Il lieto fine è solo l'inizio

di Diotima_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inaspettato ***
Capitolo 2: *** Come i vecchi tempi ***
Capitolo 3: *** Nuovi arrivi ***
Capitolo 4: *** Ricordi di Kalos ***
Capitolo 5: *** Confusione ***
Capitolo 6: *** La foresta e i suoi pericoli ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni ***
Capitolo 8: *** Il promontorio dei desideri ***



Capitolo 1
*** L'inaspettato ***


-Ciao Misty!-
 
Quella voce le risuonò come un’eco nel suo cuore.
 
La ragazza dai capelli rossi si stava godendo il sole che filtrava attraverso le vetrate della sua palestra, quando all’improvviso avevano suonato il campanello; le sue sorelle erano troppo impegnate per aprire, lei non aveva nessuna voglia di abbandonare la sua sdraio e poi la porta era aperta. Sicuramente era Tracey, passato di lì per qualche commissione.
Tuttavia, quando sentì quelle parole la prima cose che fece fu scattare in piedi.
O almeno ci provò.
 
Cadde con un tonfo a terra.
Quella voce, la sua voce, l’avrebbe riconosciuta ovunque.
Ma non poteva essere lei.
Assolutamente no.
 
-Misty? Terra chiama Misty!-
 
Alzò lo sguardo ed incrociò i suoi occhi. Dopo quanto tempo non sapeva nemmeno dirlo.
 
Qualcuno dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima e che se alle due di notte metti uno specchi di fronte ad un altro… Ah no. Quella era un’altra storia.
Ma che stava pensando?
 
-A…Ash!-
 
Perfetto! Il tono tutto tremolante si era impadronito di lei.
Calma Misty, calma.
Piano piano si alzò da terra.
 
–Ciao Ash, da quanto tempo! Che ci fai qui? Nella mia piccola palestra? Sbaglio o ci siamo già scontrati?-
 
Si stava maledicendo mentalmente. Che accidenti aveva appena detto? La frase più stupida del mondo. Avrebbe voluto dirgli altro.
 
-Gli anni passano ma tu resti sempre la stessa, eh? Un incontro non ci starebbe male, vincerò io naturalmente!-
 
Oh, eccolo qui Ash. Non si tira mai indietro.
 
Tuttavia vide un po’ di delusione nei suoi occhi, forse anche lui si aspettava altro.
Ma no. Meglio non illudersi.
 
-Io non ne sarei tanto sicura, caro Ketchum-
 
 
Rise, come non faceva ormai da anni.
Il suo sorriso colpì in pieno Ash, non lo vedeva da così tanto, gli era mancato molto e forse solo ora se ne accorgeva davvero.
La guardava un po’ imbambolato.
Misty era cambiata molto. Ma gli occhi… quelli erano sempre gli stessi, gli stessi di qualche ricordo fa.
Quando fu costretto a dirle addio.
 
-Migliori amici per sempre!-
 
Le aveva detto il ragazzo prima che lei partisse per la sua palestra.
 
 
La ragazza era un po’ confusa. Che ci faceva lì? Aveva vinto il titolo di campione? No. La Lega di Kalos non era nemmeno iniziata.
Continuò a guardarlo, anche lui sembrava pensieroso.
E in effetti Ash ne aveva di cose da pensare.
Perché si era sentito in imbarazzo quando lei aveva posato i suoi occhioni su di lui? Perché sembrava addirittura bella, così con quel costume blu ed il pareo dello stesso colore? Bella? Ma da quando? Misty era una racchia, punto.
Era appena atterrato e il primo pensiero era stato per lei, si era diretto a Celestopoli e non nella sua città natale, non a Biancavilla.
Scacciò via quei pensieri e chiese alla sua amica se avesse voglia di partecipare ad una festa a casa sua, il prossimo fine settimana.
 
 
-Sto organizzando una grande rimpatriata, ci sarai? Dimmi di sì!-
 
Lei rimase piacevolmente sorpresa. Diede una ravvivata ai suoi capelli e giocherellò con una ciocca.
 
-Oh Ash, devo chiedere alle mie sorelle un grosso favore. Ma le convincerò! È da tanto che non rivedo gli altri.-
 
Gli altri. Certo.
 
Non poteva smettere di guardare quel suo sorriso e i suoi occhi. Verde acqua. Di un colore indefinito, così simile al mare. Ora portava i suoi lunghi capelli rossi sciolti, qualche riccio le contornava il viso, era una ragazza di vent’anni ormai. Aveva le sue belle forme.
 
Ma una cosa era certa. Quel loro incontro non aveva lasciato indifferente nessuno dei due.
 
 
 
 
 
 
Ecco il mio primo capitolo. Spero vi piaccia! Fatemelo sapere. Così potrò continuare! Alla prossima.

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Capitolo 2
*** Come i vecchi tempi ***


Ash era ancora lì che la guardava giocare con il suo Psyduck, che come sempre era uscito dalla Poké Ball e dolorante aveva salutato sia lui che il suo piccolo topino elettrico.
 
Pikachu era contentissimo di rivedere Misty, lei era sempre stata la sua preferita, per non parlare di quel tenero Togepi che aveva. Quante ne avevano passate insieme, poi il piccolino si era evoluto e lo avevano liberato. Sarebbe stato bello rivederlo. Chissà che faceva ora, nel Regno Miraggio.
 
Il Pokémon saltò tra le braccia di Misty.
 
-Pikachu-pì!-
 
Ash lo guardava con un po’ di invidia.
Pikachu era sempre stato così espansivo e Misty rispondeva contenta a quelle affettuose attenzioni.
Forse un giorno anche lui avrebbe abbracciato così lei.
Ma no. Meglio non fantasticare. Non era nemmeno il tipo che faceva quelle cose.
Scosse la testa per cacciare via quei pensieri, gli era venuta in mente un’idea brillante.
 
- Misty, che dici, facciamo una passeggiata?-
 
Oh. Una passeggiata.
Non poteva mica lasciare la palestra incustodita. Lily l’avrebbe uccisa.
 
 
-Tu vuoi che litighi con le mie sorelle, vero? La responsabilità della palestra e anche e soprattutto mia. Altrimenti non avrei mai lasciato il nostro viaggio…-
 
Ecco, nuovamente iniziò ad inveire contro se stessa.
Ma perché quella bocca non sta mai zitta?
Non andava per niente bene. Non ne combinava una giusta e la colpa era di Ash!
Certo, colpa sua.
Lo vide stringere i pugni contro i fianchi e si sentì terribilmente in colpa.
 
-Sì, lo so perfettamente.-
 
Se non altro la sua reazione poteva esprimere quanto, in realtà, a lei ci tenesse. Misty fu felice di questo e gli sorrise, cercando di addolcire la situazione.
 
-Va bene Ash, ma solo perché sei tu, ora le avviso-
 
 
E si precipitò al piano superiore della palestra dove alloggiavano le sorelle.
Rimasto solo, Ash iniziò a guardarsi intorno, la piscina, i piccoli Pokèmon d’acqua. Quanti ricordi.
Guardò il suo riflesso, erano passati dieci anni dal giorno in cui aveva messo piede in quella palestra.
 
 Il suo carattere era sempre quello, allegro, testardo, molto testardo, amante delle sfide, solo il suo fisico era cambiato, decisamente più alto e a furia di girovagare per tutto il mondo sembrava facesse palestra per i muscoli che aveva, non erano eccessivi e questo lo rendeva davvero un bel ragazzo.
I capelli neri, lo stesso modello di sempre, un po’ più corti; l’immancabile berretto, ufficiale, della Lega ufficiale.
 Aveva incontrato un  sacco di persone, ma dopo dieci anni lei era ancora lì. Qualcosa vorrà dire?
 
Misty scese le scale, in tutta la sua semplice bellezza, aveva indossato un vestitino azzurro e aveva legato i capelli.
Ash la guardava un po’ intontito.
Dunque era davvero una ragazza!
 
-EHI, allora? Ash? Sei nel mondo dei sogni? Forza andiamo!-
 
 
-Sì, sì, stavo pensando a …niente! Ho in mente qualcosa di speciale! Corri!-
 
 
La prese per un braccio e la trascinò via. La ragazza gli regalò uno dei più bei sorrisi di sempre e lui si sentì sciogliere.
 
Entrarono nella foresta che divideva Celestopoli da Biancavilla.
 
 
-Chiudi gli occhi Misty.-
 
 
La ragazza lo guardò malissimo. Cosa voleva?
 
 
-Non mi fido di te-
 
 
-Dai, non farò nessuno scherzo. Ehi mi sono offeso! Come non ti fidi di me! Chiudi gli occhi!-
 
 
-Il grande Ash Ketchum offeso! Allora mi scusi-
 
Gli fece una linguaccia che prontamente Ash ricambiò.
 
 
-Dai Misty, per favore!-
 
 
-Ho sentito bene? Hai detto per favore ? Allora li chiudo, deve essere grave.-
 
 
-Che antipatica-
 
 
Dopo un po’ di cammino, arrivarono a destinazione.
 
-Ora puoi aprire gli occhi!-
 
 
Ash l’aveva portata nel luogo dove Misty anni fa aveva “pescato” i due malcapitati.
Misty fu molto sorpresa. Che Ash avesse un lato romantico nascosto? No, impossibile. Sarebbe stato troppo bello. Sicuramente il viaggio lo aveva stressato e gli faceva questo effetto. Cercò come al solito di sciogliere i nodi che si formavano sul cuore con la sprezzante ironia che la caratterizzava.
 
 
-Questo posto è l’ideale per pescare, vero Ash? Come mai mi hai portata qui? Hai nostalgia?-
 
Questa volta lo guardò un po’ confusa.
Lui ricambiò lo sguardo, si sdraiò sull’erba, pensieroso.
Misty fece lo seguì a ruota.
 
 
-Sono passati dieci anni. E volevo che lo ricordassimo proprio qui, te l’ho già detto Misty. Non è un caso se quel giorno ci siamo incontrati. Lo sai. –
 
 
La ragazza arrossì, da quando il suo amico era diventato così serio?
Parlarono di tutto quello che era successo loro in quegli anni. Ash raccontò delle sue vittorie, delle sue sconfitte. Ma Misty sapeva già tutto, lo seguiva sempre in tv.
Lei gli raccontò di tutte le disavventure in palestra con i piccoli allenatori che volevano la sua medaglia e i Pokèmon che sfidava.
 
Era il tramonto e Ash doveva tornare a casa. Sua mamma lo aspettava per cena e poi doveva riprendersi Pikachu! Lo aveva lasciato giocare in piscina con gli altri.
Guardando i rossi reggi del sole Misty capì che era ora di andare.
 
-È tardi…-
 
 
-Sì, dovremmo tornare, in marcia!-
 
 
Una volta ripreso Pikachu i due si salutarono con un abbraccio.
 
 
-Ti aspetto venerdì! A casa mia! Ciao Misty!-
 
 
-Certo Ash! Ci vediamo, ciao!-
 
 
-Forza piccolo, si torna a casa!-
 
 
-Pika, pika!-
 
 
I due inseparabili amici presero la strada per Biancavilla.
Lì li stava attendendo una sorpresa …

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Capitolo 3
*** Nuovi arrivi ***


-Eccoci qua, Pikachu! Ma perché è tutto buio?-

Il ragazzo aprì la porta

-Maammaaa, dove sei? Sono tornato!-

Un fragore. Le luci si accendono.

Delia, il professor Oak, Gary e Tracy erano lì a dargli il benvenuto.

Dopo una piccola festa “in famiglia” ognuno tornò a casa propria.

La mattina del venerdì Ash era in trepidazione, tutti i suoi amici sarebbero arrivati di lì a poco.

Delia aveva preparato le stanze della locanda.

Erano circa le 10, quando il campanello di casa Ketchum suonò.

-Vado io mamma!-

Il corvino si trovò davanti un ragazzo dai capelli verdi, mano nella mano con una ragazza dai capelli castani. Entrambi sorridevano.

-Ciao Drew, ciao Vera! Come state?-
-Ciao Ash! Tutto bene, il nostro viaggio intorno al mondo procede benissimo. Ma per niente al mondo avremmo rinunciato alla tua festa di ritorno a casa. È grazie a te se ci siamo conosciuti-

Detto questo guardò la fidanzata dolcemente. Lei arrossì e gli diede un bacio.

-Ragazzi ma proprio ora dovete fare gli sdolcinati? Insomma il protagonista della festa sono io!-

E li fece entrare in casa.

-Sempre il solito egoista, Ash! Siamo i primi? E Misty? La mia amica dov’è? Voglio vederla! Anche Lucinda!-

-Caalma Vera! Siete i primi.-

-Tu resta qui tesoro, io vado a sistemare le valige- disse Drew mentre Delia gli mostrava la stanza.

-Non mi hai nemmeno salutato come si deve! Vergogna!-

Vera rise e abbracciò il suo amico, con tutta la forza del mondo.

-Così mi stritoli!-

 -Eh ma non ti accontenti mai! Chi hai invitato questo week end?-

-Lucinda, Brock, Serena, Gary, Tracy … e Misty. Tutti i miei migliori amici. In un solo luogo!-
-Serena … mmm e ha accettato?-
-Spero di sì … -
-Deve avere un bel coraggio! Ash ma che cuore di ghiaccio hai? Come hai potuto invitarla. Dopo la delusione che le hai dato! Come si sentirà? L’hai mollata a Kalos e sei tornato a casa. –
-Io non ho mollato nessuno! Ho solo messo in chiaro la situazione con lei. Per me è solo un’amica. Una cara amica. Ma niente di più. –
- Ma io lo so, so cosa provi … e per chi … -
-Vera non ho voglia di affrontare l’argomento … -

Per fortuna di Ash suonarono il campanello.

-Va bene vai ad aprire, va … ti lascio libero … per ora!-

Alla porta c’era una Lucinda sorridente con valigia al seguito.

-Ciao fratellone! Come stai?-

Lo abbracciò dolcemente.

-Ciao piccola Lucinda-

-Non sono più piccola! A proposito Paul sta arrivando.-

-Paul?-

-Non dirmi che ti sei dimenticato di lui, vero?-

-No … ma cosa c’entra?-

-Quando arriva te lo dico! È una sorpresa!-

Ed entrò in cucina.

“Che confusione queste ragazze” stava per chiudere la porta …

-Ehi mi fai male! Sta' un po’ attento, maledizione la testa!-

Ash riconobbe quella voce …

-Misty!- non trattenne una risata fragorosa –Mi dispiace-

-Sì, certo! Ci credo! Ahia!-

Le porse la mano.

Lei lo guardò.

Per un attimo sembrava che i loro sguardi si perdessero gli uni negli altri.

Un attimo al di fuori del tempo.

-Ce la faccio da sola Ash … grazie!-

Misty aveva una salopette di jeans, Ash la squadrò da capo a piedi. Con la faccia da ebete.

-Sei un idiota, Ketchum!-

-Sempre molto gentile …-

La ragazza entrò in cucina e lì vi trovò Vera che armeggiava con un barattolo di yogurt e una ragazza dai capelli neri, così neri che sembravano blu, che trascinava una valigia enorme.
Era la ragazza entrata prima di lei.
Chi era? Si guardò un po’in giro.

-Ash! E non ci presenti?- disse Lucinda.

-Sì, sì. Misty lei è Lucinda, Lucinda lei è Misty.-

-La famosissima Misty! Finalmente ti conosco. Il nostro amico ci ha parlato tanto di te!-

“lo ha chiamato amico, è rassicurante …” pensò Misty

-Addirittura famosa! Piacere Lucinda- la ragazza dai capelli rossi le sorrise.

-Misty! Finalmente sei arrivata!-
Vera abbracciò l’amica e continuò la sua frase di benvenuto : -Presto! Così conoscerai il mio ragazzo! Drew! Vienii, c’è Misty!-

Un ragazzo dai capelli verdi uscì da una stanza lì vicina.

Misty era felice, aveva Ash tutto per sé. Iniziò a ridere e scherzare con tutti.

Fino a quando …

Il campanello risuonò … una ragazzina dai capelli biondi apparve sulla soglia della porta.

Appena entrata abbracciò fortissimo Ash
-Mi sei mancato tantissimo, mi manca stare con te notte e giorno.-
-Ciao Serena. Dai basta, raggiungiamo gli altri … -

Arrivarono in cucina con lei attaccata al braccio del ragazzo.

Ed eccola lì, la felicità di Misty andata in frantumi.
Aveva visto tutto.
E aveva visto che c’era qualcosa di diverso negli occhi di quella ragazza, che non appena si erano presentate le aveva rivolto uno sguardo di ghiaccio.

Cosa era successo tra lei ed Ash nella regione di Kalos?
 
 
 
 
 
Ecco il terzo capitolo. Vi piace? Cosa ne dite?  Nel prossimo ci sarà un flashback e più azione! Ma non voglio anticiparvi niente.
Grazie a chi legge la mia storia.

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Capitolo 4
*** Ricordi di Kalos ***


Qualche settimana prima, nella regione di Kalos.
 
 

-Sei grande Ash! Questa era la tua ultima medaglia! Finalmente potrai partecipare alla Lega di Kalos –

La ragazza dai capelli biondi sorrideva entusiasta al moretto che saltava dalla gioia.

-Grazie Serena! È anche grazie a te se ho vinto questa medaglia, mi sei sempre stata vicina.-

Le sorrise felice.

Il suo sorriso era la cosa che più le piaceva. Lui era sempre così disponibile, dolce. Soprattutto con lei.

Si conoscevano da quando erano piccoli. Due piccoli bimbi che sognavano di catturare un sacco di Pokemon e da quando si erano rincontrati stavano realizzando questo sogno.

Serena lo aveva visto in TV e da quel momento sapeva che doveva essere al suo fianco, qualunque cosa accadesse.

Aveva deciso di seguirlo, era innamorata di lui da sempre. Da quando le curò la ferita, al campo estivo Pokemon del Professor Oak. Doveva solo trovare il momento giusto per dirglielo.

-Figurati Ash, lo sai che per me è un piacere starti accanto e accompagnarti nel tuo viaggio.-

Lo guardava con occhi lucidi, troppo contenta. Erano soli, alla conquista del mondo.

I suoi occhi azzurri lo intenerivano così tanto.

Ash sapeva quanto lei ci tenesse alla loro amicizia. Ma non capiva che Serena sognava qualcosa di più. Non lo sapeva, o faceva finta di non sapere. A lui le cose andavano bene così.

Le sue compagne di viaggio erano sempre state ottime amiche. Lucinda, Vera … Misty. Ogni volta che pensava a lei aveva una stretta al cuore. Gli mancava. I loro litigi, le loro abbuffate, le mille avventure. Chissà cosa faceva.

-Ash? Ci sei? Hai sentito cosa ho detto?-

-Certo che l’ho sentito!-

E la abbracciò, scacciando via quei pensieri.

Lei si sentiva protetta e al sicuro tra le sue braccia.
 
 
Dopo un paio di giorni di cammino, arrivarono nella città dove si sarebbe svolta la Lega.

Era completamente deserta.

Affisso sulla porta della palestra c’era un bigliettino:
“La Lega di Kalos è stata rimandata di un mese per problemi tecnici. Ci scusiamo per il disagio.”

La delusione sul volto del ragazzo era evidente. Si era preparato tanto per “la grande sfida” che avrebbe potuto dichiararlo Maestro Pokemon. Il sogno di una vita, rimandato.

-Mi spiace tanto Ash, so quanto ci tenevi.-

Era furioso, aveva rinunciato a mille cose per arrivare a conquistare la sua ultima medaglia e partecipare alla Lega in tempo, e invece, gli organizzatori se la prendevano comoda. “Problemi tecnici”, certo, non era mica un treno la Lega!

Non aveva voglia di parlare con nessuno. Lasciò lì, impalata, la ragazzina e corse verso il fiume.

Serena era abituata a questo comportamento di Ash, faceva sempre così quando veniva deluso, quando era ferito, sconfitto.
Piano piano gli si avvicinò.

Era seduto sulla sponda del fiume a guardare le sue pokeball.

-Forza Ash, non ti abbattere, aspetteremo.-

Aveva ragione, era stato troppo irruento.

-Va bene Serena, scusami, non sarei dovuto scappare così.-

Le sorrise lievemente. Lei arrossì, era riuscita a tirargli su il morale.

-Però, non possiamo stare qui un mese, impazzirei nell’attesa.-

-Sono d’accordo con te Ash. Perché non prenotiamo una vacanza? Dai! Ce la meritiamo! È un sacco di tempo che non ci fermiamo in un posto. Ho bisogno di una pausa.-

Non poteva dire di no quando Serena lo supplicava in quel modo, e poi una vacanza avrebbe fatto bene a lui e ai suoi Pokemon.

-Mi hai convinto! Ma dove andiamo?-

La ragazza mise una mano sulla fronte, in modo pensieroso. Poi lo guardò, illuminata.

-Ci sono! Andiamo nella regione di Kanto! Così finalmente torneremo nella foresta in cui ci siamo incontrati.-

Abbassò lo sguardo, per non far vedere il rossore che stava emergendo sulle sue guance.

-Tornare a casa… sì, perché no! Ci sto! Andiamo a prenotare i biglietti aerei e una camera per stanotte. Non vorrai mica dormire per strada, vero?-

Risero entrambi e si diressero verso l’aeroporto.


Era sera ormai e i due ragazzi vagano alla ricerca di un hotel, una pensione, che gli ospitasse. Il viaggio era previsto tra tre giorni.

Avevano perso le speranze quando Pikachu indicò loro delle piccole luci in lontananza.

-Pikapì-

-Oh Pikachu, speriamo bene, non ce la faccio più.-

Serena era seduta su un tronco d’albero a massaggiarsi le gambe, avevano camminato davvero tanto quel giorno.

-Siamo quasi arrivati, non puoi fermarti proprio ora!-

-Non credo di riuscire a camminare per altri cinque metri…-

Era esausta.

-E va bene lo hai voluto tu, non posso lasciarti qui da sola.-

La prese in braccio e insieme si diressero verso quello che si sarebbe poi rivelato un piccolo hotel a due stelle.

La ragazza era in pieno imbarazzo. Sentiva le sue braccia e il suo profumo. Si pentì di non aver usato quella scusa prima.

Arrivati all’ingresso dell’hotel la mise giù.

-Va meglio?-

-s…sì, sì, grazie.-

Nella hall c’era un vecchio divanetto di velluto rosso e una ragazza dietro il bancone a limarsi le unghie, masticando una gomma.

-Buonasera. Mi scusi, ci sono due stanze singole libere?-

-Eh? Ah sì, ora controllo subito.-

Aveva una voce sgradevole, simile al suono del gesso che stride sulla lavagna. Pikachu si tappò le orecchie.

-Mi spiace piccoli, solo una matrimoniale. Che faccio?-

Il ragazzo guardò la biondina.

-Ash sono stanca, prendiamola.- sospirò, il pensiero di lei e lui in una sola stanza la elettrizzava.

-Se non ti crea fastidio. La prendiamo.-

-Ecco le chiavi. Secondo piano, prima porta a destra.-

Le lanciò al ragazzo e riprese a limarsi le unghie.

“Che tipa strana” pensò Ash.

La camera era piccola, un letto, una poltroncina verde acido, una scrivania minuscola, ma con una finestra che dava su uno spettacolo sensazionale. La città si vedeva interamente e una brezza marina rinfrescava l’ambiente.

Dopo essersi cambiato, Ash si era affacciato alla finestra, pensieroso.

Serena era in bagno, indecisa su cosa indossare quella notte.

 L’odore del mare riportò la mente del ragazzo ad un colore.

Il rosso.

Era il colore dei suoi capelli.
Misty, l’avrebbe rivista finalmente.
Dopo anni, si sarebbero rincontrati, riabbracciati.

Era felice di poter rivedere i suoi amici. Lei era una sua amica. Ecco perché era così felice di vederla.

 Serena entrò in camera.
Indossava un vestitino bianco, corto.

Ash la guardò spiazzato.
Ma non aveva un pigiama? Perché aveva messo quella “vestaglia”?

Lei sembrò aver capito i suoi pensieri.

-Ecco… io non ho trovato nient’altro… tutte le mie cose sono giù, in lavanderia.-

-Beh, sì certo, tranquilla, ora andiamo a dormire.-

Era un misto tra l’imbarazzo e la confusione.

-Aspetta Ash, io vorrei parlarti.-

Doveva dichiarargli i suoi sentimenti. Prima della vacanza, prima della Lega.

-Ora? Di che si tratta?-

Era un po’ scocciato. Aveva fame, sonno, era stata una giornata pesante e Pikachu si era già addormentato. Ma rimase comunque lì, ad ascoltarla. Dal tono di voce di lei sembrava fosse una cosa seria.

La ragazza fece un bel respiro profondo e iniziò il suo discorso.

-Ash Ketchum, ti conosco da quando sono una bambina. E fin dal nostro primo sguardo ho capito che con te sarei stata felice. Il nostro incontro dopo anni mi ha fatto capire che siamo destinati a stare insieme.-

Si bloccò, le lacrime iniziarono ad uscirle piano.

 Ash la guardava attonito, con gli occhi sbarrati.

Visto che lui non proferiva parola, decise di continuare.

-Quello che sto cercando di dirti è che sono innamorata di te Ash. Da sempre.-

Silenzio.

-Per favore dimmi qualcosa. Non farmi stare così.-

Ormai piangeva senza sosta. Lui non diceva niente, e lei gli aveva aperto il suo cuore.

-Serena, io non me lo aspettavo… non so che dirti. Io, io ti ho sempre visto come un’amica, e basta. Una carissima amica. Ma non riesco ad andare oltre. Poi ho la Lega a cui pensare, i miei Pokemon hanno bisogno di me, devo essere concentrato. Io ti voglio bene, ma niente di più.-

Serena era sconvolta. Non pensava potesse essere così diretto e crudele con lei. Continuava a piangere.

-Non piangere per favore, lo sai che non posso vederti così.-

La abbracciò, ma lei lo respinse e scappò in bagno, a piangere.
Ash era mortificato, ma non poteva fingere un sentimento solo perché la sua amica stava male.
 
A notte fonda, quando Serena tornò in camera, con gli occhi gonfi, lo trovò abbracciato al suo cuscino, che dormiva sulla poltrona.
Fece un enorme sospiro, si mise a letto e si lasciò cullare dalle sue lacrime mentre il sonno prendeva il sopravento su di lei.

Quando il sole fece capolino dalla finestra della stanza Ash si svegliò tutto dolorante. Guardò la ragazza dormire e prese una decisione.
Si vestì, svegliò Pikachu e scrisse un bigliettino.
Scese nella hall, pagò il conto e si diresse verso l’aeroporto.

 
La prima cosa che Serena vide fu la sua solitudine. Ash non c’era più, sul tavolo c’era un foglio di carta. Lo prese.


Mi dispiace averti fatto soffrire, penso che sia meglio per noi essere un po’ separati al momento. Ti aspetto a Kanto.
Con affetto
Ash

Ridusse in mille pezzi il bigliettino, se ne era andato senza nemmeno salutare.
Ma non riusciva ad odiarlo. Lui doveva essere suo. Prese coraggio.
“Non devo arrendermi. Non posso perderlo così. Andrò a Kanto e mi riprenderò Ash.”


 
 
Nel frattempo il corvino aveva acquistato un altro biglietto, aveva chiamato sua madre per avvisare che sarebbe stato a casa per l’ora di cena. Naturalmente Delia fu felicissima di questa notizia.

Ash chiamò anche Vera e leraccontò tutto ciò che era successo il giorno prima.

-Caspita Ash, mi dispiace per la Lega. Però sono contenta di rivederti. Quando arrivi?-

-In tarda mattinata, stavo pensando di chiamare tutti, sarebbe bello passare questa vacanza con voi.-

-Sono entusiasta! Così potrai raccontarmi meglio di questa Serena e della sua sensazionale dichiarazione.- rise di gusto.

-Dai Vera non scherzare. È una cosa seria, lei ci sta molto male.-

-Va bene, ma ne parleremo. Adesso devo andare. Buon viaggio!-

Ash alzò gli occhi al cielo. Sorrise a Pikachu e mandò un invito via messaggio a tutti i suoi amici.

Ma non a Misty.
Doveva farle una sorpresa. Chissà che faccia avrebbe fatto.

Con lei nei suoi pensieri prese l’aereo diretto verso casa.
 
 



 
Questo è il mio quarto capitolo spero vi piaccia. Al prossimo aggiornamento!
 

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Capitolo 5
*** Confusione ***


Certe volte prendiamo in giro noi stessi dicendo che tutto andrà secondo i nostri piani, che il mondo è così come noi lo immaginiamo e che niente può sconvolgerci.
 
Ma la realtà è diversa e il destino guida i nostri passi in luoghi ignoti, sconosciuti al nostro cuore. Un incontro può cambiare tutto, il nostro modo di essere, di pensare, ci può segnare.
 
Serena lo sapeva bene, ecco perché aveva deciso che quel giorno doveva assolutamente andare da lui, nonostante tutto.  Sistemò in valigia i suoi vestiti più belli, scelse con cura il cappello da indossare e con calma prese il volo per Kanto.
 
Durante tutto il viaggio pensava e ripensava al suo viso e alle avventure vissute insieme. Doveva solo dargli tempo, sì, aveva bisogno di tempo. Ash non aveva mai amato, era logico che un sentimento così grande lo spaventasse, lui non sapeva come comportarsi e aveva agito d’istinto, come sempre d’altronde.
Ora doveva solo ricominciare.
 
Appena arrivata all’aeroporto, ricacciò indietro le lacrime che lottavano per uscire allo scoperto e si diresse verso casa Ketchum, sarebbe arrivata lì nel pomeriggio.
 
Attraversò la foresta con il cuore in gola, il suo primo incontro con Ash, quel Pokémon selvatico…
Era successo per un motivo.
 
Scorse la casa in lontananza, si sentiva un gran fracasso, risate, canzoni, decise di avvicinarsi.
 
Dalla finestra vide due ragazzi seduti sul divano, che scherzavano tra di loro. Una ragazza seduta a tavola intenta nel mangiare un panino e …
 
Eccolo! Ash stava correndo intorno al tavolo, fuggiva da una ragazza dai capelli rossi che impugnava una mazza.
“Vieni qui ragazzino, non scappare!”
“Eh no, stavolta non mi prendi!”
“Se ti prendo ti picchio!”
 
Il ragazzo rideva in un modo che Serena aveva visto poche volte, era davvero felice. Non sopportava l’idea di vederlo così in compagnia di un'altra ragazza! Doveva intervenire.
Suonò il campanello.
Delle voci si avvicinavano sempre di più.
“Devo aprire la porta, pausa!”
“Per questa volta la scampi Ketchum! Solo per questa volta.”
Ash aprì la porta, con quel sorriso ancora impresso.
 
Si ritrovò Serena davanti. Che gli sorrideva, lui invece aveva cambiato espressione. Era diventato più serio, ma la ragazza non lo notò, gli si gettò subito al collo.
 
Arrivarono in cucina, lei lo stringeva ancora. Ash iniziò con le presentazioni.
 
-Ragazzi lei è Serena! Serena, ti presento Vera, con lei c’è Drew.-
 
La ragazza con i capelli castani le strinse la mano.
 
-Che piacere conoscerti, Serena!-
Poi si voltò verso Ash e gli fece l’occhiolino.
 
-Io sono Vera, e lui è il mio ragazzo.- le sussurrò.
-Ehm, piacere.- disse imbarazzato Drew.
Serena sorrise a tutti e due, sembravano simpatici.
 
-Lei è Lucinda.-
Una ragazza dai lunghi capelli neri si avvicinò a lei.
-Ciao Serena, a quanto pare passeremo delle belle vacanze quest’anno. Di certo la compagnia non ci manca. Benvenuta a bordo!-
-Grazie!-
 
Poi prima che Ash pronunciasse una parola andò dritta dalla ragazza dai capelli rossi. Solo in quel momento si rese conto dello strano colore dei suoi occhi. Allungò la mano e le disse:
-Io sono Serena, ho accompagnato Ash nel suo ultimo viaggio a Kalos.-
 
Misty la guardava in modo strano, chinò la testa ad un lato, perché tutta quella tensione? Fino a prova contraria era quella biondina che si era gettata tra le bracca del “suo” ragazzo. “Suo”. Ma se non lo sapeva nessuno? Neanche l’interessato…
 
Sospirò, strinse la mano di Serena e si presentò:
-E io sono Misty, colei che ha seguito, o meglio inseguito, il ragazzino qui presente fin da quando aveva dieci anni.-
E gli fece una smorfia.
 
-Per molti anni.-
Precisò il ragazzo che la stava guardando con un misto di disapprovazione e tenerezza.
 
 
Ma certo! Misty, come aveva fato a non collegare? Lei era la ragazza dell’esca portafortuna di Ash.
Questa notizia non la rassicurò per niente.
Lui le aveva parlato di lei ma non ci aveva dato poi tanto peso. Vedendolo ora, invece, iniziò ad avere paura.
 
Dopo le presentazioni i ragazzi andarono nelle loro camere, si dovevano cambiare per la festa che si sarebbe svolta in serata.
 
 
Misty,  agitatissima, stava scegliendo l’abito più adatto,  era successo tutto in fretta, l’aver rivisto Ash, la consapevolezza che tra lui e quella ragazza fosse successo qualcosa, lo aveva capito subito dagli occhi di lei, così attenti ad ogni minimo movimento di lui.
Dopo essersi rilassata con un bagno caldo, aprì l’armadio e ne tirò fuori un vestito color carta da zucchero senza maniche, era un regalo delle sorelle, uno dei tanti.
Lo infilò, mise un velo di trucco sul viso e scostò i capelli ad un lato con un fermaglio a forma di stella marina dello stesso colore del vestito. Si guardò allo specchio, aveva un’aria triste, quei pensieri su Ash e Serena la stavano tormentando. Decise che invece di quegli occhi tristi doveva esserci un sorriso. Sforzandosi di sollevare gli angoli delle labbra, scese giù in sala.
 
 
La ragazza di Kalos era seduta sul bordo del letto e con un asciugamano cercava di non far sgocciolare i suoi capelli dappertutto. Sorrideva, aveva visto Misty andare in camera a testa bassa, lei era la vincitrice, per il momento. Ma anche quella sera lo sarebbe stata. Il vestito rosso mono spalla era appeso alla porta, pronto per essere indossato. Si asciugò i capelli, se li stirò, mise il vestito e con passo fiero andò verso la sala.
 
 
Ash era in camera sua, ritornarci dopo tanto tempo aveva uno strano effetto, doveva ancora abituarsi, aprì il suo zaino e ne tirò fuori una foto, scattata qualche settimana fa. Ritraeva lui e Serena che sorridevano felici, si stavano dirigendo verso la conquista  dell’ultima medaglia.
Stette a guardarla per qualche secondo, poi alzò lo sguardo e notò che appeso alla parete c’era un quadro, il quadro realizzato da Tracey alle isole Orange. Misty era appoggiata alla sua spalla, entrambi dormivano, a causa del canto di Jigglypuff. Il ragazzo aveva disegnato un sacco di cuoricini intorno al ritratto, che strapparono un sorriso ad Ash.
“Come eravamo piccoli” pensò.
 
Poi si rese conto che era tardissimo e iniziò a vestirsi. Indossò una camicia (di malavoglia, ma sua madre lo aveva praticamente costretto) e un paio di jeans scuri. Guardandosi cominciò a sistemarsi i capelli… una battaglia persa. Decise di uscire dalla stanza, di lì a poco sarebbe iniziata la festa.
 
Arrivato in sala vi trovò Misty che aiutava Delia ad appendere le decorazioni.
 
Fu rapito dai suoi occhi che lo stavano osservando, non poteva non sorridere quando i loro sguardi si incrociavano. Il vestito le stava alla perfezione, era stranamente bellissima quella sera, ma no lei lo era sempre, anzi, da quando era bellissima? Non era un maschiaccio che si comportava malissimo, che lo prendeva sempre in giro?
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalle parole urlate di sua madre.
 
-Sei arrivato finalmente! Su pigrone, aiuta Misty ad allestire casa!-
 
-Sì, mamma. Come vuoi.-
 
Sbuffando iniziò a portare le vivande sul tavolo. Ma il campanello suonò, non perse l’occasione e andò ad aprire. Decise che un giorno avrebbe dedicato un’ode per il campanello, lo salvava sempre.
 
Brock in giacca e cravatta era di fronte la porta. Dietro di lui Gary e Tracey lo salutavano, anch’essi vestiti con abiti eleganti.
 
-Ciao Brock! Da quanto tempo! Come sei elegante! Anche voi ragazzi! Ma perché? È una festicciola, non un galà. Mi sento a disagio.-
 
Brock rise entrò in casa, salutò Delia e abbracciò Misty.
-Ciao Misty! Come stai? Come va la palestra?-
-Bene Brock, tutto bene, grazie. Che piacere rivederti!-
Gli occhi della ragazza diventarono lucidi, era tanto tempo che non vedeva il suo amico, che per lei era stato una sorta di fratello maggiore.
 
Nel frattempo Gary e Tracey erano ancora fermi sull’uscio della porta.
 
-Ashy caro, non tutti sono sciattoni come te, sai?!-
 
-Gary non siamo qui per litigare su, ciao Ash, come va? Grazie per l’invito.-
 
-Tutto a meraviglia Tracey, se solo il tuo amico qui non cogliesse occasioni per stuzzicarmi.-
 
Ma Gary non lo ascoltava più si era precipitato da Misty.
 
-E tu chi sei, eh? Assomigli tanto ad una ragazzina impertinente che ho conosciuto un po’ di anni fa, ma lei non era bella quanto te. Piacere sono Gary Oak.-
 
Le baciò la mano.
 
Misty era divertita ma allo stesso tempo indispettita, non era insolente, ok forse un po’, ma non lo avrebbe mai ammesso.
 
-Gary sono sempre io, Misty, che cretino.-
 
-Sì signori, è lei. Nessun dubbio. Vedo che i brutti modi ti sono rimasti.-
 
Adesso iniziava ad arrabbiarsi sul serio. E con lei anche Ash che aveva visto il baciamano dell’amico.
 
-Lasciala stare Gary.-
 
-Cos’è Ashy? Sei geloso? Non sarà mica la tua fidanzata?-
 
Ash era in pieno imbarazzo, mentre la ragazza stava arrossendo.
 
-N… no. Ho solo visto che le stavi dando fastidio.-
 
Ad interrompere i due fu Serena che uscendo dalla sua stanza lasciò tutti a bocca aperta, tutti tranne Misty, ovviamente, che stava fissando lo sguardo di Ash, incuriosito dalla sua entrata in scena.
 
-E lei chi è? Ma da quante belle ragazze ti fai accompagnare durante il tuo viaggio?- ammise Gary.
 
La ragazza dagli occhi azzurri si rese conto che tutti si erano volti verso di lei, un po’ impacciata decise di presentarsi.
 
-B…buonasera! Io sono Serena.-
 
Tutti e tre i ragazzi si avvicinarono dicendole il proprio nome. Ash rimase con Misty.
 
-Serena è così, fa colpo su tutti.- disse ridendo.
 
La ragazza ci rimase malissimo.
 
-Già, proprio su tutti.-
 
E dicendo così se ne andò, ma in corridoio si scontrò con Lucinda, appena uscita dalla sua stanza.
 
-Ehi Misty, dove corri?-
 
 La prese per un braccio e vide i suoi occhi arrossati. Capì la situazione all’istante.
 
-Vieni in camera mia, così mi racconterai tutto.-
 
La ragazza le ispirava fiducia, e poi in quel momento aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi.
 
La seguì e le raccontò dei loro viaggi, del suo sentimento, dell’emozione che aveva provato quando lo aveva visto, dopo tanto tempo. Degli sguardi di Serena, dei suoi sospetti e di quello che era successo poco prima.
 
Lucinda la ascoltò in silenzio per tutto il tempo, annuendo o scuotendo il capo di tanto in tanto. Poi, come se fosse un giudice, emise la sua sentenza.
 
-Sai, io ti posso capire, Ash è sempre disponibile con tutti e certe volte il suo comportamento può essere frainteso, sono convinta che i tuoi sospetti su Serena siano fondati, anche io ho visto i suoi modi di fare, ma per quanto riguarda lui… beh non ci vedo niente di strano. Guarda me nello stesso modo in cui guarda lei. Posso dirlo perché ultimamente mi sono avvicinata molto ad un mio amico, Paul, so che quando ti piace una persona, la guardi con occhi diversi. E so come ti guarda lui… dovresti parlargli.-
 
Le sorrise dolcemente, Misty era diventata dello stesso colore dei suoi capelli.
 
-Tu credi davvero che sia interessato a me?-
 
Si pentì subito di quelle parole, perché Lucinda scoppiò in una fragorosa risata.
 
-Misty! Il ragazzo di cui ti sei innamorata è un bambino, non sa nemmeno in che anno vive. Ma i suoi occhi non mentono. Pensaci su. E adesso torniamo alla festa, ci stanno aspettando.-
 
La ragazza annuì, in quel momento le fu chiaro il motivo per il quale Ash considerasse Lucinda come una sorella, era impossibile non volerle bene.
 
Insieme arrivarono in sala, ciò che regnava era la confusione.
La ragazza si guardò intorno e vide che era sola, quella che ormai era diventata sua amica aveva raggiunto gli altri, e la stava salutando dall’altra parte della “pista da ballo” improvvisata.
 
La stava raggiungendo quando vide Ash andarle incontro, con una faccia preoccupata.
 
-Ma si può sapere che ti è preso? Perché te ne sei andata così?-
 
-Niente, non è successo niente.- mentì -Non ti preoccupare.-
 
Il ragazzo parve confuso.
 
-Io certe volte non ti capisco. Sei strana.-
 
-Non sono affatto strana. Ho le mie buone ragioni.-
 
-E allora spiega…-
 
Ma Misty non aveva nessuna intenzione di dirglielo, non lì, non in quel momento.
Così colse l’occasione per fargli notare che ai presenti si erano aggiunti Vera e Drew e che stavano ballando scatenati.
 
-Da quando balla così?-
 
-Da quando sta con lui, “l’amore cambia le persone”. Mi dice sempre le stesse parole.  Non so se in questo caso sia un cambiamento in meglio o in peggio.-
 
Scoppiarono a ridere e iniziarono a ballare anche loro, con gli altri.
Mangiarono e si divertirono un sacco.
Brock raccontava di tutti i due di picche ricevuti in quegli anni, confermando di non essere cambiato nemmeno di una virgola.
Si sfidarono ad ogni gioco di società che Tracey aveva portato con sé.
 
Tra risate, musica e divertimenti, la serata procedeva bene, tutti erano allegri, quasi tutti.
 
Serena era inquieta e regalava a chiunque la guardasse un sorrisetto nervoso.
Ash mosso dalla sua coscienza le si avvicinò. Non era giusto far finta di niente.
 
-Ti va se andiamo un po’ in giardino? C’è troppa confusione qui.-
 
Misty si accorse subito della loro assenza, smise di fare il tifo per Brock e Drew (che avevano iniziato a sfidarsi a braccio di ferro) e cercando di non farsi vedere li seguì.
Capite le loro intenzioni di recarsi in giardino, salì in camera sua, che affacciava nel cortile di casa.
 
Loro erano lì, l’uno di fronte all’altra.
 
Per via del chiasso al piano di sotto, non riusciva a sentire le loro parole. Ma li vedeva chiaramente.
 
Era in atto un’accesa discussione, il volto di Ash era contratto.
 
Poi però, all’improvviso la mano di lui si posò sul viso di Serena, e la distanza tra di loro diminuì sempre di più.
 
Ormai in lacrime decise di non assistere allo spettacolo che le si presentava davanti. Chiuse la finestra. E schiena contro il muro si lasciò cadere.
 
I suoi pensieri erano carichi di rabbia, verso Ash, ma soprattutto verso se stessa:
 
“Che idiota che sono, per un attimo mi ero illusa, illusa di essere al centro delle attenzioni di qualcuno. Lucinda si sbagliava.
Ci casco sempre quando si tratta di lui, non imparerò mai. Io capisco di non saper esprimere al meglio i miei sentimenti. Capisco che è difficile starmi accanto, che gli altri non sanno ciò che sto provando.  Ma non posso farci niente.  Mi sono costruita una corazza, che nemmeno io posso togliere, o almeno, non posso toglierla da sola. Ogni delusione fa alzare un muro, e poi un altro, ed un altro, fino all’infinito. E di certo lui non mi aiuta.”
 
Rimase così per un tempo lunghissimo.
 
Quando Ash rientrò in casa, con Serena al seguito, gli altri erano stanchi, e sbadigliavano.
 
-Noi torniamo a casa Ashy, forza andiamo, abbiamo un po’ di strada da fare. Brock dorme da noi!- esordì Gary.
 
-Va bene ragazzi, grazie di tutto. Ci vediamo domani!-
 
Guardò i tre ragazzi allontanarsi e una volta rincasato notò che all’appello mancava qualcuno.
 
-Ma Misty dov’è?- chiese.
 
-Non so, è da un po’ di tempo che non la vedo. Forse è andata in camera sua. Anche se non è da lei andar via senza salutare.-
Rispose Vera, iniziava a preoccuparsi, effettivamente era un bel po’ che non sentiva la sua voce.
 
-Vado a controllare, voi andate a dormire non vi preoccupate! Buonanotte.-
 
Salutò con disinteresse tutti e corse al piano di sopra, una volta di fronte la porta della stanza della ragazza esitò a bussare, poi prese coraggio e bussò.
 
Nessuna risposta.
 
Decise di entrare lo stesso.
La camera era buia, ma si vedeva chiaramente una figura seduta sul letto.
 
Il ragazzo accese la luce; sul letto vi era Misty, che singhiozzava.
Ash si preoccupò e subito corse da lei.
 
-Ehi, cosa è successo, perché stai piangendo?-
 
Lei alzò lo sguardo e si rese conto chi aveva di fronte.
Per dei secondi interminabili rimase in silenzio, poi gli parlò.
 
-Non sto piangendo, è una tua impressione, e adesso vai via.-
 
Ma il ragazzo non si muoveva di un centimetro, percepiva il suo dolore e provava un desiderio irrefrenabile di placarlo, di stringerla fra le sue braccia e dirle che andava tutto bene. Ma rimaneva immobile.
 
-Ti prego vattene Ash.-
 
Niente da fare, non si allontanava, allora la ragazza decise di passare alle maniere forti. Iniziò a prenderlo a cuscinate e a urlargli cose poco gradevoli, tanto da costringerlo a scappare via dalla stanza senza che lui avesse detto una parola.
 
Ash si rese conto di essere fuori dalla stanza di Misty solo dopo aver sbattuto la faccia sulla sua porta. Era come in trance.
 
Perché si era comportata così? Lui non aveva fatto niente. Non meritava quel trattamento. Poteva ancora sentire il suo pianto dall’altra parte.
 
La rabbia prese il posto dello stupore e si avviò deciso verso un’altra porta, se quella ragazza non parlava, sicuramente qualcun altro poteva parlare per lei.
 
D’altro canto Misty non sapeva il perché si era comportata così, era arrivata addirittura a cacciarlo via in malo modo, ma non poteva far finta di niente. Decise di dormirci su, aveva aspettato tanto tempo per parlare con lui, una notte non poteva cambiare molto. Dopo essersi cambiata si addormentò, stremata dalle troppe emozioni della serata.
 
 
Ma quel bacio, ci era veramente stato?
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Piccola nota: scusate per il ritardo! Questo è il mio quinto capitolo. Spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate. A presto!
 

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Capitolo 6
*** La foresta e i suoi pericoli ***


Per un attimo le sembrò che le sue preghiere fossero state ascoltate, Ash, con uno sguardo che implorava pietà le aveva chiesto di allontanarsi da tutto e tutti e le faceva piacere.
Andare via da loro, da lei.
Lei, che non aveva smesso un attimo di guardarlo, sempre sorridente, come a volergli trasmettere tutta la felicità del mondo. E lì lo aveva capito. Aveva capito quanto amore provasse quella ragazzina nei confronti del corvino.
E lui ricambiava i suoi sguardi, ma non riusciva a sostenerli, abbassava il viso e senza la sua visiera che lo proteggesse iniziava a divagare, a farneticare, ad inciampare e cadere. Cose in pieno stile Ash.
Quanto era ingenuo?
Ma questo per Serena era un elemento a favore. Il fatto che lui non capisse i sentimenti di Misty le dava una possibilità in più. Doveva solo fare la prima mossa e lui le aveva offerto quest’opportunità su un piatto d’argento.
 
Erano usciti in giardino, si sentiva ancora la musica, ma almeno erano soli.
 
-Come mai mi hai chiesto di venire con te, qui?-
 
Il vento fresco li avvolgeva. Si potevano sentire i mille profumi diversi dei fiori. I capelli biondi di Serena le coprivano il viso, così li accarezzò e li mise sul lato sinistro, tenendoli fermi con una mano.
 
-Iniziava a far troppo caldo lì dentro…
E poi ti devo parlare, mi sembrava doveroso un chiarimento. Sempre che tu lo voglia.-
 
L’ultima cosa che Ash desiderava in quel momento era che lei si mettesse nuovamente a piangere.
 
-Certo che lo voglio, voglio sentire cosa hai da dirmi. Perché a me sembra che tu abbia detto tutto l’altra volta.-
 
Era arrabbiata? Pochissime volte aveva visto Serena arrabbiata, non era certo Misty, lei si arrabbiava facilmente e lui si divertiva anche nel farla arrabbiare. Ma, un attimo, cosa c’entrava Misty in quel momento? Ash con una certa fatica riprese il filo del discorso.
 
-Ecco, io vorrei precisare che ci tengo tanto a te, davvero moltissimo. E non intendo rinunciare alla nostra amicizia, tu mi sei sempre stata accanto e io ci sarò sempre per te, come amico.-
 
“Amicizia”, “amico”. Era stato chiarissimo. In quel momento voleva solo gettargli le braccia al collo e dirgli che andava tutto bene, che gli sarebbe stata sempre accanto, anche come amica, che magari l’amore sarebbe arrivato dopo. Ma ad Ash piacevano le ragazze scontrose? Bene avrebbe fatto la scontrosa.
 
-Ho afferrato il concetto dell’amicizia, non serve ripeterlo.-
 
Con chi stava parlando? Di certo non con la dolce e tenera ragazza che conosceva da tempo.
Era allibito.
 
-Ma va tutto bene? Io non voglio ferirti in nessun modo. Scusami, scusami davvero.-
 
Abbassò i suoi occhietti neri, fissava il prato, così scuro di sera.
Serena invece voleva picchiarsi per le cose che gli aveva detto, no che non le meritasse, ma il senso di colpa era più forte.
Si ritrovò a scrutare il cielo e la villetta.
Focalizzò la sua attenzione su una finestra, c’era qualcuno.
Si concentrò meglio.
Capelli rossi.
Non ci poteva credere! Li stava spiando!
All’improvviso si rese conto che poteva portare a suo favore questa situazione. Sorrise e capì che ad Ash piaceva così com’era.
Doveva solo essere se stessa.
 
-Ash, non voglio che tu stia male per me. Ti voglio bene e non rovinerò per nulla al mondo la nostra amicizia.-
 
Finalmente il ragazzo la guardò negli occhi e vide una lacrima scendere sul suo viso.
Ecco, stava piangendo.
Le mise una mano sul viso e l’asciugò.
Serena sorrise e piano piano gli si avvicinò.
Lui la strinse in un abbraccio.
 
Quando la bionda riguardò la finestra, era vuota.
 
“Perfetto.”
 
-Sono contento che tra noi le cose si siano sistemate. Rientriamo, dai.-
 
-Certo!-
 
La ragazza ci rimase molto male quando, entrando in casa e non vedendo Misty, lui si era precipitato in camera sua, senza nemmeno salutarla degnamente.
Ma comunque sapeva che non avrebbe cavato un ragno dal buco.
E quindi andò a dormire.
Misty lo avrebbe respinto.
Ne era certa.
 
E le previsioni di Serena erano esatte.
 
Quando Ash si ritrovò in corridoio, si chiese se davvero qualcuno lassù non volesse vederlo soffrire.
Doveva trovare qualcuno con cui parlare.
Vera? No, era in camera con Drew. Ci mancava solo che li disturbasse.
 
E allora corse da Lucinda.
Lei magari qualcosa su Misty poteva dirla.
Perché se lui in dieci anni ancora non aveva capito un tubo, lei in dieci minuti le era diventata amica.
 
Bussò con tutta la forza che poteva permettersi in quel momento alla porta della sua amica, che subito gli aprì.
 
Non fece in tempo a chiedergli cosa ci facesse lì, che subito le aveva urlato contro.
 
-Lucinda dimmi che tu non sei arrabbiata con me! Per favore! Almeno tu!-
 
-Se urli un po’ di più potrei diventarlo! Entra. Che è successo?-
 
Il ragazzo, rassegnato, si era seduto sul letto, sospirava sonoramente.
 
-Misty è arrabbiata con me. Ma questa volta sul serio. Mi ha cacciato dalla sua camera. Stava piangendo. Volevo capire per quale motivo. Ma mi ha preso a cuscinate. Cosa ho fatto?? Tu me lo sai dire? Perché io non ci capisco niente.-
 
Sicuramente aveva combinato qualcuna delle sue. E non se ne era nemmeno accorto. Si sedette accanto a lui, a braccia incrociate.
 
-Sicuro di non aver fatto o detto niente che possa averla offesa o altro?-
 
-Te lo assicuro! Non le ho fatto niente! Alla festa non mi è sembrata strana. Tranne ad inizio serata. A proposito, vi ho visto parlare. Di cosa?-
 
Lucinda si alzò e iniziò ad andare su e giù per la stanza. Guardando il soffitto e Ash ad intervalli regolari.
Poi si bloccò e ritornò accanto al ragazzo che nel frattempo la stava fissando con un sopracciglio alzato.
 
-Non posso dirtelo.-
 
Poi aggiunse in tono solenne:
 
-Per saperlo dovrai attraversare sette regni, sette mondi, sette universi. Solo allora ti potrà esser chiara la risposta.-
Vedendo lo sguardo sbigottito del suo amico scoppiò a ridere, trattenendosi la pancia.
 
-Scherzo, non posso dirtelo, punto e basta.-
 
-Ma cosa hai detto? Stai bene? Fai la seria e dimmelo.-
 
-Senti è tardi, io devo dormire. E anche tu dovresti. Buonanotte!-
 
Lo spinse in corridoio e gli chiuse la porta in faccia.
 
-Ma si può sapere che vi faccio, eh? È la seconda porta che ho sul naso! Buonanotte!-
 
Andò in camera sua e vi trovò Pikachu sul suo letto, dormiente.
 
-Beato te che dormi da tempo.-
 
Indossò il pigiama e si distese accanto a lui.
 
 
Il mattino seguente Lucinda propose una giornata in piscina, per tirare su di morale Misty.
Accettarono tutti di buon grado.
Preparati costumi e pranzo al sacco partirono per una città non molto lontana da lì.
 
Lo spettacolo che si presentò loro davanti era davvero unico.
Una piscina enorme situata in un giardino, circondato dalla foresta.
Vi era anche una piccola villetta, dove gli ospiti potevano mangiare e dormire.
I ragazzi erano entusiasti.
 
Ma Misty no.
Era seduta, a bordo piscina, con piedi nell’acqua.
La vicinanza all’elemento le aveva restituito un po’ di buon umore, ma non se la sentiva di far finta di niente.
Mangiò pochissimo, lasciò il divertimento ai suoi Pokemon e ai suoi compagni.
Nel pomeriggio decise di andare sul retro della villa ad ammirare il tramonto.
Da sola.
 
Ash aveva seguito i suoi movimenti, ma memore della sfuriata del giorno precedente non aveva osato avvicinarsi.
 
Almeno senza un buon piano.
 
Ed infatti, finalmente, ebbe un’idea.
Ormai conosceva benissimo Misty, sapeva come stuzzicarla e vederla così, immobile a fissare un punto indefinito dell’orizzonte lo faceva star male. Vedere i suoi occhi tristi, gli provocò un dolore al petto.
Doveva intervenire.
Si avvicinò lentamente alla panchina, la ragazza sollevò il capo e lo guardò, sospirando.
Era più grave di quanto pensasse. Era necessario un suo intervento.
Le sorrise con una sfacciataggine unica.
Era un’espressione che la rossa conosceva benissimo. Si stava preparando ad una sfida.
 
-Scommetto che sono più veloce di te. Sbaglio o ti sei appesantita in questi anni?-
 
Misty sgranò gli occhi. Cosa aveva sentito? Come si permetteva?
 
-Cosa, cosa, cosa?-
 
“Ben fatto” pensò Ash, la bomba era stata innescata.
Ed in effetti, eccolo lì, il familiarissimo sguardo assassino di sempre.
Aveva fatto centro.
 
-Cosa c’è? La verità fa male?-
 
Lei stava trattenendo gli istinti omicidi. L’unica cosa che in quel momento la frenava era lo sconforto latente che giaceva nel suo cuore da quella sera.
Mancava poco all’esplosione.
 
-Non si dovrebbero dire queste cose ad una ragazza.-
 
Ash rise di gusto, era caduta in pieno nella trappola. Il colpo di grazia e avrebbe ceduto.
 
-Ah perche, sei una ragazza?-
 
 
Boom
 
E no, non avrebbe proprio dovuto dirlo.
Si alzò di scatto. Gli occhi pieni di rabbia. Aveva superato il limite. Non solo la ignorava per quella tipa, in più la insultava!
 
-Di’ le tue ultime parole Ketchum. E che siano intelligenti, almeno per questa volta.-
 
-Non mi prenderai mai!-
 
Come volevasi dimostrare. Una risposta intelligente da Ash? Ma nemmeno nei sogni più rosei.
 
 
Presero a rincorrersi come facevano da bambini.
Ash correva come un pazzo e Misty cercava di raggiungerlo.
 
Si addentrarono nella foresta. Il vento correva con loro, li inseguiva e faceva staccare le foglie verdi dai rami.
Ad un tratto il ragazzo vide un burrone, si fermò improvvisamente, andò incontro a Misty, che non fece in tempo a fermarsi e finì dritta dritta tra le sue braccia.
Ash ricambiò quell’abbraccio improvviso.
Lei alzò lo sguardo, ridendo.

-Scu… scusami Ash, non volevo. Ma tu ti fermi all’improvviso!-

In realtà lo desiderava da tanto. Essere tra le sue braccia, sentire il suo cuore. Riusciva a respirare appena per la corsa. Fece per staccarsi, ma lui la trattenne.

-Non andartene, non così in fretta. La corsa l’ho vinta io, quindi tu non te ne vai.-

La ragazza lo fissava incredula, nella sua testa le immagini di tutte le volte in cui lo aveva immaginato così vicino passavano rapide.
Lui affondò la mano nei suoi capelli. Voleva vedere i suoi occhi sempre così, felici. Annegava in quel verde acqua.
 
Misty era lì, che annaspava per la troppa vicinanza di lui. Non riusciva a parlare, a dirgli che no, non aveva vinto un bel niente, che voleva la rivincita. Ma restava in silenzio.  Era come se qualcosa la frenasse. E quel qualcosa era il bacio con Serena.
Con chi credeva di avere a che fare? Prima bacia quella ragazza e poi si stringe a lei così. Ma chi si crede di essere?
Misty si discostò.  
Gli mollò uno schiaffo e scappò via.
 
Ash rimase immobile. Confuso. Perché lo aveva fatto?
-Ahia.-
 
Si guardò intorno.
Alberi su alberi.
 
-Benissimo, mi sono perso.-
 
La ragazza sembrava sparita nel nulla.
 
-E sono anche solo, dovrei cercarla. Prima che si metta nei guai.-
 
Non era riuscito nemmeno a vedere che direzione avesse preso.
Iniziò a chiamarla a gran voce.
 
-Miiiisty! Dove sei? Dai non voglio giocare a nascondino. Si può sapere che ti ho fatto? Misty!-
 
Nessuna risposta.
 
I minuti passavano e con essi la luce del tramonto si affievoliva sempre di più, lasciando il posto alle ombre serali.
Ash iniziò a preoccuparsi seriamente.
Non poteva lasciare che Misty passasse la notte da sola, in una foresta sconosciuta.
Dove poteva essere andata?
 
-Pika, pika-pì.-
 
Un topino elettrico giallo comparve alla vista del corvino che, sollevato, gli corse incontro.
 
-Pikachu! Ci hai trovati! O meglio… mi hai trovato! Sai come tornare alla villa?-
 
Il Pokemon dimenava le piccole zampe su e giù, emettendo versetti acuti.
 
-Ho capito, ti sei perso anche tu. Adesso abbiamo un problema più grave, dobbiamo trovare Misty. Non so proprio come fare, l’ho cercata per un bel po’, ma non mi risponde.-
 
Pikachu salì su una grande quercia e invitò il suo allenatore ad imitarlo.
 
-Ma certo! Da lassù potremmo vedere la foresta! Come farei senza di te?-
 
-Pika-pì!-
 
Con non poca fatica Ash arrivò in cima.
Dopo aver perlustrato tutto il lato Ovest della foresta, rivolse lo sguardo ad Est.
Ed eccola lì, Misty, alle prese con un innocuo Weedle.
Il piccolo Pokemon si stava avvicinando lentamente, lei indietreggiava; ma presa com’era dalla paura non si era accorta di essere quasi sull’orlo di un dirupo, lo stesso che prima aveva evitato il ragazzo.
 
Ash provò ad avvertirla, però le sue urla non arrivarono alla ragazza.
 
-Devo andare da lei o cadrà! Forza, scendiamo!-
 
Per la foga mise male un piede e piombò a terra, sbattendo la testa.
Quando Pikachu balzò sul terreno, trovò il suo amico privo di sensi. Doveva fare qualcosa e in fretta.
Non ci pensò due volte ed emise una scarica elettrica.
 
-PIKA…CHUUU-
 
Ash si svegliò tutto frastornato.
 
-Ehi! Ma che ti prende?-
 
Poi vedendo lo sguardo preoccupato dell’altro si ricordò.
 
-Oh, Misty! Corriamo a salvarla.-
 
Arrivarono appena in tempo.
Quando la ragazza li vide, tirò un sospiro di sollievo. Pikachu allontanò il povero Weedle che, incuriosito, si era avvicinato a Misty.
 
-Grazie, non so che avrei fatto. Mi stava per attaccare, lo sentivo.-
 
-E tu stavi per cadere! Ti rendi conto di quello che stavi per fare? Se non fossimo arrivati in tempo… non oso nemmeno immaginare.-
 
Ash era arrabbiato, quella sua folle paura verso i Pokemon coleottero (paura insensata) la stava portando alla… non ebbe nemmeno il coraggio di pensare quella parola.
 
-E poi perché sei scappata? Che ti ho fatto? Credevo ti facesse piacere rivedermi. E invece vai via sempre, non mi dici nemmeno il perché.-
 
Misty si sentiva una stupida, stava davvero per precipitare giù. Ma certamente non lo avrebbe ammesso.
 
-Colpa tua se sono scappata! Fatti un esame di coscienza e vedrai.-
 
Adesso aveva anche il coraggio di dargli colpe che non esistevano.
 
-Perché invece non me lo dici tu, saputella?-
 
“Hai baciato un’altra. Questo è abbastanza.”
Ma no, non poteva dirglielo. Il suo sguardo s’incupì.
 
-Non ho voglia di parlare, torniamo alla villa.-
 
Nella fretta di salvarla e di litigarci aveva completamente dimenticato questo “piccolo” particolare.
 
-Bel problema. Non possiamo, ecco. Ci siamo persi.-
 
Non solo stava per essere attaccata da un ferocissimo Weedle, ora era anche intrappolata nella foresta. Una giornata grandiosa.
 
-Bene, mister orientamento. Cosa potevo aspettarmi da te? Ci siamo persi. Come sempre!-
 
-Tu mi hai inseguito!-
 
-Tu mi hai provocata! Potevi pensarci prima di entrare qui! Lo sai benissimo che ti perdi anche in casa! Se penso a quante volte ci hai fatto perdere.-
 
-Ammettilo, un  po’ ti mancava!-
 
Le guance di Misty divennero dello stesso colore dei suoi capelli.
 
-Per niente!-
 
Una goccia atterrò sulla testa di Pikachu che richiamò l’attenzione di quei due.
 
-E ora piove! Che farai per salvare la situazione Ketchum?-
 
Incrociò le braccia e attese risposta, mentre la pioggia iniziava a scendere, fitta fitta.
 
-Ma quanto ti lamenti? Andiamo a destra, magari troviamo qualche riparo.-
 
-Sì, la casetta della strega di Hansel e Gretel.-
 
Ash sbuffò e andò in quella direzione, seguito a ruota da Misty, che non aveva alternative.
 
Dopo almeno un quarto d’ora di ricerche trovarono una grotta.
 
-Spero solo non ci sia un Ursaring ad attenderci.-
 
-Tranquilla non c’è nessuno, Pikachu sta controllando.-
 
La ragazza sembrò calmarsi un po’, ma il freddo della notte li raggiunse.
 
-Fa f…freddo Ash. Non possiamo accendere un fuoco? Mi beccherò un bel raffreddore.-
 
Il ragazzo si guardò intorno. C’era solo la roccia. Poi improvvisamente uscì fuori.
Dopo poco ritornò con qualche ramo, lo appoggiò a terra.
 
-Pikachu, potresti usare fulmine su questo ramo? Così una volta preso fuoco incendierà anche gli altri.-
 
Misty rimase a fissarlo, era davvero uscito sotto la pioggia solo perché lei aveva freddo?
 
-Non pensavo avessi idee così brillanti.-
 
Lui le fece una smorfia mentre Pikachu attuava il suo piano.
Piccole scintille comparvero e subito dopo un fuocherello iniziò a crepitare.
 
-Io le definirei sfolgoranti.-
 
Presero a ridere e Ash si accovacciò accanto a Misty, che aveva il piccolo topino elettrico tra le braccia.
 
-Va meglio?-
 
Il fuoco illuminava il volto della ragazza che sorrideva, beneficiando del calore del fuoco.
 
-Sì, decisamente meglio.-
 
-Non me lo vuoi proprio dire perché sei scappata?-
 
Perché doveva ricordarglielo sempre? Si era già espressa a riguardo. Il sorriso scomparve.
 
-No. Non voglio, sono stanca, zuppa e ho sonno. Sarà già notte.-
 
Ash, deluso, acconsentì con un sospiro.
Lei appoggiò la testa sulla sua spalla. Rimasero in silenzio per i minuti successivi.
 
-Ash…? Grazie.-
 
-Io… ecco, figurati.-
 
Si addormentarono, i lampi e i tuoni riecheggiavano nella grotta, ma loro non avevano paura perché, finalmente dopo tanto tempo, erano insieme.
 
 
La mattina dopo, tre ragazzi raggiunsero la grotta.
Li trovarono lì, ancora nel mondo dei sogni, con sorriso impresso sulle labbra.
L’uno nelle braccia dell’altra.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota: ecco il sesto capitolo! Perdonate il mio -imperdonabile- ritardo (diamo la colpa alla sessione autunnale).
Spero vi piaccia! Ditemi cosa ne pensate.
Ringrazio tutti quelli che leggono/recensiscono la storia, chi l’ha inserita tra le  preferite/ricordate/seguite. Grazie mille! Spero di non deludervi.
Al prossimo aggiornamento!

 

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Capitolo 7
*** Rivelazioni ***


 -Secondo te dovremmo svegliarli?-
 
Il respiro regolare dei due rimbombava per tutta la grotta.
Il piccolo Pokemon giallo era accoccolato sulle gambe dell’allenatore.
 
-Non so Paul, sono così carini.-
 
-Chi li capisce è bravo. Ieri non si parlavano e ora guardateli!-
 
Brock iniziò a ridacchiare, Tracey aveva ragione ma erano sempre stati così, anche anni prima. Litigavano come matti e poi non appena uno dei due faceva qualcosa di spericolato si preoccupavano in modo esagerato.
 
Il sole splendeva ormai alto nel cielo e iniziava a rischiarare l’umida ombra notturna che aleggiava nella grotta.
Piano piano, i sensi di Ash iniziarono a svegliarsi, avvertendo il calore del mattino ed uno strano chiacchiericcio, non proprio normale per una foresta…
Iniziò a muoversi, ma qualcosa gli impediva di alzarsi.
Finalmente riuscì ad aprire gli occhi e la sua attenzione si focalizzò su una chioma rossa, appoggiata proprio sul suo petto. Sorrise inconsciamente.
Averla lì gli provoca una strana sensazione, sicuramente positiva, ma strana.
I suoi pensieri furono interrotti da una risata soffocata.
Alzò il suo sguardo e il suo volto prese la stessa sfumatura dei capelli che stava fissando.
Praticamente colto in flagranza di reato, si alzò di scatto cercando di mettere insieme due parole che avessero senso compiuto.
 
-Io… ecco… ma voi? E tu cosa diamine ci fai qui Paul? Come ci avete trovato?-
 
E solo dopo aver detto quel “ci” si ricordò della splendida ragazza che era posata su di lui e che stava dormendo beatamente. Stava.
Ora lo guardava in modo truce, era assonnata, imbarazzata e ovviamente arrabbiata.
Arrabbiata perché stava facendo un bellissimo sogno…
Lei, Ash, un bel tramonto…
Al solo ricordo arrossì.
Solo per un breve istante però, perché poi fu bruscamente riportata alla realtà dallo sguardo impaurito del ragazzo, lo stesso che nel suo sogno era così sicuro di sé…
 
Si rialzò a fatica, scrollandosi la polvere di dosso e prendendo in braccio un Pikachu ancora intontito, anche lui vittima dell’impulsività di Ash.
Guardò i tre ragazzi all’ingresso della caverna, non aveva nessuna voglia di affrontare le loro risate, così cercò di cambiare discorso, avrebbe sgridato quel ragazzino più tardi.
 
-Buongiorno ragazzi! Finalmente qualcuno con un po’ di sale in zucca è venuto a prenderci! Perché voi sapete come tornare a casa, sì?-
 
Brock e Tracey, ancora ridendo annuirono, Paul sembrava incuriosito, aveva le sopracciglia alzate, le mani in tasca e si dondolava avanti e indietro.
Misty era un po’ perplessa. Si avvicinò a quel ragazzo dai capelli viola e gli occhi scuri.
 
-Scusa la domanda, ma ci conosciamo?-
 
-Ehm, io sono Paul, piacere di conoscerti! Sono uno degli avversari di Ash più forti che abbia mai incontrato e… un amico… di Lucinda.-
 
La sua voce aveva subìto un enorme calo sulle parole “amico” e “Lucinda”.
Misty capì immediatamente che il ragazzo di cui le aveva parlato l’amica fosse lui, così gli sorrise dolcemente e gli tese la mano. Ma Ash intervenne prima di lei.
 
-Beh ora non esagerare! Ti ho battuto, ricordi? Ma ora che mi ci fai pensare… Lucinda ti ha invitato qui, giusto?-
 
Quella domanda lo aveva imbarazzato ancora di più, ma Paul non era il tipo che cedeva alle emozioni. Rispose con voce tranquilla, senza lasciar venir fuori un minimo di sentimento.
 
-Sì, sì. È un disturbo per te, Ash?-
 
La ragazza bloccò il corvino prima che potesse dire qualcosa di sbagliato.
 
-Ma no! E ora ragazzi andiamo! Torniamo a casa. Fa freddo in questa grotta.-
 
Brock fece strada e lo seguirono Paul, Ash e Pikachu. Tracey, invece, si avvicinò alla rossa e chinando il capo le disse qualcosa sottovoce.
 
-Ma tu hai chi ti riscalda, vero?-
 
Misty si bloccò, impietrita. Guadò il suo amico allontanarsi a passo svelto verso gli altri. Gli urlò contro.
 
 
-Paura, eh?-
 
 
Il sentiero che avevano intrapreso portò il gruppo alla villa in meno di un quarto d’ora.
Questo significava che si erano rifugiati non molto lontano dagli altri, ma nessuno dei due se ne era accorto.
Fu un viaggio silenzioso, non proferirono parola. Sembravano tutti assorti dal bellissimo paesaggio che la foresta offriva loro.
O meglio, quasi tutti, Ash e Misty arrossivano ogni qual volta i loro sguardi si incrociavano.
Il ragazzo non sapeva se avessero chiarito o meno, il modo in cui stavano dormendo gli diceva di sì, ma il fatto che lei lo osservasse a testa bassa, forse significava il contrario.
 
Quando giunsero a destinazione Lucinda, Vera, Drew e Gary avevano gli zaini in spalla ed erano pronti per il ritorno a Biancavilla.
Con un enorme sorriso la ragazza di Sinnoh corse incontro agli altri.
 
-Finalmente! Li avete trovati! Vi stavamo dando per dispersi! Dove eravate?  Avete passato la notte fuori! Con questa pioggia poi. Avete trovato riparo? State bene?-
 
I due ragazzi si guardarono e simultaneamente scoppiarono in una fragorosa risata.
 
-Quante domande tutte insieme! Calma, ho una fame da lupi. Perché sembrate in procinto di una spedizione? Dove si va? Non facciamo prima colazione?-
 
A prendere la parola questa volta fu Brock.
 
-Ash, tua madre ci ha mandato un messaggio in cui ci pregava di ritornare subito. Deve dirti una cosa importante. Quindi forse sarebbe meglio che vi preparaste. Così da poter arrivare lì il prima possibile.-
 
Vedendo l’espressione terrorizzata di Ash, Vera lo rassicurò dicendogli che Delia aveva aggiunto anche che non era niente di brutto, anzi era una bella notizia per lui. E le belle notizie non si fanno attendere.
Il ragazzo era molto confuso, cosa poteva mai dirgli sua madre?
 
Rientrò in villa con Misty al seguito e in salotto incontrarono Serena.
La biondina si gettò tra le braccia del ragazzo, lasciando l’altra di stucco. Era quasi riuscita a mettere da parte ciò che aveva visto. Ora le era tutto ritornato in mente. Strinse i pugni lungo i fianchi e senza dire niente andò nella camera in cui vi erano le sue cose.
Nel frattempo Serena era ancora stretta ad un Ash che stordito non riusciva a sciogliere quell’abbraccio.
 
-Sei qui! Hai ritrovato la strada di casa! Sono così contenta! Perché hai passato la notte con lei? Mi hai lasciata sola. Con persone che non conosco.-
 
-Mi dispiace, ma abbiamo avuto un imprevisto, Misty era in pericol… dov’è Misty? Era qui, dietro di me fino ad un secondo fa.-
 
Il corvino si guardò intorno, non poteva essersi volatilizzata.
 
-Non importa, dai andiamo! Ti aiuto a preparare lo zaino?-
 
-No, no grazie. Tu piuttosto perché non eri fuori con gli altri?-
 
La ragazza si strinse nelle spalle, sorridendo.
 
-Lo sai che ci metto tanto tempo per prepararmi. Ti aspetto fuori, va bene?-
 
Senza lasciargli il tempo di rispondere gli diede un bacio sulla guancia e corse all’esterno.
Ash continuava a sorprendersi per tutto quello che stava succedendo in quei giorni.
 
Entrò in camera, prese il suo zaino e ci infilò le Poké Ball ma quando si girò trovò Gary appoggiato allo stipite della porta, che ridacchiava.
 
-Ashy, allora vuoi dirmi che ci hai fatto con Misty stanotte? Eh? Se la gita era una scusa per restare solo con lei potevi anche dirlo. Non ti avrei certo biasimato. -
 
Divenne rosso, tutto d’un colpo. Cosa stava insinuando? Come si permetteva?
 
-Numero uno: smettila di chiamarmi Ashy. Numero due: non sono affari tuoi. Numero tre: ti ho già detto di lasciarla stare.-
 
Voleva solo uscire dalla stanza e tornare a casa, non aveva intenzione di parlare con lui di queste cose, non aveva tempo da perdere. Ovviamente Gary non mollò la presa.
 
-E perché dovrei lasciarla stare? È una così bella ragazza, non trovi?-
 
Ash lo spinse via con una spallata.
 
-Basta Gary, dobbiamo andare.-
 
Si avviò verso l’uscita della villa ma fu bloccato per un secondo dalle parole dell’amico.
 
-Continua pure ad arrossire di nascosto, Ashy. Ma se non ti dai una mossa qualcun altro se la porterà via. E non ti escludo che quel qualcuno potrei essere io.-
 
 
 
Poco dopo arrivarono a casa tutti insieme e ad attenderli con Delia vi era il professor Oak, che vedendo così tante persone rimase piacevolmente colpito.
Iniziò il suo discorso dopo aver abbracciato e salutato tutti.
 
-Sono qui per un avviso importante per il nostro amico Ash. Gli organizzatori della Lega mi hanno appena avvisato: le iscrizioni verranno riaperte tra due giorni. Solo per un giorno.-
 
La notizia spiazzò non poco il ragazzo che sgranò gli occhi e iniziò a guardarsi intorno.
Erano tutti sorridenti. Delia lo guardava con orgoglio e speranza, Serena era al settimo cielo, avrebbero fatto rientro a Kalos, quella vacanza non stava prendendo la direzione che lei sperava. Era inizia malissimo, ma forse si poteva concludere in bellezza. Sarebbero ritornati a viaggiare da soli, senza nessuno intorno, senza quella ragazza dai capelli rossi.
Quella ragazza che ora era scioccata quanto Ash. Lui doveva ripartire, lasciandola nuovamente sola. Era un bugiardo, solo un bugiardo. Aveva detto che sarebbe rimasto lì per un mese. E invece ora se ne andava. Si sentì una stupida, aveva sprecato quel poco di tempo passato con lui. Ma non poteva accettare il bacio con Serena così facilmente.
Poi i suoi occhi del colore dell’oceano incontrarono i suoi, così scuri.
Non poteva mentire a quegli occhi. Una lacrima silenziosa scese giù per la guancia, dividendola in due. Piegò la testa e senza che gli altri se ne accorgessero si ritirò in camera sua.
L’unica persona che vide quella scena fu Ash.
Stava vivendo tutto a rallentatore.
Da un lato era felice, finalmente avrebbe avuto l’occasione di battersi con i più bravi allenatori della regione, dall’altro non voleva lasciare quella ragazza impulsiva, forte, ma che in realtà era fragile, dolce e che ora stava andando via, trattenendo le lacrime.
 
-Ash! Su forza di’ qualcosa! Sei contento?-
 
-Vera? Certo… io… io sono contento! Ce la farò ragazzi! Ce la farò!-
 
Doveva batterli tutti, doveva farlo anche per lei. Avrebbe capito.
 
-Beh a questo punto non ha più senso rimanere qui… andiamo a preparare le valigie ragazzi!-
 
Lucinda aveva ragione, l’indomani sarebbero ripartiti tutti.
Tornarono nelle loro camere e iniziarono a prepararsi.
Ash stava entrando nella sua, ma improvvisamente cambiò idea e si diresse verso quella di Misty.
Bussò e lei strofinandosi gli occhi gli aprì.
 
-Posso entrare? Ti posso parlare?-
 
La ragazza lo fece entrare emettendo un sonoro sospiro. Poi richiuse la porta e vi si appoggiò. Avrebbe dovuto dirgli cosa provava? Era il momento giusto? Forse no.
 
-Mi spieghi una volta per tutte quello che ti passa per la testa?-
 
Misty chiuse gli occhi, mordendosi il labbro inferiore. Quando li riaprì ebbe chiaro cosa fare.
 
-Perché non ti sei fatto sentire in tutti questi anni? Perché hai lasciato che io soffrissi così tanto? Mi sarebbe bastata una chiamata, una tua lettera, un tuo messaggio, un fax, qualunque cosa. Perché non ho mai ricevuto niente?-
 
Non ci poteva credere, lo aveva detto davvero. Tutto il dolore represso in quegli anni ora era uscito fuori. Ma non le importava, non le importava di aver messo a nudo le proprie frustrazioni. Doveva sapere.
Lui doveva capire. Non poteva continuare così. Era furiosa.
 
Ash era immobile, non si aspettava una simile risposta. Fu investito appieno dalla sua sofferenza. Vederla così lo faceva stare male. Avrebbe tanto voluto abbracciarla. E invece restava zitto e fermo.
Lei, ancora più ferita dall’immobilità di lui, continuò con le domande.
 
-Allora? Non mi dici niente? Devi andare via?-
 
Il ragazzo le rispose a fatica. Le parole gli uscirono una dopo l’altra, provocandogli dolore, parole come se fossero lame.
 
-Sì Misty. Io… io devo realizzare il mio sogno.-
 
Lei ovviamente non faceva parte del suo sogno. Chi non è con lui durante i suoi viaggi viene lentamente gettato nel dimenticatoio della mente e del cuore. Poteva solo accettare la cosa, doveva dimenticarsi di lui.
 
-E allora vai, ti riesce così bene andare via.-
 
Ma perché faceva così proprio non riusciva a capirlo. Era arrivato a Kanto con tantissimo entusiasmo. Era felicissimo di rivederla e lei? Lo ignorava, lo accusava di chissà cosa e si mostrava così ostile nei suoi confronti.
 
-Fino a prova contraria quella che ha lasciato il gruppo sei stata tu. Non ti avrei mai lasciato andare. Ma l’ho fatto perché dovevi e devi occuparti della palestra. Ora non puoi certo dire qualcosa contro la mia partenza. Sai quanto ci tengo. Ma ti prometto che ci vedremo presto. Te lo prometto.-
 
Non era la prima volta che lo diceva. E ormai Misty non ci credeva più di tanto.
 
-Questo significa che dovrò aspettare anni e anni prima che tu venga a trovarmi? Sai quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’hai detto?-
 
Ash era in piedi con la visiera sulla prima parte del viso. Nascondeva le proprie insicurezze e le proprie paure, quel cappello era la sua armatura.
 
-Lo so, lo so. Cosa credi? Ma devo andare.-
 
La ragazza stava tremando, avrebbe voluto piangere, doveva lasciarlo andare. Lui era così, non sarebbe mai cambiato. I Pokemon prima di tutto.
 
-E allora vai via.-
 
Ash uscì dalla sua camera frustato e arrabbiato. Forse doveva rimanere lì per davvero. Per lei, perché avrebbe fatto di tutto per vedere il suo sorriso. Ma rinunciare alla Lega… era troppo. O forse no?
Fino a qualche giorno fa niente e nessuno avrebbero potuto intaccare la sua partenza per Kalos, ma ora… qualcosa era cambiato. In quel momento gli ritornarono in mente le parole di Vera.
“L’amore cambia le persone.”
L’amore? Ma cos’era?
Confusione più totale. Decise di andare in cucina per prendersi qualcosa da mangiare. Non aveva fatto ancora colazione. Forse era la fame a farlo delirare.
Amore.
Ma come gli era venuto in mente? E per chi poi? Per una ragazza che lo trattava malissimo? No impossibile.
Arrivato nella stanza vi trovò Drew, seduto su una poltrona a leggere.
Vedendolo lì, gli venne un’idea. Prese una sedia e gli si sedette accanto.
 
-Drew? Cos’è l’amore? Cioè… quando hai capito di essere innamorato di Vera?-
 
Lo aveva veramente detto? Si schiarì la voce, ma la situazione non migliorò soprattutto dopo il sorriso un po’ sconcertato che gli rivolse il ragazzo.
 
-Insomma… voi eravate rivali accaniti. Come avete fatto?-
 
Drew fece spallucce e posando il libro sul tavolo si portò una mano sotto il mento, con fare pensieroso.
 
-È una bella domanda Ash. Beh ti dirò, ho capito di provare qualcosa per quella magnifica ragazza quando le sue vittorie non facevano più così male. Ricordi quando le diedi quella rosa? Ecco, quella era un’ammissione. Mi aveva sconfitto. Dopo quell’episodio ci siamo scontrati più volte, io volevo rivederla ogni giorno. All’inizio pensavo volessi farlo per riparare il mio orgoglio ferito, poi dopo tanti incontri, abbiamo capito. Abbiamo capito che la vittoria più grande è l’amore.-
 
Il ragazzo ascoltò tutto il racconto con attenzione e stupore. Forse poteva proporre uno scontro tra Pokemon a Misty…
Salutò Drew e tornò in camera sua, senza sapere cosa fare.
 
La giornata passò in fretta.
Paul e Lucinda ripartirono quella sera stessa, insieme. Questo non sollevò il morale né a Misty né ad Ash.
Prima di partire la ragazza strinse in un abbraccio l’amica.
 
-Non essere triste, sei una ragazza forte. Ce la farai anche questa volta.-
 
-Non lo so. Forse dovrei dare ascolto a Daisy, Lily e Violet, cancellarlo definitivamente dal mio cuore.-
 
Sentiva le lacrime prepotenti volerle invadere nuovamente il viso, ma le ricacciò indietro. Si sforzò di sorridere, era contenta per Lucinda, stava per iniziare una nuova avventura con il ragazzo dei suoi sogni.
Ash, dal canto suo, era sempre più smarrito, tutte queste partenze improvvise lo stavano scombussolando. Era come se stesse vivendo tutto dall’esterno, in una bolla di sapone.
Non uscì dalla sua camera nemmeno per cena.
Preparò lentamente lo zaino. Si coricò a letto, senza aver visto nessuno. Guardò la sveglia sul suo comodino, l’una di notte.
Pikachu era sveglio e ogni tanto emetteva un “Pika-pì” sommesso.
Si stava per addormentare, quando bussarono alla porta.
Il ragazzo corse, sperava fosse Misty, forse voleva parlargli, aveva cambiato idea.
Invece si ritrovò Serena, sorridente.
Ash la fece entrare di malavoglia.
 
-Ho visto che non sei sceso per cena. Tutto bene? Perché sei triste? Avrai una grandissima occasione, Greninja potrà mostrare il suo valore. Vi siete preparati tanto.-
 
Non aveva nessuna intenzione di parlare con lei. Sapeva già a cosa andava incontro. E che i suoi Pokemon erano pronti. Ma lui forse no, forse.
Non rispose a Serena e la ragazza parve capire.
 
-Cosa c’è? È per lei, vero? La ragazza dai capelli rossi.-
 
-Si chiama Misty…-
 
Il solo pronunciare il suo nome gli provocava una forte emozione. Abbassò lo sguardo, ripensando ai suoi occhi pieni di tristezza. Quei bellissimi occhi verdi.
Fu riportato alla realtà dai singhiozzi soffocati della biondina.
 
-Serena non piangere, verrò con te. Torneremo a Kalos, ma non posso partire senza prima chiarire con lei.-
 
Doveva assolutamente parlarle. Anche se era notte fonda. Uscì dalla sua camera, lasciando la ragazza lì, impalata.
 
In assoluto silenzio, si avvicinò alla stanza di Misty.
Bussò per almeno quattro volte.
Alla quinta lei aprì la porta, assonnata. Aveva una canottiera blu e dei pantaloncini azzurri. I capelli sciolti e la spallina sinistra scesa.
Sbadigliò.
 
-Oh mamma Ash, che ci fai qui? A quest’ora poi?-
 
Il ragazzo rimase immobile con gli occhi sbarrati per un bel po’ di secondi.
Non doveva guardare. Non doveva.
 
-Ash? Perché mi hai svegliata? Cosa succ…?-
 
Poi si rese conto delle condizioni del suo pigiama, anche per la faccia completamente rossa di lui.
Lanciò un urlo che avrebbe svegliato mezza Kanto e diede un ceffone ad Ash.
Il secondo.
 
-Ma cosa fai? Non si bussa di notte alle porte!!-
 
-Ahi! Mi hai fatto male, tanto male, ragazzina irruenta.-
 
Si ritrovava nuovamente con una porta in faccia. Ma questa volta lei era lì dietro e continuava ad urlare. Questo fece sorridere Ash, anche se la guancia gli doleva.
 
-Non si fanno queste cose.-
 
-Ma ti devo parlare!-
 
-Non voglio!!-
 
-Dai è importante.-
 
La ragazza ci pensò su un momento… poi decise di accontentarlo, doveva affrontarlo prima o poi.
 
-Va… va bene. Però aspetta… d… devo vestirmi.-
 
Ash si appoggiò al muro con le braccia conserte.
A causa dell’urlo di Misty, Delia si era recata in corridoio per verificare che tutti stessero bene. Vedendo suo figlio sveglio e fermo si preoccupò.
 
-Cosa sta succedendo? Chi ha gridato? State tutti bene?-
 
-Sì, mamma. Non ti preoccupare. Io e Misty usciamo un attimo.-
 
-A quest’ora?-
 
-Ehm… sì. Un giro in giardino, dovrei parlarle.-
 
Delia abbracciò suo figlio, aveva capito quanto quella ragazzina fosse importante per lui. Ora spettava ad Ash capirlo.
 
-Non vi allontanate troppo. Buonanotte!-
 
-Buonanotte mamma.-
 
Dopo due minuti Misty uscì dalla sua camera. Il ragazzo la prese per mano e la trascinò giù per le scale.
 
-Ma dove mi porti?-
 
-In un posto speciale.-
 
Si diressero verso il cortile di casa, Ash si bloccò davanti all’entrata della rimessa. Si guardò intorno e poi la aggirò, ritrovandosi di fronte ad un cancello. Estrasse una chiave, il cigolio della serratura si disperse nell’aria notturna. Sempre tenendo per mano Misty, entrarono.
Quello che videro fu un giardino ricoperto di fiori. Splendevano alla luce della luna.
Erano caprifogli e campanelle notturne. La ragazza rimase a bocca aperta.
 
-Ci venivo da bambino, quando combinavo qualche disastro e mia madre mi rincorreva per tutta Biancavilla, mi rifugiavo qui.-
 
Misty non sapeva che dire, era tutto così magico. Ash le sorrise ed improvvisamente l’abbracciò.
Lei non si aspettava di certo una cosa simile e lo allontanò, confusa.
Il ragazzo ci rimase malissimo.
 
-Ma perché mi respingi? Io non credo di aver fatto qualcosa di sbagliato.-
 
Di nuovo non sapeva cosa fare. Stava combattendo con se stessa. Chiuse gli occhi per non guardare i suoi. E finalmente gli disse ciò che la stava tormentando da giorni.
 
-Tu… tu domani parti. Io… non so se ti potrò aspettare ancora. L’ho fatto per tutto questo tempo, ma tu stai con lei… tu… l’hai baciata. Certo puoi fare quello che vuoi... non mi interessa… -
 
Ash sgranò gli occhi e prendendole le braccia si avvicinò a lei.
 
-Ferma, ferma. Chi avrei baciato?-
 
Quando riaprì gli occhi mise a fuoco il suo viso, vicinissimo. Misty si liberò dalla sua presa, allontanandosi.
 
-Come chi? Serena. E non dirmi che non è vero. Vi ho visti dalla finestra della mia camera, la sera in cui sei tornato. Ma ovviamente a me non interessa…-
 
Il ragazzo cercò di fare mente locale, ecco perché era scappata. Ma lui non aveva dato nessun bacio. Sospirò.
 
-Smettila di dire “non mi interessa”. Io non ho baciato nessuno. Ma che ci stavi spiando? Mi stai dicendo che avresti visto un bacio, che non c’è mai stato, da almeno dieci metri d’altezza? Beh direi che molto probabilmente tu abbia lavorato un bel po’ di fantasia.-
 
Misty arrossì di colpo.
 
-Così mi fai sembrare una stupida!-
 
-Perché lo sei!! Non ho mai avuto intenzione di baciare Serena. Mai.-
 
-Ma… ma adesso partirai con lei.-
 
Ash le sorrise e cercò di avvicinarsi nuovamente.
 
-Devo andare… lo capisci questo? Devo partecipare alla Lega.-
 
Ecco ora era davvero una stupida. Il bacio con Serena non c’era mai stato e lei aveva passato tutto questo tempo a star male per niente. Iniziò a piangere.
 
-Ehi? Non piangere per favore. Non posso vederti piangere.-
 
-Io… non sto piangendo…-
 
-Ma come fai a negare l’evidenza? Sei proprio incorreggibile.-
 
Quel sorriso. Dannazione avrebbe fatto di tutto per quel sorriso.
 
Misty si gettò tra le braccia del ragazzo che, incapace di reagire se ne stava lì fermo.
Poi capì, capì che la sensazione che stava provando in quel momento era la più bella che avesse mai provato in tutti quegli anni. Averla lì, tra le sue braccia, mentre lei non aspettava altro che le sue attenzioni, il suo amore.
La strinse forte a sé.
Poi prese un enorme respiro.
 
-Misty promettimi che non mi picchierai.-
 
-Perché?-
 
Sollevò il capo e si ritrovò a pochissima distanza da lui, dalle sue labbra, che con un movimento repentino si posarono su quelle di lei.
 
Si distaccarono a fatica. Respirando affannosamente. Un enorme sorriso soddisfatto apparve sul viso dell’allenatore. Mentre Misty lo guardava trasognata.
Aveva aspettato anni quel momento. Lo aveva immaginato in mille modi. Ma la realtà, certe volte, supera la fantasia.
Riuscì a spiccicare qualche parola.
 
-E questo? Che… che cosa?-
 
Ash infilò una mano tra i suoi capelli, così morbidi.
 
-Questo è un bacio, sciocchina. Così forse capirai la differenza tra uno vero e uno inesistente. Questa volta sarà davvero diverso. Non potrei mai lasciarti qui.-
 
Misty lo strinse ancora più forte. Voleva sentirlo, voleva essere sicura che non fosse solo un sogno, un’illusione.
 
Rimasero in quella posizione per un tempo che sembrò illimitato, poi si avviarono verso casa, mano nella mano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota: eccolo qui il settimo capitolo! In stratosferico ritardo. Spero solo ne sia valsa la pena! Non so ditemi voi. Vi piace?
Momenti romantici finalmente! Il prossimo sarà molto probabilmente l’ultimo.
Vorrei ringraziare chi legge/recensisce la mia storia! Chi la segue chi l’ha messa tra ricordate/preferite. Grazie! Spero di non deludervi.
Sto già scrivendo l’ottavo capitolo. Quindi arriverà presto.
Alla prossima!
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Il promontorio dei desideri ***


Piccola Avvertenza: possibili SPOILER! se non avete visto gli ultimi episodi di Pokémon XYZ. Ho cambiato delle piccole cose, ma per rendere verosimile la storia ho dovuto inserire degli eventi presenti in questi episodi. Detto questo… buona lettura!
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La luna piena era alta nel cielo notturno di Biancavilla, un ragazzo dai capelli neri era affacciato alla finestra e si godeva il vento che vi entrava.
Ad occhi chiusi ripensava a tutto quello che era successo pochi minuti prima.
L’aveva baciata, sul serio, aveva baciato lei.
 
Un giorno, tanto tempo fa, le aveva chiesto se i baci cambiassero le persone. Come risposta aveva avuto un “credo che lo scopriremo da soli”.
 
Ash poggiò i gomiti sul davanzale e portò le mani sul viso. Si sentiva strano, forse stava davvero cambiando.
Questo lo spaventava, gli stavano piombando addosso tutti gli indizi che lei aveva disseminato lungo i loro viaggi. Piccole briciole che lo stavano conducendo verso qualcosa più grande di lui e delle sue abilità in campo amoroso.
 
Aveva riaccompagnato in camera una Misty strana, con uno sguardo diverso, una luce particolare, una piccola vena malinconica.
Ad interrompere questi pensieri fu Pikachu, strofinava il suo nasino contro la gamba dell’allenatore, in cerca di attenzione.
Ash lo prese in braccio, sorridendo.
 
-Pika-pì! Pikachu-pì!-
 
-Sì amico… io e Misty… oh beh, non importa. È tardi! Domani partiamo e tu devi riposare.-
 
Ma il topino giallo non sembrava affatto convinto, dalle sue guance uscirono piccole scintille che si diffusero per tutto il corpo del ragazzo.
 
-E va bene, ho capito! Te lo dico! Ecco… ci… io ho… uffa! Le ho dato un bacio! Contento? Che modi!-
 
Pikachu saltò giù, sghignazzando felice per tutta la stanza, muovendo le orecchie in alto e in basso.
Ash invece era diventato tutto rosso, fingendo indifferenza aveva incrociato le braccia al petto.
 
-Basta! A dormire! Che imbarazzo…-
 
I due amici dopo un po’ si addormentarono, dimenticandosi della Lega e dell’imminente partenza.
 
 
 
Il sole filtrò attraverso le fessure delle persiane nella camera di una ragazza dai capelli rossi. Il calore e la luce lambirono la sua pelle e lei si svegliò.
La prima cosa che percepì fu il suo respiro, lento e regolare, ancora avvolto dal torpore della notte.
I ricordi della sera precedente affiorarono in lei poco alla volta e un sorriso apparve sul suo viso.
Andò ad aprire la sua finestra, il giardino di casa Ketchum era perfetto, Delia aveva davvero un grande talento. In quel momento un rumore di piattini e tazzine raggiunsero Misty, qualcuno stava preparando la colazione.
Si preparò, mise in ordine la sua camera e scese giù in cucina.
 
Vera e Serena discutevano sul futuro di quest’ultima.
 
-Dovresti continuare il tuo viaggio per le regioni, perché non vieni ad Hoenn?-
 
La biondina faceva spallucce, aveva il capo appoggiato su una mano, sembrava molto pensierosa o forse molto assonnata.
 
-Sì, ci stavo pensando…-
 
Misty si bloccò sull’ultimo gradino, intenta ad ascoltare le ragazze.
Quello a cui non aveva pensato era che qualcuno alle sue spalle stava cercando di raggiungerla e preso alla sprovvista non si era accorto della sua sosta.
Maldestro com’era le rovinò addosso. I due atterrarono con un tonfo in cucina, l’uno sull’altra.
Serena si alzò dalla sua sedia, alquanto sorpresa.
 
 
-Ash ma che fai?!-
 
 
Misty, invece, doveva ancora realizzare la cosa.
Aprì gli occhi e trovò quelli del corvino a pochi centimetri dai suoi. Arrossirono entrambi nello stesso momento.
 
-Levati di dosso!  Ma che ti è saltato in mente!-
 
-Sì…ehi! La colpa è la tua! Che ci facevi ferma sulle scale?-
 
Sciocco ragazzino, così avrebbero capito che stava origliando.
 
-Te lo dico se mi molli.-
 
-Oh…-
 
Piano piano si spostò, permettendo alla ragazza di sollevarsi da terra.
Imbarazzata guardò i presenti uno alla volta. Ash aveva un sopracciglio alzato, stava aspettando la sua risposta, Vera si mordeva le labbra, cercando di reprimere una risata e Serena era ancora sconvolta.
 
-Io ero ferma perché mi stavo sistemando… Tu piuttosto! Perché correvi? Lo sai che non si corre per le scale? Irresponsabile!-
 
Gli fece una linguaccia che Ash ricambiò immediatamente.
A quel punto Vera non resistette più, la sua risata risuonò per tutta la stanza.
 
-Ragazzi dovreste vedervi! Siete uno spasso! Serena risiediti, tranquilla. Prima o poi ci si abitua a questi due!-
 
La biondina si riaccomodò e la colazione riprese in completo silenzio.
 
Più tardi tutti erano intenti nel preparare la loro valigia.
 
Misty sistemò il suo zainetto sulle spalle, fece il codino prese un respiro profondo e si diresse verso la camera di Ash.
Voleva parlargli, non l’avrebbe lasciato andare così. Non oggi.
 
Bussò due volte, nessuno rispose, così aprì la porta, la superò, ma non vi era nessuno.
Si guardò un po’ intorno.
Il borsone era ancora aperto e qualche vestito sul letto, una busta di biscotti al cioccolato sparsa sulla scrivania e le scarpe gettate ai piedi dell’armadio.
Erano passati anni da quando si erano separati, ma il suo disordine lo ricordava ancora, non era cambiato di una virgola.
Sorrise, appoggiò il suo zaino sulla sedia e mise un po’ in ordine la camera.
Il suo sguardo però si posò sul dipinto appeso alla parete.
Lo stile di Tracey era inconfondibile, come i loro volti addormentati. Un lieve rossore le attraversò le gote quando notò i mille cuoricini disegnati.
Allungò una mano verso il quadro, mentre con l’altra richiudeva i biscotti.
 
-Hem, eppure hai appena fatto colazione, non dovresti avere fame.-
 
Il ragazzo entrò in camera sorridendo. Misty lo guardò malissimo.
 
-Stupido! Dovresti ringraziarmi! La tua camera era un caos, come la tua testa!-
 
Ash chiuse la porta e le si avvicinò, togliendole di mano i biscotti.
 
-Grazie Misty…-
 
-Ecco lo sap… eh? Da… davvero? Io… oh ma non ti preoccupare. Non sono brava quanto Brock, ho solo dato una sistematina.-
 
-Ma non per la camera, sciocchina.-
 
La ragazza arrossì, solo qualche ora prima l’aveva chiamata in quel modo.
 
-E per cosa? È la seconda volta che mi chiami così.-
 
-Ora ti metti anche a contarle? Comunque… grazie. Per non aver mangiato tutti i biscotti. Avevo una fame!-
 
-Ma come?! E poi quella che mangia sempre sono io. Dovresti vergognarti! E non ghignare in quel modo! A volte mi fai davvero paura!-
 
Cercando di recuperare un certo contegno Ash ritornò serio. Forse fin troppo.
 
-Misty, ti stavo cercando. Ecco, gli altri sono già tutti pronti. Dovrei scendere a momenti. Ma prima… devo darti una cosa.-
 
Non sapeva cosa aspettarsi da quel ragazzo, certe volte era imprevedibile. E quando aveva quella faccia, la faccia “delle grandi occasioni”, era sempre un po’ spaesata. Inclinò la testa ad un lato, socchiudendo gli occhi.
 
-Una cosa?-
 
-Sì, sì. Chiudi gli occhi.-
 
Accettò controvoglia e li chiuse. Improvvisamente sentì che la sua testa veniva colpita da un oggetto. Aprì immediatamente gli occhi, con l’intenzione di picchiare Ash, ma si ritrovò il suo sorriso davanti e il suo cappello in testa. Incredula lo prese tra le mani, guardandolo con sospetto.
 
-È il tuo cappello? Quello ufficiale, della Lega ufficiale e tutta la trafila? Sul serio?-
 
Il ragazzo ciondolò un po’, portando una mano alla nuca.
 
-È per te, momentaneamente. Perché così saprai che tornerò. E poi per Kalos ne ho un altro.-
 
-Quindi me lo lasci solo perché ne hai un altro?-
 
Ash alzò gli occhi al cielo e scoppiò a ridere, Misty lo seguì a ruota, mentre imbarazzata stringeva il capello.
 
-Io adesso devo andare, devo partire. Pikachu e gli altri mi stanno aspettando.-
 
Raccolse lo zaino, ci mise dentro la confezione dei biscotti, i vestiti puliti e le Poké Balls.
Quando finì di sistemare, Ash si bloccò al centro della camera, donandole uno dei suoi sorrisi più belli.
 
-Ci vediamo presto Mist.-
 
Le si avvicinò e velocemente le scoccò un bacio sulla guancia, correndo via verso la cucina.
Mist.
L’aveva già chiamata una volta in quel modo.
Rimase immobile sulla soglia della porta per dei minuti che a lei sembrarono interminabili, fino a quando dalla finestra non vide Ash e Serena allontanarsi lungo il sentiero che portava all’aeroporto.
Si precipitò fuori dalla stanza, saltò tutti i gradini, attraversò la cucina, aprì la porta d’ingresso e gridò, gridò con tutta la forza che in quel momento possedeva.
 
-Buona fortuna Ash!-
 
Il ragazzo riconobbe la voce, si fermò e guardandosi indietro le rispose, alzando un braccio.
 
-Vincerò Misty!-
 
Riprese il suo cammino con il cuore più leggero, ma incredibili avventure lo stavano aspettando, proprio dietro l’angolo.
 
Una volta atterrati a Kalos si ricongiunsero a Lem e Clem, tornati per assistere alla Lega.
Serena si comportava come aveva sempre fatto, era come se quella piccola vacanza non fosse mai esistita. Ma Ash sapeva che qualcosa, nel suo cuore, era cambiato.
 
 
I giorni trascorsero in fretta e dopo una dura lotta contro Sandro, Ash divenne il nuovo finalista.
Un solo allenatore da battere e il titolo di campione sarebbe stato suo.
Ma quell’allenatore era Alan, uno dei più forti ed il clima che si respirava non era certo dei migliori.
 
Quando Ash finalmente si ritrovò Alan di fronte raccolse tutte le energie e con forza ed orgoglio lo affrontò.
In campo mostrò tutte le sue abilità. Anche Pikachu non fu da meno, la sua Codacciaio mise fuori gioco molti Pokémon ma contro Charizard c’era poco da fare.
Il topino elettrico fu sconfitto dai suoi attacchi.
L’ultima lotta vide come protagonisti proprio il Charizard di Alan contro il Greninja di Ash.
Dopo un breve scontro composto da Lanciafiamme e Taglio la gara entrò nel vivo con le trasformazioni dei due Pokémon.
Era giunto il momento della verità.
La Pietrachiave mise in moto la Megaevoluzione mentre Greninja e Ash si sincronizzarono.
Grazie ad attacchi ripetuti, nonostante lo sforzo dovuto alla sincronizzazione, Greninja sembrava respingere il proprio avversario.
E mentre Charizard sfoderava un Incendio potentissimo, l’Acqualame di Greninja assumeva un colore rossastro ed andava a scagliarsi contro il rivale.
Una forte esplosione riempì il campo lotta.
Al diradarsi del fumo i due Pokémon erano ancora in piedi. Ma solo per pochi secondi; infatti Greninja cadde a terra, decretando la vittoria di Alan.
L’Effetto Sintonia non era bastato per vincere e la sconfitta bruciava ma Ash non ebbe il tempo di riprendersi, il Team Flare aveva attaccato: voleva conquistare Kalos. Ma questa volta niente e nessuno lo avrebbe fermato.
Ed infatti con l’aiuto di tutti i suoi amici riuscì ad evitare il peggio, restituendo a Kalos la sicurezza e la bellezza di prima.
 
Tuttavia a seguito di tutti questi avvenimenti, Ash aveva maturato una decisione: comprendere qualcosa di più sulle mosse Z. Restare lì non aveva più senso.
Ma ciò significava dover tornare a casa e questo lo spaventava un po’.
Il suo pensiero volò verso Misty.
L’aveva delusa, non era riuscito a conquistare il titolo di campione. Per l’ennesima volta.
 
Decise di chiamare sua madre per avvertirla del suo rientro.
Delia fu cordiale con tutti, rinnovò l’invito per Serena e lo rivolse anche a Lem e sua sorella.
Ormai tutti sapevano cosa sarebbe successo di lì a poco e il piccolo Dedenne con la sua Clem ne soffrirono molto.
Anche la biondina aveva preso la sua decisione.
Avrebbe ascoltato Vera e sarebbe andata ad Hoenn. Aveva capito che il suo percorso da allenatrice era appena cominciato, anche se già le mancava Ash, i suoi sorrisi e i suoi incoraggiamenti.
E per questo, prima di partire gli avrebbe lasciato qualcosa, affinché lui si ricordasse di lei sempre.
Aveva preparato tutto, con gli occhi pieni di lacrime li salutò, li abbracciò e poco prima di prendere la scala mobile che l’avrebbe portata al gate si fermò dedicando qualche parola al suo allenatore preferito.
 
-Tu sei il mio obiettivo Ash. Vedrai, diventerò brava quanto te e ti batterò. Inoltre quando ci rivedremo sarò una ragazza molto più carina.-
 
Lui le sorrise, salutandola con la mano.
Infondo non erano poi così diversi, Serena aveva la stoffa da campionessa e aveva capito che per perseguire un sogno bisognava fare dei sacrifici.
Ma ad un tratto la vide girarsi nuovamente nella sua direzione, con un grande sorriso.
 
-Un’ultima cosa… -
 
Sfidando la scala mobile e risalendo quei pochi gradini, Serena colmò la distanza tra lei ed Ash, dandogli un affettuoso bacio sulla guancia e sussurrandogli un “grazie”.
 
Il capitolo Kalos era da considerarsi chiuso.
Con un po’ di malinconia per aver lasciato amici e Pokémon in quella regione tanto magica, il ragazzo salì sul suo aereo.
 
Quando in lontananza vide la sua casa le stelle ormai risplendevano nel cielo notturno di Biancavilla.
Sorrise a Pikachu ed insieme iniziarono a correre.
Bussò e poi vi entrò, ad accoglierlo fu il profumo della la pizza al salame piccante (la sua preferita). Tolse le scarpe e andò alla ricerca di sua madre.
 
-Sono tornato!-
 
 
Dopo una settimana il suo umore nero non accennava a cambiare. Non aveva contattato nessuno e sua madre sembrava seriamente preoccupata. L’unica persona che era andato a trovare era il professor Oak. Questi gli aveva parlato di una scuola, dove le agognate mosse Z potevano essere apprese.
Certo, il problema era la distanza.
Stava quindi programmando un altro viaggio a breve. Ma non sembrava molto entusiasta, dormiva quasi tutto il giorno e quando non era in camera sua, era in giardino, ad allenarsi con Pikachu.
Così un giorno, per allentare la tensione, la signora Ketchum gli raccontò del nuovo viaggio che Drew e Vera avevano intrapreso, verso una regione sconosciuta.
 
-Sai, quei due sembrano davvero felici. Non credi anche tu, caro, che viaggiare con qualcuno renda i posti più belli?-
 
Ash sollevò lo sguardo dal panino che stava divorando, con un’espressione piuttosto sorpresa.
 
-Ma mamma, io viaggio sempre con qualcuno.-
 
Delia gli si avvicinò piano, prendendo posto accanto a lui sul divano.
 
-Io intendevo con qualcuno di speciale.-
 
Oh.
 
-Non so proprio di cosa tu stia parlando…-
 
Il ragazzo posò il panino sul tavolo, gli era passata la fame. Prese un bicchiere e ci versò da bere. Quella era la conferma che sua madre stava cercando. Era successo qualcosa.
 
-Hai chiamato Misty per dirle che sei tornato? Sinceramente mi aspettavo di vederla qui, uno di questi giorni.-
 
Ad Ash per poco non andò di traverso l’acqua. Sia perché non si aspettava che il suo nome venisse fuori così, sia perché, in fondo si sentiva in colpa. Ma molto in fondo.
 
-Co…cosa c’entra Misty adesso?  E comunque no, non l’ho chiamata. E ora scusa ma devo controllare una cosa in camera.-
 
La donna scosse la testa, suo figlio era un tipo davvero testardo. Per quanto ancora avrebbe fatto soffrire quella ragazza? Lo vide allontanarsi di corsa e salire su per le scale. Era palese che volesse evitare l’argomento.
 
-Mio figlio… tutto suo padre. Andiamo Mr. Mime! C’è un giardino pieno di fiori che ci aspetta!-
 
 
Ash era disteso sul letto, con le mani tra i capelli scompigliati. Pikachu gli saltò addosso, costringendolo ad alzarsi.
 
-Ahia Pikachu! Mi hai fatto male!-
 
-Chaa.-
 
-Non sbuffare! Comunque amico, volevo ringraziarti. Anche se non abbiamo vinto sei stato grandioso. Sono sicuro che impareremo molte altre cose ad Alola.-
 
Tornò indietro con la memoria, ripercorrendo quegli attimi.
Aveva perso e non se l’aspettava. Certo, il pubblico continuava a sostenerlo, ad incoraggiarlo, ma durante le battute finali aveva trattenuto il fiato con lui.
Quel silenzio gli aveva ricordato la battaglia all’isola di Trovita, Squirtle quasi a terra, lui senza speranze… ma una voce, la sua voce, l’aveva aiutato ad ottenere la Stella degli Abissi.
Ecco.
Lei avrebbe gridato, sfidando quell’orribile silenzio.
Gli avrebbe detto di darsi una mossa, perché non poteva perdere. Non lui.
 
Ash dovette ammetterlo. Aveva paura, paura di trovare i suoi occhi pieni di amarezza, Serena si sbagliava. Non poteva essere un obiettivo da raggiungere.
Aveva fallito anche questa volta (ora capiva come si sentiva il Team Rocket).
Ma questa sua ostinazione, lo allontanava solamente da Misty.
E non andava bene, non voleva assolutamente.
 
Chiuse gli occhi. Fece un respiro profondo.
Una nuova consapevolezza si fece strada, a fatica, dentro di lui.
Stava per prendere una decisione difficile, ma necessaria. O almeno era quello che credeva, ormai niente era più sicuro.
Forse Misty aveva ragione quando definiva la sua testa un caos.
Sorrise a Pikachu che aveva avvertito il cambiamento nel suo allenatore e che lo stava guardando sorpreso.
 
-Andiamo Pikachu! Abbiamo un viaggio da affrontare, non molto lontano da qui!-
 
Gli fece l’occhiolino, facendolo salire sulla sua spalla ed insieme uscirono di casa.
Destinazione: Celestopoli.
 
 
Quando si ritrovò il portone della palestra di fronte, un pezzo di coraggio e determinazione di Ash volò via.
L’ultima cosa che voleva in quel momento era litigare con Misty, ma non si aspettava di certo che gli saltasse al collo (anche se un po’ ci sperava).
 
Citofonò, in attesa di una risposta.
La porta si aprì e una chioma bionda lo salutò affettuosamente.
 
-Cerchi nostra sorella, eh Ash?-
 
Annuì, titubante. La ragazza ritornò dentro e la sentì urlare.
 
-Misty! Scendi subito. C’è il tuo ragazzo che ti aspetta!-
 
Cosa? Così non sarebbe mai scesa! Il suo ragazzo? Perché? Aveva un ragazzo? Ma lui non era il suo ragazzo…
In quel momento avrebbe preferito scappare, poi la voce di Misty lo raggiunse.
 
-E chi sarebbe questa volta colui che si finge il mio ragazzo?-
 
Ash non stava capendo un granché. Era già successo che qualcuno si presentasse come suo fidanzato?
Ma lui perché era andato lì? Ah sì, per chiarire…
Ogni dubbio però, fu spazzato via quando incrociò i suoi occhi.
 
L’espressione della ragazza cambiò repentinamente da sorpresa a triste a furiosa.
Sentiva la rabbia e la delusione crescere sempre di più. Reagì d’impulso.
Spinse Ash fuori, chiuse la porta e gli puntò un dito sul petto.
 
-TU! Con quale faccia tosta ti ripresenti a casa mia?!-
 
-I… io lo so di averti delusa… ma sono qui per… -
 
-Non mi interessa! Certo che mi hai delusa!-
 
Al ragazzo si aprì una voragine nel petto, aveva ragione. I suoi pensieri, le sue previsioni erano giuste. Misty non voleva più avere a che fare con lui, con un eterno perdente. Voleva ritornare a casa. Era stato un grande errore andare lì.
Le voltò le spalle, trascinandosi dietro un Pikachu molto reticente ad abbandonare quel luogo.
Tuttavia Misty continuò ad urlargli contro.
 
-Fermo! Non ho finito con te!-
 
Che coraggio! Non sarebbe stato lì a sorbirsi i suoi insulti.
 
-E invece sì! Non voglio sentirti dire che sei arrabbiata con me perché ho perso un’altra Lega! Io ho fatto tutto quello che era in mio potere. Quindi ora, se non ti dispiace, andrei a casa.-
 
Ah.
Ora era tutto più chiaro. Ma cosa pensava? Che stesse così per una sciocca Lega? Era proprio un bambino!
Misty strinse i pugni, cercando di calmarsi. Ma ogni tentativo era vano.
Delle lacrime iniziarono a rigarle il volto, le asciugò con il polsino della felpa che indossava.
 
-Sei uno stupido che pensa solo ai Pokémon! Non ti accorgi che hai fatto qualcosa di molto più grave? Non cambierai mai!-
 
Ash si stupì di quella reazione. Che altro motivo poteva esserci?
La vide correre via, lontano. Verso il promontorio. Decise di inseguirla.
Dopo un enorme sforzo (Misty correva davvero veloce!) la raggiunse. Le prese un braccio e l’attirò a sé, abbracciandola forte.
 
-Non so perché tu abbia reagito in quel modo, ma voglio dirti che ti ho pensata durante tutto questo tempo…-
 
La ragazza riuscì ad allontanarsi da lui, piangeva ancora.
 
-Ma davvero non lo capisci? Io non ci credo. È proprio “tutto questo tempo” il problema! Tu non c’eri quando avevo bisogno di te! Non c’eri! Ti ho aspettato, ho aspettato settimane! Ma non sei mai venuto a trovarmi! Che dovrei pensare? Che ti sei dimenticato di me. E poi, ti presenti così. Come se niente fosse. Cosa vuoi da me?-
 
Il petto le si alzava ed abbassava a causa del pianto, mordendosi il labbro inferiore aspettava una risposta, un segno. Ma non arrivò niente di tutto questo.
E la cosa la lasciava di sasso, si arrabbiava di più ogni secondo che Ash faceva silenziosamente passare.
 
Poi, pian piano le si avvicinò, prendendole una mano.
 
-A che serve dirti che mi manchi, se poi comunque non possiamo farci niente?-
 
Misty aprì e richiuse la bocca per la sorpresa, poi scosse la testa. Ridendo, ma non per la gioia.
 
-Stai scherzando, vero? Io me ne vado. Non so più come fartelo capire. Lasciami stare, una buona volta.-
 
Forse doveva veramente lasciarla andare, di nuovo.
Di nuovo? Avrebbe nuovamente commesso lo stesso errore, mettendo in primo piano lui, i suoi sogni, le sue priorità?
No. Questa volta no. Alla fine Misty cos'era? La sua Lega preferita, quella che non avrebbe voluto perdere per nessuna ragione al mondo.
Ma prima doveva accertarsi di una cosa.
 
-È davvero questo che vuoi? Vuoi che io ti lasci andare? N… non scappare.-
 
Misty chiuse gli occhi, facendo dei grandi respiri. Poi guardò le loro mani, ancora intrecciate. Di riflesso Ash la strinse più forte.
 
-Dammi un motivo. Dammi un motivo per il quale dovrei stare qui.-
 
Era giunto il momento, ora o mai più. Sentiva che una parola sbagliata, avrebbe potuto allontanarla per sempre da lui.
 
-Perché… perché una volta eri tu che mi impedivi di scappare. Ti ricordi? Quell’assurda storia della bicicletta. Io… io ora non lascerò che tu fugga via da me.-
 
Dove voleva arrivare? La ragazza sentiva che lentamente, il calore delle loro mani unite faceva scemare ogni emozione negativa, gli concesse un piccolo sorriso, per poi incoraggiarlo ad andare avanti con il discorso.
 
-Io… certo che ricordo. E, per la cronaca, me la devi ancora la bici.-
 
Ash aprì il suo viso in uno splendido sorriso, avvicinandosi ancora di più. Guardò per un attimo i suoi piedi, poi prese coraggio.
 
-E se invece della bici ti dessi il mio cuore?-
 
Questa era l’ultima cosa che quella sera Misty si aspettava di sentire.
Lo attirò a sé e lo abbracciò.
 
-Idiota! Il mio lo avevi già da un po’, ma non te ne sei mai accorto!-
 
-Scusami… lo prendo come un “sì, va bene”?-
 
Misty soffocò le risate sul petto di Ash, stringendolo ancora più forte.
 
-Assolutamente no. Voglio anche la mia bici!-
 
Lui le sollevò il mento con due dita, poggiò la sua fronte a quella della ragazza, facendo sfiorare i loro nasi e con una lentezza estenuante incontrò le sue labbra, che non aspettavano altro.
 
Quella notte, la passarono insieme, mano nella mano, percorrendo tutta la costa di Celestopoli, guardandosi in silenzio, perché la felicità non fa nessun rumore.
 
 
FINE.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota: Ho finito! Non ci credo! Scusate per l’immenso ritardo. Ma l’ispirazione era andata sulla Luna e non voleva più ritornare…
Spero vi piaccia, io ci ho messo tutto il cuore, è stata la mia prima storia e ci sono molto affezionata.
Ho modificato i primi capitoli per adeguarli meglio al cambio di stile che penso di aver subito.
E adesso passiamo ai ringraziamenti!
Vorrei ringraziare la mia amica Cipi che pur essendo estranea ai meccanismi di EFP mi ha sempre supportata (sopportata)!
Poi vorrei ringraziare Natsu_94 (ecco i tuoi diritti!!) per la frase romantica di Ash!
Ringrazio chi ha sempre recensito: la mia blackama (spero continuerai a seguirmi!), poi Natsu_94, redxisback, Frida Hgar e fervens_gelu_ (che mi ha aiutata a migliorare).
Chi ha messo la storia tra le preferite: Frida Hgar, Natsu_94, _hugmejace_.
Chi tra le ricordate: kamura86.
Chi tra le seguite: blackama, BlakieMaalivatien, fedepiper91, Gulminar, Sephiroth86.
E poi tutti i lettori silenziosi, siete tantissimi! Fatemi sapere cosa ne pensate.
Io ritornerò molto presto, perché ho un sacco di progetti!
Alla prossima!!
 
 

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