Lo strano caso di Sam Winchester

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sam si presenta ***
Capitolo 2: *** Bisogno del tuo aiuto ***
Capitolo 3: *** Una figuraccia dietro l'altra, a Los Angeles! ***
Capitolo 4: *** Papà Bobby ***
Capitolo 5: *** Sette anni dopo ***
Capitolo 6: *** Così innocentemente, ma innocente non sei ***
Capitolo 7: *** Gemello d'anima ***
Capitolo 8: *** È difficile scegliere di chi potersi fidare ***
Capitolo 9: *** Tradimento? ***
Capitolo 10: *** Dean ***
Capitolo 11: *** Sam con la febbre ***
Capitolo 12: *** Il tuo sangue dentro al mio ***
Capitolo 13: *** Sentimenti d'amore e di dolcezza in una notte argentata che sa di sogno ***
Capitolo 14: *** Di ricordi imbarazzanti, sangue di demone e non sapere cosa si vuole ***
Capitolo 15: *** Un bacio sotto la pioggia, per dirti che ti amo ***
Capitolo 16: *** Fratelli e padri sfuggenti ***
Capitolo 17: *** Che cosa hai fatto? ***
Capitolo 18: *** Il demone Meg ***
Capitolo 19: *** Infatuato di lui ***
Capitolo 20: *** Dean prova l'Impala ***
Capitolo 21: *** La convivenza non è andata bene! ***
Capitolo 22: *** Le mani di Dean ***
Capitolo 23: *** Mary e John ***
Capitolo 24: *** Parlando di Alistair e i bambini prescelti ***
Capitolo 25: *** Come il canto degli angeli ***
Capitolo 26: *** Tremano gli occhi e la bocca, così come trema il cuore ***
Capitolo 27: *** Chiedere aiuto ai vampiri! ***
Capitolo 28: *** Odio tra vampiri e demoni ***
Capitolo 29: *** Sammy non può morire ***
Capitolo 30: *** Il patto ***
Capitolo 31: *** Un altro patto ***
Capitolo 32: *** Bacio ***
Capitolo 33: *** Dean racconta tutta la verità e Sam non la prende bene ***
Capitolo 34: *** Ti salveremo! ***
Capitolo 35: *** Giustizia e Vendetta ***
Capitolo 36: *** Passione o...no? ***
Capitolo 37: *** Amore assoluto ***
Capitolo 38: *** Desiderio esplosivo ***
Capitolo 39: *** "Gravidanza" indesiderata ***
Capitolo 40: *** Non mi aspettavo sarebbe successo così! ***
Capitolo 41: *** Frustrazione sessuale ? ***
Capitolo 42: *** La grande scenata di Dean ***
Capitolo 43: *** Dì tutta la verità! ***
Capitolo 44: *** Farlo...rifarlo..insomma.. ***
Capitolo 45: *** Baci sireneschi ***
Capitolo 46: *** La nostra prima volta ***
Capitolo 47: *** Una giornata di fuochi d'artificio! ***
Capitolo 48: *** Tatuaggio! ***
Capitolo 49: *** Il problema del sangue di demone ***
Capitolo 50: *** Castiel ***
Capitolo 51: *** Basta ***
Capitolo 52: *** Rapimento ***
Capitolo 53: *** La stanza dei bottoni, mi tocca guardarla da fuori ***
Capitolo 54: *** Se potessi scegliere, sempre sceglierei te ***
Capitolo 55: *** Brady ***
Capitolo 56: *** Dimenticati di me ***
Capitolo 57: *** Devo dirti una cosa ***
Capitolo 58: *** Fratelli di sangue ***
Capitolo 59: *** Ruby ***
Capitolo 60: *** Crowley ***
Capitolo 61: *** Angelo e demone ***
Capitolo 62: *** Dimmi solo addio... - prima parte ***
Capitolo 63: *** Dimmi solo addio - seconda parte ***
Capitolo 64: *** Il dolore di Sam ***
Capitolo 65: *** Castiel consola Sam ***
Capitolo 66: *** E ritorno da te ***
Capitolo 67: *** Quello a cui penso... ***
Capitolo 68: *** Posso dire la mia, adesso? ***
Capitolo 69: *** Speciali ***
Capitolo 70: *** Chi stabilisce la normalità? ***
Capitolo 71: *** I pensieri di Dean ***
Capitolo 72: *** Cosa insegue Sam? ***
Capitolo 73: *** Quello che è successo ***
Capitolo 74: *** Decidete! ***
Capitolo 75: *** La mia vita con te ***



Capitolo 1
*** Sam si presenta ***


Mi chiamo Sam Winchester. Sono alto, moro,  magro, ho occhi verdi e vado alle superiori.

Già..e ogni tanto vado a caccia con mio padre.

Mi piace l’informatica e lo studio, certo, quando non vado a caccia.

La caccia mi piace e anche l’insalata.

No, non sono un mostro. Non mi piace uccidere animali innocenti.

Noi cacciamo altre cose…non persone! Non sono un assassino.

La caccia mi piace, dicevo..a volte papà sembra sorpreso del fatto che mi piaccia, ma perché non dovrebbe essere così?

Certo, a nessuno piacerebbe cacciare le cose che cacciamo noi, ma io ho imparato da molto piccolo che i veri mostri sono dentro di noi.

Una volta imparato questo, non potendo distruggere il mio mostro, ho imparato ad amare il fatto di uccidere altri…mostri.

Ho detto troppo vero? Non dovrei dire tutte queste cose, papà non sarebbe contento. Penserebbe che cercherei di farmi conoscere, una cosa che proprio devo evitare con ogni mezzo.

Nessuno dovrebbe conoscermi e io non voglio farmi conoscere da nessuno, perché se lo faccio, tutti mi vedrebbero per quello che sono.

Cioè un mostro.

E non mi amerebbero…
 
Mentre io voglio essere amato. È il mostro che non lo vuole. L’altra parte di me così…mostruosa!
 

Sono bipolare da quando sono piccolo. Forse da quando sono nato. È questo che dicono i medici. Si può nascere con un tale disturbo?

Sono un ragazzo calmo..ma certe volte ho scatti nervosi e divento aggressivo.Questo, secondo i medici basterebbe a darmi una diagnosi.

Dicevo, io sento di essere strano da sempre, eppure i primi sintomi gravi di episodi di collera e stranezze, sono cominciati un anno fa, quando spaccai tutte le cose che c’erano in salotto e non mi ricordai di averlo fatto.

Papà dice che devo seppellire questa mia “stranezza” perché la caccia è più importante.

Dobbiamo trovare la cosa che ha ucciso la mamma, dice.

Come può pensare che sarò lucido per sempre e non mi faccia ammazzare prima? Come può pensare che così come sono, riuscirò a trovare la cosa che ha ucciso la mamma?
 

Al diavolo, papà, la mamma è morta! Ma io sono vivo! Vivo! Gli urlai una volta.

Lui mi guardò con sguardo profondamente deluso e mi disse:

“Perché non ho avuto un altro figlio?”
 
A volte penso a come sarebbe stata la mia vita se avessi avuto un fratello. Ma ci pensate? Un altro maschio che si sarebbe preso tutti i complimenti e l’orgoglio di papà, un altro maschio che sarebbe stato il figlio che papà aveva sempre voluto e io non ero mai stato.

Un figlio che non sarebbe stato bipolare.

“Perché non puoi essere come tuo fratello, Sam?” i suoi complimenti a me non si sarebbero fermati solo perché aveva qualcun altro su cui sfogare le sue aspettative.

O una sorella magari, che sarebbe stata la cocca di papà. Che ogni tanto avrebbe cercato di mostrare comprensione o pietà per quel fratello nerd con disturbi della personalità che tanto faceva preoccupare la famiglia.
 

Ma è inutile piangersi addosso all’infinito. La mia vita non è una fan fiction, anzi, è una storia dell’orrore, dove però i mostri sono reali e quasi li preferisco al mio mostro, quello che mi abita internamente.

Sì, i mostri sono reali. I demoni, i fantasmi, tutte le creature soprannaturali, sono reali.

È stato un demone ad uccidere mia madre, quando io avevo solo sei mesi.

Da allora sono stato cresciuto come un guerriero, da mio padre, affinchè dessimo la caccia a questo demone.

Trovarlo è la missione della mia vita. Come se fossi nato per questo.
 
A volte sento come una strana voce nella mia testa che mi dice che no, non sono nato solo per questo. C’è un altro scopo nella mia vita, che non è solo quello di trovare il mostro che ha ucciso la mamma.

Ma la voce non è davvero una voce e se lo è, è silenziosa o canta con voci aliene e non la capisco.
Quindi lascio perdere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

ed ecco che mi vado a impegolare con un'altra fanfiction xd non si esce da questo mondo una volta che ci entri! ahhah xd

allora, partiamo dal presupposto che non voglio essere indelicata con chi soffre davvero di questo disturbo ma mi serviva allacciarmi a questo disturbo per spiegare per termini di logica cos'ha Sam, ma credo abbiate già capito che non proprio tutto è quello che sembra. Ho anche scritto che non ha un fratello ma ho messo l'avvertimento incest, quindi tranquilli, Dean ci sarà! xd

Solo che non so bene quando potrà comparire ma vi prometto che arriverà e il fatto che Sam dica di non avere fratelli è un altro mistero :D   

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Capitolo 2
*** Bisogno del tuo aiuto ***


Pov Sam


Sto andando a scuola. Mi chiedo perché devo farlo. Ok mantenere una parvenza di normalità, le apparenze, ma mi sembra inutile farlo, se tra qualche mese dovremmo trasferirci nuovamente in un’altra città.

Finchè durerà tutto questo? Fin quando potremmo farlo senza che la polizia ci scopra, che scopra che usiamo carte di credito false e che giriamo con un’arsenale da guerra nel bagagliaio della macchina?

Potrebbero prenderci per dei killer o potrebbero pensare che contrabbandiamo armi.

Cosa farei io se mio padre andasse in prigione?

Non ho nessuno, eccetto forse…
 
 


“Ehi, guarda dove cammini!!” disse un ragazzo, spintonandolo e facendolo quasi cadere.

“Dio…” disse Sam tenendosi la testa, quasi in ginocchio. All'improvviso avvertiva fitte lancinanti al capo. Gli succedeva così prima di uno scatto di rabbia.

“Se sei fatto già di prima mattina non dovresti venire a lezione, drogato!!”

Sarò anche bipolare, ma drogato a me non l’ha mai detto nessuno.

Sam fece per mollargli un pugno ma lo mancò, andando quasi a cadere contro la colonna del corridoio.

“Che c’è? Cerchi rogna spilungone?” disse il ragazzo alterato.

Il ragazzo fece per colpire Sam ma questa volta, Sam sembrò acquistare equilibrio e forza e lo colpì in pieno viso.
 
“Bastardo!” disse il tizio tenendosi il naso e cominciando una lotta sotto lo sguardo di tutta la scuola.
 
 
 
 
*

In infermeria….
 
“Sai, pensavo che ragazzi che finivano in infermeria perché facevano a botte, si vedessero solo in quei telefilm sui teen agers.” Disse la ragazza dai capelli rossi, mettendogli del ghiaccio sulla mascella mentre Sam era steso sul lettino.

“Mpf…” fu la risposta di Sam.

“A dire la verità, credevo anche che le infermerie non esistessero davvero nelle scuole, prima di capitarci io come infermiera.” Disse la ragazza.

“Tu sei..una specie di nerd, vero..Charlie?” chiese Sam, notando il cartellino sul suo camice.

La ragazza arrossì un po’.

“Per questo faccio l’infermiera. I miei genitori mi dicono che stare in mezzo a tante persone aiuta la mia asocialità…certo lo faccio anche perché mi fa piacere prendermi cura degli altri, ovvio…sentirmi utile.”

Sam faceva fatica a capacitarsi di come una ragazza tanto dolce potesse sentire di non essere “utile.” Voleva dirglielo ma il mostro dentro di lui, come al solito, non reputava stimolante dire parole per il solo gusto di far star bene la gente.

“Non è il mestiere adatto l’infermiera se soffri di disturbi di socialità..ma se a te sta bene..”

La ragazza si ammutolì.

“E personalmente non so come tu possa sentirti bene a stare in mezzo a tanta gente malata…io mi sentirei peggio..ma comunque…”

Vide lo sguardo atterrito e confuso di Charlie e si sentì inorridito.

“Io…perdonami, io…spesso parlo senza sapere che rischio di essere insensibile. Sono così. Dico quello che penso, ma senza cattiveria…” disse dispiaciuto.

“Tranquillo.” Disse Charlie, mettendogli una mano sulla sua. “Sai, per me è terapeutico invece, prendermi cura degli altri.”

Sam era contento e avrebbe voluto dire a Charlie che se questo mestiere la portava a conoscere persone e queste persone avevano l’opportunità di conoscere così la sua dolcezza, era tutto un bene, ma Sam non sapeva come fare a esprimere quello che sentiva a parole. Non l’aveva mai fatto. Essere carino con qualcuno, si intende..e poi non voleva che quella Charlie pensasse che ci stesse magari provando.
 
“ Sai…io..ho sbalzi d’umore..mi prende questa rabbia all’improvviso che devo sfogare in qualche modo certe volte…la soprannomino il mostro, spesso la odio, ma oggi..per la prima volta ho sentito che mi faceva del bene. Mi sono fatto valere con quello stronzo, cosa che non riesco a fare di solito, farmi valere, intendo…ma quando sono arrabbiato…tutto cambia.” Disse.

“Se hai bisogno di parlarne con qualcuno, abbiamo dei…”

“No! Niente psicologi.” Disse Sam anticipandola. “Con me non funzionano, ma grazie.”

Charlie sorrise. “Va bene.”
 
 
 
 
 
La giornata poteva peggiorare ancora di più? Ovvio. Naturalmente tutti erano venuti a sapere di quello che era successo. Della piccola zuffa di Sam con quel ragazzo e nessuno aveva voluto sceglierlo per la squadra di pallavolo, anche se quella, non era di certo una novità per Sam.

Non che non fosse bravo. Anzi, la caccia, aveva allenato i suoi muscoli e quindi era attento e scattante ma tutto stava nella sua mente. Si distraeva troppo spesso e quindi spesso mancava la palla, ma non era solo quello. Aveva l’impressione di inquietare i suoi compagni di scuola. Forse loro riuscivano a percepire che in lui c’erano come due personalità ben distinte.

Sam aveva sempre pensato che i ragazzini evitavano gli altri ragazzini per la loro goffaggine o perché non riuscivano a fare certe cose, cioè per la loro abilità.

Scoprì che non era così. Certo, questo contribuiva, ma soprattutto i ragazzini cominciavano ad isolarti per la tua mente. Non che sapevano quello che pensavi, ovviamente, ma c’è come un’energia che anche se tu non ti accorgi e non lo sai, arriva a loro.

Se tu hai dei cattivi pensieri, emani energia negativa, se sei tormentato, per quanto cerchi di nasconderlo, arriva a loro e quindi essi ti tengono a distanza, ti deridono, perché ne hanno paura. Capiscono che hai una mente diversa, che pensi in modo diverso rispetto agli altri.
 
 
 
Quando la partita finì, andarono tutti nello spogliatoio a cambiarsi e Sam non potè sopportare più le risate di scherno indirizzate a lui di nascosto.

Sbottò.

“SE METà DELLE VOSTRE ENERGIE A PARLARMI ALLE SPALLE LE AVESTE PASSATO NELLA PARTITA, NON AVREBBE FATTO COSì SCHIFO! “

Si ammutolirono tutti a guardarlo.

“SIETE DELLE MERDE! TUTTI QUANTI! Sarà un vero piacere, tra qualche mese, non vedervi più.”  disse Sam più calmo, sorridendo, poi si sbattè la porta alle spalle e cominciò a correre per i corridori, piangendo e rifugiandosi in bagno e sciacquandosi la faccia.
 
Quanto avrebbe voluto avere un amico che, vedendo quella sfuriata che aveva avuto in bagno, lo rincorresse per mettergli una mano sulla spalla e dirgli che tutto sarebbe andato bene, che la scuola faceva schifo ma che lo avrebbe fatto diventare forte.

O anche un fratello che gli avesse detto che era uno stupido, perché dopo..la caccia, era da pivelli farsi distruggere da queste cose. Da imbecilli.

Ma lui non aveva nessuno che poteva tirargli su il morale, nessun coetaneo con cui parlare, perlomeno.




Uscì dalla scuola e si sedette sui gradini, digitando un sms sul suo telefonino.
 
Avevi ragione te, questo posto è uno schifo. Quando ce ne andiamo?

E mandò l’sms a suo padre, John, che non gli avrebbe fatto domande, grazie a dio. Non le avrebbe fatte perché John sicuramente avrebbe previsto che il figlio si sarebbe trovato male, perché ovviamente, aveva problemi di relazioni, il che era una buona cosa, a volte, perché non faceva troppe storie quando si trattava di spostarsi da una città all’altra, non avendo legami.

Mandato l’sms, chiamò invece la persona a cui aveva pensato prima. Quando aveva pensato che non aveva nessuno, eccetto quella.
 
 
 
“Pronto, Sam?”

“Ciao, Bobby.”

“Ciao. Non dovresti essere a scuola?”

Sam sorrise. “Sì, ma è sempre la solita merda.”

“Come al solito. Cosa ti è successo?”

Sam sorrise. Bobby lo capiva così bene.

“Per i miei compagni sono un punching ball di derisione, inoltre ho fatto a pugni con uno perché mi ha dato del drogato.”

“Beh, ti stupisci? Se vedi in faccia uno come John, che sia un po’ drogato il dubbio ti viene.”

Risate dall’altra parte della linea.

“Hai un mezzo singolare per far sentir bene le persone.”

“Ma almeno funziona, no?”

“Sì, direi di sì..”

“Tutto bene? Fisicamente dico. Hai dei segni?”

“Era solo qualche pugno. Passerà con altro ghiaccio.”

“Bene. Allora..perchè hai chiamato Sam? Solo per farmi insultare tuo padre – il che è sempre un piacere – o…”

“Ho bisogno di aiuto, Bobby.”

“……”

“E non intendo psicologi, psichiatri, terapeuti, assistenti sociali o altre sciocchezze del genere. Aiuto VERO. C’è qualcosa che non va..nella mia testa. A volte ho paura.”

“Sam, ci siamo già passati, ricordi? I medici hanno detto…”

“Che ho un disturbo bipolare, lo so, lo so, ma Bobby, io non sono ancora convinto che sia solo questo…”

Bobby sospirò. “Sam…”

“Non sospirare come se..ok è arrivato Sam con le sue paranoie e manie di cospirazione. Io sento che non è..tutto qui. è come se fossi due persone diverse…come se non potessi controllare i miei istinti e i farmaci che mi hanno dato, non funzionano, li rigetto.” Disse Sam pensando a tutte le volte che si era ritrovato a vomitare nel lavandino.

“Buon Dio..l’hai detto a John?”

“No, io..non mi fido di lui..”

“Ma è tuo padre!”

“Bobby, lui…quando andammo dai medici, non mi fece parlare con loro. Si chiuse nel loro ambulatorio e ciò che disse loro rimase segreto a me. Quando li rividi avevano un pallore mortale sul loro viso che me lo ricorderò ancora adesso. C’è qualcosa che non ha voluto dirmi.”

“Forse teme che i dettagli della tua condizione possano sconvolgerti…” disse Bobby, ma anche lui era preoccupato dalla notizia.

“Può darsi, ma io non sono tranquillo sapendo che lui sa cose di me che possono sconvolgermi e io no. Non credo che sia solo il fatto del mio disturbo. Forse qualcosa che ha a che fare con la caccia. Non lo so.”

“Sam…”

“Bobby, io avevo pensato che forse tu puoi..”

“Fare cosa?” chiese Bobby agitato.

“Aiutarmi..non mi fido dei medici da cui mi porta papà.” Chiese Sam sconsolato.
 
Ci fu una pausa lunga quanto potesse far pensare a Sam che Bobby non volesse aiutarlo, poi lui disse:

“Ok, facciamo così. Ho un amico neurologo che potrebbe farti una visita come piacere personale, non dovrai pagare nulla, ma John non deve saperlo, perciò dovremmo inventare una scusa.”

“Grazie, Bobby, io…” disse Sam sospirando.

“Non è finita.  Come ben sai, io…”
Sam rimase ad ascoltare con il cuore in trepidazione. Bobby stava per parlargli del suo metodo di medicina?

“Beh, ecco, sai che sono un chimico e ho anni di esperienza con lo studio di medicina alternativa. Quando ne sapremmo di più sulla questione, potrei cercare di vedere se posso fare qualcosa per te. Se la medicina tradizionale non ti fa stare meglio, forse qualcos’altro può farlo.”

“Dio, grazie, Bobby, non so cosa farei senza di te!”

“Frena l’entusiasmo, ragazzino, ho detto se, e ora spegni il telefono altrimenti consumerai tutta la batteria e il traffico.” Disse ammorbidendo il tono.

Sam lo salutò con il cuore più leggero.

A volte quando qualcuno ti dà una speranza a cui aggrapparti, è come se ti avesse salvato la vita.
 
 
 
 













 Note dell'autrice: 

allora, ragazzi, inizialmente avevo sbagliato storia sul quale pubblicare il capitolo, quindi se avete aperto la storia "la catena dell'estasi" e ci avete trovato questo capitolo, è tutto a posto ahhah xd capita di fare confusione xd

Questa storia avrà molti riferimenti e cose successe davvero nel telefilm, vedrete!

  Ps la storia non si svolgerà tutta con Sam adolescente ^^

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Capitolo 3
*** Una figuraccia dietro l'altra, a Los Angeles! ***


“E così vorresti andare a Los Angeles.”

Sam, se non fosse stato intimidito da quella frase, sarebbe quasi scoppiato a ridere. L’espressione e i modi di fare di John Winchester potevano essere davvero molto buffi, certe volte.

“Sì.” Rispose solo, non arrischiandosi a dire altro.

“E con la scuola come farai?”

“Papà, sarà solo per qualche giorno e poi sappiamo benissimo che per via della caccia, non mi fermerò a lungo neanche in questa scuola.” disse Sam.

“Credevo volessi almeno finire le superiori..” disse John accigliato.

Sam lo guardò stupefatto del fatto che suo padre se lo ricordasse o fosse stato comunque attento in quell’occasione.

“Sì, ma non è un problema. Gli esami posso sempre recuperarli a Settembre..oppure farò in un altro modo. Non mi interessa più di tanto, tanto so che con la caccia, questo ha davvero poca importanza.” Disse Sam.

Aveva puntato sull’argomento giusto. John annuì con il capo e disse:

“Sì, non c’è niente di più importante della caccia..”
 
Sam stava già sollevato che fosse finita subito, ma poi disse:

“Ma se la caccia è la cosa più importante perché diavolo vuoi andartene a Los Angeles, quando potremmo…”

“Papà, non è una vacanza. Continuerò a studiare sui casi, lo prometto. Voglio solo..cambiare un po’ aria, ecco.”

“Sì, beh, ma..non sarebbe meglio se ci andassi con un amico?”

Sam lo guardò ancora più stupito. John era diventato iper protettivo?

“Non ci posso credere..ti stai..preoccupando per me? Con quello che facciamo?” quasi rise.

“Non mi interessa, o ci vai con un amico o niente.”

“Papà, maledizione, lo sai che non ho nessun amico!!!” sbottò.
 
John rimase a fissarlo. “Molto bene..allora..è deciso. Ma prenderai le tue medicine. Non voglio sentire storie. E cerca di non sprecare troppo tempo a..ritrovare te stesso.” disse, lasciandolo solo e mortificato.
 
 
 
 
 
*

Los Angeles non era male. C’era un bel sole, anche se il vento era un po’ troppo forte. Non sapeva neanche perché, fu attirato da un negozio, quando scese dall’autobus.

SameDean, recitava l’insegna sul negozio.

Fu attirato da quella scritta ed entrò.

Un negozio di parrucchieri??
 
All’interno, una ragazza dai lunghi capelli biondi ricci conversava amabilmente con due ragazzi, i parrucchieri del negozio.

Saranno fratelli?  Pensava Sam senza una ragione.

Ma che cosa ci faccio qui? Sto perdendo tempo, dovrei andare da Bobby.. pensò Sam, ma la biondina lo vide e cominciò a trovare una scusa per intrattenerlo.

“Ciao! Vuoi fare un taglio di capelli?”

“Oh..uh..ehm..no..” farfugliò il giovane. E ora cosa gli dico?

La ragazza e i due parrucchieri lo guardavano perplessi e Sam si inventò la prima scusa che trovò.

“Credevo di aver dimenticato qui un iphone la settimana scorsa. Ho controllato dappertutto ma..non lo trovo più, quindi mi sono ricordato che la settimana scorsa ero qui e quindi ho pensato..”

Uno dei due parrucchieri andò a guardare ma disse dispiaciuto che lì non c’era niente. Sam stava già per ringraziare ed uscire precipitosamente dal negozio, quando Jessica lo fermò.

“Aspetta, perché non mi fai compagnia e chiacchieriamo un po’? “
 
Chiacchierarono. Per fortuna Jessica guidava la conversazione. Sam disse di essere venuto qui per trovare un po’ di riposo dai viaggi estenuanti con il padre. Al padre piaceva viaggiare, diceva.

“Siete fratelli?” chiese Sam, vedendo i due parrucchieri molto simili e lanciarsi occhiate affettuose.

I due si guardarono e scoppiarono a ridere.

“Siamo fidanzati, non fratelli.” Dissero.

“Oddio, che figura..mi dispiace.” Disse Sam, vergognandosi come un ladro. Chissà cosa gli era saltato in mente.
 
 
 
“Ahahah sto ancora ridendo come una scema. Siete fratelli? Ahhaha. “ diceva Jessica, mentre mangiava un gelato al cono, in strada.

“Dai, mi sento già tanto in imbarazzo.” Disse Sam.

“Ma perché l’hai pensato?”

“Non lo so. Quando ho letto quella scritta sul negozio, mi sembrava una sc-ri – tta….” Disse l’ultima parola con tentennamento e indecisione, voltandosi piano verso Jessica, che lo guardò con aria furba.

“Lo sapevo! La cosa dell’iphone era una balla!”

“Porca troia..ehm scusa la parolaccia..mi hai beccato. Faccio una figuraccia dietro l’altra. Chissà cosa penserai di me.”

“Penso che sei uno strano, Sam. Se non era per l’iphone perché sei entrato nel negozio?” chiese curiosa.

“A dire la verità è stato per la scritta. Credevo davvero che..ehm, insomma..ci lavorassero due fratelli. Sembrava proprio una cosa…” disse in imbarazzo.

Jessie lo studiò attentamente.

“Non capisco. In ogni caso che ti importava?”

“Io..io non lo so. Scusami, oggi mi sento un po’ in stato confusionale. Sarà il viaggio.”

“Tu hai fratelli, Sam?”
 
Sam stette in silenzio.

“No. Sono figlio unico.”

“Forse però lo vorresti? Magari è per questo che sei entrato..”

“No! Non penso. E poi sono grande ormai per queste cose. Senti, Jessica, è stato un piacere conoscerti, ma ora devo proprio andare, Bobby mi sta aspettando e…”

Ma alcune gocce di pioggia cominciarono a scendere.
 
“Maledizione. “ disse Sam, guardando la pioggia.

“Io abito proprio qui vicino, puoi fermarti da me intanto che aspetti che smette di piovere. La fermata taxi è piuttosto lontana e con questa pioggia..” disse Jessica.

“Vorresti..ospitarmi a casa tua? Ma non mi conosci nemmeno..” disse Sam sorpreso.

Jessica gli fece l’occhiolino.

“So riconoscere un bravo ragazzo.” disse.
 
 
 
 
 
 
 
*

Ansimi, gemiti. Jessica era sotto di lui, che ansimava. Era piuttosto prosperosa per essere una ragazzina. Era bella soprattutto.

Ma questo non era da Sam. Non era da lui abbordare una ragazza dopo un’ora che la conosceva.

Eppure in quel momento la desiderava. La voleva.
 
 
 
 
“Spero non mi giudicherai una facile per questo, Sam.” rideva lei dentro la doccia.

“La cosa è reciproca.” Disse Sam di rimando, sorridendo, ma venne distratto da un’altra cosa.
 
“Sai, di solito non vado a letto il primo giorno con qualcuno che non conosco, ma tu mi…Sam, che cosa fai?”

Sam ripose subito con uno scatto la parrucca bionda a caschetto che aveva trovato per terra sopra una borsa vicino al comò.

“N-niente.” Disse Sam.

“Perché stavi indossando quella parrucca?” chiese Jessica perplessa ma incuriosita.

“Io..è che..per un attimo mi sono chiesto come starei biondo.” Ridacchiò Sam.

Jessica rise a sua volta.

“Secondo me sei più carino così..comunque queste sono la mia passione. Mi piace collezionare parrucche e vedere quale taglio di capelli mi starebbe meglio.”

Sam cercò di cambiare subito discorso e disse:

“Beh, uh..stai bene così…ma anche il caschetto biondo ti renderebbe..più sbarazzina..”

“E secondo te come starei meglio?” chiese Jessica curiosa.

“Io…uh..sai che non lo so? Non riesco a decidermi, saresti carina in entrambi i modi.”
 

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Capitolo 4
*** Papà Bobby ***


“Perché non mi hai permesso di effettuare l’anamnesi?” chiese Sam a Bobby, mentre erano in ospedale.

Bobby lo guardò stralunato.

“Sam, stiamo aspettando i risultati della tua tac e tu pensi all’an vattelappesca?”

“Sì.” Disse Sam.

Bobby sospirò.

Non poteva raccontare a Sam la verità quindi decise per una scusa.

“L’anamnesi è un semplice interrogatorio dove ti chiedono informazioni riguardo alla tua data di nascita, al parto, al peso, all’allattamento materno..è un semplice terzo grado per valutare le risposte del paziente..”

“E perché non hai voluto che la facessi?”

“Perché è una cosa perfettamente inutile! Un neonato non può saperne niente di com’era la sua vita quando aveva solo pochi giorni di vita..e in più non volevo che ti ricordasse…Mary!” disse Bobby.

Sam rimase in silenzio. A Bobby stringeva il cuore mentire, ma era necessario. Non sarebbe stata comunque una diagnosi completa dal momento che Sam non sapeva tante cose riguardo la sua nascita e anche dopo…inoltre c’era un’altra cosa che Sam non sapeva..ma forse, se Bobby si sbagliava – e si augurava di sbagliarsi – non c’era bisogno che venisse mai a saperla. L’avrebbe fatto solo soffrire inutilmente.

“Senti, parlami invece di questa..Jessica.” disse Bobby, sperando di distrarlo.

Sam sbuffò.

“Avanti, i risultati della tac tarderanno ancora ad arrivare. Abbiamo tutto il tempo!” disse Bobby.

“Non c’è molto da dire…ci frequentiamo..”

“Ma com’è?”

“é…leggera, ma non nel senso di frivola. È dolce, carina, sbarazzina..e non sa che sono bipolare e prendo le medicine.”

“Ma ti piace?”

“Bo..io…è successo tutto così in fretta..come se doveva succedere..”

“Stai dicendo che era destino?” chiese Bobby.

“Sì, ma non come si intende per definire l’amore vero. È più come una cosa che doveva succedere. Una tappa obbligata. Non so come spiegarti…non sono neanche sicuro di volerla..”

“Sam..se non provi niente per quella ragazza, non illuderla.” Disse Bobby.

Sam annuì. Non sapeva neanche lui cosa voleva.
 
 
 
I risultati della tac cerebrale non segnalarono nessun tipo di problemi, ma segnalarono invece altro.

Un incremento dell’attività cerebrale. Quasi il doppio.

“Potrebbe essere dovuto al mio bipolarismo?” chiese Sam sbalordito, ma i medici scossero il capo, senza sapere come spiegarselo.

Era come se il cervello di Sam lavorasse il doppio.

“Possiamo provare a darle dei farmaci per inibire di almeno un quarto questa…”

“NO. NIENTE FARMACI.” Disse Sam urlando.
 
Tutti lo guardarono. Sam si prese la testa tra le mani, pentito di aver urlato.
“Perdonatemi..io non volevo gridare..ma è..tanto tempo che tutti sembra che vogliano insegnarmi cosa fare con la mia testa. È..umiliante..ed estremamente frustrante.”

“Sam, è per il tuo bene..per farti star meglio.”

“Forse io non devo star meglio..forse io sono..semplicemente fatto così.” Disse Sam, uscendo dallo studio, sconfortato.
 
 
 


“Sam, voglio che dici a tuo padre che ti trasferirai qui da me perché desideri andare al college.” Disse Bobby a casa.

“Che cosa?? Sei impazzito?? Mi ucciderà!!” disse Sam guardandolo come se fosse impazzito.

“No, non lo farà.”

“E la caccia? Non posso mollarla. Non me lo perdonerà mai, non..”

“Sam, fidati di me. Gli parlerò io e lo convincerò se dovesse servire, mi darà ascolto.”

“Bobby..perchè? Perché vuoi che resti qui? è qualcosa che ti hanno detto i medici? Sono…malato??”

“No. Credimi. Niente del genere.”

“E allora cosa…”

“Voglio studiarti, Sam..”
 
Sam lo guardò come se d’un tratto Bobby fosse suo nemico. Indietreggiò appena.

“Tu vuoi …cosa?”

“Sam, non voglio farti niente, ma ho..insomma..voglio provare a vedere se posso scoprire io cos’hai.”

“Comincia allora a dirmi cosa secondo te ho!!”

Bobby era esitante.

“Non lo so, ma forse da chimico, posso scoprirlo. Ho bisogno di tempo, però, tanto tempo e ho bisogno di averti vicino costantemente.”

“Scordatelo!!”

“Sam, maledizione. Hai sentito i dottori…per qualche strana ragione il tuo cervello funziona il doppio rispetto a quello dei tuoi compagni e questo non può essere una conseguenza del tuo bipolarismo. Non hai neanche la sindrome di dawn, deve essere qualcos’altro. Se mi dai tempo, io posso scoprirlo, ma potrebbero volerci…”

“Anni..”  realizzò Sam sgomento.

“Esatto. Ti fidi di me, Sam?”

Sam lo abbracciò, piano, come un bimbo bisognoso d’affetto.

“Sembra..che mi farai da padre per un po’…potrebbe perfino non dispiacermi.” Disse, facendolo sciogliere come burro.

Bobby adorava quel ragazzetto. 

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Capitolo 5
*** Sette anni dopo ***


Erano passati SETTE ANNI. Sam aveva adesso 23 anni.


John aveva accettato la richiesta di Bobby di prendere Sam sotto la sua tutela. Sam non sapeva com’era stata la loro discussione. Aveva solo sentito i due discutere piuttosto agitatamente al telefono, dopodiché Bobby aveva chiesto a John di incontrarsi, per poter parlare meglio. Sam sapeva però che con meglio, Bobby intendeva da soli.

Non aveva mai saputo cos’avesse detto Bobby a John per convincerlo, non sapeva neanche perché aveva accettato lui stesso questa strana richiesta, ma lo fece, perché in realtà lui era il primo che voleva cambiare vita. Non ne poteva più della caccia, ma parte di sé lo rinnegava anche a sé stesso.

Non erano rimasti a Los Angeles a lungo, comunque.

Si erano trasferiti a Stanford.

Bobby aveva voluto così perché inizialmente riteneva che dire a John che suo figlio doveva stare con lui perché voleva studiare e poi essere comunque lontani proprio da quell’università, sarebbe stato un passo falso, ma poi divenne davvero una scelta fatta per Sam stesso. Infatti, aveva capito che Sam voleva davvero  andare a Stanford.
 
Jessica aveva seguito Sam a Stanford e si erano fidanzati. Bobby ne era contento. Era contento che Sam avesse di nuovo una vita normale, benché ci fu stato un momento un po’ imbarazzante quando finalmente Sam si decise a confessare a Jessica che era bipolare.

Ma Jessica amava Sam ormai..e lo accettò.
 
Nel frattempo Bobby non aveva dimenticato gli studi, la promessa che aveva fatto a Sam di scoprire che cos’avesse.

Per anni continuava a prendere un campione del sangue di Sam ed analizzarlo e il risultato era inquietante. Spesso i risultati infatti, sembravano cambiare. A volte il sangue sembrava del tutto normale, a volte, sembrava…come…modificato, infetto.

E questo poteva spiegarsi in un solo modo…eppure allo stesso tempo era del tutto inspiegabile…

Bobby riflettè ancora. Quando Mary, la madre di Sam, era incinta, era stata attaccata da un demone che l’aveva costretta a bere il suo sangue, avevano avuto paura che contaminasse il bambino che aveva in grembo.

Però Sam non fu contaminato..fortunatamente era…pulito.

Allora perché i risultati del suo sangue continuavano a cambiare? A volte i risultati delle analisi del suo sangue erano pulite, a volte sembrava come se Sam avesse..del sangue sporco.

Sangue di demone.. pensò Bobby.

Ma com’era possibile? Eppure Sam alla nascita era pulito.

E se fosse vero che Sam aveva sangue di demone dentro al suo corpo, come mai a volte le analisi lo evidenziavano e altre volte no?

Era questo quello che John nascondeva a suo figlio? Forse lui l’aveva scoperto? O c’era addirittura ancora altro?

E poi tutto il resto…
 
 

Sam era un agglomerato vivente di anormalità. La sua pressione sanguigna era molto alta, eppure lui era in gran forma, era adrenalinico e il suo cervello lavorava il doppio e sembrava non sentire la fatica. La sua energia era il doppio di quella di un normale essere umano e la sua forza non corrispondeva a quella di un ragazzo magro come lui.

Mangiava un mucchio di schifezze ma non ingrassava, certo quello era una cosa comune a molti esseri umani, però…

E l’esame al suo cuore?

Rimase interdetto quando avvertì….

Quindi era vero quello che aveva pensato?

E cosa doveva fare lui al riguardo? Avvertire Sam?

No, non poteva dirgli una cosa del genere. Già il sangue di demone sarebbe stata dura da digerire, ma questo…era troppo.
 

Non poteva però Bobby sapere, immaginare, che c’era qualcun altro che voleva che il segreto venisse alla luce. Bobby venne tempestato da sogni, incubi, di un uomo con gli occhi gialli che diceva a lui che se non avesse detto a Sam quello che sapeva, cose molto brutte sarebbero successe!!

Bobby si agitava nel sonno, si spaventava, ma non cedeva!

Finchè un giorno, una telefonata, già dal suo squillo, lo mise in allarme.
 

“Pronto?”

“Bobby..sono Jessica..”

“Jesse, ciao! Ma..stai bene? Sento la tua voce un po’..”

“è Sam! Lui..non so cos’abbia..vuole dare fuoco alla casa.” Disse Jessica singhiozzando.

“Che cosa??” disse bobby spaventato.

“Ha detto che se non vieni subito qui, da fuoco alla casa con me dentro.” Disse Jessica piangendo.

“Mio dio, Jessica, stai calma e dammi il telefono, fammi parlare con lui.”

“Pronto.” Disse la voce di Sam.

“Sam!! Per l’amor di dio! Cosa stai facendo?”

Sam sorrise. “Tranquillo, questo buco può anche continuare a restare in piedi così come..la mia dolce fidanzata, se accetti di venire qui entro dieci minuti, te ne concedo al massimo 15.”

“Sam, cosa ti è successo? Perché stai facendo questo? Ti prego, parlami.”

“Quindici minuti, Bobby.”

“Sam, aspetta, ti prego, non farle del male, Sam!!!”

Ma Sam aveva già messo giù il telefono.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 








 Note dell'autrice: 

devo ammettere che avevo davvero paura di non riuscire a mandare avanti la storia perchè l'avevo pensataa solo con una vaga idea in testa..è stata invece una sorpresa scoprire che capitolo dopo capitolo sembra si stia scrivendo da sola :D :D e i capitoli sono anche abbastanza lunghi ahha non me l'aspettavo xd

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Capitolo 6
*** Così innocentemente, ma innocente non sei ***


Bobby si era precipitato a casa di Sam e Jessica pregando che nessuna tragedia sarebbe successa.

Per fortuna il portone era aperto. Non sapeva se Sam in quelle condizioni avrebbe considerato un’offesa solo che gli si chiedesse di aprirgli il portone.
 
 
 
“Sam…Jessica?” chiese, aprendo piano la porta.

“Ciao Bobby. Ben arrivato.” Disse Sam, mentre la povera Jessica era legata e imbavagliata sul divano.

“Sam, per l’amor di dio, lasciala andare e parliamo. Lei non c’entra.”

Sam scoppiò a ridere. Una risata fredda e crudele e derisoria.

“Lei non c’entra? Ha tutto a che fare con lei. Con la mia vita. Perfino la mia vita con lei è una bugia. Era tutto preparato.”disse puntandogli una pistola contro.

“Sam, ma che cosa stai dicendo?”

“Ma forse hai ragione, Bobby, in confronto a te, lei non c’entra. Se dobbiamo fare dei paragoni, sei tu che hai più colpa di tutti in questa storia.”

“IO?? Ho sempre voluto il meglio per te. Ti ho accolto nella mia casa..ti ho voluto bene come..”

“Zitto.” Disse Sam crudo. “Non meriti di camminare su questa terra recitando il ruolo dell’uomo retto e giusto. I bugiardi non sono uomini e giusti.”

“Bugiardo, io? Sam, io non ti ho mai mentito, non…”

Sam rise un’altra volta.

“Mi hai mentito invece e sulla cosa più importante..come i miei…esperimenti…”

Bobby aveva perso le parole.

“Sam…”
 
“Non me l’avresti mai detto…avresti lasciato che continuassi questa misera vita come scherzo della natura..per tutta la mia esistenza…”

“Sam, ti prego, non dire così…”

"Non- chiamarmi- Sam!!!"

Bobby lo guardò pietrificato.

Io…non ho niente a che fare con questo schifoso e repellente essere che ha rubato la mia vita! Dovresti chiamarlo parassita!! Sì, ecco, parassita. Divertente!” ridacchiò Sam istericamente.

Bobby era ancora più pietrificato. Quindi aveva ragione su tutto?

“Questo essere schifoso, per sopravvivere, ha rubato la mia vita, il mio corpo, la mia anima, TUTTO. Ha cercato di uccidermi! Ma gli è andata male…sì, gli è andata male” disse ancora ridacchiando. “Io VIVO. Sì, a dispetto di tutti, a dispetto anche di questo bastardo, IO VIVO!!”

“Non chiamarlo così. È tuo fratello!!!”

"Lui. non è- mio fratello!!!"

gridò Sam con tutto il fiato che aveva in corpo.

“I fratelli veri non uccidono gli altri fratelli…lui non è NIENTE per me.” disse, puntandogli di nuovo la pistola contro.

“Ti…ti prego…cerca di ragionare..ok, ce l’hai con lui..ma..ma noi che cosa c’entriamo? Non ti abbiamo fatto niente.” Disse Bobby.

“Tu volevi che la verità non venisse mai a galla. Hai tentato di seppellirmi! Come ha fatto lui!”

Bobby sospirò.

“Va bene…va bene..ho sbagliato…non ero sicuro..volevo solo essere sicuro che tu..esistessi davvero..prima di..va bene, continua a ridere, deridimi pure se vuoi, ma posso scommettere che non mi ucciderai..”

Sam caricò ancora la pistola.

“Vogliamo scommettere?”

“Sì, Sam. Scommettiamo. Scommettiamo che non riuscirai ad uccidere il tuo vecchio, colui che hai detto che è come il padre che ti è mancato..”

Una lacrima scivolò via dall’occhio di Sam, ma la tirò via con rabbia.

“Scommettiamo che non lo farai, perché farmi del male, sarebbe per te come morire?”

“Basta! Basta, smettila di parlare!! Dannazione!!”

“Anch’io ti voglio bene, Sammy..” disse Bobby avvicinandosi a lui sorridendo.
 
La pistola cadde dalle mani tremanti di Sam, dopodiché lui si tenne la testa tra le mani come se gli stesse per scoppiare e poi svenne subito sul pavimento.

Bobby sospirò, prendendolo tra le braccia, poi vide che Jessica era ancora legata e andò da lei.
 
Jessica avrebbe voluto chiamare la polizia ma Bobby riuscì a convincerla che non era colpa di Sam. Gli disse brevemente quello che era successo secondo lui e secondo i deliri di “Sam”. Jessica era incredula da tutta la storia ma alla fine accettò di credergli, lasciando che Bobby portasse via Sam.
 
In quel momento Sam era svenuto in macchina, mentre Bobby al posto di guida, lo guardava..e pensava che guardandolo così, sembrava davvero un angelo..così innocente…
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Gemello d'anima ***


“Ti prego, fammi parlare con Jessica…devo scusarmi, devo implorarla di perdonarmi, devo…”

“Sam, adesso non è il momento giusto!” disse Bobby, facendolo sedere di forza sul divano.

“Jessica era molto sconvolta per quello che è successo..sono riuscito a convincerla a non chiamare la polizia, ma parlare subito con lei sarebbe una pessima mossa. Ha bisogno di somatizzare quello che è successo. È sembrato che mi credesse quando le ho detto che non eri tu, ma adesso ha ancora troppa paura di te. Non ti ascolterebbe nemmeno.”

Sam si prese la testa tra le mani, disperato.



“Lasciamo passare un po’ di tempo, poi lascia che parli io con Jessica per calmarla un po’ e prepararla, ok?”

“Va…va bene, Bobby..” disse Sam. Dopo qualche attimo di silenzio, aggiunse:

“Quindi…io…ho..un fratello?”
 
Bobby non disse niente. Si limitò ad annuire guardando Sam.

“Ripetimi ancora come secondo te è andata, Bobby.”

Bobby sospirò e ripetè:



“Eravate due gemelli…stessa sacca. Tu eri quello più…a rischio…crescevi pochissimo, sembrava che non ce l’avresti fatta.”

“Ciònonostante io sono vivo e mio fratello è quello che è scomparso. Perché?”

“Non lo sappiamo con certezza. Possiamo solo avanzare delle ipotesi. Nella maggior parte delle volte che un gemello viene assorbito dall’altro, si tratta del gemello più forte che ingoia il gemello più debole…invece nel tuo caso, è successo addirittura il contrario. Forse in un disperato tentativo di sopravvivere, di aggrapparti alla vita con tutte le tue forze, hai assorbito tu…”
 


Sam prese a piangere e a singhiozzare convulsamente.

“Sam!!”

“Ecco perché mi accusa di averlo ucciso! Ho ucciso mio fratello.”

“Sam, ragiona, ti rendi conto di quello che stai dicendo? Eri un feto, dannazione. I feti non uccidono nessuno. Non hai responsabilità di un fatto accaduto ancora prima di nascere. Sam, guardami!!” disse Bobby, cercando di prendere le braccia di Sam e allontanargliele dalla testa.

“Ho fatto peggio che ucciderlo, Bobby. Gli ho privato della vita. Fa bene ad odiarmi. Per tutto questo tempo io ho odiato lui, senza sapere chi fosse veramente, ma lui sì, che ha una buona ragione per odiarmi, non io!!”

“Sam, non provare pena per lui. Se è davvero il tuo gemello, che per qualche ragione innaturale, vive dentro di te, sa benissimo che non hai responsabilità di quello che è successo ed è lui il mostro se vuole farti sentire in colpa per una cosa che non potevi controllare.”
 


Sam si alzò e incapace di farsene una ragione, cominciò a girare in tondo per la stanza.

“Non importa se non potevo controllarlo. L’ho fatto! Pensaci, Bobby. Per tutti questi anni mi sono sentito infelice per la vita che facevo, per la mia mente! Per non essere come tutti gli altri, ma io almeno avevo e ho una vita! Lui non poteva avere neanche quella! È stato costretto, imprigionato dentro il mio corpo a vivere una vita non vita che non aveva scelto! Tradito da chi invece avrebbe dovuto proteggerlo! Non avrei dovuto sopravvivere. Non a spese sue. Quindi sì, anche se mi odia, fa bene ad odiarmi!”

“Sam, adesso basta. Smettila di..compatirlo!”

“Devo rimediare a quello che ho fatto tanti anni fa…aspetta, Bobby, tu…la richiesta di trasferirmi con te, tutti quegli anni passati a studiarmi…”

“Sam..”

Lo sapevi! Diosanto, tu lo sapevi!” disse Sam angosciato.

“Sam, io..”

“Come hai potuto non dirmelo??”

“Io non ne ero sicuro!! Sam, la mia era solo un’ipotesi! Non potevo scaricarti un simile peso sulla coscienza se non ne fossi stato completamente sicuro!! Io e John eravamo d’accordo che…”

“Papà lo sapeva?”  chiese Sam nauseato.

“No. Intendevo che eravamo d’accordo che questa storia del gemello scomparso non sarebbe mai saltata alla luce. Tuo fratello non c’era più, non era mai nato, se ti avessimo detto la verità, avresti sofferto…ma né lui né io potevamo immaginare che in qualche modo lui..vivesse ancora.” Disse Bobby.
 


Sam cercò di metabolizzare tutte le informazioni che stava ricevendo, poi disse piano:

“Se quello che dici è la verità, come spieghi lo strano comportamento di mio padre con i medici? Se non sospettava che mio fratello era vivo….cosa tramava con loro? Non si trattava di lui, vero? C’è altro.” Disse Sam basito.

Bobby tentennò.

“Altro che tu non mi vuoi dire,..che cos’altro mi tieni nascosto? Dimmelo!!”



Bobby sospirò e si apprestò a dire l’ultima porzione di verità.

“Quando tua madre era incinta…venne attaccata da un demone..gli fece bere il suo sangue mentre tu e tuo fratello eravate già nel suo grembo.”

Sam aveva spalancato la bocca inorridito.

“Quando tu venisti alla luce, non trovammo traccia di sangue di demone nel tuo corpo, però..così come in quello di Mary..ne deducemmo che in qualche maniera fosse stato assorbito e poi espulso dal corpo con l’arrivo del sangue nuovo a rigenerare l’organismo, processo velocizzato dal mestruo…”

“Ma non era così vero? Il sangue di demone non era andato via..” disse Sam.

“Sam, tuo padre non mi ha mai detto niente di questo..non ne parlava con me..il discorso era ritenuto chiuso..quando tu mi hai confidato che sembrava avere dei segreti con i dottori da cui ti portava, non potevo immaginare una cosa del genere…”

“Ma hai cominciato a sospettarlo in seguito, vero? È stato per questo che mi hai chiesto di potermi studiare…”

“Avevo bisogno di esami medici particolari..da persone di cui mi fidavo..e avevo bisogno di altri strumenti di medicina e chimica che avrei potuto effettuare nel mio laboratorio, con discrezione, senza il terrore che quello che avrei scoperto, sarebbe stato rivelato..”

“E cos’hai scoperto? Sentiamo!”

“Ho scoperto…beh, non volevo crederci all’inizio..ma il punto era che le tue analisi sembravano cambiare costantemente! A volte i tuoi esami risultavano puliti , a volte sembrava che il tuo sangue fosse diverso, sporco..di un’altra entità. Scoprìì dunque che incredibilmente il sangue di demone che Mary aveva ingerito, era andato a finire dentro di te! Le cose però non tornavano..come mai allora solo in alcuni momenti le analisi segnalavano che avevi quel tipo di sangue in circolo? Un’ipotesi orripilante prese allora forma in me. Non eri davvero tu ad avere sangue di demone in circolo…”

“Ma mio fratello.” Disse Sam completamente scioccato.

“Già..e questo probabilmente spiega anche com’è possibile che Dean sia sopravvissuto in te tutti questi anni e che non sia morto! Il sangue di demone che tuo fratello aveva in circolo, lo ha reso forte! Probabilmente tu non l’hai fatto neanche intenzionalmente per volerlo uccidere, ma essendo debole e avendo chissà come, fiutato, il sangue di demone dentro il corpo di tuo fratello, ne sei stato attratto come una calamita. Ti sei aggrappato a lui disperatamente per riuscire a sopravvivere..ed è quello che è successo! Il sangue di demone ti ha salvato, Sam..e ha impedito a tuo fratello..”

“Di morire.” Concluse Sam ancora più scioccato.

“Esatto.” Concluse anche Bobby.
 
 

Rimasero per un po’ in silenzio. Sam seduto sul divano e Bobby che lo guardava in piedi, preoccupato.

“Quindi John sapeva che io avevo sangue di demone nel mio corpo? E non me l’ha mai detto…mi ha sempre raccontato la favoletta del bipolarismo..”

“Io credo che John pensasse che il tuo bipolarismo fosse causa del sangue di demone. Non ne era sicuro.” Disse Bobby.

“E tu ne hai parlato con lui, vero? È questo che gli hai detto per convincerlo a farmi venire da te. Gli hai promesso che avresti scoperto se era davvero così. Per questo ti ha lasciato prendermi.” Disse Sam amareggiato.

“Io lo affrontai e gli dissi che sapevo dei miei sospetti…che ora stavano diventando anche i miei..ma ti giuro, Sam, che non avevamo nessuna idea di tuo fratello..”

“Dici che lui ha detto che la sua vita era una gigantesca bugia..ma che cosa c’entra Jessica? Perché disse che era una bugia anche la sua relazione con lei?” disse Sam.

“Io..io non lo so, Sam. Credimi.”

Sam annuì.



“C’è…c’è qualcosa che si può fare? Per lui..e per me intendo…o saremo costretti a vivere come gemelli siamesi d’anima, per sempre?” disse Sam, tentando di scherzarci su.

Bobby tentennò.

“Forse c’è qualcosa che si può fare per questo…ma è pericoloso…”

Sam lo fissò sbalordito.

“Basta che non comprenda la morte di nessuno dei due..” disse Sam.

“Io…questo non posso assicurartelo…ma c’è un modo. Ne avevo sentito parlare. In teoria è possibile separare un corpo che è stato posseduto, da uno spirito maligno o addirittura dal diavolo… c’è stato un tempo che io e John studiavamo queste cose….sai, avendo a che fare spesso con i demoni che possedevano le persone, avevamo bisogno di trovare tutte le soluzioni e le varianti che potevamo conoscere, agli esorcismi.”

“E credi che potrebbe funzionare anche sugli esseri viventi..non solo sulle entità tipo demoni o fantasmi?”

“Ssssi….ma non basterà una filastrocca o un esorcismo, per questo..bisogna agire in maniera più invasiva. “

Bobby sembrava molto a disagio.

“Lo farò, Bobby. Farò qualunque cosa.” disse Sam.
 
 
 
 
 
 
 
*

Era notte. Sam aveva chiesto espressamente di essere chiuso nella sua stanza, per evitare che facesse del male a lui o a qualcun altro, ma gli incubi tormentavano il povero Sam, impedendogli di riposare.

Hai distrutto la mia vita, MOSTRO.

Sei solo un PARASSITA!!

Dovevi morire tu, non io!

Come fai a dormire la notte, sapendo quello che mi hai fatto??
 
NOOOO Non è colpa mia!!!! Erano le urla di Sam, invaso dai sensi di colpa.

















Note dell'autrice: 

ok, adesso sapete tutto! xd purtroppo la cosa del gemello che viene assorbito è una cosa che succede davvero..e mi dispiace di esser andata a toccare una cosa così delicata ma altrimenti questa storia non avrebbe mai visto la luce e vi assicuro che ci saranno delle belle scene in tutta questa storia.. :)

Spero di non aver urtato la sensibilità di alcune persone..io penso che sia anche bello da un certo punto di vista vedere una tragedia che comunque accade, ma con un lieto fine :) o almeno a me da un pò di consolazione, vedere un happy ending anche in un'opera di fantasia su cose brutte che accadono nella realtà :)

spero di non essermi giocata già tutti i colpi di scena troppo presto ahha xd ma no, succederanno altre sorprese vedrete :)

non vi sembro un pò schizofrenica anch'io, ora? ahhah xd scherzo!!

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Capitolo 8
*** È difficile scegliere di chi potersi fidare ***


Sam aveva passato la notte in bianco, preda degli incubi e del rimorso e al mattino stava malissimo, con l’aggiunta di uno stressante mal di stomaco.

Incapace di rilassarsi, decise di cercare su internet se c’erano stati dei casi uguali al suo, ma non era preparato a quello che vide.

Scoprì che i casi in cui un gemello “inghiottiva” l’altro erano piuttosto frequenti, anche se i casi erano poco conosciuti e succedeva che il gemello sopravvissuto era del tutto inconsapevole di avere il gemello dentro di sé, fino a quando, anni e anni dopo – ad alcuni succedeva in età adulta, ma in casi più gravi poteva capitare anche ai bambini – in preda a dolori lancinanti allo stomaco, le visite mediche evidenziavano che la persona era “incinta” del suo stesso gemello, non un bambino, ma un feto morto che paradossalmente continuava a crescere dentro di lui, come parassita, spesso perché ancora attaccato ai vasi sanguigni.

A quel punto era necessario liberarsene chirurgicamente, altrimenti chissà cosa sarebbe potuto succedere alla persona che portava questo feto ancora dentro di sé.

Il feto non era mai del tutto formato nei casi in cui “sopravviveva” , mentre capitava invece di trovare residui di capelli o altro, che provocavano disturbi nell’apparato digerente della persona..

Sam riteneva di aver letto abbastanza.

Chissà quante persone al mondo si trascinavano disturbi di ogni tipo senza sapere, senza neanche lontanamente immaginare di avere un gemello dentro di sé?

Sam si ritrovò a piangere sul letto, per il destino di quelle persone..e di quelle povere creature mai nate. Gli dispiaceva così tanto.

Fino a quando non si accorse di essere fortunato a suo modo.

Perché suo fratello non era morto. Chissà per quale ragione, viveva ancora dentro di lui? Era solo un caso ancora più raro di “feto dentro al feto?”

Sam non riusciva poi anche a capacitarsi di come, se Bobby e John erano a conoscenza di questo, non avevano mai fatto in modo…Sam rabbrividì al pensiero. Se avessero deciso di fare qualcosa e avessero cercato di “espellere” l’ospite indesiderato, l’intruso..suo fratello sarebbe morto.

Tuttavia, aveva bisogno di avere delle risposte.
 
 
 
 
*

“Sam, hai capito male quello che ti ho detto.” Sospirò pesantemente Bobby davanti a una tazza di caffè. Riparlare del fratello non morto e non vivo di Sam che viveva dentro di lui, era un pessimo modo di iniziare la giornata.

“Non mentirmi” disse Sam minaccioso. “Tu hai detto che Io e John eravamo d’accordo che questa storia del gemello scomparso non sarebbe mai saltata alla luce e che non potevi scaricarmi un simile peso sulla coscienza!!”

“Ho anche parlato di ipotesi! E poi ho parlato di gemello scomparso infatti! Non potevamo essere sicuri che tu avessi…beh, lo sai. Sai quanti milioni di gemelli non riescono a sopravvivere durante la gravidanza? E non è per forza sempre colpa dell’altro compagno, che diamine!”

Sam lo guardò duramente.

“Riguardo allo scaricarti questo peso sulla coscienza…nella vita dei..gemelli sopravvissuti, c’è una cosa che si chiama sindrome del sopravvissuto. È un senso di colpa che attanaglia tutti i gemelli, che si sentono in colpa per esser sopravvissuti al proprio gemello. Eravamo d’accordo che non ti avremmo mai detto che avevi..che avresti avuto un fratello gemello. Ormai non c’era più! Perché farti soffrire inutilmente con il pensiero di quello che avresti potuto avere se tanto non c’era niente che si poteva fare più al riguardo?”

“Ok, ok, Bobby, ti capisco..e lo apprezzo anche, credimi. Non riesco a capire però…vuoi dire che..non avevate neanche il benché minimo sospetto? Non mi avete mai neanche fatto una visita medica per controllare se avessi mio fratello dentro di me?”

Bobby sospirò, cominciando a girare in tondo.
 
“A dire la verità, dopo la tua nascita, i  tuoi genitori e io abbiamo pensato che forse una visita medica per essere del tutto sicuri, avremmo dovuto farla..in ogni caso bisognava farla per forza, per controllare se avevi del sangue demoniaco nelle vene, ma non trovammo assolutamente niente.

Sam era basito.

“Davvero?” chiese.

“Davvero, ma se ci pensi non è così strano. Credo che il sangue demoniaco abbia eretto come una specie di scudo…che ha reso tuo fratello del tutto invisibile, anche alle apparecchiature mediche, alla tac, ai raggi x, a tutto. Non solo..io credo che il motivo per cui non si è visto, sia che, si è in qualche modo fuso con te.”

Sam era ancora più basito.

“è più di un parassita, è come se fosse un gemello siamese..e ha una volontà propria. Credo sia solo un livello più alto di possessione.”

“Non..non posso crederci. Il sangue di demone ha…salvato entrambi. Prima lui e poi me.”

Bobby lo guardò perplesso.

“La giudichi salvezza?”

“Sì, perché, tu come la chiameresti? Sarei morto, Bobby. L’hai detto anche tu. Non solo. Il fato mi ha concesso addirittura la grazia di non perdere del tutto mio fratello..io questo lo chiamo miracolo.”

“Non sai quello che dici. Se arrivi a chiamare questo miracolo, vuol solo dire che stai perdendo la tua mente..non puoi voler continuare ad avere questa cosa dentro di te. È un parassita!”

“è mio fratello! E voglio liberarlo. Senza fargli del male.”

Bobby lo fissò sconcertato.

“Bobby, aiutami. Sei un chimico. Aiutami, ti prego.”

“Sam, non puoi liberarlo…questa…tuo fratello ha un sacco di odio verso di te..non sai cosa potrebbe fare..non sai cosa potrebbe succedere..”

“Non ho nessuna intenzione di tenerlo prigioniero!! Bobby, aiutami, ti prego. Farò qualsiasi cosa per sdebitarmi!!”

Bobby sospirò rassegnato.

“E va bene, ma per questo ti basterà un libro, Sam.”

“C-cosa? Un…libro??”

Bobby fece cenno di seguirlo e lo condusse nella sua cantina.
 
 


Una volta lì, si diresse in uno scaffale e gli porse un libro.

Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde.

“Stai scherzando.” Disse Sam.

“Per niente. La pozione di cui parla il romanzo, esiste. Si può riprodurre, anche se con molta pazienza e una buona dose di fatica.”

“Ma è un romanzo!!”

“Oh, solo per quello? Grandissima parte delle vicende narrate nei romanzi, come i vampiri, i licantropi, i fantasmi, sono esistiti veramente e ti scandalizzi per una pozione?”

“Ma qui si parla di fantascienza, Bobby.”

“No. Qui si parla di scienza.” Disse Bobby, prendendo il libro e arrivando a una frase, citando:

"Henry Jekyll è uno scienziato che durante i suoi studi sulla psiche umana riesce, miscelando particolari ingredienti chimici, a mettere a punto una pozione che può separare le due nature dell'animo umano, quella buona e quella malvagia. La sua personalità diventa così scissa in due.”

“Bobby, mio fratello non è malvagio, ma solo infelice. Non credo che possa funzionare.” Disse Sam amareggiato.

“è l’unica chance che abbiamo..per mesi, quando ho iniziato a sospettare di questo, ho fatto delle ricerche per scoprire se questa pozione esistesse davvero e com’era possibile procurasela. Vuoi sapere una cosa? Diversi cacciatori e uomini del passato, l’hanno cercata. Certo, non ho mai sentito che volessero liberarsi del proprio gemello, ma ho sentito diversi casi in cui hanno cercato di liberarsi dei loro demoni..e no, non è una metafora. Intendo demoni nel vero senso della parola!”

“In questo caso non era più semplice un esorcismo piuttosto che imbattersi in una specie di caccia all’elisir di lunga vita?”

“Beh, in passato non molti si preoccupavano di imparare il latino.”

Sam sbuffò.

“Va bene, va bene, ma se dovessi fare questa cosa…e funzionerà… cosa succederà a me e a lui?”

Bobby sembrava indeciso.

“Potrebbe succedere quello che è capitato nel romanzo del dottor Jekyll e mister Hyde.”

“Cosa? Dici che potremmo essere due persone distinte finalmente??”

“Io….nel libro, Jekyll parla della sua anima cattiva, era sempre lui…e finora la pozione ha funzionato solo con i demoni, non so se potrebbe funzionare anche con tuo fratello, Sam.”

“Non mi importa, vale la pena tentare!!” disse Sam convinto.
 
 
 
 
 
 
*

Ci vollero solo due mesi e mezzo per ritrovare tutti gli ingredienti giusti. Sam non poteva crederci che se l’erano cavata con così poco tempo.

“Ancora non riesco a credere a quello che sto per fare..mi sembra di essere capitato in un romanzo. Bobby, ma perché guardi l’orologio con tanta insistenza?”

“Cosa? Non sto guardando l’orologio!” disse Bobby agitato.

All’improvviso suonò il campanello.

Sam andò alla finestra sospettoso.

“Bobby, chi sono quegli uomini?”

“Io..io non lo so.”
 
“Signor Winchester, ci apra la porta. È per il suo bene.”

Sam andò da Bobby, minacciandolo con un coltello alla gola.

“Che cosa hai fatto?”

“Sam, ti prego..è per il tuo bene.”

“Cosa diavolo hai fatto??” gridò Sam.

“Perdonami..non posso permettertelo, Sam. Tu non puoi liberarlo…”

Sam spalancò la bocca, confuso e ferito dall’inaspettato tradimento proprio da parte di colui che l’aveva aiutato a trovare tutti gli ingredienti per la pozione.
 
Gli uomini che erano fuori, entrarono senza aspettarsi un invito.

“Signor Winchester, abbassi il coltello, non vogliamo farle niente.”

Che cosa diavolo ci fate a casa mia??” chiese Sam senza abbassarlo e tenendo Bobby sotto tiro.

“Signore, vogliamo solo che ci permetta di farle delle visite.”

“Le promettiamo che la cosa sarà del tutto indolore e per niente invasiva.”

“Che cosa diavolo volete farmi?? Rispondete o lo uccido!!”

“Qui nessuno deve morire, eccetto il parassita velenoso che con ingenuità si ostina a voler proteggere. È un male per lei. Se ci consente di portarla in ospedale, potremmo cercare di mandarlo via. Basteranno degli elettroshock ad un grado non troppo forte che non le recheranno traumi..”

“Mi hai molto deluso Bobby.”

“Sam, ti prego, dai loro ascolto.”
 
 
 
Inaspettatamente però, Sam cadde in ginocchio, lasciando andare Bobby e toccandosi la testa tra le mani.

“AHHHHH”

“Sta male? è ferito?

“Cosa gli prende?”

“Il parassita vuole attaccarlo?”
 
Sam però a quel punto si alzò e sembrò diverso.

Tirò fuori una pistola lentamente. Nessuno si aspettava che ne avesse una nascosta sotto la giacca e rimasero tutti col fiato sospeso.

“Siete solo un branco di stolti. Serve molto più di un’improvvisata piuttosto goffa per fermarmi o mettermi a tacere. Non ci è riuscito questo stolto, pensate di riuscirci voi?”

“Sam..o chiunque tu sia, ti prego, metti giù le pistole. Loro non c’entrano!” disse Bobby.

Sam rise.

“Certo che non c’entrano. In fondo vogliono solo friggermi con delle scariche. Ma stai tranquillo, vecchio, loro staranno bene. Il tuo amato nipote un po’ meno dopo che avrò fatto clic.”

“COSA? NO, TI PREGO, NON FARLO. UCCIDERAI ANCHE TE STESSO!!”

“E cosa vuoi che mi importi? Tanto sono già condannato. Preferisco farmi saltare in aria che lasciare che la persona che mi ha rubato la vita, continui a vivere finalmente libero, a mie spese. Insieme fino alla fine. Non lo trovate poetico?”

“Ti prego. Ti prego, non farlo. Sam è come un figlio per me. Ora loro andranno via. Ti lasceremo andare, ma ti prego, non fargli del male. Non ferirlo.”

Sam sorrise, contento di quella piccola vittoria.

“Sei una persona ragionevole, Bobby. Ora con la stessa ragionevolezza, chiuderai questi uomini nel tuo furgone e non li farai uscire prima di un paio d’ore, siamo intesi? Fai quello che ti dico e questo ladro di identità potrà continuare a respirare.”

“Sì, sì, lo prometto, ma non fare del male a Sam, ti prego.” disse bobby piangendo a più non posso.
 
 
 
 
 
 
 
Un quarto d’ora dopo, Sam si ritrovava piegato sulle ginocchia, in strada, mentre la pioggia gli inzuppava vestiti e capelli, ripensando a quelle parole.

“Siete solo un branco di stolti. Serve molto più di un’improvvisata piuttosto goffa per fermarmi o mettermi a tacere. Non ci è riuscito questo stolto, pensate di riuscirci voi?”

“Sei una persona ragionevole, Bobby. Ora con la stessa ragionevolezza, chiuderai questi uomini nel tuo furgone e non li farai uscire prima di un paio d’ore, siamo intesi? Fai quello che ti dico e questo ladro di identità potrà continuare a respirare.”

Ripensò alle lacrime di Bobby e disse al nulla:
 
 
“Perdonami, Bobby, ma non potevo permettere a quegli uomini di fargli del male…” disse, continuando a piangere.

Così, non era stato suo fratello a parlare, ma Sam stesso aveva attuato quella sceneggiata, per non cadere in mano a quegli uomini.

Non odiava Bobby per averlo tradito. Sapeva che gli voleva bene e doveva essergli costato tradirlo, ma non poteva andare con quegli uomini e adesso si sentiva da solo contro tutti.

“Così tanta sofferenza..in un solo corpo…Sam.”
 
Sam alzò il capo per capire chi aveva parlato. Vide un uomo alto e pallido, guardarlo dall’alto.

“Così tanta sofferenza che potrebbe essere risparmiata se solo ti fidassi delle persone giuste.”

“Chi è lei? Come fa a conoscere il mio nome?” chiese Sam, alzandosi.

“Mi chiamo Alistair e credo di essere la soluzione a tutti i tuoi problemi.” Disse l’uomo sorridendo amabile, porgendogli la mano.
 
 
 
 
 
 











 Note dell'autrice: 

Ehilà ^^ la lunghezza del capitolo...ultimamente faccio capitoli sempre più lunghi in questa storia haha xd è una sorpresa anche per me! ^^ ci tengo cmq a spiegare perchè questa lunghezza..io avevo già deciso che questo capitolo sarebbe dovuto finire con l'arrivo di ALISTAIR (carramba che sorpresa!!) ma come succede sempre, ho aggiunto parti che non avevo previsto in un primo momento, cioè tutta la parte iniziale con l'angoscia di Sam e il confronto con Bobby. è venuta quindi più lunga di quanto credevo, ma nonostante ci sono diverse parti che riguardando momenti diversi, ho voluto comunque tenere tutto in un unico capitolo :) Ho pensato che spezzarlo sarebbe stato un peccato!!

Riguardo alla parte iniziale, credetemi se dico che mi sentivo male a scrivere dei dettagli, ma mi sono sentita quasi obbligata a farlo, perchè leggendo su internet ho letto appunto di questi interventi per espellere il feto...e non mi andava di omettere di parlarne, sia perchè ritengo che sia giusto che Sam avendo provato questa cosa, sarebbe ridicolo se non si informasse sulla cosa, facendo ricerche e non lo venisse a sapere, sia perchè non credo sia giusto che passi per sbaglio il messaggio che se succedono queste cose, chi se ne frega, passa...no, può essere una cosa pericolosa e se te ne accorgi, è praticamente obbligatorio intervenire chirurgicamente, ne va della salute!! Quindi scusatemi se ho urtato magari la sensibilitò di alcuni ma sapete che se posso evitare, cerco sempre di non farlo :))

Alistair: mi sembra di essere tornata indietro a Profezia, quando era comparso Alistair ahha xd ma non temete, in questa storia avrà un ruolo diverso :)

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Capitolo 9
*** Tradimento? ***


“Io..dovrei introdurmi nel laboratorio di Bobby? È impazzito per caso? E poi chi è lei? Come fa sapere che cosa mi sta capitando?” chiese Sam, abbastanza spaventato, cercando di allontanarsi dall’individuo.

“Sam, io non voglio farti del male. Voglio solo aiutarti.”

“Perché?? E come fa a sapere quello che mi è successo??”

“Sono anch’io un cacciatore, ero amico dei tuoi genitori. Quando seppi che Mary era stata aggredita, provai ad avvertirla che il sangue di demone avrebbe potuto avere effetti collaterali sui bambini che portava in grembo, ma non mi ascoltò…e John mi disse di non farmi più rivedere..credo pensasse che avessi delle mire strane su tua madre…che sciocchezza…”

Sam rabbrividì a sentire questo.

“Ed è così???” chiese minaccioso.

“No. Oltre ad essere un cacciatore, sono un medico e occuparmi della gente che sta male, è il mio lavoro. Temevo che una cosa del genere, con due gemelli nel grembo di una donna, sarebbe potuta succedere. Cercai di dirlo anche a Bobby, che è abbastanza vicino a tuo padre, sperando che mi ascoltassero ma…”

“Bobby?” chiese Sam stralunato. Non poteva crederci. Quindi Bobby gli aveva mentito? Era stato quest’uomo a suggerirgli tutto? Da quanto tempo si poteva scoprire questa cosa?

“Io..io….come ha fatto a trovarmi?”

“Ammetto di averti tenuto d’occhio per molto tempo…per assicurarmi che tutto andasse bene..sapevo del tuo trasferimento e ho visto un gran fermento a casa sua, in questo momento. Sono andato da lui e mi ha confermato tutto quanto.

Gliel’ha detto?” Sam era ancora più sconvolto. Credeva di potersi fidare di Bobby.

“Non solo. Ha intenzione di dirlo a tutti…e se ci riuscirà, Sam, potrebbero fare del male a tuo fratello.”

“No….”

“è per questo che devi muoverti. Devi introdurti nel suo laboratorio e preparare la pozione per il trasferimento prima che avverta tutti e ti portino via.”

“No…io..aspetta..mi sento confuso…” disse Sam toccandosi la testa.

“Devi fidarti di me, Sam, fidati di me e andrà tutto bene.” 

















Note dell'autrice: 

Rieccomi ahhah scusate il ritardo ma è stato difficile per me continuare o.o infatti la storia di Alistair potrebbe prendere molte strade xd e ho tante idee in testa e devo decidere quale scegliere xd

eh si sono una delle autrici che le idee vengono man mano che scrive xd anche se la linea generale di come andràla storia, ce l'ho ahha tranquilli xd

volevo tranquilizzare chi segue la mia stucky e reality d'amore. Non sono stata io a cancellare l'ultimo capitolo xd il sito ha avuto problemi di server e alcuni contenuti sono stati cancellat, come recensioni e capitoli riferenti agli ultimi due giorni..

sto cercando di capire se per quelle storie conviene aspettare qualche giorno che ritornino o postare di nuovo i capitoli...mi scoccia perdere le recensioni che mi avete scritto xd

alla prossima ^^

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Capitolo 10
*** Dean ***


Alistair aveva accompagnato Sam nel suo laboratorio, con la sua macchina lussuosa. Aspettò fuori, mentre Sam si introdusse nel palazzo.

Ancora Sam non sapeva come era riuscito ad introdursi di soppiatto nella casa di Bobby di notte e rubare la chiave che dava accesso al suo laboratorio. Per fortuna quegli uomini sembravano spariti.
 
“Io ti aspetto qui.” disse Alistair con un sorriso.

Sam lo guardò sospettoso, ma non ebbe obiezioni. Sarebbe andata meglio se fosse stato da solo.
 




Una volta entrato nel laboratorio, cominciò a miscelare varie sostanze chimiche, che cominciarono a fumare.

Se la pozione del dottor Jekyll era in grado di destrutturare l’unità dell’essere umano, quella pozione era in grado di destrutturare, dividere, due esseri umani, o comunque, due esseri viventi legati magicamente.

I demoni l’avevano fatto in passato, avevano legato gli esseri umani con lo spirito di tigri o serpenti. Spiriti animali che ovviamente interferivano con la natura umana dell’uomo creandogli una duplice personalità, selvaggia.

Gli uomini quindi avevano dovuto inventare una pozione per separare i due spiriti.

Era l’unica cosa un po’ simile alla pozione del dottor Jekyll, che Sam e Bobby erano riusciti a trovare.

Un intruglio di acqua santa, sale consacrato e altre sostanze chimiche che potevano neutralizzare qualsiasi forma di magia tenesse Sam ancorato a Dean.
 


Sam una volta preparata la pozione, provò ad assaggiarla e quasi la rigettò.

“Devo controllarmi..anche se..è disgustosa, devo prenderla.” Disse Sam a sé stesso. La pozione era più disgustosa dell’acqua marina.
 
Si fece coraggio e la mandò giù in tre lunghi sorsi, poi finì in ginocchio sul pavimento.
 


“AHHH. AHHHH. AHHHHHHHHH.” Gridava Sam.

Aveva delle fitte lancinanti allo stomaco. Sembrava che qualcuno lo prendesse a calci da dentro.

Sentiva il suo stesso stomaco rivoltarsi come se si spostasse e la testa gli mandava delle fitte lancinanti fortissime come se avesse l’emicrania.

La pozione non lo avrebbe ucciso, ma sarebbero stati i sintomi a farlo, se non prendeva l’antidoto.

L’antidoto non era altro che dei calmanti per il dolore, mentre la pozione faceva effetto.



Prese subito degli antidolorifici in bustina, due, tre...non prestò attenzione al numero, sperò solo non gli avrebbero fatto male.
 
Ora il dolore era sopportabile. Si guardò allo specchio. Aveva un aspetto misero. Del sangue gli colava dal naso e dalle tempie, ma sembrava essersi fermato.

Poi sentì il suo stomaco contorcersi ancora e vomitò dentro al gabinetto.
 
“AHHHH.AHHH. Coraggio. Coraggio.” Era un incentivo per suo fratello. Non per lui.

Poi sentì la vista appannarsi e un secondo dopo gli sembrava di vedere doppio, andò avanti così per qualche minuto, poi avvertì un mancamento, cadde a terra credendo di svenire.

Fu allora che Dean uscì.
 


La comparsa di Dean non fu niente di docile e aggraziato.

Dean fu sbalzato fuori come se fosse stato scaraventato fuori dal corpo di Sam.

Come se fino ad allora era fuso con lui.

Sam sentì il suo corpo schiantarsi contro il pavimento, mentre tentava ancora di mettere a fuoco la stanza.
 
Quando finalmente ci riuscì, vide un ragazzo biondo, con gli occhi verdi.

Spalancò gli occhi. Era lui?

Non se l’era immaginato così. Si era immaginato di più un suo clone. Una sorta di gemello cattivo.

Come i doppelgangher, presente?

Chissà se i doppelgangher sono in realtà dei gemelli inghiottiti dai loro gemelli e poi riusciti a dividersi. Anche lui è un doppelgangher? Mi perseguiterà per tutta la vita? Si domandò Sam, ricordandosi però che la persona poteva vedere il suo doppelgangher solo una volta che era sicuro sarebbe morto.

Si chiese se stava per morire. A giudicare da come si sentiva, forse sì.
 


“Tu…brutto…ti rendi conto di quello che hai fatto? Di quello che mi hai fatto??” chiese il ragazzo biondo avvicinandosi a Sam, guardandolo con odio.

Sam indietreggiò da seduto guardandolo con sguardo terrorizzato.

Suo fratello lo odiava.
 
“Mi hai rubato la vita! Mi hai…mangiato! Ero io quello più forte! Ero io!!” disse, avvicinandosi a lui a due centimetri.

“T-ti prego…”

“Ma tu non potevi sopportarlo, vero? Non volevi morire! Quindi per poter sopravvivere hai dovuto prendere la mia vita, eliminando me. Hai preso il mio posto. Tutto quello che doveva essere mio, l’hai preso tu! Hai vissuto una vita che non era la tua!! Non lo era!!” continuò a infierire il ragazzo biondo, strattonandogli la maglietta.

Sam reagì singhiozzando a quelle parole, ma non stava piangendo, i suoi erano reali singhiozzi, come se stesse male o come se il ragazzo lo stesse soffocando.

Il ragazzo notò la sua reazione e si guardò le mani, credendo che il ragazzo reagisse così per la sua stretta ma capì subito che non era così.

Sorrise.

“Se ti vengono gli attacchi di panico solo a vedermi,aspetta che comincio a ripagarti di tutto quello che…”

“Ti prego…ti prego, Dean…” ora Sam singhiozzava apertamente con le lacrime agli occhi.
 

Dean lo guardò stupito. Lo stupore era leggibile chiaramente nei suoi occhi.



“Cosa hai detto?”

“Dean…ti piace?”

“Io..io non…è così ridicolo. Dove l’hai preso?”

Sam tirò fuori una fotografia dalla giacca.

Dean la portò lontano per guardarla alla luce.
 
Era il negozio da parrucchieri che Sam aveva fotografato prima di andare via con Jessica.

Aveva fotografato la scritta:

“SameDean.”
 


“Quando vidi la scritta..mi sono sentito subito attirato lì…credevo…credevo che i due ragazzi fossero fratelli…non lo erano..” sorrise al ricordo “ma era come se….qualcosa mi dicesse che qualcuno che si chiamava Sam, doveva avere un fratello Dean da qualche parte.”

“Stai cercando di commuovermi? Non funziona.” Disse Dean buttando la fotografia per aria e riavvicinandosi a Sam.
 
Sam chinò il capo dall’altra parte, chiudendo gli occhi.
“Alzati.”

Sam però non rispose.

“Alzati.”  Disse ancora più arrabbiato. Alzò la mano come per volergli dare uno schiaffo ma la fermò a mezz’aria.

“Dovresti esserti già ripreso ormai. Perché tutte queste scene?” gli chiese. Sporse la mano a toccargli un braccio e sentì il braccio scottare.

“Ma cosa…”

Posò su di lui la mano anche sulla sua fronte e si accorse che era come un forno.

“Sei febbricitante.“ disse Dean incredulo.

Sam non rispose, ma mosse la testa, andando incontro al suo tocco.

Dean ritrasse la mano, un pò imbarazzato.

“Non capisco…io..”

Sam sorrise debolmente.

“Forse..sto morendo..come la natura aveva stabilito dall’inizio..” disse Sam.
 
Dean lo fissò e poi fece qualcosa che Sam non si sarebbe mai aspettato.



Si alzò e andò alla scrivania. Prese un fermacarte e si fece un lungo e profondo taglio al braccio.

“Cosa..cosa stai..” mormorò Sam confuso.

Dean si inginocchiò accanto a lui e avvicinò forzatamente la sua bocca al suo braccio.

“No! Mmmm..mmmmm…” cercò di ribellarsi Sam.

“Zitto e bevi!” disse Dean autoritario.
 
 
 
 
 







Tempo dopo la porta si spalancò.

"SAAAAAAAAAAAM!"

Bobby si spaventò subito vedendo il ragazzo svenuto sul pavimento.

















Note dell'autrice: 

è stato sam a introdursi in casa di bobby, credo che all'inizio non si capisca bene se si è introdotto lui o alistair e ho pensato di doverlo specificare nelle note xd

ragazzi, vi informo anche che i problemi cancellazione contenuti sono stati risolti, quindi se recensite ora non sparisce niente xd ora devo decidere se ripubblicare i capitoli che al momento non sono ancora visibili xd  

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Capitolo 11
*** Sam con la febbre ***


Sam si stava guardando allo specchio del bagno.

Stava guardando il suo riflesso.

Ma non stava guardando davvero lui, stava guardando sé stesso, pensando a quel fratello intrappolato dentro al suo corpo, senza averlo potuto scegliere…

Piano, azzerò la distanza tra lui e lo specchio e stampò un bacio allo specchio.

Un bacio che voleva esprimere protezione e un qualche sollievo per lui.

Un modo per fargli capire che anche se non l’aveva mai conosciuto,

anche se non sapeva della sua esistenza fino a poco fa,

anche se non poteva dimostrarglielo,

gli voleva bene.
 
Ma dei frammenti dello specchio si infransero e Sam fece appena in tempo a spostarsi per evitare di essere ferito.

Ma ferito ci rimase comunque.

Come se in qualche modo, quelle schegge fossero riuscite a raggiungere comunque il suo cuore.
 
Suo fratello. Era sicuro fosse stato lui.

Lo odiava.

E il pensiero gli provocava tanta tristezza.
 
 
 
Sam riaprì gli occhi lentamente, accorgendosi che era solo un sogno.

No, non un sogno, bensì…

Un ricordo…

Era un ricordo accaduto dopo aver scoperto di Dean, durante la ricerca per la pozione che li avrebbe divisi.

“Mmm…”

Si accorse di essere sul divano, con una coperta addosso.

“Sam…”

“Bobby? Che cosa ci fai qui?” chiese Sam.

“Ti ho trovato disteso, svenuto, nel mio laboratorio …”

“Avresti dovuto lasciarmi lì…”

“Non dire sciocchezze! Sam, dov’è tuo fratello? Sei riuscito a…?”

“Sì. Dean è andato via..sulle sue gambe. Con il suo corpo. Non sei riuscito ad ucciderlo.”

“Ucciderlo?”

“Tradirmi..tradirci..non ti è servito a niente. Vattene.” Disse Sam con gli occhi lucidi.

“Sam, io non ti ho mai tradito!!”

“Hai chiamato quegli uomini per farmi venire a prendere…avrebbero fatto del male a Dean…e così anche a me….” disse Sam. Quella frase avrebbe potuto avere molti significati, sia il fatto che essendo Dean dentro di Sam, anche Sam avrebbe sofferto se gli avessero fatto qualcosa, sia il fatto che Sam avrebbe sofferto per il male che avrebbero fatto al fratello, anche se non avessero fatto del male a lui. Sam le intendeva in entrambi i sensi.

Bobby scosse la testa.

“Sam,  io sono stato soggiogato per tradirti…”

Sam chiuse gli occhi.

“Bobby, di tutte le scuse che avresti potuto inventarti…”

“Ascoltami, maledizione! Hai parlato con Alistair, vero? Non devi fidarti di quell’uomo! È stato lui a soggiogarmi! È il demone dell’inganno!!”

“D-demone?”

Bobby annuì.

“è anche il demone che ha attaccato tua madre…”

“No..stai mentendo..lui voleva salvarla..ha cercato di avvisarvi sui pericoli del sangue di demone…ma voi..”

“Sam, non so cosa ti abbia raccontato quel…serpente…ma Alistair è un uomo viscido e non è neanche un uomo, ma un demone. Viene chiamato Occhigialli, proprio perché ha questo potere di poter soggiogare la mente delle persone a suo piacere. Quando gli occhi gli diventano gialli, può convincerti a fare tutto quello che vuole, non solo, anche a credere a tutto quello che vuole. Non funziona solo con le persone che hanno a loro volta del sangue di demone nel loro corpo. Non so come faceva a sapere quello che ti stava capitando e quello che stavamo facendo, ma è venuto da me e mi ha manipolato la mente per convincermi che tradirti sarebbe stato l’unico modo per tenerti in salvo.”

“Io non capisco niente…” diceva Sam in confusione. Non si era ancora ripreso.

“Alistair non può completamente manipolare la mente di qualcuno facendogli compiere atti che vadano contro la loro natura..tipo uccidere chi amano o suicidarsi..può però influenzare la loro mente, confonderli e arrivare a convincerli che fare quella determinata azione è a fin di bene…una sorta di lavaggio del cervello….Sam, Sam, mi senti?”

Bobby gli posò una mano sulla fronte e disse:

“Sei ancora caldo, ma in confronto a come ti ho trovato, sembri stare meglio.”

“Bobby, che cosa mi sta succedendo?” gemeva Sam.

“La separazione da tuo fratello…Dean..ti ha distrutto, Sam….per tanto tempo, anni, siete stati un unico essere…una divisione improvvisa ha scioccato e scombussolato il tuo fisico, ma ti riprenderai…la febbre sta scendendo.” Lo rincuorò Bobby.

“No…io..non è solo quello…Dean…Dean ha…”

“Dean? Cosa ha fatto? Sam? Sam!”

Ma Sam era svenuto di nuovo.
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Era notte e Sam stava dormendo nella sua vecchia stanza, a casa di Bobby.

La stanza era buia ma un’ombra lo spiava, nascosta tra le tende.

“Dean?” sussurrò Sam.

Ma l’ombra - Dean - era già svanita.
 
 
 
*

“Perché ci hai messo così tanto?” chiese Alistair.

“Dovevo fare delle cose.”

“Spero tu non abbia fatto danni. Sei nel mondo solo da poche ore..”

“In realtà conosco il mondo da 23 anni, anche se l’ho visto dagli occhi di…lui.” Disse Dean.

Alistair sorrise.

“Già..a proposito..hai deciso come vuoi chiamarti?”

Dean ci pensò su un attimo.

Dean.” Rispose poi.
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Il tuo sangue dentro al mio ***


L’indomani mattina la febbre sembrava passata.

“Buon giorno raggio di sole! Come ti senti??” chiese Bobby, in cucina.

“M-meglio…” disse Sam sorpreso, toccandosi la testa.

“Vieni a fare colazione.” Gli disse Bobby, indicandogli la sedia.



Sam sorseggiò il suo caffelatte, inzuppando un biscotto, aspettando che Bobby volesse riparlare di quello che era successo ieri.
 
“Sam, mi dispiace immensamente che tu abbia pensato che ti abbia tradito. Per esserti fidato di lui, chissà quanto devi avere sofferto…” disse Bobby.

Non era quello che si aspettava, quindi , toccato, Sam abbracciò Bobby di istinto. Era vero, la cosa l'aveva ferito, ma adesso che aveva scoperto la verità, il suo cuore si era un po’ risollevato.



“Quel figlio di puttana…approfittarsi così di te…d’altro canto io forse avrei potuto contrastarlo, non…”

“Non potevi fare nulla contro di lui. Bobby, tranquillo, ora che so la verità, sto bene…piuttosto..quegli uomini..non è che ora adesso..?”

“Non preoccuparti di loro. Credo che Alistair li abbia soggiogati affinchè dimenticassero tutto. È molto meglio per i demoni se il mondo non viene a sapere della loro esistenza, in forma globale…devono mantenere il segreto.”

“Ma Dean non è un demone…”

“Non volevo dire…aspetta…Dean? Anche ieri l’hai chiamato così…cosa…”

“è il suo nome.”

“Te l’ha detto lui?”

“No..gliel’ho dato io…l’ho pensato per lui, ma non so se a lui sta bene..” disse Sam guardando in basso.
 
Bobby rimase per un attimo in silenzio.

“Aspetta, mi sto perdendo qualcosa? Voi avete..fatto conversazione?

“In un certo senso…Bobby, lui…mi odia..mi accusa di avergli rubato la vita, di averlo voluto uccidere.” Ricordò con tristezza.

“Il che ci riporta a quello che mi stavi dicendo ieri prima di svenire di nuovo. Stavamo parlando del tuo fisico e tu hai detto che Dean ha fatto qualcosa…”

“Sì…lui..mi…mi ha fatto bere il suo sangue..” ricordò Sam con un brivido.

“Che coooosa?” Bobby era sbalordito.

“Dal braccio. Ha dovuto farsi un taglio profondo per riuscire a farmene bere un po’…era…beh, non è stato piacevole. Voglio dire..era sangue. Era amaro..e aveva un sapore metallico..volevo vomitare quasi, ma sembrava che il mio corpo non me lo permettesse come se…come se fosse quello di cui avesse bisogno…” disse Sam piano.

Bobby era davvero esterrefatto.

“Perché l’ha fatto, Bobby? Io non credo volesse semplicemente..vendicarsi di me, umiliandomi..e non credo neanche sia un vampiro..quindi perché ha fatto un simile gesto?”

“Sam, io…”

“Era sorpreso quando ha visto che io stavo male…quindi forse..non vuole davvero uccidermi..lui..lui voleva salvarmi…perché il sangue di demone dovrebbe salvarmi?”

Bobby ci pensò un po’ su.

“Beh,è quello che ha fatto quando eri nel grembo di tua madre quando eri troppo debole per..”

“Ma io non sono più debole!!” disse Sam alzandosi con uno scatto irato. “Non ho più bisogno di un aiuto esterno per sopravvivere! Sono giovane, forte!!”

“Sam…è vero ma…per tutto questo tempo hai vissuto con tuo fratello..come gemelli siamesi..condividendo lo stesso sangue, in tutti i sensi..forse non è la divisione ad averti fatto male, ma il distaccamento all’improvviso..”

“Che cosa significa?”

“Devi pensarla come un procedimento naturale…pensa a una gravidanza…un bambino ci mette nove mesi per venire al mondo e diverse ore da quando inizia il travaglio per uscire fuori..non potrebbe mai venire fuori con un travaglio che durasse cinque minuti..è la natura…richiede tempo, no? Anche l’operazione per distaccare i gemelli siamesi richiede MOLTO  tempo e delicatezza, se avvenisse troppo in fretta, potrebbe uccidere entrambi.”

“Io..io non sono sicuro di…”

“Nel caso tuo e di tuo fratello, la divisione è stata…magica…quasi. Non c’è stato il tempo per voi due di abituarsi alla divisione…al distaccamento. Dal momento che hai preso la pozione, Dean è stato letteralmente sputato fuori dal tuo corpo. È stato un trauma. Non hai avuto il tempo di abituarti all’idea..hai convissuto con il suo spirito, essendo una cosa sola, da quando sei nato..anche da prima…inoltre il tuo corpo, anche se non ne eri consapevole, dipendeva ancora tanto dal sangue di demone. Era di Dean, ma lo condividevi anche tu. Rimanerne privo tutto all’improvviso, ti ha come…prosciugato..letteralmente…”

“Io non…non riesco a credere che separarmi da mio fratello mi avrebbe quasi ammazzato..” disse Sam.

“No, Sam..io non credo che la divisione da Dean ti avrebbe ucciso..sarebbe stata la stanchezza, l’esaurimento del fisico a farlo…”
 
Sam si passò una mano sul viso.

“Quindi…se Dean ha avuto le tue stesse intuizioni…è per questo che mi ha fatto bere il suo sangue?”

“Direi di sì…il suo sangue ti ha guarito, Sam. Il tuo corpo ne aveva bisogno…”

“Quindi io ora ho sangue di demone nel mio corpo..ma..ma andrà via, vero? Il sangue nel nostro corpo cambia e si depura continuamente..”

Bobby lo guardò dispiaciuto.

“Mi dispiace, Sam, ma il sangue di demone…è particolare..non può essere..assorbito..non dall’organismo, almeno, a meno di non intervenire in qualche maniera dall’esterno…ma il tuo organismo non lo espelle. Una volta che ce l’hai…”

“No!!” disse Sam frustrato. “Non voglio avere questa cosa dentro di me…”

“Sam, cerca di ragionare. Ti ha salvato la vita…e cosa più importante…è stato Dean a farlo..ciò significa che non ti odia..”

“E se lo avesse fatto solo perché vuole punirmi?”

“Io non credo che sia così…”

“Dov’è adesso?”

“Io…io non lo so. Sam, non vorrai mica andare a cercarlo?” chiese Bobby basito.

“Papà sa già di tutta questa storia?”

“Io…io ho provato a contattarlo ma…ha il cellulare staccato…”
 
Sam sospirò. “Non potrà scappare per sempre. Né lui, né mio fratello.” Disse Sam.

“Adesso dove vai?”

“A cercare di farmi perdonare da Jessica!”
 

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Capitolo 13
*** Sentimenti d'amore e di dolcezza in una notte argentata che sa di sogno ***


“Jessica, mi dispiace, io non…non posso…” erano state le parole di Sam a Jessica. Ella lo aveva cercato a letto, ma lui non se la sentiva di fare l’amore. Continuava a pensare a…a Dean.

“Sam…” lo richiamò Jessica, prima che lui uscisse dalla porta dell’appartamento, ma quello che gli disse, lo spiazzò.

“Io…mia sorella mi ha chiesto se le lasciavo la casa libera…per stasera.vuole stare con il suo ragazzo…senza il problema dei nostri genitori…le avevo promesso che le avrei lasciato casa nostra per un paio d’ore. È un problema per te?”

“Fai..come ti pare..” disse Sam, scuotendo la testa, incredulo di dover ascoltare tante banalità e sciocchezze, in una situazione grave come questa.
 
 
 
Qualche ora più tardi, nel freddo della notte, Sam stava ancora camminando e si stringeva nel suo cappotto, pensando ancora a Dean. Chissà dov’era in quel momento.
 
 
 
 
 
*

Dean era uscito scocciato dal motel. Non aveva voluto fare l’amore con Ruby. Non avrebbe perso la verginità per la prima volta, con un corpo morto.

C’era un limite a tutto.

Tornò a pensare a Sam. Forse avrebbe dovuto tornare da lui. Forse non era troppo tardi per affidarsi a lui. Per affidarsi l’uno all’altro.

Quando però arrivò sotto casa di Jessica, vide una figura bionda aggrappata a un uomo, davanti alla finestra.

Le due figure erano nude. Non erano Sam e Jessica, ma Dean non poteva saperlo in quel momento.

Preso dalla rabbia, cambiò direzione e si diresse in un bar a bere.
 
Entrato nel bar, si sedette a uno sgabello, incontrando un ragazzo carino.

Stranamente somigliava tanto a Sam.

“Sai, non prenderlo come una richiesta di avances, ma somigli tantissimo a qualcuno che conosco..un tipo strambo. Come ti chiami?”

“Jared..”  rispose il tizio, annoiato e immensamente triste.

“Mmmm..no..di certo non puoi essere lui. Lui si chiama Sam.”

Jared sospirò. Non sembrava interessato a fare conversazione.

“Prendo lo stesso che prende il ragazzo.” disse Dean al barista. “E pago anche per lui.” Aggiunse.

Il ragazzo lo fissò e sembrò d’un tratto interessarsi a lui. Lo fissò intensamente, forse per sorpresa che uno sconosciuto come lui, gli offrisse da bere. Uno sconosciuto bello come lui.

Ma neanche il ragazzo era da buttare. Anzi, era molto carino.
 
“Perché mi offri da bere?” chiese il ragazzo.

“Perché i tipi un po’ nerd mi fanno impazzire. In tutti i sensi.” Rispose Dean.
 
 
 
 
 
 
*

Venti minuti dopo dentro la macchina di Dean….

“AHHHH. AHHH. AHHHH. AHHHHHHHHHH.”

Jared e Dean ebbero un orgasmo così forte che durò a lungo. Ci misero un po’ per riprendersi.

Dean si alzò, puntellandosi con i gomiti, mentre la mano di Jared sfiorò il suo braccio, scivolando anche sul suo fianco in una delicata carezza.

Dean non sapeva se fosse solo una carezza o una ricerca di sostegno o semplicemente l’aveva fatto senza pensare, ma la dolcezza di quel tatto l’aveva fatto rimanere quasi senza fiato.

Fece una cosa che non credeva fosse da lui.

Si chinò sulla sua testa dandogli un bacio sulla fronte.

“Ti è piaciuto?” gli chiese Dean sorridendo.

“S-sì….tantissimo.”

Dean sorrise.

“ Anche a me..ma allora perché piangi?” gli chiese sinceramente curioso.

“I-io…non sono abituato a..lasciarmi andare con uno sconosciuto..non è da me…”

“Non c’è niente di male a farlo, anzi, può essere molto rigenerante come cosa!” ridacchiò Dean.

“Io…sì, ma..volevo dire che non è da me lasciarmi andare con uno sconosciuto e soprattutto mentre penso a un’altra persona…”

Dean rimase basito.

“P-perdonami…io non…è solo che devo essere sincero…ma è stato..è stato bello..” sorrise Jared dolcemente. “avevo paura che mi avrebbe fatto sentire male una cosa del genere, che sarebbe stato sporco…e violento..e pieno di sensi di colpa e invece sei stato così gentile..solo che…io continuo a essere innamorato di…Jensen…” disse Jared e delle lacrime rovesciarono dal suo viso.

Dean gli accarezzò quella lacrima.

“Questo bastardo che cosa ti ha fatto? Ti ha tradito? Ti ha lasciato o non ti corrisponde?”

“Non è un bastardo..lui è..la persona più dolce e buona che io conosca…e non mi ha fatto niente…tranne che farmi innamorare perdutamente di lui..”

“Mmm..lui lo sa che tu sei così perso di lui?”

“No..perchè…lui è così virile..non potrebbero mai piacergli gli uomini..e lui è il mio migliore amico…non potrei accettare che mi guardasse con disgusto e che si allontanasse da me..ma ogni volta che io lo vedo con Danneel..la sua ragazza..io vorrei..vorrei uccidermi..”

“Mmmm…”

“E quando mi ha detto che si sposerà a Maggio di quest’anno..volevo farlo davvero…ma perché ti sto raccontando queste cose? Sono così…patetico!”

“Non sei patetico, ma in effetti ti avvicini a diventarlo se non gli dirai tutto.”

“No…no..non potrei mai..io..”

“Jared…sto avendo una grande pazienza in questo momento con te…sono gentile..e la sai una cosa? Non sono abituato a essere gentile…e se una persona come te riesce a rendere una persona come me, gentile, può fare qualsiasi cosa.”

Jared gli sorrise dolcemente.

“Sei speciale…credo che mi innamorerei di te, se non fossi perdutamente innamorato di lui e devoto a lui.”

Dean sorrise. “Beh, meno male che non ti innamori di me. Credo che farei soffrire chiunque abbia la disgrazia di innamorarsi di me.”

“Sono sicuro che ti sbagli…non la tua anima gemella…” disse Jared dolcemente.

Dean non era sicuro fosse così…

"Questo Sam...è importante per te?"

Dean rimase inorridito.

"C-come?" gli chiese.

"La tristezza con cui hai detto che gli somiglio....anche tu stavi cercando di dimenticare qualcuno..forse proprio Sam..."

"Jared...io.." Dean tentennò. Non voleva dire che Sam era suo fratello. Avrebbe dovuto anche spiegare la tristezza e non poteva di certo dire la verità.

"Promettimi che aggiusterai le cose con lui...qualsiasi cosa sia successa tra di voi..non puoi dare consigli d'amore a qualcuno se non sei in grado di darli a te stesso." disse Jared sorridendo.

Dean sbuffò. "Quegli occhi da cerbiatto perdonano la tua insolenza. Sono sicuro che farebbero saltare anche un matrimonio." disse Dean facendogli l'occhiolino.

"Dean..è una promessa?"

"Puoi scommetterci che ci riiusciresti." disse Dean continuando a fingere di non capire.

"Dean!"

"Va bene, va bene, peste. Ma non so se ci riuscirò...ora riposa ancora un po’ nella mia macchina, se vuoi. Vado a ordinare dei caffè da portar via e poi ti accompagno a casa. E non è un appuntamento!” disse uscendo, continuando a ridere.
 
 
 
 
 
*

Sam stava guardando inorridito la scena di Dean che faceva l’amore con Jared.

Non credeva avrebbe mai visto suo fratello fare l’amore con qualcuno, né che vederlo gli avrebbe provocato tanto dolore.

Lui non aveva fatto l’amore con Jessica. Era troppo addolorato per la sua sorte e invece Dean si divertiva alla faccia sua, mentre Sam si struggeva così tanto per lui.

Notò a malapena che l’altro ragazzo gli somigliava tanto.

Voleva scappare via…ma..
 
 
 
 
*

Dean uscì dalla macchina per rientrare nel bar, mentre Sam invece, contro ogni logica andava dal tizio in macchina.

Bussò al finestrino e il ragazzo sussultò, coprendosi nuovamente, impacciato.

“Tu non sei Dean!” disse Jared.

“Già..non lo sono. Senti, non voglio fare il guastafeste..ma..qualsiasi cosa tu stia facendo..con lui..devi andartene. Subito. Io e la mia ragazza abbiamo avuto problemi con lui e se lei scopre adesso che la sua macchina è parcheggiata proprio qua davanti..non la prenderà molto bene.” disse Sam cercando di non guardarlo troppo, perché imbarazzato dalla loro somiglianza.

“Mi assomigli molto..” disse Jared.

“Io..hai sentito quello che ho detto?”

“Ok, ok..appena Dean torna, sloggiamo. Scusa, ma perché ce l’hai tanto con lui? Sembra così..gentile..”

Sam lo fissò senza fiato.

“Gentile?”

“Sì…beh, mi ha trattato con una gentilezza adorabile. Mi dispiace avete avuto problemi. Posso chiederti come ti chiami?”

“S-Sam..”

“Sam? Sei il tizio che lui mi ha detto che ti somiglio? Aveva ragione!”

“Lui..ti ha detto che ti somiglio? Avete parlato di me??”

“Beh, non molto..ha solo detto questo..sembrava un po’ triste.”

Sam stette zitto.

“Sai..ho fatto l’amore con lui..perchè pensavo a un altro, ma lui è stato davvero molto amorevole. Mi ha fatto sentire bene…e se lui l’ha fatto per lo stesso motivo..forse era perché pensava a te.”

Sam rimase zitto, sentendo lo stomaco gonfarsi e contrarsi. Non disse niente perché ovviamente le parole del ragazzo potevano anche limitarsi a essere “pensava a te”.

“Lui mi ha incoraggiato a farmi avanti con il ragazzo che amo..sento di doverti consigliare la stessa cosa..” disse Jared dolcemente.

Il cuore di Sam sprofondò totalmente. Non voleva disilludere i sogni romantici del ragazzo, raccontandogli la verità, cioè che Dean era suo fratello.

“Va bene..sì…hai ragione..ascolta..puoi promettermi una cosa?”

“Tutto quello che vuoi..”

“Quando torna, non dirgli quello che ti ho detto, né che mi hai visto..beh, se proprio vuoi dire che mi hai visto..puoi fare che mi hai incrociato per strada…” disse Sam con un sorriso furbo. Perlomeno Dean poteva avere così il dubbio che Sam ii avesse visti e sarebbe diventato rosso dalla vergogna. Gli sarebbe stato bene.

Fare l’amore con uno in macchina davanti casa della donna che aveva minacciato. Quanta arroganza!

“D’accordo ma tu promettimi che sistemerai le cose con lui..”

“Te lo prometto..” disse Sam, ancora basito dalla dolcezza del ragazzo.
 
 
 
 
 


*

Dean aveva dovuto aspettare mezz’ora per due caffè. Purtroppo il bar era molto affollato.

“Accidenti a me a quando mi vengono in mente certe idee. Sono sicuro che se avessi ordinato una pizza avrei fatto prima..beh, già..ma poi se ordinavo delle pizze sarebbe sembrato un appuntamento romantico e non è il caso..”

“Ecco a te il tuo tramezzino, Jensen…”

Dean balzò subito sulla sedia, sentendo il nome “Jensen.”
 
“Scusa, non voglio dare disturbo..ma..ti chiami davvero Jensen?” gli chiese Dean, restando stupefatto della somiglianza con il ragazzo biondo. Era solo un po’ muscoloso e con un accenno di barba e con dei capell leggermente rossicci.

“Sì..perchè? Ci conosciamo?” chiese Jensen.

“Ehm…ecco..conosco Jared..lui mi ha parlato di te…”

Al nome di Jared, Jensen sembrò trasfigurare in volto.

“E com’è che lo conosci?”

“perché l’ho incontrato una mezz’oretta fa e abbiamo fatto sesso nella mia macchina…” disse serenamente Dean.

La faccia di Jensen sembrò come se avesse appena inghiottito un limone molto amaro.



“Cos…tu..e Jared…se è uno scherzo..non è il primo aprile, oltre ad essere di cattivo gusto…”

“Ti assicuro che è vero..vai a controllare..”

Jensen sbattè la tazzina contro il tavolo e tutto il caffè rivesciò fuori

“Jared..non è il tipo..di fare l’amore con uno sconosciuto..anzi, non è proprio il tipo che va con gli uomini..lo saprei…io..”

“Sai per essere solo un suo amico, per giunta in procinto di sposarsi, mi sembra che te la stai prendendo un po’ troppo a cuore…”

Jensen lo guardò storto. Il petto che si abbassava e rialzava a ripetizione.



“Come fai a sapere che sto per sposarmi? Come fai a pensare di conoscere il mio rapporto con Jared?”

“Perché me l’ha detto lui. Insieme a tante altre cose. Tipo che si strugge d’amore per un uomo che si sta per sposare.” Disse Dean gioiosamente.

Jensen sbiancò e poi si coprì le mani con il viso.

“è così..? Si strugge per un uomo che ama un’altra al punto da impalmarsi nella sacra catena del matrimonio?” lo incalzò Dean. Aveva capito dalle reazioni del ragazzo che doveva avere molto a cuore Jared, ora voleva che lui lo ammetesse.

“Jensen…” disse Dean, togliendogli le mani dal viso.

“Perché..se quel magnifico ragazzo lì dentro la mia macchina, si strugge per un idiota che non sa neanche che il suo migliore amico è perso di lui, sarebbe una cosa molto triste.”

“Lui..si strugge davvero per me?” chiese Jensen con gli occhi lucidi.

“Puoi andare a chiedergli come può essere tanto idiota..ma se non lo ami, lascia stare, posso chiederglielo io.” Disse Dean con fare spaccone, facendo per alzarsi.

Rimase però bloccato da Jensen, che lo afferrò per un braccio.

“Che c’è?” chiese con fare insolente.

“Non azzardarti ad andare da lui, tu non gli dirai un bel niente!”

“Che c’è? Vuoi andare tu stesso a dirgli che non lo ami? Ma guarda che tanto è così evidente! Voglio dire, se lo amassi davvero, non rimarresti qui a parlare tranquillamente con me, ma mi gireresti la faccia con un pugno, perché sono andato a letto con il tuo  uomo e invece guardati, non te ne frega niente!!” disse Dean allegramente ridendo.

Il pugno arrivò subito dopo quella frase! 

















Note dell'autrice: 

io non so perchè, con il paring Jensen/Sam o Jared/Dean...sono cento volte più romantica che con Dean e Sam o Jared e Jensen ahhah non so perchè xd

Lo so, è un capitolo strano..ma dovevo troppo scriverlo xd l'idea di Dean che faceva l'amore con Jared e che sentisse questa tenerezza languida per lui, nonostante il cuore di entrambi è di qualcun altro..non so, mi piace da impazzire ahhah xd

alla prossima xd

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Capitolo 14
*** Di ricordi imbarazzanti, sangue di demone e non sapere cosa si vuole ***


Credevo che sarei stato meglio ora che finalmente mi sono diviso da Sam…ma..non sembra così o almeno gli effetti che dovevano essere benefici, non li sto sentendo. È come se tardassero ad arrivare, quasi come se mi sentissi peggio.

Non sono abituato a…vivere…ma…dovrei sapere come si fa!

È come respirare, no? non puoi smettere di farlo, a meno che non ti metti un cuscino in testa..ma anche in quel caso non puoi niente contro l’istinto di sopravvivenza.

E allora perché tutto  mi sembra così….così… claustrofobico??

La stanza in cui sono adesso mi sembra troppo…chiusa. L’ambiente esterno pure.

Il mondo all’esterno troppo…rumoroso.

Le persone sono così rumorose…. E fastidiose…con il loro stupido cicaleccio…che non riesco a fermare.

Maledizione a Sam, maledetto. Mi ha preso la mia vita e mi ha attaccato anche i suoi disturbi di personalità e le sue fobie sociali.

Sono forte comunque. Devo solo abituarmi e tutto sarà più facile. Devo solo…
 
 
“Buongiorno, Dean.”

“Maledizione!!” scattò Dean, spaventandosi, quando Alistair aprì la porta.

“Hai intenzione di restare in questo motel per tutto il giorno?” gli chiese Alistair sorridendo.

“Io per la legge..per il mondo..non esisto. Ho bisogno di documenti, anche falsi. Non posso andare da nessuna parte senza documenti.”

Alistair ridacchiò e ridacchiò anche la smorfiosa al suo fianco.

Dean la guardò disgustato.

“Dovresti insegnare alle tue puttanelle a non ridere davanti alle persone. È cattiva educazione.” Disse Dean.

Ruby si zittì subito.

“E tu dovresti imparare ad essere più gentile con chi può aiutarti a stare meglio.” Disse Alistair.

Dean lo guardò scettico.

“Saresti tu?”

“Non io, sciocco. Ma lei!” disse indicando Ruby.

Dean la guardò sorpreso, mentre Alistair gli buttava alcuni documenti sul letto.

“Ed ecco per te dei documenti nuovi di zecca. Dovrai cambiarli di continuo però.”
 
Dean però era interessato ad altre questioni.

“Certo, immagino come vuoi farmi sentire meglio. Passo!”

Alistair e Ruby ridacchiarono.

“Dean, non pensi sia anche ora di goderti le cose belle della vita? Sei grande ormai.” Disse Ruby facendo la ragazza sexy.

Dean la guardò derisorio.

“Anche se può sembrare che sono nato ieri, in tutti i sensi..in realtà non sono per niente nuovo al sesso…ero dentro mio fratello, ricordate? Potevo sentire quello che sentiva lui e lui non è proprio l’angioletto casto che vuol far credere…anche se ammetto che da quando c’è Jessica si dedica totalmente a lei…”

“Andiamo, Dean! Tuo fratello?? Dici sul serio? Credi di sapere come sia il sesso, solo attraverso tuo fratello?” lo derise Alistair.

Dean arrossì leggermente.

“Sto solo dicendo che io…so cosa si prova..insomma, voglio dire…”

“Immaginarlo, non è come farlo. Lascia che te ne dia una prova, Dean.” Disse Ruby.

“E poi, se non vuoi quello, Ruby ti può sempre dare altro.”

“Per esempio cosa?” chiese Dean.

“Per esempio sangue di demone.”  disse Alistair, facendo restare Dean con la bocca spalancata per lo stupore.
 
 
 
 
 
“Aspetta un attimo, Sam..prima che tu vada da Jessica, devo chiederti ancora una cosa.” lo fermò Bobby.

“Dimmi, Bobby.” Disse Sam fermandosi, preoccupato.

“Ecco..mi è venuto in mente solo adesso..io non so..come chiederlo…”

Sam sospirò. “Fallo e basta.”

“Quando Dean è…uscito fuori da te, era…insomma..senza vestiti?”

Sam rimase a bocca aperta.

“Sì, insomma..era nudo?  Oppure era una specie di tuo duplicante con i tuoi stessi vestiti?”

“Dean…lui…non è uguale a me.”

“Che cosa??”

“ Lui è muscoloso...biondo, occhi verdi...piuttosto bello." disse Sam, distogliendo lo sguardo sull'ultima parola. "Mi sono dimenticato di dirtelo..scusa…non ci ho pensato…e…sì, io…ecco..”

Bobby stava ad aspettarlo con ansia e Sam cercò di ricordare quel momento.
 
 
Ricordava che stava malissimo e vedeva a malapena per via del dolore provato dalla pozione, ma gli pareva di ricordare di aver visto Dean camminare nudo con il suo culo in bella vista.

Forse anche lui tutto sommato aveva il senso del pudore, perché gli pareva di ricordare che si era messo un asciugamano in vita, che aveva trovato su una sedia, anche se era comunque molto corto.

E poi si era avvicinato a minacciarlo, mezzo nudo con tanti centimetri di gambe nude.

Questo però poteva anche ometterlo.
 
“Sam, ci sei?”

“Sì, ecco…sì, era nudo…ma ha preso subito un asciugamano per coprirsi. Per fortuna ce n’era uno.” disse imbarazzato al ricordo.

“Diavolo, Sam! Ma perché cavolo non mi hai detto subito che tuo fratello non è identico a te? Hai idea di quanto mi sono preoccupato a pensare che ci fosse un tuo clone che girava per il mondo ora?”

“Perdonami, Bobby. Avevo ancora la testa per aria…è che sai…faccio ancora fatica a pensare a Dean come al mio gemello…”
 
 
 
 
 
*

“Non voglio bere il suo sangue!!” cercò di protestare Dean.

“Dean, ragiona, tutte queste vertigini che ti assalgono..il senso di claustrofobia e la fatica ad adattarti al chiasso e ai rumori assordanti…sono normali perché tu sei in tutti i sensi nato oggi. Sei come un neonato che piange perché i rumori gli danno fastidio.” Disse Alistair.

“Adesso ti faccio vedere io chi è il neonato eh?” disse Dean con un sorriso straffottente.

“In più hai deciso molto scioccamente di donare una grande quantità di sangue a tuo fratello. Molto incosciente da parte tua..così adesso dovremmo rimediare.”

“Io…sto così anche perché gli ho donato il sangue? Lo sapevo, ogni volta che faccio qualcosa per lui, la cosa mi porta danno. Quel ragazzo è un vero diavolo.” Disse Dean, portandosi le mani alla faccia.

Alistair sorrise, contento del fatto di metterli uno contro l’altro.

“Sono lieto che te ne stai rendendo conto. “ disse, lasciando Ruby e Dean da soli.
 
 
 
 
 
 
 
*

“Sam…mangia qualcosa…” gli diceva Jessica, con la testa sulle sue gambe. Erano entrambi sul divano in salotto.

“Non mi va, Jesse…”

“Mangia le pesche, ti faranno sentire meglio…” disse Jessica, porgendogli il piatto.

“Jesse..mio fratello gemello Dean è in giro per la città..e mi odia..non riesco proprio a concentrarmi sulle pesche…”

“Non serve che tu mi dica quanto sia pericoloso..” disse Jessica adombrandosi.

Sam la abbracciò per farsi perdonare.

“Scusami.”

“Non è colpa tua…”

“in un certo senso sì..come fai a starmi ancora vicino? Non..non hai paura dopo quello che…”

“Non eri tu, Sam.”

Sam sospirò.

“Non hai colpe di quello che lui…”

“Jessica, no…per favore…non..non è come credi…lui non è cattivo..”

“Sam…voleva darmi fuoco…voleva dare fuoco a me e alla casa..”

“Lui voleva solo costringere Bobby a parlare…non mi farebbe mai soffrire…lui poteva lasciarmi morire e non l’ha fatto…”

“Sam..” sussurrò Jessica, accarezzandogli la mano.

“Ma lui soffre…e mi dispiace così tanto…vorrei poterlo consolare…vorrei…oh, non lo so neanch’io.” Disse Sam.

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Capitolo 15
*** Un bacio sotto la pioggia, per dirti che ti amo ***


Dean era rimasto stordito da quel pugno e cadde a terra, barcollando.

Aprì gli occhi giusto in tempo per vedere la sagoma di Sam, fissarlo, confusa e stordita sulla soglia del locale.

“EHI! EHI, ASPETTA!” gridò, ma Sam scappò via.
 


Dean lo rincorse fino in fondo al vicolo ma poi lo perse di vista e decise di fermarsi.

Sei un vigliacco!! Sì, proprio come quel Jensen! UN VIGLIACCO!”

Sam, nascosto da un muro, chiudeva gli occhi a sentire quelle parole.

“Torna dalla tua fidanzatina Jessica. Scopatela pure quanto ti pare! Ma non fare il fratello devoto con me, mi hai capito??”

Sam strizzò gli occhi a quelle parole. Dean pensava che lui stesse facendo l’amore con Jessica? Uscì fuori dal suo nascondiglio per dirgli che non era vero….che non avrebbe mai potuto pensare a quello dopo quello che era capitato, ma quando uscì fuori dal suo nascondiglio, Dean non c’era più.
 
 
 
 
 
 
*

“Jared!! Jared!!” fu l’urlo accorato di Jensen.

“Jensen??” fu la sorpresa di Jared, che era ancora dentro la macchina e non si aspettava di vedere proprio Jensen lì.

“Jared! Che stai facendo?? Dove..dove vai??”

“Lasciami in pace! Vattene!” disse Jared, cercando di scappare dalla macchina.

“Guardami! Che stavi facendo lì?” chiese Jensen.

“Io non..non sono affari tuoi!”

“Dimmelo, per favore! Sono tuo amico!”

“Jensen..”

“Dimmelo!!”

“Cercavo di…dimenticarti!”

Jensen lo guardò con terrore e qualcosa di simile al dolore.

“D-dimenticarmi facendo l’amore con un tizio conosciuto ad un bar?”

Jared sbiancò davanti a questo.

“L’hai…l’hai visto? Oddio, no…io non…non volevo..non volevo questo…”

“Jared, perché? Perché non mi hai detto che sei innamorato di me?” gli chiese Jensen, trattenendolo per le spalle.

Jared lo spinse violentemente, perché Jensen non voleva proprio lasciarlo andare.

Non volevo perderti!”

“Jared…tu..sei uno sciocco..”

“Lo so…” disse Jared cercando di andare via, ma Jensen lo trattenne per un braccio.

“Guardami, per favore…”

“No..ti prego..” disse ancora Jared e delle lacrime dettate dalla vergogna e dall’imbarazzo caddero giù dalle sue guance.

Jensen gli prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente, sentendo il viso di Jared tremare, sentendo le sue stesse mani tremare.

Quando si staccarono, Jared respirava con affanno.

“Perdermi? Perdermi?” gli chiese ancora Jensen.

“Jensen..tu..?” gli chiese Jared ancora stupito. Ancora incredulo.

“Anch’io sono innamorato di te, Jared. Stavo per fare la cazzata più grande della mia vita, non potrò mai perdonarmi, ma mi basta che tu lo faccia….mi basta che tu mi perdoni..”

“D-direi…che con questo bacio ti sei fatto perdonare ampiamente…”

Jensen allora, riprese a baciarlo con passione e sentimento. I due continuarono a baciarsi anche con l’arrivo di una torrenziale pioggia sotto di loro.
 
Dean, da lontano, guardava i due amanti baciarsi e giurarsi amore eterno. Sam, poco distante, li osservava anch’esso.
 
 
 

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Capitolo 16
*** Fratelli e padri sfuggenti ***


Ma come hai potuto non dirmi che ho un fratello?? Ma ti rendi conto…”

“Sam, cerca di calmarti…”

“No, non dirmi che devo calmarmi..tu..non mi hai mai detto niente…e non trovarmi la scusa che pensavi che fosse morto…la mamma me l’avrebbe detto…”

“Non mettere in mezzo tua madre!!”

“E invece la metto in mezzo perché lei non…”

“Sto per riattaccare…”

“No, no, aspetta! Va bene, scusa, scusa! Io voglio…voglio solo rimettere in piedi questa famiglia..dimmi dove sei..ti raggiungo così possiamo…”

“Mi dispiace, Sam..non posso ancora dirti dove mi trovo..”

“Come? Come sarebbe a dire che non puoi? Papà!!”

John però aveva già riattaccato.

“Maledizione!!” disse Sam.
 


Sam si sentiva davvero con il morale a terra. Era in viaggio già da diverso tempo, cercando il padre. Avevano litigato spesso e volentieri al telefono, perché John era irrintracciabile e Sam si era ritrovato a risolvere dei casi da solo, non che il fatto che il figlio fosse da solo, indifeso ed esposto a rischi, impensierisse chissà quanto John.

“Ma che cosa mi aspetto? Scopre di avere un figlio che fino a ieri non sapeva di avere  e continua a darsi alla macchia..cosa pensavo? Che sarebbe corso da me per risolvere casi insieme?” si chiese Sam sconfortato.



Sam non si diede per vinto e finalmente trovò Dean. Lo trovò per caso. Stava seguendo il caso del “pifferaio magico.” In cui diversi bambini uscivano in piena notte per seguire uno spirito canterino che si sentiva solo e amava circondarsi di bambini che lo adulavano.

Sam vide Dean che lo guardava da lontano, mentre seguiva i bambini e risolveva il caso.
 
Il giorno dopo, lo vide ancora, nel museo all’altro angolo della strada. stava suonando un pianoforte. Una canzone triste, ma bellissima.

 
 
“Dean…” lo chiamò. Non si chiese perché Dean si trovasse lì o perché gli permettessero di suonare in quel posto. Si avvicinò a lui, che si alzò lentamente.

“Dean, ti ho cercato dappertutto…”

“Soffri della sindrome del gemello scomparso?”

“Dean, ti prego, non fare così. Non farmi questo.”

“Io fare a te cosa?”chiese Dean freddo.

“Non essere crudele con me.” lo supplicò Sam.

Dean scosse la testa.

“Mi dispiace così tanto..non volevo fare quello che ho fatto…ero un bambino…solo un bambino..ma adesso siamo qui, no? Siamo insieme. Possiamo avere la vita che ci è sempre stata negata. Insieme!”

“Tu vorresti..me? Non sai quello che dici..perchè vorresti volermi?” chiese Dean, alzandosi e dandogli le spalle.
 
Sam gli arrivò alle spalle, toccandogliele piano. Dean chiuse gli occhi.

 
“Voglio darti quell’amore fraterno che ti è stato negato. Che ci è stato negato. Voglio esserci per te e voglio che tu ci sia per me. non respingerlo, non respingermi, Dean.” Disse e poi lo abbracciò.

Dean aprì gli occhi, turbato.

“Non dovresti starmi vicino, Sam. io sono malvagio.

“Non dire sciocchezze. Sei mio fratello.”

“No. sono un mostro.”

“Smettila.”

“Anche papà lo sa! Anche papà pensa che sia un mostro. “

“Non me ne frega niente di quello che dice papà, papà si sbaglia!!”

“Sam..io…tu non ti rendi conto…c’è qualcosa di cattivo..di sbagliato in me….è meglio per tutti e due che tu mi stai lontano..”

“Dean…”
 
Dean però scappò via dal museo, lasciando un Sam ferito e alquanto incazzato.

Non potrai scappare per sempre! Dovrai farti aiutare prima o poi!!”

















 Note dell'autrice: 

allora..il caso del pifferaio magico è una mia invenzione xd per il resto...una notte avevo sognato che sam e dean indagavano appunto su un flauto magico e uscivano da una specie di museo ahha ho sempre desiderato riportare questa cosa in una mia storia xd

per come stanno andando le cose...lo so, sembra tutto un pò incasinato ma in realtà segue uno schema preciso xd

scusate ma dopo aver visto "i guardiani del destino" oggi ho la testa svalvolata xd devo ancora riprendermi xd fantastico film ma ti scombussola xd

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Capitolo 17
*** Che cosa hai fatto? ***


Sam era da solo, come al solito, ma ricevette una chiamata strana, da parte di Dean.

“Sam, per favore vieni qui, io…io credo di aver fatto una cosa brutta…” diceva Dean al telefono.

“Oddio, Dean! Che cos’hai fatto??” Sam era davvero spaventato.

“Io..io non lo so! Ti prego, vieni!”
 
Sam non perse tempo e raggiunse Dean nell’hotel che gli aveva indicato.



Trovò Dean a terra, coperto di sangue, davanti ad un uomo morto.

“Mio dio, Dean! Che cos’hai fatto?”

“Io..io non lo so. Non me lo ricordo, Sam. Non me lo ricordo! Mi sono svegliato ed ero così..”

“Dean…”

“Sono un mostro. Dovresti uccidermi. Io non dovrei camminare a piede libero…”

“Non lo farò! Ci deve essere un’altra spiegazione! Ci deve essere!”

Maledizione, Sam! Uccidimi e basta!!”

“NO!! Dean, mi hai chiamato tu, questo significa che vuoi il mio aiuto! Questo significa che non sei un assassino!”

“Io..ti ho chiamato perché non ho il coraggio di farlo io…devi farlo tu.”

“Hai pensato che ti avrei ucciso? Beh, hai pensato male, fratello. Non mi convincerai ad ucciderti con un corpo morto che non puoi dimostrare di aver ucciso tu. Mi hai tormentato per anni, non ti sbarazzerai di me così facilmente…”

“Tu non capisci…molte altre persone moriranno…e sarà tutta colpa tua.” All’improvviso  Dean aveva di nuovo una voce dura e Sam si mise a pensare.

E se davvero l’avesse ucciso Dean? Se fosse davvero il mostro che diceva di essere?

L’avrebbe ucciso allora?

No, non avrebbe potuto.

Ma preferì non pensarci subito e decise di tenersi occupato a cercare di ricostruire gli spostamenti di Dean con il suo aiuto e funzionò.

Dean aveva abbandonato quel suo lato passivo aggressivo e per la prima volta stava cercando di collaborare.

Gli sembrò quasi che Dean stesso stesse per credere alla sua innocenza.

Era la prima volta che parlavano e si rivolgevano così…come fratelli…
 
 
 
 
 
“Andare da quella Jo è stata una perdita di tempo, fidati!”

“Senti, Dean, ora mi stai davvero stufando con la tua arroganza! Sei tu che devi fidarti! Jo mi ha dato una mano molte volte con i casi, se proprio lo vuoi sapere!”

“Te la porti a letto?”

“Cosa? No! Sono fidanzato! Che razza di persona credi che io sia?”

“Mpff..i tipi come te sono i classici repressi che poi scoppiano tutto a un tratto!”

“No! Io non sono quel genere di persona! Sono fedele!” disse Sam e si fermò un attimo pervaso da quel flashback.
 
“Che c’è?” chiese Dean, fermandosi dalla passeggiata.

“Niente..è solo che..mi è tornato in mente…il fantasma della donna in bianco..mi aveva accusato di essere infedele…sarei morto se tu non…non le avessi sparato…mi hai salvato la vita, Dean…”
 
Dean sembrò perso per un momento, poi disse:

“Beh, lo so. Sono stato grande! Visto che hai fatto bene a portarmi con te in viaggio? Non saresti sopravvissuto da solo!” disse baldanzoso.

Sam deglutì e sgranò gli occhi solo per un secondo.

“Che c’è? Che cos’ho detto?”
“N-niente….” Disse Sam.

















Note dell'autrice: 

ciao!! allora, scusatemi se i capitoli stanno diventando più vaghi..ma davvero ora sta diventando un pochino dura con i capitoli xd so come fare andare avanti la storia ma ho problemi con la linea temporale perchè vorrei che loro seguissero la linea anche di certi episodi ^^

Infatti non so se avete notato che sto seguendo la scia di quando Sam pensava di essere un mostro ^^

non è facile seguire la linea temporale degli episodi..anche perchè questo è un capitolo ispirato alla seconda stagione, "le due facce di sam" xd

la parte finale, bhe, faccio capire che cmq Sam anche se ha cacciato da solo, non era completamente da solo, perchè dean lo seguiva...ma...spiegherò mglio la cosa nel prossimo capitolo xd

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Capitolo 18
*** Il demone Meg ***


“Sei innamorata di Sam, non è vero? Lui..pensa che tu sia una scolaretta. Dovresti avere al tuo fianco qualcuno di più…per te!” aveva detto Dean a Jo.
 
Questo era stato quando era riuscito ad allontanarsi un attimo da Sam, mentre dormiva in motel, per tornare da Jo.

Erano andati da Jo alla sua locanda, nel pomeriggio. A Dean non era sfuggito come Jo guardava Sam.

Jo aveva respinto  Dean e lui per tutta risposta l’aveva legata e le aveva raccontato piuttosto crudelmente, di come i loro padri si conoscevano, di come il loro padre era responsabile della morte del suo, mentre cacciavano un orrendo mostro. Non l’aveva aiutato. Aveva lasciato che il mostro lo prendesse e poi l’aveva finito, sparandogli.

Dean continuava crudelmente ad infierire, fino a quando arrivò Sam, puntandogli contro la pistola.

In quel momento allora, Dean tornò alla carica, disperato.
 

Sam!! Mi dispiace! Te l’avevo detto! Te l’avevo detto che non posso controllarlo! Sam, uccidimi o io ucciderò lei! Mi faresti un grosso favore. Sparami! Su, sparami!!”

Dean voleva ancora che Sam lo uccidesse, Sam sembrò combattuto, poi gli girò le spalle.

“Che cosa ti succede?? Hai così tanta paura di restare da solo, che preferisci lasciar morire Jo?”

Sam allora si girò di scatto, versandogli qualcosa addosso che sembrò bruciare al contatto del corpo di Dean.

“è acqua santa, brutto demone, figlio di puttana!!”

Dean lo guardò con astio, rivelando gli occhi neri.

“Quando l’hai capito?” chiese Dean posseduto dal demone.

“L’ho realizzato quando mi hai rammentato il nostro viaggetto in macchina, durante il quale mi hai salvato la vita. Tze. È vero, l’hai fatto, ma non eri in macchina con me. Mi hai spiato per tutto il viaggio, venendo fuori poi al momento opportuno quando quel fantasma ha cercato di uccidermi. Non hai mai fatto il viaggio con me!” disse Sam.

Gliene versò ancora e ancora e ancora, ma Dean scappò, buttandosi contro la finestra.

“Era posseduto?” chiese Jo, mentre Sam la slegava.

“Sì.” Rispose Sam.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A casa di Bobby….

 
 
“Dean?” chiese Bobby, aprendogli la porta.

“Ciao, Bobby. Non spararmi, ti prego. Volevo solo passare a salutarti.”

“Non ci siamo lasciati in circostanze amichevoli…”

“è vero, ma..sto cercando di sistemare le cose…io e Sam stiamo cercando di ricostruire un rapporto…mi faresti entrare? “

Bobby lo fece entrare.

“Dov’è Sam?” gli chiese, dandogli una birra.

“Stava parlando con Jo, lui non sa che sono qui..speravo potessimo parlare noi due da soli..sai, mi pento di come l’ho trattato..di come ho trattato tutti voi..”

“Beh, che c’è di meglio per ricominciare che un bel brindisi?” chiese Bobby, dandogli una bottiglia di birra.

Dean sorrise.

“Sono d’accordo.” Ma quando cominciò a berla, si sentì soffocare.

Bobby sorrise.

“è acqua santa…Dean non se ne sarebbe mai accorto…quindi..tu non sei Dean.”

Dean fece appena in tempo a volgere lo sguardo, che Bobby lo colpì, facendolo svenire.
 
 
 
 
 
 
Quando Dean si risvegliò,  si ritrovò legato a una sedia.

“Buongiorno, fratello. Ci rincontriamo di nuovo.”

“Non farete del male a Dean, brutti demoni figli di puttana.” Fu il saluto di Sam.

Il demone rise.

“Non puoi salvare tuo fratello, Sam. Lui appartiene all’oscurità adesso, è stato lui stesso a consentirmi di prendere il suo corpo. Si è convertito al buio.”

Un’altra secchiata di acqua santa lo investì.

“Ahhh. A tuo fratello non interessa un fico secco di te. Gli dai fastidio. È soffocato dal tuo morboso interesse nei suoi confronti!!”

Un’altra secchiata fece gridare il demone.

“Ti cospargerò di olio bollente e poi ti farò gridare fino a quando morirai!!” fu la minaccia del demone.

“Vedremo come ne avrai l’opportunità! Bobby, l’esorcismo. Subito!”
 
Bobby cominciò a recitare l’incantesimo, ma c’era qualcosa che bloccava il tutto. Il demone era ancora dentro Dean.

Il demone rise. “Ho imparato un nuovo trucco..”

Bobby vide un segno rosso sulla mano di Dean.

“è un legame. Non può lasciare il suo corpo!”

“Oddio..”
 

Il demone approfittò di quel momento di distrazione per recitare una litania misteriosa, che riuscì a liberarlo dalle corde che lo tenevano imprigionato.

Si scaraventò su Sam e cominciò a colpirlo, tempestandolo di pugni.

“D-Dean…” diceva Sam, aggrappandosi alla sua maglietta.

“Io…ti perdono..lo so che non è colpa tua. Ci sono. Sto con te…non ti lascio..lo so che…”

Un altro pugno..

“Non sei malvagio…” disse Sam…
 
Crollò poi a terra, mentre Dean spalancò gli occhi e si ritrovò a gridare:

“Vattene viaaaaaaaaaaaa.”

Bobby approfittò allora di quel momento di vantaggio, per prendere l'attizzatoio bollente che c'era in salotto e bruciargli il sigillo sul braccio.

Dean gridò straziante e il demone allora scappò via dal corpo di Dean uscendo dalla sua bocca e sparì. Forse era tornato all’inferno, chissà.

Dean si ritrovò seduto a terra, accarezzando i capelli di Sam, semicosciente, con una tenerezza che lasciò Bobby disorientato.

Dean si asciugò le lacrime, poi senza degnare di uno sguardo bobby, prese in braccio Sam e lo portò nella sua stanza, nel suo letto. 

















Note dell'autrice: 

ragazzi!! xd allora devo fare dei chiarimenti, perchè in tanti mi avete detto che siete confusi dalla linea temporale..allora vi spiego..questa storia si allaccia al telefilm ma non segue tutta la linea temporale! Intendo dire che anche se scrivo un episodio riferito alla 2 x 14, non vuol dire che Sam ha seguito e passato tutti i casi dalla prima serie alla seconda fino alla 2 x 14 xd

mi allaccio solo a certi casi, con il passare dei capitoli sarò più precisa, ma quelli che ha passato, sono quelli che cito nei riferimenti ecco ^^

scusatemi ma una scelta così è difficile da descrivere, soprattutto perchè i casi sam e dean li hanno svolti sempre insieme xd

riguardo alla trama generale, vi chiedo di avere pazienza perchè ci saranno ancora un pò di tribulazioni tra sam e dean...non è ancora finita xd per poi esserci una bella bromance e il wincest arriverà solo dopo un bel pò xd

questa scelta è data dal fatto che il wincest lo facevo sempre succedere subito e invece questa volta voglio esplorare prima la bromance tra i due prima di farlo accadere ^^

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Capitolo 19
*** Infatuato di lui ***


Sam si risvegliò nel suo letto, sentendo qualcosa di umido cozzare contro la sua guancia.

“Mmmm..no..ti prego…non sono più un bambino..” mormorò Sam.

“è solo per darti un po’ di sollievo..” sussurrò Dean, passandogli uno straccio sul viso.

Sam lo guardò con curiosità. Dean aveva una strana voce..come se avesse il raffreddore…oppure..roca..come se avesse passato la serata a piangere…

“Prendi, dai..”

“Cos’è? Pastina?” volle scherzare Sam.

“Spiritoso. No, è solo una tisana che ti farà bene.”

“No. Bevila tu.”

“Se fai così, mi costringi a farlo.”

Ma purtroppo per Sam, Dean non intendeva che l’avrebbe bevuta lui, ma che intendeva fargliela bere di forza.

Avvicinò la tazza alla sua bocca, toccandogli delicatamente il mento.

“Non voglio fartela bere di forza..non ti darebbe alcun beneficio..” sembrò pregarlo.
 
Sembrava essere importante per Dean, quindi Sam accettò di berla…solo per questo o perché voleva compiacerlo?

Si ritrovò a fissare Dean mentre gli faceva bere quella cosa calda…guardò il suo viso..Dean a differenza sua, non lo guardava.

Sam non gli staccava gli occhi di dosso, come se volesse imprimere ogni gesto, ogni movimento, ogni espressione, ogni cosa di quello che lui stava facendo.

Perché amava quello che lui stava facendo, soprattutto perché lo stava facendo per lui.

E mentre lo guardava e si beava di quel contatto e si rendeva conto di amare il fatto di essere toccato da Dean, di assaporare il calore delle sue mani, si sentiva come un bambino bisognoso di un rifugio sicuro, ritrovò una consapevolezza dentro di lui.

Era infatuato di lui.
Di Dean.
 
Ovviamente l’idea di infatuazione che Sam aveva, era…pura, se così si può dire. Si rendeva conto che era un’infatuazione, ma non pensava ci fosse niente di sessuale e neanche di romantico, solo di sentimentale, nel volere così possessivamente suo fratello accanto a lui.

“Mi dispiace così tanto di averti fatto male.” disse Dean, accarezzandogli uno zigomo.

“R-resterai? Non è che te ne andrai di nuovo, ora?” chiese Sam timoroso.

“Sam, tu mi vuoi ancora dopo quello che ti ho fatto?” chiese Dean sconvolto.

“Non hai..fatto niente..di davvero malvagio..tranne odiarmi…ma se..se smetti….forse io..posso perdonarti.” Disse Sam, toccandogli il braccio.

“Sam..” Dean aveva gli occhi lucidi, si inginocchiò ai piedi del suo letto e lo abbracciò, dandogli un bacio sulla testa.

“Resti?”

“Sì…io..vado di là, ora. Riposati.”

“Dean..aspetta..”

Dean si voltò.

“Potresti..restare qui? Abbracciarmi?”

Dean lo fece. Si sdraiò accanto a lui e lo abbracciò. Sam gli dava le spalle, ma si sentiva al sicuro.

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Capitolo 20
*** Dean prova l'Impala ***


Era mattina..Sam si sveglia e non trova Dean accanto a lui.

Se lo aspettava, anche se un po’ gli dispiace. Avrebbe voluto svegliarsi per primo e guardarlo dormire.

Non ti ho mai visto dormire.. non può fare a meno di pensare.

Si alza, cercando Dean e lo trova che chiacchiera con Bobby…

“Oh, ciao Sammy..” si distrae dalla conversazione per salutarlo e il suo sorriso radioso illumina tutto.

“Ciao..speravo di averti sotto gli occhi quando mi fossi svegliato..” dice Sam genuinamente.

“Perché?” chiede Dean, sembra sorpreso.

Volevo guardarti dormire…

Ma quello che invece Sam dice, è:

“Ho paura che scappi di nuovo se non ti tengo sotto tiro ogni minuto.” Dice Sam.

Il tono vuole essere goliardico, ma un’ombra si affaccia su Dean, mentre gli versa del caffè nel latte.

“Dean..era solo uno scherzo..”

“Lo so..è solo che..”

“Forse è un po’ presto per questi scherzi?” gli viene in aiuto Bobby.

“Forse.” Conviene Dean sorridendo.

“Tu…voi..” si corresse subito Sam. “non fate colazione?”

“Io ho bevuto solo il caffè.” Dice Bobby.

“E io l’ho fatta prima…ma ho ancora fame, quindi posso benissimo farla di nuovo.” Aggiunse, vedendo l’espressione dispiaciuta di Sam, tornata subito allegra, un momento dopo.
 
 
 
“Hai già provato a guidare, Dean?” chiese Sam, dopo che avevano finito la colazione e Sam si stava vestendo.

“Cosa? Certo che sì. È stata la prima cosa che ho fatto…” disse Dean quasi offeso.

“E ti piace?” volle sapere Sam.

“Alla grande, fratello. Amo farlo. Voglio dire, ho rotto un paio di macchine prima di imparare ma ora sono il più grande guidatore del mondo.” Si pavoneggiò Dean.

“Ti andrebbe di…guidare l’Impala?” gli chiese.

Dean lo guardò sconvolto.

“è la mia macchina.” Disse Sam.

“Lo so che è la tua macchina!! Ma..davvero me la faresti guidare?”

“Lo vedo come la guardi…una donna avrebbe già ceduto dal modo in cui la guardi..e chi sono io per impedirvi di passare un po’ di tempo insieme?” rise Sam.

“Wow..fratello..questa è…probabilmente la cosa più bella che tu potessi fare per me…ma sei sicuro? E se non dovessi piacergli?”

“Sono sicuro che se la tratterai bene, le piacerai!”

“Ok, ok, dai, avanti, fammela vedere.”

“Ok, ma promettimi prima una cosa.”

“Tutto quello che vuoi.”

“Controlla il linguaggio quando siamo in strada, o la gente ci guarderà storto, pensando che stai parlando di una donna e non di una macchina.”

Dean rise.

“Ok, fratello, te lo prometto.”
 
 
Prima che Dean e Sam si allontanassero con l’impala, Bobby prese da parte Sam.

“Sam, sei proprio sicuro di voler andare con lui?”

“Oh, andiamo, Bobby, non l’hai ancora perdonato?”

Io sì..ma..è per te che mi preoccupo….”

“Bobby, è mio fratello. È sangue del mio sangue. Anche se sbagliasse cento volte, lo perdonerei sempre.”

Bobby annuì, rassegnato. “Ok, Sam. Mi auguro che ne valga la pena.”

“La varrà, Bobby, lo sento.”
 
 
 
 
 
 
*

“Quindi questa macchina è tua? Non la teneva tipo quel vecchio brontolo di papà?” chiese Dean.

Sam non era preparato a sentire la voce “papà” che implicava il fatto che condivideva la sua vita con un fratello che aveva quindi di fatto lo stesso padre, ma il calore che gli arrivava al petto, gli diceva che era bello sentirlo.

“Non..non dovresti saperlo già? Eri dentro di me, no?” chiese Sam, arrossendo un po’, chiedendosi perché.

Anche Dean sembrò un po’ imbarazzato ma cercò di dissimularlo.

“Io..so quello che provavi te fino a quando non sono stato diviso da te…per il resto sei un fottuto enigma ora per me. Non sono capace di leggere il pensiero.”

Meno male pensò Sam.

“Oh..beh..ecco…papà me l’ha data quando…ho voluto ricominciare con la caccia..avevo bisogno di una macchina…”

“E perché diavolo hai voluto ricominciare?”

Per trovarti…

“Avevo bisogno di ritrovare papà..di avere delle risposte..a quello che mi stava e ci stava capitando..e poi già che c’ero sono rimasto invischiato in uno o due casi..poi ci ho preso gusto..ed ecco qua…”

“E sei riuscito a trovarlo poi immagino..”

“Sì…ma lui scappa sempre..è molto difficile…”

“Come facevo io..”

Sam lo guardò dispiaciuto.

“Va tutto bene, Sammy…so come mi sono comportato..ma ora ci sono..e non ho intenzione di scappare mai più…” disse guardandolo.

“Mai più..sì..suona bene.” disse Sam sorridendo.
 
 
 
 
 
*

Continuavano a procedere con il tour con Dean che elogiava la macchina ormai da ore.

“Wowwww, guarda qua come fa le fusa…..e il motore!! Stupendo…la carrozzeria..i sedili…e la musica..”

“Non so..ricevo informazioni contrastanti..” disse Sam tappandosi le orecchie.

“Come?”

“Sì…da una parte ci sei te che fai la serenata alla macchina da ore , dall’altra ho questa caterva di musica vecchissima..tipo i led Zappelin…”

“Ehi. Cos’hai contro i Led Zappelin? Sono fantastici!”

“Oddio, se volevo finire negli anni 80 entravo dentro la cabina del doctor who! No, Dean, non alzare, no, no!!” diceva Sam disperato, mentre Dean rideva.

“Ok, allora ascoltiamo questa…”

E girò su una stazione che cantava Heat of the Moment.

Gli Asia!!” disse Dean esaltato.

“Oddio, Dean, come fai a conoscere tutte queste stazioni?” chiedeva Sam impressionato.
 
 
 
 
 
*

Si erano fermati per fare benzina. Sam stava a guardare mentre Dean faceva benzina. Amava l’odore della benzina.

“Se ti avvicini ancora un po’, ci finirai dentro.” Ridacchiò Dean. Sam si allontanò subito, mugugnando.

“Vuoi sniffare?” disse Dean scherzando avvicinando la mano alla sua bocca.

“Dai, Dean, piantala di fare lo scemo.” Disse Sam allontanandosi.

Dean ridacchiò.

“Quanto sei stupido.” Sorrise Sam.
 
 
 
*

“Mi chiama Jessica…” disse Sam, guardando la telefonata sul display.

Dean si sentì subito infastidito.

“Devo rispondere..scusami.”

“Jessy, sì,sono con Dean. No, no, tranquilla, è tutto a posto. Senti, per te è un disturbo se ci sarà anche Dean? Ok, dai, ci sentiamo dopo.”

Appena Sam si voltò, si accorse che Dean lo guardava storto.

“Che c’è?” chiese.

“Hai appena detto a Jessica che saremo ospiti da lei?”

“Ospiti? Dean, io abito da lei. È la mia fidanzata.”

Dean grugnì qualcosa di indefinito.

“E tu sei mio fratello. Dove potresti dormire? Da Bobby? Starai da me.”

“Ma cosa..ti rendi conto..mi sbatterà fuori dopo il nostro brillante primo incontro.”

“Beh, ma era un appuntamento al buio, quella volta. Non vi eravate davvero visti, no?”

Dean lo guardò male.

“Quando vedrà i tuoi splendidi occhi, rimarrà così colpita che ti perdonerà tutto.” Disse Sam, prendendolo in giro.
 

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Capitolo 21
*** La convivenza non è andata bene! ***


Dean e Sam si presentarono a casa di Jessica e Sam.

Jessica aveva una tuta grigia, ma era comunque una bellissima ragazza. I boccoli biondi gli ricadevano elegantemente sulle spalle.

“Jesse, lui è Dean.” Disse Sam.

Jessica fece una faccia confusa. Dean capì che stava ancora aspettando il famoso fratello.

“Mio fratello.” Specificò Sam.

Jessica impallidì e assunse un’espressione terrorizzata.

“Tranquilla, sono venuto in pace.” Disse Dean alzando le mani. “Guardami..sono bello, biondo e adorabile..” disse lui sorridendo.

“Ma non più alto di me.” lo rimbeccò Sam, facendo per andare in cucina e beccandosi una sculacciata veloce da parte di Dean.

Jessica ridacchiò nervosa.

“Oh, quindi tu sei..il fratello di Dean. Non ti immaginavo così..”

“Bello?”

“Biondo..e muscoloso.” Disse Jessica.

“Ok, se avete finito di flirtare voi due, venite in cucina, così faccio il caffè!” disse Sam.

“Ehi,è la tua ragazza che flirta con me.” protestò Dean.

“Non è vero..stavo..stavo solo..cercando..”

“Jessy, va tutto bene, stavo scherzando..era per rompere il ghiaccio.” Disse Sam.

“O-okay..”

Sam e Dean ridacchiarono.
 
 
 
 
*

Mentre tutti bevevano il caffè, Dean stava raccontando, anche grazie all’aiuto di Sam, la loro situazione. Jessica, incredibilmente, sapeva della caccia.

“Wow..devi essere una tipa in gamba se Sammy si fida di te a tal punto da averti raccontato una cosa così..”

“Sì, noi ci amiamo molto..” disse Jessica, abbracciando Sam per il collo.

Ma che cazzo c’entra ora questa frase? pensò Dean.

“Per fortuna Sam ha trovato una sua tranquillità emotiva con me e non è più obbligato a seguire suo padre in questta sua assurda crociata..” disse Jessica, addentando un biscotto.

Dean rise. “Non so se Sam ti ha già raccontato tutto..compreso il fatto che ha deciso di riprendere a cacciare..”

Jessicasi sorprese della cosa e guardò male Sam.

“In realtà questa è stata solo una cosa momentanea..un incidente di percorso..non destinato a durare..Dean.” rispose Sam, guardando male Dean.  Jessica ritrovò il suo sorriso.

“Non capisco..” disse Dean.

“Dean, non ho nessuna intenzione di fare come fa papà..di dedicare tutta la mia vita a dare la caccia a uno stupido demone..in giro per il mondo..”

“Ma Sam, ti rendi conto di cosa stai dicendo? Si tratta del demone che ha ucciso la mamma…”

Sam parve intristirsi ma poi disse:

“Lo so, Dean, ma hai idea di quanti demoni ci sono in giro per il mondo? Vale la pena aggrapparsi ad un’utopia sperando prima o poi di ritrovarlo? Possono cambiare sempre corpo, non avrai mai la certezza che non ti capiti sotto gli occhi e non ti accor…”

“Dio, Sam! è lo stesso demone che ci ha fatto questo! A me, tuo fratello! A noi! E vogliamo dimenticare quella puttana di demone che mi ha posseduto? Quella…Meg?”

“Come fai a sapere il suo nome?” la richiesta di Sam non voleva sembrare astiosa, ma lo fu. Non sapeva neanche lui perché.

“Sai, quando ti possiedono, i demoni..non è come se non sei mai cosciente..potevo sentire tutto, cazzo. Sapevo anche il suo nome, quando parlava con altri della sua cerchia!”

“Dean, mi dispiace..”

“Non è colpa tua..ma mi fa rabbia che vuoi lasciar correre tutto questo..non vuoi vendicarti?”

“L’unica maniera che abbiamo per vendicarci, è essere felici. Ora che ti ho ritrovato e ora che ho Jessica, niente ha più importanza. Papà può fare quello che vuole..se avrà bisogno di aiuto, lo aiuterò..dopo averci pensato su, considerato l’aiuto che ci ha dato quando ne avevamo bisogno..per il resto non intendo seguirlo in questa ossessione..e neanche tu dovresti.” Disse Sam, con un tono che indicava che per lui l’argomento era chiuso definitivamente.

Dean era più frustrato che mai, Jessica invece era tutta denti e sorrisi.

Accarezzò il braccio di Sam dicendo: “Bravo il mio Sam..la tua scelta è giusta..e poi abbiamo una vita..dovremmo pensare a sposarci..ad avere dei figli..come potremmo avere tutto questo se dovessimo combattere con quelle cose orrende? No, io voglio una vita tranquilla.”

Dean si sforzò di non guardarla male per non indispettire Sam, ma più sentiva Jessica parlare, più l’istinto lo metteva a dura prova.

“Sammy, caro, ho lasciato la pasta con il sugo in frigo..ti scoccia se preparate voi la tavola che io devo correre in palestra?” chiese dandogli un bacio sulla guancia.

“No, no, cara…vai pure..”

Quando Jessica fu andata via, Dean fece una smorfia.

“È questo che vuoi per te? Una vita fatta di palestre, università, bollette e pasti riscaldati?”

“È quello che vogliono tutte le famiglie normali, Dean..tu non lo vuoi solo perché non hai mai conosciuto la normalità..” sospirò Sam.

Dean lo guardò ancora male.

“Ma non è colpa tua..starai con noi..finchè non troverai un lavoro e un appartamento..ti piacerà, vedrai..”disse Sam, cercando di sorridere.

Ma Dean aveva i suoi dubbi che gli sarebbe piaciuto.
 
 
 
 
 
 
*

Dean cercava di impegnarsi per non infastidire Sam. I primi giorni, quando stava a casa da solo con Jessica, mentre Sam andava al lavoro, ce la metteva tutta per cercare di non essere di peso. Si lavava i suoi vestiti, nonostante Jessica insistesse per lavarli tutti insieme in lavatrice, ma notava che Jessica arricciava un po’ il naso quando Dean a cena o a pranzo, mangiava tanto e Jessica doveva cucinare di più.  C’erano sere in cui Sam sorprendeva Dean a lavare i piatti la sera e gli diceva:

“Dean, ma che stai facendo? Non devi lavare tu i piatti..”

E Dean che rispondeva: “tranquillo Sam,lo faccio volentieri..mangio sempre qui a sbafo..Jessica è stanca..ha cucinato..”




C’erano i momenti di nervosismo quando non si riusciva ad andare d’accordo con spazzolini e dentifricio..spesso si prendevano più marche di dentifricio e Jessica ritirava gli altri per lasciarne solo uno in bagno.

“Jessica, sai dov’è per caso il dentifricio che ho comprato?”

“Ah sì, l’ho ritirato perché c’è già il nostro aperto..”

“Ah, capisco..ma..ti dispiace dirmi dov’è? Mi piace quello. Grazie.”
 
Oppure quando ci si sbagliava spazzolino.

“Sam, tu che spazzolino usi per lavarti i denti?”

“Quello rosso, perché?”

“Ehmm, perché quello rosso è mio.”

“Ops..”
 
 
Oppure i turni interminabili per il bagno…

“Dean, ci sei tu in bagno?”

“Sì, Jessy..ti serve?”

“Ehm..sì..”

E poi si lamentava con Sam.

“Pensavo di aver trovato un equilibrio quando dovevo fare i conti con la tua toilette mattutina e pomeridiana, ma ora che c’è Dean, io non posso mai entrare in bagno..”

E Dean usciva con la schiuma ancora sulla barba.

“Prego, Jessica, vai pure..io aspetto..” mordendosi la lingua per fingere di non aver sentito.
 
 
 
 
 
C’era sempre qualcosa che non andava bene..quando Dean dimenticava qualche suo indumento sporco nella sua stanza o quando non si ricordava di fare il letto..o quando portava delle birre a casa..vedeva che Jessica era infastidita..infatti era contento che Sam lo avesse indirizzato da un suo amico per fare qualche turno al suo bar. Voleva lavorare e non farsi mantenere da loro, voleva portare a casa soldi.

Purtroppo neanche questo bastava.

 
 
 
Erano passate solo due settimane da quando era da loro e non ne poteva più. Jessica era davvero insopportabile. Parlava solo di shopping, dei guai amorosi delle sue amiche, di cucina, di reality show e non sopportava quando Dean e Sam guardavano insieme un film fino a tarda sera.

“Sam, vieni a letto?”

“Potreste abbassare che non riesco a dormire?”
 
 
Dean sospettava che non era neanche tutta colpa di Jessica. Infatti sembrava una gara tra di loro per contendersi le attenzioni di Sam. Dean odiava essere in competizione.

Odiava che cercava di allontanarlo da Sam.
 
“Stasera andiamo al cinema, Sam?”

“Dean, vuoi venire con noi?”

“Sam, sono sicura che Dean è stanco..non ha voglia..non gli piacerebbe il film che andiamo a vedere. Si annoierebbe..”

“Andate pure, io ho mal di testa!!” ripeteva Dean incazzato.
 
 
C’erano poi quelle sere che Dean proprio non voleva sentire ragioni. Voleva stare con suo fratello e a costo di far arrabbiare Jessica, mandava anche battute al vetriolo.

“Jesse, e dai..lasciamelo coccolare un po’ anche a me mio fratello..mica te lo sciupo..” gli diceva, solo per il gusto di farla incavolare.
 
 
Fu però lo diverso stile di vita a creare una barriera. Dean non aveva intenzione di abbandonare la caccia..e quindi cercava i vari casi su internet. Naturalmente non poteva parlarne a tavola o con Sam, altrimenti Jessica lo guardava male, colpevole di cercare di portarlo sulla cattiva strada..
 
 
 
 
Una sera, Sam arrivò dal lavoro, stupito di vedere Dean nella camera degli ospiti, mettere dei vestiti in un borsone.

“Dean, che stai facendo?” gli chiese allarmato.

“Tranquillo, Sam, ho quasi finito..”

“Dove pensi di andare?”

“Via..”

“Che cosa? E me lo dici così?”

“Mi sembrava di averti già detto che la vostra ospitalità era solo provvisoria..inoltre..”

“Inoltre?”

Dean sospirò.

“Inoltre Jessica non manca di ricordarmelo ogni santo giorno che sono solo un ospite qui. Un ospite non gradito.”

“Questo non è affatto vero.”

“Andiamo, Sammy..non mi sopporta..questo lo sai anche tu..”

“Dobbiamo solo adattarci tutti a questa convivenza a tre! Deve solo abituarsi..ma se tu hai pazienza..”

“Mi sembra di averne avuta già abbastanza..io non sono così, Sammy.”

“Così come?”

“Tollerante, accomodante, accondiscendente. Lavare i piatti o sforzarmi di non essere disordinato o non poter parlare di quello che voglio con chi voglio per non indispettire una donna..non sono cose che fanno parte del mio carattere. Finora l’ho fatto per non darti problemi, ma adesso ho chiuso. A tutto c’è un limite.”

“Per favore Dean, aspetta. Lascia che parli con jessica..”

“Non funzionerebbe comunque. Non voglio vivere qui, Sammy. Non voglio questa vita, te l’ho già detto. Odio la routine in cui tutti e due vi crogiolate. Ho bisogno di fuoco, di adrenalina, di…di sentirmi utile a qualcosa. Non è per me chiudermi in una casa o in un fottuto locale per cinque miseri dollari all’ora.”

“Ah davvero? E con cosa pensi di mantenerti?”

“Con il trucchetto delle carte di credito che facevate tu e papà..per il resto mi inventerò qualcosa..e poi voglio riprendere a cacciare..”

“Che cosa? Vuoi finire per farti uccidere?”

“Se non mi hai ucciso te quando mi hai assorbito, nessuno può farlo.”
 
A Sam non piacque la battuta. Spinse Dean scaraventandolo contro ad un muro.


“Ahio. Cazzo, Sammy, era una battuta.”

“Una battuta del cazzo.” Rispose Sam.

“Sam, non deve essere per forza un addio..”

“Ah si? In che modo?”

“Puoi scegliere di venire con me..”

“Lo sai che non posso..Ho Jessica..”

Dean sbuffò.

“Se è vero amore come dici, non sarà la caccia a dividervi..”

“Come puoi chiedermi di scegliere?” gli chiese Sam.

“Sam..questa vita..lo sai, non è per noi..”

“Per colpa di papà? Lui ci ha costretti…ci ha fatti crescere come dei guerrieri…io..non posso lasciarti andare da solo..”

“Sammy..”

“Vengo con te.” Decise Sam, riscaldando così il cuore di Dean.

Il suo fratellino andava con lui.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Note dell'autrice:   
 
lo so, sembra un pò frettoloso questo capitolo ahha ma mi sto accorgendo che va tutto un pò per le lunghe e sto accelerando xd e poi penso che nessuno di voi avrebbe voluto dei capitoli trascinanti con jessica e dean che non vanno d'accordo..dico bene? <3

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Capitolo 22
*** Le mani di Dean ***







Pov Sam.



Da quando io e Dean siamo insieme scorre come del nuovo sangue dentro le mie vene.

Esiste qualcosa di ancora più nobile di una vita insieme con la mia ragazza.

Qualcosa di ancora più nobile che studiare o lavorare per dare una vita a questa vita senza senso.

Qualcosa di più coinvolgente della vita di tutti i giorni.

Ed è l’adrenalina. La sete di avventura.

Non mi ero mai reso conto di volerla finchè Dean non mi ci ha catapultato dentro.

Ed è sempre così, non ti accorgi mai di volere qualcosa finchè questa non ti avviluppa con le sue spire.

Dare la caccia ai mostri, salvare delle vite, è ancora più nobile di tutto questo, della tranquillità di una vita onotona, perché quando vivi per gli altri, senza aspettarti niente in cambio, impari a dare e impari che dare è più gratificante che prendere. Prenderti cura degli altri è molto più bello che pensare a te stesso.
 
Con Dean cacciamo mostri, fantasmi, ogni genere di creatura che cerca di fare del male alle persone ma anche spettri che non riescono ad andare avanti.

Pensavo che tutto questo mi avrebbe addossato una depressione da cui difficilmente ne sarei uscito fuori e invece… non è successo.

Sono inaspettatamente tranquillo. Forse il merito è Di dean.

So che lui mi guarda le spalle, mi protegge e mi ama. Forse è questo che riscalda qualcosa da dentro.

Non sapevo quanto forte potesse essere l’amore fraterno, fin quando non ho cominciato a provarlo.

Avere qualcuno che ti guarda le spalle sempre, che cammina sempre al tuo fianco, chi ha questo ha qualcosa di davvero meraviglioso con sé.
 
 
Un caso, soprattutto, continuo a ricordarlo, perché mi è rimasto impresso.

Il caso Bloody Mary.

È stato disgustoso e raccapricciante dall’inizio alla fine. Non riuscirò mai più a guardare uno specchio in vita mia senza pensare a quell’orrida donna dentro lo specchio che cerca di uccidere chi si riflette e la invoca.

Ma una cosa, una nota piumata, mi è rimasta dentro di quel caso.

Le mani di Dean.

Oh, le mani, di Dean, quando il sangue mi usciva fuori dagli occhi e lui mi prese quel viso tra le mani per tastare la mia ferita.

Quanto calde e amorevoli furono quelle mani.

Quanto delicate e premurose.

Continuai a percepirne il calore e la gentilezza anche mezz’ora dopo che aveva lasciato il mio viso.
 
 















giusto perchè oggi sono un pò acida, vi dico esplicitamente che fosse stato per me avrei fatto anche un capitolo più lungo di così, ma voi tendete a commentarmi le ultime cose che scrivo, quindi immaginando che mi avreste commentato altro e non questo pezzo e siccome ci tengo, ho preferito concludere così il cap! xd non volevo che mi saltaste proprio il pezzo di Bloody Mary xd

sayonara xd :pp

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Capitolo 23
*** Mary e John ***


Rivedere Mary in quella casa sotto forma di spirito, vederla per la prima volta, era stato stupefacente per entrambi.

Per Sam era diverso però, perché anche se entrambi non avevano mai visto la madre, Sam sapeva che almeno lui, aveva avuto il privilegio di poter essere cullato dalle sue braccia, anche se non lo ricordava, ma Dean no.

Dean era vissuto dentro di lui per tutto quel tempo e non aveva mai avuto un vero contatto con lei.

“M-mamma?” chiese Dean tra le lacrime, mentre lo spirito di Mary si avvicinava a lui e gli faceva una carezza sul viso.

“Dean, quanto ti ho amato, ancora prima di vederti nascere, non ho mai potuto dirtelo. Tuo fratello ti ama, Dean, ti ha tenuto al sicuro anche quando io non ce l’ho fatta.”

Dean chiuse gli occhi a quella carezza, poi Mary si rivolse a Sam e gli fece un’altra carezza.

“Sam, piccolo angelo mio, prenditi cura di tuo fratello. Voi dovete proteggerci a vicenda.”

E poi scomparve.
 
 
 
 
*

“Mary…tutte le volte che l’ho chiamata..che ho invocato il suo nome…non mi ha mai risposto..e si fa viva ora..con Dean e Sam..perchè?” si sfogava John con Missouri.

“Forse è una punizione per te, vecchio cialtrone!”

“Cosa?”

“Che razza di padre sei? I tuoi figli hanno bisogno di te e tu continui a nasconderti? Tuo figlio minore ha fatto quello che avresti dovuto fare tu, da padre, con tuo figlio maggiore. L’ha protetto e continua a farlo tuttora, con amore! E tu? Tu ne sei in grado, John?”

Quelle parole scossero profondamente John, che finalmente capì.

Doveva tornare dai suoi figli.
 
 















 Note dell'autrice: 

capisci di avere guardato troppo Sherlock quando il titolo Mary e John ti ricorda la coppia di Watson e sua moglie e non quella di spn xd

vabbè xd la puntata a cui faccio riferimento è la 1 x 9 xd

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Capitolo 24
*** Parlando di Alistair e i bambini prescelti ***


Dopo le parole di Missouri, John si era fatto trovare nella stanza di motel dei figli quando arrivarono.

Dean e Sam avevano aperto la porta, accorgendosi subito che c’era qualcuno al buio.

“Chi sei?” chiese Dean, mettendosi istintivamente davanti per proteggere Sam.


“Ciao figlioli..” disse la voce.
 
Dean accese la luce e sgranò gli occhi nel rivedere l’uomo che per tanti anni aveva visto con gli occhi di Sam.

“Papà??” Sam era esterrefatto.

John sorrise e andò ad abbracciare Sam che ricambiò l’abbraccio.

Cercò di fare la stessa cosa con Dean, che non lo respinse, ma neanche ricambiò labbraccio.

“Gesù…sei proprio un uomo..” disse John commosso.

Dean si leccò le labbra senza dire niente. Aveva lo sguardo basso.

“Dean? Guardami..io..”

“Papà..dagli tregua, ok?” disse Sam.

“Ma Sam..io…sono venuto qui per voi..io..”

“Dopo essere scappato da noi fino adesso. Perché?”

John sospirò.

“Avete ragione su tutto, ma permettetemi di spiegarvi…magari davanti a un buon caffè, eh?” disse.
 
 
 
 
Per fortuna in quel motel c’era un cucinino per potersi fare anche il caffè da soli.

Sam mise su la caffettiera e dopo poco ne versò un po’ a tutti, con un po’ di latte.

“Per me anche un pizzico di vaniglia, Sam..l’hai fatta piacere anche a me, a forza di metterla in ogni tazza di caffè..” disse Dean senza pensarci.

Sam e John lo guardarono a bocca aperta, anche se dopo qualche istante Sam sorrise, contento.

“Beh? Ne porti sempre un po’ con te, no?” disse Dean ancora per stemperare l’imbarazzo.

Sam si voltò a prenderne un po’ nella borsa.
 


John sembrava combattuto tra la nausea al pensiero della vaniglia nel caffè e la tristezza nel constatare che suo figlio maggiore avesse più affiatamento e condivisione con il fratello minore che con lui che era suo padre, ma se lo meritava tutto per non esserci stato.
 
“Allora..” cominciò. “So di essere stato molto assente..e non ho scusanti per questo…ma non l’ho fatto perché non vi volevo con me..era per..proteggervi, insomma…continuavo a pensare che se mi fosse capitato qualcosa di brutto, sarebbe stato meglio che il mostro se la fosse presa con me soltanto, ma se ci foste stati anche voi…”

“Non era perché non volevi vedere il mostro, lo scherzo della natura che sarei io?” disse Dean arrabbiato.

John lo guardò male e Sam intervenne.

“Tu non sei uno scherzo della natura, Dean..e papà, Dean ha ragione ad essere incazzato con te!! Come hai potuto non esserci neanche quando ti ho detto di lui? Avevamo bisogno di nostro padre e tu…”

“Sapevo grazie a Bobby che non era capitato niente di catastrofico, che stavate bene. Il mio ritorno avrebbe solo acceso ancora più fuoco a tutto quello che stava capitando..e poi ero impegnatissimo come ben saprete…”

“Oh, certo, a dare la caccia a un fantasma che neanche sai che faccia ha!!” disse Sam.

“Non più! Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che esiste un solo Occhigialli che il mondo conosce, nel mondo dei demoni!! Si chiama ALISTAIR.”

“Alistair?? è il vero nome di Occhigialli???” Sam e Dean trattennero il respiro.

“Sì, il mostro che ha aggredito vostra madre..e che poi ha cercato di prendere te, Sam, aveva gli occhi che brillavano di giallo. Ho creduto fosse una cosa senza importanza, ma in realtà è una prerogativa di un solo demone. Gli occhi gli brillano quando le emozioni gli sfuggono di mano. Rabbia, desiderio, eccitazione, paura..non importa cosa, non importa quale forma assume. In questo modo è molto più facile trovarlo.”

“Se anche riuscissi in questa impresa folle, non riuscirai ad ucciderlo…casomai potrai riuscire solo a rimandarlo all’inferno.” Disse Dean.

“è qui che sbagli, Dean, ho scoperto infatti l’esistenza di una pistola speciale. Una pistola che può uccidere i demoni.”

“Che cosa?” dissero in coro i due fratelli.

“è passata di mano in mano nel corso dei secoli…noi dobbiamo ritrovarla. È una delle poche armi efficaci in grado di ucciderli e io intendo trovarla. Mi aiuterete?”

Sam e Dean restarono in silenzio e John scambiò quella pausa per negazione.

“Non volete aiutarmi?” chiese dispiaciuto.

“Papà…c’è una cosa che devi sapere prima…su..Occhigialli..”cominciò Sam.
 
 
 
 
 
 
 
*

Dopo aver tanto gridato, John uscì dal motel furioso e sbattendo porte ovunque gli consentisse di farlo.

La discussione rabbiosa, riecheggiava ancora nella mente di tutti e tre.
 


“Come avete potuto essere tanto ingenui??? Me lo posso aspettare da Dean che non aveva ancora il controllo di gestire la situazione, ma TU, SAM! Ti sei messo a socializzare e fraternizzare con il nemico!!!”

“Come potevo sapere che era proprio Occhigialli?? Non potevo immaginarlo! Quel pezzo di merda cambia sempre corpo!”

“Non avresti dovuto dargli proprio confidenza! Quel pezzo di merda ce l’ha con la mia famiglia! Non capisci che se è venuto da te quando avevi solo sei mesi ed è tornato ora che ne hai 23, potrebbe volere qualcosa da te??”

“Io non permetterò che gli facciano del male!” questa volta a parlare fu Dean.

“Me la sono cavata per tanti anni senza il bisogno della tua protezione! E sono stato benissimo!!” era la risposta rabbiosa di Sam.
 
 
 
Ora, mentre erano finalmente restati soli, Sam e Dean continuavano a discutere di quella rabbiosa lite.

“Ma dovevi proprio dirglielo?” chiese Dean.

“Non potevo nascondergli una cosa tanto importante come questa. Si tratta di Occhigialli e per giunta l’ho scoperto soltanto adesso.” Disse Sam.

“Questo perché si è degnato di condividere solo adesso con noi questa informazione. Tipico di papà. Bisogna raccontargli tutto ma lui non ti racconta proprio niente.” Disse Dean. “Non so come hai fatto a sopportarlo tutto questo tempo..io ci avrei litigato ogni secondo.” Concluse.
 
 
 
 
 
Quando John tornò, dopo che aveva sbollito la rabbia, cercò di parlare con più calma. Insieme, riparlarono di quello che comunque Sam e Dean sapevano già, grazie alle ricerche di Jo.

Alistair voleva formare un esercito. Un esercito di ragazzi esp, un esercito malvagio.

“Può darsi che era per questo che mi cercava.” Disse Sam.

“Già…ma magari adesso ha cambiato il suo obiettivo..magari adesso vuole Dean. Ci deve essere un motivo infatti se era tanto interessato ad aiutare Sam con la divisione.” Disse.

“Beh, comunque né io, né Sam siamo interessati a diventare dei supersoldati malvagi. Il problema non si pone.” Disse Dean.

“Potreste non avere scelta..potrebbero possedervi e costringervi..Bobby mi ha raccontato cosa è successo con il demone Meg.” Disse John.

“E allora che cosa suggerisci di fare?” chiese Sam.

“Questi, sono degli amuleti anti possessione. Impediranno che i demoni tornino ancora dentro di voi. Cercate di non perderli.” Disse John, porgendo loro degli amuleti.

















Note dell'autrice: 

allora, piano piano riusciamo a districarci con la linea temporale xd

ha tutto un senso, vedrete!

Mi sembra di tornare a "profezia" quando all'inizio Alistair perseguitava Sam xd ma sarà una cosa diversa stavolta..più simile al telefilm!

 

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Capitolo 25
*** Come il canto degli angeli ***


POV SAM


Quella prima notte in cui John, nostro padre, si fermò da noi,  decise di restare per almeno quella notte, nella nostra stanza. Era troppo tardi per affittarne un’altra, ma c’erano solo due letti. John allora prese il mio letto. Io e Dean dormimmo insieme.

Il letto era abbastanza spazioso, per riscaldarci entrambi.

Quando Dean si infilò dopo di me tra le lenzuola, mi fece un sorriso e disse:

“Proprio come ai vecchi tempi, eh, Sammy?”

Mi sento imbarazzato senza capirne il motivo.

“Eh?” rispondo.

“Abbiamo dormito nello stesso letto per una vita, prima di separarci.” Disse Dean e io sorrido.

Sono contento. Per tutti quegli anni mi ero sentito solo e non sapevo che in realtà avevo un fratello che condivideva il letto con me tutte le notti.

Che assaporava il profumo delle stesse lenzuola, che dormiva tra gli stessi cuscini.
 
 
 
 
Quando mi risveglio, mi accorgo che Dean dorme ancora. Sono voltato verso il suo lato e sorrido.

Il mio viso è vicinissimo al suo e mi prendo tutto il tempo per godere di quel calore.

Appoggio la testa sul suo braccio, in cerca di..affetto? Amore?

Sapevo che era sveglio. Lui ha gli occhi socchiusi e mi guarda dall’alto. Con il pollice mi accarezza la spalla.

Adoro questo momento tra di noi.
 
 
 
Quando mi alzo a sedere, nostro padre sta parlando con Bobby al telefono. Lo sta informando degli ultimi avvenimenti, gli sta raccontando che è qui con noi e perfino la strada che ha fatto, tra imprevisti e fermate per la benzina.

Mi scappano delle risatine e Dean mi segue a ruota.

Si respira un’aria di famiglia domestica.

Io, Dean, nostro padre, Bobby.

È così bello.
 
 
 
 
 
*

Faccio una doccia, ma dimentico l’asciugamano nel borsone. Grido per chiamare mio padre, ma non è nel motel. È uscito, quindi mi risponde Dean, portandomene uno.

“Ma…?” lascio la frase in sospeso, cercando di coprire la mia nudità. Mi vergogno un po’.

Dean mi sorride.

“Papà è uscito. Tieni, è il più lungo che ho trovato.”

“Va bene..lascialo lì..” dico io, indicando un appendi asciugamani.

Dean mi guarda schernendomi.

“Non dire sciocchezze, non vorrai allagare tutto il pavimento. Dai, esci, ti tengo io l’asciugamano.”

Seguo alla lettera quello che mi dice, anche se mi vergogno abbastanza, ma Dean non sembra guardarmi più del dovuto, anzi, sembra guardare un punto imprecisato sulla mia spalla.
 
Scendo dalla vasca e lui mi avvolge l’asciugamano indosso.

Mi sembra di essere tornato un bambino, bisognoso di coccole e attenzioni.

Dean mi avvolge l’accappatoio con tocco amorevole e poi quello che succede dopo, non riesco a controllarlo.

Lo abbraccio.

Dio, ho 23 anni, non 17 e neanche 12, ma mi sento proprio come un dodicenne. Non posso controllare l’istinto di abbandonare la testa contro la sua spalla.

Se dovessi descrivere quel momento lo descriverei come un idillio. Come il canto degli uccelli o forse degli angeli.

Avverto la sorpresa di Dean. È spiazzato, ma anche sciolto come burro davanti a quel mio gesto.

Neanche lui si controlla, credo. Sento che mi dà un bacio soffice sulla spalla.
 
Un bacio soffice, non troppo marcato, ma che sembra marchiarsi a fondo su di me.

Interrompiamo dopo poco il contatto, ma continuo a sentire quell’abbraccio e quella calda sensazione dentro di me, per molto tempo dopo che io e Dean ci stacchiamo.
 

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Capitolo 26
*** Tremano gli occhi e la bocca, così come trema il cuore ***


Ritrovare la colt era stato abbastanza facile, visto che apparteneva a Daniel Elkins, vecchio amico di John e poi caduta in mano ai vampiri, quando, per riprendersi la pistola, i vampiri l’avevano ucciso; tuttavia Dean, Sam e John non si diedero per vinti e riuscirono a strappare la famosa pistola cadendo in un fuoco incrociato proprio con questi ultimi.

Tutto questo diede via a tutta una sequenza di azioni che cambiarono la loro vita. Il rapimento di John da parte di Meg e infine la fuga con l’impala, la quale però, non andò a buon fine, visto che venne loro incontro un camion travolgendoli. Il camion era ovviamente guidato da uno dei demoni.
 
Dean finì in coma e quasi in fin di vita (vedere 2 x 1 ) ma il suo spirito poteva vedere tutto e poteva vedere Sam preoccuparsi per lui.

Riuscì anche a comunicare con lui, con una tavola spiritica. Sam parve davvero molto sollevato.

Era così tenero, con quel labbro ferito con quel brutto taglio. Un cucciolo ferito.

Poi lo sentì discutere con loro padre.
 
“Sei davvero sicuro di aver comunicato con Dean? Non è che magari era un altro spirito e ti ha confuso? Non..”

“Maledizione! Era lui, ti dico! E in questo momento ci sta guardando! Sta vedendo che noi non stiamo facendo assolutamente NIENTE!”

Dean per la rabbia e per farli smettere, fece cadere un vaso, riuscendo addirittura a farlo infrangere per terra.
 
Dean era frustrato. Ripensava ai momenti felici in cui John era appena tornato da loro. i primi giorni era così premuroso. Non faceva altro che dire a Dean quanto era orgoglioso dell’uomo che era e che gli dispiaceva che non era potuto crescere insieme a loro.
 
Quando Dean pensò che era proprio arrivata la fine per lui, anche dopo aver pregato la mietitrice Tessa e averle detto che Sammy, il suo fratellino, non poteva resistere senza di lui, successe una cosa strana.

Tessa si guardò intorno e smarrita guardò Dean, prima che esso svanì.
 
 
“Dean….oh, Dean…” sussurrò quella voce angelica del suo fratellino, mentre Dean sbatteva le palpedre.

“Sam…che è successo..?”

“Io…io non lo so..” disse lui.
 
 
Dopo poco arrivò John da loro. Sam gli chiese dov’era stato.

“Dovevo fare delle cose..ma l’importante adesso è che Dean stia bene. è questa la cosa importante.”

“Hai cercato ancora il demone?”

“No.”

“Perché non riesco a crederti?” gli chiese Sam amareggiato.

“Sam...non voglio più litigare con te, per favore. La maggior parte delle volte non so nemmeno perché litighiamo. Ci massacriamo. Non voglio litigare mai più.”

“Papà, ti senti bene?” gli chiese Sam preoccupato.

“Sì…io…..vado a prendere una bibita..vieni con me, Sam? Ho molta sete.”

“Va..va bene..”
 
 
Quando si allontanarono, John fece una confessione molto toccante a Sam:

“Sam, voglio che tu sappia che sono molto orgoglioso di te..ti sei preso cura di me quando cacciavamo da soli, mi mettevi una mano sulla spalla e mi dicevi che sarebbe andato tutto bene. Eri solo un bambino. Dovevo essere io a dirlo a te..”

“Papà..non c’è bisogno che tu..”

“Non ti sei mai lamentato..e poi..con Dean hai fatto molto più te da fratello che io come padre…tu devi stargli vicino, guardargli le spalle..dovete proteggervi a vicenda..”

“P-papà…lo sai che lo farò…”

“Un’ultima cosa devo dirti..”

Si avvicinò all’orecchio di Sam e quest’ultimo sgranò gli occhi quando sentì quello che John gli disse.
 
 
 
Sam aveva preso la bibita per John, ma quando si guardò intorno, vide che il padre non era più dietro di lui. Si mise a cercarlo affannosamente e si mise a urlare quando vide John disteso sul pavimento, svenuto, in una stanza d’ospedale.

“Aiuto!! Aiutoooooo.”
 
Non ci fu niente da fare. John Winchester morì nonostante i dottori cercarono di rianimarlo in tutti i modi.
 
 
 
 
 
 
*

“Papà è morto per colpa mia..non so come è successo..ma è stato per colpa mia..non sarei mai dovuto tornare..non è stato naturale. Ero morto e sarei dovuto rimanerci..volevi sapere quello che provo. Ecco qua.” disse Dean, quel giorno che inaspettatamente aveva deciso di sfogarsi.
 
 "Dean, io..."  
 
"E sapere anche che papà ti ha detto poco prima di morire, che avresti dovuto uccidermi, non aiuta il mio senso di colpa, Sam.." gli disse ancora.  
 
"NON HA DETTO CHE DOVEVO UCCIDERTI. Ha detto che avrei dovuto farlo solo se non fossi riuscito a salvarti!!"  
 
"Lui mi considerava già INSALVABILE, per questo te l'ha detto!!"  
 
"No! No! Lui si è sacrificato, a dispetto di quello che ha detto, lui non voleva che morissi!"  
 
"Già..e guarda questo dove l'ha portato." disse Dean.  
 
"Papà ha detto che avrei dovuto ucciderti solo se non fossi riuscito a salvarti..e fosse l'ultima cosa che faccio, ti salverò, Dean." disse Sam.  
 
 
*

Dean e Sam continuarono a cercare di tenersi impegnati con i casi per cercare di andare avanti dopo la morte del padre, ma tutto sembrava riportare al passato. Dean e Sam ebbero un’ulteriore conferma di quello che fece John per salvare Dean, quando incontrano un uomo che fece un patto con un demone e che allo scadere dei dieci anni sarebbe stato preso per essere portato dritto all’inferno.

Sam non riesce a reggere alla storia di quell’uomo e scappa via, anche se Dean cerca invano di fermarlo.
 
Si reca ad un incrocio e riesce ad evocare il demone che trova comunque il modo per ammaliarlo.

“John Winchester avrebbe dovuto essere vivo e Dean avrebbe dovuto essere morto…ma puoi fare ancora qualcosa di buono..evitare che Dean si sacrifichi per te come ha fatto John..”

“Perché mai Dean dovrebbe sacrificarsi per me? Non ha alcun senso!”

“Dean, il tuo fratellone farebbe qualsiasi cosa per te…anche concedersi ad Alistair..si sa che lui vuole uno di voi…e Dean era diventato il suo preferito. Era a lui che mirava per formare il suo piccolo esercito. Dean, il soldato dal cuore oscuro…”

“Lui non è più così! Non c’è più oscurità nel suo cuore!!”

“Ma potrebbe tornare….tutto per proteggere il suo fratellino adorato, no? E tu lasceresti che lo prenda? Lasceresti Dean ancora in mano ai demoni dopo tutto quello che ha passato?”

“BASTA. NON VOGLIO Più SENTIRTI.” Disse Sam, sparando al demone.
 
Restò a guardare il punto dove prima c’era il demone e ora non c’era più.

“Né io né Dean ci concederemo al mostro che ha distrutto la nostra famiglia.” Disse.
 
 
 
 
 
*

Purtroppo le cose andarono diversamente da come Sam sperava. Un giorno entrò da solo in un autogrill mentre Dean aspettava in macchina e si trovò minacciato da un gruppo di uomini armati.

“Ora decidi, Sam. Andiamo avanti con te te o prendiamo tuo fratello?” chiesero in coro imbracciando dei fucili.

“M-me…lasciate stare mio fratello, vi prego.” disse Sam. Tremavano gli occhi e la bocca, così come tremava il cuore.

Così lo spinsero e lo fecero uscire dalla porta sul retro.

Dean…mi dispiace. Pensava Sam.

















Note dell'autrice: 

allora, per i primi che hanno letto questo capitolo mi dispiace che abbiate letto delle cose diverse..perchè, non so come  è successo, ma la trama è cambiata continuamente per parecchi minuti nel mentre che la scrivevo e anche dopo averla pubblicata xd infatti poi ho dovuto ricorreggerla tutta xd i ruoli in particolari dovevano essere capovolti..doveva essere Sam quello in ospedale uscito dal coma...ma ci ho ripensato in extremis xd

a proposito devo spiegare anche una cosa di Alistair che non avevo spiegato nel precedente capitolo xd anche se in questa ff si chiama Alistair, in realtà è Azazel, cioè ha il suo volto, solo che si chiama Alistair , capito? xd

scusate ma Azazel non ce lo vedo proprio come nome dipinto sul demone dagli occhi gialli o.o

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Capitolo 27
*** Chiedere aiuto ai vampiri! ***


“Come faccio a restare calmo, Bobby? Come faccio? Sam è sparito. Gli avevo promesso..gli avevo promesso che dopo papà non avrebbe perso nessun altro e ora..ora sono io ad aver perso lui. Non ce la faccio senza di lui…non..”

“Dean, calmati ora..” gli diceva Bobby abbracciandolo. Aveva odiato Dean quando l’aveva conosciuto, ma ora le cose erano diverse. Si era affezionato a lui come se fosse suo figlio e si chiese come sarebbero andate le cose se fossero stati Dean e Sam dall’inizio. Li avrebbe amati proprio come dei figli, lo sapeva.

Sembrava una storia che si ripeteva. Ora che era arrivato Dean, era scomparso Sam. non voleva arrendersi però a questo stato di cose.

“Noi ci riprenderemo Sam. Te lo prometto, Dean. Faremo di tutto per riprendercelo.” Disse con forza.
 
 
 
 
*

Sam era stato rapito, narcotizzato e portato in un luogo sconosciuto. Si era risvegliato in mezzo a una strada che non gli diceva nulla e apparentemente il posto sembrava una città che ricordava un vecchio film western.

Qui cominciò a trovare altre persone, ragazzi come lui. Cinque sconosciuti come lui. Sam provava tenerezza per loro e cercò di aiutarli.

“Vi prometto che usciremo tutti da questa brutta situazione.”

Ben presto però si accorsero che non esisteva nessun nemico. Non visibile almeno.

Cominciò con le allucinazioni.

Ognuno tra loro cominciava ad avere allucinazioni sui loro peggiori incubi.

Sam vedeva continuamente Dean che gli diceva:

“Ti odio. Sei un mostro per me. Sarebbe stato meglio che non fossi mai nato. Mi hai rubato la vita. Non ti potrò mai perdonare, mai e poi mai. Sarebbe meglio che tu morissi.”

“Nooooo. Non puoi dirmi questo.”
 
 

“Sam, ti vedo abbattuto. Che cosa ti succede?” gli chiedevano poi i suoi compagni.

“Mio fratello. Mi odia.” Rispondeva lui.
 
Poi cominciarono altri tipi di allucinazioni. Una voce come un canto, che spiegava loro che se si fossero fatti aiutare, li avrebbero aiutati a riscoprire chi erano, ma dovevano permettere loro di raggiungerli, dare loro la loro fiducia.

Ben presto cominciarono a dimenticare chi erano.
 
 
 
 
*

“Sono sparite numerose persone e queste persone scomparse sono le stesse catalogate nel registro di Ellen e Jo. Dean, quel figlio di puttana di Alistair sta organizzando il suo esercito. ORA. E Sam ne fa parte.”

“Ho sentito un suono come di campane durante quella mia visione in cui Sam gridava il mio nome. E forse so anche di che campanile si tratta. Lo ucciderò.”

“Dean, aspetta, non puoi andare senza rinforzi!”

“Io e te bastiamo, Bobby.”

“No. Non è vero. Abbiamo bisogno di molto di più. abbiamo bisogno dei…vampiri.”

“C-che cosa?” chiese Dean.

















Note dell'autrice: 

questo capitolo è ispirato alla 2 x 21 di SPN ^^ però se notate bene, è un pò diverso ^^ qui i ragazzi non muoiono ahah xd sarebbe stata una cattiveria inutile, anche perchè non è indispensabile per la trama!

Scusate ancora una volta il capitolo corto ma è davvero difficile xd

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Capitolo 28
*** Odio tra vampiri e demoni ***


Bobby aveva raccontato a Dean che esistevano dei vampiri buoni, che avevano trovato il modo di sopravvivere rubando sacche di sangue dall’ospedale o cibandosi di piccoli animali, senza il bisogno di ferire, mutilare o uccidere gli umani.

“Non ci credo, Bobby…queste..sono cose da film..i vampiri non possono controllarsi..”
Possono, ti dico. E lo fanno. Credi che ai vampiri piace cibarsi di sangue, Dean?”

Dean aveva alzato le sopracciglia e disse:

“Sì, cazzo, sì. Gli piace eccome. Loro fanno veri stermini..”

“Ma per sopravvivere! Lascia stare i film horror, dove ti fanno vedere che sono ghiotti di sangue umano. In realtà a loro non piace il sapore. Lo trovano amaro e repellente. Lo fanno solo per sopravvivere. Almeno alcuni….non ho studiato su di loro. Ci sarà a chi piace e a chi non..”

“Lascia perdere i loro fottuti gusti e vieni al punto!”

“Il punto è che io incontrai in passato due vampiri di cui sto parlando..due vampiri BUONI.”

“Che è tutto relativo, suppongo…ma quindi solo due..”

“Aspetta..questi due vampiri mi hanno portato da una specie di clan…”

“Diosanto, Bobby. Sei..andato con loro? Ti rendi conto di cosa hai rischiato?”

“So riconoscere le persone, Dean. Animali, mostri o persone che siano, so riconoscerne l’animo. Non prendermi per uno sprovveduto. Ho più anni di te.”

“Va bene, va bene, scusa. Vai avanti.”

“Mi dissero che loro non erano come gli altri della loro specie. Non avevano scelto di essere così, ma erano stati trasformati. Questo non faceva di loro dei veri mostri. Non avevano scelto loro. Volevano essere solo lasciati in pace…”

“Bobby, non capisco tutto questo cosa…”

Loro odiano i demoni. La considerano la feccia della terra, perché non dovrebbero appartenere a questa terra…”

“Senti da che pulpito…”

“Non giudicarli..anche loro sanno di non appartenervi, ma non l’hanno scelto e non sono qui per fare del male. Loro odiano i demoni, creaure infide che escono dall’inferno per tormentare gli esseri viventi e corromperli…”

“Bobby, io non capisco questo cosa…”

“Possono aiutarci a distruggere Alistair! Ma non lo faranno se non vedranno te per primo convinto, Dean.”

“E quindi possono aiutarci a ritrovare Sam?”

“Sì, Diosanto, Sì!”

“Andiamo subito da questi vampiri!”

“Alla buon’ora!” disse Bobby esasperato.
 
 
 
 
 
 
*

Dean e Bobby erano arrivati in un piccolo villaggio. Avevano dovuto scavalcare un cancello e numerosi cartelli e recinzioni per riuscire ad entrarvi. Il posto non era di certo una metropoli, ma era carino.


“Signore, signore, non ha visto i cartelli?. Non dovreste essere qui. Questo posto è contaminato da un’epidemia e da radiazioni che…” disse un uomo avvicinandosi.

“È tutto a posto, è un amico.” Disse Bobby ingenuamente.

L’uomo li guardò male.

“Non vi ho mai visti e mi sembra anche di intuire che per essere riusciti ad entrare qui, avete scavalcato il cancello e le recinzioni, vi suggerisco ancora una volta di andarvene, prima che…”

“Sappiamo chi siete. Sono un amico di Benny.” Disse Bobby per interrompere una faida pericolosa.

L’uomo parve disorientato.

“C-cosa? Se sta cercando di fare il furbo, io…”

“Vada a chiamarlo e gli dica che è Bobby che lo cerca. Lui sa chi sono. Siamo amici. Se non mi creda, va a chiederglielo.” Ripetè Bobby.

E finalmente dopo un po’ di proteste, l’uomo se ne andò.
 
 
 
 
*

“Mi dispiace per la brutta accoglienza di Stivalinsky, ma questa è la nostra personale oasi lontano dalla civiltà e dagli…umani. Abbiamo dovuto lottare duramente per allontanare con ogni mezzo foresteri e curiosi, abbiamo messo cancelli, recinzioni e scoraggiato ripetutamente chiunque volesse avvicinarsi. Abbiamo soggiogato i più tenaci e la polizia, a dimenticare l’esistenza di questo luogo, quando insistevano nel mandarci via o ad entrare qui. Ancora adesso qualche turista o curioso arriva qui di volta in volta e dobbiamo stare sempre guardinghi…” diceva Benny.

“Come fate a nutrirvi se i pochi umani che arrivano qui, li mandate via?” chiese Dean, senza peli sulla lingua, assaggiando un po’ di tè bollente.

Benny scoppiò a ridere.

“Tu mi piaci. Non in quel senso, beninteso..e neanche nel senso cannibalesco, tranquillo. Comunque, a turno, gruppi di noi vanno in città per fare scorte di sangue e le portano qui..”

“Quindi se qualcuno di voi perde il controllo, non si verrebbe a sapere, giusto?”

“Dean..”

“Va tutto bene, Bobby. Capisco la diffidenza del suo amico. Per rispondere alle sue domande: io cerco di fare quello che posso per controllare la mia comunità ma non ho mille occhi vigili dappertutto, in ogni momento. Mi fido dei miei uomini. Ci sono stati dei trasgressori, certo. Delle..pecore nere, che abbiamo cacciato o punito in modi peggiori..tuttavia, io credo che avrebbe saputo se di recente sono stati trovati corpi dissanguati o uccisi in modi misteriosi nei dintorni..”

Dean aveva tutta l’aria di voler ribattere ancora, ma Bobby lo fermò:

“Non siamo venuti qui per parlare di questo, ma siamo venuti per il fratello di Dean. Sam.”

“È stato morso da uno di noi?” chiese Benny impallidendo all’improvviso.

“No. È stato rapito.” Disse Dean. “Da un demone. Si fa chiamare Occhigialli, anche se il suo vero nome è Alistair. È un psicopatico violento che ha ucciso nostra madre e che colleziona ragazzi con poteri esp per formare un esercito criminale. Ne avete sentito parlare?”
 
Benny assunse un’espressione contrita e inviperita a sentire quel nome.

“Cazzo se ne ho sentito parlare! Quella serpe strisciante vuole formare un esercito???”chiese incredulo.
 
Poco più indietro il piccolo gruppo di guardie vampiri all’angolo della cucina di Benny, rumoreggiò tra di loro a quelle parole.

“Sì. Noi vorremmo che ci aiutiate a sconfiggerlo. Sappiamo quanto anche voi odiate quella feccia e se Alistair riuscirà nel suo intento, potrebbe addirittura riuscire a crearne di nuovi!”

“Quel verme immondo vorrebbe addirittura creare nuovi demoni??”Benny si stava agitando assai.

A quella frase i vampiri rumoreggiarono ancora più forte.

“Avete il nostro appoggio.” Disse Benny.

















Note dell'autrice: 

ragazzi, scusatemi davvero tanto per aver fatto un capitolo dove Sam neanche compare xd speravo di andare più avanti e che la parte di Benny venisse più corta ma non è andata così ç_ç

cmq i prossimi capitoli saranno molto più intensi! <3

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Capitolo 29
*** Sammy non può morire ***


Ci erano voluti ben tre giorni per riuscire a lasciare il villaggio muniti di armi e di vampiri e Sam ora era in mano di quegli aguzzini da ben QUATTRO GIORNI.

Dean cercava di non pensarci. Non voleva pensare al suo fratellino nelle mani di quel bastardo di Alistair. Quel figlio di puttana doveva solo pregare di non avergli fatto del male, perché lo avrebbe fatto rimpiangere di essere nato, se fosse successo.

 Quando finalmente raggiunsero quel villaggio, non andò tutto rose e fiori, ma se lo era immaginato.

Il posto era pieno di demoni che cercarono di contrastarli in ogni modo e di non farli arrivare alla casa in cui erano rinchiusi i ragazzi.

Alla fine riuscirono ad irrompere in quella catapecchia, ma Bobby dovette restare indietro, perché venne ferito.

“Occupatevi di lui.” Disse Dean alla fidanzata di Benny. Annabelle. Una ragazza dai lunghi capelli biondi, l’aria delicata ma la forza di un macigno.
 
Entrò nella catapecchia e riuscirono a fare fuori i demoni che avevano il compito di controllare i ragazzi, ma quando guardarono i ragazzi…
 
 
“Diosanto, sembrano in una sorta di trance…che facciamo? Non sanno neanche dove si trovano.” Disse uno dei vampiri.

“Hanno giocato con la loro mente, niente che un po’ di buon riposo non può sistemare. Sam, Sam, ehi, fratellino.”

“Mmmm..”

“Sammy, ti ricordi di me?”

“Non so chi tu sia..ma lasciami dirti che Sammy è proprio un nome buffo..” disse Sam ridacchiando, pensando che Dean si chiamasse Sam.

“Sammy, sono io, Dean. Tuo fratello.” Disse Dean, prendendogli il viso tra le mani.

Sam sgranò gli occhi.

“Dean…Dean..sei venuto a salvarmi..” disse con gli occhi lucidi.

“Sempre. Lo farò sempre, Sammy.” Disse, abbracciandolo stretto, mentre il fratellino ricambiava teneramente l'abbraccio. I due fratelli erano commossi.

“Perché mi trovo qui? Io non ricordo…non..”

Dean e i vampiri si guardarono.

“È ancora molto confuso. Aiutatemi, dobbiamo portare lui e questi ragazzi dalle loro famiglie…”
 


“NO. NON LO FARETE.”disse una voce, che sembrava molto meno demonesca e molto più umana.

“E tu chi cazzo sei?” lo aggredì uno dei vampiri.

Era un ragazzo di colore che aveva tutto l’aspetto di chi era incazzato a morte.

“Mi chiamo JAKE. Non vi permetterò di mandare al diavolo il piano del grande Alistair. Lui aveva un piano. Un piano per tutti noi. “

“Sei solo uno stupido. Per Alistair, voi altri non siete che carne da macello. Guarda cosa ha fatto ai tuoi compagni.” Disse Dean.

“Lui disse..disse che la scelta era tra me e Sam…per essere il grande LEADER..io gliel’avevo detto che lui non era in grado…che era un debole..”

“Sei certo di chiamarti Jake? E non piuttosto Lucifero? No perché sembra come una storia già sentita…e..”

“AAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRGHHHH” Jake era letteralmente impazzito e cercò di aggredirli, anche se venne bloccato rapidamente da tutti loro.
 
“State attenti. Quest’uomo è pazzo.” Disse Dean. Purtroppo anche se lo disse, Jake riuscì a prenderli lo stesso di sorpresa, fingendo un crollo disperato e nervoso di rassegnazione per poi colpire con un calcio i due vampiri e liberandosi all’istante.

“È colpa tua. Tutta colpa tua.” Disse Jake rivolto a Sam, che sfortunatamente era rimasto in piedi.

Prese il suo coltello e colpì Sam alla schiena, duramente, recidendogli probabilmente la spina dorsale.
 

“NOOOOOOO.” L’urlo di Dean fu straziante e gigantesco, mentre Jake scappava via come l’ultimo dei vermi.
 
Dean cercò di tenerlo sveglio in tutti i modi.

“Ascoltami, Sammy. Ascoltami. La ferita non è profonda..non è così grave, credimi. Mi prenderò cura di te, come ho sempre fatto. Mi prenderò cura di quella spina nel fianco del mio fratellino. È quello che faccio, no?”

Sammy non rispondeva ma lo guardava negli occhi. Non distolse lo sguardo neanche quando questi ultimi si riempirono di lacrime, perché voleva che l’ultima cosa che vedesse prima di morire, fosse Dean.

Poi non ce la fece più e li chiuse.

“SAMMY. NOOOOOOOO.”
 
 
 
 
 
 
*

Dean tremava tutto. Non aveva smesso di tremare neanche quando chiese ai vampiri di andare a controllare Bobby. Lui non poteva farlo in quelle condizioni.

Quando tornarono, gli riferirono che Bobby era ancora svenuto, ma non era in pericolo di vita. Benny era tornato con loro, chiedendo a Dean perché non fosse venuto direttamente lui a chiederlo, poi vide Sam e sbarrò gli occhi.

“Dio mio…è…”

“NO. SAM NON Può MORIRE.” Urlò Dean.

“Dean…è…troppo tardi..per..sai..se fossi venuto prima..io forse…” disse Benny imbarazzato pensando che Dean voleva che lo trasformassero.

Dean sbarrò gli occhi.

“No! Non voglio che Sam diventi un vampiro! Ma tornerà! Tornerà comunque!”

“Dean…”

“Ti prego, Benny,aiutami a caricarlo sull’impala, senza.. .senza farlo vedere a Bobby. Non dirglielo. Neanche se dovesse risvegliarsi, ti prego. Non deve saperlo. Ho solo bisogno..di un po’ di tempo..”

“Dean, che cosa vuoi fare?”

“Ti prego, non farmi domande..non sono nelle condizioni di parlare in questo momento.” Disse Dean.
 
 
 

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Capitolo 30
*** Il patto ***


Dean aveva trasportato Sammy in macchina, con l’aiuto di Benny. Aveva portato poi anche Bobby, che era ancora incosciente e poi insieme agli altri vampiri avevano rilasciato i ragazzi in un posto di polizia più vicino, con l’avvertimento di non dire a nessuno quello che era capitato.

Dean portò Bobby a casa, che nel frattempo si era risvegliato e aveva chiesto di Sam.

Dean tremò appena e disse che Sam era ancora svenuto e lo avrebbe portato in un motel per prendersi cura di lui.

Bobby fece appena in tempo a vedere Sam dal finestrino, mentre Dean lo sosteneva.

“Sei sicuro che non vuoi andare in ospedale?”

“No, non dire sciocchezze, Dean. Piuttosto, porta dentro Sammy. Voi due starete da me. avete bisogno di un letto comodo e…”

“No. Sam è ancora sotto shock per quello che è successo, Bobby. È meglio se stiamo da soli..ti farò sapere appena si sarà ripreso.” Disse Dean.

“Dean..fammelo vedere solo per un istante, per favore..devo essere sicuro che sta bene..”

“STA BENE. Ora per favore, riposati e dormi un po’. Noi staremo bene.” disse Dean sull’orlo delle lacrime.
 
 
Quando arrivò in macchina, cominciò a singhiozzare forte contro il volante. Ci vollero diversi minuti prima che si potesse riprendere.
 
 
 
 
Sistemò il suo fratellino nel suo letto e lo avvolse nelle coperte calde.

“Ecco..così, Sammy. Sta arrivando il freddo e tu devi rimanere al caldo. Devi rimanere…caldo..” disse Dean per poi riscoppiare di nuovo in lacrime sul suo petto.

Uscì e si diresse al primo incrocio che trovò, con il necessario per invocare il demone.
 
 

I demoni degli incroci erano demoni che facevano patti. Una cosa simile l’aveva fatta anche suo padre, John, anche se in quel caso non aveva avuto bisogno di  incroci e aveva preso la sua anima subito.

Cercò di ricacciare indietro le lacrime e il senso di colpa. Non poteva pensare a questo, adesso.
 
Il demone donna arrivò subito.

“Dean Winchester…che bella sorpresa..” disse la donna.

“Sai il mio nome?”

“Vuoi scherzare?” disse la demone ridendo. “Siete diventati delle celebrità agli inferi. Tutti parlano di voi. I fratellini gemelli uniti per l’anima.” Disse la demone in maniera plateale ridacchiando.

Delle lacrime scivolarono dalle guance di Dean e la demone se ne accorse.

“Oh, Dean, credevo fossi meno suscettibile. Ho detto qualcosa di offensivo?” chiese volendo fare l’arrogante, ma era stupita.

“I fratelli gemelli uniti per l’anima potrebbero non essere più così uniti…adesso…”

“Beh, certo, dopo la vostra divisione….aspetta…non è di questa divisione che stai parlando…oh. È accaduto qualcosa al tuo fratellino, non è vero? Per questo sei qui…”

è morto.” Disse Dean freddamente e vide il volto della demone ancora più sorpreso e qualcos'altro che non capì. Compassione? Possibile?.

Sei qui per fare un patto.” Disse lei.

“Sì, la mia vita per quella di Sam.”

Aspettò che la demone si prese gioco di lui, ma non lo fece.

“Non..ridi?” chiese.

“No.” disse la demone. “Molti giurano in cospetto delle persone che amano e addirittura al cospetto della chiesa, che sarebbero pronti a dare l’anima per loro, ma in realtà, sono ben pochi quelli che lo fanno davvero. Noi lo sappiamo bene. E una cosa che genera rispetto, perfino tra di noi." fece una pausa poi chiese ancora: "Cosa gli è successo?”

“Lui…lui non…non sono venuto qui per sfogarmi con un demone, ma per fare un patto. Fallo tornare in vita. Per favore.” Aggiunse Dean.

La demone lo guardò con aria solenne.

“Va bene. “ disse e poi si avvicinò a lui e gli diede un bacio.

“Ci rivediamo tra dieci anni, Dean.” Disse lei.
 
Dean a quel punto scappò a perdifiato nel motel per andare a controllare Sam e lo trovò nel letto.



Assunse un’aria contrita. Gli aveva lasciato addirittura un biglietto perché temeva che risvegliandosi da solo, Sam avrebbe dato di matto e si fosse messo a cercarlo.

“Sammy…ehi…va tutto bene, fratellino?” gli chiese Dean.

Sam voltò lo sguardo al suo tocco, ma i suoi occhi sembravano persi nel vuoto.

“Sam…Sam..ehi, mi senti?” si preoccupò Dean.

Sam fece un sorriso e Dean per un attimo si sentì sollevato, sperando che Sam l’avesse riconosciuto, ma poi Sam alzò lo sguardo verso la lampadina del soffitto.

“Che belle le luci….mille luci danzanti…che ballano…me le prendi?”

“Sam? M-ma cosa diavolo..”

“Mi fai entrare nella luce, Dean?” chiese Sam, richiudendo gli occhi e accucciandosi come un bambino che voleva fare la nanna.

















Note dell'autrice: 

visto? Ve l'avevo detto ci sarebbero state delle sorprese ehhehe ma non temete! Ne varrà la pena aspettare ^^

vi anticipo che nel prossimo ci sarà un pò di angst xd

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Capitolo 31
*** Un altro patto ***


Dean si era accorto molto presto che qualcosa era andato storto con il patto.

Sam infatti, era tornato in vita, sì, ma…

Era come un vegetale.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto e parlava a monosillabi o diceva frasi senza senso.

A volte lo guardava, sorridendogli meravigliosamente e Dean capiva che in quei brevi momenti, Sam lo riconosceva, ma nulla di più.

Dean pensava fosse una delle complicazioni che si venivano a creare quando si riportava in vita una persona dalla morte, ma non disperava che, con cure amorevoli e attenzioni, Sam avrebbe riacquistato piano piano le sue capacità cognitive e di intelletto.

Aveva chiamato subito Bobby, ovviamente. Aveva bisogno di aiuto, anche se gli chiese di non dire niente a Jessica, almeno per il momento.

Sam non poteva restare in un motel, quindi tornò a casa di Bobby.

Ovviamente Sam era incapace di lavarsi e vestirsi da solo. Dean si era offerto di aiutarlo a vestirsi, parlargli e le altre cose, ma per lavarlo, chiese a Bobby che fosse lui a farlo.
 
“Non fraintendermi. È mio fratello e lavarlo per me non sarebbe un problema né in questa vita nè tra mille altre…ma quando si riprenderà, sarà estremamente imbarazzante per lui sapere questo..tu sei come un padre per lui, lo accetterà meglio se sei tu…” aveva detto a Bobby, che stranito, aveva accettato, ovviamente.

In realtà Dean avrebbe voluto dire:

Non ho intenzione di toccarlo…a meno che lui non me lo pernetta…


Dean era consapevole da un po’ delle pulsioni che sentiva per suo fratello minore e il pensiero di toccarlo adesso, mentre Sam non era in sé, lo rivoltava.

Non che Dean, vedendolo così, potesse vederlo in quel modo, chiaro, ma si sentiva comunque un verme. Molto meglio Bobby, che, almeno, non aveva pulsioni sbagliate nei confronti di Sam.
 
 
 
 
 
 
*

“Ti ho fatto il tuo panino preferito, Sam. Con prosciutto e sottiletta. Come piace a te. Proprio da femminuccia. Sei contento?Ecco, così, mangia da bravo. Guarda. Ne mangio anche io un po’. Sei riuscito a farmi mangiare un panino da femminuccia. Sei così potente, Sammy.” Disse, dandogli un bacio sulla guancia.
 
 
 
*

“Finita la tua cena, Sammy? Non hai più fame? Non fa niente. Non devi mangiare per forza. Vieni, andiamo a lavarci i denti. Così…bravo. Apri la bocca bene. ecco qua, ora siamo belli puliti entrambi non è vero?” gli chiese dopo avergli asciugato anche la faccia con amorevolezza.
 
 


*

“Mmmmm..”

“Hai visto, Bobby? Ha sospirato. Gli piacciono i massaggi. Lo fanno sentire bene.” diceva Dean, mentre gli massaggiava piano le cosce, sopra i jeans, per aiutarlo con la circolazione visto che Sam stava sempre seduto.
 
 


A volte quando Dean usciva e stava via un po’ di ore, Sam lo chiamava. Fissava il vuoto e chiamava “Dean..” con aria triste.

Bobby allora telefonava a Dean dicendogli che Sam lo cercava.
 

“Eccomi, piccolo. Sono tornato. Hai sentito la mia mancanza?” chiedeva Dean abbracciandolo, mentre Sam era seduto sul divano. Sam aveva gli occhi lucidi mentre lo guardava.

“No, no, piccolo…non piangere, per favore..ora sono qui. non vado più via. Non vado da nessuna parte.”
 
 


Spesso Sam si agitava di notte. Aveva gli incubi. Dean allora, dormiva assieme a lui abbracciandolo, per farlo sentire protetto.

Lo accompagnava a fare le passeggiate al parco, gli raccontava storie che inventava.
 
“E così anche questa volta i due fratelli del destino avevano risolto brillantemente un caso di importanza vitale. Andarono al loro motel come al solito pronti a riposarsi dopo un’altra loro brillante avventura..”

“A- ancora…” diceva Sam.

A Dean venivano gli occhi lucidi e diceva:

“Per oggi basta questa storia, Sammy..ma se ti fa piacere, posso raccontartene un’altra..”
 
 
Poi c’erano i giorni in cui Sam non parlava proprio e si chiudeva in un mutismo assoluto e tristissimo.

“Dean, per quanto tempo pensi che riusciremo a nascondere a Jessica che Sam si trova qui da me?” gli chiese Bobby.

“Il tempo che basterà..”

“Dean, Sam non sta migliorando…non sono per niente d’accordo con la tua decisione di non portarlo all’ospedale..”

“Bobby..”

“E se rimanesse così per sempre? Deve vederlo un medico…cazzo, Dean..è così da più di una settimana…e se avesse bisogno di cure?”

“è colpa di quello che gli ha fatto Alistair..quel bastardo..lo so..se lo trovo, lo ammazzo..”

Ma Bobby scosse la testa.

“No, Dean..non c’entra. Gli altri ragazzi si sono ripresi. Quello che è successo a Sam deve essere una cosa diversa..”

Dean si sentì male in quel momento perché Bobby non sapeva che Sam era morto e Dean aveva fatto quel patto. Non aveva voluto dargli quel dispiacere e in più si sentiva responsabile perché se Sam era in quelle condizioni era a causa del patto che lui aveva fatto.

“Sam sarà sempre Sam…non mi importa se lui è così ora..continuerò a volergli bene…gliene vorrò sempre e non lo abbandonerò..” disse, accarezzandogli i capelli.
 
 
 
 
Erano passate quasi due settimane e Dean sembrava ammalarsi assieme a Sam. Era stanco, triste e non mangiava.

“Dean..dovresti mangiare qualcosa e smettere per un attimo di fissare Sam. così ti ammalerai.” Disse Bobby un giorno.

“Non posso smettere di pensare a come si sente, Bobby, facciamo tutto il possibile per farlo stare meglio, ma..lui è sempre triste. Odio vederlo così, con quello sguardo, sapere che molto probabilmente dentro di lui sta soffrendo. Voglio solo attenuare le sue sofferenze.”

Poi si volse e vide che Bobby stava piangendo. Si asciugava le lacrime. A Dean dispiaceva. Sapeva che anche Bobby voleva tantissimo bene a Sam e anche per lui era difficilissimo vederlo così.

“Se..se mi raccontassi quello che è successo quella volta da Alistair..io ero ferito e non ho potuto vederlo..ha..ha per caso fatto qualcosa al suo cervello? “

“No, Bobby…nessuna lobotomia..anche se, quello che ha fatto ai ragazzi e a Sam, mentre noi non c’eravamo, ci andava vicino.” Disse Dean.
 
Erano passate ormai due settimane e Dean aveva deciso. Per niente al mondo avrebbe lasciato che il patto che aveva fatto, fosse risultato vano. Lui sarebbe andato all’inferno tra dieci anni ma voleva che almeno Sam avesse la vita che meritava e per la quale Dean si stava sacrificando.

Decise quindi di tornare dalla demone.
 
 
 
 
 
 
*

“Mi hai ingannato! Tutte quelle occhiate di compassione..e RISPETTO..erano una trappola per prenderti gioco di me.”

“Non era nessuna trappola, Dean..”

“Sam è tornato, ma è come un vegetale! Non è  per questo che io ho fatto questo patto! Volevo sì che tornasse in vita, ma LUI. Lui per intero. “

“Quello che è successo a Sam è una conseguenza di quello che gli ha fatto Alistair, combinato alla sua morte violenta e improvvisa e al sangue di demone..”

“Cosa? che cosa stai farfugliando?”

La demone sospirò.

“ I ragazzi che voi avete liberato, si sono ripresi dopo il lavaggio mentale che aveva fatto loro, ma loro non erano morti. Sam sì. Sam è morto mentre ancora non si era ripreso del tutto da quello che Alistair gli aveva fatto..”

“Ma quando io ho ritrovato Sam, lui mi ha riconosciuto..parlava..era in sé…”

“Non si era evidentemente ancora ripreso del tutto invece, ma non è tutto. Sam è morto avendo sangue di demone dentro il suo corpo. Il sangue di demone ha come cristallizzato il danno neurologico del tempi passati con Alistair. Non è andato via con la morte. Il sangue di demone l’ha come cristallizzato e tornare in vita non è sufficiente per Sam per risanare le cellule neurologiche morte a causa di questo danno, anzi tornare in vita è stato come aggravarlo da quel punto di vista.”

Dean si era messo le mani nei capelli, addolorato.

“Non posso crederci…Credevo di salvarlo e invece gli ho solo fatto ancora più del male…dimmi che cosa posso fare per rimediare a questo enorme casino..”

“Hai già fatto un patto, Dean..”

“Sì, ma voglio cambiarlo. Voglio alzare la posta in gioco. Basta che salvi mio fratello e lo fai tornare com’era. Ti prego.”
 
La demone lo fissò con uno sguardo penetrante.

“L’unico modo per salvarlo, sarebbe quello di depurarlo dal sangue demoniaco..”

“M-ma..non morirà così? Quando ci siamo divisi, sembrava che stesse per morire, senza di esso..”

“No. Depurarlo non sarebbe come togliergli il sangue con la forza. Proprio per questo l’operazione sarà più lenta e potrebber volerci giorni prima che vedresti Sam tornare come lo conosci. Riacquisterebbe lentamente tutte le sue funzioni e cognizioni cerebrali e al termine di questa operazione non avrà più sangue demoniaco dentro di lui.”

“è fantastico.”

Ma, per una cosa del genere..occorre cambiare il patto. Un anno, Dean.”

“C-che cosa?”

“Non più dieci anni, ma uno solo. Prendere o lasciare.”

“Mi dai la tua parola che non si tratta di un altro trucco?”

“I demoni sono di parola, Dean.”

“Okay. Okay. Un anno, basta..basta solo che Sammy stia bene.”

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Capitolo 32
*** Bacio ***


Come la demone aveva avvertito, Sam non si era ripreso subito. Dean sperava che dopo quell’ennesimo patto avrebbe sentito come un macigno sollevarlo un po’ dal cuore, invece, quando tornò, sembrò che non fosse cambiato nulla.

Si rattristò chedendosi perché loro due dovevano sempre lottare per avvertire anche solo una piccola gioia. Si chiese se non fossero maledetti. Lui per primo.

“Mi dispiace davvero tanto, fratellino. È colpa mia che ti ho trascinato in questa vita. Tu stavi al sicuro con la tua fidanzata..avevi un lavoro..una vita normale. ti ho portato via tutto. Perdonami.” Gli diceva, accarezzandogli i capelli, mentre dormiva.
 
Dopo una settimana, Dean cominciò a vedere sempre di più miglioramenti da parte di Sam. Ora riusciva a reggersi in piedi e camminare da solo, senza curvare la schiena. Si lavava e si vestiva da solo e mangiava merendine di sua iniziativa. A volte l’aveva visto anche stringere il pugno, ma non era per rabbia. Dean credeva che Sam stesse verificando se e quanto gli erano tornate le forze e Dean realizzò che gli stavano tornando del tutto.

Con il passare dei giorni, Sam cominciò a fare domande, a chiedere di Bobby e del demone.

Quando Bobby arrivò, lo abbracciò. Ci volle un po’ ma riprese lentamente l’uso del tutto della parola e delle riflessioni.
 
Neanche allora però il peso dal cuore di Dean era scomparso.

Ora che finalmente Sam era al sicuro, Dean aveva come il terrore che non durasse, che questa fosse una sorta di felicità effimera, un’illusione destinata a essere di nuovo per l’ennesima volta, bruscamente interrotta da una nuova tragedia.

Soprattutto Dean aveva preso una nuova singolare inquietante abitudine.

Quella di osservare Sam.

Lo guardava praticamente sempre ma con ansia crescente e paura.

Quando Sam dormiva, temeva che non si risvegliasse e attendeva con ansia crescente il momento che riapriva gli occhi, dal momento che quand’era morto, era consapevole che non lo avrebbe più fatto.

Oppure temeva di vederlo ripiombare da un momento all’altro in quegli stati di trance in cui disorientato fissava il vuoto.

Quando parlava, Dean lo osservava attentamente sperando che non smettesse di parlare all’improvviso senza una ragione.

Era di più che temerlo. Se lo aspettava.

E più non succedeva, più aveva l’ansia che prima o poi sarebbe successo.
 
Dean si era addirittura offerto di dormire con Sam e il fratellino non aveva capito subito perché il maggiore insistesse tanto. Si era ritrovato ad essere anche un po’ imbarazzato, anche se poi era stato bello condividere quella nuova intimità tra di loro.

Naturalmente Bobby aveva raccontato a Sam il perché del comportamento apprensivo di Dean.

Bobby non sapeva che Sam per poco tempo era morto, ma credeva che Dean si comportasse così per via di quei giorni terribili in cui Sam non si riprendeva ed era come un vegetale.

Era anche per questo, in effetti, anche se non solo!
 

Sam era intenerito dalle preoccupazioni e dalle cure amorevoli di Dean, ma ad un certo punto, allo scoccare della seconda settimana che Dean si comportava così, Sam, anche incoraggiato dal fatto che Bobby avesse stabilito che ormai Sam stava abbastanza bene al punto che i due fratelli potessero continuare il loro tragitto da soli, affrontò Dean da solo, nella stanza del motel.
 


“Amico, qual è il tuo problema?” gli chiese.

“Scusa?” chiese Dean con una smorfia indegnata.

Sam fece una smorfia buffa a metà tra una risatina e un sospiro.

“Mi guardi sempre. Resti ore a fissarmi senza dire niente.”

“Ore a fissarti? Non ti sembra di esagerare?” rise Dean.

“No. E non fare come al solito. Non buttare tutto sulla risata e sullo scherzo, perché è così che fai quando sei preoccupato.”

“Oh, cazzo. Scusa, principessa, non ti guarderò più. Dio, che drammi che fai…” disse Dean cercando di andarsene, ma Sam lo raggiunse in pochi passi.
 
“Dean..” lo chiamò.

“Che c’è?” rispose Dean brusco.

“Guardami.”

“Ma come. Hai appena detto che non devo farlo.”

“Per favore..”

Dean controvoglia riflettè i suoi occhi in quelli chiari del fratello.

Sam lo abbracciò di slancio.

“Sam, cosa..”

“Ti vedo guardarmi ogni giorno, ogni minuto, di ogni giorno. Ti vedo guardarmi con aria spenta, preoccupata, ansiosa..triste..ti vedo guardarmi..come se potessi cadere in pezzi da un momento all’altro..”

“Sam..” disse Dean con voce rotta, prendendogli le braccia, cercando di sciogliere l’abbraccio.

“Vedo le cure amorevoli nei miei confronti, come ti agiti per far sì che io stia bene e che sia sempre contento…come mi tocchi e mi accarezzi..come ti preoccupi del mio stato mentale..” disse Sam parlandogli vicinissimo, mentre Dean teneva i polsi del fratello.

“Sono stanco di guardare..” disse Sam, ad un centimetro del suo viso, socchiudendo gli occhi, mentre Dean li socchiudeva a sua volta.

“Sammy..”

Sammy avvicinò le labbra alle sue e gli diede un soffice ma allo stesso tempo sensuale bacio. Un tocco appena accennato. Sam aveva aperto la bocca, dandogli quel bacio, ma senza tirare fuori la lingua. Forse perché era combattuto. Forse perché temeva di essere respinto. Forse entrambe le cose.

Ci fu un momento di pausa in cui i due fratelli rimasero fermi, come se fosse un attimo cristallizzato per loro all’infinito.

Dean non sapeva cosa dire.

Sfiorò con riverenza quasi, il braccio del fratelilno.

“Tu non sei stanco di guardarmi?” gli chiese Sam socchiudendo gli occhi.

“Noi..non dovremmo..tu..noi..siamo..”

“Sai che non riusciresti mai a guardarmi come se non ti appartenessi..così come non riuscirei io..” disse Sam.

A questa frase Dean non seppe cosa replicare.



Sam lo baciò ancora, un po’ più deciso, mettendogli una mano sul viso e Dean non riuscì più a resistere.

La delicatezza della mano di Sam. Calda e gelata al tempo stesso.

Le labbra di Dean, così morbide e piene ma allo stesso tempo frementi dal desiderio a lungo represso e un po’ rovinate dai lunghi giorni passati a preoccuparsi e a rodersi dall’ansia.
 
Finalmente le loro lingue si incontrarono e fu come fare un giro sull’ottovolante. Un giro ipnotizzante, angosciante, dove provi un’adrenalina sbagliata, folle, dove hai paura, come se stessi attraversando un percorso sbagliato, ma che non puoi frenare.

La ritrosia di Dean scomparve del tutto dopo pochi secondi. Ora la sua lingua si muoveva, bramosa e vogliosa nella bocca di Sam, ansiosa di assaggiare quella bocca calda. Quella bocca che per tutta la vita era stata condivisa con la sua, ma essere parte di Sam non era lo stesso che *possederlo* assaggiarlo, toccarlo, premere i loro bacini contro.
 
Finirono sul letto, uno sopra l’altro, sentendosi incastrati insieme, come se stessero facendo l’amore, malgrado fossero entrambi vestiti.

Sam gli accarezzò di nuovo il viso con devozione e amore, sussurrando struggentemente:

“Ti amo, ti amo, ti amo…”

Dean gli prese la mano. Aveva la bocca spalancata per l’emozione e Sam lo guardò un po’ impaurito che Dean gli rispondesse che lui non lo amava, che era tutto sbagliato, anche questo. Gli teneva le dita strette nelle sue con dolcezza e Sam sentiva che solo per quel tocco avrebbe potuto sciogliersi. Con Dean bastava sempre così poco. Bastava semplicemente che lo sfiorasse per sentire un amore profondo.

“Oh…Sammy…anch’io ti amo….ti amo così tanto che..farei di tutto…farei qualsiasi cosa..affinchè tu sia felice e viva una vita piena..e senza sofferenza..”

Sam lo baciò ancora, contento di quelle parole e poi lo abbracciò con una tenerezza struggente ma stavolta felice.

“Oh, Dean..io sono felice…adesso…per la prima volta da molto tempo sono..così..felice…”
 
Dean represse a fatica le lacrime che gli solcavano il viso, poi non ce la fece più e scivolarono dalle sue guance, ma Sam credette che contenessero la gioia delle loro emozioni.

Si addormentarono così, mentre Dean teneva stretto Sam a sé in un abbraccio a chiocciola.

E nel mentre pensava:

Non posso dirglielo ora..lui è così felice…non voglio rovinare adesso questa sua felicità….devo farlo domani…

Dirlo adesso avrebbe alleggerito forse il cuore di Dean, liberandosi di un peso, ma sarebbe significato spezzare brutalmente la felicità di Sam e del momento del loro primo bacio.

Dean preferiva che fosse lui a soffrire di più, ma lasciare a Sam ancora un pò felice prima che dovesse dirgli la brutale verità.
 

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Capitolo 33
*** Dean racconta tutta la verità e Sam non la prende bene ***


“Allora…? Pensi di finire la tua colazione o preferisci continuare a fissarmi?” gli chiese Sam ridacchiando.

Aveva degli occhi così belli e luccicanti e un rossore lieve che gli incorniciava il volto e i lineamenti così distesi che riflettevano la sua felicità, che Dean avrebbe voluto baciare ogni porzione di quel viso perfetto e adorabile.

“No..no..certo..solo con calma..” bofonchiò Dean addentando un altro pezzo della sua brioche, abbassando lo sguardo imbarazzato.

Sam ridacchiò ancora, evidentemente compiaciuto.
 
Quando tornarono nella loro stanza, Sam si avvicinò un po’ timidamente a Dean e gli incorniciò le braccia al collo, incontrando i suoi occhi.

“Che c’è?” gli chiese Dean, con uno strano tono dolce.

“C’è che…io stamattina avevo una grande ansia di affrontare questo argomento..pensavo che invitarti a fare colazione ci avrebbe sciolti nel parlare..ma tu hai continuato a fissarmi in quel modo..” disse Sam evidentemente felice.

“Mi dispiace..”

“No..va..va benissimo invece, perché io in realtà cercavo solo..una conferma che tu non ti fossi pentito…e l’ho trovata..nel modo in cui mi guardi..” disse Sam, poi gli andò incontro di nuovo per baciarlo dolcemente e Dean non si sottrasse.

“Credevi..credevi che mi pentissi?” gli chiese Dean, accarezzandogli i fianchi.

“Sì…” rispose innocentemente Sam. “Sai che la nostra situazione..è un po’ particolare..so che.anche se eravamo uniti..eri comunque mio fratello…e lo sei ancora..ma..è come se..non mi importasse..” realizzò Sam.

Dean lo fissò.

“A te importa?” gli chiese Sam.

“No.” gli disse Dean, prendendo il suo viso tra le mani e baciandolo dolcemente, soffocando ancora l’impulso di digli tutta la verità.



Aspettò che Sam andasse in bagno per una doccia, per uscire dall’albergo e fare una chiamata a Bobby.
 

“Bobby, so che ti sembrerà una richiesta strana, ma ho bisogno assoluto che tu raggiunga me e Sam. C’è una cosa che devo confessare a Sam. Una cosa che lo farà stare molto male e avrà bisogno del tuo sostegno quando la farò. Non può affrontarlo da solo.”

“Dean, ma che cosa stai dicendo?? Che cosa hai fatto??”

“Lo saprai quando verrai qui, ma prima promettimi che ci sarai, Bobby, è fondamentale.”

“Se vengo, sarà per aiutare tuo fratello a massacrare quella faccia da chiodi se non mi dici subito cos’hai fatto, Dean!”

“Ti aspetto, Bobby, per favore, fa presto.” Disse Dean.
 
 
 

Bobby li raggiunse verso sera. Aveva fatto molte ore di macchina. Dean lo raggiunse nel parcheggio con la scusa di prendere delle patatine fritte.

“Diosanto, Dean. Ho fatto ore di macchine per raggiungervi e ora mi dici pure di aspettare qui? Perché diavolo non posso entrare da Sam ORA?”

“Ascolta, Bobby.è fondamentale che tu aspetti qui. Se Sam ti vede subito, penserà..insomma..delle cose sbagliate..”

Bobby lo guardò arcuando le sopracciglia.

“Tipo cosa?”

“Beh..è successa una cosa..di cui abbiamo discusso..che vogliamo rimanga tra noi. Se Sam ti vede qui senza preavviso, penserà che io ho..ehm..fatto la spia. Invece è un altro il motivo per cui ti ho fatto venire e questa sì che è una cosa importante.”

“Senti, io non sto capendo un cavolo..”

“Fidati di me, ok? Lascia che io parli con Sam, quando sarò uscito da quel motel, poi andrai da Sam che ti spiegherà tutto. Puoi farlo per me?”

Bobby sbuffò.

“Ho fatto trenta, ormai faccio trentuno.” Disse.
 
 
 
Sam nel frattempo chiedeva a Dean quando sarebbero ripartiti e Dean non sapeva che scusa trovare.

“Non capisco perché non torniamo da Bobby. C’è un nuovo caso di cui non mi hai ancora parlato?” chiese Sam.

“Io…”

“è per la questione dell’incesto, vero?”

Dean deglutì. Immaginava che Sam sarebbe stato più esplicito e ancora una volta ringraziò la sua intuizione di dire a Bobby di aspettare fuori.

“Sam..no..c’è qualcosa di più importante che dobbiamo parlare adesso..” disse Dean e il peso nel cuore tornò.

Sam era impressionato.

“Più importante della nostra storia d’amore scandalosa? Cosa potrà mai esserci di…”

“La tua morte, Sam..”
 
Quando rialzò lo sguardo vide Sam impietrito, come se ogni suo zigomo fosse congelato o come se avvertisse la puntura di mille spilli.

“C-che cosa diavolo stai dicendo, Dean?”

“Mi dispiace, ma non c’è un modo meno doloroso per dirtelo. Tu eri morto, Sam.”

“Dean, se questo è uno scherzo è di pessimo gusto, smettila immediatamente!”

“Eri morto!! Sam, ti dico che lo eri, cazzo!!”
 
Vide Sam con lo sguardo perso, poi concentrarsi per ricostruire mentalmente gli avvenimenti, cercando di ricordare qualcosa.

“No…no…stai mentendo..o ti stai sbagliando..tu mi hai raccolto in quel tugurio..ero sì perso, ma vivo..e poi…poi..ero..confuso…ma non..”

“Sammy..”

“Ero confuso, ma non morto, Dean! Lo saprei se fossi morto!! Io..io non…”
 
E poi il volto di Sammy sembrò pietrificarsi di nuovo. Aprì la bocca inorridito.

“Ascoltami, Sammy. Ascoltami. La ferita non è profonda..non è così grave, credimi. Mi prenderò cura di te, come ho sempre fatto. Mi prenderò cura di quella spina nel fianco del mio fratellino. È quello che faccio, no?”
 
Sammy aveva lo sguardo spezzato a metà adesso. Impresso di un dolore terribile.

“Che cosa..hai fatto?”

“Sammy..” disse Dean cercando di avvicinarsi.

“No!! Dimmi che cosa HAI FATTO!!” gridò Sam scaldandosi.

Dean sospirò.

“Io…io ho fatto un patto con un demone..”

“Tu..COSA?”

“Ma non ha funzionato..o meglio, ti ha riportato in vita ma eri…come un vegetale..”

“Io…io ricordo che…facevo fatica a parlare, a muovermi..a pensare lucidamente…e a riordinare i pensieri..ma credevo che fosse solo una lenta guarigione…io non potevo..immaginare..” disse Sam che ricordava quei momenti in cui si sentiva come se la sua anima fosse intrappolata in un corpo difettoso.

“Ho dovuto fare un altro patto. Per riaverti completamente. Solo che stavolta il demone per adempiere a quella richiesta, ha voluto…cambiare il patto. Non più dieci anni, ma uno. Uno solo.”
 
Sam aveva la bocca ancora più spalancata e inorridita sentendo questo.

“Tu hai fatto un patto per andare all’inferno…tra un anno????

“Sammy, ascoltami, io non ho avuto altra scelta…”

“Come hai potuto farlo?? Come hai potuto farlo, maledetto egoista??

“Sammy, era l’unico modo per riaverti indietro!!”

“E chi mi ridarà indietro te quando tra un anno mi lascerai, eh???? Come hai potuto condannarmi ad un tale peso sulle spalle?? TI ODIO. TI ODIO.” Gridava Sam scoppiando in lacrime, spingendolo e quasi facendolo cadere.

“Sammy, per favore, non fare così..non..” implorava Dean che ormai piangeva anche lui.
 
Bobby nel frattempo sentendo le grida di Sam e di Dean, era entrato senza più pensare a tante cerimonie e vedendo Sam in lacrime, si sconvolse.

“Sam, cosa diavolo…”

Sam gli gettò appena un’occhiata, poi cercò di avventarsi contro il fratello.

“IO TI AMMAZZO PRIMA DI LORO!!” gridò e solo l’intervento di Bobby che lo trattenne, riuscì a impedirgli di saltare addosso al fratello.

Non era così che mi immaginavo volessi mettermi le mani addosso! Fu il pensiero di Dean..e l’avrebbe detto davvero a Sam, se solo Bobby non fosse entrato in quella stanza.

“Sam, calmati. Chi? Chi vuole uccidere Dean?” gli chiedeva Bobby, che ovviamente non capiva,

Dean disse solo: “Perdonatemi. Perdonatemi entrambi.” E uscì fuori.
 
Appena uscì, Sam crollò in ginocchio sul pavimento ancora tra le braccia di Bobby.

















Note dell'autrice: 

eccoci qui! Non so cosa vi aspettavate per la confessione di Dean..e capisco se tutto l'ingresso di Bobby è stato per voi un pò confusionario ma davvero non ho trovato altre soluzioni xd Dean voleva che Bobby ci fosse per consolare Sam, ma allo stesso tempo temeva che Sam si sarebbe lasciato sfuggire magari frasi sul loro rapporto se avesse chiesto a Bobby semplicemente di spiare dalla porta xd e non poteva avvisare Sam per tempo, che Bobby stava per arrivare, altrimenti avrebbe dovuto giustificare questo anticipando che doveva dirgli qualcosa..e ve lo immaginate Sam che aspetta pazientemente che arrivi Bobby per sapere quello che Dean doveva dirgli? xd

cmq il tanto temuto angst è arrivato xd

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Capitolo 34
*** Ti salveremo! ***


“Come ha potuto, Bobby, come ha potuto farmi una cosa del genere? Fare un patto con quei…quegli esseri schifosi,  ripugnanti…dopo tutti i discorsi fatti riguardo papà…su quante volte ha detto che non avrebbe dovuto…tutte le volte che ha biasimato quei poveri disgraziati che facevano i patti…tutte le volte che ha detto che non avrebbe mai fatto come papà…gettare un simile peso sulle spalle di qualcun altro…”

“L’ha fatto perché ti vuole bene, Sam. Ti vuole molto bene.” disse Bobby con dolcezza.

“È questo che non capisco…e che non accetto…lui una volta mi odiava. Avrei preferito avesse continuato a farlo, ma vederlo vivo, piuttosto che…”

“Io non credo che lui ti abbia mai odiato veramente…e credimi, dire una cosa del genere per me…insomma..ricordi quello che pensavo di lui all’inizio..”

Sam tirò un po’ su con il naso.

“Non avrebbe dovuto farlo…farmi affezionare così a lui..per poi abbandonarmi..”

“Dean non ha fatto niente per farsi amare da te, Sam, anzi. Lui ha sempre fatto di tutto per farsi odiare.” Disse ragionevole Bobby.

“Hai ragione. Ma io non potevo. Non potevo odiarlo. Non ci sono mai riuscito. Gli ho voluto bene. Gliene voglio ancora molto. È per questo che…l’ho aggredito così. Il pensiero che debba morire per causa mia, per proteggermi…mi distrugge dentro.”

“Sam…” disse Bobby abbracciandolo stretto.

Per Bobby era anche molto difficile. Si era affezionato anche a Dean, certo, ma Sammy era il suo figlio adottivo. Non poteva nascondere del tutto il sollievo per sapere Sam sano e salvo, anche se avesse voluto contribuire ad aiutare Sam a riempire Dean di pugni per quello che aveva fatto, ovvero gettare nello sconforto e nel dolore tutta la famiglia.
 
Sam continuava a singhiozzare tra le sue braccia.

“Sono un pessimo fratello, Bobby…”

“Sam, non dire così…”

“Avrei dovuto consolarlo, dirgli che non doveva preoccuparsi, dirgli che lo amavo comunque…ma non l’ho fatto..e l’ho ferito..come il peggiore degli ingrati..non mi merito di avere lui..” continuava a dire Sam.
 
 
 
 
*

“Dean, ti ho cercato dappertutto, brutto disgraziato.” Disse Bobby, trovandolo ad un bar a bere a qualche isolato da lì.

“Se mi avessi cercato qui, mi avresti trovato subito.” disse Dean, bevendo un altro bicchierino.

“Vieni. Camminiamo un po’.” Disse Bobby, portandolo fuori.
 
 
“Allora? Vuoi picchiarmi anche tu come Sam? Prima che cominci, sappi che non posso difendermi in queste condizioni.” Disse Dean.

“Se volessi picchiarti, non mi fermeresti facendo leva su questo.”

“Uh…che uomo d’onore..” lo prese in giro Dean.

“Hai ragione. Non sono nobile come te. Io non faccio patti con i demoni per salvare delle vite.”

Colpito e affondato. Dean stette in silenzio.

“E comunque non ti picchio perché credo che le botte ricevute da Sam ti siano bastate. E senza neanche che ti sfiorasse un capello.” Disse.

“Quindi in fondo sei un uomo misericordioso..”

“Piantala di scherzare!”

“Se non scherzo cosa mi resta a parte l’ironia?”

“L’amore di tuo fratello. E il mio. della tua famiglia.”

“Non basteranno a salvarmi, Bobby…lo sai anche tu.”
 
Bobby si fermò e gli si parò davanti.

“Stammi a sentire, brutto figlio di puttana. Sei piombato come un fulmine a ciel sereno nella vita di Sam, gliel’hai sconvolta, l’hai sradicato dalla sua perfetta vita normale e gliel’hai riempita di demoni, fantasmi e ogni genere di incubi, l’hai fatto sentire in colpa perché non avevi vissuto la tua vita e hai fatto di tutto per poterla vivere questa vita e ora tu stesso hai provveduto a porne fine, dopo aver scassato le balle a tutti per poterla vivere. Ritieniti fortunato che mi avevi chiesto di restare fuori da quella stanza, altrimenti non avrei fermato Sam da massacrarti di botte, anzi, l’avrei aiutato!”

Dean era scioccato dal discorso, ma riuscì a rispondere cupo:

“Starete meglio senza di me..ho reso la vita un inferno a tutti..”

“Tu non lascerai Sam da solo un’altra volta, dopo che si era abituato ad avere un fratello che lo amava e si prendesse cura di lui. Non lo farai sprofondare in questo dolore, dannato egoista. E sei un pazzo se pensi che io o Sammy, te lo permetteremmo. E questo è tutto.” Disse, andando via, ma lasciando Dean sbalordito e con un seppur mezzo sorriso.
 
 
 
 
 
 
*

Dean era tornato al motel, pronto ad affrontare Sam. Aveva aperto la porta timoroso, ma appena lo fece, Sam gli gettò le braccia al collo.

“Dean! Finalmente sei tornato! Dopo quello che ti ho detto, ho temuto..ho temuto che avresti fatto qualche pazzia…”

Dean lo guardò sorpreso e cercò perfino di scherzare.

“Nah. Il patto è solo se aspetto un anno. Se mi ammazzo prima e da solo, non credo sarebbe valido e non varrebbe lo sforzo.”

Sam contorse il viso con una smorfia e fece un gesto come se volesse dargli uno schiaffo. Dean strinse gli occhi ma Sam si fermò a mezz’aria.

“Perdonami. Continuo a minacciarti e a trattarti male. scusami.”

“Va tutto bene..Sammy..capisco perché sei arrabbiato e hai ragione..ma…”

“Dean…io sono preoccupato da morire per te…perché io…ti amo. Non è possibile che…appena ci siamo resi conto di amarci, tu…tu..”

“Sammy..”

“Io non posso vivere senza di te. Ci deve essere un modo per rompere il patto e io ti salverò. Questa volta sarò io a salvare TE.” Gli disse.
 

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Capitolo 35
*** Giustizia e Vendetta ***


Quando Sam rincontra Jake, vede lo sguardo di quest’ultimo terrorizzato.

“No..tu eri morto. Ti ho ucciso. Io ti ho ucciso…”

Quelle parole ebbero l’effetto di una bomba nelle orecchie di Sam, perché gli ricordarono ancora di più quello che aveva fatto Dean e che non avrebbe fatto, non avrebbe avuto bisogno di fare, se Jake non lo avesse ucciso.

Sam lo rincorse e quando finalmente riuscì a sparargli, continuò a infierire, sparandogli più volte, anche quando era ormai a terra. Sul volto uno sguardo di puro odio e di follia omicida.

Sam non lo odiava solo per quello che aveva fatto a lui, ma soprattutto perché uccidendolo, aveva portato Dean a sacrificarsi per salvarlo.
 
 
 
Quando Dean vide la rabbia omicida di Sam, rimase senza parole. Soprattutto perchè aveva capito molto bene quello che Sam stava provando. Sapeva che Sam addossava a Jake la colpa, la condanna di Dean all’inferno.

Capì anche che Sam lo stava facendo per Dean, ma anche per sé stesso, per entrambi. Per quello che avevano passato da quel giorno. Per quello che aveva fatto loro.
 
 
Quando finalmente Dean riuscì ad uccidere Alistair al cimitero, fu come vendicare anni di lotta, anni spesi a cercare di vendicarsi, fu come vendicare anche…papà.

“Ho aiutato tuo fratello a dividervi…è grazie a me se state insieme. Bel modo di ripagarmi..ma non mi aspetto che persone come voi, capiscano..LA GRATITUDINE.” Sputò fuori Alistair ridacchiando.

“Hai ucciso mio padre…..e non fingere che riunirmi con Sam era quello che volessi..hai cercato di mettermi contro di lui..e mi hai fatto addirittura bere sangue di un demone…hai cercato di friggere il cervello a mio fratello...hai fatto molte cose orribili... ma più di tutto..non dovevi toccare SAM.” disse Dean prima di sparargli.
 
 
 
Quando poi videro il fantasma di John Winchester che riuscì a scappare dall’inferno e sorrise radioso ad entrambi, accarezzandogli loro le spalle, prima di svanire in una luce bianca verso il cielo, solo quella visione, di loro padre che sorrideva, di nuovo felice e via da quel posto infernale, valse tutto quel dolore e quelle lacrime.
















 Note dell'autrice: 

lo so, ho dimezzato di tantissimo..xd ma mi sembrava davvero inutile ricapitolare tutto quello che succedeva già nel telfilm, la puntata a cui faccio riferimento è la 2 x 22, "Scontro tra prescelti - seconda puntata " ^^ 

So che magari quello che vi chiedete, se non riporto proprio tutto, è quanto del telefilm accade davvero e quanto no. Cerco di essere più precisa possibile e vi dico che, dove faccio un minimo accenno alle puntate, vuol dire che quei casi - puntate sono capitate anche nella fanfiction, così come ho fatto in questo capitolo e come farò anche in altri...alcuni casi della prima stagione, Sam li ha passati, anche se li ho immaginati diversi essendo che nel telefilm li indagava con Dean, e qui non ha potuto...i casi della seconda e terza stagione immaginateli sparpagliati e non con un ordine preciso e solo nel caso non vanno a interferire con la trama che ho deciso qui xd per esempio vi dico già che Bela non comparirà in questa fanfiction, quindi magari parlerò anche dell'episodio della nave fantasma, ma lei non ci sarà..

spero di non avervi confuso ancora di più le idee xd cmq tranquilli che se si tratta di grossi cambiamenti, vi avverto xd

pps sempre parlando di questo, ci tenevo a inserire la 2 x 22 perchè metto un punto alla questione con Alistair...e se notate infatti parlavo di differenze...e mi è piaciuto infatti inserire Alistair che facesse riferimento al fatto che fosse in parte merito suo se i due stavano ora insieme..anche se in realtà ha cercato solo di salvarsi in extremis e se avesse avuto la possibilità, li avrebbe messi uno contro l'altro, come ha infatti cercato di fare xd

Sam e la sua furia. è una cosa che ho notato nel telefilm..la sua furia quando ha ucciso jake..e se notate ha cambiato atteggiamento quando ha realizzato che jake lo aveva ucciso..e non mi è sembrato proprio per niente che fosse arrabbiato con lui per questo ma proprio perchè aveva realizzato solo in quel momento che dean doveva avere fatto qualcosa di grave per riportarlo indietro!

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Capitolo 36
*** Passione o...no? ***


Cosa potrebbero fare Sam e Dean ora che Alistair, il demone dagli occhi gialli, è finalmente morto?

Forse tornare alla loro vita da cacciatori?

Sam tornare da Jessica?

Litigare? Trovare una soluzione per il patto o forse rinfacciare ancora al fratellone che non doveva farlo?
 
Niente di tutto questo. In questo momento i fratellini si stavano facendo coccole piuttosto spinte nel letto di un motel qualsiasi.
 
Dean lo sovrastava, sdraiato su di lui, ma anche così, sembrava Dean quello che lottava per non perdere il controllo.

Con il fiatone e l’affanno, cercava di spegnere l’eccitazione che stava diropendo in entrambi, con dei semplici baci sul collo, che non potevano fare molto.

Sam non si ribellava, anzi! Lo incitava.
 


“Dio…Sam…ti voglio..” farfugliava Dean, in quelle poche parole comprensibili che Sam riusciva a cogliere.

“Allora…prendimi..” lo sfidò Sam.
 
Dean lo accarezzava sotto la maglietta, senza apparentemente darsi una mossa. Sam si guardò intorno, roteando gli occhi, un po’ perplesso, poi decise di “svegliarlo.”

Passò una mano pericolosamente vicina all’inguine di Dean, accarezzandolo da quella parte, ma Dean fece per spostargli il braccio, riportandolo sopra, cercando di non sembrare brusco.

Sam lo fissò basito.

“Dean…aspetta….non hai…non hai mai…” cominciò, ricordandosi però in ritardo di quell’exploit con il ragazzo Jared e ingelosendosi ancora al pensiero.

“Sì, sì, certo che sì. Non è questo il punto. Il punto è andarci piano, ok?”

Sam scoppiò a ridere. “Più piano di così..e poi non voglio mica..fare sesso..voglio solo…toccarti..”

Dean espresse una risatina. “Devi proprio toccarmi….?”
 
Sam lo fissò disorientato e basito. Spalancò la bocca, poi disse:

“Và via.”

“Sam, aspetta, mi sono espresso male..”

“VATTENE!!”

Dean deglutì, fissandolo anch’esso a bocca aperta. Ora Sam aveva gli occhi un po’ lucidi.

“Come puoi trattarmi così?” gli chiese Dean.

“Come puoi umiliarmi in questo modo??” gli chiese di rimando Sam.

“SIAMO FRATELLI, SAM!!”

“Oh, certo, aspettavo questa scusa da quattro soldi, sapevo che prima o poi sarebbe arrivata!!”

“Non è una scusa!”

“Perché non dirlo prima allora?? Perché hai illuso me, te, noi..io non so neanche che cosa sto dicendo..”

“Sam..”

“Ci stavamo baciando e sembrava andarti bene…quindi..quindi cosa..” deglutì Sam.

Dean si leccò le labbra, cercando di trovare le parole.

“Ci stavamo coccolando…io non credo che…un po’ di coccole siano..incesto..ecco..” disse Dean vergognandosi.

Sam lo fissò a bocca aperta.

“Scommetto che questo invece” disse Sam, avvicinando la bocca a quella di Dean che avvampò “e questo” disse mostrando il succhiotto che Dean gli aveva fatto “lo è!!”

“Sam..non capisci il punto..” disse Dean, tenendolo per le spalle.

“Io capisco solo che tu non mi vuoi.”

“Questa è una cazzo di bugia!!”

Sam stette zitto, aspettando questo punto, ma Dean si perse nei suoi occhi.

“Io ti amo.” Disse allora.

“Dimostralo.” Disse Sam addolcendosi un pochino.

Dean sembrò vacillare per un momento, poi cercò di ricomporsi.

“Ok, ascolta..allora questo va bene,ok?” gli chiese Dean dandogli dei piccoli baci sulla bocca.

Sam lo guardò sempre più perplesso.

“Anche questo..” disse stringendoselo addosso “ma non..insomma..hai capito.”

“Dean, tutto questo non ha senso..”

“Dammi..solo un po’ di tempo per pensare..ok? Non mi importa di quello. Quello che voglio io, è solo…poterti stringere, finalmente. Dopo anni. Non lo vuoi anche tu?” gli chiese Dean, stringendolo teneramente.

Sam lo fissò con amore, poi gli accarezzò il viso con le dita.

“Sì. Sì, Dean.” Disse, abbracciandolo a sua volta e lasciandosi avvolgere dalle sue braccia.
















Note dell'autrice: 

okkkk ahhah gli spettri di "il mio amore ti salverà" riemergono ahhah chi ha letto la mia storia capirà xd mi dispiace per una volta volevo che dean fosse convinto di volere Sam e non partisse con le solite frasi..ma almeno un minimo turbamento dovevo metterlo xd non durerà state tranquilli!

Comunque tantissime cose devono ancora accadere! Il patto, Jessica e non dimenticate che i fratelli essendo gemelli festeggerebbero il compleanno insieme!!

ahhaha

inoltre..riuscirà Dean a resistere a Sam??

alla prosima puntata! ahhah

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Capitolo 37
*** Amore assoluto ***


Sam e Dean avevano dormito abbracciati. In quel momento Sam era sdraiato sopra di lui. Gli aveva sollevato appena la maglia per guardare e tracciare con le dita il suo torace, studiandone i contorni, ammirato, da quella che giudicava non solo come la perfezione, ma un miracolo, un perfetto caso scientifico e…magia.

Sam gli diede poi un bacio affettuoso sul suo torace nudo.

Dean stava ancora sonnecchiando e aprì appena gli occhi, svegliato da quelle dolci attenzioni.

“Che cosa fai?” chiese.

“Osservo…un miracolo..” disse Sam dandogli ancora un devoto bacio sul torace.

Qualcosa si sciolse dentro il cuore di Dean.

“Miracolo?” chiese.

Sam tracciò ancora le linee del suo torace, dicendo dolcemente:

“Noi eravamo..uno..una sola persona…e adesso siamo..due..”

“Sì, ma ti ricordo che prima che..succedesse..eravamo due…ma è stato bello essere poi una persona sola.” Aggiunse Dean frettolosamente, pizzicandogli il mento dolcemente, per timore di offenderlo.

“Credevo che ti avesse fatto soffrire…”

“Sì, ma poi…voglio dire..non è stato tutto brutto…nel senso..io volevo avere una vita individuale perché…in un certo senso mi sentivo prigioniero, ma è stato anche bello…mi dispiace di avertelo rinfacciato, ma adesso…adesso sono contento che sia andata così.” Disse Dean, accarezzandogli ancora il mento.

Sam sorrise e i due si diedero ancora un bacio, poi Sam disse ancora:

“Okay..eravamo due all’inizio…ma come ti spieghi però che…voglio dire, poi quando tu sei uscito da me, eri così…? Con questo corpo.”

Dean rispose:

“Beh…perché io nel frattempo ero vivo…e quindi ero cresciuto..con te..assieme a te…eravamo come gemelli siamesi.”

“Sì, ma..il tuo corpo non era visibile..attorno al mio..voglio dire..i gemelli siamesi sono attaccati insieme..ma si vedono…tu invece…eri proprio dentro di me.”

Dean se lo abbracciò stretto.

“Già…”

“E nonostante questo, nonostante fossimo..fusi insieme…nonostante il tuo corpo non potesse essere separato dal mio..ha potuto comunque svilupparsi..non so come ha fatto..ma lo ha fatto…era come una crisalide…nascosta, invisibile…e quando ho bevuto la pozione. Si è scoperta. Non ha risentito..della condivisione con il mio corpo. Non ha intaccato..la tua bellezza..”

“Sam, adesso basta con le sdolcinaterie..” lo fermò Dean imbarazzato.

“Dico la verità..guarda quanto sei bello..sei stato dentro di me tutto questo tempo ma questo non ha impedito a questa bellezza di non nascere…o di sfiorire..” disse, accarezzandogli il torace e i capelli.

“Forse è successo perché tu non mi hai rubato la vita, come credevo scioccamente..ma mi hai protetto…” disse Dean dolcemente.

Sam appoggiò la testa sul suo torace e gli diede un bacio affettuoso mentre Dean gli pettinava i capelli.

“Com’è stato..vivere insieme a me per tutto questo tempo?” gli chiese senza guardarlo.

Dean sorrise dolcemente e poi decise di essere sincero.

“In alcuni momenti ti odiavo..non potevo fuggire. Ero costretto a vivere guardando il mondo con i tuoi occhi, muovermi con i tuoi arti, ma allo stesso tempo era come…sai..possedere qualcuno.. camminavo, parlavo, con la tua voce…ma non ero davvero fuori..mi sentivo sempre..prigioniero..come se fossi fuori ma allo stesso tempo fossi dentro una gabbia. Sentivo i raggi del sole ma come attraverso un velo. È difficile da spiegare. Sentivo il terreno sotto i piedi, ma in realtà non ero io a sentirlo, eri tu che lo provavi e i tuoi sentimenti e le tue sensazioni arrivavano attraverso me come riflesso.”

“Deve essere stato terribile…”

“Poi ho cominciato a volere conservare dei pensieri miei..solo miei..era per questo che..anche se percepivo che una volta saputa della mia esistenza, tu mi volevi bene, non lo capivo a fondo..”

“Perché?”

“Perché per sentirmi una persona divisa da te, dovevo concentrarmi sulla mia individualità..per poter fare questo però, mi sfuggiva parte dell’empatia che condividevo con te. Dovevo staccarmi da essa se volevo sentirmi una persona singola..in questo modo non sapevo precisamente sempre cosa ti passava per la testa..e nel cuore..”

Sam continuava ad accarezzargli piano le guance con le dita.

“Ma lo avvertivo sai..a volte…un amore potente…e mi entrava dentro, come a colpirmi. Quando succedeva, mi sentivo bene..”

“Era l’amore che provavo per te. Desideravo così tanto che ti arrivasse.” Disse Sam baciandolo dolcemente.
 
"E tu? Cosa provavi quando condividevamo lo stesso corpo? Ti avrò fatto impazzire..mi dispiace.." disse Dean triste.  
 
"Io..sentivo come una presenza..dentro di me..estranea..ma allo stesso tempo famigliare..che non sapevo gestire...ma che poi ho cominciato ad amare..detestavo l'idea di sopprimerla con i farmaci..smisi di prenderli..."

"Anche perchè io te li facevo rigettare." disse Dean ridendo.

"Cosa? Brutto stronzo. Eri tu??" chiese Sam facendo per picchiarlo.

"Detestavo quelle robacce..e poi non potevo rischiare fossero nocive..per me..ma anche per te....non potevo rischiare che friggessero questo bel cervellino nerd" disse Dean scrollandogli i capelli.

"Hai fatto bene. Non avrei mai dovuto dare ascolto a chi mi diceva che ero pazzo..."

"Tu non sei pazzo, Sam. Tu sei stato così generoso..permettendomi di vivere attraverso di te. Senza di te io non.."

"Dean, io non ho fatto nulla..è stato il sangue di demone.."

"Non credo sia così...forse è stato anche quello, ma sei stato anche tu, Sam. IL tuo corpo mi ha..accolto. Doveva essere lui, tu, a volerlo." disse Dean dolcemente.

Vide che sam arrossì un pò e quindi si schiarì la voce:

"Non voleva..ehm...avere un doppio senso."

"Stupido." biascicò Sam. Si morse la lingua per non dirgli che, se avesse voluto, avrebbe potuto anche accoglierlo in un altro modo!



Le settimane proseguivano in linea tranquilla. Sam e Dean continuavano a cacciare insieme e quando entravano nei vari motel, sorridevano quando i padroni davano automaticamente loro una stanza matrimoniale.




“Io non capisco perché ci credono gay!” diceva Dean entrando in una delle solite stanze.

“Mah. Tu fai tanto il macho..” diceva Sam, pizzicandogli il sedere.

“Ehi!!”

“Penseranno che esageri apposta…” disse ancora intrecciando le mani al suo collo e baciandolo divertito.

Il cellulare di Sam squillò. Una chiamata di Jessica.

Sam sbuffò e chiuse la chiamata.

“Mi dispiace. Le ho detto che è finita..ma..insiste. Credo che..sì, credo che cambierò numero.” Disse esasperato.

Dean lo abbracciò da dietro: “Sai, credo che lei mi odierà ormai..prima ti porto via da lei..ora..la lasci. Penserà che..ti ho portato via io da lei.”

“E non è così?” disse Sam, baciandolo e lasciandosi baciare appassionatamente.
 
 
Era bello quando si fermavano in piena notte, troppo stanchi per continuare ad andare avanti senza prima fermarsi ad un autogrill di passaggio.

Compravano patatine, panini o altre schifezze e mangiavano in macchina.  Solo loro due e il buio e le stelle.

A volte appoggiavano la testa sopra la spalla dell’altro mentre mangiavano, a volte guardavano le stelle in cielo sopra la capote della macchina.

A volte ancora si sdraiavano sul prato divertendosi a sfidare l’altro a indovinare le costellazioni.
 
 
La parte più bella però era dormire insieme.

Sam ricordava ancora la prima volta davvero imbarazzante.

Dean aveva ancora paura di toccarlo in modi non proprio consoni e cercava di tenere le distanze, ma il cucciolo Sam, lo abbracciava e Dean non sapeva cosa fare.

Sam aveva trattenuto a stento una risatina e aveva arrotolato la gamba intorno alla sua, in una presa da cui non poteva scappare.

Una presa ferrea ma possessiva e dolce.

Dean aveva appoggiato la testa sul suo collo e aveva inspirato a fondo il suo profumo.

Era bello perché anche se non facevano sesso, quella presa marcata li rendeva uniti proprio come degli amanti appassionati.

Erano intrecciati in un modo come se fossero ancora gemelli siamesi.

Era a questo che pensava Sam.

Quasi gli dispiaceva non poter provare di nuovo quella fusione. Si trovò a rimpiangere il sesso.
 
 
 
 
 
 
*

“Sai, avrei voluto che fossi tu…” disse Dean un giorno, in macchina.

“Mh?” domandò Sam.

“Avrei…voluto fare con te l’amore per la prima volta.” Confessò Dean.

Sam avvampò. Non si aspettava una simile dichiarazione.

“Dean..questo non aiuta.” Disse Sam.

“Lo so..scusami…ma io..dovevo dirlo, ecco.”

Sam stette in silenzio un po’ e poi disse:

“Quindi sei pentito di averlo fatto con Jared?”

Dean lo guardò profondamente e disse:

“Sì.”

“Non esserlo. “

“Cosa?”

“è andata esattamente come doveva andare. Facendo sesso con lui, hai..hai permesso a una grande storia d’amore di nascere. L’ho vista anche io quella scena, sai?”

“C-cosa?”

“Sì. Jensen e Jared. Jared mi ha…mi ha parlato. Mi ha detto delle cose, inoltre.”
 
Sam raccontò quello di cui avevano parlato Jared e lui quando Dean era entrato in quel bar.

“Sai..ho fatto l’amore con lui..perchè pensavo a un altro, ma lui è stato davvero molto amorevole. Mi ha fatto sentire bene…e se lui l’ha fatto per lo stesso motivo..forse era perché pensava a te.”

Lui mi ha incoraggiato a farmi avanti con il ragazzo che amo..sento di doverti consigliare la stessa cosa..” disse Jared dolcemente.

“Incredibile. Quindi ti avrebbe incoraggiato a provarci con me.” disse Dean.

“Già..non è assurdo?” rise Sam.

“Aspetta di sentire quello che ha detto a me.”
 
Così Dean raccontò a sua volta.

La tristezza con cui hai detto che gli somiglio....anche tu stavi cercando di dimenticare qualcuno..forse proprio Sam..." 

"Jared...io.." Dean tentennò. Non voleva dire che Sam era suo fratello. Avrebbe dovuto anche spiegare la tristezza e non poteva di certo dire la verità. 

"Promettimi che aggiusterai le cose con lui...qualsiasi cosa sia successa tra di voi..non puoi dare consigli d'amore a qualcuno se non sei in grado di darli a te stesso." disse Jared sorridendo

 
“A quanto pare tutti pensano che noi dovremmo stare insieme.” Disse Dean orgoglioso.
“Solo noi ci abbiamo messo tanto a capirlo.” Disse Sam.
 
 
Sam avrebbe fatto qualunque cosa per non perdere Dean. Anche farsi ingannare da un tizio che gli avrebbe promesso che con una speciale pozione, lui e Dean avrebbero potuto tornare a essere una persona sola.

Se Dean fosse tornato dentro Sam, non potevano più venire a prenderlo per portarlo all’inferno, giusto?

Ma come sarà andata a finire questa storia?

Cosa sarà successo all’ingenuo Sam?
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 38
*** Desiderio esplosivo ***


Solo fratelli, vero?

Beh, ma come fai, quando tuo fratello, per cui spasimi come se avessi ancora 14 anni, te lo ritrovi sempre nello stesso spazio, nella stessa stanza, sempre addosso? Pensava Sam.


“Mmmmm…”

Impossibile dire chi sospirava/gemeva tra i due, perché entrambi sospiravano e gemevano.

I fratelli erano a letto che si coccolavano e per coccole si intendeva coccole molto hard.

Ci avevano provato a fare i fratelli pudici, ma le mani…le mani erano un altro discorso.

Era difficile tenerle a posto, quando eri così vicino alla persona che desideravi.

Ti veniva voglia di toccarla, accarezzarla.

Loro si toccavano e si accarezzavano, sotto i vestiti, cercando di non andare troppo oltre.

Si accarezzavano il torace, le gambe, a volte dormivano in boxer.
 

“Dio…” disse Dean, alzandosi.

“Che c’è?” chiese Sam.

“Non fare finta di non capire.” Disse Dean. Sam scoppiò a ridere e Dean si chiuse in bagno.

“Dean!! Non puoi farlo mentre io sono qui!! Dai!!” gridò Sam dall’altra stanza.

“Vattene via, Sam!!” aveva gridato Dean di rimando.

“Non puoi essere serio. Dai esci. Ti aiuto, se vuoi!”

“NO!!”
 

Sam sospirava e poi andava di sotto a bersi qualcosa, un po’ irritato.

“Sei ridicolo, lo sai??” gli diceva prima di chiudere la porta.
 
 
 
 
 
 
*

“Allora, com’è andata??” chiedeva Dean, ansioso, in ospedale.

Sam lo guardò e poi disse sorridente:

“Sono incinto!!”

Dean gli diede una pacca sulla testa.

“Ehi!”

“Ti sembra il momento di scherzare??”

“Siamo fratelli, Dean!! L’ho sempre saputo. L’abbiamo sempre saputo! Non c’era bisogno di queste analisi stupide per saperlo!” disse Sam, sbattendogliele sul petto in malo modo.
 
 
 
 
Per un po’ in macchina, nessuno disse una parola, poi:

“Beh…scusa…ma io…dovevamo esserne sicuri…sai che questa cosa della genetica era un po’ insicura.”

Sam lo guardò sorpreso.

“Vuoi scherzare? Dean, eravamo entrambi nella pancia di nostra madre, come fai a…”

“Lo so, lo so! Ma poi, io sono stato assorbito da te..e..insomma,poteva darsi che non avessimo più lo stesso sangue o che…ci fosse stata una mutazione del dna..non lo so come funzionano queste cose…”

“Tu saresti stato comunque mio fratello, Dean. Mutazione genetica di dna o no.” disse l’altro.

“Sì, sì,lo so..è che..non so neanche io..è solo che volevo esserne sicuro..”

“Capisco. Quindi sei dispiaciuto che lo siamo? Perché io no!”

Dean gli sorrise calorosamente, accarezzandogli una guancia.

“No, ma questa cosa…insomma..sì, noi dovremmo piantarla, Sam. Intendo di fare quello che facciamo.”

Sam sospirò.

“Va bene. Okay.”
 
 
 
 
 
 
Neanche quindici minuti dopo, i due fratelli avevano mandato all’aria ogni parola detta poco prima in macchina…

I fratelli erano in boxer sul letto e strusciavano le loro erezioni l’uno contro l’altro.

Anzi, Dean strusciava la sua erezione su quella di Sam.

Ed entrambi gemevano in preda agli ormoni.


“Dio….dio….sì….” diceva Sam, afferrando le lenzuola strette con i pugni.

“Dici….che..riesco a farti venire…con una sola strusciatina, eh?” gli chiedeva Dean, semi sdraiato sopra Sam.

“N-non lo so…forse…sì…”

Dean appoggiò la bocca al suo orecchio, sussurrando roco:

“Il tuo corpo è così sensibile…mi piace…”

“E il..tuo? Stai per crollare…lo sent….AHHH.”

Dean si alzò su all’improvviso a cavalcioni su di lui, reclinando il bacino all’improvviso e Sam non se lo aspettava.

“DEAN!!”

“Avanti…vieni, Sam…vieni per tuo fratello. Come on!” lo sfidò.
 
 


“Ahhh.”

“AHHH”.
 
Dopo poco vennero entrambi, Sam con un grido più simile a uno squittio, Dean un po’ più roco, ma entrambi erano soddisfatti.

Avevano entrambi tenuto su le mutande e adesso erano ovviamente bagnati.
 
Dean crollò sul letto a pochi centimetri dalla mano di Sam, che, ancora esausto, la mosse un po’ in cerca di una sfuggevole carezza.

Dean andò incontro a quel tocco.

“Dovremmo…lavarci. Prima io..no..aspetta..prima tu…”

“Potremmo..farla insieme.” Disse Sam speranzoso.

“No. è..troppo piccola…”

“Dean..dopo quello che abbiamo fatto, non credi sia..un po’..strano..avere ancora questo pudore. Voglio dire…siamo appena venuti uno sopra l’altro e..ti preoccupi di vedermi nudo?”

“La doccia, Sammy. Non starci troppo.”

Sam sbuffò esasperato.

“Tu sei proprio contorto!!” disse, prima di chiudersi in bagno.
 
 
 
 
*

Ecco, questo è quello che succedeva a me e Dean..l’eccitazione e la tensione sessuale tra di noi era difficile da spegnere, ma comunque…ci toccavamo solo.

Niente sesso, ma il petting con relativo orgasmo è considerato sesso?

Non lo so.

Poi le cose..si sono un po’ evolute, ehm.

Non immaginavo proprio che sarebbe successo, voglio dire…quando mi adoperai all’operazione:

riuniamo il mio corpo con quello di Dean, credevo che se fossi riuscito, potevo scordarmi il sesso e anche di poterlo più toccare, se invece la cosa fosse fallita, non mi avrebbe mai perdonato e addio comunque al sesso.

Chi poteva immaginarsi quello che sarebbe accaduto invece?
 
















Note dell'autrice: 

lo so, lo so, avete mille domande hahah

per prima cosa..devo spiegarmi come mai ho deciso di fare questa cosa..semplicemente perchè sembrava assurdo anche a me che, essendo che Dean ama Sam, riusciva a tenere le mani a posto, essendo che ne è anche attratto ed essendo che condividono sempre lo stesso spazio..sarebbe sembrata una cosa un pò inversimile xd

invece per quanto riguarda la parte finale..so che vi aspettavate un altro capitolo ma io volevo inserire prima questo per far capire che prima che succederà quello che succederà, hanno già avuto una qualche forma di intimità :pp

poi nel prossimo capitolo capirete meglio perchè ho voluto fare questa cosa :ppp

  Pps solo per chiarire magari un dubbio: questo è quello che succedeva e va a cavallo con il capitolo precedente xd anche se dire "a cavallo" dopo questo capitolo avrebbe un doppio senso un pò strano xd

Comunque questo è quello che succede PRIMA. DOPO Sam si rivolge a qualcuno per la riunione corpi e nel prossimo capitolo vedremo che succede!

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Capitolo 39
*** "Gravidanza" indesiderata ***


“Ohhhhhhhh……” gemeva Sam.

“Dai, vieni con me, stà tranquillo.”

“Ahhhhhhh.”

“Sam, calmati.

“”Ahia, ahia, mi fa male…”

“Lo so, lo so, adesso passa…promesso…tieniti aggrappato a me..”
 
 
 
No, Sam e Dean non stavano facendo sesso, come si potrebbe pensare.

Quell’incosciente del fratellino, si era rivolto a una strega che, gli aveva promesso che bevendo una strana pozione dal liquido verdastro, si sarebbe riunito con il fratello gemello.

Dean aveva scoperto tutto e aveva smascherato l’arcano.

La “strega” non era nient’altro che uno stregone potente e malvagio vissuto secoli or sono. Era riuscito a tornare nel mondo chissà grazie a che cosa e ora stava cercando di riportare in vita anche la sua dolce metà, la strega Ursula.

Per farlo però, aveva bisogno di usare un corpo. Appena aveva visto Sam, aveva trovato in lui l’esca ideale, anche se era un maschio, non importava.

Nella pancia di Sam si sarebbe instillato un seme che sarebbe poi evoluto, ma al contrario di quello che si potrebbe pensare, quando sarebbe arrivato il momento, Sam avrebbe semplicemente “covato “ l’uovo, una volta “nato” nel giro di pochi giorni o settimane, la strega sarebbe dovuta crescere fino ad arrivare al suo stato originario quando morì.

L’unica cosa è che, l’incubazione avrebbe probabilmente ucciso sia il portatore che il “nascituro”. Era una cosa folle da fare, in tutti i sensi. Dean aveva l’impressione che lo stregone mutaforma non sapesse esattamente cosa stava facendo e avesse agito perché disperato.
 
Aveva comunque ucciso lo stregone perché era malvagio, oltre ad aver fatto una cosa simile a Sam..e avrebbe ucciso anche la sua degna compare di malvagità.

Ora però, doveva occuparsi di Sam.
 
 
“Dean…ohhh..piano..”

“Ecco, così, stenditi. Uff..sei pesante, fratellino.” Disse Dean adangiandolo sui sedili della macchina.

“Hai..visto, Dean? Alla fine..è vero che ero incinto…” disse Sam cercando di ridere, riferendosi a quella volta in cui erano andati all’ospedale per stabilire se erano davvero fratelli.

“Già…sono molto arrabbiato con te, lo sai?” gli chiese Dean accarezzandogli la guancia.

“Lo so…” disse Sam.

“Dovresti sapere che nessuno, che abbia il potere di aiutarti in questo mondo, per queste cose e intendo cose magiche…lo farebbe senza un proprio beneficio..dovevi immaginare che c’era sotto un imbroglio, Sam..”

“Io non..ci ho neanche pensato..pensavo solo a salvarti..ero disperato..come lo stregone..”

“Tu non sei come lui..” disse Dean con aria dura. “E anche se sono molto arrabbiato con te per aver agito alle mie spalle, questo devi saperlo…”

“Dean, io..”

“Sam, perché? Dio..perchè volevi che ci riunissimo? Sai questo cos’avrebbe significato?”

“Sì…salvarti la vita..”

Dean scosse la testa.

“Se i demoni vogliono l’anima, l’anima prendono..anche se avrebbe significato distruggere anche te e in questo modo il mio sacrificio sarebbe risultato vano.”

Sam inorridì.

“E anche se avesse funzionato, come pensi mi sarei sentito? Finalmente posso toccarti..stringerti a me…e tu volevi…riportarmi indietro?” gli chiese triste accarezzandogli una guancia.

“Ad..ogni modo…non ti avrò più con me, no? Ahh!! Se i demoni..ti..ufff..prendono….”

“Cerca di stare calmo, Sam, non devi agitarti.  Adesso andiamo da Bobby, ok? Lui nel suo laboratorio ha quello che può guarirti.” disse Dean mettendosi finalmente al posto di guida.

“Cazzo..non dirmi che devo…abortire..” sospirò Sam.

Dean sospirò pesantemente.

“Sì, mi dispiace..”

Sam chiuse gli occhi e sospirò.

“Cazzo..”

“Quel figlio di puttana…” disse Dean facendo rombare il motore a velocità supersonica.

















 Note dell'autrice: 

allora!! Questa storia dal titolo lo strano caso di Sam, non è mai stata così azeccata per un titolo così, come in questa storia!! ahhah gliene ho fatte passare di ogni xd prima gemello di anima con Dean, POI muore e ritorna come vegetale, adesso incinto ahhahh xd

e vi giuro che davvero non avevo intenzione di farlo restare anche incinto, quando Sam ha fatto quella battuta in ospedale, non pensavo di metterlo davvero ahha xd come al solito, alla fine la storia è come se agisse da sola xd

Lo so, non è il massimo da vedere o leggere..e sembra un pò trash, ma vi assicuro che non durerà molto!

All'inizio avevo pensato solo a una pozione che facesse stare male Sam, ma dovevo dare una giustificazione del fatto che lo stregone avesse fatto una cosa simile a Sam e mi veniva in mente solo questo...sorry o.o

cmq non perdetevi il prossimo capitolo xd

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Capitolo 40
*** Non mi aspettavo sarebbe successo così! ***


Sam era sdraiato sul letto della panic room, una stanza in più che aveva costruito Bobby da quando la vita dedicata ai fantasmi, aveva invaso la vita dei fratelli e di conseguenza anche la sua.

Si lamentava ed era di umore pessimo, il che non aiutava per niente.

“Sam..capisco che nel tuo…stato..sei da capire, ma se continui a stare così triste, complichi solo le cose e ritardi il tuo processo di guarigione…” disse Dean, tornando dal fratello.

“Sì, beh, nella mia vita non mi sono mai sognato che un giorno avrei dovuto preoccuparmi di interrompere una gravidanza!!” disse scocciato e frustrato.

Dean sospirò.

“Sam, te l’ho già detto e l’ha fatto anche Bobby, anzi, mi ha pregato in ginocchio di venire qua da te a cercare di farti ragionare.”

“A cercare di convincermi ad abortire, vuoi dire. Dean, anche se non viene da me…è…una creatura innocente…come potete chiedermi di..fargli questo?”

“In-innocente? Dio, Sam! è tutt’altro che innocente. È l’altra metà dello stregone figlio di puttana che ti ha fatto questo. E non è neanche un bambino vero, se è per questo. Mi sono fatto dire i dettagli da Bobby, ma preferivo risparmiarteli, per delicatezza.”

“Dimmelo, sono in grado di digerire qualsiasi cosa dopo..dopo questo.”

Dean sospirò e decise di dirgli quello che Bobby gli aveva riferito.

“Quello che tu hai..nello stomaco..non è un vero feto. Lo stregone ha utilizzato le ceneri della donna defunta, che non ho proprio idea di come abbia fatto a procurarsi…e poi è riuscito a procurarsi..”

“L’anima?” chiese spaventato Sam.

“Neanche, ma diciamo piuttosto, frammenti dell’anima di quella povera donna..se povera è l’aggettivo giusto..lei è trapassata ma quest’uomo era così disperato che ha cercato di trascinare verso te, vecchi frammenti della sua anima, vecchi suoi pensieri e vecchi sentimenti, cercando di…ricrearla…”

“Non è possibile. Non si può frammentare un’anima.” Disse Sam inorridito.

“Ed è per questo che questo esperimento rischia di trasformarsi in un autentico disastro! Un disastro che distruggerà non solo questa..cosa..che ovviamente non può sopravvivere, ma anche te. Ho chiesto a Bobby quante possibilità ci sono che sopravviva e mi ha detto praticamente nulle. Non ha neanche davvero un corpo. È solo una forma vaga..un’ombra che ricorda solo vagamente una forma umana, è praticamente senza sangue quasi..e ha poche ossa gracili e poco sviluppate..”

“Per la miseria, Dean.”

“Mi dispiace, ma devi renderti conto che sbarazzarsene è la cosa più caritatevole che possiamo fargli.”

Sam sospirò. Aveva compreso.

“Cosa accadrà alla sua anima, quando morirà?”

“La sua anima è già trapassata, Sam. è stata la follia dello stregone a voler quasi riportarla indietro, a metterla in una sorta di limbo…se…dovesse morire di nuovo, credo la sua anima potrebbe tornare intera..e riavere finalmente la pace nell’aldilà..”

“Tu credi..”

“Sam, pensa a cosa potrebbe succedere nell’altro caso…non sopravviverebbe comunque, tu moriresti per niente! Dopo che ho fatto di tutto per impedirlo!!”
 

A sorpresa Sam lo attirò a sé e gli diede un bacio bagnato un po’ di lacrime.

“Perdonami..è che..non riesco a smettere di pensare che..una volta c’eri tu dentro di me.”

A queste parole, a Dean si strinse il cuore.

“Sam…io…è una cosa diversa…”

“Lo so, ma tremo al pensiero di qualcuno che fosse riuscito a strapparti via da me, se avessero scoperto la verità subito…”

“Sam..”

“Ma so che è una cosa diversa…e poi..ora che ci penso..hai ragione..se io non sopravvivo, non potrò salvarti, quindi…ok..”

“O-okay?” chiese Dean, che ancora non riusciva a credere che Sam avesse accettato.

“Sì. Toglimi..questa cosa….non la voglio..” disse Sam, volgendo la testa dall’altra parte.

Era in lacrime, lacrime che esprimevano vergogna, soprattutto per il fatto che volesse sbarazzarsi di una cosa che, anche se cercava di auto convincersi, non era suo figlio, continuava a sentirsi in colpa.

Dean capiva come si sentiva, quindi non voleva esagerare e decise di lasciarlo stare.

Andò quindi di là a prendere una pozione che avrebbe estirpato quella cosa dallo stomaco di Sam.
 
 
 
 
 
*

Qualche ora dopo…..

“Come ti senti?” gli domandò Dean tornando in stanza.

“Come se..lo stomaco mi si rivoltasse come un calzino..non doveva..andare via?” si lamentava Sam.

Dean era stupefatto che Sam stette ancora in quello stato. Gli accarezzò piano la guancia e Sam sembrò lievitare a quel tocco. Si sporse contro quella mano.

“Sam?” chiese Dean sorpreso.

Sam non rispose ma sorrise ancora, reclinando il collo all’indietro, quando Dean fece scendere la mano sul suo collo.

“Che bello..” diceva Sam senza apparente senso logico.

Dean arcuò le sopracciglia e prese a massaggiargli la pancia.
 


Un tocco appena accennato, ma Sam spalancò la bocca esclamando:

“Ahhhhh..le tue mani sono fantastiche, Dean. Mi fanno passare il dolore..”

Dean era più sorpreso che mai.

“Per favore..fallo ancora..accarezzami..” diceva Sam, incitandolo.
 


Dean allora gli accarezzò piano le braccia e le gambe e poi gli accarezzò la pancia in lunghi centri concentrici.

Sam sembrava in estasi.

“Sembra che…la smette di farmi male..si è fermata..” diceva a occhi chiusi.

“Forse…è sensibile al tocco umano. “ diceva Dean. “Aspetta un attimo, vado a chiedere a Bobby!”

“No, Dean, dove vai, torna qui!!” gemeva Sam disperato.
 
 
 
Tornò dopo pochi minuti dicendo:

“Ok, Sam, Bobby mi ha detto praticamente che il modo migliore per sbarazzarsi del mostro, è il contatto fisico! Non ha una massa muscolare, è poco più di poltiglia, liquido che sverrà scaricato dall’intestino assieme alle feci, grazie a massaggi e carezze, a quanto pare è una cosa che non sopporta!” disse entusiasta, poi vide Sam che si contorceva dal male.

“Sam?” gli chiese andandogli incontro, spaventato.

“Mi fa male, Dean..credo che..ahhh..mi odia..è come se volesse uscire da me..ahhh…”

“Maledizione, stenditi a pancia in su. Sammy..” e dicendo così, riprese a massaggiarlo, ma poi accadde una cosa davvero inaspettata.
 
“Sam…non dirmi che..ti sta venendo un’erezione in questo momento?” gli chiese Dean stupefatto.

“è colpa sua…io…ahhh..mi fa male, Dean..ahhh…” Sam sembrava davvero disperato. Era in lacrime per via dell’umiliazione che sentiva crescere dentro di lui, per via del corpo che non poteva controllare.

Dean capì che non dipendeva da lui e cominciò a massaggiarlo vicino all’inguine, dopo avergli slacciato i pantaloni.

“Ahhh…sì….così..”

Dean si sentì in fiamme malgrado la situazione fosse tragica, poi Sam cominciò ad urlare dal male.

“DEEEEEEEEEEEEANNNNN!”

Dean si spaventò e quindi si decise. Infilò una mano dentro le mutande di Sam, toccando il suo pene per la prima volta. Prima di allora, l’aveva solo sfiorato sopra i boxer.

Questo sorprese Sam che sembrò dimenticare il dolore.

“Hhhh…” gemeva.

Dean lo accarezzò piano, sperando che bastasse, ma poi il dolore tornò, la mano di Dean era servita solo per un po’ e per pochi secondi.

Volse la testa dall’altra parte cercando di reprimere i gemiti di dolore.

Dean si accorse però che Sam soffriva e disse:

“Ok, al diavolo, al diavolo tutto.”

Gli calò le mutande e appoggiò la bocca contro il suo membro.


“Dean..no..non sei costretto..” Sam fece una debole resistenza ma Dean sapeva che in realtà Sam lo voleva, che tutti e due lo volevano.

Gli diede una leccata rapida e vide Sam roteare gli occhi in estasi, allora lo prese piano in bocca, per poi prendere più confidenza man mano, in fondo era la prima volta di sesso orale anche con lui.

“AHHH. ODDIO…” Sam stringeva le lenzuola in preda all’estasi.

Dean incoraggiato da quello, prese ancora più confidenza, si mosse poi a cavalcioni su di lui e disse:

“Avanti, vieni per me, fratello. “
 


Sam non resistette molto. Dean cercò di spostarsi, anche se non potè evitare che un poco del suo liquido gli finisse un po’ in bocca.

Sam realizzò quello che era appena successo e girò la testa dall’altra parte, chiudendo gli occhi:

“No..no…no…”

“Sam, è tutto a posto..”

“No..no..n.o..non lo è..guarda cosa ti ho fatto…”

Dean sorrise, imbarazzato, pulendosi la bocca.

“è più eccitante di quello che pensavo. Con te scopro sempre cose nuove, fratellino.”

“Il mostro…è…andato?” chiese Sam.

“Senti ancora male?”

“No…”

“Bene..” disse Dean, abbracciandolo stretto e rimanendo così senza più dire una parola.
 
 

Non potevano sapere che Bobby aveva sentito tutto dal corridoio, pentendosi all’istante di non aver fatto insonorizzare la stanza!!

















per favore non odiatemi T_T non potevano proprio tenerlo..mi capite, vero? xd ho cercato di rendere la cosa meno sgradevole più che potevo..ma cmq pi avanti cercherò di dare un lieto fine perfino a loro xd potrebbe volerci un pò però xd ps con loro intendo la coppia malvagia xd

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Capitolo 41
*** Frustrazione sessuale ? ***


“Le tue analisi, Sam..” disse Bobby, portandogli il referto.

Sam le aveva prese e le aveva guardate silenziosamente assieme a Dean.

Dopo una veloce lettura, Sam e Dean si abbracciarono.

“Quindi è tutto a posto. Ho parlato con il mio amico medico e non hai niente che non dovrebbe esserci nello stomaco, Sam, ma devi stare più rilassato. Mi ha detto il mio amico che sembri un po’ stressato."
 
“Come posso stare sereno dopo tutto quello che abbiamo passato? È una parola.”

“Sam, hai sentito Bobby.” Disse Dean.

Bobby guardò entrambi e capiva bene il motivo dello “stress” di Sam.

“Anche la frustrazione sessuale può diventare motivo di stress..” disse, godendo a farli avvampare.

Bobby però non aveva intenzione di mollare l’osso fino a quando i due stronzetti non avessero confessato.
 

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Capitolo 42
*** La grande scenata di Dean ***


“Sam,  non ricevendo risposta da te, Jessica ha cominciato a chiamare me.” disse Bobby, prendendola alla larga.

Sam non ebbe tempo di rispondere, che si intromise Dean.

“Ignorala. Come ho fatto io!” disse.

Sam lo guardò esterrefatto.

“Ha chiamato anche te?” chiese Sam.

“Ovvio!”

Bobby sospirò.

“È proprio perché voi due idioti non le rispondete, che ha deciso di provare con me.”

“Beh, non rispondere neanche tu, vedremo se si troverà un altro cui rompere le scatole.” Disse Dean scocciato.

“Intendi uno con cui andare  a letto o uno da asfissiare di chiamate?” chiese Sam.

“Entrambe le cose!”

“Basta! Siete due idioti!”

Sam e Dean guardarono Bobby basiti.

“È ovvio che non le ho risposto, ma LEI quando ha visto che neanche io le rispondevo, ha deciso di mandarmi un messaggio, minacciando di chiamare la polizia.”

“La polizia?? Ma è matta?” chiesero entrambi in coro.

“A quanto pare è pronta a testimoniare in tribunale che il suo fidanzato è sotto sequestro del fratello maggiore, che lo obbliga a collaborare con lui in attività..illecite…”

Sam e Dean erano a bocca aperta.

“Che ovviamente non vuol dire attività sessuali..” disse Bobby guardando bene i due che sembrarono risollevarsi appena Bobby specificò quel particolare.

“Jessica è pazza. Perché farebbe una cosa del genere?” chiese Sam.

“Perché? Perché tu l’hai lasciata senza un briciolo di spiegazione e in più non le rispondi al telefono.” Disse Bobby sgranando gli occhi.

Dean si intromise seccato come non mai.

“Insomma, adesso basta!! Questo povero cristiano si è tenuto questa palla al piede per anni! Lo capisco, si sentiva solo, ma finalmente se l’è tolta di mezzo e vuole continuare a rompere le scatole ancora adesso?”

“Dean..” cercò di richiamarlo Sam.

“È la sua ragazza.” Disse Bobby.

“Era.”  Precisò Dean sempre più irritato.

“Jessica dice che non farà nessuna denuncia se…se tu torni da lei, Sam..” disse bobby cauto.

“Cosa??” Sam era sbalordito, ma Dean stava davvero perdendo le staffe.

“NO. Non può tenerlo incatenato a lei! Io non lo permetterò, è mio fratello e…”

“Come mai ti scaldi così tanto, Dean?” chiese Bobby all’improvviso.
 
Dean diventò paonazzo e anche Sam.

“Io…mi preoccupo solo che mio fratello non rimanga legato a una psicopatica..non..” cercò di rimediare.

“Io credo che voi non mi abbiate detto tutto sulla vostra..relazione..”

“R-relazione?” dissero in coro.
 


Bobby alzò gli occhi al cielo e decise di scoprire le carte.

“E va bene, mi sono stufato della vostra recita! Vi ho visti, che diamine!”

Sam  e Dean lo guardarono immobili.

“Vi ho visti…il giorno in cui Sam era malato. Nella panic room. Ma non è il termine esatto..vi ho sentiti, ecco.”

“Oh mio dio..” disse Sam.

“Sam, calmati…Bobby, qualsiasi cosa tu credi di aver sentito…”

“Per favore, risparmiamoci inutili sceneggiate. Credevate che non lo sospettassi già?”
 
Questo sbalordì i fratelli più di ogni altra cosa.

“Andiamo..si capisce quando due..stanno insieme, per così dire. Le occhiate, la distanza ravvicinata, il linguaggio del corpo, certi tocchi intimi, zero spazio personale…la voce che cambia di tonalità…ci mancava solo che vi facevate la serenata a vicenda!”

“Bobby…” cominciò Sam. Aveva gli occhi lucidi.

“John lo sapeva?” chiese Bobby.

“No! è stato…è stato dopo che lui…” disse Dean.
 


Bobby annuì.

“Capisco.”

“Ti disgustiamo?” chiese Sam.

Bobby guardò stupito Sam, poi Dean.

“Buon Dio…no..voi siete i miei ragazzi. Tu, Sam, lo sei stato da sempre..tu, Dean, lo sei diventato dopo…ma..insomma…non mi importa cosa fate in camera da letto…ammetto che è un po’ strano..ma..siamo nel ventesimo secolo e poi voi non siete mai stati fratelli normali no? Intendo per il fatto della comunione dei corpi…”

“Noi..non abbiamo…mai…” cominciò Sam.
Bobby li guardò.

“Cosa?”

“Fatto..quello…non abbiamo..” disse Dean imbarazzato.

Bobby sgranò gli occhi.

“Andiamo, mi prendete per il culo! Vi ho sentiti, quel giorno, eh!”

“Bobby..” cominciò Sam.

“Gli hai fatto un pompino!! L’ho sentito!!” disse Bobby alzando la voce e facendoli avvampare.

“Bobby!! Non vogliamo negare che noi..insomma…ecco…siamo..intimi…ma..” disse Dean.

“Ma?”

“Quello…ancora no..” disse Sam guardando in basso.
 


Ci fu un attimo di silenzio, poi Bobby domandò:

“Perché?”

Sam guardò Dean un po’ strafottente.

“Beh, dovresti chiederlo a lui! Forse ha paura che gli chieda di fare il passivo!”

“SAM!” lo richiamò Dean.

“Ok, evitiamo certi dettagli, per favore…Dean perché non…uh..vuoi fare sesso con Sam?”

Dean lo guardò come se fosse impazzito.

“Bobby, ma sei uscito di testa anche tu? Sam è MIO FRATELLO!”

Bobby guardò Sam e disse:

“Dì, giovane, tuo fratello è deficiente?” chiese.

“Sì e anche un dannato ipocrita!” disse Sam.
 
Dean a quel punto si allontanò e disse:

“Non ho intenzione di continuare a stare qui a farmi insultare da voi..”

“Ma sì, vattene, và via! Non ero tuo fratello quando mi hai fatto un servizietto, l’altra volta, vero??” gli gridò dietro Sam, mentre Dean sbatteva la porta del salotto rumorosamente.

Questo gesto però fece incazzare ancora di più Sam.

“Sam, aspetta, lascialo sbollire un attimo, SAM!” cercò di richiamarlo inutilmente Bobby.
 
 
 
 
 
“Dì, sei scemo per caso?? Ti sembra il modo di comportarti? Lo sai che non sei a casa tua vero?” lo aggredì Sam, entrando nella sua stanza.

“Bobby, per favore, portalo di là.”

“Cosa hai detto?” chiese Sam ancora più incazzato.

“È adulto abbastanza da decidere da solo, Dean.” Disse infatti Bobby.
 
Dean allora, se la prese con Bobby.

“Hai visto cos’hai combinato? Sei contento adesso???”

“Io volevo solo farvi capire che sono dalla vostra parte..” si giustificò Bobby.

“Non prendertela con Bobby, solo perché ogni volta che c’è una difficoltà, tu non ti prendi la responsabilità delle tue azioni!!” gridò Sam.

“Io mi sono venduto l’anima per te, figlio di puttana!!” gridò Dean. Sam si sentì un pò in colpa e Dean ne approfittò per continuare:

“E me la prendo questa responsabilità, infatti ci andrò all’inferno…non bevo pozioni da stregoni malvagi per salvarmi dalla dannazione…” aggiunse.

“Quindi se tu ti vendi l’anima per salvarmi, ti è concesso perché lo fai per amore e se lo faccio io,è una cazzata?? Oh, vi presentiamo un’altra volta lo show del grandissimo ego del signor Dean Winchester!”

“Bobby, per favore, digli qualcosa..”

“Sam, ha ragione, Dean.”

“Possibile che non riusciate a capirmi?”

“Illuminaci.” Disse ancora Bobby.

“Io lo amo, questo figlio di puttana, lo amo!!!” disse Dean. La sua confessione accorata riuscì a scioccare Sam, rendendolo incapace di ribattere.

“Ma io andrò all’inferno…e pagherò anche per questo, ma non voglio che l’ultima cosa che farò prima di andarmene, sia condannare mio fratello alla stessa sorte.”

Sam scosse la testa  e poi se ne andò sbattendo la porta.

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Capitolo 43
*** Dì tutta la verità! ***


“Dean…” disse Bobby, una volta che Sam fu uscito dalla stanza.

“Bobby, io..io non ho la forza di..di affrontare ancora discussioni…sono stanco…”

“Lo so, ma…”

“Siete tutti contro di me, ma, sembriamo scordarci che, sono io qui la vittima, ok? Sono io che tra meno di un anno andrò al maledetto inferno.”

“Dean, rinfacciare queste cose non è da te…”

“Non è per rinfacciare, ma..”

“E neanche usarle per giustificazione, fa solo soffrire ancora di più Sam…”

Dean sospirò pesantemente.

“Io gli ho mentito, Bobby…”

“Che cosa?”

“Non è vero che mi importa del fatto che siamo fratelli..o almeno, sì, mi importa, ma non è così grave per me…”

“E allora perché….”

“Perché Sam mi ama…” disse Dean.

“E quindi qual è il problema? Tu non lo ami?” chiese Bobby.

“Sì, cavolo, sì! Lo amo tantissimo.”

“E allora?”

“Quando io lo lascerò solo…soffrirà tantissimo, Bobby…e se io e lui facciamo l’amore…soffrirà il doppio, forse il triplo…soffriremmo entrambi..”

“Dean, quello che dici non ha senso..”

“Se io e lui facciamo l’amore, non vorremmo più staccarci e io non..sto facendo quello che posso per accettare questa cosa..” disse Dean, coprendosi gli occhi con la mano.

“Dean, non sei ancora un condannato..possiamo ancora trovare una cura, un modo per sciogliere il patto..”

“No! Se io..sciolgo il patto, Sam muore. È per questo che non posso scioglierlo. Non lo farei mai. Ho preso una decisione. È la mia decisione.”
 


Sam aveva sentito tutto. Aprì la porta e Dean e Bobby lo guardarono di stucco.

“Bobby, puoi lasciarci soli?” chiese Sam con gli occhi lucidi.
 
 
 
Quando Bobby lasciò la stanza, Sam si avvicinò piano a Dean, restando di fronte a lui.

Gli prese le mani e le tenne tra le sue.

“Non pensavo che tu pensassi quelle cose..” disse Sam.

“E che cosa pensavi?” chiese Dean.

“Ho pensato che non mi desideravi abbastanza, ho pensato che sentissi per me solo affetto, ho pensato che ci fosse qualcosa nella mia pelle, nel mio odore che non ti piaceva…”

“Sam..”

“Ho pensato che il fatto che noi due fossimo uniti prima, non ti facesse pensare a me come il tuo..ragazzo…ho pensato che avessi cambiato idea su di noi…che volessi tirarti indietro….”

“Sam, quante volte devo dirti che ti amo?? Ti amo così tanto che…non potrei smettere di amarti neanche se non facessimo l’amore, perché quello che provo per te è…aldilà. A volte penso che…sono stato io a permetterti di..tenermi dentro di te, quando eravamo ancora nel grembo di nostra madre. Probabilmente sapevo già che non mi avresti mai fatto del male, che potevo affidarmi completamente a te…ma tu non sei più…il mio custode. Non sono più quei tempi. Ora le cose sono cambiate e lo sono diventato io…”

“Tu non sei il mio custode, Dean....e non sono stato io a proteggere te..sei stato tu a farlo..sarei morto senza di te, ho continuato a vivere attraverso di te, grazie a te..tu mi hai donato la forza…e  io come ti ho ripagato?”

“Hai preso la pozione che ci ha divisi, mi hai ridato la libertà.”

“Questa..questa non è libertà. Tu di nuovo, ti sacrifichi per me. Non avrei dovuto cercarti, avrei dovuto lasciarti in pace. Se l’avessi fatto, tu ora…non..” disse Sam, cominciando a piangere.

“Schhhh. Io non rimpiango niente. Mi hai dato quello che volevo. Il tuo amore e non desidererei altro..”
 
Sam andò da Dean e lo baciò profondamente e romanticamente, salendogli in braccio.

Dean ricambiò con amore, poi cominciò ad accarezzare la sua pelle calda sotto la maglietta.

“Come hai potuto pensare che non ti desideri? Sei il sogno erotico più hot che potessi immaginare..” disse Dean mordicchiandogli l’orecchio.

Sam strusciò la testa sul suo collo, imbarazzato.

Dean lo guardò bene in viso, gli disse:

“Sam…io…io credo di voler..”


Sam lo guardò carico di aspettativa, poi, il rumore della porta che si apriva, spezzò il momento.

“Scusa.” Disse Bobby imbarazzato di trovare Sam a cavalcioni su Dean.
 
“Bobby?! Sei un asso nel rovinare i momenti perfetti! “ disse Dean.

“Mi dispiace, io..torno più tardi!”

“Bobby, aspetta, dicci cosa c’è!” lo fermò Sam.

“Non è così importante, possiamo parlarne dopo!”

“Bobby!!” ora anche Dean era intervenuto. “Smetti di tergiversare e dicci cosa eri venuto a dirci.”

“Okay, va bene, zucconi! Ero venuto a informarvi di quello che sembra un nuovo caso per voi. Un caso di sirene!

Sam e Dean si guardarono sorpresi.
 

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Capitolo 44
*** Farlo...rifarlo..insomma.. ***


“Sam, solo adesso mi sono reso conto che comportandomi come ho fatto, ti ho fatto pensare che mi vergognassi..della nostra relazione, di noi, ti ho fatto pensare che non ti volessi, desiderassi, amassi..non ho saputo rendermi conto anche dei tuoi sentimenti…puoi perdonarmi?”

“Io ho pensato solo a me stesso..non avevo capito che tu stavi solo cercando di proteggermi..e che mi ami più di quanto osassi sperare…Dean, puoi perdonarmi anche tu?”
 


Ecco, i fratelli invece di pensare alle sirene malvagie, si erano preoccupati di chiarirsi definitivamente sui loro sentimenti.

Poi dopo erano andati ad occuparsi del caso? Ma no!
 
In questo momento si stavano trovando sdraiati nella macchina a sbaciucchiarsi tra coccole MOLTO HOT.

“Dean…puoi perdonarmi perché..non ho saputo…smack…capirti? Puoi farlo?”

“Mmm..forse se me lo chiedi un altro po’!” ridacchiò Dean.

Sam però stavolta lo guardò serio e con amore.

“Ti prometto che…non ti farò più pressioni..possiamo anche stare insieme senza farlo mai. E non smetterò mai di amarti.”

Questo sembrò spiazzare un po’ Dean, che disse:

“Beh…in fondo..sai…uh..non è detto che..”

“Dean?”

“E se io..se noi…insomma…uh..?” chiese malizioso Dean.

Sam non poteva crederci. Così ora Dean si stava davvero convincendo?

“Ora..però..non correre..non lo faremo in macchina, ok?” disse Dean impaurito.

Sam scoppiò a ridere.

“Ok, ma…sai..io non sono sicuro che tu mi abbia perdonato fino in fondo..”

“Sam? Che vuoi fare?”
 
Sam cominciò a lasciargli una scia di baci sul torace fino ad arrivare ai suoi pantaloni e cominciò a sbottonarglieli.

“Lascia che..mi prenda cura di te..come tu hai fatto con me…eh?”

Dean spalancò gli occhi.

“Tu vuoi davvero…?”
 
Sam un po’ più gagliardo avvicinò la testa tra le gambe di Dean.

“Non mi respingerai vero?”

“No…ma..Sam..sei sicuro di..ehm..”

“Tranquillo..” disse Sam, calandogli le mutande, ma poi quando vide..ehm..il pene di Dean sembrò un po’ intimorito.

“Sam..va bene le mani..davvero..non..”

“Stà muto!” disse Sam, ridacchiando, ma con tono fermo.
 
Dean cercò di calmarsi e di non eccitarsi troppo presto, appena sentì le labbra di Sam sfiorarlo si sentì quasi mancare, ma bastarono pochi secondi per fargli guardare in basso, perplesso.

“Sam?”

“Io…oh cavolo..che figura..”

Sam evidentemente non era un esperto e doveva essere la prima volta che cercava di fare sesso orale con un uomo. Non aveva fatto altro che strofinare la bocca contro il suo membro, all’inizio sembrava sensuale, poi solo impacciato.

“Sam, è comprensibile, la tua prima volta…”

“Insegnami.” Disse all’improvviso deciso.

“C- che cosa?”

“Insegnami” disse Sam gagliardo e sensuale.

“O.okay…allora..devi..aprire la bocca innanzitutto..” disse, deglutendo, quando Sam lo fece.

“Okay, ora…avvicinati..” disse, avvicinando la testa di Sam senza forzarlo.

“Ora….oddio..devo proprio parlare?”

“Dean, sbrigati…dai..”

“Ehm…devi calare la testa..qui..prenderlo..in bocca..” disse con una vocina piccolissima.

Sam lo guardò con un sorriso soddisfatto che il fratellone era in difficoltà.

“E poi?” chiese.

“E..e poi…e poi segui il tuo istinto, ok? Solo..sta attento ai denti.” Disse, sventolandosi il viso. Aveva troppo caldo.
 
Sam fece come ordinato e poi cominciò a succhiare. Dean annaspò come se stesse correndo, il fratellino sembrava prenderci gusto!
 
 
 
 
*

Qualche minuto dopo…Sam e Dean erano sdraiati sulla macchina, abbracciati.

“Allora, come sono stato?” chiese Sam sorridendo.

“Un servizietto da dieci e lode, fratellino.” Disse Dean stropicciandogli la faccia.

“Se fossi stato davvero bravo non avresti avuto bisogno di toccare te stesso, per venire.” Sbuffò Sam.

“Ma sì..quello..cosa vuoi che sia..” ridacchiò Dean.

“Non ero abbastanza eccitante?”

“Sam, ne aggiungiamo un’altra? Ora dobbiamo litigare anche perché non..sono venuto nella tua bocca? Dai..”

“Non è successo perché ero inesperto e timoroso, uffa!”

“Sam..dai..” ridacchiò ancora Dean diventando bordeaux.

Sam sospirò.

“Piuttosto..tu come ti sei..sentito?” gli chiese Dean.

Sam lo guardò malizioso.

“Vuoi sapere se mi è piaciuto farlo?”

“Ehm..sì..”

“Vorresti che lo rifacessi?”

“Dio..Sam..rispondi alla domanda..”

Allora Sam gli sussurrò all’orecchio.

“Mi sono chiesto se averlo in quella..zona lì..sia bello come averlo qui.” disse indicando la bocca.

Dean sgranò gli occhi.

“Penso che uh…sia una curiosità..comprensibile..”

“Già.” Fischiettò Sam malizioso. "Comunque sai..mi piacerebbe, rifarlo... anzi, potrei anche prenderci gusto.." aggiunse sempre cinguettando.

"Sam! Se non smetti di parlare, il piccolo Dean qui si risveglia..e io devo guidare!"

















Note dell'autrice: 

ragazzi!! Non so cosa mi è successo ahhah mi prendono questi momenti così a volte! ahhah xd

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Capitolo 45
*** Baci sireneschi ***


“Gli ho dato tutto ciò di cui aveva bisogno e non era certo una puttanella in perizoma..ma eri tu…” diceva la sirena maschio a Sam, mentre Dean teneva sotto tiro quest’ultimo con un coltello alla gola.

“Un fratellino che lo ammirasse…di cui potersi fidare..che lo amasse…e ora lui ama me.”

Sam tentò di divincolarsi.

“Farebbe qualsiasi cosa per me, Sam. Mi è molto devoto. Vedere qualcuno che uccide per te..è la migliore sensazione al mondo.”

“Per questo ti sei sbattuto tutta la città?” e poi un pensiero orribile lo colpì.

“Non avrai mica..?” e guardò Dean.

La sirena rise.

“No, sta tranquillo. Il tuo fratellino ama solo te. È per questo che deve ucciderti. Solo se ti avrà ucciso potrà andare avanti.”

“Ne ho combattute tante di creature oscene..ma tu..sei soltanto un essere…patetico..e impotente!!” disse Sam.

“Detto da uno che si sbatte il fratellone, lo prendo come un complimento, eh?” gli disse la sirena, toccandogli il mento. Sam voltò la faccia dall’altra parte, arrabbiato.

“Ora questa tua amarezza svanirà.” E cercò di colpirlo, ma Sam diede un pugno a Dean in pieno viso – cosa che purtroppo gli costò un piccolo taglio sul collo – e poi colpì la sirena.
 
“UCCIDILO!!” gridò la sirena.
 
Dean andò dritto da Sam e cercò di colpirlo, sembrava che non lo riconoscesse.

“Dean, NO!” disse Sam cercando di schivare i colpi.

Poi caddero entrambi, Dean sopra Sam.

“Dean, ascoltami! Tu non vuoi farmi del male, mi ami!” disse Sam, cercando di bloccargli le mani.

“NO! IO AMO LUI!”

Lui non è tuo fratello! Io lo sono!! Dean!”

Dean cercava ancora di colpirlo. Sam gli diede un altro pugno, poi si rialzò, ma Dean lo colpiì a sua volta, facendolo finire in ginocchio.

“AHH. Dean, ascoltami!”

“Ora morirai!”

“Mi hai protetto fino a questo punto, non smettere adesso, ti prego!”

IO NON TI CAPISCO!!” gridò Dean.
 


A sto punto allora, Sam prese il viso di Dean tra le mani e incurante del pericolo, lo baciò.

Continuò a baciarlo anche se Dean aveva ancora il coltello.

Si spostò un po’, continuando a tenergli il viso tra le mani.

“Tu non vuoi lui…tu vuoi me…”

“Non..non è vero…”

“Prendimi. Se mi vuoi, puoi avermi. Io non vado da nessuna parte.”
 


Dean si tenne la testa come se gli stesse scoppiando in due.

“Baciami ancora.” Disse, avvicinandosi e Dean si lasciò avvolgere dal bacio.
 
 
Il tempestivo arrivo di Bobby in quel momento, mise fine alla creatura infernale. Si voltò e vide i fratelli che si sbaciucchiavano sdraiati sul pavimento.

“Ehi!! Mentre voi due idioti vi divertivate, io stavo uccidendo un fottuto pesce naif!!”gridò al loro indirizzo.

Sam e Dean si staccarono con aria di scuse. Sam si toccò le labbra con le dita sentendo ancora le labbra pulsare per il bacio.

Dean lo guardò con aria piena di amore e di dolcezza, sussurrandogli : “Ti amo.” Con un’intensità tale da riscaldare, emozionare e avvampare Sam, dopodiché lo abbracciò a lungo, come se non volesse più lasciarlo andare.
 
 
 
 
 












 Note dell'autrice: 

allora, parto con il dire che riscrivere di un episodio già due volte è difficile, visto che una parte di Sam e Dean che combattevano con la sirena, l'avevo già scritto in un'altra storia e dovendo scrivere due volte la stessa cosa ma farla differente può essere complicato ahha ma me la sono cavata abbastanza bene dai xd :ppp

Poi, volevo dirvi che nel prossimo episodio FINALMENTE ci sarà la loro PRIMA VOLTAAAA <3333

e ALTRA COSA IMPORTANTE:

scorrendo l'episodio, perchè mi serviva per scrivere le battute iniziali, ho realizzato che sam..ehm..si divertiva con una ragazza...ecco... volevo dire che in questa storia quando loro ovviamente vanno con altre ragazze nel telefilm, nella mia storia ovviamente sono fedeli l'uno all'altro, quindi quelle parti non ci sono ^^

questo presuppone che per dividersi in modo che Dean abbia potuto prenderlo alle spalle, semplicemente c'era un altro motivo...ma..non mi metto a scrivere cose così , scusate ahhah già è faticoso riadattare l'episodio come ho fatto xd

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Capitolo 46
*** La nostra prima volta ***


Quando Bobby vi saluta, chiedendovi mille volte se state bene, tu ti riappropri delle sue labbra baciandolo con passione. La sua bocca si fonde con la tua e nonostante vi siete già baciati mille volte, senti ancora l’adrenalina, il fuoco, l’eccitazione, l’emozione e l’amore consumarti quando baci Sam.

Lo stringi forte a te, non sarai mai stufo di abbracciarlo, coccolarlo, sentirlo.

Lui geme appiccicato a te, tu lo prendi in braccio e lo fai finire, non tanto delicatamente, sul letto.

Ci avevi provato. Davvero.

Lui ride.

È dolce la sua risata.
 
“Oh, Sam..quello che stavo per fare..perdonami..” gli sussurri.

Sam ti bacia di nuovo, dolcemente.

“Stai zitto. Ti amo. Neanche una sirena può dividerci.” Dice accarezzandoti le guance.
 
Lo fissi negli occhi, riprendi a baciarlo così profondamente che quasi lo senti annaspare, poi gli prendi le gambe e te le porti sulle sue spalle.

Ti guarda, in soggezione.

Gli accarezzi le gambe con frenesia e cominci a slacciargli i jeans in fretta, si vede la tua bramosia.

Sam rimane in mutande e gli togli anche quelle.
 
Sam comincia a slacciarti la camicia e poi anche i jeans.

Restate nudi.

Gemi di frustrazione.



“Dean, cosa c’è?” ti chiede Sam, già preoccupato che vuoi tirarti di nuovo indietro.

“No..non abbiamo..il..lubrificante…cazzo..”

Sam ti guarda, ti bacia di nuovo e ti prende il viso tra le mani.

“Non mi importa.”

“E neanche il preservativo…”

“Non mi importa. Siamo sani e poi..voglio sentirti dentro di me.” dice Sam baciandoti di nuovo.
 
Tu respiri con affanno, riprendi a baciarlo e poi cominci a stuzzicare la sua apertura. Sam cerca d trattenere i gemiti di dolore, allora tu fai una cosa che non avresti mai pensato di fare.

Stuzzichi la sua apertura con la lingua.
 
“AHHH. ODDIO.” Sam quasi scappa via, ma tu lo blocchi.


“Qual è il problema,non ti piace?” lo provochi.

“I-io..oddio..che sensazione..certo che mi piace..è solo che non..non me l’aspettavo..”

“Vuoi che lo rifaccio?”

“S-sì..”

 
Lo rifai, due, tre volte. È una sensazione strana..forse farla a chiunque altro ti farebbe schifo..ma Sam è tuo fratello, il tuo compagno..il ragazzo che ami..vuoi farlo godere..vuoi rilassarlo..

E poi scopri che ti piace da matti eccitarlo.

Un po’ lo lecchi, un po’ stuzzichi la sua apertura quando vedi che è sciolto abbastanza, poi ti prepari, lo fai aderire di più in mezzo alle tue gambe.
 
“Dio…Dean..potrei venire solo stando così..” dice Sam. Lo capisci.

“Lo so, ma..cerca di resistere un po’..eh?” Lo provochi.
 
Lo guardi, poi entri piano dentro di lui.

Lui sussulta, è agitato, ma entri lentamente dentro di lui, lui ti abbraccia la schiena con le mani.

“Così..tieniti a me..” gli sussurri.

Sam chiude gli occhi mentre tu cominci a spingere.

“Ah….ah……ah…ah…”

Il suo modo di gemere è dolce, non volgare, gli prendi la mano e la intrecci con la sua.

Non ce la fai più e ricerchi le sue labbra in un bacio affannoso e bagnato. Siete già sudati entrambi, vi toccate a vicenda la pelle nuda dell’altro e ciascuno pensa che non esiste pelle più bella, corpo con cui desideresti stare, che quello.
 


Prima viene Dean, poi tu lo raggiungi.

Senti il tuo liquido scorrere dentro Sam e la sensazione è potente, elettrica, quasi fulminante...liberatorio e...lo senti come NATURALE.

Vorresti gridarlo al mondo! Sì, Cazzo, ho appena scopato con mio fratello, il mio gemello anzi! Il mio sperma è dentro di lui e non mi importa e tutti quelli che dicono che è disgustoso è innaturale..non sanno..cos'è l'amore.

Quest'ultimo pensiero lo finisci dandogli un lieve bacio.

E Sì, andrai all'inferno per lui..e anche questo è amore.

Crollate esausti sul letto. Sam sembra pronto per addormentarsi, ma tu ti alzi.

Ti senti girare la testa, quasi cadi per terra. Sam ti rimprovera.

“Vieni qua, Dean…che fai..”

“Torno subito.” dici.
 
Apri il cassetto e prendi un lenzuolo pulito. Cerchi di tirare via quello sporco ma Sam ti prega.

“Lascialo..qui ancora un po’..per favore..”

Tu sorridi, lasci il lenzuolo lì ma metti comunque il lenzuolo pulito sul letto e fai mettere Sam lì, tu ti sdrai accanto e copri entrambi.

 Ora siete avvolti nel lenzuolo che sembra come una piccola isola felice.

Restate abbracciati.

















 Note dell'autrice: 

alloraaaaaaaaa. Spero vi sia piaciuta la prima volta!! Volevo fosse una cosa romantica, non tanto spinta! Qualche parolina un pò forte ed esplicita è uscita, scusatemi, ma non ha senso censurare alcune cose xd

La parte in cui parlo fingendo che quello che compie l'azione è il lettore..era divertente all'inizio, ha cominciato a diventare imbarazzante arrivata a metà ahha xd ma ho voluto fare una cosa diversa e sembrava più suggestiva così la cosa!!

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Capitolo 47
*** Una giornata di fuochi d'artificio! ***


Mi sveglio nello stesso letto insieme a Dean. È già successo molte volte ma questa volta..mi sembra..diverso.

Mi sveglio con un gran sorriso sul volto. Mi sento rilassato. Felice. FELICE.

Avverto la vicinanza di Dean come non l’avevo mai sentita prima d’ora. Abbiamo già dormito nello stesso letto ma stavolta.. è DIVERSO.

Stavolta lo sento davvero vicino, davvero…MIO.

Chi l’ha detto che il sesso non cambia le cose?

Ho sempre pensato che il lato platonico delle cose fosse…sopravvalutato.

Immaginare di avere qualcuno, immaginare di baciarlo, o di farci l’amore, non è come farlo.

Puoi immaginarti il calore, il senso di possesso, di fusione..di amore..di unione che proveresti, ma non ci sono parole, preparazione, che possa prepararti a quello che succederà, a come ti sentirai.

È tutto diverso ora.
 
Amavo già Dean, ma, ora lo sento veramente MIO. La FIDUCIA che tu riponi ad un altro essere umano nel permettergli di entrare in una cosa tanto intima di te, come il tuo corpo, equivale a dargli il tuo cuore, a farglielo sentire.

E anche se non può toccare la tua anima, quando fai l’amore con la persona amata, è come se gliela stessi facendo sentire, come se gli permettessi di sentirla.

Ecco perché per me era così importante farlo con Dean….

Sento che non potrei farlo con nessun altro più, ora che ho provato com’è farlo con lui…
 
Sam cominciò ad accarezzarlo senza rendersene troppo conto, immerso nel sentire i capelli corti del fratello sotto le sue dita.

Dean si svegliò e si mosse contro di lui, abbracciandolo, con la testa contro il suo petto.

“Buongiorno..” mugugnò.

“Buongiorno..” disse Sam accarezzandogli i capelli.

“è stato..fantastico..baby..” disse Dean.

Sam sorrise. “Lo so..”

“Puoi schiaffeggiarmi per essermi deciso così tardi?”

Sam sorrise.

“Potrei bastonarti a suon di baci..”

“Non sarebbe una punizione..”

“Vorrà dire che faremo una maratona del sesso, per recuperare”

“Mmm..neanche questa sarebbe una punizione.”
 
 
 
 
 
Più tardi….

“Sam, per la miseria. Quanto ci hai messo per rispondere al telefono!! È tutta la giornata che cerco di chiamare te e quel testone di tuo fratello ed entrambi li avevate spenti!!”

“Mi dispiace, Bobby..” si scusò Sam.

“Fai bene a scusarti. Mi avete fatto preoccupare, cazzo. Non avete mai non risposto per una giornata intera.”

“Siamo..stati impegnati.” Disse Sam.

Bobby notò qualcosa di strano nella sua voce.

“Sam…stai..”

“Cosa…”

“Sorridendo?”

Sam cercò di contenere la sua felicità.

Bobby rimase basito.

“Figli di puttana…avete…avete…

“Sì…”

“L’avete fatto, diavolo!!”

“Parla a bassa voce!! Sei impazzito??” si preoccupò Sam.

“Okay..io..sta per girarmi la testa…siete…l’avete fatto per tutte queste ore??” chiese sbalordito.

Sam scoppiò in una sonora risata.

“Non dire sciocchezze, Bobby…e poi non l’abbiamo fatto nemmeno oggi, ma ieri notte!!”

“Non capisco, sam..”

“Questa era la nostra giornata..romantica…”

“G-giornata romantica??”

“Sì. È stato talmente bello che…volevamo ritagliarci una giornata romantica solo per noi.”

“Non riesco ad immaginarmi Dean che gioca a fare il romantico.”

“Credimi, è stato straordinario.”

“Quindi..raccontami…la vostra giornata romantica…ma Dean è lì con te?”

“è andato ad ordinare, Bobby. Siamo al ristorante.”

“Ristorante??”

“Okay, ascoltami, ho poco tempo..quindi smettila di interrompermi e fammi parlare, okay?”

“Va bene, va bene, ma sbrigati!!”

Sam ridacchiò e le immagini della loro fantastica giornata riecheggiarono nella sua mente.
 
 
 
 
 
*

“Questa deve essere una giornata solo per noi. Una giornata lontano da fantasmi e mostri. Scegli quello che vuoi fare. Faremo tutto quello che vuoi.”

“Sei serio?”

“Certo! Mettimi alla prova!!”

“Va bene..una..passeggiata al parco..”

Dean lo guardò basito.

“Una cosa così semplice?”

“Non siamo mai andati al parco a passeggiare come le coppiette di innamorati..ho sempre sognato di farlo..”

“Potevi dirmelo prima.”

“Prima non avevo adocchiato un parco che mi ricordasse un paradiso terrestre, ora invece ne ho in mente proprio uno, vicino.”

“Ok, sputa il rospo.”
 
 
 
Dean e Sam andarono in un parco naturale davvero molto bello. Il sole riscaldava il parco illuminando e rendendo ancora più bello il verde profondo degli alberi. Soprattutto riscaldava la loro pelle, dando un senso di relax e di pace che li invadeva profondamente. Il cielo era blu senza una nuvola e contribuiva a rilassarli e a farli sentire in pace per il mondo.

Dean e Sam non avevano mai visitato quel parco e camminarono per molto, sentendosi in pace con la natura, poi si sedettero sulla riva di un laghetto idilliaco dove delle anatre e dei cigni nuotavano pacificamente. Vicino al laghetto c’erano anche dei meravigliosi fiori rosa e proprio lì vicino si sedettero i due.



Rimasero lì almeno per due orette, poi ebbero fame e camminarono ancora facendo una passeggiata fino in paese per prendere due panini e patatine fritte da un chiosco.

“Avremmo dovuto prendere prima i panini, almeno li mangiavamo al parco.” Disse Sam.

“Se vuoi possiamo tornare lì, ma io ho un’idea migliore, che spero ti piaccia.”

“Okay, mi fido, portami dove vuoi.” Disse Sam.
 
 


Dean guidò la macchina, dicendo a Sam di aspettare a mangiare, perché ne sarebbe valsa la pena.

Lo portò fino ad arrivare ad un piccolo ponticello che si affacciava su un fiume. La vista era fantastica da lì.

Parcheggiò la macchina in uno spiazzo e invitò Sam a salire sul ponticello.

Il paesaggio era contornato dal verde e l’acqua era meravigliosa.

“Ora se vuoi, mangiamo qui.” disse Dean sorridendo.

“è..stupendo..” disse Sam entusiasta.

Mangiarono i loro panini e le patatine guardando quell’acqua stupenda e respirando quell’aria che era un balsamo per loro.

Poi successe una cosa molto bella. Dei petali di fiori di ciliegio vennero non si sa come, trasportati dal vento. La corrente li fece finire nell’acqua, formando un piccolo cuore.

Sam e Dean si baciarono sotto il cuore di ciliegi.
 
 
 
 
*

Durante il loro lungo viaggio, Dean e Sam si fermarono ad un autolavaggio, anche per lavare la macchina e avere un bel momento di complice fratellanza ad accudire quella che ormai era diventata la loro macchina fedele.

Inutile dire che finì a colpi di acqua gettata addosso all’altro con le pompe. Alla fine Dean dovette sborsare molti più gettoni per riuscire a finire di lavare la macchina ma si erano divertiti.
 
Più tardi, le sorprese non erano finite. Dean guidò molto solo per fare una sorpresa a Sam e portarlo a visitare un bellissimo castello.

Nel castello non c’era molto, ma era l’atmosfera romantica e un po’ retrò, un po’ gotica, ad affascinarli.

Dean tenne la mano di Sam per tutto il tempo.

La cosa più suggestiva erano le camere con i letti a baldacchino e i giardini bellissimi.
 
 
 
 
*

Infine, si era fatta sera. Dean voleva a tutti i costi concludere la giornata con una cena in un ristorante elegante, ma bisognava prenotare. Dean però era riuscito a corrompere il direttore grazie ad una bella mazzetta di soldi extra.

Avevano poi deciso una cosa particolare. Entrambi avrebbero deciso i piatti di portata dell’altro, con la promessa di prenderla con sportività, se non avessero azzeccato alla perfezione i gusti.

Amore era anche questo, in fondo.
 
Tutte queste immagini di ricordi erano passati in rassegna a Sam, mentre snocciolava:

“Abbiamo passato una piacevolissima giornata in un parco aperto..abbiamo mangiato un panino sulla vista di un ponte, abbiamo lavato la macchina e poi abbiamo viaggiato tanto con la macchina..per arrivare a visitare un castello e infine..siamo qui. A cena in un ristorante carissimo, decidendo i piatti di portata che l’altro dovrà mangiare! In questo momento, Dean sta decidendo i miei.”

“Sam, dalla tua voce mi sembra di vedere i tuoi occhi brillare..sono davvero molto contento per voi..”

“Sta per arrivare Dean. Devo salutarti.”

“Okay, ma non pensare di cavartela così, ragazzino, poi voglio i dettagli della gior…” ma Sam attaccò velocemente.
 
“Chi era?” chiese Dean, dandogli un fuggevole bacio.

“Bobby. Voleva sapere dove eravamo finiti.” Sorrise Sam.

Dean ridacchiò.

“Gli hai già detto che noi..”

“Vado a scegliere i tuoi piatti.” Disse Sam ridacchiando, decidendo di sviare la conversazione, almeno per il momento.
 
 
 
 
La cena fu molto piacevole e romantica. Sam e Dean cenarono a lume di candela e anche i piatti furono molto buoni.

Dean aveva scelto un’ottima pasta con il pesce per Sam. Sam aveva scelto una pasta al pomodoro buonissima per Dean. Entrambi gradirono molto e assaggiavano anche i pasti dell’altro, imboccandosi a vicenda.

Per secondo Sam aveva scelto per Dean un’ottima bistecca alla milanese ricoperta di sugo e formaggio e patate novelle.

Dean aveva scelto invece per Sam delle buonissime melanzane ripiene di formaggio e prosciutto e vari formaggi diversi come contorno.
 
Infine come dolce, Sam aveva scelto una crostata di fragole per Dean, quest’ultimo invece, un budino gigante alla vaniglia ricoperto di crema chantilly per Sam. Era troppo per Sam, così quel birbone di Dean si divertì a condividerlo insieme a Sam e alla fine avevano entrambi il viso sporco di panna e crema, entrambi che ridevano come bambini!
 
 
 
La serata finì con Sam e Dean che sedettero sul cofano della macchina, a guardare le stelle abbracciati.

“è stata una giornata perfetta..ma quei ristoranti fanno porzioni troppo abbondanti..” diceva Sam.

“Smettila..erano perfette..”

“Poi se ingrasso, non mi guardi più.” disse Sam.

“Hai detto abbastanza blasfemie per oggi.”

Poi si baciarono romanticamente per diversi minuti al chiaro di luna.
“Che ne dici se…inauguriamo la nostra macchinina?” chiese Dean.

Sam sgranò gli occhi quando capì cosa volesse dire.

“L’abbiamo appena lavata.” Disse Sam.

“Appunto per questo.” Disse Dean malizioso.

“Mmm..sai che mi sto già eccitando?”

“Bene, perché non ho intenzione di essere lento questa volta.”

“Perché, la prima volta lo sei stato?” chiese Sam provocandolo.

“Fidati, sì.”

Sam ebbe appena il tempo di sgranare gli occhi, che Dean lo prese in braccio e lo catapultò dentro la macchina, cominciando a spogliarlo e a spogliarsi per dare il via ai fuochi d’artificio.

“Sei più eccitato di ieri. Com’è possibile?” rise Sam, vedendo la sua erezione.

“Scherzi? In macchina? Con te? È stata una delle mie prime fantasie su di te. Forse proprio la prima.”

“Mmm..e hai intenzione di raccontarmi altre fantasie?” chiese Sam.

“Solo quando le avrò messe in pratica.” Disse Dean, che nel frattempo l’aveva preparato velocemente e cominciò a entrare in lui, mozzandogli il respiro dal piacere.

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Capitolo 48
*** Tatuaggio! ***


“Credo di non avere capito bene…” disse Bobby al telefono.

“Andiamo, Bobby, non sarà la cosa più strana che ti abbiamo chiesto.” Disse Dean. Lui e Sam si trovavano in macchina in quel momento.

“Vi ho dato gli amuleti..”

“Lo so, lo so..ma li abbiamo persi, ecco.”

“E come avete fatto?”

Una pausa più lunga delle altre e dei bisbigli in sottofondo.

Bobby sospirò.

“Damn, ma pensate al sesso ogni dannato momento voi due?”

“Non solo pensiamo..” disse la vocina di Sam in sottofondo che rideva.

“Il punto è..” riprese Dean velocemente. “Che li abbiamo persi…con tutte le volte che ci svestiamo e rivestiamo, è facile che…no, Bobby, non voleva essere in quel senso..” diceva Dean mentre Sam rideva a più non posso.

“Senti, puoi solo dirci dove trovare uno affidabile per farci fare ad entrambi dei tatuaggi antipossessione? Ricordi quando sono stato posseduto? Ecco. Non vogliamo rischiare che accada di nuovo.” Disse Dean.
 
 
 
 
Il giorno dopo, Sam e Dean andarono nel negozio di un tauatore esperto e si fecero fare entrambi un tatuaggio anti possessione.

Il tatuaggio rappresentava un pentacolo wicca nero, contornato per abbellimento da un sole all’esterno.

Se li erano fatti entrambi all’altezza del petto.

Aveva fatto un po’ male, ma entrambi avevano trovato conforto nel sapere che l’altro era nell’altro lettino a pochi passi di distanza.

Avrebbero voluti tenersi la mano, ma, non era stato fisicamente possibile e poi forse era meglio così. Non sarebbe stato bello per l’altro, infatti, tenere la mano dell’altro e sentirlo allo stesso tempo irrigidirsi dal dolore.

Quando erano usciti, si baciarono romanticamente in piedi, vicino alla macchina.

“Quindi adesso abbiamo anche dei tatuaggi di corrispondenza.” Disse Sam.

“Già..anche se..non ho bisogno di un simbolo, per ricordarmi quanto amo mio fratello.” Disse Dean, incorniciandogli il viso con le mani.
 
Sam più felice che mai, entrò in macchina e mentre Dean era ancora occupato a guidare, digitò un sms per Bobby.
 

Abbiamo fatto i tatuaggi….comincia a pensare al nostro compleanno. Il giorno si avvicina!

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Capitolo 49
*** Il problema del sangue di demone ***


“Io terrò Dean lontano per tutto il pomeriggio, quando torna, dovrà essere tutto pronto, ok?” chiese Sam, organizzando insieme a Bobby la loro festa di compleanno a sorpresa, che sarebbe stata tra qualche giorno.

“Sam, ma sei sicuro che Dean gradirà questa cosa?”

“Bobby, Dean non ha mai avuto una festa di compleanno..e se non riuscirò ad evitare la sua morte, potrebbe essere l’unica occasione che ho di fargliene una..”

“Sam, è proprio di questo che vorrei parlarti! Voglio dire, Dean sta per morire…i mesi passano sempre più veloci..”

“Sì, beh, grazie dell’aggiornamento, Bobby. Non me n’ero accorto.” Disse Sam scocciato.

“Forse dovresti concentrarti di più su trovare un modo per scioglierlo dal patto..non su cose come…feste..” disse Bobby, cercando di modulare il tono per non farlo incazzare.

Sam lo guardò male, poi disse:

“Anch’io non voglio che mio fratello muoia, ma organizzerò, organizzeremo lo stesso questa festa. Voglio fare ogni cosa che possa renderlo felice.”

“Sì, ma Sam..”

“Non pensare che non stia già pensando ad un modo per scioglierlo da questo patto maledetto..non sto lì a raccontarti tutto, solo perché voglio farlo se una cosa è davvero sicura..ma pensi davvero che se anche morisse Dean, io possa farmene una ragione? Siamo cacciatori, cavolo. Troverò un modo per riportarlo indietro.”
 
Bobby sgranò gli occhi, davanti a quelle parole.

“Non so se potrà essere possibile, Sam..”

“Io non credo. Ho già sentito di persone che sono già tornate indietro dalla morte..”

“Sì,ma..avevano sangue di demone dentro di loro?”

Sam lo fissò stupito.

“Questo cosa potrebbe comportare?”

“Forse nulla…o forse…lo cambierebbe.”

“Vuoi..forse dire…che Dean potrebbe tornare come demone? No..sarebbe come morire di nuovo per lui.” Disse Sam angosciato.

“Io..non so come funziona. L’anima di Dean è promessa all’inferno, quindi non credo potrebbe tornare..ma forse..se lo riporti in vita…”

“Potrebbe resuscitare come demone.” disse Sam sconvolto.

“Io..non ne sono sicuro..” disse Bobby amareggiato.


“Cazzo..”

“Tu non hai più sangue di demone, vero, Sam?”

“No..Dean mi ha purificato quando ha fatto il patto con la maledetta…aspetta..ma io..quando sono tornato in vita, non sono tornato come demone.” riflettè Sam.

“Forse perché il sangue si è scontrato con l’incantesimo che ti aveva fatto Alistair e si è bloccato lì, non ha trasformato il tuo corpo…” disse Bobby.

“Io..devo fare delle ricerche. L’unica cosa che so è che devo purificare Dean dal sangue di demone, prima che muoia!!” disse Sam.

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Capitolo 50
*** Castiel ***


Sam aveva mantenuto la promessa. Finalmente era arrivato il 2 giugno e aveva tenuto fuori Dean finchè la festa di compleanno non era stata organizzata, poi erano entrati.

Dean aveva apprezzato. Alla festa c’erano Jo, Ellen, Ash, Bobby e gli amici di questi. C’erano anche gli amici di Sam, a cui quest’ultimo aveva detto che Dean era il suo gemello, separato alla nascita. Non aveva potuto dirgli la verità.

Jessica non c’era. Sapeva la verità, ma, nonostante come si fosse lasciata con Sam, promise di non rivelarlo mai a nessuno. In fondo era una brava ragazza.
 
Ora però, Dean stava cominciando a scalpitare. Sam era sparito misteriosamente e non era più tornato dalla festa, già da un paio d’ore.
 
“Ora basta, Bobby. Ho accettato i festeggiamenti solo perché sapevo che ci sarebbe stato anche Sam. Dove diavolo è andato??” gli chiese arrabbiato, raggiungendolo in cucina.

Bobby, che stava trafficando con il mangiare, non sapeva cosa dire.
 
 
 
*

Sam era nella cantina di Bobby. Stava facendo un rituale molto elaborato, per chiamare…

Un angelo.
 
“Chi sei tu? Perché mi hai chiamato?” chiese all’improvviso un uomo, materializzandosi in quel cerchio.

“Mio dio…” disse Sam, indietreggiando, vedendo lo sconosciuto.

“Qui lui non c’entra niente…ma tu..cosa vuoi..”

“Stà tranquillo. Non voglio farti del male!!”

“Tanto non potresti..” disse l’uomo, sospettoso, stringendo gli occhi.
 
Sam si mise a guardare lo sconosciuto. Aveva i capelli neri, occhi celesti, bel viso e un impermeabile.

“Sono Sam Winchester. Tu come..”

“Castiel. Cosa vuoi da me?”

“Io ho bisogno..di purificare mio fratello dal sangue di demone..“

“E lo vieni a chiedere proprio a un angelo? Hai un bel coraggio..” disse l’uomo stupito.

“Ti prego..ho letto che gli angeli..voi angeli potete farlo..ti prego..sono disperato..” disse Sam supplicandolo.

Castiel lo scrutò pensieroso.

“In che razza di guaio si è cacciato tuo fratello? Raccontami la sua storia.”

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Capitolo 51
*** Basta ***


“SAAAAAAAAAAAAAM!” Dean si stava agitando davvero tanto a non trovare il fratello.

“È Dean. Mi sta cercando. Mi dispiace, devo tornare di sopra..io..” Sam gli aveva raccontato metà della storia, ma poi Dean li aveva interrotti.

“Il cerchio, Sam.” disse l’angelo con calma.

“Sì, giusto…scusami..” balbettò Sam, spezzando il cerchio per lasciare andare via l’angelo.
 
“Dean, Dean, sono qui!!” disse Sam, maledicendosi per aver scelto proprio quel giorno per convocare l’angelo, ma Dean stava sempre attaccato a lui, doveva scegliere un momento di grande confusione e distrazione per riuscire a fare questo.

“Sam! Che diavolo ci facevi in cantina??”

“Sceglievo…cercavo del vino buono.” Mentì spudoratamente Sam.

Dean lo guardò sospettoso.

“Perché mi stai mentendo, Sam?”

“Dean, io non ti sto…”

“Hai idea di quanto mi sono preoccupato?”

“Dean, cazzo! Sono solo andato giù in cantina!!”

“Ti ho sentito parlare con qualcuno.”

“Cosa?? Allora lo sapevi che ero lì. Mi hai…spiato???”

“Non ho sentito cosa dicevi…con chi parlavi, Sam? Perché diavolo ti nascondevi?”

Sam rise.

“Sei…geloso?”

“No, ma voglio che tu sia sincero.”

Sam allora sospirò pesantemente.

“Io..io…parlavo con un angelo.”
 
Era l’ultima cosa che Dean potesse aspettarsi. Sgranò gli occhi e guardò fisso Sam.

“Ti hanno detto che è giunta la mia ora?”

“No! Che diavolo ti salta in mente!”

“Allora è per noi? La nostra relazione..”

“NO!”

“Dio, Sam parla!!”

“Qui?? Mentre ci sono dozzine di persone intorno a noi? Già così stiamo attirando l’attenzione!”

“Non sono io quello che ha organizzato la nostra festa di compleanno per poi avere la brillante idea di parlare con un angelo nascosto in cantina!”

“Dean…”

“Stasera facciamo un bel discorsetto io e te!” disse, sorpassandolo per andare in cucina a bere una birra.

Sam sospirò rumorosamente.

“Mi sta bene. Sono proprio un idiota.”
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Più tardi, nella stanza da letto di Sam…i due si prepararono a parlare della…cosa.

“Dean, prima che inziamo il discorso, voglio dirti che mi dispiace tanto di avere rovinato la nostra festa di compleanno..”

“Sam, non hai rovinato niente..”

“Mi dispiace. Tu mi hai fatto un mucchio di sorprese, io volevo fare anche io qualcosa di carino per te, per noi..e invece..ho rovinato tutto.”

“Sam..non è colpa tua, ok?” disse Dean, accarezzandogli la guancia. “Eri in buona fede e comunque ho apprezzato tanto il gesto, ma ora torniamo alla cosa più imprtante ok?”

“Ok..” sospirò Sam.

“Perché..tu..hai chiamato un angelo nella cantina di Bobby?”

“Perché tu…hai..ancora sangue di demone nel tuo corpo, Dean.”

A quelle parole Dean rabbrividì.

“Questo che vorrebbe dire?”

Sam però non trovava le parole.

“Ascolta, se anche fosse, devo già andare all’inferno, cosa può esserci di peggio di…”

“Ma io voglio riportarti in vita, Dean!”
 
Quelle parole scossero ancora più profondamente Dean.

“Tu…cosa..?”

“E non posso..non posso..voglio dire…”

“Ok, tutto questo è molto scioccante, ma prima di tutto, perché il sangue di demone dovrebbe impedirti di fare questa assurdità? Io non…aspetta…” disse Dean, realizzando all’improvviso e guardandolo orripilato.

“Tornerei come demone.” disse infine.

“Potrebbe essere una possibilità, sì.”

“E in tutto questo cosa c’entra chiamare un angelo? Vuoi che mi…benedica e mi purifichi? È una cosa così, vero?” disse Dean scettico.

“Una specie…lui può purificarti dal sangue di demone, Dean, ma…”

“NO, NON SE NE PARLA!!”

“Dean, per favore, cerca di ragionare…”

“Purificarmi dal sangue di demone eh? Così posso tornare in vita e piangere te che nel frattempo sei all’altro mondo, vero? Col cavolo!!”

“Dean..io non finirò all’altro mondo!”

“Sì, invece!! Il patto è valido solo se io resto morto! Qualunque cosa faremo per imbrogliare la morte,  renderà il patto non più valido, quindi anche questa!!”

“Dean, io non mi rassegnerò a perderti, non puoi chiedermi questo!!”
 
Dean però era già uscito dalla stanza sbattendo la porta.
 
Bobby lo stava guardando nel salotto della sua casa, preoccupato di quello scatto di nervi.

“Dean, che succede?”

Dean andò da Bobby e fuori di sé disse:

Ti ha detto cosa vuole fare quello sciagurato?”

“No.” disse Bobby.

“Vuole purificarmi dal sangue di demone per potermi poi fare tornare in vita quando sarò morto e lo va a chiedere proprio a un angelo!!”

Bobby non sembrò molto sorpreso, il che fece realizzare a Dean:

“Tu lo sapevi…cazzo, tu lo sapevi e sei d’accordo..”

“Non sapevo dell’angelo, ma…”
 
“Dean, smettila di fare l’isterico e fatti aiutare!!” disse Sam.

“NO! Bobby, ascoltami, tu devi stargli vicino, prometti che gli starai vicino e non lo lascerai mai solo quando io non ci sarò più, perché prima o poi con le sue brillanti idee, si farà ammazzare!”

Questo rese Sam più furioso che mai.

“Sai cosa mi rende più furioso che mai di tutta questa vicenda? Non è neanche più il fatto che tu ti sacrifichi per me, ma che per te è così facile lasciarmi, che tu ti sia già arreso!”

“Stà zitto, stà zitto, tu non capisci niente! Io non voglio lasciarti, ma non voglio neanche che per salvarmi, debba morire tu! Lo capisci o no??”

“Quindi io sarò vivo e tu morirai, giusto??”

“Questa è l’idea!”

“Brutto stronzo egoista!!”

“ADESSO BASTA, TUTTI E DUE!!”
 
“Sì, basta. Basta.” Disse Dean, asciugandosi gli occhi con la mano e uscendo dalla casa con la giacca sulle braccia.

Sam guardò la porta sbattersi, più triste che mai.

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Capitolo 52
*** Rapimento ***


Sam ce l’aveva a morte con Dean. Dean era scappato di nuovo, invece di affrontare la situazione. Sam capiva la sua disperazione, ma era stanco delle sue fughe. Era il momento che maturasse un po’. Era stanco anche della sua rassegnazione, poteva comprenderla, ma non accettarla.

Non accettava che Dean si fosse già lasciato andare al suo destino. Sam non poteva neanche pensare di riuscire a immaginare come potesse essere quando sai di avere le ore, i minuti, i giorni contati, ma non aveva lottato tanto per avere finalmente un fratello, per vederselo riportare via. Non poteva essere questo il loro destino.

Così l’aveva cercato.

Ma non poteva immaginare quello che sarebbe accaduto da lì a poco.
 
 
 
 
 
 
*

Dean amava tantissimo suo fratello, ma solo quando Sam gli aveva detto quelle cose, aveva realizzato quanto anche lui lo amasse.

Riportarlo indietro dalla morte? Questa era pura blasfemia, peggio anche che andare a letto con il proprio fratello. Peggio che fare un patto con il diavolo per salvare una vita.

Cosa rischiava Sam, se fosse riuscito a riportarlo indietro? La sua morte? La dannazione eterna?

Non poteva permetterlo. Per la prima volta, l’amore che Sam provava, che loro stessi provavano, l’aveva spaventato. L’aveva terrorizzato.

Per questo era fuggito.

Stare vicino a Sam, era pericoloso per Sam stesso.

Non poteva immaginare che allontanarsi da Sam, sarebbe stato un errore madornale.
 
 
 
 
*

“Dean!!! Apri!! Lo so che sei lì dentro!!” stava battendo la porta Sam, davanti ad un motel qualsiasi.

“E va bene, ora entro!!”

Ma una volta che Sam entrò, non ci trovò nessuno.

“Che diav..” disse, vedendo una misera foto sul divanetto.
 
 
 
*

Mezz’ora prima….

Qualcuno bussava alla porta.

“Chi è?” chiese Dean.

“Crostata alla ciliegia per lei, signore. Quella che ha ordinato.”

“Cosa? Io non ho ordinato nessun…oh, dio..” disse Dean vedendo gli occhi rossi e cercando di estrarre subito la pistola, ma venendo tramortito subito da un pugno in faccia.

“Maled..” disse Dean, ma altri colpi gli impedirono di reagire nuovamente.

Quel vigliacco di demone l’aveva preso alla sprovvista.
 
 
 
*

 Sam guardò la foto. Ritraeva Dean svenuto al pavimento, con un demone dagli occhi rossi che faceva una foto posata con Dean svenuto.

Sulla foto, che era stata ovviamente scattata con una polaroid, c’era scritto:

Non avresti dovuto lasciare solo il tuo fratellino, Sam. Ora vieni a cercarlo.

“Maledetti bastardi!!” inveì Sam.
 
 
 

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Capitolo 53
*** La stanza dei bottoni, mi tocca guardarla da fuori ***


Sembrava un incubo senza fine. All’inizio era un sogno, che era stato mascherato da incubo. Tutta la sofferenza di Sam, il suo sentirsi sbagliato, fuori posto nel mondo…avevano un nome e non era: sei bipolare. Nascondevano il più dolce dei segreti!

Suo fratello Dean.

Scoprire di avere un fratello, anzi, scoprire che egli viveva attraverso il suo corpo, che lui l’aveva protetto..e poi riaverlo finalmente, in carne e ossa, era stato un sogno, che poi era diventato un sogno romantico, nel momento in cui avevano scoperto di essere innamorati e si erano amati.

Poi era tornato l’incubo.

La morte di Sam, il patto di Dean…i litigi, il rapimento.

Sam aveva paura di crollare da un momento all’altro.

Un essere umano non può sopportare tutta questa tensione senza che il suo corpo ne risenta.
 
Sam cominciò a soffrire di attacchi di ansia. Non gravi, ma comunque disturbanti. L’idea di Dean rapito chissà dove, senza poter sapere quello che gli stavano facendo e se stava bene o male, era troppo da sopportare, fino adesso erano sempre stati insieme.

Bobby amputava il malessere di Sam al fatto che:

“È il tuo gemello, quindi soffri il doppio. Devi cercare di non lasciarti andare, Sam.”
 
E Sam l’aveva fatto. I demoni che avevano rapito Dean, avevano un piano. Volevano che Sam trovasse Dean. Cominciarono a sparpagliare diversi foglietti, facendo correre Sam in capo al mondo da una parte e dall’altra, per trovare gli indizi, che, come una sadica caccia al tesoro, lo avrebbero portato da Dean.

“È una trappola.”  Diceva Bobby, ma a Sam non importava.
 
 
Finalmente, dopo tre settimane di corri corri e fuggi fuggi, dopo settimane in cui Sam aveva trovato foglietti chiusi in bottiglie di vetro dentro le fontane, nelle tasche delle selle dei cavalli, all’interno delle statue o dentro i musei, finalmente arrivò alla destinazione finale.

Un’enorme struttura rossa.
 
Quando entrò nell’abitazione, cominciarono i giochi di luce, di riflessi, di illusioni.

Porte, porte e porte.

Dopo un tempo che parve infinito, Sam si ritrovò davanti ad un muro di mattoni rossi trasparente.

Dall’altro lato c’era Dean.

Il demone invece lo attendeva in quella stanza.
 
 
“Che scherzi sono questi?? Sono qui, ho trovato il posto, sono alla fine!”

“Sì, ci sei.” Disse il demone.

“Quindi?? Lascialo andare!” disse Sam.

Il demone però sorrise alla sua ingenuità.

“Credevi davvero che sarebbe stato tutto qui? Per riavere il tuo amato Dean, devi ancora fare una scelta.”

“Volete che passi al lato oscuro?”

Ma il demone rise.

“Non avrai bisogno di diventare un demone, per macchiare il tuo cuore, lo farai con una singola scelta.”

“Quale…scelta?”

“Chi ami di più, Sam?”

“C-che cosa??”

“La tua dolce fidanzatina bionda che hai conosciuto quando eri un adolescente, o il tuo amato fratello?”

Sam guardò per terra e deglutì senza rispondere.

“Non vuoi parlare? Bene, ma sarai costretto  a rispondere, se vuoi che almeno uno dei due viva.” Disse.

“Che cosa vuoi dire? Parla!!”
 
Il demone allora si spostò e rivelò l’esistenza di un’altra porta.

Con un gesto della mano, rivelò come un’illusione, Jessica.

La povera ragazza era nella sua casa, costretta al soffitto, legata e imbavagliata, mentre davanti a lei c’era una sorta di congegno con un cronometro che sprizzava scintille.

“Tra circa cinque minuti, il fuoco si espanderà e arriverà a toccare il soffitto. La tua ex ragazza rischia di morire di una morte orrenda, Sam, ma tu puoi fermare tutto questo. All’interno della porta c’è un congegno a tempo, che, se premerai il pulsante di spegnimento, fermerà tutto e Jessica sarà salva.”

“E che ne sarà di Dean??”

Il demone allora si volse verso l’altra stanza.

“Vedi il congegno davanti Dean? Tra cinque minuti esatti, la pistola ingarbugliata in quei fili, è programmata per sparargli dritto negli occhi. A meno che tu non scelga di andare da lui e disinnescarla, non ha scampo, ma se sceglierai lui, sarà Jessica a morire.”

“Perché?? Perché state facendo tutto questo?? Non abbiamo fatto niente di male!!”

Non-avete-fatto-niente?” chiese il demone scandendo le parole. “Voi avete fatto TUTTO, Sam, invece. Ci avete fatto la guerra, avete fatto la guerra a tutti noi. Avete ucciso il nostro leader, il demone dagli occhi gialli e continuate sistematicamente ad uccidere i nostri.”

“I VOSTRI, fanno del male alle persone innocenti!!”

“Anche i VOSTRI fanno del male alle persone, ma non vengono uccisi per questo, che disparità di trattamento e razzismo, non trovi, Sam? Ora saprai anche te, com’è perdere qualcuno. Fai la tua scelta, Sam, il tempo corre.”

Sam chiuse gli occhi e si preparò a scegliere.

Perdonami, pensò.
 
“Dean! Io scelgo…io scelgo Dean.” Disse infine, con gli occhi lucidi.

















Note dell'autrice: 

Sorpresi?? Non ve l'aspettavate una cosa così eh? ahhahah xd dai, vi ho stupito :ppp e vi ho anche risparmiato tutta la caccia al tesoro xd cmq, le sorprese non sono terminate, vedrete!!

Ps: il titolo del capitolo ahhah è preso naturalmente da una citazione di Iago - Il ritorrno di Jafar ahhah l'avevate capito?'

pps: la cosa del congegno della pistola mi è stata ispirata da una scena di Flashforward!!

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Capitolo 54
*** Se potessi scegliere, sempre sceglierei te ***


“Molto bene, vai dal tuo amato fratello, allora, Sam.” disse il demone, indicandogli la porta, dopodiché scomparve.

Sam entrò dentro la stanza e si trovò Dean legato alla sedia con quel congegno come un bersaglio.

“Sam!”

“Stà tranquillo, Dean..ti libererò, ma adesso devi stare calmo.”

“Sam, no, ti prego, vattene.”

“Stà zitto, per favore, non agitarmi..” disse Sam.

La scatola su cui c’erano i due pulsanti era invischiata in tutti quei fili.

Su un pulsante c’era scritto on, sull’altro off.

Non posso rischiare…

“Sam, cosa vuoi..”

“ZITTO, CAZZO!”

Invece di cercare di recuperare la scatola, cercò di virare più che poteva, all’insù, la pistola, per fare sì che Dean non fosse più il bersaglio.

La pistola si spostava in alto lentamente, troppo lentamente.

“Ti fidi di me, Dean?”

“Sempre, Sam..”

“Bene, continua a farlo.”

I secondi scorrevano velocissimi, era quasi alla fine e la pistola era salita arrivando al collo di Dean, poi alla fronte…
 
BANG.
Sia Dean sia Sam rischiarono di avere un crepacuore in quel momento.

Sam era riuscito a virare in tempo la pistola.

"Ce l'hai fatta..." disse Dean emozionato.

Sam prese allora poi la scatola tra le mani e vide che la scritta Off era camuffata da due ON.

“BASTARDI.”  Disse Sam, gettando la scatola per terra con rabbia e gli occhi lucidi.

Se avesse schiacciato il pulsante, Dean sarebbe morto.
 
“Sapevo che ce l'avresti fatta, Sam..sempre ho avuto fiducia in te…” disse Dean orgoglioso.

Sam andò subito da lui , ma non lo slegò, si gettò in ginocchio da lui, abbracciandolo, con la testa sul suo petto.

 “Va tutto bene, Sam…sto bene…ce l’hai fatta..”

“Ce l’ho fatta…..” ripetè Sam, senza staccarsi.

“Adesso però..che ne dici di slegarmi, eh?”

Sam aveva gli occhi luccicanti di lacrime. Si tirò su e cercò di slegargli i polsi ma erano troppo stretti.

“Sam, no, aspetta..” cercò di fermarlo Dean, ma Sam pur di slegare il fratello, stava slegando le funi, con la bocca, mordendole.
 
Alla fine riuscì a slegarlo. Dean si alzò subito, facendo alzare anche Sam.

“Dio santissimo, stai bene?”

Sam annuì soltanto, dopodiché Dean lo abbracciò ed entrambi scoppiarono in lacrime.

“Dio..ti amo così tanto..” disse Dean, prendendogli il volto tra le mani e baciandolo con passione.

“Dean…ho fatto u-una cosa…orribile.” Disse Sam poggiando la testa contro il suo petto.
 
 
 
Quando Dean e Sam uscirono dalla struttura infernale finalmente, Sam chiamò subito Bobby.

“Sam?? Come stai? Dean?”

“Dean sta bene, Bobby. È con me ora.”

“Dio sia lodato!!” Bobby sospirò sollevato.

“Bobby, Jessica…lei…le è successo qualcosa..” disse Sam con voce rotta.

“Jessica? Sì, ma tu..come fai a sapere…”

“è morta, vero?”

“Cosa? No! Lei..lei non è morta. Era in pericolo, ma…l’abbiamo salvata, Sam, ma è una cosa lunga, quindi quando sarai qui..”

“Diavolo. Non posso crederci. Non posso credere che stiamo tutti bene. sembra…un miracolo.” Disse Sam.

La pausa di Bobby però, impensierì Sam.

“Bobby? Cosa c’è?”

“Sam, Jessica è viva, ma lei…sa cosa hai fatto. È ben lungi dallo stare bene.” rivelò.

















 Note dell'autrice: 

sorpresa sorpresa!! Ma tra tutte queste sorprese, voglio però dirvi perchè di tutte queste lacrime! Dunque ho sempre pensato che per farli machi..gli eroi li fanno anche troppo freddi, nel senso nella realtà ti ritrovi a salvare la vita della persona che ami o di cui cmq ti importa molto e resti freddo? non fanno mai vedere che piangono e questo secondo me è poco verosimile, nella realtà, piangi anche solo dalla tensione...e quindi questo è come secondo me i due fratellia vrebbero reagito realisticamente <3

Per Jessica poi vedrete ^^

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Capitolo 55
*** Brady ***


Quello che era successo e tutto quello che ci stava dietro anche con Jessica, i fratelli non avrebbero potuto mai prevederlo.

Sam era seguito e questo lo sapeva, ma non poteva prevedere che Alistair sapeva tutto anche della sua vita sentimentale con Jessica e che questo non si adattava ai piani che aveva per lui.

Jessica doveva morire e Brady era incaricato di mettere fine alla sua vita.

Brady, era un demone.

Sam però poi, se ne andò di sua spontanea volontà da Jessica. La lasciò e all’improvviso ucciderla non fu più necessario.

Poi però Sam, assieme a suo fratello Dean, hanno cominciato a mettere i bastoni tra le ruote, a dare la caccia ai demoni, a diventare…una spina nel fianco.

Sam amava Dean più di tutto, quindi uccidere Jessica non sarebbe stata una punizione sufficiente a fargliela pagare per quello che aveva fatto e per non essere diventato il giocattolino di Alistair.

L’unico modo per farlo soffrire, era costringerlo ad una scelta. Jessica sarebbe morta per colpa sua e anche Dean, se tutto andava secondo i piani, ma se anche Dean fosse sopravvissuto, Jessica sarebbe morta per mano di Sam.
 
Jessica però non era morta, ma perché? Cos’era andato…”storto”?

Era andato storto che Brady, si era innamorato di Jessica.

Sembrava impossibile, ma era vero.

Brady, essendo a conoscenza dei piani dei demoni, si precipitò nel suo appartamento e la salvò, malgrado dovette comunque poi portarla in ospedale, perché aveva subito delle ustioni da incendio, tuttavia non gravi.
 
Questo è quello che Bobby raccontò a Sam e Dean. Durante l’incendio, passava sotto casa di Jessica e riuscì a vedere le fiamme e Brady che si precipitava nell’appartamento di Jessica e che urlava a Bobby di chiamare un’ambulanza e i vigili del fuoco.

Il resto era venuto a saperlo dallo stesso Brady. 

















Note dell'autrice: 

Brady era il ragazzo che ha presentato Jessica a Sam durante i tempi dell'università! Nel telefilm ovviamente, non in questa ff xd in questa storia si sono conosciuti dal parrucchiere ahha

Ricordiamolo insieme!!

https://www.google.it/search?q=brady+spn&newwindow=1&espv=2&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiU8trJxLjQAhVdGsAKHQbGBUwQ_AUICCgB&biw=1366&bih=648#imgrc=itLC13fQOaQHcM%3A

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Capitolo 56
*** Dimenticati di me ***


Dopo che Bobby li informò di quello che era successo, Sam e Dean si precipitarono subito all’ospedale, per vedere come stava Jessica. Bobby li aveva avvertiti che era meglio stare lontani, ma loro erano testardi.

Quando arrivarono, capirono subito che il dramma si stava già consumando.

Lei, ancora a letto, stava inveendo contro Brady.

“Vattene via! Non voglio più vederti, và via!”

Ma come? L’aveva salvata…
 
Bobby prese da parte Sam e Dean e portandoli nel giardino sul retro dell'ospedale, rispose brevemente ai loro sguardi interrogativi.

“Jessica sa chi è Brady..gliel’ha confessato.”

Loro sgranarono gli occhi, poi la verità di quell’affermazione li colpì come un fulmine.

“Non dovrebbe stare qui con lei. È pericoloso.  è un demone” disse infatti Sam.

“State tranquilli, non lo è più.” disse Bobby.

“Cosa?” chiese Dean.

“Castiel. Ha fatto una cosa..strana, ma comunque..sì, ecco, lui l’ha..purificato.”

“Purificato??” ripeterono i ragazzi sbalorditi.

“Sì. Non è più un demone oramai, è tornato umano.” Disse Bobby.

“I demoni possono tornare umani?” chiese Dean ancora più sbalordito.

“Sì, possono..” disse Castiel. “Ma è una cosa che noi non facciamo…se si sapesse che quelli di noi  andassero in giro a…purificare i demoni, verremmo coinvolti in una guerra civile spaventosa. I demoni non vogliono essere salvati, vogliono restare esattamente così, è la legge del libero arbitrio e noi non possiamo snaturarla. Il mondo cadrebbe nel caos.” Concluse.

Sam, che stava lentamente riprendendosi dallo shock, intervenne:

“Non mi interessa se è tornato umano..ha cercato di ucciderla, non dovremo permettergli di starle vicino.”

 “No, Sam, non è lì con lei.”

Sam rise.

“L’ho visto!”

“No, Sam. quello che tu hai visto è com’era Brady prima che l’inferno lo corrompesse e lo dannasse. Quello che tu vedi è Brady com’era, quando aveva ancora un’anima. Sotto certi tratti, lui è…innocente.”

“Innocente?” Sam era più sbalordito che mai.

 “L’ho purificato poco dopo che ha salvato Jessica e che ha confessato…”

“Di essere un demone e di essere innamorato di Jessica!” disse Dean con tono scettico.

“Puoi anche non crederci ma è così!” disse Castiel ostinato.

“Ma se non ha un’anima come poteva innamorarsi di Jessica a tal punto da salvarla??” chiese anche Sam.

Castiel sbuffò indispettito.

“Briciole di quello che erano stati, barlumi di umanità possono a volte venire fuori anche nei demoni, sono delle anomalie, ma può succedere…è per questo che abbiamo fatto un’eccezione per Brady. Rappresenta un caso rarissimo e quindi da preservare.”

“Ma Jessica? Avete detto che sa tutto..” disse Sam.

“Sì, Sam. Sa di Brady e quindi anche che quello che gli stava per capitare, sarebbe capitato per una tua scelta.” Disse Bobby.

“Un momento, lui non ha nessuna colpa!” disse Dean.

“Dean..” disse Sam mettendogli una mano sul braccio, con sguardo triste.

“No! Col cavolo! Non possono addossarti anche questo, è terribile la scelta che ti hanno obbligato a fare…e..”

“Dean..”

Sam non aggiunse altro perché lo baciò dolcemente, con gli occhi lucidi. Non gli interessava che c’erano Bobby e un angelo a guardarli.
 
 
 
 
 
*

Dean e Sam erano ancora fuori dalla stanza di Jessica, la quale li guardava sia con odio, sia con un’immensa tristezza.

“Jessica…era tra te e Dean, mi dispiace, io non volevo che ti accadesse niente di male..” disse Sam, andando da lei e cercando di prenderle le mani, ma lei le spostò lontano da lui.

“No. No..” disse addolorata. “Queste..queste ustioni guariranno, ma il mio corpo..internamente non sarà mai più quello di prima, Sam..mi hai fatto troppo male..”

“Jessica, io non ho mai voluto..”

“Capisco che Dean era in pericolo, così come capisco che è sempre stato dieci, venti, cento passi avanti a me..ma potevi fare altro…potevi rispondere alle mie chiamate..potevi dirmi chi eri davvero..perchè te ne eri andato di casa e cosa facevi davvero..potevi..potevi non lasciarmi..” disse lei con voce piangente.

“Jess..”

“Ma tu non hai mai tenuto a me quanto tenevi a lui, non è vero? Mi hai detto tutto? Che cosa c’è davvero tra di voi, Sam?”

Sam a quelle parole girò la testa dall’altra parte, incapace di rispondere o di guardarla.

La colpevolezza che si leggeva nel viso di Sam, fu sufficiente a far realizzare a Jessica la verità.

“Ho capito…ho capito..”

“Jessica, io..”

“Ma non basta questo..” riprese Jessica implacabile. “Non mi hai neanche permesso di riprendere la mia vita in mano..io mi stavo innamorando di nuovo e anche quella era una bugia. Tutto perché ero la tua ragazza. Essere la tua ragazza mi ha portato a tutto questo. Vorrei non esserlo stata!”

Sam si alzò, colpito, guardandola. Quelle parole facevano male, forse le meritava un po’, ma non tutte, ne era sicuro.

Lasciò la stanza in silenzio, anche se in sottofondo continuavano i pianti di Jessica.
 
Uscendo dalla stanza, incontrò Brady e gli lanciò uno sguardo di fuoco, che tuttavia Brady, non ricambiò. Brady lo guardò solo con uno sguardo pieno di paura, perché si sentiva odiato da un tizio, senza comprendere perché. Sapeva ovviamente chi era Sam e perché lo odiava, ma da quando era tornato umano, ricordava sì, ma come se fossero i ricordi di un altro. L’unica cosa chiara che provava ancora erano i sentimenti per Jessica.
 
Ma i sentimenti di Jessica?

“Vattene o chiamo aiuto!!” gridava contro Brady che cercava invano di calmarla.

“Jessica, ti prego. Non voglio farti del male, io ti amo.”

“Me ne hai già fatto…” disse Jessica, mentre Brady gli teneva le dita delicatamente le mani nelle sue. “E ora va via.”

Malgrado l’arrabbiatura, si vedeva che Jessica aveva ancora dei sentimenti per Brady, si vedeva dalla tristezza intrisa sul suo volto, quando si voltò a guardare Brady andare via, ma era troppo scossa per tutta la storia del demone e della scelta.
 
 
 
 
*

“Si lasceranno per colpa mia..e Jessica mi odierà ancora di più di come già mi odia.” Disse Sam, guardando Brady andare via a testa bassa e occhi chiusi.

“Sam, tu non hai nessuna..”

“No. Non dirmi che non ho nessuna colpa, Dean. Ha ragione Jessica. Non l’ho mai amata come…come amo te. Potevo essere sincero dal principio. Potevo dirgli chi ero, cosa facevo o mollarla molto prima. Potevo stare più attento, proteggerla…cercare di ucciderla solo perché era la mia ragazza..è una crudeltà immensa e lei sta peggio perché stava cominciando a provare qualcosa per lui. La cosa peggiore che potessi fare era non dirle della caccia..se l’avesse saputo, forse si sarebbe preoccupata di poter diventare un bersaglio e non avrebbe abbassato la guardia.”

“Sam, sai bene che certe cose succedono perché è destino che devono succedere. Noi ne siamo l’esempio e non intendo..” disse Dean, facendo cenno di loro due insieme. “Ma tutto, la condivisione del corpo, la separazione..tutto..non potevi..ci sono certe cose che non si possono fermare..”

Sam lo guardò male.

Dean capì che si riferiva al patto, e disse:

“Sam, non intendevo il patto.”

“Bene, perché non ho intenzione di arrendermi, così come non intendo permettere che Jessica sia infelice per tutta la sua vita per colpa mia. Mai.”

“Sam? Cosa intendi dire? Cosa vuoi fare?”

“Ho bisogno di Castiel!”
 
 
 
 
*

Mezz’ora dopo, Jessica e Brady si scambiavano tenerezze nella stanza d’ospedale, mentre Sam e Dean li guardavano per essere sicuri che tutto era a posto.

“Grazie per aver chiamato l’ambulanza mentre il mio fidanzato veniva a…insomma..” disse Jessica, rivolgendo a Sam e Dean un’occhiata di ringraziamento, mentre Brady gli dava bacini sul collo.

“Figurati. Non c’è di che.” disse Dean baldanzoso.
 
 
Tornarono in corridoio e Dean cambiò tono, sussurrando:

“Sam, non è giusto. Non è giusto per lei, per tutti..nessuno dovrebbe essere privato dei propri ricordi, non importa quanto facciano soffrire.”

“è la scelta giusta, Dean e dopo oggi non voglio più riparlarne. Loro staranno bene. Jessica non avrà traumi per colpa mia ed è tutto quello che mi importa. Cas, piuttosto, lei è davvero fuori pericolo?” gli chiese.

“Dovranno essere sorvegliati dai nostri per diverso tempo, per assicurarci che gli altri demoni non tentino una ritorsione contro Brady. È diventato un traditore ora…ma..nessun danno cerebrale..e staranno bene sì.”

“Bene.” rispose Sam.

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Capitolo 57
*** Devo dirti una cosa ***


Sam e Dean erano tornati da Bobby, dopo che Sam aveva chiesto e ottenuto da Castiel, che cancellasse la memoria a Jessica e Brady per farli vivere felici e di nuovo sereni.

Naturalmente era stata una cosa elaborata. Castiel e gli altri angeli avevano dovuto modificare la memoria anche di tutte le persone collegate a Jessica e Brady, per evitare che qualcuno, in maniera non intenzionale, mandasse a monte tutto e creasse delle falle, parlando ai due di persone che non dovrebbero conoscere.

Avevano dovuto far sparire dalla vita di Jessica, tutte le cose e gli oggetti che gli ricordavano di Sam.

Avevano rintracciato poi vecchi amici di Jessica e li avevano condizionati a non parlare mai di Sam a Jessica o in sua presenza. Sam era stato chiaro sul punto che non voleva che cancellassero la memoria anche a tutti quelli che aveva conosciuto.
 
Tutti questi pensieri avevano affaticato molto Sam, che una volta tornato a casa, si sdraiò sul suo letto e riprese a piangere. Si sentiva ancora in colpa per quello che aveva fatto, cioè chiedere di far cancellare i ricordi a Jessica. Di Brady non gli interessava niente, aveva avuto compassione per lui perché aveva visto che Jessica ne era innamorata. Nient’altro.
 
A Dean gli si spezzava il cuore a vedere Sam così. Non poteva sopportarlo e sapeva che una sola cosa lo avrebbe fatto stare meglio.

In quel momento era in cucina con Bobby, a bere il caffè, parlavano di Sam. Dean d’un tratto disse:

“Io so cosa farebbe stare meglio il mio fratellino.” Disse teneramente.
 
 
 
 
Dieci minuti dopo, entrò in camera di Sam che era ancora triste e gli disse:

“Sam, ehi, piccolo, devo dirti una cosa. Ti piacerà molto.”

“Ne dubito.” Disse.

“Ho deciso di farmi purificare da Castiel.” Disse accarezzandogli una guancia.

Cosa??” quasi sobbalzò.

Dean rise contento della sua reazione.

“Sì. Il sangue di demone! Se ha potuto purificare un demone vero e proprio, pensa cosa può fare con un umano.”

“Dean..non acconsentiranno mai..”

“E invece ti sbagli. Ne ho parlato con Castiel quando eravamo ancora in ospedale e ha detto che accetta.”

Sam lo guardò a occhi sgranati.

“Sei davvero sicuro che vuoi farlo? O lo stai dicendo solo per farmi sentire meglio e poi non..”

“Ehi..io sono tutto, ma non bugiardo.” Disse Dean prendendogli il viso dolcemente tra le mani. “Fidati, ok?”

Il viso di Sam si addolcì di felicità e amore e si mosse per baciare Dean con un bacio pieno di affetto, amore e gratitudine.

Sì, Dean aveva proprio azzeccato la cosa giusta per farlo star meglio e la cosa che faceva sentire più felice Dean, era che la cosa che rendeva felice Sam, era sapere lui al sicuro!

















Note dell'autrice: 

scrivere questo capitolo mi ha gettato molta positività addosso *_*

ora, se oggi riesco anche a scrivere il capitolo della fiaba, sarò ancora più contenta ahha

 

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Capitolo 58
*** Fratelli di sangue ***


Dean era seduto su una sedia, aspettando che Castiel gli facesse le iniezioni di sangue purificato. Era rimasto molto sorpreso di sapere che il sangue preso era di Sam.

“Perché sei tanto sorpreso? Sam si è confessato, io ho preso il suo sangue, l’ho benedetto e ora…”

“Il sangue di Sam è…puro?” chiese Dean con stupore, meraviglia e anche una felicità incantevole.

Castiel lo guardò sorpreso.

“Nessun sangue umano è esattamente puro, Dean.è impossibile. Essendo un corpo carnale, è naturalmente esposto a tentazioni e..”

“Sì, sì, lo so, ma intendo…non è…voglio dire…”

“Dean, mi stai chiedendo se Sam è un peccatore corrotto dalla relazione che ha con te e quindi impuro?”

“Io…”

“Nessun essere umano è completamente puro, ma se intendi quel tipo di purezza, noi angeli e Dio, non classifichiamo gli esseri puri in base a quali e quanti rapporti sessuali abbiano, altrimenti la Terra sarebbe un luogo estinto da secoli. In fondo mio padre fu il primo a dire: andate a moltiplicatevi. Credevamo fosse stato abbastanza chiaro con queste frasi.”

Dean arrossì, un po’ imbarazzato.

“Quindi…uh..per voi non è un problema se noi…voglio dire..io e lui..”

Castiel tornò a guardarlo sbalordito.

“I miei fratelli hanno sempre detto quanto foste stupidi, ma non credevo fino a tal punto. Credete che con tutte le vite passate che avete attraversato, non vi sia mai capitato di incorrere in amore con persone con cui nella vostra vita passata erano vostra madre, nonno, fratello, amici?”

Dean lo guardò sbalordito.

“Quindi le vite passate esistono!”

“Non dovrei parlare di queste cose..mi hanno detto che non è permesso..”

“Aspetta, ti prego, dimmi solo se Sam…”

“Sam, Sam, Sam, sempre Sam…e in un’altra vita Era antoine, Simon, Bededict…mi è capitato rare volte di assistere a un’ossessione d’amore così marcata…”

Questo sbalordì Dean ancora di più.

“Io e Sam ci siamo già…”

“Adesso basta fare domande o il cielo e tutto quello che ci sta sopra, mi esilierà a vita. Pensavi davvero che un karma simile, ovvero finire inghiottito dal tuo stesso fratello, si creasse così dal nulla? È dipeso da uno straordinario bagaglio emotivo. Tu e Sam…vi siete amati molto e continuate a farlo. Il vostro amore continua a ricrearsi vita dopo vita, ma adesso pensiamo al sangue, ok?”
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Un’ora dopo, Dean stava sbaciucchiando Sam sul suo letto, ricoprendolo di carezze e coccole.

“Come hai reagito quando Castiel ti ha chiesto di darmi il tuo sangue?”

“Cosa? Pensi che me l’abbia proposto? Scemo. Sono stato io a propormi, credi che ti avrei lasciato utilizzare il sangue di chiunque altro?”

“Magari in un’altra vita ero un vampiro o magari lo eri tu.”

“Scemo.” Disse Sam, baciandogli il collo.

“Sono tanto felice, Sam.”

“Anch’io.”

“Castiel.. è un vero angelo. Mi ha detto tutto quello che volevo sentire e anche quello che non pensavo mi avrebbe dato gioia sentire e la cosa più bella è che è talmente genuino, che so benissimo che non l’ha fatto per farmi sentire meglio, ma perché è la verità.”

“Bobby mi ha detto una cosa, prima, in salotto.”

“Cosa?”

“Mi ha detto che in fondo era naturale, beh, ma se lo dico rischio di sembrare blasfemo..”

“Avanti, Sam, dopo il discorso con Cas, cosa può scandalizzare di più?”

“Beh..ecco…Adamo ed Eva..hanno avuto dei figli, no? Molti figli che a loro volta hanno avuto altri figli…resta da verificare se li hanno avuti tra di loro, oppure da qualche altro abitante che Dio aveva creato magicamente…ma se non fosse così..”

Dean ridendo gli chiuse la bocca con una mano.

“Smettila. Siamo appena stati condonati magicamente. Non ti sembra di esagerare?”

“Ma perché? Sono affascinanti queste cose!” insisteva Sam.

“Abbiamo avuto la prova che Dio e gli angeli esistono veramente e pensi a probabili incesti primordiali? Cos’hai che non va?”

“Sono pazzamente innamorato perso di mio fratello da migliaia di anni.” rispose Sam, con un tono così solenne e profondo che Dean lo baciò appassionatamente. 

















Note dell'autrice: ultimamente ODIO scrivere le note, ma questa volta mi sa che mi tocca farlo xd

allora innanzitutto scusatemi se in tutte le mie storie viene fuori il tema ricorrente delle vite passate, non è preventivato prima giuro, ma è una cosa in cui io credo fortemente, nonostante non abbia mai avuto visioni di mie vite passate in questo senso, ma ci credo, quindi anche se non lo considero prima, prima o poi nelle mie storie salta sempre fuori xd

poi, la cosa di Dio, angeli ecc...spero che nessuno si sia offeso, le mie sono solo considerazioni, niente per cui secondo me è "vangelo " ma mi piace fare riflessioni e a volte sono dell'idea che non ho mai in effetti letto che Dio in prima persona condanni l'incesto o.O sono state le persone a giudicarlo immorale...e allo stesso tempo appunto, mi domando, quando c'erano solo i figli di Adamo ed Eva, come ha fatto la Terra a popolarsi se non attraverso di loro xd

ma sono solo pensieri eh ci mancherebbe, poi ammetto di non aver neanche letto la Bibbia, quindi le mie sono solo considerazioni ^^

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Capitolo 59
*** Ruby ***


“Sam, devi promettermi che non rivedrai mai più quella Ruby.”

“Dean, andiamo. È una questione di gelosia o cosa?” aveva riso Sam.

“Idiota! È un demone!”

“Però è anche l’unica demone disposta ad aiutarci, Dean. Non vuoi uscire da questo patto, con me? Non vuoi che stiamo insieme?”

“Okay, volevo evitare di arrivare a questo, ma mi costringi a raccontarti perché non voglio che frequenti quella…Ruby..”
 
Dean aveva quindi raccontato tutto a Sam.

Ruby era quella demone che, una volta che Dean si era separato dal corpo di Sam, gli aveva fatto bere sangue demoniaco.
 
“Bloody Hell. E hai aspettato tutto questo tempo per dirmelo?” chiese Sam sbalordito.

“Non è una cosa di cui vado fiero parlare e mi sconvolge anche il fatto che sapendo chi sono e quello che ha fatto, ora tenti di avvicinare anche te. È proprio un demone senza scrupoli. L’idea che possa farti bere sangue demoniaco..soprattutto dopo quello che ho fatto per purificarti..” disse Dean imbestialito.

“Okay, Dean, stai calmo…”

“Come faccio a stare calmo? Sam, io..”

“Devi solo fidarti di me. Io non berrò sangue demoniaco. Sarei un ingrato, dopo il patto che hai fatto per salvarmi..”

“Sam, di quel demone non ci si può fidare…”

“Lo so, l’ho capito, ma ho intenzione comunque di usarla, perché lei ha detto che se riusciamo ad uccidere Lilith, che è la padrona del patto, potremmo annullare tutto.”

“Ma Sam, come fai a fidarti?”

“Voglio crederci, Dean.” Disse Sam.

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Capitolo 60
*** Crowley ***


Dean e Sam erano diventati molto amici di Castiel. Assieme all’angelo, andavano a caccia e quando riuscivano quelle poche volte, a catturare dei demoni senza ucciderli, ne approfittavano per svolgere la pratica insegnatali da Castiel, ovvero quella di purificare i demoni.

Non potevano andare con un battaglione nella discesa degli inferi, perché questo avrebbe provocato il caos, ma talvolta facevano uno strappo alla regola.

Questo, non lo sapevano, ma, sarebbe diventato molto importante per quello che sarebbe accaduto poi, con il patto di Dean.
 
 
Sam era uscito a cercare nuovi indizi per trovare Lilith, la custode del patto. Dean era da solo in albergo, ad aspettarlo – per una volta niente motel – e all’improvviso si ritrovò davanti un ometto baffuto e basso.

“Porca put….e tu chi diavolo sei?”

“Oh, che brutto. E così non ti ricordi più di me?” chiese l’ometto.

“Tu…sei quello che abbiamo purificato..Crowley.”

“Oh, esatto, pasticcino. Un volto come il mio non si dimentica, eh?”

“Come..come hai fatto ad entrare? Sei..sei di nuovo un demone.” disse Dean sgranando gli occhi.

“No, pasticcino. Niente di tutto questo, ma..qualcosa mi è rimasto.” Disse, materializzando una palla di fuoco nella sua mano.

“Stai..stai indietro!!”

“Tranquillo, non voglio farti del male.”

“Come fai ad avere di nuovo i tuoi poteri? Tu eri..sei di nuovo umano..o..o no?”

Crowley sospirò.

“Io sono morto, pasticcino…e poi sono diventato un demone. È una cosa che ti resta dentro, anche se poi torni miracolosamente umano.”

“Continuo a non capire..”

“Ok, te lo riassumo: Io torno umano, i poteri da demone mi restano. Va bene così?”

Dean restò zitto.

“Pronto? Ci sei?”

“Che cosa vuoi da noi ancora?”

“Quello che voglio da te, e anche da Sam, sì, è che non mandiate all’aria tutti i vostri piani di redenzione, facendo proprio il gioco dell’inferno.”

“Che stai dicendo, spiegati!”

“Il tuo patto, Dean.”

“è una cosa che stiamo provando a fermare, ma in questo caso cosa c’entra il mio..”

“Lilith. Ti hanno detto che è la custode del patto, no?”

“Sì.”

“E voi volete ucciderla, ma non devi assolutamente permettere che Sam ci riesca!”

“Cosa? Ma così io..”

“Tu morirai, sì, ma meglio che muori te che non chissà quante altre centinaia, migliaia, milioni di vite, vero? Perché è questo che succederà, se date inizio all’apocalisse sulla terra!!” 

















Note dell'autrice: 

non poteva mancare il nostro diavoletto in questa storia vero? :pp 

mi piacerebbe raccontare di come hanno scoperto crowley ma non so xd vedremo ahhah

a presto!!

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Capitolo 61
*** Angelo e demone ***


Ero nel bosco, Sam e Dean erano riusciti a tendermi un agguato. Si stavano per preparare ad esorcizzarmi..o uccidermi..quando inaspettatamente l’angelo parlò.

“Aspettate. Crowley..lui..mi ha salvato, qualche settimana fa.” disse.

“Mpf..una casualità. Odiavo quei luridi figli di puttana..” dissi io strafottente. Castiel però non la bevve. Quel giorno era solo, accerchiato dai demoni, io lo salvai piantando in quei demoni dei proiettili intrisi di acqua santa per poi aiutare lo sfortunato angelo, spacciandomi per un cacciatore. Quello fu il nostro primo incontro.

Per diverse settimane, continuammo a vederci. Io finsi di essere un cacciatore, finchè non mi scoprirono.

“Vi stavo solo prendendo in giro..l’ho fatto come copertura.” Dissi io.

Sam e Dean mi guardarono con disprezzo. Castiel no. Gli angeli riescono a vedere nell’anima delle cose e delle persone, non importa quanto l’anima sia nera. Castiel forse vedeva che io ero legato a lui.

“Noi non lo uccideremo. Lo cureremo.”

“Cosa? NO. Uccidetemi, piuttosto!” gridai io, sciocco com’ero.
 
Pensavo mi avrebbero portato in un qualche seminterrato e mi avrebbero legato con le catene. Invece, Castiel mi portò nel bosco, in uno chalet e lì passammo la notte.
In tutti i sensi.
Accadde quando io gli chiesi sorpreso il perché di tutte queste gentilezze con me, un demone. Castiel era seduto davanti al tavolo del soggiorno, mi fece dei grattini con la mano sul mio palmo aperto e mi disse:

“Forse è per come mi guardi..”

Allora lì scattò il bacio. E tutto il resto!

Paradiso e inferno. Non dovrebbe essere così..piacevole. la risposta a tutto. Né così celestiale.
Ma lo era.
 
Per questo decisi di aiutare Sam e Dean. Castiel era ormai affezionato a loro, e gli amici di Cas, sono miei amici ora.

E poi volevo trovare un modo di ripagarli dell’inferno a cui mi hanno levato.

Uno non si rende conto di avere delle catene dolorose addosso, fino a quando non se le toglie.
 
















 Note dell'autrice: 

lo so, sono fissata con la crowstiel ahhah l'ho messa praticamente in tutti i miei au wincest, eccetto la catena dell'estasi ahhah xd

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Capitolo 62
*** Dimmi solo addio... - prima parte ***


Dean aveva cercato disperatamente di rintracciare Sam una volta che aveva scoperto la verità, cioè che Lilith non deteneva nessun contratto. Ruby aveva mentito. Voleva che Sam pensasse che ce l’aveva Lilith, in modo da ucciderla, perché era l’ultimo sigillo che, una volta rotto, avrebbe portato l’apocalisse sulla Terra.

Aveva disperatamente cercato di chiamarlo, ma il telefono risultava staccato. Ruby gli aveva consigliato di staccare il telefono, perché Dean avrebbe cercato di fare di tutto per fermarlo e non poteva permetterlo.

Sam purtroppo non era lucido e si fidava di Ruby. Credeva che sì, ci sarebbero state delle conseguenze, ma non sapeva dell’apocalisse, forse aveva paura di saperlo, perché temeva che avrebbe fatto comunque qualsiasi cosa, per non farlo morire.
 
 
Era quasi fatta. Sam era arrivato al convento, dove si preparava a raggiungere Lilith per ucciderla, ma una volta arrivato lì, Dean corse a perdifiato e tentò disperatamente di chiamarlo di nuovo. Questa volta Sam miracolosamente decise di rispondere.

“Non farlo, Sam!! è un trucco! Scatenerai l’apocalisse!!” fu il grido disperato di Dean al telefono.

Sam rimase esterrefatto ne nel sentire quello che aveva detto.

“Non ascoltarlo, Sam. è vero, Lilith non può annullare il contratto di Dean, ma lucifero sì. Se lo farai tornare, lui saprà ricompensarti.” Disse Ruby, spingendo letteralmente Sam contro la donna.

Sam era sconvolto e non pensando più lucidamente, cercò di colpire comunque Lilith.

“SAM, NOOOOO.” Fu il grido di Dean, che si disperava, cercando di forzare la porta, che Ruby aveva chiuso per impedirgli di raggiungerli.
 
 
Erano finiti carponi e Sam stava cercando di strozzarla, ma al grido di Dean, si voltò.

“FALLO, SAM!!” continuava imperturbabile Ruby,

“SAM, NON FARLO, TI PREGO.” gridò Dean invece, riuscendo finalmente ad aprirsi uno spiraglio con la porta.

Sam guardò Dean con gli occhi lucidi e Lilith ne approfittò per ribaltare Sam con i suoi poteri, facendogli fare un volo che per poco non lo soffocò, quando toccò il pavimento.

“SAAAAAAAAAM!” gridò ancora Dean, entrando finalmente nella grande stanza.

Lilith, capì che era giunto il momento di lasciare le tende e lasciò immediatamente il corpo della ragazza con un gran frastuono, tornando all’inferno, senza bisogno dell’esorcismo.
 
 
“Tutti i demoni volevano la mia testa…sono stata la migliore tra quei figli di puttana…la più leale!!” disse Ruby, guardando il punto in cui Lilith scomparve..

 Sam si rese conto allora, di quello che stava per succedere.

“Puttana! Bugiarda! Puttana!”

“Sammy..” disse Ruby glaciale, tenendolo indietro con i suoi poteri. Sam si accasciò, distrutto al suolo.

“Cosa mi stavi facendo fare…io non volevo..” disse con gli occhi luccicanti di lacrime.

“Sam…non capisci…io l’ho fatto per te…i modi in cui ti compenserebbe Lucifero, pensaci…possiamo riprovarci ancora..” disse Ruby accarezzandogli le guance.

Dean furibondo, accelerò il passo per raggiungerli.

“Hai vinto tu, Dean, niente apocalisse. Contento?” chiese Ruby sfacciata.

Sam capì le intenzioni di Dean e si alzò all'improvviso, tenendola ferma per le spalle, mentre Dean la pugnalava, uccidendola definitivamente.

“AHHH.” Gridò lei.

“Non mi importa!” disse Dean rabbioso. “Non avresti dovuto far soffrire Sam con la promessa che mi avrebbe salvato. Stava già soffrendo abbastanza, puttana.” dicendo così, sferzò il colpo finale, uccidendola del tutto.
 
 
 
Sam crollò immediatamente a terra, singhiozzando.

“Dean…io stavo…stavo per…”

“Stavi per far scoppiare l’apocalisse.” Disse Dean attonito. “Anche dopo aver saputo..”

“Sì. Perdonami, Dean, perdonami.” Continuava a singhiozzare Sam.

“Schhhh. Va tutto bene, Sam. Va tutto bene.” disse Dean, abbracciandolo e accarezzandolo, con gli occhi sbarrati, stordito da quanto Sam lo amava. L’apocalisse. L’avrebbe fatto.
 
 
 
 
 













 Note dell'autrice: 

anche se ci ho messo tanto per alla fine fare un capitolo così corto, credetemi, è stata davvero dura xd sono stata molto indecisa fino all'ultima se far scoppiare davvero l'apocalisse o no...ma dean sarebbe comunque morto lo stesso, e lasciare sam con anche questo peso, per niente, sarebbe stato davvero troppo crudele xd

non so neanche se questa storia finirà a breve come avevo annunciato aahh xd vedremo xd

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Capitolo 63
*** Dimmi solo addio - seconda parte ***


“Sam….Sammy, ascoltami..” cerco di staccarlo dolcemente dalle mie braccia, perché sento le lacrime affiorare ai miei occhi. Ho l’impressione che cadrò in mille pezzi se lo tolgo dalle mie braccia, perché solo lui può tenermi insieme, ma devo farlo per lui.

“Dean..non lasciarmi..”

Non va bene, così rende tutto più difficile.

“Sam, ascoltami..è il giorno..a mezzanotte arriveranno i cani infernali, i cerb..”

“NO!” urla Sammy, cercando di abbracciarmi di nuovo.
Sospiro.


“DEAN, SAM!” finalmente è arrivato Bobby.

“Bobby, finalmente. Ascolta, devi prendere Sam..”

“Che fine ha fatto Lilith? L’apocalisse??”

“Andati. Andati tutti. l’apocalisse non è scoppiata. Ora ascolta me, Bobby, almeno tu!”

“Ti ascolto.”

“Devi portare via Sam da qui, non voglio che veda i cani farmi a pezzi.”

“NO. NON PROVARCI. NON PROVARE A TENERMI FUORI!”

“Dean…io non so se..”

“Fallo. Please.” Dico io supplicante.

“Bobby, non…DEAN, DEAAAAN!”
 
 
 
 
Non so come fa Bobby a trascinarmi fuori. Sembra avere quasi una forza sovrumana, ma anch’io sono disperato.

Ci siamo avvicinati alla macchina, quando mi districo dalle sue braccia.

“SAM.” mi dice lui addolorato. “Pensa a Dean. Vedere te che lo guardi in quel momento…lo distruggerà. Vuoi che sia questo che vedrà prima di morire?” dice.

Ma io non mi faccio impietosire e gli rispondo:

“Bobby, io posso sopportarlo. Devo farlo per mio fratello. Ti rivolto la domanda. Se non vado subito da lui, lui morirà da solo. Vuoi che sia così? Vuoi che muoia senza avere neanche il conforto di vedere il volto di una persona che ama e che lo ama?”

Funziona, perché Bobby non prova più a trattenermi. È scioccato.

“Glielo devo.” Dico io.

All’improvviso sento il rintocco della mezzanotte e quindi mi appresto a correre verso l’interno del convento.

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Capitolo 64
*** Il dolore di Sam ***


“Deaaaaaaaaaaaaaaan!” gridò Sam. entrò nella stanza grande e non c’era nessuno, ma c’era una porta laterale interna oltre a quella. Sentiva i cani sfiondare la porta.
“Dean!!”

Sam entrò a sua volta e non vedeva i cani, ma Dean a terra dilaniato da essi, sì.

Non riusciva a dire niente, neanche a parlare.

“Sam, no…” sussurrava Dean immerso  nel dolore e non solo quello fisico.
 
Sam finì in ginocchio, come rassegnato. A occhi chiusi. Pronto a farsi sbranare anch’esso dai cani. Senza Dean, la sua vita non aveva più senso di esistere.

“SAM, NON FARLO..”

Ma i cani non badarono a Sam. Lo sorpassarono senza degnarlo di uno sguardo. Per Sam fu come morire due volte, forse di più.
 
Poi vide Dean e si avvcinò a lui. Si inginocchiò a lui. Dean era imbrattato di sangue, ma lui lo prese tra le braccia e lo cullò, accarezzandogli le guance.

“Non avresti dovuto venire qui, Sam..”

“Schhh…lascia che ti dia un po’ di sollievo…” disse, accarezzandogli le mani e le braccia.

“Ma io sto bene…sono tra le braccia..dell’uomo che amo più di me stesso..” disse Dean.

Sam gli diede un bacio sulla fronte, sentendo le lacrime affiorare agli occhi.

“Sei un grandissimo uomo, Dean..il fratello che ho sempre sognato di avere…”

“Sam, piantala..”

“No, dico davvero. Tutti gli angeli..in questo momento..stanno piangendo..e i demoni sono colti da ammirazione per te. Perché, quando mai capita di scegliere quello che hai..scelto tu…solo per..”

“Solo per amore? E quale modo migliore per andarsene, se non per salvare la persona che ami? E non c’è niente che amo più di te, Sam..”

Sam gli diede un profondo bacio sulla guancia e sulla bocca e poi se lo tenne stretto al cuore e sussurrò:

“Averti è la cosa migliore che mi sia mai capitata. La luce nella mia vita.”
 
Bobby ascoltò queste parole a distanza e gli straziavano il cuore.

Poi vide Sam cambiare espressione, tremare, spalancare gli occhi e chiamare ripetutamente Dean, scuoterlo.


“SAM. SAAM.” Lo chiamò.

Poi corse da lui e cercò di rimetterlo in piedi.

“NO. non puoi lasciarmi, non puoi lasciarmi, NOOOOO.”

Si divincolò da Bobby e finì in ginocchio. Gli occhi talmente annacquati di lacrime che Bobby temette che potesse uscirgli sangue da lì.
 
Per fortuna Castiel comparve in quel momento. Bobby sospirò.

“Castiel, ti prego. Puoi fare qualcosa per farlo star meglio?”

“Sì.” Disse lui. Andò da Sam, gli toccò la fronte e questo svenne.

“CASTIEL!!” protestò Bobby.

“è questo l’unico modo per cui può stare meglio per adesso. Dormire.” Disse Castiel, prendendo Sam in braccio e portandolo fuori.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Passavano le settimane e Sam non aveva cominciato a stare meglio. Piangeva quasi ogni giorno, quando non lo faceva, era perché era troppo stanco per farlo. Si imbottiva di pastiglie per il mal di testa e Bobby aveva dovuto far sparire gli altri medicinali possibilmente letali dala casa, per evitare che a Sam potessero venire in mente idee pericolose.

Non mangiava quasi niente e piangeva così tanto da farsi venire il mal di gola. Non voleva uscire di casa, non voleva andare a caccia.
 
Bobby preoccupatissimo, aveva contattato Castiel per parlargli.

“Bobby, Dean non era semplicemente suo fratello. Era il suo gemello.  Gemello d’anima. Perdere un gemello è molto più devastante di perdere un fratello normale e se consideriamo che loro avevano anche una relazione sentimentale in corso, si può capire il dolore profondo di Sam.”

“Lo so, lo so..ma io ho paura che Sam possa fare una sciocchezza, Castiel. Non vuole mangiare, mi ha detto che non vuole farlo perché Dean non potrà più farlo. Vuole contrattare con i demoni, ma loro non vogliono parlare con lui..e questo lo distrugge ancora di più.”

Castiel sospirò.

“Va bene, fammi parlare con Sam.”

“Non è nella sua stanza ora.”

“Che cosa? E me lo dici solo adesso?”

“Lui è…in chiesa. A chiedere perdono.” Disse Bobby.
 

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Capitolo 65
*** Castiel consola Sam ***


Castiel andò alla chiesa dove Sam in quel momento stava pregando per ottenere il perdono da Dio.
 
 
 
“Sam..” disse Castiel mettendogli una mano sulla spalla, mentre Sam era in ginocchio a pregare.

“Castiel..” disse Sam, guardandolo con quegli occhioni immensamente tristi.

“Che cosa ci fai qui?”

“Dovevo venire…dovevo..chiedere perdono…”

“Perdono? Perché?” chiese Castiel genuinamente sorpreso.

Sam deglutì.

“Per quello che ho fatto..è colpa mia se Dean è…”

“Sam, non è assolutamente colpa tua di quello che è successo.”

“Sì, invece…tutto quello che ci è capitato..è colpa mia…” disse, guardando la chiesa con aria colpevole.

Castiel capì come doveva sentirsi e disse:

“Andiamo fuori da qui. Parliamo in un luogo che ti incuterà meno timore.”

“Non sono sicuro di meritarlo, Cas…”

“Stà zitto e fa quello che ti dico.” Disse Castiel in maniera sorprendentemente rude.
 
 
 
 
 
“Mangia quelle patatine..” disse Castiel, mentre erano seduti su una panchina del parco.

“Non ne ho voglia..”

“Eppure mi avevano detto che…ne andate matti…” disse Castiel, facendo bene attenzione a non nominare il nome di Dean.

Sam sospirò.

“Non ho più molto appetito ultimamente.”

“Sam, smettiamola di girarci in tondo. Parliamo chiaro. Per cos’è che ti senti colpevole? So che il patto di Dean…”

“No..” scosse la testa Sam. “Il patto è stata solo una conseguenza di tutto il resto..di quello che ho fatto io..”

“Che cosa intendi? Alastair ti aveva catturato, non eri consapevole di quello che…”

“No..non è quello. La cosa terribile che io ho fatto..il peccato più grande è stato…amarlo.”
 
Castiel rimase zitto e sorpreso.

“Sam, ascolta..”

“No…non dovevamo..io non avrei dovuto..”

“è stata una scelta di entrambi..”

“Sono stato io a far iniziare tutto! Sono stato io a baciarlo per primo..è da me che è iniziata. Forse se io non l’avessi baciato…non lo so..ma..comunque sono stato io a trascinare Dean in quest’inferno..tutto quello che è capitato dopo..è stata una specie di…punizione…per la presunzione che abbiamo avuto che un amore come il nostro sarebbe potuto..”

“Basta, smettila, smettila!”

Sam si ammutolì all’improvviso.

“Stai dicendo una vera bestemmia!” lo riprese Castiel.

Sam lo guardò a bocca aperta.

“Mi dispiace, io non volevo..”

“Pensi davvero che Dio ha voluto punirti? Che quello che fa, qualunque cosa, è perché vuole punire voi??E l'amore tra me e Crowley allora, ce lo siamo dimenticati? Mi ha punito Dio in quel caso? No. Dio non punisce, soprattutto non punisce l’amore! Sono gli umani a punire. Sé stessi, gli altri..le persone che amano e le persone che non amano.”

“Cas…io…”

“L’amore che tu hai dimostrato per tuo fratello…l’amore che tuo fratello ha dimostrato per te…pensi davvero che LUI possa pensare,..che sia una cosa brutta? Che tutti noi, pensiamo sia una cosa brutta? Noi ci nutriamo, respiriamo di questo. Di Amore.”

Delle lacrime sgorgarono dagli occhi di Sam a queste parole.

“è vergogna, questa? No, Sam..” disse Castiel, asciugandogli una lacrima. “Non vergognarti mai dell’amore. Non farlo con un tuo simile, e non farlo a maggior ragione con un essere celeste, che ama l’amore.” Disse, poggiandogli le mani sulle spalle.

“Io non posso sopravvivere senza di lui, Castiel..non ce la faccio…” disse Sam singhiozzando, buttandosi tra le sue braccia.
 
Castiel lo abbracciò, confortandolo.

Sam disse: “Lui non merita l’inferno, Cas…”

“Lo so. Lo dicono anche i miei capi.”

“C-cosa?” disse Sam, guardandolo.

Castiel poi gli disse dolcemente:

“Potresti rivederlo molto presto..” e sorrise.

“C-cosa? Cosa vuoi dire?”

“Ora devo andare, Sam..”

“No, aspetta..dimmi cosa intendi dire? Forse che morirò? Lo raggiungerò? O forse lui può tornare?” disse, cercando di trattenerlo.

“Non posso dirti niente, Sam. Ordini dall’alto, finchè tutto non sarà sicuro..” disse Castiel scusandosi.

“Cas, no,aspetta, non puoi lasciarmi così dicendomi questo..dimmi almeno…”

“Ti chiedo solo di non fare assurdità, Sam. Lascia che ce ne occupiamo noi.”

“Occuparvene? Occuparvene di cosa? Castiel…”

Ma Castiel si era già volatilizzato.
 
 
Domande, domande!! Ma non si stancano mai questi umani, di fare sempre domande? Con la loro energia e intelligenza potrebbero fare grandi cose e la sprecano tutta in questa macerazione e miscelazione di domande e pensieri! Che inutile spreco di energie e intelligenza. Un vero peccato. Pensava l’angelo.

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Capitolo 66
*** E ritorno da te ***


Sono in un motel a mangiare da solo una pizza.

Quando sento qualcuno che bussa alla porta.

Rimango interdetto quando vedo Bobby entrare per primo e poi seguirlo anche Dean.

Indietreggio confuso.

“C-cosa…cosa…”

“Ciao Sammy.”

Lo guardo senza parole.
 

“Lo so, ho un aspetto fantastico, vero?”

Cerca di abbracciarmi ma io a sorpresa, cerco di aggredirlo.

“SAM, NO!” mi ferma Bobby.

“CHI SEI TU???”

“Dovresti saperlo!” mi dice Dean, sorpreso e un po’ ferito.

“SAPERE COSA?”

“è LUI, è LUI, SAM, LO SO CHE SEMBRA INCREDIBILE, MA è PROPRIO LUI!” dice Bobby.

“Lo so..ho un aspetto davvero fantastico.” Ripete Dean.
 


Sento che mi sta per venire un attacco di panico…

Bobby mi lascia e io vado incontro a Dean. Lo abbraccio forte.
 
“Piano, piano, Sam. è appena tornato, jesus.” Dice Bobby.

“Lascia stare, Bobby.” Dice Dean. Il mio Dean.
 
“Come…come…” dico io, toccandogli il viso. Gli occhi gonfi di lacrime.

“Bobby, lasciaci soli.” dice Dean.

“Come? Dici sul serio? Non mi capita tutti i giorni di assistere al ritorno di un morto..ehm, con tutto il rispetto, Dean. E vuoi che me ne vada adesso? Fatti guardare ancora un po’.”

Dean ride.

“Con tutto il bene che ti voglio, Bobby, è un’altra la persona da cui mi piacerebbe essere guardato adesso.”

Bobby brontola e se ne va.
 
“Cosa…come…sembri..diverso..” dico io, stupidamente, ma Dean sembra davvero diverso.

Dean mi guarda stranito.

“E perché il tuo corpo sembra che brucia? Sei così caldo…oddio, Dean, cosa ti hanno fatto?” chiesi io.

“Sammy, sta tranquillo, non è per via dell’inferno.”

“E allora cosa?”

“Sono appena tornato in vita…e la vita è come una fiamma che brucia. Il mio corpo è come se si fosse rigenerato e scoppiasse di energia più che mai.” Mi dice.

Lo guardo. Infatti sembra così bello. Luminoso, sereno.

“Aspetta…come..come hai fatto..a uscire..?”

“Castiel mi ha aiutato..”

“Ma..non capisco..”

“Lui mi ha tirato fuori dall’inferno, Sam. ma non parliamo di questo..”

“Tu sei in carne ed ossa..quindi..”

“Sì. Sammy, ma cos’hai? Sono qui ora, perché continui a…”

“Ha scavato la tua tomba?”
 
Dean mi guarda stranito e confuso un attimo di troppo, per farmi realizzare l’orribile verità.

“Oddio…oddio..”

“Sammy, ascolta..”

“Hai dovuto scavare per uscire…”

“Sammy, non è importante..”

“Perdonami, avrei dovuto conservare il tuo corpo, avrei dovuto..”

“Sammy…a me..non..importa..” mi dice stampandomi un bacio sulla bocca.

“Mi importa solo essere qui con te adesso. Averti ritrovato.” Continua, baciandomi ancora.
 
Capisco subito cosa ha intenzione di fare e a fatica mi tiro indietro quando vedo che mi mette le mani sotto la maglietta.

“Cavolo, sei così freddo..lascia che ti scaldi io..”

“Dean, no, aspetta, fermati.”

Mi guarda, un pò stranito e poi ridacchiando.

“Che c’è? Non ti va di fare l’amore con uno tornato dal mondo dei morti?”

“No, stupido! Ma tu..sei appena tornato..dovresti..riprenderti..non voglio che…forse dovresti lasciare che il tuo corpo prima..”

 
Dean ride fragorosamente.

“Hai paura di consumarmi?”

Lo guardo vergognandomi un po’.

Dean riprende a baciarmi e la sua energia contagia anche me.

“Non hai idea di quanto mi sei mancato. Non voglio più aspettare.” Dice e davvero non trovo più obiezioni.
 
 
“AHHH. Oddio. Oddio. Ahhh.” Fare l’amore con Dean è stato sempre stupendo, ma stavolta era sublime. Tutto l’amore, tutta la passione che provava per me, concentrati nella totalità dell’eneergia e della contentezza che provava nell’esserci ritrovati.

L’estasi. Era l’estasi.

Non ebbi neanche bisogno della preparazione. Dean sembrava incapace di farmi del male.
 
 
 
*

Quando finimmo di fare l’amore, Dean mi guardò per qualche minuto, sorridendo. Mi accorsi subito che la sua erezione era di nuovo accesa.

“Oddio..sei ancora..eccitato?” gli chiesi.

“Ho una gran quantità di energia da bruciare.” Mi disse.

“Dovremmo..scaricarla allora..non fa bene tenersi un simile quantitativo di energia in eccesso..” propongo imbarazzato.
 
Non faccio quasi in tempo a finire la frase, che Dean mi solleva di peso e mi fa finire sdraiato sul tavolo.

“Diamine.” Dico, un po’ spaventato, un po’ euforico.

Ed ecco che ricominciamo.
 

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Capitolo 67
*** Quello a cui penso... ***


Mi sveglio abbracciato a Dean. Lui mi sta abbracciando nella classica posizione a chiocciola.

Perfino quando dorme, ha questa capacità di farmi sentire protetto e al sicuro.

Il mio corpo si sveglia completamente rilassato, grazie alla sua presenza e al suo caldo abbraccio.

Cullare i tuoi sogni..sembra una banalità, ma è proprio così.
 
Provo una felicità incontenibile. Mi sento come quando guardavo uno di quei telefilm dove il protagonista dopo aver tanto sofferto, finalmente era al sicuro. Coccolato o protetto dalle persone che ama, oppure semplicemente felice di averle ritrovate.

Sono sempre stato un sentimentale nella mia vita. Anche da ragazzino. Quando il protagonista si separava dalle persone che amava, in me si prodigava un’immagine come se fosse all’inferno o circondato dalle fiamme, contornato dai pericoli. Quando le ritrovava ero quasi più felice io di lui.

Ecco, dicevo, questo è così bello. È al sicuro ora.

È così che mi sento io. A chi mi guardasse da fuori, direi che le braccia di Dean sono un ritorno alla felicità…
 
Mi giro a guardarlo.  
 
Mio fratello…il mio gemello.

I gemelli non andrebbero mai divisi..mio fratello è parte di me. Non potrei esistere senza di lui..in tutti i sensi. Lui mi ha salvato..è vissuto tramite me..lui fa parte di me in ogni singola cellula o vaso sanguigno che sia.

Per tutto questo tempo in cui è stato dentro di me, ho vissuto l’amore più bello che mi sia mai capitato, senza poterlo davvero vedere sfociare o accorgermene, ma questo amore è stato parte di me per tutta la mia vita, fin dalla nascita.
 
Mi veniva sempre il sorriso sulle labbra e una sorta di tenerezza ma anche di magone, quando vedevo una coppia di gemelli e non ne capivo il motivo.

Ora so perché.

Non ringrazierò mai abbastanza il cielo per avermelo riportato. Per averlo riportato da me.
 
Sam pensa queste cose mentre, avvolto da un’ondata di tenerezza e di amore struggente, quando Dean riapre gli occhi, gli va incontro per tornare tra le sue braccia e sprofondare la testa sul suo collo.

Ma ecco che appare Castiel con un’apparizione che sembra un botto di fuochi.
 
“CASTIEL!” urlano in coro i due spaventati.



“Sam, sei stato tu a chiamarmi.”

Dean guarda Sam sbalordito.

“Cos…non è vero!!”

“Come no? Non facevi altro che ringraziare il cielo e gli angeli per avertelo rip…”

“Ok, ok, basta così!” dice Sam, mentre Dean si trattiene dal ridere.
 
“Cas, ehm, non vogliamo essere scortesi, ma..non è il momento per le visite questo..” dice Dean a disagio. Erano ancora mezzi nudi.

“Va bene, rivestitevi, poi dobbiamo parlare.”

“Parlare? Di…c-che cosa?” dice Dean.

“Della cosa a cui Sam pensa da quando sei tornato.”

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Capitolo 68
*** Posso dire la mia, adesso? ***


“Io non……io non riesco a crederci, SAM!” disse Dean, una volta che l’angelo se n’era andato ed erano quindi rimasti soli e Sam gli aveva raccontato quello che aveva pensato di voler fare.

“Cosa?? Che cos’è che non riesci a credere?” chiese Sam sulla difensiva.

“Questo. Non riesco a credere che tu abbia pensato di abbandonare la caccia.”

“Non metterla come se fosse una cosa egoistica, Dean. Io l’ho pensato per noi due!”

“Non puoi seriamente pensarlo..la caccia è tutta la nostra vita..”

“Tu eri MORTO, Dean. Diamine, neanche di fronte a questo riesci a…lasciar perdere?”

“Sam..”                                             

“NO. NO. Io ti ho seppellito, okay? Io ho pianto su quel mucchietto di terra. Io ho dormito da solo per quattro stramaledetti mesi pensando a te che soffrivi e pensando che non ti avrei mai più rivisto. Chi credi abbia lasciato la tomba aperta nella speranza che davvero tornassi o che riuscissi io a farti tornare? SEMPRE IO.

“Sei..sei stato tu a..” disse Dean a bocca aperta.

“Sono stato io, sì. Con il dolore nel cuore pensando che forse non sarebbe servito a niente. Chi è stato a contattare demoni su demoni perché ti aveva fatto una promessa, cioè che ti avrebbe fatto tornare? SEMPRE IO, chi non è stato capace di mantenere quella promessa? Sempre io.”

“Sam, ascolta…”

“Non sono stato in grado di proteggerti, come tu hai fatto con me…e non ci saranno sempre angeli disposti a farti tornare da me, se dovessi perderti un’altra volta..Dean, io non posso perderti, non di nuovo. Questa vita è troppo pericolosa.”

“Adesso posso parlare?”

“Parla, ma tanto non riuscirai a farmi cambiare idea.”
 
 
 
Dean sospirò. Il fratellino era davvero ostinato quando si metteva in testa una cosa.

Cominciò a camminare in tondo, prima di avviare il discorso.

“Tu odii questa vita, Sam?”

“Dean, ti prego, non fare..” sospirò imbronciato Sam.

“No, no, rispondi solo a questa domanda sinceramente, Sam.”

“Sì, la odio. La odio con tutte le mie forze.”

“Però è grazie al soprannaturale se noi due possiamo stare insieme.”

“Dopo che il soprannaturale ti ha messo in pericolo!”

“No, no..non mi riferisco al tornare in vita..mi riferisco..alla nostra divisione..”
 
Questo ammutolì del tutto Sam. Dean soddisfatto. Sorrise.

“Sì,Sam…noi eravamo uniti..come dei gemelli siamesi che però era impossibile da vedere insieme. Se tu e Bobby non foste andati alla ricerca avventurosa di quella pozione miracolosa per riuscire a dividerci, noi non avremmo potuto mai stare insieme. Io non avrei mai vissuto veramente.”

“Dean..”

“Anzi, se non fosse stato per merito del soprannaturale, io non avrei mai avuto un fratello..”

Sam lo fissò scioccato.

“Il sangue di demone, ricordi? È stato quello a far cominciare tutto..in condizioni normali non sarebbe mai possibile quello che è successo a noi. Sarebbe morto uno di noi..il sangue di demone ti ha salvato. Ha salvato entrambi.”

“Io..io non…io non capisco dove vuoi arrivare…”

“Il soprannaturale è dentro di noi, noi siamo parte di esso. Non potremmo esistere senza di esso.”

“Questo non significa che dobbiamo essergli debitori per il resto della vita…” mugugnò Sam.
 
“Pensaci, Sam. pensaci un solo secondo. Io sono andato all’inferno, è vero..ma prima ancora, tu eri morto..ti avevo perso. Senza il soprannaturale saremmo stati costretti ad una vita senza l’altro..è vero, poi io sono andato all’inferno..ma ora sono qui. Chi altri può raccontare di essere tornato dalla morte? La gente normale vive con il terrore di essa, teme non ci sia nulla aldilà, teme la cessazione dell’esistenza…noi sappiamo che c’è molto di più e questa è una cosa che ti cambia per sempre. E poi..i mostri..le persone che abbiamo aiutato..come si può fare ad andare avanti con la nostra vita normale, dopo quello che abbiamo visto? Pensare a pagare le bollette, avere un lavoro normale, la stessa routine giorno dopo giorno? Noi siamo fratelli! I fratelli più sgangherati dell’America..” sorrise Dean. “ E siamo innamorati. Non potremmo mai avere una vita normale..non agli occhi della gente comunque..e poi tu vuoi davvero tornare a fare quello che facevi prima, dopo tutto questo?”

Sam non sapeva cosa dire, quindi lo abbracciò. Lo abbracciò forte.

“Non posso perderti, Dean. Non posso.”
 

In quel momento entrò finalmente Castiel nella loro stanza.

“Se non è di troppo disturbo, posso dire anche io la mia, adesso?
 
 
 

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Capitolo 69
*** Speciali ***


“Castiel, diglielo anche te..” esordì Dean.

“Calma, Dean…Sam, ascoltami..” disse Castiel, l’angelo.

“Sì, lo so..il bene superiore..aiutare le persone..bla bla bla..”

“Stavo per dire, che io non avrei potuto aiutare Dean..”

“Cosa??” esclamarono in coro i due.

“Non vi ho detto tutto..e non ho detto tutto neanche a te, Sam, quando ti disperavi per Dean in quella chiesa..”

“Tu hai fatto cosa?” chiese Dean preoccupato, mentre Sam guardava da un’altra parte.

“Ascoltatemi, per favore..non vi ho detto una cosa importante. Dal momento in cui io e Crowley ci siamo innamorati..io sono stato convocato in paradiso, perché dovevano discutere se cacciarmi o no…”

“Come sarebbe  a dire?” chiese Sam.

“Non ci hai..detto niente..” disse Dean.

“Sono stato perdonato..Dio mi ha perdonato..come punizione avrei dovuto entrare all’inferno e salvare Dean. Si sa che..l’inferno per gli angeli è dolore puro. È anche per questo che non facciamo mai irruzione lì dentro per salvare i dannati.” Disse.

“E perché io? Cos’ho di speciale??” disse Dean.

“Dean…tu e Sam siete..davvero..davvero molto speciali..”

“Cosa?” chiesero in coro.

 “Ci capita raramente di avere a che fare con degli individui dall’anima così risonante. Voi siete portati per fare cose grandiose, per fare del bene. Il vostro destino è pieno di cose grandiose e quando siete insieme..siete una forza della natura per sconfiggere il male. è anche per questo che mi hanno perdonato, per salvare Dean e restare al vostro fianco. Non potevamo lasciare che tu restassi all’inferno, Dean. Un tale spreco, quando potresti fare grandi cose, assieme a tuo fratello. Diventare delle leggende.”
 
Sam però non voleva ancora accettarlo.

“Vi prego..dateci la possibilità di vivere una vita normale..fateci provare almeno..e se non dovesse andare, faremo quello che volete..ma lasciateci provare a vivere..una vita tranquilla..mio fratello è appena tornato in vita..non sono pronto a…” disse Sam, con le lacrime agli occhi, aggrappandosi all’impermeabile dell’angelo.

Castiel guardò Dean, che gli rimandò l’occhiata.

“Sì, Castiel, se puoi chiedere questo, ci faresti un grosso favore..”

“Dean…”

“Sam non si è ancora del tutto ripreso dalla mia morte..abbiamo bisogno..di una pausa..non saremmo produttivi in questo momento. Lasciate che se deve essere, sia una nostra scelta.”

“E va bene, Dean. In fondo siamo per il libero arbitrio, no? Ma non metteteci troppo.”
 
L’angelo sparì e Sam chiuse gli occhi sospirando di sollievo.

“Dean, mi dispiace se io..”

“Schhh..hai ragione..hai ragione..sono qui, Sammy. Non vado da nessuna parte.” Gli rispose l’altro, abbracciandolo da dietro.

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Capitolo 70
*** Chi stabilisce la normalità? ***


Sam guardava ancora senza parole, i documenti che Dean gli porgeva. Quelli suoi e quelli..di Dean!

“Winchester..” continuava a leggere quel cognome in trance.

“Sam? è tutto okay?”

“Hai..hai fatto un tuo documento con lo stesso cognome mio..” disse Sam.

“Sì..io pensavo che saresti stato contento…” disse Dean perplesso.

“Contento? Dean, io ero contento di poter stare insieme a te senza doverci nascondere! In questo modo..”

“Ok, ok, Sam, ascoltami..” disse Dean, mettendogli le mani sulle spalle. “Capisco quello che provi..ma se vogliamo avere una vita normale, non possiamo continuare a vivere con documenti e carte di credito false…verremmo arrestati immediatamente..”

“Ha funzionato benissimo finora..”

“Perché non siamo mai restati fermi per troppo a lungo nello stesso posto..Sam, la vuoi ancora una vita normale?”

Sam sbuffò sonoramente con le braccia incrociate.

“Bene.” sorrise Dean. “Dovremmo anche trovarci un lavoro.”

Sam lo fissò basito.

“E dovremmo procurarci un letto in più.”

Sam lo fissò ancora di più a bocca aperta.
 
 
 
 
 
*
Sam fissava il letto che Dean aveva portato nella loro casa, con sguardo ostile, mentre Dean finiva di lisciargli le coperte, fischiettando.

“A che serve lisciarlo tanto? Forse pensi che ci dormirai tu? O io? Se vuoi comincio subito.”

Dean andò da lui e lo sculacciò, riattirandoselo a sé.

“Non provarci neanche, stupido idiota..” disse, baciandolo.

“Mmm…Dean..questa è una cosa ridicola..” disse Sam.

“è solo per salvare le apparenze. Due fratelli che dormono nello stesso letto…sembrerebbe un po’ strano, no?”

“Non poi così tanto..” sorrise Sam malizioso. “Ma in ogni caso, noi non abbiamo amici che verrebbero a trovarci, Dean.”

“Li avremo..e poi se non verrà nessuno, terremo questo letto per quando verrà a trovarci Bobby, right?”

“Right.”
 
 
 
 
Dean aveva trovato un lavoro nell’autofficina di Bobby. Gli era sempre piaciuto guardare e aggiustare macchine.

Anche Sam però voleva sentirsi utile.

Guardava Dean avere a che fare con i motori, sotto, con aria triste.

Dean riemerse dalla macchina, con un sorriso luminoso, vedendo Sam.

Andò da lui e lo abbracciò forte con entusiasmo.

“Che c’è Sammy? Sembri triste.”

“Dean, voglio lavorare anch’io. Devo fare qualcosa…”

“Ok, ok, sasquatch..che cosa ti piacerebbe fare?”

“Quando sei tornato a casa da me, lavoravo in un bar..ma era un lavoro momentaneo, ero in attesa di una chiamata da parte di un avvocato..sai che ho studiato legge..”

“Quindi..vorresti diventare un avvocato? Wow, saresti un avvocato perfetto e porteresti a casa molti soldi.” Disse Dean dandogli un bacio a stampo.

Sam sorrise timidamente. Forse non era così difficile come pensava.
 
 
 
 
*

Non era sempre così facile però, non pensare al soprannaturale e a quello che c’era là fuori.

Spesso facendo zapping ci si imbatteva in casi irrisolti e misteriosi.

Una sera, si imbatterono in un programma che parlava di cose soprannaturali e facevano vedere un prete che praticava esorcismo su una ragazza.

“Sam..”

“No, voglio sentire…” disse lui, impedendogli di cambiare canale.

Rimasero allora in silenzio, anche dopo, quando il prete venne intervistato per parlare della ragazza e della creatura che era dentro di lei.

“Quante cazzate!!” disse Dean, cambiando canale, vedendo che Sam si stava agitando un po’ troppo.

“Ti rendi conto, Dean? SATANA. Tirano sempre in mezzo il diavolo, quando ne esistono centinaia, migliaia là fuori, e invece per loro è solo sempre uno. Ovviamente quello più famoso!” disse Sam arrabbiato.

“Lo so, Sam..”

“Esistono migliaia di demoni che posseggono la gente..”

“Sam, magari quella ragazza faceva anche finta..sarà stata pagata per..”

“è questo che mi dà fastidio..se ci fossimo stati noi..l’avremmo capito subito se..”

“Sam, abbiamo voluto entrambi finirla con tutto questo..”

“E lo voglio ancora..ma mentre noi..ci danniamo per..l’affitto, le bollette..e pensiamo ad andare al lavoro, a cosa mangiare la sera dopo, a tenere i soldi per la benzina..a sistemare casa…la gente là fuori muore per colpa dei mostri…siamo così diversi allora dai mostri a cui diamo la caccia?”

“Sam..non puoi parlare così…”

Sam lo abbracciò di slancio.

“Scusa, Dean..non volevo gettare fango su quello che stiamo con grande fatica costruendo..per rifarci una vita..”

“Sam, sei tu la mia vita..lo sai..se volessi tornare indietro..lo sai che..”

“No, Dean..non lo faremmo..ormai la decisione è presa..non ti permetterò di assecondare ancora una volta i miei capricci volubili che non si sa fino a quanto dureranno..”

“Sam, smettila di parlare così di te stesso, sai che odio quando ti maltratti così..”

Sam allora gli sorrise e lo abbracciò di nuovo.

“Ti amo, Dean, andiamo a letto?”

“Sì, Sammy..andiamo.”

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Capitolo 71
*** I pensieri di Dean ***


Dean, anche se non ne parlava, capiva molto bene come si sentiva Sam. Erano gemelli in fin dei conti, uguali anche nel midollo osseo..l’unica cosa che non avevano uguale era l’aspetto.

Dean capiva che per Sam era difficile doversi riabituare alla normalità, alla quotidianità, dopo che la sua quotidianità e la sua normalità era stata stravolta. Era riuscito  a rifarsi una vita con Jessica, fino a quando scoprire che il tuo fratello gemello scomparso alla nascita viveva dentro di te come un parassita per tutti questi anni, non gliel'aveva portata via.

Da quel momento, niente è stato più la stessa cosa. Sam e Dean si erano innamorati e la relazione con Jessica era naufragata, così come ogni speranza di una brillante carriera da avvocato per Sam.

Avevano vissuto le più strabilianti delle avventure e Dean credeva che Sam stesse ora sperimentando una delle più mostruose sensazioni umane che si possa provare.

L’astinenza dall’adrenalina.

Con la vita che facevano non avevano tempo per annoiarsi, né dei posti, né della vita che facevano, né dei volti, perché tutto cambiava sempre..doveva farlo.

La vita da cardiopalma era comunque ricompensata dalla gratificazione che arrivava per il fatto che facevano del bene alle persone.

Il loro fisico era sempre in movimento.

Ora invece…

Riuscire a rilassarsi comprendeva chiudersi in casa, seduti sul divano a drogarsi di cibo spazzatura e programmi spazzatura, chiedendosi quante puntate mancavano al recupero di una serie tivù, magari…

E essere in movimento significava andare al lavoro, per guadagnare dei soldi che bastavano a malapena a fare la spesa e pagare le bollette e l’affitto.

E andare avanti così..fare sempre le stesse cose…le stesse cose…
 
Inoltre, la loro era ormai diventata una codipendenza a tutti gli effetti. Stavano sempre insieme e doversi invece abituare ai ritmi serrati del lavoro quotidiano, consisteva anche abituarsi al fatto che non potevi vedere l’altro fino a quando non scattava un certo numero di ore..all’inizio i due avevano trovato la cosa eccitante, una scusa per quando , una volta che si sarebbero rivisti a casa, avrebbero fatto sesso sfrenato tutta la notte..

Ma a volte Dean tornava a casa tardi ed era stanco..o Sam era di malumore perché non trovava lavoro ed era stato tutto il giorno a casa..

Insomma, loro due si amavano ancora molto, era ovvio, ma Dean stesso si chiese se questo non fosse stato semplicemente un errore…

Si può tornare a vivere una vita normale, dopo che hai visto cosa c’è là fuori? Come puoi concentrarti di nuovo sul lavoro, le bollette, tenere la casa pulita, dopo che gli occhi ti erano stati aperti così, dopo aver provato quell’adrenalina, come potevi fingere di essere ancora una persona ordinaria?

Come potevi fingere che tutto questo non ti mancava?
 
E la loro vita di fratelli innamorati? Era dura. Non potevano scambiarsi tenerezze in pubblico ed era sempre un po’ strano dire che vivevano insieme..andava bene per un po’, ma prima o poi chi li conosceva avrebbe cominciato a fare domande, a chiedere come mai due bei ragazzi così non si facevano una famiglia.

Dean odiava questo bisogno di catalogazioni. Famiglia..bambini..cose che per lui non avevano significato..esistevano tanti giovani che sposati troppo presto, poi divorziavano e lasciavano la moglie con tanto di prole..era forse questa l’idea di evoluzione che tutti tanto decantavano?

Se avessero chiesto a Dean di contribuire all’evoluzione del mondo, facendo bambini, e vedendo poi la sua famiglia distrutta, avrebbe preferito non contribuire proprio.

Non sentiva il bisogno di portare avanti i suoi geni..e riguardo all’umanità, erano già più di sette miliardi…forse anche fin troppi no?

In più, sia lui sia Sam, credevano alla reincarnazione, poi confermata dal loro angelo Castiel. Le anime continuano a reincarnarsi..muoiono e poi rinascono..quindi anche se non avevi figli in questa vita, non scomparivi dalla faccia del mondo..non definitivamente.
 
Sia per lui, sia per Sam, l’unica cosa importante era l’amore..tra un uomo e una donna, tra due donne, tra due uomini..non importava.

Ma forse, era vivere in una società che non aveva ancora capito questo, che era difficile..una società che non li avrebbe mai accettati..almeno prima, non dovevano fingere di essere chi non erano..erano loro stessi, nessuno sapeva chi erano davvero.
 
Intendiamoci..per Sam l’avrebbe fatto..sarebbe andato al lavoro, avrebbe contribuito a pulire casa, ad andare al lavoro..e avrebbe continuato ad amarlo per sempre e sapeva che per lui era lo stesso..ma se…questa vita rendeva infelici entrambi, si chiese se valeva la pena continuare o magari parlarne.

Forse dovrei parlarne con Sam! si disse mentre riassettava casa.

A proposito..non è ancora tornato dalla sua passeggiata.. pensò, dirigendosi verso l’appendiabiti per uscire a cercarlo.

Stava cominciando a fare buio.

















Note dell'autrice: 

il prossimo dovrebbe essere l'ultimo capitolo <3

ps mi dispiace anche di aver dato un quadro un pò brutto della vita normale xd ma rispecchia anche in parte come mi sento io ultimamente, annoiata dalla routine xd

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Capitolo 72
*** Cosa insegue Sam? ***


Sam non sapeva perché aveva deciso di fare quella passeggiata nel bosco, né aveva idea che si sarebbe trasformata in una fuga all’ultimo secondo.

Sapeva solo che qualcosa di orribile, come uno zombie, lo aveva avvistato e da quel momento aveva preso a inseguirlo.

Dean aveva cercato di chiamarlo e aveva appena fatto in tempo a dirgli quello che stava succedendo e dove si trovava, che fu costretto a fuggire.

E non aveva neanche la pistola!

Si sentiva molto stanco..e affannato…

Sentì dei passi all’improvviso, dietro di sé.

No. Era lo zombie. Era tornato per lui e Sam non poteva difendersi.
 

“SAAAAAM!”

Non aveva mangiato niente. Si sentiva svenire e proprio alla fine gli sembrava di sentire la voce di suo fratello…

Dio..grazie per..avermi concesso questo ultimo regalo… pensò, prima di svenire e cadere dalla scarpata.

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Capitolo 73
*** Quello che è successo ***


La morte non era come se l’era immaginata…non ricordò come fu morire la prima volta, forse anche perché Dean lo aveva riportato indietro..

Ma ora..sapeva che la morte era una figura accogliente che ti stringeva tra le braccia e ti portava via, con dolcezza, non con astio e cattiveria….

Sam si sentiva così al sicuro.

Era grato alla morte, per il fatto che le sue braccia fossero così simili a quelle di Dean….
 
 


Dean teneva suo fratello tra le braccia, mentre lo portava via dal bosco.

Sammy era pesante, ma straordinariamente saperlo in pericolo, gli aveva donato come una forza soprannaturale e un istinto di protezione fortissimo.

“Sammy…cosa ti è successo..piccolo..” diceva mentre lo portava fuori.
 
 
 
 
 
Ore dopo….


“Guarda, Bobby, si sta risvegliando..”

“Dean, non strapazzarlo, mi raccomando..” suggerì l’angelo Castiel.

“Mmmm..io..cosa…”

“Sammy, ehi, ci sei, fratellino?” gli chiese Dean, accarezzandogli i capelli.

“Dean? Ma..non sono morto?”

“No, Sammy..”

“Che fine ha fatto lo zombie?”

Dean guardò Castiel e Bobby, poi si rivolse a Sammy di nuovo.

“Sammy, non c’era nessuno zombie con te nel bosco.”

“Cosa? Ne sei sicuro? Avete controllato bene? Dean, non possiamo lasciarlo andare in giro per la città, se fa del male a qualcuno..”

“Okay, adesso basta..” disse Castiel.

“Cas..” disse Sam.

“Ascolta, Sammy, l’unico zombie che tu hai creduto di vedere è quello partorito dalla tua mente, e generato da questo.” Disse Castiel, facendogli vedere un fungo.

Sam lo guardò basito.

“Mi avevano assicurato che quel fungo fosse commestibile…non..”

Beh, ti hanno ingannato, razza di sciagurato!” lo aggredì Bobby.

“Bobby, sta calmo..” intervenne Dean.

“I demoni sono venuti a sapere che avete deciso di interrompere la caccia e sapendo che avreste abbassato la guardia, hanno deciso di vendicarsi su di te per primo, sapendo in che condizioni eri! Come hai potuto fidarti di uno sconosciuto che hai incontrato per strada?”

“Adesso basta. Castiel, portalo fuori o lo farò io.” Disse Dean arrabbiato.

“Dean..” esitò Castiel.

“Ok, ok, va bene, mi dispiace, non volevo strapazzarlo, ma, cazzo, Sam…”

“Bobby, per favore, esci, ho bisogno di parlare un attimo con Sam..” continuò Dean.

Bobby guardò Castiel, che gli fece un cenno e poi decise di lasciare la stanza, sospirando e dicendo solo un: “Scusa” rivolto a Sam.

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Capitolo 74
*** Decidete! ***


La porta si chiuse dietro di loro e quindi Dean si rivolse a Sammy di nuovo.

“Okay, Sammy, ti va di parlare di quello che è successo, ora?”

“Io..sì…ma..io non capisco..allora quello che ho visto non..non era reale?” chiese allora Sam.

“Lascia che risponda io a questo.” Disse Castiel. “No, non era reale. Era frutto solo della tua mente”

“Credevo fosse colpa del fungo..”                                       

“Il fungo che hai mangiato, è stregato. È fatto apposta perché, chi lo mangi, cominci a proiettare allucinazioni derivate dalla sua mente e causate dalla cosa che in quel periodo della sua vita, lo ossessionavano di più.”

“Io non sono ossessionato dai mostri!!” si ribellò Sam.

Dean e Castiel si guardarono.


“Sam, sappiamo entrambi che il ritorno alla normalità non è stato dei più rosei e che..”

“Dean, per…per favore..non..”

“Ascolta, Sammy..” riprese Castiel, ansioso di finire il discorso. “Quella sottospecie di zingaro che hai incontrato per strada, non era uno zingaro..era un demone. Stava tenendo sotto controllo Dean e te da molto tempo e aveva capito che eri al momento il più debole tra i due. Un attacco diretto sarebbe stato rischioso senza farsi scoprire dagli abitanti della città e loro ci tengono a restare nascosti..hanno deciso così di confondere la tua mente per farlo sembrare un incidente.”

“Perché? Io non ho fatto niente..e come avete fatto a sapere del fungo?” chiese Sam.

“Perché? Perché abbiamo combinato dei casini grandi come l’impero, Sammy, e un mucchio di mostri vogliono la nostra testa..riguardo a come abbiamo saputo del fungo..scusa tanto se sono un fratellone e un fidanzato estremamente protettivo che pensa di venire a cercare il suo fidanzato che verso sera tardi non è ancora tornato a casa.” Disse Dean con dolcezza e con tono premuroso.

“Scusa..mi dispiace..” mormorò Sam con lo sguardo basso.

“Grazie al gps che grazie a dio non spegni mai, sapevo dove ti stavi dirigendo..ti ho seguito..poi ad un certo punto non l’ho sentito più suonare..mi sono preoccupato..ma ho incontrato una coppietta che mi ha chiesto se stavo cercando un ragazzo dai capelli castani e l’aria smarrita che stava parlando con uno zingaro che gli ha dato uno strano fungo..”

“Cosa?”

“Erano preoccupati per te. Mi hanno detto che avevi tutta l’aria di uno che voleva farla finita..o di un drogato..avevano pensato che lo zingaro aveva brutte intenzioni ma non hanno osato avvicinarsi..mi hanno detto che ti stavi dirigendo verso il bosco..entro e sento dei deliri misti a piagnucolii..arrivo da te e faccio appena in tempo ad acchiapparti prima che cadi nel fossato..e tu quasi mi crolli addosso. Anzi, senza quasi.”

“Dean..mi dispiace..”

“Mi sono venute almeno sette sincopi tutte insieme. Fai bene a dispiacerti.” Disse Dean.

Sam sospirò. “Immagino che ora mi tocchi la ramanzina, vero?”

Ma Dean teneramente lo abbracciò.


“Vieni qui, stupido. Altro che ramanzina, ho creduto di stare per perderti. Non farmi mai più provare uno spavento simile.”

Sam lo abbracciò anche lui, stringendolo forte.

“Che fine ha fatto lo zingaro?” chiese.

“Castiel ha mandato Crowley ad occuparsene. Non sarà più un diavolo ma ha ancora i suoi poteri e…”

“Cosa? No, Cas, se userà i suoi poteri per torturarlo, non sarà servito a niente depurarlo..” disse inaspettatamente Sam.

“Sam, ascolta..” cominciò Dean.

“No, Dean, non posso permetterlo, troppe persone hanno perso la felicità a causa mia, non posso lasciare che anche Cas e Crowley..”

Castiel commosso da quell’improvviso gesto di affetto, lo abbracciò.
 
“Grazie. Nessuno si era mai preoccupato della mia felicità fino ora, tranne Crowley.” Disse Cas.

Sam rimase senza parole.


“Comunque non hai di che preoccuparti.” Disse Castiel asciugandosi gli occhi. “Ho già parlato con i miei capi..e con gli angeli. È tutto a posto. E poi dobbiamo scoprire chi aveva intenzione di giocarvi questo brutto tiro. Proteggervi.”

“Cosa? Proteggerci?” disse ancora Sam.

“Sam, ascolta, l’ho detto anche a Dean. Se volete ancora ripensarci, potete farlo. Pensateci. Pensaci.Possiamo proteggervi meglio di quanto possiate immaginare. Aiutarvi a crearvi una nuova identità, nascondervi. È vero, la vita da cacciatori è dura, pericolosa, ma con il mio aiuto, l’aiuto degli angeli, non sarete mai da soli.”

“Cas..io..”

“Quello che è successo è un segno che questa non è la vita che volete. Sì, vi amate, ma amate anche il pericolo, il rischio, l’adrenalina. Sono sicuro che una volta che avete visto quello che potete fare per mantenere la pace, non potete più chiudere gli occhi davanti alla sofferenza delle persone. Ogni volta che guarderete un telegiornale, una brutta notizia in tivù, vi chiederete sempre se quell’uomo che ha fatto una cosa così crudele, era davvero un uomo o era posseduto. Se potevate fare qualcosa. Ogni volta che andrete a dormire stanchi proverete un vuoto incolmabile pensando a quanto bello era quando la stanchezza era derivata dall’aver fatto del bene, piuttosto che per aver trascorso la giornata a casa a fare niente o seduto in un ufficio..”

“Hai rispecchiato esattamente come mi sento, Castiel.." disse Sam commosso, "ma non posso costringere anche Dean a questa vita..io..”

“Sammy, ascoltami. Io mi sento esattamente come te.” Disse Dean con dolcezza stringendogli le mani.

“Che cosa? Ma perché non mi hai detto niente?”

“Ti vedevo così confuso e triste..non volevo gettarti anche questo peso addosso..preoccuparti anche per me..dovevo capire se la tua era tristezza perché rimpiangevi qualcosa di questo o semplicemente facevi fatica ad adattarti a questa nuova routine..una volta capito questo, ti avrei parlato, ma prima dovevo capire se il problema ero solo..io..”

“Che cosa? Come avresti potuto essere tu?”

“Sammy..siamo fratelli innamorati..ho sempre saputo che non sarebbe stato semplice esserlo..doversi nascondere sempre agli occhi di tutti..dovevo sapere che questo non ti..”

“Dean. Non ha mai avuto niente a che fare con te. È vero, forse era un po’ più difficile nascondersi, fermandosi, rimanendo sempre nello stesso posto..ma non ho mai avuto alcun dubbio su di te né sul voler convivere con te, io ti amo troppo.”

Dean sorrise e lo riattirò a sé in un bacio tenero.

“Va bene, piccioncini, io adesso però ho bisogno di un sì o di un no.” disse Castiel.

“Ehi, non possederai mio fratello, angelo pervertito.” Disse Dean stringendo Sam possessivo.

“Disse l’uomo innamorato di suo fratello gemello.” Disse Castiel alzando le sopracciglia.

“Replicò l’angelo innamorato del re degli inferi.” Disse Dean facendo la linguaccia poi scoppiarono tutti e tre a ridere di cuore.

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Capitolo 75
*** La mia vita con te ***


“Coraggio, Sam, ci siamo quasi, fratellino..siamo arrivati…”

“Sì, Dean..” diceva Sam, aggrappandosi a lui, mentre entravano nel motel.
 
Lui e Dean avevano avuto una caccia importante con un lupo mannaro. La corsa, l’adrealina..avevano messo molta fame….mentre Dean chiudeva la porta, Sam si aggrappò alla bottiglia del latte e alla pizza, mischiando i sapori, ansioso di recuperare le forze.

“Ehi, piano..o ti verrà un’indigestione mista a congestione..” disse Dean, levandogli la bottiglia del latte.

Sam mise il broncio.

“Dai, squinzio, facciamo un bagno caldo?”

Sam lo abbracciò, dandogli un dolce bacio e lasciando che Dean riempisse la vasca con il bagnoschiuma e sali profumati azzurri.

“Dovremmo andare in un albergo, qualche volta..mi dispiace costringerti a dormire in questo squallore..” disse Dean.

“Niente di quello che faccio quando sono con te è mai squallido..” disse Sam, cingendogli il collo con le braccia.

“Mmm…come siamo smielati oggi..”

“Colpa tua. Tu mi hai fatto diventare così.”

“Mi dirai paroline dolci anche domani??” chiese Dean. Domani sarebbe stato il loro compleanno e volevano festeggiarlo per bene stavolta.

“Se te lo meriterai.”

“Una giornata alle terme le valgono..” lo stuzzicò Dean, accarezzandolo.

“Mmmm..non vedo l’ora di fare zozzerie con te nell’acqua..”

“Vediamo se manterrai la parola!” disse Dean sorridendo.
 
 


Dieci minuti dopo l’acqua si era riempita. I due fratelli erano dentro e Sam era accoccolato di schiena contro Dean, mentre il fratello lo insaponava amorevolmente.

“Dean…è proprio vero che ti rendi conto del valore delle cose che hai, solo quando le perdi e poi ce le hai di nuovo..”

“Parli della caccia?”

“Della caccia..di me e te..di quando sei tornato da me quando ti ho perduto..desideravo una vita normale non rendendomi conto di quanto per me tutto questo fosse diventato essenziale come l’aria..l’adrenalina, l’emozione, avere uno scopo..non mi importa dove andiamo..purchè sia..andare..e purchè sia con te..”

“Sam..ti amo da impazzire..ti sono grato ogni giorno per aver fatto sì che io e te ci incontrassimo..e mi dispiace per il dolore che ti ho arrecato quando ero unito a te..tantissimo..”

“Dean..non era colpa tua..come non era colpa mia..eravamo due neonati..e siamo stati separati contro la nostra volontà…io non avrei mai voluto..farti questo..ma l’ho fatto..ma nonostante tutto..ci siamo amati..questo è l’importante per me..”

“Non ti ho mai davvero odiato, lo sai?”

“Ah no?”

“Forse un po’ sì..” ammise Dean ridacchiando. “Ma non del tutto. Non veramente. Odiavo essere costretto dentro la tua mente e il corpo senza potere decisionale..ma allo stesso tempo potevo sentire le tue emozioni, percepire quanto bello fosse il tuo cuore e dolci i tuoi sentimenti..potevo sentire…l’amore che provavi per me..quando pensavi di avermi condannato..”

“Eppure hai continuato ad odiarmi anche dopo..”

“Lo so..mi dispiace tantissimo..non so perché mi sono comportato così..avevo una grande rabbia con il mondo..per avermi tagliato fuori..e me la sono presa con l’unica persona con cui non avrei mai dovuto prendermela..ho sbagliato..”
 
Sam si voltò verso di lui guardandolo dolcemente e addossandosi contro il suo corpo.

“Ti amo Dean. Sono innamorato di te. Il mio gemello, la mia anima gemella. Non ho mai amato né amerò mai nessuno come ho amato te. Anzi, non amerò mai nessun altro.”

“E io ti amo così tanto che l’unica cosa che potrebbe impedirmi di tornare all’inferno per te, sarebbe non rivedere più il tuo viso..”

“Basta. Non dirlo più.”

“Sam..”

“Baciami. Dimmi che mi amerai per sempre.”

“Lo faccio già..”

I due fratelli si guardano negli occhi e in quello sguardo c'è tutto l'amore del mondo.

Dopodichè, la passione e la bramosia di essere ancora un tutt’uno, ebbero la meglio e Sam salì a cavalcioni su Dean, pronto a farsi amare ancora, a fare ancora l’amore con lui, pronto ancora a vedere le stelle assieme a lui, suo fratello.

Sam si inarca contro Dean pronto a lasciarsi amare ancora da lui.. Ancora una volta. Consapevoli che si sarebbero sempre amati e non solo per tutta la vita, ma per sempre e nessuno poteva separarli.

Perché loro sono anime gemelle e solo insieme possono essere felici.

















Note dell'autrice: sono un pò emozionata *_*

Prima cosa, voglio informarvi che in questo arco di tempo Dean e Sam dovrebbero avere 24 anni ^^ (essendo che ho stravolto gli archi narrativi) e con il compleanno l'indomani ne fanno 25

Voglio precisare che tornare al tempo presente nelle ultime frasi, non è un errore..ma è una cosa che ho voluto fare..va bene se non la condividete come grammatica, ma voglio spiegare che lo faccio perchè ho sempre un pò di difficoltà nel decidere che tempo mettere, perchè voglio che si capisce che è il presente, ma mi viene da scrivere al passato ma volevo che nelle ultime frasi fosse al presenre per far capire che non è che "erano" anime gemelle, ma "sono" ahha ecco xd

Per il resto..scrivere questa storia non è stato facile, lo ammetto..ho sempre difficoltà a scrivere wincest quando devo attenermi al telefilm senza inventarmi tutto di sana pianta come faccio con gli au xd questo perchè cerco di mantenere ic i personaggi per quanto possibile..ma sono molto contenta di questa storia ^^

l'idea di sam e dean come se fossero dentro "lo strano caso del dottor jekyll e mister hyde" ce l'avevo in mente da tanto e sono contenta di essere riuscita a scriverla..  ci ho messo solo tre mesi e mezzo, un record per me, abituata a portare avanti wincest per oltre due anni xd

E niente...io ringrazio chi mi ha seguito,mi ha recensito, con un pò di amaro in bocca per chi seguiva questa storia e poi l'ha lasciata (??) ma non posso obbligare ovviamente nessuno a seguire se non vuole..

io cmq ho scritto tutto quello che volevo scrivere..l'idea di sam e dean gemelli, mi stuzzicava troppo..avevo già scritto una storia su di loro gemelli, ma volevo farla ancora più intima ecco xd

Per chi segue le altre mie storie, non preoccupatevi, appena posso aggiorno, ma ho perso molti recensori, e questo non mi aiuta a invogliarmi a scrivere più frequentemente..quindi chi segue le mie storie silenziosamente, sappiate che a non commentare se amate le mie storie non fate danno a me, ma anche a voi, perchè i commenti e vedere la gente entusiasta, è quello che mi spinge ad aggiornare più velocemente xd

ora scappo, cercherò di muovermi anche ad aggiornare il seguito della catena dell'estasi xd

pps sono consapevole che ci sono diversi errori grammaticali..anche nell'ultimo capitolo..ma abbiate pietà..sapete che è crudele sparare sulla croce rossa xd  

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