Memories lost... and found

di SonrakyUchiha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il caso disperato ***
Capitolo 2: *** Il tutore ***
Capitolo 3: *** Incidenti ***
Capitolo 4: *** Rivelazioni ***
Capitolo 5: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 6: *** Forse, non era solo un sogno... ***
Capitolo 7: *** Risposte ***
Capitolo 8: *** Salvami. Io salverò te. ***
Capitolo 9: *** Amabili cure ***
Capitolo 10: *** Pensieri proibiti ***



Capitolo 1
*** Il caso disperato ***


 “ NARUTO UZUMAKI!!!” strillò il professore
“Mmmh?” mugolò il ragazzo in direzione dell’insegnante
“ORA BASTA!!!! È L’ULTIMA VOLTA CHE DORMIRAI DURANTE LE MIE LEZIONI!!! FILA IN DIREZIONE!!!!!!”
 
Scocciato, il ragazzo biondo dalla pelle abbronzata si alzò e sbuffando si diresse dalla preside Tsunade.
Non si era da molto trasferito in quella tranquilla cittadina chiamata Konoha, il problema era che tutto era stato fatto contro la sua volontà.
A Tokio aveva la sua compagnia, un fidanzato e tutto gli era stato portato via, per colpa delle difficoltà economiche di suo padre che aveva trovato un’impiego decente solo in quel posto  desolato.
Non che la cittadella non avesse svaghi, ma lì tutti si conoscevano dalla nascita e un nuovo arrivato, oltre ad essere una fonte infinita di pettegolezzi, era anche una specie di… incomodo.
E quindi, trovandosi praticamente il mondo contro, Naruto, da bravo diciasettenne, aveva addottato un comportamento… un tantino… ribelle.
Dopo aver allagato la scuola, aver completamente invaso di rane il laboratorio di biologia, aver scatenato varie risse ed aver quasi massacrato di botte un suo compagno per un’involontaria spinta; le sue visite alla preside erano ormai una routine.
 
Era appena entrato nell’edificio est, quando si ritrovò davanti la familiare porta della direzione.
Entrò senza bussare.
Una donna dagl’occhi color nocciola lo fissò da dietro la sua scrivania:” Cos’hai combinato questa volta Uzumaki??” chiese severa
“Pisolino durante matematica…” disse il ragazzo, mostrando un grande sorriso e portandosi una mano dietro la testa a grattarsi la nuca.
La donna crollò con la testa tra le mani:”Io… non so più cosa fare con te Naruto, se continuerai così sarò veramente costretta ad espellerti…” disse rassegnata.
Un ghigno si dipinse sul volto del biondo.
Sarebbe stata veramente una manna dal cielo.
Un’espulsione.
Niente più scuola, niente più persone che ti giudicano senza neanche conoscerti ed intere giornate libere da trascorrere a Tokio.
“Però… forse un altro modo c’è…”  la donna interruppe i suoi pensieri sognanti.
Il ragazzo la guardò accigliato.
“Potrei affidarti un toutor, un qualcuno che ti faccia stare tranquillo, qualcuno che sappia tenerti testa…”
“Non credo che esista…” la dissuase il biondo.
“Questo lo vedremo Uzumaki… lo vedremo…”
Quando voleva sapeva essere davvero perfida.
“Comunque preparati…” continuò la preside “… per questo percorso… emh… orientativo, ti trasferirai per un po nel dormitorio scolastico, da domani più precisamente..”
“E se io non volessi venirci?!?” disse il ragazzo inarcando un sopracciglio e portandosi le mani sui fianchi.
“Naruto… non credevo fossi così codardo… da quando ti tiri indietro di fronte a una sfida???” lo provocò Tsunade.
Il ragazzo pervaso dalla rabbia, gonfiò le guance:”EHHHH VA BENE… VEDREMO QUANTO DURERETE!!!” urlò il biondo puntando un dito accusatorio contro la donna, per poi andarsene chiassosamente.
“Che casinista…” soffiò Tsunade, per poi voltarsi verso il cassetto della sua scrivania, e tirarne fuori un’elenco.
TOUTOR-VOLONTARI
C’era un solo nome.
“Mmm… Sasuke Uchiha eh?”
 
***********
 
Non poteva crederci.
Perché quella vecchiaccia doveva andarsi a complicare la vita???
Non poteva lasciarlo a casa e punto???
“ACCIDENTI A LEI!!!” sbraitò Naruto, mentre camminava in direzione di casa sua.
“Cos’hai da urlare stupido?” una voce seccata spuntò alle sue spalle.
“S-STUPIDO?!?” urlò nuovamente il ragazzo, voltandosi per sferrare un cazzotto in pieno viso al suo interlocutore.
Ma si bloccò.
“Testa ad ananas…” disse incredulo di ritrovarsi davanti il suo compagno di banco.
Il così detto  – Testa ad ananas- era un ragazzo alto, dagl’occhi scuri che portava sempre i capelli ribelli raccolti in una coda alta, nonché l’unica persona in quella scuola che gli parlava senza il timore di essere ucciso e senza giudicarlo. Era un’amico, se così si poteva definire.
 
“Shi-ka-maru, prego… odio quel nomignolo…”
“Cosa vuoi??” chiese il biondo
“Tò, hai dimenticato questi…” gli rispose l’altro, porgendogli dei libri.
Il biondo li guardò un’attimo:”Tanto non dovrò più portarli a casa…” sbuffò “ … comunque grazie…” concluse , afferrando i libri.
“Perché?? Anche i tuoi non ti sopporano più e ti hanno sfrattato??”
“ Ahahah spiritoso… comunque no, la vecchiaccia mi ha affidato un toutor…” disse Naruto imbronciandosi.
“Oh!!! la preside vuole addomesticarti, eh volpacchiotto??” disse Shikamaru ghignando.
“Vedrai che non ci riusciranno!!” il ragazzo sorrise per poi salutare il compagno e infine correre verso casa.
Era vero, non avrebbe permesso a nessun stupido toutor di mettergli i piedi in testa.
Entrò in casa, l’abitazione era deserta, dato che suo padre aveva da poco cominciato il turno serale in ufficio; decise di riscaldarsi un piatto di ramen, unica sua gioia in quel mondo che non avrebbe mai sentito suo, alle volte, sembrava proprio che gli mancasse qualcosa, che un pezzo di lui fosse emigrato chissà in quale posto, ma probabilmente era solo un effetto dovuto alla rabbia del trasferimento.
Impostato il micronde, si spostò sul tavolo e tirò fuori il suo vecchio NOKIA scassato:
<< Papà, starò via per un po, la preside vuole affidarmi qualcuno che mi faccia rigare dritto al tuo posto…
Non sei contento??XD
Era sarcasmo ovviamente, comunque starò nel dormitorio scolastico, quando vuoi chiamami.>>
INVIO MESSAGGIO
Non aveva voglia di chiamarlo, in realtà non aveva voglia di sentire la sua voce, la quale, non sopportava più da mesi ormai…
Più precisamente da quando lo aveva strappato via dai suoi amici e dalla sua città; non capiva, non riusciva a comprendere il motivo del perché l’avesse fatto, avrebbe potuto accettare un lavoro con un reddito più basso, tanto da quando sua madre se ne era andata ed erano rimasti in due avrebbero potuto benissimo campare con quello che guadagnava prima, ma no, lui doveva realizzarsi, fregandosene completamente della vita del figlio e poi, oltretutto, da quando si erano trasferiti, suo padre era diventato un mollaccione isterico, che non sapeva più dove sbattere la testa per farsi perdonare.
Patetico, ben gli stava.
DLIN!
Il suono del micronde lo ricatapultò al presente e dopo aver trangugiato il suo piatto preferito, decise di prepararsi i bagagli per poi addormentarsi esausto su essi.
 
Un continuo rumore lo destò quel sabato mattina, di malavoglia, allungò la mano e spense l’assordante sveglia:
“mmledetta baa-chan…” mugolò con la bocca ancora impastata dal sonno.
Alla fine decise di alzarsi e andare in bagno per farsi una doccia, una volta uscito si vestì e dopo aver fatto un’abbondante colazione,sempre a base di ramen, partì per la sua destinazione accompagnato da due trolley.
 
“… Che palle…” pensò, trovandosi di fronte all’edificio scolastico, era già una noia stare chiuso lì dentro 5 giorni su 7, figuriamoci 7 su 7.
“Oh, eccoti Naruto!!” Tsunade richiamò l’attenzione del ragazzo su di lei.
Il biondo la notò subito, anche perché al suo fianco c’era un ragazzo, leggermente più alto di lui, capelli neri incorniciavano il viso bianchissimo, accompagnato da due grandi occhi color pece, erano bui e profondi; lo colpirono subito.
“… Ecco Naruto, questo è il tuo toutor, Sasuke Uchiha!”
Ancora incantato Naruto allungò la mano in direzione del moro:
“Naruto Uzumaki”

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Capitolo 2
*** Il tutore ***


 NOTE AUTRICE:  Buondì budini al cioccolato>.<
Spero che l’inizio vi abbia incuriusito, anche in questo capitolo  vivremo l’incontro tra i due, semplicemente dal punto di vista di Sasuke, questi due capitoli sono, come si può dire, la calma prima della tempesta??XD
Allacciatevi le cinture perché in futuro ne vedremo di tutti i colori.
Sarei molto felice se mi lasciaste un commentino sulle vostre prime impressioni della storia,  mi rendereste davvero orgogliosa!! *_*
Addioooooooooooooooooooooooooooo n_n* si dissolve in una nuvola di fumo, tutti esaltano facendo il conga per la gioia, ma poi riappare…”*
Dimenticavo di ringraziarvi!!
-.- * espressione generale*
Ok, ok, me ne vado*affranta si rintana in un angolino mentre i lettori riprendono il party*
XD
Bacio stratosferico a tutti!!!!!!!!!!!
 
 
 
 
 
 
 
 
Era appena tornato al dormitoio dopo una straziante giornata scolastica:
Prima, la riunione col consiglio studendesco, di cui era il presidente, poi la preparazione delle tesine per l’esame di metà trimestre, quella assatanata di Ino che non lo lasciava un secondo in pace, avvinghiandosi al suo braccio come una volgola, anzi, come una cozza quale era,il Black Berry che vibrava di continuo per le giornaliere telefonate che suo fratello gli faceva e alle quali, non avrebbe mai risposto e per finire in bellezza, ramen a pranzo, un piatto che detestava all’inverosimile.
Era veramente stressato quel giorno, non ne poteva davvero più, aveva quindi deciso di gustarsi dei dango davanti a un bel documentario, giusto per rilassarsi.
Ma proprio quando stava per accomodarsi sul vecchio divano di pelle nera, quel maledetto cellulare vibrò di nuovo, scocciato, ma sempre mantenendo la calma tipica degli Uchiha, afferrò l’aggeggio.
Un’email. L’aprì.
 
<< Sign. Uchiha, avrei bisogno dei suoi servigi come toutor, naturalmente le saranno addebitati dei credetiti extra per il suo aiuto. Le invio in allegato la scheda del soggetto in questione, confido nella sua disponibilità.
Cordialmente, la preside Tsunade-sama >>
Il moro aprì l’allegato e sgranò i, di solito impassibili, occhi.
Era quel pazzo che il mese prima aveva allagato l’intera scuola, costringendolo ad abbandonare un’importante verifica.
“Naruto… Uzumaki…” suonava stranamente familiare, qualcosa che andava oltre la fama di combina guai del ragazzo, ma non ci badò molto.
Come previsto, i voti del biondo erano un’autentica schifezza e dalla foto che lo ritraeva si capiva benissimo che si trattava di un’autentico deficiente, iperattivo, pazzoide cretino.
Sarebbe stata una sfida addomesticarlo, dalle voci che aveva sentito il ragazzo era anche solito alla violenza quando qualcosa non gli andava a genio, insomma, un vero e proprio animale selvatico.
Ma lui adorava le sfide e da vero Uchiha non si sarebbe sicuramente tirato indietro, d’altra parte, dei crediti gli avrebbero fatto davvero piacere, non bisogna mai accontentarsi, anche se si era i migliori.
E lui, modestamente, lo era.
<< Accetto!>> scrisse.
INVIO
Dopo alcuni minuti la schermata del cellulare si illuminò:
<< Perfetto! Allora la aspetto domani mattina (orario scolastico) all’entrata, per accogliere il ragazzo. Grazie e… auguri!>>
 
L’indomani mattina si ritrovò nel cortile scolastico con la preside, ad aspettare il tanto atteso Uzumaki, il quale era clamorosamente in ritardo secondo il suo orologio.
Quando finalmente da lontano avvistò una zazzera bionda che trascinava due valige.
“Eccolo, signora preside…” indicò il ragazzo alla donna, che dopo averlo inspiegabilmente incenerito con lo sguardo, urlò al biondo di avvicinarsi.
Notò subito come il ragazzo lo osservava da capo a piedi con una smorfia da ebete deficiente, ma nonostante la brutta espressione, doveva ammettere che, al contrario della foto su cui l’aveva visto, il biondo aveva un certo… come si può dire… fascino?
Subito l’aveva attratto la sua pelle, liscia e caramellata, una tonalità insolita per quei posti, perfetta da mordere; la quale veniva spezzata dalle iridi, bellissime, fuori dal comune, incredibilmente azzurre, come mare che si perde nel cielo e dalla scompigliata capigliatura dorata…
Che gli ricordava tanto qualcuno, ma no… provabilmente si sbagliava.
La preside interruppe i suoi pensieri presentandolo al ragazzo :
“… Ecco Naruto, questo è il tuo toutor, Sasuke Uchiha!”
Il biondo allungò una mano, sempre mantenendo lo sguardo da tipico deficiente e dire:”Naruto Uzumaki”
Eh sì, quel ragazzo era proprio un Dobe:
“Piacere… Uzumaki…” ghignò il moro a quel pensiero.

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Capitolo 3
*** Incidenti ***


 Erano più di dieci minuti che camminava dietro a quell’inquietante ragazzo.
Dopo che il suddetto –Uchiha- si era presentato e gli aveva fatto segno di seguirlo,non aveva più spiaccicato parola, se non il formale saluto che aveva rivolto alla preside.
Non che volesse conversarci, ma si sarebbe aspettato un interrogatorio in piena regola, con tanto di luce puntata negl’occhi, ma nessuna delle sue aspettative si avverò, infatti l’Uchiha, si limitava a camminare lesto davanti a lui.
Il biondo alzò lo sguardo, incontrando la schiena del moro, non si era soffermato troppo a osservare il suo fisico, tanto era perso nell’oscurità dei due occhi pece, così magnetici, così familiari, eppure, così lontani.
Scosse la testa concentrandosi nuovamente sulla schiena del moretto, dritta e fiera, era di sicuro uno di quei signorini che alzavano il mignolino quando bevevano qualcosa, il suo sguardo salì ancora, incontrando le spalle ampie ed il collo incorniciato da una raffinata camicia, completamente diversa dalla sua felpa nera degli AC-DC, poco più in su, i capelli neri accuratamente sistemati:
“Neh! Com’è che i tuoi capelli assomigliano al culo di un’anatra??” disse acido Naruto mentre osservava la stramba acconciatura.
Il ragazzo di fronte a lui si bloccò di colpo, facendo schiantare contro la sua schiena il biondino che poi cadde a terra.
“Ma sei pazzo?!?” sbraitò Naruto mentre si massaggiava il sedere per la botta.
Di risposta, il moro si voltò verso di lui con uno sguardo omicida che lo fece rabbrividire.
“Ok… ok, i capelli sono un tabù!” disse Naruto agitando le mani per dissuadere l’Uhiha, che sembrava avere tutte le intenzioni ammazzarlo.
“… Bravo…” soffiò Sasuke voltandosi nuovamente e rincominciando a camminare per poi essere seguito a ruota dal biondino.
Dopo alcuni minuti arrivarono davanti ad un appartamento con sopra stampato il numero 90.
L’Uchiha l’aprì.
Il biondo rabbrividì nel vederlo.
Era la stanza più buia e monotona che avesse mai visto.
Niente poster, niente scritte, un letto matrimoniale in coordino con le tende che impedivano alla luce di entrare, le pareti di un bianco slavato e tutto, dal cucinino al piccolo salottino, era perfettamente, maniacalmente in ordine.
“Io non ci sto in questo schifo!” esclamò Naruto inorridito.
“DOVRAI! Gli altri appartamenti sono tutti occupati!!” rispose Sasuke visibilmente irritato.
Come poteva quell’idiota definire -schifoso- il suo angolo di paradiso e perfezione?
Il cigolio del letto lo fece rinvenire, alzò lo sguardo che andò ad incontrare il biondo mentre saltava energicamente sul materasso come un bambino.
Il suo sorriso era felice e spensierato, fin troppo familiare, come poteva una persona che con un sorriso poteva illuminare il mondo essere un tale impiastro?
“Neh! Culo d’anatra!! Procurami della vernice, le pareti le voglio arancioni!”
L’Uchiha digrignò i denti, mentre un tic all’occhio lo coglieva.
Ecco perché!
Era un’irritante, stupido, deficiente Dobe!!
“Se il tuo cervello non ci fosse ancora arrivato, razza di Dobe, tu condividerai con me l’appartamento!!”
“Ma come?” biascicò il ragazzo rattristandosi e smettendo di saltare.
Ma poi un lampo attraversò il celeste dei suoi occhi: “Un momento… COME MI HAI CHIAMATO??”tuonò, dirigendosi verso il moro per riempirlo di botte, ma per la furia, inciampò ed andò a finire sopra l’Uchiha…
Lentamente riaprì gl’occhi, si sentiva le labbra… umide…
“Oh KAMI!!!” gridò sottrandosi alle labbra dell’Uchiha.
“BLEAH!!!!Sento già il cattivo gusto nello Styling salirmi nelle vene, domani avrò i capelli a forma di cammello!!!!!” continuò il biondo sputtacchiando teatralmente.
“TI AMMAZZO NARUTO!!!!” gridò l’Uchiha.
Naruto…
Nessuno lì lo aveva mai chiamato col suo nome in quel modo.
Come se si conoscessero da una vita, come se l’incidente appena accaduto fosse solo una semplice svista tra migliori amici.
Lo faceva stare bene, finalmete, dopo tanto…
Dillo ancora!  Voleva urlare…
Ma sarebbe stato fin troppo ambiguo, da pervertito, soprattutto per la situazione in cui si trovavano.
“Cos’hai Dobe?? Ti sei già innamorato di me??” diise il moro con un accenno malizioso, riportandolo alla realtà.
“Cazzo dici Teme??? Io sono già fidanzato!!” urlò il biondo arrossendo.
“…Ah…” fu tutta la risposta del moro.
Si era visto arrivare addosso quel turbine arancione e non aveva potuto fare niente per evitarlo.
Ma quel bacio, anche se accidentale, gli aveva provocato un fremore nuovo.Quasi magico.
E sapere quella magia nelle mani di qualcun’ altro lo faceva insolitamente imbestialire, non era giusto, non doveva averla nessun’altro.
“Comunque da come sei arrossito direi proprio che ti è piaciuto” disse Sasuke con aria bastarda.
“Bè è normale!!” Al contrario di te, brutto manichino senza anima, io provo delle senzazioni!!!”
“Appunto,ti è piaciuto!” rincalcò il moro facendo aumentare il rossore sul volto di Naruto.
“GRRRRRRR!!!! TI AMMAZZO TEME!!!” ringhiò il biondo, che mentre partiva alla carica per uccidere l’Uchiha, reinciampò sui suoi stessi passi cadendo rovinosamente a faccia a terra.
“Tsk… Dobe…” sputò il moro, osservando la ridicola scena.

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Capitolo 4
*** Rivelazioni ***


 Il resto della giornatala passarono a cercare di far apprendere al biondo le basi di qualche materia:
“Ma mi spieghi perché hai scelto quest’istituto se non hai neanche la nozioni di base?!?” tuonò Sasuke.
Naruto si rabbuiò ma il più grande, preso dalla rabbia, non notò il cambio di espressione sul suo volto.
“Allora… rincominciamo da capo, 3x7?” soffiò l’Uchiha, cercando di riaqquistare la sua compostezza.
“Non è stata una mia scelta…”
“Cosa?” chiese il moro, alzando lo sguardo confuso.
“Non ho scelto io l’istituto…” rispose Naruto malinconico.
“Ah…” fu l’ennesima risposta atona dell’altro, che fissava il volto del biondo contratto in una smorfia amara.
Era chiaro che l’argomento fosse un tasto dolente e non era il caso di andare a buttare sale sulla ferita con battutine bastarde.
Però, stranamente, vedere il biondo in quello stato, riaccese in lui uno strano istinto, lo voleva consolare, lo voleva proteggere.
Contro ogni sua aspettativa Naruto continuò:
“… io nella mia vecchia città, insieme ai miei amici, frequentavamo un’istituto fisico- motorio, pensa che eravamo talmente fissati con il calcio che ci eravamo ripromessi, che una volta diventati dei grandi, avremmo formato una squadra tutta nostra…” il ragazzo sorrise malinconicamente.
Non aveva idea del perché stesse raccontando quelle cose a uno sconosciuto, ma in fondo, sentiva che si poteva completamente lasciare andare con Sasuke, come se fosse un fratello e poi, aveva un’assoluto bisogno di sfogarsi ,diversamente, non con la solita scazzottata, si sentiva esplodere, aveva bisogno di lui.
“… ma tutto, tutti i nostri sogni sono stati spazzati via, per colpa di un’arrogante atto di egoismo, lui, lui mi ha rovinato la vita, lo ha sempre fatto e continuerà a farlo, non so cosa gli ho fatto per meritarmi tanto, ha fatto bene mia madre ad andaresene senza lasciare tracce, non la biasimo, mio padre, è un mostro, mi ha portato via tutto…” gli occhi turchini cominciarono ad inumidirsi.
Sasuke poteva notare un leggero tremore nei pugni del biondo, che teneva chiusi, talmente forte, da farsi diventare bianche le nocche.
“Ti manca molto… quella vita?” chiese il moro con voce atona, gli dava un’estremo fastidio porgere quella domanda, ma doveva, sentiva che il biondo aveva bisogno di lui.
“S-si…” annuì l’altro esplodendo in un pianto liberatorio e portandosi le mani formicolanti sul volto.
Sì, gli mancava tutto, gli mancavano i suoi amici, gli mancava sua madre, gli mancava quel primo amore mai vissuto nella sua pienezza, gli mancava quella pazzesca, frenetica città che lo aveva visto crescere e maturare, ma non era solo quello, nel profondo, qualcosa di più grande gli mancava, qualcosa proveniente da un’indefinito passato, ma cosa? O meglio, chi?
Ad un tratto, sentì una mano intrufolarsi tra i suoi capelli.
Che cosa penosa, farsi consolare da uno stupido tutore, Teme e secchione.
Ma tuttavia, non si sottrasse alle apparenti carezze del moro.
Un vuoto che piano si riempiva, forse era propio questo quello che gli mancava?
Chiuse gl’occhi, godendosi appieno quel tocco, così rassicurante, eppure così lontano, fino a quando, stremato dalle lacrime, si addormentò.
***********
 
“Tsk…”
Era già passata mezz’ora da quando quel Dobe si era addormentato sui suoi libri, ricoprendoli di saliva… e lacrime.
“ Spostati stupido!” esclamò l’Uchiha, cercando di salvare l’ultimo libro rimasto miracolosamente asciutto.
In fondo… molto in fondo, era dispiaciuto per quel ragazzo.
Soffriva veramente tanto, lo dimostravano anche le interminabili lacrime che solcavano i due pozzi azzurri, anche adesso che riposavano.
E chi l’avrebbe mai detto che quella testa quadra, con quel fare sbruffone e con quel sorriso immutabile, racchiudesse dentro di se tali sentimenti.
 Ora che ci pensava, si assomigliavano parecchio; anche lui era stato privato della sua persona speciale, del suo unico, vero legame.
 I suoi genitori lo avevano abbandonato, per rincorrere la ricchezza e il potere lascandolo completamente in affidamento a suo fratello, il figlio alprodigo, che gli aveva frantumato la vita, solo che lui, al contrario del biondo, si era racchiuso in una spessa armatura di odio e freddezza, isolandosi da sentimenti che omai definiva, inutili.
Continuava ad osservare il biondino sopito, incautamente, avvicinò  un dito al volto abbronzato  raccogliendo una delle tante , piccole, gocce d’acqua salata.
La assaggiò, era acra, aspra, piena di tristezza.
Una strana fitta al petto assalì il moro.
Essendo molto popolare aveva visto molte ragazze… e ragazzi  piangere per lui, ma aveva sempre mantenuto un’ atteggiamento distaccato e menefreghista, ed era la verità, non gliene importava assolutamente niente di loro.
Ma vedere piangere quello sconoscuto, quell’Uzumaki, quel Dobe, aveva risvegliato in lui strani sentimenti.
Sentimenti, che fino ad allora, erano stati gelosamente costuditi all’interno del suo animo di ghiaccio e che solo una volta, tanto tempo fa, erano germogliati per quella persona, che poi, era scomparsa dalla sua vita.
Così, aveva deciso di accantonare tali sentimenti, di recluderli in un angolino della sua mente, ritenendoli inutili e controproducenti, dopotutto, perché soffrire inutilmente?
E sostituendoli quindi, con la fredezza e l’odio nei confronti di suo fratello, che riteneva responsabile di tutto quello che di straziante gli era accaduto.
Un’ultimo sguardo sul biondo.
Un flash.
“Naru-chan…” sussurò appena, nostalgico.
 
 
 
 
 
 
NOTE  AUTRICE: Buongiorno!!!!!!!!!!!!!!
Cari lettori, vogliate perdonarmi, l’altra volta andavo così di fretta che non ho lasciato nemmeno un saluto, ma soprattutto i RINGRAZIAMENTI!!
Rimedio subitoXD
Ringrazio tutti coloro che mi seguono, preferiscono, ricordano e recensiscono!!!!!!
I vostri commenti sono il mio carburante, il mio caffè, la mia redbull da appena sveglia (è miracolosa;D). Spero quindi di sentirvi in tanti per questo capitolo, non vorrete mica lascarmi  a secco vero?XD
Ditemi tutto, dubbi, aspettative...insultiXD
Mi rendereste felice n_n
Un bacione e ungrazie anche a coloro che vorranno seguirmi come dei fantasmini;D
Raky-chan

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Capitolo 5
*** Tra sogno e realtà ***


 “Naruto, Sasuke!  Su, dovete salutarvi, i signori aspettano!”
Due bambini erano accucciati in un cortile, mentre, non curanti di quello che succedeva loro intorno, giocavano con le macchinine:
“Sas’ke-kun, pecchè  Itachi-niisan dice che dobbiamo salutarci?” domandò un piccolo biondino all’amichetto.
“Perché tu stai per avere una mamma e un papà Naru-chan!” disse l’altro, un piccolo moretto.
“E tu?!?” si allarmò l’altro, con i suoi piccoli occhietti topazio, colmi di malinconia.
“Io rimango con il fratellone, altrimenti chi gli fa compagnia?” rispose Sasuke alzando lo sguardo sull’amico e celando un piccolo sorriso malinconico.
“Ma… ma io non me voglio andale! Non voglio lasciarti!” Il biondino cominciò a piangere, mentre, con le piccole braccia, si avvinghiò al collo del moretto.
“N-nemmeno io… ma quei signori sono bravi, ti vogliono bene…” disse il moro, singhiozzando appena.
Nonostante i suoi cinque anni, era sempre stato, al contrario del suo amico, molto calmo e riflessivo.
Suo fratello aveva sempre colmato la sua voglia di imparare e gli aveva anche spiegato che, loro non avrebbero potuto occuparsi per sempre di Naruto e che, prima o poi, una mamma e un papà sarebbero venuti a prenderlo e che, di conseguenza, si sarebbero dovuti salutare.
Quindi, era consapevole di quel fatto, ma non credeva accadesse così presto e ciò, non poteva tollerarlo, quasi come le continue chiacchere del biondo, che lo ridestarono dai suoi pensieri:
“E tu?!? Tu non vi vuoi bene??” Urlò Naruto, puntando i suoi occhi pieni di lacrime in quelli dell’amico.
“Certo che sì…” Rispose Sasuke, arrossendo appena e distogliendo lo sguardo.
No.
Non sopportava il non riuscire a gestire una situazione, ma soprattutto, non sopportava vedere il suo amico piangere.
Doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa.
“Ascolta Naru-chan, lo sai che quando i grandi fanno un un giuramento, si mettono qualcosa al dito?”
L’altro placò un poco il pianto e con aria confusa chiese: ” E che cos’è un giuamento??”
“Giuramento! Stupido… Comunque, è una cosa importante… penso…”
“Oh!!” i due occhi turchini si illuminarono, fremendo di curiosità.
“Su, dammi i lacci delle scarpe!” esclamò il moro, che prontamente, legò i due lacci rossi, uno sul mignolino del biondo e l’altro sul suo, per poi attorcigliare i due  ditini in una stretta ferrea.
”Giuriamo che quando ci rivedremo, non ci lasceremo mai più, staremo per sempre insieme!”
Il biondino si asciugò le ultime lacrime e rischiarandosi il volto con un radioso sorriso, gridò:
“Sì, lo giuro!!”
Pochi minuti dopo, Naruto si ritrovò nel retro di una station wagon a salutare con la piccola manina l’amico, che piangeva, stringendosi forte il ditino avvolto dal laccetto rosso.
Una strana senzazione accompagnava il moretto.
La senzazione che prima che avesse rivisto il suo amico sarebbe passato tanto, forse troppo tempo.
Non aveva idea di quanto avesse ragione…
**********
 
Un rumoroso sbadiglio lo ridestò dai suoi pensieri.
Il Dobe si era svegliato.
“Oh! La bella addormentata mi onora della sua presenza…” disse il moro tagliente.
“Buongiorno anche a te, tutore Teme!”
“Buongiorno?!? Sono le otto di sera idiota!”
“ Mmmh! Ma che rompiscatole che sei, fammi riprendere…”
Decisamente, Naruto si doveva proprio riprendere dal sogno che lo aveva accompagnato  durante tutto il suo breve sonno.
Immagini confuse correvano nella sua mente appena destata.
Due bambini, dei lacci rossi… un giuramento.
Ma la sua attenzione da quei pensieri se ne andò presto, quando, sotto al suo naso passò un invitante odore di mangiare.
Subito scattò in piedi, raggiungendo il moro dietro ai fornelli.
“Uh!! Che cosa si mangia??” il biondo saltò letteralmente al collo dell’Uchiha, sollevando tutti i coperchi che il moro aveva accuratamente sistemato per far cuocere le pietanze.
Lo sentiva,ne aveva la certezza, tra poco i suoi poveri nervi Uchihiani sarebbero saltanti.
“Togli immediatamente le tue zampacce!!” esclamò Sasuke, schiaffeggiando la mano al biondo.
“Certo che oltre a rompiscatole sei anche decisamente antipatico!” disse Naruto facendo la lingua.
“Tzk… Dobe…”
“Allora, visto che non vuoi che ti aiuti, vado a farmi una doccetta!”
“Fai cosa vuoi! Basta che sparisci dal mio campo visivo!!” ringhiò il moro.
“Si… decisamente antipatico…”
“Hai detto qualcosa?!?” lo fulminò l’Uchiha.
“Eh? No, no… vado a lavarmi…” di solito il biondo avrebbe risposto a tono ma lo sguardo di quel tizio era troppo inquietante, assicurava morte certa.
Ma non potè che ghignare, erano quasi 24 ore che era in quell’appartamento e quel secchione non lo sopportava già più.
Un record!
Aprì una valigia per prendersi un ricambio e il suo adorato accappatoio con le ranocchie, per poi avviarsi nel piccolo bagno.
Iniziò a riempire la vasca di acqua bollente e mente il vapore saliva, si liberò degl’abiti, per poi immergersi nel liquido trasparente.
Rilassò completamente i muscoli e si lasciò andare a quello straordinario tepore, i dubbi di quello strambo sogno che come flash ricomparivano per poi volatilizzarsi insieme al vapore.
 
 
 
 
 
NOTE AUTRICE: Saaaaaaalve cari lettori!!
Spero che questo capitolo abbia tolto un po di dubbi sul passato dei nostri eroi, anche se non è ancora tutto chiaro…
Ma scoprirete presto misteriose verità e tanti sentimenti verranno alla luce.
Non posso far altro che augurarmi che la fic, fin qui, sia stata di vostro gradimento e ringraziarvi con tutto il mio cuore per il vostro sostegno!
Un bacione abnorme a tutti voi, un saluto!
Raky-chan  
 

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Capitolo 6
*** Forse, non era solo un sogno... ***


  
“Ma quanto tempo ci mette quello stupido?!?” esclamò Sasuke impaziente.
Le dita affusolate e bianchissime che picchiettavano irritate sulla superficie del lucido tavolo, accuratamente apparecchiato e colmo di pietanze.
Lo sguardo pece, che lento, inceneriva la porta del bagno dove, già da troppo tempo, si era rinchiuso quell’idiota.
“Ma chi diavolo me l’ha fatto fare?” ringhiò.
Le pietanze sulla tavola erano ormai fredde, tutto lavoro andato sprecato e tanto di quel suo prezioso tempo buttato all’aria per un Dobe.
Di solito, lui si accontentava di semplici pomodori, dango, o insipidi sambei; ma, chissà perchè, una vocina gli aveva suggerito di preparare un pasto degno di un esercito e per un motivo ancor più sconosciuto, lui, aveva deciso di dar retta a quell’odiosa vocetta.
“Su Sasuke, in fondo è un’ospite…”
Ma che ospite e ospite??
Se solo non fosse stato un Uchiha, sarebbe andato in bagno per affogare quell’imbecille nella sua stessa zozzuria. 
“Eccomi!” la voce del biondo che usciva dal bagno lo fece ridestare.
Naruto si accomodò a tavola e sgranando gli occhi disse:” Wow Teme!! Quanta roba!!... perché mi guardi così?”
Un lieve tic all’occhio aveva colto l’Uchiha, mentre guardava di sbieco il biondino.
Non solo quello stupido  aveva mandato all’aria il suo capolavoro culinario, ma ora, perlopiù, si era anche presentato a tavola seminudo, sbattendogli in faccia quel corpo, tremendamente invitante .
Sì… lo sentiva… tra poco il suo autocontrollo sarebbe andato a farsi fottere e forse non solo quello.
“… Teme?”
Ed eccolo che lo scrutava, con quei bellissimi, incredibilmente ingenui, o forse stupidi, occhi.
Ma come non poteva accorgersi di quanto era sexy?
“ Sta zitto e mangia che è già freddo…” riuscì solo a dire.
“Non me lo faccio ripetere due volte!!” esclamò Naruto, fiondandosi sul cibo.
Mah… nonostante tutto… quella vocina non  aveva poi tanto torto.
Il biondo sbranava con voracità qualunque cosa sotto al suo naso fosse commestibile; ad un tratto, alla sua immagine, si sovrappose quella di un bambino, con gli stessi occhi azzurri, con gli stessi capelli color del grano che, con la stessa voracità, chiedeva un bis di riso porgendo il piatto a suo fratello.
Era incredibile quanto quel biondino assomigliasse al bambino del suo passato.
Il suo unico, vero legame.
Ma in cuor suo, sapeva che era impossibile che fosse il Dobe quel bambino.
Intanto, il vero Naru-chan si sarebbe ricordato di lui e anche se non fosse stato, non si sarebbe sicuramente fatto una figura di merda con quel teppistello chiedendogli:
“Ehi senti, sei tu l’ unica persona a cui ho voluto veramente bene, ma che poi è sparita dalla mia vita?”
Assolutamente no!
Era un Uchiha, la sua famiglia era una delle più importanti al mondo, non poteva di certo abbassarsi a tanto.
Alzò nuovamente lo sguardo, che incontrò gli occhi zaffiro del biondo fissi su di lui:
“Cos’hai da guardare eh??” chiese, seccato dallo sguardo insistente dell’altro.
Con un gesto fluido, il biondo, indicò il suo polso.
“Cos’è quello?” chiese.
L’Uchiha abbassò lo sguardo, scrutando il laccetto rosso che legava il suo polso.
Perfetto, ci mancava solo questa.
“Non penso che ti interessi, cose personali…” cercò di chiudere l’argomento.
Naruto, di tutta risposta, gonfiò le guance e iniziando ad agitare i pugni, disse piagnucolando:
“E invece lo voglio sapereeeee!!!”
“Ti ho detto… di farti gli affari tuoi…”
“E dai, che ti costa?? Dimmelo, dimmelo, dimmelo!!!!”
“NO!”
“Dai!”
“Noo!”
Un grande broncio si impossessò del volto abbronzato, broncio che lo rendeva inresistibile.
Quel biondo aveva il potere di plagiarlo, non andava bene…
Ci fu un’attimo di silenzio poi…
“E’… il segno, di un giuramento, fatto tanti anni fa…”
Improvvisamente il biondo bloccò la sua famelicità.
Laccio rosso…
Giuramento…
Queste uniche parole vorticavano nella mente di Naruto.
Perché quel senso di vuoto ora si faceva sentire più forte?
Flash improvvisi accompagnavano quel quesito.
Un bambino, il bambino del suo sogno, Sasuke…
Lo gurdava allontanarsi, stille salate uscivano incontrollate dai due occhietti pece…
Voleva proteggerlo, salvarlo, ma non poteva, era bloccato…
Quel vuoto che, come una voragine nel suo petto lentamente lo distruggeva…
Un urlo spezzò l’aria:
“SAS’KEEEEEE!”
“… Naruto?” il moro guardava, spiazzato, il ragazzo di fronte a lui.
Il biondino era scosso da continui tremori, puro terrore attraversava le iridi azzurre.
Sasuke allungò una mano, come se potesse, con un tocco, salvarlo dal buio, oscuro e spaventoso, come quello racchiuso nella sua anima e che ora, attraversava quegl’occhi stupendi, folgorandoli, rovinandoli.
Ma prima che potesse anche solo sfiorare la sua pelle, il biondo, scattò in piedi e puntò il suo sguardo disperato su di lui:
“Scusa ma, devo sapere…”disse, per poi uscire, correndo via dall’appartamento.
“Naruto ferm…”
Troppo tardi, era già sparito.






NOTE AUTRICE: Buongiorno dolcissime mousse alla fragola!!!( come quella che sto mangiando adessoXD)
Come va la vostra estate? Esami, finiti? Io sono finalmente in ferie, per questo pubblico presto, oggi super mega giornata in piscina!!!
"Sai a loro cosa gliene importata?" * la mia coscienza*
Ha ragione T^T...
Ma passiamo alla storia...
Il nostro adorabile Naru-chan troverà le risposte a quello che tanto lo tormenta?
Il Teme la smetterà di fare pensieri hentai o peggio(?) passerà ai fatti?
Ma sopratutto, cos'è che lega i due?
Spero di sentirvi in tanti,non abbandonatemi, che senza i vostri commenti vado in crisi e non scrivo piùT_T e io voglio farlo!!!!!!!!
Un bacione grandissimo e un ringraziamento a tutti voi carissimi n_n
Bye-bye
Raky-chan

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Capitolo 7
*** Risposte ***


  
Non sapeva cosa gli stava succedendo.
Forse, semplicemente, stava impazzendo.
Era a petto nudo, il freddo della sera si scagliava contro il suo corpo, ricoprendolo di brividi, mentre correva all’impazzata verso, dio solo sa, quale meta.
Sapeva solo che, doveva sapere…
Doveva sapere perché quel senso di vuoto infinito lo pressava sotto quell’impenetrabile muro di dolore.
Forse, forse si era già sentito così, tanti anni fa, ma non ricordava.
Non ricordava quel bambino che tanto somigliava a Sasuke, non ricordava quel nastrino rosso, non ricordava nessun stupido giuramento!
Eppure, il suo subconscio continuava  a inviargli immagini distorte, di una vita passata, che non gli apparteneva.
Ebbe un’improvvisa fitta alla nuca, all’altezza di una cicatrice.
Non ricordava o forse, più semplicemente, non voleva ricordare.
Senza neanche rendersene conto, si ritrovò di fronte a casa sua, osservava la semplice abitazione con le lacrime che sgorgavano a non finire.
Lo terrorizzava, lo terrorizzava guardarla e anche solo starci davanti aumentava quell’insopportabile vuoto.
Era chiaro che l’incontro con quel tutore aveva scatenato in lui uno spietato meccanismo.
Forse l’aveva drogato, sì, doveva esserci sicuramente qualche strana sostanza nel mangiare, o forse, l’aveva drogato con la sua persona, con il suo viso, che il cuore urlava di conoscere, di essere suo, ma che la mente, inesorabilmente, rifiutava.
Ecco stava pure delirando su un’estraneo, era proprio fatto…
Decise di entrare in casa.
Come al solito, suo padre aveva lasciato la porta aperta, menomale che non avevano grandi oggetti di valore altrimenti…
Si fermò nell’ ingresso e inspirò una grossa quantità d’aria, come per riconoscere quell’odore particolare che caratterizza ogni abitazione, odore, che in fondo, non aveva mai sentito suo…
Avanzò di qualche passo, sino a giungere a un quadretto, con sopra ritratto il viso splendente di sua madre, era ineguagliabile, il suo sorriso, la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua, forse…
Scosse furiosamente la testa, per scacciare la nuova vagonata di immagini che si scagliava nel suo cervello, tutte raffiguranti il viso di un piccolo moretto.
Si, decisamente fatto…
Accese la luce ed entrò in salotto.
Era esattamente come lo aveva lasciato, non sembrava neanche che con lui abitasse qualcun’ altro, e fosse stato veramente così…
Alzò lo sguardo, che percosse il corridoio, sino ad arrivare allo studio di suo padre.
Quello era un luogo off limit, fin da quand’era piccolo gli era sempre stato negato l’accesso a quel luogo, chissà poi il perché…
“ Ma cosa?”
Il suo corpo si muoveva da solo, attraversava il corridoio, per poi bloccarsi davanti a quella porta, la mano ferma sulla maniglia.
Come se la sua mente sapesse, conoscesse con certezza il contenuto di quel locale.
La verità.
Dopo un po di incertezza, decise di dar retta al suo istinto ed entrò.
Accese le luci e si trovò davanti un normalissimo ufficio, scrivania in legno, poltrona in pelle e una grande libreria piena zeppa di tomi impolverati.
Prese posto sulla comoda sedia cominciando a curiosare nella scrivania.
Dopo svariate ricerche, tra gli articoli d’ufficio, trovò un’album di foto.
Un lieve sorriso gli si dipinse in volto mentre lo sfogliava, incontrò: le foto del suo primo giorno di scuola, del natale in famiglia, della gita allo zoo, fatta quando aveva circa  9 anni, il suo primo giro in bici, tutti ricordi molto dolci.
Ma mancava qualcosa…
Come mai non c’erano foto della sua nascita, di quando era neonato?
Di nuovo quella sgradevole senzazione gli penetrò le ossa, portandolo nei pozzi più bui e profondi del suo subconscio.
Voltò pagina, battè le palpebre più volte, come per essere sicuro che stesse vedendo veramente quello che vedeva.
 
CERTIFICATO D’ADDOZIONE
Ex tutore dell’ orfano Naruto, Itachi Uchiha.
Il bambino, di anni 4, viene affidato a una nuova unità familiare causa personale dell’ex tutore.
 
Più in là, nella stessa pagina, un laccetto rosso spiccava tra le parole.
Le lacrime solcarono nuovamente il suo viso.
Quando gli sembrò di perdere tutta la sua vitalità.
Il suo carattere, che nonostante le avversità della vita, era sempre stato allegro e solare e il suo animo puro e spavaldo, svanirono al riaffiorare di quei ricordi.
Ora ricordava, le innumerevoli volte che aveva cercato di scappare, le botte di suo padre, sua madre che piangeva in un angolo, ma non lo aiutava e lui, ancora un’innocente, che urlava il nome dell’unica persona che avrebbe potuto salvarlo…
Sas’ke…
Come aveva potuto dimenticarlo?
Con una forza che non credeva più di possedere, ribaltò la scrivania, afferrò il nastrino rosso, con forza, come per riprendersi tutta  l’esistenza che ingiustamente gli era stata portata via e indossòuna maglietta, per poi correre via, da quella che era, la sua vecchia casa, per non tornarci mai più.
 
 
 
 
NOTE AUTRICE: Allora? Come vi è sembrato questo capitolo?
Corto ma ricco, spero…
Anche se Sasuke non si vede T^T SOB… ma pazienza, si rifarà nel prossimo!xD
Vedrete, vedrete…
Detto ciò, ringrazio tutte le straordinarie persone che leggono e commentano questa fic, le vostre recensioni mi danno sempre tanta forza di volontà, mi danno la carica giusta per andare avanti nonostante il caldo asfissiante e il mio cervello quasi del tutto ridotto a una poltigliaxD
Non sono da meno le gentilissime persone che seguono/ preferiscono o che hanno messo questa fic nelle ricordate, vi ADORO!!!!! >.<
E ora vi lascio, bacioone!

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Capitolo 8
*** Salvami. Io salverò te. ***


DRIIINN- DRIIIIN

Sasuke, faceva avanti e indietro nell'alloggio, quando, lo squillare del cellulare di Naruto,lo fece bloccare di colpo.
Forse era lui, dopo ore di assenza forse quella testa bacata aveva perlomeno deciso di dirgli dove era, dato che se ne era scappato, piantandolo in asso come un carciofo.
" NARUTO!!!" gridò con tono di rimprovero.
Ma la voce dall'altro capo non era quella del ragazzo.
" Chi sei tu? Dov'è mio figlio?? Passamelo!" la voce dell'uomo era disperata.
Perfetto, se quell'idiota non era nemmeno a casa chissà in che guai si era andato a cacciare.
"Naruto non è qui con me signore..."
Il moro era, dopo tanto tempo dall'ultima volta, veramente preoccupato, quel dobe era una sua responsabilità e se gli fosse accaduto qualcosa?
Non avrebbe risposto delle sue azioni...
"Allora perchè hai il suo telefono?? Chi sei?"
"Io sono il tutore di suo figlio, Sasuke Uchiha, speravo Naruto fosse a casa, lei non saprebbe dirmi dove potrebbe essere andato?" nonostante tutto mantenne un tono di voce fermo e autoritario, per non preoccupere ulteriolmente il genitore.

Sasuke Uchiha...
Ora tutto era chiaro, l'improvvisa furia di suo figlio, gl'era sfuggito di mano, propio come dodici anni prima...


"Mr. Uzumaki?" lo richiamò il ragazzo.
"Ascolta... Sasuke... Naruto questa sera è venuto a conoscienza di un fatto che l'ha segnato molto quand'era piccolo e solo tu puoi  controllarlo... ti prego Sasuke, salvalo..."
"Ma signore, io..."
"Ti prego..." ribadì l'uomo.
Il moro sospirò e abbassò lo sguardo: "Farò del mio meglio signore..."
"Grazie..."
Riagganciò.
La mano difana andò a districare i fluenti capelli e dopo un nuovo profondo respiro, con uno slancio, afferrò il giacchetto ed uscì.
"Accidenti a lui..."

**********

7.00 a.m.

Era stato tutta la notte a cercarlo, non c'era angolo in tutta Konoha in cui non aveva guardato e la nottata passate in bianco aveva gravemente segnato i suoi occhi di due profonde occhiaie.
Tutto per cosa?
Uno stupido Dobe squilibrato che, in poche ore, aveva stravolto la sua esistenza.
Oh si, quando l'avrebbe trovato l'avrebbe disintegrato.
Alla cieca, cercò di infilare la chiave nella serratura, mentre, mentealmente, malediceva quell'odioso ragazzino e suo padre.
Cosa centrava lui se quel bondino era rimasto traumatizzato e sopratutto, come poteva aiutarlo?
Mica era uno psicologo...
Ma nonostante tutto aveva voluto cercarlo, provarci almeno, riducendo il suo viso di Uchiha bello e fiero a uno straccio.
Non era sempre stato così, tanti anni fa aveva aiutato, con molto piacere e con l'ausilio del fratello, una persona in difficoltà, quella persona che per lui, era diventata l'unica cosa importante, ma poi, tutto era finito.
E forse era anche per quello che si era iscritto al programma di tutorial, per riprovare quello straordinario calore al petto che sbocciava attraverso un sorriso e un sincero - Grazie - pronunciato dalla persona aiutata, pronunciato, dal suo Naru-chan...
Senza neanche redersene conto si era già fatto la doccia ed erano le otto, ora di andare a scuola, perchè non sia mai che Sasuke Uchiha salti un giorno di scuola, se non per estrema necessità, lui doveva essere il migliore.
E provabilmente, dato che era l'unico luogo dove non aveva ficcato il naso, avrebbe trovato anche Naruto lì, o almeno, lo sperava...

Varcati i cancelli della stuttura scolastica si ritrovò davanti un muro di persone, intente ad osservare qualcosa.
Si fece strada a spallate, per poter osservare meglio la scena, ne rimase alibito.
Tre ragazzacci schernivano il suo biondino passandosi tra di loro un' oggetto,che Naruto cercava di recuperare con furia.
Un'attimo...
Da quando Naruto era il suo biondino?!?
Non andava bene, no, non andava affatto bene, considerando anche i pensieri che aveva fatto sul corpo del ragazzo la sera precedente.
 Impercettibilmente si sfiorò le labbra con la lingua.
No, niente affatto bene.
Cercò di scacciare quei pensieri concentrandosi nuovamente sulla scena davanti a lui.

"Cos'è Uzumaki?? Rivuoi il regalo del tuo fidanzato?? razza di mostro..."  lo derise un ragazzo, passando l'oggetto discusso al compare.
"Te lo ripeto un'ultima volta, non voglio farti del male, quindi... RESTITUISCIMELO SUBITO!!" ringhiò Naruto.
"Neanche per sogno Naru-chan! voglio vederti supplicare in ginocchio, forza!"
"Stronzi..." sibilò il biondino, una lacrima scalfì il suo zigomo.

Basta, aveva visto anche troppo.

"Non hai sentito cosa ti ha detto? ridaglielo su!" una testa mora sbucò dalla folla, la figura ritta e fiera, le mani rigorosamente in tasca, lo sguardo gelido, capace di uccidere.

"Uchiha... da quando ti mischi alla feccia?" lo stuzzicò il terzo bullo, una sottospecie di armadio a tre ante.
Il moro ghignò appena, cosa credeva di spaventarlo? Non si sarebbe di sicuro fatto intimorire da un tizio del genere, lui era Sasuke Uchiha e Naruto era nei guai, non avrebbe permesso a nessuno di toccarlo neanche con un dito, solo lui poteva farlo.
"Infatti non lo faccio, non mi sembra di averti mai neanche solo considerato..." rispose tagliente alla provocazione.
La sua risposta fece imbestialire il colosso che partì alla carica come un toro infuriato.
Era troppo veloce, non sarebbe riuscito a schivare il colpo, quindi chiuse gl'occhi in attesa dell'arrivo del dolore, che però, non arrivò mai.
Il moro ne rimase sconcertato e lentamente, riaprì gl'occhi, trovandosi davanti una scompigliata testa bionda.
Naruto...Naruto aveva parato il colpo rvolto a lui con la fronte, da dove ora, colava un rivolo di sangue.
"Naruto..." sussurrò il moretto con gl'occhi sgranati per il gesto inaspettato.
Il biondo lo guardò con la coda dell'occhio prima di sussurrare un :"Sto bene..." e infine correre all'attacco dei tre bulli.
"QUESTO NON DOVEVATE FARLO!!!"
Ne susseguirono pugni, morsi, calci, fino a quando poi, i malfattori corsero via, con la coda tra le gambe, lasciando un Naruto inginocchiato a terra, a recuperare l'oggetto per cui si era valorosamente battuto.
Perchè si era battuto per l'oggetto, giusto?
L'uchiha rimasto imbambolato, al un movimento della schiena dell'altro si ridestò per poi avvicinarsi:
"Stai bene?" in quel momento gli sembrò la domanda più stupida e ovvia che avesse mai fatto in vita sua.
"Si... ok..." rispose l'altro, le spalle percosse dai singhiozzi di un pianto che non tardò ad arivare.
Dolcemente, Sasuke lo fece voltare, ma non incontrò lo sguardo turchino, che era fisso sul prezioso oggetto.
Incuriosito, anche il moro abbassò lo sguardo e... il suo cuore, perse un battito.
Le mani abbronzate, sporche di sangue e terra, stringevano un nastrino, quel nastrino, il nastrino rosso che avrebbe riconosciuto tra un milione.
"Ma... allora tu, sei..."
Fu interrotto da due braccia calde, indecrivibilmente appagganti, che gli avvolsero il collo.
"Ora che ti ho ritrovato, ti prego, non lasciarmi più..." disse il più piccolo, sprofondando nel suo collo.
Non ci poteva credere, era lui, era lì...
Un ghigno si dipinse sul volto diafano, mentre era immerso in quella pazza testa bionda.
"Sarba me. Sarbavo te. Ora e per sempre..." disse dolcemente il moro.
"Parla la mia lingua Uchiha!"
"Dobe! Un giorno, quando sarà il momento, capirai..."
E si strinserò ancor di più in quell'abbraccio, finalmente, godendosi quel calore, che per anni, era mancato ad entrambi.
Sentendosi, finalmente, di nuovo, completi.



SBANG!
"Ahio! ma che ho fatto??" chiese il biondo massaggiandosi la parte colpita.
"Questo è per avermi fatto passare la notte in bianco brutto idiota che non sei altro!!"






NOTE AUTRICE: Salve genteeeeeee!! n_n
Porto buone notizie...
La mia partenza è stata rimandata quindi, per vostra (s)fortuna, riuscirò a pubblicare ancora un paio di capitoli, prima di abbandonarvi definitivamente per circa un mese T^T Sigh
Mi mancate già...
(Questo naturalmente vale anche per chi segue "Come il dolce profumo del mughetto selvatico";D)
Ma passiamo al capitolo!!
Allora?
Che ve ne pare?
E siamo solo all'inizio della loro storia, non sono pucciosi?? XD
Vi chiederei di lasciarmi un commentino, ricordandovi che se lanciate i pomodori poi Sas'ke si arrabbiaxD
Scherzo, sono ben accetti anche quellixD
Un caloroso ringraziamento va a tutti voi un bacione abnorme
Raky-chan

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Capitolo 9
*** Amabili cure ***


Non curante degli sguardi delle persone, Sasuke, lo aveva letteralmente trascinato in infermieria.
Quegli sguardi puntati come riflettori, Naruto si chiedeva se anche Sasuke li vedesse…
Accusatori, cattivi…
Perché lui era quello che combinava sempre guai, lui era quello, che a detta di tutti, da quando era arrivato, aveva distrutto la pace di quella scuola.
Perché lui era quello diverso, perché lui, era il mostro…
Ma ora, non si sentiva tanto solo su quel palcoscenico, puntato da mille luci.
Ora c’era di nuovo lui, a proteggerlo, accudirlo, a modo suo, a volergli bene.
Entrarono nella stanza e il moro, una volta constatato che l’infermiera non c’era, iniziando a borbottare qualcosa sull’incompetenza del personale scolastico, si avviò verso l’armadietto del primo soccorso, armandosi di cerotti e disinfettante.
Imbevve del cotone con il liquido trasparente, dopo di che si incamminò vicino alla finestra, dove Naruto si era appollaiato.
 
“L’infermiera?” chiese il biondo, inarcando un sopracciglio.
Sasuke aveva la netta impressione di sembrare un clow, kami cosa gli toccava fare per uno stupido dobe manesco.
Lui, mettersi in ridicolo…
Un tic di nervosismo colse il suo occhio.
“Non c’è…” soffiò tagliente.
“Oh bè…” disse il biondo scendendo dal davanzale dove era seduto.
“… non è il caso di starsi ad incerottare allora, guarda, ha già smesso di sanguinare!” continuò, toccandosi la ferita sulla fronte, per poi dileguarsi con un poco elegante: “ Ci si becca in giro!”
 
Ok… anche la pazienza di un’Uchiha aveva un limite.
 
“Siediti idiota!” bruscamente, lo fece risedere su uno sgabello.
L’altro incrociò le braccia al petto e mise il broncio, sotto certi aspetti era davvero rimasto identico a tanti anni fa…
“Ti sembra educato andartene mentre qualcuno cerca di medicarti?” disse il moro ammonendolo  mentre iniziava a tamponare le ferite.
“No, semplicemente non era necessario e… Ahi!”
“Non era necessario eh?” ghignò l’altro derisorio.
Per quanto possibile, Naruto gonfiò ancora di più le guance: “Teme!” esclamò dopo un po.
 
Varie incerottature dopo i due decisero di andare nelle rispettive classi, dandosi appuntamento poi nella pausa pranzo.
I corridoi fortunatamente erano vuoti e il silenzio regnava incontrastato, un attimo di paradiso per la mente di Naruto, che però durò poco, perché una volta entrato nell’aula tutti gli sguardi, quello dell’insegnante compreso, si catapultarono su di lui.
Chiedeva tanto?
Voleva solo essere lasciato in pace...
 
Alzò lo sguardo, affrontando tutti a spada tratta, l’azzurro dei suoi occhi più vivo che mai.
Senza dire una parola si diresse al suo banco e la lezione proseguì tranquillamente, nessuno disse una parola, nessuno commentò…
Gli adolescenti, per quanto quasi adulti possano essere, sono continuamente tartassati da stimoli, pensieri, quindi la loro soglia di interesse è molto bassa, dimenticano presto le cose inutili e irrilevanti, che non li tocca direttamente…
E il biondino per una volta, ringraziò tutti i kami per essere inutile agl’occhi dei compagni…
 
Ma Naruto ancora non sapeva quali straordinari poteri aveva portare il cognome Uchiha…
************
 
Per l’ennesima volta la chiamata che aveva rivolto a suo fratello era stata ignorata e Itachi lo sapeva, era sicuro che Sasuke ignorava bellamente le sue chiamate.
Appena aveva potuto il fratello, appena si era ritenuto “ abbastanza maturo per badare a se stesso” aveva abbandonato la loro abitazione, dicendogli con il tono più aspro che il maggiore avesse mai sentito:
 “Così adesso vedrai anche tu cosa si prova a perdere un fratello…”
Ma cosa credeva, che lui non avrebbe voluto tenere con se il piccolo Naru-chan per sempre? Cosa credeva, che dopo averlo cresciuto e amato lui gioisse nel vederselo portare via?
Ma non voleva che Sasuke odiasse ancora di più i loro genitori, in particolare suo padre e perciò si era preso lui tutta la responsabilità di quel gesto dicendo al suo fratellino, ancora bambino che, lui stesso ancora adolescente non poteva permettersi di crescere due bambini da solo, ma Sasuke, testardo già in tenera età, non lo aveva mai perdonato, tuttora non lo aveva fatto…
Si portò le mani al volto, non sapeva proprio più che pesci prendere…
Ad un tratto dalla porta del suo ufficio si fece largo un leggero bussare e la sua segretaria sbucò dallo stipite annunciandogli una visita.
Appena l’ospite entrò l’Uchiha rimase scioccato, erano 14 anni che non vedeva quell’uomo.
 
“Sign. Uchiha…”
“Sign. Uzumaky…”
“…Dobbiamo parlare…”
 









NOTE AUTRICE: Cucù!!
Ehi ogni tanto ritorno lo sapete, no ora dico questa fic non è che l'avevo abbandonta è solo che...
Insomma voi non sapete quante volta abbia cancellato e riscritto l'intera storia...
Ora sta a voi dirmi se sia leggibile, o quanto meno sfogliabile...
Vi prego ditemelo!!!! T_T
Un grazie infinito a tutti!!!!!!!!
Raky-chan

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Capitolo 10
*** Pensieri proibiti ***


“Non so se lei è venuto a conoscenza dei fatti che sono successi nelle ultime ore..”
A Itachi non era mai piaciuto quell’uomo, ma il suo tono pareva preoccupato e quindi lo ascoltò, allarmandosi…
“Naruto! Sta bene?”
“Si sono ritrovati… lui e Sasuke…”
L’Uzumaki pareva sempre più turbato dal fatto; al contrario ad Itachi sembrò la notizia più bella dell’intera giornata, finalmente avrebbe rivisto il sorriso sul volto di suo fratello e la gioia nello sguardo di quel piccolo biondino…
“Bè è fantastico non crede??” esclamò il moro portandosi le braccia dietro la testa con un’espressione rilassata in volto.
L’uomo davanti a sé non parve pensarla come lui.
“Mi auguro che stia scherzando è da quando è sparita mia moglie che lotto da solo contro quel mostro di ragazzo e adesso che ha ritrovato Sasuke non so di quali disastri sarà capace nei miei confronti, sarà più ribelle che mai, un disastro! Non posso assolutamente sopportarlo dovremo tenerli separati come abbiamo sempre fatto…”
Quelle parole scatenarono un moto d’ira e disaccordo in Itachi, ecco perché non gli era mai piaciuto quell’uomo, lui Naruto non lo aveva mai voluto…
“I ragazzi ormai sono grandi non penso che dovremo più onorare l’accordo fatto con sua moglie di tenerli separati in città diverse, lei lo ha fatto unicamente per la sicurezza di Naruto che ogni volta che ne aveva voglia scappava dalla vostra abitazione per venire a trovare Sasuke, attraversando mezza città a piedi in mezzo alle macchine, se solo lei provasse un briciolo dell’amore che quella donna provava per il ragazzo capirebbe che non è più il caso.” Concluse l’Uchiha.
“Tsk… se provava così tanto amore per quel ragazzo perché se ne è scappata svanendo nel nulla? Le dico io cosa è successo, quella stronza aveva paura di prendere botte come quella piccola peste e allora se ne è lavata le mani, andandosene…”
Itachi non ci vedeva più dalla rabbia, avrebbe voluto spaccare la faccia a quell’essere che pretendeva di essere chiamato persona, si perché purtroppo quelli che picchiano i bambini vengono ancora chiamate persone; mal al contrario suo, il moretto era una persona civilizzata e quindi cercò di parlare in modo educato.
“Se il ragazzo era così un peso per lei perché non lo ha riportato in orfanotrofio invece di farlo vivere in quel modo orribile?” un fulmine di rammarico lo attraversò per il fatto di non essere riuscito a fare niente per impedirlo.
“Perché nonostante tutto amo mia moglie e lei desiderava così tanto un figlio e il fatto di non poterglielo dare faceva crollare il mio orgoglio, allora l’ho portata all’orfanotrofio, come si porta un bambino goloso in un negozio di dolciumi”
 
Itachi, con una calma inimmaginabile si alzò e con l’indice indicò l’uscio:
“Esca immediatamente da quest’ufficio e non osi farsi più vedere a cospetto della mia famiglia… di cui, per capirci, fa parte anche Naruto; altrimenti ci saranno gravi conseguenze…” fuoco nel suo sguardo.
L’zumaki si allontanò verso la porta sotto la pressione della minaccia del più giovane, non sarebbe stato un bene avere una delle famiglie più potenti del giappone contro…
“Mi libera solo di un peso sign. Itachi, ma si ricordi… che anche lei non ha proprio la coscienza pulita nei confronti del ragazzo, dopotutto non è proprio stato lei il primo ad abbandonarlo?” e detto questo l’uomo uscì, lasciando dietro di sé un Itachi furente, che con ira afferrò il telefono digitando un numero...
“Mi passi l’anagrafe…”
 
*****
Le prime ore di scuola passarono con calma, con una calma quasi surreale, niente richiami, niente punzecchiamenti da parte dei compagni, solo calma…
Il suono della campanella segnò l’inizio della pausa e Naruto uscì dalla sua classe dirigendosi nei bagni per rinfrescarsi prima di andare ad incontrare Sasuke in mensa.
Aprì il rubinetto dell’acqua fredda e si sciacquò abbondantemente il viso, levò lo sguardo celeste allo specchio, trovando il suo riflesso decisamente provato dagli avvenimenti successi in meno di 48 ore, ma il suo aspetto non lo turbava perché a ripagare di tutto c’era quell’incredibile sensazione di pace che provava dentro di sé, aveva ritrovato il suo Sasuke, ritrovato i ricordi che parevano svaniti nella sua mente, ritrovato l’armonia  del vivere sereno.
E adesso avrebbe dovuto affrontare Sasuke, un moto di imbarazzo crebbe in lui; come avrebbe dovuto comportarsi adesso con lui?
Insomma alla fine il moro non era solo il secchione rompiscatole che aveva rincontrato il giorno prima?
No…
Sasuke era di più…
Sasuke era.. era…
 Cos’era Sasuke? Cos’erano loro?
Conoscenti? Amici? O di più? Fratelli…
Un rosa sfumato si dipinse sulle guance del biondino.
Ecco trovato il suo nuovo dilemma Uchiha Sasuke.
E così, con la testa tra le nuvole si decise ad andare incontro al moretto, sperando almeno di riuscire ad aprire bocca quando se lo sarebbe trovato davanti.
Sasuke dal canto suo non aveva prestato attenzione ad una sola parola delle ore di lezione appena passate, non solo perché la sua mente fosse in tutt’altro posto (o pensasse a tutt’altra persona che al grassoccio professore di algebra), ma di certo anche i continui bisbigli e le continue occhiatine dei suoi compagni non erano d’aiuto nel concentransi.
Il suono della campanella lo salvò, prese il portafoglio dallo zaino e a passo svelto si diresse verso l’uscita.
“Sasukkiotto!” un’irritante voce lo richiamò.
Lo sapeva…
Fece finta di non aver sentito nulla e proseguì per la sua strada, ma in un batter di ciglia un turbine biondo gli fu davanti, avvinghiandosi al suo petto.
Non sopportava il suo profumo troppo dolce e quei capelli ossigenati lo pungevano, tanto erano crespi e stopposi legati in quello chignon che gli sfiorava la punta del naso.
“Ino…” sospirò…
La ragazza dagl’occhi color ghiaccio alzò lo sguardo dal suo petto fissandolo intensamente, come si guarda l’amore di tutta una vita, lo fissò ed arrossì e con una risatina isterica si rintanò sul suo petto…
Al’Uchiha salì il vomito…
Ignorandola, la scansò, riuscendo finalmente a uscire, quando un’altra voce lo chiamò:
“Ehi Uchiha da quando difendi gli sfigati? Il diavolo ti ha restituito l’anima?” ghignò tra i denti acuminati il proprietario della voce.
Ora lo stavano veramente scocciando!
“Non sono affari tuoi quello che faccio Suigetsu…”
“Come no! Sono il tuo grillo parlante!” ghignò ancora un ragazzo platinato dal fisico da surfista.
“Fino a quando non ti taglio la lingua parlante…” disse il moro continuando il suo cammino.
Maledetti rompiscatole, proprio oggi che non voleva perdere tempo!
Scese le scale che lo avrebbero portato al piano -1, dove si sarebbe incontrato con il biondo, era in ritardo ma di prendere l’ascensore proprio non se ne parlava, sapeva che le ragazze infoiate dell’ultimo anno lo avrebbero aspettato li, pronte a saltargli addosso.
Scese le prime rampe con il fuoco nei piedi e le farfalle nello stomaco.
Voleva vederlo, voleva chiederglielo.
La strada fino alla mensa si era rilevata abbastanza sgombra, ma non si sarebbe mai aspettato di trovare ciò che lo aspettava, o meglio chi.
  
*********
Lo aveva visto, erano lontani ma la scena che stava vedendo gli era ben chiara…
Immediatamente i pugni si strinsero e un moto di rabbia attraversò i suoi occhi.
Le mani, chiare, quasi del colore della neve, andavano a fondersi con il giallo del grano della nuca di Naruto in una stretta ferrea,possessiva…
E quelle labbra sottili, quasi invisibili si stavano fondendo con passione con quel lembo di carne che a lui sembrava così lontano,così proibito…
Chi era quel ragazzo che stava baciando il suo Naruto?!
 

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