I disastri non cominciano mai in grande

di tixit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I disastri non cominciano mai in grande ***
Capitolo 2: *** A volte i dettagli sfuggono ***
Capitolo 3: *** Dipende sempre dal punto vista ***
Capitolo 4: *** A volte la storia si ripete ***
Capitolo 5: *** Non c'è limite al peggio ***



Capitolo 1
*** I disastri non cominciano mai in grande ***


I disastri non cominciano mai in grande

Quando Tony si svegliò la prima cosa che pensò fu che il sesso era stato grandioso. 
La seconda fu che era una fortuna che la donna se ne fosse andata, almeno non avrebbe avuto tentazioni - la fedeltà lo faceva sentire a tratti claustrofobico.
La terza cosa che pensò fu una parolaccia: la donna non se ne era andata affatto.

"Mi chiamo Amy" disse, o forse cantò, tornando a sedersi nel letto, accanto a lui, con in mano un vassoio. "E il buffet della tua festa era grandioso."

Non poté che darle ragione, mentre lei lo imboccava con delle deliziose tartine di pane di segnale croccante con burro salato e salmone.

Lo fecero di nuovo, leccando golosi le briciole sul corpo l'uno dell'altra, confondendo il sapore della pelle con quello del cibo ed il peccato di gola con quello della camera da letto. 

Poi Tony, una volta che ebbero esaurito i peccati e le tartine, accennò al fatto che lui tra tre giorni, due oramai, anzi uno e mezzo, tenendo conto di come stava passando in fretta il tempo, aveva un impegno, uno importante che non poteva perdere e che prevedeva che lui fosse... libero. Si sentiva un verme nel dirlo: per tanto tempo era stata Pepper a pensare a queste cose, mentre lui si faceva una doccia e proseguiva con la sua vita - aveva perso l'abitudine. Se quella non fosse stata casa sua sarebbe sgattaiolato fuori lasciando un biglietto.

Si aspettava una certa contrarietà, ma Amy fu un tesoro di latte e di miele: rise e disse che non era venuta alla festa per iniziare una fantastifabulosa vita da casalinga, che non le si addiceva. E poi gli diede una dimostrazione delle sue doti in un certo campo che, onestamente, non era poi così in contrapposizione con la casalinghitudine. Anche se, sempre onestamente, se avesse voluto, avrebbe potuto tranquillamente farne un mestiere.


Poi lei glielo chiese: quando? esattamente quando doveva sparire? avrebbe avuto il tempo di una doccia? E di un bagno? E di una cena in un posto carino?

Fu così che lui decise di chiedere a JARVIS, ma Amy era curiosa e voleva porre lei le domande: era un gioco così divertente, disse, come interrogare un oracolo. Fece alcuni tentativi e le risposte furono assurde, così Tony le consigliò di esser precisa, molto precisa nel porre un quesito ed ordinò a JARVIS di rispondere, fino a nuovo ordine, solo alla domanda che gli veniva posta, nel modo più conciso possibile, così come gli veniva posta e senza aggiungere nulla oltre quanto espressamente richiesto.

"O Jarvis Jarvis delle mie brame, dimmi esattamente quando ci sarà il prossimo arrivo delle Persona che il grande Tony Stark deve incontrare? Il prossimo, quello più vicino nel futuro, perché a noi interessa solo il futuro, vero Tony?"

"Tra 45 giorni." disse Jarvis con una voce rispettosa, ma, parve a Tony inquieta.

"O Jarvis, Signore che tutto sa e tutto vede, c'è stato un cambiamento di programma?"

"Si." Tony si irrigidì, c'era stato un cambio di programma e Loki non lo aveva avvisato? Era successo qualcosa? I dannati uccelli di suo padre potevano viaggaire e portare informazioni da un reame all'altro... Loki avrebbe potuto farsene prestare uno, accidenti! Ma poi, Jarvis, come sapeva... 

"Jarvis," chiese irritato, "chi ti ha comunicato il cambiamento di programma?"

"Il fratello maggiore della Persona, signore." Thor dunque... lo aveva visto alla festa, e poi se ne era andato, salutando - un sollievo, in un certo senso, se fosse rimasto non avrebbe conosciuto Amy - ma non gli aveva detto nulla di un cambiamento nei programmi che riguardavano Loki... e anche lui, in fondo. Ma Thor sembrava non accettare quella "cosa non definita" tra lui e suo fratello.

"Ci sono messaggi per me da... dalla Persona?" chiese in fretta.

"Temo di no, signore."

Amy sorrise divertita: "Jarvis, puoi andare! Lasciaci soli..." poi, rivolta a Tony, mormorò, sgranando gli occhi con una espressione supplichevole "Quarantacinque giorni! Direi che c'è tutto il tempo per una bagno ed una cena, forse anche più di una... per una donna libera, per un uomo libero non saprei..."

Tony contrasse la mascella irritato - non gli piaceva che Loki non avesse avvisato, nemmeno lasciato un messaggio, nemmeno tramite Thor. Si chiese se Loki  avesse per caso trovato un altro sfogo per i suoi lombi, Thor aveva parlato di Tre Guerrieri, magari c'era qualcuno a cui Loki era mancato? In fondo tra loro due non c'era nessun accordo sentimentale. Non uno serio.

Guardò Amy e, d'impulso, le chiese "Dove vorresti andare?"

"Londra," rispose, "Vorrei visitare il 221B di Baker Street..."

"Non vorresti vedere nient'altro?"

"Il soffitto dell'Hotel?" chiesa la donna, meditabonda, poi allegramente aggiunse: "Di almeno tre hotel... già che ci siamo vorrei anche vedere Parigi."

Fu così che Tony acconsentì ad una gita di cinque giorni, in Europa, ed Amy decise che avrebbe fatto la doccia a Londra - le piaceva viaggiare leggera - dove avrebbe anche comprato dei vestiti nuovi e della biancheria, scarpe... che ne diceva Tony di una borsetta?

 


Quando Thor ed un imbarazzato-ma-gelido Loki scesero per la colazione, Thor si aspettava di trovare un perplesso e molto colpevole Uomo di Ferro alle prese del compito impossibile: rimbambire di chiacchiere suo fratello.
Il piano sembrava vuoto, oggi era il giorno in cui Loki sarebbe dovuto arrivare, se non avesse anticipato di tre giorni. 

"Dove è Anthony Starkson?" chiese Thor con voce roboante.

"In volo per Londra, signore."

Loki freddamente chiese "Una emergenza? O un viaggio di piacere?"

"Un viaggio di piacere, signore."

"Da solo o in compagnia?"

"In compagnia, signore" la voce di Jarvis sembrava a disagio, ma Loki non vi fece caso.

"Una donna? Giovane?" chiese con un tono di voce decisamente acido.

"Si, signore."

"Scopano?"

"E' altamente probabile che abbiano ripreso in Europa il tipo di attività iniziato qui in America." la voce di Jarvis esitò molto prima di rispondere, come se stesse compiendo una lotta interna con se stesso.


Fu quella sera che Thor portò Loki a fare una passeggiata per il Central Park. Si fermò vicino ad una fontana a base circolare e disse a Loki che aveva dell'oro per le emergenze, nascosto su Midgard. Ce ne era abbastanza per comprare un appartamento piccolo - lui non amava vivere accampato e come ospite eterno di un suo compagno d'armi, voleva la sua libertà. E poi lì era pieno di gente. Voleva Loki trasferirsi con lui e tenergli compagnia?

Loki aveva le guance scarlatte - sapeva che Thor voleva evitargli lo smacco di festeggiare il ritorno di Tony con chiunque si stesse scopando e la cosa gli bruciava parecchio - ma rispose che accettava con piacere. Forse era ora che si concentrasse di più sulla sua espiazione e meno sulle cretinate.

Tony Stark, a Londra, non si accorse di nulla.

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Capitolo 2
*** A volte i dettagli sfuggono ***


A volte i dettagli sfuggono

Quando Tony tornò dall'Europa non notò affatto che Thor si era trasferito dalla Stark Tower. Cioè.
Lo notò.
Ma non vi diede molta importanza e, anzi, provò pure un certo sollievo: in ogni caso incrociarlo lo imbarazzava per tutta una serie di motivi, degni ed indegni, che avevano come origine quel non sapere esattamente se quella  "cosa" tra lui e Loki era una "cosa" per cui la fedeltà era un elemento previsto, o se, semplicemente, rientrava tra gli elementi  piacevolmente graditi, come  non sgranocchiare biscotti a letto o non toccare i quadri di Loki.

Aggiungiamo che non gli era piaciuto non aver saputo direttamente da Thor il cambio di programma di Loki - in fondo gli era stato affidato, come prigioniero, a suo tempo.

Per ultimo, temeva sempre che la memoria frammentata di Loki, frutto di un intervento del padre, perdesse un ulteriore pezzo, o ne guadagnasse un altro e lo innervosiva l'idea di trovarsi a viaggiare sui lastroni di ghiaccio dei suoi ricordi - Loki andava d'accordo con Bruce, per esempio, ma non ricordava come era finita con Hulk, così Tony non poteva fare a meno di chiedersi se sarebbe cambiato qualcosa, nel caso Loki avesse ricordato di colpo quel giorno.
Per quanto volesse bene a Bruce - e gliene voleva - gli era molto chiaro che sarebbe sopravvissuto ad una crisi tra quei due, ma non aveva la minima idea di cosa sarebbe cambiato se quella "cosa", che non piaceva a Thor, non fosse piaciuta nemmeno al padre di Thor. Magari sarebbe finita cancellata insieme a tutte le altre memorie considerate inutili o dannose. Il problema era, a quel punto, se avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo, se tutto si sarebbe ripetuto uguale alla prima volta, o se ad un certo punto avrebbe dovuto mostrare a Loki le riprese di loro due sul divano, per dimostrargli che c'era stato altro tra loro. Sperò tanto di no. Era un tecnico e sapeva bene che la riproducibilità di qualcosa seguiva leggi statistiche, l'errore era sempre presente e, a volte, succedeva l'improbabile. O succedeva, ma poi non lo si riusciva a replicare.

Un pomeriggio entrò nella stanza di Loki con in mano un libro - un regalo, una specie di riparazione per la sua uscita di due sere prima con la giovane Amy, un errore madornale, lo sapeva, ma Loki non c'era, era sparito senza nemmeno avvisare, ma Thor, ah Thor lo aveva avvisato. Thor a cui una volta aveva mandato contro un Distruttore, no dico... va bene che Loki aveva un problema nella gestione della rabbia, ma un Distruttore! E al dunque avvisava Thor e non lui...

Fu a quel punto che notò che tutti i colori di Loki erano spariti insieme ad alcuni dei suoi libri. Il pensiero di doverlo spiegare, al suo ritorno, gli fece venire i brividi - una esagerazione decise a mente fredda, qualche minuto dopo, ma la cosa, inspiegabile, gli dava una brutta sensazione. Gli sembrava che stesse sparendo una prova della presenza di Loki nella Stark Tower.

"Jarvis, chi ha preso i colori di Loki?"chiese irritato.

"Mr Odinson, signore."

Tony si chiese per un attimo se anche Thor dipingesse - non gli sembrava, ma chi poteva dirlo? I piani per il recupero del giovane As smemorato, che si era dimenticato di avvisare, erano stati una autentica sorpresa: Loki, se non poteva conquistare il Mondo, voleva fare il restauratore, a quanto pareva.

"Ha detto perché?"

"No, non ne ha parlato."

"Qualche idea?"

Jarvis non rispose subito poi disse "Mr Odinson ha acquistato un immobile e ha chiesto l'aiuto di Miss Potts per i dettagli tecnici e la conversione da oro a valuta corrente."

Tony alzò gli occhi al Cielo: e così Riccioli d'Oro teneva una cassa piena di monete nascosta sotto il letto? O l'aveva sepolta da qualche parte e teneva una mappa del tesoro sotto il cuscino?
In effetti, rifletté dopo un attimo di sconcerto, non esisteva un sistema per il trasferimento di un credito da una eventuale banca asgardiana ad una midgardiana, che lui sapesse. Il recupero crediti, in caso di contenzioso, si sarebbe rivelato estremamente complicato.

"Thor desidera che Loki dipinga da lui?" Non gli sarebbe spiaciuto - l'odore era tremendo e Loki dipingeva con la luce, quando cioè lui di solito lavorava... anche se, rifletté, era piacevole andare ad interromperlo per un tè, biscotti assortiti ed un po' di sesso di accompagnamento. E quei pennelli...

"Non credo sia esattamente una sua esigenza."

A Thor dava fastidio l'idea del sesso di accompagnamento, decise Tony irritato, e voleva più tempo da passare insieme - del resto Thor non faceva in pratica un tubo, mentre Loki aveva tutta una serie di impegni, concordati con Pepper, da paura.

"Quando Loki tornerà non gradirà molto."

Jarvis tacque e Tony corrugò la fronte - c'era qualcosa che gli sfuggiva, qualcosa che avrebbe dovuto rammentare, forse. Aveva dato qualche ordine a Jarvis di cui non si ricordava?

Fu tre giorni dopo, mentre lavorava ad un progetto con un nervosissimo Dottor Banner, che il cellulare gli squillò - cantò in realtà, un canto nordico, molto affascinante - e lui si ritrovò a pianificare una serata con la giovane Amy - il ritorno di Loki gli sembrava così lontano e, tutto sommato, era arrabbiato con lui: cosa stava combinando ad Asgard? Non era tornato quando avrebbe dovuto, ma sarebbe tornato quaranta e passa giorni dopo. Perché? Cosa lo stava trattenendo lì per tutto quel tempo? Di certo nulla di grave, dato che Thor non se ne preoccupava, ma, anzi, spendeva allegramente oro nella Grande Mela - chissà come era la casa che aveva acquistato, qualcosa di mastodontico, forse? O un loft in cui agitare liberamente il martello? Avrebbe chiesto a Loki, quando fosse tornato. Magari poteva tenere due set di colori o quel che diavolo era: uno da loro e l'altro, se proprio Thor ci teneva, nella sua casa nuova.

Bruce lo guardò con attenzione, poi, mentre usciva dal laboratorio per andare a fare il suo lavoro di volontariato in un ospedale, mormorò "Sai non pensavo che sarebbe finita così, pensavo ci sarebbe stata una esplosione... ho camminato sulle uova per dei giorni... invece siete molto civili." poi,
prima di fuggire via, si voltò ed aggiunse "Però un po' mi spiace, sembrava una cosa... seria."

Tony si chiese perplesso di cosa stesse parlando. Non poteva trattarsi di Pepper: avevano troncato da tanto, funzionavano meglio come amici. Gli venne il sospetto che Bruce non accettasse Loki in sostituzione di Pepper, ma non era che Loki... insomma... quella "cosa" tra loro non c'entrava con Pepper. Come una cena con Amy non c'entrava davvero con... Loki. 
Erano tutte cose diverse.
Afferrò il telefono ed in fretta lasciò un messaggio per disdire la serata con la ragazza - non aveva intenzione di fare nulla di male, anche se Amy era bella da togliere il fiato e profumava di fiori e di miele così dolcemente da farti impazzire... ma, proprio per quello... se fosse successo di nuovo - e sarebbe successo - se Loki lo avesse saputo... non lo doveva sapere, aveva tanto tempo, ancora per nascondere le tracce.

Si versò da bere due dita di scotch e rifletté: se ci fosse stata solo una scenata di gelosia avrebbe corso il rischio - magari, dopo, facendo la pace, avrebbero definito meglio cosa era quella "cosa", le aspettative di Loki... certe sere parlava di fare l'amore, come se quella cosa tra loro l'avesse atterrato di brutto, non che gli spiacesse, poterlo avere così, senza che ponesse condizioni di sorta, suo e solo suo, anche se recalcitrante.

Fu a quel punto che pose una domanda retorica, che, a posteriori, si rivelò come La Domanda: "Jarvis, dove gradirebbe andare per cena Loki? Quando tornerà, intendo. A proposito, per quando è previsto il suo rientro? "

"In che senso Mr Stark?" chiese Jarvis, con voce, gli parve affaticata, "A quale domanda devo rispondere?"

"Dove gradirebbe andare a cena Loki?"

"In base alle sue abitudini desumibili da una analisi delle spese effettuate credo a casa di Mr Odinson."

"Giusto, la casa nuova di Thor... la vorrà visitare..." Tony sperò che Loki non si sarebbe spiaciuto della decisione di suo fratello. "Quando tornerà Loki?"

"La domanda è ambigua signore," disse Jarvis, "Su Midgard, 5 giorni dopo essere partito per Asgard. Nella Stark Tower, tra una settimana per firmare alcuni documenti relativi ad un acquisto, con Miss Potts, che se ne è occupata. Nella sua vecchia stanza non saprei dire. Credo di avere inteso che l'idea generale, al momento, sia mai."

Fu a quel punto che Tony cominciò a sospettare che forse c'era qualcosa che non andava.

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Capitolo 3
*** Dipende sempre dal punto vista ***


Dipende sempre dal punto vista

Tony si sentì veramente uno schifo.

E così lui era tornato in anticipo.
Lui, il folle psicopatico che aveva cercato di ucciderlo? la persona affidata a lui? la sua sveltina occasionale non più così tanto occasionale? il suo amante? Il suo amico? Chi era arrivato prima del previsto?
Loki. Loki e basta.

Loki non aveva avvisato – male!
Ma avrebbe dovuto? Aveva avuto in mente di fargli una sorpresa? Tony rabbrividì sperando che non fosse così.
O era stato un disguido? Si era perso qualche memo, un messaggio, una pergamena? O era successo qualcosa di grave per cui era dovuto tornare? O, semplicemente, lo voleva beccare sul fatto? perché, a seconda, cambiava.

O era stata una idea di Thor? Tony strinse gli occhi, irritato - Thor detestava quella "cosa" tra loro, anche se non diceva mai nulla, ma appunto per quello... Thor era un uomo d'azione.

Loki era tornato in anticipo.

Loki l'aveva visto rimorchiare una donna.

Poco male, in un certo senso: Loki era tornato in anticipo e la "cosa tra loro" non era definita - poteva essere l'occasione per parlarne.
Probabilmente il folle psicopatico lo avrebbe preso a pugni – ma non poteva più rompere un vetro infrangibile.
La sveltina occasionale lo avrebbe sfottuto.
Il suo amico… il suo amico avrebbe perdonato. Forse. Non ci avrebbe scommesso.

Poi, il giorno in cui Loki sarebbe dovuto ufficialmente tornare, Loki era in effetti venuto a cercarlo - deciso a fargli sputare l'anima a calci? deciso a far finta di nulla? deciso a dirgli che era un tipo da relazione aperta? o deciso a definire la "cosa" in modo molto classico e in fondo soddisfacente? - e aveva saputo da Jarvis che lui, Tony, era in Europa a folleggiare con una donna.
Molto male.

Però non aveva detto nulla.
Forse non era così male.

O forse era peggio.

Quanto a lui, Tony, sarebbe dovuto tornare dopo 5 giorni, ma erano diventati 15 tra una cosa e l'altra - aveva anche stretto dei contatti di lavoro, non aveva solo folleggiato, ma, innegabilmente, era andato in Europa con Amy e non con Pepper.

Una volta rientrato si era messo a lavorare con lena, senza preoccuparsi di nulla: dal suo punto di vista si stava preparando per il rientro di Loki.
Dal suo punto di vista Loki era in ritardo, e, dal suo punto di vista, Loki non si era nemmeno degnato di avvisare. Quaranta giorni di ritardo, dal suo punto di vista, non cinque minuti, maledizione! Avrebbe dovuto dirgli qualcosa, farglielo sapere così come lo aveva fatto sapere a Thor. O dire a Thor di comunicarglielo!
E ogni tanto - nessuno è perfetto - era uscito con Amy, ma, dal suo punto di vista, stava pareggiando un conto con uno smemorato un po’ troppo smemorato. Dal suo punto di vista.

Dal punto di vista di Loki, lui, Tony, aveva troncato una relazione in modo decisamente da stronzo, ma, tutto sommato, in linea con le sue abitudini: era Pepper che si occupava degli addii, lui, Tony, semplicemente, proseguiva per la sua strada.

La "cosa" tra di loro, a questo punto era stata definita.

Restava ad unirli la stanza di Loki, con dentro le cose di Loki, dove Loki sarebbe dovuto tornare per dormire, in attesa di una sistemazione diversa.
Ma la sistemazione diversa già se l’era trovata: erano giorni che dormiva a New York, mangiava a New York, studiava a New York, lavorava a New York, senza avere bisogno di usare la sua stanza. Non era più la stanza di Loki.
O forse lo era: dentro c'erano ancora le cose di Loki.

Alcune cose di Loki.

Non c'erano più i suoi colori, tutti i suoi quadri, mancavano i libri su cui studiava, e alcuni che forse gli erano piaciuti sul serio. I vestiti, quello non avrebbe saputo dirlo con certezza - avrebbe chiesto a Jarvis. Ma, pian piano, senza che lui lo notasse, forse per mano di Thor, quella stanza si era già svuotata delle cose che Loki usava più spesso e pian piano si sarebbe svuotata del resto, se già non lo aveva fatto, di ogni cosa che Loki, nel tempo, avrebbe riconosciuto come solo sua.
Il che lo riportava al suo incubo ricorrente: Loki che, ad un certo punto, lo dimenticava e non restava più nessuna prova di quello che c’era stato tra loro.

Avrebbe cominciato a cercare dei filmati su loro due, tra quelli della sicurezza, e li avrebbe conservati da qualche parte.

Inutile prendersela con Bruce o con Pepper per non avergli mandato un memo in quei quindici giorni, o per non averlo preso da parte durante queste altre due settimane - Bruce aveva camminato sulle uova, Pepper lo aveva disapprovato, ma lui non si era reso conto di nulla.

Restava, seduto su questo cumulo di macerie, silenzioso come sempre, Thor.
Che era venuto a vedere un film a casa sua, nel suo appartamento, per ben due volte.

Si era seduto sul suo divano e aveva mangiato il suo cibo e bevuto il suo vino, senza una sola parola su Loki - nessuno aveva parlato di Loki quelle sere, l'argomento era stato evitato.
Lui stesso non ne aveva parlato: Thor lo metteva in imbarazzo perché quel bastardo sapeva perché Loki non sarebbe tornato quando pattuito (e sbagliava! oh se sbagliava) perché Loki aveva parlato, con lui, dei suoi progetti, con uno che aveva detestato al punto da volerlo far fuori, mentre a lui, Tony, non aveva detto nulla di persona (e di nuovo sbagliava: Loki non aveva proprio nulla da dire, se non, forse, qualche insulto in norreno antico).

Fece ripercorrere le registrazioni di quella sera più e più volte, fino a conoscere a memoria ogni minuto in cui Thor gli aveva rivolto la parola – lui, Thor, non aveva mai nominato suo fratello. Nemmeno per dire "ti spiace se prendo quello due e tre cose che Loki non desidera passare a ritirare di persona?".

Ma, del resto, non lo aveva fatto nemmeno lui, Tony. Non aveva mai nominato Loki. Nemmeno una volta.

Per un osservatore estraneo lui stava accuratamente evitando l'argomento.

Era vero: gli era bruciato non essere stato avvisato, gli era bruciato il silenzio di Thor, si era sentito come una delle donne che lui liquidava senza guardarsi indietro.

Eppure non era vero: gli aveva comprato un regalo, proprio quel giorno. E, mentre guardava il film, si era ritrovato a pensare a lui, a chiedersi dove diavolo fosse - probabilmente nella stanza di Thor, ripensandoci, a leggere, o a dipingere, gli sarebbe bastato prendere un ascensore e fargli due domande. O magari nella casa nuova di Thor - non ricordava quando Thor ci si era trasferito, o se era andato altrove nell'attesa di trasferirsi... in ogni caso, adesso lo capiva, Thor s'era portato via con sé Loki. Senza dirgli nulla.
Glielo aveva preso e, per quanto lo riguardava, non glielo avrebbe più restituito.

O forse, Loki, in quei momenti, se ne era andato in un bar a rimorchiare qualcuno da fottere - a quel punto se lo augurò, almeno erano pari quanto a infedeltà.
Anche se, al pensiero, sentì una piccola fitta nel cuore.

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Capitolo 4
*** A volte la storia si ripete ***


A volte la storia si ripete

“Vorrei parlarti.” la voce di Tony suonò arrogante perfino a lui.

 

Thor poggiò i pesi e lo guardò stupito, sollevandosi dalla panca. “Ora, Uomo di Ferro?” chiese con una voce roboante che rimbalzò contro  gli specchi della palestra, riverberando tra gli attrezzi.

 

Tony annuì e il gigantesco uomo biondo lo seguì, afferrando un asciugamano.

 

“Vorrei parlarti di tuo fratello…”

 

“Hai ragione Uomo di Ferro, sono stato imperdonabile, avrei dovuto condividere con te la buona novella…” l’uomo si asciugò il sudore con gesti rapidi.

 

Tony lo guardò stupito ed annuì, preso in contropiede. “Mi fa piacere che tu comprenda il mio punto di vista…” disse, chiedendosi se era sveglio, o se stava sognando perché che Thor ammettesse di aver sbagliato nel non averlo avvisato che stava facendo il cretino proprio sotto gli occhi di Loki… sbatté le palpebre sentendosi perso. Quello sarebbe stato davvero troppo. Perfino se fosse stato il giorno di Natale e quello il suo regalo personale per esser stato passabilmente buono per un anno intero.

 

Si sedettero nella cucina comune dei Vendicatori. Thor aprì il frigorifero enorme, quasi una cella, e cominciò a tirar fuori frutta e verdura, scegliendo gli ingredienti con cura per un centrifugato.

“Loki, il mio fratellino, passerà sotto la mia custodia, con l’aiuto generoso della deliziosa Lady Virginia: tu sei stato fin troppo generoso ad aiutarlo a trovare delle occupazioni per la sua espiazione, io non avrei avuto idea… quando successe a me fu semplice: si occuparono di tutto il buon Erik e la deliziosa Lady Jane Foster, e per la mia espiazione sembrò sufficiente bere alcol con un amico e mangiare la cucina creativa della buona Lady Jane alla sua mensa…” Thor appariva perplesso e Tony strinse le labbra - per quanto lo riguardava Thor non aveva espiato e non aveva imparato un bel nulla, ma chi era lui per contraddire Odino?

 

“Si, la cucina del dottor Foster è una sottile forma di espiazione da non sottovalutare…” commentò acido Tony Stark, mentre annusava, perplesso, il bicchierone che Thor gli aveva appena piazzato in mano.

 

Thor lo osservò, decise di non aver capito e proseguì, andando a sedersi ”Ma ora il mio fratellino ha le sue avventure da compiere qui nella Novella York, armato di pennelli e colori, e studia Arti Arcane nella vostra Biblioteca…”

 

“E’ iscritto alla New York University per un dottorato in Linguistica ed uno in Storia dell’Arte.” precisò Tony irritato. Loki era dannatamente bravo e lui ne era molto orgoglioso, anche se la maggior parte delle cose di cui si interessava per lui erano klingon.

 

Thor fece un gesto noncurante “Sono dettagli, Uomo di Ferro, ora che il mio fratellino è bene avviato nella sua espiazione e non gli serve più il tuo aiuto, è giusto che tolga il disturbo e ti lasci libero di dedicarti alle tue imprese - avrai uomini da uccidere, macchine da guerra di inventare, magie da intessere e donne da conquistare!”  e fece un brindisi generoso a conclusione del suo discorso.

 

Tony sorseggiò il centrifugato non sapendo cosa trovare più sgradevole: se il sapore della bevanda o quello delle parole di Thor. Che lo stesse prendendo in giro? Se Odino lo aveva preferito a Loki come successore doveva esserci stato un motivo valido oltre al richiamo del sangue, accidenti!
Si parlava di una monarchia assoluta e di un regno di dimensioni planetarie, o quasi, che controllava una specie di federazione di pianeti, ognuno con usi e costumi diversi, lingue, civiltà… O Odino pensava che Thor non avrebbe ereditato mai, o pensava che alla sua morte sarebbe stato necessario menar le mani o era più il tipo da “Dopo di me il diluvio”, come quel Re Francese… Tony scosse la testa - se lo avesse detto a Loki gli avrebbe subito saputo dire quale, tra quelli che si erano fatti ritrarre con parrucche fluenti, leggins aderenti e mantelli sontuosi.
 

Thor non poteva non saper leggere tra le righe, decise.

Lui non voleva che Loki si togliesse dai piedi. A parte che si era già tolto dai piedi, e lui era lì, a parlare con Thor, per quello, perché tornasse tra i suoi piedi a fare quello che desiderava, qualunque cosa fosse, a parte distruggere un isolato di New York o buttarlo giù dalla sua Torre.

 

“Non credi che dovremmo discuterne insieme, prima?”

 

“Tu ed io Uomo di Ferro?” chiese Thor con stupore, “Il Generoso Carceriere del Principe non decide lui l’espiazione, purtroppo, e nemmeno la sua durata. Non può farlo nemmeno suo Fratello, per quanto lo possa desiderare! Quello lo può solo il Padre di Tutti - Odino - e sarà lui che nella sua immensa saggezza deciderà ciò che è giusto ed è meglio…”

 

Tony sbuffò irritato - non capiva se Thor credesse davvero a quello sciocchezze o se pensava che forse Heimdall avrebbe potuto avere gli occhi fissi su di loro proprio in quel momento e parlasse come un cortigiano decerebrato solo per non correre rischi.
Decise comunque che non importava. “Vorrei parlare con Loki.” disse venendo dritto al punto.

 

“E’ naturale avere dei desideri…” Thor gli sorrise. “Io avrei tanto voluto massacrare degli Jotun, qualche tempo fa, un desiderio bruciante, che in parte riuscii ad esaudire, ma si rivelò un desiderio sbagliato, che portò solo dolore a mio Padre, a mia Madre, al Regno di Asgard, che mai avrei voluto mettere in pericolo, e al mio fratellino, il piccolo Loki, che schiuse il suo cuore alla follia, in seguito al mio desiderio…” L’uomo parve rattristato, e sul punto di commuoversi “Come vedi Uomo di Ferro, è naturale avere dei desideri, ma non è sempre saggio volerli esaudire…” e, per ribadire il concetto, gli assestò una manata sulla schiena.

 

“Vuoi dire che non mi aiuterai a parlare con Loki?”

 

“Vuol dire che non ci penso proprio e che dovresti posare il pensiero anche tu.” rispose Thor con voce cortese, ma ferma.

 

“E Loki di tutto questo cosa dice?”

 

“Loki è orgoglioso e non dice mai tutto quello che pensa, ma, da quel che ho colto, non credo desideri parlare con te.” lo sguardo di Thor si fece duro. “Se avesse voluto parlare con te, o vederti io non avrei mai potuto fermarlo, ma non è successo: o non lo desidera o ritiene che sia un desiderio poco saggio e si astiene dal metterlo in pratica.”

 

Tony stava per obiettare, ma Thor gli fece un gesto per non essere interrotto “Non te ne faccio una colpa, ognuno è come è e tu non sei adatto ad avere a che fare con Loki, lo faresti soffrire e metteresti a repentaglio tutta questa cosa dell’espiazione, il cui scopo è far tornare Loki come era: un buon fratello, un complice di parola, un consigliere astuto, un amico di cui fidarsi. Perché, anche con tutte le sue follie, il mio fratellino, arrivati al dunque, ha sempre avuto il cuore dalla parte giusta.”  

 

“Ed io avrei una cattiva influenza sul Dio del Caos…”

 

“Pessima.” disse Thor con voce malinconica.

 

“Forse se potessi chiarire con Loki l’equivoco…”

 

Thor lo interruppe con un gesto della mano “Hai o non hai avuto una relazione carnale con una donna incontrata ad una festa?”

 

“E’ stato un errore.”

 

“Un errore non è un equivoco.” disse Thor con un sorriso, “E forse non è nemmeno un errore: hai capito cosa volevi veramente, e quello che volevi non era Loki. Forse è stata una illuminazione, una illuminazione provvida, benefica, che ti ha indicato la strada del tuo cuore, che non passa per il cuore di Loki, e nemmeno per altre parti del suo corpo che la decenza mi impedisce di citare.”

 

“Tuo fratello ed io avevamo una relazione.”

 

“Fornicavate in modo improprio, mentre Loki avrebbe dovuto espiare con serenità. Una scelta pessima, che avrà di sicuro crucciato nostro Padre, se per caso ne è venuto a conoscenza.”

 

“Thor, accidenti, ascolta una buona volta, qui siamo a New York e la gente ha smesso di fornicare dai tempi Hawthorne!”

 

“Non so chi sia questo Hawthorne, ma riferirò a Loki, che mi saprà illuminare…” disse Thor meditabondo, “Ma lo scopo dell’espiazione di Loki è reintrodurre Loki ad Asgard, mio caro amico, non qui a New York. Qui verrà in visita, si interesserà delle vostre cose, leggerà i vostri libri, mangerà il vostro sushi, ma lo scopo dell’espiazione di Loki non è fornicare impropriamente a New York con un Guerriero di Ferro, ma tornare ad essere il Principe Loki di Asgard, figlio di Odino, Padre di Tutti.”

 

“Non credi che questa dovrebbe essere una scelta di Loki?”

 

Thor lo osservò per un minuto buono pensando intensamente e poi disse con un sospiro “No.”

 

Tony tacque, per la prima volta nella sua vita a corto di parole.

 

“Ascoltami Uomo di Ferro, mio Compagno d’Armi, tu sai che la memoria di Loki è stata frammentata, proprio per consentirgli di tornare ad Asgard senza rancore. E’ stato fatto per il suo bene, lui non sa nulla della sua nascita, non sa nulla di ciò che successe su Jotunheim e nulla di cosa accadde qui su Midgard, né all’epoca della mia venuta, né all’epoca della sua…”

 

“E questo lo preoccupa, non sapere non gli piace affatto!”

 

“Lo preoccupa, ma non permette che il suo cuore rimugini sul rancore, sull’odio, e sulla delusione. Sono stati tolti molti ricordi a mio fratello, il Padre Odino nella sua saggezza ha provveduto a polverizzarli. Vuoi che gliene tolga altri?”

 

“E’ una minaccia?”

 

“Una constatazione” Thor sembrò improvvisamente rattristato, in modo profondo “Tu credi che Loki non abbia mai amato nessuno? Che abbia atteso tutta la sua vita un Uomo di Ferro di un altro mondo, dalla vita breve come un respiro? Questo è già successo, dai suoi ricordi è già sparito un amore. Più degno del tuo.”

 

Tony impallidì e poi con voce strangolata chiese “Perché?”

 

Thor allargò le braccia, rattristato, “Non era una storia destinata ad avere un seguito, avrebbe solo rattristato Loki e ne avrebbe indurito il suo cuore, avrebbe rivissuto nei suoi pensieri il dolore di un tradimento, perché ci fu un tradimento, e il suo piccolo cuore ne sarebbe stato avvelenato… Il Padre di Tutti nella sua saggezza vide cosa avrebbe fatto quell’amore al cuore di Loki e lo estirpò come si fa con una pianta maligna che infesta un giardino.”

 

“E come può averlo accettato? Loki non poteva opporsi, ma la persona amata? Non era amore!”

 

“Era amore, un amore puro, ed un amore sbagliato che avrebbe allontanato Loki da Asgard, forse, e che gli avrebbe spezzato il cuore perché era impossibile. Chi lo amava comprese ed accettò di veder svanire per sempre dai suoi ricordi ogni attimo che li aveva visti insieme come amanti, che non restasse un’ombra di quel loro amore dolcissimo, perché il cuore di Loki tornasse a battere, integro, nel tempo.” Thor sospirò, poi guardò irritato Tony Stark, “E tu vuoi paragonare questo sacrificio con i tuoi desideri legati solo ad un corpo dalla pelle pallida, sempre a disposizione nel tuo letto, ogni volta che hai voglia di fornicare? Perché quello è!” la voce di Thor tuonò per la cucina in modo imbarazzante, “A te, Uomo di Ferro, spiace solo perché Loki, il mio fratellino, era lì, comodo, a disposizione, senza dover nemmeno uscire da questa Torre di Guerrieri ed attraversare il Borgo! Tutto qua. Questo i carcerieri a volte lo fanno... Fornicare con il loro prigionieri intendo.
Per tanti motivi, dal mostrare disprezzo in modo esplicito al trarne un vero piacere. Anche la curiosità, immagino, per il corpo di un Principe in disgrazia.
Tu sei stato il suo Carceriere e hai fatto le cose da Carceriere.
Ma come hai sentito freddo nel tuo letto, hai cercato un altro corpo, senza scomodarti ad andare troppo lontano. Prima lo ammetti con te stesso e prima eviterai di renderti ridicolo parlando d’amore!”

 

Se ne uscì in fretta, lasciando l’altro uomo da solo.
 

Tony si versò da bere e stette in silenzio. E così c’era stato Qualcuno nella vita di Loki - il pensiero gli fece stringere il cuore, avevano tolto al “suo” Loki una cosa importante, nemmeno glielo avevano chiesto… eppure l’idea gli faceva rabbia, se Loki avesse ricordato chi avrebbe scelto? Non certo lui che  lo aveva tradito ed apparentemente lasciato senza nemmeno prendersi la briga di dire due parole.
Loki aveva guardato un altro o un’altra. Qualcuno che lo vedeva ad Asgard, e ricordava ed accettava per il bene di Loki di non essere parte della sua vita. Qualcuno o Qualcuna che lo amava forse più di lui. Gli fece male al cuore pensare che Loki un giorno li potesse paragonare.

E presto anche lui sarebbe sparito dai ricordi di Loki: Thor non lo aveva minacciato, gli aveva solo detto come stavano le cose. Con Heimdall pronto a spiare a sorpresa, con Loki sotto esame lì ad Asgard, che lui venisse cancellato era solo questione di tempo - lo aveva sempre saputo, era il suo incubo ricorrente. Si chiese cosa avrebbe lasciato Odino - non poteva lasciare il loro primo incontro, almeno quello, per sua fortuna, cosa sarebbe rimasto? Come in un film da cui si viene tagliati… restano solo le scene in cui si è di spalle, un personaggio sullo sfondo, il Carceriere, forse. Magari una cena insieme, con gli altri. Magari loro due ad una mostra di quadri - Loki ci aveva tenuto e lui era stato uno stronzo per tutto il tempo (ancora non stavano insieme, era scioccamente geloso di un suo compagno di studi).

 

Bevve d’un fiato e si versò ancora dell’alcol. Thor non lo aveva minacciato, ma gli era chiaro che Odino avrebbe saputo cosa era successo - si chiese se avrebbe riso dei suoi gesti goffi, mentre Loki dormiva, quando gli sfiorava gli zigomi o giocava con i suoi capelli, o se ne sarebbe rimasto disgustato - un ergi che aveva corrotto suo figlio.

 

Non avrebbe riso dei suoi ti amo perché non li aveva mai detti.

 

Quella notte bevve fino ad intontirsi.

 

Gli sembrò di avere sbagliato troppe volte e troppo a lungo. Non c’era un ricordo che avrebbe potuto recuperare dai filmati registrati della sicurezza che parlasse a Loki del suo amore. Non c’era nessuna prova di quella “cosa” tra loro - l’unica forse sarebbe stata la sua fedeltà, ma l’aveva infranta lui stesso, senza darle nessuna importanza.

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Capitolo 5
*** Non c'è limite al peggio ***


Non c'è limite al peggio

Fu un paio di giorni dopo che Amy apparve da lui, vestita in modo molto grazioso - una gonna di un tessuto scuro, ma brillante se la luce lo colpiva nel modo giusto, tagliata come quella di una studentessa di un collegio, ma decisamente più corta, che le dava un'aria sbarazzina.

"Non sapevo dove avresti voluto portarmi..." cinguettò accavallando le gambe e mostrando per un attimo i gancetti di un reggicalze e uno spicchio lunare di pelle. Era pronta anche a non andare da nessuna parte, intuì.

A quanto pare non aveva ricevuto il suo messaggio e Tony non ebbe cuore di rispedirla a casa - ormai il danno con Loki era fatto, non aveva senso fare lo stronzo che vuole reinventarsi una verginità. E poi in fondo non era colpa di Amy, non era stata lei ad averlo sedotto, cioè, aveva fatto egregiamente la sua parte, ma l'amore, come la guerra, non si fa mai da soli.

Si sbronzarono insieme con del vino di un'ottima annata, comprato prima di Loki. A lui, Tony, il vino non faceva impazzire, preferiva il bruciore del whiskey e il sapore amaro sul palato - tutta quella dolcezza, i fruttati, i fiorati, gli sembravano uno spreco dinanzi al vero piacere, quello di abbassare le luci, spegnere un po' di interruttori e guardare il mondo sfocarsi, mentre il suo cervello finalmente rallentava.
Ma Amy voleva del vino ed insieme bevvero come in una gara, ma senza la fretta di una corsa, interrompendo per dare sfogo a desideri oltraggiosi, e a qualche osservazione generica sulla crudeltà della vita.

Ad un certo punto Jarvis lo interruppe per fargli ascoltare un messaggio: Thor, il potente Thor, il suo fottutissimo forse quasi ex cognato o qualcosa del genere, che non parlava mai di amori finiti male e che era tanto soddisfatto se a finire erano quelli degli altri, voleva sapere se poteva portare suo fratello a vedere un film, a casa di Tony, con loro, domani?

La formalità della richiesta gli lasciò l'amaro in bocca: Thor si stava comportando come se Loki avesse già dimenticato che nell'appartamento di Tony lui era stato prima un prigioniero e poi un ospite. Che su quel divano su cui Thor  gli chiedeva il permesso di invitarlo, "suo fratello" lui se lo era scopato e più di una sera.

Non diede la risposta che aveva in mente di dare - c'era Amy e disse perché no? Jarvis avrebbe riferito. Mi casa es su casa, domani chiunque poteva invitare chiunque.

Amy gli sorrise e lo baciò sulla bocca dicendo che era un uomo meraviglioso. Un amante di gatti randagi.

La sera dopo la vide uscire dalla sua camera da letto, ancora con quella gonna malandrina della sera prima. Gli disse ridendo che aveva chiesto a Jarvis di farle recapitare delle calze nuove e di metterle sul suo conto - in fondo era lui che non era stato delicato, nere stavolta, perché per la sera il nero era molto adatto, mentre per il giorno lei preferiva le calze color carne. Tony annuì - lo aveva notato.
Lei gli mostrò le calze in questione, ancora nella loro costosa confezione rettangolare, che avevano dei fiocchetti rosa minuscoli.
Lo ringraziò tutta contenta anche della camicetta: ne aveva presa una di seta che sembrava una cosa da collegiale, solo che una collegiale sarebbe finita dal preside per via della trasparenza. Dalla preside, ma non arrestata dalla polizia - questo andava assolutamente precisato.

Piroettò davanti a lui sui suoi tacchi non troppo alti, molto anni '50, che la facevano sembrare innocente e peccaminosa, e poi aggiunse che, siccome era davvero scortese presentarsi ad una serata a mani vuote, aveva chiesto a Jarvis di farle recapitare del vino, il preferito di ognuno dei suoi amici: il Dottor Banner, Mr Rogers, il Signor Odinson e il signorino Odinson, il fratello più piccolo. Ed un paio di torte.

Lei era dolce e giustamente aveva pensato al dolce.

Poi con un gridolino di gioia prese a sfilarsi le calze per indossare quelle appena acquistate. Fu in quell'istante che Cap entrò nella stanza - in stramaledetto anticipo - e prese a fissarlo, arrossendo. Amy gli sorrise, imperturbabile, una gamba nuda ed una inguainata in una calza color carne con delle vistose smagliature e con un ancor più vistoso - e ancora fresco - segno di un morso che si completava, propri lì sulla carne di lei.

Tony non disse nulla - pensò solo che le cose le aveva già rovinate da tanto tempo e che si sarebbero rovinate ancora un pochino di più dopo il viaggio ad Asgard di Loki, che forse il destino esisteva e ce l'aveva con lui, e che Amy poteva passare benissimo per una semplice amica di... Cap?
Cap scosse la testa.
Eppure la piccola Amy aveva un adorabile look molto anni ' 50, qualcosa che Cap avrebbe trovato moderno in modo ardito, ma non moderno in modo terrificante.
Cap annuì e Amy batté le mani, trovava adorabile essere il piccolo segreto di Tony, anche se in fondo non ce ne sarebbe stato bisogno. Non erano tutti adulti oramai?
Cap disse severamente che non gli pareva e Tony si versò tre di di whiskey per farsi coraggio: la serata sarebbe stata lunga.

Quando arrivarono e presentò Amy ad ognuno di loro come una giovane amica di Cap, vide sul volto di Bruce passare il timore - non gli aveva creduto e l'aveva riconosciuta. Tony bevve un bicchiere per l'imbarazzo di tutti e due. Poi Bruce gli sussurrò che Loki era un suo amico e che lui era a corto di amici e anche Loki per altro, che non lo mettesse in mezzo, per favore, se aveva intenzione di mandare definitivamente a puttane le sue scopate con Loki, in modo pirotecnico e senza ritorno. Lui non voleva entrarci.

Thor sorrise garbato, anzi sembrò talmente soddisfatto che Tony fu certo di non averlo ingannato neanche per un secondo. Aveva la gioia incredula di chi vede il proprio nemico inciampare e ferirsi da solo. Tony bevve un bicchiere per fingere di non avere nulla da nascondere.

Loki non disse nulla - aveva l'aria stanca e per Tony fu chiaro che non era venuto spinto dell'entusiasmo, ma forse da Thor, dall'essere un bastian contrario o va a sapere da cosa, ma non dalla voglia di rivederlo, quello gli fu palese. Era come se Loki fosse venuto per superare una prova di resistenza, come bere un liquido disgustoso o mangiare l'occhio di un agnello.
Si chiese se dopo avrebbero parlato e decise di non bere nulla, sperando che il sacrificio impietosisse il destino.

Amy divise la prima torta a fette per tutti, decantandone il gusto e ringraziando Tony per averle concesso di averla fatta recapitare direttamente lì da lui, in quel delizioso appartamento - detestava girare con troppi pacchetti, a meno che non fossero scarpe, si ricordava di quando erano stati a Parigi?

Quando Loki espresse il desiderio di potersi lavare le mani fu lei che gli fece strada, spiegandogli come regolare bene la temperatura e dove trovare il sapone... lei preferiva le saponette, ma Tony sembrava non apprezzarle e pure ne aveva trovato una confezione elegante, proprio in un armadietto del bagno... anche il signorino Odinson apprezzava il profumo della violetta? Violetta di Parma?

Loki annuì con cortesia squisita, Thor diede una manata sulla schiema di Tony dicendo che era sorprendente quanti gusti la nuova ragazza di Cap e suo fratello avessero in comune.
Tony si versò altre tre dita di whiskey, brindò alle fortunate coincidenze ed ingollò tutto d'un fiato. Stasera averebbe trattenuto Loki anche con la forza, doveva avere un taser, se non ricordava male, in un cassetto in camera da letto, e lo avrebbe costretto ad ascoltarlo. Si sarebbe umiliato ad implorarlo. E gli avrebbe comprato ttute le saponette che avesse mai voluto.

Fu Loki che chiese di poter vedere che film possedeva Tony - come se non sapesse! - pur di allontanarsi da lui. Ed Amy si offrì di guidarlo. Gli confessò che una notte che non riusciva a dormire aveva dovuto farsi aiutare da Jarvis per trovare un film e Loki annuì comprensivo - i materassi in quella casa erano un po' troppo rigidi, vero? Scomodi, disse Amy, decisamente scomodi. Perfetti per il sesso, ma non per una buona dormita. Loki concordò con aria gentile, mentre Cap quasi si strozzava, 
Seduti sul divano  Amy si tolse le scarpe e pasticciò con un contenitore girevole, i due finirono per estrarre da lì dei vecchi video della sorveglianza e Tony pensò che con la sua fortuna ne avrebbero trovato uno di quelli in cui erano stati casualmente ripresi mentre scopavano su quel suddetto divano - forse Thor avrebbe apprezzato. Lui e Loki. O lui ed Amy, in fondo era successo anche quello.

Caddero invece in terra in una cascata argentata. Tony annunciò che avrebbe rimesso a posto lui. Ma Amy disse di non preoccuparsi, che lei e il giovane Odinson avevano tutto sotto controllo.

Fu a quel punto che Amy chiese cosa fosse quel vecchio DVD con l'etichetta Un Dio Fragile, forse era un film svedese? Una volta ne aveva visto uno con la morte che giocava a scacchi... O forse era un film su dei ragazzi su una sedia a rotelle, figli fragili, appunto di una società che li discriminava? Loki le sorrise e disse che era una cosa curiosa, insieme, come due ragazzini, si accinsero a vederlo, mentre Bruce boccheggiava pallido, cercando di regolare il respiro - se le sue pulsazioni avessero superato una soglia limite Jarvis aveva l'autorizazione per tramortirlo con un proiettile calmante.

Tony non disse nulla. Si chiese solo se avrebbe potuto colpire sia Amy che Loki con uno di quei proiettili prima che la serata finisse, per poi rinchiudere Loki nella sua vecchia prigione al piano superiore, fino a che non lo avesse ascoltato.

Quando il filmato partì avrebbe voluto precisare che certi commenti erano nati in un momento di euforia dopo la vittoria, una scarica di adrenalina, qualcosa di molto animale, ma la stanza aveva preso a vorticare e non ne ebbe la forza.
Riconobbe la sua voce, quella di Hawkeye, e quella quasi spiacente di Bruce. Per il resto era solo un insieme di scene montate con una colonna sonora intrigante tratte da un video della sorveglianza e con sopra dei loro commenti che all'epoca gli erano parsi garbatamente scherzosi.
La scena era quella che vedeva Bruce, cioè l'Altro, sbatacchiare Loki su un pavimento, probabilmente polverizzandogli la schiena. Sapeva che Loki  un tempo guariva in fretta, ma che il fattore di guarigione non lo rendeva immune dal dolore. Non osò guardarlo.

Il giovane signorino Odinson rivide il filmato più di una volta, con lo stesso sguardo intenso di uno studente dinanzi ad un testo d'esame fondamentale. Poi, guardò Bruce e gli disse che non ricordava questo dettaglio ma che era una cosa che non avrebbero potuto più fare, perché adesso sarebbe morto, dopo una ripassata del genere. Lo disse con un sorriso di scuse, sottintendendo con quello, fu chiaro per tutti, che Bruce lo scusasse e capisse se non aveva nessuna intenzione di frequentarlo, per il futuro.

Tony si chiese se la fine di una amicizia facesse male quanto la fine di un amore, mentre lo vide prendere il cappotto e salutare educatamente - la torta era stata squisita, il vino pure, ma lui si era ricordato di un impegno, che lo scusassero.
Avrebbe voluto fermarlo ma sentì la mano di Thor sulla sua spalla, che lo teneva inchiodato al suo posto.


Più tardi, rimasti soli, Thor gli disse che era stata una magnifica serata, che Amy era molto simpatica e forse adatta a lui, e che adesso Loki si sarebbe impegnato per la sua riabilitazione ancora con maggiore slancio. Prima la cosa finiva, prima lo avrebbe riportato su Asgard, per riprendere da dove tutto era iniziato - adesso che gli era chiaro il suo errore avrebbe fatto in modo che il suo fratellino fosse felice ed anche più a suo agio. Dei viaggi su Midgard ogni tanto, per scaricare la pressione, gli avrebbero fatto bene, anche se, secondo lui, a Loki piacevano molto di più gli Elfi.

"Vorrei parlargli" riuscì a biascicare.

Thor lo guardò sopreso "Per dirgli cosa? Sei stato il suo Nemico ed il suo Carceriere e hai fatto cose da Carceriere, cose che in fondo si sa che succedono in questi casi. Hai detto cose che si dicono. Hai gioito del dolore del tuo nemico. Succede. E lo hai umiliato fornicandoci assieme in modo improprio, trattandolo come una vacca. Succede anche quello, magari non così frequentemente, ma succede. Che altro vorresti aggiungere?" poi aggiunse, "Sei stato perfetto Uomo di Ferro, non mi piace quando tolgono pezzi di memoria a mio fratello, dopo lui resta sconvolto, non so se lo puoi capire, tu in fondo non lo hai mai conosciuto come era prima, un bambino così dolce, un ragazzino sensibile... ma si sistemerà tutto, vedrai... Me lo sento. Finirà in fretta questo esilio su Midgard e lo riporteremo su Asgard a fare quello che faceva prima!" 

Poi con un gran sorriso afferrò Mjolnir e volò via dal terrazzo.  



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