Tales of a War Horse

di Dante Vail 1911
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
Cosa ci fanno un pilota, un medico, un mitragliere, un granatiere, un radiofonista, e un soldato semplice su un idrovolante? Se me lo avessero chiesto tempo fa, avrei pensato ad una battuta.
 
Sbattei la testa cadendo. Non sono sicura di cosa colpì, ma certamente era metallico, come d'altronde tutto su quel maledetto catorcio volante. Strizzai gli occhi parecchie volte nel tentativo di mettere a fuoco ciò che vedevo, stordita dal colpo. Sentivo la gravità aumentare mentre l'aereo perdeva velocemente quota. Sentii chiaramente Rainbow Dash urlare qualcosa sul fatto che non riusciva più a controllare il velivolo, ma i miei pensieri furono interrotti da qualcuno che mi rotolò addosso a causa di uno scossone. Capì soltanto dal suo peso che si trattava di Fluttershy, e di fatti non mi stupì nel trovarmi la su criniera rosa sul muso aprendo gli occhi ormai ripresisi dall'annebbiamento. Vidi Applejack che si teneva con una zampa ad uno dei letti mentre l'aereo si inclinava pericolosamente in avanti.
Dopodiché, ricordo solo una grande botta e di essere stata sbalzata in avanti.
 
Ma forse, vorrete sapere gli antefatti. D'altronde non è semplice tirare fuori un significato ad'un Consolideted PBY Catalina che precipita. Lasciate quindi che vi racconti come sono andate le cose, e di come, in un solo anno, conobbi e persi tutte le mie amiche più care.
 
Tales of a War Horse
 
Mi chiamo Twilight Sparkle. Ho 21 anni. Sono un unicorno, ho il manto mora pallido, e la criniera blu zaffiro con meche violetto e rosa brillante che tengo sempre liscia e lunga. Ho gli occhi viola. Sono alta 1,25 m contando il corno, e peso 60 kg.
Non sono mai stata un'amante della guerra, anche se non mi ha mai toccato per davvero. Ma d'altronde sono nata ormai alla fine della grande guerra. Non l'ho minimamente vissuta come i miei genitori, ho come i miei nonni, che purtroppo non sono riusciti ad uscirne. Mio nonno è morto in trincea, ucciso da una granata. Mia nonna è morta nel crollo della vecchia casa dei miei genitori a causa di una bomba. Nello stesso crollo mia madre perse una zampa. Non so molto su i miei nonni da parte di madre, ma lei aveva troncato i rapporti con loro, e non se ne è preoccupata nemmeno dopo la fine della guerra, come d'altronde nemmeno loro.
Non ho avuto un'infanzia pessima, di sicuro non posso lamentarmi che mio padre mi abbia insegnato a sparare fin da quando ero una puledrina. Mi sembra sempre strano che io mi ricordi con quale fucile ho imparato a sparare, uno Springfield M1903, appartenuto a mio padre. Era una vera schifezza. Uno dei modelli precedenti all'aggiunzione dei pirometri nelle forge dove li costruivano. Il meccanismo di fuoco era talmente logorato che più volte ho rischiato che mi esplodesse in faccia. Ma comunque ero la migliore della contea ad'usarlo. Vivendo in campagna non era un problema per noi avere campi in cui sparare. Vinsi sei gare di tiro contro pony molto più grandi di me grazie a quel pezzo di legno e metallo arrugginito.
Questo prima dello scoppio della seconda grande guerra.
Il primo settembre 1939 le forze di Disith invasero la Sikoria conquistandola il 27 settembre dell'anno stesso. Da quel momento in poi fu caos. La Smirnovia conquistò parte della Sikoria. Il regno di Albion e la Renard dichiararono guerra a Disith. Dopo di ciò le nazioni...
Ma questo lo avete già letto nei libri di storia, non è vero? Allora lasciate che vi dica come è iniziata la mia storia in guerra.
Martedì 6 giugno 1944, il giorno che tutti avremmo ricordato per lo sbarco di forze alleate sulle spiagge dell'Eure. 156.000 fra pony, grifoni, zebre, e minotauri assaltarono queste spiagge presidiate da soldati di Disith.
Io ero in uno dei mezzi da sbarco.
Vi erano 40 persone su quell'LCVP. Oltre al limite massimo. Ognuno era stretto all'altro con i fucili a portata di zampe. Attorno a noi si sentivano i rumori della battaglia che infuriava. Proiettili, esplosioni, grida, veicoli. Non riuscivo a vedere oltre le pareti del veicolo, ma non mi azzardai ad alzare il muso oltre la lieve protezione che poteva fornirmi quella parete di compensato e acciaio.
Alcune file più avanti qualcuno gridò "CHE NESSUN PEGASO O GRIFONE SPICCHI IL VOLO USCENDO!!! SI RENDEREBBE SOLO UN BERSAGLIO". Sentii la puledra affianco a me tremare di paura. La osservai di sfuggita notando che era un pegaso dal manto giallo canarino e la criniera rosa. Tremava vistosamente. Riuscì anche a sentire cosa stava sussurrando. Una preghiera semplice, probabilmente balbettata da quando era salita su quella bagnarola.
Uno scossone mi distrasse dalla puledra. Ci eravamo fermati. La tensione aumentò a tal punto da non farmi più sentire i proiettili che si infrangevano contro la porta d'acciaio davanti a noi. Il battito del mio cuore accelerò fino a riempirmi le orecchie.
E poi la porta si abbatté. La prima linea di pony saltò fuori urlando, ma non passò nemmeno un secondo prima che venisse interamente falciata dal fuoco di una mitragliatrice posta sulla collina. Ma nessuno si fermò o pensò a loro. In fretta il mezzo-anfibio si svuotò. Non vidi quanti venivano colpiti dal fuoco nemico, ma sapevo che solitamente metà della barca moriva prima di scendervi. Il pony di fronte a me fu colpito e cadde a terra morto. Senza pensarci due volte saltai il suo cadavere correndo sulla spiaggia mentre sentivo i proiettili passarmi accanto alle orecchie.
D'istinto mi gettai dietro a delle putrelle d'acciaio poste li per fermare degli eventuali carri armati, un momento prima che un colpo di mortaio colpisse il mezzo di sbarco a pochi metri da me.
L'esplosione mi stordì, nelle mie orecchie rimase solo un lungo e penetrante fischio. Mi guardai attorno con lo sguardo mezzo annebbiato. Ciò che vidi quel giorno, non sono più in grado di togliermelo dalla testa.
Corpi ovunque, uno in condizioni peggiori dell'altro. Vidi un pony uscire dall'LCVP distrutto mentre il suo manto era dato alle fiamme. Invano si buttò a terra cercando di spegnere le fiamme, in breve si fermò mentre le fiamme consumavano il suo corpo. Distolsi lo sguardo vedendo un'altra scena ulteriormente raccapricciante. Un pony del mezzo affianco al nostro era sdraiato a terra agonizzante. Sventrato da un esplosione o da un proiettile cercava inutilmente di fermare il sangue che fuoriusciva assieme alle sue interiora urlando nel contempo e chiedendo aiuto.
Chiusi gli occhi cercando di non vomitare e respirando affannosamente, fino a quando non sentì uno strattone. "SOLDATO!!! QUI CI STANNO FACENDO A PEZZI!!!". Aprì gli occhi trovandovi davanti un pony armato con un M1 Garand che mi scuoteva cercando di farmi tornare in me. "NON È IL MOMENTO DI ANDARE NEL PANICO! DOBBIAMO FERMARE QUELLE MITRAGLIATRICI AD OGNI COSTO!!!" urlò nuovamente per poi mettersi in una posizione da cui poteva sparare affianco a me. Capì che aveva ragione, quindi mi voltai afferrando il Thompson M1A1 che avevo alla cinghia e mi alzai appoggiandomi alle putrelle. Contai almeno tre mitragliatrici, ad un duecento metri e mezzo circa da noi, su di una collina. Premetti il grilletto incurante del fatto che non sarei mai riuscita a colpirli con quella pistola mitragliatrice. Mi fermai solo quando il soldato affianco a me fu colpito da un proiettile vagante cadendo a terra. Mi abbassai dietro la copertura sperando che fosse ancora vivo, ma purtroppo il colpo aveva passato il suo elmetto uccidendolo sul colpo. Strinsi i denti, poi posai gli occhi sulla sua arma. Non sapevo ancora il nome di quel fucile o che sarebbe in fretta diventato il mio fucile preferito, ma ero sicura che sarebbe stato più efficace sulla lunga distanza. Lo afferrai nemmeno sicura di quanti colpi avesse ancora nel caricatore, ma rimasi contenta nel vedere una clip aggiuntiva infilata nella cinghia. Imbracciai il fucile per valutarne il peso, nettamente superiore a quello della mia arma, ma non eccessivo. Mi convinsi che era una buona idea usarlo, quindi attesi un momento di minor fuoco e uscì dalla copertura puntando immediatamente i nemici. Premetti il grilletto e fui felice di vedere che ero riuscita a colpire un mitragliere. Fu un colpo fortunato, dato che era la prima volta che sparavo con quello. Puntai immediatamente l'addetto alle munizioni che si stava mettendo alla mitragliatrice. Sparai nuovamente, ma mancai il bersaglio a sinistra, cosa che mi fece comprendere la mia fortuna con il primo colpo e che il fucile tendeva leggermente a sinistra. Presi nuovamente la mira tenendo conto di ciò e premetti il grilletto. Ripensandoci ora rido, ma mi spaventai davvero la prima volta che la clip esaurita fu automaticamente espulsa dal fucile. Per un attimo pensai che mi fosse partito l'intero meccanismo di fuoco.
Mi abbassai nella copertura guardando il fucile come se fosse esploso. Ci misi alcuni secondi per realizzare che si era solo esaurita la clip, dopodiché mi sentì veramente stupida. Presi l'altra clip e la inserì nella camera di fuoco, sperando di non dover fare altro dato che non conoscevo che di vista quel fucile. Tirai indietro il carrello e sperai che funzionasse, quindi uscì dalla copertura. Non capì se avevo colpito io o no il mitragliere che stavo puntando, fatto sta che non vi era più.
Mirai un altro mitragliere, tenendo conto di avere otto colpi prima che la clip venisse espulsa.
Non contai quanti soldati uccisi quel giorno. Non volli mai farlo. Ma nonostante tutto non mi perdono per averne uccisi semplicemente troppi. Mentre sei in guerra, è più semplice uccidere. Il problema è quando ne esci. L'adrenalina e la paura scompaiono, e vieni roso dall'interno dai sensi di colpa. Questo non guarirà mai, al massimo si attenuerà. E questa storia forse non è altro che un mero tentativo per diminuire quella pena.
 
 
 
 
 
 
Note dell'autore:
-Come prendo sul serio la guerra io la prendono in pochi, quindi per favore siate rispettosi nelle recensioni.
-Anche se alcune situazioni saranno quasi comiche vale il punto 1
-Se trovate scene chiaramente prese da altre opere, siano esse film, videogiochi, o quant'altro, non calcolatelo come plagio, ma piuttosto come un omaggio ad un'opera che mi è piaciuta. E si, a volte anche a me può mancare la fantasia.
-È chiaro il contesto, e nonostante i nomi siano diversi si possono anche riconoscere i luoghi. Non sono uno storico, e non ho vissuto gli eventi. Quindi non aspettatevi la precisione perfetta degli eventi o delle situazioni.
-È la prima volta che scrivo in prima persona, quindi non mi aspetto di non commettere errori (come tutti d'altronde)
-NON CHIEDETEMI COME I PONY TENGANO LE ARMI. SONO IL PRIMO A CUI DIA FASTIDIO LA COSA. MA NON HO MERAMENTE VOGLIA DI INVENTARMI UN SISTEMA PER FARGLIELE USARE PERCHÉ:
A- L'HO GIÁ FATTO
B- NON HO VOGLIA DI RISCRIVERLO SEMPRE.
IMMAGINATEVELO VOI SE VI DA PROPRIO FASTIDIO.
-Non ho intenzione di continuare storie morte in partenza. Se non ricevo almeno un commento su questo o sull'altro sito di pubblicazione mi fermo e mi arrabbio (e mi arrabbio per bene)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Sparai l'ultimo colpo nel caricatore. Nonostante avessi contato mi sorpresi nuovamente della clip che veniva espulsa. Mi nascosi dietro le putrelle ormai senza munizioni. Diedi una veloce occhiata al cadavere affianco a me, ma non mi parve avesse altre munizioni. Sbirciai oltre le putrelle i soldati di Disith che si riposizionavano sulle mitragliatrici.
-Ovviamente- pensai. -Da sola che sblocco una delle operazioni più grosse della guerra? Un po' megalomane, non credi?- Mi dissi a mente appoggiata alla mia protezione.
Non so come feci a restare così calma. Non l'ho mai capito. Ma non sono mai stata molto emotiva. E credo che questo mi abbia salvato la vita fin troppe volte.
Mi guardai in giro, insicura di cosa fare senza un arma per la distanza. Notai altri soldati bloccati come me dietro quelle protezioni anticarro posizionate malamente sulla spiaggia, dato che anche a vista un carro era in grado di passare tra la mia e quella dei due soldati affianco a me.
Sentì il portellone di un mezzo da sbarco abbattersi dietro di me. Mi voltai aspettandomi di vedere i soldati che uscivano. Ma invece fui colta di sorpresa dal fuoco del cannone di un carro. Mi portai una zampa al petto, spaventata da quel colpo improvviso, mentre un M4 Sherman DD usciva dal mezzo da sbarco salendo sulla sabbia incurante dei cadaveri su cui passava. Capii che quella era la mia occasione. Attesi fino a che il carro medio non mi fu affianco, dopodiché mi lanciai dietro di esso urlando "DIETRO AL CARRO!".
La puledra e lo stallone che erano li affianco si voltarono verso di me mentre incitavo loro di uscire dalla copertura per avanzare. La puledra aspettò il momento giusto osservando le postazioni nemiche, quindi si lanciò dietro il carro affianco a me. Il suo compagno si lanciò dietro di lei, ma fu colpito dal fuoco nemico prima che potesse arrivare dietro allo Sherman.
"Merda!" imprecò la puledra affianco a me mentre seguivamo i movimenti del carro respirandoci i suoi gas di scarico. Le diedi una rapida occhiata notando il suo manto color gommagutta e la criniera bionda. Legato alla schiena, sopra quello che inizialmente scambiai per uno zaino,  aveva un cappello Stetson marrone. Imbracciava un Browning Automatic Rifle.
"C'è una trincea oltre quelle mitragliatrici." mi disse la puledra guardando oltre il carro mentre avanzavamo. "È collegata con le postazioni costiere di questa spiaggia. Se le prendiamo, prendiamo la spiaggia" disse sicura delle sue parole mentre il carro si fermava. Mi feci leggermente indietro mentre sparava per non essere colpita dal rinculo, quindi ricominciammo a muoverci mentre i colpi di mitragliatrice ci passavano affianco. Mi misi a tracolla il fucile e ripresi il Thompson sapendo che avrei presto combattuto in ravvicinata.
"E hai intenzione di affrontare una trincea nemica in due?" chiesi mentre il carro arrivava quasi in cima alla collina. "Il carro ci fornisce il vantaggio di aprire i nemici davanti a noi, lo sfrutteremo per..." ma la sua frase fu interrotta da un forte rumore metallico che scosse il carro.
Il cingolo destro perse tensione e si afflosciò a terra spaccato a metà della sue giunzioni fermando inesorabilmente il carro.
Alzai lo sguardo notando a meno di 100 metri da noi forse la cosa peggiore che il nostro amico corazzato avrebbe potuto incontrare. Un Panzer VI Tiger II. Sgranai gli occhi osservando il suo enorme cannone da 88 mm fumante. "PANZER!!!" urlai mettendomi in copertura. Come se mi avesse sentito la torretta del nostro carro si girò verso il carro di Disith e sparò un colpo. Rimasi quasi scioccata nel vedere il proiettile da 75 mm colpire la base della torretta nemica diagonalmente e rimbalzare senza quasi causare danni. Sentii i soldati nel nostro carro ricaricare in fretta, e immaginai che anche gli altri stessero facendo lo stesso. Lo Sherman sparò nuovamente colpendo il panzer in modo più diretto, ma comunque non causando che danni superficiali alla corazza. E li il Tiger sparò nuovamente.
Il colpo colpì la torretta del nostro carro alla base penetrandone all'interno e detonando. L'esplosione diede fuoco all'abitacolo e ne strappò la torretta che rotolò pesantemente a terra.
La puledra affianco a me si portò gli zoccoli alla testa per proteggersi, dopodiché si nascose dietro alla carcassa del carro, non prima però di aver tirato giù un bestemmione particolarmente curato.
"A fanculo" disse tirando una gomitata alla piastra posteriore dello Sherman. "Ora diventa tutto un palo nel culo" disse guardando quanto eravamo distanti dalla trincea nemica.
Non mi stupii molto della sua eccessiva volgarità. Il suo accento del sud mi ricordò le loro pessime maniere ed il loro temperamento.
"Possiamo stanarli con delle granate" dissi osservando i 10 metri che ci separavano dalla trincea.
"Ho qualcosa di meglio" disse la puledra dietro di me. Mi voltai notando che stava avvitando un tubo di gomma che arrivava al suo zaino a quella che mi sembrava una manichetta. Inizialmente non capì che cosa tenesse fra le zampe, fino a che non diede fuoco a un piccolo cannello a gas davanti alla manichetta con un accendino. Mi resi conto che quello che aveva sulla groppa non era uno zaino, ma bensì un gruppo di due bombole ripiene di benzina ed una più piccola per l'azoto. "Li staniamo con il fuoco" disse la puledra regolando a mente la pressione con la valvola sotto alle bombole. "Tu coprimi. Sono vulnerabile alle spalle, e se colpiscono una bombola finiamo arrostite. Mi hai capito?" chiese indossando la maschera antigas che aveva legato alle bombole. Io annui, anche se non ero assolutamente pronta ad uno scontro aperto. "Bene" disse lei da sotto la maschera.
Quindi uscì dalla copertura.
La seguì dal suo stesso lato giusto in tempo per vederla cominciare. Tirò il grilletto della manichetta iniziando a dispensare benzina in fiamme fin dentro la trincea. Cominciò ad avanzare pesantemente in equilibrio sulle zampe posteriori dispensando fuoco e fiamme in un area di 170 gradi in fronte a se.
La seguì a meno di due metri di distanza leggermente spaventata dalla possibilità che le sue bombole venissero colpite. Vidi un soldato di Disith puntarci con un Kar98K. Sparai due brevi raffiche di tre colpi ciascuna riuscendo ad ucciderlo mentre avanzavamo.
La mia compagna si buttò nella trincea cadendo in equilibrio ed iniziando subito a dare fuoco davanti a lei.
Io le arrivai dietro sparando a raffica dietro di noi uccidendo un paio di soldati nemici ed iniziando ad arretrare pregando che il muro di fuoco che usciva dal suo lanciafiamme fosse una sufficiente protezione per la mia schiena.
Sparai un'ultima raffica su un fuciliere nemico, e approfittai di un momento di calma per cercare di ricaricare, ormai insicura di quanti colpi mi fossero rimasti. Estrassi il caricatore e lo lasciai cadere a terra, quindi ne presi uno nuovo mentre sentivo la ragazza con il lanciafiamme continuare ad avanzare assieme alle grida dei soldati in fiamme coperte dal rumore dello scontro.
Stavo infilando il caricatore nella pistola mitragliatrice, quando vidi un soldato con un MP40 davanti a me. Rabbrividii capendo che non sarei mai stata abbastanza veloce.
Li fu una delle prime volte in cui avvertii che qualcuno da qualche parte teneva davvero a me.
Il soldato di Disith alzò l'arma per spararmi, ma fu colpito da un proiettile nel petto che lo fece cadere a terra sparando in aria.
Mi voltai alla mia destra vedendo una puledra unicorno dal manto grigio chiaro e la criniera gelso chiaro e scuro. Imbracciava una carabina M1 e sulla schiena aveva legata una radio. Si gettò nella trincea affianco a me e mi incitò con una zampa a continuare ad indietreggiare. Io annuii, e quindi continuai a puntare e sparare.
In fretta arrivammo ad una casamatta con una postazione mitragliatrice. Il nostro lanciafiamme entrò dentro seguito a ruota da noi due.
"CHIUDI!" ordinò la puledra grigia spostando una porta d'acciaio scorrevole sull'apertura per la trincea e bloccandola con un chiavistello.
La puledra arancione arrivò alla porta dell'altro lato lanciando fiammate sempre più sporadiche solo per allontanare i nemici dalla porta, che prontamente chiuse non appena vi era arrivata vicino.
"Bhe, ha funzionato" disse la puledra iniziando a togliersi le bombole ormai scariche dalla schiena per poi buttarle senza ritegno sopra un cadavere carbonizzato.
"Avrà anche funzionato, ma non che per poco" disse la puledra bianca osservando i nostri alleati che salivano quella collina. "Non potevamo fare granché" dissi estraendo un altro caricatore scarico dal Thompson. "Qualcuno ha munizioni?" chiesi poi notando che mi era rimasto un solo caricatore. L'unicorno si tastò le tasche dell'uniforme, poi disse "Due caricatori" quindi estrasse il caricatore dalla carabina. "Aspetta..." disse per poi spingere fuori il proiettile in cima ad esso che cadde a terra lasciandosi dietro solo la placca di spinta. "UN caricatore" specificò.
Sospirai, quindi mi voltai verso la puledra con il lanciafiamme che ora aveva ripreso il BAR. "Quanti ne hai invece..." mi resi conto di non sapere nemmeno il nome di quella puledra. "Applejack, mi chiamo Applejack" disse lei per poi controllare le sue munizioni. "Tre caricatori" disse, poi si guardò in giro. "Bene, chiuse in una scatola senza munizioni. Non potevo chiedere di meglio per la giornata" disse la puledra grigia voltandosi verso di me. "Invece di blaterare vieni a darmi una mano, radiofonista" disse Applejack. Ci voltammo vedendo che stava cercando di staccare l'MG42 imbullonata  alla feritoia di guardia. "Umpf, con che modi scortesi. Potrei essere indignata" disse la puledra con fare pomposo avvicinandosi a lei. "E comunque mi chiamo Rarity" disse per poi afferrare la mitragliatrice ed iniziare a tirare insieme ad Applejack. "Te invece, come ti chiami?" mi chiese Applejack mentre cercava di scardinare la mitragliatrice. "Io mi chiamo Twilight Sparkle" dissi mentre loro cercavano di staccare la mitragliatrice. "Allora Twilight, cerca una chiave inglese, o qualcosa con cui fare leva" disse nuovamente. Io annuii, quindi mi voltai vedendo una cassa per attrezzi in un angolo. Mi spostai dall'uscio della porta per raggiungerla.
Quella fu la seconda volta che fui graziata quel giorno.
Appena un secondo dopo che mi fui mossa, la porta d'acciaio dietro di me esplose, strappandosi dalle sue guide e venendo sparata in mezzo alla casamatta.
Il colpo mi buttò a terra. Non so se una scheggia del proiettile, o un pezzo della porta, mi si piantò nella spalla. Ma mi fece male, e non era nemmeno una ferita troppo profonda.
"GEBEN SIE DEN BUNKER!!!" sentii urlare da fuori la porta. Mi voltai pronta a vedere soldati di Disith riversarsi dentro la stanza, ma invece vidi una delle cose  più stupefacenti della mia vita.
"VAFFANCULO!" urlò Applejack, quindi spinse di lato Rarity con una gomitata e afferrò la mitragliatrice con entrambe le zampe. Riuscì a vedere dalla mia posizione i suoi muscoli che si gonfiavano e contraevano da sotto la giacca. Stringendo i denti la puledra sradicò la mitragliatrice dal cemento con tutti i bulloni. Quindi si voltò verso la porta dove il primo soldato di Disith stava entrando.
"MANGIA PIOMBO E MUORI!" urlò la puledra con una furia incontenibile, e poi premette il grilletto.
Una schifosa quantità di munizioni venne sparata da quell'arma e riversata fuori dal bunker.
Vidi il soldato che stava entrando cadere a terra ed un lago di sangue aprirsi sotto di lui. Dietro, altri soldati, falciati da quel mostruoso rateo di fuoco, dal quale ci era stato insegnato di stare lontano.
In fretta la canna dell'arma passò dal grigio all'arancione, arroventata dall'attrito dei proiettili e dall'esplosione della carica di lancio durante quella raffica a ventaglio.
Il nastro di 7,92 x 57 mm Mauser che usciva da una cassa metallica poggiata a terra veniva tirato con avidità dalla mitragliatrice, fino a che l'ultimo pezzo della striscia non venne fuori dalla cassa venendo trascinato a terra verso l'arma.
Sono abbastanza sicura che la puledra avesse smesso di sparare intorno al 500° colpo sparato, ma ormai la camera di fuoco dell'arma era talmente rovente da essere andata in cooking off, iniziando a sparare autonomamente i proiettili fuori da essa da quanto era calda, in un circolo vizioso ormai irrefrenabile.
L'arma si "bevve" tutto il nastro in meno di un minuto. Quando fu sparato l'ultimo colpo a vuoto Applejack sollevò l'arma fumante stando ancora eretta sulle zampe posteriori. "È LA FOTTUTA SEGA DI HITLER PEZZI DI MERDA!!! VI PIACE QUANDO VE LA USANO CONTRO!?!?!" urlò la puledra per poi buttare a terra la mitragliatrice sul suo stesso letto di bossoli.
Io ero a bocca aperta. Osservavo quella puledra respirare pesante mentre cercava di calmarsi dopo quell'esplosione di ira quasi animalesca.
Anche Rarity guardava sconcertata Applejack, che ancora teneva sott'occhio i cadaveri sventrati dei soldati di Disith.
Fummo tutte e tre riportate alla realtà da una voce maschile. "Voi tre. Qui non abbiamo ancora finito. Dobbiamo avanzare". Ci voltammo verso la feritoia della casamatta, giusto in tempo per vedere il minotauro che ci aveva appena intimato di muoverci. Notai le due fasce argentee unite fra loro sul suo elmetto.
Riconosciuto il capitano dissi "Sissignore" e mi alzai da terra mentre le altre due puledre seguivano il mio esempio ed'uscivano dal bunker.

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