Piramidy's Oddity. di iaia_86 (/viewuser.php?uid=37108)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** RE:member. ***
Capitolo 2: *** ~Svegliati. Voltati, Alzati, Guardami. ***
Capitolo 1 *** RE:member. ***
ShikaIno
Ecco qui! Nuovo contest, nuova fanficXDD
Questa storia ha partecipato al "Piramidy Contest" di ShiIta. E' un
contest ad eliminazione diretta, dove chi vince una sfida passa al
gradino superiore. Ho 'combattuto' contro Uchiha_girl, e sono onorata
di aver passato il turno. Ovviamente, mi sono ritrovata in semifinale
contro Rota, e credo che non sarà facile come sfida! Sarà
comunque emozionante*__* Quindi: ringrazio ShiIta per il giudizio,
faccio i miei complimenti alle semifinaliste, Rota, Erin_Ino e
DarkRose, e non vedo l'ora di leggere le storie delle altre
partecipanti, soprattutto di Uchi! Volevo inserire la fanart da cui ho preso spunto...purtroppo non sono a casa e non ho un programma di html ed è troppo sbattimento inserire il codiceXD
Nick Autore: iaia(13d08c81).
Titolo: RE:member.
Pairing principale: Shikamaru-Ino.
Altri personaggi/pairing: Asuma, Chouji, Tsunade, Kakashi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico.
Raiting: Giallo.
Avvertimenti: One Shot, Missing Moments.
Numero Scelto: 4.
Note
dell'Autore: Quando ho ricevuto la fanart volevo suicidarmi. Io sono
estremamente pro-ShikaTema e non ho mai pensato alla possibilità
di scrivere qualcosa su Shikamaru ed Ino. Riflettendo, e vedendo anche
il tipo di fanart ricevuta(decisamente spensierata) il morale si
è abbassato ancora di più. Finché non è
arrivata l'illuminazione. E di questo devo ringraziare la Sigla di
Naruto "RE:member" che ho sentito nella versione cantata dal doppiatore
giapponese di Shikamaru, di cui ho trascritto alcuni passi nella
storia. E' un'introspezione, il ricordo di un maestro che
rimarrà indelebile nelle menti dei suoi allievi ed una crescita
personale. Le parti centrate sono dialoghi presi direttamente dal
manga, Capitolo 328: Team 10. La prima parte è in prima persona
dal punto di vista di Ino e la seconda dal punto di vista di Shikamaru.
Le frasi a destra sono le traduzioni delle parole della canzone
"RE:member" dei Flow, e la parte finale è ripresa dal manga,
Capitolo 330: New Most Depressing - 331: Team10 Sets Out.
RE:member.
"Ino..."
"...si..."
"Sei una ragazza tenace...affidabile...
Chouji e Shikamaru...sono degli imbranati...
conto su di te per prenderti cura di loro..."
"...si..."
"e...non permettere a Sakura di batterti...
né come ninja, né tanto meno in amore..."
"va bene!..."
Quelle parole ancora bruciano nella mia memoria, facendomi inumidire gli occhi e trascinandomi nel ricordo di quel giorno.
La stretta troppo forte che ho avvertito nel momento in cui mi sono
resa conto che non avrei potuto fare niente per salvare Asuma, che le
ferite erano troppo gravi ed avevano colpito quattro punti vitali. Le
lacrime che ho versato, le sento ancora sulle guance, come segno
indelebile di quella perdita.
Alzando lo sguardo su Shikamaru, in quell'istante, finalmente ho
capito. Egoista, da allora me lo sono ripetuto tantissime volte.
Così presa dalla vita e dagli obiettivi che mi ero
prefissata, non avevo mai pensato di soffermarmi ad osservare i miei
compagni. E lui era lì, c'era sempre stato, dall'inizio. Ma io
ero troppo impegnata a rincorrere l'inarrivabile per accorgermene.
Sfioro leggermente l'orecchino che condividiamo, quel legame che non mi
ero mai veramente resa conto si fosse creato, e sorrido. Perché
so che è questo ciò che anche il nostro Sensei avrebbe
voluto.
Con la violenza di un uragano, la memoria mi ripresenta l'immagine del ragazzo che si lascia cadere accanto al
pacchetto di sigarette vicino al corpo del nostro maestro per poi accenderne
una, tossendo ed imprecando tra le lacrime. Perché Shikamaru
odia il fumo; gli finisce sempre negli occhi, facendolo piangere.
L'ho cercato oggi al funerale, senza riuscire a trovarlo in mezzo alla
folla di persone disperate. Non una goccia ha lasciato gli occhi
vermigli di Kurenai. E' incinta, Asuma era il padre del bambino.
Konohamaru invece ha dato sfogo a tutto il suo dolore, tra le braccia
di Naruto. Non mi ero resa conto di quanto fosse cresciuto anche lui,
almeno finché non l'ho visto oggi, con l'abito da lutto nero che
metteva in risalto il corpo muscoloso. Quando è successo? Come ho fatto a
perdere così tanto di ciò che avevo intorno? Anche
Kakashi sembrava veramente dispiaciuto per l'ennesima perdita di un
amico.
Ho deciso di andare a cercarlo nella residenza dei Nara. Sicuramente,
se non è venuto si troverà lì con una sigaretta in
bocca a guardare le nuvole che si mischiano al fumo. Ha bisogno di me
in questo momento, e non ho intenzione di lasciarlo da solo.
"e tu, Shikamaru...
hai una mente acuta...
il tuo senso ninja...è anche di prima categoria...
hai le potenzialità per diventare Hokage..."
"Beh...per uno sfaticato come te...*cough*...
potrebbe essere troppo impegnativo."
"...Shougi...non ti ho mai battuto, neanche una volta.
Ah, già...
riguardo quel discorso sul 'Re'...
ti dirò...chi è...
avvicinati..."
"Asuma...tu...è per questo che..."
"Conto su di te, Shikamaru..."
Seduto sotto il porticato
della veranda, osservo assorto la scacchiera. Non sono riuscito a
presentarmi alla funzione funebre, ma le parole di Asuma rimbombano
come un mantra nella mia testa.
Le sue armi sono affianco a me, sul legno su cui siedo e non posso fare
a meno di scrutare le pedine. Sfioro lentamente quella che sta a
simboleggiare il Re e penso al suo discendente.
Mi ritorna in mente il volto distrutto di Kurenai, che piange e si
accascia sul pavimento appena sentito il messaggio che le ho riferito.
Le lacrime di Ino, nel momento in cui si è resa conto di non
poter salvare il maestro.
Odio vederla triste, è una seccatura. Poiché anche se
non lo ammetterò mai, le ho sempre voluto bene. Anche quando
litigava con Sakura per l'Uchiha o quando mi raggiungeva arrabbiata per
una punizione ricevuta dai genitori.
E' sempre stata una costante nella mia vita e toccando distrattamente
l'orecchino che Asuma ci regalò quando divenimmo un Team di
Chuunin, riesco a vedere finalmente ciò che è giusto per
noi.
Facendo leva sulle gambe, mi alzo piano. Ho ancora addosso l'abito
da lutto che avrei dovuto usare per il funerale che mi impaccia
leggermente i movimenti.
Resto immobile appena mi volto. Davanti a me c'è Ino, nel suo
abito nero cui unica libertà è un orlo generoso della
gonna. Mi fissa con i suoi zaffiri velati di tristezza. Mendokuse, non
dovrebbe guardarmi così. Percepisco tutto il suo bisogno, la sua
necessità di doversi aprire con qualcuno perché il dolore
è troppo forte. Dopotutto, ci è stato sottratto un
maestro, una guida, colui che ci ha unito e sorretto in questi lunghi
anni.
Perché mi osserva in quel modo che non riesco a decifrare?
Posso scorgere una lacrima leggera che le accarezza
la pelle della guancia. Il mio sguardo è puntato nel suo e sento
che c'è qualcosa di diverso dal solito. La vedo tentennare e
prendere tempo, prima di avvicinarsi fino a porsi davanti
a me, ad una spanna di distanza.
- Non ti ho visto al funerale, così ho pensato di venirti a cercare qui -
Sfugge il contatto visivo e tiene le braccia dietro la schiena, sicuramente si starà tormentando le mani per calmarsi.
Ci conosciamo da così tanto tempo, eppure ancora non riesco a
capire come comportarmi con lei. Mi chiedo il motivo per cui sia venuta
fin qui, visto che non lo aveva mai fatto.
- Ano...Shikamaru -
Finalmente riesco a specchiarmi nelle sue iridi chiare, è
così strana questa situazione ed è una scocciatura
perché il mio cuore batte impazzito e non riesco a mantenere la
solita aria svogliata. L'istinto mi dice di allungare le dita e
raccogliere quelle gocce salate che le adornano il viso. Deve aver
pianto tanto ed io non c'ero.
- Ascolta, Ino...mi dispiace. Avrei dovuto esserci -
Non mi aspettavo una reazione del genere. Ino mi si è
letteralmente buttata tra le braccia iniziando a singhiozzare ed io
odio vederla disperata. Mendokuse.
- Non piangere, per piacere -
-Sc...scusami. Ero venuta qui per dirti che volevo esserti vicina, che
ho finalmente capito cosa ci unisce e che sono pronta a tutto pur di
aiutarti in questo momento ed invece come al solito mi sono lasciata
andare e sei di nuovo tu a consolarmi -
- Mendokuse -
La stringo nell'abbraccio che si è presa con la forza e
cerco di farla calmare oscillando lievemente sulle gambe, cullandola
dolcemente. Sento il mio volto imporporarsi leggermente mentre ripenso
alle sue parole.
Ciascuna delle mutevoli stagioni che viviamo
Ci dà forza e saggezza
(sembra proprio un gioco di sopravvivenza)
- Cosa hai intenzione di fare adesso? -
Sento la sua voce ancora incrinata dal pianto, ma comprendo
perfettamente il significato di quella domanda. Io lo so, lei lo sa, ed
anche Chouji è a conoscenza del fatto che non posso permettere
che gli assassini di Asuma rimangano impuniti.
- Non possiamo lasciarli liberi, sono pericolosi -
- Non possiamo lasciarli liberi, ci hanno strappato un pezzo di cuore, Shikamaru -
Stringo i pugni, ha colto perfettamente il mio stato d'animo. Dopotutto, cos'altro potrei aspettarmi da lei?
- Ho riflettuto sulle parole del Sensei -
Lascia la frase in sospeso, creando un senso di aspettativa che mi
scorre in un brivido lungo la schiena. C'ero anche io, ed ho sentito le
raccomandazioni per quella ragazza forte e fragile allo stesso tempo,
di cui mi sono irrimediabilmente innamorato.
Continuo a tenerla contro il mio petto che sembra quasi voler
scoppiare. Se ne accorge, poiché alza lo sguardo e mi
incatena con quelle gemme celesti, senza possibilità di scampo.
Deglutisco a fatica e poi tutto accade velocemente, troppo forse. La
vedo alzarsi sulle punte dei piedi ed avvicinarsi sempre di più
al mio viso, immobile.
Nel momento in cui la sua bocca sfiora la mia, in quello che
dovrebbe essere un bacio, il mio primo bacio, sento come se mille
farfalle avessero spiccato il volo contemporaneamente nello stomaco.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da quel contatto assuefacente.
Testo la morbidezza di quelle labbra, il lieve sapore di ciliegia che
ho sempre pensato possedessero e di cui ora ho avuto conferma e non mi
rendo conto dell'arrivo di qualcuno alle mie spalle.
- Shikamaru -
La voce di mio padre mi ferisce le orecchie e lo sento sospirare pesantemente, mentre mi volto titubante.
- Mendokuse -
Sono sicuro di essere completamente rosso in volto, ma Ino sorride
adesso. E vedere la felicità su quel viso altrimenti provato dal
dolore mi dice che vale la pena affrontare qualsiasi cosa pur di
vederla ancora così.
Continuo a stringerla, mentre saluto, ora nuovamente indifferente,
l'uomo di fronte a noi e lo stesso fa lei. Si inchina leggermente in
segno di rispetto.
- Mio padre vi manda i suoi saluti, Shikaku-san -
- Come sta Inoichi? Risalutalo da parte mia. Ora vi lascio, ragazzi -
- Arrivederci -
- Lasciami tre giorni per pensare, poi partiamo -
Deve aver percepito la nota risoluta nella mia voce, perché
annuisce velocemente e si allontana di qualche passo. Vedo nuovamente
una nube scura coprire il mio cielo personale. Adoro le nuvole ma non
posso sopportare di vederle nei suoi occhi.
Torno vicino alla scacchiera e raccolgo i pugnali di Asuma, devo
imparare ad usarli velocemente. La sento accanto a me e la sua voce
cristallina mi invade la mente.
- Avviso io Chouji. Ci vediamo tra tre giorni, Shikamaru -
Annuisco lievemente e mi avvicino per lasciarle un ulteriore bacio.
Faccio per rientrare in casa, ma sento distintamente l'ultima parola
che pronuncia.
- Vinceremo -
Non ne sono mai stato più convinto che in questa occasione, Ino.
Lascia allo scoperto i tuoi sentimenti
Insieme con il grande amore che senti
Le lacrime che versi cambieranno il tuo destino
Lascia che il battito del tuo cuore riecheggi nel buio
Siamo sicuri di incontrarci
Al segnale dello stesso dolore
- Sei pronto? -
Annuisco lievemente.
- Allora andiamo, Shikamaru -
Siamo alle porte di Konoha, pronti per intraprendere il nostro viaggio.
Negli occhi una determinazione tale da renderci sicuri del risultato
della missione. Nulla può fermarci adesso.
Tengo una sigaretta in bocca ed il fumo aleggia in lievi vortici intorno alla mia figura.
- Fermi lì -
Questa voce è inconfondibile. Di fronte ad un ordine dell'Hokage ci voltiamo tutti e tre.
- Dove pensate di andare? -
Rimango a fissare Tsunade con la solita aria tediata ma percepisco Ino accanto a me tendersi e sussurrare piano.
- Godaime-sama... -
- Abbiamo formato una squadra e stiamo partendo per una missione -
Cerco di rimanere impassibile e farle capire la
situazione con razionalità, ma non sembra che sia riuscito
nell'intento.
- Non vi permetterò di comportarvi così avventatamente -
- Ovviamente, ho già pianificato di mandare una squadra nel
luogo dove il nemico ha detto che avrebbe fatto ritorno. Shikamaru,
sarai aggiunto alla squadra che organizzerò personalmente.
Potrai andare dopo aver stabilito un solido piano d'azione -
La guardo scocciato. Possibile che non abbia ancora compreso le nostre intenzioni?
- Può mandare una squadra di sostegno dopo, poiché Ino,
Chouji ed io abbiamo già ideato un piano per conto nostro -
Vedo Chouji annuire convinto ed Ino stringere un pugno contro il petto.
- E' abbastanza. Una squadra necessita di un minimo di quattro
elementi. Asuma è morto e voi siete rimasti solo in tre. Senza
un capitano... -
- Asuma è con noi -
- Allora state pianificando una battaglia per la vendetta? Non vi interessa niente delle vostre vite? -
- Non siamo stupidi. Non si preoccupi, non abbiamo la minima intenzione di lasciarci ammazzare. E' solo che... -
- Solo che...cosa? -
Lancio uno sguardo veloce ai miei compagni. In questi giorni ne abbiamo
parlato a lungo e siamo arrivati a quest'unica soluzione.
- Lasciare le cose come stanno, vivere senza attaccarsi a ciò in cui si crede è solo... -
Aspiro profondamente dalla sigaretta, poi continuo.
- Semplicemente non vogliamo vivere così perché sarebbe una seccatura immane -
- Crescete, ragazzi. La morte è sempre accanto a noi shinobi ma
buttarglisi tra le braccia è assurdo e poi continuo a ricordarvi
che siete solamente tre -
- Se la squadra fosse completa non ci sarebbero problemi, giusto? -
E' la voce di Kakashi-sensei che risuona dietro le spalle dell'Hokage.
- Kakashi, cosa hai intenzione di fare? -
- Accompagnerò il Team 10 come capitano della loro squadra -
Rimango basito dalla risolutezza con la quale dichiara di volerci
aiutare. Mi rendo perfettamente conto che l'unico motivo che lo spinge
a farlo è quello di sincerarsi del fatto che non ci mettiamo nei
guai, ma riesco comunque a rilassarmi impercettibilmente. Con Kakashi
nel nostro Team, avremo sicuramente più possibilità di
riuscire a sconfiggere il nemico.
- D'accordo...fate come vi pare -
- Grazie mille, Kakashi-sensei -
Dopo averlo ringraziato, mi volto verso Ino che ricambia il mio sguardo con uno sicuro e determinato.
Siamo decisi in quello che stiamo facendo, e questa volta non
permetteremo al nemico di farci del male. Perché il
futuro e la stabilità del Villaggio sono nelle nostre mani,
come sono stati nelle mani dei nostri genitori e dei loro avi
prima di loro. Perché il "Re" è il ninja che ancora deve
nascere, che verrà educato nel ricordo dei grandi eroi passati.
E spero vivamente che tra i tanti re che nasceranno, ci sia anche il
frutto del mio amore per Ino.
Canticchia il motivetto della tua esistenza
E canta per far sentire che ci sei
Un nuovo viaggio sta cominciando
Questa volta ce la faremo, insieme.
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Capitolo 2 *** ~Svegliati. Voltati, Alzati, Guardami. ***
ShinoKiba
Come
immaginavo questa sfida è stata vinta da RotaXD Quindi la
prossima storia sarà quella partecipante allo scontro per
decidere il terzo e quarto posto tra me ed Erin_Ino.
Scritta in un periodo leggermente nero(XD) rispecchia perfettamente la
confusione e l'umore altalenante che mi soffocava alloraXD
Sono ugualmente orgogliosa della mia storia perché rileggendola mi piace*__*
Spero che possa piacere anche a voi.
Un bacione,
iaia.
Nick Autore: iaia (13d08c81).
Titolo: ~Svegliati. Voltati, Alzati, Guardami.
Pairing principale: ShinoKiba.
Altri personaggi/pairing: Hinata, Naruto, Akamaru, Neji.
Genere: Drammatico, Song-fic, Suspence.
Raiting: Arancione.
Avvertimenti: Alternative Universe, Non per stomaci delicati, One-shot, What if...?, Yaoi, Nonsense.
Numero Scelto: 7
Note
dell'Autore: Come al solito impaginazione particolare, come particolare
considero questa storia. Probabilmente rispecchia il mio stato d'animo
in questo momento. Tra l'altro non riesco a capire perché per
questo contest mi vengano in mente solamente song-fic. Procediamo con
ordine. Ci sono ben tre narrazioni differenti nella storia, che si
intrecciano tra loro. Hanno font ed impaginazione differente, quindi
dovrebbero essere facilmente distinguibili. Con simmetria nella prima
parte, questi punti di vista vengono intervallati dal testo della
canzone ("Animal I have Become" dei Three Days Grace) in inglese, di
cui metto la traduzione a fine storia per non rovinare l'impatto
visivo. Le parole isolate hanno un loro significato particolare, che si
capirà alla fine e sono anche il titolo della fanfic. Le
traduzioni delle parole e frasi in Giapponese sono in fondo alla storia.
~Svegliati.
Voltati, Alzati, Guardami.
Voltati.
Seduto
sotto il tronco di un ciliegio, osservava il monte degli Hokage.
I loro
volti di pietra sembravano volerlo intimidire e convincere della
stupidità della sua azione.
Non
aveva potuto reprimere ciò che provava per Shino, ed
anche Akamaru se n'era reso conto.
Correvano veloci
attraverso la foresta. Il loro obiettivo? Raggiungere Naruto il prima
possibile, ed evitare così che perdesse il controllo. Tutti
e tre avevano percepito il suo chakra mutare e fondersi con quello
della volpe e non avevano potuto fare niente di più che
aumentare l'andatura per affiancarglisi rapidi e tentare di fermarlo.
I can't escape this
hell,
so
many times I've tried.
Nel momento in cui vide il
suo compagno di squadra avvicinarsi, il suo cuore iniziò a
battere con una velocità incredibile.
Non pensava sarebbe mai arrivato il momento in cui avrebbe provato
simili emozioni per qualcuno.
Questo gli faceva paura, più dello sguardo ammonitore degli
Hokage.
- Kiba. -
- Ciao Shino. -
Aveva tentato di mantenere la sua solita aria spensierata ed allegra.
- Perché mi cercavi? -
- Ho bisogno di parlarti. Siediti qui. -
Dicendolo, aveva battuto con la mano sull'erba fresca accanto alla
sua gamba.
Nessun movimento da parte dell'altro. Comprese che sarebbe stato
più difficile di quanto avesse previsto.
Con l'altra mano accarezzò dolcemente il pelo bianco del
cane, prima di alzarsi e mormorare qualcosa.
- Vorrà dire che verrò io da te. -
Lo spettacolo che si
presentò davanti ai loro occhi, li lasciò basiti.
Ben sette code spuntavano dalla schiena del loro compagno, ma la cosa
più sconcertante era la persona contro cui stava
combattendo. Hinata lasciò fuoriuscire un singulto che
assomigliava ad un grido strozzato. Davanti a Naruto, un altro Kiba,
del tutto simile al ragazzo che era con loro.
- Kiba, chi è quello? -
Non rispose, non sapeva cosa dire. Chi era quella persona? Si
voltò in direzione di Akamaru, chiedendogli se avesse idea di cosa
stesse accadendo.
- Shino... -
Non riuscì a terminare la frase, poiché un kunai
lo colpì di striscio sul braccio destro. Imprecò
voltandosi in direzione del punto da cui era arrivata l'arma.
Ringhiò furioso, ma tentennò quando davanti a sé
trovò Shino, un altro Shino, con un ghigno sadico stampato
sul viso.
Inorridì.
But I'm still caged
inside,
Somebody get me
through this Nightmare,
I can't control
myself.
Alzati.
- Shino... -
Ora si trovava di fronte
a lui e riusciva a specchiarsi nelle lenti scure degli occhiali che indossava.
Non aveva mai visto i suoi
occhi; come aveva potuto innamorarsi di una
persona che pur conoscendo da anni, non conosceva realmente?
- ...potrei guardare i tuoi
occhi? -
Si sentiva così
stupido.
Abbassò lo sguardo,
che si era fatto triste, e diede le spalle
al ragazzo.
Non
immaginava che questo potesse strattonargli una
manica, voltandolo rapidamente, tanto da fargli perdere
l'equilibrio.
Si ritrovò fra le
braccia di Shino, incapace di allontanarsi
come di stringerlo a sé.
Era
sicuro di essere arrossito per l'imbarazzo.
Registrò solo
superficialmente il movimento del braccio del
compagno che correva al viso andando a rimuovere quella barriera che da
sempre lo difendeva dal mondo esterno.
Non riuscì ad alzare
subito lo sguardo, ma ad una leggera
pressione di due dita sul suo mento fu costretto ad osservare l'altro.
Rimase stupito
immergendosi in due iridi color ardesia scuro.
Mai avrebbe pensato che i suoi
occhi potessero essere così
espressivi.
Rabbrividì, mentre la
distanza tra le loro labbra si
accorciava.
Poteva percepire il lieve respiro
del ragazzo sulla pelle sensibile e non
anelava ad altro che non fosse sentire la consistenza del corpo di
Shino contro il suo.
Lo Shino contro
cui doveva combattere non era reale. Cercava di convincersi di
questo per riuscire a sconfiggerlo. Quello che gli stava accanto lo
era. Poteva ancora percepire il suo calore, il chakra che conosceva
così bene e che si era abituato a sentire vicino.
Deglutì pesantemente, ma delle dita che cercavano le sue lo fecero
voltare. Hinata era corsa ad aiutare Naruto; il suo compagno lo aveva
preso per mano, infondendogli la giusta tranquillità che gli
serviva per svolgere al meglio la missione. Come al solito, tra loro
non c'era bisogno di parole. I gesti che Shino gli regalava erano
più che sufficienti.
So what if you can see
the darkest side of me?
No one will ever change this animal I've become.
Help me believe it's not the real me,
Somebody help me tame this animal.
Guardami.
Corpi
che si intrecciavano in una danza primordiale.
Due animali che si rincorrevano con movimenti appaganti.
Adorava la sensazione di avere la pelle chiara di Shino a contatto con
la sua.
I loro odori che si mischiavano creando una nuova essenza di vita.
Avrebbe voluto che non finisse più, avrebbe voluto sentire
per sempre la presenza del suo corpo, che lento spingeva in lui
liberandolo dal peso della solitudine.
Quel miscuglio di istinto e godimento, di amore e passione che li univa,
era il motivo per cui continuavano a cercarsi.
E si incontravano sempre lì, sotto quel ciliegio che aveva
visto il loro primo bacio.
Sotto lo sguardo ammonitore degli Hokage che gli ricordavano quanto
fosse sbagliato il loro amore.
Ma non gli importava, perché in quei momenti erano sicuri
che sarebbero stati insieme per sempre.
Le lacrime
uscivano da sole ad ogni affondo che infliggeva allo Shino
fasullo. Ben presto si era accorto che qualunque ferita riuscisse a
lasciare su quel fantoccio, automaticamente la stessa appariva anche
sul corpo dello Shino accanto a sé.
-
Kiba, non pensare a me. Devi sconfiggere il nemico. -
- La
fai facile...non pensi a quello che provo? - disse mentre spingeva la lama di un kunai nello stomaco dell'avversario.
Sentì
un colpo di tosse alle proprie spalle, e non
riuscì a fare a meno di pensare che stava uccidendo la
persona che amava e che si era ripromesso di proteggere.
Era
perfettamente conscio del fatto che un ninja non può lasciarsi
trascinare dalle emozioni, ma lui era sempre stato in primo luogo un
animale, istinto e rabbia.
Fu
con questa consapevolezza che si lasciò andare, sfogando
tutta la frustrazione della situazione e la sua paura su quella bambola
voodoo, incurante di ciò che avrebbe causato all'altro. Era
ovviamente impossibile riuscire a salvarlo, per questo una furia cieca
lo fece accanire ancora maggiormente su Shino.
- E'
colpa tua. Tua. Io ti amavo, ma non era abbastanza, vero? Cosa
pretendevi da me? Io...avrei voluto salvarti, se avessi potuto l'avrei
fatto! Non è colpa mia, non è colpa mia! -
Colpiva
ripetutamente, incapace di fermarsi a riflettere su
ciò che stava facendo, la mente annebbiata dal dolore.
Nel
momento in cui uno shuriken si conficcò in un'iride
ardesia, un urlo terrificante si levò dal suo compagno di
squadra. La copia si accasciò a terra esanime.
Si
voltò con una lentezza esasperante, ma quando
incrociò la figura di Shino, non resistette alle lacrime che
copiose premevano per liberarsi dalle sue palpebre.
Giaceva
lì, sdraiato in una pozza di sangue, del suo stesso
sangue. Ferite erano visibili su tutto il corpo, lacerato da quel
combattimento. Ma la cosa che lo fece stare peggio, fu vedere il
profondo squarcio che albergava nel punto in cui prima si trovava
l'occhio del ragazzo.
Gli
occhiali in frantumi giacevano vicino al suo viso ed una lacrima
gli solcava la guancia.
-
Fa...male. -
-
Perdonami, Shino. -
Nella
sua furia non si era nemmeno accorto di tutte le ferite che non
riusciva a capire come si fosse procurato. Un rumore gli fece guardare
oltre i pochi alberi che lo dividevano dall'altro scontro che si stava
combattendo. Osservò Naruto liberare il Sigillo del Demone,
facendo scorrere tutto il suo chakra all'interno del proprio corpo. Poi
si accorse di un particolare che aveva dimenticato. La sua copia,
quella che aveva visto appena arrivato, lo scrutava ghignando beffardo.
Si rese conto solo in quel momento del fatto che probabilmente anche
quella era una bambola voodoo; in quel modo si sarebbero potuti spiegare i
tagli e le abrasioni che non ricordava di aver ricevuto.
La presa di coscienza di ciò che stava accadendo lo fece
rabbrividire. Kyuubi, ormai libero, si stava dirigendo verso il Kiba fasullo, con l'intento di ucciderlo.
Sentì
un lieve sussurro che lo fece voltare, attirando nuovamente la
sua attenzione.
-
Perdonami, Kiba. Non permetterò che tu muoia. Vivi per
tutti noi. -
Mille
insetti circondarono il corpo di Shino, prima di correre verso
Hinata che, colto al volo il segnale, si gettò sul fantoccio,
esattamente nello stesso istante in cui il colpo del Demone si
scagliava sui due.
I can't escape myself,
How many times
I've lied.
But there's
still rage inside.
Somebody get me
through this Nightmare,
I can't control
myself.
Svegliati.
Mosse con
lentezza una
mano, senza riuscire a capire. Fino ad un istante prima si trovava
nella macchina di Naruto, insieme a Shino ed Hinata. L'attimo dopo,
tutto era diventato nero.
Poi, quell'incubo.
Non si azzardò ad aprire gli occhi, ma percepiva qualcosa di
morbido sotto il corpo. Si trovava su un letto, ma non era il suo.
Quello l'avrebbe riconosciuto.
La coperta era ruvida e la sua sensibilità tattile
leggermente
alterata. Inoltre, un pungente odore di disinfettante gli irritava le
narici, facendole fremere.
Provò a muovere ancora la stessa mano, ma sentì
una fitta
al polso. Forse avrebbe dovuto guardarsi intorno per capire meglio la
situazione, ma l'istinto gli diceva di non farlo.
Sentì un lieve uggiolare, ed il suo cuore
accelerò di qualche battito.
Akamaru.
Fece forza sulle palpebre per riuscire a farle muovere, ma dei
rumori concitati intorno a lui lo fecero fermare. Un
lieve
singulto arrivò alle sue orecchie e si domandò di chi potesse essere.
Poi quelle voci.
- Inuzuka-san, dovrebbe tornare a casa e cercare di riposare un poco,
in previsione del risveglio di Kiba-kun. -
- No. -
Questa era la voce di sua madre, sembrava spenta e triste.
Una nuova voce, femminile, si intromise nella discussione.
- Sarutobi-san, che succede qui? -
- Tsunade-hime*[1], questo ragazzo è l'unico superstite
dell'incidente che è avvenuto due settimane fa
sull'Autostrada
per Kyoto. Presenta gravi ustioni su buona parte del corpo,
trentacinque fratture in varie ossa del corpo, trauma cranico con
conseguente coma da cui sembra essersi svegliato solo adesso. Milza
spappolata e polmone perforato. -
- Un momento. Si è svegliato, dici? -
- Si, oggi le sue funzioni vitali si sono smosse. Ha alzato
ripetutamente il braccio destro, e sentendo l'uggiolio del suo cane ha
aumentato il battito cardiaco. -
Era rimasto in ascolto fino a quel momento. Non poteva credere a
ciò che quei due sconosciuti, probabilmente medici, avevano
detto. Unico superstite di un incidente? Ricordava di essere in
macchina con Shino, Hinata e Naruto. Un forte dolore al petto gli fece
contrarre i muscoli facciali e percepì una goccia scivolare
lungo la sua guancia.
- Kiba-kun, mi senti? Se sì, prova ad aprire gli occhi. -
Fece forza sulla sua disperazione e con lentezza schiuse le palpebre.
- Allora ci sei! -
La prima cosa che vide, furono due grandi occhi nocciola che lo
fissavano. Poi riuscì ad inquadrarli sul volto di quella che
doveva essere una donna abbastanza giovane.
Provò a parlare ma si accorse presto di avere la lingua
bloccata da qualcosa. Un respiratore.
Una lieve ansia si impossessò di lui, lo
fece agitare
leggermente, ma un fastidio diffuso a tutto il corpo lo portò
a
desistere dai suoi tentativi.
Poteva percepire le stecche che tenevano fermi gli arti fratturati,
come le garze che ricoprivano la maggior parte della sua pelle.
- Stai tranquillo. Hai bisogno dell'intubazione perché hai
qualche problema a respirare da solo, ma sono sicura che in qualche
giorno potremo levare tutto. Ora farò un piccolo controllo,
non
preoccuparti. -
Annuì flebilmente, per evitare di sentire dolore.
Rimase immobile mentre la donna gli puntava una luce negli occhi,
ascoltava con lo stetoscopio i battiti del suo cuore e dava uno sguardo
veloce alle ferite sotto le fasciature.
Fu quando la dottoressa se ne fu andata che ricordò la presenza
della
madre. La cercò nel suo ristretto campo visivo, andandosi a
scontrare con una figura accucciata su una seggiola lì
vicino.
Quella non era la persona forte che aveva imparato a conoscere da
quando era nato. Sembrava fragile, il volto scavato e provato, lacrime
secche sulle guance.
Smosse la mano per attirare la sua attenzione.
Quando lei se ne accorse, si avvicinò e, senza dire una
parola, strinse le sue dita iniziando a piangere sommessamente.
So
what if you can see
the darkest side of me?
No one will ever change this animal I've become.
Help me believe it's not the real me,
Somebody help me tame this animal I've become.
Help me believe it's not the real me,
Somebody help me tame this animal.
Seduto sul letto,
nella sua casa di periferia, osservava una fotografia. Lo ritraeva insieme a Shino, qualche mese prima dell'incidente.
Da quel giorno non era più riuscito a salire su una macchina;
ogni volta che ci provava un dolore al petto lo faceva fermare e
declinare l'offerta.
Le cicatrici ancora evidenti sul suo corpo, somigliavano terribilmente
a quelle che avevano sfigurato Shino nel suo incubo post-trauma.
Ancora adesso, ad un anno di distanza dall'accaduto, non poteva fare a
meno di chiedersi il significato di quel sogno; come un tarlo che
logora un mobile questi pensieri lo stavano sfibrando nel profondo,
senza dargli tregua.
Scrutò l'immagine di loro due abbracciati, o meglio, ricordava
di essere saltato addosso a Shino abbracciandolo e rischiando di far
sbilanciare entrambi. I loro occhi erano fissi nell'obiettivo: i
suoi gioiosi e spensierati, quelli della persona che amava profondi ed
penetranti.
'Perdonami Kiba. Non permetterò che tu muoia. Vivi per tutti noi.'
Queste parole continuavano a vorticare nella sua mente. Cos'era
successo veramente quella sera? Perché non riusciva a ricordare?
Il lieve bussare alla porta lo fece voltare. Con qualche
difficoltà riuscì a tirarsi su e a dare il permesso a
chiunque fosse per entrare.
Sull'uscio apparve sua sorella, che sorrise dolcemente.
- Kiba, hai bisogno di qualcosa? -
Un lieve cenno di diniego; a parte un cuore nuovo era sicuro di non necessitare di null'altro.
- Ah, c'è Neji al piano di sotto. Ha detto di prepararti perché dovete uscire il prima possibile. -
Sospirò pesantemente. Da quando era stato dimesso dall'Ospedale,
Neji gli era stato molto vicino. Poteva solamente ringraziarlo per
quello che faceva per lui.
Entrambi condividevano il dolore della perdita, anche se in modi diversi.
Si alzò con lentezza; fortunatamente si era già vestito,
sicuro dell'arrivo dell'amico. Prese la cornice che aveva guardato fino
a quel momento e si diresse verso il salone.
- Ohayou*[2], Neji-san. -
- Ohayou, Kiba-kun. Genki ka*[3]? -
- Hai*[4], hai. -
- Hayaku*[5], ikimashou*[6]. -
- Doko e*[7]? -
Non ricevette risposta. Neji si alzò e si diresse verso la
porta, poi attese il suo arrivo e quando entrambi ebbero varcato la
soglia di casa, richiuse l'uscio dietro di loro.
Somebody help me through this Nightmare,
I can't control myself.
Era lì, davanti alla sua tomba, senza sapere cosa fare. Passava
lo sguardo da Neji alla lapide di marmo bianco, su cui era inciso il
nome della persona che aveva amato con tutto se stesso.
- Perché mi hai portato qui? -
L'altro non rispose, semplicemente si avvicinò ad una grande
tomba di famiglia che si trovava a qualche centinaio di metri. Era
lì che riposava Hinata; era lì che anche Naruto era stato
seppellito, non avendo una famiglia.
Tornò a portare la sua attenzione a Shino, che gli stava
davanti. Sulla lapide c'era una sua fotografia, ma preferì
parlargli attraverso quella che ancora teneva nella tasca.
La tirò fuori e l'osservò ancora una volta. Erano felici, si vedeva dalle loro espressioni rilassate.
- Cosa è successo quel giorno, Shino? Aiutami a comprendere perché da solo non ci riesco. -
Lacrime lasciarono inaspettate i suoi occhi, come ricordò
ciò che era accaduto nell'incubo. Quelle parole, che sembravano
sussurrate dal vento.
Voltati, Alzati, Guardami, Svegliati.
Svegliati.
Svegliati.
Somebody wake me from this Nightmare,
I can't escape this
hell.
Sentì un tocco gentile che lo smosse.
- Solo altri cinque minuti. - mugugnò, ancora assonnato.
- Kiba, sbrigati. Dobbiamo andare da Kurenai-sensei*[8]. -
Aprì gli occhi di scatto, trovandosi nudo in un letto. Accanto a lui Shino, altrettanto nudo.
Arrossì leggermente, prima di parlare.
- Sei...vivo? Cosa è successo? -
Il ragazzo lo osservava con un'espressione tra lo stupito ed il preoccupato.
- Di cosa stai parlando, Kiba? -
- Tu non sei...insomma...l'incidente automobilistico, Naruto, Hinata... -
- Incidente automobilistico? Kiba, sei sicuro di stare bene? -
Si guardò il corpo, ogni cicatrice scomparsa dalla sua pelle, poi osservò Shino.
I suoi occhi penetranti lo scrutavano insistentemente.
Improvvisamente, fu proprio quest'ultimo a rompere il silenzio che si era creato.
- Hai fatto anche tu il sogno in cui combattevamo contro noi stessi? -
- Tu...come? -
- La Sensei dice che probabilmente nello scontro con il Demone dalle tre code siamo venuti in contatto
con la sua nebbia. Questa contiene un potere particolare che mostra a
chi vi si avvicina ciò di cui si ha più paura. Probabilmente
per una questione di empatia sei entrato nel mio incubo personale,
anche se io non sono riuscito ad entrare nel tuo. -
- Non ti ho mai sentito parlare
così tanto. Ma se ciò che hai detto è vero,
cosa ci facciamo nudi nel nostro letto? -
- La missione è terminata due settimane fa, e da allora hai avuto dei brevi momenti di coscienza in cui... -
- Non c'è bisogno che continui la frase. - disse sorridendo malizioso.
Lo baciò dolcemente sulle
labbra prima di trascinarlo in una lotta di corpi in cui l'unica
vincitrice sarebbe stata la passione che ormai li divorava da tempo.
Neanche i volti degli Hokage gli
facevano più paura, poiché ora sapeva cosa voleva dire
perdere la cosa più importante che avesse mai avuto e non lo
avrebbe più permesso.
Al diavolo i dogmi ninja e tutto ciò che aveva imparato in Accademia e poi nelle missioni.
Era felice, poiché Shino lo aveva aiutato ad uscire dal suo incubo più grande.
Traduzione delle Parole e Frasi in Giapponese:
*[1]: hime=principessa, usato spesso da Jiraiya nei confronti di Tsunade.
*[2]: Ohayou=Buongiorno.
*[3]: Genki ka?=Stai bene?
*[4]: Hai=Sì.
*[5]: Hayaku=Sbrigati.
*[6]: ikimashou=andiamo.
*[7]: Doko e?=Dove?
*[8]: Sensei=Maestro/a.
Traduzione della Canzone:
L'Animale che sono diventato.
Non posso fuggire da questo inferno
Ho provato così tante volte
Ma sono ancora rinchiuso dentro
Qualcuno mi tiri fuori da quest'incubo
Non posso controllarmi
Che importa se tu vedrai il mio lato più oscuro?
Nessuno cambierà mai questo animale che sono diventato
Aiutami a credere che non sia il vero me
Non posso fuggire da me stesso
Ho mentito così tante volte
Ma c’è ancora furia dentro
Qualcuno mi tiri fuori da quest'incubo
Non posso controllarmi
Che importa se tu vedrai il mio lato più oscuro?
Nessuno cambierà mai questo animale che sono diventato
Aiutami a credere che non sia il vero me
Qualcuno mi aiuti a domare questo animale che sono diventato
Aiutami a credere che non sia il vero me
Qualcuno mi aiuti a domare questo animale
Qualcuno mi aiuti ad attraversare quest'incubo
Non posso controllarmi
Qualcuno mi svegli da quest'incubo
Non posso fuggire da questo inferno
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