anche una strega

di TheStrangeCaseOfCass
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** In Your Room ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** I Am The Fire ***
Capitolo 23: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 33 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Anche una strega

Capitolo 1

-Non può andare avanti così, qualcuno deve smuoverla, darle una scossa!-

A parlare era stata una ragazza asiatica, dai lunghi capelli neri. Le rispose una ragazza dalla carnagione ambrata e gli occhi verdi.

-Ma, Musa, e se non volesse il nostro aiuto? Magari ha solo bisogno di un altro po' di tempo...-

-Balle! Sta gridando aiuto in silenzio Flora, anche se non riesce ad ammetterlo.- 

-Sono d'accordo con Stormy. Voi non la conoscete affatto, non è mai stata così...così spenta. Ha sempre reagito, non è mai rimasta ferma. Da due mesi a questa parte invece non fa altro che trascinarsi per i corridoi sospirando in continuazione e inseguendo chissà quali ragionamenti. Non è più Icy, e non so dove possa essere finita la strega forte e determinata che conoscevo.-

Stormy, sprofondata in una poltrona, bofonchiò:

-E' affogata in un mare di burocrazia-

Né Darcy né le quattro fate risposero. Da due mesi condividevano l'appartamento nel college di Alfea. Le Trix, dopo che Bloom aveva deciso di dare loro un' altra opportunità impedendo a Selina di rinchiuderle nel Legendarium, avevano sostenuto un processo davanti al Consiglio di Roccaluce. Non era stato facile, ma alla fine i saggi le avevano condannate a frequentare i corsi di potenziamento della scuola per fate sotto la diretta sorveglianza del corpo docenti e delle Winx. Durante le prime settimane di convivenza il silenzio si poteva tagliare col coltello, ma lentamente avevano imparato a conoscersi e più volte fate e streghe si erano sorprese a pensare alle altre come a delle amiche. Questo per quanto riguardava Darcy e Stormy. 
Icy, dopo il breve sollievo dato dalla sentenza dei saggi, si era lasciata andare ad una depressione statica, rispondeva a monosillabi e gli unici che riuscivano a cavarle qualche parola di bocca erano i professori. Quando non era a lezione, o studiava (non avrebbe mai dato al Consiglio la soddisfazione di darle dell'incapace) o si stendeva sul letto a guardare il soffitto. Dividere la stanza con lei era come dividere la stanza con un fantasma, Darcy aveva provato in tutti i modi a scuoterla dal suo torpore, ma niente da fare: Icy aveva continuato a crogiolarsi nel suo stato di non-vita. 
Per la strega dell'oscurità l'allontanamento di Icy era stato un colpo basso. Erano cresciute insieme, insieme si erano trasformate per la prima volta e insieme erano cadute nella trappola delle Streghe Antenate. Stormy si era aggiunta solo in un secondo momento, ed era subito diventata la compagna di litigate preferita della bambina con i capelli azzurri. Durante quei mesi quindi Stormy non aveva perso occasione per punzecchiare Icy, sperando in una qualche reazione. Inutile dire che tutte le sue provocazioni erano cadute nel vuoto. La massima reazione che riuscì a suscitare fu uno sguardo fulminante quando, dopo aver realizzato che Icy aveva passato un' intera giornata abbandonata sulle lenzuola, le chiese se per caso avesse intenzione di diventare parte dell'arredamento. Le Winx, dal canto loro, si erano limitate a dei timidi tentativi per paura di dire o fare qualcosa di sbagliato. Una volta, con l'aiuto di Darcy, erano riuscite a convincerla a passare un pomeriggio in città con loro e gli Specialisti, ma di fronte all'ennesimo fallimento avevano deciso di lasciarle un po' di spazio.
All'arrivo delle vacanze estive le fate si erano accordate per passare un mese ciascuna ad Alfea con le Trix. Al momento della discussione, ad Alfea c'erano Musa, Flora, Bloom e Stella, le prime due pronte a partire e le ultime appena arrivate.
Stanca del silenzio che si era creato,la rossa disse:

-Deve esserci un modo per farla tornare in sè. Darcy, Stormy,la conoscete da anni, non c'è qualcosa che l'abbia sempre appassionata?-

Darcy riflettè un istante, poi rispose:

-La musica. Da bambina non faceva altro che cantare...-

-Non mi sembra che si sia interessata molto alla mia collezione di dischi- disse scettica Musa. Stormy le lanciò uno sguardo che diceva "non mi
sorprende".

-La tua "collezione"- mimò le virgolette con le dita - è composta quasi interamente da musica classica, pop e basi musicali di singoli strumenti. Nel cellulare di Icy le canzoni che non sono rock si contano sulle dita di una mano.-

Stella e Bloom si lanciarono uno sguardo d'intesa e sorrisero.

-Rock. Sul serio?- chiese la fata del fuoco iniziando a rovistare in un borsone.

-Sì, ma non quello delle origini. Preferisce i musicisti ancora in vita a quelli estinti- rispose la strega dei fulmini. Stella si sedette sul bracciolo della
poltrona.

-Allora il concerto non sarà un' uscita a quattro. Giusto Bloom?-

-Proprio così- disse la rossa mostrando trionfante quattro biglietti -Avevamo pensato di andare con Sky e Brandon, ma potremmo essere ancora in tempo per trovare degli altri biglietti. Il concerto è fra tre settimane.-

Gli occhi di Darcy si illuminarono. Ecco la scossa che la sua amica stava aspettando.

-Un biglietto. Basta un solo altro biglietto. Il Consiglio sarà più propenso a permettere ad una di noi di lasciare il campus piuttosto che a tutte e tre-

Le ragazze si sorrisero, complici, una cosa che fino a poco tempo prima non avrebbero creduto possibile. Flora e Musa partirono, ma fecero in tempo a sentire Bloom entrare nella stanza di Icy e riferirle la novità (glissando naturalmente sulla discussione). Evidentemente la strega tentò di protestare, ma venne subito zittita dal perentorio -Tu verrai!- di Stella.

Spazio dell' autrice

Eccomi qua. Come primo capitolo è un po' corto, lo so, ma col tempo si allungheranno. 
La storia è ambientata nell'estate successiva alla fine della sesta serie e le ragazze hanno sui 21/22 anni. Ho deciso di ignorare la settima serie perchè la metamorfosi delle povere Trix mi ha praticamente sconvolta >< . Vedere Icy con le zampe e la coda è stato veramente troppo per me. Anyway, prenderò spunto anche dai giornalini oltre che dalla serie animata, ma non voglio anticiparvi niente (c'è anche chi sa già troppo... XD). 
Nei capitoli si alterneranno diversi punti di vista, gli intervalli di tempo di poche ore saranno segnalati con ***, mentre quelli più lunghi con *** ***, inoltre gli spostamenti di luogo saranno indicati da §§. 
Per i Freaks che hanno aperto questa storia solo perchè hanno letto "Lzzy" (no, non è un errore) nella descrizione: tranquilli, lei e gli altri arriveranno, abbiate pazienza. 
Ho intenzione di fare due aggiornamenti al mese almeno fino a giugno, intorno al 10 e al 20 di ogni mese, ma potrebbero diventare settimanali con l'arrivo dell'estate.
Se avete consigli da darmi sono bene accetti naturalmente. 
Non credo di avere altro da aggiungere, quindi vi saluto.
Baci, 
Cass <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Doveva esserci lo zampino di Darcy e Stormy. Non c'era altra spiegazione. Solo loro sapevano quanto le piacesse la musica. Icy sorrise alla stanza vuota. Non le dispiaceva uscire da quella prigione dipinta di rosa. Aveva capito benissimo perchè Stella non l'aveva nemmeno lasciata iniziare a protestare, il messaggio era lampante: devi darti una mossa. Un concerto (o meglio, un "Rock Show" come aveva sottolineato Bloom facendo l'occhiolino all'amica) sarebbe stato l'occasione perfetta per svegliarsi. Era stanca di quell'immobilità, ma non era riuscita ad allontanarsene perchè sentiva di non avere nient'altro a cui aggrapparsi. Oh sì, le sue sorelle erano importanti per lei e le dispiaceva ferirle in quel modo, ma le ricordavano troppo gli errori che voleva dimenticare e che non era pronta ad affrontare, non in quel momento. Un giorno si sarebbe voltata indietro e avrebbe fatto i conti col passato. Fino ad allora, decise in quel preciso istante, avrebbe dovuto ricostruire la Icy che affrontava i problemi di petto anche quando erano immensamente più grandi di lei. Si alzò di scatto e si diresse verso la porta. Avrebbe iniziato a ricostruire sè stessa partendo dalle fondamenta.
Si fermò un istante prima di aprire la porta. Aveva letto tempo prima che la struttura essere umano ha bisogno di un diverso numero di pilastri in ogni sua età: da bambini due, cioè le figure dei genitori; questi venivano poi affiancati dai primi amici stretti e nella pubertà venivano spesso sostituiti da questi. Si arrivava ai vent'anni con almeno quattro pilastri: un parente o una figura affine, due amici e una passione. Icy sapeva di non avere il primo, ma aveva Darcy e Stormy. Il suo primo obiettivo sarebbe stato riallacciare il rapporto con loro e capire qual'era (se c'era) il suo attuale pilastro della passione. Annuì e aprì la porta.
Le ragazze erano nella camera di Stella e la stavano aiutando a disfare le sue valigie. Un compito immane, dato che la fata ne aveva riempite sei, che peraltro erano state sottoposte a degli incantesimi di espansione. 
Stormy la vide.

- Tò, hai deciso di esistere finalmente?- 
Icy si strinse nelle spalle.
- Se mi faccio dare ordini perfino dal raggio di sole significa che ho toccato il fondo.-
Darcy ridacchiò mentre piegava una maglietta:
-Guarda che un po' di polso ce l'ha anche lei- poi la guardò negli occhi -Bentornata-
Icy non rispose, ma le prese la maglia dalle mani e la ripose nel cassetto.
*** ***
Tre settimane dopo, la sera del concerto

-Ci sei Icy?- chiese Bloom.
La strega inarcò un sopracciglio.
-Credevo stessimo aspettando Stella a dire il vero...-
Bloom incrociò le braccia.
-Non...-
-...usare la magia davanti ai terrestri perchè non saremo a Gardenia ma in non so che città dall'altra parte dell'oceano. Ho capito.- la interruppe la strega.
Bloom sorrise e partì alla ricerca di Stella, che sembrava essersi persa nelle profondità del suo armadio.
"Neanche fosse collegato ai sotterranei come quello del nostro appartamento a Torrenuvola" pensò Icy scuotendo la testa. Sentì una fitta di dolore ricordando il primo anno alla scuola per streghe. Era stato quasi normale nei primi mesi, lei era solo una ragazza brillante che poteva tranquillamente fare un giro in città senza vedere la gente scansarsi per non incrociarla. Qualche anno prima suscitare questa reazione nelle persone l'avrebbe inorgoglita, ma adesso le faceva solo venire voglia di sparire.
Bloom uscì dalla camera, seguita da Stella stavolta. La fata del sole indossava dei jeans scuri e aderenti, una maglia arancione brillante senza maniche e una giacchina di jeans a giromanica. I capelli erano sciolti, ed era ancora scalza.
-Graziegraziegrazie Bloom sei un tesoro! Credevo di avere delle scarpe adatte a questo completo e invece...- il resto della frase si perse nella camera della rossa.
Darcy, che aveva assistito alla scena, alzò gli occhi al cielo. Le fate uscirono dalla stanza di Bloom (Stella con dei sandali dorati ai piedi).
-Bloom, sei sicura di voler mettere quella collana? Forse starebbe meglio...-
"Ah no, ora basta!" pensò Icy, quindi si alzò di scatto dal divano e, afferrata Stella per un braccio, si diresse a passo veloce verso la porta.
-Ci vediamo!- salutò uscendo dall'appartamento.
Bloom rise e le seguì.

 
§§
 
Lzzy stava controllando per l'ultima volta la chitarra che avrebbe usato quella sera, dopodichè avrebbe dovuto arrendersi alla sua hairstylist che la cercava da secoli perchè "doveva assolutamente provare una nuova acconciatura". Non che le dispiacesse cambiare, ma questo genere di cose preferiva provarlo prima della sera del concerto. Josh, il bassista, le passò accanto. Lui aveva i capelli cortissimi, poteva passare tutto il tempo che voleva a preparare i suoi strumenti...
Lzzy rimise a posto la chitarra. Forse sarebbe riuscita a convincere l'hairstylist a desistere. Sarebbe stata una ginnastica sfiancante, ma avrebbe vinto. Voleva una serata fantastica, e in quel momento per "fantastica" intendeva "non ho voglia di preoccuparmi dei miei capelli perchè sono già abbastanza tesa a causa degli scherzetti che la voce mi sta giocando negli ultimi giorni". Infatti il cambiamento di voce che stava affrontando da mesi e che sembrava un problema risolto era tornato a farsi sentire, per la sua felicità. Per fortuna quella sera era l'ultima del tour, dopo la aspettava un mese quasi privo di impegni durante il quale avrebbe finalmente potuto dedicarsi un po' a sè stessa.
Quel pensiero la rilassò. Sarebbe andato tutto bene quella sera. Nessun imprevisto. I fans avrebbero avuto il loro Rock Show e lei avrebbe accolto a braccia aperte tutta l'energia che le avrebbero trasmesso, e che sarebbe andata a riempire quello strano senso di vuoto che sentiva crescere sempre più nel suo petto.


Spazio dell'autrice
E vai col secondoooo!
Ho fatto il conto alla rovescia dei giorni che mancavano all'aggiornamento, rendetevi conto... Ma passiamo alla storia.

Innanzitutto, la teoria dei pilastri me la sono inventata di sana pianta, non so se esiste qualcosa di simile che mi ha condizionata (è probabile).
E finalmente iniziano a comparire gli Halestorm. ^^   Qui vediamo Lzzy Hale, la cantante/chitarrista, e di sfuggita Josh Smith, il bassista. 
Grazie a Tressa per aver recensito la storia e a _LestrangeMills_ per aver recensito e aver inserito la storia tra le seguite e naturalmente grazie anche ai lettori silenziosi :)
Se volete lasciare un commento, anche solo per dire quanto la storia sia pesante (spero di no ma va bene lo stesso lol) accomodatevi.
Alla prossima :)
Cass <3

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Non nutriva una grande simpatia per i terrestri ma, doveva ammetterlo, quanto a creatività erano imbattibili.
-ARE YOU A FREAK LIKE ME?-
La voce della donna sul palco catturò nuovamente la sua attenzione. "Caspita. Anche a passione non sono messi male" pensò la strega, impressionata. La cantante aveva un' energia sconvolgente, Icy si aspettava di vedere il soffitto cedere da un momento all'altro per la potenza dei suoni. O per le acrobazie del batterista. Attaccarono un' altra canzone.
-Boot on the start line, pistol in the air, 'quila in the glass and a cool dare stare. Two minutes in baby, make your move, and if you won't do it I'll do it for you-
Non aveva dubbi al riguardo.
-I jump the gun! Oh, here I go again!-
Ah! Bruciare le tappe!
Praticamente quello che aveva fatto per tutta la vita, e non solo con gli uomini. Tritannus, le Streghe Antenate, Valtor, Lord Darkar... un errore dopo l'altro, per colpa di quella maledetta fretta di vivere. Perfino il suo essere strega era nato così. Fece una smorfia a quel pensiero. "Se c'è una cosa che non rimpiango, è non avere più due alucce luccicanti sulla schiena!"
Scosse la testa, contrariata. Diamine, era lì per distrarsi o no? Via questi cavolo di pensieri, occupavano già troppe delle sue giornate. Doveva lasciarsi andare quella sera, divertirsi come non faceva da troppo tempo, o forse come non aveva mai fatto.
Un uomo le si avvicinò, con l'evidente intenzione di offrirle un drink. Sembrava giovane e non era affatto male, quindi decise di dargli una possibilità.
-Buonasera tesoro, posso farti compagnia? Una ragazza come te è troppo bella per passare una serata da sola... Ti offro qualcosa?-
Icy sorrise maliziosa.
-Perchè no?-
Seguì il suo compagno, raccomandandosi di non andare oltre una piacevole conversazione, quando si accorse che avevano superato il bar e che due uomini la stavano seguendo. Un brivido le corse lungo la schiena. "Dannazione!" Lei era costantemente in ipotermia, avvertiva il freddo solo quando era in pericolo. Cambiò direzione, ma presto si sentì afferrare per un polso. Stava per congelare il proprietario della mano quando si accorse che era solo Sky, accompagnato da Bloom.
-Tutto bene Icy?- chiese la fata.
La strega liberò il polso e rispose che stava solo cercando il bagno. Poi voltò le spalle alla coppia e si allontanò. Rimase in bagno per un' ora, guardando la propria immagine riflessa nello specchio e chiedendosi cosa ci fosse di sbagliato in lei, senza trovare una risposta. Alla fine maledisse a mezza voce i tre uomini che le avevano definitivamente rovinato la serata e si decise a uscire. A fatica, riuscì a raggiungere le prime file, in modo da godersi quel che restava del concerto.
-Here's to us! Here's to love! All the times that we messed up. Here's to you, fill the glass, 'cause the last few nights have kicked my ass! And if they give ya hell, tell 'em go fuck themselves!-
Icy rise, sperando che le cose potessero essere così facili anche per lei. Mandare al diavolo tutti i suoi problemi, ah! Poteva a malapena respirare senza chiedere il permesso a Roccaluce.

 
***
 
Bloom e Stella avevano trascinato i rispettivi ragazzi al meet&great con la band e, a giudicare dalla fila, ne avrebbero avuto per un bel pò.
-Io sono stanca ragazzi, preferisco tornare a Magix-
Senza aspettare una risposta, la strega dei ghiacci si allontanò. In realtà non aveva intenzione di tornare a casa, voleva solo fare due passi e godersi il silenzio che, ne era sicura, avrebbe trovato per le strade. Voleva qualche minuto per restare sola e respirare. Prese nota mentalmente di passare la notte sul tetto del college di tanto in tanto: le mancava guardare il cielo notturno, le dava un attimo di pace. Camminò per quelli che le parvero pochi minuti, attraversando strade semideserte e scarsamente illuminate, finchè non si rese conto di aver girato in tondo tutto il tempo. Il locale dal quale era uscita era ad un isolato di distanza, ormai semivuoto. Prese una via laterale, per non farsi vedere dai quattro. Ormai la rivalità era sparita, ma restava comunque un briciolo di diffidenza reciproca. D' altra parte, sei anni non si cancellano in un secondo. Soprattutto quando si vive in uno stato di completa apatia.
Icy sospirò e stava per dare un calcio ad una lattina quando sentì delle voci. Si fermò, in ascolto.
-Eddai, non fare la difficile.-
-Statemi lontani!-
-Andiamo bellezza, di che hai paura? Vogliamo solo divertirci un pò.-
Icy riconobbe l'ultima voce, era lo stesso uomo che ci aveva provato con lei. Ora non erano più in un luogo pubblico, gli avrebbe fatto passare la voglia di cercare quel genere di divertimento! Corse nel vicoletto dal quale provenivano le voci e vide i tre uomini che aveva visto nel locale con... la cantante??? Cosa diavolo ci faceva lì la cantante??? Oh beh, non era poi così importante. Ma non avrebbe usato la magia davanti a lei, non poteva.
-Lasciatela. Andare. ADESSO!-
Avanzò verso il gruppo. Uno degli uomini, con i capelli biondicci e un aspetto da adone, spinse la donna contro il muro. Il moro, quello che aveva attaccato bottone con Icy, la riconobbe nonostante ora sembrasse decisamente ubriaco.
-Guarda chi si rivede. La bambolina furba. Ti unisci alla festa?- disse, facendo cenno agli altri due di avvicinarsi a lei. 
Icy si finse intimorita e indietreggiò fino ad avere le spalle al muro. "Uno"
-Ahahahah, hai capito che facciamo sul serio eh? Kurt, prendila.- "Due"
Il biondo, Kurt evidentemente, sorrise e le si avvicinò ancora di più. "Tre!"
Icy gli sferrò un calcio allo stomaco, ringraziando il cielo per aver fatto quel corso di arti marziali da bambina. Kurt cadde in ginocchio e la strega sogghignò compiaciuta. Vedere gli uomini strisciare era sempre stato divertente.
*click*
Uno scatto la fece voltare contro il terzo uomo, che stringeva una pistola. Era troppo lontano per togliergliela di mano, non aveva scelta. Con un movimento fluido, la strega lanciò un incantesimo che congelò la pistola e la mano che la reggeva.
-Ma che diavolo...?-
-Cosa è successo?-
I due uomini la guardarono esterrefatti, evidentemente non avevano abbastanza alcol in corpo per credere di stare sognando. Icy gettò uno sguardo veloce alla donna di fronte a lei, che la guardava con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. Le dispiaceva per lei, non avrebbe voluto sconvolgerla in quel modo. Rivolse la sua attenzione al moro.
-Ne ho anche per te se vuoi- e fece galleggiare sul palmo della mano una piccola sfera azzurra. L'uomo impallidì, fece rialzare Kurt e insieme si diedero alla fuga, seguiti dall'uomo con la pistola che imprecava a tutto spiano. Icy li guardò allontanarsi, poi si avvicinò lentamente alla donna. Quella si ritrasse.
-Ehi, ehi è tutto a posto, sta' tranquilla.-
La prese per un braccio e l'aiutò a sedersi per terra.
-Riesci a dirmi come ti chiami?- le chiese. La donna aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima di riuscire a risponderle.
-Lzzy... Mi chiamo Lzzy Hale.-
-Ok Lzzy, adesso aspettiamo che tu ti calmi un pò e dopo ti accompagno... dove, in albergo?-
Lzzy annuì, senza aver compreso fino in fondo ciò che le veniva detto. Icy si sistemò accanto a lei per aspettare. Così facendo, non si accorse della scintilla che attraversò gli occhi di Lzzy, spegnendosi insieme a quella che aveva balenato per un secondo nei suoi occhi.


Spazio dell' autrice
Mamma mia, quante cose da dire (o meglio, da fare) per questo capitolo! 
Partiamo dall'inizio. Icy nota le "acrobazie del batterista" (Arejay Hale). Beh, uno che salta dalla batteria mentre suona merita attenzione lol 
Ho inserito i testi di tre canzoni, in ordine Freak like me (  https://youtu.be/Voybf9NIg9A al minuto 2:26,  Jump the gun (  https://youtu.be/0-jNIeG2_wo  ) i primi secondi e Here's to us (  https://youtu.be/pdEmsYOOQjU  ) al minuto 2:17. Ho deciso di mettere i lyric video perchè ci sono per tutte le canzoni. Spero che i link funzionino ^^' 
Questo è stato il primo capitolo ad essere scritto in realtà, tutta la storia è partita da qui :)
Grazie a Tressa per aver recensito e aver inserito la storia fra le preferite e a _LestrangeMills_ per aver recensito e grazie anche ai lettori silenziosi :))
Ci vediamo il 10 aprile!
Cass :*

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Aveva fatto uno dei concerti migliori dell'ultimo mese. Dopo aveva incontrato centinaia di persone al meet&great (due ragazze, una bionda e una dai capelli rosso fuoco, le erano rimaste ben impresse), era uscita a prendere una boccata d'aria e... un uomo aveva attirato la sua attenzione. Un bell'uomo, probabilmente più giovane di lei. Si era avvicinata. E non aveva visto gli altri due uomini che l'avevano trascinata nel vicolo. Era perfettamente in grado di difendersi, e infatti aveva provato a ribellarsi, ma vedere la pistola che uno dei tre nascondeva nella giacca era stato un calmante potentissimo. Tuttavia Lzzy non era riuscita a trattenere quel grido isterico (- Statemi lontani! -) quando il biondo l'aveva sfiorata. Evidentemente aveva attirato l'attenzione della ragazza dai lunghissimi capelli azzurri che ora era seduta per terra accanto a lei. Era arrivata improvvisamente e, prima che lei potesse gridarle di scappare o di stare attenta alla pistola, quella aveva... congelato la pistola! Non riusciva ancora a crederci! Santo cielo, avrebbe dovuto scappare,correre lontano da lei, non restare lì seduta a fissare il vuoto! Ma...qualcosa le impediva di farlo, la convinceva che non doveva temere niente da quella strana ragazza. Che le stava parlando e aveva l'aria di chi si aspetta una risposta. 
Lzzy sbattè le palpebre per mettere a fuoco e la guardò spaesata. La ragazza ripetè la domanda.
- Credi di riuscire a camminare? Non possiamo restare qui per sempre... almeno, io dovrei essere da tutt'altra parte... -
C'era una punta di fastidio nella sua voce, ma Lzzy non capiva se ce l'avesse con lei. Camminare... percorse mentalmente la strada che la separava dal Bouncing Betty, il bus della band. (scusate la cacofonia NdA) Sì, era un' impresa realizzabile. Anche se i tacchi alti non sarebbero stati d'aiuto nello stato in cui era. Sentiva la testa come avvolta in uno strato di ovatta, tutto le sembrava surreale e non era sicura di avere ancora il bene preziosissimo comunemente chiamato equilibrio. Finalmente riuscì ad articolare una risposta:
- Sì. Credo... credo di sì, se mi aiuti. -
La ragazza si alzò con un movimento fluido e le tese una mano. Lzzy la prese e trasalì: era fredda come il ghiaccio. La ragazza sorrise e l'aiutò ad alzarsi. Una volta in piedi Lzzy si appoggiò al muro per un momento, poi si diresse a passi incerti verso la strada principale. La ragazza la raggiunse.
- Dove stai andando? - le chiese. 
Senza smettere di camminare, Lzzy rispose:
- Al bus. I miei ragazzi sono già lì. E' nel parcheggio sul retro del locale. Ma non voglio che tu vada via quando arriviamo. Io... - si morse un labbro. Stava parlando come un automa e non sapeva neanche perchè voleva che la strana ragazza restasse. Forse voleva delle spiegazioni. Forse voleva che anche i suoi compagni la vedessero per essere sicura di non avere le allucinazioni. Non lo sapeva. Voleva solo che restasse. La ragazza la osservò per un momento, pensierosa, poi le disse:
- Non me ne andrò. Non subito. Hai diritto a delle spiegazioni, non importa se... lascia perdere. Sono miei problemi. -
Lzzy guardò a destra e a sinistra prima di attraversare la strada.
- Quei tre erano un mio problema se è per questo. -
- Diciamo che avevamo un conto in sospeso. -
- Ah già, bambolina furba. Hanno fregato anche te? -
- Quasi. -
Una ciocca castano chiaro si spostò davanti agli occhi di Lzzy, impedendole di vedere Icy. La tirò indietro.
- Il morellino non era male. Peccato che sia un gran bastardo. In senso negativo. -
La ragazza replicò, quasi divertita:
- Non sapevo esistesse un senso positivo. Hanno mandato avanti lui anche con te? -
Lzzy soffocò una risatina.
- Dipende dal contesto. E sì, hanno mandato avanti lui anche con me. -
Nel frattempo erano arrivate al bus, ma Lzzy non fece in tempo a rendersene conto che Arejay, il fratello minore, uscì di corsa e le raggiunse seguito dagli altri due, e iniziò a tempestarla di parole.
- Alla faccia della boccata d'aria Lz! Stavamo iniziando a preoccuparci. Cos'è successo? -
Poi parve accorgersi della ragazza. Sorridendo, chiese alla sorella:
- E la fata turchina qui? Chi è? -
Alla parola "fata" la ragazza spalancò gli occhi e fulminò il ragazzò con lo sguardo, serrando i pugni. Contemporaneamente, un refolo di vento gelido le scompigliò la coda alta. Lzzy rabbrividì e rispose bruscamente al fratello:
- E' la ragazza che mi ha probabilmente salvato la vita. Possiamo entrare per favore? -
I tre, che sicuramente non si aspettavano una risposta simile, spostarono lo sguardo da Lzzy ad Icy, ma ebbero il buon senso di farla salire sul bus. Una volta dentro, Lzzy si sfilò gli stivaletti senza tanti complimenti, si acciambellò su un divano e chiuse gli occhi, incrociando le braccia attorno al corpo. Il vento freddo l'aveva turbata e la canotta leggera e i pantaloncini di pelle nera non lo avevano affatto bloccato. 
Arejay si sedette accanto a lei, Josh prese posto su un altro divano di fronte a loro e Joe rimase in piedi. La ragazza, evidentemente a disagio, preferì sedersi sul pavimento di fronte a Lzzy. Il silenzio pesante venne rotto dal chitarrista. Spostando il peso da una gamba all'altra per poi decidere di appoggiarsi alla parete, Joe chiese:
- Lz, cosa è successo? - 
La donna prese fiato e, senza aprire gli occhi, iniziò a raccontare l'accaduto. Arejay sbiancò quando capì di cosa stava parlando sua sorella, mentre gli altri due si irrigidirono. Icy, dal canto suo, sentiva il sangue ribollirle nelle vene nell'ascoltare il racconto, un pò per la rabbia e un pò perchè non sapeva come spiegare ai quattro chi e cosa era. Che casino. Probabilmente Bloom l'avrebbe uccisa. Un momento! Si stava davvero preoccupando di lei?!?
Intanto Lzzy aveva finito il suo racconto e aveva finalmente aperto gli occhi. Per la prima volta osservò attentamente la ragazza che le sedeva di fronte. Era pallidissima, probabilmente albina, e i capelli non erano proprio azzurri, ma avevano delle sfumature bianco-argentee e blu scuro. Indossava dei pantaloncini azzurri e un top in tinta. Nel complesso le ricordava una statua di ghiaccio. Quando incrociò il suo sguardo sentì un brivido correrle lungo la schiena. Più che il colore, la colpì la tristezza di quegli occhi: celata, ma presente.
Lzzy si fece coraggio e le disse:
- Hai detto che meritavo delle spiegazioni. Puoi darmele adesso? -
La ragazza tirò un respiro profondo.
- Chiedi pure. -
- Ok... Prima le cose semplici: come ti chiami? - 
- Icy. -
Lzzy si chiese se non la stesse prendendo in giro. Anche se Icy era decisamente un nome appropriato. Andò avanti.
- Come hai fatto a congelare la pistola?-
Icy fece un mezzo sorriso.
- Così. - disse schioccando le dita. Uno degli stivaletti di Lzzy, che giaceva abbandonato sul pavimento, venne ricoperto da uno strato di ghiaccio. 
Lzzy trasalì, Arejay saltò su dal divano imprecando, Joe fischiò di ammirazione e Josh si pietrificò, nenache Icy avesse congelato anche lui. Quando Arejay tornò a sedersi, Icy fece sparire il ghiaccio dalla scarpa e riprese:
- Come avrete notato, io ho dei poteri magici. Più precisamente sono una strega, NON una fata - e guardò Arejay - e non mi piace essere chiamata fata. Io non ho ali luccicanti sulla schiena. Vengo dal pianeta Wishperia, ma attualmente vivo a Magix, un altro pianeta. -
- Frena frena frena, che cosa?!? Stai dicendo che ci sono due pianeti abitati e che tu ti sposti tranquillamente da uno all'altro? - la interruppe Joe.
Icy si voltò verso di lui.
- Non solo due pianeti, ce ne sono circa un centinaio, senza contare le lune che hanno un' atmosfera vivibile. Questi pianeti, appartenenti a diversi sistemi solari, formano la Dimensione Magica. Anche la Terra ne fa parte. -
Josh aggrottò la fronte.
- Se ci sono tutti questi mondi in contatto fra loro, perchè noi non li conosciamo? E se la magia è una realtà abbastanza diffusa da formare una "dimensione magica", perchè non conosciamo nemmeno quella? -
- Primo, perchè la vostra tecnologia è ancora arretrata. Secondo, perchè su questo pianeta la magia è sparita da secoli ed è tornata solo qualche anno fa. -
Lzzy ascoltava attenta.
- Come? Com'è sparita e come è tornata? -
Icy le sorrise.
- Questo è abbastanza complicato da spiegare, cercherò di essere il più chiara possibile. Dovete sapere che la magia può essere alimentata da energia positiva o negativa. La magia positiva per antonomasia sono le fate e i maghi, quella negativa le streghe e gli stregoni. Ora, la bellezza di seicento anni fa un gruppo di stregoni scoprì che le ali delle fate aumentavano a dismisura i loro poteri e iniziarono a dar loro la caccia. Il regno delle fate terrestri, l'isola di Tir Nan Og, divenne la loro prigione, perchè una volta che gli stregoni rubavano loro le ali le lasciavano sì vivere, ma ebbero cura di isolarle dal resto dell'universo distruggendo le chiavi che aprivano il portale per l'isola. Lentamente, le fate scomparirono e, dato che magia positiva e magia negativa non possono esistere senza l'altra, anche le streghe e gli stregoni iniziarono a diminuire. Gli uomini, dopo averli venerati per secoli come divinità, li dimenticarono e relegarono loro e le altre creature magiche fra le leggende. Poi, meno di tre anni fa, un gruppo di fate scoprì che c'era ancora una fata terrestre da qualche parte. Una volta trovata la ragazza, si impegnarono per liberare le fate terrestri e far tornare la magia sulla Terra... -
Joe la interruppe di nuovo.
- Le fate terrestri erano ancora vive dopo secoli? - 
- Sull'isola di Tir Nan Og è impossibile invecchiare. Con le fate, anche altre creature magiche sono tornate sulla Terra, ma la consapevolezza della magia è ancora localizzata in poche zone del pianeta. Alcune città in Italia, nella Foresta Amazzonica dove le fate della Natura sono tornate a vivere una volta libere... troppo poco perchè si possa diffondere la notizia. -
Seguirono alcuni minuti di silenzio. Gli Halestorm avevano bisogno di assimilare tutte quelle informazioni. All'improvviso si udì un telefono squillare. 
Icy fece apparire il cellulare e fece una smorfia di disappunto quando vide chi la stava chiamando. Ora veniva il difficile
.

Spazio dell'autrice
Lo so, lo so, avevo detto il 10 aprile e invece è il 6, ma meglio in anticipo che in ritardo no? Scherzi a parte, ho anticipato perchè per una serie di motivi non potrò aggiornare il 20 come vorrei quindi anticiperò al 16 o al 17. Di conseguenza ho anticipato un pò anche questo aggiornamento. ;)
Ripeto le scuse per quella parte tremenda, "il bus della band", ma non trovavo un sinonimo soddisfacente di "bus" XD
Quella che ho descritto è la mia interpretazione della quarta serie. Onestamente vendere cuccioli magici facendo tornare a credere nella magia una città e qualche indigeno in Amazzonia mi pare poco per dire che la magia è tornata sulla Terra, ma si sa com'è la trama in questi casi... piuttosto fallace. 
Chi starà chiamando Icy? Sono aperte le scommesse ;)
Ringrazio Tressa e _LestrangeMills_ per aver recensito il capitolo precedente e tutti i lettori silenziosi. Ciao anche a te Marghe ^w^
Al prossimo chappy ;)
Cass

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Per un istante Icy pensò di non rispondere a Bloom, ma sapeva che avrebbe solo peggiorato la situazione, così aprì la videochiamata. L'ologramma mostrava Bloom, Stella, Darcy e l'ingresso dell'appartamento.
- Dove sei? Hai la minima idea di quanto sia stato difficile creare una tua copia prima che la preside si accorgesse che non eri con noi? - 
La fata del fuoco del drago parlava sottovoce e non sembrava affatto felice. La fata del sole intervenne:
- Quello dietro di te è un divano? Ma dove sei finita?! - 
Icy ringraziò il cielo del fatto che il bassista non fosse seduto dietro di lei, ben conoscendo la serie di equivoci che ne sarebbero derivati, e stava pensando ad un modo per spiegare in due parole il casino in cui si era ficcata, quando Lzzy si alzò dal divano e andò a sedersi accanto a lei. 
- E' con noi. Felice di rivedervi. - disse salutando le due fate, che restarono di stucco nel vederla. Darcy invece, che non aveva idea di chi fosse Lzzy, le guardò con aria interrogativa. A quel punto apparve anche Stormy, incuriosita.
- E chi sareste "voi"? -
Joe si sedette accanto a Lzzy, mentre Arejay e Josh si sistemarono alle loro spalle. Icy non era esattamente felice della piega che aveva preso la situazione ma, doveva ammetterlo, l'espressione basita delle due fate era veramente divertente. Le scappò una risatina, al che Bloom la fulminò con lo sguardo.
- Se il Consiglio ti becca sei finita Icy, come puoi ridere?!? -
Icy tornò seria e ribattè, fredda:
- Oh, ho fatto un casino, è vero, ma non sono dalla parte del torto. Se anche il Consiglio lo scoprisse, l'unica colpa che potrebbero addossarmi sarebbe aver usato la magia per salvare la mia e la sua vita! - fece un cenno con la testa verso Lzzy.
Stella non aveva afferrato il concetto.
- Aspetta, tu cosa? - 
Lzzy si intromise nuovamente:
- Tre uomini ci hanno... provato con me, per usare un eufemismo. Icy li ha fermati, ma uno di loro stava per spararle e così... -
-... ho congelato mano e pistola. Credo che se ne ricorderanno per un bel pezzo e non sono affatto dispiaciuta, soprattutto perchè ci avevano "provato" anche con me durante il concerto. -
Vide Darcy diventare pallida quasi quanto lei. 
- E' stato quando Sky ti ha fermata? - chiese Bloom ricordando lo sguardo tagliente che Icy aveva rivolto al suo ragazzo poche ore prima. Ora capiva che non era fastidio o risentimento nei loro confronti, credeva fosse uno di quei delinquenti! 
La strega annuì e un'ombra le attraversò lo sguardo: di nuovo provò la sensazione di essere completamente sbagliata, di essere solo una calamita per i guai, una pedina nelle mani di un destino dal quale non sarebbe mai riuscita a liberarsi. Si riscosse prima che le ragazze intuissero cosa le stava passando per la testa e disse:
- Per rispondere alla tua domanda, Stormy, loro sono gli Halestor... -
Si bloccò e scosse la testa, rendendosi conto del gioco di parole che il nome della sua amica e quello della band creavano. Arejay, che aveva seguito lo stesso ragionamento, rise. Anche Lzzy sorrise, con quel suo sorriso sghembo che i fans amavano tanto, e presentò i membri della band:
- Io sono Lzzy, lui è mio fratello Arejay, il ragazzone accanto a lui è Josh e infine abbiamo Joe. Voi siete... Stella e Bloom, giusto? -
La rossa annuì.
- Sì, e loro sono Darcy e Stormy. -
La strega dell' oscurità però aveva ben altro che le presentazioni per la testa. Icy era sulla Terra da sola, cosa che i Saggi di Roccaluce non sarebbero stati felici di sapere. Per di più Icy aveva deliberatamente usato i suoi poteri di fronte a Lzzy e altri tre uomini, senza contare i ragazzi della band, e il Consiglio avrebbe fatto di tutto per usare questo fatto contro di loro. Quindi parlò:
- Icy, devi tornare subito. Sei... siamo in una situazione troppo delicata, i Saggi non aspettano altro che un nostro passo falso... -
Il tono preoccupato dell'amica fu come uno schiaffo per Icy. Aveva ragione, stava mettendo a rischio anche la loro prospettiva di una libertà, non solo la sua. Abbassò lo sguardo.
- Lo so, Darcy. Due minuti e sono da voi. -
Chiuse la chiamata e disse: 
- Scusatemi, vorrei davvero restare ma... non posso. Cercherò di convincere le altre a farvi venire ad Alfea, credo che saranno d'accordo. -
Si alzò e si voltò verso di loro.
- E se non lo fossero? Io non ho finito con le domande... -
Lzzy tentò di alleggerire l'atmosfera con un sorriso, ma non ci riuscì. Icy inclinò la testa. Poi si rese conto di non aver ancora fatto sparire il cellulare, che stringeva in mano. "Benedetta tecnologia!" pensò sorridendo. 
- Puoi darmi il tuo numero se vuoi. Non potremo fare una videochiamata, ma è sempre meglio di niente. -
Lzzy annuì, felice di non dover tagliare fuori dalla sua vita quella magica ragazza che vi era entrata così all'improvviso. Era sempre stata una persona molto espansiva, aperta alle nuove esperienze, in diciotto anni aveva stretto amicizia con centinaia di persone in tutto il mondo e sentiva in qualche modo una speciale affinità con la strega. Era sciocco da parte sua, lo sapeva: la conosceva da neanche dodici ore, non era possibile che fra loro ci fosse già un' amicizia seria, anche se la brutta esperienza che avevano vissuto insieme le aveva sicuramente unite in qualche modo. E poi c'era quella strana sensazione: nonostante fosse senza dubbio capace di difendersi, Icy le sembrva incredibilmente fragile, come quelle farfalle che imitano gli occhi dei grandi animali per ingannare i predatori. L'incarnato pallido, lo sguardo triste che l'aveva colpita, il tono di voce spesso malinconico, l' ombra di questi "saggi" che non aspettavano altro che l'occasione giusta per metterla nei guai... tutti questi aspetti le facevano venire voglia di aiutarla. In cosa non sapeva, e probabilmente non sarebbe neanche stata di grande aiuto, ma non le importava. Sentiva di doverle stare vicino, tutto qui. La osservò attentamente per fissare nella memoria ogni singolo dettaglio, in caso non si fossero riviste. 
Icy si accarezzò la coda e sospirò, poi disse:
- Oh beh, prima vado e prima torno. Almeno spero. Ci vediamo! - e sparì in una luce azzurra. 
I ragazzi restarono imbambolati per un pò a fissare il punto in cui era sparita, poi Joe si schiarì la voce e disse:
- Credo sia meglio andare a dormire ragazzi. -
- Sì, non ho molta voglia di birra adesso. - aggiunse Arejay.
Lzzy annuì e raccolse i suoi stivaletti. Non c'era traccia di ghiaccio. Augurò loro la buonanotte e sparì nella sua stanza.

§§
 
Icy riapparve nel soggiorno dell'appartamento. Le quattro ragazze la stavano aspettando, impazienti: Darcy, Stella e Bloom perchè volevano i dettagli; Stormy perchè voleva controllare che fosse intera per poi tornare a dormire. Icy non riuscì a sostenere i loro sguardi e si sedette su una poltrona. Senza che le chiedessero niente, iniziò a raccontare. Evitò di esplicitare i pensieri che l'avevano attraversata nel bagno del locale e poco prima, non aveva la forza di parlarne. Sbagliava, ne era perfettamente consapevole, ma se solo pensava di parlare con qualcuno di cose che per anni aveva custodito gelosamente dentro di sé sentiva un nodo stringerle lo stomaco e le veniva la nausea. Concluso il suo racconto, alzò lo sguardo.
- Potremmo trovare un modo per tenerci in contatto? Non è giusto sconvolgere in quel modo la loro vita e poi uscirne senza nemmeno voltarsi indietro, è per questo che ho accompagnato Lzzy al bus. E, a proposito di Lzzy... - sorrise - ...non riesco a togliermi dalla testa la semplicità con cui si è alzata dal divano ed è venuta a sedersi accanto a me. Ha accettato subito il mio essere strega, non mi ha giudicata per questo, mi ha colpita. Non ha avuto paura di me se non in un primissimo istante, dopo si è comportata come se ci conoscessimo da secoli... -
Darcy interruppe il fiume di parole della strega del ghiaccio.
- Ehi ehi ehi, calmati. Anche a te deve andarne bene una di tanto in tanto, no? -
- Pensavo di aver esaurito gli avvenimenti positivi con il processo. - ribattè Icy con amara ironia.
Le due fate sorrisero e si scambiarono uno sguardo d'intesa, prendendo meno alla leggera le emozioni di Icy: avevano la sensazione che l'incontro con quella donna avrebbe costituito una svolta nella vita della strega. Forse grazie a Lzzy Icy sarebbe finalmente riuscita ad affrontare i fantasmi del suo passato e ricominciare. Assicurarono alla strega che avrebbero fatto il possibile perchè gli Halestorm potessero entrare nel college, quindi, stanche per quella sera che era stata decisamente particolare, le cinque ragazze andarono a dormire.

Spazio dell'autrice
Ed ecco anche il capitolo cinque ;)
Naturalmente era Bloom a chiamare Icy, ma ammettetelo, non ha scassato più di tanto questa volta XD Questo per il puro e semplice motivo che se un personaggio mi sta antipatico io lo tolgo, quindi cerco di riportare Bloom al periodo in cui non era ancora Miss Perfezione (ma quando? O.o).
La cosa dei fans... bhe, io adoro quando Lzzy sorride XD E, per inciso, sorride sempre. Quando non sorride canta. 
Anyway, rinnovo i miei ringraziamenti a Tressa e _LestrangeMills_ e a tutti i lettori silenziosi :)
A presto 
Cass 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Lzzy aprì gli occhi. La sveglia segnava le otto meno un quarto. Si rigirò nel letto e sprofondò il viso nel cuscino, decisa a poltrire ancora un pò. Aveva una strana sensazione, come se stesse dimenticando qualcosa di importante. In effetti ricordava sprazzi di conversazioni riguardo ad assurdità come la magia e... una ragazza, una ragazza dai capelli azzurri. Alzò di scatto la testa, con gli occhi spalancati. Gli uomini, Icy, le loro conversazioni... non erano più eco distanti di un sogno, come le era sembrato in un primo momento, erano tornati ad essere ricordi. Buttò a fatica le gambe giù dal letto e aprì l'armadio. Afferrò un paio di pantaloncini e una delle sue canotte leggere, faceva un caldo tremendo. "Tutto normale. E' tutto assolutamente normale, ho solo conosciuto una strega,e allora? Chissà quante ce ne sono in giro... Sì, in giro per l'universo! Dio Lzzy, vuoi calmarti? Non riesci neanche a chiudere una zip!" Finalmente riuscì ad avere la meglio sulla cerniera dei pantaloni e andò a cercare il resto della band. Aprì la porta che dava sul corridoio-camera dei ragazzi e... "Ovvio. Loro dormono" pensò. Joe, Arejay e Josh dormivano ancora profondamente. Prima che Lzzy potesse buttare giù dal letto il fratello, che era il più vicino, Josh la salutò. A quanto pare era sveglio. 
- Buongiorno Lz. -
- Buongiorno a te. Ricordi anche tu quello che è successo ieri sera o è solo un sogno molto vivido? -
Josh richiuse gli occhi e incrociò le braccia dietro la testa, sorridendo.
- Se parli della partita a golf che abbiamo fatto usando la luna come palla, era un sogno molto vivido; se ti riferisci ad Icy e a tutto il resto allora era la realtà. -
Lzzy barcollò e si appoggiò alla porta. Josh la guardò allarmato.
- Lz? Lzzy, è tutto a posto? -

§§

- Svegliati Icy, dobbiamo scendere a colazione. -
Per tutta risposta la strega si girò dall'altro lato e abbracciò il cuscino, mugolando. Darcy sbuffò esasperata e decise di passare alle maniere forti: con un incantesimo spostò Icy sul pavimento, neanche troppo delicatamente. La strega del ghiaccio aprì finalmente gli occhi e la guardò seccata. Quindi si alzò in piedi e si stiracchiò, trascinandosi fino all'armadio. Mentre lei si vestiva, Darcy la osservò. Nonostante il brusco risveglio, Icy sembrava di buon umore rispetto al solito, o almeno, non sembrava uno zombie. Indossato il suo completo preferito, si voltò verso di lei mentre si sistemava la coda.
- Perchè mi guardi così? -
Darcy si strinse nelle spalle.
- Cerco di capire come stai, ma non ci riesco. E' un buon segno, significa che hai recuperato definitivamente la voglia di vivere. -
Icy non rispose, ma le rivolse uno sguardo gelido e uscì dalla stanza. 
"Quel tono di sufficienza avrebbe anche potuto risparmiarselo!" pensò risentita. Non si aspettava un atteggiamento simile da Darcy, soprattutto perchè era da quasi un mese che stava cercando di uscire dal suo coma. Stormy l'aveva riaccolta a braccia aperte, lieta che stesse tornando in sè, mentre Darcy aveva sempre mantenuto un atteggiamento distaccato e non perdeva occasione per rimproverarla di essersi lasciata andare. Come se non sapesse quello che aveva passato in quei sette maledettissimi anni! Icy sentiva che uno dei suoi pilastri si stava sgretolando inesorabilmente e non sapeva come impedire che accadesse. Qualsiasi cosa facesse non riusciva a riavvicinarsi all'amica, che anzi, sentiva sempre più distante, come se si fosse stancata di aspettarla e se ne fosse andata proprio quando lei riusciva a vederla da lontano. Non capiva. Non capiva affatto il suo comportamento e pensandoci sentiva crescere una orribile sensazione di vuoto che le dava le vertigini. I suoi pensieri corsero a Lzzy. Rivide i suoi capelli castano chiaro lunghi fino alle spalle, il sorriso che aveva sul palco e gli occhi castani che la osservavano curiosi la sera prima. Scosse la testa e relegò la cantante in un angolo della sua mente, probabilmente avrebbe avuto tempo più tardi per parlare di lei con le altre.
Nel soggiorno c'era solo Bloom, seduta sul divano a guardare un telegiornale terrestre. 
- Ehi, ben svegliata. Le altre sono scese a salvare i nostri cornetti. - disse sorridendo.
"Se conosco Stormy non ne lascerà nemmeno uno."
- Un modo gentile per dire che li mangeranno loro al posto nostro, non trovi? - sorrise la strega.
La fata rise e tutte e tre si diressero verso la mensa.
"Perfino Bloom cerca di starmi vicina più di Darcy! Ma quand'è che il mondo ha iniziato a girare alla rovescia?!" pensava Icy mentre scendevano le scale. Alle sue spalle, Darcy si malediceva per essere stata così fredda con lei. Come aveva potuto essere così stupida? La sua migliore amica era appena uscita dal suo periodo di depresione e il massimo che riusciva a fare era darle addosso? Ma forse, forse loro non erano più unite come una volta, forse non riusciva a stare vicino ad Icy perchè non le importava più tanto di lei.
"Ma che cavolo sto dicendo???" Lei teneva ad Icy, su questo non c'era alcun dubbio. Il problema era il gigantesco crepaccio che si era aperto fra loro da quando avevano incontrato Tritannus. Avevano provato a superarlo e ci erano quasi riuscite, ma poi il processo le aveva travolte come un fiume in piena. Improvvisamente si erano trovate faccia a faccia con tutti i loro errori, tutte le occasioni perse, tutti gli anni sprecati, e Icy non era riuscita ad opporsi alla corrente. Nè lei nè Stormy se ne erano accorte, avevano permesso alla corrente di trascinarla più lontano da loro di quanto non fosse già. Quando se ne erano rese conto era troppo tardi, Icy si era chiusa nel suo guscio di silenzio e non c'era verso di farla uscire. E adesso era Darcy a prendere le distanze da lei, senza neanche rendersene conto. Era una reazione istintiva, vedere Icy in quello stato l'aveva fatta soffrire moltissimo e temeva che potesse accadere di nuovo. E sapeva di non essere abbastanza forte da sopportarlo.
Nel frattempo erano arrivate alla mensa. Era talmente vuota che perfino respirare generava un'eco. La voce di Stella infatti risuonava allegra fra le pareti. Tra le Winx, Stella era quella con cui Darcy aveva stretto un legame più forte. Aveva imparato ad apprezzare l'esuberanza della bionda e non pensava più che fosse una ragazzina capricciosa e superficiale: aveva scoperto la Stella dolce e comprensiva che si fa in quattro per aiutare e cerca sempre di strappare un sorriso. In breve si era conquistata la fiducia di Darcy e spesso le due passavano interi pomeriggi nella boutique segreta della fata chiacchierando spensierate, anche se entrambe evitavano di toccare l'argomento "passato prossimo".
Darcy si sedette al tavolo e Stormy diede inizio alla discussione.
- Allora, cosa vogliamo fare con gli Halestorm? Uno squillo per dirgli addio o per avvisarli di una gita? -
Icy strinse la sua tazza di tè freddo alla parola "addio", ma non disse niente. 
- Il punto non è questo Stormy, loro sarebbero i benvenuti qui a Magix ma - disse Bloom, parlando a bassa voce - la visita da parte degli amici non è prevista nella vostra condanna. -
- Tradotto, non ci faremo beccare. - disse Stella, ammiccando maliziosa - Chi ha detto che dobbiamo dirlo a Roccaluce? Dopotutto, io e te siamo libere come l'aria e possiamo vedere chi vogliamo e quando vogliamo. In più siamo praticamente sole, a scuola sono rimaste solo Faragonda e Barbatea. -
- Che tra l'altro conta zero, sta nella sua biblioteca tutto il giorno! - ridacchiò Stormy.
Bloom riflettè. Non le piaceva fare le cose di nascosto, ma se voleva aiutare Icy era l'unico modo per farlo. In fondo non era niente che non avessero già fatto: si trattava di far entrare e uscire dal campus quattro persone senza farsi scoprire, praticamente la prima regola che avevano imparato a infrangere dopo il coprifuoco. 
- Quando lo facciamo? - chiese quindi sorridendo.
§§
 
Arejay fece sedere sua sorella sul letto e aspettò pazientemente che desse voce ai suoi pensieri. Lo avrebbe fatto, lo sapeva: stava corrugando le sopracciglia in quel modo particolare che significava "sto pensando a come dire una cosa, aspetta", e lui avrebbe aspettato. Joe arrivò con una tazza di caffè e la mise in mano a Lzzy, facendo attenzione a che non si scottasse. L'odore forte e il calore della tazza la risvegliarono quel tanto che bastava per bere, senza suscitare altre reazioni. Poi li guardò in faccia uno per uno e chiese:
- Ma sono davvero l'unica ad essere turbata per quello che è successo ieri sera?! -
I tre ragazzi risero e presto Lzzy si unì a loro. Non sarebbe mai riuscita ad andare avanti senza di loro, erano la sua famiglia, la sostenevano quando ne aveva bisogno, i problemi più grandi diventavano sciocchezze con loro. Arejay le scompigliò affettuosamente i capelli, prendendola in giro con quel gesto che lei era solita usare con lui.
- Oh Lz, era questo il problema? Per me è senz'altro una cosa strana, e anche un pò surreale, ma non mi fa paura, anzi. La prospettiva di andare su un altro pianeta è abbastanza allettante. -
Lzzy gli sorrise, lieta che avesse dato voce a parte delle sue sensazioni, e rispose:
- Jay, il mio problema non è se... - "se non la vedrò mai più, se passerà abbastanza tempo per dimenticare" pensò, ma disse - ...se non tornassero affatto. Non so perchè ma questa idea... è come se dopo aver scoperto questa nuova realtà non riuscissi più ad ignorarla, non riesco a pensare che la mia vita possa continuare a scorrere come prima adesso che so... -
Joe le sorrise e disse:
- E vuoi anche saperne di più. Anch'io ho la stessa sensazione, lo ammetto. Ma non possiamo fare altro che aspettare Lzzy. -
Lei sbuffò, odiava dover restare così in sospeso.
- Lo so, ma è così irritante! -
In quel momento le squillò il telefono. Il numero le era sconosciuto, ma non significava niente: se avesse salvato nella rubrica i numeri di tutte le persone che lavoravano con lei il cellulare si sarebbe spento per protesta. Rispose e mise il vivavoce. 
- Molto velocemente ragazzi, avete impegni nel pomeriggio? -
Icy non le aveva neanche lasciato il tempo per dire una parola. Represse a fatica la gioia e impiegò qualche secondo per rispondere:
- Nnno, il pomeriggio è libero. Cosa... -
- Perfetto, Stella verrà a prendervi verso le du... no aspetta, mi dicono che il fuso orario è diverso... alle quattro, siete due ore avanti. A dopo. - e chiuse.
Arejay sghignazzò.
- Sembra un'operazione clandestina: telefonate anonime, appuntamenti... -
Josh annuì.
- Già. Devono avere un pò di guai da quelle parti. -
Qualcuno bussò alla porta del bus.
- Ragazzi, datevi una mossa! La vacanza inizia solo dopo l'intervista! -
Joe rispose che sarebbero arrivati a breve e Lzzy disse, a voce non troppo alta:
- Non una parola su ieri sera, con nessuno, ok? -
I ragazzi annuirono e Arejay disse:
- Certo che no, non ci tengo a visitare un manicomio! -

Spazio dell'autrice
Credimi Arejay, sarebbe il posto più adatto a te XD XD
E' la seconda volta che posto questo capitolo, ci avevo già provato giovedì sera ma si era bloccato il computer e si è cancellato tutto. Essendo mezzanotte e cinquanta, non avevo neanche la forza di arrabbiarmi e ho rimandato. Vabbè, così imparo a non fare il copia incolla di ciò che scrivo u.u
Anyway, volevo chiedervi una cosa: ho intenzione di dedicare una raccolta di song-fic ai missinig moments della storia, ma potrebbero esserci capitoli/song-fic all'interno di questa long. Credete che rallenti troppo il ritmo della storia?
Detto questo, rinnovo i miei ringraziamenti a Tressa e _LestrangeMills_ , ringrazio DarcyRocks99 per aver recensito e inserito la storia fra le preferite e icia55555 per aver inserito la storia fra le preferite e me fra gli autori preferiti, quindi vi lascio ad una sorpresa ;)
http://i67.tinypic.com/2gtrcs7.jpg
A presto ;)
Cass

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7


Gli Halestorm erano seduti sui divanetti del bus quando arrivò Stella. La ragazza apparve preceduta da un alone dorato, diverso da quello di Icy. Teneva in mano un lungo scettro (versione Rai, non Nick NdA).
- Eccomi qui. Pronti a partire? - chiese allegra.
Josh si passò una mano fra i capelli a spazzola e disse:
- Credo di sì. -
- Allora in piedi, si va a Magix! -
I quattro si alzarono e Stella mosse leggermente lo scettro. La luce costrinse Lzzy a chiudere gli occhi, le sembrò di cadere per un secondo e poi sentì di nuovo il pavimento sotto ai piedi. Riaprì gli occhi e si guardò intorno: era in una stanza dalle pareti gialle, una camera da letto a giudicare dall'enorme letto a baldacchino davanti a lei, e i suoi ragazzi erano interi quanto lei. 
- Benvenuti nella mia stanza. - disse Stella trasformando lo scettro in un anello e facendolo sparire - Le altre ci aspettano in soggiorno, venite. - 
La ragazza fece loro cenno di seguirla e raggiunse le altre, che aspettavano comodamente sedute sul divano. 
- Quella... quella è solo la tua stanza? E' grande quasi quanto il Bouncing Betty! - esclamò Joe seguendo la bionda. 
Stormy disse:
- E non hai visto il piano di sopra. Comunque, piacere di conoscervi. -
Darcy lanciò una strana occhiata ad Arejay e ridacchiò.
- Scusa, non avrei voluto leggerti nel pensiero ma... è stato involontario, davvero, i tuoi pensieri hanno brillato per un istante e non mi sono neanche resa conto di averlo fatto... - e riprese a ridere.
 Arejay la guardò spiritato.
- Tu. Mi hai letto. Nel pensiero? -
- Sì, scusa. I miei poteri psichici sono più forti della media, e anche più istintivi. -
Stormy le chiese: 
- Io sono curiosa però. Cosa c'era di tanto divertente nella sua testa? -
- Ah, niente, ha solo pensato che anche Bloom e Stella fossero streghe... -
Stormy si piegò in due dalle risate mentre Bloom, divertita dagli sguardi sconcertati della band, venne in loro aiuto. 
- E' comprensibile - disse - hanno conosciuto solo Icy. Ma io e Stella siamo fate. -
- Ah, accidenti. Non azzecco mai. - si scusò il ragazzo dai capelli castani - Però non mi sembra che voi abbiate ali sulla schiena. Icy aveva detto qualcosa del genere. -
Le ragazze si guardarono e Stella disse:
- Perchè non gli facciamo vedere la differenza? -
- Ci sto. - rispose Icy. Non si trasformava da secoli.
- Magic Winx! Bloomix! -
Stella e Bloom vennero avvolte da una luce rispettivamente gialla e cremisi attraverso le quali si distinguevano a malapena le loro sagome. Lzzy osservava affascinata la metamorfosi e non si accorse affatto che anche le Trix nel frattempo si erano trasformate. La trasformazione terminò e Bloom e Stella riapparvero nella loro forma fatata.
- W-wow! Sembrate delle... guerriere alate. Non è esattamente così che immaginavo le fate ma... wow! - disse Lzzy.
- Sì, sulla Terra sembrate avere strane idee riguardo a fate e streghe. - osservò Icy, alzandosi.
Lzzy si girò verso di lei e rimase senza fiato. La ragazza era completamente diversa: il trucco pesante le dava un'aria minacciosa, i capelli erano raccolti in diverse code e il vestito blu scuro le dava una vaga impressione di medioevo con quelle maniche lunghe fino a terra, ma la minigonna e gli stivali erano decisamente moderni. Nel complesso Icy sembrava più adulta. Anche Darcy e Stormy si erano trasformate, dimostrando che la nuvola di capelli della strega delle tempeste non era poi così indomabile. Joe fu il primo a recuperare la parola:
- Woah! Siete decisamente... diverse! -
Stormy inclinò la testa.
- Ed è un bene o un male? -
- Mmh... non saprei. - scherzò il chitarrista.
Le cinque ragazze annullarono la trasformazione e invitarono gli ospiti ad accomodarsi. Lzzy però si avvicinò alla finestra e osservò il cortile di Alfea inondato dal sole. 
- Dove siamo? - chiese.
Icy fece una smorfia, mentre Darcy si strinse nelle spalle. Fu Bloom a rispondere.
- Siamo nel college di Alfea, una scuola per fate e... -
- Sentite - la interruppe Icy - la nostra non è una bella storia e conoscerla potrebbe farvi cambiare idea su di noi. Abbiamo fatto molti errori dei quali non andiamo affatto fiere e... - si bloccò e chiuse gli occhi per un momento - ...ed è difficile parlarne, almeno per me. -
Sentendo il tono amaro della strega, Lzzy desiderò improvvisamente di essersi sbagliata sul suo conto la sera prima riguardo alla tristezza della strega. Guardò le altre ragazze e vide che tutte condividevano la sua preoccupazione, quindi disse:
- Non sei costretta a parlarcene. Se sono cose che ti fanno stare così male non sei obbligata a condividerle con dei perfetti sconosciuti. Io... -
- Lzzy, non sono cose personali o di poco conto. - le rispose Darcy - E' giusto che sappiate cosa abbiamo fatto e decidiate di conseguenza se meritiamo o meno la vostra fiducia. -
Arejay intervenne:
- Neanche voi ci conoscete se è per questo. Facciamo così: diteci quello che ci dovete dire senza scendere nei dettagli, se ancora non scappiamo avremo tutto il tempo per conoscerci meglio. -
- Sono d'accordo con te Arejay. - disse Josh, e Lzzy aggiunse:
- Per quanto mi riguarda, dopo ieri sera penso di potermi fidare di te, Icy, ma se credi che ci sia qualcosa che devo sapere, di' pure. Dubito che cambierò idea. -
Icy la guardò con gratitudine e Darcy iniziò a raccontare. Disse loro di quando le Streghe Antenate le avevano convinte a rubare la Fiamma del Drago, di come Lord Darkar le avesse usate per poi gettarle via quando non glli servivano più, di Valtor e di quando Givelian di Roccaluce aveva iniziato a coinvolgerle nei suoi complotti. Raccontò che poco dopo le Streghe Antenate le avevano rintracciate e costrette ad attaccare l'Albero della vita e quando arrivò a Tritannus gettò un'occhiata ad Icy, che tutt'a un tratto si era irrigidita. Il voltafaccia del tritone e poi il patto con la ninfa Politea, fino ai fatti di poco meno di un anno prima, quando avevano incontrato Selina, la paura di restare nel Legendarium per sempre e il processo. Quando alla fine tacque seguirono alcuni momenti di silenzio.
Lzzy era confusa. Icy non esagerava quando diceva che la loro non era una bella storia! Il riassunto sommario di Darcy l'aveva messa di fronte ad una Icy della quale, secondo la sua esperienza, non avrebbe mai sospettato l'esistenza. Alla ragazza altruista e gentile della sera precedente si contrapponeva l'immagine della strega fredda e spietata. Fredda e spietata... no, quella era solo una facciata, ne era sicura. Se Icy lo fosse stata davvero di certo non l'avrebbe aiutata, non rischiando così tanto con Roccaluce. Inoltre ancora non sapeva tutto, cosa l'aveva spinta a dare ascolto alle tre Antenate la prima volta, ad esempio. "No, ho bisogno di conoscerla meglio per decidere" pensò, per poi rompere il silenzio:
- Non posso giudicarvi così su due piedi, quindi penso che dovrete sopportarmi ancora un pò. -
Il cuore di Icy perse un battito. Lzzy non aveva ancora paura di lei, nè la disprezzava per quello che aveva fatto. Era la prima persona che riusciva a guardare attraverso il suo passato.
- Grazie - fu l'unica cosa che riuscì a sussurrare. Arejay intrecciò le dita e parlò:
- Anche io mi fido. Credo che ci siano ancora parecchie cose che non avete detto, e credo che siano anche abbastanza importanti. -
Josh si limitò ad annuire mentre Joe aggiunse:
- Sì, penso anch'io che abbiate tralasciato molti dettagli, magari perchè troppo... dolorosi. Lo capisco e spero di arrivare al punto in cui deciderete di parlarcene. E la prima cosa che voglio sapere è... cosa diavolo fanno tre streghe in una scuola per fate? Cercano di convertirvi? -
Il tono leggero della domanda fece sorridere tutti e Bloom rispose:
- Il programma obbligatorio si ferma al terzo livello di magia, mentre tutte noi siamo al sesto. Quindi frequentiamo dei corsi che sono un pò come l'università sulla Terra, scegliendo fra quelli che non richiedono necessariamente l'uso di magia positiva. Alcuni sono in comune con altre fate di altri livelli, ma non c'è quasi differenza. -
- Già, ad elementologia siamo tutte delle incapaci tranne il professore! - rise Stella.
- In ele-che?? - chiesero in coro Josh e Lzzy.
- Elementologia, ossia la manipolazione di acqua, fuoco, terra e aria. Io sono la strega del ghiaccio, potete immaginare cosa significhi per me fare un incantesimo di fuoco. E' praticamente impossibile, ma vallo a spiegare a Zyron! - disse Icy sucitando le risate di Bloom. Fulminò la rossa con lo sguardo.
-Cos'hai da ridere tu, fata del fuoco? Gli incantesimi di acqua ti fanno lo stesso effetto! -
Lzzy rise, felice che Icy avesse messo da parte il malumore.
- Che corsi seguite oltre ad elenen... elemet... no, e-le-men-to-lo-gi-a? - chiese, inciampando in quel nome impronunciabile.
Stella schioccò le dita e un  foglio volò nelle mani della fata. 
- Vediamo... storia della magia (scelta da Bloom), letteratura (scelta da Flora e Icy), pozionologia (Tecna e Darcy), rune (Stormy), metamorfosimbiosi (io)... -
- Cosa sarebbe scusa? - chiese Joe.
- Incantesimi che cambiano l'apparenza: dal colore dei capelli all'età eccetera. Infine Musa e Aisha hanno scelto espressione che, detta in maniera comprensibile, è canto e ballo. -
Icy spalancò gli occhi.
- Aspetta, che cosa?!? Anche espressione?!? Mi rifiuto di fare una cosa del genere! -
Stormy la stuzzicò:
- Oh, esprimi un' opinione finalmente! E poi senti chi parla, non eri tu il canarino che non stava mai zitto? -
Icy rispose con una solenne cuscinata, e ne avrebbe volentieri aggiunta un'altra se Lzzy non le avesse chiesto:
- Ti piaceva cantare? -
- Ero solo una bambina! -
- E allora? Io ho iniziato a suonare la batteria a cinque anni e guardami adesso!, sono il batterista di una band che fa tour mondiali! - rise Arejay.
- Dai, fammi sentire qualcosa, ti prego! - disse Lzzy, giungendo le mani come in preghiera.
Icy rise e scosse la testa. poi però si arrese all'espressione supplichevole della cantante.
- E va bene - disse - solo un paio di strofe. -
Pensò ad una canzone che per lei significava molto e iniziò a cantare.
- Are you satisfied with an average life? Do I need to lie to make my way in life? Are you satisfied with an easy ride? Once you cross the line, will you be satisfied? -
Lzzy era divisa fra l'ammirazione (la strega aveva un timbro particolare e, nonstante si vedesse che non cantava da molto tempo, era piuttosto brava) e le domande: cosa significava per Icy quella canzone? Voleva dirle che era ambiziosa e ribelle, oppure aveva solo scelto una canzone che ricordava bene?
- La tua voce somiglia a quella di Lzzy quando canti su un tono basso. - osservò Joe.
- Grazie del complimento, ma non credo proprio! - si schermì la strega - L'ho sentita anche io ieri sera - "almeno per un pò" - e davvero non credo di riuscire a raggiungere un livello simile, neanche volendo. -
- Oh, per favore! - sbuffò Lzzy - Punto uno, tu hai un dono, la tua voce è molto particolare e, credimi, ne ho sentite parecchie. Punto due, se ti piace, fallo e basta. Fregatene di quello che pensano di te e divertiti, l'importante è che tu stia bene con te stessa, gli altri vengono dopo. -
La strega del ghiaccio sorrise e, prima che potesse rispondere, venne interrotta da Joe. che chiese alle altre:
- E voi? come ve la cavate con il canto? -
Il pomeriggio passò serenamente, nessuna delle loro conversazioni toccò più argomenti delicati. Si limitarono a fare conoscenza, il primo passo verso la fiducia.

Spazio dell' autrice
Diario di bordo, ore 00.35 - Ho appena finito di scrivere. Perchè posto a questi orari assurdi? Non lo so. Sarà che la notte è la culla delle idee. 
... No, non c'entra niente, questo capitolo è pronto da aprile XD
Passiamo alle cose serie.
Primo: detesto, dico, detesto la versione della Nickelodeon. Partendo dallo scettro di Stella che è diventato una serie di uova al tegamino, non ha fatto altro che rovinare il cartone più di quanto non facessero gli autori (perchè, diciamocelo, ci pensavano già da soli a tirarsi la zappa sui piedi). Basti pensare a come dalla quarta serie in poi tutti gli incantesimi siano diventati dei raggi luccicanti con petali e farfalle (anche se magari sei la fata della musica o della tecnologia e non c'entri niente con petali e farfalle). E non mi dilungo oltre.
Secondo: naturalmente le ragazze hanno le trasformazioni della sesta serie, cioè Bloomix e Dark Witch. 
Terzo: partendo dal presupposto che secondo me non decidi di metterti contro tutto l'universo senza un motivo un pò più sostanzioso della sete di potere, nella mia versione le Trix non sono andate alla ricerca della Fiamma del Drago proprio di loro spontanea volontà, ma lo spiegherò meglio in seguito. Givelian è uno dei Saggi di roccaluce che compare nei fumetti in vari episodi, sempre intento a tramare piani a danno dei presidi delle scuole, per attuare i quali fa spesso e volentieri ricorso alle Trix. Anche il professore di elementologia, Zyron, fa parte della serie a fumetti.
Quarto: le materie le ho assegnate un pò a caso, ma Bloom dalla prima serie dice che ama tutto ciò che riguarda la magia, Stella pare che studi solo la materia di Wizgiz, Tecna e Darcy sono tipe da pozioni (a caso, cvd), per Stormy mi piaceva il contrasto fra il suo carattere e la pazienza che ci vuole per  tradurre le rune (materia liberamente ispirata al greco ehm ehm), Icy e la letteratura ve lo spiegherò in seguito e Flora, Musa e Aisha completamente a caso.
Quinto: la canzone che canta Icy è Are you satisfied di Marina & the Diamonds (*w*) e dato che sono testarda ecco il link: https://youtu.be/dFT36MENAL0

Ringrazio tutti gli autori nominati fin'ora e ringrazio Miss_Phryne_Granger per aver inserito la storia fra le preferite e le seguite :)
E basta, mi sembra di aver detto tutto. Sono le ore 01.03 e io ho sonno. Addio -0-
Cass


 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Lzzy era stesa a pancia in giù sul letto, aveva davanti a sè alcuni fogli desolatamente bianchi e giocherellava con la penna in bocca. Voleva buttare giù qualche idea, ma queste erano sparite non appena aveva preso in mano la penna. Così fissava il vuoto mentre mordicchiava la biro. Una buca della strada scosse il bus facendole cadere la penna. Lzzy la riprese e iniziò a scarabocchiare svogliatamente su un foglio. Quando finì, al centro della pagina bianca campeggiava una scritta dai caratteri elaborati e svolazzanti: Who Are You?. "Chi sei Icy? La strega impenitente che tutti nel tuo mondo sembrano temere, o la ragazza fragile e spontanea che credo di aver visto?"
Non sapeva darsi una risposta. Da due settimane ormai lei e i ragazzi andavano a Magix quasi ogni giorno e amava sempre più quel mondo. Dopo tanto tempo aveva trovato un posto dove lei era solo una ragazza e non una rockstar, dove nessuno si aspettava niente da lei e poteva tirare il fiato per qualche ora. Amava la sua vita, ma ogni tanto le sembrava che la gente dimenticasse che anche lei era umana. 
Guardò la piccola cupoletta viola e grigia che Tecna le aveva dato per aprire i portali, che poteva benissimo essere scambiata per uno specchietto. La fata della tecnologia era arrivata una settimana prima insieme ad Aisha per dare il cambio a Bloom e Stella, e aveva subito coinvolto il suo ragazzo, un timido spilungone dai capelli color carota, nella messa a punto di un "sistema di comunicazione interplanetario non tracciabile" fra i cellulari degli Halestorm e i suoi computer. Per quanto apprezzasse lo sforzo, Lzzy la adorava per un altro motivo: aveva modificato il suo cellulare in modo da poter fare delle videochiamate. Lei e Icy avevano parlato per ore in quel modo, anche per tutta la notte a volte, col risultato che le loro occhiaie si vedevano a chilometri di distanza. 
Sorrise fra sè e sè, pensando a quanto fosse stato facile per loro diventare amiche. Darcy si era accorta di questo, e un giorno l'aveva presa da parte e le aveva detto:
- Non hai idea di quanto mi costi ammetterlo ma... tu sei molto importante per Icy. Conoscere te e i ragazzi la sta aiutando a voltare pagina. Il suo umore migliora di giorno in giorno ed è tutto merito vostro. E devo chiederti un grande favore. -
- Dimmi pure. - aveva risposto.
- Devi aiutarmi. Devi trovare un modo per dirle di reagire, di non lasciarsi andare di nuovo. Tu non l'hai vista nel momento peggiore, e neanche in quello migliore se è per questo, ma ti sarai resa conto che lei è... - aveva esitato, non trovando le parole.
- ...depressa? - aveva chiesto timidamente Lzzy. Darcy aveva annuito e lei aveva detto:
- Me ne sono accorta. Un attimo prima sembra felice e l'attimo dopo ha lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi lucidi. Cerca di nasconderlo, ma è evidente che non ha superato... qualsiasi cosa debba superare. -
- Abbiamo fatto di tutto, ma ci ha sempre tenute un pò a distanza. - aveva ripreso Darcy - Con te invece è più aperta, ti sta lasciando entrare Lzzy. Per favore... -
- Conta su di me. - aveva detto.
Non si era particolarmente impegnata in quel senso però: era convinta che il modo migliore di aiutare Icy fosse comportarsi normalmente, senza fare pressioni. Quando la strega si perdeva nei suoi pensieri lei si limitava ad attirare la sua attenzione. Solo una volta le aveva chiesto se volesse parlarne ma Icy aveva risposto di no, abbassando lo sguardo, e non aveva più riprovato. Voleva conquistare la sua fiducia e ficcanasare non sarebbe servito a niente.
Lzzy si alzò dal letto per prendere la sua Gibson Explorer, dato che non riusciva a scrivere perlomeno si sarebbe esercitata un pò. Fece qualche scala, giusto per riscaldarsi, poi iniziò a suonare la base di Amen. Mentre le sue dita correvano sulla chitarra, canticchiava la canzone a bassa voce. Sentiva un'energia incredibile che l'attraversava, e le piaceva. Era quasi arrivata alla fine della canzone quando lo pseudo-specchietto cadde dal ripiano sul quale era poggiato senza un apparente motivo. Lo raccolse e lo rimise al suo posto, riprendendo a suonare. Pochi istanti dopo a cadere era una vecchia foto di gruppo, accompagnata dallo svolazzare impazzito dei fogli bianchi che aveva lasciato sul cuscino. Lzzy si accigliò. Aveva tutta l'aria di essere un incantesimo.
- Ragazze! Fatevi vedere e smettetela con questo giochetto. - disse alla stanza vuota.
I fogli iniziarono a girare vorticosamente intorno a lei e un brivido le corse lungo la schiena.
- Ragazze, non è divertente! -
Tutti i fogli le giravano intorno sempre più veloci, tranne quello con la scritta, che restava sospeso davanti a lei. Arejay aprì la porta della stanza, attirato dalla voce della sorella. 
- Cosa c'è Lz? -
Poi la vide che si guardava intorno spaventata, circondata dai fogli.
- Lzzy! -
Al suono della sua voce, lei si girò di scatto verso di lui e i fogli caddero all'improvviso.
- Che diavolo sta succedendo qui? - le chiese esterrefatto.
La sorella posò la chitarra accanto a sè e rispose:
- Non ne ho idea Jay, stavo suonando e i fogli hanno iniziato a svolazzare come impazziti, credevo che fosse uno scherzo di una delle ragazze ma sembra che non ci sia nessuno... -
Come sempre quando si agitava, stava parlando a macchinetta, gesticolando. La porta si chiuse di colpo dietro ad Arejay, facendo sobbalzare i due. Lzzy era sull'orlo di una crisi di nervi.
- Adesso BASTA! - urlò, e contemporaneamente le ante dell'armadio si spalancarono.
- Ma che...? - Arejay lasciò la domanda in sospeso.
Lzzy fissava inebetita l'armadio aperto mentre nella sua mente si faceva strada un sospetto. Sentiva ancora l'energia di poco prima, e sembrava aumentata. "La magia può essere alimentata da energia positiva o negativa", non aveva detto così Icy? Energia. E se...
Lzzy fissò un cassetto, dandosi della stupida fra sè e sè. "Figuriamoci se sono in grado di...ODDIO!!!" L'ultima parola l'aveva gridata oltre che pensata. Il cassetto si era aperto ed era anche caduto sul pavimento con un certo rumore. A quel punto arrivò allarmato anche Josh.
- Ehi, che succede qui? - chiese il bassista.
Arejay si voltò e rispose:
- Non lo so, Lzzy ha detto che mentre suonava i fogli hanno iniziato a volare, sono arrivato io e... -
- Sono... sono stata io. - sussurrò Lzzy. 
Josh la guardò.
- Come scusa? -.
A voce un pò più alta, lei ripetè:
- Sono stata io. -
Josh sorrise.
- Andiamo Lzzy, non dire sciocchezze. Tu non sei magica... non da quel punto di vista. -
Seguirono alcuni attimi di silenzio, poi Arejay si avvicinò alla sorella e si sedette accanto a lei sul letto, prendendo il suo telefono. 
- Scopriamolo. - disse.

§§
 
A Magix squillò un telefono. Senza staccare gli occhi dal libro che stava leggendo, Icy allungò il braccio e aprì la chiamata.
- Ehi, come va? - disse, senza voltarsi.
Sentì la voce di Arejay.
- Icy, per caso avete fatto uno scherzo a Lzzy? Sai, del tipo far muovere le cose... -
La strega lo guardò con aria interrogativa. 
- No, perchè? -
Vide Lzzy portarsi una mano davanti alla bocca e piegarsi in avanti, uscendo dalla visuale.
- Ragazzi? Cos'è successo? - chiese allarmata.
Arejay le lanciò un'occhiata veloce, più preoccupato per la sorella.
- Ci vediamo fra un pò ragazze. - e chiuse la chiamata.
Icy guardò Stormy, che era seduta vicino a lei, ma questa non potè fare altro che stringersi nelle spalle.

§§

- Lzzy. Lzzy, cerca di calmarti. -
La ragazza era ancora piegata in due e piangeva a dirotto mentre il fratello le accarezzava le spalle. Avrebbe avuto bisogno di Joe in quel momento, ma lui era impegnato a guidare. Arejay la tirò su a forza e l'abbracciò. 
- Sono stata io, sono stata io, sono stata io... - continuava a ripetere Lzzy, la vista offuscata dalle lacrime. Tirò su col naso e Arejay la strinse più forte a sè, aspettando che smettesse di piangere. Non parlò, non c'era niente da dire. Sua sorella era magica. Non era una tragedia (forse), ma sicuramente era un gran bel colpo. Come era potuto succedere? Lzzy non aveva mai dimostrato capacità paranormali, da dove saltavano fuori adesso quasti poteri? Sentì che i singhiozzi andavano diminuendo, quindi si azzardò a chiedere:
- Andiamo ad Alfea? -
Lzzy annuì. Attraverso le lacrime intravedeva uno dei fogli, con delle linee indistinte al centro. Non aveva bisogno di vedere per sapere cosa c'era scritto su quel foglio.
Who Are You?

Spazio dell'autrice
Mamma mia, quanto sono melodrammatica! Sarà che il 2 non ero a Monza a sgolarmi sotto al palco... (Disse consapevole di aver scritto questo capitolo il 3 marzo)
Scusate, questo capitolo è praticamente dedicato a Lzzy, ma se avessi fatto diversamente sarebbe uscita una cosa mostruosamente lunga con troppi colpi di scena, mentre io sono pigra e sadica e voglio tenervi in sospeso (ora mi ammazzate...). 
Mi sono sentita figa nello scrivere "Gibson Explorer", ma fondamentalmente non so niente di chitarre o di musica ^^
Non ho altro da dire se non ringraziare nuovamente tutti i lettori/recensori per la loro pazienza :)
Al prossimo aggiornamento!
Cass

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

- Icy, è inutile tormentarti in questo modo: non puoi andare a vedere che succede, quindi siediti... e smettila di andare avanti e indietro, mi dai la nausea! - sbottò Stormy rivolgendosi alla strega del ghiaccio, che la ignorò completamente. Smise di muoversi solo quando si aprì un portale. "Finalmente" pensò. Rimase allibita nel vedere il viso di Lzzy rigato di lacrime, era l'ultima cosa che si aspettava da una come lei. "Ed è l'ultima cosa che ci si aspetterebbe da una come me... Darcy, Stormy, come avete fatto a sopportarmi?" Respinse questi pensieri e guardò Arejay, che sorreggeva la sorella. Aisha scattò in piedi e aiutò Lzzy a sedersi su una delle poltroncine del soggiorno, mentre Icy chiedeva:
- Cos'è questa storia degli oggetti che si muovono? -
Nel frattempo erano arrivate anche Tecna e Darcy, accompagnate da Timmy. Vedendo gli Halestorm, Tecna iniziò a dire:
- Ehi ciao ragazzi, stavamo lavorando al proget... - si interruppe vedendo gli occhi arrossati di Lzzy - Cosa...? -
- Credo... Credo di a-aver usato la m-magia. - rispose lei fra i singhiozzi.
- Tu cosa?!? - esclamò Stormy sgarnando gli occhi. 
Lzzy aprì la bocca per rispondere, ma Arejay fu più veloce.
- Stava suonando e dei fogli hanno iniziato a volare, circondandola, sono arrivato io e sono caduti, in compenso la porta si è chiusa da sola e l'armadio si è aperto, poi il cassetto... -
Venne interrotto dalla sorella.
- Più mi spaventavo più i fogli giravano veloci. Quando ho pensato che potevo essere stata io, ho pensato di aprire un cassetto e quello è praticamente volato sul pavimento. -
Riprese fiato e guardò le ragazze.
- Cosa è successo? Sono stata veramente io? Ho davvero dei poteri magici? -
Darcy si voltò verso la fata della tecnologia.
- Potrebbe...? -
Questa si strinse nelle spalle.
- Non lo so. - rispose - Ma so chi può dircelo. -
§§
 
A Domino era mattina, nel cielo c'era ancora qualche sfumatura rosa, residuo dell'alba. Era uno spettacolo meraviglioso, ma Bloom era troppo impegnata ad evitare le attendenti per ammirarlo. Si era svegliata prima del solito per non rischiare di mangiare pesce vivo a colazione, aveva indossato la sua tenuta da cavallerizza e stava per sgattaiolare nelle stalle dalla sua puledra quando il telefono vibrò. Era Tecna.
- Ciao Tecna, come... - 
Si interruppe quando sentì bussare alla porta.
- Principessa! E' ora di iniziare un'altra splendida giornata! -
"Argh!" Le tre attendenti erano arrivate. Intanto Tecna diceva:
- Ci seve una mano qui, potresti... - 
La maniglia si stava pericolosamente abbassando.
- Sono già lì. - disse la principessa. Qualunque cosa, ma non le attendenti. Si teletrasportò mentre le tre entravano nella stanza, con loro grande disappunto.

§§
 
Bloom riapparve nella sua camera e tirò un sospiro di sollievo. 
Vedendo che la stanza era vuota, andò in soggiorno. Le ragazze erano lì, in compagnia degli Halestorm. C'era anche Timmy, ma nessuno sembrava allegro.
- Qualcosa non va ragazzi? - chiese, leggermente preoccupata.
 Aisha e Icy, che le davano le spalle, sobbalzarono, mentre Tecna le disse:
- Lzzy crede di aver usato la magia, ma non ne siamo sicuri. Potresti leggere la sua aura? Se ha dei poteri latenti dovresti vederlo... -
Bloom rimase un pò stupita da quella richiesta. Cercava di non leggere mai le aure delle persone perchè la considerava una mancanza di rispetto, poter vedere tutto ciò che una persona è e ciò che prova era una grande responsabilità e non sempre le tornava utile, anche se qualche anno prima e al caern le aveva probabilmente salvato la vita. Non avrebbe mai letto l'aura di Lzzy contro la sua volontà, quindi si rivolse a lei:
- Posso farlo Lzzy? -
Lei rispose:
- Sì, Tecna mi ha spiegato cosa significa leggere le aure. Fa' pure. -
Bloom chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, poi li riaprì e fissò Lzzy. La sua aura non era arancione brillante, come avrebbe dovuto essere l'aura di un'umana, ma di un grigio perlaceo, segno che Lzzy era effettivamente magica. La bocca le si spalancò da sola. Non solo Lzzy aveva dei poteri magici, ma anche un Bonding! Intorno al polso della sua aura, infatti, si avvolgeva un filo rosso, simbolo di un legame magico. "Ma quando può aver incontrato una Selkie o una Pixie? Non ha senso!" pensò la fata. Poi qualcuno si mosse e un'altra aura entrò nel suo campo visivo, per la precisione un'aura con un filo rosso attorno al polso. Poteva essere Tecna, o Aisha... Solo che la prima le stava di fronte e l'altra era dietro di lei. Inoltre l'aura di una fata era lilla, mentre quella che aveva visto era bluastra, come quella di una strega. Si girò a cercare quell'aura, e credette di avere le allucinazioni. 
- Non... Non è possibile... - disse, con la voce che tremava.
- Cosa c'è che non va? - le chiese Icy, poi, non ricevendo una risposta, - Bloom? Lzzy è da quella parte, perchè continui a fissare me? -
Bloom non la sentì neanche, seguì più e più volte con lo sguardo il filo invisibile che collegava le due aure finchè si convinse che aveva letteralmente visto giusto: Icy e Lzzy erano legate. 
Annullò l'incantesimo di lettura e parlò.
- Ok... E' un casino, ma almeno è un casino positivo... -
- Di cosa stai parlando scusa? - le chiese Stormy.
Lzzy affondò le unghie nel braccio del fratello, che strinse i denti senza lamentarsi. 
- Bloom, Lzzy ha dei poteri magici o no? - chiese Joe.
- Sì. - rispose la fata del fuoco. Prima che potesse continuare le lacrime ricominciarono a scendere dagli occhi di Lzzy, che cercava di trattenerle. 
- Sono... Sono una stu-pida vero? Sto pia-ngendo per una cosa che in re-realtà è stupenda. Ma è più forte di me. - disse, per poi nascondere il viso fra le mani.
Tecna, che era la più vicina, le mise una mano sulla spalla.
- Hai ragione Lzzy, avere dei poteri magici non è affatto negativo, anzi. Però è un grande cambiamento e può spaventare, è normale. -
Icy fece un passo verso di loro, ricordando a Bloom che aveva ancora qualcosa da dire.
- C'è dell'altro. - disse la rossa, e tutti si voltarono verso di lei. -Lzzy, tu... tu e Icy siete... legate. Avete un legame magico che si chiama Bonding. -
Vide Icy impallidire e barcollare, mentre Darcy quasi urlava:
- Che cosa?!? -
Stormy invece rimase pietrificata. Allarmato dalla reazione delle tre streghe, Arejay si rivolse alla fata:
- Cos'è un Bonding? -
Intervenne Aisha. 
- Il Bonding è un legame fra creature magiche, unisce le menti in modo che se una soffre l'altra la sente, annulla numerosi sortilegi ed è indissolubile. Non avviene quasi mai fra due umani, e con una strega... è ancora più raro. -
Aveva esitato. Aveva esitato. Stava per dire "praticamente impossibile", Icy ne era certa. Se le fosse rimasto un briciolo di reattività l'avrebbe come minimo congelata. Credeva forse che una strega non fosse capace di costruire dei legami? Ma, per fortuna di Aisha, Icy riusciva a malapena a reggersi in piedi. Si sentiva improvvisamente svuotata, respirava velocemente e le girava la testa. Come aveva fatto a non capirlo? Come aveva fatto a non accorgersene? Lei, la strega più potente della Dimensione Magica, era legata ad una terrestre! Sentiva su di sè gli sguardi, ed era un peso che non poteva sopportare.
Si riscosse e per un istante incrociò gli occhi castani e spaesati di Lzzy, poi corse verso la sua stanza e vi entrò, sbattendosi la porta alle spalle. Vi si appoggiò e si lasciò scivolare a terra. L'aria usciva dai polmoni più in fretta di quanto vi entrasse. Sentiva Stormy rassicurare Lzzy. Incredibile quanto stesse riuscendo a mantenere la calma, non sembrava neanche lei. 
- Non è che non voglia essere legata a te Lzzy, è che è grossa. Già per una strega avere un Bonding è difficile, poi con un'umana... Dovete abituarvi all'idea, tutto qui. - stava dicendo.
Sentì la voce di Tecna.
- Quello che mi sembra assurdo è che non se ne sia accorta. Voglio dire, c'è sempre un segnale visivo quando scatta... -
- Forse c'è stato, anche se non molto evidente. - le rispose Aisha - Quando mi sono legata a Piff l'unico indizio che ho avuto è stato un luccichio nei suoi occhi, forse è successo lo stesso e non ci ha fatto caso. -
Un paio di scarpe col tacco si stavano avvicinando alla porta. Era Bloom. La fata bussò alla porta, dicendo:
- Icy, posso entrare? -
La strega si alzò e aprì quel tanto che bastava a far entrare la ragazza. Si guardarono per quelle che sembrarono ore, poi Icy ruppe il silenzio.
- Non avrei mai dovuto entrare in quel vicolo. E' tutta colpa mia, se non ci fossimo incontrate avrebbe potuto continuare a vivere la sua vita normalmente e i suoi poteri avrebbero potuto non risvegliarsi mai! -
- Non dire sciocchezze Icy! Se non ci fossi stata tu Lzzy... Non voglio pensarci, mi vengono i brividi. Le hai salvato la vita, non puoi rimpiangere di averle salvato la vita! -
Icy si portò le mani alla testa, sospirando irritata.
- Infatti non lo faccio! Solo che un Bonding è l'ultima cosa che mi aspettavo... da me! Non riesco neanche a mantenere i legami che ho già, come posso crearne di nuovi? -
Si avvicinò alla finestra, dando le spalle alla fata. Bloom era un pò stupita dal modo in cui la strega si stava aprendo con lei, questa Icy insicura le era del tutto estranea. Le rispose dolcemente, attenta a non spingersi troppo oltre.
- Hai pensato che forse dei nuovi legami sono proprio quello di cui hai bisogno? - Non ricevendo una risposta, proseguì: - Dal concerto stai molto meglio Icy, si vede. Sei più serena, riesci a ridere... Non ti avevo mai sentita ridere davvero. Forse è questo che ti lega a Lzzy: con lei sei veramente te stessa. -
Icy si voltò e la guardò negli occhi, poi sorrise.
- Grazie. Andiamo, devo parlare con lei. -
Riaprì la porta e si trovò davanti Lzzy che la aspettava. Aveva gli occhi asciutti, ma ancora arrossati dal pianto.
- Quindi io e te siamo praticamente obbligate ad essere amiche? - le chiese, abbozzando un sorriso.
Icy trattenne una risata.
- Praticamente... Scusa per la mia reazione. Vieni, sediamoci. Dobbiamo parlare di un sacco di cose. -
- Oddio, inizia il gioco del ti-racconto-la-mia-vita? No perchè ti avviso che lo detesto. - disse Lzzy con una smorfia. 
- Cos... Assolutamente no! Quelle sono stupidaggini da bimbette dell'asilo! - rispose la strega ridendo.
Alle loro spalle Bloom scosse la testa, divertita. Joe, Arejay e Josh si erano sistemati sui divanetti, come anche Timmy e le ragazze. Il batterista le vide arrivare e disse: 
- Tutto a posto? Bene, perchè vorrei che mi spiegaste da dove saltano fuori questi poteri, perchè proprio adesso e cosa comporta. -
Le tre si sedettero a loro volta e Bloom rispose:
- I poteri non saltano fuori da nessuna parte Arejay, Lzzy li ha sempre avuti anche se non ne era consapevole. Le aure delle persone però comunicano fra loro, anche se non ce ne accorgiamo, e a volte si stimolano a vicenda. La vicinanza delle nostre aure deve aver risvegliato i poteri di Lzzy. E quanto al cosa comporta... Qui arrivano i problemi. -
Lzzy aggrottò le sopracciglia.
- Problemi? Non avevate detto che è una cosa positiva? -
Bloom storse il naso.
- Diciamo che è relativamente positiva, perchè per noi significa che la magia si sta diffondendo sulla Terra, per te... potrebbe portare dei problemi  a livello professionale. Devi imparare a controllare i tuoi poteri prima di tornare su un palco Lzzy. Devi essere capace di far finta che non esistano. -
- Coooosa? Perchè dovrei nasconderlo? -
Bloom sospirò.
- Quando abbiamo riportato la magia sulla Terra, all'inizio la gente non ci prendeva sul serio, o peggio, aveva paura di noi. Tu non puoi permetterti che la gente abbia paura di te. -
Icy aggrottò le sopracciglia a sua volta, pensierosa, poi chiese a Bloom:
- Fata o strega? -
La rossa afferrò al volo.
- Non lo so - rispose - la sua aura era grigia, non ha ancora scelto. -
Gli occhi di Lzzy brillarono.
- Posso scegliere se essere una fata o una strega? -
Tecna sorrise.
- Certo che puoi scegliere. Al momento sei al centro, ma puoi decidere di cambiare in ogni momento. -
- Tutte noi siamo state al centro quando abbiamo scoperto i nostri poteri. - disse Darcy. 
- Come faccio a capire cosa voglio essere? - chiese Lzzy.
Icy scosse la testa e disse:
- Non è quasi mai una scelta consapevole. Ti trovi in una particolare situazione e ti trasformi. In una fata o in una strega, non puoi saperlo finchè non succede. -
Lzzy la osservò attentamente, poi chiese:
- Quando ti sei trasformata per la prima volta? -
Icy non si aspettava quella domanda e stava per rispondere quando Darcy intervenne.
- Non avrai intenzione di dirglielo spero. -
La strega del ghiaccio la ignorò e disse:
- La prima volta che mi sono trasformata in strega avevo quattordici anni. Sono state le tre Antenate a farlo, e non è stato piacevole. -
Si strinse le braccia attorno al corpo ricordando quei momenti.
- Perchè? - chiese Josh.
Icy serrò gli occhi. Sentiva un nodo stringerle lo stomaco, quasi come se ricordare fosse troppo doloroso, e in effetti lo era. 
- Per favore, non è una cosa che vorreste sapere adesso. - rispose.
Sentì chiaramente il sospiro di sollievo di Darcy, ma preferì non commentare.
Lzzy invece era rimasta colpita da un dettaglio.
- Quattordici anni? E quando hai scoperto i tuoi poteri? -
- A dieci anni. Sei tu che sei fuori dagli schemi, non io. Secondo i nostri canoni, trent'anni è tardissimo per scoprire i propri poteri.-
Lzzy sbuffò.
- Uff, che ci posso fare se sono arrivata da poco? -
- Non preoccuparti Lz, sei arrivata al momento giusto. - le rispose Icy, sorridendo sincera.

Spazio dell'autrice
E anche questo è andato!
Le tre attendenti di Bloom meritavano una piccola apparizione, probabilmente la principessina ha più paura di loro che delle tre Antenate XD E mi permetto una piccola parentesi su Peg: cavalcarla è stata una delle poche cose che la divina non sapeva fare da subito, anche se ha imparato in fretta.
Ebbene sì DarcyRocks, avevi indovinato anche questo. Sappi che sto applaudendo u.u  Lzzy e Icy hanno un Bonding e la prima è pure magica... che casino eh? I colori delle aure sono inventati di sana pianta a parte quella umana (arancione), perchè nel magazine 92 Il club dei vampiri Bloom fa delle osservazioni che mi fanno trarre queste conclusioni (poi magari l'arancione è il colore della gente ipnotizzata ma fa niente). E il caern è un riferimento al numero 91 Licantropi a Colle Ombroso. Il filo rosso è ispirato alla leggenda orientale del filo rosso del destino, ma a differenza di quest'ultimo non ha niente a che fare con l'amore in senso romantico, tant'è che Bloom non vede fili rossi fra Tecna e Timmy, per esempio. 
So che in questo capitolo dalle labbra di Icy escono paroloni come "scusa" o "grazie" ma io l'avvertimento dell'OOC l'ho messo quindi non lamentatevi XD
Il fatto che Lzzy debba nascondere i propri poteri a tal punto da far finta che non esistano proprio potrebbe sembrare eccessivo ma, ammettiamolo, siamo troppo xenofobi per una cosa estranea come la magia... da questo punto di vista è un bene che non esista.
Ringrazio tutti i lettori nominati finora e AIREFIRE 9 (Aire, che conoscerete fra non molto) per aver inserito me fra gli autori preferiti. 
Questa nota autore è formata di frasi slegate l'una dall'altra, lo so... ma capitemi, sono le ore 01:21 e faccio più errori di battitura di un neonato per il sonno -0-
Al prossimo chappy, bye!
Cass

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

A Josh sfuggiva qualcosa.
- Cosa cambia se Lzzy sceglie di essere una fata o una strega? - chiese infatti.
Rispose Bloom.
- Diciamo che le fate ispirano più fiducia. -
- Mmmh...  Credo di essere più orientata verso il "lato oscuro". Senza offesa, ma non mi ci vedo con le ali e i vestitini glitterati. Voglio dire, il mio soprannome è Lady Evil! - disse Lzzy, suscitando le risate di Stormy e Icy.
Sempre ridendo, Stormy disse: 
- Credo che molti pagherebbero per vederti con un abito aderente da strega del primo livello. -
Ricordando i vestiti del Dark Witch, Joe disse:
- Aderenti? Icy a parte, i vostri vestiti mi sembravano tut'altro che aderenti a dire il vero. -
La strega del ghiaccio scosse la testa.
- Quello che avete visto era il sesto livello Joe. Qualora Lzzy si trasformasse in una strega di primo livello, indosserebbe qualcosa di questo genere... -
Così dicendo, Icy si trasformò.
"O. Mio. Dio." pensò Lzzy, facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo. Accanto a lei, Icy indossava uno dei vestiti più sexy che avesse mai visto, e che fosse proprio lei a indossarlo non aiutava la concentrazione di Lzzy. La tuta era più che aderente, ogni sua piega e ogni movimento della strega creavano un complicato gioco di riflessi, soprattutto in punti che non era molto educato guardare.
- Ok, questo è aderente... - disse Joe che, a quanto pareva, condivideva la sua stessa impressione.
- Se a quattordici anni fossi andata in giro vestita così i miei genitori mi avrebbero chiusa in camera per poi buttare via la chiave! - disse Lzzy, fingendo un tono scandalizzato.
Icy sorrise, a metà fra la tristezza e il sarcasmo.
- Beh, non è stato un problema per me. Non li ho mai conosciuti. - Vide la sua interlocutrice mordersi il labbro inferiore e si affrettò a rassicurarla.
- Ehi, non preoccuparti, non hai detto niente di male. Non lo sapevi, e comunque non importa. - Avvertì un guizzo di curiosità provenire dalla mente della ragazza. "Divertente come sapere di essere legata a lei influisca sulle mie percezioni. Un'ora fa non me ne sarei neanche accorta" pensò Icy.
- Sono cresciuta con i miei nonni paterni - disse, rispondendo alla domanda inespressa - e, aggiungerei, purtroppo. Non erano molto... affettuosi, con me. Mio padre è scomparso dopo che mia madre è morta di parto, lasciandomi a loro. Non si è più fatto vivo, e la responsabile per loro ero io, una bambina appena nata con l'unica colpa di essere figlia di una strega. E in effetti non sono stati affatto contenti della mia trasformazione. Poi sono partita per Torrenuvola e non li ho più visti né sentiti. -
- Mi... mi dispiace. - disse Lzzy, colpita e anche un pò turbata dal tono apatico di Icy: sembrava che ciò che diceva non la riguardasse affatto.
Annullata la trasformazione, Icy disse:
- A me no. Ma lasciamo stare, dobbiamo risolvere il tuo problema e per farlo dobbiamo capire qualcosa di più sui tuoi poteri. Cosa stavi facendo di preciso? -
- Stavo suonando Amen. Cosa c'entra scusa? -
- Beh, controllare una cosa che non comprendi è abbastanza difficile, credimi. Esperienza diretta. - scoccò un'occhiata a Bloom, ma distolse subito lo sguardo.
Tecna si attorcigliò una ciocca di capelli attorno al dito. Per aiutare Lzzy a nascondere i suoi poteri bisognava prima insegnarle ad usarli, era evidente. Ma dove? La preside avrebbe scoperto tutto se di punto in bianco si fossero messe a fare incantesimi su incantesimi, la scuola era vuota e l'energia magica non si sarebbe confusa con quella di decine di giovani fate. Già nascondere i portali era complicato! Persa nei suoi pensieri, non si accorse che le altre stavano spiegando alla ragazza dagli occhi castani come evocare un incantesimo base. Si riscosse appena in tempo per fermare Lzzy, che stava per provare.
- Ferma! - esclamò - Non possiamo farlo qui, Faragonda potrebbe sentire la sua energia magica e allora addio! - continuò rivolgendosi alle altre.
- E quindi? Come facciamo? - domandò Stormy.
Aisha si illuminò.
- Possiamo andare al Winx Club! Voi tre - e indicò le Trix - potete andare ovunque insieme a noi, finchè si parla di Magix. Il Club è perfetto. -
- Sì, il Q.G. è perfetto. - convenne Tecna.
- "Q.G." sta per...? - chiese Arejay.
- Quartier generale. - risposero in coro le fate.
- E' il posto dove andiamo nel tempo libero... e quando non vogliamo farci trovare. - disse Aisha - E' un capannone che abbiamo ristrutturato qualche tempo fa. Possiamo andarci anche subito. -
Gli Halestorm si guardarono, quindi Joe disse:
- Ok, andiamo al quartier generale. Questa storia assomiglia ad un poliziesco a volte... -
Bloom però si tirò indietro:
- Mi dispiace ragazzi, ma io devo tornare a Domino. Fra poco ho un ricevimento e non posso mancare, sono già abbastanza assente come principessa... Ups! -
Subito si tappò la bocca con le mani, mentre quattro paia di occhi la fissavano sorpresi. 
- Tu sei una principessa? - chiese Josh, con l'aria di chi non si capacita che una sola famiglia potesse governare un pianeta. 
La rossa prima sospirò, poi rispose: Sì, sono la principessa di Domino. -
- Come mai non ce lo hai detto? - chiese Arejay.
- Perchè io mi sento Bloom, prima che la principessa Bloom. Non volevo che aveste dei freni con me. -
- Ti capisco, - disse Lzzy - è lo stesso motivo per cui mi piace stare con voi. Io qui sono normale, non una specie di dea. -
- Hai afferrato il concetto Lzzy. - intervenne Aisha - Anche io sono una principessa e non vi ho detto niente per la stessa ragione. -
La terrestre annuì mentre Joe disse, divertito:
- Altre di voi sono di sangue blu? -
- Sì, Stella, ma ve lo diranno per bene la prossima volta. Ora dobbiamo andare in città. - disse Stormy, impaziente di prendere una boccata d'aria.

***

- La fermata è la prossima. - disse Tecna, preparandosi a scendere dall'autobus che li aveva portati a Magix City. 
Portare gli Halestorm fuori dal campus era stata una passeggiata: era bastato renderli invisibili, anche perchè la barriera magica non era progettata per trattenere le persone al suo interno. Dopo qualche minuto era arrivato un autobus, naturalmente vuoto, e ora stavano scendendo. Era la prima volta che gli Halestorm vedevano la città e tutto gli sembrava nuovo e familiare allo stesso tempo: il traffico era caotico come in qualsiasi città della Terra, ma la maggior parte dei veicoli non aveva ruote; nelle vetrine dei negozi c'erano oggetti mai visti mescolati ad altri più o meno riconoscibili; gli edifici avevano un design avveneristico ma in mezzo a palazzi e grattacieli spuntavano graziose villette. Un gruppo di ragazzini passò correndo vicino a loro, all'inseguimento di un aeroplanino che lasciava dietro di sè una cascata di scintille colorate. Lzzy li seguì con lo sguardo, incantata dai capelli lilla di una bambina. Icy sembrava ansiosa di togliersi dalla strada.
- Che stiamo aspettando? Andiamo? - disse infatti.
Per strada c'erano poche persone, ma bastavano a farla sentire a disagio. Si sentiva osservata, esaminata, giudicata.
Le fate fecero loro segno di seguirle. Presero una via laterale e, percorsi alcuni isolati, arrivarono ad un cancello di ferro dietro il quale si vedeva un giardino rigoglioso e, seminascosto dagli alberi, un edificio che più che un capannone sembrava una villa. La facciata era stata tinteggiata di bianco, le vetrate erano oscurate e nascondevano l'interno. Timmy, che li aveva preceduti con la windrider, aspettava seduto sotto il piccolo portico. Il vialetto di ghiaia che collegava il cancello alla struttura si ramificava e spariva fra le piante del giardino. Entrarono e si trovarono in un ingresso luminoso scarsamente arredato. Aisha li guidò verso una scala che portava nel sotterraneo.
- Qui sotto abbiamo allestito qualcosa di simile alla stanza delle simulazioni di Alfea, dato che quella non è sempre disponibile e non possiamo demolire la palestra. - diceva Tecna.
- Cos'è la stanza delle simulazioni? - chiese Lzzy allungando il collo per vedere la fine delle scale. Tentativo inutile, la luce era spenta e non si vedeva assolutamente niente. 
- E' un simulatore capace di annullare quasi tutti gli incantesimi. Mentre sei dentro puoi anche scagliare un incantesimo che in condizioni normali farebbe crollare un palazzo, ma non riuscirai a danneggiare niente. - spiegò la fata della tecnologia accendendo la luce.
Si trovavano in una stanza non molto grande, di fronte a loro una parete di vetro dietro la quale c'era il computer con il quale si controllava il simulatore. Sulla parete di destra invece si apriva una porta che portava all'interno del simulatore. Timmy entrò nella sala di controllo insieme ad Arejay, Joe e Josh, mentre le ragazze entrarono nel simulatore.
- Ok, tutto pronto. - disse Timmy dopo aver acceso il computer.
- Attiva solo gli annullatori, non ci serve una simulazione seria. - gli disse Tecna.
Timmy obbedì e digitò il codice necessario. Lzzy non vedeva l'ora di provare.
- Allora vado? Provo con un incantesimo base? - chiese. 
Tecna annuì e sorrise rassicurante, imitata dalle altre. Darcy non disse niente. Il suo silenzio turbava Icy, non aveva quasi spiccicato parola da quando Bloom aveva scoperto il Bonding. Che fosse gelosa? Icy sperava con tutto il cuore di no.
Lzzy chiuse gli occhi e inspirò profondamente, espirò e cercò nella mente quell'energia che aveva sentito mentre suonava. Sembrava sparita, ma sapeva che era lì da qualche parte, nascosta dentro di lei, quindi continuò a cercare. Ed eccola finalmente. Aprì gli occhi e portò le mani a coppa davanti al viso, creando una piccola sfera bianca.
- Ce l'ho fatta! - esclamò incredula. La sfera aumentò leggermente di diametro, sfarfallò per pochi secondi nelle sue mani e poi si dissolse.
- Grande sorellona! - La voce di Arejay risuonò nel simulatore e Lzzy sorrise al vetro.
- Sei stata grande Lz! Ora riprova e cerca di farlo più in fretta e di mantenere la sfera più a lungo. - la esortò Tecna.
La terrestre eseguì con qualche difficoltà e la fata si affrettò a scansionare la sfera magica con il cellulare. Inviò i dati al computer e disse:
- Vediamo cosa può dirci la tecnologia sui tuoi poteri. -
- Non molto Tecna. - disse Timmy - I dati sono molto confusi, come se i suoi poteri non avessero una fonte precisa. -
Intervenne Stormy.
- Beh, quell'ammasso di chip ti dirà almeno di cosa era fatta quella sfera, no? -
- No. Cioè... Non lo so ragazze. Analizzando la composizione della sfera risulta che fosse fatta di... emozioni. -
- Emozioni? - chiesero in coro Tecna e Icy.
- Proprio così. Principalmente di fiducia e concentrazione, ma ci sono anche paura e... -
- Basta, basta per favore. - disse Icy, interrompendo l'analisi di Timmy.
Lzzy si voltò verso di lei.
- Che significa? Non ho capito niente. -
- Ah, noi non siamo messe meglio. Nella migliore delle ipotesi, i tuoi poteri si basano sui tuoi sentimenti. Niente da dire, per carità. Il problema è che questo genere di poteri di solito permette di utilizzare qualsiasi incantesimo, non hanno molti limiti. - rispose la strega.
- Uh. E' lecito dire "forte"? - chiese Lzzy.
- Lo sarebbe se tu fossi una persona qualunque. Ma non lo sei e poteri come i tuoi tendono ad essere instabili. - rispose Darcy, usando un tono duro - Pensa se durante un concerto perdessi il controllo. Come reagirebbe la gente? Voi terrestri avete paura di qualsiasi cosa esuli dal vostro concetto di normalità. -
Lzzy deglutì. Darcy aveva ragione, sarebbe stata la fine per la carriera sua e dei ragazzi. Non poteva permetterselo. Doveva assolutamente imparare a controllare i suoi poteri, e in fretta: poche settimane e avrebbero iniziato un altro tour. Guardando negli occhi la strega dell'oscurità, disse:
- Posso farcela. Se sarete voi a insegnarmi non avrò problemi, ne sono sicura. -
Darcy sorrise e una scintilla le passò negli occhi. Sembrava un gatto che gioca con un topolino.
- Benissimo. Levita. - disse.
- Cosa?! - 
Icy era allibita, ma Lzzy non si fece scoraggiare.
- Come? - chiese infatti.
- Concentrati. Richiama i tuoi poteri e immagina di sollevarti. - le rispose Darcy.
- Darcy è troppo difficile, non... - Aisha si bloccò a meta frase perchè Lzzy, circondata da un'aura bianca, volteggiava a quasi un metro dal pavimento.
- Non era così difficil... AH! - 
La luce era scomparsa e Lzzy era caduta, se non fosse stato per il morphix di Aisha probabilmente si sarebbe come minimo slogata una caviglia. Dall'altra parte del vetro Joe imprecò a mezza voce, aggrappandosi alla poltrona di Timmy. Icy aiutò la ragazza a rialzarsi per poi fissare Darcy, infuriata.
- Non guardarmi in questo modo! - disse quest'ultima - Da qualche parte dovremo pur cominciare, no? Non abbiamo tempo da perdere e dobbiamo capire cosa può o non può fare prima di insegnarle a non farlo! -
- Magari senza ucciderla! - ribattè gelida la strega dei ghiacci.
- Sto bene. - tentò di rassicurarla Lzzy, ma la voce tremolante con cui lo disse non sortì l'effetto desiderato. 
Prima che Icy decidesse di seppellire la strega dell'oscurità con una valanga, Tecna sviò il discorso:
- Ehm, Lzzy, lasciamo perdere la levitazione per il momento. Riprova con la sfera, vuoi? -
Icy lanciò un'occhiata fulminante a Darcy, che distolse lo sguardo. Non finiva lì.

Spazio dell'autrice
Tan-tan-taaaaan! 
Darcy la calcolatrice gelosa! E poi, che altro? Tanta roba lol
Nota autrice vera e propria. 
"Io mi sento Bloom, prima che la principessa Bloom". Un pò osé data la nota umiltà di Bloom, lo ammetto, ma non ho mai detto che le Trix sarebbero state le uniche ad essere OOC. 0=)
Il Q.G. viene dal magazine 80 Vecchie porte nuovi misteri. Il signor Sifelius, vecchia conoscenza di Musa, lo cede alla ragazza perchè il capannone che le aveva concesso in precedenza come sala prove per ragioni che non mi va di scrivere a quest'ora (00:48) doveva essere abbattuto causa costruzione di una strada (io: wtf?). Ho apportato alcune modifiche al seminterrato...
Ringrazio tutti coloro che ho ringraziato finora e grazie come sempre anche ai lettori silenziosi :)
Al prossimo chappy ;)
Cass

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

- Qual è il problema? -
Il tono perentorio della strega del ghiaccio non turbò minimamente Darcy.
- Non so di cosa tu stia parlando. - disse infatti, provando a passare oltre.
Icy le bloccò la strada con un braccio.
- Non vai da nessuna parte finchè non parli. Cosa c’è che non va in Lzzy? Ti dà fastidio che riesca a starmi vicino più di te? -
Si pentì di queste parole subito dopo averle pronunciate, ma era troppo tardi. E poi sembrava aver indovinato a giudicare dallo sguardo infuriato e ferito di Darcy.
Non stava scherzando. Non l’avrebbe lasciata uscire finchè non avessero chiarito. Per tutto il pomeriggio Darcy non aveva fatto altro che cercare di mettere in difficoltà Lzzy con esercizi troppo complessi per una che aveva appena scoperto i suoi poteri, la levitazione era stata solo l’inizio. Icy poteva anche aver esagerato con quella frase, ma aveva sopportato le sue stilettate fino a quel momento e la sua pazienza era ormai sottozero.
- Allora? - incalzò.
- Sei stata tu ad allontanarmi Icy, ci hai tenute tutte lontane. - sibilò Darcy.
- Ho provato a riprendere da dove avevamo lasciato ma tu… -
- IO COSA? Ho cercato di proteggermi? E’ questo che mi stai rimproverando? - scattò la strega dell’oscurità, facendo sussultare Icy, che non si aspettava quella reazione dalla sorella. - E se proprio vuoi saperlo, fino a stamattina non avevo niente contro Lzzy, le ho perfino chiesto di starti accanto il più possibile quando ho capito che con lei ti aprivi un po’ di più. Ma dopo il Bonding… Cavolo Icy, siete legate! Legate! - si fermò per riprendere fiato, con gli occhi lucidi. – Credevo che noi fossimo legate. -
Icy avvertì il nodo allo stomaco che ormai le era familiare. La sua sorellina era davvero così sciocca da credere che la loro amicizia sarebbe finita a causa del Bonding?
- Allora è questo? Darcy, noi siamo legate! Non potrei mai voltare le spalle a te o a Stormy dopo tutto quello che abbiamo passato! -
Darcy le diede le spalle per cercare di non farle vedere le lacrime che iniziavano a scendere lungo le sue guance. Icy fece scorrere due dita sulla schiena della strega, lungo due cicatrici quasi invisibili ma che lei conosceva benissimo: erano uguali a quelle sulla sua schiena.
- Noi siamo legate anche da questo… -
- Glielo avresti detto? -
Icy fece finta di non capire.
- Cosa? -
- Oggi, quando ti ha chiesto quando ti sei trasformata per la prima volta, le avresti detto che eri una fata? -
Icy esitò.
- …No. -
Rivide la scena, nitida davanti ai suoi occhi: lei e Darcy in forma Magic fianco a fianco mentre Stormy, già strega di suo, stava un po’ in disparte. Le tre Antenate erano state chiare: non potevano mantenere quella forma.
Belladonna aveva fatto cenno ad Icy di avanzare e la quattordicenne aveva obbedito, cercando di non tremare. Era la più grande, non doveva mostrarsi debole. I tre fantasmi avevano iniziato a volteggiarle intorno e Belladonna si era posizionata alle sue spalle. Le aveva scagliato contro un incantesimo e Icy aveva urlato. Era caduta in ginocchio, tappandosi la bocca con una mano mentre, piegata su sé stessa, stringeva l’altra attorno al corpo. Aveva sentito un bruciore insopportabile dove le sue ali, bianche e sottili, toccavano la pelle. Poi le aveva sentite cadere e il dolore era scemato lentamente. Il vestitino luccicante senza maniche si trasformò nella sua tuta blu scuro, i guanti a mezze dita cambiarono forma e colore e così gli stivali. Aveva sentito la stoffa fresca del mantello coprirle la schiena, ma non aveva avuto la forza di muoversi, né Darcy e Stormy avevano osato avvicinarsi a lei o rivolgerle la parola. All’improvviso aveva sentito il grido di dolore di Darcy e aveva chiuso gli occhi, immaginando le ali arrotondate dell’amica cadere come le sue. Era rimasta rannicchiata per quella che le era sembrata un’eternità, poi Stormy l’aveva scossa, chiamandola preoccupata (“Icy! Apri gli occhi!”). Tremando, Icy si era raddrizzata e aveva aperto gli occhi, voltandosi subito a cercare Darcy. Poco dietro di lei, la ragazzina si stava rimettendo in piedi, il corpo fasciato dalla tuta viola. Aiutata da Stormy, Icy le si era avvicinata e, senza dirsi niente, le due si erano abbracciate.
La Icy ormai ventunenne sbattè le palpebre per allontanare quei ricordi dolorosi e concentrarsi sul presente.
- No, non gliel’avrei detto. Prima o poi però lo farò, lo scoprirebbe comunque. -
- Puoi escluderla da quella parte della tua mente. - le disse Darcy.
- Una volta, forse due, o anche tre. Non per sempre. - rispose Icy, per poi continuare - Io tengo a te Darcy, sai che è vero e sai anche quanto mi costa dirlo. Non permetterò ad un maledetto legame magico di interferire con la nostra amicizia, ma da sola non posso riuscirci! Per favore, puoi cercare di accettarlo? -
Darcy si morse un labbro, sempre di schiena. Non si era mai illusa di avere un Bonding con Icy, fra loro c’era quel legame che unisce due bambine che si conoscono da prima di imparare a parlare. Si era illusa che niente avrebbe mai potuto superarlo. Si girò. Solo una scia lucida che partiva dall’occhio destro tradiva il passaggio delle lacrime.
- Ci proverò. Sarà meglio per lei che Lzzy sia alla tua altezza. -
Icy sorrise, facendo sparire con un incantesimo la riga salata dalla pelle di Darcy.
 
§§
 
Lzzy si buttò sul letto. Le era capitato molto raramente di sentirsi così esausta, la magia era dannatamente difficile! Ad Icy bastava schioccare le dita per congelare qualsiasi cosa e lei non sapeva neanche di cosa erano fatti i suoi poteri. Bell’inizio davvero! Come se non bastasse, aveva l’impressione di non andare più tanto a genio a Darcy.
“Spero che lei e Icy non litighino a causa mia, non voglio essere responsabile di una rottura fra loro due” pensò.
Joe si tuffò accanto a lei sul letto, facendola sobbalzare insieme al materasso.
- Allora, come sta la nostra maga in erba? - le chiese allegro.
- In frantumi. - rispose. Se avesse corso per tre ore di fila avrebbe sicuramente avuto più controllo sul suo corpo di quanto ne aveva in quel momento. Non aveva neanche l’energia necessaria per stare seduta.
Joe le sventolò una bottiglia di birra davanti agli occhi.
- Mhmh. Questa ti fa sentire un po’ meglio? -
- No finchè non la apri. -
- Prima tirati su. -
Bofonchiando, Lzzy obbedì.
- Non potrei avere della tequila? - chiese.
Joe ridacchiò mentre apriva la birra.
- Non esageriamo adesso. Tieni. - e le passò la bottiglia.
Due sorsi restituirono alla ragazza buona parte della sua vitalità. Passò la birra al suo amico.
- Grazie - disse - ci voleva. -
- Figurati. -
Continuarono così fino a svuotare la bottiglia, poi Lzzy si lasciò di nuovo cadere sul letto, le mani dietro la testa.
- Mamma mia, sembra passato un secolo da stamattina. Mi sono fatta una cultura in materia di incantesimi apolari che neanche un fanatico! -
Joe le passò una mano fra i capelli. Bastò uno sguardo per capire. Lzzy sorrise e, come se fosse un segnale di ok, Joe la baciò, prima delicatamente, poi con sempre più passione. Lzzy affondò le dita nei morbidi capelli scuri del ragazzo, ma poi a malincuore lo allontanò da sé, ricordando un particolare.
- Non possiamo. - disse.
- Perché? - domandò Joe.
- I miei poteri sono istintivi, ricordi? Seguono le mie sensazioni. - Almeno questo l’avevano capito - Non voglio rischiare di farti del male. -
Joe aveva un’espressione delusa e Lzzy era convinta di averne una uguale stampata sul viso. Ne aveva voglia tanto quanto lui.
- Capisco. Hai ragione, meglio non rischiare. Ma non so quanto riuscirò a resisterti, quindi impara in fretta piccola. - le disse, sorridendo sul finale.
- Ah, sicuramente più di me. - rise la ragazza prima di baciarlo di nuovo.
 
*** ***
 
Trascorre una settimana, le Winx sono tornate ad Alfea con qualche giorno di anticipo. Anche gli Specialisti sono tornati a Magix dal momento che i corsi a Fonterossa iniziano prima. Lzzy impara ad usare i suoi poteri, ma controllarli è un altro paio di maniche: continua a lasciarsi sfuggire alcuni incantesimi involontari, per fortuna innocui. Tra questi uno in particolare diverte i ragazzi della band: quando canta spesso cambia abbigliamento e acconciatura in base al periodo in cui ha scritto quella canzone. Non ha ancora deciso se essere una fata o una strega e il suo rapporto con Icy è in continua evoluzione. Fra lei e Darcy non sono sorti altri problemi, anche se la strega evita di restare sola con lei. Ad Arejay non sfugge la tensione e prova a scioglierla a modo suo: propone di trascorrere una serata tutti insieme al Q.G. l’ultimo sabato prima delle lezioni ad Alfea. Tutti accettano, curiosi di vedere cosa hanno in mente i fratelli Hale, che hanno promesso di pensare al divertimento.
 
- A dire il vero sono leggermente preoccupata. - stava dicendo Tecna mentre batteva per l’ennesima volta il record di Timmy al loro videogioco preferito. - Niente da dire, per carità, ma… il concetto di divertimento di Arejay mi spaventa un po’. -
Alle sue spalle Stormy rise.
- Io mi preoccuperei più di Lzzy onestamente. – disse Icy, trattenendo a stento le risate – L’altro giorno mi ha chiesto qual è la bevanda alcolica più leggera qui a Magix e non ha voluto dirmi perché. -
- Ora ho paura anch’io! - rise Stormy.
- Libera uscita per tutte! – esclamò Bloom dall’ingresso.
Dato che da “serata” l’idea di Arejay si era trasformata in una specie di pigiama party, era andata a chiedere alla preside il permesso di passare una notte fuori dal college circa mezz’ora prima, ma Faragonda non si era lasciata convincere tanto facilmente.
- Sabato sera possiamo uscire, purchè rientriamo entro l’inizio della cerimonia di apertura domenica. - disse affacciandosi nella camera di Tecna e Musa, dove aveva sentito le risate. Le guardò: Tecna alla sua postazione dietro la scrivania, Icy accanto a lei che teneva d’occhio i punteggi, Stormy sul letto della fata intenta a mettersi lo smalto.
- Le altre dove sono finite? - chiese.
- Darcy e Stella sono nella boutique come al solito, Flora è sotto la doccia e Aisha ha trascinato Musa a fare jogging da qui al White Horse. Vai, ho finito il livello! - rispose Tecna.
- Con quaranta punti di vantaggio rispetto a Timmy. Non ti sei impegnata molto. - osservò Icy, appoggiandosi al ripiano della scrivania.
- No, infatti. Come farebbe a battermi di nuovo altrimenti? -
- Oh! - fu tutto quello che riuscì a rispondere la strega, nascondendo il viso fra le braccia.
Bloom sorrise e si diresse verso la sua stanza. Si sedette sul letto e scrisse un messaggio a Sky.
“Faragonda ha dato l’ok, convincete Codatorta ;)  Chiamami stasera :*”
Poi ripensò alla scena che aveva appena visto: una delle sue più grandi amiche tranquillamente seduta accanto a quella che era stata la sua più grande nemica. Le faceva ancora un certo effetto vedere le Trix, ma soprattutto Icy, sotto una luce così diversa. E sapeva che lei e le altre sarebbero state le sole a vederle in quel modo una volta che Alfea si fosse di nuovo riempita di studentesse. Chissà che effetto avrebbero avuto su Icy. Aveva visto come si metteva sulla difensiva quando per le strade incontravano qualcuno: teneva lo sguardo fisso a terra, cercava di farsi notare il meno possibile per non sentire su di sé gli sguardi della gente. Ma non avrebbe potuto evitare le loro compagne di corso. La fata del fuoco del drago fece apparire la lista che Faragonda le aveva dato. Erano più di quelle che si aspettava, molte non le conosceva. L’unico nome che era felice di vedere era quello di Mirta: l’ex-strega non aveva avuto alcun problema con la presenza delle tre streghe prima delle vacanze, anche se a dire il vero non si erano trovate spesso insieme. Amaryl, invece, col suo caratterino sarebbe stata una fonte di guai, ne era certa. Poi, chi altro c’era? Conosceva di vista solo Yomi, una fata di Espero. Adelaide, Cassandra, Francesca, Giunia, Ioanna, Rebecca: questi nomi non le dicevano nulla. “Speriamo bene” pensò, facendo sparire di nuovo la lista.
 
§§
 
- Tardi. Tardi, tardi, TARDI! Come cavolo faccio a fare sempre tardi?!? -
A lamentarsi era una ragazza dai capelli castani raccolti in una coda alta che le arrivava appena sotto le spalle. Chiuse la valigia stracolma e si tirò indietro il ciuffo di capelli che le copriva l’occhio destro. Il cellulare vibrò per l’ennesimo messaggio. Era Giunia, naturalmente.
“Cass ti prego dimmi che sei uscita”
“No, due minuti e arrivo”
Miniaturizzò valigia e borsone e li mise in tasca. Il suo primo anno ad Alfea da fata diplomata sarebbe iniziato di lì a pochi giorni e non vedeva l’ora di tornare. Nel giro di cinque mesi era passata dall’Enchantix al Bloomix (si stupiva ancora di quanto fosse stato facile, non era che una riconferma dello Charmix) come le sue amiche, quindi avrebbero seguito gli stessi corsi delle Winx. Se ci pensava quasi non ci credeva! Era troppo reale per essere un sogno.
Tornò alla realtà. Se prima era tardi ora era tardissimo. Imprecando fra sé e sé, scese di corsa le scale.

Spazio dell'autrice
Avete idea di che significa scrivere l'ultimo paragrafo e sapere che tutti capiranno perchè Cass è il tuo nickname? Significa ansia a livelli paragonabili solo alle interrogazioni di greco, quando la prof chiama ad apertura di libro oppure usando un odioso sito che fa estrazioni. 
Anyway, spero si capisca dove inizia e dove finisce il flashback di Icy e vi prego di non uccidermi per quella parte. 
Ebbene sì, Lzzy e Joe. Stanno troppo bene insieme e ci sono parecchie cose che mi fanno pensare di avere ragione come il modo in cui flirtano ogni volta che suonano Jump The Gun ma dettagli .
Ok, ora vi lascio due sorpresine :3
http://i67.tinypic.com/11h3xnk.jpg     Ripeto l'appello di non attentare alla mia vita * corre a nascondersi per evitare le frecce *
http://i67.tinypic.com/ayxft1.jpg         E questa sono/sarei io. La ciocca blu me la sogno lol
Detto questo, ci vediamo intorno al (sigh) 10 agosto. Ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono e naturalmente i lettori silenziosi ;)
Alla prossima!
Cass

 

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Capitolo 12
*** In Your Room ***


In Your Room

 
Lzzy era di nuovo nella sua camera. Come sempre negli ultimi giorni, era esausta, sfiancata dagli esercizi di magia. Nonostante la stanchezza però era molto soddisfatta, i suoi progressi erano stati notevoli: volava ancora con difficoltà, ma non cadeva più e le Trix le assicuravano che era solo questione di abitudine; riusciva a teletrasportare piccoli oggetti e a far sparire, comparire e levitare qualsiasi oggetto inanimato (non osava provare con le persone); aveva imparato come attaccare e come difendersi.
Questo era il principale motivo della sua stanchezza quella sera, aveva trascorso il pomeriggio intero a perfezionare la sua mira lanciando sfere magiche contro un muro di morphix, che naturalmente le rispediva il colpo costringendola a schivarlo o a bloccarlo con uno scudo. Non sempre era stata abbastanza veloce e più volte il suo stesso incantesimo l’aveva colpita in pieno, buttandola a terra. Aveva così imparato due cose sulla magia: che una creatura magica non è immune ai suoi stessi poteri e che è difficile che riporti ferite fisiche in seguito ad un combattimento, infatti aveva solo un paio di lividi qua e là.
Tuttavia c’era qualcosa che le impediva di sorridere.
La sua telepatia funzionava quasi esclusivamente con Icy a causa del Bonding: e fin qui niente di grave, col tempo avrebbe imparato anche questo. Il problema era proprio la strega del ghiaccio. Durante una piccola pausa dall’addestramento Lzzy aveva notato che Icy aveva lo sguardo perso nel vuoto, come spesso accadeva, e le aveva toccato la mente per riscuoterla, ma lei non se ne era nemmeno accorta. Allora l’aveva chiamata col pensiero una, due, tre volte, ogni volta un po’ più forte, finchè finalmente Icy non l’aveva sentita. “Sì?” aveva risposto, troppo in fretta per nascondere i suoi pensieri, e Lzzy aveva fatto in tempo a capire cosa stava pensando. Aveva afferrato una frase ben precisa che l’aveva turbata profondamente (“no, non posso dirglielo”) e un’immagine, Icy bambina che scappava in un giardino. Lzzy non sapeva perché quel ricordo, perché era questo l’immagine, la spaventasse tanto, sapeva solo che prima di iniziare ad esercitarsi aveva chiesto alla strega cosa le mancasse della sua infanzia, senza ottenere una risposta vera e propria. Icy non le aveva dato spiegazioni riguardo a quel ricordo e l’allenamento era proseguito.
Ora, nella sua camera, sola ed esausta, non riusciva a smettere di pensarci. Voleva aiutare Icy, dopotutto erano compagne di mente, ma come poteva farlo se lei la teneva all’oscuro di così tante cose? Lei si era aperta completamente con la strega, non aveva mai dato una risposta evasiva alle sue domande, perché non voleva fidarsi di lei?
Lzzy afferrò il cellulare, aprì la chat con Icy e iniziò a scrivere un lungo messaggio.

 
“Senti, detesto lasciare le cose in sospeso quindi non azzardarti a ignorare questo messaggio, chiaro?
Oggi ho visto un tuo ricordo, c’eri tu che correvi in un giardino, o un parco, o che so io, ma non per giocare. Sentivo la tua paura Icy, e non riesco a togliermela dalla testa. Non so perché stavi scappando, o da cosa, ma… perché non vuoi dirmelo? Dici di fidarti di me, allora perché hai paura di parlarmi? Perché non mi fai vedere chi sei se non per sbaglio?

Rileggendo quello che ho scritto mi rendo conto che forse ho esagerato. Come al solito, in prosa non riesco ad esprimermi al meglio, quindi…
 
Let me in your room, I’ve seen the rest of you, but I know there’s something more in your room
I’m right outside your door
Show me things you’ve never shown before
A few pictures from your past
And those walls you painted black
And the secrets that you keep under your bed
 
In realtà credo di non aver assolutamente visto tutto di te, in tutti i sensi (non potevo essere seria fino alla fine ;p), anche se ho sicuramente visto più degli altri. Sarà presuntuoso da parte mia, ma non mi basta! Voglio capirti davvero, non a metà! Io sono qui Icy, quando vuoi, quando hai bisogno, ci sono, non hai che da chiedere!
 
All you have to do, is let me in your room
You can be yourself, you don’t have to hide from me, I won’t tell
I know everyone you’ve ever trusted has let you down
And you don’t wanna come out
And show me
 
Voglio che tu ti senta libera di essere te stessa con me, niente maschere, niente personaggi né parti da recitare, solo tu, come sei veramente. Non hai motivo di nasconderti da me, e se vuoi che ciò di cui parliamo rimanga fra noi non hai che da dirlo, sono capace di mantenere i segreti.
Lo so, a parte Darcy e Stormy ti hanno sempre tradita tutti e questo certamente ti frena, ma io sono diversa. Innanzitutto sono una donna, cosa importante perché gli uomini sono inaffidabili per definizione (purtroppo sono anche sexy e ci fregano sempre); in secondo luogo noi due siamo legate quindi tradire la tua fiducia è l’ultima cosa che farei.
Quindi puoi mostrarmi… cosa?
 
Show me
A few pictures from your past
And those walls you painted black
And the secrets that you keep under your bed
All you have to do is let me in your room
 
In effetti mi piacerebbe vedere delle fotografie di te da piccola, e anche delle altre. Una foto di Stella con gli occhiali è da rubare e tenere da parte per qualche ricatto. E poi mi piacerebbe capire quando diavolo ti è venuta questa mania di vedere tutto in negativo, così magari risolvo il problema alla radice. Hai ventun’anni, vivili! Passano troppo in fretta e credimi, ce ne sono di cose da fare. Come raccontarsi qualche segretuccio fra amiche… Sì, sono un’impicciona, ne sono consapevole.
 
You know every part of me
I let you in, I let you see
All the dark in every corner of my room
Let me do that for you
 
Beh, non saprai tutto tutto di me, ma il concetto è quello.
 
Tell me all about your past
Why you painted those walls black
Baby, it’s alright, you’re safe in here with me
 
Forse però sto sbagliando tutto e il problema non sono io o la fiducia, magari hai paura di soffrire rivivendo il tuo passato. Personalmente credo che tenersi tutto dentro faccia molto più male, condividere il dolore lo rende più facile da sopportare.
Sai, mi piace avere una ritualità in queste cose: quando io e Jay parliamo come fratello e sorella mi piace stare da soli e sedermi a gambe incrociate vicino a lui come facevamo da bambini, per ricreare un po’ il nostro momento speciale, il posto nel tempo dove nessuno ci può disturbare.
Ti andrebbe di provare a crearne uno per noi?
 
Open up so I can see
A few pictures from your past
And those walls you painted black
And the secrets that you keep under your bed
An unopened letter from your dad
A poster of your favourite band
It don’t matter, I’ll take every part of you
All you have to do, is let me in your room
 
Non posso credere che tu non abbia neanche un ricordo felice legato ai tuoi nonni, né che non ti abbiano mai cercata dopo che ti sei trasferita a Torrenuvola. E poi devi farmi ascoltare qualche tua canzone, per vedere un po’ com’è il Rock nella Dimensione Magica.
Qualunque cosa tu abbia fatto o farai, non mi importa, io ti apprezzo per quello che sei, pregi e difetti, tutto compreso.
Spero davvero che tu apra la porta Icy, o sarò costretta a sfondarla io.
In conclusione
 
Let me in your room ”
 
Lzzy rilesse il messaggio e lo inviò ad Icy, quindi prese le cuffie e le collegò al cellulare. La risposta di Icy arrivò sulle note di The Mob Rules.
 
“Mi dispiace Lz, non voglio allontanarti e mi fido di te ma… E’ così, parlare mi fa male. Fisicamente. Ma hai ragione, tenermi tutto dentro non serve a niente, quindi cercherò di essere più aperta con te e con gli altri, anche se sarà difficile. Sai com’è, quando l’uomo che ami cerca di ucciderti la tua fiducia nel genere umano vacilla…
Purtroppo non posso essere me stessa, lo sai. Ma da ora in poi cercherò di essere il più sincera possibile con te, a partire da ora.
Dici che i genitori di mio padre non possono non avermi cercata? In effetti mi hanno contattata una settimana dopo la mia partenza per mandarmi tutte le mie cose. In una lettera mi dicevano di non provare neanche a tornare a casa, non volevano più vedermi (non che io volessi rivedere loro). Tuttavia quando ho letto quella lettera ho sentito il rumore di una corda tesa che si spezza, anche se li odiavo Wishperia era (o è?) la mia casa dopotutto.
Per quanto riguarda il parco, era il mio posto sicuro: si trovava a pochi metri da casa e con Darcy e Stormy andavamo spesso a giocare lì. C’era una parte in stato di abbandono, con una fontana piena di erbacce e un grande albero dai rami robusti. Su quell’albero, con l’aiuto di un amico, avevamo costruito una capanna. Nel ricordo stavo correndo verso la capanna, dove i nonni non mi avrebbero trovata. Non ricordo perché fossero arrabbiati, magari non c’era neanche un motivo preciso, ma avevano l’abitudine di picchiarmi quando si arrabbiavano e quindi stavo scappando. Era questo che non volevo dirti. Il seguito del ricordo è felice: il ragazzino con cui avevamo costruito la capanna si chiamava Darko, e avevo una cotta per lui. La sua casa era attaccata al parco e appena vedeva una di noi entrare ci raggiungeva. Fu così anche quel giorno. Seduti sul bordo della fontana, Darko ascoltava i miei piani di fuga e mi consolava appena ricominciavo a piangere, raccontando tante barzellette una dietro l’altra fino a farmi ridere.
Per ora basta con i ricordi, ne ho abbastanza. Parliamo di musica.
La mia cantante preferita era Avril Lavigne, della quale ascolto ancora volentieri i primi album, te li darò domani. Adesso, a parte voi, ascolto spesso i New Years Day e i Ghost Town.
Cambiamo argomento senza motivo ma… i libri erano un’altra delle mie isole da piccola. Amavo perdermi nelle pagine, e una volta tanto i nonni non avevano niente da ridire perché sparivo dalla circolazione per pomeriggi interi quando avevo un libro in mano. In questi mesi ero troppo… addormentata per interessarmi a qualsiasi cosa, ma ho intenzione di saccheggiare le librerie delle ragazze. A partire da quella di Bloom, perché è piena di libri terrestri e voglio capire meglio te e i ragazzi (e tutti i paragoni che fate perché no, non so chi o cosa sia Wonder Woman o qualsiasi altra cosa abbiate nominato ultimamente). Sai che ti dico? Inizio stasera!
A domani
P.S. Ho preferito ignorare il tuo doppio senso
P.P.S. You make it feel the way it’s posed to be”
 
Lzzy era a metà tra lo sconvolto e il felice: felice di essere riuscita a sbloccare Icy, sconvolta per quello che aveva scoperto. Non avrebbe mai pensato che avesse avuto un’infanzia del genere! Quasi si sentiva in colpa per averla costretta a dirglielo, ma quella sensazione svanì in fretta quando lesse l’ultima frase. Riconobbe le parole di Beautiful With You e sorrise, ritenendosi una delle persone più fortunate dell’universo.

Spazio dell'autrice
Ook, grazie per essere arrivati alla fine di questo esperimento :3
E' la seconda song-fiction che scrivo ed è la prima legata a questa long, quindi se avete consigli da darmi per migliorarle sono ben accetti.
Passando al contenuto, volevo semplicemente approfondire il rapporto di Icy e Lzzy, che come vedete è ancora in fase di sviluppo. Forse è un pò di transizione, ma credo che un capitolo del genere fosse necessario. La storia di Darko e Icy viene dai magazine 27 Darko il nero, e 28 Amore di strega, in cui questo personaggio a mio parere molto interessante fa la sua comparsa. Peccato che si veda solo in questi due numeri...
Per chi fosse interessato, questo è il link di Let Me In Your Room: https://youtu.be/mkfR9SqMXpk

Ringrazio Winxclub e Delavega per aver recensito, Winxclub e icydarcystormy26 per aver inserito la storia fra le preferite e tutti gli autori nominati finora, e naturalmente anche i lettori silenziosi :)
See ya (accento americano)
Cass

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 

Stormy osservava scettica l’impasto molliccio che Bloom stava preparando. Non aveva un bell’aspetto.
Delle risate le fecero alzare lo sguardo verso la porta della cucina, poi riuscì a capire cosa stava dicendo Helia:
- A cosa servono tutte queste birre? -
A quel punto entrò in cucina Arejay, che portava in braccio una cassetta con una decina di bottiglie.
- Perfetto. Bloom vuole avvelenarci, voi volete farci andare in coma… Si prospetta una serata divertente. - commentò sarcastica Stormy.
Entrò anche Lzzy, i capelli abboccolati più corti del solito.
- Perché Bloom vuole avvelenarci? Cosa sta preparando? - chiese curiosa sbirciando oltre le spalle della rossa, che rispose fra le risate:
- Solo pizza, ma Stormy non è convinta dell’impasto. -
- Perché? Hai messo qualche ingrediente strano? -
- No, semplicemente non l’ha mai mangiata prima. Qui a Magix la conosciamo praticamente solo noi che siamo stati sulla Terra. -
Lzzy scoccò un’occhiata stupefatta alla strega, che continuava a storcere il naso, quindi scrollò le spalle e disse:
- Oh beh, non è mai troppo tardi. Meglio mettere in frigo queste birre, ci serviranno dopo. Dobbiamo fare un gioco… - disse la ragazza, sfoderando il suo sorriso più innocente.
- Perché sento che questo “gioco” mi metterà nei guai? -
Lzzy si voltò verso Icy, che stava appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate.
- Non è quello l’obiettivo, ma in caso considerala una vendetta per tutte le sere in cui sono tornata a casa troppo stanca per fare sesso. -
Per poco Bloom non fece cadere il mattarello. Non era ancora abituata ai modi espliciti dei ragazzi. Da questo punto di vista le Trix si facevano molti meno problemi, infatti le due streghe stavano sghignazzando più per il suo imbarazzo che per la battuta. Cercando di mantenere una certa dignità senza curarsi del rossore sulle sue guance, Bloom riprese a stendere l’impasto. Lzzy però non le risparmiò un commentino ironico.
- Santo cielo tesoro, basta questo per farti arrossire? - alzò gli occhi al cielo - Sono davvero troppo esplicita per diventare una fata! -
 
***
Icy era seduta su un enorme materasso che occupava buona parte della soffitta del Club, il mento appoggiato sulle ginocchia nude che stringeva con le braccia. Indossava una t-shirt enorme che le arrivava a metà coscia come pigiama e aveva i capelli legati nella sua solita coda alta.
Non era mai stata così bene in vita sua. Ogni volta che gli Specialisti e le Trix si trovavano insieme c’era una leggera tensione nell’aria, ma gli Halestorm erano riusciti a scioglierla in un niente. Sembrava che niente mettesse a disagio quei quattro. Chiacchiere e risate avevano fatto dimenticare ad Icy le sue preoccupazioni e si era goduta la compagnia. Il Consiglio era convinto di aver trovato la più terribile delle punizioni per le Trix, ma non aveva la benchè minima idea del favore che aveva fatto alle tre streghe, che stavano finalmente vivendo la loro età. Niente mostri, battaglie, alleanze; ecco musica, pettegolezzi e amici veri.
Insieme ad Icy c’erano già Musa, Flora ed Helia. Gli altri arrivarono alla spicciolata, per ultimi Lzzy e Arejay. Lei si tuffò a pesce alla destra di Icy mentre il ragazzo si sistemò alla sinistra della strega, infilando qualcosa sotto un cuscino senza farsi notare.
- Ok, ci avete tenuto in sospeso tutta la sera quindi sputate il rospo: cosa avete inventato per stasera? - domandò Brandon, impaziente.
Lzzy invitò gli altri a formare un cerchio, quindi schioccò le dita e al centro del cerchio apparvero le bottiglie di birra e un bicchiere ciascuno. Sbagliava raramente gli incantesimi di dislocazione.
- Oh, è un gioco molto semplice Brandon. Si chiama “spera che non l’hai fatto”. - disse la ragazza - A turno ognuno dice una cosa che non ha mai fatto, se qualcuno l’ha fatta beve un bicchiere. Vince chi ne beve di meno e c’è una sola regola: non si fanno domande mirate. Dato che siamo tanti, facciamo un giro solo. -
Ci fu uno scambio di sguardi: sembrava fattibile. Perlomeno non prevedeva penitenze imbarazzanti.
- Beh, iniziamo allora. - disse Musa.
Lzzy si tirò su, offrendo per alcuni istanti una panoramica interessante della sua scollatura, e si sedette a gambe incrociate. Diede un’occhiata ad Icy, sbuffò e, rapida, allungò una mano e tirò il nastro che le avvolgeva la coda: questa si sciolse subito e i capelli chilometrici si adagiarono sulle spalle dell’albina.
- Ehi! - protestò Icy cercando di riappropriarsi del nastro.
- Sempre con la coda, che noia. Non ti fa male la testa dopo un pò? - la prese in giro Lzzy passando il nastro a Stella, seduta accanto a lei.  Sospirando, Icy rinunciò al suo nastro e si accontentò di fulminare Lzzy con lo sguardo per poi fingere di essere offesa. Questo suscitò le risate della diretta interessata e ben presto Icy si unì a lei: non riusciva a tenerle il muso neanche per dieci secondi.
Per rompere il ghiaccio iniziò Arejay. Senza esitare disse:
- Non ho mai pensato in senso romantico a nessuno dei presenti. -
- Iniziamo bene. - borbottò Helia, bevendo il suo bicchiere. Tutte le Winx tranne Musa lo imitarono, come anche gli Specialisti e Josh, Joe e Lzzy. Aveva praticamente fatto una strage. Mentre Arejay ancora gongolava, Josh disse:
- Non ho mai pensato di scappare di casa. -
Aisha rise, alzando di nuovo il bicchiere.
- Pensato e fatto più di una volta, ma sono sempre tornata. -
- Anche io, ogni volta che mio padre non mi faceva andare alle feste in città. - disse Stella.
- Non so perché ma ricordo esattamente in che occasione ce lo hai raccontato, Stella. - disse Flora mentre Bloom, Sky, Brandon, Arejay e Icy bevevano. Quante volte la strega aveva pensato di scappare lontano dai suoi nonni, trattenuta solo dalle sue amiche…
Poi fu il turno di Sky che, dopo un attimo di riflessione disse:
- Ah, non mi viene in mente niente di meglio quindi… Non ho mai cantato a squarciagola la mia canzone preferita per strada. -
La frase fu accolta da un coro di risate mentre gli Halestorm al gran completo bevevano insieme a Stella, Bloom, Musa, Darcy e Icy. Flora rise ancora più forte.
- Voi? - chiese rivolta alle streghe.
Icy si strinse nelle spalle.
- Io ero il canarino, ricordi? -
- Ok, mi vergogno ad ammetterlo ma… Non ho mai ascoltato una canzone dei Dire Straits. - disse Bloom, facendo fare un salto alla band.
- Dovresti bere tu per punizione! - esclamò Arejay dopo aver bevuto il secondo bicchiere di birra. Lzzy annuì, asciugandosi le labbra col dorso della mano. Bloom nascose il viso nel cuscino che teneva in braccio, ridendo.
Poi toccò a Musa che, posando il bicchiere, disse:
- Io… uhm… non ho mai visto un film con degli zombie. -
- Entro un anno ti farò vedere tutte le stagioni di The Walking Dead allora. - rise Lzzy bevendo il suo bicchiere insieme ai ragazzi della band, Bloom, Stormy, Icy, Darcy, Aisha e gli Specialisti. Continuò Aisha.
- Non mi sono mai vergognata di una cosa che facevo da piccola o che mi piaceva. -
Le Trix si scambiarono uno sguardo, Stormy annuì e tutte e tre bevvero.
- Ho paura di chiedervi che avete combinato. - rise la fata dei fluidi.
- Non vuoi veramente saperlo, credimi. - rispose Darcy.
Nel frattempo avevano bevuto anche Bloom, Helia, Josh e i fratelli Hale. Bloom aveva pensato a quando ancora dava peso alle parole di Mitzie; Helia a quando un compagno di classe lo aveva preso in giro perché aveva trovato un suo quaderno di poesie; mentre Lzzy e Arejay a quando avevano rispettivamente tredici e dieci anni e avevano appena deciso di fondare la band. Quelli che credevano essere loro amici li avevano esclusi di punto in bianco e li prendevano continuamente in giro, soprattutto Lzzy. Icy faticava a pensare che la ragazza potesse essere stata vittima di bullismo dato che la conosceva come una personalità forte che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, ma probabilmente aveva iniziato allora.
Fu la volta di Nex che, un po’ per alleggerire l’atmosfera un po’ per mancanza di idee, disse:
- Non ho mai fatto una cosa a tre. -
Tutti lo guardarono spiazzati mentre Joe e Lzzy bevevano e Arejay rideva come un matto.
Helia fu leggermente più profondo.
- Non ho mai dubitato di ciò che per me è sempre stato una certezza. - disse infatti.
Stavolta tutti si presero un paio di minuti per pensare e alla fine alzarono i bicchieri Icy, Josh, Stormy, Darcy, Lzzy e, una dopo l’altra, tutte le Winx. Quindi Flora disse:
- Non ho mai parlato da sola in pubblico. -
- Ok, ho capito che volete vedere Night Lzzy! - sbottò Lzzy bevendo l’ottavo bicchiere di birra, imitata dai suoi compagni oltre che da Musa, Bloom, Stella, e Aisha.
- Ora ho un motivo in più per odiare i ricevimenti! - scherzò Aisha.
- “Night Lzzy”? - chiese Sky, incuriosito.
- E’ il nome che abbiamo dato a Lzzy quando non distingue più il bianco dal nero. Non devi mai fidarti di quello che dice quando ti accorgi di stare parlando con Night Lzzy. - disse Josh.
- Tranquilli, dovrete impegnarvi di più per vederla stasera. - ridacchiò la cantante.
Era il turno di Darcy.
- Non ho mai avuto paura del buio. -
Guardò con una certa soddisfazione le Winx, Stormy, Joe, Helia, Nex, Arejay e Lzzy che bevevano. Posato di nuovo il bicchiere, Stormy si strofinò le mani con l’aria di chi ha trovato la domanda perfetta, quindi disse:
- Io non ho mai baciato una ragazza. -
Seguì un coro di mugugni da parte dei ragazzi, che naturalmente bevvero tutti. Calò subito il silenzio quando anche Lzzy bevve insieme a loro.
- Beh, che avete da guardare? - chiese - Non c’è niente di male e comunque è acqua passata. -
- Niente da dire, per carità - fece Stormy - solo che ci hai presi alla sprovvista. -
Per nulla sorpreso, Joe continuò:
- Non ho mai volato se non su un aereo. -
- Così non vale! - si lamentò Tecna.
Gli unici a non bere furono Arejay e Josh, dato che fu decretato che i draghi e le Windrider non erano assimilabili agli aerei. Poi toccò a Timmy.
- Io non ho mai pensato di suicidarmi. -
Calò un silenzio di tomba mentre Aisha e le Trix bevevano. Ebbene sì, dopo la morte di Nabu Aisha aveva perfino pensato di farla finita. Tecna lo sapeva, così come sapeva che la sua amica non ci teneva a farlo sapere a tutti, quindi assestò una gomitata al suo ragazzo prima di dire:
- Non ho mai pensato di picchiare un mio amico fino ad oggi. -
L’atmosfera si alleggerì di poco mentre gli Halestorm, gli Specialisti e Musa bevevano.
Conscio di dover risollevare il morale a tutti ma incapace di trovare qualcosa di più soddisfacente, Brandon disse:
- Non ho mai avuto paura di restare da solo. - Al che bevvero Bloom, Aisha, Darcy, Lzzy, Arejay, Josh, Musa, Stella, Tecna, Stormy e Icy. Poi fu il turno di Stella, che invece si impegnò sul serio per risollevare gli animi:
- Non ho mai fatto… sesso! - disse la fata della luce, diventando rossa come un peperone.
Darcy si morse un labbro per non ridere, ma cambiò subito espressione quando vide Icy bere insieme agli Halestorm e a Nex, che si strinse nelle spalle sotto lo sguardo interrogativo della sua ragazza. Il volto della strega del ghiaccio assunse una tonalità ancora più accesa di quella di Stella e distolse lo sguardo.
- Ti prego, non dirmi che sei andata a letto con T… -
- NO! Era Valtor! -
Nella foga di zittire Darcy, Icy si era lasciata sfuggire un particolare di troppo. Evidentemente i nove bicchieri di birra che aveva bevuto facevano il loro effetto. Non che si aspettasse il contrario, aveva bevuto qualche drink in discoteca ogni tanto, ma mai così tanto e così velocemente.
Lzzy pensò bene di toglierla dall’imbarazzo andando avanti col gioco.
- Non sono mai stata ossessionata da un ragazzo. - disse infatti, anche se mandò un messaggio telepatico ad Icy: “Alla prima occasione mi dici tutto per bene, sorellina”.
Mentre Bloom, Stella e Darcy bevevano, Icy roteò gli occhi, anche se in realtà quel “sorellina” la faceva sorridere. Lzzy e Arejay avevano concordato nel dichiararla loro sorella minore e non le dispiaceva. Si trovava bene con entrambi e con loro parlava praticamente di tutto. Beh, tutto tranne quello che la faceva stare male. Si riscosse: toccava a lei. Aprì la bocca e, senza aver veramente pensato a ciò che stava per dire, parlò.
- Non ho mai pianto per amore. -
Darcy e Stormy sapevano benissimo che non era vero, ma non dissero niente. Icy vide le Winx e Lzzy alzare i bicchieri e bere. Al centro del cerchio c’erano dieci bottiglie vuote.
A conti fatti, risultò che Flora e Timmy avevano bevuto solo cinque volte e quindi vincevano a pari merito.
- Per curiosità, chi ne ha bevuti di più? - chiese Sky.
Lzzy rise e rispose:
- Io, quindici. Ma sono ancora abbastanza lucida per la penitenza quindi forza, consultatevi. -
- Non si era parlato di penitenze. - osservò Musa.
- Perché se a bere di più fosse stato qualcuno di voi avremmo chiuso un occhio. - disse Arejay - Ma è Lzzy, quindi si fa. -
- E anche brutta! - lo interruppe Joe fregandosi le mani.
- Attento a te Hottinger, sai che mi vendico. - lo freddò Lzzy.
Poi si allontanò per permettergli di consultarsi. Per cinque minuti abbondanti ci fu un chiacchiericcio sommesso, poi Josh le fece cenno di tornare. Con aria delusa disse:
- Dato che qui hai molte sostenitrici, sei fortunata: devi solo trovare cinque parole che si leggano anche alla rovescia. -
La ragazza si sedette di nuovo fra Icy e Stella, ridendo.
- Grazie ragazze! Dunque… Oro, inni, uhm… ingegno, no, ingegni… otto e pop! - concluse soddisfatta.
Arejay borbottò qualcosa a proposito della “penitenza più semplice del mondo”, facendo ridere tutti.
Fatti sparire bottiglie e bicchieri con un gesto, Icy si stese a pancia in giù, reggendosi la testa con un braccio. Arejay allora le prese il sinistro, quello libero, tirò fuori da sotto il cuscino quella cosa che aveva nascosto all’inizio e iniziò a scribacchiarle sul polso.
- Scusa? - disse Icy, perplessa.
Arejay le lasciò il braccio: sul polso le aveva disegnato il simbolo degli Halestorm con un pennarello indelebile nero.
- Adesso sei dentro sul serio strega! - le disse.
Icy fece passare i capelli sulla spalla destra, stranamente compiaciuta dal gesto di Arejay. Lzzy non si lasciò sfuggire il movimento della strega.
- Stai bene con i capelli sciolti sai? Dovresti portarli più spesso. -
Darcy rispose al posto di Icy.
- Forse così non si nota, ma toccano terra. Sarebbe un pò scomodo. -
Con un incantesimo Icy accorciò i capelli fin sotto le orecchie.
- Così sì che li porto sciolti. - disse ironica.
- Icy, falli tornare normali per favore, il caschetto non fa per te. - ridacchiò Stella. La strega restituì alla sua chioma la lunghezza abituale mentre Lzzy alzava gli occhi al cielo.
- Da che penitenza mi avete salvata? - chiese curiosa.
- Vediamo… Raccontare le tre cose più imbarazzanti che hai fatto, tingere i capelli di rosa con la magia e tenerli così fino a domani, dire chi era la ragazza che hai baciato… - elencò Nex.
- Una? Mi sottovalutate! E abbiamo fatto ben altro che un semplice bacio. - rise lei, riprendendosi subito - Fate finta che non abbia detto niente per favore. -
- Sei meno resistente di quanto credi Lz? - la prese in giro Josh mentre Arejay rideva come un matto. Lzzy era sul punto di picchiarlo.
 
***
 
Alle quattro del mattino Lzzy era ancora sveglia. Fra una battuta e l’altra avevano fatto nottata, ma da circa mezz’ora sembrava che dormissero tutti tranne lei. Non riusciva proprio a prendere sonno, forse per la pallida luce lunare che arrivava dall’abbaino.
Cercando una posizione più comoda, si girò su un fianco e scorse lo scintillio degli occhi di Icy.
- allora non sono l’unica a soffrire d’insonnia. - sussurrò per non svegliare gli altri.
- No. - rispose Icy allo stesso modo - Probabilmente è colpa mia. Il Bonding passa anche queste cose a volte. Io non riesco a dormire e per solidarietà neanche tu. -
- Divertente! -
“A cosa stai pensando?” chiese Lzzy passando alla telepatia. Icy non rispose. “Vuoi parlarne? Sul serio Icy, io ci sono e giuro che non ne parlerò a nessuno”
Icy imitò un sospiro con il pensiero, poi disse:
“Va bene Mae”
Da quando aveva scoperto il secondo nome di Elizabeth “Lzzy” Mae Hale la chiamava spesso così, diceva che era più veloce di “Lzzy” da pronunciare.
“Stavo pensando a lunedì, o meglio, domani. Sono preoccupata per il primo giorno di scuola, incredibile! Neanche da piccola ero così tesa come ora. Non è il fatto in sé che mi spaventa, figurati: sono felice di avere qualcosa da fare. Il problema è che so cosa ho fatto e lo sanno anche le altre ragazze del corso e i professori… Dio, vorrei sparire!”
Lzzy rimase un po’ interdetta di fronte a quel fiume di parole, ma prima che potesse dire qualcosa sentì una sorta di melodia di sottofondo nella mente di Icy e si concentrò su quella. Era come se davanti agli occhi le passassero delle lettere indaco e, come le era successo altre volte, attribuì istintivamente una sensazione di tristezza a quel colore.
 
Adolescence that had no sense
A little loss of innocence
The ugly years for being a fool
Hadn’t had to be beautiful?
Yeah I wish I’d been I wish I’d been
A teen, teen idle
I wish I’d been a prom queen fighting for the title
Instead of being sixteen and burning up a bible
Feeling super super super suicidal
The wasted years
The wasted youth
The pretty lies
The ugly truth

 
“Basta così!!!” Lzzy interruppe la melodia malinconica con un onda di pensiero. Icy aggrottò le sopracciglia, confusa. Non se ne era neanche resa conto.
“Scusa. Forse dovrei cancellare quella canzone dal telefono” disse, consapevole di quello che aveva appena mostrato alla sua compagna di mente. Lzzy era una che sapeva leggere tra le righe.
“Icy, non lasciarti andare di nuovo. Promettimelo” disse infatti, stringendole una mano.
La strega ricambiò la stretta ma non parlò. Sentiva un nodo stringerle la gola e le lacrime che si affacciavano minacciosamente ai suoi occhi.
“Promettilo”
Ci fu ancora qualche istante di silenzio.
“Lo prometto” pensò infine la strega. Sentì il sollievo di Lzzy e una lacrima le scese lungo il viso. Non credeva di essere davvero così importante per qualcuno che conosceva da così poco tempo.
“Ora, riguardo a domani… Che vadano al diavolo tutti quanti, ok? Tu sai chi sei?” domandò Lzzy.
Icy stava per rispondere che non ne era sicura, poi pensò che una risposta del genere avrebbe fatto infuriare Lzzy quindi disse semplicemente:
“Sì”
“Ottimo. Quello è l’importante. Che pensino quello che vogliono, tu sai che sbagliano, come lo so io e come lo sanno Jay, Darcy e tutti gli altri! Non perdere mai di vista chi sei, chiaro? Se lo fai non ci sarà nessuno capace di dirtelo perché solo tu sai chi sei veramente, tu sei uguale solo a te stessa. Che ne sanno gli altri della tua vita, eh? Che ne sanno di quello che hai passato? Non vuoi parlarne neanche con me che sono legata a te per il resto dei miei giorni, come può saperlo qualcun altro?” Iniziò a cantare col pensiero: “There will be love, there will be pain, there will be hope, there will fear. Hai visto solo il lato negativo finora, ma se non ti impegni non riuscirai mai a cambiare. Se credi di non riuscirci da sola, cavolo, apri gli occhi perché non sei sola!”
Le lacrime ora scendevano abbondanti dagli occhi della strega, che sicuramente non si riconosceva più nella definizione di “cuore di ghiaccio”. Si fece scappare un singhiozzo e Lzzy le si avvicinò di più, attenta a non svegliare Stella. Quindi le passò un braccio dietro le spalle, continuando a stringerle la mano. Icy si irrigidì per un momento, disturbata dal calore di Lzzy.
“Sei ge-li-da! Sul serio non hai mai freddo??” le chiese quest’ultima, un pò sul serio un pò per allentare la tensione.
“Mai” rispose Icy. “Ehi, avrei potuto dire questo prima! Vi avrei fatti bere tutti. Perché non ci ho pensato?” aggiunse.
Lzzy rise sottovoce.

Spazio dell'autrice
Eccomi qui :) 
Scusate il ritardo ma non avevo wi-fi a disposizione (e neanche la privacy necessaria ad aggiornare se è per questo).
Ho il terrore di pubblicare questo capitolo, temo risulti noioso e pesante. Night Lzzy non è un'invenzione, giuro.
Una cosa che ho dimenticato di precisare nello scorso capitolo è che i cantanti e le band citati da Icy vengono considerati Wishperiani o comunque non terrestri in questa storia (comprendetemi, mi diletto a scrivere canzoni ma così è troppo lol). E dal momento che nella Dimensione Magica i cognomi sono un optional, cantanti come Avril Lavigne ne adottano uno un pò per vezzo, per essere più riconoscibili.
Ad ogni modo, la canzone alla fine del chappy è Teen Idle di Marina&TheDiamonds:
 https://youtu.be/NjX3omhMR0g

Ringrazio tutti coloro che seguono la storia recensendo o in silenzio :))
See ya!
Cass

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 
Icy si svegliò lentamente. Non aveva alcuna voglia di muoversi, circondata com’era da quel piacevole tepore… Un momento. Piacevole? In genere il caldo la infastidiva, perché di punto in bianco lo trovava piacevole? Con un enorme sforzo di volontà aprì gli occhi e capì che il calore era dovuto a Lzzy che, ancora addormentata, continuava a tenerla stretta. Quando la strega si liberò dall’abbraccio, il movimento fece uscire Lzzy dal mondo dei sogni. La ragazza si girò di schiena e si stropicciò gli occhi mentre Icy si alzava a sedere guardandosi attorno. Dormivano ancora tutti, nessuno le aveva viste dormire strette l’una all’altra. Non sapeva dire perché le importasse ma quasi si vergognava di quel risveglio, come se il suo lato più umano avesse bisogno di restare nascosto. Solo che con Lzzy finiva per scoprirsi sempre, e sempre un pò di più.
Stando attenta a non svegliare nessun altro Icy scese dal materasso e, scalza e con i capelli spettinati dal sonno, scese le scale. Lzzy la seguì aggiustandosi la canotta leggera, un altro dei motivi per cui Icy si era subito liberata dal suo abbraccio. La raggiunse in cucina.
- Sembri turbata. - le disse - Qualcosa non va? -
- Sono… calda. Non è normale. -
Lzzy scoppiò a ridere.
- Che hai da ridere? - la fulminò la strega.
- Scusa ma, sai, di solito la gente si preoccupa di essere fredda, non di avere una temperatura corporea decente. -
Icy sbuffò.
- Io non sono la gente, sono la strega del ghiaccio e per me essere calda è anormale. -
Lzzy alzò le mani in segno di resa e iniziò a preparare il caffè. Una volta pronto ne porse una tazza ad Icy, che si appoggiò al ripiano della cucina. In quel momento arrivò Darcy.
- Buongio… - La strega dell’oscurità si bloccò e rimase a fissare Icy, che si limitò ad alzare un sopracciglio. - Stai bevendo caffè? - chiese Darcy, scandendo lentamente le parole.
Icy realizzò che il caffè era una bevanda calda, del genere che di solito evitava come la peste. Non era male però. Si strinse nelle spalle e prese Darcy per un polso, dicendo:
- Stamattina va così. -
- Sei calda! Ti senti bene? - esclamò Darcy, squadrando attentamente l’amica.
- Sì, sto bene. Credo che sia colpa sua. - rispose l’altra indicando Lzzy con la testa.
- Ehi, riuscire a scaldarti è una colpa? - protestò quest’ultima.
- Più che altro è un miracolo in effetti. - ridacchiò Darcy, guadagnandosi una linguaccia da Icy. Mentre la strega del ghiaccio posava la tazzina ormai vuota Arejay si affacciò alla porta e, dato che Darcy gli dava le spalle, decise di farle uno scherzo: fece segno di tacere alle sue sorelle, quella di sangue e quella acquisita, e strisciò alle spalle della strega con l’intenzione di sollevarla.
- Non osare. - lo bloccò Darcy, girandosi con calcolata lentezza. Gli rivolse un sorriso sarcastico.
- Ma come… - Arejay aveva l’espressione di un bambino che si è lasciato sfuggire di mano un palloncino ad elio.
- Volevi prendere di sorpresa la strega delle illusioni? Andiamo Arejay, sii non dico serio, ma almeno realistico! - lo prese in giro Icy.
- Uhu, questa brucia. - commentò Lzzy, vendicandosi finalmente della sera precedente.
 
§§
 
Cassandra si svegliò nel buio della sua camera ad Alfea. Si alzò, ma non fece in tempo a fare un passo che inciampò nelle sue stesse valigie, rischiando di fare un volo da Oscar senza bisogno delle ali. Per fortuna non aveva svegliato la sua compagna di sta…
- Buongiorno! -
Una voce squillante ruppe il silenzio, subito seguita da un’altra.
- Adelaide, non urlare! Staranno dormendo. -
- Embè? Voglio essere salutata lo stesso. -
Cassandra sorrise riconoscendo Adelaide e Francesca. In soggiorno fu accolta dal -Visto? Lei è sveglia. - di Adelaide che, mollato il borsone che portava a tracolla senza tanti complimenti, spalancò le braccia aspettando un abbraccio.
- Ciao Ade. Francesca. - le salutò la ragazza.
- Buongiorno. - disse una voce assonnata alle sue spalle.
Francesca salutò la nuova arrivata con un tono allegro raro da sentire alle otto del mattino.
- Ciao Giunia. Scusa se ti abbiamo svegliata. -
La ragazza dai capelli biondo castani e leggermente mossi fece cenno di lasciar perdere.
- Mi sarei svegliata comunque. Siete sole? - chiese.
- Sì, non abbiamo portato nessun muchacho sexy. La Spagna non ci merita. - rispose Adelaide con aria melodrammatica, scatenando una risata collettiva.
- Ma si lamenta pure oh! Ci fossi andata io in vacanza in Spagna, guarda là la tintarella. - borbottò una ragazza dai capelli corti e castani con le punte tinte di rosso scuro. Era appena entrata nell’appartamento insieme ad un’altra ragazza dai capelli blu.
- Sono arrivate anche Ioanna e Rebecca pare. - commentò Adelaide senza voltarsi né rispondere.
- Eh no guarda, sono un’apparizione! - replicò la ragazza dai capelli blu.
- Un’apparizione mistica dritta dritta dall’Olimpo londinese. - ribattè Cassandra.
 
§§
 
Ormai si erano svegliati tutti e gli Halestorm stavano per tornare a casa. Questa volta sarebbe stato diverso: non avrebbero più potuto vedersi così spesso e Icy aveva già visioni catastrofiche dei prossimi concerti di Lzzy la quale, consapevole di aver fatto tutto quanto era stato possibile fare in una settimana, non vedeva l’ora di tornare sul palco.
- Mi raccomando, non dire a nessuno… -
- Icy, a chi vuoi che lo dica? Guarda che non ci tengo a fare i test psicoattitudinali della CIA. - sbuffò la cantante.
- Cos’è la CIA? Ah, lascia stare, me lo dirà Bloom. -
Lzzy rise e strinse la strega in un abbraccio soffocante.
- Mi mancherai sis. Voglio almeno un messaggio ogni giorno, chiaro? -
- Idem. Azzardati a saltare un giorno e ti vengo a cercare. -
Lzzy si spostò per salutare gli altri e Arejay ne approfittò per passare un braccio attorno alle spalle della strega, stringendola in un mezzo abbraccio.
- Non preoccuparti Icy, la terrò d’occhio io e se fa qualcosa che non deve le tiro una bacchetta. Ma tu cerca di stare bene, ok? -
Icy sgusciò fuori dalla stretta del ragazzo, imbarazzata, e gli fece  un timido sorriso di conferma.
Quando attraversarono il portale, la strega del ghiaccio sentì la mente frizzante di Lzzy allontanarsi dalla sua e in pochi istanti il legame che le univa si assottigliò, finchè Icy non avvertì solo vagamente che la sua compagna di mente era viva. Per sapere di più le sarebbe bastato concentrarsi un po’.
- E’ ora di tornare ad Alfea. - disse Flora, riportando Icy sulla terra. Faragonda aveva permesso loro di saltare la cerimonia di apertura, ma dovevano comunque essere nel campus per mezzogiorno.
 
***
 
Quel pomeriggio, ad Alfea.
 
Darcy aveva seguito tutta la cerimonia da una finestra al piano terra, non vista. Le presidi avevano da poco terminato il loro discorso e le giovani streghe e fate si stavano disperdendo nel cortile.
Le piaceva guardare le persone da lontano, giocare a indovinare cosa stavano facendo, cosa pensavano… I suoi poteri l’avevano abituata ad osservare i più piccoli dettagli e ora, guardando tutte quelle ragazze che si mescolavano fra loro, era in grado di capire se fossero fate o streghe dal look eccessivamente dark o eccessivamente “harajuku” delle novelline o dai movimenti delle più grandi e sobrie.
Per questo un gruppo attirò la sua attenzione: mentre, come al solito, fate e streghe tendevano a stare in gruppi distinti, due streghe stavano parlando con alcune fate non molto lontano dalla sua postazione. Per un attimo Darcy pensò che di lì a poco avrebbero iniziato a lanciarsi incantesimi su incantesimi, ma osservandole meglio notò che i loro atteggiamenti erano amichevoli: stavano addirittura ridendo fra loro! Concentrò la sua attenzione su di loro, incuriosita. L’unica fata che aveva atteggiamenti civili con le streghe oltre alle Winx era Mirta, che come esempio valeva zero dato che era stata lei stessa una strega.
Le due streghe avevano entrambe i capelli castani, ma una li portava corti e li aveva mossi, quasi ricci; mentre l’altra li aveva più lisci e lunghi fino a metà schiena. Quella con i capelli corti indossava un abito corto violetto, dei leggings color crema e degli stivali viola scuro con il tacco basso e di tanto in tanto si aggiustava la lunga sciarpa bianca. L’altra invece aveva una maglia nera che le lasciava la pancia scoperta sotto uno smanicato rosso ancora più corto, dei jeans e degli stivaletti rossi col tacco alto e sottile.
Non ricordava di averle viste a Torrenuvola quando lei e le sue sorelle avevano preso il controllo della scuola. Forse facevano parte di quel pugno di studentesse che erano fuggite prima che sigillassero l’edificio… chissà.
Una fata dai capelli corti e bianchissimi fece scoppiare a ridere tutto il gruppo. Di lei vedeva solo il cappuccio verde con cuciti sopra due occhi azzurri e, appunto, i capelli, perché era seduta su una panchina insieme ad una fata dai capelli biondo castani. Invece la ragazza dai ricci biondi la vedeva benissimo. Era l’unica ad indossare un vestito, di un azzurro più scuro di quello dei suoi occhi. Una ragazza dai capelli castani con le punte rosso scuro si appoggiava alla sua spalla con un braccio. Indossava una felpa rossa a maniche lunghe e dei semplici leggings neri. Al collo portava uno strano ciondolo, una specie di triangolo con un cerchio e una linea dentro. Un’altra ragazza aveva i capelli castani raccolti in una coda alta, mentre un ciuffo le ricadeva sull’occhio destro. Aveva una ciocca tinta di azzurro, unica nota di colore nell’abbigliamento incredibilmente total-black: gli stivaletti col tacco basso si sovrapponevano ai pantaloni, poco più chiari della t-shirt a collo alto. A causa del suo look aveva esitato un attimo nel classificarla. L’ultima ragazza aveva i capelli lunghi e blu, ma non di un blu uniforme: avevano varie sfumature, dal blu elettrico al blu di Prussia. Portava una maglia giallo acceso senza maniche, con stampata la scritta “AC/DC”. Ricordava di aver sentito parlare Joe di una band con quel nome… questo significava che quella ragazza era terrestre! Sempre più incuriosita, Darcy elaborò un incantesimo che le consentisse di ascoltare i loro discorsi. La ragazza dai capelli bianchi stava raccontando qualcosa.
- …e c’era questo ragazzo che aveva praticamente puntato Francesca ma lei no, ovviamente lei va dietro a Richard quindi non se lo fila nemmeno ‘sto tizio. -
La bionda, Francesca evidentemente, replicò:
- Ma che dovevo fare scusa? Quello non lo rivedo manco per sbaglio e poi avrei dovuto stare lì a spiegargli tutta la storia sulla magia e bla bla bla… E non so lo spagnolo quindi non mi avrebbe capita e io non avrei capito lui… -
- Tu non ti capisci neanche da sola Francè! - la interruppe la ragazza col ciondolo, provocando un altro scoppio di ilarità.
La strega con la sciarpa bianca si guardò intorno e Darcy temette che si fosse accorta del suo incantesimo, ma tirò un sospiro di sollievo quando disse:
- Ma perché ci stanno tipo fissando tutti? -
- Forse perché siamo l’unico gruppo misto di fate e streghe? - rispose l’altra strega.
- Vabbè, ma non è che sia proprio una cosa dell’altro mondo! - intervenne la ragazza dai capelli blu - Ci conosciamo da prima di… tutto questo e mica tronchiamo un’amicizia solo perché tu e Maria avete scelto Torrenuvola. - continuò, facendo un ampio gesto con il braccio per indicare probabilmente l’intera Dimensione Magica. Era sicuramente terrestre e, stando a quanto aveva detto, lo erano anche le altre.
- Secondo me stanno aspettando che ci prendiamo a parole per passare alla parte divertente della cerimonia. - disse la ragazza con la ciocca azzurra.
- Ne hanno da aspettare allora! - rise la fata di cui Darcy vedeva solo i capelli.
- Vi ricordate il primo anno quando c’erano quelle tartine incantate e io e Desirè vi abbiamo avvisate di non mangiarle? - chiese Maria.
- Oddio sì! - esclamò la ragazza con il ciondolo coprendosi la bocca con le mani.
- Noi povere novelline in mezzo a quel casino con le Winx e le Trix che si affrontavano sopra le nostre teste. Che ricordi! - disse la ragazza con la ciocca azzurra.
- Un inizio davvero traumatizzante. - commentò Francesca.
Desirè, la strega con i capelli lunghi, chiese:
- Ma è vero che sarete in classe con loro? Con le Winx e le Trix? No perché è così strano che quando Ioanna me l’ha detto ho pensato che mi stesse prendendo in giro. -
- Grazie sai? - replicò la ragazza con il ciondolo, che Darcy identificò come Ioanna.
Intervenne la ragazza con la ciocca azzurra.
- E’ vero Desy, e onestamente sono un pò tesa per domani. Voglio dire, non è una cosa da tutti i giorni andare in classe con le streghe più potenti della Dimensione Magica, eppure per noi lo diventerà. E’… strano. -
Darcy ascoltava attentamente. Si era appena resa conto di stare origliando le sue compagne di corso ed era indecisa se interrompere l’incantesimo o continuare ad ascoltare. Dopotutto stavano parlando di lei e delle sue sorelle e sapere in anticipo cosa aspettarsi sarebbe stato utile, quindi decise di continuare.
- Io non so come dovremmo comportarci - stava dicendo Francesca - è una situazione particolare e ci penso da quando ci hanno dato le liste, ma non vengo a capo di niente. -
- Per quanto mi riguarda, io cercherò di comportarmi come con chiunque altro. Farò quello che devo per avere una convivenza civile, nel senso che io saluto, poi se ricambiano bene sennò amen. Non mi sono mai messa a correre appresso alla gente e non inizierò adesso. - disse la ragazza dai capelli blu.
- Non lo so Rebe… Non penso vorranno fare conoscenza. - disse la ragazza castana sulla panchina.
- A dire il vero anch’io pensavo di regolarmi così. Che ne sappiamo noi, magari non sono tanto male come sembra. Se il Consiglio di Roccaluce ha dato loro un’altra possibilità, perché noi non dovremmo farlo? - disse ancora la ragazza con la ciocca azzurra.
- Ben detto Cass. - disse Rebecca.
- Sì, credo che sia la cosa migliore da fare. - convenne Francesca.
- Secondo me, già da domani a colazione capiranno che siamo completamente fuori di testa e staranno loro alla larga da noi, però sono d’accordo. - disse la ragazza dai capelli bianchi.
Darcy si stupì nel sentirle parlare, si aspettava sorrisi finti e odio malcelato, ma queste ragazze la stavano veramente sorprendendo. Era curiosa di sapere cosa pensavano le altre due fate, ma nessuno disse più niente perché in un angolo del cortile alcune fate e streghe si erano trasformate e stavano per affrontarsi.
- Uh, inizia la festa. Peccato che io sia troppo pigra per arrivare laggiù. - commentò la ragazza dai capelli bianchi.
- Scusa Adelaide, ma da che parte staresti? Con noi o contro di noi? - chiese Maria.
Adelaide rovesciò la testa sulla panchina, sbuffando.
- E’ ovvio che sarei zona neutra, mica mi metto a combattere con le mie amiche. -
- Zona neutra, ok. Ma quelle ci vanno giù pesante mi sa, meglio togliersi di qui. - rispose Maria.
Dopo aver dato un’occhiata al gruppo di teste calde, Rebecca disse:
- Sì, credo anch’io. Venite, entriamo. -
Mentre si avviavano verso l’ingresso della scuola una giovane strega, probabilmente del primo anno, raggiunse correndo Desirè.
- Posso venire con voi? Non voglio farmi massacrare prima del primo giorno. - disse, i capelli neri che svolazzavano.
- Certo Aire. - le rispose Desirè.
Aire si unì al gruppo, gettando occhiate veloci verso la “battaglia”.

Spazio dell'autrice
Sto aggiornando ad un orario decente, da non credere!
Cooomunque, eccoci qui, io e le ragazze. Mamma mia, le conosco da due anni *lacrimuccia*
Sembrano secoli...
Smetto di fare la sentimentale, va bene.
Che dire per il resto? Icy inizia ad avvertire alcuni cambiamenti fisici portati dal Bonding, ma questo è niente...
Ringrazio Vlad123 e tutti gli autori nominati finora, e naturalmente anche i lettori silenziosi. :)
Vi lascio ad Adelaide... http://i64.tinypic.com/s5agr5.jpg
...Francesca...  http://i65.tinypic.com/2hqtcno.jpg
...e Giunia  ;)  http://i66.tinypic.com/rhrc6x.jpg
See you :))
Cass
P.S. In bocca al lupo DarcyRocks, buon inizio classico ;)

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

 
Aire fissava il pavimento senza mai alzare lo sguardo verso le ragazze. Non perché fossero fate, semplicemente voleva evitare che i suoi poteri prendessero il sopravvento. Era per questo che non aveva voluto partecipare alla scaramuccia nel cortile, non era una vigliacca e riusciva già a trasformarsi, ma non sempre riusciva a controllare quelli che lei chiamava spacchi: frammenti di ricordi delle persone che vedeva. A nessuno piaceva quell’invasione della privacy, a lei meno che agli altri. Quindi se ne stava lì in silenzio e con gli occhi bassi, seduta sulle scale dell’atrio di Alfea mentre le altre discutevano su chi fosse il ragazzo più bello di Fonterossa. Dato che l’argomento era interessante cercava di seguire, ma le ragazze parlavano praticamente in codice ed era molto difficile star loro dietro. Sembrava avessero dato un soprannome a ogni ragazzo della scuola.
- Secondo me Tancredi non è da escludere. - stava dicendo Ioanna, ma venne interrotta da Francesca:
- Ma che Tancredi e Tancredi, tu devi pensare a Strudel! -
Ioanna alzò gli occhi al cielo.
- Ancora con questa storia? Non-mi-piace, smettila di shipparci. -
- Sì sì, tutte scuse. Ammettilo piuttosto. - replicò la bionda.
- Tornando al discorso di prima, secondo me il migliore è Carino. Poi che è occupato è un altro discorso, però è il migliore. - intervenne Rebecca prima che Ioanna strangolasse l’amica.
- Nah, secondo me il migliore è Ciambella. - replicò Adelaide, guadagnando uno sguardo di approvazione da parte di Giunia.
- Per me il top è Barboncino. - disse Desirè.
Cassandra ridacchiò e si strinse nelle spalle, divertita dalla gara delle amiche.
- Eddai Cass, esprimi il tuo parere. - la esortò Giunia.
- Non ho pareri da esprimere, non mi metto a guardare ragazzi che non mi guarderanno mai. - rispose ridendo.
- Dovresti, è un ottimo sport. -
A parlare era stata Aire.
- Sei viva cucciola? Pensavo fossi diventata una statua. - ribattè Cassandra, riprendendosi subito - Scusa, io chiamo tutti “cucciolo”. -
- Fa niente. E comunque non ho parlato prima perché non capivo un accidenti con tutti quei nomi in codice. -
- Eheh, servono a difendersi dai pettegolezzi e dalle soffia-ragazzi. - disse Ioanna, gesticolando come suo solito. A quelle parole risero tutte.
- Potete stare tranquille con me, - disse Aire - dubito che i ragazzi che vi interessano possano notare una matricola quale sono. -
- Quanto odio quando dicono “matricola” come se fosse sinonimo di “nullità”. - esclamò Maria.
- Non intendevo in quel senso. - disse Aire.
- Meglio così, ma ci sono tantissime persone che lo fanno, soprattutto a Torrenuvola. Tu non farti scoraggiare perché anche loro sono state al primo anno e magari ne sapevano anche meno di te. -
Desirè annuì, d’accordo con la compagna, e disse:
- Aire ha un talento naturale, ha già raggiunto il primo livello. -
- Col tuo aiuto, e non so ancora controllare gli spacchi. - precisò lei, scostando un ciuffo di capelli dagli occhi blu.
- Un po’ di pazienza, hai tempo per farlo. - la consolò Desirè.
Aire sogghignò e Giunia chiese:
- Cosa intendi con “spacchi?” -
Aire si attorcigliò una ciocca di capelli intorno al dito mentre rispondeva:
- Io sono la strega del tempo e a volte mi capita di avere delle visioni. Succede soprattutto con le persone, ma anche con gli animali, i luoghi, gli oggetti. Guardo qualcosa e vedo degli avvenimenti che l’hanno riguardata, non scelgo io di farlo e non posso smettere di guardare, anche se magari vorrei farlo. Al massimo posso chiudere gli occhi e tapparmi le orecchie e aspettare che il ricordo finisca. Chiamo questi ricordi “spacchi” perché sono degli spacchi nel tempo. -
Le ragazze ammutolirono. Quella ragazzina era davvero potente e la sua riservatezza era certamente dovuta a quel dono bellissimo e terribile al tempo stesso. Finchè non avesse imparato a prevenirli, Aire sarebbe stata costretta a guardare gli spacchi passivamente, senza poter intervenire.
Probabilmente il silenzio era diventato pesante anche per qualcuno che, più in alto sulle scale, aveva fatto scivolare un tacco su un gradino. Il rumore riecheggiò nell’atrio e le ragazze sobbalzarono, voltandosi. In cima alla rampa che portava ai dormitori c’era Darcy, che si era teletrasportata appena in tempo per dare l’impressione di essere appena arrivata quando invece aveva origliato fino a quel momento. Finse di averle appena viste e fece per tornare sui suoi passi, ma si fermò di nuovo, stupita, quando Francesca la salutò.
- Ehi ciao. -
“Ehi ciao???” pensò Darcy, girandosi di nuovo e rispondendo incerta:
- Ehm… Ciao. -
Icy e Stella, che la stavano cercando per vedere insieme a lei come si stava sviluppando la situazione nel cortile, si stupirono nel vederla ferma sulle scale Icy la chiamò.
- Darcy, che fai qui? Non sta… - si interruppe quando si accorse delle nove ragazze che ora fissavano lei. - Oh. Salve. - disse.
La ragazza dai capelli neri e lisci che sedeva sull’ultimo gradino urlò, serrando gli occhi e portandosi le mani alle orecchie:
- No, non con lei cavolo! -
Aire avrebbe voluto sprofondare. I suoi poteri dovevano dare di matto proprio con la strega più potente della Dimensione Magica? nonstante si fosse tappata le orecchie, l’unica frase che aveva sentito prima di reagire continuava a girarle nella testa: “prova a fare il primo passo sis”. Non aveva idea di cosa significasse né di chi fosse la voce femminile che la pronunciava, aveva chiuso gli occhi prima che la figura si delineasse. Si sentì afferrare per un braccio e istintivamente aprì gli occhi, ma li richiuse subito. Lo spacco non era ancora finito. Ignorando la mano che la scuoteva, contò lentamente fino a trenta, poi socchiuse un occhio: vedeva di nuovo il pavimento di Alfea, quindi era finito. Con cautela aprì anche l’altro occhio e si tolse le mani dalle orecchie. Desirè e le sue amiche le si erano strette intorno, come anche Stella, mentre le due Trix stavano un po’ in disparte.
- E’ tutto a posto Aire? - le chiese Adelaide con aria preoccupata.
Lei annuì in risposta, arrossendo per la vergogna quando intravide Icy.
- Mi-mi dispiace, i-io non vo-vo-volevo, scusa. Comunque non ho v-visto niente, ho chiu-chiuso gli occhi. - balbettò imbarazzatissima.
- Di cosa stai parlando? - le chiese Stella, confusa.
Fu Desirè a rispondere, risparmiandole un altro penoso balbettio.
- Aire a volte vede i ricordi delle persone, è un potere che deve imparare ad usare. -
Icy deglutì. Le venivano in mente un paio di cosette che non voleva far sapere in giro e altrettante che una ragazza così piccola non avrebbe voluto vedere.
Ritrovò la voce e disse:
- Non devi preoccuparti… - impiegò un momento per ricordare il nome della ragazza - …Aire. Può succedere. - Esitò prima di chiedere: - Davvero non hai visto nulla? -
- Sì, le immagini non sono subito nitide e ho a malapena intravisto delle sagome. -
Icy tirò un sospiro di sollievo, poi disse, con tono più rilassato:
- Allora non vedo il problema. -
Le ragazze sconosciute la fissarono con gli occhi spalancati. Le venne da ridere davanti alle loro espressioni attonite, ma si trattenne. Era felice di averle spiazzate in positivo, anche se non aveva idea di chi fosser… “Grande prima impressione Icy, sono le nostre compagne di corso” la informò telepaticamente Darcy, neanche l’avesse sentita. In tal caso, pensò Icy, forse era ora di presentarsi.
- A giudicare dalle vostre espressioni sapete esattamente chi sono, anche se avete un’idea sbagliata di me. - vide la ragazza dai capelli mezzi castani e mezzi rossi storcere leggermente la bocca, ma come darle torto? - Ma, voi chi siete? - continuò.
Rebecca prese il coraggio a due mani e rispose per prima.
- Io sono Rebecca, la fata della notte. -
Icy la fissò e disse:
- Sei terrestre per caso? -
- Sì, lo siamo tutte tranne Aire, ma come… ? - rispose l’altra, stupita.
La strega del ghiaccio indicò col mento la sua maglietta e rispose:
- La scritta sulla tua maglietta. E’ una band terrestre, no? - Stavolta non riuscì a trattenere un sorriso di fronte allo stupore di Rebecca, che certo non si aspettava che una Trix conoscesse gli AC/DC. - Bloom è cresciuta sulla Terra e durante l’estate ha avuto il tempo di farci sentire qualcosa, tra cui gli AC/DC. -
Non poteva certo dire che era stato Joe a farle sentire Highway To Hell.
Gli occhi di Rebecca si illuminarono.
- Grande, avevo bisogno di qualcuno con cui fangirlare su Angus! - disse, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Icy non aveva capito bene.
- Fare che? - domandò infatti.
Rispose Giunia.
- Fangirlare, ovvero l’arte puramente terrestre di idolatrare dei personaggi famosi, in genere musicisti o attori. Io sono Giunia, la fata del clima. -
- Io sono Cassandra, la fata degli astri. -
Icy cercò di memorizzare nomi e poteri delle sue nuove conoscenze: Francesca, la bionda, era la fata dei fulmini; Maria la strega delle gemme; Desirè la strega dell’arte; felpa verde alias Adelaide era la fata dell’aria; Ioanna la fata dell’acqua.
Erano abbastanza intimidite, come Icy del resto, mentre Stella era completamente a suo agio e Darcy aveva iniziato a parlare con Aire degli spacchi e le stava dando dei consigli per evitarli. La ragazzina lentigginosa era molto interessata e allo stesso tempo il fatto che una delle Trix le stesse insegnando dei trucchetti per chiudere la mente la lusingava.
Giunia invece chiese timidamente ad Icy:
- Come fata del clima controllo gli elementi atmosferici, ma con il ghiaccio e la neve ho alcuni problemi, cioè, non riesco a controllarli bene come ad esempio il vento o la pioggia, e mi chiedevo se… -
-  Sì, posso provare a darti una mano. Non garantisco che il mio metodo funzioni anche per te, sono pur sempre una strega, ma si può provare. -
- Fate e streghe hanno davvero modi così diversi di evocare incantesimi? - chiese Cassandra alla strega del ghiaccio.
Icy riflettè un attimo prima di rispondere.
- Sì e no: facciamo affidamento su fonti diverse, magia negativa e positiva, ma spesso gli incantesimi di una strega possono essere emulati da una fata e viceversa. In fondo non c’è tutta questa differenza a livello pratico, la differenza sta nel modo di pensare. -
Le ragazze la guardavano interessate, Stella compresa. Non aveva mai sentito l’opinione di Icy in proposito ma quello che aveva detto le piaceva, anche se era una critica velata al comportamento di molte fate che si ritenevano superiori alle streghe. Sapeva di aver fatto parte di quel gruppo negli anni passati, ma da quando era iniziata la convivenza con le Trix la sua opinione era mutata radicalmente e fate come Amaryl la facevano innervosire. Beh, Amaryl l’aveva sempre fatta innervosire a dire il vero.
- Magari domani nell’ora di pratica mi farai vedere, Faragonda permettendo. - disse Giunia.
- Qualcuno mi spiega perché è la preside a fare lezione di pratica da voi? E’ la più vecchia dopo Wizgiz! - disse Maria.
Francesca, Ioanna e Stella scoppiarono a ridere mentre Adelaide commentava, per poi ridere assieme alle altre:
- Mi raccomando urlalo al mondo Maria. Tanto siamo nella sua scuola, sai com’è. -
Altre due ragazze entrarono nell’atrio. Una aveva i capelli lunghi e verde scuro, era magrissima e aveva un viso spigoloso, l’altra era molto più pallida e le lentiggini circondavano il nasino alla francese, i capelli rossi erano tagliati a caschetto. Darcy riconobbe Mirta e Lucy e anche loro riconobbero lei e Icy. Mirta non sembrò preoccuparsene più di tanto mentre Lucy cambiò espressione, guardando diffidente le due.
Vide Aire vicino a Darcy e disse:
- Lo sai con chi stai parlando, matricola? -
Maria sbuffò e la ragazzina rispose che sì, lo sapeva.
- E allora? - chiese di rimando con quanta più indifferenza riuscì a radunare.
La risposta spiazzò la strega dai capelli verdi. Chi credeva di essere quella nanerottola dagli occhi color oceano? Archiviò la questione, avrebbe avuto tempo per insegnarle a stare al suo posto. Fece una smorfia e si rivolse alle altre.
- Le presidi hanno fermato la rissa e la Griffin sta radunando le streghe per tornare a Torrenuvola. Dovete venire. -
A malincuore Maria e Desirè salutarono le amiche e si allontanarono insieme a Lucy e Aire. Mirta rimase un attimo indietro, mimò con le labbra qualcosa come “non badate a Lucy” rivolto probabilmente ad Icy e Darcy, salutò con la mano e uscì anche lei.
- Meglio andare anche noi, fra poco le fate entreranno e non credo vi piacerebbe essere qui. - disse Stella.
- No, non mi piacerebbe affatto. - convenne Icy. - Voi capite cosa intendo, vero? Non è per voi. - aggiunse rivolta alle altre fate.
- Sì sì, tranquilla. Probabilmente si fermerebbero tutte a fissarvi come dei pandicorni ed è una delle cose più brutte al mondo quindi vi capisco. - disse Francesca.
Icy non aveva la minima idea di cosa fosse un pandicorno, ma Francesca le stava simpatica. Aveva un bel sorriso e a pelle le sembrava una persona gentile e comprensiva.
- Purtroppo di gente fuori di testa come noi ce n’è troppa poca anche a Magix quindi nessuno si pone il problema di guardare oltre la facciata… - disse Rebecca.
- Non bisogna essere pazzi per farsi due domande. - osservò Darcy.
- Ma alla gente normale fa fatica muovere il cervello. - ribattè Adelaide, facendo sorridere la strega.
- Vero. Beh, ci vediamo domani. -
Quando nell’atrio non si sentì più il rumore dei tacchi delle tre ragazze, Ioanna chiese:
- Voi che ne pensate? Io sono un po’ insicura, cioè… oddio, non lo so. Ci voglio andare coi piedi di piombo, ecco. -
- Vabbè, è ovvio che non ci fidiamo proprio ciecamente eh. Ci vuole tempo. - commentò Rebecca.
Adelaide annuì e disse:
- Avete visto però com’è stata comprensiva con Aire? Io mi aspettavo uno sclero assurdo da quel che si dice in giro, invece Icy tutta tranquilla… -
- Lo ha detto anche lei, no? Abbiamo un’idea sbagliata e a quanto pare è vero. - disse Cassandra.
- Però sembrava preoccupata che Aire avesse visto qualcosa. - commentò Giunia.
- Ma è naturale dai, ognuna di noi ha fatto cose che non vuole dire in giro, lei a maggior ragione. Inoltre mi sembrava anche preoccupata per Aire, dalla reazione che ha avuto sembrava aver visto qualcosa di brutto. -
- Che ne sai se ci sono cose brutte da vedere? - chiese Adelaide.
- Ci saranno di sicuro, non scegli di diventare la strega più temuta della Dimensione Magica se hai una vita perfetta. - rispose Cassandra.
Seguirono alcuni attimi di silenzio, poi le alte porte dell’ingresso si aprirono completamente e il chiacchiericcio delle allieve riempì l’atrio. 

Spazio dell'autrice
Sono sopravvissuta alla prima settimana di scuola, quindi posso ottimisticamente dire che almeno fino a Natale resisto (ironia).
Questo chappy è un pò il mio modo di festeggiare ^w^
Ve lo giuro, io e le ragazze siamo così. E' il ritratto più realistico possibile, soprannomi compresi.
Si sa qualcosa in più su Aire (saluti chica ;) )  e incontriamo Mirta e Lucy, personaggi che erano anche abbastanza importanti nella prima serie e finiscono a fare le comparse come tutti gli altri. 
Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono, so quanta pazienza ci vuole per sopportarmi XD
Vi lascio a Ioanna... http://i68.tinypic.com/33ky71t.jpg 
...Rebecca... http://i64.tinypic.com/x3hnnm.jpg
...Desirè...  http://i66.tinypic.com/2v150ts.jpg
... e Maria ;)  http://i66.tinypic.com/2vijs03.jpg
Sono stata abbastanza fortunata, dal momento che hanno tutte inconsapevolmente scelto la stessa trasformazione XD Se avessero scelto, che so, il Sirenix sarei morta. Sarebbe stato troppo superare tutte le prove necessarie per ottenerlo... va bene, va bene, smetto di congetturare.
Alla prossima :))
Cass

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

 
“Perché nessuno spegne quella maledetta sveglia? Anzi, perché diavolo qualcuno ha messo la sveglia… ODDIO E’ TARDI!”
Stormy si precipitò fuori dal letto, buttando all’aria le coperte. Spense frettolosamente la sveglia e si diresse verso il bagno, conscia di avere cinque minuti scarsi per dare una forma al cespuglio di rovi che aveva in testa. Dato che nell’appartamento c’erano solo due bagni, decisamente pochi per nove ventunenni, le ragazze avevano coordinato le rispettive sveglie, metodo che non permetteva loro il tipico lusso degli studenti, cioè girarsi dall’altra parte al suono della sveglia per poltrire ancora un po’.
Dopo aver rinunciato alla battaglia, la strega delle tempeste raccolse i capelli in un tuppo e lo fermò con due spilloni neri, quindi passò al trucco. La voce assonnata di Darcy la raggiunse:
- Stormy… -
Stormy uscì dal bagno mentre con la mano destra finiva di mettersi il rossetto. Quindi si infilò in dei pantaloni aderenti rosso scuro, a cui abbinò un top a metà tra rosso e marrone e degli stivaletti in tinta con tacco rigorosamente a spillo. A quel punto non le restava che aspettare le altre, quindi per ingannare l’attesa si sedette alla scrivania e scorse di nuovo l’orario delle lezioni. L’inizio sarebbe stato veramente un trauma: due ore di pratica. Pratica era la seconda materia obbligatoria (la prima era elementologia) e l’insegnante era Faragonda, dalla quale certo non avrebbero ricevuto un trattamento di favore. Con tutta probabilità avrebbe messo su una simulazione di una battaglia “fate vs streghe” con la precisa intenzione di saggiare il terreno. La strega si consolò al pensiero che il resto della giornata sarebbe stato relativamente rilassante: dopo la pausa infatti le aspettavano un’ora di storia della magia, una di rune e una di metamorfosimbiosi.
Stormy sospirò e si appoggiò alla sedia. L’occhio le cadde su uno specchietto e ciò che vide le parve strano. Non c’era niente di anormale nel suo riflesso, eppure sentiva che la ragazza che la osservava dal vetro non era lei. Poi capì. Era troppo ordinata, Stormy non era mai così perfetta. Le bastò liberare dallo chignon due o tre riccioli per riconoscersi. Stormy sorrise al suo riflesso, che sorrise di rimando.
 
***
 
I corridoi erano così deserti che per un istante Icy pensò che fosse ancora vacanza. In realtà, nonostante tutti i loro sforzi, le ragazze avevano finito col fare tardi, quindi tutte le altre allieve erano già scese a fare colazione. Per essere la prima mattina, otto minuti complessivi di ritardo erano accettabili dopotutto. E a giudicare dal rumore dei tacchi non erano neanche le uniche. Dal corridoio alle sue spalle arrivava di corsa una ragazza completamente vestita di nero, che Icy riconobbe come Cassandra. Riconoscendole e vedendo che non avevano poi tanta fretta di scendere, la ragazza rallentò per salutarle, senza badare all’occhiata scettica di Stormy. Si presentò nuovamente e si unì a loro, lieta di condividere la strada da lì alla mensa. Darcy era di un altro avviso.
- Faresti meglio a superarci ora che non ci vede nessuno se non vuoi essere tagliata fuori dal resto della scuola. - le disse infatti.
Cassandra scrollò le spalle.
- Non mi importa. Sono già amica di due streghe, peggio non posso fare secondo l’opinione pubblica. Se gli altri si fermano alle apparenze non posso farci niente, inoltre non mi piace quel genere di compagnia. -
Parlò con tono allegro e disinvolto e mantenne il suo sorriso anche quando entrarono in mensa e il chiacchiericcio continuo si interruppe per qualche istante per poi riprendere più sommessamente.
- Comunque io raggiungo le altre al tavolo giù in fondo, ci vediamo dopo. - salutò la fata per poi dirigersi verso le sue amiche.
- Che tipa. - commentò Musa sedendosi.
- Mi piacciono i suoi standard. - disse Stormy.
Icy non disse niente. Tentennò un attimo, indecisa fra la caraffa del tè freddo e quella del caffè. Il secondo l’avrebbe svegliata, mentre la temperatura del primo sarebbe stata un’iniezione di fiducia, un elemento sconosciuto in un pantano di novità. Si versò il tè.
 
***
 
Icy stava quasi per abbassare la guardia.
Mancavano trenta minuti (ventinove) alla fine della lezione di pratica e Faragonda aveva lasciato in pace sia lei che le sue sorelle. Dopo cinque minuti di discorsetto introduttivo, del quale evidentemente non riusciva a fare a meno, aveva dato il via ad una serie di duelli magici uno contro uno fra le allieve. Non ci era andata leggera: per il primo aveva scelto Bloom e Ioanna, fuoco contro acqua. La ragazza castana aveva resistito abbastanza a lungo, ma non aveva l’esperienza di combattimento di Bloom così, nonostante entrambe avessero il Bloomix, la rossa aveva vinto. Il secondo duello aveva visto impegnate Musa e Yomi, che aveva vinto più per fortuna che per abilità. Lo scontro tra Giunia e Stella era finito pari, dato che la terrestre opponeva un incantesimo di maltempo a ogni incantesimo di luce della bionda, e le due ne erano uscite esauste. Era stato lo scontro più lungo, la preside le aveva fermate per pietà.
In quel momento stavano combattendo Aisha e Rebecca, che si stava difendendo bene… fino a quel momento.
“No, non ti ferma… re” pensò Icy, alzando gli occhi al cielo quando la fata della notte venne colpita in pieno dall’onda morphix di Aisha. Dopo aver scagliato un incantesimo si era fermata, convinta che il suo colpo fosse più veloce. Invece ora era a terra e, secondo le regole di Faragonda, aveva perso.
La strega del ghiaccio controllò veloce l’orologio sulla parete. Ventisette minuti.
La preside chiamò la coppia successiva:
- Amaryl, è il tuo turno. E anche tu, Icy. -
La fata delle Stelle fece un sorrisetto soddisfatto che Icy trovò odioso. Amaryl era la cosa peggiore che potesse immaginare. La smorfia di disappunto che stava per disegnarsi sul suo volto si dissolse e al suo posto Icy indossò una maschera di indifferenza. Se Faragonda voleva un finale in grande stile, glielo avrebbe dato: sapeva che Amaryl non si sarebbe lasciata battere facilmente e lei non sarebbe stata da meno.
Una volta al centro dell’aula, Icy si trasformò in un battito di ciglia per poi aspettare pazientemente che la fata si trasformasse.
- Amaryl Fairix! -
Icy drizzò le antenne. Non aveva mai combattuto contro una fata Fairix quindi avrebbe dovuto fare attenzione. “Sono così lente” pensò fra sé e sé incrociando le braccia.
Finalmente Amaryl completò la sua trasformazione: aveva tre ordini di ali di cui due sovrapposti, quelli superiori, il che significava che era veloce nel volo. In campo aperto sarebbe stato un vantaggio per Amaryl, ma nell’aula non faceva differenza. Non vedeva boccette di polvere di fata, ottimo. Il vestito vaporoso la avvolgeva fino a metà coscia ed era decorato da alcuni tulle sovrapposti, l’intreccio dei sandali saliva fino al polpaccio e i capelli corti erano sistemati in un’acconciatura semplice. Con un tintinnio, la fata si alzò in volo.
- Pronta? - chiese sprezzante.
Icy sentì Faragonda sospirare alle sue spalle. Davvero si aspettava un atteggiamento diverso? La strega aveva un intero repertorio di risposte appropriate, ma sapeva che Amaryl si sarebbe infuriata se non avesse raccolto le sue provocazioni. In più c’era Roccaluce, quindi si limitò ad uno “mhmh” di conferma alquanto evasivo. Amaryl strinse gli occhi.
- Bene. - disse - Sciame di stelle! -
Una raffica di sfere di luce si diresse verso la strega, che le schivò levandosi in volo. Le sfere si infransero sul pavimento con un rumore secco. Senza parlare, Icy si circondò di schegge di ghiaccio per poi lanciarle contro la fata. Amaryl si protesse con uno scudo, poi, sempre protetta da questo, evocò un incantesimo legante. Dato che non aveva parlato, Icy pensò che avesse semplicemente rafforzato lo scudo, quindi venne colta di sorpresa dalla gabbia dorata che le si materializzò intorno.
- Complimenti, anche se non serve a niente… - commentò la strega, raffreddando bruscamente l’aria intorno a sé congelando le sbarre, che andarono in frantumi quando strinse il pugno. Invece di lasciar cadere le schegge, Icy le raccolse per poi aggiungerle al blizzard che indirizzò verso l’incauta fata ormai priva di scudo. Amaryl non potè difendersi e si ritrovò incollata al muro dalla forza del vento gelido.
- Nova! - gridò, scatenando un’onda d’urto che scagliò Icy contro la parete opposta. La strega riprese il controllo del proprio corpo appena in tempo e attaccò di nuovo Amaryl.
Il duello proseguì sempre più aspro. Icy iniziava ad essere stanca del sarcasmo della fata e faticava non poco per tenere a freno la lingua. Amaryl, dal canto suo, stava raggiungendo il suo limite fisico: pochi minuti e non sarebbe più riuscita a contrastare gli attacchi della strega. Decise di giocare il suo  asso nella manica, l’incantesimo più potente che era in grado di produrre.
- Astro nascente! - esclamò, liberando un fascio di pura energia verso Icy. Doveva contrattaccare in fretta.
- Zero assoluto! - gridò, opponendo la luce biancazzurra del suo incantesimo a quella giallastra di Amaryl.
I due incantesimi si scontrarono a metà strada ma le due non li lasciarono dissolvere, anzi, li intensificarono. Ma Amaryl era troppo debole per resistere: dopo pochi secondi il suo fascio di luce iniziò ad accorciarsi sempre di più, finchè Icy riuscì a colpirla. La fata cadde a terra. Nonstante fosse stremata cercò subito di rimettersi in piedi, senza grandi risultati.
Icy si posò a terra lontano da lei e annullò la trasformazione. Stava per tornare al suo posto come avevano fatto tutte le altre quando udì il ringhio basso di Amaryl.
- Non avreste mai dovuto uscire da quel libro, soprattutto tu! Non meritate di essere in questa scuola, non meritate questa possibilità, non meritate niente! Non meriti nessuno! -
Faragonda non mosse un muscolo, stupita dalla sua allieva e curiosa suo malgrado di vedere la reazione di Icy. Darcy fremette e strinse i pugni, cercando di controllarsi. Accanto a lei, Aisha e Bloom dovettero tener ferma sulla sedia la strega delle tempeste.
Icy si fermò, con la sensazione che qualcuno le avesse appena tirato una serie di pugni nello stomaco. Amaryl aveva appena descritto con poche frasi al vetriolo quello che era il suo stato d’animo fino a qualche settimana prima. Una parte di lei riconobbe quelle affermazioni come vere e le abbracciò, contenta di smettere di lottare e tornare nell’abisso, ma fu subito messa a tacere da una vocina che non apparteneva solo ad Icy: “Tu meriti un Bonding”.
Vedendo che la strega non si muoveva più, Amaryl pensò bene di rigirare il coltello nella piaga.
- Allora? Non dici niente? Può una bugiarda come te, che è riuscita ad ingannare perfino Roccaluce, fingere con sé stessa fino a credere di poter diventare una fata dopo tutto ciò che ha fatto? -
Avrebbe fatto meglio a tacere, perché se Darcy disponeva di un buon autocontrollo e a Stormy pensavano le due Winx, non c’era nessuno abbastanza vicino per trattenere Icy. Che tuttavia seppe resistere alla tentazione di seppellire Amaryl sotto dieci metri di ghiaccio. Si voltò verso la ragazza e rispose, un sorrisetto sarcastico disegnato sul volto:
- Potrei fingere, ma non lo farò. Io sono una strega e ho intenzione di restarlo. Oh, la bambina viziata piange perché è caduta dalla bici, ma nessuno le aveva detto che imparare a stare in equilibrio sarebbe stato facile. Non mi farò mettere i piedi in testa se è questo che credi, soprattutto da una come te! Non sai niente di me, quindi non azzardarti mai più a sputare sentenze Amaryl, non ne hai il diritto né la capacità. Per quanto mi riguarda, la storia finisce qui! -
Quando finì di parlare il sorriso era sparito, sostituito da un’espressione decisa.
Suonò la campanella dell’intervallo, risvegliando Faragonda dalla sua stasi. Come se nulla fosse successo, la preside esortò le ragazze ad uscire dall’aula. Amaryl fu la prima ad obbedire, seguita a ruota da Yomi.
Icy era talmente persa nei propri pensieri da non rispondere né ai complimenti sussurrati di Darcy né ai sorrisi di incoraggiamento e approvazione delle altre. Solo fuori dall’aula una voce squillante attirò la sua attenzione.
- Dove la vuoi la statua Icy? - chiese Ioanna.
- Che? - la ragazza dai capelli azzurri la guardò confusa. Doveva aver perso qualche pezzo di conversazione.
- Per come hai zittito Amaryl. Sai quante volte ho voluto farlo? O quante altre persone hanno voluto farlo? Bisogna innalzare un monumento in memoria di questo giorno. -
No, non si era persa niente. Fece un sorriso forzato, troppo forzato per Rebecca.
- Qualcosa non va? Sai che Amaryl parla solo perché ha la lingua vero? - le disse infatti.
- Ah, figurati. - sbuffò la strega - Pensavo al Consiglio. Amaryl ha detto che io li ho ingannati. Ironia della sorte, so per certo che il più delle volte sono alcuni di loro a ingannare gli altri e il resto dell’universo. -
- Che vuoi dire? - chiese Musa interessata, ma Darcy si intromise.
- La lista è troppo lunga, ma per fare un esempio… Ricordate il torneo di magia a cui partecipammo? -
- Quello dove ci siamo chiuse in biblioteca a studiare per settimane per non rischiare di avere un nanetto calvo come preside? E chi se lo dimentica. - scherzò Stella.
- Non so cosa abbiate fatto in quel periodo onestamente, ma forse vi interesserà sapere che è stato proprio il nanetto calvo, il venerabile Yerka per chi ancora non c’era, a truccare la gara e rifilarci un avversario destinato alle classi superiori. -
- Cosa?! -
- Truccare? Manomise lui il vaso magico? -
- Ho rischiato di farmi stritolare da una pianta per causa sua?!? -
Le Winx iniziarono a parlare tutte insieme, attirando l’attenzione di alcune studentesse. Le Trix le zittirono.
- Piano! Fino a prova contraria Yerka è ancora nel Consiglio e può farci passare guai seri se si venisse a sapere in giro. - sussurrò Icy.
- E ti ricordo, Stella, che noi abbiamo passato tutta la gara in una gabbia di edera. - borbottò Stormy.
- Ma come fate a saperlo? - chiese sottovoce Mirta.
- Lo sappiamo perché Yerka si è dedicato spesso ai sabotaggi, chiedendo spesso a noi di agire per lui. - rispose Icy.
- Avreste dovuto dirlo durante il processo! - esclamò Flora indignata.
- E farlo durare anni per poi finire a Oblivion? Come no. - la rimbeccò Stormy.
Entrarono nell’aula di storia della magia, dove Dafne le stava aspettando. Icy trattenne Tecna sulla soglia il tempo necessario per sussurrarle:
- Grazie per prima. -
La fata sorrise in risposta.


Spazio dell'autrice
Eccomi qui ;)
Scusate la lunga attesa, ma volevo aggiornare esattamente il 10 perchè, prendetemi per pazza (tanto lo sono), è il compleanno di Lzzy Hale. In più oggi non ho scuola, quindi per me è festa (solo in teoria, dato che domani ho sei ore e sei interrogazioni).
Dunque, Icy prefersice tenersi strette le sue sicurezze, anche le più banali, piuttosto che mettersi in gioco, ma Faragonda la costringe a farlo... a proposito della preside, magari la sua inattività qui raggiunge livelli davvero ineccepibili, ma è così che la vedo. Fino alla terza serie è capace di fare qualcosa (se proprio deve), dopodichè non riesce a fare niente senza la sua pupilla. L'assurdo.
Il torneo di magia di cui si parla alla fine del capitolo è quello dell'omonimo magazine n 29, durante il quale Yerka di Roccaluce sabota l'evento per far perdere la faccia ai presidi delle scuole. In realtà le Trix non sanno niente del suo coinvolgimento nella faccenda, ma dato che in seguito lavoreranno per lui e Givelian in più di un'occasione ne hanno sentito parlare.
Ringrazio tutti coloro che seguono la storia e hanno la pazienza di recensire, e anche chi legge in silenzio. E mi scuso se impiego a dir poco secoli per recensire, ma davvero non ne ho il tempo ^^'
See ya ;)
Cass

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

 
- Le hai davvero detto così? -
L’ologramma di Lzzy aveva uno sguardo ammirato che fece sorridere Icy.
- Sì, e le sue guance paonazze erano una soddisfazione che non ti dico. - rispose compiaciuta riferendosi ad Amaryl.
Appena finite le lezioni era tornata in camera e, stesa sul letto, aveva chiamato la ragazza per raccontarle tutto.
- Sei stata grande, gliene hai dette quattro ma in modo da essere inattaccabile. Devi darmi lezioni. - scherzò la terrestre.
- Sai, quando ha detto quelle cose per un momento le ho creduto. - confessò Icy. Stava per aggiungere altro quando una voce alle sue spalle la interruppe.
- Cretina! - esclamò Stormy dalla scrivania - Miss Stelline-luminose è a malapena consapevole di avere un cervello, credi che sia in grado di dire qualcosa di giusto?-
- No! Ma… -
- Ma niente, dovevi disintegrarla dopo la prima parola, altro che storie! - la zittì la strega delle tempeste con il tono di chi non ammette repliche.
Lzzy si intromise prima che Icy iniziasse a rispondere a tono.
- Ehi Storm, dove sei? -
Icy girò il cellulare verso la sorella in modo che Lzzy la vedesse.
- Oh, eccoti. Devi farmi un favore: quando finiamo puoi per favore assicurarti che Icy cancelli Teen Idle dalla playlist? Anzi, cancellala tu direttamente. -
La richiesta lasciò Icy alquanto interdetta.
- Ehi, è una delle mie canzoni pre… -
- Se dici “preferite” giuro che non rispondo delle mie azioni sis! - la bloccò Lzzy.
- Cosa mi sono persa? - chiese Stormy, leggermente confusa.
- Niente. - risposero le due all’unisono, ma Lzzy aggiunse:
- Tu cancellala però. Il resto della giornata com’è andato? -
Icy sospirò sconsolata e rinunciò a protestare, aveva imparato abbastanza in fretta che Lzzy sapeva essere anche più testarda di lei e preferì rispondere:
- Dafne ha fatto finta di non conoscerci e davvero non so come abbia fatto, io non riuscivo neanche a guardarla in faccia; a rune Avalon ci è quasi rimasto secco quando Stormy gli ha snocciolato a memoria tutto l’alfabeto runico. Impagabile. -
- Dovrebbe sapere che a Torrenuvola lo insegnano al primo anno. - commentò la diretta interessata con un sorrisetto ironico.
- Invece l’ultima ora l’abbiamo passata a fare un incantesimo dopo l’altro perché Wizgiz voleva, cito, ripassare le basi. Tutto sommato il bilancio è positivo. - concluse Icy reggendosi il mento con la mano.
Lzzy era curiosa come una bambina che vede un grosso regalo infiocchettato a cui viene chiesto di aspettare ad aprirlo: il concetto di “scuola di magia” la affascinava terribilmente e non le sarebbe affatto dispiaciuto iscriversi ad Alfea o a Torrenuvola, salvo il fatto che avrebbe detto addio alla sua carriera e che non aveva idea di cosa volesse essere.
- Le rune fanno parte delle cose che mi insegnerete? - chiese con gli occhi che scintillavano.
- Non credo che ti servirà mai ma niente ce lo impedisce. - rispose Icy divertita.
La cantante sorrise soddisfatta e chiese come avrebbero trascorso il pomeriggio.
- Beh, domani avremo due ore di letteratura, due di pozioni e, purtroppo, una di espressione; quindi penso che ripasserò un po’ le basi per pozioni prima di farmi trascinare in palestra da Musa. Vuole che scelga una canzone da portare domani. Sembra che faremo teatrini fin dalla prima lezione. - disse Icy, storcendo il naso al solo pensiero.
- Dov’è il problema? La musica ti piace, cantare ti piace, ballare… ehi, ti piace ballare? - disse Lzzy portandosi una mano al mento e stringendo gli occhi, come un detective a caccia di indizi.
- Non particolarmente. Le coreografie, la danza che ha un significato, quella mi piace. Fulminella qui ha fatto un corso da piccola e si divertiva ad insegnare i passi a me e Darcy. -
- Chi hai chiamato Fulminella? - disse Stormy mentre Icy sogghignava.
Lzzy trattenne a fatica le risate mentre  Stormy brontolava. Quel soprannome glielo avevano affibbiato le insegnanti quando aveva scoperto i suoi poteri e non lo aveva mai sopportato, le suonava troppo dolce.
- Avete già pensato a che canzone portare? - chiese Lzzy.
- Io sì. - disse Stormy rasserenandosi - Bubblegum Bitch di Marina&TheDiamonds. -
- Tu sei tutta matta. - rise Icy - “Life gave me some lemon so I made some lemonade”? - disse guardando la strega che scosse la testa.
- No, più che altro “I’ll chew you up and spit you out, ‘cause that’s what young love is all about, so pull me closer and kiss me hard, I’m gonna pop your bubblegum heart!” - rispose con uno sguardo furbo.
- Proprio da strega vero? - commentò Lzzy.
Per tutta risposta Stormy le strizzò l’occhio.
- Io non ho idea di cosa portare, o meglio, avrei delle idee ma le scarto tutte. - disse Icy - Porterei qualcosa di Marina anch’io, ma quelle canzoni mi rappresentano troppo e non mi va di scoprirmi tanto; ci sono una decina delle tue canzoni, Lz, che porterei volentieri ma il cui lessico non sarebbe appropriato… perché a differenza di Stormy io me ne preoccupo. Fondamentalmente sono indecisa tra Familiar Taste Of Poison, che è abbastanza da strega, come dici tu, e Runaway di Avril Lavigne che mi piace e basta. Penso che finirò col decidere domani all’ultimo secondo. Tu e gli altri invece? Cosa avete fatto oggi? -
- Siamo tornati ognuno a casa propria, a parte Arejay che ha raggiunto Jessie. - Lzzy rise - Nostra madre si è quasi offesa perché né io né lui saremmo andati a trovarli. Se l’è presa soprattutto con me dato che io non sono sposata. Ma non potevo tornare da lei e da mio padre, mi avrebbero letto in faccia che è successo qualcosa e non sono pronta per dirglielo… -
Il sorriso della ragazza si era spento velocemente. Le dispiaceva stare lontano dai suoi genitori per tanto tempo, ma sapeva di essere una pessima bugiarda e non voleva dire loro dei suoi poteri, non ancora. Doveva prima prenderci la mano perché no, poteva illudersi e cercare di tranquillizzare Icy quanto voleva, ma la verità era che non sapeva ancora controllarli a dovere e temeva che questo avrebbe spaventato i suoi genitori. Voleva dimostrare loro di saper gestire questa cosa, che niente era cambiato. Ne aveva parlato con le ragazze, ma naturalmente queste non potevano assicurarle che tutti l’avrebbero accettata, quindi aveva deciso di tenere il segreto con tutti e aveva chiesto ai ragazzi di fare altrettanto. Sospirò e abbozzò un sorriso.
In quel momento entrò Musa, in tenuta da palestra.
- Andiamo ragazze? Oh, ciao Lz. -
- Ciao Musa, te le lascio subito. Vai, e fammi un video, o una registrazione, qualcosa insomma, così ti dico cosa dovresti portare secondo me. - disse rivolta ad Icy.
 
§§
 
Joe uscì dal bagno avvolto nell’accappatoio e andò in camera da letto. Mentre si vestiva, sentì la porta aprirsi e poi chiudersi.
- Finita la telefonata? - chiese rivolto a Lzzy.
Lo sguardo di lei indugiò sulla schiena ancora nuda del moro, facendole impiegare un paio di secondi per mugugnare qualcosa in risposta.
- Mi ha chiesto cosa abbiamo fatto. - disse, come se questo spiegasse tutto.
Per Joe fu abbastanza.
- E tu non le hai detto che sono con te. -
- … No. -
Joe si frizionò i capelli in silenzio per qualche secondo, poi disse:
- Se non ti piace avere segreti con lei perché non glielo dici? -
Lzzy si passò stancamente una mano fra i capelli e chiuse gli occhi.
- Joey… -
- Ok, ok, lascio perdere. - disse il chitarrista andandole vicino e stringendo la ragazza in un abbraccio. - Sei complicata sai? - le disse mentre le accarezzava la testa.
- E sono anche così confusa… Ho paura che non sia solo il Bonding a legarmi ad Icy. Sai cosa intendo. -
- Lo so. - rispose Joe prendendole la testa fra le mani - E mi va bene così. -
La gratitudine che Lzzy riversò nel suo sguardo lo attraversò da cima a fondo e lo fece sorridere. Sapeva che, per quanto Lzzy lo amasse, aveva bisogno di una boccata d’aria dalla loro relazione di tanto in tanto: quando lui le aveva chiesto, dopo mesi e mesi di sguardi e baci nascosti, di provare, lei aveva abbassato lo sguardo e gli aveva confessato di avere quasi paura di imbarcarsi in una relazione stabile, non si sentiva pronta, ma alla fine aveva ceduto. Da circa cinque mesi erano solo loro due e Joe sapeva che presto Lzzy gli  avrebbe chiesto una pausa.
- Vuoi provare a… -
- No, no, no. Lei non è come me e inoltre non voglio lasciarti. Tu, Arejay e Josh siete le mie uniche certezze ora più che mai, non voglio fare niente che possa allontanarvi. - Lzzy avvertì cosa stava per dire il ragazzo che ancora la stringeva fra le braccia e gli posò un dito sulla bocca. - So che non te ne andresti, ma ho comunque paura che accada. -
Sentì l’abbraccio farsi più stretto, fin quasi ad impedirle di respirare.
- Piccola fanatica incasinata. - l’apostrofò bonariamente Joe per poi baciarla teneramente.
Lzzy si abbandonò al bacio per qualche secondo per poi staccarsi all’improvviso.
- Ho un’idea per un nuovo riff, devo andare a provar… - esclamò, ma l’ultima sillaba le morì in bocca quando Joe le baciò il collo.
- Uh… credo di riuscire a tenerlo a mente per un po’. - disse chiudendo gli occhi.
Joe sogghignò.
 
§§
 
Icy si massaggiò il collo, infastidita. Le sembrava di aver preso una piccola scossa, anche se non l’aveva toccata nessuno.
In palestra avevano trovato Giunia, Ioanna e Cassandra che, come loro, provavano alcune canzoni per il giorno successivo, e Icy aveva il sospetto che Musa lo avesse fatto apposta.
- I know the sun must set to rise! This could be para-para-paradise... - stava cantando Giunia, mentre Cassandra (Cass, come voleva essere chiamata) cercava di capire quale cavetto servisse a collegare il suo cellulare alle casse. In effetti la cosa poteva risultare complicata, dato che il cellulare era terrestre e casse e cavetti no.
La canzone era finita.
- Niente male. - disse Musa, facendo cenno ad Icy di alzarsi dal comodissimo materasso, perché non poteva chiamarsi semplicemente “tappetino”, sul quale si era accomodata.
- Fai finire lo… - protestò pigramente.
- Sei indecisa, no? Qualche parere in più non fa male. Muoviti, canarino. -
Musa fece l’errore di distrarsi per scegliere la traccia perché Icy ne approfittò per lanciarle una palla di neve come vendetta per il soprannome. Lei non poteva chiamarla canarino.
La fata lanciò un gridolino di sorpresa e la fulminò con lo sguardo.
- Pari. - disse la strega con una piccola linguaccia.
Musa alzò gli occhi al cielo e fece partire la canzone. La melodia lenta di Familiar Taste Of Poison riempì la stanza e Icy iniziò a cantare. La trovava facile come tonalità, non le richiedeva un grande sforzo. Doveva solo dosare bene il fiato. Quando finì vide che Cassandra sembrava pensierosa.
- Canti da dio - disse - ma non so quanto portare una canzone che parla di avvelenamento possa esserti utile. Lo scopo principale della lezione di domani è farci conoscere fra di noi, lo fa tutti gli anni. -
Questo non lo aveva messo in conto. Icy sospirò.
- Musa, quando pensavi di dirmi che la canzone sarebbe stata il mio biglietto da visita? -
La fata si strinse nelle spalle e fece partire Runaway per impedire ad Icy di parlare ancora.
- Got up on the wrong side of life today, yeah, crash the car and I’m gonna be really late. My phone doesn’t work ‘cause it’s out of range, looks like it’s just one of this kind of days. You can’t kick me down I’m already on the ground- no, you can’t ‘cause you can’t catch me anyhow. -
La fata della musica sorrise soddisfatta mentre Icy cantava meccanicamente senza neanche pensare alle parole, perdendosi dietro ai ricordi. A circa dieci anni la macchina con cui la accompagnavano a scuola si era effettivamente rotta e lei era stata costretta ad andare a scuola a piedi per un po’. Un giorno però non aveva sentito la sveglia ed era uscita di casa tardissimo, tirando un calcio al parafango mentre passava accanto alla macchina. Da quella mattina Runaway era diventata la canzone della sua vita. A pensarci le veniva da ridere.
- I just wanna scream and lose control, throw my hands up and let it go, forget about everything and run away, yeah! I just wanna fall and lose myself, laughing so hard it hurts like hell, forget about everything and run away, yeah! -
Non ricordava che fosse così sua. Era perfetta. Anche le altre sembravano approvare. Quando la musica si spense Ioanna assunse un espressione seria, rovinata dal suo solito gesticolare, e disse: Io voto la seconda. -
Chissà se sarebbe piaciuta alla sua compagna di mente.
 
§§
 
Il lungolago era deserto, eccezion fatta per tre ragazze che camminavano fianco a fianco. Una di loro reggeva in mano un paio di ballerine azzurre e camminava con i piedi nell’acqua, combattendo contro la voglia di tuffarsi. Era settembre anche a Magix, ma era un settembre molto più caldo di quello terrestre e l’acqua era ancora piacevolmente tiepida.
La ragazza inspirò profondamente, assaporando l’aria dolciastra del pomeriggio, e disse:
- Grazie per avermi impedito di passare il pomeriggio sui libri Ade, questo vento fra i capelli è splendido. -
Adelaide fece una faccia da “te l’avevo detto” ma Francesca non la vide perché aveva gli occhi chiusi.
- Posso spingerti in acqua? Mi hai fatto perdere mezz’ora per convincerti a venire con me e Maria. -
- Preferirei di no, siamo quasi al White Horse e non voglio che qualcuno mi veda che tremo di freddo con i capelli e i vestiti fradici. - rispose Francesca.
- Non vuoi che Richard ti veda casomai. - insinuò maliziosa Maria.
- Ma che c’entra Richard adesso? - chiese Francesca arrossendo violentemente.
Le altre due iniziarono a canzonarla finchè la bionda non le schizzò, esasperata.
- Ok ok mi arrendo basta Francesca non schizzarmi! - implorò Adelaide saltellando lontano dall’amica.
Francesca si asciugò la mano bagnata sul vestito e uscì dall’acqua, quindi si asciugò i piedi con un incantesimo e si rimise le ballerine.
- Francesca non guardare in alto a sinistra! - esclamò Adelaide.
Naturalmente Francesca guardò in alto a sinistra, dove un gruppo di ragazzi stava passando sul marciapiedi a livello della strada. Una ragazza in particolare attirò l’attenzione della bionda, una ragazza con i capelli lunghi e castano scuro, liscissimi e con la frangetta. Era vestita di scuro e teneva sotto braccio un ragazzo alto e magro dai capelli a spazzola. Francesca rimase impietrita a fissarli mentre si allontanavano, folgorata. Maria le si avvicinò.
- Vuoi che le faccia una fattura? - chiese.
Francesca fece segno di no con la testa, nonostante fosse convinta che il verde rana dovesse stare molto bene addosso a quella ragazza.
- Sembra che Lontricha sia ancora in piedi eh? - chiese Francesca.
- Già. - disse Adelaide.
- Già. - ripetè Francesca.
La fata dai capelli bianchi sbuffò.
- Però adesso non deprimerti perché il ragazzo che ti piace sta con una lontra. -
Francesca rise e riprese a camminare con le amiche.
 
§§
 
Aire stava leggendo un libro distesa sul suo letto. In realtà impiegava cinque minuti per leggere un paragrafo, indecisa com’era se chiudere o meno la porta della sua stanza a chiave. Non sapeva come fosse possibile, ma tutta la scuola sapeva che aveva parlato con le Trix e non c’era strega che la guardasse normalmente: chi la guardava con disgusto, chi con paura (come si poteva avere paura di una ragazzina pelle e ossa con delle foglie di quercia intrecciate fra i capelli?), ma almeno nessuno osava farle scherzi come alle altre matricole. Una sua compagna di classe si era misteriosamente trasformata in una lucertola dopo aver bevuto del succo di mirtillo, mentre un’altra si era ritrovata con gli stivaletti fusi con il pavimento ed era rimasta scalza tutta la mattina perché non riusciva a far apparire altre scarpe.
La porta della camera si aprì e Aire comprese che avrebbe dovuto chiudere a chiave. Le tre streghe che dividevano l’appartamento con lei si avvicinarono al letto.
Una di loro aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri e al collo portava un ciondolo con la testa di un giullare, indossava un top bianco cortissimo e dei pantaloncini verde scuro, la gamba destra era fasciata da una calza lilla mentre la sinistra da una calza a rete smagliata in alcuni punti, le pareva si chiamasse Henna. Accanto a Henna c’era Yami, una ragazza minuta dalla carnagione ambrata e la “r” moscia che avrebbe potuto passare per una brava ragazza, se non avesse avuto su una spalla il tatuaggio di un drago stilizzato e la camicetta con le maniche strappate, cose che una dolce fatina non si sarebbe mai sognata. Aveva i capelli lunghi e scuri, con una frangia sfilacciata che ad Aire aveva dato l’impressione che stesse prendendo in giro il mondo col suo apparire una brava bambina, con tanto di ballerine senza tacco e gonna a borsellino degna di un college. Eppure quella mattina si era presentata come strega delle catastrofi naturali. Quella più vicina al letto si chiamava Laverna ed era stato chiaro fin da subito che, se fra loro c’era una leader, era lei. I capelli grigi rasati ai lati ma lunghi fino a metà schiena al centro della testa, i pendenti a forma di tibie incrociate, la canotta aderentissima, gli stivaletti slacciati, tutto in quella ragazza faceva presupporre una personalità spavalda e arrogante.
- Confettino, come mai te ne stai qui tutta sola a leggere? Dovremmo fare conoscenza, non credi? - le chiese Laverna con un tono melenso che sapeva di falso.
Aire si morse la lingua per non chiamarla “spolverino” in risposta. Riuscì a rispondere con una certa indifferenza.
- Mi sembrava doveste disfare le vostre valigie, non volevo disturbare. -
Henna si appoggiò alla testiera del letto e le sfilò il libro da sotto il naso.
- Oh, abbiamo fatto in fretta come vedi. -
- Sai, abbiamo sentito alcune delle voci che girano su di te - intervenne Yami - e devo farti i miei complimenti, sei la ragazza più chiacchierata di Torrenuvola dopo neanche ventiquattrore di permanenza, un vero record! Ma… ci chiedevamo se questi pettegolezzi fossero reali. -
Aire sospirò.
- Ho incontrato le Trix ieri, sì. Questo è tutto. Posso riavere il mio libro adesso? - disse allungando un braccio verso Henna, che però lo sollevò di più, ridacchiando.
- Abbiamo fretta eh? -
- Chi ha fretta nasconde qualcosa. - insinuò Laverna - Non è che è vero che hai visto i ricordi di Icy? -
Aire impallidì, questa non l’aveva sentita. Come facevano a saperlo? Che Desirè o Maria…
- Ah-ah, bingo! Sapevo che doveva essere successo qualcosa! - esclamò trionfante Laverna davanti al suo silenzio.
- A-aspetta, che diavolo stai dicendo? - disse Aire passando violentemente dal bianco cadaverico al rosso fuoco, suscitando le risate delle tre streghe.
- Andiamo confettino, ho solo fatto due più due: stamattina mezza scuola ti ha vista restare impalata nel corridoio con gli occhi chiusi e, hai presente quella strega del quarto anno che ti è venuta accanto?, beh, l’ho sentita dire “oh no, un altro ricordo”. E cosa poteva aver spinto le grandi Trix a parlare con una come te, che ai loro occhi probabilmente sei uno zero? Dovevi aver visto qualcosa, ma ammetto che ho tirato a indovinare sul “chi”. - spiegò orgogliosa Laverna.
Aire si diede della cretina, aveva praticamente confessato da sola. Henna si esaminò le unghie smaltate di rosso e verde della mano libera e disse:
- Tranquilla, non lo diremo a nessuno. Anzi, ti vogliamo nel gruppo, hai stoffa. Naturalmente dopo una piccola prova d’ingresso. -
- Mi sembra prematuro parlare di gruppo già adesso… - osservò diffidente la strega del tempo, immaginando come sarebbe andata a finire. Non aveva una gran voglia di rischiare l’espulsione.
- Se non te la senti… -
- Certo che me la sento! - sbottò Aire alzandosi a sedere di scatto.
- Bene. - sogghignò Laverna - Yami, spiegale cosa dovrà fare. -
- Sai che fra due giorni ci sarà la festa di inizio anno e che le streghe ne verranno escluse come al solito, no? Le Trix, in quanto allieve di Alfea, saranno sicuramente costrette a partecipare e tu ne approfitterai per entrare nella camera di Icy e portarci un suo oggetto. Non un oggetto qualsiasi, si intende, uno che abbia… qualcosa da dire. -
- Voi siete pazze! Io non vedo i ricordi di tutto e tutti, inoltre mi piacerebbe arrivare ai diciotto anni! Se Icy mi scoprisse nella migliore delle ipotesi mi farebbe la pelle! -
- Vedi di darti da fare confettino, o presto ci sarà una nuova voce di corridoio in giro. - disse annoiata Laverna per poi uscire dalla stanza, seguita da Henna.
Aire guardò disperata Yami, che la guardava a sua volta con aria dispiaciuta.
- E’ un’idea di Laverna, non piace neanche a me. Non si scherza con le Trix, ma a lei non importa. Dice che ormai non possono più fare niente quindi devi solo stare attenta a non farti beccare dalle fate. Secondo me il rischio che corri è vedere un ricordo che… - esitò - …che non sarebbe molto bello, ecco. -
Aire rimase un po’ stupita da quella manifestazione di solidarietà, quasi innaturale per una strega.
- Anche Icy sembrava temere che avessi visto qualcosa di brutto ieri, e come darle torto? - disse la mora.
- Già… Senti, è meglio che vada dalle altre, cercherò di convincerle a facilitarti il compito. E non arrabbiarti troppo per questa storia, conosco Henna già da un po’ e ti assicuro che le ci vuole solo del tempo per essere meno strafottente. A dopo. - la salutò uscendo dalla stanza.
“In fondo è simpatica” pensò Aire riprendendo il libro che Henna aveva lasciato sul comodino. Magari sarebbero diventate amiche col tempo. Ritrovato il segno, Aire cercò di tornare a rivolgere la sua attenzione al giovane Cutter che stava per rimanere senza ossigeno sulla sua aeronave, senza riuscirci. Seccata, chiuse il libro, si alzò dal letto e aprì l’armadio. “Dunque, cosa potrei mettere alla festa di Alfea? Se vado in abiti civili mi notano subito, ma non ho vestiti stile gonnine-a-balze e inoltre li detesto. E poi volare con una minigonna è tremendamente imbarazzante. Ehi, questo è perfetto!”

Spazio dell'autrice
Non credevo sarei riuscita ad aggiornare prima di questo fine settimana, ma si è verificato un miracolo che potrebbe essere definito "assemblea sindacale+materie in cui sono già stata interrogata", ergo ho il pomeriggio praticamente libero. In più oggi Aire mi ha praticamente chiestgo di aggiornare causando un aumento di zucchero nel cuore :)) 

L'idea che esista qualcuno più testardo di Icy fa strano ma credo che Mz.Hale se la giochi abbastanza bene ;)
La Jessie che ha raggiunto Arejay è Jessie Covets/Hale, sua moglie (occhi a cuore). E non uccidetemi per quanto ha detto Lzzy su Icy, grazie. ^^
Runaway è una canzone che in realtà avevo inizialmente scelto solo per il flashback di Icy, ma poi mi sono resa conto che in realtà la rappresentava abbastanza bene anche nel resto. Ce ne siamo praticamente accorte insieme, per quanto possa suonare assurdo.
Lontricha è storia vera, superata ma vera. E se dico di più Francesca mi uccide e non conoscerete mai la fine di Anche una strega.
Per quanto riguarda le adorabili compagne di stanza di Aire, Laverna deve il suo nome e la sua abilità nel carpire le informazioni alla dea romana dei ladri; Yami è invece un nome indiano che significa "sovrana". Quando riuscirò a ritrovare la foto ci sarà anche il disegno.
Queste sono invece le canzoni presenti nel capitolo:
- Bubblegum Bitch di MArina&TheDiamonds
 https://youtu.be/4dnqwuRYpys
- Paradise dei Coldplay (c'è pure il lyric video ufficiale, che voglio di più dalla vita?)  https://youtu.be/1G4isv_Fylg

- Familiar Taste Of Poison degli Halestorm (obv), della quale però metto il lyric video a malincuore perchè l'originale è strutturato come un film *w*  https://youtu.be/yZOmtPR_MTU
- Runaway di Avril Lavigne https://youtu.be/0BhburxrPVo
E
 con questo ho finito :)
Ringrazio tutti i lettori e in particolare Tressa che un pò da una parte un pò dall'altra sopporta i miei messaggi e recensioni :))
See ya
Cass

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

 
- Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Questo è quello che dice il terrestre Flaubert, questo - disse la signorina Du Four indicando la frase scritta alla lavagna - è quello che faremo durante le nostre lezioni. Noi impareremo a leggere per vivere. Purtroppo per voi, sarò costretta a fare alcune lezioni alla vecchia barbosa maniera, ma saranno al massimo una al mese, non temete. -
Un coro di risatine si diffuse nell’aula. La professoressa si avvicinò alla cattedra e indicò la scatola trasparente poggiata sul piano, all’interno della quale c’erano dei bigliettini.
- Naturalmente non possiamo studiare tutta la letteratura della Dimensione Magica, quindi ho selezionato diciotto pianeti che hanno, a mio parere, una produzione letteraria abbastanza interessante. A d ognuna di voi verrà assegnato un pianeta, quindi vi consegnerò il piano di studi che dovrete seguire. Avrete un quarto d’ora per esaminarli e pormi delle domande, quindi procederemo con la lezione sulla decodifica e analisi dei testi. Adelaide, prego, vieni alla cattedra. -
La fata dai capelli bianchi si alzò e pescò il suo bigliettino.
- Melody, forte. -
- Aisha. - chiamò la professoressa.
- Oskuria! Che fortuna! -
La Du Four le fece cenno di andare a posto e chiamò Amaryl. La fata prese il suo bigliettino e sgranò gli occhi.
- Wi-Wishperia? -
Icy si coprì la bocca con una mano mentre Stormy rideva sottovoce e Darcy tossicchiava. Altro che produzione letteraria, la Du Four aveva scelto i loro pianeti d’origine! Amaryl fulminò le tre streghe con lo sguardo e tornò al suo posto senza commentare. Quindi fu la volta di Bloom, che sussurrò a Stella che avrebbe avuto bisogno di lei per accedere alla biblioteca della corte di Solaria; di Cassandra, a cui toccò Linphea; poi Darcy, Flora, Francesca…
Quando fu il turno di Icy, la strega pensò “tutto ma non Andros per carità!”.
- Terra. - disse senza alcuna emozione leggendo il bigliettino.
La professoressa la guardò come se fosse stata miracolata. Icy era soddisfatta del lavoro del caso, ora aveva un’ottima scusa per continuare a leggere i libri di Bloom. Incredibile ma vero, quello che stava leggendo le risultava molto interessante, anche se era un fantasy e probabilmente non era il genere di letteratura che la Du Four intendeva.
Una dopo l’altra le ragazze estrassero il loro bigliettino e tornarono ai loro posti. La professoressa battè le mani e sui banchi si materializzarono delle fotocopie con i percorsi di studio, che variavano da pianeta a pianeta. Icy esaminò velocemente le prime righe e sollevò un sopracciglio, sorpresa. Chiese la parola, cosa che le costò un notevole sforzo di volontà.
- Sì, Icy? -
- Cosa significa “imparare l’alfabeto greco”? credevo che sulla Terra utilizzassero i nostri stessi caratteri. -
Rebecca si portò una mano alla testa e borbottò:
- Oh Gesù d’amore acceso, perché tanta tortura? Due anni bastavano. -
Cassandra ridacchiò e la Du Four rispose:
- La maggior parte dei terrestri usa il nostro stesso alfabeto, infatti, ma alcune minoranze no. La letteratura greca dell’antichità è stata molto importante per lo sviluppo della società occidentale, ma ci sono centinaia di lingue diverse sulle quali concentrare i tuoi studi. Inoltre preferirei che leggessi in lingua originale il più possibile, anzi, dovreste leggere tutte in lingua originale quando possibile. Nel tuo caso, Icy, imparare tutte quelle lingue è impossibile, quindi dovrai sceglierne una fra quelle proposte. -
Icy osservò le altre pagine e disse:
- L’ italiano è la nostra lingua ufficiale e il wishperiano è come l’inglese… -
- Non scegliere adesso. Hai molte compagne terrestri, fatti consigliare da loro. Dimmi pure Aisha. -
- Professoressa, i testi sono tutti disponibili in biblioteca? -
 
***
 
- Condoglianze. -
- Cosa? - chiese Icy perplessa. Perché Ioanna riusciva sempre a spiazzarla?
La ragazza battè il dito sulla parola “greco” e disse:
- Lo abbiamo studiato per due anni prima di venire ad Alfea. Ti troverai davanti a parole impronunciabili che cambiano forma praticamente a caso e domande senza senso: da dove verrà questo verbo? Sarà un politematico? E cos’è un ablativo assoluto? No aspetta, l’ablativo assoluto non esiste in greco… -
Rebecca approfittò dell’attimo di confusione dell’amica per intromettersi.
- Guarda, le cose stanno così: se vuoi imparare il russo c’è qua Francesca che è mezza russa, e poi Adelaide e Maria che lo hanno studiato; se preferisci il greco o il latino possiamo darti dizionari e libri di grammatica e aiutarti con quel poco che ricordiamo. -
- Oh, grandioso. - ironizzò Icy - Ma ho anche altre lingue tra cui scegliere: cinese, francese, giapponese, spagnolo… -
Giunia fece apparire il cellulare e le mostrò l’immagine di alcune linee intrecciate che per Icy non significavano assolutamente niente.
- I cinesi scrivono con gli ideogrammi, questo significa “libertà”. Idem per i giapponesi. Lascia perdere, credimi. -
Icy spostò lo sguardo dalla ragazza al cellulare e poi di nuovo alla ragazza, per capire se la stesse prendendo in giro.
- Cosa mi consigliate allora? - chiese.
- Fossi in te sceglierei francese, è una lingua così morbida e romantica. -
- Oui Francescà, il est vraiment romantique! Je t’aime, mon amour… - la canzonò Adelaide facendo ridere tutto il gruppo.
Cassandra sollevò lo sguardo dal proprio programma e disse:
- Secondo me ti conviene scegliere greco anche se è difficile, perché la nostra civiltà occidentale è basata per il cinquanta per cento sulla civiltà greca.  E poi non devi imparare tutta la grammatica, ci vorrebbe una vita solo per quello! -
- Ok, andiamo col greco e speriamo bene. - disse Icy.
Si girò verso Amaryl che, seduta al suo banco, guardava imbronciata il suo programma. Cercando di non avere un tono di scherno, Icy le chiese se le servisse una mano. La fata la fulminò con lo sguardo e le voltò le spalle. Icy non si aspettava reazione diversa.
- Che nessuno dica che io non ci ho provato. -
Bloom interruppe la sua conversazione con Giunia e la guardò perplessa.
- Perché, facevi sul serio? - chiese.
- Certo, ma non è colpa mia se non capisce perché la Du Four le ha assegnato il mio pianeta. - Di fronte agli sguardi interrogativi delle altre alzò un sopracciglio e disse -Oh andiamo, credevate che fosse un vero sorteggio? Almeno con Amaryl lo ha truccato, ieri Faragonda non ha mosso un dito ma non poteva restare del tutto indifferente nei suoi confronti. -
Francesca non sembrava convinta.
- Scusa se te lo dico, ma non ti sembra un po’ troppo macchinosa la cosa? -
La strega si strinse nelle spalle. Forse aveva ragione Francesca ed era lei a vedere trame e disegni in qualsiasi cosa, ma come darle torto dopo che per anni aveva fatto finta di non vederli con il risultato di rischiare la vita ogni volta? Ma ora era diverso, era in un posto relativamente sicuro insieme a persone che, a parte alcuni casi, non cercavano di usarla o farle la pelle quindi poteva permettersi di abbassare un po’ la guardia, no?
- Hai ragione, è stato solo un caso. - disse alla fata.
 
***
 
- It’s enough, I've done all I could think of, chased down all my demons, I've seen you do the same. -
Cassandra liquidò la seconda strofa e attaccò con il ritornello, facendo attenzione a non intrecciare le parole. Ed ecco la sua parte preferita, subito dopo il ritornello.
- The whole world’s scared so I swallow the fear, the only thing I should be drinking is an ice cold beer. So cool in line and we try, try, try, but we try too hard and it’s a waste of my time. Done looking for the critics ‘cause they’re everywhere, they don’t like my jeans, they don’t get my hair… -
Sorrise quando Giunia le disse “grande” in labiale, l’aveva intontita per un secolo con quel pezzo velocissimo che proprio non le voleva riuscire il pomeriggio precedente. Era proprio vero, sotto pressione i risultati erano migliori! Fosse stato così per tutto…
La professoressa lodò la canzone, sebbene non fosse molto adatta ad una fata tutta confetti e battiti di ciglia come quelle che lei sperava uscissero dal suo corso. Mentre Yomi la fissava scandalizzata (evidentemente lei era tutta confetti e battiti di ciglia), qualcun altro sembrava aver apprezzato.
- Bella canzone Cass, si vedeva che per te ha un significato particolare. - le disse Bloom.
Lei si strinse nelle spalle e la ringraziò imbarazzata mentre la professoressa esaminava le ragazze. Per chissà quale motivo si rifiutava di seguire l’ordine alfabetico e prima di lei aveva chiamato Musa, che aveva cantato Elastic Heart, e Ioanna, che aveva portato Welcome To The Black Parade.
- Icy, cosa hai preparato? - chiese con aria neutrale.
- Runaway di Avril Lavigne. - rispose la strega con lo stesso tono.
“Va a finire che ha ragione lei e Faragonda ha deciso di tenerla d’occhio sul serio!” pensò Cassandra. Nell’ora di pozioni Palladium l’aveva scelta per riconoscere ogni singola sostanza del laboratorio e mentre la strega esaminava ampolle e vasetti la osservava come se fosse sotto esame: a quel punto le coincidenze iniziavano ad essere un po’ troppe effettivamente. Era sciocco chiederselo, ma perché tutti ce l’avevano con lei? C’erano anche Darcy e Stormy dopotutto, non potevano darle un attimo di tregua? Certo, Icy non dava segno di essere sotto pressione e non lo avrebbe mai fatto, era sicuramente troppo orgogliosa, ma prima o poi avrebbe anche lei raggiunto il limite. L’obiettivo era forse capire fino a che punto aveva intenzione di cambiare? “Se è così, è un metodo assurdo” concluse fra sé e sé.
La voce di Icy era decisamente piaciuta alla professoressa, i cui occhi brillavano letteralmente.
- Se non l’ha aggiustata con la magia io sono un ramarro! - borbottò Amaryl.
Cassandra sarebbe stata lieta di effettuare la trasformazione, ma sapeva che avrebbe solo creato un mare di guai quindi si morse la lingua e contò fino a trenta. Icy tornò a sedersi mentre Stormy si preparava a traumatizzare Yomi con Bubblegum Bitch.
 
§§
 
Nel buio, una figura sedeva su un rigido scranno, osservando la palestra di Alfea attraverso una sfera simile a quella con cui la Griffin sorvegliava Torrenuvola.
- E così, siete finite in mezzo alle fate? Quale ironia! Godetevi la tranquillità piccole traditrici, perché vi ho trovate e presto avrò la mia vendetta! - esclamò la figura. Un accesso di tosse bloccò il soliloquio. Con un gesto di stizza, una mano guantata fece sparire la sfera e tornò a posarsi sul bracciolo.
- Aspetta che sia di nuovo in forze e avrai davvero qualcosa da cui scappare, mia cara Icy. Questa è una promessa. - disse la figura sorridendo malvagia.

Spazio dell'autrice
Cito Flaubert ma detesto dal profondo del cuore Madame Bovary, vedi la coerenza! Quel libro mi fa venire l'orticaria, già alla descrizione del cappello di Charles nel primo capitolo ero morta, R.I.P. , trapassata eccetera. E parla quella che si è letta per ben tre volte Il nome della rosa, con tutta la descrizione del portale dell'abbazia e le preghiere in latino. Ok, chiuso lo sclero andiamo avanti 0:)
Il sorteggio l'ho fatto veramente con bigliettini e tutto, giuro. Ho anche tutti gli abbinamenti segnati su un qualche foglietto mescolato alla miriade di fogli da disegno...
By the way, ho scelto Elastic Heart per Musa pensando a come si sente dopo aver rotto definitivamente con Riven ( "it's hard to lose a chosen one" ) e questa è F**kin' Perfect di Pink
 https://youtu.be/BUGJ02Uc8yA
Voglio proprio divertirmi e vedere se qualcuno indovina chi è la minaccia che incombe su Alfea ;)
Sperando che stiate tutti bene dopo gli ultimi avvenimenti, ringrazio tutti voi che seguite questa folle storia e vi saluto :)
See ya
Cass

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

 
- Stella, non ti sembra un po’ troppo, come dire… -
- Stella, sis, siete… wow, sei super sexy sorellina. Con quello addosso ti noteranno tutti, stanne certa! -
Icy rivolse un’occhiata disperata a Lzzy e tornò a guardarsi allo specchio con aria critica. Il tubino aderente color argento era bellissimo, per carità, i sandali in tinta erano stupendi e gli orecchini scintillanti si abbinavano alla sua collana, ma…
- Io non voglio che mi notino tutti, voglio che mi ignorino tutti. E questo vestito non aiuta. -
Stella guardò Lzzy con uno sguardo supplice, ma la cantante si strinse nelle spalle: se Icy non voleva mettere quel vestito non potevano certo obbligarla.
- Ok, proviamo questo. - sospirò la fata della luce sconsolata.
Ad uno schioccare di dita, il tubino fu sostituito da un monospalla blu scuro lungo fino a metà coscia, morbido, con un velo di tulle con ricamati dei fiocchi di neve che avvolgeva i fianchi ed il braccio sinistro di Icy. I sandali cambiarono semplicemente colore, come anche il nastrino che legava il diamante della strega alla sua gola, mentre l’ombretto prima argentato diventava blu notte con qualche sfumatura argentata all’esterno.
- Con questo non mi ignoreranno, ma almeno i ragazzi non staranno a fissare quello che non devono fissare. - commentò Icy.
Lzzy rise e Stella incrociò le braccia sorridendo.
- Suppongo che questa sia la massima approvazione che posso ricevere da te, giusto? -
- Esattamente, sai che fosse per me resterei in camera a leggere tutta la sera. - rispose Icy facendo svolazzare la gonna.
Lzzy le si avvicinò e la strinse in un abbraccio, facendole quasi perdere l’equilibrio.
- Trovi così interessante quel fantasy? - chiese alla strega.
- “La biblioteca invisibile”? L’ho finito ieri a dire il vero, dovrei iniziare il libro di mitologia. - Rise - Se penso che voi terrestri veneravate le creature magiche di un tempo come divinità… -
- Di che stai parlando scusa? -
- Andiamo Mae, gli dèi egizi, greci, persiani, erano maghi, streghe, fate, stregoni e neutri come noi. Zeus, Giove o come vuoi chiamarlo, era semplicemente un mago della tempesta che amava correre dietro alle ragazze in barba alla moglie. -
- E come spieghi che le sue scappatelle coprono un arco di centinaia di anni? -
- Le creature magiche vivono molto più a lungo degli umani se raggiungono un certo livello. Più si avanza più si vive a lungo, motivo per cui la vita di alcuni è una continua corsa verso l’eternità. -
Lzzy deglutì, turbata.
- Quindi… Arejay… e tutti gli altri… li vedrò… -
Era un pensiero terrificante, sopravvivere a tutti quelli che amava.
- No! Cioè, sì ma… in realtà potresti anche vivere un normale numero di anni, dipende da che livello raggiungi… -
Anche Icy era turbata da quel discorso e strinse le braccia di Lzzy più per confortare sé stessa che lei.
- E tu? - le chiese la sua compagna di mente.
- Non… non lo so. Non ho mai calcolato quanti anni… mi sento male, basta, basta per favore! -
Si liberò dall’abbraccio e strinse la pietra della collana, un gesto che faceva spesso quando era agitata.
- Scusa. - disse semplicemente Lzzy.
Avrebbe avuto decine e decine di parole da aggiungere, ma non riusciva a dare loro un senso. Icy non reagì, rimase in piedi di fronte allo specchio senza muovere un muscolo. Stella capì che con lei presente la situazione non si sarebbe sbloccata e scese in silenzio le scale. Quando sentì la porta del piano di sotto chiudersi, Icy si decise a parlare.
- Capisco che l’idea ti spaventa e che dovrei spiegarti meglio Lz, ma non ce la faccio. E’ difficile anche per me. -
- Non credo di volerlo veramente sapere adesso, a dirla tutta. -
Icy annuì e con un gesto fece sparire il vestito per tornare a indossare una camicetta senza maniche e un paio di jeans. Notando che il diamante restava sempre e comunque al suo collo e ansiosa di rompere il silenzio, Lzzy le chiese perché lo portasse sempre.
- Ha qualche proprietà magica o roba simile? - domandò.
Icy fece un mezzo sorriso.
- No, non è magico. E’ semplicemente l’eredità di mia madre, lo aveva incantato in modo che apparisse al mio dodicesimo compleanno. Questo genere di incantesimi, prima che tu lo chieda, è studiato affinchè non dipenda da chi lo lancia in modo da persistere anche in caso di morte. Fatto sta che porto sempre il ciondolo, è la cosa più importante che ho e senza mi sento strana. Sai, è un po’ come quando porti gli occhiali e dimentichi di toglierli per fare la doccia: ormai è parte di me. -
Lentamente la strega si era rasserenata, arrivando a sorridere divertita del suo stesso comportamento. Prima che la pausa nella conversazione diventasse imbarazzante o, peggio, pesante, Lzzy cambiò radicalmente argomento:
- Senti, com’è che permetti a Stella di usarti come manichino? -
- Lei non mi sta usando come manichino. - rise Icy - Stasera c’è la festa di inizio anno per gli studenti di Alfea e Fonterossa e lei si è incaricata di disegnare dei modelli per tutte. Quando si mette in testa questo genere di cose non la ferma niente. -
- E ha aspettato il pomeriggio della festa per farvi provare gli abiti? - chiese Lzzy perplessa.
- Certo che sì. - rispose Stella alle sue spalle, con Stormy che alzava gli occhi al cielo dietro di lei - Se mi fossi mossa in anticipo avrebbero potuto obiettare mentre ora non possono. - concluse la fata con un sorriso soddisfatto.
- Ok, brava la stratega. Sono preoccupata e curiosa, muoviti. - la esortò Stormy.
Ignorando le risate di Lzzy e Icy, Stella esaudì la gentile richiesta della strega delle tempeste. I riccioli violetti, prima sciolti, erano raccolti in uno chignon voluminoso dal quale sfuggivano le due ciocche più chiare, gli occhi erano truccati di rosso scuro come le labbra. I sandali dalla zeppa altissima erano bordeaux, mentre il vestito verde smeraldo, poco più scuro degli occhi della strega, era abbastanza svasato e non aveva maniche. Degli orecchini a forma di saetta completavano il look.
Icy rimase a bocca aperta, Stormy non era mai stata così elegante.
- Con lei sì che hai indovinato Stella. - disse.
- Sì, devo ammettere che hai fatto un ottimo lavoro. Non credevo che saresti riuscita a non mettere neanche un brillantino. -
Stella finse di offendersi, facendo ridere tutte. Guardò di sottecchi Icy, convincendosi che il momento di tensione era ormai passato e che poteva tornare ad essere seria.
Riprendendosi dall’attacco di risa, Icy iniziò a scendere le scale.
- Vieni Mae, ti faccio vedere i tuoi nuovi esercizi. -
- Oh, finalmente! Spostare piatti e bicchieri iniziava ad annoiarmi. - replicò la ragazza seguendola.
 
§§
 
A Torrenuvola, Aire chiuse con uno schiocco secco il libro di scaramantica. Tremava, se per la paura o per l’emozione non avrebbe saputo dirlo. Paura, perché stava per andare a ficcanasare nella camera di Icy; emozione perché doveva ammettere che in fin dei conti l’idea stuzzicava il suo istinto di strega.
Yami l’aveva aiutata ad individuare l’appartamento e Henna a memorizzare i corridoi. La strega dai capelli rossi si era divertita da pazzi a vederla girare in tondo nelle sue labirintiche illusioni, ma come darle torto? Aire era sicura che anche lei avrebbe riso fino alle lacrime nel vedere qualcuno che sbatte contro i mobili convinto di essere in un corridoio. Purtroppo era l’unico modo per imparare, non conoscevano posti isolati che potessero garantire loro abbastanza spazio per quelle manovre.
Dopo essersi fatta una doccia veloce, Aire si tuffò nell’armadio alla ricerca del vestito in stile vagamente indiano che aveva deciso di indossare. Scelse un trucco leggero che la facesse passare per una fata e si pettinò i lunghi capelli neri in modo che le nascondessero metà del viso.
- Confettino, è il mio turno di aiutarti. Apri la porta. - la chiamò Laverna dal salotto.
Aire si affrettò ad aprire e la ragazza entrò, osservandola dall’alto in basso con aria saccente.
- Guarda che devi mescolarti alle fate, non alle suore. - disse, mentre la scollatura del vestito di Aire diventava molto più profonda di quanto avrebbe dovuto. La ragazzina fissò accigliata Laverna. Quella la ignorò e, preso un sacchettino dalla tasca dei pantaloni, estrasse una bacca viola grande come un’unghia, dall’aspetto poroso.
- Vedi questa? L’ho presa dal laboratorio di pozioni rischiando l’espulsione, quindi vedi di valere il gioco, candelina. Tienila in bocca senza masticarla e gli altri ti vedranno come tu vuoi che ti vedano. Te ne darò due, una per uscire da Torrenuvola senza farti notare e una per eventuali emergenze. Questo è più che sufficiente affinchè tu riesca a trovare qualcosa di interessante. Quando ti senti pronta vai. -
Rimise la bacca nel sacchetto, glielo consegnò e se ne andò senza aspettare una risposta.
Aire rimase a bocca aperta: non si sarebbe mai aspettata che Laverna la aiutasse così tanto. In fondo non era tanto male quella ragazza. Giusto un po’ troppa mania di controllo, frutto dei suoi tre fratelli minori che Aire aveva accidentalmente “visto” in uno spacco il giorno prima. In un primo momento Laverna si era infuriata, poi Aire le aveva promesso che non avrebbe detto niente a nessuno e da quel momento la strega si era un po’ ammorbidita nei suoi confronti, come se volesse tenerla buona. “Meglio così” pensò Aire prendendo la prima bacca. Quasi la sputò tanto era piccante, corse fino alla porta dell’appartamento e poi si sforzò di camminare normalmente per i corridoi. “I tuoi vestiti preferiti Aire, concentrati! I pantaloni con le bretelle grigi come i guanti, gli stivali bronzo, la maglietta a righe blu e bronzo e le foglie di quercia che metti fra i capelli. Non è difficile” si ripeteva mentre si avvicinava sempre più al portone. Una volta fuori percorse il ponte che collegava le rocce appuntite alla scuola e, arrivata in fondo, sputò sollevata la bacca e si levò in volo verso Alfea.

Spazio dell'autrice
Sì, lo so, qesto capitolo è tremendamente corto, ma mi farò perdonare col prossimo ;)
Mi sembra comunque che sia bello intenso quanto ad argomenti: sappiamo sempre un po' di più su di Icy, scopriamo che la magia aiuta a vivere più a lungo (ma non ad imparare con l'esperienza, infatti nella serie sembra che più si è avanti con gli anni più ci si rincitrullisce, prendiamo Eldora -.-) e vediamo Aire che si prepara per la sua missioncina...
DarcyRocks99 aveva chiesto in una recensione precedente che abito indossassero le Trix alla festa di apertura. Beh, eccole qui: http://i63.tinypic.com/ejaonn.png  C'è anche Aire, così vi fate un'idea di com'è lei. Stormy sembra una nanetta, ma in realtà è solo piegata in avanti... avrei dovuto scegliere per lei un vestito più aderente, ma me ne sono resa conto troppo tardi T - T
Secondo voi, che effetto avrà su Lzzy la conversazione con Icy riguardo la durata della vita? Potrebbe spingerla a rinunciare ai suoi poteri? 
See y'all ;))
Cass

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

 
- Stupida! Ecco cosa sei Lzzy, una stupida deficiente, una cretina che non sa neanche essere sincera con l’unica persona a cui davvero non può mentire!!! -
Infuriata con sé stessa, Lzzy misurava a grandi passi il soggiorno dove era appena ricomparsa. Si rese conto di essere avvolta da un’aura color fuoco, il colore della rabbia, quindi chiuse con un gesto tutte le tende e le persiane perché i vicini non pensassero ad una torcia umana.
Un vento caldo invase la stanza, spostando i pochi soprammobili. Voleva dirglielo, voleva dire ad Icy di Joe ed era andata ad Alfea con l’intenzione di farlo, ma poi avevano parlato di quella cosa e Lzzy aveva cercato di dimenticare per qualche ora che il suo ragazzo non era magico, e neanche suo fratello, il suo migliore amico, i suoi genitori, nessuno era come lei e prima o poi avrebbe dovuto dire addio a tutti loro. Per cosa? Una lunga, magica vita di solitudine?
Per la prima volta Lzzy provò un senso di repulsione verso i suoi poteri. Il vento diventò gelido e tagliente, l’aura della ragazza virò dal rosso all’indaco. Era un colore non nuovo, che identificò con “paura”. Cercando di riprendere il controllo, Lzzy inspirò ed espirò profondamente più volte, sentendo il vento che smetteva di graffiarle la pelle. Riassorbì la sua aura, nonostante il suo più grande desiderio in quel momento fosse liberare tutta la sua magia finchè non fosse tornata di nuovo normale, come tutti gli altri. Aveva bisogno di dimenticare e conosceva un ottimo metodo per farlo.
 
***
 
Joe spinse la porta con un ginocchio, carico di buste della spesa.
- Stasera niente takeaway. - borbottò arrancando verso la cucina, quando sentì dei singhiozzi provenire da lì.
- Lz? Sei tornata? - chiese.
Non ricevendo alcuna risposta se non altri singhiozzi soffocati, Joe posò delicatamente le buste ed entrò in cucina, sperando in cuor suo che il suo sesto senso si sbagliasse.
Lzzy era seduta al tavolo della cucina, la schiena curva sul tavolo continuamente scossa dal pianto, il viso nascosto fra le braccia incrociate, i capelli in disordine. Sul tavolo c’era una bottiglia aperta e vuota.
- Cosa diavolo… Lzzy, che ti è preso?!? - chiese correndole accanto e cercando di sollevarle la testa.
- Lasciami sola. Devo abituarmi a stare sola. -
- Cosa? Che storia è mai questa? Cos’è successo a Magix? -
Lzzy gemette per poi scoppiare in una serie di forti singhiozzi. Ubriacarsi non l’aveva aiutata affatto.
- C’è qualche regola che ti impedisce di stare con chi non ha poteri magici? Maledizione Elizabeth, dimmi qualcosa! - implorò Joe, sempre più preoccupato.
- No, no, non è così. E’che io resterò qui quando voi non ci sarete più. -
Joe stava per chiedere a Lzzy cosa volessero dire le sue parole strascicate, ma capì da solo e gli si gelò il sangue nelle vene.
- Che… che cosa? -
Lzzy con uno scatto gli afferrò il braccio e riversò in lui il ricordo della conversazione con Icy. Joe ne fu preso alla sprovvista e osservò la scena inebetito. Quando il ricordo finì e Lzzy lo lasciò si trovò a fissare il suo volto, rigato di lacrime nere di eyeliner che scendevano copiosamente dagli occhi lucidi. Non aveva idea di cosa dire, quello che aveva sentito suonava quasi come una maledizione. Ma doveva trovare un argomento per fermare le lacrime della sua ragazza prima che le venisse in mente di suicidarsi. Le prese il volto tra le mani e disse:
- Non puoi saperlo. Non puoi saperlo Lzzy. Hai sentito quel “no” di Icy? C’è una scelta, devi credere che ci sia una scelta da fare! -
Lei annuì. Joe decise che non l’avrebbe comunque lasciata finchè non fosse stata abbastanza lucida, e al diavolo i surgelati. La fece alzare lentamente e la accompagnò in camera da letto, quindi la fece stendere. Temendo che andasse via, lei si tirò subito su e lo strinse in un abbraccio. Joe ricambiò l’abbraccio e le baciò i capelli.
- Resto qui, non preoccuparti. - le disse.
 
§§
 
Quella sera
 
In mezzo a tutte quelle fate Aire si sentiva come una corda tesa pronta a spezzarsi. Temeva che uno spacco fosse in agguato nel viso di ogni persona e di conseguenza camminava ad occhi bassi verso la porta, sperando di non essere vista. Guardando in basso, però, fu lei a non vedere la schiena della persona contro cui andò a sbattere.
- Ahi! - borbottò alzando lo sguardo.
- Ci sono metodi meno aggressivi per abbordarmi piccola. - scherzò il ragazzo, facendola avvampare.
- Come… come ti permetti? Non so neanche chi sei! -
Il ragazzo sfoderò un sorriso gentile e arrogante al tempo stesso, cosa che fece impazzire la ragazza. Certo lui poteva permettersi un sorriso del genere, con quel fisico e quegli occhi castano scuro…
- Rimedio subito. Vedi, finchè non mi sei venuta addosso non avevo idea di quale ragazza scegliere per il dono… -
Aire lo interruppe frettolosamente, inorridendo all’idea.
- Continua a pensare, non sono il tipo da robaccia sdolcinata. Addio. - disse, e si dileguò fra gli studenti, muovendosi in fretta verso il corridoio buio.
Il ragazzo cercò di seguirla, ma non riuscì a raggiungere l’esile strega che sgusciava fra la folla.
Aire raggiunse correndo il grande atrio che già conosceva e salì le scale due gradini alla volta. Arrivata ai dormitori, corse veloce verso gli appartamenti dell’ala est, ancora scossa dagli occhi di quel ragazzo.
 
§§
 
Intanto la festa continuava. Le Winx e gli Specialisti restavano perlopiù accanto alle Trix, che si sentivano assolutamente fuori posto. Non era facile restare indifferenti di fronte alla diffidenza degli sguardi e ai mormorii pettegoli dei ragazzi, né per le tre streghe né per gli altri: le prime, Icy in special modo, avevano un atteggiamento difensivo e quasi innaturale per loro; mentre le Winx ribollivano di rabbia nel sentire i commenti più velenosi. Era solo merito di Brandon se Stella non aveva già dato inizio ad una rissa, ma il ragazzo non era sicuro che sarebbe riuscito a trattenerla tutta la sera. Mentre lo Specialista trascinava la sua ragazza verso la pista da ballo per tenerla impegnata, il gruppo venne raggiunto da Adelaide e Cassandra.
La prima indossava un abito corto dalla gonna svolazzante, blu cobalto con decorazioni fucsia, mentre la seconda aveva un vestito nero con la gonna aderente. Una cintura argentata decorava l’abito, che tuttavia era estremamente semplice.
- Ciao ragazze. Bei vestiti. -salutò Adelaide.
- Anche i vostri non sono affatto male. Le altre dove sono? - chiese Musa.
- Stanno alle costole dei ragazzi carini senza avere il coraggio di farsi avanti… o di farsi spingere addosso a loro. - rispose Cassandra.
- Sì, e io e Cass non abbiamo voglia di star loro dietro. Sono frustranti, loro e la loro indecisione. - concluse Adelaide aggiustandosi i capelli candidi con aria di sufficienza.
 
§§
 
“Oddio, quale sarà la sua stanza?” pensò Aire entrando nell’appartamento che le Winx e le Trix condividevano. Aprì la porta più vicina e vide un letto enorme con sopra una mensola carica di ninnoli che riproduceva la firma della fata del sole. “Ok, non è questa” pensò chiudendo la porta.
Tentò con altre due camere prima di trovare quella che stava cercando: al contrario delle altre, era abbastanza anonima e sobria, con mobili viola e bianchi e, rispetto alle altre, era estremamente ordinata.
Con uno schiocco di dita inondò la stanza di una luce bianca senza fonte, dando alle cose un curioso aspetto piatto. Spostò lo sguardo fra i due spazi ricavati nella stanza, separati da una scrivania che creava un angolo con un armadio e un letto. Optò per quella parte, dove prevaleva il colore bianco. Sulla scrivania c’erano alcuni libri di testo. Aprì la prima pagina di un libro che portava scritto “Elementologia applicata” ed esultò nella sua mente vedendo la firma svolazzante della strega del ghiaccio.
“Dubito che dei libri di scuola possano avere dei ricordi interessanti. Da cosa comincio?” si chiese guardandosi intorno. Sul comodino c’erano solo una lampada lilla, un libro di mitologia, il cellulare di Icy e delle cuffiette annodate. Aire aprì il primo cassetto del comodino. Conteneva solo un cofanetto e un diario senza lucchetto. Aire prese il diario con le mani che tremavano e lesse la prima pagina a bassa voce, incredula.
- 28 agosto, anno del Grifone. Credevo di essere libera, Griffin a parte. Come al solito, sbagliavo: le Antenate ci hanno ordinato di eliminare la magia positiva tramite l’Albero della Vita. Cosa darei per non essere costretta a farlo! -
Dopo c’era una pausa di più di un anno, probabilmente dovuta alla prigionia ad Andros.
- 15 settembre, anno del Pegaso. Sono nei guai diario. Sono nei guai più seri, perché mi sono di nuovo innamorata. Ma stavolta non sarà come con Valtor, stavolta non è un amore a senso unico. Tritannus è diverso, lo vedo nel modo in cui mi guarda, lo sento nella sua voce… Lui non è distaccato come Valtor o Darko, no, è tutto l’opposto. E’ impulsivo, irrazionale, mi ama e me lo dimostra ogni giorno. Darcy e Stormy non si fidano di lui, vorrebbero andare via, ma io non lo lascio. Hanno tempo per cambiare idea. -
Aire si chiese che fine avesse fatto questo Tritannus. Andò avanti di qualche pagina e qualche mese, fino a trovare la risposta.
“Ha cercato di uccidermi! Non ci posso credere, ha cercato di uccidermi e se non ci fossero state le mie sorelle lo avrebbe fatto! Ho smesso di piangere da una manciata di minuti, ma solo perché ho finito le lacrime: continuerei fino a sciogliermi, mi sentirei comunque meglio di così!”
- No! Perché?! - esclamò Aire, mordendosi subito la lingua.
Ok che non c’era nessuno, ma meglio non rischiare. Le dispiaceva moltissimo per Icy, era stata veramente sfortunata in amore. Scorse altre pagine, leggiucchiando qua e là, finchè non arrivò ad una pagina con infilato un biglietto.
“30 luglio, anno della Driade. Il concerto è stato bello, anche se in realtà ho visto molto poco… lasciamo stare, meglio. La parte interessante della serata è stata la conclusione. Stavo passeggiando per le strade, veramente sola per la prima volta in non so quanti mesi, quando sento che dei tizi stanno cercando di violentare una ragazza. Ci avevano provato anche con me e avevo una gran voglia di dargli una lezione, quindi sono corsa verso le voci, ma non mi aspettavo che la ragazza in questione fosse Lzzy Hale, la cantante! Mi sono liberata di quei tre ceffi e poi mi sono occupata di lei. Dato che sono stata costretta ad usare la magia per non ritrovarmi con una pallottola in corpo era abbastanza sconvolta, ma per fortuna era illesa. Non so quanto tempo siamo rimaste lì in strada. Quando è riuscita ad alzarsi l’ho accompagnata dal resto della band e le ho detto quello che potevo, forse anche di più. Non so perché l’ho fatto, sentivo di doverlo fare e basta. Sono dei ragazzi simpatici al primo impatto e Lzzy… credo le manchi qualche rotella onestamente, voglio dire, si fida di me! Bisogna essere pazzi per fidarsi di una come me, ma d’altra parte non le ho detto che sono praticamente una criminale. Mi sento strana diario, c’è una voce in me che mi dice di rivedere al più presto Lzzy. Che mi sta succedendo?”
Aire era interessatissima, mai avrebbe sospettato una cosa del genere. Prese il biglietto del concerto per spostarlo e leggere la pagina che copriva, ma tutto divenne grigio. La ragazza scattò in piedi, facendo cadere il diario. Attorno a lei si delineò un vicolo umido, di fronte a lei Icy e una ragazza con i capelli e gli occhi castani. Icy la stava rassicurando.
- Riesci a dirmi come ti chiami? -
- Lzzy… mi chiamo Lzzy Hale. - rispose l’altra confermando i sospetti di Aire.
Dopo poche altre parole Icy si sedette accanto a Lzzy e fu proprio allora che Aire vide una cosa sconcertante: gli occhi delle due si illuminarono per una frazione di secondo, come se una cometa vi si fosse specchiata nel suo passaggio. Ma loro non se ne accorsero.
- Oh mio dio, non ci credo… - sussurrò Aire mentre attorno a lei la strada spariva lasciando il posto alla mobilia.
Afferrò il diario e rimise il biglietto al suo posto, chiuse il diario e lo rimise nel cassetto, cercando disperatamente qualcos’altro da portare alle sue compagne. Non poteva dire loro che Icy aveva un Bonding, se si fosse sparsa la voce era sicura che Icy l’avrebbe pelata viva, Roccaluce o non Roccaluce. Ammesso e non concesso che riuscisse a risalire a lei.
Aprì il cofanetto e, spostando i vari orecchini, toccò anche uno dei nastri che Icy usava per raccogliere i capelli. Ce n’erano circa una decina, dal bianco al viola. Quello era azzurro cielo, ma per Aire la stanza era di nuovo grigia. Si guardò intorno, riconoscendo le Winx e le Trix. C’erano anche dei ragazzi, che la strega suppose essere i fidanzati delle Winx. “Tutte sistemate quelle” pensò acida la ragazza, e i suoi pensieri corsero di nuovo al ragazzo sconosciuto. Si riscosse quando vide Icy e Lzzy sedute vicine su quello che sembrava essere un enorme materasso. Evidentemente avevano continuato a frequentarsi ed erano diventate anche piuttosto intime. Per quanto potesse essere svitata, Aire pensava che neanche un pazzo da ricovero avrebbe preso in giro la strega dei ghiacci come in quel momento la ragazza: Lzzy le aveva sciolto i capelli rubandole il nastro che lei aveva ancora in mano e lo aveva passato a Stella.
- Sempre con la coda, che noia. Non ti fa male la testa dopo un po’?- chiedeva già ridendo.
Icy mise il broncio in modo palesemente falso, facendo ridere ancora di più Lzzy. Lo spacco terminò mentre Icy rideva insieme a lei. Aire decise di essere soddisfatta di quel ricordo, quindi creò una copia permanente del nastro con la magia e la mise al posto di quello vero, che fece sparire. Era pronta per tornare a Torrenuvola.
 
§§
 
Faragonda battè le mani e annunciò il momento del dono. Icy, Darcy e Stormy si scambiarono uno sguardo e si diressero senza farsi notare verso il corridoio. Icy e Stormy, libere di muoversi come volevano, raggiunsero la porta prima di Darcy, impacciata dall’abito lungo e aderente. La gonna con lo spacco era splendida ma rigida e le impediva una falcata lunga.
Stava per seguire Stormy e Icy fuori dalla sala, ma qualcuno la trattenne gentilmente per un polso. Cercando di non avere l’aria di un condannato a morte, la strega si voltò. Un ragazzo dai capelli liscissimi e blu le sorrise e disse:
- Se ti lascio il polso scappi? -
- Non posso più farlo, temo. -
- Ne sono felice. - rispose lui, voltando il palmo della strega e posandovi delicatamente qualcosa.
Controvoglia, Darcy abbassò lo sguardo. Una falabellula di ametista scintillava nella sua mano. Eppure sapeva che il dono di quell’anno sarebbero state delle sovrane di quarzo rosa come quelle che i ragazzi di Fonterossa stavano consegnando alle fate tutt’intorno a lei. Rivolse uno sguardo interrogativo al ragazzo e notò che i suoi occhi erano veramente belli, di un verde scuro che trovava incantevole.
- So che le farfalle non sono esattamente gli animali preferiti dalle streghe, così… - spiegò il ragazzo.
Darcy era colpita da quel gesto: significava che il ragazzo aveva premeditato di dare il suo dono a lei o ad una delle sue amiche.
- Oh. Grazie… -
- Che maleducato, scusami. Il mio nome è Walter. -
Darcy sorrise. Walter le stava decisamente simpatico.
- Grazie Walter. Apprezzo il pensiero, anche se stavo tentando di svignarmela. -
Fu il turno del ragazzo di sorridere. Un  gridolino di eccitazione li fece voltare entrambi. Una matricola osservava deliziata la sua farfalla passeggiarle sul palmo della mano, muovendo delicatamente le ali di pietra.
- Guarda cosa fa la tua falabellula. - suggerì Walter.
Darcy riportò lo sguardo sulla statuina e con meraviglia vide l’insetto muovere le ali una alla volta, come per controllare che funzionassero, per poi lanciarsi in una serie di spirali intorno alla strega. Walter alzò un dito e disse:
- Posati. -
L’insetto atterrò sul dito, reggendosi con le zampine.
- Ti piace la mia variante? - chiese alla strega.
- Molto carina, devo ammetterlo. Quindi sei un mago? -
- Un mago… ho qualche potere, ma non mi definirei un mago a tutti gli effetti. Me la cavo con la magia, tutto qui. - rispose lui stringendosi nelle spalle.
- Se lo dici tu. - replicò Darcy.
Poco lontano, Stella aveva assistito alla scena. Diede una leggera gomitata a Flora e le indicò la coppia.
- Guardali - disse - sono carini insieme, vero? E poi lui sembra cotto di lei. -
- Non saprei Stella, ma non credo che Darcy cerchi quel tipo di compagnia al momento. - osservò la fata della natura.
- Oh, che guastafeste. Tu che ne dici Brandon? Anzi no, dimmi chi è quel ragazzo. -
- Si chiama Walter, è del nostro anno. Fa parte di un’altra squadra di Specialisti. -
Helia si rivolse al moro.
- Credi che possa essere una scommessa? Darcy ci rimarrebbe male se… -
- No, non si tratta di una scommessa, ne sono sicuro. Lo conosco, Walter non è tipo da giocare così con le persone. - disse Brandon scuotendo la testa.
- Meglio così, almeno c’è una possibilità per la coppia. - cinguettò Stella.

Spazio dell'autrice
Ed eccomi qui col primo capitolo di dicembre :) Sapete quando l'ho scritto? Il 2 giugno, mentre gli Halestorm suonavano a Monza e io morivo dentro perchè con un biglietto anche economico io non ero lì!
Chiuso lo sclero, direi che ad Aire è andato tutto abbastanza bene in fin dei conti. Cioè, per il momento è viva e ha trovato ben più di quello che le interessava.
La falabellula è una mia invenzione, diciamo che è una libellula di Magix. La sovrana invece è una specie di farfalla che compare nei giornalini.
Arrivando alla prima parte del capitolo, non riesco a pensare a niente che possa spaventare Lzzy Hale se non la solitudine e lei è a dir poco terrorizzata dalla prospettiva che Icy le ha aperto, quindi agisce d'istinto e cerca di dimenticare il suo problema. E' un po' la personificazione del processo che il cervello umano svolge di fronte a traumi emotivi importanti che aggira o disperdendone la memoria o modificandone il ricordo. Quindi non è assolutamente nelle mie intenzioni dare ad intendere che Lzzy sia un'alcolista. Giusto per chiarire.
Chiudiamo anche il discorso serio :)
Grazie a tutti coloro che leggono e/o recensiscono :)
See y'all
Cass

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

 
Con una leggera reticenza, Darcy accettò l’invito di Walter a ballare.
- Darcy…? - la chiamò Stormy, che rientrava in quel momento con Icy.
Entrambe la osservarono incredule mentre si stringeva nelle spalle e iniziava a ballare con il suo accompagnatore.
- Beh, almeno una di noi si diverte. - commentò Icy divertita.
- Già… Senti, vado a cercare gli altri, tu resta qui pronta a scappare dalle farfalline di pietra eh? - rispose Stormy per poi allontanarsi.
Tuttavia Icy non restò sola a lungo.
- Niente Sovrana per te? - le chiese infatti Cassandra, sbucando alle sue spalle.
- No. Non so se lo hai notato, ma sono casualmente sparita dalla circolazione prima. -
- No, non ci ho fatto caso… perché ho fatto la stessa identica cosa. -
Risero insieme.
- Come mai ti nascondevi? - chiese Icy - Non mi sembra che tu ne abbia motivo. -
Cassandra alzò gli occhi al cielo.
- Oh, i corteggiatori indesiderati sono un ottimo motivo, credimi. -
- Capisco. E non ce n’è neanche uno desiderato? -
- Al momento no, non sono proprio alla ricerca di compagnia. Sto bene da sola. -
Icy sorrise.
- E’ un’affermazione forte per una fata. -
- Ma io sono strana. - rispose Cassandra strizzandole l’occhio.
In effetti, una fata con gli occhi truccati di nero non era esattamente la norma in quella scuola e questo bastava ad Icy per trovare simpatica quella ragazza, così fiera del suo essere particolare.
 
§§
 
Nel frattempo Aire aveva lasciato i dormitori e aveva attraversato il portone principale della scuola, con ancora il cuore in gola. Stava per scendere l’ultimo gradino quando qualcuno la afferrò per il polso. Fu un lampo e lo sconosciuto la attirò a sé, fermandola praticamente nel punto in cui il pavimento si trasformava nella ghiaia del cortile, ad un passo dalla libertà. Mentre lo malediceva mentalmente la ragazza si trovò schiacciata contro un petto caldo e muscoloso.
- Ti ho presa, streghetta. -
Aire boccheggiò, riconoscendo la voce del ragazzo dagli occhi castani. Come era possibile? Era sicura di aver fatto la massima attenzione!
- M-ma che dici, oltre ad essere un pallone gonfiato sei pure fuori come un balcone?! Fidati, ti conviene andare da uno bravo… -
Aire sperò di essere stata convincente e maledisse la sua voce tremante, il cuore a mille e tutto il resto. Alzò lo sguardo verso il ragazzo, scocciata, e mise un po’ di distanza fra loro, vitale per i suoi poveri ormoni. Quello dal canto suo non aveva alcuna intenzione di lasciarle il polso, e neanche il resto, come se potesse scappar via di nuovo. E non aveva neppure tanto torto, effettivamente, ma se la rideva e basta, fissandola curioso con quelle due pozze color cioccolato. Erano troppo penetranti, la mettevano in soggezione, sembravano poterle leggere fin dentro l’anima.
- Vedo che anche tu sei vittima del mio charme. - la sbeffeggiò lui.
Aire lo guardò stizzita.
- Aha, sì proprio, e dato che non sono l’unica perché non mi lasci in pace e corri da qualche biondina che ti guarda con gli occhi da pesce lesso? Credo di averne vista qualcuna prima, e sembrava proprio sperare che io sparissi dalla faccia della terra. -
La ragazza tentò invano di divincolarsi con l’unico risultato che lo Specialista diminuì la già effimera distanza che divideva i loro corpi.
- Non così in fretta, non così in fretta piccola streghetta. Si dà il caso che uno di noi due abbia l’educazione necessaria a presentarsi e ti possa far cacciare in quattro e quattr’otto, essendo Alec di Magix, nipote del vicepreside di Fonterossa, e non credo che tu voglia fare tale figura qui e adesso. -
La musica della festa giungeva molto attutita nel punto in cui si trovavano e Aire era sicura che non si sarebbe lasciata trascinare fino alla pista da ballo per farsi smascherare da uno spocchioso e arrogante signorino.
- Oh, mio caro bel pavone, capisco che tu sia duro di comprendonio o quantomeno molto limitato - replicò Aire calcando la voce sulla parola “limitato” - perciò visto che sono buona te lo ripeto per l’ultima volta: io. Non. Sono. Una. Strega! -
Alec ridacchiò, divertito dalla faccia tosta di quella ragazzina lentigginosa.
- Certo, come no! Si dà il caso che una fata non verrebbe mai al ballo con meno di quattordici centimetri ai piedi, e di certo non con quella specie di tuta che hai addosso. -
La strega cominciava davvero ad innervosirsi. Chi si credeva di essere quel tizio per giudicarla?
Mentre parlava, la mano di lui saliva leggera lungo il suo fianco e il tono si abbassava, voluttuoso.
- Per non parlare di questa scollatura che - sospirò - lascia poco all’immaginazione. -
Aire trasalì mentre il dito di lui scivolava lungo il pezzo di pelle candida lasciato scoperto dal vestito e maledisse ancora una volta Laverna, le sue idee e sé stessa per averle dato retta.
- E allora perché non corri da una di loro, di sicuro ne troverai molte migliori di me! - disse secca abbassando lo sguardo.
Alec si irrigidì e divenne più serio. Dolcemente le sollevò il mento e, annullando quasi del tutto la distanza tra i loro visi, soffiò sulle sue labbra.
- Perché nessuna fata ha occhi belli come i tuoi. -
Aire aveva rinunciato a controllare il suo corpo e, nonostante se ne vergognasse moltissimo, aveva una voglia matta di assaggiare quelle labbra rosee, ormai era questione di millimetri, ma la strega che era in lei si ribellò. Alec chiuse gli occhi, col sorriso sornione di chi sa di avercela fatta.
“E no caro!”
Aire sfruttò il momento e improvvisamente si liberò dalla stretta dell’incredulo Specialista.
- Sai, hai ragione: io non sono una delle tue fatine, non mi lascio infinocchiare da qualche parolina sdolcinata e non sarò una delle tante a cui avrai rubato un bacio di una notte. Addio Alec. - e la strega scomparve nel buio.
Frustrato e confuso, il ragazzo scagliò a terra la sovrana rosa che avrebbe dovuto regalarle e lasciò la scuola. Non sapeva neppure il nome di quella ragazza, ma di una cosa era sicuro: voleva più dell’avventura di una notte.
 
***
 
Rebecca si appoggiò al divano, fece spuntare un piede dal frusciante vestito a sirena che indossava e sfilò il sandalo che la stava uccidendo. Una volta liberato anche l’altro piede dalla sua gabbia di cuoio e vernice tirò un sospiro di sollievo.
- Miss So-portare-il-tacco-diciotto è stanca? - chiese ironica Giunia, riferendosi all’atteggiamento scioccamente baldanzoso che la ragazza dai capelli blu aveva poche ore prima.
Adelaide attraversò il soggiorno dal bagno alla sua stanza, già in pigiama.
- Che poi io devo ancora capire perché devi mettere tacchi così alti se ci superi tutte di una testa già da scalza. Dove devi arrivare, sulla luna? -
La diretta interessata fece un gesto assai poco adatto ad una fata e rispose:
- Che è sto razzismo? Le ragazze alte hanno lo stesso diritto di portare i tacchi che avete voi altre. -
- Rebecca, cosa sono questi gesti così volgari? - chiese Giunia fingendosi scandalizzata per poi scoppiare a ridere insieme alle altre due.
- Tre anni di savoir faire non sono riusciti ad ingentilirmi. - sghignazzò Rebecca.
Alle sue spalle Cassandra entrò nell’appartamento mentre Ioanna usciva dal bagno.
- Guarda guarda chi torna. Dove sei stata? - domandò Giunia alla fata degli astri.
- Con chi è stata, vorrai dire. - intervenne Rebecca con aria più che maliziosa.
Ioanna si fermò ad ascoltare la conversazione.
- Ragazze… - provò a bloccarle Cassandra, senza successo.
- Che è “ragazze”, è dal dono che sei sparita e ti rivediamo adesso, quindi ora sputi il rospo e ci dici quale ragazzo superfigo ti ha trattenuta in un angolino appartato. -
Cassandra guardò stralunata l’amica, che aveva ancora i sandali in mano.
- Rebe… che hai bevuto di sotto? -
- Non cambiare discorso. - disse Ioanna.
- Ri-spo-sta, ri-spo-sta. - fecero in coro Adelaide e Giunia.
La ragazza con la ciocca azzurra sospirò si portò una mano davanti al viso.
- E piantatela, ho parlato tutto il tempo con Icy, sapete che non sono il tipo da angolini appartati. -
L’urlo di Francesca la salvò dalla battuta successiva.
- ADELAIDE, PRENDI IL TUO PICCIONE IDIOTA E PORTALO FUORI DAL BAGNO!!! -
Mentre le ragazze quasi piangevano dalle risate Adelaide corse in aiuto della bionda.
- Manuelo, cosa cappero stai facendo in bagno? Lascia stare Francesca, pennuto invadente! -
 
§§
 
Anche Darcy stava subendo un interrogatorio simile mentre, davanti allo specchio, cercava di togliere tutto l’ombretto. Dopo il primo ballo ce n’era stato un secondo, poi un terzo e un quarto, al termine del quale Walter si era dichiarato soddisfatto delle danze.
- Ti andrebbe di fare due chiacchiere? - le aveva chiesto.
- E tu? - la incalzò Stella, impaziente.
- Ho detto di sì, che altro avrei dovuto fare? - rispose la strega ridacchiando, quindi continuò - Comunque non farti illusioni, sono sicura che se ne dimenticherà presto. E io me lo ricorderò solo come un ragazzo gentile e simpatico che mi ha reso sopportabile la serata. -
Per Stella non era abbastanza.
- Sicura? Potrebbe diventare qualcosa di più sai? -
Darcy sospirò, facendo ridacchiare Flora e Bloom.
- Sapete che siete delle impiccione, vero? Sul serio, non c’è niente fra me e Walter, non c’è stato il tempo materiale perché nascesse qualcosa. Tradotto, potete andare a dormire tranquille perché io non sono innamorata. -
- Beh, nessuno ha detto che lo fossi. - disse Flora.
- Già, ma sai come si dice no? - aggiunse Aisha - Chi lo dice lo sa, o qualcosa del genere. -
A quel punto Icy decise di venire in aiuto all’amica prima che perdesse la pazienza.
- Oh, mamma mia. Se volete passare la notte a immaginare ipotetiche uscite romantiche fate pure, ma fuori di qui, perché io sono stanca e voglio dormire! - disse, le braccia incrociate sul petto e un tono duro che non si sentiva da secoli.
Ci volle ancora un po’ per far sloggiare le ragazze, ma alla fine nella stanza bianca e viola rimasero solo le due streghe. Mentre Darcy si infilava nella camicia da notte Icy giocherellò con una ciocca di capelli e disse:
- Darcy? -
- Sì? -
- Ti va di raccontarmi? Solo a me, come prima? -
Darcy sorrise.
- Come prima quando dormivamo insieme e smettevamo di parlare alle quattro del mattino? -
Anche Icy sorrise ripensando alla loro infanzia.
- Sì, anche se ho sonno per davvero e non reggerò fino alle quattro. -
Si infilarono nel letto di Darcy e spensero la luce ridendo. Quante volte da bambine avevano dormito stringendosi la mano, risvegliandosi a volte nella stessa identica posizione, a volte ai due lati del lettino, a volte una addosso all’altra… I nonni di Icy erano felici quando la bambina dormiva da Darcy o Stormy, non perché gli facesse piacere il vederla con le amiche, ma perché passava meno tempo in casa, dove potevano vederla: raramente passava una settimana senza che Icy dormisse fuori e i suoi pomeriggi erano sempre pieni di attività, dalle lezioni di canto allo sport.
- Allora? Sul serio non hai un’opinione su di lui? - chiese la strega del ghiaccio.
- Dovrei? -
Icy sbuffò.
- Sì, perché sono certa che non hai resistito alla tentazione di leggergli nel pensiero. -
Darcy sorrise. Era vero, lo aveva fatto ed era per questo che era rimasta con Walter tutta la sera: aveva capito che il ragazzo era sincero.
- Credo che sia un bel ragazzo, sensibile, che ci sa fare con le donne e con la magia. - disse lentamente, soppesando le parole.
- Mago? - chiese Icy.
- No, neutro. Non ha mai studiato magia. -
Tacquero per qualche minuto, poi Darcy disse:
- Ti ho vista parlare con Cassandra. -
Non era una domanda, ma Icy la trattò come tale.
- E’ una ragazza strana, ma è per questo che la trovo simpatica. Al contrario di tre quarti delle ragazze della scuola sa farsi i fatti suoi, se ne frega degli altri senza essere egoista ed è capace di stare da sola. -
- E’ una te con le ali? -
Icy rise.
- No, non è abbastanza fredda, in tutti i sensi. Però sto bene in sua compagnia, e non mi sentivo così da molto tempo. Per una volta dipende veramente tutto da me e stavolta sono decisa a far andare tutto per il meglio. -
- Sono felice di sentirtelo dire Icy, mi togli veramente un peso dal petto. - disse Darcy.
- Lo so sorellina, e mi dispiace davvero di essere caduta tanto in basso. -
Icy rassicurava l’amica nonostante in cuor suo sapesse di avere ancora tanto da recuperare. Ma sentiva veramente di farcela, si stava stabilizzando dopo anni di frane. “Ci vorrebbe qualcosa di grosso per scuotermi di nuovo” pensò fra sé e sé.
 
§§
 
- Un nastrino? -
Aire fulminò Henna con lo sguardo
- Vacci tu a rubare qualcosa alla strega più potente di Magix e poi dimmi cosa hai il coraggio di prendere! -
Yami si intromise fra le due, bloccando il battibecco. La curiosità la divorava e non le importava cosa avesse preso Aire quanto il ricordo legato a quel semplice pezzo di stoffa celeste.
- Henna chiudi il becco! E tu confettino, vai con il ricordo. -
Aire obbedì di malavoglia a Laverna e prese il ciondolo che portava al collo, formato da una piuma posata sopra una clessidra. Una frazione di secondo e nelle mani della strega c’era un lungo scettro di bronzo con in cima un orologio racchiuso in una sfera di vetro. Dei sostegni stringevano la sfera e nel punto in cui si incontravano era incastonato un opale.
- E questo da dove salta fuori? - chiese Laverna divisa tra lo stupore, l’invidia e l’ammirazione.
- Da un vecchio mago che aveva i miei stessi poteri. - rispose Aire.
Il vecchio mago era stato il primo a capire perché la bambina a volte si paralizzava e raccontava di vedere cose diverse dalla realtà che le stava intorno e le aveva insegnato i primi incantesimi. Scacciando i ricordi, la strega dai capelli neri fece levitare il nastro all’altezza dei suoi occhi e, avvolta da un’aura color cobalto, lo toccò con la sfera. Le lancette dell’orologio girarono all’impazzata in senso antiorario mentre immagini confuse si muovevano nella stanza, come un film che si riavvolgeva. Quando Aire riconobbe il ricordo che aveva visto si fermò e le lancette ripresero a muoversi normalmente mentre il passato si svolgeva davanti ai loro occhi. Il ragazzo alla sinistra di Icy aprì la bocca per parlare ma Aire glielo impedì, facendo svanire il ricordo. Anticipando le domande delle altre, disse:
- Quella ragazza è una cantante che ha conosciuto meno di due mesi fa. Non so altro su di lei e non vi dirò perché lo so, quindi non disturbatevi a chiedere. -
Laverna era infastidita da quell’ultima affermazione, ma non lo diede subito a vedere. Si complimentò invece con Aire, con un tono di sufficienza che mise in guardia la ragazza.
- Anche se avresti potuto trovare qualcosa di più incisivo. - disse infatti.
- Se ho visto questo ricordo senza usare lo scettro significa che per Icy è importante! - ribattè aspramente Aire.
- Questo lo dici tu. -
- Vuoi dire che a te non importa del ricordo che ho visto? Il tuo intendo. -
- Che c’entra adesso?! -
- Ragazze - cercò di mediare Yami - è notte fonda, calmatevi. -
Henna si godeva lo spettacolo, alquanto divertita. Aire perse la pazienza e puntò lo scettro contro Laverna, lanciando un incantesimo. La strega fu colta alla sprovvista e non riuscì a deviarlo, venendone colpita in pieno. Contrariamente a quanto si aspettava, però, non venne sbalzata contro la parete, ma avvolta da delle ruote dentate incorporee che la nascosero alla vista, come un bruco in un bozzolo.
- Aire… che stai facendo? - chiese Yami allarmata, mentre il bozzolo rimpiccioliva.
- Mi comporto da strega. - rispose Aire con un sorrisetto sarcastico stampato sul volto.
Il bozzolo, ormai alto poco più di un metro, svanì, lasciando sul pavimento una bambina di sette o otto anni, con i capelli grigi tenuti in ordine da un cerchietto rosa, un vestitino nero e delle scarpine in tinta. Soddisfatta del risultato, Aire ritrasformò lo scettro in un ciondolo. La bambina si stava esaminando le braccia con la fronte corrucciata, come se non capisse perché fossero così sottili. Henna la osservava attonita senza sapere se scoppiare a ridere fosse opportuno dato che con quell’incantesimo Aire aveva infranto una mezza dozzina di regole, a partire dal coprifuoco.
- Che hai fatto? - domandò la piccola Laverna con un broncio adorabile, per poi tapparsi la bocca sentendo la propria voce improvvisamente sottile.
- Ti insegno un po’ di buona educazione - disse Aire incrociando le braccia - e sei fortunata che sia tardi, perché passerai solo qualche ora di sonno in questo stato. Ora fila in camera tua se non vuoi una lezione più fisica. -
La bambina avrebbe volentieri pestato i piedi e protestato a gran voce, ma decise di essere già stata umiliata abbastanza e si diresse di corsa verso la sua stanza. Solo allora Yami osò ridacchiare sottovoce insieme alla strega dai capelli rossi.
- Una cosa così gliela rinfacciamo finchè campa. - sussurrò Henna.

Spazio dell'autrice
Ed ecco qui il capitolo 20, che viene pubblicato oggi solo e soltanto per merito di un'amica (hello sweetie), perchè altrimenti avrei aspettato il fine settimana.
Questo è il primo capitolo a quattro mani, infatti la parte con Alec ed Aire l'ha scritta proprio quest'ultima, o meglio, la vera lei. Spero che l'esperimento sia uscito bene, perchè la cosa si ripeterà in futuro :)
A proposito di Aire, a tratti potrebbe sembrare troppo esperta per una strega del primo anno: questo perchè il mago che le ha dato lo scettro le ha anche insegnato ad usarlo.
Se vi state chiedendo perchè il piccione fosse in bagno, non chiedetemelo. Non lo so. Era solo una scena troppo comica per non inserirla XD
Regalino ;)  http://i67.tinypic.com/25gyvlw.jpg

Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono e saluto in particolare _LestrangeMills_ che dopo mesi di assenza (con conseguente me che si dispera per il timore che avesse lasciato incompleta la sua storia) è riuscita ad emergere dal vortice del greco. Certo che ne siamo tanti di classicisti qua su efp
See y'all
Cass

 

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Capitolo 22
*** I Am The Fire ***


I Am The Fire

Che ora era? Le tre? Le quattro? Non lo sapeva, sapeva solo che era un’ora che le persone normali utilizzavano per dormire. Persone normali come Joe, che dormiva nel suo (nel loro) letto, o come Arejay e Jessie, che probabilmente si erano addormentati da poco stringendosi l’uno all’altra. Ore in cui si sognava, magari di continuare ciò che si stava facendo con il partner o semplici ricordi mescolati a desideri.
Ma lei non dormiva. Lei non era normale e adesso non lo diceva per gioco. Per anni Lzzy aveva giocato ad essere fuori di testa quel tanto che bastava per sentirsi viva, per buttare fuori quel che la faceva stare male e per essere sé stessa, ma ora era veramente diversa da tutti gli altri perché era capace di usare la magia. Ms. Hale e Mz. Hyde? Lady Evil? Ah! Quei soprannomi non riuscivano ad esprimere neanche lontanamente quanto fosse profondo l’abisso che all’improvviso l’aveva separata dal resto dell’umanità. In un primo momento questa storia della magia era stata meravigliosa ed entusiasmante e le aveva dato una scarica di adrenalina incredibile, ma adesso tutte le sottigliezze di quel dono, tutte le difficoltà che attirava iniziavano a pesarle sul petto. Sapeva a malapena gestire ciò che era in grado di fare, non conosceva i suoi limiti e in capo ad un paio di giorni sarebbe stata di nuovo sul palco, nel backstage, nelle salette con i giornalisti. Sarebbe riuscita a mentire a tutti senza mai contraddirsi o cadere in fallo? Non ne era sicura, era sempre stata una pessima bugiarda. Forse perché odiava le menzogne, quella patina abbagliante che nascondeva la verità.
“Per come stanno le cose adesso non posso farne a meno” pensò “Se mi scoprissero diventerei un caso di cronaca, probabilmente nera”
Senza contare che se gli altri potevano fare del male a lei, poteva benissimo accadere il contrario.
“Scena tipo: sono sul palco e sento la solita energia che sento quando canto ma, invece di cambiare look (e già quello sarebbe una catastrofe) faccio cadere un faro addosso a qualcuno”
Rabbrividì, raggomitolandosi in un angolo del divano. Dal momento che il sonno non arrivava, per non disturbare Joe col suo agitarsi era sgusciata fuori dalle coperte e si era trasferita in salotto. Non aveva nemmeno preso una coperta e ora tremava di freddo, punendosi volontariamente per ciò che era. I suoi piedi erano congelati, e magari piano piano anche le gambe sarebbero diventate fredde, e le mani e le braccia e tutto il suo corpo, così non avrebbe più sentito niente, avvolta nel suo bozzolo di paura. “E-L-I-Z-A-B-E-T-H!” si rimproverò mentalmente per quel pensiero debole e autodistruttivo per poi sospirare.
“Ho bisogno di un po’ di musica” pensò, facendo apparire il cellulare e le cuffie. Fondamentalmente stava cercando di affogare la paura del pentagramma. Ignorando il mal di testa, selezionò la riproduzione casuale e riconobbe i primi accordi di I Am The Fire. Stava per cambiare traccia (non le piaceva molto ascoltare la propria musica, suonarla era molto meglio), ma decise di non farlo.
 
Am I brave enough?
Am I strong enough?
To follow the desire
That burns from within
To push away my fear
To stand where I’m afraid
 
Decisamente non pensava alla magia quando aveva scritto quella canzone, ma doveva ammettere che combaciava alla perfezione con il suo attuale stato d’animo, terrorizzata com’era dall’idea di poter distruggere tutto con un singolo errore.
 
I am through with this
Cuz I am more than this
I promise to myself
Alone and no one else
 
Sola? Sola? No, sola non ce l’avrebbe mai fatta ad affrontare tutto. Ma c’erano cose in cui nessuno poteva aiutarla e doveva farsene una ragione.
 
My flame is rising higher
I am the fire
I am burning brighter
Roaring like a storm
And I am the one I’ve been waiting for
Screaming like a siren
Alive and burning brighter
I am the fire
 
La sua stessa voce le dava coraggio, una sensazione curiosa. Una volta durante gli allenamenti con le ragazze aveva cantato la stessa canzone e aveva… evocato? Sì, evocato una scia di fuoco crepitante che era sparita non appena aveva smesso di cantare per osservarla. Era stata la prima e unica volta che le era riuscito un incantesimo elementale, nonostante avesse più volte ritentato. Era abbastanza per credere che non sarebbe successo sul palco? Aveva bisogno di crederci.
 
I’ve been sacrificed
My heart’s been cauterized
Hanging on to hope
Shackled by the ghost
Of what I once believed
That I could never be what’s right in front of me
 
Di certo mai avrebbe creduto di poter diventare ciò che era. Neanche nei suoi sogni più sfrenati aveva pensato di poter manipolare le emozioni, di dare loro un colore e una forma. Detta così sembrava una cosa a metà fra il fiabesco e l’inquietante, ma in fondo le piaceva. Era un’arma a doppio taglio, esattamente come lei. In effetti era quasi ovvio, lei era i suoi poteri!
 
I am the fire
I am burning brighter
Roaring like a storm
And I am the one I’ve been waiting for
Screaming like a siren
Alive and burning brighter
I am the fire
 
In fin dei conti i problemi che doveva risolvere da sola non si contavano sulle dita di una mano, ma di due sì, quindi non erano poi così tanti. E per gli altri sapeva a chi appoggiarsi. L’importante era essere viva e lei lo era.
 
I don’t believe I’ll fall from grace
Won’t let the past decide my fate
Leave forgiveness in my wake
Take the love that I’ve embraced
 
La magia non la rendeva una persona migliore o peggiore perchè fra le cose che aveva cambiato non c’erano I suoi princìpi o il suo modo di essere. Il suo modo di approcciarsi al mondo sarebbe necessariamente cambiato, anche se non di molto. Avrebbe solo dovuto imparare ad omettere quello che non voleva dire, che non era esattamente mentire. “Un buon compromesso, sì”
 
I promise to myself, me and no one else
I am more than this
I am the fire…
I am the fire
I am burning brighter
Roaring like a storm
And I am the one I’ve been waited for
Screaming like a siren
Alive and burning brighter
I am the fire
I am the fire
I am the fire
 
Quando le ultime note svanirono, Lzzy si strappò le cuffie dalle orecchie, aveva sentito abbastanza musica.
“Forse dovrei scrivere qualcosa per come mi sento adesso, starei sicuramente meglio. Come sempre” pensò, sorridendo fra sé e sé. Scrivere la faceva stare bene, per lei equivaleva al lavoro di uno psicologo professionista. Ma… avrebbe avuto il coraggio di raccontare quello che le era successo nelle ultime settimane pur sapendo che se qualcuno lo avesse saputo sarebbe stato un disastro? “Tanto prima o poi lo farò, qualsiasi cosa decida stanotte” si disse mentre si alzava, stiracchiandosi, per tornare in camera da letto.
Joe dormiva ancora beatamente, girato su un fianco con la schiena rivolta verso il bordo del letto: una posizione perfetta per Lzzy, che una volta sotto le coperte gli si strinse al petto per scaldarsi. Ridacchiò sommessamente quando lo sentì rabbrividire nel sonno mentre i piedi gelidi di lei toccavano i suoi.

Spazio dell'autrice
In superiper-ritardo ma... buon anno! ^^
Chiedo umilmente scusa sia per il tempo che ho impiegato ad aggiornare sia per la modesta lunghezza del capitolo, ma fra salute e blackouts diciamo che ho avuto i miei problemi.
Credo che questo capitolo non abbia bisogno di spiegazioni, dunque mi limito a mettere il link della canzone, una volta tanto il video ufficiale dal momento che le lyrics sono in descrizione :3  
https://youtu.be/8hkmuTvkp_s
Ringrazio come sempre tutti i lettori e recensori e torno ad accoccolarmi sul divano con la borsa dell'acqua calda in braccio da brava malata :)
See y'all
Cass

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

 
Saladin osservava il ragazzo che stava in piedi davanti a lui con aria severa.
- Sei sicuro di quello che dici Alec? -
- Sì signore. -
L’anziano preside sospirò contrariato.
- Sarà il caso di parlare con la preside Griffin. -
 
§§
 
Le lezioni non erano ancora iniziate e già Aire rischiava di addormentarsi sul banco, causa la notte quasi insonne appena trascorsa. Dall’altro lato della classe Laverna sedeva dietro il suo banco, sfogando la rabbia con degli scarabocchi. Al risveglio aveva ritrovato il suo corpo, ma la magra figura restava.
La professoressa Ediltrude chiamò la strega dai capelli neri.
- Aire? -
- Presente. - disse la diretta interessata trattenendo uno sbadiglio. Ma la professoressa non stava facendo l’appello.
- La preside ti vuole suo ufficio il prima possibile. -
Improvvisamente la ragazza non aveva più sonno.
Ci fu un breve scambio di occhiate fra le quattro compagne di stanza, perché se la Griffin sapeva di Aire sapeva anche delle altre, ma fu subito chiaro che nessuna di loro aveva parlato. Cercando di mantenere un contegno, Aire uscì dalla classe e si diresse verso la presidenza, immaginando tutti i possibili motivi per cui la preside avrebbe potuto convocarla per poi scartarli uno dopo l’altro. Di certo non immaginava neanche lontanamente quello che vide una volta entrata nell’ufficio.
- Sì, è lei. - disse una voce calda che aveva contribuito a togliere il sonno alla povera streghetta.
“Alec?!” pensò la ragazza, fissando sbalordita l’ologramma del ragazzo, affiancato da un vecchio basso e canuto. La preside Griffin, le mani incrociate sotto il mento, annuì e disse:
- Vieni avanti Aire. - La strega obbedì e la preside continuò. - Questo ragazzo afferma di averti vista ieri sera, oltre l’orario stabilito dal coprifuoco, alla festa di Alfea. E’ vero? -
Aire sapeva che la sua risposta contava zero e che tentare di giustificarsi sarebbe servito solo a peggiorare la sua situazione agli occhi della preside, quindi rispose che sì, era vero. Riuscì perfino a non fulminare con lo sguardo l’insopportabile galletto che l’aveva messa in quel pasticcio. Un lampo di approvazione brillò negli occhi della Griffin, rassicurando leggermente Aire.
- Bene, vedo che perlomeno non sei una codarda. Per quanto il coraggio sia una virtù apprezzabile in una strega, il tuo comportamento necessita di una punizione. Di conseguenza passerai questo pomeriggio nelle stalle di Fonterossa, con il compito di ripulirle senza usare la magia, sotto la sorveglianza di Alec. Sono sicura che non ti basterà un solo giorno per svolgere questo compito, quindi considerati impegnata per almeno tre giorni. Tutto chiaro? -
Se Aire fosse stata una teiera la preside avrebbe dovuto tapparsi le orecchie per proteggerle dal fischio acuto. Ascoltare senza battere ciglio era più difficile del previsto e solo l’orgoglio le impediva di gridare il motivo per cui era andata ad Alfea trascinando nel castigo anche Laverna, ma non avrebbe dato ad Alec una soddisfazione tanto grande. “Già devo stare insieme a lui per tre pomeriggi, figuriamoci!” pensò, biascicando un “sissignora”.
Soddisfatto, Saladin scambiò gli ultimi convenevoli con la Griffin e chiuse la comunicazione. La preside si appoggiò allo schienale e piantò gli occhi gialli sulla ragazzina impertinente che le stava davanti.
- In realtà non vorrei punirti per questa tua spedizione, anche se avrei preferito esserne a conoscenza, ma non posso contraddire Saladin. - Tacque in attesa di una risposta, ma Aire rimase in silenzio quindi riprese. - Tuttavia gradirei sapere per quale motivo eri ad Alfea ieri sera. Io stessa non ho sfruttato l’evento come un’esercitazione quest’anno, e guarda caso una studentessa fa di testa sua. Era semplicemente il gusto del proibito o...? -
- Gusto del proibito?! Se non fosse stato per Laver… - sbottò Aire, incapace di trattenersi, ritrovando subito il controllo.
- Sì? - la esortò la preside.
- Ero lì per una scommessa, signora preside. Niente di più. -
- Credimi, conosco molto bene quel tipo di scommesse e sono sicura che introdursi nel college fosse solo una parte del tuo compito. Dimmi perché eri ad Alfea e non ci saranno conseguenze sulle tue compagne. -
Non che ad Aire importasse di Laverna, ma Henna e Yami si erano comportate da amiche. Inoltre avrebbero condiviso l’appartamento per almeno tre anni, quindi era meglio non farsele nemiche neanche un mese dopo averle conosciute.
- Dovevo entrare nell’appartamento delle Trix e prendere un oggetto che conservasse un ricordo importante per Icy. - confessò quindi.
La Griffin era stupita.
- La peggiore delle tre? Chiunque ti abbia proposto questa prova deve trovarti molto antipatica, oppure avere un’alta considerazione di te. -
Aire non riuscì a trattenere una smorfia pensando a Laverna, che di certo non l’ammirava, ma ebbe anche il coraggio di obiettare:
- Non credo che Icy sia la peggiore. Credo che siano tutte molto diverse da quello che pensiamo. -
La preside era ovviamente sconcertata da tale osservazione, tanto che si alzò in piedi e si avvicinò alle vetrate cremisi, scrutando le rocce affilate alla base del castello. Sapeva benissimo che Aire aveva ragione, lei stessa aveva avuto occasione di vedere quanto avesse sbagliato con le Trix e spesso si tormentava con domande senza risposta come “avrei potuto aiutarle?” o “potevo fare di più?”. Tuttavia a lei toccava il ruolo di avvocato del diavolo, in quel caso specifico un terzo circa del Consiglio di Roccaluce.
- Forse non sai cosa hanno fatto, anche se mi sembra impossibile dato che tu vieni da Magix City e devi aver vissuto molte delle loro follie. -
Aire deglutì, ricordando il mostro che l’aveva mummificata all’età di nove anni e il terremoto che aveva devastato Magix due anni più tardi.
- Ho i miei motivi per crederlo. - disse semplicemente.
- Cosa hai visto Aire? - chiese la Griffin senza voltarsi.
Incerta se raccontare la storia del nastro o del biglietto, Aire tacque per qualche secondo, quindi disse:
- Una strega può avere un Bonding con un altro essere umano? -
La preside sussultò e si voltò di scatto.
- Credi che Icy abbia avuto un Bonding?! -
Aire si strinse nelle spalle.
- Ho visto il momento in cui si è legata all’altra persona, anche se non è questo che ho raccontato a… a chi mi ha messa alla prova. Sa, credo che neanche Icy lo sappia. -
Seguì con lo sguardo la preside che aggirava la scrivania e percorreva la libreria in tutta la sua lunghezza, una mano sul mento e lo sguardo pensieroso.
- Ascoltami attentamente Aire. Se ciò che dici è vero, dovrei riferirlo a Faragonda affinchè informi Icy di questo legame. Non dubito che quanto dici corrisponda a verità, ma… - si fermò - …credo che resterà un segreto fra noi due. Vedi, la questione è più complicata di quanto sembri perché la sentenza di Roccaluce non è stata unanime e molti cercano ancora qualche pretesto per rovinare le Trix. Senza volerlo potresti aver salvato la vita a quelle tre, sai? -
Aire non capiva più niente. Che il Bonding di Icy con quella cantante non fosse esattamente normale lo capiva, ma da qui a salvarle la vita… E poi la preside non aveva lasciato intendere di non avere una bella opinione delle sue ex-allieve? Perché si preoccupava tanto della loro salute?
- S-scusi, ma non comprendo. Non sono state condannate ormai? Da cosa potrei averle salvate? -
- Da un nuovo processo, Aire. - rispose la Griffin.
Passarono alcuni minuti di silenzio, poi la preside si riscosse e congedò la ragazza, dandole il permesso di saltare la prima ora di lezione, o meglio, quel che ne rimaneva. Sempre più confusa, la mora lasciò la preside sola nel suo ufficio a rimuginare.
“Se Givelian trovasse un appiglio per le sue accuse e trascinasse le ragazze in un nuovo processo, un Bonding potrebbe dimostrare il cambiamento di Icy e scagionarla. Ma ora come ora potrebbe causare problemi invece di risolverli, bisognerebbe sapere come è successo esattamente… oh, che sciocca, ho già mandato via la ragazza!”
Il riflesso deformato che la guardava dalla sfera sulla scrivania ingombra di fogli sembrava più corrucciato del solito.
“Perché mi preoccupo tanto alla fine? Mi hanno dato più problemi loro in sei anni che generazioni e generazioni di streghe in ottantasette anni di insegnamento, dovrei godere delle loro sventure!” Sospirò. “Ma chi vuoi prendere in giro, vecchia strega? Dopo quello che hanno raccontato durante il processo perfino quell’orso di Hagen avrebbe pietà di loro. Ora è troppo presto, ma entro un paio di giorni chiederò a Faragonda come vanno le cose.”
 
§§
 
Gongolando, Alec percorreva i corridoi di Fonterossa verso la palestra. Parlando con Saladin aveva ottenuto il nome della strega dagli occhi blu e ben tre appuntamenti con lei, un risultato niente affatto male. Probabilmente Aire non ne era molto contenta, ma avrebbe saputo rimediare. Alec era abituato a non dover mai insistere con le ragazze, che di norma gli si gettavano ai piedi pur di avere un appuntamento, ma iniziava a trovare noiose queste storie brevi e vuote, voleva qualcosa di più. L’atteggiamento sprezzante di Aire lo attraeva, rappresentava per lui una sfida nuova e diversa dalle solite, una sfida che aveva intenzione di vincere.
 
§§
 
Giunia aprì un mobiletto del laboratorio di pozioni e prese una fialetta con un intruglio verde fosforescente, linfa di Mimosa Vanitosa, quindi tornò al suo paiolo. Odiava pozionologia quasi quanto la matematica terrestre, ma almeno le riusciva meglio di quest’ultima. Aggiunse il contenuto della fiala alla pozione e mescolò lentamente, osservando il liquido trasparente cambiare colore.
All’improvviso si sentì un piccolo boato e un’imprecazione (- Porca paletta! -) mentre un odore di bruciato invadeva la stanza. Francesca tossiva a tutto spiano, il volto sporco di fuliggine come anche i capelli e il vestito. Ridacchiando, Ioanna non perse l’occasione per infierire sulla bionda.
- Pensa che lei aveva tutti dieci sulla Terra. -
Era confortante sapere che qualcuno odiava pozionologia più di lei, pensò Giunia.

Spazio dell'autrice
Dunque, questo capitolo è un po' strano perchè succede tutto e non succede niente, nel senso che si innescano alcune dinamiche che, facendo un rapido calcolo, resteranno in sospeso almeno fino a giugno... vi prego solo di essere clementi con me 0:)
Alec non si è comportato proprio benissimo, non è vero? Bel cavaliere, che mette nei guai la sua dama...
Oh, ho attribuito alla Griffin ottantasette anni di insegnamento perchè in tutta onestà non credo che insegnasse a Torrenuvola quando se ne andava in giro per la Dimensione Magica insieme a Valtor e alle Streghe Antenate -_-
Mi sentivo ispirata... (non so colorare ahahah ok) http://it.tinypic.com/r/2dmf9cm/9

Dunque dunque dunque, che altro dire? Ringrazio tutti coloro che leggono/recensiscono e giuro che prima o poi mi metterò in pari con tutte le storie che seguo. Facciamo solo finire il quadrimestre...
See ya :)
Cass

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

 
Durante l’intervallo Francesca si rifugiò in bagno e tentò disperatamente di far sparire la fuliggine dai suoi capelli mentre le amiche le stavano intorno.
- Non avevi imparato a fare quella pozione? Era una delle ultime dello scorso anno. - disse Cassandra.
- Sì, ma ho avuto tre mesi per dimenticarla.  - replicò la bionda - Tre mesi passati in Spagna e a casa, con una sorella adolescente che non fa altro che rubarmi i libri di scuola. -
- Hai una sorella minore? - chiese Flora.
- Sì, si chiama Katia. -
Flora sorrise, pensando alla sorella Miele.
- Anche io ho una sorella. Adesso studia al college di Linphea, ma l’anno prossimo inizierà a frequentare Alfea. Katia ha…? -
Francesca ritenne di essere presentabile e rispose:
- Ha quattordici anni, ma non credo che verrà ad Alfea. -
- Come sta? - chiese Ioanna, sapendo quanto la ragazzina desiderasse dei poteri magici.
- Guarda, ti ricordi quando passava le giornate a guardare le serie tv in streaming? Ecco, ora passa le giornate a cercare di spostare gli oggetti senza toccarli. Non è ancora successo niente che io sappia, ma anche se fosse magica andrebbe a Torrenuvola, ne sono sicura. Si divertirebbe troppo a prendermi in giro. - scherzò Francesca.
Il gruppetto uscì dal bagno e raggiunse le altre che, ad eccezione di Amaryl e Yomi, le aspettavano nel corridoio ripetendosi a vicenda l’alfabeto runico, quindi si avviarono senza fretta verso la classe di Avalon.
Con la coda dell’occhio Tecna notò che Icy si sfregava le braccia, come per togliere una sostanza appiccicosa o… riscaldarsi, cosa insolita per lei. Inoltre c’era qualcosa negli occhi della strega che la spinse a chiederle, senza farsi notare dalle altre:
- Tutto bene Icy? -
L’altra scosse appena la testa.
- Sento freddo. - sussurrò - E’ inquietante, come fate a sopportarlo voialtri? -
Ignorando la battuta, Tecna disse ad alta voce:
- Ho dimenticato il libro in camera, Icy mi accompagna a prenderlo. -
Quindi afferrò la strega per un braccio e la costrinse a seguirla fra il disappunto generale.
Il piano dei dormitori non era deserto, ma perlomeno ci si poteva isolare dalle orecchie indiscrete.
- Senti ancora freddo? - chiese Tecna alla strega non appena fu sicura di non essere sentita da nessuno.
- Sì, e mi preoccupa molto. Non succedono belle cose quanto sento freddo. - mormorò Icy in risposta.
Di fronte all’espressione perplessa ella fata della tecnologia Icy spiegò che non era la prima volta che accadeva: quando Tritannus aveva attivato il Trono dell’Imperatore o quando, ad Avram, aveva liberato il polline dell’Albero della Vita aveva avuto la stessa sensazione.
- E’ come se i miei poteri mi avvertissero di un pericolo imminente, capisci? -
- Ma cosa può essere tanto pericoloso da superare la protezione di Faragonda? - si chiese Tecna, che però notando lo sguardo scettico di Icy aggiunse:  - Sì, in effetti non ci vuole molto, lo ammetto. -
- Ecco. - disse semplicemente Icy per poi ragionare ad alta voce - Piuttosto, cosa può mettere in pericolo la mia vita? Voglio dire, ce ne vuole per mettermi in difficoltà, non basta certo un proiettile per… - si interruppe e lesse negli occhi di Tecna lo stesso pensiero.
- Lzzy! - esclamarono insieme.
- Quando l’hai sentita l’ultima volta? - chiese Tecna.
- Ieri pomeriggio, ma aspetta, la cerco adesso. - rispose Icy chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio.
Con suo grande sollievo trovò subito la mente di Lzzy, ma notò che non le dava quell’impressione di energia frizzante che le era ormai familiare. C’era qualcosa di strano, era col morale a terra rispetto al giorno prima, anzi, sembrava quasi non essere completamente in sé. “No… Ti prego, ti prego, fa’ che non sia successo niente…” fu la silenziosa preghiera della ragazza. Seguendo le sensazioni della terrestre Icy risalì al motivo di tale turbamento e quando capì che era colpa sua sentì il bisogno di appoggiarsi alla parete. Pensando e ripensando alla questione della durata della vita che avevano appena accennato il pomeriggio precedente, Lzzy era giunta alla conclusione errata che se avesse imparato troppo sui suoi poteri avrebbe vissuto tanto a lungo da veder morire tutti coloro ai quali teneva e, per tentare di distrarsi, aveva bevuto fino ad ubriacarsi. Icy non aveva mai provato su sé stessa le sensazioni di un dopo-sbornia ma a giudicare dalla mente di Lzzy non avrebbe sentito la mancanza di tale esperienza. Ad anni luce di distanza, il mal di testa causato dall’alcol faceva pulsare le tempie della strega, che si allontanò dalla mente della terrestre. Quindi imprecò a mezza voce e domandò a Tecna:
- Dopo le lezioni puoi venire con me? Ho bisogno di qualcuno di oggettivo, che non si senta male al pensiero di quanto a lungo potremmo vivere. -
Gli occhi verdi della fata si spalancarono.
- Avete parlato di questo?! -
Icy riassunse il dialogo del pomeriggio precedente e le attuali condizioni di Lzzy e quando finì Tecna chiese:
- Perché vuoi che ci sia io? A parte il sangue freddo. -
- Deve esserci un motivo particolare? - chiese Icy di rimando con il solito tono inflessibile, nascondendo però un mezzo sorriso.
- Aha, e voglio sentirlo da te. - replicò testarda Tecna.
Icy assunse un’espressione annoiata, ma rispose:
- E va bene. Perché ti considero un’amica, contenta? -
- Sì. - rispose la fata, stampandosi sul volto un enorme sorriso soddisfatto.
Stavano per scendere di nuovo le scale quando Icy prese il cellulare e digitò in fretta poche frasi. Dal momento che non fece niente per impedirle di guardare, Tecna si sentì autorizzata a sbirciare. Era un messaggio per Lzzy.
 
“Elizabeth Mae Hale, vedi di essere sobria quando verrò a prenderti oggi pomeriggio altrimenti ti farò pentire di aver bevuto ogni singola goccia di alcol durante l’intero arco della tua vita a suon di incantesimi! E questa è una promessa!”
 
***
 
Icy sembrava avere l’argento vivo addosso tanto era impaziente, Tecna non l’aveva mai vista così. In fondo era tenera a preoccuparsi tanto per la sua compagna di mente, le si era affezionata più di quando riuscisse ad ammettere, e anche più in fretta. “Beh, è così che funziona un Bonding” sorrise fra sé e sé mentre apriva un portale per Icy. Il teletrasporto era troppo semplice da individuare, anche con Alfea piena di studentesse.
- Vado e torno. - annunciò la strega per poi sparire nel portale.
Per tornare avrebbero usato lo specchietto di Lzzy. Le altre ragazze non sapevano niente e non c’era rischio che arrivassero nel bel mezzo della conversazione: ufficialmente Tecna e Icy erano impegnate in un pomeriggio di studio non-stop e avevano espressamente richiesto di non essere disturbate. Si erano chiuse nella camera di Tecna, la cui coinquilina era impegnata ad aiutare Adelaide in letteratura; mentre le altre ragazze erano impegnate o con lo studio o con il proprio ragazzo.
 
§§
 
Se già il teletrasporto non era sempre preciso quando non si conosceva bene il luogo in cui si voleva arrivare, i portali erano un terno al lotto. Per quanto ne sapeva Icy avrebbe potuto apparire nella doccia di Lzzy, a dieci chilometri da casa sua o a qualche metro da terra. Magari in orizzontale invece che in verticale, tanto per complicare le cose.
Fu con un certo sollievo, quindi, che riconobbe l’ingresso dell’amica. Non che ci fosse stata prima, ma Lzzy le aveva mandato diverse foto dato che Icy stentava a credere che avesse davvero una casa sua: era in giro per il mondo praticamente undici mesi l’anno! Nell’ingresso, appesa ad una parete, la Les Paul bianca e nera faceva bella mostra di sé.
- Lz? - chiamò Icy senza ricevere risposta.
Magari non l’aveva sentita. Un salotto accogliente comunicava con l’ingresso e una Les Paul grigia decorava la parete sopra il divano. Anche nel corridoio c’era una chitarra, tanto che Icy si chiese quante ce ne fossero effettivamente. Che fossero una per stanza?
Stava per chiamare di nuovo la padrona di casa quando sentì una voce che stentò a riconoscere.
- Quando pensi che arriverà? -
Era la voce di Joe, ma… perché il moro era lì? Seguendo il suono della sua voce, Icy aprì la porta che dava sulla camera da letto di Lzzy. Anche in questa stanza era appesa una chitarra, la Explorer nera e oro che Icy ricordava di aver visto al concerto, ma quello che catturò la sua attenzione fu il letto, enorme anche per essere un matrimoniale. O, per dir meglio, chi c’era sopra. Rimase bloccata per una manciata di secondi nel vedere Lzzy con la testa appoggiata sulla spalla di Joe e con un suo braccio che le cingeva i fianchi, entrambi semidistesi sopra le coperte, completamente vestiti (e Icy ringraziò il cielo di questo).
- E’ arrivata. - fu il commento asciutto di Joe.
Lzzy, che evidentemente non prevedeva di farsi trovare accoccolata in braccio al suo ragazzo, si affrettò ad alzarsi, balbettando parole senza senso che somigliavano ad un “volevo dirtelo prima ma…”.
Icy recuperò l’uso della parola.
- Non credevo di trovarti in compagnia - disse - ma credo di aver capito cosa fossero quei formicolii che sentivo ogni tanto. Complimenti a entrambi comunque, non avevo assolutamente capito niente. -
Il suo tono tranquillo diede a Lzzy il coraggio di riprendere fiato e mettere insieme una frase decente.
- Non sei… arrabbiata o infastidita o delusa perché non te l’ho detto prima? - chiese, con l’aria di chi ha paura di gettare benzina sul fuoco.
Sembrava abbastanza sobria.
- Lzzy, mi conosci sì e no da due mesi, hai tutto il diritto di tenere certe cose per te. Hai idea di quante cose io non ti ho detto? -
- Sicura? -
Lo sguardo di Icy fu eloquente quasi quanto il suo sopracciglio inarcato. Lzzy tirò un sospiro di sollievo palesemente finto.
- Allora per te non è un problema? - chiese Joe, alzandosi anche lui.
- Assolutamente no, anzi, sono felice per voi, avete una persona in meno a cui mentire. Solo… Mae, chiudi bene la mente quando vi “divertite”, per favore. Temo di aver sentito un paio di volte alcune tue sensazioni. - rispose Icy, imbarazzata al solo pensiero.
Lzzy arrossì improvvisamente, per quanto potesse essere esplicita o giocare con i doppi sensi preferiva tenere per sé quello che facevano lei e Joe.
- Uh, sì. Non succederà più. Non oso immaginare cosa tu abbia sentito. -
Joe sghignazzò. Dalla sua prospettiva la situazione era divertente ed imbarazzante in egual misura. Icy si affrettò a precisare che non aveva sentito altro che formicolii per poi esortare i due a darsi una mossa.
- Tecna si starà chiedendo il motivo di tanto ritardo. - disse.
- Vengo anch’io? - domandò Joe stupendosi mentre Lzzy andava a recuperare lo specchietto.
- Beh, sì. Io non sono di grande aiuto per quanto riguarda questo argomento. Come un sacco di altre cose, mi fa venire il voltastomaco pensare di vivere per secoli. - disse la strega assumendo un tono amaro.
Lzzy tornò in camera e aprì il portale.
 
§§
 
Tecna non si aspettava di vedere anche Joe e naturalmente chiese spiegazioni al riguardo, ma l’unica risposta di Icy fu:
- Teniamo le chiacchiere allegre per dopo, vuoi? -
Sembrava ansiosa di togliersi quel peso dal petto e Tecna la capiva. Non era un argomento facile, lei stessa provava un senso di vertigine del tutto irrazionale a pensare a che livello era arrivata.
Guardò Lzzy dritta negli occhi e vide un’apprensione identica a quella di Icy e allo stesso tempo completamente diversa, perché dettata dalla sete di sapere.
- Dritta al punto? - chiese Tecna.
Lzzy annuì decisa e rispose:
- Rapido e indolore, no? -
Nonostante l’apparente fermezza, però, la sua mano cercò quella del chitarrista per stringerla.
- Ok, ma non interrompermi. Non hai capito assolutamente niente della faccenda. Imparare a gestire i tuoi poteri, cioè quello che ti stiamo insegnando, non ti renderà immortale né ti allungherà la vita. L’aspettativa di vita qui si aggira fra i centodieci e i centocinquant’anni, che tu sia magico o meno. Posto che il sessanta per cento della popolazione magica si ferma al primo o al secondo livello, la media viene rispettata. Dal terzo livello si iniziano a riscontrare delle differenze: una creatura magica di terzo livello arriva tranquillamente ai centonovant’anni, una di quarto ai duecento e così via. Ora, nonostante i tuoi poteri siano incredibilmente forti, tu hai le conoscenze di una creatura magica di primo livello Lzzy. Io, Icy, Musa o una qualsiasi delle ragazze siamo al sesto livello, di conseguenza potremmo arrivare a vivere sui - fece dei rapidi calcoli - quattro secoli abbondanti, credo. Mi rifiuto di fare il calcolo preciso, sarebbe come fare un conto alla rovescia. -
Si fermò per dare alla ragazza il tempo di metabolizzare il tutto. Icy si era seduta alla sua scrivania e dondolava distrattamente una gamba, lo sguardo fisso nel vuoto. Lzzy si mordicchiava un labbro, impegnata a riflettere sulle parole di Tecna, e adesso Joe guardava la fata e la strega come fossero dei dinosauri.
- Allora siete… siamo costretti a vivere quanto a lungo il nostro livello ci consente? - chiese Lzzy.
Tre rughe orizzontali segnavano la sua fronte corrucciata. La risposta negativa di Tecna la sorprese.
- Ma hai appena finito di dire che… -
- Esiste un’alternativa. - la bloccò Tecna - Vedi, non tutti vogliono vivere per secoli. E’ possibile scegliere di rinunciare agli anni che la magia ci dona tramite una serie di incantesimi che solo pochi maghi sono autorizzati ad eseguire. Chi sceglie la Rinuncia, come la chiamiamo, segue un normale ciclo vitale, quello che il suo corpo gli consente. -
Lzzy moriva dalla voglia di interromperla quindi le fece cenno di parlare.
- Quando posso farlo? -
Joe sobbalzò, sorpreso dalla decisione della sua compagna.
- Lz, sei sicura? Voglio dire, è una cosa… -
- Orribile. Terrificante. Sarei sola, sola e isolata da tutti perché mi conosco e so che non legherei con nessuno per non soffrire di nuovo. Non lo voglio Joe, piuttosto il suicidio! - esclamò Lzzy quasi gridando.
Icy impallidì all’ultima frase, credendo di aver capito quale fosse il pericolo che aveva avvertito.
- Non dire così Lzzy! - la riprese Joe, afferandola per le spalle.
Era più alto di lei di pochi centimetri e questo gli dava un vantaggio che Lzzy detestava. Odiava sentirsi piccola. Si liberò dalla stretta e si piantò davanti al moro a braccia incrociate.
- Non lo farei adesso, non sono stupida! Che senso avrebbe? Farei solo soffrire voi e non voglio neanche questo. Ma io ho paura di restare sola Joe, lo sai. Se devo vivere cent’anni che sia perché lascio perdere i liquori, non perché i miei poteri mi impediscono di avere un cancro al fegato! -
-  Non è esattamente così che funziona, ma capisco cosa vuoi dire. - si intromise Tecna timidamente - Riflettici su finchè non troviamo un modo per farti fare la Rinuncia, ok? -
Lzzy annuì bruscamente, scossa. Non volendo incontrare lo sguardo di Joe, si voltò verso Icy. Si era quasi dimenticata della sua presenza e si rese conto che doveva averla turbata molto. Già pallida come un lenzuolo di suo, la strega ora le pareva addirittura trasparente e aveva l’aria di uno che sta per vomitare. Lei sembrava non vederla più. Esitando, Lzzy le toccò una spalla, gelida come al solito. Icy non si mosse di un millimetro, ma disse:
- Forse dovrei rinunciare anche io, sai? -
Per un attimo Icy pensò che Tecna le avrebbe elencato tutti i motivi per cui non avrebbe dovuto minimamente pensarci, ma la fata si limitò a sospirare sconsolata. Se anche avesse parlato, Icy non le avrebbe dato retta, lo sapeva.
- Rinunceresti per via di Lzzy? - chiese Joe.
- No Joe. Vedi, fra tre anni in teoria sarò libera ma so che in realtà sarò sempre nel mirino di qualcuno. Quattrocento e passa anni a preoccuparsi di una parola di troppo? No grazie. - rispose con una nota amara nella voce.
- Detesto doverti dare ragione su questo. - mormorò Tecna.
Icy fece un sorrisetto sarcastico.
- Pensa che festa faranno a Roccaluce quando lo sapranno. - commentò.
- Ehi, ti do ragione ma riflettici, non considerarla cosa fatta. Potresti cambiare idea più in là. -
“Certo, come no” pensò la strega, ma assentì comunque per non innervosire la fata. Calò un silenzio assordante. Nessuno aveva più voglia di parlare di quelle cose, era evidente, quindi Tecna decise che era ora di darsi al gossip. E pensare che prima di conoscere le Winx lo riteneva un’occupazione inutile!
- Allora - disse - com’è che sei qui Joe? Credevo fossi in giro fra i parenti come gli altri. -
Joe colse la palla al balzo.
- Beh, io e Lz non abbiamo molto tempo per stare da soli quando siamo in giro, c’è sempre il terzo incomodo e di solito anche il quarto. - rispose il ragazzo per poi sorridere soddisfatto nel sentire la risatina trattenuta dalla donna che amava.

Spazio dell'autrice
Salve a tutti :)
Nonostante i cataclismi, purtroppo per voi sono ancora qui per assillarvi muahahah EHM ok basta.
Spero che il capitolo non risulti troppo pesante, ma la questione della vita doveva essere spiegata. Spero anche di non aver reso Tecna troppo OOC...
E così Icy alla fine ha scoperto la relazione di Lzzy e Joe... peccato che Lzzy non abbia detto proprio tutto ;)
Sì, ha veramente le chitarre sparse in tutta la casa. Facilitano la creazione, a quanto dice.
Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono :)
See y'all
Cass

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Capitolo 25
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

 
A detta di Codatorta, un badile e uno spazzolone grande quasi più di lei sarebbero stati i migliori amici di Aire. Al secondo giorno di lavori forzati, la ragazza aveva tutt’altra opinione. E il suo sorvegliante non le stava più simpatico, dato che cercava in continuazione ad attaccare bottone con lei. Detestava ammetterlo, ma la cosa le dava un senso di sicurezza: insomma, pulire le stalle dei draghi non è esattamente la cosa più sicura del mondo e avere uno Specialista del terzo anno attaccato come una gomma da masticare alla suola di una scarpa poteva fare comodo. Anche se con tutta probabilità quel fanfarone non avrebbe mosso un dito senza ricattarla con un appuntamento… e poi c’era quella sua insopportabile parlantina! Aire era stata tentata di mettersi dei tappi di cera nelle orecchie, ma poi aveva deciso che era meglio sopportare le chiacchiere esasperanti di Alec piuttosto che non sentire un drago ringhiare e diventare un arrosto di conseguenza. Quindi era lì a pulire le stalle dal letame col badile mentre Alec cercava di intavolare una discussione, apparentemente incurante dell’odore.
Seccato dall’impermeabilità della strega, Alec domandò:
- Hai intenzione di ignorarmi anche oggi? - Nessuna risposta. - Guarda che sto cercando di renderti il compito meno pesante streghetta. - continuò, con un tono di voce che rivelava la sua buona fede.
“Questo è troppo!” pensò Aire e, invece di far scivolare il contenuto della pala nella solita carriola, fece un giro completo su sé stessa e lo lanciò addosso al ragazzo, sporcandogli la linda divisa da primo della classe. L’espressione stupefatta e leggermente schifata di Alec furono un toccasana per la mora, ma non lo diede a vedere. Gli mostrò invece i polsi, adornati da un paio di bracciali che bloccavano i suoi poteri.
- Li vedi questi? - disse - In teoria servono a non farmi pulire questo posto con la magia, cosa inutile dato che quel tipo di incantesimi ha una durata limitata e lo sanno anche i bambini, ma in realtà devi ringraziare questi cosi se hai ancora un paio di gambe e una lingua, perché se potessi ti avrei già trasformato in qualcosa che striscia e tace!!! Mi hai incastrata, costretta a sopportare la tua compagnia e hai anche il coraggio di dire che cerchi di darmi una mano con le tue chiacchiere? Ma allora sei da psichiatria, altro che strizzacervelli! -
Per un istante Aire credette di aver ammutolito il ragazzo con la sua sfuriata, ma l’illusione durò assai poco.
- Sei diventata tutta rossa. - ridacchiò infatti Alec, al che la strega sospirò e, con un poco elegante “va’ al diavolo” tornò al suo lavoro. Alec non si perse d’animo.
- Sai, hai davvero un carattere interessante. Le ragazze che frequento di solito si fanno tagliare la lingua piuttosto che mandarmi a quel paese e non credo siano capaci di mettere insieme più di tre proposizioni alla volta. -
Per venti minuti buoni insistette su quanto Aire fosse intelligente, particolare e bella, senza ottenere alcun risultato visibile. Nella testa della strega, però, quei complimenti iniziavano ad attecchire, ma la ragazza non si permise di cedere.
“Aire! E’ solo un donnaiolo, ricordatelo” pensò, scansando il ragazzo per passare alla gabbia successiva. Era quasi tentata di chiudere dentro Alec, ma questo avrebbe potuto costarle un aumento della pena quindi respinse l’idea, per quanto allettante, e si limitò ad entrare nella gabbia di un drago enorme. Il pelo bianco e ispido che lo ricopriva metteva in risalto il rosso scuro delle ali membranose e delle orecchie. Il collo affusolato era ripiegato in modo che la grossa testa poggiasse sulle zampe, gli occhi chiusi in un sonno apparentemente profondo.
Alec mise per un attimo da parte il suo tono spensierato a favore di uno più preoccupato:
- Attenta con quel drago, ha un pessimo carattere. -
Dal momento che il bestione sembrava ignorarla completamente, Aire decise che Alec la stava solo prendendo in giro. Ripagandolo con la stessa moneta disse:
- Ehi Alirosse, hai sentito anche tu quel ronzio? Certo che queste zanzare sono grosse, eh? -
Quando finì di parlare diede una leggera pacca sulla pelle dura del drago. Questo non parve gradire tutta quella confidenza: ringhiò sommessamente e spalancò gli occhi di rubino. Essendo i draghi privi di pupilla, Aire intuì il loro movimento più che vederlo ma capì comunque quando il drago iniziò a fissarla.
- Ops. - sussurrò terrorizzata.
La paura le gelò il sangue. Doveva togliersi di lì prima che il drago la attaccasse, ma sapeva che non sarebbe mai riuscita a raggiungere la porta della gabbia e come se non bastasse non aveva modo di togliersi i bracciali. Il drago allungò il collo verso Aire, preparandosi a sputare fuoco. La ragazza chiuse gli occhi, pronta a diventare un enorme arrosto, ma la fiammata letale non arrivò. Ne sentiva il calore, ma questo sembrava girarle attorno. Aire riaprì gli occhi e vide Alec che, in perfetta posa da cavaliere, riparava entrambi col suo scudo. Non appena il torrente di fuoco si interruppe Alec tese una mano verso il drago, intimandogli di restare fermo. Un ringhio assordante fu tutto quel che ricevette in risposta e fu anche l’unico segnale del colpo di coda che il drago indirizzò al ragazzo. Alec saltò, schivando la coda che mancò per un soffio la strega dietro di lui.
- Ho detto: fermo! - ripetè, stavolta tendendo entrambe le mani verso il drago.
Quando questo si fece più indietro, tornando ad accovacciarsi, Alec sussurrò:
- Esci in fretta. -
Senza farselo ripetere due volte, Aire corse fuori dalla gabbia senza curarsi di recuperare i suoi attrezzi. Col cuore che batteva furiosamente si appoggiò ad una parete. Alec la affiancò.
- Stai bene? - le chiese mentre chiudeva il chiavistello.
- Sì. G-grazie. - rispose la strega.
- Per oggi basta eh? Tanto sono quasi le sei e dovresti comunque smettere fra poco. -
Non ci fu risposta, ma stavolta il ragazzo la capiva, con uno spavento del genere! Le prese una mano, al che Aire si girò di scatto verso di lui con uno sguardo che diceva “lasciami o ti uccido”. Alec rise.
- Che c’è, non vuoi neanche che ti tolga i bracciali? -
- Ah… sì. - disse Aire, le guance in fiamme, mentre Alec le liberava i polsi.
- Senti, ora che hai di nuovo i tuoi poteri, mi faresti un favore? Solo per ringraziarmi per il drago. -
Aire lo squadrò diffidente.
- Purchè non si tratti di baciarti, perché ti trasformerei in una biscia. -
Alec alzò le braccia in segno di resa.
- Ohoh, non osavo tanto visto quanto ti sto simpatico. No, solo… potresti far sparire questa macchia? Per favore, la signora della lavanderia mi detesta! -
Aire scoppiò a ridere.
- Non sono l’unica quindi. Ecco - e mosse la mano come per spolverare una superficie invisibile - la macchia è sparita. -
- Grazie, mi hai risparmiato una lunga ramanzina. “Signor Alec, dovrebbe avere più cura della sua uniforme!” e cose del genere. -
Risero insieme, poi Alec condusse Aire fuori dall’edificio.
- Voglio farti vedere una cosa. -
Curiosa, la ragazza lo seguì sulla terrazza ricoperta di morbido prato. Uno dei quattro fiumi artificiali che dalla scuola si gettavano nel vuoto scorreva ad un paio di metri da loro. Alec si fermò solo quando i suoi piedi furono sul bordo della terrazza.
- Vedi di non cadere di sotto o diranno che ti ho spinto. - commentò Aire facendolo sogghignare.
- Gentile da parte tua preoccuparti della mia salute. Volevo farti vedere Magix. Da qui si vede tutta la città. -
Aire smise di contare quanti millimetri ci fossero fra gli stivali di Alec e il vuoto e guardò l’orizzonte. Sotto di loro, la foresta di Selvafosca si estendeva a perdita d’occhio. La distesa di aghi si arrestava solo sulle rive del Lago di Roccaluce per poi riprendere sulla sponda opposta, diradarsi e lentamente lasciare spazio agli edifici della città. Le Montagne della Barriera erano solo sagome azzurrine contro l’orizzonte.
- E’ uno spettacolo, veramente. Riesco quasi a vedere casa mia. - sorrise Aire, rapita da quello spettacolo. Torre nuvola offriva un panorama molto più tetro e desolante, fatto di rocce aguzze e grigie e alberi tetri.
- Sul serio? -
- Sì, è una di quelle case a schiera, le vedi? - disse Aire indicandole col braccio - Lì, vicino alla bibliote… -
In quell’istante l’eco di un tremendo boato li raggiunse mentre parte del tetto della biblioteca di Magix veniva distrutta da un vortice di fiamme nerastre. I due ragazzi indietreggiarono istintivamente di qualche passo. Attesero per alcuni minuti nel silenzio più assoluto, poi Aire disse:
- Cosa sarà successo? -
Alec si voltò verso la ragazza e vide il terrore nelle sue pupille ristrette.
- L’ultima volta che è successo qualcosa del genere c’entravano tre streghe di nostra conoscenza. -
Aire scosse la testa.
- Questa volta no, credimi. -
- Come puoi esserne sicura? Le conosci forse? -
- No, non le conosco. - rispose semplicemente Aire, ma avrebbe voluto aggiungere che il suo istinto le suggeriva che le Trix erano completamente estranee a quello che stava accadendo.
 
§§
 
Anche ad Alfea si era sentito il boato e molte studentesse si erano affacciate alle finestre per vedere cosa stesse succedendo, comprese le Winx e le Trix.
- Riuscite a vedere qualcosa? - chiese Musa raggiungendo Bloom, Aisha e Stormy sul balcone.
- Macchè, questa scuola a ferro di cavallo copre praticamente tutto. Dalla parte del Lago non c’è niente. - rispose la strega.
Alle loro spalle arrivò Stella, appena scesa dalla boutique.
- Neanche da su si vede niente. - disse.
Flora si affacciò alla porta dell’appartamento, già spalancata.
- Dal corridoio si vede qualcosa, venite! -
Le altre erano già tutte accalcate intorno alle finestre nel tentativo di capire da dove provenisse la colonna di fumo che macchiava il cielo terso di Magix.
- Viene dalla città? - chiese Bloom strizzando gli occhi per vedere meglio.
Nessuna fece in tempo a rispondere perché l’ispettrice Griselda avanzava a passo di marcia nel corridoio, esortando le allieve a tornare nelle loro camere.
- Fra un’ora tutte in aula magna, per il momento tornate nelle vostre stanze e mantenete la calma. - Bloccò le Winx, che stavano per rientrare - Faragonda vi vuole nel suo ufficio. Tutte. -
- “Tutte” significa anche noi tre? - chiese Darcy perplessa.
- Esattamente signorina. - con questo Griselda le liquidò, tornando a svolgere il suo compito nel dormitorio.
Icy scrollò le spalle, come a dire che non potevano fare altro che obbedire, quindi si diressero in presidenza. Trovarono Faragonda seduta dietro la sua scrivania, con un’aria contrariata che non prometteva niente di buono.
- C’è qualcosa che dovreste dirmi? - chiese senza tanti preamboli.
Icy ebbe quasi un infarto, convinta che si riferisse a Lzzy, ma non disse niente. C’era la possibilità che Faragonda stesse parlando di tutt’altro e non aveva intenzione di cedere alla prima pressione.
La preside interpretò il silenzio generale come una richiesta di chiarimenti, quindi disse:
- Intendo, avete avuto degli avvertimenti di qualsiasi genere? -
- Avvertimenti riguardo a cosa? - domandò Bloom.
- Il boato che avete sentito proveniva dalla biblioteca di Magix. Il soffitto dell’ala est è diventato cenere e alcuni testimoni dicono di aver visto delle fiamme scure, quasi nere, prima che accadesse. Questo, purtroppo, non può che ricordarmi… -
- Valtor. - sussurrò Darcy sbiancando.
Ma non stava più guardando la preside. Le ragazze fissavano il cielo oltre la vetrata, un cielo ora coperto da nuvole scure che mettevano in risalto il viola del marchio di Valtor.
 
§§
 
Le nuvole avevano avvolto la valle improvvisamente, sorprendendo Alec e Aire.
- Splendido, ora anche questa. Andiamo, devo fare rapporto a Saladin e ho come la sensazione che il tuo rientro a Torrenuvola sarà posticipato. - commentò Alec avviandosi verso l’interno della scuola.
Ma la strega non lo seguì, aveva lo sguardo fisso su un simbolo viola che sembrava marchiare la scuola di Alfea.
- Lo sai cos’è quello? - chiese la ragazza - E’ il marchio di Valtor Alec, significa che è tornato! -
Le tremava la voce, tutti i ricordi del terremoto le si ripresentavano davanti agli occhi. Aire era così sconvolta che non oppose alcuna resistenza quando Alec la prese per mano, costringendola a correre con lui.
 
§§
 
Divertente. Non c’era altra parola per descrivere l’agitazione delle fate nel vedere la loro insulsa barriera cadere come brandelli di carta bruciata dopo un solo fulmine magico. Erano passati quasi quattro anni, ma sembravano non aver imparato niente.
Un gruppo di studentesse corse in cortile e Valtor riconobbe la chioma fiammante di Bloom. Un odio bruciante lo travolse. Era solo a causa di quella ragazza se il suo piano era fallito. Sua e delle tre streghe che lo avevano tradito e che ora affiancavano le fate che lo avevano sconfitto.
A terra, le ragazze si lanciarono uno sguardo d’intesa e si trasformarono tutte insieme, anche se le Trix impiegarono solo una manciata di secondi e furono costrette ad aspettare le Winx. Quindi si levarono in volo, fermandosi ad una decina di metri di distanza da Valtor.
Icy ebbe un tuffo al cuore. Non era cambiato di una virgola, gli stessi lineamenti duri, gli stessi capelli chiari, gli stessi occhi sottili e inespressivi che ricordava. Una volta aveva amato quegli occhi, ora non poteva che odiarli. Così come odiava quel sorriso appena increspato che rivolgeva al resto del mondo.
- Ti credevamo morto. - disse Darcy, lapidaria.
- Ho fatto in modo che fosse così. Non sembrate contente di rivedermi. -
- Ti sorprende? - chiese Stella con la sua solita ironia.
- Ad essere sincero, mi aspettavo che qualcuno conservasse un bel ricordo di me. Non è vero Icy? -
Come osava parlarle così? Lei gli aveva dato tutto senza ricevere niente in cambio se non delusioni e sconfitte!
- Quello è il peggior ricordo che ho di te a dire il vero. - disse la strega del ghiaccio riducendo gli occhi a due fessure.
Valtor sembrò divertito dalla sua risposta. O forse voleva solo mascherare il fastidio?
- Presto cambierai idea, credimi. Voi tre avete tradito la mia fiducia e quella delle Antenate e pagherete per questo. -
Icy sentì un brivido lungo la schiena, ma si sforzò di assumere un’ aria di scherno e di ridergli in faccia. Non era facile, doveva recitare alla perfezione per convincerlo di quello che stava per dire: era l’unica protezione che poteva offrire a Lzzy.
- Come credi di poterci punire, Valtor? Non abbiamo niente da perdere. -
- Forse non avete niente, ma senza dubbio avete qualcuno da perdere. Voi stesse in primis, ma non temete, voi non sarete che le ultime a morire. Prima toccherà a tutti coloro che amate. -
Sapeva, sapeva già tutto! Il sorriso di Icy si sgretolò mentre lei indietreggiava istintivamente. Valtor era stato nascosto per chissà quanto tempo, senza mai perderle di vista, aveva scelto il momento giusto per tornare ed eccolo lì, davanti a loro.
Stormy strinse i pugni e un fulmine puntò dritto contro lo stregone, accompagnato da un tuono che fece tremare i vetri di Alfea. Con grande disappunto della strega il fulmine non colpì mai il bersaglio e deviò a pochi centimetri da esso.
- Non oggi Stormy. ci sarà tempo per combattere, questo è solo un avvertimento. - disse Valtor per poi svanire insieme al suo marchio.
Icy avrebbe voluto urlare tutta la sua rabbia, chiudere gli occhi e riaprirli scoprendo che tutto attorno a lei era ricoperto dal ghiaccio, ma non poteva e non voleva dare a Valtor la soddisfazione di distruggerla. Flora le mise una mano sulla spalla.
- Icy… -
- Non. Chiederlo. Non chiedermi come sto Flora. Potrai farlo in camera, quando saremo sole. Ma se me lo chiedi adesso vado in pezzi, quindi non chiedermelo. -
La fata della natura ritirò la mano, spaventata dal tono grave della strega, lo stesso che era solita usare durante le loro battaglie.
- Che facciamo adesso? Diciamo a Faragonda del… - chiese Musa, subito interrotta da Bloom.
- No, le diremo solo che Valtor ha intenzione di uccidere noi e le Trix. -
Stormy fece per obiettare, ma poi dovette ammettere a sé stessa che era stata questa la promessa dello stregone. Le ragazze si abbassarono di quota, mentre Icy capiva finalmente quale fosse il pericolo che i suoi poteri le avevano annunciato il giorno prima.

Spazio dell'autrice
Chiedo umilmente scusa per il terribile ritardo, ma ho i miei motivi: uno è che grazie ai 23 giorni in cui la scuola a gennaio è stata chiusa, febbraio è stato un mese infernale. La seconda è che questo capitolo è il regalo di compleanno di un'amica, e non potevo certo farle il regalo in anticipo... auguri poliglotta! <3 
Abbiamo finalmente scoperto chi era la figura misteriosa. Valtor... darà molti, molti problemi, com'è suo solito. Chi vivrà vedrà ;)
Dunque, che altro? Ringrazio chi legge e/o recensisce e in particolare LittleGypsyPrincess che si è appena aggiunta alla banda. Hello lil Freak <3
Ok, pubblico sennò sto fino a mezzanotte pure oggi e domani mi sveglio a mezzogiorno (perchè domani ho ponte pur avendo perso un mese di scuola... non mi lamento perchè ci stanno spremendo come limoni e una pausa ci voleva, ma lo stesso non capisco XD).
See y'all :))
Cass

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

 
All’ora stabilita l’aula magna di Alfea si riempì di studentesse curiose e preoccupate. Icy seguì le altre sulla gradinata più alta, dove avrebbero attirato, forse, meno attenzione.
Faragonda, dopo aver ascoltato il rapporto delle Winx, si era chiusa nel suo ufficio in videoconferenza prima con la Griffin e Saladin, poi con l’intero Consiglio di Roccaluce, ma non aveva fatto sapere loro niente e dunque erano ansiose tanto quanto le altre.
Una volta che tutte le fate si furono radunate, Faragonda prese la parola:
- Suppongo che tutte abbiate visto cosa è successo. Forse alcune di voi conoscono lo stregone responsabile: Valtor. -
Un brusio preoccupato percorse la sala.
- Finire i corsi senza sorprese era chiedere troppo insomma. - ironizzò Giunia sottovoce.
Riottenuto il silenzio, la preside riprese il suo discorso:
- Sì, Valtor è tornato e non ha perso tempo. Il boato che avete sentito proveniva dalla biblioteca di Magix, il cui lato est del tetto è completamente carbonizzato. In quella parte dell’edificio erano custoditi vari libri di magia, anche proibita. Uno di questi libri, il Mystérion, è sparito, probabilmente rubato da Valtor. In questo libro erano raccolti i più potenti incantesimi di cui si è a conoscenza, dall’antichità fino a pochi secoli fa. Questo libro gli dà un enorme potere e non abbiamo idea di come intenda servirsene. -
Stormy ridacchiò amaramente mentre tutte e nove le ragazze pensavano la stessa cosa: sapevano benissimo quale sarebbe stata la prossima mossa dello stregone.
- Inoltre, Valtor ha giurato vendetta contro alcune vostre compagne e… -
Un nuovo brusio interruppe Faragonda, stavolta venato di voci stizzite e lamentose.
Icy colse alcuni commenti e cercò di farsi piccola piccola sulla sua sedia, ma era inutile, non poteva sottrarsi alle occhiate di disapprovazione delle allieve di Alfea. Perché si sentiva così sbagliata, perché si sentiva in colpa? Aveva diritto anche lei ad una seconda possibilità, ad un posto sicuro in cui studiare e pensare al suo futuro, quello che stava succedendo non era colpa sua!
- Silenzio! - tuonò l’ispettrice Griselda, mettendo a tacere tutte le fate in un sol colpo e permettendo a Faragonda di continuare:
- Come dicevo, dopo aver consultato il Consiglio di Roccaluce è stato deciso che Icy, Darcy e Stormy resteranno allieve di questa scuola. Inoltre saranno loro, insieme alle Winx, a cercare di recuperare il Mystérion. -
Questa volta anche le tre streghe furono contagiate dallo stupore generale. Essere incaricate di recuperare un libro così prezioso era l’ultima cosa che si sarebbero aspettate, era una dimostrazione di fiducia incommensurabile! “Chissà se è stata Faragonda ad insistere per questo oppure è stato il consiglio” pensò Icy, abbandonando i suoi intrighi quando dall’altro lato della sala Cassandra si alzò in piedi per chiedere la parola.
- Preside Faragonda - disse - chiedo il permesso di aiutarle nella ricerca. -
Icy vide Francesca squadrare allibita l’amica e pensò che probabilmente aveva la stessa identica espressione. Cass non sapeva in che razza di impresa si stava imbarcando. Faragonda tentò di dissuaderla.
- Ma, cara ragazza, è molto pericoloso e… -
- E’ pericoloso per me come per loro, come per tutti noi finchè Valtor è a piede libero. Abbiamo visto tutti con che facilità ha distrutto la barriera magica. Se non vuole che aiuti loro, mi permetta di fare delle ricerche per proteggere la scuola. - ribattè la fata.
- Ne discuteremo più tardi. Ora tornate nelle vostre stanze. -
Cassandra non riuscì a trattenere uno sbuffo di delusione. Aveva osato tantissimo con quelle insinuazioni, ma non era riuscita comunque ad ottenere la risposta immediata che voleva. Questo tergiversare proprio non lo sopportava. In qualsiasi mondo tutto veniva sempre rimandato ad un indefinito “più tardi”, non si era mai capaci di approdare ad una soluzione decisiva in poco tempo. Le sembrava semplicemente assurdo mandare tre streghe e sei fate allo sbaraglio contro uno stregone potentissimo che aveva appena messo le mani su un libro ancor più potente, e che per di più aveva intenzione di farle fuori. Gliele stavano offrendo su un piatto d’argento, ma lei non sarebbe rimasta a guardare.
 
***
 
- Ma sei impazzita?! - gridò Rebecca non appena entrarono nell’appartamento.
Manuelo, il piccione di Adelaide, volò in un’altra stanza, spaventato.
- Forse sì. - rispose Cassandra, apparentemente disinvolta.
- Tu sei quella sana di mente! Torna in te! - esclamò la ragazza dai capelli blu.
- Cass, sul serio, ma che ti è preso? - chiese Francesca - Ci hai pensato ai tuoi genitori? Se gli dici che dai la caccia a Valtor gli prende un colpo! -
- Ma poi scusa, hanno deciso che è un problema delle Trix, a te che te ne importa? - aggiunse Ioanna.
Cassandra guardò stralunata le amiche.
- Ma lo avete visto? Non ha mosso un dito per fare a pezzi la barriera che dovrebbe proteggerci! E’ un nostro problema perché una volta tolte di mezzo Winx e Trix Valtor avrà campo libero se qualcuno non lo ferma! -
- Ma le Winx lo hanno già sconfitto una volta e le Trix lo conoscono. In più sono tutte avanzate di livello da quella volta, quindi che bisogno c’era di… - disse Giunia, venendo però interrotta dalla fata degli astri.
- A maggior ragione dovremmo intervenire adesso che abbiamo a disposizione alleati così potenti. Forse sbaglio, ma anche Valtor è diventato più potente. Per quale altro motivo avrebbe aspettato così tanto? E non ditemi che la vendetta è un piatto che va servito freddo. Voi pensateci, io vado a studiare. Potrei non averne tempo più avanti. -
Detto questo, la ragazza entrò nella sua stanza e si sedette alla scrivania.
 
§§
 
A qualche metro di distanza era in corso un’altra discussione.
- Secondo voi dove si è nascosto Valtor? - aveva chiesto Stella.
- Non lo so, potrebbe essere dall’altra parte della galassia oppure qui dietro l’angolo! - rispose la fata del fuoco.
- C’è qualcosa che non torna. - borbottò Tecna - Quando usò l’incantesimo degli elementi e combattemmo sotto il letto del Lago, Valtor venne sommerso. Credevamo fosse morto, ma tu, Bloom, continuavi a sentire la sua fiamma del Drago. Possibile che in quattro anni tu non l’abbia mai sentita? -
- E’ questo che non mi spiego. Ho provato più volte a percepire la sua presenza, ma è come se non esistesse, non riesco a trovarlo! - rispose la rossa, sentendosi quasi tradita dai suoi stessi poteri.
- Dato che è stato questo dettaglio a rovinarlo la prima volta non mi stupirei se avesse trovato il modo di rendersi irreperibile. - commentò Darcy.
Flora tossicchiò per attirare l’attenzione delle altre.
- Credo che dovremmo occuparci di altro adesso. - disse a voce bassa.
- Cioè? - chiese Stella.
Musa si guardò intorno e disse:
- Ehi, dov’è finita Icy? -
Flora indicò la camera di Darcy e Icy, la cui porta era socchiusa.
- Si è infilata dentro appena avete iniziato a parlare. Temo che sia più sconvolta di quanto immaginassimo. -
- Le parlo io. - disse Darcy avvicinandosi alla porta.
Esitò un attimo prima di spingerla, il tempo necessario a dissimulare la preoccupazione.
Entrò. Icy era distesa a pancia in giù sul letto e stringeva il cuscino fra le braccia, soffocando i singhiozzi nella stoffa.
- Icy? -
Al suono della voce della strega dell’oscurità Icy strinse ancora di più la presa sul cuscino. Non voleva parlare con nessuno.
- Lasciami sola. - disse, le parole ovattate a causa del cuscino.
- Icy, non… -
- VATTENE! - gridò la strega dei ghiacci per poi iniziare a singhiozzare più forte mentre dei fiocchi di neve iniziavano a cadere dal nulla.
Darcy uscì dalla stanza, chiudendo delicatamente la porta.
- Siamo di nuovo ad uno stato di post-sardina avariata. - annunciò contrariata - Scusa. - aggiunse rivolta ad Aisha, che non apprezzava particolarmente i nomignoli che Darcy amava affibbiare a Tritannus.
Tecna fece apparire il cellulare.
- Io chiamo Lzzy. - disse - E’ l’unica che le tiene davvero testa e se ne frega se Icy minaccia di congelarla. In più dovremmo comunque informarla di questa deliziosa novità. -
Darcy sospirò il suo assenso, desiderando di poter fare di più per la sua migliore amica. Tuttavia sapeva che Icy non aveva bisogno di lei in quel momento, perciò si sarebbe fatta da parte, per quanto male facesse.
 
***
 
Pochi minuti dopo Icy sentì di nuovo la porta aprirsi. Perché non la lasciavano in pace?
- Chiunque tu sia, vattene. Voglio stare da sola. - esclamò senza neanche girarsi a vedere chi fosse.
La porta si richiuse con un lieve cigolio, ma dei passi leggeri si avvicinarono al letto.
- Io non me ne vado. Pare ci sia qualcosa che devi dirmi, quindi io resterò qui finchè non parlerai, a costo di fare la muffa. -
Icy gemette sentendo la voce di Lzzy, ma il cuscino assorbì il suono. Non voleva parlare con nessuno, tantomeno con lei. Non voleva dirle che il semplice fatto di conoscerla poteva costare la vita a lei e ai ragazzi.
- Per favore! - esclamò riprendendo a singhiozzare.
Sentì il materasso affossarsi leggermente quando Lzzy si sedette sul bordo, testarda. La terrestre osservò preoccupata le spalle tremanti della strega e i fiocchi di neve che svanivano non appena toccavano una superficie solida. Se non fosse stato così, probabilmente l’intera stanza sarebbe stata avvolta in un mantello di neve. Dopo un paio di minuti di silenzio Lzzy disse:
- Sto ancora aspettando. -
Icy si morse un labbro. Non aveva la forza di parlare, si sentiva vuota, e Lzzy dovette percepire questi pensieri perché aggiunse:
- Se preferisci mostrarmi cosa è successo invece di raccontarmelo, fa’ pure. -
Pochi secondi e Icy cedette improvvisamente. Senza muoversi di un millimetro aprì la mente e mostrò a Lzzy l’accaduto. Questa si sentì mancare per una frazione di secondo nel vedere quello stregone saltato fuori dall’Ottocento che le minacciava.
- Oh. - commentò, incapace di esprimere un pensiero coerente.
Di nuovo i singhiozzi furono l’unico rumore percepito dalla cantante, ma per poco.
- Mi dispiace, mi dispiace, io non volevo tutto questo… - sussurrò la strega con voce flebile e rotta dal pianto, irriconoscibile.
- Ma che dici, non è certo colpa tua se quel tipo ci stalkera. - scherzò Lzzy, senza sapere neppure lei da dove arrivasse quell’umorismo.
I singhiozzi però non diminuivano né accennavano a farlo, quindi la ragazza iniziò ad esaminare ogni azione che potesse far cessare quel pianto. Sentire la sua compagna di mente piangere era una sofferenza indescrivibile, ogni singhiozzo una pugnalata dritta dal cuore al cervello. Iniziò ad accarezzare distrattamente i capelli e le spalle della strega mentre inseguiva le sue idee una dopo l’altra, scartandole tutte finchè non ne trovò una migliore delle altre.
- Sai, mi è venuta in mente una canzone che sembra scritta apposta per noi. - esordì per poi iniziare a cantare - We’ll find a common enemy and it will bring us closer in the most self-destructive ways. - Modulò la voce in modo che fosse più morbida del dovuto. Icy non aveva bisogno di suoni aspri. - I know what it feels like. Hello, blue eyes, hello, don’t cry. I know what it’s like. Hello, blue eyes, I will sing your distorted lullabies. - Sorrise soddisfatta nel constatare che il respiro di Icy era diventato più regolare e continuò a cantare. - I know you don’t believe a word I say when I tell you “someday everything will be just fine”, so until then I will continue to cradle your head and help you get to sleep every night. I will sing your distorted lullabies… -
Lzzy lasciò che la sua voce si spegnesse lentamente, quindi chiese:
- Posso vederti in viso ora, Blue Eyes? -
Icy scosse la testa, vergognandosi delle sue lacrime.
Lzzy sbuffò.
- Oh, andiamo, non mi spavento per un po’ di trucco sbavato. Girati sis. Prometto che se ti giri non parlo più di cose serie finchè resto, ok? Niente domande assillanti su cosa possiamo fare, come devo comportarmi eccetera eccetera. -
Confortata dai gesti teneri e protettivi della terrestre, Icy aveva smesso di piangere senza quasi accorgersene mentre Lzzy cantava, tanto che pensò a posteriori che la ragazza avesse usato un incantesimo per tranquillizzarla. Respinse subito quell’idea, Lzzy non era in grado di usare consapevolmente la sua voce come uno strumento magico, non ancora almeno. Si mise in ginocchio sul letto, ignorando le macchie nere e azzurre che aveva lasciato sul cuscino. Le avrebbe pulite più tardi.
- Ehi, meglio di quanto pensassi. - scherzò Lzzy e Icy si sfregò un occhio col palmo della mano nel tentativo di cancellare il rossore e le lacrime.
- Le ragazze hanno trovato qualcuno che sa come prendermi, vero? - disse, accennando un sorriso.
- Veramente credo che sia stata tu a trovare me. Posso farti una domanda molto personale? -
- Suppongo di sì. -
- Hai detto quello che hai detto per prendere in giro Valtor o perché quello è davvero il peggior ricordo che hai di lui? -
Icy non potè fare a meno di ridere.
- Mae! -
- Che c’è? Avevo detto niente cose serie. - si difese Lzzy.
Icy ridacchiò ancora, poi si decise a rispondere.
- Il peggior ricordo che ho di Valtor è la sua trasformazione in demone, un vero trauma. Quindi sì, cercavo di ferirlo. -
- Allora non è così male sotto le lenzuola? -
Il tono malizioso di Lzzy fece quasi dimenticare ad Icy che stavano parlando dell’uomo che intendeva ucciderle.
- Per essere stata la prima volta non è stata così male. Ma è stata anche l’unica. Tutte le altre volte che ha provato a rifarlo io trovavo una scusa perché mi ero sentita usata, non amata, e non era assolutamente quello che volevo. -
- Mi dispiace. Quella è la cosa più brutta che possa capitare. - disse Lzzy con una smorfia di comprensione.
- Puoi dirlo forte. Mi tolgo questo macello dalla faccia e andiamo dalle altre, ok? Dobbiamo decidere come proteggere te e i ragazzi. - disse Icy alzandosi e cercando del solvente nel comodino.
- Scusa, ma se Valtor ci ha spiate fino ad ora non sarebbe come dirgli in che modo può provare a farci fuori? -
- Esistono degli incantesimi chiamati di insonorizzazione e Musa ne è un’esperta. L’avremmo già uccisa da tempo se non lo fosse, lei e quel suo flauto traverso sono insopportabili dopo le prime due ore. Inoltre abbiamo la telepatia. Lo sfido a capire cosa diciamo se non può neanche leggere il labiale. - rispose la strega sorridendo, una luce determinata negli occhi.
Si era lasciata andare per un momento, ma ora aveva ripreso il controllo. Avrebbe fatto pentire Valtor di essersi fatto vivo e aver minacciato le persone che amava e avrebbe anche avuto una vendetta morale su Amaryl e tutti quelli come lei. Era tempo di ricordare a sé stessa che era una strega in piena regola.

Spazio dell'autrice
Salve a tutti gente :)
Sì lo so cosa state pensando, "ma tu guarda questa una volta fa passare quasi un mese l'altra aggiorna dopo una settiamana scarsa". Il punto è che le prossime settimane sono un mare di interrogazioni e verifiche per cui è meglio che aggiorno adesso che mai.
Dunque, scusate se la prima parte è un po' ripetitiva ma non potevo evitarla nè privare Faragonda del piacere di fare il suo discorsetto.
Il capitolo abbozza parte dei problemi a cui andranno incontro i protagonisti, ma ho preferito concentrarmi più sulle reazioni di Icy, l'individuo al momento più fragile. Per fortuna ha una sostenitrice veramente testarda ;)
La canzone che canta Lzzy è Blue Eyes, sempre degli Halestorm. Era la canzone perfetta, dati i due possibili significati del titolo, "occhi blu" e "occhi tristi", che comunque calzano a pennello. Eccola qui  https://youtu.be/24YkrLsiwXQ
Ringrazio tutti i lettori, sempre molto pazienti nel leggere questi miei deliri :)
See y'all
Cass

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Capitolo 27
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

 
Nella presidenza di Torrenuvola, la scrivania della Griffin era sommersa dai libri. La preside stava esaminando tutti gli incantesimi di difesa possibili e immaginabili. Non avrebbe permesso a Valtor di mettere di nuovo piede nella sua scuola, questo era poco ma sicuro! Certo, lei non era fra i suoi obiettivi principali, ma non si può mai dire.
La sfera si illuminò, segno che qualcuno cercava di mettersi in contatto con lei. La preside mise da parte il volume che stava consultando, facendo un gesto distratto con la mano, e la sfera proiettò il busto di Faragonda.
- Suppongo tu voglia sapere per quale motivo ho insistito tanto affinchè fossero le Trix a recuperare il Mystérion. - esordì la strega, intrecciando le dita.
- Sì, esattamente. - rispose Faragonda - Mi hai molto sorpresa, non credevo riponessi tanta fiducia nelle tue ex-allieve. -
La Griffin chiuse gli occhi per un istante.
- Dopo quello che abbiamo ascoltato durante il processo vedo le cose da una prospettiva differente e sono convinta che le Trix abbiano solo bisogno della giusta occasione. E, scusa se te lo dico, ma seguire le lezioni e avere una buona media per tre anni non è l’occasione che serve loro. -
- In effetti riuscire a sconfiggere Valtor sarebbe la loro occasione di riscatto. Ma dubito che sia solo questo il tuo movente, cara Griffin. -
- Forse. Come si sono comportate ultimamente? Hai notato niente di strano? -
Faragonda si portò una mano al mento, cercando di ricordare ogni minimo dettaglio.
- No, la cosa più strana che hanno fatto è stata ignorare completamente le voci di corridoio, non te lo aspetteresti da tre come loro. L’altra sera, al ballo, ho sentito io stessa commenti veramente crudeli, ma le Trix non hanno battuto ciglio. Erano piuttosto le Winx a prendersela di più, per quanto possa sembrare assurdo. -
- Hanno legato molto? -
- Decisamente sì, molto più di quanto ti aspetteresti. -
“Potrebbe… no, impossibile, si conoscono da anni. Un Bonding non si sviluppa dopo così tanto tempo” pensò la Griffin.
- Con le altre compagne come se la cavano? - chiese.
- La classe che si è formata è più numerosa del solito, ben diciotto ragazze, quindici se togliamo le Trix. Ci sono due ragazze che non accettano la loro presenza, ma le altre collaborano volentieri con loro e una ragazza si è addirittura offerta di aiutarle a cercare il Mystérion! - rispose Faragonda.
- Mhh… Pensi che se venissi ad Alfea e le incrociassi casualmente sarebbero disposte a parlare con me? -
- Se ti riferisci alle mie allieve, certamente; se invece parli delle Trix non posso garantirtelo. Perché vuoi parlare con loro? - domandò Faragonda stringendo gli occhi, cercando di capire perché la sua amica e collega dimostrasse tutto quell’interesse per le tre streghe.
- Mi sono giunte all’orecchio alcune voci, che per il momento terrò per me, e vorrei capire quanto sono fondate. Non appena avrò reso sicuro ogni millimetro di questa scuola verrò a trovarti, Faragonda. -
Senza permettere alla collega di ribattere, la Griffin chiuse la conversazione.
“Non appena Aire sarà tornata da Fonterossa la convocherò nel mio ufficio, ho bisogno di sapere come è successo e chi è il legame di Icy. Potrebbe essere quella fata che si è offerta di aiutarle, ma potrebbe anche non esserlo. Se Icy non si è ancora accorta di niente viene spontaneo pensare che non frequenti abitualmente il suo legame, altrimenti lo avrebbero capito”. Gli occhi citrino della preside si spalancarono quando prese in considerazione una seconda idea. “E se invece lei sapesse e facesse semplicemente finta di niente?” Si massaggiò la fronte, contrariata da tutti quei se. “Ci penserò quando le mie allieve saranno al sicuro” decise.
 
§§
 
Nel monastero di Roccaluce, assolato e pacifico come al solito, regnava il silenzio. Nonostante la ricomparsa di Valtor, i Saggi non si davano troppa pena, lo consideravano un problema lontano e irrilevante. Inoltre, era già stato deciso che sarebbero state le allieve di Alfea ad occuparsene. Uno dei pochi che tuttavia non trovava pace era Givelian.
Il mago dai capelli lunghi e grigi camminava avanti e indietro nel suo studio, agitando il bastone e facendo frusciare la lunga veste gialla ad ogni passo. Stava usando tutto il suo potere, tutti i suoi contatti per trovare il modo di incastrare le Trix una volta per tutte dimostrando che erano pericolose e inaffidabili e liberarsi della loro scomoda presenza. Non sapeva perché non avessero accennato a tutti i lavori che avevano svolto per lui durante il processo, ma non avrebbe permesso loro di farlo in futuro. Purtroppo sembrava che le tre streghe non avessero fatto niente che non fosse già stato posto sotto l’attenzione del Consiglio, neanche negli ultimi mesi.
- Come possono essere diventate delle ragazze modello quando solo un anno fa stavano scappando dalle prigioni di Andros? - tuonò rivolto ad un ascoltatore inesistente, pestando con forza lo scettro di legno nodoso contro il pavimento. La porta dello studio si aprì leggermente e Yerka scivolò all’interno, affrettandosi a richiudere. Il nano indossava la sua solita tonaca rossa e accarezzava l’ispida barbetta bianca con aria di insofferenza, osservando le nubi temporalesche di nome Givelian addensarsi sul suo capo.
- Hai pensato ad una soluzione? -
Il tuono non scosse minimamente Yerka, avvezzo a quel clima.
- Ritengo che al momento non possiamo fare mosse azzardate, vista la situazione. Se permettessimo alle Trix di recu… -
- NO!!! Non ti ho chiesto un “se”, Yerka, voglio un piano! E non voglio che quelle tre mettano le mani sul Mystérion, perché dopo sarebbe impossibile farle sparire! Quelle streghe devono essere spazzate via! -
 
§§
 
Nell’appartamento di Alfea era in atto una discussione più silenziosa, nel senso che le ragazze stavano parlando telepaticamente. Era faticoso percepire tante persone contemporaneamente e ascoltarle lo era ancora di più. Solo Darcy riusciva a prestare attenzione a tutte senza mai distrarsi e fungeva quindi da ponte fra le loro menti. Lzzy era da poco tornata sulla Terra, circondata nonostante le sue proteste da ogni genere di incantesimo di protezione e con tre piccole gemme in tasca: queste avrebbero liberato i medesimi incantesimi una volta in mano di Joe, Arejay e Josh. Le ragazze erano ora impegnate a decidere quali incantesimi adottare per evitare di essere spiate, perché “tutto questo chiacchiericcio nelle tempie è insopportabile a lungo andare”, come aveva detto Stormy.
“Musa, Darcy, riuscireste ad unire i vostri poteri?” chiese Bloom.
“Dipende da come, spiegati meglio” rispose Darcy dondolando distrattamente un piede. Il movimento ripetitivo la aiutava a concentrarsi.
“Musa può assicurarsi che Valtor non ci senta, tu che non ci veda. Separati questi incantesimi possono essere spezzati facilmente…”
“Soprattutto perché vengono da fonti così diverse” aggiunse Flora.
“…ma se riusciste a fonderli sarebbero molto più duraturi e completi” concluse Tecna.
“Esatto” pensò Bloom “Senza contare che Valtor…”
“…non si aspetterebbe mai una convergenza” proseguì Icy.
Completare a vicenda le frasi era una sensazione strana perché si aveva l’impressione di continuare a parlare (o pensare) mentre qualcun altro lo faceva. Era utile, ma anche confusionario.
“Continua a sfuggirmi il come” replicò Darcy “Non possiamo semplicemente evocare gli incantesimi nello stesso momento, dovremmo…”
“…trovare qualcosa che assimili i nostri poteri, che li metta in comunicazione rendendoli più forti” terminò Musa.
“Un punto in comune insomma” disse Aisha, portandosi una mano al mento.
“Trovarne uno fra Darcy e Stella sarebbe infinitamente più facile” sospirò Stormy.
“Che vuoi dire?” domandò Stella, incuriosita.
“I vostri poteri sembrano opposti, ma la luce è assenza di buio e il buio è l’assenza di luce. Se tu chiedessi alla luce di allontanarsi useresti un incantesimo di tenebra. Viceversa, se Darcy allontanasse l’oscurità otterrebbe un incantesimo di luce” spiegò la strega delle tempeste.
“Non fa una piega” commentò Tecna.
“Dire che la musica è un’illusione mi sembra troppo forzato però” osservò Aisha.
“Ma le illusioni possono essere fatte di musica!” pensò Bloom.
Darcy sorrise e si alzò dal divano insieme a Musa. Le due si trasformarono e dopo un ultimo consulto mentale, stavolta privato, si prepararono a lanciare il loro incantesimo. Quando le loro menti non furono più in contatto, entrambe provarono un certo sollievo. Darcy aveva dimenticato Riven da anni ormai, ma la ferita di Musa era ancora ben aperta e lei provava una sorta di infantile gelosia nei confronti della strega. Quel breve periodo in cui lo Specialista aveva preferito Darcy a lei le parevano quasi rubati al loro rapporto, che all’epoca era in realtà ancora acerbo, se non inesistente.
Musa e Darcy sollevarono le braccia, avvolte dalle loro aure. Queste generarono delle onde concentriche che si diffusero in tutto l’appartamento, il tutto in assoluto silenzio. Enunciare un incantesimo lo rendeva più efficace, ma anche riconoscibile.
- Speriamo che funzioni. - disse Musa tornando ai suoi abiti civili.
Aveva appena finito di parlare che qualcuno bussò alla porta. Gli occhi di Darcy si illuminarono di viola per un istante nell’esaminare il nuovo venuto.
- E’ Cass. - disse andando ad aprire.
- Arrivo in tempo per aiutare? - chiese la fata entrando nell’appartamento.
- Ne sei ancora convinta? - domandò Stormy incredula.
- Beh, sì. Se anche non ritenessi eticamente scorretto mandarvi allo sbaraglio contro uno che non vede l’ora di farvi fuori, finchè siete vive siete oggettivamente le migliori alleate per combattere contro Valtor. Se c’è qualcuno che conosce i suoi punti deboli, quelle siete voi. -
Cercava di apparire disinvolta, ma a Bloom non sfuggì l’insolita fretta con cui parlava.
- Stai bene Cass? -
La ragazza ridacchiò sarcastica.
- Certo, sto per sconvolgere la mia vita mettendomi contro uno stregone con una certa attitudine alla resurrezione e sembra che le mie migliori amiche mi abbiano piantata in asso, mi sento come se avessi bevuto non so quanti bicchieri di liquore ma sì, sto bene! -
C’era un tale nervosismo nella sua voce che sembrava sul punto di scoppiare in lacrime, ma Darcy decise che non c’era tempo per quello.
- Guarda che non ho lasciato la porta aperta per caso. - disse.
- Qui nessuno ti pianta in asso Cass! -
Giunia era sulla porta, le braccia ben piantate sui fianchi con aria di rimprovero. Dietro di lei c’erano anche Francesca, Ioanna e Rebecca. Il “come volevasi dimostrare” di Darcy fu soffocato da Francesca:
- Sei stata molto impulsiva in aula magna e noi invece ci siamo prese del tempo per riflettere, ma questo non vuol dire che non siamo con te. -
- Siamo sotto shock e Adelaide non se la sente di fare questa cretinata, ma dettagli. - puntualizzò Rebecca.
- E non ci siamo solo noi. Anche Desirè e Maria sono della partita. - aggiunse Ioanna.
- Quindi adesso vogliamo delle scuse per le calunnie e forse, dopo, iniziamo a preoccuparci del cattivo di turno. - concluse Rebecca.
Cassandra era commossa, non trovava le parole per esprimere quanto si sentisse fortunata a conoscere quelle ragazze.
- E’ molto riduttivo ma… grazie di cuore. - disse, stringendo Giunia in un abbraccio al quale si aggiunsero una ad una anche le altre.
Stormy roteò gli occhi, arrendendosi al fatto che anche Cassandra in fondo era una zuccherosa fatina. Prima che potesse rovinare l’atmosfera con uno sbuffo, Flora le diede una leggera gomitata per farla tacere.
 
Spazio dell'autrice
Salve a tutti :)
Con questo capitolo di transizione abbiamo una visione più ampia degli effetti che il ri-ritorno di Valtor porta con sè e andiamo dagli ambienti più toccati dalla questione, come Alfea e Torrenuvola, ad altri che, come Roccaluce, sembravano più indifferenti quando invece anche al loro interno covano pericoli.
Adelaide ci dirà presto addio in via definitiva e, per quanto mi dispiaccia, la cosa non dipende da me.
Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono :)
See y'all
Cass

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26
 

Il giorno dopo, al White Horse.
 
Sembravano essere passati secoli dall’ultima volta che le Trix erano state al White Horse. Miss Greta, la proprietaria, non era particolarmente entusiasta della loro visita, ma il suo viso invecchiato continuò imperterrito a mostrare il sorriso di chi ha affrontato i ragazzacci di almeno tre generazioni di studenti. Come al solito, il locale era affollato di ragazzi di tutte le età.
Icy avrebbe voluto fare una foto del bar per Lzzy, che più volte aveva manifestato una certa curiosità sia per il Lago di Roccaluce sia per i posti frequentati dalla sua compagna di mente, ma non osava farlo davanti a Cassandra e alle altre ragazze per non sollevare domande.
Bloom guidò le amiche sulla terrazza, verso alcuni tavolini appartati, seminascosti da una piccola siepe.
- Qui non ci disturberà nessuno. - disse la fata del fuoco.
- Continuo a non capire perché non potevamo parlare ad Alfea. - disse Darcy prendendo posto.
Stormy sospirò.
- Perché nessuna di noi aveva voglia di restare in quella scuola color confetto un minuto di più! -
La mattinata era stata pesantissima. Certo, le lezioni non potevano essere interrotte  a causa di Valtor, ma era comunque frustrante passare cinque ore fra la biblioteca e il laboratorio di pozioni senza concludere niente.
- E anche per Desirè e Maria. - aggiunse Ioanna più gentilmente.
Lei e le sue amiche avevano un altro motivo per non restare ad Alfea: avrebbero avuto sotto gli occhi Adelaide che faceva le valigie. La fata dai capelli bianchi non aveva voluto unirsi a loro nell’avventura. Non solo, sarebbe tornata sulla Terra e lì avrebbe studiato presso la scuola di Tir Nan Og e la partenza era prevista per quella stessa sera.
Arrendendosi al fatto che lei era l’unica a non gradire quel pomeriggio pieno di sole, la strega dell’oscurità passò alle cose importanti.
- Cosa sappiamo del Mystérion? - chiese infatti quando anche le altre si furono sedute.
- Ho fatto delle ricerche - esordì Tecna.
- Come sempre. - sogghignò Aisha.
La fata della tecnologia alzò gli occhi al cielo e continuò:
- L’autore del Mystérion è sconosciuto e c’è chi ipotizza che sia stato scritto da più di una persona dato che gli incantesimi che raccoglie provengono da epoche e mondi anche lontanissimi fra loro. L’incantesimo più recente che vi è riportato risale a due secoli fa e… -
- Due secoli fa?! Alla faccia del “fin quasi ai giorni nostri” della preside! - esclamò Francesca.
Icy ridacchiò. La reazione della bionda era simile a quella degli Halestorm quando avevano scoperto che Wizgiz vantava svariati secoli di servizio.
- Il senso del tempo di voi terrestri sembra essere più contratto del nostro. - commentò.
- Stavo dicendo, l’incantesimo più recente contenuto nel libro risale a circa duecento anni fa e potremmo dire che è una nostra vecchia conoscenza: l’Incantesimo degli Elementi. - riprese Tecna per venire nuovamente interrotta da Desirè.
- Mai sentito. -
- Siete mai state nel Phoenix? - chiese Aisha.
- Sì, è il nuovo quartiere nella zona ovest se non sbaglio. - rispose Cassandra senza cogliere il collegamento fra i due argomenti.
- Quel quartiere era stato distrutto quattro anni fa da un terremoto causato da Valtor, impossessatosi dell’Incantesimo degli Elementi. - disse Aisha.
- Terra su Magix, Acqua su Torrenuvola, Vento su Fonterossa e Fuoco su Alfea. -  borbottò Darcy con gli occhi bassi.
Se lo ricordava bene il tono terribile con cui quelle parole erano state pronunciate per la prima volta, anni prima. Desirè e le altre rabbrividirono di fronte alla portata dell’incantesimo.
- Credete che lo userà di nuovo? - chiese Giunia.
Stormy scosse la testa.
- E’ improbabile, non è più in suo possesso e inoltre l’altra volta è quasi affogato usandolo. Valtor non è il tipo da ripetere gli stessi schemi del passato, specie quando non lo avevano portato ad un buon risultato. -
- Allora possiamo supporre che lavorerà da solo stavolta. - disse Cassandra rimediando un’occhiata fulminante dalle Trix. - Scusate. -
- Devo ammettere che hai ragione. - disse Darcy storcendo il naso con un certo disappunto - Lavorare per conto di qualcuno con una collega l’ha portato all’ibernazione, dare ordini a noi tre lo ha condotto al fallimento… A questo punto non gli rimane che mettersi in solitario. -
- In tal caso, buon per noi. Da come ha deviato il fulmine di Stormy sembra che non abbia bisogno di alleati stavolta. Ma torniamo al libro. - disse Musa.
- Non ho molto altro da dire Musa, quel libro era custodito gelosamente e non ci sono molte informazioni in rete. Posso dirvi solo che gran parte degli incantesimi raccolti nel Mystérion sfiorano la magia proibita: evocazioni, scambi di anima… Cose che non si dovrebbero neanche pensare. C’è perfino una prima stesura della Rinuncia. - disse Tecna.
Alla parola “Rinuncia” Icy si raddrizzò sulla sedia con il cuore in gola. Se Valtor sapeva delle intenzioni sue e di Lzzy, avrebbe potuto approfittarne in qualche modo. Seppur ignara, Flora le diede una speranza.
- Per la Rinuncia bisogna che sia presente il diretto interessato e noi non abbiamo intenzione di farci rapire, no? -
- Conosciamo altri incantesimi provenienti da quel libro? - domandò Maria.
Tecna spiegò che, per ovvie ragioni, si conoscevano solo incantesimi di magia positiva, perlopiù legati alla medicina.
- Quindi non sappiamo neanche cosa potrebbe colpirci. Direi che non abbiamo esattamente il coltello dalla parte del manico. - disse Aisha con aria sconsolata.
Rebecca rifletteva ad alta voce.
- Non conosciamo l’autore o gli autori. Ma ci saranno degli studiosi che si sono occupati del Mystérion. Se li trovassimo magari ci darebbero una mano. -
- Oppure ci cacciano a pedate perché chiediamo informazioni su un libro proibito. - ribattè Cassandra.
La rispostaccia di Rebecca venne soffocata da un’impennata delle voci provenienti da oltre la siepe: dei ragazzi erano appena usciti sulla terrazza e avevano l’aria di essere una di quelle compagnie chiassose e, alla lunga, insopportabili. Bloom, che si era voltata istintivamente verso il rumore, tornò a fissare lo sguardo sul tavolo, coprendosi il volto con una mano. Il gesto era alquanto ridicolo, dato che i suoi capelli rossi erano inconfondibili.
- Cavolo, è Jordan! - sibilò.
- Sento odore di pettegolezzi. - disse Icy, ben contenta di tormentare la rossa, che si era piegata il più possibile sul tavolino - Chi è Jordan? -
Con finta indifferenza Aisha le indicò un ragazzo alto e palestrato, con la carnagione ambrata sulla quale risaltavano i capelli lunghi e neri.
- Quello è Jordan. Uno spaccone. -
- Incosciente. - aggiunse Stella.
- Donnaiolo. - rincarò Musa.
- Con un fisico da paura. -
Rebecca non si accorse neanche degli sguardi delle altre, troppo impegnata a rifarsi gli occhi.
- Ricordati di Mick. - disse Ioanna agitandole una mano davanti agli occhi.
Rebecca le afferrò il polso senza nemmeno guardarla.
- Sai cos’è la poligamia Ioa? -
- Sì, e penso tu sia oltre la soglia di mariti consentita. -
- Sei sposata, Rebecca? - chiese Darcy che, come le altre, faticava a trattenere le risate.
- Mhmh. Hai davanti la moglie segreta di Mick Jagger. - rispose la fata, sempre senza staccare gli occhi da Jordan.
- E Orlando Bloom, Andy Biersack, Tom Hanks… - elencò Cassandra, tenendo il conto con le dita.
Rianimata da quei nomi, Rebecca distolse finalmente lo sguardo dal moro.
- Non nominare Tom invano, eretica. -
Ridacchiando, Tecna riportò il gruppo all’ordine.
- Pausa finita ragazze. L’idea di rintracciare gli studiosi non è male. Ci potrebbe volere un po’, ma almeno sapremmo cosa aspettarci. -
- E per trovare Valtor? - chiese Francesca.
- Quello resta un problema. - rispose Flora - Sembra che Valtor abbia trovato un modo per annullare la sua aura. -
- Cavolo, quello era il modo migliore per trovarlo. - esclamò Giunia con una smorfia di disappunto.
Desirè non era sorpresa.
- Mica è uno sprovveduto, lo sa pure lui. Non è che anche il Mystérion ha un’aura? Un libro magico dovrebbe emettere dell’energia magica. -
Musa si portò una mano al mento.
- Per quanto ne sappiamo, il Mystérion è un libro di magia, non un libro magico come il Legendarium. -
- Anche il Libro del Destino però possiede un’aura… - disse Flora.
- Sì, quella di Bartleby. - ribattè Stella.
- E poi il Libro del Destino e magico, riconosce i membri della famiglia reale di Domino. - aggiunse Bloom.
- Sto morendo dalla voglia di chiedervi di questo Libro del Destino ma mi trattengo. - disse Francesca.
- Oh, è un libro che raccoglie la storia della mia famiglia. - rispose Bloom - Mio padre, re Oritel, protesse l’intera biblioteca dove era custodito con un incantesimo e lo affidò ad un custode, Lord Bartleby, in modo da salvarlo dalla distruzione di Domino. -
- Comunque siamo punto e daccapo, per trovare il Mystérion dobbiamo trovare Valtor e per trovare Valtor dobbiamo sapere se il Mystérion emette energia magica, rintracciarla e seguirla e per fare questo dobbiamo cercare una serie di professoroni che non sappiamo neanche dove sono. - intervenne Darcy.
Stormy era più ottimista e la riteneva già una buona base da cui partire, quindi disse:
- Un passo alla volta sorella. -
- Stormy ha ragione, guardare troppo in là non ci aiuta. - disse Maria.
- Perché non chiediamo a Faragonda se sa chi ha studiato o stava studiando il libro? Oppure a Barbatea, magari lo ha letto lei stessa. -
Flora rise e Musa disse:
- Potrebbe anche averlo fatto, conoscendola. -
Tutte approvarono l’idea della fata dei fulmini: Faragonda poteva conoscere qualcuno che si era occupato del libro, e ad ogni modo avrebbe sicuramente ricevuto più collaborazione di loro. Dal momento che la compagnia di Jordan era sempre più allegra e fastidiosa e non avevano più motivo di stare lì, le ragazze decisero di fare una passeggiata sul lungolago. Bloom non era entusiasta di farsi vedere dal ragazzo, anche solo per passargli davanti fingendo di non vederlo, ma non aveva scelta. “Fachenonmivedfachenonmiveda” pregava silenziosamente la fata, camminando  il più lontano possibile dal ragazzo, che infatti non vide lei. Non subito almeno.
- Guarda chi c’è qui! - disse infatti Jordan - Le temibili Trix. O forse dovrei dire le ex-temibili, non saprei. -
I suoi amici risero e una delle streghe che li accompagnava, più svestita che vestita, aggiunse, prendendole in giro:
- Come va nella nuova scuola? Vi stanno spuntando le ali? -
Stormy avrebbe raccolto la provocazione assai volentieri, ma fu trattenuta da Aisha. Darcy si fece scivolare la cosa addosso, come suo solito, sembrava non aver neanche sentito qualcosa. Pur decisa ad imitarla, Icy non riuscì ad evitare di sibilare tra i denti:
- Swallen head. -
“Pallone gonfiato” non era il suo insulto migliore, ma non aveva voglia di litigare. Non era mai stata particolarmente attaccabrighe. Permalosa, orgogliosa e anche un po’ narcisista magari, ma non era nella sua indole andare in cerca di guai senza un ottimo motivo. Molti avrebbero riso di questa sua convinzione, facendole notare che negli ultimi anni non aveva fatto altro, ma la verità era che le Antenate avevano dato a lei e alle altre il miglior motivo possibile: se avessero eseguito i loro ordini avrebbero risparmiato le loro famiglie. La famiglia era un argomento al quale Icy all’epoca non era particolarmente sensibile, ma Darcy e Stormy erano la sua debolezza e loro non avrebbero sopportato la perdita.
Quando i genitori di Darcy erano venuti a sapere della sua trasformazione in strega e avevano chiesto alla figlia il perché di tale cambiamento, Darcy si era chiusa a riccio e dopo la partenza per il college aveva interrotto i contatti con loro, nonostante questo la facesse soffrire moltissimo. Sua madre non lo aveva mai detto apertamente per non turbarla, ma in cuor suo sperava che la figlia tornasse ad essere una fata e Darcy non se l’era sentita di toglierle questa speranza: tagliando le ali a lei e ad Icy, infatti, Lillis e Belladonna si erano assicurate che la trasformazione delle due non fosse reversibile. Una volta strappate, infatti, le ali potevano ricrescere, anche se dopo anni, proprio come era successo alle fate terrestri; ma se venivano tagliate non c’era più niente da fare. Darcy aveva sempre avuto un ottimo rapporto di fiducia con i suoi genitori e il dover mentire loro, anche se per proteggerli, la faceva sentire un mostro.
Anche Stormy aveva sofferto per il distacco. Più che di sua madre e suo padre, però, la strega delle tempeste sentiva la mancanza del fratello Donnie, di quattro anni più piccolo di lei. Proprietari di un piccolo locale, i genitori di Stormy non erano quasi mai a casa con i loro figli e questo aveva fatto sì che il rapporto con loro fosse molto distaccato, mentre i due fratelli erano affezionatissimi l’una all’altro. Stormy non aveva esitato un istante ad accettare la proposta, o meglio, a sottostare al ricatto delle Tre Antenate: non avrebbe mai messo in pericolo suo fratello, che all’epoca non aveva che dieci anni. Non lo avrebbe mai ammesso, ma Icy era sicura che ogni tanto Stormy pensava ancora a lui, lo capiva da come evitava di parlarne con chiunque. Chissà se lei e Darcy avrebbero mai trovato il coraggio di tornare a quella vita.
Icy venne sottratta ai suoi pensieri dalla voce stridula della strega di prima.
- Guardala, non reagisce neanche. Si è veramente rammollita! -
“Eh no, questo non dovevi dirlo!” pensò la strega dei ghiacci girandosi di scatto e facendo ammutolire la ragazza con uno sguardo.
- Scusa, puoi ripetere? Non mi ero accorta che stessi parlando, sentivo solo un ronzio fastidioso! -
- Icy… - bisbigliò Musa, preoccupata dalla piega che aveva preso la situazione.
- Tranquilla Musa, se c’è da litigare ci pensiamo noi, tanto è tutto esercizio. - disse Desirè mettendosi fra Icy e la strega.
Jordan intervenne per raffreddare gli animi, consapevole che per la sua amica non si stava mettendo bene.
- Dai Julia, lasciale perdere e godiamoci la serata. -
Julia si lasciò convincere facilmente e Icy e le altre poterono finalmente scendere le scale che portavano sul lungofiume.
- Avresti davvero iniziato una rissa… per noi? - chiese Darcy alla strega dell’arte.
Desirè si strinse nelle spalle.
- Sarebbe stata la cosa giusta da fare. -
- Avrei voluto suonargliele io! - borbottò Stormy per poi alzare gli occhi al cielo e prevenire i rimproveri delle altre: - Lo so, non posso. Ma di fronte a certe persone mi prudono davvero le mani. -
Icy sentì vibrare il suo cellulare, segno che le era arrivato un messaggio. Istintivamente lo lesse, senza preoccuparsi di essere vista dalle altre.
 
“Ultimi minuti prima di salire sul palco. Tensione alle stelle. Non so se riuscirò a reggere tutta la sera. Preparati ad accogliere una fuorilegge. A presto sis”
 
Più che un messaggio sembrava un telegramma, Lzzy doveva averlo scritto in fretta e furia per non farsi scoprire. “Maledizione!” Ci mancava solo che si facesse prendere dal panico! Icy chiuse la chat e fece vagare lo sguardo sulla superficie del lago, dove gli ultimi raggi del sole facevano luccicare le onde, e cercò di trasmettere alla sua compagna di mente tutta la fiducia e la tranquillità possibili.
 
§§
 
- Lz, sembri preoccupata. Va tutto bene? -
Lzzy annuì con aria assente alla biondina vivace che le aveva parlato. Era ora di salire di nuovo sul palco e aveva una fifa blu, nel vero senso della parola: se avesse liberato la sua aura avrebbe avuto quel colore. Già in condizioni universalmente normali sarebbe stata tesa, ma era il primo concerto da quando aveva scoperto i suoi poteri, poi col rischio di essere fatta fuori da Valtor… Cosa poteva andare storto? Tutto!
- Eho? - La ragazza le agitò la mano davanti al naso. - Guarda che si vede, è inutile che fai finta di niente. Ci sono problemi con Joe? -
La neutra si arrese a rispondere a voce, anche se questo significava mentire ad una cara amica.
- No Detroit, Joe non c’entra. E’ solo che ho avuto qualche… problema con la voce ultimamente, e ho paura di non riuscire a cantare. -
“Questa è l’unica balla che può andar bene” pensò Lzzy. Detroit sapeva quanto fosse stata male quando la sua voce era cambiata, quale insicurezza l’avesse presa.
- Ma scherzi? Tu sei Lzzy Hale degli Halestorm tesoro, vai e spacca! -
Così dicendo la ragazza la spinse giocosamente verso il palco. Lzzy sorrise, prese la chitarra bianca e oro e la mise a tracolla, quindi raggiunse gli altri vicino alle scalette.
- Pronti? - chiese.
- Quando vuoi Lz. - rispose Arejay.
- Allora andiamo. -
Il palco era buio, le luci spente. Come già centinaia di volte, ognuno prese silenziosamente il suo posto sul palco. Lzzy inspirò ed espirò, poi riempì di nuovo i polmoni e…
- Oh! I miss the misery! -
Il pubblico la accolse con un boato, le luci si accesero e i ragazzi iniziarono a suonare.
 
Spazio dell'autrice
Eccomi qui con il primo aggiornamento di aprile ;)
Mamma quante cose da dire! Perdonate la schematicità della nota autore ma ci sono diverse cose da puntualizzare e non ho voglia di fare saggi brevi a quest'ora XD
Il White Horse è un locale/bar molto di moda fra i ragazzi di Magix, di tutte le scuole, e appare molto spesso nei magazine. Bloom infatti lavora qui come cameriera, almeno fino al periodo corrispondente alla quarta stagione. Cosa che mi secca: nella serie tv non si vede mai nemmeno da lontano quindi non so dove collocarlo, ma sono pignola io XD
Jordan compare in alcuni numeri in cui Bloom è sola e disperata (9.9) perchè il suo biondo re deve sedare delle rivolte su Eraklyon e resta lontano per mesi, motivo per lei sufficiente per invaghirsi del primo palestrato fanfarone che incontra.
Il Libro del Destino compare nel primo film e, oltre alle spiegazioni date da Bloom, c'è da dire che Bartleby era legato al libro da un incantesimo che lo rendeva incorporeo, come un fantasma. Questo gli permette però di conservare i suoi poteri (perchè dubito che Oritel incatenerebbe qualcuno ad un libro se non avesse i mezzi per proteggerlo) e di conseguenza la sua aura. Tuttavia in quel caso particolare sono sia il libro che Bartleby ad avere un'aura.
Icy insulta la strega in inglese perchè ci sono meno probabilità che la capisca e se la prenda con lei dato che, come abbiamo visto, l'inglese non è la lingua più parlata della Dimensione Magica.
Detroit fa davvero parte della troupe, ma personalmente non ho ancora capito quale sia il suo ruolo ^^'
Questo è il lyric video di I Miss The Misery...
  https://youtu.be/VfyUIT-Dmco
Questo invece è un live che non è proprio come quello che ho descritto ma ci si avvicina ed è una cosa bellissima so la condivido con chi ha voglia di aprire il link XD <3 https://youtu.be/xAp9o2rWR-E?list=LLqimJD5QHXg9vkVMh6fbWRg
Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono ;))
See y'all
Cass


 

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Capitolo 29
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27
 

Il kayak scivolava veloce sulla superficie del Lago, spinto dalle pagaiate di Walter. Il mormorio che produceva il frangersi dell’acqua sullo scafo e sui remi lo rilassava, così come la solitudine. Di solito usciva in kayak ogni fine settimana, ma da qualche anno era possibile solo fino a metà novembre e poi di nuovo da aprile: il sindaco di Magix City, infatti, aveva deciso di rendere più marcate le stagioni.
Il primo anno aveva perfino indetto uno show sul ghiaccio per attirarsi i favori dei cittadini, ma il mago a cui si era affidato aveva perso il controllo dell’incantesimo, scatenando una bufera di neve che per miracolo non aveva fatto vittime. Fortunatamente il sindaco aveva accettato l’assistenza delle scuole di magia e non si erano più verificati episodi simili.
Walter pensava che ciò fosse dovuto non solo al fatto che non era più una persona sola a governare il clima, ma anche alla maggiore gradualità dei cambiamenti: far passare il clima da uno stato di primavera perenne ad un inverno talmente rigido da far gelare il Lago di Roccaluce senza mezze misure era stato un gesto molto avventato da parte del sindaco.
Walter riemerse dai propri pensieri quando vide un folto gruppo di studentesse passeggiare sulla riva. Strinse gli occhi, cercando di mettere a fuoco i volti. Era sciocco da parte sua cercare lei, ma non poteva farne a meno, ogni volta che incontrava una ragazza sperava che fosse Darcy e ogni volta nascondeva la sua delusione.
Si avvicinò alla riva quel tanto che bastava per avere una visuale migliore senza però farsi notare. Un sorriso enorme si disegnò sul suo volto quando riconobbe i capelli scuri della strega che lo aveva conquistato.
- Sei matto amico? Con tutte le ragazze che ci sono in giro ti vai ad innamorare di una Trix? - gli aveva detto il suo compagno di stanza quando Walter gli aveva raccontato quanto accaduto alla festa di Alfea, ma non gli aveva dato retta. Se all’inizio considerava un gesto di cortesia scegliere una delle tre streghe per il dono, dopo pochi minuti passati con Darcy la riteneva la mossa migliore della sua vita. Ammirava i modi raffinati e la cortesia schietta che Darcy usava nei discorsi e avrebbe fatto di tutto per cancellare quell’aria schiva che non le apparteneva. Probabilmente non avrebbe apprezzato il paragone, ma al ballo sembrava un pulcino in mezzo a dei gatti affamati con quel suo gettare continuamente occhiate intorno a sé, come a voler tenere tutto sotto controllo. A dire il vero, era anche preoccupato per lei da quando il preside Saladin aveva annunciato il ritorno di Valtor e il furto del Mystérion. Decise di dirigere verso riva per scambiare due parole.
Stella lo vide avvicinarsi e, avendolo riconosciuto, prima che fosse a portata d’orecchio disse:
- Guarda chi c’è, Walter. Scommetto che cerca te Dar. -
- Primo, non chiamarmi così. Secondo, andiamocene prima che arrivi per favore. -
La reazione della strega spiazzò tutte.
- Ma dai, un ragazzo ti viene dietro e tu scappi? - chiese incredula Maria.
- Non scappo, lo proteggo. - ribattè Darcy, sulla difensiva.
- Come scusa? - Stormy non credeva alle proprie orecchie.
- Se Valtor avesse anche un minimo dubbio che io tenga a lui in qualche modo non esiterebbe ad ucciderlo e io non voglio averlo sulla coscienza. - spiegò Darcy.
- Tecnicamente ha ragione. - disse Tecna, guadagnandosi una gomitata da Musa.
- Andiamo Darcy, è uno Specialista, sa badare a sé stesso. E poi ormai è troppo tardi per filarsela. - insistette Bloom.
- Salve ragazze. Darcy. - le salutò infatti Walter, a pochi metri dalla riva.
 A Darcy non restò che fingersi serena, archiviando i suoi timori.
- Walter, che coincidenza. Anche tu prendi una boccata d’aria? - disse, smettendo di camminare.
Il ragazzo si avvicinò il più possibile alla riva, attento a non arenarsi fra i ciottoli fangosi.
- Sì, vengo qui ogni domenica, tempo permettendo. -
- Solo acque tranquille? Mi sorprende, credevo ti piacesse il brivido. -
Walter sorrise.
- Codatorta ci massacra abbastanza durante la settimana, questo mi serve per rilassarmi. Ma non mi dispiace fare rafting di tanto in tanto. Piuttosto, questa è una semplice passeggiata di piacere? - chiese il ragazzo.
Darcy scosse la testa.
- No, è un post-consiglio di guerra. Suppongo tu conosca le novità. -
Walter assentì, serio. Aveva l’impressione che Darcy stesse girando attorno ad una questione che le interessava molto.
- E rischi comunque la vita per due chiacchiere? -
Eccola lì, era arrivata al punto con la sua semplicità quasi marziale. Stava tastando il terreno, Walter aveva capito il suo gioco, come lei aveva capito il suo.
- Lo hai appena detto, no? Mi piace il rischio, soprattutto quando rischio per qualcosa che mi interessa. -
Francesca dovette piantarsi le unghie nei palmi per trattenersi, era una delle cose più romantiche che avesse mai sentito. Aveva quasi gli occhi a forma di cuore, e per fortuna i diretti interessati non potevano vederla. Anche Icy dovette trattenere un sorriso divertito, era raro che qualcuno tenesse testa in quel modo a Darcy, che sembrava a corto di idee. Anche Walter se ne accorse perché disse:
- Se vi servisse aiuto non esitate a chiedere. Anche se contro uno stregone noi Specialisti siamo un po’ svantaggiati. -
Darcy ringraziò il cielo per quel cambio di argomento.
- E’ molto gentile da parte tua Walter. - disse Bloom.
- Conosci per caso qualche studioso che ha avuto per le mani il Mystérion? - chiese Cassandra quasi scherzando. Che possibilità c’era che Walter potesse veramente aiutarle?
Restò quindi sorpresa quando il ragazzo disse:
- So di un certo collezionista che vive da eremita vicino all’Abisso Blu, forse potrebbe aiutarvi. Dicono abbia di tutto nella sua caverna. -
- Mi ricordo del collezionista! - esclamò Aisha.
- Collezionava ricordi o sbaglio? - chiese Stormy, scettica.
- Potrebbe avere il ricordo di aver letto il nostro libro misterioso. - scherzò Ioanna.
- Beh, tentar non nuoce. Grazie mille Walter, potresti aver risolto il nostro problema! - disse Tecna entusiasta.
Il ragazzo sorrise imbarazzato, dicendo:
- Felice di dare una amano. Adesso devo andare, ma fatemi sapere come vanno le cose. Ci si vede! -
Con un colpo di remo si allontanò verso l’acqua più profonda, salutandole poi con la mano.
 
***
 
- “Io non scappo, lo proteggo!” - disse Icy imitando la voce di Darcy una volta rientrate nell’appartamento.
Bloom rise mentre Stormy si portò una mano allo stomaco fingendo di sentirsi male.
- Bleah. Troppo romantico. -
Darcy diventò paonazza.
- Che?! Non c’è assolutamente niente di romantico, è la verità! -
Stella si esaminò le unghie smaltate, una mano sul fianco e lo sguardo malizioso.
- Tesoro, non c’è niente di male ad innamorarsi sai? Specie con un ragazzo così che ti fa la corte in quel modo, se non avessi il mio Brandon ci farei un pensierino io! -
Darcy sospirò esasperata, ma Icy prevenne la sua difesa.
- Oh andiamo, si vede lontano un miglio che ti piace. Sei brava a recitare, ma quando lo fai troppo bene si capisce. - disse ridendo.
- E se non ti importasse di Walter non avresti cercato di evitarlo. - aggiunse Flora con un occhiolino.
Capendo che non aveva via di scampo, Darcy scelse il male minore.
- Ok, lo trovo interessante, lo ammetto, ma questo non significa niente! -
Come aveva sperato, le ragazze si accontentarono di quel piccolo cedimento.
- Sincerità, che bella cosa! - esclamò Stella battendo le mani.
- Passando alle cose serie, quando andiamo dal collezionista? - chiese Tecna, pragmatica come suo solito.
- Non abbiamo tempo da perdere. - disse Bloom - Oggi è tardi, ma Faragonda potrebbe autorizzarci a partire domattina. -
- Dovremmo chiedere ora, altrimenti saremo costrette a fare il viaggio in volo. - osservò Aisha.
Tecna annuì.
- E’ vero, bisogna preparare una navetta e non è esattamente una cosa da cinque minuti. -
- Posso farvi notare che noi tre abbiamo un problema chiamato “obbligo di frequenza”? salvo disastri planetari dobbiamo andare a lezione. - disse Icy.
- Non c’è bisogno di andare tutte. - replicò Musa - Potremmo andare in tre o quattro mentre le altre resteranno ad Alfea con voi. -
- Va bene, speriamo solo che Valtor non approfitti di questa separazione. - sospirò Stormy.
 
§§
 
A pochi metri di distanza, in un altro appartamento, alcune ragazze erano impegnate in una importante discussione.
- Waltarcy? - chiese Francesca.
- Cacofonico. - replicò Rebecca scuotendo la testa.
- Waltcy? - tentò ancora la fata dei fulmini.
- Ugh. Impronunciabile. -
Rebecca bocciò anche la seconda proposta.
- Un semplice WalterxDarcy o DarcyxWalter no? - chiese Cassandra.
- Troppo facile. E se poi ci sentono? - rispose Ioanna.
- Dai, dobbiamo assolutamente trovare un nome alla ship migliore del secolo! - le esortò Rebecca.
- Se solo Darcy non fosse così prudente… - sospirò Giunia.
- Non riuscirà a resistergli, per me è già cotta, anche se fa la dura. Però mi sa che ha ragione, c’è un’alta probabilità che Walter crepi se Valtor li scopre. Dovremo starle vicino in caso. - disse Francesca.
- Ma dai, non portare sfiga. - la riprese Cassandra.
Giunia alzò la mano con un sorriso orgoglioso.
- Ce l’ho! Dalter! -
- La mia sforna-nomi non perde il tocco! - disse Cassandra battendo il cinque all’amica.
Adelaide osservava le altre da dietro la porta socchiusa della sua camera. L’aveva divisa con Francesca e Ioanna per tre anni, ma ora le sue valige erano pronte. Non le aveva nemmeno finite di disfare dopo il rientro, rimandava sempre, era troppo pigra. Era per pigrizia che se ne andava, che scappava lasciando le sue amiche in quel disastro? No, era solo paura, troppa per restare. Aveva staccato tutti i suoi poster, in camera non era rimasta traccia della sua fissazione per attori e supereroi. Se solo ci fosse stato un supereroe per loro, allora forse non sarebbe andata via, sarebbe rimasta perché si sarebbe sentita al sicuro. Ma nel suo mondo il ruolo del supereroe non c’era, o meglio, spettava a lei. Ma non lo voleva. Non aveva chiesto il suo paio d’ali, non aveva chiesto di diventare improvvisamente invisibile quando si sentiva in imbarazzo né di passare attraverso gli oggetti. Almeno le sarebbe stato utile in quel momento, per non passare davanti alle ragazze che chiacchieravano nell’altra stanza, per andarsene senza rovinare la loro serenità. Adelaide rimpicciolì le valige, le mise in tasca e si avvicinò al muro che divideva la camera dal corridoio esterno. Vi posò una mano, sospirò e attraversò la parete. Era andata via.

Spazio dell'autrice
Eccomi qui ;)
Chi sperava aggiornassi presto deve ringraziare LittleGypsyPrincess, se non mi avesse convinta avreste aspettato la fine delle vacanze di Pasqua probabilmente XD
Conosciamo un po' meglio Walter e con lui la situazione di Magix. La storia del clima viene dal magazine 56 Magix on ice, e non è da dimenticare... i cambiamenti climatici non vanno mai sottovalutati ;)
Il collezionista di ricordi invece compare nel magazine 43  Parole perdute, ma lo conosceremo meglio nel prossimo capitolo.
Giunia ha un talento naturale per trovare nomi alle ship, mi affido a lei per queste cose :)
Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono.
See y'all <3
Cass


 

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Capitolo 30
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28

 
- Per caso hai sonno sis? . chiese Lzzy ridacchiando di fronte all’ennesimo sbadiglio della strega dei ghiacci, la quale rispose:
- Da giramondo quale sei dovresti conoscere i fusi orari. Qui sono le cinque e quarantasette del mattino Mae, non esattamente l’ora in cui sono più attiva. - Non fece in tempo a finire la frase che sbadigliò di nuovo. - Cosa è successo di tanto importante ieri sera da spingerti a chiamarmi a quest’ora indecente? -
- Non è successo niente e non puoi minimamente immaginare quanto questo mi renda felice. Avevo paura di far saltare le luci, bruciare qualche filo elettrico o ritrovarmi con dieci centimetri di capelli in più, rossi o neri magari, e invece è andato tutto a meraviglia. Ero un po’ più rigida del solito, questo sì, e credo che qualcuno se ne sia accorto, ma…  Oh Icy, ce l’ho fatta! -
La strega sorrise, divertita dall’entusiasmo della ragazza.
- Ne ero certa. Vedrai che superato questo periodo di adattamento tornerai ad avere la tua solita… uhm… pazzia sul palco. - disse, prendendo in giro Lzzy, che per tutta risposta scoppiò a ridere. - Scherzi a parte, più ti eserciti e più avrai sicurezza, ricordalo. - aggiunse tornando seria.
- Cerco di fare più cose possibile usando la magia, ma il problema è che non sono mai sola o lontana dagli obiettivi. E’ difficile avere del tempo solo per me durante i tour, guarda a che ora ho dovuto chiamarti per non avere orecchie indiscrete intorno! - rispose Lzzy sulla difensiva.
Icy si affrettò a tranquillizzarla.
- Lo so Mae, è solo che ogni tanto mi comporto da maestrina. -
La terrestre ridacchiò di nuovo.
- Ah, non sei così tremenda. - Parve riflettere per qualche momento, poi disse: - Un giorno mi piacerebbe che tu venissi sulla Terra per passare un po’ di tempo con me. Vorrei farti vedere il mio mondo. -
Icy sorrise. Fosse stato per lei avrebbe anche potuto trasferirsi sulla Terra in pianta stabile, non aveva niente che la legasse a Magix tranne Darcy, Stormy e… Tecna, faticava ad ammetterlo, ma il desiderio della sua compagna di mente sarebbe rimasto chiuso in un cassetto per chissà quanto tempo.
- Non sai quanto mi piacerebbe Mae, vorrei davvero poter viaggiare continuamente come te. -
- Lo faremo, prima o poi. - disse Lzzy, tendendo una mano verso la spalla di Icy.
L’ologramma attraversò la strega, facendola sospirare. Non le piaceva stare lontana da Lzzy, la faceva sentire continuamente sotto stress. L’unica cosa che la consolava era che in capo ad uno o due anni avrebbe iniziato a risentire meno di quel distacco, come era successo alle Winx e alle Pixies. Ormai passavano anche mesi senza che fate e minifate si incontrassero. Stesso discorso per le Selkies, quegli odiosi gamberetti: di tanto in tanto le Winx si recavano al Lago di Roccaluce per incontrarle, ma gli intervalli tra una visita e l’altra si dilatavano sempre di più.
Anche Lzzy sospirò perché, dall’altro lato del telefono, la sua mano aveva trapassato l’ologramma di Icy, creando dei disturbi. Erano certamente meglio dei messaggi o delle chiamate tradizionali, ma le olochiamate erano comunque limitanti rispetto all’averla lì davanti a lei in carne e ossa.
- Ora devo andare. - disse Lzzy - Cerca di dormire ancora un’oretta sis. A presto. -
- A presto. - disse Icy chiudendo la chiamata e stringendosi il cellulare al petto.
 
§§
 
Valtor era seduto sul suo scranno, intento a sfogliare il Mystérion, quando la sfera magica che aveva di fronte brillò. Sulla sua superficie si formò l’immagine di Bloom, Flora e Musa su una navetta di Fonterossa insieme ad Helia.
- Finalmente! - esclamò lo stregone - Iniziavo a pensare che avessero coperto tutta la valle con quell’incantesimo! -
Non poteva sapere, infatti, che Musa e Darcy avevano ripetuto il loro incantesimo avvolgendo tutta Alfea. Non solo, avevano protetto allo stesso modo anche Fonterossa, Torrenuvola, il Q.G. e il White Horse, i luoghi che frequentavano più spesso insomma.
- Sfera, mostrami dove sono. -
Subito nella sfera apparve la navetta, in volo sopra Selvafosca. Ampliando ancora di più la visuale, Valtor scorse in lontananza alcune montagne quasi prive di vegetazione, un indizio assai inutile dato che le Montagne della Barriera circondavano interamente la valle. Non poteva lasciarsi sfuggire quell’occasione, qualunque fosse il motivo della gita, ma agire quando solo Helia sarebbe stato testimone sarebbe stato troppo semplice e molto poco edificante.
- Colpirò ad Alfea, dove vi sentite più sicure, e vi dimostrerò che posso arrivare ovunque! -
Quale incantesimo scegliere dei tanti a sua disposizione? Valtor riflettè per qualche minuto, sfogliando lentamente le pagine. Una scritta in inchiostro viola attirò la sua attenzione. Lesse le prime righe:
 
“Veneno. Un maleficio potente, capace di colpire decine di persone simultaneamente. Si manifesta con una fumata color muschio che infetta chi la inala, provocando uno stato catatonico permanente. Agisce sulle creature della luce, pertanto streghe e stregoni ne sono immuni, così come folletti e centauri. E’ uno dei pochi incantesimi di magia nera che la polvere prodotta dalle ali delle fate non riesce a spezzare. Unico antidoto sono alcuni particolari cristalli sotterranei, le cui proprietà verranno analizzate in seguito.”
 
Un sorriso crudele si disegnò sul volto dello stregone. Fece apparire una piccola quantità di quello che sembrava catrame e lo fece cadere nella sfera, che lo ingoiò come fosse uno specchio d’acqua. la sostanza cadde all’interno della navetta senza fare rumore. Quasi istantaneamente si mimetizzò con l’ambiente circostante per poi allungare dei piccoli tentacoli, avvicinandosi sempre più agli stivaletti di Musa. Una volta raggiunti, la sostanza si avvolse attorno alla caviglia della fata, cambiando di nuovo aspetto. Ora Valtor avrebbe saputo quando le tre fate sarebbero tornate ad Alfea.
 
§§
 
Il collezionista era, come sempre, felicissimo di avere visite. Il canuto vecchietto aveva calorosamente accolto i quattro, chiacchierando a tutto spiano. Prima che iniziasse a cercare tutti i ricordi che li riguardavano, però, i suoi ospiti spiegarono in poche parole il motivo della loro visita. Una volta ascoltate le tre fate, il collezionista mise da parte il suo enorme e polveroso registro e si sistemò gli occhiali sul naso, assumendo un’espressione meditabonda.
- Mi sembra di ricordare qualcosa di particolare riguardo al Mystérion, ma non ricordo cosa… - borbottò avvicinandosi ad uno scaffale ingombro di scatoline.
Le ragazze lo sapevano, quelli erano i ricordi che lo riguardavano.
- Questo no, questo nemmeno… - diceva esaminando le targhette.
Finalmente afferrò una scatoletta verdastra di forma romboidale. Una volta aperta soffiò all’interno, facendo sollevare una nuvola che gli fece tornare in mente l’informazione che cercava.
- Ora ricordo! - esclamò infatti - Non ho copie del Mystérion, ma ho alcuni appunti che mi sono stati donati da un caro amico. Eh, Xavier lo diceva sempre che non avrebbe dovuto essere esposto in un museo, quel libro è troppo pericoloso. -
Così dicendo fece cenno ai ragazzi di seguirlo e si inoltrò nella caverna. Helia, che vedeva quel posto per la prima volta, ne rimase affascinato: centinaia di scaffali ricoprivano ogni parete della grotta e su questi migliaia di diari, giocattoli, fotografie, anelli, penne, libri, biglietti segreti, scatole che contenevano i ricordi impossibili da toccare aspettavano solo di essere sottratti all’oblio. Era un lavoro immane quello del collezionista, che raccoglieva il più possibile perché chi fosse venuto dopo avesse la possibilità di ricordare ciò che nessun nonno sarebbe stato in grado di raccontare.
Il vecchio imboccò una rampa di scale mentre Flora chiedeva:
- Chi è questo Xavier? -
- Un grande mago appassionato di antichità quanto io lo sono di ricordi. Dedica i suoi studi ad ogni oggetto magico che catturi la sua attenzione, cosa che accade assai spesso in verità. Viene spesso a trovarmi, insieme al suo allievo, e mi riforniscono di ricordi e storie. Il ragazzo ne ha parecchie da raccontare. - rispose il collezionista salendo agilmente i gradini di legno.
- Potrebbe dirci come contattarlo? Il suo aiuto ci sarebbe prezioso. - disse Bloom.
- Non credo che vi aiuterà. Vedete, Xavier ha una personalità particolarmente spigolosa e non ama la compagnia o la società in generale, sopporta solo i suoi protetti. Questo lo ha sempre penalizzato, per quanto le sue teorie siano brillanti vengono spesso ignorate a causa del suo comportamento eccentrico. Ad ogni modo vive poco lontano dal territorio recinto, in un piccolo centro abitato abbastanza isolato. - disse il vecchietto aprendo un raccoglitore pieno di fascicoli. li scorse velocemente fino a trovare quello che cercava per poi porgerlo a Bloom. - Questi sono i suoi appunti. Custoditeli con cura e mi raccomando, alla fine di questa avventura portatemi qualche bel ricordo, ultimamente scarseggiano. E se incontrate Xavier portategli i miei saluti. - disse accarezzandosi la lunga barba bianca.
Quindi accompagnò a malincuore i suoi ospiti alla porta perché, per quanto gli facesse piacere avere compagnia, sapeva che finchè le Winx restavano fuori da Alfea erano vulnerabili. Guardò la navetta partire, agitando un braccio in segno di saluto finchè non scomparve all’orizzonte.
 
***
 
Wizgiz stava per dare inizio alla lezione quando qualcuno bussò alla porta della classe. Flora e Bloom entrarono e si diressero verso i loro banchi, ma prima che Musa potesse muovere un passo all’interno della classe sentì un dolore lancinante alla caviglia destra. Abbassando lo sguardo vide una specie di cavigliera brillare di rosso.
- Ma cosa…? - disse.
 
§§
 
Era il momento di agire.
Valtor prese una scatola di vetro contenente i grani verdastri che avrebbero avvelenato le sue nemiche giurate. Aprì un portale e versò i grani al suo interno. A contatto con l’aria questi generarono una nuvola di fumo verde della quale lo stregone non si preoccupò minimamente, chiudendo la scatola di nuovo vuota.

Spazio dell'autrice
Salve a tutti :)
Questo capitolo vi farà probabilmente venire voglia di farmi fuori, innanzitutto perchè è corto e in secondo luogo per il modo crudele in cui l'ho interrotto. Non ho niente da dire in mia difesa, ma fossi in voi aspetterei il prossimo per farmi fuori 0:)
Anyway, avevo in mente un carattere più svolazzante per il paragrafo del Mystérion ma questo è il massimo che offre efp... ci si accontenta.
Fossi in voi terrei a mente il misterioso allievo di Xavier, si rivelerà una vera sorpresa ;)
Non ho altro da aggiungere se non buona fortuna a tutti gli studenti che, come me, stanno annegando nei compiti in classe dell'ultimo minuto (sigh) e grazie a chi segue e/o recensisce <3
See you
Cass

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29

 
Era successo tutto molto in fretta. Forse era per questo che la testa le girava in quel modo. O forse era colpa di quel fumo verdastro che era apparso all’improvviso facendole lacrimare gli occhi per poi sparire, mostrando i corpi delle sue compagne di classe riversi a terra o sui banchi. Tutte. Nessuna esclusa, a parte lei, Darcy e Stormy. insieme a Wizgiz avevano subito portato tutte in infermeria, ma vedere le Winx prive di sensi aveva scaraventato Icy come in una dimensione irreale. Sentiva l’eco del proprio respiro nelle orecchie, qualsiasi rumore esterno le giungeva come distorto da uno specchio d’acqua e aveva un pesantissimo vuoto nella testa. “Se è un incubo voglio svegliarmi subito” era l’unico pensiero che riusciva a formulare.
Mentre loro e Dafne aspettavano fuori dall’infermeria Faragonda, Palladium e Avalon stavano cercando di capire cosa avesse colpito le fate. Neanche quando la porta si aprì e ne uscì un Palladium assai preoccupato Icy riuscì a reagire in qualche modo, limitandosi a registrare l’avvenimento in modo apatico. Dafne scattò in piedi e lo rincorse, sperando avesse qualche notizia. Avvisarla subito era stato un errore, che senso aveva farla macerare nella preoccupazione quando poteva continuare ad ignorare quella terribile situazione ancora per qualche ora? Stormy invece, che fino a quel momento si era rosicchiata un’unghia, li seguì con lo sguardo fino in fondo al corridoio mentre Darcy cercò, inutilmente, di sbirciare oltre la porta.
Dopo qualche minuto fu un’infermiera a fare capolino dalla porta per invitarle ad entrare. Muoversi fu assai difficile per Icy, che sentiva il suo corpo stranamente leggero e aveva quindi poco equilibrio. Cercò di non guardare le ragazze prive di sensi stese sui lettini, concentrandosi sulle parole del professor Avalon.
- I sintomi sono quelli di un’intossicazione e Palladium sta cercando di capire quale possa essere la causa. Una volta trovata quella, penseremo a trovare l’antidoto più adatto. -
Attendere troppo poteva risultare fatale tanto quanto somministrare antidoti a casaccio, Icy lo sapeva. Ma allora perché non riusciva a non pensare che fosse una perdita di tempo?
- Cosa sappiamo? - chiese Stormy nervosamente.
- Che colpisce solo le fate e che lascia delle macchie violacee lungo la gola, in corrispondenza della trachea. - rispose Avalon con un tono pacato che mirava chiaramente a tranquillizzarle.
Il tentativo fallì miseramente. Il suo autocontrollo unito al suo aspetto rigoroso e raffinato non sortì alcun effetto sulle tre streghe che, credendo che il professore avrebbe continuato, aspettarono in silenzio. Quando fu chiaro che questo non sarebbe accaduto, Stormy esclamò:
- Tutto qui?!? -
- Speravamo che voi poteste riconoscere questo maleficio… - iniziò Faragonda, ma venne subito interrotta da Darcy.
- Non abbiamo idea di cosa sia, viene sicuramente dal Mystérion. -
Faragonda allora le porse un fascicolo ingiallito.
- Era nella borsa di Bloom. - disse - Sono appunti sul Mystérion. Voglio che li esaminiate mentre noi cerchiamo di capire di cosa si tratti. -
Era un chiaro invito ad uscire dall’infermeria e le streghe ubbidirono. Voltandosi, Icy intravide Tecna, la gola solcata da una linea viola.
Una volta tornate nel loro appartamento, la sensazione di vuoto le colse di sorpresa. Non avevano capito quanto fosse profondo il legame che avevano instaurato con le Winx, quanto avessero bisogno dell’amicizia discreta di Tecna, dell’ironia di Stella, della dolcezza di Flora, delle passeggiate con Aisha, degli incoraggiamenti di Bloom, del suono incessante del flauto di Musa.
Icy sentì le lacrime riempirle gli occhi, ma le ricacciò indietro. Aveva già pianto abbastanza per Valtor.
- Dammi quei fogli. - disse decisa, allungando la mano verso Darcy.
Doveva tenersi impegnata, sentirsi utile, ne andava della sua sanità mentale.
Si diresse verso la camera di Tecna e Musa e sedette alla scrivania della fata della tecnologia. Darcy e Stormy la raggiunsero, ma anche in tre impiegarono un quarto d’ora abbondante a decifrare la prima pagina: la scrittura minuta e disordinata era difficile da leggere e inoltre era tutto un groviglio di frecce, asterischi e schizzi. Ad un certo punto Darcy fece apparire un foglio e una matita e iniziò a copiare tutti gli appunti in maniera ordinata, in modo da capirci qualcosa. Icy allora divise i fogli in tre mucchi e la imitò, come anche Stormy.
Lavorarono silenziosamente per un paio d’ore, senza che nessuno le interrompesse per portare loro notizie. Ad un certo punto Stormy richiamò l’attenzione delle sorelle su un particolare passaggio.
- Guardate qui. - disse indicando tre righe scribacchiate in verticale - “I cristalli screziati di Downland hanno proprietà curative che superano quelle della polvere di fata. Solo gli indigeni sanno riconoscerli.” -
Icy aggrottò le sopracciglia, meditabonda.
- Pensi che siano l’antidoto? -
- Potrebbero. E in ogni caso potremmo almeno provare con la polvere di fata, quella non può avere effetti negativi, è contro la sua natura. -
- Secondo me Faragonda ci ha già provato senza ottenere nulla, è l’antidoto più versatile che si conosca. - osservò Darcy.
- Vero. - le concesse Stormy.
- Un motivo in più per dirle subito dei cristalli. - concluse Icy raccogliendo i fogli e alzandosi, già pronta ad andare.
Darcy la prese delicatamente per un braccio.
- So che non sopporti di stare con le mani in mano, ma questa potrebbe essere l’ultima occasione che hai per avvisare Lzzy. -
- Non siamo noi quelle in pericolo di vita. - rispose Icy.
La strega dell’oscurità sospirò.
- Intendo dire che dopo dovremo andare a Downland e potresti non averne la possibilità. -
- Non ho intenzione di dirle niente Darcy, la farebbe solo stare in pensiero e ha già abbastanza problemi per conto suo, senza dover sopportare i miei. -
Così dicendo, Icy liquidò la questione. In cuor suo sperava che tutto finisse prima che Lzzy iniziasse a preoccuparsi del suo silenzio, anche se sapeva che era improbabile. Se davvero la preside avesse inviato loro a Downland la principessa Amentia, che magari era diventata regina dalla loro ultima visita, avrebbe sicuramente cercato di ostacolarle. Non poteva certo biasimarla, dopo il disastro che lei stessa aveva combinato in città. Poteva solo continuare a sperare e a muoversi per non impazzire.
 
§§
 
Il rigore con cui erano assegnati i posti della mensa non era molto congeniale ad Aire, che preferiva la compagnia di Desirè e Maria a quella delle sue compagne di stanza. Almeno quel pomeriggio non le avrebbe avute intorno quando avrebbe studiato insieme alla strega dell’arte. Alla fine del pranzo fu finalmente libera di raggiungere Desirè.
- Ci vediamo fra mezz’ora nel laboratorio di pozionologia? - chiese alla strega più anziana, notando tuttavia che aveva un colorito stranamente terreo.
- No, no Aire. Devo andare in missione a Downland. -
- Posso venire anche io? -
Desirè scosse decisa la testa.
- No, la Griffin non ti autorizzerebbe mai a scendere là sotto, sei al primo anno, i tuoi poteri potrebbero indebolirsi. -
- Oh, ma dai! Conosco i principi di indebolimento, il tempo scorre dappertutto. Ti prego! - implorò ancora la ragazzina con le mani giunte.
- Aire no. Non è una gitarella a Selvafosca, stanne fuori! - la liquidò bruscamente Desirè.
Aire rimase interdetta, non le aveva mai risposto così male. Tuttavia non aveva alcuna intenzione di demordere, anzi, aveva già un piano di riserva. Le servivano solo due persone, e una sarebbe stata fin troppo facile da convincere. “Cominciamo dall’osso duro” pensò, cercando fra i gruppi di studentesse i capelli fiammeggianti di Henna.
 
§§
 
Più tardi negli hangar di Fonterossa la squadra di Specialisti di Sky stava preparando una navetta. L’atmosfera era pesantissima, piena di gesti secchi e carichi di nervosismo, perché nessuno dei ragazzi riusciva ad accettare quello che era successo. Sky in particolare non riusciva a capacitarsi del fatto che Faragonda facesse affidamento sulle Trix, le più grandi nemiche della ragazza di cui era innamorato e che in quel preciso momento lottava contro un veleno sconosciuto, per salvare lei e le sue amiche. Quando sbagliò per la terza volta il codice di sicurezza delle sbarre laser Brandon gli mise una mano sulla spalla, dicendo:
- Farai meglio ad abituarti all’idea Sky. Fra poco saremo in volo con loro e non potremo fare altro che fidarci delle Trix e delle streghe di Torrenuvola. -
Sky strinse i pugni per fermare il tremito della mani.
- E’ solo che… Com’è potuto accadere? Avevano usato tutti quegli incantesimi, potevano essere forzati solo dall’interno! - disse, sferrando un pugno alla parete.
Timmy riemerse dal quadro comandi.
- E’ evidente che Valtor ha trovato una falla nel sistema, le Trix non traggono alcun vantaggio da questa situazione quindi un loro intervento a sfavore delle Winx non avrebbe senso. -
Il re di Eraklyon scosse la testa.
- Non mi convince, finchè non saprò dalle ragazze com’è andata non crederò ad una sola parola detta da quelle tre. Ad ogni modo, la navetta è pronta e prima partiamo, prima questa storia finirà. - disse, dirigendosi verso la sala comandi.
Timmy lo seguì sospirando mentre Brandon disse sottovoce a Nex ed Helia:
- Stiamo attenti che non faccia sciocchezze mentre è impegnato a guardarsi le spalle, ok? -
I suoi compagni annuirono.
Brandon era fermamente convinto dell’innocenza delle Trix: il profondo legame che si era instaurato fra i due gruppi era impossibile da ignorare e in cuor suo malediceva i pregiudizi testardi di Sky, che gli impedivano di vedere le cose come stavano.
La navetta partì verso Alfea ma, prima che il portellone si richiudesse, un agile crowl sgusciò fuori dalla scuola e, dopo una rapida ascesa per nascondersi alla vista, si diresse verso la scuola per streghe.
 
Spazio dell'autrice
Salve a tutti, eccomi qui, di nuovo malata e di nuovo con un capitolo che dice tutto e niente...
*si tuffa in una trincea per evitare le sassate*
Prometto che il capitolo 30 sarà più corposo ^^'
Anyway, non tira certo una bella aria a Magix, e con questa gita nel sottosuolo l'aria si farà anche più viziata... basta che dico troppo :x
Ringrazio tutti coloro che seguono e/o recensiscono :*
See y'all
Cass

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30


Aire decise che, se avesse continuato a mordicchiarsi la guancia, questa avrebbe preso a sanguinare e che quindi era ora di smettere. In alternativa, iniziò a camminare avanti e indietro fra due alberi, fissandosi la punta degli stivali da escursione che si era procurata per l’occasione, simili a quelli che indossava Henna. Le loro tute violacee le avrebbero aiutate a confondersi con le rocce del sottosuolo una volta arrivate a Downland.
“Sempre che Mister Splendore si degni di arrivare” pensò con una punta di stizza la giovane strega. Il ritardo del ragazzo la preoccupava.
Le era bastato un bigliettino incantato per convincere Alec ad aiutarla, e anche Henna si era rivelata meno ragionevole del previsto. Una qualsiasi persona di buon senso le avrebbe caldamente sconsigliato di lanciarsi in un’impresa della quale ignorava l’obiettivo, ma né lo Specialista né la strega delle mappe si erano fatti pregare troppo per partecipare all’azione.
- Conserva le suole per dopo. - la ammonì Henna in quel momento, sistemandosi la coda di capelli mossi.
Aire stava valutando se risponderle male o meno quando sentì finalmente il motore di una navetta in avvicinamento. Rimase però delusa nel vedere una biposto atterrare nella radura erbosa davanti a lei. Dall’interno, Alec aprì la placca che fungeva da portellone e si sporse fuori.
- Non credevo avessimo compagnia in questa cosa. Se me lo avessi detto avrei preso una hawk invece del jet. - disse.
- No no, va benissimo questa. Io prendo il controllo dei laser! - esclamò Henna riconoscendo la tipologia di veicolo, studiato per la battaglia.
Aire la fulminò con lo sguardo.
- Non useremo i laser. Forza, saliamo o non li raggiungeremo più. - disse, volando fino alla navetta.
Henna la imitò e si sistemarono alla meglio sul sedile del copilota. Lo spazio all’interno dell’abitacolo era pochissimo, ma avrebbero dovuto accontentarsi.
- Rotta per? - chiese Alec.
- L’altopiano, alle Grotte Senza Fine. - disse decisa la mora.
Alec fischiò, come per sottolineare la pazzia della cosa.
- Cosa andiamo a fare di bello laggiù? Non è un gran bel posto, pullula di trolls. -
- Sei con due streghe, non è dei trolls che dovresti preoccuparti. - ridacchiò Henna.
- Con chi ho l’onore di parlare, signorina? - domandò scherzosamente il ragazzo.
- Henna di Zenit. E tu saresti…? -
- Alec di Magix. -
- Ok, presentazioni fatte. - intervenne Aire - Due mie amiche partecipano ad una missione che prevede la discesa a Downland. Non so esattamente il perché della missione, ma qualcosa mi dice che ha a che fare con Valtor. -
Alec roteò gli occhi.
- Mi hai fatto rubare una navetta e non sai nemmeno dirmi perché? Ah, lascia stare. Sappi che ti penserò molto quando mio zio mi costringerà a fare due ore filate di sollevamento pesi per punizione. Sai almeno cosa fare una volta arrivati? -
- Troveremo la navetta degli altri, io scoprirò da dove sono entrati e poi li seguiremo fino al regno sotterraneo grazie ai poteri di Henna. -
- E una volta che li abbiamo raggiunti che facciamo? - chiese Henna.
- Gli diamo una mano e scopriamo che succede. - affermò Aire, chiudendo la conversazione.

§§

Diversi chilometri davanti a loro, sull’hawk la tensione si tagliava col coltello. Fra chi era preoccupato per la propria ragazza, chi per le proprie amiche, chi per i compagni di viaggio, chi per ciò che li aspettava, nessuno aveva lo spirito necessario a fare conversazione.
“Stella riuscirebbe a farci almeno sorridere” pensò Brandon, gettando un’occhiata di sottecchi al posto che la fata della luce era solita occupare nella navetta e dove ora era seduta Maria.
Le uniche parole erano state quelle di Stormy, che aveva descritto ciò che era successo in classe su insistenza di Desirè. Sky doveva averci rimuginato sopra fino a quel momento perché chiese, fingendo un tono disinvolto:
- Quindi è stata quella fascetta al piede di Musa ad aprire una breccia nelle vostre barriere? -
- Sì. - rispose semplicemente Darcy.
- Chissà perché voi non siete in coma. Solo voi. - disse Sky lanciando un’occhiata sospettosa alle Trix.
Per Icy quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Era un’insinuazione che non poteva sopportare, non dopo gli ultimi giorni.
- Credi che mi stia divertendo?! Che mi faccia piacere essere in questa situazione?! E’ questo che pensi di me, che io sia ancora la strega cattiva assetata di potere?! speravo avessimo chiarito su quel punto! - scattò la strega del ghiaccio per poi riprendere il controllo - Scusa - disse - sono solo sotto pressione. -
Ma che le era preso? Non aveva intenzione di reagire in quel modo, non era da lei. Era un comportamento troppo emotivo! Emotivo… “No, non ci credo. Non può essere un effetto del Bonding!” Eppure un flusso di parole e sentimenti come quello se lo sarebbe aspettato dalla sua compagna di mente, piuttosto che da sé stessa. Tuttavia sembrava aver ottenuto ciò che il suo autocontrollo non era riuscito ad ottenere, dato che Sky non aveva replicato. Una vibrazione sonora spezzò il silenzio. Era il suo cellulare, un messaggio. Senza neanche leggerne il contenuto Icy spense il telefono, borbottando qualcosa contro gli stupidi promemoria. Lzzy avrebbe dovuto aspettare. Ebbe un moto di sorpresa quando Helia le chiese in un sussurro:
- Loro stanno bene? -
Non c’era da chiedere a chi si riferisse.
- Sì. - rispose lei allo stesso modo, ed Helia tentò un mezzo sorriso per dirle “andrà tutto bene”, ma non sembrava molto convinto.
Poi non parlò più nessuno finchè la navetta non atterrò su una pianura di terra brulla e secca, vicino ad una fenditura nel terreno.
Dopo essere scesa dalla navetta, Stormy si diresse verso l’ingresso della caverna, esaminandolo. Non era affatto felice di dover scendere in quel groviglio di tunnel, dove i suoi poteri sarebbero stati mortificati e pericolosi. Era una strega di sesto livello, certo, ma la lontananza dal vento la faceva stancare più in fretta del normale e se era riuscita a sopravvivere per mesi al servizio della Fenice d’Ombra lo doveva solo all’ampio spazio fornito dalla caverna, che consentiva all’aria umida del fiume di muoversi creando venti anche abbastanza forti, e naturalmente al Gloomix che Darkar stesso le aveva donato. Nei cunicoli che stava per affrontare, invece, l’aria non si sarebbe mossa volentieri e non avrebbe potuto usare i suoi poteri elettrici per non rischiare di folgorare i suoi compagni colpendo qualche minerale conduttore. Era praticamente inutile, e il pensiero le strappò un sospiro sconsolato che si affrettò a mascherare schiarendosi la voce.
Maria le si accostò, porgendole un braccialetto luminoso.
- E’ un localizzatore, in caso ci perdessimo di vista. - disse - Dove stiamo andando a ficcarci? -
- In un mare di guai. - rispose Stormy mestamente mentre si infilava il localizzatore - A Downland governa una donna, Amentia, che ha tutti i motivi per odiarci, ma Faragonda non ha voluto sentire ragioni. Le abbiamo detto che mandare noi tre in prima persona potrebbe significare un ritardo fatale, che avremmo potuto aiutare gli Specialisti via radio, che Amentia sarebbe stata più condiscendente con Dafne o con altre fate, ma niente. -
- Non puoi darle torto, Valtor non si farebbe scrupoli nel colpire chiunque, mentre voi tre siete in un certo qual modo protette. Lui vuole tenervi per ultime, quindi per adesso siete al sicuro, per quanto macabra possa essere questa sicurezza. -
Stormy riflettè sulle parole della strega castana, turbata. L’idea di fondo era che prima di attaccare lei e le sue sorelle Valtor avrebbe fatto il vuoto intorno a loro, in modo da renderle il più vulnerabili possibile.
Le due streghe furono superate da Brandon e Sky, che avrebbero guidato il gruppo con Timmy subito dietro. Brandon disse:
- Il nostro obiettivo è raggiungere il fiume sotterraneo che alimenta il Lago di Roccaluce, da lì ci dirigeremo verso la città. Potrebbero esserci delle sentinelle, ma sarà meglio usare la magia il meno possibile. Teniamola come ultima risorsa. -

***

- Sono abbastanza lontani adesso. Possiamo atterrare. - disse Alec iniziando la manovra di atterraggio.
Contrariamente alle loro aspettative, erano riusciti a raggiungere la navetta poco prima che atterrasse ed erano rimasti in quota finchè il gruppo non si era inoltrato nella grotta. Avevano aspettato una decina di minuti perchè non sentissero i motori del jet: non avevano infranto metà del regolamento di due scuole per farsi rispedire a casa appena arrivati. Li avrebbero seguiti ad una distanza di sicurezza, raggiungendoli in città o poco prima, quando sarebbe stato ormai troppo tardi per rimandarli indietro da soli.
- Dai Henna, tocca a te. Fammi vedere quanto sono realistiche le tue mappe. - disse Aire, suscitando un ghigno divertito nella compagna.
- Sbattere contro i mobili non era abbastanza realistico? - disse, circondandosi poi della sua aura smeraldina e iniziando a scandagliare i tunnel sotto di loro.
- Sbattere contro i mobili? - chiese Alec alzando un sopracciglio.
- Lascia stare. - replicò Aire, niente affatto disposta a raccontargli una storia tanto imbarazzante.
- Va bene. - disse Alec con una scrollata di spalle - Sai che questa tuta ti sta veramente bene? -
Aire arrossì improvvisamente mentre Henna ridacchiava, sempre concentrata nel suo incantesimo. Le risparmiò però il fastidio di rispondere allo Specialista perché riassorbì la sua aura e fece comparire sul palmo della mano una piccola proiezione tridimensionale formata da tubi irregolari, intrecciati e disordinati, un tubo più ordinato che scorreva in fondo alla mappa e un’ enorme caverna piena di edifici.
- Questo - disse Henna creando un puntino giallo vicino alla fenditura in superficie - è dove siamo noi. Gli altri sono qui - e apparve un puntino rosso che si muoveva lentamente, più in basso - e questa è la strada che dobbiamo percorrere per arrivare a Downland. - disse infine, rendendo più spessi i contorni dei tunnel interessati e facendo scomparire quelli periferici.
Alec era assai ammirato. Esaminò la proiezione da tutte le angolazioni e disse:
- E’ perfetta! Molto più precisa anche delle proiezioni dei nostri computer. -
- Modestamente. - disse Henna, sorridendo accattivante per poi girarsi di scatto, colpendo Alec con la chioma rossa.
- Non dovrei farmi trattare in questo modo da due matricole. - borbottò Alec, e desiderò subito di non averlo fatto perché Aire ed Henna si voltarono di nuovo verso di lui.
- Chiamaci di nuovo matricole e vedrai! - esclamarono all’unisono.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa.
- Ops. - scherzò.
***

Nel frattempo l’altro gruppo procedeva spedito attraverso le gallerie anguste, illuminate dalla luce spettrale dei cristalli. Per quanto inquietanti, questi costituivano un ottimo sostegno per i ragazzi, che avevano difficoltà a mantenere l’equilibrio sul terreno umido e scivoloso. Desirè cercava di toccarli il meno possibile, ma si rassegnò quando rischiò quasi di cadere e rompersi qualcosa se Helia non l’avesse presa al volo.
Dopo circa un’ora arrivarono al fiume, che diede un sollievo enorme a Stormy: la galleria infatti si allargava fino a raggiungere un’altezza di almeno trenta metri, senza contare che tra sponda e sponda c’era almeno il doppio dello spazio. Senza fermarsi, iniziarono a seguire il corso del fiume, guidati da alcune rare fenditure nella volta e dagli onnipresenti cristalli. Lentamente la riva iniziò a restringersi e, quando ormai costeggiavano il fiume da una mezz’ora abbondante, trovarono una scala intagliata nella roccia che procedeva verso l’alto. Ma, nascosti dalla parete rocciosa che proteggeva la scala, li aspettavano trenta guerrieri che subito li circondarono.
Desirè alzò istintivamente le mani, pronta a combattere, ma Nex le fece segno di restare calma, tenendo tuttavia bene in vista la sua alabarda.
Fra le figure massicce dei guerrieri, coperti solo da bracciali di metallo e gonnellini ocra, si fece strada una giovane donna alta e slanciata, che stringeva un lungo scettro dorato e portava un diadema da regina, appena sotto il velo rosso che si univa al vestito e al mantello, nascondendole i capelli scuri.
- Non vi lascerò entrare nella mia città! Io sono la regina Amentia e non dimentico chi si mette sulla mia strada! - esclamò la nuova venuta, fissando con odio Icy.
- Maestà, veniamo per chiederle aiuto… - tentò Helia, ma venne subito zittito da Amentia.
- Silenzio, o marcirete nelle prigioni per il resto della vostra vita! Non appena siete stati identificati dalle mie sentinelle ho capito che oggi avrei avuto la vendetta che mi spetta! -

Spazio dell'autrice
Poveri voi, vi sto proprio facendo penare con questa missione. Risparmiatevi i crepacuori per il prossimo capitolo, però.
Come previsto, Amentia dimostra di essere degna del suo nome (che significa "stupidità" in latino) e non ascolta neanche chi si trova davanti, accecata dall'odio. Ascoltare è una delle cose che non fa mai male imparare, ma fa fatica. Per me, vale la pena di rimboccarsi le maniche per non fare la figura degli stupidi...
Chiusa la parentesi moraleggiante, anche se non ve ne importa vi informo che il Capitolo 1 ha raggiunto le 1000 visualizzazioni e vi ringrazio per la vostra pazienza di lettori e soprattutto recensori, che ultimamente si vedono arrivare le risposte con un ritardo assurdo. Cercherò di essere più puntuale nel rispondere (nel recensire a mia volta ho praticamente rinunciato ma appena trovo il tempo giuro che lo faccio).
See y'all
Cass :)


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Capitolo 33
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31

 
Ad uno schiocco di dita di Amentia, Icy venne spinta avanti da un soldato e un altro le spinse la sua lancia fra le braccia. Icy afferrò goffamente l’arma per poi lasciarla cadere per terra con un sonoro clangore.
- Maestà, non so combattere né voglio farlo. Ci ascolti… -
Amentia si gettò su di lei, costringendola a schivarla lanciandosi di lato. Ma non fu abbastanza veloce, perché sentì il metallo affilato affondarle nel braccio sinistro. Dalla ferita iniziò a fuoriuscire un nutrito fiotto di sangue e istintivamente la strega cercò di arrestarne il flusso con una mano.
 
§§
 
- Ehi tesoro, tutto bene? Hai qualcosa al braccio? -
Certo che no, una fitta lancinante non era niente di che.
- Tranquillo Mike, è solo un po’ di fastidio. Sai quella vecchia bruciatura. - rispose Lzzy, combattendo contro l’impulso di aprire un portale lì davanti a tutti per  correre da Icy.
Non rispondeva ai suoi messaggi. E va bene, aveva da fare. Ma cosa stava facendo perché i suoi muscoli si contraessero in quel modo senza che lei potesse impedirlo? “Maledizione Icy! Dove sei?” Provò a contattarla telepaticamente, ma percepì solo il vuoto, segno che Icy l’aveva volontariamente chiusa fuori dalla propria mente. Se ancora le serviva una conferma che stesse succedendo qualcosa di grave o anomalo l’aveva appena ricevuta.
Cercò lo sguardo dei suoi amici e trovò Josh che, vedendo la disperazione nei suoi occhi, si toccò una tempia con due dita. Era il segnale che avevano convenuto per le conversazioni telepatiche.
“Sta succedendo qualcosa ad Icy!” esclamò Lzzy, dando al bassista l’impressione che gli avesse gridato nell’orecchio.
“Calma Lz. Se ti tiene fuori lo fa per proteggerti. Vedrai che andrà tutto bene” pensò, sapendo che la sua amica lo avrebbe sentito.
 
§§
 
Di fronte all’attacco di Amentia Icy aveva compreso che avrebbe dovuto lottare per farsi ascoltare e aveva cercato di recuperare la lancia che aveva lasciato cadere, decisa a non usare i suoi poteri per non peggiorare la situazione, ma l’energumeno l’aveva ripresa e ora la guardava con aria di scherno. I guerrieri avevano creato con i loro corpi una piccola arena che aveva per un lato il fiume e impediva agli altri di intervenire. Non che Sky avesse intenzione di aiutarla comunque, dato che non aveva ancora reagito in alcun modo nonostante le insistenze degli altri.
Come difendersi? Non aveva armi, era ferita e il sangue continuava a scendere copioso, quanto tempo aveva prima di svenire?
Amentia si scagliò di nuovo contro di lei ma stavolta mirò alle gambe con l’asta della lancia, facendola cadere. L’impatto col terreno tolse il respiro alla strega, che tuttavia riuscì a sentire la risata soddisfatta di Amentia e Darcy che la chiamava angosciata. Cercò di rialzarsi facendo forza su un cristallo col braccio sano. Per fortuna non ci era finita sopra.
- Ora chi è che comanda? - chiese beffarda la regina di Downland, spalancando però gli occhi arancioni un istante dopo, lo sguardo fisso su un punto oltre Icy.
Dapprima la strega pensò ad un trucco ma, vedendo la stessa espressione terrorizzata nei soldati, si voltò. Una strana creatura stava cercando di alzarsi dal terreno: la testa ovale, priva di occhi, era incassata su quelle che dovevano essere le spalle, lucide e semiliquide come il resto del corpo, qua e là spuntavano dei cristalli che ai lati della testa erano più sporgenti e affilati, come quelli della coda che si stava formando in quell’istante. Gli arti posteriori non erano nemmeno abbozzati mentre il mostro provava già a separare quelli anteriori dal terreno, restandovi però agganciato da alcuni filamenti elastici. Il turchese della creatura contrastava con l’impronta rossa che portava sulla spalla, che aveva la forma di una mano.
- Ma che…? - sussurrò la strega, stupita.
 
§§
 
Sul suo scranno, Valtor sorrideva soddisfatto. La sua piccola invenzione avrebbe tenuto impegnate le tre streghe e, perché no, magari avrebbe ottenuto anche qualche risultato importante.
 
§§
 
- Strega! Che hai fatto? - gridò Amentia preparandosi ad affrontare la nuova minaccia, che nel frattempo aveva raggiunto delle dimensioni considerevoli.
- Non sono stata io! - replicò Icy allontanandosi dal mostro.
Come a dimostrare le sue parole, il mostro fece saettare la coda verso di lei. Icy si levò in volo, evitando appena in tempo le punte affilate che la decoravano. Il mostro emise un gorgogliante verso di delusione e si guardò intorno alla ricerca di un altro bersaglio, ma venne colpito da dei raggi magici blu, rossi e viola. Maria e Desirè si erano trasformate e lo stavano attaccando insieme a Darcy. Icy volò da Stormy, ma le gambe le cedettero non appena mise piede a terra. Stormy la sostenne e la fece sedere con la schiena contro una parete rocciosa, pronta a difenderla da qualunque cosa si fosse avvicinata.
Scossa dai brividi, Icy non riusciva più a tenere la mano premuta sulla ferita e il sangue incontrava sempre meno resistenza nella sua fuga verso l’esterno. Cercò di rimanere cosciente ma capì di non esserci riuscita quando sentì qualcuno sollevarle il braccio ferito e si sforzò di aprire gli occhi senza sapere quando li avesse chiusi. Tutto ciò che vide fu però una sagoma indistinta. Riconobbe tuttavia l’uniforme degli Specialisti dei primi anni e si chiese chi fosse il ragazzo dai capelli fulvi che la indossava. Chiederglielo sarebbe stato inutile, il suo udito era andato e non era sicura che la voce funzionasse meglio. “Non avrei dovuto volare” pensò, rammaricandosi di aver speso tutte le sue energie in quel semplice gesto. Era stato davvero così facile farla fuori? Dubitava che il ragazzo avrebbe potuto salvarla, aveva perso troppo sangue. Che effetto avrebbe avuto la sua morte sulle altre? Sarebbero riuscite ad andare avanti senza di lei? E Lzzy, sarebbe riuscita a superare il trauma? L’unica cosa che poteva fare per lei era tenere chiusa la mente in modo che sentisse meno dolore possibile.
- Alec, lascia stare le bende, ci penso io! -
Fu così che Icy si rese conto che in fondo il suo udito funzionava ancora. Un bastone bronzeo con quella che sembrava una bolla luminosa all’estremità entrò nel suo campo visivo.
- Non vorrai farmi credere di avere poteri curativi abbastanza forti, vero? - replicò il ragazzo stringendo la fasciatura intorno al braccio di Icy, causandole uno spasmo.
- Sarò comunque più utile di quel mantello! Lasciami fare! - disse perentoria la voce fuori campo, che suonava familiare ad Icy.
La luce soffusa irradiata dallo scettro la avvolse e presto le tornarono le forze, mentre il dolore al braccio svanì. Quando il bagliore si affievolì Icy battè più volte le palpebre per mettere a fuoco. si trovò davanti un ragazzo sconosciuto, con occhi castani e chioma rossa, una spada arancione in mano e il mantello strappato. Al suo fianco una strega dai fluenti capelli neri e dagli occhi color oceano truccati di blu cobalto che indossava una tuta aderente con una sola manica, sempre color cobalto. Questa la copriva dalla spalla alla mano, mentre nella mano nuda stringeva uno scettro di bronzo alla cui estremità c’era quella che lei aveva preso per una bolla, cioè una sfera con un orologio all’interno. Non capì chi fosse la ragazza finchè non notò la “A” argentata che spiccava sull’azzurro della tuta.
- Aire? - chiese, aggrottando le sopracciglia nel sentire quanto fosse roca la sua voce.
- In persona. Lui è Alec, ha accompagnato me e la mia… amica, Henna, quaggiù. Quella che sta aiutando gli altri a suonarle al gigante di cristallo. - rispose la ragazza, indicando col mento la battaglia che si svolgeva poco distante.
- Non dovreste essere qui. - disse Icy dopo essersi schiarita la voce - Ma non sarebbe finita bene se non foste arrivati in tempo, quindi chiuderò un occhio. -
Alec sogghignò.
- Se intendi dire che non lo riferirai a Faragonda, beh, non cambia niente. Per arrivare qui ho preso in prestito uno dei crawl di Fonterossa. - disse.
- In tal caso proverò a mettere una buona parola per voi con i presidi. -replicò la strega del ghiaccio prima di alzarsi in piedi.
Si sentiva ancora un po’ stordita, ma era di nuovo in grado di usare la magia quindi si trasformò. Stava per alzarsi in volo e raggiungere Darcy e Stormy, che si era unita al combattimento quando erano arrivati Alec ed Aire, quando la mora la trattenne.
- Quel coso è quasi immune alla magia. - disse - Guardalo: gli attacchi che ha ricevuto finora lo hanno solo innervosito. -
- Ammesso e non concesso che abbia dei nervi. - disse Alec.
Aire lo ignorò e proseguì.
- Prima di curarti ho provato a mandare indietro il tempo per farlo tornare un cristallo, ma l’incantesimo che gli ha dato vita è troppo potente. - disse.
Icy si rese conto di essere rimasta incosciente per più di quanto pensasse.
- Scommetto che la polvere di fata funzionerebbe, ma non ne abbiamo. L’unica è una convergenza. - riflettè ad alta voce.
- Sette streghe bastano? - chiese Alec.
- Vedremo. - disse Icy raggiungendo gli altri.
Gli autoctoni restavano nelle retrovie, svantaggiati rispetto alle armi e ai poteri degli “abitanti di superficie”, che tuttavia avevano le loro difficoltà davanti ad un nemico che sembrava invulnerabile. I maggiori risultati li aveva ottenuti Maria, che era riuscita a rimpicciolire di diversi centimetri i cristalli sulla coda grazie al controllo che esercitava sulle gemme. I fulmini di Stormy, i raggi d’ombra di Darcy, ogni singolo attacco veniva assorbito dal mostro, che in cambio distribuiva zampate, morsi e colpi di coda. Forse il problema era proprio l’abitudine delle streghe di attaccare individualmente, che Valtor conosceva bene e, se il suo ragionamento era corretto, stava sfruttando in quel momento. Icy si avvicinò ancora e rinchiuse il mostro in una cupola di ghiaccio per guadagnare tempo.
- A dopo le chiacchiere. - disse, prevenendo le esclamazioni di sollievo delle altre - La barriera non lo tratterrà a lungo. Se gli attacchi singoli non hanno effetto, dobbiamo tentare una convergenza. Sarà difficile, dal momento che siamo su diversi livelli, ma possiamo farcela. -
- Piano di riserva? - domandò una strega dai capelli rossi vestita di verde e viola, che Icy suppose essere Henna.
- Non c’è. - rispose secca Stormy.
- E’ troppo rischioso! - obiettò di nuovo Henna, indicando un gruppo di stalattiti grandi e appuntite sopra le loro teste - La forza dell’incantesimo potrebbe far crollare quelle stalattiti, non hanno una struttura forte come quella della grotta. -
- Ne sei sicura? - chiese Desirè.
- E’ parte dei miei poteri. - sbuffò Henna.
Il mostro stava per liberarsi, Icy sentiva la sua barriera indebolirsi ad ogni colpo. Non avevano tempo per pensare ad un altro piano, quindi eresse una seconda barriera, che stavolta avvolse lo spazio intorno a loro per una cinquantina di metri.
- Spera che regga. - disse ad Henna.
 Le streghe si disposero a semicerchio intorno al mostro, liberando le loro aure. Era la prima volta che Aire ed Henna usavano una convergenza perciò, consapevoli di non poter sbagliare, imitarono accuratamente i movimenti delle altre. Ognuna creò una sfera luminosa di diversi centimetri di diametro per poi sollevarla e contemporaneamente allontanarla da sé, fino a farla incontrare con le altre sfere. Fondendosi, gli incantesimi formarono una grande sfera ribollente di energia.
- Ora! - gridò Darcy non appena la barriera di Icy cedette, e le streghe scagliarono il loro incantesimo contro il mostro.
Questo ne fu colpito in pieno ed emise un ringhio di dolore che andò assottigliandosi sempre più, diventando infine il rumore stridente di una montagna di vetro che crolla su sé stessa.
Una volta sicura che non ci fosse più pericolo Aire si abbassò di quota e annullò la trasformazione, sentendosi debole come mai in vita sua. Dovette usare il suo scettro come un bastone per reggersi in piedi, tanto l’incantesimo l’aveva prosciugata. Alec le si avvicinò, ma lei rifiutò il suo aiuto.
- Ho ancora la mia dignità, grazie. - borbottò, ma era troppo stanca per sembrare seria. Il fatto che Henna sembrasse distrutta tanto quanto lei la fece sentire meno a disagio, nonostante sapesse che era in quello stato anche per via dell’incantesimo usato su Icy.
- Non crederete che questo basti per essere graziati, vero? Se non foste venuti fin qui non sarebbe mai accaduto niente di simile! - esclamò Amentia, perdendo un’ottima occasione per restare in silenzio.
- Avete ragione maestà, ma abbiamo estremo bisogno del vostro aiuto. Ricordate le fate con cui vi alleaste qualche anno fa? - disse Brandon.
- Certamente. Il mio popolo si è dimostrato molto valoroso in quell’occasione. - rispose superbamente la regina.
- Ebbene, quelle fate e molte altre sono state avvelenate dallo stesso stregone che ha creato il mostro che avete visto. I cristalli screziati del vostro regno sono l’unica cosa che può salvarle, ma noi non siamo in grado di preparare l’antidoto. - continuò Brandon.
- Perché dovrei aiutarvi di nuovo? Non portate altro che pericoli! - replicò Amentia, meno sicura di prima.
- Non dovete aiutare noi - disse Icy, annullando la propria trasformazione - ma loro. Non devono pagare errori che non hanno commesso. Inoltre quello stregone non minaccia solo la superficie, ma anche il vostro regno, e senza l’aiuto delle fate è quasi impossibile sconfiggerlo. -
Amentia la osservò indecisa, guardò il mucchio di polvere e cristalli che prima formavano il mostro e poi di nuovo la strega.
- Dimostri di essere diversa da ciò che pensavo. E sia, avrete l’antidoto, ma siete ufficialmente banditi dal mio regno. Finchè io sarò regina, non metterete più piede nei miei confini, nessuno di voi, e il mio esercito è testimone della mia parola. - disse, per poi rivolgersi ad uno dei guerrieri - Tu, corri a palazzo e fatti dare l’antidoto. -
Brandon e Maria ringraziarono Amentia, mentre gli altri si concedevano dei timidi sorrisi sollevati. Sky si avvicinò ad Icy e disse, imbarazzato:
- Mi dispiace di aver dubitato di voi, Icy. So che le cose fra voi e le Winx sono cambiate, ma con la minaccia di Valtor è come se… -
- …Come se ti crollasse addosso un palazzo, lo so. Non preoccuparti. La cosa più importante è avere l’antidoto, giusto? - rispose la strega sostenendo lo sguardo del re di Eraklyon.

Spazio dell'autrice
Salve a tutti! Finalmente quest'avventura è (quasi) finita, resta solo di tornare ad Alfea e rimettere le cose a posto!
Quanto a me, beh, sono solo parzialmente nel mondo dei vivi perchè sì, la scuola è finita, ma non ha smesso di fare danni e farmi girare come una trottola più o meno tutti i giorni... ce ne stanno combinando delle belle purtroppo *faccina affranta*
Rallegriamoci con Aire http://i63.tinypic.com/2qkqqf6.jpg
ed Henna  http://i63.tinypic.com/2i0aruw.jpg
Direi che la differenza nello stile da un anno all'altro si vede eccome lol.
Oh well, ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono, e prometto che stasera faccio una sessione di recensioni a mia volta... sono veramente ma veramente indietro *scappa a nascondersi*
See y'all <3
Cass

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 32 ***


Capitolo 32

 
- Sto bene! -
- Ma sei quasi morta dissanguata. Quella è la porta. -
- Voglio restare! -
- Ci vorranno ore prima che l’antidoto faccia effetto! Vai a riposare Icy, muoviti! -
Darcy spinse letteralmente la strega del ghiaccio fuori dall’infermeria, chiudendole la porta alle spalle. In un altro momento Icy non avrebbe scartato l’idea di sedersi per terra ad aspettare ma in fondo era veramente ridotta ad uno straccio, perciò si avviò lentamente verso il dormitorio. Per fortuna non doveva fare troppe scale, riusciva a malapena a mettere un piede davanti all’altro!
Dopo aver consegnato loro una abbondante dose di antidoto Amentia aveva fatto scortare i suoi sgraditi visitatori fino alle navette, quindi erano tornati ad Alfea. le ragazze si erano precipitate da Palladium perché somministrasse il liquido azzurrino ricavato dai cristalli alle fate mentre gli Specialisti erano rimasti indietro per spiegare la presenza di Alec, Aire ed Henna a Faragonda. Per i tre al momento non c’erano state conseguenze e, dato che c’erano altre priorità, erano stati rimandati nelle rispettive scuole. Anche gli Specialisti erano tornati a Fonterossa, ma avrebbero potuto tornare il giorno seguente come Maria e Desirè le quali, con sommo dispiacere, avevano fatto ritorno a Torrenuvola. Le Trix avevano tutta l’intenzione di aspettare il risveglio delle amiche, ma sia Darcy che Stormy ritenevano che Icy avesse bisogno di riposo più che di una notte insonne.
Quindi era lì, con la mano sulla maniglia di un appartamento desolatamente vuoto, più vuoto di quando quella mattina lei e le sue sorelle avevano esaminato gli appunti di Xavier. O almeno così credeva Icy.
- DOVE ERI FINITA E DOVE SONO TUTTE?!? -
Il cuore di Icy si fermò, un po’ per la sorpresa un po’ per il timore che qualcuno andasse a controllare chi gridava in quel modo, ma le altre allieve erano tutte alla mensa. Prima che Lzzy dicesse altro entrò nell’appartamento e si tirò dietro la porta. Non fece in tempo ad aprire bocca che venne sommersa dalle parole della terrestre.
- Hai idea di cosa significhi sentire il vuoto totale subito dopo aver avuto la sensazione che qualcuno ti stesse facendo a fette il braccio, dover restare per ORE con un’ansia pazzesca senza poterti sfogare con nessuno e, anzi, andare avanti a sorrisi finti grazie ai quali praticamente tutta la troupe pensa che ho problemi di coppia ma non voglio dirlo, controllare il cellulare ogni dieci minuti sperando di trovare una risposta ai miei messaggi, rassegnarsi e approfittare della notte per venire qui e trovare l’appartamento completamente vuoto e pregare che arrivi qualcuno?!? - Lzzy riprese fiato - Adesso tu mi spieghi tutto per bene e sarà meglio per te che la storia sia convincente altrimenti giuro che… Ma stai piangendo? -
Icy si affrettò ad asciugare le lacrime che le erano sfuggite dagli occhi, scuotendo la testa in senso di diniego.
- Gli occhi ce li ho ancora sai? - disse Lzzy con aria di sufficienza, ancora arrabbiata con Icy.
La strega non si mosse, rimase con la schiena appoggiata alla porta e lo sguardo basso.
- Volevo solo proteggerti. - disse con un filo di voce.
- Da cosa? Cos’è successo, perché sei sola? -
- Valtor ha avvelenato le Winx e le ragazze del corso. -
Lzzy si portò una mano alla bocca, soffocando un grido.
- Io e le altre siamo andate a cercare l’antidoto con gli Specialisti, una regina pazza ha cercato di uccidermi e Valtor ha evocato un mostro. Ora Darcy e Stormy sono in infermeria ad aspettare che le ragazze si sveglino. - riassunse Icy frettolosamente.
- E-e tu? -
- Dato che sono quasi morta hanno deciso che devo riposare. -
- TU COSA?!? -
Stavolta nella voce di Lzzy c’era una nota acuta di isteria.
- Sto bene adesso, non gridare! - disse Icy cercando di limitare i danni.
Lzzy si passò una mano fra i capelli e prese a camminare avanti e indietro davanti alla porta. Non poteva accettare che fosse successo senza che lei se ne accorgesse! Era umiliante la semplicità con cui Icy era riuscita a nasconderle il suo dolore, perché morire fa male, di questo era sicura.
- Non è colpa tua Mae, sono stata io ad escluderti dalla mia mente. Non volevo che soffrissi e speravo che sarebbe tutto finito prima che tu te ne accorgessi… -
- E non è quello che è successo? - chiese retorica Lzzy, pentendosi immediatamente del suo sarcasmo quando vide Icy chiudere gli occhi come se l’avesse colpita fisicamente. Addolcì il tono. - Icy, non puoi mettermi in una campana di vetro. Le campane di vetro non servono, c’è sempre qualcosa che si infiltra all’interno e ti attacca senza che tu possa fuggire proprio per colpa della campana. Cosa sarebbe successo se avessi avuto bisogno di te e non avessi potuto contattarti? -
Mentre parlava si avvicinò ad Icy, che le buttò le braccia al collo. Era la prima volta che la abbracciava di sua spontanea volontà.
- Non dirlo. Prometto che ti lascerò sempre entrare nella mia mente. Non ti succederà mai niente Lz, vedrai che andrà tutto bene. -
Lzzy ricambiò l’abbraccio della strega, sentendo la sua voce instabile dire parole che servivano a consolare più chi le pronunciava che chi le ascoltava. La rabbia di Lzzy si dissolse, Icy doveva essere veramente distrutta per parlare e comportarsi in quel modo. Inoltre era un vero peccato rovinare quell’attimo così eccezionalmente intimo con il rancore, perché Icy era sempre frenata dalla presenza di qualcuno nell’esternare i suoi sentimenti, mentre in quel momento era sé stessa, in tutta la sua fragilità. Rimasero abbracciate a lungo, lasciandosi solo quando un leggero rumore di passi le avvertì che le studentesse stavano tornando nelle loro stanze e rimanendo tuttavia abbastanza vicine da sentire l’una il respiro dell’altra.
- Darcy e Stormy hanno ragione sorellina, devi riposare. - sussurrò Lzzy, ma Icy si oppose.
Dormire era l’ultima cosa che voleva. Allora decisero di aspettare insieme sul divano, anche se Lzzy avrebbe dovuto andare via prima dell’alba perché nessuno notasse la sua assenza.
Lzzy si tolse le scarpe e si sedette sul divano imitata da Icy, che le appoggiò la testa su una spalla. Il braccio che Lzzy le passò sulle spalle la fece sentire ulteriormente al sicuro, tanto che, nonostante tutti i suoi sforzi per restare sveglia, ben presto si addormentò. Quando Lzzy se ne accorse sorrise intenerita. Dolcemente fece stendere la strega, sdraiandosi dietro di lei dopo aver avvolto entrambe in una coperta.
 
§§
 
Per quanta adrenalina avesse potuto accumulare durante la giornata, Aire pensava di averla dispersa comunque troppo presto. Era più che stanca, era un cadavere che respirava: mandare indietro il tempo per fare in modo che il corpo di Icy non presentasse più alcuna ferita e infondere tutta quell’energia nella convergenza l’aveva stancata tanto che sulla strada del ritorno da Downland inciampava di continuo, così come Henna, in fondo al gruppo insieme a lei. Per evitare di essere una zavorra percorrevano in volo i tratti più accidentati, stancandosi però ancora di più. Alla stanchezza si aggiungeva la preoccupazione per ciò che avrebbe detto e fatto la Griffin al loro ritorno a Torrenuvola. Una simile bravata poteva costargli la sospensione, se non addirittura l’espulsione. Dubitava che la preside sarebbe arrivata a tanto, avevano fatto un gran bel lavoro in fin dei conti, ma non poteva esserne certa. Il ronzio dei motori della navetta non aiutava la strega del tempo a concentrarsi. Al contrario, le conciliava il sonno. Lentamente la ragazzina si abbandonò sul sedile, esausta.
Si svegliò solo quando si sentì sollevare improvvisamente, impiegando meno di un secondo per tornare lucida.
- Ma che… Alec, mettimi subito giù! -
Il ragazzo l’aveva sollevata con non molta delicatezza e la stava portando fuori dalla navetta come fosse una principessa, impassibile. La strega si innervosì e iniziò a tirare pugni sul petto dello Specialista, che se la rideva bellamente.
- Se continui così finirai con l’uccidermi, davvero. Pietà! - disse sarcastico.
- Ah ah ah, quanto sei divertente! Prima o poi ti trasformo in qualcosa che striscia, tace e non ha le braccia, sarà il mio regalo per l’Universo Magico! -
- Ecco cosa succede a svegliare bruscamente una strega. - commentò Henna mentre li superava, ridendo sotto i baffi.
- E alle mie povere fans non ci pensi? Gli spezzeresti il cuore. - rispose Alec.
Aire non si fece cogliere impreparata.
- Correrei il rischio per una giusta causa. - esclamò infatti.
- Ecco, vedi? - disse Alec mettendo a terra la ragazza - Di te mi piace anche che ti impegni sempre per delle “giuste cause”. -
- Piantala! - rispose secca Aire, voltandosi e incrociando le braccia in un atteggiamento sdegnoso. Che durò molto poco, giusto il tempo di vedere l’infinita salita che doveva affrontare per arrivare al college. Per non parlare delle scale che avrebbe dovuto fare una volta dentro.
- Oh… - sospirò infatti sconsolata.
- Devo portarti fino al portone? - scherzò Alec.
- Non ti azzardare! Ciao ciao! - esclamò Aire trovando chissà dove l’energia per fare dieci passi quasi di corsa.
Alec rise e la salutò a sua volta:
- Ciao streghetta. Ti aspetto per un’altra missione impossibile, o anche qualcosa di più tranquillo! -
Detto questo il ragazzo salì sulla navetta senza attendere una risposta, sapeva che non sarebbe arrivata. Aire scosse la testa. “Non molla mai, eh? Ti aspetto… tsè!” pensò. In fondo in fondo, però, quelle parole le facevano piacere. Non era poi così male quel ragazzo, simpatico era simpatico, ma anche gentile e coraggioso, sapeva farla divertire (anche se non glielo faceva mai capire), e anche di aspetto le andava abbastanza a genio. Forse avrebbe potuto dargli una microscopica possibilità, ma non era quello il momento di pensarci. Era meglio pensare a cosa dire alla Griffin, che aspettava lei ed Henna proprio davanti al portone, le braccia incrociate e lo sguardo severo.
 
§§
 
Ad eccezione di Amaryl e Yomi, che avevano voluto restare in infermeria per “stare il più lontano possibile dai guai”, le altre ragazze avevano insistito per tornare nelle proprie camere.
- Ringraziate Icy da parte nostra. - disse Giunia proseguendo verso il suo appartamento.
Appena entrata Darcy si diresse verso la stanza che divideva con Icy, ma ne uscì subito con aria allarmata.
- Non è in camera! - disse a voce non troppo alta.
Si tranquillizzò quando vide un fagotto indistinto sul divano che prima non aveva notato. Tirò un sospiro di sollievo e la indicò alle altre, senza accorgersi che la sua amica non era sola.
Stella, impaziente, si sporse oltre lo schienale del divano con l’intenzione di svegliare Icy, ma vedendo che accanto a lei c’era Lzzy esitò. Le dispiaceva interrompere il sonno delle due, ma alla fine si decise a scuotere delicatamente Icy.
- Icy? -
La strega del ghiaccio non diede segno di aver sentito, quindi Stella provò a svegliare Lzzy. Questa si sfregò gli occhi e, per essere più libera nei movimenti, si girò di schiena, facendo cadere Icy giù dal divano.
- Mae! - protestò quest’ultima.
Ancora assonnata, non si accorse subito della presenza di Stella, ma quando la sentì ridacchiare si alzò in piedi di scatto con un grido di sorpresa e gioia che non riuscì proprio a trattenere e che svegliò definitivamente Lzzy.
- L’antidoto ha funzionato! -
- E tu non ti sei neanche cambiata. - osservò Darcy scuotendo leggermente la testa con rassegnazione.
- Suppongo sia colpa mia, non le ho lasciato neanche il tempo di entrare. State tutte bene? - disse Lzzy alzandosi dal divano.
- Sì, ci siamo svegliate tutte quante per fortuna e, Icy, - disse Bloom - mi dispiace per Sky. -
Icy scosse la testa.
- Non importa, anzi, al suo posto avrei fatto di peggio. Le cose importanti sono altre. -
- La fiducia è importante in un gruppo. - ribattè con decisione la rossa.
Darcy e Stormy avevano raccontato a grandi linee quel che era successo e a Bloom proprio non andava giù che Sky avesse permesso ad Amentia di ferire Icy. Comprendeva la sua diffidenza, ma c’era un limite a tutto! D’altro canto l’unica cosa importante per Icy era che l’antidoto avesse avuto effetto, i processi mentali di Sky non le interessavano minimamente in quel momento.
- Bloom, a conti fatti Sky ha molti ottimi motivi per non fidarsi di me, anche se vorrei che non fosse così. Fai un favore a tutti, dimentica questa storia. - disse infatti.
“Quali ottimi motivi?” le chiese telepaticamente Lzzy. “Tra i più gravi l’ho ucciso e ho quasi fatto lo stesso con suo padre”. Lzzy sussultò e fece guizzare gli occhi verso la strega. “Aspetta, che?” “Mi hai sentita” “Come fai a dirlo… in questo modo?! Anche prima, stessa indifferenza. E quando mi hai detto di essere orfana? Come fai ad avere tanto sangue freddo?”
Il tono incredulo e accusatorio di Lzzy turbò la strega, che le rifilò un’occhiataccia. “E’ il mio modo di proteggermi” rispose secca.
Il dialogo era durato abbastanza a lungo da essere notato dalle altre.
- Che c’è, siamo arrivate troppo presto? Torniamo in infermeria e vi lasciamo un po’ di privacy? - le prese in giro Musa.
- No, tranquilla, abbiamo finito. - rispose Lzzy con lo stesso tono leggero, anche se Icy avrebbe giurato di sentire dell’imbarazzo nella sua voce, pur non sapendone spiegare il motivo dato che entrambe avevano fatto battute molto peggiori.


Spazio dell'autrice
Ed ecco qui il primo capitolo di luglio!
Sono ansiosissima perchè ho paura di aver reso Lzzy troppo morbida con Icy, anche vedendo le vostre aspettative... help!
Cooomunque, mi è venuta un'idea abbastanza matta, ossia aggiungere un titolo a tutti i capitoli finora pubblicati, ma non so se farlo o meno quindi chiedo a voi: che ne dite?
Ringrazio tutti coloro che seguone e/o recensiscono :)
See ya
Cass

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 33 ***


Capitolo 33

 
La mattina seguente.
 
Cassandra cercò di nascondere uno sbadiglio portentoso. Nonostante avesse passato le ultime ventiquattrore praticamente sempre distesa su un letto era esausta e sentiva di non aver dormito abbastanza. Beh, quello le succedeva tutte le mattine a dire il vero. Stavolta però era in buona compagnia: anche le sue amiche avevano, chi più chi meno, l’aria di non aver dormito più di un paio d’ore, così come le loro compagne di classe sparse nella mensa. Per fortuna le lezioni erano sospese per loro, almeno per quel giorno. Palladium aveva deciso di tenerle tutte sotto controllo, senza sottoporle a sforzi eccessivi. A dire il vero la prospettiva di passare tutto il giorno fra la sua camera e il laboratorio dell’elfo non entusiasmava particolarmente la ragazza, ma non si sarebbe mai sognata di uscire dalla scuola, dove sarebbe stata ancora più vulnerabile. “Questa è la cosa più idiota che abbia mai pensato” si disse fra sé e sé. Valtor aveva ampiamente dimostrato di poter fare quel che voleva all’interno del campus. “Però, ora che ci penso, l’incantesimo di Darcy e Musa serviva a impedirgli di spiarci, non di attaccarci. In teoria quello è compito della barriera, ma probabilmente non era attiva”. L’ennesima negligenza di Faragonda, in tal caso. Evidentemente la preside non conosceva i proverbi terrestri, altrimenti avrebbe saputo che prevenire è meglio che curare.
La prima visita di Palladium era circa mezz’ora dopo quindi, finita la colazione, Cassandra seguì le Winx e le Trix fuori dalla mensa. Le raggiunse nel corridoio.
- Vi va di parlare? - chiese, vaga.
- Giornata libera Cass, abbiamo tutto il tempo che vogliamo. - le rispose Aisha.
- Ottimo, perché ho qualche domanda da farvi. Possiamo aspettare le altre per favore? Riguarda tutte. -
Stormy si fermò con una smorfia.
- Ho capito dove andrai a parare. -
Vedendo il gruppo dirigersi verso il cortile, Mirta fece per andare con loro, curiosa, ma venne fermata da Amaryl.
- Che fai, vai dietro alle streghe? Sei matta? -
- Che t’importa? E poi ti ricordo che anche io ero una strega. - ribattè Mirta.
- E si vede. Quelle stampate sulla giacca sono le tue radiografie? - la schernì Amaryl, riferendosi allo smanicato dell’altra ragazza, che aveva effettivamente una stampa che riproduceva un costato umano ai raggi x.
Mirta le voltò le spalle e riprese a camminare spedita. Come faceva Amaryl a sprecare energie per seminare zizzania in una situazione come quella? Non si poteva neanche dire che fosse un comportamento provocato dallo shock, lei era sempre così! Altro che fata, Amaryl sarebbe stata un’ottima strega e a Torrenuvola avrebbe trovato pane per i suoi denti, ne era certa. Lì era pieno di ragazzine invidiose pronte a scaricare le loro frustrazioni su qualcun altro, specie se questo era minuto, tenero e incapace di difendersi. Strinse i pugni e accelerò ancora di più il passo, strizzando gli occhi quando la luce del sole la colpì in pieno.
Le altre ragazze si erano sistemate sulle panchine intorno al pozzo, per stare lontane dalle finestre e non essere sentite né disturbare le lezioni.
- Ehi Mirta, come mai quella faccia? - le chiese Flora non appena l’ex-strega fu a portata di voce.
- La gentilezza in persona ha voluto scambiare due parole con me. - sbuffò in risposta, aggiungendo una scrollata di spalle - Voi piuttosto, che fate di bello? -
- Cerchiamo idee per rafforzare la barriera protettiva della scuola. - disse Rebecca.
- Cassandra ci ha fatto notare che gli incantesimi che noi abbiamo lanciato hanno funzionato e continuano a farlo, ma abbiamo tralasciato la protezione fisica del campus. - spiegò Tecna.
- Pensavamo di non dovercene occupare noi, - puntualizzò Stormy - ma dovevamo aspettarcelo dopotutto. Quando mai Faragonda è riuscita a tenerci fuori da questa scuola? -
- Effettivamente siete sempre state brave ad intrufolarvi dovunque. - disse una voce severa e del tutto inaspettata.
- Preside Griffin? Cosa ci fa qui? - chiese Darcy voltandosi verso la voce.
La preside di Torrenuvola avanzò verso le ragazze, le braccia intrecciate dietro la schiena nella sua solita postura rigida. Alle sue spalle c’erano Aire, Desirè e Maria.
- Le mie allieve hanno insistito per accertarsi delle vostre condizioni e, dato che avevo intenzione di farvi visita a breve, le ho accompagnate personalmente. Mi fa piacere notare che stai molto meglio dall’ultima volta che ci siamo viste, Icy. -
La strega del ghiaccio storse il naso. La Griffin si riferiva all’inizio dell’estate, quando era ancora in stato catatonico. Non ci teneva a ricordare quel periodo, anche perché non poteva: non ne aveva alcuna memoria. La sua inerzia era arrivata al punto che il suo cervello non aveva neanche memorizzato gli avvenimenti di quei mesi, trasformandoli in un’enorme voragine nel calendario.
- So rialzarmi. - sibilò fra i denti.
- Non lo metto in dubbio, ti ho vista farlo molte volte. Aire mi ha fornito un resoconto dettagliato di quanto è accaduto ieri, e sono rimasta veramente colpita dal modo in cui avete distrutto quel mostro, con una convergenza. Hai chiesto aiuto agli altri… astuto da parte tua. -
Icy si strinse nelle spalle.
- Era l’unica cosa da fare, quando ho ripreso i sensi le altre lo avevano già attaccato singolarmente senza ottenere nulla. -
La Griffin annuì, spostando lo sguardo sulle fate ed esaminandole una per una, nonostante sapesse che il legame di Icy non era una di loro. Icy stava cercando di farle credere di aver agito razionalmente, con la sua solita freddezza, ma ponendo l’accento sul suo apparente individualismo (“so rialzarmi” aveva detto, nessun cenno all’aiuto che aveva certamente ricevuto) sembrava quasi volerla allontanare da qualcosa, farle prendere una direzione sbagliata che non le avrebbe permesso di ricomporre il mosaico.
- Forse i Saggi avevano ragione: dopotutto, potete cambiare. - disse.
La provocazione era cristallina. Le guance di Stormy divennero paonazze e una piccola saetta le guizzò fra i capelli.
- Se i Saggi avessero ragione a quest’ora sarei morta. Se cambio non è merito loro. - ribattè tagliente Icy.
Avrebbe forse aggiunto altro, se Tecna e Darcy non le avessero fatto intendere con uno sguardo che era meglio fermarsi? La Griffin decise di punzecchiarla ancora.
- Sei libera di non credermi, ma ne sono felice. Qualsiasi cambiamento imposto dall’esterno secondo me non è permanente, a meno che non si arrivi ad annullare la propria identità. Un cambiamento indotto dalla volontà dell’individuo può richiedere più tempo, ma i risultati sono sempre migliori. E’ uno dei motivi per cui ho voluto assegnarvi il recupero del Mystérion, sebbene non mi aspettassi che avreste ricevuto aiuto. - disse, facendo nuovamente scorrere il suo sguardo sui volti delle fate.
Una di queste si mordicchiò un labbro, insicura, per poi decidersi a parlare.
- Sulla Terra abbiamo l’etica, quel codice morale che è impossibile da scrivere. Magix sarà anche più evoluta tecnologicamente, ma a volte presenta dei buchi neri a livello intellettuale. Intellettuale inteso come capacità di pensiero. - disse Cassandra.
- Non mi sembra che seguiate molto questa vostra etica, dal momento che la vostra è una delle storie più sanguinose della Dimensione Magica. - osservò la Griffin, incuriosita da quella ragazzina che parlava in quel modo ad una autorità.
- Purtroppo è vero, a prevalere sono spesso l’egoismo e la sete di potere, neanche fossimo una società medievale. Suppongo che qui le cose stiano diversamente, vero? - ribattè lei, con una nota di ironia nella domanda.
Chi era la preside per permettersi di puntare il dito sui difetti dei terrestri quando la stessa Magix presentava le identiche mancanze?
La Griffin sorrise, divertita dal fatto che una ragazzina di forse diciotto anni l’avesse messa spalle al muro. Non poteva replicare, quindi decise di tornare a concentrarsi su Icy.
- Cosa ti ha dato la spinta, Icy? -
Gli occhi di ghiaccio della strega si fissarono sulla preside, che credette di scorgervi un barlume di tensione, come quella di una preda che si imbatte per caso in un predatore senza sapere se è sazio e la lascerà andare o se, affamato, inizierà a darle la caccia.
- Qualcosa mi dice che ha già la sua risposta. - rispose cauta Icy.
- Non avrei perso tempo a chiedertelo in tal caso, ma mi hai detto esattamente ciò che volevo sentire. -
In quel momento entrambe capirono che l’altra sapeva. Icy era perfettamente cosciente del suo legame e la Griffin si aspettava proprio una risposta evasiva lì, di fronte a tante testimoni. A confermarlo erano la postura rigida della prima e l’espressione soddisfatta della seconda. Cosa avrebbe fatto ora la Griffin? Avrebbe informato il Consiglio? O avrebbe aspettato di avere prove certe, se ancora non le possedeva?
Icy non poteva sapere che la Griffin non aveva alcuna intenzione di intervenire e impallidì quando si diresse verso l’ufficio di Faragonda.
- Ho alcune cose da discutere con la mia collega, non ci metterò molto. - disse, rivolta alle sue allieve.
Non appena sparì all’interno dell’edificio Icy si lasciò cadere sulla panchina con un sospiro disperato.
- Sa tutto, sono fregata! - disse, noncurante del fatto che tutte l’avevano sentita. A quel punto, che importava?
- Se può consolarti, anche noi. - disse Aisha - Sapevamo tutto dall’inizio e Faragonda non lascerà correre. -
- Di cosa stiamo parlando? - chiese Ioanna.
- Riguarda me, non preoccupatevi. Da questo siete fuori. - disse Icy.
- E no, adesso ce lo dite. Se c’è un complotto voglio farne parte anche io! - protestò Rebecca.
- E’ meglio di no ragazze, davvero. - provò a dissuaderle Bloom, al che si intromise Mirta.
- Se non ce lo dite uso i miei poteri e leggo le sue paure. - disse la fata dai capelli rossi, facendo un passo indietro quando Stormy scattò in piedi minacciosa.
- Non ti azzardare Mirta, non sono fatti tuoi! - esclamò la strega stringendo i pugni.
Musa si mise in mezzo alle due.
- Stormy calmati. Ne… -
La fata della musica venne interrotta da Aire.
- Piantatela tutte quante, non è niente di importante ok? - sbottò la ragazzina.
Incassò la testa nelle spalle come per farsi più piccola ed evitare gli sguardi interrogativi delle altre, chiaramente stupite dalla sua affermazione.
- Tu… tu lo sai? - chiese Darcy battendo meravigliata le palpebre.
Aire incrociò lo sguardo di Icy e arrossì. Si vergognava enormemente dei risultati a cui aveva portato la sua chiacchierata con la preside, nonostante questa volesse aiutare le Trix. Ecco, magari sapere questo poteva tranquillizzarle un po’.
- Sì, ma non è che volessi saperlo. E… sono stata io a dirlo alla Griffin, ma non dovete preoccuparvi, lei non dirà niente. Beh, per ora. - disse, incerta.
Un lampo di comprensione attraversò il volto di Icy.
- E’ stato ieri, vero? Prima di curarmi l’hai vista perché in quel momento la mia unica preoccupazione era che lei non sentisse, è così? - chiese, e il suo tono privo di accuse diede coraggio ad Aire.
- Esatto. - rispose questa annuendo prontamente, felice di aggrapparsi a quell’idea che non l’aveva neanche sfiorata.
- Icy, perché non dirglielo? Non ci sente nessuno e questo segreto porterà sicuramente ad una diffidenza reciproca che ci impedirà di lavorare bene insieme. E poi dobbiamo fidarci di qualcuno a questo mondo! - disse Tecna.
Icy guardò dritto negli occhi smeraldini della fata. Detestava ammettere di essere così debole, ma la fiducia era la cosa che era più restia a concedere. La paura di essere tradita e ferita ancora era così grande, senza contare che non era giusto trascinare anche Lzzy in mezzo a quella situazione. Le terrestri avrebbero potuto conoscerla.
- Se non vi fidate di noi neanche noi possiamo fidarci di voi. - aggiunse Maria.
- Dai, sarò una tomba, giuro! - implorò Rebecca.
Icy esitò ancora un istante, poi disse:
- E va bene. Quest’estate ho avuto un Bonding, come e con chi sono fatti miei e della persona a cui sono legata. Se lei sarà d’accordo, ve lo dirò. - disse sbrigativa.
- Tutto qui? E vi state preoccupando per questo? - chiese incredula Francesca, che non riusciva a vedere il problema.
Magari per una strega poteva essere imbarazzante, dato l’individualismo che cercavano di vantare, ma non le sembrava il caso di Icy. Anche se non era tutta un sorriso, era evidente che la strega del ghiaccio era felice di poter contare sull’aiuto di Darcy, Stormy e delle Winx, se non addirittura il loro.
- Diciamo che le condizioni in cui ho incontrato questa persona non avrebbero dovuto verificarsi, secondo le regole di Roccaluce. - rispose Icy.
- Quindi lui o lei non è di qui, giusto? - domandò Cassandra.
Icy scosse la testa.
- Dai, l’importante è che non lo sappia Valtor. - disse Ioanna.
- Ma Valtor lo sa. - rispose Icy - E lei non sa difendersi, controlla a malapena i suoi poteri. -
- Ah. Ahia. - commentò Ioanna, tormentandosi le mani.
- Abbiamo usato su di lei il doppio degli incantesimi di protezione che abbiamo usato per noi Icy, è più al sicuro di tutte quante noi. - la rassicurò Stella.
- Spero tanto che tu abbia ragione Stella. - sospirò Icy abbassando lo sguardo.
 
***
 
Quel pomeriggio.
 
Le piaceva stare sulle torri di Alfea, vedere tutto il campus e far correre lo sguardo fino ai palazzi più alti di Magix e su buona parte di Selvafosca. C’era sempre un po’ di vento lassù, sentirlo tra i capelli era una sensazione dolcissima che le ricordava il volo. Ma in quel momento non c’era niente di dolce per Bloom, il vento sembrava incalzarla a dire quel che aveva da dire, e Sky era d’accordo col vento.
- Perché siamo venuti qui Bloom? Va tutto bene? -
La sua preoccupazione era sincera, lo vedeva nei suoi occhi. Certo, che motivo aveva di essere così fredda con lui, di salutarlo a malapena e trascinarlo via mentre le altre abbracciavano i loro ragazzi e Stella quasi buttava per terra Brandon per saltargli in braccio?
- Ti preoccuperesti altrettanto se io fossi un’altra persona? - chiese Bloom, incrociando le braccia sulla maglietta rosa.
- Che vuoi dire? -
Come se non avesse capito.
- Se io fossi Icy ti importerebbe qualcosa del mio comportamento, o di me in generale? -
Sky aggrottò le sopracciglia.
- Arriva al punto Bloom. - disse semplicemente, facendo arrabbiare la fata.
- Vuoi che arrivi al punto? Bene, eccolo il punto: perché non l’hai aiutata?! Hai lasciato che Amentia la ferisse gravemente e non hai fatto niente per impedirlo o per soccorrerla! Non è un comportamento degno di te Sky, e Icy non merita la tua intransigenza! - gridò, fissando il biondo dritto negli occhi - So che l’hai vista fare cose orribili, ma l’ho vista anch’io e so quanto sia cambiata. Quella sera al Q.G. credevo che avessi capito chi è veramente, e fa molto male accorgermi di aver commesso un errore così grande! -
Sky chiuse gli occhi per un istante, poi li riaprì e disse:
- E’ stata lei a metterti in testa tutte queste cose, non è vero? Non capisci che vuole solo metterci l’uno contro l’altra? -
Bloom scosse la testa, i capelli che si muovevano in piccole onde di fuoco.
- No Sky, niente affatto. Anzi, Icy mi ha chiesto esplicitamente di lasciar perdere e non dirti niente, ma non funziona così in una coppia. Se qualcosa non va in una coppia si discute, e si fa lo stesso fra amici. -
Sky allargò le braccia, incredulo.
- Ma lei non è nostra amica, tu stavi male e lei no! Non potevo fidarmi ciecamente di lei dopo quello che era successo! -
- No Sky, potevi! Io l’avrei fatto! -
- Ma noi due siamo diversi Bloom, io non ragiono come te! -
- Mettiamola così: se non ti fidi di loro, non ti fidi di me! -
- Ah sì? Bene allora, non abbiamo nient’altro da dirci. Quando ricomincerai a pensare con la tua testa, sai dove trovarmi. - esclamò Sky, voltando le spalle a Bloom e dirigendosi verso le scale.
- Non risolvi niente andando via così, sai? Niente di niente! - gridò ancora Bloom mentre le prime lacrime iniziavano a scenderle lungo le guance, ma Sky non tornò indietro.
La fata del fuoco del drago rimase per chissà quanti minuti a fissare le scale e piangere, poi si riscosse e le scese in fretta, la vista annebbiata dalle lacrime mentre correva verso il dormitorio. Non sapeva se avesse incrociato Sky lungo la strada, non sapeva neanche se avesse incrociato qualcuno, non vedeva più niente se non il pavimento che scorreva sotto i suoi piedi e non sentiva altro che i suoi passi e il battito del suo cuore. Entrò nell’appartamento come una furia e corse dritta nella sua stanza, dove si buttò sul letto col viso sul cuscino.
 
Spazio dell'autrice
Tan-tan-taaaaaan! La coppia "perfetta" ha qualche problemino... Sono terribile con i miei personaggi preferiti, ma anche con quelli che non sopporto. Sono equa.
Cooomunque, davvero, è possibile che la barriera di Alfea sia sempre così fragile (leggi: inutile)? Sta lì come i cartelli che avvisano di una buca in strada che non verrà mai riempita, per scaricare le responsabilità? *faccinaconfusa*
Ad ogni modo, ecco Mirta http://it.tinypic.com/r/2ynibe8/9
Non chiedetemi perchè per lei ho scelto il Believix, semplicemente mi sembra il tipo di fata che può arrivare ad un tale livello di self-confidence da ottenerlo senza una Roxy a fare da tramite.
Ringrazio tutti coloro che seguono e/o recensiscono :)
See y'all
Cass

 

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