A.A.A. Cercasi Cittadina Tranquilla

di DarkViolet92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno: Un ritorno dalle vacanze tragico. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



NOTE DELL’AUTRICE:

Questa storia non è stata scritta assolutamente a scopo di lucro, inoltre, voglio avvisare chi decide di leggerla, che non seguirò l’ordine preciso degli episodi delle sei stagioni della serie, anzi molti fatti me li inventerò io di sana pianta.
Ho messo gli avvertimenti OOC, What if, perché cambierò soprattutto il destino di due personaggi e in parte anche le loro personalità, oltre al rapporto del nuovo personaggio con i protagonisti della serie.
Il nome della città originaria di Violette me lo sono inventata di sana pianta, se poi esiste veramente una città con questo nome e con una base militare, negli States, è stato puramente casuale.
Buona lettura.


PROLOGO

“Aaaaargh!”, ”Tieni giù le mani, bel faccino!”.
“Tosta la tua sorellastra”, commenta il mio migliore amico Scott, osservando Violette in azione.
Io invece rimango impietrito, anche se dentro di me vorrei sprofondare per almeno 100 metri sotto terra per la vergogna.
Io, maschio, spesso sono messo al tappeto da dei miei coetanei, specie quando non c’è Scott con me; invece lei, femmina, nonché di dieci centimetri buoni più bassa di me, in due secondi li fa scappare!
Ah giusto, devo ricordarmi che lei era residente in una base militare e che frequentava anche un’accademia militare, oltre alle nozioni scolastiche, devono averle insegnato anche molte tecniche di combattimento.
Questo però non mi consola molto, la mia sorellastra comunque, anche se involontariamente, mi mette in imbarazzo, soprattutto da quando il mio migliore amico è diventato un licantropo.
Io rimango il solito ragazzo umano imbranato di sempre, figlio dello sceriffo della città, che adesso ha anche una sorella. 

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno: Un ritorno dalle vacanze tragico. ***


CAPITOLO UNO: UN RITORNO DALLE VACANZE TRAGICO.

POV VIOLETTE

Apro gli occhi con molta fatica quando mi risveglio, non riesco nemmeno ad agguzzare la vista per inquadrare il luogo in cui mi trovo, che subito sono investita da una dolorosa scarica di tosse che mi scuote tutta dalla cima ai piedi.
Devo essermi fatta molto male, penso tra me e me, accorgendomi di essere sdraiata su una brandina e di essere fasciata su tutto il torace, nelle braccia ho infilate delle cannule e ho anche delle bende sulle gambe.
Ho la testa dolorante, oltre che in completa confusione, l’ultima cosa che mi ricordo con chiarezza, era di essere seduta composta sul sedile posteriore dietro a quello di mia madre, poiché mio padre stava guidando la macchina, poi mi sono addormentata. 
Quando finalmente riesco a mettere a fuoco la stanza, capisco d’essere all’interno di un ospedale.
Tuttavia, non ho molto tempo per riflettere e formulare ipotesi al riguardo, infatti, pochi attimi dopo, un medico, assieme ad un’infermiera e al mio Superiore, entrano nella stanza in questo momento.
È proprio quest’ultimo a rivolgermi per primo la parola con sguardo impassibile: ”Ti sei risvegliata soldato”.
Io mi limito ad annuire, intanto il medico e l’infermiera procedono a visitarmi rapidamente, dopo aver ricevuto la sua autorizzazione.
“C’è stata un’esplosione, mentre tu e i tuoi genitori rientravate nella base militare; loro due sono morti sul colpo, tu invece, tra tutte le vittime che ci sono state, sei quella che si è procurata meno danni fisici” mi comunica di nuovo, sempre con un tono di voce fermo e privo di emozioni, il mio Superiore.
Io sono ancora sotto shock dalla notizia che lui mi ha appena dato, anche se non manifesto apertamente le mie emozioni, (merito anche dell’addestramento ferreo impartitomi fin dal mio primo giorno all’accademia militare di questa base), mentre quest’ultimo è intento a firmare i documenti della mia dimmissione dall’ospedale che il medico gli porge.
Invece, l’infermiera mi ha aiutata a lavarmi e a indossare la mia uniforme da recluta, perché i vestiti civili che indossavo al momento dell’incidente li tiene in mano il mio Superiore, all’interno di una busta di plastica trasparente.
La donna mi passa anche delle stampelle per permettermi di reggermi in piedi autonomamente, prima di congedarsi assieme al medico e a lasciarmi da sola nella stanza, col mio Superiore.  
“Ti accompagno all’accademia militare a liberare la tua stanza, un sottufficiale poi ti accompagnerà a bordo di una Jeep fino alla casa dei tuoi genitori” mi comunica l’uomo, mentre ci muoviamo lungo il corridorio principale dell’ospedale.
Il tragitto a bordo del suo fuoristrada fino all’accademia è silenzioso e dura un’intera ora, poiché lungo la strada ci sono un sacco di pattuglie di militari e di agenti di polizia, oltre anche a dei pompieri, che sistemano le macerie e controllano nello stesso tempo i documenti di tutti i conducenti.
Una volta che finalmente entriamo nell’accademia militare e mi trovo davanti alla porta della mia stanza, il mio superiore mi porge la busta con i miei vestiti civili e la chiave, prima di allontanarsi di qualche passo e di impartirmi un ultimo ordine: ”Hai due ore e mezzo per svuotarla del tutto, fai in fretta”.


POV SERGENTE JACOB JOHNSON

Mentre la recluta Violette Greco si muove a fatica nella sua stanza, per svuotarla accuratamente, incarico un altro sergente fidato di spedire con massima priorità dei fascicoli che la riguardano personalmente allo sceriffo Stilinski di Beacon Hills, così come suo padre mi aveva chiesto privatamente, qualche anno fa.
Il sottufficiale Cho si è appena messo in posizione con la Jeep, davanti all’ingresso dell’accademia militare.
“Mi raccomando sottufficiale Cho, massima discrezione e tatto, nel riportarla nella sua dimora e nel sorvegliarla per tutta la notte” gli comunico brevemente e a bassa voce tramite la ricetrasmittente prima di spegnerla, poco prima di sentire la recluta aprire la porta della propria stanza, carica di scatoloni e valigie. 

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