Perchè...?

di Elenim
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** perchè lo hai fatto? ***
Capitolo 2: *** Perchè io? ***
Capitolo 3: *** Perchè doveva succedere? ***
Capitolo 4: *** Perchè ti amo... ***



Capitolo 1
*** perchè lo hai fatto? ***


-Ehi aspetta

-Ehi aspetta! Dove vai così di fretta Gin? – mi aveva urlato il mio seccante compagno di classe Jim mentre tentavo di sfuggire da lui. Da quando il mese era cominciato non la piantava di starmi addosso e quel che era peggio tutti avevano cominciato a pensare che io e lui ci fossimo messi insieme. Un autentico inferno. A scuola, per ogni corridoio in cui passava, sentivo le voci dei miei compagni che dicevano “Gin&Jim, il matrimonio si terrà a giorni nel bar della scuola e si festeggerà con Jin e Votka”. Che stupidi, non sanno neanche fare una battuta decente per prendermi in giro, dovrebbero inventare un corso apposito per gente come loro.

Jim, non è affatto male, questo è vero, ha i capelli biondi che incorniciano il volto sempre molto giovanile e abbronzato e ha gli occhi azzurri ed è uno dei più atletici di tutta la classe, ma non è decisamente il mio tipo e il motivo sta nel fatto che mi prende sempre in giro e quelle poche volte che non lo fa, trova sempre il modo di farmi arrabbiare. Siamo come il giorno e la notte, ovvero non possiamo e non potremo mai piacerci con un valore affettivo che superi l’amicizia a distanza e questo a me sta bene.

-Gin, fermati! Il prof mi ha detto che…  - in quel momento mi fermai, cosa aveva ancora da dirmi quel rompiscatole? – finalmente ti sei fermata! Sapevo che appena nominavo la parola “professore” lo avresti fatto! – mi disse facendomi l’occhiolino. Che potevo farci se non sopportavo non sapere cosa dicevano i professori sul mio conto? Tutto il contrario suo, come ho già detto. Ho i capelli neri e lunghi, la carnagione chiara come il latte e gli occhi color cioccolato, tutto il contrario di Jim, nonostante i nostri nickname siano molto simili, infatti Jim e Gin non sono i nostri veri nomi come di sicuro avrete capito: il vero nome di Jim è James, mentre io mi chiamo Giuly, è un nome molto diverso dal nick, ma mi chiamano in questo modo da così tanti anni che ormai mi ci sono affezionata.

-Quando la pianterai di starmi addosso Jim? Se non mi sbaglio il periodo della ricerca di storia è finito da un bel pezzo, non hai più motivo di stami vicino ogni minuto che passa!

-Si invece! Il motivo ce l’ho!

-E quale sarebbe?

-Segreto! Non lo dirò mai alla persona più chiacchierona del mondo!

-Se questa era un’offesa era senza fondamenta, io non chiacchiero mai!

Delle volte Jim dice cose senza senso, e dire che lui per prendere in giro la gente ha una certa classe, se quel corso per imparare a prendere in giro le persone esistesse sul serio, lui sarebbe veramente l’insegnante l’ideale, ma in quei giorni si comportava in modo decisamente strano e ve lo posso garantire io che lo conosco dai tempi dell’asilo. Una lunga conoscenza se pensate che ora stiamo frequentando la prima superiore.

-Mi vieni a vedere questo pomeriggio alla partita?

A quelle parole non potei trattenere a un leggero rossore di apparire in faccia. –Come mai questa domanda?

-Beh, dato che la gente a scuola pensa che stiamo assieme, perché non dar verità alle voci?

-Perché a me non va, e poi non è vero che stiamo assieme! Siamo solo amici di infanzia e tu decisamente non sei il mio tipo!

-Eddai, che ti costa dopotutto… - mi supplicò assumendo degli occhioni da cucciolo e un tono molto infantile.

-Sai bene che a me non interessano le partite di calcio. - gli dissi seccata entrando nell’aula dove tra un paio di minuti ci sarebbe stata la lezione di Matematica.

-Si si è vero… a te interessano solo libri e scuola… stavo per dimenticarmene…

-Lo dici come se fosse una tragedia!

-Ma è una tragedia! Se continui così finirai per non trovarti mai il ragazzo.

-Sembri mia madre, anche lei mi ripete le stesse cose… e poi a te cosa importa?

-Beh, siamo amici no? È naturale che me ne preoccupi.

-Se avrò mai voglia di trovarmi un ragazzo sarai il primo a venirlo a sapere, ma per il momento preferisco pensare a diplomarmi, sono stata chiara?

-Cristallina. – mi rispose andandosi a sedere nel banco vicino al mio, quanto mi venia voglia di prenderlo a schiaffi quando usava quell’atteggiamento di menefreghismo riguardo allo studio e alla scuola. Beh, d’altronde io facevo lo stesso con lo sport, per cui potevamo dire di essere pari.

-Sai, mi ricordo ancora che quando eri piccola eri più allegra e non passava minuto in cui non giocavi con me.

Mi sorprese quella frase. –Come mai rivanghi il passato? Non è da te.

-Chissà come hai fatto a cambiare in questo modo…

-Hai mai sentito parlare del tempo? La gente cambia mio caro!

-Tranne io! – quel suo sorrisetto compiaciuto mi fece star male, come poteva piacergli rimanere infantile come un bambino delle elementari?

-Non proprio… fino a qualche giorno fa mi prendevi i giro, come mai ora non lo fai più?

-Ti piaceva essere derisa da me?

-Per niente, ma tu ti ostini a dire che non cambierai mai…

-Beh, forse su qualche cosa sono cambiato, ma la cosa si limita a questo!

La prof arrivò appena Jim finì di pronunciare quella frase, e tutto d’un colpo diventò stranamente serio. Finalmente, non ne potevo più di attendere l’inizio della lezione, peccato che sia durato così poco quel momento di paradiso intriso di equazioni e dovette lasciare spazio a una molto noiosa lezione di scienze. Si, lo ammetto, non mi piace scienze, la detesto, mi fa ribrezzo l’anatomia e mi fa venire l’orticaria la chimica, non mi piace proprio; questo di certo non si può dire di Anna, un’altra mia grande amica di infanzia, lei adora fare questo genere di lavori, non la invidio proprio.

-Come fa a piacerti questa roba? – le dissi agitando delicatamente una provetta che conteneva uno strano liquido dal colore indefinibile.

-Nella stessa maniera in cui a te piacciono le altre materie. – mi rispose lei con semplicità.

-Non è assolutamente possibile.

-E perché? Ah, attenta a non far cadere quella provetta, è acido…

-Perché non sono pericolose come queste. – le risposi mentre riponevo al suo posto la provetta di acido. Per un paio di minuti rimanemmo in silenzio ad ascoltare l’insegnate, poi Anna ricominciò a parlare.

-Quando ti darai da fare con Jim? – per poco feci cadere la provetta che tenevo in mano in quel momento.

-Ma che ti salta in mente!!? – le urlai cercando di non farmi sentire dalla prof.

-Dai, ormai dovresti essertene accorta pure tu da come ti guarda che è innamorato cotto di te… - ma come si permetteva quella stupida nel dire una cosa del genere? Jim innamorato di me? Ma siamo diventati matti? Questa è una cosa assolutamente impossibile e irragionevole! - … e tu sicuramente ti sarai messa con lui, no?

-Non avrai mica dato retta alle voci di corridoi spero… - ma come poteva credere ad una sciocchezza del genere? È vero che Jim mi stava sempre appiccicato di recente, ma lo faceva come se fossimo madre e figlio, non gli interessava minimamente mettersi con me.

-All’inizio anche io pensavo che fosse tutta una presa in giro da parte dei nostri compagni di classe, ma poi, quando ho notato come ti guarda Jim mi sono detta “ma guarda, si mettono insieme e non mi dicono nulla, belli amici che mi ritrovo…”.

-Tu sei tutta suonata… hai fatto supposizioni senza chiedermi nulla e per giunta mi sei venuta a chiedere se mi sono data da fare… ma come ho fatto a trovarti?

-Ma dai, adesso non dire che non ti sei accorta di come ti guarda Jim perché non credo che tu sia un cubetto di ghiaccio fino a questo punto. – feci scena muta fissandola con uno sguardo indemoniato. Come poteva definirmi un ghiacciolo? – Evidentemente sei davvero un cubetto di ghiaccio.

-Taci! E comunque, se tu avessi ragione, perché Jim non si è ancora dichiarato? Mo lo sai spiegare? – mi guardò molto perplessa quando gli feci quella domanda.

-Non è mica una cosa da prendere alla leggera, soprattutto se la persona di cui ci si è innamorati sei tu…

-E per quale motivo?

-Giuly, ma tu sai come ti chiamano gli altri? “Gin, la strega dei ghiacci” e non è perché hai un colorito che ricorda la Siberia, ma per il modo freddo in cui ti comporti! Sei fredda e glaciale con le persone che ti rivolgono la parola a meno che non si tratti di un professore o di me, e quel che è peggio tu non te ne accorgi neanche!

Che cosa? Io, una regina dei ghiacci? Sono così terribile con le persone? Rimasi zitta per tutto il resto della giornata, tanto che davo l’impressione forse di essere ancora più fredda del solito. Quella notizia mi aveva depresso molto, solo Anna sembrava esserselo accorta, beh, dopotutto me lo aveva detto lei, ma quel che mi faceva stare male era che Jim non me ne avesse mai parlato, forse anche lui era dello stesso parere e forse in quel momento se la stava ridendo alle sue spalle proprio su quella battuta. Che stupida che sono stata nel pensare che io e lui fossimo amici!

-Ehi Gin! Come mai quel muso lungo? – mi girai, era Jim. – Come mai hai gli occhi lucidi? Cosa ti ha fatto piangere?

-Eh? Io non sto affatto piangendo! – infatti era così, io non stavo piangendo, o meglio, non lo facevo intenzionalmente.

-Sarà, ma quegli occhioni pieni di lacrime che stanno per scorrerti sulle quelle guanciotte rosse mi dicono il contrario.

Come faceva a farmi ridere in un momento simile? Possedeva di certo un potere speciale che io non possedevo, ma ancora non credevo alle parole di Anna riguardo al fatto che lui fosse innamorato di me, non era assolutamente possibile.

-Vuoi che oggi ti accompagno a casa? Oppure te la senti di andare da sola?

-Da quando così premuroso e gentile? Non avevi detto che non eri cambiato affatto da quando eri piccolo?

-Non rinfacciarmelo ogni momento!

-È il mio modo di tenermi allegra, sai com’è, tu stuzzichi me io stuzzico te.

-Allora sono felice di esserti d’aiuto in un modo o nell’altro.

Fu un attimo, quasi non me ne sarei accorta se non fosse stato per la lunghezza della durata di quello che fece Jim. Dopo aver finito di parlare si era avvicinato al mio volto e dopo avermi accarezzato la guancia distogliendo la mia attenzione dal suo sguardo intenso mi baciò, mi diede un dolce, bellissimo, caldo e fuggente bacio sulle labbra in mezzo a tutta la classe e poi, dopo essersi allontanato da me fuggì fuori dall’aula senza che io notassi il rossore che si era venuto a crea re sul suo volto, ma non avrei potuto notarlo comunque, ero troppo scioccata per potervi prestare attenzione, avevo appena ricevuto il mio primo bacio dal mio migliore amico.

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Capitolo 2
*** Perchè io? ***


Erano le tre del pomeriggio quando tornai a casa ancora tutta rossa in faccia, mia madre nel vedermi si preoccupò come una mat

Erano le tre del pomeriggio quando tornai a casa ancora tutta rossa in faccia, mia madre nel vedermi si preoccupò come una matta, non mi aveva mai vista in quello stato.

-Giuly! Tesoro, cosa è successo? Come mai sei tutta rossa? Non sarai malata spero! – ci mancava solo che io mi ammalassi per decorare il tutto, mi sentivo uno straccio senza prendere l’influenza non era il caso di peggiorare la situazione.

-Non ti preoccupare mamma, sto bene, sono solo un po’ stanca. – cercai di tranquillizzarla, ma a quanto pare non avrò mai carriera nel teatro o nel cinema.

-Tu ora vai a letto e guai a te se provi ad alzarti prima dell’ora di cena!

-Ma oggi io devo… - mi bloccai di colpo, stavo per dire “devo andare alla partita di Jim”? Ma cosa mi era preso tutto ad un tratto? Poteva un semplice bacio trasformarmi in questa maniera così radicale? Divenni ancora più rossa ripensando al bacio e a Jim e il mio cuore batteva così forte che a mia madre sembrò che avessi la tachicardia.

-Tu non vai da nessuna parte! Oggi riposi e se per caso non dovesse bastare domani non andrai a scuola!

-Cosa!? Mamma sei diventata matta!? Io domani ci vado a scuola, dovesse cascare il mondo! – non potevo sopportare di farmi cogliere sorpresa da Jim per quel bacio! Se non mi fossi presentata a scuola avrebbero avuto di sicuro qualcosa di cui sparlare oltre al fatto che ero la regina dei ghiacci. Mi vedevano come una ragazza fredda e insensibile? Che facciano pure, non me ne importa più nulla!

Andai verso la mia camera e come mi aveva ordinato mia madre mi misi a letto, ero passata da scioccata a infuriata con il mondo, come aveva potuto baciarmi Jim? E pensare che gli avevo detto proprio quella mattina che non avevo alcuna intenzione di trovarmi un ragazzo prima di diplomarmi, ma aveva le orecchie foderate di prosciutto in quel momento?

È inutile pensarci in questo momento, pensai cercando di darmi una calmata, domani che andrò a scuola parlerò con lui e gli chiederò una spiegazione. Nonostante le parole che mi ero detta non potei fare a meno di nascondermi sotto le coperte, ripensavo ancora a quel bacio, al mio primo bacio, anche se era stato Jim a darmelo mi era piaciuto parecchio, perché? Non capivo il motivo di quella sensazione, non l’avevo mai provata prima d’ora, ma non potevo e non volevo credere che fosse amore, non poteva nascere un sentimento così profondo solo dopo un bacio, era innaturale. Per tutta la sera rimasi a riflettere su cosa fare l’indomani, su cosa significasse quella sensazione e a cosa dire a Jim quando l’avrei visto. Dovevo prepararmi psicologicamente per non essere nervosa quando avrei dovuto parlargli in prima persona.

-Tesoro… la cena è pronta!

-Non ho fame mamma! Mangerò qualcosa più tardi!

Non vi nascondo che mia madre finita la cena venne da me più pallida di quanto non lo fosse di solito, era preoccupata a morte per la mia salute, nonostante io le continuavo a dire che stavo bene lei non voleva credermi. Rimase con me fino a quando io, stancandomi di averla tutto il tempo appresso, cominciai a raccontarle cosa era successo a scuola, senza ovviamente dirle che era stato Jim a baciarmi, altrimenti lo avrebbe detto a mezzo mondo quella pettegola.

-Dovresti esserne felice tesoro, come mai ti struggi in questa maniera?

-Perché a me quel ragazzo non piace mamma, mi ha colto alla sprovvista e mi ha baciata! Ecco perché non sono felice!

-Allora glielo devi dire che non è il tuo tipo, così poi forse ti lascerà in pace.

-Glielo avevo già detto, ma lui lo ha fatto lo stesso… adesso non so cosa fare… - anche mia madre non sapeva cosa dirmi per farmi stare meglio, anche se quella mini chiacchierata con lei mi aveva fatto bene.

-Diglielo di nuovo che non ti piace, sempre se non ti piace.

-Mamma! A me non piace alcun ragazzo in questo momento! A me interessa solo diplomarmi, poi mi troverò un ragazzo, ma per il momento voglio solo pensare allo studio!

-Ah bambina mia, così ti stai rovinando da sola… se non cogli l’occasione della tua vita in futuro te ne pentirai amaramente. – e se ne andò lasciandomi sola nella mia camera. Cosa voleva dirmi? Che se continuo con quest’atteggiamento non troverò mai il ragazzo? Sciocchezze… e poi non mi farebbe ne caldo ne freddo, sono riuscita a vivere senza l’amore fino ad oggi e ci riuscirò anche in futuro.

La mattina dopo mi svegliai come al solito alle 7, mi lavai, mi vestii e dopo un’abbondante colazione mi sono diretta verso scuola; non so cosa mi prese quel giorno, ma avevo indossato l’unica gonna che possedevo in tutto il mio armadio e l’avevo abbinata ad una maglietta attillata nera che indossavo qualche volta con i jeans. Non sembravo nemmeno io. Mi ero legata i capelli con una coda alta tirandomi tutti i capelli indietro lasciando scoperto il mio viso. Per fortuna non ero impazzita fino al punto di truccarmi, anche perché sapevo che sarebbe venuto un disastro vista la mia scarsa esperienza nel truccarmi. Al mio arrivo tutti i miei compagni di classe si voltarono verso di me, non capivo se erano stupefatti per il mio cambiamento oppure erano divertiti per lo spettacolo che io stavo dando loro. Fu in quel momento che Jim si avvicinò a me e mi portò fuori dall’aula.

-Gin! Come mai sei vestita in questo modo?

-Che c’è non ti piaccio? Non avevo nulla da mettermi! – mi guardò un po’ sorpreso, forse si aspettava che io diventassi tutta rossa e che cominciassi a balbettare? Era quello che avrei fatto se solo non fossi molto infuriata con lui. – Comunque era proprio con te che volevo parlare! Si può sapere perché lo hai fatto?

-Fatto cosa?

-Non fare il finto tonto! Lo sai benissimo!

-Ti riferisci al bacio per caso? Non capisco perché te la prendi tanto.

-Perché non me la prendo tanto? Ti rendi conto che tu mi hai rubato il mio primo bacio?

-Se ti può consolare, anche per me quello era il mio primo bacio.

Quella rivelazione mi lasciò senza parole, lui aveva dato il suo primo bacio a me? –E si può sapere il motivo?

Jim mi prese per le spalle e ad un certo punto assunse uno sguardo intenso e serio, non lo avevo mai visto così, mi faceva paura. –Come è possibile che tu non lo abbia ancora capito? Io sono innamorato di te Giuly!

Rivelazione! Non mi aveva mai chiamata Giuly, mi aveva sempre chiamata Gin o affiliato nomignoli del genere, anzi, a dire la verità era stato lui il primo a chiamarmi Gin, si vedeva proprio che stava facendo sul serio.

-E anche se so che io per te sono solo un amico io non posso smettere di pensarti! Anche se ci vorranno anni prima di riuscire a raggiungere il mio scopo, io cercherò di conquistarti! – in quel momento, quando smise di parlare, mi strinse forte a se. Io ero ancora confusa per quello che mi aveva detto: “io sono innamorato di te Giuly!” e io pensavo solo ad una domanda che però in quel momento non riuscivo proprio a dirgli “Perché proprio io?”

Appena tornammo in classe io presi posto vicino ad Anna, ancora con gli occhi sgranati per quanto successo in corridoio. La mia mente era così confusa che non riuscii a seguire le lezioni, era la prima volta che mi capitava di non farlo. Anna mi lanciava di tanto in tanto degli sguardi preoccupati, non era da me comportarmi in quella maniera e io lo sapevo, dovevo cercare di reagire, ma il ricordo di quella dichiarazione mi faceva sentire come un ghiacciolo al sole che si stava lentamente sciogliendo.

-Gin, ti senti bene? – Anna mi stava chiamando. – Gin, che cos’ hai?

Mi girai per guardarla, ancora mi chiedevo perché piacevo io a Jim invece che lei, era sempre stata Anna a piacere ai ragazzi, sin dalle scuole medie, tutti i ragazzi che venivano da me per parlarmi era esclusivamente per sapere che tipo di ragazzo le piacesse. Anche io per un certo periodo l’ ho ammirata, ha dei bellissimi capelli rossi tagliati a caschetto, gli occhi color verde speranza intenso come non se ne vedevano in giro ed era sempre abbronzata, delle volte mi veniva voglia di diventare la sua gemella solo per assomigliarle, ma fortunatamente quel periodo è passato.

-Anna, non so più cosa fare… - era vero, avevo la testa piena di pensieri e dubbi, sembrava che stesse per scoppiare.

-Che cosa è successo prima? Cosa ti ha detto Jim?

-Si è dichiarato… - una smorfia di compiacimento apparve sul suo volto.

-Visto che avevo ragione? – mi disse con un’aria da filantropo.

-Si avevi ragione, ma potresti per favore evitare di rinfacciarmelo? È già abbastanza imbarazzante doverlo sapere senza te che mi tormenti.

-Scusa, ma è troppo bello vederti in questo stato, è la prima volta che ti comporti così.

-È una tragedia, altro che divertimento! Come è possibile che tu mi tratti così.

-È una punizione per come ti comporti.

-Una punizione?

-Già! Dici sempre che l’amore non è importante, e ora gli angeli ti stanno punendo per il tuo rifiuto della verità.

-Tu sei tutta suonata, una punizione per una sciocchezza simile… tu guardi troppi film e cartoni animati. – infatti Anna era bella quanto piena di fantasia, era molto brava in scienze ma era un’eterna bambina, il suo hobby era quello di leggere fumetti e guardare film alla tv. Una cosa molto imbarazzante per la nostra età. Mi stupisco che i nostri compagni di classe non la prendano in giro per questo.

-Credi pure quello che vuoi, ma ho come l’impressione che presto la situazione peggiorerà.

Pensai che stesse solo scherzando, pensai che era solo una sciocchezza, ma in realtà aveva ragione, presto, molto presto, sarebbe successo qualcosa di terribile e io sarei stata l’unica in grado di fermare quella follia.

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Capitolo 3
*** Perchè doveva succedere? ***


Il resto della giornata cercai di evitare il più possibile Jim e Anna, non avevo voglia di sentirmi gli occhi addosso o di con

Per il resto della giornata cercai di evitare il più possibile Jim e Anna, non avevo voglia di sentirmi gli occhi addosso o di consigli filosofici su come risolvere la situazione. Mi sentivo uno straccio nel rimanere a scuola, volevo darmi per malata, ma ci ripensai ricordando che non ero molto portata per la recitazione e che non avrei fatto altro che rovinare la mia condotta. Alla fine delle lezioni scappai il più lontano possibile dall’edificio e da Jim, non volevo più parlargli di quella storia e pensavo che se avessi lasciato perdere prima o poi tutto sarebbe tornato come prima. Non tornai subito a casa, avevo bisogno di una bella boccata d’aria fresca e il parco situato lì vicino faceva al caso mio.

Gli alberi autunnali del parco erano veramente maestosi e quel colore giallo oro delle foglie per qualche strano motivo mi mettevano allegria. Sentii delle grida, erano dei bambini che giocavano nella sezione apposita, li guardavo e mi vennero in mente vecchi ricordi di un passato ormai lontano. Mi veniva in mente di quando io, Jim e Anna frequentavamo ancora le elementari, eravamo sempre assieme come adesso, solo che a quel tempo io ero molto più allegra e vivace e il rapporto che avevo con Jim e Anna era di pura e semplice amicizia, chissà se già a quel tempo Jim era cotto di me? Ma che pensavo, era solo un bambino allora, non poteva capire cosa significasse essere innamorati, però era sempre molto dolce e gentile anche a quel tempo. Me lo ricordo ancora come se fosse ieri.

A pensarci bene, forse Jim è stato il mio primo amore infantile, se magari quel sentimento col tempo non si fosse affievolito, molto probabilmente ora la situazione sarebbe molto diversa, forse io sarei rimasta la vivace bambina combina guai di un tempo e forse avrei reagito alla dichiarazione di Jim più seneramente.

È inutile rimpiangere il passato, pensavo tra me e me, ormai quel che è fatto è fatto e non si può tornare indietro; mentre pensavo a questo mi domandavo se quell’affermazione era vera: davvero non si poteva tornare indietro? Non sapevo il perché, ma quella frase mi fece sentire male, non poter tornare a essere la bambina spensierata di un tempo… forse sarebbe stato un bene, ma era proprio la me stessa del passato che forse poteva meglio comprendere i miei sentimenti di quel momento.

Ormai era giunto il momento di tornare a casa, ma inconsciamente stavo per scontrarmi con il mio peggior incubo in assoluto, senza saperlo stavo per dare il via alla peggior tragedia della mia vita.

-Giuly, sei proprio tu? – mi voltai verso la direzione da cui proveniva la voce che mi aveva chiamato, mi sorpresi nel vedere che si trattava del fratello maggiore di Jim, Alex. La differenza tra di loro è assolutamente minima, infatti le loro uniche differenze sono la pettinatura (Jim, forse non ve lo avevo detto, ma ha i capelli leggermente più lunghi rispetto alla maggior parte dei ragazzi, tanto che li deve portare legati con un codino) e l’altezza. Alex è più grande di me e di Jim di appena due anni, eppure dimostra una certa maturità nei lineamenti che sembrerebbe più grande di almeno cinque.

-Ciao Alex, da quanto tempo non ci si vede!

-Già, non ti ricordavo così carina, si vede proprio che sei cresciuta! – era proprio senza ritegno… non mi stupivo se Jim si comportasse sempre con un atteggiamento molto obliquo con un fratello del genere.

-Che cosa ci fai qui, se mi è concesso saperlo?

-Questo dovrei dirlo io! Io vengo sempre qua dopo scuola e da quello che mi ha raccontato Jim tu torni subito a casa a quest’ora. È successo qualcosa di grave? – all’inizio fui in dubbio se raccontare o no quello che stava succedendo in quei giorni tra me e Jim, poi pensai che dopotutto poteva farmi bene avere un parere maschile, senza contare che Alex è più grande e più “esperto” su cose di questo genere e quindi avrebbe di sicuro saputo consigliarmi meglio.

-Beh… diciamo che le cose tra me e lui si stanno leggermente sfasando… ha detto di essere innamorato di me e mi ha pure baciata, ma io non so se contraccambio i suoi sentimenti e ho come l’impressione che lui voglia una risposta in fretta… ho la testa che mi scoppia da ieri e non so cosa fare… - tra di noi cadde un silenzio di riflessione, interrotto poi solo da Alex.

-Io potrei anche provare a parlare a Jim e sapere cosa succede, ma tu devi provare a capire i tuoi sentimenti e cosa provi per lui… - quelle parole non furono molto rassicuranti, voleva dire quindi che ero al punto di partenza… - credo poi che Jim non stia affatto scherzando riguardo ai suoi sentimenti e non sarebbe giusto se tu non gli rispondessi con la stessa serietà. Cerca di capire presto il tuo cuore.

Più facile a dirsi che a farsi, Mi conoscevo troppo bene per capire che il mio carattere molto razionale e calcolatore non mi avrebbe mai permesso di ascoltare il mio cuore, un cuore che da molto tempo probabilmente avevo abbandonato.

Dopo aver salutato e ringraziato Alex per la sua disponibilità, mi incamminai verso casa, però, quando mi girai nella direzione in cui dovevo andare, mi parve quasi che ci fosse qualcosa che non andava in Alex, sembrava quasi che mi nascondesse qualcosa. Lui e Jim erano fratelli ed erano sempre in ottimi rapporti, di sicuro Alex sapeva qualcosa! Era impossibile che Jim non ne avesse parlatocon lui!

-Alex! – lo chiamai a gran voce voltandomi nuovamente verso di lui. – Non mi stai nascondendo niente vero? Non c’è nulla che io non debba sapere?

-Perché me lo chiedi Giuly? – mi rispose con un tono indifferente.

-Perché mi pare quasi che tu mi stia nascondendo qualche cosa. – vidi il suo volto contorcersi in una specie di smorfia di terrore. Allora veramente mi stava nascondendo qualcosa! E magari qualche cosa di importante! – Avanti Alex, parla!

-Non so se sono io la persona giusta a dirtelo… - non ebbe neanche il tempo di finire la frase che gli urlai contro.

-Dimmi immediatamente cosa succede! Se è una cosa che potrebbe in qualche modo riguardare Jim allora lo devo sapere!

-… - rimase in silenzio per qualche secondo, sembrava quasi che non mi volesse dire niente, poi infine parlò. – Devi sapere… che presto io, Jim e i nostri genitori dovremo partire, ma non sarà per una vacanza… - avevo paura di sapere quali sarebbero state le prossime parole di Alex, ma non osavo crederci. – Ci trasferiremo in un’altra città… e molto probabilmente ci stabiliremo lì definitivamente… non torneremo più…

L’aveva detto! Aveva detto la frase che mai nella mia vita avrei voluto sentire riguardante Jim. Si stava per trasferire e non mi aveva detto niente. Per qualche strano motivo sentii il mondo crollarmi addosso.

-E… - balbettai a bassa voce. – per quando sarebbe prevista la partenza?

-Tra una settimana… - un tonfo al cuore. Uno strano tonfo nel mio cuore si fece sentire rumoroso e doloroso nel mio petto. Senza rendermene conto scappai lontana da Alex verso casa mia. Quasi non riuscivo a vedere la strada per via delle lacrime che stranamente si erano raggruppate davanti ai miei occhi e che mi offuscavano la vista. Mi sentivo male all’idea che Jim mi lasciasse sola, lui era sempre stato con me fin da quando eravamo all’asilo e anche se mi prendeva spesso in giro, lo faceva amichevolmente, per scherzare di tanto in tanto con me e tirarmi su il morale quando ero triste. Ma dalla prossima settimana in poi le cosa sarebbero state diverse: lui sarebbe partito e mi avrebbe lasciata sola, senza nessuno che mi rincuorasse con quella sua stessa dolcezza e simpatia, senza qualcuno che mi facesse sentire come se fossi una ragazza qualunque e non la secchiona della classe. Proprio in quel momento mi resi conto che non potevo proprio fare a meno di Jim. Capii che il mio cuore non era ancora del tutto prigioniero delle mura della ragione.

Il sole era già alto quando mi sveglia i quella mattina, la sveglia non aveva suonato e per la prima volta i tutta la mia carriera scolastica ero in ritardo, in un ritardo mostruoso se ora ci ripenso, ma in quel momento non me ne importava nulla, molto probabilmente non ci sarei neanche andata quel giorno a scuola, pensai. Mi sentivo terribilmente male, il giorno prima, quando tornai a casa piangendo, mia madre si preoccupò come se stesse per succedere la fine del mondo, e in effetti per me era la fine del mondo, era la fine del mio mondo! Jim se ne sarebbe andato e io non avevo ancora messo completamente a posto i miei sentimenti… sapevo di provare qualche cosa per lui, ma non avevo idea se fosse solo una semplice ma intensa, amicizia oppure qualche cosa di più. Era snervante, sotto tutti i punti di vista. Mi alzai dal letto tanto per non rimanere in letto, quella sensazione di calore artificiale non mi piaceva proprio per niente, non mi dava molta sicurezza. Guarda i il calendario appeso sul muro della mia camera e ripensai nuovamente a quello che presto sarebbe accaduto e mi domandai perché doveva succedere…

Driin… Driiin…

Il telefono stava squillando al piano di sotto, era strano a quell’ora del mattino, chi poteva essere? Fu mia madre a rispondere, si trattava di Anna, si era preoccupata per me perché non ero a scuola. Forse è il caso di parlare con lei, pensai mentre scendevo per le scale pre raggiungere il salotto, magari mi può aiutare…

-Pronto Anna…

-Giuly! Si può sapere perché sei a casa? – stava letteralmente urlando.

-Non mi sento molto bene, ce ti devo dire…

-Centra per caso Jim? – in un primo momento stetti zittà, poi risposi con voce sottile.

-Si…

-Ma si può sapere allora perché non sei qui a parlarne con lui?

-Anna! Non è una situazione delicata! Non posso parlargli dei miei sentimenti in questo momento! Non li capisco io, figuriamoci se li capirebbe lui!

-Vuoi dire che c’è una mezza possibilità che tu lo ricambi?

-Si…

-Ma allora prendi tutto il tempo che vuoi! Ha detto anche lui che aspetterà tutto il tempo necessario per la tua risposta… - voleva finire di parlare, ma io la interruppi.

-LUI NON MI ASPETTERà! LUI NON Può ASPETTARMI! LUI… LUI LA PROSSIMA SETTIMANA SI TRASFERIRà IN UN’ALTRA CITTà E MI LASCERà SOLA! – cominciai a piangere per la disperazione. Delle calde lacrime mi rigarono le guance mentre alla cornetta Anna rimaneva in silenzio non sapendo cosa dire.

-Giuly… i-io non…

-Ti prego Anna… aiutami… non riesco più a sopportare questa situazione…

Mi promise di venire a casa mia non appena finita la scuola, insieme sicuramente avremmo trovato una soluzione.

Le 14,10. Per tutta la mattina mi occupai delle faccende di casa per tenermi occupata e tra un po’ Anna sarebbe arrivata. Mia madre aveva preparato un buon risotto allo zafferano, il preferito di Anna e attendeva solo il momento di farglielo mangiare. Io per l’occasione mi ero vestita con una maglia a collo alto verde e la gonna del giorno prima; mia madre mi aveva detto che stavo molto ben vestita in quel modo e che sarei stata meglio con i capelli legati a treccia, ma io preferii rimanere con i capelli sciolti. Ad un certo punto il citofono squillò, Anna era appena arrivata! Filai di corsa alla porta per accoglierla, ma il sorriso che avevo sulle labbra sparì di colpo quando vidi che alla porta non c’era Anna, ma bensì Jim.

-Ciao Gin…

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Capitolo 4
*** Perchè ti amo... ***


-Jim… - non mi aspettavo proprio di vederlo in quel momento

-Jim… - non mi aspettavo proprio di vederlo in quel momento. –Che ci fai qui?

-Anna mi ha detto di venire al suo posto.

Quella brutta…, non riuscivo proprio a trovare la definizione adatta per Anna, era tutto calcolato! Allora voleva proprio ammazzarmi vero?

-Gin, tutto ok? – mi chiese Jim vedendo che sul mio volto si era dipinta un’espressione a dir poco furiosa.

-Tutto a posto Jim… entra pure. – cercai di non arrossire per l’imbarazzo e sembrare più naturale possibile, ma in realtà morivo dalla voglia di sprofondare in un buco nero.

-Dato che oggi non sei venuta a scuola ho preso appunti per te durante le lezioni, spero che sia sufficiente. – Jim mi porse un quadernetto MaxiPigna dalla copertina verde, era stato veramente carino a pensare a me… mi faceva così tenerezza che la voglia di parlargli della conversazione con Alex mi stava uccidendo. – Cosa si mangia di buono per pranzo? – mi disse poi.

-Risotto con lo zafferano. Spero che ti piaccia.

-Certo che mi piace! – mi rispose sorridente. Sembrava che Alex non gli avesse detto nulla di ieri e forse era meglio così, non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione.

-James! Come stai? È da molto che non vieni a casa nostra! – mia madre non aveva proprio capito che Jim non era il benvenuto a casa nostra.

-Buon giorno Angela! La vedo come sempre bella e giovane! – ma… ma queste erano delle avance belle e buone!

-Uhuh… gentile e spiritoso come al solito come vedo… Sentite, io vi devo lasciare soli, purtroppo mi hanno chiamato poco fa urgentemente al lavoro, per cui credo che dovrete pranzare da soli. Non vi dispiace vero? – mia madre molto probabilmente voleva andare al cimitero per mano mia, inconsciamente ma voleva morire, questo era certo.

-No, certo che no! Vero Gin? – Jim non voleva di certo semplificare le cose, mi costrinse ad annuire senza poter protestare.

-Molto bene! Allora ci vediamo questa sera! Ci vediamo tesoro! Ciao James! – e se ne andò lasciando me e Jim da soli. Non sapevo proprio che fare, era una situazione insostenibile.

-Allora… andiamo a mangiare? – ruppe il silenzio Jim.

-Eh…? Ah si, d’accordo! – mi sentivo una stupida a rispondergli in quel modo.

Consumammo l’ottimo risotto in silenzio, un silenzio molto imbarazzante. A metà pasto Jim cominciò a parlare.

-Senti, per caso ieri pomeriggio hai incontrato mio fratello? –  non ci potevo credere: Alex gli aveva parlato del nostro incontro! Accidenti! E ora cosa potevo dirgli?

-T… ti ha parlato del nostro incontro? – balbettai spaventata. Ero proprio caduna in basso se non sapevo cosa dirgli.

-Si, quindi ora sai che io…

-Non ricordarmelo! – gli urlai furiosa. Ero arrabbiata con lui perché non mi aveva detto nulla, ma mi accorsi subito che la mia reazione era esagerata.

-Gin… - sussurrò lui.

-Scusa, non avrei dovuto urlare… - gli dissi dispiaciuta, ma non ero dispiaciuta solo per aver urlato, ero dispiaciuta anche perché lui presto sarebbe partito.

In seguito ci accomodammo in salotto per guardare un po’ di Tv, ma rimanemmo comunque in silenzio, non volevamo proprio discutere.

-Senti… - improvvisamente cominciai a parlare. – da quanto tempo io… ti piaccio? – avevo paura nel chiederglielo, non volevo sentirmi in colpa nel caso non mi fossi riscoperta innamorata di lui.

-… - ci mise un po’ prima di rispondere. – Direi più o meno da quando abbiamo incominciato la seconda media: non ci eravamo visti per tutta l’estate e a parte che avevo sentito la tua mancanza, quando ti rividi a scuola il mio cuore aveva mancato un battito… - quando pronunciò quelle parole, il mio cuore sobbalzò dalla sorpresa e io feci lo stesso..

-D… davvero? E come mai? Non mi pare che io sia stata una così gran bellezza alle medie, ne tanto meno adesso… - gli chiesi titubante tutta rossa in volto, non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita.

-Questo è quello che pensi tu, in realtà sei sempre stata molto graziosa… - mi accarezzò la guancia procurandomi dei brividi.

-Non è vero! Mi stai prendendo in giro come tuo solito! – gli dissi ancora insicura, avevo veramente paura che mi stesse prendendo in giro.

-Non ti sto prendendo in giro! Ancora non l’hai capito? Ancora ti ostini a non volermi credere? Cosa devo fare per convincerti? – mi disse con un tono quasi rassegnato, un tono che mi fece sentire male.

-I… io non lo so… - subito dopo quelle parole sentii le sue robuste braccia prendermi e stringermi forte   in un abbraccio.

-Giuly, tu per me sei sempre stata l’unica ragazza della mia vita e non perché rispetto alle altre ragazze ti differenziavi per bellezza e carisma, ma perché tu sei intelligente, spiritosa, simpatica… tutte queste qualità ti rendono unica e per me tu rimarrai sempre l’unica… - mentre mi parlava mi guardava intensamente negli occhi e io nel fissare i suoi mi resi conto di non poter più fare a meno di lui, di averlo accanto a me, ma il ricordo della conversazione con Alex mi fece rattristare a tal punto che dai miei occhi cominciarono a scendere delle lacrime.

-Jim… - sussurrai circondando con le mie braccia il suo collo ricambiando il suo abbraccio.

-Non piangere Gin…

-Perché non me lo avevi detto prima? Perché hai aspettato l’evento del trasloco per dirmi i tuoi sentimenti? –gli chiesi allontanandomi un po’ da lui e guardandolo nuovamente negli occhi.

-Perché… tu mi avevi detto che avresti aspettato il diploma delle scuole superiori prima di trovarti un ragazzo e a me andava bene aspettare ancora un po’ ma… quando ho saputo che mi sarei dovuto trasferire… io non potevo, non volevo andarmene senza farti sapere i miei sentimenti!

Lo guardai con molta tenerezza, ma prima che io potessi dirgli qualunque cosa, lui si avvicinò con il volto a me e mi baciò. Avrei dovuto forse dargli uno schiaffo, ma il mio cuore non mi permise di farlo. Per una volta mandai la ragione a farsi benedire e ricambiai quel duo dolce bacio.

-Ti amo Gin… - quelle parole mi trafissero il cuore come coltelli. Non ero di certo triste per quelle parole, ero triste per il fatto che presto lui si sarebbe trasferito. – Gin… non piangere ti prego… - cercò di consolarmi.

-Scusa… non dovrei piangere, ma… tu presto te ne andrai e… mi lascerai sola… - riuscii a spiegargli tra i singhiozzi. Avevo paura, paura che lui potesse dimenticarmi, paura che mi lasciasse sola, paura di non rivederlo mai più, ma lui riuscì in qualche modo a trovare le parole giuste per confortarmi.

-Non piangere! Io non ti lascerò sola per sempre! Prima o poi tornerò, te lo prometto!

-Me lo giuri? – gli chiesi ancora un po’ titubante.

-Te lo giuro…

Dopo quel pomeriggio, cominciammo a passare tutto il tempo che avevamo insieme, ormai lo potevamo dire apertamente: eravamo diventati una coppia e non ci importavano le prese in giro dei nostri compagni di classe, noi eravamo felici e questo ci bastava. Ma la settimana trascorse in fretta, troppo in fretta e Jim dovette partire con i suoi familiari in un’altra città.

-Ci rivedremo presto Giuly! Te lo prometto! – mi disse il giorno della partenza. Io ero andata da lui per salutarlo.

-Promettimi che mi telefonerai appena sarai arrivato nella tua nuova casa, va bene? – gli dissi cercando di nascondere il più possibile la malinconia del momento dietro ad un sorriso.

 Non volevo piangere, non volevo segnare quel giorno come un addio anche perché non credevo affatto che quello fosse un addio.

-Te lo prometto!

A seguire poi ci fu un richiamo di suo padre, lo avvertiva che ormai erano pronti a partire e che aspettavano solo lui.

-Ora è il caso che tu vada… - gli dissi non riuscendo però a trattenere quello che pensavo. – Se rimarrai qui ancora per cinque minuti, non so se riuscirò a tenere questa mia maschera di serenità…

-Gin… - mi baciò un’ultima volta prima di salire in macchina, assaporai quelle sue labbra carnose con passione. Non volevo lasciarlo andare via, ma non volevo neanche essere definita un persona egoista. Fui la prima a sciogliere quella magia che univa i nostri due volti e le nostre labbra, anche se di malavoglia.

-Ti stanno aspettando… - gli dissi.

-Un giorno ci rivedremo e io non permetterò a nessuno di dividerci nuovamente…

-James! Sbrigati maledizione! Siamo già in ritardo! – sbraitò suo padre.

-Sono sicura che ci rivedremo… ma ora va!

Corse verso la macchina dei suoi genitori e solo quando stette per salire si voltò verso di me e mi salutò.

-Ci rivedremo presto Gin! Te lo prometto!

 

Fine

 

Ringrazio con tutto il cuore le persone che hanno letto questa mia storia, in particolar modo quelli che l’hanno anche commentata.

Un ringraziamento speciale va poi a mia cugina Giulia che mi ha permesso di utilizzare il suo nome e il suo aspetto per il personaggio di Giuly e al suo ragazzo, Marco, per gli stessi identici motivi.

 

Ci risentiamo presto nella mia raccolta di poesia Un amore lontano e ignoto… (e se qualcuno si degnasse di commentare sarebbe anche meglio per la mia autostima) e nelle prossime FF che ho intenzione di postare.

 

 

CIAO^^

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