Kourt

di aki_bunny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chap. 1 ***
Capitolo 2: *** chap. 2 ***
Capitolo 3: *** chap. 3 ***
Capitolo 4: *** chap 4. ***



Capitolo 1
*** chap. 1 ***



Erano le 7.00 quando la sveglia cominció a suonare. Aprì lentamente gli occhi e, non appena riprese piena coscienza, si accorse di avere il braccio di un'addormentato Siebold che l'avvinghiava a sè. Sorrise e gli accarezzó i morbidi capelli biondi, poi si liberó dalla presa e raggiunse il bagno. La sera prima aveva lasciato li i vestiti da lavoro, accuratamente ripiegati sul ripiano in marmo bianco del lavandino, pronti per essere indossati. Accese l'acqua della doccia, si acconciò i capelli in uno chignon e, non appena fu calda abbastanza, vi ci si infilò sotto, lasciando che il tepore la svegliasse, sciacquando accuratamente il viso ed evitando di bagnarsi la folta chioma bianca. 
Aveva appena lasciato l'appartamento di Siebold: era notevole. Era uno dei grossi complessi condominiali che si affacciavano sulla Lumiouse Tower, e lei lo adorava perchè, dalla grande vetrata che fungeva da muro sulla parete piú esterna, poteva vedere il grande spettacolo che era Lumiouse City la notte. In piú, le era comodissimo perchè era a pochissimi minuti dall'hotel Richissime, dove lavorava. Ripensó a 3 anni fa, quando abitava col nonno a Couriway Town, giorni in cui doveva svegliarsi molto preso e, in qualsiasi condizione atmosferica, farsi 25 minuti a piedi e di corsa per non fare tardi a lavoro. All'hotel aveva diverse mansioni: occuparsi del servizio in camera, rifare e pulire le stanze, trovare gli oggetti smarriti: il suo bel da fare, insomma. Era qui che aveva conosciuto Siebald. Una sera Malva, ospite abituale nella Royal Suite dell'Hotel, aveva fatto una specie di piccolo party con tutti i capopalestra della regione e i suoi colleghi della Pokemon League. Lei si era occupata del servizio in camera ed aveva avuto l'ordine di stare sempre al piano, nel caso fosse servito qualcosa. E proprio mentre era li, seduta sul davanzale della finestra del piano che guardava fuori verso le luci della Lumiouse Tower, Siebold era uscito dalla porta della Royal Suite e le si era avvicinato. Si vedeva che era un tipo parecchio sulle sue, sicuramente non da feste. 
'Bella festa, non c'è che dire. Ma non credo tu te la sia goduta quanto noi.' le aveva detto, guardandola negli occhi.
' sono felice che le sia piaciuta. Abbiamo fatto del nostro meglio per accontentare le richieste della signorina Malva' aveva risposto cortesemente lei.
' già.. sono Siebold.' le aveva detto poi, allungano la mano verso di lei. Portava un completo giacca e pantalone bianco e attillato, che mostrava il fisico asciutto e allenato. Le maniche della giacca erano arrotolate fino al gomito, e le vene risaltavano sull'avambraccio. Gli occhi erano azzurri, il volto molto bello, e i capelli erano biondo chiaro, quasi quanto il suo, un po' scompigliati.Ricordó di averlo trovato molto attraente.  
' Kourtney.' le aveva risposto lei, accettando la stretta di mano e gli aveva sorriso.
' Ti da noia se fumo?' chiese poi.
Lei rispose di no, e lui tiró fuori dal taschino interno della giacca un pacchetto di sigarette. Ne sfiló una e chiese se ne voleva, lei rispose di no. Lui l'accese e cominció a fumare, guardando fuori.
' Sei molto bella. Se ti avessi vista in giro di avrei fatta una modella di Video Musicali, non una cameriera.' disse poi, guardando anche lui verso la piazza della città.
'L'ho fatto, per un po'. Poi mi sono stancata e ho cercato qualcos'altro.' aveva ribattuto, e aveva rivolto lo sguardo verso di lui. Guardava fuori, e negli occhi brillavano le luci riflesse della città.
' Capisco. ' aveva fatto un'altro tiro, inspirato lentamente e aveva buttato fuori una nuvola di fumo denso. ' Adoro questa città. Passo tutto il giorno chiuso in una stanza, sfido un numero inimmaginabile di persone, non vedo altro che le loro facce concentrate sulla lotta. Ma quando finisco il turno e torno a casa la sera, le luci della città, il via vai di gente.. è qualcosa di bellissimo.'
' Anche a me piace molto. Viene spesso qui in città? ' chiese lei.
Lui spense la sigaretta dopo soli 3 tiri, la gettó in un portacenere li accanto e tornó ad appoggiarsi alla finestra, stavolta guardando lei. 
' ci abito. In un appartamento che si affaccia sulla Lumiouse Tower, precisamente.'
' Wow. Dev'essere una bella vista.' gli sorrise lei. 
Lui sorrise a sua volta, osservando il suo viso. Poi abbassó lo sguardo, sulla camicetta leggermente sbottonata, sulle gambe accavallate, sulla minigonna. Allungó una mano verso i suoi lunghi  capelli biondi, ne prese una ciocca e cominció a giocherellarci. 
'CAMERIERA!!!! ABBIAMO FINITO LE TARTINE DI BACCABABA!!!!' urló Malva, evidentemente alterata dal trucco succo di Vino di Baccauva ( per chi non lo sapesse, fortemente alcolico ).
Kourtney fu giù dal davanzale in un secondo, prima che Malva potesse volgere lo sguardo verso la finestra e vedere lei e Siebold.
' Arrivano, signorina.' disse, e si avvicinó al telefono del piano. ' Antoine, 2 vassoi di Tartine di Baccababa. Grazie mille.' Riattaccó il ricevitore. Malva nel frattempo di era accorta della presenza di Siebold.
'Siebold, la solita noia. Perchè non ti unisci alla festa?!? Vieni a bere un po' di Succo di Baccauva dai, Wikstrom ne ha fatto il pieno e sta per cantarci una canzone!!' strilló lei, avvicinandosi a Siebold e strusciandosi al suo braccio. C'era un interesse da parte di lei, ovviamente. 
Lui si staccó con freddezza. ' Stavo per andaremene in realtà, e credo che dovreste farlo anche voi tutti. Abbiamo tutti un lavoro a cui tornare domani' fece, serio.
' Ma se la festa è appena cominciata!!!!' ribadì lei, scioccata.
Lui non rispose, ma si limitó a guardarla freddamente.
'pff.' fece lei, e tornó indignata in camera, sbattendo la porta.
Kourtney era rimasta in piedi accanto al ricevitore tutto il tempo, in silenzio. Arrivarono i vassoi di tartine e furono portati nella Suite da due camerieri in giacca e cravatta, che riuscirono con 4 vassoi vuoti e tornarono velocemente giù con l'ascensore. 
Lei si avvicinó di nuovo alla finestra e vi si risedette. Lui era rimasto immobile, con le schiena appoggiata al davanzale e le braccia incrociate davanti a lui. Tornarono a guardarsi.
' io credo' cominció poi Siebold ' che tutti e due vogliamo la stessa cosa. O forse mi sbaglio?' domandó poi. 
' No, non credo che stia sbagliando.' fece lei.
' dammi pure del tu' le sorrise. Bei denti: regolari, bianchi, allineati. Come i suoi.
' allora, non stai sbagliando' si corresse.
' bene.' concluse lui. Si avvicinó a lei e si scambiarono un bacio lento, lui partì accarezzando delicatamente il ginocchio ed arrivó fino alla coscia. Allungó la mano sotto la minigonna, le morse il collo. Poi si staccó.
' Ti vorrei stasera, ma immagino che a festa finita avrai il tuo bel da fare tra il pulire e lo smontare. Ti trovo qui domani alle 17?' chiese.
' No, giorno libero. Ma sono qui tutti gli altri giorni. ' Scese dalla finestra, si sistemó la gonna, e guardó l'orologio al suo polso. 'Scusa ma sono le 23.30, devo andare a dare le disposizioni per la torta. Ci vediamo.' si voltó e si diresse a passo veloce verso l'ascensore: chi avrebbe sentito Malva se le fette per tutti gli invitati fossero arrivate alle 23.42 invece che alle 23.40??

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Capitolo 2
*** chap. 2 ***






Dopo il loro primo incontro, lei e Siebold si erano cominciati a vedere regolarmente almeno 3 volte a settimana. Di solito uscivano a cena fuori, solitamente in ristoranti molto esclusivi, facevano una passeggiata per la città notturna e parlavano, poi andavano a casa di Siebold, dove passavano la notte. Lui era affascinante, brillante, potevano parlare di molti argomenti senza mai stancarsi, passavano insieme delle nottate molto piacevoli, e quindi in poco tempo la cosa diventó seria. Siebold la ufficializzó portando Kourt con sè ad un party, sempre con la solita compagnia di campioni della Lega e capopalestra, e non ci fu bisogno di presentazioni: tutti capirono, e tutti erano felici che l'arido Siebold avesse trovato qualcuno che lo rendeva meno arido. Non litigavano, non c'erano problemi tra loro, e lui era l'uomo piú felice sulla terra. Poteva vantarsi di avere al suo fianco la donna piú bella di Kalos.. ma lei?
Kourtney era stata per molto tempo confusa sulla situazione, fino a che un giorno si era decisa: lei non lo amava, Siebold. Non lo aveva mai amato! C'era attrazione tra di loro, ed era impossibile negarlo. Ma no, non era amore. Rendersene conto, dopo un lungo periodo di confusione e meditazione, era stato facile. Dirlo a Siebold.. non lo fu molto. Ma Kourtney fu chiara sulla cosa, gli disse che non pensava di amarlo, che c'era attrazione fisica. Lui c'era rimasto molto male e non l'aveva contattata che due settimane dopo la loro chiaccherata, dicendole che era ok, che potevano essere 'amici con benefici', che per lui andava bene così, e che forse non l'aveva mai amata neanche lui. A questa ultima affermazione Kourtney credette poco, ma il giorno dopo si videro e passarono una bella serata/nottata insieme, e la cosa andó avanti fino ai giorni nostri. Kourtney camminava tranquilla, il freddo vento autannale le sferzava le cosce e le alzava la gonna, praticamente costringendola a tirarsela giù ogni 2 secondi. Fu in breve tempo davanti all'Hotel, ed inizió una nuova giornata di lavoro.


Uscì piú o meno alle 17, arrivó in South Boulevard e si infiló in un vicoletto dopo un certo bar, infiló la chiave nel portone, lo aprì e richiuse la porta. Fece tutti e quattro i piani di scale ( non avevano l'ascensore perchè si era guastato 2 mesi fa, e nessuno dei coinquilini aveva voluto saperne di mettere da parte una cifra per chiamare qualcuno a risolvere il problema ) e finalmente giunse alla sua porta. Era riuscita ad affittare quella mansarda dopo i primi 3 stipendi del Richissime e vi si era trasferita per comodità. Non era male, per lei. C'era una cucina con lavandino, forno e microonde, un piccolo frigo vintage, un tavolo con due sedie, un divano patchwork, un armadio ed un comodino di legno, ed il letto. Ed ovviamente, da buona mansarda che si rispetti, aveva un lucernario che le permetteva di salire sul tetto e ammirare la Lumiouse Tower e tutte le luci della piazza che non erano nemmeno così lontane. 
Appena entrata, posó la borsa sul tavolo al centro della stanza e si accucció per salutare il suo Espeon che, avendola sentita entrare, era sceso dal divano e si era avvicinato per salutarla. Adorava il suo Espeon, e non solo perchè era paziente, placido ed indipendente: con Espeon poteva parlare, perchè lui sapeva leggerle nella mente e, sempre sul piano mentale, poteva parlare con lei.
' Bella giornata, eh?' fece Espeon.
' giá.. stancante, ma una bella giornata. Hai dormito tutto il giorno?' chiese.
' Essssatto. E non c'è miglior giorno per dormire che una giornata ventosa come questa!' esclamó poi. ' Non sei tornata ieri sera. Eri da quel tipo, eh?' domandó.
Kourtney si era tolta le scarpe e si era messa a sciaquare una pila di piatti ammassati nel lavandino.
' si, serata tranquilla. Siamo andati al Sushi High Roller.. una favola quegli onigiri!' 
' sei sicura che sia ok? dico, uscire con Siebold.. alla fine sappiamo tutti e due cosa provava per te, e forse questa situazione non lo mette proprio nelle condizioni migliori per dimenticare ed andare avanti. Non dirmi che non ci avevi pensato.' fece Espeon, con la sua solita malizia.
Si asciugó le mani, portó una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si voltó verso il pokèmon. Guardó i grandi occhi viola, infastidita.
 ' non ne avevamo giá discusso? lui ha detto che va bene cosi. Non ti impicciare sempre negli affari miei, santo cielo.' 
' come siamo irascibili.' fece Espeon, sogghignando maliziosamente e muovendo la coda. 'ma, cara la mia Kourt, l'amore non rende obbiettivi. Lui ti dice che va bene ma nessuno di noi, e forse neanche lui, crede che sia una situazione da cui puó trarre vantaggio.' Saltó giú dal tavolo, salí sul divano, si arrampicó fino al lucernario aperto e sparí fuori.
Si, lo sapeva anche lei.. e allora? Non era la babysitter di Siebold. Non era sua mamma. Siebold era un uomo grande e vaccinato e se dopo due settimane si era deciso e la cosa era andata avanti per un mese, evidentemente la situazione non gli creava svantaggio! ... ma Kourtney sapeva che non era cosí. Espeon aveva ragione, e sapeva che lei lo sapeva. Ma allora perchè continua a fare questo a Siebold?
Forse si sentiva sola? Forse non era vero che per lui non provava nulla? Forse si divertiva a passare la notte con lui? O forse le piacevano i regali e le cene in ristoranti esclusivi? Forse tutte, forse nessuna.. non lo sapeva. Non riusciva ad immaginarlo. 
Si sdraió sul letto, fissando il soffitto. Aveva bisogno di un consiglio da amica. Prese il cellulare e compose un numero. 

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Capitolo 3
*** chap. 3 ***


chap.3
Sdraiata sul letto con i pensieri che vagavano nel cielo sopra la sua testa visibile dal lucernario, Kourtney ascoltava li squilli del telefono che sembravano rimbombare nello spazio tutto intorno a lei, dentro di lei, finché non rispose una voce dolce.
'pronto?' chiese la voce dall'altra parte del telefono.
'hey, sono io.' disse Kourt, ancora con la testa tra le nuvole, giocando con una ciocca dei lunghi capelli biondi.
' Kourt! È una settimana che non ti sento, pensavo fossi morta sotto un letto dell'Hotel Richissime' rise Viola, la sua migliore amica.

Viola e Kourt si erano conosciute quella che sembrava una vita fa alla scuola per Allenatori di Santalune City. Erano solo delle bambine quando erano diventate migliori amiche e non si erano mai separate...Kourt era impulsiva, passionale, indecisa, testarda, e Viola era la sua controparte: razionale, distaccata, tranquilla ma anche determinata. Quando aveva bisogno di aiuto, Kourtney sapeva che poteva sempre chiedere all'amica, perché le avrebbe aperto gli occhi e l'avrebbe fatta ragionare sul da farsi.

'oberata di lavoro, ma sto bene' sorrise Kourt dall'altra parte del telefono. 
' immaginavo! ' rise Viola. 'Allora, come  vanno le cose? Sono abituata a sentirti tutti i giorni e a raccontarti qualsiasi cosa mi succede, quindi ho un sacco di cose da dirti!' continuò poi.
' un po' di problemi.. cioè, io ero tranquilla prima che Espeon mi mettesse in testa che forse.. forse sto sbagliando con Siebold. Mettiamo in chiaro una cosa, io SO che forse non è un comportamento corretto il mio ma..' stava cominciando Kourt, senza neanche pensare a ciò che diceva, ma sputando le parole che aveva tradotto da quei pensieri che avevano fino ad ora vagato nel cielo sopra la sua testa. 
' Kourtney. Kourtney. Respira.' disse Viola dall'altro capo del telefono. ' forse questo argomento andrebbe trattato davanti ad una cena. E del vino.. molto vino.' affermò.
' si, hai ragione. Ma così, d'impatto... cosa ne pensi?' chiese, troppo curiosa per aspettare.
' togli pure l'impatto, ha ragione Espeon. Prendo due pizze e ti raggiungo  a casa tua tra 2 ore' fece, decisa.
' sei un angelo.. ti aspetto. Ah! e se non fossi qui quando arrivi la chiave è..' 
'sotto il tappetino, lo so. A dopo, Kourt' riagganció ridacchiando.
Kortney mise il telefono accanto a lei sul letto. Il cielo delle 17.30 era di un rosa indefinibile; c'era del pesca dentro, un po' di lilla, un po' di azzurro, un bel po' di arancione, una decisa dose di rosso.. non avrebbe mai saputo disegnarlo, pensò. 
Poi si alzò: mancava il vino. Doveva fare un salto a comprarlo.
Si tolse la divisa da lavoro, indossó un paio di jeans strappati, una felpa corta rosa e delle sneakers nere: in un attimo fu fuori dalla porta.
Mentre camminava tranquillamente per i marciapiedi di Lumiouse City, non riusciva a smettere di pensare a che cosa avrebbe detto a Viola. Non voleva sembrare una sciocca sprovveduta, neanche alla sua migliore amica che la conosceva da una vita; cercò delle argomentazioni a suo favore nel groviglio di pensieri confusi nella sua testa. 
Come aveva detto ad Espeon, Siebold era un uomo grande, intelligente, capace di badare a se stesso. E lei sapeva benissimo che non era l'unica ragazza con cui Siebold aveva avuto questo tipo di relazione nel corso dei suoi 30 anni.. quindi, perché preoccuparsi? Un uomo abituato a questo tipo di relazioni dovrebbe essere abbastanza bravo da non farsi prendere dai sentimenti. E poi, da quando questa loro nuova 'relazione' era iniziata, lui non aveva dato neanche una volta l'idea di essere un uomo asservito al suo volere, troppo innamorato per rendersi conto delle sue azioni. 
Purtroppo pero' mentre ipotizzava queste cose, già la sua testa le demoliva tutte. Erano tutte costruzioni, tutte scuse che metteva davanti ad una grossa domanda, scritta a caratteri CUBITALI nella sua testa, forse stampata sulla sua fronte.. si chiedeva se quella ragazza che le stava passando accanto con il suo Furfrou al guinzaglio poteva vederla. Era: Perché non lasci andare Siebold? 
Arrivò davanti alla porta automatica a vetri del supermarket: era il momento di cacciare questi pensieri e scegliere un vino che potesse andare bene sia con una pizza ai funghi che con una pizza würstel e patatine. 

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Capitolo 4
*** chap 4. ***


In realtà, né lei né Viola erano grandi intenditrici di vino, perciò qualunque cosa prendesse andava bene. Di solito la sua scelta si basava esclusivamente sul prezzo e su quanto fosse carina la bottiglia.

Mentre fissava gli scaffali di alcolici, Kourt pensava che la prima volta in cui aveva bevuto vero e proprio vino pregiato era stata con Siebold.. cercò di scuotere via quel pensiero dalla sua mente. Possibile che alla fine tutto la riconducesse a Siebold?

Alla fine scelse le due bottiglie più economiche ed uscì dal negozio.

Il piccolo super market era solo a qualche minuto dal suo appartamento, ma Lumiouse City alle 18 era così bella, con il tramonto che scendeva dietro i palazzi, con quella luce rossastra che ne colorava il grigiume, con quel piacevole vento di settembre, che decise di fare la strada lunga e di passare dall'altra parte ( per chi non fosse mai stato a Lumiouse City, la città è un cerchio: se Kourt percorresse il cerchio in senso orario, sarebbe a casa in pochi minuti; se lo percorre in senso antiorario, si fa tutta la città a piedi per tornare quasi nello stesso punto in cui si trova ora).

Camminava a passi decisi ma senza fretta, respirava a pieni polmoni l'aria fresca delle sere settembrine, e vedeva persone che uscivano dal lavoro, gruppi di allenatori con i loro pokèmon diretti al centro pokèmon, gente che camminava veloce parlando al telefono, coppiette che si godevano una bella passeggiata, degli anziani seduti al bar tutti presi in un'animatissima discussione sulla campionessa della Lega.. questo la fece pensare al nonno. Si sentivano una volta a settimana tramite pokègear, ma non si erano più visti da quando Kourt si era trasferita a Lumiouse City. C'era stata una grossa lite in proposito, perchè il nonno era proprietario di una grossa catena di alberghi in giro per Kalos, ed il suo sogno era che la nipote continuasse l'attività, ma Kourt aveva altri piani.

Forse sarebbe dovuta andare a trovarlo.. chi lo sa.

Stava vagando assorta nei suoi pensieri, tanto assorta che le persone che le passavano accanto sembravano tutte pedine senza volto, masse colorate con una meta precisa, e lei era l'unico punto definito. Ma non è forse sempre così? In quel momento, qualcosa catturò il suo sguardo.

Un lungo cappotto giallo, un caschetto di capelli rossi: una ragazza seduta su una panchina. Ma c'era un odore.. un odore che le era familiare. Focalizzò l'attenzione sulla ragazza, e si accorse che non era sola.

 

 

 

Lunghi capelli color cioccolato, occhi nocciola, spalle larghe e colonia agli agrumi..Calem? Erano passati secoli dall'ultima volta che lo aveva visto. C'era stato qualcosa tra loro ai tempi della scuola per allenatori, ma era passato tantissimo tempo.. il tempo che aveva passato con Calem era un ricordo netto ma dai contorni sfuocati: ricordava le passeggiate lungo i percorsi che dividevano le loro città natali, i giri in due sulla stessa bici, le corse con i pattini, le lotte pokèmon, i gelati, i cappuccini al bar.. ma ormai non erano altro che ricordi.

Calem era seduto sulla panchina accanto alla ragazza con il cappotto giallo, e le pareva proprio che ci fosse del tenero. Già, i vecchi tempi erano ormai andati. Un tempo forse quelli erano loro due, lei era la ragazza con il cappotto giallo e lui era il solito dolce, calmo Calem.. ma ormai non erano altro che ricordi sfuocati. Mentre guardava distrattamente la coppia scherzare sulla panchina, appoggiata ad un lampione, le tornarono in mente tanti ricordi.

Ricordò l'ultimo giorno della scuola per allenatori: si erano promessi, quel giorno, che nonostante la scuola fosse finita avrebbero trovato tempo per vedersi tutti i giorni. Per un po' era durata, ma poi avevano cominciato a vivere vite diverse: Calem si era davvero convinto di voler diventare un allenatore professionista, mentre per Kourt ormai era una difesa personale, forse un gioco.. ma niente di serio. Lei ormai lavorava a tempo pieno da suo nonno, lui correva in giro per tutta Kalos in cerca di sfidanti e palestre.. ed il tempo per incontrarsi venne meno. L'interesse ad incontrarsi venne meno.. ormai non c'era più niente di comune, ed il sentimento non era così forte da tenerli uniti. Quindi era finita.

“...Kourtney!!” il richiamo la risvegliò come una sveglia da un sonno profondo.

“ Hey! Tutto bene? Ti ho vista da là in fondo e ti ho chiamata ma sembravi persa nei tuoi pensieri! Forse lo eri, come sempre” sorrise Calem.

“ehm.. scusami Calem.. è bello rivederti. Come stai?” sorrise a sua volta.

Che stupida.. era talmente presa dai suoi ricordi che non si era neanche resa conto che lui era venuto verso di lei e aveva cominciato a chiamarla.. non una bella prima impressione dopo tutti quegli anni in cui non si erano visti.

“ io tutto bene! Sono appena tornato da Cyllage City! Ho sfidato la palestra e...” tirò fuori dal taschino della giacca di pelle un porta medaglie in velluto rosso: Kourt riconobbe la medaglia che Grant conferiva a coloro che riuscivano a sconfiggerlo. Notò che, nonostante fosse partito per il suo viaggio da allenatore da un bel po' ormai, le medaglie non erano molte, ma splendenti e tenute con cura.

“Congratulazioni Calem! Sono sicura che batterai anche Diana un giorno” lo incoraggiò lei.

“ beh sì.. speriamo bene. E tu? È passato un secolo..che fai? Tuo nonno mi ha detto che ti sei trasferita qui e che hai anche un buon lavoro! Sono contento per te Kourt. “ il sorriso di Calem era sempre così dolce, incapace di fare del male.. a differenza del suo.

“ sì, non è stato facile per il nonno accettare la cosa ma.. non sono la persona giusta per ereditare l'albergo. Penso che ormai se ne sia fatto una ragione. Sto bene.. mi piace qui. “ in realtà non sapeva bene cosa dire di sé.. c'era tutta la storia di Siebald ma.. non era il caso.

Vide la ragazza con il cappotto giallo avvicinarsi.

“ scusatemi.. Calem, abbiamo prenonato per le 19.. solo le 19 meno un quarto. “ disse gentilmente la ragazza con il cappotto giallo.

“ ah sì! Jade, questa è Kourt. La mia.. migliore amica ai tempi della scuola per allenatori.” fece lui, un po' imbarazzato.

Migliore amica? Ma capì che forse non era il caso di rinvangare il passato.

“ oh piacere! Sono Jade. “ sorrise lei.

“Kourt” si strinsero la mano.

“ bene Kourt.. è stato bello vederti! Dovremmo andare a bere qualcosa insieme uno di questi giorni, finchè sono ancora in città.. hai sempre lo stesso numero del pokegear? “

annui con la testa.

“ok, mi faccio sentire io! Ciao Kourt!”

ed i due si allontanarono a passo veloce, tenendosi per mano.

 

 

“ e non me l'ha neanche presentata! Cioè ha semplicemente detto “ hey Jade questa è Kourtney, la mia migliore amica di scuola”.. dio mio”

“ non ci posso credere!” Viola se la stava proprio spassando. “ ma la cosa più bella è che lui ti ha chiamata mentre tu eri imbambolata a pensare al passato, appoggiata ad un lampione, e tu nemmeno te ne sei accorta.. tanto che è dovuto venire ad un passo da te!!” rise Viola.

“ già.. che figura.” rise imbarazzata Kourt.

Espeon se ne stava accoccolato sul letto, mentre Kourt e Viola erano seduta per terra, i cartoni di pizza vuoti davanti, i bicchieri pieni di lato. Si alzò, buttò i cartoni nell'immondizia e ritornò a sedersi, prendendo in mano il bicchiere di vino e fissando il colore rosso intenso.

“ allora. Direi che è giunto il momento di affrontare QUELLA conversazione.. che te ne pare?” domandò Viola, mettendosi seduta accanto a lei, con le spalle contro il letto.

“ mmh” fu l'unica risposta che riuscì a formulare.

“ Kourt.. sai bene che non può portare a niente di buono. Hai 25 anni, ti sei divertita.. ma non sarebbe il caso di cominciare a prendersi un po' sul serio? Non dico che tu debba sposarti ma almeno, se non ti interessa Siebald.. migra verso altri lidi” ridacchio Viola, sorseggiando il vino.

“ non è così semplice.. mi piace stare con Siebald. Mi piace parlare con lui e mi piace come la pensa e stiamo bene insieme! Ma provo a pensare di non vederlo più.. non riesco a provare niente. Non c'è tristezza, semplicemente un po' di dispiacere. È normale che sia così? Ormai è un anno e passa che ci frequentiamo. È questo che mi fa pensare che forse.. forse non è la persona giusta per me. Ma allo stesso tempo, quando mi ha chiesto di essere solo “amici”.. è stato un sollievo. “ disse, riempendo il bicchiere di vino.

“ senti Kourt... è chiaro che sei un po' confusa. Non devi pensare che dato che è un anno che vi frequentate, allora il pensiero di staccarti da lui deve farti venire le lacrime.. l'amore ha tante forme. E tu non sei mai stata una che si attacca troppo agli altri.. sei un po' come Espeon! O come un gatto, se la vogliamo far semplice. Ti piace essere coccolata, ti piace avere un posto in cui tornare.. ma non puoi sopportare di essere controllata. Non è forse questa la ragione per cui sei scappata da Couriway Town? Non è forse questa la ragione per cui hai rotto con Siebald, in primis? E poi con Calem?” la incalzò Viola.

“no Calem è stata una cosa diversa!” protestò lei.

“ no Kourt. E non venirmi a dire che è stato perchè avete preso strade diverse, perchè non me la dai a bere.. nemmeno dopo tutti questi bicchieri di vino” disse Viola, indicando una bottiglia vuota sul pavimento, e quel poco che che restava della seconda.

“la conosco la storia delle vite diverse, degli interessi diversi, del poco tempo per vedersi, dei sentimenti umani volubili e le tue solite storie.. ma sai bene come la penso. Calem era ancora innamorato di te, e dopo ogni viaggio tornava sempre da te. Ma sei stata tu a scappare anche da questo. Hai visto che la cosa stava diventando seria, e sei scappata come tuo solito per paura di perdere ciò che più ti è caro.. la tua libertà.” sorseggiò altro vino.

“ma ricordati Kourt.. che innamorarsi non significa mettersi le catene. Beh, forse può volerlo dire.. ma in quel caso di tratta di relazioni sbagliate. Con la persona giusta.. con la persona che ti sa capire, che ti sa prendere.. che ti ama veramente e che crede in te e nei tuoi sogni.. non troverai mai catene ma un trampolino di lancio verso realtà più grandi e meravigliose.” sentenziò poi. “ è un sostegno! È un qualcuno che tifa per te e che ti aspetta a casa per celebrare con te le tue vittorie e consolarti per le tue sconfitte. Ovviamente la cosa deve essere reciproca” ridacchiò, “ ma mi hai capita.”

“ pare che le cose le vadano bene con quel tipo.. Grant. “ disse Espeon.

“già” rise Kourt.

“ che c'è?” fece Viola. Lei non riusciva a sentire i pensieri di Espeon.

“ pare che le cose vadano bene con Grant!” disse Kuourt, guardandola con un ghigno beffardo.

“ ma smettila!” disse Viola ridendo. “ ora me ne devo proprio andare. “ fece poi, alzandosi in piedi e cominciando a raccogliere le sue cose.

“ sei sicura che non vuoi che ti accompagni?” chiese Kourt, ancora seduta ai piedi del letto.

“ma sì.. sono in bici. E poi ho Vivillion con me!” sorrise, indicando il pokèmon farfalla.

“ pensa bene a quel che ti ho detto Kourt... ci sentiamo presto!” le schioccò un bacio sulla guancia ed uscì di corsa.

“ secondo me deve incontrarsi con Grant.” mugolo Espeon, saltando in braccio a Kourt, in piedi davanti alla porta di casa, che guardava Viola allontanarsi.

“ lo credo anche io.” rispose, accarezzando il pokèmon che cominciò a fare le fusa.

Squillò il pokègear.

“ sono stato impegnatissimo stamattina, non ho trovato neanche un secondo per chiamarti.” disse Siebald, non appena Kourt ebbe risposto alla chiamata. “ uno sfidante dopo l'altro e non ho avuto neanche tempo per respirare. Comunque..Te ne sei andata di corsa! Non abbiamo neanche fatto colazione insieme.” disse imbronciato.

“ scusami.. avevo da fare. Dovevo arrivare prima al lavoro per dei clienti particolari.. niente di interessante comunque.” continuò.

“vabè..tu come stai? Hai passato una bella serata?” chiese Siebold, allegro.

“sì grazie. Ho cenato con Viola. E tu?” rispose, giocando con una ciocca di capelli.

“cena con i colleghi. Ora volevo proprio farmi un giro con Gyaridos su nei cieli di Kalos. Ti va?”

“ prendo la giacca”

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