Cheshire Cat

di Blackpanter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il treno per Hogwarts 01 ***
Capitolo 2: *** Verso Hogwarts 02 ***
Capitolo 3: *** Lo smistamento 03 ***
Capitolo 4: *** Nello studio di Silente 04 ***



Capitolo 1
*** Il treno per Hogwarts 01 ***


Capitolo 1

Il treno per Hogwarts


Tutto un nuovo mondo si era aperto ai miei occhi. A undici anni non immaginavo assolutamente che tutto questo esistesse.
Stavo osservando un treno, no no, non era un semplice treno, ma IL treno. Avevo appena attraversato il binario 9 ¾, nella stazione di King's Cross, a Londra, e mi sembrava tutto meraviglioso. C'erano moltissimi ragazzi di ogni età che erano indaffarati con i loro bagagli e a chiacchierare con i loro compagni e amici. Gli unici che vedevo un po' spauriti erano quelli che come me dovevano affrontare il primo anno. Io però non avevo paura.
Finalmente ero riuscita a spiegare moltissime cose che mi erano successe fin da piccola. Ero sempre riuscita a nasconderle, tranne ai miei genitori, e di certo non avrei smesso adesso.

«Guarda, guarda, guarda» sibilò una voce odiosa e non appena mi voltai vidi uno degli esseri più brutti che avessi mai visto. Aveva il naso adunco e i capelli neri unti.

«Siamo nuove della scuola?» domandò ancora e un sorriso sornione si stampò sul suo volto.
«Si» risposi semplicemente senza degnarlo di molta attenzione.
«Sei una mezzosangue vero? Il tuo... odore si sente ovunque» mormorò maligno. Sapevo che voleva solo attaccar briga, me lo aveva spiegato il preside che mi aveva suggerito che era meglio lasciar perdere chiunque facesse così. Il mio carattere non era uno dei migliori, e lo sapevo perfettamente.

«Lasciala in pace Mocciosus» urlò qualcuno da dietro di me e subito mi si affiancano quattro ragazzi con aria forte e sicura.

«Non ho bisogno del vostro aiuto per sbarazzarmi di questo sgorbio sapete?» quasi urlai voltandomi verso i ragazzi che mi guardano scioccati. Dovetti usare molta forza di volontà per non cambiare aspetto. Si, ero una Metamorfomagus, ma fin da piccola avevo imparato a contrastarlo e a non cambiare nulla. Avevo sempre vissuto in mezzo agli umani, o come li chiamano qui babbani.

«Calma, calma, non ti scaldare! Volevamo solo aiutarti. Sappiamo quanto può essere rompiscatole Mocciosus» mi rassicurò scuotendo energicamente le braccia davanti a se un ragazzo dai capelli neri e gli occhiali.
«Potter, come mai non sei a far danni invece di aiutare questa mezzosangue?» quel ragazzo, Mocciosus come lo chiamavano loro, era veramente insopportabile. Gli ci voleva una lezione.
Iniziai ad avanzare verso il ragazzo unto, ma delle braccia mi fermarono.

«Calma tigre! Non ne vale la pena» mormorò una voce diversa da quella di prima. Io sbuffai e iniziai a dimenarmi tra le sue braccia. Lo ammetto. Avevo un carattere veramente ribelle. Ma cosa potevo farci infondo?
«Andiamo via Felpato. Portala tu mentre io le prendo i bagagli» subito quello che mi teneva ferma iniziò a trascinarmi verso il treno e quasi di peso mi caricò su di esso. Dietro di me sentivo delle risate e chissà perchè seppi che ridevano di me.

«Lasciami subito!» urlai cercando di avvicinare il più possibile le mani dello sconosciuto alla bocca, così che potessi morderlo. Lui però sembrò capire il mio piano perchè fece molta forza perchè ciò non accadesse.

«Ti vuoi calmare una buona volta?» ridacchiò mentre con uno spintone mi spinse in uno scompartimento e si mise tra me e la porta così da impedirmi la fuga. Intanto gli altri tre ragazzi entrarono portando con loro i miei bagagli.
«Io voglio ucciderlo! Fammi passare!» urlai imbestialita e tutti scoppiarono in una fragorosa risata.

«Lascialo perdere. Durante l'anno gliela faremo pagare abbastanza anche per te» disse tra le risate uno dei quattro ragazzi.
«Che maleducati, ci presentiamo subito» l'ultimo ragazzo chiuse la porta e tutti si sedettero davanti e affianco a me, impedendomi così definitivamente la fuga.
«Io sono James Potter» si presentò il ragazzo con i capelli neri e gli occhiali.

«Io sono Sirius Black» aveva i capelli neri e gli occhi penetranti.

«Io sono Remus Lupin» i capelli erano color miele e gli occhi castani.

«Io s...sono Peter Minus» mormora l'ultimo con i capelli color topo e una faccia che ricordava lo stesso animale.

Io rimasi imbronciata, incrociando le braccia al petto e guardando fuori dal finestrino. Non mi andava di parlare con loro.
«Ehi, piccolina! L'educazione non te l'ha insegnata nessuno?» chiese uno dei ragazzi e appena mi voltai vidi che era Potter.
«Io sono Charlie Evans» rispondo scocciata guardando con occhi penetranti i ragazzi nello scompartimento.

«Conosci Lily Evans?» mi chiese Potter sgranando gli occhi. Io sbuffai e annuii semplicemente.

«Si, è mia cugina» mormorò una voce dolce che riconobbi subito.
«Lily!» urlai allegra e alzandomi mi gettai tra le braccia della mia cuginetta. Era stata molto felice quando aveva scoperto che anche io ero una strega.
«Ehi Charlie, ma come mai sei in cabina con questi?» chiese sospettosa, lanciando un occhiataccia ai ragazzi che erano in scompartimento con me.
«Hanno interferito quando ho perso le staffe per colpa di uno che loro – guardai verso i diretti interessati – chiamano Mocciosus» le spiegai pacata sorridendole.

«Cosa ti ha fatto Severus?» chiese con uno sbuffo mia cugina. Io alzai le spalle e roteai gli occhi. Io e mia cugina eravamo molto legate e avevamo creato un nostro codice per parlare senza essere capite. Quel gesto significava che lo sapeva.

Lei infatti subito capì e la sua espressione divenne rabbiosa.

«Come ha osato?» quasi urlò presa nella sua furia e in un attimo sparì dalla vista lasciandomi con quattro ragazzi che mi fissavano confusi.

«Cosa avete da guardare?» inarcai un sopracciglio e li osservai attentamente. Non erano in silenzio come pensavo, ma stavano confabulando tra di loro a voce così bassa che era impossibile sentirli.
«Ma Charlie non è un nome da uomo?» borbottò d'un tratto Black. Io lo fulminai con lo sguardo.

«Si, ma è sempre meglio del mio vero nome» borbottai, tornando a sedermi tra Lupin e Black.

«E quale sarebbe?»

«Charlaine» mormorai sconfitta storcendo le labbra in una espressione disgustata. Odiavo veramente il mio nome. Secondo me rispecchiava tutto quello che non ero: una ragazzina che vestiva di rosa e che aveva bisogno di essere difesa.

«Charlaine?» mormorò Potter. In un attimo si misero tutti a ridere a crepapelle tenendo le braccia sullo stomaco come per evitare che potesse uscire dal corpo per le risate.

«Non c'è niente da ridere!» urlai arrabbiata dando, con entrambe le mani, un pugno ai due sventurati che avevano la sfortuna di essere così vicini a me.

«Ahia!» esclamarono contemporaneamente, facendo ridere ancora di più Potter.

«Scusa Felpato, ma fai morire dalle risate!» mormorò questo quando si accorse dell'occhiataccia che gli lanciava l'amico. Io a quel soprannome mi insospettii.

«Perchè Felpato?» chiesi fingendomi ingenua e corrugando la fronte. Avevo imparato ad essere un ottima attrice, visto che fin da piccolissima avevo dovuto mentire a tutti e nascondere la vera me.

«Così. Abbiamo tutti un soprannome» disse Black alzando le spalle e sorridendomi astuto. Stavano mentendo, o meglio stavano omettendo una parte di verità, però non ci badai e feci finta di credergli.

«Voi come vi chiamate?» forse facendo qualche domanda sarei riuscita a ottenere qualcosa di più.

«James è Ramoso, Remus è Lunastorta e Peter è Codaliscia» mi spiegò velocemente Black, indicando per ogni soprannome l'amico che lo aveva.
«Originali» commentai non trovando di meglio. La mia mente era già alla ricerca di un significato per quei soprannomi. Si lo so, ero una grandissima ficcanaso.

«Si, diciamo di si» mi ripose Potter con aria alquanto idiota.

«Andiamo Charlie, esci da questo vagone e vieni nel mio» mormorò mia cugina non appena varcò la soglia della cabina. Io le sorrisi e, dopo aver recuperato le mie cose, salutai gli altri con un cenno del capo e trotterellai dietro a mia cugina.


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Capitolo 2
*** Verso Hogwarts 02 ***


Capitolo 2

Verso Hogwarts


Arrivammo in uno scompartimento dove era seduta una ragazza dai capelli castani e lo sguardo allegro.

«Ciao Lily! Così lei è tua cugina?» chiese pimpante, come il suo aspetto. Guardai Lily che sorrise dolcemente alla ragazza. Conoscevo quello sguardo: mia cugina le era molto affezionata, quindi decisi che dovevo essere gentile con lei. Non fraintendete. Io ero gentile, quando volevo, solo che quando non conoscevo una persona diventavo alquanto irritabile e scontrosa.

«Io sono Charlie, piacere!» sorrisi allegramente e le tesi una mano che strinse subito.
«Io sono Alice» rispose allegra invitandomi a sedermi accanto a lei. Insieme a Lily sistemai i miei bagagli e poi mi accomodai su uno dei due sedili.

«Ho chiarito con Severus. Non ti infastidirà più, promesso» disse ad un tratto Lily, rompendo il silenzio che era calato, pesante come una cappa di oscurità.

«Non serviva che lo facessi. So cavarmela da sola» le sorrisi. Ero felice che mi avesse difeso, però una parte di me, quella in cui c'era il mio orgoglio, non sopportava che lo avesse fatto. Anche se ero una nata babbana, più o meno, non avevo bisogno di protezione.

«Calma tigre! Non serve che ti scaldi» ridacchiò allegra mia cucina posando una mano sulla mia che tenevo sopra le ginocchia.
«Scusa Li, solo che lo sai che non ho bisogno di essere difesa» le risposi abbozzando un sorriso di scuse. Lei aveva sempre saputo che il mio carattere si accendeva facilmente, però mi aveva sempre voluto bene e di questo l'avrei ringraziata per l'eternità.
«Tranquilla Charlie» mi rassicurò Lily e in un attimo si voltò verso Alice.

«Scusaci. Lei è molto... vivace, ed è difficile tenerla a bada. Da fuori sembra una scatenata, ma dentro in fondo è buona..» detto questo Lily mi guardò. Ci fissammo per un attimo e poi scoppiammo a ridere.

«Buona dove, Lily? Non sono malefica, ma non sono neppure una santarellina» ridacchiai allegramente dando scherzosamente un pugno a mia cugina. Lei mi sorrise e si aggrappò a me in un abbraccio.

«Li, mi soffochi!» quasi urlai mentre cercavo di liberarmi dalla stretta di mia cugina.
«Lily! Lasciala! Non vedi che la stai veramente soffocando?» Alice era in preda al panico e si precipitò subito su di noi cercando di staccare Lily. Io e mia cugina ci guardammo dubbiose, ma appena Lily mi vide in faccia iniziò a ridere a crepapelle.

«Cosa c'è da ridere? Non vedi che colorito ha?» Alice si fiondò subito su di me, facendomi aria con le mani. Io continuai a guardare entrambe scioccata, ma Lily si toccò la faccia e sbatté per tre volte le ciglia. Quello era il segnale che avevo cambiato colore.

Presi velocemente uno specchietto dalla mia borsa e immediatamente vidi che la mia pelle era diventata completamente blu.

Iniziai a ridere a crepapelle, praticamente rotolandomi sul sedile, sotto lo sguardo allibito di Alice e quello divertito di Lily.

«Non sto morendo Alice!» borbottai cercando di trattenere le risate. Quando iniziavo era difficile fermarmi.

«Ti dico un segreto, solo se prometti di non dirlo a nessuno» mormorai avvicinandomi alla diretta interessata. Lei sgranò appena gli occhi, ma poi annuii e si avvicinò anche lei.

Io sospirai e mi concentrai appena facendo tornare la mia pelle del colore normale.

«Sono una Metamorfomagus» mormorai allegra sorridendo raggiante. Adesso che avevo scoperto della magia e di tutto il resto non mi consideravo più un mostro da baraccone. Ero addirittura contenta di essere diversa, speciale. Adesso che sapevo che ero abbastanza normale, non mi consideravo più una ragazza stramba. Ero finalmente a casa mia,nel mio vero mondo.

«Davvero?» Alice sembrava elettrizzata e senza che se ne accorgesse si fece ancora più vicina e iniziò a bisbigliare tutta pimpante.
«Questa è una cosa bellissima! Non sai quanto darei per poter modificare il mio aspetto a piacere! Ma qual'è il tuo aspetto normale?»

«Questo è il mio aspetto normale» mormorai alzando un sopracciglio. Perchè appena scoprivano questo tutti mi chiedevano del mio aspetto normale? Non riuscivo proprio a capire.

«Davvero? Se fossi stata in te, avrei cambiato subito il mio aspetto con quello che mi piaceva di più. Tu però sei bellissima anche così» mormorò allegra, alzando una mano per toccare i miei capelli ramati. In questo ero molto simile a mia cugina. Entrambe avevamo i capelli ramati e gli occhi verdi. Suo padre e mio padre erano fratelli gemelli e noi avevamo preso da loro.

«Grazie» le risposi allegra, guardando dietro di lei per vedere Lily che sorrideva contenta. Era evidentemente felice che andassi d'accordo con quella che pensavo la sua migliore amica.

In quel momento sentii la porta aprirsi e mi voltai immediatamente. Sulla soglia c'erano i quattro ragazzi che avevo conosciuto appena arrivata alla stazione.

«Potter, Black, Lupin e Minus! Che ci fate qui?» mia cugina era veramente arrabbiata e vidi la sua pelle tingersi leggermente di rosso. Faceva così ogni volta che era veramente arrabbiata. Cosa avevano fatto quei ragazzi per ottenere quella reazione da lei?

«Calmati Evans. Eravamo venuti a trovare quella pazza di tua cugina» ridacchiò uno di loro e scoprii che era Potter.

«Lasciatela in pace! È già un guaio ambulante senza che vi aggiungiate anche voi!» sibilò Lily avvicinandosi a me. Io ghignai di quelle parole. Avevo scoperto perchè non li sopportava. Io ero l'unico essere vivente che combinava guai e scherzi che lei sopportasse. Ero convinta che mi volesse bene solo perchè ero sua cugina.
«Dai Li! Lo sai che anche senza di loro combinerei danni, quindi tanto vale che li faccia in compagnia no?» sfoderai la mia migliore espressione da brava ragazza e sgranai gli occhi sbattendo velocemente le ciglia.
«No Charlie! Non fare quella faccia! Non ti lascerò andare con loro» disse risoluta Lily. Io sbuffai e mi lasciai cadere sul sedile incrociando le braccia e mettendo il broncio.
«Sei proprio cattiva Evans! Non vedi che tua cugina vuole solo divertirsi?» disse Potter imbronciato, scatenando le risate di tutti gli altri ragazzi.
«Si, ma non voglio che sia espulsa per colpa vostra! Se è da sola forse riuscirò a tenerla a bada. Voi siete i meno indicati per questo compito!» brontolò mia cugina trapassando con lo sguardo i ragazzi.

Poi si voltò verso di me e sbatté tre volte le palpebre per poi alzare una mano. Voleva ricordarmi di quello che volevo tenere segreto.
Io sbuffai e girai la testa verso l'alto: voleva dire che non mi sarei fatta scoprire.

«Ma che cavolo stanno facendo quelle due? Sembra che si stiano parlando, ma non stanno aprendo bocca» mormorò Black rivolto agli altri e tutti affilarono lo sguardo verso di noi.

«Forse siamo più intelligenti di voi? No, aspetta. Voi non avete cervello quindi anche una formica è più intelligente» dissi io con un ghigno divertito sulle labbra. I ragazzi, ma soprattutto Lupin, si accigliarono e ci guardarono male.
«Non metterti contro di noi Evans due! Siamo I Malandrini e in questa scuola siamo noi che abbiamo il primato di scherzi. Non metterti contro di noi perchè potresti pentirtene» sibilò Potter e poi tutti se ne andarono lasciandoci sole.

«Mi dispiace Charlie – mormoro mia cugina abbassando il capo – non volevo metterti contro di loro. Solo che non sono una compagnia adatta a te. Poi non puoi finire più di tanto nei guai. Sai cosa ti ha detto il preside» a quelle parole sbuffai. Sapevo perfettamente cosa mi aveva detto. Dovevo solo stare calma e limitare i guai al minimo, cosa molto difficile per me.
«Lily, hai ragione. Scusa per non averti dato retta subito» mormorai triste abbracciando mia cugina.

Alice era in un angolino e ci guardava curiosa. Non faceva domande però e di questo le ero molto grata e la mia valutazione su di lei continuava a crescere.

«Avanti tesoro. Mettiamoci la divisa che siamo quasi arrivate» mormorò e io le sorrisi grata. Lily era l'unica, oltre al preside e agli altri professori, che conosceva il mio segreto. No, non era quello di essere un Metamorfomagus, ma uno ancora più grande. Lei non aveva avuto problemi e mi voleva sempre bene. Senza di lei quest'anno sarebbe stato un inferno.

Angolo Blackpanter:

Salve! Grazie mille a tutti quelli che hanno letto la mia storia e soprattutto a:
1) Smemo92 per aver commentato 

2)  1 - Christy 94 

     2 - Smemo92 
     3 - valefan
per aver messo la storia tra i preferiti.

Per rispontere alla domanda di Smemo92 i Malandrini e Lily sono al terzo anno. 
Aggiungo anche un anticipazione: anche se Charlaine ha undici anni finirà nel terzo anno assieme agli altri. Perchè? Beh, bisogna leggere la storia per scoprirlo xD
Penso che o questa sera o domani posto il prossimo capitolo! Alla prossima e grazie ancora!

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Capitolo 3
*** Lo smistamento 03 ***


Capitolo 3

Lo smistamento


Dopo aver messo le divise rimanemmo tranquille sui sedili a chiacchierare del più e del meno. Scoprii che Alice era fidanzata con Frank Paciock e che erano veramente innamorati. Lily invece era un cuore solitario e sperava di rimanere così.

Scoprii anche che quei ragazzi erano chiamati, e si chiamavano, I Malandrini e che erano un gruppo che combinava guai dalla mattina alla sera, soprattutto ai Serpeverde. Inoltre finivano in continuazione nell'ufficio del preside e continuavano a togliere punti alla loro casa, Grifondoro.

«Che bello!» esclamai eccitata. Mi arrivò però un occhiataccia di Lily e di Alice.

«Che c'è?» chiesi sgranando gli occhi in una finta espressione ingenua. Lily scoppiò a ridere, contagiando anche noi due.

«Sei sempre la solita Charlie! Non cambierai mai» mormorò avvicinandosi a me e dandomi un altro abbraccio, uno dei mille di tutta la giornata.

«Siamo arrivate!» esclamò Alice iniziando a battere le mani felicemente. Non avevo ancora visto qualcuno che non amasse Hogwarts!

«Pronta per la tua nuova e vecchia vita?» mormorò Lily guardandomi negli occhi. Io sospirai e chiusi un attimo i miei. Ero pronta per iniziare nuovamente tutto?

«Si» dissi sicura aprendo gli occhi e iniziando ad uscire con tutti i bagagli. Lily era dietro di me e sentivo il suo sguardo penetrante sulla mia schiena. Era troppo protettiva con me, soprattutto dopo quello che Silente ci aveva detto.
«Quelli di primo anno devono andare con Hagrid e poi verranno smistati. Devi andare con loro» mormorò Lily, indicandomi un omone enorme con folti capelli neri e una barba dello stesso colore.

«Noi ci vediamo in sala grande. Tanto so già che finirai con i Grifondoro, anche se hai quel caratteraccio tremendo» continuò, posando una mano sulla mia spalla e sorridendomi.
«Ci vediamo dopo Li!» mormorai e andai assieme ai bambini di primo anno.
«Bene ragazzi! Noi dobbiamo attraversare il lago per arrivare alla scuola. Salite in quattro su ogni barca e preparatevi!» Hagrid aveva la voce forte e roca come suggeriva il suo aspetto.

Senza fare storie salimmo tutti su una barca e in un attimo fummo avanti alla scuola. Si, il tragitto era stato abbastanza lungo, però il tempo passava velocissimo, così veloce che non mi rendevo quasi conto di quello che stava succedendo.
Iniziammo a camminare veloci, cercando di stare al passo con Hagrid. Peccato che lui aveva delle gambe enormi e andava molto più velocemente. Quando finalmente arrivammo al portone della scuola, avevamo tutti il fiatone.

«Bene ragazzi! Adesso vi lascio nelle mani della professoressa McGranitt. Lei vi porterà nella sala grande per lo smistamento» detto questo Hagrid se ne andò lasciandoci con una donna dai capelli neri e gli occhi verdi.

«Bene ragazzi. Come ha già detto Hagrid io sono la professoressa Minerva McGranitt e sono la direttrice dei Grifondoro. Chiunque finirà nella mia casa quindi dovrà fare riferimento su di me. Adesso entreremo nella sala e uno alla volta verrete chiamati per decidere quale sarà la vostra casa. Tutto chiaro?» la sua voce era molto limpida e fiera, come il suo sguardo che passava di studente in studente come per marchiarlo nella sua memoria. Appena arrivò a me, si fermò perplessa, ma poi mi sorrise dolcemente.
Nessuno fece domande così la professoressa aprii l'enorme battente che era davanti a noi. Guardando al di là della porta si poteva vedere una sala immensa dove erano posizionate quattro file di tavoli. I ragazzi di ogni fila avevano un colore diverso nella divisa, così capii che erano divisi per case. In fondo alla sala, sul lato opposto all'enorme porta da dove stavamo entrando, c'era un tavolo dove erano seduti tutti i professori. Al centro di esso c'era il preside, Silente.

Appena entrammo tutti i ragazzi ci guardarono camminare attraverso il corridoio. Io mi guardai attorno affascinata e sentii una forte sensazione di deja-vu, come se quella sala l'avessi già vista. Cosa che da quello che mi avevano detto era vera.
Camminando, vidi una chioma rossa seduta ad una dei tavoli. Mi cugina mi stava guardando e mi sorrideva come per incoraggiarmi. Io le feci un cenno del capo e il suo sorriso aumentò.

Non appena ci fermammo, alzai gli occhi al soffitto e quello che vidi mi lasciò senza parole. Il soffitto rispecchiava il cielo, con moltissime stelle. Sembrava di essere veramente all'aperto.
Sarei rimasta ore a fissare quella magia, ma un silenzio improvviso mi fece abbassare il capo e vidi che Silente si era alzato.

«Benvenuti studenti! Sia a quelli vecchi sia a quelli nuovi. Un nuovo anno è iniziato, e per iniziarlo in allegria partiamo con lo smistamento!» partirono immediatamente urla tra i vari tavoli.
Lo smistamento, come scoprii era mettersi seduti su una sedia e la professoressa metteva un cappello parlante che diceva la casa. Ogni volta che un ragazzo veniva smistato, partivano urla dai ragazzi della casa.

«Charlaine Evans!» urlò la professoressa McGranitt e subito mi diressi verso lo sgabello. Appena il cappello mi fu posato sul capo sentii un brivido.

«Ci rivediamo ancora vedo!» mormorò al mio orecchio. Sapevo che potevo sentirlo solo io e così rilassai i muscoli che non mi ero accorta di aver contratto.

«Come ogni volta sei molto altruista, caparbia, vivace, coraggiosa e spontanea. Racchiudi tutto quello che dovrebbe essere un Grifondoro. Per questo sono sicurissimo in quale casa ti metterò!» mormorò e poi prese fiato e urlò «GRIFONDORO!»

subito partirono urla dal tavolo e appena arrivai Lily mi saltò al collo felicissima.
«Lo sapevo!» si sentiva l'euforia nella sua voce e in un attimo fui seduta assieme a tutti gli altri.

«Allora Evans due. Cosa si prova a essere nei mitici Grifondoro?» chiese una voce, che subito identificai come quella di Potter.

«Bene! Il cappello poi ha detto che sono una perfetta Grifondoro in tutto e per tutto!» gongolai fiera di me stessa. Lui ghignò e anche gli altri.

«Bene, piccola Grifondoro vediamo come te la caverai» ghignò Black e io gli risposi con un sorriso maligno.

«Attento Black. Non metterti contro di me» usai un tono seducente e avvicinai il volto al suo. Anche lui si avvicinò e così i nostri volti si trovarono a pochi centimetri di distanza.

«Evans due, la guerra è aperta!» con quelle parole si scostò da me e tornò a chiacchierare con i suoi amici.

«Charlie! Cosa hai combinato?» mi chiese Lily disperata. Io le sorrisi e lei rabbrividì. Certo, quello era il sorriso che usavo quando avevo qualcosa di poco carino in mente.
Nella mia testa comparvero moltissimi piani. Volevo far capire a quei ragazzi che non potevano spadroneggiare ovunque. Io li avrei sconfitti.

«Ora che è finito lo smistamento potete mangiare!» urlò il preside, distogliendomi da quei pensieri funesti. Batté le mani e in un attimo tutte le tavole furono coperte di cibo. Iniziammo a mangiare con grande gioia, stanchi dopo un lungo viaggio in treno. C'erano squisitezze da ogni parte del mondo e mangiai con molto piacere.

Rimanemmo lì per un ora, poi gli studenti più grandi iniziarono ad andare via e anche quelli più piccoli. Anche Potter, Black, Lupin e Minus se ne andarono e così anche Lily trascinata via da Alice. Nella sala rimasero solo i professori, i ragazzi del primo anno e otto studenti, due per casa, che ci guardavano sorridendo.

«Venite ragazzi!» esclamò uno dei due, facendo segno ai ragazzi di seguirlo. Mi alzai anche io, ma una mano sulla spalla mi fermò.

«Tu Charlaine devi venire con me» la voce del preside mi fece sobbalzare e mi voltai di scatto verso di lui.

«Certo professore!» risposi con un gran sorriso sulle labbra e Silente mi spinse verso l'uscita della sala.

Angolo Blackpanter:

Ringrazio ancora tutiti quelli che hanno letto e commentato! Sono contentissima che questa storia piaccia!

Rispondo alle recensioni:
Recensione di
alice brendon cullen
[Contatta]
del 09/04/2009
carinissima questa storia nn vedo l'ora di leggere il prox chappy ^-^
Grazie mille! Sono proprio felice che ti piaccia. ^-^

Recensione di
Smemo92
[Contatta]
del 09/04/2009
Bello e molto intrigante questo capitolo! Cosa nasconde Charlie? E perchè finirà al terzo anno? Sarà molto intelligente, ma perchè? Comunque mi è dispiaciuto come ha trattato i Malandrini.. ma se non si contiene cosa potrebbe fare? Mi piace moltissimo il rapporto che ha con Lily, i loro segnali.. vuol dire che sono molto legate!
Grazie mille! Si, so che hanno un bel rapporto Lily e Charlie e piace molto anche a me. Sono legate più di due sorelle e poi mi ricorda un po' il legame che ho con mia cugina.
Si, non ha trattato molto bene i Malandrini, ma se la sono cercati. Lei poi è fatta così. Si diverte molto a stuzzicare la gente e non lo fa per cattiveria, anzi.
Perchè finisce al terzo anno? Qualche indizietto lo metto nel prossimo capitolo, ma la storia intera si capità un po' più avanti.
Se non si contiene? Non è che può far scoppiare la sucola o cose simili. Semplicemente è impulsiva e non ragiona prima di fare qualcosa. Poi potrebbe cambiare colore oppure cambiare aspetto e lei non vuole che si sappia che è una Metamorfomagus.
Spero di essere stata chiara! xD

Alla prossima!!!!


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Capitolo 4
*** Nello studio di Silente 04 ***


Angolino Autrice:

Intanto per iniziare, non uccidetemiiiii!!!! T_T Ci ho messo così tanto per vari motivi. Uno, la scuola. Mi sta massacrando. Due perchè l'ho riscritto 100 volte e ancora non sono convinta. 
Avviso! 

Ho cambiato il punto di vista. Adesso è in terza persona. Spero che possa piacere lo stesso. ^-^

Spero che lo leggiate in moltissimi! Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e aggiunto e prometto che posterò presto e un capitolo più lungo! 

Capitolo 4

Nello studio di Silente


Camminarono velocemente per i vari corridoi della scuola. Nessuno dei due parlava e a Charlie non dispiaceva minimamente. Lei non era come tutte le ragazze. Lei non aveva bisogno di rompere i silenzi. Solo quelli imbarazzati la rendevano nervosa, per il resto non aveva problemi.

Arrivarono nella zona delle scale, quella che portava ai piani superiori, e Charlie pensò di non aver mai visto una cosa più bella. Le scale si muovevano da sole, creando confusione in chiunque le percorresse.
I quadri che erano appesi ai muri salutavano i due venuti con grande cortesia e garbo. Ma Charlie sapeva che era soprattutto il preside quello che i quadri rispettavano. Ma esisteva qualcuno che non lo rispettasse?
Silente la accompagnò per molte rampe di scale, rispondendo ai saluti che gli venivano posti. Charlie però non ci badava più di molto perchè era troppo impegnata a guardarsi attorno. Sentiva di appartenere a quel luogo e di conoscerlo come le sue tasche. Solo che non si ricordava di essere stata lì in passato.

«Siamo quasi arrivati Charlaine. Spero che la suola ti ricordi qualcosa» mormorò il preside, guardando attentamente da dietro gli occhiali a mezzaluna la ragazzina. Lei sorrise raggiante e annuì.

«Si. Mi sembra di conoscere questo castello come le mie tasche» borbottò e vide il preside sorriderle comprensiva.

Arrivarono in un attimo davanti ad un gargoyle e il preside con calma aveva mormorato «Caramelle tutti i gusti più uno» e il gargoyle si era spostato creando una scalinata. I due salirono fino ad arrivare in uno studio pieno di cianfrusaglie e oggetti molto interessanti. In una parete inoltre stavano moltissimi quadri con nomi e date di tutti i presidi di quella scuola.

«Bene Charlaine. Saprai già cosa siamo venuti a fare qui» mormorò il preside sorridendo gentilmente. Charlie annuì semplicemente e si avvicinò alla scrivania dove con molta eleganza si era seduto il preside.

«Hai pensato a quello che ti ho detto?» chiese ancora questo, interrompendo il fiume di pensieri che aveva distratto la ragazza.

«Sono sicura di rivolere la mia memoria. Adesso che so, non sopporterei di vivere nell'ignoranza. Poi sarebbe meglio visto che tra un po' devo morire» nella voce di Charlie si sentiva solo rassegnazione per il suo fato. Non c'era dolore, ne rabbia. Sapeva che questo era il suo destino, come lo era sempre stato.

«Non dire così. C'è sempre una possibilità. Per questo abbiamo deciso di metterti al terzo anno insieme a tua sorella (Capirete poi, non è un errore N.d.a). Magari questa volta il fato non si compirà» mormorò il preside. Charlie sospirò e abbassò il capo. Non voleva sperare, ma cosa le costava tentare? Se fosse morta almeno avrebbe saputo di aver fatto tutto il possibile.

«Quando ridarete la memoria anche a Lily?» chiese la ragazza, alzando finalmente il capo e mostrando uno sguardo risoluto. Lei non si sarebbe fatta battere. Lei avrebbe lottato e forse avrebbe anche vinto questa volta.
«Quando vorrai Charlaine. Questa sera è tutta tua, ma quando vorrai starà a te ridarle la memoria» spiegò il preside per poi offrirle una ciotola in cui stavano delle liquirizie. Lei rifiutò e continuò a guardare Silente.

«Allora possiamo farlo adesso? Prima riavrò la memoria, prima potrò pensare a come proteggermi» mormorò la ragazza alzandosi in piedi. Il preside annuì e con un leggero gesto della mano estrasse la sua bacchetta.

«Molto bene allora. Ti avviso che sarà doloroso» senza preavviso mormorò una formula che Charlie non capì e tutto fu buio. Stava camminando nel vuoto, quando un immagine le trapassò la mente. Una ragazza, sembrava avere tredici anni morì sotto i suoi occhi. Fu rimandata nel luogo nero, ma ben presto molte altre immagini la colpirono. Molte ragazze, sempre della stessa età morirono sotto i suoi occhi. L'unico particolare che notò fu che tutte avevano l'aria rassegnata. Erano pronte a morire? Questo volevano dire le loro facce? Voleva rimanere con loro, salvarle, ma una luce la accecò e tornò nello studio di Silente.

«Tutto bene Charlaine?» chiese il preside apprensivo. Lei annuì, ma crollò sul pavimento in un attimo. Il suo aspetto si stava modificando a ripetizione. Capelli neri, biondi, rossi, castani. Occhi verdi, azzurri, neri, nocciola. Corpi diversi e e sensazioni diverse. Non riusciva più a tenere a freno la sua trasformazione.

«Stia calma Signorina. Tra poco sarà tutto finito» e il preside ebbe ragione. Dopo poco riuscì a ritornare alla sua forma originale respirando affannosamente.

«Preside? Perchè?» quella semplice domanda aveva più significati. Molto profondi e remoti. Era riuscita a ricordare tutto. Ma questo non la faceva sentire meglio, solo diversa e piena di rancore. Non era giusto che tutto questo fosse successo a lei.

Lacrime salate le rigarono il volto, scendendo copiose. Charlie non voleva piangere, non voleva essere debole. Se doveva morire come tutte quelle ragazze allora lo avrebbe fatto. Questo però non le avrebbe impedito di lottare con le unghie e con i denti perchè ciò non accadesse.

«Vedi Charlaine. Tutto quello che succede ha uno scopo. Noi possiamo saperlo solo a momento debito. Non angustiarti troppo e cerca di vivere normalmente» la rassicurò l'uomo e la ragazza si sentì sollevata. Aveva ragione Silente. Non doveva chiedersi il perchè, ma solo accettare tutto.

Non era sola poi. Aveva Lily con se.

«Esatto Signorina. Hai tua cugina che ti aiuterà in questa missione. Non tutto il peso deve essere per forza sulle tue spalle. Lo puoi condividere. Ma bada bene, devi stare attenta su chi riponi la tua fiducia. Non tutti sono come sembrano e potresti pentirtene» Charlie rabbrividì. Non aveva mai pensato all'eventualità di dividere quel fardello. Adesso però era ancora più reticente. Essere tradita, per lei, era ancora peggio della morte stessa.

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