Vietato calpestare i palmipedoni!

di Cobwy23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Topsy-Turvy ***
Capitolo 2: *** Se una notte, un Bianconiglio... ***
Capitolo 3: *** Sneering half-moons ***
Capitolo 4: *** Checkmate [A pezzi] ***
Capitolo 5: *** Daughters and dead fish are no keeping wares ***



Capitolo 1
*** Topsy-Turvy ***


Alice nel paese delle Meraviglie è una delle mie "favole" preferite.
C'è da dire che è un pò tanto che non scrivo ma è da "Assassin[i]o!" che avevo in mente
un qualcosa del genere...e che quindi una cartuccia era già stata sparata.
Seguirò la tabella dei 100 promtp di livejournal, e ogni storia conterrà una determinata parola, o ad essa sarà dedicata.
Spero possa piacere. Gè

Titolo: Topsy-Turvy
Promt: 050. Picche

[Dopotutto sono solo ordini

E loro non son altro che cuori capovolti]

Per un gioco di parole alquanto banale ora quella se ne stava li,

distesa supina tra fiori e cuori rossi, con la testa tutta da un'altra parte.

I cuori, osservati i fatti, piangevano ancora dal ridere pulsando forte,

e si sarebbero letteralmente messi a sanguinare se non fosse stato per

quel loro famoso senso del decoro e del buon gusto,

[c'era già splatter a sufficienza nei dintorni], oltre che per un qualche tipo

di rispetto e di morale nei confronti dell'ospite, tali

da astenersi dal toglierle la scena così sfacciatamente.

Quando era successo, proprio li, nell’aula magna del tribunale, nessuno aveva fiatato.

Eppure all'inizio glielo avevano detto tutti.

Ma lei non li aveva ascoltati. Da valente ragazzina impertinente.

Eppure glielo aveva detto il Bianconiglio.

Si era fatto vicino all’istante, e glielo aveva bisbigliato piano, in un sussurro allarmato, ma lei non lo aveva nemmeno ascoltato.
Non si era proprio impegnata a captare quei pigolii, così fastidiosi a suo parere, da brava ragazzina impertinente.

Eppure glielo aveva detto anche il Re.

Glielo aveva tartagliato fuori avvicinandosi di soppiatto e producendo un rumore assurdo,

con la corona di paillettes che pendeva di lato, prossima a cadere.

Ma lei non lo aveva ascoltato, gli aveva girato le spalle senza degnarlo neppure di risposta,

da sciocca ragazzina impertinente.

Eppure glielo aveva detto persino la Regina. Glielo aveva urlato subito,

perlomeno subito dopo esser divenuta color porpora e nero di seppia in volto,

le aveva gridato "Taci!!" così forte che i fenicotteri avevano nascosto la testa sotto la sabbia, manco fossero struzzi.

Ma lei non l'aveva ascoltata, figurarsi, dopotutto era o non era una ragazzina impertinente?
Le aveva anzi sfacciatamente risposto e poco ci mancava che la mandasse a quel Paese, un villaggio turistico di massa situato sulla costa

che la Regina odiava davvero perché ci aveva fatto l'animatrice quando ancora era povera e senza dote.

Li, ahimè, non c'era stato santone che tenesse e la regina, già bicolore, aveva assunto il motivo a strisce dello stregatto

e lo aveva fatto di nuovo.

E nemmeno allora, sul momento, Alice l'aveva ascoltata.

Probabilmente così ligia alla sua impertinenza non l'aveva fatto neanche apposta.

Le aveva però dato dell'inetta, della pusillanime senza alcuna autorità visto che nessuno si era mosso, e che se c'era qualcuna che doveva tacere

allora era proprio lei, grassa mongolfiera, regina solo di uno stupido mazzo di carte da poker, o tutt'al più da ramino.

[Che empietà!]

[Che giro di vite!]

[Che simpatico fuori programma!]

Ma non aveva nemmeno finito di parlare che lo squadrone da combattimento delle picche si era alzato in volo.

Veri kamikaze, addestrati alla prospettiva di una possibile morte per il bene del paese delle meraviglie, e per Alice era stata l'ultima delle sue avventure al di là dello specchio.

Per la Regina e il reale consorte, le carte, i palmipedoni, la lepre marzolina, Guglielmo la lucertola, e tutti gli altri abitanti invece, non era che un altro spettacolino bizzarro e un pò grottesco, ma certamente appagante, per ingannare la noia. Un intermezzo.

Dopotutto era risaputo che da un pezzo gli invitati dalla Regina a visitare il suo reame perdessero la testa.

Ragazzina impertinente.

- Tagliatele la testa!! - aveva urlato.

[Normale amministrazione.

e le picche da bravi soldati avevano obbedito.
Non erano cuori loro,

Non erano mica scansafatiche loro,
Erano capovolti ecchecaspita!

Qualcosa doveva pur significare.]

A presto!
Grazie a WillHole per la recensione, contenta che ti sia piaciuta! :)

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Capitolo 2
*** Se una notte, un Bianconiglio... ***


52

 

 

Titolo: Se una notte, un Bianconiglio…

Prompt: 052. Fuoco

 

 

 

 

 

 

 

Faceva un caldo la dentro.

Da quant'è che faceva così caldo?

Prima non ci aveva fatto caso, forse troppo impegnata a piangere,

ma ora che ci rifletteva, si sentiva proprio andare a fuoco.

 

 

 

 

 *

 

 

 

 

 

Qualcuno doveva pur farlo.

Se non lo avesse fatto lui infatti, era chiaro che lo avrebbe fatto qualcun altro.

[Ci avrebbe messo la mano sul fuoco].

E lui aveva semplicemente affrettato i tempi, o meglio, aveva provveduto a cancellare quello che sin dall'inizio era stato un madornale errore: lasciare che lei lo seguisse.

Dopotutto era stata colpa sua.

Colpa sua e dei suoi continui ritardi.

Colpa sua e di quel suo dolce codino bianco. [veramente irresistibile].

Colpa sua e soprattutto di quella sua dannata imbranataggine tale da non accorgersi di nulla.

Ma quando è troppo è troppo.

[Non si scherza col fuoco].

E quello scherzo della natura, quel mostro, quel seeeerpente!, era andato veramente troppo in là.

Urgeva presto una soluzione, e lui l'aveva trovata.

Trovata, ...diciamo che gli si era presentata.

Presentata ecco...qualcuno gli aveva detto come fare.

Qualcuno che non era lui.

In effetti...lui ci aveva solo messo la casa, [più o meno] nulla di chè, se ci si pensava bene.

Ma ora di chi era il vero merito, chi aveva fatto più di chi, non importava.

La cosa fondamentale era che comunque vi aveva posto rimedio.

Perché nei guai, lui, non ci voleva più finire, nemmeno per tutte le Marianne del mondo!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Sneering half-moons ***


Forme

 

 

 

 

Titolo: Sneering half-moons
Prompt: 041.
Forme

 

 

 

 

 

"Sembra di buon umore, — essa pensò; — ma ha le unghie troppo lunghe, ed ha tanti denti,"

 

 

 

 

 

               Plic.

               Plic

               Plic.

 

 

Compiva quel gesto ormai da ore, apatico, inerte, oscillando ipnotico,

avanti e indietro, [avanti e indietro], come se seguisse una nenia che sentiva lui solo.

Si dilettava tranquillo, destreggiandosi sornione tra spirali arzigogolate e mezzelune davvero invitanti.

Uno sfrigolare afono si levava lieve di quando in quando, rispettoso,

e poi, come nulla fosse, scivolava via su quella pelle così vaga e burrosa.

Lentamente le frugava il cuore con gli artigli, pigro, pazzo,

affondando laggiù le radici del suo piacere.

E ghignava, ghignava mezzelune fluorescenti.

 

 

 

 

Plic.

Plic.
Plic.
...

Plic.

Non tremava più.

Plic.

 

 

 

 

Tratteggiava percorsi obliqui, curve sinuose, eleganti, diritte, [impeccabili]

e il sangue rotolava flemmatico come miele

contrastando incantevole con l'incarnato esangue.

Si divertiva come un matto, sventrava allegro, tinteggiava a strisce.

Disegnava ellissi e parabole, semicircorferenze,

figure geometrice,

euforico definiva e descriveva forme astratte. 

E ghignava, ghignava mezzelune fluorescenti.

 

 

 

 

Plic.

Plic.
Plic.
...

Plic.

Non tremava più.

Ma era così...appiccicosa.

Plic. Plic.

Plic.

 

 

Rideva ancora quando, ripulitosi,

la lasciò li, a penzolare immobile e gocciolante

con l'abito un pò sgualcito, ma che sembrava le fosse stato cucito addosso.

 

E rideva ancora [famelico] mentre, senza il minimo barlume di senno,

cominciava a scomparire,

riflettendo quanto ritardo portasse per il croquet pomeridiano con la Regina.

 

E la sua risata insensata riecheggiava ancora nei dintorni sebbene,

dissoltosi nel nulla, di lui non rimanesse alcunché da un pezzo.

Ma ghignava, ghignava ancora mezzelune fluorescenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Plic

plic

plic.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie a tutti quelli che leggono e a chi ha messo la storia nei Preferiti. : )

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Checkmate [A pezzi] ***


Blog

Titolo: Checkmate
Promt: 071. Rotto

 

 

Per un po’, doveva ammettere suo discapito, che le era anche piaciuto il tutto, le regole, le stranezze..il gioco in sé insomma. Poi però, si era un po’ scocciata di tutte quelle manfrine, riverenze e buone maniere e aveva fatto la cosa che sapeva fare meglio: aveva cominciato a sbuffare.

 

 

*

 

 

La risata grassa e roca della Regina riecheggiava nello spiazzo gongolandosi tronfia della sua facile vittoria, prendendosi tutti gli applausi e sovrastando le poche e blande lamentele avversarie.

Già  i cronisti definivano quella partita una tra le più estrose, se non la più balzana, che si erano giocate nel Regno e fioccavano complimenti come zollette di zucchero verso una Regina più in forma e vitale che mai.

Quello che nessuno diceva, che nessuno osava accennare, indicare, menzionare, o anche solo leggermente articolare era che, beh..se quella partita era stata cosi memorabile e la Regina così smagliante, il merito era solo della piccola e dolce Alice.

Era infatti ormai pomeriggio inoltrato quando per un fortuito colpo del destino il gioco s’era acceso di interesse.

A seguito di due intere ore di scervellamenti logici, filologici e labirintici, il Re aveva fatto la sua mossa e, vuoi in un modo vuoi in un altro, l’ennesimo dei suoi tor-fenicotteri era stato scotennato, sbriciolato o, com’è maniera in questi casi, “mangiato”.

Conseguenza dell’infausta e poco fortuita dipartita di un altro degli  amati fenicotteri di sua maestà il Re, ora quanto mai ben spiumato, era stato il sonoro sbuffo di un’annoiata Alice seduta in tribuna ad assistere.

Quando tutte le carte si erano elegantemente defilate in scale miste, era stato ben chiaro alla Regina Chi fosse l’ineducato artefice di quel sottile affronto. Certo, non che chiaro non lo fosse da principio, soprattutto se qualcuno avesse visto l’espressione trionfante che aveva scolpita in faccia la reale un attimo prima di voltarsi.

“Non è più di vostro gradimento il gioco young lady? Vi annoia forse? O magari, semplicemente, volevate sentirvi più coinvolta nella partita?” e lo aveva domandato col suo sorriso più raggiante.

 

 *

 

 

 

 

Quando aveva visto la Regina sogghignare sotto i baffi
e urlare “Scacco” si era sentita leggermente inquietata, ma solo leggermente
e si era subito rincuorata pensando al caso,

così fortuito e benevolo nei confronti di sua maestà la Regina!
Miscredente.

Scettica .

Scriteriata!

Dubbiosa fino in fondo.

Era ovvio infatti che allo scacco sarebbe certamente succeduto

“Scacco Matto”.

 

Poi tutto si era Rotto.

In mille pezzi.

 

 

 

 

 

[A pezzi .

Si decisamente era quella la locuzione più appropriata a definire il suo attuale status.

Soprattutto quando con la testa poteva tranquillamente vedere le sue gambe arrancare felici, metri più in là su quel pavimento così psichedelico, verso un agonizzante bianconiglio].

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Daughters and dead fish are no keeping wares ***


056

 

 

Titolo: Daughters and dead fish are no keeping wares.
Prompt 056: Colazione

 

Un qualunque pesce, persino quello pagliaccio,

farebbe  certamente meno storie e sarebbe  indiscutibilmente più composto e garbato

nell’accettare la sua fine.

Ma proprio quel pesce, insolente,

di morire non ne aveva voluto sapere fino all’ultimo,

Continuando ad agitarsi e dimenarsi in modo davvero sconcio.

 “Non era stato affatto un buon affare”.

 

 



*

Sul posto in cui si trovava si potevano comporre svariati pensieri.

Il primo, tra i tanti che le affollavano la mente, era stato  non c’era un odore piacevole”, che si era poi pesantemente arricchito di sfumature: “Né appetitoso, né stuzzicante. Nemmeno gradevole, o vagamente passabile”; per poi concludersi , tempo dopo, in una battutina ironica che l’aveva fatta ridacchiare fra sé e sé,  e quindi affatto opportuna.

Decisamente quel posto puzzava di pesce, di putrido, di marcio. Ma lei, di pesce, in giro non ne vedeva.

Il secondo pensiero, era stato diverso, se lo era sentito impellente arrivarle giù fin nei polmoni: “mancava d’aria! Quel posto mancava d’aria!”, cosa fastidiosissima, poiché si sentiva la gola secca, impastata; e lei stessa gonfia, febbricitante, con la pelle raggrinzita e appicicaticcia, “per l’amor del cielo! Lei li dentro sudava!!!”. Assolutamente quel posto aveva un non so ché di asfissiante.

Il terzo pensiero lo aveva percepito, schifandosene subito dopo.

Viscido, il posto era bagnato e viscido. Aveva provato a muoversi un tantino, quel poco che bastava per sgranchirsi un po’ le gambe ecco, e – le venivano i brividi solo a pensarci – era scivolata su una di quelle cose così vischiose disseminate in ogni dove. Le aveva sentite fin sotto la pelle, così appiccicose, unte, scivolose. Indiscutibilmente quel posto era grasso.

 

 

 

*

Vedendo quello strano, ingenuo, pesce arenato sulla spiaggia

Il tricheco non aveva fatto altro che lasciarsi condurre dal suo stomaco.

Immediatamente.

La parola “COLAZIONE” era apparsa come un neon lampeggiante,

ed era bastata un’unica, rapida occhiata al carpentiere

per capire che erano sulla stessa lunghezza d’onda.

E ghiotti come pochi si erano leccati i baffi,

pregustandosi il momento.

Forse sarebbe stato meglio cercare altre ostrichette.

“Non era stato affatto un buon affare”.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

Ci era voluto un po’ per capire che era lei stessa ad emanare quell’odore così speziato, ad essere così asciutta, e che quelle cose così..così grasse su cui era scivolata erano le sue stesse interiora.

Poi non le era rimasto che boccheggiare.

Come un pesce.


 

 

 

 

 

 

 

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