l'amore di una vita

di tanjess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** sabato 24 ottobre, ore 10:30 ***
Capitolo 2: *** sabato 24 ottobre, ore 14:30 ***
Capitolo 3: *** Sabato 24 ottobre ore 17.15 ***
Capitolo 4: *** Sabato 24 ottobre ore 18:12 ***
Capitolo 5: *** Sabato 24 ottobre ore 22:15 ***
Capitolo 6: *** Domenica 25 ottobre ore 10:20 ***
Capitolo 7: *** lunedì 26 ottobre ore 10:30 ***
Capitolo 8: *** Lunedì 26 ottobre 11:15 ***
Capitolo 9: *** Martedì 27 ottobre ore 11:21 ***
Capitolo 10: *** Martedì 4 settembre ore 14:00 ***
Capitolo 11: *** 5 settembre ore 19:00 ***
Capitolo 12: *** 6 settembre ore 12:35 ***
Capitolo 13: *** 7 settembre 16:45 ***



Capitolo 1
*** sabato 24 ottobre, ore 10:30 ***


Salve a tutti, è la prima fanfiction che scrivo su di loro e spero possa piacervi. Siccome sono un amante della musica volevo dirvi che cercherò di mettere in ogni capitolo un momento magico da accompagnare, appunto, a una canzone o una melodia particolare. Vi lascio il link di quella di questo capitolo che dovrete attivare, se vi interessa, quando vedrete questo asterisco (*) , fatemi sapere se vi è piaciuto, a presto. https://www.youtube.com/watch?v=ZaBcs0NEc6w


Sabato 24 ottobre, ore 10:30
 
Correva, non sapeva dove, sapeva solo che voleva scappare da qualcosa che era troppo doloroso, così doloroso da non riuscire neanche a ricordare cosa fosse.
All’improvviso un muro le apparse davanti, dovette fermarsi, era in trappola. Un ombra avanzava verso di lei, non sapeva dire se era un uomo o una donna, sapeva solo che per quanto le facesse paura non riusciva a muoversi, voleva vedere chi era, voleva sapere cosa voleva e perché tutte le notti appariva nei suoi sogni da un anno esatto ormai. Man mano che l’ombra avanzava lei abbassava leggermente la testa, a ogni passo sempre un po’ di più, e questo non gli permetteva di vedere il suo viso, per quanto lei lottasse per cercare di scorgerlo sembrava invece che una forza sconosciuta molto più forte di lei e della sua volontà le imponesse di guardare in basso in modo da non riconoscere quella figura sconosciuta. La sua vicinanza gli provocava un misto di attrazione e disagio e tutto questo la confondeva. Gli si bloccò il respiro quando la figura si fermò davanti a lei, quasi si potevano toccare, il suo corpo non si muoveva non rispondeva più alla sua volontà. L’ombra chinò il suo viso fino a sfiorare la sua guancia sinistra, sentire il suo respiro sulla pelle le provocava dei piacevoli brividi, a lei inspiegabili, lungo la schiena. -Non importa quanto ci vorrà, io ti ritroverò, e quando lo farò, saremo una cosa sola.. Avremo il nostro lieto fine. Non dimenticarti mai quanto sei speciale. Sei il più bello e raro dei fiori Regina... Solo io ti poso rendere felice, tu lo sai, devi solo farmi entrare nella tua vita… Ancora una volta..-

I suoi occhi si aprirono lentamente, iniziarono a focalizzare l’ambiante intorno a lei e subito vide il soffitto da cui pendeva uno splendido lampadario di cristallo. Un raggio di sole le sfiorò la pelle dalla finestra alla sua destra, si girò a guardarla e vide che ormai era mattina inoltrata. Si girò cosi dall’ altra parte dove affianco a lei dormiva una donna, la donna che da un anno era diventata la sua vita, Malefica la donna che aveva sposato. Regina si alzò, reduce dal sogno che cercò di ignorare, nonostante i brividi lungo la schiena ancora si facessero sentire. Si mise la vestaglia di seta e scese al piano di sotto a preparare la colazione. Per quanto si sforzasse non riusciva a non pensare al sogno, perché questa figura si mostrava a lei tutte le notti? Perché non riusciva a vedere il suo viso? Perché ogni volta che si svegliava non desiderava altro che poter tornare presto a dormire per sognarlo ancora e provare le emozioni che solo in quel mondo, con quella strana persona, riusciva a provare?
Scrollò la testa imponendosi di non pensarci e di concentrarsi solo sulla colazione e sulla giornata che l’aspettava. Malefica scese le scale con aria stanca, si avvicinò a regina e le posò un bacio sulla guancia -buongiorno-
-Buongiorno cara, hai dormito bene?-
-Si, più o meno- Rispose fredda. Da un po’ di tempo era così, distante, fredda, assente, come se lei non fosse più importante. Regina cercò di non far caso al suo tono -per colazione sto preparando un toast, va bene?-
-si si, nel frattempo corro su a farmi una doccia e a prepararmi che oggi pomeriggio ho una riunione importante-
-ma come anche di sabato?- Disse Regina infastidita, stanca della sua continua assenza
-si purtroppo, uno dei capi viene da fuori e poteva essere presente solo oggi perché lunedì mattina presto riparte, quindi ci dobbiamo incontrare per le 14:00- Anche oggi, un giorno così importante, lei doveva lavorare, ormai c’era sempre e solo il lavoro da un po’ di tempo a questa parte.
–Non è possibile, già lavori a pieno ritmo tutta la settimana e ora dobbiamo rinunciare anche al fine settimana, oggi specialmente-
-E’ il mio lavoro, e non è colpa mia se è uscito questo problema, e poi è solo oggi, per il pomeriggio, domani sarò a casa e lo stesso stasera-
-Certo..-
-Senti tu non sei proprio in grado di dire niente, anche tu sei stata presa dal lavoro ultimamente -
- si ho avuto qualche lavoro che mi ha richiesto più concentrazione e tempo del solito, ma non è questo il punto. Io almeno sono presente quando mi parli tu invece sembra che vivi su un altro pianeta-
-beh mi dispiace- disse in tono sarcastico -sarà solo lo stress, passerà.- Detto questo Malefica si diresse verso il bagno per finire di prepararsi. Scese dopo un quarto d’ora con indosso una camicetta bianca e un pantalone grigio.
Consumarono la colazione abbastanza in fretta parlando del più e del meno, cercando di alleggerire la tensione creatasi poco prima -Sai..- comincio Regina -Ultimamente ti sento molto distante, forse ti stai stancando di me?-
-no assolutamente, è solo che quest’ultimo periodo è molto stressante, l’azienda sta attraversando un periodo di boom assoluto e c’è molto da fare, infatti sto sperando di farmi notare e di ottenere una promozione.- Regina si fermò con il boccone a metà fra la bocca e il piatto -ma questo vorrebbe dire più lavoro ancora, più viaggi, saremo praticamente ancora più separate, non hai proprio voglia di stare con me allora!-
-No semplicemente se ci riesco potrei offrirti qualcosa di più, potrei lavorare solo io in quel caso, provvederei finalmente io a te, tu potresti occuparti della casa e di un possibile figlio.- Regina restò interdetta a quelle parole. –Lasciare il mio lavoro? Io adoro cio che faccio e non voglio che sia tu a mantenermi-
- beh ‘ questo che fanno i bravi “mariti” – Disse Malefica in tono scherzoso – comunque devo andare, ne riparleremo la prossima volta- E il tono con cui lo disse faceva ben capire che volesse chiudere il discorso.
Regina non voleva per l’ennesima volta chiudere così come se niente fosse ma si impose di non dire niente per non rovinare quello che sarebbe potuto succedere la sera, era vero, era un brutto periodo, sempre più spesso aveva mancato a tante promesse fatte, a tanti appuntamenti e avvenimenti importanti, e la prima cosa che le venne da pensare era che si stesse stancando, ma se le aveva detto che non era così allora doveva crederle, non avrebbe avuto motivo di dirle una bugia.
- Io vorrei solo ritrovare la nostra complicità, e la coppia che eravamo un anno fa. Mi basterebbe questo, non desidero altro.-
-Vedrai che ci ritroveremo, ora devo andare, ci vediamo stasera- si sporse per darle un bacio sulle labbra che Regina contraccambio e usci di casa.

13:58

Vrrrr…Vrrrr.. Il telefono di Regina vibrò, nello schermo apparve l’icona di un messaggio da parte di Malefica -sto entrando in riunione, a dopo-
Regina si era fatta le faccende di casa e finito di controllare alcuni documenti per il lavoro. L’idea di mangiare da sola in casa non la allettava molto, così decise di uscire e mangiare fuori.

14:30

Si era seduta a uno dei tavoli all’angolo del bar-ristorante  “Granny’s” , un posto decisamente lontano da casa e dal centro della citta, era andata di proposito così lontano, voleva staccare dalla solita monotonia e provare, per una volta, qualcosa di nuovo, qualcosa che non fosse poi tanto aristocratico. Il posto non era malvagio, era confortevole e la faceva sentire a casa sua. Le pareti erano di un bianco panna con diversi tipi di fiori sparsi qua e la, i tavoli in legno scuro lucido, il bancone di un bel marmo grigio chiaro e l’odore che riempiva quel posto le ricordava i dolci che suo padre le cucinava di nascosto quando sua madre non c’era. Il tutto era accompagnato da una allegra e dolce melodia che non conosceva, ma di cui si era già innamorata, e di persone che al centro della sala ballavano sul suono di quelle meravigliose note. Le persone sembravano tutte gentili e molto socievoli, erano tutti in compagnia e tutti avevano un sorriso sulle labbra e lei si sentì trasportare da quell’ aria leggera che circondava l’atmosfera di quel locale, tanto che le venne da sorridere anche a lei.
-Ti stai divertendo?- Una voce femminile le rivolse parola, si girò di scatto e vide una ragazza dai biondi capelli mossi davanti al suo tavolo con in mano un caffè.  La donna le offriva uno sguardo divertito e allo stesso tempo di sfida. I loro sguardi si  incrociarono. Regina inchiodò i suo occhi nocciola a quelli della bionda, due occhi che avevano il colore del mare illuminato dai raggi del sole caldo dell’estate. Occhi che trasmettevano un calore incredibile, di quello che si prova in una bella giornata d’agosto, esattamente quello stesso calore che stava trasmettendo a lei con quel suo sguardo provocatorio e arrogante, ma dolce allo steso tempo. Era uno sguardo penetrante, davanti il quale Regina si sentì quasi nuda, senza difese, e non riusciva a capacitarsi del‘ effetto che quella sconosciuta e i suoi occhi avessero su di lei. Regina si stupì nel vedere che la guardava come se stesse cercando di spogliarla, come se la conoscesse da sempre, e questo la metteva a disagio, ma cercò di non far notare a quella donna l’effetto che stava avendo su di lei. E decise di rispondere in maniera distaccata e decisa, ignorando ciò che quegli occhi le avevano appena trasmesso.
-Non penso che sia un suo interesse, non crede?-
La donna bionda spostò la sedia davanti a Regina e vi si sedette. Poggiò il gomito sul tavolo e posò il mento sul palmo della sua mano per sorreggersi, e sostenendo il suo sguardo rispose alla sua provocazione.
-Lei non è di queste parti vero? Insomma è la prima volta che viene qui.- Regina non rispose e mantenne lo sguardo fisso su di lei. Vedendo il silenzio della mora la bionda decise di rispondere alla sua domanda .-In effetti non sarebbe un argomento di mia competenza, se non fosse per il fatto che lei se ne sta li bella tranquilla ad occupare il posto che occupo io da oltre un anno.-
-beh nessuno mi ha detto che questo tavolo fosse prenotato, ne vedo particolari divieti, quindi ho semplicemente dedotto che fosse libero.-
-Ha ragione, se fosse stato un posto diverso probabilmente Granny avrebbe dovuto tenerlo riservato, ma essendo che qui vengono sempre le stesse persone ognuno di noi ha il suo posto, e si da il caso che quello sia il mio-
-oh è così che accogliete la nuova clientela? Forse è per questo che vengono sempre le stesse persone- Disse Regina incrociando le braccia al petto e accavallando le gambe con aria sarcastica e tono di sfida.
La bionda non rispose subito, si prese qualche minuto. Si soffermò a guardare la posizione che aveva assunto la sua rivale. Doveva ammettere che la mora aveva ragione ma non voleva dargliela vinta e, dall’altra parte, Regina non era una che si tirava indietro difronte a una persona che cercava di tenerle testa. -Sidro di mele- disse la bionda guardando la sua ordinazione e cercando di cambiare argomento
-difficile trovare qualcuno che lo ordini qui nei dintorni, ha un gusto troppo delicato
per gente rozza come noi. Questo fa di lei una persona diversa da quelle del suo ceto.-
-il mio ceto? -
-si esatto, il suo ceto sociale-
- e cosa ne vuole sapere lei del mio ceto sociale?-
-Beh dubito che qualcuno come noi possa permettersi una camicia di seta, pantaloni e giacchetta neri lucidi firmati..-
Regina assottigliò il suo sguardo, quasi a volerle dire di non provocarla, ma la bionda continuò fingendo indifferenza all’ avvertimento della mora.
- Dato il precedente scontro dubito che sia una persona indecisa, anzi direi proprio che sa ciò che vuole, il che mi induce a pensare che faccia parte della categoria delle persone ricche, snob e impossibili da trattare.. d’altro canto però, è riuscita a fare un sorriso e lasciarsi contagiare dall’atmosfera che regna in questo posto grazie alle persone che lo riempiono, cosa che le persone a cui ho appena fatto riferimento non riescono a fare, quindi lei non è poi tanto di ghiaccio, perciò forse è una di quelle, rare persone ricche, umili, che hanno anche un cuore oltre ai soldi, quindi, si può dire che lei è speciale..-
incrociò le braccia e si appoggio al tavolo
-allora ho indovinato?- Regina bevve un sorso del suo sidro senza staccare gli occhi da quelli della bionda, quegli occhi che inspiegabilmente per lei, non avrebbe voluto smettere di ammirare. Si avvicinò e si mise nella stessa posizione della donna che le era davanti e a tono basso le disse -Non credo di voler rispondere a una persona così invadente e..-
(*) Regina non ebbe il tempo di finire la frase che la bionda le prese una mano, la fece alzare e la portò al centro della sala per poter ballare quella che, Regina lo avrebbe scoperto inseguito, era la melodia preferita della bionda. La donna le mise una mano sul fianco, stringendola al suo corpo. -Ma che fa? Come si permette?- Regina, arrossì per l’imbarazzo e non riuscì a impedire alla donna di continuare. Non ebbe risposta a quelle domande , anzi, la bionda le prese l’altra mano che tenne saldamente alla sua, puntò i suo occhi azzurri dritti in quelli color nocciola della mora, senza staccarli mai, guardandola intensamente e cominciò a farla danzare con lei al ritmo di musica. Prima a passo normale.. girando delicatamente …e poi aumentarono l'andatura... Regina non poté far altro che seguirla e lasciarsi trasportare dal momento. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata per la vicinanza della donna, sentì nascere una strana felicità dentro, e per un momento si dimenticò di tutto ciò che le circondava, di tutta la sua vita. Esistevano solo i suoi occhi e quelli della misteriosa donna che aveva di fronte. Vorrei non finisse mai.. vorrei rimanere fra le sue braccia.. Quella frase le sfiorò la mente, e gli unici pensieri che da quel momento riuscì a formulare riguardavano la donna bionda che la stava trascinando in un mondo troppo bello per essere vero . Regina stava bene fra le sue braccia, e il contatto con lei le riscaldò l’anima, così come nessuno aveva mai fatto fino a quel momento, nemmeno sua moglie. Si era lasciata andare con una perfetta sconosciuta che in qualche modo aveva penetrato la sua difesa, che l’aveva fatta vacillare solo guardandola e che ora la stava facendo volteggiare fra le sue braccia. Tutti si erano fermati ad ammirarle. Sembravano due angeli. Regina si sentiva come se stessero fluttuando nell’aria, perse del tutto il contatto con il mondo esterno e si ritrovò in un posto al di fuori del tempo e dello spazio, dove il suo cuore, aveva ripreso finalmente a battere per davvero.
La musica finì di colpo, e non diede nemmeno il tempo a Regina di capire cosa fosse successo, era rimasta imbambolata fra le braccia di quella sconosciuta, provando emozioni e sentimenti intensi, sentimenti che una donna sposata non avrebbe mai dovuto avvertire. Prima che riuscisse a tornare alla realtà e potesse scatenare la sua ira su quella povera donna, il suo telefono vibrò ancora. Vrrr…Vrrr.. lo prese dalla tasca senza staccare gli occhi da quelli della bionda, si allontano dal centro della sala per poter rispondere in tranquillità senza che la sua nuova, irritante e sorprendente, conoscenza potesse sentirla.
-Pronto..- Disse in un sussurro, le mancava la voce.
-Regina sono Kathryn-
-Oh Kat, ciao, dimmi tutto-
-Regina, hai dato un occhiata hai fogli che ti ho fatto avere ? che ne pensi? Si può fare ?-
-Ah, si li ho visti questa mattina. Così a occhio ti posso dire di si, anche se il progetto devo dire che è molto ambizioso. Chiunque lo voglia commissionare deve essere pazzo, oltre che con i soldi che gli cadono letteralmente dalle tasche.-
-Beh questo a noi non interessa, alla fine noi ci ricaviamo, devi solo dirmi se è fattibile.-
-Al 90% si può fare, ma devo vedere il posto per darti una conferma sicura, devo vedere se gli spazzi sono sufficienti e se può reggere la struttura.-
-Si non c’è problema, se per te va bene possiamo vederci alle 17, così ti faccio vedere il posto. Dopo averlo visto però mi dovrai dire se ti interessa realizzarlo o meno. Ho pensato subito a te per questo progetto perché sei la persona più in gamba con cui abbia mai avuto il piacere di lavorare, e appena me lo hanno proposto ho visto il tuo nome scritto sopra-
-lo so, è allettante, ma non ne sono sicura, insomma mi porterebbe via molto tempo e ultimamente io e Mal stiamo così poco insieme, vorrei riuscire ad avere un po’ di tempo per noi.-
-Regina pensaci bene, un offerta del genere potrebbe non ricapitare, comunque non ti sto chiedendo di rispondermi subito, intanto vieni a vedere il posto così vediamo se è possibile realizzarlo come prima cosa, e poi allora mi darai una risposta, anche se credo di immaginarla-  le disse con un tono scherzoso che lasciò capire che stava sorridendo.
-Vedremo, ti vengo a prendere sotto casa tua alle 17 allora, a dopo-
Chiuse la chiamata. Grazie alla telefonata di Kat aveva ripreso il controllo di se, tornando dove aveva lasciato la donna si stava preparando a concludere il discorso lasciato a metà con la bellissima sconosciuta, ma quando alzò lo sguardo si sorprese nel vedere che lei non c’era più, guardò il tavolo dove erano sedute poco prima di quel ballo non cercato, imposto, e maledettamente bello, sperando di vederla li, ma la sedia su cui si era seduta una splendida, arrogante donna, dagli occhi penetranti, era vuota. Se ne era andata, lasciandola sola.

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Capitolo 2
*** sabato 24 ottobre, ore 14:30 ***


Ciao a tutti ecco qui il secondo capitolo. Come noterete è una parte gia vissuta nel primo capitolo, e probabilmente capiterà altre volte in alcuni dei futuri capitoli, che si ripetano due pezzi da punti di vista diversi, perchè credo sia fondamentale per il racconto capire anche i pensieri, i ricordi e le sensazioni della nostra Emma. Spero quindi che vi possiate emozionare come è successo a me scrivendolo :) Ovviamente la canzone da mettere in play al segnale (*), se vi aggrada, è lo stesso del primo capitolo, vi rilascio qui di seguito il link, Buona lettura!!
https://www.youtube.com/watch?v=ZaBcs0NEc6w
P.S chiedo scusa in anticipo per eventuali errori non notati 

Sabato 24 ottobre, ore 14:30     

Eccola, più bella che mai. Era passato un anno, e solo rare volte era riuscita a scorgerla da lontano , ma lei era esattamente come se la ricordava, solo una cosa era cambiata in lei, il suo sguardo. Era assente, spento. Le era stata lontano per così tanto, pensando che forse avevano ragione loro, che forse senza di lei sarebbe stata meglio. Sarebbe stata felice. Ma ora, la vedeva li, seduta a quel tavolo, il loro tavolo, che si guardava intorno e si lasciava trasportare dall’atmosfera allegra e felice, come se lei non ne avesse mai assaporato neanche un briciolo. Se era così, allora a cosa era servito starle lontano, rinunciare a lei e saperla fra le braccia di un’altra se quest’ultima non era neanche in grado farla sorridere davvero. La lotta interiore che sussegui quei pensieri fu lacerante, voleva andare da lei stingerla e raccontarle tutta quella storia assurda che lei non ricordava e a cui probabilmente non avrebbe mai creduto, ma che era la loro vita. Tutta via, se lo avesse fatto, il sacrificio di un anno intero non sarebbe valso a nulla. Ma il desiderio di vederla felice era troppo forte. “Mi avvicinerò a lei, ricomincerò tutto da capo, sono stanca di doverle stare lontano, di fingere, se proprio non possiamo stare insieme almeno voglio che sappia che sarò sempre al suo fianco! Sempre!” Emma si avvicinò al tavolo di regina dopo aver preso il caffè che aveva ordinato a Ruby. –Ti stai divertendo?- Regina si girò di scatto per la sorpresa, e appena i loro occhi si incrociarono il cuore di Emma cominciò a battere, come non mai. Dopo un anno, in cui si era lasciato morire, finalmente tornava a scaldarsi e a palpitare per quella che era l’amore della sua vita. “Oh Regina, vorrei poterti abbracciare, stringerti a me! Oh i tuoi occhi.. quanto mi sono mancati, quanto mi è mancato il modo in cui solo tu mi guardi! Uno sguardo diffidente, cauto, deciso, ma totalmente ammaliato.”
-
Non penso che sia un suo interesse, non crede?-
La guardò intensamente, dimenticando che per Regina, lei era una completa estranea, una qualsiasi arrogante ragazza.
“Vedo che hai mantenuto il tatto..-“ Emma spostò la sedia davanti a Regina e vi si sedette. Poggiò il gomito sul tavolo e posò il mento sul palmo della sua mano per sorreggersi, e sostenendo il suo sguardo rispose alla sua provocazione.
-Lei non è di queste parti vero? Insomma è la prima volta che viene qui.- Emma vide come Regina cercava di tenergli testa senza voler abbassare lo sguardo, e di questo glie ne fu grata, perché ora che aveva ritrovato il paradiso non voleva separarsene ancora, anzi, ne voleva sempre di più, ecco perché non permise neanche un solo secondo che quel contatto si interrompesse.
-In effetti non sarebbe un argomento di mia competenza, se non fosse per il fatto che lei se ne sta li bella tranquilla ad occupare il posto che occupo io da oltre un anno.- Gli disse cercando di stuzzicare la donna davanti a lei. “Avanti, fammi vedere la donna che conosco io, fammi vedere la tua grinta. Gioca con me Regina, so che ti piace..”
-beh nessuno mi ha detto che questo tavolo fosse prenotato, ne vedo particolari divieti, quindi ho semplicemente dedotto che fosse libero.-
-Ha ragione, se fosse stato un posto diverso probabilmente Granny avrebbe dovuto tenerlo riservato, ma essendo che qui vengono sempre le stesse persone ognuno di noi ha il suo posto, e si da il caso che quello sia il mio-
-oh è così che accogliete la nuova clientela? Forse è per questo che vengono sempre le stesse persone- Disse la mora incrociando le braccia al petto e accavallando le gambe con aria sarcastica e tono di sfida. “Bingo, brava tesoro. Amo quando sei così pungente” Emma si prese qualche minuto per osservare Regina, per memorizzare ogni dettaglio, ogni cambiamento di cui non era potuta essere partecipe durante quell’anno di vita che per lei, e che egoisticamente sperò fosse stato in qualche modo anche per la mora, fu un anno vuoto, morto, privo di significato. Il suo corpo leggermente più snello di come se lo ricordava, le curve del suo corpo in compenso erano più aggraziate, più invitanti. I capelli erano un po’ più lunghi, e scendevano delicatamente sulle sue spalle, le sue labbra erano rosse e carnose, e i suo occhi.. erano il paradiso e l’inferno allo stesso tempo, intensi e profondi, dentro il quale si perdeva volentieri..
Doveva distrarsi o non avrebbe resistito alla tentazione di avvicinarsi e perdersi del tutto...
-Sidro di mele- disse Emma guardando la sua ordinazione e cercando di cambiare argomento. Quella era una delle cose che non sarebbe mai cambiata, l’amore di regina per le mele.
-difficile trovare qualcuno che lo ordini qui nei dintorni, ha un gusto troppo delicato
per gente rozza come noi. Questo fa di lei una persona diversa da quelle del suo ceto.- “Molto diversa!! Non immagini neanche quanto!”
-il mio ceto? -
-si esatto, il suo ceto sociale-
- e cosa ne vuole sapere lei del mio ceto sociale?-
-Beh dubito che qualcuno come noi possa permettersi una camicia di seta, pantaloni e giacchetta neri lucidi firmati..- fece con naturalezza.
Regina assottigliò il suo sguardo, Emma sapeva benissimo che era un avvertimento, ma a lei non interessava, anzi quel suo modo di guardarla le provocò un emozione che non provava da quando l’aveva lasciata andare, nonostante tutto quel tempo, nonostante lei non ricordasse chi fosse, aveva ancora una connessione diretta con il suo corpo…
- Dato il precedente scontro dubito che sia una persona indecisa, anzi direi proprio che sa ciò che vuole, il che mi induce a pensare che faccia parte della categoria delle persone ricche, snob e impossibili da trattare.. d’altro canto però, è riuscita a fare un sorriso e lasciarsi contagiare dall’atmosfera che regna in questo posto grazie alle persone che lo riempiono, cosa che le persone a cui ho appena fatto riferimento non riescono a fare, quindi lei non è poi tanto di ghiaccio, perciò forse è una di quelle, rare persone ricche, umili, che hanno anche un cuore oltre ai soldi, dunque, si può dire che lei è speciale..- incrociò le braccia e si appoggio al tavolo sapendo di stare a giocare con il fuoco
-allora ho indovinato?-
Regina bevve un sorso del suo sidro senza staccare i suoi meravigliosi occhi nocciola da quelli di Emma. “ti piace guardarmi negli occhi vero? I miei occhi color del mare, così come li definivi sempre tu.” Bastarono pochi secondi ad Emma per riconoscere la melodia che stava uscendo dalle casse della radio.
-Non credo di voler rispondere a una persona così invadente e..-Non diede modo a Regina di finire la frase. Non perse tempo.
(*) Le prese la mano, la fece alzare e la portò al centro della sala per poter ballare quella che, anche se Regina non poteva ricordarlo era la sua, la loro canzone preferita. Le mise una mano sul fianco, stringendola al suo corpo.
-Ma che fa? Come si permette?- Regina cercò di obbiettare arrossendo per l’imbarazzo, ma questo non bastò a impedire ad Emma di continuare.
Tu non puoi saperlo ora, ma è su queste note che è scattata la magia, che abbiamo finalmente accettato come stavano davvero le cose..” Emma le prese l’altra mano che tenne saldamente alla sua, puntò i suo occhi azzurri dritti in quelli color nocciola della sua Regina, senza staccarli mai, guardandola intensamente. Iniziarono a ballare “è stato in missione per liberare merlino, quando al ballo di Re Artù ti strappai alle braccia di Robin per poterti parlare e invece dalle nostre labbra non proferì neanche una parola, furono i nostri occhi e i nostri cuori a farlo per noi..” Danzarono al ritmo di musica. Prima a passo normale.. girando delicatamente …e poi aumentarono l'andatura... “Ricordo tutto perfettamente, il cielo stellato, le luci, gli sguardi e tutti che si fermarono a guardarci.. é stato a tutti gli effetti il nostro primo ballo, ed è su queste note che ci siamo innamorate..” I ricordi si fecero spazio nella sua mente e si trovò a dover trattenere le lacrime che si facevano strada appannandole leggermente la vista. Regina non poté far altro che seguirla e lasciarsi trasportare ed Emma non poté che esserne felice. Se Regina non si opponeva, voleva dire che aveva ancora effetto su di lei, che forse poteva esserci ancora qualche speranza per loro, che inconsciamente l’amava ancora. Forse il suo cuore riconosceva ciò che la mente da troppo tempo aveva dimenticato. “oh amore, è proprio come la prima volta, vorrei lo ricordassi.. Provaci... Il mio cuore batteva all’impazzata come ora, e le tue guance erano esattamente rosse come lo sono adesso.”  Il cuore di Emma sembrava volesse uscirgli fuori dal petto per quanto batteva forte, cercò di assaporare fino in fondo quel momento, quella vicinanza, si perse nei suoi occhi cercando di capire lei cosa stesse provando e le si scaldò il cuore quando vide che accennava a sorridere, anche se, chiaramente, Regina si tratteneva. Lei era felice! Questo era il regalo più bello per Emma. Lei era riuscita a riportarle quella luce , ora lo vedeva chiaramente nei suoi occhi, che la rendeva la donna di cui si era innamorata, la SUA Regina. Si era annullato tutto e tutti, come un tempo, esistevano solo loro.
“Ti prego Regina, Resta fra le mie braccia, resta con me.. per sempre..”              
Quella era la sua supplica, ciò che i suoi occhi cercarono di trasmetterle.  La fece continuare a ballare cercando di rendere indimenticabile quel momento. Notò come Regina avesse abbandonato quella rigidità dell’inizio e si fosse lasciata andare completamente a quella straniera. Tutti si erano fermati ad ammirarle. Sembravano due angeli. Emma era al settimo cielo..
La musica finì di colpo, e Regina, forse per lo sconcerto, era rimasta fra le sue braccia. Lei aveva ancora la sua mano sul suo fianco. I loro occhi non accennavano a volersi staccare e l’aria si era fatta improvvisamente tesa...Emma provò un irrefrenabile voglia di poggiare le sue labbra su quelle meravigliose di Regina.
Vrrr…Vrrr.. 
Ma per fortuna, alla mora squillò il telefono e si allontanò da lei. Stava per commettere un errore imperdonabile. La sua vicinanza era una droga e doveva imparare a controllarsi se non voleva ripetere ciò che già era accaduto. Diede un ultimo sguardo a Regina, e in silenzio gli fece una promessa. “Non importa quanto ci vorrà o quanto mi costerà, troverò il modo per poter stare con te. Ti riconquisterò Regina, dovessi rifare tutto da capo, passo per passo, ti aiuterò a ricordare e torneremo insieme.. Avremo il nostro lieto fine amore mio.. Solo io ti posso rendere felice, ora lo so per certo!.. Rientrerò a far parte della tua vita, ancora una volta…” E se ne andò.

 

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Capitolo 3
*** Sabato 24 ottobre ore 17.15 ***


Ciao a tutti rieccoci qui per le nostre eroine. Spero che questo nuovo capitolo vi possa far emozionare e sognare come i precedenti,se non di più. La canzone di oggi è un classico che avrete sicuramente sentito tutti, ovviamente il pezzo in cui mettere play la canzone è segnalato dal solito simbolo (*).Vi lascio anche i link delle immagini dell'auto di Regina e per la moto di Emma. Detto questo vi auguro una buona lettura e aspetto i vostri commenti per sapere se è di vostro gradimento o meno. ciao ciao!
link canzone :
 https://www.youtube.com/watch?v=KccpGWSe_rE
Link moto : https://www.google.it/search?hl=it&q=bajaj+pulsar+150+ns&tbm=isch&tbs=simg:CAQSlQEJAyCCGx4VrYEaiQELEKjU2AQaAggDDAsQsIynCBpiCmAIAxIoyQbEEp8CxwbKBpwCwxLIBsUEywbuMsIm7TK-JuYywCbwMu8y4zLSPBowFhj-2OpqpyKnbYAucpgegeavy4SEH1XX7lIomDu0lJO4-HKvr9OSisVFNimSB1CEIAQMCxCOrv4IGgoKCAgBEgTzFmN8DA,isz:l&sa=X&ved=0ahUKEwijmdnF9tzPAhWH0RoKHdV4CAUQ2A4IHigD&biw=826&bih=604
Link macchina:https://www.google.it/search?hl=it&q=bmw+4+series+convertible&tbm=isch&tbs=simg:CAQSlQEJrnuNhxcRbFMaiQELEKjU2AQaAggBDAsQsIynCBpiCmAIAxIomgKWApcCmwLeDeANxgboDZUC4Q3MMrg_1yzK3P5MmyjLJMp8mnSbxIBowK9Ql5vJTopW1gR6njAIW0it4Fx9LyO3JQXdBTkAR1DYDw8RLmhGb96nyYszgs2-9IAQMCxCOrv4IGgoKCAgBEgQivUKKDA,isz:l&sa=X&ved=0ahUKEwiVrvyw-NzPAhUHNhoKHeSZD30Q2A4IHygE&biw=826&bih=604


-Sei in ritardo!- Esclamò Regina rivolta a Kathryn mentre questa saliva nella cabrio blu metallizzata dell’amica.
-Si lo so hai ragione. -
-Possibile che non riesci mai ad essere puntuale!-
-Ehi rilassati, che ti hanno servito a colazione, sidro marcio?!- scherzò Kathryn
- O forse questa notte Malefica ha fatto cilecca?- Disse in tono più malizioso
Per tutta risposta Regina si limitò a fulminarla con lo sguardo.
- O forse..-
-O forse niente! Smettila con queste tue supposizioni che non ti porteranno a niente e sbrighiamoci che è gia tardi!– La interruppe Regina, sorridendole quasi istericamente. Sperò che questa affermazione bastasse a far capire all’amica che non avesse voglia di parlare. –Allora, dove devo andare?-
-Prendi la strada per la campagna poi appena usciamo dalla città ti dico bene dove andare.-
-Si, va bene.-
Regina si immerse nei suoi pensieri, che la riportarono a percorrere le ultime  ore della giornata con la donna che l’aveva fatta vacillare. Chi era? Come si era permessa di oltrepassare il limite? con lei poi! E perché lei glie lo aveva permesso? Perché non era stata in grado di opporsi totalmente con quella sconosciuta? Lo aveva sempre fatto, certe volte lo faceva anche con Malefica. Allora perché a lei, una donna arrogante, maleducata che non conosceva, le aveva permesso ciò che perfino a sua moglie negava?
“Basta!” Doveva smetter di pensarci, e togliersi dalla mente quell’avvenimento. Ormai era passato e non si sarebbe mai più ripetuto.
Accese la radio, voleva calmarsi e nulla la poteva aiutare se non la musica che tanto amava. La melodia che arrivò alle sue orecchie stava già facendo effetto, la testa si stava sgomberando per lasciar posto solo al dolce suono delle note e.. –MA CHE ROBA  E’!?!- Ovviamente non tutti hanno buon gusto. Katrhyn non perse tempo a manifestare il suo disappunto.
- Non ti lamentare questo è uno dei più bei classici della musica!-
-Questa è una lagna, non è un classico!-
-Si vede che non ne capisci nulla! Questa è la bellissima e famosissima suonata al chiaro di luna di Beethoven-
-Non importa, è da flebo! Ecco perché poi ti ritrovi così! E’ per via di questa musica!
- Guarda che è con questa musica che mi rilasso e che tirò su i progetti che mi proponi-
-Si beh non mi importa, cambiamo-
-Cosa?  Ma non..- Non poté aggiungere niente dato che Kathryn aveva già provveduto a far uscire il cd dal lettore e a mettere su una stazione radio a lei gradita. E in quel momento Regina si pentì amaramente di aver anche solo pensato di accendere la radio dato che ora dalle casse uscivano le note di un famoso brano dei “Modà” .
- Ecco, questa è musica!-
Kathryn alzò il volume e questo risuonò in tutto l’abitacolo. Ma la cosa peggiore, fu che cominciò a cantare.
(*) –Laaaaa sua bellezza ti può uccidereee…laaaa sua bellezza non ha limiteeee…laaaaa sua bellezza rendeeeee fragiliii….nooooon avrò pace fino a cheeee, non l’avrò tutta per me! – Regina non poteva crederci! Più cercava di non pensare a quella ragazza più tutto intorno a lei le imponeva di pensarci. Questa canzone poi.. Sembrava descrivere in pieno ciò che, anche se lo negava con tutte le sue forse, una parte di lei pensava della sconosciuta del bar. E purtroppo per lei Kathryn non le permetteva certo di non ascoltare con i modi di cantare che aveva assunto.  – Chiiiiiiii pensa che le può resistereeeeeeeee, priiiiiiima o poi si ricrederàà.. e come tutti impazzirà!! – Ad ogni strofa regina non poteva far a meno di ricollegarla a un momento vissuto poco prima con la bionda. Ricordava i suoi capelli lunghi ondulati, la sua giacca rossa, i suo pantaloni di jeans attillati, i suoi atteggiamenti, le sue mani, la sua voce. –La sua bellezza non può esistere, troppe sarebbero le vittimeeeee – Eppure esisteva una bellezza così, Regina ne era stata testimone. Questo voleva forse dire che ne era caduta vittima?
–Assolutamente no!!- Katrhyn si girò, quasi spaventata, a guardare l’amica che si fece seria di colpo e strinse più forte il volante accelerando, premendo più affondo il pedale.
–Regina che hai? Rallenta o ci faremo male. -
- Io non mi sono fatta incantare, sono semplicemente irritata perché glie l’ho fatta passare liscia! Ma la prossima volta non accadrà! Nessuno si può permettere di trattarmi così! Non mi prenderà mai più fra le braccia! Mi ha preso alla sprovvista solo perché sono rimasta a fissarla per non farla vincere e lei invece mi ha giocato! Se crede di avermi incantato si sbaglia! Ci vuole ben altro per me! Deve pregare di non incontrarmi ancora perché la prossima volta non avrò pietà, sarò spietata come non mai ! Non glie la darò vinta di nuovo e questo è quanto!!- Regina ripensò alle sue mani che stringevano il suo fianco, alle loro mani intrecciate, i suoi occhi fissi nei suoi, e le emozioni che le fece provare, il suo cuore non aveva mai battuto così forte come fra le braccia di quella sconosciuta e per questo la odiava! –Ma perché a me! Io non vacillo così, mai!! Perché!?!?! Non lo capisco!-
Kathryn la guardò stranita non capendo di che cosa stesse parlando.
–Regina ma di chi parli? Che è successo?-
-NIENTE!- Gli disse girandosi a guardarla.
-Regina attenta!- Urlò Kathryn in preda al panico vedendo che poco più avanti di loro stava passando qualcuno in moto. Regina frenò con forza per rallentare il più possibile la machina e per fortuna funzionò quasi del tutto… Per quanto fosse riuscita a rallentare l’andatura del veicolo però, questo urtò comunque alla ruota posteriore della moto, che quindi sbandò e andò a terra disarcionando anche il suo pilota.
Appena il veicolo si fermo totalmente, Regina e Kathryin si precipitarono a soccorrere lo sventurato che avevano appena fatto cadere.
–Mi dispiace tantissimo, vi siete fatto male??!- Regina si chinò sul suo corpo per aiutarlo a mettersi seduto –Le fa male qualcosa?! -
-Forse è meglio chiamare un ambulanza, l’urto non è stato violento ma è meglio che sia controllato per sicurezza. -
-No non ce né bisogno, grazie.- Rispose lo sconosciuto mentre cercava di alzare la visiera del casco. Regina non poteva credere alle sue orecchie, aveva gia sentito quella voce, e anche se era stato solo una volta era inconfondibile per lei, le era rimasta impressa dentro. Possibile che fosse proprio..
Quando finalmente la visiera si alzò ebbe la certezza. “No!!! Non è possibile!!” Regina si allontanò leggermente appoggiandosi ai talloni per sorreggere il colpo nel vedere chi c’era a guida della moto. Si, aveva appena investito la sconosciuta del bar.

17:45
- Tu!! – Gridò regina sconcertata nel vedere la ragazza del bar che si toglieva il casco e si tastava il corpo. –Ah bene, abbiamo fatto un passo avanti, ci diamo del tu adesso.- disse sorridendo la ragazza seduta a terra. -E’ così che soccorri tutti quelli che investi? Te ne stai imbambolata a guardarli dopo avergli urlato contro?-
-Ma, vi conoscete?- Chiese Kathryn stupita.
-Che cosa ci fai qui ? ti sei messa a seguirmi?! – Disse Regina rivolta alla bionda ignorando completamente la domanda di Kathryn.
-Niente affatto, io faccio questa strada quasi ogni giorno. Mi chiedo proprio chi ti ha dato la patente, ti sembra questo il modo di guidare! Qualcuno poteva rimanerci!-
Regina abbassò leggermente lo sguardo, purtroppo aveva ragione, ma in parte era colpa sua, si era distratta per pensare a lei..
–Oh..Ti sei fatta male piccola?-
L’intervento della donna bionda fece avvampare Regina. Il tono con cui la donna bionda aveva pronunciato quelle parole era estremamente dolce e amorevole che arrossì senza neanche volerlo. Quando c’era di mezzo quella strana donna il suo corpo sembrava essere fuori dal suo controllo, rispondeva solo a lei, alle sue parole, ai suoi gesti e soprattutto ai suoi sguardi magnetici.
–B-bhe.. n-noo sto bene per for..- Regina alzò lo sguardo per cercare di guardarla negli occhi e nel farlo si accorse che non si stava riferendo a lei, ma alla moto sdraiata a terra che accarezzava come fosse la cosa più importante. Si sentì completamente stupida e se poco prima era rossa per l’imbarazzo ora lo era per la rabbia.  – Ma che razza di persona sei?! Invece di preoccuparti se io e la mia amica stiamo bene ti preoccupi di quell’ aggeggio?!-
-Hey, attenta a come ti rivolgi alla mia bellezza, è sensibile. E comunque non ce ne sarebbe stato bisogno se qualcuno non mi fosse venuto a dosso- La bionda si alzò, si scrollò la polvere di dosso e si avvicinò a Kathryn –Però, malgrado i toni..- disse rivolgendo un occhiata a Regina – la vostra amica ha ragione, sono stata sgarbata, voi state bene signorina? vi siete fatta male?- Si rivolse soltanto a lei mentre gettava qualche occhiata a Regina. Voleva farla innervosire evidentemente e amaramente doveva ammettere che ci stava riuscendo. In tutto questo Kathryn era rimasta a guardare incuriosita la scena e non vedeva l’ora di rimanere sola con Regina per farle un interrogatorio interminabile. Stava per rispondere alla gentilezza della donna ma non fece in tempo che Regina lo fece al suo posto mettendosi in mezzo fra loro.
-Sta bene, così come la sottoscritta, grazie! – Regina si avvicinò e “costrinse” la bionda a guardarla.
-Non è che questo era un tentativo di farmela pagare per prima vero? – Chiese con aria sarcastica -Potrebbe essere! – rispose calma Regina assottigliando di poco lo sguardo e abbozzando un sorriso beffardo.
-Se fai così per un ballo chissà che mi farai quando ti inviterò a cena.-
-Wow, che ballo?- Si intromise sempre più curiosa l’amica.
-Niente dato che non ci sarà mai nessuna cena!- Puntualizzò regina ignorando ancora una volta Kathryn. La bionda per tutta risposta fece un passo verso di lei e mise le mani sui fianchi. –Beh questo è da vedere. Sai, io amo molto le sfide, sono state il mio pane quotidiano per molto tempo..-
-Attenta perché potresti trovare qualcuno più in gamba di te davanti la tua strada! E quello che è successo al bar è stata una semplice svista. Non ho dormito bene questa notte e non ho avuto una buona prontezza di riflessi, ma ti assicuro che non riaccadrà una seconda volta. Specialmente dopo quello che ha appena causato! -
-Oh.. vorresti dire che è accaduto perché ti ho fatto divertire? Stavi pensando a me- Concluse con un pizzico di soddisfazione la donna davanti a Regina assumendo un atteggiamento più sciolto e rilassato.
-Punto primo, non mi sono divertita! E secondo non pensavo a te! Ma a quanto è stato terrificante, e se non fosse successo non mi sarei irritata e non sarebbe successo niente!-
-In conclusione si, mi stavate pensando- Disse raggiante, come chi ha appena vinto la battaglia. Regina si penti di cio che aveva detto e cercò di correre ai ripari, non voleva certo che quella sconosciuta pensasse di valere così tanto per lei. –Semplicemente pensavo che avreste dovuto pregare di non incontrarmi di nuovo perché sarebbe stato molto doloroso in caso contrario!- piegò leggermente la testa in modo che le sue parole potessero essere più incisive e minacciose.
-Beh a quanto pare siete stata di parola- E lei scoppiò in una fragorosa risata alleggerendo la tensione.
Regina sbuffò e si girò andando verso il lato guida della sua meravigliosa macchina.
–Sali Kat, dobbiamo andare o faremo tardi, più di quanto non lo sia gia!- Disse l’ultima frase guardando la donna rimasta a fissarla mentre si avvicinava alla macchina.
-Ma Regina, non possiamo lasciarla così deve essere controllata.- Obbiettò.
-No ti ringrazio non c’è bisogno, credimi, sono un medico quindi lo so al 100%.-
La donna si diresse verso il suo Honda Hornet. Kathryn si sedette in macchina, mentre Regina era ancora in piedi davanti lo sportello che, forse senza neanche rendersene conto, seguiva i movimenti della bionda. Si era piegata per tirare su la moto e solo allora si accorse della tuta da motociclista che indossava, e di quanto fosse aderente.. Lasciava immaginare tutto alla perfezione.. le gambe lisce e robuste, i fianchi perfetti, le spalle che solo a guardarle ti invitavano ad appoggiartici su, le braccia fini ma che sicuramente trasmettevano sicurezza se solo ti circondavano, e poi.. poi c’erano le parti molto più evidenti che…”ma che sto facendo!!” Regina riprese il controllo di se e dei suoi pensieri e questo giusto in tempo per non far notare alla bionda, che nel frattempo si stava girando, che era rimasta incantata a guardala. Regina si sedette in macchina mentre la Bionda era risalita sul suo bestione. Si avvicinò alla fiancata del bolide della mora proprio dove era seduta lei, si sistemò per bene sul sellino della sua moto, tenne il casco fra le mani e si girò a guardare Regina che si impose di non girarsi e di guardare avanti. Se avesse incrociato i suo sguardo non sarebbe riuscita a resistere e quindi a rimanere fredda e distaccata come voleva restare. Tuttavia sentiva gli occhi della bionda su di se che la cercavano, la stavano chiamando. Ma lei non si scompose.
-Spero che la prossima volta che vorrai parlarmi lo farai in modo più pacato e senza mettere in atto tutta questa sceneggiata- Disse la bionda sorridendo, cercando di stuzzicare la mora per far si che la guardasse. Regina cercò di restare lucida e di non cadere nella trappola della donna al suo fianco. –Non che mi dispiaccia- Continuò la bionda. – Ma preferire essere tutta intera e nel pieno delle mie forze per potermi fronteggiare con una donna del tuo calibro.- Concluse mantenendo un atteggiamento sicuro e senza staccare gli occhi dal profilo della mora. Regina le rispose
-Primo: io non ho montato nessuna scena ho solo avuto la sfortuna di avere un piccolo incidente con la persona più irritante e fastidiosa che abbia mai conosciuto. – Puntualizzò Regina -E quasi mi dispiace che sia rimasta del tutto indenne- E con quelle parole sperò di colpirla e poter segnare un punto a suo favore. –Oh così mi ferite, vi consiglio di stare attenta a ciò che dite, se vi sentisse qualche forza dell’ordine potrebbe prenderlo come atto premeditato.- Intervenne la bionda sconosciuta con sguardo furbo. Kathrin che si limitava ad ascoltare lo scambio di battute, non riuscì a trattenersi e si mise a ridere interrompendole –Ahahahaha, ha ragione lei Regina. Sai credo che tu abbia trovato qualcuno tosto quanto te.- Per tutta risposta la mora si girò verso l’amica e si affrettò a risponderle in tono minaccioso –Non credo proprio e tu dovresti saperlo bene, così come dovresti sapere quando parlare e quando invece No!- Regina marcò decisa l’ultima parola per far capire all’amica di non intromettersi. Poi tornò a parlare alla donna in sella alla moto. –Secondo, cosa le fa pensare che ci sarà una prossima volta?!-
-Beh il fatto stesso che ora siamo qui a parlare-
-Un semplice caso, signorina, raro che si ripeta-
- Come siamo formali- Disse facendo una smorfia divertita – Comunque in tal caso, mi affiderò nuovamente al caso, sperando possa farci incontrare ancora in modo del tutto casuale – Disse addolcendo il timbro di voce e intensificando il suo sguardo che puntava totalmente a Regina mentre pronunciava quelle parole. Regina non disse niente, preferì assaporare quella dolcezza che traspariva dalle parole della bionda. Sentì il cuore sciogliersi. –Passi una buona giornata- disse pacatamente, girandosi verso di lei per incrociare i suo occhi . Anche se non riusciva a darsi spiegazione, ne sentiva il bisogno.
-Sicuramente, le auguro lo stesso a e lei e alla sua amica ovviamente- disse facendo un cenno col capo verso Kathryn, che contraccambiò sorridendo. La bionda si mise il casco e mise in moto la sua Honda in contemporanea a Regina che fece lo stesso con la sua cabrio. Entrambe partirono prendendo strade differenti con la speranza nel cuore, da parte di entrambe, che un giorno il caso potesse farle andare verso la medesima direzione.



 

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Capitolo 4
*** Sabato 24 ottobre ore 18:12 ***


Rieccoci qua. Scusate il ritardo ma è stata dura scrivere questo capitolo, infatti è un po' più lungo rispetto gli altri, ma da qui cominciano a esserci le parti un po' più piccanti.. Spero vi possa piacere ed emozionare, vi invito sempre a lasciare un commento, se vi va, per farmi sapere che ne pensate. E sempre qui sotto lascio il link per il sottofondo di oggi. Buona lettura, a presto amici!
link:
 https://www.youtube.com/watch?v=ETzJJzg7-UA



Finalmente Regina e Kathryn erano di nuovo in viaggio. Dopo aver salutato la bionda Regina si era chiusa in un silenzio totale per tutto il tragitto. Kathryn aveva provato ad aprire un qualsiasi argomento ma da parte di Regina non arrivò nessuna risposta. Era come se fosse su un altro pianeta. Alla fine Kathryn si rassegnò al fatto che l’amica non volesse parlare, ma si promise di chiederle se stava pensando alla ragazza , a suo avviso molto simpatica, che avevano incontrato poco prima. –Svolta a destra e continua dritto- Le indicò Kat. Regina svoltò a destra come indicatogli dall’amica e tornò ai suoi pensieri che, da quando aveva incontrato una certa biondina, in bene o in male erano sempre rivolti a lei. “Le permetto sempre di farmi fare la figura della stupida. Inoltre sembra sempre sapere cosa andrò a rispondere alle sue provocazioni, su ogni cosa, come se mi conoscesse da sempre e si diverte pure! Sono come un libro aperto, ma come fa?..” Regina non riusciva a trovare una risposta a tutte le domande che le frullavano in testa. Doveva ammettere che , anche se in modo poco pratico, era rimasta contenta di averla incontrata di nuovo. “E’ stata una bella caduta quella di prima, chissà se si è fatta male o se è davvero tutta intera..” pensò in tono più dolce rivivendo i momenti in cui aveva visto la donna andare al suolo dopo che la moto aveva sbandato. “Oh andiamo Regina! Da dove viene tutto questo sentimentalismo e apprensione nei confronti di quella donna?! Ci credo che sono un libro aperto, mi comporto come una ragazzina.. Il peggio è che mi chiedo se questo sia tanto un male… Dannazione, certo che si! Sono sposata! Sono felice, in qualche modo.. Basta devo smettere di farmi tutti questi complessi , non mi riconosco più!”
Regina era molto combattuta fra la sua ragione ferma, lucida e diligente, e il suo cuore che era tornato ad emozionarsi, a palpitare per una donna che neanche conosceva, un cuore ferito che aveva paura di tutto ma che nonostante ciò voleva essere felice, che voleva lei. –Ok fermati, siamo arrivate- regina si fermò, spense il motore e guardò attentamente il panorama che la circondava. Era di una meraviglia mozzafiato, davanti e tutto intorno a lei vi era un immensa distesa di terra libera. Era totalmente in mezzo alla natura. A occhio e croce Regina dedusse che dovevano essere due ettari di terra. Dietro era pieno di alberi che delimitavano il finire del terreno. –Allora che te ne pare?-
-E’ un posto meraviglioso, idilliaco direi!-
-Oh ti è tornata la parola, era ora. Bene sapientona, prova a indovinare quanto è grande.-
-Così a occhio direi due ettari-
-Ci sei andata vicino, sono due ettari e mezzo.-
-Ed è tutto edificabile?-
-Si, ma per fortuna, il nostro committente vorrebbe lasciare una parte di questo lato sinistro per poterci coltivare. Qui a destra invece vorrebbe creare una stalla abbastanza capiente per poterci far entrare quanto meno 4 cavalli, dei quali due maschi e due femmine, così può farli accoppiare. Ovviamente l’area destinata a loro dovrà essere adeguatamente circondata da un recinto apposito, comunque in seguito, se dovessi accettare, ti darò maggiori dettagli e tutte le informazioni di cui necessiti.- Disse Kathryn con aria professionale. Era insopportabile a volte ma quando si trattava di lavoro Kathryn era la persona più affidabile che conoscesse, e per lei era sempre un piacere lavorare con al suo fianco.
-Qui davanti invece dovranno sorgere diversi edifici ed ognuno di essi avrà una funzione differente.-
-Confermo, è un progetto molto, ma molto ambizioso-
-Già, anche io ci sono rimasta quando me lo hanno illustrato, fino  a quando non mi hanno spiegato le motivazioni..-
Regina fece qualche passo avanti per poter ammirare il paesaggio che aveva davanti. C’era una calma impressionante, tutto ciò che si sentiva era il cinguettio degli uccellini da sopra gli alberi. Inspirò fino in fondo l’aria pura di quel posto. “E’ un paradiso.” Guardò la vasta zona di terrà e cercò di figurarsi ciò che ne sarebbe dovuto venir fuori. Poteva venire bene avendo i giusti collaboratori. Quando si girò per vedere lo spazio destinato alle stalle sorrise. Si ricordò di quando suo padre la portava a cavalcare, di quanto si sentiva libera, spensierata e felice. In effetti era moltissimo tempo che non era riuscita più a sentirsi in quel modo. “Invece si.. Solo oggi.. Solo con lei….” Fece una smorfia di sufficienza al solo pensiero, ma in compenso l’angolo destro della bocca si sollevò leggermente disegnando così sul suo volto un semi sorriso. –Sai, era da tanto che non ti vedevo così, come oggi. Regina si girò a guardarla –perché? Com’ero oggi?- chiese lei con un tono di sfida
-nonostante fossi incazzata nera, eri raggiante e determinata a non dargliela vinta. Ho visto tornare la Regina che conosco da sempre. In senso buono ovviamente. Non so chi sia quella donna ne cosa ti abbia fatto, ma qualunque cosa sia ti sta facendo bene.-  
-Forse, o forse è solo un ulteriore sofferenza- Rispose tornando a fissare il terreno davanti a lei. Il sole stava tramontando e tutto aveva assunto un colore più intenso e indefinito allo stesso tempo. Gli occhi di regina contemplarono quei colori meravigliosi che andavano mischiandosi in un tutt’uno e questi le ricordarono l’ennesima persona. La sconosciuta dai biondi capelli. –Allora si può fare?- Chiese Kathryn interrompendo nuovamente i suoi pensieri. – Si c’è tutto lo spazio necessario, il terreno è perfettamente in piano quindi per me si può realizzare questo enorme e pazzo progetto.-
-Bene, allora avvertirò il cliente che si può procedere, ora devi solo dirmi se vuoi realizzarlo tu o se devo dirgli che si deve trovare qualcun altro.-
-C’è già un architetto?-
-Si, dice che è già provvisto anche dei migliori operai. Ha tutto, gli manca solo un buon ingegnere.-
-Se lavorerò io voglio conoscere la gente con qui andrò a lavorare, non voglio perdite di tempo ne malintesi, voglio persone affidabili. Se non riterrò che lo siano o le cambiamo con persone che conosco già o dovrà trovarsi qualcun altro.-
-Sei molto esigente, e lo capisco, vedrò cosa posso fare-
-In questo caso ti darò una risposta entro domani sera.-
-Va bene-
-Ok, adesso vieni che ti riaccompagno a casa, è tardissimo.-
tornarono alla macchina, fecero inversione e ripresero la strada verso casa di Kathryn lasciandosi alle spalle lo sfondo di un paradiso terrestre illuminato dal tramonto del sole.

18:30
-Come si chiama?- La domanda di Kathryn arrivò dal nulla rompendo il silenzio, e solo in quel momento Regina realizzò di non saperlo. Non si erano mai presentate a dovere.
- Non ne ho idea a dire il vero.- Regina non avrebbe voluto dare importanza a quella straniera, e per quanto avesse cercato di negarlo anche a se stessa, si rendeva conto che aveva bisogno di parlare con qualcuno di quello che le stava succedendo, e questo qualcuno non poteva certamente essere Malefica.
-L’ho conosciuta questa mattina. Sono andata a mangiare in un bar un po’ più fuori città, avevo voglia di qualcosa di nuovo. Insomma, ho trovato questo posto che si chiama “granni’s” e mentre io mi ero seduta all’angolo vicino alla porta tranquilla a farmi i fatti miei, è arrivata lei.- E così cominciò a raccontarle di come si avvicinò a lei dicendole che aveva occupato il suo posto, delle frasi mirate a stuzzicarsi a vicenda come se fosse la cosa più normale di questo mondo, di quanto l’avesse trovata irritante e anche arrogante, di come non voleva darla vinta a una donna così prepotente e sicura di se. Infine le raccontò del famoso ballo e di come lei, Regina Mills fosse rimasta affascinata, da quell’amabile sconosciuta. –Appena a sentito le note della canzone, mi ha preso la mano e mi ha trascinata al centro della sala, mi ha stretto a se e mi ha fatto ballare. Non so cosa mi sia preso in quel momento, ma non ho trovato la forza di reagire, non ho potuto fare niente. O forse sarebbe meglio dire, che non ho voluto..- ammise a voce alta -  Dopo tanto tempo il mio cuore ha ricominciato a battere in modo incontrollabile, come solo con Daniel successe, anzi, questa volta era ancora più forte. Non so come spiegarmelo, era come se stessi vivendo una favola, come se lei avesse fatto già parte della mia vita. Tutto questo è assurdo, lo so non ha senso. Ma era davvero come se per tutta la vita avessi aspettato quel momento, come se avessi aspettato lei..- Si prese una pausa per riflettere sulle parole che aveva appena pronunciato. –So che è sbagliato, me ne rendo conto, e io non avrei voluto neanche minimamente che accadesse tutto ciò, ma non sono riuscita ad evitarlo.- Regina trattenne il respiro in attesa che l’amica prendesse la parola per dirle che era una pazza squilibrata, e invece..-No, non è affatto sbagliato.- Questa fu la risposta che le diede Kathryn con uno strano velo di tristezza nel tono della voce.
-Si che lo è! Io sono sposata e ho sempre amato Malefica, sempre!- Disse Regina in tono autoritario, alzando inutilmente la voce. Forse volendo convincere più se stessa che l’amica. –Ne sei sicura?-
-Come?- Chiese regina sgomenta
-Ti sto chiedendo se ne sei sicura-
-Si che ne sono sicura!- Affermo con decisione Regina, forse troppa.
-Beh forse il tuo cuore non era del tutto d’accordo con te. Inoltre sei stata tu stessa a dirmi che ultimamente le cose fra voi due non vanno molto bene.-
-Si ma questo solo per il poco tempo che passiamo insieme, sono certa che se tornassimo come l’anno scorso tutto sarebbe..-
-Diverso?- La interruppe Kathryn finendo la frase che aveva cominciato la mora. –Si questo lo penso anche io.- Continuò Kathryn pensando che aveva ragione, le cose sarebbero andate diversamente se un anno fa non fosse successo tutto quel casino.
-Credo che molto semplicemente non fossi poi così profondamente innamorata di Malefica come credi e che ora che il tuo cuore ha trovato per chi davvero vive si sia fatto sentire. Quindi..-
-Kat! Mi stai spingendo a buttare all’aria il mio matrimonio? La mia relazione di 4 anni, se vogliamo contare anche i 3 anni di fidanzamento, per andare fra le braccia di una totale sconosciuta che forse mi ha solo fatto emozionare un po’ perché ci ha saputo fare, e che probabilmente si prenderebbe solo gioco di me?! Che razza di amica sei?!?!?- Regina era su tutte le furie, non era questo quello che si aspettava di sentire dalla sua migliore amica.
-Adesso calmati o finiamo come prima!- L’avverti l’amica riferendosi all’incidente del pomeriggio. –Ad ogni modo no, non ti sto dicendo questo, ti sto solo dicendo di non escludere niente e di ascoltare il tuo cuore se finalmente dopo tanto tempo a ripreso a parlarti. Proprio perché sono tua amica e ci tengo alla tua felicità ti dico così, perché sono stanca di vederti soffrire, le soluzioni ci sono sempre.- Regina non capì del tutto le ultime parole dell’amica ma afferrò ciò che cercava di dirle, anche se non era certa che fosse la cosa giusta. Regina si fermò davanti il cancelletto del giardino di Kathryn. Questa scese dalla macchina e prima di dirigersi al portone si rivolse ancora una volta a Regina.
-Pensaci Regina, alla fine non vale la pena vivere se quando si ha l’occasione di essere felici non la si coglie al volo, lottando, soffrendo anche per poterlo raggiungere. Perché alla fine ne vale la pena, credimi, io in qualche modo ne sono stata partecipe una volta, l’ho visto.- Kathryn pensò a quanto avrebbe voluto dire tutto a Regina, a quanto era stanca di tutto quello schifo. Ne era stata complice e ora se ne pentiva amaramente. Le tornò in mente quando, molto tempo prima, Emma riuscii a donare la felicità e l’amore vero a Regina e a quanto desiderasse che lei tornasse a ridere spensieratamente come quando  era con lei. Qualunque cosa avesse in mente Emma voleva aiutarla. Ormai aveva deciso, desiderava aiutarle a ritrovarsi, aiutarle ad avere il loro lieto fine. Avrebbe riunito Regina alla sua adorata Emma.
-Aspetto una tua risposta allora- Disse rivolta a Regina
-Si, certo- Rispose distrattamente, confusa dalle sue parole. La salutò e ripartì per tornare a casa.

Regina era confusa, ciò che le aveva detto l’amica l’aveva totalmente spossata. L’ei si aspettava, anzi, sperava in un discorso molto diverso da quello che le aveva fatto. Si aspettava un discorso su quanto fosse sbagliato il modo in cui si era comportata, che non era giusto nei confronti di Malefica, che non poteva permettersi tutto questo perché era sposata, perché aveva giurato fedeltà a una donna che nonostante tutto l’amava e che stava dando tutta se stessa per lei e che avrebbe dovuto dimenticare l’accaduto con la bionda andare a mettere le cose in chiaro e non rivederla più. E invece.. invece l’amica le aveva detto tutto il contrario, l’aveva a dirittura incoraggiata a seguire quello strano istinto che la spingeva sempre più verso la donna del bar. E ora si ritrovava ancora più confusa di prima. Forse non era stata una buona idea quella di parlarne con Kathryn. Lei le aveva detto di ascoltare il suo cuore e di seguirlo se era la strada giusta. Quel cuore che a lungo aveva taciuto ora aveva deciso di svegliarsi e di cominciare a parlarle di una sconosciuta di cui non sapeva neanche il nome. “Non so niente di lei, e l’ultima volta che ho provato a dare voce ai miei veri sentimenti ho sofferto moltissimo, e per troppo tempo, ho rischiato di perdermi, di morire per questo, ed è stata Malefica a salvarmi, a darmi un’altra opportunità. Non voglio ritrovarmi a stare di nuovo così male, non posso! E non voglio rinunciare a Mal, sto bene con lei, abbiamo sempre affrontato tutto insieme. Prima da amiche, poi da fidanzate e ora da sposate. Supereremo anche questo brutto periodo e saremo felici. Lei è il mio lieto fine.” Arrivò davanti casa, parcheggiò il veicolo e andò verso la porta.
 
19:00
Girò la chiave nella serratura, aprì la porta e la casa sembrava apparentemente vuota. Le luci erano tutte spente, ma provò lo stesso a chiamare la moglie, magari era di sopra.
–Mal, sono a casa, sei sopra?- Nessuna risposta.
-Mal?- Chiamò più forte. Ma ancora non ricevette alcuna risposta. Non era ancora tornata a casa. Regina in un primo momento si rattristò al pensiero che Malefica dovesse ancora tornare, ma poi pensò al lato positivo. Anche lei aveva fatto tardi e non aveva avuto modo di preparare tutto l’occorrente per la serata. Quindi si prese d’animo e cominciò ad organizzarsi per preparare tutto alla perfezione in modo da festeggiare finalmente il loro anniversario.

21:30

Due ore e mezzo di preparazione e tutto era perfetto. La tavola meticolosamente apparecchiata con l’argenteria buona. Il menù era degno di una regina. Esso comprendeva:
L’antipasto, baci di champignon, erano funghi, ovviamente, con crema di formaggio, pomodoro e olive.
Il primo che consisteva in un risotto con le vongole.
Il secondo, creps alle zucchine, prosciutto cotto e stracchino.
Infine il dessert, un tortino al cioccolato con cuore di lampone.
E per accompagnare il tutto, creò un atmosfera romantica grazie alla luce che emanavano le candele accuratamente sistemate al centro della tavola. Mancava solo una cosa, o meglio una persona.. Era tardi e ancora non aveva dato segni di vita dal pomeriggio. Regina provò a chiamarla. Il telefono squillava a vuoto. Non rispose. “Forse sta guidando e non può rispondermi” Decise allora di andare a cambiarsi per farsi trovare irresistibilmente impeccabile. Dopo qualche minuto perso a guardare l’armadio a vuoto, finalmente trovo il vestito perfetto. Il fortunato era un tubino nero a mezze maniche che aderiva perfettamente con le forme del suo corpo. Il tubino le arrivava fino a poco sotto le ginocchia. Dalla vita iniziava un meraviglioso ricamo in pizzo che lasciava intravedere i fianchi, la schiena, le spalle e una parte del petto. Il bustino che, ovviamente copriva il seno e buona parte dell’addome, le metteva ancora di più in risalto le sue forme. Abbinò a quel meraviglioso abito, un paio di orecchini pendenti in oro bianco, la catenina era fina e in fondo reggevano un cuore con dentro un cerchio dove all’interno vi era incastonato un brillante. E per concludere mise al collo una collana d’argento, la catenina era sottile ma resistente abbastanza da reggere il peso di un pendente a forma di goccia di un colore blu zaffiro. Teneva molto a quei due gioielli.  Da quando stava con Mal erano la cosa più importante. Non sapeva perché, in realtà non sapeva neanche chi glie li avesse regalati. Sapeva solo che ci teneva con tutto il cuore, che non aveva il coraggio di disfarsene, ogni volta che provava anche solo pensarlo le si spezzava il cuore, come quella volta che le chiese Malefica stessa di buttarli, lei non ce la fece, si sentì morire. Più volte in realtà aveva chiesto a sua moglie se sapeva chi glie li aveva donati, ma lei rispondeva sempre di non ricordare. Alla fine la convinse a tenerli. E quella sera sentiva il bisogno incessante di indossarli. E così fece. Si mise una goccia di profumo e fu pronta per scendere e aspettare l’imminente arrivo di sua moglie.
22:30

Di Malefica non c’era ancora nessuna notizia, aveva provato a chiamarla a mandarle messaggi ma niente. Cominciò a preoccuparsi.. Provò a chiamare uno dei colleghi della moglie che avrebbe dovuto partecipare anche lui alla riunione, che combinazione era anche un suo amico. –Pronto?-
-
Claudio ciao, sono Regina, scusami se ti disturbo ma volevo sapere se la riunione era terminata, se Malefica se ne era gia andata, perché ho provato a mettermi in contatto con lei ma non ho ricevuto nessuna risposta e sono preoccupata.-
-Ah ciao Regina, no veramente io sono gia a casa. Sono andato via prima perché mia moglie sta poco bene, sai con il fatto della gravidanza sono rientrato appena non c’è più stato bisogno di me. Sicuramente lei è stata trattenuta di più. C’erano molti punti da chiarire e credo farà tardi.-
-Ah, capisco. Quindi sta ancora lavorando..- Regina pronunciò la frase con un nodo allo stomaco che le impediva di respirare. –Mi dispiace Regina. Scusami ma ora devo andare, a presto-
-Ciao..- Regina si senti una cretina in piena regola. Le aveva creduto. Le aveva promesso che si trattava di poche ore che sarebbe stata a casa per festeggiare insieme e invece lei era ancora la in quel maledettissimo ufficio a lavorare. Beh lei non aveva intenzione di stare li ad aspettarla. Regina si alzò di colpo, spense le candeline sul tavolo, prese la borsa e uscì dirigendosi alla macchina.
23:00
Regina aveva guidato per mezz’ora senza una meta precisa, In un primo momento quando prese la macchina avrebbe voluto andare in ufficio da lei e trascinarla a casa, ma si era resa conto che sarebbe stata uno sbaglio, quindi ora voleva solo sfogarsi. Si fermò su un ponte, scese e si avvicinò alla ringhiera, si appoggiò con le braccia incrociate su di essa e rimase così a fissare il mare e la luna che si rifletteva in esso. Aveva lasciato lo stereo acceso ad alto volume ed era la sola cosa a tenerle compagna dato che le persone nei dintorni dovevano essere tutti a dormire. Le note dello stereo accompagnavano i suoi pensieri, che non facevano altro che colpevolizzare, ancora una volta, Malefica per essere mancata a un avvenimento tanto importante. La musica risuonava nelle sue orecchie e si lasciò trasportare da quel ritmo “Rocchettaro”, come lo definiva lei, che non era proprio il suo genere ma che in quel momento la aiutò a scaricare la tensione. Il suo sguardo puntava dritto alla linea d’orizzonte dove mare e cielo si fondevano diventando un tutt’uno. Si spavento, e si girò di scatto quando senti una leggera pressione sulle spalle. Nel votarsi i suoi occhi finirono dritti dentro quelli della bionda che stava in piedi davanti a lei. –Si prenderà freddo se non sta attenta- Le disse con dolcezza. La bionda le aveva messo la sua giacca rossa per ripararla dal freddo della notte. Sorpresa nel vederla li davanti a lei Regina non si lasciò sfuggire l’occasione di essere acida, nonostante le parole della bionda l’avessero fatta sciogliere. –Tre volte in un giorno, ci sono i requisiti per denunciarla per stallking lo sa?-
-Non è colpa mia se ovunque vado mi ritrovo lei davanti-
-Che cosa ci fa qui?- Chiese brusca Regina mentre i suoi occhi rimasero inchiodati in quelli della sua interlocutrice. – Ho avuto una segnalazione. Per quanto ognuno abbia i propri gusti musicali è tardi e sta tenendo il volume troppo alto-
-Ma di che sta parlando?- Regina incrocio le braccia al petto e la donna bionda invece mise la mani sui fianchi.
-Sono uno “sceriffo” uno dei cittadini ha chiamato per un rumore insopportabile al ponte, così sono venuta a controllare, e ho trovato lei- Disse avvicinandosi alla macchina e abbassando un po’ il volume della radio. –Ecco, così può anche restare senza disturbare la gente che desidera dormire- Le disse sorridendo.
 –Credevo avesse detto che è un medico- Le fece notare Regina tornando alla ringhiera a scrutare il mare. –Non ho mentito, è la verità-
-Quindi ha due lavori? Di giorno salva vite, e di notte le “distrugge”-
-Ahahaha no non proprio. Ho studiato medicina, quindi teoricamente potrei lavorare come medico, ma non era la mia strada e quindi faccio tutt’altro, come può vedere-
Regina non rispose.
-Come mai è qui tutta sola? È molto tardi. E vestita così potreste cadere nel mirino di qualche mal intenzionato-
-Come lei?-
-Per sua fortuna io non faccio parte di quella categoria. Dico sul serio, non ha nessuno che la aspetta a casa?-
-Sempre a farsi gli affari suoi vedo-
-E lei sempre a pungere chi cerca di avvicinarla- Rispose la bionda pungente
-No, a casa non c’è nessuno ad aspettarmi.-
-Vive sola?-
-No, sono sposata, -
-E il suo consorte le permette di uscire così? -
–In realtà no, dato che non lo sapeva. Aspettavo mia moglie. Ma lei non è ancora tornata perché è troppo occupata a lavorare per tornare a casa da sua moglie che la aspetta con una serata perfette per poter festeggiare il proprio anniversario!- Rispose Regina tutto d’un fiato alzando la voce.
-Mi dispiace, probabilmente non poteva rimandare, altrimenti sono certa che a quest’ora sarebbe stata a casa con lei a gustare la cena che le avete preparato- Regina fece una smorfia simile a un sorriso –E come sa che ho cucinato io? Questo non l’ho detto. Potrei aver comprato qualcosa di pronto.-
-No, lei ha l’aria di una donna che sa cucinare, e anche molto bene direi.-
-Non può dirlo con certezza, ma in effetti si, è così-
-Modesta-
-Solo quando ce n’è bisogno.- Disse girandosi verso di lei e sorridendo.
-Finalmente un sorriso vero, e anche molto bello aggiungerei.- Regina arrossì per il complimento.
-E lei? È sposata?- Disse per cercare di cambiare discorso.
-No a dire il vero, non ancora-
-Oh allora vuol dire che comunque c’è qualcuno nel suo cuore- ironizzò Regina
-Si ovviamente.-
-E’ una donna o un uomo?-
-Credo di non voler rispondere a questo-
-Oh adesso facciamo le misteriose. Va bene. E a quando le nozze?-
-Beh spero presto- Le disse la bionda guardandola intensamente
-Bene, quindi immagino che è felicemente fidanzata con la persona che ama. – Disse Regina quasi infastidita.
-Temo di no.-
-E come mai?-
-E’ complicato- Disse soltanto la bionda
-Oh capisco.- Regina, non ne era del tutto sicura ma le sembrò che la donna cercasse di dirle qualcosa. La guardava in modo troppo profondo. Solo che lei non riuscì a capire cosa stesse cercando di trasmetterle. –Lo sa, oggi parlando con la mia amica, mi sono accorta che non ci siamo presentate, non sono ancora a conoscenza del suo nome-
-Le interessa?-
-Beh saprei come chiamarla, anziché definirla “La bionda” o “La donna del bar” sono alquanto brutti detti così, non le pare?- La donna sorrise – Si in effetti si. Ma neanche io so qual è il suo-
-Beh propongo uno scambio equo, un nome per un nome- Regina le porse la mano –Sono Regina Milss- La bionda le strinse la mano e le fece un sorriso dolce –Le dona molto come nome.. Beh, adesso so che si chiama Regina, e che parla spesso di me.-
-Come?-
-Beh non volendo lo ha detto lei, ha detto che per parlare di me usa quei nomi poco belli-
-Direi che sono stata costretta a parlare di lei dato che ha esplicitamente parlato alla mia amica del ballo di questa mattina-
-Beh sono felice, che ne abbiate parlato.-
-Beh tocca a lei, qual è il suo nome?- La donna la guardò con uno sguardo furbo che allarmò Regina. –Lo scopra..-
-Cosa?-
-Se ci tiene tanto a sapere il mio nome non credo le sarà difficile scoprirlo. -
-Avevamo fatto un patto, un nome per un nome.- Disse regina assottigliando lo sguardo.
-Si ma non ho mai detto che gli lo avrei detto io.- Regina rimase a bocca aperta. C’era cascata ancora. –Sarebbe meglio che tornaste a casa, si è fatto veramente tardi, sua moglie potrebbe essere tornata ed essere in pensiero. –
-Si, certo.- A Regina non piacque molto l’idea di doversene andare, e dover salutare la sua nuova irritante e intrigante amica. –Grazie di tutto, spero di rivederla presto, e non perché debba venire ad abbassarmi il volume della radio- Le disse gentilmente con la voce piena di aspettative. Si tolse la sua giacca dalle spalle e glie la porse. –La tenga pure, non vorrei prendesse freddo proprio ora. E poi così magari, la prossima volta, il caso la porterà a restituirmi la giacca.- Regina ritrasse il braccio, si rimise la giacca rossa sulle spalle e sorrise.
-Si, forse.. Grazie ancora-
-Dovere- Rispose dolcemente la donna dagli occhi azzurri, chinando leggermente la testa.
Le due tornarono ognuno alla propria macchina. Regina guardò lo specchietto retrovisore centrale in cui vide la giovane donna che la guardava a sua volta. Si salutarono ancora silenziosamente, ed andarono via imboccando due vie differenti, ancora una volta.
00:00
Regina riaprì la porta di casa, posò la borsa sullo sgabello li vicino chiuse la porta e accese la luce. Si bloccò quando vide Malefica seduta sul divano che aspettava il suo rientrò. In un primo momento si sentii quasi in colpa, forse perché quel lasso di tempo che aveva trascorso fuori lo aveva passato in compagnia di quella donna. Poi tornò in se. “non hai fatto nulla di male, quindi smettila di complessarti Regina!” –Dove sei stata?- Le chiese Malefica in tono neutro
-Fuori, ho fatto un giro con la macchina. E tu invece?- Le domandò in tono sarcastico Regina -Io?.. Io sono stata in ufficio fino a poco fa.-
-Gia.. il lavoro. Ci avevo creduto. Che saresti tornata in tempo. Mi ero anche preoccupata e ho chiamato Claudio, mi ha “tranquillizzata” lui dicendomi che eri ancora la.- Le disse con rabbia -Beh come vedi non erano scuse, e ho cercato di svincolarmi ma erano argomenti che richiedevano la mia presenza. Mi dispiace.- Disse in tono più pacato. A dire il vero Regina prima che uscisse si era ripromessa di farle una lite coi fiocchi, ma ora che la vedeva li, davanti a lei, stanca e dispiaciuta, non aveva più alcuna voglia di litigare.
–Ho visto quello che avevi preparato. E’ meraviglioso. Mi dispiace aver rovinato il nostro anniversario. Ma vorrei rimediare..-
-E come? E’ tardi, ormai è tutto freddo e non credo sia ora di metterci a riscaldare tutto.-
Malefica si avvicinò a lei. E si soffermò sulla giacca rossa che portava a dosso.
–Di chi è questa?- Disse, come se sapesse gia la risposta. –Di una poliziotta, è venuta ad avvertirmi che dovevo abbassare la musica dello stereo dato che la gente nei dintorni si era lamentata, ha dedotto che avessi freddo e me lo ha lasciato.-
-Ma che gentile..- Rispose la moglie con tono ironico. Malefica la guardò come a rimproverarla, osservando il modo in cui era uscita.
-Quindi tu sei uscita così?- Malefica prese la giacca dalle spalle di Regina e la buttò a terra con rabbia, quasi con disprezzo. –Sei stupenda!- Le disse con tono che lasciava trasparire il suo desiderio. Regina notò la disapprovazione per il “reparto gioielleria” ma non ci fece caso. –Grazie, volevo essere impeccabile stasera. Ma alla fine è andato tutto all’aria-
-No, non è andato all’aria, e tu sei sempre perfetta!- Le cinse i fianchi con le sue mani e si fece avanti, facendola così appoggiare alla porta. Si chinò su di lei e posò le sue labbra su quelle morbide di Regina. –Mi sei mancata amore mio- le depositò un altro bacio
–Adesso voglio averti tutta per me.. credo che per oggi ti siano stati anche in troppi in torno.- Regina non disse niente, voleva solo assaporare quel contatto con sua moglie. Era da molto tempo che non la sentiva così vicina. Non sapeva cosa fosse cambiato in quelle poche ore, ma qualunque cosa fosse ne era felice, perché rivedeva la Malefica di una volta. –Ti amo Regina- Le disse prendendole il viso fra le mani e guardandola negli occhi con una dolcezza di cui Regina non sapeva fosse capace . Quelle parole per lei furono un pugno al petto. Pensò a tutti i dubbi che le erano venuti durante quella giornata assurda. Tutti i pensieri e le fantasie. Si vergognò e non riuscii a mantenere il contatto con quello della moglie. Alcune lacrime le rigarono il volto. –Perché piangi?- Le chiese preoccupata Malefica. –Nulla, non me lo aspettavo, mi ha fatto piacere. Tutto qui-
Mentì Regina. Non poteva certo dirle quanto si sentisse in colpa. “Sono stata una stupida, lei è mia moglie, lei è la mia vita. Lo è sempre stata!” Regina intreccio le sue braccia al collo di Malefica e la baciò passionalmente. Malefica si staccò appena, le loro labbra si sfioravano e i loro respiri accarezzavano l’una la pelle dell’altra. –Vieni, anche io avevo preparato una cosa.- Le disse maliziosamente. Le prese la mano e la portò con se al piano di sopra. Regina non volendo notò che le aveva preso la stessa mano che aveva preso la donna de bar quella stessa mattina e che la stava trascinando esattamente come lei. Avevano le stesse movenze. “Adesso basta! Non devo più pensare a lei! non mi pare proprio il caso!!” Regina si rimproverò e si concentrò solamente sulla figura della moglie.
Malefica prese un telecomando dal comodino, mise in play lo stereo che emise subito le prime note di una canzone. (*) –Adesso, sei mia!- Le disse guardandola come se volesse divorarla. Regina sentì un fremito a quelle parole, ma non disse niente, si limitò a guardare e ad ascoltare. Malefica si tolse la giacca lanciandola sulla sedia. Inizio a sbottonarsi la camicia e se la lasciò aperta. Avvicinò le sue mani al corpo di regina e l’avvicinò a se, muovendosi, strusciandosi su di lei. Regina le passo le mani sotto la camicia, toccandole le spalle e il petto.. Malefica si allontanò di colpo per fermarla e la girò, facendo si che la sua schiena aderisse al suo petto. I loro corpi ancheggiarono a ritmo di musica per qualche secondo, tempo nel quale Malefica baciò continuamente il collo liscio di Regina. Poi si allontanò leggermente per poter slacciarle la collana e toglierle gli orecchini che poso sul letto. Le abbassò la cerniera del tubino e accompagnò le spalline del vestito giu, fino a far scivolare Regina fuori da quell’incantevole abito. Regina rimase nuda, e Malefica si fermò due secondi a contemplare il suo corpo. Regina era in attesa di risentire le sue mani su di se, era eccitata e voleva solo che Mal la stringesse e l’amasse. Malefica, la fece girare di nuovo, ora erano faccia a faccia. Le depositò un bacio più rude e passionale, poi la spinse facendola cadere sul letto. Lei si tolse i pantaloni e rimase con indosso solo la camicia aperta che lasciava intravedere tutto. Regina guardò il magnifico corpo della moglie desiderando che si sbrigasse e che tornasse a baciarla. –Vieni qui..- La supplicò Regina. Malefica salì sul letto, mettendosi a cavalcioni sopra di lei e prese a baciarla, e ad accarezzarle il corpo, il viso, le spalle, le braccia, i fianchi.. Fece scivolare i suoi baci più in basso, sul collo, sul petto fino a che le sue labbra non incontrarono uno dei suoi seni.. Regina si sentì esplodere quando Malefica ne prese uno in bocca. Si eccitò, più di quanto gia non lo fosse, le sue mani andarono fra i capelli della moglie in segno di approvazione. Gemette, quando la mano libera di Malefica andò in cerca dell’altro seno, il suo corpo si mosse sotto di lei per il piacere che le stava procurando. Malefica senti sotto di lei il ventre della moglie che la chiamava e si eccitò a sua volta. Morse il seno di Regina e si staccò. La baciò e con la mano destra, senza troppi complimenti andò fra le gambe di Regina, che era gia pronta per lei. Regina mugugnò fra i baci della moglie e il suo corpo cominciò ad andare incontro ai movimenti della sua mano, mentre lei accarezzava a sua volta il suo corpo e le palpava i seni. Malefica prese un certo ritmo, e questo fece impazzire Regina, era completamente in suo possesso. Il tocco, i modi della moglie erano una cosa che le toccavano il cervello, le piaceva come prendeva il controllo e come la facesse sentire in quei momenti. Malefica accelerò il ritmo e a Regina sfuggirono dei gemiti molto più forti, che fecero sorridere maliziosamente Malefica. La presa sulle forme di Malefica diventò più forte e anche lei, per l’eccitazione dovuta nel sentire la moglie in quel modo e per cio che le stava facendo, gemette insieme a Regina. La sua mano si spostò andando a toccare un punto ben preciso e Regina urlo. Andò più veloce fino a che inaspettatamente fu dentro di lei e a Regina bastò qualche secondo per scoppiare e venire gridando. Si sentiva distrutta pur non avendo fatto chissà cosa. –Sei stata bravissima- Le disse Malefica posandole un bacio sulle labbra. Poi si accoccolò sul petto di regina pronunciando tre semplici parole
–Tu sei mia- Regina temette che la moglie avesse intuito qualcosa, ma quel pensiero fu messo da parte per lasciarne il posto a uno molto più terribile quando, riacquistando lucidità, si accorse che mentre veniva le era apparso il volto della splendida donna che aveva salutato poco prima di tornare a casa. Aveva pensato a lei.

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Capitolo 5
*** Sabato 24 ottobre ore 22:15 ***


Buona sera a tutti, ecco a voi il 5° capitolo. Non so che effetto ha su di voi questa storia ma io, che la sto scrivendo, mi sto emozionando da sola. So che è assurdo ma è così XD Finalamente cominciamo ad avere qualche piccolo dettaglio in più riguardo ai nostri amici. Fatemi sapere se vi è piaciuto. al prossimo capitolo :)
Link:
https://www.youtube.com/watch?v=aylSjwBofL8

Emma era seduta alla scrivania del suo ufficio quando una chiamata la avvertì che qualcuno stava facendo un baccano tremendo al ponte della città. –Va bene signora non si preoccupi, vado subito a controllare.- si alzò immediatamente si mise la giacca e andò subito alla macchina dirigendosi verso il ponte. Quando arrivò si accorse di una macchina appostata al margine con la radio accesa a tutto volume e di una donna appoggiata alla ringhiera intenta a guardare l’orizzonte. “Regina” Emma si sorprese nel vederla li, convinta che a quest’ora fosse a casa con Malefica. La musica rimbombava fra gli edifici ed era effettivamente molto fastidiosa, e lei ne fu grata, perché ora era li a pochi passi da lei. “Deve essere stata davvero una brutta serata se sta ascoltando questo tipo di musica” Pensò sentendo il genere “Rocchettaro”, come lo definiva Regina, che fuoriusciva dalle casse dello stereo e che generalmente ascoltava per scaricare la rabbia. Il suo sguardo puntava dritto verso la figura della donna. “Dio..” vacillò qualche secondo nel vedere come era vestita. “E’ favolosa!!..” Emma osservò attentamente le parti del corpo che si intravedevano grazie al pizzo e quasi le mancò il fiato. “Ma come le è venuto in mente di uscire così con i brutti ceffi che girano di notte?! E come si è permessa quella stronza di lasciarla andare fuori con quel vestito? Non ha neanche una giacca!”  Il tempo di pensarlo e le stava mettendo la sua giacca sulle spalle, cosa che fece spaventare Regina e che la portò a girarsi di scatto verso di lei. “Sono io, non aver paura amore mio.” I loro sguardi si intrecciarono nuovamente l’uno all’altro senza volersi separare. Fu lei a colmare quel silenzio che diceva più di molte parole..
–Si prenderà freddo se non sta attenta- Le disse con dolcezza, cercando di trattenere la voglia che aveva di stringerla fra le braccia, scaldandola  e confortandola.
–Tre volte in un giorno, ci sono i requisiti per denunciarla per stallking lo sa?-
-Non è colpa mia se ovunque vado mi ritrovo lei davanti- “Siamo isterici questa sera….”
-Che cosa ci fa qui?- “vorrei poterti dire che sono qui per portarti via da questo schifo di falsa vita, per portarti alla nostra realtà, ma sarebbe troppo.”
– Ho avuto una segnalazione. Per quanto ognuno abbia i propri gusti musicali è tardi e sta tenendo il volume troppo alto-
-Ma di che sta parlando?- Regina incrocio le braccia al petto ed Emma per non essere da meno si mise le mani sui fianchi cercando di assumere un aria autoritaria.
-Sono uno “sceriffo”, uno dei cittadini ha chiamato per un rumore insopportabile al ponte, così sono venuta a controllare, e ho trovato lei- Disse avvicinandosi alla macchina e abbassando un po’ il volume della radio. –Ecco, così può anche restare senza disturbare la gente che desidera dormire- Le disse sorridendo.
–Credevo avesse detto che è un medico- Le fece notare Regina tornando alla ringhiera a scrutare il mare. Emma le andò accanto, si mise con la schiena verso la ringhiera appoggiando i gomiti sul manico, senza smettere di guardala.
–Non ho mentito, è la verità- Disse con naturalezza
-Quindi ha due lavori? Di giorno salva vite, e di notte le “distrugge”-
-Ahahaha no non proprio. Ho studiato medicina, quindi teoricamente potrei lavorare come medico, ma non era la mia strada e quindi faccio tutt’altro, come può vedere-
Regina non rispose. Notò la tristezza e la rabbia della donna e voleva a tutti costi poterla far star meglio, ma non poteva riuscirci senza sapere cosa fosse successo, quindi cercò di tastare il terreno con domande ovvie, data la situazione
-Come mai è qui tutta sola? È molto tardi. E vestita così potreste cadere nel mirino di qualche mal intenzionato- “E questo non deve succedere”
-Come lei?-
“Un malintenzionato sarebbe niente in confronto a me amore mio, e tu lo sai bene”
-Per sua fortuna io non faccio parte di quella categoria. Dico sul serio, non ha nessuno che la aspetta a casa?- Emma cercò di mantenere un tono neutro senza che il suo sarcasmo misto all’irritazione si facessero notare, almeno non troppo
-Sempre a farsi gli affari suoi vedo-
-E lei sempre a pungere chi cerca di avvicinarla- Le rispose Emma cercando di pungerla a sua volta.
“Non è me che devi allontanare Regina”
-No, a casa non c’è nessuno ad aspettarmi.-
come sarebbe a dire!?” Emma stava cominciando a surriscaldarsi al pensiero di ciò che fosse potuto accadere. Forse Malefica l’aveva buttata fuori di casa dopo una brutta lite. Possibile? “no Regina non lo permetterebbe mai, piuttosto l’avrebbe fatta volare a lei fuori di casa.” Scartò subito quell’ipotesi assurda conoscendo la donna con cui avevano a che fare. Forse però si erano prese un periodo di pausa e adesso abitavano in case separate.
-Vive sola?-
-No, sono sposata, -
-E il suo consorte le permette di uscire così? – “Se mi risponde di si, vado e le metto le mani a dosso!”
–In realtà no, dato che non lo sapeva. Aspettavo mia moglie. Ma lei non è ancora tornata perché è troppo occupata a lavorare per tornare a casa da sua moglie che la aspetta con una serata perfette per poter festeggiare il proprio anniversario!- Rispose Regina tutto d’un fiato alzando la voce. “Ah ecco.” Emma voleva fare i salti di gioia alla rivelazione di Regina, era contenta di sapere che avesse mancato al loro appuntamento, che si stesse comportando in modo così disdicevole con lei, questo le spianava la strada. “Però, mi dispiace che tu ci stia male. Ma questa sofferenza finirà, te lo garantisco.”
-Mi dispiace, probabilmente non poteva rimandare, altrimenti sono certa che a quest’ora sarebbe stata a casa con lei a gustare la cena che le avete preparato- Le mancavano i gustosi pranzetti che tanto accuratamente preparava per lei ed Henry quando erano a casa. Regina fece una smorfia simile a un sorriso ed Emma se ne rallegrò –E come sa che ho cucinato io? Questo non l’ho detto. Potrei aver comprato qualcosa di pronto.-
“No non tu tesoro, faresti anche solo pasta e olio più tosto che comprare qualcosa di pronto.” Emma ricordò tutte le volte che Regina si lamentava per come mangiava male con tutte quelle cose surgelate che comprava e questo perché quando provava a mettere mani ai fornelli rischiava di incendiare tutto. Fu così che Regina decise che avrebbe sempre cucinato lei, pur di non vederle mangiare quelle porcherie.
-No, lei ha l’aria di una donna che sa cucinare, e anche molto bene direi.-
-Non può dirlo con certezza, ma in effetti si, è così-
-Modesta- “Montata!”
-Solo quando ce n’è bisogno.- Disse Regina girandosi verso di lei e sorridendo.
-Finalmente un sorriso vero, e anche molto bello aggiungerei.- Regina arrossì per il complimento. Emma fu felice di vedere che il broncio dal suo bel viso era sparito e che finalmente stava tornando serena.
-E lei? È sposata?- Le chiese Regina, e lei avrebbe voluto che non lo avesse mai fatto. Parlare di lei, di loro, le faceva male.
-No a dire il vero, non ancora- “Dovevo sposare te, ma questo non puoi ricordarlo”
-Oh allora vuol dire che comunque c’è qualcuno nel suo cuore- ironizzò Regina
-Si ovviamente.- “Sempre e solo tu Regina” pensò, sperando inutilmente che il suo pensiero potesse arrivarle dritto al cuore
-E’ una donna o un uomo?- “Ti lascerò rosolare, con il dubbio se sei tu o meno”
-Credo di non voler rispondere a questo-
-Oh adesso facciamo le misteriose. Va bene. E a quando le nozze?-
-Beh spero presto- Le disse Emma guardandola intensamente. La sua era una speranza reale. Lei sperava che ci potesse ancora essere un futuro per loro. Era per questo che lottava, per trovare il modo di poter essere libere di stare insieme.
-Bene, quindi immagino che sia felicemente fidanzata con la persona che ama. – Disse Regina quasi infastidita.
-Temo di no.- “Ti bagli a credere che sia felice, senza di te non posso esserlo, indipendentemente da chi c’è al mio fianco..”
-E come mai?-
perché ha erroneamente sposato un’altra.” Era cio che voleva dirle ma si limitò solo a risponderle -E’ complicato-
-Oh capisco.- Ogni volta che Regina posava i suoi occhi in quelli di Emma, lei cercava sempre di trasmetterle tramite quel contatto il più possibile. I suoi sentimenti, i suoi pensieri. Una volta per loro bastava scambiarsi uno sguardo e si capivano perfettamente senza bisogno di discorsi o parole inutili.  E ora cercava di fare lo stesso sperando che le arrivasse dritto al cuore quel “ti amo” che non poteva urlarle a voce. –Lo sa, oggi parlando con la mia amica, mi sono accorta che non ci siamo presentate, non sono ancora a conoscenza del suo nome-
Ah e così tu e Kathrin avete parlato di me, immagino quante te ne avrà dette per tenerti lontana”
-Le interessa?-
-Beh saprei come chiamarla, anziché definirla “La bionda” o “La donna del bar” sono alquanto brutti detti così, non le pare?- Emma sorrise, immaginando il disagio che dovesse provare, ma contenta della posizione di vantaggio che aveva su di lei
 –Si in effetti si. Ma neanche io so qual è il suo- Mentì.
-Beh propongo uno scambio equo, un nome per un nome- Regina le porse la mano –Sono Regina Milss- Emma le strinse la mano e le fece un sorriso dolce “Si, tu sei una regina in tutto e per tutto!” –Le dona molto come nome.. Beh, adesso so che si chiama Regina, e che parla spesso di me.-
-Come?-
-Beh non volendo lo ha detto lei, ha detto che per parlare di me usa quei nomi poco belli-
-Direi che sono stata costretta a parlare di lei dato che ha esplicitamente parlato alla mia amica del ballo di questa mattina-
-Beh sono felice, che ne abbiate parlato.- “Sono felice di essere nei tuoi pensieri”
-Beh tocca a lei, qual è il suo nome?- Emma la guardò con uno sguardo furbo. “Dovrai impegnarti se davvero vuoi saperlo”

 –Lo scopra..-
-Cosa?- “hai capito bene”
-Se ci tiene tanto a sapere il mio nome non credo le sarà difficile scoprirlo. -
-Avevamo fatto un patto, un nome per un nome.- Disse regina assottigliando lo sguardo.
-Si ma non ho mai detto che gli lo avrei detto io.- Regina rimase a bocca aperta.
Mi hai insegnato tu queste mosse”. –Sarebbe meglio che tornaste a casa, si è fatto veramente tardi, sua moglie potrebbe essere tornata ed essere in pensiero. –
Se ha un briciolo di interesse nei tuoi confronti”
-Si, certo.- Emma si rattristo, sperò di sentirsi dire che preferiva rimanere li con lei, e godere ancora della sua compagnia. Ma si era illusa inutilmente, quella era una cosa che avrebbe detto la sua Regina, non questa. –Grazie di tutto, spero di rivederla presto, e non perché debba venire ad abbassarmi il volume della radio- Le disse gentilmente Regina, quasi avesse intuito il suo pensiero e lei non poté che risollevarsi il morale sentendo che voleva rivederla. Vide Regina togliersi la giacca per restituirgliela.
–La tenga pure, non vorrei prendesse freddo proprio ora. E poi così magari, la prossima volta, il caso la porterà a restituirmi la giacca.- Regina ritrasse il braccio, si rimise la giacca rossa sulle spalle e sorrise.
-Si, forse.. Grazie ancora-
-Dovere- Rispose dolcemente Emma chinando leggermente la testa.
Tornarono ognuno alla propria macchina. Emma vide Regina cercare i suoi occhi dallo specchietto retrovisore e lei le diede ciò che desiderava. Avere la consapevolezza che nonostante tutto continuasse a volerla le procurava una gioia incredibile. Si salutarono ancora silenziosamente, ed andarono via imboccando due vie differenti, ancora una volta.
 
Emma tornò in ufficio presa da mille pensieri, Regina, come incontrare di nuovo Regina, come riuscire a far tornare la memoria a Regina, senza traumatizzarla, come stare con Regina senza che le capiti qualcos’altro di strambo. Insomma diciamo che era un unico pensiero con diverse problematiche. Il suo telefono si illuminò, vi era un messaggio da un numero non memorizzato. Lo apri e lo lesse:

Dobbiamo parlare urgentemente, non voglio darti contro ne aggredirti, desidero solo parlare con te, l’argomento penso tu lo possa immaginare. Fammi sapere appena sei disponibile per un incontro.
Kathryn.


Sicuramente voleva parlare di Regina e di cio che stava succedendo. Aveva scritto che non voleva ne aggredirla ne darglii contro, cosa voleva dire? Che era dalla sua parte? Ne dubitava fortemente, non avrebbe mai permesso che Regina tornasse con lei per rischiare nuovamente di morire. Se però si fosse rifiutata di incontrarla avrebbe potuto far peggio e metterle contro Regina. Forse era meglio assecondarla e vedere che cosa voleva dirle di tanto importane. Decise che le avrebbe risposto l’indomani a mente lucida. Tempo di posare il cellulare sulla scrivania che questo si mise a vibrare nuovamente, questa volta però era sua madre.
(*) –Pronto?-
-Emma! Che cosa vuoi fare?! Ho saputo che ti sei riavvicinata a Regina-
“Eccoci..”
Emma sentii una musica in sottofondo dall’altra parte del telefono, probabilmente sua madre stava ascoltando qualche canzoncina smielata prima di decidere di chiamarla per cazziarla.
-Che ti stai ascoltando ? Sei in vena di coccole?- Disse cercando di scherzare
-Non cercare di cambiare argomento! Ma che ti è saltato in mente!-
-Chi te lo ha detto?-
-Lo hai fatto dentro il bar di Granny, penso che di persone che potessero dirmelo ce ne siano tante e poi non è questo il punto!-
-Ho capito, è stato Brontolo, è l’unico che non sa tenere la bocca chiusa li dentro!-
-Che cosa hai in mente di fare? Sai che ora come ora non finirebbe bene, e così facendo potresti metterti contro Malefica. I patti erano chiari! Lei si sarebbe presa cura di Regina e tu saresti dovuta starle lontana. Potresti metterla in pericolo, o peggio farla soffrire ancora inutilmente senza che possiate realmente stare insieme!-
-Mamma so benissimo quali erano gli accordi e so cosa c’è in ballo! E si i patti erano che lei si prendesse cura di Regina, ma perché pensavo che l’amasse, come diceva, che si sarebbe impegnata a renderla felice, ma così non è! Entrambe stiamo fingendo di vivere una realtà che non è nostra! Senza di lei non sono niente, mi manca l’aria! In oltre non ho agito a caso! Ruby e Belle si sono messe in contatto con me e hanno detto che hanno trovato qualcosa e che stanno tornando, saranno qui per lunedì. In questo modo ne potremo sapere di più e forse potremo finalmente sistemare le cose!-
-Questa è una bella notizia, ma non cambia il fatto che non ti saresti dovuta esporre in questo modo. L’hai anche ingaggiata per il progetto!-
-No! Di questo non ne sapevo nulla fino ad oggi pomeriggio, forse è opera di Kathryn. È con lei che ha parlato Elsa ed evidentemente ha coinvolto lei Regina.-
-E perché?-
-Non lo so, poco fa mi ha anche detto che vuole parlarmi-
-Ascolta Emma anche io e David torniamo lunedì, aspettaci e parleremo tutti insieme. Così decideremo sul da farsi. Ma fino ad allora è meglio se le stai lontana, potresti complicare le cose se cercassi di metterti di nuovo in contatto con lei.-
-Vedrò cosa posso fare-
-Emma per favore, non agire in modo avventato-
… La sentì piangere…
-Emma?-
-Io la rivoglio..- le lacrime le solcarono le guance. –Mi manca tutto di lei, mi manca il suo profumo, i suoi sguardi, le sue carezze e i suoi sorrisi. Mi mancano perfino i suoi rimproveri. Mi manca svegliarmi accanto a lei la mattina, mi manca prepararle la colazione, mi manca farle gli scherzi insieme ad Henry, mi mancano le sue rassicurazioni, le sue liti, i suoi difetti, quei suoi modi di cercare di avere tutto sotto controllo.. Mi manca la nostra famiglia..-
-lo so tesoro, vedrai che sistemeremo tutto, siamo una famiglia e noi abbiamo sempre lottato per far si che rimanesse unita, non vi abbandoneremo mai!-
-Lo so, grazie..-
-Ti chiamo domani, ora cerca di riposare-
-Va bene -
- Buona notte Emma-
-Buona notte.- Emma si abbandonò sulla sedia e cominciò a piangere. “Regina.... Ti prego amore mio.. Cerca di ricordare chi ero per te..” Ripeté quella supplica in continuazione come se potesse arrivare fino a lei ovunque si trovasse. E con le lacrime che le scendevano senza tregua, si addormentò sulla scrivania.

Domenica 25 ottobre ore 07:00

“Dove sono?” Regina si trovava in un posto del tutto a lei sconosciuto. Sembrava una specie di palazzo, di quelli che si leggono nelle favole. All’inizio era vuoto, quasi deserto. Poi, il tempo di un battito di ciglia, e la sala si era riempita. Piena di gente che danzava e rideva felice, quasi come il bar che aveva visitato il giorno precedente, solo che dei volti che la circondava non ne riconosceva neanche uno. Lei indossava un abito che sembrava quello di una principessa, di un color bianco panna e si accorse che lei stessa stava danzando con un uomo dai capelli corti chiari, aveva un fine strato di barba e gli abiti che indossava sembravano quelli di un principe. Ma per quanto si sforzasse nel cercare di capire chi era non ci riuscì.. Qualcuno da dietro le prese la mano fermando la loro danza e le sussurrò all’orecchio “Vieni, balla con me” Il cuore di Regina si fermò. La voce era dolce e calda. Si girò a guardare chi era e vide la bellissima donna bionda dagli occhi color del mare che la guardava come se fosse la creatura più bella del mondo. Anche lei indossava un abito bianco, solo più luminoso e fino, e indossava una corona di foglie intrecciate fra loro. Delicatamente la condusse al centro della sala e cominciò a farla danzare mentre la teneva fra le sue braccia, stringendola, amandola solo con lo sguardo. “Sei bellissima Regina” le parole uscirono con un sussurro. Notò nel suo sguardo una strana luce, come se avesse appena appreso qualcosa di straordinario.
“Non so ancora il tuo nome”
“Scoprilo..”
“Non so chi sei, ne cosa vuoi da me”
“Scava dentro te, e lo saprai.”
“Sei entrata nei miei pensieri, ti ho preso a cuore e ora mi sento confusa” Regina si appoggiò al suo petto mentre continuavano a ballare e quel gesto le suonò familiare, come se in passato lo avesse già fatto, in quel posto, in quel tempo, in quel modo.
“No, io ci sono sempre stata, e so che hai paura, ma io sarò sempre al tuo fianco. Tu continua a cercami Regina, cercami nel tuo cuore..” Dette queste parole la Bionda si allontanò svanendo piano piano “No, ti prego non andartene, resta con me ancora un po’!”
“Cercami..”

Regina si svegliò e si tirò su di scatto. “Era un sogno” pensò a metà fra la delusione e il sollievo. Malefica era accanto a lei che dormiva con ancora in dosso la camicia. L’orologio segnava le sette del mattino, era prestissimo. Il sogno dell’ombra che la inseguiva non si era mostrato minimamente quella notte, in compenso, aveva sognato di una bellissima donna che la faceva danzare e che le diceva di cercarla. Regina pensò che questo fosse dovuto al fatto che il giorno prima era stato pieno di emozioni e cose nuove. Si doveva essere così, le cose non potevano affatto essere collegate. La sua mente cercò di elaborare quello che aveva sognato, che poi era quasi un misto fra un ricordo e un sogno, era come se avesse vissuto già quelle scene. Si ristese sul letto e portò le mani sul viso, le sembrava di impazzire. Sentì Malefica muoversi e appurò che si era svegliata quando sentì il suo braccio che la circondava. –Come mai sei già sveglia?-
-Oh per un sogno-
-Hai fatto un incubo?-
-Una specie- Regina cercò di essere vaga sperando che l’interrogatorio avesse fine li. Malefica si sollevò mise il gomito sul cuscino e poggiò la testa sul palmo della mano aperta. -Dato che sei sveglia che ne dici se ci vestiamo e usciamo a fare colazione? Così poi potremmo andare a fare una passeggiata- Regina tolse le mani dal viso e le sorrise
–Dico che sarebbe un ottima idea.-
-Bene, allora alzati- Mal si alzò subito e si mise di fronte all’armadio per potersi vestire. Regina invece si girò sul fianco mettendosi appoggiata al cuscino proprio come aveva fatto Malefica poco prima. Guardo attentamente sua moglie, il suo fisico, le sue movenze. Era una donna favolosa, su questo non c’era dubbio. In molti la desideravano. Regina però non si dava pace, continuava a pensare alla bionda. Decise di staccare e di andare a prepararsi per potersi godere l’intera giornata con Malefica.

Uscirono presto, i vestiti che indossano erano molto casual e questo fece piacere a Regina, perché era da molto tempo che non avevano più il tempo di mettere abiti comodi anziché formali. Malefica indossava una semplice camicia bianca che lasciò aperta vicino al collo e un paio di jeans. Mentre Regina si era messa una maglia a manica lunga nera con in dosso dei jeans che avevano brillantini sparsi in vari punti. Andarono a fare colazione al bar “il Dragone” era li che si erano conosciute molto tempo prima, dando il via a una bella amicizia, che poi si era trasformata nella loro attuale vita. Almeno così credeva fossero andate le cose Regina
–Come mai oggi siamo qui? È da parecchio tempo che non ci veniamo-
-Lo so e lo trovo un peccato, ha così tanti bei ricordi di noi questo posto, mi andava di fare un tuffo nel passato e ricordare come è cominciato tutto-
Regina sorrise e in quel momento fu inondata dai ricordi. Le venne in mente quando Malefica le rovesciò a dosso una tazza di caffè bollente e come si incazzò facendole una sfuriata davanti a tutti, che permise loro però di conoscersi. Di quando le andava a rompere le scatole, ogni volta che andava la con degli amici, cercando sempre di attirare la sua attenzione. Del primo appuntamento. Del primo bacio. –A che pensi?- Mal interruppe quei deliziosi ricordi. –A niente, facevo un tuffo nel passato.- Disse pronunciando le parole che aveva usato lei.
-Stavo pensando di andare al parco appena finiamo qui, ti va?-
-Certo-
Da li parlarono di loro, di tutti i ricordi legati a quel posto che riaffiorarono alle loro menti. Finirono in fretta di mangiare, pagarono e mano nella mano si diressero verso il parco.
Era una giornata stupenda, il sole riscaldava l’ambiente e una leggera brezza portava sollievo nei momenti in cui sentivi aumentare la temperatura. Il cielo era limpido, non vi era neanche una nuvola e il parco, dato la bella giornata era pieno di gente. Loro si inoltrarono al suo interno seguendo la stradina, a zig zag fra le altre persone. –Allora, come è andata ieri? Siete riusciti a concludere?-
-Si certo, con me tutto si porta a compimento, in un modo o nell’altro- disse lanciandole un occhiatina maliziosa e facendole l’occhiolino.
-Si questo lo so. C’è aria di promozione?.-
-Si è probabile, a questo proposito, Martedì dovrò partire, devo andare a Boston per lavoro. Non so quanto ci metterò ma spero di rientrare la sera stessa essendo che sono solo 2 ore di viaggio. Nel caso non dovessi farcela rientrerò la mattina dopo.-
-Si va bene. Ieri Kathrin mi ha proposto di lavorare a un progetto di grande portata insieme a lei. A te andrebbe bene se accettassi?-
Mal ci pensò un attimo, se avesse fatto obbiezioni sapeva benissimo che sarebbero andate a litigare e che alla fine Regina avrebbe deciso di farlo lo stesso, quindi andò dritta alla risposta che riteneva portasse meno danni.
-A una condizione-
-Quale?-
-Dovremo cercare di far coincidere i nostri lavori, in modo tale che quando avremo del tempo libero potremo passarlo insieme. Avevi ragione tu, ci stiamo distanziando e tutto perché non abbiamo tempo di godere l’una dell’altra, quindi voglio almeno un giorno a settimana tutto per noi e che i primi momenti liberi si possano conciliare così che si possa stare insieme il più possibile. Ci stai?- Malefica sapeva che non avrebbe rifiutato e questa certezze le dava serenità. In questo modo avrebbe evitato possibili danni irreparabili, causati da una certa persona di sua conoscenza, sempre che non ne avesse già iniziati a fare. –Va bene, ci sto. Sai che non ho mai chiesto altro- Le disse Regina sorridendo.
Passeggiarono lungo il sentiero ridendo e scherzando come non facevano da molto tempo. –Mamma..- Quando una parola sussurrata la bloccò, sentì un istinto irrefrenabile di girarsi verso la voce che aveva pronunciato quella parola. Poco distante da loro, c’era un ragazzino che le guardava con gli occhi lucidi, sembrava sul punto di piangere. Regina lo guardò e sentì una morsa al cuore che le fece mancare il respiro, senza che riuscisse a spiegarselo. Era un bambino, avrà avuto si e no 13 anni. Malefica si girò appena sentì che regina aveva fermato il suo passo e vide il ragazzo fermo dietro di loro.
–Dici a me?- Gli chiese gentilmente Regina.
- A-ah..n-no…. i-iio devo essermi sbagliato- Abbassò lo sguardo –Da dietro le somigliava, mi scusi.-
-Ti sei perso?- Gli chiese Malefica cercando di atteggiarsi in modo naturale, nonostante chi avesse di fronte. – N-no.. devo tornare dai miei amici ora-
Regina sentiva qualcosa dentro che la spingeva a voler, incondizionatamente, bene a quel ragazzino –Come ti chiami?- gli chiese prima che se ne andasse. Lui alzò lo sguardo e la guardò negli occhi. –Henry-  Regina sorrise. “come mio padre”
- E’ un bellissimo nome-
-Grazie- Gli rispose con gentilezza sorridendole a sua volta.
-Regina perché non lo accompagniamo dai suoi amici, così saremo sicure che non si possa perdere dato tutta la confusione che c’è qui- Regina la guardò “è sempre così gentile e altruista” pensò ammirata. –Si mi sembra un ottima idea, ti dispiace se ti accompagniamo? Non riuscirei a stare tranquilla sapendo magari che non seri riuscito a ritrovare il tuo gruppo.- Henry guardò Malefica cercando di non farsi intimidire. –Ma no certo, mi fa piacere.-
-Bene- Disse Malefica Sorridendo dolcemente alla moglie. Posò la sua mano intorno alla vita di Regina stringendola al suo fianco in modo molto plateale proprio per non far sfuggire a Henry quel particolare. Iniziarono a camminare lasciando il sentiero e dirigendosi verso il prato dove molte persone sedevano a terra intente a godersi la bella giornata. Chi giocava a carte, chi sonnecchiava, chi parlava. –Quanti anni hai Henry?-
-Ne ho 12-
-Sei un ometto allora- Intervenne Malefica, cercando di farsi notare da Regina.
-Si, puoi dirlo forte!- Gli rispose con un pizzico di ostilità
-Vivi qui vicino?- Gli chiese Regina
-Vengo dalla parte della città dopo il ponte, quello dopo la stazione-
-Ah si, ho capito.- Regina pensò alla notte precedente, dove si era ritrovata su quel ponte a cui si riferiva il ragazzo insieme a un’amabile sconosciuta.
-E’ lontano da qui, sei venuto in pullman?-
-No mi ha accompagnato un amica.-
-Henry!!- Una ragazza da lontano lo chiamò attirando la sua attenzione. Era insieme ad un gruppo di ragazzi che agitavano le mani per farsi vedere.
-Sono i tuoi amici ometto?- Chiese Malefica. Henry fece un cenno col capo.
-Allora noi ci salutiamo qui.- Disse Regina tristemente. “Sembra un così bravo ragazzo”
-Grazie di avermi accompagnato, spero di rincontrarla presto- Disse rivolto a Regina porgendogli la mano. Lei si soffermò un secondo a guardare la sua mano e poi la strinse.
-Il piacere è stato nostro, e si, speriamo di rivederci presto- A Henry salirono le lacrime a gli occhi, era passato tanto tempo dall’ultima volta che l’aveva potuta vedere e ora chissà quando sarebbe riuscito ad averla di nuovo vicina in questo modo. Fece un gesto spontaneo da figlio senza pensarci su. Regina rimase interdetta, nel ritrovarsi quel bambino attaccato alla vita che l’abbracciava e la stringeva forte a lui. Sentì una profonda nostalgia, che le fece scaldare il cuore e gli occhi le si inumidirono. Era come se avesse sentito la mancanza di quel contatto. –Le chiedo scusa- Henry si stacco e corse dal gruppo dei suoi amici prima che Regina potesse dire qualsiasi cosa. Lei lo vide correre via e sentì il desiderio di andargli dietro, ma la vicinanza di Malefica al riportò alla realtà.
–Va tutto bene?-
-Si tranquilla-
-Sembra proprio un bravo giovanotto, non credi?- le disse
-Si, sembra di si.-
-Sembra un figlio ideale, chissà potrebbe essere il tuo..-
Regina si mise a ridere - ahahah ma che stai dicendo-
-Regina è da tanto che volevo chiederti una cosa e aspettavo solo che ci fossero le condizioni per farlo e con la promozione che sto aspettando sono certa che si possa fare e che sarà meraviglioso!-
-Mal ma di che stai parlando? Siamo gia sposate non puoi farmi una seconda proposta.-
Regina e Malefica risero insieme.
-No nessuna proposta di matrimonio.- Malefica le prese entrambe le mani e la guardò negli occhi. –Regina, voglio un figlio con te..-
Regina rimase senza parole – Che cosa?-
-Voglio allargare la nostra famiglia… Dammi un figlio.-

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Capitolo 6
*** Domenica 25 ottobre ore 10:20 ***


Buona sera a tutti, In questo capitolo finalmente scopriremo faremo un po' più di luce su cio che accadde a Emma e Regina. Sono molto soddisfatta a dire il vero, mi sono divertita ed emozionata nel scrivere questo capitolo e spero che per voi sarò lo stesso nel leggerlo. In questo capitolo ci saranno due canzoni in due momenti. spero vi possa piacere. Vi invito sempre a laciarmi un commento per sapere se vi piace o se ve lo immaginvate diverso. Buona lettura e al prossimo a capitolo.
link1:https://www.youtube.com/watch?v=w8KQmps-Sog
link2:https://www.youtube.com/watch?v=einMTwBywTo



-Guarda un po’ chi c’è qui, che cosa vuoi da me, Malefica?-
-Sono qui perché un uccellino mi ha detto che sei in possesso di una pozione di cui ho bisogno-
-Oh beh, io sono pieno di cose, che in molti desiderano. Tu cosa cerchi?-
-Sai di che cosa sto parlando.. Tu sai sempre tutto- Disse provocatoria.
-Mmhhh senti senti, e tu che cosa te ne fai?-
-Questi non sono affari tuoi. Tu devi solo dirmi se è vero che c’è l’hai!-
-Beh potrebbe essere.-
-E bene? Che cosa vuoi in cambio?-
-Per tua sfortuna non hai nulla che io desideri da te. Perciò è inutile anche solo starne a parlare-
-Pensaci bene, sono disposta a fare qualsiasi cosa per quella pozione-
-Ma senti.. perché ti affanni tanto? Lei sta con Emma ora, la salvatrice. Tu non sei certo all’altezza di competere con lei. Ha perfino lasciato il grande Robin Hood per lei. Arrenditi. È lei il suo vero amore, non tu.-
-Questo lo vedremo..- Disse sorridendo Malefica
-Che cosa hai in mente?-
-Io niente, sarà la stessa salvatrice a ricondurla a me, farà tutto con le sue stesse mani. È questo che porta a voler fare gli eroi.. a dover rinunciare alla propria felicità.-
-Mi hai incuriosito, cosa sai che io non so?.. nulla può sfuggirmi! Lo hai detto tu stessa che so sempre tutto,eppure tu.. Tu sembri essere sicura di ciò che dici, riferendoti a fatti di cui non ne so niente. Cosa accadrà? E perché io non riesco a vederlo?!..Parla!!-
-Sembra che adesso ci siano i requisiti per stipulare un accordo. -Sorrise beffarda.
-Dammi la pozione, e ti dirò ciò che vuoi sapere.-
Ci fu qualche secondo di silenzio.
-Attenta a giocare col fuoco, se non lo sai domare! Ti avverto, se ciò che mi dirai non mi soddisferà, dovrai subire la mia ira!!- Le disse minaccioso, come solo lui sapeva essere.
-Allora, abbiamo un accordo o no?..- Chiese impaziente Malefica
-Direi di si..-
-Bene!-


Camminarono per un bel po’. Uscirono dal parco e si diressero verso la città girando tra un negozio e l’altro. Regina cercò di mettere a fuoco ciò che aveva detto Malefica. Era il loro sogno quello mettere su famiglia un giorno, ma non pensava che fosse proprio quello il momento giusto. Loro si stavano preparando ad investire entrambe sulla propria carriera. Quando avrebbero trovato il tempo di pensare alla creatura che sarebbe arrivata. E poi… c’era quella donna..
-A che pensi?- Le chiese Malefica dolcemente.
-Tu vuoi, adottarlo? Il bambino intendo.-
-Anche, perché no? Potrebbe essere il secondo figlio. Ma prima ne voglio uno tuo, dammi un figlio Regina, sarà il frutto del nostro amore.-
-Mal, non ci sarebbe cosa che mi renderebbe più felice e tu lo sai, ma sai anche che io.. – Regina sospirò tristemente. Chinò il viso. –Io non posso dartene..-
-Questo non è vero. Ti ricordi? Ti avevo portato da fuori un nuovo farmaco,  questo può risolvere il tuo problema devi solo berlo-
-Sai che non ci credo, mi sembra assurdo che un bel giorno scoprono la medicina che può risolvere il problema della sterilità e che non ne diano notizia da nessuna parte. E poi se fosse così costerebbe un occhio della testa.-
-Ma se non ci credi, bevila lo stesso, che cosa ti preoccupa?-
-Il fatto che magari potrebbe far male, che potrebbe avere qualche contro indicazione-
-Non ti farei mai prendere qualcosa di cui ho il minimo dubbio che potrebbe nuocerti, lo sai. Fidati di me tesoro. Andrà tutto bene e potrai concepire di nuovo, potrai dare alla luce nostro figlio.-
-Ma, ora è proprio il momento meno opportuno, tu aspetti la promozione, e io devo dare una risposta a Kathryn per dare inizio ai lavori, dove troveremo il tempo? Già ne troviamo poco per noi, figurati per un figlio. È impegnativo, ed è una cosa seria!.-
-Lo so, e lo è anche per me. Capisco i tuoi dubbi e le tue paure ma in qualche modo faremo, ce la caveremo. Ho visto come guardavi quel ragazzino prima, e so quanto desideri avere un figlio, ed è esattamente quanto lo desidero io. Saremmo finalmente una famiglia completa.-
Regina sarebbe dovuta essere felice, e probabilmente lo sarebbe stata, prima di conoscere quella donna. –Io ci voglio un pensare un po’-
-Si va bene, non voglio forzarti, solo pensavo ti avrebbe resa felice. Credevo fosse ancora il sogno di entrambe.- Disse Malefica sapendo di pungerla.
-Infatti è così! Ma con il momento delicato in cui siamo voglio essere sicura al 100% che le cose vadano bene.-
-Beh in tanto puoi provare a bere quella medicina, l’unico cambiamento che otterresti sarebbe di tornare a poter concepire. Poi se vorrai procederemo oltre, altrimenti aspetteremo ancora.-
Regina ci pensò  –Va bene,- Disse infine.
-Ne sono contenta. Ti porterà un po’ di sonnolenza quindi forse è meglio se la prendi questa sera prima di andare a dormire, così non avrai problemi.-
-D’accordo. Tu sei certa che andrà tutto bene?-
-Si, sono sicura.- Le disse sorridendo, la strinse a se e la baciò. –Andiamo a casa. Voglio assaggiare quello che avevi cucinato per me ieri- Regina sorrise in segno d’assenso e si incamminarono per tornare.
Erano sedute al tavolo a mangiare guardando le notizie al telegiornale. “Ieri notte c’è stato un furto alla banca centrale della città, i ladri sono arrivati fino al famoso ponte che divide le due cittadelle e i nostri agenti di polizia hanno collaborato con lo sceriffo e i suoi uomini per riuscire a fermarli.” –A Regina venne un colpo quando, dalle immagini dall’alto riprese dall’elicottero, fecero vedere la scena in cui una donna bionda veniva colpita, e ancora di più quando ci fu un suo primo piano e poté accertarsi che i suoi sospetti erano fondati. Avevano colpito proprio lei. “Quest’ultima è rimasta ferita a un braccio per un proiettile che fortunatamente l’ha solo strisciata. Dopo un lungo conflitto con armi da fuoco finalmente i rapinatori si sono arresi e sono stati arrestati. Dato che al momento della cattura si trovavano oltre la metà del ponte, che delimita il confine, ora si trovano nella prigione dello sceriffo di Storybrook.”
E stata colpita.. Devo vederla, voglio vedere come sta!”
-Gli è andata bene allo sceriffo, l’hanno solo strisciata. Si rimetterà presto.-
Malefica sembrava aver risposto ai suoi pensieri per rassicurarla, come se fosse riuscita a capire le intenzioni di Regina. – E’ la donna che mi ha dato il giubbotto l’altra sera sul ponte. Spero si rimetta presto, sembrava una brava persona.-
-E’ una donna di legge, deve esserlo. Altrimenti non c’è niente e nessuno in cui poter riporre fiducia, non credi?-
-Si certo.- Regina si prese una pausa. –Spero di avere occasione di poterle ridare la giacca.-
-Qualcosa mi dice che sicuramente l’avrai.-
-Ah si? E cosa te ne fa essere cos’ sicura?- Regina si stranì alle parole di Malefica.
-Il semplice fatto che sia lo sceriffo della città qui accanto, che altro se no?-
-Giusto- Disse Regina sollevata. Malefica notò l’espressione di sollievo e con finta naturalezza, le chiese –C’è qualcosa che non va? Qualcosa che vorresti dirmi?-
-No, niente. Cosa dovrebbe esserci?-
-Niente, ovviamente.- Disse quelle parole come se fossero un avvertimento, e Regina se ne accorse, ma fece finta di nulla. “Non ho fatto niente, calmati Regina!!”
-Se sei d’accordo allora, nel pomeriggio pensavo di chiamare Kathryn per dargli conferma-
-Si non c’è problema, ricordati solo di avere un giorno libero a settimana.-
-Si certo non ti preoccupare.-
Finirono il pranzo  e poi si misero sul divano a guardare un thriller, ma i pensieri di Regina erano da tutt’altra parte. “Dov’è ora? Come sta? Cosa starà facendo? Chi si starà prendendo cura di lei?” più ci pensava più l’ansia dentro lei cresceva. Malefica sentiva Regina distante, anche se era li a fianco a lei, i suoi pensieri erano altrove, e questo non poteva permetterlo. Stoppò il film e senza dare il tempo a Regina di obbiettare, si mise su di lei e cominciò a baciarla, toccarla, le aprì con forza le gambe e la fece sua, assicurandosi che non avesse pensieri che per lei, e lei soltanto..
15:05
Regina stava scoppiando, non ce la faceva più e così mentre Malefica era ancora dentro di lei si lasciò andare e venne per la terza volta, di seguito… -Bravissima Regina, sei stata perfetta!-
-Il merito è solo tuo. Non mi hai dato tregua e mi hai fatto impazzire!-
-Si ma tu sai reggere come nessun’altra sa fare!- Regina sbadigliò poco elegantemente e malefica sorrise
-Perché non ti riposi un po’, sei stanca, e almeno se dormi ho una buona ragione per non continuare a torturarti prendendoti ancora-
-Credo che accetterò l’offerta non penso di riuscire a reggere oltre per ora- Regina si girò su un fianco e chiuse gli occhi. Malefica gli diede un bacio sulla guancia e si diresse verso la cucina sorridente. In un modo o nell’altro aveva ottenuto il suo scopo, l’aveva trattenuta con se e, anche se per poche ore, l’aveva distanziata da Emma Swan.
Regina dormiva profondamente e Malefica decise che era l’occasione giusta per fare una telefonata importante, di cui Regina non doveva sapere niente.
-Tesoro mio, allora come procede?-
-Qui tutto normale. E li? Ce ne hai messo di tempo per chiamarmi.-
-
Si lo so è stato il primo momento che ho avuto libero, oggi sono stata con Regina tutto il tempo. Le ho parlato del fatto di avere un figlio insieme, ha detto che ci vuole pensare perché non è sicura sia il momento migliore, però l’ho convinta finalmente a prendere la pozione, quindi è già qualcosa.-
-Spero si decida e dica di si o qui a furia di aspettare diventerò vecchia.-
-
Lo so lo sto sperando anche io. Così finalmente potremo essere una famiglia completa a tutti gli effetti. Ma prima ancora di questo dobbiamo sistemare un’altra faccenda.-
-Sarebbe?-
-La salvatrice, evidentemente non ce la fa a starle lontana, si è cominciata a mettere in mezzo e questo potrebbe essere un problema. Regina ancora non ricorda niente, ma nulla toglie che potrebbe rinnamorarsi e via via riacquistare la memoria.-
-Anche fosse è impossibile che possano stare insieme, la ucciderebbe, sarà Emma stessa a farla soffrire e a spingerla sempre più fra le tue braccia.-
-
Si ma non voglio correre rischi. Ecco perché domani stesso ho intenzione di andare a fare due chiacchiere con tutta la combriccola.-
-Sta solo attenta che Regina non venga a saperlo o potrebbero sorgere problemi.-
-
No tranquilla, nessuno di loro direbbe nulla a Regina, non possono. Per ora possiamo stare tranquille, il vantaggio lo abbiamo noi. E se vogliono venire meno a gli accordi mettendo perfino a rischio la vita di Regina per il loro egoismo allora facciano pure, ma dovranno passare sul mio cadavere prima! Non sanno contro chi si stanno mettendo, e domani voglio ricordarglielo!-
-Va bene, allora fammi avere notizie-
-
Si sta tranquilla, a domani tesoro mio.- E la chiamata finì.

Regina si svegliò con un profumo di caffè appena fatto, dopo un sonnellino senza sogni. Si sentiva riposata anche se ancora assonnata. Malefica si trovava proprio davanti a lei. Era seduta per terra che la guardava. –Ma buongiorno, finalmente ti sei svegliata-
-Beh chissà di chi è il merito-
-Modestamente. Era bello guardarti dormire però.- Le disse sorridendo. _ti ho prearato un buon caffè caldo.-
-Che meraviglia, sento l’odore. Ne ho proprio bisogno.- Regina si alzò e si mise a sedere, Malefica le porse la tazzina e lei lo iniziò a sorseggiare. –Katrhyn aveva provato a chiamarti, non ho fatto in tempo a risponderle perché ero in bagno, sicuramente vorrà sapere cosa hai deciso di fare, molto probabilmente deve dare una risposta al cliente-
-Mhh si, ma.. che ora è?- Chiese regina rendendosi conto delle luci accese in casa e del buio che c’era fuori. –Sono le 19:30 mia cara, si ti sei fatta proprio un bel pisolino-
-Cavolo! Passami il telefono che la chiamo subito!-
Regina prese al volo il telefono che le venne passato da Malefica, digitò in tutta fretta il numero di Katrhyn e aspettò che rispondesse.
-Pronto?-
-
Kat sono Regina-
-Ah Regina, finalmente! Ma che fine avevi fatto? Mi ero preoccupata! Ho avuto paura ti fosse successo qualcosa!-
-
E cosa mi sarebbe dovuto succedere? Che esagerata! Ho passato la Giornata con Mal e poi mi sono addormentata tutto qui.-
-Si, capisco..-
-
Comunque ti ho chiamata perché volevo dirti che si, accetto la proposta.-
-Bene, sono felice che tu abbia accettato!-
-
Vorrei che ci vedessimo domani per avere tutte le informazioni necessarie. Ti va bene domani mattina alle 9:00 ?-
 -Ahh.. ecco.. domani mattina non posso, ho un appuntamento importante, ti può andare bene se ci vediamo per pranzo, ne discutiamo con calma almeno.-
-Si va bene. Allora a domani. Buona serata Kat.-
-Grazie anche a te Regina. Ciao.-
-Ok, fatto, domani a pranzo sarò fuori con Kat quindi non mi aspettare.-
-Non poteva prima?-
-Evidentemente no, dice che ha un appuntamento molto importante.-
-Mhh ma davvero?.. Beh forse qualche appuntamento galante- Scherzò immaginando cosa stesse succedendo.
-Non credo, di solito si danno a cena quel genere di appuntamenti.-
-Chissà, va a tavola che è pronto, io vado un attimo al bagno e ti raggiungo-
Malefica si diresse al bagno e li effettuò una chiamata.
-Pronto-
-Ma salve, come stiamo?-
-Taglia corto, che cosa vuoi? Perché mi stai chiamando?-
-Perché ciò che ti avevo preannunciato si sta verificando, non mi hai voluto dare retta e ora se non mi dai una mano ne pagheremo entrambi le conseguenze!-
-Che cosa vuoi che faccia?-
-Che ti metta di impegno e che ti metta ad aumentare la morsa! La stai perdendo e non deve accadere!! Una volta ti ha amato, fa che sia così anche ora! Voglio che ti faccia vedere!!-
-Cosa credi che abbia cercato di fare!-
-Beh non hai fatto abbastanza! Sporcati un po le mani se ce n’è bisogno! Un tempo lo sapevi fare! E ora di darti un mossa se ci tieni !!- Riattaccò bruscamente il telefono, tirò lo sciacquone e uscì dal bagno. Si mise a sedere e cominciarono a mangiare.
Terminarono abbastanza in fretta e si rimisero sul divano a finire il film che avevano cominciato il pomeriggio.

Lunedì 26 ottobre ore 03:00

Regina stava camminando in un bosco a passo spedito verso una direzione ben precisa. In realtà lei non aveva idea di dove stesse andando ma il suo corpo evidentemente si. A un certo punto non fu più sola, da dietro un albero, attraverso un altro sentiero, si trovò La donna bionda davanti. Si sentì felice di vederla, scoppiava di felicità, ma la lei, di quel sogno non era del suo stesso avviso, dato che sembrò alquanto contrariata di averla intorno. Regina si sentiva come se stesse vedendo la scena da fuori, lei non c’entrava niente, il suo corpo parlava e agiva da solo. Quella che doveva essere lei e la donna dagli occhi azzurri parlarono ma lei non udì alcun suono. Tutto questo le sembrò assurdo. A un certo punto riuscì a scorgere miracolosamente due frasi –Ti dispiace se vengo con te?-
–Tanto anche se non volessi tu verresti comunque- le rispose Regina. E si allontanarono inoltrandosi nel bosco
. Ci fu un momento di buio assoluto e poi ritornò un immagine. La donna bionda era a terra e Regina sembrava affaticata, come se avessero affrontato qualcosa o qualcuno. A un certo punto una voce femminile rivolgendosi alla donna a terra chiese –Emma, state bene?- Regina si girò di scatto a guardare la donna e li riprese coscienza. Tutto divenne più sfocato e lei si svegliò.
-Emma-
Lunedì 26 ottobre ore 9:00

Emma si era alzata presto quella mattina, diciamo che non aveva dormito molto. Era in paziente di sentire cosa avessero scoperto Ruby e Belle. Si era preparata di tutta fretta ed era andata sparata da Granny. Arrivata li ordinò caffè con cannella e si andò a sedere a quello che era il tavolo “familiare” quello davanti al bancone. –Mamma-
-Hey ragazzino, tutto bene?-
-Si e tu come ti senti? Come va il braccio?.-
-Ho affrontato di peggio- gli disse sorridendo e facendogli l’occhiolino.
Il campanello collegato alla porta suonò ed entrambi si girarono, Mary Margaret e David entrarono e sorridendo li raggiusero al tavolo.
-Ciaoo, oh come sono felice di vedervi!- Gridò Mary Margaret abbracciando sia Henry che Emma. –Ciao tesoro.- Disse David abbracciando Emma. –come ti senti?-
-Starò meglio quando sentirò Ruby e Belle.-
-Si lo capisco.- Improvvisamente il bar divenne come un covo, Granny smise di preparare e si avvicinò a loro e lo stesso fecero i nani che erano seduti ai tavoli intenti a consumare la colazione. Il tavolo era ora pieno di persone intente a scambiare due parole di circostanza in attesa dell’arrivo delle ultime due persone mancanti. La porta suonò di nuovo e una testolina dai capelli biondi apparve sulla soglia.
-E lei che ci fa qui?!- Disse brutalmente Brontolo. –Calmi, è qui per parlare.-
-Si e riferire tutto ai cattivi!-
-Qui non ci sono buoni o cattivi.. almeno non ancora. Vieni Kathryn-  Disse Emma. Henry le fece spazio per farla sedere vicino a lui. –Mentre aspettiamo perché non parliamo un po’, ad esempio potresti dirmi perché hai messo in mezzo Regina per quanto riguarda la costruzione. Qual è il tuo obbiettivo?-
-Nessuno, mi avevate chiesto di trovare un ingegnere e in questa realtà Regina è la migliore che ci sia per quello che dobbiamo fare.-
-Stai mentendo, non è per questo, dimmi la verità- Tutti rimasero zitti ascoltando le parole fra Emma e Kathryn.
-In un primo momento volevo avere solo una sua opinione, ma poi ho visto come si è comportata quando ti abbiamo incontrata, e come era felice. Io sono stata dalla parte dei tuoi genitori e di Malefica nel dire che sarebbe stato sicuro se voi due foste separate, ma in un intero anno passato accanto a lei, non l’ho mai vista veramente felice come lo è stata in una giornata con te. Ecco perché ho deciso di aiutarti, sarò dalla tua parte. Voglio aiutarti a riavere Regina.-
Emma rimase sbalordita dalle intenzioni di Katrhyn.
-E’ questo che vuoi fare? Dico ma sei impazzita?! Potresti scatenare un putiferio!.-
-Smettila Brontolo.- Si intromise David
-Emma sei sicura? Vuoi davvero rischiare tanto?- Le chiese preoccupata Mary Margaret.
-Io so solo che così non si può andare avanti, da quando lei non c’ è l’intera città non è più la stessa, e questo sono sicura che potete confermarlo tutti! E poi lei è la nostra famiglia e non possiamo abbandonarla così, lei non lo avrebbe mai fatto.-
-Smettila sappiamo bene tutti che lo fai per puro egoismo.- affermò Brontolo
-Si forse in parte è così! Ma vorrei ricordarti che tutte le volte che abbiamo affrontato un nuovo cattivo lei ci ha sempre aiutati a sconfiggerlo, probabilmente non ce l’avremmo neanche mai fatta! Ed è stata sempre lei a salvarvi da me, dalla signora oscura quindi direi che un minimo di riconoscenza glie lo dovete!-
-Ma lei ora è felice vive una..-
-Falsa vita!- S’intromise  Kathryn prendendo la parola.
-Tu eri d’accordo quando decidemmo il da farsi.- Disse Brontolo puntandole il dito contro.
-Si ma adesso sono d’accordo con Emma, siamo rimasti tutti fermi per un anno intero, e ora forse abbiamo la possibilità di sistemare le cose quindi perché non provare?!-
-Cosa faremo se provando ancora, rischiassimo di nuovo la vita?- Disse Dotto.
-La rischiamo continuamente, ogni giorno.-
-Si ma se iniziamo questa cosa, il prossimo nemico sarà Malefica e Dio solo sa chi altro si unirà a lei.! -
-Chiunque vorrà affrontarci lo affronteremo- Aggiunse David. –Anche noi abbiamo buoni contatti, potremmo sempre chiedere aiuto se ne avessimo bisogno-
-Giusto David ha ragione.- Disse Mary Margaret
-A questo punto direi che chi è contrario può anche andarsene, nessuno vi costringerà a prendere parte a questa guerra.- Disse Emma
(*)-Guerra? Allora siete proprio decisi.- Una voce femminile da un angolo del locale dietro di loro li fece rabbrividire. Si alzarono tutti in piedi e si voltarono verso Malefica. Emma si fece largo e prese posto davanti a tutti. Si guardarono dritte negli occhi. Nessuna delle due voleva abbassare lo sguardo. Malefica fece un passo avanti minacciosa
-Emma, pensavo che il tuo amore per Regina fosse vero- Disse sorridendo malignamente.
-Ma guarda, potrei dirti la stessa cosa!- disse facendo a sua volta un passo avanti. David e Mary Margaret presero posto accanto a lei e Henry fece lo stesso.
-Io l’amo veramente, tu no. Ti sei messa in mezzo, bella idea quella del lavoro, per riavvicinarla, ma la mia preferita è stata quella di mandare il ragazzino-
-Non mi ha mandato nessuno, è stato una casualità vedervi li, nessuno di loro mi userebbe, sarei io stesso a farlo, di mia spontanea volontà se così fosse!!- Rispose Henry cercando di assumere un tono arrogante. Malefica lo ignorò e riprese a rivolgersi ad Emma.
-Tu pensi solo a te stessa! Vuoi riaverla accanto a te e per raggiungere il tuo scopo sei capace di mettere a rischio la sua vita!-
-Questo mai!-
-E cosa intendi fare allora? Come pensi di poterla rendere felice? Non puoi neanche sfiorarla. E cercare di farle tornare la memoria potrebbe avere delle conseguenze, non ci hai pensato? Ha sofferto abbastanza a causa di tutti voi, e ora che può essere felice per davvero volete rovinarle tutto ancora una volta?!-
-Non potrà mai essere felice accanto a te, e lo hai dimostrato in questo intero anno! L’altro giorno quando l’ho vista non aveva neanche un briciolo di felicità negli occhi! Ecco perchè mi sono decisa a riportarla alla sua realtà, alla sua vera famiglia!-
-Per questo intero anno IO mi sono presa cura di lei, ci sono stati periodi forse poco felici ma perché ho dovuto provvedere a costruire qualcosa che permettesse di poter raggiungere la sua totale felicità e se voi ora vi mettete in mezzo, rovinerete tutto, di nuovo!.-
-Io non posso lasciarla a te! Mi dispiace.-
-Emma attenta.- L’avverti Malefica.
-Altrimenti che le fai? Qui siamo molti più di te !- Si intromise Brontolo
-Sta al tuo posto nano!- disse lanciandogli un occhiataccia. - Parliamo solo io te Emma.- Disse malefica cominciando a camminare a destra e a sinistra. - Sono stata gentile con te, mi hai ricongiunta a mia figlia e te ne sono stata grata, ho considerato saldato il torto fattomi dai tuoi genitori. Mi sono messa da parte quando Regina ha scelto te e vi sono stata amica. Sei stata tu a cercarmi quando è successo tutto questo, perché sapevi che ero innamorata di lei e che mi sarei presa cura di Regina come avresti fatto tu e così ho fatto. L’ho amata con tutta me stessa e ho fatto di tutto per renderla felice, perfino ora!- Malefica e Emma mantennero sempre il contatto visivo durante il discorso, nessuna delle due voleva cedere. –E adesso, non potete svegliarvi e decidere di mandare tutto all’aria! Tu mi devi un favore e ora ti chiedo di saldarlo, stalle lontana!-
-Non è mai stato un favore tu eri ben felice di poter prendere finalmente il mio posto.-
-Si ma non mi sono mai messa fra di voi! Sei stata tu a chiedermelo e io ho accettato. Non scatenare una guerra contro di me Emma, perché potresti perderla!-
-Io lotterò per lei fino alla fine dovessi anche morire per lei!-
-Se continuerai così sarà lei che morirà per te!!- Malefica urlo.
-Non lo permetterò di nuovo, e se davvero dovrà essere felice senza di me almeno voglio che si ricordi di chi davvero è importante per lei, e cioè Henry!-
-Se è questo che vuoi lo farò rientrare nella sua vita ma tu devi starle lontana!- ci fu un attimo di silenzio, Malefica pensò, anzi, sperò che Emma stesse prendendo in considerazione la sua proposta.
-Mi dispiace ma no! Non posso perché so che lei non è felice!- Malefica fece una smorfia e sorrise maligna. –Ti farò una foto e ti farò vedere quanto è felice quando è a letto con me!-
A Emma salì il sangue al cervello a quelle parole, non ci vide più. Si scagliò su di lei, ma Malefica sparì prima che potesse toccarla e ricomparve alle spalle del gruppetto. –Vedo che siamo suscettibili- Emma stava per correre verso di lei ma a Malefica bastò un semplice gesto con la mano per scagliare tutti loro alla parete. –Vi avevo avvisato, ma siete troppo cocciuti. Ciò che accadrà sarà solo colpa vostra, state dando il via a una guerra inutile e senza speranza.- Emma si rimise in piedi il suo sguardo era carico di rabbia, dalle sue mani uscì una luce bianca abbagliante che scagliò contro Malefica. Lei l’arresto con le sue mani e la diresse verso Emma che fu colpita e scaraventata nuovamente contro la parete- Emma!- Urlarono Mary Margaret e David all’unisono. Si precipitarono verso la figlia. Emma si sollevò un po’ dolorante e puntò lo sguardo verso Malefica. –Non sei in  grado di batterti con me Salvatrice. Non puoi avere la meglio. E io non ho intenzione di lasciarti Regina. -
La porta si aprì facendo suonare il campanello e da dietro malefica apparvero, Ruby, Belle ed Elsa. –Sono arrivati i rinforzi.. bene. È ora che io vada, tanto sono sicura che ci rivedremo presto. – Malefica sparì nel nulla così come era apparsa.
-Che è successo?- Chiese Elsa.
-Abbiamo appena dichiarato guerra..- Disse Granny che fino a quel momento era stata zitta.

Si rimisero tutti in piedi e cercarono di sistemare almeno un tavolo e le dovute sedie per potersi riunire a parlare. –Emma stai bene? Ti ha fatto male?- Chiese Mary Margaret preoccupata. –La magia che le ho scagliato era molto potente, e lei l’ha fermata con molta, troppa facilità. Ha ragione non posso competere con lei a questo livello. -
-Fantastico, quindi abbiamo appena dichiarato guerra ha una draghessa molto più potente di noi che tu non puoi battere?!- Puntualizzò Brontolo.
-Di solito era Regina che mi aiutava, insieme riuscivamo a sconfiggere chiunque..-
-Troveremo un altro modo non ti preoccupare, lo abbiamo sempre trovato.- Tentò di rassicurarla David. –Magari troviamo un modo per far si che tu riesca a diventare più potente- Disse Belle
-O a dirittura riusciamo a far tornare Regina dalla nostra parte- intervenne Ruby.
-Beh questo dipende da cosa avete scoperto.-
-Beh non è molto, ci sono ancora molte domande senza risposte ma è gia qualcosa.-
-Allora parlate- Disse Henry in attesa come tutti gli altri.
Belle tirò fuori un libro dalla sacca che portava in spalla. –Questo lo abbiamo trovato in un antica biblioteca ad Arendal.-
-Come avete fatto ad arrivare fino al regno di Elsa, dalla valle incanta?-
(*2)-Beh è una lunga storia, comunque ci ha permesso di trovare una situazione analoga a cio che è successo a noi.- Belle mise il libro sul tavolo e lo aprì alla pagina di loro interesse. – Qui narra dei tempi della creazione. Dio creo due angeli che erano un tutt’uno, due metà della stessa medaglia. Non potevano stare l’uno senza l’altro. Questi si chiamavano Lilith ed Eros.-
-Come il Dio dell’amore?-
-Si, è da lui che hanno preso il nome per la divinità. I due chiaramente si innamorarono pur non avendo il consenso di Dio. Egli infatti per tenerli lontani gli affidò il compito di vegliare sull’equilibrio del mondo e così uno vegliava il giorno e l’altro la notte. All’inizio ogni essere vivente viveva in armonia con tutto e tutti coloro che abitavano il mondo. I due angeli però raramente avevano occasione di vedersi o stare insieme, poiché quando uno era libero, l’altro doveva prestare attenzione affinché tutto andasse bene. Un giorno una forza oscura che voleva avere il dominio su tutto, andò a tentare l’angelo della notte, Lilith, per far si che disubbidisse a gli ordini datogli dicendole di andare da colui che amava. Ovviamente lei si rifiutò, ma la forza oscura non si diede per vinta e così ogni notte si presentava al suo cospetto cercando di dissuaderla. Le volte in cui lei ed Eros riuscivano a vedersi erano sempre più rare e lei cominciò vacillare. Finchè una notte, il desiderio di stare con il suo amato fu più forte, diede retta all’oscuro e lasciò il suo posto, per andare da Eros. Questo quando se la trovò davanti fu felice, ma il senso del dovere gli imponeva di stargli lontano, sapeva che era sbagliato. Così la rimproverò. Lei non gli diede retta e rimase con lui, supplicandolo di restare con lei quella notte che tanto non sarebbe successo nulla. Così i due consumarono il loro amore. Nel momento in cui lo fecero, l’oscuro ottenne una forza incredibile che gli permise di gettare il caos su tutti i mondi. D’improvviso la felicita scomparve per lasciare il posto allo scompiglio più totale. Quando i due furono chiamati da Dio per capire come fosse potuto succedere gli raccontarono l’accaduto e lui condannò Lilith a lasciare per sempre il suo compito. Le tolse la possibilità di essere un angelo e la mandò sulla terra, in modo che potesse patire le sorti orribili che aveva destinato a coloro che vi abitavano con il suo comportamento irresponsabile. Questa fu tentata nuovamente dall’oscuro, che le propose di vendicarsi. E lei presa dallo sconforto e dalla rabbia vedendo che il suo grande amore non aveva fatto nulla per obiettare al Divino accettò. L’oscuro prese possesso del suo corpo e la condusse nel suo nuovo regno, il regno delle tenebre. Ci fu un tempo di battaglie sanguinose, fra i suoi demoni e valorosi angeli di Dio. Fra questi, vi fu anche Eros. Il giovane angelo, non prese mai pace, si sentiva in colpa per ciò che era accaduto alla sua amata e così un giorno, decise di arrivare sin dentro alla sua dimora per cercare di sconfiggere il male che si era insinuato in lei e poterla far tornare in se cercando magari il perdono Divino. Ovviamente Lilith si oppose e si arrabbiò con lui ritenendolo responsabile delle sue disgrazie. Lottarono per molto tempo senza che ci fosse una prevalenza di forza da nessuna delle due parti. Alla fine loro erano una cosa sola e nessuno dei due avrebbe potuto prevalere sull’altro, se non fosse stato che l’oscuro ci mise lo zampino. Lilith con la forza demoniaca ottenuta riuscì a far piegare Eros e poco prima che Il demone scagliasse il colpo di grazia, l’angelo la guardò piangendo e gli disse “Se serve questo a finchè tu possa trovare la pace, fallo, uccidimi, sono pronto a morire per te amore mio. Ma voglio che tu sappia che mi dispiace e che ti ho sempre amato e ti amerò sempre!”   a quelle parole Lilith vacillò. Scese una lacrima sul suo viso e in quel preciso momento l’angelo vide una speranza, poteva salvare al sua amata. Si avvento su di lei e tutto cio che fece, fu baciarla. Le diede il bacio del vero amore. Ma questo gli costò caro, poiché riuscì a sconfiggere l’oscurità che vi era in Lilith liberandola ma lui perse tutto il suo potere rischiando quasi di morire. Quando Lilith si rese conto di cosa avesse fatto gli diede una po’ della sua fonte vitale per far si che continuasse a vivere e ci riuscì ma il gesto di poco prima consumò del tutto il suo potere e questo lo rese un comune mortale. Quando si riprese non si ricordava più della sua Lilith. Si può solo immaginare il suo dolore. Cerco in mille modi di avvicinarlo di cercare di farlo ricordare, ma ogni volta che ci provava e che lui sembrava rammentarsi di lei rischiava di morire. Così alla fine Lilith si rese conto che non poteva fare più nulla per il suo amato se non vegliare su di lui per il resto della vita. Fin quando lui non mori e lei decise di togliersi la vita e raggiungerlo.-
-Wow.. Una storia alquanto macabra.- Disse Brontolo-
-Si ma non capisco, vuoi dire che cio che è successo in questa storia è la stessa cosa che è successo a noi?- Chiese Emma.
-Si.- Confermo Ruby.
-Ma è assurdo!-
-Si lo so ma è cio che è successo. Quando lei ti ha baciato mentre eri la signora oscura lo ha fatto consapevole del pericolo, lo ha fatto rinunciando alla sua vita pur di riuscire a salvarti. Ti ha dato il bacio del vero amore.- Le disse Belle
- E non è tutto, abbiamo anche scoperto che la vostra discendenza risale fino a loro. Voi potreste essere una specie di reincarnazione dei due angeli. -
-E’ assurdo!- Obbiettò Emma.
-Pensaci, tutto combacerebbe, tu sei nata con una grande oscurità dentro, e sei stata purificata grazie agli eventi che noi tutti conosciamo. Regina è nata buona nonostante Cora, era di animo nobile e gentile e inseguito si è trasformata nella Regina cattiva che tutti noi abbiamo conosciuto. Le parti poi si sono nuovamente invertite rivelando le vostre vere nature e ora dopo un bacio siete in queste condizioni. Proprio come nella storia.-
Tutti rimasero ammutoliti. Emma era incredula e confusa. –Se tutto questo è vero, vuol dire che non c’è speranza di riaggiustare le cose.-
-A dire il vero, una possibilità forse c’è.- Disse Belle
-Quale?- Chiese impaziente Emma.
-Quando Lilith si uccise lo fece in un tempio sacro, di cui purtroppo si sono perse le tracce, comunque la leggenda narra che dentro quel tempio espresse il desiderio di potersi riunire al suo unico e vero amore un giorno. In quel momento le cadde una lacrima che si trasformò in una pietra preziosa, grazie a quella le fu detto che avrebbe potuto realizzare il suo desiderio, ma solo grazie all’amore vero di un’altra coppia.-
-Ok ok ferma belle, non ci sto capendo niente! Si piu chiara per favore!-
-In poche parole, dovremmo trovare la pietra, localizzare il posto in cui si trova quel tempio e andare li. Tu e Regina dovrete dichiarare il vostro amore in modo che il legame si possa spezzare e che Regina sia libera di ricordare senza alcun pericolo di morte.- Spiegò Ruby
-Il problema è che nessuno a mai sentito parlare ne della pietra ne del tempio. Non se ne hanno notizie da secoli ormai.- Disse scoraggiata Belle
- Quindi, se non facciamo questo rito. Regina non potrà mai più tornare da noi.- Emma si sentì scoraggiare, cio che le avevano appena detto era peggio di una coltellata al cuore. Si senti cadere il mondo a dosso.

 

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Capitolo 7
*** lunedì 26 ottobre ore 10:30 ***


Buona sera a tutti, scusate se ci ho messo tanto. Spero vi possa entusiasmare anche questo nuovo capitolo, aspetto i vostri commenti alla fine come sempre. Buona lettura. 
Link
:https://www.youtube.com/watch?v=c1V7yuUyyxU


-Non ci sono altre soluzioni?- domandò Emma.
-Mi dispiace Emma. Io e Ruby abbiamo cercato delle possibili alternative, ma senza successo.-
-No non posso credere che l’unica possibilità di risolvere le cose sia solo in una leggenda! Non avete cercato abbastanza!-
-Emma ti assicuro che abbiamo fatto il possibile, abbiamo consultato i tomi più antichi ma tutti riportavano a questo.- Disse Ruby.
-Quindi non ci sono molte speranze- Concluse poco delicatamente Brontolo.
Emma sbatte la mano sul tavolo. –No non ci credo!- Disse urlando, si diresse verso la porta come una furia e uscì fuori. –Emma!- Mary Margaret fece per raggiungerla ma David la fermò. –Lasciala andare, ha bisogno di stare da sola adesso.- Mary Margaret chinò il capo triste. –Vieni, aiutiamo Granny a sistemare questo posto.- Gli disse David, e così tutti si misero a risistemare il caos che si era creato grazie a Malefica.
Emma uscita dal locale andò correndo senza una meta precisa. Era furiosa, non riusciva a credere che non ci fosse una soluzione più realistica. –E’ colpa tua!! Perchè lo hai fatto Regina!! – Era disperata, le lacrime le scendevano lungo le guance, Correva maledicendo tutto e tutti. Davanti alla sua mente passarono i ricordi di lei e Regina, le mille volte che erano state felici, le mille battaglie affrontate. E fra i tanti, quel fatidico momento….

La terra tremava, e tutto era circondato dall’oscurità -Emma ti prego, fermati! Questa non sei tu! L’oscurità ti ha annebbiato la mente, ma tu puoi ancora tornare in te!! Pensa a i tuoi genitori, Henry, me! Siamo tutti qui per te!! Non voglio arrivare a ucciderti!- La implorò Regina
-Anche avessi la forza di farlo non potresti, nessuno può!-
-Emma fermati!- Gridò Mary Margaret.
-No, questo era il mio destino fin dall’inizio e ora lo porterò a compimento!- Emma impugnava Excalibru in una mano e nell’altra teneva stretta la parte finale di essa, quello che era diventato il pugnale del signore oscuro.
-Non c’è nessun destino da compiere!! Se ora unirai quella spada la Emma che tutti noi amiamo morirà! Non ci sarà più!! E’ questo che vuo?!- Urlò Regina piena di rabbia. Si scaraventò su di lei tenendole ferme le mani. –Ma che fai?!-
-Non posso permettertelo! Se proprio vuoi fermarmi uccidimi, ma io non lascerò che tu muoia, non lascerò che tu ceda all’oscurità!! Rammentati chi sei e quanta strada hai fatto per avere cio che hai!! Ricorda quanto hai combattuto per me, per salvarmi dalla mia oscurità! Ora io farò lo stesso salvando te!!- Prima che Emma potesse agire Regina, piangendo, premette le sue labbra su quelle di Emma. D’improvviso la terra smise di tremare e una luce folgorante circondò Emma e Regina. L’energia scaturita da quel bacio fu così forte da scaraventarle via l’una dall’altra. D’improvviso l’oscurità che si celava dentro Emma uscì fuori e David, Robin e Killian riuscirono a imprigionarlo in un medaglione creato a posta per imprigionare quella forza oscura e maligna. –Emma!- Kilian si chinò su di lei, cercò di scuoterla per farla riprendere. Quando riaprì gli occhi si sentì stordita. –Killian..-
-Va tutto bene Swan, sei libera.-
-Dov’è Regina?- In quel preciso momento si senti gridare.
-Mamma! Mamma!!- Emma udì la voce di Henry ma non lo vedeva intorno a lei. Questo voleva dire che quelle grida erano per Regina. Raccolse tutte le forze che aveva e si sollevò per andare dal figlio e dalla sua amata. Regina era a terra, sembrava morta.
-Regina!! Forza svegliati!- Emma cercò di scuoterla come poco prima Killian aveva fatto con lei ma non funzionò. Provò a schiaffeggiarla ma niente –Regina avanti! Forza! Non puoi farmi questo!- A Emma cominciarono a rigarsi le guance per le lacrime. Si chinò a sentirle il petto. –Il battito c’è ma è debolissimo, dobbiamo subito portarla in ospedale!!-

Arrivati là tutto ciò che poterono fare fu attaccarla alle macchine e sperare che riuscisse a farcela. Passarono alcune settimane e dopo l’ennesima Tac il dottore Whale dovette dargli una brutta notizia. –Le ultime analisi sono buone sembra che Regina stia reagendo bene, se continua così sicuramente fra qualche giorno si risveglierà.- Per un momento ci fu un aria di sollievo e di felicità che però fu subito stroncata dall’intervento del dottore. –Si ma c’è poco da stare allegri.-
-Perché??- Chiese subito Emma.
-Perché quando Regina si risveglierà non si ricorderà di nessuno di noi.-
-Cosa??- Fecero tutti insieme.
-Io non so come sia possibile, ma sembra che i suoi ricordi siano stati resettati, come dopo il sortilegio che ci ha portati qui.-
-E quanti ricordi a perso di noi?- Chiese Henry preoccupato
-Non mi sono spiegato. Per lei sarà come se non fossimo mai esistiti.-
-Non ci credo, insomma lei non può dimenticarci!- Affermo Emma sgomenta.
-Purtroppo è così che stanno le cose.-
-Non ti preoccupare tesoro, la aiuteremo a ricordare come avete fatto con me. Il vostro è un legame che non si dimentica tanto facilmente.- Le disse David. E così fecero, quando Regina si svegliò, si presentarono nuovamente, cercarono di farle ricordare piano piano la sua vita passata, o comunque costruire insieme a lei nuovi ricordi. Ma ogni volta che Regina rammentava chi era o che lei ed Emma si baciavano, tutto tornava da capo, anzi per Regina era sempre peggio. –Ora basta dovete smetterla!! Ogni volta è peggio, è come se ogni volta prosciugaste un po’ della sua vita! Se dovesse riaccadere non sopravvivrà!-
-Le ho provate tutte e ogni volta torniamo a questo punto. Perché?!?!-
-Non lo so ma non puoi continuare.- Dichiarò Whale.
-Vuol dire che mi devo arrendere?! È questo che mi stai chiedendo?-
-Se tieni alla sua vita si! Ha bisogno di ricominciare, lontano da tutto e tutti! Qui le verrebbe normale ricordare la sua vita passata, ogni angolo ha un pezzo di lei. Deve andarsene lontano.-
David dovette sorreggere Emma. –Grazie Whale.- Disse Mary Margaret. Si diressero verso il bar di Granny ed Emma non disse nulla per tutto il tragitto. Una volta arrivati tutti vollero sapere come stesse Regina, così i due raccontarono l’accaduto. A un certo punto ci fu un silenzio totale. –Emma- Provò David – Forse è la cosa migliore per lei. Forse è ora di lasciarla andare.- Emma si alzò di scatto dalla sedia e cominciò a urlargli contro. –Ah si e lasciarla andare dove?! Da chi?! Questa è la sua casa, noi siamo la sua famiglia! E invece di aiutarla e di trovare una soluzione la abbandoniamo così come se nulla fosse!-
-Nessuno dice questo Emma- Cercò di calmarla la madre. - E’ ovvio che cercheremo una soluzione ma ci serve tempo per questo, ecco perché sarebbe opportuno seguire il suggerimento di Whale.- Emma ci pensò un attimo e sembrò attutire il colpo. –Potremmo darle dei falsi ricordi come fece con te ed Henry quando scagliò l’incantesimo. Trovare qualcuno che le stia vicino e che non possa provocare ricordi dannosi e noi nel frattempo ci muoveremmo per vedere cosa fare.-
-Dobbiamo solo trovare la persona giusta- Disse David.
-Forse potrebbe farlo Robin- Disse Ruby.
-No!- Si oppose Emma.- Ha troppi ricordi con lui. Potremmo avere il risultato opposto. Ci serve qualcuno che non le sia stata così vicina negli ultimi tempi. E credo di sapere proprio a chi rivolgermi.-

Poco dopo Emma si trovava al confine della citta.
-Eccomi. A cosa devo la tua chiamata, Emma?- Le chiese quasi divertita Malefica.
-Devo chiederti una cosa… Regina non può più stare qui, non possiamo più rischiare che si ricordi tutto nuovamente, potrebbe costarle la vita. So che tu l’ami ancora, e che ti prenderesti ottima cura di lei...-
-Cosa stai cercando di dirmi ?-
-Voglio che tu vada a vivere a Portland, la città oltre il confine, con Regina.- Le cadde una lacrima.
-Deve costarti molto chiedermelo- dichiarò seria Malefica, quasi impietosita.
-Infatti, ma tu sei la persona più indicata. So che con te sarebbe al sicuro e sarebbe felice. Avrà dei ricordi nuovi insieme a te in modo tale che tu non possa avere difficoltà.-
-Per me non è un problema, è una seconda possibilità, con lei. Ma ho una condizione.-
-Sarebbe?-
-Devi sparire per sempre, non voglio intromissioni. Mi stai chiedendo di prendere il tuo posto, e io accetto volentieri, ma di certo non lo faccio per far si che poi tu venga a riprendertela! Se la lasci a me, tu dovrai starne fuori, o sarò costretta a lottare e non avrò pietà.-
-Staremo a vedere.-
-Lo prendo per un si- Emma non rispose si limitò a guardarla fisso negli occhi.
-Allora, posso affidarla a te?-
-Si..-


Emma si trovava davanti a un fiume. La sua corsa l’aveva spinta nel folto del bosco. Intorno a lei c’era la serenità più assoluta, gli unici rumori che si sentivano erano quelli di madre natura. Lo scorrere dell’acqua, il suo scroscio nell’incontrare qualche sasso qua e la, il cinguettio degli uccellini. L’aria era fresca e pulita e sapeva di pino e abete, gli alberi che prevalevano in quel punto. Prese un sasso da terra e lo lanciò nel fiume.
–Credevo che lo sceriffo di una città dovesse stare chiuso nel suo ufficio-
Il suono di quella voce le sollevò immediatamente il morale. La tristezza nel rivivere i momenti in cui aveva detto addio a Regina svaniva. E questo grazie a lei.. alla sua voce. Emma si voltò e vide una splendida donna a pochi passi da lei. Le rivolse un sorriso sincero.
-Ha ragione ma ogni tanto ho anche bisogno di cambiare aria. Stare qui mi rilassa. E mi aiuta a riflettere.-
-Be si, immagino che una donna come lei abbia molto a cui pensare.- Disse scherzosamente Regina. Si portò al suo fianco. Emma sentì il suo cuore accelerare e cercò di placare il desiderio di prenderle la mano. –E’ un bel posto questo, ottimo per fare un pic-nic.-
-Dice?- “ti ci porterei volentieri” Emma girò la testa e rimase a guardarla. Regina la guardò a sua volta e si sentì in imbarazzo. Non avrebbe dovuto ma quegli occhi le trasmettevano emozioni troppo forti per poter rimanere impassibile.
(*)–E’ un bel nome Emma lo sa? È dolce. Le si addice molto. – Emma rimase spiazzata “è dolce”. Non sapeva se essere più felice perché ora sapeva il suo nome o perché le aveva detto di essere dolce. –Dolce? Non ci avevo mai pensato.. Quindi lei mi considera dolce?- disse ridendo.
-Per certi versi, in alcuni suoi atteggiamenti, si.. – Ammise Regina cercando di mantenere un tono non troppo sentimentale nei suoi confronti. Emma percepì la sua frustrazione e cercò di farla sentire più a suo agio.
–Allora come lo ha scoperto? Ha chi ha chiesto?-  Regina interruppe il contatto visivo con la giovane donna e tentennò un po’ prima di risponderle. –In verità a nessuno. Questa notte ho fatto un sogno molto strano.-
“Mi ha sognata!” Pensò entusiasta. –Comunque è stato grazie a questo sogno che l’ho scoperto.-
-Un vero colpo di fortuna. E che cosa ha sognato, se si può sapere..- Disse Emma con un pizzico di malizia. Regina sorrise leggermente e assottigliò lo sguardo tornando a guardare la donna davanti a lei. –Non si faccia strane idee.. ad ogni modo nulla di importante.-
-Devo dire che sono contenta mi abbia sognata-
-E perché?-Chiese Regina con uno sguardo pieno di curiosità.
-Perché vuol dire che ho lasciato un impronta dentro di lei.-
Regina, forse senza neanche accorgersene, mosse la testa in segno di assenso
-Forse..- Disse non poco a disagio. Emma fece un ulteriore passo verso di lei accorciando ancora le distanze. Sentiva il suo odore, un odore che sapeva di vaniglia misto a quello della cannella. Un odore che sapeva di loro. Erano i loro due profumi, uniti in un'unica fragranza, sulla sua pelle. Era incredibile come nonostante tutte quelle disgrazie, e come tutto il loro passato fosse stato dimenticato da Regina, lei stessa si aggrappasse ancora all’amore, probabilmente del tutto inconscio, per Emma.
–Che c’è?-
Le chiese Regina vedendola come persa mentre la fissava con uno sguardo intenso.
-Il suo profumo. Lei ha un buonissimo odore.- Le disse in tono pacato, fu quasi un sussurro. Le si avvicinò poco, quasi volesse una conferma o un rifiuto, aspettava il suo permesso. Regina non fece niente e questo bastò ad Emma per continuare. Si avvicinò ancora, quel tanto che bastava per avvicinare il suo viso al collo di Regina e così sfiorare con il naso la sua pelle.
Oh che dolce il tuo profumo amore, mi mancava stare così, a un soffio da te.”
Regina appena sentì il suo naso sfiorare la sua pelle fu percorsa da un intenso brivido lungo la schiena, era inebriante, era piacevole, era un gesto che le mancava.
Come può mancarmi?!” Regina era combattuta. Quella vicinanza la metteva a disagio e al tempo stesso la faceva sentire viva come non mai prima di quel momento.
Voleva allontanarsi, sapeva che era sbagliato nei confronti di Malefica, ma al tempo stesso voleva che continuasse aveva uno strano bisogno di quel contatto. Le venne da inclinare il viso verso Emma. Era un gesto stranamente familiare, così giusto.
Chi sei?..  cosa mi stai facendo Emma?..” Emma sentì la guancia di regina sfiorare il suo zigomo, chiuse gli occhi e restò ferma in quel modo per qualche secondo con la speranza che durasse per sempre. Il suo respiro si fece sempre più veloce e irregolare. Emma si distanziò di un millimetro e le sue labbra sfiorarono la guancia di Regina che iniziò ad arrossire. Si guardarono, e i loro occhi dissero più di mille parole. Dissero cio che i loro cuori gridavano ma che le loro labbra tacevano. Seguendo quello di Emma anche il respiro di Regina diventò più pesante e lei lo avvertì. Le due incrociarono lo sguardo nuovamente, due sguardi che dicevano tutto e niente allo stesso tempo.
-Regina..- Emma ansimò dicendo il suo nome, le mancava il fiato. Di colpo Regina sembrò riprendersi e si distanziò girandosi per non guardarla ancora.
Che cosa mi è preso, perché non l’ho evitato, perché il mio cuore batte così forte alla sua vicinanza?”” Emma rimase in piedi a guardarla. Forse avrebbe dovuto dire che le dispiaceva, ma non era così. “Mi devo controllare non posso permettermi di andare oltre..”
Regina cercò di riprendere il controllo. –Io ero venuta a cercarla per riportarle questa.- Regina prese dalla borsa la giacca rossa che Emma le aveva donato due giorni prima.
-Ah la ringrazio- Emma sorrise, allungo il braccio per prenderla ma dalla sua bocca venne fuori un gemito di dolore, che la costrinse a ritrarre il braccio. –Emma, tutto bene?- Chiese Regina preoccupata. –Si, è solo la ferità presto passerà. -Una macchia di sangue si formò sulla maglia nel punto in cui vi era la ferita di Emma. – Oh no! Emma ti si devono essere aperti i punti. Dobbiamo subito andare in ospedale, devono essere ricuciti!- Regina prese un pezzo di stoffa dalla sua borsa e fasciò nuovamente il braccio di Emma. –Ha sempre delle bende dietro?- Commentò Emma sorridendo. Regina rise a sua volta. –Beh si non si sa mai, come può vedere tornano utili-  Il tocco di Regina scaldò il cuore ad Emma, le piaceva che si preoccupasse per lei, e che si prendesse cura di lei, come molto tempo prima aveva fatto in passato. –Avanti venga con me, ho la macchina qui vicino, la porterò subito in ospedale.-
-Grazie, ma non voglio che si disturbi.- Obbiettò anche se sperava con tutto il cuore che insistesse in modo da poter passare altro tempo insieme a lei. –Mi dispiace ma non sono una donna facile e in questo caso non accetto obbiezioni, lei ora verrà con me e la porterò da qualcuno che possa medicarla, la questione è chiusa.- Regina le prese la mano destra, quella del braccio buono e la tirò delicatamente verso se per far si che la seguisse. La condusse in mezzo agli alberi senza lasciarle andare la mano. “Adesso la porterò in ospedale, mi assicurerò che stia bene, le restituirò la giacca e poi me ne andrò.” Regina si fece un piano mentale per come sarebbero dovute andare le cose. Emma per tutto il tempo rimase zitta a guardare la figura di Regina davanti a se. Era una delle sette meraviglie del mondo! “Come ho potuto abbandonarti per tutto questo tempo..? avrei dovuto trovare un altro modo per poterti restare ugualmente a fianco..” Erano i pensieri di Emma. Ripensò a cio che Belle e Ruby le avevano detto poco prima. “Dobbiamo trovare la pietra e l’altare” Erano state le loro parole. “Dimmelo tu amore mio, cosa devo fare? Dammi un segno, ti prego, uno qualsiasi. Fammi capire che hai bisogno ancora di me e io andrò anche in capo al mondo a cercarli.” In quel momento Regina si fermò. Si girò verso Emma. –Ha detto qualcosa?- Emma la guardò stupita. –No, niente.-
-Strano mi era sembrato..- Regina posò gli occhi sulla ferita. –Facciamo presto, la macchina ormai non è lontana.-
-Perché si preoccupa tanto?- Regina non si aspettava quella domanda e rimase spiazzata. Non sapeva cosa risponderle, dopo tutto era lei stessa a farsi quella domanda. “Già, perché mi dò tanta pena per te..”
- Le sembrerà assurda come risposta ma in realtà io non lo so. Mi viene naturale, credo..-
- E’ una persona dedita ad aiutare il prossimo insomma, è per questo?- Emma attese la risposta con il cuore in gola, sperava in una parola o in una frase che le facesse capire che c’era di più.
-No.. Diciamo che lei mi trasmette una strana.. simpatia- Non era proprio la parola che Regina avrebbe usato, ma non voleva dire di più.
-Forse la stessa che lei trasmette a me.- Disse Emma diretta, guardandola dritta negli occhi. Regina fu incatenata da quel suo sguardo magnetico. Emma sciolse la presa dalla mano di Regina, la sollevò spostò una ciocca di capelli dalla guancia di Regina portandogliela dietro all’orecchio. Un gesto semplice e banale che però servì a far emozionare Regina. Chiuse gli occhi.
-Forse..- Gli rispose piano Regina. Riaprì gli occhi. -E’ meglio andare, o potrebbe infettarsi.- Gli disse in un tono deciso riferendosi alla ferita. Le due si incamminarono nuovamente e dopo poco arrivarono alla cabrio. Regina aprì la portiera alla bionda, che si accomodò sul sedile, e poi andò a sedersi al lato guida. Mise in moto e sfrecciò in direzione di Storibrook.

-Non sono mai venuta qui, quindi mi guidi lei, dove devo andare per l’ospedale.-
-Deve continuare dritta così fino a che sulla destra non vede una farmacia, da li poi giri a sinistra e dopo qualche metro si trova l’ospedale davanti. – Regina cercò di seguire scrupolosamente le sue istruzioni. –le fa molto male?-
-No ormai il peggio è passato.-
-Il suo mestiere è pieno di pericoli, non ha paura? E i suoi cari? Non l’hanno per lei?-
-E’ un mestiere difficile come molti altri, ci metto il cuore nel farlo e questo mi consente di non avere paura per me ma solo per le persone che amo, è questo che mi spinge a fare questo lavoro, la consapevolezza di proteggerle e loro lo sanno. Sanno le mie motivazioni e che per nulla al mondo smetterei, perciò anche se avessero paura credo abbiano imparato a conviverci ormai.-
-Si capisco. Lei è ammirevole.- Disse con un tono d’orgoglio Regina. La macchina si fermò. Regina e Emma scesero dal veicolo e andarono all’entrata dell’edificio. Nonostante fosse la prima volta che mettesse piede in quella città e in quell’ospedale, Regina ebbe l’impressione di esserci gia entrata, di aver fatto diverse volte quei gradini. Questa sensazione l’aveva avuta anche mentre attraversava in macchina la strada guardando i vari negozi lungo la via. –Emma..-
La voce di un uomo in camice bianco distolse Regina alle sue sensazioni. Quello doveva sicuramente essere uno dei medici che operavano in quell‘ospedale. –Dottor Whale..-
L’uomo si avvicinò a loro e strinse la mano ad Emma. Poi con sguardò preoccupato saltellò dal viso di Emma a quello di Regina e la cosa la snervò parecchio, tanto che prese la parola. –La signorina avrebbe bisogno che le venissero rimessi i punti, la ferita al braccio si è riaperta.-
-Oh.. ma certo.- Fece il dottore corrugando la fronte. –Seguimi Emma.-
-Ti aspetto qui.- Le disse Regina con un piccolo sorriso. Vide Emma allontanarsi ed entrare in una stanza seguita dal dottore. A quel punto si sedette sulla sedia ad aspettare.
-Whale.. che nome familiare.-

Whale prese ago e filo, cotone e alcol e fece sedere Emma. Slacciò la benda improvvisata che gli aveva fatto Regina e cominciò a pulire e disinfettare la ferita. Portò i suoi occhi dritti sul viso della salvatrice e la guardò in silenzio. –Che c’è?- chiese lei innocente.
-Hai anche il coraggio di chiedermelo?! Sono sgomento lo ammeto. Dico ma sei uscita di testa? L’hai portata in città! Un conto è il bar di Granny, dove è andata lei di sua spontanea volontà, ma qui! E’ pieno zeppo di persone che potrebbero risvegliare in lei dei ricordi con un impatto così violento e in qualche modo forzato, me compreso!-
-Lo so, l’ho incontrata nel bosco, e la ferita ha cominciato a sanguinare e lei ha insistito per portarmi fino a qui? Cosa le avrei dovuto dire? Ho cercato di oppormi.-
-Si, posso proprio immaginare quanto- Disse in tono sarcastico Whale.
-Se mi fossi opposta di più lo avrebbe potuto trovare sospetto.-
-Oh ma per favore! Cosa le racconterai se le venissero dei flashback della sua vita passata?!-
-Andiamo è capitato altre volte che non si ricordasse di nessuno.-
-Si ma ogni volta era diverso! Lo sai meglio di me! Non sai come potrebbe essere stavolta-
-Beh se ti sbrighi a ricucirmi il braccio potrò tornare da lei e rimettere le cose a posto.-
Whale fece un sospiro esasperato. –Che intenzioni hai? Riavvicinarla così è pericoloso, per te e per lei.-
-Voglio solo riconquistarla, senza farle ricordare niente, e senza baciarla ovviamente.-
-Oh certo, e per raggiungere questo obbiettivo l’hai portata al centro di Storibrook dove vivono tutti personaggi delle favole, e dove tutto questo ha avuto inizio grazie a lei. Si direi che è un piano perfetto. Complimenti!- Disse battendole le mani ironicamente. Emma per tutta risposta alzò gli occhi al cielo. -Sei una calamità Emma Swan, altro che la salvatrice, non so più che fare con te, starti dietro è pressoché impossibile!- Gli disse esasperato.
-Grazie Whale, lo prenderò per un complimento.- E detto questo i due si zittirono.

Nel frattempo Regina aspettava nervosa sulla sedia nella sala d’attesa.“Ma che ci faccio ancora qui? L’ho accompagnata, sta bene, potrei lasciare qui la giacca e andarmene. Questo posto mi mette a disagio. Questo ospedale, queste persone, sembrano tutte così familiari… Beh forse è normale.. Insomma tutti gli ospedali si somigliano.. e le persone che ci lavorano forse a lungo andare assumono le stesse espressioni e gli stessi atteggiamenti.. Si deve essere questo.. Quanto ci mette ad uscire?..” Regina stava cominciando a considerare l’idea di andarsene, di fuggire. Per fortuna la porta che aveva attraversato Emma sparendo alla vista di Regina si riaprì e lei usci fuori accompagnata dal dottore. I due si salutarono frettolosamente ed Emma tornò da Regina.
-Allora che ha detto?-
-Vivrò ancora. E’ tutto a posto, ha disinfettato e ricucito la ferita, si è solo raccomandato di non fare sforzi o potrebbero riaprirsi.-
-Bene.- Regina era chiaramente a disagio.
-Va tutto bene?- Le chiese preoccupata Emma.
-Si certo.- Regina le porse la sua giacca, Emma la prese e la indossò subito.
-La ringrazio, mi sentivo quasi nuda senza.-
-Non c’è di che. Ora è meglio che vada. Grazie ancora di tutto.- Regina la salutò con un cenno del capo e si diresse verso l’uscita. “Non fermarmi... ti prego..” pensò come se si sentisse che Emma lo avrebbe fatto.
-Regina, per favore aspetti..- Emma fece qualche passo e la raggiunse. Regina si fermò e si maledisse per non essere andata più veloce. Non si girò subito. “Oh.. per favore è meglio che io vada..” Cercava di convincersi, mentre invece il suo cuore esultava, battendo come se stessa ballando una samba. Si girò lentamente e attese che parlasse.
–Senta, le andrebbe di venire a bere qualcosa da Granny?-
Dille di no! Non puoi andare, hai un appuntamento con Kathryn fra un po’ e poi se vai le cose potrebbero compromettersi!..” Regina sembrò tentennare. –Beh..- “Dille di no! Sono due semplici lettere. N-O!” –Si..- Emma sorrise entusiasta. –Bene, allora andiamo-
Le due uscirono dall’ospedale e andarono alla macchina. “Perfetto, brava Regina!”.

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Capitolo 8
*** Lunedì 26 ottobre 11:15 ***


Eccoci. Sembra proprio che Regina non riesca a controllarsi, più vorrebbe riuscire ad ascoltare la sua ragione e allontanarsi da Emma più il suo cuore la porta da lei. Periamo che le cose riescano ad andare bene fra di loro perchè Malefica si sta dando da fare per intralciare il loro amore. Comunque vi auguro una bupona lettura. Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate. Vi lascio come sempre il link della canzone, per lasciarvi trasportare dalla magia del momento :)
Link:
https://www.youtube.com/watch?v=g2uPvxykFDM

Le due donne arrivate in macchina parlarono tranquillamente, come se fosse una cosa abituale, una cosa che facevano tutti i giorni. Regina si sentiva felice, il tempo che passava con Emma sembrava volare e lei ne voleva sempre di più. –Lo sa adesso so il suo nome a metà, mi manca ancora il suo cognome da sapere.- Le disse Regina.
–Se è per questo anche io non conosco il suo.- Controbatté Emma
-Un cognome per un cognome?.- Le propose lei.
-Questa volta comincia lei.- Puntualizzò subito Regina ed Emma scoppiò in una fragorosa risata. –Swan. Il mio nome è Emma Swan. Tocca a lei.-
-Il mio è Regina Milss.- Le rispose contenta del piccolo particolare in più di cui era venuta a conoscenza sulla donna di fianco a lei. Cominciava ad essere dipendente dalla sua presenza, la voglia di sapere di più su di lei cresceva, si faceva sempre più forte e questo infondo le dava di che preoccuparsi. Il breve viaggio continuò con loro che non smettevano un attimo di parlare, come se dovessero sfruttare al meglio ogni secondo che avevano a disposizione per potersi conoscere meglio. Arrivarono a destinazione. Scesero dalla macchina e si diressero verso l’entrata del bar. –E così, quando poi ha scoperto che ero lo sceriffo è sbiancato di colpo. Da quel giorno ci ha pensato due volte prima di molestare una donna.- Le disse ridendo serenamente aprendo la porta. –Si ci credo bene. Per fortuna che lo ha messo al suo posto- Rispose, sorridendole. Entrando nel locale il gruppo di persone che era già al suo interno si girò a guardarle, quasi increduli nel vederle insieme. Regina notò che l’aria che aleggiava all’interno del locale era molto diversa da come la ricordava. La prima volta che vi era entrata era pieno di musica, balli e allegria. Ora invece era piena di gente con il muso lungo, non c’era la musica e il locale sembrava per metà sotto sopra, come se fosse passato un uragano.
–Coraggio entri.- Le disse Emma facendo finta di niente. Cercò di mandare un segnale ai suoi compagni per fargli capire di fare come se nulla fosse e gli altri, recepito il messaggio, ripresero a pulire. Granny andò a mettere un po’ di musica alla radio e l’atmosfera si fece più leggera. –Venga, ci sediamo qui.-
-Un tavolo a caso.-
-Già-
Il tavolo su cui si stavano andando a sedere era lo stesso su cui erano sedute al loro primo incontro. A Regina tornarono in mente le scene di quella insolita giornata, in modo particolare si soffermò su il momento del ballo. Non voleva ammetterlo ma quel gesto aveva lasciato un segno profondo dentro di lei. –Ma cosa è successo qui dentro?- Chiese Regina riferendosi alla confusione che gli altri stavano cercando di sistemare. –Oh niente di che, ogni tanto avvengono delle zuffe amichevoli, solo che speso si lasciano trasportare un po’ troppo–
-Mhh capisco- Disse inarcando un sopracciglio contrariata.
-Posso ordinarle un sidro di mele?- Quella domanda portò Regina ad arrossire e a sorridere come una ragazzina. Emma fu contagiata dal suo sorriso imbarazzato tanto che sorrise anche lei. –Si lo gradirei molto grazie.-
-Granny ci porti un sidro di mele? E per me il solito, grazie.- Urlò Emma alla donna con il grembiule intenta a ripulire dietro il banco.
-In cosa consisterebbe il solito per lei ?- Domandò Regina curiosa, bramosa di saperne di più su quella donna che per lei, rimaneva ancora un gran mistero.
-Caffe alla cannella.-
-Cannella?- Domandò con faccia disgustata.
-Si, la adoro. La metterei praticamente ovunque!.-
-Io la odio.-
-Come io odio il sidro di mele.-
-Lo a almeno mai assaggiato?-
-E lei invece?- Le chiese Emma rigirandogli la domanda. Le due scoppiarono a ridere. Tutti gli altri nel locale si giravano a guardarle di tanto in tanto. A David e Mary Margaret gli si scaldò il cuore nel vederle così complici e felici insieme. Per un momento sembrò come se tutto fosse tornato normale.
-Allora siamo alla pari.- Disse Regina.
-Così pare..-  Le rispose Emma. I suo occhi si fecero leggermente più piccoli mentre la guardava accennando un sorriso. Regina cominciò ad agitarsi sulla sedia. Ogni volta che la guardava più profondamente le si formava un nodo allo stomaco che non le dava pace.
-Vuole scusarmi un momento?-
-Certo.- Emma si alzò e si diresse verso quello che doveva essere il bagno. Prese a rilassarsi in assenza della bionda per ritrovare un po’ di autocontrollo. “Tutto questo non sarebbe accaduto se le avessi detto di no.”  Regina si rese conto che il locale era tornato a splendere, avevano fatto un ottimo lavoro. Quel gruppo di persone sembrava davvero unito fra loro. Regina avverti una strana nostalgia farsi spazio nel suo cuore. Si sentì molto malinconica, come se un pezzo di lei fosse fra quelle persone che ora bevevano una bibita fresca per riprendersi dalle fatiche di poco prima. La porta si aprì e il campanello suonò. Da li entrò un ragazzino. Regina si sorprese, ma fu felice di vederlo. Era il ragazzino che aveva incontrato al parco insieme a Malefica. Lui non la vide subito, e lei decise di attirare la sua attenzione. –Ciao Henry.- Il ragazzino si immobilizzò, girò lo sguardo e gli occhi gli si illuminarono. – Mam.. Ah, voglio dire, salve.-
Regina sorrise. –Puoi darmi del tu Henry.-
-Grazie.-
-Allora come stai?-
-Io bene, e tu ?-
-Anche io, grazie. Tu vivi qui?-
-Ah si. Invece tu cosa ci fai qui?.- Gli chiese Henry felice di vederla a quel tavolo.
-Beh ho accompagnato lo sceriffo in ospedale, gli si erano riaperti i punti e mi a invitato a bere qualcosa. Quindi eccomi qui.-
-Sei qui con mia madre? E dov’è?- Domandò stupito Henry. Ma sicuramente molto meno di quanto lo era Regina nel sentire quelle parole dal ragazzino. “Sua madre?..”
-
Lo.. Lo sceriffo è tua madre? Ho capito bene? Emma Swan?.-
- S-si..- Proprio in quel momento Emma tornò da loro e si affiancò ad Henry.
-Hey ragazzino, che ci fai qui pensavo fossi a scuola.-
-Ci hanno fatto uscire un ora prima perché l’insegnante di storia è malata.-
-Ha ho capito.-
-Questo è suo figlio?- Le chiese Regina in attesa di spiegazione, come se glie ne fossero dovute.
-Oh si. Non c’è stata occasione di parlarne, le presento..-
-Non c’è bisogno mamma, io E Regina ci conosciamo già.- La interruppe Henry.
-Oh, e come?-
-Ci siamo conosciuti al parco.- Disse Regina rivolta a Emma in tono più freddo. “Allora è sposata! Mi ha mentito!.... Ok no calma, non ha senso. Magari sono separati e giustamente mi ha detto che non ci stava insieme… o forse..”
-Bene. Ragazzino, perché non vai a salutare i nonni?.-
-Si certo.- Herny si alzò e si rivolse a Regina. – A dopo- E andò verso il tavolo dove erano sedute le persone che poco prima avevano pulito il locale. Nel frattempo portarono le loro ordinazioni. Ci fu un attimo di silenzio fra di loro. D’improvviso c’era un aria fredda, quasi glaciale da parte di Regina. Bevvero in silenzio dalle rispettive tazze.
-Le chiedo scusa se l’ha importunata.- Disse Emma cercando di aprire un argomento sentendo la distanza di Regina
-No affatto. E’ un ragazzino in gamba.-
-Si è vero.. Ha preso tutto da sua madre..- Disse Emma. “Ha preso tutto da te..”
-E il padre?..- Chiese infastidita Regina. “ Ma che?! Non ti interessa!”
-
Il padre di Henry è morto qualche anno fa.-
-Oh.. mi dispiace- Disse in tono sinceramente dispiaciuto. “Era tutto vero allora.” Pensò felice all’idea che Emma non le avesse detto una bugia.
-Non fa niente ormai è passato molto tempo.- Regina guardò in direzione dl tavolo dove si era andato a sedere Henry ma lui non c’era più, probabilmente era andato al bagno.
-Le chiedo scusa ma adesso devo andare, ho un appuntamento molto importante.-
-Certo, non voglio farle far tardi.- Si alzarono insieme e prima che Regina potesse andarsene Henry la fermò. –Regina?-
-Si?-  Regina puntò il suo sguardo in fondo alla sala dove era Henry che a grandi passi si dirigeva verso di lei.
-Domani qui ci sarà una festa, di tanto in tanto ne organizziamo una per scacciare via i brutti pensieri e svagarci. Perché non vieni anche tu? Sarebbe divertente.- Regina sorrise. –Ah non lo so .-
-Henry, magari ha già altri impegni, sarà per la prossima volta, glie lo diremo un po’ prima magari.- Regina lesse il dispiacere negli occhi del ragazzo. “Beh, non mi scosta nulla far felice Henry. Domani Malefica non ci sarà quindi potrei anche venire qui e stare in sua compagnia invece di star sola.. lo fai per far felice Henry o per la compagnia di Emma?... Basta devo smetterla di parlare da sola”
-Va ben..-
Stava per dire Henry
-Ci sarò molto volentieri.- Rispose Regina  con gran sorpresa e felicita di Henry ed Emma
-Bene! Allora ci vediamo domani.- Disse entusiasta Henry, e si allontanò andando a sedersi a un tavolo.
–Va bene, allora a domani, Signorina Swan-
-Signorina Swan..?- Ripeté Emma in tono più dolce. Il petto le si riscaldò nel sentire quelle parole. “E bello sentirmi chiamare così da te..” –Però, mi piace.- Disse Emma corrugando la fronte con aria divertita. –Piace anche me.. come suona.- Chiarì subito Regina. Emma fece un sorriso a trentadue denti. –A domani, Regina.-
-A domani Emma.- Oltrepassò la porta e andò alla sua macchina.
12:30
-Kat sono in viaggio, dove ci vediamo- Regina chiamò Kathryn per sapere dove doversi dirigere.
-In viaggio?, perché da dove vieni scusa?-
-Lascia perdere, allora dove ci vediamo?-
-Io sono al solito ristorante davanti a casa tua.-
-Va bene aspettami, ti sto raggiungendo.- Chiuse il telefono e premette l’acceleratore.
Ma perché devo andare a impelagarmi in questa storia?! Io devo essere uscita di senno! Invece di stare lontano da quella donna finisco per avvicinarmici sempre di più.” Regina non si dava pace, il suo era un tormento continuo. Il telefono squillò. Lo prese e rispose.
-Pronto?-
-Tesoro, dove sei?-
-Mal.. Ah sono in macchina sto andando a pranzare con Kathryn, ricordi? Avevo appuntamento con lei.-
-Si lo so, la vedo seduta al tavolo del ristorante qui davanti. Ma tu dove sei?-
Non poteva certo mentirle. “Perché dovrei farlo poi?!” –Sono appena rientrata a Portland, ero andata a Storybrook per ridare la giacca allo sceriffo.- Disse cauta, timorosa di poter suscitare la gelosa della moglie.
-Capisco, l’hai trovata?.-
-Si..- Regina stava valutando l’idea se dire o meno a Malefica della serata che avrebbe passato in sua compagnia l’indomani.
-Bene, e come stava?- Le chiese con naturalezza Malefica.
-Bene.- Regina sentiva che, anche se cercava di non darlo a sentire, la moglie era irritata. Così cercò di spostare l’attenzione su qualcun altro.
-Sai ho incontrato Henry, il ragazzino che abbiamo incontrato al parco.-
-Oh, ma che bello . Ti ha riconosciuta?-
-Si si, Abbiamo parlato un po’. E ho scoperto che è il figlio dello sceriffo Swan.- Regina si maledisse subito per aver detto quel particolare in più.
-Ma che combinazione, quando si dice che il mondo è piccolo, no?-
-Gia..- Regina si intenerì difronte all’ormai evidente gelosia di Malefica. –Tu non hai nulla di cui preoccuparti, lo sai?- Disse in tono convinto, ma in realtà nemmeno lei credeva minimamente alle parole che aveva pronunciato.
-Lo so, ma non smetterò MAI di guardarmi bene da chi ti circonda.- Malefica marcò la parola mai, in modo molto duro. –Lo so..- rispose Regina quasi triste a quel pensiero.
-Per caso non ti fa piacere?- Le chiese subito Malefica.
–Certo che si lo sai!.- Si affrettò a rispondere Regina -Ora devo salutarti, sono arrivata.-
-Si ti vedo. Fammi uno squillo o mandami un messaggio quando finite.-
-Si, tu fa lo stesso per quando te ne vai.-
-Va bene. A dopo. Ti amo!-
-Anche io, ciao.- Regina chiuse il telefono. Scese e entrò nel ristorante. Le parole di malefica l’avevano messa in agitazione. “Ha ragione a preoccuparsi, io stessa sono totalmente preoccupata e confusa per gli ultimi avvenimenti. Dovrei fare un po’ di chiarezza… Ma che dico?! Mi dovrei proprio ascoltare! Insomma io e Mal stiamo cercando di avere un figlio.. Ho preso quella strana medicina per lei..” Vide Kathryn seduta a un tavolo al centro della grande sala da pranzo e le andò incontro. –Ciao-
-Hey finalmente, sai che mi devi delle spiegazioni si?.-
-Forse dopo ora concentriamoci sul lavoro.-
-Vaaa beeene, ma sappi che non te la scampi così facilmente.- Le disse facendole l’occhiolino. Ordinarono velocemente e Kathryn tirò fuori il “mattone” contenente ogni dettaglio delle varie costruzioni. –Allora da dove vogliamo cominciare?-
-Direi di iniziare da quello più semplice, che deduco sia lo spazio riservato all’orto.-
-Perfetto. Allora, nulla di complicato, vuole l’area circoscritta da una rete abbastanza resistente da tenere lontani gli animali selvatici con ovviamente una porticina da cui poter accedere, e vorrebbe costruito un piccolo deposito in cui poter tenere tutti gli attrezzi necessari, quindi potremmo piazzarlo qui, credo sia il punto migliore..- Kat tirò fuori una piccola mappa del terreno e puntò il dito verso l’area di cui stava parlando. Regina cercava di stare attenta il più possibile anche se le risultava difficile dato che, due donne e moltissimi dubbi e curiosità, le si presentavano a ogni due parole dette dall’amica. “voglio un figlio da te Regina” –l’unica cosa complicata che c’è in questo settore è che vorrebbe una cupola telecomandata, in modo che se ci dovessero essere delle piogge violente il raccolto on si possa rovinare-
-Beh bisogna vedere se è possibile. Sei certa che abbia abbastanza fondi. Tutte queste richieste costeranno un capitale, più che altro per i materiali sofisticati che richiede.
-Tranquilla, non è un problema, glie l’ho già detto e beh, è ben equipaggiato.-
-Ok..-
-Andiamo avanti. Le stalle, allora come già ti avevo accennato dovranno esserci quattro scompartimenti al suo interno, per ospitare i quattro cavalli, ovviamente anche li ci vuole una stanza da usare come deposito e vuole un punto sempre all’interno che funga da bagno, in modo da poterli lavare. Vuole installato anche una sotto specie di phon a posta per loro, in modo da sciugarli in fretta, non chiedermi dove lo troveremo perché non ne ho idea, spero infatti lo sappia tu..- “Henry è mio figlio.. suo padre è morto qualche anno fa”
-
Ah si, vedrò con le mi vecchie conoscenze cosa posso fare-
-Bene, meno male. All’esterno il campo dovrà essere completamente liscio per evitare che i cavalli si facciano male quindi dovranno essere tolti tutti i sassi. Ci sarà un gran bel lavoro da fare. Vuole un grande recinto circolare per poter addestrare i cavalli e un are libera piena di erba dove poterli lasciare liberi, ovviamente sempre delimitata dal recinto e..-  “ti amo Regina” Le parole di Malefica e di Emma le tornavano alla mente senza che lei lo volesse… “Forse la stessa che lei trasmette a me..” Regina si portò una mano alla testa. Kathryn si interruppe. –Regina tutto ok?-
-Si continua pure.-
-Ti vedo distratta.- Vuoi fermarti?-
-No no, preferisco continuare, il cliente certo non può aspettare noi.-
-D’accordo. Ti dicevo che infine gli edifici saranno principalmente tre, le posizioni dice che non gli interessano, possiamo farli dove e come li riteniamo più opportuni, l’importante è che siano in regola e che siano sicuri. I materiali per tutto dice che possiamo selezionarli noi, li porteremo alla sua attenzione e poi sceglierà. Mi ha detto esplicitamente che per ogni problema, cambiamento o decisione, che debba essere presa o cambiata vuole essere messo subito al corrente. Insomma parteciperà attivamente a tutto.-
-Beh ci mancherebbe altro, il lavoro lo facciamo per lui-
-Lei-
-Come?-
-E’ una lei.-
-Ah.- Non seppe perché ma subito pensò che potesse essere Emma. Il suo pensiero doveva essere palese perché Kethryn la smontò subito. –No, non è la tua bionda, ovvero è una ragazza bionda, ma è molto più femminile, veste molto elegante e porta una treccia.-
-Primo non è la mia bionda! E secondo io non ho detto niente.-
-No ma lo hai pensato, te l’ho si legge negli occhi.-
-Davvero?- Chiese Regina seria. Kathryn si limitò ad annuire con la testa. –Ci credo che Malefica sia preoccupata!- Disse furiosa con se stessa. –Oooook, mi vuoi spiegare che succede? Tanto che continuiamo a parlare di lavoro e tu non sei presente non concludiamo niente. Sputa fuori il rospo.- Regina si buttò con la schiena sullo schienale della sedia, e sbuffò poco elegantemente per il posto in cui erano. –Sto impazzendo! – Regina esplose di colpo -Malefica è gelosa e questo perché io sono una stupida! Mi sto lasciando trasportare da una donna che è sbucata dal nulla. Insomma, prima d’ora non mi era mai capitato di andare oltre Portland, neanche conoscevo il nome di quella stramaledetta città! E ora tutto insieme spunta fuori lo sceriffo, e quel ragazzino, che sembrano volermi vicina e sai qual è il problema è che anche io lo voglio!! Non riesco a reprimere il desiderio di passare il tempo con loro!- Disse tutto d’un fiato, poi si ammutò.
-Wow.. Direi che tu sei parecchio confusa amica mia.-
-Io vorrei solo dedicarmi a Malefica e alla nostra vita. Avevo pensato di troncare definitivamente questo sottospecie di rapporto, prima che potesse continuare, ma non ce l’ho fatta. L’idea di non rivederla mi ha spezzato il cuore, mi sono sentita male. Non riesco a rinunciare a lei..- Regina si passo una mano fra i capelli.
-Ma questa..-
-Emma.-
-Emma, è sposata, impegnata?.-
-No a quanto so no, ha Henry e basta, il padre del ragazzo è morto e che io sappia è sola.-
-Bene. Perché allora non ti prendi una bella pasa con Malefica, potresti anche provare a frequentare per un po’ questa donna e vedere come va.-
-assolutamente no!- Disse categoricamente. –Non rinuncerò a malefica!-
-Beh non puoi continuare così.-
-Beh io fin ora non ho fatto nulla di male, potrei semplicemente instaurare un buon rapporto di amicizia..- Azzardò a dire Regina.
-Amicizia? Dico, ma ti sei guardata? Sembri un adolescente alla prima cotta. Non è amicizia, tu ti sei invaghita di Emma.-
-No, sai cosa c’è non mi interessa. Non porrò fine al mio matrimonio per una questione di così poco conto.-
-Chiamala di poco conto. Non puoi tenere il piede in due scarpe non è giusto per loro e per te.-
-Non tengo il piede da nessuna parte! Io sto con Malefica. Emma è solo un’amica!.-
-Sssiii! Stai cercando di convincere me o te?.- Disse Kathryn alzando un sopracciglio.
In quel momento il telefono di Regina vibrò. Era un messaggio. “sto tornando in ufficio, se non sono tornata per le 20 non mi aspettare sveglia. Un bacio. Ti amo!”
 –Forse mi sento solo sola e quindi questo desiderio di avere qualcuno accanto mi spinge a credere che Emma per me sia fondamentale quando in realtà non lo è..-
-Ci vuoi credere fermamente vero?-
-Andiamo aiutami, si realistica!-
-Ok, diciamo anche che potrebbe essere solo questo, una volta appurato, che cosa cambia?-
-Cambia, vuol dire che è una cosa passeggera, dovuta all’assenza di Malefica, quindi significa che semplicemente sento la sua mancanza, che amo lei!-
-Spero che tu possa trovare il modo di fare chiarezza. L’importante è che, con Malefica o con Emma, tu sia veramente felice.-
-In questo momento non so più quale sia la mia felicità.- Regina asserii.
-Senti, che ne dici di cercare di mettere tutto da parte? Ci proviamo? Parliamo solo io e te. Delle cose più stupide. Non esiste ne Emma ne Malefica. Solo due amiche pazze, come noi.-
-Sembra facile a dirsi.- Disse sconsolata Regina.
-Provaci, accontentami.- Regina annuì e Kathry cominciò a raccontargli di alcuni momenti divertenti che aveva vissuto al suo ultimo appuntamento “romantico”. Per fortuna in qualche modo, Regina riuscì a concentrarsi solo sui racconti di Kathryn, anche se il pensiero di Emma Swan, non la abbandonò mai del tutto.

14:40
Emma e i suoi erano ancora seduti al tavolo del bar, avevano mangiato e parlato di quanto accaduto poco prima con Regina, Emma era entusiasta, si vedeva da lontano. Ma purtroppo per lei un nano in particolare aveva sempre avuto un tatto particolare. Infatti Brontolo prese parola interrompendo l’allegria di tutti. –Allora dolcezza, cosa facciamo?-
-Brontolo? Ma non puoi goderti due minuti di serenità?!- Gli disse Ruby, esasperata quanto il resto del gruppo, mentre serviva il dolce. –No se ciò che aspetta richiede molto, molto tempo!-
-Tranquilla Ruby. Ad ogni modo ancora non lo so. Devo prima sapere una cosa e poi allora deciderò il da farsi.-
-Nel frattempo cosa facciamo?- Gli chiese Elsa.
-Nulla, ci godiamo le giornate così come vengono, come abbiamo sempre fatto. Tu continua a occuparti del progetto con Kathryn, tienila tu aggiornata delle novità, e di ogni cosa si decida qui. Va tenuta informata dato che non è sicuro che venga fino a qua e si faccia vedere con noi.-
-Va bene-
-Ruby tu dopo vai da belle giusto?-
-Si perché?-
Emma si alzò e andò a parlare a Ruby in disparte. –Ci sono novità di Tremotino?-
-No, Belle è molto scoraggiata. Quando siamo tornate nella valle incantata abbiamo cercato informazioni, non so a quanti abbiamo chiesto di lui ma nessuno sembra averlo visto.-
-E’ impossibile. Insomma deve pur essere da qualche parte.-
-Hey tranquilla, lo troveremo, lo hai trasformato in un eroe, sa badare a se stesso ora. Ovunque sia e in qualsiasi guaio si trovi sono certa che sta bene e in qualche modo lo ritroveremo. Cerchiamo di non farci scoraggiare e di affrontare un problema per volta.-
-Si hai ragione è che tutte queste situazioni mi danno alla testa.-
-Dai fatti forza. Sei tu che devi guidarci.- Le offrì un sorriso sincero e tornò al banco. Emma tornò al tavolo, si sistemò alla sedia e si rivolse a Henry. –Ragazzino dimmi una cosa, l’incontro fra te e Regina è stato casuale o hai messo lo zampino.-
-No io non centro niente, è stato casuale.-
-Henry sai di non poter mentire.-
-Beh diciamo che sono stato io a proporre di andare in quel parco, che casualmente è vicino a casa loro. Ma non sapevo che ci sarebbero venute, quindi si può dire che è stato un caso effettivo al 70%-
-Oh addirittura.-
-Già-
-Va bene ragazzino, ma non forzare le cose. Come vedi vengono da sole. Se rischiamo dii andare troppo oltre..-
-Si lo so già, grazie.- Henry si alzò – Vado, Violet mi sta aspettando- Disse in tono un po’ scorbutico. E se ne andò.
-Cosa ho detto di sbagliato?- chiese esasperata.
-Nulla, solo che non devi dimenticare che anche Henry ha vissuto tutto questo insieme a noi. E per lui è più difficile. Vorrebbe avere un contatto con sua madre e non può.- Le spiegò Mary Margaret.
-lo so, mi preoccupo per lui, non vorrei che andasse storto qualcosa e che si sentisse in colpa. Conosco troppo bene la sensazione e non voglio che accada anche a lui.-
-Sta tranquilla, adesso è frustrato, lascia che gli sbollisca.-
-Va bene. Vado anche io. Ho un giro di ricognizione. Date un bacio al piccolo Neal appena lo andate a prendere.-
-Si certo, a dopo- Disse David. Emma se ne andò con in testa solo una persona, Regina.

15:30
Emma era a bordo del maggiolino che girava per le strade di Storybrook per il solito giro di ricognizione.  Quando all’improvviso, qualcosa la spinse a cambiare direzione. Si inoltrò nella foresta verso la cripta di Regina. Emma non seppe spiegarselo, ma sentiva che c’era qualcosa di strano. E aveva ragione. Arrivata li difronte, vide un donna dai capelli lunghi scuri aggirarsi intorno ad essa. Emma non perse tempo scattò fuori dalla macchina, impugnò la pistola e andò verso di lei –Ferma! Sono lo sceriffo, tu chi sei? Che ci fai qui?-
La giovane donna si voltò ed Emma corrugò la fronte. –Lily? Che ci fai qui?!-
-Nula, facevo un giro e mi sono imbattuta in questa cripta.-
-Dimmi la verità! Sai benissimo che questa cripta è di Regina! Perché sei qui? Che cosa cerchi?-
-Nulla che ti interessi Emma-
-Ti ha mandato Malefica non è vero?- Lily fece qualche passo verso di lei. Emma abbassò l’arma reputando di non averne bisogno.
-Sai Emma, dovresti smetterla. Regina non ti ama più e presto, non avrà neanche più tempo per guardarti o stare ai tuoi giochetti- Disse avvicinandosi sempre di più fino ad essere a un passo da lei. Erano vicinissime. Lily si sporse e avvicinò le sue labbra all’orecchio di Emma. Le parlò in tono più sensuale. –Sai c’è chi farebbe i salti mortali per te, potrei dati molto più di quello che può offrirti lei.- Emma rimase impassibile e le rispose con tranquillità. –Ti sbagli. Lei mi ha gia dato più di quello che chiunque altro avrebbe mai potuto dare per me. Lei mi ha dato la sua vita.-
-Appunto, ti sei risposta da sola. Ti ha gia dato la vita una volta, cosa pensi che ti possa dare di più? Credi che lo ripeterebbe? Io non credo- Continuò cercando di persuaderla, con tono sempre basso. Le posò le mani sui fianchi e avvicinò il suo corpo al suo.
-Emma è ora di voltare pagina. Potrete solo soffrire insieme. Non è questo che voglio e immagino che non lo vorrebbe neanche Regina. Se ti ha dato un'altra possibilità, forse sarebbe il caso che tu la sfruttassi.- Lily stava per avvicinare le sue labbra a quelle di Emma, ma lei girò la testa. –Lei mi ha dato una seconda possibilità, e non ho intenzione di sprecarla. Voglio rimediare ai miei errori, e se non sarà possibile stare insieme, vorrà dire che darò la vita per lei, per far si che lei ed Henry si ricongiungano veramente!- Disse minacciosa. –E ora, toglimi le mani di dosso Lily, non sono le tue che voglio sentire accarezzare il mio corpo.- Concluse freddamente. Lily obbedì, fece qualche passo indietro e rise malignamente. –Mi dispiace per te Emma, potevi avere una possibilità con me, ma così hai dimostrato solo quanto tu sia stupida. Ma voglio poterti lasciare una porta aperta. Perciò vieni pure a cercarmi, se mai cambiassi idea.- Lily si tramutò in drago e volò in alto nel cielo, scomparendo alla vista di Emma. “Che cosa era venuta a fare qui? Cosa cercava?-  Emma corse dentro alla cripta, scese le scale, e cominciò a guardare accuratamente in ogni angolo per vedere cosa potesse mancare. A un primo sguardo sembrava tutto al suo posto, ma era difficile per lei stabilirò con certezza, solo Regina conosceva ogni angolo, ogni oggetto, magico e non , che si celava in quel posto. Quindi il suo giudizio sarebbe stato sempre discutibile. Girò intorno per un po’ ma non vide nulla che potesse essere stato spostato. Se Lily aveva preso qualcosa sicuramente sapeva con certezza dove cercarlo.
Emma si arrese, continuare a guardare quegli oggetti era inutile se non riusciva a capire cosa potesse mancare. Si fermò qualche attimo a guardare quel posto, le venne in mente di quante volte Regina si fosse rintanata qui quando era triste, frustrata, o arrabbiata con lei. “Chissà dov’è che ti vai a rifugiare ora quando vuoi stare sola..” Si perché quello era sempre stato il suo rifugio, il suo posto sicuro. E ora vederlo vuoto, vederlo trascurato le faceva sentire quel vuoto che Regina aveva lasciato, sia dentro che intorno a lei. Ritornare li senza di lei, non era più la stessa cosa.. Ogni angolo di quel posto le faceva venire in mente un immagine diversa di Regina.. Rivide Regina che si muoveva là in mezzo… Regina intenta a preparare una pozione, o a sfogliare il libro delle favole seduta sullo sgabello. Regina seduta a terra disperata per le cose andate male.. I suoi occhi, poi, si soffermarono sul suo specchio e rivide una Regina frustrata e impaurita davanti ad esso… Ripensò al bacio che si scambiarono davanti a quello stesso specchio, fu un bacio dolce tenero…
Che Emma le aveva quasi rubato…

(*)-Che cosa ci fai qui? Credevo di essere stata chiara! Voglio stare sola!-
-Oh andiamo Regina, lo so ho sbagliato, ho fatto un errore madornale ma non l’ho fatto per ferirti. Io non sapevo chi era, l’ho vista li e sapendo che sarebbe morta ho agito di impulso.- Cercò di spiegare Emma.
-E’ questo il problema Emma- Sbottò Regina. –Tu agisci sempre di impulso non pensi mai alle cose e ancora una volta sono io quella che ci rimette!- Disse Regina infuriata. In quel momento avrebbe voluto incenerirla.
-Possiamo ancora rimediare.. Ti aiuterò te lo prometto.- Le disse con tono più calmo.
-Lasciami stare, va via Emma.- Il tono di Regina era un tono stanco.
-No, non posso andarmene lasciandoti così.- Emma si avvicinò a lei.
-Che cosa vuoi, ancora?- Le chiese scuotendo la testa guardandola negli occhi.
-Quello che sento vuoi anche tu..- Emma si fermò davanti a lei, inchiodando i suoi occhi dentro quelli di Regina. Poteva leggervi tutta la tristezza e lo sconforto che sentiva e che cercava di nascondere. Ma c’era anche molto altro.
-Ma di che parli?- Cercò di fingere di non sapere a cosa si riferisse.
-Non fingere con me Regina. Dobbiamo smetterla e accettare le cose per quello che sono..- Aumentò il tono della voce, si fece più decisa. -Tu non sei arrabbiata per aver perso Robin, sei arrabbiata perché questo non ti d’ha la possibilità di evitare di pensarmi e di negare i tuoi veri sentimenti. – Regina a quelle parole assottigliò lo sguardo, si fece minacciosa. Scosse la testa -Tu stai delirando Swan!- Rispose sorridendo ironica e alzando il tono della voce.
-Forse, magari questo mio delirio è la voce della ragione.- Rispose sorridendo
- Vuoi forse negare di essere contenta che io sia qui? Vuoi negare il fatto che ogni volta che siamo vicine il cuore ti batta all’impazzata o che i tuoi occhi brillino? So che è così, e non capisco, perché continui a negarlo, perché non lo accetti e basta? Ammettilo, anche a te palpita il cuore ogni volta che siamo insieme, ogni volta che incrociamo l’una lo sguardo dell’altra. Ci accontentiamo di piccoli gesti che ci rendono felici ma che ci lasciano un insoddisfazione dentro.-
-Swan fuori di qui!- Le urlò brutalmente Regina, ma Emma non si fece impressionare. Andò verso di lei spingendola contro lo specchio. Regina fu sorpresa da quel gesto e non ebbe la forza di reagire. Una parte, la parte che cercava di sottomettere ogni qual volta che la salvatrice le era accanto che la guardava con quel suo sguardo magnetico, voleva ciò che stava per accadere . –E’ vero sono impulsiva e ringrazio di esserlo, altrimenti non farei questo.- Le prese il viso fra le mani e le depositò un bacio sulle labbra. Regina avrebbe voluto respingerla, ma non riuscì a farlo. Si perse dentro quel bacio, proibito, odiato, ma desiderato. Da molto tempo soffocava quelli che erano i suoi veri sentimenti verso quella che era la figlia della sua nemica e ora, che avrebbe dovuto rinnegare ancora una volta quei sentimenti, vi si lasciò andare. Si concesse un solo momento di debolezza con Emma. Con colei che l’aveva salvata dall’odio. Emma da parte sua, cercò di assaporare fino in fondo quel magico momento. Finalmente dopo tanto tempo a desiderare un suo bacio, fra gesti, occhiate, e frasi lasciate a metà, aveva trovato il coraggio di prenderselo. E fu grata di avere la certezza che Regina condivideva i suoi stessi sentimenti. Le loro labbra, finalmente congiunte, ora bramavano qualcosa di più. Fu proprio Regina a cercare di trattenerle più a lungo. Entrambe avrebbe voluto che non finisse mai, avrebbero voluto che il tempo si fermasse in quel momento in modo che le loro labbra non avrebbero mai più dovuto separarsi. Emma staccò appena le sue labbra da quelle di Regina. –Grazie..- Pronuncio quelle parole con ancora gli occhi chiusi.
–Per cosa?..- Le chiese in tono soffocato Regina. - Per non avermi scaraventato via..- Appoggiarono le loro fronti, l’una contro l’altra. Regina teneva gli occhi chiusi, strizzandoli, come se ciò che avesse appena fatto fosse l’errore più grande della sua vita.
–Questo, non vuol dire niente… non è mai successo e non succederà mai più!- Disse categorica. Emma sospirò frustrata. –Regina ti prego, accettiamo l’evidenza.-
-Non c’è niente da accettare.- Regina la allontanò.
-Io non ti capisco, Io ti amo! E tu ami me allo stesso modo! Quindi perché non abbattere queste stupide barriere che ti sei imposta?!.. Perché con Robin si e con me no?! Che cosa cambia?!-
-Dimenticalo o dovrò fartelo dimenticare con la forza! Mettiti bene in testa una cosa Swan, tra me e te non ci sarà mai nulla!- Le disse duramente, mentre una lacrima le solcava la guancia. –E adesso vattene..- Emma esitò ancora qualche istante -Fuori!!- Urlò nuovamente Regina. Ed Emma decise di accontentarla.
-Farò come vuoi Regina, ma spero che un giorno, riuscirò a farti cambiare idea, a convincerti che fra noi può funzionare più che con Robin o con chiunque altro. E questo perché io sono il tuo vero amore..- Dicendo questo Emma uscì dalla cripta, lasciando una Regina del tutto distrutta.


Quei ricordi le procuravano un dolore intenso fin nel profondo del cuore, ma le infondevano anche grande speranza, perché le bastava pensare ai passi avanti che avevano fatto da quella notte. Emma era riuscita a far accettare i suoi sentimenti a Regina a Camelot “Devo ringraziare quel ballo..” Forse per il fatto che lei fosse in pericolo e Regina aveva paura di perderla, o forse perché non ce la faceva più a sopprimere i proprio sentimenti, ma fatto stava che Regina aveva ceduto, quindi Emma decise che non si sarebbe arresa, mai. Avrebbe fatto tornare Regina da lei, in un modo o nell’altro. Dopo tutto, lei era la salvatrice.
16:30
Driinn.. Driiin… Il telefono di Malefica squillò mentre era in ufficio intenta a preparare le carte da consegnare al suo capo. Lo aprì e rispose senza neanche guardare chi fosse.
-Pronto?-
-Sono io.-
-Lo hai preso?
-Si era esattamente dove mi avevi detto. Come facevi a saperlo?-
-Adesso questo non importa. Tieniti pronta, stasera vengo a prenderlo, ci vediamo al solito posto.-
-Si, ma dovremo stare attente perché è possibile che ora sarò tenuta sotto controllo?-
-Perché?-
-Ho incontrato Emma alla cripta. Per fortuna ero già uscita ma sicuramente sospetta qualcosa, e probabilmente mi farà seguire.-
-Questo non sarebbe dovuto accadere!-
-Lo so ma non ho potuto farci niente, in ogni caso ho cercato di depistarla, e la cripta è rimasta come l’ho trovata, nessuno potrebbe dire che manca qualcosa. -
-
Va bene ma da adesso dovremo stare più attente. Se sei certa che non ti farai seguire ci incontriamo al solito posto, altrimenti cambiamo punto.-
-No sta tranquilla, non c’è pericolo.-
-
Va bene, allora ci vediamo stasera.- Malefica chiuse la chiamata e si rimise a lavoro.
 
19:40
Regina, dopo il pranzo con Kathryn, si era chiusa in casa imponendosi di concentrarsi sui dati che le aveva lasciato l’amica per poter stilare un piccolo piano di lavoro. Aveva già adocchiato i giusti materiali da usare e il costo complessivo. Ovviamente aveva cercato di equilibrare prezzo e qualità, ma quando le richieste sono ambiziose si può cercare di risparmiare quanto si vuole che i prezzi sono sempre quelli. “Basta, ho lavorato abbastanza per oggi” Si alzò dalla scrivania, si stiracchiò e guardò l’orologio. “Ma sono gia quasi le otto! Il tempo è volato.” Gia, Regina aveva lavorato ininterrottamente per quasi cinque ore e mezzo senza pensare a niente e nessuno. “Lo sapevo, lavorare mi fa bene” Pensò entusiasta. Scese al piano di sotto e si diresse verso la cucina per prepararsi una camomilla. “Non credo che arriverà per l’ora di cena a questo punto, altrimenti mi avrebbe già scritto.” In quel momento si rese conto di non sapere cosa fare. O meglio, lei sapeva benissimo cosa avrebbe voluto fare, ma cercava di scacciare quel pensiero.
Lei aveva voglia di sentire Emma, e avrebbe voluto tanto avere il suo numero di telefono per poterle scrivere. “Dovrei voler scrivere a Malefica, non a lei..” Regina andò a prendere il suo pc, lo mise sul bancone di marmo dell’isolotto della cucina e lo accese. Aprì una cartella su cui c’era scritto “Matrimonio” e non appena vide le foto di lei e Malefica fu pervasa dalla tristezza. Aveva nostalgia di quei momenti in cui non aveva dubbi, ma solo certezze. Momenti in cui esisteva solo Mal e nessun altro. Si alzò per andare a versare l’acqua per la camomilla che bolliva, la versò nella tazza e mise l’infuso dentro. Lo girò e lo fece sciogliere. Tornò a sedersi, prese un sorso dalla tazza e riprese a scorrere le foto sul pc. Il suo occhio puntò su una foto in particolare. C’erano lei e Malefica davanti alla chiesa. Lei era davanti e Mal dietro, le circondava la vita con le braccia e aveva il mento appoggiato alla sua spalla e la guancia attaccata al suo viso. Sorridevano serene. A un certo punto, come in un flashback, sulla foto al posto del viso di Malefica si sovrappose il volto di Emma. Un volto sorridente, che esprimeva una gioia e una felicità assoluta. Chiuse la foto come se fosse spaventata da ciò che aveva appena visto. Chinò la testa e mise le mani fra i capelli. “Che cosa mi prende?..”  A Regina venne un improvviso giramento di testa. “Che dolore.. Ma che mi succede?..”  Regina si alzò a fatica dallo sgabello e a tentoni, appoggiandosi alla parete, arrivò fino alle scale. Un gradino alla volta, rischiando anche di cadere, riuscì ad arrivare alla camera da letto. Si premette la mano destra sulla testa, il dolore era più acuto di pochi attimi prima. Si distese sul letto e chiuse gli occhi cercando di rilassarsi, ma  il dolore non gli permise di prendere pace. Le scesero le lacrime per il dolore. Cercò disperatamente di calmarsi ma non ci riuscì, e alla fine,  fra lacrime e dolore, si addormento.
21:05
Malefica uscita dall’ufficio si diresse verso la campagna, facendo tutto il giro della città. Quando la superò continuò ancora per un po’ con la macchina finché non si ritrovò lontano da ogni traccia di civiltà. A quel punto scese si trasformò nell’incantevole e possente drago che era, prese il volo e si diresse verso le alte montagne, dietro la città di Storybrook. Volò si e no per cinque minuti buoni. Dopo aver superato la valle che veniva chiamata,  il respiro del drago e questo perché quel punto era sempre coperto da una fitta nebbia, Malefica atterò all’interno di una grotta nascosta, sulla montagna più alta della valle. Li si ritrasformò prendendo le sue sembianze umane. La grotta era avvolta completamente dalle tenebre, ma il suo essere, in parte drago, le permetteva di avere una visione diversa rispetto a quella di una qualunque persona normale, infatti poco più avanti intravide un gruppetto di legnetti mezzi abbrustoliti. Le bastò un soffio e subito si formò un fuocherell caldo che illuminò buona parte della grotta. Poco più a sinistra, Malefica scorse la figura di sua figlia in piedi che la guardava.
–Ciao Lily-
-Ciao mamma.-
-Allora, tutto ok? Ti ha seguita qualcuno?-
-No per ora è tutto tranquillo, ma per precauzione ho fatto un bel giro lungo prima di atterrare qui. Anche se penso che nessuno tranne noi possa arrivare fin quassù.-
-Se si parlasse di qualcun’altro si ma dato con chi abbiamo a che fare sono capaci di questo ed altro, e ci arriveranno, ma quando vorremo noi.- Disse sorridendo Malefica puntando un punto lontano, poco illuminato, della caverna.
–Come sta?- Disse riferendosi a quello che doveva essere un ragazzino. Aveva una benda sugli occhi e una coperta pesante che lo ricopriva facendolo somigliare a un involtino.
-Bene, non si ricorda niente.-
-Sei stata sempre attenta che non ti vedesse?-
-Si ovviamente.-
-Bene perchè fra poco sarà tempo di farlo trovare.-
-E’ assurdo dovergli spianare la strada così, che razza di salvatrice è?-
-Beh a noi fa più che comodo così credimi, almeno abbiamo la certezza che le cose vadano come vogliamo noi.-
-Mah, sarà.-
-Dammi l’anello ora.-
-Ah si certo. Sei sicura che sia il momento?-
-Si, dobbiamo limitare i danni e questo ci aiuterà-
-Ma sei sicura che funzionerà?-
-Si, qualcosa mi dice che presto Regina accetterà di essere inseminata-
-Quindi tutto sta avvenendo per come ci era stato detto-
-Gia, se ci si pensa è quasi inquietante ma è così. Noi dobbiamo solo seguire il piano.-
-Tu ti fidi?-
-Al 100%-
-Va bene.- Lily tirò fuori l’anello da una tasca e lo porse alla madre.
-Cosa vuoi che faccia con lui?- Disse riferendosi al ragazzo.
-Tienilo ancora d’occhio, prenditene cura come hai fatto fin ora, quando sarà il momento di lasciarlo a loro ti avviserò. Nel frattempo sta attenta ad Emma. Non deve scoprire più del dovuto.-
-Sta tranquilla, a lei ci penso io.-
-Molto bene. Mi farò sentire presto.- Detto questo si diresse verso l’uscita, si ritramutò in drago e volò verso il luogo dove l’aveva lasciato la macchina per poter tornare a casa.

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Capitolo 9
*** Martedì 27 ottobre ore 11:21 ***


Buongiorno a tutti amici. Vi chiedo in anticipo scusa per il fatto che in questo capitolo, a musica, mi sono un po' sbizzarrita. Essendocì una festa invece di una sarano quattro le canzoni. Ho cercato di far coincidere il più possibile testo e musica, spero siano di vostro gradimento. Vi invito come sempre a lasciarmi un commento sotto, per me sono uno stimolo a fare sempre meglio. Un saluto a tutti, buona lettura, alla possima
Link (*) https://www.youtube.com/watch?v=Z8WgICeUofY
Link (*2) https://www.youtube.com/watch?v=vt9zxKZZyBE
Link (*3) https://www.youtube.com/watch?v=71IGqqIDRAU
Link (*4) https://www.youtube.com/watch?v=F2tJpAnwA7A


Emma entrò come una furia nel Bar sbattendo fragorosamente la porta. Tutti infatti al suo ingresso si girarono spaventati, clienti e non. Andò dritta al tavolo “riunioni”. Aveva fatto venire tutti li a posta. A esclusione di Kathryn ovviamente. –Ok gente abbiamo un grosso problema da risolvere!-
-Di che si tratta?- Chiese Ruby
-Lily e Malefica stanno tramando qualcosa e non mi piace. Ieri ho visto Lily girare intorno alla cripta di Regina. Aveva l’aria sospetta, e quando ho provato a farle delle domande è stata moto evasiva. Ho controllato la cripta ma sembra che non sia stato trafugato niente, ma non mi convince ugualmente, dato che potrebbe avere preso qualcosa di cui non so nemmeno l’esistenza.-
-Meno male che sei entrata li dentro più volte di chiunque altro qui.- Ironizzò Brontolo.
Emma lo guardò di storto e poi continuò il discorso. –Dobbiamo prepararci, si stanno muovendo e noi dobbiamo farci trovare pronti.-
-Perché non proviamo a seguire i loro movimenti?- Propose David.
-Perché è quello che si aspettano. Sicuramente adesso saranno all’erta.-
-Si, ed è proprio questo il punto, se le mettiamo sotto pressione magari prima o poi sbaglieranno qualcosa.- Intervenne Mary Margaret.
-Sotto pressione? Sorella stai parlando di due grossi terrificanti draghi!- Puntualizzò Brontolo.
-Emma, l’idea di farle seguire potrebbe essere la pista giusta, magari potremmo capire qualcosa di più sulle loro intenzioni, al momento è sempre meglio che stare fermi ad aspettare.- Gli fece presente Belle.
-Ok, visto che avete tanta voglia di mettervi all’opera ecco da domani che cosa faremo. Mamma, tu e Belle andrete nella cripta di Regina e perlustrerete a fondo ogni centimetro di essa per capire se e cosa Lily si è portata via. Ruby tu dovrai cercare di stare dietro a Lily e capire dove si nasconde, con il tuo olfatto dovrebbe essere facile, ma mi raccomando non dovrai fare altro che tenerla d’occhio da lontano e informarci, nessuna iniziativa. Siamo intesi?- Ruby fece segno con la testa. –Per finire- Disse rivolgendosi a David. –Tu e brontolo dovrete tenere d’occhio Malefica, per quanto sarà possibile, stretta sorveglianza, dovrete sapere tutto ciò che fa... Sicuramente si accorgerà di voi ma almeno questo la metterà un po’ più alle strette, saprà di essere controllata e avrà meno libertà.. almeno questa è l’intenzione. Dobbiamo cercare di capire cosa hanno in mente. -
-E con Regina?- Chiese Elsa che fino a quel momento era rimasta zitta.
-A lei ci pensiamo io ed Henry.-
-Beh allora? Che aspettiamo? Forza principino diamoci una mossa!-
-Sei felice di andare a sorvegliare Malefica? Da te mi sarei aspettato una sfuriata.- Disse con faccia stranita David.
-Beh è sempre meglio che stare a non fare niente. Forza muoviamoci, dobbiamo preparare un bel po’ di cose.-
La grinta di Brontolo diede un po’ una scossa generale, si alzarono tutti dal tavolo e si diressero all’uscita del bar per prendere direzioni diverse e potersi preparare ognuno alle proprie mansioni.
15:55
-Regina…- Lentamente aprì gli occhi. La sua vista era come appannata, le ci volle un po’ prima che riuscisse a focalizzare l’ambiente intorno a lei. Ricordò cio che era successo la sera prima, ricordava la foto di lei e Malefica, il volto di Emma e il forte dolore alla testa, poi il vuoto. Avrebbe giurato di sentire una voce chiamare il suo nome, poco prima di svegliarsi, pensò fosse stata Malefica, ma guardando bene intorno a lei non c’era nessuno e la casa dava l’aria di essere vuota. Notò che l’orologio segnava quasi le quattro e si meravigliò di aver dormito tanto. Girò la testa e notò un vassoio sul lato dove dormiva Malefica, un vassoio con quella che doveva essere stata la sua colazione. C’era una spremuta d’arancia, un cornetto alla marmellata e un biglietto. Lo prese e lo lesse.
“Quando leggerai il mio, Buongiorno amore mio, io sarò già in viaggio per Boston. Mi dispiace doverti lasciare questo biglietto ma non avevo il coraggio di svegliarti solo per salutarti. Spero tu possa passare una bella giornata, cercherò di farmi sentire appena posso ma tu cerca di pensarmi il più possibile, io lo farò, sarai al centro dei miei pensieri. Ti amo mia dolce Regina .” Sorrise appena. Malefica era, inspiegabilmente, tornata dolce e affettuosa nei suoi confronti e ora era lei a essere più distaccata. “  E’ solo colpa sua..
Pensò riferendosi ad Emma. Mise i piedi a terra e molto lentamente cercò di alzarsi. Si mise le pantofole e andò al piano di sotto. Si buttò sul divano accese la tv e cercò un canale che potesse essere di suo interesse. Dopo un bel po’ di zapping decise di lasciare su un programma di cucina. Prese il telefono e controllò se per caso ci fossero messaggi o chiamate perse. Non c’era niente, eccetto un messaggio delle 10:15 da parte di Mal
“Mi manchi..” Parole semplici ma concise, che arrivarono subito al cuore di Regina. Più Malefica faceva così, più lei si sentiva uno schifo, si sentiva come se la stesse tradendo, nonostante in realtà non avesse ancora fato nulla di male. “Gli ho nascosto l’evento di stasera..” Pensò in continuo contrasto con se stessa. “A proposito!” Regina prese coscienza del fatto che erano ormai le quattro passate e che di li a poco si sarebbe dovuta trovare al bar di Granny, a Storybrook. “Devo sbrigarmi!” Regina si alzò di colpo ed ebbe un piccolo giramento di testa. “ah.. che dolore..” Si portò una mano alla tempia. “Devo stare attenta.. forse sarebbe il caso di disdire.. Però se non vado quando avrò un’altra occasione così?..- Regina ci rifletté qualche istante e poi finalmente si decise. “Basta, andrò e rispetterò la promessa che ho fatto a Henry, nel caso non mi piacesse sono sempre in tempo ad andarmene.”  Si diresse decisa verso il bagno al piano di sopra ed andò a farsi una doccia.
L’acqua calda scorreva sulla sua pelle dandole un senso di benessere assoluto, era come se ogni forza negativa scivolasse via. D’un tratto un immagine prese posto fisso fra i suoi pensieri. Lei ed Emma sotto l’acqua, strette l’una all’altra, si abbracciavano, si toccavano e si scambiavano baci, alcuni dolci e altri molto passionali. Tutto ciò aveva quasi l’aria di un ricordo “E’ impossibile..” Già, era impossibile fosse un ricordo, lei non aveva mai vissuto quel momento, come avrebbe potuto? Aveva conosciuto quella donna solo 3 giorni prima..
Pensò che quella sensazione fosse dovuta al fatto che desiderava con tutta se stessa che fosse reale, che accadesse davvero. Si, desiderava ardentemente avere la signorina Swan li con lei, in quella doccia, fra le sue braccia. “Bando alle ciance! Devo sbrigarmi!”  Si impose di stare coi piedi per terra e di non lasciarsi trasportare da delle stupide fantasie. Finì velocemente di lavarsi e uscì. Andò alla camera aprì l’armadio e comincio il dramma del “Che cosa mi metto?”. Passò una buona mezzora, in cui aveva praticamente buttato all’aria l’intero armadio prima di trovare qualcosa che la convincesse. Voleva essere elegante ma non provocatoria, non voleva certo d’are l’impressione che volesse attirare le attenzioni di qualcuno in particolare.. Quindi optò per un vestito aderente nero, uno di quelli senza spalline che arrivava fino a metà coscia. A dosso a lei stava un incanto, aderiva perfettamente al suo corpo e risaltava notevolmente le sue forme. Poi si mise una giacchetta bianca, una di quelle che rimangono aperte, con le maniche che si fermavano alle spalle. Era semplicemente incantevole. Ovviamente mise anche per quell’occasione gli orecchini e la collana a cui era tanto affezionata.
tra una cosa e l’altra si erano ormai fatte le 19 passate, si piazzò davanti allo specchio per sistemarsi nuovamente i capelli. “Ok, credo di poter andare..”

(*) 15 minuti dopo era ferma davanti alla porta del bar. Sentiva la musica e gli schiamazzi delle risate delle persone che erano già dentro. Aveva la mano ferma sulla maniglia della porta. “Forza Regina, che ti prende? Sei stata tu a voler venire fino a qui, adesso abbi un po’ di spina dorsale ed entra!” Stava per aprire la porta quando qualcuno dall’altra parte lo fece per lei.
-Regina- Affermò Emma.
-Emma..- Disse sorpresa Regina. - Mi ha anticipata, stavo per entrare..- Cercò di spiegare come se l’avessero colta a rubare. Si sentì avvampare notando che Emma si era fermata incanta a guardarla, aveva appoggiato la testa alla porta e faceva scivolare i suoi occhi su tutto il corpo di Regina, come ad accarezzarlo. Regina non poteva affermarlo con certezza ma era come se Emma stesse cercando di cogliere ogni dettaglio. –E’ bellissima!- Le disse Emma. E solo allora, guardando bene la donna bionda notò il suo abbigliamento.. indossava un pantalone nero che gli arrivavano fino alle caviglie,  non era uno di quelli aderenti ma le stava davvero da Dio, da li indossava un paio di stivali neri con dei ricami in rilievo. Mentre sopra.. Aveva una maglia bianca che le ricadeva gentilmente sul corpo.
–Grazie, ma anche lei sta molto bene vestita così.- Disse sincera Regina. E poi sorridendo aggiunse
– E’ la prima volta che la vedo senza la sua giacchetta rossa-
Emma contraccambiò il sorriso e rispose. –Si, è raro che la tolga, in verità.. mi sono vestita così per lei..- Confessò. Regina che a quelle parole restò a bocca aperta. “Per me?..”
-Ho avuto paura che non sarebbe più venuta.- Continuò Emma in tono più dolce e quasi malinconico. Regina la guardò con espressione più morbida e comprensiva, come se la paure di Emma fossero anche le sue. Emma si rese conto di ciò che aveva detto e si raddrizzò cercando di spiegarsi. –Avevo paura di dover dire a Henry che probabilmente non sarebbe venuta, non volevo dargli un dispiacere.- Regina sorrise chinando leggermente la testa. Poi la guardò e rispose. –Ovviamente. Beh come vede non dovrà farlo.- Gli occhi di entrambe brillavano, persi l’uno nella luce dell’altra.
-Già..- sussurrò felice. - entri, sono già tutti a darsi alla pazza gioia.- Emma aprì di più la porta per far si che Regina potesse entrare.
-Grazie- Varcò la soglia e le ci volle un po’ per abituarsi alla luce più scura che c’era dentro. L’ambiente era illuminato per la maggior parte dalle luci psichedeliche. Era tutto pieno di colori. Visto così il bar aveva più l’aria di un pub. I tavoli erano tutti a lato delle pareti, pieni di cose da mangiare e al centro dove aveva ballato insieme ad Emma, la prima volta che vi aveva messo piede, era zeppo di persone, anche se la maggior parte erano ragazzi dell’età di Henry, che ballavano sulle note movimentate di “Parlami d’amore” un tipo di canzone che Regina avrebbe evitato volentieri di questo periodo, specie avendo accanto una certa persona. –Non si faccia impressionare, questo è il loro turno- Le disse sorridendo Emma.
-In che senso il loro turno?- Chiese incuriosita Regina.
-Per accontentare i gusti di tutti facciamo una canzone l’uno. Una volta una adatta a noi grandi e una volta adatta a loro ragazzi. Come vede ora tocca a loro, anche se molti di noi ballano sulle note delle loro canzoni, e lo stesso succede sulle nostre. Alla fine sono tutte belle e poi siamo qui per divertirci.-
-Beh si, mi sembra giusto- Constatò Regina sorridendole.
Un –PARLAMI D’AMORE!!- Generale urlato a squarcia gola accolse la donna nel locale. Si chiusero la porta alle spalle e stettero qualche istante li ferme a veder i ragazzini scatenarsi a ritmo di musica. Regina guardò quei ragazzi divertirsi e le venne voglia di unirsi a loro. Aveva voglia di ballare magari con la bellissima donna che aveva accanto.
Nonostante l’imbarazzo si sentiva estremamente felice e se si sentiva già dall’inizio così, chissà cosa le aspettava in seguito.
-Venga le faccio conoscere un po’ di persone-
-Oh va bene.- Emma e Regina si fecero spazio fra la folla fino ad arrivare dall’altra parte del locale, vicino alla casse fra l’altro. Per fortuna la musica stava finendo, altrimenti poteva dire addio ai timpani. Una voce riecheggiò nelle casse, era di una ragazza dai capelli lunghi castani, molto magra e che per come era vestita praticamente era nuda. –Ok gente un attimo di pausa, per la vostra Dj e riprendiamo subito!!-
-Ecco quella è Ruby, poi glie la presenterò meglio- Regina storse il naso.
–E’ meglio di come sembra, si fidi.- Affermò Emma vedendo la faccia di Regina.
-Oh, non dubito- Disse ironica. Regina si trovò di fronte un uomo e una donna con un bambino fra le braccia che avrà avuto all’incirca 1 anno. –Regina le presento David e Mary Margaret, loro sono i miei genitori, mentre lui è il piccolo Neal. – Regina strabuzzò gli occhi per la sorpresa –Come i suoi genitori? Ma sono praticamente nostri coetanei!-
-Si, eravamo molto giovani- Disse Mary Margaret sorridendole. Un sorriso che trasmetteva tanto amore.
-Scusatemi- Disse leggermente in imbarazzo. –E’ un piacere- Gli porse la mano e Mary Margaret e David la strinsero a turno.
-E quindi questo è suo fratello.- Dedusse riferendosi al piccolo.
–Si esatto- Le rispose Emma.
–E’ davvero carino- Affermò Regina.
-Ha preso tutto dalla sorella-
-Sempre modesta signorina Swan-
-Sempre- David e Mary Margaret si guardarono e sorrisero complici, contenti di ciò che stava accadendo. Neal si mise a parlottare qualcosa di incomprensibile che strappò un sorriso a tutti i presenti e proprio in quel momento Regina si sentì toccare la schiena, si girò e vide un visino dolce sorriderle. –Sono contento tu sia venuta.- le disse Henry euforico.
-Te lo avevo promesso. Sono abituata a mantenere sempre la parola data.-
-Ne sono contento, ah, ti presento Violet. Lei è la mia ragazza.-
-Oh- Disse corrugando la fronte. –Ciao Violet, piacere di conoscerti.-
-Il piacere è tutto mio signora Mills.- Si strinsero cordialmente la mano.
-Beh Regina.- S’intromise Emma- Conosce mio figlio, conosce me, e la mia famiglia, che ne dice di cominciare a darci del tu?- Regina si trovò spiazzata a quella richiesta. Ma decise di giocare con lei come il gatto col topo.
-Beh non lo so, dipende se lei ne è meritevole..- Rispose con un pizzico di malizia. Emma si avvicinò al suo orecchio e le rispose. –Credimi, lo sono.- Si allontanò e la guardò negli occhi. –Lo vedremo signorina Swan.-  Fu la risposta di Regina.
-Allora con chi ballerai?- Le chiese Henry estasiato. Regina invece sembrò pietrificarsi a quella domanda.
-Oh.. Non lo so, sono appena arrivata, e poi non credo sia obbligatorio ballare giusto?.- Chiese in modo generico guardando i volti divertiti delle persone che la circondavano.
-Bene gente rieccoci!- La voce di Ruby rimbombò nelle orecchie di Regina che era proprio davanti alle casse. –Adesso tocca agli over 25 quindi chi ha qualche richiesta particolare si avvicini e me lo dica che così torniamo subito a scatenarci!- Alcune persone si avvicinarono a lei e dopo poco le casse intonarono le prime note.
(*2)-Perché non mi concede l’onore del primo ballo? Le farò vedere se sono degna o no..-
-Si! E’ un idea fantastica!- Disse Henry con un sorrisetto da cospiratore. Regina non sapeva cosa dire. Era imbarazzata. “Oh andiamo, era ciò che volevi no?”
Poi si rivolse ad Henry -Lo farò, ma solo se dopo mi concederai il grandissimo onore di ballare con me.-
-Accordato!- Disse in un soffio.
-Bene, andiamo?- Le chiese Emma con sguardo malizioso e sorriso furbo porgendogli la mano. Regina fece un cenno con la testa e non disse nulla, prese la sua mano ed Emma la condusse al centro della pista. La bionda non perse tempo, le fece fare una giravolta e la strinse a se con forza. Iniziarono così la loro danza. Emma la faceva roteare spesso su se stessa e non perdeva occasione, se poteva, di toccarle i fianchi fra un passo e l’altro. Regina si faceva condurre tranquillamente standole dietro cercando di non esserle mai da meno. Purtroppo per lei mentre ballava prestava anche ascolto alle parole di quella canzone. Che fosse un caso che avesse deciso di invitarla a ballare proprio su quella canzone, oppure Emma Swan stava cercando di dirle qualcosa. Possibile che la donna che le faceva palpitare il cuore, provava i suoi stessi sentimenti. “no non è possibile”  Eh si perché il giorno dell’incidente lei le aveva detto che amava qualcuno, c’era qualcuno nel suo cuore e questo gia da prima che la conoscesse, e sinceramente trovava del tutto improbabile che con una chiacchierata spinosa e un ballo si fosse perdutamente innamorata di lei, quindi era impossibile che si trattasse di Regina. Probabilmente si stava facendo tutto un film e quella donna stava semplicemente cercando di costruire una buona amicizia. “Regina questa non è amicizia! Questo è puro FLIRT!!” Nonostante i contrasti con se stessa Regina si stava divertendo e fra le braccia di Emma il suo cuore batteva all’impazzata. Emma si staccò e si portò dietro di lei, le accarezzò le braccia finché le loro mani non si ricongiunsero. –che ora ha preso il mio posto dentro il cuore di lei..- Emma canticchiò quella frase all’ orecchio di Regina che non poté fare a meno di spalancare gli occhi. Non capiva, era riferito davvero a lei o si stava immaginando ancora una volta tutto?! Emma non le diede il tempo di formulare altri pensieri che subito le fece fare una nuova giravolta per poi tornare l’una di fronte all’altra, facendo muovere i loro corpi all’unisono. Sembravano davvero una persona sola, si intendevano alla perfezione. Quando tornò a prestare la sua attenzione su  Emma notò che la guardava con sguardo perso. E Regina avrebbe voluto andare oltre, ma non poteva, non doveva! Così decise solo di stuzzicare la sua compagna di ballo. Si avvicinò leggermente di più a lei, Emma le sfiorò la punta del naso con il suo e Regina si ritrasse subito, il suo intento era provocarla e ci stava riuscendo. Decise di prendere l’iniziativa quindi mentre Emma continuava a muoversi ballando Regina le mise una mano sulla spalla e prese a ballare intorno a lei a ritmo di musica, muoveva il bacino in modo provocatorio e lo stesso faceva con i fianchi, le spalle e le gambe. Emma si morse il labbro inferiore e questo per Regina fu un chiaro segno dell’effetto che aveva su di lei. La bionda si girò verso di lei le riprese la mano sinistra con la sua destra, poi mise la sua mano sinistra sul fianco della mora e presero a girare insieme con passi semplici, corti e veloci. Finché sentendo la che la canzone andava finendo, cogliendola di sorpresa le fece fare un elegante casquè proprio mentre la musica finiva. Emma aiutò Regina a rialzarsi. Tennero le mani strette l’una in quelle dell’altra. –Bene ragazzi fatevi avanti tocca a voi. Fooooorzaaa!!-
-E’ stata brava signorina Swan.-
-Anche lei. E’ stata capace di starmi dietro alla perfezione, e devo ammettere che si sa muovere bene. Molto bene.- Emma le fece un sorriso malizioso e poi si spostarono un po’ più a bordo pista. –Emma, le devo chiedere una cosa-
-Mi dica.-
- Sa forse sto solo facendo una gaf ma non ho potuto fare a meno di notare alcuni atteggiamenti e frasi, che forse sono facilmente equivocabili..- Regina cercò di girarci intorno ma Emma la stroncò. –Che cosa sta cercando di dirmi?-
-Io le piaccio?- Le disse diretta. –Insomma ha dell’interesse per me?- Emma si prese qualche momento in cui non fece altro che fissarla.
– E’ complicato, e non credo che potrebbe capire…- Cominciò Emma -Ma se proprio vuole saperlo.. -
-Ok ragazzi tutti in pista che si ricomincia! Questa è per tutti i tifosi di calcio da parte di un gran tifoso dell’Italia!-
(*3) Emma fu interrotta da Ruby che annunciava un nuovo giro. Henry si avvicinò a Regina.
–Come da parola..- Le fece un elegante inchino e le porse la mano –Posso?- Chiese da gentil uomo. Regina sorrise compiaciuta.
-Come potrei mai rifiutare un così bell’invito a un così bel ragazzo?-
-Ti avverto, non sarà lento come quello di prima?-
-Non era poi tanto lento, comunque sta tranquillo ti starò dietro- Gli disse facendogli un occhiolino. Regina fece una piccolissima riverenza e prese la mano di Henry che l’accompagnò vicino alla massa di ragazzi che avevano già preso posizione.
Henry gli fece vedere le movenze che doveva tenere su quel tipo di canzone e all’inizio Regina sembrava quasi imbarazzata, ma poi si sciolse e cominciarono a ballare insieme, divertendosi, come solo una madre con un figlio poteva fare.

Emma li guardava incantata e le parole di quella canzone le facevano tremare il cuore. Voleva ringraziarla, per tutte le volte che l’aveva salvata, per tutte le volte che l’aveva amata. -Credi sia la mossa giusta?- Elsa si era avvicinata ad Emma. –Insomma è chiaro che si sta rinnamorando di te, ma non pensi sia egoistico da parte tua? Che farai se inizierà a ricordare? O se volesse baciarti? In quel caso dovresti impedirglielo e allora come glie lo spiegherai?-
-Credo che questi siano affari miei.-
-Emma sai che sono dalla tua parte credo solo tu stia sbagliando. Vi fate del male inutilmente.-
-No è questo che tu, che nessuno di voi può capire. Vedi quando Regina vuole una cosa, non si ferma davanti a nulla. Quindi se lei davvero mi ama ancora nel profondo del suo cuore e io riesco a riportare a galla i suoi sentimenti tutto il resto non conterà, perché non sarò solo io a correrle incontro, ne a lottare per noi. Sarà anche lei a farlo.-
-E se le cose andassero diversamente?-
-E’ la mia Regina la conosco bene - disse senza smettere di puntare gli occhi su Regina.
-Spero tu abbia ragione, per il vostro bene.- Detto questo si allontanò e la lasciò sola ad ammirare Regina. Guardarla ballare insieme ad Henry era estasiante. Regina aveva preso il via, ballava senza pudore muovendo tutto il corpo, scuotendo anche la testa a tempo di musica. Si chiese se facesse così perché aveva dimenticato la dignità della Regina che era o se questa parte fosse sempre stata dentro di lei, soffocata dalle rigide regole che lei stessa si imponeva. Non sapeva certo rispondersi ma avrebbe tanto voluto scoprirlo. Chiunque avesse scritto quella canzone sembrava aver colto nel segno, l’unica cosa sbagliata era stato dedicarla a una squadra di calcio. Dentro di se, dedicò quelle meravigliose parole alla donna che amava e che ora la stava facendo impazzire ballandole davanti.
David si avvicinò alla figlia. –Sono contento per te Emma, e io e tua madre siamo sempre più convinti che le cose si sistemeranno.- Le disse con dolcezza.
-Grazie, ne sono convinta anche io. -
-Vorresti concedere questo pazzo e scatenato ballo a tuo padre?- Emma rise divertita.
-Non mi perderei per nulla al mondo la possibilità di vederti scatenare papà!- E così si unirono a Henry e Regina. I quattro presero a fare a gara a chi faceva la mossa più stravagante. Henry e David si misero a far finta di suonare la chitarra, Emma invece prese a mimare il cantante cantando la canzone a Regina che batteva le mani a tempo di musica –IN FONDO AGLI OCCHI TUOI BRUCIANO I MIEI !!-.. un urlo complessivo riempì la sala.. Poi tutti e quattro presero a saltare sul posto buttando le mani in aria come gli altri ragazzi. Emma era al settimo cielo .-UN AMORE COSI GRADE!!- continuarono a cantare. Quella era la sera perfetta e il fatto che Regina fosse li con loro, che avesse provato a stuzzicarla mentre ballavano poco prima era il chiaro segno che Emma aspettava. Regina, la voleva. Ed adesso avrebbe fatto di tutto per poter stare con lei, ora più che mai. Regina si avvicinò ad Emma e le due ballarono l’una accanto all’altra sfiorandosi ogni qual volta possibile e il fatto che dovessero stati tutti accalcati per la quantità di gente in piedi a ballare semplificava le cose. Regina non si era mai sentita così felice! Sembrava una serata magica, da favola, ma forse era presto per dirlo.. Regina si sentì qualcosa dentro, una sensazione strana, di terrore, fece segno ad Emma che si sarebbe allontanata un momento e così fece. Si diresse verso i tavoli con sopra le bibite. Si versò un bel bicchiere di acqua fresca e lo bevve tutto d’un sorso. “Che mi è preso?” Quella strana sensazione se ne era andata così, esattamente come si era presentata. Emma raggiunse Regina.
-Hey, tutto ok?- Le chiese preoccupata.
-Si, avevo solo bisogno di bere.-
-Sei sicura?-
-Si assolutamente.-
-Va bene, la canzone ormai è alla fine, vieni mangiamo qualcosa, altrimenti non riuscirai a reggerti in piedi.-
-Si credo sia un ottima idea.-
Le due andarono ai tavoli del buffet mentre la canzone finiva lasciando così il posto a una nuova canzone per gli over 25.

Passarono un ora buona mangiare e parlare insieme ai genitori di Emma e alcuni dei suoi amici. Di questi le aveva presentato un uomo basso, robusto e dai modi molto, molto rozzi, di nome Leroy. Durante una pausa veloce che si era presa la Dj le aveva presentato la famosa Ruby, la donna molto poco vestita che non doveva essere poi così male come sembrava. Sua nonna, la padrona del locale. Ed Elsa una donna dai modi molto raffinati.
-Ok Gente questa sarà l’ultima canzone della serata quindi fatevi avanti e ditemi cosa vorreste sentire!- Disse Ruby.  A quelle parole ad Emma balenò un idea in testa.
-Regina, le andrebbe di provare a ballare qualcosa di più.. impegnativo..- Marcò l’ultima parola come per farle capire qualcosa. E Regina afferrò al volo ciò che aveva intenzione di fare la bionda. “Se accetto è la fine..” Ne era consapevole. Eppure..
-Si, volentieri.-
-Bene.- La bionda andò verso la Dj, le sussurrò qualcosa all’orecchio e quella sorrise. Poi tornò vesro Regina. –Ok, andiamo- La incitò sfidandola. Evidentemente voleva vedere se realmente Regina lo avrebbe fatto. Beh, lo fece. Si rivolse ad Henry. –Tesoro scusami puoi tenermi la giacca? Credo che sia meglio che me la tolga.-
-Certo.-
Regina se la tolse e la lasciò alle mani del ragazzo. Poi si avvicinò ad Emma e andarono nuovamente al centro della pista. Emma le si avvicinò all’orecchio e le sussurrò
–ascolta il testo e balla con me.-
(*4)  –Ok, gente, voglio vedere tante coppiette calienti adesso. Dateci dentro!-
Regina iniziò a preoccuparsi. “Che razza di canzone ha scelto?”
Emma si avvicinò pericolosamente a Regina, i loro corpi aderivano l’uno all’altra, sentiva ogni sua forma premere su di lei e questo la eccitò, ma le fece un effetto ancora più grande quando cominciò a muovere il bacino su di lei a tempo di musica. I loro occhi inchiodati, fissi, come due calamite. Lo sguardo di Emma era provocatorio, ma anche eccitato, era pieno di desiderio e passione. Avrebbe voluto non formulare quel pensiero ma doveva ammettere che quella canzone era dannatamente loro! L’espressione “non vivo più senza te” rendeva chiara l’idea di come si sentiva Regina. Si fece coraggio, poggiò le sue mani sui fianchi di Emma e cominciò a muoversi anche lei. I loro visi erano vicinissimi e i loro respiri veloci. Regina chiuse gli occhi e assaporò quel momento più che poteva. Quel pezzo era così sensuale, e in parte avrebbe voluto che si avverasse ciò che la canzone recitava. “Regina ma che cazzo stai dicendo?!” Emma la scostò le fece fare una giravolta e se la ristrinse al corpo, accarezzando la sua schiena. Sfiorò la guancia di Regina con il suo naso e a Regina uscì dalle labbra un sospiro pesante e desideroso di lei. Il loro era un ballo lento e sensuale. –Che stiamo facendo Emma?- Le chiese Regina, che era praticamente abbracciata a lei. –Finalmente ci diamo del tu?-Regina sorrise con un pizzico di tristezza. –Si, credo sia ora..- Le disse.
- Stiamo ballando..- sussurrò Emma rispondendo alla sua domanda.
-Sai cosa intendo..-
-Ssshhhh..- Emma si staccò leggermente e cominciò a ballare ancora più sensualmente. Regina si sentiva scoppiare la testa. Più guardava quella donna più sentiva crescerle un sentimento profondo dentro, nonché un certo tipo di stimolo e voglia.  
-Prima mi hai fatto una domanda ben precisa.. ascolta e avrai la risposta..-
Regina spalancò gli occhi alle parole della bionda. –Vuoi dire che?..- Voleva forse dire che Regina le piaceva? Perché era questo che la canzone diceva. “Possibile che?” Regina non poteva credere che la sua risposta fosse in quelle rime. Ma poi..  -Mi piaci..- Le sussurrò all’orecchio Emma. Regina si sentì morire. Chiuse gli occhi e li riaprì, voleva essere certa che non si trattasse di un sogno, e fu felice di vedere che non lo era. Emma era ancora attaccata a lei e ballava strusciandosi di proposito sul suo corpo. Senza smettere di muovere i fianchi si portò dietro a Regina e si mise a improvvisare una specie di lapdance, molto molto soft, dato dove si trovavano e chi c’era. I loro respiri erano sempre più pesanti e il desiderio cresceva.. Piano piano,  a passo di danza, Emma tornò davanti al viso di Regina gli posò un leggero bacio sulla guancia e poi.. Poi, proprio come dicava la canzone, porto le sue mani su, lungo la sua schiena, mentre con il corpo e la testa scendeva giù.. E quando si ritrovarono nuovamente faccia a faccia Regina accarezzò la guancia di Emma. Il suo sguardo era penetrante così come la donna che aveva difronte Regina. “Non posso!” Allontanò la mano e così si allontanò anche lei. Regina camminò a passo svelto verso la finestra accanto alla porta, li vi si appoggiò puntando i suoi occhi fuori a guardare chissà cosa. Sentì Emma raggiungerla. –Va tutto bene? Ti chiedo scusa se ti ho turbata.-
-No affatto. Non sei tu ad avermi turbata, ma ciò che mi fai provare…- Emma si avvicinò e le cinse i fianchi con le sue mani, poggiò il mento sulla sua spalla e le parlò dolcemente. Regina a quel contatto chiuse gli occhi e cercò di mantenersi calma.
–Perché cosa ti faccio provare?-
Regina si girò e la guardò dritta negli occhi, le prese il viso fra le mani e le accarezzò gli zigomi con i pollici. –Ancora non lo so di preciso, ma so che è sbagliato. Noi non dovre..- Emma le posò un dito sulle labbra.
-SShhhh. Basta, non dire di più-  Regina sussultò a quel contatto e le sue labbra si mossero da sole. Le baciò il dito. Emma lo scansò e Regina si avvicinò pericolosamente a lei. “Desidero baciarla, almeno una volta.” Il suo desiderio stava per avverarsi.
-Swan!- Una voce le riportò alla realtà. E la realtà fu più dura e amara di quanto Regina si potesse aspettare. Un uomo dietro di Emma la fece girare verso di lui.
–Finalmente sono tornato da te amore mio- E dopo avergli detto queste parole la baciò. Regina si sentì mancare la terrà sotto i piedi mentre rimase a guardare impotente la scena che le si presentò davanti.

Regina rimase pietrificata alla scena che si ritrovò difronte. Le salì un nodo allo stomaco, avrebbe voluto tirare un pugno a quel tizio ma poi si fermò un attimo a riflettere. Lui l’aveva chiamata “amore mio” questo voleva dire che loro due stavano insieme. Emma si distaccò violentemente da lui. –Killian, ma che fai qui?-
-Come che faccio qui? Credevo saresti stata contenta di rivedere il tuo ragazzo.-
Regina ormai era un pezzo di ghiaccio, e quelle parole confermavano tutto. “Che stupida, mi sono fatta prendere in giro come una sciocca!”
Regina prese e uscì dal locale sbattendo furiosamente la porta nell’oltrepassarla. Andò come una furia verso l’auto.
-Regina! Fermati! Non è come pensi!- Regina non si fermò e continuando a camminare senza voltarsi disse solo. –Si dimentichi di me signorina Swan!- Aprì la macchina, mise in moto e se ne andò guardando un’ impotente Emma che si rifletteva nello specchietto retrovisore.

11:45
Emma guardò impotente la macchina di Regina allontanarsi, era a un passo da lei, finalmente aveva ammesso di provare qualcosa per lei e ora era tutto sfumato. Emma si fece seria, e furiosa. Tornò a grandi passi nel locale si diresse verso Killian e gli mollò un potente pugno sul naso e lui non poté che cadere a terra dolorante
-Emma!- Urlò Mary Margaret, raggiunse la figlia seguita da David ed Henry. La musica si fermò. I festeggiamenti erano chiaramente finiti. –Che cazzo ti è saltato in mente?! Perché lo hai fatto?!-
-Perché non ti dai una calmata Swan? Se non fossi intervenuto ti avrebbe baciata! E ora non saresti arrabbiata con me ma con te stessa!-
-Cazzate! L’avrei fermata io, a modo mio! Così hai rovinato tutto!-
-Credimi principessa per te e per tutti noi è molto meglio che lei ti sappia fidanzata che single !- Si rialzò.
-Le cose fra  me e Regina me le guardo io!-
-Beh allora devi fare meglio perché così non andrai da nessuna parte! Sai dovresti ringraziarmi!-
-Ah si? Bene! Ti ringrazio per avermi rovinato ulteriormente la vita!- Disse urlando. Killian gli rispose a tono –No Swan se mai te l’ho salvata! Adesso sarà sicuramente arrabbiata ma almeno puoi star sicura che non ti bacerà per un po’ e indovina? Puoi continuare a conquistarla quanto vuoi in tutta sicurezza! Potrai benissimo farla ingelosire, o flirtare con lei senza rischi, almeno per un po’! Quindi, dovresti ringraziarmi per averti fatto guadagnare tempo! E se ci pensi un po’ vedrai che mi darai ragione!.- Emma lo stava fulminando con lo sguardo era pronta a dargli un altro pugno quando David la fermò.
–Questo non serve a nessuno Emma. Per quanto possa aver sbagliato ad agire in modo drastico devo dire che ciò che ha detto un fondo di verità ce l’ha. E anche se così non fosse, ormai il danno è fatto quindi devi rivedere un po’ i tuoi piani. Adesso calmati e andiamo a casa, riposare ci farà bene. Noi altri faremo ciò che ci hai detto stamattina e tu e Killian invece vedrete come sistemare le cose.-
Emma sembrò calmarsi. Abbassò il braccio e guardando Killian con disprezzo disse un ultima cosa. –Spera solo di non aver rovinato tutto! Spera che ci sia ancora speranza, altrimenti quell’uncino te lo ritroverai a farti da coda!- Per tutta risposta lui fece un sorrisetto ironico alzando mano e uncino come ad arrendersi. Poco dopo, tutti raccolsero le proprie cose per tornare a casa.

01:59
Malefica tornò a casa stanca per il viaggio, buttò la borsa a terra incurante del rumore che provocò e accese la luce. Al centro della stanza seduta sul tavolino c’era Regina che l’aspettava con in dosso solo una canottiera di seta bianco perla. Malefica la guardò con non poca sorpresa.
-Regina.. che ci fai qui? È molto tardi, ti avevo detto di non aspettarmi.- Regina non disse nulla. Si alzò e lentamente si avvicinò alla moglie. –Va tutto bene?- le chiese Malefica. Guardandola bene notò che sembrava aver pianto.
Regina con sguardo malizioso le rispose. -Mai stata meglio!- Prese a baciarla con passione e cominciò a spogliarla velocemente, senza darle il tempo di capire nulla. Malefica rispose volentieri ai suoi baci soddisfatta. Sapeva che sicuramente tutto questo lo doveva ad Emma e ciò non poteva che renderla felice. Regina si distaccò appena dalle sue labbra per poter parlare. –Inseminami, voglio darti un figlio, qui, ora!- Malefica riprese a baciarla, non poteva essere più estasiate a quelle parole, un'altra tappa si stava compiendo e non aveva dovuto far nulla, se non lasciarla nelle mani della donna che diceva di amarla. Mal le mise le mani sui glutei e la sollevò prendendola in braccio. Regina attorcigliò le gambe alla sua vita e si lasciò trasportare dall’euforia di quel momento. Malefica la poggiò sul tavolo e non ci mise molto per esserle dentro. Regina gemette e di li cominciarono la loro “danza”.
Malefica la baciava e la accarezzava su tutto il corpo con la mano libera mentre con l’altra cercava di farla impazzire aumentando la velocità e poi diminuendola, aumentandola e diminuendola. Quando vide che era vicino al culmine uscì da lei. Si diresse verso la cucina aprì il congelatore e prese un piccolo contenitore con dentro quello che era il suo sperma. “essere un drago ha molti vantaggi“ Pensò divertita. Prese una siringa da un cassetto aspirò lo sperma al suo interno e torno da Regina. La guardò seria e le chiese.
–Sei sicura? Non si può tornare indietro-
-Lo so e non voglio tornare indietro, voglio fare un passo in più verso la nostra felicità. Voglio allargare la nostra famiglia, perché tu sei la mia vita e nessun’altro!- Probabilmente a quelle parole non ci credeva neppure, era la rabbia a parlare ma a Malefica stava bene così. –Bene, perché tu sei tutta la mia di vita!!- Malefica la tornò a baciare passionalmente. Tornò ad eccitarla palpandole i seni e stuzzicandole il clitoride, quando sentì che Regina era pronta le entrò di colpo la siringa e piano piano fece uscire il contenuto dentro di lei. Regina venne urlando e stremata si accasciò su Malefica che la strinse forte a se. Stettero in quel modo qualche secondo, poi Mal la prese in braccio come fosse una principessa, fragile e delicata. Le baciò la fronte e a bassa voce le disse. –Ti amo Regina e sarò la donna più felice del mondo se riuscirai a darmi un figlio.- Regina si limitò a sorridere dolcemente alla moglie, accostò il viso al petto di Malefica e si lasciò portare nel letto dove, una volta sistemate, non fece altro che piangere amaramente in silenzio.

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Capitolo 10
*** Martedì 4 settembre ore 14:00 ***


Ciao a tutti amici, vi chiedo scusa per l'enorme ritardo ma è stato un brutto periodo e non ho avuto molto tempo, ma per fortuna adesso sono di nuovo qui con un nuovo capitolo. Vi ringrazio per avermi seguito fin ora e spero che continuerete a farlo. Non so se potrò aggiornare molto spesso perchè ho anche trovato lavoro ma farò del mio meglio. Aspetto sempre con impazienza i vostri commenti per sapere cosa ve ne pare. Vi lascio al capitolo allora, vi auguro ubuona lettura. a presto. un bacio.
Link:https://www.youtube.com/watch?v=HorBLZhAhFs


Driin…
Driin..
Sta squillando… Oh ti prego rispondimi!”
Driin..
Dri.. Tu.. Tu.. Tu..
“Merda!”
Erano giorni che Emma cercava di riuscire a parlare con Regina, ma ogni suo tentativo era vano. un sospiro di sconforto uscì dalle sue labbra. Prese a pensare ai tentativi fatti per avvicinarla..
Mercoledì 28 ottobre
Emma non era riuscita a chiudere occhio e aveva aspettato fino a metà mattinata per potersi mettere in contatto con Regina, ovviamente lei non avrebbe mai potuto avere il suo telefono dato che non se lo erano mai scambiate ma una chiamata a Kathrin bastò a risolvere il problema. Digitò il numero e attese..
Bastarono due squilli e l voce di Regina risuonò dall’altro capo del telefono.
-Pronto?- il timbro della sua voce era molto triste, ed Emma sperò che fosse così per lei.
-Regina! Ti prego non riattaccare ascoltami, non è come pensi, lascia che ti spieghi.-
-Come fa ad avere il mio numero!?- Sentire che era Emma al telefono doveva averla caricata perchè il tono triste scomparve e arrivò da non seppe dove la Regina fredda, dura, una Regina molto arrabbiata..
-Non ha importanza, ti prego dimmi quando possiamo vederci, voglio spiegarti come stanno le cose.-
-Non c’è niente da spiegare signorina Swan quindi non vedo perché dovremmo vederci. Ora mandi avanti la sua vita con la stessa tranquillità con cui la conduceva prima di conoscermi e si cancelli il mio numero!-
-No Regina aspe..-
- Tu TU Tu..- Aveva riattaccato
Provò a richiamarla, ma il telefono squillava a vuoto.. Pensò che forse era troppo presto così decise di provare a darle un po di tempo.
Giovedì 30

-Driin….driiinn..-
-Pronto?-
-Ascolta so che è difficile ma devi credermi hai frainteso la situazione, io non ti ho mai mentito!-
-Per favore signorina Swan si risparmi queste scenate perché sono davvero patetiche!-
-No tu devi ascoltare cio che ho da dirti e..-
-Tu, Tu, TU…-
-Cazzo!-


Sabato 1
-Drin Driin-
-Pronto?..-
-Ascoltami bene puoi anche continuare a buttarmi giu il telefono e io continuerò a chiamare da numeri diversi a costo di farmi ogni giorno una scheda nuova fin tanto che non ti deciderai ad ascoltarmi! Quindi scegli, puoi chiudere adesso il telefono e ricevere altri milioni di chiamate dove non saprai mai se sono io o meno o puoi deciderti finalmente a darmi la possibilità di spiegarmi!-
Ci fu un minuto di silenzio.
-E va bene signorina Swan.. ha vinto lei.. la ascolterò.-
-Davvero?-
-Si..-
-Regina.. vedi io non ti ho mai detto di non essere fidanzata, semplicemente ho detto di non stare con la persona che amo, ed è la verita! Io sto con Killian ma non è lui che amo, ecco.. io in realtà amo..-
-Non c’è bisogno signorina Swan. Lei ha ragione, non mi ha mentito, sono stata io a dare per scontato tutto il resto. Ad ogni modo forse tutto questo è stato un bene, perché altrimenti l’altra sera se non fosse arrivato il suo ragazzo, la situazione sarebbe potuta degenerare e non era il caso. Io sono una donna sposata signorina Swan e non posso permettermi distrazioni.-
-Ti prego non dirmi questo.. Noi non siamo una distrazione.. tu devi sapere una cosa, noi..-
-Non esiste nessun Noi Signorina Swan. Io l’ho ascoltata e si sono convinta che non mi abbia mentito ma nonostante cio ritengo sia opportuno tenere una certa distanza. Non credo che ci rivedremo molto presto..-
-No ti prego, non posso perderti ancora!- le cadde una lacrima.
-Addio Emma- Pronunciò il suo nome in modo dannatamente dolce, poi chiuse.

-Hey faccino triste?- la voce che la riportò alla realtà fu la cosa più irritante che potevano ascoltare le sue orecchie. - Ancora tenti a chiamare? Non ti sei ancora arresa?- Killian si sedette al tavolo proprio davanti a lei.
-Gia e chissà chi devo ringraziare per questo.- Gli lanciò un occhiata fulminante che diceva tutto.
-Ohoh siamo isterici questa mattina.-
-Ti consiglio di non scherzare, sono al quanto irritata!.-
-Beh lo sarei anche io se me ne stessi imbambolata a fissare un telefono anziché correre a riprendermi la mia amata.-
-Cosa credi che abbia cercato di fare nelle ultime tre settimane?! È stato tutto inutile, non risponde alla mie chiamate ne alle mie lettere, e cambia strada appena mi vede davanti a lei!-
-Oh andiamo Swan puoi fare molto meglio di così! Lo sappiamo bene entrambi, usa le maniere forti, d'altronde non sei una donna che non sa come si faccia.-
Proprio in quel momento ad Emma venne un idea. Le si formò subito un gran sorriso sulle labbra. –Vuoi ancora farti perdonare?- Chiese al pirata. –Ovviamente, quale piano diabolico hai in mente Swan?-
-E’ folle ma forse è l’unica speranza che ho, ci stai?-
-Sempre!- E sorrise.

Mercoledì 5 settembre ore 10:20

Regina si trovava sulla piana dove sarebbe dovuto sorgere il più grande progetto a cui avesse mai preso parte in tutta la sua vita, era in piedi davanti a un tavolino di legno sul quale c’era stesa un grande foglio su cui lei stessa aveva disegnato il grande progetto, e non faceva che osservare gli operai che si erano finalmente messi all’opera. Udì il rombo di una macchina in lontananza, Kathryn si era finalmente decisa a raggiungerla. Poco dopo infatti la macchina si parcheggiò proprio accanto a quella di Regina e di li scese la sua collega.
-Hey buongiorno.-
-Ti sei svegliata ora ? Sai bene che esigo il massimo da me e dai miei collaboratori quando si tratta di lavoro!-
-Hey calma, lo so perfettamente ma ho fatto tardi perché sono andata a prendere la finanziatrice di tutto questo, lascia che te la presenti.-
Solo allora Regina fece caso alla donna che c’era dietro a Kathryn.
-Lei è Elsa. Elsa lei è Regina, sarà lei a dirigere l’operazione di tutto.-
Le due donne si scambiarono la mano.
-è un piacere per me conoscerla- Le disse Regina.
-Il piacere è tutto mio, Kathryn mi ha parlato molto di lei, mi ha detto che non potevo capitare in mani migliori e spero tanto che sia così.-
-Si fidi, lo è. Ora mi deve scusare ma devo tornare a dirigere l’operazione lei se vuole può restare a guardare.- Le disse regalandole uno sguardo però che diceva tutt’altro.
La donna era chiaramente a disagio e non riuscì a sostenere il suo sguardo, ma non si fece mettere da parte.
-Si volentieri, voglio accertarmi che non ci siano problemi e che tutto corrisponda ai requisiti che deve avere.-
Regina si limitò a fare un cenno con la testa e tornò a concentrarsi sui lavori. Kathryn prese posto vicino a Regina e cominciarono a parlare di misure e procedure varie.
La loro mattinata passò in fretta, gli operai andarono in pausa pranzo ed elsa che era amica di alcuni di loro  si unì alla combriccola. Kathryn approfittò dell’occasione per parlare con Regina.
-Mi puoi dire che cosa è successo ?-
-Non capisco di cosa parli.- Regina fece finta di non capire e continuò a sistemare le carte.
-Non prendermi per una stupida Regina, ti conosco bene e so che quando ti comporti così è perché sei triste. Quindi smettila di fare la dura e dimmi cosa sta succedendo. C’è qualcosa che non va con Malefica ?-
-No è tutto perfetto.- disse con non curanza.
-C’è qualcosa che non va con Emma?-
Regina si bloccò di colpo e tacque. Kathryn ci aveva preso.
-Lei..-
-Lei?..Che è successo?-
Regina si irrigidì e divenne visibilmente più nervosa.
-Niente. Assolutamente niente!-
-Regina non si direbbe proprio.- Regina cominciò a tremare -avanti dimmi la verità sai che con me puoi parlare di tutto io..-
-E’ questa la verità! Non è successo un bel niente!! E’ proprio questo il punto!! Mi ha illusa!!- Sbottò all’improvviso Regina. Lacrime lente cominciarono a scivolarle lungo le sue guance –Lei è impegnata ha un compagno e per tutto questo tempo ha esplicitamente flirtato con me! Per tutto il tempo mi ha presa in giro e quel che è peggio è che io ci sono cascata!! Mi sono lasciata trasportare dai suoi modi, dalla sua voce e da quei suoi maledetti occhi!!- Batté una mano sul tavolo mentre le lacrime scesero più velocemente una dietro l’altra.
Kathryn non capiva era rimasta frastornata alle parole di Regina. Emma non aveva nessun compagno e poi, se aveva capito bene, Regina si stava lamentando che non era successo niente?
-Ok.. mi devo essere persa e siccome ho un sacco di domande da farti che ne dici di andare a pranzo anche noi?-
Regina non rispose, restò a capo chino. Kathryn si avvicinò a lei, le poggiò una mano sulla spalla e le sollevò il viso. –Regina… non ti ho mai vista così…- Regina la guardò con gli occhi lucidi, le scese ancora una lacrima. –Ti sei innamorata?-
Lo sguardo di Regina cambiò, come se avesse appena appreso una nuova terrificante verità.
-Dai vieni, andiamo a mangiare un boccone così parliamo un po’ e mi racconti tutto dall’inizio.- Cercò di scuoterla. –Anche perché non ci capisco nulla.- Le disse sorridendo. Regina cercò di ricomporsi, si asciugò il viso con un fazzoletto che tirò fuori dalla borsa. –Si, va bene.-
-Ok- Kathryn le offrì un altro sorriso sincero. –Vieni prendiamo la mia macchina, tanto poi dobbiamo tornare qui.- Le due si diressero alla macchina e una volte sistemate si misero in cammino verso Storibrook.

13:15

-Con tutti i posti possibili dovevi portarmi proprio qui a mangiare?!-
-A Storibrook è l’unico posto decente che c’è e gli altri sono oltre il confine non avremmo fatto in tempo a parlare di tutto e fidati, c’è mooooolto di cui parlare.-
-Non voglio incontrarla!-
-Non la incontrerai. Ora forza sputa il rospo.-
-Non so da dove cominciare.-
-Beh puoi iniziare dicendomi come è andata la festa, perché da quel giorno sei sparita, ti sei chiusa in casa e ti sei fatta viva solo ieri per farmi sapere che saresti venuta al cantiere.-
-Beh, è stata una serata magnifica.. abbiamo ballato tutta la sera e le canzoni su cui mi ha fatto ballare lasciavano un messaggio sospeso fra noi.. quella sera mi sono sentita davvero felice…- Disse, e sul suo volto si disegnò un triste sorriso che si spense subito dopo al pensiero di quello che successe dopo.
-Almeno finché non è comparso il suo uomo..-
-Ecco questo è interessante. Sei sicura di non aver frainteso ? Sai magari avevi alzato un po’ il gomito e hai capito capre per cavoli.-
Regina la guardò allibita. –A volte hai una finezza stravolgente.-
-Ti ringrazio, temevo non si notasse.- Disse sorridente e con l’aria da pazza, almeno secondo Regina. –A volte penso tu non sia normale.-
-Meno male, altrimenti non mi si noterebbe. Comunque non cambiare argomento rispondi alla mia domanda.-
-Mi dispiace deluderti ma non avevo bevuto e non penso si possa fraintendere uno che dice “Sono tornato da te amore mio” !-
-Oh.. Beh in effetti come frase è incisiva..-
Furono interrotte da Ruby che portò loro cio che avevano ordinate e ci fu un brevissimo sguardo di intesa fra lei e Katrhyn che Regina non notò.
-E’ molto incisiva!.- Ribadì Regina.
-Ok che tipo è? Descrivimelo.-
-Ah, beh un montato, presuntuoso. Probabilmente uno che viaggia molto per lavoro. È alto, capelli neri, un leggero pizzetto fisico indifferente.-
-Praticamente mi descrivi un tipo da urlo!- Esclamò Kat immaginando, dato la descrizione di Regina chi fosse questo tizio misterioso.
-Se lo dici tu!-
-Ok senti e questa cosa ti infastidisce parecchio ?-
-Che cosa?- Rispose infastidita.
-Il fatto che lei abbia un compagno.-
-Assolutamente no! Può stare con chi gli pare la cosa che mi fa rabbia è che non me lo abbia detto chiaramente io sono stata sincera e ho detto fin dall’inizio le cose come stavano e lei mi ha corteggiata!-
-Rispondimi Regina. Ti sei innamorata?-
-Io non la metterei su questo piano..-
-Io invece si e la risposta è semplice devi sol dirmi o si o no. Quindi?-
Regina rimase in silenzio qualche istante non sapendo neanche lei quale fosse la risposta giusta.
-No..- Regina guardò Kathrin.
-No?- Ripeté Kathryn
-Si..-
-Si?!- ripete ancora Kat entusiata.
-No.. insomma non lo so, ma che importanza vuoi che possa avere?!-
 Kathryn rimase a bocca aperta e con gli occhi spalancati. –Ok, tu sei stra innamorata, te lo dico io.-
-No, e poi anche fosse non ha la minima importanza io non sono sua e non lo sarò mai!-
-lo vorresti ?-
-Kat vorrei ricordarti che sono sposata e sto bene con mia moglie!-
-Oh andiamo Regina, svegliati! Pensa alla tua felicità! È qui a un passo da te non devi far altro che prenderla, fregatene di Malefica e comincia a rincorrere cio che vuoi davvero anziché frenarti e fare la perfettina del cazzo!- Regina spalancò gli occhi e fu molto sorpresa dalle parole della sua amica. –Come hai detto ?-
-Mi hai capito bene Regina!-
-Anche fosse sta con un altro.-
-Non mi pare ci siano problemi, da quanto mi hai detto sembra che anche lei provi qualcosa per te e forse sta solo aspettando che tu faccia un passo verso di lei per poter essere convinta a lasciare il suo uomo. Avanti Regina fatti valere, vattela a prendere!-
-E se lei non mi volesse? Se si fosse solo voluta divertire fino ad adesso?... non sopporterei un suo rifiuto...- Ammise tristemente Regina.
-Se fosse stato così non avrebbe cercato di mettersi in contatto con te fino ad ora per cercare di darti spiegazioni, non credi ?-
-Forse.-
-Allora ecco cosa farai. Questa sera finito di lavorare prima di ogni altra cosa le scriverai o se te la senti sarebbe ancora meglio se la chiamassi, e gli dici che vuoi vederla per parlarle e li gli dirai tutto quello che senti.-
-E con Malefica ?  Come la metto? Io le voglio bene non voglio ferirla.-
-Se continuerai così ferirai molte più persone, credimi.- Regina annui debolmente.
-Si probabilmente hai ragione tu.- Si perse con lo sguardo nel vuoto per qualche momento. -é che tutta questa storia è così assurda, la mia vita filava perfettamente finché non è arrivata questa donna a incasinare tutto.-
-O a migliorarlo.. Devi ammettere che era da parecchio che non ti sentivi così. Non so da quanto tempo è che non ti vedevo gli occhi così luminosi al solo parlare di una persona. Dammi retta stasera chiamala e fissa un appuntamento per potervi parlare e dirvi cio che sentite di li poi deciderai come muoverti, se come pensi non ti ricambia ci metti una pietra sopra e vai avanti con malefica, ma se al contrario anche lei prova cio che provi tu allora parlerai con Mal e darai vita a una nuova storia d'amore.-
-La fai così facile tu.-
-Amica mia, è facile. Devi solo crederci.- Per il resto del pranzo Kathryn non fece altro che incoraggiare Regina e darle delle dritte su cosa dire e come comportarsi in qualsiasi ipotetico finale. Fino a che non si fece l'ora di ritornare al cantiere. Regina pagò il conto e tornarono alla macchina. Non sapeva spiegare il perché ma dopo la conversazione con Kat si sentiva più leggera e meno tormentata. Doveva prendere il toro per le corna e affrontare la donna che aveva portato scompiglio nella sua vita, una volta per tutte.

15:40
-Mary ancora niente?-
-No, sai emma è molto fiduciosa ma per quanto io possa conoscere Regina non conosco altrettanto bene la sua cripta, temo che non riusciremo mai a capire se lily ha rubato qualcosa o meno.-
-Gia lo credo anche io. Forse un incantesimo ci potrebbe aiutare, peccato che non ne sappiamo neanche uno.-
-Forse non ce n'è bisogno..- Mary margaret si bloccò di colpo. -Fammi dare un occhiata alla lista che abbiamo fatto.-
-Ti è venuto in mente qualcosa?-
-Forse, è un oggetto a cui Regina teneva molto, e che tempo fa aveva anche distrutto ma era riuscita a riaverlo, e questa è una cosa che nessuno sa eccetto me.-
-E di cosa si tratta?-
-Non ne sono sicura.. è solo un ipotesi, ma...- Mary margaret smise di proferire parola.
-Che c'è?-
-In questi giorni abbiamo perlustrato ogni centimetro giusto?-
-Si, esatto-
-Voglio dire, non abbiamo tralasciato nulla, cassetti, cofanetti, nulla?-
-No, abbiamo controllato ogni centimetro ma tutto era al suo posto.-
-Esatto, ma fra tutte queste cose ne manca una sola.. e a meno che non ce l'abbia con se Regina è quello che ha trafugato Lily.-
-Dobbiamo avvisare Emma.-

15:40

Ok ora basta! Sono giorni che la perdo sempre nel solito punto questa volta riuscirò a starti dietro!” Ruby si trasformò, all'inizio della foresta, nel magnifico e possente lupo nero. Ora vedeva molto più lontano di quanto potesse fare nel suo stato da umana, ed eccola li, proprio nel cuore della foresta, pochi attimi e si trasformò in un enorme drago lillà dai colori lucenti. Un battito d'ali e prese il volo. “Questa volta sei mia!” Uno scatto e Ruby andò all'inseguimento del grande drago viola, cercò di mantenere una distanza adeguata per non finire nei guai ma abbastanza vicina da non perdere le sue traccie. Passarono la foresta, i campi di grano abbandonati e le colline del tramonto. “Bene, siamo quasi al ruscello, alle rocce di granito che portano alle montagne, qui l'ho sempre persa fin ora ma stavolta non accadrà! Mi avvicinerò di più!” Il drago si stagliava sopra di lei, ma successe qualcosa di insolito dalle altre volte. “Ma cosa fa?!” Lily stava rallentando, si stava preparando ad atterrare. Ruby si fermò e cercò di nascondersi fra gli alberi. “Ma dove va?”  Lyly atterrò al suolo, ai piedi di una grande cascata, si ritrasformò, camminò vicino agli alberi costeggiati alla destra della cascata dopo pochi passi, entrò dentro alla cascata.
“é sparita.. deve esserci un passaggio dietro, ma dove porta e perché oggi ha cambiato direzione? Non posso neanche entrare, potrebbe essere una trappola...” Ruby pensò un attimo a cosa fosse stato meglio fare. “Non ho scelta non posso avventurarmici da sola, devo avvertire Emma.” Fece un veloce dietro front, correndo più che poteva verso storybrook. 

15:40

-
Comincio a pensare che non otterremo mai niente! Fin ora non ha fatto niente di losco ne di anormale e anche lo avesse fatto non potremmo saperlo dato che non possiamo guardare il suo cellulare!- Brontolo cominciò ad esprimere la sua totale frustrazione mentre addentava un panino.
-Beh sei tu che non vedevi l'ora di metterti all'opera.-
-Si ma pensavo potesse essere più entusiasmante, speravo commettesse qualche errore, ma fin ora non ha sgarrato di una virgola!-
-Stasera ne parleremo con Emma e vedremo cosa fare. Purtroppo anche io credo che continuare a pedinarla non ci porterà a nulla ma mi fido di Emma.-
-Si lo so bene, anche io ma sinceramente in questo momento mi divertirei di più al cantiere insieme ai miei fratelli che qui in questa macchina con te.-
David gli scoccò un occhiataccia -Beh ti ringrazio, sono contento di sapere che la mia compagnia ti è così gradita.-
-non ho niente contro di te caro principe semplicemente ho il culo che mi è diventato una sottiletta.-
-oh- David corrucciò la fronte. Erano ore che si trovavano fermi sotto la palazzina che ospitava l'ufficio di Malefica ed entrambi erano allo stremo, per giorni il loro ittinerario era stato questo: Dalle 8:00 del mattino fino alle 13:00 appostati sotto il suo posto di lavoro. Dalle 13:00 alle 13:30 poco più  distanti del ristorante dove andava pranzare e dalle 13:30 fino alle 19:00 di nuovo sotto l'ufficio. Eccezione fatta per quando si spostava per andare ad appuntamenti di lavoro per nulla interessanti. Da quello spionaggio non avevano ottenuto nulla e speravano vivamente che i loro amici potessero avere più fortuna di loro.

16:00

Emma stava facendo un giro di perlustrazione in macchina quando il suo telefono cominciò a squillare. -Pronto-
-é tutto a posto-
-Ottimo, hai preso tutto ? E come hai fatto a trovare la persona giusta ? -
-Hey così mi offendi piccola, ho le mie conoscenze. Vedrai farà un ottimo lavoro.-
-L'importante è che sia convincente ma che non faccia niente di stupido e sopratutto non deve esagerare!-
-Hey tranquilla ci possiamo fidare.-
-Bene, lo spero proprio altrimenti dovrà vedersela con me.-
-Tu come stai Swan?-
-Starò meglio quando tornerà a rivolgermi la parola.-
-beh allora fra non molto-
BIP..BIP..
-Devo andare ho un altra chiamata, ti richiamo.- chiuse la chiamata con Killian.
-Pronto?-
-Emma ascolta Forse abbiamo trovato qualcosa ma per esserne sicure dobbiamo entrare in casa di Regina pensi che sia possibile ? -
-Ah beh credo di si, se mi dite cosa devo cercare vado subito.-
-Ah non credo che potresti riconoscerlo preferirei andare io di persona.-
Emma corrugò la fronte. -Uhm va bene, aspetta solo un momento in linea ok?- Emma accostò l'auto e digitò il numero di David. Un solo squillo e rispose.
-Emma dimmi-
-Ascolta Malefica è li in ufficio?-
-Si non si è mossa e non credo lo farà, perché ? Ci sono novità ?-
-Forse, ascolta ho bisogno che mi avvertiate se si sposta specialmente se vedete che si dirige a casa prima del previsto, in tal caso inventatevi qualcosa per prendere tempo e farla rallentare ok?-
-Va bene, ma perché ? Emma che sta succedendo.-
-Ora non posso spiegarti ci risentiamo appena tutto sarà finito.- riagganciò con David e riattivò la chiamata con MaryMargaret.
-Ok posso accompagnarvi io e farò il palo sotto caso, David ci avviserà nel caso malefica si muovesse prima del previsto.-
-E regina?-
-Lei è al cantiere e penso che ne avrà ancora per un bel po'. Ci incontriamo all'inizio della foresta.-
-Va bene, a fra poco.-
La chiamata terminò ed Emma fece un'inversione a U per andare a prendere Belle e MaryMargaret eccitata all'idea di aver fatto passi avanti.

-Allora, che cosa stiamo andando a cercare a casa di Regina?-
-Un oggetto che per lei è sempre stato molto importante da cui Regina non si sarebbe mai separata e che nella cripta non ho trovato e se non è neanche a casa sua vuol dire che è l'oggetto che a preso Lily.-
-Ok va bene ma mi vuoi dire che cosa è? Perché tutto questo mistero?-
-Perché non voglio dare false speranze e poi perché è una cosa che riguarda Regina!-
-Ok va bene, non ti scaldare. Ma se riguarda lei allora perché tu ne sei a conoscenza?-
-La domanda principale non è come ne sono a conoscenza io ma come ne siano a conoscenza Malefica e Lily e sopratutto a cosa gli possa servire!-
-Ok... mi sto iniziando a preoccupare..-
-Si.. anche io.- ammise Marymargaret. -Come facciamo a entrare in casa? Non dirmi che hai le chiavi?-
-No, entreremo con il caro vecchio stile.-

la macchina dello sceriffo si fermò all'incrocio dietro al palazzo ove abitava Regina.
-Ok Belle tu resta qui in macchina se ci dovessero essere problemi chiamaci-
-Va bene.-
Emma e MaryMargaret scesero dal veicolo e con la massima discrezione andarono verso il palazzo. Entrarono, presero l'ascensore che portava all'ultimo piano e si fermarono davanti alla porta.
-E adesso?- Chiese MaryMargaret.
-Scusa, mi serve questa.-
-Hey- Emma prese una forcina che MaryMargaret portava fra i capelli e con un piccolo attrezzo sottile che tirò fuori dalla tasca cercò di forzare la serratura.
-Ah era a questo che ti rierivi.-
-Beh diciamo solo che con le buone maniere si ottiene tutto.- si sentì uno schiocco e la porta si aprì.
-Visto? Dopo di te.-
Le due donne entrarono, chiusero la porta dietro di loro e MaryMargaret cominciò a cercare.
-Dunque, credo che se lo ha lo tiene di sicuro in camera. Forza vieni, andiamo al piano di sopra.-
-Si va bene.-
Salirono le scale passarono la stanza degli ospiti e il bagno fino a che non si trovarono proprio di fronte alla camera di Regina. Mentre sua madre cominciò la sua accurata ricerca, Emma si perse ad osservare la stanza. Era semplice e spoglia, non aveva nulla di confortevole e questo non sapeva se la rendesse felice o triste. Quando poi posò lo sguardo sul letto senti crescere una rabbia e una gelosia immensa. Era li che lei dormiva e al suo fianco c'era Malefica. Chissà quante volte avevano consumato su quel letto, fra quelle lenzuola. Si avvicinò al letto. La comodina alla sinistra doveva essere di Regina dato la foto del padre che vi era sopra.
Istintivamente accarezzò le lenzuola immaginando la sua amata dormire profondamente sotto di esse. E i ricordi di un momento magico riaffiorarono alla sua mente.

Camelot
(*) Le note della canzone sulla quale stavano meravigliosamente danzando finirono ed Emma e Regina si ritrovarono ferme, l'una davanti all'altra.
Qualcuno dietro di loro batté le mani in segno di consenso.
-Wow, siete due splendori.- Robin fece qualche passo verso di loro e si avvicinò a Regina.
-Se avete finito posso riavere il piacere?- Chiese gentilmente ad Emma.
Lei rimase ancora qualche secondo a fissare Regina senza dire nulla. Un leggero velo di lacrime cominciò a coprire i suoi occhi.
-Si scusami, è tutta tua.- Emma si girò frettolosamente e si allontanò.
-Emma- Killian la chiamò cercando di attirare la sua attenzione ma lei tirò dritto.
-Che succede?- Robin si rivolse a Regina chiaramente preoccupato.
-é meglio che vada da lei, scusami.- Regina si precipitò nella stessa direzione presa da Emma. Si alzò il vestito e cercò di aumentare l'andatura del passo per starle dietro.
-Emma fermati.- Le disse autoritaria Regina, ma la giovane non le diede retta e continuò a camminare verso le sue stanze. “Dannazione! Non fuggire da me Emma!”
-Oh ma guarda, ti sta venendo dietro. Sai se davvero vuoi seminarla ti basterebbe usare la magia.-
-Sta zitto non voglio ascoltarti.-
Tremotino, o ciò che era la sua immagine continuava a tormentarla. Salì le scale che portavano alla sua stanza. Aprì la porta.
-Oh andiamo non vorrai sentirti dire nuovamente che non ti vuole? Avanti usa la magia, essa è la risposta a tutti i tuoi problemi-
-Basta non voglio ascoltarti!! Esci dalla mia testa!!- Emma urlo, si prese la testa fra le mani, e le lacrime cominciarono a rigarle il viso. Regina la raggiunse chiuse la porta dietro di loro e con un gesto spontaneo l'abbracciò. Emma spalancò gli occhi per la sorpresa ma si fece cullare da quella sensazione di benessere che il contatto con Regina le procurava.
-Non lo ascoltare- Tre semplici parole dette dalla donna che amava bastarono per allontanare la presenza opprimente di Tremotino dalla sua testa. Ora non c'era niente. Solo lei solo Regina, e i loro corpi uniti.
Emma ricambiò l'abbraccio e circondò i fianchi della sua amata. Finalmente poteva stringere Regina con il suo consenso. Restarono in quel modo, per qualche minuto, forse qualche ora, il tempo non importava, sembrava essersi fermato. Finché Regina non ruppe il contatto con il corpo di Emma per crearne un'altro diecimila volte meglio. Le prese il viso fra le mani, con i pollici asciugò le lacrime che ancora scivolavano lungo le sue guance ora arrossate per il tenero contatto con le mani della sua amata, mentre gli occhi di Regina penetrarono il suo sguardo triste.
-Mi dispiace tanto Emma. Ora mi rendo conto che rinnegare i miei sentimenti non porterà a niente di buono. E non voglio lasciarti sola proprio ora. Perché la verità è che voglio te, ho sempre voluto te. Non voglio che tu corra per allontanarti da me ma per venire a rifugiarti da me! Non sono brava in queste cose Emma ma la verità è che ti amo!- Regina si avvicinò alle sue labbra fino a baciarle.
Emma si sentì improvvisamente libera, come se stesse volando lontano da tutto il male , lontano da quella realtà che prometteva morte e distruzione. Emma strinse più forte a se il corpo di Regina presa da una felicità indescrivibile. Regina sorrise senza dare modo alle sue labbra di staccarsi da quelle di Emma. Fu un bacio lungo, intenso e pieno di amore. Quell’amore che da tempo chiedeva di essere libero di manifestarsi e che ora non aveva alcuna intenzione di essere represso ancora. Con non poca riluttanza si staccarono.
-Come ti senti?-
-Meglio.-
-Mi fa piacere. Perché adesso non ti sdrai? Io torno subito-
-No, non mi lasciare, se te ne vai lui tornerà..-
-So che gli puoi tenere testa, non permetterò a questa forza oscura di portarti via. Avanti, io torno subito. Promesso.-
-Va bene.-
-Brava.- Le baciò delicatamente la fronte e uscì dalla stanza.

Emma si era messa nel letto da un po' ormai e Regina non era ancora tornata. “Forse è con Robin ora..”
-Gia, in fondo tu non puoi competere con lui.- Disse Tremotino
-Sparisci! Non voglio ascoltarti!-
-Purtroppo dovrai farlo, sono nella tua testa. Parliamoci chiaro salvatrice, tu ora sei la signora oscura mentre lui è l'eroe. Non puoi competere-
-Ha finalmente ammesso di amarmi, non lo farebbe mai!-
-Guarda in faccia la realtà, lei sta solo cercando di tenerti buona perché sa bene che potresti fare del male alle persone che ama e fra queste di certo non ci sei tu!-
La porta si aprì di scatto e con la stessa velocità venne richiusa da una Regina preoccupata. Si precipitò nel letto al fianco di Emma.
-Va tutto bene?- Le chiese preoccupata vedendo la sua espressione turbata.

-Si, non ti preoccupare.-
Regina le fece appoggiare la testa sulla sua spalla e la circondò con fare protettivo. Emma era felice e spensierata. Tremotino era nuovamente scomparso e lei assaporò ogni istante di quel momento, di quel contatto così magico. Non avrebbe mai immaginato che Regina potesse un giorno ammettere di amarla e invece era appena successo.
-Quando hai cominciato ad amarmi?-  Emma ruppe il silenzio con una domanda inaspettata. Regina la guardo e sospirò, sembrò pensarci.
-Forse da quando mi hai salvato la vita, quando Sidney appiccò l’incendio per farti fare un atto eroico. Te lo ricordi? Era quando cercavi di diventare sceriffo.-
Emma sorrise. –Si lo ricordo bene-
-In realtà credo che il mio cuore ti abbia amato dal primo momento ma quell’episodio è  stato solo il primo dei tanti in cui, anche se lo rifiutavo, ho sentito qualcosa di più per te. E poi..-Regina si fermò e sul suo viso si disegnò un sorriso sincero ed affettuoso. Emma alzò lo sguardo su di lei, la sua espressione era dolce mentre parlava dei suoi sentimenti.
-E poi.. cosa?- Le chiese Emma presa dal desiderio di sentirla ancora parlare di cio che fin ora le aveva taciuto.
- E poi mi sono resa conto davvero di ciò che provavo.-
-Quando?-
-Beh ricordi quando uncino ti venne a cercare e ti riportò indietro perché tutti eravamo tornati a storibrook e non ricordavamo niente?
-
-Si, e allora?-
-Ricordi la sceneggiata che abbiamo fatto al municipio? Tutti erano pronti a incolpare me, erano certi che ero io il cattivo della situazione, ancora una volta.-
-Si, lo ricordo.-
-Gia, ma tu no. Tu fin da subito hai creduto in me e nella mia innocenza non hai dubitato neanche per un istante. E’ stato da quel momento che mi sono resa conto che ogni volta che ti vedevo o che ti pensavo il mio cuore mancava un battito.-

Emma si tirò su e la guardò scrutando i suoi occhi.
-E mi hai fatto penare per tutto questo tempo?!-
Regina sembrò sorpresa dall’uscita della bionda.
-Beh non volevo ammetterlo e non è stato facile per me conviverci per tutto questo tempo. Insomma sai quanto ho odiato tua madre e quanto ho odiato te. Non era semplice.-
-Ma quella sera, nella cripta… perché non mi hai detto tutto questo?-
-In parte perché volevo proteggerti, e perché avevo anche paura.. dei miei sentimenti…-

-E ora invece?..-
-Ora ho più paura di perderti.- Regina le prese il viso fra le mani.
-Voglio starti vicina e voglio poterci dare una possibilità, io non mi intendo di queste cose e tu lo sai bene, ma non posso ne voglio più starti lontana, non ce la faccio. Tu mi hai salvato più di una volta da quando ci conosciamo, ha fatto tornare a battere il mio cuore e questa volta voglio seguirlo, e voglio combattere per l’amore della mia vita. Voglio provare davvero provare ad avere un futuro con te Emma.- Gli occhi di regina esprimevano tutta la sincerità delle parole che aveva pronunciato. –Wow, questa è una gran bella confessione.-
-Si, lo so.-
-Sono felice, credimi, ma come mai proprio ora?-
-Non ti basta sapere che ti amo?- Gli chiese Regina con la faccia da incredula mentre le sorrideva.
-Non sarei più io, non credi?.-
-Perché mentre ballavamo sono stata bene, mi sono sentita felice e ho capito che non volevo perdere la mia, anzi la nostra occasione per essere felici. E poi vederti scappare via mi ha fatto sentire un dolore atroce al cuore, era come se qualcuno me lo avesse strappato fuori dal petto e lo avesse stritolato-
-Wow… è strano, che con tutte le volte che ti sono venuta incontro so adesso tu abbia ceduto.-
-Gia.-
-Ma sono contenta che sia successo- Le disse dolcemente Emma.  
–Lo sono anche io.- Regina le rispose in tono altrettanto dolce.
-Anche perché non ne posso più di vedere uncino ronzarti intorno.- Emma scoppiò a ridere.
-Si, beh non è che per me sia stato meglio vederti sempre con Robin.- Regina si avvicinò ad Emma e le posò un casto bacio sulle labbra.
-Lo so e mi dispiace.- Erano state molto rare le volte in cui Regina le aveva parlato con un tono dolce come quello che aveva appena usato e il cuore di Emma si sciolse nel sentirlo. Le due si sdraiarono nuovamente sul letto, ed Emma si trovò ancora una volta nel caldo abbraccio della SUA Regina.
Rimasero in quella posizione fino a che entrambe non si addormentarono.

-EMMA SWAN!-
-Cosa?!- Emma fu bruscamente riportata alla realtà da sua madre che la guardava perplessa.
-Ma che ti è preso? È 5 minuti che ti chiamo.- Emma si era persa nella nostalgia, e nella dolcezza di quelli che erano i ricordi di una vita meravigliosa insieme a Regina. Una profonda tristezza però si impossessò di lei nel rendersi purtroppo conto che ormai tutto ciò era nulla più che un sogno lontano e che nulla poteva essere più lontano della realtà che ora si trovava ad affrontare da un anno a quella parte.
-Oh niente, stavo solo pensando.. Allora lo hai trovato.-
MaryMargaret sorrise. –A dire il vero no, perciò abbiamo appena scoperto cosa ha rubato Lily, ora dobbiamo solo scoprire loro che cosa se ne fanno.-
-Ok bene, ti spiacerebbe rendere partecipe anche me della grandiosa scoperta? Cos’è questo oggetto tanto prezioso e segreto?.-
-Un anello, un anello molto importante per Regina, l’anello di Daniel.-
-Ma quell’anello non lo aveva distrutto lei stessa?.-
-Si e no. Segretamente io e Regina siamo riuscite a recuperarlo grazie a Tremotino.-
-E nessun’altro sapeva di questo.-
-No nessuno oltre a noi tre.-
-Regina potrebbe averlo detto a qualcuno.-
-Ne dubito, da quel momento lo custodì gelosamente.-
-Non potrebbe averlo a dosso.-
-No, quando iniziò la sua storia con te lo mise da parte, lo nascose ma non lo portò mai più con se.-
-Ma che cosa se ne fanno loro di un anello così importante per lei.-
-E’ quello che dobbiamo scoprire, e ci conviene farlo in fretta, nono sappiamo cosa stiano architettando.-
-Ci conviene tornare indietro allora.-
Emma e MaryMargaret uscirono in fretta dall’abitazione e tornarono alla macchina per tornare a Storibrook.
 

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Capitolo 11
*** 5 settembre ore 19:00 ***


Ciao a tutti, questo capitolo è decisamente più corto ma ho pensato che fosse il caso di non proseguirlo subito e di lasciare un po si suspance dato il momento. spero sia di vostro gradimento. Un bacio e un abbraccio grande 


Era l’ora X. Emma aveva dato appuntamento a tutta la squadra alle 19 da Granny per poter fare il punto della situazione con i propri compagni. Lei e MeryMargaret erano gia sedute al tavolo e non dovettero aspettare molto l’arrivo degli altri perché poco dopo il pasto ordinato a Granny sbucarono dalla porta Belle, Ruby ed Elsa. Le tre si avvicinarono al tavolo e presero posto accomodandosi accanto alle altre.
-Ti credevo ancora al cantiere.- Affermò MaryMargaret rivolta ad Elsa.
-Sono venuta via prima, ho spiegato la situazione a Kathryn e mi ha detto che potevo benissimo andare, la mia presenza non è indispensabile, e comunque fra non molto smonteranno anche loro, ormai non c’è più luce. Ad ogni modo mi ha detto di farle sapere tutto cio che sarà detto qui.-
-Si ovviamente, ci penserai tu a questo, va bene?- Le disse Emma.
Elsa fece un cenno d’assenso con la testa.
-Accidenti a quella! Non ne posso più, non caveremo assolutamente niente continuando così!- Un esclamazione brutale seguita da un forte botto della porta che sbatteva annunciarono l’arrivo di Brontolo e David.
-Che succede?- Chiese Emma stranita, non tanto per il malumore di Brontolo ma per la faccia di suo padre, e fu direttamente lui a rispondergli.
-Malefica ci prende in giro, eravamo appostati poco lontano dal ristorante cinese in cui si era fermata e indovinate un po’? Ci vediamo arrivare uno con in mano un pasto per due offerto proprio da lei!-
-Gia, non solo sa che le stiamo dietro ma è così tranquilla da prenderci anche per i fondelli!!- Esclamò Brontolo, tirò fuori tutta la rabbia che provava sbattendo sul tavolo il sacchetto che aveva fra le mani.
-Ok ok, adesso calmatevi. Non ha importanza, se vuole prendersi gioco di noi che faccia pure, si crede in vantaggio e a noi va bene così, lasciamoglielo credere- Disse Emma sperando di contenere la calma del suo amico.
-Perché abbiamo forse qualche vantaggio?- Chiese acidamente Brontolo.
-Si, forse si.- Intervenne Ruby.
-Sedetevi e calmiamoci tutti così magari riusciremo ad arrivare a una conclusione.- Insistette infine Belle.
-Almeno ci siamo tutti?- Chiese David.
-No manca Killian ma tarderà un po… - Il tono di Emma si fece leggermente più evasivo.
-Ma possiamo iniziare anche senza di lui. Dato gli ultimi avvenimenti deduco che per voi non ci sia nulla di nuovo- Disse rivolta al padre.
-Dici?- Brontolo usò un tono molto strafottente e si dovette subire un occhiataccia di MaryMargaret che per fortuna lo quietarono per un po’.
-No, nulla di rilevante Emma.- Le confermò in fine David con calma, Emma notò che doveva essere stanco perché aveva l’aria distrutta.
-Va bene allora, noi abbiamo scoperto che cosa ha rubato Lily, ho meglio siccome non lo abbiamo trovato da nessuna parte presumiamo sia quello, ma vi avverto che potrebbe essere lo stesso un gran buco nell’acqua.-
-Di che si tratta?- Chiese Belle visibilmente interessata.
-Un anello che per Regina è stato molto importante.- Chiarì MaryMargaret.
-Un anello?! E che se ne fanno quelle due di un anello?- Chiese un po’ acido Brontolo.
-Beh questo ancora non lo sappiamo ma almeno abbiamo una pista su cui poter lavorare. A tal proposito Belle, vorrei che scoprissi se ci sono incantesimi che potrebbero riguardare oggetti di valore sentimentale come in questo caso.- Emma si rivolse a Belle che annuì con la testa.
-Forse possiamo scoprire qualcosa di più..- Intervenne Ruby attirando l’attenzione di tutti i presenti. Prese a raccontare ciò che aveva scoperto. –Forse se seguissimo un’altra pista potremmo trovare risposte a molte più domande.-
-Del tipo?- La voce di Killian risuonò nell’abitacolo. –Vi prego non vi scomponete per me.- Disse sarcastico. –Scusate per il ritardo ma una faccenda al quanto urgente mi ha tenuto impegnato.-
Si avvicinò ad Emma si chinò al suo orecchio e stando bene attento che gli altri non lo sentissero gli sussurrò. –Il mio contatto è gia all’opera agirà stasera stessa, dobbiamo solo aspettare.-
-Bene..- Emma tornò a concentrarsi sul resto del gruppo. –Allora Ruby che cosa hai scoperto?-
-Oggi ho seguito Lily fino al solito punto ma questa volta ha cambiato strada non è andata dritta per le montagne, è atterrata vicino ad una cascata e ci è entrata dentro. Ho aspettato un po’ ma non l’ho vista uscire, quindi o si è nascosta aspettando che io me ne andassi o dietro quella cascata c’è qualcosa. E’ stata una deviazione insolita. Sarei andata a controllare io stessa ma non sapendo cosa ci potesse essere dietro non ho osato e sono corsa subito qui per potervene parlare.-
-Hai fatto bene, sarebbe stato troppo pericoloso.- Intervenne Granny che era uscita dalla cucina per portare la cena a tutti.
-Si tua nonna ha ragione e questo cambia decisamente le cose. Dobbiamo scoprire cosa c’è là dietro, potrebbe non essere niente come potrebbe essere tutto, ma questo non deve farci abbassare la guardia stiamo sempre parlando di Lily e Malefica. Perciò domani…-
-Uhm… Domani?- Killian la interruppe nuovamente. Emma lo guardò di storto.
–Si perché c’è qualche problema?- Killian le fece cenno di avvicinarsi. –Ti sei gia scordata?.-
-Certo che no, ma non credo che andrà per le lunghe, non so neanche come reagirà.. e in ogni casa credo che in serata potremmo benissimo andare a controllare.-
-Ah beh se la metti così certo, credevo vi sareste trattenute di più.-
-Lo vorrei, ma per il suo bene e è meglio che io non rimanga più del dovuto se tutto dovesse avere una nota positiva, anche perché potrebbe intromettersi qualcun altro e mandare tutto all’aria e non deve succedere.- Killian alzò le braccia in segno di resa, dopo di che Emma tornò al suo posto e riprese a parlare.
-Stavo dicendo, domani Ruby tornerai a tenere sotto controllo Lily e la sera se non ci sono cambiamenti ci incontreremo tutti all’inizio della foresta, ci condurrai alla cascata e vedremo di scoprire cosa nascondono.-
-Quindi domani possiamo riposare.- Affermò Brontolo speranzoso, ma Emma lo smontò subito.
-No Brontolo, mi dispiace ma ognuno di noi dovrà continuare a fare come se niente fosse, o potrebbero sospettare di qualcosa, quindi tu e David starete ancora dietro a Malefica, Ruby seguirà Lily ed Elsa andrà al cantiere. Belle tu vorrei che facessi comunque una ricerca su quel tipo di incantesimi, non si sa mai, magari scopriamo qualcosa che ci può tornare utile.-
-Va bene, non c’è problema.-
-Mamma, tu invece vorrei che domani prendessi Neal e Henry e li portassi un po’ fuori, sai Henry è molto preoccupato e non vorrei che facesse qualcosa di insensato.-
-Tenerlo allo scuro di tutto questo è insensato.-
-Lo so ma non voglio che si faccia false speranze, al momento giusto lo metterò al corrente.-
-Bene adesso che abbiamo finito di chiacchierare possiamo mangiare in santa pace?- domandò Brontolo.
-Sei affamato nano?- Gli chiese Killian.
-Si abbastanza tutto questo lavorare mette un certo appetito!- Rispose scontroso.
-Va bene basta, mangiamo e non pensiamo più a queste cose, almeno per ora.- Disse MaryMargaret guardando Emma e accarezzandole una mano con un aria comprensiva.
L’aria del locale si alleggerì, discorsi semplici e spensierati vennero fuori velocemente e poterono consumare il pasto in maniera piacevole.

20:20

Regina si trovava seduta in macchina sotto casa sua da 10 minuti buoni a riflettere sulle parole di Katrin a pensare se era davvero la cosa giusta chiamare Emma. Il suo cuore al solo pensiero palpitava come quello di un adolescente mentre la sua testa urlava “Contegno per favore!”.
Fissava lo schermo del cellulare come ad aspettare che fosse lei a chiamarla, ma ovviamente la sua attesa e le sue speranze erano vane. Emma lo aveva gia fatto, ci aveva provato e lei non aveva fatto che respingerla. No adesso toccava a Regina fare un passo verso di lei, proprio come aveva detto Katrhyn. Cercò il numero di Emma, digitò sopra il suo nome e restò a fissare il vuoto in attesa di una sua risposta.
Il telefono prese a squillare.
Attese.
“Adesso sei tu che non rispondi?”
Regina era visibilmente nervosa, non stava un attimo ferma.
Attese ancora.

Niente, nessuna risposta.
Adesso chissà se avrò di nuovo il coraggio di richiamarti”
Prese la borsa e le chiavi, uscì dalla macchina, chiuse lo sportello e premette il bottoncino della chiusura.
BAAM
Regina fu spintonata contro la sua macchina e batte là testa sulla carrozzeria, non ebbe tempo di capire cosa stesse accadendo che il suo aggressore le bloccò le braccia dietro alla schiena e le puntò un coltello alla gola. –Ora stai buona e fai ciò che ti dico o qualcuno dovrà piangere sul tuo cadavere domani!- Una voce maschile sussurrò quelle orribili parole al suo orecchio. –Se..- Regina emise un gemito di dolore, parlare le risultava difficile, le faceva terribilmente male la testa e non capiva perché. “Devo aver preso una butta botta..” pensò. Il tempo di formulare quel pensiero che si senti solleticare la tempia e poco dopo la guancia, come quando si piange. Ma lei non stava piangendo e quella sostanza che colava non erano certo le sue lacrime, no, quello era il suo “Sangue!”
-
S-se sono i soldi che vuoi prendili pure, prendi tutta la borsa.- “Sta pur certo che chiunque tu sia non la passerai liscia, me la pagherai molto cara!”
-Oh no, vedi io sono già pagato per fare questo.-
Cosa?”
-E da chi?- Gli chiese a denti stretti, un po’ per il dolore e un po’ per la rabbia.
-Se te lo dicessi rovinerei tutto, ad ogni modo adesso basta chiacchiere.-
Regina sentì un movimento del suo braccio . “Che cosa posso fare?”  quello fu il suo ultimo pensiero, poi ci fu il vuoto totale.

Giovedì 6 Settembre
Ore 9:15

Regina si svegliò seduta su una sedia con braccia e gambe legate. Cercò di strattonare la corda che le teneva legati i polsi ma il nodo era troppo stretto, inoltre la testa le pulsava terribilmente. Si sentiva il lato destro del suo viso tutto appiccicoso e probabilmente era dovuto al sangue colatole dopo la botta presa che ormai si era seccato. L’ambiente in torno a lei era avvolto dall’oscurità, l’unica fonte di luce era una candela poggiata sul tavolo di legno poco lontano da lei. Si guardò intorno cercando di cogliere qualche indizio per capire dove si trovasse, ma quella candela non emanava luce a sufficienza neanche  poter scorgere le pareti.
-Finalmente ti sei svegliata.- La voce del suo rapitore, una voce sgradevole e gutturale, rimbombò nella sua testa da dietro le sue spalle. Regina provò a scorgere l’uomo ma non riuscì a vedere nulla se non l’oscurità che regnava nella stanza.
-Ti nascondi? Non hai il coraggio di far vedere la tua brutta faccia?-
-Wow è proprio vero che riesci ad avere grinta anche nelle situazioni più disperate. Ammirevole. Ma se fossi in te non giocherei troppo col fuoco.-
-Di chi dovrei avere paura? Di te?-
-No assolutamente, io sono solo una pedina, non hai niente da temere. Certo non posso dire lo stesso per colei che muove i fili.-
-Di che stai parlando? Chi ti ha pagato per rapirmi? Cosa vuole da me ?-
-Ah bella domanda, io questo non lo so. Sono solo stato pagato per prenderti e portarti qui. Sai inizialmente dovevo fare tutt’altro, ma poi c’è stato un offerente migliore e non ho potuto rifiutare.-
-Sei più spregevole tu di chi ti ha pagato.-
-Wow mi lusinghi devo farlo più spesso se il mio lavoro è così ben apprezzato.-
Regina chinò leggermente il capo di lato, la testa le stava scoppiando e la ferita alla tempia le bruciava.
-Allora qual è il piano? Tenermi qui fino a che non si farà vivo il tuo burattinaio?-
-No a dire il vero- Regina sentì dei passi, il suo rapitore doveva essersi avvicinato. –Vedi starò qui ancora per poco tempo, ma ho un compito ben preciso.-
Regina chiuse gli occhi. –E sarebbe?-
Lui si chinò e con le labbra sfiorò l’orecchio di Regina per poi sussurrarle.
-Farti soffrire- Tutto ciò che seguì quella frase fu un urlo straziante di dolore che uscì dalla bocca di Regina

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Capitolo 12
*** 6 settembre ore 12:35 ***


Ciao a tutti, con questo capitolo sono stata flash. Le vostre recensioni mi hanno dato la carica e così ecco qui il nuovo capitolo. spero sia sempre di vostro gradimento. Consiglio vivamente di mettere la canzone al pezzo finale, sono certa che la riconoscerete tutti, è di grande impatto. Io l'ho scritto piangendo :') Aspetto vostre notizie. Buona lettura. 
Link: 
https://www.youtube.com/watch?v=Ptu605E5hE0

Emma entrò da Granni’s per un abbonante pranzo. Doveva cercare di riprendersi dalla delusione dell’ennesimo tentativo fallito. Quella mattina quando si era svegliata era agitata ma speranzosa che ciò che aveva fatto preparare per Regina potesse colpirla e farle dare un’altra possibilità. Invece non aveva ricevuto alcuna notizia e questo poteva solo dire che lei non aveva gradito la sorpresa o che comunque non aveva intenzione di perdonarla. Era totalmente scoraggiata.
Granny si avvicinò ad Emma. –Hey, che succede?-
-Non so più che pesci prendere con Regina.- Dichiarò totalmente afflitta.
-Ok ho capito, porto le lasagne.- Le disse Granny facendole l’occhiolino.
Emma le sorrise debolmente e le disse un –Grazie- quasi sussurrato.
La bionda si appoggiò al bancone e si prese la testa fra le mani. Poco dopo entrarono MaryMargaret con Henry e il piccolo Neal che dormiva beato nella culla, accompagnati da Belle, Ruby ed Elsa. Emma si girò verso di loro e le guardò avvicinarsi.
-Siete qui a rifocillarvi anche voi?- domandò loro.
-Si ci vuole proprio- Esclamò Henry
-Siamo stati tutta la mattina a divertirci e io sono stremata- MaryMargaret si buttò sullo sgabello.
-Io invece ho bisogno di una pausa o fra poco avrò gli occhi a forma di lettere.- Disse Belle mentre prendeva posto accanto ad Henry che si era seduto fra MaryMargaret ed Emma, mentre Elsa andò a sedersi allo sgabello rimasto libero vicino a quest’ultima.
-Vado a prenderti un’aspirina Belle.- Affermò Ruby prima di dirigersi verso gli uffici privati.
-Mi dispiace, so che sto chiedendo uno sforzo non indifferente ad ognuno di voi.- Emma abbassò lo sguardo.
Henry le mise una mano sulla spalla e le offri un sorriso di conforto. Poi disse. –Mamma, il vero sforzo lo stai facendo tu, fra tutti noi sei l’unica che davvero sta facendo dei sacrifici impensabili, e poi è il minimo che tutti noi possiamo fare per sdebitarci. Ognuno di noi se è qui oggi lo deve solo a te e a tutto ciò che hai fatto.- Sul viso di Emma comparve un sorriso un po’ tirato, non credeva del tutto alle parole del figlio ma gli era grata.
-Si, Henry ha ragione.- Intervenne Elsa -Tu sei davvero una persona fantastica Emma e nessuno di noi riuscirà mai a ringraziarti a dovere per tutto ciò che hai fatto e continui a fare.- La ragazza poggiò la mano su quella della salvatrice.
Emma li guardò e disse solo. –Grazie-
-Che succede Emma? Che cosa ti turba?- Le chiese la madre che non si era lasciata sfuggire i modi esausti e il tono sconfitto che aveva assunto sua figlia.
Emma scostò la mano da quella di Elsa che teneva ancora sopra la sua e prese a parlare. –Regina..- Disse solo.
-Che cosa é successo?- Le chiese Belle.
-Nulla, il problema è questo. Avevo preparato una piccola sorpresa per lei, per potermi far perdonare ma non ho avuto alcuna notizia e questo vuol dire che ho fatto un fiasco totale.-
-Oh tesoro mi dispiace molto- Le disse sinceramente MaryMargaret. –Ma tu conosci Regina, le ci vuole tempo. Sono certa che tornerà sui suoi passi e che riuscirete a riavvicinarvi.-
-Chissà, sto perdendo un po’ le speranze.-
-Non devi- Intervenne Elsa. Emma si girò verso di lei ed Elsa la guardò dritta negli occhi. Poi fece un gesto del tutto innaturale per lei, le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio con fare molto dolce. –Se perdi tu la speranza che sei la salvatrice che cosa faremo noi? Torna a credere in te stessa.-
Rimasero tutti stupidi dalle parole di Elsa.
Emma tossi lievemente per alleggerire un po’ l’atmosfera e parlando sempre con lei le chiese –Ma tu non dovevi essere al cantiere?-
-Mh no, ci devo andare pomeriggio.-
Alla risposta di Elsa a Emma venne d’istinto prendere il cellulare, come se ci fosse qualcosa che non andasse. Quando lo aprì vi trovò diverse chiamate perse da parte di Khatrin. Emma si mise subito in allarme. “C’è qualcosa che non va” Cercò subito il numero di Kat in rubrica ma non fece in tempo a chiamare che sullo schermo apparve l’avviso di chiamata proprio da parte sua. Non perse tempo e rispose senza neanche il tempo di uno squillo.
-Che succede?!- Emma alzò la voce senza rendersene conto e il resto del gruppo accanto a lei si immobilizzò preoccupato vedendo Emma tesa.
-Ma dove ti eri cacciata?! E’ tutta la mattina che provo a mettermi in contatto con te!-
-
Non ho sentito il telefono, dimmi-
-Regina è con te?- Le domandò speranzosa.
-No.. Io credevo fosse al cantiere con te. Perché, che sta succedendo?-
-Credo che Regina sia in pericolo!- Emma si sentì crollare la terra sotto i piedi.
-Come sarebbe?- Emma si fece ancora più seria e preoccupata, cominciò a camminare nervosamente, avanti e indietro.
-Stamattina non si è presentata al cantiere e così ho pensato fosse con Mal. Ho provato a chiamarla ma non ha risposto al telefono, squillava vuoto. Così ho pensato di chiamare Malefica ma quando mi ha risposto era agitata, preoccupata e incazzata nera.-
-
E perché?- Emma era pronta ad andare a fare a pezzi Malefica in base a cosa le avesse risposto Kathryn.
-Perché Regina non è tornata a casa questa notte e perché non risponde neanche a lei. Mi ha detto che l’ha cercata ovunque ma che non è in nessuno dei posti che frequenta di solito e che quindi l’ipotesi più plausibile era che fosse con te e che avrebbe aspettato il suo ritorno per avere delle spiegazioni. Così ho cercato di mettermi in contatto con te, ma tu non rispondevi. Nel frattempo Malefica mi ha richiamato poco fa dicendomi che vedendo che lei non tornava ha detto che sarebbe venuta direttamente da te a riprendersela.-
-
Si ma lei non è con me! Non è da lei sparire così!- L’atmosfera del gruppo si era fatta tesa e tutti guardavano Emma in attesa di risposte.
-Ecco perché credo che le sia capitato qualcosa.-
-
Va bene ci mettiamo subito sulle sue tracce, ti faccio sapere.-
Emma chiuse la telefonata e guardando gli altri disse solo. –Regina è in pericolo-
Corse da Ruby. Le serviva il suo olfatto per trovare Regina il prima possibile. Dopo pochi secondi eccole tornare verso il resto del gruppo.
-Io e Ruby andiamo ci avviamo, voi restate qui, cercatela nei dintorni e fateci sapere nel caso dovesse tornare.-
-Io vengo con voi!- Affermò determinato Henry.
-Non credo sia il caso è meglio che tu stia qui.-
-NO! Lei è anche mia madre e voglio venire a cercarla con te, siamo una famiglia!- Henry la guardò serio. Emma capì che non era intenzionato a mollare.
-Va bene ragazzino. Muoviamoci.-
Andarono alla porta, l’aprirono e qualcosa o meglio, qualcuno li scaraventò contro la parete opposta.
-Emma! Henry! State bene?- Mary Margaret si precipitò da loro.
-Uscite fuori! Io e la salvatrice abbiamo un po’ di cose di cui parlare!- Il tono di Malefica non ammetteva obbiezioni. Tutti i presenti eccetto Henry, Ruby, Belle, MaryMargaret, Elsa e Grany si volatizzarono nell’immediato.
-l’invito era esposto anche a voi! – Precisò Mal guardando i rimanenti.
-Noi non ci muoviamo da qui!- Disse Elsa affiancandosi ad Emma.
-Molto bene, come preferite!.-
Malefica agitò la mano e i sette, fra cui il piccolo Neal, si ritrovarono fuori dall’edificio senza possibilità di poter rientrare.
-Bene, ora dimmi dove diavolo è Regina?!-  Malefica andò a grandi passi verso da lei.
-Cosa non ti era chiaro delle parole NON INTROMETTERTI salvatrice?!!!- la prese per il colletto della giacca e la batté nuovamente contro il muro.
-Tu non la meriti! Lo dimostra il fatto stesso che tu sia qui a cercarla da me!-
-Non mettere a dura prova la mai pazienza Emma, te ne pentiresti!-
Emma colse di sorpresa Malefica e con la sua magia la colpì al viso scaraventandola poco più lontano da lei.
-Regina non è con me! E’ da qualche parte la fuori probabilmente in pericolo! E tu mi stai rallentando!- Emma si diresse a grandi falcate verso la porta intenta a uscire e andare finalmente a soccorrere Regina ma Malefica la fermò, la prese per un braccio, la bloccò contro la porta e ricominciò a parlare. –Di che cosa stai parlando?!-
-Del fatto che Regina non si trovi!! Che non è ne con me ne con te e nessuno la vede da ieri!-
Malefica la lasciò andare. Capì dalla voce della bionda che stava dicendo la verità e la rabbia svanì per lasciare il posto alla preoccupazione.
-Se è davvero così allora la troverò e la salverò ma bada che se mi hai mentito la pagherai molto cara salvatrice!-
-Puoi star certa che dopo oggi farò in modo che lei non ti debba avere in torno ancora per molto!-
-Attenta Emma, sto cominciando a stancarmi!- Malefica l’ammonì e poi sparì nel nulla.
Emma corse fuori.
-Emma, va tutto bene?- Gli chiesero le ragazze preoccupate.
-Si ma adesso non c’è tempo da perdere dobbiamo trovare Regina. Ruby forza portaci da lei.-
Ruby annuì, si trasformò in lupo, Emma ed Henry andarono al maggiolino e seguirono La ragazza che aveva gia preso a muoversi.

16:40
Regina si trovava ancora su quella sedia dolorante e stremata. Il sangue sgorgava lento da ogni piccola ferita. Non aveva più un briciolo di forza. Non sapeva dire per quanto tempo fosse rimasta in quel posto avvolto dall’oscurità, poteva essere qualche ora, come tutta una giornata, ma per lei quel tempo era uguale a l’eternità. Il suo rapitore non aveva fatto altro che ferirla più volte con quello che Regina pensava fosse un coltellino, a intervalli di tempo abbastanza regolari, sulle braccia, le gambe e la schiena e di tanto in tanto si divertiva a stuzzicargli la ferita che gia aveva alla tempia. Quando si fermava e non le faceva del male fisicamente si limitava a parlare di cose che per lei non avevano alcun senso. Farneticava di una Regina che somigliava molto a lei ma che allo stesso tempo era totalmente diversa. Gli aveva parlato di avventure a cui, secondo lui, lei stessa aveva preso parte. Della sua famiglia, delle persone care che sosteneva avesse perso, e del grande amore di questa donna che lui sosteneva essere Regina. Nell’ascoltare tutte quelle fantasie capì che doveva essere uno squilibrato probabilmente in fuga da un manicomio assoldato da un altro psicopatico, ma tutto ciò che non riusciva a capire era quanto in la ancora si volesse spingere.
Regina fece appello alle ultime forze rimaste, cercò di alzare la testa, era pesante e le girava. Tutto in torno a lei era sfocato, si sentì venire meno, ma cercò di resistere e parlò.
-Se il tuo intento è uccidermi, fallo, credo tu mi abbia fatto soffrire a sufficienza.-
-Mhh sai la Regina che sei adesso è un po’ deludente, ti sapevo più combattiva. Ad ogni modo ormai il mio compito è finito. Ho fatto cio che dovevo, e ora me ne andrò.-
-Mi lascerai qui a morire dissanguata quindi..- Concluse Regina chinando la testa sconfitta.
-Oh no, sta tranquilla, non morirai. Stanno venendo a salvarti e qualcosa mi dice che sarai ben felice quando vedrai CHI sta arrivando.- Detto questo l’uomo si chinò nuovamente sul suo orecchio e le disse. –Non sentire troppo la mia mancanza tanto credo che ci rivedremo molto presto. Ti sono più vicino di quanto credi.-
Regina sorrise beffarda.
-Beh allora sei proprio uno stupido, sta pur certo che capirò chi sei a il giorno che ci riuscirò pregherai di non essere mai nato!-
L’uomo si distanzio.
-Uuuuu che paura, ecco la Regina che conosco, combattiva e beffarda. Però vedi io non sono stupido, te l’ho detto a posta, perché quando e se lo scoprirai l’unica cosa che potrai fare sarà tenertelo per te o potrebbero rimetterci persone a te molto care.- Regina ebbe un brivido l’ungo la schiena ascoltando quelle parole e nella sua mente si fecero largo le sagome di Henry ed Emma.
-S-sei un bastardo..- Furono le ultime parole che Regina riuscì a pronunciare. Poi crollò.
-Lo so dolcezza- E detto questo, l’uomo se ne andò.

18:15

(*) Ruby li aveva guidati nei pressi di una fattoria abbandonata. Emma accostò la macchina e seguita da Henry si precipitò al suo interno. Aprì di colpo la porta e la scena che le si presentò davanti agli occhi era peggio di quanto potesse aspettarsi. Le si gelò il sangue.
-REGINA!!-
-MAMMA!!-
Emma corse verso di lei. Si inginocchio proprio difronte, e le lacrime cominciarono a scorrergli lungo le guance, Regina era piena di ferite, i suoi vestiti pieni di sangue. Henry che intanto si era portato dietro alla madre, le slacciò le corde che la tenevano legata alla sedia e il suo corpo finì fra le braccia di Emma che era pronta ad accoglierla. Le sentì il polso, il battito era debole ma c’era. Era ancora viva. La strinse a se continuando a piangere, era un pianto irrefrenabile un misto fra il sollievo di averla trovata in tempo e il senso di colpa per non essere arrivati prima che potessero farle del male. Henry si chinò accanto al corpo della madre che Emma avvolgeva. Le accarezzò i capelli, le prese una mano fra le sue e poi gli baciò il dorso con tutto l’amore che aveva per lei.
–Mi dispiace amore mio, perdonami! Non sono stata in grado di proteggerti. Ti prometto che d’ora in poi sarò io ad avere cura di te.-
Emma si chinò e la baciò dolcemente sulla fronte.
Ruby arrivò di corsa si ritrasformò e cercando di ignorare il fiatone prese a parlare.
-H-ho… ho cercato di.. seguire la scia ma è stato… è stato impossibile, c’erano troppi odori forti che mi davano alla testa.. chiunque sia stato sapeva come non farsi rintracciare…-
Disse e poi cercò di riprendere fiato appoggiandosi alla ginocchia.
-E’ qualcuno che ci conosce ! Chiunque sia non la passerà liscia!-
-Adesso non abbiamo tempo per questo! Dobbiamo portare la mamma in ospedale, ha bisogno di aiuto..- Intervene Henry guardando Emma con occhi lucidi.
-Si ragazzino hai ragione, forza andiamo.-

Emma prese Regina in braccio e la strinse a se con fare protettivo. Uscirono e si diressero alla macchina. L’aria fresca accarezzò il volto di Regina che aprì debolmente gli occhi, non vedeva bene, era ancora molto debole e tutto le risultava sfocato. Vide un volto, dei capelli biondi e in un primo momento pensò si trattasse di Malefica, ma poi si concentrò sull’ odore che emanava la donna così diverso da quello di sua moglie, un odore che risvegliava in lei tante emozioni contrastanti fra loro. Un odore di vaniglia. ”sei tu..” Pensò al colmo della felicità. Una lacrima le solcò la guancia.
–S..s-signorina….S-Swan..- Sussurrò Regina. I suoi occhi puntarono il suo volto e non si staccarono.
-Regina, sono qui.. -
-M-mi.. mi hai trovata…-
-Shhh ora è tutto finito, risparmia le forze. Sei al sicuro!- Emma la guardò con gli occhi lucidi ma pieni d’amore. Regina mosse la mano, voleva accarezzargli la guancia ma era troppo debole e la mano si fermò a metà strada poggiandosi sul petto della bionda .
-S-sono..f-felice… di po-ter rivedere.. il tuo viso..- Le sorrise, per quanto riuscisse a fare sentendo che le forze l’abbandonavano. Emma sentì il suo cuore accelerare e sciogliersi nel sentire le parole che aveva appena pronunciato Regina. Lei invece che fra le braccia di Emma si sentiva davvero intoccabile e protetta, si rilassò e si lasciò cullare dalla sensazione di ben’ essere che le riempi il cuore. Poi, lentamente, tutto divenne buio e perse nuovamente i sensi.

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Capitolo 13
*** 7 settembre 16:45 ***


Ciao a tutti!! Rieccomi, come vedete non ho abbandonato, vi chiedo scusa per questo lungo periodo di assenza ma ho avuto diverse cose da fare e poco tempo per scrivere, ma ecco qui un nuovo emozionante capitolo. Spero di poter aggiornare presto senza farvi stare troppo tempo con la suspance. Che dire, buona lettura a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate, a presto.
Link: https://www.youtube.com/watch?v=qXuGyQty958

Regina aprì gli occhi di colpo e la prima cosa che vide fu un cielo tutto nero privo di colori. Si tirò su e si mise a sedere sui mattoni di pietra della strada. Tutto in torno a lei era pieno di vicoli e stradine strette illuminate da piccoli lampioni. -Di nuovo..- Bastò un solo momento per capire dove si trovasse e sapeva che di li a poco avrebbe dovuto correre. Si mise in piedi e il suo sguardo cominciò a guizzare da una parte all’altra della strada in allerta. –Fatti vedere…-
Qualche secondo e l’ombra che la tormentava da tempo apparse da dietro un muretto costeggiato alla sua destra.
-Regina..- La sua voce era distorta e lontana, pur essendo a pochi passi da lei.
-Non cominci a correre?- gli chiese con strana malinconia.
-No! Ho finito di scappare.- il tono di Regina era fermo e sicuro, e il suo sguardò rimase inchiodato a quella strana creatura. Non aveva un volto, una postura, lineamenti, niente di niente. Era come un ologramma, un qualcosa o un qualcuno di indefinito a cui si sentiva, in qualche modo, legata.
-Finalmente. Questo è un bel passo avanti per noi...- disse con speranza.
-Quale noi?... chi sei tu? E perché mi tormenti?!-
-Ogni cosa a tempo debito. Purtroppo non posso essere io darti le risposte che cerchi, dovrai essere tu a ricomporre il puzzle, io non sono nulla di più che un suo frammento, trattenuto da una piccolissima parte della Regina che eri una volta e che ancora vive in te.-
-Di cosa stai parlando? Io non sono mai stata diversa.-
-Non potresti essere più lontana dalla verità, ma almeno hai finito di scappare da essa e questo è gia tanto.-
-REGINA..- Una voce femminile la stava chiamando da molto lontano.
-Che cosa..- Regina si guardò in torno ma non vide nessuno.
-Ora devi svegliarti, c’è una persona che ti sta aspettando..-
-Chi?-
-Regina, svegliati.-
La figura davanti a lei fece per andarsene.
-Aspetta.. non ho finito con te!-
L’ombra si stava allontanando molto lentamente e tutto intorno a lei si faceva più sfocato.
-Dove posso trovare le risposte?!-
-Ascolta il tuo cuore, ti guiderà lui..-
-Aspetta..!- Regina prese a correre, ma questa volta non per scappare da quella strana figura, ben si per trattenerla.
-Regina, forza..-
Quella voce continuava a chiamarla e si faceva sempre più forte e chiara, ogni passo in più che faceva la trascinava via da quel mondo. Tutto intorno a lei svanì.

-Regina-
Una voce a lei familiare la riportò alla realtà. Aprì lentamente gli occhi e china su di lei vide il volto sfocato di una donna bionda.
“Emma..”
-Brava, apri gli occhi.-
Batté le palpebre un paio di volte per cercare di focalizzare meglio colei che l’aveva risvegliata e che le stava tenendo la mano.
-Come ti senti tesoro?.-
Regina provò un pizzico di delusione nel concretizzare che quella donna non era la stessa che l’aveva salvata.
-Mal.. Che ci fai qui?.-
-Come sarebbe che ci faccio? Hanno portato mia moglie in ospedale perché un pazzo squilibrato l’ ha rapita e ridotta quasi in fin di vita, dove altro dovrei essere?-
Regina provò a sistemarsi meglio e questo le provocò un gran dolore lungo tutto il corpo.
-Ferma, non ti muovere, ti sei appena ripresa. Sei stata priva di sensi per quasi 24 ore, hai perso molto sangue e non ti devi affaticare. Sta ferma qui, vado a chiamare il dottore.-
Regina si sentiva molto debole, tutto il suo corpo era indolenzito e non c’era un solo punto che non le facesse male. Si guardò intorno e si accorse che la stanza era piena di fiori. Chissà quante persone erano venute a trovarla.
La porta della sua stanza si riaprì.
-Ciao Regina, come stai?- Kathryn entrò e si avvicinò al letto di Regina.
-Kat, che bello vederti.-
-Vorrei poter dire lo stesso, non sei affatto un bello spettacolo.- le disse sorridendole.
-Si lo posso immaginare.- Le sorrise a sua volta. –Cos’è questa mania dei fiori? Non sono mica morta.- disse ironicamente.
-Mmmh vedo che il tatto è lo stesso, allora stai proprio bene.-
-Oh che scema.-
-Sei piena di persone che ti vogliono bene.- Le prese una mano fra le sue e si sedette a bordo letto. –Queste rose rosse sono di Mal, ovviamente. Quelle laggiù bianche sono di David e MaryMargaret. Quelle orchidee sono di Henry e invece quei girasoli sono miei.-
-Girasoli? Sul serio?-
-Oh andiamo sono stupendi.-
Regina alzò gli occhi al cielo e non disse nulla.
-Certo che se volevi solo avere un po’ di attenzioni potevi inventarti qualcosa di meno pericoloso, non trovi?-
-A volte mi chiedo come facciamo a essere amiche. -
-Ah tranquilla se lo chiedono in molti.-
-Sei impossibile.-
-Modestamente-
Regina osservò i fiori che adornavano la stanza e un unico pensiero continuava a tartassarla.
-Regina, tutto ok?-
-Si.. stavo solo pensando..-
-Avanti chiedimelo-
-Cosa?.- Regina si girò verso di lei facendo finta di non capire.
-Oh Katrhyn dimmi dov’è la mia adorata Emma, la mia eroina, è venuta a trovarmi, quali sono i suoi fiori?- L’amica la prese in giro in maniera molto teatrale cercando di imitare la sua voce
-Smettila, prima cosa io non faccio quella voce e secondo non volevo certo sapere questo.-
-No no certo.-
-Dato che però hai tirato fuori l’argomento potrei sapere..- Regina fu interrotta dall’entrata in stanza di Malefica e il dottore che, riconobbe subito, era lo stesso che aveva visitato Emma.
-Ben svegliata Regina, come ti senti?-
-Ho avuto senza dubbio giorni migliori. Mi sento debole e indolenzita ma sto bene.-
-La debolezza è normale hai perso molto sangue, ci vorrà un po’ prima che ritorni completamente in forma- Il dottore si avvicinò alla flebo e rallentò il ritmo delle gocce, poi le prese il polso e sentì il battito, il silenzio calò nella stanza, nessuno osava fiatare, dopo qualche attimo riprese a parlare.
-Sembrerebbero non esserci danni seri per fortuna, le ferite che hai riportato erano multiple ma superficiali, per esserne sicuri al 100% però aspettiamo il risultato delle analisi.-
-Quanto pensa che sarò costretta a rimanere qui?-
-Regina non avere fretta, si paziente.- Le disse Mal.
-Beh se le analisi non mostreranno anomalie credo che potremo dimetterti anche domani stesso.-
-Bene, la ringrazio.-
-Cerca di non affaticarti. Ci rivediamo più tardi.- Detto questo Whale se ne andò lasciando le tre donne sole. Improvvisamente calò uno strano imbarazzo, pieno di tensione.
Mal si avvicinò alla finestra e rimase a guardare fuori. Pochi secondi dopo parlò.
-Fra non molto credo che arriverà qui lo sceriffo Swan..-
A Regina prese a palpitare il cuore nel sentire pronunciare il suo nome, le sue guance divennero leggermente più rosate e nonostante dentro sentisse un concentrato di emozioni che esigevano di uscire cercò di rimanere il più calma possibile.
-Come mai?- Le chiese neutra.
Mal si girò verso di lei e la guardò. –Deve farti alcune domande riguardo quanto è successo.-
-Capisco, beh spero che possano sbatterlo dentro al più presto.- Regina ricordò cio che le disse il suo rapitore. “quando e se lo scoprirai l’unica cosa che potrai fare sarà tenertelo per te o potrebbero rimetterci persone a te molto care”
-Sta tranquilla, se non ci riusciranno loro lo troverò io, e allora si pentirà di essere nato.-
-Non ne dubito..- Regina sorrise debolmente e riprese a guardare Kathryn, le due si scambiarono uno sguardo d'intesa, era rimasto un discorso in sospeso che avrebbero continuato in un altro momento.
-Come procedono i lavori ?-
-Direi bene, gli operai si stanno occupando del terreno per far si che sia in piano e pronto per iniziare a edificare.-
-Bene..- La tensione che aleggiava in quella stanza era incredibilmente forte, e anche senza dire o fare niente da Malefica proveniva una forte aria negativa che neanche Regina potè sentire.
-Scusatemi, ma ora vorrei dormire un altro po'..- Disse Regina rivolgendosi a entrambe.
-Ma certo, tu riposati e non pensare a niente, tornerò in serata.-
* Kathryn si avvicinò e le posò un delicato bacio sulla fronte con il disappunto di Regina che la guardò male per quanto le forze le consentirono.
-Ciao Mal-
-Ciao.- Fu la risposta secca della donna autoritaria che stava ancora davanti alla finestra, immobile.
-Non devi tornare a lavorare? Non hai degli impegni?- Si rivolse pacatamente a Malefica.
-Hai così fretta di liberarti di me?- Il suo sguardo si fece più torvo.
-N-no, ma che dici, semplicemente so quanto sei impegnata e quante importanti questioni richiedono la tua presenza.- Malefica si avvicinò, si sedette sul letto e la guardò dritta negli occhi. -Non so da quando ti importa tanto che io non manchi ai miei impegni lavorativi..- il suo sguardo si fece più tenero -Ma non riesco a immaginare qualcosa di più importante al momento che stare qui accanto alla donna che amo per assicurarmi che stia bene e per farla sentire protetta e al sicuro.-
Regina non seppe cosa dire,erano quei piccoli e rari momenti in cui Malefica le faceva capire quanto l'amava che le ricordava perchè l'aveva sposata, ma per quanto il suo cuore si sciogliesse, da alcune settimane non sapeva più se questo le bastava.. Malefica si scorse verso di lei e rimase a pochi centimetri dalle sue labbra, Regina spalancò gli occhi,non riusciva a crederci, stava aspettando il suo permesso.
-Da quando mi chiedi il permesso?-
-Da quando ti ho quasi perduta..- Mal non si riferiva al rapimento, Regina riusciva a capirlo dal suo sguardo. -Non mi hai perduta..- Rispose Regina ma sia lei che Malefica sapevano bene che non era vero, non del tutto. Regina si avvicinò richiamando a se ogni briciolo di forza che ancora aveva e incontrò le labbra di sua moglie che furono felici di ricambiarla. Mal le accarezzò la guancia destra e piano piano la aiuto ad adagiarsi nuovamente al cuscino senza che le loro labbra si staccassero. Restarono immobili per qualche secondo, finchè Malefica non si allontanò.
-Dormi pure, io sarò qui a vegliare sul tuo riposo.-
Regina annuì, chiuse gli occhi e non dovette attendere molto prima che cadesse in un profondo sonno.

21:15

-Cosa ci fate qui?, Uscite immediatamente.-
Delle voci lontane e confuse stavano disturbando il suo sonno, Regina cercò di non ascoltare voleva continuare a stare in quel limbo in cui si stava rifugiando.
-A meno che tu non debba fare il tuo dovere di sceriffo, cosa al quanto improbabile dato che lei dorme, non sei gradita in questa stanza, ne tu ne gli altri.-
“Mal..” A parlare era sua moglie ma non era riuscita a capire con chi stava parlando ne cosa stava dicendo. “Non voglio svegliarmi, non ancora..”
-Mal calmati, siamo tutti qui per Regina, lasciamo un attimo da parte il resto.- Le disse Kathryn cercando di calmare le acque.
-Senti chi parla, so bene da che parte stai ormai quindi non fare tanto l'amica.- e aggiunse -Ti consiglio di andartene subito Emma.-
“Emma?!” Una sola parola e gli occhi di Regina si aprirono.
Ciò che vide davanti ai suoi occhi era l'immagine di Katrin David e Mary dietro ad Emma che si trovava davanti a Malefica con una mano aperta tesa davanti a lei come a voler parare qualcosa e Mal con una mano a mezz'aria semichiusa, come se stesse tenendo qualcosa pur non avendo nulla. -Che state facendo?..- Chiese Regina molto confusa.
Le due si ricomposero immediatamente prima di dover spiegare qualcosa di troppo irrazionale per la Regina che era adesso. -Nulla, io e lo sceriffo abbiamo avuto un piccolo diverbio sull'inefficienza delle forze dell'ordine di questa ridicola città-
-Ho fatto tutto ciò che era in mio potere nel minor tempo possibile- Sottolineò Emma irritata e infastidita.
-NON è STATO ABBASTANZA!!- Le urlò contro Malefica. Perfino Regina provò un brivido l'ungo la schiena nel sentire il suo tono. -Come sempre salvatrice.- disse in tono piatto.
“Salvatrice” Malefica gettò uno sguardo rapido verso Regina e si rimproverò per essersi lasciata sfuggire quell'appellativo. A interrompere quell'incresciosa situazione per fortuna ci pensò il dottor Whale che entrò senza bussare. Si fece avanti ignorando le persone che erano nella stanza eccetto Regina. Whlae aveva un espressione strana in viso, era incredulo, ma sopratutto in volto gli si leggeva l'espressione di chi si scusa per cio che sta per dire. -Devo dirti una cosa che è uscita fuori dalle tue analisi Regina.-
-Che cosa c'è?!- Chiesero in contemporanea, preoccupate le due contendenti.
-Io non so se.. Forse preferiresti che uscissero..-
-Io sono sua moglie, ho il diritto di sapere e resto qui!- Sentenziò Malefica.
Regina incontrò lo sguardo di Emma, uno sguardo che le diceva quando desiderava restarle accanto, e lei voleva che restasse.
-Che cosa ha trovato dottore? parli pure apertamente..-
-Molto bene.. - Whale tenne lo sguardo basso -Dalle analisi non sono risultati problemi particolari non hai alcuna lesione interna e potrai rimetterti molto presto..-
-Beh questa è una buona notizia.- Disse Mary Margaret col sorriso sulle labbra.
-Si.. certo.. ma..-
-Ma?- Intervenne David.
-Whale taglia corto cosa succede?!?!- Si spazientì malefica
-Abbiamo riscontrato un anomalia nel battito, c'era come un rimbombo, come se battesse in due tempi diversi..e così facendo delle altre analisi abbiamo scoperto che..-
Whale alzò lo sguardo incontrando gli occhi della donna che aveva di fronte, una donna preoccupata. “Non dirmi che..” Si sentì mancare all'idea, non era possibile, non ora..
-Regina, sei incinta.-

 

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