Here I Am, Honey

di luckie_controlofwhatIdo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


L’aria calda estiva colpì il viso di Blaine, entrando dal finestrino aperto della nuova Dynamic88  di suo zio Hiram.


Blaine aveva passato l’ultima ora a guardare, senza interesse, il panorama della parte nord di New York scorrere,visto che era stanco di leggere e che la speranza di addormentarsi lo aveva abbandonato ormai da tempo.

Alla radio, Frankie Valli e i 4 Season stavano cantando “Big girl don’t cry” mentre , dall’altra parte del sedile, Rachel stava canticchiando qualcosa di completamente diverso, come faceva di solito quando la canzone non era di suo gradimento.

Questo suono discordante aveva fatto impazzire Blaine quando si era trasferito dai Berry, ma ora, dopo quattro anni, lo sentiva solo come un rumore di fondo.

Un rumore di fondo che si fermò di colpo quando Rachel di raddrizzò ed indicò un cartellone stradale dal finestrino.

“Guarda!” esclamò, “ Siamo quasi arrivati!”

Blaine si voltò appena in tempo per leggere le parole “Kellerman’s Mountain Home” prima che il cartello sparisse dietro di loto.

Dal sedile davanti, sua zia Shelby abbassò il volume della radio e si voltò verso di loro, sorridendo.

“Non so voi bambini, ma io non vedo l’ora di scendere da questa macchina” disse.

Blaine cercò di contenere il breve senso di irritazione che lo assaliva ogni volta che Shelby li chiamava bambini.

Non si sentiva più un bambino da anni ormai, ma era ridicolo arrabbiarsi per questo.

Di questo passo, li avrebbe chiamati bambini anche quando avrebbero avuto quarant’anni.

“Si, assolutamente” rispose, visto che Shelby lo stava guardando con un sorriso ansioso.

Era la verità.

Il viaggio di dieci ora da Lima, fatto in due giorni con una fermata per la notte a Erie, era eccitante come prospettiva… ma faticoso da fare.

Alla fine , sembrava che ricordasse a Blaine solo che stava aspettando l’occasione giusta per qualcosa.. il senior year, il diploma, le vacanze.. che non aveva mai capito quando sarebbe arrivato.

Blaine aveva uno sgradevole sospetto che presto, avrebbe cominciato a fare il conto alla rovescia dei giorni che mancavano alla fine del loro mese di soggiorno al Kellerman.

Il che naturalmente significava che avrebbe potuto iniziare a fare il conto alla rovescia dei giorni che mancavano alla sua partenza per la NYU.

Appena Hiram diresse la macchina lungo la strada tortuosa che li avrebbe portati all’albergo, Rachel prese uno specchietto e un pettina per sistemarsi la frangetta che era stata spettinata dal vento.

Istintivamente Blaine alzò una mano per sistemarsi i suoi, cosa che non era davvero necessario.

Erano così ricci che sfidavano tutti i tagli tranne quelli militari più corti così aveva preferito lasciarli lunghi e pettinati verso il basso.

Abbassò lo sguardo sui vestiti, tutti stropicciati dopo un giorno intero di viaggio, ma non c’era poi molto che potesse fare.

La strada li aveva portati sulla cima di una collina che si affacciava sulla costruzione principale del Kellerman e la fervente attività del check-in giornaliero.

Lungo la strada tortuosa che scendeva verso l’edificio, c’erano famiglie con i loro bagagli fuori dalle auto sotto il sole.

Dietro la costruzione principale il terreno scendeva fino a scomparire in un grande ed azzurro lago, incastonato tra pendii ricoperti di pini.

Era molto più bello di come veniva descritto sulla cartolina che era appeso allo specchio di Rachel a casa.

Hiram trovò un posto dove poter accostare e, non appena si furono fermati, Rachel scese dalla macchina, guardandosi attorno eccitata.

Blaine la seguì molto più lentamente , stiracchiandosi.

Si voltò quando sentì una voca urlare il nome di suo zio… un uomo robusto in abito grigio seguito da un ragazzino con indosso una maglietta con il logo della Kellerman.

L’uomo gli disse di prendere i bagagli dei Berry per poi voltarsi di nuovo verso Hiram e disse :

“Beh, mi ci sono voluti sei anni, ma finalmente ti ho qui sulla mia montagna”.

Hiram sorrise, appoggiando un braccio sulle spalle di Shelby.

“Max, è bello rivederti. Ti ricordi di mia moglie Shelby e questi sono Rachel e Blaine”, disse Hiram indicando verso il punto in cui Blaine e Rachel erano , vicino la macchina.

Rachel sorrise , saltellando e salutando.

“Come va la pressione ?” continuò Hiram.

Max Kellerman strinse la mani di Hiram in modo deciso, poi guardò Blaine e Rachel.

“Voglio che i tuoi bimbi lo sappiano” disse con una serietà improvvisa non simile a quella drammatica di Rachel, “ Se non fosse stato per quest’uomo, sarei morto.”

“Oh dio!” disse Rachel con comprensione.

Blaine gli rivolse solo un sorriso tirato.

Max si voltò di nuovo verso Hiram.

“Sto benissimo! Mai stato meglio. Tranne quando sono nelle tue mani, naturalmente. Ora, ho prenotato la migliore camera per te e la tua famiglia. Mi assicurerò che i bagagli finiscano nel posto giusto e nel frattempo, potete tutti andare al gazebo. Tra mezz’ora sta per iniziare la lezione di merengue. Abbiamo una bravissima insegnante… è stata una rockette*!”

Rachel iniziò di nuovo a saltellare eccitata.

Blaine stava per declinare l’invito , con la scusa di non aveva voglia di ballare dopo essere stato in macchina per la maggior parte della giornata sulla punta della lingua, quando Shelby parlò.

“Sembra meraviglioso, Max.  Ci potrà aiutare a rimetterci in movimento dopo tutto quel tempo in macchina.”

Sorrise luminosa al marito, poi a Blaine e a Rachel , e Blaine capì che non c’era nessuna via di fuga.

“Che bello!” esclamò Rachel, mettendosi a braccetto con Blaine mentre seguivano il ragazzo che aveva caricato i loro bagagli su un carrello, verso la loro camera per un cambio veloce ai vestiti.

“Perché sei così eccitata , ballerina?” brontolò Blaine a voce bassa, non volendo che sua zia, che stava chiacchierando educatamente con la loro guida, potesse sentirli.

Hiram li aveva lasciati per spostare  la macchina nel parcheggio degli ospiti.

“Blaine” lo riprese Rachel, “ Lo sai che amo ogni forma di danza, non solo il balletto”.

Blaine sapeva che era vero.

Rachel amava i balli della scuola ed aveva trascorso molte serate a fare una sua versione del twist e del mashed potato*  nella palestra del McKinley , trovando sempre difficile mettere da parte gli anni di formazione .

Mormorò evasivo.

Rachel lo guardò con curiosità.

“C’è qualcosa che non va?” gli chiese.

“No” replicò Blaine velocemente, “ Solo.. sono stanco per il viaggio, questo è tutto”

“Okay” disse Rachel dubbiosa.

Lo guardò ancora per un momento poi strinse il suo braccio, “ Forse la lezione di danza potrà tirarti su”.

Blaine aveva seri dubbi su questo, nonostante ciò si ritrovò molto presto nel gazebo più grande che avesse mai visto, ballando avanti ed indietro con gli altri ospiti del Kellerman, molti dei quali avevano la stesse età o più vecchi di suo zio e sua zia.

Accanto a lui , Rachel era raggiante e a tempo con la musica.

Davanti al gruppo, l’istruttrice.. Blaine pensava si fosse presentata come Quinn , un nome inusuale.. si muoveva con molto più stile ed eleganza di tutti gli altri suoi “studenti”, facendo frusciare il suo vestito rosso avanti ed indietro.

Gridava le istruzioni a voce alta, incluso implorare le signore di scuotere le loro “maracas”, cosa che fece ridere Rachel ed arrossire Blaine.

“Bene, signori” urlò Quinn “ seguitemi nel round robin*!  Le signore formino il cerchio interno. Facciamo partire questo trenino!”

I ballerini si divisero in due file, gli uomini giravano attorno alle donne.

Blaine si spostò , appoggiando le mani con cautela sulle spalle dell’uomo anziano di fronte a lui.

“Okay, ora signore, quando dico di fermarvi, troverete l’uomo dei vostri sogni…”

I cerchi si intrecciarono per un attimo, mentre Quinn, che si era allontanata dal ballo, aspettava.

Aveva un espressione piuttosto vuota e controllata sul viso, visto che non stava preparando più la coreografia, notò Blaine.

Poteva anche vedere Rachel volteggiare vicino e sperò  con tutto se stesso di poter semplicemente ballare con lei.

"Stop!" Esclamò Quinn.

Rachel si voltò per ritrovarsi suo padre davanti , che era stato proprio dietro a Blaine, e Blaine si ritrovò faccia a faccia con una piccola signora anziana con indosso un enorme e fiorito parasole.

“Ciao bellissimo” lo salutò, allungando la mano affinché lui la prendesse.

Blaine fu particolarmente orgoglioso delle sue buone maniere, che aveva coltivato nel corso degli anni, e facendo affidamento su di esse, condusse galantemente la sua partner sulla pista e nella danza.

Ventinove giorni.



Dopo la loro prima cena nella sala ristorante principale.. un’avventura affollata e rumorosa.. Blaine e la sua famiglia tornare nella loro camera per svuotare le valigie.

Blaine finì di sistemare le sue cose in fretta, così come Hiram, che si sistemò su una comoda poltrona nel salottino a leggere il giornale.

Percependo la possibilità di allontanarsi per un po’, Blaine indossò dei pantaloncini , una maglietta del McKinley e le scarpe da ginnastica.

Blaine amava i Berry e non avrebbe mai e poi mai smesso di essergli grati per tutto quello che avevano fatto per lui, ma sembrava che sentisse più degli altri , la necessità di avere del tempo per stare da solo con se stesso.

All’inizio era entrato nel team di corsa campestre del McKinley per accontentare lo zio; anche se i giorni nella squadra erano finiti, aveva continuato ad allenarsi .

Gli piaceva la sensazione di solitudine che gli dava correre, oltre alla possibilità di spingersi più lontano e più in là, fin quando le sue gambe, i suoi polmoni e la sua testa non fosse completamente e del tutto sfiniti e non c’era spazio per altro.

“Vado a fare una corsa prima che diventi troppo buio” disse , dirigendosi verso la stanza principale della stanza.

Rachel si affacciò dalla camera accanto a quella di Blaine.

“Ora? Ma abbia preso in prestito un puzzle dalla lodge*. Io e papà lo inizieremo non appena ho finito di sistemare le mie cose. Possiamo farlo tutti insieme.”

“Forse posso aiutarvi quando torno” disse Blaine, “Voglio dare un'occhiata in giro”.

Rachel mise il broncio per un momento.

“Beh non andare troppo lontano” gli chiese scomparendo di nuovo nella sua stanza  con un colpo della sua coda di cavallo.

Hiram, che aveva abbassato un po’ il giornale per seguire lo scambio tra i due, sorrise a Blaine mentre si dirigeva verso la porta.

“Non andare lontano”  lo avvisò “ non vorrei che ti perdessi tra i boschi proprio il primo giorno di vacanza”.

“Probabilmente farò solo il giro della lodge” disse Blaine spostando il peso da un piede all’altro. “ Forse andrò a dare un’occhiata al lago. Non ci metterò molto”.

“Divertiti” disse Hiram, tornando al suo giornale.

Blaine uscì .

Si fermò qualche minuto sulla veranda per sgranchirsi, respirare a pieni polmoni l’aria serale, fresca e profumata di pino.

Scese i gradini ed iniziò a correre, dirigendosi verso il percorso che lo avrebbe condotto all’acqua.

Purtroppo , il sole era già tramontato dietro una della montagne, così il lago era piatto e scuro sotto il cielo grigio appena intriso di viola.

C’erano alcuni altri ospiti in giro.. Blaine suppose che la maggior parte stesse sistemando le loro cose ed ambientandosi, proprio come stava facendo la sua famiglia.

Corse con passo costante, senza spingersi troppo, ad un ritmo già provato tra respiro e passo.

Mentre il cielo continuava ad oscurarsi, Blaine tornò indietro verso l'edificio principale, che incombeva alto sulla collina su cui si trovava l'albergo.

 Quando lo raggiunse stava già ansimando, anche se era abituato a percorrere distanza maggiori, Blaine diminuì l'andatura mentre raggiungeva le scale dell'enorme portico coperto dell'edificio.

Sperò fosse solo a causa dell'altitudine .. non voleva nemmeno prendere in considerazione l'idea di aver perso la sua forma fisica così presto dopo il diploma.

Blaine si fermò davanti la ringhiera, guardando l'acqua scura ora un pò distante.

Il cielo aveva perso la sua sfumatura violacea e tutto sembrava in attesa che l'oscurità l’avvolgesse completamente fino al mattino.

Blaine inspirò di nuovo il profumo dei pini, ora mischiato all'odore del cibo avanzato della cena.

Concentrandosi sul ritmo, si prese un momento per crogiolarsi nella pace e nella tranquillità.

Non tutto era proprio completamente tranquillo, però.

Un lontano e lamentoso suono di voce si insinuò nelle sue fantasie.

Era abbastanza bassa da non riuscire però a sentire quello che diceva, ma alta da non non poterla ignorare.

Con un sospiro, Blaine si allontanò dalla ringhiera e strisciò verso la porta accanto che era aperta così da poter vedere la sala da pranzo.

Blaine sbirciò attraverso la finestra.

Max Kellerman si trovava al centro di un piccolo gruppo di giovani che indossavano delle giacche bianche.

Blaine le riconobbe come quelle che i camerieri avevano indossato durante la cena quella sera.

"Dal momento che abbiamo diversi volti nuovi che si sono uniti a noi per il resto dell'estate, voglio dare a tutti voi un altro avviso," disse Mr. Kellerman.

Si guardò intorno, guardandoli negli occhi ogni tanto, come se stesse cercando di sottolineare il concetto.

"Ci sono due tipi di aiuto qui. Siete tutti universitari. Assumo solo universitari rispettabili come camerieri. Sapete perché?"Mr. Kellerman fece una pausa, ma nessuno rispose.

Blaine attese in silenzio; non poteva immaginare quale sarebbe stata la risposta.

"Questo è un posto per le famiglie", continuò Kellerman. "Questo significa che dovete tenere le dita fuori dall'acqua, i capelli dalla zuppa, e far divertire quelle dannate figliole.

Tutte le figliole. Anche quelle racchie. "

Blaine aggrottò la fronte.

“ Portatele a guardare il cielo dalle terrazze; mostrate loro le stelle. Corteggiatele come volete.. "

 " Avete sentito ragazzi?” una voce distinta e non familiare lo interruppe.. sarcasticamente.

Un nuovo gruppo di ragazzi entrò, e sembrava molto diverso.. indossavano jeans, t-shirt, avevano con se degli strumenti musicali.

Istintivamente, Blaine indietreggiò, temendo che potessero vederlo li nascosto.

"Aspetta!" Urlò  Mr. Kellerman mentre il gruppo continuò a camminare per la stanza.

"Bene bene. Se non lo è lo staff di animazione. " lo disse come se fosse qualcosa di schifoso, come se si stesse riferendo alla merda sotto le sue scarpe, piuttosto che ai propri dipendenti.

Il gruppo si fermò lentamente e goffamente e Blaine si sporse di nuovo per poter guardare meglio.

La sua attenzione era stata attratta per prima dalla persona più alta del gruppo, impossibile da ignorare, visto che era parecchi centimetri più alto di tutti gli altri.

Successivamente, i suoi occhi furono colpiti dal giovane uomo in piedi accanto a lui, e tutti i suoi pensieri sul fatto che a mala pena arrivasse fino alle spalle dell'uomo più alto furono dimenticati.

Era il tipo che aveva parlato, e , mentre il ragazzo accanto a lui era davvero molto molto alto.. lui era… diverso. Era vestito molto simile agli altri con jeans scuri ed una maglietta verde che gli stava da dio,  un paio di occhiali da sole infilati nello scollo.

Diversamente dagli altri , portava una giacca di pelle su una spalla ed i suoi capelli erano perfettamente acconciati, pettinati via  dal suo viso.

La sua pelle era chiara ed i  suoi tratti sorprendenti, ma era più di questo.

Era tutto l’insieme, la curva del collo e della spalla, la sua postura, spavaldo , provocatorio, ma in qualche modo prudente.

Blaine lo stava fissando per poi riprendersi all’improvviso, accorgendosi di essersi sporto di più sempre di più e che ormai era quasi in piena vista.

Scattò all’indietro qualche centimetro, il cuore martellante.

Mr. Kellerman stava ancora parlando.

“Rivediamo quali sono le vostre di regole. Prima di tutto dateci un taglio con questo atteggiamento da coglioni”.

Sembrava che questo fosse diretto al ragazzo in maglietta verde e giacca di pelle, poi Kellerman si voltò verso il ragazzo più alto.

“E voi due dovete entrambi ballare con gli ospiti.. insegnargli il mambo, il cha cha o qualsiasi cosa per cui pagano, ma niente chiacchiere o giochetti divertenti.

Questo vale per tutti voi. Tenete a posto le mani!”.

Dei brontolii si propagarono dal piccolo gruppo, e la maggior parte di loro iniziò ad andarsene alzando gli occhi al cielo.

Uno di loro parlò abbastanza forte perché Blaine potesse sentirlo.. “Sempre lo stesso .. il solito rompipalle lagnoso..”

"Attento, Peterson," scattò il signor Kellerman.

Si voltò di nuovo verso i camerieri.

 "Non appena questa stanza sarà pronta per la prima colazione, siete tutti licenziati."

Apparendo agitato, marciò via, dirigendosi verso la cucina.

Uno dei camerieri, alzò maliziosamente lo sguardo da dove aveva cominciato a piegare un tovagliolo e disse: "Pensi di poterlo mantenere dritto, Finn?  Su cosa puoi e non puoi ,metterci le mani? "

L'uomo più alto lo guardò in cagnesco, ma fu “maglietta verde e giacca di pelle” a rispondere.

"Penso che tutti sappiamo chi è che mette “il sottaceto nel piatto di tutti”, Puckerman", lo derise.

Gli occhi di Blaine si spalancarono.

Il cameriere lo ignorò. "Il gatto ti ha mangiato la lingua, Hudson?"

"Continua a piegare, universitario, e lascia le cose dure a noi", l'uomo più alto.. Finn?.. finalmente aveva reagito.

Tirò un pugno facendo cadere a terra i tovaglioli appena piegati con attenzione a terra, prima di voltarsi e seguire gli altri.

Blaine si spostò immediatamente lontano dalla porta, appoggiandosi al muro li accanto.

Si era ripreso  da un po’  dalla sua corsa, ma il suo respiro era diventato di nuovo pesante.

Fissò con aria assente il lago per un po’, per poi spostarsi dal muro e andar via il più rapidamente e silenziosamente che potesse dall’edificio principale.

Solo che non prese il percorso che lo portava direttamente alla sua stanza , seguì invece lo stesso percorso fatto in precedenza a ritroso, questa volta camminando, stringendosi le braccia all’altezza dello stomaco quando si rese conto di quanto fredda fosse diventata la sera.

Blaine sapeva chi era; non viveva nella negazione o nell’ignoranza.

Non lo sorprese l’aver trovato il ragazzo con la camicia verde attraente, ma lo aveva sorpreso quanto lo avesse trovato attraente.

Aveva sempre saputo che le cose per lui erano diverse dagli altri ragazzi al McKinley.

Non era mai stato davvero interessato a guardare le ragazze vestite da cheerleader.

Su insistenza di Rachel, aveva portato le sue amiche ai balli della scuola e a qualche film, ed anche se era stato divertente , nessuna di quelle esperienza erano state davvero speciali.

Aveva , invece, dovuto affrontare sogni confusi ed imbarazzanti che aveva istintivamente capito di dover tenere per se.

Poi, circa un mese prima del suo junior al McKinley, tutto divenne cristallino, in un solo colpo ,che lo colse completamente di sorpresa.

Successe solo perché fu costretto a rovistare nella scrivania nell’ufficio a casa di Hiram.

Suo zio era stato chiamato per affrontare una situazione di emergenza con un paziente, e lui e Rachel avevano  bisogno di trovare il permesso firmato per la gita che la loro classe di storia avrebbe fatto al Museo Allen County.

Il compito toccò a lui mentre Rachel finiva di prepararsi per la giornata.

Quando Blaine aprì il secondo cassetto a destra, la vide: una rivista sottile, sulla copertina spiccava la foto in bianco e nero di un uomo che indossava un maglione scuro e una camicia con colletto bianco.

In alto a sinistra, sotto un appunto con su scritto  "uno", c’erano le parole “il punto di vista omosessuale”.

Aveva sentito questa parola prima, solo dei sussurri, qualcosa di cui nessuno parla, un'idea non completamente formata nella sua mente, qualcosa che non avrebbe mai osato associare a se stesso.

Non esattamente.

Non aveva nemmeno saputo se era vero.

Blaine prese la rivista con cautela, guardando sopra la spalla e ascoltando per un momento per assicurarsi che Rachel fosse ancora al piano di sopra.

La tirò fuori dal cassetto.

Come aprì la copertina, un pezzo di carta svolazzò fuori ed atterrò sul pavimento.

Blaine si chinò rapidamente per recuperarlo.

H -

Grande edizione. Davvero commovente la storia a pagina 19.

Già mi manchi.

- L

Blaine fissò in silenzio le parole, che iniziarono a sfumare e a ruotare leggermente.

Tutto questo significa ... significa...

Lasciò cadere sia la rivista che la nota sulla scrivania, per poi afferrare il bordo stretto, cercando di capirci qualcosa.

Capì di star trattenendo il fiato e si costrinse a prendere un paio di boccate d'aria.

Quando la vista gli si schiarì, il suo sguardo vuoto si posò sulla copertina della rivista.

La sollevò di nuovo, girando lentamente le pagine, leggendo titoli come "lo stereotipo omosessuale" e "Nel buio uno strano angelo".

Ricordandosi della nota, girò a pagina 19.

L’articolo era intitolato “Lettera a un G.I.*”

Era stata scritta per un uomo di nome Dave, da un uomo di nome Brian.

Non riusciva a concentrarsi abbastanza per leggerlo dall'inizio alla fine, ma alcune frasi gli saltarono agli occhi ..”bel ragazzo, stretti uno nelle braccia dell'altro, il mio amore”.

"Blaine?" lo chiamò Rachel.

Anche se era ancora al piano di sopra, Blaine lasciò cadere la rivista come se bruciasse e si allontanò dalla scrivania.

 "Sì?" urlò di rimando, la voce strozzata.

"Li hai trovati?"

Gli ci volle un momento per ricordare che lei stava parlando delle autorizzazione.

 "No ... no, non ancora."

Rachel emise un suono frustrato.

"Vengo ad aiutarti tra un minuto. Sono quasi pronta. "

"Va bene," rispose Blaine.

Attese giusto il tempo che lei rientrasse in camera, poi in fretta rimise la nota nella rivista per poi rimetterla nel cassetto, sbattendo il cassetto per sicurezza.

Muovendosi a sinistra della scrivania, aprì il primo cassetto e trovò subito le autorizzazioni .

Tirò un sospiro di sollievo e si precipitò fuori dall’ufficio, incontrando Rachel sulle scale.

“Trovati” disse sventolandoli.

Rachel gli strappò i fogli di mano.

“Oh grande!  Grazie Blaine. Sei pronto ad andare?”

Blaine la guardò, pimpante  agghindata e ignara che il suo mondo,  improvvisamente , era completamente  a soqquadro .

Ora che era scappato dall’ufficio di Hiram,  si sentiva talmente stordito  da poter cadere per le scale.

Era… era..

“Sai cosa Rachel? Io… ad un tratto non mi sento molto bene. Ti dispiace prendere l’autobus oggi?”

“Oh” disse Rachel, appoggiando una mano sulla sua fronte, “ in effetti sei un po’ pallido. Non ti senti accaldato, vero?”

Blaine annuì.

“No.. non è questo. E’ più.. è qualcosa più di un mal di testa. Sono.. tipo vertigini”

"Ma, Blaine.. così ti perderai la gita!”

Solo a Rachel importava che si sarebbe perso una gita in una casa vecchia per guardare dei polverosi documenti.

“Prendi qualche appunto anche per me?” le chiese , “ Soprattutto se ci sarà qualcosa sulla gita nei test?”

Sul  viso di Rachel si leggeva la sua preoccupazione.

“Vuoi chiamare papà?”

“Dovrò farlo per la giustificazione per la scuola” disse Blaine, “ Sbrigati o perderai l’autobus”.

“Va bene”  disse alla fine, “ Vai a stenderti. Dormi un po’.”

Blaine si sforzò di sorridere. "Lo farò."

Rachel scese gli ultimi gradini e si avvicinò alla porta.

“Prenderò un sacco di appunti!” promise salutandolo con un sorriso luminoso.

Blaine poté vedere il suo entusiasmo  all’idea di essere la sua salvatrice per la gita scolastica.

“Saranno perfetti quasi come se ci fossi anche tu di persona”.

“Grazie Rachel”.

Con un gesto di soddisfazione, Rachel saltellò fuori casa per raggiunge la fermata dell’autobus.

Blaine trascorse quella giornata e la giornata successiva sdraiato sul letto, alternando sonni irrequieti a momenti in cui fissava il soffitto o il muro, fino a quando non sentì i suoi muscoli bloccarsi per bene.

Hiram non riuscì a capire cose avesse, quindi gli consigliò di riposarsi , del buon cibo ( che Blaine scelse) e dell’Anacin ( che Blaine prese volentieri perché tutti i suoi pensieri gli avevano fatto venire un incessante e martellante mal di testa in poco tempo).

Era una cosa che sospettava, un’altra cosa da sapere e riconoscere.

Non gli piacevano le ragazze come piacevano agli altri ragazzi e la sua vita non sarebbe mai stata come la loro.

Sotto il fottuto miscuglio di pensieri, si sorprese di trovare anche una crescente rabbia.

Non aveva proprio bisogno di un altro motivo per sentirsi diverso.

C’erano già abbastanza stranezze nella sua vita da tenerlo a distanza dai suoi compagni di scuola.

Suo padre aveva riportato a casa lui e la madre dalle Filippine dopo la guerra, così tutti sapevano che lui non era bianco.. non del tutto .. non importa quanto lui possa sembrare di esserlo.

Aveva perso un anno e mezzo di scuola dopo la morte dei suoi genitori che lo aveva reso lo studente “trasferito” di un anno più grande di tutti.

In più, viveva e passava tutto il suo tempo con Rachel Berry.. e per quanto lui le volesse bene sapeva che il suo atteggiamento non lo avrebbe reso popolare in generale.

Ma più di quello che questo potesse significare per lui adesso, Blaine era preoccupato per il suo futuro.

Nel corso degli ultimi mesi, aveva pensato molto ai suoi obiettivi, che includevano la New York University School of Law ( l'università di legge ) e (forse, un giorno) una famiglia.

Forse semplicemente non ho ancora incontrato la ragazza giusta, si diceva.

Con la testa appoggiata sulle braccia e la mente piena di pensieri, questa cosa lo aveva fatto ridacchiare senza allegria.

Ed ora?

Poteva ancora frequentare legge, ovviamente, ma sarebbe stato capace di condannare una donna innocente a vivere nella menzogna? ( Così come aveva fatto suo zio con Shelby? non poteva fare a meno di chiedersi.)

Ora sapeva che c'erano altri uomini come lui, ma era indispensabile che vivessero una vita segreta. Come avrebbe potuto trovarli? Lo voleva davvero?

Incapace di fingersi malato per sempre, il giorno dopo, Blaine si alzò e tornò a scuola.

Pensò di mollare tutto e scappare per il paese, ma non lo fece.

Pensò di lasciare il glee club, ma non lo fece.

Quelle erano le cose che più amava, i luoghi in cui si sentiva normale, dove un gruppo di persone lo chiamavano amico e lo pensavano sul serio.

Pensò di  parlare con suo zio, ma si tirava indietro ogni volta.

Con poca altra scelta, Blaine tornò a vivere la sua vita così come aveva fatto da quando i suoi genitori erano morti...frequentava le lezioni, studiava, correva, e cantava come al solito, gentile ma distante dai suoi compagni di classe.

Ma qualcosa era sempre un po’ diverso.

Ed ora questo, pensò Blaine, trascinando i piedi mentre si avvicinava alla stanza della sua famiglia.

Non aveva mai avuto una reazione così viscerale prima, non per Rudy, la stella della squadra di basket, o per Ron, il rappresentante di classe .

Cosa c'era di così diverso in questo ragazzo con la giacca? Forse stava solo diventando sempre più deviato crescendo, Blaine pensò cupamente mentre saliva le scale della veranda.

Se tutto va bene non dovrò vederlo spesso.

In camera, lo salutarono tutti allegramente.

Mise su un finto sorriso, si lavò, e si sedette per fare il puzzle di Rachel.





 

 

NOTE:
*ballerina di fila.

* è un tipo di ballo molto famoso negli anni 60.

* G.I. Government issue, è una specie di soprannome ( G.I. Joe in realtà) e fa riferimento ai soldati americani soprattutto della seconda guerra mondiale.

*il round robin indica, in più contesti, un'attività in cui i partecipanti si alternano, in modo regolare, nel suo svolgimento.

* La lodge sarebbe la portineria..

Saaaalveeeee.. eccomi tornata con una nuova storia... ( per chi non lo sapesse sono froda)... finalmente risolto il problema con la email
La storia è un Au basata sul film Dirty dancing ( si sarà capito? ahaha )... 

La storia è divisa in 12 capitoli + epilogo... ho quasi tradotto tutto mancano solo 3 capitoli.. 

Pubblicherò una volta a settimana ( scusate ma ho una marea di cose da fare)... diciamo ogni venerdi, se ci sarà qualche cambiamento lo cominicherò sulla mia pagina di fb  https://www.facebook.com/FrodaEfp-traduzioni-1670822213173418/?fref=ts ( spero il link funzioni)...

http://archiveofourown.org/works/610563/chapters/1100092?view_adult=true questo invece è il link originale... 

Spero vi piaccia e che qualcuno ogni tanto metta un commentino ;)... 

Alla settimana prossima...

( Questo è un piccolo regalo per la mia tesora e per Alina Petrova)...
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Se qualcuno dei suoi familiari avesse notato che Blaine era più silenzioso del solito, nessuno ne fece parola.

Blaine era abbastanza sicuro che nessuno di loro se ne fosse accorto; erano tutti troppo impegnati a fare commenti sulla quantità e sulla qualità del loro sonno sia del cibo.

Sfortunatamente Blaine non aveva molto da aggiungere alla conversazione.

Aveva dormito incostantemente ed anche se il suo pancake e le sue uova strapazzate erano deliziose stava più giocando col cibo che mangiarlo.

Dopo che Hiram , Shelby e Rachel avevano mangiato a sazietà e Blaine coprì il suo piatto ancora pieno a metà con un tovagliolo, furono interrotti dal Signor Kellerman, che si avvicinò con uno dei camerieri al seguito.

Blaine si ritrovò ad alzare lo sguardo con curiosità quando vide chi fosse.. lo stesso ragazzo che aveva provocato l’istruttore di danza più alto la sera prima.

“Hiram c’è qualcuno che vorrei presentare a te ed alla tua famiglia” disse il signor Kellerman quando si fermò al loro tavolo, “ Noah, loro sono il dottore e la signora Berry, e Blaine e Rachel. Volevo essere sicuro che incontraste Noah Puckerman. Studia alla Yeshiva University.”

Hiram alzò lo sguardo con interesse e disse qualcosa al cameriere in yiddish* a cui Noah rispose con un “A sheynem dank” ( grazie infinite) .

Hiram non fece altro che sorridergli in risposta.

Per non rinunciare alla possibilità di vantarsi, Shelby  prese la parola subito dopo.

“Devi tenere d’occhio questi due quando tornerai a New York” disse , indicando Blaine e Rachel.

“Blaine andrà alla NYU questo autunno e Rachel inizierà la Juilliard”

Noah ignorò Blaine per sorridere a Rachel “ Ah” disse, guardandola intenzionalmente negli occhi, “ Bellissima e talentuosa”

Rachel arrossì mentre entrambi i suoi genitori sorridevano indulgentemente.

Dall’altra parte Blaine si limitò a osservare la mano del signor Kellerman, che si era mossa per battere la spalla di Noah.

Tornò con lo sguardo sul viso di  Noah per cercare di capire se fosse stato sincero o se pensasse soltanto che Rachel fosse uno dei “cani”.

“Ora, Noah” disse il signor Kellerman in modo gioviale, “ I Berry sono i miei ospiti speciali per le prossime quattro settimane. Voglio che ti accerti che abbiano tutto quello di cui hanno bisogno”.

“Certamente” disse Noah, lo sguardo di nuovo su Rachel, “ C’è qualcosa.. che vuoi adesso?” 

Blaine si irritò.

“Si, c’è qualcosa che possiamo fare per voi? No?” chiese Max e nessuno al tavolo obiettò, “ in questo caso Noah sembra che la famiglia Schuester abbia bisogno di altro caffè. E.. hey.. no non unire quei due tavoli insieme!” urlò andando via rapidamente come era arrivato.

Noah annuì e se ne andò anche lui, ma non prima di aver lanciato un altro sguardo significativo a Rachel, che chinò il capo timidamente.

“Che staff attento che hanno qui” commentò Shelby, guardando Rachel .

Poi si voltò verso suo marito e gli chiese, “ Hiram hai qualche idea su cosa hai voglia di fare oggi?”

Hiram le sorrise da sopra la sua tazza di caffè.

“Sono sicuro che qualsiasi cosa tu abbia programmato sarà fantastico, mia cara”.
Mentre i suoi genitori parlavano dei loro piano per il giorno… che consistevano per prima cosa nel “godersi l’aria fresca della montagna” in mattinata e giocare a golf nel pomeriggio.. Rachel si riscosse e alzò lo sguardo su Blaine.

“Cosa vuoi fare oggi?” chiese.

“Suppongo che tu non voglia giocare a golf con mamma e papà”.

Blaine sbuffò a bassa voce e scosse la testa.

“No.. no. Io .. a dire il vero non ci ho proprio pensato. Perché?  Hai qualcosa in mente?”

Rachel si sistemò meglio sulla sedia.

“Beh, prima di tutto mi piacerebbe fare una passeggiata per dare un’occhiata in giro. So che sei andato a correre ieri sera, ma io non ho visto altro che la nostra camera, qualche stanza qui e il gazebo. Vuoi venire con me? Forse troviamo qualcosa di divertente in giro?”

“Sembra… fantastico” disse Blaine, cercando di sembrare entusiasta , ma la fine della frase fu interrotta dal ritorno del signor Kellerman, che trascinava con se un altro giovanotto al loro tavolo.

Il ragazzo indossava giacca e cravatta, chiaramente non era un membro dello staff di camerieri.

Era un po’ cicciottello, indossava degli occhiali d’osso , ed era ovvio che aveva più difficoltà di Blaine a gestire i suoi capelli.

“Bene! Bene! Ancora non siete andati via. C’è un’altra persona che vi vorrei presentare.” Il signor Kellerman appoggio una mano sulla spalle del ragazzo  e lo presentò al tavolo, gonfiandosi d’orgoglio.

“Questo è mio nipote Jacob Ben Israel. Frequenta la Cornell School of Hotel Management *  e durante l’estate è il mio braccio destro”.

“Salve“ disse Jacob.

I suoi occhi fecero il giro del tavolo fino a fermarsi , anche lui, con lo sguardo su Rachel.

Questa volta, però Rachel si mosse a disagio sulla sedia e ricambiò con un sorriso teso.

“Spero che abbiate intenzione di venire al ballo al salone principale stasera. Ho il compito di organizzare gli intrattenimenti per il weekend, e sarà uno dei migliori mai fatti.”

La sua voce era sottile e nasale.

“Certamente. Sembra bellissimo”  disse Shelby  cordialmente.

“Mi riserverai un ballo?” chiese Jacob guardando Rachel.

Rachel si guardò intorno , catturando lo sguardo pieno di aspettativa dei suoi genitori. Poi guardò Blaine che scosse appena la testa , scrollando le spalle.

“Certo” disse alla fine, “ E’ molto gentile da parte tua invitarmi

Jacob si raddrizzò con un espressione compiaciuta sul volto.

“Non vedo l’ora “

“Meraviglioso” esclamò il signor Kellerman , stringendo il braccio sulle spalle di Jacob.

“Amo sempre vedere che i ragazzi si divertono. Ora non voglio dirvi come trascorrere le vostre vacanze, ma è una bella giornata! Uscite alla luce del sole”.

Fece ancora due chiacchiere con Hiram e Shelby, per poi portar via Jacob.

Mentre i suoi genitori stavano parlando col signor Kellerman , Rachel lanciò uno sguardo a Blaine, che alzò le mani.

“Cosa avrei dovuto fare?” chiese, “ Sii cortese e balla con lui una solo volta. Non sarà poi così male”.

“Forse posso fingere di avere mal di testa e non venire per nulla al ballo” replicò imbronciandosi.

Blaine la guardò aggrottando le sopracciglia.    

Di solito riusciva a tollerare le sue crisi emotive, ma certi giorni si chiedeva se lei si rendesse conto di quanto stupide potessero essere.

Rachel cedette, borbottando

“Oh va bene. Ci andrò ma non dirò più una parola per tutto il giorno. Ora andiamo!”

Balzò in piedi, il suo umore cambiò rapidamente.

“Andiamo a dare un’occhiata in giro!”




Fedele alla parola data, Rachel non si lamentò nemmeno una volta sull’imminente serata ..non mentre lei e Blaine visitarono la zona, non durante il pranzo con i genitori, non mentre guardarono alcuni turisti giocare a softball, e nemmeno quando spesero il resto del pomeriggio leggendo stesi sulle sdraio intorno alla spaziosa piscina coperta del signor Kellerman.

Guardandola adesso, mentre balla con imbarazzo un fox trot con Jacob.. già il loro secondo ballo  della serata… Blaine ebbe la certezza che Rachel stesse conservando tutto il proprio risentimento per dopo, quando sapeva di doverli sentire tutti.

La musica finì e Rachel si tirò indietro , applaudendo educatamente la band allontanandosi , di già, ma lentamente

Sfortunatamente, non fu abbastanza veloce a scappare prima che iniziasse la successiva canzone e Blaine sentì Jacob esclamare “ Mambo! Si!” e poi lo vide prendere la mano di Rachel.

Rachel si chinò oltre Jacob per guardare Blaine aggrottando le sopracciglia.

In risposta Blaine scrollò le spalle, promettendosi di intervenire nel caso Rachel non fosse veloce a scappare prima dell’inizio della prossima canzone.

Un’improvvisa piroetta rosa catturò la coda dell’occhio di Blaine e la sua attenzione fu subito attirata da una coppia in mezzo alla pista, che era abbastanza sicuro che prima non ci fosse.

Si allungò per guardare i nuovi ballerini e riconobbe Finn e Quinn, l’alto istruttore di danza e l’istruttrice che aveva tenuto la lezione di merengue,  muoversi con una sincronia perfetta.

Blaine li guardava ad occhi spalancati mentre volteggiavano in pista , attirando l’attenzione di un numero sempre maggiore di ospiti, un grande cerchio vuoto cresceva intorno a loro man mano che gli altri si allontanavano per osservarli.

Blaine era talmente assorto che sobbalzò nel momento in cui Rachel parlò accanto al suo fianco.

“Chi sono?” chiese non nascondendo il fatto che li stesse guardando.

Non si era accorto che gli altri ospiti si erano spostati così tanto che Rachel e Jacob era arrivati alla fine della pista da ballo.

Non stavano più ballando , ma Jacob era li accanto a lei.

“Oh, quelli” rispose in tono freddo, “ Sono il gruppo di ballo. Sono qui per far, uh, felici gli ospiti”.

Finn fece fare a Quinn un profondo casquè per poi farle fare una giravolta.

"Non dovrebbero mettersi in mostra tra loro. Questo non serve a vendere lezioni” mormorò Jacob.

Blaine non era d’accordo, ma non si curò di dirlo.

Era certo che Rachel sarebbe stato d’accordo con lui.. era rimasta completamente immobile e sembrava che avesse trattenuto il fiato mentre li guardava.

Quinn si allontanò da Finn per poi avvicinarsi di nuovo.

Mentre gli ospiti li guardavano a bocca aperta, Finn l’afferrò e le fece fare una capovolta in aria quasi oltre la sua testa, la prese , la lasciò cadere in una presa drammatica.

Fu allora che Blaine notò due cose: per prima cosa vide il ragazzo che lo aveva tanto colpito la sera prima, che ora indossava un abito elegante,  che guardava lo spettacolo con occhio critico dall’altra parte della stanza; e secondo vide il signor Kellerman avvicinarsi alla pista da ballo a passo spedito e mimare con la mano un “taglio” netto alla gola.

Quando lo videro, Finn e Quinn si fermarono di botto per poi affrettarsi , entrambi, ad invitare gli altri ospiti a ballare.

La pista da ballo cominciò di nuovo a riempirsi di coppie.

Solo allora Rachel si rilassò sospirando palesemente.

Hiram e Shelby gli si avvicinarono non appena tutto tornò tranquillo nella sala.

“Davvero impressionante , vero?” chiese Hiram, “ Vi state divertendo?”

“Si , dott. Berry!” rispose Jacob con entusiasmo, “ Purtroppo , però, devo andar via subito. Sono il responsabile dei giochi stasera”

Un’espressione di sollievo apparve sul volto di Rachel , che subito sparì non appena Jacob si voltò verso di lei.

“Dimmi… ti piacerebbe aiutarmi a far cominciare il tutto?”

“Certo che le piacerebbe!” disse Hiram.

Rachel si voltò a guardarlo da sopra la spalla , il suo volto una maschera di incredulità.

“Vai, tesoro, non essere timida”.

“Vengo con voi” intervenne Blaine, e questa volta fu Jacob a voltarsi a guardarlo.

Mmi piacerebbe vedere i giochi” disse debolmente, sperando che non sembrasse troppo una bugia.

Fu così che Blaine si ritrovò seduto in prima fila nell’auditorium ,  sorprendentemente pieno, a guardare un uomo in turbante e mantello, segare a metà Rachel.

Dalla sua posizione nella scatola del mago, Rachel aveva ruotato la testa fino a quando in qualche modo.. nonostante le luci del palco.. trovò Blaine e lo guardò con aria omicida.

L’uomo smise di tagliare e si chinò su Rachel.

“Questo farà male solo per un minuto! C’è la croce blu, giusto?” disse facendo un occhiolino esagerato verso il pubblico.

Rachel alzò lo sguardo  e fissò il soffitto con espressione arrabbiata per il resto dello spettacolo.

Come se tutto ciò non bastasse , proprio quando Rachel tornò sana e salva sul palco e le stava tornando il buon umore per la luce della ribalta, il presentatore la chiamò col microfono.

"Hey dolcezza, dato che sei stata tanto brava, abbiamo pensato di darti un piccolo premio" disse con galanteria, indicando una grande scatola sul tavolo che era stato appena portato e messo accanto a lui.

"Ecco qua!" esclamò e spinse una grande e bianca anatra , con un fiocco blu legato al collo, nelle mani di Rachel.

La prese, ma indietreggiò quando l'anatra sbatté le ali per scappare dalla sua presa.

Il pubblico applaudì scoppiando a ridere mentre lei si precipitava giù dal palco.

Blaine si alzò e sgattaiolò fuori dalla sala, e Rachel uscì a passi pesanti , per incontrarlo qualche minuto più tardi, con un cipiglio sul viso mentre si infilava con forza il cardigan.

Incrociando le braccia al petto, si fermò di fronte a lui guardandolo in cagnesco.

Blaine cercò di essere comprensivo.. davvero ci provò.. ma quello che poi uscì dalla sua bocca fu un "Dov'è il tuo nuovo amico?"

Gli occhi di Rachel si ridussero a due fessure e Blaine indietreggiò.

"Non è divertente Blaine.. si è liberata ancora prima che potessi darla a qualcuno dietro le quinte."

Blaine si morse il labbro per non scoppiare a ridere.

“Non è divertente! Ho appena passato cinque minuti per lavarmi il braccio. E se mi avesse sporcato il vestito?  L’intera serata sarebbe stata un disastro!” girò i tacchi e si diresse alla porta con la gonna svolazzante.

Blaine le corse dietro. “Rachel. Rachel dai.. mi spiace , okay? Sono stato insensibile”.

Rachel si voltò di scatto poco prima di raggiungere la porta.

“Sai cosa?” sbottò, “ Per tutto il resto della nostra vacanza, sarò conosciuta come la ragazza con l’oca!”

“Era una papera, in realtà” la corresse Blaine.

Rachel alzò le mani e , sbattendo la porta, andò via.

Blaine la rincorse di nuovo.

“Oh dai, Rachel!. Mi spiace. Onestamente credo che in due o tre giorni nessuno se lo ricorderà più. C’è così tanto da fare qui!

Ma Rachel non cambiò andatura.

“Lasciamo perdere!”  si lamentò Rachel .

Blaine le si affiancò mentre tornava verso la loro stanza, le braccia incrociate al petto con forza.

Di tanto in tanto mormorava qualcosa sottovoce, qualcosa come “non sono mai stata così imbarazzata in tutto la mia vita”.

Dopo aver vissuto con Rachel per quattro anni, Blaine la trovava una cosa molto difficile da credere , ma la conosceva talmente bene che non lo disse.

“Rach?” tentò di parlarle mentre si avvicinavano alle scale del portico dalla camera di famiglia, “Pensi sia una buona idea entrare dentro così arrabbiata?”

Rachel sospirò, abbassando finalmente le spalle che aveva tenuto , per tutta la strada verso la stanza, incurvate talmente tanto da coprire le orecchie.

“No” ammise, “farebbe solo preoccupare i miei genitori che probabilmente ne parlerebbero con Max domattina creando problemi”.

Si fermò in fondo alla scala, alzando lo sguardo verso la luce dei lampadari che filtrava dalle finestre.

“Non voglio fare qualcosa che possa rovinare le nostre vacanze.”

“Potremmo fare una passeggiata”, suggerì Blaine, “ Potrebbe aiutare. So che non ti piace correre, ma farlo mi aiuta sempre a calmarmi quando sono arrabbiato. Dovrebbe essere la stessa cosa , no?”

Rachel accennò un piccolo sorriso.

“Okay. Grazie Blaine”.

“Solo un secondo” disse Blaine togliendosi la giacca ed anche la cravatta , poi salì silenziosamente le scale per sistemare il tutto su una della sedie.

“Così è più comodo per passeggiare” spiegò a Rachel quando tornò da lei.

“Non sentirai freddo?” gli chiese , stringendosi nel cardigan.

“No, stasera è più caldo rispetto a ieri sera e questa volta, non sono in pantaloncini”.

“Okay” disse Rachel prendendo Blaine a braccetto mentre si allontanavano, e Blaine seppe che lo aveva perdonato.

Lui si diresse verso l’edificio principale, ma Rachel lo portò oltre, un’espressione acida il suo volto .

Blaine suppose che non fosse molto ansiosa di rivivere l’incantevole serata con Jacob Ben Israel.

Invece, girovagarono fino a ritrovarsi su un sentiero dietro la lodge che Blaine non aveva visto prima.

C’era un segnale con su scritto “Accesso consentito solo allo staff”, ma Rachel , girata di spalle al segnale, lo oltrepassò , puntando verso il bosco , esclamando alla vista delle lucciole che superavano.

Blaine , sentendosi in colpa, fece finta di non averlo visto, e assolutamente non stava pensando ad un certo membro dello staff di animazione quando lo fece.

No, non lo aveva fatto assolutamente .. almeno fino a quando non lo vide.

In un primo momento , Blaine non fu certo che l’uomo, che stava camminando impacciatamente sotto il peso di tre angurie, fosse lo stesso , ma quando lui e Rachel si avvicinarono di più, tutto fu chiaro.. i suoi capelli , la figura, il suo peso..

Blaine guardò Rachel, ancora distratta, e prese un’immediata decisione.

“Scusa” lo chiamò.

Rachel si avvicinò e lo guardò con curiosità.

“Possiamo aiutarti?”

L’altro ragazzo di fermò e si voltò verso di loro bruscamente.

“Cosa ci fate qui?” chiese con voce sorpresa , con un’evidente acutezza.

Blaine rabbrividì interiormente al rifiuto, ma spinse Rachel comunque verso di lui, tenendo la schiena dritta e la testa alta.

“Stiamo solo facendo una passeggiata. Non vuoi che ti aiutiamo con quelli?”

Si sforzò di non spalancare la bocca quando diede uno sguardo più da vicino al volto del ragazzo, illuminato dolcemente da un palo della luce li vicino, che mise in risalto le sue guance, l’elegante inclinazione del suo naso, la mascella marcata.

Sembrava diverso da qualsiasi persona Blaine avesse mai visto prima.

Molto meglio.

“Non dovreste essere qui” disse il ragazzo cautamente, spostando un po’ più su le angurie tra le sue braccia.

Poi aggiunse sottovoce. “I vostri genitori vi ammazzeranno. Max ammazzerà me”.

Blaine fu sorpreso di sentire Rachel avvicinarsi a lui.

“I miei genitori non avrebbero nulla da ridire su ciò. Siamo adulti”  disse fermamente, “ Abbiamo entrambi finito il liceo, e Blaine farà diciannove anni questa primavera.”

Blaine represse un sospiro.

Fidarti di Rachel che da come prova della loro maturità il fatto di essersi diplomati quando si erano diplomati nemmeno due mesi prima.

Ma l’altro ragazzo la ignorò, scegliendo invece di lanciare a Blaine uno sguardo d’apprezzamento.

“Davvero?”

Qualcosa in questa domanda obbligò Blaine a contorcersi per l’imbarazzo.

“Si davvero” disse Rachel non curante, “ e saremmo molto felici di aiutarti. Sono molto più forte di quello che sembro”.

Al tono indignato di Rachel, il ragazzo la guardò con curiosità, come se la stesse davvero guardando per la prima volta.

Rachel si portò una mano su un fianco e sollevò le sopracciglia.

Le sue labbra si piegarono.

“Va bene” disse il ragazzo dopo un po’, “ ma se vi beccano, dirò che uno dei camerieri vi ha fatto entrare”.

Si voltò verso Blaine, che si avvicinò non appena si riprese, allontanandosi da Rachel per sollevare l’anguria e poggiarla sulle braccia di Rachel.

Blaine si voltò di nuovo , avvicinandosi di più per poter prendere un’altra anguria, le sue mani e le sue braccia sfiorarono il corpo dell’altro ragazzo quando quest’ultimo si allungò verso di lui.

Le sue dita sfiorarono la pelle nuda, e un calore, che doveva essersi immaginato, risalì attraverso la maniche della sua camicia.

Blaine si sentì avvampare, quando alzò lo sguardo dritto negli occhi dell’altro ragazzo, che a quella distanza erano diventati improvvisamente e straordinariamente blu.

Indietreggiò rapidamente.

“Da questa parte” disse il ragazzo, il suo voltò non tradì nulla quando si voltò per guidarli un po’ più in là, lungo la strada, oltre un piccolo ponte pedonale, attraverso una scala di legno che li conduce verso una zona ripida della collina.

Blaine alzò lo sguardo e vide un piccolo bungalow in cima, notando che l’edificio era il più fatiscente degli  edifici che aveva visto sulla proprietà.

Mentre salivano verso di esso, sentirono una musica a tutto volume venire dall’interno.

Blaine indovinò fosse “Do you love me?”  dei “The Contours”  dopo pochi secondi.

Poco prima di una serie di doppie porte larghe , il ragazzo si voltò verso di loro .

“Ultima possibilità per tornare indietro”.

“Siamo arrivati fin qui” disse Rachel, “ Sono sicura che possiamo fare ancora qualche passo”.

“Okay, allora”

Il ragazzo alzò le sopracciglia e spalancò la porta drammaticamente col  posteriore

Blaine rimase a bocca aperta.

La musica li inondò, talmente forte da sembrare quasi una presenza fisica, ma non era questa la cosa più sorprendente.

Blaine si ritrovò a guardare una stanza piena di corpi ondeggianti.

Gli uomini e le donne stavano.. ballando, pensò, ma in un modo che non aveva mai visto prima.

Erano avvinghiati ai loro partner, toccandosi e contorcendosi.

Vide gambe intorno ai fianchi, mani vagare sui loro corpi, gli uomini in canottiera o.. addirittura qualcuno senza camicia.

Blaine sentì Rachel stringersi al suo fianco.

“Dove hanno imparato a farlo?”, chiese , la voce appena udibile per la musica, come se Blaine fosse in grado di risponderle.

In qualche modo, il ragazzo , che ora era dall’altro lato rispetto a Blaine, la sentì.

“I ragazzini ormai lo fanno nei loro seminterrati a casa” disse con un’alzata di spalle.

Le lanciò uno sguardo perplesso.

“Vuoi provare?”

Rachel scosse la testa stringendosi ancora più a Blaine.

Il ragazzo ridacchiò.

“Andiamo”.

Fece loro strada attraverso la stanza.

Blaine e Rachel lo seguirono facendosi strada cautamente tra la folla, distogliendo lo sguardo cercando di non urtare nessuno.

Poggiarono le angurie su un lungo tavolo per poi allontanarsi, guardando gli altri.

Anche se si era ripreso dallo shock iniziale, Blaine si chiese se le sue guance sarebbero rimaste per sempre rosse dopo questa esperienza, e lanciò un’occhiata a Rachel.. ..incastrata tra lui e l'altro ragazzo, come a volersi proteggere… gli fece capire che anche lei potrebbe dover affrontare lo stesso problema.

Un applauso improvviso del gruppo più vicino alla porta da cui erano entrati attirò l'attenzione di Blaine che lanciò un'occhiata per vedere entrare Finn con Quinn al seguito, mano nella mano.

Entrambi sembravano più rilassati rispetto a poco prima durante la serata.. Finn si era tolto lo smoking e la cravatta mentre l'espressione di Quinn , come i suoi capelli, era più libera.

Si lanciarono nella danza non appena avevano fatto cinque passi oltre la porta.

Rachel si raddrizzò.

"Chi è?"  chiese, fingendo chiaramente nonchalance, ma con n tono più vicino al sognante...

"E' Finn Hudson, il mio fratellastro, e Quinn Fabray "rispose il ragazzo, "Insegniamo danza".

La musica cambiò e partì una nuova canzone.

Blaine non la riconobbe, ma sentì la folla urlare per l'approvazione.

Quando si calmarono, Blaine si fece coraggio.

"E tu sei?" chiese.

 "Kurt Hummel"

"Piacere di conoscerti. Blaine Anderson, e lei è Rachel ... "

Si interruppe  non appena sentì Rachel stringergli con la mano il braccio.

Blaine alzò lo sguardo per vedere Finn venire a grandi passi verso di loro trascinandosi Quinn dietro, e nessuno dei due sembrava contento.

"Kurt, cosa ci fanno qui?" chiese Finn bruscamente,  non appena fu abbastanza vicino per essere sentito, fissando Blaine e Rachel, a sua volta.

"Li ho trovati che vagabondavano in giro e li ho messi a lavorare," Kurt rispose con disinvoltura, non sembrando affatto infastidito dall'atteggiamento del suo fratellastro.

"Sai che non possiamo avere ospiti qui. Se Max scopre .. "

"Cosa, ti aspetti che si faccia vedere qui?" Kurt lo interruppe, in tono scettico.

"Lui non ha bisogno di farsi vedere. Qualcuno potrebbe dirglielo, "disse Finn, guardando Blaine.

Blaine spalancò gli occhi e alzò una mano.

"Non siamo qui per mettere qualcuno in difficoltà. Abbiamo solo- "

“Ho appena portato un’anguria…” sbottò Rachel.

Le parole di Blaine morirono sulle sue labbra quando tutti si voltarono a guardare Rachel.

Quinn fu la prima a riprendersi e , ruotando gli occhi, tirò Finn per un braccio per ritornare in mezzo alla folla.

Rachel si accasciò.. “Ho portato un’anguria?”.. mormorò.

Blaine vide Kurt portarsi una mano alla bocca rapidamente con la scusa di grattarsi la mascella.

Blaine cercò di essere arrabbiato con lui per amore di Rachel, ma fu distratto dal fatto che fosse la prima volta che vedeva sul volto di Kurt qualcosa di simile ad un sorriso.

Oltretutto , ad essere onesti, non poteva biasimarlo del tutto per voler ridere.

Con grande sorpresa di Blaine, Rachel non ebbe motivo per restare imbronciata a lungo.

Finn e Quinn non si erano allontanati tanto, quando avevano iniziato a ballare di nuovo, e pochi istanti dopo, un altro ragazzo con dei luminosi capelli biondi le si avvicinò e le diede un piccolo colpetto ad una spalla.

Il viso di Quinn si illuminò con un gran sorriso, e Finn si fece da parte per il nuovo arrivato senza protestare.

Rimasto senza partner , si incamminò verso Kurt quando i suoi occhi si illuminarono guardando Rachel con gentilezza.

“Che ne dici? Ti va di fare un tentativo?” le chiese tendendo la mano.

“Cosa?”  rispose Rachel con un sorriso luminoso.

“Vuoi ballare?”

Blaine spalancò gli occhi ed abbassò lo sguardo e vide Rachel arrossire e permettere a Finn di condurla tra la folla.

Stava per ballare.. in quel modo?

Di fronte a tutti?

Fece un mezzo passo avanti, con l’intenzione di richiamarla, le sue labbra stavano già formando il suo nome.. quando si fermò.

Rachel glielo rinfaccerebbe a vita se la mettesse in imbarazzo adesso.

Blaine sospirò e si consolò pensando che potrebbe sempre trovare una scusa pe andarsene se le cose dovessero sfuggirgli di mano.

Indietreggiò , annullando così anche la distanza che Rachel aveva lasciato tra lui e Kurt.

Quando azzardò un’occhiata con la coda dell’occhio, vide Kurt che lo guardava.

“Ti sta bene che lo faccia?” chiese.

Blaine ruotò gli occhi.. “ Mi renderebbe la vita difficile altrimenti”.

“Oh” disse Kurt.

Fece una pausa e poi chiese all’improvviso, guardando davanti a se ora, “Allora.. a quando il lieto evento?”

Blaine sbatté le palpebre un momento, poi si voltò anche lui verso la stanza.

“Il .. lieto evento?”

“Il vostro matrimonio” disse Kurt come se fosse qualcosa di ovvio, “ Non indossi la fede, quindi ho pensato che non vi foste già sposati”

Sorpreso, Blaine si guardo le mani, come se avesse bisogno di una conferma.

“Non sono il fidanzato”

“Allora, i vostri genitori permettono a te e a Rachel di viaggiare insieme anche se non siete “ufficializzati”? I suoi genitori..? Questo è.. molto moderno.”

“Cosa?”  esclamò Blaine, “No! No! Rachel è mia cugina. Il dottor Berry e la moglie sono mio zio e mia zia.”

Kurt ebbe appena il tempo di dire “Oh” che furono interrotti da una piccola e magra ragazza con indosso un paio di pantaloni stretti e strappati e un sorriso malizioso..

“Hey bello” lo apostrofò scherzosamente oltre il rumore della sala, gli occhi puntati su Blaine. ”Non ti ho mai visto qui prima.. Vuoi ballare?”

Blaine sapeva di essere a bocca aperta, ma non riusciva a fermarsi.

“Io.. io non.. non.. “ balbettò.

Per fortuna si intromise Kurt.

“Judy devi scusare il mio amico. Ovviamente non sa riconoscere una buona partner per ballare, quando ne vede una. Sarei felicissimo di fare io gli onori, se me lo permetterai”.

Fece un passo avanti, allungando una mano, e Blaine avrebbe potuto giurare di aver visto un lampo di divertimento nei suoi occhi.

“Amerei ballare con te”, la ragazza… Judy.. disse, prendendo la sua mano, lanciando uno sguardo confuso e dubbioso a Blaine.

Kurt non si voltò.

Portò , invece, Judy, tranquillamente,  in una zona libera della pista, attirandola stretta all’ anca e abbracciandola per la vita.

Blaine distolse lo sguardo.

Scrutò tra la folla nervosamente finché non trovò Rachel.

Quasi immediatamente desiderò di non averlo fatto.. sua cugina stava ballando goffamente mentre Finn cercava di insegnarle a ruotare i fianchi.

Blaine fece una smorfia, e , come attirato da una calamita, si voltò di nuovo a guardare Kurt e Judy.

Si muovevano insieme in maniera sensuale, proprio come le altre coppie, dondolandosi a destra e a sinistra come trascinati dalla corrente mentre Kurt accompagnava i movimenti di Judy con le forti braccia.

Blaine spostò il peso da un piede all’altro, e , visto che nessuno lo stava guardando, si sbottonò furtivamente il colletto della camicia che stringeva sul collo.

La stanza era diventata soffocante a causa del calore dei corpi.

Abbassò lo sguardo senza accorgersene fissando a disagio il modo in cui la mano di Kurt era stretta alla schiena della ragazza, tenendola con delicatezza, ma con sufficiente forza da lasciare dei segni sulla sua camicia.

Blaine prese un profondo respiro ed alzò di scatto gli occhi sorpreso di ritrovarsi immediatamente  incatenato agli occhi di Kurt.

Kurt guardava intensamente Blaine, con curiosità.

Non spostò lo sguardo quando Blaine alzò gli occhi e non smise nemmeno di ballare.

Stava solo fissandolo.

Blaine lo fissò a sua volta fin quando si rese conto di quanto caldo fosse diventato il suo viso voltandosi bruscamente.

Beh Blaine questo certamente è normale e in nessun modo sospetto o insolito, si rimproverò aspramente.

Per un attimo si guardò intorno con aria assente, sconvolto, poi improvvisamente si spinse tra la folla, muovendosi incautamente e ignorando  gli spintoni dei gomiti e delle spalle.

Continuò ad avanzare alla cieca fin quando non fu al fianco di Rachel.

Rachel stava ridacchiando con Finn, stringendogli il braccio con entrambe le mani.

“Dobbiamo andare” disse Blaine senza tanti preamboli, “ I tuoi genitori cominceranno presto a preoccuparsi.”

Rachel sbatté le palpebre , guardandolo confusa.

“Ma.. è tutto così divertente! Non ti stai divertendo?”

“Certo” disse Blaine in tono piatto.

Deliberatamente non si guardò attorno.

“ Ma vuoi davvero spiegare ad Hiram e a Shelby come mai abbiamo fatto così tardi e dove siamo stati? Lo spettacolo presto sarà finito probabilmente e ci staranno aspettando”.

Questo sembrò farla tornare in se, almeno un po’.

“Oh. No hai ragione, non vogliamo destrare sospetti. Finn..” disse Rachel , sorridendogli luminosamente, “ è stato bello conoscerti. Spero di rivederti ancora.

Se Blaine non l’avesse immediatamente trascinata fuori dalla stanza, sarebbe rimasto impressionato o divertito da quando velocemente Rachel avesse gettato al vento tutta la sua compostezza, dopo i momenti passati a volteggiare contro Finn, per non parlare del suo coraggio a flirtare così spudoratamente con qualcuno che sembrava già impegnato con un’altra ragazza.

“Oh, uh.. certo” disse Finn.

Suonò piuttosto evasivo alle orecchie di Blaine, ma stava guardando Rachel con un sorrise inebetito, quindi fu difficile capire se fosse stato sincero o meno.

“Bene” disse Blaine, “ E’ stato un piacere incontrarti Finn,. Rachel?”

“Okay” disse Rachel luminosamente, prendendo Blaine a braccetto , praticamente saltellando al suo fianco fuori dalla stanza.

Rachel chiacchierò durante tutto il tragitto verso la loro camera, che per fortuna sollevò Blaine da qualsiasi conversazione.

Mentre mormorava educatamente ogni volta che fosse appropriato, la sua mente vagò, facendogli sperare vivamente che non fosse destinato a passare ogni notte della loro vacanza, frustrato, confuso o turbato.

Perché se fosse successo… 27 giorni sarebbero stati davvero lunghi.




NOTE..

*É un dialetto ebraico parlato dagli immigrati in America.

* Scuola alberghiera.

* la canzone che Blaine non riconosce è "Love Man" di Otis Redding. E’ la stessa canzone che c’è durante questa scena nel film , anche se è in realtà un anacronismo  in quanto Redding l’ha registrata nel 1967.


Scusate il ritardo ma oggi al lavoro sono stata impegnata...

http://archiveofourown.org/works/610563/chapters/1100234 questo è il link del capitolo

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Dopo aver pranzato il giorno successivo, Rachel e Blaine si stavano dirigendo verso il lago, con delle riviste ed una coperta da stendere sull'erba, quando Rachel attirò la sua attenzione su un tendone allestito su un piccolo tratto di spiaggia.

"E' per caso lo spettacolo delle parrucche?"

Blaine aggrottò la fronte. "Lo spettacolo delle parrucche?  Cos’è un spettacolo delle parrucche? "

"Non ascolti mai gli annunci?" Chiese, cambiando direzione e dirigendosi verso il tendone.

A dire il vero, Blaine era seccato dall’uomo, che vagando per il parco , urlava in un megafono l’elenco degli eventi della giornata, fin dal giorno in cui erano arrivati.

“Devo essermelo perso questo".

Rachel continuò a puntare verso il tendone, e Blaine guardò dubbioso la fila di donne in attesa da entrambi i lati del tavolo sotto il tendone, mentre agitavano i loro capelli allo specchio.

“Davvero Rachel, cos’è questo spettacolo delle parrucche?”

“Dispongono una serie di vari tipi di parrucche” spiegò Rachel , con tono eccitato, “e ti permettono di provarle”.

Si stavano avvicinando al tavolo adesso e Blaine iniziò a puntare i piedi..

“Rachel… ti voglio bene ma mi rifiuto di provarmi delle parrucche” .

Alcune signore alzarono lo sguardo e  ridacchiarono .

“Oh, Blaine.. non devi fare nulla.. Finirà presto.. solo.. resta qui seduto mentre io le provo”.

Rachel lo spinse sulla sedie sedendosi su quella accanto, prendendo immediatamente una parrucca corta e bionda.

Una delle signore che li aveva guardati mentre si avvicinavano, catturò lo sguardo di Blaine e gli lanciò un sorriso comprensivo.

Blaine restituì il sorriso per educazione ma si voltò velocemente, e fu allora che notò che Quinn stava presenziando all’evento a capotavola.

Lanciò un’occhiata sospettosa a Rachel , ma lei era assorta nell’ammirarsi allo specchio sistemandosi la parrucca.

“Come sto?” chiese.

“Proprio come Sandra Dee” mormorò Blaine, lo sguardo fisso sul lago.

Rachel non si voltò , fissandosi ancora allo specchio.

“Lo dici solo per dire”

Fortunatamente Blaine fu salvato dal doverle mentire da Quinn che urlava.

“Signore.. mi dispiace ma dovete iniziare metterle via. Per favore, toglietevi le parrucche e riportatelo agli stands al centro del tavolo.”

Mentre le altre signore iniziarono a eseguire le istruzioni di Quinn, Rachel esitò.

Si lasciò la parrucca e continuò a guardarsi allo specchio, inclinando la testa prima da un lato poi da un altro.

“Dai Rach.. “ la spronò Blaine, “ Dobbiamo andare” .

“Lo so” disse Rachel innocentemente.

Sollevò il mento poi lo riabbassò.

“Non credo che ti permetterebbero di tenerti la parrucca “ disse Blaine.

“Probabilmente no” concordò Rachel.

Nel frattempo , la maggior parte della altre signore avevano lasciato il tavolo.

Blaine si mosse a disagio, quando Quinn iniziò ad impacchettare gli specchi e le parrucche nelle scatole, muovendosi lentamente ma inesorabilmente giù per il tavolo, nella loro direzione.

Rachel si diede un’ultima critica occhiata allo specchio e disse, “ Non credo che questo look sia per me comunque”..

Si tolse la parrucca , la posò sull’unico supporto vuoto rimasto e rapidamente si lisciò i capelli.

“Hai finito?” disse una voce educata ma fredda.

Blaine alzò lo sguardo e vide Quinn in attesa accanto alla sedia di Rachel.

“Oh… si” disse Rachel, “Tutto fatto. Grazie”.

Si alzò in piedi e guardò Quinn con un sorriso raggiante.

“Sei stata davvero una ballerina?”

“Si”  disse brevemente Quinn, prendendo lo specchio che Rachel aveva usato , riponendolo nella scatola.

Rachel unì le mani.

“Oh.. I palcosceni di New York. Ti invidio”.

Quinn sbuffò appena, spostando le scatole.

“Si.. beh.. io miei genitori mi hanno cacciata di casa quando avevo sedici anni. Ballare era tutto quello che volevo fare e sono stata fortunata a trovare quel buon lavoro altrimenti chi sa dove sarei finita” sbatté il coperchio forte ed alzò all’improvviso lo sguardo.

“Non pretendere si sapere tutto della mia vita” sbottò, “ Perché se così fosse, non lo avresti detto”.

E con questo, prese la scatola e se ne andò.

Rachel rimase a bocca aperta, poi chiuse di scatto la bocca ed incrociò le braccia.

“Bene! E’ stata maleducata”.

Sforzandosi di assumere un’espressione un po’ meno scioccata, Blaine le si avvicinò.

“Dimenticalo” disse.

Un consiglio che Blaine avrebbe voluto seguire di cuore.

Per tutta la mattina , era stato ossessionato dal modo in cui era finita la sera precedente, dal modo in cui si era sentito messo a nudo dagli occhi di Kurt e dal modo in cui si era lasciato seguire da loro per tutta la stanza.

Cosa avrà pensato Kurt?

Poteva aver sospettato? Doveva averlo sospettato.

Blaine cercò di allontanarsi da questi pensieri, iniziando a camminare verso l’acqua come se potesse davvero fisicamente lasciarseli indietro al tavolo.

“Andiamo. Andiamocene al lago”.

Con una piccolo sbuffata altezzosa, Rachel si voltò per seguirlo.

Blaine trascorse l’intera giornata terrorizzato dalla serata.

Sapeva già che la sua famiglia avrebbe partecipato al secondo ballo organizzato per quella settimana, questa volta al gazebo.

La possibilità per Blaine di sottrarsi alla serata erano scarse.

Perfino Rachel era eccitatissima per la serata, nonostante il rischio di dover ballare con Jacob, perché sapeva che ci sarebbe stato Finn li.

E questo era il nocciolo della questione… Blaine era ben consapevole che gli insegnanti di danza sarebbero stati li, a cercare di convincere gli ospiti a comprare le loro lezioni.

Ogni volta che ci pensava, cosa che fece più e più volte,  l’unica conclusione a cui arrivava era che non dovrebbe essere assolutamente turbato dal rivedere di nuovo Kurt.

Tuttavia, era anche l’unico modo per poter reprimere la parte di lui che in fondo si sentiva all’opposto.

Una rapida occhiata all’interno del gazebo, una volta arrivato li con la sua famiglia, gli fece capire di non aver nessun motivo di essere ancora in ansia.

Kurt, Finn e Quinn non si vedevano da nessuna parte.

Per i primi venti minuti, Blaine lanciava occhiate regolari e nervose verso la pista da ballo, che era vuota ogni volta.

Sembrava che anche Rachel facesse la stessa cosa, anche se passò lo stesso identico tempo a controllare Jacob, che si stava pavoneggiando per tuto il gazebo vantandosi per l’aver pianificato la serata, solo per potersene stare alla larga.

Fu così fin quando Blaine non guardò oltre la spalla della donna con cui stava doverosamente ballando …la metà della coppia con cui Hiram e Shelby avevano preso appuntamento per una partita a tennis.. e vide Finn ballare con una delle ospiti così realizzò che alla fine si erano fatti vivi.

Ed era di certo successo con meno ostentazione rispetto alla notte precedente.

Naturalmente , né Kurt né Finn fecero capire di aver parlato con Blaine e Rachel prima.

Non potevano, Blaine lo sapeva, ma questo non fermò Rachel dal passare rapidamente da uno sguardo sognante ad uno gelido quando Finn , a malapena, guardò nella sua direzione.

Kurt d’altra parte,  aveva lanciato brevi ed inaspettati sguardi a Blaine… oltre le spalle dei loro compagni di ballo, attraverso la pista quando erano agli angoli opposti del gazebo; dove era in questo momento Blaine, appoggiato alla ringhiera, mentre osservava nuovamente lo sguardo di Kurt guizzare lontano da lui.

Proprio come le ultime tre volte, fissava Blaine con l’angolo dell’occhio, facendogli venir voglia di agitarsi o chiedere spiegazioni, anche se il volto di Kurt restava inespressivo.

Hiram e Shelby erano accanto al Signor Kellerman, chiacchierando e ridendo.

Rachel , che era appiccicata al fianco di Blaine mentre teneva d’occhio cautamente Jacob, continuava a fingere di non star guardando Finn che ballava con una donna di mezz’età, in un stretto e trasparente abito, a pochi passi.

“Max!”… urlò la donna all’improvviso, “ Guarda! Le mie lezioni di danza stanno dando risultati, vero?”

“Sei fantastica, Terri..veramente magnifica!” replicò il Signor Kellerman, “Will è qui per il weekend?”

“Per il weekend !” disse, “ Ma è stato trascinato in una partita a carta, quindi non c’è dubbio che sta perdendo tutti i nostri soldi guadagnati con tanta fatica mentre parliamo”.

“Devo fermarmi a salutarlo dopo. Assicurarmi che non lo imbroglino”.

La donna annuì e si voltò di nuovo verso Finn.

Rachel si irrigidì.

“La signora è Terri Schuester “ Blaine sentì il Signor Kellerman dirlo con discrezione a Hiram e Shelby.

“E’ una delle vedove bianche. E’ così che chiamiamo le signore che restano qui tutta la settimana. I loro mariti arrivano solo nei weekend. E non voglio parlare male dei miei ospiti, ma se volete partecipare ad una partita a carte.. il tavolo di Will Schuester non è quello sbagliato in cui entrare.”

Blaine si voltò di nuovo verso la donna.

Ebbe solo il tempo di cingere il collo di Finn con la mani … che si sicuro non era un modo corretto  per ballare, pensò Blaine… che furono entrambi interrotti dall’improvvisa apparizione di Jacob Ben Israel.

“Dov’è Quinn?” domandò , guardando Finn. “ La gente sta chiedendo di lei”.

Uno sguardo preoccupato apparve immediatamente sul volto di Finn.

Fece un passo lontano da Terri, che stava guardando entrambi gli uomini con espressione seccata, “ Era stanca e sta facendo una pausa. Ha bisogno di una pausa”.

Jacob aggrottò la fronte con severità.

E’ meglio che non sia una pausa di tutta la notte”

Finn sospirò , distogliendo lo sguardo.

“Dalle solo qualche minuto. Tornerà “

“Sarà meglio” Jacob si voltò e si diresse direttamente verso i Berry.

Rachel sussultò con discrezione, ma non aveva via di fuga.

“Rachel sei bellissima stasera”.

“Grazie” disse con voce tesa.

“Posso avere il prossimo ballo?” chiese.

“Uh.. ne sono davvero lusingata, naturalmente, ma penso.. che sto iniziando a sentire la stanchezza. Deve essere tutta quest’aria fresca.”

Sorrise Rachel in tono di scuse.

“Be, sarei felice di accompagnarti nella tua stanza , se hai bisogno di stenderti”  disse avidamente.

“Oh! “ esclamò Rachel, “ Oh no. Grazie.. sono… ho fame. Quindi non voglio ancora andar a dormire “

“Uno spuntino!”  disse Jacob raggiante, “ Posso accompagnarti in cucina”.

All’espressione afflitta di Rachel, Blaine sospirò.

“Uno spuntino , sembra un’ottima idea a dire il vero”, li interruppe, “ Vi dispiace se mi unisco a voi?”

L’espressione sul volto di Jacob gli fece capire che gli dispiacesse molto, ma riuscì solo a dire..” Possiamo portarti..”… che Rachel parlò con entusiasmo prima di lui.. “Si ti prego unisciti a noi!”

“Allora , Blaine” chiese Jacob mentre loro tre si incamminarono verso l’edificio principale, la sua voce conb falsa cortesia, “ devi sempre fare da accompagnatore a Rachel?”

“Um.. a volte , credo” replicò.

Rachel aggrottò le sopracciglia, ma non disse nulla.

“Perché Rachel, sai, non hai bisogno di preoccuparti di questo qui. Se i tuoi genitori pensano che sei con me, saranno le persone più felici qui al Kellerman. Sono conosciuto come il miglior partito della contea”.

Blaine vide Rachel aggrottare le sopracciglia e le sue labbra contrarsi.

“Sono sicura che tu lo sia” disse Rachel.

“Il mese scorso ho portato via la ragazza a Sam… è uno dei bagnini.. che in realtà non è niente male, ma passa tutto il suo tempo con lo staff di animazione”.

Blaine notò che aveva dato a queste parole la stessa inflessione di suo zio.

“E lui le ha chiesto “ Cos’ha lui che io non ho?” E sai cosa gli ha risposto lei? “ Due alberghi”.

“Quanto è… affascinante”.. recitò Rachel, facendosi da parte arricciando il naso  verso Blaine mentre Jacob apriva la porta.

La tenne aperta per Rachel, ma in qualche modo riuscì ad intrufolarsi subito dopo, lasciando che Blaine afferrasse la porta prima che gli si chiudesse in faccia.

In cucina, Jacob li accompagnò accanto ad uno dei frigoriferi ed iniziò a dare un’occhiata al suo contenuto.

“Vediamo.. c’è del formaggio.. dei cetrioli.. forse posso farvi un sandwich..”

Visto che non era davvero affamato, Blaine ignorò Jacob che continuò ad elencare le loro alternative.

Alzò lo sguardo verso il fascio di luce che il frigorifero proiettò sul soffitto, ma il suo sguardò tornò bruscamente in basso , quando sentì un rumore molto simile a quello che fa qualcuno che cerca di trattenersi dal piangere.

Accigliandosi, si spostò con nonchalance , per sbirciare oltre il bancone.

Nel buio, dall’altra parte del bancone, poté distinguere Quinn rannicchiata sul pavimento, con la schiena premuta contro il muro, le gambe al petto, il viso bagnato e sconvolto.

Blaine si avvicinò ,lentamente, di nuovo a loro e vide Rachel che lo guardava in maniera strana mentre Jacob continuava a frugare nel frigorifero.

Lanciò un’occhiata dietro l’angolo.. poi si scambiò uno sguardo d’intesa con Blaine.

Blaine annuì.

“Questo va bene. Prenderò questo” disse , interrompendo l’elenco che Jacob stava blaterando.

Jacob la guardò confuso.

“ Il condimento per l’insalata?”

“Cosa? No, oh no… cosa avevi detto prima di questo?”

“Uva?

“Si!” esclamò Rachel .

Si allungò verso il frigorifero e prese due grappoli , dandone uno a Blaine.

“Non eri affamato Blaine”.

“Oh.. si.. Cioè… si lo sono… Grazie”.

Mentre tornavano di nuovo verso il gazebo , Blaine e Rachel mangiarono velocemente la loro uva ,gettando i pedicelli, camminando velocemente nonostante le proteste di Jacob.

Quando furono una accanto all’altro, Blaine si chinò per sussurrare qualcosa all’orecchio di Rachel.

“Tienilo occupato”.

Rachel fece una smorfia ma annuì.

Dopo aver preso un profondo respiro per farsi coraggio, indossò un sorriso forzato sul volto e si voltò verso Jacob.

“Hai ancora voglia di fare un ballo?”

Il suo viso si illuminò.

“Certamente!”

Mentre accompagnava Rachel sulla pista da ballo, lanciò a Blaine uno sguardo sprezzante .

Blaine lo ignorò, mentre si incamminò per il gazebo alla ricerca di Finn o di Kurt.

Vide per primo Finn, stava ballando con un’altra signora di mezza età.

Blaine non voleva creare problemi interrompendoli, così cercò di aspettare un altro momento, ma fu sollevato quando vide Kurt guardarlo dall’altra parte della sala, mentre sorseggiava un drink.

Ignorando l’improvvisa accelerazione del suo battito cardiaco, Blaine gli si avvicinò , appoggiandosi al parapetto, mantenendo però una certa distanza tra loro.

Kurt lanciò un’occhiata con la coda dell’occhio.

“Buona sera , Blaine”.

“Ciao Kurt”.

“Se vuoi fare qualche lezione di ballo, Quinn si è presa una pausa, ma tornerà presto”.

“A dire il vero , non ne sono così sicuro”

Questo catturò l’attenzione di Kurt  che si voltò addirittura a guardarlo direttamente.

“Cosa?”

Blaine  lo fronteggiò abbandonando ogni finzione.

“Io e Rachel siamo appena stati in cucina per prenderci uno spuntino. Quinn era li. Stava piangendo, ed era davvero sconvolta.”

Qualcosa nell’espressione di Kurt crollò a quelle parole.

“Ha detto qualcosa?” chiese , e anche la sua voce si fece più bassa.

“No.. Si stava nascondendo, e non credo che abbia capito che l’abbiamo vista. Ho.. volevo solo che qualcuno lo sapesse”.

Kurt annuì, sul volto si fece spazio una sincera preoccupazione.

“Aspetta qui” disse , dirigendosi verso la pista da ballo facendosi strada verso Finn.

Dopo che Kurt aveva parlato un momento all’orecchio del suo fratellastro , Finn si scusò con la sua partner ed entrambi gli uomini si affrettarono lungo il sentiero che conduceva all’edificio principale.

Senza pensare, Blaine si affrettò a seguirli.

Si precipitò rumorosamente giù per le scale dietro Kurt che gli lanciò uno sguardo confuso e curioso, ma rimase in silenzio mentre camminavano insieme , velocemente per tenere il passo lungo di Finn.

“Quinn non farebbe nulla di stupido, vero?” urlò Finn da sopra una spalla.

“Non credo” disse Kurt, ma sembrava non credere nemmeno lui alle sue stesse parole.

“Quale….quale è il problema?” chiese Blaine.

Finn si sorprese al suono della sua voce e guardò indietro per un attimo.

“Cosa ci fa lui qui?”

“Voglio solo assicurarmi che stia bene” disse Blaine esitante.

Finn scosse la testa e continuò a camminare.

“Ma.. cosa c’è che non va?” chiese di nuovo Blaine, lanciando un’occhiata a Kurt.

Kurt rimase in silenzio per un attimo, mordendosi le labbra.

“Non è il posto adatto per parlare” disse alla fine.

Arrivarono davanti alle porte, e la conversazione fu dimenticata per correre in cucina.

Quinn non si era mossa, e Finn si inginocchiò accanto a lei immediatamente.

Quinn si sporse in avanti per avvolgere le braccia intorno al collo di Finn , iniziando a piangere di nuovo.

Finn le parlò con voce bassa e calmante.

“Va tutto bene. Sono qui. Kurt è qui. Non permetteremo che ti succeda qualcosa. Ssshhhh…Dobbiamo andare, aggrappati” disse Finn, facendo scivolare un braccio sotto le sue ginocchia e l’altro intorno alla sua vita, e la sollevò con facilità, mentre Quinn nascondeva il viso nella sua spalla.

Si mossero in gruppo.. lasciarono l’edificio principale attraverso una porta sul retro e si diressero verso l’area riservata ai membri dello staff .

Blaine si sentì fuori posto, ma comunque non gli sembrò giusto voltarsi ed andarsene.

Poté sentire le voci di Quinn e Finn arrivargli attraverso la silenziosa aria serale.

“Perché non sei venuta a cercarmi? Sono sempre qui per aiutarti” stava dicendo Finn.

“Lascia perdere Finn, non mi prenderò quel che resta del tuo stipendio” replicò lei , con voce dura.

“Non preoccuparti per me”

“Comunque , non sarebbe sufficiente” disse Quinn “ non c’è speranza! Cosa farò con un bambino?”

Blaine ruotò gli occhi e lanciò uno sguardo a Kurt.

“Un bambino?” mormorò a bocca aperta.

Kurt storse la bocca ed abbassò lo sguardo.

Finn portò Quinn nella stessa grande camera della notte scorsa, che sembrò desolata senza musica e senza ballerini, e la fece stendere su un divano logoro, poggiandole poi una coperta sulle spalle.

Solo allora lei alzò lo sguardo, notando Blaine.

“Tu!” disse con espressione sorpresa, “ Hai sentito?”

“Io.. mi dispiace” sussurrò Blaine.

“Fantastico” borbottò , “ora lo dirà a sua cugina che lo dirà al suo fidanzatino dirigente e saremo tutti licenziati” disse, accettando stancamente il drink che le porgeva Finn.

“Non ho intenzione di…” iniziò Blaine, ma Quinn ricominciò come se lui non avesse parlato affatto.,

“Accidenti, di questo passo, lo sapranno tutti in poco tempo. Perché non lo scriviamo in cielo..” Quinn si è fatta mettere incinta dal viscido Noah!” finì in modo melodrammatico, agitando una mano.

Blaine si voltò a guardare Finn , mentre chiedeva ..” Noah?”

“E quindi.. avevi pensato fosse mio?” lo sfidò Finn.

“Ma io.. aveva pensato..” iniziò Blaine, con voce tremante..

Era ovvio quello che aveva pensato.

“Non stanno più insieme da quando eravamo al liceo”.. disse Kurt volutamente e con calma.

Blaine scosse la testa , cercando di assimilare tutta la situazione.

“C’è… c’è qualcosa che posso fare?”

“Hai 250 dollari?” chiese Quinn senza allegria.

Prese un sorso del suo drink.

“Cosa?”

Fu di nuovo Kurt ad intervenire , il tono di voce sempre basso.

“Uno dei ragazzi conosce un dottore” disse “.. Un vero e proprio M.D.*. Sarà qui in città la settimana prossima. Possiamo prenderle un appuntamento, ma non abbiamo $ 250”.

Nella stanza cadde un profondo silenzio, Blaine sbatté le palpebre guardando Kurt per un momento, quando la consapevolezza lo colpì.. “oh.. voleva dire..” .. e guardò di nuovo verso Quinn.

Stava fissando imbronciata il suo bicchiere, mentre sia Finn che Kurt guardarono entrambi Blaine come a sfidarlo a commentare qualcosa o a portarli alla polizia.

Naturalmente nessuno di loro aveva idea di quello che Blaine aveva sentito vivendo ormai da quattro anni in casa di un medico.

C’era stata una volta, per esempio, lo scorso inverno, in cui Hiram era tornato a casa molto tardi dopo aver visitato con emergenza un paziente; e lui e Shelby si erano riuniti in cucina ed avevano parlato , a bassa voce, di un pasticcio combinato da un praticante incapace, ignari del fatto che Blaine fosse seduto nella stanza accanto che stava facendo i compiti di matematica che erano tutti sparsi sul tavolino e che stava origliando spudoratamente.

Aveva ascoltato , ad occhi spalancati, mentre entrambi concordavano sul fatto che le cose non dovevano andare in quel modo.

Non dovevano andare in quel modo nemmeno per Quinn, pensò e senti crescere in lui la paura… è questo che avrebbe fatto Quinn se non fosse riuscita ad avere l’appuntamento? Sarebbe stata un’altra “emergenza”? Un’operazione pasticciata?

Improvvisamente Quinn sembrò così reale e piccola seduta su quel divano con le spalle incurvate, una ragazza che aveva sempre voluto diventare una ballerina, che aveva amici che non volevano vederla ferita.

Un vero medico aveva detto Kurt .. non un praticante incapace.

“Hai chiesto a Noah?” chiese con attenzione Blaine, “ forse potrebbe… se glielo dici…”

“Lo sa” tagliò corto Quinn, il volto cupo.

“Ma..”

“Vuoi sapere cosa puoi fare per me?” disse Quinn con tono duro e arrabbiato, “ Tornate alla tua fantastica vacanza in famiglia e lasciami in pace. Questi non sono affari tuoi “.

Blaine vacillò leggermente , guardando impotente verso Kurt.

Il suo volto era severo ma i suoi occhi erano comprensivi.

“Forse è meglio se te ne vai” disse dolcemente.

“Io… okay..” disse Blaine spostandosi , quasi inciampando nei suoi stessi piedi quando si voltò per lasciare di corsa la stanza.

Fuori incontrò Rachel mentre attraversava le scale che portavano su per la collina.

“Jacob ed il Signor Kellerman se ne sono andati a parlare con i signori che stanno giocando a carte” disse senza fiato, “ Siamo al sicuro. Va tutto bene?”

“Andrà tutto bene” disse Blaine , proseguendo oltre , iniziando a salire le scale.

Rachel si fermò un attimo, poi lo seguì.

“Cosa c’è che non va? Quinn sta bene?”

I piedi di Blaine seguivano il percorso a passi regolari.

Si sentì come se non riuscisse più a controllarli .

“E’… è malata.. è malata ed ha bisogno di un intervento ma non hanno i soldi”

“E’ orribile” esclamò Rachel affrettandosi a raggiungerlo, “ Mi chiedo se papà…”

“No!” la interruppe Blaine bruscamente.

Si fermò e si voltò verso di lei.

“Non possiamo immischiarci così trascinando anche gli altri nei loro affari”.

“Ma..”

Blaine allungò una mano appoggiandola poi sulla sua spalla.

“Mi prenderò cura io di tutto, Rachel. Ti prego… abbi fiducia in me”.

Rachel lo guardò confusa ed ad occhi aperti; poi annuì.

“Okay Blaine”.

Tornarono verso il gazebo in silenzio.


 

Blaine riuscì a sfuggire dalla sua famiglia il giorno dopo e ad intrufolarsi nella sala da pranzo , mentre i camerieri stavano preparando la sala per il pranzo.

Trovò Noah che stava riempendo dei bicchieri di acqua e gli si avvicinò cautamente, improvvisamente nervoso nonostante si fosse preparato tutto il discorso già dalla sera prima.

Si fermò accanto al tavolo e si schiarì la gola.

“Oh!” disse Noah alzando lo sguardo per la sorpresa, “ Hey, sei il fratello di Rachel giusto?”

“Cugino a dire il vero.. io..”

“Cosa posso fare per te cugino di Rachel?” disse Noah continuando a fare il giro del tavolo mentre versava l’acqua.

Blaine fece un respiro profondo.

“Volevo parlare con te di Quinn Fabray “.

Noah alzò lo sguardo bruscamente , poi tornò al suo lavoro con un sorrisetto sul volto.

“Oh.. pensi anche te che è una vera bambola eh?”

“No.. io..”

“Beh, lascia che ti dia qualche consiglio. Non desideri incasinarti con una come lei. Se vuoi qualcuno con cui passare del tempo mentre sei qui… ti posso fare dei nomi”.

“No!” esclamò Blaine, poi abbasso di nuovo la voce.

“Non è questo.. E’ solo … sai che ha bisogno di soldi vero?”

Noah trasalì facendo cadere dell’acqua fuori dal bicchiere e sulla tovaglia.

Imprecò sbattendo la brocca sul tavolo.

“Te lo ha detto lei?”

“No, l’ho scoperto” disse Blaine obiettivamente.

“E allora?” disse Noah sollevando un sopracciglio.

“E allora volevo sapere cosa avevi intenzione di fare al riguardo” disse Blaine.

Cercò di sembrare minaccioso, ma l’espressione impassibile di Noah lo fece leggermente tremare.

Noah sembrò molto più inquietante quando un impressionante cipiglio apparve sul suo viso.

“Prima di tutto, non provare a parlare con me come se fossi mio padre. Non so dove sia, ma so che non lo sei . Secondo, non mando all’aria un’estate a trasportare ciambelle solo per qualche pollastrella che probabilmente è stata a letto con ogni ragazzo di qui.”

Blaine sollevò le sopracciglia

“Ma lei ha detto..”

“Certo che lo ha detto. Mi piacerebbe che lo dimostrasse però.” Disse Noah con compiacimento.

Blaine sentì crescere improvvisamente un’ondata di rabbia così forte da essere sorpreso dal non essere diventato rosso.

Traendo forza da questo, fece un passò in avanti fissando Noah con sguardo duro.

“Sei disgustoso” ribolliva “ Stai lontano da mia cugina o ti farò licenziare”

Per un folle attimo, Blaine considerò l’idea di afferrare la brocca e gettare l’acqua sul viso compiaciuto di Noah.. o da qualche altra parte.

Invece , si voltò e si precipitò fuori dalla sala prima che Noah potesse dire una sola parola.




Dopo pranzo, Blaine tornò nella sua stanza in compagnia di Hiram sotto una fine pioggerellina che cadeva dal fitto banco di nuvole sopra le loro teste.

Shelby e Rachel erano riuscite a prenotare un’ore di lezione di danza in modo che Rachel potesse fare un po’ di allenamento e qualche vocalizzo; tutti e quattro avevano programmato di ritrovarsi in piscina più tardi , anche se sarebbe stata di sicuro affollata.

Quando Blaine ed Hiram si furono sistemati in veranda, Blaine parlò.

“Zio Hiram, devo chiederti un favore”.

“Cosa c’è?”

Blaine fece un respiro profondo.

Aveva rimuginato molto sulla sua conversazione con Noah, e non aveva trovato nessun’altra soluzione.

“Ho incontrato una persona qui, uno dei membri dello staff, ed ho scoperto cha ha bisogno di 250$”

Hiram aggrottò le sopracciglia da dietro gli occhiali.

“Sono un sacco di soldi , Blaine”.

“Lo so”, disse in fretta, “ Solo.. voglio davvero aiutare. E non te lo chiederei se non fosse stato importante. Te li restituirò non appena potrò. Te lo prometto”.

Hiram lo guardò, come se fosse alla ricerca di un qualcosa.

“Non è per qualcosa di illegale , vero?”

Blaine si costrinse a respirare normalmente .

“No” disse sorprendendo persino se stesso di quanto fosse stato facile mentire.

“Certo che no” disse immediatamente Hiram, “ E’ stato stupido chiederlo. Mi fido del tuo giudizio. Te li darò dopo cena”

Blaine sentì lo stomaco stringersi per il disagio, ma mantenne lo sguardo fermo.

“E non vorrei.,.. voglio dire.. è una specie di segreto e non vorrei si sapesse. Quindi… non lo dirai a Shelby ? O a nessun altro?”

“No.. se non vuoi che lo faccia”.

Blaine annuì.

“Grazie” disse incapace di nascondere il sollievo nella sua voce quando Hiram gli diede una pacca sulla spalle.

Più tardi , quella sera, la famiglia di Blaine tornò nella propria stanza presto, perché Rachel li aveva pregati di rientrare per lavorare un po’ sul puzzle.

Blaine, comunque, la prese in disparte e le disse di essere riuscito a trovare i soldi per Quinn; lei lo abbracciò dandogli il permesso di sbrigare tutta la faccenda.

All’inizio Blaine aveva considerato l’idea di usare come scusa la voglia di farsi una corsa ora che aveva smesso di piovere, ma non aveva il coraggio di mostrarsi nell’area del personale indossando i suoi pantaloncini.

Invece si vestì con estrema cura, scegliendo il più bel paio di jeans che aveva portato, una maglietta scura ed una camicia a maniche lunghe sopra.

Spinse il denaro in fondo alla tasca e si diresse verso il salotto.

“Credo di aver lasciato il mio orologio in piscina questo pomeriggio”  disse “ Vado a vedere se qualcuno lo ha trovato”.

“Oh dio” esclamò Rachel, “ Proprio ora che ci siamo seduti a fare il puzzle!”

Blaine pensò che stesse esagerando un po’ così scosse la testa discretamente.

“Non starò fuori a lungo”.

Hiram alzò lo sguardo con un cenno d’intesa.

“Spero che esca fuori” disse facendogli un cenno col capo.

“Grazie. Torno presto”.

Blaine si fermò sotto il portico.

Il passo successivo faceva parte di un piano ma il portarlo al termine lo stava facendo sentire ridicolo.

Con un sospiro , si focalizzò su quanto si fosse sentito fuori posto la notte della prima festa del personale,; li con la sua camicia ed i suoi pantaloni eleganti.

Così prima che potesse cambiare idea, si tolse la camicia e la ficcò sotto una coperta su una delle sedie e praticamente si precipitò giù per le scale della loro stanza.

Era stupido… aveva indossato tutte le volte magliette per correre a casa.

Era stato molto più esposto durante le sue gare di corsa rispetto ad ora, ed anche se l’indossare la divisa da corsa lo aveva messo a disagio all’inizio, aveva smesso da tempo ormai di preoccuparsi se qualcuno lo guardava.

Non aveva nessun motivo di sentirsi come se stesse attraversando il parco in mutande.

Eppure era così che si sentiva.

Quando arrivò nella zona del personale sembrava ci fosse un’altra  festa.

Un po’ più tranquilla rispetto a quella che aveva visto la prima volta…

Erano tutti in coppia avvinghiati l’un l’altro mentre ballavano “Stay”  di Maurice Williams and the Zodiacs.

Blaine vide Kurt ballare con una delle ragazze non lontano da dove era entrato, ma distolse rapidamente lo sguardo così da porte vedere Finn e Quinn vicino dall’altra parte della stanza.

Si diresse verso di loro, attraverso la folla, per poi toccare la spalla di Finn, l’eccitazione prevalse sulla sua paura di sembrare scortese.

Quando la coppia si separò, guardandolo sorpresi, Blaine mostrò loro il denaro sorridendo

Quinn lo guardò incredula, un piccolo sorriso apparve sul suo volto mentre prendeva con esitazione i soldi.

“Vuoi dire che Noah..?” gli chiese.

“Oh.. no” disse Blaine, “ Avevi ragione su di lui”.

“Allora.. dove…?”

Blaine si strinse nelle spalle.

“Hai detto che ti servivano”.

Ridendo un po’, Quinn alzò lo sguardo su Finn.

“Cos’è questo ragazzino… una specie di santo?”

Fu in quel momento che Blaine notò l’espressione di Finn, che era dura e poco divertita.

“Si… il ragazzino da scuola privata è un vero santo per aversi fatto dare un anticipo sulla paghetta “

Blaine farfugliò per un attimo e questo diede a Kurt… che si era avvicinato senza essere notato.. il tempi di rimproverarlo.

“Finn!”

“Sono stato in una scuola privata solo per un anno e mezzo”  rispose finalmente Blaine, recuperando la voce, “ E non siamo ricchi!”

Kurt gli lanciò uno sguardo scettico quasi divertito.

“Tuo zio è il Dottor Berry, giusto?”

Blaine annuì

“Allora lui aiuta i pazienti pro bono?”

“Pro cosa?” chiese Finn.

“Ora basta, ragazzi” intervenne Quinn.

Spinse i soldi nella mano di Blaine.

“Grazie, ma non posso prenderli”.

Poi si voltò e trascinò un riluttante Finn a ballare.

Blaine lo sentì sussurrare “Dovresti prenderli quei soldi” mentre iniziarono ad ondeggiare di nuovo.

Kurt sospirò, guardandoli turbato.

“Posso solo prenderle un appuntamento per Giovedì” spiegò, “ ma cosa succederà quando  dovremmo fare lo spettacolo di mambo che abbiamo programmato al Sheldrake. Io faccio le coreografie e loro devono ballare”.

“Cos’è lo Sheldrake?” chiese Blaine.

“E’ un altro albergo. E se dovessimo annullare lo spettacolo ora, perderemmo lo stipendio di tutto quest’anno e anche l’ingaggio per l’anno prossimo!”

“Non c’è nessuno che può sostituirla?”

Finn , che probabilmente stava ancora ascoltando la loro conversazione, si staccò da Quinn.

“Chi potrebbe sostituirla? Siamo tutti occupati per tutto il giorno e non avremmo il tempo per esercitarci. Questa non è una vacanza per noi. Ognuno di noi è qui per lavorare”

Blaine guardò un attimo Finn, mordendosi l’interno della guancia.

“ E se riuscissi a trovare qualcuno?”

“Chi?” chiese Quinn con sospetto.

“Rachel” disse Blaine, “ Prende lezioni di danza praticamente da tutta la sua vita”

“Davvero?” chiese Kurt dubbioso.

“Danza classica” chiarì Blaine.

“Beh io continuo a pensare che sia l’idea più stupida che abbia sentito “ disse Finn petulantemente, distogliendo lo sguardo.

“Lasciala provare” disse Blaine cercando di convincerlo, “ sono sicuro che le piacerebbe”

Con sua grande sorpresa , Quinn sembrava stesse ponderando la cosa.

“Finn sei un ottimo partner ed un ottima guida. E poi avremmo più di una settimana per insegnarle.”

“Non sarebbe difficile come se dovessimo ricominciare daccapo” rifletté Kurt “ e per lo meno lei sa come muoversi e come imparare una coreografia”.

Tutti e tre guardarono Finn in attesa.

Era accigliato e Blaine si chiese se avesse detto di no solo per il gusto di farlo o solo perché lo aveva suggerito lui.

Alla fine , borbottò:

“Possiamo fare un tentativo. Almeno fino a quando non troviamo una soluzione migliore”.

Blaine sorrise e consegnò i soldi a Quinn.

“Glielo chiederò appena saremo da soli”.

 


NOTA

M.D. .. dottore in medicina

Spero che non ci siano errori... ma stasera vado al cinema a vedere pets.. e non volevo saltare la pubblicazione...

Avvisatemi pleasseeee.. così corrego.. a venerdì prossimo

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


La prima prova di ballo per Rachel avvenne il prima possibile, e cioè il pomeriggio di due giorni dopo.

Stranamente Finn pretese che le lezioni fosse private , solo lui e Rachel, con nessun altro presente.

“Per allentare la pressione” spiegò Quinn , scrollando le spalle, quando fu messa alle strette da Blaine , brevemente, dopo la cena della sera precedente per prendere accordi .

Finn aveva spostato alcune lezioni per potersi ritagliare un’ora di tempo a metà pomeriggio e quando Rachel se ne andò, mentendo allegramente di voler partecipare al gioco con i ferri di cavallo, stava letteralmente saltellando.

Blaine rimase un po’ sul portico quando lei se ne andò, lo sguardo fisso su un libro che aveva preso in prestito dalla biblioteca , situata nell’edificio principale… un tascabile giallo vecchio di almeno dieci anni.

Non aveva assorbito nemmeno una parola.

Quando il suo orologio gli rivelò che erano passati dieci lunghissimi minuti, si affacciò in camera, dove Hiram e Shelby stavano giocando a canasta con un'altra coppia.

“Vado a vedere se c’è posto anche per di giocare con i ferri di cavallo” disse e tutti lo salutarono giovialmente.

Come aveva fatto Rachel, Blaine si diresse prima verso il campo dei ferri di cavallo che si trovava di lato all’edificio principale.

Pensò che la scusa di Rachel fosse un po’ debole… non riusciva ad immaginarsela mentre lanciava dei ferri di cavallo.. ma fortunatamente nessuno aveva fatto domande.

Mentre si avvicinava  al campo, Blaine fu sollevato nel constatare  che non c’era nessuno che conosceva che stesse giocando.

Bene, pensò.

Questo significava che c’erano poche possibilità che qualcuno avrebbe detto ad Hiram e a Shelby che loro non erano stati la.

Blaine costeggiò l’edificio principale e si diresse verso l’area del personale.

Evitò di usare le porte , preferendo girare intorno all’edificio nella direzione opposta, col pensiero di poter essere capace di vedere cosa stesse succedendo attraverso le grandi finestre da questo lato , se fossero state aperte.

Non voleva spiare o interrompere ma non poteva fare a meno di essere interessato a come stesse andando la lezione.

Svoltando l’ultimo angolo, rimase sorprese nel vedere di non essere solo li.

Kurt era fra gli alberi, appoggiato con disinvoltura ad un tronco; fermo li sembrava così tanto una foto di una rivista.

O ad un dipinto, pensò Blaine,… non che sapesse così tanto di arte.

Era così preso a guardarlo che dimenticò completamente di essere discreto e calpestò un rametto che si spezzò sotto il suo peso.

Kurt si voltò di botto, rilassandosi immediatamente quando riconobbe Blaine.

Incoraggiato , Blaine continuò a camminare .

Avrebbe anche giurato di aver visto Kurt sorridere leggermente.

“Cosa ci fai qui?” chiese Kurt quando Blaine gli si avvicinò; ma il tono della sua voce non aveva nulla dell’ostilità  che c’era stata la sera prima.

Infatti Blaine osò sperare di aver sentito un’inflessione amichevole nel tono di Kurt.

“Solo curiosità” disse Blaine, “ Volevo vedere come stava andando” facendo un cenno verso l’edificio.

La luce del sole filtrava attraverso le porte e le finestre aperte della sala, rendendo Finn e Rachel visibili all’ombra della pineta.

Blaine poté vedere Finn mostrare il movimento base dei piedi del mambo mentre Rachel lo stava guardando.

Kurt annuì, guardandolo per un momento, poi disse:

“Ti prendi cura di lei “

“Si , certo” disse Blaine.

Sentendosi audace si spinse in avanti e si appoggiò allo stesso albero al suo fianco.

La notte precedente aveva piovuto molto ed anche se si era schiarito durante la notte, l’odore seducente di erba bagnata era ancora fortemente nell’aria.

Blaine respirò a pieni polmoni  mentre rimasero entrambi in silenzio guardando come Rachel cercava di copiare alcuni passi di danza per la prima volta.

In base alla reazione di Finn , Blaine pensò che non li stesse facendo nel modo giusto.

Alzò lo sguardo e vide un leggero cipiglio sul volto di Kurt.

“Cosa ci fai tu qui?” chiese.

“Mi spiace che non sia per un motivo bello come il tuo” rispose Kurt, agitando la mano per indicare Blaine.

“Mi hanno tagliato la paga per la coreografia, quindi sono qui per assicurarmi che tutto questo non sia un completo disastro”.

“Oh beh.. è comprensibile”.

“E forse anche un po’ egoista?” disse Kurt.

Fece un sorriso a Blaine,  e Blaine sentì il cuore stringersi in petto.

Spaventato , poteva già sentire il sangue scorrere verso il suo viso, solo per questo.

Fortunatamente, Kurt non lo stava più guardando, essendosi voltato di nuovo verso la finestra.

“Posso solo già capire di dover rielaborare la coreografia, a dire la verità. E’ così piccola”.

Prima ancora di rendersene conto , Blaine si erse in tutta la sua altezza.

“Non è così piccola” .

Sembrò che Kurt cercasse di non ridere.

“E’ abbastanza piccola” affermò per poi fermarsi… e Blaine attese.

Non sapeva cosa esattamente stesse aspettando, ma trattenne il fiato , mentre guardava Kurt ansiosamente; fino a quando lo sguardo di Kurt non tornò di nuovo su Blaine.

“E’ una caratteristica di famiglia?” chiese.

“Oh, smettila. Sono alto quasi quanto te”.

“No.. non lo sei” l’espressione canzonatoria negli occhi di Kurt fece agitare il suo stomaco, che fu costretto a distogliere lo sguardo.

“Beh”.. disse , guardando di nuovo verso la finestra, sperando che il rossore sulle sue guance non fosse così evidente come sentiva, “Preferirei essere alto quanto me… piuttosto che un gigante come il tuo fratellastro”

“C’è qualcosa su cui entrambi siamo d’accordo”.

Rimasero poi di nuovo silenziosi, mentre guardavano Finn e Rachel che provavano i passi di danza un paio di volte.

Blaine si ritrovò a dover combattere la voglia di agitarsi, sentendosi a disagio per la sua incapacità di rompere questo silenzio.

Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa da dire, ma alla fine , Kurt lo batté sul tempo.

“Allora” disse, “ come mai sei qui con i tuoi zii?”

Il cuore di Blaine perse un battito.

Ma parlò tranquillamente, ormai sapevo , dopo anni di esperienza, che non c’era un modo per evitare o addolcire il tutto.

“In realtà, vivo con loro. I miei genitori hanno avuto un incidente circa quattro anni fa. Loro… non ce l’hanno fatta.”

Kurt rimase calmo.. spalancando solo gli occhi.

“Mi dispiace” disse, “ Deve essere stata dura perdere entrambi in una sola volta”.

Blaine annuì.

Fu sorpreso e sollevato nel sentire dal tono della sua voce, che Kurt non si era spaventato   come succedeva di solito quando la gente scopriva che i suoi genitori erano morti.

E fu ancora più sorpreso quando sentì la successiva domanda di Kurt.

“Com’erano?”

Per un attimo Blaine cercò di riflettere.

Non riusciva a ricordare se qualcuno glielo avesse mai chiesto prima ed , all’improvviso, si sentì soffocare dalle parole e desiderò ardentemente parlare.

Fu sommerso dai ricordi.. gli occhi dolci di sua madre.. l’energia vigorosa del padre..

“Erano .. erano grandi” riuscì a dire, ma le parole sembrarono inadeguate.

“Si?” chiese Kurt , con voce chiara, quasi come a chiedere di saperne di più ma dando comunque a Blaine la possibilità di fermarsi se voleva.

“Si” disse Blaine ed un po’ di quella sensazione di oppressione che sentiva al petto e alle spalle si affievolì.

“Volevano davvero il meglio per me…Lo so che sembra una cosa stupida da dire… cioè erano i miei genitori.. ma davvero lo hanno fatto.

Hanno cercato di rendere ogni cosa speciale.

Credo che ricorderò per sempre il mio ottavo compleanno.

Amavo guardare Howdy Doody* così mia madre invitò tutti i bambini e cercò di disegnare un cavallo con la glassa della torta. Mio padre si vestì da Buffalo Bob.. te la ricordi quella camicia con le frange? Non so come.. mia madre sia riuscita a convincerlo..” Si fermò all’improvviso.. “ Scusa …sto divagando.. Mi dispiace”.

“Non scusarti per questo” disse Kurt, “ E’ davvero una bella storia”.

Blaine fece un piccolo sorriso.

“Fu davvero una bellissima giornata”.

Entrambi riportarono la loro attenzione alla finestra e divenne sempre più evidente che Rachel ancora non riusciva a fare i passi giusti.

“Si innervosirà presto con lei”.. disse Kurt e Blaine fu contento per il cambio di argomento.

“Finn non è sempre il più paziente degli insegnanti. Di solito riesce a trattenersi perché sa che è pagato per questo”.

“Oh.. non preoccuparti” disse Blaine, “ Rachel non è tipo da subire”..

E neanche a farlo apposta, Rachel incrociò le braccia al petto e rispose aspramente a Finn che fece un passo indietro.

Si scambiarono quelle che sembrarono delle frecciatine prima che Finn facesse ripartire il disco per poi voltarsi e riprovare i passi .

Quando Kurt riprese a parlare, rompendo il loro silenzio, si sentì nella sua voce una forzata disinvoltura.

“Mia madre è morta quando aveva otto anni. Di cancro”.

“Mi dispiace tanto” disse Blaine; avrebbe voluto aggiungere che era molto giovane, ma le parole gli si bloccarono in gola.

Non sembrava opportuno, soprattutto visto che gli aveva appena rivelato la sua passione Per Howdy Doody alla stessa età. Certo che era giovane.

“Grazie” disse Kurt, “ Sembra che sempre come se la gente non sappia cosa dire quando lo scopre, non credi? Ho sempre solo voluto raccontare di quanto lei fosse meravigliosa, ma nessuno m lo ha mai chiesto.”

Blaine abbassò la testa, per poi rialzare lo sguardo.

“Kurt… com’era tua madre?”

Kurt continuò a guardare verso la finestra ma con un ampio sorriso sul viso.

“Era davvero meravigliosa. Gentile, premurosa e paziente. Amava disegnare… inventava delle storie per me e me le disegnava ed aveva una bellissima ed intonatissima voce”.

“Sembra ..meraviglioso” disse a fatica Blaine, ripetendo le stesse parole di Kurt, che però non sembrò infastidito.

Annuì solamente.

“E’ lei la ragione per cui ho iniziato a cantare… od ho continuato a cantare così a lungo, se la vuoi vedere in questo modo” commentò Kurt.

Blaine sollevò la testa di scatto.

“Oh.. canti?”

“Ho fatto parte per tre anni del glee club del mio liceo” confermò Kurt.

“Davvero?” disse Blaine sistemandosi meglio  e sporgendosi verso Kurt.

“Anche io e Rachel siamo stati al glee club”.

Kurt lo guardò con aria divertita.

“Sei dell’Ohio, giusto? Lima?”

Blaine trasalì.

“Si .. come lo sai?”

Se l’era immaginato o Kurt era sembrato imbarazzato per la domanda?

Per la prima volta si mosse a disagio, aggrottando le sopracciglia, quando sentì la sua maglietta rimanere impigliata per un secondo a qualche sporgenza dell’albero.

“Oh.. beh.. Rachel ha raccontato a Finn un sacco di cose su se stessa l’altra sera.. soprattutto considerando che hanno ballato solo per una canzone e mezza.”

“ A dire il vero …la cosa non mi sorprende” disse Blaine ridacchiando, “Allora.. perché me lo hai chiesto?”

“Sto cercando di capire se ci siamo mai incrociati a qualche competizione. Quando ti sei diplomato?”

“Quest’anno. Ma dubito fortemente che ci siamo scontrati in qualche competizione. Eravamo terribili. Non siamo mai andati oltre le regionali. In realtà, ci hanno invitato alle regionali una sola volta”.

Sul volto di Kurt apparve un sorriso comprensivo.

“E’ un peccato. Ma anche se è così, non importa comunque. Mi sono diplomato nel ‘59”.

“Quindi… hai…” Blaine si interruppe.

“Ho 22 anni” disse Kurt, “ 23 tra qualche mese a dire il vero”.

Queste parole colpirono Blaine come una secchiata d’acqua gelata.

“Oh!” rispose.

Kurt sospirò.

“ Lo so, lo so .. sembro più giovane. E’ la storia della mia vita”.

Ma Blaine rimase comunque senza parole e poté solo ripetere.. ”Oh!”

Si sentì improvvisamente piccolo ed infantile.. non ancora ventenne ed ancora viveva con la sua famiglia.. era qualcuno che passava la maggior parte del suo tempo con sua cugina ed era molto nervoso di trasferirsi nella grande città.

Mentre Kurt si stava facendo strada nel mondo da anni e cercava di reagire alla perdita di sua madre da quando aveva otto anni.

Cosa poteva offrirgli?

“Blaine?” disse Kurt, guardandolo con curiosità.

“Si?”

“Sono sempre la stessa persona con cui stavi parlando 5 minuti fa”.

“Certo!” disse Blaine in fretta.

Il silenzio di insinuò di nuovo tra loro e Blaine seppe che questa volta era lui a dover trovare qualcosa di cui parlare.

“Allora.. quando hai imparato a ballare?

“Beh… a dire il vero.. è tutto cominciato con Quinn.. sai che era una ballerina di fila?” chiese Kurt

Dopo che Blaine lo aveva confermato, Kurt continuò, rilassandosi mentre raccontava.

“Quando è tornata da New York, scoprì che Arthur Murray stava facendo dei provini per degli insegnanti. Se lo passavi, ti avrebbero insegnato vari balli .. come scomporli.. come insegnarli. Ballava da quando era solo una piccola bambina, quindi non era un problema per lei.

Poi tornò e pensò a noi. Era come fare pratica.

Ha sempre detto che se riusciva ad insegnare a noi, avrebbe potuto insegnare a chiunque.

E credimi, è stata una grandissima sorpresa per tutti noi che Finn fosse bravo in qualcosa”.

“Non sembra proprio il tipo..” disse Blaine, cercando di essere pieno di tatto.

“Beh, non è bravo ad inventarsi tutti i passi.. ma è bravo a fare quello che gli viene detto” disse Kurt, “ E’ abbastanza forte da fare praticamente qualsiasi acrobazia mi venga in mente, così è tutto perfetto quando faccio una coreografia” .

“Me lo immagino”, commentò Blaine, “ Ma come ci siete finiti tutti qui?”

“Max voleva davvero assumere Finn e Quinn. Ma noi siamo tutti un pacchetto.” Kurt non disse di più e a Blaine sembrò che con questo l’argomento fosse chiuso.

Precipitò di nuovo in quella sensazione di insicurezza e tensione , certo di aver fatto la domanda sbagliata.

Guardarono di nuovo verso la finestra, mentre Finn e Rachel riprovavano i passi base.

Per l’occhio inesperto di Blaine, sembrò che Rachel stesse migliorando .

Si chiese poi se avrebbero finito presto.

Non aveva il suo orologio quindi non sapeva che ore fossero.

Pensò fosse comunque meglio per lui andar via prima di parlare di nuovo senza pensare.

“Probabilmente dovrei tornare nella nostra camera al più presto” disse “ devo essere sicuro di battere Rachel . Non voglio che sappia che sono stato qui”.

"Potrebbe pensare che sei iperprotettivo?” ipotizzò Kurt.

“ Potrebbe” disse Blaine, sentendosi inspiegabilmente un po’ vergognoso.

“Lo sei?”

Blaine si strinse nelle spalle.

“ A volte. Probabilmente. Solo… è sempre stata qui accanto a me in questi anni. Voglio sole essere sicuro che sappia che anche io ci sono per lei”.

Kurt lo guardò con un sorriso aperto ed amichevole.

“La famiglia dovrebbe esserci sempre. Ma penso lo stesso che sia molto dolce da parte tua”.

Queste parole fecero arrossire di nuovo Blaine, ma non distolse lo sguardo questa volta.

Non poteva nemmeno se avesse voluto non con gli occhi di Kurt inchiodati ai suoi.

Smettila, si rimproverò.

Ti sta guardando negli occhi.

E’ quello che le persone educate fanno .

Smettila , smettila di arrossire.

Riuscì a dire un “grazie” e un “arrivederci” mentre si allontanava dall’albero, camminando all’indietro per alcuni passi.

“Ciao Blaine. Ci vediamo” rispose Kurt.

Guardò Blaine ancora per un lungo momento, poi si voltò di nuovo verso la finestra.

Blaine si obbligò a voltarsi e andar via in modo normale.

Non avrebbe comunque potuto scendere le scale camminando all’indietro.




Le cose furono diverse dopo.

Quando ripensò al comportamento di Kurt, …cosa che aveva fatto più di una volta.. Blaine non riusciva a trovare nulla di falso.

Era stato un sollievo e si sentì un po’ più tranquillo dal fatto che Kurt non stesse nascondendo disgusto verso qualsiasi sospetto potesse aver avuto.

Blaine cominciò a chiedersi se avesse interpretato male il tutto.

Forse Kurt non aveva capito quale era il suo segreto.

E questo era il lato positivo.

Poi… c’era il lato negativo.

Per il resto della giornata Blaine non poté smettere di pensare a quanto avesse in realtà apprezzato il parlare con Kurt.

Aveva spalancato qualcosa dentro di lui e provava un senso di nostalgia mai provato prima nemmeno quando emozionato aveva visto dalle gradinate Rudy fare uno spettacolare tiro in sospensione.

Aveva scambiato si e no due parole con la star del basket del McKinley.. Rudy era popolare e bello e il suo stato sociale superava di gran lunga quello di Blaine.

Ron era stato un tipo così tranquillo e studioso che Blaine non aveva mai capito se aveva apprezzato o meno la sua personalità.

Ma non poteva cancellare il fatto che gli piacesse Kurt così tanto.

Si disse aspramente che non aveva importanza, perché era tutto inutile.

Blaine non aveva nessuna scelta se non quella di lasciar perdere tutti i battiti e smetterla di comportarsi come uno scolaretto alla prima cotta se voleva superare la prossima settimana e mezzo.

Poteva farlo.

Sarebbe stato solo amichevole.

Blaine pensò di star facendo un buon lavoro quando si aggregò alla successiva lezione di Rachel.. una lezione di gruppo, perché anche Kurt e Quinn erano presenti per aiutare.

Naturalmente non fu altro che una prova.

Kurt lo aveva salutato allegramente e poi era tornato a concentrarsi esclusivamente sul perfezionare il mambo di Rachel.

Blaine passò la maggior parte del tempo fuori dai piedi cercando di non guardarlo troppo o esageratamente.

La seconda volta che si incontrarono in gruppo, erano in una squallida sala al secondo piano che il signor Kellerman aveva riservato per le lezioni di ballo.

Il tempo aveva preso una drastica piega, a causa del caldo appiccicoso e , anche se avevano aperto tutte le finestre che avevano potuto, la stanza era ancora soffocante.

Gocce di sudore scorrevano lungo la sua schiena, dopo solo pochi minuti e lui restò fermo più che poteva.

Aveva trascinato uno dei tavoli verso la parete posizionandolo sotto una delle finestre, per poi salirci sopra e sedersi a gambe incrociate, facendo attenzione a rimanere di lato.

Non voleva bloccare l’aria che poteva entrare e rinfrescare i ballerini, ma sembrava comunque non funzionare.

In quel momento Kurt stava con Quinn mostrando alcuni passi della coreografia che aveva modificato a Rachel e a Finn, che stavano cercando di imitarli.

Blaine cerò di dividere la sua attenzione tra entrambe le due coppi, ma i suoi occhi continuavano a tornare sempre su Kurt; osservò con grande interesse il modo in cui la sua maglietta si tendeva sulla sua schiena mentre si muoveva e le macchie di sudore che si stavano formando.

Il modo in cui i suoi capelli si scurirono per il sudore e come le sue braccia…

Blaine distolse lo sguardo, spostando a disagio una gamba sotto di lui.

Non era il momento di pensare a questo.

Voltò il capo, girandosi per guardare fuori dalla finestra per un momento, cercando di schiarirsi le idee.

“Hey” il suono della voce lo fece sobbalzare e si voltò di nuovo.

Perso nei suoi pensieri , non aveva notato Quinn fin quando non si trovò accanto a lui.

Lanciò una rapida occhiata e vide Kurt guardare con occhio critico Rachel e Finn che cercavano di fare delle piroette.

“Ciao” rispose incapace di sforzare il suo cervello lento per trovare qualcosa da dire.

Quinn guardò fuori dalla finestra per un momento come se stesse cercando di capire cosa stesse guardando.

Blaine sospettò che non lo avesse trovato, visto che aveva guardato ovunque con molta attenzione tranne che Kurt.

“Sai… non è necessario che resti qui se ti annoi” sottolineò, voltandosi di nuovo verso di lui.

“E’ molto più piacevole stare fuori e ci sono così tante attività qui al Kellerman” disse con tono ironico.

“Tutto questo non è noioso” rispose velocemente Blaine, “ Siete tutti così pieni di talento”.

“Grazie” rispose Quinn, sorridendogli dolcemente.

Senza tutto quell’astio con cui era abituato a vederla , Blaine si rese conto di quando lei fosse bella, un sorriso aperto e coinvolgente sul viso.

Blaine non poté fare a meno di sorriderle.

“E poi.. ad essere onesti.. non sono così interessato a giocare a croquet” ammise con fare cospiratorio.

Quinn rise poi abbassò lo sguardo , torcendosi le mani.

“Sono stata piuttosto cattiva con te. Non so nemmeno da dove cominciare per ringraziarti” .

Blaine scosse la testa .

“Non è necessario. Davvero”.

Quinn rialzò lo sguardò con espressione confusa e preoccupata.

“Perché lo hai fatto?” chiese, “ non sono stata gentile con te e Rachel”.

Non c’era un modo giusto per risponderle, almeno non senza condividere e spiegarle troppo e Blaine si ritrovò a balbettare per un attimo.

Non sapeva nemmeno se avesse capito lui stesso il vero motivo.

“Oh.. volevo.. volevo solo aiutare” disse; una spiegazione poco soddisfacente.

“Beh.. qualsiasi sia il motivo.. non potrò mai ringraziarti abbastanza” disse Quinn.

“Prego” replicò Blaine, allungandosi per stringerle una spalla.

Quinn accennò un sorriso, anche se c’era qualche ruga sulla sua fronte perché qualcosa la turbava.

“Lo hai… lo hai detto a qualcuno?..” chiese

“Certo che no!” esclamò Blaine, “Perché avrei dovuto?”.

“Non lo so.. Credo che volessi solo essere sicura che non lo avessi detto a nessuno. Nemmeno a… “

La sua voce si spense mentre guardava Rachel.

Anche Blaine la guardò ma si distrasse quando vide Kurt guardarli attentamente.

Rivolse a Kurt un piccolo sorriso, anche se la sua risposta fu più un stringere e storcere le labbra.

Blaine sentì un tuffo al cuore nel vedere questo e si chiese se non fosse stato un po’ troppo invadente.

Forse Kurt era solo frustrato mentre cercava di insegnare i passi giusto a Rachel, si disse.

“No” rispose vagamente, “ non ho detto nulla a Rachel”

“Davvero?”

“Davvero” disse Blaine, voltandosi di nuovo verso Quinn.

“Sa che devi fare un importante intervento chirurgico, e da quello che ho potuto capire lei crede che tu abbia qualche tipo di cancro. In realtà non ne abbiamo parlato molto.

Quinn mormorò.

“Suppongo sia una scusa come un’altra”.

Poi, all’improvviso , molto seria si voltò verso di lui e copri una delle sue mani con la propria.

“Per favore.. promettimi che non lo dirai a nessuno. Né cosa farò, né il perché né che è il responsabile. Ti prego. Non voglio che lo sappia qualcun altro, anche se sembra poco importante.”

Blaine la guardò negli occhi imploranti , così come lo erano le sue parola.

“Lo prometto” sussurrò.

“Quinn!” la voce tagliente di Kurt si sentì attraverso la sala, fece saltare entrambi.

Kurt era li in piedi , le mani sui fianchi , un’espressione poco felice sul viso…

La sua irritazione era sconcertante.

Blaine pensò che Rachel stesse andando abbastanza bene finora…

Davvero ero peggiorata così velocemente?

“Ti spiace venire qui ad aiutarmi a far vedere una cosa a Rachel?” continuò Kurt, “ Deve vedere come posizionarsi , una volta finita questa piroetta.”

“Certo” disse Quinn.

Strinse leggermente la mano di Blaine, mimò un’altra volta un grazie per poi dirigersi verso gli altri.

Kurt e Quinn ripeterono i passi numerose volte, ma persino Blaine vide che Rachel non sempre riusciva a farlo.

Alla fine Quinn spinse via Kurt e Finn ed iniziò a mostrarle i passi da sola.

Rachel iniziò a specchiarsi in lei e , per qualche ragione, questo sembrò funzionare.

Mentre le ragazze continuarono a ballare, Kurt si avvicinò al tavolo , appoggiandovisi, così vicino che Blaine riuscì a sentire il suo profumo.

Il suo viso era nettamene più rilassato.

“ Sai” disse comincio a credere che tutto questo non sia poi così tremendo”

“E’ un bene” disse Blaine.

Lo era.. ma , improvvisamente , si rese conto di quanto poco spazio ci fosse tra la sua gamba piegata e la vita di Kurt.

Non sarebbe stato possibile nemmeno costruire una ragnatela in così poco spazio, pensò…

“Sta imparando la maggior parte della coreografia piuttosto rapidamente” continuò Kurt, “ Naturalmente non abbiamo provato le parti difficili come le prese..”

“Le prese?” chiese Blaine costringendosi a concentrarsi , “ Pensavo avessi cambiato la coreografia per renderla più semplice per Rachel?”

Kurt strinse le labbra un momento.

“L’ho fatto ..ma la performance deve comunque piacere al pubblico altrimenti non ci verrà chiesto di tornare ad esibirci il prossimo anno. Penso ancora che possa funzionare. E’ così piccola e lui è abbastanza forte. Deve solo imparare”

“Allora non c’è bisogno di preoccuparsi” disse Blaine, “ se c’è una cosa che contraddistingue Rachel è la sua determinazione. Lo imparerà”.

Guardò di nuovo verso sua cugina che stava imitando gli stessi movimenti di Quinn.

Finn si trovava dall’altra parte della sala, le stava guardando ad occhi spalancati ed a bocca aperta.

Blaine inarcò un sopracciglio, lanciando una rapida occhiata a Kurt, che le stava osservando, guardando però i piedi di Rachel con occhio critico.

“Spero proprio tu abbia ragione” disse.

 


NOTE

Howdy Doody è una trasmissione televisiva per bambini andata in onda in America tra il 1947 ed il 1960.. qui trovate un po’ di foto per capire di cosa si tratta (https://www.google.it/search?q=cos%27%C3%A8+Howdy+Doody&biw=1280&bih=923&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwivpOq8kKzNAhVGORQKHYBuA88Q_AUIBigB&dpr=1#tbm=isch&q=howdy+doody)


Scusate l'ora ma oggi è il compleanno della mia mamma...

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Il martedì prima dell’esibizione allo Sheldrake , si incontrarono di nuovo in gruppo nella stessa sala da ballo.

Avevano instaurato uno strano cameratismo negli ultimi giorni, un timido tentativo di amicizia che in circostanze normali non ci sarebbe stata.

Blaine scoprì che , nonostante  inizialmente fosse sembrata fredda e scostante, Quinn gli piaceva davvero.

Finn si era abbastanza ammorbidito nei suoi confronti, ma visto che era molto impegnato a far si che la coreografia fosse perfetta, non avevano avuto molto tempo per conoscersi meglio.

E poi c’era Kurt..

Kurt che era meraviglioso, concentrato e carismatico.

Sicuramente era molto sarcastico, ma , ogni volta che lui aveva abbassato la guardia, Blaine era riuscito a vedere anche quanto fosse gentile.

Per Blaine, le prove erano contemporaneamente meravigliose e miserabili.

Non aveva mai passato così tanto tempo con un ragazzo da cui si sentiva attratto e non sapeva come comportarsi.

Era entusiasta ogni volta che il gruppo si incontrava, ma trascorreva tutto il tempo.. sia durante che al di fuori delle prove.. in agitazione.

Il groviglio tumultuoso dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti era estenuante e lo sforzo di mantenere un’espressione impassibile era anche peggio.

Si ritrovò ad essere geloso di Rachel che andava in giro con una espressione luminosa e strana sul viso, che non vedeva dalla sua tumultuosa relazione con Jesse St.James durante il loro terzo anno di liceo.

Comunque in questo momento questa luce non era così evidente.

Rachel era li in piedi, le braccia sui fianchi mentre fissava Finn, anche lui accigliato .

Nessuno dei due stava prestando attenzione a Kurt, in piedi li vicino a loro, non troppo contento , mentre cercava di spiegare loro qualcosa.

Tutti e tre grondavano sudore.

Quinn e Blaine erano seduti su un angolo del tavolo.

Avevano chiacchierato un po’..

Quinn stava cercando di spiegargli alcune tecniche di base necessarie alla coreografia.. ma venivano continuamente interrotti dalla latente tensione che c’era nella stanza.

Guardarono in silenzio come Kurt sbottò con Finn e Rachel , per poi tornare verso il giradischi per far ripartire la musica.

Rachel, sul viso ancora un’espressione dura, tornò di nuovo tra le braccia di Finn per riprendere a ballare.

Kurt tornò da loro e batté sulle sue dita per farle riprendere la mano di Finn.

“Di nuovo” ordinò.

Invece di continuare a guardarli , Quinn saltò giù dal tavolo tendendo poi la mano verso Blaine.

“Vuoi provarci?”

“Io?... Niente da fare” protestò Blaine ridendo , tirandosi indietro quando lei gli afferrò il braccio.

“Li hai visti abbastanza” disse Quinn, “ dovresti conoscere i passi ormai. E ti dirò io tutto quello il resto che devi ancora sapere. Dai!”

Con riluttanza, Blaine scese dal tavolo ed allungò una mano.

Quinn la prese, posizionando entrambi meglio.

“Ricorda non partire all’uno” gli disse, “ Aspetta il due”.

Blaine annuì, abbassando lo sguardo sui piedi.

“Non guardare in basso. Guarda il mio viso.”

Blaine alzò lo sguardo e Quinn gli fece un sorriso incoraggiante.

Quinn contò due battute e quando Blaine si mosse seppe subito , senza che gli venisse detto, di essere fuori tempo.

“Scusa” esclamò.

“Non c’è motivo di scusarti” disse Quinn pazientemente.

“Non mi muovo fino al due”.

Quinn annuì e contò di nuovo.

Anche se Blaine riuscì a muoversi nel momento giusto, i suoi movimenti erano incerti e scoordinati.

Sapeva che Quinn gli stava mentendo quando lo elogiò con un entusiastico “Ottimo!” dopo aver fatto due battute.

Le lanciò uno sguardo scettico.

“No davvero” disse Quinn, “ Sei andato a tempo questa volta ed è solo il tue secondo tentativo. Di nuovo!”

Ballarono per altre due battute e quando fecero una pausa e Quinn lo lodò di nuovo per la sua performance, Blaine vide con la coda dell’occhio Kurt venire verso di loro.

“Blaine, la tua postura è terribile” disse Kurt appena si avvicinò loro , ma stava sorridendo.

“Cosa gli insegni Quinn?”

“Abbiamo ballato solo pochi minuti” replicò Quinn altezzosamente, “ Non ho avuto tempo di lavorare sulle  imperfezioni”.

Blaine aveva già iniziato ad allontanarsi , quando Kurt scosse la testa.

“No, continuate” disse.

Quinn si risistemò coraggiosamente e Blaine seguì il suo esempio con poco entusiasmo.

Non appena iniziarono di nuovo a ballare Kurt iniziò a girargli intorno, fermandosi al loro fianco, per poi fare un sospiro di disapprovazione.

“Blaine,, guarda qua” disse , “ Hai le braccia simili a spaghetti. Tendi le braccia.”

Anche se aveva il volto arrossato, Blaine tese le braccia come gli era stato detto.

Kurt gli strinse un braccio per controllare.

“Ottimo! Mantieni la posizione .. Continuate”.

Iniziarono a ballare di nuovo e Quinn , avendo notato, senza alcun dubbio, il suo rossore, gli sussurrò..

“Non c’è motivo di essere imbarazzato. Stai andando più che bene”.

Blaine annuì mentre Kurt si spostò di nuovo dietro di lui.

La stretta improvvisa della mano di Kurt sulla sua spalle, lo fece trasalire.

Kurt si avvicinò un po’ di più e pressò l’altra mano sulla schiena di Blaine all’altezza delle scapole nel punto in cui la sua camicia si stava bagnando per il calore e il nervosismo.

“Stai dritto” disse Kurt tranquillamente , “ la postura è importante”.

Lasciò la mano li e Blaine sentì il suono dei piedi contro il pavimento mischiarsi all’eco dei suoi passi.

Quinn scosse il braccio di Blaine leggermente e disse:

“Tendi il braccio”.

Blaine lo fece e Quinn sorrise raggiante.

“Hai visto? Guarda come stai andando meglio adesso”.

Kurt tolse le mani.

Blaine fece a Quinn un sorriso incerto , riuscendo a finire un’altra ripetizione .

Quando Quinn si fermò con grazie, Kurt si allontanò da Blaine

“Non dire a Max che ti abbiamo dato una lezione gratuita”. Disse con voce leggermente piatta, nonostante la battuta.

“Lo prometto”  disse Blaine.

Per fortuna, non fu costretto a balbettare altro perché furono interrotti da Rachel.

Fu immediatamente chiaro che lei e Finn stavano di nuovo litigando e la sua voce si alzò mentre lo indicava furiosamente.

“… non posso fare le presa, non sono sicura dei giri e la performance è tra due giorni. Sto facendo tutto questo per salvarvi il culo, quando tutto quello che davvero vorrei è prenderti a calci nel culo”.

Quando smise di parlare , spalancò gli occhi , portandosi una mano alla bocca per la sorpresa.

Anche Blaine sentì la mascella cadere.

Si era trovato ad essere il destinatario degli scatti d’ira di Rachel Berry più spesso di quanto vorrebbe ricordare, ma di solito riservava la parte peggiore a quando erano in privato, sia se stesse urlando contro di lui sia contro qualcun altro.

Avrebbe potuto contare sulla punta delle dita le volte in cui l’aveva sentita imprecare e non l’aveva mai sentita dire parolacce a qualcuno.

Leggermente terrorizzato , attese la reazione di Finn.

Non la sentì mai.

Perché Kurt, battendo le mani, esclamò:

“Bene! Penso che probabilmente sia arrivato il momento di prendersi una pausa.  Che ne dite?”

Attraversò la stanza velocemente, per appoggiare un braccio sulle spalle tese di Rachel.

“Rachel, ho bisogno che provi il vestito un’altra volta. Io e Quinn andiamo a prenderlo nella sua stanza, poi ci vediamo tra quindici minuti nei camerini vicino all’auditorium..

Finn, tu hai una lezione tra mezz’ora giusto? Possiamo fare gli ultimi ritocchi del ballo domani.

E forse Rachel io e te potremmo lavorare a qualche giro dopo aver sistemato il tuo vestito”.

“Va bene” disse Rachel tirando su col naso.

Finn non sembrava entusiasta , ma il suo viso si distese leggermente.

Rilassò la mascella abbastanza per dire:

“Si.. Va bene. Ho una lezione tra poco”.

“Bene “ disse Kurt vivacemente, “ Perché , ovviamente , in questo momento , non riusciremo a fare altro”

Sia Rachel che Finn si accigliarono profondamente.

“Okay! Ai camerini tra quindici minuti?”, lanciò uno sguardo significativo a Blaine e a Quinn.

Blaine si mise immediatamente in azione.

Si precipitò al fianco di Rachel , guidandola verso le scale.

“Andiamo” disse , “ Se facciamo veloci , abbiamo anche il tempo di passare in camera a salutare Hiram e Shelby . E gli diciamo che li incontriamo a cena dopo aver fatto una passeggiata. O qualcosa di simile.”

Rachel annuì , chiaramente ancora agitata.

Scese giù per le scale, spinse la porta e sbadatamente urtò una anziana signora che stava passando.

La signora lasciò cadere l’enorme borsa, riversando il contenuto sul terreno.

“Oh!” esclamò Rachel, “Signora Schumacher! Mi dispiace tanto”.

Si chinò immediatamente ed iniziò a raccogliere tutte le cose cadute.. rossetti e fazzoletti e qualcosa che sembravano tanti portafogli.

Blaine non pensava che la Signora Schumacher fosse così sciocca quando l’aveva incontrata qualche giorno prima, ,ma ora non ne era più così sicuro.

Si calò per prendere un altro portafogli .. questo aveva decisamente uno stile più maschile.. ed una bottiglia di qualcosa che credeva fosse lozione per le mani.

“Ecco fatto!” disse, “ Per favore accetti le nostre scuse”.

La signora Schumacher prese le sue cose con un sorriso sul viso , infilandole nuovamente nella borsa.

“Oh.. solo cianfrusaglie.. solo cianfrusaglie. Grazie infinite. Siete entrambi così educati!”

Strinse il braccio di Blaine e se ne andò per la sua strada.

Blaine guardò Rachel, inarcando le sopracciglia.

“Rachel so che sei arrabbiata ma ti prego non travolgere altre vecchiette”.

Rachel portò le mani al viso .

“Voglio solo che sia tutto perfetto” mormorò, “ ma non conosco la coreografia bene. Non vorrei salire su quel palco e rovinare tutto, e non solo.. metterei me in imbarazzo, ma non voglio deludere tutti”.

Aggrottando le sopracciglia per la preoccupazione, Blaine la tirò in un veloce abbraccio.

“ Beh.. non potresti salire su quel palco se il tuo abito non è pronto . Occupiamoci di questo e poi ci preoccuperemo per il resto, okay?”

“Va bene” disse tirando su col naso, ancora appoggiata alla sua spalla; poi si staccò e con una nuova determinazione disse :

"Posso farlo."


Kurt e Quinn erano già in attesa nel corridoio fuori gli spogliatoi quando Blaine e Rachel arrivarono.

Quinn aveva un suo abito che Kurt.. che come avevano scoperto era piuttosto bravo con ago e filo.. aveva adattato alle misure di Rachel.

Quinn spinse Rachel nella stanza per aiutarla a cambiarsi ,lasciando Blaine in corridoio con Kurt.

Kurt si accasciò immediatamente contro il muro , tirando indietro la testa, mentre chiudeva gli occhi sospirando.

“Come vanno le cose con Finn?” chiese Blaine facendo del suo meglio per ignorare come quella posizione mettesse in evidenza il collo lungo di Kurt.

“Gli passerà” disse Kurt , “  Gli passerà anche se dovessi costringerlo di persona. Che ci credi o no, penso che in realtà abbia una cotta per tua cugina.

Quindi non gli piace quando si sente frustrato per colpa sua.

Inoltre non sa come comportarsi quando lei è arrabbiata con lui.”

Blaine mormorò pensieroso.

“Beh.. anche lei è molto presa da lui. Credo che uno dei motivi per cui è così preoccupata che la performance sia perfetta è che non vuole deluderlo.”

Kurt ruotò gli occhi.

“Certo che hanno uno strano modo di dimostrare affetto”.

Blaine non poté fare a meno di lasciarsi scappare una leggera risata.

Strisciò i piedi sulla moquette per un attimo , poi Quinn si affacciò dalla porta per fargli sapere che Rachel era pronta.

Quando entrarono, Rachel era in piedi al centro della stanza, a piedi nudi con indosso un vestito rosso.

Blaine era rimasto scandalizzato quando aveva visto per la prima volta il vestito, ma una delle prime modifiche che Kurt aveva fatto era stata quella di cucirgli la scollatura per renderlo più pudico.

Kurt fece un paio di giri intorno a Rachel, fermandosi poi ad aggiustarle di nuovo i lacci che si stringono attorno al suo collo per fermarli con uno spillo.

Quinn si era spostata per sedersi su un malconcio divano dall’altra parte della stanza e Blaine la seguì e si unì a lei sul divano.

“Allora” disse Blaine, “ pensi che ce la faranno?”

Quinn sorrise rigidamente ma poi il suo viso cambiò espressione.

“Non hanno molta scelta adesso. Lo spero. Sia Finn che Kurt mi hanno dato buona parte di quello che era rimasto dei loro stipendi. Se le cose non andassero bene, Lo Sheldrake potrebbe rifiutarsi di pagarli . E poi mi sento già uno schifo perché ho bisogno di così tanti soldi per rimediare al mio stupido errore…”

“Quinn… sono i tuoi migliori amici .. Sono sicuro che sono più che felici di darti una mano .”

“Non avrebbero dovuto” borbottò Quinn.

Guardò Kurt e Rachel che sembravano impegnati in un discorso sulla lunghezza della gonna.

Quando si voltò, abbassò la voce e parlò di nuovo con una calma determinazione.

“Ascolta Blaine. Voglio che tu sappia una cosa… Non vado a letto con tutti, non importa quello che Noah può averti detto”.

Blaine arrossì .

“Non ho mai pensato..”

“Pensavo mi amasse” lo interruppe Quinn , “Davvero pensavo che ci fosse qualcosa di speciale tra noi, altrimenti non avrei mai…” Comunque.. volevo solo che lo sapessi.”

Quinn abbassò lo sguardo e Blaine allungò una mano per toccarle una spalla.

Non sapeva cosa dire.. e si sentì sollevato quando lei alzò di nuovo lo sguardo.

I suoi occhi erano pieni di lacrime.

“Ho davvero tanta paura” sussurrò.

Blaine le accarezzò la spalla.

Avrebbe voluto poter fare di più, abbracciarla magari; ma vide quanto per lei fosse così difficile lottare per mantenersi calma.

Nessuno dei due poteva fare qualcosa, Rachel non sapeva nulla.

Una veloce occhiata verso di loro, fece capire a Blaine che Kurt l’aveva fatta voltare in modo che lei stesse guardando dall’altro lato, mentre lui lanciava sguardi preoccupati verso il divano.

Blaine scosse la testa leggermente verso di lui e si voltò di nuovo verso Quinn.

“Andrà tutto bene” disse a voce bassa, stringendole la mano.

“Non ti preoccupare. Starai bene”.

Quinn lo guardò, gli occhi ancora pieni di lacrime.

“Grazie”.

Prese un profondo respiro , asciugandosi rapidamente gli occhi.

“Girati Rachel” disse poi , “Fammi vedere come ti sta”.

 



Quando la mattina dopo Blaine si svegliò, si ritrovò con le gambe attorcigliate alle lenzuola e col bacino pressato duramente nel materasso.

Si lasciò scappare un brusco e sorpreso "Uhu" quando si rese conto di quello che stava succedendo... o più precisamente di cosa fosse appena successo.. e cercò di dare un senso agli ultimi residui del suo sogno.

Blaine dovette ammettere di conoscere poco tutto quello che riguardava l'aspetto fisico dell'essere attratto dagli altri uomini, ma sembrava che il suo corpo non avesse problemi a portare le cose alla loro naturale conclusione senza nessun dettaglio , soprattutto quando veniva stimolato dal ricordo della sensazione di una forte mano premuta con decisione sulla sua schiena.

Blaine gemette seppellendo il viso nel cuscino.

Gli stava sfuggendo tutto di mano.

Sapeva .. dopo una chiacchierata medica e piuttosto imbarazzante con Hiram qualche anno prima.. che fosse perfettamente normale per un ragazzo eccitarsi durante  la notte.

Non era successo comunque spesso che si fosse ritrovato “in calore” tra le lenzuola.

Poteva solo incolpare la settimana passata e l’aver trascorso così tanto tempo guardando il corpo di Kurt muoversi mentre ballava, parlare con lui ed ora sentire le sue mani…

Blaine fece un altro sospiro frustrato.

Per fortuna tra 48 ore ci sarebbe stato lo spettacolo allo Sheldrake e tutto sarebbe finito; non avrebbe dovuto più interagire con Kurt, non importava quanto lui gli piacesse o quanto credesse che , in altre circostanze, loro sarebbero potuti essere amici.

Si liberò del groviglio di lenzuola facendosi una nota mentale di svignarsela dagli altri  a colazione e di chiedere un cambio di lenzuola.

Avevano deciso di incontrarsi di nuovo in gruppo per l’ultima prova nel tardo pomeriggio.

Rachel riuscì a svignarsela in tempo, mentre Blaine rimase incastrato in una discussione con Hiram ed uno dei nuovi amici di Hiram sui suoi piani per il futuro.

Comunque riuscì a svignarsela e si diresse verso la sala da ballo, arrivando però con circa venti minuti di ritardo.

Fu per questo che Blaine rimase sorpreso quando vide che Kurt era l’unica persona li quando raggiunse la cima della scale.

“Sono.. sono il primo?” chiese guardandolo  confuso il suo orologio.

Come aveva fatto ad arrivare prima di Rachel?

“No” disse Kurt, “l’ultimo in realtà”.

“Hanno già finito?” chiese incredulo Blaine.

“Neanche per sogno” rispose Kurt con tono agitato.

“Finn e Rachel sono andati a far pratica per le prese per conto loro. Questa sala non sempre è il posto ideale”.

“Cosa intendi?”

“A volte il miglior posto per far pratica per le prese è l’acqua” disse Kurt .

Blaine aggrottò la fronte a questa strana risposta.

“Sono andati in spiaggia?”

Kurt lo stava guardando cautamente ora.

“No. C’è una piccola insenatura non lontano da qui se vai in macchina. Guarda. So dove si trova se vuoi… controllarli”

“Oh” disse Blaine .

Non poteva negare che l’idea di Rachel e Finn soli in una piccola baia isolata lo metteva a disagio.

Ma dall’altra parte non riusciva a trovare un modo per giustificare l’essere andato li senza sembrare una specie di militare supervisore ed invadente.

L’aveva anche detto Rachel: erano adulti ormai.

Fece del suo meglio per ignorare la spiacevole sensazione allo stomaco  per la preoccupazione.

“No, grazie. Sono quasi sicuro che Rachel mi ucciderebbe se mi presentassi lì. Dov’è Quinn?”

“Non si sente molto bene, così è tornata in camera a stendersi un po’”.

“ Mi dispiace” disse Blaine comprensivamente.

Un’idea balenò all’improvviso nella sua mente, un’idea che fece battere più velocemente il suo cuore.

Le parole scivolarono fuori dalla sua bocca ancora prima di decidere veramente cosa dire.

“Quindi… questo vuol dire che hai un pomeriggio libero? Posso sfidarti ad una partita di ping pong? Rachel non vuol più giocare contro di me”.

Sembrò che Kurt stesse sorridendo nonostante si stesse sforzando di non farlo.

“Ping pong?”

“Si è arrabbiata con me perché ho smesso di farla vincere”

“Questo è molto scortese da parte tua” sottolineò Kurt .

“Così come il suo gongolare” ribatté Blaine

Kurt sbuffò e l’espressione divertita sul suo viso stava rapidamente svanendo.

“Non posso “ disse, “ Non ci è permesso partecipare alle attività ricreative a meno che non stiamo aiutando a svolgerle. Inoltre la Signora Zimmer ha prenotato una lezione di danza all’ultimo minuto e quindi devo restare qui.”

Blaine rimase a bocca aperta.

“Non vi è permesso partecipare … ma .. allora .. cosa fai? Non è giusto”.

Scrollando le spalle, Kurt si diresse verso degli scaffali sulla parete pieni di dischi.

“Lavoriamo. Aiuto spesso in cucina..”

“No.. voglio dire.. cosa fai per divertirti?”

“Stiamo tutti insieme, balliamo..” disse Kurt, “ A volte leggo. Ascolto dischi..”

“Oh, davvero?” chiese Blaine con interesse , “ che genere di dischi?”

“Tutti i generi, credo. Mi piacciono molto i musicals”

“Anche a me “ esclamò Blaine.

“Ti piacciono i musicals?” gli chiese Kurt, con tono incredulo.

Le sue mani si fermarono per un momento prima di riprendere a sistemare i dischi in pile differenti.

“Si” disse Blaine, “ mi piacciono.. perché me lo chiedi con quel tono?”

“ Ho solo pensato che fossi più il tipo di persona interessato.. oh non lo so .. al football..” disse Kurt agitando una mano verso di lui, sempre con sguardo basso.

“Mi piace il football” rispose Blaine, tirandosi su a sedere sul solito tavolo sotto la finestra, “Ma mi piacciono anche i musicals. Non sarei potuto sopravvivere vivendo con Rachel se non mi fossero piaciuti. Dovresti vedere la sua collezione di dischi”.

“Posso solo immaginare” disse Kurt con disinvoltura.

“Allora..qual’è il tuo preferito?”

Blaine stava per rispondere, quando si interruppe bruscamente.

Si sentì sotto esame e non voleva dare la risposta sbagliata, non quando sembra che Kurt lo stia ascoltando con interesse.

“uh.. mi piace Camelot”

Kurt annuì continuando ad impilare i dischi, e Blaine fu sollevato nel vedere che Kurt non sembrava molto deluso.

Poi , con sua grande sorpresa, Kurt aprì la bocca ed iniziò a cantare..

If ever I would leave you, it wouldn’t be in summer. Seeing you in summer, I would never go…

(“Se mai ti dovessi lasciare non sarebbe in estate.. vederti in estate.. non me ne andrei mai…”)

Furono giusto pochissimi versi cantati con voce sempre più bassa fino a spegnersi; cantate alcune ottave più altre rispetto alla voce baritonale di Robert Goulet .

Il tutto lasciò Blaine ad occhi spalancati.

“Kurt” disse Blaine.

Kurt lo guardò mormorando qualcosa interrogativamente.

“E’… Questa è la tua voce quando canti?”

Kurt irrigidì le spalle ancora prima che Blaine finisse la domanda.

"No Blaine stavo fischiettando" replicò , il tono di voce pieno di sarcasmo.

"Smettila!" insistette Blaine " Dovresti cantare qualche altra cosa"

"No"

"Ma... la tua voce è incredibile!"

"Sorprendentemente unica forse" disse Kurt aggrottando la fronte.

"Canta qualche altra cosa" chiese Blaine .

Pensò un momento ,poi aggiunse un "per favore?"

Abbandonando i dischi , Kurt si voltò verso Blaine , incrociando le braccia.

"No".

"Oh.. andiamo" lo adulò Blaine, " la tua voce è eccezionale".

L'espressione corrucciata sul viso di Kurt sembrò svanire leggermente , mentre cercava il viso di Blaine , anche se il suo viso rimase critico.

Senza preavviso , lasciò scivolare le sue braccia lungo i fianchi e li in piedi iniziò a cantare di nuovo, la voce alta e cristallina.

I could have danced all night, I could have danced all night, and still have begged for more.

I could have spread my wings and done a thousand things I’ve never done before.

I’ll never know what made it so exciting, why all at once my heart took flight.


("Avrei potuto ballare per tutta la notte , avrei potuto ballare per tutta la notte..

pregando per poterlo fare ancora.

avrei potuto spiegare le ali e fare mille cose che non ho mai fatto prima.

Non ho mai saputo cosa lo rendesse così interessante, perché tutto in una volta

il mio cuore ha iniziato a volare")

Questa volta , si fermò bruscamente a metà verso, guardando Blaine con le sopracciglia arcuate. 

"My Fair Lady" disse Blaine quando gli risultò chiaro che Kurt non avrebbe continuato.

"Ok... forse conosci qualche musicals" concesse Kurt con un sospiro.

"Ma.. penso che adesso sia il tuo turno".

"Il mio turno?" Kurt annuì , avvicinandosi a lui.

"Se non ricordo male qui c'è qualcuno che ha fatto parte di un glee club"

Blaine si sedette più dritto.

"Vuoi che canti?"

"Ho cantato per te" disse Kurt , " Saremmo pari".

Blaine si sarebbe aspettato di sentirsi molto più nervoso considerando soprattutto il fatto che fosse abbastanza arrugginito; invece si sentì emozionato.

Aveva sempre amato esibirsi.

A dire il vero aveva già iniziato ad intonare qualcosa in mente .

Sorrise improvvisamente quando trovò un brano... non avrebbe cantato al suo meglio perché non aveva riscaldato la voce, ma nemmeno Kurt lo aveva fato.

Con un profondo respiro, iniziò a cantare .

Could be… who knows? There’s something due any day. I will know right away soon as it shows.

("Potrebbe essere.. chi lo sa? C'è qualcosa di previsto ogni giorno. Lo saprò non appena lo vedrò")

Incapace di fermarsi allargò le braccia mentre cantava la strofa successiva, creando così una coreografia, fingendo anche di suonare alcuni immaginari strumenti.

It may come cannonballing down through sky, gleam in it’s eye, bright as a rose. Who knows?

("Può essere sparita già attraverso il cielo, splende nei suoi occhi , luminosa come una rosa. Chi lo sa?")

Era pronto a continuare , ma Kurt alzò una mano per fermarlo.

"Va bene, va bene" borbottò, "hai reso l'idea. Messaggio ricevuto"

Blaine si sarebbe potuto offendere , ma poté vedere un leggero sorriso sulle labbra di Kurt.

"Non giudicare mai un libro dalla copertina" lo ammonì Blaine , sorridendo.

"Suppongo di no " disse Kurt.

Fece una piccola pausa prima di aggiungere, " Hai una voce bellissima".

"Grazie " rispose Blaine e poi si fissarono l'un l'altro di nuovo per alcuni lunghissimi secondi.

O forse, Blaine pensò mentre Kurt indietreggiava , sembrando agitato ,mentre lanciava un'occhiata all'orologio sulla parete.

Blaine lo stava guardando e Kurt mantenne con gentilezza il contatto visivo.

O forse stava solo cercando di capire cosa ci fosse di sbagliato in lui .
 
Forse quest'ultimo , visto quanto fosse a disagio Kurt in quel momento; poi Kurt si schiarì la gola.
 
"La Signora Zimmer sarà qui tra pochi minuti" disse, " Forse dovresti andare.
 
Sarebbe meglio che fossi da solo quando arriverà".
 
"Oh! Certo" mormorò Blaine, scivolando giù dal tavolo.
 
La scossa di adrenalina scaturita dal canto svanì velocemente e Blaine infilò le mani in tasca.
 
"Non voglio metterti in difficoltà".
 
"Grazie" disse Kurt .
 
La sua voce era bassa mentre tornava verso i dischi .
 
Qui spostò una pila per potersi sedere accanto al giradischi e spostò le altre di nuovo sugli scaffali.
 
Blaine si fermò un attimo in cima alle scale.
 
"Penso che ci vediamo domani?" disse.
 
 "Ci vediamo allora" rispose Kurt senza nemmeno guardarlo.
 
Blaine aggrottò la fronte e si voltò per andarsene.
 
 
 
Blaine e Rachel arrivarono in camera di Kurt e Finn la sera seguente quando Hiram e Shelby andarono via per il bingo.
 
Rachel era in ottima forma, ma iniziò a lamentarsi per un forte mal di testa , poco prima di cena.
 
Cenare non l'aveva aiutata, si lamentò più tardi mentre esprimeva più volte l'intenzione di rimanere in camera per rilassarsi quella sera.
 
Blaine si offrì, naturalmente, di farle compagnia; cosa che speravano servisse ad impedire ai loro genitori di tornare in camera per controllarla.
 
Con un pò di fortuna , avrebbero pensato che sia Rachel che Blaine stessero dormendo dietro le porte chiuse delle loro camere da letto quando sarebbero tornati  e che non si accorgessero quindi che entrambi se ne fossero andati .
 
Kurt e Finn essendo fratelli e volendo condividere l'alloggio , dormivano in una camera con una sola stanza al limitare del bosco, leggermente separata dalle altre camere del personale.
 
Come la maggior parte degli edifici del personale, la loro camera era in pessimo stato; le zanzariere strappate e la porta che quasi fuoriuscì dai cardini quando Kurt l'aprì per farli entrare.
 
Blaine si guardò intorno dopo essere entrato , cercando di farlo in maniera non troppo evidente.
 
C'erano due letti contro la parete sia alla sua sinistra che alla sua destra, un giradischi su di uno striminzito tavolino di fronte alla porta ed alcune sedie e delle cassettiere nascoste negli angoli.
 
Sembrava una stanza vissuta, un paio di camicie , qualche rivista , alcuni dischi e qualche scarpa gettata qua e là.
 
Doveva ammettere , una parte era più disordinata dall'altra.
 
Kurt strusciò i piedi , massaggiandosi a disagio e in modo assente un braccio.
 
"Immagino che.. non sia veramente una bella camera" disse, "probabilmente tu hai una camera bellissima".
 
"No" esclamò Blaine gesticolando vagamente. " E' una bella camera" .
 
"ummhmm.." mormorò Kurt in risposta scettico.
 
Indicò una sedia posta ai piedi del letto nel lato più ordinato della camera.
 
“Puoi sederti li se vuoi. Sono riuscito a far spostare a Finn la sua collezione di magliette per il momento.
 
Rachel laggiù c’è uno specchio se vuoi truccarti”.
 
“Grazie” disse Rachel rigidamente.
 
“La luce non è proprio l’ideale. Ma ce la farò.”
 
Si sistemò di fronte allo specchio appoggiato alla parete su di una cassettiera dall’altra parte della stanza.
 
“Allora” disse Kurt , fermo al centro della camera , “ Lo Sheldrake è a circa venti minuti di distanza. So che non vuoi aggirarti qui attorno col tuo vestito Rachel, quindi dovrai cambiarti in macchina.

Finn è uscito per fare benzina alla macchina, dovrebbe tornare presto”.
 
“Va bene” disse Rachel sistemandosi, con disinvoltura, il trucco su un occhio.
 
 “ A patto che tutti promettiate di non guardare”, aggiunse severamente.
 
“Oh.. lo prometto. Blaine ,  io e te seguiremo tutto da dietro le quinte. Dovremmo andar via non appena lo spettacolo finirà.. A loro non piace che gironzoliamo e poi,  tutti vorremmo tornare per vedere cosa sta facendo Quinn…”
 
“Naturalmente” disse Blaine.
 
La porta si aprì e Finn entrò.

“Ok.. la macchina è pronta per andare” annunciò.

Catturò e mantenne lo sguardo su Rachel attraverso lo specchio.

“Ciao Rachel” disse, aggiungendo il nome di Blaine diversi secondi dopo.

“Ciao Finn” rispose Rachel , quasi sussurrando.

Blaine si chiese , e non per la prima volta, se qualcosa più di una semplice prova di ballo fosse successa il giorno prima.

Rachel era tornata con uno sguardo sognante ed era chiaro che si fossero riconciliati.

“Ciao” disse di nuovo.

“Okay” intervenne Kurt ad alta voce.

“Finn .. dov’è la tua cravatta?”

“Eh?”

“La cravatta Finn. Si mette attorno al tuo collo facendo poi un fiocco sul davanti. Dov’è?”

“Oh!.. Penso di averla lasciata qui da qualche parte”.

Mentre Finn e Kurt iniziarono a rovistare nei cassetti e tra i mucchi di vestiti, gli occhi di Blaine vagarono furtivamente per la stanza.

Rachel non gli stava prestando attenzione.. era brava a truccarsi per uno spettacolo dopo tutti questi anni ed era passata a sistemarsi i capelli.

Oltre a quello che Blaine aveva già visto, ma non c’era molto altro.

Non c’era nessuna decorazione , né foto di famiglia o di amici o di qualche loro idolo.

I letti erano rifatti con quelle che sembravano dello stesso materiale di tutte le lenzuola che decoravano tutti i materassi del Kellerman.

Lo sguardo di Blaine si abbassò.

Poteva vedere una fila di scarpe sotto il letto vicino al quale era seduto e quello che sembrava l’angolo di una rivista.

Blaine distolse lo sguardo, ma i suoi occhi tornarono bruscamente indietro.

Si guardò di nuovo attorno per accertarsi che gli altri fossero ancora  presi da quello che stavano facendo , poi si chinò appena un po’.

La copertina era per la maggior parte coperta dal buoi sotto il letto e da una scarpa quindi, in un primo momento non era sicuro di aver visto bene.

Ma quando guardò attentamente , fu difficile non notare il logo in bianco e nero.

Uno, lesse.

E a piccole lettere maiuscole sotto questo, perdendosi nell’ombra, “.. il punto di vista omosessuale..”

“Trovato” urlò Finn, facendo saltare e scattare Blaine di nuovo a sedere.

“Non so come sia finito sotto il mio letto”.

Si rialzò trionfante dall’altra parte della stanza, con in mano un papillon nero.

Kurt si lasciò scappare un sospiro esasperato.

“Finn .. quando imparerai ad avere più cura delle tue cose? Si è sgualcito”.

“Affatto”.

“Beh, questo è sorprendente. Vieni qui. A Rachel serve lo specchio, quindi te lo sistemo io”.

Respirando a fatica , Blaine osò alzare lo sguardo su Kurt, che era concentrato sul cravattino di Finn.

Era come guardare una persona diversa, i suoi lineamenti ridisegnati, rendendolo qualcuno che Blaine non aveva mai incontrato prima.

Perché se Finn aveva trovato il papillon li sotto, allora voleva dire che questo era sicuramente il letto di Kurt e quindi che la rivista fosse sua.

E non avrebbe dovuto averla… a meno che…. O no?

Si chiese Blaine.

Quale altra ragione possibile poteva esserci?

Doveva distogliere lo sguardo , altrimenti Kurt lo avrebbe beccato a fissarlo come un maniaco.

Blaine si ritrovò a guardare fuori dalla finestra in maniera assente, i rumori dalla camera svanirono , i pensieri vorticavano troppo velocemente per essere afferrati.

Non aveva idea di quanto tempo fosse passato prima di essere bruscamente riportato al presente dalla voce di Kurt.

“Blaine! Sei pronto ad andare?”

Blaine riportò confuso lo sguardo su Kurt, li in piedi, alto.. e bello.. e proprio come lui?

Kurt aggrottò le sopracciglia quando non ebbe risposta.

“Blaine?” chiese di nuovo.

Dietro di lui Rachel e Finn li guardarono con curiosità .

C’erano cose più importanti di cui preoccuparsi in questo momento, realizzò Blaine.

Scosse leggermente la testa.

“ Si scusa.. ero solo sovrappensiero. Sono pronto. Andiamo”.


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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Blaine era abbastanza sicuro di non aver rilassato nemmeno un muscolo durante tutti i venti minuti del viaggio verso lo Sheldrake .

Non poteva ricordare se fosse mai stato così completamente attento a non toccare un’altra persona.

Con Rachel che aveva occupato tutto il sedile posteriore per potersi cambiare l’abito, Blaine, Kurt e Finn stavano condividendo quello anteriore.

Anche se Kurt era più alto di Blaine, si era offerto di sedersi in mezzo vicino a Finn che poi n realtà era la sistemazione più comoda per Blaine.

L’unico problema era che Blaine non si sentiva per nulla a suo agio.

C’era a malapena lo spazio sul sedile per tutti e tre senza toccarsi; ma lo spazio tra la gamba di Blaine e quella di Kurt era davvero poco.

Le loro spalle si sfioravano ogni volta che la macchina passava su un dosso o prendeva una curva, non importava quanto Blaine si spingesse contro la portiera.

Non che gli dispiacesse quando le loro spalle si sfioravano… al contrario ad essere onesti…ma si sentiva teso per qualcosa ora.

Senza sapere cosa fosse.

Quando arrivarono allo Sheldrake , Blaine praticamente ruzzolò fuori dalla macchina.

Ebbe appena il tempo di guardarsi intorno prima che Kurt li stesse trascinando di corsa dentro il locale, dove si presentarono al direttore degli intrattenimenti per essere condotti dietro le quinte.

Dal momento in cui Rachel e Finn salirono sul palco e una voce stridula annunciava “ Lo Sheldrake è orgoglioso di presentare Finn Hudson e la sua partner per il Mambo Madness” sembrava fossero passati pochi secondi.

I riflettori furono accesi per illuminare Rachel e Finn .

Anche a distanza e dal suo profilo, Blaine poté vedere quanto Rachel fosse pallida e nervosa sotto il trucco.

Gli ricordò improvvisamente una bambina che giocava a travestirsi da grande e non riusciva a capire perché fosse così spaventata.

Rachel amava essere davanti ad un pubblico e aveva fatto molta esperienza a ballare e a cantare su di un palco.

Suppose che questa volte le cose erano un po’ diverse.

Accanto a lui Kurt si stava stringendo fra le braccia nervosamente.

Era molto vicino al fianco sinistro di Blaine come per avere conforto, una mano stretta a pugno sulla bocca.

In effetti sembrava che si stesse mangiando le unghie, anche se Blaine non poteva esserne certo.

Lo spettacolo iniziò bene.

O almeno sembrava che stesse andando bene secondo Blaine, che di certo non era un esperto.

La rigidità delle spalle di Kurt si stava leggermente affievolendo, però; cosa che sembrava un buon segno e quando il numero arrivò a metà, la mano sulla sua bocca, in effetti, era scesa ad afferrare il gomito.

Poi arrivò il momento della presa.

Rachel deviò verso un angolo del palco, Finn si diresse verso l’altro, annuendole incoraggiante.

Rachel si diresse verso di lui quasi volando…

Frenò bruscamente , scontrandosi contro le sue braccia, bloccandole al suo petto.

Con uno sguardo pieno di panico, si voltò verso il pubblico e fece una serie di gesti con le mani che sembravano usciti dal manuale dell’hand jive di grease.

 
Kurt rimase a bocca aperta per l’orrore e si lamentò:

Oh no!”

Sul palco Finn fece volteggiare Rachel portandola verso la fine dell’esibizione.

Blaine si azzardò a lanciare uno sguardo a Kurt, lo trovò che fissava il soffitto , a bocca socchiusa , mentre scuoteva la testa per la disperazione.

“Hey” sussurrò Blaine.

Kurt non rispose così, nonostante la sua precedente reticenza, Blaine si chinò verso di lui spingendolo leggermente con un braccio sulla spalla.

“E’ tutto apposto. Non si sono fermati. Al pubblico piacciono”.

In effetti il pubblico stava applaudendo in quel momento una loro presa più facile .

Kurt si voltò a fissare Blaine con uno sguardo di incredulo dolore sul viso , e , visto che Blaine si era allungato verso di lui , i loro visi erano davvero molto vicini.

Come questo momento si prolungò tra di loro l’irritazione nello sguardo di Kurt si stava affievolendo , i suoi occhi spalancati e le sue labbra… le sue labbra.

Blaine aveva lo sguardo fisso su di esse e si stava anche allungando leggermente verso di loro?

Riportò lo sguardo in quello di Kurt trovandolo confuso e colpito.

Si allontanarono rapidamente , trasalendo, quando Rachel e Finn arrivarono, senza fiato per il ballo.

“Mi dispiace!” balbettò Rachel , “ Sono così dispiaciuta! Solo.. mi sono bloccata e non sono riuscita a.. “

“Hey, va tutto bene” disse Finn fermando il suo farneticare.

“Hai fatto tutto bene. Li senti applaudire? Sei stata grande” .

“Ero così preoccupata quando ho visto entrare gli Schumachers, Blaine. Gli Schumachers sono li fuori”.

“Cosa?” chiese Blaine.

Era turbato e agitato e non aveva idea di cosa stesse parlando Rachel.

Lanciò un’occhiata a Kurt che stava fissando il pavimento con la fronte aggrottata,

“Gli Schumachers. Sai quella coppia di vecchietti al Kellerman? Le cadde la borsa l’altro giorno”.

Blaine ancora non aveva capito nulla di quello che era appena successo…quando il direttore riapparve.

“Tante grazie per il vostro tempo Signor Hudson” disse a Finn allungandogli una busta, “ L’aspettiamo di nuovo.. con la sua solita partner”.

La bocca di Rachel si assottigliò e Blaine si avvicinò abbastanza da poter appoggiare una mano sulla sue spalle.

“Bene. Possiamo andared?" Disse.

Rachel annuì brevemente mentre Finn ringraziava l’uomo che li stava incentivando ad andar via velocemente.

Mentre si diressero verso il parcheggio, Rachel e Finn fecero strada stando vicini.

Blaine e Kurt li seguivano lentamente senza guardarsi nemmeno una volta.

 
Blaine era più a disagio ora durante il viaggio di ritorno al Kellerman, che durante quello verso lo Sheldrake.

Kurt si stringeva forte e Blaine sentiva la tensione venir fuori ad ondate.

Si spinse più che poté allo sportello incapace di pensare a nulla tranne …e se mi fossi sbagliato?

Perché altrimenti avrebbe avuto quella rivista?

Blaine non riusciva a trovare nessun’altra spiegazione che avesse senso.

Aveva giocherellato con l’idea che Kurt l’avesse comprata per qualcun altro, ma anche questo era difficile da credere.

La rivista non sembrava nuova ed era mezza sepolta sotto una scarpa ed alcuni batuffoli di polvere.

Come se Blaine non avesse già abbastanza pensieri per la mente, notò che Finn alzava lo sguardo nello specchietto retrovisore per guardare di nascosto Rachel.

Con Kurt in mezzo a loro, aveva difficoltà a catturare lo sguardo di Finn .. o Finn stava semplicemente ignorandolo.

Kurt, però, guardava dritto davanti a se anche se lo specchietto lo stava praticamente colpendolo in fronte.

Forse non vuol dire nulla il fatto che non stia guardando, pensò Blaine.

Forse a Kurt piacevano le ragazze, ma non Rachel.

O forse non guardava per rispetto a Finn.

Ma allora perché aveva quella rivista?

Si chiese Blaine per quella che sembrava la milionesima volta, quella sera.

Doveva esserlo.

Tuttavia, questo pensiero poteva essere addirittura peggiore della possibilità che Blaine si stesse sbagliando completamente su Kurt; perché questo poteva significare che Kurt fosse come Blaine ma che non fosse particolarmente interessato a lui.

Infine stanco di ascoltare questi pensieri vorticare nella sua testa, Blaine sbuffò e si sporse dal finestrino aperto, facendo del suo meglio per ignorare quello che stava accadendo in macchina.

Alzò gli occhi per guardare le stelle visibile nel cielo limpido , cercando di concentrarsi sulla radio.

Stavano dando “Some kind of Wonderful” dei Drifters.

Perfetto, pensò Blaine.

Quando arrivarono al parcheggio del personale al Kellerman, Finn scese dalla macchina quasi ancora prima di spegnerne il motore, quasi inciampando, solo per poter aprire la portiera a Rachel.

Blaine , che di nuovo scese dalla macchina non appena poté , guardò al di sopra della macchina vedendo scendere Rachel, fermarsi davanti e molto vicino a Finn e sorridergli timidamente.

Furono coperti quando anche Kurt scese dalla macchina dopo Blaine.

I suoi occhi incontrarono quelli di Blaine per la prima volta da quando erano dietro le quinte e sembrarono guardinghi.

Furono tutti distratti dal rumore di qualcuno che correva sulla ghiaia verso di loro.

Blaine lo aveva vagamente riconosciuto come il ragazzo che stava con Finn e Quinn la prima notte che era stato negli alloggi del personale.

“Sam.. che succede?” chiese Finn, mentre questi si avvicinava alla macchina, respirando affannosamente.

“Si tratta di Quinn. Vieni presto.”

Si voltò dirigendosi verso gli edifici che ospitavano il personale.

Finn e Kurt si scambiarono uno sguardo preoccupato e lo seguirono a ruota.

Senza parlare, Blaine e Rachel si affrettarono a seguirli.

Lungo tutto il porticato di fronte all’edificio di Quinn, i membri dello staff erano radunati a piccoli gruppi, le facce tese , gli occhi spalancati mentre guardavano Kurt e Finn precipitarsi , e altri piccoli gruppi erano nella stanza di Quinn.

Blaine entrò in camera e sentì il suo cuore ed il suo stomaco contorcersi quando , girando attorno a Sam, riuscì a dare un’occhiata alla ragazza che era sul letto.

Se non avesse saputo che era Quinn, non avrebbe potuto riconoscerla.

Tutto il colore del suo viso era sparito…era rimasto solo un grigio malaticcio… anche le sue labbra erano pallide.

Aveva i capelli scuriti dal sudore e arruffati, la testa ciondolante sul letto.

Era attorcigliata su se stessa, le mani sull’addome, come se stesse cercando di raggomitolarsi attorno al dolore, senza riuscirci.

Blaine vide anche alcune macchie di sangue sulla coperta.

Kurt e Finn si inginocchiarono immediatamente accanto al letto.

Kurt prese una mano di Quinn, mentre Finn le scostava i capelli dalla fronte.

Aprì gli occhi e , debolmente, sussurrò un “Ciao”.

“Siamo qui Quinn. Siamo qui per te” disse Finn con voce tremante.

“Qualcuno ha chiamato un’ambulanza?” disse Kurt.

Lanciò uno sguardo arrabbiato verso le persone ammassate nella stanza.

Sam si avvicinò.

“Non ce lo ha permesso” disse disperatamente, “ Ha detto che l’ospedale avrebbe chiamato la polizia. Mi ha fatto promettere di non farlo”.

Blaine aveva già visto Kurt accigliato, ma non era nulla in confronto all’espressione furiosa che c’era sul suo viso in quel momento.

Non te lo ha permesso? Guardala! Cosa è successo?”

Dietro di lui, Finn continuò a tener su Quinn la sua attenzione, parlandole in tono rassicurante.

“Non ha usato l’etere. Nulla” balbettò Sam, “ Sentivamo la sue urla da fuori”.

“Credevo fosse un vero medico!” esclamò Blaine e molte teste si voltarono verso di lui come se avessero dimenticato che fosse là.

“Il tizio aveva un coltello sporco ed un tavolo pieghevole” continuò Sam, parlando a Kurt e a Finn.

“Ho cercato di entrare, ragazzi. Lo giuro su Dio”.

Blaine non aspettò di sentire altro.

Si staccò dal fianco di Rachel e superò la porta e iniziò a correre più veloce che poté una volta fuori, senza preoccuparsi di regolare il suo respiro o altro, preoccupandosi solo di andare più veloce che poteva.

I suoi passi erano rumorosi nel buio e ripeteva “ è colpa mia, è colpa mia” in mente, con lo stesso ritmo del battito del suo cuore.

Aveva avuto il denaro.

Quinn era…e lui aveva pagato per questo.

Pasticcio combinato.

Praticante incapace

Le parole riemersero dalla sua memoria e lo spinsero ad andare più veloce.

Solo quando si avvicinò alla sua stanza Blaine rallentò.

Continuò a muoversi più in fretta che poteva, cercando però di essere più silenzioso possibile.

Entrò in camera di Hiram e Shelby , sollevato che non li avesse svegliati.

Scosse delicatamente la spalla di Hiram.

“Blaine?” chiese lo zia intontito, “ E’ successo qualcosa? Si tratta di Rachel?”

Blaine in risposta scosse la testa e prese la borsa medica di Hiram che era sempre accanto alla porta della sua camera, sia a casa che lì in vacanza.

Hiram si alzò velocemente dal letto e si diressero di nuovo verso gli edifici del personale.


Non molto era cambiato in camera di Quinn.

Kurt e Sam stavano discutendo animatamente probabilmente sul chiamare o meno l’ambulanza.

Finn teneva la mano di Quinn che Kurt aveva lasciato continuando a parlarle dolcemente.

“Scusate” disse Hiram, cercando di attirare l’attenzione di tutti nella stanza, “ Scusatemi. Grazie. Ho bisogno che tutti voi ve ne andiate. Tutti fuori, per favore. Chi è il responsabile per questa ragazza?”

“Io signore” si fece avanti Finn, in piedi goffamente accanto al letto.

Rachel era accanto a lui, una mano sul suo braccio.

Hiram, che si era seduto accanto a Quinn sul letto, alzò lo sguardo su di loro, con espressione indecifrabile.

“Grazie. Tutti fuori, per favore”

Il viso di Finn cambiò espressione più volte … ma alla fine lanciò uno sguardo ansioso a Quinn, lasciando poi la stanza.

Blaine e Rachel lo seguirono a ruota.

L’attesa sembrò interminabile.

Blaine non aveva idea di quanto tempo fosse passato.. potevano essere passate ore o pochi minuti.

Ma fu un tempo sufficiente perché Kurt smettesse di fare avanti e indietro davanti la porta di Quinn e accasciarsi contro la balaustra.

Fu sufficiente affinché Rachel si avvicinasse così tanto a Finn da essere stretta a lui.

Gli altri membri dello staff rimasti ad aspettare, erano sul portico a gruppetti, parlando a bassa voce , molto preoccupati.

Quando la porta si spalancò, tutti si zittirono all’istante.

Quando Hiram uscì , il viso triste, Finn disse con voce strozzata.

“Per favore, signore.. lei è..”

“Sta molto meglio” rispose freddamente.

Tutti si lasciarono scappare un sospiro di sollievo.

Kurt e Finn si scambiarono uno sguardo sollevato per poi voltarsi ansiosamente verso Hiram, allungando una mano per stringere le sue, balbettando parole di ringraziamento.

Hiram alzò la mano e Blaine spalancò gli occhi per la sorpresa.. ma poi la portò semplicemente sulle spalle di Rachel per condurla giù per le scale.

Blaine lanciò uno sguardo di scuse a Kurt e a Finn e li seguì.

Camminarono in un silenzio teso fin quando non si allontanarono dagli edifici dello staff.

Poi Hiram di fermò di colpo.

“Hai usato i soldi per questo?” chiese , voltandosi verso Blaine.

Rachel guardò Blaine ad occhi spalancati.

“Mi dispiace... non sapevo..” balbettò.

“Sono molto deluso Blaine” disse Hiram con voce calma, ma le parole ferirono molto di più che se le avesse urlate.

Blaine distolse lo sguardo abbassando la testa.

“Voglio che nessuno di voi due abbiate più a che fare con quelle persone. Mi avete capito?”

Blaine annuì; Rachel non disse nulla e Blaine pensò che avesse anche lei annuito.

“Bene. Vado a dormire e voi ragazzi farete lo stesso.”

E, senza aggiungere altro, riprese a camminare.

Rachel stava guardando Blaine e per la prima volta da anni, lui non seppe leggere i suoi occhi.

Era delusa o confusa?

Triste?

Preoccupata?

Strinse le labbra, abbassò lo sguardo e seguì Hiram.

Arrivati in camera si separarono senza augurarsi nemmeno la buonanotte.

Una volta solo nella sua stanza, Blaine non fece nulla se non togliersi la maglietta e restando in intimo si buttò sul letto .

Cercò di addormentarsi sullo stomaco, poi su di un lato , poi di schiena.

Voltò il cuscino, poi lo voltò di nuovo.

Fu tutto inutile....

Capì che non sarebbe riuscito ad addormentarsi.

L'aria nella sua stanza si era fatta pesante ed opprimente e non arrivava un alito di vento dalla finestra aperta che era rivolta dalla parte sbagliata.

Blaine si sedette e sospirò.

Era tutto inutile.

Si infilò un paio di jeans e strisciò fuori dalla stanza principale fino al portico.

Dopo aver voltato una sedia in modo che il vento potesse colpire il suo viso; Blaine collassò su di essa, cercando strenuamente di schiarirsi la mente.


Non potevano essere passati più di cinque minuti  da quando era li che sentì dei passi ed una voce sussurrare il suo nome.

Blaine si voltò di scatto, sorpreso di vedere Kurt venire verso di lui passando per il piccolo cortile della stanza.

“Ho pensato fossi tu” disse.

“Kurt. Cosa ci fai qui?” chiese Blaine, tenendo la sua voce quanto più bassa possibile.

“Non riuscivo a dormire. Stavo solo passeggiando “ disse Kurt.

Si era cambiato i vestiti  che indossava allo Sheldron anche lui ed aveva le mani nelle tasche di un paio di jeans .

“Posso parlarti?”

Blaine lanciò un’occhiata nervosa alla finestra aperta della camera da letto di Hiram e Shelby.

“Non qui” sussurrò .

Kurt annuì e con la testa indicò la strada da cui era venuto .

Blaine camminò accanto a Kurt, troppo nervoso persino per alzare la testa.

Tutto quello che era successo a Quinn aveva cancellato tutta la prima parte della serata dalla sua mente, ma ora la confusione , la paura e la preoccupazione tornarono ad occupargli la mente.

Distratto , tenne la testa bassa seguendo i passi di Kurt senza nemmeno capire dove stessero andando fino a quando non si avvicinarono all’edificio in cui c’era la scuola di ballo.

Dentro era buio, ma Kurt fermò Blaine che stava cercando di accendere le luci.

“Non vogliamo far insospettire qualcuno” disse con calma, “sopra è più luminoso. Andiamo”.

La sala era ancora meglio, debolmente illuminata dalle luci esterne dell’edificio accanto.

Kurt si diresse verso il giradischi, e Blaine, attento a mantenere una certa distanza, si spostò al centro della stanza.

Si schiarì la gola e chiese.

“Come sta Quinn?”

“Sta riposando” disse Kurt , “tuo zio le ha dato qualcosa per aiutarla a dormire.

E’ questo quello di cui ti volevo parlare a dire il vero.

Non potrò mai ringraziarti abbastanza per quello che hai fatto per lei”.

“Quello che ho fatto?

L’ho aiutata a pagare un intervento che l’ha quasi uccisa!” esclamò Blaine.

Kurt sussultò a queste parole.

“Non avresti potuto saperlo.

Nessuno di noi poteva e l’abbiamo tutti aiutata a pagarlo.

Non sentirti in colpa, hai anche aiutato a salvarla.”

“Ho solo… Non credo di meritare nessun grazie , questo è tutto.

Ho solo fatto quello che avrebbero fatto tutti”.

“Tutti?

Nessuno di loro ha chiamato un’ambulanza” li schernì Kurt.

Blaine scosse la testa.

“Tutto quello che ho fatto è stato correre a chiamare mio zio. Non è stata una gran cosa”.

“Blaine” disse Kurt con serietà, “ è stato davvero coraggioso da parte tua andare da lui.

Eravamo tutti talmente spaventati da non riuscire a prendere nemmeno una decisione.

Sei andato da lui anche per i soldi.

Ed hai provato a farteli dare da Puck prima.

C’è qualcosa di cui hai paura?”

“Io?” chiese Blaine incredulo con tono di scherno nella semi oscurità.

“Ho paura di tutto.

Ho avuto paura di quello che è successo stanotte.

Ho paura per Quinn.

Ho paura di quello che accadrà quando mi trasferirò l’anno prossimo e per l’anno dopo e l’anno dopo ancora.

Ho paura di quello che ho fatto…”

Deglutì, fu più che altro un lamento, e le parole gli uscirono.. disordinate , oneste dovunque.

“Ho paura di quello che sono , ma più di tutto , ho paura di andar via da questa stanza e non sentirmi , per il resto della mia vita, nel modo in cui mi sento quanto sono con te.

La sua voce era bassa e disperata e riuscì a malapena a sentirla sopra il suono dei battiti del suo cuore.

Tenne la testa bassa come se fosse in attesa di un colpo.

Ci fu un terribile momento di silenzio.

Poi si sentì il suono inaspettato di un disco che Kurt fece scivolare fuori dalla copertina per poi farlo partire, a volume basso.

Si sentirono prima delle percussioni ed un piano , un ritmo costante e sensuale.

“Balli con me?” chiese Kurt, la voce a malapena un  sussurro sopra la musica.

Blaine si bloccò ed alzò lo sguardo.

Lasciò andare il respiro; l’aria irritò le sue labbra secche e la lingua rimase attaccata alla pelle quando cercò di bagnarle.

Il volto di Kurt era inespressivo, ma i suoi occhi bruciavano di passione mentre Blaine annuiva appena leggermente.

Così Blaine si avvicinò, il sangue che scorreva veloce, insicuro su come avrebbe potuto ballare visto che sentì i piedi tutt’ad un tratto diventare pesanti come il piombo e sembrava che a malapena riuscisse a camminare.

Anche Kurt si avvicinò e come lo aveva già visto fare prima e come aveva febbrilmente sognato, allungò un braccio per avvolgere i fianchi di Blaine, tirandolo più vicino.

Blaine fissava la clavicola di Kurt  evidente sotto la sottile maglietta di cotone, poi Kurt iniziò ad oscillare.

Blaine non percepì la stessa grazia che aveva visto quando Kurt aveva ballato con una delle ragazze, ma pensò che fosse colpa sua… era come se si muovesse a destra quando doveva andare a sinistra.

Si mosse timidamente con Kurt, facendo scivolare le mani sulle braccia di Kurt.
Come sei il tocco lo avesse incoraggiato, Kurt iniziò a muoversi di più, a ritmo con la musica, correggendolo .

Blaine percepì tutta la forza del corpo di Kurt, felice che stesse conducendolo ..era scosso e non era sicuro che la sue gambe gli avessero ubbidito anche se avesse provato.

Mentre Solomon Burke cantava della solitudine nel buio, Kurt quasi si tuffò tra le braccia di Blaine; piegandolo un pò per la vita e tirandolo indietro, e lì, stretti l’un l’altro, si bloccarono.

Blaine aveva chiuso gli occhi , ma sapeva quanto fossero vicini , l’odore persistente del dopobarba di Kurt e del suo sudore gli stavano facendo girare la testa.

Poteva sentire il suo respiro rimbalzare dalla mascella di Kurt  e, prima che potesse trattenersi , si avvicinò appena un po’.. non per baciarlo ma solo per permettere alle sue labbra socchiuse di toccare e sfiorare con leggerezza la pelle dell’altro uomo.

Kurt rabbrividì e poi… non stavano più ballando.

Con un movimento improvviso, Kurt si tirò indietro quel tanto che gli permise di prendere il viso di Blaine tra le mani e, con un profondo respiro, che risuonò forte all’orecchio di Blaine, trascinò Blaine in un affamato e forte bacio.

Blaine ansimò bruscamente col naso , ma non perse tempo , inclinando la testa all’indietro appena un po’ per rispondere al bacio.

Forte.

Perché questo… questa era tutto quello che era passato nella sua mente, che aveva ossessionato il suo subconscio, che aveva conosciuto nei suoi sogni.

Le sue mani, che aveva spostato dalle braccia di Kurt, trovarono i bordi della sua camicia e gli si aggrappò forte, tirando stretta la leggera stoffa.

Kurt lasciò il viso di Blaine, strattonandolo, aggrappandosi poi alle sue spalle , al suo collo, ai suoi capelli dietro la nuca.

Poi Kurt, con le labbra e la lingua, aprì la bocca di Blaine che ebbe un piccolo attacco di panico , i suoi pensieri momentaneamente dominati dal sovra eccitamento dei sensi del suo corpo.

A malapena sapeva quello che stava facendo e non c’era possibilità che fosse capace di nasconderlo se fossero andati oltre.

Non sapeva nemmeno se volesse che le cose andassero oltre.

Forse avrebbe dovuto fermarsi , ma era , sorprendentemente più facile lasciar scemare il senso di allarme; di lasciarsi trasportare dall’istinto; di far scivolare la lingua su quella di Kurt nella sua bocca; di spingersi più vicino e lasciare che la solidità di Kurt lo facesse sentire meno instabile.

Una della mani di Kurt scese sulla schiena di Blaine, tenendolo fermo, poi Kurt lo stava spingendo all’indietro fino a quando Blaine non colpì bruscamente contro la parete della studio.

A causa dell’urto perse la presa sulla camicia di Kurt, stese così le braccia per stringerle attorno al collo di Kurt.

Kurt si spinse più vicino e poi ogni terminazione nervosa ed ogni cellula del sangue del corpo di Blaine si paralizzò quando sentì la durezza dell’erezione di Kurt spingere sul suo bacino.

E non c’era nessuna possibilità che Kurt non avesse sentito anche la sua.

Blaine si lasciò scappare un gemito sorpreso, soffocato dalla bocca di Kurt ma fu zittito quando anche Kurt gemette.

Per la prima volta da quando si erano aggrappati l’un l’altro e solo per un momento si fermarono , le loro labbra aperte, i loro respiri caldi e affamati.

Blaine realizzò, con immediata certezza, che durante il ballo Kurt aveva tenuto i loro bacini separati mentre ballavano ma suppose che ormai avevano superato tutta questa messinscena.

Poi Kurt portò la sua bocca sul labbro inferiore di Blaine e poggiò una mano sul suo fianco, portando i loro corpi ad un migliore allineamento prima di spingersi abbastanza da far ruotare il suo bacino sul corpo di Blaine e la sensazione scosse Blaine come un fulmine.

Kurt lo fece di nuove ed anche Blaine si mosse, sperimentando e leggermente fuori tempo.

Oh! Pensò.

Questo rendeva tutto migliore.

Così non si fermò e Kurt non si fermò ed i loro baci divennero umidi e più disordinati; le loro mani e i loro respiri ancora più frenetici.

Blaine si tirò indietro improvvisamente , inclinando la testa di lato ansimando nell’aria notturna, non riuscendo più a focalizzarsi sui loro baci.

Senza fermarsi, Kurt portò la bocca sulla mascella di Blaine succhiando e lasciando piccolo segni con i denti mentre continuava a ruotare i suoi fianchi.

Blaine si strinse alle spalle di Kurt, ad occhi chiusi.

In un certo senso era come se stesse correndo; il ritmo, il cuore ed i polmoni che lavoravano duramente.

Si sentì come se qualcosa simile ad una tempesta  stesse per travolgerlo.. qualcosa fuori dalla sua portata.. e Blaine non era sicuro se era lui a seguirlo o se era lui ad essere inseguito.

La sensazione era familiare e spaventosa allo stesso tempo e Blaine sapevo che lo desiderava più di qualsiasi cosa al mondo.

Piagnucolando, Blaine afferrò i fianchi di Kurt spingendosi contro di lui duramente e l’orgasmo si infranse come un’onda , mentre un grido strozzato gli sfuggi dalla gola.

Poi tutto quello che poté fare fu aggrapparsi , tremante, mentre Kurt si spinse contro di lui un altro paio di volte prima di tendersi con un grido soffocato e alla fine lasciarsi andare.

Quando Blaine fu travolto dai suoi pensieri , entrambi erano storditi e terrificati dai rumori di fondo.

Si rese conto di aver spostato le mani.. una stringeva la nuca di Kurt , accarezzando i suoi capelli umidi di sudore, e l’altra stringeva una spalla.

Erano ancora stretti l’un l’altro, dal petto in giù, i piedi intrecciati.

Le braccia di Kurt erano avvolte intorno alla sua vita ed il suo peso lo teneva ancora premuto contro il muro.

Sentì di dover fare qualcosa, dire qualcosa.. invece restò ad occhi spalancati a guardare nel tetro buio al di sopra della spalla di Kurt.

Kurt si mosse per primo, prendendo un profondo respiro, per poi spostarsi.

Le mani scivolarono via dal corpo di Blaine lentamente ed anche Blaine si spostò, non senza riluttanza.

Kurt, all’inizio, tenne gli occhi bassi e poi si preparò visibilmente ad affrontarlo e sollevò gli occhi, per incontrare quelli di Blaine.

Blaine capì che gli occhi di Kurt, probabilmente,  rispecchiavano i suoi.. spalancati, sconvolti, confusi, alla ricerca di qualcosa.

“Um… c’è un bagno di sotto” disse Kurt con voce roca.

Anche al buio, percepì il rossore sul suo viso.

“Cosa?” ansimò Blaine.

“Un bagno.. di sotto.. Hai bisogno di .. pulirti?”

“Oh!” Blaine divenne perfettamente consapevole dell’imbarazzante disordine in cui era.

“Si.. si .. grazie”.

Kurt annuì , mordendosi il labbro inferiore per un attimo, per poi voltarsi ed accompagnare Blaine al piano di sotto.

Si fermò davanti ad una porta, facendo un cenno verso di essa goffamente, prima di incrociare le braccia sullo stomaco.

“Eccolo”.

“Grazie”, ripeté Blaine, superandolo.

Accese la luce mentre chiudeva la porta, strizzando gli occhi a causa dell’improvvisa luce.

Una volta riabituatosi alla luce vide la sua immagine nello specchio incrinato e per un momento si dimenticò di doversi pulire.

Appoggiò le mani sul lavandino di porcellana e si guardò.

I suoi capelli erano spettinati, specialmente sulla nuca, il suo viso era rosso.

Nei punti della sua mascella di cui Kurt si era occupato con le labbra e i denti, la pelle era arrossata.

Le sue labbra erano gonfie, il mento rosa ed i suoi occhi sembravano in qualche modo diversi.

Gli sembrò come se non stesse guardando se stesso.

“Non lo sei” pensò.

Sei diverso ora.

Dandosi una scossa, si pulì al meglio che poté.

Si sciacquò il viso con l’acqua usandone un po’ per cercare di sistemarsi anche i suoi capelli.

Non sarebbe bastato per molto, ma doveva solo tornare nella sua stanza e , con un po’ di fortuna, non avrebbe incontrato nessuno per la strada.

Si voltò ed afferrò la maniglia prima di girarla.

E se Kurt se ne fosse andato?

L’immagine di lui solo e spettinato che tornava nella sua stanza gli balzò alla mente.

E se lo avesse fatto? Si chiese Blaine.

Non puoi stare qui.

Aprì la porta.

Kurt era appoggiato alla parete opposta.

Alzò gli occhi assottigliandoli non appena un fascio di luce passò attraverso la porta illuminandogli il viso.

Blaine provò un’inspiegabile sensazione di sollievo.

“E’ tutto tuo” mormorò Blaine, scambiandosi di posto con Kurt.

Kurt chiuse la porta del bagno, lasciando Blaine da solo al buio.

Cercò di riflettere, ma gli fu impossibile.

Era impossibile classificare,  o quantificare o anche definire quello che aveva appena fatto.

Per un brevissimo istante, Blaine pensò di andarsene, scappare per la paura, ma Kurt lo aveva aspettato, così rimase, chiudendo gli occhi ed appoggiandosi alla parete.

Kurt ne uscì dopo pochi minuti , spegnando la luce, riportandoli al buio.

Blaine sbatté le palpebre cercando di riabituarsi, in attesa di vedere Kurt al buio.

Ancora non sapeva cosa dire e sperò che Kurt avesse qualche idea.

“Andiamo, ti accompagno” disse Kurt.

Fuori, l’aria era limpida e fresca , con una leggera brezza.

Blaine e Kurt camminarono fianco a fianco, in silenzio, senza toccarsi, ma abbastanza vicini affinché le loro braccia si sfiorassero ogni tanto.

Nonostante tutto, Blaine si sentì più tranquillo.

L’unico rumore era il suono dei loro passi e il rumore del vento tra gli alberi.

L’aria era fresca sul viso e Kurt lo stava riaccompagnando a casa.

Avrebbe voluto che la strada fosse più lunga, perché sapeva che nell’esatto momento in cui sarebbe rimasto solo con i suoi pensieri, tutta la calma interiore sarebbe sparita.

Kurt si fermò nel punto esatto in cui il piccolo sentiero conduceva all’incrocio tra la via principale e la stradina della stanza dei Berry.

“Dovrei probabilmente fermarmi qui” disse piano.

“Okay” rispose Blaine, mantenendo anche lui la voce bassa.

Si erano voltati in modo da essere uno di fronte all’altro e Blaine non sapeva cosa fare con le mani.

Non sapeva cosa fare del tutto.

Se Kurt fosse stata una ragazza o se lo fosse stata lui, si dovevano baciare?

Importava?

Erano comunque in un posto dove chiunque potesse vederli , anche se sembrava non ci fosse nessuno in giro.

Ma poi Kurt alzò lo sguardo, come era stato sempre capace di fare, inchiodando Blaine con un solo sguardo.

Sulle sue labbra comparve un piccolo sorriso che sembrava quasi…normale? Timido?

“Buonanotte Blaine” fu tutto quello che disse , con voce dolce.

“Buonanotte” sussurrò Blaine, restituendo lo sguardo fin quando poté , poi Kurt annuì e si voltò.

Ci mise molto ad addormentarsi quella notte.



Nota:

Non ho molto da dire.. spero come al solito che il capitolo piaccia... a Venerdì...

http://archiveofourown.org/works/610563/chapters/1108579 link capitolo

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Blaine non ci pensò quando si svegliò la mattina dopo… almeno per i primi secondi.

Quando ricordò fu graduale come entrare in  una piscina di acqua fredda per poi, tutto in una volta, arrendersi ed immergersi completamente.

Era steso perfettamente immobile sul letto, facendo un inventario del proprio corpo, cercando di capire se fosse lo stesso corpo che aveva fatto tutte quelle cose.

Non avrebbe mai pensato di essere così sfrenato.

Erano state davvero le sue mani ad aver toccato così freneticamente Kurt?

Era stata la sua bocca a fare quei suoni?

Ricordare così dettagliatamente tutti gli eventi della notte precedente, servì anche a risvegliare l’interesse di qualcosa tra le sue gambe, così Blaine , riluttante, si trascinò fuori dal bozzolo di coperte che erano già piuttosto bollenti nel crescente calore mattutino.

Fortunatamente, non incontrò nessuno della sua famiglia mentre schizzava verso il bagno e , una volta dentro, chiuse la porta a chiave.

Armeggiò col dentifricio, tenendo bassa la testa per evitare di guardarsi allo specchio fin quando non fu impossibile evitarlo.

Per una frazione di secondo, Blaine non era sicuro se voleva che il suo riflesso apparisse come aveva sempre fatto o che apparisse diverso.

A parte il fatto che i suoi capelli fossero spettinati per aver dormito, era tutto uguale questa volta.

Blaine lavò i denti ed entrò nella doccia regolando la temperatura dell’acqua sul freddo.

Dopo essersi preparato , si avventurò verso la stanza principale che trovò occupata solo da Rachel , seduta su una sedia con un giornale in mano, che però non stava realmente leggendo.

Fece un passo indietro quando Rachel lo guardò perché …nonostante quello che aveva appena visto allo specchio.. era sicuro che tutto quello che aveva fatto la notte prima era scritto sul viso.

Rachel gli lanciò un piccolo sorriso e disse :

“Buongiorno”.

“Giorno” rispose Blaine, scoprendo di doversi schiarire un po’ la gola prima di continuare:

“Dove sono Hiram e Shelby?”

“Sono fuori , sotto il portico” rispose Rachel.

Blaine impallidì.

Le cose dovevano essere messe davvero male se non lo stavano aspettando tutti insieme.

“Possiamo andare a fare colazione ora che sei pronto”.

Si alzò e posò la rivista.

Blaine si lanciò in avanti fermandola , prima che potesse voltarsi verso la porta.

“Rachel” disse, abbassando la voce, “ Stavo pensando a Quinn. Se riesco a liberarmi questo pomeriggio, vorrei andare da lei per essere sicuro che stia andando tutto bene. Vuoi venire con me?”

“Vuoi dire.. non darai ascolto a quello che ha detto papà?” disse inarcando le sopracciglia.

Blaine si agitò un po’.

“Voglio solo sapere se sta bene”.

Rachel lo guardò per un lungo momento.

“Sapevi che i soldi erano per questo?” sussurrò.

Le sue parole fecero arrossire Blaine, che distolse lo sguardo, per la vergogna.

“Non sapevo che sarebbe finita così. Credevo che sarebbe andata da un vero medico”.

“Capisco” disse Rachel , ma sembrò incerta.

Blaine la guardò.

“Lo giuro Rachel. Pensavamo tutti che sarebbe andata da un vero dottore. Volevo che fosse al sicuro ed ero solo preoccupato che se non avesse avuto la possibilità di trovarne uno sarebbe finita nelle mani di qualcuno come… beh.. come quello da cui comunque è finita”.

Il volto di Rachel era ancora teso, ma aveva gli occhi spalancati e lo sguardo serio.

“Ti credo” disse.

“Grazie” sospirò Blaine, la gratitudine evidente nella sua voce.

“Nessuno lo sapeva?” chiese Rachel.

“Nessuno di noi. Lo giuro “.

La strinse tra le braccia brevemente e tentò un sorriso, anche se fu più simile ad una smorfia.

“Andiamo, okay? Siamo già in ritardo per la colazione. Non pensavo dormissi così tanto”.

Non appena disse queste parole, Blaine si sentì a disagio.

“Beh… è stata una notte molto movimentata”.

“Lo è stata” concordò Rachel, voltandosi.

“Hai visto la mia borsa?”

La colazione fu anche peggio di quanto Blaine si aspettasse.

Hiram, solitamente caloroso e allegro con la sua famiglia, fu contenuto ed ogni parola scambiata sia con Blaine che con Rachel, fu formale.

Non sembrò che avesse detto a Shelby nulla di quello che era successo, cosa che era insolita.

Shelby chiese a ciascuno di loro se ci fosse qualcosa che non andava ricevendo una bugia in risposta, tipo il non aver dormito molto quella notte ed un riacutizzarsi di un’improvvisa allergia.

Erano caduti in un silenzio imbarazzante, quando Hiram parlò.

“Allora… stavo pensando che potremmo prendere in considerazione l’idea di andar via alla fine del weekend” annunciò.

Shelby si accigliò.

“Questo weekend? Perché lo stai suggerendo? Abbiamo pagato per almeno altre due settimane”.

Rachel sembrò ancora più afflitta.

“Ma papà… Ci sarà il talent show. Volevo cantare.. Mi sto già preparando le canzoni.”

Blaine , da parte sua, non disse una parola.

Non gli era proprio venuto in mente l’idea di non avere i prossimi tredici giorni per cercare di capire esattamente cosa stava succedendo con Kurt e perché, e per questo rimase in silenzio, stordito.

Era già venerdì.

Se se ne fossero andati tra tre giorni , non avrebbe avuto tempo per nulla.

Forse avrebbe potuto vedere Kurt due o tre volte…sempre se Kurt lo avesse voluto rivedere puntualizzò una voce nella sua mente.. o forse non avrebbe più potuto rivederlo di nuovo.

Una sensazione di vuoto crebbe all’altezza dello stomaco , quindi ripoggiò il pezzo di toast nel piatto , sforzandosi di masticare ed ingoiare il morso che aveva appena dato che improvvisamente aveva il sapore del cartone.

“So che Blaine e Rachel hanno entrambi molte cose da fare per prepararsi per il college quest’autunno” stava dicendo Hiram, “ Ho pensato che due settimane in più avrebbe reso le cose più semplici . Sono sicuro che Max sarebbe disposto a rimborsarci”.

“Ma… lo show?” insistette Rachel.

Blaine vide che torceva il tovagliolo che aveva in grembo.

“Hiram.. stiamo tutti passando delle belle vacanze” disse Shelby sembrando confusa, “ Vuoi davvero che ce ne andiamo?”

Guardando i volti afflitti della sua famiglia, Hiram fece un sorriso forzato e si arrese.

“Va bene, va bene. Era solo un’idea. Restiamo se è davvero quello che volete”.

Non appena dei sospiri di sollievo arrivarono dalle persone sedute attorno al tavolo, Hiram si schiarì la gola e si rivolse a Rachel.

“Cosa vuoi cantare allo show, tesoro?”

“Beh” iniziò Rachel, sedendosi più dritta sulla sedia.

“ Stavo pensando a “I feel pretty “ o a “What would the simple folk do”. Cosa ne pensi papa?”

L’espressione sul viso di Hiram iniziò a rilassarsi un pò quando vide l’entusiasmo delle figlia.

“Credo che sembrino entrambe belle. Non vedo l’ora di ascoltare quale delle due sceglierai”.

Blaine emise un lento e lungo sospiro.

C’era ancora tempo.




Fu molto più facile di quanto pensasse Blaine riuscire a sgattaiolare per andare a far visita a Quinn.

Si aspettava che Hiram li avrebbe controllati come un’aquila, cosa che era, ma lui e Shelby avevano già programmato una partita di tennis con un’altra coppia per quel pomeriggio presto.

Non appena andarono via, Blaine e Rachel aspettarono dieci minuti abbondanti prima di dirigersi velocemente e cautamente verso la stanza di Quinn.

La trovarono vestita con abiti puliti e stesa sul letto, che era stato rifatto con lenzuola pulite.

Li salutò con entusiasmo , nonostante non si fosse alzata.

“Quinn.. ti trovo molto meglio” disse Rachel , prendendole le mani e sorridendole.

Lo era davvero, notò Blaine con sollievo.

Anche se non aveva il suo solito colorito roseo, il suo pallore era molto meno spaventoso rispetto all’ultima volta che l’avevano vista ed i suoi occhi erano luminosi e attenti.

“Grazie a tuo padre” rispose Quinn, “ Era qui stamattina, sapete. E’ un uomo meraviglioso. Grazie per averlo portato da me, Blaine.”

“Di nulla” disse, “Come ti senti?”

“Sto bene” disse Quinn con un debole sorriso, “ Starò bene”.

Blaine sentì i suoi occhi pungere.

“Quinn mi dispiace tanto.. non avevo idea…”

“Fermati” intervenne lei, “ Certo che non lo potevi sapere. Non c’era modo di saperlo. Io..” fu interrotta da un colpo alla porta che venne aperta da un sorridente Finn Hudson, prima che Quinn potesse rispondere.

Blaine notò che il sorriso sul suo volto si affievolì leggermente quando notò Blaine e Rachel .

Diede ad entrambi un piccolo cenno , i suoi occhi fissarono per un momento Rachel, che all’improvviso di agitò.

“Hey” lo salutò calorosamente Quinn, “Come sono andate le lezioni?”

“Oh..uh.. bene” disse Finn voltandosi verso di lei, “mi dispiace solo di non aver potuto essere qui tutta la mattina”.

“Va bene” disse Quinn, “Max si sarebbe insospettito se le avessi cancellate tutte. Ma hai mancato il dottor Berry.. è stato qui poco dopo che te ne sei andato”.

“Cosa ha detto?” Finn focalizzò la sua attenzione unicamente su Quinn e , con la coda degli occhi, Blaine vide Rachel accigliarsi.

Quinn faticò un po’ per tirarsi su a sedere.

“Ha detto che starò bene”.

I suoi occhi si illuminarono quando aggiunse “ E che posso ancora avere bambini un giorno”.

“Questa è una bellissima notizia, grande” disse Finn con sincerità.

Si mosse per aiutarla a sistemare un cuscino in più dietro la testa e poi tornò a sedersi , prendendo una sedia dall’altro lato della stanza.

“Allora” disse Quinn, guardando ciascuno di loro.

“Com’è andata l’altra sera?”

“Davvero bene” disse velocemente Finn.

“Si” disse Rachel, “ Non ho fatto l’alzata, ma è andato tutto bene.”

Finn inclinò leggermente la testa quando Rachel parlò, ed i loro occhi si incatenarono fino a quando Rachel arrossì voltandosi.

Blaine socchiuse gli occhi e cercò di incontrare il suo sguardo , ma Rachel si rifiutò di guardarlo.
.
Il volto di Quinn assunse un’espressione sospettosa.

“Questo è.. va bene” disse ripetendo le parole lentamente, il suo sguardo vagava tra Finn e Rachel.

Era ovvio che avrebbe voluto dire di più.

Blaine decise di farle un favore visto che aveva l’urgenza di chiedere a Rachel almeno una o due cose.

“Penso che sia il caso che andiamo” disse con finto entusiasmo, “Non vogliamo far insospettire i nostri genitori. Quinn sono davvero felice che tu ti senta meglio. Spero che possiamo tornare di nuovo presto”.

“Grazie” disse Quinn prendendosi un momento per fargli un sorriso veloce mentre lanciava un’occhiata a Finn con la coda dell’occhio.

“Ci vedremo presto” disse, abbracciando Rachel per le spalle, iniziando a trascinarla fuori dalla stanza.

“Arrivederci Quinn” disse Rachel prima di aggiungere un dolce e piuttosto prolungato “ Finn”.

Blaine aveva intenzione di chiedere a Rachel non appena fossero stati ad una certa distanza dalla camera di Quinn, ma i suoi piani furono sviati quando si imbatterono in un frettoloso Kurt sui gradini del portico.

I loro occhi si incatenarono e Blaine sentì che tutto in lui.. non solo il suo cuore, il suo stomaco o i suoi polmoni… ma tutto sobbalzò e si contrasse.

“Ciao “ sussurrò , solo che le parole vennero fuori come un soffio d’aria.

Kurt aprì bocca per rispondergli quando fu interrotto da Rachel che alzò velocemente le mani , afferrando le loro braccia con una forte presa.

“Sssshh!” ordinò.

“Rachel..” iniziò Blaine , guardandola sorpreso.

“Zitti” sbottò, guardando davanti a se, considerandoli a malapena.

Lasciò le mani dov’erano , trattenendoli.

Blaine si scambiò un’occhiata con Kurt che non fece assolutamente nulla per fermare la sensazione di calore allo stomaco.

A poco a poco percepì la voce di Quinn venire fuori dalla finestra aperta dietro di loro.

“Ascoltami” stava dicendo “ non possiamo farci coinvolgere con loro. Devi darci un freno”.

“Non è come.. “

“Finn” lo interruppe lei con voce piatta, “ lo posso vedere anche io , okay? Ed ho preso tanti antidolorifici nelle ultime venti ore. Non mi inganni”.

Si sentirono dei rumori all’interno, come se Finn stesse facendo avanti ed indietro nella stanza e poi lui sospirò.

“So cosa sto facendo, Quinn”
.
“Davvero?”

“Non lo so“ mormorò Finn , dopo un attimo di pausa, così piano che fu difficile sentirlo.

Le dita di Rachel si strinsero sul braccio di Blaine così forte da fare quasi male.

Kurt distolse lo sguardo, puntato su Blaine, fissando la ringhiera come se li ci fosse qualcosa di affascinante.

“Max sta solo cercando un pretesto per licenziarci, Finn. Saremmo già molto fortunati se non scoprirà il casino di ieri sera. Non aggiungiamo benzina sul fuoco.”

Sembrò passata un’eternità prima che Finn rispondesse.

“Forse hai ragione” .

Rachel sbuffò forte, lasciò le braccia di Blaine e di Kurt, si avvolse tra le sue braccia e continuò a scendere le scale.

Blaine la chiamò, quasi inciampando su un gradino e lei si voltò.

Il suo viso era rosso e i suoi occhi bagnati.

“No, Blaine… solo.. ho bisogno di un po’ di tempo da sola, ok?”

Blaine aggrottò le sopracciglia , abbassando la mano che aveva alzato per fermarla e guardò Rachel andar via in fretta, con la testa china e le spalle curve, facendola sembrare ancora più piccola di quello che era.

“Non hai intenzione di seguirla?” chiese Kurt facendolo sobbalzare.

“No” disse Blaine, “ Non ora. Diceva sul serio, credimi so quello che dico. La vedrò più tardi”.

Restarono in silenzio, senza guardarsi.

Erano a disagio, o almeno così pensava Blaine.

Sentiva il suo cuore battere forte nel petto mentre cercava ansiosamente, qualcosa da dire.. o almeno qualcosa che non fosse un disperato interrogatorio, iniziando da “Cosa ha significato per te” a “ Ammetteremo che è successo”.

Aveva un disperato bisogno di saperlo e prima che potesse ragionarci troppo, deglutì e chiese.

“Sei d’accordo con lei?”

Quando rialzò lo sguardo su di lui, vide Kurt accigliato per la confusione.

“Con chi?” chiese.

“Quinn” disse Blaine , la voce poco più alta di un sussurro.

“Credi che sia una cattiva idea se lo staff.. uh.. si fa coinvolgere da uno degli ospiti?”

“Oh!”

Sembrò come se gli fosse venuto appena in mente.

Spostò il peso da un piede all’altro, pensando e Blaine fu quasi sicuro di aver smesso di respirare nell’attesa.

“Penso.. che potrebbe potenzialmente essere una pessima idea”.

Blaine sentì il proprio cuore sprofondare , ma Kurt non aveva finito di parlare.

“Ma penso anche sarebbe meglio giudicare ogni situazione separatamente. Quindi.. credo che potrebbe essere una buona cosa se le ragioni fossero quelle giuste”.

Si guardarono negli occhi e sembrò loro che con quelle parole volesse comunicare molto di più.

“Oh.. bene .. questo è .. giusto” disse Blaine stupidamente, “cioè .. è un buon modo di vedere le cose.. Concordo.. anche questo potrebbe essere una cosa buona”.

Kurt sorrise leggermente ed anche Blaine gli restituì un piccolo sorriso, lasciandosi sfuggire un sospiro tremante che sciolse un po’ della tensione del suo corpo.

Poté sentire, dietro di loro, Finn e Quinn continuare a parlare di altro.

“Allora… sai che puoi affittare delle canoe giù al lago?” chiese Kurt.

Blaine scosse la testa al repentino cambio di argomento.

“Cosa?”

“Canoe. Le tengono giù alla darsena vicino al lago. L’hai vista?”

“Uh.. penso di sapere dov’è, si..”

Blaine socchiuse gli occhi e si grattò la nuca.

Kurt gli stava chiedendo di andare in canoa?

Ma poi Kurt abbassò la voce, pur mantenendo un’espressione neutrale.

“Ci possiamo incontrare li? Più tardi?”

A queste parole il cuore di Blaine batté forte di nuovo.

“Si.. cioè .. deve essere piuttosto tardi . Io e Rachel siamo ai ferri corti con suo padre. Dobbiamo cercare di appianare le cose, quindi non posso sparire di nuovo. Ma posso sgattaiolare via più tardi. Dopo che sono andati a dormire”.

Kurt annuì.

“A che ora? Non ti preoccupare di far tardi”.

“Penso che probabilmente staremo insieme stasera per passare del tempo in famiglia, quindi  andremo a letto presto… 10:30?”

“Alle 10:30 va bene. Lascerò la porta socchiusa.. solo.. entra..”

“Okay” mormorò Blaine.

Si stavano guardando in modo piuttosto sospetto ora, così Kurt distolse lo sguardo per guardarsi intorno.

Non c’era nessuno nelle vicinanze, ma c’erano alcuni membri dello staff sul portico dell’edificio di fronte ed altri in giro sul sentiero di fronte a loro.

Kurt si schiarì la gola.

“Devo andare dentro per vedere Quinn. Quindi credo che ci vediamo più tardi".

“Ci vediamo più tardi” gli fece eco Blaine mentre si precipitava giù per le scale, passandogli accanto.

Sentì l’odore del fresco profumo di Kurt e percepì il dorso della mani di Kurt sfiorargli il polso, ma non aveva idea se fosse stato intenzionale o meno.

Voleva voltarsi , per guardare Kurt fin quando fosse sparito o vedere se lo stava guardando anche lui, ma sapeva per istinto che non fosse saggio.

Invece tenne lo sguardo fisso e un’andatura costante, anche se si sentiva come se avesse potuto correre fino alla sua stanza ed avere ancora energie da bruciare.



Mentre si dirigeva verso la darsena quella sera, sentiva le farfalle allo stomaco .

Anche se aveva accettato rapidamente e prontamente la proposta di incontrarsi con Kurt di nuovo… e non poteva nemmeno immaginare di dire di no… non sapeva cosa aspettarsi e quello lo confondeva.

Non era riuscito a pensare ad altro per tutto il giorno ed era abbastanza sicuro di aver considerato ogni possibilità di cui preoccuparsi .

Aveva immaginato che Kurt avesse cambiato idea cercando di sottrarsi a quello di cui avevano parlato quella mattina presto ed avrebbe usato questa opportunità per rifiutare i sentimenti di Blaine senza mezzi termini.

Era preoccupato che Kurt volesse vederlo di nuovo solo perché Blaine era disposto… a farlo.. con altri uomini.
.
Blaine non sapeva cosa avrebbe fatto se fosse stato questo il motivo.

Non era sicuro di essere pronto a fare solo questo con Kurt, ma aveva paura che avrebbe accettato se questo fosse stato quello che avrebbe potuto avere da lui.

Ma il peggiore di tutti era il pensiero di arrivare alla darsena e di non trovarci Kurt , e Blaine avrebbe dovuto vivere il resto della sua vita sapendo che per Kurt lui non significasse nulla.

Aveva passato molto tempo a cercare di scacciare questi pensieri, ma gli restarono attaccati come se fossero attaccati ad una ragnatela.

Invece quando Blaine arrivò alla darsena.. che era un nome un po’ pretenzioso per quella che era una grande e semplice baracca.. la porta era socchiusa, proprio come aveva promesso Kurt.

Blaine entrò e la richiuse .

L’interno era poco illuminato , ma la grande porta che dava sul lago era mezza aperta e la luce dall’unica lampada all’esterno dell’edificio fu sufficiente.

Blaine poté vedere il fascino di usare la darsena per un incontro clandestino… la riva del lago appena fuori dalla porta così la possibilità che qualcuno passasse era bassa.

Blaine sbatté le palpebre cercando di mettere a fuoco gli scaffali pieni di canoe.

C’erano mensole sul muro apposto, pieni di cose che Blaine non riusciva a vedere al buio.

Ce n’erano anche accanto alla lunga e stretta panca su cui era seduto Kurt.

“Ciao” sussurrò quando vide che Blaine lo aveva trovato.

“Ciao” rispose Blaine sussurrando .

“Siediti” disse Kurt, indicando lo spazio accanto a lui.

Blaine annuì, avvicinandosi lentamente.

Quanto vicino si sarebbe dovuto sedere?

Sentì che non fosse appropriato accoccolarsi accanto a Kurt.. nonostante quello che era successo la sera prima, così si assicurò di lasciare un po’ di spazio tra loro quando si sedette.

“Sono contenta che tu abbia accettato di vedermi “ disse Kurt.

Aveva lo sguardo basso , sulle mani in grembo, quindi Blaine fece lo stesso.

“Sono contento che tu me lo abbia chiesto”.

Blaine non poté negare la veridicità di queste parole, nonostante il nervosismo.

Si sentì come se non riuscisse a trovare le parole giuste.. dal fatto che ci fossero tante cose di cui parlare.

“Vuoi parlarne?” chiese Kurt con voce appena udibile.

Blaine fece un cenno.

“Io.. mi chiedevo.. Quando lo hai capito?” chiese esitante.

“Di me o di te?”.

La risposta fu una sorpresa per Blaine.

“Beh, io volevo sapere di te” disse Blaine, “ ma ora che ne parli, anche di me”

Kurt si lasciò scappare un sospiro che sembrò quasi una risata.

“Di te? La scorsa notte.”

“Davvero?”

“Io.. se devo essere onesto , me lo ero chiesto.. ma non pensavo che sarei stato…” Kurt si interruppe bruscamente, “ Voglio dire.. non ne ero sicuro fino .. alla scorsa notte”.

“Oh!”

C’erano così tante cose che avrebbe voluto chiedere.. tipo “Quando te lo sei chiesto?” e “Perché?” e “Avresti lasciato passare tutta l’estate senza esserne sicuro”… ma non era completamente sicuro di voler sapere tutte le risposta.

“Cosa mi dici di te?” chiese invece, “Quando lo hai capito?”

Kurt restò in silenzio per così tanto tempo che Blaine alzò lo sguardo per assicurarsi che si fosse arrabbiato .

Trovò Kurt con ancora lo sguardo fisso sulle sue mani, pensieroso.

“Credo di averlo sempre saputo” disse infine “ma ho capito cosa davvero significava solo quando ho iniziato il liceo”.

“Quindi cos’è che ti ha fatto capire…”

Blaine si interruppe, non sapendo come formulare la domanda.

Kurt prese un respiro per calmarsi .

“Avevo una cotta per un ragazzo”.

Blaine non poté fare a meno di sentirsi a disagio a quell’ammissione.

“Hai mai.. detto qualcosa? Fatto qualcosa?”

Kurt prese un respiro più profondo questa volta.

“Oh dio no.”

“Ha reso le cose più difficili?”

“Ha reso difficile cosa?”

“Essere.. quello che sei. Ha reso più difficile integrarti con gli altri?” chiese Blaine.

Percepì lo sguardo di Kurt su di se, ma restò a testa bassa.

“Sono stato preso di mira un bel po’ a scuola” disse Kurt, “Ci sono molte cose di me che mi rendono diverso. La mia voce per esempio. Ma le cose sono andate un po’ meglio quando sono entrato nella squadra di football”.

“Hai giocato a football?” lo interruppe Blaine alzando la testa.

Kurt sorrise.

“Non hai detto che non bisogna giudicare un libro dalla copertina?”

“Si! Subito dopo avermi incolpato per il fatto che amo il football, come fosse una cosa brutta!”

“Non ho mai detto che fosse una cosa brutta”.

“Lo hai sottinteso!”

“Non l’ho fatto. Ho solo pensato che fossi il tipo di persona che piace il football. Ed avevo ragione”.

“Mentre dimenticavi di dire che anche a te piace il football”.

“Beh.. non è proprio vero. Non amo il football, ma non lo odio nemmeno” disse Kurt scrollando le spalle.

“Il nocciolo della questione è che posso calciare una palla ad una distanza di 60 yards. O potevo comunque.

Non sono nemmeno un cattivo punter * all’occorrenza.

Ero il migliore di tutti a scuola e questo mi ha aiutato.

Saresti sorpreso di come le cose cambino quando sei capace di calciare dei colpi vincenti con uno o due calci piazzati .

Sono anche uscito con una cheerleader grazie a questo”.

“Una ragazza?” chiese Blaine, sentendosi ridicolo non appena queste parole uscirono dalla sua bocca”.

“Si una ragazza. Si chiamava Brittany ed era molto dolce. Non penso comunque di essere stato davvero il suo tipo. Lei di sicuro non era il mio.”

“Ma perché..?”

Kurt si piegò leggermente su se stesso , la spensieratezza svanita.

“Ha reso le cose più facili per un po’. Eravamo amici, più o meno.

Ci siamo divertiti insieme.”

“Capisco” disse Blaine.

Si chiese se avrebbe fatto qualche differenza se fosse uscito più di un paio di volte con le poche ragazze che gli aveva presentato Rachel durante gli anni.

Forse Mary Alice.. era stata la più carina, e se fosse uscito con lei, l’avrebbe accompagnata spesso in giro; non si sarebbe perso tante feste , tanti balli e tanti pomeriggi in gelateria.

“Blaine?” chiese Kurt, “ è stato… difficile per al liceo?”

“Di certo non sono triste che sia finito” rispose , odiando , immediatamente, il tono amaro nella sua voce.

“Mi dispiace” disse Kurt discretamente.

Blaine si pentì di aver dato una così superficiale risposta, visto che Kurt era stato così esplicito e che quindi meritasse delle migliori spiegazioni.

“Il liceo non è stata la cosa più facile per me” iniziò, “ Non mi sono mai sentito integrato, almeno non al McKinley.

Sai che i miei genitori sono morti. E’ successo poco prima degli esami finali del primo semestre del mio secondo anno .

Ero alla Dalton allora, a Westerville.

Non ho fatto i test e non ho avuto la possibilità di tornare per finire l’anno.

L’autunno dopo ho iniziato di nuovo l’anno al McKinley.

Quindi quando arrivai li ero lo studente appena trasferito, ed ero più grande di tutti in classe oltre ad essere il cugino di Rachel.”

Kurt ridacchiò .

“E questo sarebbe un punto a tuo sfavore?”

“Per molte persone, questo non era un punto a mio favore.

Poi lei non sapeva che alla fine mi sarei trasferito, quindi aveva parlato di me con molte persone.

Ha parlato di me per anni”.

“Di..” Kurt non finì la domanda, ma dal tono Blaine riuscì a capirne il significato.

“No! No.. lei non lo sa. Nemmeno io lo sapevo a dire il vero. No.. io..” Blaine deglutì.

Era già arrivato così lontano.

Quanto poteva diventare brutta la situazione se Kurt avesse saputo tutta la verità?

“Sono nato nelle Filippine. Io sono… mezzo bianco” concluse velocemente.

Non era le parole che usava di solito, perché erano troppo forti e spiacevoli quando le diceva.

“Rachel diceva questo agli altri?”

La voce di Kurt aveva un tono incredulo, quasi arrabbiato.

“Oh no! Cioè.. si ma non con cattiveria” disse subito Blaine.

Guardò Kurt che aveva un’espressione dura sul viso.

“Rachel è sempre stata davvero affascinata da quello che mio padre e suo padre avevano fatto durante la guerra.

E’ così orgogliosa di loro che quasi li venera.

Quindi raccontava a tutti le loro storie, come le conosceva, per così tanto tempo.

Non poteva in alcun modo sapere che questa cosa potesse crearmi problemi.

A lei non importa che io non sono .. di qui!”

Quando Blaine si azzardò a lanciare un’occhiata a Kurt vide che il suo volto era più rilassato e che non lo stava giudicando, vide solo …una curiosità crescente.

“Vuoi parlarne?” chiese Kurt.

“Non c’è molto di cui parlare, in realtà

Mio padre era nelle Filippine durante la guerra.

Si sono incontrati, sposati ed hanno avuto me.

Ma ai GI* che si erano sposati oltreoceano non era permesso portare le loro mogli con loro negli Stati uniti fin quando la guerra non fosse finita.

Sono arrivati qui quando ormai avevo tre anni e mezzo “.

“Ti ricordi qualcosa? Del vivere li intendo”.

Blaine non poté nascondere lo stupore… Kurt smetterà mai di sorprenderlo?

Non aveva reagito a questo aspetto della sua vita come si era aspettato.

“Solo vagamente. Frammenti .E quando siamo arrivati qui, tutto quello che mia madre voleva per noi era essere considerati americani, quindi non me ne parlava mai molto.

Non ha mai nemmeno cucinato qualcosa di filippino.

Comprava solo Wonder bread*, per la miseria.

Mi sento come.. come se avessi perso una gran parte di me e non posso nemmeno più chiederglielo”.

Con un sussulto si rese conto di aver divagato di nuovo, o meglio.. di essersi sfogato.

“Scusa”.

“Blaine non ti scusare” disse Kurt severamente, avvicinandosi a lui, “Ci deve essere un modo per saperne di più se vuoi. Forse su qualche libro puoi trovare qualcosa”.

“Un giorno” disse con calma Blaine, “Non sono ancora pronto, ma spero di esserlo un giorno”.

Il tocco caldo della mano di Kurt sulla sua spalla lo fece sussultare, ma Kurt gliela strinse leggermente in risposta.

Poi, sorprendendo Blaine, fece scorrere la mano giù per il braccio fino a prendergli la mano con una stretta leggera ma ferma.

“Lo spero anche io” disse, “ e mi dispiace che le persone ti abbiano fatto stare male solo perché eri leggermente diverso”.

Blaine riusciva a malapena a rispondere; sopraffatto , improvvisamente, dalle emozioni e da qualcos’altro.. una sensazione di calore che sentì nello stomaco quando Kurt aveva preso la sua mano che veniva attraversata da scosse di elettricità ogni volta che Kurt la accarezzava col pollice.

“Direi che sono molto diverso.. ma ..grazie” riuscì a dire.

“Beh” rispose Kurt con tono scherzoso, “ Essere diverso può essere molto bello.

Pensa quanto noioso sarebbe il mondo se tutti ascoltassero Jan e Dean * e nessuno ascoltasse Etta James.”

Nonostante il nervoso e tutte le emozioni che stava provando, Blaine ridacchiò.

“Stai cercando di dirmi che non ti piace “Surf city”?”

“Ti assicuro che non mi importa nulla se ci sono due ragazze per ogni ragazzo” disse altezzosamente Kurt.

Blaine spalancò la bocca prima di ridere sorpreso e Kurt gli strinse la mano.

Erano molto più vicini di quanto Blaine ricordasse.. di quanto lo erano stati quanto Blaine si era seduto.

“Inoltre non è “Surfin’ Usa”. Ma.. d’altronde cosa lo è?”

Blaine non poté fare a meno di sorridere, sentendosi quasi esplodere per la gratitudine perché si sentì rilassato.

Non aveva idea di come avesse fatto Kurt, e così velocemente poi… fu qualcosa di più di semplici battutine.

Il suo cuore era leggero, ed anche se stava già battendo forte per il sorriso di Kurt, riuscì a trovare il modo di accelerare ancora quando Kurt eliminò definitivamente la distanza tra loro , premendo le loro gambe tra loro, dalle anche al ginocchio, e lo baciò.

Il loro bacio fu dolce, lento e voluto, completamente diverso dai baci che avevano condiviso la sera prima e sembrò avere un significato diverso.

Si prese il suo tempo, succhiando leggermente il labbro superiore di Blaine poi quello inferiore, senza muoversi per toccarsi da altre parti solo dove già si toccavano.

Blaine strinse di più le loro mani unite , poggiate nel punto dove le loro gambe si toccavano.

Si sporse in avanti per inseguire tutte le sensazioni che quel bacio gli stava donando, quando Kurt si allontanò , separando le loro bocche con un dolce suono.

Col respiro affamato, Kurt appoggiò la fronte su quella di Blaine.

“Essere diversi può essere bello” ripeté, sussurrando questa volta.

“Davvero bello” mormorò Blaine.

Kurt poggiò la mano libera sulla guancia di Blaine e riunì le loro labbra di nuovo.

 
 

NOTE

Punter = Il punter (P) o Kicker nel football americano è il giocatore che calcia per allontanare la palla il più lontano possibili dalla propria end zone quando generalmente tre dei quattro tentativi per ottenere il down non sono andati a buon fine.
G.I. è un acronimo utilizzato per descrivere i soldati dell'Esercito degli Stati Uniti d'America e degli avieri dell'Aeronautica Militare Americana.
Wonder bread= è il pane che si usa per i toast, tipo il nostro pancarrè.
Jan & Dean è stato un duo rock and roll formato da William Jan Berry (3 aprile 1941 – 26 marzo 2004) e Dean Ormsby Torrence (10 marzo 1940).
Il loro stile musicale apparteneva alla "surf music", genere che fu ripreso e reso popolare in seguito dai Beach Boys.
https://www.youtube.com/watch?v=xjwFsS_vmnY ..qui potete ascoltare, se volete , Surf City.
Etta James, nome d'arte di Jamesetta Hawkins, soprannominata occasionalmente Miss Peaches (Los Angeles, 25 gennaio 1938Riverside, 20 gennaio 2012), è stata una cantante statunitense jazz, blues, rhythm and blues e gospel.
La sua canzone più famosa è “At last”.  https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DS-cbOl96RFM&h=qAQH3LaqB.. Qui se volete ascoltare ( il kledding.. OMG..)


http://archiveofourown.org/works/610563/chapters/1110651

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Quando la mattina dopo Blaine si svegliò, passò molto tempo a letto , con la testa appoggiata alla braccia, a guardare il soffitto .

Pensò che forse ora aveva capito.

Lui e Kurt si erano baciati per quelle che erano sembrate ore la notte prima.

Si erano baciati a lungo e senza fretta, fin quando Blaine sentì le sue labbra fremere, perché gonfie e bagnate, e quando ci passò la lingua sopra sentì che non avevano solo il suo solito sapore.

Si erano presi tempo per “sentire” invece di “afferrare” e Blaine si concesse di toccare il collo e la mascella di Kurt, le sue spalle, la schiena ed i suoi fianchi.

Amò anche la sensazione delle mani di Kurt su di se.. delicate sul viso, aperte e grandi quando accarezzavano lo spazio tra le scapole e forti quando lo tenevano stretto.

Si erano baciati così a lungo che Blaine realizzò, improvvisamente, di non poter più ignorare il dolore al collo e il modo in cui la scomoda panca gli stesse ferendo la parte posteriore delle gambe per un secondo di più; per poi rovinare quasi tutto quando si allontanò da lui e disse:

“Non posso più farlo”.

Quando mise a fuoco il volto sconvolto di Kurt, si sentì in colpa per le parole che erano appena uscite dalla sua bocca, incapace poi di spiegarsi più chiaramente e velocemente possibile.

Ruotando gli occhi , Kurt prese una coperta da… da chi sa dove.. e spinse Blaine su di essa, ridendo.

Era tutto perfetto e davvero, davvero molto comodo, fin quando Kurt si arrampicò su di lui.

Blaine cercò di fare del suo meglio per ignorare la sua erezione, ma fu impossibile farlo col peso del corpo di Kurt su di lui, che lo teneva giù contro le assi del pavimento sotto la coperta.

Si sentì dolorante nel giro di pochi minuti, e dopo poco stavano facendo quello che avevano fatto contro il muro nell’aula di danza.

Kurt afferrò la parte posteriore del ginocchio di Blaine per poi spingersi duramente contro di lui…poi gli fu addosso velocemente .

 Alla fine tutto fu diverso.

Scivolò via da lui , senza allontanarsi , spostando la mano di Blaine dalla sua nuca a cui , evidentemente, si era aggrappato, stringendosi al colletto della maglietta di Kurt.

Mettendosi di fianco a Blaine e distendendosi sulla schiena, Kurt trovò la sua mano intrecciandola con la propria.

Per alcuni minuti, nessuno dei due parlò, poi Blaine ritornò in se lentamente , ascoltando il rumore dolce del lago mentre i loro respiri rallentavano e si calmavano.

Si rese conto ancora una volta di sentirsi a disagio e appiccicoso.. non aveva mai pensato a quanti problemi portassero questo genere di cose e che probabilmente avrebbe dovuto pensarci dieci minuti prima.

A ripensarci , la notte precedente era stato grato di aver indossato dei jeans scuri e di avere il bagno di sotto, per non parlare del fatto che si fosse sentito anche sopraffatto della emozioni per prestare le giuste attenzioni al suo disagio.

Ora era fin troppo consapevole di essere sdraiato sul pavimento di quello che era in pratica  un capannone e che era costretto in un modo o nell’altro a tornare nella sua stanza.

Poi, con la coda dell’occhio, Blaine vide Kurt voltare la testa per guardarlo in volto.

Blaine fece lo stesso e tutto svanì quando guardò timidamente gli occhi di Kurt.

“Ciao” sussurrò Kurt per la seconda volta quella sera.

“Ciao “ rispose Blaine.

E poi , avendo bisogno di aggiungere altro, si lasciò scappare quello che era letteralmente l’unico altro pensiero.

“Mi sento davvero bene”

Tu mi fai sentire davvero bene” disse velocemente Kurt ed il rossore che stava svanendo, si accentuò di nuovo sul suo viso.

Blaine sorrise mentre rimasero a guardarsi per qualche secondo.

Sentì una sensazione di calore diffondersi in petto, lievitare come il pane, fino a riempirgli il cuore.

Kurt si agitò e ruppe l’atmosfera per primo, schiarendosi la gola.

“Quello che volevo dire.. è che possiamo andare verso l’edificio principale senza farci vedere usando la porta sud a quest’ora.

Ci sono dei bagni li.

E ci vuole solo un minuto per arrivarci.”

Blaine sospirò , diviso tra la voglia di prendere in giro Kurt per la sua praticità e la voglia di maledire il fatto che quella probabilmente era la cosa migliore da fare.

Così si limitò a dire “Okay”, e Kurt si chinò a baciargli la fronte prima di tirarsi su.

Come aveva detto Kurt, la strada che costeggia il lago era libera.

Lo spettacolo di quella sera .. uno spettacolo comico all’auditurium.. era finito da tempo e sembrò non esserci nessuno in giro.

Circostanza fortunata, pensò Blaine, visto che lui e Kurt si stavano comportando come dei terribili agenti segreti.

Si scambiavano sguardi imbarazzati e delle risate , avvicinandosi l’un l’altro per poi ricordarsi che era meglio non farlo.

Dopo aver fatto a turno tutto quello che potevano per rendersi presentabili, Kurt spinse Blaine nel bagno e lo baciò di nuovo, ancora ed ancora prima che si dessero la buonanotte e si diressero ognuno per la propria strada.. non senza essersi organizzati per rivedersi la sera dopo.

Allora Blaine pensò che forse iniziava a capire finalmente quello di cui parlavano i suoi compagni di scuola per anni.

Si sentì come se si fosse guadagnato il permesso di entrare in un club privato o come se fosse riuscito a nascondersi senza farsi notare.

Era tutto nuovo per lui, puro e fragile come un germoglio che fiorisce dal terreno non appena il freddo è finito.

Voleva ridere .. i suoi nervi gli impedirono di mangiarsi le unghie fino a ridurle a zero.. e lo desiderava.

Bramava rivedere Kurt da quando si erano augurati la buonanotte la sera prima.

Nonostante sapesse di poter rimanere tutto il giorno a letto, Blaine era consapevole che questo avrebbe solo reso il giorno più lungo, quando tutto quello che voleva fare era chiudere gli occhi e riaprirli per vedere che l’orologio segnasse le 7:30, l’ora in cui si sarebbe visto con Kurt.

Gemendo , Blaine si tirò su e, quando aprì la porta , fu sorpreso di vedere Rachel passargli accanto.

Aveva un’aria smarrita, i suoi occhi erano gonfi e rossi, con delle brutte occhiaie.

Blaine si vergognò ricordandosi, all’improvviso, che, solo perché lui era al settimo cielo, questo non significava che lo fossero tutti.

“Buongiorno” disse.

“..giorno” rispose Rachel apaticamente, rendendo chiaro il motivo per cui non aveva aggiunto il “buono”.

“Ti senti un po’ meglio?” chiese Blaine cauto.

Rachel aveva evitato tutti i suoi tentativi di parlarle dal giorno prima.

Era sparita per un po’ poco prima di cena, e sembrò ancora più triste quando tornò, così Blaine ebbe il forte sospetto che Finn non avesse cambiato idea dopo aver lasciato la camera di Quinn.

“Come pensi che stia?” mormorò Rachel.

Sembrava.. raffreddata.

“Io.. beh.. pensavo..” balbettò Blaine, “speravo che forse una buona nottata di riposo avrebbe aiutato. Forse una buona colazione?”

“Non vengo a fare colazione”.

“Rachel..”

“No.. “insistette Rachel , “ ho già detto a papà che non mi sentivo bene. E’ per la mia allergia.”

Blaine la guardò sentendosi inutile.

“C’è qualcosa che posso fare? Ti va di parlarne? Per favore?”

Rachel scosse la testa.

“Davvero non voglio, oltretutto non c’è molto da dire.

E se ti promettessi che mi unirò per pranzo , ti sentiresti un po’ meglio?”

“Si” disse Blaine e si sentì davvero un po’ meglio.

Non molto, ma almeno era qualcosa.

“Allora prometto di venire a pranzo con voi. Nel frattempo vado a stendermi”.

“Okay” .

Blaine vide Rachel tornare in camera per poi chiudere la porta, con un’espressione preoccupata sul viso.



Rachel mantenne la parola, uscendo dalla propria stanza e dirigendosi verso l’edificio principale poco prima di mezzogiorno.

Assicurò tutti loro di sentirsi molto meglio, ma il viso pallido e la voce nasale raccontavano un’altra storia.

Hiram e Shelby si scambiarono uno sguardo preoccupato ma nonostante questo, fecero finta di nulla , non aggiungendo altro.

Avevano quasi finito il loro pasto.. consumato prevalentemente in silenzio , intervallato da improvvise e formali chiacchiere.. quando Jacob Ben Israel si avvicinò al loro tavolo con un blocchetto in mano.

“Buongiorno a tutti” disse, il suono della sua voce fece rabbrividire Blaine, “ Vi state godendo il pranzo? Bene, bene.

Rachel , ho visto che ti sei iscritta al talent show.

Volevo assicurarmi che tu potessi venire in auditorium  domani mattina alle dieci in punto per la prima prova.”

Rachel annuì senza entusiasmo.

“Certo. Sembra magnifico. Sarò li”.

“Bene! Mio zio mi ha affidato lo show quest’anno. Non vedo l’ora che inizi”.

“Meraviglioso“ disse Rachel con un sorriso forzato.

Jacob prese nota sul blocco e poi si voltò a guardare Blaine, indicandolo con la matita.

“Ci sarai anche tu , giusto Blaine? Ho bisogno di te per il materiale scenico.

Blaine si trattenne dal roteare gli occhi , scegliendo invece di rispondere con finta cortesia come aveva fatto Rachel.

“Sicuro. Sembra divertente.”

“Perfetto!. Vi vedrò entrambi domani allora”.

Con un ultimo sguardo di commiato a Rachel , se ne andò velocemente così come era arrivato.

Rachel, fulminando Jacob con lo sguardo, si voltò verso Blaine.

“Blaine.. gli parlerò”  disse , sembrando più animata di quanto lo fosse stata per tutto il giorno.

“Se gli chiedo di farti cantare, lo farà”.

Ma Blaine scosse la testa.

“Non preoccuparti di questo Rachel. Non mi interessa, davvero.”

Gli sarebbe piaciuto molto far parte dello show, ma era così occupato con Kurt, che a malapena avrebbe trovato il tempo per essere triste.

“Ma Blaine.. tu sei un ottimo cantante e non può negarti il diritto di farlo solo perché…

“Rachel” la interruppe Blaine, prendendo la mano.

“Va tutto bene. Davvero. Fin quando canterai tu, io sono felice.

Non è necessario che ti tormenti”

“Beh.. okay” disse con calma, “ se ne sei sicuro”.

“Sono sicuro”.

Tornarono tutti al loro pranzo, ma avevano fatto appena pochi bocconi che Rachel posò la forchetta nel piatto , spostando la sedia all’indietro rumorosamente.

“Torno subito” disse e corse via senza aspettare risposta.

Blaine scambiò uno sguardo confuso con Hiram e Shelby , ma scrollarono tutti e tre le spalle.

Blaine si guardò in giro per la sala da pranzo furtivamente, aspettandosi quasi di vedere Finn da qualche parte, anche se lo staff non aveva mai mangiato con gli ospiti.

Ma quello che vide fu anche peggio.

Blaine scorse il prendisole giallo di Rachel dall’altra parte della sala da pranzo, uno o due minuti dopo, e sentì una spiacevole sensazione allo stomaco , quando la vide parlare con Noah.

Aveva, immediatamente, notato dei cambiamenti in lei.. il modo in cui lo guardava con civetteria da sotto le ciglia ed un sorriso che sembrava riservato solo a lui.

Quando Rachel allungò una mano per toccargli il braccio , Blaine strinse gli occhi.

Voleva quasi lanciarsi dalla sedia per attraversare la sala e creare fisicamente una barriera tra loro.

Per fortuna Rachel scelse qual momento per lasciare Noah salutandolo con un gesto della mano, ma a Blaine non piacque il modo in cui lo sguardo di Noah la seguì mentre tornava al tavolo.

Non c’era nulla che potesse dirle quando tornò a sedersi , non certo davanti ai suoi genitori e Rachel si rifiutò fermamente di incontrare il suo sguardo.

Frustrato lasciò la forchetta sul tavolo coprendo gli avanzi del suo pranzo con un tovagliolo.

“Hai finito di pranzare, Blaine?” chiese Hiram, piegando il tovagliolo e posandolo di lato al piatto.

“Pronto per fare un salto al campo da golf?”

Nel disperato tentativo di riempire il suo pomeriggio, Blaine aveva accettato l’insistente invito di uno degli amici di Hiram , durante la colazione , di insegnargli come usare una mazza da golf.

Aveva anche sperato che questo potesse servire a fare pace con lo zio, che non trattava Blaine nello stesso modo che faceva prima dell’emergenza di Quinn.

Rachel non alzò lo sguardo quando si alzarono , concentrata invece a giocherellare con le verdure nel piatto.

Avrebbe dovuto trovare un modo per parlarle più tardi , anche se ancora non era sicuro di quello che poteva dirle senza tradire la fiducia di Quinn.

Ci doveva essere qualcosa da poterle dire.

“Certo” disse voltandosi verso Hiram , “ Andiamo”.



Rachel continuò ad evitare Blaine per tutto il resto del pomeriggio.

Dopo aver imparato tutti i modi principali per posizionare una pallina da golf, Blaine era tornato in camera per trovare un bigliettino di Shelby.

“Io e Rachel stiamo andando a fare le prove per le canzoni  poi andremo in piscina. Puoi unirti a noi se vuoi!”

Blaine sospirò.

La piscina , sempre piena nelle giornate soleggiate, non era il luogo ideale per provare a parlare con Rachel e sapeva che lei si sarebbe rifiutata di andare da qualche parte per parlare.

C’erano ancora un paio di ore prima di cena, così Blaine decise di andare a correre, sperando che il tempo passasse un po’ più in fretta.

Non era al meglio.. si sentiva a pezzi e teso, non riusciva a trovare un buon ritmo ed i suoi pensieri si alternavano tra Kurt e Rachel , passando da buoni a cattivi ad ogni passo.

Il pomeriggio finì finalmente così come il suo strisciare in giro agonizzante; dopo Blaine fece la doccia, si cambiò e fece un altro tentativo infruttuoso di leggere il libro giallo che aveva preso in prestito .

A cena , Blaine osservò attentamente Rachel e fu molto contrariato di vederla scambiarsi sguardi significativi con Noah per tutta la cena, anche se Noah non stava servendo il loro tavolo.

Dopo cena , Hiram e Shelby se ne andarono in albergo a bere qualcosa con un paio di nuovi amici, permettendo a Blaine e a Rachel di tornare da soli nella loro stanza.

“Rachel… cosa stai facendo?” sussurrò non appena furono abbastanza lontani da tutti.

“Non so di cosa stai parlando?” disse Rachel altezzosamente.

“Cosa sta succedendo tra te e Noah?” chiese Blaine, “perché non è proprio un bravo ragazzo”.

“Non lo conosci” disse Rachel.

“Nemmeno tu “ replicò Blaine.

“Quindi questo significa che uno di noi due ha ragione” puntualizzò Rachel , continuando a camminare guardando dritto davanti a se, schiena dritta e testa alta.

Blaine sospirò , ricordandosi con quanta serietà Quinn lo aveva pregato di mantenere il segreto con Rachel .

“Non mi piace” disse alla fine pur sapendo che queste parole erano troppo scarse ed inefficaci.

“Oh Blaine. Non essere sciocco. Sai che trovo dolce quando cerchi di proteggermi , ma ho 18 anni adesso.

So cavarmela da sola.

Dagli una possibilità”

Blaine si sentì sconfitto.

Non c’era nessuna possibilità che Blaine le dicesse la verità ma, se avesse continuato a pressarla senza darle un ottimo motivo per cui la stava facendo così lunga, Rachel si sarebbe arrabbiata.

“Fai solo attenzione quando sei con lui okay?” le chiese implorante.

“Lo sono sempre” disse Rachel, troppo fiduciosa e quindi poco rassicurante.



Un silenzio gelido si instaurò tra Blaine e Rachel mentre tornavano in camera.

Forse fu per questo che Rachel non fece domande quando Blaine le disse di aver bisogno d’aria.

Si incamminò lentamente, ignorando la voglia di accelerare il passo.

Kurt aveva chiesto a Blaine di incontrarsi all’inizio di un sentiero che non era però riuscito a trovare sulla mappa gratuita delle escursioni dell’hotel.

Non era molto lontano dall’area dello staff, così Blaine si diresse verso quella direzione, cercando anche di decidere quale scusa avrebbe trovato per spiegare come mai era stato così tanto tempo fuori.

Era molto preoccupato per Rachel , ma non appena vide Kurt appoggiato ad un albero in sua attesa, tutti gli passò per la mente.

Blaine ricordò immediatamente il giorno in cui era stato con Kurt a guardare la prima prova di Rachel, quando ancora non era sicuro che Kurt avrebbe voluto parlare con lui.

Gli sembrò come se tutto fosse accaduto milioni di anni fa o come se fosse capitato a qualcun altro, specialmente quando vide come il viso di Kurt cambiò espressione non appena lo aveva visto.. gli occhi di Kurt  si illuminarono così come sul suo viso apparve un sorriso riservato solo per Blaine.

“Ciao” Blaine salutò Kurt quando gli fu abbastanza vicino.

Mise le mani in tasca per paura di non essere in grado di fermarsi dal raggiungerlo e toccarlo se non lo avesse fatto.

“Non credevo fossi un escursionista” disse Blaine scherzosamente, combattendo la voglia di farlo.

“Oh.. non lo sono “ lo assicurò Kurt, “ non andiamo così lontano. C’è un bel posto qui su da cui poter guardare il tramonto. Andiamo”.

Blaine gli si affiancò e lo seguì lungo un sentiero sterrato , che si arrampicava su nella foresta per poco più di un centinaio di metri.

Uscirono dal bosco per ritrovarsi in una radura dove, con grande sorpresa di Blaine, c’erano un gazebo in rovina e una panca di legno.

Poco più avanti , il sentiero si apriva mostrando una vasta vista sulla montagne ed i giochi di luce ed ombra su di essa e sul lago creati dalla luce del sole del tardo pomeriggio.

“Wow” disse Blaine superando Kurt per avvicinarsi al precipizio e guardare meglio.

“Come mai è qui ?”

“Fa parte del complesso originale” rispose Kurt , “ lo sapevi che questo è tutto quello che c’era prima?

Solo l’area dello staff voglio dire”

Blaine si voltò e notò che Kurt si era seduto sulla panchina.

“No” rispose, dirigendosi verso di lui .

“L’hotel esiste da più di cento anni “ spiegò Kurt, “ma l’edificio principale e tutti gli alloggi per gli ospiti che ci sono ora sono molto più nuovi rispetto al resto.

Usano quest’area solo per noi dello staff… prima invece alcune delle nostre stanze venivano usate per gli ospiti e mangiavamo nell’edificio più grande”.

“Davvero ? Perché non è molto più vicino al lago?”

Blaine si sedette al fianco di Kurt sperando di avere il permesso di farlo ora.

“Credo lo usassero per gli animali.. cavalli forse? Per il bestiame? Comunque pascolavano  dove adesso ci sono tutti gli edifici principali.

O almeno questo è quello che mi disse uno dei ragazzi una volta.

Non sono sicuro se sia vero o no.

Max naturalmente non è interessato al mantenimento di niente che sia qui”.

Blaine guardò il gazebo , notando che una parte del tetto aveva effettivamente ceduto.

Pensò ai paraventi lacerati e alle porte storte che aveva visto in alcuni degli edifici fatiscenti dello staff e disse: “Ovviamente no”.

“Veniamo qui su qualche volta. E’ un buon posto quando si ha bisogno di un po’ di privacy” terminò Kurt.

“Oh” disse Blaine “E , allora, se qualcuno dovesse arrivare?”

Scivolò sulla panchina, mettendo un po’ di spazio tra loro.

“Io e Finn ci siamo fatti scappare che uno dei due sarebbe stato qui stasera…”

“Aspetta” lo interruppe Blaine, una sensazione di gelo attraversò la sua schiena, “Finn sa che siamo qui su?”

Kurt scosse la testa.

“Finn sa che io sono qui. Questo è tutto. Così c’è la speranza che nessun altro salga.

Ci aiutiamo l’un l’altro. Ma comunque… non dovremmo.. esagerare..”

Blaine non poté negare di sentirsi deluso a queste parole, ma questa sensazione fu subito sostituita da qualcos’altro.. qualcosa di luminoso e caldo.

Abbassò lo sguardo sulle sue mani ed un sorriso si aprì  sul suo viso mentre un’altra delle sue preoccupazioni scivolava via.

Kurt voleva passare del tempo con lui.

Solo passare del tempo insieme.

Alzò lo sguardo con curiosità quando vide che Kurt aveva allungato una mano per stringergli la mano, intrecciando le dita con le sue

“Va bene?” chiese Kurt.

“Va bene” disse Blaine.

Kurt poggiò le loro mani intrecciate tre le loro gambe in modo che il dorso della mano di Blaine toccasse la sua coscia e il suo toccasse quella di Blaine.

Blaine prese un profondo respiro, leggermente scosso, poi si appoggiò alla panchina .

Rimasero li seduti in un silenzio confortevole mentre il sole cominciava a tramontare.

“Allora.. vorrei chiederti una cosa” disse Kurt.

“Hai detto di essere spaventato di trasferirti. Dove andrai? Non tornerai in Ohio?”

Non era la domanda che Blaine si aspettava e sentì una sensazione di pesantezza allo stomaco.

Non voleva pensare a cosa sarebbe successo dopo la vacanza al Kellerman.

“Solo per impacchettare le mie cose. Inizierò il college quest’autunno , all’NYU”

“NYU?” chiese Kurt, con un tono improvvisamente malinconico, “ ho sempre desiderato andare a New York”

Blaine sentì il proprio cuore fare un sussulto e.. cercò di calmarlo più in fretta che poté.

Lui e Kurt non potevano avere quello che le altre persone avevano, non qui.. non li.. e in nessun altro posto.

Essere entrambi nella stessa città con milioni di abitanti non avrebbe fatto nessuna differenza per loro.

Era meglio se si fosse goduto tutto quello che poteva avere adesso, allontanando i dolorosi pensieri.

“Perché non lo hai fatto?” chiese.

“Oh.. è una lunga storia” disse Kurt.

Blaine gli sorrise.

“Il sole non è ancora dietro le montagne. Abbiamo tempo”, disse stringendogli la mano.

Ci fu un attimo di silenzio.

“Hai sentito parlare della Nyada?” chiese Kurt alla fine.

Blaine aggrottò la fronte e scosse la testa.

“Non credo”.

“E’ l’accademia di arte drammatica di New York” spiegò Kurt, “E’ la scuola delle arti dello spettacolo. Per il teatro.”

“Vuoi calcare le scene? Tipo a Broadway?.. Kurt , sei perfetto per questo!” esclamò Blaine, “ la tua voce è meravigliosa e sai ballare..”

Si interruppe quando notò Kurt scuotere la testa.

“Non ci sono molte parti per uomini col mio particolare timbro vocale” puntualizzò Kurt, “ ma si … ho sempre desiderato essere su un palco di Broadway, anche solo una parte del coro”.

“Ma la Nyada.. non ci andrai?”

Kurt sospirò.

“Mi hanno concesso un’audizione, ma l’ho annullata”.

“Kurt ..perché? “chiese Blaine dolcemente.

Anche se Blaine lo stava guardando , Kurt continuò a guardare il panorama da sopra le sue spalle.

“E’ complicato. Mio padre è il titolare di un garage. Carole.. la madre di Finn.. è un infermiera.

Stiamo bene ma non siamo mai stati ricchi” Kurt gli si avvicinò e Blaine sentì i muscoli di Kurt tendersi e contrarsi contro la sua mano.

“Sia io che Finn avevamo grandi progetti.

Finn era il quaterback titolare della squadra di football della nostra scuola.

Voleva continuare a giocare ma voleva anche andare al college.

Non ha preso i voti necessari quindi sapeva di aver bisogno di una borsa di studio per entrare in un buon college.

E… non l’ha avuta.

Ne è stato devastato.”

“Oh… mi dispiace..” disse Blaine durante la pausa che seguì , restando poi in attesa che Kurt continuasse.

Sembrò che Kurt stesse riflettendo su qualcosa, poi aggiunse:

“E’ per questo che non è stato molto gentile con te , quando ci siamo conosciuti.”

Blaine sbatté le palpebre.

“Non gli piaccio perché non ha ottenuto la borsa di studio per il football?”

“Tende a provare risentimento verso coloro che pensa che hanno avuto le opportunità che lui non ha avuto , solo perché possono pagarle”, chiarì Kurt, “E’ geloso”.

“Ma.. Rachel andrà alla Juilliard! Con lei non si è risentito?”

Kurt lo guardò con la coda dell’occhio.

“Pensa che Rachel sia bella”.

“Capisco” disse Blaine, con tono leggero, “ma io no”.

“Tu no”.

Blaine sentì il suo cuore battere forte quando balbettò un .. “Ma tu.. lo hai pensato però. Uhm.. Vero?”

Blaine sentì Kurt stringere un po’ di più le loro mani intrecciate e vide che stava chiaramente trattenendo un sorriso.

“Ma comunque non lo ha pensato Finn, ed è per questo che è stato più gentile con Rachel che con te.”

“Ma questo ancora non spiega come mai tu abbia cancellato l’audizione”, disse Blaine con dolcezza.

L’allegria svanì dal volto di Kurt.

“La Nyada è una scuola molto esclusiva .

Accettano solo venti studenti all’anno e solo due di loro possono ottenere la borsa di studio “ disse “ed è anche molto costosa.

Non c’erano molti soldi per mandare sia me che Finn al college, poi mio padre ha avuto un attacco di cuore, così abbiamo dovuto pagare le spese mediche..

Non c’era nessun modo per andarci “.

“Ma Kurt.. e se l’avessi ottenuta la borsa di studio? Ora non lo saprai mai.”

Kurt si rattristò.

“E se non l’avessi avuta? E se avessi ottenuto il posto e avessi poi dovuto abbandonarlo?

Mi avrebbe ucciso e cosa peggiore avrebbe ucciso mio padre.

Non ho potuto fargli questo.

Avrebbe smesso di prendere le medicine se questo avrebbe significato più soldi per farmi andare a scuola.

O si sarebbe offerto di farlo e non potevo permetterglielo.

Non ho potuto fargli rischiare la bancarotta o mettere a rischio la sua salute”.

Blaine notò delle lacrime formarsi agli angoli degli occhi di Kurt, illuminati dalla luce del sole e sentì la gola stringersi.

Strinse un po’ più forte la mano di Kurt contro la gamba.

Kurt restituì la stretta così forte che sentì quasi le ossa delle dita contro le sue.

“Forse un giorno potrai andarci” gli disse “ penso che dovresti . Non perdere le speranze.. ci devono essere altri modi”.

“Forse” rispose Kurt, ma fu più un “non ne sono così sicuro “.

Prese un profondo respiro e rialzò il viso.

“Allora.. quali sono i tuoi piani? Cosa studierai?” chiese Kurt con forzata allegria.

Blaine allentò un po’ la stretta sulla mano di Kurt, accettando il cambio di argomento.

“Non so ancora quali materie farò, ma farò qualsiasi cosa che mi aiuterà con la facoltà di legge. Storia forse? O composizione inglese?”

“Vuoi diventare avvocato?” chiese sorpreso Kurt.

“Si” disse Blaine abbassando lo sguardo.

“Anche questa è una lunga storia.”

“Il sole non è ancora tramontato” commentò Kurt, sorridendogli incoraggiante.

Blaine ricambiò fugacemente.

“Mio padre voleva diventare avvocato” disse , “ è sempre stato il suo sogno, ma lasciò il college per andare in guerra.

Una volta che tutto finì, sapeva di doversi occupare di mamma.. e me.. in un modo o in un altro; soprattutto visto che i miei nonni lo avevano diseredato, così fu costretto a trovarsi un lavoro invece di tornare a scuola”.

“I tuoi nonni lo avevano diseredato? Solo perché aveva sposato tua madre?”

“I miei nonni sono ebrei e sono molto tradizionalisti” disse Blaine “ Non approvavano il fatto che avesse sposato qualcuno che non fosse ebreo”.

“E’ lo stesso” esclamò Kurt, sembrando quasi offeso per conto del padre di Blaine, “ è proprio una reazione esagerata”.

Blaine scrollò le spalle.

“Non lo so . Non li conoscevo. Li ho incontrati solo due volte… una volta a casa di Rachel, che fu un completo disastro e la seconda volta al funerale dei miei genitori.

Mi sono sembrati piuttosto…severi.

Credo che mio padre non sia mai andato d’accordo con loro .

Ebbero una pesante discussione quando gli parlò di me e di mia madre.

Mio padre era così arrabbiato che cambiò il suo nome da Yosef Berry e Joe Anderson e per quel che ne so io, non hai mai più parlato con loro.”

Gli occhi di Kurt erano spalancati.

“Wow”.

“Si. Comunque alla fine trovò un lavoro e finì a fare il venditore porta a porta per la Fuller Brush Company “**

“Tuo padre è stato un uomo della FBC?” chiese Kurt divertito.

“Si” confermò Blaine “ ed uno dei migliori anche.

Se ci pensi , non è molto diverso dall’essere un avvocato”.

Kurt inarcò le sopracciglia.

“Vendere oggetti per la pulizia della cosa porta a porta non è tanto diverso dall’essere un avvocato?”

“In entrambi i casi, il tuo successo dipende da quando persuasive siano le tue parole” disse Blaine ripetendo a pappagallo le parole che aveva sentito dire molto spesso sua padre.

“Comunque non gli piaceva molto”

“Quindi tu … tieni vivo il suo sogno”.

Blaine scrollò le spalle a disagio.

“Sono una delle ragioni per cui lui non è stato in grado di seguire i suoi sogni”.

“Ma.. è qualcosa che tu vuoi fare?”

Blaine restò silenzioso per un momento poi annuì.

“I miei genitori hanno sempre voluto che io vivessi il sogno americano… sai.. essere tutto quello che voglio essere, fare tutto quello che loro non hanno potuto fare, cose così.

Ma quello che davvero mio padre voleva dire era “Blaine , diventa un avvocato perché io non ho potuto”.

Ma più ci penso e più diventa qualcosa che voglio davvero fare.

E probabilmente non sarò l’avvocato che lui avrebbe voluto.

Io voglio diventarlo per aiutare le persone.

Non so come funziona ancora, ma so di dover frequentare prima il college così potrò scoprirlo”.

Si voltò e vide Kurt sorridergli dolcemente, gli ultimi raggi di sole riscaldavano le sue spalle e dovette strizzare gli occhi.

“Sembra perfetto”.

“Grazie” disse Blaine e desiderò disperatamente baciare Kurt, un desiderio fisico e doloroso.

Kurt distolse lo sguardo per dare un’occhiata oltre le sue spalle.

Tornò di nuovo a guardare Blaine e mormorò.

“Oh .. va bene” prima di sporgersi.

Blaine, avidamente, lo incontrò a metà strada per scambiarsi dei lenti e vogliosi baci che , anche per la loro dolcezza, gli fecero arricciare le dita dei piedi.

Kurt li intervallò con alcuni colpetti di lingua, sulle labbra di Blaine poi si allontanò , facendo gemere Blaine.

“Non dobbiamo lasciarci trasportare”.

“Se lo dici tu” disse Blaine, cercando ma fallendo di non mostrare il tono capriccioso della sua voce.

Kurt ridacchiò.

“Dobbiamo comunque andare via presto. Il sole è quasi tramontato, e tra poco sarà troppo buio per attraversare il bosco. Dovrai stringere la mia mano” aggiunse maliziosamente.

Sentì le farfalle nello stomaco.

“Se lo dici tu” ripeté .

Si alzarono dalla panchina e , anche se più che buio era ancora ombroso, Blaine restò accanto a Kurt mentre proseguivano per il sentiero che li avrebbe riportati giù, spostandosi dietro di lui solo quando la strada era troppo stretta, ma sempre mano nella mano fin quando non furono troppo vicino all’inizio del sentiero e Kurt si fermò.

“Vai prima tu” disse “ Probabilmente non c’è nessuno , ma è meglio se non usciamo insieme”.

Blaine annuì e la consapevolezza della loro situazione fece scoppiare la rosea bolla che si era creata tra loro grazie al tramonto .

“Okay.. io.. ci vediamo più tardi?” chiese e un senso di insicurezza tornò a tormentarlo.

“Si” disse con certezza Kurt.

“Penserò a qualcosa” .

Strinse la mano di Blaine un ultima volta poi la lasciò.

“Okay” sussurrò Blaine, “passa una bella serata Kurt”.

“Anche tu” replicò Kurt con voce bassa e tenera.

Blaine avrebbe voluto che Kurt gli desse un ultimo bacio prima per augurarsi la buonanotte, ma erano troppo vicini al resto del mondo… chiunque poteva passare all’improvviso.

Alla fine, gli lanciò un triste sguardo e si voltò per andare via.



Nota

La Fuller Brush Company era un'azienda americana che vende prodotti per la pulizia della casa e prodotti per l'igiene personale. Fallita più o meno qualche anno fa.


Cosa succederà tra Rachel e Noah?..

E tra i nostri Klaine?..

alla prossima settimana..

http://archiveofourown.org/works/610563/chapters/1110948 link capitolo

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Blaine imparò presto che essere alle prove del talent show non era il posto peggiore in cui essere.

Esteriormente sarebbe stato difficile dire perché.

Rachel era arrabbiata ed accigliata durante le prime prove… con suo sommo dispiacere non le fu permesso di cantare le canzoni che aveva preparato.

Si era lamentata con Blaine dopo,  non avevano nemmeno apprezzato la visione di Jacob, che non era altro che una romantica pagliacciata che coinvolgeva pirati e danza hula.

Jacob aveva anche scritto dei dialoghi atroci per leggere i vari atti e , alla fine, Blaine fu più che felice di non dover partecipare allo spettacolo dopo tutto.

Blaine scoprì anche che non gli dispiaceva lavorare sugli oggetti di scena, anche se finora tutto quello che aveva dovuto fare era stato assemblare palme fatte di cartone e compensato.

Non vedeva l’ora di pitturarla seguendo i contorni che uno degli altri ospiti che avevano disegnato per lui.

Blaine non aveva un grande talento artistico a parte il saper cantare, ma era convinto di essere in grado di colorare tra le righe.

Ma non era questa la cosa che gli piaceva di più, neanche per sogno.

La parte migliore era che Kurt era lì.

Tutti gli insegnanti di danza erano lì.. anche Quinn che non aveva la sua solita energia, ma aveva recuperato abbastanza da poter aiutare Kurt a coreografare semplici numeri di danza per quegli ospiti  che erano stati così coraggiosi da iscriversi e partecipare.

Vederla in piedi e sorridente fece un gran bene.

Questa felicità veniva eclissata solo dall’emozione di passare due ore nella stessa stanza con Kurt.

Non era come passare del tempo da soli , ma almeno potevano scambiarsi sorrisi e sguardi intimi e Blaine quasi si morse una guancia per non scoppiare a ridere all’espressione inorridita di Kurt alla prima rilettura della sceneggiatura.

Aveva potuto vedere Kurt mentre mostrava alcuni passi di danza , ed i suoi vestiti aderire al suo corpo ad ogni movimento fin quando fu costretto a distogliere lo sguardo .

A volte, riuscivano ad avvicinarsi abbastanza da potersi sfiorare con le braccia senza destare sospetti.

Solo il quarto giorno Kurt si avvicinò a Blaine, apparentemente per chiedergli di spostare uno dei pezzi della scenografia in modo che nessuno potesse inciamparci contro mentre ballavano.

Poi, velocemente e a bassa voce gli chiese:

“ Sei libero domani pomeriggio? Puoi svignartela?”

Blaine, con espressione neutrale, annuì.

“Si posso farlo”.

“Bene. Ci vediamo nella mia stanza , diciamo , verso l’1:30?”

“Okay” disse Blaine, il morale alle stelle.

“Ci vediamo lì “ sussurrò Kurt, lanciandogli uno sguardo pieno di significato prima di tornare al gruppo di ospiti ballerini.

Blaine si sedette con un tonfo, riprendendo il pennello e sforzandosi di combattere la voglia di sorridere.



Il pomeriggio dopo , Kurt salutò Blaine davanti alla porta della sua stanza, trascinandolo dentro rapidamente  per poi chiudere la porta.

Delle tende di plastica a buon mercato erano state messe davanti a tutte le finestre, molte delle quali erano chiuse, in modo che l’interno della stanza fosse al buio.

Blaine si guardò intorno confuso e chiese:

“Come mai le finestre sono tutte chiuse?”

“Ciao anche a te” replicò Kurt “ fa tutto parte del mio brillante piano.
Naturalmente.

Ho detto a Finn che mi stava venendo uno dei miei famosi mal di testa.

Lo dirà a tutti gli altri, nessuno vuole avere a che fare con me quando sto male.

In più questo significa che Finn dovrà fare tutte le lezioni ed è tutto prenotato oggi. Non tornerà per ore.”

Guardò Blaine con un sorriso pieno di aspettative .

“Ma… le finestre?”

Kurt lo guardò leggermente esasperato.

“Beh.. quando ho mal di testa la luce mi da fastidio agli occhi.. ed in questo modo non dobbiamo preoccuparci di …”

“.. perdere il controllo ?” lo interruppe Blaine, quasi a corto di fiato.

“Non ho detto questo , Blaine. Vuoi andare oltre?” chiese Kurt inclinando la testa e sorridendogli con furbizia, lo sguardo malizioso e scuro.

Solo quello sguardo bastò a far agitare Blaine, che si sentì come se facesse molto caldo in quella stanza, troppo caldo in quei vestiti , troppo caldo nella pelle.

Si sforzò di mantenere un tono disinvolto.

“Oh.. non lo so.. Solo se non riusciamo a pensare ad un modo migliore per passare del tempo”.

Con finta espressione dispiaciuta , Kurt iniziò ad avvicinarsi a Blaine.

“Hai qualche suggerimento?”

“Possiamo giocare a cribbage*” balbettò Blaine , cercando di stare al gioco riuscendo solo a rabbrividire.

Questo fece fermare un attimo Kurt che poi raggiunse Blaine in fretta.

“Non so come si gioca” disse inclinando la testa e scrollando le spalle.

“Oh..” disse Blaine senza riuscire a staccare gli occhi dalla bocca di Kurt sempre più vicina.

“Sono a corto d’idee, allora”.

“Ok..” disse Kurt.

Allungò una mano sotto il braccio di Blaine, sfiorandogli un fianco e afferrandolo fermamente per la schiena per avvicinarlo a se.

“Immagino che possiamo fare questo “.

Blaine gemette non appena le labbra di Kurt si posarono con decisione sulle sue.

Senza esitare , allungò una mano sul fianco di Kurt per avvicinarlo ancora di più.

Non appena furono vicini , Kurt tolse le mani dai fianchi di Blaine, per avvolgere le braccia intorno alla sue spalle.

Blaine sentì il calore delle mani di Kurt accarezzargli la nuca.

Per quanto lo riguardava , Blaine avrebbe volentieri baciato Kurt per tutto il tempo che poteva, fino a ritrovarsi le labbra screpolate o fino a morire di fame.

Poi Kurt iniziò a camminare all’indietro tirando Blaine per la camicia, continuando a baciarsi freneticamente, cercando di non staccarsi .

Questo fece ridacchiare Blaine, fin quando Kurt non toccò il letto , lasciandosi poi cadere, senza grazia su di esso, trascinando con se Blaine che smise di ridere.

Kurt afferrò la nuca di Blaine con una mano, facendo scontrare le loro bocche insieme mentre Blaine scalciava per togliersi le scarpe e poi salire sul letto con le ginocchia.

Erano stesi sul letto con una strana angolatura, così che Kurt iniziò a scivolare indietro quasi facendo scontrare le loro teste, tirando Blaine per il collo e per la camicia.

Una volta che si furono sistemati, Blaine si ritrovò con la camicia tirata in su , così che, volutamente o per caso, Kurt ci infilò la mano libera , accarezzando la pelle della schiena di Blaine.

Blaine gemette in risposta, imbarazzandosi , per un momento, per quanto fosse stato rumoroso.

Kurt portò la mano più su sulla schiena di Blaine, graffiando la sue pelle sudata.

Blaine assecondò volentieri i movimenti di Kurt, permettendogli di pressare i loro corpi ancora più intimamente.

Una delle gambe di Kurt era stesa tra quelle di Blaine, mentre con l’altra accarezzava la sua coscia, stringendolo a se.

Le loro erezioni erano ormai evidenti.

Tutto quello che avevano fatto era una novità ma questo… questo era davvero qualcosa di nuovo..

Il corpo di Kurt sotto di lui, pelle contro pelle.

Blaine si sentì con le spalle al muro a causa della sua inesperienza e del nervosismo, le braccia e le gambe bloccate.

Kurt lo teneva ancora stretto a se, una mano sulla nuca e Blaine lo baciava ancora ed ancora .. fin quando non prese coraggio e , smettendo di stuzzicare la lingua di Kurt, infilò la sua più profondamente nella bocca di Kurt.

Kurt gemette piano e si spinse contro Blaine, continuando ad accarezzargli la schiena.

Incoraggiato, Blaine mosse i fianchi verso il basso, sperimentalmente, sentendosi soddisfatto quando Kurt si strinse di più a lui, gemendo di nuovo.

Kurt tolse la mano da sotto la camicia di Blaine iniziando a tirarla verso l’alto a caso, piagnucolando per la frustrazione quando la vicinanza dei loro corpi gli impedì di andare più su .

Blaine si staccò dalle labbra di Kurt, con un gemito tremante.

“Kurt.. cosa vuoi…?”

“Va bene?” disse Kurt, una mano ancora stretta al tessuto della camicia di Blaine.

La tirò un po’ più su , accarezzando la schiena di Blaine con le dita.

Respirando pesantemente, Blaine si bloccò.

Per un momento si sentì fremere al ritmo del suo cuore, poi si sollevò sui gomiti per dare un migliore accesso a Kurt.

Kurt si lasciò scappare un sospiro e sollevò la camicia di Blaine fin sotto le sue braccia.

“Dovresti…”

“Uh..huh…” sospirò Blaine , tirandosi su e accovacciandosi .

La mano di Kurt scivolò via e Blaine si tolse la camicia da sopra la testa.

Cercò poi di riabbassarsi velocemente sul suo corpo , ma Kurt lo fermò portando le mani sul suo petto.

Quando Blaine si fermò, Kurt fece scorrere le mani sul suo petto delicatamente ; il calore aveva reso la loro pelle umida.

Accarezzò poi con la punta delle dita il petto di Blaine , scendendo lentamente fino allo stomaco e poi tornò di nuovo su fino a sfiorargli un capezzolo.

Il corpo di Blaine sobbalzò e poi crollò su Kurt per baciarlo disordinatamente.

Kurt ricambiò, continuando ad accarezzare la schiena di Blaine ormai nuda, ma poi Blaine si allontanò per un secondo , mormorando un “anche tu” contro le labbra di Kurt , sentendosi accaldato.

Strattonò la camicia di Kurt .

“Alzati “ gli disse , spingendo Blaine all’indietro, di nuovo in ginocchio.

I suoi occhi fissarono il petto di Blaine insistentemente  e questo fece sentire in imbarazzo Blaine, ma riuscì a capire il motivo quando , dopo che Kurt si era tolto la maglietta, poté ammirare la pallida pelle di Kurt avvolgere i suoi muscoli e le sue ossa.

Blaine respirò affannosamente fin quando quasi smise di respirare quando Kurt si sporse verso di lui per lasciare caldi baci a bocca aperta sulle sue spalle nude.

Kurt si fermò un attimo, poi riprese a baciarlo sulla clavicola, appena sotto la spalle, e mordicchiando leggermente .

“Kurt” disse Blaine con voce strozzata.

Fu come immergersi nell’acqua fredda.. così tanta pelle di Kurt contro la sua, calda e umida… così tanta che si sentì andare a fuoco dappertutto.

Blaine si sentì stordito, scosso , arrendevole.. lasciò di nuovo il comando a Kurt, incapace di fare altro se non seguire lui.

Ricambiò con le labbra e le mani , seguendo il modo in cui Kurt lo stava toccando, afferrando e baciando quanta più pelle riusciva a raggiungere.

Blaine non sapeva quanto tempo fosse passato prima che provasse a far ruotare , senza accorgersene, i loro corpi insieme, fin quando Kurt non fermò i suoi fianchi , staccandosi per sospirare “Blaine…” contro le sue labbra,.

“Cosa?” rispose Blaine, preoccupato di aver fatto qualcosa di sbagliato.

“Posso… posso toccarti?”

Le parole non avevano senso per Blaine, che si chiese se il motivo fosse stato il fatto che si sentiva completamente stordito.

Kurt lo stava già toccando dappertutto.

“Cosa?” ripeté .

Kurt portò le mani tra loro , iniziando a giocherellare con il bottone del pantalone di Blaine.

Oh!!... Non dappertutto.

Non appena  realizzò il significato di quelle parole, Blaine non riuscì ad evitare di tremare; la bocca secca nonostante l’umidità.

Annuì.

Kurt aprì il bottone ed abbassò la cerniera e Blaine si sistemò meglio, appoggiandosi sui gomiti e sulla gambe malferme.

Le mani di Kurt si mossero rapidamente , senza toccarlo, mentre abbassava i pantaloni e le mutande di Blaine per quanto poté.

Blaine chiuse gli occhi; si sentì così esposto che gli sembrò che Kurt gli avesse tolto anche la pelle, oltre ai vestiti.

Pensò che il respiro di Kurt fosse strano e poi… Oh! Kurt lo stava toccando .

Blaine sospirò ma fu qualcosa tra un sussulto ed un gemito poi barcollò, riuscendo a malapena a mantenersi in equilibrio sui gomiti ; poi la mano di Kurt sparì.

Blaine spalancò gli occhi giusto in tempo per vedere Kurt portarsi la mano alla bocca per inumidirla con la lingua.

Guardò Blaine per tutto il tempo, gli occhi dilatati.

“Oh dio..” gemette Blaine quando Kurt lo afferrò di nuovo.

Era diversa .. la sensazione era così diversa da quando lo faceva da solo..

Blaine non si toccava spesso  ma lo aveva fatto abbastanza volte per sapere che non era la stessa cosa.

In un certo modo era molto più eccitante ed imprevedibile, forse perché la mano di Kurt era diversa per forma, dimensione e consistenza della sua.

Non lo sapeva e non riusciva nemmeno a pensarci  quando i tocchi della mano di Kurt da esplorativi divennero più decisi , più sicuri.

Ci vollero pochi minuti, forse secondi , prima che Blaine si sentisse al limite, ma combatté contro questa sensazione.

Incombeva ancora su Kurt, la testa bassa, gli occhi chiusi , senza fiato e se fosse rimasto così….

Riuscì a grugnire un “Kurt..”, cercando di allontanarsi.

“Vieni” ringhiò Kurt e, tirando i fianchi di Blaine, accelerò il ritmo della mano.

 Si irrigidì tutto .. un ultimo colpo secco di polso .. e Blaine crollò.. venendo più velocemente e duramente di quanto avesse mai fatto in tutta la sua vita, cercando poi di sistemarsi sul letto per evitare di cadere sul casino che aveva appena combinato sul petto di Kurt.

Per una frazione di secondo si sentì mortificato… ma tutto quello che poté fare fu cercare di recuperare un po’ di controllo nelle braccia, spingersi debolmente di lato e ricadere sul letto.

“Oh.. mi dispiace” ansimò , ammirando il petto di Kurt.

“Va tutto bene” disse Kurt vagamente .

Il suo viso era arrossato così come lo era quello di Blaine, che si accorse che Kurt stava pulendosi la mano su qualcosa.

Blaine abbassò lo sguardo , guardando con interesse il corpo di Kurt fino a fermare lo sguardo sul davanti dei suoi jeans, dove era ancora e chiaramente evidente la sua erezione.

“Posso?” si lasciò scappare Blaine, sorprendendo persino se stesso.

Kurt annuì , per poi slacciare velocemente i pantaloni e sollevare i fianchi per sfilarli.

Blaine deglutì e lo guardò…

Kurt era diverso da lui ; pensiero piuttosto ridicolo in quanto Kurt era diverso da lui dovunque, dal viso alle mani, ai piedi.

La mano di Blaine si allungò quasi spontaneamente .

Toccò Kurt dolcemente e leggermente all’inizio, assaporando la sensazione della pelle del pene di Kurt tra le mani, che era più morbida di quanto si aspettasse, ma tesa e dura.

Kurt piagnucolò, scivolando un po’ più su sul letto e … stava davvero accadendo , pensò meravigliato Blaine.

Avvolse completamente tutta la lunghezza di Kurt e fece del suo meglio per imitare quello che aveva fatto Kurt.

Kurt aveva leccato la sua mano, ricordò Blaine.

Non era qualcosa che faceva di solito , ma forse.. poteva per Kurt?

Blaine iniziò ad allontanare la mano e sobbalzò quando vide Kurt spalancare gli occhi ed afferrargli il polso.

Kurt rifletté per un momento , respirando con affanno, poi fece scorrere la mano di Blaine sul suo petto ancora umido di sudore, per poi riportare la mano dov’era prima.

Blaine gemette , combattendo quella che gli sembrò una scossa improvvisa e vibrante perché tutto era così tanto.. troppo.

Senza pensarci , mosse la mano sul pene di Kurt, osservando tutte le sue reazioni: lo sbattere le ciglia, il cambiamento del respiro, l’irrigidimento dei muscoli.

Non ci volle molto prima che Kurt poggiasse di nuovo la testa sul cuscino , la bocca socchiusa..

Si lasciò scappare dei respiri ansimanti e poi un gemito gutturale mentre veniva.

Blaine lo fissò , ad occhi spalancati, fin quando Kurt non gli spostò la mano, che poi lui fissò stupidamente.

Era bagnata.

“Ecco “ disse Kurt flebilmente, mostrandogli la maglietta che si era appena tolto.

“Kurt, no.. non devi rovinare i tuoi vestiti” disse Blaine, anche se ormai era ovvio che Kurt ci si era già pulito prima.

Il respiro di Kurt stava lentamente tornando regolare, sembrava fiacco ma rilassato sul letto.

Passò di nuovo la maglietta a Blaine.

“E’ solo una maglietta”.

“Ma.. “

Con un sospiro , Kurt afferrò di nuovo il polso di Blaine.

Gli pulì le dita gentilmente con la maglietta per poi pulirsi anche lui.

“Non ti preoccupare” disse, mentre si puliva , con il suo solito tono, “ Non mi vesto così quando non sono qui comunque”.

Blaine rotolò su un fianco, tirandosi su i pantaloni; le attenzioni di Kurt lo avevano  reso , improvvisamente e con imbarazzo, consapevole di quanto fosse esposto.

“Davvero?” chiese .

“Davvero.. non mi vesto così”.

Kurt gettò la maglietta sul pavimento , si riallacciò i pantaloni , accasciandosi di nuovo sul letto.

“Allora… come ti vesti di solito?”

Blaine si sentì arrossire e rilassarsi leggermente quando Kurt scivolò abbastanza vicino da pressarsi contro di lui.

Blaine inclinò la testa così da essere appoggiato con la testa sulla spalla di Kurt, muovendosi lentamente, cercando di farlo sembrare accidentale.

“Con un pò più di stile rispetto ai jeans e alle magliette a quadri “ disse Kurt, spostandosi leggermente in modo che la sua guancia fosse poggiata sulla fronte di Blaine.

Blaine respirò con cautela come se respirare più forte potesse rovinare il momento.

“Penso che tu stia bene in jeans e maglietta” mormorò.

“Grazie” disse Kurt  e Blaine poté sentire un leggero sorriso nella sua voce.

“Dovresti vedermi con i miei solito vestiti, però”.

Ciò colpì Blaine, come uno spiffero di aria gelida.

Non avrebbe mai visto Kurt se non con gli abiti che sceglieva di indossare li al Kellerman.

Il tempo che avevano  li era tutto il tempo che avrebbero avuto.

Restarono in silenzio per un po’ e Blaine si chiese se anche Kurt stesse pensando alla stessa cosa.

“Allora” iniziò , cercando disperatamente di rompere questo silenzio, “ perché ti vesti diversamente qui?”

Kurt si allontanò un po’, urtando contro il corpo di Blaine, turbando entrambi.

“Uhm… credo di farlo solo per non attirare troppo l’attenzione su di me qui” disse alla fine, “ Non piaccio molto a Max per come sono.

Godrebbe nel trovare un motivo per licenziarmi, così faccio del mio meglio per non darglielo”.

Blaine ripensò a quella prima notte, quando vide sorpreso come il Signor Kellerman sbottò contro Kurt per i suoi atteggiamenti un po’ da stronzo.

“Non gli piaci?” chiese a bassa voce, capendo di star camminando su un terreno pericoloso.

Sentì Kurt prendere un respiro profondo prima di parlare.

“Pensa che io sia troppo femminile. Quale donna vorrebbe prendere delle lezioni di danza se mi assomigliano”.

“Non sei femminile” esclamò Blaine, guardando ad occhi spalancati i muscoli del petto e delle braccia di Kurt.

Kurt sbuffò.

“Tu mi vedi da una diversa prospettiva “ disse prima di riflettere.

“Non gli piace la mia voce. O cosa indossavo quando ci siamo incontrati. O qualsiasi cosa di me a dire il vero. Lo metto a disagio”.

“Max ti ha assunto comunque, no?”

“Penso che lo abbia fatto più per avere Quinn e Finn che per altro.

Max li voleva davvero… specialmente Quinn .. e loro gli hanno detto che se non assumeva anche me non avrebbero mai lavorato qui”.

“Oh…” disse Blaine, “ma questo … è un bene giusto?”

“E’ bello avere un lavoro” disse Kurt non del tutto convinto.

La conversazione languì.

Blaine sfiorò attentamente con la guancia la spalle di Kurt, sperando di riuscire così a confortarlo un po’.

Kurt si voltò leggermente verso di lui poi allungò la mano libera, accarezzando poi con un dito il braccio di Blaine facendogli venire la pelle d’oca.

Blaine era solidale , ma tutto ad un tratto, la sua mente fu piena di un unico pensiero:

Sono steso su di un letto, mezzo nudo, con un altro uomo.

Non appena ripensò a quello che avevano appena fatto , Blaine si irrigidì leggermente.

Ancora non sapeva quello che stava facendo, si era lasciato andare impulsivamente senza pensarci troppo.

Non era sicuro che questo suo nuovo desiderio… più di questo , la sua disponibilità.. di toccare ed essere toccato fosse un qualcosa di indecente o solo.. una parte del crescere.

Era tutto così confuso.

Sapeva che era immorale essere qui con Kurt, ma a Blaine non sembrava per nulla così.

Nonostante il calore e l’urgenza di tutto questo, c’erano volte in cui pensava che questo fosse qualcosa di sacro.

Riverente.

Speciale.

E cosa peggiore, non era sicuro se era lo stesso per Kurt.

Era più che ovvio che i membri dello staff del Kellerman erano più abituati di lui ad avere a che fare con l’intimità fisica rispetto a lui.. bastava vedere il loro modo di ballare, o a quanto fosse Noah pronto a dargli i nomi di alcune ragazze che avrebbero passato volentieri del tempo con lui.

Sapeva che per Kurt non fosse così semplice , ma non c’era nessuna ragione per credere che lui non si fosse trattenuto con altri ospiti prima.

Forse accadeva con ogni gruppo che arrivava.

Provò una sensazione di gelo ed una stretta al cuore, al pensiero.

L’unica ragione per cui Blaine potesse credere che tutto quello che stavano facendo fosse speciale era tutto quello che Kurt aveva condiviso con lui sulla sua vita, cosa che aveva fatto sentire Blaine così a proprio agio da aprirsi e parlargli della propria.

Voleva credere che fosse diverso, ma forse per Kurt le loro conversazioni non erano state nulla di diverso dal solito.

“Cosa c’è che non va?” gli chiese Kurt dolcemente e Blaine si rese conto di essersi irrigidito , usando le braccia come uno scudo.

“Mi stavi solo chiedendo …” iniziò Blaine, abbassando la voce quando non riuscì a trovare le parole per continuare.

“Cosa c’è?” chiese Kurt cercando di allontanarsi , ma Blaine allungò una mano per fermarlo.

Ricominciò.

“Mi stavo solo chiedendo… se tu.. lo avessi mai fatto prima? Quante volte?”

“Io… no..” rispose Kurt , con voce sorpresa. “Perché..?”

Blaine sentì il volto in fiamme.

“Solo.. sembrava che tu sapessi cosa fare” disse Blaine, gesticolando, rendendosi però conto di starlo facendo sul petto di Kurt.

“Quello?” chiese Kurt, “ Oh no.. mi sono fatto trascinare dal momento”.

“Non si tratta solo di quello” disse Blaine, “ ma… di tutto”.

Anche Kurt si irrigidì contro di lui.

“No .. io.. uhm.. ti ricordi di Brittany? La cheerleader di cui ti ho parlato?”

Blaine annuì.. accarezzando la pelle di Kurt

“Mi ha insegnato alcune cose. Ed ho letto qualcosa. Ma non l’ho mai fatto.. con nessuno se non con te.”

Blaine poggiò di nuovo la testa sul cuscino e vide che il volto di Kurt era in fiamme e lo sguardo sfuggente.

“E tu?” chiese Kurt , con voce volutamente bassa.

“No” disse Blaine che avrebbe voluto ridere perché era abbastanza sicuro che la cosa fosse evidente.

“Ho tipo pomiciato con una ragazza. Una volta, dopo il Prom. Questo è … tutto”.

Blaine non disse altro , non c’era molto di più da dire.

Già allora aveva pensato che il tutto gli era sembrato un esercizio umido e complicato.

Si era chiesto per la maggior parte del tempo se la ragazza con cui era uscito si fosse aspettata che lui allungasse le mani.

Non lo aveva fatto.

“Oh.. bene” disse Kurt dopo un po’ e si voltò di nuovo verso Blaine, i loro volti vicini sul cuscino.

“Si” replicò Blaine, sapendo a malapena a cosa stava rispondendo.

“Si” sussurrò Kurt .

Blaine si sporse , con una mano accarezzò la mascella di Kurt , poi si chinò per baciarlo.. una volta.. due volte.. ancora ed ancora.

Kurt sospirò quando Blaine smise di baciarlo e restarono così, vicini l’un l’altro, in quella stanza afosa, in quel caldo pomeriggio, fin quando non dovettero salutarsi.



Il giorno dopo Blaine incontrò Kurt nella sala da ballo, portandosi dietro alcune nuove riviste.

Kurt aveva più di un’ora libera tra una lezione ed un’altra e fu più che felice di sedersi sul tavolo accanto a Blaine , le gambe e le spalle che si sfioravano, a sfogliare le riviste.

Kurt fece dei commenti ironici , indicando le foto delle celebrità e dando oneste opinioni sui loro abiti, facendo ridere , raggiante, Blaine.

Quando finì il disco, Kurt attraversò la stanza per metterne un altro, mentre Blaine continuò a sfogliare la rivista.

Blaine riconobbe gli accordi iniziali della chitarra di “Love is strange” di Sylvia e Mickey * e canticchiò il primo verso, girando pigramente le pagine.

Kurt rovistò tra alcuni dischi , formando una pila sul tavolo.

Quando l’intervallo della canzone finì, senza quasi rendersene conto, Blaine , romanticamente, cantò:

“Sylvia?” insieme al disco.

Spalancò gli occhi per la sorpresa quando Kurt rispose con un “ Si, Mickey?”.

Si voltò per fronteggiare Blaine, appoggiandosi contro il tavolino affianco al giradischi, un luccichio negli occhi ed un sorrisetto birichino sul volto.

Blaine ridacchiò ed attaccò quasi in ritardo il suo verso successivo.

“How do you call your lover boy?” ( come lo chiami il tuo amore?)

Kurt, invece, non perse l’attacco e cantò.

Come here, lover boy!” ( Vieni qui, amore!)

in perfetta sintonia con Sylvia .

Anche dopo tutto quello che avevano fatto, queste parole fecero arrossire Blaine fino all’attaccatura dei capelli.

“And if he doesn’t answer?” ( e se non dovesse rispondere?)

“Oh.. lover boy!” ( Oh.. amore mio )

Tubò Kurt spostandosi dal tavolo ed iniziando a riattraversare la stanza per andare da Blaine.

Blaine tolse la rivista dal suo grembo muovendosi verso il bordo del tavolo, lasciando le gambe penzoloni.

“And if he still doesn’t answer?” ( e se ancora non dovesse rispondere?”)

“I simply say” ( “semplicemente dico” )

continuò Kurt , avvicinandosi sempre di più.

Si allungò verso Blaine, facendolo indietreggiare, appoggiandosi sulle mani.

Baby… oh, baby… my sweet baby, you’re the one,”

( Tesoro.. oh, tesoro.. mio dolce tesoro, sei l’unico per me”)

finì Kurt, cantando , praticamente, contro la bocca di Blaine, prima di unire le loro labbra.

Blaine liberò una gamba per circondare la coscia di Kurt.

Solo pochi secondi erano passati… il tempo necessario perché la mente di Blaine tornasse abbastanza vigile.. quando sentirono un suono di passi sulle scale.

Sussultando sorpreso, Kurt si allontanò velocemente da Blaine raggiungendo l’altro lato della sala.

Blaine scivolò di nuovo all’indietro sul tavolo , afferrando una rivista per poggiarsela in grembo per nascondere un’evidente erezione.

Fissò assente la pagina, senza vederla davvero, quando Jacob apparve sulla cime delle scale, con il solito blocco in mano.

“Blaine!” esclamò, “ non mi aspettavo di trovarti qui”.

Kurt tolse la puntina dal disco, facendola stridere forte, che li fece rabbrividire.

“Ciao Jacob” rispose educatamente Blaine, sperando che il suo viso non fosse rosso come pensava.

Il suo cuore batteva così forte che ebbe paura che il rumore potesse attutire le sue parole.

Jacob guardò avanti ed indietro tra Blaine e Kurt.

“Effettivamente.. cosa ci fai qui?”

“E’ qui per una lezione con Quinn” disse Kurt velocemente, per il sollievo di Blaine.

“Sono contento di sentire che è tornata finalmente al lavoro” disse Jacob, “ E’ in ritardo?” alzò lo sguardo sull’orologio sulla parete e aggrottò le sopracciglia , guardando Blaine in attesa di una risposta.

“No”  disse Blaine, “ Ho sbagliato orario. Sono in anticipo”.

Kurt gli lanciò uno sguardo pieno di gratitudine da sopra la spalla di Jacob.

“Beh quando arriva, assicurati che la tua mezz’ora valga la pena di aver aspettato” lo istruì severamente Jacob.

Blaine gli sorrise a denti stretti.

“Certo”.

Jacob annuì soddisfatto e si voltò verso Kurt.

“Ora Kurt. Devo parlarti del ballo finale per lo show della prossima settimana.

Come sai, quest’anno sono io il responsabile per queste cose.. e stavo pensando che forse è tempo di … cambiare un po’ le cose.

Stare la passo con i tempi”.

Sul viso di Kurt fu evidente la sua incredulità ma anche  un luccichio di speranza.

“Davvero?”

Jacob annuì e Kurt iniziò a blaterare.

“Oh.. ho così tante idee! Stavo pensando che sarebbe bello provare qualcosa di nuovo.. forse potrei insegnare a qualcuno dello staff .. qualcosa a metà tra un ritmo cubano e …”

“Frena, frena.. frena..” lo interruppe Jacob, “ Stai esagerando!”

Kurt si sgonfiò all’istante, dondolandosi sui tacchi e arcuando le sopracciglia.

“Hai fatto fare a Quinn e Finn il mambo come ultimo ballo.

Stavo pensando che forse potremo fare.. “ lanciò uno sguardo eccitato a Blaine, “ … la pachanga*!”

“Oh.. giusto!” disse con tono piatto Kurt.

“Beh..” disse Jacob, con voce lusinghiera , “ Puoi sempre fare lo stesso noioso numero, se vuoi, ma forse troveremo degli istruttori nuovi l’anno prossimo.. Sono sicuro che possiamo trovare qualcuno che sarebbe ben felice di …”

“Certo Jacob” lo interruppe Kurt “ Finiremo lo show con la pachanga”.

“Bene” e senza dire altro, Jacob si voltò per riscendere le scale.

Poco prima di sparire dalla loro visuale, guardò di nuovo Blaine.

“Ci vediamo più tardi Blaine. Di a Rachel che la saluto”.

 “Certo” disse Blaine, “ Ciao Jacob”.

Entrambi aspettarono , bloccati , fin quando il rumore dei passi sparì e si sentì la porta sbattere.

Non appena Blaine fu sicuro che fossero di nuovo soli, gettò la rivista di lato e si portò le mani sugli occhi.

Respirava a fatica e dopo poco cominciò a tremare; i muscoli non più in grado di trattenere la tensione.

C’erano andati così vicini.

Se Jacob li avesse beccati , Blaine sapeva, senza bisogno di pensare, che non avrebbe mai concesso loro nessuna discrezione e poi?

Blaine era convinto che se il suo segreto fosse stato scoperto, avrebbe avuto il supporto di Hiram, anche se doveva comunque tenerlo nascosto.

Ma cosa avrebbe pensato Rachel ?

E Shelby?

Se fosse stato scoperto, avrebbe dovuto andare in giro mentre tutti sparlavano di lui?

Si sarebbe nascosto in camera sua per il resto delle vacanze.

No, pensò Blaine, probabilmente se ne sarebbero andati ed anche Kurt avrebbe dovuto andarsene, se il Signor Kellerman lo avesse scoperto.

Blaine tolse le mani dalla faccia.

Non aveva mai capito quanto tutto questo potesse essere rischioso per Kurt .

In effetti non lo avrebbe biasimato se avesse lasciato perdere tutto adesso, prima che fosse troppo tardi .

La voce dolce di Kurt invase i suoi pensieri che andavano a  mille.

“Blaine?” chiese “ stai bene?”

“Mi dispiace” ansimò, lanciando uno sguardo sincero  a Kurt. “Mi dispiace così tanto”.

“Non c’è nulla di cui scusarti” disse Kurt, la preoccupazione visibile sul suo viso..

Preoccupazione per me, quando quasi per colpa mia potresti perdere il lavoro.

Kurt riattraversò la stanza, fermandosi di fronte a Blaine.. ma non troppo vicino.

“Dobbiamo solo essere più cauti”.

“Significa che non vuoi… “ Blaine aveva quasi paura di continuare, “ .. non vuoi smettere?”

“No.. non voglio smettere di vederti” replicò immediatamente Kurt.

Si avvicinò e tirò Blaine verso il bordo del tavolo per abbracciarlo.

Blaine sospirò e poggiò la fronte sul petto di Kurt.

“Mi dispiace” sussurrò di nuovo.

“Non devi scusarti” disse Kurt, “ probabilmente è più colpa mia che tua.  E’ solo che… mi piace davvero  tanto passare del tempo con te e … mi distraggo.

“Piace anche a me passare del tempo con te” mormorò Blaine sulla sua camicia.

Kurt strinse un po’ più forte Blaine che portò le mani sui suoi fianchi.

“Non siamo per nulla cauti in questo momento” puntualizzò, odiandosi per averlo detto.

Kurt sospirò.

“Lo so.. saremo più cauti a partire da…” spinse Blaine un po’ indietro , inclinandogli leggermente la testa  per dargli un ultimo bacio “.. da adesso”.

Lasciò andare Blaine per poi allontanarsi mentre Blaine riportava riluttante la mani sulle ginocchia.

Sembrò come se lo spazio tra loro fosse stato riempito da un’altra presenza, ingombrante e indesiderata.

“Okay” disse Blaine, sforzandosi di sorridere.

Dovevano essere cauti perché nessuno doveva sapere.

Non c’era altra scelta.



 
NOTE

* il cribbage è un gioco di carte.

* Sylvia e Mickey erano un famoso duo americano di R&B degli anni 50 e 60.. https://www.youtube.com/watch?v=KpEA5QGYJFQ questo è il link della canzone “Love is strange” ( che fa parte della colonna sonora del film )

* la pachanga è un tipo di ballo tipico di quegli anni simile al cha – cha - cha

Alla prossima settimana.. con la speranza che anche questo capitolo vi piaccia....

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


“Penso che andrò fino in fondo con Noah “ annunciò Rachel , “ stasera”.

Queste parole fecero sobbalzare Blaine  che rischiò di far cadere, col gomito,  il bicchiere di limonata poggiato sul tavolino tra loro.

“Cosa?” esclamò , la voce troppo alta nell’aria pomeridiana in cui gli unici rumori erano quelli che provenivano dalla non molto lontana spiaggia.

Lui e Rachel erano seduti su delle sedie di legno in un angolo del portico dell’edificio principale.

Non gli sfuggì che Rachel non aveva nemmeno voltato una pagina della sua rivista sin da quando si erano sistemati li, da circa una mezz’ora, scegliendo di guardare vagamente verso il lago.

Stava ancora guardando il lago quando aggiunse, “ Non lo sa ancora”.

Il suo volto sembrò più turbato che qualsiasi altra cosa.

“Rachel”.

Per un momento Blaine rimase senza parole.

Non avevano mai parlato di questo ed il fatto che lei avesse scelto di parlare di Noah su tutti lo fece agitare.

Quello che alla fine uscì dalla sua bocca fu un “ Non puoi”.

Questo la fece voltare velocemente.

Sul viso un’espressione dura, le sopracciglia arcuate, quando disse “non posso?” con tono pericoloso.

Blaine si rimangiò immediatamente le parole.

“Non intendevo questo. Non ti direi mai quello che puoi fare” disse e Rachel sembrò un po’ più tranquilla.

“E’ solo .. non deve succedere così . Dovrebbe essere con qualcuno … con qualcuno che dovresti più o meno .. amare”.

L’ultima parola venne fuori come il lancio di un sasso nell’acqua , qualcosa a cui persino lui non si era permesso di pensare quando era solo al buio nella sua stanza, meno che mai alla luce del giorno.

Riportò lo sguardo sulla ringhiera del portico, fissandola senza realmente vederla.

“Lo so” disse Rachel , e c’era qualcosa di triste e malinconico nella sua voce.

Rachel scosse la testa dopo un momento , per ritrovare un po’ della sua solita determinazione.

“Pensi che non lo sappia?”

Blaine, con difficoltà, abbandonò i proprio pensieri .

“Non lo conosci nemmeno” disse, “come pensi di amarlo se non lo conosci nemmeno?”

“Lo conosco meglio di quanto credi” ammise Rachel, “ Abbiamo parlato. Abbiamo fatto una passeggiata ieri. Ed onestamente, non è così male come pensi tu. E nemmeno tu lo conosci”.

Blaine aggrottò le sopracciglia.

Quando erano andati a fare questa passeggiata?

Probabilmente una delle volte in cui lui era sparito per vedere Kurt, o quando era così preso dai suoi pensieri su Kurt da non accorgersi di quello che gli succedeva intorno.

“Ascolta Rachel” cominciò , scegliendo con cura le parole, “ Ho sentito che prima ha messo nei pasticci alcune ragazze e poi lo ha negato e ha rifiutato di aiutarle. Queste non sono le azioni di un bravo ragazzo”.

Rachel si morse il labbro, ancora senza guardarlo negli occhi.

“Sono solo pettegolezzi , Blaine”.

Blaine fu sollevato nel sentirla un po’ meno alterata.

“Che vengono però da una fonte piuttosto affidabile” mormorò Blaine, sperando che lei non gli avrebbe chiesto di essere più specifico e che stesse iniziando a fare il classico due più due.

Lei non chiese.

In effetti, non disse nulla del tutto, scegliendo invece di riportare lo sguardo , preoccupato, verso il lago.

Blaine la lasciò rimuginare in silenzio per un momento, prima di richiamare la sua attenzione.

“Rachel?”

Quando si voltò verso di lui, Blaine fu sorpreso dall’espressione triste sul suo viso.

Sembrò come se stesse per piangere.

“Si?”

“Promettimi solo che ci penserai bene, okay? Prima di prendere una qualsiasi decisione”.

Rachel annuì.

“Lo prometto” disse, poi si alzò bruscamente, “vado a prepararmi per le prove”.

“Vuoi che venga con te?” si offrì Blaine.

“No.. no “ disse Rachel , “ penso di aver bisogno di un po’ di tempo da sola. Voglio solo cambiarmi d’abito e sciacquarmi un po’ il viso. Ci vediamo li?”

“Okay” disse Blaine, regalandole un piccolo sorriso che fu da lei ricambiato, senza però raggiungere i suoi occhi.

Erano rimaste solo altre poche prove per lo spettacolo, fatto che Blaine, decisamente, cercava di ignorare ogni volta che il pensiero minacciava di invadere i suoi pensieri.

Avrebbero lasciato il Kellerman il giorno dopo lo spettacolo, cioè tra poco meno di una settimana.

Per le prove di quel pomeriggio, la maggior parte dei pezzi grandi della scenografia erano stati fatti ed erano già al loro posto sul palco.

Tuttavia, poco prima, quel giorno, uno dei membri del gruppo di ballo era inciampato contro una palma sul bordo del palco e si era rifiutato di risalirci.

Blaine era seduto sul pavimento , leggermente nascosto, cercando di sistemare il pezzo di compensato che reggeva da dietro la palma, quando sentì la voce di una donna dire in modo sensuale:

“ Sai, non ho dimenticato la notte che abbiamo passato insieme”, la voce era molto vicina, e Blaine sbirciò attraverso lo spazio tra il sipario e il tronco dell’albero.

Vide Finn seduto ad un tavolo non lontano e rimase molto sorpreso quando vide Terry Schuester poggiata sul tavolo in modo da mettere in mostra l’evidente scollatura del suo top.

“E’ la nostra ultima occasione per ripeterla” quasi facendo le fusa, “ho organizzato qualcosa per noi, aspetta e vedrai”.

Gli fece l’occhiolino e , senza aspettare una risposta, tornò verso un gruppetto di ospiti seduti ad un altro tavolo.

Finn si accigliò, lo sguardo basso sul blocco e poi lo rialzò sul palco con un’espressione malinconica.

Blaine seguì il suo sguardo fino a Rachel che stava provando il suo assolo… una canzone originale scritta da Jacob e intitolata “Hula – Hana” , il cui testo sembrò a Blaine un po’ più suggestivo.

Kurt si trovava lì vicino, con sguardo torvo, sicuramente a causa dei ridicoli passi di hula che era stato costretto ad inventare mentre Rachel cercava goffamente di sincronizzare con il testo.

Dall’espressione dolce sul viso di Finn, comunque, sembrava che Rachel stesse cantando una canzone d’amore dedicata direttamente a lui o forse che stesse cantando in uno spettacolo “sold-out” durante una standing ovation .

Non appena finì la canzone, Rachel si accasciò drammaticamente sul palco, seguendo le direzioni di Jacob, e Finn sorrise.

“Eccellente Rachel, come sempre!” la elogiò Jacob, affrettandosi a salire sul palco, da dietro le quinte.

Questo non servì ad addolcire l’espressione offesa di Rachel , che se ne andò frettolosamente con un secco “grazie” prima che Jacob potesse aggiungere altro.

“Va bene” continuò Jacob, urlando verso tutti i presenti in sala, battendo le mani.

“Il numero dei pirati è il prossimo! Tutti quelli che partecipano al numero dei pirati salgano sul palco, per favore!”

All’annuncio un uomo, con i capelli impomatati e dai tratti ben delineati, si avvicinò al tavolo di Finn per prendere il cappello da pirata lì poggiato.

“Salve” disse allegramente, “ mia moglie mi ha detto che darai delle lezioni di danza dell’ultimo minuto per aiutare tutti ad essere pronti per lo show. Apparentemente , sembra che lei pensi di aver bisogno di un aiuto extra”.

Spinse delle banconote spiegazzate in mano a Finn mentre la Signora Schuester , poco lontano, li guardava raggiante.

Blaine ruotò gli occhi.

“Perché non le prenoti una o due ore? Grazie!”

Si voltò per andarsene ma, dopo aver guardato le banconote sulla mano per un momento, Finn lo richiamò

“Signor Schuester, aspetti! Mi dispiace ma sono già pieno e non sarebbe giusto da parte mia accettare i suoi soldi”.

Allungò i soldi che il Signor Schuester prese con una scrollata di spalle.

La Signora Schuester vide lo scambio e guardò ad occhi socchiusi Finn , che distolse lo sguardo.

Blaine fu distratto dalla scena dall’arrivo di Rachel che si lasciò cadere accanto a lui, avvilita.

“Perché ho accettato di partecipare a questo show?” borbottò.

“Perché ami esibirti” le ricordò Blaine, riportando di nuovo la sua attenzione all’albero.

“Non in questo show” si lamentò Rachel imbronciandosi.

“Beh se può consolarti, rendi la canzone migliore quando la canti” disse  galantemente , sapendo che adularla era il modo migliore per tenerla su di morale.

Fu molto sorpreso quando sentì un calmo e distratto “grazie” in risposta e voltandosi vide Rachel guardare tristemente Finn.

Blaine passò lo sguardo su Finn, poi sulla Signora Schuester e poi di nuovo su Rachel, la fronte aggrottata per la preoccupazione.



Blaine ripensò ripetutamente a quello che aveva visto mentre era steso sul suo letto.

Sapere che la Signora Schuester aveva essenzialmente offerto dei soldi a Finn per fare sesso lo aveva scioccato e nauseato.

Si chiese se il Signor Schuester era a conoscenza della cosa o se fosse stato ignaro come gli era sembrato.

Ricordò l’evidente interesse di Finn per i soldi ed il desiderio nostalgico con cui aveva guardato Rachel.

Molte volte da quel pomeriggio , era stato vicino a raccontare qualcosa su quello che aveva visto a Rachel , ma cosa c’era da dire?

“Finn prova ancora qualcosa per te ma non so se devi fare qualcosa al riguardo visto che lui potrebbe essere coinvolto in qualcosa di squallido.”

Alla fine decise che non importava , non quando se ne sarebbero andati tra sei giorni e Rachel e Finn non si sarebbero comunque parlati.

Blaine aveva a malapena cercato di addormentarsi quando sentì qualcosa che sembrava come un colpo secco contro la finestra.

Spalancò gli occhi e rimase a fissare la finestra per un silenzioso momento .. stava forse sognando?

Ma poi risentì il rumore seguito rapidamente da un secondo , una specie di tap-tap.

Qualcosa di elettrizzante ed eccitante gli pervase lo stomaco.

Non era possibile che fosse quello che pensava, ma si alzò comunque dal letto e sbirciò fuori dalla finestra.

Kurt era lì.

Kurt sorrise ed abbassò il braccio già pronto per un altro tiro.

Blaine sorrise spontaneamente in risposta e dopo che entrambi annuirono , Kurt lasciò cadere una manciata di sassolini per terra.

Blaine afferrò rapidamente una tuta e scappò in bagno.

Era uscito solo per una corsetta serale e dopo la doccia non si era preoccupato di sistemarsi i capelli perché non aveva programmato di lasciare di nuovo la camera.

Non c’era tempo per sistemare il danno, ma fece tutto quello che poté con il tubetto di brillantina.

Una volta finito , uscì in punta di piedi , superò le altre silenziose camere da letto ed uscì sul portico , chiudendo piano la porta dietro di lui.

Fu accolto da una fresca brezza serale che gli accarezzò il viso e da Kurt che lo aspettava in fondo alle scale.

Avrebbe voluto andare da lui, abbracciarlo, baciarlo e prendergli la mano e lasciare che il calore dei loro corpi stretti l’un l’altro lo riscaldasse; invece si avvicinò quanto più osò, raggiante.

“La sala da ballo?” sussurrò Kurt.

Blaine annuì.

“Okay”.

Si voltarono e si incamminarono in silenzio , perché dovevano, ma vicini.

Non appena furono in cima alle scale, Kurt si voltò per dargli un lento e dolce bacio.

“Ciao” disse poi allontanandosi, gli occhi splendenti al buio.

“Ciao” rispose Blaine, intrecciando le loro mani.

“A cosa devo l’onore?”

Kurt abbassò leggermente la testa, lo sguardo basso e sfuggente e, se Blaine non sbagliava, il suo sorriso aveva vacillato.

“E se volevo solo vederti?”

“Questo… è sufficiente” disse Blaine.

“Bene” disse Kurt voltandosi di nuovo per guardarlo negli occhi; ma poi il suo sguardo si spostò in alto.

“I tuoi capelli sono diversi”

"Sì", disse Blaine cupo.

Kurt allungò la mano per accarezzare i capelli dietro l’orecchio di Blaine.

“Mi sono chiesto come stavi senza tutta questa roba”.

"Come Jacob Ben Israel in una brutta giornata," mormorò, inclinando la testa al tocco di Kurt.

"Sono sicuro che non è così terribile ", disse Kurt rassicurante, mentre continuò ad accarezzare delicatamente il cuoio capelluto di Blaine.

Blaine chiuse gli occhi.

Era valsa la pena sembrare una specie di clown se questo era quello che aveva ottenuto in cambio.

"Non esserne così sicuro."

Kurt gemette e mosse la mano indietro tra i capelli di Blaine per poi tirarlo verso di se per un altro bacio, uno di quelli che iniziano lentamente per poi approfondirsi fino a modellare le loro labbra insieme, le loro lingue che si accarezzavano.

La mano di Kurt scese sempre più giù fino a sfiorare con la punta delle dita la cintura dei pantaloni di Blaine.

Blaine si tirò indietro bruscamente. "Posso chiederti una cosa?"

"Naturalmente," disse Kurt, guardandolo confuso e un po’ preoccupato.

“Gli altri… qui… fanno tanto.. sai.. tanto sesso?” sentì il viso in fiamme.

“Oh.. “ disse Kurt, chiaramente sorpreso.

Fece un passo indietro togliendo la mano dai capelli di Blaine.

“Credo dipenda da cosa intendi per “tanto sesso”?”

“Parlo di sesso per soldi” sbottò Blaine.

Forse aveva preso tutto troppo seriamente; Kurt sembrò sorpreso, non arrabbiato.

Forse l’essere vicini fisicamente per Kurt non aveva la stessa importanza che aveva per lui.

Kurt, che ora si stava agitando , disse:

“Perché me lo chiedi?”

“E’ solo qualcosa che ho sentito” dichiarò Blaine cercando di abbellire la verità.

“Sono per lo più pettegolezzi” disse Kurt.

“Per lo più?”

Kurt sospirò.

“Cerchiamo di non girarci intorno. Stai parlando di Finn?” chiese.

Blaine spalancò gli occhi ed annuì.

Kurt aveva subito capito tutto, ma stava anche confermando i suoi sospetti , giusto?

“Penso che per te sia difficile immaginare cosa significhi vivere come noi” disse Kurt, parlando lentamente come se stesse scegliendo con cura le parole.

“Ci sono stati momenti in cui non avevamo abbastanza soldi per comprare qualcosa di diverso dalle caramelle , che a volte abbiamo dovuto mangiare per sopravvivere.

L’estate scorsa, è venuta una ragazza qui.. si chiamava Santana, era molto giovane, aveva più o meno la nostra età; era la moglie trofeo di qualche ricco uomo d’affari.

Prese una specie di cotta per Finn e praticamente riempiva le sue tasche di diamanti.

Penso che… la vide come qualcosa per alleggerire qualcuno dei nostri problemi”.

“L’ha usata?” chiese Blaine.

Si sentì combattuto, amareggiato  e triste allo stesso tempo.

“Ho sempre pensato fosse il contrario” chiarì Kurt, “Penso anche che qualcosa potrebbe essere successo con qualcuna delle ospiti all’inizio dell’estate, ma non me ne ha voluto parlare”.

Blaine annuì, aggrottando la fronte e storcendo la bocca.

“E’ solo qualcosa che è accaduto Blaine. Finn non è … non è una brutta persona o almeno cerca davvero duramente di non esserlo. Non devi preoccuparti e puoi dire a Rachel che nemmeno lei deve farlo”.

“Non si tratta di Rachel” disse immediatamente Blaine.

“No?”

“Beh.. “ disse Blaine evasivo, “ una specie.. ma non esattamente. Lei non sa nulla”.

“Oh.. “ Kurt si schiarì la gola, “ Non parliamo più di Finn. C’è qualcosa che vorrei chiederti”.

Questo.. insieme al tono della voce di Kurt, diventato tutt’ad un tratto acuto e nervoso.. attirò di nuovo tutta l’attenzione di Blaine.

Alzò lo sguardo e vide Kurt guardarlo cautamente.

“Non c’è problema se dici di no”.

Il cuore di Blaine batté un po’ più forte.

“Cosa c’è?”

“Mi chiedevo.. se potevamo provare qualcosa. Se tu volessi provare qualcosa”.

Blaine si sentì leggermente deluso senza però capirne il motivo, ma poi il suo cuore cominciò a battere forte quando vide l’espressione sul viso di Kurt cambiare.

“E’ solo qualcosa.. qualcosa a cui ho pensato” aggiunse Kurt, anche se si capì dal tono della sua voce  che quasi si aspettasse un rifiuto da parte di Blaine, cosa che , francamente, era inverosimile per Blaine.

“Cosa c’è?” ripeté Blaine, la voce quasi un sussurro questa volta.

“Mi lasceresti.. forse.. uhm.. usare la bocca? Su di te?”

E questa fu la ragione per cui Blaine si ritrovò sdraiato sulla schiena su di un tappetino , indossando solo le mutande, cercando di non farsi travolgere completamente dalla sensazione delle labbra di Kurt su tutto il petto, del tocco caldo della sua lingua e la suzione ed ora i piccoli morsi sulla morbida pelle intorno all’ombelico.

L’inaspettata intensità fece sobbalzare e rabbrividire Blaine,     che conficcò le dita nelle spalle di Kurt.

Kurt replicò succhiando un po’ più forte il pezzo di pelle di cui si stava prendendo cura, prima di alzarsi e mettersi a cavalcioni sulle gambe di Blaine.

Kurt aveva ancora i pantaloni  ma non la camicia e , grazie alla fioca luce, Blaine riuscì a vedere la sua pelle arrossire.

“Okay” disse Kurt, la voce poco più di un sussurro. “Okay.. allora sto per…”

“Okay” disse Blaine con voce strozzata , poi Kurt si chinò, con movimenti nervosi e a scatti  per dargli un bacio proprio li, attraverso la stoffa.

Blaine ansimò e sussultò facendo sbilanciare Kurt.

“Scusa!” esclamò Blaine, precipitandosi a tirarsi su sui gomiti.

“Mi dispiace! Non posso.. non ho potuto farne a meno. Forse sarebbe meglio se… se avessi saltato questa parte”

Blaine si sentì come se , in meno di un secondo , potesse ridursi in cenere, proprio li sul pavimento della sala da ballo e fu quasi sicuro che .. se Kurt avesse continuato così non ci sarebbe stata nessuna prossima parte.

Kurt, emozionato, scivolò di lato afferrando l’elastico delle mutande di Blaine.

“Va bene?”

Blaine annuì ed alzò il bacino  e poi.. fu nudo, completamente nudo di fronte ad un’altra persona per la prima volta da quando era un bambino.

Kurt lo fissò facendolo sentire a disagio.. Blaine se lo aspettava.. e sentì uno strano senso di eccitazione e potere che invece non si aspettava.

Kurt si posizionò tra le gambe di Blaine, costringendolo ad allargarle.

Blaine sentì la ruvidezza dei jeans di Kurt contro le ginocchia e poi … tutto lo fece sentire vulnerabile.

Kurt si chinò di nuovo.

Questa volta la sua bocca scese un po’ più in basso .

All’inizio i suoi baci furono gentili e con i capelli solleticò la pelle di Blaine.

Ciò fece rabbrividire Blaine fin quando Kurt non iniziò a scendere sempre più giù , ed il calore e l’intensità cominciò a salire di nuovo.

Blaine strinse le mani a pugno, non sapendo cosa altro fare.

“Oh mio Dio”  gli scappò quando Kurt raggiunse la sua destinazione, le labbra pressate direttamente sulla sua pelle questa volta.

Blaine non riuscì a fare a meno di spingersi contro Kurt di nuovo, ma questa volta Kurt aveva afferrato forte i suoi fianchi impedendogli di muoversi.

I movimenti di Kurt divennero più sicuri  man mano che esplorava tutta l’erezione di Blaine, con le labbra e la lingua poi .. lo prese completamente in bocca.

“Oh mio Dio” ripeté Blaine e sbatté forte la testa sul tappetino.

Non aveva idea che qualcosa potesse fargli provare tutto ciò.. caldo e umido, sorprendente , così bello.. molto più che fantastico.

Quando fu di nuovo in grado di parlare, riuscì solo a gemere parole incoerenti come caldo, vicino e intimo.

Seppe anche che , pur avendo sentito parlare di intimità, non ne aveva mai capito il vero significato fino ad ora.

Con un improvviso guizzo di lucidità , Blaine realizzò che mancava davvero poco  prima che sarebbe andato completamente in pezzi , riuscì comunque a pensare che forse non era il caso di farlo.. con la bocca di Kurt proprio li

Riuscì debolmente a toccare la spalla di Kurt ed ansimare il suo nome.

Kurt mormorò stranamente qualcosa.. e tutto.. finì.

Blaine era a malapena conscio che la mano di Kurt stava stringendogli un fianco quando iniziò a tremare e la bocca di Kurt rimase li tutto il tempo , fin quando , alla fine, Kurt non si scostò per pulirsi il mento con il dorso della mano.

Blaine rimase sdraiato, senza forza, a fissare il soffitto per un attimo , poi chiuse gli occhi mentre cercava di riprendere fiato.

Li spalancò poi quando sentì il rumore della cerniera dei pantaloni di Kurt abbassarsi.

Alzando la testa con difficoltà, vide i muscoli delle braccia e delle spalle di Kurt contrarsi mentre Kurt  si toccava.

“Kurt no..” disse Blaine fievolmente, “ Volevo ..”

“Sono così vicino” grugnì Kurt.

Aggrottò il viso mentre i suoi movimenti diventarono più frenetici , poi ansimò, i suoi lineamenti si rilassarono ,la bocca aperta e gli occhi chiusi.

Blaine lo guardava, a bocca leggermente aperta, fino a quando Kurt non venne e si accasciò in avanti.

Frugò nella tasca dei pantaloni e prese un fazzoletto per pulirsi.

Quando Kurt cominciò a tirarsi su i pantaloni, però, Blaine si allungò per fermagli la mano.

“Puoi.. invece toglierli?” chiese Blaine.

Kurt lo guardò con curiosità.

“Si?”

“Voglio solo vederti” disse Blaine tranquillamente.

Gli sembrò ridicolo che dopo tutto quello che avevano fatto non avesse ancora visto i polpacci di Kurt.

Non aveva visto nemmeno le ginocchia.

Si imbarazzò ,ma poi Kurt gli sorrise.

“Okay” disse , abbassando e poi sfilando i pantaloni, mettendo così in mostra i muscoli ben definiti delle sue gambe quando si stese accanto a Blaine sul tappetino, spingendolo fin quando non furono entrambi su un fianco , uno di fronte all’altro.

Non era una posizione comoda.. Blaine sentiva le ossa della spalle e del bacino pressate sul pavimento e non riusciva a muovere le braccia , poggiate tra loro, per poterlo abbracciare.

Ma quando riuscì ad infilare un piede tra quelli di Kurt… tutto fu perfetto.

Condivisero un singolo e lento bacio , mantenendo i loro visi vicini quando si separarono.

“Volevo farlo anche io per te” mormorò Blaine, perché voleva davvero farlo.

Solo il pensiero lo fece fremere di eccitazione , il respiro divenne più veloce; avrebbe voluto far sentire bene Kurt tanto quanto lo aveva appena fatto sentire lui.

“Lo farai” disse con dolcezza Kurt, “ solo.. non potevo più aspettare”.

Blaine annuì strofinando la guancia sulla superficie ruvida del tappetino.

“E’ così … che gli uomini.. lo fanno? Fare sesso intendo”.

“E’ un modo , si” replicò Kurt .

Senza approfondire, iniziò a disegnare con la punta delle dita piccoli cerchi sulla schiena di Blaine, che non riuscì ad aprire bocca per chiedere “cos’altro?”

C’era ancora così tanto che avrebbe voluto conoscere e c’erano solo ancora sei giorni.

“Sono contento ..” cominciò, provando un senso di oppressione in gola al pensiero che mancava meno di una settimana, “ sono contento che sia successo!”

Kurt lo tirò più vicino , poggiando la fronte su quella di Blaine e chiudendo gli occhi.

“Anche io”


*
La mattina dopo a colazione, Blaine notò che Rachel era insolitamente tranquilla.

Era assorta , mangiava con un piccolo sorriso sul volto e , visto quello di cui avevano parlato sulla veranda, Blaine fu terrorizzato da quello che ciò potesse significare.

La sua unica consolazione era che Rachel non aveva mai seguito con lo sguardo Noah, come aveva invece fatto nei giorni scorsi, anche se poteva averlo solo fatto di proposito.

Avevano fatto colazione con un’altra coppia , che era andata via subito dopo aver finito di mangiare.

Avevano indugiato un po’, mentre Hiram finiva di bere il suo caffè e dopo un minuto o due , il signor Kellerman si accasciò pesantemente su una delle sedie con un sospiro e Jacob, che era con lui, ne prese un’altra.

“Cosa c’è che non va, Max?” chiese Hiram gentilmente.

Max lo fissò con sguardo serio.

“Hai presente quando vedi un tuo paziente e pensi che sia tutto apposto e poi guardando gli esami nulla è come avevi pensato?”

“Credo di si, si” disse Hiram prendendo un sorso di caffè.

“Cosa è successo?”

“Beh.. è esattamente così che ci si sente quando scopri che uno dei tuoi dipendenti è un ladro”.

“Il portafogli del signor Schuester è stato rubato mentre giocava a pinnacolo ieri sera” si intromise Jacob, sembrando troppo entusiasta.

“Era nella tasca della sua giacca che era appesa alla sue sedia. Lo aveva all’1:30 ma quando ha ricontrollato, verso le 3:45.. non c’era più”.

Jacob spalancò gli occhi drammaticamente , guardando Rachel che lo ignorò.

Shelby sospirò comprensiva .

“Terry pensa di ricordarsi di aver visto il maestro di danza, Finn , passargli accanto” disse il Signor Kellerman.

Rachel alzò la testa di scatto.

“Così gli abbiamo chiesto se aveva un alibi per la notte scorsa. Ci ha detto di essere rimasto in camera da solo a leggere”.

Jacob ridacchiò.

“Finn Hudson non ha mai letto un libro in vita sua”.

“Ci deve essere un errore” sbottò Rachel , “ So che non è stato Finn”.

Il signor Kellerman scosse la testa , un finto sguardo triste dipinto sul viso.

“Ci sono stati dei furti simili allo Sheldrake , ed è già successo anche qui”.

“Altri tre portafogli” confermò Jacob.

“Finn non dorme in camera con suo fratello?” 

Rachel lanciò uno sguardo isterico verso Blaine.

“Non potete chiedergli se Finn era in camera la scorsa notte?”

Blaine respirò nervosamente , mordendosi un labbro e sentendo il cuore battere più forte.

“Alcuni membri dello staff hanno visto il suo fratellastro uscire dalla camera di Quinn Fabray questa mattina” disse il signor Kellerman , prima di aggiungere con voce bassa, “ cosa piuttosto sorprendente a dire il vero”.

Jacob sbuffò , annuendo e Blaine sentì un’ondata di sollievo ed un senso di irritazione verso l’atteggiamento sprezzante del signor Kellerman e di Jacob nei confronti di Kurt.

Si sentì anche piuttosto confuso… Kurt era davvero andato da Quinn dopo che si erano separati la notte prima?

Perché era andato li invece di andare nella sua stanza?

“Beh.. forse.. forse dovreste scoprire se potrebbe averlo fatto qualcun altro”  disse Rachel con voce sempre più veloce e frenetica ad ogni parola.

“Sapete chi potrebbe essere stato? Quella coppietta di vecchietti.. gli Schumacher .

Abbiamo visto lei con alcuni portafogli , vero Blaine?”  disse Rachel guardando Blaine per conferma, ma Blaine scosse la testa, più per incredulità che per disaccordo.

"Sylvia e Sidney?” chiese il signor Kellerman.

Lui e Jacob fissarono Rachel, sbigottiti.

“Rachel “ disse severamente Hiram, “ Non puoi andare in giro ad accusare delle persone innocenti!”

“Ma io li ho visti anche allo Sheldrake!” protestò Rachel e Blaine rabbrividì.

Questo non era un argomento che avrebbe voluto riaprire di nuovo.

“Non ha appena detto che hanno rubato qualcosa pure li?” 

Rachel si voltò a guardare in modo accusatorio il signor Kellerman.

“Abbiamo un testimone e il ragazzo non ha un alibi” dichiarò con fermezza il signor Kellerman, “ Andiamo Jacob, scoprirai come si fa a licenziare un dipendente”.

Con uno sguardo allegro, Jacob si alzò insieme al signor Kellerman .

“Aspettate! “ esclamò Rachel.

Prese un profondo respiro ed allungò la mano per trattenerli.

“Aspettate , per favore. So che Finn non ha rubato i portafogli. E’ stato tutte la notte in camera sua.

Ed il motivo per cui lo so è perché…. “ si fermò , lanciò uno sguardo afflitto e terrorizzato a Blaine e al padre … “ perché ero con lui!”



Note

http://archiveofourown.org/works/610563/chapters/1112339 link del capitolo...
A questo punto non so mai cosa scrivere... quindi.. vi saluto vi do appuntamento alla prossima settimana ...

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


La dichiarazione di Rachel lasciò tutti in un attonito silenzio per un minuto poi… tutto accadde molto rapidamente.

Blaine tentò di aprire bocca ma fu  interrotto dalla voce del signor Kellerman.

“Saresti disposta a giurarlo , Rachel? Per le autorità se fosse necessario?”

“Si” disse Rachel , con voce calma ma forte.

Hiram sbuffò e distolse lo sguardo.

“Allora penso che dovremo continuare questa discussione nel mio ufficio” dichiarò il signor Kellerman.

“Seguimi, per favore”.

Si alzarono tutti, la maggior parte di loro lenta ed ancora sotto shock e Rachel con movimenti  piccoli e controllati.

Hiram al contrario quasi saltò in piedi.

“Ho bisogno di aria” disse, rifiutandosi fermamente di guardarli, guardando direttamente la moglie.

“Shelby, ti assicuri tu che sia tutto sotto controllo?”

Shelby annuì, con un’espressione seria sul viso.

“Certamente. Andiamo , Blaine, Rachel.” Ordinò.

Era la voce che Blaine aveva sentito almeno un centinaio di volte, quella voce senza fronzoli, la voce dei suoi “Siediti dritto” e dei “non alzare il mento quando canti” e dei “Blaine, riprovaci”.

E così , come aveva sempre fatto le altre 100 volte , Blaine si alzò, raddrizzò la schiena e seguì la piccola e strana processione.

Il signor Kellerman li condusse lungo un corridoio, su per una rampa di scale e poi in un grande ufficio che avrebbe dovuto essere un incantevole ufficio grazie alla grande finestra che affacciava sul lego.

Invece era disordinato, soffocante e puzzava di cibo stantio.

C’erano due sedie di fronte alla grande scrivania.

Blaine lasciò che le usassero Shelby e Rachel, decidendo di appoggiarsi alla parete mente Jacob si mise dietro allo zio, sembrando sul punto di vomitare.

Il signor Kellerman prese un blocco ed iniziò a fare delle domande a Rachel.

Per fortuna, non aveva nessuna ragione per chiederle troppi dettagli sulla notte prima.

Le chiese a che ora era arrivata nelle stanza di Finn ( non poteva essere prima delle 11) a che ora era andata via ( poco dopo l’alba).

Rachel confermò che Finn non aveva lasciato la stanza per tutto il tempo in cui era stata li.

Poi il signor Kellerman chiese di Kurt e Blaine drizzò le orecchie.

“Era li quando sono arrivata, ma è andato via per lasciarci un po’ di privacy per.. uhm.. parlare” spiegò Rachel, riprendendo un po’ di colore. “Non è più tornato”.

E’ venuto a cercare me , realizzò Blaine ricordando l’arrivo inaspettato di Kurt e soprattutto la sua riluttanza a dire il perché era li,

Blaine si sentì a disagio, capì improvvisamente che Kurt sapeva dove Rachel era stata per tutto il tempo e non sapeva cosa pensare.

Naturalmente non era una sua responsabilità prendersi cura di lei e potrebbe aver pensato di non dover interferire.

Quando riportò l’attenzione sulla conversazione, il signor Kellerman stava chiedendo a Rachel di parlargli del giorno in cui lei e Blaine avevano aiutato la signora Schumacher a riprendere la sua collezione di portafogli .

Rachel rispose a tutto con onestà ed anche Blaine raccontò tutto quello che ricordava, decidendo che non c’era nulla di male a raccontare la verità.

Dopo che Blaine finì di parlare del contenuto della borsa della signora Schumacher , il signor Kellerman li fece tornare in corridoio.

“Ho bisogno di parlare con Jacob per qualche minuto poi preparerò delle note che vorrei rileggeste per poi firmarle. Potete aspettare nell’ufficio in fondo al corridoio, se volete”.

Rachel si precipitò, grata, fuori dalla stanza ed andò dritto nell’ufficio vuoto, crollando su una sedia.

Blaine la raggiunse mentre Shelby rimase sulla soglia.

“Vado a vedere se trovo un po’ d’acqua per noi” disse “ penso ci farà stare tutti meglio. Mi aspettate qui?”

“Lo faremo” replicò Blaine, quando Rachel rimase in silenzio.

Shelby esitò di nuovo prima di andarsene.

“Rachel..” disse alla fine , aspettando che la figlia alzasse la testa, “ stai facendo la cosa giusta”.

Rachel annuì triste.

“Grazie mamma” sussurrò .

Shelby le rivolse un debole sorride e se ne andò.

Non appena furono soli, Rachel portò i gomiti sulle ginocchia e nascose il viso tre le mani.

“Questo è un incubo” si lamentò.

Blaine le si avvicinò e le diede un breve abbraccio.

“Shelby ha ragione. Quello che stai facendo è la cosa giusta. Avresti potuto tenerlo per te e lasciare che incolpassero Finn”

Rachel alzò bruscamente la testa a queste parole.

“Non lo farei mai! Non potrei! Non a lui!” disse prima di crollare sulla sedia.

“Papà non mi parlerà mai più”.

“Certo che lo farà” la rassicurò Blaine, “ ha solo bisogno di un po’ di tempo per superare lo shock”.

“Lo farà” disse Rachel , “ Perché parlerò io con lui e così non avrò altra scelta.”

Blaine sorrise leggermente.. sembrava di nuovo la solita Rachel.

La stava guardando con attenzione .

“Tu.. stai parlando con me” osservò.

“Perché non dovrei farlo?”

“Non sei arrabbiato con me?” gli chiese abbassando un po’ la voce.

Blaine sospirò.

“Non sono arrabbiato” e fu sorpreso di quanto questo fosse vero.

Sapere che Rachel aveva passato  tutta la notte con Finn sembrava meno terribile se paragonata all’idea che avrebbe potuto scegliere invece Noah.

Inoltre, Blaine non aveva motivo di recriminare se si parlava di castità.

“Sono, però, confuso” continuò, “ Rachel… ieri pomeriggio stavi parlando di Noah. Cosa è successo?”

Rachel riportò lo sguardo sulle sue mani intrecciate.

“Beh.. ti ricordi cosa ti ho detto che volevo fare?”

“Si” disse Blaine incapace di nascondere la sua disapprovazione.

“Pensavo.. di volerlo fare ancora” ammise , “ mi sono truccata e sono sgattaiolata fuori non appena siete andati tutti a dormire . io.. oh  sono così stupida”.

E Blaine non poteva permetterle di dirlo, anche se non poteva che essere d’accordo.

“Rachel.. non è stupido….”

“No” lo interruppe lei, “non intendevo.. “ .

Prese un profondo respiro.

“Sono arrivata davanti la porta della sua stanza. Ho bussato e nessuno mi ha risposto. Così ho deciso di aprire la porta. C’era un asciugamano sul pomello, ma non sapevo cosa volesse significare e quando ho aperto la porta…” corrucciò il viso , “ Non era da solo. Terry Schuester era li.  Nel suo letto. Con lui.”

Blaine impallidì.

“Oh!”

“Non sapevo cosa fare… così… ho solo chiuso la porta e sono scappata. Verso la stanza di Finn.”

“Oh!” ripeté Blaine.

“Non mi è mai davvero importato di Noah” continuò Rachel “penso di aver solo cercato di sentirmi meglio. O di fare ingelosire Finn. O entrambe”.

“Rachel…” cominciò Blaine, ma fu interrotto dall’arrivo di Shelby con due bicchieri d’acqua che mise fine alla loro conversazione.

Si divisero l’acqua tra loro mentre aspettavano in silenzio.

Non passò molto tempo che il signor Kellerman riapparve.

Aveva mandato via Jacob per fare delle commissioni ed invitò Blaine e Rachel a tornare nel suo ufficio, porgendo loro un foglio dattiloscritto da visionare e firmare.

Mentre Blaine firmava la sua dichiarazione, il signor Kellerman si schiarì la gola e parlò.

“Rachel, credo di doverti chiedere di non partecipare più al talent show, visti i recenti sviluppi”.

Blaine alzò lo sguardo e vide Rachel guardare con freddezza il signor Kellerman.

“Oh.. è un gran sollievo” disse “Stavo per chiedervi se potevate sostituirmi con la mia sostituta . Non riesco a farmi passare questa allergia.”

“Bene. Allora è tutto sistemato” rispose il signor Kellerman.

Blaine non poté fare a meno di trattenere un sorriso … mentre restituiva il documento firmato.

Pochi minuti dopo, tornarono tutti in corridoio tranne il signor Kellerman che chiuse la porta per concludere definitivamente la questione.

Una volta che furono congedati, Rachel si voltò verso di loro.

“Vado a cercare papà” disse a testa alta.

Accettò il loro abbracci per poi dirigersi lungo il corridoio, sembrando stanca ma fiera.

“E tu , tesoro?” disse Shelby, “ vuoi tornare in camera?”

Blaine scosse la testa .

“No, penso che andrò a fare una passeggiata. Per schiarirmi le idee”.

“Va bene” disse Shelby, che lo abbracciò dandogli un bacio sulla fronte, “ Ci vediamo più tardi”.

“A più tardi” disse Blaine.

Doveva trovare Kurt.




Muovendosi quanto più rapidamente possibile senza destare sospetti, Blaine guardò in tutti i posti che gli erano venuti in mente.. la sala da ballo, la camera di Kurt, quella di Quinn.. ma Kurt non era in nessuno di questi posti.

Aveva chiesto anche ad alcuni membri dello staff .. era persino andato nella loro sala comune ma era vuoto.

Frustrato , si sdraiò sul divano, cercando di pensare ad altri posti in cui cercare.

Blaine non ricordava di essersi addormentato.. l’unica cosa che sapeva era di essere accasciato sul divano con Kurt che lo scuoteva per svegliarlo, mentre esclamava.. “ Blaine! Ti ho cercato dappertutto!”.

“Cosa?” chiese Blaine intontito.

Non ricordava nemmeno di aver chiuso gli occhi, ma era anche vero che non aveva dormito molto.

Scosse leggermente la testa.

“Kurt!.. Hanno…”

“Hanno arrestato gli Schumacher “ lo interruppe Kurt, “ hanno preso le loro impronte dai bicchieri ed è venuto fuori che erano ricercati in tre stati. Hanno fatto un bel colpaccio qui questa estate.”

“Grande!” disse Blaine, alzandosi in piedi .

“Questo..” le parole gli morirono in gola quando Kurt si allontanò, evitando di prendere la mano che Blaine aveva allungato.

Fu così che notò la posizione di Kurt.. le braccia strette sulle stomaco.. la testa e gli occhi bassi e sfuggenti.

“Andiamo via, Blaine” disse Kurt sommessamente.

“..Via?” chiese Blaine

“Finn è stato licenziato”.

Le parole rimasero pesantemente sospese  in aria, Blaine non riusciva a comprenderle perché non avevano senso.

Se avevano appena provato che Finn non aveva rubato i portafogli, il signor Kellerman non aveva motivo per.. a meno che..

“Lo hanno licenziato a causa di quello che è successo con Rachel” suppose Blaine.

“E se andiamo via senza far rumore, ci daranno comunque il nostro bonus estivo” disse Kurt acido.

“E’ me che vuol far fuori e credo che abbia finalmente trovato come farlo.

Non c’è nessuna possibilità che io resti nei paraggi se Finn non è qui”.

Queste parole colpirono Blaine come uno schiaffo, e non poté fare a meno di pensare ..” nemmeno se ci sono io?”

Ma non sarebbe stato giusto.

Blaine sarebbe andato via nel fine settimana e Kurt odiava i Kellerman.

Naturalmente non avrebbe potuto ciondolare per tutto il resto dell’estate.

“Quando partite?” chiese Blaine con tono triste.

"Questo pomeriggio."

Un altro duro colpo.

“Così presto?”  sussultò Blaine.

“Presto?” Kurt sembrò incredulo, “ Siamo stati fortunati che ci ha almeno dato il tempo di preparare le valigie”.

“Allora..” disse Blaine debolmente, “ Questo è tutto”.

Stava cercando con difficoltà a non contare , perché non voleva pensare a quanti giorni erano passati dall’ultima volta… dall’ultimo tocco, dall’ultimo bacio, dalle ultime parole che si erano scambiati… ma non aveva più importanza.

Questa era l’ultima volta.

Sotto tutti i punti di vista.. l’ultima volta stava appena accadendo.

“Questo è tutto” confermò Kurt.

Blaine si sentì stordito, dentro e fuori, come quel momento tra lo scottarsi e sentire il dolore.

Guardò Kurt, era qui ma non del tutto, non lo stava toccando e aveva rialzato quel muro che Blaine non vedeva da settimane.

Non poteva essere.

Non poteva fare questo.

Blaine aveva ancora così tante cose da dire, così tanti pensieri e sensazione che non era ancora capace di trasformare in parole.

Voleva dire a Kurt quanto tutto avesse significato tanto per lui, che conoscerlo era stata la migliore cosa che potesse capitargli; avrebbe voluto chiedergli se avesse ancora pensato a trasferirsi a New York o se aveva semplicemente pensato che tutto questo sarebbe solo ..finito.

“Ma.. ci sono ancora così tante cose di cui vorrei parlare con te..” disse alla fine.

Parole non sufficienti, ma che ebbero , comunque, lo stesso un certo impatto.

Kurt sospirò ed il suo viso si addolcì ; Kurt ora sembrò addolorato più che distante.

“Lo so”.

Visto che non avevano più così tanto tempo, Blaine sbottò.

“Volevo parlarti di New York”.

“Blaine..” disse Kurt, dondolandosi, “ New York è solo… è solo un sogno impossibile per me , ora.”

“Ma perché?” sussurrò Blaine.

Stava quasi piagnucolando ormai, ma non riuscì a trattenersi.

“La mia famiglia.. non posso..”

Kurt prese un profondo respiro.

“Quando sono a casa, do una mano al garage di mio padre, e faccio anche qualche lavoretto occasionale.

E quando non ci sono, mando quanti più soldi posso a casa. Entrambi lo facciamo. Ma non ci sono stati abbastanza soldi da mandare a causa di Quinn. Ho bisogno di rimediare in qualche modo”.

“E allora? Puoi lavorare a New York. Probabilmente ci sono tanti lavori li.  E per qualcuno come te che sa cantare e ballare…”

Blaine si sentì sconsiderato e disperato, ma non poteva più continuare quando vide l’espressione di Kurt , che sembrava come se… come se ogni parola che usciva dalla sua bocca lo ferisse più della precedente.

Kurt si avvicinò e toccò per un attimo il viso, i capelli, il collo.. guardando ovunque tranne che Blaine.

“Non posso prendere così una decisione del genere. Non così.. di punto in bianco mentre sono qui. Ho bisogno di tempo…”

Tempo.. l’unica cosa che non avevano .. ormai avevano solo pochi minuti , preziosi come perle e Blaine non voleva passarli facendo sentire Kurt ancora più triste.

“Prese un profondo e tremante respiro e si calmò”.

 “Fammi sapere se lo farai”

Almeno per i prossimi quattro anni Kurt sapeva dopo trovarlo.

Gli bruciavano gli occhi.

“Certo” rispose Kurt dolcemente, “ Se pensi che avrai ancora voglia di saperlo”

“Lo vorrò”.

Alla fine si guardarono fissi negli occhi e poi Blaine si lanciò verso di lui.

Kurt gli venne incontro e avvolse le braccia intorno alle sue spalle mentre Blaine nascose il viso nel suo collo ed iniziò a piangere.

Voleva ricordare tutto e cercò di immagazzinare quanto più poté, il più rapidamente possibile.

Il profumo di Kurt, il modo perfetto con cui si incastravano i loro corpi, poggiando la guancia tra il collo e le spalle di Kurt… le sue braccia intorno ai fianchi di Kurt.

Cercò di imprimere nella sua memoria tutto quanto più forte poteva .

La parte peggiore era sapere che questi ricordi sarebbero comunque svaniti, non importava quanto duramente avrebbe provato a trattenerli, proprio come avevano fatto il suono della risata di sua madre o la voce di suo padre.

Avvolse le braccia attorno ai fianchi di Kurt, che si allontanò un po’ per poggiare le mani sul viso bagnato di lacrime di Blaine, per poi unire le loro labbra insieme per un ultimo bacio, intenso e pieno di desiderio.

Blaine rispose al bacio con abbandono, con ardore, perché ormai non serviva nascondere più nulla.

Non c’era nulla da nascondere.

Quando Kurt si staccò, tolse le mani dalle spalle di Blaine e allontanò , gentilmente , le braccia di Blaine; gli occhi bassi e le guance rosa.

“Va da Rachel” disse a bassa voce, “Portala al parcheggio riservato allo staff tra un’ora”.

Cercò di andarsene, ma Blaine lo afferrò per un gomito e lo tirò verso di se per baciarlo di nuovo, una mano poggiata sul collo di Kurt, perché questa volta era davvero l’ultima volta… l’ultimo bacio e l’ultima volta che avrebbe visto Kurt da solo.

Kurt emise un suono strozzato e si liberò di nuovo.

Blaine riuscì a scorgere l’espressione devastata sul suo viso mentre si voltava e portava le braccia strette in vita , per poi andarsene velocemente.

Blaine abbassò le braccia.

La porta sbatté e rimase solo.




Dopo che Kurt se ne fu andato, Blaine rimase lì per alcuni minuti cercando di ricomporsi.

Era ancora li dove lo aveva lasciato Kurt, quasi immobile per lo shock, solo i muscoli del viso si muovevano appena; ma tutto, dentro di lui, stava vorticando, precipitando persino urlando.

Capì , sorpreso, l’enorme differenza che c’era tra il trovarsi sul ciglio di una scogliera sapendo di dover saltare giù e l’essere spinto , inconsapevolmente, oltre quel ciglio prima di realizzare persino che i proprio piedi non toccavano più il terreno.

Fu difficile andar via, sapendo che oltre quella porta, tutto sarebbe stato diverso.

Ovviamente sapeva che non era davvero così, ma , in quel momento, non sarebbe stato sorpreso se uscendo avesse trovato qualcosa di drastico.. tutti gli alberi bruciati o il cielo del colore sbagliato.

Eppure, quando tutto ciò che vide fu lo stesso blu vivace e lo stesso verde rigoglioso si sentì anche peggio.

Perché questo voleva dire che il cambiamento era solo dentro di lui.

Blaine si sforzò di mantenere un’espressione neutra mentre tornava nella stanza dei Berry.

Quando mancavano ancora diversi metri per arrivare, fu sorpreso di vedere Finn salire i gradini del portico.

Blaine accelerò il passo , ma prima di poter arrivare abbastanza vicino per poter dire qualcosa, Finn stava già bussando alla porta.

Fu aperta da Hiram, un’espressione calma e seria sul viso, ma i suoi  occhi erano furiosi.

“Dottor Berry posso.. uh,.. sto andando via così volevo solo… “ iniziò Finn, portandosi la mano sul collo per strofinarsi la nuca come per sottrarsi dall’ira di Hiram.

“So cosa sta pensando”.

“Non sai nulla di me “ disse Hiram.

“So che ama Rachel” disse Finn, “ e che vuole che sia felice. E che abbia successo”.

“Non potrà essere nulla di ciò se continuerà a passare del tempo con gente come te”.

Blaine vide chiaramente il momento in cui Finn si irritò.

“Come me?” disse quasi sfidandolo.

“Il tipo di persona che mette nei guai la proprio partner “ spiegò Hiram , la voce dura come pietra, “ e che poi la manda da un macellaio mentre lui se la spassa con una ragazza innocente”.

Blaine inspirò profondamente , spostò velocemente lo sguardo su Finn per controllare la sua reazione, pronto a precipitarsi per separarli se ce ne fosse stato bisogno.

Ma, invece di reagire male, Finn si calmò.

“Si” disse , “ immagino che sia così che vuole vederla” .

Rimise gli occhiali da sole e se ne andò senza aggiungere altro, guardando a malapena Blaine, immobile, quando gli passò accanto.

Blaine lo guardò allontanarsi per un momento , poi corse in camera.

Quando aprì la porta, Hiram stava sparendo nella sue stanza e Rachel era in piedi vicino alla sedia dondolo, tormentandosi le mani.

“Blaine, cosa è successo?” sussurrò.

Blaine lanciò uno sguardo alla porta chiusa della stanza di Hiram e, ad alta voce , disse:

“ Perché non andiamo a fare una passeggiata al lago? Ti racconterò tutto.”

Rachel sembrava confusa e spaventata, e Blaine desiderò non essere lui a doverle raccontare tutto.

Avrebbe solo voluto poggiarle un braccio sulle spalle e dirle che sarebbe andato tutto bene, ma nulla andava bene per lui.

Sapeva che la situazione le avrebbe spezzato il cuore così come aveva spezzato il suo , che fosse giusto o no.

Blaine si diresse con Rachel prima verso il lago, nel caso in cui Hiram li stesse controllando e poi perché avevano ancora un po’ di tempo prima di incontrarsi con gli altri.

Rachel si avventò immediatamente su di lui.

“Blaine, cosa sta succedendo? Tu sei sparito e papà continua a dirmi di non preoccuparmi e che tutto è stato sistemato”.

Blaine prese un respiro profondo.

Allungò una mano verso Rachel e , quando lei la prese, Blaine le intrecciò.

“Il signor Kellerman ha licenziato Finn” disse, “ Deve andarsene oggi , nel pomeriggio e Kurt andrà con lui “.

La sua voce vacillò quando pronunciò il nome di Kurt ma si costrinse a continuare, “Immagino che anche Quinn vada via. Finn vuole incontrarti al parcheggio dello staff per dirti addio”.

Rachel si fermò afferrando Blaine per un braccio , facendolo fermare.

“Stanno andando via?” sussurrò , guardandolo con gli occhi spalancati che iniziarono a bagnarsi di lacrime.

“Oggi? Ora?”

Sentendo un pizzicore agli occhi, Blaine cominciò di nuovo a camminare, così da poter voltare il viso.

“Andiamo” disse con calma, “ Non dobbiamo far insospettire Hiram. E si.. vanno via, così dobbiamo andare a dirgli addio”.

Mentre continuarono a dirigersi verso il lago, Rachel si strinse a lui, la testa china e la mano stretta al suo gomito.

Blaine restò impassibile, ma le strinse forte la mano, cercando di confortare entrambi.

Camminarono fino alla sponda del lago, percorrendola fin quando Blaine svoltò all’altezza dell’area dello staff.

Rachel si staccò da lui non appena arrivarono al parcheggio, facendo gli ultimi passi che la separavano da Finn di corsa, gettandosi tra le sue braccia e seppellendo il viso nella sua maglia.

Blaine distolse lo sguardo , cercando di dar loro un po’ di privacy girandosi, volutamente, dalla parte opposta da dove era Kurt.

All’inizio fissò per terra, e dopo un momento alzò lo sguardo verso il cielo luminoso del pomeriggio, pensando così di poter incolpare il sole se i suoi occhi si dovessero riempire di lacrime.

Fu sorpreso di sentire dei passi avvicinarsi e abbassando lo sguardo vide Quinn socchiudere gli occhi e sorridere.

“Hey” disse Quinn .

Blaine si sforzò di sorridere, sperando che non sembrasse più che altro una smorfia.

“Ciao.. così stai andando via anche tu?” chiese, anche se la risposta era più che ovvia.

Quinn guardò verso gli altri e poi tornò a guardare Blaine.

“Questi ragazzi sono la mia famiglia ora” .

“Sono felice che avete l’un l’altro “ disse Blaine onestamente e lo era davvero.. voleva solo averli anche lui.

“Io sono felice di avere avuto la possibilità di conoscerti” rispose Quinn “non potrò mai ringraziarti abbastanza”

Blaine scosse la testa.

“Ti prego non ringraziarmi per questo.. non aveva idea..”

“Blaine..” intervenne Quinn, “ abbiamo già parlato di questo. Lo so. Così lasciami ringraziarti per aver fatto una cosa coraggiosa e avermi portato tuo zio per aiutarmi.

Senza di lui, non so cosa sarebbe successo”.

Aveva gli occhi lucidi quando finì di parlare e Blaine ebbe così tutti i motivi di cui aveva bisogno per spiegare i suoi occhi bagnati di lacrime.

“In questo caso.. prego” disse e Quinn gli si avvicinò per abbracciarlo.

“Buona fortuna a New York” gli sussurrò all’orecchio.

Blaine la strinse un po’ più forte.

“Grazie. Sono felice anche io di averti conosciuta”.

Quinn si allontanò , poggiandosi una mano sugli occhi per difendersi dal sole.

“Penso di aver bisogno di sedermi. Continuo a pensare di essermi completamente ripresa, ma poi passo un’ora a trascinare le valigie in un giorno caldo e realizzò che non è del tutto vero.”

“Beh, spero che ti rimetterai presto completamente.”

“Oh.. non puoi tenermi ferma a lungo” disse Quinn con sicurezza.

“Ciao Blaine”.

Blaine le sorrise , un sorriso genuino, seppur piccolo.

“Addio Quinn”.

Quinn tornò alla macchina dove c’era Kurt che le tenne la portiera aperta mentre scivolava sul sedile posteriore.

Mentre Quinn si sistemava, Kurt chiuse delicatamente la portiera, poi si voltò a guardare Blaine, che abbassò immediatamente lo sguardo.

Kurt gli si avvicinò lentamente, fermandosi solo quando gli fu accanto, poi entrambi si voltarono verso gli alberi .

Restarono per un lungo momento in silenzio e per Blaine tutto intorno a lui svanì, tranne il calore del sole sulle spalle , la dolce brezza che muoveva i rami degli alberi e la consapevolezza che Kurt era li, proprio accanto a lui; abbastanza vicino da poterlo toccare, ma non poteva né toccarlo né pensare a lui.

Blaine prese un profondo respiro e disse:

“Non lo rimpiangerò mai”.

Con la coda dell’occhio vide Kurt sorridere leggermente.

“Nemmeno io”.

Blaine allora si voltò verso Kurt e si fissarono negli occhi.

Blaine pensò che gli occhi di Kurt fossero stranamente lucidi e continuarono a fissarsi fin quando non poterono più farlo e Kurt dovette tornare alla macchina.

Blaine si voltò di nuovo verso gli alberi permettendosi , per un secondo, di cadere a pezzi chiudendo gli occhi e tracciando i lineamenti di Kurt ancora ed ancora, cercando di imprimerlo quanto più profondamente possibile.

Non aveva nemmeno una sua foto.

Il rumore della portiera che si apriva lo fece voltare.

Kurt era pronto per salire sul sedile del passeggero.

Disse qualcosa con calma a Finn , che stava ancora accarezzando la schiena di Rachel, baciandole la fronte, e poi si voltò a guardare Blaine da sopra la macchina.

Sembrò che gli stesse sorridendo ma fu tutto così veloce, poi entrò in macchina.

Finn si allontanò da Rachel e si mise al volante.

Rachel corse verso Blaine, il viso macchiato e bagnato di lacrime, e si voltò a guardare verso la macchina, che si metteva in moto

Blaine strinse le spalle di Rachel e la sentì tremare sotto il suo tocco.

Rimasero li insieme mentre la macchina lasciava il parcheggio , alzando molta polvere, fino a quando sparì al di la degli alberi e tutta la polvere fu spazzata via o era ricaduta per terra.

Rachel pianse apertamente, mentre il volto di Blaine si congelò all’instante tanto che pensò che si sarebbe spaccata.



Note

Volevo scusarmi per il ritardo.. ma ieri non sono riuscita a pubblicare..

Alla settimana prossima.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


I giorni seguenti furono i peggiori che Blaine potesse ricordare dalle settimane nere dopo la morte dei suoi genitori.

Forse il dolore era diverso, più lieve, ma Blaine si sentì comunque svuotato, vulnerabile e sentì anche quella troppo familiare sensazione di perdita di equilibrio che ti fa inciampare.

Anche se non aveva nessun motivo per andare nei posti che gli ricordassero così vivamente Kurt … la sala da ballo, la darsena, l’area dello staff.. si disse che li stesse evitando , che si tenesse alla larga volontariamente.

Non faceva comunque differenza.

Sentiva la mancanza di Kurt dovunque, anche quando non aveva senso, tipo durante i pasti quando si ritrovava a far vagare lo sguardo per tutta la sala senza sosta.

Quando la mattina si svegliava, dopo una notte agitata, gli sembrava come se l’albergo fosse completamente vuoto , visto che Kurt non si stava svegliando a poche centinaia di metri da lui.

Si chiese se Kurt fosse tornato in Ohio.

Non glielo aveva chiesto perché non c’era stato il tempo e perché non lo voleva sapere.

Se tornare a casa lo avrebbe avvicinato di più a Kurt sarebbe stata una lotta continua non poter salire in macchina a guidare fin quando non avesse ritrovato Kurt.

Non voleva sapere se partire per New York , lo avrebbe invece riportato ancora più lontano da lui.

Blaine trovò difficile , più di tutto, pensare a New York.

Le decisioni che doveva prendere erano le stesse che aveva già affrontato prima, ma ora erano ancora più difficili… sposare una graziosa ragazza e vivere nella menzogna, passare la vita da solo o cercare un altro uomo.

Tutto con Kurt era andato per il verso giusto, come due foglie che cadendo fossero finite una sopra l’altra.

Non sapeva come avrebbe potuto riconoscere qualcuno come lui.

Quando provava ad immaginarlo.. il bacio di un altro uomo, il tocco di un altro uomo , la mano di un altro uomo sulla sua.. rifiutava categoricamente l’idea.

Non voleva tutte queste cose con un estraneo.

Voleva tutto questo con Kurt.

Si ritrovò a guardare Rachel con gelosia.

Le era permesso di passare ore chiusa in camera , solo per ricomparire con gli occhi arrossati e un’espressione triste sul volto, usando il suo cuore spezzato come un distintivo.

Quando Hiram e Shelby gli chiesero come mai fosse così silenzioso , Blaine mormorò qualcosa sul sentirsi triste per Rachel.. ed tutto era una bugia tanto che a volte si sentiva pronto ad esplodere.

Blaine pensò che il suo risentimento fosse ingiusto.. dopo tutto anche Rachel stava male.. ma questo non gli impedì di trattarla quasi con freddezza quando bussò cautamente alla sua porta quel pomeriggio, il giorno prima del talent show.

Blaine era disteso sul letto a fissare il soffitto con un libro aperto accanto a lui.

“Entra” le disse con indifferenza quando Rachel sbirciò in camera; lei lo fece richiudendosi la porta alle spalle ed appoggiandosi ad essa.

Blaine si tirò su a sedere.

“Ciao” disse Rachel.

“Ciao Rach” rispose spento Blaine, “cosa posso fare per te?”

“Niente “ rispose lei aggrottando la fronte mentre lo guardava.

“Va tutto bene?”

Blaine iniziò a girarsi di nuovo.

“Tutto bene”

“Ti manca?”

Ogni muscolo del corpo di Blaine si irrigidì mentre riportava lo sguardo su Rachel.

“Chi?” chiese ermeticamente.

C’era sincera preoccupazione sul volto di Rachel .

“Kurt..” disse esitante “ era.. speciale? Per te?”

Blaine fu certo che il suo cuore avesse smesso di battere.

Respirava a fatica quando farfugliò.. “io.. io non…”

“E’ tutto ok”  balbettò Rachel.

Fece qualche passo in avanti, lo sguardo implorante.

Ci fu un lungo momento mentre Blaine raccolse abbastanza forze per parlare.

“Non.. non ti infastidisce?”

Rachel scosse la testa, e Blaine vide che stava trattenendo le lacrime.

I suoi occhi erano già un po’ lucidi di lacrime, e Rachel attraversò rapidamente la stanza e si arrampicò sul letto accanto a lui.

“Come..?” sussurrò Blaine.

“Sei il mio migliore amico da quattro anni,” disse “ So di essere un po’ egocentrica, ma sono una buona osservatrice. Perché pensi che abbia smesso di cercare di sistemarti con le mie amiche?”

Blaine pensò che forse avrebbe dovuto ridere alla battuta.

La sue labbra si contrassero, ma tutto quello che gli sfuggì fu un singhiozzo e prima di accorgersene crollò  al fianco di Rachel .

Rachel lo strinse tra le braccia e  Blaine si ritrovò a piangere sul serio, tremando, ma non solo per questi ultimi due giorni, ma per tutti gli anni di stress, di segretezza e solitudine.

Rachel accarezzò il braccio di Blaine.

“Shh!!... Lo supereremo , Blaine” disse .

La sua voce era strozzata ma determinata.

“Lo supereremo ed andremo a New York e saremo straordinari. Lo so.”

Blaine la tenne stretta, desiderando di aver la sua stessa convinzione.



In qualche modo, anche se aveva visto il talent show più e più volte durante le prove, sia a pezzi che tutto insieme, Blaine trovò lo spettacolo interminabile.

Non voleva seguirlo, ma ogni volta che la sua mente vagava, finiva per pensare a Kurt e provava un forte dolore al petto.

Sarebbe stata una lunga serata.

Con sua grande sorpresa il pubblico sembrava star apprezzando lo spettacolo , ed anche Hiram e Shelby ridevano ed applaudivano in un modo che andava ben oltre la semplice cortesia.

Blaine non riuscì a sorridere nemmeno leggermente, ma un paio di volte aveva applaudito tiepidamente.

Rachel fu anche meno entusiasta di lui e rimase immobile sulla sedia che aveva  spostato contro una delle colonne che fiancheggiavano la sala, con le braccia incrociate al petto.

L’unica cosa interessante della serata capitò quando Noah si avvicinò al loro tavolo.

Hiram si alzò per parlargli in disparte, tirandolo dietro una colonna.

Blaine inclinò furtivamente la testa cercando di ascoltare.

“.. volevo solo darti un piccolo aiuto per quando vivrai a New York” stava dicendo suo zio, e Blaine fece finta di guardare dall’altra parte.

Vide Hiram prendere una busta dalla tasca ed allungarla a Noah.

“Wow.. grazie Dottor Berry” disse Noah, “ E.. hey.. grazie per aver dato anche una mano con tutta la questione di Quinn.

Credo che un po’ tutti siamo finiti nei pasticci almeno una volta, giusto?”

“Cosa?” chiese Hiram attonito.

“Oh!.. pensavo che ve lo avessero detto.

Guardi, non ne sono sicuro.

Sa com’è con le ragazze come quella.

Sono capaci di dare  la colpa ad ogni ragazzo del posto”.

Hiram gli scippò la busta da mano senza una parola.

Tornò al suo posto, sembrando turbato mentre Noah sgattaiolò via.

Dopo questo, le cose tornarono ad essere noiose.

Per fortuna il talent show stava per finire ed i partecipanti erano tutti allineati sul palco per cantare l’ultima canzone della serata, che si rivelò una banale canzone sul Kellerman.

La canzone continuò , verso dopo verso, mentre i cantanti incitavano il pubblico a partecipare al coro con le parole “voci, cuore e mani”.

Dopo il terzo ritornello, alcuni degli ospiti cominciarono a cantare con loro e fu , probabilmente, questo il motivo per cui Blaine non si accorse dei mormorii sorpresi dei membri dello staff, che erano in fondo alla sala.

Blaine non vide nulla fuori dall’ordinario fin quando non apparve una figura alta accanto al loro tavolo e tutti alzarono lo sguardo per vedere Finn Hudson li davanti .

Finn li guardò per poi fermarsi con lo sguardo su Rachel , che Blaine sentì sussultare alle sue spalle.

“Nessuno mette all’angolo una Berry” disse Finn, allungando una mano verso di lei.

 “Andiamo”.

Rachel balzò immediatamente all’in piedi, scivolando dietro la sedia di Blaine e seguendo Finn , lanciando a malapena un’occhiata ai suoi genitori.

Hiram si alzò, sembrando furioso, ma , con grande sorpresa di Blaine, Shelby si sporse sul tavolo fermandolo con un semplice tocco e uno sguardo di avvertimento.

Blaine si voltò a guardare Rachel e Finn salire i gradini al lato del palco.

Il canto vacillò, poi si fermò e persino il signor Kellerman guardò scioccato Finn avvicinarsi al microfono.

“Scusate l’interruzione” disse goffamente , la voce riecheggiò troppo forte in tutta la sala prima che Finn indietreggiasse.

Rachel si aggrappò alla sua mano , sembrando piccola , spaventata ed emozionata  tutto insieme.

“Io.. uh.. ho sempre fatto l’ultimo ballo della stagione e quest’anno qualcuno ha detto che non lo avrei più fatto. Ma questa estate , ho incontrato qualcuno che mi ha insegnato che bisogna combattere per gli altri , non importa quanto ti costi.

E’ qualcuno che merita che io combatta per lei e merita la possibilità di brillare come la stella che è.

Signore e Signori, la mia partner , Rachel Berry”.

Abbassò lo sguardo su Rachel con affetto  e lei sorrise raggiante al pubblico.

“Siediti Hiram” sibillò  Shelby all’improvviso e Blaine vide che Hiram stava alzandosi di nuovo.

Hiram si lasciò cadere lentamente sulla sedia, incrociando le braccia .

Finn si allontanò dal palco per riapparire quando una canzone*, che Blaine non conosceva, iniziò a risuonare nelle casse.

Lui e Rachel iniziarono lo stesso ballo che Blaine li aveva visti imparare settimane prima.

Il ballo che aveva dato il via a tutto..

E quando partì la base… sembrava diversa da qualsiasi cosa Blaine avesse mai sentito.. Finn fece fare una piroetta a Rachel mentre la sua gonna volteggiava intorno a lei .

Shelby si allungò di nuovo sul tavolo , gli occhi splendenti mentre commentava;

“Penso che lo abbia imparato da me “ .

Hiram sospirò , lanciandole uno sguardo divertito, mentre un pò della sua irritazione scemava.

Il pubblico divenne sempre più entusiasta, man mano che il ballo diventava più frenetico, applaudendo, e si sentì perfino qualche sporadico fischio o incitamento.

Un particolare e volgare fischio da parte di una delle ragazze in fondo alla sala, fece voltare Blaine e li… tutto si fermò.. divenne silenzioso , confuso.

Perché Kurt era li.

Era li in piedi tra i suoi amici dello staff, mentre guardava Finn e Rachel ballare con apprezzamento.

C’era un piccolo sorriso sulle sue labbra che divenne più grande quando lanciò un’occhiata veloce verso Blaine.

Blaine si costrinse a voltarsi, sapendo di non poter restare li a guardarlo, anche se era improbabile che qualcuno se ne sarebbe accorto visto che tutti stavano guardando lo spettacolo sul palco.

Non stava realmente guardando lo spettacolo ormai… davanti ai suoi occhi tutto era diventato un turbinio frenetico di movimenti e colori e a malapena si accorse che Rachel e Finn erano riusciti, con successo, a fare la presa che aveva dato tanti problemi a Rachel prima.

Il suo cuore batteva così forte quasi come se stesse cercando di scappare dal suo petto.

Kurt era qui..

Un esplosione di applausi ed incitamenti risvegliarono Blaine dal suo sogno ad occhi aperti.

Alzò lo sguardo e vide Rachel e Finn abbracciarsi e poi, tutto ad un tratto, tutti furono in piedi , spostando le sedie ed iniziando a ballare.

Shelby portò perfino Hiram in pista  e Blaine, lasciandoli andar via, approfittò subito dell’occasione.

Quando sua zia e suo zio furono inghiottiti dalla folla, Blaine si alzò e si diresse velocemente verso il fondo della sala.

Kurt era ancora dove lo aveva visto prima, anche se tutti quelli che prima erano accanto a lui si erano diretti, con entusiasmo, verso la pista da ballo.

Non appena vide Blaine, Kurt gli sorrise , gli fece un cenno del capo ed uscì da una delle porte dietro di lui.

Blaine si sforzò di non mettersi a correre, di misurare i proprio passi  e lo seguì a distanza, lanciando prima uno sguardo verso la sala per essere sicuro che nessuno che conosceva lo stesse guardando.

Quando chiuse la porta dietro di se, vide la schiena di Kurt sparire dietro l’angolo.

Blaine lo seguì  ed anche se cercò di mantenere un passo rilassato, sapeva di star camminando molto velocemente.

Non riusciva più a controllarsi; c’era così tanta eccitazione che gli scorreva nelle vene che era fortunato se non fosse già caduto o si fosse trasformato in polvere.

Solo che.. quando avrebbe girato l’angolo.. Kurt sarebbe stato proprio li .

Ed era proprio li…

“Kurt..” sussurrò Blaine, e , non appena voltò l’angolo, rimase inchiodato sul posto trovando Kurt che lo guardava, un sorriso sincero e tremante sul viso , gli occhi lucidi.

Blaine era stato così sorpreso , così sconvolto e sbalordito di ritrovarselo davanti da non aver nemmeno notato come fosse vestito Kurt.

Al posto della solita maglietta di cotone ed i jeans scuri, Kurt indossava dei vestiti che lo facevano distinguere da tutti gli altri nell’edificio.. i pantaloni erano stretti e la giacca aveva il bavero sottile.

Blaine avrebbe potuto guardare Kurt per sempre.

Invece, si precipitò verso di lui, permettendogli di stringerlo forte, mentre Kurt si lasciava scappare un “Ciao Blaine”.

Blaine strinse Kurt fra le braccia, il respiro affannato e sentì che quel qualcosa , che si era annidata dentro di lui per giorni, stesse scivolando via.

Blaine non sapeva quanto tempo fosse passato prima che le sue braccia allontanassero la presa su Kurt, ma quando lo fecero, Blaine si sporse per baciare Kurt.. una volta.. due volte.. ed una terza volta , più a lungo.

Kurt sapeva di menta e di se stesso e gli permise di baciarlo, ma poi si allontanò spingendo Blaine.

“Non possiamo farlo qui” disse riluttante.

“Lo so” sussurrò Blaine , aprendo gli occhi,  per fissare lo sguardo in quello di Kurt, che ora era un po’ più lucido di prima.

“Come mai sei qui?”.

Il sorriso di Kurt divenne un po’ birichino.

“Beh, Finn ha insistito sul fare l’ultimo ballo” disse, con un’alzata di spalle.. poi divenne serio.

“Ed io volevo dirti una cosa”.

“Cosa?” chiese Blaine quasi senza fiato.

“Ho preso una decisione”.

Blaine sollevò un sopracciglio.

“Dimmela “

Guardandolo attentamente, Kurt prese un respiro profondo.

“Penso sia il momento che io mi dia la possibilità di venire a New York”.

Per un momento Blaine rimase esterrefatto.

“Fai sul serio?”

Kurt annuì.

“Quinn ha un’amica che mi permetterebbe di affittare una stanza nel suo appartamento. Ho intensione di …” fu interrotto , senza tanti complimenti, da Blaine che lo strinse talmente forte che Kurt si sentì soffocare.

“Blaine..” disse con tono ammonitore.

Imperterrito Blaine lo strinse più forte, sospirando felice contro il collo di Kurt, anche se i suoi occhi stavano riempendosi di lacrime.

Provò quella identica sensazione, quella travolgente diffidenza che tutto questo non potesse essere vero, solo che questa volta.. non poteva credere che la cosa che desiderava di più al mondo stava davvero accadendo.

Ancora una volta, Kurt si liberò per primo, ridendo.

Blaine a malincuore si allontanò, lasciando scivolare la mano sul braccio di Kurt fino a stringergli la mano.

Kurt restituì la stretta e fu così che si trovavano , guardandosi raggianti , quando la figura di un uomo voltò l’angolo.

Blaine si allarmò e voltando la testa , si ritrovò a guardare l’espressione spaventata di suo zio Hiram.

“Oh merda” disse piano Kurt, in preda al panico.

“Oh no.. oh no.. merda Blaine..”.

Cercò di allontanare la mano , ma Blaine gliela strinse istintivamente.

“No” sussurrò.

“Blaine.. lasciami” tirando più forte.

Blaine ritornò a guardarlo.

“No.. va tutto bene” disse , tenendo la voce bassa.

Kurt si bloccò, con un espressione confusa e spaventata sul viso.

Tornando a girarsi verso Hiram , che si stava avvicinando lentamente a loro, Blaine disse .

“Ciao”..

“Ciao ragazzi” disse Hiram.

Il tono della sua voce era privo della sua solita allegria e guardava Blaine con un espressione seria e preoccupata.

“Hiram” disse Blaine, riuscendo a malapena a far uscire la voce.

Si schiarì la gola e continuò.

“Hai incontrato Kurt Hummel? Kurt era uno degli insegnanti di danza qui. E’ il fratellastro di Finn”.

Un accenno di comprensione apparve sul viso di Hiram , poi si voltò verso Kurt per fargli un cenno del capo.

“E’ un piacere conoscerti Kurt” disse.

“Salve” replicò Kurt debolmente.

Sembrò che tutto il colore della sua pelle fosse svanito e strinse più forte la mano di Blaine come se fosse un’ancora di salvataggio.

“Devi essere il motivo per cui mio nipote Blaine se ne andava in giro come qualcuno a cui avevano appena detto che Howdy Doody * era stato cancellato” commentò Hiram.

Blaine boccheggiò ; lo zio stava scherzando in un momento come questo?

“Hiram” sibillò.

Nonostante la presa in giro, il suo volto era rimasto serio quando si rivolse di nuovo a Blaine.

“Io e tua zia eravamo preoccupati perché sembravi sparito. Penso che io e te dovremmo fare una conversazione seria più tardi, ma nel frattempo le dirò che torni dentro.. diciamo tra 5 minuti? Ti va bene?”

“Si” disse Blaine e sembrò più un sospiro di sollievo che una risposta vera e propria.

“E’ stato un piacere conoscerti Kurt” aggiunse Hiram poi li lasciò soli.

Non appena sparì , Kurt lasciò la mano di Blaine e si accasciò contro il muro sfregandosi il viso.

“Ma.. cos’è successo?”

“Va tutto bene” disse di nuovo Blaine.

Forse non era la frase più rassicurante, ma stava completamente tremando come se, da un momento all’altro potesse collassare.

“Va tutto bene?” ripeté Kurt, la voce acuta e nervosa.

Blaine si appoggiò al muro accanto a Kurt, spaventato che le sue gambe non potessero più reggerlo a lungo.

“E’ come noi”.

Kurt spalancò gli occhi.

“Davvero?”

Dopo che Blaine annuì per confermarglielo , Kurt continuò:

“Sa che lo sai? Sa di te?”

“Non prima di oggi” disse Blaine,” ormai la cosa non è più un segreto”.

“Pensi che si arrabbierà?” chiese preoccupato Kurt.

“Forse .. se dovesse scoprire tutte le volte che me la sono svignata per venire da te. Ma spero non per il resto”.

Blaine si lasciò cadere ancora più pesantemente contro il muro, lo sguardo basso e gli occhi spalancati , sentendosi sempre più nervoso quando pensava a quello che aveva appena fatto.

Kurt gli toccò un fianco.

“Hey?”

“Si?”

Blaine alzò lo sguardo su Kurt e solo il vedere il suo volto , di nuovo, così vicino fu confortante.

“Forse è un bene che lo abbia saputo” suggerì Kurt ed il suo viso era così sincero che Blaine desiderò abbracciarlo ancora una volta.

“Forse” disse Blaine.

Kurt gli sorrise.

“Dovresti tornare dentro. Non dargli altri motivi per cui arrabbiarsi”.

“Si “ concordò Blaine, ma non si mosse.

Kurt si spostò dal muro e si posizionò davanti a Blaine.

Si allungò per aiutare Blaine a tirarsi su , una mano sul suo bicipite, lasciandolo solo quando Blaine fu in grado di restare in piedi da solo.

“A che ora andate via domani?”

“Dobbiamo lasciare la stanza per l’una, ma probabilmente andremo via un po’ prima” disse Blaine, “ forse in tarda mattinata. Sarai ancora qui?”

“Io e Finn restiamo a dormire qui stanotte, da degli amici. Pensi di riuscire a sgattaiolare via e venire alla panchina vicino al vecchio gazebo? “

Blaine annuì.

“Bene.. ti aspetterò li domattina. Vieni quando puoi, ti aspetterò fino a mezzogiorno.”

Blaine guardò Kurt dritto negli occhi , cercando di comunicargli tutta la sua sincerità.

“Kurt.. sono così felice, non ho mai.. solo.. sono davvero felice”.

“Anche io” disse Kurt.

Si guardò intorno una volta, dandogli un breve bacio sulle labbra e lo mandò via.

Se non fosse stato così ansioso per la chiacchierata che avrebbe dovuto fare con Hiram , Blaine sarebbe tornato in auditorium.. fluttuando.




Nonostante fossero pronti ad andarsene da giorni, la mattina dopo la passarono in una frenetica agitazione nel terminare i bagagli.

Blaine era ancora agitato.. per sua grande sorpresa Hiram non aveva fatto nessun cenno a Kurt la sera prima.

Tutta la famiglia era rimasta in auditorium a ballare più a lungo di quanto Blaine si fosse aspettato; ed erano andati tutti a letto poco dopo una replica dell’esibizione di Rachel nella loro camera.

Si alzarono presto per poter fare colazione al primo turno e per finire i loro bagagli.

Proprio mentre Blaine metteva l’ultimo vestito in valigia, Hiram si affacciò in camera sua , bussando sullo stipite della porta.

“Blaine.. hai restituito il libro in biblioteca?”

Blaine lanciò uno sguardo al libro giallo, non finito, che aveva pianificato di lasciare sul comodino accanto al letto.

“No” disse.

“Devo andare su all’edificio principale per lasciare delle cose a Max. Perché non andiamo insieme?”

Blaine prese un respiro profondo ed annuì.

“Okay”

Con sua grande sorpresa, Hiram parlò solo di argomenti banali mentre andavano in albergo.. del tempo.. del viaggio, del paesaggio.

Ma , una volta finito le loro commissioni, Hiram suggerì:

“Perché non facciamo un ultima passeggiata al lago? “

Non c’era altra scelta così Blaine annuì.

Si fermarono al limitare della spiaggia, il vento soffiava forte intorno a loro, facendo increspare l’acqua del lago.

Non c’era nessuno che potesse ascoltarli, così Hiram si voltò verso Blaine.

“Allora”.

“Allora” ripeté Blaine.

“Quello che hai fatto ieri sera è stato davvero sconsiderato” disse Hiram duramente.

Blaine si sentì impallidire mentre annuiva.

“Spero tu lo sappia e spero che tu decida di presentare Kurt in quel modo agli altri solo se hai davvero un ottima ragione per ritenere che sia sicuro farlo”.

Blaine sentì la bocca e la gola seccarsi , ma sapeva che Hiram si aspettava una spiegazione.

“Un paio di anni fa, dovevamo partecipare ad una gita” .

Si schiarì la gola, lo sguardo fisso sul lago, blu e brillante sotto la montagna.

“Fosti richiamato in ufficio e Shelby era andata a trovare sua madre.

Stavo cercando il nostro permesso , che era sulla tua scrivania, ed ho trovato una rivista.

ONE.

E c’era una lettera.”

Quando si azzardò ad alzare lo sguardo su suo zio, Hiram stava annuendo pensieroso.

“Era di Leroy” disse .

“Era firmato L” chiarì Blaine, “ Chi era?

Quando non ricevette una risposta immediata, iniziò a balbettare.

“Scusa.. era.. non avrei dovuto chiedere..”

“Leroy è l’amore della mia vita” disse Hiram, interrompendo le parole di Blaine.

Mille domande attraversarono la mente di Blaine contemporaneamente, ma non sapeva se poteva farle, così tutto ciò che disse fu “ Oh!”

Hiram prese un profondo respiro , alzando lo sguardo al cielo per un momento.

“Ci siamo incontrati circa 9 anni fa. Ero a Columbus per una conferenza. Molti di noi si incontrarono per un drink al bar dell’albergo dopo aver finito una delle riunioni  e lui stava suonando il piano. Era l’uomo più bello che avessi mai visto”.

Blaine vide il fantasma di un sorriso attraversare il suo viso.. era una sensazione  che poteva capire.. ma tornò immediatamente serio.

“E Shelby?” chiese Blaine, quasi spaventato di sentire la risposta.

Non era mai stata un tipo affettuoso ma non gli aveva mai negato un posto in casa sua.

Aveva spronato Blaine nello stesso modo in cui spronava Rachel, e Blaine sapeva che quello era il suo modo di occuparsi di lui.

Blaine potrebbe non dirlo spesso ma le voleva davvero bene e lo stava facendo arrabbiare molto il fatto che venisse presa in giro da Hiram.

Abbassò lo sguardo, mentre col piede giocherellava con la sabbia.

 “Lo sa” disse Hiram.

Blaine alzò di scatto la testa.

“Lo sa?”

“Io e Shelby siamo amici da tantissimo tempo ; da quando eravamo ancora bambini”

Blaine sapeva la storia.. di come giocavano insieme quando erano bambini;  di come Hiram si fosse voltato quando Shelby iniziò il liceo e tutti i suoi amici gli avessero chiesto chi fossa le nuova matricola; di come avessero perso , a quel tempo, la possibilità di stare insieme perché lei si era innamorata di un altro invece.. ma ora non riusciva più a capire cosa fosse vero o no.

“Ci conosciamo davvero bene… forse meglio di chiunque altro. Sa di me ed io so che lei non avrebbe voluto essere la moglie casalinga di nessuno”.

“Ma.. è quello che è in realtà” disse Blaine aggrottando la fronte.

“Non esattamente” replicò Hiram , “Shelby ha sempre voluto insegnare danza e canto. Entrambi volevamo un figlio e sapeva che non le avrei mai proibito di tornare a lavorare una volta che ne avessimo avuto uno. E’ andato tutto bene, e ti posso assicurare che ci sono cose peggiori nella vita che sposare la proprio migliore amica”.

“ Come il non essere in grado di sposare la persona che realmente ami” pensò Blaine .

“Oh” disse di nuovo e poi, a bassa voce, aggiunse.

“Non so se posso farlo”.

“Non devi” disse Hiram, “ Solo perché io ho fatto un tipo di scelta non significa che anche tu devi farlo.”

“Bene” disse con calma Blaine.

“Ma qualsiasi cosa tu decida , Blaine, voglio che tu sappia che ti vorrò bene e ti sosterrò sempre”.

Queste parole lo travolsero come un inatteso uragano, devastante ma di sostegno, inumidendo i suoi occhi ancora prima di raggiungere il suo cuore.

Era stato così spaventato di non sentir mai parole così belle che quando guardò Hiram stava tremando.

“Sai di aver fatto alcune cose che non approvo quest’estate” continuò Hiram, “ ma ho ancora molta stima di te, Blaine, e spero che tu sappia di poter venire da me per parlare di tutto quello che ti preoccupa”.

“Grazie” disse Blaine con un nodo alla gola.

Hiram diede un colpetto sulla sua spalla per poi stringerla e con espressione seria continuò.

“Voglio anche essere certo Blaine che tu capisca quanto sia importante per te essere indiscreto” .

Quando Blaine , annuendo, iniziò a parlare Hiram lo interruppe.

“Lo so che pensi di capire, ma non ti ricorderò mai abbastanza di quanto possa essere pericoloso il mondo. Ci saranno persone che vorranno farti del male per quello che sei .. e non solo perché non gli piace quello che sei.. Potresti essere arrestato.. o peggio.”

Blaine spalancò la bocca ed annuì.

“Se vuoi incontrare altre persone come te , posso aiutarti. In modo sicuro. Non so come tu e Kurt vi siate trovati, ma non voglio che tu vada alla ricerca di un’avventura quando sarai da solo”.

“Non voglio delle avventure” e sentì una sensazione di eccitazione ribollire dentro di lui, “ Kurt verrà a New York”.

Hiram sollevò le sopracciglia

“Quindi è una cosa seria”

“Ci conosciamo solo da pochi giorni” disse Blaine evasivo, tornando a giocare con i piedi nella sabbia, “ E comunque si sarebbe trasferito li prima o poi”.

“Ma si trasferisce adesso perché tu sarai li”.

Blaine scrollò le spalle, sentendosi un po’ in imbarazzo , così infilò le mani in tasca, trattenendo un sorriso.

Hiram gli sorrise affettuosamente .

“Beh in questo caso, spero che entrambi sarete prudenti e al sicuro ; e se uno di voi due avesse bisogno di parlare di qualsiasi cosa, per favore, venite prima da me”.

“Grazie” disse di nuovo Blaine.

Fece una pausa , cercando di trovare il modo di comunicargli quanto tutto questo significasse per lui, il suo cuore pieno, fin quasi a scoppiare, del supporto di Hiram e dell’accettazione di Rachel e del fatto che Kurt fosse tornato, ma alla fine disse soltanto:

“Tutto questo significa molto per me. Così tanto. Grazie”.

Hiram si allungò verso Blaine ma stavolta, invece di appoggiare solo il braccio sulle spalle, lo strinse in un abbraccio.




Questo addio sarebbe dovuto essere più facile.

E lo fu, secondo Blaine.

Lui e Kurt si scambiarono gli indirizzi ed i numeri di telefono.

Sarebbero stati entrambi a New York nel giro di due mesi e sarebbero rimasti in contatto fino ad allora.

Ma il problema era che lui non voleva dire addio a Kurt.

“Allora non lo faremo “disse Kurt allegramente.

Sembrava come se fossero tornati indietro nel tempo a quando, raggiunta la piccola radura nel bosco , Blaine aveva visto Kurt guardare verso il lago , indossando i soliti jeans e la solita maglietta ( “sono più comodi per viaggiare” gli aveva risposto Kurt quando lo aveva preso in giro).

Hiram gli aveva concesso una mezz’ora per i suoi saluti ma Blaine sapeva che la sua famiglia si sarebbe dovuta mettere in viaggio al più presto.. era un lungo viaggio fino ad Erie.

Questo , purtroppo, significava che avrebbe avuto solo circa quindici minuti con Kurt, ed avevano passato i primi tredici a baciarsi e a far progetti.

Ora i secondi stavano scorrendo rapidamente, tanto che Blaine immaginò di poterli sentire come se un metronomo , nascosto nel gazebo, li stesse scandendo e Blaine avrebbe solo voluto trovarlo per fermarlo o almeno per rallentarlo.

Blaine aveva la fronte appoggiata a quella di Kurt, entrambi abbracciati per i fianchi, gli occhi chiusi.

“Devi andare” stava dicendo Kurt, “ sei quasi in ritardo”.

“Non voglio” mormorò Blaine in risposta.

Si allungò per catturare le labbra di Kurt per pochi altri secondi, contati.

“Ho ancora così tante cose da dire”.

“Continuo a sentirtelo dire” disse scherzosamente Kurt, allontanandosi un po’ per guardare Blaine, “ ma in realtà non le hai mai dette”.

Blaine guardò Kurt, le guance arrossate dal sole, gli occhi splendenti.

“Incontrarti è stata una delle cose più belle che mi sia mai capitata” si lasciò scappare, “ hai cambiato tutto”.

“Chi tra noi due sta per trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza?” chiese Kurt capricciosamente.

“Tutti e due” replicò Blaine, allegramente.

Kurt sorrise.

“Il sentimento è certamente reciproco. Adesso vai , sciò.. più rimani qui , più è difficile lasciati andare”.

“Beh.. in questo caso..” disse Blaine stringendo più forte Kurt.

“Blaaaaine” si lamentò Kurt, “ devi andare”.

“Lo so”.

Ma ancora non se ne andò.

Invece, tirò Kurt in avanti e lo baciò più forte di quanto avrebbe voluto fare all’inizio; poi lentamente e consapevolmente, con tutta la passione di cui era capace, assaporandolo ed assaggiandolo con le sue labbra e la sua lingua , mentre il vento soffiava tra loro, sapendo che questa sarebbe stata l’ultima volta.. per ora.

Riluttante, Blaine ruppe il bacio e si allontanò, stringendo la mano di Kurt, fin quando non dovette lasciarla andare.

“Scrivimi” disse Kurt, “Presto… dobbiamo parlare di molte di queste cose…”

“Lo farò” promise Blaine , perché aveva deciso di iniziare una lettera già in macchina.

Aprì la bocca, riuscendo appena a dire “ ad…” ma la richiuse rapidamente perché Kurt lo aveva fermato puntandogli un dito accusatorio.

“Non dirlo, non voglio dirlo” lo ammonì.

“Perché credi di sapere cosa stavo per dire?”

Kurt inclinò la testa.

“Solo una supposizione. Stavi per dire qualcos’altro?”

Blaine fece una pausa e poi aggiunse.

“Solo che mi mancherai”.

“Mi mancherai anche tu”.

Si guardarono l’un l’altro, fin quando poterono e quando Blaine indietreggiò, cercò di memorizzare ogni dettaglio; le labbra di Kurt, la fossetta sul suo mento, la larghezza delle sue spalle, la lunghezza delle sue gambe fino alle punte dei piedi.

Blaine lo guardò fin quando Kurt mormorò “vai”.. così si costrinse a voltarsi e se ne andò.

Forse c’era molto altro da dire.

Blaine non ne era ancora sicuro.. forse avrebbe trovato il coraggio di scriverglielo in una lettera o forse avrebbe aspettato, conservando nel suo cuore le parole come un prezioso tesoro, fino a quando avrebbe rivisto Kurt.

Tra 47 giorni.

Alla fine aveva qualcosa per cui sapeva valesse la pena tenere il conto.




* la canzone è “I’ve had the time of my life”.

* Howdy Doody era una trasmissione Americana per bambini degli anni 60.



Note

Ed ecco l'ultimo capitolo... manca solo l'epilogo che pubblico tra pochissimo solo per farmi perdonare per aver pubblicato in ritardo..

Alla prossima storia....

 

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Capitolo 13
*** Epilogo ***


Blaine alzò lo sguardo dal suo pranzo, quando sentì il rumore di una chiave girare nella serratura.

La porta venne spalancata per far entrare Kurt, seguito da Ana Maria, la figlia del vicino.

Stava trasportando un’altissima pila di giornali , che lasciò cadere accanto al piatto di Blaine, con un tonfo ed un allegro saluto.

Sempre piena di energia, Ana Maria era quasi fuori dalla stanza, ancora prima che Blaine riuscisse a dire qualcosa.

“Grazie per l’aiuto Ana” disse Kurt mentre lo superava e si dirigeva verso la porta d’ingresso., “ Sono felice di averti incontrata “.

“Nessun problema signor Hummel” replicò Ana vivacemente prima di far rispuntare la testa oltre la porta.

“Aspetti.. forse devo chiamarla in modo diverso adesso?”

Kurt sorrise senza poterne fare a meno, neanche se ci avesse provato.

“E’ Hummel – Anderson adesso, per essere esatti.”

Blaine sentì il suo viso illuminarsi.

“Ha messo il suo cognome per primo “ esclamò Ana.

“Perché sono il più vecchio” disse Kurt facendole l’occhiolino.

Ana si mise a ridere e sparì di nuovo, con un “ci vediamo più tardi signor Hummel – Anderson”.

Kurt chiuse la porta a chiave.

Blaine lasciò cadere la forchetta nel piatto ormai vuoto e guardò la pila di giornali .

“Quante copie hai comprato?”

“Abbastanza” disse spensieratamente Kurt, “ per cominciare , avremo bisogno di almeno cinque copie per noi , ovviamente”.

“Cinque?”

Kurt aprì la porta del frigorifero e continuò a parlare, mentre ci frugava dentro.

“Certo! Una per metterla appesa al muro, una per l’album, una da archiviare ed una per ciascuno di noi.

C’è ancora del pollo arrosto?”

Si sporse oltre la porta del frigo guardando Blaine con le sopracciglia aggrottate.

Imbarazzato Blaine sollevò il piatto.

“Non più”

“Blaaaine.. “disse Kurt con finto tono severo, “ questo può essere la causa di un divorzio , lo sai”.

“Ne farò dell’altro in settimana” promise Blaine.

Per quanto strano fosse, menzionare la parola divorzio li fece sorridere… perché adesso potevano farlo , se avessero voluto.

Kurt sospirò e cominciò a togliere dal frigo della carne e delle verdure.

“Va bene allora non lo chiederò”.

“Bene” disse Blaine , prendendo una copia del giornale per leggerla.

“ E le altre per chi sono?”

“Beh .. dobbiamo mandarne una copia a Finn naturalmente e a Rachel e ne ho prese abbastanza per i bambini. E per Quinn”

“Lo sai che probabilmente potrebbero trovarlo su internet. O che qualcuno lo cerchi per loro”.

“Chiunque può mettere una sua foto su internet, Blaine, chiunque” lo prese in giro Kurt.

“Questa è la nostra foto sul New York Times. Nessuno apprezza più la carta stampata.”

“Loro di sicuro no ”mormorò Blaine, distratto ora che aveva trovato l’articolo che stava cercando dal titolo “ Dopo tanta attesa, le coppie omosessuali si sposano a New York”.

Si sistemò gli occhiali , e lesse velocemente fino a quando trovò la parte che gli interessava.. la loro foto, Blaine che faceva scivolare la fede al dito di Kurt mentre un giudice di pace gli sorrideva dallo sfondo.

Erano eleganti così come due uomini della loro età dovessero essere, gli abiti nuovi che Kurt aveva insistito comprassero per l’occasione.

Blaine lesse le poche righe sotto la foto.

“ A Kurt Hummel, 70, e a Blaine Anderson , 67, non è dispiaciuto aspettare qualche ora in fila.

La coppia si è incontrata 48 anni fa in questo stesso mese, quando la famiglia del signor Anderson ha passato le vacanze in un albergo sulle Catskill Mountain, dove il signor Hummel lavorava come insegnante di danza.

“Avrei voluto poterlo sposare decenni fa” ci ha detto il signor Hummel del suo partner, “ Anche se mi considero davvero molto fortunato ad averlo incontrato. Onestamente, se Blaine non fosse stato tanto ficcanaso, non avemmo mai avuto questa grande intesa”.

“Non sono sicuro che userei la parola ficcanaso” ha aggiunto il signor Anderson , “ ma è certo che avremmo perso un’intera vita di amicizia, supporto ed amore.

Entrambi speriamo che con oggi siamo più vicini a vivere in un mondo dove nessuno debba vivere senza  queste cose perché non gli è permesso essere quello che sono realmente” .

Blaine lasciò che i suoi occhi indugiassero ancora sulle sue stesse parole

Lui e Kurt avevano condiviso tutto questo durante gli anni, ma era stato molto più di questo…

C’erano stati anche litigi e cuori infranti, trionfi e sconfitte.

Blaine si era meravigliato a volte che non avessero mollato tutto durante i primi anni, quando per loro era ancora difficile capire cosa potessero fare o dire o essere l’uno per l’altro, cioè tutto o niente.

Era ancora più sorprendente per il fatto che Blaine si fosse trovato tra le difficoltà del college e la scuola di legge allo stesso tempo, mentre Kurt aveva avuto a che fare con la frustrazione di un rifiuto dopo l’altro.

Il più delle volte, Kurt non si arrendeva ed affrontava la successiva audizione con determinazione , ma poi c’erano giorni che la pillola fosse troppo amara da ingoiare così si lasciava sopraffare delle sconfitte.

C’erano stati anche bei momenti.

C’era stata la pace e l’immensa gioia della prima volta che si erano svegliati in un letto insieme, il sole che illuminava la loro pelle ed i loro volti, tanto da fargli sbattere gli occhi.

Anche se erano passati anni, Blaine poteva ancora ricordare come fosse stato più intimo di qualsiasi altra cosa avesse fatto prima, il modo in cui la pelle di Kurt fosse arrossata dal calore dei loro corpi sotto le coperte e la tenera vulnerabilità sul suo volto.

C’era stata l’eccitazione dal primo ruolo di Kurt su un palco.

Era solo un ruolo nel coro, ma Blaine era stato tra il pubblico durante la prima rappresentazione, gli occhi brillanti per lui, senza aver prestato attenzione alla trama dello spettacolo.

E se aveva urlato e fischiato quando gli attori di fondo avevano fatto gli inchini, nessuno sarebbe stato capace di capire per chi fosse tutto il suo entusiasmo.

Quando avevano fatto il loro primo viaggio per tornare in Ohio insieme, la loro prima cena cordiale con Hiram e Leroy nella piccola casa di Leroy a Columbus.

Blaine ricordò lo shock di quando incontrarono per la prima volta Leroy e di come si rese conto che la relazione tra Hiram e Leroy era diversa non solo perché erano omosessuali ma anche perché Leroy  era nero.

Qualcosa che gli ricordò quanto Hiram stesse rischiando nel continuare la loro relazione.

Quanto stessero tutti loro rischiando.

Dopo questo , c’erano state altro vacanze, l’esplorazione di nuovi posti, sia lontani che vicini e l’eccitazione , attenuata solo dal fatto che per la maggior parte della loro vita, dovettero arrivare ed andar via separatamente e avevano dovuto pagare per due stanze quando poi ne usavano solo una.

CI fu il momento in cui videro Rachel e Finn crescere i loro figli nella comprensione e nell’accettazione che zio Blaine e zio Kurt si amavano.

Fu sufficiente a farli sperare nella nuova generazione, che potessero finalmente vedere le cose con occhi diversi.

C’era stata la sera in cui ci fu la quarantesima riunione della scuola di Blaine e Rachel , solo pochi anni prima, a cui avevano partecipato lui e Kurt insieme.

Blaine aveva avuto la possibilità di essere orgogliosamente al suo fianco al centro di una stanza piena delle vere persone di cui era più spaventato.

Aveva presentato Kurt a tutti quelli a cui aveva potuto , notando l’animosità o l’accettazione apparire sui loro volti.

Naturalmente le cose brutte non si erano fermate solo perché la loro relazione era diventata più solida.

C’era stata la volta in cui Kurt era stato aggredito, mentre tornava a casa dal teatro; la notte che aveva lasciato entrambi scossi, spaventati ma anche grati.. perché nonostante l’uomo armato avesse insultato Kurt per la sua sessualità e aver detto che le persone come lui meritavano di morire, si era accontentato di portargli via solo il portafogli e non la vita.

C’erano stati poi i terribili giorni in cui alcuni loro amici avevano contratto una malattia misteriosa *; la paura di quel virus mortale che nessuno riusciva a capire.

Ci fu l’incidente di macchina di Finn e lo spavento per il melanoma* di Blaine e , per un breve periodo, la sconsiderata civetteria di Blaine di farsi crescere un paio di baffi degni di Tom Selleck.

Poi un periodo dove le cose furono anche peggiori.. i tempi e le sfide che avevano minacciato di distruggerli completamente, come il divorzio che aveva messo fine alla disastrosa relazione tra Finn e Rachel.

Quando fu chiaro che il divorzio fosse imminente , Blaine e Kurt si ripromisero di rimanere quanto più neutrali potessero.

Si rivelò quasi impossibile, visto che Rachel o Finn o entrambi, si presentavano alla porta del loro appartamento per parlare, piangere o litigare.

Stranamente Kurt finiva per schierarsi con Rachel, mentre Blaine con Finn.

Alla fine l’unico modo per proteggere la loro relazione fu quello di mantenersi a debita distanza dalla crisi di Rachel e Finn.

Questa  però fu la seconda volta in cui furono ad un passo dalla rottura definitiva.

La prima volta accadde qualche anno prima, quando Blaine fu licenziato, dal suo primo vero lavoro dopo la scuola di legge , dopo che si era fatto  sfuggire il nome della sua “ragazza fissa” a causa di qualche cocktail di troppo alla festa di Natale della ditta per cui lavorava.

L’unica consolazione fu che lo lasciarono andar via senza problemi, senza dare spettacolo, ma Blaine rimase arrabbiato, imbarazzato e , nonostante non volesse esserlo, fu pieno di vergogna.

Kurt si sentì infuriato ed indignato, poi.. colpevole.

Fu lui che diede voce per primo al pensiero che forse la loro relazione potesse far loro più male che bene.

Blaine all’inizio non fu d’accordo , poi , riluttante, dovette ammettere che la cosa fosse possibile e da li i litigi furono all’ordine del giorno.

Alla fine fu Kurt che costrinse entrambi a mettere le carte in tavola ; una volta finito di discutere furono concordi nel dire che , nonostante il loro cammino fosse frustrante e difficoltoso, quello che provavano l’uno per l’altro fosse troppo importante per buttarlo al vento.

Con il senno di poi, essere licenziato era stata quasi una benedizione inaspettata.. cosa di cui Blaine non era proprio sicuro.. ma se avesse mantenuto il suo primo lavoro, non avrebbe mai potuto avere la sua lunga e di sicuro più gratificante carriera con la Legal Aid*.

La carriera di Kurt non era andata secondo i suoi piani.

Sfortunatamente non aveva mai avuto un ruolo al di fuori del coro, e le poche volte che era riuscito ad ottenerne uno , non era mai stato un ruolo importante.

Invece riscoprì il suo grande talento sia per la coreografia che per i costumi di scena e passò i successivi trent’anni a far splendere gli spettacoli da dietro le quinte.

E tra i momenti più importanti che avevano condiviso insieme, c’erano state anche molti piccoli momenti magici ed altri ancora più piccoli.

La prima volta in cui si erano sentiti abbastanza a loro agio per fare una passeggiata , a braccetto.

O quando riuscirono a squagliarsela dal ricevimento di nozze di Quinn per poter ballare un lento insieme in un corridoio deserto, sussurrandosi quelle promesse che pensavano di non poter mai essere in grado di fare in pubblico.

I centomila baci e sorrisi e tocchi; i giorni e le notti; le lunghe telefonate ed i regali di compleanno; tanti eventi non importanti singolarmente ma che insieme avevano creato la loro vita insieme.

I pensieri di Blaine furono interrotti quando Kurt smise di chiacchierare in giro per la cucina e si sedette sulla sedia di fronte a lui con un panino e una tazza del caffè rimasto dalla mattina.

La luce fece brillare il suo anello , che portava all’anulare sinistro, e Blaine toccò con leggerezza il suo.

“Sai” disse “ avevo davvero iniziato a pensare che questo giorno non sarebbe mai arrivato. Almeno non abbastanza presto per noi”.

Kurt lo guardò con affetto e poi la sua espressione divenne maliziosa mentre gli rispondeva

“Era ora che facessi di me un uomo onesto”

Blaine si mise a ridere.

“Beh… sai come si dice.. perché comprare la mucca quando puoi avere il latte gratis?”

“Il latte, Blaine?” chiese Kurt, sollevando un sopracciglio mentre si portava la tazza alle labbra.
.
Ma Blaine ruotò gli occhi in risposta.

I tentativi di Kurt di scandalizzare Blaine avevano perso il loro effetto da molto tempo ormai.

Invece Blaine fissò Kurt con sguardo innamorato .

Il tempo aveva senza dubbio cambiato l’aspetto di suo marito, ma i suoi occhi erano ancora dello stesso meraviglioso blu ed il suo cuore era ancora forte e leale come un tempo.

La finta irritazione di Blaine sparì dal suo viso e sorrise.

“Ti amo”

Kurt ingoiò il sorso di caffè , si allungò per stringere la mani di Blaine e disse:

“Ti amo anche io”…

 
 

*  il melanoma per chi non lo sapesse è il tumore della pelle.

* l’epilogo è ambientato nel 2015 quando , finalmente oserei dire, la corte suprema americana ha detto si alle unioni delle coppie omosessuali.


Note

Ecco l'epilogo di questa bellissima storia..

Un ringraziamento speciale va alla mia tesora Giusi de Rosa.. che ha insistito tanto perché gliela traducessi ..

Alla prossima.......

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