Triangolo Australe

di Lady Reina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una notte di mezza estate ***
Capitolo 2: *** Ryan Isoshi ***
Capitolo 3: *** Chi è a quest'ora? ***
Capitolo 4: *** Dopo tanto tempo... ***
Capitolo 5: *** Testa a testa ***
Capitolo 6: *** Hai vinto questa battaglia ma non la guerra (Parte 1) ***



Capitolo 1
*** Una notte di mezza estate ***


Una notte di mezza estate
 
 

 


Si erano dati appuntamento nel loro posto speciale: il terrazzo di un vecchio palazzo abbandonato, a cui era praticamente impossibile accedere per le persone che non possedevano alcun tipo di potere speciale.

Le loro capacità di mezzi demoni gli consentivano di fare salti umanamente impossibili, così come la loro forza gli permetteva di arrampicarsi senza problemi.

Kagome e Inuyasha erano di nuovo lì, in quel luogo segreto che apparteneva soltanto a loro. Quella notte di mezza estate sarebbe stato visibile il Triangolo Australe, anche a occhio nudo, persino per gli umani. Era la loro costellazione: l’avevano vista per la prima volta il giorno in cui si erano conosciuti, da bambini.

Kagome lo guardò fingendosi irritata per il suo ritardo, caratteristica che in anni di conoscenza non lo aveva mai abbandonato.

-Sempre troppo in ritardo, Inuyasha!- Lo rimproverò con una punta di ironia.

-Sei tu che sei sempre troppo in anticipo!- Le fece notare mentre incrociava le braccia e metteva il broncio.

Kagome rise, decisa a far morire lì la discussione.

-Comunque, di cosa volevi parlarmi?- Chiese il ragazzo.

La giovane arrossì violentemente: aveva detto a Inuyasha che voleva dirgli qualcosa di importante, ma in quel momento non ne aveva più il coraggio.
-E… ecco io…- Squittì senza riuscire a trovare le parole giuste. La verità era che prima di andarsene voleva confessargli i suoi sentimenti. Ma come poteva? Si conoscevano da sempre e la loro era una bellissima amicizia, tuttavia Kagome aveva finito inevitabilmente per innamorarsi di lui. Quanto poteva essere forte un amore a tredici anni? Probabilmente la avrebbero considerata tutti una cotta da bambina, ma in realtà Inuyasha era il suo primo amore, quello che sarebbe stato impossibile dimenticare. Non poteva andarsene con il rimpianto di non averglielo detto, e in cuor suo sperava che lui la ricambiasse, e che avrebbe aspettato il suo ritorno.

Lui notando il palese disagio dell’amica si preoccupò e divenne apprensivo. Inuyasha non capiva mai niente del suo prossimo, per lui individuare i sentimenti delle persone era pressoché impossibile.

-Devo dirtelo… ora o mai più!- Mormorò Kagome in tono impercettibile per un umano, lo stesso Inuyasha colse le sue parole a fatica.
Lui la afferrò con poca delicatezza per le spalle e iniziò a scuoterla preoccupato: -Che cosa è successo? Mi stai facendo preoccupare! Ti hanno fatto del male?-

La ragazza passò dal colorito rosso dell’imbarazzo a un viola quasi rabbioso.

-No! No, fermati! Non è come pensi!- Disse la ragazza perplessa da quanto Inuyasha potesse essere ottuso.

Lui sembrò calmarsi e lasciò la presa.

-E allora parla, cavolo!- La incitò con la sua solita grazia da elefante chiuso in una cristalleria.

-Volevo dirti…- iniziò a dire lei in un ringhio -che da qualche giorno non mi sei più indifferente!-

Lui sgranò gli occhi sorpreso: -Perché prima ti ero indifferente? Pensavo fossimo amici!-

Lei sentì come una pugnalata al cuore dopo quell’ultima parola, ma cercò di farsi coraggio, anche perché sembrava che Inuyasha non avesse afferrato comunque il punto. Nonostante avesse tre anni più di lei, per quello cose era davvero peggio di un bambino.

-Senti, ascoltami per una volta e non interrompere più!- Gli disse in tono alterato, che ebbe il potere di far abbassare le orecchie del mezzo demone.
-MI PIACI!- Gridò infine decidendo di essere chiara e concisa.

Lui restò interdetto, creando un silenzio imbarazzante e quasi doloroso per la povera Kagome, che si sentiva come in bilico sul ciglio di un burrone.

Inuyasha aprì la bocca per iniziare a parlare, ma le parole gli morirono in gola. La ragazza abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quegli occhi ambrati anche solo per un minuto di più.

Dopo interminabili attimi a Kagome salì quasi la rabbia e mormorò: -Insomma, di qualcosa! Non ci stai facendo una bella figura!- Decisamente una scena muta dopo che gli aveva dichiarato i suoi sentimenti era davvero patetica, sia per lei che per lui.

-Ka… Kagome tu…- Balbettò in seria difficoltà. Non avrebbe mai voluto rovinare il loro rapporto con le parole sbagliate. Si fece coraggio e disse: -Per me sei come una sorella.-

Lei sgranò gli occhi, e abbassò immediatamente la testa per nascondere le sue lacrime.

-Ti voglio molto bene, sei preziosa per me… ma non ci sarà mai niente di più.- Concluse schietto ma allo stesso tempo con una nota di tristezza.

L’odore delle lacrime della ragazza raggiunse il suo olfatto sopraffino, al che Inuyasha si sentì una stretta al cuore e disse: -Ti prego, non restarci male!-

Lei stava cercando di trattenere i singhiozzi, e dopo aver fatto appello a tutta la sua forza di volontà, lo guardò negli occhi, sorridendogli nonostante le lacrime e disse: -Non preoccuparti! Ci tenevo a dirtelo soltanto perché domani mattina, all’alba partirò per il mondo degli umani.-

Lui sgranò gli occhi colpito da quella rivelazione.

-Non so quando tornerò… se ritornerò…- Concluse lei asciugandosi le ultime gocce salate ribelli.

-Ma… perché? È colpa mia? È per la mia risposta?- Balbettò lui visibilmente sconvolto nel ripensare a tutto quello che avevano fatto insieme: tutti i bei momenti passati a ridere su quella terrazza, guardando quella costellazione, testimone di tutte le loro gioie e ora anche del loro dolore più grande.
-No… sarei andata comunque!- Si affrettò a dire lei. Poi con voce più bassa aggiunse: -Beh, certo… di sicuro sarei tornata se…- A quel punto abbassò di nuovo lo sguardo incapace di trattenersi dal piangere. Non avrebbe mai immaginato che il loro addio sarebbe stato così orribile.

-Scusami, ora devo andare!-

-Aspetta!- Cercò di afferrarla in uno scatto il mezzo demone ma lei, troppo velocemente persino per lui, sparì in una coltre di fumo, tipica degli incantesimi di un mago, lasciandosi alle spalle soltanto il suo odore di vaniglia.












 
 
 
 
 
 
 
 
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Note dell’autrice: Salve, sono Lady Reina! Come ho già detto questa è la mia prima fanfiction, e sono molto emozionata e impaurita, lo ammetto ^^’ spero che questo mondo fantasy da me creato sia di vostro gradimento. Mi rendo conto che in questo primo capitolo le cose per Kagome e Inuyasha non si sono messe molto bene, ma vi assicuro che col tempo arriveranno delle gioie! Ringrazio chiunque voglia farmi sapere la propria opinione su questo prologo, e ovviamente anche chi leggerà la mia storia <3
Ringrazio la pagina facebook "Il Giardino di EFP" per il bellissimo banner! 

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Capitolo 2
*** Ryan Isoshi ***


Ryan Isoshi


 



Kagome se ne stava pigramente sdraiata nel suo letto a fissare il soffitto. Erano già passati tre anni da quando aveva lasciato il suo mondo per vivere fra gli esseri umani. Tre anni dalla sua prima delusione amorosa per quell’affascinante mezzo demone.

Si rigirò su se stessa, mettendosi prona e prese il cuscino fra le braccia stringendolo come se volesse stritolarlo. Ancora ci pensava nonostante fosse passato molto tempo. Spesso se ne vergognava anche: possibile che non riuscisse a lasciarsi alle spalle il passato? A volte, nei giorni in cui si sentiva più triste e fragile, al solo pensiero, calde lacrime solcavano le sue gote, costringendola ad asciugarle brutalmente mentre si dava della stupida. Ebbene sì: anche se erano già passati tre anni, lei non aveva mai dimenticato Inuyasha, l'unico ragazzo che avesse mai fatto breccia nel suo cuore.

-Ehi Kagome, sbrigati a prepararti! Dobbiamo andare a scuola!- La voce di Sango la riscosse dai suoi pensieri, facendola arrossire per l’imbarazzo -Nel frattempo io vado a chiamare gli altri due! Ah! Prima o poi mi faranno impazzire!- La sua amica non notò affatto l’inquietudine che si era impadronita di lei: aveva troppa fretta in quel momento per poter far caso alle emozioni di Kagome. Quest’ultima tirò un sospiro di sollievo: detestava mostrare la sua debolezza alle altre presone, specialmente se il motivo del suo malessere era una delusione amorosa avuto a tredici anni! D’altra parte Sango, quando non aveva altri pensieri per la testa e poteva dedicarsi a lei al cento per cento, sapeva essere parecchio invadente, talvolta persino irritante, anche se la sua curiosità era dovuta soltanto al fatto che si preoccupasse per lei. In quella casa di depravati, Sango era senza dubbio la sua migliore amica.

-Sono quasi pronta!- Le assicurò mettendosi in piedi e guardandosi allo specchio. No, non era pronta per niente: indossava la gonna verde della divisa scolastica, che stando nel letto si era stropicciata, e una grande felpa con cappuccio nera, rubata dall’armadio di Koga: adorava gli indumenti maschili, erano comodissimi. Dato che non aveva la minima voglia di cambiarsi, decise che come outfit poteva andar bene e saltò dentro i suoi mocassini marroni, sistemando malamente le calze, per poi costringersi a dare una spazzolata ai lunghi capelli scuri.

Dopo una manciata di colpi di spazzola si accontentò del risultato, e fissò per qualche secondo la sua immagine riflessa. Erano già tre anni che aveva quell’aspetto, eppure faceva ancora un effetto strano: in particolare quegli occhi marroni erano davvero inquietanti.

Afferrò lo zaino di stoffa e se lo caricò con poca grazia sulle spalle, raggiungendo Sango, Koga e Miroku, che l’aspettavano sul ciglio della porta.

A quel punto uscirono e si avviarono verso il loro liceo e, per quanto si fossero mossi in tutta fretta da casa, Kagome si rese conto del fatto che si trovassero notevolmente in anticipo.

-Ragazzi, ma perché siamo partiti così presto? Manca quasi un’ora all’inizio delle lezioni!- Fece notare.

Koga sfoderò un sorriso sghembo e le rispose: -Vogliamo fare colazione al caffè vicino alla scuola!- Kagome non riuscì a nascondere l’espressione contrariata: non aveva affatto voglia di sedersi in un bar a chiacchierare e fingersi una persona allegra! Koga sembrò percepire il suo scarso entusiasmo, e ci restò male, mentre Sango alzò gli occhi al cielo, ormai abituata al fatto che spesso Kagome fosse poco propensa a passare del tempo con i suoi stessi amici.

-Scusate ragazzi, ho già mangiato a casa, e poi non ho tanta voglia. Preferisco andare direttamente in classe.- Fece avviandosi con una certa fretta verso il liceo.

-Ehi!- Koga la raggiunse a tutta velocità sbarrandole la strada -Non essere così asociale! Ci metteremo poco!-

Kagome lo osservò per qualche secondo: i capelli corti erano malamente ingelatinati, gli occhi di un azzurro comune, poco valorizzati dagli occhiali da vista che indossava regolarmente, i lineamenti non erano poi tanto male, ma nell’insieme Koga risultava essere un tipo normale, né bello né brutto. Chissà se senza il sigillo il suo aspetto sarebbe stato diverso da quello che conosceva Kagome. Tutti loro avevano addosso il sigillo, che tratteneva le auree e camuffava la loro vera forma: si trattava di un tatuaggio tribale che gli permetteva di passare per semplici esseri umani.

-Scusa Koga… è una giornata no.- Si limitò a dire superandolo.

Lui, per nulla entusiasta di quel comportamento le gridò dietro: -Non ti presterò mai più le mie felpe!-

La corvina, avviandosi a scuola, decise di prendere una strada desolata: voleva rimanere da sola.

Solo il giorno prima aveva avuto la notizia dal Ministero Demoniaco che sarebbe dovuta tornare a casa entro due settimane. Era felice, ma allo stesso tempo anche triste e amareggiata: non voleva lasciare i suoi amici, la sua vita...

Già, la sua vita… era basata sul falso! Chiunque la conoscesse, al di fuori dei suoi amici demoniaci, la vedeva come la Kagome imbranata, bassa, cicciottella, asociale e soprattutto secchiona. In realtà lei non era affatto così, né fisicamente né caratterialmente, ma non poteva mostrare il suo vero aspetto, altrimenti l’avrebbero trovata e uccisa.

Persa nei suoi pensieri, urtò contro qualcosa, anzi qualcuno, e finì scaraventata a terra.

-Ahi! Ehi tu, fai più attenzione!!!- Esclamò con una voce a dir poco furiosa perché, grazie alla sua solita fortuna, era stata catapultata in una pozzanghera di fango.

"Una giornata invidiabile" Pensò massaggiandosi il lato B, sporco e dolorante.

-Sei tu che devi stare più attenta!- Ribatté infastidito il ragazzo contro cui aveva urtato, che poi guardandola bene aggiunse in tono beffeggiante: -Brutta racchia!-

Kagome lo fulminò con lo sguardo, ma restò stupita quando lo vide allungare la mano per aiutarla ad alzarsi. Sorrise amabilmente e andò ad afferrarla, senza riuscire a fare a meno di stringerla e tirarlo verso di sé con tutta la forza che aveva in corpo, ottenendo come risultato che anche lui cadde a terra, anzi, cadde nella pozzanghera.
- Così siamo pari!- Spiegò Kagome godendosi la scena di lui che cercava di sporcarsi i jeans il meno possibile, facendo pressione sulle braccia per tenersi sollevato -E poi hai osato darmi della racchia! Dico, ma ti sei visto?- Lo schernì.

In realtà c’era poco da prendere in giro in quel ragazzo. Guardandolo bene, Kagome si rese conto che non era affatto male: era alto e muscoloso, tanto che le ricordò Inuyasha, i capelli biondi non erano troppo corti per essere quelli di un ragazzo, e sembravano essere folti e morbidi, inoltre aveva due irridi color ametista che Kagome non aveva mai visto in nessun altro essere umano. I suoi occhi erano davvero particolari, ma non solo per il colore e il taglio ferino: sembrava ti volessero scrutare l'anima. C’era poco da fare: era davvero carino.

-Stupida! Non solo ti aiuto ad alzarti, ma mi fai anche sporcare i jeans nuovi!- Si lamentò il ragazzo con fare scocciato.

"Carino e scontroso non c'è che dire." Si disse internamente Kagome, ritrovandosi a pensare che sarebbe stato bello conoscerlo e farci amicizia.

-Ehi ragazzina! Sai che fare scena muta non è buona educazione, vero?- Le urlò contro il biondino mettendosi carponi.

La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e smise di fissarlo con insistenza.

-Eh…beh…- Farfugliò alzando le mani come per arrendersi -Sì, ecco… è solo che il tuo modo di fare mi ricorda Inuya... ehm no! Lascia stare!- Non sapeva nemmeno lei quello che stava dicendo: ormai era chiaro che i suoi sentimenti continuavano a torturarla anche nel mondo degli umani, un mondo del tutto diverso dal suo.

Si ritrovò inevitabilmente a pensare alla sua casa, a quello che si era lasciata alle spalle… gli esseri umani andavano in giro portando con una corda dei piccoli esseri chiamati "cani", così come tenevano nelle loro case degli scorbutici “gatti”, non conoscevano alcuna arte magica, non concepivano nulla che fosse diverso da loro, non sognavano, anzi degradavano coloro che si facevano guidare dalla fantasia, ma soprattutto la cosa più brutta era il loro cielo: una cascata d’inchiostro senza nessuno spiraglio di luce, rischiarata da stelle così lontane che erano ridotte a semplici puntini distanti. Nel suo mondo invece il cielo era un arcobaleno di colori, i pianeti si scorgevano tranquillamente a occhio nudo, così come i meteoriti e le stelle cadenti che lo attraversavano… le mancava vedere la loro costellazione, ma una parte di lei continuava a ripetersi che era giusto che fosse così, che non aveva più il diritto di vederla, perché non era più sua e di Inuyasha, bensì di Inuyasha e un’altra ragazza...

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Era un giorno caldo e afoso, ed erano passate solo due settimane da quando la ragazza aveva lasciato il suo mondo per andarsi ad accucciare sopra il letto di una casa fra gli esseri umani.

Aveva da poco conosciuto quelli che poi sarebbero diventati i suoi migliori amici. Erano stati gentili con lei, e riuscivano a capirla: anche loro erano soltanto dei ragazzi strappati al loro mondo.

Kagome sentì la voce di Sango alterarsi dal piano di sotto. Ne era sicura, aveva nominato un nome molto familiare: il nome del suo primo amore.

-Koga no! Non possiamo farle questo! Non ti sei accorto che la sua vita si è letteralmente fermata al giorno in cui lui l’ha rifiutata?- Lo rimproverò cercando di darsi un contegno per non essere udita, ma Kagome si era già messa a origliare dalle scale da tempo.

- Sango, lo capisco, ma dobbiamo dirglielo! Non merita di soffrire per un idiota!- Replicò il demone lupo, nascosto dietro le sembianze di un semplice umano.

-Va bene, diglielo! Ma sappi che la distruggerai! E soprattutto che io non sono d’accordo!- Disse la ragazza con una nota di rammarico.

-Koga! Sango!- Li chiamò Kagome, decisa a interrompere quella discussione -Cosa dovrei sapere?- Aveva intuito che quello che le avrebbero detto non le sarebbe piaciuto, perché era ovvio che si trattasse di Inuyasha.

-Beh Kagome... ehm… come posso dirtelo- iniziò a balbettare il ragazzo che si trovava in seria difficoltà: si era affezionato subito a Kagome, e detestava il fatto che soffrisse per uno che non solo l’aveva rifiutata malamente, ma che per di più, neanche due settimane dopo, si faceva vedere con un’altra! Si fece coraggio e decise di essere chiaro: -Ieri, quando sono tornato nel nostro mondo per prendere le mie ultime cose, ho visto Inuyasha con Kikyo… erano nel vostro posto segreto, quel vecchio palazzo abbandonato di cui ci hai parlato! Si… si stavano baciando proprio dopo aver indicato la vostra costellazione.- Sussurrò le ultime parole con il cuore che scalpitava per l’agitazione: si rendeva conto che in quel preciso istante alla sua amica crollò il mondo addosso, e senza fare domande, diede loro le spalle e scappò via.

Kikyo era una sacerdotessa della stessa età di Inuyasha: si erano conosciuti a scuola, ma mai avrebbe pensato che ci fosse qualcosa fra loro.

Aveva perso lui e tutto ciò che avevano fatto insieme, tutto ciò che era stato loro… in quel momento voleva solo dimenticare tutto.
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-Ehi ragazzina, stai bene?- La voce del ragazzo che aveva gettato nella pozzanghera la fece tornare alla realtà in un sussulto.

-Beh, comunque io sono Ryan Isoshi- Si presentò.

-S... sì, tranquillo sto bene!-

-Beh, allora io vado, ragazzina!- Disse alzandosi e superando Kagome, che era ancora seduta a terra.

La ragazza, prima che lui potesse essere troppo lontano, lo afferrò per un braccio e gli disse con enfasi: -Io sono Kagome Higurashi!-

Era molto tempo che non si sentiva così felice: quel ragazzo le aveva migliorato la giornata in qualche modo, anche se era stato scorbutico, maleducato e cafone… ma del resto non ci poteva fare niente: a lei piacevano le persone come lui.

-E tanto per la cronaca, non sono una ragazzina!- Fece fingendosi offesa -E poi perché dovresti chiamarmi così proprio tu? Avrai la mia stessa età!-

Lui sorrise riconoscendo il tono scherzoso e, afferrandole con decisione la mano con cui lei lo stava trattenendo, la tirò su senza il minimo sforzo dicendo: -Bene, Kagome! Amici?-

Lei continuò a stringere la sua mano senza ritrarsi.

Gli sorrise e annuì con convinzione.
 
 
 
 
 




 
 
 
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Note dell’autrice: Salve a tutti gente! Non so davvero come ringraziarvi: non mi sarei mai aspettata di ricevere così tante recensioni *^* sono commossa, mi avete resa davvero felice con le vostre parole e il vostro sostegno <3 spero vivamente di non deludervi in futuro! Ci tenevo a fare una precisazione per quanto riguarda questo capitolo: Kagome dice di trovare inquietanti i suoi stessi occhi, nonostante nell’opera originale siano proprio come quelli descritti, ovvero semplici e marroni. In questa ff sono diversi, così come altre parti del suo corpo, perché non è umana, ma ha addosso un sigillo che la fa sembrare tale (lo stesso vale per Koga, come avrete potuto notare). Che dire? Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto! Cosa ne pensate di Ryan? Io devo ammettere che mi ci sono affezionata!
Ringrazio la pagina facebook "Il Giardino di EFP" per il bellissimo banner! 
E ovviamente ancora grazie infinite a tutti <3

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Capitolo 3
*** Chi è a quest'ora? ***


CHI È A QUEST'ORA?



 


Kagome era partita ormai da un anno, lasciando nel mondo demoniaco solo il suo profumo. Inuyasha riusciva a sentirlo ancora nitidamente, nonostante fosse conscio del fatto che si trattasse solo della sua immaginazione.

Di nuovo, come in uno dei tanti giorni qualsiasi, si era ritrovato ad andare nel loro posto segreto. Non sapeva esattamente il motivo per cui si ostinasse a recarsi in quel luogo, o meglio non riusciva ad ammetterlo neanche con se stesso, ma la verità era che lei gli mancava.

Arrivato ai piedi del palazzo chiuse gli occhi e inspirò forte, come era sua abitudine, alla ricerca del profumo della ragazza, ben presente nei suoi ricordi. Ma quel giorno c’era qualcosa di diverso: si sentiva strano, come se qualcuno si trovasse all’interno dell’edificio, nonostante fosse difficile distinguere i diversi odori presenti.

"Tsk! Che vado a pensare?” Si chiese dandosi dello stupido “Qui non c’è, e mai ci sarà, nessun altro oltre a me!" I suoi stessi pensieri avevano un tono risentito, nostalgico, come se quel dato di fatto fosse un fastidio, un problema. Kagome, la sua migliore amica, una delle poche persone che gli erano sempre state vicine, se ne era andata… e non sarebbe tornata per colpa sua…

-Ehi, c’è qualcuno?- Improvvisamente la voce di una ragazza lo riscosse dai suoi pensieri facendolo sussultare, tanto che in un primo momento credette che potesse trattarsi di Kagome. Inuyasha alzò lo sguardo, incrociando gli occhi di una giovane dai lineamenti decisi, ma allo stesso tempo dolci, che si era affacciata mostrando due occhi marroni colmi di curiosità. Anche se solo per un istante, sul volto del mezzo demone si delineò la delusione di non riconoscere la sua migliore amica in quelle sembianze. Eppure sapeva chi fosse quella ragazza: Kikyo, una sua compagna di classe. Perché era lì? Come aveva fatto a trovare quel luogo?

-Ki… Kikyo!- Balbettò impacciato -Cosa ci fai qui? Ma sei impazzita? È pericoloso!- Fece alzando il tono di voce. Quell’edificio era traballante, e teoricamente era vietato entrarvi, ma lui e Kagome non si erano mai fatti un problema del genere, mossi anche dell’incoscienza e dal brivido dell’avventura.

-Eppure ogni volta che vieni qui, tu entri e sali su questa terrazza senza problemi!- Gli rispose la ragazza appoggiandosi con i gomiti sulla ringhiera e sorridendogli divertita.

Inuyasha la guardò interdetto, sentendosi arrossire per l’imbarazzo, poi disse: -E tu cosa ne sai?-

A quel punto fu Kikyo ad assumere un colorito più acceso, subito percepibile sulla sua pelle pallida, nonostante l’oscurità della sera.

-Ti ho visto… un paio di volte…- Ammise.

Si era trovata lì per caso quando aveva scorto Inuyasha in quel luogo per la prima volta: solo a pensare su quella stessa terrazza, con il cielo stellato a fare da sfondo alla sua malinconia. Le era sembrato bellissimo in quell’occasione, tanto che la sera dopo era tornata di nuovo, nella speranza di rivederlo. Era andata avanti così per diverse sere, fino a quel momento.

Il ragazzo salì al piano di sopra, arrampicandosi grazie ai suoi artigli e alla forza dei suoi salti. Kikyo lo osservò ammirata, pensando che lei, per arrivare la su, aveva dovuto fare appella a una grande dose di forza spirituale.

-Sei in gamba, lo ammetto!- Gli disse sorridendogli.

Per il ragazzo era davvero strano trovarsi lì con qualcuno, in qualche modo si sentiva a disagio: Kikyo gli era sempre piaciuta, cioè l’ammirava come ragazza, ma quel posto era suo! La tentazione di prenderla in braccio e portarla giù era forte, ma allo stesso tempo lo era anche la nostalgia: era da tanto che non aveva nessuno con cui parlare sotto le stelle.

Si voltò verso il Triangolo Australe, che quella sera sembrava essere ancora più brillante che mai.

-Inuyasha, è stupenda!- Disse la ragazza rivolgendosi al medesimo oggetto della sua attenzione.

-Beh… sì! La prima volta me l'ha fatta vedere Kag…- Si interruppe, quasi inorridito: non poteva averlo fatto! Non doveva far entrare nessun altro in quel palazzo! Lo aveva promesso a se stesso, e in qualche modo anche a lei! La loro costellazione era davvero troppo! Doveva fare qualcosa, anche a costo di rovinare l’atmosfera!
-Senti Kikyo…- Non fece in tempo a continuare la frase che le sue labbra incontrarono quelle della sacerdotessa. Inuyasha sgranò gli occhi incredulo mentre sentiva la mani di lei andare a cingere il suo collo. Non voleva e non doveva baciarla, non lì per lo meno! Era un bacio passionale, ma anche dolce. Il ragazzo aveva baciato poche persone, e più per gioco che per qualcosa di serio: soltanto una volta aveva come sentito il desiderio di baciare qualcuno, ed era stato in quello stesso posto, con Kagome. Ma non lo aveva fatto, perché lei era la sua migliore amica! Anzi si era sentito orribile per aver avuto un pensiero del genere. Ora quel bacio era diverso, desiderato, era qualcosa di serio, maturo in qualche modo: Kikyo non era una che faceva le cose tanto per farle. Chiuse gli occhi e decise di rispondere a quel contatto… cosa poteva succedere in fondo? Perché non lasciare che qualcuno lo portasse via dalla sua stessa solitudine? Il senso di colpa c’era, se non per il bacio, almeno il luogo! Ma in qualche modo, Inuyasha, si trovò a consolarsi pensando che non li avrebbe visti nessuno. Tuttavia, proprio in quell’istante, c'era qualcuno di molto vicino a Kagome ad assistere alla scena: Koga.

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Mancava un giorno alla partenza per il regno demoniaco ma Kagome, da inguaribile sfaticata, se ne stava tranquillamente seduta sul divano a guardare un film insieme al suo ormai grande amico Ryan, ignorando completamente la necessità imminente di dover fare le valige.

-Ryan.- Disse a un tratto Kagome.

-Neh…- Fece il biondo, intuendo soltanto dal tono con cui la castana aveva pronunciato il suo nome tutto quello che volesse dirgli, ovvero: ci ritroveremo a fare i bagagli all’ultimo istante e dimenticheremo qualcosa! Esatto: ritroveremo, perché le prime impressioni che Kagome aveva avuto su Ryan, dovute soprattutto alla stranezza dei suoi occhi, si erano rivelate esatte: anche lui era un abitante del regno demoniaco, e proprio come lei, sarebbe tornato indietro il giorno dopo.

Era stato molto facile entrare in confidenza con lui: era un ragazzo alla mano, diceva chiaramente tutto quello che pensava, era rude, ma allo stesso tempo sapeva essere gentile, ed era un mezzo demone. Spesso Kagome si sentiva a disagio nel pensare a quanti punti in comune avesse con Inuyasha!

In quelle due settimane avevano seguito insieme diverse lezioni, erano usciti, avevano guardato film e anime a ripetizione, trovandosi benissimo l’uno con l’altra. Anche quel pomeriggio prima della partenza lo avevano passato insieme, spesso sotto gli sguardi di Sango, Miroku e Koga che si premuravano di lasciarli soli, tutti soddisfatti e speranzosi che potesse nascere qualcosa, così Kagome avrebbe finalmente dimenticato Inuyasha. Beh, dimenticarlo era quasi impossibile, ma di sicuro la presenza ingombrante di Ryan aveva portato un po’ di ilarità nella vita della ragazza.

Sul tardi si separarono dandosi appuntamento per l’indomani, così da poter partire tutti insieme.

Era ormai notte, e in tutta la casa regnava un silenzio inquietante, rotto solamente dallo scrosciare incessante della pioggia.

Si erano addormentati tutti tranne Kagome, che sembrava intenta a far scoppiare la terza guerra civile nel suo letto.

"Bah! Uffa! Dannazione! Domani devo alzarmi presto! Odio la pioggia!!!” Continuava a girarsi e a rigirarsi su se stessa, sbraitando mentalmente “Dai!!! Sbrigati ad arrivare sonno!"

Mentre lei imprecava, ormai quasi rassegnata al fatto che non avrebbe dormito per niente, un ragazzo fradicio da cima a piedi girovagava per le strade della città, e non un ragazzo qualsiasi, bensì Ryan!

-Stupida pioggia!- Tuonò mentre cercava di scavalcare un cancello per trovare riparo.

Era scappato di casa: se ne era andato da quella che ormai considerava la sua famiglia. Era sempre stato solo finché non lo avevano affidato a due demoni che vivevano nel regno umano, ma quando aveva detto loro che sarebbe tornato nel mondo demoniaco, gli avevano mostrato senza troppi complimenti tutto il loro disappunto, ordinandogli di restare. Non sapeva se essere arrabbiato o meno: a dirla tutta potevano benissimo essersi sentiti in secondo piano, specialmente perché lui non li aveva interpellati fino all’ultimo su quella decisione, ma d’altra parte dovevano lasciarlo fare! Lui aveva il diritto di scegliere, o forse no? Nonostante tutto arrivò a sentirsi in colpa, pur non avendo la più pallida idea di tornare indietro.

Intanto Kagome aveva rinunciato a contare le pecore dopo essere arrivata a un numero spropositato.

-Mah! Dormono tutti…- Notò sussurrando fra sé -Quasi quasi... ma sì! Che cosa potranno mai farmi un bel panino e un film? Nulla! Andiamo!- Fece infine alzandosi di scatto e avviandosi in punta di piedi in cucina: sapeva quanto erano sensibili le orecchie dei suoi amici, e lei non voleva in nessun modo svegliarli; l’unica cosa che voleva era rimanere da sola a gustarsi il suo bel sandwich al chiaro di luna!

"Ci sono! Potrei andare dalla ragazzina! Di sicuro mi ospiterà senza troppe domande!" Fu il pensiero di Ryan mentre la povera Kagome si apprestava a gustarsi la gioia della sua solitudine notturna.

Guardò il sandwich con occhi adoranti: l’insalata, i pomodori e il formaggio facevano da contorno a una bella dose di prosciutto cotto che la stava chiamando: -Finalmente soli! Tu ed io...- Fece addentandolo con una foga tale da sembrare che non mangiasse da giorni. Ma proprio mentre stava per dare un altro morso, sentì bussare alla porta.

Ryan ci aveva messo molta delicatezza in quel tocco, immaginando che probabilmente stessero dormendo tutti. Era arrivato fino a casa di Kagome, ma solo in un secondo momento si era pentito della sua decisione, perché non voleva disturbare. Decise di fare dietrofront e andarsene, quando sentì la serratura della porta scattare.

-Mmh... Chi è a quest'ora?- Disse con voce impastata la ragazza.

-Chi credi che sia Kagome? Sono Ryan!- Fece lui, congelato dal freddo, come se fosse ovvia la sua presenza lì.

-Tu? Ma cosa ci fai qui? Spero tu abbia una buona ragione, perché hai interrotto un momento importante!- Squittì Kagome infastidita.

-Oh beh mi dispiace ma il tuo panino aspetterà! Comunque per stanotte potresti ospitarmi?- Chiese il biondino.

-Ehi, aspetta! Come hai fatto a sapere del mio panino se l'ho lasciato in cucina? Comunque sì, per stanotte puoi rimanere… però voglio una spiegazione!-

La ragazza si scostò leggermente lasciandogli lo spazio per passare e lui, senza troppi complimenti, la superò entrando in casa, andando dritto verso il divano e gettandovisi malamente sopra, senza preoccuparsi di bagnare la stoffa con i suoi abiti zuppi.

Kagome lo guardò alzando un sopracciglio rassegnata e disse sarcasticamente: -Ma prego… fa pure come se fossi a casa tua!-

In tutta riposta Ryan la guardò e chiese: -Potresti portarmi un panino come il tuo? Si sente l’odore invitante fin fuori alla strada!-

Lei alzò gli occhi al cielo e senza dire nulla si avviò verso la cucina, preparando un panino anche per il ragazzo.

Quando tornò in salotto gli porse il cibo e a sua volta addentò di nuovo il tanto agognato sandwich, per poi iniziare a parlare: -Allora? Che cavolo ci fai nel cuore della notte a casa mia?- Mentre formulava questa domanda si sedette di fianco a lui.

Ryan, che intanto si era portato la lattina di coca cola che la ragazza gli aveva gentilmente messo a disposizione alla bocca, sputò con poca grazia il boccone misto alla bevanda proprio sulla faccia della povera Kagome.

-Ops! Scusa!- Disse portandosi le mani davanti al volto mentre un’aura negativa avvolgeva minacciosamente il corpo della corvina.

-In poche parole ho detto ai miei che avevo intenzione di andare nel Regno dei Demoni… e loro l’hanno presa male… anzi, mi hanno vietato di andare! Così sono scappato di casa!- Spiegò.

Kagome lo guardò sconvolta mentre si asciugava il volto con un fazzoletto, e dopo qualche istante di silenzio esordì con un: -Stai scherzando, vero?-

-No.- Rispose tranquillamente lui.

-Non avevi detto nulla ai tuoi? Avevi deciso tutto da solo?- Chiese esterrefatta.

-Esattamente.- Si limitò a confermare lui.

-Ma sei un idiota patentato! Io farei qualunque cosa per avere una famiglia, e tu la lasci così su due piedi? È normale che ti abbiano detto di no così all’improvviso! Credevo che lo sapessero da tempo! Come puoi essere così stupido?- Gli sbraitò contro, al punto che il biondo dovette invitarla al silenzio per non svegliare gli altri inquilini.

-Capisco il tuo punto di vista, ma tu cerca di capire il mio: loro devono rispettare anche le mie scelte! Non sono un ragazzino e non devo stare ai loro ordini!- Cercò di spiegare, pur rendendosi conto di non essere totalmente nella ragione.

-Ok, ma non potevi parlargliene prima? Discuterne per tempo?-

Lui restò in silenzio per qualche secondo, poi disse: -Temevo che mi dicessero di no…-

Kagome si portò il palmo della mano sulla fronte producendo uno schiocco che risuonò nella notte.

A quel punto, dato che discutere sembrava essere inutile, i due lasciarono morire lì la conversazione e si limitarono a guardare un film horror intitolato The Ring, che passavano in TV.

Quando finalmente giunse il mattino, Sango, Miroku e Koga trovarono sul divano due creature mistiche che dormivano beatamente l’una accanto all’altra, immerse fra le briciole delle patatine.






















 
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Note dell'autrice: Ciao tutti quanti! Perdonate il ritardo nella publicazione di questo capitolo, ma ho avuto molto da fare con la scuola :( e oltretutto non è neanche finito il mio da fare (non sto qui a lamentarmi dei miei problemi con il professore di tecnica e le sue verifiche -.-).
Nel prossimo capitolo finalmente si torna nel Regno Demoniaco! Ryan e Kagome in queste due settimane si sono avvicinati davvero molto, spero che la loro amicizia sia di vostro gradimento! Inoltre ho spiegato un po' cosa è successo fra Kikyo e Inuyasha subito dopo la partenza di Kagome, anche per non far dare dell'infame totale al povero Inuyasha XD cosa ve ne pare? Grazie a tutti quanti per il sostegno <3
Lady Reina.
 

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Capitolo 4
*** Dopo tanto tempo... ***


DOPO TANTO TEMPO...




-P… può ripetere signora Kaede?- Chiese Inuyasha per la millesima volta.

Possibile fosse stato avvisato solo all’ultimo momento dell'imminente arrivo di Kagome nel regno demoniaco? Non la vedeva da tre anni, ma la ricordava benissimo: ogni dettaglio, ogni sfumatura della sua voce, persino il suo odore! Non era passato giorno senza che pensasse a lei e, ogni volta, veniva attraversato da una fitta al petto: il rimorso per come era finita fra loro non gli aveva mai dato pace.

-Inuyasha, basta! Fattene una ragione! Lei e gli altri arriveranno a momenti!- Lo informò con poco tatto la donna, per poi fissarlo con una certa apprensione e continuare dicendo: -Tu sei stato l'ultimo a essere informato perché eri poco presente! Evidentemente eri troppo preso dal rapporto con mia sorella Kikyo per dedicarti agli avvenimenti importanti della nostra scuola!- Gracchiò, visibilmente turbata dalla reazione del mezzo demone.

Inuyasha faceva avanti e indietro per quell’ufficio dell'accademia di arti magiche, di cui Kaede era la preside.

-Bah! Tutte stronzate! Lo so, ormai l'ho capito che non le va a genio, anzi a nessuno va a genio la mia relazione con Kikyo! Possibile che vi dia così tanto fastidio che io sia finalmente felice?!- Sbottò.

-Ehi ragazzino, guarda che stai facendo tutto da solo: prima hai fatto storie perché non sei stato avvertito prima dell’arrivo di Kagome, e adesso pensi che io sia contro il fatto che tu stia con mia sorella? A me non importa minimamente quello che fate, mi basta che non combiniate guai!- Gli assicurò guardandolo dall’alto in basso.

Inuyasha era sempre stato un tipo impulsivo, un ragazzo che si faceva dominare completamente da emozioni e sentimenti: era nervoso all’idea di rivedere Kagome, e non sapeva con chi prendersela, quindi si sentiva attaccato da tutti, senza alcuna ragione apparente.

-Tsk! Siete tutti bravi a parlare!- Si limitò a dire mentre con un balzo uscì dalla finestra dell’accademia, lasciandosi alle spalle le moleste grida della preside che gli intimava di usare la porta.

Non solo era in agitazione per l'arrivo di quella che era stata la sua migliore amica, ma era anche deluso da Kaede, che sapeva benissimo quanto la cosa lo avrebbe turbato, e nonostante tutto non lo aveva avvertito per tempo! Inoltre si metteva anche a fare battutine su lui e la sua ragazza!

La preside, per il ragazzo, era diventata come una madre: negli anni in cui si era avvicinato a Kikyo, sua sorella maggiore Kaede, che aveva dieci anni di più, lo aveva sempre trattato bene, gli aveva dato affetto, parole di conforto e consigli, tutte cose che la sua vera madre non aveva mai fatto… già… lei aveva tentato di ucciderlo più volte senza riuscirci!

Ma la cosa che più lo turbava era comunque l’imminente arrivo di Kagome… ricordava benissimo quanto fosse delusa dalle sue parole di tre anni prima, ma adesso? Lo avrebbe odiato? Gli sarebbe rimasta amica? Gli avrebbe rivolto parola? Un brivido gli attraversò la schiena quando la sua mente elaborò anche l’opzione che avrebbe potuto essersi dimenticata di lui.

No, non poteva averlo scordato! Scosse la testa per scacciar via quel pensiero e si trovò a chiedersi che cosa avrebbe dovuto fare. Far finta di niente? Andare a salutarla come se non fosse successo nulla fra loro?

Senza nemmeno accorgersene, guidato dall’istinto, era arrivato a casa di Kikyo… forse lei lo avrebbe capito!

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Blu. Rosso. Viola. Giallo... il portale davanti a Kagome era un vortice di colori, che continuavano a girare fra loro, mischiandosi e dando vita a centinaia di nuove sfumature. La ragazza ormai vedeva solo quello, era impossibile concentrarsi su altro: ne era totalmente ipnotizzata.

Lei e Ryan, alla fine, erano riusciti a prepararsi in tempo, e fra bisticci, spazzolini da denti dimenticati, furti di felpe da uomo che restavano la passione di Kagome, avevano preparato le valigie e persino chiarito con i genitori del ragazzo, che all’ultimo avevano acconsentito a lasciarlo partire per il regno demoniaco – non senza una lavata di capo di quelle epiche.

Ora erano pronti a dare inizio a una nuova avventura, o per meglio dire, fuga!

Kagome non era andata nel mondo degli umani per motivi futili: era perseguitata da qualcosa, anzi, da qualcuno! Una creatura con un’aura potentissima, avvertibile anche da un semplice essere umano.

Era rimasta scioccata quando anni prima era stata attaccata da quell’essere che conosceva bene, e da cui mai avrebbe pensato di doversi difendere: la madre di Inuyasha! Era un giorno come tanti altri, lei e il mezzo demone non erano che due ragazzini, e improvvisamente la donna era come impazzita: aveva tentato di uccidere sia Kagome che il suo stesso figlio, ma sorprendentemente lui era riuscito a impedirglielo, e si erano salvati per miracolo mentre quella donna infernale era fuggita lontano, pronta a preparare nuovi attacchi.

A distanza di anni Kagome si era resa conto di quanto quell’episodio fosse stato strano: le avevano detto che doveva nascondersi dalla madre di Inuyasha, ma se era davvero così pericolosa, com’era possibile che non fosse riuscita a eliminare due ragazzini? Era davvero lei l’unico nemico? Tuttavia era inutile cercare di trovare una soluzione a quella domanda, anche perché nessuno sembrava disposto a raccontarle la verità.

Fecero un passo verso il portale e vi si immersero, trovandosi sospesi nel vuoto, mano nella mano. Il viaggio durò qualche attimo, giusto il tempo di un battito di ciglia.
Quando Kagome riaprì gli occhi si stupì: era tutto come tre anni prima! C'era ancora un profumo tenue di lavanda in quel luogo, e si stupì di riuscire ancora a sentirlo nonostante il sigillo. Sorrise felice di rivedere quel mondo, e la vicinanza del ragazzo la faceva sentire al sicuro in qualche modo.

Lei e Ryan erano arrivati da appena mezz’ora, ma avevano già avuto il tempo di stupirsi nel vedere l'organizzazione del campus che li aveva subito spediti all’accademia, dove poi erano stati inviati nelle rispettive stanze, che ovviamente dovevano condividere con altre persone.

E a lei chi era capitata? Quella che probabilmente doveva essere la ragazza più chiacchierona di tutto l'istituto che, appena aveva varcato la soglia e realizzato di avere una compagna di stanza, l'aveva tartassata di domande. Aveva occhi verde smeraldo, che spiccavano sulla sua carnagione rosea, incorniciata da morbide ciocche di capelli rossi raccolti in due codine ai lati della nuca. Era un demone lupo di nome Ayame, graziosa quanto indisponente.

-Ehi Kagome! Quando ti toglieranno il sigillo? Muoio dalla voglia di vedere il tuo vero aspetto!- Dopo quell’ultima domanda fece una pausa dal lungo chiacchierare, accorgendosi del fatto che la corvina avesse smesso di prestare orecchio ai suoi discorsi, quindi riprese alzando il tono di voce: -Ehi ma mi stai ascoltando?-

Kagome sobbalzò colta in fragrante, anche se più che preoccuparsi per aver ignorato la neo compagna di stanza, era ancora scioccata dalla velocità con cui aveva pronunciato tutte quelle parole: probabilmente lei non parlava così tanto neanche nel sommarsi dei giorni di un’intera settimana! Le sembrava così strano che in quella piccola camera, in cui fino a qualche anno prima aveva sempre vissuto da sola, ora ci fosse un essere turbolento come Ayame! All’inizio era stata felice di riavere la sua vecchia stanza, in fondo era una persona abitudinaria e nostalgica, ma in quel momento non era più tanto sicura di voler restare lì.

-Ah... ehm… sì! Scusa è che sono un po’ stanca… cosa stavi dicendo?- Balbettò imbarazzata.

-Il sigillo! Quando te lo toglieranno?-

-Oh, giusto… credo che tra poco mi chiameranno per andare dalla preside Ka… Kaname… Karese…-

-Kaede!- Le venne in aiuto il demone lupo.

-Giusto! Non ricordo mai il suo nome! Insomma, andrò da lei per togliere questo sigillo, spero solo che non faccia male.- Fece rabbrividendo con voce preoccupata, pensando che anche se fosse sopravvissuto alla rimozione del sigillo, sarebbe stato difficile spuntarla contro quel terremoto vivente dai capelli rossi.

-Un momento, ma sei tu quindi! Sei tu la misteriosa ragazza!- Fece Ayame mettendosi a saltare sul letto di Kagome, senza curarsi delle valige e della faccia basita della compagna.

-Ehm Ayame? Potresti dirmi di cosa stai parlando?-

La rossa si diede finalmente un contegno, e guardandola con occhi furbi e vivaci disse: -Come? Non lo sai? Quel ragazzo non fa che pensare a te!-

Kagome alzò un sopracciglio non capendo e disse: -Guarda che manco da questo regno da ben tre anni, non conosco nessun ragazzo… o almeno non qualcuno che possa pensarmi!-

Ayame rise divertita per poi rimbeccare: -Vai a dirlo a Inuyasha!-

La mora fu scossa da un brivido lungo la schiena. Aveva detto Inuyasha? In che senso? Come poteva dire una cosa del genere? Fece per parlare, ma la rossa alzò una mano per fermarla e continuò la spiegazione da sé.

-Siamo amici, lo conosco bene, è nella mia stessa classe: per anni non ha fatto altro che parlare della sua fantomatica migliore amica che era partita per il regno degli umani! L’ho sempre preso in giro su questa cosa, non faccio altro che dirgli che in realtà è innamorato della migliore amica! Vedessi la faccia di Kikyo quando gli rifilo queste battutine!-

Kagome non rispose, ma il cuore le batteva all’impazzata.

-Insomma, tutti sapevamo che questa Kagome sarebbe tornata a breve, ce lo aveva preannunciato la preside stessa, e dato che il nome e la descrizione combaciano direi che devi essere tu, ho ragione?-

-Sc… scusa, devo proprio andare da Kaeri!- Disse la ragazza uscendo in fretta e furia dalla stanza.

-Kaede!- La corresse Ayame prima che la porta si richiudesse.

Non poteva crederci: Inuyasha aveva parlato di lei! Si cinse con le braccia e si accucciò a sedere con le spalle al muro, nel bel mezzo del corridoio. La ragazza lupo aveva aperto delle vecchie ferite, in fondo mai del tutto rimarginate. Lui era lì, in quella scuola! Perché non aveva pensato prima a quanto sarebbe stato difficile rincontrarlo? In realtà ci aveva pensato, ma la presenza di Ryan, in qualche modo, aveva reso tutto più facile, solo che in quel momento si rendeva davvero conto che no, non era una cosa da nulla, e non avrebbe potuto far finta di niente! Il ricordo di Inuyasha era ancora vivo in lei, faceva ancora male! Cosa avrebbe fatto?
Dopo diversi minuti passati lì seduta, durante i quali grazie al cielo non era passato nessuno, trovò finalmente il coraggio di alzarsi di raggiungere la preside. Presto tutto sarebbe cambiato, o meglio lei sarebbe cambiata.

Ryan si era rifiutato di accompagnarla; anche se erano arrivati da poche ore, le aveva detto di aver già conosciuto una ragazza, a suo parere bellissima, con cui era riuscito ad avere un appuntamento. Ci era rimasta un po’ male, doveva ammetterlo: andare da sola a farsi rimuovere il sigillo la spaventava.

"Come cavolo si rimuoverà questo coso lo devo ancora capire!" Si disse mentre era in piena crisi isterica.

Quando arrivò davanti all’ufficio di Kaede decise di non perdere neanche un secondo ed entrare, prima che la paura la facesse scappare a gambe levate.

 -Buongior...- Iniziò a dire, ma poi si ricordò improvvisamente che fosse pomeriggio inoltrato e si corresse bofonchiando un: -Buonasera!-

Quello che si ritrovò davanti la intimorì ancora di più; neanche quando viveva lì aveva compreso bene il funzionamento dei corridoi: erano come ascensori. Ora capiva il perché le avevano dato il numero preciso del corridoio da prendere: la stanza dentro cui era entrata, in realtà, non era l’ufficio di Kaede, ma un edificio dentro l’edificio! Inoltre sembrava di essere in una specie di giardino al chiuso: c’erano alberi, fontane, cespugli, fiori, persino dei conigli!  

Vi erano compresi almeno venti piani, e chissà quante altre stanze… come diavolo avrebbe fatto a trovare l’ufficio? Decise di addentrarsi in quel verde artificiale, apparentemente deserto. Era del tutto ignara del fatto che qualcuno la stesse osservando…

Inuyasha la seguiva a debita distanza, guardandosi bene dal farsi vedere.

Era appena stato a casa di Kikyo, convinto che l’avrebbe trovata sola, bisognosa di attenzioni che lui le avrebbe saputo dare, ma c’era qualcun altro al suo posto. Era con un altro ragazzo! Il mezzo demone non era riuscito quasi a crederci, ma dopo lo stupore iniziale aveva capito che era proprio così: la sua fidanzata stava baciando un altro! La cosa che lo stupì maggiormente non fu tanto il tradimento, ma la sua stessa reazione: non gli importava… non provava neanche un po’ di rabbia, un briciolo di tristezza… lo preoccupava di più il fatto che Kagome fosse tornata nel regno demoniaco! Così non si era fatto neanche vedere, e se ne era andato a cercare quella che era stata la sua migliore amica, anche solo per vedere come stesse.

L'aveva rintracciata affidandosi al suo fiuto canino, preoccupandosi del fatto che sembrasse un stalker.

Così si era ritrovato appollaiato sopra un albero all’interno del giardino coperto, squadrando Kagome da capo a piedi. Era molto cambiata, secondo lui era diventata anche più bella, però aveva qualcosa di strano, di più umano. Mentre lei camminava ignara della sua presenza, lui si muoveva lesto fra il rami per seguirla, sperando che non percepisse il suo odore, anche se il suo potere di mezzo demone era sigillato. Si stava dirigendo verso l’ufficio di Kaede. Poco male, anche lui doveva chiedere un'informazione alla preside: un certo Ryan Isoshi era stato collocato nella sua stanza, e lui non voleva coinquilini!

Kagome non sembrava sapere esattamente dove fosse, e quando lesse sopra una delle porte collocate alla fine del giardino la parola “presidenza”, tirò un sospiro di sollievo e bussò per poi entrare dopo aver ricevuto il permesso.

Quando la porta si richiuse, Inuyasha vi balzò davanti uscendo dal suo nascondiglio e alzò una mano per bussare, arrestandosi immediatamente. Cosa stava facendo? Poteva davvero entrare e salutarla come se niente fosse?

Fece dietrofront e si allontanò a grandi falcate, per poi bloccarsi di nuovo con un piede ancora a mezz’aria. Perché scappare via? Prima o poi l’avrebbe incontrata comunque! E poi chi voleva prendere in giro? Voleva vederla! Voleva parlarle! Anni di fidanzamento con Kikyo erano appena andati in fumo, e a lui non importava un bel niente soltanto perché c’era lei!             

Tornò vicino alla porta e afferrò la maniglia, per poi restare immobile di nuovo e deglutire. No, non ce la faceva, doveva tornare indietro e sperare di incontrarla casualmente! Si voltò e fece per andarsene, ma la porta si aprì alle sue spalle, e il ragazzo rabbrividì. Aveva già fatto? Dannazione!

Sentì chiaramente le parole di Kaede raggiungere le sue orecchie.

-Signorina Higurashi, ora che il sigillo è stato rimosso le rimarrà solo una piccola cicatrice sul polso, non dovrebbe darle problemi, ma per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi.-

La ragazza fece per uscire, ma sul ciglio della porta trovò qualcuno a impedirle il passaggio. Ci mise una frazione di secondo a capire di chi si trattasse, e sentì l'aria mancarle, le farfalle nello stomaco, gioia e poi... rabbia, delusione...

Inuyasha era davanti a lei, gli occhi sgranati per la sorpresa.

Era bellissimo; beh, era sempre stato bello, e durante quei tre anni non poteva di certo essere diventato improvvisamente obeso, anzi era più alto e muscoloso, ancora più attraente di quanto lo ricordasse.

Avrebbe voluto dire tante cose, ma sapeva benissimo che se avesse provato a parlare, dalla sua bocca sarebbe uscito solo un imbarazzante “Oh mio Dio!”.

Il mezzo demone non era messo meglio di lei: troppe emozioni tutte insieme: se l'era ritrovata davanti da un giorno all’altro, la considerava bellissima già nel suo aspetto sigillato da essere umano, ma ora che la vedeva nelle sue vere fattezze era senza fiato! Era la sua Kagome, come la ricordava: gli occhi di un azzurro quasi fluorescente, brillante; incorniciati da una cascata di capelli d'ebano; le orecchie si erano leggermente allungate, diventando a punta come quelle dei demoni. Improvvisamente si sentì inadeguato, non alla sua altezza.

-Ehm...- Fece la ragazza abbassando lo sguardo imbarazzata, poi continuò quasi gridando: -Ciao Inuyasha!-








 
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Note dell'autrice: salve a tutti! Scusate per il ritardo nella pubblicazione ^^' la scuola non lascia via di scampo! Grazie al cielo sono iniziate le vacanze di Natale! Come avrete potuto notare, la povera Izayoi è un nemico! Tutto verrà spiegato a tempo debito, ve lo prometto! Intanto Inuyasha e Kagome si sono finalmente incontrati! Cosa succederà adesso? 
Colgo l'occasione per ringraziarvi di cuore tutti quanti! Il vostro sostegno è davvero importante per me <3 auguro a tutti voi un felice Natale ;) 
Lady Reina.

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Capitolo 5
*** Testa a testa ***


TESTA A TESTA 



 

Giorni... mesi... anni a torturarmi... quando lui nemmeno diceva di amarmi...
 
 


‘Ma come ci sono finita io qui?’ Si chiese Kagome affranta mentre cercava di mantenere a tutti costi un sorriso falso sul volto.

Si era appena rincontrata con Inuyasha, e lui, dopo l’evidente imbarazzo iniziale di entrambi, l’aveva sorprendentemente invitata a bere qualcosa in un bar. La ragazza in un momento di lucidità, avrebbe sicuramente declinato, ma quell’offerta era arrivata così inaspettatamente che era rimasta interdetta e, sul momento, non era neanche riuscita a inventare una scusa decente, quindi aveva balbettato un “sì” poco convinto.

Inuyasha dal canto suo, non sembrava essere in una situazione migliore: le sorrideva mentre le orecchie canine vibravano spasmodicamente, una caratteristica che a quanto pare aveva conservato da sempre, perché anche da bambino, quando era nervoso, le sue orecchie si muovevano in quel modo.

La cosa certa era che nessuno dei due sapeva cosa dire. Lei aveva tentato più volte di organizzare un discorso nella sua mente, ma alla fine si era vergognata di aprir bocca ed era rimasta a guardarlo interdetta. Lui aveva messo una zolletta di zucchero nel caffè, poi un’altra, e un’altra ancora, finché nella tazzina non era rimasto altro che zucchero sporco! La ragazza avrebbe voluto dirgli che quello era il modo migliore per farsi venire il diabete, ma non le sembrava il caso.

Ormai si sentiva solo il rumore del cucchiaino che sbatteva ai lati della tazza di tè di Kagome, che stava mescolando ormai da più di due minuti.

-Ehi Kagome!-  Provò a dire finalmente il mezzo demone facendosi coraggio -Com’è il mondo umano?- Sperava che la giovane cogliesse l’occasione per aprire un dialogo, ma ottenne l'effetto opposto.

Kagome per un momento aprì la bocca per rispondere, ma le parole le morirono in gola e chinò improvvisamente il capo. Il miscuglio all'interno del recipiente era diventato di colpo molto interessante. Cosa ci faceva in un bar con lui? Come ci era finta? Cosa le diceva la testa!?!

-Ho… ho detto qualcosa che non va per caso?- Chiese Inuyasha visibilmente turbato dalla reazione della corvina. Aveva sperato con tutto se stesso che andasse bene: che si fosse dimenticata di come era finita fra loro e che fosse pronta a parlargli e a sorridergli come aveva sempre fatto in passato.

‘No Inuyasha!’ Pensò lei stringendo convulsamente la stoffa della gonna fra le mani ‘Tu non hai fatto nulla: sono io che sono troppo timida per guardarti in faccia e parlarti come se niente fosse, come se non fossi ancora innamorata di te, come se non mi facessi effetto, come se non sapessi che hai fatto vedere a qualcun altro la nostra costellazione! Come se mi fossi completamente dimenticata di te! Come se non avessi mai sperato che tu ti innamorassi di me un giorno!’ Sentiva le lacrime farsi strada prepotentemente nei suoi occhi mentre lo sguardo del ragazzo, lo sentiva, era ancora puntato su di lei ‘Non sarà mai così! E io non ce la faccio proprio a comportarmi come se non mi importasse! Come se tu non mi avessi spezzato il cuore, perché nonostante tutto io… ti amo ancora!’ Avrebbe tanto voluto dirgli quelle parole, ma si limitò a scuotere il capo in segno di negazione.

Passarono altri minuti. Inuyasha aveva i nervi a fior di pelle, e cominciava quasi a pensare che in quel modo lei si stesse vendicando: lo lasciava lì, sulle spine, proprio per punirlo.

‘Al diavolo!’ Si disse Kagome alzando lo sguardo e fissandolo con decisione: perché doveva starsene zitta? Tanto valeva dirgli tutto! Cosa poteva succedere di tanto grave? Poteva fare la figura della patetica per quei sentimenti? Ebbene, non gliene importava nulla, perché era vero! Lo amava! Fine! Si decise dunque a parlare mentre il mezzo demone, quasi spaventato dal suo sguardo, si fece leggermente indietro con la schiena.

-Inuyasha! Io...- Si interruppe avendo un attimo di ripensamento -Beh... sì io...- Inuyasha sembrava pendere dalle sue labbra. Glielo avrebbe detto a tutti i costi!

-Volevo dirti che...- Non fece in tempo a finire la frase che una voce femminile risuonò dall'altro capo del bar. Kagome sgranò gli occhi nel riconoscere la ragazza del mezzo demone: Kikyo!

-Ciao Inuyasha! Tesorino, ma cosa ci fai qui?- Fece la sacerdotessa avviluppandosi al braccio del ragazzo e guardando con sorpresa la mezzo demone seduta assieme a lui.

Per poco a Kagome non scesero le lacrime già faticosamente trattenute fino a quel momento. Come aveva potuto dimenticare che ci fosse anche lei? Stava per confessare il suo amore, per la seconda volta, a un ragazzo impegnato! Aveva frainteso tutto: insomma, il fatto che lui l’avesse invitata a bere qualcosa per parlare non significava nulla! Non significava nulla il loro incontro! Niente di tutto quello che era successo significava nulla!

-Io sono Kagome.- Si limitò a informare la nuova arrivata, che non riuscì a trattenere l’espressione sorpresa, mentre Inuyasha sembrava impietrito -Scusatemi, stavo andando via... penso vorrete rimanere da soli!- Concluse sforzandosi di mantenere un’espressione fredda, e alzandosi di scatto corse via. Veloce. Molto veloce. Probabilmente troppo per una persona disinteressata.

Il mezzo demone rimase di stucco. Perché era scappata così dopo aver visto Kikyo? Lui le faceva ancora effetto? Possibile che Kagome potesse interessarsi ancora a uno come lui?

Fu Kikyo a interrompere i suoi pensieri: -Ah! Menomale che quella ragazzina ci ha lasciati soli! Chi l’avrebbe mai detto: Kagome! È diventata quasi guardabile! Da piccola era così bruttina!- Quella voce smielata stava già facendo saltare i nervi al mezzo demone, che strinse i pugni conficcandosi le unghie nella carne per trattenersi. La sacerdotessa continuò appoggiandosi maggiormente a lui: -Per essere una che ha appena sedici anni coglie al volo i segnali! È una mocciosetta sveglia!-
-Non chiamarmi così!- La voce di Kagome li fece rabbrividire entrambi.

Andandosene frettolosamente, si era dimenticata la sua adorata giacca di jeans che custodiva gelosamente da tre anni. Era stato Inuyasha a regalargliela, in origine apparteneva a lui, e quando gliel’aveva data era ancora troppo grande per lei, che all’epoca aveva solo tredici anni. Ora le stava abbastanza bene nonostante il taglio maschile, e non se ne era mai separata proprio perché era un ricordo importante. Di certo non l'avrebbe lasciata nel bar per colpa della sua timidezza! Tuttavia non aveva potuto fare a meno di sentire il discorso di Kikyo, ed era stato più forte di lei risponderle.

-Come scusa, mocciosetta?- La schernì maggiormente la sacerdotessa, rimarcando il tono su quella parola.

-Ho detto- iniziò a dire Kagome afferrando la giacca per il colletto e portandosela dietro la spalla destra in un gesto forse troppo teatrale, che in qualche modo in quel momento la rese fin troppo figa, perlomeno agli occhi di Inuyasha -Non chiamarmi così!- Ringhiò cominciando a scaldarsi: se si arrabbiava diceva anche addio alla sua timidezza.

-Oh!- Riuscì a formulare la sacerdotessa, rimasta scioccata dall'improvviso cambio di umore della giovane.

Nel frattempo Inuyasha era rimasto fermo lì al tavolino a guardare passivamente la scena, riscoprendosi inevitabilmente a parteggiare per Kagome.

Kikyo lo liberò dall’abbraccio e si drizzò in piedi davanti alla mezzo demone. Pensava di essere più alta, ma in quegli anni Kagome era cresciuta, e sorprendentemente era arrivata persino a superarla di qualche centimetro, ma la sacerdotessa non aveva certo intenzione di tirarsi indietro davanti a lei.

-Pensi dunque di essere una donna matura?- Le disse mentre un angolo della sua bocca si inarcava in un sorriso sghembo e derisorio.

-Almeno io non vado in giro a dare nomignoli alla gente senza neanche conoscerla!- Ribatté la giovane.

-Prima esci con il mio ragazzo e poi pretendi che ti tratti con rispetto?-

-Tanto per la cronaca- Disse Kagome avvicinandosi maggiormente a lei -È stato il tuo ragazzo a invitarmi, non viceversa!-

Kikyo incassò il colpo guardandola male, e la mezzo demone, convinta di aver colto nel segno, si portò una mando davanti alla bocca, fingendo di reprimere una risatina e disse: -Non sarà che si è stancato di te?-

Inuyasha sgranò gli occhi completamente rapito da quella scena: che ne era stato dalle ragazzina timida e indifesa che conosceva lui? Kagome non era affatto intimorita, anzi stava tenendo testa a Kikyo come se niente fosse. Non poté fare a meno di sentire una grande soddisfazione dentro di sé: la sacerdotessa lo aveva tradito senza troppi complimenti del resto! Era piacevole vederla in difficoltà davanti a un’altra ragazza.

-Ma chi ti credi di essere?- Fece la più grande infastidita.

Kagome la liquidò con un lascivo gesto della mano e disse: -Tranquilla, me ne stavo andando: non ci tengo affatto a immischiarvi nei vostri problemi di coppia!-

Fece per superarla, passando vicino al tavolo, e in particolare vicino a Inuyasha, così vicino che lui non seppe reprimere più l’istinto, e le afferrò il braccio bloccandola, per poi alzarsi di colpo e annullare la distanza fra loro due, posando con convinzione le labbra su quelle di Kagome.

La ragazza, inizialmente stordita, reagì staccandosi bruscamente da quel contatto e tirandogli uno schiaffo in pieno viso, lasciando sia lui che Kikyo basiti, per diversi motivi.

Era il suo primo bacio, e se lo era preso un ragazzo che le aveva spezzato il cuore e che per giunta era fidanzato!

Kikyo si avvicinò a lui con gli occhi sgranati dicendo: -Ma che cosa fai?-

Inuyasha le rifilò uno sguardo raggelante, tanto che la sacerdotessa indietreggiò basita, come se avesse capito, con lo stesso senso di accusa perenne che sente chi ha la coscienza sporca.

Kagome approfittò di questo improvviso spaesamento tra i due per scappare.

Corse via, lontano! Fuori dall’accademia, fuori dalle mura! Senza volerlo si addentrò persino nella foresta: l’unica cosa a cui riusciva a pensare era allontanarsi il più possibile da tutto! Il cuore le batteva all’impazzata, il fiato corto nella gola le bruciava, e per quanto i suoi poteri di mezzo demone la rendessero forte, sopraggiunse finalmente la stanchezza, e solo a quel punto, dopo aver corso ininterrottamente per chissà quanto, si fermò.

Intorno a lei non c’erano che alberi, cespugli e qualche animale che si nascondeva spaventato dalla sua presenza. Il suo fiuto canino, stranamente, era come addormentato, e non riusciva più a orientarsi: si era persa.

Kagome non sapeva che in quel luogo aveva avuto luogo la più grande battaglia del mondo soprannaturale, in cui i suoi stessi genitori avevano rimesso la pelle, sigillando un mostro dai poteri inimmaginabili: Ryukotsusei.
 




 
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Buon 2017 a tutti! Vi chiedo scusa per i miei ritardi negli aggiornamenti :'( devo ammettere che mi sono goduta un po' queste vacanze (anche se "goduta" è una parola grossa dato che ero piena di cose da studiare!). In questo capitolo Kagome e Inuyasha hanno avuto qualche momento per chiarirsi, ma Kikyo è sbucata all'improvviso e c'è stata questa discussione... Inuyasha in realtà è rimasto esterrefatto e ha apprezzato come non mai Kagome, al punto che l'ha addirittura presa e baciata all'improvviso XD cosa ne pensate? Spero che la ff vi stia interessando! Grazie a tutti quanti! <3
Lady Reina.

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Capitolo 6
*** Hai vinto questa battaglia ma non la guerra (Parte 1) ***


HAI VINTO QUESTA BATTAGLIA MA NON LA GUERRA (Parte 1)


 
 
 
-Inuyasha! Mi vuoi spiegare che cosa ti ha preso?- Urlò Kikyo contro il mezzo demone, che dopo la fuga di Kagome era rimasto in silenzio, con lo sguardo fisso nel vuoto. Stava cercando di capire che cosa lo avesse spinto a baciarla: se prima c’era stata anche solo una possibilità di recuperare la loro amicizia, ora non aveva davvero più speranze.

-Mi ha preso che sono un coglione!- Sbottò contro la sacerdotessa che era a dir poco furiosa.

-Prima di tutto modera il linguaggio! E secondo, io sono disposta anche a venirti incontro se mi dai una spiegazione logica!- Disse addolcendo lievemente la voce mentre pronunciava le ultime parole, poi continuò: -Volevi farmi arrabbiare? Punirmi per qualcosa? Voglio perdonarti, ma dammene una ragione!-

-Sai che c'è, Kikyo?- Fece guardandola spazientito -C’è che io non lo voglio il tuo perdono! Ti comporti come se nulla fosse, ma mi tradisci o sbaglio?- Adesso che aveva tirato fuori l’argomento, si rendeva conto che era davvero dura da affrontare. La sua attenzione era stata completamente catturata da Kagome in quei giorni, ma non poteva ignorare quello che c’era stato con Kikyo, e soprattutto la frustrazione di quello che lei aveva fatto.

La sacerdotessa rimase basita. Come aveva sospettato, Inuyasha l’aveva scoperta, o perlomeno sapeva qualcosa, e fingere era totalmente inutile.

-I… io ti posso spiegare!- Cercò di dire avvicinandosi di un passo verso di lui.

-No, lascia stare!- Disse il ragazzo portando una mano aperta verso di lei per bloccare la sua avanzata -Mi faresti solo perdere tempo. Mi dispiace ma devo andare! Serve che ti specifichi che tra noi è finita?-

-I… Inuy…- Kikyo era sconvolta per la sua reazione. Si aspettava che l’ascoltasse, che alla fine dopo essersi arrabbiato la perdonasse. L’arrivo di quella ragazza lo aveva completamente deviato.

Inuyasha non aspettò neanche che avesse il tempo di replicare. Uscì a testa alta dal locale, lasciandosi alle spalle la sacerdotessa impietrita e un gruppo di persone, che avevano seguito tutta la scena, entusiaste mentre battevano le mani, credendo fosse una recita.

Il sole stava andando lentamente a dormire, lasciando libero spazio alla luna e alle sfumature violacee del cielo. Era ormai sera e Kagome aveva perso la speranza di riuscire a orizzontarsi. Non poteva neanche appigliarsi al fatto che sarebbero andati a cercarla, chi mai l'avrebbe trovata in quella foresta, che era diventata improvvisamente molto più tetra rispetto a prima? Presa dall’ansia, non aveva fatto altro che correre, sperando di ritrovare la via di casa ma nulla.

Afflitta si appoggiò con la schiena contro il tronco di un albero molto robusto e largo, scivolando lentamente a terra. Si era rassegnata a passare la notte all’aperto: doveva solo stare attenta che qualche animale non l’attaccasse, magari nel caso si sarebbe potuta difendere facendo appello ai suoi poteri. Il freddo era un problema: si portò le ginocchia al petto stringendole con le mani e sfregandole nel tentativo di riscaldarsi almeno un po’.

Si ritrovò a pensare che non avrebbe mai più indossato una gonna, quando qualcosa di luccicante sembrò spuntare da un'ammaccatura formatasi al centro dell'albero. La ragazza, curiosa, si alzò in piedi e cercò di tirare fuori dal tronco l'oggetto. Ci riuscì. Sembrava la punta di una freccia, ma per quale motivo brillava in quel modo? Si rigirò l'oggetto appuntito tra le mani.

-Ryukotsusei! Svegliati!-

Una voce tetra e profonda spezzò il silenzio della foresta, facendo venire i brividi a Kagome, che indietreggiò istintivamente, stringendo la punta della freccia fra le mani.

-Che stupida ragazzina! Ryukotsusei, è arrivato il momento!- Continuò la voce.

La giovane, a quel punto, riuscì a capire che sembrava provenire dall’arbusto.

Quel tono, quel luogo, quella sensazione di malessere le erano familiari.

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-Oh! Devo dire che sono migliorati notevolmente al centro di smistamento demoniaco!- Fece Sango soddisfatta per la velocità con cui erano stati inviati all’Accademia -Ehi, dov'è Miroku?- Chiese mentre barcollava ancora per il viaggio nella sua dimensione mentre si accingeva, assieme a Koga a cercare un esemplare di monaco pervertito che si era volatilizzato in meno di un secondo.

Erano arrivati da neanche cinque minuti e gli erano già stati assegnati il numero e le chiavi delle rispettive stanze.

-Piuttosto mi chiedo come se la starà cavando Kagome…- Fece Koga, poco interessato in realtà a sapere che fine avesse fatto Miroku. Era segretamente innamorato della mezzo demone, e purtroppo sapeva di non essere corrisposto, ma comunque non poteva fare a meno di pensare a lei e di preoccuparsi.

-Giusto! Kagome! Troviamo quel buono a nulla di Miroku e andiamo a cercarla! E poi sarà anche il caso di informarci su dove sia Ryan!- Risposa la sterminatrice alzando notevolmente il tono, attirando l'attenzione degli studenti che passavano di lì.

-Sango ti ricordo che prima di tutto dobbiamo farci rimuovere il sigillo!- Puntualizzò il demone lupo, causando un notevole aumento del nervosismo della ragazza.

-Ah sì! Me ne ero scordata! Dobbiamo fare così tante cose!- Si lamentò. La sua attenzione però venne catturata da una scena fastidiosa.

-Un momento… ma quello non è Miroku?- Fece notare Koga.

Quel monaco stava chiacchierando con una ragazza bellissima dagli occhi verdi, i capelli rosso fuoco, il fisico atletico fasciato da un vestito bianco. Sul fatto che fosse bella non c’erano dubbi, ma a giudicare dallo sguardo di Miroku doveva essere anche una gran chiacchierona.

-Certo che conosco Kagome! Sono la sua compagna di stanza! Siete amici? Quanti anni hai? Come ti chiami? Vieni dal Regno Umano? Hai qualche potere speciale?-

Il giovane monaco deglutì: troppo domande messe insieme.

-Ehm... ehi! Guarda lì! Ci sono due miei amici! Te li presento!- Disse in tutta risposta cominciando a trascinare la ragazza, verso Koga e Sango, che era a dir poco furiosa riguardo all'atteggiamento del monaco.

-Tu!- Iniziò a dire dandogli un sonoro pugno sulla testa quando gli fu abbastanza vicino -Si può sapere dove ti eri cacciato? Sei un idiota! Noi siamo venuti qui per proteggere Kagome, non per divertirci, stupido maniaco! Non puoi startene qui a chiacchierare con...- Fece una pausa fissando la rossa, poi rivolgendosi a lei disse: -Giusto! Tu chi saresti?-

Miroku era rimasto paralizzato dalla paura. In fondo chiedeva solo informazioni di Kagome, nulla di più! Certo, se la ragazza fosse stata meno logorroica, probabilmente, un pensierino ce lo avrebbe fatto!

-Piacere! Io sono Ayame, compagna di stanza di Kagome!- La informò sorridendo per nulla intimorita.

-Compagna di stanza?- Fece Sango sentendosi in colpa nei confronti del monaco, che a quanto pare aveva subito trovato la pista giusta -Oh! Scusami tanto Ayame, ma sai com'è… non mi fido molto di lui!- Disse indicando Miroku senza farsi troppi problemi.

-Bah! Immaginavo! Avevo dedotto che fosse un pervertito già da come mi guardava. Non volevo dargli corda è solo che poi… beh ho iniziato a parlare e non mi sono più fermata!- Ammise Ayame mentre Miroku abbassava lo sguardo fingendosi depresso per una tale considerazione.

La rossa fece improvvisamente una piroletta su se stessa, creando un piccolo tornado che scompigliò leggermente i capelli dei presenti e sorrise amabilmente. Koga fu inizialmente colpito da quella ragazza che aveva tutta l’aria di essere folle, soprattutto perché quel modo di fare così spontaneo e quel volto gli erano molto familiari.

D’un tratto impallidì ricordando un aneddoto della sua infanzia.

"È la ragazza dell'Arcobaleno di Luna!" Pensò dentro di sé mentre veniva assalito da un moto d’ansia. Loro due appartenevano alla stressa razza: i demoni lupo. Era proprio a una delle tante riunioni dei lupi che l’aveva conosciuta! Non ricordava bene tutti i fatti, sapeva soltanto che dopo aver passato un’intera serata a giocare insieme, davanti all’Arcobaleno di Luna, che era uno spettacolo insolito da vedere, le aveva promesso che da grandi, quando si sarebbero rivisti, l’avrebbe sposata!
Deglutì nervosamente, ma la sua parte razionale gli disse che era impossibile che lei ricordasse una cosa del genere… e anche volendo perché avrebbe dovuto dar peso alla promessa di due bambini? No, poteva stare tranquillo!

-Ragazze...- Fece Miroku con voce affranta -Siete crudeli a giudicarmi così precipitosamente!-

Ayame divenne color porpora, in fondo non lo conosceva e aveva dato voce a un pensiero forse troppo precipitoso.

Sango lo ignorò continuando a rivolgersi alla ragazza: -Ayame, io sono Sango, lui è Miroku mentre il nostro amico si chiama…- si interruppe accorgendosi che il demone lupo non era più al suo fianco -un momento, dov'è Koga?-

La rossa ebbe un fremito nel sentire quel nome, e un sorriso si delineò sulle sue labbra. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Lo aveva visto solo di sfuggita, ma l’aspetto e soprattutto l’odore gli erano familiari… era il suo amore! L'aveva ritrovato! Ma lui si ricordava di lei?

-Ragazzi scusate io devo andare, mi dispiace. Ci vediamo in giro. Ah! E salutatemi Koga!- Li liquidò svoltando improvvisamente il corridoio per tornare nella sua camera. Sperava di trovarci Kagome, anche solo per chiederle informazioni sul ragazzo!

Nel frattempo il demone lupo si era codardamente nascosto nel bagno dei maschi, che aveva trovato per pura fortuna. Alla fine il suo corpo aveva quasi reagito da solo, ignorando la mente che continuava dirgli che fosse stupido preoccuparsi per una cosa del genere. Il suo sesto senso gli diceva che non doveva assolutamente farsi riconoscere da Ayame! Sarebbe stata davvero una pessima figura! E soprattutto amava Kagome, e non voleva assolutamente che l’amica sapesse di quella vecchia storia! Lui non aveva intenzione di arrendersi con Kagome, anche se lei era innamorata di Inuyasha, che era innamorato di Kikyo.

-Aah!! Che confusione!!- Gridò portandosi le mani alla testa come un idiota.

Sango e Miroku, che nel frattempo stavano passando davanti ai servizi, vennero attirati dal suo lamento e si fermarono davanti alla porta del bagno.

Il demone lupo uscì di colpo con il fiatone, lasciandoli parecchio perplessi.

-Koga ma che ti prende? Oggi sei strano!- Fece Miroku.

-Comunque dobbiamo farci togliere il sigillo! Andiamo!- Disse Sango, che ormai ne aveva abbastanza di tutti i contrattempi che quei due sconsiderati le stavano causando. Li afferrò entrambi per un orecchio e se li trascinò dietro per tutto il corridoio, ignorando bellamente le loro lamentele, fino alla presidenza.

Stavano per bussare alla porta, quando improvvisamente vennero fermati da un ragazzo che apparve alle loro spalle. Un ragazzo che riconobbero subito: Inuyasha.
-Dov’è Kagome?- Chiese ostentando una certa prepotenza.

I tre rimasero basiti per qualche secondo, ognuno perso in idee differenti.

Sango si chiedeva come si permettesse di presentarsi da loro con la faccia tosta di chiedere della ragazza che aveva tanto fatto soffrire, senza contare che Kagome era arrivata parecchio prima di loro. Possibile che non l’avesse ancora incontrata?

Koga era irritato soltanto dalla sua presenza: un tale botolo ringhioso non doveva neanche osare nominare il nome della sua Kagome!

Miroku fantasticava sul fatto che Inuyasha potesse benissimo essere conteso fra Kagome e Kikyo. Kagome era una ragazza molto bella, mentre Kikyo non la vedeva da parecchio, ma probabilmente anche lei doveva essere un fiore… si ritrovò praticamente a invidiarlo pensando che le fortune capitassero tutte agli altri.

-Kagome è arrivata qui molto prima di noi! Non l’abbiamo ancora vista!- Lo informò la sterminatrice in tono scocciato mentre Koga annuiva guardandolo male. Poi, sempre la ragazza, aggiunse: -Inoltre mi chiedo perché dovrebbe interessarti?-

-Tsk…- Fece Inuyasha digrignando i denti per il nervoso. Guardò in alto, poi in basso, poi si concentrò di nuovo sui suoi interlocutori dicendo: -È scappata…-

Il tre sgranarono gli occhi chiedendo all’unisono: -Cosa?-

-P… perché avrebbe dovuto farlo?- Chiese Koga.

Inuyasha mosse nervosamente le orecchie e si passò una mano fra i capelli dicendo: -P… potrei averla baciata…- 
















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Angolo dell'autrice: Grazie a tutti voi che mi state seguendo <3 risponderò alle vostre bellissime recensioni il prima possibile! 
Ci tenevo a ringraziare di cuore Tisifone1301 per aver sistemato il mio disegno di Kagome nel modo demonico (che non mi sono trattenuta dal postare), grazie davvoro! Più guardo l'ambientazione e più mi commuovo perché è proprio come l'avevo immaginata! 

 

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