Me
ne vado
Il
tempo sembra non
trascorrere mai. Sono ore che sono qua dentro. Hinata, seduta accanto a
me,
carezza dolcemente e lentamente i capelli al fidanzato, che non mi ha
ancora
rivolto la parola.
Il
retro del furgone non è
chiuso molto bene, magari riuscirei a scavalcarlo.
Allontano
subito quell’idea:
devo raggiungere Auschwitz. Naruto è la dentro, e mi manca
terribilmente.
Se
lui non ci fosse più non
sopravvivrei comunque, quindi tanto varrebbe chiuderla lì.
Non
mi ha lasciato nulla,
quel dannato soldato, neppure un piccolo golf con cui difendermi dal
gelo che
mi opprime la pelle.
Sto
tremando: i miei denti
scandiscono ogni millesimo di secondo, ticchettando.
I
miei compagni di viaggio
hanno tutti la stessa faccia, come se stessero recitando in una
commedia
drammatica accuratamente studiata.
Oramai
non piange più
nessuno.
Il
silenzio è tale che sento
la radio del soldato, da qualche parte oltre il metallo del furgone che
ci
divide.
Qualcuno sta
parlando.
Riconosco la sua
voce. La riconoscerei tra mille.
"Die
zum Schutze der
deutschen Interessen....“ Smetto
di ascoltare. Hitler può dire quel che vuole, tanto lo
farà
comunque.
Ormai
abbiamo già toccato il
fondo, non ci resta che andare sottoterra, cosa che forse
accadrà nel vero
senso della parola.
-
Hail, Hitler!- Sento
borbottare l’SS.
Devo
riconoscerglielo, a
Hitler: se li è ammaestrati ben bene! Sono come cani da
guardia, un branco di
cani che vivono e muoiono per il loro padrone. Con la differenza che
sono
disposti anche a uccidere.
Qua
dentro è come essere
sepolta tra i cadaveri. Nessuno parla, le espressioni di tutti sono
tristi e
desolate, impazienti.
Forse
è così anche la mia,
non posso saperlo.
So
che il silenzio mi sta
facendo impazzire. Ed è un lusso che ora come ora non posso
concedermi.
“Arbeit
Macht Frei”
Non
so cosa significhi, ma
ho la sensazione che non sia nulla di buono.
Mi
volto verso Hinata, che
strizza gli occhi per riuscire a leggere attraverso la foschia.
-
Il lavoro rende liberi…-
Mormora, ma io sento benissimo.
L’SS
dagli occhi scuri
ricompare, aprendo il retro del furgone. Tiene saldamente in mano il
suo
manganello.
-
Aus!- Sbraita, e indica
l’esterno.
Ci
sta incitando ad uscire.
Le mie gambe, per il troppo tempo passato immobili, sono piene di
crampi. I
piedi mi formicolano.
Mi
faccio forza, tentando di
non badare al dolore. Non mi sembra uno magnanimo, questo qui.
L’esterno
non è come
pensavo. C’è una ferrovia, un’enorme
ferrovia, che taglia la strada.
C’è
un grande spazio con
delle baracche, recintato da un filo spinato.
Una
donna piuttosto anziana
scende appenda prima di me. Disgraziatamente inciampa e cade. Mi
aspetto che
l’SS le porga la mano almeno per aiutarla ad alzarsi, invece
le pianta qualche
bastonata ben assestata sulla schiena.
-
Verdammte! maledetta*-
La
donna geme, poi il marito
l’aiuta lentamente a tirarsi su.
Una
ragazza tiene in braccio
una bimba, forse sua sorella minore. La giovane si china per rimettere.
Disgustata, mi volto dall’altra parte.
-
Furt, furt!**-
Come
un violento pastore ci
mette in cammino, portandoci al centro del grande spazio.
Ci
sono molte altre persone,
tutte vestite alla stessa maniera.
L’SS
ci smista, separando
gli uomini dalle donne. E allora queste, soprattutto Hinata, scoppiano
in grida
che avrei preferito mille volte non udire.
Ma
non posso fare niente,
per loro. Faccio per mettermi in fila dietro le altre donne, quando
l’SS mi
afferra nuovamente per il braccio.
-
No, tu no… Razza
di… dirne Judein!-
Non
so di preciso cos’abbia
detto. Ma odio questa sua mania di afferrarmi il braccio, come se non
fossi già
abbastanza indolenzita.
-
Tu vieni con me stanotte.
Mi sono spiegato?- Affonda il viso pallido nei miei capelli,
aspirandone il
profumo. Lo sento fremere, eccitato.
Poi
mi molla, e con un gesto
brusco del manganello mi indica la fila dove scorre la triste
processione di
donne.
Mi
aggrego alla fila.
Per
prima cosa ci conducono
in un grande, immenso stanzone. Ha le pareti spoglie. Ci sono cinque o
sei
donne vestite da soldato, tutte dritte e vigorose, senza
pietà.
Ci
ordinano di spogliarci.
Io sono terribilmente in imbarazzo. Non sono abituata a mostrate il mio
corpo a
nessuno, a parte Naruto.
Tuttavia
obbedisco. Il
freddo mi fa accapponare la pelle. Sto per svenire.
Ci
danno degli abiti strani:
tutti uguali, a righe. Sembrano tanti pigiami.
E
non stanno a guardare la
misura, li lanciano e basta, sbraitando: - Pvendere! Pvendere!-
Io
“pvendo” e mi infilo una
maglietta e una gonna, a righe ovviamente. Ringraziando Dio sono della
mia
misura.
Una
ragazza si avvicina
timidamente a una di quelle donne in divisa.
-
Mi scusi… questi abiti
sono troppo grandi…-
La
soldata prende la mira e
le tira un violento schiaffone che fa barcollare la ragazza.
-
Tu arrangiare!-
Questo
non è un incubo. È
molto peggio. In genere, appena ti svegli dopo un brutto sogno,
ridacchi
sollevata e butti giù un bicchiere di latte fresco.
Ma
questo non è un incubo.
E
ho il terrore di non
svegliarmi più.
Improvvisamente
delle mani
mi afferrano i capelli. Mi volto un istante, per vedere un paio di
forbici
appuntite.
Intorno
a me, sotto i miei
piedi, ci sono già delle ciocche.
Mi
guardo intorno e grido:
ci stanno rasando a zero.
Comincio
a strillare più
forte che posso, ma non sembrano ascoltarmi.
Le
forbici si avvicinano
alle mie chiome. Stanno per chiudersi con un colpo secco, recidendo una
parte
di me, quando…
-
Kein! Kein!- Quelle
orrende cesoie si bloccano a pochi centimetri dalla mia ciocca.
Mi
volto e vedo l’SS, quel
giovane ragazzo pallido con occhi e capelli indiscutibilmente neri.
La
donna si allontana.
Ma
la sensazione di libertà
dura poco, l’SS mi afferra il polso e mi trascina dietro di
lui.
Vorrei
urlare ancora, ma non
ho più un filo di voce. O forse è solo la paura.
Mi
porta nella sua
residenza. È una piccola villetta ai margini di questo campo
di sterminio.
Ha
un vialetto in pietra
molto carino. Sento odore di gigli, da qualche parte… ma gli
occhi sono troppo
stanchi e affaticati per localizzarli.
Istintivamente
mi tocco i
capelli… è merito suo se sono ancora al loro
posto. Magari, però, me li ha
lasciati perché vuole amputarmeli di persona, o dargli
fuoco…
“No,
Sakura, smettila” mi
rimprovero. Mi sto solo spaventando. E non ho bisogno di spaventarmi
ulteriormente.
-
Tu devi molto a me…-
Mi
volto verso l’SS.
-
Io… io non…- Balbetto.
Dentro di me, però, sto urlando: “Non ti devo
niente, razza di schifoso
assassino, a parte qualche ciocca di capelli!”
-
Tu non hai idea di come si
vive là dentro…- E accenna le baracche.
– Vero?-
Scuoto
la testa… come posso
saperlo?
-
Niente cibo… niente acqua.
C’è un rubinetto che gocciola ma l’acqua
non si può bere*…
e la morte arriva lenta. E se sei così
robusto da resistere, ti ammazziamo noi.-
-
Perché?- Chiedo. Che
ingenua…
-
Perché?- Mi guarda fisso,
attonito. Per un momento il suo volto si addolcisce, ma è
solo un momento. I
suoi tratti si induriscono immediatamente.
- Perché
è così. Voi, dannati giudei, siete il
cancro che infetta la nostra terra. Andate ammazzati, bisogna togliervi
tutto
ciò che vi siete presi con l’inganno.-
Io taccio. Non ho
nulla da dire, e allo stesso
tempo vorrei porgli un’infinità di quesiti.
Apre la porta, e non
posso fare a meno di
essere compiaciuta dal calore che proviene dall’interno.
L’ingresso
è ampio e illuminato.
Vi sono quadri che
raffigurano Hitler un po’
ovunque.
- Allora…
ricorda di strofinarli bene,
quelli!- Esclama il moro, accennandoli col capo.
- Cosa? Non sono la
tua sguattera!- Esclamo
prima di riuscire a fermarmi.
Capisco subito di
aver commesso un errore. Immediatamente
una mano mi afferra il collo e mi scaraventa a terra.
Urto contro un mobile
con il fianco. Gemo di
dolore e rimango rannicchiata lì, impotente, sola.
- Come osi parlarmi
così, sporca giudea!-
Mi solleva di nuovo e
mi scaraventa su un
divano. Cado con tutto il peso sul polso e lo sento scricchiolare.
Lui mi sale sopra e
avvicina il volto al mio.
Prende a baciarmi con
avidità. Mi accorgo
troppo tardi che i suoi non sono baci,
ma morsi. Morsi che mi fanno impazzire di dolore.
Ritrovo il coraggio
pensando a Naruto. Gli tiro
uno schiaffo talmente potente da gettarlo a terra.
- Toglimi le mani di
dosso! Non sono neanche
la tua puttana!- Esclamo, rossa e furiosa, tutta scarmigliata.
- Sei ebrea-, dice,
come se fosse un sinonimo.
E di nuovo
è sopra di me. Mi morde, insensibile
alle mie suppliche, animale.
Si ù
spoglia in fretta e furia, e inizia a
fare lo stesso con me.
- Per
favore… lasciami… LASCIAMI!- Grido, ben
conscia del fatto che nessuno udirà le mie preghiere, solo
lui può farlo, lui
che non si fermerà, lui a cui non importa un fico secco di
me.
Mi viola con
violenza, e io grido, conficcando
le unghie nella sua schiena, urlano forte per il dolore.
- Basta…-
mormoro.
Lui si lascia cadere
su di me, esausto,
ansimando.
Solleva il suo
sguardo notturno su di me. Ed è
dolce, insicuro. Ma solo per quel breve, famoso istante, e ogni mia
speranza
svanisce in quattro parole.
- Io sono Sasuke
Uchiha.-
* Maledetta
** Avanti
*** Prostituta ebrea
Scusate per il ritardo
assolutamente vergognoso. Ho avuto gli esami e sono stata
impegnatissima. Di tanto in tanto riuscivo a scrivere un po', alla
sera, ma raramente. Perciò dovete scusarmi.
Vado subito ai ringraziamenti.
Sasusaku91:
Sì, in effetti esteticamente Sasuke non fa molto soldato
tedesco! Ti ringrazio, anche io ho cominciato questa fanfiction animata
dai medesimi motivi.
Rinoagirl89:
Accidenti, sono lusingata!! Grazie, davvero! Spero di non
deluderti nel seguito della storia.
piccola xxx jiojio: Grazie.
Per adesso, tra i due non accade nulla di buono!
Lyla:
Grazie! Ci sto azzeccando con i paring, eh? Vi vedo tutti
soddisfatti...! No, scherzi a parte, ho voluto scrivere
questa ff soprattutto per non dimenticare. Ormai che la frittata
è fatta, dobbiamo impegnarci a ricorare, non a dimenticare.
Ti ringrazio molto!
Hele91:
Grazie mille!
Valehina: Che tu ci creda o no, a me vengono i brividi soltanto a
pensare ai campi di sterminio. E poi c'è gente che se ne va
in giro dicendo che non sono mai esistite le camere a gas. Mi fanno
saltare i nervi, ti giuro. Grazie mille per la recensione.
Carovale:
Ehmm... non odiarmi!! So che non è esattamente il top dei
top del SasuSaku, ma è solo l'inizio. Grazie per la
recensione.
Kry333: Odi
il tedesco? Peccato, a me piace un sacco! Comunque metto sempre le
traduzioni in fondo alla pagina. Per il SasuSaku... vedi la risposta
alla recensione precedente! Grazie mille!
Saku_93:
Grazie, mi ha fatto tanto piacere la tua recensione. Spero continuerai
a seguirmi.
Hana Turner:
Eh, sì, l'argomento non è dei più
allegri, hai ragione. Per Sakura in effetti la situazione è
un po' problematica... d'accordo, molto problematica! Grazie
Maoa: Beh,
l'ho scelto per quello: perchè è stato il periodo
più brutto! Non è che mi piaccia l'ambientazione
storica. Scrivo questa fanfiction appunto per denunciare gli orrori
commessi nei campi di sterminio. Per quanto riguarda l'assegnazione di
soldato SS hai ragione... non ci sono stata neanche a pensare! Grazie
Dark_Akira:
Le tue recensioni non potranno che farmi piacere! Sai, per
Hinata non faceva alcuna differenza essere ebrea o tedesca,
l'importante era stare con Kiba.
Per quanto riguarda il SasuSaku, posso dirti che non ho nulla contro di
esso, ma che non mi piacciono nè Sasuke nè
Sakura, perciò... ti ringrazio per la recensione, ti prego,
continua a seguirmi!
Ciao e grazie a tutti!
Lady Morgan
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