur sempre una cena fra un uomo ed una donna.

La cavalleria non poteva essere miseramente scomparsa.

 

In caso contrario, sarebbe mestamente tornata a casa.

Non aveva alcuna intenzione di farsi redarguire ancora come un’inetta e come una grossa ed inutile palla al piede.

 

Il primario poteva accettare l’idea che quel attore fosse un essere arrogante e poco loquace ma anche i peggiori ranocchi nascondo dentro di loro il loro essere principi.

Aveva già baciato un rospo a vuoto, non ne voleva certamente un altro.

Questa volta sognava e pretendeva il principe.

 

 

 

Buonasera Signorina.” la salutò di buon grado una ragazza giovane e carina dai lunghi capelli castani.

 

Buonasera.le sorrise Sakura. “Ho un appuntamento con un ragazzo. Si chiama Sasuke.” continuò la rosa, mentre abbassava trepidante i suoi occhi sulla lista di prenotazione.

Sperava tanto di trovare il suo nome.

 

Sì, il suo ragazzo è arrivato da poco. E’ di là che l’aspetta. Venga le mostro la strada e se me lo permette le faccio i miei complimenti. E’ davvero un gran bel giovane.” rise l’addetta alla reception mentre le allungava il suo braccio.

 

Sakura accettò il gentile aiuto ed avvampò di rimando.

 

Grazie.” rispose solo timidamente, tirando un gran bel respiro di sollievo.

 

Sasuke al telefono era stato davvero irritante ma fortunatamente aveva galantemente pensato a tutto.

Nella sua mente, si era così, in qualche modo, già riscattato.

L’aveva chiamato sicuramente in suo momento “no”.

 

Più si avvicinava, più l’ansia in Sakura tornava prepotente.

Era agitata.

Terribilmente agitata.

Quel repentino andirivieni all’ingresso era stato un primo chiaro segnale del suo stato attuale.

 

Dopo la debacle amorosa con l’Akasuna, il primario non aveva avuto più alcun contatto con il mondo maschile.

A Konoha, si era fatta degli amici ma non era più uscita da sola con uomo.

Non ne sentiva il bisogno.

Non voleva più sbagliare e lasciarsi soppraffare dai suoi strarpanti sentimenti.

Sasuke era il primo ragazzo che vedeva dopo così tanto tempo.

 

Eccolo è al tavolo in fondo.” indicò la sua destinazione la receptionist con l’esile dito. “Buon proseguimento.” le sorrise ancora una volta, facendo graziosamente ritorno alla sua postazione di lavoro.

 

Era sola.

Pochi passi la distanziavano, ora, da lui e dalla sua schiena.

Aveva delle belle spalle larghe.

Le vedeva chiaramente.

I piedi si mossero involontariamente, per inerzia, da soli e giunse così velocemente al suo cospetto.

 

Sono Sakura.” fece uscire di getto per catturare la sua attenzione, stendendogli la mano.

 

Sasuke.” rispose composto lui, alzando gli occhi sulla sua esile figura e rispondendo alla sua presentazione con una presa ferrea.

 

 

Sakura restò senza fiato.

Le mancava l'aria. 

Quello sguardo puntato addosso l’aveva come gettata in una potente illusione.

Non aveva mai visto degli occhi simili, di un nero così intenso da poterci sprofondare dentro.

Occhi profondi, bellissimi ed imperscrutabili.

 

La signorina all’ingresso non le aveva mentito.

Sasuke era un ragazzo davvero affascinante.

Dai lineamenti precisi e ben marcati che risaltavano benissimo e alla perfezione quel suo sguardo d’ebano magnetico. 

I capelli, anch’essi neri come la pece, erano lasciati ribelli, selvaggi.

Tutta la sua figura emanava un’aurea di irresistibile mistero.

 

La rosa non si stupiva per niente che fosse un attore.

Aveva un viso che bucava lo schermo.

Era bello, bello da togliere il fiato.

 

Entrambi, durante quella stretta di mano, si studiarono per un breve tempo che sembrò alla ragazza infinito.

 

Sakura, ancora in piedi, si accomodò così al suo posto.

 

 

Spero di non averti fatto attendere molto.” si sentì in dovere di dirgli per iniziare la conversazione. Sapeva di essere stata puntuale ma voleva comunque essere gentile ed educata.

 

No, sono qui da poco.” le rispose sereno.

 

I signori vogliano scusarmi…li interruppe un cameriere, porgendo loro il menù.

 

I ragazzi cominciarono così a sfogliare la carte.

 

Due menù degustazione andranno benissimo.rispose prontamente e sicuro il moro all’inserviente.

 

Da bere signori invece cosa vi porto? 

 

Un Sauvignon Blanc, grazie.” continuò a rispondere l’attore.

 

Sarò da voi il prima possibile. Buon proseguimento di serata.” si congedò il cameriere.

 

A Sakura non restò altro che sorridere.

Sasuke aveva davvero pensato a tutto.

Una parte di lei era felice per questa sua convincente presa di posizione.

Si conosceva e sapeva perfettamente che ci avrebbe messo un eternità per decidere.

Di certo, non voleva far aspettare nessuno.

 

D’altra parte, però, era rimasta un po' male del fatto che il ragazzo non avesse prestato la benché minima attenzione ai suoi gusti.

Aveva a malapena aperto il menù.

Le sarebbe piaciuto indugiare un poco di più sugli orientali nomi delle pietanze.

 

Il ragazzo sembrò leggerla nel pensiero.

 

E’ tutto molto buono qui. Non fa alcuna differenza mangiare un piatto piuttosto che un altro. Il risultato è sempre lo stesso.

 

Sì, hai ragione. Sono venuta diverse volte a mangiare qui ed è sempre tutto sopraffino.” gli sorrise accomodante la ragazza, cercando di non prendere la sua ultima affermazione come un rimprovero.

 

Come mai hai bisogno di un attore? ” interruppe Sasuke i convenevoli sul cibo, andando dritto al nocciolo della questione.

 

Beh…ecco…io…

 

Era completamente andata nel pallone.

Ogni parola le pesava e le si arrestava in gola.

Sapeva ovviamente che avrebbero dovuto parlare di quella questione ma si aspettava un po’ più di tatto.

L’aveva presa totalmente impreparata ed in contropiede.

Il suo sguardo puntato addosso carico, quasi indispettito per via della sua titubanza, non l’aiutava per niente.

Al momento, le sembrava difficilissimo aprirsi con lui.

 

Sicuramente, Sasuke non era l’accomodante paziente della 307.

Sembrava avere infatti il contrario potere di farla agitare ancor prima di qualsiasi mossa o parola.

 

 

Ecco il vostro vino.

 

In suo aiuto era fortunatamente arrivato il cameriere che aveva preso prima il loro ordine.  

A fine serata sarebbe stata molto generosa con lui.

Gli avrebbe sicuramente lasciato una grossa mancia.

 

Sakura aspettò in silenzio, cercando di formulare un discorso sensato nella sua mente, che il maître versasse elegantemente il vino nei loro calici.

Poi, dopo che il ragazzo terminò il suo lavoro e li lasciò di nuovo soli, calò velocemente in una sola volta l’intero contenuto del bicchiere.

 

Sperava di trovare nel vino il coraggio ed il contegno necessari per cominciare a parlare ed ad aprirsi con quel affascinante sconosciuto.

 

 

Non vedo la mia famiglia da cinque anni. Per di più, mia sorella si sposa ed intende conoscere il ragazzo con il quale crede che sto.” sputò la ragazza tutto d’un fiato.  

  

Non era sicuramente quello il discorso che si era pian piano preparata.

L’ansia l’aveva vinta di nuovo.

Il vino era stato un pessimo alleato.

D’impeto, aveva così iniziato a dire le prime cose che le erano passate per la mente.

 

E questo sarebbe il tuo problema? ” domando scettico l’attore, alzando il sopraciglio. 

 

No, il mio problema non è tutto qui.” controbatté questa volta la ragazza più risoluta.

 

Lo voglio sperare. Dai, ti ascolto.” le sorrise sarcastico.

 

Il suo atteggiamento la stava indispettendo parecchio.

Non credeva fosse corretto, da parte sua, trattarla con tutta quella sufficienza.

Il ragazzo non poteva neanche lontanamente immaginare quanta sofferenza ci fosse nel suo cuore straziato e quanto fosse, di conseguenza, difficile rivelargli un tale segreto.

La sua era una confessione importante che meritava il giusto tatto e rispetto.

 

Fece un bel respiro profondo.

 

Cinque anni fa, ho lasciato Suna ed ho preso la ferrea decisione di ricominciare, qui a Konoha, la mia nuova vita da sola e lontana da tutti. Non sai quanto sia stato difficile  per me vivere lontana dalla mia famiglia. E’ stato come averli persi per sempre.

 

Sakura aveva già la voce spezzata e gli occhi lucidi.

 

La solitudine è un dolore che non ha nulla a che vedere con il vivere lontana dai propri genitori. Sei terribilmente noiosa.  fece severo e visibilmente alterato l’attore.

 

All’udire dell’attacco verbale del moro, Sakura non riuscì più a trattenersi.

Scoppiò a piangere.

Erano lacrime di rabbia e sofferenza.

Come poteva quel ragazzo non prestare minimamente attenzione ai suoi sentimenti, alle sue parole soffiate.

Non sapeva niente di lei ma continuava incurante, nonostante tutto, ad attaccarla, rimproverarla ed offenderla.

 

Poco le importava, adesso, se a fine serata non avrebbe più avuto un ragazzo da presentare a sua sorella.

Era passata sopra alla vecchia e sgarbata telefonata ma ora non poteva più resistere.

Il comportamento altezzoso e saccente del attore aveva superato il suo alto limite di sopportazione.

 

Doveva difendersi.

L’esperienza con Sasori era stata più che sufficiente.

Nessuno poteva giudicarla in quel modo, senza il minimo rispetto.

Ben che meno uno sconosciuto.

 

 

Sì, è vero il vivere lontano dalla propria famiglia non significa essere soli. Non mi sarei di certo sentita così persa se avessi potuto chiamarli, sentirli ma purtroppo non è stata una mia decisione. Non li ho lasciati per uno stupido capriccio, per un qualche gioco o per una questione di indipendenza. Sono dovuta andare via per proteggerli. Da cinque anni custodisco un pesante segreto con il quale ho imparato a fatica a convivere e non ti permetto di giudicarmi così superficialmente! Ho lasciato tutti i miei affetti perché non volevo che fossero loro a pagare per i miei sbagli. Tengo alla  mia famiglia più di qualsiasi altra cosa al mondo e mi uccide sapere che la mia fuga li abbia delusi ma ero giovane, ancora più ingenua di quanto non sono, non potevo far altro. Non so se tu abbia mai amato qualcuno così tanto da essere disposto anche a gettarti nelle fiamme più alte dell’Inferno pur di salvarlo…beh, io con loro ci ho provato ma sono rimasta bruciata viva.

 

 

Lo sguardo di Sasuke, man mano che Sakura parlava con rabbia e a fatica, cambiava.

Del resto, aveva agito come suo solito d’istinto ed aveva finito per accusarla duramente.

Fino a quello sfogo sincero, il moro aveva creduto che l’allontanamento della ragazza dalla famiglia fosse dipeso esclusivamente da quella stupida bugia sul finto fidanzato e da un qualche scialbo capriccio adolescenziale.

Non aveva percepito tutto quel dolore che ora, invece, gli arrivava dritto e prepotente in faccia.

C’era tanto altro dietro che non era stato in grado di vedere.

 

Era stato avventato, sgarbato e maleducato ma sapeva di non rispondere del suo solito autocontrollo quando sentiva parlare di legami famigliari persi.

Riteneva che fosse decisamente assurdo e sciocco privarsi della propria famiglia per futili questioni quando si aveva ancora la concreta possibilità di ritagliarsi insieme dei momenti felici.

Sapeva perfettamente che quel tempo non sarebbe più tornato.

La sua situazione famigliare aveva preso però il sopravvento ed aveva finito così inevitabilmente per ferire ed attaccare la ragazza.

All’Uchiha i suoi genitori mancavano tanto.

Non avrebbe voluto lasciarli per nulla al mondo.

 

Ora, Sasuke era davvero curioso di conoscere cosa nascondesse questa strana ed improbabile committente.

Voleva sapere tutto di lei e della sua storia.

Voleva ascoltare.

Nei suoi grandi occhi verdi lucidi aveva rivisto i suoi.

 

So bene cosa significa vivere all'Inferno. Però spiegami perché hai dovuto lasciarli? “ chiese sincero.

 

Sakura avvertì qualcosa di diverso nella sua voce prima tanto dura, sicura, fredda e distaccata.

Le sembrava realmente colpito.

I suoi occhi soprattutto non sembravano più così imperscrutabili.

 

Cercando di trattenere il più possibile le lacrime, l’Haruno decise che gli avrebbe raccontato tutto.

Per lo meno, per fargli capire quanto di grosso si fosse sbagliato sul suo conto.

 

Il primario così ripercorse meticolosamente la sua vita a Suna, dai conflitti con la madre sino al incontro apparentemente salvifico con Sasori.

Raccontò al ragazzo la delicata situazione finanziaria dell’importante e nota azienda di famiglia e di quanto questa rischiasse di essere compromessa con la fine della storia con l’Akasuna.

Ricordò il suo stato d’animo nell’apprendere di essere stata vittima di una tale presa in giro e di quanto si sentì umiliata nel trovare quello che credeva d’essere l’amore della sua vita in compagnia di un’altra donna.

Ancora nel parlarne si sentiva così stupida.

Gli rivelò quindi, infine, la natura doppiogiochista del ex fidanzato e del loro tacito compromesso e di come il suo mondo dopo quella notte cambiò radicalmente e fu sbattuto senza ritegno sulla cronaca scandalistica locale.

 

 

…Decisi di voltare completamente pagina, di ricreare qui a Konoha la nuova me stessa. Francamente non credo neanche di esserci riuscita così bene.

Mi vidi dunque costretta a scappare. Ero troppo debole per convivere con i quotidiani sguardi delusi e feriti dei miei genitori.

Ora, però, mia sorella Ino si sposa e non posso di certo mancare al suo matrimonio. Non lo merita. E’ stata sempre disposta a difendermi, nonostante le mie bugie ed i miei continui allontanamenti.

Con o senza l’aiuto di qualcuno, tornerò a Suna. Non posso più scappare dal mio passato.

 

Per quanto  si fosse sforzata, alla fine della confessione, Sakura era completamente in lacrime.

Doveva essere bruttissima.

 

Quasi come se di nuovo l’avesse letta nel pensiero, Sasuke le porse un fazzoletto di stoffa.

 

Vai al bagno. Rinfrescati un po’. Io ti aspetto qui.

 

L’attore si sentiva inevitabilmente in colpa per essere stato il responsabile principale di tutte quelle lacrime.

Suo fratello Itachi aveva ragione nel ripetergli sempre che fosse un tipo troppo irruento ed impaziente.

Quella strana ragazza dai capelli rosa non meritava di esser trattata in quel modo.

Il suo cuore d’oro non lo meritava.

 

Dopo l’incidente stradale che aveva brutalmente ucciso i suoi, l’Uchiha, proprio come il primario, aveva allontanato suo fratello per non dargli maggiori pene e preoccupazioni.

Voleva deresponsabilizzarlo un po’, dimostrargli che era in grado di cavarsela da solo.

Sarebbe scappato anche lui di casa per il bene dei suoi genitori e dell’impero di famiglia.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro.

 

In fondo, non erano così diversi.

 

Durante l’assenza della ragazza, l’attore decise che avrebbe voluto darle sinceramente una mano, offrendole il suo aiuto.

Si sarebbe impegnato ad esser gentile e a farsi dir di sì.

Questa volta non per accontentare la richiesta del fratello maggiore ma piuttosto perché era realmente desideroso di aiutarla.

La giovane aveva bisogno di un professionista.

Lui era il migliore sulla piazza.

Sperava solo che fosse ancora disposta a starlo a sentire ed ad accettarlo, nonostante il suo pessimo modo di fare.

 

 

Al bagno, Sakura si calmò, si risistemò il trucco e riprese contegno.

Era completamente svuotata.

Non avrebbe mai potuto immaginare che la cena potesse essere un tale disastro.

Lei e Sasuke sembravano totalmente incompatibili.

 

Fece così ritorno al tavolo con l’unica intenzione di restituirgli il fazzoletto, lasciare la sua quota per la cena ed andarsene.

Del resto, non avevano più molto da dirsi.

 

L’Haruno stava per ridargli il quadrato di tela e congedarsi, quando il moro la stupì.

 

Sasuke.” disse sicuro, stendendogli la mano.

 

Era sempre stato un ragazzo di poche parole che preferiva i fatti ai lunghi discorsi.

Stava provando a suo modo di rimediare, di riniziare tutto da capo, dimenticando il pessimo inizio.

La ragazza sembrò capire le sue intenzioni.

 

Sakura.” rispose titubante alla stretta di mano.

 

Sinceramente, non sapeva bene perché avesse risposto al suo insolito tentativo di scuse.

Stava di fatto però che aveva sentito il bisogno di rispondergli.

Avvertiva l'insolita e forte sensazione che anche lui avesse bisogno di lei.

La rosa giurava di aver visto una nuova luce nei suoi profondi occhi neri.

Si ritrovò involontariamente attratta nuovamente da loro.

Il suo sguardo aveva su di lei uno strano e pericoloso potere incantatore.

 

A Sakura tornarono inconsciamente alla mente le parole del paziente della 307.

 

Devi essere paziente.

 

Non sapeva spiegarselo ma ci stava provando.

Sinceramente.

Il suo sesto senso la spinse a sedersi e a riprendere posto di fronte a Sasuke.

 

Sentiva di star facendo la cosa giusta.

 

 

   

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


 

Capitolo VIII

 

 

In quella seconda stretta di mano, gli occhi di Sakura e di Sasuke si ritrovarono di nuovo l’uno nell’altro e riuscirono a dirsi quello che a parole avrebbero impiegato anni.

 

La giovane donna era tutto fuorché una stupida.

Aveva capito perfettamente che l’attore non fosse il genere di ragazzo abituato a scusarsi, ad esporsi e a parlare troppo.

Era sicuramente un tipo molto più pratico, abituato ad andare subito al sodo.

La rosa aveva quindi compreso a pieno che quel gesto fosse il suo insolito modo per chiederle scusa, per offrirgli ancora il suo aiuto, per provare a ricominciare tutto da capo, dimenticando il disastroso inizio.

 

Certo, il suo giudizio era stato pesante e l’aveva ferita ma quel suo sguardo l’aveva imprigionata.

Era qualcosa difficile da spiegare.

A Sakura non era mai successa una cosa del genere ma aveva la netta sensazione, ogni volta che sprofondava in quel abisso profondo, che Sasuke avesse molto di più da dire ed offrire.

Guardandolo fisso negli occhi, poteva giurare a sé stessa che fosse molto di più del cliché del ragazzo bello, dannato e tremendamente stronzo.

 

Il primario si appigliò a questa viscerale impressione con tutta la sua forza per giustificare così il ricambio alla stretta di mano.

Ovviamente il passato con Sasori doveva esserle da monito, ciò nonostante decise di seguire comunque il proprio istinto.

 

C’era una fiamma particolare nei suoi occhi d’ebano che la portò a fidarsi di lui.

 

L’Haruno pensò anche che doveva esserci senz’altro un motivo se Tsunade aveva deciso di affidare la sua rivalsa a lui.

Si fidava di lei più di quanto si fidasse di sé stessa e del suo controverso sesto senso.

 

Del resto, il primario continuava ancora ad avere bisogno di un ragazzo che l’accompagnasse a Suna.

Per un attimo, la rosa aveva pensato che sarebbe stata capace di inventare un’altra scusa per la mancata presenza del suo fantomatico fidanzato ma poi decise di non voler deludere le aspettative di sua sorella Ino, dopo così tanto tempo, ancor prima dell’inizio del matrimonio.

 

Sistemata e più calma, Sakura tornò quindi a sedersi di fronte all'attore.

 

 

Tua sorella si sposa quindi questo sabato? “ le chiese Sasuke, provando ad intavolare una conversazione più distesa, mentre cominciava ad assaggiare il suo menù degustazione.

 

Entrambi sino ad allora non avevano toccato nulla.

Troppo presi l’uno dai problemi dell’altro.

 

 

Buon appetito! continuò a parlarle, accennando un sorriso.

 

Anche a terispose cordialmente la ragazza, cominciando ad inebriarsi dei sapori della cucina dell’Ichiraku Resturant.

 

Sì, questo fine settimana Ino si sposa ma già fra due giorni devo partire…

 

Sasuke la fermo prontamente.

 

Dobbiamo partire “ la corresse lui sicuro.

 

Fa strano dirlo, scusami.

 

L’attore stava chiaramente continuando a farle capire che fosse disposto ad aiutarla.

Quel plurale utilizzato aveva senz’altro rafforzato la presa iniziale e non lasciava trasparire alcun dubbio.

Sakura però era  visibilmente imbarazzata.

Aveva passato cinque lunghi anni da sola ed ora aveva non poche difficoltà a pensarsi in dolce compagnia.

Seppur per finta, quel ragazzo sarebbe entrato nel suo mondo ed avrebbe dovuto passar con lei la settimana più importante della sua vita.

La sensazione di loro due insieme la scuoteva un po’.

 

Devi abituarti se prima di tutti non ci credi tu come puoi solo lontanamente sperare che lo facciano gli altri.

 

Sasuke ancora una volta sembrò leggerle i pensieri.

La ragazza si vide costretta a dargli ragione.

Non poteva continuare a scappare dalle sue bugie.

Era finalmente arrivato il momento di prendersi le responsabilità per ciò che aveva fatto e detto.

 

Ad ogni modo,”continuò l’Uchiha,“perché dobbiamo partire con così tanto anticipo?

 

Devo avvertirti. Hai presente quelle famiglie in cui tutti sono fuori di testa ma dato che sono la tua famiglia gli vuoi bene lo stesso…ecco, la mia non è una di quelle. I miei familiari hanno sempre fatto le cose in grande e alla perfezione. Il matrimonio è quindi un evento importantissimo, la cornice perfetta per ritrovare lontani parenti ed amici nella settimana precedente al grande giorno. Nessuno può mancare.”

 

L’Haruno era sicura che Sasuke odiasse quel eccesso, quel genere di cose.

Lo sbigottimento era palese sul suo viso.

Il ragazzo non era sicuramente il tipo di persona che poteva dirsi l’anima della festa.

Si sentì in dovere di metterlo in guardia su quello cui andava incontro se decideva realmente di aiutarla ad intraprendere quell’assurda recita.

Sakura desiderava che l’attore accettasse di seguirla ma non voleva assolutamente tirargli un colpo mancino.

Non sarebbe stato corretto metterlo di fronte alla complessità della sua famiglia ad accordo compiuto ed intrapreso.

Avrebbe accettato qualsiasi sua risposta.

 

L'attore era davvero esterrefatto.

Voleva sinceramente aiutarla ma la parte del fidanzato perfetto in balia di mille feste, amici e parenti era un ruolo che non avrebbe augurato neanche al suo peggior nemico.

Si riteneva comunque un professionista. Tra l’altro, molto bravo.

Era sicuro, sforzandosi, di potersi calare nella parte perfettamente e risultare impeccabile anche in quella recita.

 

Dal momento che il ragazzo ancora non sembrava in grado di dirle niente, Sakura decise di rompere quel fastidioso silenzio.

 

Adoro mio padre. Posso solo immaginare quanto lo stiamo facendo impazzire Ino e la mamma. Tecnicamente è un ostaggio…un po’ come te ” rise.

 

Una risata genuina, cristallina che contagiò anche il moro.

L’Uchiha si stupì, non poco, di come quella ragazza avesse capito in così poco tempo che la maestosità dell’evento a cui doveva, lavorativamente parlando, prender parte lo mettesse in qualche modo a disagio.

 

Te l’ho detto. Non devi sentirti obbligato ad accompagnarmi. Posso sempre inventare una scusa ed andare sola.

 

La rosa non voleva forzare nessuno.

Né tantomeno voleva che il senso di colpa dell’attore lo spingesse a fare qualcosa che non volesse.

 

Sakura, la riprese a quel punto con voce profonda il ragazzo, “sto per finire l’accademia di recitazione. Sono un attore. Credi davvero che abbia sempre preso parte a sceneggiature che mi piacessero?

 

L’Haruno risentì nella voce dell’Uchiha  la stessa sicurezza e sfacciataggine che sinora l’avevano contraddistinto.

Ad essere sincera, un po’ le era mancato quel suo aspetto caratteriale.

Preso con la giusta dose, poteva risultare infatti molto intrigante.

 

Allora non te lo chiederò più. Sei in trappolarise felice il primario.

 

Finalmente il suo cuore si era messo l’anima in pace.

Aveva trovato, non con pochi problemi e divergenze, il ragazzo che l’avrebbe accompagnata a Suna e che si sarebbe spacciato per il suo fidanzato.

A dir la verità, era sempre stato di fronte a lei ma solamente adesso sembrava sinceramente disposto ad aiutarla.

Sapeva di dover ringraziare mentalmente quella parte di sé  che aveva deciso di leggere quella nuova luce negli occhi di Sasuke.

Forse con il tempo, il suo sento senso era piacevolmente migliorato.

Konoha poteva aver fatto maturare anche il suo istinto.

 

Se ho inquadrato bene la tua famiglia, le disse lui, ridestandola dai suoi pensieri felici, “dobbiamo evitare di esagerare, far vedere che siamo in sintonia senza però sforzarci troppo. Giusto?

 

Non avrei saputo dirlo megliogli rispose Sakura, mostrando però nel tono di voce un’insicurezza che Sasuke colse subito.

 

Ti insegno un trucco. Guarda sempre le persone negli occhi. Nessuno baderà mai a cosa indossi, cosa dici o se ti muovi impacciata. Si fideranno ciecamente di te.”

 

Quando finì di parlare, il moro la guardava intensamente negli occhi.

La ragazza si ritrovò ancora ipnotizzata da loro.

Il verde sprofondò nel nero e mai come allora il primario ebbe la netta sensazione che sarebbe potuto andare tutto per il verso giusto.

 

Lentamente, la giovane cominciava a fidarsi sempre più di lui e del suo sguardo magnetico che la rassicurava ed aveva la forza di sciogliere le sue paure.

Sakura era sicura che una volta sola tutta la sua ansia e tutti i suoi timori sarebbero ritornati prepotenti e non l’avrebbero fatta dormire ma per ora dentro quegli occhi non aveva paura e poteva dirsi al sicuro.

 

Scusami. Penserai che… chi lo sa cosa pensi ! Non so neanche, visto quello che è successo prima, se voglio saperlorise imbarazzata la rosa.

 

Quegli occhi era vero la facevano sentire protetta ma erano anche in grado di farle dar fiato a tutto ciò che le passava per la mente, senza freno.

A lungo andare, questo poteva rivelarsi un grosso problema.

 

La ragazza sperava solo che l’attore avesse colto in quella sua ultima bislacca affermazione tutta l’innocenza del mondo.

Non voleva assolutamente che la sua ultima frase gli apparisse come una frecciatina al veleno per ciò che era successo prima.

Sakura l’aveva perdonato nell’attimo in cui aveva ripreso comodamente posto di fronte  a lui.

 

Tranquilla. Ho capito quanto è importante per te questo matrimonio. Sarò il tuo ultimo problemale rispose Sasuke, spazzando via l’ansia che in quelle situazioni tornava in lei sempre alla carica.

 

Non si  può essere sicuri mai di niente…fece uscire sincera la rosa, ricordando inevitabilmente il suo passato.

 

Fidati le disse semplicemente, guardando i suoi occhi smeraldo.

 

L’Uchiha aveva ragione.

Parlare in faccia alle persone risultava miracoloso.

Era un balsamo di fiducia.

Il primario sperava solo che non fosse un potere esclusivo dell’attore.

 

Ad ogni modo, così facendo, Sasuke era riuscito ad accantonare le sue rimostranze ed i suoi timori.

Era inerme di fronte a lui.

Se ne stava rendendo conto.

 

Comunque è chiaro che ci serva una storia. Non mi sembri molto incline all’improvvisazione. Sei piuttosto trasparente come persona.

 

All’udire dell’aggettivo trasparente, il viso di Sakura cambiò ed assunse un’ aria colpevole.

 

Tsk. Non era una critica. Ogni recita che si rispetti ha bisogno di un abbozzo di copione. Sei tu la sceneggiatrice, Sakura.

 

L’ascoltare così chiaramente di essere l’ideatrice di quella messa in scena, non la faceva sentire in pace con sé stessa.

Era andata via da Suna per evitare di mentire quotidianamente ai suoi ed ora tornava a casa con un abbozzo definito di menzogne.

Era piuttosto un controsenso ma questa sceneggiatura era una bugia a fin di bene.

 

Aveva scelto di vivere così quando quella fatidica notte aveva deciso di scendere a patti con Sasori.

Era troppo tardi per tornare indietro.

Si ripromise però che non avrebbe più mentito a nessuno.

 

In fin dei conti, le storie d’amore potevano finire.

Lei lo sapeva bene.

La bugia di Sasuke sarebbe presto svanita e rimossa per sempre.

Il ragazzo così come entrava nella sua vita, sarebbe poi andato via alla fine della settimana.

 

Era la cosa migliore.

Nessuno sarebbe rimasto deluso e ferito.

 

Per dir più, avere un accompagnatore le avrebbe dato, fra l’altro, una grossa mano.

In questo modo, Sakura non si sarebbe sentita troppo sola.

In quella settimana, entrambi sarebbero stati dei pesci fuor d’acqua ma potevano comunque farsi forza l’uno l’altro.

 

Sì, hai ragione. Non possiamo farci cogliere impreparati tuonò convinta la ragazza.

 

Allora?

 

Allora…tu sei un analista. La mia famiglia si è sempre circondata di uomini d’affari, non mi vedo vicino ad altri. Ho sempre sognato di avere un uomo simile a mio padre. Ci frequentiamo da tre anni e ti prego, sei completamente pazzo di me.

 

Di rimando, a questa sua ultima affermazione Sasuke ghignò.

 

AH! urlò Sakura.

 

L’attore impennò il sopracciglio e la guardò sconcertato.

 

Scusami. Quasi dimenticavo. Dobbiamo assolutamente discutere sul tuo ingaggio. Quello che fai per me è importantissimo. Sentiti libero di chiedermi qualsiasi cifra. Del resto, ti tengo impegnato per tutta la settimana. Se non fossi a Suna, immagino avresti avuto impegni miglioriritrovò contegno la rosa.

 

6mila andranno benissimo. Coprono il mio chacet, le spese del viaggio e l’acquisto del necessario per il matrimonio. Se però vuoi spingerti anche sull’intimo, dobbiamo parlare del supplementodisse l’Uchiha beffardo e sprezzante.

 

All’udire delle parole del moro, Sakura rischiò di morire soffocata.

Il vino bianco le era immediatamente andato di traverso.

Il primario era diventato completamente paonazza.

Sapeva perfettamente di non aver bisogno di nessun extra.

Quella sua uscita, fra l’altro, le era sembrata assolutamente fuori luogo.

Per che diavolo di donna l’aveva presa.

La loro era una semplice recita. Al di fuori del palco le loro vite dovevano procedere distintamente separate.

 

Non c’è pericolo. Trovo l’idea del far sesso a pagamento moralmente ripugnante. Senza offesa. Scusami fece uscire l’Haruno con determinazione e coraggio.

 

A dir la verità, non sapeva perché aveva sentito il bisogno di scusarsi.

La sua risposta era assolutamente lecita e svincolata da ogni dubbio.

Lei non era assolutamente il genere di donna che probabilmente era solito frequentare, disposta a tutto pur  di cadere fra le sue possenti braccia.

 

Se guardi la cosa per quella che è cioè una semplice transazione forse, non sentirai così tanto il bisogno di chiedermi scusarestò fermo nella sua parte il ragazzo.

 

Ti chiedo scusa io... fece uscire di getto, sentendolo così freddo e distante.

 

Comunque, sghignazzò, “era uno scherzo. Te l’ho detto sei piuttosto trasparente. Mi sono solo divertito a metterti un po’ alla prova per vedere come ne usci fuori. Ovviamente, male. Non devi scusarti sempre  per tutto. Quelli ti sbraneranno se non ti imponi la rimproverò sinceramente il giovane.

 

Scusami… si pentì immediatamente la ragazza per ciò che aveva fatto involontariamente fuoriuscire.

 

Come poteva essere così ingenua.

Come poteva sempre credere a tutti.

Sasuke la voleva semplicemente aiutare e le stava dando anche degli ottimi consigli.

Ciò nonostante, lei in un corso di recitazione sarebbe sicuramente stata l’ultima della classe. Doveva sembrargli proprio una stupida.   

 

Con ogni probabilità, Sasuke non era il tipo di persona che correva dietro alle ragazze  normali e “trasparenti” come lei.

Il ragazzo poteva, senza troppi problemi, ambire al meglio in circolazione.

Di certo, non aveva bisogno di farsi pagare per convincere qualcuna ad andare a letto con lui.

Poteva, tra l’altro, essere tranquillamente fidanzato.

Non si sarebbe stupita di saperlo insieme ad una bellissima modella.

Che sciocca che era stata a credergli ciecamente.

Le emozioni, quando le cose la toccavano in prima persona, la sovrastavano sempre e non la facevano ragionare. 

 

La rosa si consolò del fatto che per lo meno l’Uchiha fosse davvero bravo a recitare.

Risultava infatti estremamente convincente in ogni cosa facesse o dicesse.

Velocemente, l’aveva fatta cadere nella sua trappola.

Probabilmente con i suoi genitori, con Ino e con Sasori avrebbe dovuto impiegare più tempo ma si vedeva chiaramente che lui, a differenza sua, sapeva muoversi bene.

 

Tsk. Lo trovo anche alquanto irritante.

 

Hai ragione. E’ solo che tendenzialmente sono sempre propensa a credere e a fidarmi di tutti rispose mesta e sincera la rosa.

 

Non l’avevo capitofece sarcastico il ragazzo.

 

Era più che palese che l’avesse compreso.

Con lui stava facendo esattamente la stessa cosa.

 

Sasuke non si sarebbe risieduto a quel tavolo per niente al mondo.

Sakura era davvero una ragazza insolita, rara e genuina.

 

C’era qualcosa in lei che lo affascinava davvero.

Forse, proprio quella trasparenza, quell’innocenza che lui aveva perso troppo presto.

Il comportamento del primario il più delle volte lo irritava, la trovava noiosa ma nonostante tutto sentiva immotivatamente il bisogno di proteggere quel suo fanciullesco io interiore.

 

Un’ emozione del genere per Sasuke era senz’altro insolita e del tutto inaspettata.

Questa sensazione di protezione la provava infatti solo con suo fratello Itachi e con il suo storico amico e coinquilino.

Queste però erano persone che lo conoscevano da una vita e che avevano imparato a capirlo, persone con le quali si sentiva a casa.

Credeva, inoltre, di non essere neanche troppo bravo a dimostrarlo.

Sakura era invece solo una sconosciuta.

Era un qualcosa del tutto irrazionale.

 

 

 

La cena proseguì bene e senza troppi intoppi, decisamente meglio di come era iniziata.

Nessuno dei due l’avrebbe potuto dire e credere.

 

In questi due giorni, sono impegnato. Non possiamo incontrarci e ovviamente ti proibisco di fondermi il telefonino fece canzonatorio l’Uchiha.

 

E allora come facciamo a metterci d’accordo?chiese preoccupata l’Haruno.

 

Scusi cameriere il conto e se è possibile avere carta e penna. Grazie.

 

La rosa aspettò trepidante la sua risposta in silenzio.

Aveva capito o meglio stava imparando a capire come si dovesse comportare con lui.

 

Il cameriere fece ritorno con il conto e con il necessario chiesto dall’attore.

Sasuke gli stese prontamente la sua carta di credito, invitandolo a terminare la pratica.

Sakura provò ad opporsi con lo sguardo alla galanteria del ragazzo ma ricevette in risposta solamente un sonoro sbuffò.

Le onomatopeiche disapprovazioni del moro erano ormai ordinarie.

Ci aveva fatto l’abitudine.

 

Non ti sembra di pagarmi già abbastanza?le fece presente con il suo solito tono sprezzante.

 

La rosa lo studiò attentamente, aspettando che terminasse di scrivere qualcosa su quel pezzettino di carta che l’inserviente gli aveva gentilmente portato.

 

Questa è la mia e-mail. Scrivimi qui. Una volta che avrò letto tutto, studierò il mio personaggio di conseguenza,le tolse finalmente ogni dubbio, rispondendo alla sua domanda.

 

Il ragazzo di servizio fece nuovamente ritorno con la carta di Sasuke e lo ringraziò.

D’altro canto, l’attore restituì educatamente la penna prestatagli.

 

Mi scusi, voglia accettare questa mancia. E’ stato così gentile ed impeccabile!sorrise al cameriere Sakura, interrompendo i convenevoli tra i due ragazzi e catturando la loro attenzione.

 

Grazie Signorina

   

Tskdisse solamente Sasuke, inarcando l’angolo della bocca.

 

Il primario se l’era ripromesso e lei manteneva sempre la parola data.

 

I due giovani restarono a parlare ancora un po’ e poi insieme si alzarono dal tavolo.

 

Allora perfetto. Ti scrivo tutto qui e ti allego anche il biglietto aereo per Suna. Grazie mille Sasuke!disse la rosa felice, stendendogli la mano.

 

A presto, Sakurarispose l’Uchiha ferreo alla stretta.

 

 

 

La recita poteva cominciare.

Non aveva più scuse per scappare dal suo passato. 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

     

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Capitolo IX

 

 

Dottoressa Haruno, mi scusi se la disturbo…”

 

“Figurati, Shizune. Nessun problema, entra pure e dimmi tutto” rispose con gentilezza e cortesia il primario alla dottoressa che aveva fatto ingresso nel suo ufficio, abbandonando ogni tipo di formalità.

 

La Signorina Tsunade richiede di te e vuole che occorri da lei il prima possibile. Ti aspetta nel suo ufficio.”

 

“Ok, grazie mille. Do un’ultima controllata a questa cartella  e sono subito da lei. Non vogliamo mica farla arrabbiare” rise Sakura.

 

Quando perdeva le staffe, Tsunade diventava infatti una furia titanica di cui tutti avevano il terrore.
Di certo, la rosa non voleva essere la mal capitata, il destinatario di tutta quella forza distruttrice.

 

Ovviamente no. Nessuno lo vorrebbe. Ti lascio terminare il lavoro in santa pace. Vado” rispose la dottoressa alla simpatica battuta dell’Haruno, abbandonando così il suo studio.

 

 

Dopo poco che Shizune l’aveva lasciata sola, Sakura si alzò per dirigersi dalla sua mentore.

 

La ragazza era di buonissimo umore. Finalmente, aveva trovato il suo finto fidanzato.
Contro ogni previsione iniziale, Sasuke si era dimostrato sinceramente disposto ad aiutarla.
Non poteva chiedere di meglio.
Il suo ritorno a Suna, in compagnia di un ragazzo di tale fascino e bellezza, avrebbe lasciato tutti senza parole.

 

Il primario era sicura che sua sorella Ino avrebbe apprezzato non poco il suo accompagnatore.
L’Uchiha era esattamente il genere d’uomo che l’attraeva. Francamente Sasuke era il tipo di ragazzo che faceva perdere la testa e piaceva a chiunque.
La sua avvenenza era a dir poco oggettiva.

 

Ora che ci pensava bene, Ino l’avrebbe sicuramente ammirato.
Il suo finto compagno aveva infatti dei tratti somatici che ricordavano un po’ il futuro marito di sua sorella.
Per come Sakura ricordava lo Yamanaka, l’attore era però palesemente la sua bella copia.
Di fatto, lo charme dei due era imparagonabile.

 

Sasuke aveva un alone di mistero e un mondo nello sguardo che mancavano a chiunque e lo rendevano unico.

 

Presentarsi al suo fianco, sarebbe stato quindi una bella stoccata all’ego di quelle malelingue che l’avevano sempre ritenuta una ragazzina scialba, una nullità e ovviamente all’ego di Sasori.
Il salto di qualità era innegabile e sarebbe stato evidente a tutti.

 

Al momento, a Sakura poco importava che si trattasse solo di una finzione.
Ciò che davvero le interessava era solo corrodere un po’ d’invidia tutte le donne presenti alla festa e sentirsi bellissima.

 

Il suo umore era dunque alle stelle.
Il primario sperava che Tsunade non dovesse presentarle un caso difficile e critico che inevitabilmente le avrebbe rattristato la mattinata lavorativa.

 

Bussò alla sua porta.

 

Avanti!”

 

“Caposala mi avete fatto chiamare…”

 

Tsunade non la lasciò terminare la frase che subito felice l’aggredì.

 

Oh ! Finalmente sei tu ! Questa giornata è così piatta, riaccendimi un po’. Muoio di curiosità. Voglio assolutamente sapere come è andato l’incontro con il ragazzo. Avanti raccontami tutto.”

 

Sakura si sarebbe sbattuta una mano sulla sua ampia fronte.
Quella donna era inimitabile. Aveva l’assurda capacità di lasciarla sempre senza parole e le voleva bene anche per questo.

 

Signorina non la ringrazierò mai abbastanza. E’ perfetto ! “

 

Oddio forse perfetto era una parola grossa ma la ragazza era in balia dell’entusiasmo e decise quindi di continuare a cavalcare quell’onda.

 

Dimmi com’è? Come ti è parso ? Come siete rimasti d’accordo ? Suvvia cara non farti pregare. Siediti pure e mettiti comoda. Sono tutta orecchi ! “

 

Accomodandosi, la rosa iniziò così a sanare tutte le curiosità della Senju.
In fondo era solo merito suo se poteva finalmente tornare a casa soddisfatta e pronta a riprendersi ciò che era sempre stato suo.
Le sembrava dunque giusto darle tutte le spiegazioni del caso ed il suo prezioso tempo.

 

Allora Sasuke è un ragazzo bellissimo, carismatico e pieno di fascino. Farò sicuramente un figurone al suo fianco. Ha esattamente ogni cosa al posto giusto. E’ molto alto, slanciato ed ha delle possenti spalle larghe, dei lineamenti ben marcati e decisi ed uno sguardo…”

 

Sakura tentennò estasiata al ricordo di quelle calamite nere che il ragazzo aveva per occhi.
Di risposta, Tsunade le sorrise maternamente divertita.
La donna aveva visto diverse volte il giovane attore e si era scontrata in molte occasioni con lui ma fece finta di niente, di non conoscerlo.
Desiderava vederlo con gli occhi della ragazza e ad esser sincera le sembrava di sentire parlare di un’altra persona.

 

La Senju non provò quindi il bisogno di dire a Sakura niente riguardo l’esistenza della scommessa con Itachi.
Non solo perché ciò avrebbe potuto comprometterne l’esito ma soprattutto perché il tacito accordo con il maggiore degli Uchiha era una questione che con lei non aveva direttamente a che fare.
Sakura doveva continuare a comportarsi naturalmente ed ogni cosa che sarebbe accaduta doveva essere accettata per com’era.
Tsunade non voleva certamente manipolarla o influenzarla. Aveva piena fiducia in lei.

 

Del resto, la bionda aveva solo unito l’utile al dilettevole.
A Sakura serviva un attore e Sasuke lo era.
A nessuno doveva interessare quindi se lei aveva deciso di giocarsi con quel paziente testardo il tutto per tutto.
La Signorina era convinta che l’unica cura per il torpore esistenziale del fratello del caro amico potesse essere Sakura Haruno e non aveva avuto dunque problemi a rischiare, puntando tutto su di lei.
Era convinta di vincere, di prendere due piccioni con una fava.

 

Doveva essere un semplice do ut des.

 

Terra chiama Sakura !” scherzò bonariamente la caposala, ridestando la rosa dal suo sogno ad occhi aperti.

 

Entrambe si trovarono a ridere divertite.

 

Oh Signorina, uno sguardo così profondo, ipnotico, accogliente. Non so descriverlo ma posso giurarglielo, non ho mai visto niente di simile. Abbiamo caratteri opposti, completamente diversi. A volte mi mette così in soggezione. Il nostro inizio serata è stato un vero e proprio disastro. Stavo per andarmene poi però qualcosa in lui, dopo esser venuto a conoscenza del mio segreto, è sinceramente cambiata. Gli ho dato fiducia. Mi sono ritrovata di nuovo persa nei suoi occhi. Credo d’aver fatto bene! Alla fine ha quindi deciso di accompagnarmi a Suna. Ora sarà un analista follemente innamorato di me”

 

“ Sono contenta di vederti finalmente così raggiante. Avete deciso di rivedervi per mettervi meglio d’accordo?”

 

“No,”fece più triste la rosa, “in questi giorni pre partenza è impegnato. Mi ha dato la sua e-mail per scrivergli qualcosa in più su di me. In fondo, la mia bugia con Ino va avanti da tre anni e Sasuke mi ha fatto ben notare che il mio ragazzo, cioè finto ragazzo dovrebbe aver imparato a conoscer perfettamente i miei  gusti e i lati diversi del mio carattere. Vuole che gli scriva così per farlo calar meglio nel personaggio e di conseguenza farlo muovere in base a me. Ha detto di non preoccuparmi.” 

 

Ha assolutamente ragione. Dovete essere impeccabili e tu devi pensare solo a te stessa e a ciò che vuoi. Mi fa piacere vedere che alla fine vi siete trovati bene. Sono contenta di esserti stata utile.”

 

“Grazie mille. Manca così poco! Non so davvero come farò a finire tutto in tempo. Senza il suo aiuto, il suo conforto non credo sarei mai riuscita a trovare il coraggio di tornare a casa” sciolse il primario tutta la tensione accumulata in quei giorni, aprendo il suo cuore alla mentore.

 

A proposito, da domani sei in ferie. Non ammetto repliche. La valigia che stai per preparare è importantissima. Non puoi permetterti di dimenticare niente. Per dir più, l’e-mail ti toglierà altro tempo prezioso. Sapremo per un po’ fare a meno di te, dottoressa Haruno.”

 

“Ma…” provò ad opporsi ugualmente il primario.

 

Niente ma!” la fulminò Tsunade con lo sguardo.

 

Non riuscirò mai a sdebitarmi con lei. Se c’è però qualcosa che posso fare, me lo dica pure.   

 

Ora che mi ci fai pensare…ti va di occuparti anche stasera del paziente della 307?”

 

“Molto volentieri, Signorina.”

 

“Perfetto. Allora puoi andare. Ti lascio al tuo lavoro.”

 

“Grazie, davvero per tutto.”

 

“Grazie a te, Sakura” disse a sé stessa la Senju, quando la porta si chiuse e l’esile e piccola figura rosa aveva ormai lasciato il suo studio.

 

Sakura non poteva lontanamente pensare di essere la luce di speranza sulla quale Tsunade aveva deciso di aggrapparsi.
Da quel breve scambio di battute con la ragazza, la donna aveva già capito quanto il primario potesse fare per i fratelli Uchiha.

 

Di certo, Sasuke non era un ragazzo facile, abituato a chiedere scusa e a cambiare idea.
Lei stessa ne aveva avuto prova.
L’Haruno quindi senza saperlo era già riuscita in qualcosa di arduo e complesso.
Quella luce diversa che aveva colto la rosa negli occhi dell’attore, era la stessa a cui doveva tenersi anche lei.

 

Questa volta poteva vincere davvero.

 

x x x

 

 

Senza troppi intoppi e problemi si era conclusa un’altra estenuante giornata lavorativa.
Seppur stanca, Sakura continuava ad essere irrimediabilmente felice.
I vecchi e bui giorni della passata settimana le sembravano ora un lontano ricordo.   

 

Il primario doveva ammettere che da quando aveva trovato il coraggio di lasciarsi aiutare, il suo umore era piacevolmente cambiato.
Era più distesa, serena, felice e totalmente fiduciosa nel domani.
Negli ultimi giorni, la ragazza si sentiva meno sola, a proprio agio con chiunque avesse di fronte.

 

Riflettendo su quanto ultimamente fosse incline ad aprirsi e a socializzare, Sakura ricordò che doveva completare il suo turno di lavoro passando dal giovane e piacevole paziente della 307.
Così, si affrettò ad arrivare al piano della casa di cura e davanti alla sua meta si fermò, bussò forte e poi entrò.

 

Buonasera Itachi. Sono la dottoressa Haruno. Mi dispiace ma sei ancora costretto a sopportarmi. La dottoressa Senju continua ad essere molto impegnata” fece allegra, avvicinandosi al paziente.

 

Al contrario, Sakura. Sono felice di trovarti ancora qui. Sei molto più gentile e dolce di quella burbera di Tsunade” le rispose sincero il moro.

 

Ssh…se ti sente, potrebbe scuoiarti vivo !”

 

Stai tranquilla. L’hai detto tu stessa è molto impegnata. Possiamo quindi permetterci di dire qualche piccola verità sul suo conto senza avere gravi ripercussioni. Quando il gatto non c’è, i topi ballano.”

 

“Faccio finta di non aver sentito niente.”

 

I due si ritrovarono a ridere complici.

 

Era proprio vero. Svuotata dallo stress che la lettera di partecipazione le aveva dato, la rosa riusciva ad interagire perfettamente.
Quel paziente poi aveva l’innata capacità di farla sciogliere.
Fra l’altro, il giovane aveva un viso così famigliare, un qualcosa di conosciuto, già visto che la faceva sentire a casa.
Era solo una semplice sensazione, un’impressione.
Sakura senza dubbio con Itachi Uchiha aveva poco in comune e a che fare.
Di questo, poteva dirsi pressoché sicura.

 

Scacciò quindi velocemente quest’ultimo ridicolo pensiero ed iniziò il trattamento di cura.

 

Allora, se posso permettermi, la cena con il tuo ragazzo come è andata?” chiese curiosissimo Itachi, spezzando il silenzio dei delicati e precisi gesti del primario.

 

Era interessato da morire.
Per tutto il giorno aveva atteso fremente l’arrivo di Sakura.
In prima mattinata, Tsunade era infatti passata a fargli visita e si era sfrontatamente beffata di lui, dicendogli che aveva già parlato con la rosa ma che non aveva intenzione di rivelargli nulla riguardo la cena avvenuta tra i due.

 

Ti tengo sulle spine, Uchiha. A fine turno, Sakura verrà da te e  potrai chiederlo direttamente a lei. Ah, se solo potessi vedere la tua faccia! “

 

Questo era quello che gli aveva detto la Senju, ridendo di gusto, uscendo dalla sua stanza.
Da quel momento in poi, Itachi aveva quindi atteso inesorabile la piacevole comparsa di Sakura.
Ora, voleva e desiderava quindi sapere tutto.

 

Beh, ecco…” la colse impreparata, “Alla fine, diciamo che tutto sommato è andata bene”

 

All’Haruno continuava a far strano il suono della parola “ragazzo” associato alla sua persona.
Di certo, doveva però abituarsi all’idea di essere agli occhi degli altri fidanzata con qualcuno, con Sasuke.

 

Come mai hai avuto dei problemi ?”

 

L’Uchiha era sempre più appassionato agli sviluppi della cena.

 

Piccole grandi divergenze caratteriali. Niente di che, in fondo. I nostri caratteri sono infatti così agli antipodi che a volte si fa fatica a capirsi. Lui è sempre, un po’ come mia madre, sull’attenti, sicuro di sé e senza dubbio di poche ma efficaci parole, a volte mi mette in soggezione. E’ inevitabile scontrasi e così anche ieri sera abbiamo finito per litigare ed io per essere bruttissima con il trucco colato. Poi però dopo l’animata discussione, ci siamo guardati negli occhi e…e posso giurarti che c’è molto di più in lui, molto di più di quello che vuole mostrare. Ci siamo detti così quello che non saremmo mai riusciti a dirci a parole e la serata è stata più distesa, piacevole.
I contrasti ci sono sempre. L’importante però è riuscire a fare nonostante tutto un passo verso l’altro.”
 

 

Le parole le erano uscite naturalmente, sorprendentemente.
Non le era sembrato neanche troppo difficile immaginarsi e parlare di Sasuke come del suo fidanzato.
Anche se non sapeva praticamente nulla dell’attore, Sakura, dalla prima volta in cui si era specchiata nel suo profondo abisso onice, sentiva di avere moltissime cose in comune con lui anche se all’apparenza sembrava invece palesemente così lontano e diverso da lei.

 

All’udire dell’appassionato racconto del primario, Itachi era rimasto senza parole.
Di fatto, a Sakura era bastata una semplice cena per capire quanto dolore si celasse nell’anima e negli occhi di suo fratello.
Ciò che però il maggiore degli Uchiha non riusciva proprio a comprendere e stupiva di più era l’enorme passo avanti compiuto da Sasuke verso l’Haruno.

 

Conosceva il fratellino alla perfezione e non aveva avuto infatti difficoltà a prevedere che il loro primo incontro si sarebbe potuto concludere in un disastro senza precedenti.
Sasuke difficilmente cambiava idea, mutava la sua prima impressione e si prestava a collaborare con qualcuno ma a quanto apprendeva finalmente quella ragazza era riuscita a smuovergli qualcosa, a sciogliere la spigolosa punta del profondo iceberg.

 

In quel momento, Itachi era forse anche più entusiasta di Sakura.

 

Non sai quanto mi fa piacere sentirti così felice. Davvero.”

 

“Grazie, sei molto gentile. Pensa che un po’ è anche merito tuo. Sai, durante la cena mi sono tornate in mente le tue parole. Sono stata paziente ed ho perdonato così la sua sfacciataggine. Mi fa bene parlare con te. Penserai che sia una sciocca. Scusami” rise imbarazzata.

 

Non credo proprio che tu sia una sciocca. Piace molto anche a me parlare con te, Sakura.”

 

La rosa continuò contenta e tranquilla la sua medicazione.

 

Anche domani passerai tu a medicarmi?”

 

“No, mi dispiace da domani sono obbligata ad andare in ferie. Fra due giorni parto per Suna e Tsunade mi ha dato dei giorni di riposo anticipato. Mia sorella si sposa e devo tornare a casa.”

 

Le suonava così bene sentire la parola casa.
Non c’era niente di nefasto in quel suono, in quell’immagine.
Una parte dentro di lei non vedeva, a dir la verità, l’ora di tornare.

 

Congratulazioni! Parte anche il tuo famoso lui con te?”

 

“Sì, Sasuke viene con me” disse felice e convinta.

 

Ha un bel nome” si lasciò candidamente scappare Itachi.

 

L’Uchiha ricordava ancora con gioia il momento in cui si era imposto fortemente sulla volontà di suo padre e sua madre per scegliere  personalmente il nome del tanto atteso fratellino.
Adorava e teneva a Sasuke più di ogni altra cosa al mondo.

 

Hai ragione. Piace molto anche a me. Spero solo che vada tutto bene. E’ la prima volta che vede i miei.”

 

“Vedrai andrà tutto bene e se hai paura cerca i suoi occhi. Quelli non mentono mai. Fidati, anche se può sembrar strano detto da un cieco” rise il ragazzo al paradosso della sua frase.

 

Mi fido di te e se sarò in difficoltà ricorderò piacevolmente anche questa volta le tue parole.”

 

“E’ un ragazzo fortunato. Quando torni voglio sapere tutto.”

 

“Quando tornerò, chiederò personalmente a Tsunade di potermi occupare di te. Non ci sono problemi, ti dirò tutto.”

 

“E’ una promessa.”

 

“Promesso. Per oggi, ho finito. Ti lascio. Alla prossima, Itachi.”

 

“A presto, Sakura”

 

La ragazza chiuse delicatamente la porta dietro di sé ed Itachi ormai solo cominciò a fantasticare sull’esito della settimana fra suo fratello e la giovane dottoressa.
Non sapeva se la rosa sarebbe mai potuta riuscire in quest’ardua impresa ma in fin dei conti un po' ci sperava.
Sakura le piaceva davvero tanto e la trovava adorabile e perfetta per suo fratello.
Questa volta, la vecchia giocatrice incallita di Tsunade poteva aver fatto veramente tombola.

 

Era curiosissimo ed avrebbe contato spasmodicamente i giorni che mancavano per scoprire l'esito della scommessa.
Non vedeva l’ora di tornare a sentire la bella, fresca e dolce voce di Sakura.

 

Quella strana ragazza poteva essere concretamente il loro nuovo inizio.

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


 

Capitolo X

 

 

Dopo aver salutato Itachi, Sakura fece velocemente ritorno a casa.

Tsunade aveva proprio ragione. Doveva cominciare a preparare quella valigia pesante ed importantissima che da giorni la reclamava e che ancora non era stata tirata fuori e riempita.

Il primario era a dir poco in ritardo sulla tabella di marcia.

Ciò nonostante, non riusciva a farsene una colpa. Fino a pochi giorni fa, infatti la ragazza non era neanche stata così sicura di intraprendere un tale e coraggioso passo.

Il suo procrastinare era dunque più che legittimo e giustificato.

 

Ora, non aveva però più scuse.

Doveva assolutamente mobilitarsi.

 

A casa, determinata salì quindi in soffitta e tirò fuori il bagaglio, gettandolo aperto su di un lato del grosso letto matrimoniale.

L’Haruno contemplò il borsone per qualche secondo e poi si disse che fosse il caso di stilare, buttare giù una lista di cose necessarie da portare via con sé o in caso da comprare prima della partenza.

Strappò così un foglio bianco dal block notes che teneva riposto in un cassetto della cucina e cominciò a stilare l’indispensabile, sedendosi sul divano.

 

Passarono all’incirca tre quarti d’ora.

 

Sakura, rileggendo nuovamente il suo minuzioso e preciso lavoro, si convinse che non poteva chiaramente esserci più niente da aggiungere.

Era così tanto soddisfatta di ciò che aveva fatto da iniziare, presa dall’entusiasmo, a metter dentro la valigia gli abiti e le scarpe che sul foglio aveva segnato come essenziali.

 

Una delle fortune più grandi che sicuramente aveva l’esser damigella era senza dubbio quella di non impazzire alla forsennata ricerca del vestito perfetto da sfoggiare il giorno del matrimonio.

A quello infatti avrebbe ampiamente pensato sua sorella.

Di certo, Sakura sarebbe caduta altrimenti in una catatonica crisi mistica e probabilmente non ne sarebbe mai uscita fuori.

Era stata davvero una grossa manna dal cielo risparmiarsi quell’importante seccatura.

A tempo debito, la rosa si sarebbe poi preoccupata per gli eccentrici e discutibili gusti di Ino e di sua madre Mebuki.

 

Presa dalla voglia di fare e di recuperare il tempo perso, Sakura continuò dunque morbosamente a depennare cose dalla lista fino a quando si accorse di aver quasi totalmente concluso la pratica.

 

Sebbene credesse di non aver tralasciato nulla, il primario decise comunque di fare l'indomani un salto ai grandi magazzini.

Del resto come la maggior parte delle donne, l’Haruno era una spendacciona compulsiva. Avrebbe quindi sicuramente scaricato la tensione per l’imminente partenza, trovando giovamento nel sano e sfrenato shopping terapeutico.

Al momento, doveva ancora scegliere se avrebbe dedicato a questa cosa l’intera mattinata o tutto il pomeriggio, viste le ferie però tutto risultava poco importante e piuttosto relativo.

 

Non aveva nessun impegno, nessuno che le correva dietro.

 

Allo stato attuale, non era certamente quello il suo più grande dilemma.

 

Successivamente, la rosa si stappò una birra ed ordinò una pizza a domicilio, senza rendersi minimamente conto di essersi già sistemata sul divano con il computer sulle ginocchia.

Sakura sapeva perfettamente che l’e-mail a cuore aperto che doveva inviare a Sasuke l’avrebbe tormentata per il resto della serata e per tutta la notte.

 

Il suo ligio subconscio aveva infatti provato in qualche modo a farle passare il tempo di attesa dell’ordine, iniziando a buttare giù qualche idea ma la ragazza era completamente bloccata.

Tutto quello che scriveva veniva immediatamente cancellato. Niente sembrava esser adeguato e di suo gradimento.

 

Senza dubbio, il primario aveva non poche difficoltà a parlare di sé stessa.

La ragazza percepiva difatti tutto come stupido, inappropriato e totalmente inutile ai fini della loro recita.

Al momento non riusciva proprio a trovare una soluzione a quel concreto e palese problema. 

 

Sakura smise così di pensare, benedicendo il provvidente suono acuto del citofono ed il giovane ragazzo che finalmente le consegnò la sua adorata ed attesa pizza.

Chiusa la porta, si fiondò immediatamente sulla sua margherita, sperando che a pancia piena sarebbe dopo potuta essere più efficiente.

 

Divorata la cena, quel pensiero positivo era però già sparito.

 

L’Haruno era infatti rimasta altri venti minuti ferma sul divano a fissare il pc ma il foglio continuava ad essere fastidiosamente bianco.

Le venne così naturale maledire Sasuke e quella sua eccezionale trovata.

 

Facile per lui!” si disse acida ed indispettita.

 

L’attore non aveva assolutamente niente da perdere.

In fin dei conti, l’Uchiha si sarebbe dovuto soltanto limitare a leggere quello che lei gli scriveva, scoprendo tutto di lei e cercando di farselo piacere.

In questa  surreale sceneggiatura ,la faccia e la posta in gioco erano esclusivamente sue.

 

Tutto questo esporsi ed aprirsi non le sembrava per niente giusto ed equo.

In fondo, Sakura non conosceva assolutamente niente di lui.

Di certo, sembrava fidarsi ciecamente dei suoi occhi neri ma al momento questo non le sembrava per niente un motivo sufficiente.

Quel loquacissimo ragazzo non le aveva neanche rivelato il suo cognome.

Come aveva potuto solo pensare dunque di assecondare una tale follia e credere che potesse essere facile rivelargli ad esempio che adorava il color rosso o che ancora a ventotto anni, nei momenti in cui si sentiva sola e triste, si auto regalava un nuovo libro di favole o che prediligeva il dolce ai cibi salati o tante altre piccolezze e frivolezze che al momento le sembravano così personali da rasentare a tratti anche la stupidità.

 

Era totalmente a disagio.

 

Lo scrivere nero su bianco il suo essere le pareva una dichiarazione fin troppo ufficiale su ciò che pensava di sé.

 

E se poi quello che scrivo , a lui non risulta vero?”

 

Ora che ci rifletteva, c’era anche il serio rischio di scoprire che la percezione che lei aveva di sé non fosse poi la stessa degli altri.

Sakura aveva impiegato cinque lunghissimi anni della sua vita per ricrearsi, per capirsi a pieno e non voleva assolutamente che quell’e-mail e quel ragazzo affascinante potessero in qualche modo mettere in discussione tutto quel duro ed impegnativo lavoro personale.

Ci avrebbero pensato già gli invitati al matrimonio della sorella a farla sentire costantemente sott’esame.

L’ultima cosa che si auspicava era dunque aggiungere a quell’enorme lista un nuovo osservatore speciale.

 

Ben presto, nella mente dell’Haruno iniziò a farsi strada l’idea di chiamare Sasuke per fargli presente ogni sua rimostranza.

Alla fine della cena con l’attore, la ragazza aveva creduto, sentendolo parlare con quella sua incredibile sicurezza e guardandolo dritta in quei profondi pozzi di petrolio, che non ci potesse essere al mondo soluzione migliore.

 

Ora che però il suo sguardo illusorio e rassicurante non c’era, tutto risultava inevitabilmente più complicato e complesso.

 

Oh sì! Ora lo chiamo e mi sente!” disse la rosa prepotente, continuando a dar fiato ai suoi pensieri.

 

Sakura scaraventò così il PC in un angolo remoto del divano, si alzò di scatto e corse a prendere il cellulare.

Era lì intenta a digitare il suo numero quando la paura di farlo innervosire la invase e la costrinse perciò ad affrettarsi a spegnere tutto.

 

Sasuke le aveva categoricamente vietato di chiamarlo. In quei giorni inoltre le aveva detto di essere tremendamente impegnato.

Visto i precedenti, il primario non aveva nessunissima intenzione di intavolare una feroce discussione con lui, rischiando di tornare così al triste e solo punto di partenza.

 

L’aveva appena trovato e non voleva proprio rischiare di perderlo.

 

Forza e coraggio, Sakura. E’ normale che non sei capace di elaborare niente di intelligente se te ne stai spaparanzata sul divano!”

 

Con l’intento di dirigersi nel piccolo studio, l’Haruno andò pertanto risoluta a recuperare delicatamente il malcapitato computer.

Si era auto convinta che il cambio di location sarebbe stato più produttivo ed in grado di far partorire buone e maggiori idee.

 

Le ore però passavano ed il blocco prepotente restava.

 

Di fatto, la giovane continuava attonita e completamente demotivata a fissare lo schermo bianco.

Ad un tratto, un suono ovattato in lontananza catturò la sua scarsa e svogliata attenzione.

 

Un messaggio.

 

Subito Sakura si affrettò ad andare a recuperare il telefonino.

Poteva esserci un’urgenza all’ospedale o forse poteva essere proprio Sasuke che le diceva quanto era stato stupido e sciocco da parte sua richiederle quel compito.

Sperava ardentemente che fosse lui.

 

In quel momento, la cosa che più bramava al mondo era un messaggio da parte dell’attore.

Sarebbe stato un sogno ed un sollievo leggere sullo schermo del cellulare un deciso e conciso “ sei talmente trasparente che non ho assolutamente bisogno di alcuna e-mail”.

 

Quell’aggettivo le ronzava ancora fastidiosamente nella mente.

Adesso però non le pareva neanche troppo pesante, al contrario, le piaceva e le avrebbe senz’altro tolto un enorme peso.

 

Quando lesse il nome del mittente del messaggio, la rosa sorrise contenta.

Tutte le paure e l’ansia per un breve tempo sparirono.

 

Il problema e-mail restava ma Ino riusciva comunque a farla stare meglio.

 

Velocemente Sakura scorse il dito sul touch-screen e lesse il contenuto della notizia inaspettata.

 

Non vedo l’ora di abbracciarti. Sono contenta che tu abbia finalmente deciso di tornare.

Mi manchi tanto.

E’ il regalo più bello che potessi farmi.

Buona notte Fronte-Spaziosa.

Kiss <3

 

 

Naturalmente, il primario aveva finito per commuoversi.

Ino era sempre la solita.

Si affrettò a risponderle.

 

Le parole le uscirono facili e veloci.

 

Manchi molto anche a me. Grazie per avermi voluta al tuo fianco in un giorno tanto speciale ed importante per te. Te ne sono grata.

Non mi sarei mai voluta perdere mia sorella vestita di bianco.

Ti voglio bene Ino-pig. <3 <3

 

 

Dopo l’invio del messaggio, la rosa era ancora ferma a sorridere a quel muto schermo.

 

Stava facendo tutto questo per lei e per la sua famiglia.

 

Con una nuova forza e con l’i-phone stretto morbosamente fra le mani, tornò dunque a sedersi dietro la scrivania.

Diede un ultimo sguardo al telefonino e poi pose la sua attenzione di nuovo al ritrovato foglio bianco.

 

A noi  due!” proruppe la ragazza con un forte tono di sfida.

 

Il gioco valeva decisamente la candela.

Non avrebbe più esitato a mettere in ballo tutta sé stessa. 

 

Le mancavano tutti terribilmente.

 

 

* * *

 

Sono Sakura Haruno, la secondogenita figlia di Kizashi e Mebuki Haruno.

Mio padre gestisce da anni la più importante società di import/export della città mentre mia madre si è sempre occupata della casa e delle figlie.

La figura materna è stata quindi oltremodo presente nella mia vita, lo stesso purtroppo non posso dire di quella paterna.

Nonostante questo però il mio papà ha sempre fatto di tutto per colmare il tempo che il lavoro inevitabilmente gli sottraeva. Non ci è mai mancato niente e le sue carezze sono

sempre state tante e preziose.

 Sono nata il 28 Marzo 1988, a Suna.

Ho ventotto anni.

Da bambina ero decisamente timida e se non fosse stata per la sfrontatezza, freschezza e protezione di mia sorella difficilmente sarei riuscita a farmi degli amici.

Io ed Ino ci portiamo un solo anno di differenza. 

Siamo sempre state inseparabili.

Da piccole, ci piaceva credere che fossimo gemelle sebbene a chiunque risultasse

evidente la nostra enorme differenza.

Se non avessi saputo che fossimo sorelle, avresti fatto sicuramente fatica a dirlo.

Ino è sempre stata la più bella e carismatica delle due e senza troppi segreti la preferita della mamma. 

Il rapporto con mia madre è stato sempre piuttosto turbolento, ricco di incomprensioni e di cose non dette.

A scuola sono sempre andata molto bene, la prima della classe. Papà era sempre orgoglioso di me e degli ottimi risultati che conseguivo. Ino certamente non gli dava le stesse mie soddisfazioni.

A Suna, finite le superiori, ho cominciato a studiare medicina e quando sono dovuta andare via mi mancavano pochi esami per il conseguimento della laurea.

Non con poche difficoltà economiche, sono riuscita comunque a terminare l’Università qui a Konoha. 
Il diventar medico ed il veder così realizzato il mio sogno è stato senza alcun dubbio il traguardo più bello ed importante della mia vita. 

Grazie agli eccellenti risultati avuti, sono inoltre riuscita a seguire la specialistica sotto l’ala protettrice e al contempo esigente e severa della Dottoressa Senju.

Non c’è donna al mondo che ammiri più della Signorina Tsunade.

A lei devo la mia felicità, la mia precaria stabilità ed il mio benessere.

Dopo anni in cui ho lottato per farmi accettare, lei è stata la prima a credere in me e ad infondermi di nuovo fiducia. E’ soltanto merito suo se sono riuscita a trovarti, se ti sto scrivendo questa strana e-mail. 
A quanto pare, avete, sfortunatamente per te, un amico in comune.

Nonostante fossi giovanissima, Tsunade non ha esitato un minuto a farmi diventare primario nel suo importante ospedale.

Per l’età che ho, senza peccar troppo di presunzione, credo di detenere assolutamente il record di primario più giovane del Paese del Fuoco.

Non sai quanto mi da gioia vedere e sapere che il mio lavoro venga apprezzato e sostenuto da una donna del suo calibro e della sua importanza.

Non riuscirò mai a ringraziarla abbastanza.

Per questo, a lavoro cerco di mettere sempre lo stesso entusiasmo e la stessa passione della mia prima volta, del mio primo giorno.

Amo la mia professione.

 

Sakura aveva deciso di partire dalle cose sicure della sua vita. Era stato estremamente più facile cominciare con queste.

 

Probabilmente, non ci crederai ma dentro l’ospedale mi trasformo. Non esiste posto al mondo in cui mi sento più protetta ed adatta.

Sono molto sicura di me e determinata, lontana anni luce dalla ragazza insicura che hai conosciuto a cena. A volte, vorrei avere la stessa forza anche nella vita di tutti i giorni.

Indubbiamente, in questa ho molte più difficoltà.

Sono spesso remissiva e mi faccio costantemente investire da mille ansie e paure, diventando così spesso per protezione straordinariamente logorroica.

Pensa che tutto questo che ti sto scrivendo mi sembrava già molto difficile e pericoloso da rivelarti.

Avevo pensato per un momento anche di chiamarti, di rinunciare.

A salvarti dal mio essere pedante è arrivato un semplice messaggio di grazie da parte di Ino.

Leggendolo, ho capito il perché sono disposta a mettermi a nudo di fronte agli occhi di uno sconosciuto, il perché ha senso iniziare questa recita.

A Konoha sono senz’altro cresciuta, maturata ma in questi cinque difficili anni lontana dalla mia famiglia l’amore incondizionato che nutro per loro non è mai cambiato, anzi cresce e si rafforza ogni giorno.

Ogni mio pianto, ogni mio sforzo ha ed hanno avuto senso perché fatti per loro.

Non c’è cosa che desideri al mondo più del loro star bene.

Vorrei tanto che questa settimana avesse il potere di sciogliere la maggior parte della delusione e dell’amarezza che in questi anni abbiamo accumulato.

Ovviamente, non posso dirti di non provare l’ineluttabile paura di non riuscire più a riabituarmi alla loro assenza.

Quando amo qualcuno, investo sempre tutta me stessa.

Non ho limiti, né riserve.

Proprio per questo lato del mio carattere, mio padre, quando il lavoro glielo permetteva, mi ripeteva continuamente che il mio buon cuore sarebbe stato infatti la causa principale delle mie lacrime.

Ai tempi, non avevo compreso completamente le sue parole ma ora credo e so che sul mio conto non sia mai stato detto nulla di più vero.

Papà mi ha sempre capito meglio della mamma. Ero la sua adorata principessa dagli strani capelli confetto e dai suoi stessi occhi verdi.

Per il mio aspetto fisico, sono stata frequentemente ritenuta insolita dagli altri, diversa.

A Suna, non hanno fatto altro che ribadirmelo fino ad arrivare a sbatterlo sulle prime pagine di cronaca locale con poca cura e tatto.

Per quanto negli anni mi sia sforzata costantemente di cambiare, la bambina che sogna prepotente la sua favola continua comunque ad uscire e a far leva dentro me.

Pensa che quando sono triste, mi regalo ancora oggi un libro di fiabe.

Mi distrae piacevolmente e mi aiuta a pensare che il famigerato viver felice e contenti possa esser davvero destinato a tutti.

Ho infatti la ferma convinzione che il mio sia solo più nascosto e per questa ragione non demordo ed anzi continuo ancora a sognare ad occhi aperti.

Oltre alla fanciullesca ed innocente passione per le fiabe, ho altri piccoli e diversi passatempi come ad esempio: i giochi da tavolo, i romanzi, i rompicapo, l’arte in generale ed il disegnare. Seguo anche assiduamente il calcio ed altri sport che fanno uscir fuori il maschiaccio che è in me.

Difficilmente nutro del rancore e dell’odio.

A posteriori e con il senno di poi, ho compreso perfettamente perché Sasori avesse scelto di sedurre ed ingannare me.

Credo di esser davvero, come dici tu, noiosa e trasparente agli occhi degli altri.

Questa settimana voglio però essere credibile ed il più sicura possibile e per farlo ho estremamente bisogno di te.

Nella vita ci sono infatti rischi che non possiamo permetterci di correre ed altri che invece non possiamo permetterci di non correre.

Immagino che alla fine della salita, la vita sia spettacolare.

Una vera favola.

 

 

Sakura abbassò gli occhi sull’orologio e si accorse che era davvero molto tardi. Mancava difatti all’in circa poco più di mezz’ora all’alba. 
Così, senza neanche rileggere la rosa inviò l’e-mail a Sasuke, allegando al suo personale sfogo anche il biglietto aereo per Suna.
Il suo cuore sperava che tutta quella fatica sarebbe potuta realmente servire a qualcosa.

Era stanca. Terribilmente stanca.

Lo shopping terapeutico l’avrebbe posticipato sicuramente al pomeriggio.

In lei era più che mai forte il felice e sereno senso di svuotamento.

L’Haruno stava cercando di fare il possibile per riprendersi ciò che era sempre stato suo, ripristinando finalmente i rapporti con la famiglia.

 

Per riaverli indietro, sarebbe stata disposta a giocare e a scommettere persino la sua stessa anima.

Era pronta a morire per loro.

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


 

Capitolo XI

 

 

Sakura si era svegliata almeno con sei ore di anticipo.

Francamente, non era riuscita a dormire molto.

Aveva lo stomaco chiuso e l’ansia che fuoriusciva da ogni fibra del suo corpo.

 

Quei due giorni di ferie erano passati troppo velocemente.

Nel cuore della notte, il primario aveva così cominciato ad elaborare e a prender pian piano consapevolezza dell’imminenza della partenza.

L’agognato ritorno a casa era ormai giunto. Era un punto di non ritorno.

 

Quel pesante macigno sul cuore la stava quindi costringendo a marciare inesorabile, senza sosta e senza un qualcosa di concreto da fare in su e in giù per la camera da letto.

 

L’Haruno ringraziò dunque mentalmente la sua previdenza ed il suo buon senso.

L’aver infatti dettagliatamente stilato con minuziosa cura su quell’anonimo foglio bianco di block notes la lista delle cose necessarie da fare prima della partenza era stata una vera e propria benedizione.

 

Certamente, in quel momento la sua mente era assolutamente impossibilitata a pensare a qualcosa di serio ed utile.

 

Guidata dalla salvifica lista, la ragazza aprì il borsone da viaggio per inserirvi le ultime cose da depennare tra le quali spiccavano senza dubbio gli acquisti del giorno precedente.

 

Lo shopping terapeutico le aveva regalato, come sempre, grosse soddisfazioni.

Ai grandi magazzini, aveva trovato proprio delle cosette invidiabili ed eleganti.

Quegli alti sandali neri intrecciati erano la prova tangibile della fantastica giornata trascorsa.

La giovane se ne era innamorata dal primo momento che li aveva adocchiati da  dietro la vetrina. Nonostante avesse provato infatti diversi paia di scarpe, il suo cuore era subito stato loro. Non c’era stata storia.

 

Successivamente, buttò in valigia anche dei medicinali, soprattutto benzodiazepine ed analgesici.

 

Deformazione professionale” disse agitata fra sé e sé.

 

Dopo aver messo dentro anche il suo beauty case e la sua inseparabile piastra,  la rosa riuscì con estrema fatica a chiudere tutto.

Del resto, Sakura dovette goffamente mettervi seduta sopra per facilitare la chiusura del bagaglio.

 

Archiviata la pratica valigia, decise poi di prepararsi con largo anticipo rispetto alla tabella di marcia.

Non poteva permettersi il minimo riposo. L’ansia sembrava diminuire, non stando con le mani in mano.    

 

Prevedendo lo stato catatonico attuale ed essendo già a quell’ora tarda della notte in totale sbattimento, l’Haruno si era infatti alzata di scatto dal letto per poggiare sulla sedia l’outfit adatto per quel giorno speciale.

Anche quella era stata senz’altro un’ottima e saggia decisione. Un tantino avventata, forse, ma dai risvolti decisamente positivi.

 

Si concesse così una lunga doccia fredda, covando l’improbabile speranza di rimettere in moto il suo sistema nervoso.

Sebbene i benefici dell’acqua gelata fossero stati molteplici e rinvigorenti, la donna si sentiva tuttavia ancora un’ameba.  

 

Soprassedendo sulla sua condizione d’essere, si truccò leggermente, applicando una matita kajal nera  sugli occhi ed un bel rossetto ciliegia sulle labbra.

Spazzolò i capelli e con l’aiuto del phon e della spazzola diede volume alla sua piega.

Finì il tutto dunque vestendosi.

Ultimata la preparazione, si trovò a fissare a lungo allo specchio, sentendosi pronta e comoda negli abiti scelti.

 

Quel look total white accendeva moltissimo il suo viso e metteva inoltre in risalto la sua figura snella. Sakura aveva infatti optato per una larga e leggera camicetta bianca, un pantalone con due grossi strappi speculari all’altezza del ginocchio del medesimo colore e per una decolté dieci centimetri anch’essa lattea. A dar luce al tutto, ci aveva poi pensato la lunga giacca verde smeraldo.

 

Si piaceva.

Era fine, non troppo seriosa grazie a quel tocco di colore ed al contempo sobria.

Il risultato finale non le dispiaceva per niente.

 

Controllò l’orologio ma era ancora prevedibilmente troppo presto per qualunque cosa.

Di mangiare ovviamente non c’era verso. L’ansia le aveva chiuso lo stomaco.

Per inerzia, ricontrollò di nuovo la solita fedele e famosa lista ma sfortunatamente non c’era ormai più niente da cancellare.

 

All’Haruno non restò altro che dello zapping alla TV.

Il primario schiacciava inesorabile i tasti del telecomando a ripetizione continua ma la sua mente era già precocemente salita sull’aereo con destinazione Suna.    

 

Al diavolo tutto !”

 

Innervosita, spense il plasma nero.

Alla partenza mancavano ancora quattro lunghe ore ciò nonostante decise di chiamare lo stesso il taxi che l’avrebbe accompagnata all’aeroporto.

In quel momento, stare a casa non le faceva per niente bene.

Voleva evadere da quel luogo chiuso ed aveva bisogno di prender aria.

 

Fra meno di venti minuti, le mando immediatamente una vettura sotto casa. Grazie per averci scelto.”

 

“Grazie a voi.”

 

In maniera del tutto maniacale, diede ancora un altro sguardo alla lista.

In attesa del taxi, Sakura vagò per le stanza alla ricerca disperata di qualcosa che potesse tornarle utile.

Non ebbe però alcuna illuminazione.

Rimase allora a fissarsi allo specchio per un tempo spropositato che le sembrò infinito.

 

La sua mente vagava.

La ragazza inevitabilmente finì per pensare ad Ino, ai suoi genitori, alla sua vecchia città.

Non osava immaginare a quante cose si fosse persa di loro.

 

Era curiosa, spaventata, agitata e determinata allo stesso tempo. Un mix di emozioni differenti e contrastanti fra loro.

Adrenalina pura.

 

Un forte e prolungato squillo di clacson la ridestò dall’immagine riflessa e dai suoi mille pensieri.

Non c’era più tempo per fare niente.

Il dado era tratto.

 

Stringendo saldamente la sua valigia, la rosa scese rapidamente le scale.

 

Eccomi ! Sono pronta” sbracciò con ancora la voce spezzata in direzione del taxista, “mi scusi se l’ho fatta attendere. La valigia è parecchio pesante.”

 

“Non si preoccupi e si accomodi pure dentro. Dia pure a me, Signorina.”

 

“Grazie” ripose cordialmente, prendendo posto dietro.

 

Dove la porto?”

 

“All’aereoporto.”

 

“Dove va di bello?”

 

“A Suna. Mia sorella si sposa.”

 

“Congratulazioni!”

 

Dopo quel breve scambio di battute iniziali, nella macchina regnò il silenzio.

L’autista era infatti troppo impegnato nell’uscire fuori dal traffico mattutino e lei  invece era completamente immersa nelle sue solite riflessioni.

Mentre era intenta a fantasticare con lo sguardo rivolto al finestrino, il pensiero di Sakura si posò su Sasuke.

Autonomamente le sue mani cercarono all’interno della pochette il cellulare.

 

Questa volta, l’ansia era troppo forte.

Al sol ricordo di Sasuke, l ‘Haruno era stata infatti colpita dalla paura che il ragazzo avesse potuto in qualche modo scordare il loro impegno, l’orario della partenza.

L’agitazione era tale che decise di chiamarlo, dimenticando ed indugiando sulle raccomandazioni dell’attore.  

 

Del resto, l’Haruno era una maniaca dell’ordine ed amava tenere tutto sotto controllo.

Sapeva perfettamente che non sarebbe riuscita a stare tutto quel tempo sola in aeroporto senza potersi rifugiare e rincuorare nella certezza del suo arrivo.

 

Per questo, si trovò a digitare il suo numero ed ad aspettare trepidante il suono della sua voce.  

Il telefonino squillò a lungo ma invano.

Quella mancata risposta uccise ineluttabilmente l’ultima briciola di buon senso e di calma della ragazza.

 

Lo richiamò ancora e poi un’altra volta  ancora.

 

Era sempre lì in attesa della sua profonda voce.

 

Non ti avevo vietato di chiamarmi?” esordì stizzito ed ancora chiaramente impastato di sonno.

 

Ti rendi conto di che ore sono?” aggiunse.

 

Sì, lo so. Me l’avevi detto, scusami. E’ solo che sto andando all’aeroporto e volevo esser sicura che tu venissi, che ti ricordassi. Ecco, tutto qui” fece veloce e mesta.

 

Una parte dentro di lei si stava già ampiamente maledicendo. Le dispiaceva averlo svegliato ma non poteva rimediare a quel lato così emotivo del suo carattere.

Voleva essere rassicurata.

 

Sei sempre così noiosa. Ad ogni modo, se ti fa piacere saperlo mi ricordo della partenza. Come potrei mai dimenticarmi di una palla al piede grossa come te. Se non ti dispiace e sempre se le tue turbe mentali me lo permettono, torno a dormire. Mi sembra infatti un tantino esagerato recarsi all’aeroporto con quattro ore di anticipo. Ci vediamo dopo.”

 

Sakura provò a rispondergli, a chiedergli nuovamente scusa ma non ebbe il tempo materiale per farlo. L’Uchiha aveva già riagganciato.

 

Certamente le dispiaceva non esser riuscita a far fede alla sua promessa ma non poteva negare quanto il sentirlo l’avesse calmata.

Per lo meno ora sapeva con certezza che si ricordava di lei, che sarebbe venuto.

Questo le bastava e la rincuorava.

 

Ci vediamo dopo” ripeté piano a sé stessa con il sorriso sul volto.

 

Si sentiva anche piuttosto stupida per aver dubitato di lui. 

Questa situazione, questo viaggio la stavano a dir poco destabilizzando.

Solitamente riusciva a mantenere meglio il sangue freddo ma questa faccenda era senz’altro più grande di lei.

Era troppo coinvolta emotivamente per restare lucida e razionale.

 

Scesa dal taxi, trovandosi di nuovo sola, Sakura capì che Sasuke fosse stato anche piuttosto gentile con lei nell’apostrofare solo come esagerato quel suo arrivo prematuro.

Tutto quell’anticipo sembrava folle oltre che totalmente inutile persino a lei.

 

Erano infatti appena le nove e alla partenza mancavano ancora più di tre ore.

 

E adesso che mi invento?

 

L’Haruno era ormai pressoché sicura che il ragazzo la considerasse una pazza o come era solito dire lui una noiosa e gigantesca palla al piede.

D’altronde come poteva dargli torto, il suo comportamento sinora era stato assolutamente irrazionale e sconsiderato, fin troppo di pancia.

 

Il primario decise così di frenare momentaneamente i suoi pensieri, mettendo finalmente qualcosa sotto i denti.

Aveva bisogno di zuccheri.

Una colazione era esattamente ciò che le serviva per azionare un po’ il suo perso raziocino.

Finito di mangiare, l’Haruno si  concesse un giro fra i vari negozi dell’aeroporto.

Si fermò a lungo in una libreria, iniziando a muoversi curiosa fra i vari scaffali.

Amava il profumo della carta stampata e l’ordine meticoloso con cui ogni testo era deliziosamente sistemato. 

Il negozio di libri era un luogo senza tempo, un posto in cui il nuovo ed il vecchio convivevano piacevolmente.

 

Sakura ricordò quanto da bambina le piacesse passare del tempo nello studio del padre, cercando spasmodicamente un nuovo tomo da leggere e quanto fosse felice nel vedere il viso pieno d’amore del genitore arrivare e darle una delicata carezza, ricordandole e dicendole quanto bene le volesse.

 

Quel ricordo così dolce le strinse il cuore e la portò a rifugiarsi nell’angolo del negozio dedicato ai bambini.

A quel punto, per lei fu inevitabile lasciarsi ammaliare da un grosso libro di favole.

Probabilmente, era la cosa di cui più aveva bisogno.

 

Contenta si diresse alla cassa e pagò il libro.

Per lo meno, ora aveva trovato finalmente qualcosa che avrebbe occupato la sua mente ed il suo tempo.

 

Sakura si mise così seduta nei posti d’aspetto del suo gate e cominciò a leggere il suo magico acquisto.

Il libro ebbe l’effetto miracoloso di farla rilassare, allontanando i brutti ed angoscianti pensieri.

 

Contro ogni sua nefasta previsione iniziale, il tempo volò.

A conti fatti, non era stata per niente una cattiva idea abbandonare il suo appartamento con tutto quell’anticipo.

Stava decisamente meglio. 

 

Informiamo i gentili passeggeri diretti per Suna dell’apertura delle porte d’imbarco.Grazie.”

 

L’Haruno poteva finalmente liberarsi di quell’ingombrante valigia.

Questa separazione era un tale sollievo per la ragazza da farle momentaneamente dimenticare qualsiasi altra cosa.

 

Pertanto, lasciò felice il suo posto, abbandonando a malincuore lì il suo nuovo libro di favole con la speranza che potesse essere d’aiuto ad altri e si mise in coda al check-in.

Stivata la valigia e superati gli ordinari controlli di sicurezza, la giovane donna dai capelli confetto si ritrovò presto ad occupare il suo posto in prima classe.

 

Tutto era perfetto.

Non le mancava niente.

 

Trovandosi a pensare alla perfezione attuale della sua situazione, il primario si accorse che in quel suo puzzle mentale mancava un tassello importantissimo.

Sasuke di fatto non era ancora lì con lei.

 

Inutile dire che l’ansia tornò prepotentemente alla carica.

 

 

Sakura iniziò infatti a pensare a qualunque nefasta ipotesi ma il risultato finale era sempre lo stesso.

Era sola e a dir poco terrorizzata all’dea di dover affrontare quel ritorno a casa senza l’appoggio dell’attore.

 

Ora lo chiamava di nuovo e si faceva sentire.

Questa volta gli avrebbe fuso il cellulare, poteva giurarlo a sé stessa.

 

Il suo sguardo verde vagava disperato dappertutto.

L’agitazione dipinta sul suo volto non passò inosservata.

 

E’ al suo primo volo?” le domandò gentile un’hostess.

 

No, il mio ragazzo non è ancora arrivato. Sto controllando le uscite di sicurezza nel caso me la voglia dare a gambe levate”rise nervosa.

 

In quel momento di assoluto panico, non le era sembrato neanche così strano e difficile apostrofare Sasuke come il suo fidanzato.

 

“Stia calma, vedrà che arriverà” cercò di rassicurarla l’assistente di volo.

 

L’Haruno prese così tremante il suo telefonino, decisamente pronta a chiamarlo ma lo stronzo l’aveva spento.

Esasperata si alzò di scatto e si avvicinò allo Stuart che controllava la cabina ristorante.

 

La prego mi dia un bicchiere di champagne…Non sono pazza o nevrastenica. Ho volato già diverse volte ma vede il mio ragazzo dovrebbe essere seduto al 7b ed ancora non c’è. Per la mia sanità mentale, ho bisogno che vi si sieda ora! ” fece uscire veloce e disperata.

 

E’ in ottima compagnia. Benvenuto 7b” rispose divertito e suadente l’assistente aereo.

 

Sakura si voltò di scatto ed ogni paura svanì in un lampo, perdendosi nel suo sguardo.

Sasuke era arrivato.

Non era stata mai tanto felice di vedere qualcuno.

 

Dimentichi quello che le ho detto. Grazie mille” disse paonazza prima di dargli di nuovo le spalle, facendo ritorno al suo posto.

 

Ciao…” disse la ragazza in imbarazzo, prima che l’attore la bloccasse sul nascere.

 

Sì, sono in ritardo. Non iniziare. Quell’idiota del mio coinquilino mi ha chiamato un Uber per arrivare sin qui. Aveva una macchina di merda e ci abbiamo messo una vita. Comunque immagino mi avrai chiamato?” chiese sarcastico.

 

Immagini bene” gli sorrise colpita lei.

 

Tsk. L’ho spento apposta.”

 

La voce dell’hostess li distolse dal loro parlare e invitò tutti i passeggeri a prender nota delle uscite d’emergenza, a spegnere i cellulari ed ad allacciarsi le cinture di sicurezza.

Sakura non aveva prestato la benché minima attenzione alle parole dette dalla bella assistente di volo.

Non le importava niente.

Tutto ciò di cui aveva bisogno era seduto dietro di lei.

Il vederlo l’aveva finalmente placata.

 

Le sue paure si erano sciolte come neve al sole.

 

Per la prima mezz’ora del viaggio, l’Haruno si girò spesso a guardare l’Uchiha per aver prova che tutto fosse reale e parlarono un po’.

Poi, tutta la stanchezza e la tensione accumulata dalla notte in bianco passata spinsero la ragazza a trovar riposo.

 

Dormì per tutta la durata del viaggio.

 

Signori e Signore, fra poco atterreremo all’aeroporto di Suna. Vi preghiamo di tenere le cinture allacciate sino a quando l’apposito segnale non sarà spento.”

 

Si svegliò di soprassalto. Sperava solo di non aver russato.

 

Sono le 15:21 ora locale. La temperatura al suolo è di 21°C.”

 

Si girò per controllare che Sasuke fosse ancora lì con lei.

 

Buongiorno elefante” le disse sprezzante e a dir poco divertito.

 

Sakura si rigirò di scatto con il viso completamente in fiamme.

Non poteva aver russato così forte da meritarsi “elefante” come nuovo appellativo alla già copiosa lista di offese del ragazzo.

 

Vi ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia e ci auguriamo di ospitarvi ancora a bordo dei nostri aerei.”

 

Non l’avrebbe più guardato in viso fin quando non sarebbero atterrati e sarebbe stata costretta a farlo.

 

Era tornata a casa.

Aveva una voglia irrefrenabile di rivedere tuttti.

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


 Capitolo XII

 

 

Dopo poco, l’aereo finalmente atterrò.

 

Sakura non si era più voltata a parlare con Sasuke. Si vergognava  ancora troppo.

Era pienamente cosciente di avere il sonno pesante.

 

Da bambine, Ino la prendeva costantemente in giro e l’accusava spesso di non farle chiudere occhio.

Non poteva farci niente. Ogni volta che era felice e rilassata, il suo subconscio le faceva emettere nel sonno tutti quei versi incomprensibili e fastidiosi. 

Ricordava ancora benissimo come sua sorella ben presto aveva astutamente approfittato della cosa per richiedere supplicante ai suoi genitori la sua singola ed agognata cameretta lilla.

 

Sakura è peggio di un orso in letargo!”

 

A quanto poteva facilmente constatare, con il passare degli anni si era trasformata in un elefante ma continuava comunque a far parte ancora stabilmente del mondo animale.

La sola idea che tutte quelle persone all’interno dell’aereo ma soprattutto Sasuke l’avessero sentita la faceva sentire inevitabilmente in ansia, terribilmente in colpa.

Il vederlo entrare nell’aereo, l’incontrare i suoi profondi occhi neri, il sentirlo vicino l’avevano portata a calmarsi, a sciogliere tutta la tensione accumulata ed ad uscire dalla crisi di panico in cui era caduta.

Con il suo arrivo, ogni preoccupazione era andata via. Non c’era stato più un motivo valido per essere agitata e per non lasciarsi abbandonare fra le braccia di Morfeo.

Era da tempo che non riusciva a dormire così bene e di conseguenza che non russava così forte.

 

Con questi pensieri in testa, l’Haruno scese silenziosa dall’aereo, tenendosi ancora a debita distanza dall’attore.

Si sentiva francamente anche un po’ ridicola ma quel ragazzo riusciva davvero a metterla in difficoltà, in soggezione.

Voleva in qualche modo prepararsi meglio alla loro prossima conversazione.

Aveva già le tasche piene di far costantemente la parte della fessa.

 

A Suna tutto sarebbe cambiato.

 

Sakura era più che decisa di dimostrare a tutti che fosse, nel suo piccolo, davvero perfetta.

Presa dalla foga e dall’entusiasmo del momento, non si rese conto però di aver accelerato notevolmente il passo e di essersi staccata molto da lui.

Mentre marciava veloce per recuperare il bagaglio, il suo passo veloce andò a scontrarsi con un grosso uomo e la sua bevanda.

 

Attenta a dove metti i piedi, ragazzina!”disse visibilmente alterato.

Era talmente presa dalle sue riflessioni da non accorgersi nemmeno di una figura tanto imponente, di essergli praticamente andata addosso.

Non era stata in grado di sentire neanche ciò che gli aveva urlato.

L’unica cosa che ora pativa e vedeva chiaramente erano le macchie di caffè sparse malamente su tutti i suoi vestiti bianchi.

 

Era impresentabile, un vero e proprio disastro.

 

Non era certamente questa l’immagine della perfezione che aveva elaborato nella sua mente.

Era paralizzata, incapace di emettere parola.

 

Guarda cosa diamine hai combinato, imbranata!” incalzò l’omone, deciso a non fermarsi.

 

Voglia gentilmente scusare la mia ragazza,” interruppe Sasuke quella scena impietosa, raggiungendola ed offrendole una mano per rialzarla, “ha ragione è una sbadata. Tenga pure questi soldi e si ricompri da bere. Arrivederci” lo congedò deciso, non ammettendo repliche.

 

I giovani di oggi!” sbuffò l’energumeno, mentre se ne andava.

 

Grazie mille Sasuke” esordì Sakura, resasi finalmente conto di quello che era successo.“E’ solo che…”

 

L’Uchiha non la lasciò finire.

 

E’ solo che  ti eri persa in chissà quale delle tue assurde paranoie e mi stavi evitando. A proposito, hai intenzione di farlo ancora a lungo? Sai perché credo di non aver voglia di continuare a salvarti da ogni bell’imbusto contro il quale deciderai di scagliar contro la tua ansia.”

 

“Scusami” gli rispose davvero triste.

 

L’Haruno rimase a lungo in silenzio, al fianco del giovane.

Si era comportata da vera sciocca. Altro che perfetta, per quanto ci provasse continuava ad esser ancora la solita ragazza goffa ed impacciata.

Non poteva darla bere a nessuno, tantomeno a lui che contrariamente a lei era sempre così fiero, preciso ed impeccabile.

 

Questa prima doccia fredda, l’aveva riportata brutalmente alla realtà dei fatti.

Non poteva pensare di presentarsi per quella che non era.

Aveva già una recita all’attivo. Non era indubbiamente in grado di gestirne due.

Voleva davvero colpire tutti ma non poteva farlo spacciandosi per un’altra Sakura.

Il messaggio le era arrivato forte e chiaro.

Del resto, le macchie di caffè erano così visibili.

Quello spiacevole scontro era stato sicuramente un forte e chiaro segno del destino.

Non aveva bisogno di un’altra bugia per riconquistare la sua amata famiglia.

Doveva essere semplicemente sé  stessa.

 

Decise così di rompere quel pesante silenzio che si era creato fra lei e Sasuke.

Non voleva assolutamente fargli pensare che lo stesse continuando ad evitare.

 

Scusami ancora tanto per prima. Non era mia intenzione crearti dei problemi con quello scimmione. Non l’ho proprio visto ed è chiaro, vista la stazza del soggetto, che possa sembrare assurdo ma è la verità. Ero così intenta a meditare sul fatto che ce l’avrei fatta, che sarei stata impeccabile da non rendermi conto di chi avevo dinanzi. Sono sempre stata goffa. Un elefante in una cristalleria,” fece sorridendogli, “mi dispiace se nell’aereo non sei riuscito a chiuder occhio per colpa mia”continuò, arrossendo visibilmente.

 

Tsk”ghignò bonariamente lui, “sono solo rimasto colpito. Mi avevi detto di essere una principessa. Non mi aspettavo certo di trovare un pachiderma con la corona e lo scettro” scherzò, beffandosi palesemente di lei.

 

Di risposta, Sakura scoppiò a ridere. D’altronde, non poteva prendersela per qualcosa che in fin dei conti era vera. Quel chiaro riferimento poi del moro all’e-mail che gli aveva inviato, le aveva fatto imporporare di nuovo le guance.

 

“Sei sempre così simpatico ed accomodante?” lo provocò argutamente.

 

No, posso fare molto meglio” rispose prontamente ed in modo pacato lui.

 

Sakura percepì ancora del calore in viso senza attribuirgli, questa volta, però una valida ragione.

Recuperate le rispettive valigie, i due ragazzi si diressero insieme all’uscita del grande aeroporto.

 

“A che ora dobbiamo essere a casa dei tuoi?”

 

“Alle diciassette in punto comincia il ricevimento dei parenti. Quindi…”prese dalla pochette il cellulare e controllò l’ora, “dobbiamo esser là tra un’oretta buona. Sei pronto?” domandò più a sé stessa che a lui.

 

Io, sì. Tu invece conciata in questo modo, credo proprio di no”le rispose, indicando le varie chiazze marroni che aveva sparse ovunque.

 

L’Haruno era stata talmente presa dallo scusarsi con Sasuke, dall’aguzzare la vista per identificare e prendere velocemente il suo bagaglio da dimenticare di essere un tale disastro.

In compagnia dell’attore non era mai lucida.

Di certo dopo cinque anni, non poteva però far ritorno a casa combinata in quel modo.

Doveva ovviamente cambiarsi.

 

Oh mio Dio! Avevo completamente scordato questa catastrofe.”

 

“Davvero?Non l’avevo intuito. Dai, entriamo in questo Starbucks e cambiati nel loro bagno. Io mi siedo, ti aspetto e mi ordino un lungo ed amaro caffè americano.”

 

“Non starai mica dicendo sul serio?” chiese esasperata la ragazza con gli occhi fuori dalle orbite.

 

Non parlo mai tanto per parlare, Sakura. Se rientriamo dentro alla disperata ricerca di un bagno libero, rischiamo di perdere solo altro tempo. La caffetteria è invece qui vicino e per di più, vedendoti, mi è davvero venuta voglia di caffè.”

 

Sakura iniziò a correre verso lo Starbucks.

 

Che aspetti, lumaca!”

 

Velocemente, Sasuke la raggiunse con ampie e grosse falcate ed insieme entrarono dentro.

Come le aveva  detto, l’Uchiha ordinò presto il suo lungo ed amaro liquido nero e prese poi posto in un tavolo adiacente al bagno.

All’interno della toilette, l’Haruno era invece completamente in panico.

 

Il solo fatto di aprire fuori programma la sua valigia in un bagno pubblico, rivoluzionando così il meticoloso ordine creato, le stava dando ai nervi.

Tutta fatica per niente.

Normalmente già per quelle piccole cose era sempre così indecisa. Ora, non sapeva proprio dove iniziare a mettere per prima mano.

Mancava poco tempo ed avrebbe ritrovato e rivisto i suoi genitori, tutti i suoi parenti e l’ansia ineluttabilmente era tornata a bussare alle sue porte.

Ogni indumento le sembrava giusto ed un secondo dopo totalmente inadatto all’occasione.

Se non si calmava rischiava veramente di gettare tutto istericamente fuori.

Al momento, la consolazione più grande della giovane era il fatto che per lo meno quella toilette sembrava pulita e ben tenuta. Non aveva altro per cui gioire.

Era tutto un enorme disastro.

 

Tre colpi decisi alla porta la ridestarono.

 

Occupato” rispose indispettita.

 

Altro che se era occupata. Le dispiaceva per chiunque fosse ad avere quell’urgenza ma lei era ben lontana dall’uscire presto. Piuttosto ci moriva lì dentro.

 

Lo so che sei impegnata, Sakura”esordì l’attore”volevo solo sapere se ne hai ancora per molto. Non hai molto tempo a disposizione.”

 

Sentirsi dire che fosse il caso di accelerare i tempi, non l’aiutava per niente. Sinceramente, avrebbe tanto avuto bisogno di un’altra mattinata.

Se possibile, ora grazie a quelle sue parole di esortazione era anche più in palla di prima.

 

“A dir la verità, devo ancora cominciare. Sono così indecisa. Non so che mettermi. Non c’è niente che mi vada bene in questa maledetta valigia!” rispose, lasciando trasparire tutta la sua indignazione ed il suo sconforto.

 

Sei terribilmente insopportabile. Un vestito vale un altro. Cosa cazzo vuoi mai che sia?!”

 

“La fai facile. Hai la più pallida idea dell’ora in cui mi sono alzata per scegliere quello che porto?”

 

“No, immagino ma comunque non credo mi interessi. Piuttosto, fammi vedere qualcosa e scelgo io per te. Finiamola con questa pagliacciata.”

 

“Davvero mi aiuteresti? Sai, anche Ino da piccole faceva sempre così con me” parlò tutta sognante e già più tranquilla.

 

Aveva seriamente bisogno di qualcuno che l’aiutasse e che la rassicurasse.

Da sola in quel bagno, si sentiva persa.

Era davvero un bene che Sasuke, seppur così burbero, fosse lì con lei.

 

Datti una mossa.”

 

Sakura prese quella sua semplice risposta per un sì e cominciò a provarsi diversi capi, uscendo e richiudendosi man mano nella toilette.

Sapeva perfettamente di star giocando con la sua pazienza.

Il moro era infatti un continuo sbuffo e battito di piede.

Era più che cosciente di essere lenta ma stava provando anche a sfasciare il meno possibile il bagaglio, riponendo di volta in volta il tutto con cura.

Ci teneva a mantenere la meticolosa disposizione. In questo modo, per lo meno, qualcosa nella sua vita era in completo ordine.

 

“Scusami, ti prometto che questo è l’ultimo” disse da dietro la porta, supplichevole.

 

Di nuovo, uscì fuori.

 

Vorrei essere irresistibile. Allora, questo che te ne pare?”

 

Sasuke la squadrò ma non disse niente. Il ragazzo la guardava fissa con quei suoi occhi impenetrabili.

 

Missione compiuta!”esordì improvvisamente il giovane inserviente che da un po’ di tempo stava pulendo divertito i tavoli nei loro pressi. “Cioè io mi ti farei volentieri, senza offesa amico”

 

Di risposta, l’Uchiha lo fulminò con lo sguardo e Sakura avvampò, correndo imbarazzata in ritirata nel bagno.

 

Io preferivo il rosso ma se vuoi farti scopare dal cameriere lasciati pure quello che porti. In ogni caso, muoviti. Io nel frattempo fermo un taxi e ti aspetto fuori” le disse l’attore dal legno, non vedendola ancora uscire.

 

Dopo poco, l’Haruno lo raggiunse finalmente pronta con la sua bella ed elegante tuta rossa che lasciava scoperta la schiena e con i suoi nuovissimi sandali intrecciati neri.

Lui non le disse niente ma le riservò uno sguardo più che compiaciuto ed insieme salirono nel taxi.

 

Dove vi porto?”

 

“A Villa Haruno, grazie” rispose gentilmente lei all’autista.

 

All’interno del taxi, i due giovani ragazzi continuarono a restare in silenzio, scoprendosi ogni tanto intenti a guardarsi di sottecchi.

Sakura controllò di nuovo l’ora sul display del cellulare. Sarebbero arrivati con venti minuti abbondanti di ritardo ma niente di così grave.

Del resto, in un ricevimento come quello i tempi erano abbastanza flessibili.

Era un grosso via vai di parenti, un ammasso indefinito di persone.

Avrebbero cercato di immedesimarsi e confondersi fra la folla, per quanto fosse difficile visto il suo passato scandalistico.

 

Guardando fuori dal finestrino, l’Haruno si scoprì emozionata e commossa nel riveder la sua città natale. Ad una prima vista, Suna non sembrava essere molto diversa da come la ricordava.

I suoi occhi verdi saltavano felici su ogni insegna, ogni casa, ogni palazzo, ogni semaforo e non si lasciavano scappare niente.

Voleva catturare dentro di sé tutto di quella lunga ed importante settimana, ogni minimo particolare.

 

Tremava dalla gioia, dalla paura, dall’adrenalina.

 

Di fronte al suo fanciullesco e colpito sguardo fece la sua comparsa l’imponente e maestosa Villa di famiglia.

Una morsa al cuore fortissima la fece sussultare.

Il tempo sembrava esser trasceso da quell’edificio.

Tutto era esattamente uguale a come quando l’aveva lasciato.

Era bellissima proprio come la ricordava, come lo era sempre stata.

Le era mancato tutto così tanto.

Il suo respiro si era già fatto più pesante.

Non era un miraggio o un sogno. Era la pura e semplice realtà e le faceva davvero tanta paura.

 

Mille ricordi le passarono veloci davanti agli occhi e la colpirono dritta allo stomaco.

Un luogo dove qualcuno ancora pensa a te, quello è il luogo che puoi chiamare casa.

Sakura era tornata e sperava ci fosse ancora qualcuno disposto ad accoglierla, a pensarla.

Credeva che al mondo non potesse esistere altro posto in grado di offrirle quelle stesse emozioni.

 

Spaventata ed al contempo entusiasta posò i suoi occhi smeraldo su Sasuke.

Il verde ed il nero si specchiarono l’uno nell’altro fino a perdersi.

Di getto, il ragazzo le prese involontariamente la mano.

L’Haruno posò il suo sguardo sulle loro dita intrecciate e regalò all’Uchiha un bellissimo e spontaneo sorriso.

 

Non farti strane idee, entro solo nella parte”provò l’attore a riprendere il suo abituale  e distaccato contegno.”Vedrai andrà tutto bene. Ora, sei anche vestita decentemente.”

 

“Oh, sì! Sai fare decisamente di meglio. Grazie” gli rispose divertita, facendogli una linguaccia.

 

La presa della mano di Sakura si fece più forte e decisa.

Il taxi parcheggiò davanti al grande cancello della Villa.

Era a casa.  

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


Capitolo XIII

Capitolo XIII

 

 

Dopo un lungo respiro profondo, Sakura lasciò momentaneamente la mano di Sasuke e scese dal taxi, non prima però di aver pagato l’autista.

La ragazza infatti insistette molto affinché il pagamento del servizio avvenisse per mano sua.

 

Ti devo ancora i soldi che ti sei premurato di dare a quel gorilla all’aeroporto. Lasciami sdebitare” gli disse.

 

Così scaricate le valige, i due procedettero a piedi per lo stretto ed alberato cortile d’ingresso che apriva lentamente all’enorme spiazzale di cui la Villa disponeva.

Superato il piccolo disimpegno, Sakura e Sasuke furono immediatamente raggiunti da due domestici.

 

Voi siete?” fece il più giovane con la lista degli invitati in mano.

 

L’Haruno restò perplessa. Non ricordava minimamente questo ragazzo.

Era sicuramente un nuovo dipendente. In fondo, qualcosa doveva pur essere cambiata in quegli anni di lontananza. 

 

Yamato, della Signorina e del suo accompagnatore, se non ti dispiace, me ne occupo personalmente io. Le loro valige vanno sistemate in casa, al piano di sopra” prese le redini il più grande dei due, esortando con lo sguardo l’altro a velocizzare la pratica bagagli.

 

Bentornata a casa Sakura.”

 

Non aveva dimenticato quella voce.

Quell’uomo era rimasto esattamente lo stesso. L’età non sembrava proprio aver sortito grossi effetti su di lui.

Era ancora bellissimo ed estremamente affascinante.

L’aveva vista crescere ed era stato per lei una sorta di padre acquisito.

Una presenza costante che aveva saputo colmare con il gioco, rimproveri e gentilezze l’assenza lavorativa paterna.

 

Aveva sempre sperato di ritrovarlo e di vederlo ancora lavorare instancabilmente per la sua famiglia.

Incontrando quel viso amico e famigliare, la sensazione di essere tornata a casa era ineluttabilmente aumentata.

Non poteva dirsi altrimenti senza di lui.

 

Il magone al cuore era piuttosto significativo.

 

Sakura non rispose subito al saluto.

Spinta da questo turbinio di ricordi ed emozioni, si gettò al collo dell’uomo, coprendolo con il suo stretto e caldo abbraccio.

 

Grazie Kakashi. Mi sei mancato tanto”gli disse felice e sincera, ancora stretta fra le sue braccia.

 

Anche tu” rispose il maggiordomo dai capelli argentei, staccandosi lentamente dalla presa della ragazza. “Ti trovo molto bene ed anche in piacevole compagnia” continuò divertito.

 

Per un attimo, si era dimenticata di Sasuke.

Era stato più forte di lei ma vedendo l’Hatake non aveva resistito a manifestargli tutta la sua gioia nel trovarlo ancora al servizio dei suoi.

Era sempre stata così.

Dispensava senza  freni e sosta l’affetto e l’amore con una forza smisurata e senza eguali.

 

Sakura riprese allora velocemente il contegno e la formalità d’obbligo nella sua situazione e in un ricevimento come quello.

 

Sì. Ti presento Sasuke, il mio fidanzato” fece la ragazza girandosi a guardare il moro.

 

L’Uchiha non le sembrava infastidito o alterato, piuttosto sereno, stranamente sorridente.

 

Piacere di conoscerla” parlò prontamente l’attore, stendendogli la mano.

 

Il piacere è tutto mio. Sono Kakashi Hatake, il maggiordomo di casa. Per qualsiasi cosa non esiti a chiedere. Anche su Sakura, se vuole. So cose della sua ragazza che potrebbero interessarle” rispose saldamente alla presentazione, ridendo di gusto. 

 

Allora, non mancherò di certo a parlare con lei” ricambiò il ragazzo l’entusiasmo dell’uomo.

 

Non credo sia proprio una buona idea” avvampò il primario.

 

Quella di Kakashi non  le sembrava davvero una bella trovata.

Sasuke sapeva abbastanza di lei e si sentiva già piuttosto scoperta sotto al suo caldo sguardo onice.

Non voleva essere completamente nuda.

 

Bando alle ciance!”esordì Kakashi “Vi accompagno dentro. Ho già rubato parecchio del vostro tempo. Il programma di oggi è lungo ed impegnativo e non sono di certo l’unico che muore dalla voglia di vedervi. Seguitemi, prego.”

 

Sakura sperava davvero che fossero in molti a desiderare di volerla vedere.

Stava scacciando infatti prepotentemente dalla mente l’idea che quell’ultima affermazione di Kakashi fosse solo frutto della sua gentilezza e del suo amore per lei.

 

Era stato semplice e spontaneo relazionarsi con lui.

L’abbraccio era partito involontariamente ed era stato bellissimo.

Sapeva però che con i suoi genitori sarebbe stato diverso, più difficile.

C’era bisogno di più calma, contegno e giuste parole.

Al momento però l’unica sua più grande e costante sicurezza era l’ormai onnipresente groppone alla gola e allo stomaco.    

 

Mentre l’Haruno era intenta a seguire elegantemente Kakashi, la mano di Sasuke si intrecciò di nuovo saldamente alla sua.

Si guardarono.

Durante la famosa cena avuta con l’attore, Sakura si era già resa conto dell’immenso potere degli occhi del ragazzo ma ora ne aveva avuto un’altra straordinaria conferma.

Quella morsa visiva e sensibile l’avevano portata a procedere più rilassata e tranquilla sin dentro la sua vecchia e bellissima casa.

L’Uchiha gli aveva infuso con quei due semplici contatti tutta la sua stratosferica sicurezza.

 

Non sapeva cosa avrebbe detto, né tantomeno come si sarebbe mossa ma sentiva chiaramente che poteva farcela.

In caso di fiasco, la ragazza percepiva che avrebbe potuto contare sulla sua presenza.

Sarebbe corso, così come aveva fatto all’aeroporto, a salvarla.

L’avrebbe aiutata ad uscire da ogni pericolo.

A Suna, in quella casa, Sasuke era il suo principe.

Doveva contare e fidarsi di lui.

Quelle mani ancora così strette erano la prova tangibile dei suoi pensieri.

 

Buon proseguimento. Se non avete bisogno di nient’altro, torno a dare una mano a Yamato”spezzò  il silenzio l’Hatake, sorridendo cordialmente.

 

Vai pure, Kakashi” rispose gentile Sakura.

 

Grazie” continuò Sasuke, congedandolo.

 

Pronta?” le chiese il ragazzo, quando l’argenteo era già distante da loro.

 

Sì ma non lasciarmi la mano.”

 

“Non lo farò.”

 

Insieme percorsero così il corridoio d’ingresso e Sakura fece strada all’attore verso il salotto da dove proveniva il vociare e la musica lounge di sottofondo.

Voleva vedere sua sorella.

 

Sakura, tesoro!” sentì una voce stridula prenderla di sorpresa alle spalle.

 

Zia Yuki ! “  rispose la ragazza cordiale alla lontana parente, stupendosi di esser stata così veloce e scattante nel ricordare il suo nome.

 

Dovevi essere tu la prima a sposarti” incalzò l’anziana donna.

 

Il sorriso le si smorzò seduta stante.

 

A proposito, non c’era bisogno che mi restituissi il servizio da tè. E pensare che Sasori è stato così male per te, poverino”

 

Doveva dire qualcosa ed il più velocemente possibile.

Quella vecchia petulante non sembrava avere infatti alcuna intenzione di smettere di parlare.

Francamente, non era assolutamente disposta ad ascoltare quanta finta sofferenza avesse causato all’Akasuna.

Sapeva di doversi abituare a sentirsi rimproverata ed accusata ma voleva anche poter parare bene i colpi.

 

Ti presento Sasuke” cambiò allora discorso il primario, trascinando avanti il ragazzo e sfoderando uno dei suoi sorrisi più belli.

 

Molto lieto” salutò l’Uchiha.

 

Sasuke ottenne dalla parente di Sakura un grosso “ oh ” di meraviglia.

Approfittando del silenzio improvviso della zia, la ragazza si strinse di più all’attore, lasciandole quindi intendere il legame che li univa ed ottenendo così un rispettoso veto di silenzio sulla questione Sasori.

Lo stupore che si dipinse sul volto di Yuki fu ancora più grande, impagabile.

 

Cercavamo mia sorella. Sai, siamo appena arrivati e vorremo salutarla. L’hai per caso vista?” continuò l’Haruno desiderosa più che mai di lasciare velocemente quello spiacevole imprevisto.  

 

Era al bar. Devi assolutamente vederla. E’ felicissima.”

 

“Allora, con permesso, andiamo” le rispose, avviando già il passo.

 

Signora” salutò con un elegante cenno del capo Sasuke, seguendo la sua finta fidanzata.

 

Che incubo!” esclamò lontana Sakura esasperata.

 

Non dirlo a me. A fine serata, avrò una paresi facciale.”

 

La ragazza scoppiò a ridere.

Apprezzava davvero molto quanto lui stesse facendo per lei.

Aveva capito perfettamente che l’Uchiha non fosse il tipo da grossi sorrisi e compagnia.

Immaginava si stesse sforzando molto ma non lo dava minimamente a vedere.

L’attore infatti si muoveva davvero naturalmente.

Tutti gli avrebbero creduto.

 

Scusa” si sentì così in dovere di chiedergli.

 

Tsk. Sapevo a cosa andavo incontro quando ho accettato questo lavoro. Sei stata brava prima. Non preoccuparti per me.”

 

“MICETTA!”

 

Un urlo la raggiunse, interrompendo quella momentanea serenità.

 

Nonna Chiyo!” rispose felicemente sorpresa.

 

Sakura non finì la frase che la donna le era già saltata addosso.

Chiyo era un’anziana vecchietta, stramba e particolarmente socievole. L’unica nonna rimastale in vita.

L’amava.

 

Bambina mia” continuava a ripetere l’anziana mentre ripetutamente si strusciava al collo della ragazza.

 

Nonna, per caso, hai bevuto?” domandò preoccupata, avvertendo un forte odore di alcol fuoriuscire dalla bocca di sua nonna.

 

Solo qualche Martini” le rispose mentre si staccava da lei “come pensi si possa resistere altrimenti ai deliri di grandezza di tua madre e tua sorella?”  

 

L’Haruno aveva sempre adorato la sua franchezza sfacciata.

Chiyo aveva senza dubbio ragione. Quel ricevimento sfarzoso ed in grande stile avrebbe ucciso e torturato ognuno dei presenti, non solo lei e Sasuke.

Alla plateale verità della vecchia, risero tutti e tre di gusto.

 

E questo gran bel pezzo di giovane chi sarebbe?”

 

Il ragazzo non permise a Sakura di rispondere.

 

Sono Sasuke, il suo fidanzato. Molto piacere.”

 

“Gran bell’acchiappo, micetta! Chiamami pure nonna” rispose euforica. Di risposta l’attore le sorrise più che divertito.

 

Seguitemi al bar. Questa è una maratona, non uno sprint. Oggi ci sono i cocktail di benvenuto ai parenti. Domani è invece il turno degli amici di famiglia. Poi l’addio al nubilato. Sai, ho obbligato Ino a portarmi con voi. Dopo di che il pic-nic, la cena di prova e finalmente dulcis in fundo il grande giorno. Diventerò una vecchia ubriacona, lo so già.”

 

Era una settimana lunga, serrata ed insostenibile.

La nonna Chiyo li aveva saggiamente messi in guardia.

Sperava solo Sasuke non decidesse di darsela a gambe levate ora che era minuziosamente al corrente di tutta la pesantezza di quell’accurato evento matrimoniale.

Insieme, sua madre ed Ino erano capaci di questo e molto altro.

Si sarebbero dovuti dare tutti all’alcol per resistere a quei pranzi e cene in famiglia.

A fine settimana, Sakura si vedeva già in un centro di recupero insieme all’esuberante nonna.

 

Una parte del suo cuore batteva però fortissima di fronte a tutta quella grandezza.

Quella era in fin dei conti la sua famiglia e le era nonostante tutto mancata terribilmente.

 

Tre Martini gentilmente” ordinò Sasuke al barman.

 

Non avrei saputo dirlo meglio” strizzò l’occhio la vecchietta.

 

Nonna ti prego. E’ il momento meno adatto per essere te stessa. Se la mamma ti sentisse, ti chiuderebbe sicuramente in qualche stanza ”rise Sakura.

 

Fronte Spaziosa! Ah, finalmente sei qui!”

 

Un urlo disumano spezzò l’elegante brusio del salotto.

Quella voce, quell’esuberante modo di fare era inconfondibile.

Ino non impiegò molto tempo ad arrivare da lei.

L’Haruno rischiò di cadere per terra per via della tanta foga con cui la sorella le si buttò addosso.

 

Durante quel caloroso ed intenso abbraccio, Sakura si perse.

Il profumo di lavanda che Ino emanava era esattamente l’odore della felicità.

La ragazza non poté evitare a delle piccole gocce di sale di rigarle impercettibilmente il viso.

 

La strinse più forte.

Il tempo sembrò fermarsi.

Non c’era niente e nessuno al di fuori di loro.

 

In quel momento a Sakura non importava sapere che con ogni provabilità tutti gli occhi dei presenti, compresi quelli dei suoi genitori, fossero puntati su di loro.

Infondo, Ino era stata così poco aggraziata e talmente rumorosa che chiunque, anche non volendo, si sarebbe girato dalla loro parte.

Voleva solo godersi quel contatto.

 

Le era mancata troppo.

 

Non c’erano alcun compromesso o bugia troppo grande alla quale non sarebbe ricorsa per rendere quest’attimo eterno.

I sorrisi felici e sinceri sul loro volto parlavano più di mille parole.

 

Mi sei mancata tanto” continuò a parlare all’apice della gioia Ino.

 

Sakura non riuscì a dir nulla.

Era troppo emozionata.

Strinse la sorella ancor più forte fra le sue braccia.

 

Sto per sposarmi, Sakura. Ancora non ci credo che sei qui !”

 

Ci sono” riuscì a proferire piano.

 

Con quelle due semplici parole sussurrate voleva farle capire che fosse tornata, che per niente e nessuno al mondo l’avrebbe più lasciata e che potesse contare su di lei.

 

Accidenti Fronte Spaziosa! Non dirmi che quel maschione lì dietro è il tuo lui. Capisco perfettamente ora perché volevi tenerlo nascosto.”

 

Sakura imporporò violentemente le guance.

Era un mix fra la vergogna ed il senso di colpa.

Ino non aveva mai avuto peli sulla lingua e riusciva sempre a metterla in imbarazzo.

 

“Sì lui è Sasuke, il mio ragazzo” parlò trovando tutta la forza ed il coraggio di questo mondo.

 

“Sakura mi ha parlato tantissimo di te. Non sai quanto ho sognato di conoscerti. Devo  ammettere però che la realtà ha di gran lunga battuto la mia fantasia” si spostò la futura sposa per posizionarsi di fronte all’aitante accompagnatore della sorella con occhi sognanti.

 

Anch’io ho sentito parecchio parlare di te. Il piacere è tutto mio” le sorrise Sasuke.

 

Un sorriso bellissimo di cui Sakura non credeva fosse fornito.

Era ancora più bello di quanto già non fosse.

 

Sai vi vorrà assolutamente vedere. Se solo sapessi dove diavolo si è andato a cacciare! Vado a cercarlo e torno subito da voi”si dileguò.

 

Ino era davvero raggiante.

Più cresceva e più diventava irresistibile.

Di una bellezza oggettiva ed ammaliatrice.

 

Signori ecco i vostri Martini” fece il barman.

 

Lo strano trio si ritrovò così a brindare e a parlare del più e del meno.

Si stavano divertendo molto.

Il tasso alcolico della nonna aiutava di certo a sciogliersi e a sentirsi a proprio agio.

Ad un tratto però un particolare suono acuto catturò  la loro attenzione.   

 

Oh mio Dio! Chi le ha messo il microfono in mano? Signore, ti prego, abbi pietà di noi!” tuonò esasperata, come sempre sinceramente, Chiyo.

 

Tutti i presenti si girarono verso la grande vetrata del salotto davanti la quale avevano fatto la loro comparsa i suoi genitori ed i futuri sposi.

Il soffio al cuore fu fortissimo.

In quella casa tutto sembrava essere rimasto uguale tranne loro.

Certo i suoi erano ancora molto giovani ma la stanchezza nei loro visi era chiara e trasparente.

C’era un velo di malinconia sulle loro figure e sui loro abiti.

Da quella prospettiva, non sembravano più perfetti come una volta.

Soprattutto sua madre Mebuki le appariva diversa.

Il suo sguardo era infatti molto più severo.

 

Prova. 1, 2, 3, prova. Meraviglioso, finalmente funziona!”

 

La voce materna suonava però sempre famigliare alle sue orecchie.

Era ancora così composta, ferma ed alta.

 

Voglio dire due parole. Non vi disturberò troppo” sorrise la donna. “Benvenuti! Kizashi ed io siamo davvero molto contenti che siate tutti qui a festeggiare con noi l’ingresso ufficiale di Sai Yamanaka nella nostra famiglia ed il suo amore sincero per nostra figlia Ino. Speriamo che ogni cosa sia di vostro gradimento e che tutto vada per il verso giusto. Ci sono buoni motivi per augurarselo, visto i precedenti” rise seguita da tutti i parenti presenti.

 

La ragazza voleva sprofondare.

Il suo sorriso era tiratissimo.

Runaway Candy era ancora un ricordo vivido nelle loro vite.

Per quanto si sforzasse a scrollarsi di dosso il suo passato, questo continuava a presentarsi prepotentemente al suo cospetto.

 

Sai siamo tanto contenti che tu ti sia innamorato della ragazza della porta accanto, della nostra Ino. Congratulazioni piccoli miei! Evviva gli sposi!”

 

“EVVIVA!” risposero tutti in coro, alzando i flute all’aria.

 

Quel discorso le era arrivato come una potente pugnalata alle spalle.

Sperava che un giorno quei sorrisi e quelle tenere parole fossero destinate anche a lei.

 

Sakura doveva però riscoprire la distinzione fra speranza ed aspettativa.

Non poteva infatti aspettare il sole di notte e la luna durante il giorno ma non avrebbe smesso comunque di cercare, di sperare e volerci provare.

Stava però già sanguinando.  

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***


Capitolo XIV

Capitolo XIV

 

 

Quel piccolo ed astioso assaggio era stato per Sakura più che sufficiente per capire che con i suoi genitori aveva ancora molta strada da fare.

La ragazza immaginava, senza troppa difficoltà, che fosse proprio lei la causa principale di quell’alone di malinconia che aleggiava sulle loro figure.

Del resto, quella piccola e frivola battuta della madre durante il discorso d’auguri agli sposi era stata un chiaro monito.

La fuga a Konoha era ancora per tutti una ferita aperta.

 

Sasuke ti dispiace se ti lascio solo per un momento e vado in bagno?”

 

“Va tutto bene?” le rispose realmente in pensiero e dimentico della parte che stava recitando.

 

“Sì, tranquillo. Mi sciacquo un attimo e torno subito, te lo prometto.”

 

“Ti aspetto qui.”   

 

 

Uscita dal bagno, Sakura trovò Ino ad attenderla fuori dalla porta della toilette.

 

Cosa ci fai qui Ino-pig?Mi hai fatto prendere un colpo!”

 

“Ti aspettavo. Volevo chiederti scusa per la mamma, per la sciocca uscita di prima.”

 

“Figurati, non dovevi. In fondo, ha detto semplicemente la verità” le rispose mesta.

 

Ci soffre ancora molto. Lo sai com’è fatta. Per proteggersi e difendersi, attacca.”

 

“Ino davvero lo capisco. Va tutto bene. Non ci sono problemi, possiamo tornare in sala.”

 

Sakura aveva ancora dovuto mentire alla sorella. In realtà, niente andava bene.

C’era rimasta male per prima ma non poteva dare la colpa a nessuno se non a sé stessa.

In fin dei conti, in quella casa solamente lei e Sasuke sapevano la verità ed i reali motivi che l’avevano portata alla fuga e non poteva meravigliarsi di essere tuttora Runaway Candy.

 

Le due sorelle tornarono così insieme in salotto e la scena che si presentò dinnanzi ai loro occhi aveva dell’irreale.

Sasuke era infatti intento a parlare amabilmente non solo con l’ormai amicale ed alticcia nonna Chiyo ma anche e soprattutto con sua madre.

Il tutto rasentava a dir poco la follia.

Quello non poteva certamente essere il ragazzo che Sakura aveva conosciuto e che misurava le proprie parole con il contagocce.

Era sconvolta.

 

“Mi fa piacere sapere che con la mamma sei sempre troppo buona. Io me la sarei presa tantissimo ma tu non sei mai stata come me ed è un bene Fronte Spaziosa. Per dir più, laggiù c’è già mister fammi tutto quello che vuoi che ti aspetta. Sai, mi ha chiesto lui di venirti a recuperare in bagno. Era davvero preoccupato. In privato, mi dovrai spiegare come hai fatto a conquistare quel pezzo da novanta!” spezzò il silenzio Ino, ridestandola dallo shock.

 

“Ti ricordo che stai per sposarti porcell-INO e non mi sembra per niente il caso che tu sappia come si conquisti Sasuke” le rispose bonariamente piccata, facendole la linguaccia.

 

Quasi come se avesse udito la sua voce, Sasuke si girò a guardarla e dopo essersi elegantemente congedato la raggiunse.

 

Te l’avevo detto di non preoccuparti. Come vedi te l’ho riportata sana e salva” si pavoneggiò la futura sposa con l’Uchiha, indicando la sorella.

 

La reazione di imbarazzo di Sasuke fu immediata e Sakura sorrise.

Non l’aveva mai visto così titubante.

Di certo, l’Haruno immaginava che il ragazzo si aspettasse un po’ più di riserbo da parte di Ino ma non conoscendola non poteva minimamente sapere che la sorella fosse così impulsiva, sfrontata, curiosa e sfacciatamente schietta.

L’attore doveva quindi velocemente abituarsi al carattere eccentrico della ragazza se non voleva perder completamente la sua natura fredda e distaccata.

 

Grazie Ino” rispose semplicemente.

 

Figurati caro. E’ un vero piacere. Oh, ecco Sai ! Sasuke te lo devo fare assolutamente conoscere” cominciò la bionda a sbracciare in direzione del compagno finché questo non li raggiunse.

 

Che bello rivederti Sakura” la salutò lo Yamanaka.

 

Anche per me è una gioia, Sai. Sono davvero molto felice per voi. Ti presento Sasuke, il mio fidanzato.”

 

I due si strinsero la mano.

 

Io ed Ino siamo molto contenti che siate qui. Ora è davvero tutto perfetto.”

 

“Sapete cosa adoro di tutto questo?” domandò entusiasta l’esuberante sorella Haruno.

 

Non saprei… che finalmente hai un valido motivo per far girare tutto il mondo intorno a te?” rispose sagace Sakura.

 

Avevo pensato a qualcosa di più sentimentale ma cara Frontona hai perfettamente ragione. Io stessa non avrei saputo dirlo meglio. E’ sempre stata più intelligente di me” rise di gusto.

 

Amore è la nostra canzone!” interruppe lo Yamanaka la risata della ragazza, riconoscendo le note di How deep is your love dei Bee Gees.

 

Credo che allora dovresti invitarmi a ballare” gli rispose Ino seducente, buttandosi totalmente a peso morto su di lui.

 

Fortunatamente Sai riuscì in qualche modo a salvare la compagna dal cadere fragorosamente per terra.

 

Ino stai bene?”domandò Sakura seriamente preoccupata per il comportamento improvviso e totalmente inaspettato della sorella. Del resto, l’Haruno aveva già scoperto sua nonna ubriaca non si sarebbe più potuta stupire di niente.

 

Sì, sto bene. Era semplicemente un tentato casqué ma vedi Sakura questo è quello che può succederti se tuo marito decide di non prendere lezioni di ballo prima del matrimonio.”

 

“Ah ma dai Ino! Ancora con questa storia. Chi vuoi che prenda lezioni di danza per un matrimonio” fece uscire Sai esasperato.

 

Ora, tutto era chiaro.

Sakura aveva finalmente compreso che quel repentino tuffo fosse stato più che studiato dalla sorella e fatto di proposito per riportare a focalizzare il suo interesse su quell’ultima follia, capriccio.

Ino era davvero inarrestabile, sempre la solita.

 

Senza sembrare inopportuno, più o meno tutti quanti” spezzò il piccolo diverbio fra fidanzati Sasuke.

 

Mi stai prendendo in giro, vero?” chiese lo Yamanaka più che scettico.

 

No, dico sul serio. Potremmo venire con voi, se vi fa piacere” rispose l’attore indicando se stesso e Sakura.

 

Se fosse stato possibile la mascella della ragazza sarebbe caduta a terra. Era esterrefatta.

La trovata del ballo di coppia le sembrava veramente una gigantesca pazzia.

L’Haruno si sforzò quindi non poco di sorridere.

 

Non ti conosco ancora bene ma già ti adoro!” tuonò eccitata Ino.

 

Sasuke sorrise e si strinse con il braccio attorno alla vita di Sakura che immediatamente spiazzata da quel gesto arrossì violentemente.

 

Lezioni di danza…e va bene; mal comune mezzo gaudio” fece divertito, ormai spalle al muro Sai. “Vuole iniziare subito, signorina Haruno?” chiese poi stendendo la mano alla sua fidanzata.

 

Molto volentieri.”

 

“Sono così poco stressata da questa settima che davvero il corso di ballo mi mancava. Ottima idea la tua!” esordì sarcastica Sakura, dopo che i futuri sposi se ne erano andati.”Puoi lasciarmi adesso” continuò, abbassando lo sguardo sul braccio di Sasuke che ancora era legato al suo corpo.

 

Era in imbarazzo, tesa.

Per dir più, quella tuta rossa che indossava e lasciava la schiena scoperta rendeva il contatto ancora più forte ed intimo.

 

Non credo che lo farò.”

 

“Come scusa?” domandò lei visibilmente in difficoltà.

 

Tsk. Ti rendi conto di quante persone ci guardano? Tutti credono che siamo fidanzati e dovresti impegnarti a farglielo credere” le disse sottovoce avvicinandosi al suo orecchio.

 

Io ci sto provando”concluse di parlarle pericolosamente e sfacciatamente vicino al suo viso.

 

Sakura stava andando in fiamme. Si sentiva totalmente vulnerabile accanto a lui.

Era bellissimo.

Il suo corpo involontariamente rispondeva agli impulsi di lui.

Il cuore batteva all’impazzata e gli ormoni in ebollizione la spinsero a protendersi di più verso l'attore.

 

Le loro bocche erano così prossime al toccarsi.

I loro sguardi incatenati da tempo.

 

Potresti sforzarti di più ma attenta rischi di affezionarti troppo” soffiò sfrontato sulle sue labbra con voce suadente mentre lentamente si allontanava da lei.

 

L’Haruno era rimasta come pietrificata.

L’Uchiha la guardò ancora un po’ divertito ed infine le diede un buffetto sulla fronte.

 

Fronte Spaziosa” ghignò.

 

Lontano dai parenti, il ragazzo era ancora chiaramente il solito sbruffone che giocava a prenderla in giro.

Sakura si sentiva una stupida per aver per un attimo pensato di lasciarsi andare con lui.

A Sasuke era bastato così poco per spingerla a sé.

C’era qualcosa in lui che l’attraeva malsanamente.

 

Per te, principessa. Grazie” lo sfidò.

 

Nei tuoi sogni, noiosa.”

 

“Vedremo. A quanto pare sembri inspiegabilmente piacere a tutti e non posso far altro che sopportarti. Piuttosto, sempre se non ti costi molto, potresti invece illuminarmi sul perché hai democraticamente scelto di assecondare l’ultima follia di mia sorella e soprattutto spiegarmi il cosa facevi prima in compagnia di mia madre ?” domandò la ragazza davvero curiosa.

 

Al di fuori delle loro solite provocazioni, quegli interrogativi erano infatti rimasti prepotentemente e lecitamente forti in lei.

Erano sul palcoscenico insieme, nella stessa recita le sembrava il minimo dover collaborare e conoscere le battute dell’altro.

 

Te lo concedo, milady” rispose sarcastico, sottolineando l’epiteto regale. “Per ciò che riguarda tua sorella ho pensato fosse una buona idea collaborare alla sua ultima trovata poiché in questo modo non solo tu hai modo di star più tempo sola con lei ma soprattutto perché così  abbiamo insieme la possibilità di consolidare la nostra immagine di coppia innamorata ed in perfetta sintonia. Ovviamente non ti nego che mi pesi parecchio. Tua sorella è infatti forse più insopportabile di te ma ormai sono dentro questa recita e voglio dare come sempre il mio meglio. Per quanto, invece, riguarda tua madre è venuta lei da me e mi ha detto che vorrebbe parlarci sempre se, cito, tu non fossi già scappata via. Dimmi tu quindi cosa hai intenzione di fare. Sono a vostra completa disposizione, altezza” concluse Sasuke mimando un grottesco inchino.

 

Sakura aveva seguito rapita la spiegazione del moro ed aveva dovuto ammettere che messa in quel modo la lezione di danza aveva la sua ragion d’essere.

Aveva prestato attenzione ad ogni sua parola ma involontariamente il suo cervello si era bloccato non appena aveva udito dal ragazzo la volontà della madre e la sua ultima frecciatina.

Non avrebbe mai immaginato che quella donna tanto fiera ed austera si sarebbe abbassata a chiedere ad uno sconosciuto il permesso per poter parlare con sua figlia. Aveva paura di non potersi più ritenere tale e che fra lei e Sasuke non ci fosse per la donna una grossa distinzione.

 

Il silenzio di quegli anni aveva ucciso tutti.

 

L’Haruno rimase a lungo a pensare.

 

Ti prego, accompagnami da loro.”

 

Sasuke le prese la mano ed insieme iniziarono così a zigzagare tra i vari parenti alla ricerca dei suoi genitori.

Al momento, la mente della ragazza era completamente svuotata.

Credeva che le parole le sarebbero uscite naturalmente pian piano.

 

Mamma, papà…” parlò flebile di getto quando si trovò al loro cospetto.

 

Aveva gli occhi lucidi.

 

Ciao Sakura. Sono felice di vedere che perlomeno per il matrimonio di tua sorella sei riuscita a tornare” rispose distaccata ed imperturbabile Mebuki, mentre formalmente le baciava le guance.

 

Sapeva di non poter pretendere altro da lei.  In fondo, sua madre era quella della coppia più dura, rigida e controllata.

“Il contegno prima di tutto” le ripeteva sempre da bambina e quella compostezza  naturale aveva deciso di mantenere anche con lei che era sua figlia.

 

Al contrario, suo padre non aveva ancora parlato.

La fissava e basta.

Loro due avevano proprio gli stessi occhi.

Non avevano mai avuto bisogno di troppe parole.

Erano trasparenti allo stesso modo.

La commozione era di fatto visibile sul volto di entrambi.

 

Principessa, sei cresciuta tantissimo!” fece uscire sincero finalmente Kizashi, abbracciandola stretta e parlandole come se ancora fosse la sua piccola.

 

Fra le braccia del padre, Sakura tornò per l’appunto bambina.

Non sarebbe mai esistito al mondo un posto in cui si sarebbe potuta sentire meglio.

Neanche nelle sue migliori fantasie, l’Haruno sarebbe stata in grado di prevedere uno slancio così forte ed emozionato del genitore.

 

Ti voglio bene” gli disse sottovoce con il sorriso in volto.

 

Quando si staccarono i due erano ancora persi l’uno nell’altro.

 

Kizashi caro” lo riprese Mebuki spezzando quel magico e carico silenzio.

 

Gli occhi severi della madre lasciarono facilmente intendere al primario che quell’abbraccio del padre fosse stato inaspettato anche per la donna e sicuramente non di suo gradimento.

Non era certo quella la linea severa che lei aveva deciso di adottare e seguire con la figlia.

 

Non vedi che abbiamo ospiti” continuò a parlare indicando elegantemente Sasuke.

 

Finalmente Kizashi lasciò la figura di Sakura e poggiò il suo sguardo sul giovane che le era accanto.

 

Sì, cara scusami. Kizashi Haruno. E’ un piacere.”

 

“Sasuke Uchiha. Il piacere è tutto mio Signor Haruno. Sua figlia mi ha parlato benissimo di voi”rispose l’attore al saluto.

 

Sakura era troppo scossa dall’abbraccio con il padre per accorgersi che quel cognome le fosse più che famigliare.

 

Spero bene” fece concisa la madre.

 

Non immaginate neanche quanto” le rispose a tono il ragazzo, provocando un grosso sorriso a Kizashi.

 

Comunque caro non dateci del voi. Sei il fidanzato di nostra figlia. Infondo, sei di famiglia. Sentiti libero” lo invitò Mebuki a sciogliere le formalità.

 

Da quanto tempo state insieme?” domandò curioso l’uomo.

 

Da tre anni, papà. Sasuke è un analista. Ci siamo conosciuti casualmente all’ospedale in cui lavoro. Era un mio paziente e poi abbiamo iniziato a conoscerci e a frequentarci” parlò prontamente Sakura.

 

 

Le sembrava di esser stata piuttosto convincente.

Del resto, si era ripetuta questa storia talmente tante volte da iniziare a sembrarle persino reale, possibile.

 

Le ho dovuto fare una corte spietata. Non è stato per nulla facile convincerla ad uscire con me. E’ un osso duro” l’assecondò l’Uchiha.

 

Sasuke, non adagiarti troppo sugli allori. Non sai ancora cosa ti potrebbe riservare il futuro” fece canzonatoria Mebuki.

 

I quattro continuarono a parlare a lungo ma ogni discorso affrontato presentava sempre il medesimo schema.

Kizashi pendeva letteralmente dalle labbra della figlia ed era più che curioso di esser messo al corrente degli anni persi mentre Mebuki non perdeva occasione per spostare la conversazione su Sasuke o lanciare velenose stoccate a Sakura.

I due ragazzi avevano dovuto improvvisare parecchio per sanare alcune domande sulla loro relazione ma l’intesa fra di loro era davvero molto buona e non avevano avuto così grossi intoppi o problemi.

 

L’Uchiha sembrava davvero aver fatto un’ottima impressione ai genitori della ragazza.

Si era calato nella parte perfettamente e non aveva avuto sorprendentemente neanche troppa difficoltà a discutere con il capo famiglia di complesse e complicate questioni di finanza.

D’altro canto, Sakura aveva cercato di rendere i suoi il più possibile partecipi della sua vita.

Inutile dire che il vedere il padre ancora così tanto fiero di lei le avesse stretto il cuore in una morsa mortale.

Quell’abbraccio inaspettato e quei continui complimenti le facevano meglio sopportare la diffidenza e la distanza materna. 

L’Haruno aveva scelto di non risponderle, di lasciarla sfogare poiché, nonostante facesse male, sentiva che fosse giusto lasciare alla madre i suoi tempi di apertura.

 

C’erano ancora molti giorni davanti a loro.

Sakura stava ritrovando lentamente la forza di camminare e non voleva assolutamente cadere di nuovo a terra.

Sperava di non perdere la sensazione positiva di farcela.

Non doveva darsi per vinta. Era ancora solo all’inizio e non poteva calcare troppo la mano. 

 

Nel frattempo, i parenti iniziarono a lasciare il ricevimento per ritirarsi nell’albergo che la famiglia Haruno aveva loro prenotato per sistemarli durante l’intera durata del matrimonio e ben presto li lasciarono in compagnia della sola nonna Chiyo, addormentata e stremata da ore su una comoda poltrona.

Dopo l’improvvisato ballo, Ino e Sai avevano fatto sparire le loro tracce. Non c'era più nessuno eccezion fatta per loro.

 

Mebuki cara, per oggi credo che possiamo smettere di indagare. Immagino che i ragazzi dopo un viaggio ed un ricevimento del genere saranno stremati” interruppe l’ennesima domanda della madre sulla loro momentanea e pacifica vita di coppia Kizashi.

 

Ok caro. Seguitemi che vi mostro la vostra camera. Penserò dopo a svegliare quell’incosciente di mia madre.”

 

Kizashi e Mebuki condussero così i due ragazzi davanti alla porta dell’ex cameretta di Sakura.

 

Eccoci qua” fece il padre indicando la stanza.

 

Grazie mamma, grazie papà. Se volete andare a svegliare la nonna, tranquilli lo accompagno io Sasuke alla stanza degli ospiti. Sai, mia mamma ha una regola riguardo alla condivisione del letto tra un uomo e una donna quando non c’è di mezzo un fidanzamento ufficiale...”

 

L’Haruno ricordava ancora perfettamente che agli inizi della sua storia con Sasori la madre non le aveva mai permesso di fermarsi a dormire a casa dell’Akasuna.

All’epoca, tutta quella formalità era stata terribilmente seccante ma adesso quella rigidità le sembrava una vera e propria benedizione.

 

“Quella regola vigeva quando vivevi ancora qui con noi, sotto questo tetto. Adesso non hai più di questi problemi. Potete tranquillamente dormire insieme. Buonanotte.” la riprese Mebuki, bloccando il suo discorso e prendendo il braccio del marito.

 

Buonanotte anche a voi e grazie ancora per l’ospitalità” rispose velocemente Sasuke, spezzando la tensione che inevitabilmente l'ultima affermazione della donna aveva creato.

 

Buonanotte” disse Sakura scossa e già agitata

 

Grazie a voi per essere qui” le sorrise teneramente il padre, prima di scendere di nuovo le scale con la moglie.

 

Sakura non voleva condividere la sua vecchia stanza, il suo letto con Sasuke.

Era qualcosa di troppo intimo ed eccessivamente pericoloso.

Non osava immaginare quali effetti catastrofici avrebbe potuto avere su di lei quella vicinanza.

Del resto, aveva già scoperto quale potere attrattivo avesse il ragazzo e non voleva ricadere nella stessa tentazione.

 

Tsk” sbuffò Sasuke aprendo la porta della camera. “Dai, che aspetti noiosa. Non ti mangio mica.”

 

Sakura restò un altro minuto ferma sul corridoio poi fece un lungo respiro e chiuse la porta dietro di sé.

Non avrebbe chiuso occhio.

Sarebbe impazzita lì dentro sola con lui.

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Capitolo 15
*** Capitolo XV ***


 

 

 

Capitolo XV

 

 

 

Sakura chiuse la porta.

L’aria le sembrava già così pesante ed irrespirabile.

La ragazza era ancora piuttosto scossa da tutta quella lunga ed estenuante serata che le aveva regalato non poche gioie.

Era di fatto intenta a ripassare mentalmente tutti i fatti salienti della giornata dal conciliante abbraccio con Kakashi, alla ritrovata sfacciata freschezza della nonna, all’esuberanza della sorella Ino sino all’inaspettato e bellissimo abbraccio con il padre.

Avrebbe custodito tutti quegli attimi gelosamente nel suo cuore.

 

Per un altro momento come quello con il genitore, l’Haruno avrebbe fatto qualsiasi cosa persino condividere, dopo anni di volontario digiuno, il letto con un semi-sconosciuto che ora si trovava ad avere come finto fidanzato.

Ciò nonostante, si vergognava parecchio.

 

Del resto, si era illusa che la rigida e vecchia moralità della madre le avrebbe potuto evitare l’attuale imbarazzo ma come sempre aveva sbagliato.

La donna con gli anni inevitabilmente era cambiata e credeva che molto dipendesse dalla sua partenza e dallo zampino malizioso di Ino.

 

A causa però di questo repentino cambio di vedute, Sasuke era entrato velocemente e senza chiedere il permesso in un’altra grande fetta del suo mondo, della sua vita.

La cameretta aveva infatti le sembianze di un mausoleo.

Tutto era e si trovava esattamente come l’aveva lasciato.  

Nulla sembrava essere cambiato.

 

Dei felici e tristi ricordi la investirono e colpirono repentinamente.

Tutta la vita le passò davanti agli occhi e si arrestò la notte in cui silenziosamente aveva preparato le valige e se n’era andata.

Era stata proprio sciocca a lasciarli, a farsi soggiogare dal senso di colpa e da tutte quelle sue costanti paure.

 

Visto inoltre l’andamento positivo della giornata, Sakura si maledì anche per esser rimasta in silenzio così a lungo.

Tutti avevano sofferto per quella sua improvvisa e giovane decisione ma nessuno sembrava aver perso l’istinto primordiale di volerle bene, di amarla.

Lei per prima non aveva mai smesso di farlo.

 

Certo, negli sguardi carichi dei parenti presenti e nell’atteggiamento freddo e distaccato della madre, la ragazza percepiva ancora palesemente un senso di critica accusatoria ma tutto sommato vedeva negli occhi materni molto di più, parecchio non detto che aveva ancora naturalmente difficoltà a decifrare.

 

Il brusio dei lontani famigliari ed il loro scrutarla di sottecchi avevano un’unica ed univoca interpretazione.

Per loro, Sakura era chiaramente solo Runaway Candy, la pecora nera della stimabile famiglia Haruno.

Il punto di vista della mamma era invece totalmente differente e non poteva che farle quindi più male.

Per la donna, la ragazza era la figlia di cui aveva perso le tracce e notizia anni fa, quella che non aveva mai compreso del tutto e con la quale aveva avuto sempre difficoltà a rapportarsi, la disgraziata che aveva gettato la famiglia in pasto alle critiche becere dell’alta società. 

 

Il primario non poteva che comprendere ed inghiottire amaramente le sue rimostranze.

Sebbene infatti quelle continue frecciatine sulla sua imprevedibilità, il suo esser volubile ed estranea ormai alla famiglia le spezzavano il cuore, non riusciva a fargliene una colpa.

 

Mebuki non era Kizashi.

 

Al padre era bastato appunto incontrare i suoi occhi smeraldo per lasciarsi andare, per sciogliere la pesantezza di quegli anni di assenza.

Sakura sapeva che la mamma l’avesse preparato e redarguito bene sul da farsi ma le loro anime così compatibili si erano mosse lo stesso istintivamente, incuranti di tutto e tutti.

 

Kizashi non si era risparmiato e per tutto il tempo le aveva dedicato le stesse attenzioni che le donava da bambina, dimostrandosi non solo preparato ed interessato riguardo la sua vita a Konoha ma soprattutto disposto a proteggerla e a renderla partecipe dei discorsi che Mebuki intavolava con Sasuke.

Discorsi che principalmente erano chiari riferimenti al suo passato ed avevano come scopo principale il farla sentire in difetto.

 

La ragazza immaginava inoltre che il molto della gentilezza materna dipendesse dalla presenza di tutti quegli invitati.

Di certo, la madre non voleva dar modo che altre chiacchiere li investissero in quei giorni di festa.

Le sue orecchie avevano già dovuto sentire troppo e non volevano ascoltare più niente.

L’Haruno sperava solo di riuscire ad abbattere pian piano quei suoi grandi e robusti muri di difesa e di entrare in punta di piedi nel suo cuore.

Doveva giocarsela al meglio.

 

La sua mente produceva mille pensieri al minuto e non si era fermata neanche un secondo.
Tutto quel movimento di materia grigia non poteva farle dimenticare però il fatto di esser rimasta sola con Sasuke, con quel ragazzo di cui era irresistibilmente attratta e che era in grado di provocarle un moto di imbarazzo e soggezione continua.

In questa rocambolesca condivisione, Sakura vedeva per natura esclusivamente gli aspetti negativi ma supponeva che moltissime ragazze avrebbero voluto essere al suo posto.

 

La giovane era ancora ferma, immobile ed impacciata di fronte al pratico e sicuro modo di fare dell’attore che si muoveva già da tempo all’interno della stanza con disinvoltura e totalmente incurante di quell’imprevisto e della sua presenza.

 

Scusami per questo disguido e per la camera. Non sono cambiate molte cose da quando me ne sono andata” disse uscendo da quel turbinio di emozioni e ricordi in cui era sprofondata.

 

Lui non le rispose e continuò elegantemente a disfare il bagaglio che Yamato gli aveva gentilmente fatto trovare all’interno.

Sakura si vide così costretta a muoversi simultaneamente di conseguenza.

 

Un poster dei Rolling Stones ?” finalmente parlò il ragazzo, notando all’apertura dell’anta dell’armadio la famosa icona del gruppo rock. “Non ti facevo assolutamente il tipo” continuò divertito.

 

Beh a tutti piace la buona musica. Non vedo nulla di così improbabile.”

 

“Davvero Sakura trovi normale l’accostamento di tutti questi fiori e pupazzi…” disse cominciando a far vagare il suo sguardo sulle pareti floreali della stanza e sui vari peluches  …ed il forte e vecchio rock?” ghignò indicando scettico di nuovo il poster.

 

Sai, non deve esserci sempre un motivo logico dietro tutto. Io, ad esempio, non ho ancora capito bene perché tu abbia deciso di aiutarmi” lo riprese disarmandolo con la sua spontanea e naturale sincerità.

 

E’ il mio lavoro e mi paghi anche bene. Non ti sembrano questi dei motivi più che sufficienti ?” le domandò sarcastico.

 

Forse hai ragione ma per me e ne sono sicura nei tuoi occhi c’è molto di più e ti prego…lasciamelo credere” rispose istintiva come sempre.

 

Di fronte all’Uchiha, era così priva di freni.

La maggior parte delle cose che pensava riuscivano a trovar subito il proprio suono.

Si sentiva schiacciata dal suo sguardo ed al contempo protetta.

 

Nessuno con un minimo di raziocinio si sarebbe esposto tanto con un ragazzo così riservato e spigoloso.

Del resto, lui era lì con lei per fingere ma una parte dentro di sé sentiva di potersi fidare perchè quegli occhi tanto potenti non potevano ingannare.

Era sicura che quelle confessioni, quelle naturali sensazioni sarebbero rimaste esclusivamente loro.

 

Era proprio per questo qualcosa di incomprensibile che avvertiva che aveva deciso di dargli un’altra possibilità, di accettare il suo aiuto, di stendergli nuovamente la mano.

Non voleva assolutamente che le distruggesse quell’unico motivo che la portava, nonostante il costante imbarazzo, a sciogliersi con lui ed ad esser completamente sé stessa.

 

A quell’affermazione inaspettata di Sakura, Sasuke sussultò.

Credeva di esser diventato in quegli anni totalmente indecifrabile, impenetrabile eppure quella ragazza così noiosa e particolare continuava a scalfirlo dentro con una delicatezza smisurata.

 

Non pensava fosse possibile leggere e cogliere dentro di lui alcun tipo di emozione, di gioia, di concreto sentimento.

Alla morte dei suoi genitori, aveva perso tutto.

Si sentiva un’anima vuota, impolverata di dolcissimi ed amari ricordi e perfetta per interpretare qualsiasi copione.

La sua vita era diventata finzione.  

Poteva essere chi voleva perché il suo vecchio io non esisteva più eppure quella ragazza era una scoperta continua e riusciva sempre a scaldarlo, a farlo sorridere e tornare reale.

In sua compagnia, si sentiva vivo come non mai e questa voglia di legarsi ed esporsi con lei non poteva che spaventarlo.

 

Se non hai bisogno del bagno, io andrei a farmi una doccia” le chiese cambiando discorso per paura di ammettere qualcosa che non voleva, obbedendo alla sua esplicita richiesta.

 

Quel silenzio faceva comodo ad entrambi.

 

No, vai pure. Io posso aspettare poi devo ancora finire di sistemare la valigia” gli sorrise dolce e grata per non averle bruscamente rotto l’’idillio.

 

Ottenuto il via libera, Sasuke cominciò a liberarsi della giacca e della sottostante camicia davanti agli occhi increduli di Sakura.

La ragazza non riusciva a capacitarsi dell’atteggiamento tanto naturale e disinvolto che l’attore aveva al suo cospetto.

Quell’improvvisa e fugace visione le era sembrata poi più che adeguata per risvegliare i suoi repressi istinti che ora anzi le chiedevano desiderosi di guardare sempre di più.

Era difficilissimo mantenere il sangue freddo dinnanzi ad un fisico delineato e prestante come quello dell’Uchiha.

 

Il ragazzo era oggettivamente bello e non aveva nulla fuori posto.

Pur essendo per via del lavoro spesso a contatto con diversi uomini, il primario poteva giurare di non aver visto mai niente di simile.

Aveva guardato pochissimo eppure quel poco era stato già capace di metterla KO.

 

La lotta tra i suoi ormoni e la sua beneamata razionalità era appena cominciata.

Le sue guance probabilmente avevano raggiunto una nuova e sconosciuta gradazione di rosso.

 

Sei trasparente” le disse ancora, prima di entrare e chiudersi in bagno.

 

Fino a pochi giorni fa, Sakura non avrebbe creduto tutto questo possibile.

A Konoha, prima di Sasuke, non aveva conosciuto infatti nessuno in grado di suscitargli una tale e spropositata attrazione fisica.

Era dai tempi della relazione con Sasori che non avvertiva per l’appunto quel chiaro e viscerale calore al basso ventre.

Dopo il tradimento dell’Akasuna, l’Haruno aveva promesso a sé stessa di non cader più vittima delle tentazioni e non si era mai dovuta impegnare troppo per scacciare quei desideri sensibili ma quel tacito e personalissimo patto doveva ora fare i conti con quel adone che vagava mezzo nudo per la sua camera e che le sarebbe rimasto sfacciatamente vicino per tutta la settimana.

 

Si stese stanca ed esausta sul letto.

Aveva bisogno anche lei di una lunga e ghiacciata doccia fredda.

I bollenti spiriti andavano placati il più velocemente possibile.

 

La ragazza ringraziò il cielo quando vide uscire l’attore dal bagno già vestito.

Non avrebbe resistito alla sua visione in accappatoio.

Il vederlo già comparire con i capelli bagnati le stava creando una piacevole insofferenza.

Si era lentamente ripresa e non voleva tornare al punto di partenza.

Velocemente quindi raccolse le sue cose e lo lasciò da solo, pronta anche lei a liberarsi di tutte le pesanti e cariche emozioni della giornata.

 

Rigenerata dall’acqua fredda, tornò in camera determinata a risolvere il problema della condivisione dello stesso letto.

La doccia era stata miracolosa e le aveva dato il tempo necessario per pensare ad una buona soluzione per evitare il contatto e la vicinanza notturna.

 

Sasuke dormi?”domandò gentile trovando il ragazzo già sotto le coperte.

 

Ci stavo provando.”

 

“Oh ! Meno male sei sveglio. Alzati, ti prego” fece felice.

 

Tsk” grugnì.

 

Dopo le mille esortazioni da parte di Sakura, l’Uchiha si alzò di malavoglia.

 

Cosa cazzo stai facendo?” domandò esasperato mentre non poco perplesso guardava la ragazza muoversi rapida e goffa nella stanza, intenta a prendere ed ad accogliere fra le braccia tutti i suoi peluches.   

 

Ho finito, tranquillo. Dammi solo altri cinque minuti”gli rispose gettando tutti gli animaletti di stoffa sul materasso.

 

A quel punto Sakura iniziò prontamente a dividere la metà del letto con il suo improvvisato e leale esercito animale, creando una bizzarra barriera protettiva e divisoria.

Così facendo, il contatto notturno fra i loro corpi si sarebbe ridotto esponenzialmente.

 

Stai scherzando vero?Lo sapevo sei completamente matta.”

 

L’Haruno fece finta di non prestare attenzione al tono irritato che l’attore aveva usato e continuò imperterrita a completare l’opera di sbarramento.

 

Ho finito. Puoi rimetterti dentro, grazie.”

 

“Grazie a lei, altezza” fece indispettito e sarcastico.

 

Era una protezione totalmente instabile ma per il momento sembrava resistere e ciò bastava a rassicurarla e a farla addormentare più tranquilla.

 

Come ti è sembrata la mia famiglia ?” gli chiese una volta entrate anche lei nel letto.

 

Sakura era realmente curiosa di avere un’opinione esterna ed imparziale.

 

Non riesci proprio a stare ferma, buona ed in silenzio? Ti ricordo che per colpa tua non ho dormito granché in aereo” la riprese sfrontatamente canzonatorio, restando supino nella sua posizione.

 

Ad ogni modo so che non mi darai pace finché non ti risponderò quindi mi vedo costretto a farlo. Tua sorella è una furiosa pazza eccentrica ma si nota perfettamente da come ti guarda che ti vuole bene, tuo padre è un uomo buono, comprensivo, estremamente paziente e pende letteralmente dalle tue labbra. Adoro francamente tua nonna. Tua madre invece è tormentata” le rispose alla fine sincero.

 

Dici sul serio?”

 

Te l’ho già detto Sakura non parlo mai a sproposito. Credo che dovresti parlarle e raccontarle tutta la verità. A lei non basterà un abbraccio” fece più convinto esponendole la sua visione.

 

Ma…”

 

Niente ma,” la bloccò seduta stante, “buonanotte principessa.”

 

“Il fatto è che mai niente va come penso dovrebbe andare ” proferì, dopo un po’, spaesata e preoccupata l’Haruno, non ottennendo alcuna risposta.

 

Sakura si affacciò così al di là della barriera di cuscini e peluches che aveva costruito per vederlo e per esortarlo a parlare ma lo trovò con gli occhi chiusi e con il volto completamente disteso e rilassato.

Non voleva più disturbarlo.

Si vedeva chiaramente quanto fosse stanco.

 

Era però sempre bellissimo.

 

“Buonanotte, Sasuke.”

 

Lo fissò ancora dei minuti e poi riprese il suo piccolo e schiacciato posto, iniziando a riflettere su quanto dettogli dall'attore.  

 

 Probabilmente il ragazzo aveva ragione.

Quelle bugie non avevano portato a niente di buono ma il patto firmato con Sasori era di vitale importanza per la sopravvivenza dell’azienda e della famiglia stessa.

Non poteva quindi rischiare di mandare tutto all’aria.

 

Se i suoi genitori avessero saputo la verità, il padre non avrebbe impiegato molto tempo a licenziare repentinamente l’Akasuna, incurante di qualsiasi conseguenza e dei benefici che la collaborazione lavorativa comportava ad entrambi.

Essendo inoltre Sasori un socio di vecchia data, questo avrebbe sicuramente richiesto e preteso dalla famiglia chissà quale prezzo per i danni arrecategli dalla liquidazione improvvisa.

Non avrebbe badato a spese e le avrebbe fatto pagare amaramente in questo modo lo smascheramento del tacito accordo.

 

Il contratto stipulato quella notte rendeva poi la collaborazione bilateralmente permanente ed il ragazzo avrebbe potuto appigliarsi a quel cavillo legale per recriminare di più, sino a logorarli con una lunga battaglia in tribunale e spazzarli via per sempre.

La famiglia non aveva ancora bisogno di essere sbattuta in prima pagina.

 

Sakura si convinse così di poter risolvere tutto continuando a mantenere sepolta questa storia.

Doveva credere in sé stessa.

Sasuke si sbagliava.

Non c’è coraggio senza paura ed è questa a renderci vivi.

Lei senz'altro voleva vivere.

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI ***


Capitolo XVI

 

Capitolo XVI

 

 

 

Sakura passò molto tempo a girarsi e rigirarsi nel letto prima di cadere esausta fra le braccia di Morfeo.

Nonostante l’infantile barriera eretta, la ragazza percepiva ancora chiaramente la presenza di Sasuke al suo fianco.

Il profumo della sua pelle le arrivava infatti dritto al naso e poi al cuore forte ed inebriante.

 

Il vecchio, morbido ed accogliente letto non era mai stato più scomodo di così. 

 

L’Haruno aveva sempre maggior difficoltà a destreggiarsi e a muoversi all’interno di questa recita.

Aveva paura di abituarsi troppo alla vicinanza dell’Uchiha, di perdere la percezione con la realtà.

Si sentiva già così irrazionalmente legata a lui.

 

La ragazza continuava a leggere nei suoi profondi occhi neri un calore indecifrabile che la spingeva giorno dopo giorno verso di lui, a stargli accanto.  

Era proprio questo forte desiderio, questa risvegliata attrazione fatale a farla impazzire e preoccupare.

Sasuke doveva essere solamente una semplice comparsa nella sua vita, non poteva certo diventare l’attore protagonista.

 

Sakura doveva pensare solo a sé stessa.

La settimana a Suna era senz’ombra di dubbio il suo più importante intervento chirurgico.

La calma e la lucidità erano essenziali e fondamentali.

Nessuno lo sapeva meglio di lei.

 

La testa le scoppiava ed i pensieri si muovevano vorticosi ed incessanti.

Non sapeva neanche con precisione a che ora si fosse arresa ed addormentata.

L’unica cosa certa era che la stanchezza avesse finalmente preso il sopravvento.

L’ansia e le paure sarebbero così tornate una volta in piedi.

 

Per riprendersi da una tale serata, il primario avrebbe avuto bisogno di dormire l’intera mattinata ed era questa infatti la sua idea, il suo piano.   

In fin dei conti, non c’erano programmi sanciti ed obbligatori nelle primissime ore del giorno.

Poteva tranquillamente riposarsi.

Gli amici di famiglia sarebbero arrivati solo nel primo pomeriggio.

Fino ad allora, la ragazza voleva esclusivamente staccare la spina e godersi quel meritato relax.

 

Tuttavia, un rumore in lontananza ridestò appena il suo sonno.

Sakura sembrò non preoccuparsene e continuò a dormire, girandosi dall’altro lato del letto.

Ciò nonostante, il chiassoso bussare alla porta non cessava ed anzi entrava nelle sue orecchie sempre più chiaro e distinto.

 

Fronte-Spaziosa, aprimi immediatamente!”urlò determinata e stridula Ino, mentre continuava ad alternare con cadenzata frequenza dei colpi sul legno.

 

L’Haruno voleva solo dormire ma a quanto poteva facilmente constatare la sorella non era per niente dello stesso parere.

 

Rompere il cazzo alla persone che dormono è allora un vizio di famiglia” fece uscire più che indispettito Sasuke.

 

All’udire della voce dell’attore, Sakura decise di aprire gli occhi.

 

Dove vai?” gli chiese ancora impastata di sonno, vedendolo velocemente muoversi verso la porta della camera.

 

Ad aprirle, mi sembra ovvio.”

 

No!” urlò Sakura presa dal panico. “No…aspetta” continuò parlando più piano, calma.

 

Che c’è ti vergogni anche di tua sorella?” domandò l’Uchiha sarcastico e provocatore.

 

Io non mi vergogno proprio di nessuno” arrossì guardandolo “e comunque aspetta, dammi una mano. Dobbiamo prima mettere questi via” disse indicando i peluches che le avevano fatto compagnia per tutta la notte e le avevano salvato la vita.  

 

Per mia sorella siamo fidanzati e non credo sia normale farglieli trovare qui” concluse la ragazza imbarazzata mentre si mobilitava a cominciare la pratica.

 

Che coglioni!” le rispose l’attore, facendo dietro-front per andare ad aiutarla.

 

Dai Sakura, aprimi! Ho già visto degli uomini nudi nella mia vita. Non mi scandalizzo di certo per così poco!” trillò squillante la futura sposa, priva di qualsivoglia tatto.

 

Eccomi, Ino. Arrivo. Dammi solo un attimo” rispose esasperata il primario.

 

Che stai facendo? Quello non va lì” si rivolse sottovoce al ragazzo che di risposta la fulminò con lo sguardo.

 

Per piacere, Sakura! Butta anche tu tutte queste merde qui sotto. Muoviti. Se bussa ancora, la incenerisco” la invitò rudemente a seguirlo e a copiare le sue mosse.

 

Silenziosa l'Haruno decise non solo di soprassedere sul fatto che i suoi cari peluches non fossero delle merde ma anche di assecondare il più pratico e veloce metodo di sistemazione dell'attore.

Avrebbe rimediato poi a risistemare adeguatamente e con la giusta grazia il suo fidato esercito.

In pochi secondi tutto fu così ben nascosto sotto il letto.

 

Stasera non ti azzardare a rimetterli” fece lapidario Sasuke mentre Sakura si dirigeva ad aprire finalmente quella maledetta porta.  

 

Sì te lo prometto ma ora rimettiti dentro.”

 

La ragazza avrebbe pensato dopo a risolvere questo guaio in cui l’irruenza e la tracotanza di sua sorella l’avevano cacciata.

 

Ino-pig non ti hanno imparato che la mattina è fatta per riposare?”

 

Sì, dormire. Faccio finta di crederti” rise di gusto l’eccentrica delle sorelle Haruno, facendosi spazio dentro la camera.

 

Ad ogni modo piccioncini non c’è tempo per RIPOSARE, fra meno di mezz’ora abbiamo la nostra prima lezione di ballo. Sono entusiasta!” continuò a parlare felicissima la ragazza.

 

Cosa?!” domandò sconvolta Sakura.

 

Il primario era a dir poco senza parole.

Non riusciva a credere a ciò che le sue orecchie avevano udito fuoriuscire dalla bocca di sua sorella.

Era umanamente impossibile riuscire ad organizzare tutto così rapidamente.

 

Sakura erano giorni ormai che parlavo con questa insegnante. Stavo solo aspettando che Sai cedesse. Sasuke ti ringrazio ancora moltissimo. Non vedo l’ora di cominciare” fece raggiante Ino, rispondendo così ai dubbi mentali della sorella.

 

Figurati. Saremo da voi il prima possibile” rispose al sorriso della sposa l’attore.

 

Sua sorella era sicuramente una pazza ma Sasuke preoccupava Sakura ancor più di qualsiasi stramberia e follia organizzativa di Ino.

Il primario non riusciva infatti a comprendere come fosse possibile passare in così poco tempo dal voler ardere viva una persona al risponderle invece così cordialmente.

Supponeva che il ragazzo fosse una creatura fantascientifica, un po’ Dottor Jekyll e un po’ Mister Hyde. 

 

Perfetto, tesori. Vi aspettiamo di sotto. Ah Sakura sei ancora tanto lenta nel vestirti?” domandò curiosa Ino ormai prossima all’uscire.

 

Un caso disperato” rispose per lei sincero l’Uchiha.

 

Allora ti prego Sasuke pensaci tu !” si congedò divertita la futura sposa, chiudendo la porta della stanza dietro di sé.

 

E’ un incubo!” fece uscire la ragazza esasperata.

 

Dici davvero?” la riprese sarcastico Sasuke.

 

Non guardare me. Ti ricordo che è stata tua questa trovata.”

 

“Dai, muoviti lumaca!” le sorrise divertito, invitandola ad entrare in bagno.

 

 

Velocemente la finta coppia raggiunse i futuri coniugi in salotto, pronti ad interpretare la nuova lunga giornata pre matrimoniale.

Ino era elettrizzata ed urlava per ogni minima cosa.

Sakura si fermò a pensare che Sai dovesse amarla davvero tanto per riuscire ad assecondare e a sopportare così appassionatamente tutte le sue follie ed i suoi sbalzi d’umore.

 

Erano una coppia decisamente bizzarra.

Lui sempre così silenzioso, pacato e riflessivo;  lei solare, eccentrica e scoppiettante.

Nessuno avrebbe mai scommesso sulla durata della loro relazione eppure Ino e Sai erano riusciti nell’intento di stupire e  stravolgere le scettiche previsioni iniziali, facendo ricredere tutti.

 

Lo Yamanaka era esattamente l’uomo di cui sua sorella aveva bisogno, l’unico in grado di trattenerla, gestirla e farla sbocciare al momento giusto.

Il lavoro del ragazzo era oscuro ed invisibile ma necessario affinché l’Haruno non perdesse completamente il controllo di sé stessa.

Il fiore raro ed esaltante dell’essenza di Ino aveva trovato radice e stabilità in Sai ed unicamente insieme riuscivano a compensarsi ed ad esser vitali l’uno per l’altro.

 

Sakura era davvero felice per loro.

 

Lo strano quartetto non dovette attendere molto l’arrivo dell’insegnate di danza.

Questa volta il primario era letteralmente in pista e non avrebbe potuto far altro se non ballare.  

 

Il ballo del matrimonio è il momento di ballo più importante nella vita di una persona. Una sala piena di amici e parenti che vi guardano, sorridono e scommettono su quanto durerà la vostra unione. Non avrete altro che voi stessi e le capacità che riuscirete ad acquisire a partire da adesso. Quindi cominciamo e formiamo le coppie” esordì contenta la maestra, facendo partire la musica.

 

Sasuke non se lo fece ripetere due volte e scattante prese la mano di Sakura, avvicinandola il più possibile al suo corpo.

I loro corpi aderivano alla perfezione.

La ragazza si ritrovò, come d’abitudine, immediatamente con le  guance in fiamme.

Le sembrava ancora molto strano sentirlo così vicino.

 

L’Haruno avvertiva infatti la contraddittoria sensazione di essere stretta in una pericolosa e protettiva morsa.

Per di più, quel piacevole senso di disagio era amplificato da quelle sue solite calamite d’ebano che non sembravano proprio intenzionate a volerla lasciare andare.

 

Le mancava già l’aria.

 

Respirate. Bravi, buona posizione” disse l’insegnante concitata ad Ino e Sai.

 

Al momento, Sakura non sembrava davvero in grado di eseguire quei semplici e naturali comandi.

 

“…ed ora il suo piede sinistro ed il destro di lei” continuava a farneticare la donna.

 

Temendo di svenire, il primario provò a divincolarsi dalla presa di Sasuke ma il ragazzo la strinse ancor più forte, non permettendole così di scappare.

 

Esatto, bravissimi. Avvicinatevi di più” si rivolse questa volta a loro l’insegnante.

 

Non perdi tempo, Fronte-Spaziosa!” squillò Ino.

 

L’Haruno voleva sprofondare.

Tutta questa situazione le stava creando un crescente disagio.

 

Ora, proviamo a scivolare sul pavimento ed appena prendiamo ritmo e confidenza cominciamo anche a girare” dava ancora consigli la donna mentre si muoveva leggiadra fra una coppia e l’altra.

 

Ben presto, la finta coppia iniziò a volteggiare.

Il verde degli occhi di Sakura annegò e si perse dentro tutto quel nero.

Gli occhi di Sasuke erano il suo punto di fuga.

Tutto sembrava di fatto cominciare e finire in quello sguardo.

 

Ti gira già la testa Sakura?” le parlò l’attore, sfidandola come sempre.

 

No, grazie. Sto benissimo.”

 

Di rimando, lui ghignò.

 

Devi stare attento a stringermi così forte, rischi davvero di affezionarti troppo” trovò questa volta la ragazza il coraggio di sfidarlo.

 

Contro ogni sua aspettativa, l’attore non le rispose e non la provocò.

Al contrario, le sorrise.

Le sembrava sincero.

 

Un sorriso bellissimo.

 

In quell’attimo, Sakura era sicura non c’era alcuna finzione, nulla di preparato.

Sentiva di relazionarsi con il suo essere più vero, autentico, reale.

Quello sguardo, quella gioia non potevano mentire.

 

Scaricò così tutta la tensione sinora accumulata e si sciolse fra le sue braccia.

Percepiva solo protezione adesso da quella presa decisa e sicura.

In quel magico silenzio, entrambi si lasciarono andare.

I loro occhi avevano come assimilato e percepito l’anima dell’altro.

 

Il ballo si fece sempre più libero, più sentito.

Girando su sé stessa più volte, l’Haruno si ritrovò a ridere di gusto.

Si stava realmente divertendo.

Tutto quel disagio iniziale aveva assolutamente lasciato posto alla naturalezza, alla spensieratezza.

 

Sul finale, Sakura abbracciò con slancio sincero Sasuke.

In quei momenti in cui era così sola con lui, quella chiara sensazione di fiducia che provava guardandolo tornava fortissima e prepotente, oscurando tutto il resto.

C’erano solo loro all’interno del salotto.

 

La forte chimica che c’era fra di loro non passò di certo inosservata ed anzi fu più volte simpaticamente ripresa da Ino e Sai.

Sakura sperava che tutte queste nuove travolgenti emozioni non dipendessero ed esulassero dalla recita.

Erano anni che il suo cuore non batteva più così forte.

 

Grazie per tutto questo” si sentì in dovere di dirgli.

 

Vedi ancora quel qualcosa nei miei occhi?” le chiese sorprendendola l’Uchiha.

 

Sasuke non aveva dimenticato quello che la ragazza le aveva detto in camera da letto.

Quelle parole gli suonavano ancora chiare e persistenti nella testa.

Si sentiva sempre più vicino a lei e desiderava conoscerla veramente.

Voleva toccare quell’incanto smeraldo dei suoi occhi e dalla sua anima con mano e riscoprirsi grazie a lei.

 

Sempre” rispose sicura Sakura.

 

Sakura, grazie.”

 

La ragazza non sapeva spiegarsi bene quella domanda, né tantomeno quella risposta sentita ma mai come prima d’ora Sasuke le sembrava così vulnerabile, fragile.

 

Perché hai deciso di aiutarmi?” volle approfittare di quel momento di meravigliosa connessione.

 

C’era qualcosa nella tua voce…” si fermò.

 

Era la prima volta che lo vedeva in difficoltà, che sembrava mancargli l’abituale sicurezza e durezza.

 

Noiosa disperazione?” scherzò la ragazza per spezzare la tensione.

 

Credo fosse più speranza” rispose già più sicuro l’attore.

 

A quell’affermazione, gli occhi di Sakura si illuminarono e si specchiarono di nuovo, ancora una volta in quelli del ragazzo.

Forse per lui era davvero così trasparente.

Impercettibilmente le loro labbra si erano avvicinate ed i respiri si erano mischiati in uno solo.

 

Bene, per oggi abbiamo finito. Ci rivedremo sicuramente prima del grande giorno” spezzò l’incantesimo l’insegnante di ballo, congedandosi.

 

Sakura avrebbe voluto restare abbracciata e stretta a lui ancora a lungo.

Era stato tutto magnifico.

Non credeva sarebbe mai stata in grado di rilassarsi e scoprirsi così tanto in sua presenza.

Questo poteva essere davvero il suo nuovo inizio, il suo vissero felici e contenti.

 

Si sentiva esattamente come la principessa di una favola.

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII ***


 

 

Capitolo XVII

 

 

 

Quando l’insegnante di ballo se ne andò, i quattro ragazzi rimasero ancora nel grande salone a parlare.

 

Forza Sai, ammettilo!” squillò felice Ino al compagno.

 

Sì, tesoro. Avevi davvero ragione. Queste lezioni sono molto divertenti e ci aiutano proprio a distrarci un po’ dagli stressanti impegni del matrimonio” le rispose lo Yamanaka con il suo solito tono sereno e pacato.

 

Finalmente cominci a ragionare ! Ah Sasuke, io e te prima o poi dobbiamo parlare un po’ da soli. Sono a dir poco sconvolta e voglio sapere tutto sul come sei riuscito a trasformare in questo modo la mia Fronte-Spaziosa. Credo di non averla vista mai così sciolta e felice.  Neanche con Sas…”

 

“Ino-pig, basta così” bloccò immediatamente Sakura l’elogio di sua sorella all’attore. “Non diamogli troppe certezze” continuò imbarazzata, stringendosi di più all’Uchiha.

 

E’ così evidente sorella che dubito davvero di avergli detto qualcosa di nuovo” rise la futura sposa.

 

Il primario restò per un po’ in silenzio, rimanendo completamente spalle al muro di fronte alla disarmante sincerità di Ino.

La ragazza non riusciva infatti a capacitarsi del fatto che i suoi sentimenti e suoi pensieri fossero per tutti così chiari e di facile lettura quando invece a lei ogni cosa sembrava difficile e complicata.

Tutto le appariva volubile e contraddittorio.

 

Era faticoso quindi dover ammettere a sé stessa che gli altri riuscissero a capirla.

La percezione del mondo dai suoi occhi era senz’altro molto diversa.

Desiderava potersi vedere dal di fuori per intuire così il suo elevato grado di trasparenza e finalmente comprendersi ed accettarsi.

 

Senza dubbio, Ino” sorrise sicuro e cordiale alla ragazza Sasuke.

 

Tranquilli, fate pure come se io non ci fossi” sbuffò rassegnata Sakura, facendo ridere tutti.

 

Meraviglioso! Sai, andiamo. Lasciamo i piccioncini soli. Per oggi, ci hanno già sopportato abbastanza. Inoltre i nostri amici saranno qui fra 3 ore, dobbiamo iniziare a prepararci. Voglio essere impeccabile!”  fece Ino rivolgendosi al fidanzato.

 

Ino-pig non ti sembra di esagerare un po’ ?”

 

“Sakura non provarci per niente. E’ fiato sprecato. Io oramai ci ho rinunciato. Tua sorella non cambierà mai!” rise divertito Sai, rispondendo alla cognata.

 

“Sì, sì ridete pure. Tanto lo so che mi amate anche per questo.”

 

“Tua sorella, Ino, parla tanto ma in questo è esattamente come te” si alleò l’attore dalla parte della bionda.

 

“Io non sono come lei!” fece fintamente indispettita l’Haruno.

 

“Ah no?” rispose sarcastico Sasuke. “Vuoi che racconti con quante ore di anticipo ti sei preparata il giorno della partenza?”

 

Sakura arrossì e ciò bastò per farla azzittire e decretare la vittoria univoca dell’Uchiha.

 

Te l’ho già detto che ti adoro?” parlò civettuola Ino mentre prendeva Sai sottobraccio, lasciandoli soli.

 

Per lo meno io non sono arrivata in ritardo!” rispose piccata il primario, una volta sola con il ragazzo.

 

Lui le sorrise e le diede un dolce buffetto sulla fronte.

 

Touché, bambina.”

 

“Non sono una bambina. Tu, piuttosto non hai fame?” gli chiese imbarazzata mentre il suo stomaco cominciava ad emettere degli strani versi.

 

Sakura Haruno, tu sei diversa da tutte le persone che ho conosciuto finora in vita mia.”

 

“Ed è un bene?” domandò titubante.

 

Non sai quanto. Andiamo prima che mi mangi vivo.”

 

“Tranquillo, mangio solo cibo di una certa qualità!” lo stuzzicò audace, rallegrata da quell’ultima sua affermazione.

 

Proprio per questo ho paura.”

 

Sakura condusse Sasuke in cucina dove diversi domestici erano già indaffarati nella preparazione del prossimo buffet.

Fu un sollievo per la ragazza scorgere fra i tanti, Kakashi.

Non ebbe problemi, né vergogna così a chiedergli di poter rubare qualcosa per bloccare l’impellente fame.

 

Sei sempre la solita” le disse il fedele ed amico maggiordomo, lasciandole il benestare di muoversi liberamente insieme al ragazzo fra un piatto e l’altro.

 

L’Haruno non se lo lasciò ripetere due volte ed iniziò a stuzzicare le buonissime cibarie, incurante di essere in compagnia.

 

Che c’è ? Non ti piace?” gli chiese poi la ragazza con ancora il boccone di cibo in bocca, avendo notato che da un po’ di tempo l’Uchiha aveva smesso di mangiare.

 

No, è tutto molto buono. E’ solo che sono un po’ perplesso. Credo di non aver visto mai nessuna donna mangiare in questo modo. A dir la verità, in tutta la mia vita ho visto solo un’altra persona trangugiare tutto così velocemente” le ripose sinceramente.

 

Come d’abitudine, Sakura arrossì.

 

Posso chiederti chi è stato l’altro in grado di far rimanere di sasso lo stoico Sasuke Uchiha?”

 

E’ stato il mio insopportabile coinquilino” rise l’attore.

 

“Perché insopportabile? Non andate d’accordo?”    

 

“Al contrario, a modo nostro molto. Siamo solo troppo diversi. Un po’ come noi due.”

 

“Io non credo che noi siamo poi così diversi. Penso piuttosto che ti faccia comodo pensarlo” lo disarmò la ragazza con la sua schiettezza.

 

“Parli sempre troppo” le sorrise, avvicinandosi a lei e rubandogli quel poco che restava del suo pasticcino.

 

Sasuke si girò così di spalle, perdendo il contatto visivo con la ragazza.

Era scappato.

Voleva evitare che Sakura gli entrasse dentro più di quanto già non stesse facendo.

Continuava a rigettare quell’impellente bisogno che sentiva di abbracciarla, baciarla e farla sua.

Sakura era solo un lavoro, un guaio in cui suo fratello l’aveva cacciato, una luce che la sua oscura  vita aveva difficoltà a sopportare, a reggere.

Doveva restare professionale. 

 

Credo che per oggi hai mangiato abbastanza, elefante. Non voglio mica una ragazza obesa” la guardò di nuovo.

 

C’era un qualcosa di irrazionale che lo spingeva, nonostante i rischi e le paure, a parlarle, a guardarla, a cercarla e volerla vicina.

Non aveva resistito a lungo.

 

Immagino infatti che la tua ragazza sia bellissima” fece uscire a bassa voce l’Haruno con sguardo colpevole.

 

Immagini male, Sakura. Io non ho nessuno.”

 

Nell’ultima affermazione dell’Uchiha, il primario lesse un velo di malinconia.

Qualcosa dentro di lei sembrò però, nonostante quella malinconia percepita, scoppiare di gioia.

Una reazione irrazionale che le accese il sorriso.

 

Per adesso, hai me” fece uscire a fatica, imbarazzata.

 

Che grossa fortuna” le rispose sagace l’attore.

 

Dai, cretino vieni con me. Ti faccio vedere un posto speciale.”

 

Sakura prese con forza e slancio il braccio di Sasuke ed insieme lasciarono la cucina ed un divertito Kakashi.

L’Haruno era felice, contenta, rilassata.

Le emozioni positive del ballo continuavano ad investirla.

 

Questo è il famoso studio di papà di cui tanto ti ho scritto, mi faceva piacere che lo vedessi. Mi è mancato così tanto” parlò emozionata una volta arrivata a destinazione. “Non è bellissimo?” gli domandò poi ancora visibilmente eccitata.

 

Sì, molto.”

 

Lo sguardo del ragazzo vagava colpito per tutta la stanza.

L’elegante colore dell’acero regnava incontrastato.

La luce del giorno rendeva poi il legno ancor più chiaro.

Tutto era estremamente elegante e raffinato.

 

L’enorme parete era interamente coperta dalla vasta libreria.

C’erano libri, tanti libri. Da quelli ingialliti dal tempo a quelli più bianchi e nuovi.

L’attore percepiva odori discordanti fra di loro.

Il chiarore del legno contrastava visibilmente con i vari colori e le varie immagini delle copertine.

Era un magico caleidoscopio.

Non si stupiva per niente che Sakura ne fosse totalmente innamorata.

 

Erano rimasti entrambi in silenzio.

La giovane immersa nei vecchi e piacevoli ricordi ed il ragazzo attraversato da queste nuove bellissime sensazioni.

 

Scusate…” interruppe quel magico non detto Kizashi.

 

Buongiorno papà” esordì Sakura ridestata dal flusso dei ricordi.

 

Buongiorno” la seguì l’Uchiha.

 

Credevo non ci fosse nessuno. Volevo godermi un po’ di pace prima della tempesta” stemperò l’uomo.

 

E’ ancora il posto di casa che preferisco” fece uscire spontanea e sincera la ragazza. “Volevo mostrarlo a Sasuke” concluse.

 

Hai fatto bene, principessa. Ho saputo in quale ultima pazzia vi ha cacciato Ino ed è giusto che vi ritagliate del tempo per voi. Vi dovete riprendere” rise Kizashi, contagiando tutti.

 

A dir la verità papà, questa volta non è stata solo colpa di Ino. Sasuke le ha dato una bella mano” scherzò Sakura, prendendo le difese della sorella.

 

Mea culpa”  l’assecondò il ragazzo.

 

Sasuke, sai per caso andare in moto?” domandò l’uomo, cambiando totalmente discorso.

 

Sakura non capiva ancora bene dove volesse andare a parare suo padre.

Decise di restare momentaneamente in silenzio e scoprirlo.

 

Sì, sulle due ruote me la cavo piuttosto bene.”

 

“Grandioso. Allora Sakura credo proprio che prima del grande addio al nubilato ti devi lasciare portare in giro per Suna da Sasuke e fargli da Cicerone, se volete vi lascio le chiavi della mia moto” propose Kizashi.

 

“Quale moto ?Non ci lascerai mica quella?” domandò curiosa ed euforica la ragazza.

 

“Non ne ho altre, principessa.”

 

Sakura sgranò gli occhi.

Era decisamente sorpresa.

La vecchia Harley Davidson era per il padre motivo di attenti cure e premure.

Ne era a dir poco geloso.

Ricordava ancora benissimo quante volte da adolescente gli aveva chiesto di salirci sopra, di imparare a portarla ma il genitore, temendo per l’incolumità della sua piccola, si era sempre ferocemente opposto.

Avrebbe tanto voluto finalmente farsi un giro e sperava tanto che l’attore fosse del suo stesso entusiasta parere.

 

Se per te, Kizashi, davvero non ci sono problemi, accetto il prestito molto volentieri” spazzò via tutti i suoi dubbi Sasuke.

 

Figurati, sono contento che qualcuno la usi.”

 

“Grazie papà!” fece uscire a questo punto felicissima l’Haruno, abbracciando il genitore.

 

Era ogni giorno più chiaro quanto il padre l’apprezzasse e l’amasse e quanto il suo ritorno avesse cacciato in lui qualsiasi rancore e riserbo.

Le loro anime erano rimaste saldamente connesse e nessun dolore superava la gioia e la forza di quei caldi abbracci.

 

Il vecchio orologio a pendolo risuonò le due.

Fra un’ora gli amici di famiglia sarebbero arrivati.

 

Oh mio Dio! Ino ci uccide se, dopo quello che gli abbiamo detto, non ci facciamo trovare pronti” disse seriamente preoccupata Sakura.

 

E’ ancora lentissima nel vestirsi?” disse Kizashi esasperato a Sasuke.

 

E’ davvero divertente che tutti me lo chiediate ma devo deluderti, è una vera lumaca” rispose disteso l’Uchiha.

 

Allora cara avviati in stanza. Io ho ancora due cosette da dire a Sasuke. Non fare quella faccia, te lo restituisco subito. Non preoccuparti, vai.”

 

Sakura lasciò la stanza perplessa.

Non immaginava minimamente cosa il padre volesse dire di tanto urgente al ragazzo.

Fremeva di saperlo, voleva togliersi il prima possibile quell’ansia crescente di dosso.

 

Allora innanzitutto ti lascio le chiavi del garage e della moto” stese il tutto Kizashi al ragazzo.

 

Grazie ancora. Siete tutti gentilissimi con me” rispose sicuro alla presa l’attore.

 

Quello che però mi premeva di dirti è che oggi al ricevimento ci sarà anche Sasori. Probabilmente Sakura ti avrà parlato di lui”

 

Sasuke annuì prontamente.

 

Beh volevo avvisarti e dirti di starle vicino più del solito. Non sono riuscito a desistere mia moglie dall’invitarlo. Mebuki è ancora molto arrabbiata con lei e questo credo sia il suo modo per ferirla. Non è una donna cattiva, ha solo sofferto molto. Io però non riesco proprio a veder la mia bambina star male. Sakura ha sempre avuto un forte ascendente su di me. Magari la presenza di Sasori non le creerà neanche così tanti problemi ma è meglio prevenire che curare. Il giro in moto servirà anche a distrarla un po’. Sei la persona che la conosce meglio e saprai sicuramente come prenderla e in caso aiutarla. Vedo come ti guarda e non posso che fidarmi di te” concluse disarmante l’uomo.

 

E’ davvero un buon padre ed è palese quanto l’ami. Capisco inoltre che sia difficile esporsi dal momento che tua moglie ha ancora dei seri problemi a mandar giù il passato ma non devi assolutamente preoccuparti. Sakura non è sola, ci sono io con lei” rispose fermo l’attore.

 

Sono contenta che mia figlia abbia trovato un giovane che le vuole così bene. Sei un bravo ragazzo. Vai pure da lei, grazie.”

 

“Grazie a te, Kizashi.”

 

Così dicendo l’Uchiha lasciò l’uomo e lo studio e fece ritorno nella camera di Sakura.

La ragazza impiegò qualche minuto prima di aprirgli la porta.

L’attore la trovò inaspettatamente per lo più pronta.

 

Facciamo progressi” gli fece provocatorio.

 

Apprendo velocemente” rispose audace. “Ad ogni modo, mi dici cosa doveva dirti di così importante mio padre?” domandò l’Haruno desiderosa di svelare quel piccolo mistero mentre era intenta a piastrarsi i capelli.

 

Solo se te li leghi” rispose il moro, indicando la chioma confetto della ragazza.

 

Eh va bene. Allora?” continuò a chiedergli iniziando ad intrecciare accuratamente i fili rosa.

 

Sasuke le sorrise.

 

Tuo padre ti vuole veramente molto bene e ci ha voluto metter al corrente della bella iniziativa di tua madre. Mebuki ha infatti invitato al ricevimento anche Sasori. Kizashi si è raccomandato di starti vicino in caso dovessi averne bisogno. Sotto il controllo vigile di tua madre, lui non può fare molto.”

 

Tutte le emozioni positive della giornata si sgretolarono in quell’istante.

Sakura era rimasta senza parole.

Questa era senz’altro l’ulteriore e spiazzante conferma di quanto dolore ci fosse ancora nel cuore materno e di quanto quel loro primo contatto fosse stato per lo più di circostanza.

 

La presenza dell’Akasuna al ricevimento batteva forte sulla ferita ancora aperta e viva della ragazza.

L’Haruno sapeva che vedendolo tutto il suo dolore, la sua paura , il suo odio sarebbero esplosi.

In quel momento, si sentiva proprio come tutti la descrivevano: trasparente.

Aveva messo in conto la possibilità di rivedere Sasori ma lo scoprire che questo rendez-vous non fosse frutto della più innocua sfortuna ma della volontà materna la feriva mortalmente.

Sasuke aveva ragione a sua madre non sarebbe mai potuto bastare un abbraccio per appianare le divergenze e gli anni di assenza.

Al momento però lei non sapeva che altro offrirle.

 

Tranquilla, Sakura. Ho promesso a tuo padre di aiutarti e io mantengo sempre le mie promesse.”

 

Ino non aveva tutti i torti nel dirle che con Sasuke fosse palese il suo star bene.

La sua sola vicinanza la rendeva più forte e sicura.

L’Haruno sentiva che  gli occhi profondi del ragazzo continuavano a bruciare  incessantemente sulla sua pelle senza però lasciar traccia.

Le stava assicurando che le sarebbe rimasto vicino e che l’avrebbe protetta qualsiasi cosa sarebbe successa.

Sasuke poteva essere davvero il suo principe. 

 

Grazie.”

 

Finalmente Sakura ricambiò il suo sguardo.

Di nuovo il nero nel verde.

Era pronta ad affrontare Sasori.     

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII ***


Capitolo XVIII

 

Capitolo XVIII

 

 

 

Dopo aver appreso da Sasuke la brutta notizia ed essersi sentita protetta dallo sguardo del ragazzo, Sakura aveva immaginato che insieme avrebbero presto lasciato la stanza per recarsi al famigerato e pericoloso ricevimento.

La ragazza non aveva però tenuto conto dei piani dell’Uchiha e per questo erano ancora entrambi in camera ed ovviamente già in ritardo.

Ino gliel’avrebbe fatta pesare tantissimo.

 

Dovresti fargli rimpiangere di averti tradito, non farlo sentire sollevato” le disse carinamente l’attore, prima di costringerla a cambiarsi.

 

Come scusa?”

 

“Dico che faresti bene a metterti qualcos’altro. Non sei completamente da buttar via, puoi assolutamente giocar meglio le tue carte” le rispose serio e convinto il ragazzo.

 

Era passata così un’ora e Sakura e Sasuke sapevano di non aver ormai più tempo per discutere, per tirarla per le lunghe e procrastinare lo spiacevole incontro.

Durante questo lungo lasso di tempo, l’Haruno aveva provato più volte a far desistere l’Uchiha, ad imporre la sua autorità ed il suo buon senso ma non c’era stato verso di fargli cambiare idea.

Il primario si vide quindi costretta a cambiarsi, a far come di consueto ritardo e ad indossare un pantalone che non credeva neanche di aver messo in valigia.

Del resto, il tempo non era dalla sua parte e le sembrò ragionevole cedere così al gusto e alle ragioni del ragazzo.

 

Prima di scendere le scale, Sakura si guardò allo specchio e dovette ammettere a sé stessa che il risultato finale non fosse per niente male.

Quella canotta velata nera rimborsata negli stretti ed aderenti pantaloni di pelle ed i nuovi sandali slanciavano moltissimo la sua figura, rendendola tremendamente femminile.

L’elegante giacca blu elettrico dava poi il tocco necessario di colore affinché tutti la guardassero e non distogliessero gli occhi da lei.

Non sarebbe, vestita in quel modo, di certo passata inosservata.

 

Seppur smontandole l’autostima, la ragazza era dunque estremamente contenta e soddisfatta dell’impegno e del particolare aiuto che Sasuke costantemente le offriva.

Il ragazzo era decisamente scrupoloso, attento ai dettagli, riflessivo e questo non poteva che essere un bene per la sua troppa ansia ed emotività.

L’Uchiha era esattamente il suo contrario e per questo era in grado di bilanciarla perfettamente.

 

Si ripromise tuttavia di non dargli soddisfazione.

Del resto, non era sua intenzione ricevere come risposta una sarcastica, fastidiosa e prevedibile onomatopeica.

 

Sappi che dirò a tutti che la causa del ritardo, questa volta, sei tu!” si sentì comunque in dover di precisare fintamente indispettita la ragazza.

 

Mi meraviglio di te. Non lo sai che tutte le principesse, prima di andare ad una festa, hanno bisogno di una magia, di una grossa magia?” domandò retorico e sprezzante l’attore, calcando con la voce la parte finale della sua frase.

 

Oh allora grazie davvero, fata turchina” si inchinò provocatoriamente l’Haruno, prima di chiudere finalmente la porta della cameretta.

 

Insieme scesero così le scale e come previsto, ben presto, gli sguardi dei presenti furono tutti indirizzati alle loro figure.

Dopo aver colto in lontananza il viso stizzito della madre, Sakura avvertì già l’irrefrenabile voglia di abbandonare la sala e tornare velocemente dentro la sua vecchia camera.

Era chiaro che la donna non avesse per nulla gradito il loro ritardo e che si aspettasse da lei una maggiore cura ed una migliore gestione degli impegni famigliari.

 

Involontariamente il corpo di Sakura, cercando protezione, si strinse maggiormente a quello del suo finto fidanzato, ritrovando un po’ di pace e serenità.

Sasuke non la respinse ed anzi aumentò ed intensificò la forza della presa, infondendole tutta la sicurezza del mondo.

Sotto la fredda ed arrogante corazza si nascondeva davvero un ragazzo premuroso e disponibile.

 

Al fianco dell’Uchiha, non fu per niente difficile terminare la discesa delle scale ed iniziare a muoversi fra i vecchi amici di famiglia.

In molti cominciarono così a fermarli ed ad intraprendere con loro una qualche sciocca e superflua conversazione.

L’Haruno non vedeva l’ora di scorgere fra tutta quella gente la vecchia nonna Chiyo e di gettarsi con lei nei fiumi dell’alcool.

Aveva bisogno di bere qualcosa di forte per sopportare a denti stretti e con il sorriso tutto quello che di lì a poco sarebbe inevitabilmente successo.

Sarebbe stata senza dubbio una lunga ed estenuante giornata, forse anche peggiore della prima.

 

Bentornata Confettino!”

 

Quella voce le raggelò il sangue all’istante.

Avrebbe potuto riconoscerla fra altre mille.

Era esattamente come la ricordava e le arrivò alle spalle, perfettamente nitida.

 

Sakura fece non poca fatica a voltarsi e a cercare di mantenere la più completa lucidità e fermezza, restando saldamente stretta a Sasuke.

Le mani avevano già preso, nonostante gli sforzi, a sudare.

 

Sasori” cercò di rispondergli il più fredda e disgustata possibile.

 

Non credevo avresti avuto il coraggio di tornare a casa, dopo l’enorme dolore che ci hai causato. Hai davvero una bellissima faccia tosta, ragazzina” fece provocatore e falsamente colpito l’Akasuna, continuando a recitare il ruolo della vittima.

 

Devo aver imparato dal migliore” rispose lei sicura ed alterata.

 

La rabbia aveva già preso il sopravvento sulla risolutezza e fermezza del primario.

Di fatto, Sasori continuava a sfidare la ragazza, a provocarla, ad umiliarla e a battere su quella ferita del passato così viva ed aperta e lei non poteva quindi che desiderare di esplodere, di urlare a tutti i presenti il suo segreto, la verità.

Non c’era nessuno al mondo che detestasse più di lui.

 

Quell’essere viscido aveva preso tutto e l’aveva gettato senza cura sotto i piedi. Ciò nonostante, niente sembrava toccare minimamente la sua coscienza.

Al contrario, pareva provasse gusto nel metterla in difficoltà, nel farla sentire in colpa per quell’enorme cuore che lui non possedeva.

Questa pantomima cominciava davvero a starle stretta.

 

Sakura voleva sgretolare la maschera che il rosso si era perfettamente costruito negli anni all’interno dell’alta società, rivelare quale mostro ci fosse in realtà dietro a quel falso cliché del bravo ragazzo ferito dalla donna che aveva tanto amato ma il ricordo dello sguardo indispettito della madre la portò a calmarsi, a fermarsi e a razionalizzare tutto.

Non voleva essere ancora fonte di scandali.

Questa era la settimana di Ino e lei non l’avrebbe rovinata per nulla e nessuno.

 

Non hai neanche avuto il tatto di venire da sola. Che sfacciata ! Almeno, l’educazione di presentarmi il nuovo fortunato” continuò a parlare saccente e sarcastico il ragazzo di Suna.

 

Sasuke Uchiha” rispose prontamente gelido e tagliente l’attore.

 

Akasuna no Sasori, piacere di conoscerti” fece invece sciolto e cordiale il rosso, stendendogli la mano.

 

Di risposta l’Uchiha ignorò volutamente il gesto dell’interlocutore e spinse Sakura lontana dall’ex fidanzato.

 

Vorrei chiederti una cosa, Sasuke” li fermò Sasori mentre i due stavano per andarsene e lasciarlo solo.

 

L’Akasuna si avvicinò così all’orecchio del ragazzo il quale si vide così costretto a fermarsi e a staccarsi momentaneamente da Sakura.

L’attore lasciò silenziosamente il suo benestare e si abbassò all’altezza dell’altro di modo da permettergli la possibilità di farsi dire ciò che voleva.

 

L’Haruno restò distante e preoccupata ad assistere alla scena.

Era agitata poiché immaginava che Sasori fosse pronto ad assestare il colpo di grazia.

 

Sai volevo chiederti se con il tempo l’ingenuo confettino è migliorato o se anche tu hai bisogno di scoparti altre puttanelle per ritenerti soddisfatto con lei?”

 

Alle parole di quel viscido arrogante, gli occhi di Sasuke  assunsero una strana sfumatura rossa.

Subito lo fulminò con lo sguardo e lo prese violentemente per il bavero della camicia, avvicinandolo maggiormente a lui.

Erano pressoché testa a testa, occhi negli occhi.

 

Ascoltami bene, non te lo ripeterò due volte. Stai alla larga da me e da Sakura. Io non sono come e lei. Ti consiglio di non giocare con il fuoco” fece cattivo e serio l’attore.

 

Ringrazia che ci sia tutta questa gente perché altrimenti brutto bastardo ti avrei già spaccato la faccia” parlò ancora l’Uchiha silenzioso all’orecchio del rosso, lasciando la stretta dal suo collo.

 

Visto quanto ti scaldi, probabilmente a letto è migliorata. Sono contento per te” ghignò l’Akasuna. “Volevo solo metterti in guardia. Non vorrei che Runaway Candy facesse soffrire anche te, lasciandoti solo a Suna il giorno prima delle nozze di sua sorella” disse ora più forte, rivolgendosi e facendosi sentire anche dalle persone che gli stavano intorno, facendole ridere.

 

Puoi stare tranquillo. Io so tenermi stretta la mia donna” rispose veloce Sasuke, strozzando in gola la risata che rapidamente si era estesa.

 

Il silenzio ed il brusio generale tornarono così a farla da padroni.

Incurante di qualsiasi risposta da parte di Sasori, l’attore girò i tacchi e raggiunse di nuovo Sakura, portandola via da quell’essere che non aveva mai meritato il suo straripante amore.

 

Andiamo al bar” le disse semplicemente, stringendole forte la vita.

 

Grazie” gli rispose lei sincera e con la voce spezzata.

 

Arrivati a destinazione, l’Haruno era ancora particolarmente scossa e tesa.

Dopo quel ringraziamento soffiato non aveva avuto il coraggio di dire più niente.

La testa le scoppiava e la rabbia continuava ancora a volere uscire imperiosa e furiosa.

Quelle poche battute con Sasori erano state la fiera dell’ipocrisia.

 

Per la maggior parte dei presenti era lei quella che doveva abbassare la testa quando si incrociavano, la maleducata che non aveva avuto neanche la delicatezza di presentarsi da sola, l’insensibile che aveva provocato dolori e scandali.

Per loro ed anche per sua madre era solo Runaway Candy e forse lo sarebbe stata per sempre.

 

Al momento Sakura era demoralizzata e non aveva idea sul cosa fare o dire per nobilitare i suoi gesti e la sua persona e smascherare Sasori senza rovinare tutto e gettare la famiglia ancora in pasto alla cronaca locale.  

Avrebbe tanto voluto vedere l’Akasuna strisciare e morire solo con il suo ego di cera ma sapeva che agire emotivamente di slancio non fosse la scelta giusta.

C’erano troppi rischi ed affari in ballo.

 

Non appena il barman le stese il cocktail che Sasuke si era premurato di ordinarle, l’Haruno lo calò giù tutto d’un sorso.

Il brivido di adrenalina che il lungo sorso le diede le fece percepire il suono acuto del suo nome pronunciato ovattato.

Il primario cominciò così a guardarsi intorno, alla ricerca di sua sorella.

Credeva che quel forte suono che fortunatamente le era arrivato smorzato alle orecchie potesse essere solo il suo e che fosse arrivata quindi l’ora del sermone sulla puntualità e sulla rivendicazione delle sue ragioni.

 

Sakura-chan!”

 

Quella voce lì non era decisamente quella di Ino.

Era una voce maschile e le sembrava anche piuttosto famigliare ma al momento la poca lucidità non l’aiutava a mettere bene in moto tutti i suoi neuroni.

 

Sakura-chan finalmente ti ho trovato! Wow sei sempre più bella” disse l’esuberante ragazzo biondo dai grandi occhi azzurri, una volta di fronte alla ragazza.

 

Naruto! Oh mio Dio, non credevo ci fossi anche tu. Sono felicissima di vederti” l’abbracciò entusiasta, ridestandosi dallo shock emotivo.

 

Era felicissima di averlo ritrovato, rincontrato.

Da ragazzi, lei e l’Uzumaki erano molto amici, praticamente inseparabili.

Avevano frequentato insieme le stesse scuole sino alle superiori e poi per via delle scelte di vita differenti avevano finito per perdersi di vista.

Nonostante gli anni passati lontani, Sakura conservava ancora un dolce e caro ricordo dell’amico.

Naruto era proprio la persona di cui aveva bisogno in un momento così difficile.

Il ragazzo era sempre stato capace di strapparle una sana risata e sperava avesse mantenuto crescendo quello stesso spirito spensierato che l’aveva contraddistinto da bambino.

 

Che sbadata” rise,  ti presento Sasuke, il mio fidanzato.”

 

In quel preciso istante, voltandosi, Sakura notò il volto pallido ed esterrefatto dell’attore.

Non l’aveva mai visto così.

Era a dir poco sconvolto.

Sembrava che i loro ruoli si fossero per una volta invertiti.

I suoi profondi occhi neri sembravano voler scappare via dal suo bellissimo viso.

Era pietrificato.  

 

TEME?! Cosa cazzo ci fai qui? Aspetta Sakura hai detto fidanzato?!” chiese incalzando il biondo sempre più sorpreso e curioso.

 

Voi due vi conoscete?” fece shockata e seriamente preoccupata la ragazza.

 

Ora Sakura iniziava a capire perfettamente la reazione dell’Uchiha.

Quel vecchio amico poteva di fatto mettere in seria discussione e a repentaglio tutta la loro recita.

Era una variabile impazzita che non si potevano permettere in questa già più che complicata sceneggiatura.

 

La sfortuna continuava proprio a non volerla lasciarla andare.

 

Il cuore dell’Haruno batteva all’impazzata.

 

Sì, Sakura. E’ il mio insopportabile coinquilino” fece serio Sasuke, delucidando i dubbi della compagna e di conseguenza aumentando il suo stato d’ansia.

 

Io non sono insopportabile. Sakura-chan ma hai detto fidanzato?”

 

Naruto non sembrava demordere e continuava a ripetere quella domanda come un mantra nella speranza che tutto gli apparisse più chiaro e sensato.

Di chiaro e sensato però in tutta questa storia c’era ben poco.

 

Sì, ha detto fidanzato. Sei per caso sordo, baka?” pose fine Sasuke alla tracotanza verbale di Naruto.

 

Sakura, Naruto seguitemi. Dobbiamo assolutamente parlare” continuò poi l’attore serio, prendendo in mano la situazione.

 

In privato. Ora” concluse bloccando sul nascere la sciocca ed inutile replica dell’Uzumaki.

 

Sakura seguì i due ragazzi come un fantasma, non proferendo alcuna parola.

A parlare per tutti c’era già il biondo.

Il destino continuava a prendersi gioco di lei, a mettergli davanti un’ interminabile serie di sfortunati eventi.

 

L’Haruno era logorata.

Tutta questa situazione la stava pian piano consumando.

Il suo auto controllo si era totalmente sbriciolato.

Della sua razionalità poi restava ormai ben poco.

L’emozioni l’avrebbero vinta totalmente.

Sperava che Sasuke fosse in grado di aiutarla più di quanto già non stesse facendo.

I suoi muri di difesa stavano crollando.

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX ***



Capitolo XIX


Silenziosamente ed emotivamente scossa, Sakura continuò a seguire Sasuke e Naruto che non avevano smesso neanche un secondo, da quando si erano ritrovati, di litigare.
Era un automa.
Non riusciva a rendersi conto di niente, le sue gambe si muovevano per inerzia.
La testa era un vortice di continui problemi e preoccupazioni da cui non sembrava esser in grado di uscire.
Non avrebbe mai potuto immaginare che quelle bugie le si sarebbero potute rivoltare contro così velocemente, che si sarebbero potute sgretolare come sabbia al vento.
Quei primi giorni con Sasuke le avevano infatti regalato l’illusione che tutto quello che stesse vivendo in compagnia del ragazzo potesse essere in  qualche modo reale, possibile.
Ci stava credendo.

L’Haruno era totalmente assorta nel suo mondo da non accorgersi neanche di essere uscita fuori dalla Villa.
Sasuke li aveva per l’appunto condotti al garage poiché sapeva che in quel luogo sarebbero stati soli e lontani da occhi ed orecchie indiscrete.
All’attore sembrava senza dubbio il posto più adatto per risolvere sul nascere la nuova complicazione e seccatura.
Con disinvoltura ed abilità, maneggiò quindi il mazzo di chiavi datogli da Kizashi e una volta trovata la giusta chiave sollevò la saracinesca, chiudendo tutti dentro.   

“Qualcuno mi può spiegare adesso cosa sta succedendo? Che significa che tu e Sakura-chan siete fidanzati e soprattutto perché non mi hai detto niente?!”ruppe il carico e pesante silenzio con lecite domande Naruto.

Stai zitto baka!” rispose a tono l’Uchiha all’amico.

Subito dopo aver offeso il suo petulante coinquilino, il ragazzo raggiunse Sakura che ancora con lo sguardo perso non sembrava capire né dove fosse, né cosa le stesse accadendo.
Sasuke posò così le sue forti braccia sulle spalle della giovane primario e la fissò dritto negli occhi.

Ritrovando le pozze petrolio del compagno, l’Haruno tornò a galla, prese aria e di colpo si destò dal suo stato mentale.
La ragazza si guardò poi rapidamente intorno e finalmente sorpresa riconobbe il luogo in cui era.
Il suo sguardo spaesato fece ghignare Sasuke.

Ricordi, tuo padre mi ha dato le chiavi. Non sono un ladro se è questo che ti preoccupa. Qui dentro siamo al sicuro ma devi comunque dirgli la verità” concluse l’attore indicando l’Uzumaki ancora intento a sbuffare e a parlare da solo.

Ma…

Non hai scelta. Lo conosco benissimo e per quanto possa sembrare inaffidabile, puoi fidarti di lui ciecamente.

Anche Sakura conosceva bene Naruto ed aveva grande stima di lui.
Il ragazzo era sempre stato un ottimo amico, nonostante il suo essere costantemente maldestro e sbadato.
Le era sempre stato vicino e non si era mai permesso di offenderla o giudicarla.  
Sasuke aveva ragione.
Doveva e poteva fidarsi di lui.

Naruto devi promettermi che quello che ti racconterò non uscirà fuori da questo garage. Ti prego. E’ molto importante per me” lo implorò il primario, cominciando a trovare la forza per parlare.

E’ una promessa Sakura-chan!

In realtà io e Sasuke non siamo veramente fidanzati. Avevo bisogno di un ragazzo che si fingesse il mio compagno per tutta questa settimana e Tsunade, la mia direttrice ospedaliera, mi ha procurato il suo numero. Avevo ed ho bisogno di un attore per via delle tante bugie che sono stata costretta a dire alla mia famiglia.

Sorprendentemente Naruto restò per un po’ in silenzio e la guardò confuso, esterrefatto.

Che stupido sono stato a pensare che la vostra relazione potesse essere vera” scoppiò poi in una fragorosa risata. “Ok, il teme non mi racconta molto della sua vita privata ma di certo una bella ragazza come te non poteva abbassarsi a stare con un rospo del genere. Per dir più, ricordo ancora quando da ragazzo ti facevo la corte… Se non sono riuscito io a conquistarti, figuriamoci lui!” continuò a parlare l’Uzumaki, spezzando la tensione e generando una risata a Sakura ed invece un sonoro grugnito di disapprovazione all‘Uchiha.

Ciò che non capisco è però perché sei stata costretta a ricorrere a lui, a fare tutto questo?” chiese curioso il vecchio amico, arrivando al nocciolo centrale della questione.

A quel punto, Sakura cominciò, sempre più sciolta, a raccontare a Naruto il suo passato segreto, a rivelargli il perché aveva dovuto lasciare Suna e mentire a sua sorella.
La ragazza non tralasciò niente e rivelò nei minimi dettagli tutto al biondo.

Dopo che Sasuke le aveva garantito l’affidabilità dell’Uzumaki e l’aveva rassicurata con il suo caldo sguardo, Sakura aveva infatti messo da parte le comprensibili rimostranze e paure iniziali e confessare tutto non era stato poi così difficile e complicato come aveva immaginato.
Stava cominciando a capire di chi poteva fidarsi.
L’Uchiha era uno di questi e per estensione anche Naruto.

Quel gran figlio di puttana! Dobbiamo spaccargli la faccia, Sakura-chan!

No!” tuonò secca l’Haruno. “Non dobbiamo fare proprio niente. La mia famiglia ha bisogno ed è costantemente in contatto con lui, voglio saperla al sicuro. Me l’hai promesso, Naruto.

Sì ma conosci tua madre. Lei non ti perdonerà mai. Io non lo dirò a nessuno, te lo giuro ma tu dovresti dirle la verità. Tutti dovrebbero sapere chi sei e quanto hai fatto e stai facendo per loro.

Sakura abbassò lo sguardo colpita dalle sincere parole dell’Uzumaki.
Naruto, proprio come Sasuke, le aveva esternato l’impossibilità di recuperare in altri modi il rapporto materno.
Una parte del suo cuore avrebbe tanto voluto risentire i suoi rimproveri, le sue follie ma sapeva fosse giusto rinunciarvi per qualcosa di più importante e grande.
L’incolumità e la sicurezza della sua famiglia era la cosa che più le interessava e per cui avrebbe continuato ad ingoiare i torti, le frecciatine e le occhiate severe ed ingiuste.

Non sai quanto mi costi dirlo ma il baka ha ragione” fece serio l’attore.

Certo che ho ragione! Io ho sempre ragione, teme.

Non mi interessa sapere chi abbia ragione, cosa è giusto fare o casa è sbagliato. Mi fido di voi e vi ringrazio per quello che state facendo ma è la mia vita, il mio segreto, la mia decisione. Il benessere dei miei famigliari viene prima di tutto, anche prima di me.

Come vuoi Sakura-chan.

Tsk. Ad ogni modo ora che sai la verità, stai attento a non rovinare tutto come tuo solito. Lei mi da già da sola parecchio da lavorare” tenne a precisare Sasuke.

Secondo me non ti dispiace tanto stare solo con la mia Sakura-chan. Certo che però potevi dirmelo che venivi anche tu a Suna quando ti ho gentilmente chiamato l’Uber. Saremmo potuti partire insieme.

Puoi evitare di chiamarla continuamente la tua Sakura-chan? Lo trovo fastidioso. Ovviamente non ti ho detto niente perché la situazione mi sembrava già piuttosto pesante senza la tua presenza. Come ti ho detto, lei è problematica ed insopportabile da sola. Non ha bisogno del tuo immenso sostegno.”

“Sei geloso per caso? Come avrei ben iniziato a capire, Sakura-chan, il teme è un cafone e per dir più neanche mi ascolta. Non immagini quante volte gli abbia ripetuto che questa settimana avevo un importante matrimonio a Suna. Quella faccia da pesce lesso quando mi ha visto era quindi a dir poco ingiustificata. Se fosse stato più attento, ti avrebbe potuto evitare un  grosso spavento. Quanti matrimoni vuoi che ci siano a Suna nello stesso giorno, nella stessa settimana?”

“Si dia il caso che lo spavento gliel'avessi già fatto prendere tu quando hai deciso con le tue geniali trovate low-cost di farmi arrivare in ritardo all’aeroporto” rispose piccato e sprezzante Sasuke.

L’Haruno scoppiò a ridere sino ad arrivare ad avere le lacrime agli occhi.
La ragazza ricordava ancora perfettamente il disagio e l’angoscia provate mentre attendeva sull’aereo l’arrivo del ragazzo ma in quel momento quel siparietto tra i due la divertiva oltremodo e le faceva dimenticare e dimenticare i disguidi causati dalla scempiaggine di Naruto.

Non dargli retta. Hai ragione. Se ti avesse ascoltato, avrebbe potuto mettermi in guardia sul tuo arrivo, per lo meno dirmi che conosceva qualcuno di Suna. Tutto sommato, mi fa piacere però averti reso partecipe della mia situazione. Ora so che posso contare anche su di te.”

“Sarò il tuo fedele ninja in questa difficile missione. Non temere.”

“Tsk.”

“Sono davvero contenta di sapere che vivi anche tu a Konoha. Sempre se vuoi, potremmo riniziare a vederci e a frequentarci come un tempo.”

“Ma certo Sakura-chan. Oramai siamo una squadra.”

“Oltre che noiosa, sei anche stupida. Avevi avuto la grazia di liberartene e te lo sei andata persino a riprendere” disse sarcastico l’Uchiha mentre rialzava la saracinesca.

Credo che tu sappia benissimo che non mi arrendo facilmente alla prima difficoltà ma, come dire, stendo di nuovo la mano” rispose alla provocazione, alludendo al loro primo incontro. “Andiamo. Ci avranno dato per dispersi” concluse divertita e serena.

Il nuovo trio iniziò così a far ritorno al ricevimento.
Adesso il clima era molto piacevole e disteso.
In loro compagnia, Sakura cominciava a risentire le vibrazioni positive della mattinata.
Quei due ragazzi seppur così diversi erano assolutamente in grado di farla sentire a proprio agio, felice.
Era evidente che entrambi avrebbero fatto a loro modo di tutto per aiutarla.

Tornati nella Villa, subito furono intercettati da Ino.
Dopo aver scambiato gli educati ed abituali convenevoli con Naruto, la ragazza catalizzò l’attenzione sulla sorella e sul suo maldestro ritardo.
La vulcanica sposa tenne a precisare che il prepararsi ore prima visto i risultati ottenuti non fosse poi un’idea così sciocca.
Con la solita freschezza e loquacità, Ino la informò anche della rabbia generata in sua madre per quella sua mancanza.
Mebuki voleva infatti accogliere gli ospiti formalmente e apparentemente insieme ed uniti.
Voleva mantenere e rispettare le solite questioni di facciata.

Vedendo che la ragazza non si opponeva al lungo rimprovero della sorella, Sasuke si sentì in dovere di difenderla.
Sapeva con estrema sicurezza che tutti i suoi pensieri in quel momento fossero incentrati sulla perdita e sulla delusione del rapporto con la madre.

Sakura era davvero una ragazza dall’animo fortissimo ed al contempo dalle emozioni così vulnerabili.

A dir la verità Ino, questa volta la causa del ritardo sono io. Dopo essermi intrattenuto con tuo padre, vedendo tua sorella così bella ci ho messo un po’ di tempo prima di buttare all’aria la pazza idea di restare solo con lei e gettare via la chiave della stanza. Ha dovuto insistere molto per farmi scendere.

Il primario arrossì immediatamente.
Il solo immaginare di restare sola in una stanza con Sasuke la eccitava terribilmente.
Lo desiderava ogni giorno sempre più.

E come biasimarti, caro. Oggi Fronte-Spaziosa è davvero una bomba sexy.

I quattro continuarono così a conversare ancora un po’, ricordando i vecchi tempi ed alternando a questi particolari aneddoti personali.
Ino restò di sasso nello scoprire la bizzarra convivenza fra Naruto e Sasuke e proprio come sua sorella si divertì tantissimo nel sentirli continuamente bisticciare.

La futura sposa fu però presto reclamata dai vari presenti e costretta ad abbandonare la piacevole compagnia.
Per il trio di amici rimasto momentaneamente solo fu un piacere ritrovare e passare del tempo con la divertente nonna Chiyo.
La vecchietta aumentò paradossalmente ancor di più la freschezza del gruppo.

Sakura dovette inoltre ringraziare mentalmente l’audacia e la sfrontatezza della nonna quando allo strano e variegato quartetto si unirono anche suo padre e soprattutto le battute al veleno di sua madre.
Chiyo non aveva infatti esitato a riprendere Mebuki e a riportare la conversazione ad un livello più basso e pacifico.

Nonostante l’Haruno si sentisse protetta da sua nonna, suo padre ed i suoi due amici, la madre era comunque riuscita a colpirla nelle sue ferite più profonde, aprendole ancor di più.
Di certo,  la stoccata finale non tardò ad arrivare.

Al veloce ritorno di Naruto con un altro cocktail per lui e per Chiyo, Mebuki sparò, prima di congedarsi,  il suo ultimo proiettile.

Mamma ti prego, finiscila di bere. In famiglia ce l’abbiamo già la pietra dello scandalo. Non rovinare tutto anche tu.

La donna non attese neanche la risposta della madre o della diretta interessata.

Oh Kizashi, guarda sono arrivati i Sabaku. Andiamo a dargli il benvenuto.

Prima di andarsene il padre guardò Sakura cercando di infondergli una qualche rassicurazione, poi volse le sue attenzioni a Sasuke.
Fra i due c’era una promessa in atto e Kizashi sperava che il ragazzo agisse il prima e nel miglior modo possibile.
Al momento, l’uomo non poteva fare di più.

Naruto e Chiyo provarono a stemperare gli animi con qualche battuta ma Sakura non sembrava rispondere positivamente.
L’Haruno era infatti ancora visibilmente scossa e colpita dall’atteggiamento ostile della madre.
Il sentirsi ripetere costantemente quanto fosse sbagliata e sfacciata ovviamente non l’aiutava a sentirsi in pace con sé stessa.
Ogni piccolo tentativo di approccio risultava sempre un vero e proprio suicidio.
Era in questi attimi che la ragazza si sentiva oppressa e schiacciata dal peso delle sue bugie e la rabbia provava ad uscire rivelatrice ma la sua forza d’animo e la sua razionalità la tenevano a freno, bloccando così ogni gesto sconsiderato.

Aveva preso una decisione e nessuno avrebbe potuto intromettersi e farle cambiare idea.
Non voleva assolutamente scaricare di colpo quel fardello di colpe addosso alla sua famiglia.
In qualche modo, Sakura sentiva così che quella fosse la giusta punizione per i suoi errori, per la sua troppa fiducia ed ingenuità.
Era il prezzo del suo amore.

La sua forza di volontà lottava contro le sue emozioni trasparenti.
La ragazza viveva infatti costantemente la pesante dicotomia fra ciò che aveva scelto e ciò che realmente voleva.

Non riuscendo a sopportare gli sguardi compassionevoli che soprattutto sua nonna e Naruto le lanciavano, l’Haruno decise di rintanarsi momentaneamente nella sua camera.

Scusatemi, mi gira un po’ la testa. Vado a prendermi qualcosa e poi torno.

Non aveva lasciato a nessuno il tempo d’opporsi.
Rapidamente salì le scale ed arrivò a destinazione, chiudendo dietro di sé la porta della cameretta con la speranza di lasciare al di fuori della stanza tutti i suoi problemi.
Era statisticamente impressionante vedere con quanta facilità e velocità le sensazioni positive andavano e venivano nella sua vita.

Sakura si gettò sul letto esausta, egoisticamente stanca di tutta questa situazione dalla quale non riusciva e voleva uscir fuori.
La vera integrità stava però nel fare la cosa giusta, sapendo che nessuno se ne sarebbe mai accorto.
Doveva continuare a seguire questa ferrea e dilaniante via sebbene il suo Io stesse perendo.

La sua famiglia veniva prima di lei, prima di tutto.  








NOTA DELL'AUTRICE: mi scuso per il mancato aggiornamento della scorsa settimana ma dopo il campeggio di Ferragosto, le mie difese immunitarie hanno deciso di abbandonarmi e relegarmi a letto con la febbre. Spero, con la voglia di distrarvi un po' dalle brutte notizie del notiziario che toccano da vicinissimo la mia zona, di ritrovarvi tutti in questo nuovo aggiornamento con il vostro costante seguirmi e recensire.  Riprenderò ovviamente la pubblicazione settimanale, non ho di certo abbandonato le mie buone abitudini.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Grazie di cuore, un bacio ValeUchiha07.

   

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Capitolo 20
*** Capitolo XX ***


Capitolo XX

 

 

 

Sasuke guardò Sakura sparire con la coda dell’occhio.

Senza di lei, si sentiva assolutamente fuori luogo.

Neanche la presenza di un volto famigliare come quello di Naruto era riuscita a mitigare quel grosso senso di disagio e vuoto che percepiva.

La ragazza era infatti l’unico valido motivo che lo spingesse a sopportare tutti quei pomposi ed assurdi ricevimenti ma con lei ormai lontana non c’era più alcuna ragion d’essere.

 

L’Uchiha si trovò così di nuovo a pensare che quella sensazione di rabbia e protezione  che nutriva nei suoi confronti fosse quindi totalmente ingiustificata e irrazionale.

Da quando in quella cena aveva per l’appunto cambiato idea ed aveva contraccambiato titubante la sua mano, l’attore aveva continuato a ripetersi che quella condivisione ed immedesimazione con la sua storia fosse in realtà del tutto sbagliata e sconsiderata. 

Di certo, lui non aveva molto in comune con l’Haruno e per questo non riusciva a comprendere ancora appieno il perché si stesse impegnando così tanto con lei.

 

Con Itachi difatti sempre più convinto a lasciarsi morire in quella fottutissima casa di cura, il ragazzo si era da tempo abituato all’idea di esser rimasto solo.

Sasuke la sua famiglia l’aveva persa da anni e non poteva fare più niente per riaverla indietro.

Sakura, al contrario, aveva ancora la possibilità di fare qualcosa per ritornare allo status quo e perciò il giovane trovava davvero sciocca la sua bonaria e amorevole presa di posizione di soffrire in silenzio.

 

Quella strana ragazza non meritava davvero una vita triste e sola come la sua.

Per questo motivo, per la prima volta nella sua vita, l’Uchiha si sentiva in dovere d’agire.

 

Pur comprendendo quali fossero le ragioni che spingessero Sakura a restare in silenzio di fronte alle cattive frecciatine della madre e all’arroganza di Sasori, Sasuke credeva nonostante tutto che fosse necessario fare qualcosa di concreto, seppur alle sue spalle, per far crollare la sua ferrea e sofferente decisione.

Al momento, poco gli importava se quella sua intromissione avrebbe spezzato la promessa fatta e potuto compromettere per sempre il loro rapporto.

 

Con ogni probabilità, a parti invertite, lui non avrebbe mai potuto accettare e perdonare una tale ingerenza ma in fin dei conti era stata proprio l’Haruno a chiedergli un aiuto e questo senza dubbio era il suo modo per darle una mano.

Nessuno aveva specificato che le sarebbe dovuto andare bene.

 

Per quanto si sforzasse ad essere forte, la ragazza non era assolutamente il tipo di persona in grado di sopportare da sola tutta questa eremitica sofferenza.

Quella triste e sconsolata ritirata in camera ne era stata un chiaro e lampante esempio.

 

Sasuke, vedendola sparire e continuando a sentirsi irrazionalmente legato a lei, decise dunque che fosse giunto il momento di non vederla più piangere per qualcosa di cui non  era assolutamente responsabile, per quella vita che aveva scelto ma che non voleva e meritava.

 

Vedo che voi due ve la intendete benissimo” disse divertito rivolgendosi a Chiyo e a Naruto che continuavano a buttar giù un cocktail dietro l’altro. “Vado a vedere come sta” concluse, congedandosi.

 

L’Uzumaki lo guardò andare via sorpreso.

Aveva visto spesso l’amico rimorchiare e portarsi qualche ragazza a casa, del resto il suo aitante aspetto fisico fronteggiava più che bene il suo carattere spigoloso, ma mai c’era stato un punto fermo nella sua vita, un qualcosa di serio.

Lo sguardo realmente preoccupato che aveva quindi visto sul suo volto era decisamente nuovo.

Il biondo credeva così che la recita avesse ben poco a che fare con quella sua nuova luce.

 

Lui la guarda proprio come una donna amata dovrebbe esser guardata. Si amano tanto!” fece uscire soddisfatta la vecchietta.

 

Sì, nonnetta. Lo credo anch’io” rispose Naruto sincero. “Altro giro?” domandò retorico, trovando il benestare della donna e gettando un’ultima occhiata all’amico.

 

Sakura era davvero l’unica che poteva compiere sull’animo del fedele compagno un vero e proprio miracolo.  

Sperava solo che i suoi demoni non rovinassero tutto.

 

 

 x x x 

 

 

Sasuke salì velocemente le scale e si chiuse furtivo nel bagno adibito agli ospiti.

Voleva che nessuno lo vedesse e sentisse.

Doveva agire nell’ombra, lontano da occhi indiscreti, senza essere scoperto da nessuno, tantomeno da lei.

Era sicuro che altrimenti Sakura non glielo avrebbe mai permesso.

 

Presto l’Uchiha compose il numero di suo zio ed attese trepidante la risposta.

Dopo la morte dei suoi genitori, il parente aveva infatti assunto il controllo dell’azienda di famiglia e continuava a curare i loro affari e le loro quote societarie.

Aveva davvero bisogno del suo aiuto e del suo forte ascendente per iniziare e completare così il suo piano.

 

All’udire del suono della sua voce, l’attore tirò un sospiro di sollievo ed iniziò ad esporre le ragioni che l’avevano spinto insolitamente a chiamarlo.

 

Mi sorprende molto Sasuke questa tua chiamata. Di solito è tuo fratello che si occupa di queste cose.”

 

Madara aveva ragione.

A lui dell’azienda importava ormai ben poco.

Un tempo, invece, non c’era stata cosa che più desiderasse al mondo.

 

Originariamente, il suo sogno era infatti stato quello di calcare le orme di suo padre, prendendo il suo posto e ricoprendo la dirigenza dell’impresa.

Voleva renderlo orgoglioso di  lui. 

 

Con la morte dei suoi, tutte le sue ambizioni erano però morte con loro.

Sasuke non voleva più soffrire ripercorrendo ogni giorno i luoghi in cui aveva visto muovere il genitore fieramente.

Aveva deciso così di tagliare qualsiasi ponte con il passato e con i suoi lontani e dolci ricordi, buttandosi a capofitto in quell’assurda follia della recitazione.

Del resto, il trauma subito dalla perdita l’aveva spinto a non sentire più niente di vero, caldo ed autentico e non aveva dunque problemi a calarsi in qualsiasi copione.

Non c’era niente di reale, di sentito.

Ogni sceneggiatura lo lasciava sempre vuoto.

Nessun regista era mai riuscito a coinvolgerlo sentitamente.

 

Vista la sua passata esperienza, non era stato per nulla difficile interpretare il ruolo da analista che Sakura gli aveva commissionato.

Per anni aveva infatti studiato con ottimi voti Marketing e Commercio all’Università di Konoha ed era stato proprio qui che aveva conosciuto Naruto e la sua amicale irruenza.

L’Uzumaki era stato il primo dopo anni a fargli sentire qualcosa.

I suoi sentimenti l’avevano in modo contrastante scaldato ed ormai erano divenuti parte integrante della sua vita.

Aveva pian piano imparato ad ammetterlo.

 

Sì, lo so ma ho bisogno di un favore. Ha mai sentito parlare degli Akasuna di Suna?”

 

“Certamente, Sasuke. Sono dei grossi petrolieri ma continuo a non capire dove vuoi arrivare.”

 

“Bene, ho un grosso affare per la nostra azienda. In questa settimana, voglio che tu parli con il figlio che oramai gestisce tutti gli affari di famiglia e lo invogli ad entrare nell’Akatsuki Corporation. E’ un giovane pomposo, avido ed ambizioso. Non avrai difficoltà nel portarlo dalla tua parte. Offrigli tutti i soldi che vuole, attingi anche al mio fondo fiduciario, se necessario ma la collaborazione con la famiglia Haruno deve cessare. L’azienda non avrà mai un’occasione più concreta per accaparrarsi i suoi favori, il suo petrolio. Ovviamente zio, sia ben chiaro voglio che tu ti faccia garantire la conclusione totale del rapporto con gli Haruno. Nessun effetto retroattivo, nessuna clausola di rescissione contrattuale. Questa è la cosa che più mi preme. Dagli Haruno non deve ricevere più niente, deve unilateralmente svincolarsi.”

 

“La proposta nipote è più che interessante. Se hai davvero sondato il terreno ed hai capito che l’erede degli Akasuna è un ragazzino viziato e propenso al voltafaccia non mi sarà sicuramente difficile fargli cambiare idea e finalmente mettere le mani sulle loro sabbie bitumose. Le mie doti persuasive sono estremamente efficaci e non ho alcun tipo di problema morale ma perché tutti questi riguardi per gli Haruno? L’affare si può concludere ancor più facilmente senza tener conto di loro” chiese curioso Madara.

 

“Perché per me è importante. Non lo sto facendo per la nostra azienda, lo sto facendo per loro. Anzi se non è chiedere troppo vorrei che poi girassi parte dei ricavati della nuova collaborazione proprio con loro.”

 

“Sasuke questa è pazzia. E’ alta finanza, non beneficenza!”

 

“Cooperare è combattere in modo silenzioso…ricordi me l’hai detto tu. L’affare andrà fatto così o puoi scordarti di già questa mia chiamata. Fammi scoprire che hai continuato a lavorare segretamente su questa mia idea e zio tornerò all’interno del Cda a farti la guerra. Ti ricordo quanto la maggior parte dei nostri soci non nutri simpatia nei tuoi confronti e sogni il ritorno al vertice dei figli di Fugaku. Non voglio più avere a che fare con l’azienda, non costringermi a tornarci. E’ davvero importante. Le sorti di quella famiglia, al momento, sono l’unica cosa a cui tengo.”

 

“Ok. Non mi sono mai piaciute le minacce Sasuke ma vedrò cosa posso fare. A quanto pare abbiamo cose importanti per le quali combattere. Del resto, cosa vuoi che sia un po’ di beneficenza…” disse serio lo zio riagganciando, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

 

E’ proprio vero, nessuno ama così tanto quanto noi Uchiha!”

 

 

x x x

 

 

 

Nonostante avesse ottenuto una risposta striminzita dallo zio, Sasuke era pienamente soddisfatto dell’esito della chiamata.

Madara non era certamente il tipo che aveva problemi a dire di no.

Quel suo “forse” valeva quindi più di qualsiasi altra risposta positiva.

Era il suo modo per dirgli che ci avrebbe provato e che si sarebbe fermato solo a risultato compiuto.

Sapeva inoltre che non avrebbe rischiato di perdere il controllo dell’azienda per uno sciocco ed integrativo passaggio collaborativo.

  

Il ragazzo poteva ora contare sull’aiuto e l’astuzia di suo zio e sui loro soldi per allontanare definitivamente Sasori dalla vita di Sakura, permettendo così alla ragazza di rivelare senza ripercussioni e problemi l’agognata verità riguardo la sua fuga da Suna.

 

Certo, sapere che quel verme dell’Akasuna sarebbe ben presto entrato nella società di famiglia non l’entusiasmava per niente ma non aveva dubbi sull’efficacia gestionale di Madara.

Lo zio l’avrebbe sicuramente sbattuto all’angolo e rimesso al suo posto.

Il parente non aveva proprio il buon cuore della giovane ed ingenua Haruno.

 

Sebbene l’Uchiha si ritenesse pienamente soddisfatto ed appagato dalla mossa giocata per archiviare e fare scacco matto a Sasori, la sua parte più irrazionale ed emotiva si sentiva comunque in colpa per aver spezzato la fiducia che Sakura aveva sin dal primo giorno riversato incondizionatamente in lui.

 

Decise di andare finalmente a vedere come stava. 

 

Bussò così tre volte alla porta della camera, non ottenendo risposta.

Incurante del palese e chiaro responso, entrò ugualmente.

Infondo, quella era diventata anche la sua stanza.

 

Sasuke trovò il primario stesa sul letto con gli occhi gonfi e colmi di lacrime.

Gli venne naturale sorriderle.

 

Mal di testa, non è vero?” domandò sagace.

 

A poco servì il goffo e maldestro tentativo di Sakura fatto per celare l’evidenza.

 

Alla fine, mi vedi sempre bruttissima e con il trucco colato” fece uscire l’Haruno, mentre tirava ancora su con il naso.

 

Datti una sciacquata veloce. Andiamo a farci un giro, principessa” le rispose sventolando le chiavi dell’Harley.

 

Ma il ricevimento?”

 

“Se tu devi stare chiusa qui e solo io devo sopportare i vostri amici di famiglia, tanto vale che facciamo qualcosa che piace e faccia bene a tutti e due. Non credi?”

 

Hai ragione, scusami ti ho lasciato da solo.”

 

“Dai muoviti lumaca e non preoccuparti per me.”

 

Dopo tutto quel pianto, Sakura abbozzò finalmente un sorriso ed il merito era tutto di quel ragazzo che Tsunade le aveva gentilmente ed amorevolmente trovato.

Non l’avrebbe mai potuta ringraziare abbastanza.

 

Rapidamente, si tolse via le amare tracce del pianto e si presentò di fronte a Sasuke, pronta per quello strano e liberatorio giro in moto.

I due ragazzi scesero le scale, cercando di evitare qualsiasi sguardo dei presenti e senza farsi notare lasciarono così la Villa.

 

Per la seconda volta in quella giornata, Sakura si ritrovò nel garage.

L’attore si mosse con la solita dimestichezza ed accese con facilità il motore, facendo uscire dal box la motocicletta.

 

Sei anche fortunata. Ho trovato per te il casco da imbranato” le fece stendendole il casco a scodella che aveva precedentemente trovato.

 

Tranquillo, non avrà questo effetto su di me” rispose pronta il primario mentre era intenta a metterselo.

 

Sì, certo come no.”

 

“Guardami” gli disse sfidandolo.

 

Sasuke la fissò e non le distolse gli occhi di dosso.

Si ritrovarono per un po’ a specchiarsi incantati l’uno nell’altro.

 

Sei un’imbranata carina” parlò poi il moro, invitandola a salire.

 

L’Haruno montò così agilmente dietro Sasuke il quale le prese le mani, stringendole meglio intorno alla sua vita.

 

Tieniti stretta e guidami dove vuoi. Pronta?”

 

“Pronta.”

 

L’Uchiha non se lo lasciò ripetere due volte ed immediatamente partì.

Il suono pesante e forte del mezzo non passò sicuramente inosservato.

Tutti, chi prima e chi dopo, avrebbero scoperto la loro furtiva fuga e con ogni probabilità, Mebuki non l’avrebbe presa per nulla bene.

 

In quel momento, l’Haruno aveva però smesso di pensare alla sua famiglia.

Il vento sulla pelle che le scompigliava i capelli le dava un bellissimo e salvifico senso di libertà.

La ragazza sentiva il buonissimo profumo dell’attore entrarle forte nel naso e si lasciò andare, inebriandosene.

Era così stretta e vicino a lui da poter sentire il suo respiro ed il suo cuore muoversi ritmicamente con il suo.

Sembravano una cosa sola.

Era meraviglioso.

 

Allora dove vuoi andare?” domandò il ragazzo, urlando per farsi sentire.

 

Prosegui dritto all’in circa per 20km poi al secondo incrocio gira a sinistra. A quel punto la nostra destinazione si vedrà chiaramente.”

 

“Ok, ricordami quando girare.”

 

Fra di loro tornò a regnare il rombo dell’Harley e quello dei loro cuori.

Sakura si strinse a Sasuke ancor di più.

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI ***


 

Capitolo XXI

 

 

 

Finalmente Sasuke spense l’Harley Davidson.

Sakura gli aveva detto la verità. Non era stato per nulla difficile arrivare sino a lì.

La loro destinazione si era infatti imponentemente eretta di fronte ai loro occhi concentrati e l’Uchiha non avrebbe potuto sbagliare strada neanche se avesse voluto.

Aveva imparato a conoscerla e da quando quell’incantevole paesaggio aveva catturato il proprio sguardo, aveva facilmente intuito che quello fosse il suo posto preferito della città.

Non aveva dubbi.

 

Parcheggia qui. Proseguiamo a piedi, adesso” gli disse dolcemente.

 

Lui l’assecondò in silenzio.

 

Seguimi” si rivolse di nuovo l’Haruno al taciturno ragazzo con il sorriso stampato in volto.   

 

Nessuno dei due sembrava voler parlare e rompere quell’imbarazzante silenzio che si era creato.

Spesso i loro occhi tentennavano e si posavano furtivi sulla figura dell’altro per poi distogliere velocemente e goffamente lo sguardo da un’altra indefinita parte.

 

Senza dar fiato ai loro pensieri, camminarono a lungo su di una ripida stradina brecciata.

Di certo, la fatica non aiutava a lasciarsi andare e a sbloccarsi da quello stato di digiuno verbale che al termine dello scosceso sentiero aumentò brutalmente ancor  di più.

Il panorama che si era infatti bruscamente aperto davanti a loro contribuì notevolmente a mantenere inalterata la situazione di stallo in cui riversavano ormai da tempo.

 

Sakura aveva dimenticato la bellezza mozzafiato della sua città natale e quanto quel posto fosse magico e suggestivo.

Da quel punto di vista, Suna sembrava prostrarsi ai suoi piedi.

I suoi occhi smeraldi l’abbracciavano avidamente tutta quanta.

L’imponenza dei grattacieli e degli edifici più nuovi si univa meravigliosamente con la rocciosa parte vecchia.

Da lassù, la città appariva davvero piccolissima.

 

Dimenticando di essere in compagnia dell’attore, la ragazza stese il suo braccio e con  fanciullesca eleganza cercò di chiudere e stringere tutta Suna dentro il suo minuto e forte pugno.

La reazione dell’Uchiha all’innocente gesto del primario fu immediata.

Presto il suo ghignò beffardo per l’appunto la ridestò.

 

Non è bellissimo? E’ lo skyline naturale più incredibile che conosca” fece uscire la giovane, cercando di distogliere le solite bonarie attenzioni di scherno dell’attore.

 

Sì, è incantevole.”

 

Dopo quella risposta, Sakura si fermò a contemplare l’attore dimenticandosi del meraviglioso paesaggio.

Sasuke era davvero un ragazzo particolare, interessante, misterioso.

Ogni minuto passato in sua compagnia le faceva prender amaramente consapevolezza dell’incredibile attrazione fatale che provava giorno dopo giorno nei suoi confronti.

Non era solamente il suo aitante aspetto fisico a spingerla verso di lui, non era stata mai una ragazza superficiale, ma era soprattutto quel suo essere criptico, ermetico ad incuriosirla e a stimolarla.

 

La smetti di fissarmi in questo modo? So di essere dannatamente affascinate ma tu, principessa, te ne stai approfittando” la canzonò sarcasticamente.

 

Scusami” arrossì violentemente seduta stante, “è solo che non riesco a smettere. Tu stai facendo così tanto per me e mi è difficile smettere di pensare a cosa ti passi per la testa, al perché sei così premuroso con me. Sono sicura di potermi fidare di te ma mi piacerebbe comunque conoscerti meglio. Io per te sono così trasparente…vorrei poter dir lo stesso di te.”

 

“Sakura, io sono diverso da te e Naruto. Ho chiuso i miei occhi molto tempo fa. Sono completamente avvolto dalle tenebre. Non riusciresti a vedere niente.”

 

La sua innocenza l’aveva disarmato, di nuovo.

Il ragazzo aveva paura della facilità con la quale l’Haruno riuscisse a leggerlo dentro, a capirlo, a comprenderlo e soprattutto a farlo sentire speciale ed unico.

Non voleva sporcarla con i suoi ingombranti demoni e fantasmi interiori.

Quella ragazza brillava di luce propria e non aveva intenzione di colorare la sua vita di nero.

 

Io credo che tu abbia solo paura. So che una frase del genere detta da una ragazza insicura e spesso remissiva come me ti faccia arricciare il naso ma te l’ho già detto sono certa che tu nasconda molto di più. Guarda solo quello che stai facendo per me, a dove siamo adesso!”

 

“Sakura, tu mi paghi per questo! Smettila di voler vedere un qualcosa, un qualcuno che ormai non c’è più” la interruppe bruscamente.

 

Sì, è vero ti ho pagato ma ti ricordo che non sei tenuto a consolarmi. Il tuo compito non dovrebbe andare oltre la recita con i miei eppure sei qui con me. Perché non vuoi che gli altri vedano quanto buono c’è in te?!”

 

“Perché se vedono il bene, si aspettano il bene e non credo di poter soddisfare le tue aspettative” le disse duro, guardandola dritta negli occhi.

 

Voleva che scappasse lontana da lui perché se fosse rimasta non sarebbe più stato in grado di lasciarla andare via.

Voleva respingerla fin quando era ancora in tempo per salvarla da sé stesso.

 

Smettila di parlarmi come se io fossi perfetta. Non puoi sempre sapere quello che realmente voglio, desidero” rispose colpita Sakura, allontanandosi e andando a sedersi su una panchina in marmo leggermente distante dal punto in cui si trovavano.

 

Una parte del suo cuore, sapeva perfettamente che l’attore non fosse tenuto a rivelargli niente della sua vita, del suo personale ma inevitabilmente aveva finito lo stesso per restarci male.

Si era ormai perdutamente affezionata a lui e voleva a tutti i costi risollevarlo da quella apatia sentimentale.

 

Nonostante gli sforzi, sembrava però che Sasuke fosse impermeabile al calore, all’amore e che scappasse da questo come un animale selvatico braccato dai cacciatori.

Quella chiusura ermetica e quegli alti muri di difesa che si era eretto negli anni erano difficili da scalare ed abbattere.

Ad esser sincera, iniziava a dubitare persino del fatto di aver male interpretato quel messaggio di aiuto, di bisogno che aveva colto la prima volta che aveva visto i suoi occhi neri.

 

In fin dei conti, Sasuke aveva ragione.

Loro due erano davvero molto diversi e forse non si sarebbero mai potuti trovare, conciliare.

Sakura aveva confessato a quel ragazzo tutta la sua vita, il suo passato segreto in virtù di quel legame che percepiva e temeva quindi oltremodo la distruzione e l’annullamento di quella forte connessione sensitiva.

Aveva bisogno della sua presenza, dello strano e particolare conforto che sapeva darle.

Tutta la fiducia che riponeva in lui poteva però sgretolarsi con una sua semplice parola.

 

Tuttavia Sakura, essendo una masochista, avrebbe preferito mille volte una dura e spiacevole verità ad una bella e dolce illusione di un possibile futuro insieme.

Per lo meno, si sarebbe finalmente messa l’anima in pace.

 

Dei passi leggeri ed ovattati le fecero alzare lo sguardo e la distrassero da quel turbinio di pensieri.

I suoi occhi verdi si ritrovarono immersi negli occhi neri di Sasuke.

 

Posso sedermi?” le chiese gentilmente.

 

Non aveva resistito.

Era ormai troppo tardi per separarsi da lei.

 

Certo” gli rispose cordiale, facendogli spazio.

 

L’Haruno non avendo il coraggio di riniziare a sondare l’animo chiuso e distante dell’attore, preferì restare in silenzio.

Attendeva una sua mossa, qualsiasi essa fosse.

Nessuno dei due sembrava però volere fare concretamente qualcosa.

Il rumore della natura tornò quindi a farla da padrona.

 

Come fai ad essere ancora così ottimista e speranzosa nella vita quando questa ti ha già portato via tutto?” le chiese l'Uchiha, spezzando l’apparente pace.

 

Da quando l’aveva conosciuta, si era spesso chiesto come Sakura riuscisse a credere ciecamente in un domani migliore.  

Quell’atteggiamento positivo della ragazza lo incuriosiva tantissimo ed era senza dubbio uno dei principali motivi che l’avevano spinto a darle una mano, a tornare indietro sui suoi passi.

Voleva capire come fosse possibile tornare a sperare, continuare a vivere.

 

Di certo, lui aveva smesso.

 

Non posso permettermi di mollare la presa. Reagire e continuare a credere sono gli unici modi che abbiamo per chiedere il conto al nostro destino. E’ il vissero felici e contenti, Sasuke.” Gli rispose con il cuore in mano, sfoggiando uno dei suoi sorrisi più belli e sinceri.

 

Non credo ci sia un lieto fine anche per me…” si interruppe bruscamente l’attore.

 

Sakura prese allora le mani del ragazzo e le strinse forte.

 

Soprattutto per te” gli sussurrò, prima di baciargli delicatamente i palmi.

 

Tre anni fa, i miei genitori sono morti in un imprevisto incidente stradale. Quella notte ho perso tutto. Non ho più alcun motivo per restare aggrappato.”

 

“Scusami, non ne avevo idea. Mi dispiace molto. Posso solo immaginare quanto tu abbia sofferto. Nel mio piccolo, i primi anni a Konoha, ho provato la tua stessa sofferenza. So quanto può esser brutto sentirsi soli, incompresi ma tutto questo dolore provato non può assolutamente impedirci di amare ancora. Devi rischiare e semplicemente vivere anche per loro. Io ho avuto la fortuna di incontrare Tsunade, tu devi semplicemente trovare la tua persona.”

 

“E’ difficile pensare che possa vivere felice quando non riesco a salvare neanche mio fratello. Sai, alla guida della macchina quella maledetta notte c’era lui. L’equipe medica di Tsunade ha fatto un miracolo ed è riuscita a salvarlo ma per la sua vista c’è stato ben poco da fare. Da quel giorno, ha acquisito una cecità semi-permanente ma in questi tre anni non ha voluto operarsi. Si sente il principale responsabile della morte dei nostri genitori e del drastico cambiamento della mia vita e si auto punisce in questo modo. A me non resto altro che vederlo appassire e trascorrere i migliori anni della sua vita in quella vostra fottutissima casa di cura. Lo chiamo e lo vado a trovare ogni giorno ma il nostro rapporto non è più quello di una volta. Entrambi siamo troppo orgogliosi per far vedere quanto bisogno abbiamo dell’altro. Io volevo solo deresponsabilizzarlo ed ho cercato subito di rendermi indipendente, caricandolo il meno possibile dei miei problemi. Lui, invece, si è chiuso in sé stesso e come sempre non capisco cosa gli passi per la testa.”

 

Sakura ascoltò il delicato racconto di Sasuke attentamente e realmente toccata.

C’era davvero un mondo pieno di fragilità e paure all’interno del cuore dell’Uchiha.

Si trovò a pensare che gli occhi fossero davvero lo specchio dell’anima.

 

Man mano che il ragazzo si raccontava, l’Haruno cominciava a mettere insieme i piccoli tasselli del puzzle.

Si somigliavano moltissimo.

 

Tuo fratello è Itachi Uchiha, vero?”

 

“Sì, lo conosci?”

 

“Ultimamente ho avuto spesso modo di prestargli le ordinarie cure mediche e di chiacchierarci un po’. L’ho adorato sin dal primo momento in cui mi ha parlato. Ha lo straordinario potere di farmi sentire a mio agio. A quanto pare, Tsunade deve aver sentito parlare di te da lui e per questo ti conosceva e mi ha dato il tuo numero” gli sorrise.

 

Sakura e Sasuke erano ancora ben lontani dallo scoprire la scommessa che legava segretamente la Senju al maggiore dell’Uchiha.

Tutto appariva ai loro occhi come una fortuita combinazione di coincidenze.

 

Ha il carattere pacifico di mia madre. Ti avrà dato sicuramente molto meno filo da torcere rispetto a quanto te ne abbia dato io” finalmente incurvò le labbra all’insù.

 

Sono stata proprio una sciocca a non pensarci prima. Avete davvero diversi tratti somatici in comune ma mi conosci ormai e sai quanto sono sbadata ed ingenua. Se ti può interessare la mia opinione, non c’è nulla di così spaventoso in te, al contrario. Sasuke non sei solo. Itachi è vivo e solo tu puoi riuscire a fargli cambiare idea. Devi restare aggrappato a lui, non darti per vinto. Presentati di nuovo, mostrati realmente per quello che sei e vedrai andrà tutto bene. Con me, ha funzionato.”

 

Il ragazzo alle calde e concitate parole della ragazza sorrise sinceramente e si avvicinò lentamente e con delicatezza al suo viso.

Erano vicinissimi, ognuno paralizzato nei colori dell’altro.

Respiravano in simbiosi e all’unisono.

Non c’era più alcun confine.

 

Sasuke allora colpì delicatamente la fronte della ragazza con il solito buffetto, poi fece scendere dolcemente le dita lunghe e sottili giù per il suo naso sino a terminare la discesa sul suo mento.

Avvicinò così Sakura ancora più vicino a sé e la baciò a fior di labbra.

 

Un bacio tenero, puro, innocente che mostrava tutta la gratitudine e l’importanza di quello scambio di anime.

 

Sakura, grazie” le sussurrò sulle labbra prima di alzarsi di scatto, interrompendo quel magico momento di intimità.

 

L’Haruno lo guardò andar via confusa.

Non riusciva a comprendere a pieno le sue parole e quel avvicinamento ed allontanamento repentino.

In cuor suo avrebbe tanto desiderato che le loro labbra restassero unite per sempre.

Le emozioni che infatti provava in compagnia dell’attore erano un continuo crescendo e del tutto nuove.

Si stava innamorando di lui e questo era senz’altro un enorme problema.

 

Cercò di scacciare così quest’ultima consapevolezza, occupando il suo tempo con altro da fare.

 

Sasuke mi insegni a guidare l’Harley?”

 

L’Uchiha all’udire dell’urlata proposta della ragazza si voltò e tornò a guardarla con il solito modo di fare beffardo.

 

Tu sull’Harley? Sei per caso impazzita?!” le fece sarcastico, alzando il sopracciglio.

 

Dai, ti prego! Ho sempre sognato di portarla ma mio padre non me l’ha mai permesso. Apprendo velocemente, non ti devi assolutamente preoccupare.”

 

“So già che me ne pentirò per il resto della mia vita” le disse avviandosi già per la stradina brecciata.

 

Sakura lo raggiunse di corsa e in un impeto autentico di euforia lo abbracciò da dietro per poi velocemente superarlo nella discesa.

 

Dai corri, hai una lezione da tenere!”

 

Rapidamente i due ragazzi raggiunsero il posto in cui avevano parcheggiato la motocicletta.

Sakura era al settimo cielo.

Sasuke la esortò quindi a salire sulla moto e a mettersi il casco.

 

Tocca a me?”

 

“Sì, principessa.”

 

Con forza la ragazza scavallò l’Harley e cominciò a trovare il giusto equilibrio, sotto lo sguardo vigile dell’attore.

 

Come la senti?” le domandò.

 

E’ pesante”

 

A quel punto Sasuke prese posto dietro di lei ed allungò le sue lunghe braccia sul manubrio.

 

Freno e gas sono a destra, la frizione invece è a sinistra. Le marce sul pedale in basso.”

 

“Ok” gli rispose contenta mentre seguiva ed emulava ogni suo gesto.

 

Ora per partire, dopo aver messo la prima, devi lasciare andare un po’ la frizione. Un po’ lasci, un po’ dai gas.”

 

Grazie ai consigli del ragazzo, l’Haruno riuscì a mettere in moto, mettendo però troppo gas.

Sasuke così sobbalzò all’indietro e la ragazza partì pericolosamente da sola.

 

Frena, cazzo frena! Frizione, la frizione!”

 

 

Con un balzo felino, l’Uchiha riuscì a riposizionarsi dietro di lei e a riprendere la gestione del mezzo.

 

Ecco, brava calmati. Riprendi il controllo. Non devi aver paura, sono qui dietro di te.”

 

Insieme cominciarono a fare qualche metro.

 

Devi andare dritta, non è un slalom imbranata.”

 

“Ho capito. Aspetta un attimo, genio. Ho capito.”

 

Vedendola più sicura, l’attore lasciò le braccia dal manubrio.

 

Ci sei? Ecco, brava. Voilà.”

 

Seppur lentamente, Sakura  procedeva sicura dritta per il grosso spiazzale.

Aveva trovato l’equilibrio di base.

 

Oh, è meraviglioso! Sasuke guarda!”

 

“Non sconcertarti, gli occhi sempre sulla strada, allieva.”

 

Insieme percorsero così tutto il rettilineo disponibile.

Risero tantissimo.

Sembravano esser tornati adolescenti.

 

Adesso spegni. Sei stata brava.”

 

“Te l’avevo detto che non dovevi preoccuparti!”

 

“Avevi ragione. Scusami, pilota” le disse divertito mentre scendeva dal mezzo e l’aiutava a togliere il casco.

 

Grazie” gli sussurrò vicino alle labbra.

 

Di nuovo si ritrovarono vicinissimi.

Il ragazzo cercò di avvicinarsi di più a lei.

Un rombò squarciò però il romantico e appassionato silenzio.

Improvvisamente un imperioso temporale estivo si scagliò contro Sakura e Sasuke.

 

Cazzo, merda. Mettiti questa. Ci bagneremo tantissimo. Cercherò di tornare a casa il prima possibile” le stese Sasuke la sua giacca, mentre svelto si rimetteva il casco.

 

Sakura assecondò i suoi ordini, risistemandosi stretta a lui dietro l’Harley.

Era bello anche tutto bagnato.

In pochi minuti, l’Uchiha sfrecciò via diretto a Villa Haruno.

 

Quel temporale aveva rovinato tutto.

Addosso ad entrambi era rimasta la voglia di aversi, baciarsi, stringersi più forte.

Volevano appartenersi, potevano essere l’appiglio l’uno dell’altro. 

NOTA DELL'AUTRICE

Mi scuso per il mancato appuntamento della passata settimana ma oltre ad esser stato mercoledì scorso il mio compleanno, il sito di EFP ha riscontrato problemi nel server e le amministratrici consigliavano di non pubblicare le fiction di modo da evitare che il lavoro andasse perso.

Così, eccomi oggi di nuovo qui con il nuovo capitolo di Runaway Candy . 

Spero sia di vostro gradimento e che in qualche modo possa risolvere i disguidi causati la scorsa volta. Sarà un piacere sapere cosa ne pensiate.

E' un capitolo a cui tengo molto. Un bacione, a mercoledì prossimo (è una promessa) ValeUchiha07.

 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII ***




Capitolo XXII



Finalmente erano al riparo nel garage di Villa Haruno.
Per tutta la durata del tragitto, Sakura non aveva fatto altro che tremare e stringersi forte a Sasuke.
I forti tuoni e gli accecanti lampi non l’avevano di certo aiutata a mantenere la calma.
Quegli impetuosi e violenti temporali estivi la terrorizzavano ancora come quando era bambina.

“Sei al sicuro ora, fifona” le disse l’Uchiha divertito, mentre si toglieva il casco e con le mani si scompigliava i capelli.

L’Haruno provò a rispondergli prontamente ma le parole le morirono in gola , vedendolo bagnato e bellissimo con i vestiti attaccati al corpo per via dell’abbondante pioggia presa che gli segnavano perfettamente il fisico statuario.

“Per la cronaca, avevo solo freddo. A proposito, grazie per la giacca” trovò subito dopo la forza per rispondergli.

“Dovere. Pronta per l’ultimo scatto sotto il diluvio?”

“Mia madre ci ucciderà quando ci vedrà entrare in casa conciati così!”

“Allora, dammi la mano e non lasciarla per nessuna ragione al mondo. Al mio tre, corriamo. Uno … due … tre!”

Sasuke la trascinò velocemente fuori ed insieme percorsero mano nella mano gli ultimi metri che li distanziavano dal calduccio della Villa.
Impercettibilmente Sakura si trovò a ridere divertita e spensierata, contagiando anche l’attore.

Inutile dire che una volta entrati a casa, gli occhi sbigottiti dei pochi amici e parenti rimasti al ricevimento furono tutti indirizzati a loro che incuranti continuarono comunque a correre freneticamente su per le scale.  
In quel momento, la ragazza aveva la mente libera da qualsiasi pensiero.
Vedeva solo la sua mano intrecciata in quella del giovane e si lasciava guidare e cullare da lui e dal suo buon profumo.
Erano anni che non si sentiva così libera, felice.

Senza neanche accorgersene, la porta della sua cameretta si chiuse dietro di loro.
L’Uchiha, come promesso, era riuscito a portarla in salvo ed ad aiutarla di nuovo.

“Vai al bagno, asciugati. Ti aspetto qui” le disse gentilmente.

“Non se ne parla proprio. Vieni dentro con me” controbatté, arrossendo. “Cioè ti sei bagnato più di me. Rischi davvero di ammalarti se non ti asciughi subito e ammalato non mi sei di alcun aiuto”

“Posso veramente entrare con te senza correre il rischio di ritrovarmi sommerso da questi cosi?” domandò sarcastico, tirandole addosso il primo orsetto di peluche che aveva trovato sottomano.

“Sì, cretino. Guarda che non avrai la fortuna di sentirtelo ripetere due volte.”

Con il suo solito sbuffo di approvazione, Sasuke la seguì in bagno ed iniziò ad asciugarsi i capelli con l’asciugamano.
Sakura velocemente accese il phone ed iniziò a passarselo indistintamente su ogni parte del corpo.
Quando il ragazzo riemerse dal morbido ed avvolgente tessuto, si fermò a guardare l’Haruno totalmente rapito dai suoi morbidi, femminili e delicati gesti.

“Scusami, ora te lo presto” fece uscire colpita il primario, ricambiando lo sguardo.

Sasuke si alzò di scatto dal bordo vasca sul quale era appoggiato e le tolse di mano il phone, spegnendolo e la prese e strinse fra le sue possenti ed ancora bagnate braccia.
Sakura temette di svenire. Ma non fu affatto così.

Velocemente l’attore posizionò la sua mano fra i capelli rosa e umidi di lei e la baciò all’istante, profondamente.
Nessuno dei due aveva intenzione di fermarsi, spaventati all’idea che di lì a poco qualcuno o qualcosa avrebbe potuto interrompere tutto e spezzare la magia.

Entrambi avevano il respiro corto e le mani impegnate a strapparsi i vestiti zuppi di dosso, fino a che Sakura non cominciò ad accarezzargli il petto muscoloso.
La ragazza chiuse così gli occhi, perdendosi nella pelle morbida e fredda della sua schiena e giù fino all’elastico dei suoi boxer neri.

Sasuke le tolse il reggiseno con impazienza e le stuzzicò i capezzoli già turgidi.
Si mise poi in ginocchio baciandole ogni centimetro quadrato del ventre, leccandola fino all’orlo della brasiliana già bagnata.

La giovane urlò con le mani aggrappate ai suoi capelli corvini e con le ginocchia che le tremavano.
L’Uchiha, a quel punto, la prese dolcemente in braccio e l’adagiò sul letto, liberandola anche degli slip.
Subito dopo cominciò a baciarle l’interno delle cosce.

In preda ai gemiti, Sakura trovò la forza per poggiarsi sui gomiti, spinta dal desiderio di vedere la sua bocca che si avvicinava avidamente al suo sesso, la sua lingua che si preparava ad entrare dentro di lei.
Quando lo fece gemette di piacere, urlando il suo nome, stringendo forte il copriletto tra i pugni, fino a raggiungere un orgasmo così potente, così intenso.

Spinta dalla passione, perse ogni inibizione, ogni paura e con sicurezza gli strappò i boxer di dosso, liberando l’erezione enorme di Sasuke.
Il ragazzo non riuscì a nascondere il proprio piacere quando lei gli prese il membro fra le mani.
L’Haruno abbassò poi il capo per accoglierlo nella sua bocca ma l’Uchiha la fermò con un sospiro.

“Non credere che non voglia” ansimò, “soltanto che sono così eccitato che non durerei più di qualche secondo. E prima ho il bisogno di entrare dentro di te. Voglio tutto di te.”

“Sasuke” rispose, estasiata dalle sue parole. “Hai i preservativi?” gli chiese poi sperando con tutta sé stessa che la risposta fosse positiva.

Sasuke fece un largo sorriso, mal celando l’imbarazzo.

“A costo di sembrarti presuntuoso, sì, li ho portati” le spiegò avvicinando una mano al portafoglio appoggiato sopra il comodino per prenderne uno e porgerglielo.

Sakura glielo infilò con cura, massaggiando nel frattempo la sua erezione, prima di sentirsi spingere sul letto e di averlo addosso in un contatto così intenso da portarla quasi ad avere un secondo orgasmo.
Il ragazzo la baciò con passione, quasi mangiandola. Anzi divorandola.
Poi le catturò le mani intrecciando le proprie dita con le sue, portandole le braccia dietro la testa.

I loro corpi erano sudati e traspiravano l’odore intenso della passione da ogni poro.

“Ti prego, Sasuke. Adesso.”

L’Uchiha entrò dentro di Sakura lentamente fino a che, con un lungo gemito, lei non l’accolse in tutta la sua lunghezza.

Era una sensazione incredibile.
La ragazza contrasse i muscoli per sentirlo il più possibile.

“Oh, Sakura.”

Il ritmo si fece più veloce e più intenso mentre l’Haruno cominciava ad avvertire la presenza di un secondo potente orgasmo.  Che si anniunciò come un’esplosione di luci e di colori, portandola ad affondare i denti nella spalla dell’Uchiha per soffocare le urla.
L’orgasmo di Sasuke arrivò qualche secondo dopo il suo, al suono del suo nome.

Crollarono l’uno addosso all’altro ridendo, bollenti e madidi di sudore.

“Sembra proprio che stanotte potrai fare a meno dei peluches” commentò l’attore sarcastico. Poi la fece rotolare sopra di sé. “E’ stato straordinario” le disse guardandola negli occhi.

Sakura sospirò contro il suo petto, languida ed appagata, con il corpo che ancora le pulsava per il piacere provato.

“Devo confessarti una cosa…”

“Cosa c’è adesso?” chiese preoccupato.

“Oggi, quando eravamo insieme, mi sono spaventata. Non capivo bene perché fossi così rapidamente scappato da me dopo quel dolcissimo bacio. Credevo di non piacerti abbastanza e io avevo ancora così voglia di baciarti.”

L’attore si mise a ridere.

Dico sul serio. Non è una cosa tanto divertente.”

“Invece lo è. Guardaci adesso, credo che siamo andati ben oltre le tue caste e negative aspettative” le rispose beffardo, fissando avidamente il suo corpo nudo.

Il primario arrossì vistosamente.

“Cosa credi di fare ora?”replicò, cercando senza risultato di coprirsi.

“La doccia con te.”

Sasuke la prese in braccio e la portò di nuovo in bagno.

“Avevi tanto freddo, no?” le sussurrò baciandola.

Sakura annuì felice di tutto, del suo corpo, delle sensazioni incredibili che solo quel ragazzo sapeva regalarle e della bella persona che era in sua compagnia.
Si avvicinò così a lui, premendo i suoi seni piccoli e sodi contro il suo petto.

L’acqua calda che rimbalzava sul suo corpo e sulle mani di Sasuke che le accarezzavano la schiena le faceva provare un’emozione straordinaria.
Gli cinse la vita con le braccia, mentre con le unghie lo graffiava dolcemente.
Sasuke tirò la testa all’indietro in preda al piacere.

L’Haruno allora cominciò a massaggiarlo dappertutto: spalle, braccia e schiena, giù fino alle cosce.
Lo fece lentamente, mentre diventava sempre più consapevole della sua erezione.
Si inginocchiò, cominciando ad accarezzargli il sesso, per poi accoglierlo nella sua bocca solleticandone la base con le dita.

L’Uchiha emise un gemito intenso.

“Ora, tocca a te” le bisbigliò, mettendola rivolta verso il muro con l’acqua che le rimbalzava sul viso.

Da dietro le afferrò un seno con la mano, mentre con l’altra le stringeva forte i glutei.
Dai glutei si spostò poi alla schiena, su fino alle spalle e poi di nuovo giù sul ventre, all’interno delle cosce e sull’inguine.

“Mmh … oh … sì!”

“Ti piace?”

“Da impazzire.”

Con calcolata lentezza fece scivolare un dito dentro di lei, stuzzicandole il clitoride e penetrandola poi con un altro dito.
Sakura sentì che un altro orgasmo, il terzo, stava per arrivare.

Fu intenso proprio come gli altri.
Sussultò pervasa dal piacere.
Gli spasmi erano numerosi ed ormai faceva fatica a reggersi sulle gambe.
Sasuke cercò di sostenerla con una mano ma lei scivolò comunque, facendo perdere l’equilibrio anche a lui.
Caddero insieme.

“Stai bene?”

“Sì” rispose imbarazzata ed ancora piena di desiderio. “E tu?”

Anch’io. Direi che con la doccia può bastare così. Sei sempre la solita imbranata!”

Scoppiarono entrambi a ridere e continuarono a farlo finché, avvolti negli asciugamani, uscirono dal bagno dove si strofinarono l’un l’altro.
Naturalmente questo li portò di nuovo a toccarsi, a baciarsi e a rotolare sul letto.

Mettendogli le braccia al collo, Sakura gli sussurrò parole eccitanti all’orecchio finché il suo pene divenne duro di nuovo.
Sasuke la spinse con forza sul materasso succhiandole appassionatamente i capezzoli mentre lei gli graffiava la schiena, stringendolo forte.

Il quarto orgasmo stava per arrivare.

“Voglio guardarti negli occhi” dichiarò l’Uchiha prendendola, mentre lei gli cingeva la vita con le gambe per sentirlo meglio.

Le scosse di piacere si fecero più intense, più veloci.
La vita pulsava in loro e tra di loro. Dura li guidava, inesorabile.
Una salita martellante verso la vetta.
Il cuore che batteva ed il corpo teso.
Raggiunsero insieme l’apice del piacere.

Sasuke, mormorando il suo nome, si lasciò cadere in lei avvolgendola con le sue braccia.
Gli occhi di Sakura si riempirono di lacrime ma le sue gocce salate si asciugarono senza lasciar traccia.
Erano anni che non provava più queste fortissime sensazioni d’amore.
Non aveva ancora voglia di muoversi quando il ragazzo si spostò, sistemandosi accanto a lei e mormorando che non voleva schiacciarla.

Troppo tardi, l’Haruno era già polverizzata. Esplosa in polvere e non sarebbe mai potuta tornare ad essere come prima.
Appoggiò così la testa nell’incavo della spalla dell’attore e in quel momento comprese che fare l’amore con Sasuke le aveva dato un nuovo ordine.
Tutti gli elementi della sua vita passata erano lì ma con una configurazione totalmente diversa, nuova.

Ascoltò il ritmo del suo cuore finché non si addormentò.
Era felice. Tremendamente felice.  







Note autrice: Essendo la mia prima fiction non so se il rating della storia debba essere alzato a rosso o possa restare dopo questo capitolo nell’arancione. In caso sia necessario cambiare fatemelo sapere che provvederò.
Fatemi sapere che ne pensate. Un grazie anticipato a tutti coloro che lo faranno e a quelli che continuano a seguire appassionatamente Runaway Candy.
A mercoledì prossimo, un bacione ValeUchiha07. 

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Capitolo 23
*** Capitolo XXIII ***


Capitolo XXIII



Quando Sakura aprì gli occhi, le prime luci del mattino erano già passate da tempo.
Erano anni ormai che non dormiva così tanto.
In quella vita di immeritata solitudine auto-inflitta, i vizi che si era concessa erano stati pressoché nulli.
Aveva buttato e gettato tutta sé stessa nel lavoro ed ora inevitabilmente tutto questo le sembrava strano.

Così, mentre era intenta a riflettere su quanto sinora la sua vita fosse stata vuota e priva di scosse emotive, la ragazza si vide costretta a conguagliare tutti i suoi pensieri sul rumore frenetico ed intenso del suo cuore.
I ricordi passionali della notte precedente le tornarono quindi velocemente alla mente e la fecero sorridere imbarazzata.

Era stato un attimo, un magico momento di lucida follia.

Con gli occhi stanchi ed ancora pieni di sonno, l’Haruno cercò dunque di focalizzare e trovare l’immagine di Sasuke accanto a sé ma con estrema delusione non la trovò.
Il panico e la sua naturale ansia la colsero e colpirono prepotentemente.
Dopo una notte come quella, non poteva davvero averla abbandonata.

Non aveva mai sentito l’Uchiha più vicino e vero di così.
I suoi sentimenti ed il suo sesto senso non potevano averla ingannata di nuovo.
 
Di scatto, si alzò dal letto e si sistemò alla bene e meglio, pronta a mettere a ferro e fuoco la Villa pur di ritrovarlo ed abbracciarlo.
Aveva bisogno di lui. Sentiva dannatamente la necessità di averlo vicino e di saperlo dalla sua parte.
Affannosamente scese le scale.

Non era pronta a dover rimettere insieme i vecchi ed ingenui cocci della sua vita che ora, finalmente, sembravano aver trovato la loro giusta disposizione.
Non avrebbe retto ad un’altra delusione amorosa.


“Buongiorno bella addormenta!” la salutò entusiasta Ino.

“Buongiorno a te, Ino-pig. Hai per caso visto Sasuke? Non lo trovo da nessuna parte.”

“Altro che se l’ho visto!”

Alle parole della sorella, Sakura sbarrò gli occhi confusa e la esortò a continuare.

“Stamattina ero venuta a bussare alla vostra camera. Volevo avvisarti che ho deciso di cambiare il tema di questa sera per il mio addio al nubilato. Così quello schianto del tuo ragazzo mi ha aperto la porta munito solo dei suoi boxer. La giornata è partita decisamente con il piede giusto. L’ho così messo al corrente della fantastica serata anni ’60 che vivremo stasera!”

“Tralasciando il fatto che stai per sposarti e che i tuoi pensieri dovrebbero essere esclusivamente indirizzati a quel poveretto di Sai … Ino, non puoi cambiare il tema della festa il giorno stesso dell’evento. E’ una follia!  Ora cosa diavolo mi metto!?” la interruppe il primario bruscamente, seriamente preoccupata per la sanità mentale di sua sorella.

“Certo che posso Fronte-spaziosa, io sono la sposa! Comunque se non avessi il solito vizio di interrompermi, sapresti già che Sasuke ha pensato a tutto. Me l’aveva detto che non l’avresti presa benissimo e che saresti diventata suscettibile. Come ti conosce ...”

“Allora, gentilmente, potresti essere un po’ più chiara e concisa?!”

“Per l’appunto. Dopo che l’ho ragguagliato sui miei nuovi piani, il tuo mister muscolo mi ha chiesto se conoscessi un negozio dove avrebbe potuto trovare qualcosa per te per l’occasione. Gli ho quindi consigliato due/tre posticini e ho costretto il mio Sai ad accompagnarlo. Magari così impara come si comporta un vero cavaliere e mi compra qualcosa per farsi perdonare” cinguettò.

“Avreste dovuto svegliarmi. Io non sono suscettibile ed agitata.”

“Davvero?” storse il naso l’eccentrica sposa.

“Ok… forse un pochino” finalmente rise.

Il nodo in gola era ormai sciolto.
Sasuke non aveva alcuna intenzione di lasciarla, di scappare lontano da lei.
Era ancora al suo fianco pronto e determinato a sopportare i suoi sbalzi d’umori e le stramberie di Ino e della sua famiglia.
 
“Comunque ho provato a convincerlo a svegliarti ma non ha voluto sentire storie. Ha detto che eri stanca, moooolto stanca” fece Ino maliziosa.

Sakura assunse in viso tutte le sfumature del rosso.  

“Avanti sorellina non credevo mica fossi Suor Maria Claretta. Non so se ti rendi conto di che pezzo di manzo hai per le mani ?! Non toccarlo sarebbe un tale spreco. Tienitelo stretto, è quello giusto.”

“Lo so, Ino-pig” rispose il primario sinceramente.

“No, non lo sai. Non ho visto mai nessuno parlare così di te. Oggi, poi, a colazione con la mamma…” si morse le labbra Ino, rendendosi conto di aver detto qualcosa di troppo.

Se gli occhi di Sakura fossero potuti uscir fuori, le sue pupille sarebbero sicuramente schizzate di corsa fra le mani piccole e curate della sorella.

“Ino cosa ha detto Sasuke alla mamma? Non farmi stare sulle spine, dimmi tutto!”

Era tornata ad essere il solito mix di ansia e paranoie.
Temeva che il ragazzo avesse potuto far crollare il suo castello di bugie di carta.
Aveva tremendamente paura.
Non era ancora pronta a confessare la verità ai suoi e per quanto si fidasse e si sentisse legata a lui, voleva comunqu che quella faccenda restasse di sua competenza.
In fondo, gliel’aveva promesso.

“Promettimi di non dirgli che te l’ho detto.”

“Promesso.”


x x x



Un forte rumore gli arrivò bruscamente alle orecchie e lo costrinse ad aprire gli occhi.
Sakura dormiva ancora beatamente attaccata a lui.
Era bellissima.
Deciso si avviò alla porta per evitare che questa si scardinasse e che la ragazza potesse svegliarsi.
Voleva saperla ancora felice, serena e rilassata.

“Ce ne hai messo di tempo, Sak…”

Le parole di Ino restarono immobili e pesanti nella bocca. La visione del fidanzato della sorella mezzo nudo la paralizzò piacevolmente.

“Buongiorno Ino” salutò garbatamente Sasuke la loro solita e fastidiosissima sveglia umana.

“Scusami ma Sakura dorme ancora e non vorrei svegliarla. Ieri è stata una giornata impegnativa. Si è stancata parecchio. Puoi dire comunque tutto a me.”

Sasuke ancora non riusciva a spiegarsi il perché di tutta quella premura e protezione per quella strana e particolare ragazza dagli insoliti capelli rosa.
Lo stesso slancio passionale della notte scorsa era un qualcosa di inusuale ed insolito per un tipo controllato e decisamente razionale come lui.
Aveva finito però per arrendersi all’idea di non poter più resistere al bisogno impellente di baciarla, toccarla e di saperla completamente e veramente sua.
Non sapeva se fosse realmente innamorato di lei ma sapeva per certo di non voler nessun’altra al suo fianco.

Quella notte passata a fare l’amore con Sakura era stata davvero straordinaria. La più bella della sua vita.

Erano infatti passati fin troppi anni dall’ultima volta in cui l’Uchiha aveva sentito dentro di sé una scossa di calore così calda ed avvolgente.
Ora inevitabilmente aveva paura di perdere tutto, ancora una volta.

Con l’Haruno finalmente era libero di essere sé stesso, svincolato da ogni copione e soprattutto pronto a riaffacciarsi a quei sentimenti d’amore che da tempo aveva allontanato dal suo cuore.
Quella ragazza stava davvero salvando la sua anima dal torpore emotivo.  Si sentiva quindi sempre più in dovere di salvaguardarla.

Per questo motivo ascoltò, seppur con fatica, l’ultimo delirio mentale di Ino.
La famiglia Haruno sembrava possedere prepotentemente il gene della stramberia nel suo DNA.
Sasuke non osava proprio immaginare la faccia che Sakura avrebbe fatto all'apprendere il repentino cambio di programma della sorella.

Aveva imparato a conoscerla e prevedeva quindi che si sarebbe sentita come suo solito fuori luogo ed inadatta, cadendo nel più totale stato di panico.
Voleva proteggerla anche dai suoi fantasmi interni e così gli venne spontaneo offrirsi personalmente per risolvere quello sciocco inghippo venutosi a creare.
In fondo, comprarle un vestito non sarebbe dovuto essere troppo impegnativo e stressante.
Contava e sperava di tornare da lei il prima possibile. Non voleva farla sentire sola.

“Sei molto carino con lei. Ti faccio accompagnare e fare compagnia da Sai.”

“Grazie, Ino. Spero di non creargli problemi e seccature.”

“Figurati. Gli stai molto simpatico e poi magari con la scusa puoi consigliargli di comprarmi qualcosa” gli fece l’occhiolino la bionda.

“Dico a Kakashi di aggiungere un posto in più per la colazione?”

“Sì, volentieri. Mi preparo e scendo. Grazie.”


Dopo essersi velocemente vestito ed aver dato un’ultima occhiata a Sakura, Sasuke scese le scale e raggiunse il resto della famiglia Haruno in cucina.

“Buongiorno a tutti” disse salutando educatamente.

“Buongiorno Sasuke” rispose per primo Kizashi, seguito poi a ruota da tutti gli altri famigliari.

“Grazie per il gentile prestito” si rivolse l’attore proprio al capo famiglia, restituendogli le chiavi dell’Harley Davidson e del garage.”Scusatemi ma Sakura dorme ancora ed ho preferito non svegliarla. Ieri abbiamo preso tanta di quella pioggia e ne ha risentito parecchio. E’ stanca morta.”

“Tienile ancora. Te le affido e lascio per tutta la settimana. Non ho fretta di riaverle. Questa volta potreste approfittare del bel tempo e farvi un altro giro. La mia bambina è sempre stata una grande dormigliona” rise Kizashi, allungando di nuovo il mazzo al ragazzo.    

Non scusarti per lei. Siamo ormai totalmente abituati alla sua assenza e alle sue fughe improvvise. Non è certo da ieri che ha iniziato a darsela a gambe levate” tuonò severa dall’altro lato del tavolo Mebuki.

“Mamma!” la riprese prontamente Ino.

“No, Ino. Tua madre ha ragione. Non è stato corretto da parte nostra andarcene durante il vostro ricevimento ma voglio precisare che la colpa della fuga è esclusivamente mia. Con tutti quegli sguardi cattivi puntati addosso, l’aria si è fatta piuttosto pesante. Ho pensato potesse fare bene a tutti una boccata di fresco. Gli educatissimi ospiti avrebbero potuto spettegolare meglio senza tua sorella in giro.”

“Con tutti i problemi che ci ha creato e tutte le pene dell’Inferno che ci ha fatto vivere, credo sia difficile non guardarla così. Quelle persone sono nostre amiche, presenze costanti nella nostra vita. Mia figlia invece per quanto ancora resterà?”

“Sentite, posso solo immaginare quanto abbiate potuto soffrire in questi anni ma credetemi ha sofferto e soffre molto anche lei.”

Soffrire, soffrire per cosa?!” rispose arrabbiata Mebuki.

“Ad esempio per averla lasciata fuori dal tuo cuore. Perché non riesci ad amarla? E’ così facile d’amare.”

“Ma che cosa sai tu di mia figlia? Tu non sai proprio niente. Hai capito?!Niente!”

“So quello che è necessario sapere. Non ho mai conosciuto in tutta la mia vita una ragazza più forte, sensibile e dolce di Sakura. E’ così fragile, così speciale e non c‘è chiacchiera che possa farmi cambiare idea.”

La vedi questa casa? Tutto questo? Per chi credi che io e mio marito lo facciamo? Io amo la mia famiglia e non ti permetto più di giudicarmi.”

“Allora, con permesso signora, dovrebbe farglielo sapere” concluse severo l’Uchiha, abbandonando il tavolo da pranzo.

Se Sasuke fosse stato in grado di guardarsi dal di fuori, avrebbe fatto fatica a riconoscersi durante quella discussione tanto concitata e sentita.
Non era nel suo stile parlare molto e lasciarsi andare così tanto.

Sakura gli era entrata dentro più di quanto pensasse e credesse.
Senza fare niente, quella ragazza l’aveva già cambiato radicalmente.

E’ meglio se ci distraiamo un po’. Hai sganciato una grossa bomba di là. Vieni con me.” lo raggiunse Sai.

In quel momento, lo shopping non sembrava poi così nefasto e fastidioso.
Al contrario, l’avrebbe aiutato a distrarsi un po’.
Era troppo orgoglioso per ammettere a sé stesso di essersi perdutamente innamorato di quella ragazza tanto noiosa.

 x x x


Quando Ino finì di raccontare minuziosamente tutti gli importanti avvenimenti che si era persa quella mattina, Sakura era visibilmente scossa.
Non si sarebbe mai aspettata da un ragazzo serio, sicuro e composto come Sasuke una difesa ed una partecipazione così attiva e coinvolta.
Quel concitato e duro botta e risposta con sua madre le aveva fatto comprendere quanto fosse stata sciocca a dubitare, appena sveglia, della sua presenza, del suo starle vicino.

Sasuke era lì per lei e con lei e non se ne sarebbe andato via.

Era felice e radiosa come non mai.
Le parole che l’attore le aveva riservato le avevano fatto esplodere il cuore.
Aveva chiesto infatti alla sorella di ripetergliele più e più volte.
Stentava ancora a crederci.

Dietro alla maschera fredda e distaccata, l’Uchiha nascondeva davvero un mondo caldo e pieno di colori.
Bisognava solo avere la pazienza di aspettare che si spalancasse del tutto.
Le parole di Itachi non potevano essere più vere.
Questa volta i suoi occhi ci avevano visto giusto.

Dopo il racconto di sua sorella, le forti e potenti emozioni della sera precedente e degli altri giorni passati in compagnia dell'attore erano acuite ancor di più.
Sakura si sentiva proprio come un’adolescente alla sua prima cotta.

Non riusciva a smettere di sorridere.
Era bello finalmente sapere che ci fosse qualcuno che la trovasse bellissima e speciale nella sua imperfezione ed ingenuità.

“La mamma ora dov’è?” si sentì comunque in dovere di chiedere. “E soprattutto come sta?

Non riusciva a smettere di preoccuparsi per la sua famiglia.

“La conosci, Fronte-spaziosa. Non l’ha presa per niente bene. Ha anche litigato con papà. Ora si è chiusa nella serra e non credo vorrà parlarvi per un po’ ma forse è meglio così. Devi lasciarle il tempo di abituarsi, di perdonarti. Questo è solo l’inizio. Non ti permetterò più di lasciarci.”

“Ino, io non ho alcuna intenzione di scappare via. Sono tornata per restare, te lo prometto.” rispose il primario sicura ed irremovibile, guardandola dritto negli occhi.

Non sai quanto speravo di sentirtelo dire.

Ino l’abbracciò forte.
Rapidamente due fugaci lacrime rigarono il viso di Sakura.
Non sarebbe stata più in grado di ritornare alla sua vecchia vita, ad abituarsi alla loro assenza.
Avrebbe portato quel suo segreto nella tomba ma non avrebbe più rinunciato ad attimi del genere.

La distanza separa le persone, non i cuori.
Quell’abbraccio era il suo passato, il suo presente, il suo futuro.
Le stava stringendo anche l’anima.  

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIV ***



Capitolo XXIV


Dei passi e delle risate sempre più vicine costrinsero le due sorelle a sciogliere il delicato e prezioso abbraccio.

“Tesoro, siamo tornati!” urlò Sai dal disimpegno.

“Siamo qui, caro”  gli rispose Ino. “Non vedo l’ora di vedere cosa hanno combinato insieme quei due” sussurrò poi  divertita, rivolgendosi al primario.

Sakura era in trepidante attesa.
Non desiderava altro al mondo che vedere gli occhi neri di Sasuke.  Li voleva tutti per sé e brucianti sulla sua candida pelle.
Aveva bisogno di sentire il suo forte ed intenso profumo e di perdersi completamente in esso.

“Ah Fronte-spaziosa mi raccomando su quello che ti ho raccontato prima non una parola. Avevo promesso a Sai che non mi sarei intromessa. Mi farebbe una predica senza fine se scoprisse che la mia lingua lunga ha fatto più del dovuto” si premurò la futura sposa di riportare la sorella sul pianeta Terra.

“Tranquilla, te l’ho promesso Ino-pig.”

Poco dopo Sai fece il suo ingresso in soggiorno con un mucchio di pacchettini e buste in mano ed il precedente tono serio e pacato di Ino si tramutò in un fragoroso ed euforico urlo.

“Oh mio Dio! Amore mio grazie. Tu si che sai come viziarmi!” tuonò la bionda saltandogli letteralmente al collo e facendo così cadere la maggior parte dei regali a terra.

“Buongiorno dormigliona” disse invece Sasuke ormai vicino a Sakura, scompigliandole i capelli.

“Buongiorno anche a te” gli sorrise per poi abbracciarlo. Un abbraccio dolce, caldo, puro.  “Di solito non dormo così tanto” tenne comunque a precisare.

“Non devi giustificarti. Lo so benissimo che ti sei stancata parecchio ieri sera” gli rispose a tono l‘attore, stendendole l’unica busta che aveva in mano.

Al ricordo della notte trascorsa inseme, l’Haruno arrossì imbarazzata.
L’Uchiha era in grado di metterla sempre spalle al muro.
Il suo modo di fare era disarmante e devastante.

“Non dovevi” lo guardò decisa, una volta ridestata, riconoscente per tutto quello che stava facendo per lei.

“ Figurati. L’ho fatto più per i miei nervi che per te” continuò lui a provocarla.

“Grazie lo stesso.”

Entrambi restarono a fissarsi in silenzio, mescolando le loro tonalità.
Era a dir poco impossibile capire dove finisse l’uno e incominciasse l’altro.

“Dai Fronte-spaziosa, cosa aspetti, aprilo!” parlò Ino staccandosi da Sai ed interrompendoli.

L’Uchiha quindi la invitò con lo sguardo ad assecondare il volere della sorella e così emozionata, Sakura scartò il pacco regalo facendo attenzione a non rompere niente.
Voleva conservare tutto.  

Dalla busta la giovane tirò fuori un bellissimo tubino smanicato a base nera con grossi cerchi concentrici bianchi.
Il primario aveva capito sin dalla prima volta che l’aveva visto che l’attore avesse buon gusto.
Il vestito era a dir poco magnifico, perfetto.

“E’ fantastico. Lo adoro, davvero” gli disse sincera, riservandogli uno sguardo più che eloquente. “Non smetterò mai di ringraziarti” continuò abbracciandolo forte.

Non era riuscita a trattenersi ed aveva sentito l’esigenza di stringerlo, di fargli capire quanto fosse felice grazie a lui e alle sue dolci attenzioni.
Sasuke l’accolse fra le sue possenti braccia senza alcuna remora.
Era da tutta la mattinata che attendeva questo momento.
Avrebbe voluto vedere per sempre sul suo volto quel sorriso sereno.

Quando sorrideva era veramente irresistibile.

Sakura poi rimase pietrificata quando sentì le labbra del ragazzo sfiorare delicatamente le sue.
Il bacio si fece immediatamente più passionale.
Il desiderio era ancora vivido fra di loro e necessitava di uscir fuori.
Il confine fra la realtà e la finzione era davvero flebile.

Se volete vi lasciamo soli” fece Ino divertita.

“Cretina!” cercò di ricomporsi l’Haruno, mascherando il più possibile il disagio. Si era completamente dimenticata di  essere in compagnia. Quel bacio l’aveva catapultata nel più bello dei sogni.  “Anzi facci vedere cosa ti ha regalato Sai” cercò subito di spostare l’attenzione e cambiare discorso.

Ino velocemente scartò i vari pacchetti, intervallando degli strani e striduli versi di approvazione.

“Sasuke mi ha consigliato diverse cose ma non riuscendo a decidere, per non sbagliare, ti ho comprato tutto tesoro” confessò Sai.

“E’ la gioia dei negozianti”  scherzò l’attore.

“Peccato però che le commesse fossero tutte per te” gli rispose lo Yamanaka.

Alla battuta di Sai, il volto di Sakura rapidamente si imbronciò.
La ragazza si era infatti appena scoperta gelosa di un ragazzo che neanche credeva bene di avere concretamente al cento per cento.

“Immagino” fece di fatto piuttosto acida.

“Immagini sempre troppo” la fissò determinato l’Uchiha.

“Fai bene ad essere gelosa. Tienitelo stretto Fronte-spaziosa” le fece l’occhiolino la sorella.

Io non sono gelosa” controbatté veloce.

“Certo e gli asini volano …” rise di gusto la bionda contagiando anche gli altri.

I quattro continuarono così a conversare piacevolmente finché Ino non decise di prendere in ostaggio Sakura.

“Se non vi dispiace, vi lasciamo soli. Il mio addio al nubilato non aspetta nessuno e noi dobbiamo essere stupende. Tu piuttosto vedi di fare il bravo stasera” disse rivolgendosi al compagno.

Tranquilla tesoro. Se può rassicurarti, ci sarà Sasuke a vegliare su di me.

Oh grandioso. Mi raccomando te lo affido.

“Da quando sei stato invitato anche tu all’addio al celibato di Sai?” domandò curiosa e leggermente preoccupata il primario.

“Da quando tu passi le mattine a dormire, gelosona” le rispose l’Uchiha sarcastico, facendo ghignare anche l’altra coppia.

x x x


Ino era ancora la solita perfezionista e Sakura non si stupì di tutte quelle ore passate insieme a prepararsi.
In fin dei conti le era mancato tantissimo quel senso di quotidianità, quella complicità naturale con la sorella.
Erano di fatto trascorsi ormai cinque lunghi anni dall’ultima volta che Ino le aveva delicatamente truccato il viso ed acconciato abilmente i capelli.
Erano anni che nessuno la coccolava in quel modo.
Quel calore non poteva quindi che scaldarle il cuore e farla impercettibilmente sorridere.

“Credo proprio che non ci manchi niente. Possiamo andare a buttare giù il locale!”

“Ino sei bellissima” le disse di getto spontanea.

“Certo, io ti ho dato una mano ma anche tu non sei niente male. Il vestito poi ti dona. Sasuke sa renderti davvero più bella.”

“Lo credi davvero?”

“Solamente un cieco non si renderebbe conto di quanto splendi in sua compagnia.”


Quell’affermazione occupò velocemente i suoi pensieri.
Mai prima di allora, Sakura aveva provato delle emozioni così forti, così intense.
Con Sasori era stato tutto molto diverso.

Ai tempi, la ragazza si era infatti lasciata ammaliare dai vari ed apparentemente sinceri tentativi che l’Akasuna aveva fatto per farla meglio integrare nel loro mondo ma nonostante tutto aveva sempre avvertito la fastidiosa sensazione di non essere del tutto compresa, capita.
L’Uchiha invece aveva avuto sin dalla prima volta la capacità di leggerla dentro, di farla sentire totalmente nuda ed era questo senz’altro l’aspetto che contemporaneamente più la intrigava e spaventava di lui.
La sua bellezza ed il suo fascino pressoché oggettivi venivano decisamente in secondo piano.
L’attore la voleva e l’accettava per ciò che era e nulla la emozionava di più.

“Le mie nipotine! Siete meravigliose micette.”

Sei pronta a scatenarti nonnina?” domandò retorica Ino.

“Cara, questi sono gli anni più belli che ho vissuto da ragazza. Ti faccio vedere io come ci si diverte.”

“Non ne ho dubbi” si lasciò andare ad una fragorosa risata Sakura.

La ragazza era pienamente cosciente del fatto che la nonna sarebbe stata l’anima della festa.
Quella sera voleva veramente divertirsi e lasciare tutti i segreti, le divergenze e le preoccupazioni alle spalle.
Meritava di essere spensierata ed allegra.
Tutto sommato la festa e la sua giovane età lo richiedevano a gran voce.

Dopo i primi tre giri di drink, la serata prese subito il volo.
Tutto quell’alcol e la potenza travolgente della disco music convinsero presto tutte le invitate a buttare via i freni inibitori e a gettarsi sulla pista da ballo.
Sakura trovò in Chiyo la perfetta compagna di bevute e una spalla per la serata.  

“Guardami micetta, questo era il mio passo forte!”

Loro due, insieme alla futura sposa, erano senz’altro le più ubriache del locale.
Chiyo con la sua sfrontatezza riuscì anche a salvare la nipote dalle grinfie del barman il quale con insistenza provava a strapparle un appuntamento, cercando un appoggio nelle civette amiche di Ino.  
Il primario non le aveva mai trovate troppo simpatiche e dovette ammettere che la tequila mitigò non poco quella sua percezione negativa.
Era troppo buona per rifiutare qualcuno.

“Senti amore di nonna, non prendertela ma mia nipote è fidanzata con uno strafico da paura. Ti consiglio di offrirci da bere e poi, se non vuoi andare in bianco, di cambiare obiettivo.”

Dopo quell’imbarazzante imprevisto, Sakura passò così l’intera serata alternandosi fra i cocktail con la nonna che ormai era diventata amica con il ragazzo del bancone ed i balli scatenati con la sorella.
Alle volte era davvero bello lasciarsi andare.
 
Si stava sollevando ad una nuova luce, a nuove possibilità.
Il potere del possibile le presentava diverse opportunità che prima non vedeva, che non aveva meticolosamente programmato.
Si sentiva più in pace con sé stessa e più amorevole verso gli altri.

A chiusura del locale, era sudata, stanca ma felice.
Gli alti stivali con il tacco le avevano a dir poco torturato i piedi.
Per l’Haruno fu quindi un vero e proprio sollievo gettarli all’ingresso e procedere barcollante scalza su per le scale.

Nonostante il divertentissimo addio al nubilato, il pensiero di Sasuke non l’aveva mai del tutto abbandonata.
Si era infatti ritrovata spesso a paragonare tutti i ragazzi della discoteca all’attore e non aveva trovato nessuno che fosse alla sua altezza, che la incuriosisse in qualche modo.
Nella sua testa e dentro al suo cuore c’era solo ed esclusivamente lui.

Sperava con tutto il cuore di trovarlo già nella loro camera.
Continuava ad avere l’impellente bisogno di sentirlo costantemente suo anche fuori da quelle situazioni in cui la sua vicinanza era necessaria ai fini della recita.
Voleva averlo tutto per sé come già aveva fatto la notte precedente. Di più. Voleva toccarlo dappertutto, senza trascurare un centimetro del suo corpo.

Con questo turbinio di emozioni, aprì la porta della cameretta e scorgendo nell’ombra la sua sagoma distesa sul letto, non resistette dal far vagare le sue mani sulla sua schiena, sulle sue spalle.
Cercava la prova concreta che fosse proprio lì e che non fosse il malsano frutto dei suoi desideri offuscati dall’alcool.
La sua pelle era liscia e calda, i muscoli tesi.

Sakura allungò le mani più sotto, sul suo fondoschiena sodo.
Quella non poteva essere di certo un’incantevole illusione.
Era davvero lui.     

Sasuke si alzò quanto bastava per sollevare il viso poi si fermò a guardarla come se la vista del volto e del corpo di lei lo lasciassero in estasi.

“Sei sempre così fastidiosa” le disse con la voce roca

“Scusami non volevo svegliarti …”

“Sssh..” la interruppè “ormai l’hai fatto principessa e ne pagherai le conseguenze” le si avvicinò pericolosamente, slacciandole lentamente la cerniera che aveva sulla schiena.

“Altro aiuto, milady?”

Lei annuì.

“Forse …”

L’attore cominciò così ad abbassarle lo scollo ma Sakura scosse la testa.

“No” gli disse. “Prima tu.”

A Sasuke occorse qualche istante per capire cosa lei intendesse dire ma poi un lento sorriso gli si aprì in volto.

“Certamente. Sono qui per servirla” fece sarcastico, gettando i pantaloni del pigiama a terra.

Sasuke la fissò con sguardo sensuale.
Sakura aveva gli occhi spalancati e le labbra socchiuse, ne sentiva il respiro ansimante.
Era eccitata e lui dovette resistere per non prenderla subito su quel letto.

Qualcos’altro?” mormorò.

Le labbra dell’Haruno si mossero ed il suo sguardo si posò fugacemente sui boxer.
Era troppo timida, troppo innocente per ordinargli di toglierli.

“Questi?” domandò lui.

Sakura annuì.
Lui se li tolse senza mai distogliere l’attenzione dal volto di lei e sorrise quando vide i suoi occhi sgranarsi.
Voleva fare la disinvolta ma non ne era capace e la tequila non l’aiutava per niente.

“Sei troppo vestita” le disse avvicinandola fino a trovarsi con il volto a pochi centimetri dal suo.

Si chinò per baciarla mentre con una mano toccava lo scollo del suo abito e lo tirava giù.
Lei si sentì di nuovo libera ed il ragazzo mosse la mano sulla pelle calda della sua schiena, stringendola a sé sino ad appiattire il seno contro il proprio petto.

“Sasuke … io ti … “

Glielo voleva dire. Voleva dirgli che l’amava, che l’aveva amato dal primo momento che si erano incontrati e che aveva un disperato bisogno di lui, che l’idea di non vederlo la uccideva, che il pensare che fosse tutto finto la faceva stare male, che aveva ancora tante cose da raccontargli, che voleva fare l’amore con lui e conoscere tutte le sue abitudini e le sue manie, che voleva vederlo appena sveglio, ridere, cucinare, sbadigliare, ballare, riparare la moto, che voleva passare la sua intera vita con lui perché, ne era certa, erano fatti l’uno per l’altra.
Aveva paura però che fosse ancora troppo presto. Quindi disse solo:

“Sasuke … io ti … ringrazio tanto per quello che stai facendo per me. Non dovresti, davvero, non dovresti.”

Lui si staccò da lei, prendendole il viso fra le mani.

“Smettila di pensare che faccia ciò che non mi va di fare. Non potrei mai farti del male. Fidati di me.”

Sakura lo guardò in volto, perdendosi nelle profondità dei suoi occhi neri.
Una parte di lei voleva restare così per sempre, semplicemente a guardarlo.
Piegò la testa e si sporse in avanti per baciarlo.

“Sasuke non c’è anima viva di cui mi fidi di più” tenne a fargli sapere prima che lui la baciasse di nuovo lentamente e profondamente.

Sasuke avrebbe desiderato dirgli qualcosa di più eloquente ma le parole di lei erano state sufficienti per entrambi perché in quel momento si sentì sopraffatto, troppo carico di emozioni per far altro che sospirare il suo nome.

L’Uchiha velocemente la coprì con il proprio corpo, ritrovandosi pelle contro pelle.
Poteva dominarla , farle persino male, eppure fra le sue braccia lei diventava il più prezioso dei tesori.

Il ragazzo le aprì le gambe e lo sentì duro ed insistente.
Sakura sentiva sempre più forte il desiderio d’averlo dentro di sé e avvolgersi attorno a lui.   
Voleva tutto ciò che poteva darle.

“Ti prego” gemette quindi, “ti prego.”

Sasuke non disse nulla ma aveva il respiro affannoso.
Si avvicinò e lei si inarcò per accoglierlo, serrandogli le mani sulle spalle.
Aveva bisogno di lui. Di questo. Ora.

L’attore si mosse un po’, cominciando a scivolarle dentro.
Quel primo tocco la fece trasalire.
Lui stava mormorando il suo nome, con il fiato corto mentre si spingeva in avanti possedendola sempre di più.

“Oh mio Dio” ansimò il primario, tirando indietro la testa per la forza delle spinte.

Lui si muoveva avanti ed indietro e quella frizione le stava quasi facendo perdere i sensi.
Allungò le mani per attirarlo a sé, per raggiungere l’apice.

“Sasuke!” gridò, il suono catturato in un bacio dalla bocca di lui.

Qualcosa dentro Sakura cominciò a tendersi finché non si sentì sul punto di frantumarsi e, proprio quando stava pensando che non sarebbe riuscita a resistere un secondo di più, raggiunse il piacere e qualcosa le scoppiò all’interno, qualcosa di sconvolgente e vero.

Sasuke si fece più impetuoso e mentre fece fuoriuscire un grido primitivo venne fuori di lei.
Per un paio di minuti non fecero altro che respirare poi, alla fine, il ragazzo rotolò giù da lei, continuando a stringerla forte.

“Oh cielo” disse l’Haruno, perché sembrava proprio ciò stava provando.

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Capitolo 25
*** Capitolo XXV ***



Capitolo XXV



Sasuke si svegliò immerso nel profumo muschiato del sesso e di quello fruttato della pelle di Sakura, che era ancora accoccolata su di lui.

Alcuni ricordi di quella notte, gli riaffiorarono alla mente: Sakura, bellissima nell’abito che le aveva comprato, mentre lo pregava con lo sguardo di sfilarglielo; i suoi occhi verdi e brilli, che quasi lo sfidavano a farlo; poi, lei nuda in quello che era diventato il loro letto che gemeva sotto le sue carezze, ansimava arrivando al momento dell’estasi con il capo sprofondato nel cuscino.

In quel momento, ogni pretesa che quello fosse solo un lavoro, un qualcosa che doveva fare per forza perché pagato, era stata cancellata.
L’Uchiha aveva visto i suoi occhi diventare più scuri e profondi mentre si sottometteva al piacere. Era sua senza remore o finzioni.

Tutto era stato vero, e non solo per lei. Anche per lui.
Aveva gridato nel raggiungimento dell’estasi, dimentico del suo abituale proposito di trattenersi.
Aveva solo voluto darle piacere, fare l‘amore.

Quella notte era stata quindi diversa da tutte le altre della sua vita e lo aveva per questo turbato.

L’attore non riusciva ad arginare la marea emozionale che Sakura aveva scatenato in lui ed il fatto che la ragazza con i suoi goffi ed ingenui modi di fare fosse riuscita in una tale impresa era allarmante.
Era decisamente un segno di vulnerabilità da parte sua. Credeva di aver vinto ormai quella parte di sé ma probabilmente tutto quell’isolamento sentimentale che si era auto imposto non aveva avuto tutto quel potere su di lui, come invece aveva pensato sino ad allora.

Sakura si stiracchiò accanto a lui in modo involontariamente provocante ed il corpo di Sasuke rispose subito a quell’invito.

“No” cercò di dominarsi.

L’aveva presa altre due volte dopo la prima e forse si sentiva intorpidita. Ma non poteva restarle accanto, facendo finta di niente. Doveva tenersi occupato.

Si alzò con un unico ed elegante movimento, dando retta alla propria coscienza. Avrebbe provveduto alla colazione.
Si infilò così i pantaloni e la camicia della sera precedente e poi gettò un altro sguardo a Sakura, che dormiva serafica senza accorgersi di quanto lui la desiderasse ancora.
Avrebbe fatto in fretta, non voleva farla svegliare di nuovo da sola.

Kakashi quando lo vide si premurò personalmente di aiutarlo.
Neanche dieci minuti dopo, era infatti già di ritorno alla porta della camera da letto con un vassoio tra le mani.
L’Uchiha indugiò un istante ancora a osservare la ragazza che dormiva poi posò il vassoio sul comodino accanto al letto e le fece ondeggiare un bicchiere di succo d’arancia sotto il naso.

“Mmh…”mugugnò Sakura aprendo gli occhi.

“Buongiorno, principessa.”

Sasuke le tolse una ciocca di capelli dagli occhi.
Sakura si stirò e nel farlo il lenzuolo le scoprì in parte il seno ricordando all’attore quanto era stata morbida tra le sue braccia.
I sensi che era riuscito a placare mentre le preparava da mangiare si risvegliarono subito.

“Che ore sono?”

“Sono le undici passate.”

“Le undici!” l’Haruno scattò a sedere, scoprendosi del tutto.

“Lo so, è un po’ presto considerando l’ora in cui siamo andati a dormire ma non resistevo più…”

Fulmineo la baciò.

Ogni buono proposito si dissolse in mille infinitesimali pezzi.
Il bacio si fece immediatamente passionale e si fermarono solo quando ad entrambi non restò più fiato.
Ora erano immobili, in silenzio a specchiarsi l’uno nei colori dell’altro.
Sasuke lasciò poi indugiare i propri occhi sulle curve del corpo ormai completamente scoperto di lei, sorridendo con malizia.

“Oh no! Non vorrai ancora…sei insaziabile!” esclamò divertita lei, affrettandosi verso la sedia dove la notte precedente il ragazzo aveva gettato malamente il proprio vestito.

Non fu una corsa facile ma il primario riuscì comunque a raggiungere l'abito e, subito dopo averlo afferrato, scagliò la sedia nella direzione dell’Uchiha con l’intento di fermarlo. Lui scoppiò a ridere.

“Altro che principessa… sei una strega!”

Nonostante l’ostacolo, Sasuke era riuscito lo stesso ad afferrare un lembo del tubino che ora era teso tra di loro.
Nella lotta, Sakura aveva così lasciato andare il lenzuolo ed era quindi rimasta nuda con i capelli che le coprivano in piccolissima parte il seno.
L’Uchiha era del tutto eccitato.

“Che fai ora ti metti anche a provocare? Non giocare con il fuoco, bimba.”

“Sai, non si finisce sempre con il bruciarsi” rispose sicura a tono la ragazza, elettrizzata da quel duello.

Ormai era vicina al trionfo.
L’abito era infatti quasi del tutto dalla sua parte, perciò le sarebbe bastato poco per tirarlo a sé.
Sasuke doveva tentare il tutto per tutto.

In un attimo, lasciò andare l’abito e afferrò lei al suo posto, attirandola contro di sé e buttandola delicatamente sul tappeto.

“Non vale!” la sentì protestare tra le risa.

“Ti avevo avvisata” la canzonò lui ancor più eccitato dallo sfregamento dei loro corpi.

“Ora ho vinto. Ho il vestito e ho te. Esattemente dove ti volevo. Dove devi stare. Sei in fiamme, Sakura Haruno.”

Erano pronti.
Entrambi non potevano più fare a meno dell’altro.
Stavano per appartenersi di nuovo, quando tre rumorosissimi colpi alla porta li fermarono.

“INO!” urlarono per poi scoppiare a ridere.

“Piccioncini basta ad amoreggiare. Abbiamo l’ultima lezione di ballo. Io e Sai vi aspettiamo in salotto!” gridò il loro peggiore incubo dal legno.

“Arriviamo” fece Sasuke.

“Alla fine Uchiha, ho vinto io” lo provocò Sakura.

“La giornata è ancora molto lunga. Non temere.”


x x x




L’Insegnate di ballo fece loro i complimenti per i progressi fatti.
Tutto quel volteggiare non era però stato di certo un toccasana per i nervi ed il post-sbronza di Sakura.
Avrebbe ovviamente preferito restare di sopra con Sasuke per tutta la mattinata ma sua sorella non era stata dello stesso parere.

Così fra una musica e l’altra, non le era rimasto altro da fare che guardare rapita il compagno e crogiolarsi fra le sue braccia.  
La loro intesa era aumentata in maniera esponenziale ed ogni qualvolta l’Haruno sprofondava nell’abisso onice dell’Uchiha, avvertiva che la sua anima piacevolmente si distendeva e trovava finalmente pace ed un posto nel mondo.
Sasuke la stava velocemente divorando ed il suo nome occupava sempre più frequentemente la sua testa ed il suo cuore.
Non credeva fosse possibile amare una persona così tanto.

“Fronte spaziosa, quante volte dovrò ripeterti che il correttore è indispensabile per una donna? Fra te ed il mio Sai non so davvero chi è messo peggio!” la riportò alla realtà Ino, dopo che la maestra si congedò.

“Ino pig, ti scongiuro non cominciare! E’ stata già una prova vestirmi e scendere le scale.”

“Te lo posso confermare” rise l’attore. “Sul quarto scalino poi abbiamo davvero rischiato di perderla per sempre” la sostenne divertito, ripensando alla ragazza che aveva rischiato di cadere goffamente dalle scale.

“Ti prometto sorella che dopo un analgesico, tornerò di nuovo ad essere presentabile ai tuoi occhi.”

“Sasuke, mi raccomando, continuo a confidare in te!” si raccomandò ancora la futura sposa.

“Tranquilla, ci penso io a lei.”

Inevitabilmente Sakura aveva finito per sorridere e guardarlo ancora.
Non esisteva uomo più bello di lui.
La ragazza non voleva assomigliare più a nessun altro se non a sé stessa in sua compagnia.

Le sorrise.

“Comunque, non sei così male” le disse all’orecchio e poi la baciò.

Insieme tornarono mano nella mano, felici in camera consci di non avere molto tempo per loro e di dover sopportare un altro lungo pomeriggio fra parenti ed amici di famiglia.


x x x


Il pic-nic era ormai cominciato da ben due ore ma neanche per un minuto aveva assunto le sembianze di una scampagnata agreste.
Era il solito elegante e noioso party in giardino in perfetto stile Haruno.
La nonna Chiyo non li aveva accuratamente messi al corrente della formalità di questa giornata ed inevitabilmente Sakura e Sasuke risultavano ora piuttosto inadatti con i loro abiti casual.

Inutile dire che Mebuki non aveva gradito per niente la cosa e l’aveva presa come il solito tentativo di sabotaggio da parte della figlia.
Dopo la discussione con l’Uchiha, la donna sembrava già volerli evitare come la peste e quell’ultima debacle l’aveva certamente incoraggiata ancor di più a seguire ferramente quella sua presa di posizione.

“Sono stata proprio una sciocca. Come ho potuto solo lontanamente pensare che Ino e la mamma sarebbero state capaci di organizzare qualcosa di semplice ed informale!” fece esasperata ma allo stesso tempo divertita la ragazza, dopo esser stata guardata in maniera scettica da un altro invitato.

“Non preoccuparti, non sei sola e poi se può consolarti ci hanno sempre fissato in questo modo a prescindere da quello che indossavamo. Dovresti esserti abituata.”

“Sì, hai ragione ma mi dispiace per quello che può pensare, conoscendola, la mamma.”

“Credo che oggi tua madre non ci avrebbe comunque rivolto la parola. A colazione, l’altra mattina ho preso le tue difese ed i toni si sono immediatamente alzati. So che ti avevo promesso che non mi sarei intromesso in questa storia ma non ci riesco. Devi anche sapere che …”

Sasuke voleva dirle tutto.
Non solo della recente discussione con Mebuki ma anche e soprattutto dell’invasiva ed importante chiamata allo zio ma Sakura, baciandolo, lo bloccò.

“Ino mi aveva già raccontato tutto. Grazie per quello che stai facendo per me e per avermelo detto. E’ bellissimo vedere che non ci siano segreti fra di noi” gli carezzò con l’indice dolcemente le labbra.

“Sakura veramente io …”

Di nuovo l’Uchiha venne zittito ma questa volta non dalla ragazza bensì dal rocambolesco e rumoroso ingresso in scena di Naruto.

“Ho portato la palla!” gridò l’Uzumaki entusiasta catturando gli occhi attoniti di tutti i presenti.

“Ecco l’ultima vittima di mia nonna Chiyo!” rise Sakura. “Dai, non guardarlo così. Andiamolo a salvare.” continuò a parlare, prendendo il braccio dell’attore e trascinandolo dietro di sé.

“Sei sempre imbarazzante ed inopportuno” tuonò poi Sasuke all’amico.

“Sakura-chan, scusami ma credevo ci fosse un pic-nic!” ignorò volutamente Naruto il coinquilino.

“Oh Naruto, lo credevano anche noi. Fino a poco fa, quelli imbarazzanti ed inopportuni puoi bene immaginare chi fossero” fece sarcastica il primario.

“Tsk. Non eravamo neanche minimamente paragonabili a lui.”

“Sì, certo come no teme!”

“Naruto, ragazzi tutto bene?” li raggiunse curioso Kizashi.

“Oh sì signor Haruno. Tutto a meraviglia!”

“Sì, papà. Devi scusarci ma la nonna il primo giorno ci ha ragguagliati sul programma della settimana e ci ha parlato di un pic-nic. L’abbiamo presa tutti e tre alla lettera. Siamo stati sciocchi ed avremmo dovuto interessarci di più.”

“La vecchia nonna Chiyo!” rise il padre. “State tranquilli. Non è successo niente di irreparabile. Per lo meno, avete portato un po’ di brio e un po’ di freschezza a questa festa noiosa” li rassicurò bonariamente l’uomo.

“Sì ma la mamma non credo sia dello stesso parere.”

“Sakura, la mamma prima o poi capirà tutto.”

Era chiaro che il discorso non riguardasse più quella quisquiglia.
I loro occhi verdi si guardarono grati e si scambiarono tutto l’affetto che provavano l’uno per l’altro.

“Lo spero davvero.”

“Fidati. Non ho dubbi, principessa.”

I quattro continuarono a parlare spensierati ed allegri.

“Com’è piccolo il mondo! Così tu e Naruto abitate insieme?” domandò il capofamiglia dopo aver scoperto la convivenza fra i due ragazzi.

“Sì, sono anni ormai che lo sopporto” rispose veloce l’Uzumaki.

“Volevi dire che io sopporto te ed il tuo costante disordine, baka!” precisò stizzito l’attore.

Ben presto, tra i due amici partì la solita e buffa diatriba verbale.

“Mi sembra proprio di rivivere le divertenti sceneggiate fra te ed Ino” fece nostalgico Kizashi.

“Oh, papà te l’assicuro loro sono molto peggio di noi!”


Il clima disteso e piacevole creatosi fu bruscamente spezzato ed interrotto dall’arrivo inaspettato e poco gradito di Sasori.
La tensione divenne velocemente palpabile.
Naruto cambiò il suo sguardo buono ed amichevole in uno più duro, cattivo e tagliante e Sasuke lo seguì a ruota, stringendo possessivamente Sakura al suo corpo.
La ragazza perse così un po’ della rigidità iniziale.
Si sentiva sempre protetta ed al sicuro fra le sue braccia.

“Scusatemi tanto. Non era mia intenzione interrompere questo bel quadretto famigliare ma Kizashi dovrei parlarvi di una seria ed importante questione lavorativa… sempre se il fidanzato di vostra figlia non vi abbia già anticipato tutto” parlò mieloso e provocatore l’Akasuna.

A quelle parole, gli occhi neri di Sasuke assunsero accese tonalità di rosso e si posarono brucianti sull’esile figura del rivale.
Sakura, Naruto e Kizashi era invece confusi, esterrefatti.

“Cosa dovevi dire a mio padre?” non riuscì a non domandargli la ragazza.

“Vedo con mio grosso stupore che non sei ancora in grado di trovare un fidanzato sincero. Sei sempre la solita ingenua, confettino” fece velenoso Sasori, anticipando la risposta dell’Uchiha.

Quella provocazione decisamente poco velata sortì immediatamente gli effetti desiderati.
Il cuore dell’Haruno batteva ora decisamente più forte ed in un modo del tutto irregolare.
I suoi occhi verdi vagano alla disperata ricerca di quelli neri di Sasuke, cercando in essi il coraggio necessario per rispondere al rosso e la certezza che quelle sue parole fossero solo illazioni.

Si guardarono ma per la prima volta l’attore non riuscì a reggere il confronto ed ad infonderle la solita sicurezza.
Sakura era sempre più spaesata, più spaventata.

“Sasori, sbaglio o è con me che volevi parlare?! Bene, ti sto ascoltando” intervenne duro Kizashi, prendendo le difese della sua bambina.

“Avrei voluto dirvelo con più tatto e riservatezza ma visto il vostro ardore, non mi lasciate altra scelta. Volevo informarvi che ho ricevuto una proposta lavorativa da un’importantissima società di Konoha che non posso proprio rifiutare. Lunedì mattina, dopo il matrimonio di vostra figlia Ino, riceverete la visita dei miei avvocati che vi presenteranno così il contratto unilaterale di rescissione. Sentitevi pur libero di chiedermi qualsiasi cifra per la penale di liquidazione. Il mio nuovo partner è disposto a risarcire qualsiasi cifra vogliate.”

“Sasori, tu non puoi farlo! Abbiamo un accordo!” proruppe, interrompendolo, Sakura.

Oh cara, certo che posso. Sentiti pur libera di raccontare ai tuoi tutto ciò che vuoi su quella fatidica notte di cinque anni fa. A me non interessa più. Io, te e la tua famiglia non abbiamo più alcun tipo di legame. Ora sono un membro dell’Akatsuki Corporation.”

“Sakura che accordi avete preso tu e Sasori senza il mio consenso? Di cosa diavolo state parlando?” fece arrabbiato ed alterato Kizashi.

“Aspetta un attimo, hai detto Akatsuki Corporation?” chiese invece incredulo l’Uzumaki.

“Esattamente, Naruto. Immagino che la società di proprietà degli Uchiha ti sia più che famigliare, non è vero?” domandò retorico l’Akasuna.

“Uchiha” sussurrò Sakura, guardando sconvolta Sasuke.

“Confettino, non è divertente vedere che tutti quelli che ti porti a letto finiscono con il prenderti in giro e mettere le loro avide mani sull’azienda del paparino?”

L’Uchiha si scagliò imbestialito e furente contro Sasori ed iniziò a prenderlo violentemente a pugni.
Era incontrollabile e sembrava non prestare minimamente attenzione alle urla dei presenti e a quelle di Kizashi e Naruto.

“Fermati, Sasuke! Ti prego, basta! GUARDAMI!” gridò con le lacrime agli occhi Sakura mentro lo stringeva da dietro per fermare ogni sua altra possibile mossa.

Udendo la voce strozzata della ragazza, l’attore si calmò e si voltò a guardarla come disperatamente richiestogli.
L’Uzumaki bloccò subito sul nascere la contromossa dell’Akasuna e gli intimò di lasciare immediatamente il ricevimento.

“Dimmi la verità, l’Akatsuki Corporation è tua?”

“Sì, Sakura. E’ la nostra società di famiglia. Vorrei poterti dire che io con questa storia non c’entro niente ma non posso. Ho costretto io mio zio ad ingaggiare Sasori ma l’ho fatto solo ed esclusivamente per te!”

“Vattene, Sasuke! Ora. E’ sempre stata solo una messa in scena per te. Ti sei servito  di me. Io ero solo lo strumento per imbrogliare mio padre, per arrivare ai suoi soldi. Vattene, non voglio più sentirti!”

“NO, Sakura. Non è così. Devi credermi.”

“Smettila!” bloccò la spiegazione del ragazzo. “Se penso che fin dall’inizio tu mi hai ingannato ed io non solo mi sono fidata di te, mi sono persino…”

“Non ti ho mai mentito. Ascoltami, io non voglio perderti”

“Non puoi perdere qualcosa che non è mai stata veramente tua.”

“Guardami negli occhi e dimmi che è davvero quello che pensi.”

Sakura si avvicinò minacciosa a lui e lo fissò a lungo.

“Vattene.”

Sasuke non le rispose e a passo svelto rientrò nella Villa con il solo scopo di preparare la sua valigia ed abbandonarla per sempre.
Dopo quell’ordine, l’Haruno sentì il cuore spezzarsi in mille ali al vento.
Doveva ancora una volta arrendersi all’amara realtà che per lei non ci fosse alcun lieto fine.

“Sakura vuoi spigarci cosa diamine hai combinato questa volta?” chiese alterata e shockata Mebuki, una volta raggiunto il luogo dell’animata discussione.

“Niente, mamma. Il solito scandalo. Per una volta però, abbi il tatto di lasciarmi in pace!” pianse il primario, prima di correre e scappare via.

Non sapeva dove andare.
Avrebbe lasciato fare tutto alle sue gambe.
Non le importava niente.

“Vi chiedo gentilmente di lasciare la Villa” parlò sicuro ed intrasigente Kizashi. “Non c’è più niente da vedere.”



La miccia era stata accesa e la bomba era esplosa.  
 


   

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Capitolo 26
*** Capitolo XXVI ***



Capitolo XXVI



Tutti gli occhi della famiglia Haruno erano ora puntati addosso a Naruto il quale da tempo ormai cercava di sviare le mille domande che questi gli stavano assiduamente ponendo.
Il ragazzo infatti aveva promesso a Sakura di non rivelare a nessuno il suo segreto, ragion per cui non aveva alcun’intenzione di spezzare il loro tacito patto.
Per l’Uzumaki, una promessa era per sempre.

Ciò nonostante, si stava iniziando a sentire spalle al muro ma sapeva di dover resistere poiché spettava solamente alla sua vecchia amica l’onere ed il peso della verità.

“Naruto, non voglio ripetertelo più! Se sai qualcosa devi dircelo!” tuonò adirata Mebuki.

La donna di fatto ormai era l’unica a parlare.
Kizashi ed Ino erano ancora particolarmente sconvolti da quanto successo in giardino, totalmente immersi nei loro pensieri e troppo preoccupati per Sakura per mettere in fila delle parole di senso compiuto.
Entrambi avrebbero infatti voluto correrle dietro ma Mebuki aveva ordinato ai pochi presenti rimasti di restare immobili esattamente dov’erano.

“Naruto, andiamocene!” ordinò Sasuke con la valigia in mano, dopo aver sceso le scale.

Quell’ordine arrivò alle orecchie dell’Uzumaki come una manna dal cielo.
Il biondo non aveva mai prima di allora immaginato di poter esser tanto grato ai solenni e rigidi comandi del coinquilino.

“Hai una bella faccia tosta a parlare così in casa mia dopo quello che ci hai fatto!” si intromise cattiva la donna. “Non andate proprio da nessuna parte” continuò.

“Mi dispiace, Signora Haruno ma non c’è più niente che noi due possiamo dirvi e fare. Trovate Sakura e finalmente scoprirete tutta la verità. Resterà amaramente colpita da quello che vostra figlia è stata in grado di sopportare da sola. Per quel che mi riguarda e per quanto possano ancora valere le mie parole, non era assolutamente mio volere causarvi questi danni. Al contrario, ogni cosa è stata fatta, per voi, con le migliori intenzioni.”

“Rovinare il matrimonio di mia figlia Ino, immagino sia infatti un gesto di affetto e gratitudine. Sottrarci uno dei nostri più importanti soci in affari, un‘opera di bene. Vero?!” domandò retorica e sarcastica Mebuki.

“Non avrei saputo dirlo meglio. Trovate Sakura e lo scoprirete.” parlò sicuro e serio l’attore, fronteggiando con lo sguardo la donna e porgendole un foglio di carta. “Spero che questo, se mai vorrete leggerlo, possa chiarire in parte i vostri leciti dubbi e le vostre rimostranze nei miei confronti. Naruto, andiamo via. Adesso.”

L’Uchiha chiuse il portone della Villa senza guardare più nessuno in volto, trascinando con forza dietro di sé l’amico.
Non permise più a nessuno di controbattere. Il suo orgoglio aveva già concesso più del dovuto e del necessario.
Quando il rumore del legno massiccio arrivò forte alle sue orecchio, il suo cuore si fermò e perse un colpo.
Il capitolo più bello e felice della sua vita si era appena concluso con quel tonfo sordo.
Aveva perso tutto. Di nuovo.


“Sasuke, puoi spiegarmi cosa cazzo hai combinato?”

“Non voglio parlarne.”

“Sakura-chan si fidava di te e sono sicuro… tu la ami. Non provare neanche a negarlo. Dimmi allora perché l‘hai fatto?”

“Naruto, non ha più importanza. Basta.”


Non appena la porta si chiuse, Mebuki accartocciò con violenza il foglio che Sasuke le aveva lasciato in mano.
Non c’era nulla da spiegare. Tutto era così diabolicamente chiaro.

Era sempre stata una donna impassibile, ferma e sicura delle sue decisioni.
Mai nessuno era stato in grado di farla desistere e cambiare idea.
Non pensava certo di ricredersi quel giorno e su quel ragazzo.

“Non credo spetti a te strappare questa lettera” bloccò Chiyo la figlia, mentre questa era sul punto di fare in mille pezzi l’ultima confessione dell’Uchiha. “Ho visto mia nipote radiosa come non mai in compagnia di quel giovane. Felice e spensierata come l’ho sempre sognata di vedere. Ho notato anche come lui guardava lei e cara non si può guardare una ragazza in quel modo senza esserne davvero completamente innamorati. Per quanto ti possa infastidire, Sasori non ha mai neanche lontanamente riservato uno sguardo del genere a Sakura. Tua figlia ha fatto più che bene quel giorno a scappare da quel matrimonio infelice. Aveva tutta una vita davanti, dei sogni da realizzare e quel legame non l‘avrebbe portata da nessuna parte. Se tu non sei pronta a dare a Sasuke e a Sakura un’altra possibilità lasciami questo foglio ed esci da questa stanza perché io ho intenzione di leggere ogni riga, ogni parola contenuta lì dentro. So che la felicità di tua figlia non ti è indifferente. Dentro di te sai da tempo cosa è giusto fare. E’ solo quel maledetto orgoglio ereditato da quello sciocco di tuo padre che ti rende così cieca.”

Sua madre aveva ragione.
Quando aveva rivisto, dopo tutti quegli anni, sua figlia, Mebuki aveva fatto fatica a riconoscerla.
A Konoha, lontana da loro, Sakura era sbocciata.
Era diventata, come aveva letto in alcuni giornali che aveva accuratamente nascosto e riposto nel suo comodino, una delle giovani più promettenti e di successo in campo medico.
Era riuscita a realizzare il suo sogno, contando solo sulle sue forze.
Era bellissima e piena di talento ed il vederla così incantevole non poteva che egoisticamente farla soffrire. Lei l’aveva sempre portata paradossalmente sulla via sbagliata, cercando di farla integrare ed interagire in un mondo che evidentemente non le apparteneva.
Con lei, aveva sbagliato tutto e non poteva più continuare a far finta di niente.

Elegantemente cercò così di lisciare il foglio accartocciato e poi cominciò a leggerne il contenuto.


 x x x



So quanto, in questo momento, sia difficile pensare che quello che ho fatto è stato fatto per il bene della vostra famiglia, per il bene di Sakura.
Io stesso, nei vostri panni, avrei difficoltà a crederlo.
Del resto, la realtà dei fatti non è a mio sostegno. L’Akatsuki Corporation è davvero la società della mia famiglia e dalla prossima settimana Sasori e tutto il suo impero di sabbia bitumosa entreranno e saranno inglobate in essa.
Non è difficile immaginare quanto ingenti e gravi saranno le vostre perdite a causa di questa mia necessaria intromissione ma in questa storia già scritta e con il colpevole già designato manca un importante ed ancora oscuro tassello: la verità.
Ho conosciuto vostra figlia solamente due settimane fa.
Sono stato ingaggiato da lei per fingere di essere il suo fidanzato poiché questa è stata una delle tante bugie che è stata costretta a raccontarvi.
Ho smesso di studiare Economia e Commercio dopo la morte dei miei genitori ed ora ho quasi terminato l’Accademia di recitazione  ed è solo per questo motivo che le nostre vite si sono incontrate.
Tra me e Sakura doveva esserci esclusivamente un rapporto lavorativo.
Io avrei dovuto recitare la mia parte e lei la sua.
Quello che però il me di qualche giorno fa non poteva neanche lontanamente immaginare era che Sakura mi sarebbe entrata dentro come mai nessun altro prima.
Inizialmente avevo accettato questo lavoro solo perchè la sua storia mi aveva non poco colpito.
Entrambi saremmo infatti disposti a tutto pur di salvaguardare le nostre famiglie, sino a farci e a fargli del male.
Pensavo che a legarci ci fosse esclusivamente questo autolesionistico sentimento ma mi sbagliavo.
Ogni giorno passato in  sua compagnia, nonostante la recita, è stato il più vero della mia vita ed ha finito con lo scaldarmi il cuore.
Con lei sono riuscito, per assurdo nella finizione, ad essere me stesso.
L’irrazionale bisogno di saperla felice ha spezzato poi il mio naturale controllo.
Sono andato oltre la mia parte, oltre i miei compiti e non posso che chiedervi scusa per questo.
Ciò nonostante non riesco a dispiacermi per quello che ho fatto.
Sakura è una ragazza speciale in grado di trovare del bene anche all’interno dei miei persi e scuri occhi neri. Merita tutto il bene di questo mondo e la possibilità di avere il meritato ed agognato lieto fine.
Mi sono sentito quindi in dovere di estirpare dalla vostra vita il frutto marcio alla base di tutti i vostri problemi, di tutte le sue bugie.
Non sempre le persone si mostrano e si comportano per quel che sono e sarà uno shock per voi e soprattutto per lei Mebuki scoprire quanto male si celasse in Sasori e quanto amore invece ci fosse nel cuore di vostra figlia.
Per sciogliere per sempre il giogo che quel bastardo aveva stretto cinque anni fa al suo collo, sono stato costretto ad intervenire, a far scendere in campo l’influenza e le capacità corruttive di mio zio, ora a capo dell’Akatsuki.
Ero sicuro che lui sarebbe riuscito a portare l’Akasuna dalla sua parte e non sono quindi rimasto meravigliato da questo improvviso e catastrofico licenziamento.
Quello che però Sasori non poteva e può sapere era che fra me e mio zio ci fosse un altro accordo segreto e che con ogni probabilità vi sarà già più chiaro e noto lunedì prossimo. Sempre se vorrete, infatti, da lunedì l’Akatsuki Corporation sarà il vostro intermediario per gli scambi di servizi ed offerte con gli Akasuna.
Manterrete così il controllo delle loro sabbie bitumose e provvederò io stesso affinché non vi sia fatto pagare alcun incentivo e perdere le quote di maggioranza.
Tutto tornerà com’è sempre stato con l’unica e fondamentale eccezione di riavere vostra figlia libera, svincolata da ogni bugia.
Con la mia partenza finalmente anche la sua ultima menzogna sparirà ed in questa storia resterà solo la Verità e la forza del suo cuore.
Mi pento solo di non averla resa partecipe del mio piano ma sapevo che se gliel’avessi detto non me l’avrebbe mai permesso. E’ così buona ed ostinata che preferisce continuare ad esser guardata come un’appestata piuttosto che arrecarvi il minimo danno.
Inevitabilmente come ogni cosa bella della mia vita ero già destinato a perderla.
Non ho più intenzione di rubarvi altro tempo.
Spero di esser stato per quanto possibile chiaro ed esaustivo.
Ora potrete vederla bella, contraddittoria e forte come l’ho sempre vista io e ve ne innamorerete. E’ questo il potere dei suoi occhi.
E’ stato un piacere conoscervi.
                                                                              Sasuke Uchiha




x x x



Mebuki, quando finì di leggere la lettera, era sconvolta.
Tutto quello che aveva creduto esser vero, stava pian piano crollando.
Era arrivato senza dubbio il momento di parlare con sua figlia, di ascoltarla davvero.
Dovevano tutti uscir fuori da quel vicolo cieco in cui erano rimasti intrappolati per anni.
Nessuno avrebbe più permesso a Sakura di scappare senza proferir parola, senza prima aver sfilato e districato tutta quella pesante matassa.

“Dobbiamo trovare Sakura” disse semplicemente la donna, ripiegando con cura la carta.

“Io credo di sapere dove si è nascosta” fece Ino.

“Ti seguiamo, Amore” rispose per tutti Sai.

Durante l’intero tragitto, Kizashi restò in silenzio.
Le parole così forti e sincere di Sasuke gli ronzavano ancora fastidiose nella testa.
Per anni l’uomo aveva infatti creduto che la figlia fosse scappata di casa per qualcosa di molto grave e lo scoprire che quella sua viscerale sensazione fosse vera lo faceva sentire terribilmente in colpa.
In quegli anni non aveva fatto nulla per aiutarla.
Il dolore per averla persa aveva di gran lunga superato qualsiasi altro sentimento ed aveva così abbracciato il risentimento della moglie.

Quando però l’aveva rivista il suo cuore si era stretto e non era esistito più niente.
I suoi occhi verdi l’avevano imprigionato e rapito come quando era bambina, come quando abitava con lui.
Sasuke Uchiha aveva ragione, quei suoi occhi smeraldo erano in grado di sciogliere il ghiaccio e scaldarti per sempre.

Aveva paura di scoprire quale verità nascondesse, quale peso avesse dovuto sopportare da sola per proteggerli.
Lui e sua moglie avevano cercato di imparare alle loro figlie tutto della vita, Sakura però gli stava insegnando cosa importasse davvero.

Fu un sollievo per tutti scoprire che Ino avesse ragione.


Le gambe stanche del primario la portarono infatti a fermarsi al vecchio fortino di legno dove la ragazza era solita nascondersi da bambina quando i compagni di scuola erano soliti prenderla in giro.
Quella piccola e fanciullesca costruzione aveva visto così spesso le sue lacrime e conosceva alla perfezione il loro gusto amaro.

All’udire di tutti quei passi, l’Haruno si voltò di scatto e guardò la sua famiglia con gli occhi rossi e stanchi.
Sembrava un animale indifeso e spaventato prima dello sparo mortale in una battuta di caccia.

Ino non riuscì a resistere alla visione straziante della sorella e corse immediatamente ad abbracciarla.
Sakura si lasciò così cullare da quelle braccia tanto dolci.

“Sapevo che eri qui” le sussurrò all’orecchio.

Non le rispose.
I singhiozzi e le lacrime riniziarono incontrollati a soffocarla.

“Scusami, Ino. Non volevo rovinare tutto. Non ancora” parlò a fatica, guardando i suoi genitori, sua nonna e Sai avvicinarsi.

“Non è successo niente, bambina mia” precedette sorprendentemente tutti Mebuki. “Siamo la tua famiglia. Non andremo da nessuna parte. Ti abbiamo voluto e ti vogliamo tutti un mondo di bene ma ti prego dicci la verità. Questo silenzio fa male a te, quanto a noi” continuò sincera.  

Finalmente la donna aveva deposto l’ascia di guerra e guardava ora la figlia commossa.
Quella gabbia d’oro, seppur bellissima, che si era costruita aveva finito ugualmente per imprigionarla.
Era giunto così il momento di uscirne fuori e di ricominciare a vivere insieme.

“In questi cinque anni non ho fatto altro che mentirvi. Mi sono creata quest’enorme castello di bugie con l’intenzione di proteggervi dai miei errori di valutazione, dai miei sbagli, pesino da me stessa. E’ stato difficilissimo vivere senza il vostro affetto, i vostri sguardi e la nostra piccola e strana quotidianità ma ho resistito perché quello che provo per voi è molto di più  del bene, molto più dell’amore. Vi chiedo scusa perché per quanto mi sia sforzata, ho fallito.
Un’altra volta il mio cuore si è lasciato sopraffare ed è stato ingannato, rompendo di nuovo i cocci della mia vita e della vostra. Ho buttato tutti noi in pasto alle malelingue ed ho creato dei danni che mai vi avrei voluto causare. Cinque anni fa, non avrei mai voluto lasciarvi con quell’insignificante post-it ma Sasori mi ha costretto a farlo. Non sarei mai stata capace di convivere con i vostri occhi delusi ed ho scelto la via più facile. Sono andata via, sperando di imparare dai miei errori e crescere. A quanto pare però, tutta questa lontananza è stata inutile. Io sono ancora così sbagliata, così ingenua. La notte in cui lasciai Suna, scoprì l’ultimo dei tradimenti di Sasori. Vedendolo in compagnia della nostra wedding planner, l’umiliazione e la rabbia esplosero e così gli dissi che per nulla al mondo l’avrei più sposato. Fu allora che mi ricattò, che iniziarono tutte queste bugie. Sasori mi disse che se non l’avessi sposato, lui avrebbe fatto saltare la collaborazione con l’azienda di papà creandoci delle perdite che in quel momento sarebbero state difficili da sanare. Non volevo che a pagare della mia ingenuità foste voi, così scendemmo ad un compromesso. Io mi sarei assunta la colpa per il mancato matrimonio, lui ne sarebbe uscito immacolato ma la collaborazione lavorativa doveva restare perenne. L’azienda ed i soldi erano le uniche cose che gli interessavano davvero e non fu quindi difficile per lui accettare l’accordo. Ho venduto l’anima al diavolo per salvaguardare la società di famiglia, il nostro benessere ma non è servito a niente. Sasuke, proprio come Sasori, mi ha ingannato ed ha mandato tutti i miei sacrifici ed il mio dolore in fumo. Mi sono fidata e persino innamorata di uno sconosciuto, perché è questo ciò che Sasuke era ed è per me. Dovevo immaginare che un ragazzo come lui non avrebbe mai potuto contraccambiare i sentimenti di una sciocca come me. Sasuke è un attore, abituato a fingere ed io ci sono cascata con tutte le scarpe. Ti chiedo scusa Ino per averti farti credere di essere felicemente fidanzata ma ho inventato tante di quelle scuse per non farti venire a Konoha che mi sono vista costretta a farlo. Non volevo che i tuoi rapporti con mamma e papà si inclinassero per colpa mia. Chiedo scusa a tutti…”

Lo schiaffo di Kizashi arrivò forte, inaspettato e brusco sulla guancia di Sakura.

“Non scusarti mai più con noi! Avresti dovuto raccontarci questa storia molto tempo prima. Quel viscido schifoso non avrebbe MAI più messo piede in questa casa. Mai nessun socio, nessuna collaborazione sarà paragonabile all’avere te nella nostra vita, all’avere te come figlia. Tu sei speciale, Sakura ed io sono orgoglioso di essere tuo padre."

“Siamo noi e soprattutto io a doverti chiedere scusa. Ti ho sempre voluto rendere come me, come tua sorella ma tu sei bella così come sei. Sono stata una pessima madre, così cieca e vorrei solo che tu mi perdonassi. Quando sei andata via ho sofferto tantissimo ma tutto il dolore che ho provato non è neanche lontanamente paragonabile al tuo, a quello che hai patito tu” l’abbracciò Mebuki.

Sakura strinse la madre stretta.
Quel contatto così vero e sincero mai avuto con lei le stritolò e spezzò l’ultimo frammento di cuore.

“Mamma dovresti darle quella lettera…”

“Sì, cara Ino ha ragione. Micetta, guardaci, guardatevi, Sasuke è riuscito a rimetterci insieme, a darci un‘altra possibilità. Dovrebbe averne una anche lui” sostenne la nipote Chiyo.

“Quale lettera?! Nonna non essere sempre buona con tutti. Lui ci ha preso solo in giro.”

“Sakura, neanche il miglior attore sulla faccia della terra potrebbe fingere quegli sguardi, quelle parole d’amore. Leggila. Lui l’ha fatto davvero per te.”

“Giudica tu stessa. Tieni, piccola. Ce l’ha lasciata prima di andarsene” le porse il foglio di carta Mebuki.

“Credo sia il caso di lasciarla sola” fece Sai.

“Qualsiasi cosa deciderai di fare, sappi non ti lasceremo più sola. Saremo sempre dalla tua parte” concluse Kizashi.

La lasciarono lì, in quell’isolato spiazzo del giardino, con quel foglio stropicciato in mano.
Il cuore ricominciò a battere forsennatamente.
Una dichiarazione d’amore è il passaggio dal caso al destino ed è per questo motivo che quella lettera le faceva così paura, che le sembrava così pericolosa. 

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Capitolo 27
*** Capitolo XXVII ***


Capitolo XXVII

Capitolo XXVII




Sasuke non aveva voluto sentire ragioni.
A poco, quindi, erano servite le buone e comprensive parole di Naruto di farlo desistere e tornare indietro.
Una volta uscito da Villa Haruno, l’Uchiha si era immediatamente precipitato all’aeroporto con l’unica e sola intenzione di lasciare Suna e Sakura il più velocemente possibile.
Il suo era un biglietto di sola andata, d’addio.

Era davvero furioso con sé stesso, con quell’infame bastardo di Sasori e soprattutto con lei; con lei che non gli aveva dato nemmeno la possibilità di spiegarsi e farsi capire.
L’attore infatti non riusciva a concepire che la ragazza avesse realmente potuto credere alle calunnie e all’illazioni dell’Akasuna.
Certo i fatti non erano dalla sua parte ma credeva che Sakura, in quella settimana, l’avesse capito, che avesse compreso perfettamente quanto tenesse a lei e quanto l’amasse.

Non poteva più negarlo.

Amava ogni suo singolo difetto, quel sorriso spontaneo che le illuminava il viso ogni qualvolta la vita le regalava un magico ed inaspettato momento di felicità, quel goffo modo con cui era solita affrontare gli imprevisti della giornata e sopra ogni cosa amava perdutamente i suoi splendidi occhi di giada che avevano la forza ed il potere di farlo sentire a casa, di fargli battere il cuore.

Gli era entrata dentro la pelle, le ossa e l’anima come la più potente delle droghe ed ora era a dir poco impossibile pensare di riuscire a disintossicarsi.
Il dolce-amaro veleno si era profondamente propagato ovunque e non c’era più nulla da fare.
Era spacciato.

Come quattro anni prima, la vita l’aveva di nuovo portato sulla vetta più alta della montagna e l’aveva poi bruscamente buttato giù.
Si era fatto incastrare ancora una volta dai sentimenti, dalle calde emozioni ed adesso non gli restava altro che rigettare tutto sé stesso in quel triste e solitario copione che era ed era stata la sua vita prima di Sakura.

Sasuke aveva già imparato a rialzarsi dai brutti tiri mancini del destino. Avrebbe tenuto botta anche a questa recente perdita, a questa fresca delusione.


“Informiamo i gentili passeggeri diretti a Konoha dell’apertura delle porte d’imbarco. Grazie per l’attenzione e buon viaggio!”

All’udire di quelle parole meccaniche, l’Uchiha fece subito per alzarsi ma venne repentinamente fermato da Naruto che non l’aveva lasciato solo neanche un istante, nonostante il diverso volere dell’amico.

“Lo sai, non deve finire per forza così. Per la prima volta da quando ti conosco, ti ho visto finalmente vivere. Eri diverso con lei, Sasuke. Ti prego, cerca per una maledettissima volta di mettere da parte il tuo stupido orgoglio. A cercare gli altri si rischia di rimanere coinvolti. Ad esprimere i propri sentimenti si rischia di essere respinti. Ad amare si rischia di non essere corrisposti. Ma bisogna sapere correre dei rischi perché il rischio più grande nella vita è non rischiare nulla. Quelli come te che non rischiano nulla, non fanno nulla, sono nulla. E’ possibile che così facendo eviti di soffrire ma a quale prezzo?!”

“Naruto, non giudicarmi. Ho provato davvero, questa volta, ad essere diverso ma guarda cosa ho combinato. Lei mi ha respinto, mi ha cacciato fuori dalla sua casa e dalla sua vita. Tu e Sakura credete che io sia migliore di quello che sono realmente ma vi illudete. Io sono questo e niente e nessuno può cambiarmi.”

“Lei ti ha già trasformato ed è assurdo che tu voglia ancora continuare a negarlo. A volte sei veramente un’idiota. Ti aspetto al matrimonio di Ino. Buon viaggio, teme.”

“Ci vediamo a casa.”

Non l’aveva lasciato controbattere.
Sasuke aveva quindi girato i tacchi e si era finalmente avviato al gate d’imbarco.
Con ancora le parole dell’Uzumaki in testa, aveva poi presto occupato la sua poltrona.
Non vedeva l’ora di tornare a Konoha e di lasciarsi completamente alle spalle quella che sino a poche ore fa era stata senza dubbio la più bella esperienza della sua vita, il suo miglior lavoro.


“Mamma, dai ti prego! Leggimi anche questa storia. Solo questa e poi basta!”


Le giovani e fanciullesche lamentele arrivarono prepotenti e chiare alle orecchie dell’Uchiha, ridestandolo così dall’inutile ed assorta contemplazione del finestrino.

“Mi scusi” le fece costernata, mentre si accomodava vicino a lui, quella che doveva essere la mamma della piccola ed iperattiva creatura.

“Mirai, quante volte devo dirti di no? La mamma è veramente sfinita. Se fai la brava, ti prometto che a casa te ne leggo due ma adesso dormiamo e non diamo fastidio al signore.”

“Uffa però ! Questa era la mia preferita!”

“Se vuoi, appena decolliamo, te la leggo io” si intromise dolcemente l’attore, sorridendo alla bimba.

Il volto della bambina immediatamente si accese ed il suo buffo sorriso sdentato rispose a quello gentile del ragazzo.

“E’ carino da parte sua ma davvero non deve scomodarsi. E’ solo un capriccio” si premurò educatamente a precisare la dama.

“Si figuri, signora. Nessun problema.”

“Hai visto mamma? Non gli diamo fastidio!”

“Allora grazie mille. Siamo venute a trovare i nonni ed è stata una settimana lunghissima. Diventa sempre più difficile stare da sola al passo di questo terremoto” gli disse, facendo nel mentre il solletico alla figlia. “Comunque piacere, Kurenai.” si presentò poi.

“Sasuke, piacere mio.”


Come promesso, nel preciso istante in cui l’aereo si alzò da terra, l’Uchiha prese gentilmente dalle mani della piccola Mirai il libro di racconti e cominciò a leggerle “La Bella e la Bestia”.

Credeva, in questo modo, di distrarsi, di staccare la spina, di non pensare a niente e di accantonare di conseguenza l’immagine e la presenza ingombrante di Sakura dalla sua mente e dal suo cuore ma si sbagliava. Aveva, di nuovo, toppato clamorosamente.

Ogni frase, ogni maledetta riga di quella fiaba le ricordava lei e per questo, in modo autolesionistico, continuò a leggerla anche quando la bambina, dopo le prime quindici pagine, cadde delicatamente fra le braccia di Morfeo.

In quella assurda ed improvvisata favola che era stata la loro settimana a Suna, lui aveva senz’altro interpretato il ruolo della bestia e proprio come questo anche l’Uchiha era cambiato grazie alla sua bella.
Le parole di Naruto tornarono ad insediarsi nella sua testa e cominciarono ad avere sempre più un senso.

Sakura, infatti, nonostante l’avesse conosciuto come un mostro cinico ed arido di sentimenti, aveva avuto lo stesso la forza ed il coraggio di conoscerlo.
Per salvare suo padre, la sua famiglia aveva deciso così di affidare la sua vita ed il suo futuro nelle mani di uno sconosciuto, di una bestia e di vedere oltre l’apparenza, arrivando persino a fidarsi completamente di lui.

Così facendo, con il suo ingenuo e spontaneo modo di fare la ragazza l’aveva scaldato, umanizzato e fatto sentire di nuovo parte di qualcosa di pulsante.

A Sasuke non era rimasto altro che innamorarsene perdutamente.

Per la prima volta, da quando aveva abbandonato Villa Haruno, l’attore si fermò a riflettere che il lasciarla andare fosse stato davvero necessario poiché questa decisione era stata il suo primo vero rischio corso dopo anni di imperturbabilità.

L’Haruno gli aveva per l’appunto insegnato quanto fosse bello e allo stesso tempo sofferente vivere per chi si ama e quanto fosse alto e costoso il prezzo dell’amore.
Tutto quel dolore che ora sentiva doveva esser quindi per forza vita.

Quando aveva deciso di rivolgersi a Madara, Sasuke sapeva perfettamente che lei non avrebbe mai potuto approvare la sua scelta ma ciò nonostante aveva agito ugualmente poiché il saperla libera e felice era meglio dello stare insieme, vedendola però triste ed incompleta.

Ora l’Uchiha doveva lasciarle il tempo di metabolizzare, di farle comprendere che la sua era stata una scelta d’amore, facendole finalmente compiere da sola il cambiamento di maturazione finale che l’avrebbe trasformata per sempre.
Sakura doveva dunque capire se nel lieto fine che aveva sempre sognato e che a malincuore lui le aveva regalato,  ci fosse ancora spazio per la loro storia.

Il tempo delle comparse, delle meteore era finito.

Sasuke Uchiha non voleva più essere l’alternativa al nulla, al vuoto e alla tristezza.
Aveva passato tutta la sua vita a cercare di star bene da solo ma da quando l’aveva incontrata in ogni parola pronunciata, in ogni sciocca fiaba, alla fine di ogni discorso c’era sempre e solo lei.
Grazie a quella ragazza, aveva finalmente imparato ad amarsi e voleva per questo essere ogni giorno migliore.

Era giunto il momento di togliersi ogni armatura, ogni protezione e di mostrarsi vulnerabile, anche a rischio di morire come la bestia.

La sua rinascita passava da quell’addio.


Quando l’aereo atterrò, dopo aver salutato grato e riconoscente quella bambina che con un sol libro di favole era riuscita ad aprirgli gli occhi, l’Uchiha non voleva più tornare a casa.
Aveva un posto chiaro e preciso nella sua mente e nessuno l’avrebbe fermato od ostacolato.

In questa sua ritrovata e rigenerata esistenza, non poteva quindi più rinunciare al rapporto, al legame con suo fratello.
Le macerie del suo passato sarebbero state dunque riutilizzate per sollevare, creare nuovi ponti.

Il loro orgoglio aveva lasciato troppo non detto alle spalle ed ora era il momento d’esporsi, rischiare, mettersi in gioco e di chiarirsi una volta per tutte, prima che fosse davvero troppo tardi.
Solo liberandosi dei suoi demoni, sarebbe stato poi capace di ricrearsi una nuova vita, di darsi una nuova possibilità con Sakura.
Voleva esser degno di poterle stare accanto.
Questa era la sua redenzione.

“Taxi!” chiamò a gran voce. “Ospedale di Konoha, grazie.”





x x x







Quella povera infermiera non gli aveva fatto nulla di male.
Era solo, decisamente, la persona sbagliata, al momento sbagliato.

“NON ME NE FREGA UN CAZZO SE L’ORARIO DELLE VISITE SI E’ CONCLUSO DA TEMPO! HO BISOGNO DI VEDERE MIO FRATELLO E NON ME NE ANDRO’ FINCHE’ NON L’AVRO’ VISTO!” gli urlò imperterrito in faccia.

“Dovete andarvene. Sii calmi, per favore. Non costringetemi a chiamare la vigilanza” gli rispose l’inserviente a tono, cercando di mantenere il controllo della delicata situazione.

“La chiami pure perché non me ne andrò!” le fece spavaldo.

“Cosa diamine sta succedendo qui?” tuonò severa Tsunade, sopraggiunta di corsa dopo l’ascolto delle prime urla. “E’ inammissibile un comportamento del genere nel mio ospedale!”continuò.

Gli occhi austeri e nocciola della Senju si scontrarono così con quelli pece dell’Uchiha ed il silenzio e la sorpresa calarono istantaneamente.

“Mi scusi, Signorina. Stavo cercando di mandarlo via. Chiamo immediatamente la sicurezza” li riscosse la ragazza.

“Grazie, Natsumi. Del ragazzo me ne occupo io. Seguimi, Sasuke.”

Non appena la distanza dalla hall ospedaliera si fece maggiore, la caposala immediatamente fronteggiò l’attore.
Aveva milioni di domande da fargli, molte preoccupazioni e non l’avrebbe lasciato andar via finché non si fosse ritenuta soddisfatta delle sue risposte.

“Cosa cazzo ci fai a quest’ora tarda della notte qui in ospedale e per quale oscuro motivo non sei a Suna con Sakura? Il matrimonio della sorella è fra meno di due giorni e so perfettamente che lei ti assunto per l’intera settimana” andò subito dritta al nocciolo della questione la donna.

“Il mio lavoro è finito prima. Sakura non ha più bisogno di me ed ha di nuovo tutto quello che si merita”

“Non credere di cavartela così, ragazzino. Non puoi venire qui, urlare ai miei dipendenti, fare il bello e cattivo tempo, pretendere che le norme di questo ospedale cambino a tuo piacimento e pensare di svignartela con queste due frasette striminzite. Voglio tutta la verità e la voglio ora!”

Tsunade doveva assolutamente sapere se la sua ragazza stesse bene.
Non voleva davvero averla cacciata con quella sua scommessa in guai ancor più grossi di quelli che già aveva.

“Come le ho già detto,” fece più serio e severo, ”Sakura ha finalmente ritrovato la sua famiglia. Non ha più motivo di mentirgli e quindi non c’è più ragione che io sia lì con lei.”

“Ti ha mandato via lei o te ne sei andato da solo?” chiese curiosa ed al contempo preoccupata.

“Le assicuro Signorina Tsunade che in questo momento, sulla faccia della terra, non esiste una persona che voglia vedere meno di me.”

“Cosa diamine le hai fatto? Se le hai fatto del male io…io giuro…”

Non le permise di continuare. Aveva ascoltato troppo.

“Non potrei farle del male neanche se volessi. L’ho dovuta lasciare andare perché me ne sono completamente innamorato. Ora, ha tutto quello che ha sempre voluto, Sasori non è più un problema e la sua famiglia ha finalmente capito che ragazza incredibile sia. Se vorrà mai riparlarmi, rivedermi, sa perfettamente dove trovarmi. Io non ho alcuna intenzione di dimenticarla ma non sono disposto più a recitare.”

Sasuke era davvero cambiato.
A Tsunade sembrava di star parlando con una persona del tutto nuova, sconosciuta.
Non aveva mai sentito nelle sue composte parole tutto quel trasporto, quel calore, quelle sfumature ed inclinazioni della voce.

Decise così di non indagare più e di scusarsi con lui per i bruschi modi avuti e soprattutto per aver giocato con i suoi sentimenti, con la sua vita.
Credeva di non creare vittime.
Aveva agito in buona fede ma poteva chiaramente vedere le sue ferite sanguinare.

“Immagino, tu voglia vedere tuo fratello …” gli parlò già più pacata.

“Sì, ha ragione. So perfettamente che avete un orario preciso per le visite ma la prego vorrei davvero vederlo. A Suna sono riuscito a caro prezzo a far riconciliare una famiglia, vorrei poter fare lo stesso con la mia.”

Quelle parole le scaldarono il cuore.
Era da quando aveva preso in cura il maggiore degli Uchiha che la Senju attendeva che i due fratelli si confrontassero sinceramente.
Con i suoi modi di fare, Sakura era riuscita ad annientare le fredde ed invalicabili barriere di Sasuke e Tsunade non avrebbe mai permesso a degli stupidi orari di ricevimento di spezzare quell’incantesimo.

“Tuo fratello sarà felicissimo di sentirti parlare in questo modo ma prima che ti lasci andare c’è una cosa che devi sapere, che voglio dirti. Io ed Itachi, in quest’anni, siamo diventati molto amici e siamo soliti scommettere su ogni piccola cosa che ci viene in mente per divertirci un po‘. Quando Sakura mi ha raccontato disperata quello che l’affliggeva, io ho subito pensato a te. Ho creduto di poter unire l’utile al dilettevole e così ho scommesso segretamente con tuo fratello su di voi. Credevo che lei potesse essere infatti l’unica in grado di scaldarti il cuore. Solamente lei avrebbe potuto farti ritornare ad essere il Sasuke che Itachi credeva di aver ucciso con la morte dei tuoi. Abbiamo scommesso sull’esito del suo trapianto oculare e se da un lato questo tua visibile trasformazione non può che farmi felice, dall’altra devo chiederti scusa perché non avrei mai voluto causarti questo dolore. Non pensavo ti potessi innamorare così disperatamente di lei.”

“Sono contento che abbiate scommesso su di me. Probabilmente se l’avessi saputo prima avrei distrutto senz’altro questo ospedale e tagliato orgogliosamente qualsiasi rapporto con lui ma ad oggi Sakura resta la cosa più bella che mi sia capitata e non vi ringrazierò mai abbastanza per avermela fatta conoscere.” disse sicuro.

“Vai da lui. Non c’è bisogno che ti accompagni. Sai benissimo dov’è.”

“Grazie” rispose, prima di cominciare a correre.


Dopo ogni scalino, le gambe di Sasuke si facevano più pesanti ma non gli importava, non aveva alcuna intenzione di fermarsi.
Non si era mai sentito più vivo di così.

Non poteva più accettare di restare imprigionato nella finzione.
Doveva rischiare proprio come gli aveva detto Naruto ed insegnato Sakura.

Del resto, aveva finalmente compreso che la distruzione fosse l’unica via possibile per la trasformazione.

Bussò forte alla porta e poi entrò nella stanza di suo fratello.
Quando lo vide, non volle trattenere le lacrime e le lasciò scorrere libere e silenziose lungo le guance.
Non riusciva a trovare le parole che aveva trattenuto per troppo tempo.

“S-sasuke? Sei tu?” domandò dubbioso Itachi. Aveva imparato con gli anni a sviluppare gli altri suoi sensi.

“Sì, sono io, fratellone” fece con la voce rotta. Non gli importava di farsi sentire fragile.

“Sasuke, cosa ti succede? Aspetta… ma come sei entrato?! L’orario delle visite è finito da tempo e tu non dovresti essere neppure qui a Konoha. Ti prego rispondimi perché mi sto seriamente preoccupando.”

Sentendo le flebili parole del fratello, Itachi si era immediatamente spaventato.
Anche adesso che si sentiva così inerme e colpevole su quel letto, non poteva resistere all’istinto primordiale di difenderlo e saperlo felice.

“Quel lavoro che mi hai procurato è stato il più importante della mia vita ma purtroppo è finito prima del previsto” parlò, lasciando trasparire tutta l’amarezza. “Tsunade mi ha raccontato tutto, anche della scommessa e mi ha lasciato entrare. Tranquillo non sono venuto qui con il piede di guerra. Quando la settimana scorsa mi hai chiamato, ho pensato mi avessi cacciato in un’enorme e noiosa seccatura invece devo e voglio ringraziarti. Grazie a Sakura, in questi giorni, ho capito molte cose e non posso più aspettare. Devo lottare e rischiare per ciò che voglio. Itachi, io non posso più vivere da solo. Sono stufo di dirti che va tutto bene quando invece non è mai andato bene niente. Non voglio più vederti appassire su questo maledetto letto. Rivoglio mio fratello nella mia vita perché cazzo non è colpa tua se quella maledetta gomma ha deciso di esplodere. Non l’ho mai pensato e mai lo penserò. In questi anni abbiamo sbagliato entrambi. L’orgoglio ci ha corroso l’anima ma possiamo riniziare insieme. Abbiamo ancora una vita davanti e mamma e papà non vorrebbero che la sprecassimo in questo modo. Ti voglio bene Itachi e te ne vorrò per sempre a prescindere dalla scommessa e da ciò che deciderai di fare con l’intervento. Ti prego però torna a casa con me.”

Sotto le bende del maggiore degli Uchiha cominciarono a scendere delle lacrime amare.
Quello sfogo sincero e di pancia del fratello gli arrivò forte allo stomaco e dritto al cuore.
Avevano entrambi cercato di escludere l’altro dalle pene e sofferenze che provavano ma avevano finito così per soffrire il doppio.

“Perdonami, Sasuke. Credevo di proteggerti ed invece ti ho fatto solo del male. Pensavo di poterti rendere felice, che senza di me saresti stato meglio ma guarda cosa siamo diventati. Non sono neanche mai riuscito a dirti la verità su cosa provavo. Io ti amo e qualsiasi cosa farai da qui in avanti la faremo insieme. Non sei più solo. Farò quel trapianto di cornea e non perché Tsunade, grazie al cielo, ha vinto la scommessa ma perché non ho più intenzione di restare ai margini della tua vita. Voglio vivere. Sei la mia famiglia, fratellino.”

Si abbracciarono ed altre parole non furono più necessarie.
Mentre abbracciava le forti braccia del fratello, Itachi si rese conto di quanto desiderasse tornare alla vita, rinnovarsi, lasciarsi la morte alle spalle ed emergere vivo e più forte dal confronto con i demoni che sino ad allora gli avevano impedito di vivere.
Perché voleva bene a suo fratello, gliene aveva sempre voluto.

Sentendosi finalmente in pace con sé stesso, Sasuke prese un respiro profondo e si asciugò le lacrime.

“E adesso con lei che hai intenzione di fare?”

“Niente. Sfortunatamente non c’è più niente che io possa fare.”

“Sei davvero sicuro di volerla lasciare andare così?”

“Devo. La mia è una decisione dettata dal cuore.”

“Se mai ci sarà qualcosa che non va, se mai soffrirai per lei, promettimi però di dirmelo, di confidarti con me…”

“Non ci saranno più segreti fra di noi, Itachi. Siamo rinati. Te lo prometto.”


Si abbracciarono di nuovo.

Non erano mai stati più sinceri e spontanei di così.
Le loro anime si erano ritrovate ed incastrate alla perfezione.

Erano una sola cosa, una nuova vita. 

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Capitolo 28
*** Capitolo XXVIII ***



Capitolo XXVIII






Quando la sua famiglia aveva deciso di lasciarla sola con quella lettera, Sakura aveva subito avuto l’istinto di stracciarla in mille pezzi.
Non voleva più farsi ingannare dalle parole di Sasuke, dai suoi ipnotici occhi neri.
Voleva dimenticarlo per sempre, cancellare ogni traccia della sua esistenza nella propria vita a partire da quel ridicolo e banale foglio di scuse che ora stringeva in mano.

In quel momento, il suo cuore non aveva di certo bisogno di frasi di circostanza. Non l’avrebbe mai potuto perdonare.

L’Uchiha, proprio come Sasori anni prima, l’aveva ingannata, giocando con i suoi sentimenti e con le sue fragilità per arrivare ai soldi e all’azienda di famiglia.
Lei era stata soltanto il mezzo più facile da utilizzare, da sfruttare per raggiungere il ricco e fortunato bottino.


“Sei sempre così ingenua, confettino.”


Le parole velenose dell’Akasuna le ronzavano ancora fastidiose in testa e distruggevano quel poco rimasto in piedi dentro di lei.
L’amara realtà dei fatti aveva con un colpo solo cancellato tutte le gioie che aveva vissuto insieme a Sasuke in quella settimana, tutti quei momenti in cui si era sentita indissolubilmente legata a lui, sua.

Credeva finalmente di star vivendo la sua favola, di esser vicina al fatidico lieto fine ed invece si era ritrovata di nuovo, senza neanche accorgersene, nel bel mezzo del suo peggior incubo.
Era ancora Runaway Candy e probabilmente era destinata ad esserlo per sempre.

Sino a quel maledetto party in giardino, l’Haruno si era convinta che mai più nella vita avrebbe potuto provare un dolore simile a quello sentito il giorno in cui aveva deciso di abbandonare la sua casa, i suoi cari, la sua vita con un post-it ma come spesso accadeva, si era sbagliata.
Questa volta era anche peggio della prima.

Le sembrò che una morsa di ghiaccio si stesse stringendo sul suo povero cuore e la vista le si oscurò per un secondo. Perché si era dannatamente e perdutamente innamorata di Sasuke, non esisteva alcun modo per impedire a quel sentimento di continuare a crescere, non aveva possibilità di limitare i danni e la sua unica certezza era che non avrebbe mai potuto smettere di soffrire per lui.

Non avrebbe mai avuto al suo fianco un  uomo che l’avrebbe amata e protetta, perché l’unico uomo che voleva era quello che l’aveva ridotta in quello stato.
Era sicura che nessun altro avrebbe saputo capirla come l’Uchiha e nessuno avrebbe potuto regalarle quelle splendide sensazioni, anche solo sfiorandola come faceva lui.

In virtù del forte ed inarrestabile sentimento che provava per colui che sarebbe stato il suo eterno carceriere, Sakura decise di leggere quel pezzo di carta che era ancora stretto fra le sue mani.
Lo stava facendo per sé stessa, esclusivamente per lei.

Parola dopo parola, la lettura si fece più difficile, pesante.
I suoi occhi verdi tremarono più volte e si soffermarono morbosamente su ogni lettera scritta dal ragazzo con la sua prevedibile composta calligrafia.
Le lacrime che sino alla fine aveva trattenuto cominciarono poi a scorrere copiose sulle sue guance e ben presto il pianto si trasformò in singhiozzi.

Aveva fallito.

Non  appena aveva smesso di mettere in gioco il proprio cuore, Sakura aveva perso Sasuke per sempre.
Il primario aveva infatti permesso al suo passato di soggiogarla, di farle dimenticare che il ragazzo di cui era completamente e follemente innamorata non era Sasori e non  lo sarebbe mai stato.
Era stata annebbiata dai suoi vecchi ricordi ed ora aveva rovinato tutto.

Egoisticamente aveva pensato solo a sé stessa e per questo aveva voluto davvero mandarlo via, riuscendoci tra l’altro fin troppo bene.
L’Haruno, avendo inoltre imparato a conoscere ed a convivere con il suo orgoglio, mai, dopo il suo ultimo perentorio addio, si sarebbe quindi aspettata di leggere una così chiara e sincera dichiarazione d’amore.

L’Uchiha aveva avuto il coraggio di esporsi, di rischiare, di voltare una volta per tutte pagina mentre lei era di nuovo caduta vittima dei suoi fantasmi.

Sakura serrò le palpebre e rivide l’espressione tenera dei suoi occhi quando quella mattina l’aveva svegliata.

La solita insicurezza aveva rovinato la sua unica opportunità di essere davvero felice con l’amore della sua vita.
L’amore della sua vita. Era Sasuke.
Dio, era stata una vera idiota.

Completamente assorta nei suoi pensieri, l’Haruno non si accorse neanche che tutto intorno a lei si era ormai fatto buio.

“Fronte-spaziosa, ti prego dimmi che sei ancora qui!”

Ino non aveva resistito.
Quando prima di andare a dormire, era passata di nascosto nella stanza di sua sorella per vedere come stava, non trovandola si era immediatamente preoccupata ed aveva cominciato a cercarla.

“Sì, Ino sono qui” fece con voce flebile.   

“Sakura è tardissimo e fa anche piuttosto freddo. Ti prego, torna in casa.”

“Non c’è molta differenza fra fuori e dentro…io non sento niente.”

La futura sposa poggiò così la torcia da giardino ai suoi piedi e si accomodò vicino a lei.
Aspettava che si aprisse, che buttasse fuori tutto il dolore che la stava risucchiando.

“Sai, Sasori ha ragione. Sono ancora la solita ragazza ingenua, introversa, piena di dubbi e di incertezze. Alla fine perdo sempre tutti quelli a cui voglio bene, che amo” ruppe il primario finalmente il silenzio.

Ino immediatamente l’attirò a sé e la strinse in un abbraccio confortante.

“Sakura dimentica tutte quelle puttanate che ti ha messo in testa quel bastardo di Sasori. Non conosco al mondo nessuno più forte e determinato di te. Come fai a non accorgertene?! Hai messo da parte la tua vita, la tua felicità solo per farci continuare a vivere nel lusso, ti sei sentita offesa ed accusata in ogni sciocca rivista patinata, hai accettato che gli altri e soprattutto la mamma ti guardassero e ti giudicassero per qualcosa che non hai mai fatto e che non avresti mai sognato di fare, hai sostenuto da sola un macigno così pesante e nonostante tutto questo… guarda che donna sei diventata! Tra me e te quella veramente bella sei tu e lo sei sempre stata. Non sai davvero che gioia sia stata per me vederti tornare a casa, dopo tutti questi anni, radiosa e felice in compagnia di Sasuke. Ero contenta perché non ti avevo mai visto così bene. Finalmente qualcuno aveva capito quanto speciale fosse mia sorella e ti aveva reso brillante, splendente, ti aveva fatto completamente sbocciare. Credimi, ne sono convinta, fra di voi non è mai esistita nessuna recita o se mai c’è stata l’avete mandata a farsi fottere nel momento in cui i vostri occhi si sono incontrati. Fronte-spaziosa tu lo ami! Non puoi permettere che finisca così!”

“Ino davvero grazie. E’ vero amo Sasuke con ogni fibra del mio essere e con lui non ho mai finto ma ora che importanza ha, l’ho perso. Ho sbagliato tutto. Ho lasciato che Sasori mi manipolasse ancora una volta. L’ho mandato via, se n’è andato e non posso fargliene una colpa.”

“Ok, sì se n’è andato e non gli hai dato modo di spiegarsi ma chi tesoro al posto tuo l’avrebbe fatto?! Il punto non è questo. Ora c’ho che davvero devi capire è quanto vuoi che lui faccia parte di questa tua nuova vita, quanto sei disposta a rischiare per riaverlo.”

“Ino, non c’è cosa al mondo che io desideri di più.”

“E allora basta! Le parole stanno a zero. Alzati e corri a riprenderti quel pezzo da novanta!”

“Ma… io non posso andarmene. Domani abbiamo la cena di prova del tuo matrimonio e la mattina seguente ti sposi. Sono tua sorella, la tua prima damigella voglio essere al tuo fianco.”

“Non ti sembra che tu ti sia già sacrificata abbastanza per noi?!” domandò retorica la bionda. “Non ti lascerei andar via per un uomo di minor valore. Sasuke ci ha salvato. Noi saremo per sempre la tua famiglia e non ti lasceremo più sola ma per una volta sii egoista. Torna a Konoha, riprenditelo e soprattutto tornate in tempo. Anch’io voglio che tu sia al mio fianco quando salirò sull’altare. Non credo poi che a nonna Chiyo starebbe bene il tuo striminzito abito lavanda” rise divertita sciogliendo tutta la tensione che si era creata, contagiando anche la sorella.
Sentirla finalmente ridere, le fece scoppiare il cuore di gioia. Le voleva davvero un mondo di bene.

“Hai scelto davvero il color lavanda per noi damigelle?!”

“Certo, perché avevi dei dubbi?”

“No ma speravo fossi clemente.”

“Zitta, starai una favola. Adesso però torniamo a casa, sto gelando. Ti do una mano con la valigia” le fece l’occhiolino, prima di alzarsi e di riprendere la strada di casa.

“Ino…” la fermò.

Non le diede neanche il tempo di rispondere, Sakura immediatamente si gettò sulla sorella e l’abbracciò così forte da farle quasi male.

“Grazie” le disse con il capo chinato sulla sua spalla e nascosto tra i suoi capelli dorati. “Ti voglio bene.”

“Lo so, anch’io. Muoviti lumaca, non hai molto tempo!”


Una volta rientrate nella Villa, Ino mise su una vera e propria associazione a delinquere.
Sakura aveva sempre invidiato la sua perfetta capacità organizzativa.
Ogni suo gesto, ogni sua azione era costantemente consapevolmente coordinata, sotto controllo.
Niente poteva sfuggirle.

L’Haruno cercò davvero in tutti i modi di farla desistere dal coinvolgere Sai in quest’assurda e folle corsa contro il tempo, contro il destino ma sua sorella aveva già deciso, già scelto.
Così bruscamente, Ino spinse giù dal letto il compagno e lo obbligò a cercare su internet il primo biglietto aereo disponibile per Konoha.

“Amore non m’importa la classe, la vicinanza all’uscite di sicurezza o al finestrino… Fronte-spaziosa ha bisogno di un biglietto last minute! Stupiscimi!” sentenziò prima di precipitarsi nella camera del primario. “E mi raccomando fai veloce!” urlò mentre era già sul corridoio.

“Allora mia cara, adesso devi assolutamente cambiarti. Datti una bella ma altrettanto rapida rinfrescata. Al trucco e parrucco ci penso poi io. Non puoi di certo giocarti il tutto e per tutto conciata in questo modo. Su che aspetti, VAI !” le ordinò la sua isterica fata madrina.

Sakura non provò nemmeno a controbattere tant’era spaventata all’idea di essere sgridata da quel sergente di ferro che aveva come sorella.

“Ah, Sai mi raccomando per il ritorno trova DUE biglietti con un orario che possibilmente si possa incastrare perfettamente con quello del nostro matrimonio!”

La sentì gridare Sakura, intenta a cancellare ogni traccia lasciata dalle tante lacrime versate.  
Sperava davvero che quei due biglietti sarebbero stati usati.

Quando uscì dal bagno, i suoi occhi di giada si posarono sconvolti sul letto o su quello che ormai restava di esso.
Il materasso era infatti un campo di battaglia e i suoi vestiti erano tutti gettati malamente qua e là.

“Ino, cosa diavolo hai combinato?!”

“Sssh… poi mi farò dare una mano da Kakashi per sistemare. Tu calmati e mettiti questi! Non sai che fatica ho fatto per trovare qualcosa in quella valigia che ti facesse sembrare bella ma non esagerata, desiderabile ma non disperata” le rispose, stendendole gli abiti prescelti e fautori di tutto quel bordello.

L’Haruno sorrise.

Ino, senza saperlo, aveva scelto proprio lo stesso outfit che lei aveva indossato la prima volta che aveva conosciuto Sasuke.
Quella fortuita coincidenza le sembrò assolutamente perfetta.   

“Grazie Ino-pig. Ora posso farcela anche da sola.”

“Sei sicura?”

“Sì, so esattamente cosa fare.”

“Voglio fidarmi di te. In valigia ti ho messo solamente l’abito da damigella,  in caso la cosa dovesse andare per le lunghe e non avessi il tempo di cambiarti e prepararti qui. Mi raccomando, aprilo ed indossalo solamente prima di entrare in Chiesa.”

“Devo per caso preoccuparmi?!”

“Solo un pochino” rispose sarcastica.

“Posso entrare?” parlò dall’uscio della porta Sai.

“Sì, caro. Entra pure e tu vestiti!”

“Hai trovato qualcosa?” chiesero all’unisono le due sorelle.

“Abbiamo due grossi problemi… allora per il ritorno ho trovato solamente un aereo che parte domani sera da Konoha e questo inevitabilmente Sakura ti toglie moltissimo tempo per trovare Sasuke e chiarirvi ma ciò che davvero mi preoccupa è il viaggio di andata. L’unico aereo disponibile parte fra mezz’ora e non so se riusciamo ad arrivare in tempo!”

“E’ perfetto! Amore prenota e stampa tutto. Do una mano a Sakura e fra cinque minuti scendiamo. Guido io.”

“Ino-pig, non credo possiamo farcela…” disse mesta e rassegnata il primario.

L’aeroporto era troppo distante da casa sua.

“Fidati di me. Non hai niente da perdere. Dimmi cosa avevi in mente, quattro mani sono meglio di due!”

Dopo aver finito il make-up, Ino guardò velocemente compiaciuta la sorella.

“Sei bellissima, andiamo!” la prese per la mano e la trascinò di corsa giù per le scale.

“Dovremmo avvisare mamma e papà…”

“Fronte-spaziosa per piacere, smettila di preoccuparti!”



Durante il lungo tragitto per l’aeroporto di Suna, Sai e Sakura crederono più volte di non riuscire ad arrivare vivi alla meta.
Ino aveva guidato per tutta la statale come una pazza, un’ossessa, infrangendo qualsiasi legge del codice etico e soprattutto stradale ma ce l’aveva fatta.

Sakura poteva prendere il suo aereo.

La ragazza non avrebbe mai potuto ringraziare abbastanza tutta la naturale sfrontatezza, audacia ed esuberanza di sua sorella.
Ino era straordinaria, un pezzo imprescindibile del suo cuore, della sua vita.

“Grazie ragazzi, davvero” le sembrava il minimo fermarsi a ringraziarli per quanto quella notte avevano fatto e stavano facendo per lei.

“CORRI! Non perderò tutti i miei punti sulla patente per niente!”

“Ti aspettiamo Sakura”

“In dolce e decisamente bella compagnia” concluse la vulcanica bionda.



Sakura aveva un viaggio per cercare le parole giuste e stabilire che cosa dirgli.
Perché non c’erano dubbi che quando l’avesse rivisto sarebbe stato il discorso più importante della sua vita.
Il mettersi in gioco è un corpo al corpo con il destino.












NOTE AUTRICE: Chiedo scusa ai lettori se la scorsa settimana non ho aggiornato puntualmente la fiction ma abitando in un paesino in provincia di Ascoli Piceno i giorni scorsi, per via del terremoto, sono stati piuttosto turbolenti ed angoscianti. Fortunatamente nessun danno considerevole, a parte la forte e costante paura.
Ora sono tornata a Roma, dove studio, e riprenderò senz’altro la pubblicazione settimanale.
Grazie a tutti coloro che seguono e continuano a seguire Runaway Candy e a chi mi dedicherà un po’ del suo tempo recensendo il capitolo.
Un bacione, ValeUchiha07.

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Capitolo 29
*** Capitolo XXIX ***


Capitolo XXIX
Capitolo XXIX






Quando l’aereo atterrò a Konoha, il cuore di Sakura ripiombò veloce sulla terra con un tonfo.
Per tutta la durata del viaggio, non era stata in grado di pensare a niente che le potesse essere davvero utile.
I giorni, le immagini, le gioie ed i ricordi passati con Sasuke le passarono davanti agli occhi come in un film e la condussero completamente in un’altra dimensione.

La sua mente, la sua anima ed il suo cuore erano pieni di lui.

Aveva chiuso le palpebre per un attimo e tutto le era apparso vivido, chiaro, realistico, bello.
Non poteva più immaginare la sua vita senza quel ragazzo che l’aveva liberata per sempre dal giogo del suo passato.
Ogni cosa la legava all’Uchiha. Ai loro momenti felici, alle loro emozioni.

Ma quale futuro li aspettava?

Con Sasuke nella sua vita, Sakura si era sentita straordinariamente fiduciosa, completa.
Ma adesso?
Che cosa le riservava il futuro, se l’avesse perso? Poteva essere la donna che lui voleva? Poteva dargli quello che desiderava?

Quando si era fidanzata con Sasori, il primario non era stata in grado di concepire un futuro con lui.
Era troppo giovane, piena di idee e sogni che voleva ancora realizzare.
Aveva quindi sempre segretamente pensato che il loro matrimonio, la loro relazione non sarebbe durata.
Le loro differenze caratteriali, i loro diversi obiettivi nella vita sarebbero prima o poi venuti a galla ed avrebbero finito con l’annegarli.
 
Con l’Uchiha invece era diverso.

Sakura non riusciva a pensare al suo domani senza di lui.
Sentiva già dannatamente la sua assenza.
Le mancavano la sua saccenza, il suo orgoglio, la sicurezza, il calore e la nuova luce che aveva portato nella sua vita.
Le mancava il suo modo di guardarla come se non vedesse l’ora di portarsela al letto, di farla sua.

Lo voleva nella sua vita.
Aveva bisogno di lui. Era il suo “e vissero felici e contenti”.
L’amava.

Quest’ultimo pensiero la lasciò stordita mentre elegantemente recuperava la valigia con il vestito da damigella che Ino le aveva saggiamente riposto e preparato.

Doveva parlargli, vederlo e chiedergli scusa.
Dirgli che era completamente innamorata di lui. Ma doveva farlo nel modo migliore possibile.
Aveva soltanto un’occasione.
Questa volta non avrebbe permesso all’ansia e all’insicurezza di farle commettere degli errori.

Sakura sapeva esattamente cosa fare.

La ragazza prese così dalla pochette il suo cellulare e compose velocemente il numero di Tsunade.
Ricordava che quel giorno la donna avrebbe lavorato fino a tardi.
La Senju era infatti l’unica in grado di fornirle i contatti ed i recapiti dell’attore.

Il primario cercò quindi, più volte, di mettersi in contatto con lei ma la caposala non le rispose mai.
Mentre era in trepidante attesa del suo taxi, la ragazza provò di nuovo a chiamarla ma anche questa volta non ebbe alcuna risposta.

Presa dallo sconforto più totale, Sakura pensò persino di telefonare a Naruto anche se non le sembrava per niente giusto disturbarlo a quell’ora tarda della notte e renderlo di nuovo complice dei suoi problemi.
Il taxi finalmente si fermò davanti a lei e mentre montava dentro, la ragazza pensò improvvisamente di sapere dove fosse andato Sasuke.  

Valeva la pena tentare.

Se Tsunade l’avesse richiamata e se la sua supposizione fosse stata giusta, al momento della telefonata le sarebbe stata molto più vicino.
In fin dei conti, in ogni caso non aveva più nulla da perdere.

“Dove la porto signorina?” chiese il taxista.

“All’ospedale di Konoha, grazie.”


Era convinta che l’Uchiha fosse passato a trovare suo fratello, che perlomeno avesse provato a vederlo.


Quando l’autista però la lasciò a destinazione, Sakura sperò che il suo telefono squillasse o ancor meglio che il ragazzo si materializzasse come per magia davanti ai suoi occhi.

Niente le assicurava più che Tsunade e Sasuke fossero lì.

Del resto, i turni ospedalieri in quella settimana potevano essere cambiati.
Era andata là d’impulso.
Era talmente stanca che non si ricordava nemmeno come fosse arrivata a quella conclusione.

Decise comunque di entrare dentro l’ospedale.
Quel posto era come casa sua ed aveva il potere di farla essere lucida e brillante.

“Dottoressa Haruno, cosa ci fa qui?” chiese stupita Natsumi da dietro il bancone della hall.

“Cerco la signorina Tsunade, per caso è qui?”

Sakura non si preoccupò minimamente dell’impressione negativa che poteva dare a quell’infermiera.
Era distrutta sia psicologicamente che fisicamente ma non le importava.
Aveva un unico obiettivo, una sola immagine in testa.

“Sì, poverina è ancora qui. Non ha avuto un attimo di pace. Ora è in sala operatoria per un ricovero urgente e poco fa ha dovuto placare un pazzo furioso che voleva entrare a tutti i costi nella casa di cura.”

Gli occhi verdi dell’Haruno si illuminarono.

“Quel ragazzo… Natsumi, dimmi… quel ragazzo è ancora qui?”

“Credo lo conoscesse perché, sì, gli ha permesso di salire con lei.”

“Grazie mille” rispose mentre velocemente si avviava all’incontro con il suo destino.

“Ah, Natsumi un’ultima cosa mi potresti tenere per un po’ questa valigia lì dietro? E’ molto importante.”

“Certo, non si preoccupi” le disse gentile ma sempre con uno sguardo piuttosto confuso.“Sicura di star bene?” le chiese infatti subito dopo.

“Mai stata meglio.”


Mentre il primario correva su per le scale, tutta la sua vita le passò davanti.
In quel momento si sentì finalmente diversa, una nuova persona, quella che voleva davvero essere.
Non aveva paura di dire la verità, di rischiare.

Bussò così dolcemente sul legno della 307 e poi entrò dentro.

Quando aprì la porta, Sakura vide una figura seduta accanto al letto di Itachi.
I suoi capelli neri contrastavano e rifulgevano alla luce dell’abatjour.
La ragazza trattenne il fiato.
Sasuke dormiva beatamente con un sorriso sereno sul volto.
Era sempre così bello.

Le mani dei due fratelli erano intrecciate e lei si sentì quasi in colpa per essersi intromessa in quel ritrovato idillio famigliare ma questa era la sua occasione e non l’avrebbe sprecata.
Si avvicinò quindi all’attore silenziosamente, desiderando di far parte di quell’attimo di pace.

Non appena gli fu vicino, Sasuke subito aprì gli occhi e si volse a guardarla.
Il primario avvertì immediatamente la connessione, la sentì vibrare nell’aria.
Sperava l’avvertisse anche lui.

“Sakura” disse semplicemente.

L’attore credeva di essere vittima di un miraggio, di un brutto scherzo del proprio subconscio eppure il suo profumo ed i suoi occhi smeraldo sembravano così veri, così reali.

“Sasuke” rispose ed in quel frangente il cuore di entrambi batté più forte.

“Come hai fatto a trovarmi?” chiese con la voce ancora impastata e di getto l’Uchiha, mentre si alzava dalla sedia.

Lei sorrise.

“Ho pensato a dove saresti potuto andare dopo quello che ti ho detto, che ti ho fatto. Credo di cominciare a capirti. Mi sei entrato dentro.”

“Perché sei qui? Mi eri sembrata piuttosto chiara” le domandò freddo, mentre con lo sguardo la invitò a continuare fuori il discorso.

Non voleva disturbare il sonno di Itachi.
Voleva solo sentirsi dire che era tornata per stare con lui, che era arrivata alla sua stessa conclusione.

“Sono venuta a scusarmi. Quando Sasori, oggi pomeriggio, mi ha detto quelle cose ho riprovato il rancore, la sofferenza di un tempo ed ho avuto paura di essere stata presa in giro di nuovo. Ho permesso al passato di interferire con noi due, di compromettere il nostro futuro. Ero furibonda con te e non ti ho dato modo di spiegarmi quello che realmente stava succedendo. Leggere quella tua lettera è stato come essere pugnalata al cuore milioni di volte. Credevo di essermi lasciata tutto alle spalle, di essere in grado di sopportare da sola il dolore ma evidentemente il ricordo continuava ad influenzare le mie azioni. Ho capito quanto fossi importante per me solamente quando te ne sei andato cioè quando io ti ho permesso di andartene. Torna a Suna con me, Sasuke. Ricominciamo da capo senza più alcuna recita, senza bugie. Io ho bisogno di te. Ho sempre pensato che una volta recuperato il rapporto con i miei famigliari, non avrei più desiderato nient’altro invece sbagliavo. Io voglio te e non per riconoscenza, per gentilezza o altro ma perché mi sei entrato nel cuore, perché sono perdutamente innamorata di te. Io voglio essere la persona che ti occorre. Voglio dividere questa mia nuova vita perfetta con te perché insieme lo sarebbe ancor di più. Voglio appartenerti. Ecco perché sono qui. Voglio essere la tua famiglia. La nostra connessione è unica al mondo. La senti anche tu, vero? Queste cose accadono una volta sola nella vita. Probabilmente non c’è più niente che io possa fare ma non m’importa. Tu mi hai insegnato a rischiare. Ti amo e dovevi saperlo.”


Sasuke restò immobile, in silenzio a guardarla.
Era stupefacente vedere come lei lo avesse ridotto.
Non ricordava nemmeno l’ultima volta in cui qualcuno gli avesse fatto perdere così il controllo di sé stesso da non permettergli di organizzare un pensiero.

“Sei ancora così terribilmente frustante, noiosa e…”

“e…” lo interruppe in ansia.

“e non sai MAI quando smettere di parlare ma ti amo comunque. Vorrei poterti chiedere scusa per quello che ho fatto alle tue spalle ma non posso e soprattutto non voglio.”

“Sasuke… tu, tu mi ami?” sussurrò Sakura.

“Sarà la mia rovina ma sì, ti amo” sospirò il ragazzo stancamente, esausto alla sola prospettiva. “Pare che non riesca a farne a meno.”

“Oh!” le labbra dell’Haruno tremarono, poi sorrise. “Bene.”

“Bene?!” le fece eco l’Uchiha. “Sei piombata qui alle cinque di mattina, hai lasciato tua sorella alla vigilia del suo matrimonio e bene è tutto quello che hai da dire?!” continuò provocatorio e sarcastico come suo solito.

Sakura avanzò di un passo e gli toccò una guancia.

“Anch’io ti amo. Con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima e…”

Lui non seppe mai cosa stesse per dire perché le parole si persero nel suo bacio.
Si erano già detti tutto quanto.
Desiderava baciarla dal primo momento in cui aveva messo piede nella stanza di suo fratello.

Sakura fu subito pervasa da un senso di calore.
Lo amava e lui l’amava.
La voleva ancora e lei gli apparteneva.
Strinse Sasuke a sé, non riuscendo più a trattenere le lacrime di felicità.
Il suo sogno si era realizzato, la sua favola conclusa.


“Se non erro, nessuno dei due dovrebbe essere qui in questo corridoio” li interruppe divertita, bruscamente, Tsunade.

Il primario immediatamente si staccò imbarazzata dalle labbra dell’Uchiha, cercando di ridarsi un contegno.

“Signorina Tsunade, mi scusi. Credevo foste in sala operatoria.”

“…ed io pensavo fossi a divertirti con Sasuke a Suna. A quanto pare, Sakura, ci siamo entrambe sbagliate” rise la Senju. “Volevo solo vedere se il ragazzo qui stesse bene, se si fosse calmato ed avesse bisogno di un letto per dormire ma credo che tu possa decisamente aiutarlo meglio di me. Andate pure a riposarvi. Avviso io Itachi che sei andato via.”

“Grazie e mi scusi per i problemi causati” tenne comunque a precisare l’attore.

“Magari tutti i contrattempi avessero sempre dei risvolti così positivi ed incredibili!”

Sasuke prese allora la mano della sua ragazza, pronto a lasciare con lei l’ospedale.

“Ah, sia ben chiaro, non voglio rivedervi più qui dentro prima della prossima settimana!” catturò ancora la loro attenzione la caposala.

“Glielo prometto. Abbiamo un matrimonio importante a cui partecipare” fece l’Uchiha, illuminando con quella risposta lo sguardo di Sakura.

“A lunedì, Signorina. Grazie davvero per tutto” parlò riconoscente la ragazza.

Se in quel momento l’Haruno era così felice e si sentiva completa ed in pace con sé stessa, il merito era tutto della sua mentore che l’aveva spinta ed aiutata ad intraprendere quel viaggio di riscatto in compagnia dell’attore.
Non avrebbe mai incontrato Sasuke se non fosse stato per le sue macchinazioni.
Gliene sarebbe stata davvero grata e riconoscente per sempre.

Così insieme, i due lentamente si allontanarono mano nella mano, lasciando da sola la Senju sul pianerottolo della casa di cura.
Sakura si voltò a guardare ancora Tsunade, scambiandosi con lei un ultimo sguardo e sorriso d’intesa.

Era radiosa come mai lo era stata prima e la bionda non poteva che essere più contenta di così.
Le voleva veramente molto bene, proprio come se fosse sua figlia.

La caposala entrò poi nella stanza di Itachi per avvisarlo, come promesso, della felice fuga del fratello.

“Speravo di sentire entrare solo te nella stanza” la precedette il maggiore degli Uchiha. “Immagino abbiano chiarito e che tu sia qui soprattutto per pavoneggiarti per la schiacciante vittoria ottenuta” la provocò.

“Credo Uchiha che tu abbia vinto anche questa volta” rise.

“E’ felice con lei, vero?”

“Non ho mai visto quel saccente di tuo fratello guardare qualcuno così. Presto, lo vedrai anche tu.”

“Sinceramente, non vedo l’ora.”


Itachi aveva finalmente capito che tutto poteva ricominciare in un attimo, con una scommessa qualunque, in un giorno qualsiasi della vita, quando meno te l’aspetti.

“L’inizio è oggi” sorrise alla vecchia amica.

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Capitolo 30
*** Capitolo XXX ***




Capitolo XXX



Sakura e Sasuke erano ora in attesa del loro taxi con le valige recuperate al loro fianco.
Era stato davvero imbarazzante cercare di spiegare, senza entrare troppo nel dettaglio, la situazione a Natsumi, tentando al contempo di sembrare ai suoi occhi mentalmente sani e stabili.
Erano insieme e quindi per loro tutto il resto non aveva alcuna importanza.



“Tsunade è molto legata a te. Ho temuto veramente volesse uccidermi quando mi ha visto arrivare qui da solo.”

“Ma per mia fortuna, sei ancora vivo. Piuttosto, sono contenta che ti abbia permesso di vedere tuo fratello nonostante le regole dell’ospedale lo vietassero categoricamente.”

“Dopo che ti ho lasciato, ho capito che non potevo più permettere alle persone che amo di abbandonarmi e lasciarmi solo. Dovevo ricominciare con Itachi. Sai, ha deciso finalmente di operarsi ed il merito è anche e soprattutto tuo.”

“Sasuke, io non ho fatto niente.”

“Sbagli, mi hai aperto gli occhi e voglio che sia tu ad operarlo” la guardò il ragazzo serio e sicuro, facendola annegare nel suo riflesso nero.

“Non so se Tsunade me lo lascerà fare, visto il mio legame con te. E’ un intervento delicato ed il coinvolgimento emotivo potrebbe giocarmi brutti scherzi in sala operatoria” rispose il primario sincera.  

“Semmai te lo chiedesse, però, promettimi che accetterai. Sono più tranquillo, se so che ci sei tu.”

“Te lo giuro.”

Sasuke la baciò.
Fu un bacio ardente e deciso, proprio come intendeva che fosse.
Sakura gli afferrò la camicia fra le dita e l’attirò a sé.
In un attimo, la passione divampò di nuovo cocente.


Proprio in quel momento, il taxi parcheggiò nell’adibita piazzola di sosta di fianco a loro, spezzando così quel dolce e forte desiderio.

“Sali in macchina” riuscì a mormorare dolcemente l’attore a fior di labbra, interrompendo quel bacio passionale. “Non possiamo farlo qui” gli fece poi sarcastico all’orecchio.

Senza protestare, Sakura gli obbedì.

“Presto. Russell Street, civico 107” pregò l’Uchiha l’autista, una volta all’interno della vettura.

Sasuke sapeva che l’Haruno lo stava fissando per questo non osò voltarsi a guardarla per paura di non riuscire a resisterle.
Anche parlarle gli sembrava ora troppo rischioso.
Una sola parola, un’unica occhiata al suo volto, alle sue labbra e l’incantesimo si sarebbe riattivato inesorabilmente.

Pur sapendo quindi di non desiderare altro, decise di controllarsi poiché non aveva la minima intenzione di fermarsi ancora.
La voleva terribilmente e nessuno l’avrebbe più allontanata da lui.

Venti minuti più tardi, il taxi si arrestò bruscamente davanti casa del giovane il quale rapidamente pagò il conto e recuperò le valigie, con lei stretta addosso.
Abbracciati salirono i gradini e attraversarono il portico.

Mentre Sakura lo baciava, Sasuke provò per tre volte ad inserire la chiave nella toppa, riuscendoci solo all’ultimo tentativo.
Spalancò dunque la porta e gettò tutti i bagagli violentemente sul pavimento dell’atrio.

I due ragazzi non cercarono nemmeno di raggiungere la stanza da letto dell’Uchiha.
Si amarono lì, con un ardore che mai avrebbero pensato immaginabile.

Per qualche istante, l’Haruno non ebbe più coscienza di niente, se non di lui.
Si sentì pervadere da un calore che prepotentemente riportò in vita ogni sua singola cellula e con un sospiro cedette alla magia che soltanto quell’uomo sapeva darle.

Il bacio si fece più urgente.

Con una mano Sasuke le carezzò una coscia mentre con l’altra le cercò il seno.
Istintivamente Sakura gli sbottonò la camicia in cerca del contatto bollente con la sua pelle, con la sua muscolatura.
Il suo odore virile misto al suo profumo la inebriò.

L’attore fece lo stesso con i suoi vestiti.
Le accarezzò il ventre alla ricerca del suo punto più sensibile e la sentì trattenere il respiro quando le fece raggiungere l’apice del piacere.

La ragazza, però, voleva di più e subito.
Gli circondò così il collo con le braccia ed inarcò naturalmente la schiena.
Lui le strinse le natiche per trattenerla e la baciò a lungo con passione divorante finché lei non l’implorò di farla sua.
Sasuke allora la penetrò facendola gridare di piacere.

I loro cuori battevano all’unisono. Ma non era ancora abbastanza.

L’attore la voleva a letto, sotto di sé, alla sua mercé mentre la faceva godere.
Con un rapido gesto la sollevò e la trascinò nella sua camera dove insieme caddero sulle lenzuola.

L’Uchiha le baciò la base del collo poi scese verso il seno e le catturò un capezzolo.
Sakura si sentì mancare l’aria e gli affondò le unghie nei bicipiti.
Non contento, il ragazzo le coprì di piccoli baci l’ombelico, avvicinandosi pericolosamente al monte di Venere.
Le stuzzicò con la lingua l’interno delle cosce scendendo fino al ginocchio per poi risalire fino al seno.

L’Haruno gli afferrò così i fianchi imprigionando il suo membro vigoroso.
Stava impazzendo.
L’attore la baciò di nuovo e fu solo allora che la penetrò.
Le spinte si fecero sempre più urgenti facendogli raggiungere presto il punto di non ritorno.
Appagata, lei lo tenne stretto a sé mormorando qualcosa di indistinto.

Era sua, pensò lui.
Lo era sempre stata, fin dalla prima volta che l’aveva vista.
Ne era rimasto subito stregato.

Sakura era diversa da tutte le altre donne che conosceva e che aveva conosciuto.
Era viva, brillante, dolce ed onesta, con uno spirito acuto che trovava rigenerante.
Soprattutto gli aveva insegnato a tornare a sorridere con l’anima ed il cuore e l’avrebbe sempre amata per questo.

Tutto ciò che il ragazzo aveva sempre desiderato in vita sua era ritrovare un luogo in cui potersi sentire di nuovo a casa e con Sakura l’aveva ritrovato quel posto speciale.


Per questo era così importante.

Per questo non l’avrebbe più persa.
Era tutto per lui.

“Non farlo mai più” le sussurrò con voce rauca e colma di emozione come se fosse stata sempre nella sua testa.

Lei sorrise.

“Che cosa? Fare sesso sfrenato con te?” lo provocò.

L’Uchiha la strinse ancor di più, in modo possessivo.

“Lo sai, non devi giocare con il fuoco. Se resti qui questa notte, non ti permetterò più di andartene via.”

“Resterò per sempre. Ti amo.”

Il ragazzo premette quindi le labbra sulle sue tempie ed annullò la piccola distanza rimasta fra i loro corpi nudi.

“Grazie Sakura. Ora però dormi” le disse con una tenerezza che non credeva di avere.

“Buonanotte amore mio.”




Quando Sakura aprì gli occhi, Sasuke era ai piedi del letto intento a fissarla.



“Buongiorno” fece lei con voce soffiata. “Sei sveglio già da parecchio?” domandò poi vedendolo già vestito.

“Sì, da un po’. Ho sistemato casa. Naruto l’aveva lasciata come sempre nel degrado più totale. Il bagno ora è agibile” le sorrise.

“Avresti dovuto svegliarmi. Ti avrei dato volentieri una mano” protestò.

“Dovevi riposare. Non dormivi, se i miei calcoli sono esatti, da più di 38ore. Non mi sembrava per niente giusto svegliarti per un po’ di disordine. In più, immagino che tu non abbia neanche mangiato nulla da ieri sera, vero?

L’Haruno abbassò gli occhi con fare colpevole.

“Per l’appunto, vestiti. La colazione è quasi pronta, sempre se di colazione si può parlare alle sei e mezza di pomeriggio” le fece sarcastico.

“Grazie” lo guardò completamente rapita.

“Cosa vorresti bere?” le chiese mentre lentamente si alzava dal letto.

“Del caffè sarebbe perfetto.”


Velocemente Sakura, coperta dal sol lenzuolo, raccolse i suoi vestiti sparsi per casa e si diede una rinfrescata in bagno.

Non si era mai sentita più leggera e spensierata di così.

Quando entrò in cucina, il primario vide l’Uchiha completamente preso ai fornelli e le venne naturale ridere.
Il ricordo di quel ragazzo scorbutico e poco accomodante era ormai ben lontano dalla sua mente.

“Potrei abituarmi a tutto questo, lo sai?” parlò infatti provocatoria l‘Haruno.  

“Ogni carineria ha il suo prezzo” rispose suadente e a tono il giovane.

“Immaginavo” controbatté divertita, più vicina a lui.


Si baciarono.


“Ho preparato un po’ di cose con la personale scorta di Naruto, la mia credenza era vuota” sorrise mentre la invitava a sedersi, appoggiando un vassoio pieno di waffle, pancake, bacon e pane tostato.

“Hai fatto tutto questo…per me?” chiese, restando di stucco.


Gli occhi verdi della ragazza scintillarono.


“Sì, beh, ho avuto già modo di vedere quanto mangi. Mi sono solo mosso di conseguenza.”

“Sei sempre così carino.”


Sasuke prese allora posto di fronte a lei.


“Non preparo la colazione in questo modo per tutti” spezzò poi il silenzio.


In realtà, ora che ci pensava, in vita sua non aveva mai preparato una colazione come questa per nessuno.


“Non l’hai mai fatto?” sollevò le sopracciglia incredula il primario.

“Mai. Parola di scout” si toccò la tempia con due dita.

“Eri un boy-scout?” chiese incredula e curiosa.

“Possibile che credi sempre a tutto?” ghignò. “Ma ho detto la verità sul cibo. Ho perso la verginità della colazione con te.”


Le guance di Sakura si fecero di un rosa intenso.


“Non hai mai permesso a nessuna donna di avvicinarsi così tanto a te?” gli domandò, andando a sfiorare con la sua mano le lunghe dita affusolate del ragazzo.

“A nessuno” chiuse con una stretta quel contatto di pelle.




Si guardarono negli occhi per un secondo… due….
Le loro anime, proprio come le loro mani, erano legate e lo sarebbero state per sempre.

Lo stomacò di Sakura brontolò e di risposta Sasuke scoppiò a ridere.
Erano anni che non si sentiva così incoscientemente bambino.

“I waffle sembrano squisiti. Beh, sembra tutto squisito. E i pancake sono… deliziosi, e il pane tostato è…” cercò di ridarsi un contegno l’Haruno, inceppandosi però come suo solito con le parole.

“Tostato” concluse lui per lei quell’assurda frase, sogghignando. “Mangia, noiosa.”

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e ben presto, anche con l’aiuto dell’Uchiha, tutto quel ben di Dio fu spazzolato via.

“Grazie per la colazione, per tutto” concluse Sakura, pulendosi la bocca con un tovagliolo. “Era deliziosa, anche meglio di quella di Kakashi. Vuoi una mano per sistemare?” chiese poi.

“Ma no, tranquilla. Mollo i piatti qui in cucina e laverò tutto quando torniamo. Fra meno di un’ora abbiamo l’aereo. Non sei più quella di una volta, miss anticipo, puntualità e pesantezza!”

“Oh mio Dio! Tu, maledetto, mi fai perdere completamente il senso del tempo. Sbrighiamoci!” cominciò a sbraitare, guardando finalmente l’orologio appeso alla parete della cucina.

La sua solita ansia esplose fuori e la travolse.
Sakura non aveva di certo alcuna intenzione di perdere l’unico aereo che Sai aveva trovato per loro e che le avrebbe permesso di vedere sua sorella felicemente sposata.
Voleva esserle vicina in un giorno tanto importante e speciale per lei.
Era il minimo che potesse fare per sdebitarsi.


“Ora ti riconosco!”

“Sasuke ti prego non scherzare e chiama un taxi! Nel mentre io do una controllata alle valigie e alle cose che potrebbero servirci.”

“Calmati, terremoto. Ho già preparato e sistemato, prima, tutto io.”

“E perché non me l’hai detto subito?”

“Altrimenti che gusto c‘era!”

“Sei un bastar…” la baciò e tutti gli insulti che aveva in mente morirono in quell’ennesimo apostrofo rosa.




x x x





“Kakashi” chiamò titubante Ino il maggiordomo, aspettando poi che questo si avvicinasse al suo orecchio. “Mia sorella ha per caso chiamato?” chiese curiosa e silenziosa.

“No, Signorina. Ancora nessuna chiamata ma stia tranquilla, arriveranno” cercò di confortarla e rassicurarla l’uomo. “Si goda la cena e non si preoccupi” le disse ancora con un sorriso sincero sulle labbra, prima di riprendere il suo posto nelle retrovie.

“Allora?” domandò quindi Sai, avendo captato e compreso le preoccupazioni della compagna.

“Ancora niente.”


Per tutta la durata della serata, l’Haruno continuò a stressare e a chiamare l’Hatake, sperando di scoprire così se la sorella a Konoha avesse vinto la sua personale sfida contro il tempo ed il destino ma l’amico inserviente le rispose sempre negativamente.
 
Era davvero agitata.
Desiderava davvero rivedere Sakura radiosa e felice far ritorno a casa in compagnia di Sasuke.
Il saperla finalmente in pace con sé stessa ed appagata sarebbe stato senza dubbio il più bel regalo di nozze che lei potesse farle.

La tensione tanto palesata dai bei e delicati lineamenti di Ino era a grandi linee la stessa che albergava in tutti gli animi dei membri della sua famiglia.
Tutti infatti erano, chi più palesemente, chi meno, con la testa e con il cuore a Konoha.

La cena di prova doveva essere un momento intimo e caloroso fra le famiglie degli sposi, un abbozzo, una piccola previsione di quella che sarebbe potuta essere la splendida giornata dell’indomani ma l’assenza del primario non poteva che far sentire gli Haruno incompleti.

Ora che l’avevano ritrovata, che avevano capito quanto quella ragazza si fosse sacrificata in quegli anni per loro, non volevano più vivere senza di lei.

Dopo l’ultimo giro di whiskey, i genitori di Sai lasciarono con il figlio la Villa.
Come da tradizione, lo sposo infatti non poteva di certo dormire nella casa e nella camera della fidanzata.


“Tesoro, mi raccomando stai tranquilla. Non hai nulla di che preoccuparti e non vedo l’ora di sentirti dire Sì, lo voglio” salutò lo Yamanaka la sua futura moglie con un dolce bacio.


Si preannunciava davvero una mattinata serrata, piena di impegni ed i futuri coniugi e le loro famiglie non potevano certo permettersi di fare le ore piccole.
Ciò nonostante, gli Haruno sembravano però non essere intenzionati a lasciare il salotto prima di aver visto rincasare Sakura.


“Signorinella, anche tu come Sai dovresti andare a riposarti. La parrucchiera arriva già alle sei e tre quarti e non voglio proprio vederti con le occhiaie!” parlò Mebuki alla figlia.

“Mamma, ti prego. Solo un’altra mezz’oretta. Sakura e Sasuke dovrebbero essere a momenti. Non riuscirei comunque a prendere sonno, sapendovi tutti qui sotto in attesa.”

“D’accordo ma appena la vedi, fili immediatamente in camera tua!”


Ino annuì vigorosamente.


“Volevi dire appena li vediamo” la corresse prontamente Kizashi.

“Ben detto, genero. Figlia mia sei davvero troppo pessimista!” la punzecchiò come suo solito Chiyo.

“E’ solo che non voglio che ci veda, in caso non ce l’avesse fatta, delusi. Sakura ha fatto tutto quello che poteva fare” rispose seria e protettiva Mebuki.

“Tranquilla, cara. Nessuno di noi la lascerà più sola” la rassicurò il marito.


Il vecchio e grande portone di legno scattò ed il cuore di tutti perse un battito.


“Grazie, Yamato” disse il primario, mentre porgeva le sue valige al domestico.


Era tornata.
Immediatamente Ino corse in corridoio ed appena la vide le saltò al collo, facendole quasi perdere l’equilibrio.


“Lo sapevo che ce l’avresti fatta, fronte-spaziosa!” urlò, lasciando a poco a poco la forte presa intorno alle braccia della sorella. “Sono felicissima di rivederti” si concentrò poi su Sasuke, abbracciandolo e cogliendolo così di sorpresa.

“Sono felice anch’io d’essere tornato” corrispose un po’ impacciato l’abbraccio l’attore.

“Ino, tesoro, falli respirare” rise Kizashi.


Nel  frattempo, tutti i membri della famiglia Haruno avevano fatto il loro ingresso nell’androne.


“Tra l’altro, mi hai fatto una promessa” precisò Mebuki.

“Sì, mamma. Sto andando via. Ora è davvero tutto perfetto!” stritolò ancora una volta i due appena arrivati la bionda, prima di ritirarsi, visibilmente euforica, in camera.  

“Non cambierà mai” fece divertita Sakura.

“Sono contenta di rivedervi insieme. Questa povera vecchietta, adesso, può andare a dormire serena.” li baciò sulle guance Chiyo. “Ti avviso già micetta che domani te lo ruberò per uno o più balli. Cosa diavolo mangia? E’ solamente un giorno che non lo vedo ed è sempre più bello!”

“Nonna!” la riprese il primario imbarazzata.

“Tutti quelli che vorrà, Chiyo” ghignò l’Uchiha.

“Non vi hanno fatto neanche entrare, venite. Accomodiamoci in salotto. Avete mangiato, sì?” domandò gentile ed accomodante Mebuki, mentre gli faceva strada.

“Sì, tutto apposto mamma.”


Si sedettero sul divano.


“Domani, a che ora dobbiamo svegliarci?” chiese curiosa Sakura, cercando così di spezzare la tensione inevitabilmente creatasi.


“Alle sei e trequarti ma tesoro c’è una cosa più importante che dovete sapere. Ho passato l’intero pomeriggio a ridimensionare la lista degli invitati, a restituire i regali e a spiegare le ragioni che mi hanno spinto a tagliare così bruscamente i ponti con il passato. Tutti dovevano sapere quanto si sono sbagliati su di te e quanto hai fatto per noi. Non permetterò più a nessuno di pronunciare il tuo nome, senza prima avergli fatto sciacquare la bocca. So che hai imparato a convivere con i loro sguardi e le loro chiacchiere ma prendi questa cosa come un mio piccolo modo per scusarmi. Ti ho reso questa settimana un inferno, ti ho fatto pesare ogni gesto, ogni frase; non sapendo quanto già tu soffrissi in silenzio. Tu sei migliore di me, figlia mia e tu Sasuke me l’hai fatto vedere chiaramente. Scusami per averti trattato come il peggiore dei disonesti, degli infami quando in realtà dovevo solo ringraziarti. Mi hai restituito la mia bambina ed io e la mia famiglia te ne saremo eternamente grati. Volevo davvero rivederti qui con lei.”

“Mamma” fu l’unica parola che l’Haruno riuscì a dire. Troppo commossa per aggiungere dell’altro.  

“Non ho fatto nulla che non volessi o desiderassi davvero fare. Non c’è bisogno di scusarsi” fece serio e fermo l’attore.


Sasuke non era abituato a sentirsi apprezzato come persona.
Quell’ambiente così caldo e famigliare cominciava a piacergli sul serio.


“Invece hai fatto molto di più di quanto noi abbiamo fatto per lei in questi anni. Io e mia moglie ci siamo persi nell’odio e nel rancore mentre tu, ragazzo, c’hai messo l’Amore ed i diversi risultati si vedono” intervenne Kizashi. “Benvenuto in famiglia” proseguì, alzandosi dal divano per stringergli la mano.


La presa si trasformò ben presto in una paterna pacca sulla spalla.


“Il piacere è tutto mio” sorrise finalmente sereno Sasuke.



Sakura guardò senza parole tutta quella scena con gli occhi lucidi.


Questo era quello che aveva sempre voluto, cercato, sognato.
Era il suo lieto fine, il suo inizio. 

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Capitolo 31
*** Capitolo XXXI-Epilogo ***


Capitolo XXXI ed Epilogo
Capitolo XXXI




Era agitata, completamente in ansia; nemmeno fosse il suo di matrimonio.
Per tutta la notte, quindi, Sakura non aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi nel letto.
 
Aveva pensato anche di svegliare Sasuke che dormiva beatamente stretto al suo petto, cambiando però immediatamente idea.
Il ragazzo aveva fatto già così tanto, troppo per lei e non meritava davvero di essere vittima delle sue femminili e romantiche paranoie.

Quando il display della sveglia segnò le sei, l’Haruno tirò un sospiro di sollievo.
Poteva finalmente alzarsi, cominciare a darsi da fare e catalizzare tutta quella tensione in qualcosa di veramente costruttivo.


“Dove vai?” le chiese l’Uchiha ancora con gli occhi chiusi, sentendola lasciare il letto.

“Scusami, non volevo svegliarti.”

“Difficile, ti sei mossa ed hai scalciato tutta la notte. Mi preoccupo se, d’un tratto, fai tutto questo silenzio” parlò sarcastico.


Sakura davvero non riusciva a capire come Sasuke riuscisse sempre ad essere così pungente ed ad avere ogni volta una battuta pronta.


“Dai, non farmi sentire in colpa. Ora mi faccio una doccia e ti lascio riposare serenamente. Non mi vedrai più fino a quando non farò la mia comparsa in chiesa con quel presumibilmente terribile vestito lavanda che Ino ha scelto per me!” tentò infatti di giustificarsi e tenergli testa.


Contro ogni sua previsione, l’attore non le rispose ed ad anzi, con un abile gesto, le catturò il braccio e la ributtò sul letto.


“Credevi davvero di cavartela così?” la baciò.


Era inspiegabile la voglia che aveva di lei.

Ogni volta che le loro pelli si sfioravano, una fiamma dirompente li avvolgeva sino a bruciarli vivi.
Come ossigeno, più si toccavano e più il fuoco si alimentava.  
Era difficile non credere al destino, vedendoli così stretti, affamati e bisognosi l’uno dell’altro.


“Questa volta non mi farai fare tardi. Sono la prima damigella. Devo dare il buon esempio!” si impose la ragazza a fatica, staccandosi a malincuore e di forza da lui.

“Come vuoi, chi ci perde…sei tu” le rispose con fare suadente ed accattivante.


L’Haruno stava per fare dietro-front, per tornare sui suoi passi e sprofondare di  nuovo fra le lenzuola in completa balia dell’Uchiha ma decise malvolentieri di fermarsi.

“Buonanotte amore” trovò infatti il coraggio di rispondergli, ricomponendosi.


In quel momento, si ripromise di non voltarsi più a guardarlo.
Non avrebbe saputo resistergli a lungo.

Dopo la doccia, Sakura scese le scale e raggiunse la cucina.
Non prima però di aver dato un’ultima carezza a quello che ormai a tutti gli effetti era il suo fidanzato.
Per sua fortuna, l’attore aveva ripreso velocemente sonno e non rappresentava attualmente più un pericolo per i suoi ormoni impazziti e per i suoi doveri da damigella d‘onore.
Era fuori pericolo.

La ragazza sorrise nel trovare già sveglia a fare colazione sua sorella.
Ino non era mai stata una donna mattiniera ed il vederla così assorta e pensierosa alle prime luci del mattino non poté che farle strano.
Erano più simili di quanto pensassero.


“Agitata, vero?”

“Fronte-spaziosa, sei impazzita?! Mi hai fatto prendere un colpo! Non ti ho sentita arrivare. Comunque, sì. Non mi sentivo così tanto in subbuglio dai tempi del mio primo appuntamento.”

“Oddio, mi ricordo” rise. “Avevi letteralmente buttato giù la cabina armadio e mi spaventai talmente tanto che mi ripromisi di non uscire più con nessun ragazzo che me l‘avesse chiesto!”

“Ero insopportabile, hai ragione. Dopo quel disastroso appuntamento, non so davvero perché Shikamaru abbia continuato a parlarmi.”

“Perché ti ha sempre voluto molto bene.”

“Ed io ne voglio a lui. Non ricordo nemmeno come ci venne in mente di uscire insieme. Che assurdità!”

“A dir la verità, io credo vi sareste sposati” le confessò sincera il primario.

“Sposare Shikamaru?!” disse con le lacrime agli occhi. Era letteralmente piegata in due dalle risate. “Sarebbe stato come sposarmi con te!” si ricompose piano piano. “Parlando di cose serie, invece, raccontami un po’ come è stata questa caccia al tesoro a Konoha?”

“Un vero e proprio incubo. Per un attimo, ho creduto davvero di non fare in tempo, di non trovarlo. Il sonno, la stanchezza e la fame mi stavano uccidendo poi, non so come, ho avuto una specie di visione e tutto è stato chiaro. Sono corsa all’ospedale ed era lì, nella stanza di suo fratello. Mi sono dichiarata e quando anche lui mi ha confessato di essersi innamorato di me, ho creduto davvero che si potesse morire di felicità!” parlò tutto d’un fiato alla sorella, con l’entusiasmo di una bambina l‘Haruno.

“Si vede che sei felice e questo è senza dubbio il regalo di nozze più bello che potessi farmi” le sorrise la futura sposa per poi abbracciarla.

“E’ davvero strano vedervi già sveglie a quest’ora” fece stupita Mebuki, irrompendo nella stanza.

“L’ansia, mamma, ci ha fatte scattare in piedi come molle!”rispose Sakura, staccandosi dalla sorella.

“E’ normale, tesoro. Noi Haruno, siamo donne di pancia!”

“Puoi dirlo forte, figlia mia ma non c’è niente che una buona e lunga tazza di caffè non possa risolvere!” entrò in cucina spensierata come suo solito Chiyo.  


Tutta quella comprensibile agitazione si stava lentamente trasformando in una sorprendente fonte di energia positiva.


“Signore, vogliate scusarmi. La parrucchiera è appena arrivata e vi aspetta al piano di sopra” interruppe quel bel quadretto famigliare Kakashi.

“Arriviamo subito, grazie Kakashi” rispose per tutte Mebuki.


Nella mente di Ino frullavano mille pensieri, diversi punti interrogativi e tante paure ma il tutto era sempre condito da felicità, gioia e consapevolezza che la persona che stava per sposare era quella giusta.
La storia di sua sorella l’aveva aiutata a capire che: “quello che desideri di più al mondo a volte non succede, al contrario succede quello che non ti saresti mai aspettata” e Sai, per lei, era stato esattamente l’affascinante inaspettato.

La ragazza era talmente felice ed estasiata da non rendersi nemmeno conto delle mani esperti della parrucchiera che si muovevano da tempo sui suoi capelli e di essere rimasta sola con lei e Sakura in quella camera arrangiata a salone di bellezza.


“Sei bellissima” la voce del primario le entrò delicatamente nelle orecchie e fu solo in quel momento che Ino si vide finalmente allo specchio.


Il trucco era perfetto ed i capelli sciolti leggermente mossi, adornati con del nastro argentato, che ricadevano lunghi fin sotto le spalle le piacevano moltissimo.
Adorava la sua fluente chioma bionda e neanche il giorno del suo matrimonio l’aveva voluta segregare in una qualche ordinata acconciatura.
I suoi fili dorati erano liberi, morbidi e lucenti proprio come lei.

 
“Grazie tanto Maeko. E‘ tutto incantevole!” quasi si commosse nel ringraziare l’hairstylist.

“Figurati, Ino. Era davvero difficile fare fiasco con una modella del genere!” rispose gentile la ragazza.

“Ora, manca solo il vestito e poi sarai, come sempre, perfetta” aggiunse dolce la sorella.


Le due Haruno si avviarono così alla sagrestia della chiesa di famiglia nella quale si sarebbero cambiate ed avrebbero atteso l’inizio della cerimonia.


“Ci siamo” disse la futura sposa con la mano sul cuore, prima di entrare nella stanza e ricongiungersi con gli altri suoi famigliari.


Alla vista dell’abito nuziale, delicatamente appeso ad un porta-abiti al centro della stanza, la sua mano semplicemente scivolò lungo il fianco.

La seta bianco candido fluiva dal corpetto senza spalline e con la scollatura a cuore fino ad una gonna lunga.
Il classico stile dell’abito da sera scintillante con un intricato ricamo di perline sul corpetto, che poi scorreva lungo il fianco, circondava l’ampio orlo e lo strascico.

Incantata, come se non l’avesse mai visto prima, Ino indossò l’abito e quando vide Mebuki e Kizashi commuoversi, lo fece anche lei ma senza rovinare il lavoro che la truccatrice aveva compiuto.


“Ecco, tutti quanti, beviamo un po’ di champagne ed affoghiamo la commozione!” si passò una mano sulla guancia rigata di lacrime Chiyo, prima di versarsi da bere.

“Dio mio, nonna, da qua!” prese la bionda il flute di champagne dalla vecchia ed un fazzoletto da Sakura.

“Aspetta, Ino…voglio sistemarti un po’ la gonna e lo strascico” disse Mebuki tirando l’orlo ed allargando la stoffa.

Nello specchio, Sakura vide sul volto di sua sorella quello che aveva visto sui volti di molte altre spose.
L’eccitazione, la meraviglia, lo splendore.


“Bimba mia,” fece Kizashi, “sei spettacolare.”

“Felice, ecco cosa sembri” le sorrise la nonna. “Felice ed innamorata. Niente si addice di più ad una sposa.”

“Sono una sposa. Sono felice ed innamorata e sono spettacolare” ripeté entusiasta i complimenti Ino.

Fu proprio in questo momento di gioia, famigliarità e commozione che Chiyo tirò fuori dalla borsa la vecchia polaroid delle occasioni speciali.


“Sapete già che voglio la mia personale foto di voi quattro insieme. Non calpestatele lo strascico, mi raccomando! Ecco, adesso, pensate .”


Quando risero, la donna scattò la foto.


“Allora, questo brindisi?!” domandò Sakura. “Vi prego, fatemi bere prima di vedere l’abito lavanda che mia sorella ha scelto per me. Sono terrorizzata al sol pensiero di doverlo indossare per tutta la giornata! Nonna, brutta ubriacona, il tuo è già vuoto!”


Una volta riempito di nuovo, Chiyo sollevò il suo bicchiere insieme agli altri.


“All’anno più importante della nostra vita” iniziò Mebuki.

“Oh, mamma, puoi dirlo forte!” se ne uscì Ino.

“Ai nostri uomini,” continuò Chiyo, “che sono stati e sono fortunati ad avere noi. Alla nostra Sakura!”

“Alla mia famiglia!” aggiunse sicura e convinta l’Haruno.


Brindarono.
Mentre bevevano, Kizashi fece un passo indietro e scattò un’altra foto con la macchinetta della suocera.

Le sue ragazze, considerò, tutte finalmente felici e tutte straordinarie.
Alle mie donne, pensò poi, sollevando il bicchiere in un brindisi solitario ed al loro “per sempre felici e contenti”


“Ino-pig che tu sia maledetta! Sembrerò una bomboniera con tutto questo chiffon!” sentì l’uomo protestare la figlia prediletta per poi scoppiare a ridere.


Era tutto perfetto, come se il tempo non si fosse mai fermato.


“Stai zitta, fronte-spaziosa! Tu di moda non ci hai mai capito nulla, starai benissimo” controbatté la sposa alla sua prima damigella.

“Appena siete pronte, andiamo” riportò all’ordine ancora divertito il capo famiglia.

“Perfetto, caro. Ti lascio solo con loro e voi due, mi raccomando, fate le brave!” lo salutò con un bacio affettuoso la moglie, prima di prendere con Chiyo posto ai primi banchi della chiesa.


Ino aveva deciso di evitare la tradizionale marcia nuziale in favore di una deliziosa ballata strumentale.
Sin da bambina le era sempre piaciuto distinguersi e non aveva mancato l‘occasione di stupire tutti anche nel giorno più importante della sua vita.

Sai ed i suoi testimoni aspettavano ormai la sposa e le sue damigelle all’altare da parecchio.
Le ragazze dovevano percorrere il corridoio una alla volta secondo una gerarchia per cui, essendo la damigella d’onore, Sakura sarebbe stata l’ultima prima della sorella.

Ancora una volta, il primario sistemò agitata lo strascico del vestito di Ino e poi prese posto sulla porta d’ingresso.

Era giunta l’ora ed in lei urgeva sempre di più il bisogno di rivedere il suo Sasuke.

Sakura si avviò così lungo la navata verso l’altare, tra le file di banchi e nastri viola, eccitata, quasi commossa con il suo punto fisso a cui guardare.
Gli ospiti si voltarono così tutti a fissarla.

Era assolutamente splendida con l’abito lavanda lungo e con un profondo spacco, adornato da una svolazzante sopragonna di chiffon che lasciava trasparire ancor di più, grazie a questo effetto vedo-non vedo, le sue gambe snelle e longilinee.   
Il corpetto aderente metteva poi in risalto le sue piccole e sode curve.

L’Uchiha, in piedi accanto al suo amico Naruto, soffocò un gemito di frustrazione.
Era impossibile, per lui, distogliere lo sguardo da lei ed ascoltare il solito e continuo vociferare dell’Uzumaki.

L’Haruno sembrava avere il suo stesso problema e a fatica mantenne lo sguardo dritto a sé.

Con i capelli rosa raccolti, il collo esile era bene in vista.
Sasuke ripensò immediatamente a quando avevano fatto l’amore la prima volta ed aveva avuto il privilegio di baciarla in quel punto delicato, appena sopra la spalla.


“Teme, stai bene?” domandò Naruto al coinquilino.

“Sì. Stai zitto, baka” mise fine a quel pensiero allettante l‘attore.


Si guardarono di nuovo, sorridendosi.


Sulle note della ballata, Ino nel frattempo procedeva verso l’altare al braccio di Kizashi bellissima e con lo sguardo puntato su Sai ed il suo abito blu notte.  
La bionda era visibilmente felice perché per la prima volta nella sua vita aveva scelto bene, ne era sicura, era lui l’uomo che l’avrebbe affiancata per il resto dei suoi giorni.

Giunta all’altare e salutato amorevolmente il padre, lo Yamanaka le rivolse quattro semplici parole che la scaldarono e la emozionarono più di quanto già non fosse.


“Sei stupenda, ti amo.”


Questo bastò a far capire ad Ino che quel semplice ragazzo, arrivato all’improvviso e dal nulla, non le avrebbe mai fatto mancare niente e soprattutto le sarebbe stato vicino in qualsiasi circostanza con cui la vita li avrebbe messi alla prova.


“Nel bene e nel male” sussurrò la ragazza più a sé stessa che a lui.


Il prete allora si schiarì la voce, catalizzando l’attenzione di tutti.


“Benvenuti cari fratelli e sorelle. Oggi, siamo qui riuniti per celebrare l’unione di due cuori…”


Mentre la cerimonia proseguiva, Sasuke fu distratto più volte dal sorriso di Sakura.
Le illuminava gli occhi, facendoli risplendere come due gemme preziose.

L’attore non riusciva più ad allontanare la presenza incombente di quella ragazza dalla sua testa e dal suo cuore e si maledisse per essersi innamorato in una sola volta così profondamente.
L’Haruno era diventata ormai il suo pensiero fisso ed era cosciente che sarebbe impazzito a causa sua.


“Adesso gli sposi possono recitare i voti che hanno scritto l’uno per l’altro” annunciò il sacerdote.


Con la mano in quella di Sai, Ino lo guardò.


“Non era mia intenzione innamorarmi di te. Quando ci siamo conosciuti mi sei sembrato noioso ed irritante” gli sorrise con la felicità che le danzava negli occhi. “Ho già detto che eri irritante?”


Sai inarcò un sopracciglio ma non disse nulla e continuò a guardare la sposa.
L’attenzione di Sasuke andò invece ancora una volta a Sakura che aveva gli occhi lucidi, mentre Ino continuava il suo discorso.


“Poi però mi hai mostrato la tua pazienza, la tua generosità ed il tuo cuore. E’ stato allora che ho capito di aver trovato ciò che stavo cercando da tutta una vita: una casa.”


L’Uchiha sentiva il cuore in gola e faticava a respirare.
Era come se Ino fosse riuscita a leggere dentro di lui i sentimenti che provava per sua sorella.

Lei era la sua casa.
Come avrebbe potuto vivere senza il suono delicato della sua voce, senza la sua sbadataggine, la sua goffaggine, senza le emozioni che i suoi baci gli provocavano?


Non ascoltò nemmeno una parola dei voti dello Yamanaka perché l’unica cosa che sentì dopo furono le parole del prete.


“E tu, Sai Yamanaka, vuoi prendere Ino Haruno come tua sposa, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia, in ricchezza e povertà, finché morte non vi separi?”

“Lo voglio”rispose lo sposo, forte e senza esitazione.

“Allora vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.”


Sai strinse Ino fra le braccia e tutti i presenti applaudirono.

Se l’ardore del loro primo bacio da sposati era un segnale, non sarebbe passato molto tempo prima che Sakura diventasse una zia orgogliosa.
Erano una coppia bellissima, affiatata e lei non sarebbe potuta essere più felice per sua sorella.


Quando ebbe inizio il ricevimento, l’Haruno restò in disparte a parlare con Naruto che non aveva fatto altro che domandarle come fosse possibile che una ragazza bella, dolce e carina come lei si fosse innamorata di un “teme” come l’Uchiha.
Per tutta la conversazione il primario mantenne, per l’appunto, di risposta, sempre lo sguardo sul fidanzato che era intento a divincolarsi sulla pista da ballo.

La nonna Chiyo infatti non sembrava essere la sola ad aver notato la sua bellezza, perché avrebbe giurato che tutte le sue parenti femmine gli avessero rivolto almeno un complimento ed erano in fervente attesa di ballare con lui.


“E’ incredibile, guardalo! Va via come il pane. Non capirò mai voi donne!” disse divertito l’Uzumaki.


Ino, dall’altra parte della pista da ballo, la chiamò con un gesto.


“Scusami, Naruto. Vado a vedere cosa vuole mia sorella. Spero davvero che non voglia farmi fare altre foto. Ho già la nausea! Vedi piuttosto se riesci a liberarlo o mi farà scontare pesantemente questo supplizio a cui le mie parenti lo stanno sottoponendo!”

“Vederlo così in difficoltà però è troppo divertente, Sakura-chan!”


Obbedendo ai suoi obblighi di damigella, l’Haruno  attraversò quindi la sala e raggiunse la novella sposa, cercando tra l’altro di ignorare che sua cugina stringeva un po’ troppo Sasuke, mentre ballavano.
Le avrebbe detto due parole più tardi.


“Che cosa c’è Ino?”

“Hai dimenticato che sei la mia prima damigella?”

“No”


La sua attenzione però fu nuovamente calamitata dall’attore.
Ino le prese un calice di champagne.


“Fronte-spaziosa, hai sentito quello che ho detto?”

“Che cosa? Scusa, ero distratta.”

“L’ho notato. Beh, non preoccuparti…presto sarà il tuo turno di danzare con lui e non lo dovrai più condividere con nessuna.”

“Menomale!”


Sakura si accorse troppo tardi di aver mostrato così apertamente e sinceramente la sua insofferenza.
Vide infatti che Ino sorrideva.  


“Che cosa c’è di tanto divertente?”

“Tu, gelosona. Sei ridotta peggio di quanto pensassi. Molto peggio!”

“Io non sono affatto gelosa e per la cronaca non ho neanche tutta questa gran voglia di ballare!” fece imbronciata e ferita nell’orgoglio.

“Sì, estremamente credibile. Subito dopo il brindisi voglio vederti in pista con lui e non provare neanche a controbattere!”


Sakura si era dimenticata che doveva tenere un discorso.
Certo, lo aveva scritto ma, presa da tutta quell’ansia, l’aveva dimenticato nella tasca della felpa.
In quel momento non ricordava nemmeno una parola.


“Hai memorizzato il discorso per il brindisi, vero? Perché dovrai tenerlo non appena questo ballo si concluderà!” le chiese infatti Ino, dopo averla vista sbiancare.  

“Ino-pig, per chi mi hai preso!” mentì il primario, cercando freneticamente di ricordare cosa avesse scritto.


La musica cessò e, prima che lei fosse pronta, qualcuno le mise in mano un microfono.


“Posso avere la vostra attenzione, per favore?”


La folla si azzittì.
L’Haruno individuò immediatamente Sasuke.
L’Uchiha la stava guardando ed il cuore le balzò in gola.


“So che vi state divertendo e non vi ruberò molto tempo. Vorrei ringraziare tutti coloro che si sono impegnati affinché questo giorno fosse straordinario. Detto questo, mi rivolgo alla coppia felice. Non vi sembrano perfetti?”


Partirono gli applausi.


“Poiché conosco bene mia sorella, mi sento in dovere di indicare a Sai la strada giusta da percorrere, così gli darò l’unico consiglio di cui avrà bisogno per avere un matrimonio sempre felice. Sei pronto, Sai?”


Lo Yamanaka rise ed annuì.


“Pronto.”

“D’accordo. Ripeti dopo di me: Sì, tesoro.”

“Sì, tesoro.”

“Perfetto. Hai capito. E’ tutto ciò che devi ricordare.”


Gli ospiti risero di nuovo.


“A parte gli scherzi, ogni volta che vi vedo capisco che siete complementari, geneticamente nati per stare insieme. Non immagino nessun altro uomo affianco a mia sorella. Ino, tu sei bellissima; un fiore raro e meraviglioso ma non potresti vivere senza la solidità e la gentile compostezza di Sai. Lui è la tua forte e profonda radice. E’ solamente insieme che trovate la vostra essenza, il vostro posto nel mondo. Non può nascere un fiore senza radice e voi ne siete la prova vivente. Sono felicissima di essere qui, oggi, con la mia famiglia e la persona che amo. Non c’è nessun altro posto sulla terra in cui vorrei essere. Ora, facciamo tutti un brindisi,” aggiunse la ragazza, sollevando il bicchiere, “A Sai, per non essersi mai arreso davanti alle follie di mia sorella. E a te, Ino, per tutto quello che hai fatto per me e per aver visto sempre oltre all’apparenza. Hai trovato un uomo eccezionale, non dimenticartelo mai. Vi auguro una vita piena di tantissima felicità!”


Osservando Sai abbracciato ad Ino, Sakura comprese che l’amore era un atto di fede.
Senza fiducia, l’amore non può esistere e lei si fidava di Sasuke più di sé stessa.
Aveva imparato a conoscere la persona che si nascondeva dietro quella maschera di distaccata indifferenza ed apatia e se ne era completamente innamorata.

La vita era piena di rischi e poteva davvero cambiare in un battito di ciglia.

Alzando gli occhi, vide che l’Uchiha si stava avvicinando.
Il suo cuore prese a battere più forte ed il sangue scorreva veloce nelle vene.

Era il loro momento.

Prima di riuscire ad arrivare in pista, un fotografo li immortalò in uno scatto.
Quando cominciarono a ballare, lei rimase sorpresa nel vedere che finalmente il ragazzo sembrava a proprio agio.
Il suo sorriso appena accennato le fece accelerare il polso.

Sarebbe stato un bravo marito, pensò.


“Volevo stringerti”

Il suono accattivante della voce di lui la distolse dai suoi pensieri.


“Ma eri così impegnato a ballare con mia cugina” lo provocò lei.

“Sbaglio, o, signorina Haruno, noto giusto un pizzico di gelosia nelle sue parole?”

“Niente affatto, Uchiha.”

“Meno male. Chissà come avresti preso sennò le mie future scene di sesso e baci sullo schermo, se ti fossi già ingelosita per così poco” rispose perfettamente alla provocazione l’attore.


La luce negli occhi di Sakura si smorzò.

La giovane non aveva ancora avuto modo di pensare all’impatto e alle implicazioni emotive che il suo lavoro avrebbe potuto avere, d’ora in poi, sulla loro vita sentimentale e soprattutto sul suo stato d‘animo.
Sapeva solo che l’amava e che nonostante lo volesse tutto per sé, avrebbe fatto di tutto pur di restargli vicino.

Smisero di ballare per un attimo e Sasuke divertito le accarezzò il viso.
Le sue dita la sfiorarono, mentre la fissava negli occhi.


“Questo vestito non doveva farti sembrare un terribile scherzo della natura?”

“Infatti, come puoi notare, sembro una tenda!” rise.


Il ragazzo non riusciva a credere alle sue orecchie.


“Sei bellissima, Sakura” la sorprese, parlando di getto. “Da quando ti ho visto entrare in chiesa, ho desiderato che arrivasse questo momento. Ho sopportato quei maledetti balli ed ho cercato di essere gentile e cordiale con tutti solo per te. Non dovrai mai essere gelosa di nessuna perché tu sei la mia realtà.”

“Sasuke, io…”


Un forte applauso attirò la loro attenzione.

Che cosa diavolo? Sakura si guardò intorno e si accorse che la musica si era arrestata e che loro due erano gli ultimi rimasti al centro della pista.
Arrossì, senza sapere se fosse più imbarazzata per non aver notato che la musica si fosse fermata o per le bellissima parole dell’Uchiha.


“Teme, lasciala andare. E’ l’ora del lancio del bouquet. Non toglierti da solo la miracolata possibilità di diventare suo marito!” li raggiunse Naruto, delucidandoli sull’improvviso silenzio della band.

“Ci sono donne che pagherebbero per essere al suo posto, baka!”

“Sakura-chan, io davvero non so come puoi sopportarlo!”

“Probabilmente, Naruto sono una masochista!”

“Vai, masochista. Ti stanno aspettando” la sollecitò ad andare, prendendola in giro l’attore.

“Te l'avevo detto che saresti tornato qui con lei. Ora, sei spacciato, amico mio” disse soddisfatto l’Uzumaki al coinquilino.

“Lo so, questa volta ho perso davvero” gli rispose sereno.


Sakura Haruno era la sconfitta più bella della sua vita, la resa totale del suo orgoglio e la rottura definitiva della sua maschera di cera.


La ragazza si avvicinò così al gruppo di ragazze in attesa del lancio del bouquet.
I loro volti erano accesi dalla speranza.

Come se il destino avesse voluto darle un’ultima prova del suo lieto fine, il mazzo di fiori rosa, arancioni e bianchi le piovve esattamente tra le mani.

Mentre tutti i presenti applaudivano, lo sguardo di Sakura si posò su Sasuke che non stava battendo le mani ma la stava fissando, divorandola.
L’Haruno avrebbe pagato qualsiasi prezzo per leggergli nel pensiero ma dentro di sé sapeva ormai con certezza che avrebbe avuto tutta una vita per scoprirlo.


“C’eri una volta. Ci sei sempre stata. Ci sarò per sempre.”  










x x x










Epilogo




Sarada  aveva ormai tre anni ed era l’orgoglio del padre.

Sasuke ricordava a malapena il tempo in cui viveva solo, senza una famiglia ed uno scopo.
Solamente ora si rendeva conto che per troppo tempo la sua vita era stata incompleta, ma se qualcuno glielo avesse detto all’epoca lo avrebbe preso per pazzo.


“E’ colpa tua” disse pensando ad alta voce mentre Sakura si metteva a sedere di fronte a lui.

Erano tornati all’Ichiraku Restaurant per festeggiare il loro quarto anniversario di matrimonio, lasciando Sarada con lo zio Itachi e la zia Izumi.

E ora eccola lì, la sua amata moglie, con un fluttuante abito color crema che nel giro di un paio d’ore si sarebbe divertito a sfilarle molto, molto lentamente.


“Colpa mia per cosa?” sorrise perché, con il passare del tempo, stava scoprendo quanto continuasse ad essere complesso suo marito.


“Sono stato addomesticato.”


Sakura bevve un sorso di champagne e sorrise, chinandosi sul tavolo e afferrandogli il volto fra le mani.


“E’ inevitabile, mi dispiace.”

“Così mi ha detto anche Itachi l’ultima volta che siamo andati a trovarlo. Non chiede ancora ad Izumi di sposarlo perché teme di diventare un agnellino.”


Quella che l’Uchiha si era immaginato come una relazione difficile si era rivelata sorprendentemente facile.
I genitori di Sakura lo avevano accolto con gioia e riconoscenza e suo fratello Itachi, di nuovo vedente, amava e trattava la sua compagna proprio come se fosse sua sorella.
Erano un’unica, nuova e grande famiglia.


“A proposito, bel vestito” mormorò, spostandosi in modo da sfiorarle la gamba sotto il tavolo. “Mi divertirò a togliertelo. Tutti quei bottoncini lì davanti…sarà una sfida interessante.”


I loro occhi si incrociarono e l’Haruno provò quel meraviglioso sfarfallio allo stomaco che sentiva ogni volta che stava con lui.


“La tua mente viaggia sempre ad un solo binario” scherzò lei.

“E tu sei sempre la donna in fondo a quel binario.”

“Mi sembra giusto!”

“Gli ultimi quattro anni sono stati i migliori della mia vita” le disse l’attore serio. “Ho sempre pensato di essere un tipo rilassato. Mi sbagliavo. Mi hai insegnato tu a rilassarmi. Tu e Sarada…” si schiarì la gola, nel caso la sua voce decidesse di fare qualcosa di stupido, tipo tremare. “Voi siete tutto per me.”

“Meraviglioso.”


Sakura gli carezzò la guancia e gli sorrise teneramente.


“A patto che in te ci sia spazio per un altro po’ d’amore…perché sono incinta.”


Sasuke si alzò e la aiutò a fare lo stesso, con un sorriso pieno di gioia.
Le mise una mano sul ventre ancora piatto e, con un incredibile senso di pace, pensò che ciò significasse sentirsi a casa, e lui non avrebbe voluto essere in nessun altro posto al mondo.






FINE






Note dell’Autrice: Vorrei rubare un altro po’ del vostro tempo per ringraziare tutte le 2410 persone che hanno avuto, sin ad oggi, la voglia di aprire il mio primo ed ormai lontano capitolo di Runaway Candy e soprattutto tutte quelle che poi hanno continuato a seguire la fiction appassionatamente. Questa è stata senza dubbio un’esperienza bellissima che mi ha arricchito parecchio e che mi ha accompagnato per quasi un anno. Ci sono stati momenti in cui non mi sono sentita all’altezza, in cui l’ispirazione è venuta meno ma se ho continuato a pubblicare con una buona costanza è stato soprattutto per quei lettori di nicchia che mi hanno sempre dedicato un po’ del loro prezioso tempo per lasciare un commento alla storia, positivo o neutro che fosse, invogliandomi così a fare sempre di più e meglio.
Davvero grazie a tutti. Ora mi prenderò del tempo per metabolizzare tutto questo, per poi tornare con nuove idee e con più entusiasmo di quanto già non abbia.
Spero di leggere le vostre impressioni generali su questo mio primo lavoro.
Ancora mille GRAZIE!
Un bacione, ValeUchiha07.   



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