Pokemon: A World Reborn

di Justice Gundam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuga a Reborn City ***
Capitolo 2: *** Incontri ad Iridopoli ***
Capitolo 3: *** Cerimonia nel caos ***
Capitolo 4: *** Primi passi a Reborn City ***
Capitolo 5: *** Attacco alla centrale elettrica ***
Capitolo 6: *** Primo scontro con il Team Meteora ***
Capitolo 7: *** La prima vittoria ***
Capitolo 8: *** Julia e Florinia ***
Capitolo 9: *** Quando le piante attaccano ***
Capitolo 10: *** Battaglia nel Quartiere Ossidiana ***
Capitolo 11: *** PULSE, orrore tecnologico ***
Capitolo 12: *** Una minaccia rimossa ***
Capitolo 13: *** Il rapimento di Vittoria ***
Capitolo 14: *** Terrore nella Fabbrica Abbandonata ***
Capitolo 15: *** Padre e figlia ***
Capitolo 16: *** Fuggendo nell'oscurità ***
Capitolo 17: *** Il benefattore di Kalos ***
Capitolo 18: *** Arcani misteri sotto Reborn City ***
Capitolo 19: *** Una lotta impari ***
Capitolo 20: *** Bande di strada ***
Capitolo 21: *** Disordine nella notte ***
Capitolo 22: *** Il prossimo obiettivo ***
Capitolo 23: *** Tensione alta alla centrale ***
Capitolo 24: *** Vera VS Zel ***
Capitolo 25: *** Terrore tossico ***
Capitolo 26: *** L´orfanotrofio della paura ***
Capitolo 27: *** Audace assalto nel Quartiere Lapislazuli ***
Capitolo 28: *** Battaglia! La sfida elettrica del Dr. Connal ***
Capitolo 29: *** Lungo la strada ferrata ***
Capitolo 30: *** Apofillide, il luogo della saggezza ***
Capitolo 31: *** Allenamenti e rivelazioni ***
Capitolo 32: *** Black out ***
Capitolo 33: *** Salvataggio sul filo del rasoio ***
Capitolo 34: *** Lotta nel Palazzo Yureyu, Parte 1 ***
Capitolo 35: *** Lotta nel Palazzo Yureyu, Parte 2 ***
Capitolo 36: *** Una prova sul Picco Apatite ***
Capitolo 37: *** Cal e Vittoria ***
Capitolo 38: *** Estinguere il fuoco ***
Capitolo 39: *** La battaglia di Kiki ***
Capitolo 40: *** Pericolo incombente ***
Capitolo 41: *** Sulla cima del vulcano ***
Capitolo 42: *** Un lampo di gloria ***
Capitolo 43: *** Un momento per i caduti ***
Capitolo 44: *** Di ritorno a Reborn ***
Capitolo 45: *** Misteriosi eventi a Zirconia ***
Capitolo 46: *** Medicine miracolose ***
Capitolo 47: *** Ritchie vs Bennett ***
Capitolo 48: *** La scelta di Bennett ***
Capitolo 49: *** L'attivazione del PULSE-Abra ***
Capitolo 50: *** Il rifugio Belrose ***
Capitolo 51: *** Scontro sulle rive Tanzanite ***
Capitolo 52: *** Pericolo immediato ***
Capitolo 53: *** Assalto al Monte Tanzanite ***
Capitolo 54: *** Attacco su tre fronti ***
Capitolo 55: *** Abra senza controllo ***
Capitolo 56: *** L'arrivo di Lin ***
Capitolo 57: *** Un momento di pausa ***
Capitolo 58: *** Il ritorno di Saphira ***
Capitolo 59: *** Benvenuti al Maniero Vanhanen ***
Capitolo 60: *** Il metodo di allenamento Vanhanen ***
Capitolo 61: *** L'arrivo della Chiesa d'Alfa ***
Capitolo 62: *** La grande cattedrale ***
Capitolo 63: *** Adrienn indeciso ***
Capitolo 64: *** La luce del giudizio di Arceus ***
Capitolo 65: *** Ritorno a Reborn City ***
Capitolo 66: *** Una pace effimera ***
Capitolo 67: *** Sacro e profano? ***
Capitolo 68: *** Il sonno di Agatipoli ***
Capitolo 69: *** Cain e Aya si ritrovano! L'esperimento di Zel ***
Capitolo 70: *** Il muro di ghiaccio ***
Capitolo 71: *** Fine di una favola amara ***
Capitolo 72: *** Circhi e prigioni ***
Capitolo 73: *** Allenatori al circo ***
Capitolo 74: *** Prossima fermata Ametripoli ***
Capitolo 75: *** La lunga strada per Labradoria ***
Capitolo 76: *** Preparativi ***
Capitolo 77: *** Nelle viscere della montagna ***
Capitolo 78: *** La battaglia dei fratelli ***
Capitolo 79: *** Al punto di partenza ***
Capitolo 80: *** Confronto ***
Capitolo 81: *** Tensioni a Reborn City ***
Capitolo 82: *** Misteri sotto la Settima Strada ***
Capitolo 83: *** Nelle grinfie dei fanatici ***



Capitolo 1
*** Fuga a Reborn City ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Disclaimer: Buonasera a tutti, e benvenuti alla mia nuova fanfiction dedicata al grande mondo di Pokemon! L'ispirazione per questa storia mi è venuta dal fangame Pokemon Reborn, uno dei migliori fangame di Pokemon che siano mai stati fatti - per quanto sia anche terribilmente difficile. In questa storia, non seguiremo Ash e Misty, che in questo momento sono ancora ad Unima, a vedersela con la Lega e con i piani del Team Plasma... bensì altri tre protagonisti molto amati del fandom dell'anime: Vera, suo fratello Max e l'affascinante Drew, che si troveranno a fare un viaggio imprevisto verso uno dei luoghi più inospitali e malfamati del mondo di Pokemon. Saranno presenti anche un po' di personaggi originali, liberamente tratti dai personaggi di Reborn... e a questo proposito, ci terrei a dire subito che questa storia è liberamente tratta da Pokemon Reborn, e non ne segue la trama in maniera assolutamente fedele - anche perchè, detto sinceramente, la trama di Reborn è parecchio cupa. Mi limiterò a usare i personaggi e gli elementi della trama in modo da ricollegarmi agli altri eventi della mia saga, e sperabilmente, creare una storia altrettanto interessante! Ovviamente, aspettatevi anche una certa quantità di Contestshipping... 
I personaggi non appartengono a me, bensì alla Nintendo, alla Gamefreaks, a TV Tokyo e a tutti i responsabili dell'anime. I personaggi di Heather, Noel, il Dr. Connal e tutti gli altri personaggi di Pokemon Reborn appartengono agli sviluppatori del fangame. Questa fanfiction è stata scritta a titolo di puro divertimento, senza scopi di lucro.
Detto questo, prendete un bel respiro, e tuffiamoci nell'oscuro mondo di Reborn!
 
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Prologo
 
Quando si pensa al mondo di Pokemon, si immagina di solito una terra felice, dove le persone vivono in relativa armonia gli uni a fianco degli altri, e assieme ai Pokemon, le meravigliose creature che condividono quel mondo con gli esseri umani. Un mondo che non soffre degli stessi problemi della Terra, in cui l'inquinamento è quasi inesistente, e la solidarietà tra le persone è una costante. Un mondo, in pratica, come molti vorrebbero che fosse la Terra.
 
Per la maggior parte, queste aspettative sono giuste.
 
Ma sfortunatamente, esiste sempre l'eccezione che conferma la regola. Alcune persone malvagie sfruttano i Pokemon per i loro scopi personali, e tramano nell'ombra per ottenere il controllo di potenti Pokemon Leggendari, i cui poteri permetterebbero a questi aspiranti dittatori di dominare tutti attorno a sè, e cambiare il mondo in base alle loro convinzioni egoistiche. E, cosa ancora peggiore, nel mondo di Pokemon esistono degli interi continenti in cui la vita non è bella come in luoghi come Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh, Unima e Kalos...
 
Ed è proprio in un continente che costituisce un'eccezione alla regola, che ora stanno per sorgere degli sconvolgimenti che metteranno a rischio l'equilibrio del mondo intero...
 
 
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Città di Reborn. Quartiere Lapislazuli. 
 
Una notte come tante altre, immersa in un'atmosfera buia ed opprimente in una grande, claustrofobica metropoli dagli imponenti grattacieli e dal cielo costantemente coperto da una coltre di smog grigio che rendeva persino la luna e le stelle difficili da vedere.
 
L'orfanotrofio di Reborn non faceva eccezione, rispetto agli edifici dall'aspetto cupo e sterile del quartiere. Il luogo in cui finivano tutti i bambini e ragazzi che non avevano genitori, nè guardiani legali, era un luogo che veniva ignorato quanto più possibile dalla popolazione, che bisbigliava di operazioni al limite della legalità che venivano condotte tra quelle quattro mura, senza che le autorità potessero fare nulla per impedirle. Anche quel luogo era immerso nel silenzio, le finestre erano oscurate, e non un segno di vita proveniva da esso...
 
Almeno finchè una finestra al secondo piano non andò in pezzi, con un tremendo rumore di vetro infranto!
 
I cocci di vetro precipitarono a terra, sparpagliandosi sull'asfalto, e il responsabile del danno si affacciò alla finestra sfondata, guardandosi in giro per assicurarsi che non ci fossero ostacoli: un Bagon, un Pokemon Drago dall'aspetto di una lucertola bipede, alta un po' più di mezzo metro, ricoperta di sottili squame azzurre scure, con il ventre color crema, la mascella inferiore dello stesso colore dalla quale spuntavano due lunghi canini, e le orecchie tonde e piatte di color beige. Sul capo possedeva una specie di armatura grigia a tre fasce che arrivava fino alla schiena, e i suoi occhi triangolari ed acuti avevano le pupille nere. Dopo essersi assicurato che fosse tutto a posto, Bagon si voltò verso l'interno della stanza e fece un cenno alla persona che lo seguiva... una bambina di circa dieci anni, con i capelli fucsia lunghi fino alle spalle, pettinati all'indietro tranne per un ciuffetto ribelle che le cadeva sulla fronte, come una sorta di buffa antenna. Tuttavia, l'effetto era contrastato dall'espressione decisa, quasi feroce, della ragazzina, i cui occhi dello stesso colore dei capelli ardevano di determinazione - erano gli occhi di una persona che non si sarebbe fermata davanti a nulla. Indossava un grazioso abito bianco dalle orlature rosse, con le maniche corte, che si apriva verso la fine in modo da formare una sorta di gonna, e un paio di shorts neri aderenti, oltre che un paio di stivaletti rossi alti fino al ginocchio... e alla mano destra indossava un anello sul quale era incastonata una gemma rossa finemente intagliata, che sembrava quasi brillare di luce propria.
 
"Grazie, Bagon... ormai ci siamo!" esclamò la bambina, accarezzando il Pokemon sulla testa, e poi prendendolo in braccio. "E ricordami che quando la ritrovo, devo ringraziare anche Charlotte! Ma ora non c'è tempo per queste cose! Presto, prima che arrivino gli inservienti!"
 
"Bagon!" esclamò il Pokemon Rocciotesta, gettando via il resto dei vetri rotti che avrebbero potuto tagliare lui o la sua amica, e passò attraverso l'apertura, raggiungendo il cornicione spiovente appena fuori. La bambina dai capelli fucsia lo seguì, infilandosi agilmente nella via di fuga improvvisata... appena in tempo, prima che la porta dietro di lei si aprisse di colpo, facendo entrare un individuo in camice bianco con un copricapo da medico, anch'esso bianco, sulla testa e le mani coperte da un paio di guanti verdi di gomma. Le sue scarpe erano avvolte in un paio di copriscarpe azzurri, come quelli che si usano negli studi dentistici.
 
Allarmata, la bambina si affrettò e uscì dalla finestra, raggiungendo il suo Bagon prima che l'individuo in camice bianco potesse prenderla... e dopo aver preso in braccio il Pokemon Drago, cominciò a scendere rapidamente il cornicione, raggiungendo un tubo di scolo che scendeva fino a terra!
 
"Heather!" esclamò l'uomo, tendendo la mano verso di lei in un vano tentativo di afferrarle il vestito. "Heather, che stai facendo? Torna subito indietro! Lo sai che quello che stai facendo è un grave atto di ribellione!"
 
"E' per questo che lo sto facendo, testa di legno!" esclamò la bambina di rimando. Bagon si voltò verso l'uomo e gli mostrò i denti, ringhiando minaccioso. "Non ho bisogno di voi, e non collaborerò con i vostri piani! Mi espello da sola, dal vostro orfanotrofio!"  
 
"Heather! Dove credi di andare? Ti inseguiranno, e ti ritroveranno! Non puoi fuggire a lungo! Tu hai soltanto noi a questo mondo! Ricordalo!" esclamò l'uomo in camice bianco, cercando di convincerla a tornare indietro. Per un attimo, Heather sembrò fermarsi dov'era, colpita dalle parole dell'individuo... ma durò solo un attimo, prima che la bambina, sempre tenendo in braccio Bagon, si calasse lungo il tubo di scolo, scivolando silenziosamente verso terra. Non appena le suole dei suoi stivaletti toccarono l'asfalto, Heather e il suo Bagon corsero via il più velocemente possibile, scomparendo dell'oscuro dedalo di stradine malfamate della metropoli di Reborn...
 
L'impiegato dell'orfanotrofio restò fermo dov'era, incredulo e scioccato, finchè non divenne chiaro che ormai i due fuggiaschi avevano fatto perdere le loro tracce. Con un grugnito di disappunto, l'uomo scosse la testa, per niente entusiasta all'idea di dover fare rapporto di questo fallimento...
 
Un suono di passi annunciò l'arrivo di una figura alta e piuttosto impressionante, che restò nel corridoio fuori dalla stanza, e una voce profonda, quasi baritoneale, apostrofò l'impiegato. "Sono quantomeno deluso dalle sue prestazioni, gentile collaboratore." disse l'uomo che si trovava fuori dalla stanza, tenendo le braccia incrociate sul petto. L'impiegato si voltò con aria colpevole, e alzò timorosamente lo sguardo verso il suo interlocutore - un uomo sulla tarda cinquantina, ma con un fisico ancora abbastanza robusto e ben piantato, corti capelli biondi che cominciavano ad ingrigire, e un volto severo, già segnato dalle rughe, con un paio di occhi grigi che esprimevano fredda disapprovazione. Indossava una camicia bianca impeccabilmente pulita con una cravatta nera legata al collo, lunghi pantaloni neri e scarpe dello stesso colore, un camice bianco da laboratorio tenuto aperto sul davanti, e nello stesso stato immacolato del resto dei suoi vestiti, e un paio di guanti bianchi che lasciavano scoperte le dita delle mani.
 
"Non solo si è lasciato sfuggire l'Anellorubino, ma ha anche permesso ad Heather di eludere la sorveglianza e di evadere dall'orfanotrofio." affermò l'uomo più anziano, entrando nella stanza con passo lento. Malgrado la calma con cui parlava, c'era qualcosa in lui che faceva paura - sembrava un chirurgo che si apprestava a compiere una macabra operazione. "Non credo che ci sia bisogno che io le reiteri l'importanza che aveva quell'artefatto per noi. O meglio, per i nostri collaboratori, visto che a me interessa soltanto di Heather."
 
"Sì... certo, Dr. Connal... capisco cosa lei voglia dire..." affermò l'impiegato, cercando di mostrarsi remissivo. Dopotutto, era stato a causa della sua incuria che la bambina era riuscita ad eludere la sorveglianza. "Sono mortificato per quanto è accaduto, e farò quanto possibile per ritrovare i fuggiaschi. Vedrà che questo errore non accadrà mai più."
 
Il Dr. Connal annuì lentamente. "Sono perfettamente d'accordo. Non accadrà mai più." disse con inquietante tranquillità, per poi rivolgersi a qualcuno che si trovava dietro di lui. "Raichu."
 
"Raichu..." mormorò un Pokemon simile ad un Pikachu, ma decisamente più grande e più robusto, ricoperto da una corta e morbida pelliccia arancione caricata di elettricità, con il ventre di colore bianco, le lunghe orecchie marroni e frastagliate, le guance gialle e tonde, e una lunga coda a frusta che terminava in una sorta di fulmine giallo. Vedendolo arrivare da dietro Connal, l'impiegato spalancò gli occhi per la paura e cercò di indietreggiare, ma il Pokemon Elettro fu più veloce di lui, e con un sospiro, come a voler dire che non stava eseguendo volentieri quell'ordine, scagliò addosso al malcapitato interno una potente scarica elettrica!
 
"AAAAAAARGH!" gridò l'impiegato quando l'elettricità lo percorse, rivelando per un attimo il suo scheletro come se stesse facendo una radiografia! Dopo qualche secondo di punizione, Raichu cessò l'attacco e lasciò cadere a terra il malcapitato, che si afflosciò al suolo con i vestiti sporchi di cenere, gli occhi trasformati in spirali e i capelli sparati in aria! "Ohiohiohi... d-dottore..."
 
"Spiacente, gentile collaboratore, ma la mia diagnosi non lascia adito a dubbi." disse il Dr. Connal, con un distacco quasi clinico, mentre Raichu scuoteva la testa. "Il suo è un caso terminale di incompetenza. Non appena si sarà ripreso, è pregato di raccogliere i suoi effetti personali e andarsene da questo orfanotrofio. Lei è licenziato."  
 
 
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La fuga aveva portato Heather e il suo Bagon attraverso i vicoletti malfamati di Reborn City, in mezzo a spazzatura ed edifici in rovina, e finalmente, attraverso una scalinata che scendeva nell'oscurità, in un tunnel della metropolitana ormai in disuso. Era ormai stanca e ansimante, e non appena fu sicura di non essere seguita, la bambina dai capelli fucsia si afflosciò su una sedia, su una piattaforma di attesa ricoperta di polvere e calcinacci... e si fermò a riprendere fiato, provando una strana sensazione... libertà e paura al tempo stesso...
 
"Ce... ce l'abbiamo fatta, Bagon... finalmente siamo fuggiti da quel posto orribile..." disse la bambina, coccolando il suo Pokemon Drago. "Finalmente... siamo liberi! Ora però... non so che cosa dovremmo fare... ammetto che non ci ho pensato tanto... comunque, sempre meglio che restare lì... sono sicura che qualcosa mi verrà in mente!"
 
"Bagon..." grugnì il piccolo Pokemon Drago. Cercando di fare coraggio alla sua allenatrice, strisciò il muso contro la sua guancia, ed Heather sorrise tristemente sentendo il calore del corpicino di Bagon che si teneva quanto più possibile stretto a lei.
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"Hai ragione, Bagon... in fondo, tutto quello che dobbiamo fare è restare assieme." disse la bambina dai capelli rosati, per poi alzare lo sguardo verso il soffitto della stazione in disuso, e verso le lampade che si accendevano e si spegnevano, infestate da nugoli di zanzare e falene. "Noi non abbiamo mai avuto nessuno. E non abbiamo bisogno di nessuno, vero?" continuò, guardando l'anello che si era messa al dito. "Mamma... lo so, io sono sola... ma farò del mio meglio. Vedrai, la tua bambina sarà forte. Non avrà bisogno di nessuno. Ci saremo solo io e Bagon... e ce la faremo! Saresti fiera di noi..."
 
 
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CONTINUA...
 
Nota dell'autore: E così, eccovi un primo scorcio del continente di Reborn. Non è esattamente un posto dove vorreste passare le vacanze, vero?
 
Questo primo capitolo mi è servito per fare un po' di antefatto. Nel prossimo, finalmente, rivedremo Vera, Max e Drew, in occasione di un evento molto importante nel viaggio del giovanissimo neo-allenatore! Preparatevi, perchè quando questi due mondi si scontreranno... ne vedremo delle belle! Intanto vi saluto, e a presto!

 

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Capitolo 2
*** Incontri ad Iridopoli ***


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Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 2 - Incontri ad Iridopoli

"E finalmente... siamo arrivati!" esclamò soddisfatta una ragazzina di circa dodici anni, guardando ammirata lo spettacolare stadio che sembrava sorgere dalle acque del bacino di Iridopoli, una delle più grandi e magnifiche città del suo continente natale. Aveva già visto quello spettacolo, quando aveva accompagnato Ash a partecipare al torneo di circa due anni prima, in cui il giovane allenatore di Kanto aveva ricevuto un piazzamento di tutto rispetto... ma ancora adesso, vedere una città così grande e attiva la riempiva di entusiasmo, facendole ricordare che era anche quello il motivo per cui aveva cominciato il suo viaggio. "Ragazzi... confesso che sono molto emozionata! Non credevo che vedere ancora una volta questo posto mi avrebbe messo così in agitazione!"

"Tu saresti in agitazione, sorellina? Pensa me, che sono qui per competere nel mio primo campionato!" rispose, a metà tra il sarcastico e il trepidante, un ragazzino di un paio d'anni più giovane, mettendosi a posto gli occhiali che indossava. Dopo settimane passate a viaggiare assieme per Hoenn, allenando assieme i loro Pokemon, Max e Vera erano finalmente arrivati giusto in tempo all'appuntamento a cui nessun allenatore degno di questo nome vorrebbe mai mancare: il campionato annuale, in cui gli allenatori che possono vantare le otto Medaglie della Lega hanno il diritto di sfidarsi per l'ambito titolo di Campione! Il giovane neo-allenatore aveva affrontato parecchi avversari pericolosi, ma aveva dimostrato una grande bravura e un talento innato, grazie anche alle sue abilità strategiche... ed era riuscito a completare il giro del Capipalestra di Hoenn in un tempo che, pur non potendosi definire record, era stato comunque breve!

Il viaggio era stato a volte difficile, grazie soprattutto a quei fanatici del Team Vicious che avevano attaccato Max e i suoi compagni, portando Vera a doversi mettere in una situazione molto difficile per salvarlo... ma ora che Ash e i suoi compagni erano riusciti a sradicare la malvagia organizzazione, tutto era tornato più o meno alla normalità, e il resto del viaggio non aveva riservato ai due fratelli particolari disavventure. Ed ora, eccoli lì, di nuovo in procinto di varcare le porte dello stadio di Iridopoli, questa volta per fare il tifo per Max.

"Comunque, per il momento siamo arrivati! E in tempo utile per iscrivermi, potrei aggiungere!" disse Max, guardando orgogliosamente lo stadio davanti a loro. Quel tempo passato a viaggiare tra foreste, sentieri scoscesi e luoghi aperti, sfidando le intemperie e gli imprevisti della natura, aveva fatto bene al ragazzino, che ora era diventato un po' più alto e meglio piantato, pur avendo ancora un fisico infantile. Indossava ancora la sua classica maglietta verde con gli short di colore grigio chiaro e le scarpe da ginnastica verdei e nere, ma sopra di essi ora portava una giacchetta nera senza maniche, tenuta aperta sul davanti, che gli dava l'aria di essere più grande e più esperto.

Anche l'abbigliamento di Vera era cambiato, e non poco - adesso, i due ciuffi di capelli castani che le scendevano dalla fronte erano diventati più lunghi, e al posto della sua bandana, indossava una sorta di grande fiocco rosso che faceva da cerchietto per i capelli, con una striscia bianca su ciascun lembo. La sua tenuta da allenatrice era a sua volta cambiata molto, e anche se ora indossava sempre i suoi short neri aderenti, portava anche un brazioso vestito a tubino di colore rosso, senza maniche, con delle orlature nere sul petto e sulle spalle, con lo zainetto sulle spalle e una sorta di marsupio giallo portato dietro la schiena, legato all'altezza della vita. Le sue scarpe da ginnastica erano perlopiù gialle, nere sui talloni e rosse sulla suola.

"Allora, credo che sia il caso di farlo subito, Max." disse Vera, dando un'occhiata all'orologio. Per quanto cominciasse a fare tardi, il sole era ancora alto nel cielo in quel caldo pomeriggio d'estate. "Adesso sono le cinque, e dovremmo avere ancora un'ora e mezza per fare tutte le necessarie procedure prima che gli uffici chiudano. So che il torneo vero e proprio comincia dopodomani, e domani c'è solo il discorso di presentazione di Adriano... ma è sempre meglio arrivare con un po' di anticipo!"

"Su questo siamo perfettamente d'accordo." disse Max, rivolgendo un pollice in alto alla sorella maggiore. I due fratelli si avviarono lungo la strada che, a partira dalla costa, portava allo stadio attraversando il ponte che sovrastava il lago di Iridopoli... ma si fermarono quasi subito quando Vera andò a sbattere contro una persona che arrivava dalla strada laterale, e che probabilmente non stava prestando neanche lui molta attenzione a dove stava andando: un giovanotto dall'aspetto un po' anonimo, con i capelli neri un po' scompigliati, vestito di una maglietta bianca a maniche corte con pantaloni neri e scarpe da lavoro. Vera e il ragazzo si urtarono, e finirono per perdere l'equilibrio per un attimo!

"Ah! Attenta, Vera!" esclamò Max, muovendosi verso la sorella, che per fortuna riuscì a recuperare l'equilibrio, mentre il ragazzo sconosciuto veniva afferrato al volo da una ragazza mora dagli occhi verdi, vestita in maniera altrettanto comune, che si precipitò ad aiutarlo. "Vera, va tutto bene?"

"Sì, tranquillo, Max... scusate, signori, ero un po' distratta e non stavo guardando dove andavo." disse Vera, rivolgendosi ai due ragazzi, e notando che sembravano piuttosto schivi e ritrosi. Stavano già cercando di allontanarsi, quasi volesse ridurre al minimo il tempo in cui dovevano parlare con degli estranei. Tuttavia, quando sentirono le parole di scusa di Vera, si fermarono per un istante, e la ragazza si voltò, alzando una mano verso i due fratelli. Vera notò che aveva la carnagione molto pallida, il che non era esattamente molto comune per un abitante dell'assolata regione di Hoenn. Tuttavia, non ci badò più di tanto - molto probabilmente erano turisti venuti da qualche continente lontano per assistere al campionato.

"Scusateci voi... eravamo di fretta, e non stavamo guardando... scusate! Ci si vede!" disse la ragazza sconosciuta, prendendo poi rapidamente la mano al ragazzo e trascinandolo via con sè mentre quest'ultimo alzava la mano e faceva a sua volta un cenno di scuse. I due sconosciuti si allontanarono rapidamente, lasciando Vera e Max abbastanza interdetti - era una cosa ben strana, preva quasi che non volessero farsi vedere...

"Che persone strane." disse Max, aggiustandosi gli occhiali. "Non erano di qui, sorellina, questo è certo. Hai visto che carnagione bianca e delicata che avevano? Certo non sono persone che devono vedere molto sole."

"Sì... l'ho notato anch'io." rispose Vera, riaggiustandosi lo zaino sulle spalle. "Beh, considerando quanto è popolare il campionato di Hoenn, saranno due turisti provenienti da un altro continente che vogliono assistere, no?"

Max si sfregò il mento, pensandoci un po' su. "Sì, in effetti avrebbe senso. Ma trovo un po' strano il loro comportamento. Hai notato che sembravano quasi avere paura di farsi vedere?" affermò il ragazzino con gli occhiali. "Non è il comportamento che un turista terrebbe di solito, non trovi?"

"Anche questo è vero..." disse Vera, aggiustandosi il fiocco che portava tra i capelli. "Mah. Che ti posso dire, Max? Saranno appena arrivati, e magari saranno un po' nervosi all'idea di trovarsi in un continente sconosciuto. A meno che ovviamente tu non voglia dire che..." Lasciò la frase in sospeso, facendo chiaramente intuire cosa volesse dire. Sperava con tutto il cuore di sbagliarsi, visto che l'ultima volta che avevano avuto uno di quegli incontri fortuiti, era stato con un doppio agente del Team Vicious...

I due fratelli si guardarono preoccupati per qualche secondo, prima che Max sospirasse e scuotesse la testa. "Stiamo diventando un po' troppo paranoici, sorellina..." affermò. "Eppure, dopo quello che è successo con il Team Vicious, non riesco proprio a stare tranquillo... spero solo di sbagliarmi, visto che adesso come adesso, non credo che possiamo più seguirli..."

Max indicò verso il vicoletto dove i due giovani si erano infilati... e in effetti, ormai non c'era più traccia dei due sfuggenti ragazzi, che se ne erano andati così come erano venuti...

 

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Tuttavia, questo non voleva dire che fossero scomparsi. Con un'abilità che avrebbe fatto sospettare che fossero abituati a muoversi furtivamente, i due si intrufolarono nei vicoletti tra le casette che costeggiavano il lago artificiale... e poi, dopo essersi fermati in una piazzetta tra le case, si guardarono attorno per essere sicuri di non essere seguiti, e il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. "Phew... accidenti, ammetto che per un attimo ho preso un colpo. So che al di fuori del continente di Reborn non siamo molto conosciuti, ma non riesco a fare a meno di essere paranoico ogni volta che incrocio qualche sconosciuto."

"Sinceramente, non me la sento di darti torto, Astro." disse la ragazza. "Crescere sulla strada a Reborn City non ti lascia molto spazio per fidarti del prossimo... Comunque, non disperdiamoci in ricordi del passato. Il comandante Solaris ci ha mandati qui per una missione ben precisa, e tu lo sai."

Il ragazzo di nome Astro annuì lentamente. "Me ne ricordo bene, Eclisse. E l'unico modo per ottenere quello che ci serve è essere presenti quando Adriano darà inizio ufficialmente al torneo." affermò. "Dovremo agire in fretta, Eclisse, e tu lo sai. Adriano non è certo un avversario con cui possiamo competere."

"E' per questo che i nostri compagni hanno ricevuto istruzioni su come muoversi e cosa fare quando sarà il momento di agire." replicò tranquillamente Eclisse. "Meglio comunque iniziare i preparativi, il campionato comincerà domani, ed è meglio essere pronti ad agire."

Astro annuì, e i due individui misteriosi si allontanarono tra gli edifici, lasciandosi dietro una Iridopoli che non aveva la minima idea del grave rischio che stava correndo...

 

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La hall di ingresso dell'ufficio per le iscrizioni al torneo di Hoenn di quell'anno era davvero piena - sicuramente molti allenatori di talento erano riusciti a superare la provadegli otto Capipalestra, ed ora erano lì per sottoporsi all'ultima, più importante e decidiva prova per ogni aspirante maestro di Pokemon. Vera e Max si misero in fila, attendendo pazientemente il loro turno mentre la coda avanzava, sfoltendosi sempre di più...

"Accidenti, certo che non mi aspettavo una tale partecipazione." affermò Max. "Ci sono allenatori di tutti i tipi da queste parti. Beh, certo, non posso pretendere che non ce ne siano, però... ecco, raramente ho visto una tale concentrazione di allenatori. Temo che sarà difficile raggiungere anche soltanto gli ottavi di finale..."

"Beh, cosa ti aspettavi, del resto? Gli allenatori da quattro soldi non fanno molta strada, da queste parti." affermò una voce femminile distaccata e sarcastica, prima che Vera potesse dire la sua. Riconoscendo al volo a chi apparteneva, Max si aggiustò gli occhiali, e si volto leggermente, vedendone la proprietaria con la coda dell'occhio: una bambina della sua stessa età, dall'aspetto minuto, energico e scostante al tempo stesso, con i capelli rossicci a caschetto, lunghi fino alla spalle e un ciuffetto ribelle che stava costantemente dritto sulla testa, una maglietta azzurra a mezze maniche con il logo 012 disegnato a colori sgargianti sul petto, pantaloncini corti in jeans e scarpe da ginnastica bianche e rosse, oltre che - particolare che a Max e a Vera giungeva nuovo - un fazzoletto bianco legato sotto una spalla. In quel momento, stava osservando Max e Vera con un'espressione freddamente distaccata nei suoi grandi occhi celesti, e non sembrava particolarmente impressionata dalla magnificenza di ciò che le stava attorno - la città di Iridopoli prima di tutto.

"Chissà perchè, immaginavo che avresti fatto un commento simile, Hitomi!" disse Max, con fare tranquillo. La ragazzina in questione non era altri che Hitomi, una giovane allenatrice proveniente dalla sua stessa città natale, che Max aveva conosciuto poco dopo l'inizio del suo viaggio, e che si era fatta subito notare per il suo comportamento serio, distaccato e sarcastico. Sembrava non mostrare mai particolare eccitazione per qualcosa, anche se Max e Vera l'avevano conosciuta abbastanza a lungo da sapere che dietro quell'apparenza insensibile era una gran brava ragazza. Anche lei, come molti altri, era rimasta invischiata, soltanto poco tempo fa, nella rete del Team Vicious, e se non fosse stato per il provvidenziale intervento di Vera, Drew e Solidad, forse a quest'ora ci sarebbe ancora.

"Ormai ci conosciamo, Max. Sarei quantomeno un po' seccata se tu non lo immaginassi, dico io." affermò Hitomi con un'alzata di spalle. Max ed Hitomi si erano incontrati molte volte nel corso del loro viaggio di iniziazione attraverso Hoenn, sia per combattere fianco a fianco, che l'uno contro l'altra... e a questo punto, erano pari in fatto di vittorie e sconfitte nei loro scontri: due volte aveva vinto Max, e due volte Hitomi.

"Oh, tranquilla, Hitomi. Ho la memoria lunga, io." disse il ragazzino, aggiustandosi gli occhiali, sulle cui lenti brillò una luce di sicurezza. "Per esempio, ricordo bene che adesso siamo due pari nella nostra sfida personale. Speri che questo torneo sia l'occasione per lo spareggio tra di noi?"

"Sarebbe una buona occasione, non lo nego." disse la ragazzina, cercando senza eccessivo successo di far stare al suo posto il ricciolo ribelle che si ergeva sulla sua testa. Dopo aver provato un paio di volte, Hitomi decise di lasciar perdere e si schiarì la voce, riprendendo la conversazione. "Comunque... tornando a noi, spero che la tua squadra sia bene allenata. Ho visto, l'ultima volta vhe ci siamo battuti, che il tuo Gardevoir è diventato parecchio forte, e anche il tuo Swampert. Ma ci tengo ad informarti che anch'io ho fatto i miei compiti, e ho tutta l'intenzione di arrivare prima in questo torneo."

Max sorrise astutamente di rimando. Il Gardevoir di cui parlava Hitomi altri non era che lo stesso Ralts con cui Max aveva fatto amicizia un giorno lontano, che ora era entrato a far parte del suo gruppo ed era diventato un combattente di tutto rispetto, soprattutto dopo la sua evoluzione. "Modestamente, devo ammettere che loro due sono i miei Pokemon più forti ed affidabili." rispose. "Ma non credere che abbia trascurato gli altri. Il mio Manectric, per esempio... è più che capace di farti vedere i Rattata verdi!"

Vera trattenne un risatina divertita. Vedere quei due che si affrontavano così, senza rabbia ma cercando in continuazione di rispondere alle battute dell'uno con altre battute, era sicuramente divertente. Un po' le ricordavano i battibecchi che lei ogni tanto aveva con Drew, anche se Vera desiderava avere la stessa prontezza di parola di suo fratello.

"Bene. Allora quando ci incontreremo al torneo, vedremo se è come dici tu." disse Hitomi. "Per il momento... non vi dispiace, vero, se resto un po' con voi, dopo che ci siamo iscritti? Sapete com'è, non mi dispiacerebbe passare un po' di tempo e sentire da voi le ultime novità."

"Sarà un piacere per noi. Anche a noi piacerebbe sentire da te com'è andato il resto del tuo viaggio." spiegò Vera, notando con un certo sollievo che la coda si stava sfoltendo velocemente, e il banco della registrazione era ormai vicino. Vera e Max attesero con pazienza che tutti coloro che stavano loro davanti finissero... e raggiunsero unfine il bancone, dove Max presentò le sue otto Medaglie e il suo certificato di allenatore. Non trovando nulla di irregolare, gli addetti non ebbero difficoltà a confermare l'iscrizione del giovanissimo allenatore, e una volta che Vera e Max ebbero terminato (cosa per cui non ci vollero più di due minuti in tutto), anche Hitomi si presentò davanti agli ispettori e diede la sua conferma per la partecipazione, dopo aver fatto vedere le sue medaglie...

"Okay... Hitomi, anche tu sei abilitata alla partecipazione al Campionato di Hoenn." disse uno dei commissari, dopo aver scritto il nome della ragazzina sul registro dei partecipanti. Hitomi ringraziò con un cenno della testa, e raggiunse Max e Vera ad un lato della coda.

"Ecco fatto. Ora ci siamo tutti e due." disse lei, con un minuscolo sorriso sulle labbra. "Domani ci sarà la cerimonia di apertura... e dopodomani cominceranno le eliminatorie, quindi è meglio approfittare di questi momenti per preparare un po' i nostri Pokemon."

Dando un'occhiata alla coda ormai enorme che si stava accumulando davanti ai banchi di iscrizione, Vera si disse d'accordo, e i ragazzi uscirono dall'edificio, dirigendosi poi verso l'albergo in cui avrebbero soggiornato per la durata del torneo - un grande e spettacolare hotel su diversi piani, che costeggiava il grande bacino di Iridopoli. Si fermarono davanti al grande edificio, nel cortile dove altri allenatori stavano provando i loro Pokemon e si stavano allenando con loro, in preparazione per la sfida vera e propria.

"Questo mi sembra un posto adatto..." disse Max, fermandosi in un punto abbastanza lontano dal resto degli allenatori. "Allora... chi è che comincia? Vuoi essere tu la prima a farmi vedere i tuoi Pokemon, Hitomi?"

"Con molto piacere." Disse la ragazzina, facendo uscire i suoi Pokemon uno alla volta. Per primo il suo Treecko, ora diventato un possente ed agile Sceptile... e poi la sua agile Mothim, e gli altri Pokemon che la ragazzina aveva catturato nel corso del suo viaggio, e che aveva addestrato: un Sableye, un Pokemon di tipo Spettro / Buio simile ad una creatura umanoide di ombra viola con lunghe orecchie a punta, due gemme sfaccettate al posto degli occhi, e un rubino rosso incastonato sul petto; un Grumpig, un Pokemon simile ad un maiale viola con zampe e orecchie nere, e delle perle poste sulla fronte e sul torace, oltre che una coda a molla che gli spuntava dietro la schiena. Un Walrein, un largo e robusto Pokémon tricheco, prevalentemente di colore blu con delle accentuazioni bianche; e infine un Granbull,  Pokémon viola simile a un bulldog in grado di stare in piedi. la cui caratteristica più notevole era la mandibola inferiore particolarmente pronunciata. Tutti loro si misero in guardia davanti a Max, cercando di sembrare il più terrificanti possibile... e Hitomi sospirò e scosse la testa, richiamando all'ordine tutti i suoi Pokemon.

"Ragazzi, ho chiesto solo di presentarvi, non di cercare di spaventarli." affermò, facendo sì che i Pokemon passassero immediatamente ad un tono dimesso e tranquillo. Il suo Granbull arrivò persino ad incrociare le braccia sul petto e guardare dall'altra parte, cercando di salvare almeno un po' della sua alterigia. "Okay... questa è la mia squadra, Max. Fammi vedere tu cosa hai con te!"

"Con piacere. E inizierò proprio dal mio starter! Ecco a voi il mio Swampert in tutta la sua potenza!" affermò Max, facendo uscire il robusto Pokemon Acqua / Terra, che alzò la testa ed emise un potente richiamo. Al suo fianco, uno dopo l'altro, Max fece uscire tutti i Pokemon che lui aveva preso con sè per accompagnarlo in quella occasione... e subito dopo Swampert, ecco apparire un elegante ed etereo Gardevoir, che si presentò con un ampio movimento delle braccia, fluttuando a mezz'aria quasi senza peso.

Un attimo dopo, ecco apparire un maestoso Manectric, il cui mantello sfrigolava ancora di energia elettrica.

Poi, un potente Mightyena dalla pelliccia nera e lucida, striata di grigio... e un Linoone dall'aspetto agile e sicuro di sè che guardò Mightyena con espressione di sfida, come se volesse sfidarlo a fare meglio di lui nel torneo! Il Pokemon iena dal mantello nero ghignò con evidente sicurezza e drizzò in aria la coda, mentre Manectric li guardò e scosse la testa con fare sufficiente. Possibile, sembrava chiedersi il cane elettrico, che quei due non sapessero fare niente senza finire per sfidarsi a chi riusciva a farlo meglio?

Infine, accanto a Mightyena, apparve l'ultimo dei Pokemon di Max, e quello che lui aveva catturato più di recente - un Dusclops, un Pokemon Spettro dall'aspetto inquietante, con un corpo grigio scuro, di forma sferica, percorso da delle righe orizzontali. Le gambe erano tozze e sembravano non avere piedi, mentre le mani di colore grigio erano direttamente attaccate al corpo. Possedeva un grosso occhio con l'iride rossa al centro della faccia... che era, in effetti, anche l'unico lineamento del volto, infisso in una testa dalla forma vagamente simile a quella di un teschio. Uno sbuffo di fumo grigio si levava dalla sommità della sua testa, dando l'impressione di un ciuffo di capelli.

Gardevoir - la versione evoluta del Ralts che Max aveva incontrato tanto tempo prima, quando ancora viaggiava con sua sorella, Ash e Brock - fece un inchino, e Dusclops strinse le mani a pugno e si presentò piegandosi leggermente in avanti, in quello che era chiaramente inteso come un gesto di amicizia e rispetto... ma che, proveniendo da un Pokemon dall'aspetto così tetro, riusciva comunque ad essere inquietante! Hitomi guardò con attenzione la squadra del suo amico e rivale... e dopo aver sfoderato un piccolo sorriso, cosa alquanto rara per la seria allenatrice, rivolse a Max un cenno di intesa.

"Bene. Mi sembra che tu abbia allenato molto bene i tuoi Pokemon. Sarà un piacere incontrarti nel torneo, quindi vedi di non farti buttare fuoritanto presto, okay?" disse Hitomi. "Beh, vi lascio al vostro allenamento. Io ho il mio modo di allenarmi, e comunque non ho certo voglia di mostrare la mia mano prima che il torneo cominci, giusto?"

Max sorrise con fare saccente. "Ovviamente. Buon allenamento, Hitomi. Stai pur certa che ci vedremo al torneo." affermò, e la ragazzina voltò le spalle ai sue fratelli e se ne andò assieme ai suoi Pokemon, agitando una mano mentre si allontanava.

"Ciao, Hitomi! A presto, e mi raccomando... non farti buttare fuori tanto presto nemmeno tu, eh?" chiese retoricamente Vera, non resistendo alla tentazione di fare a sua volta una battutina sarcastica! Per un attimo, le sembrò di sentire Hitomi sghignazzare sotto i denti prima che lei e i suoi Pokemon si allontanassero... e dopo che furono sicuri che la rivale di Max non potesse più osservarli, i due fratelli iniziarono di buona lena ad allenare i loro Pokemon. "Okay, fratellino, credo che sia il caso di cominciare! Che ne dici, pensi che possiamo già partire dando un'occhiata alle mosse di Dusclops e Gardevoir? Sono convinta che posso darti qualche utile consiglio!"

"Dusssssclops..." rispose Dusclops con voce sibilante, che appariva tanto più inquietante per il fatto che il Pokemon Spettro non aveva una bocca...

Gardevoir rivolse a Max un piccolo sorriso sicuro, e annuì, mentre il ragazzino con gli occhiali ripassava mentalmente alcune delle strategie che si era già preparato in precedenza. "Per me non ci sono problemi. Dopotutto, potrebbe essere utile seguire i consigli di una coordiatrice esperta. Va bene... Gardevoir, Dusclops, cominciate voi! Tutti gli altri, restate a guardare, okay? Sono sicuro che potrete imparare un bel po'!"

"Manec-tric!" esclamò il Manectric di Max, piazzandosi a lato dello spiazzo dove il suo allenatore stava per cominciare la prova...

 

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Per Adriano, l'attuale Campione della Lega Pokemon di Hoenn dopo che il famoso Rocco Petri aveva volontariamente abdicato dalla sua posizione, non avrebbe potuto esserci momento dell'anno più entusiasmante, anche con tutto il lavoro che c'era da fare per fare tutti i preparativi e allestire la città per l'evento. Era bello vedere tutti questi allenatori, persone che provenivano da ogni parte di Hoenn e anche da oltre, riunirsi tutte lì... e, inutile nasconderlo, anche le battaglie che si susseguivano erano eccitanti!

"Beh, sembra che la città sia praticamente pronta per il grande evento." disse Adriano tra sè, con aria soddisfatta, mentre dall'alto del suo ufficio, all'ultimo piano del grande edificio della Lega Pokemon di Hoenn, osservava lo spettacolo della città al tramonto, con sullo sfondo un suggestivo sole che scendeva lentamente dietro le montagne. L'ufficio di Adriano era una grande stanza impeccabilmente pulita e decorata in maniera decisamente artistica, quasi istrionica: alcuni quadri finemente disegnati erano appesi alle pareti, tutti quanti rappresentanti dei Pokemon acquatici nel loro ambiente, e tutti davano un'impressione di gioia e vitalità che bene si addiceva al leader di una delle Leghe Pokemon più amate e popolari del mondo. Le pareti stesse erano decorate in maniera fantasiosa, erano bianche vicino al pavimento e man mano che salivano verso il soffitto, passavano ad un azzurro sempre più intenso fino a diventare blu scure, quasi nere, vicino al soffitto, in modo da dare l'impressione di onde del mare che si infrangevano sulla battigia. La stanza stessa era illuminata da delle lampade alogene che emettevano una luce soffusa, in modo da creare un'atmosfera calma e rilassante. Il giovane esperto di Pokemon d'Acqua tirò un piccolo sospiro, ripassandosi mentalmente il discorso che avrebbe dobuto fare l'indomani per inaugurare ufficialmente la competizione... certo, si preannunciavano dei giorni di duro lavoro, ma in fondo era così che gli piaceva...

Un Pokemon simile ad un grande serpente di mare dall'aspetto elegante e delicato, con un sinuoso ed agile corpo bianco-giallastro, una lunga coda da sirena composta da rombi rossi ed azzurri intersecati, e una sorta di strana pettinatura composta da due lunghi nastri rosati, collegati a due lunghe antenne - poste sopra i suoi caldi occhi rossi e incurvate in modo da formare una sorta di cuore - si avvicinò al giovane Campione, ricevendo una carezza sul fianco mentre a sua volta osservava la città dalla grande finestra.

"So che sei eccitato anche tu, Milotic." disse Adriano al suo Pokemon preferito, un esemplare particolarmente spettacolare di una specie considerata quasi ovunque il Pokemon più bello in assoluto. "E non te ne possso fare un torto, amico mio. Ogni anno, attendo con ansia e gioia questo momento. Chissà che tra i tanti partecipanti non ci sia qualcuno che riuscirà un giorno a raggiungerci e a dimostrare di essere più bravo di noi. Potrebbe accadere prima di quanto crediamo, e tu lo sai. La vittoria è fatta così. E' una compagna volubile, e basta poco perchè qualcun altro la conquisti."

"Milooooo..." disse il Pokemon Tenerezza, con una voce dolce e melodica che sembrava un richiamo lontano. Adriano annuì lentamente, continuando a grattare affettuosamente il serpente marino dietro un orecchio.

"Già... è un ottimo modo per ricordare anche ad un Campione che gli allenamenti e le prove non finiscono mai." affermò Adriano. "Io ricopro questa carica soltanto da poco tempo, ma trovo che le sfide che impone siano alquanto stimolanti. E poi, non posso dire che la popolarità non mi piaccia. No, non ho rimpianti... in questo momento, mi trovo esattamente dove vorrei essere."

Milotic annuì... poi, quando un suono acuto e penetrante raggiunse le sue orecchie, indicò il telefono cellulare che si trovava appeso alla sua cintura. Chiedendosi chi è che poteva chiamarlo a quell'ora, Adriano prese il cellulare, guardò lo schermo... e ridacchiò gentilmente nel vedere il nome sullo schermo, per poi rispondere.

"Pronto? Sì, Ortilla, dimmi pure..." disse. "Sì? Oh, no, per niente! Stai tranquilla, ero nel mio ufficio, e stavo soltanto facendo qualche riflessione assieme a Milotic... dimmi pure, c'è qualche problema? ... Hm... Okay, va bene. No, tesoro, nessun problema. Anzi, credo che potrebbe essere un'esperienza interessante passare la serata fuori assieme ai partecipanti. Dopotutto, domani fai il tuo debutto... sì... sì, certo! No, non sono preoccupato, dopotutto Iridopoli è una città tranquilla, e non ti imbatterai certo in pericoli di alcun tipo. Certo... va bene, grazie comunque per avermi avvisato. A dopo!"

Adriano mise via il cellulare, e rispose a Milotic che sembrava chiedergli se ci fosse qualche problema con il suo sguardo profondo. "Nessun problema, Milotic. La mia nipotina che mi avvisava che sarebbe rientrata tardi." affermò. "Hehehee... sembrava piuttosto eccitata anche lei... in fondo, domani Ortilla farà la sua presentazione ufficiale... e poi entrerà nel mondo delle gare Pokemon. Sarà interessante vedere come se la caverà!"

"Milo, milooootic!" affermò Milotic, in accordo con il suo allenatore. Poi, con un cenno della testa, l'elegante Pokemon serpentino indicò la grande doppia porta all'altro capo della stanza, ricordando ad Adriano che presto sarebbe stata ora di cena...

"Hai ragione, amico mio. Meglio non far aspettare i miei compagni." affermò il giovane. "Frida è così pignola, in fatto di puntualità... è rigida esattamente come i Pokemon Ghiaccio che allena, oserei dire!"

Anche Milotic ridacchiò della battuta del suo allenatore, riferita ad una dei Superquattro di Hoenn, Frida, una donna di mezza età conosciuta per la sua abilità con i Pokemon Ghiaccio. Dopo che Adriano ebbe richiamato Milotic nella Pokeball, diede un'ultima occhiata al suo ufficio, in modo da assicurarsi che fosse tutto in ordine, e se ne andò, diretto verso un'altra sezione del grande edificio della Lega Pokemon...

 

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Quella sera, davanti ad un piccolo stand di ramen nel centro di Iridopoli, Vera e Max si erano fermati a cenare assieme ai loro Pokemon, tutti quanti fuori dalle loro Pokeball e impegnati a mangiare tutti assieme, senza alcuna preoccupazione al mondo... mentre i due fratelli, seduti ad un tavolo vicino, guardavano divertiti, con davanti a sè le loro tazze di ramen caldo. Ovviamente Vera, essendo sempre stata di buon appetito, aveva ordinato una ciotola di ramen particolarmente grande, e non si era fatta attendere prima di prendere le sue bacchette e cominciare ad aspirare le tagliatelle di frumento fluttuanti nel delizioso brodo di pesce!

"Sei la ragazza dall'appetito più formidabile che conosco, sorellina." disse Max, che stava prendendo qualche pezzo di carne dal suo ramen con un po' più di calma. "Sei sicura di riuscire a mangiare tutta quella roba?"

"Oh, non preoccuparti per me, scricciolo!" lo prese in giro amichevolmente Vera. "Lo sai che anch'io sono una ragazza in via di sviluppo, e devo mangiare molto per crescere!"

"Continuando così, credo che crescerai in larghezza, piuttosto che in altezza." affermò sarcastico Max, guardando poi verso il suo Swampert, che si trovava lì vicino. Il Pokemon Acqua / Terra sghignazzò divertito a sua volta, mentre il Blaziken di Vera scuoteva la testa con un sospiro, e la ragazzina storceva il naso.

"Antipatico." borbottò Vera, cacciando fuori la lingua, prima che entrambi ritornassero a concentrarsi sul loro ramen. In un'occasione del genere, era proprio il piatto ideale per mangiare bene e spendere poco...

Erano arrivati quasi a metà dei loro rispettivi piatti, quando Vera notò qualcuno che si avvicinava, e si voltò in quella direzione assieme al suo Blaziken e al Gardevoir di Max. In effetti, c'era qualcuno che stava dirigendosi con passo allegro verso il loro tavolo, tenendo tra le mani una ciotola di ramen fumante e canticchiando una melodia... una bambina di circa dieci anni, dalla carnagione chiara e con i capelli azzurro-verdini pettinati in modo un po' buffo, con due grandi ciuffi sulla fronte, che scendevano fino quasi ai fianchi su entrambi i lati del corpo, una coda di capelli a forma zigzagante sul retro della testa, e gli occhi chiari, verdi e brillianti, dallo sguardo acuto e penetrante, anche se comunque gentile e vivace. Indossava un grazioso abito da scena bianco composto da un tubino bianco con un grosso fiocco blu decorato da stelle sul petto, che lasciava scoperto il pancino; una gonna bianca devorata da un nastrino blu con un paio di pantaloncini bianchi cortissimi; e un paio di stivaletti azzurri dalla suola alta, alti fino alla caviglia e decorati da delle stelline metallizzate. Sulla gamba sinistra indossava una calza a righe bianche e azzurre che arrivava fino quasi all'anca, e attorno ai polsi e ai polpacci portava dei buffi scaldamuscoli fatti di una soffice stoffa bianca che ricordava un po' una nuvola o il vello di un Altaria. Portava infine un collarino bianco con uno smeraldo scintillante incastonato sul davanti, e un paio di graziosi orecchini di zaffiro di forma romboidale, e si portava con alterigia e sicurezza, anche se non con supponenza. Assieme a lei, stava arrivando un grazioso Altaria, un Pokemon uccello dal piumaggio prevalentemente azzurro e dal corpo a forma di pera, le ali e il ventre coperti da un tipo di piumaggio differente, di colore bianco e simile a del cotone o a delle nuvole. Il collo era lungo e magro, con una testa piccola con un becco minuscolo bianco e guance bianche, gli occhi piccoli e neri, e il capo decorato con due lunghe piume leggermente più scure rispetto al resto del piumaggio. La coda era composta da cinque lunghe piume, quelle ai lati leggermente più lunghe delle altre, le zampe invece erano del medesimo colore azzurro del piumaggio e disponevano di quattro dita, tre anteriori e una posteriore, ma senza artigli.

Max si voltò a sua volta, guardando con sorpresa la bambina che si stava avvicinando, e che si fermò vicino a loro, sorridendo garbatamente. "Buonasera." disse con voce gentile, chiara e cristallina. "Non vi disturbo, se vi chiedo di sedermi qui con voi? Io e la mia piccola Alty avremmo voglia di mangiare assieme a qualcuno..."

Un po' sorpresa da questa piccola sconosciuta che si era presentata così all'improvviso, Vera non ebbe cominque problemi ad acconsentire. "Per me non ci sono problemi, e credo che non ce ne siano neanche per i nostri Pokemon... Max, a te va bene?"

"Certamente, sorellina." affermò, per poi fare alla ragazzina sconosciuta e alla sua altaria cenno di accomodarsi. "Prego, mettetevi pure comode! Siamo molto contenti di conoscervi... ehm..."

"Mi chiamo Ortilla, ho dieci anni, e sono una coordinatrice di Pokemon. O meglio, mi appresto a fare il mio debutto nel mondo delle gare di Pokemon molto presto!" rispose lei con un cenno di gratitudine, appoggiando la sua tazza di ramen sul tavolo di legno, e poi sedendosi di fronte a Max. "E... quella che vedete qui è la mia piccola Alty, la mia Altaria! E' con me da quando avevo cinque anni, e lei era ancora una piccola e dolce Swablu!"

"Altarrrr!" cinguettò Alty, posandosi delicatamente sulla panchetta di legno sulla quale la sua allenatrice si era accomodata, e aprendo le sue graziose ali.

"Oh, quindi stai per diventare una coordinatrice!" esclamò Vera, entusiasta di conoscere qualcuno che aveva il suo stesso interesse per le gare. "Beh, ti dico subito che all'inizio non è per niente facile... non è come una battaglia di Pokemon, le regole sono molto diverse, e bisogna avere molta fantasia ed abilità per creare delle combinazioni di mosse che abbiano un effetto abbastanza spettacolare... ma sono sicura che presto ci farai la mano!"

"Grazie mille! Io ti ho già visto in televisione... tu sei la famosa Vera, la coordinatrice di Petalipoli!" esclamò Ortilla, i cui occhi si illuminarono ancora di più quando riconobbe la celebrità con la quale stava cenando. "Ti sei già fatta una reputazione di tutto rispetto, lo sai? E tu... tu sei?"

"Io sono Max... il fratello di Vera!" rispose Max aggiustandosi gli occhiali. Gli dispiaceva un po' doverlo ammettere, ma era un po' seccato all'idea di passare inosservato mentre sua sorella veniva subito riconosciuta. "E sono un Allenatore di Pokemon... quelli che vedi qui sono i Pokemon miei e di mia sorella! Adesso sono qui per partecipare al torneo di Iridopoli... è la mia prima volta, e mi sento un po' nervoso, sai com'è..."

"Già, già, posso capire... ci sto passando anch'io, in effetti!" affermò Ortilla, tenendo le braccia incrociate sul petto e annuendo saggiamente. "Comunque mi fa molto piacere conoscervi, e spero che vorrete tenervi in contatto con me! Sarò nei paraggi per tutta la durata del torneo, poi comincerò a partecipare alle gare di Pokemon. E... se potessi avere qualche piccolo consiglio da voi, lo apprezzerei senza dubbio! Certo, mio zio mi ha già insegnato molto sui Pokemon... ma sapete com'è, fa sempre bene ascoltare anche le opinioni di qualcun altro!"

"Nessun problema, Ortilla! Saremo lieti di insegnarti un po' di cose... sia a te che ad Alty!" rispose Vera, prendendosi una pausa nei suoi esercizi gastronomici per accarezzare Altaria sulla testa. "A proposito, chi è tuo zio? Da come ne parli, si direbbe che sia una persona che ne sa molto, in fatto di Pokemon!"

Alty sembrò ridacchiare, piegando le ali contro il corpo, e fece un occhiolino ad Ortilla, che ricambiò il gesto e, dopo aver aspirato le fettuccine che aveva preso con le sue bacchette, si pulì la bocca con tutta tranquillità e rispose alla domanda di Vera. "Beh... in effetti, non faccio per vantarmi, ma è una persona che immagino conosciate già anche voi. Mio zio... è Adriano, l'attuale Campione della Lega Pokemon di Hoenn!"

L'effetto fu immediato. Le espressioni di Vera, Max, Blaziken e Gardevoir si congelarono all'istante in una smorfia incredula, mentre un peso di diverse tonnellate, apparso dal nulla, cadeva sul terreno dietro di loro!

 

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"Hm? E' una mia impressione, o quei due sono rimasti sorpresi?" disse tra sè un ben noto ragazzino dai capelli verdi e corti, all'incirca dell'età di Vera, che seduto ad un tavolo un po' appartato, guardava divertito la scena, da una distanza alla quale era abbastanza sicuro che Vera e Max non si sarebbero accorti di lui. In fondo, pensava tra sè il giovane Drew, era più divertente mantenere un po' di mistero, e poi godersi le loro espressioni quando si fosse fatto vivo!

"Del resto, mi sorprende un po' che non conoscessero già Ortilla... beh, ma immagino che con tutti i viaggi su e giù per il mondo che abbiamo fatto per fermare varie bande di esaltati, non ci sia stato molto tempo per aggiornarsi." continuò Drew. "Comunque, pensavo che almeno avessero sentito parlare della sua nascente carriera anche come idol televisiva. Beh, poco importa. Si vede che Vera e Max non sono gente che guarda tanto le ultime tendenze in fatto di musica."

Con tutta calma, Drew accarezzò la testa al suo Absol, che mangiava da una ciotola accanto al suo posto, e poi si rimise a gustare il suo ramen, immaginando che la giornata dell'indomani sarebbe stata molto interessante...

 

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Se solo Drew avesse potuto immaginare quanto le sue aspettative corrispondessero alla verità, probabilmente si sarebbe importo di tenere la bocca cucita, visto che l'universo, in certe occasioni, riesce ad esaudire quello che una persona vuole... nella maniera più diretta e brutale possibile!   

In una stanza segreta, illuminata da una fioca lampada da tavolo e dallo schermo di un computer portatile posto su un tavolo al centro, due misteriosi individui stavano sostenendo una conversazione a distanza con una terza persona dall'aspetto misterioso ed inquietante che faceva bella mostra di sè su una finestra che occupava quasi tutto lo schermo. Non era molto facile vedere tutti i particolari del suo viso, a causa del fatto che era immerso a sua volta nella semioscurità... ma sicuramente si vedeva bene il bagliore rosso del suo occhio sinistro - un occhio bionico che gli dava un aspetto minaccioso, e che fissava i due subordinati con freddezza e crudeltà.

"Comandante Sirius... qui Astro ed Eclisse, della squadra di esplorazione." affermò il ragazzo, dopo essersi schiarito nervosamente la voce. "Abbiamo... abbiamo potuto confermare che il bersaglio si trova qui ad Iridopoli, e domani avremo l'occasione giusta per catturarla durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo campionato della Lega."

Seguì un silenzio lungo ed inquietante da parte dell'uomo sullo schermo, che sembrava stare riflettendo su quanto aveva sentito. "Quello che mi state dicendo è senza dubbio interessante..." affermò infine, con voce chiara per quanto distorta dalla comunicazione. "Ma immagino che vi rendiate conto che state per agire alla piena luce del giorno. Avevamo previsto anche questa possibilità, certo, ma siete sicuri di poter gestire questa situazione?"

"Riteniamo di avere delle buone possibilità." rispose Eclisse. "Certo, per quanto siano presenti molti allenatori di Pokemon degni di nota, non credo che potranno reagire in tempo, con il piano che abbiamo preparato. Posso assicurarle che non ci saranno intoppi, comandante Sirius. Torneremo con la ragazzina e con il Bracciale Smeraldo."

"Molto bene. Mi aspetto molto da voi, quindi non fallite." disse Sirius, senza giri di parole. "Il Team Meteora non è mai stato così vicino alla vittoria finale, quindi fallire adesso sarebbe un insulto a tutto quello che abbiamo costruito. Conto su di voi, Astro ed Eclisse. Se riuscirete nel vostro compito, vi raccomanderò al comandante Solaris per una promozione ad Assi Meteora. Per il momento, vi saluto."

Astro ed Eclisse si inchinarono, e Sirius interruppe la conversazione, chiudendo la finestra che occupava lo schermo del computer portatile. I due giovani, dopo aver tirato un breve sospiro di sollievo, cominciarono a prepararsi per la notte. Sapevano che dovevano essere pronti, riposati e rilassati per il giorno dopo... dall'esito dell'operazione dipendeva il futuro del Team Meteora... e del continente di Reborn...

 

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Nel frattempo, vicino all'hotel nel quale Vera e Max, assieme a molti altri partecipanti al campionato, avrebbero passato la notte... i due fratelli e i loro Pokemon, assieme alla loro nuova conoscenza, si stavano godendo la serata, senza neanche lontanamente immaginare quali nuvole nere si stessero addensando sopra le loro teste...

"Heheheee, davvero questa non me l'aspettavo! E quindi tu sei la nipote di Adriano, il Campione della Lega di Hoenn! E' stata davvero una sorpresa!" affermò Vera con una risatina imbarazzata. "E quando il campionato sarà concluso, comincerai a competere nelle gare di Pokemon... beh, mi fa piacere, anche se immagino che ad un certo punto diventeremo rivali! Sono sicura che farai molta strada!"

"Grazie! E spero che anche tu e tuo fratello ne facciate! Domani ci sarà il discorso di presentazione che mio zio farà a partecipanti e spettatori, quindi... mi raccomando, cercate di non perdervelo!" rispose Ortilla, lasciando che la sua Altaria si posasse sulla sua spalla. "Ora però temo di dover andare. Si è già fatto un po' tardi, ed è meglio che siamo tutti ben riposati per domani. Ci vediamo all'arena, okay?"

"Certamente, Ortilla, e grazie mille per la serata!" rispose Max, mentre lui e la sorella maggiore cominciavano a salutare la bambina dai capelli verdini con una mano. "Se vuoi ci vediamo anche domani sera... e se riesco, ho una mia amica e rivale da presentarti! Ci vediamo!"

Il Gardevoir di Max e il Blaziken di Vera, i due Pokemon che erano rimasti ancora fuori dalle loro Pokeball, si inchinarono educatamente, ed Ortilla e la sua Altaria fecero un ultimo gesto di saluto prima di cominciare a rincasare, avviandosi verso il grande edificio della Lega Pokemon dove il Campione e i Superquattro avevano la loro sede. Una volta che Ortilla ed Alty furono uscite dal loro campo visivo, Vera, Max e i loro Pokemon cominciarono a loro volta a rientrare nell'albergo, decisi a godersi una notte di riposo prima che cominciasse il torneo!

"Devo ammettere che a volte si fanno degli incontri davvero imprevisti, Max. Imprevisti, e anche molto graditi." disse telepaticamente Gardevoir al suo allenatore, mentre il quartetto rientrava nell'hotel, e Blaziken rabbrividì un po' per l'aria condizionata.

Il ragazzino con gli occhiali si voltò verso quello che una volta era stato il suo amico Ralts e strizzò un occhio con fare arguto. "Beh, è più o meno come è successo tra te e me, non credi anche tu?"

"Hai ragione." assentì Gardevoir, l'ombra di un sorriso sul suo volto elegante. Poi, tornando alla sua espressione stoica, il Pokemon Psico fece un cenno con la testa. "A parte questo, conta pure su di me, amico mio. Faremo tutti del nostro meglio per arrivare assieme alle finali."

Max e Vera si scambiarono uno sguardo espressivo, e anche il Blaziken della ragazzina approvò con un cenno del suo becco adunco. "Grazie, Gardevoir. E anch'io, come vostro allenatore, farò tutto quello che posso per farvi vincere!" affermò nei suoi pensieri, ripromettendosi di fare uso di tutto ciò che aveva imparato nel suo viaggio. L'indomani sarebbe stata una giornata molto intensa per tutti loro, ne era sicuro...

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: Max non sa quanto ha ragione. Domani sarà sicuramente una giornata intensa. Ma non certo nel senso che intende lui...
 

L'idea di inserire Ortilla - personaggio del videogioco Alfa Zaffiro e Omega Rubino - nella mia fanfic mi è venuta di getto. Anche perchè ho trovato un modo di farla stare nella trama, e avrà una parte abbastanza importante da giocare. Tra non molto, il Team Meteora farà la sua mossa... e anche se questo capitolo può sembrarvi un po' disgiunto dall'introduzione che ho fatto, vi assicuro che tutto andrà al suo posto tra non molto! So che questo capitolo è relativamente breve, rispetto alla lunghezza solita, ma serviva a calarsi nel contesto. Tra non molto, le cose cominceranno a farsi movimentate! Oh, e a proposito, prima che me ne dimentichi... i nuovi vestiti di Vera sono presi pari pari da quelli che indossa in Alfa Zaffiro / Omega Rubino. Mi sembrava un buon modo per omaggiare i nuovi giochi della serie... 
 

Bene, questo è quanto per adesso! Cercherò di aggiornare Best Wishes Reload e una delle mie fanfiction di Digimon quanto prima, magari proprio a ridosso di Natale, se ci riesco! E mi scuso se c'è qualche problema con l'aggiornamento... oggi tutto complotta contro questo capitolo! A presto!  

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Capitolo 3
*** Cerimonia nel caos ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 3 - Cerimonia nel caos
 
"Signore e signori... è con grande entusiasmo che vi annuncio che il grande torneo di Pokemon di Hoenn di quest'anno... è ufficialmente aperto!"
 
Un coro di applausi ed ovazioni accolse questa dichiarazione, e il Campione Adriano fece un profondo inchino alla folla riunita nel grande stadio di Iridopoli, mentre dalla sua posizione sul grande palco posto in mezzo all'arena, il giovane Campione faceva l'annuncio che tutti loro stavano aspettando. Era un momento di grande gioia per tutti... il momento in cui veniva dato inizio ad un evento che innumerevoli persone da tutto il mondo aspettavano con trepidazione!
 
Adriano si guardò attorno, ammirando lo spettacolo delle tribune che straripavano di colori e voci entusiaste! Fan di Pokemon di tutte le età e le provenienze, di ogni razza, colore e credo, erano riuniti lassù, e sventolavano festoni, striscioni colorati, bandiere e ogni altro tipo di decorazioni per fare il tifo per i loro beniamini. Accanto a lui, si trovavano i Superquattro di Hoenn, i quattro allenatori ufficialmente riconosciuti come i più forti della regione dopo Adriano: il primo di loro, Fosco, un esperto di Pokemon di tipo Buio, era un giovanotto quasi completamente calvo, tranne per un ciuffo di capelli violetti sulla fronte, vestito di una giacca nera sopra una camicia di colore neutro, pantaloni lunghi violetti e scarpe nere, e con un piccolo orologio dorato al polso sinistro, che lo faceva sembrare in qualche modo più acuto e al passo coi tempi. L'espressione sul suo volto era arguta e vagamente sinistra, con acuti occhi violetti e un ghigno sicuro quasi sempre stampato su di esso. 
 
Accanto a lui, una graziosa ragazza sui diciannove anni, bassa ma dal fisico atletico, con la pelle scura e i capelli
castani scuri tagliati corti, decorati con dei grandi fiori dai petali rosa sui lati della testa, stava salutando vivacemente la folla. Ester, la più giovane dei Superquattro di Hoenn, specializzata in Pokemon Spettro, era vestita in maniera abbastanza negletta, con soltanto un costume azzurro a due pezzi e un lungo pareo dello stesso colore, decorato con motivi floreali bianchi. Era a piedi nudi, e portava dei braccialetti rosa alle caviglie.
 
Per contro, il terzo membro dei Superquattro dava l'impressione di essere una signora molto di classe e controllata: Frida, una donna di circa quarant'anni vestita di un elegante abito color lavanda che scendeva fino alle caviglie, un paio di scarpe bianche dal tacco alto, e un paio di guanti di seta bianchi orlati di graziosi merletti, stava inchinandosi formalmente alla folla che continuava ad applaudire ed esultare. I suoi capelli biondi erano tenuti raccolti dietro la testa in alcuni bigodini, e i suoi occhi azzurri davano l'impressione di calma glaciale, come del resto si addiceva ad una esperta di Pokemon Ghiaccio.
 
Infine, l'ultimo dei Superquattro, Drake, allenatore di Pokemon Drago, era un uomo dall'aspetto di un vecchio e saggio lupo di mare, con una lunga e un po' consunta divisa nera da capitano, tenuta aperta sul davanti in modo da mostrare il torace che, nonostante l'età, era ancora abbastanza muscoloso e robusto un paio di pantaloni blu, tenuti fermi da una cintura di cuoio nero, e un paio di scarponi neri, oltre che un berretto da marinaio bianco con il frontino nero, decorato con una piccola Pokeball dorata sulla fronte. A completare il suo aspetto, aveva due folti mustacchi grigi. Dava sicuramente l'impressione di essere stato un uomo forte e robusto, e anche nella sua età non più giovane, non aveva perso molto di quello che era una volta.
 
Adriano diede un'occhiata orgogliosa ai suoi quattro compagni, poi si schiarì la voce e cominciò a parlare nel microfono, indirizzando tutti gli spettatori. "Signore e signori... amici e amiche fan dei Pokemon... è per me un grande onore e un privilegio essere qui in questo momento! Immagino che molti di voi mi conoscano a questo punto... ma per chi non mi conoscesse, è il caso che io mi presenti! Il mio nome è Adriano, e ho l'onore di essere il Campione di questa prestigiosa Lega Pokemon! Con me, i Superquattro di questa regione... Fosco, Ester, Frida e Drake, tutte persone che sono fiero di chiamare amici e colleghi!"
 
Gli applausi del pubblico ripresero subito, mentre ognuno dei Superquattro si presentava: Fosco ghignò e fece il segno dell'okay alla folla. Ester continuò a salutare con entrambe le mani, scattando da una parte all'altra del palco come una bambina contenta. Frida si limitò a fare un altro inchino, mentre Drake si alzava il frontino del berretto e sorrideva cordialmente...
 
 
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In mezzo alla folla, tuttavia, c'erano due persone che non stavano applaudendo con la stessa partecipazione del resto degli spettatori... Confusi in mezzo alla moltitudine, Astro ed Eclisse stavano tenendo d'occhio il palcoscenico, come se aspettassero che qualcuno ci salisse per entrare in azione.
 
"Li hai visti quelli, Astro?" chiese Eclisse al suo compagno, indicando Adriano e i Superquattro con lo sguardo. "Quelli sono il campione Adriano... e i Superquattro di Hoenn. E questo complica non poco la nostra missione, spero che tu ne sia al corrente." 
 
"Lo so, Eclisse..." rispose il ragazzo. "Anche il meno forte di quei cinque è comunque un allenatore al di sopra delle nostre possibilità. Se vogliamo completare il nostro compito, dobbiamo essere veloci e decisi. Comunque, il bersaglio non c'è ancora, quindi approfittiamone per prepararci."
 
"Secondo le nostre fonti, dovrebbe essere qui a momenti." continuò la giovane donna. "Tieniti pronto... i nostri compagni entreranno in azione non appena daremo loro il segnale."
 
Astro annuì silenziosamente, tenendo nervosamente tra le mani un piccolo congegno e avvicinando il pollice ad un tasto verde posto su una delle sue facce...
 
 
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D'altro canto, in tutt'altra parte della gradinata, Vera e Max stavano partecipando all'entusiasmo generale, e anche Hitomi, in maniera un po' più trattenuta, stava applaudendo davanti alla presentazione dei Superquattro. La gioia e il tifo che la circondavano erano tali che anche lei non riusciva a non farsene contagiare.
 
"Certo che Adriano sa fare davvero una bella introduzione!" affermò Vera, continuando a battere le mani. "Ho come l'impressione che il torneo di quest'anno sarà ancora più spettacolare del precedente!"
 
"Lo dici perchè parteciperemo anche noi, sorellina?" chiese astutamente Max, scambiandosi uno sguardo di intesa con Hitomi, che rispose con un lieve cenno della testa. "Comunque, tra non molto dovrebbe esserci la presentazione di Ortilla. E quella non me la volevo proprio perdere!"
 
"Nemmeno io. Certo non mi aspettavo di incontrare la nipote di Adriano così, semplicemente passeggiando per la strada e fermandoci a mangiare ramen ad un ristorantino!" rispose la ragazzina castana. Stava per aggiungere qualcosa, quando vide con la coda dell'occhio qualcuno che le si avvicinava con discrezione, con quel portamento e quella classe che lei ormai avrebbe saputo distinguere in mezzo a mille. "Oh... e invece, per qualche motivo, mi immaginavo che prima o poi ti avremmo incrociato qui attorno, Drew! Anzi, mi meraviglio che tu non ti sia fatto vedere prima!"
 
Max ed Hitomi, un po' sorpresi, si voltarono nella direzione da cui stava proveniendo il nuovo arrivato... e infatti, ecco arrivare l'ormai familiare ragazzino dai capelli verdi, tenendo in una mano una rosa rossa, con quella sua tipica espressione acuta, fascinosa e un po' strafottente che gli era propria. Si fece cortesemente strada fra le tribune, e Vera si scostò un po' in modo da fargli spazio, mentre Drew salutava con un cenno della mano.
"Sì, è vero, avrei potuto farmi vedere prima. Ma sapete com'è, è più divertente se si lascia un po' di suspense!" affermò il ragazzo dai capelli verdi. "Ciao, Max. Ciao, Hitomi. E soprattutto, bentrovata a te, Vera! Si direbbe quasi che siamo legati dal nasstro rosso del destino, con tutte le volte che ci incontriamo per caso."
 
"Conoscendoti, ho quasi l'impressione che tu lo sappia già, che ci incontriamo nei posti più impensati." rispose Vera, che ormai stava imparando a rispondere a tono alle battute di Drew. "Sono comunque contenta di vederti, Drew. Come vanno le cose?"
 
"Non mi posso lamentare." rispose il giovanotto con tutta calma, guardando per un attimo verso Adriano e i Superquattro che stavano continuando il discorso di apertura. "E visto che al momento non ci sono gare in programma, e non avevo molto di meglio da fare... ho pensato che sarebbe stata una buona idea venire ad assistere al campionato. Se non altro... con questi due baldi giovani a partecipare, credo proprio che non ci sarà da annoiarsi."
 
Hitomi alzò le spalle. "Parlando per me, io non sono qui per dare spettacolo, ma per cercare di arrivare il più lontano possibile." affermò. "Non presumo di parlare anche per Max, ma immagino che sia la stessa cosa per lui."
 
"Voglio far vedere a mia sorella e ai nostri genitori che sono sulla buona strada per diventare un allenatore degno di questo nome." rispose Max. "Se poi tu ti diverti ad assistere, la cosa non mi fa nè caldo nè freddo."
 
Drew alzò le spalle con un sorriso tranquillo, prendendo il sarcasmo dei due ragazzini con filosofia. "Come volete, ragazzi. Io, da parte mia, vi auguro di arrivare in finale. Oh, e ovviamente c'è un altro motivo per cui ho voluto venire. Ho sentito dire che tra non molto Ortilla, la nipote del campione Adriano, farà il suo debutto nel mondo delle gare di Pokemon. Visto che si tratta di una potenziale rivale, ero curioso di vederla con i miei occhi."
 
"Non credo che dovrai attendere ancora a lungo. Infatti... mi sembra che Adriano stia per presentarla!" Vera indicò il palcoscenico, dove i Superquattro si stavano disponendo su due lati, formando una specie di sentierino lungo il quale sarebbe passato qualcuno, e Adriano si era voltato leggermente verso il retro per presentare la persona che sarebbe arrivata a breve...
 
 
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"Ed ora, signore e signori... permettetemi di prendere un momento per un annuncio che, per quanto strettamente personale, è per me di grande significato." disse Adriano, guardando la folla che si stava quietando un po'. "Solo alcuni giorni fa, la mia nipotina Ortilla ha compiuto i fatidici dieci anni, l'età a cui i ragazzi di solito partono per il loro viaggio... e anche lei, come molti allenatori di Hoenn, ha scelto di percorrere la strada della coordinatrice di Pokemon! Oggi, di fronte a questo caloroso pubblico, vorrei darvi la notizia che Ortilla è ufficialmente diventata una coordinatrice di Pokemon! Quindi... un caloroso applauso per lei, che in questo torneo mi farà da aiutante, prima di partire per il suo viaggio!"
 
Il pubblico, Vera, Max, Drew ed Hitomi compresi, ripresero ad applaudire... e i Superquattro si unirono ai festeggiamenti nel momento in cui, da dietro le quinte, entrò sul palcoscenico una graziosa bambina dai capelli verdi acquamarina, assolutamente uguali come colore a quelli del giovane Campione, vestita di un grazioso e sgargiante abito da scena pieno di lustrini azzurri, con degli scaldamuscoli ricoperti di lana bianca sulle braccia e sulle caviglie, accompagnata da una bellissima Altaria! Ortilla, per niente innervosita dalla folla apparentemente infinita che ora era completamente concentrata su di lei, guardò verso i Superquattro, ognuno dei quali le fece un cenno di assenso e la invitò a farsi avanti. Poi, lei ed Alty, tenendo le braccia alzate, si misero a fianco di Adriano e si inchinarono vivacemente, ringraziando il pubblico della loro calorosa accoglienza!
 
"Okay, tesoro, è il tuo momento!" affermò Adriano, accarezzando scherzosamente i capelli della nipotina, prima di passarle il microfono. "So che sarai un po' nervosa perchè è la prima volta che parli davanti a tutta questa gente, ma sono sicuro che ce la puoi fare!"
 
"Grazie, zio... ne sono sicura anch'io!" rispose Ortilla, accettando il microfono dalle mani del famoso zio. Si schiarì la voce, e guardò al proprio lato, dove Alty si stava a sua volta preparando per la presentazione. "Okay, è il momento! Ti senti pronta, Alty?"
 
"Altariiiiia!" esclamò la graziosa Pokemon Drago/Volante. Soddisfatta del fatto che la sua Pokemon fosse altrettanto sicura di quello che stava per fare, Ortilla regolò il microfono, prese fiato e cominciò a parlare al pubblico, che non sembrava aspettare altro che lei!
 
"Buongiorno a tutti, gentili spettatori della Lega di Hoenn!" esclamò Ortilla, alzando una mano in un gesto di gioia ed estroversione. Alty prese il volo, tenendosi in sospensione ad appena un metro da terra per dare enfasi al discorso della sua allenatrice. "Sono molto contenta di essere qui, in questo momento davvero speciale ed unico, per dare una mano a mio zio nel presentare il grande torneo di Hoenn! Farò del mio meglio affinchè questa occasione sia indimenticabile per tutti... e aggiungo che non avrei potuto desiderare che il mio debutto nel mondo delle gare Pokemon avvenisse in maniera più spettacolare! Grazie mille per il vostro calore... e spero che come coordinatrice sarò convincente come e più che come cantante idol!"
 
"Yu-huuuuu! Vai, Ortilla, sei tutti noi!"
 
"Sei la migliore!"
 
"Farai strage di cuori, piccola!"
 
Ortilla guardò verso il pubblico mentre questi cominciavano ad esultare e ad accogliere con gioia il suo annuncio. In quel momento, lei ed Alty non potevano desiderare di essere in un posto migliore. Era un momento di grande emozione per entrambe loro, mentre osservavano con gioia ed orgoglio il pubblico che le accoglieva a braccia aperte. Entusiaste per la partecipazione, e convinte di aver intravisto Vera e Max sugli spalti alla propria destra, Ortilla ed Alty si fecero avanti, piazzandosi davanti al palcoscenico e aprendo le braccia per salutare i loro fan...
 
E, in un secondo, il sogno si trasformò in incubo.
 
Accadde tutto così rapidamente che Ortilla e i campioni di Hoenn ebbero a malapena il tempo di rendersi conto di cosa stava succedendo. Un sibilo acuto riempì l'aria, e uno scoppio improvviso, come quello di un petardo o di un mortaretto, risuonò nelle orecchie di Ortilla, stordendola per un secondo! Prima che chiunque potesse fare una sola mossa, una nuvola di denso gas bianco-giallastro si sprigionò dalla piccola bomba che era caduta sul palcoscenico... e altre di quelle piccole bombe caddero attorno ai Superquattro e al Campione, sprigionando una nube sempre più ampia di quello strano fumo chiaro dall'odore pungente, che si diffuse rapidamente e investì Adriano e i Superquattro davanti agli occhi increduli e spaventati di Ortilla e del resto del pubblico!
 
"COSA?" esclamò Vera dagli spalti, mentre alcuni "spettatori" si alzavano di scatto, correvano verso la ringhiera e scendevano agilmente giù, calandosi nello stadio, e poi correndo a rotta di collo verso il palcoscenico! "Ma... ma che cosa...? CHe sta succedendo qui?"
 
"Non ne ho idea... ma quelli non hanno buone intenzioni!" esclamò Max. "Presto, dobbiamo inventarci qualcosa per... hey, Hitomi, dove stai andando?"
 
"Che domande, vado ad ostacolarli!" rispose la bambina dall'aspetto severo, prendendo una Pokeball e cercando di calarsi giù nell'arena attraversouna scalinata di emergenza. Altre persone, in mezzo al pubblico, si erano alzate e avevano messo mano alle loro Pokeball per intervenire... ma altrettante si erano alzate a loro volta e avevano mandato i loro Pokemon in modo che gli assalitori lavorassero senza disturbi!
 
Sul palcoscenico, prima ancora di aver potuto prendere le loro Pokeball, i Superquattro, Adriano, Ortilla ed Alty stavano subendo gli effetti di quello strano composto chimico - evidentemente un gas soporifero, dal momento che gli interessati si sentirono immediatamente stanchi ed assonnati, e le loro gambe si fecero deboli all'improvviso! Anche mettersi le mani davanti alla bocca servì a poco, visto che qualche spiffero di gas penetrava ugualmente nelle vie aeree... e in un attimo, Frida per prima scivolò a terra addormentata, senza neanche avere avuto il tempo di dire nulla!
 
"Ugh... p-presto... cercate di mandare i vostri... Pokemon..." mormorò Fosco, scivolando poi a terra e cominciando a russare. Drake ed Ester seguirono a ruota, pur cercando disperatamente di uscire da quella nube densa che toglieva loro la visuale! Adriano ed Ortilla erano ancorra svegli, ma era chiaro che non ne avrebbero avuto per molto, e ormai i loro movimenti erano così scoordinati che facevano fatica a raggiungere le loro Pokeball... esattamente quello su cui contavano gli assalitori! Ormai, un gruppetto di sei-sette persone era sceso nell'arena, mentre i loro colleghi tenevano occupati coloro che cercavano di intervenire... ma Vera, Max, Drew ed Hitomi erano riusciti a sfuggire ai nemici e a scendere a loo volta nell'arena tramite degli scalini di emergenza. Senza perdere tempo, ognuno di loro mandò in campo uno dei suoi Pokemon - Vera fece uscire la sua Beautifly, Max il suo Swampert, Hitomi il suo Sceptile... e infine Drew mandò il suo Absol, uno stupendo esemplare dal manto candido e morbido, e dalla linea slanciata!
 
"Presto, dobbiamo raggiungere il palco!" esclamò Max. "Non so cosa vogliano fare quelli... ma dobbiamo fermarli il prima possibile!"
 
"Swampert!" esclamò lo Swampert del ragazzino, indicando un punto al proprio lato dal quale stavano per provenire altri grattacapi. Si sentì un lieve sibilo, e una scarica elettrica sfrecciò verso lo Absol di Drew, che si preparò a scansare il colpo... ma non ne ebbe bisogno, quando il Pokemon Acqua/Terra di Max si mise davanti a lui e intercettò l'attacco, che si disperse senza fare danni sul suo corpo possente!
 
"Attenti, ragazzi! Ho come l'impressione che prima dovremo vedercela con questi..." esclamò Vera, voltandosi nella direzione da cui era provenuto l'attacco. Due Pokemon, un Electabuzz dalla pelliccia ancora crepitante di energia, e un Magmar ricoperto di guizzanti fiamme rosse, si erano schierati davanti a loro, cercando di impedire loro di andare a salvare Ortilla... accompagnati da due individui che Vera e Max erano convinti di aver già visto non tanto tempo prima...
 
"Mi dispiace, ragazzi... ma non possiamo permettervi di interferire nei nostri piani. C'è troppo in gioco." disse Eclisse, piazzandosi a fianco del suo Electabuzz, mentre Astro annuiva silenziosamente e si schierava con il suo Magmar. Lo stadio era immerso nella confusione più totale, tra grida di battaglia, Pokemon che si scambiavano un attacco dietro l'altro, e persone che scappavano, scendevano nel campo, o si davano a scene di panico... "Se volete impedirci di mettere le mani sulla Collanasmeraldo, dovrete prima vedervela con noi!"
 
"Collanasmeraldo? Non so neanche di cosa state parlando!" esclamò Max, convinto di riconoscere in quei due i "turisti" che lui e Vera avevano incrociato il giorno prima. "Che cosa sta succedendo? Chi siete voi? E cosa state cercando di fare?"
 
"E' meglio che non vi immischiate nei nostri affari, ragazzini!" rispose Astro, mentre osservava i Pokemon di Vera e dei suoi amici che si schieravano davanti ai loro, pronti a combattere. Gli avversari erano in superiorità numerica, ma con un po' di fortuna e di abilità, questa non sarebbe valsa niente... "E' una cosa che non vi riguarda! Voi del continente di Hoenn non potreste mai capire, in ogni caso!"
 
"Hmph... senza sprecare tanto tempo in discorsi, vi dico che è meglio se ci lasciate fare!" continuò Eclisse. "Voi continuate a godervi la vostra vita."
 
"Spiacente, ma io non sono tipo da restare zitto quando qualcuno viene minacciato davanti a me." rispose argutamente Drew, il cui Absol si teneva pronto a partire all'attacco. "Adesso, Absol! Attacca Electabuzz con Psicotaglio!"
 
"Hmph... come volete!" rispose Eclisse. "Electabuzz, rispondi con Fulmine!"
 
"Sol!" esclamò Absol con voce acuta, eseguendo un fendente con la "lama" nera che gli spuntava dalla testa, e scagliando contro Electabuzz un proiettile di energia psichica a forma di falce di luna, che Electabuzz contrastò caricandosi per una frazione di secondo, e sprigionando una potente scarica elettrica. I due attacchi si scontrarono a mezz'aria, annullandosi a vicenda in una spettacolare esplosione di luci e colori!
 
"Magmar, attacca Beautifly e Sceptile con Lanciafiamme!" esclamò Astro, e il suo Magmar prese fiato e soffiò una lunga fiammata contro i due Pokemon in questione, che però si difesero con efficacia: Vera fece un cenno alla sua Beautifly, che usò un attacco Protezione per circondarsi di un campo di energia semitrasparente sul quale la fiammata scivolò senza fare danni, mentre Sceptile si gettò di lato con prontezza, evitando il grosso della fiammata, ma restando comunque scottato su un braccio. La lucertola bipede scrollò il braccio colpito, ignorando il dolore, e rispose scagliando una Energipalla, un proiettile di energia verde che centrò Magmar in pieno petto, facendolo indietreggiare di due passi! Lo Swampert di Max eseguì un attacco Fossa, scavando in direzione dello Electabuzz di Eclisse ed emergendo sotto di esso... ma quest'ultimo, evidentemente abituato a scontri come quello, saltò indietro appena in tempo per evitare di essere travolto dall'impeto dell'attacco. Atterrò agilmente un po' più in là, mentre Absol e Swampert si paravano davanti a lui...
 
"Astro, non possiamo perdere tempo! Sbarazziamoci di questi marmocchi qui e adesso!" esclamò Eclisse. "Dobbiamo far usare ai nostri Pokemon i loro colpi migliori!"
 
"E' quello che stavo pensando..." rispose Astro, gettando un'occhiata alla confusione che regnava sul palcoscenico. Senza che Adriano e i Superquattro, ormai piombati nel mondo dei sogni, potessero ostacolarli, diverse reclute dell'organizzazione criminale a cui Astro ed Eclisse appartenevano avevano raggiunto Ortilla e la sua Altaria, anche loro cadute sotto l'effetto del gas soporifero... e le stavano trascinando via di peso, mentre un forte rumore di motori cominciava a diffondersi nell'aria, facendo vibrare leggermente le tribune! Stringendo i denti per l'improvviso dolore ai timpani, Vera alzò lo sguardo, vedendo che qualcosa stava cominciando ad oscurare il sole... una gigantesca macchina volante, che ricordava un'astronave di quelle che si vedono nei film di fantascienza di serie B, coperta di una corazza grigia dall'aspetto sterile. Nonostante le dimensioni, aveva un aspetto agile ed aerodinamico, e Vera si chiese chi al mondo avesse una tecnologia tale da creare una cosa simile... ma in quel momento, era più importante capire cosa stesse accadendo, e fermare quei due malfattori, prima che portassero via Ortilla!
 
"Attenti! Sembra che vogliano rapire quella ragazza..." cominciò a dire Drew, prima che Astro ed Eclisse richiamassero inaspettatamente i loro Pokemon, senza continuare lo scontro. Con un sorrisetto soddisfatto, Eclisse fece un passo di lato... e un attimo dopo, una colonna di luce verde scese dalla parte inferiore dell'astronave, avvolgendoli e facendo sbiadire rapidamente le loro figure... prima che i due scomparissero nel nulla sotto gli occhi di Vera e dei suoi compagni! Il resto dei criminali si avvicinò rapidamente, con due di loro che tenevano Ortilla, priva di sensi... e l'astronave si mosse per inghiottire anche loro in quello strano raggio di energia! D'istinto, Vera e i suoi compagni si mossero verso i nemici, per cercare di ostacolarli... ma il raggio passò sopra di loro, e i Pokemon che erano usciti dalle loro sfere ne vennero immediatamente richiamati all'interno, prima che Vera, Max, Drew ed Hitomi venissero a loro volta ricoperti da quella strana luce! Allarmati, cercarono di tirarsi fuori... ma a quel punto era troppo tardi, e finirono per cominciare a fluttuare senza peso nell'aria, diretti verso l'astronave!
 
"Ah! Ma che cosa... che ci sta succedendo?" esclamò Hitomi, cercando in qualche modo di sfuggire a quello strano raggio nuotando letteralmente nell'aria! Vera cercò di portare una mano fuori dalla luce, ma sentì uno strano torpore mentre la luminescenza ricopriva la sua pelle e i suoi vestiti, e riuscì appena a vedere i criminali che si avvicinavano, trasportando con sè Ortilla e la sua Altaria, prima di perdere i sensi, in mezzo al caos generale...
 
 
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"Sorellina! Hey, sorellina, come va? Svegliati!"
 
Vera non era del tutto sicura di cosa fosse successo, nè di quanto a lungo avesse dormito, ma la prima cosa di cui si rese conto al momento di riprendere conoscenza fu il freddo pavimento di metallo sul quale era distesa, e la voce di Max che la chiamava con apprensione. Con un pizzico di difficoltà, la bambina castana aprì gli occhi, e si guardò attorno, riuscendo a vedere che si trovava all'interno di una stanza dalle pareti metalliche, che sembrava essere una sorta di cabina di carico merci per un aereo da trasporto... solo che era completamente vuota, a parte dei pannelli luminosi attaccati alle pareti, che emettebano una strana luce verde che pulsava lentamente. La vista era un po' annebbiata, e Vera ci mise qualche secondo per riprendersi dalle vertigini e rimettersi seduta, riuscendo a distinguere le figure di Max, Drew ed Hitomi un attimo dopo.
 
"Sorellina! Meno male che stai bene..." esclamò Max, tirando un sospiro di sollievo.
 
"Sì... sono un po' rintronata, ma me la caverò." rispose Vera, notando le espressioni tese e preoccupate anche di Hitomi e Drew, che pure di solito non erano gente che si dava più di tanto pensiero per ciò che accadeva... "Ma... ma che è successo, dove siamo adesso? Ci hanno portati via, vero?"
 
"Sì... e non sappiamo neanche chi siano, in realtà..." affermò Drew, rimettendosi a posto i capelli. Per essere in una situazione così allarmante, il giovanotto dai capelli verdi stava mantenendo la calma in maniera ammirevole. "Ormai ci sarà il caos, là ad Iridopoli... e non ho neanche idea di quanto distanti siamo..."
 
"Ma che è successo? Come mai hanno attaccato all'inaugurazione?" chiese Hitomi, ancora spaesata. "E dov'è finita la nipote di Adriano? Ho visto che la stavano portando via..."
 
Drew scosse la testa. "Non so niente di tutto questo, mi dispiace. Anch'io mi sono svegliato soltanto adesso, e non so che cosa succeda..." affermò. "Però, di qualunque cosa si tratti... siamo intrappolati qui dentro, e non credo ci lasceranno uscire tanto facilmente. E per quanto riguarda Ortilla... è sicuramente da un'altra parte, ma non ho idea di dove possa essere..."
 
Vera si alzò in piedi e attese che le vertigini fossero passate, prima di dirigersi verso la porta blindata che li teneva chiusi in quella stanzina vuota e sterile. Diede una rapida occhiata al meccanismo, poi scosse la testa e tirò un sospiro rassegnato. "Mi sa di no... questa porta è blindata ed è chiusa con un meccanismo computerizzato." affermò. "Non credo che sia possibile forzarla... e del resto, non abbiamo neanche gli strumenti per farlo. Se non altro, possiamo chiamare i nostri Pokemon e fare in modo che siano loro a sfondare la serratura..."
 
La bambina castana tirò fuori la Pokeball del suo Blaziken, e cercò di far uscire il suo focoso starter... ma la Pokeball emise un suono acuto e restò inerte, con grande sorpresa di Vera! "Huh? Ma come... Blaziken, vieni! Abbiamo bisogno del tuo aiuto..." esclamò, cercando di attivare nuovamente la sfera. Ma ancora una volta, non accadde nulla: la sfera rimase del tutto inerte, e il potente Pokemon Fuoco/Lotta non apparve davanti alla giovane coordinatrice. Semplicemente, la Pokeball fece un suono acuto e venne percorsa da una lieve scarica elettrica che fece venire un brivido a Vera.
 
"E' inutile. Non so come, ma sembra che qualche meccanismo impedisca alle nostre Pokeball di attivarsi." affermò Hitomi, guardando impotente la sua sfera. Anche lei aveva cercato di far uscire di nuovo il suo Sceptile, senza successo. "Non ho idea di come questo sia possibile... ma non possiamo chiamare i nostri Pokemon."
Frustrata e nervosa, Vera diede un calcio alla porta, riuscendo solo a fare rumore. "Accidenti... allora non possiamo fare altro che restare qui, e aspettare che questa gente decida cosa fare di noi!" esclamò. In quel momento, la ragazzina sentì le orecchie che si otturavano leggermente, e capì che stavano volando ad una certa altitudine. "E dove ci stanno portando? Certo non hanno intenzione di fermarsi tanto vicino ad Hoenn!"
 
"Vorrei tanto saperlo anch'io, sorellina... non c'è neanche una finestra, da queste parti!" disse Max, guardando i muri con espressione frustrata. "Accidenti... di chiunque si tratti, hanno davvero fatto le cose come si deve... non sappiamo dove siamo, dove stiamo andando... e non possiamo nemmeno chiamare i nostri Pokemon per darci una mano!"
 
"Mi sa tanto che non possiamo fare altro che aspettare... per quanto la cosa mi dia fastidio." disse Vera, sedendosi con la schiena appogggiata ad un muro, e cercando di trattenere la rabbia e la paura. Di qualunque cosa si trattasse, era sicura che non le sarebbe piaciuto per niente, una volta che fossero arrivati a destinazione...
 
Drew cercò di fare un po' di coraggio a Vera, sedendosi accanto a lei e mettendole una mano sulla spalla... e la ragazzina, sentendosi un attimo più tranquilla, si voltò verso il ragazzo dai capelli verdi e annuì, rivolgendogli un piccolo sorriso...
 
 
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Nel frattempo, sul ponte principale della strana macchina volante, era in corso una comunicazione tra l'equipaggio e il misterioso individuo dall'occhio bionico con il quale Astro ed Eclisse avevano parlato soltanto il giorno prima. Sulla finestra di dialogo apparsa sullo schermo più grande del ponte di comando, si vedeva il comandante Sirius in piedi accanto ad una grande scrivania, in una stanza che ricordava l'ufficio di un importante uomo d'affari, ordinata in maniera ineccepibile, con pile di fogli accuratamente ordinati posti su un lato, un computer e una lampada sul lato opposto, e decorata con degli eleganti soprammobili, tra cui una miniatura di Entei che faceva da fermacarte, e un portapenne in legno duro finemente intagliato. I muri erano di un colore grigio piombo che risultava piuttosto opprimente, soprattutto se messo in contrasto con l'ordine quasi innaturale della stanza, e la luce soffusa proveniente dalla lampada riusciva a creare un'atmosfera di mistero e di tensione.
Seduto alla scrivania, si trovava un uomo di mezza età, alto e magro, che teneva lo sguardo fisso su Astro ed Eclisse, squadrandoli quasi minacciosamente - era un individuo vestito in maniera un po' inusuale, più che altro per il contrasto tra la sua immacolata camicia bianca con cravatta nera, e il pesante impermeabile di colore neutro che portava sopra di essa. Il resto del suo corpo, dal diaframma in giù, non era visibile, coperto com'era dalla scrivania. Aveva i capelli lunghi e neri, legati in una semplice coda dietro la testa grazie ad un paio di elastici di cuoio, e il suo volto era arcigno e feroce, grazie agli zigomi appuntiti e al naso aquilino che rendevano il suo sguardo ancora più incisivo. Nonostante non fosse molto vecchio - aveva probabilmente una cinquantina d'annni o giù di lì - il suo viso era già segnato da alcune rughe, che contribuivano a rendere il suo aspetto serio ed inflessibile. Se qualcuno avesse guardato bene nei suoi occhi neri, avrebbe visto che erano segnati da delle leggere occhiaie... e che in essi brillava una scintilla di follia e determinazione.
 
"Comandante Sirius... Comandante Solaris... siamo quasi arrivati alla base." disse Eclisse, inchinandosi assieme ad Astro davanti ai due comandanti della sua organizzazione. "La missione è riuscita. Siamo... siamo riusciti a catturare la nipote di Adriano e ad impadronirci della Collanasmeraldo, e saremo presto a destinazione..."
 
"Ma?" chiese con fare arcigno l'uomo seduto alla scrivania, facendo venire un brivido lungo la schiena delle reclute del Team Meteora con i suoi modi diretti e il suo tono che non ammetteva repliche. 
 
Astro deglutì, chiedendosi come facesse Solaris ad intuire sempre, in ogni situazione, che c'era qualcosa che non era andato come previsto... "Ecco... si è verificato un piccolo imprevisto durante le operazioni." affermò il ragazzo, dopo essersi schiarito la voce. "Siamo... siamo stati intercettati da quattro allenatori di Pokemon, che probabilmente facevano parte dei partecipanti o degli spettatori del campionato di Hoenn di quest'anno... Abbiamo sostenuto un breve scontro con loro, dopodichè abbiamo cercato di andarcene senza perdere tempo inutilmente... ma quei quattro allenatori sono stati a loro volta catturati dal raggio traente della nostra base viaggiante... e adesso sono nella cella di contenimento. Abbiamo attivato il sistema di neutralizzazione, in modo che non possano chiamare i loro Pokemon, e adesso... abbiamo bisogno di chiedervi cosa dovremmo fare di loro."
 
Sirius corrugò la fronte, e il suo occhio bionico sembrò stringersi minacciosamente, riducendosi ad un inquietante puntino di luce scarlatta. Poi, si voltò verso Solaris che, ancora seduto alla sua scrivania, si stava sfregando il mento con fare dubbioso. "Sapete di chi tratta?" chiese Solaris, dopo qualche attimo di riflessione. "Sapete chi sono questi allenatori?"
 
"Beh... abbiamo fatto qualche breve ricerca su di loro." disse Eclisse nervosamente. "Si tratta di Vera Maple, una coordinatrice di talento proveniente da Petalipoli, e figlia di un importante Capopalestra... Max, il fratello minore di Vera... un altro coordinatore di Pokemon di nome Drew, proveniente da LaRousse City... e un'allenatrice di Pokemon esordiente di nome Hitomi. Di più non sappiamo."
 
"Allora è chiaro quello che dobbiamo fare." disse Solaris, senza esitazione. "Vera e Max saranno utili come ostaggi, esattamente come Ortilla... ma gli altri due non ci servono a niente, e potrebbero anzi esserci dannosi. Eliminate Drew ed Hitomi. Non possiamo permetterci che degli elementi imprevisti mandino all'aria il nostro progetto."
 
"Va... va bene, comandante Solaris." rispose Eclisse, facendo un saluto militare, per quanto non fosse molto contenta dell'ordine. "Procederemo subito a..."
 
*CRRRRRAAAAAAASH!*
 
Eclisse quasi si morse la lingua quando uno schianto assordante fece tremare il ponte di comando della nave volante, facendo perdere l'equilibrio a lei, ad Astro, e a tutti gli altri membri del Team Meteora che erano lì riuniti! Gli strumenti di bordo iniziarono a lampeggiare sinistramente, e un segnale di allarme riecheggiò per tutto il ponte, mentre Sirius e Solaris assumevano un'espressione vagamente sorpresa. Con un'imprecazione soffocata, Eclisse si rimise in piedi e guardò verso gli addetti agli strumenti. "Hey! Ma che diavolo... cosa sta succedendo? Rapporto immediato! Abbiamo subito danni? Siamo sotto attacco?"
 
"Dama Eclisse, abbiamo dei grossi problemi!" esclamò una delle reclute, in piedi davanti ad uno schermo radar. "Siamo sotto attacco da parte di un Dragonite... un Aerodactyl... e un Gyarados! Stanno attaccando proprio la fiancata sulla quale si trova la cella di contenimento!"
 
"Cosa?" esclamò Astro, massaggiandosi la fronte sulla quale la caduta improvvisa aveva fatto apparire un grosso livido. "Ma come... come fanno a sapere che i prigionieri sono lì?"
 
"E' evidente che qualcuno li sta guidando, pezzo di stupido!" rispose severamente Eclisse, irritata dalla lentezza del suo collega. "Riflettici un attimo! Come farebbero dei Pokemon selvatici a sapere esattamente dove si trovano le celle?"
 
"E' sicuramente quella donna... quella donna e i suoi amichetti..." mormorò irritato Solaris, che sembrava aver già capito cosa stesse accadendo. "Dove si trova la cella della nipote di Adriano? E' da qualche parte lì vicino?"
 
"Temo... temo di sì, comandante Solaris!" disse Eclisse, dando una rapida occhiata alla pianta del grande veicolo volante. "Abbiamo messo Ortilla in una cella separata, in modo da minimizzare i rischi che i prigionieri si incontrassero... e potessero organizzarsi... ma se i nemici attaccano quella zona, allora riusciranno comunque a farla uscire!"
 
"Una squadra vada subito a contrastare gli assalitori!" esclamò Astro. "Presto, prima che sia troppo tardi!"
 
Sirius storse il naso. "Hmph... sembra che la parte finale del nostro piano sarà un po' più complicata del previsto..." mormorò, mentre sul ponte della macchina volante del Team Meteora, le reclute vestite di nero cominciavano già a correre freneticamente per fermare l'intrusione...
 
 
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Vera, Max, Drew ed Hitomi si ritrovarono completamente spiazzati ed increduli quando un enorme artiglio, sicuramente appartenente ad un Pokemon che stava volando all'esterno della macchina, iniziò a squarciare la parete d'acciaio della cella... e tutti e quattro si ritirarono dalla parte opposta quando il possente arto cominciò a strappare letteralmente via un pezzo di lamiera. Una ventata di aria gelida li colpì, e la parete si squarciò con uno stridio assordante, quando il Pokemon responsabile di quel rocambolesco salvataggio si rivelò - un Dragonite, un Pokemon simile ad un grande drago ricoperto di fini squame arancioni, con corte braccia armate di piccoli artigli triangolari, un paio di ali membranose che sembravano troppo piccole per tenerlo in volo, e ciò nonostante ci riuscivano perfettamente, robuste zampe posteriori anch'esse artigliate, una lunga coda, e un muso tondeggiante dall'espressione dolce e pacifica, con due grandi occhi color nocciola, due lunghe antenne poste sopra la testa, e un piccolo corno che spuntava dalla testa. 
 
C'era qualcuno che stava cavalcando il possente drago... una giovane donna che doveva avere da poco superato i vent'anni di età, con i capelli mossi e lunghi fino alle spalle, di uno strano colore cangiante: erano rosso fuscia alle radici, ma man mano passavano attraverso varie gradazioni di viola fino a diventare blu sulle punte. Indossava un elegante corpetto blu dalle orlature rosse, sopra una tuta intera aderente di colore nero e un paio di stivaletti dello stesso colore, e mostrava un'espressione dura e determinata, accentuata dai suoi penetranti occhi viola!
 
Assieme a Dragonite e alla sua cavallerizza, si trovavano altri due Pokemon dall'aspetto feroce e battagliero - un Gyarados, un serpente marino ricoperto di squame azzurre dal ventre giallo sbiadito, il dorso armato di creste bianche affilate come rasoi, e il muso feroce perennemente contorto in un'espressione di aggressività, due lunghe vibrisse che spuntavano ai lati della mascella inferiore, e gli occhi dall'iride rossa che gurdavano ferocemente la nave volante. 
 
Sul suo dorso, era assicurata una ragazza di circa diciotto anni che indossava un completo dall'aspetto alquanto inusuale: una sorta di hakama da aikido di colore grigio, con il simbolo dello Yin e dello Yang disegnato su entrambi i fianchi, tenuta legata in vita da una cintura nera, ampi pantaloni neri e scarpe nere in foggia cinese. Aveva lunghi capelli neri, legati in una folta coda di cavallo che si agitava convulsamente nel vento, e dava l'impressione di una persona affidabile e dall'animo gentile, anche da quella distanza... 
 
Infine, a fianco del Gyarados, volava un possente Aerodactyl, una sorta di mostruoso rettile alato preistorico con grosse ali viola membranose, un corpo grigio dall'epidermide di pietra, e la testa particolarmente grande, con una enorme mascella piena di zanne che ricordava una sega, un paio di piccole corna e grandi occhi triangolari. Aveva tre dita artigliate su ciascuna ala, mentre le zampe avevano solo due dita e possedeva anche una lunga e robusta coda con la punta a forma di freccia. 
 
A cavallo del rettile alato preistorico si trovava un ragazzo, della stessa età - più o meno - della cavalcatrice di Gyarados, i cui capelli viola, con un grosso ciuffo sulla fronte, si intonavano perfettamente con la giacca dello stesso colore che indossava, sopra un corpetto di cuoio nero. Portava inoltre un paio di pantaloni lunghi di colore viola più scuro, e stivali neri dalla suola alta. Portava al collo un medaglione argentato di forma tondeggiante, e aveva effettivamente un aspetto un po' effeminato... ma la cosa che diede più sollievo a Vera e ai suoi compagni fu vedere che Ortilla era a sua volta in groppa al rettile alato, e si teneva stretta al ragazzo dai capelli viola, cercando di non guardare giù! La sua Altaria volava accanto a lei, cercando di tenere il passo dei tre Pokemon più grandi...
 
"Ortilla!" esclamò Vera, sollevata. "Meno male, Ortilla è salva! Ma... ma voi chi siete? E... come avete fatto?"
 
"Vera, Max!" si sentì la vocetta vivace di Ortilla quando la nipote di Adriano alzò lo sguardo. "Ragazzi, ci siete anche voi! Non sapete quanto sia contenta di vedervi!"
 
"Vi spiegheremo tutto dopo. Dragonite, getta via quella roba! Andiamo a prendere gli altri ostaggi!" ordinò la donna che cavalcava Dragonite. Con un rapido gesto del braccio, Dragonite gettò via il lastrone d'acciaio che aveva appena strappato... e la giovane donna dai capelli bicolore che lo stava cavalcando annuì in direzione di Vera e dei suoi compagni, che la stavano guardando con assoluto stupore: ora che potevano vedere all'esterno, si rendevano conto di essere a centinaia di metri d'altezza, in mezzo alle nuvole! 
 
"Ma insomma... Qualcuno mi spiega che diamine sta succedendo?" esclamò Vera, piazzandosi davanti a Max ed Hitomi con fare protettivo.
 
La donna a cavallo del Dragonite si avvicinò, e sia lei che la sua cavalcatura fecero cenno a Vera e agli altri di seguirli. "Vi spiegheremo tutto più tardi, amici. Mi basti dire che se il Team Meteora vi vuole morti, allora ci si può fidare di voi!" esclamò la donna. "Il mio nome è Saphira... e con me ci sono i miei due compagni, Cain e Vittoria! Presto, ragazzi, se volete sopravvivere, dovete venire con noi!"
 
"Drag!" grugnì Dragonite, facendo un cenno con la zampa, mentre anche Aerodactyl e Gyarados si avvicinavano, cercando di fare scudo al gruppo di Vera dalle correnti d'aria gelida che li percuotevano!
 
"Beh, ragazzi, non so voi... ma io non sono il tipo di persona che guarda in bocca ad un Rapidash donato!" ironizzò Drew, avvicinandosi allo Aerodactyl cavalcato da Cain, il ragazzo dai capelli viola. "E va bene, io vengo con voi! Ma dovrete darci della spiegazioni, non appena saremo al sicuro!"
 
Cain strizzò un occhio e fece il segno dell'okay, facendo cenno a Drew di sedersi dietro di lui sulla groppa di Aerodactyl. "Questo è poco ma sicuro, ragazzo mio! Tranquilli, faremo in modo di spiegarvi tutto per filo e per segno! E mettere i bastoni tra le ruote al Team Meteora è quanto di meglio noi possiamo chiedere!" affermò.
 
"Team Meteora? E' così che si chiamano questi individui?" chiese Max, mentre assieme ad Hitomi si piazzava sulla groppa di Gyarados con l'aiuto di Vittoria, la ragazza vestita in hakama e pantaloni. La ragazzina più piccola fece in modo di mettersi bene prima di fare cenno che era tutto a posto, e Gyarados grugnì in segno affermativo prima di cominciare a librarsi in volo.
 
"Sì... sono l'organizzazione criminale che opera nel nostro continente!" spiegò Vittoria, mentre con sollievo vedeva che anche Vera era salita sulla groppa del Dragonite di Saphira, e che il dragone alato stava a sua volta staccandosi dalla macchina volante del Team Meteora. "E adesso stanno ideando qualcosa di folle..."
 
"Aspettate un momento! E... e io come c'entro, in tutto questo?" esclamò Ortilla, cercando di fare spazio a Drew. "Che cosa ho io che gli serve, a quei criminali?"
 
"Questo non lo sappiamo..." affermò Saphira, alzando la voce nel momento in cui i tre Pokemon volanti si staccavano dall'astronave e cominciavano a scendere verso terra, prima che il Team Meteora potesse fermarli. "Ma sicuramente, ormai ci siete dentro fino al collo! Vi chiediamo solo di fidarvi di noi! In questo momento, noi siamo gli unici ad avere una possibilità di aiutarvi!"
 
"Va... va bene!" affermò Vera, cercando di tenersi calma, e guardandosi dietro per vedere l'enorme macchina volante che, danneggiata, virava alla propria sinistra... Un colpo di vento gelido la fece rabbrividire, e la giovane coordinatrice si afferrò stretta a Saphira per evitare di essere sbalzata via...
 
 
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Il suono dei loro passi era tutto ciò che accompagnava Heather e il suo Bagon, mentre avanzavano lentamente e con prudenza lungo il tunnel della metropolitana in disuso. A parte qualche sparuto Zubat di tanto in tanto, la ragazzina e il suo Pokemon Drago non avevano incontrato nessun ostacolo, ed erano riusciti, almeno per il momento, a sfuggire al personale dell'orfanotrofio, che sicuramente a quel punto stava loro con il fiato sul collo... Una luce sulla distanza fece loro capire che ormai si stavano avvicinando ad una nuova stazione, e i due si affrettarono verso di essa, sperando che non ci fosse qualche trappola...
 
Per fortuna, la stazione sembrava completamente vuota ed abbandonata, esattamente come quella nella quale si erano rifugiati poco tempo prima. L'unica cosa fuori posto era un vagone abbandonato, rimasto sui binari da molto tempo, e ormai in completo sfacelo: le lamiere erano coperte di ruggine, e i vetri erano tutti sfondati, disseminando il terreno di schegge taglienti... e anche qui, l'unica illuminazione era data da lampade alogene mezze rotte, che immergevano la stazione in una cupa penombra intervallata da lampi...
 
Rabbrividendo un po', la bambina dai capelli fucsia e il suo draghetto raggiunsero le passerelle e salirono su di esse, cercando di raggiungere l'uscita e sperando di essere al sicuro, almeno temporaneamente... ma per un attimo, temettero che queste speranze si sarebbero rivelate vane quando il suono di passi incerti risuonò sulla piattaforma di attesa ormai coperta di polvere e detriti. Con i nervi immediatamente tesi come corde di violino, Heather e il suo Bagon si piazzarono a fianco dell'ingresso da cui il suono proveniva, e il draghetto, con un cenno della testa, si preparò ad attaccare nel momento in cui l'intruso si fosse fatto vedere...
 
"Accidenti... sono stati più veloci di quanto pensassi!" mormorò Heather. "Non mi avranno, quei maledetti! Preferisco morire piuttosto che tornare in quel posto orribile! Bagon, preparati... se è uno dei tirapiedi del dottore, gli saltiamo addosso!"
 
"Gon bagon!" esclamò il Pokemon Drago, corrugando ferocemente la fronte. Il rumore di passi si fermò, con grande sorpresa di Heather e del suo Pokemon... e prima che la bambina dai capelli rosati potesse affacciarsi per vedere cosa stesse accadendo, una voce femminile timida ed insicura raggiunse le sue orecchie. 
 
"Heather?" chiese la persona che si stava avvicinando. "Heather, sei tu? Sei... sei qui, per caso?"
 
Heather sgranò gli occhi, meravigliata e quasi non osando sperare che fosse vero... poi, sorrise sollevata e guardò verso il suo Bagon, che fece un cenno affermativo con la testa. "Sì... sì, sono qui!" esclamò poi, affacciandosi sulla rampa di scale e finalmente vedendo la persona che si stava avvicinando: si trattava di una bambina di un paio d'anni più grande di Heather, ma dall'aria molto più timida e fragile, con i capelli color lavanda legati in una lunga treccia dietro la schiena, che indossava una sorta di uniforme scolastica, composta da maglietta a maniche corte e gonnellino, di colore verde chiaro sopra una camicetta bianca, con graziose scarpette rosa dai lacci bianchi, e calze bianche alte fin sopra il ginocchio. Quando vide Heather, il suo viso dall'aria triste si illuminò, e la bambina dai capelli lavanda corse giù per le scale e raggiunse la sua amichetta, che la stava aspettando a braccia aperte! "Shelly! Shelly, che bello rivederti! Ma... ma cosa ci fai qui? Non dirmi che eri venuta a cercarmi!"
 
"Heather!" esclamò Shelly, abbracciando Heather con entusiasmo, e facendole quasi perdere l'equilibrio! "Heather, amica mia, non sai quanto fossi... quanto fossi in pena per te... Io e... gli altri ragazzi... stavamo cercando di... di organizzare una spedizione per venirti a riprendere... ma io ho avuto un presentimento e..."
 
"O-Okay! Okay, Shelly, stai calma! Prendi fiato e organizzati il discorso!" esclamò la bambina dai capelli fucsia, vedendo che la sua amica stava cominciando a iperventilarsi. Immediatamente, Shelly prese fiato e sorrise, con le lacrime agli occhi per la gioia di rivedere Heather sana e salva. "Ecco, così va meglio... ma non piangere, okay? Adesso sono qui, e non ho più intenzione di andarmene. Tranquilla, Shelly, sono qui, non è uno scherzo!"
 
"S-Scusa, Heather... avevo paura... di non vederti più..." mormorò timidamente Shelly. "E... e tu lo sai che ho sempre una gran paura di perdere i miei amici... Ma adess tu stai... stai bene, vero, Heather? Non ti ha fatto del male, quel perfido dottor Connal?"
 
Heather prese fiato per un attimo, sentendo un moto di rabbia alla menzione del cosiddetto medico. "No... stai tranquilla, Shelly, non sono entrata a far parte delle sue... sessioni di terapia!" affermò, prendendo in braccio il suo Bagon. Shelly accarezzò il draghetto sulla testa, facendogli sfoderare un piccolo sorriso di soddisfazione. "Comunque, sono riuscita a recuperare il mio anello... quello che la mamma ha lasciato a mio padre quando sono nata..."
 
"Sì... certo..." disse Shelly, sentendosi rincuorata quando vide che Heather portava ad un dito un anello argentato con un rubino incastonato. "Ma adesso... è... è meglio se... insomma... se non ci facciamo trovare qui... Charlotte e gli altri... ci stanno aspettando al rifugio... e hanno detto che... che Saphira, Cain e Vittoria... hanno intercettato il Team Meteora. E... ci sono degli allenatori che... che potrebbero aiutarci..."
 
"Degli allenatori?" chiese Heather, adombrandosi di colpo. "E chi ha bisogno di stranieri per mettere i bastoni tra le ruote al Team Meteora? Noi ce la caviamo da soli! Non potevano lasciarli dov'erano?"
 
"Ehm... no... temo di no..." affermò Shelly, ritraendosi davanti alla reazione adirata della sua amica che pure era più piccola di lei. "Sai... sembra... che li abbiano salvati... sono stati catturati... quando il Team Meteora è andato ad Hoenn... ma avremo bisogno anche di loro, credo... voglio dire, sai com'è Saphira, no? Lei... non vorrebbe mai lasciare qualcuno in mano al Team Meteora... e poi, se lei pensa che possano darci una mano... sarà così, no?"
 
Heather sospirò. Non era quello nè il tempo nè il luogo per discutere. "Va bene, va bene... non mi piace, ma mi adeguo." affermò. "Ora però dobbiamo tornare dagli altri. Sono da queste parti, vero?"
 
Shelly annuì, sorridendo timidamente, e fece cenno ad Heather e al suo Bagon di seguirla mentre ripercorreva le scale che portavano all'esterno della fatiscente stazione...
 
 
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La discesa era stata terrificante, ma per fortuna breve... e nel giro di pochi minuti, il terzetto composto da Dragonite, Gyarados ed Aerodactyl, assieme ai ragazzi che li cavalcavano, passò attraverso un banco di nubi, scendendo verso una misteriosa costa che era a malapena visibile dall'alto, coperta com'era dalle formazioni di nembi.
 
"Vi consiglio di trattenere il fiato, gentili passeggeri." affermò Cain, come se fosse stato un annuncio su un aereo di linea. "In questo momento, stiamo per sperimentare... qualità dell'aria a dir poco pessima!"
 
Aerodactyl emise un trillo acuto, che sapeva di sarcasmo ed irritazione, e un attimo dopo, Saphira fece un cenno a Cain e a Vittoria, e Vera sentì le terra mancarle per un attimo quando i tre Pokemon scesero nella nube grigia. Fu allora che gli allenatori di Hoenn si resero conto, con loro grande scorno, che quelle non erano nuvole comuni, quando si sentirono la gola bruciare e gli occhi lacrimare non appena presero fiato!
 
"Ma che cosa..." cominciò a dire Max, per poi strabuzzare gli occhi e cominciare a tossire incontrollabilmente! "AGH! Cough... cough! Questa... è... cough! Argh!"
 
"S-smog... Cough! Ugh..." esclamò Drew, cercando in qualche modo di deglutire. La sua gola si era così irritata che gli sembrava di aver inghiottito delle puntine da disegno! "Ma cosa sta... che posto è questo?"
 
"L'aria è inquinata..." mormorò Ortilla, tenendo la sua Altaria vicina a sè, in modo che non rimanesse disorientata dall'aria nauseante. "Ma cosa sta succedendo, qui? Che posto è questo?"
 
"State per vedere la città di Reborn..." affermò Saphira. "Mi raccomando, cercate di non rimanere sconvolti..."
 
"Cosa? In che senso...?" chiese Vera, dopo essersi schiarita la gola. "Perchè mai dovremmo restare sconvolti..."
La risposta arrivò un attimo dopo, quando i tre Pokemon uscirono dalla nube di smog... e davanti a Vera e ai suoi compagni apparve una visione quasi terrificante, una metropoli che si estendeva quasi a perdita d'occhio davanti a loro, davanti ad un grande lago le cui acque erano contaminate e rese grigie dall'inquinamento! Grandi torri ed edifici cupi e grigi, dalle pareti rovinate dalla pioggia acida, invadevano il panorama, e in lontananza, alte ciminiere continuavano a vomitare nuvole di fumo velenoso, che si andava ad aggiungere alle nuvole che ingombravano il cielo. Già da quell'altezza, Vera e i suoi amici riuscivano a vedere le persone che si trascinavano stancamente per le vie della metropoli, ingombre di spazzatura, lerciume e pozzanghere di fango. Il colore dominante era il grigio, un grigio piombo deprimente ed inquietante, che faceva sembrare la città un colosso di tenebre e veleni. Vera e i suoi compagni non avevano mai visto uno spettacolo così cupo... e rimasero come ipnotizzati mentre Dragonite, Gyarados ed Aerodactyl scendevano verso quella che sembrava essere una stazione dei treni diroccata, fermandosi a poco meno di un metro da terra mentre si disponevano per atterrare.
 
"Benvenuti a Reborn City, ragazzi." affermò Saphira. "Spero che ve la godrete, questa passeggiatina alle porte dell'inferno..."
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Beh, prima di tutto... un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo atutti, e spero che abbiate passato bene le festività fino ad adesso, e che continui così per il resto di queste due settimane di pausa. 
 
Bene, e così Vera e i suoi compagni, Ortilla compresa, sono stati rapiti - anche se non tutti volontariamente - dal Team Meteora, e dopo essere stati liberati in maniera alquanto rocambolesca, sono arrivati in quella bolgia infernale che è Reborn City. Non è Auros, ma poco ci manca... Da questo momento, comincia la loro battaglia per sfuggire allo spietato Team Meteora! Astro ed Eclisse si faranno risentire presto... e come se non bastasse, già nel prossimo episodio, Vera e i suoi amici incontreranno un personaggio che darà loro non poco filo da torcere!
 
Heather e Shelly... beh, vi posso solo dire che anche loro avranno un ruolo molto importante in futuro, e non solo in questa storia! 
 
Piccolo inciso... è una mia impressione, o Fosco dei Superquattro di Hoenn assomiglia a Bazz-B di Bleach? Con la differenza che Fosco è uno dei miei Superquattro preferiti, mentre Bazz-B lo vorrei vedere morto... in realtà, non esiste nessuno Sternritter che NON vorrei vedere morto, anche se ho provato un minimo di compassione (ma proprio un minimo) per Bambietta.
 
Okay, chiusa parentesi... cercherò di aggiornare le mie storie il prima possibile, e di pubblicare nuovi capitoli di Islands of Light e BestWishes Reload prima che scocchi la mezzanotte del 31 Dicembre! Tanto, ora il tempo ce l'ho... A presto!  
 
       
                 

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Capitolo 4
*** Primi passi a Reborn City ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 4 - Primi passi a Reborn City
 
 
"Beh... che posso dire... non è esattamente il tipo di posto a cui io e mio fratello siamo abituati..." disse Vera con esitazione, continuando a guardarsi attorno attonita ed incredula. Per qualche motivo, adesso che si trovava proprio lì, a pochi metri di altezza dalle strade, in un quartiere ormai deserto, costituito unicamente da strade dissestate ed edifici diroccati... la sensazione di orrore che aveva provato alla prima vista di Reborn City si era trasformata in un'agghiacciante realizzazione - che adesso, lei e i suoi amici erano lì, in quel luogo terrificante, e non avevano modo di andarsene! Il terrificante odore di rifiuti, sostanze inquinanti e peggio che infestava quel quartiere abbandonato non faceva che rendere la sensazione di degrado ancora più reale nel suo orrore... 
 
Il Dragonite di Saphira, lo Aerodactyl di Cain e il Gyarados di Vittoria stavano scendendo verso la stazione dei treni ormai distrutta che avevano visto prima... e quando furono scesi all'altezza giusta, i tre Pokemon atterrarono sull'asfalto ricoperto di crepe, scegliendo tuttavia un punto che desse almeno l'impressione di essere stabile. Una volta che Saphira si fu data un'occhiata attorno, e si fu assicurata che tutto fosse in ordine, fece un cenno al suo Dragonite, che si abbassò sul terreno con un breve grugnito di intesa e lasciò che i suoi passeggeri smontassero. Aerodactyl e Gyarados feceo la stessa cosa subito dopo, permettendo agli increduli ragazzi di Hoenn di scendere e dare un'occhiata a quel luogo orribile...
 
"Accidenti... in effetti, se mi dicessero che sono finita all'inferno, non credo che farei fatica a crederci..." affermò Hitomi, la cui espressione stoica e distante aveva lasciato spazio alla sensazione di sgomento che pareva comune a tutti e cinque i ragazzi di Hoenn. "Questo posto... sembra davvero uscito da un incubo..."
 
"E' mostruoso..." mormorò Ortilla, che fino a pochi attimi prima non aveva nemmeno sospettato che una cosa del genere potesse esistere. "Come... come è possibile che delle persone vivano qui? Come si fa... a vivere in un posto così terrificante?"
 
"Ci si abitua, piccola. Quando è tutto quello che hai, impari ad adattarti." disse Cain, accarezzando Ortilla sulla testa ed arruffandole i capelli con fare sbarazzino... certo, non un modo di fare che si sarebbe facilmente associato ad una persona che abita in un luogo così degradato. "Comunque... quello che vedete è il Quartiere Peridoto, che una volta era sede della stazione dei treni di Reborn City. Lo è stato fino a... una settimana fa, esattamente, quando un attentato ha ridotto la stazione a... beh, lo stato che vedete in questo momento."
 
"Ma come ha fatto una città a ridursi in questo stato?" chiese Drew, facendo cenno a Max, Hitomi ed Ortilla di restare vicini al gruppo. In un luogo come quello, aveva la sensazione che potesse accadere di tutto... "Voglio dire, non è possibile che Reborn City sia nata così disastrata."
 
"Una volta, anche Reborn era una terra felice, come sicuramente lo è anche Hoenn..." disse Vittoria, ringraziando Gyarados con una carezza sulla testa. Il Pokemon Atroce accettò le attenzioni con un cenno prima che Saphira lo richiamasse nella sua Pokeball assieme a Dragonite ed Aerodactyl. "Ma poi, col tempo, lo sfruttamento selvaggio e l'incuria verso l'ambiente l'hanno portata a questo. Molti Pokemon sono fuggiti nelle terre selvagge, ma anche lì, la vita non è facile per loro, visto che l'avanzamento degli uomini li sta privando sempre più del loro habitat."
Max si aggiusto gli occhiali, dopo averli ripuliti dalla patina opaca che vi si era formata. "Ah... capisco... e chi è stato a distruggere la stazione, quella che abbiamo qui davanti?" chiese, rabbrividendo quando volse lo sguardo ai resti dell'edificio. Quella che una volta doveva essere una stazione grande e maestosa, era ora ridotta ad un cumulo di detriti di cemento e pezzi di acciaio contorto, con rifiuti e cocci di vetro che spuntavano qua e là in maniera casuale. L'atmosfera era tetra e spettrale, e per un attimo, al ragazzino venne quasi l'impressione che da un momento all'altro sarebbe apparso un fantasma...
 
"Quello... è stato un altro bel lavoretto del Team Meteora, l'organizzazione criminale che opera qui a Reborn." affermò Saphira con evidente disprezzo. "Fino a un paio di anni fa, non erano neanche tanto attivi... erano più che altro un gruppo di ecoterroristi che non conducevano che azioni di disturbo e crimini di poco conto... ma da un po' di tempo, i loro metodi si sono fatti più diretti e spietati, e hanno provocato la morte di molte persone con le loro azioni. Ma soprattutto... è da quando hanno cominciato a fare sul serio che Reborn è diventava questo buco invivibile che vedete adesso."
 
"Crediamo che vogliano mandare via le persone da Reborn City." continuò Vittoria. "Costringerle ad evacuare in modo che la terra possa man mano riprendersi, e ciò che è stato invaso dalle opere dell'uomo torni ad essere il regno della natura."
 
"Per quanto non sia una brutta idea in sè, questo non giustifica quello che fanno." rispose Hitomi, corrugando la fronte in tono di ferma condanna. Dei cinque, lei e Drew erano quelli che prima di tutti sembravano aver assorbito meglio lo shock del nuovo, terrificante mondo in cui si trovavano. Vera, Max e soprattutto Ortilla sembravano ancora non essere riusciti a capacitarsi appieno del cambiamento... "Ma cosa li ha spinti a passare alle maniere forti, per così dire?"
 
"Non lo sappiamo... non abbiamo idea di cosa accada dietro le quinte." affermò Cain. "Altrimenti, beh... credo che il Team Meteora sarebbe già stato scovato e smantellato. Quelli si nascondono meglio di tanti topolini nei buchi delle fogne... e sono più che sicuro che abbiano dalla loro anche un po' di ufficiali, sissignore!"
 
"Sicuramente ci sono molte importanti figure locali che spalleggiano il Team Meteora..." affermò Saphira disgustata. "Comunque, per il momento temo che siate fermi qui, ragazzi. Vi aiuteremo a tornare a casa, ma al momento non ci è possibile. Avremo bisogno del vostro aiuto per affrontare il Team Meteora e impedire loro di portare a termine i loro piani."
 
"A questo punto... direi che siamo in ballo, e bisogna cercare di cavarcela, in qualche modo. Per fortuna, ho ancora tutti i miei Pokemon con me... Blaziken, Venusaur, Wartortle, Glaceon, Beautifly e Munchlax... erano loro quelli che avevo con me quando siamo... partiti da Hoenn." disse Vera, controllando le Pokeball che aveva appese alla cintura. 
 
"Una buona squadra, devo dire. Si vede che ci hai messo molta cura nel prepararla." affermò Vittoria, congratulandosi con Vera con un piccolo sorriso. "E tu, Drew? Che Pokemon hai con te?"
"Roserade, Masquerain, Flygon, Absol e Butterfree." disse il ragazzo dai capelli verdi. "Credo che almeno per adesso potranno bastare. A parte il fatto che non credo avrò molte possibilità di trovare nuovi Pokemon qui attorno, giusto?"
 
"Ahime, purtroppo no!" affermò Cain, con un tono un po' cantilenante. Drew stava cominciando a notare che parlava come se stesse continuamente flertando con qualcuno. "Però, se magari tieni gli occhi bene aperti, potresti trovare qualche bella sorpresa... magari bella anche quanto il sottoscritto!"
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Il ragazzo dai capelli viola terminò la frase mandando un bacio ad un pubblico immaginario, e la scena strappò una breve risata ad alcuni del gruppo, mentre Vera e Max si fecero scappare una goccia di sudore lungo la nuca per lo stupore. Vittoria ridacchiò a sua volta e indicò il ragazzo dai capelli viola con un pollice. "Tranquilli, questo è il modo di fare tipico di Cain. Se non flerta con qualcuno, è il momento di iniziare a preoccuparsi!" affermò la giovane dai capelli neri.
 
Saphira richiamò l'attenzione di tutti con un colpo di tosse. "Ehm... comunque, sono convinta che in questo momento sia meglio che noi ci dileguiamo. Vera, ragazzi... i nostri compagni della resistenza li potrete incontrare nella zona ovest del Quartiere Peridoto. Tranquilli, non potete sbagliare, la strada è abbastanza evidente. Seguite semplicemente le rotaie finchè non arrivate alla vecchia zona industriale. Tuttavia, vi consiglierei di tenere uno dei vostri Pokemon più forti fuori dalla Pokeball. In quel luogo ci sono un bel po' di ladri e delinquenti, ed è meglio che siate ben protetti."
 
"Cavolo... addirittura bisogna girare per le strade protetti da un Pokemon..." mormorò Max, rendendosi conto una volta di più di che posto pericoloso e malfamato fosse Reborn City. "E va bene... Swampert, vieni. Ho bisogno del tuo aiuto."
 
Max aprì la Pokeball del suo starter, e il massiccio Swampert apparve davanti a lui in un lampo di luce rossa, tirando un sospiro di sollievo... e subito dopo, strose il naso e fece una smorfia a causa dell'aria inquinata che lo colpì come un pugno! Tossendo e starnutendo, il Pokemon Acqua / Terra indietreggiò e guardò verso il suo allenatore, come se volesse chiedergli dove si trovavano e come mai l'aria era così ammorbata. A loro volta, Hitomi e Drew fecero uscire rispettivamente Sceptile e Flygon, entrambi i quali storsero il naso e si fecero aria con le mani quando il tanfo li colpì in faccia come un pugno. 
 
"Fly, fly!" esclamò il Pokemon simile ad un incrocio tra un drago e un insetto. Mosse le ali per cercare di far circolare un po' l'aria e allontanare la puzza, ma senza risultati apprezzabili.
 
"Credo... che avranno bisogno di un po' di tempo per abituarsi al clima insalubre di Reborn." affermò Saphira, che poi si voltò verso Ortilla che si stava tenendo vicina il più possibile alla sua Altaria. "E tu, cosa aspetti? Non fai uscire il tuo Pokemon più forte?"
 
"Ehm..." cercò di spiegare Ortilla, sentendosi intimorita anche da quella donna che sembrava così spaventosamente diretta e determinata. "Ecco... non so come posso dirlo, ma... ecco..."
 
"Altarrrrrr!" esclamò la Pokemon Drago / Volante, svolazzando davanti ad Ortilla e guardando Saphira quasi minacciosamente, come se la stesse sfidando. Tuttavia, mentre una tattica del genere avrebbe potuto funzionare con un allenatore di Hoenn, questa volta la situazione era ben diversa. Alty aveva a che fare con un'allenatrice che aveva già visto molte cose terribili in vita sua, e non sarebbe bastato fare un po' di voce grossa per impressionarla.
 
"E' l'unica Pokemon che hai con te, bambina? Beh, allora lascia che ti dica che è un'autentica fortuna che tu sia arrivata qui a Reborn con questi altri allenatori, che almeno mi sembrano aver fatto un lavoro decente nel mettere su la loro squadra." affermò Saphira, guardando Alty con disdegno. "Per come sei in questo momento, non dureresti un giorno solo a Reborn, se fossi da sola."
 
"Hey, un momento!" esclamò Ortilla, mettendo da parte almeno per un attimo il suo carattere dolce ed educato per restituire a Saphira un'espressione indignata. "Come si permette di criticarmi senza neanche sapere nulla di me? E di quello che io e la mia Alty siamo riusciti a fare?"
 
"Quello che vedo è solo una ragazzina viziata che ancora non ha capito in che posto schifoso è venuta a trovarsi." affermò la ragazza dai capelli bicolore. "Ragazza mia, lascia che te lo dica. Una come te, che non ha allenato i suoi Pokemon che per fare gare di bellezza prive di senso, non ha nessuna speranza qui!"
 
Vera si sentì offesa dal modo di fare di Saphira, che sembrava voler implacare che le gare di Pokemon che lei e i suoi compagni amavano non erano altro che una perdita di tempo, e decise di rendere chiaro alla donna come la pensava. "Hey! Un momento, signorina, non crederà di poter dire quello che vuole di noi solo perchè ci ha salvati!" esclamò, facendo un passo avanti. "Noi siamo allenatori di Pokemon che ci mettono passione, in quello che fanno! E non abbiamo certo scelto noi di finire in questa città! Il Team Meteora, o come si chiamano, ci ha rapiti e portati qui!"
 
"Sapete, non voglio sembrare impertinente, ma Vera non ha tutti i torti." affermò Drew, senza scomporsi, ma senza neanche farsi intimorire dal minaccioso cipiglio di Saphira. "Non siamo venuti qui di nostra volontà. E non conosciamo questo posto. Non potevamo certo immaginare che un giorno saremmo finiti qui... men che meno Ortilla, che ha sempre voluto essere nient'altro che una coordinatrice di Pokemon."
 
"Adesso lei pretende che sia già pronta ad affrontare quello che ci aspetta in questa cittadina malfamata." affermò Hitomi. "Non le sembra di pretendere un po' troppo, signorina?"
 
Cain sospirò e si pettinò i capelli con una mano. "Lo sai, Saphira, i nostri amici dall'altra parte dell'oceano non hanno tutti i torti. Non possiamo certo pretendere che tutti siano degli allenatori induriti come noi... loro vivono in un continente in cui si sta molto meglio che qui, e non hanno mai dovuto lottare per le loro vite, circondati da malintenzionati e da teste matte." affermò.
 
Max alzò leggermente gli occhi al cielo. "Come no, non abbiamo mai dovuto lottare per le nostre vite... se solo sapessero..." pensò tra sè, mentre il suo Swampert sospirava stancamente.
 
Saphira incrociò le braccia sul petto e guardò attentamente gli allenatori di Hoenn. "Hmph... e va bene, forse pretendo un po' troppo. Ma dovranno farsi le ossa, se vorranno durare abbastanza da tornare a casa, da queste parti." affermò. "Il Team Meteora non sarà il solo avversario che affronteranno. Questa città è piena di gentaglia di vario tipo e di predatori che non aspettano altro che qualche allenatore ingenuo ed indifeso da sfruttare."
 
"Beh... almeno finchè avranno quei Pokemon con loro, credo che Vera e i suoi compagni saranno relativamente al sicuro. Nessuno dei malintenzionati che girano qua attorno ha Pokemon evoluti." commentò Vittoria, dando un'occhiata ai Pokemon che Vera e i suoi compagni avevano fatto uscire - un Blaziken, uno Swampert, uno Sceptile e un Flygon, oltre all'Altaria di Ortilla. Sicuramente più che abbastanza per essere al sicuro, almeno per adesso. "Adesso, però... è meglio che ci separiamo. Allora, ragazzi, avete capito dove ci ritroviamo. La vecchia zona industriale del Quartiere Peridoto. Seguite i binari da... ciò che resta della stazione fino alle ciminiere. Tranquilli, non c'è possibilità di sbagliarsi. Qualcuno dei nostri amici sarà già lì ad aspettarvi."
 
"Fly..." affermò il Flygon di Drew, facendo un cenno con la testa.
 
"Aspettate un momento... e voi, da dove passerete? Com'è che ve la caverete? Da quanto ho capito, se quelli del Team Meteora sono così efficienti e pericolosi, non perderanno tempo a cercare sia noi che voi." affermò Max.
 
Saphira alzò le spalle con un sorriso strafottente. "Tranquillo, ragazzino, non siamo diventato membri della resistenza contro il Team Meteora per caso!" affermò. "Conosciamo un bel po' di passaggi che possiamo usare per sfuggire a quel branco di carogne, e non restiamo mai più di tanto in un unico posto. Ci rivedremo presto, voi cercate di non farvi ammazzare!"
 
"Ci vediamo presto, mon amour!" disse Cain, facendo un occhiolino e inviando un bacio al gruppo di allenatori di Hoenn, che lo guardarono con una certa incertezza. "Attenderò da voi una cartolina come prova d'amore!"
 
Vittoria sospirò e diede una leggera gomitata a Cain. "Insomma, Cain... non puoi proprio fare a meno di flertare ogni volta che incontri qualcuno per la prima volta?" domandò retoricamente, non aspettandosi una risposta che invece il ragazzo dall'aspetto un po' femmineo le diede.
 
"Beh, non ogni volta che incontro qualcuno per la prima volta, ragazza mia... a volte lo faccio anche con chi conosco da una vita!" scherzò lui, strappando una breve risata a Vittoria e ad alcuni del gruppo di Hoenn. Saphira abbozzò un sorriso un po' esasperato, ormai abituata ai modi di fare del suo compagno. "Comunque... ci vedremo presto, miei cari! Voi andate dritti per le rotaie, e non fermatevi per la strada, okay? A presto!"
 
"Va... va bene, ci dirigiamo subito al Quartiere Peridoto!" affermò Vera, dopo essersi ripresa dalla sorpresa. "Voi state attenti, mi raccomando!"
 
"Dobbiamo rivederci vivi, e lo sapete, vero?" disse Hitomi, con la stessa calma che avrebbe usato per parlare delle condizioni del tempo. Con dei cenni affermativi, i tre allenatori di Reborn si infilarono nelle rovine della stazione, e scomparvero alla vista di Vera e dei suoi compagni... e dopo un istante di smarrimento, lo Sceptile di Hitomi tirò un sospiro e indicò le rotaie in disuso con un cenno della testa, facendo cenno alla sua allenatrice e ai suoi compagni di muoversi.
 
"Tile..." affermò il Pokemon Erba, rassegnato al fatto che avrebbero dovuto passare un certo tempo in quel posto così inquietante e pericoloso. Ogni allenatore si incamminò con il rispettivo Pokemon a fianco, e Ortilla, con un po' di esitazione, si avvicinò a Vera e a Blaziken, tenendo Alty in braccio. Il Pokemon Fuoco / Lotta voltò lo sguardo verso la piccola neo-coordinatrice, che si massaggiò un braccio per scaldarsi un po', rabbrividendo leggermente per il freddo.
 
"Ragazzi... per favore, restiamo uniti. Questo posto mi fa paura..." mormorò la bambina dai capelli verdini, guardandosi attorno come una pecorella smarrita. 
 
Blaziken mise una mano sulla spalla di Ortilla, trasmettendole un po' di calore e facendole fare un piccolo sospiro di sollievo, mentre Max ed Hitomi cercavano di farle coraggio, essendo già passati in situazioni pericolose...
 
"Non farti intimorire. Adesso siamo qui, e dobbiamo adattarci, o non torneremo più a casa." disse la ragazzina più piccola, mantenendo la sua espressione neutrale e quasi fredda. "Per adesso... facciamo come hanno detto Saphira e gli altri. Loro sicuramente sanno più di noi cosa sta accadendo da queste parti."
 
"Swamp!" esclamò lo Swampert di Max, fiutando l'aria alla ricerca di qualche odore sconosciuto, anche se il pestilenziale odore dei rifiuti rendeva difficile sentire qualcosa...
 
"Non ti preoccupare, Ortilla. Ci siamo noi con te!" affermò Vera, facendo un occhiolino e cercando di mantenere l'ottimismo malgrado la difficile situazione in cui si trovavano. "Resta con noi, non ti allontanare... e vedrai che andrà tutto bene!"
 
"Blaz, blaziken!" esclamò Blaziken, dando un cenno di assenso alla giovanissima coordinatrice, come per dire che ci avrebbe pensato lui a proteggerla finchè non fossero usciti da quel posto orribile. Ortilla ringrazio con un sorriso e un cenno della testa, ma dentro di sè, sentì come una sensazione di colpa per il fatto che adesso non poteva fare nulla per aiutarli, e fosse costretta ad affidarsi a loro per farsi proteggere...
 
"Devo ammettere che quella donna, Saphira, non aveva tutti i torti. Io ed Alty non ci siamo mai allenate per sostenere un combattimento serio... e adesso, in mezzo a tanti allenatori molto più esperti di noi, mi sento a disagio... come se fossi un'estranea. Devo cercare anch'io di imparare a combattere, e in fretta..." pensò tra sè. Alty guardò preoccupata verso l'alto, incrociando per un attimo lo sguardo della sua allenatrice...
 
"Non aver paura, Alty. Ce la caveremo, in qualche modo." disse Ortilla, accarezzando la testa alla sua Altaria. "Ancora non so come... ma vedrai che mi farò venire in mente qualcosa... e magari tra non molto avrai qualche compagno di squadra. Sai com'è... con il posto in cui ci troviamo, credo che ne avremo bisogno..."
 
"Tarrrr..." cinguettò la Pokemon Drago / Volante, preoccupata per quello che sarebbe successo più avanti, mentre il gruppetto si addentrava nei meandri malfamati del Quartiere Peridoto...
 
 
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La passeggiata lungo la linea ferroviaria diroccata era stata relativamente calma, e i ragazzi non si erano imbattuti in particolari difficoltà... ma era sicuramente stata una delle esperienze più inquietanti e scioccanti che Vera avesse mai fatto. La città di Reborn le era sembrata un postaccio già a guardarla dall'alto, ma adesso che riusciva a darci un'occhiata più da vicino, nei particolari... era qualcosa che lei non avrebbe neanche immaginato che esistesse...
 
"Mamma mia, questo posto è davvero terribile..." mormorò tra sè, tenendosi il più possibile vicina al suo Blaziken, che si guardava attorno cercando di sembrare quanto più minaccioso possibile, in modo da scoraggiare tutti i possibili malintenzionati. Mentre passavano attraverso le stradine buie e minacciose, i ragazzi si guardavano attorno, incontrando di quando in quando qualche spettacolo che nessuno ad Hoenn avrebbe mai immaginato possibile... da una parte, un gruppetto di senzatetto vestiti di stracci che cercavano di scaldarsi attorno ad una stufetta a gas, con soltanto un paio di Rattata come compagnia... poi, una mendicante che chiedeva l'elemosina sotto un lampione che si accendeva e si spegneva... alcuni Pokemon, un Pachirisu e un Bidoof, che si allontanavano di corsa sotto un ponte che passava oltre un fetido fiumiciattolo inquinato... Ovunque voltassero lo sguardo, ai loro occhi si presentava un altro esempio dell'orrore e della decadenza che regnavano sovrani a Reborn City.
 
Drew, la cui espressione era terribilmente seria e concentrata, in completo contrasto con la sua normale aria di leggerezza e alterigia, si avvicinò a Vera e le mise una mano sulla spalla, mentre Flygon si avvicinava a Blaziken, gettando un'occhiataccia a un gruppo di individui dall'aspetto feroce e disperato che erano emersi all'improvviso da un vicoletto laterale. I malintenzionati si ritirarono borbottando rabbiosamente e lasciando il gruppetto in pace... ma l'imprevisto non fece che sottolineare, una volta di più, come le regole fossero cambiate, e come ormai non fossero più nella loro tranquilla e sicura Hoenn.
 
"Non toccate niente. Potreste prendervi qualche malattia." disse Hitomi, storcendo il naso disgustata mentre passava accanto ad un bidone della spazzatura che era stato rovesciato da qualche balordo. Max e il suo Swampert guardarono per un attimo l'ammasso di rifiuti sparso sul terreno, prima che il Pokemon Acqua / Terra, leggendo quasi nel pensiero al suo allenatore, usò un attacco Fanghiglia, scagliando una raffica di acqua fangosa dalla bocca e scagliando i rifiuti in una pila che stava al lato della strada.
 
"Swamp!" esclamò il Pokemon Fangopesce, guardando soddisfatto il mucchio di spazzatura, che adesso almeno aveva un aspetto un po' più decente... almeno per gli standard di quel posto degradato. Max si sfregò la nuca con una mano, e una piccola goccia di sudore gli scivolò lungo la fronte.
 
"Sinceramente, Swampert... mi chiedo come mai ti sia preso la briga di farlo. E' una goccia nel mare, rispetto allo schifo che regna sovrano in questo postaccio..." affermò Max, storcendo il naso quando un'altra scarica di effluvi nauseanti colpì il suo naso. "Immagino che un piccolo miglioramento sia meglio di niente, dopotutto..."
 
"Sceptile, scep!" disse lo Sceptile di Hitomi, facendo cenno al gruppo di avvicinarsi un po' di più, timoroso che qualcuno dei barboni e degli sbandati che infestavano quella strada potesse farsi più coraggioso quando uno dei ragazzi si fosse allontanato troppo. Dopo aver deglutito per il nervosismo, Vera fece cenno di proseguire, sentendosi sollevata quando cominciò a vedere, dietro un grande edificio di cemento grigio, un gruppo di ciminiere arrugginite che svettavano sul Quartiere Peridoto. Sembrava che alla fine, ci fossero arrivati, alla vecchia zona industriale...
 
"Certo che dev'essere da un bel po' che non usano questo posto..." affermò Hitomi. Non solo gli edifici della zona industriale erano fatiscenti e abbandonati, con diverse finestre infrante e i cornicioni in parte crollati... ma i cortili stessi erano in evidente stato di degrado, con erbacce alte fino alle ginocchia che infestavano tutta la zona, intervallate da cartacce e sacchetti di plastica vuoti. I recinti di delimitazione erano allo stesso modo divelti, e alcune parti erano addirittura cadute, lasciando che chiunque entrasse nell'edificio. Non che una persona sana di mente avrebbe mai voluto entrare in quel posto così pericolante, beninteso.
 
Tuttavia, dopo essere rimasti per qualche istante a guardare, sperando di vedere magari Cain, Vittoria o Saphira che spuntavano fuori da qualche parte... fu Drew a rendersi conto che c'era già qualcuno che aspettava. "Hm? Hey, guardate là... sarà una mia impressione... ma quel tizio potrebbe essere uno dei membri della resistenza di cui Saphira e gli altri ci hanno parlato, non credete?"
 
"Sì, ma se non lo fosse? Se fosse qualche malintenzionato?" chiese nervosamente Ortilla, dando un'occhiata più attenta alla figura che attendeva in piedi vicino al cancello che una volta doveva essere l'ingresso della fabbrica. Certo, non dava l'impressione di essere un barbone o un criminale, visto che era vestito abbastanza bene e dava un'impressione di alterigia e di sicurezza: era un giovanotto di circa sedici anni, con i capelli verdi scuri un po' lunghi pettinati all'indietro, in modo da formare della punte dietro la sua nuca, a parte delle ciocche che gli ricadevano sulla fronte, e indossava un paio di occhiali da vista dalle lenti spesse che facevano pensare quasi ad una versione adolescente di Max. Indossava una camicia verde chiara a maniche corte, con un paio di ampi pantaloni di colore neutro che terminavano sotto il ginocchio, e un paio di pesanti stivaletti da trekking, e in quel momento si stava guardando attorno con impazienza. Sembrava che stesse aspettando qualcuno, e passeggiava nervosamente avanti e indietro, vicino al cancello mezzo diroccato.
 
"Sinceramente, non mi dà l'impressione di essere un individuo malfidato..." disse Vera, dopo aver dato un'occhiata al giovanotto... e aver notato che, in effetti, sembrava un misto delle caratteristiche di Drew e di Max, anche se aveva qualche particolare che lo differenziava in maniera evidente. "Comunque, anche se lo fosse, noi siamo in tanti, e lui è da solo. Non credo che sarà tanto scriteriato da volerci attaccare, soprattutto se i nostri Pokemon sono già fuori."
 
"Giusto. E poi, se è nel punto che Saphira ci ha detto, magari è uno dei suoi compagni. Non è il caso di perdere tempo... prima troviamo quelli della resistenza, meglio sarà." affermò Drew. Il suo Flygon si mise a fianco del gruppo per entrare in azione nel caso ci fosse stato qualche problema, e il gruppo iniziò a muoversi in direzione del misterioso ragazzo vestito di verde, riuscendo a sentire le sue parole non appena furono alla giusta distanza. 
 
"Hmph... ma dove diavolo sono andate, quelle? Avevano detto di incontrarci alla fabbrica abbandonata..." disse il ragazzo, con una voce che suonava distintamente altezzosa. Ragionandoci a freddo, i due fratellini Maple avrebbero dovuto immaginare che la loro prima impressione non sarebbe stata per nulla ingannevole. "O forse volevano dire l'altra fabbrica? Tsk... colpa loro che non si spiegano... che branco di galline..."
 
Il ragazzo vestito di verde si accorse finalmente di Vera e dei suoi compagni quando questi furono a poca distanza... e quando si voltò, i ragazzi lo videro fissarli con un'espressione di gelida, altezzosa arroganza. "Hm? E voialtri, cosa state là a guardarmi?" chiese, con percettibile aggressività. "Avete qualche problema con me? Spero di no, perchè se è così, allora non sapete con chi avete a che fare!"
 
"Blaz?" esclamò il Blaziken di Vera, colto di sorpresa da questa dimostrazione di maleducazione. La ragazzina stessa restò un po' interdetta dal modo di fare del giovanotto con gli occhiali... ma, volendo essere ottimista verso di lui, decise di pensare che era un comportamento dovuto all'essere vissuto tutta una vita nell'ambiente malsano e poco sicuro di Reborn City. Sarebbe bastato conoscersi meglio per instaurare un'amicizia... vero?
 
"Ehm... noi siamo venuti qui soltanto perchè... beh... dovevamo incontrarci con il gruppo di resistenza contro il Team Meteora!" spiegò Vera. "Abbiamo saputo che qui avremmo potuto incontrare qualcuno che aveva il nostro stesso obiettivo, e quindi... eccoci qui! Tu... chi sei? Sei un altro della resistenza, vero?"
 
Il ragazzo sconosciuto si aggiustò gli occhiali, squadrando Vera e i suoi compagni con gelida espressione calcolatrice... anche se, guardando un po' meglio, Drew si accorse della luce di perfidia e arroganza che brillava dietro le lenti dei suoi occhiali, e sentì una irrazionale reazione di antipatia nei suoi confronti.     
 
Dopo un'attesa alquanto lunga, di almeno una decina di secondi, lo sconosciuto si rimise a posto gli occhiali e, guardando dall'alto in basso Vera, diede la sua risposta. "Il mio nome è Fern. Sono io il capo in questo quartiere, e sono il miglior allenatore di queste parti. Avete capito?" rispose.
 
Le reazioni del gruppo furono alquanto diverse. Drew ed Hitomi non sembravano darci più di tanta importanza... e anzi, il coordinatore dai capelli verdi si era messo le mani in tasca e aveva alzato le spalle. Vera ed Ortilla stavano guardando Fern con vago stupore, e Max si era limitato a sospirare e a rispondere a tono.
 
"D'accordo, ti crediamo." affermò il ragazzino con fare neutrale. Ne aveva già viste, di persone che si vantavano di essere degli ottimi allenatori. E ben poche di loro si erano dimostrate all'altezza delle loro spacconate.
 
Sfortunatamente, Fern non pareva essere il tipo di persona che lascia correre, e puntò subito verso Max uno sguardo ostile. "No, no, no... lo vedo da come ti comporti, marmocchio, non mi sembra proprio che tu abbia capito come stanno le cose." affermò. "Sai che ti dico? Preparati, perchè adesso ti rifilerò una dura lezione! Imparerai ad avere rispetto per chi è più bravo di te!"
 
Fern tirò fuori una Pokeball dalla cintura e puntò un indice verso Max per provocarlo... ma fu Vera a reagire per prima, facendo un passo in avanti per andare in faccia al ragazzo più grande. "Cos... Hey! Ma chi credi di essere, tu? Mio fratello non ti ha fatto niente, perchè adesso lo tratti così?"
 
Fern guardò verso Vera, rivolgendole un ghigno arrogante. "Ah, questo sgorbietto è tuo fratello? Sì, capisco... in effetti si vede che siete dei perdenti tutti e due!" affermò.
 
Se prima Vera era irritata, adesso stava veramente per perdere la calma, a giudicare dalla venuzza pulsante che aveva sulla fronte, e dall'aura della rabbia che circondava la sua figura... al punto che anche Drew ed Hitomi fecero un passo indietro, impressionati! "COSA? Guarda, sbruffone, non solo sono sicura di poterti battere in uno scontro di Pokemon in qualsiasi momento, ma sono sicura che anche mio fratello può farlo!" ringhiò, con i denti trasformati in zanne acuminate! "Avanti, Max, sistema questo pallone gonfiato! E' una questione d'onore!"
 
"Non la metterei su questo piano, sorellina... però sono d'accordo che questo tipo ha bisogno di una piccola lezione di umiltà." affermò Max, tirando fuori una Pokeball. Il suo Swampert si fece avanti, pronto a combattere... e Max decise che tanto valeva lasciar fare al suo starter, visto che sembrava avere altrettanta voglia di sistemare quel presuntuoso. "Va bene. Comincio con te, Swampert! So che gli darai una bella lezione!"
 
"Swampert!" esclamò lo starter di Max, mettendosi in guardia davanti al suo allenatore. Il resto del gruppo si fece indietro per lasciare a Max e al suo Pokemon lo spazio per combattere, e Fern diede una rapida occhiata a Swampert per valutare rapidamente l'avversario.
 
"Hmph. Uno Swampert? Non crederai che basti questo ad impressionarmi." affermò. "Tocca a te, Roselia."
 
Dalla Pokeball che Fern aprì un istante dopo uscì una creatura che Vera, Max e soprattutto Drew trovavano enormemente familiare: un piccolo Pokémon dal corpo color verde chiaro, che sul davanti aveva una grossa foglia con un segno giallo nel mezzo ed altre due piccole sulle spalle. Le mani erano due rose, una rossa a destra ed una blu a sinistra. Il retro del suo corpo rimaneva scoperto, e il collo era circondato da una striscia gialla. Sulla testa c'erano tre punte di colore verde scuro. Roselia eseguì una lenta, elegante piroetta su sè stessa, lasciandosi dietro una scia di petali prima di mettersi in guardia e prepararsi ad affrontare Swampert. Max strinse i denti per il disappunto - il Pokemon di Fern era proprio dell'unico tipo in grado di sferrare un colpo superefficace al suo starter.
 
"Accidenti, Max è in difficoltà..." affermò Ortilla, guardando preoccupata la scena. "Quel Fern ha un Pokemon d'Erba... sicuramente Swampert non è in grado di affrontarlo."
 
"Io non ne sarei tanto sicura." affermò Hitomi con tranquillità. "Max è un allenatore che cerca di tenersi pronto ad ogni evenienza, e mi stupirebbe se non avesse già qualche strategia in mente."
 
Il Blaziken di Vera annuì lentamente, e Max prese un bel respiro e decise di prendersi la prima mossa. "E va bene... Swampert! Attacca con Pantanobomba!"
 
"Swamp!" esclamò il Pokemon Fangopesce, aprendo rapidamente la bocca e sparando una raffica di palle di fango contro il Roselia di Fern, con una velocità tale che l'allenatore più grande e il suo Pokemon non riuscirono a reagire in tempo! Roselia venne raggiunto dai proiettili e gettato a terra, cercando di liberarsi gli occhi dal fango che vi stava penetrando. 
 
"Ugh... maledetto moccioso..." imprecò Fern, lasciando cadere la sua maschera di presunzione per un attimo. Si ricompose in una frazione di secondo e diede a sua volta ordine di attaccare. "Hmph. E va bene. Roselia, attacca con Megassorbimento."
 
Roselia si librò in aria e puntò le sue mani-fiore contro Swampert, e una raffica di sfere di luce verde uscì dal corpo del Pokemon di Max e venne trasferita a quello di Fern, permettendogli di recuperare del tutto i danni subiti dall'attacco precedente, mentre Swampert barcollava pericolosamente e minacciava di schiantarsi al suolo. Per fortuna, la forza di volontà di Swampert gli permise di restare in piedi... e per quanto Max avesse temuto per un attimo che quell'attacco sarebbe stato sufficiente a mettere al tappeto il suo starter, ritrovò la sua confidenza un attimo dopo e annuì.
 
"Resisti, Swampert! Usa il tuo attacco Slavina!" esclamò il giovanissimo allenatore.
 
Ortilla e la sua Altaria sbatterono gli occhi stupite quando Swampert mosse una zampa anteriore e creò una raffica di pezzi di ghiaccio sopra di sè, per poi scagliarli con forza contro il Roselia di Fern, che cercò di scansare l'attacco spostandosi di lato... solo per ritrovarsi con diversi blocchi di ghiaccio che gli cadevano addosso da un'altra direzione, colpendolo duramente e mandandolo a terra con uno schianto! 
 
"Wow, quel colpo è stato davvero potente!" esclamò Ortilla. "Ma... che attacco è, quello? Non ricordo di averlo mai visto..."
 
"Quello è un attacco Slavina... e in effetti, non sono moltissimi i Pokemon in grado di impararlo." affermò Vera. "Questo attacco diventa più potente quando il Pokemon che la usa ha appena subito un attacco da un avversario. Quindi... adesso, credo proprio che il Roselia di quel presuntuoso abbia subito un danno notevole!"
 
Roselia si rialzò lentamente, scuotendo la testa per schiarirsela, ma lo Swampert di Max non gli diede il tempo di attaccare di nuovo, e ad un comando del suo allenatore, scagliò un altro attacco Pantanobomba che colpì in pieno Roselia, già indebolito dall'attacco precedente. Fern non cambiò espressione, ma strinse leggermente un pugno, capendo quale fosse la strategia di Max - abbassare la precisione del suo Pokemon in modo che i suoi attacchi avessero difficoltà a colpire, mentre lui e il suo Swampert continuavano a bersagliarli impunemente.
Sfortunatamente per Max, il giovinastro aveva a sua volta previsto questa possibilità...
 
"E va bene, visto che è questo che vuoi..." disse Fern. "Roselia, attacca con Fogliamagica."
 
"Cosa? Oh, no... mi ero del tutto scordato di quell'attacco!" esclamò Max, sapendo bene quale fosse il principale punto di forza di Fogliamagica - non poteva mai mancare il bersaglio.
 
Con un'eleganza e una grazia che Vera ricordava nella Roselia di Drew, il Pokemon di Fern puntò una delle sue mani-fiore, illuminata di luce bianca, verso Swampert, e scagliò una raffica di proiettili luminosi a forma di foglia che Swampert non fu in grado di schivare. Il Pokemon Acqua / Terra non ebbe altra scelta che subire in pieno l'attacco doppiamente superefficace, che lo martellò per diversi secondi e prosciugò le sue forze. Con un grugnito di disappunto, Swampert si accasciò a terra e perse i sensi, gli occhi trasformati in spirali.
 
"Hmph. Era ovvio che avrei vinto io." disse Fern, con il naso in aria.
 
"Aspetta a dirlo, era solo il mio primo Pokemon!" rispose Max a tono. Richiamò il suo Swampert, ringraziandolo comunque per l'impegno che ci aveva messo, e prese un'altra Pokeball dalla sua cintura. "Non te la prendere, Swampert, non immaginavo che quello avrebbe mandato in campo proprio un Pokemon d'Erba. Bene... credo che ora tocchi a te! Vai, Mightyena!"
 
"Might!" abbaiò il Pokemon simile ad una selvaggia iena dalla pelliccia nera che uscì dalla sfera. Roselia strinse gli occhi e prese fiato, cercando di librarsi di nuovo in aria per usare un nuovo attacco.
 
"Un Mightyena? Bah. Avanti, Roselia, usa Paralizzante." ordinò Fern. Il Pokemon Spina fece un agile balzo, eseguì una spettacolare giravolta su sè stesso, e rilasciò in aria una fine polverina gialla che si depositò su Mightyena e venne assorbita dalla sua pelliccia... ma, con vago disappunto da parte di Fern, il Pokemon Buio non sembrò subire nessun effetto da quell'attacco.
 
"Spiacente. Hai usato proprio la mossa che non avresti dovuto usare." affermò Max, sorridendo lievemente. "Vedi... il mio Mightyena ha l'abilità Piedisvelti, che gli permette di muoversi più velocemente quando soffre di uno status alterato. E in questo caso, la paralisi non diminuisce la sua velocità. Forza, Mightyena, ora tocca a te! Usa Forza!"
 
"Might!" abbaiò la Pokemon Morso, per poi scagliarsi con incredibile velocità e potenza contro il suo avversario! Colto di sorpresa dalla rapidità di Mightyena, Roselia non fu in grado di scansarlo, e venne centrato in pieno dalla iena nera, che si gettò contro di lui con tutto il peso del suo corpo! Roselia emise un acuto grido di dolore quando l'attacco lo gettò a terra con violenza, e questa volta non riuscì a rialzarsi, e restò a terra esausto!
 
"Sì! Bel colpo, Max!" esclamò Vera, guardando con una certa soddisfazione Fern che richiamava Roselia nella sua sfera. Senza scomporsi, Fern richiamò il suo Pokemon sconfitto e tirò fuori un'altra Pokeball.
 
"Hmph... vieni fuori, Krokorok!" disse il giovinastro, lanciando un'altra sfera e facendola aprire a mezz'aria per mandare in campo un Pokemon che Vera e i suoi amici non avevano mai visto prima d'ora - sembrava un coccodrillo bipede di colore beige, con righe nere orizzontali in tutto il corpo e la pancia rosa. Come i coccodrilli, aveva una cresta di scaglie che gli correva lungo la schiena, e i suoi occhi erano coperti da uno strato nero che faceva da visiera, dando l'impressione di un paio di occhiali da sole, mentre la coda era piuttosto lunga e molto muscolosa. Quattro zanne acuminate spuntavano dalla mascella superiore, dando allo strano Pokemon un'aria aggressiva e pericolosa.
 
Le reazioni del gruppo di Vera davanti a quel Pokemon furono di sorpresa ed incredulità. Era un Pokemon a loro del tutto sconosciuto... e mentre si piazzava davanti al Mightyena di Max, sfoderò una serie di artigli affilati che luccicavano alla fioca luce che penetrava le nuvole di smog che aleggiavano sopra Reborn City!
 
"Cosa? E... quel Pokemon che cos'è?" si chiese Hitomi, mostrando un raro momento di sorpresa. "Non ne ho mai visto uno simile prima d'ora..."
 
"Heh. Tipico di ignoranti come voi." affermò Fern con supponenza. "Se vi foste informati un po' meglio, sapreste di questo particolare Pokemon originario del continente di Unima. Beh, non fa nessuna differenza. Questo scontro sarebbe stato mio comunque. Krokorok, attacca con Battiterra."
 
"Rok!" esclamò il coccodrillo, per poi cominciare a battere il terreno con la coda a frusta, e scatenare una breve onda tellurica che colpì Mightyena, facendolo incespicare e riducendo la sua velocità! Con un ringhio, la iena nera si rimise in guardia e mostrò minacciosamente i denti a Krokorok, un attimo prima che Max desse un nuovo ordine.
 
"E va bene... Mightyena, attacca con Gelodenti!" esclamò Max, intuendo che il suo avversario era probabilmente un Pokemon di tipo Terra. prima che Krokorok potesse sollevare nuovamente la coda e sferrare un nuovo attacco, Mightyena spalancò le fauci, e le chiuse sulla coda dell'avversario, risplendenti di una lieve aura azzurra che emanava gelo. Il Pokemon sconosciuto lanciò un acuto ringhio di dolore, confermando a Max che in effetti aveva fatto la scelta giusta, e cercò di scuotersi di dosso l'avversario, che però tenne duro, si ancorò al terreno con tutte e quattro le zampe, e sollevò di peso Krokorok, per poi scagliarlo via con tutta la forza di cui era capace! Il Pokemon simile ad un coccodrillo bipede atterrò pesantemente sul cemento, ma si rimise in piedi un istante dopo e si rimise in guardia, attendendo che Mightyena facesse la prossima mossa. Il Pokemon Morso si spostò lateralmente, ringhiando a Krokorok e tenendo lo sguardo fisso su di lui mentre Max pensava ad un altro modo di attaccare. Da quanto poteva vedere, quel Pokemon sconosciuto era un attaccante fisico, che vantava anche una certa velocità... ma non era molto bravo a resistere agli attacchi diretti.
 
"Continua ad attaccare, Krokorok! Usa Sabbiotomba!" esclamò Fern. Krokorok grugnì e colpì il terreno con un fendente dei suoi artigli, scatenando un vortice di sabbia che sfrecciò rapidamente verso Mightyena, come un tornado in miniatura. Per fortuna, l'attacco era troppo lento e distante perchè un allenatore di una certa esperienza come Max non lo vedesse arrivare in tempo... e anzi, il ragazzino con gli occhiali ebbe l'impressione che quell'attacco fosse solo una distrazione. Probabilmente per costringere Mightyena a muoversi, e portarlo in una posizione in cui fosse più esposto agli attacchi di Krokorok.
 
"Mightyena, spostati solo un po'... e poi usa l'atacco Bullo su Krokorok!" esclamò Max, anticipando la successiva mossa di Fern. Il Pokemon Morso attese finchè il vortice di sabbia non fu vicino, e poi evitò il colpo con un breve, rapido scatto che lo portò a lato del vortice... e Krokorok scattò verso di lui, con l'artiglio sinistro sollevato e circondato da una strana aura multicolore!
 
"Ci sei cascato, moccioso... Krokorok, attacca con Dragartigli!" esclamò Fern, sicuro che a quel punto Mightyena fosse vulnerabile. Per sua sfortuna, Max reagì prontamente, e Mightyena alzò lo sguardo verso il coccodrillo di terra, fissandolo con astio.
 
"Ci sono cascato davvero? Mightyena, adesso!" esclamò Max. Un'aura di luce rossa si espanse attorno al corpo della iena nera, e Krokorok grugnì per il disappunto, sentendosi improvvisameente diventare più forte, ma allo stesso tempo confuso ed incapace di concentrarsi. Riuscì a fare uno scatto di avanti e sferrò un poderoso fendente con l'artiglio sinistro, colpendo Mightyena ad un fianco e mandandola a terra con un uggiolio di dolore. Per fortuna, Mightyena non sembrò aver subito troppi danni, e dopo essere rimasto a terra per qualche secondo, si rialzò con uno scatto e si mise nuovamente in guardia, mentre Krokorok continuava a barcollare.
 
"Max ha calcolato il momento giusto per sferrare l'attacco." commentò Drew. "Era sicuro che Mightyena avrebbe potuto reggere ad un attacco come quello, e adesso è nella posizione di schivare qualsiasi attacco Krokorok cerchi di usare contro di lui, e al tempo stesso attaccarlo. Per non parlare del fatto che adesso Krokorok è confuso, e non gli sarà facile attaccare a sua volta...
 
Fern strinse gli occhi, rendendosi conto che in effetti era in una brutta posizione, ma il suo orgoglio e la sua testardaggine gli impedivano di ammetterlo. "Ugh... avanti, Krokorok, tu sai fare meglio di così! Riprenditi e usa Morso!" esclamò. Il Pokemon simile ad un coccodrillo ringhiò, si prese la testa tra le mani per cercare di concentrarsi... e poi usò un attacco Morso su un idrante lì vicino! Immediatamente, Krokorok lanciò un breve ululato di dolore e si prese le fauci doloranti tra le mani! "Tsk... Pokemon incapace, che cosa combini?"
 
"Beh, io so cosa combinerà il mio Pokemon!" esclamò Max. "Presto, Mightyena, usa di nuovo Forza!"
 
"Might!" esclamò Mightyena, scattando rapidamente verso l'avversario, e colpendolo in pieno con tutto il suo corpo, lanciandosi su di esso! Krokorok venne scagliato a terra di schiena e rimase supino per qualche istante, per poi rialzarsi con difficoltà e cercare di riprendere l'attacco. Sfortunatamente per lui, Mightyena e Max furono più veloci, e il ragazzino diede quello che sperava sarebbe stato il comando decisivo.
 
"Perfetto! Dagli il colpo decisivo, Mightyena, prima che attacchi di nuovo! Usa Spaccaroccia!" esclamò Max. Con un ghigno, la iena nera scattò in avanti e sollevò la zampa anteriore sinistra, per poi sferrare un potente diretto al torace di Krokorok, facendolo volare di nuovo all'indietro, e mandandolo a terra definitivamente! Mightyena gettò indietro la testa e lanciò un ululato di vittoria, mentre il gruppo di Max applaudiva alla sua vittoria!
 
"Bel colpo, Max! Bravo, gliel'hai fatta vedere, a quel galletto!" esclamò Vera. Drew annuì in segno di approvazione, e anche la severa Hitomi fece un piccolo ghigno, contenta che Fern fosse stato costretto a rimangiarsi la sua presunzione. Ortilla e Alty, da parte loro, erano impressionate dall'abilità dimostrata da Max, anche quando sembrava che lo scontro si stesse volgendo contro di lui.
 
"Accidenti... sei davvero bravo, Max! Il tuo Mightyena è forte!" affermò la nipotina di Adriano. 
 
Max accarezzò il suo Pokemon Buio sulla testa, e Mightyena si prese un attimo di tempo per dargli una leccatina sul viso. "Beh, che posso dire? Ho fatto i miei compiti, e so come muovermi. Non ho preso otto Medaglie per niente, dopotutto!" affermò.
 
"Might, might!" abbaiò Mightyena.
 
Fern, da parte sua, non sembrava aver preso la sconfitta con troppa sportività. "Hmph... classica fortuna dei principianti." affermò, richiamando il suo Krokorok sconfitto. Nonostante fosse stato battuto, manteneva l'espressione di arrogante superiorità che aveva quando lo avevano incontrato. "Bah. Non che me ne importi molto, in realtà. Non ho tempo per queste sciocchezze. Al contrario di voi, io non ho tempo da perdere a bighellonare per le strade di questo schifo di città. Ci sono posti in cui devo andare, e persone che stanno aspettando me."
 
"Sceptile..." mormorò lo Sceptile di Hitomi, scuotendo la testa mentre indicava Fern alla sua allenatrice, che annuì senza cambiare espressione.
 
"Sì, Sceptile, sono d'accordo. La classica storia della Vulpix con l'uva." affermò la ragazzina.
 
"Non credo di aver mai conosciuto un tipo così presuntuoso..." commentò Drew. "E se lo dico io, che me ne intendo di queste cose..."
 
"Sì, tu te ne intendi davvero, Drew! Ricordo benissimo com'eri quando ci siamo incontrati per la prima volta!" rispose prontamente Vera.
 
Drew rispose con un sorriso e un'alzata di spalle. "Non era esattamente questa la risposta che di solito si dà, ma la accetto ben volentieri." affermò. Blaziken, vicino alla sua allenatrice, alzò gli occhi al cielo.
 
Max guardò storto Fern, che cominciava ad allontanarsi. "Hey, aspetta un momento, tu! Te ne vai così, senza dire nulla?" chiese il ragazzino più piccolo.
 
"Già." rispose Fern, senza neanche fermarsi. "Dal momento che è palese che sono io il miglior allenatore, e che in questo caso ho perso per pura sfortuna, non vedo perchè dovrei restare qui. Vado a vedere da un'altra parte se ci sono quelli che mi hanno dato appuntamento qui..."
 
"Beh? Che succede, niente più esplosioni? E dire che avevamo sentito un bel po' di chiasso da queste parti!" disse una voce femminile, intrudendo all'improvviso nella "conversazione". Due giovani donne erano emerse proprio in quel momento da un vicoletto dietro il complesso industriale, e si stavano avvicinando al gruppetto di allenatori di Hoenn. Una di loro, quella che aveva appena parlato, era una ragazza alta e altetica, di circa una ventina d'anni, con lunghi capelli verdi smeraldo legati in una coda dietro la nuca, vestita di una maglietta gialla a maniche lunghe e una minigonna arancione, oltre che un paio di scarpe da ginnastica gialle e un paio di calze arancioni alte fin sopra le ginocchia. Un paio di pon-pon, del tipo usato dalle cheerleaders delle squadre di rugby, erano attaccati dietro la sua schiena, assicurati con una cinghia. 
 
L'altra ragazza, che dava l'impressione di avere la stessa età della prima, era terribilmente simile a Fern... al punto da sembrare la sua versione femminile. Stessi capelli verdi pettinati all'indietro, persino gli stessi occhiali da vista, piccoli con le lenti spesse... tuttavia, la differenza era evidente nel fatto che, invece della presunzione che era scritta su tutto il viso di Fern, su quello della ragazza che gli assomigliava c'era... il vuoto. Il suo sguardo era completamente privo di entusiasmo, e la sua espressione era talmente neutrale da farla sembrare un manichino vivente. Indossava una tuta intera aderente di colore verde scuro, quasi nero, con una giacchetta senza maniche, un paio di short e un paio di stivaletti di colore verde chiaro, oltre che un paio di guanti senza dita.
 
"Hm? Buongiorno, voi chi siete...?" chiese Max, che come i suoi compagni di Hoenn stava guardando con curiosità le due nuove arrivate. 
 
Ma, inaspettatamente, fu Fern a rispondere alla domanda, con un sospiro esasperato. "Ah, eccole. Finalmente Julia e la Flobot si fanno vedere." disse. "Stavo per andarmene."
 
La ragazza con i pon-pon ridacchiò lievemente, poi assunse un'aria falsamente offesa. "Awww, ancora con quell'antipatico nomignolo per la povera Florinia?" disse, con voce falsamente lamentosa. "Lo sai, Fern, dovresti essere un po' più gentile con la tua sorellona, no?"
 
"Quella sarebbe la sorella di quel pallone gonfiato?" chiese retoricamente Hitomi a Vera. "In effetti, la somiglianza ce la vedo..."
 
La ragazza con gli occhiali di nome Florinia non sembrò per niente interessata al discorso. "Questo è irrilevante. L'argomento in esame è la resistenza contro il Team Meteora, per la quale gli ospiti arrivati da Hoenn possono essere un aiuto considerevole." disse, con una voce talmente tersa e distaccata da farla sembrare priva di emozioni. "Prego, signori di Hoenn. Vogliate fare la cortesia si seguire la sottoscritta. Vi porterò fino al nostro nascondiglio. Anche tu, Fern."
 
Senza aggiungere altro, senza neanche fermarsi per ascoltare quello che potevano avere da dire i ragazzi di Hoenn, Florinia fece dietro front e cominciò ad incamminarsi verso il vicoletto dal quale lei e Julia erano apparse. Mentre il gruppo di amici di Hoenn guardava con un certo stupore la ragazza che si allontanava, senza neanche preoccuparsi se loro la seguivano o meno, Julia ridacchiò, alzò le spalle, e fece a sua volta cenno di seguirla. "Oh, beh... siamo qui per accogliere i nostri amici di Hoenn e portarli al sicuro. Tranquilli, non fatevi impressionare dai modi di fare di Florinia. Non è male, una volta che ci fate l'abitudine!"
 
"Non è male, dici? Accidenti, io credevo di essere indifferente, ma quella mi batte su tutta la linea." affermò Hitomi, massaggiandosi la nuca e mettendosi a posto il ricciolo ribelle che aveva sulla testa. 
 
Fern grugnì, chiaramente seccato di dover collaborare con Vera e i suoi compagni. "Hmph... e così, devo fare squadra con questo branco di babbei? Hmph... e va bene, se così dice la Flobot..." affermò, per poi rivolgersi ad Hitomi. "Beh, fateci l'abitudine. Mia sorella è fatta così. Non le avranno dato abbastanza abbracci da piccola. Non che me ne freghi qualcosa. Avanti, spicciatevi. Non volete farvi pescare dal Team Meteora, immagino."
 
Mentre il gruppetto, con Fern come ospite sgradito, seguiva Julia e Florinia nel vicoletto vicino, Vera cominciò a pensare che non sarebbe stato molto facile collaborare con queste persone... e anche i Pokemon sembravano pensarlo.
 
"Blaz, blaziken?" disse Blaziken al Flygon di Drew, che alzò le spalle con un sospiro.
 
"Fly..." mormorò, immaginando che il difficile sarebbe dovuto ancora venire.
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Beh, eccoci arrivati. Uno sguardo più da vicino a Reborn City, e anche a qualche nuova conoscenza, in particolare Fern. Impararete ad odiarlo, state tranquilli.
 
Chiedo scusa se lo Swampert di Max non ha fatto proprio una gran figura. Il fatto è che si è ritrovato a che fare con un avversario contro il quale era del tutto svantaggiato. Swampert è un ottimo Pokemon, ma non regge niente contro i Pokemon d'Erba.
 
A proposito. Noterete che ho modificato un po' gli avvertimenti, aggiungendo che ci sarà anche dello shojo-ai. Non sarà gran cosa, ma ce ne sarà un po', in questa storia e magari anche in alcne delle successive. Non sarà tra personaggi canonici dell'anime, in ogni caso.
 
Bene, questo è quanto... adesso scusate, ma mi aspetta il nuovo film dei Cavalieri dello Zodiaco al cinema! Ci vediamo presto! ^_^ 

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Capitolo 5
*** Attacco alla centrale elettrica ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 5 - Attacco alla centrale elettrica
 
Fare rapporto ai loro superiori... in particolare al comandante Sirius... non era esattamente la parte che Astro ed Eclisse preferivano del loro lavoro come agenti d'elite del Team Meteora. Se almeno ci fosse stato il comandante Solaris, in quel momento... se non altro, Solaris era un attimo più distaccato e non li faceva sentire così in soggezione. L'occhio bionico di Sirius, che brillava di una luce rossa che ricordava un po' troppo il colore del sangue, contribuiva ora a dare un'atmosfera di pericolo imminente, mentre Sirius camminava con studiata lentezza davanti ai due agenti.
 
"Dunque, la resistenza ha interferito un'altra volta, e quella donna è riuscita a liberare gli ostaggi." disse freddamente Sirius, fermandosi e guardando con fare minaccioso Astro ed Eclisse. "Questo... non sarebbe dovuto accadere. Adesso, il nostro progetto si complica non poco. Immagino che avrete già sentito gli aggiornamenti dal nostro collaboratore, il dottor Sigmund Connal. L'Anellorubino ci è sfuggito, e ancora non sappiamo dove si trovino la Tiarametista e il Braccialezaffiro. Senza quelli, il piano del Team Meteora non potrà realizzarsi."
 
"Certo... ne siamo perfettamente al corrente, comandante Sirius." disse Astro, quantomeno sollevato del fatto che il loro superiore non avesse deciso che per qualche motivo la colpa era di lui e della sua compagna. "Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per ritrovare l'ostaggio e gli allenatori di Pokemon che erano con lei, a partire da quando..."
 
"A partire da ora." interruppe Sirius, con un tono e un cipiglio che non ammettevano contrarietà. 
 
"C-certo... certamente, comandante Sirius, a partire da ora." rispose Eclisse, sforzandosi di non esitare nella sua risposta. "Tuttavia, in questo momento non sappiamo esattamente dove si trovino. Certo... sono stati visti arrivare in prossimità della vecchia stazione dei treni, nel quartiere Peridoto, ma da lì non siamo più riusciti a tenerne traccia. Quei maledetti della resistenza hanno saputo seminarci fin troppo bene."
 
Sirius strinse l'occhio buono. Certo, doveva aspettarselo... non a caso, c'era Saphira, quella donna così diabolicamente astuta e piena di risorse, a capo della spedizione. Ma se quelli pensavano davvero che il Team Meteora avrebbe rinunciato così presto, erano degli illusi...
 
"In tal caso, non dobbiamo fare altro che costringerli a venire da noi. E, ironicamente, questo ci consentirà di prendere due Pidove con una Pokeball." affermò Sirius, camminando lentamente vicino ad una scrivania, e prendendo da essa un foglio stampato. "Vedete... una cosa che questi sciocchi della resistenza non riescono a non fare, per quanto abili possano essere... è quella di venire in aiuto dei loro compagni. Visto che sono sempre così assurdamente solidali, non è difficile manipolarli in modo che si scoprano, e lascino sguarnito ciò che stanno difendendo. In questo momento... abbiamo nel mirino proprio la centrale elettrica di Reborn City, che come saprete già, è sotto la tutela di Julia, una dei membri più in vista della resistenza. Se attacchiamo quella, è altamente probabile che quel branco di marmoocchi si presenteranno lì, e potremo catturare gli intrusi, e recuperare la Collanasmeraldo, o almeno, se questo non è possibile, catturare qualcuno della resistenza in modo da interrogarlo e farci dare le informazioni che ci servono. Astro, Eclisse... voi mi accompagnerete in questa spedizione punitiva. Mi aspetto un buon lavoro da voi, mi sono spiegato?"
 
"Sissignore!" risposero entrambi, senza esitazione. Soddisfatto, Sirius ghignò sottilmente e tenne il suo sguardo inquietante puntato sui suoi due sottoposti per qualche attimo, prima di voltarsi ed incamminarsi fuori dalla stanza.
 
"Ottimo. Vedete di non deludere le mie aspettative." affermò. "Prendete con voi un po' di reclute, e incontratemi giù nella hall tra mezz'ora. Tra non molto, avremo la possibilità di catturare un importante tassello per il nostro grande progetto..."
 
 
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In un certo senso, ad Hitomi non dispiaceva destreggiarsi tra le stradine semibuie e i tunnel sotterranei attraverso i quali Julia e Florinia le stavano guidando. Quanto meno, si trattava di una vista un attimo meno disgustosa ed inquietante delle strade principali di quella metropoli in degrado. Tuttavia, ancora non sapeva che pensare dei loro nuovi compagni di viaggio... anzi, no, di Fern sapeva benissimo cosa pensare, e aveva già deciso che l'arrogante ragazzo dai capelli verdi non le piaceva, punto e basta. Anche mentre proseguivano su quella strada, Fern era stato brusco e scorbutico... ma Hitomi era convinta che la cosa che le dava più fastidio di lui fosse il fatto che riusciva ad essere antipatico ed arrogante senza perdere mai la calma, come se tutto quello che diceva fosse oro colato.
 
"E così, io e il mio Voltorb siamo andati là, da quei pivellini del Team Meteora... e BOOM! Li abbiamo stesi tutti! Heheheee... dovevate vedere la mia Voltorb come si è divertita! Non c'è niente che le piaccia di più che saltare in aria! E se riesce a farlo mettendo i bastoni tra le ruote al Team Meteora, meglio ancora, no?" stava dicendo Julia in quel momento. Se non altro, la sua voce era un sottofondo gradevole, per quanto ad Hitomi sembrasse un po' sciocca e frivola - per non dire un po' fuori di testa. La cheerleader dai capelli verdi sembrava avere una strana ossessione per le esplosioni, e non resisteva alla tentazione di parlare di cose che saltavano in aria di tanto in tanto...
 
"Ehm... tutto questo è... interessante, Julia..." affermò Vera, con un grosso gocciolone di sudore sulla testa e un'espressione un po' spaesata. Sembrava chiedersi in che gabbia di matti fosse finita, in effetti... 
 
Per quanto riguardava Florinia, era ancora più difficile farsi un'idea di lei, dal momento che la sorella maggiore di Fern non parlava quasi mai, non cambiava mai quell'espressione piatta che aveva costantemente stampata in faccia, e anche quando diceva qualcosa, lo faceva con un tono che non tradiva nessuna emozione, e diceva soltanto lo stretto indispensabile. Hitomi non aveva più dubbi sul perchè Florinia si fosse guadagnata quel nomignolo, Flobot: sembrava davvero di parlare con un robot, una macchina senz'anima.
 
"Destinazione raggiunta." disse improvvisamente Florinia, fermandosi di colpo davanti ad uno stretto passaggio che, aprendosi nel muro del cunicolo sotterraneo nel quale si trovavano, sembrava scendere nelle viscere della terra. La giovane fece cenno agli allenatori di Hoenn di seguirla là dentro... e uno alla volta, visto che le strette dimensioni del passaggio non consentivano l'ingresso di più di uno alla volta, Vera, Max, Drew, Hitomi, Ortilla e i loro Pokemon si infilarono là dentro e seguirono il passaggio fino ad una rampa di scale che scendeva ulteriormente, e dal cui fondo proveniva una fioca luce. Vera e il suo Blaziken scesero per primi, raggiungendo infine una grande porta affiancata da quello che sembrava essere un piccolo pannello elettronico.
"Ecco... questa dovrebbe essere la base della resistenza di cui parlavate, giusto?" chiese Vera, appoggiando una mano sulla superficie della porta. Il metallo scuro era freddo al tatto, e non sembrava esserci un modo visibile per aprirla. Sicuramente, quel pannello elettronico doveva essere l'unico modo per accedere...
 
Florinia, senza rispondere, si avvicinò al monitor e passò qualcosa su di esso... e un attimo dopo, la porta si aprì con un lieve suono di metallo scricchiolante, dando accesso ad un vasto salone arredato in maniera semplice ma funzionale, con un paio di tavoli e numerose sedie, e al cui interno stavano già aspettando dei volti familiari: Cain e Vittoria erano seduti al tavolo, e si voltarono rapidamente verso il gruppo di Vera per salutarlo cordialmente... e con loro c'era un ragazzo dai capelli rosso-arancioni che, seduto vicino a loro, stava strimpellando su una chitarra, cercando di allietare un po' l'atmosfera. Doveva avere più o meno l'età di Fern, circa sedici o diciassette anni, e indossava una giacca nera a maniche lunghe, un paio di consunti pantaloni grigi e scarpe nere che avevano sicuramente visto giorni migliori. Non appena il gruppo fu entrato, il ragazzo sconosciuto smise di suonare e appoggiò la chitarra ad un lato della sua sedia, per poi alzarsi e accogliere i nuovi arrivati.
 
"Hey! Ecco finalmente i nostri eroi! Era ora che vi faceste vedere!" esclamò Cain. "Beh, vedo che avete già incontrato la nostra Julia e la nostra Florinia... e ovviamente, anche Fern. Bah..."
 
"Ci fa piacere vedere che ci siete anche tu e Vittoria." affermò Drew, dandosi un'occhiata attorno. Sembrava quasi di essere in un grande salotto, escludendo l'aspetto negletto. C'era una stufa in un angolo, che provvedeva a scaldare la stanza che altrimenti sarebbe stata gelida; una televisione posta su un mobile, che in quel momento stava trasmettendo delle immagini di un notiziario; e qualche decorazione sparsa qua e là, in modo da dare al nascondiglio un aspetto un attimo più accogliente, come se si trattasse di una casa nel sotterraneo. "E... vedo che c'è anche qualcun altro, o mi sbaglio?"
 
"Non sbagli, ragazzo!" disse il giovanotto dai capelli rosso-arancioni, raggiungendo il gruppo di allenatori di Hoenn, e presentandosi con fare sbarazzino, pur tenendosi a debita distanza da Fern. Vera non fu per niente sorprsa - evidentemente, quei due si conoscevano già da un po', e il tono arrogante e provocatorio di Fern non poteva certo procurargli molti amici. "Il mio nome è Pietro, il re del rock del continente di Reborn! Se state cercando qualcuno che sappia qualcosa di Pokemon Roccia, il sottoscritto è il primo a cui vi potete rivolgere! Piacere di conoscervi, amici di Hoenn!"
 
"Il piacere è tutto nostro, Pietro!" rispose Ortilla, contenta di vedere che questa persona sembrava affabile e alla mano, quanto meno come prima impressione. Pietro strinse la mano a tutti quelli del gruppo di Hoenn mentre questi entravano nel rifugio, accompagnati da Fern, Julia e Florinia. "E così... è qui che vi nascondete per sfuggire al Team Meteora, eh? Questo... vuol dire che quei criminali già controllano una buona parte di questa città, temo..."
 
"Già, e non solo quella... stanno allungando i loro tentacoli anche sulla regione circostante, anche se non ho idea di quali siano le loro motivazioni." affermò Pietro, sgranchendosi una spalla. "Se avete intenzione di opporvi al Team Meteora, dovrete essere degli allenatori di tutto rispetto... anche se, a giudicare dai Pokemon che avete con voi e dal fatto che uno di voi ha battuto il qui presente Fern, non siete certo dei principianti."
 
Aveva pronunciato l'ultima parte con una certa soddisfazione, che Vera non mancò di notare... e sfortunatamente, neanche Fern. "Tsk! Pura e semplice fortuna. Non crederai certo che dei dilettanti come questi potrebbero battermi in uno scontro serio, vero? Tanto più che non avevo neanche i miei Pokemon più forti." disse l'arrogante ragazzo dai capelli verdi. "Tu, piuttosto... mi sorprende che una schiappa come te sia diventato un membro della resistenza. Con uno come te nel nostro gruppo, non sarà che questione di tempo prima che il Team Meteora ci trovi e ci faccia fuori tutti."
 
"Più conosco Fern, più mi viene voglia di strozzarlo." disse Hitomi, non sapendo neanche lei fino a che punto stesse dicendo così per dire...
 
"Sceptile..." rispose lo Sceptile della ragazzina, guardando Fern con antipatia. No, decisamente non sarebbe stato facile collaborare con un individuo simile... Max, invece, era più interessato a sapere qualcosa di più di quei due, e si rivolse ad Pietro, che quantomeno sembrava più trattabile.
 
"Quindi... voi due vi conoscete? Tu e Fern, voglio dire." disse il ragazzino con gli occhiali.
 
Pietro alzò le spalle con una breve risata sarcastica ed amareggiata. "Sì, purtroppo... ho avuto la sfortuna di ritrovarmi nella stessa classe di Fern, quando andavo all'Accademia Pokemon del Quartiere Onice, dove insegna anche la signorina Florinia." affermò, indicandola sorella maggiore di Fern con un cenno educato della mano. Se Florinia provò una qualsivoglia emozione nel sentirsi ricordata, non ne mostrò neanche una minima traccia. 
 
"Per farla breve, il qui presente Pietro è ancora invidioso perchè io sono sempre stato il migliore, e lui era solo un perdente qualsiasi." continuò Fern, con il naso in aria. "E poi, le nostre sorelle erano amiche quindi, beh, ci ritrovavamo costretti a stare assieme in diverse occasioni. Ma non importa. Dopotutto, sono abituato ad essere circondato dalla mediocrità."
 
"Un giorno questo tuo modo di fare ti costerà caro, lo sai, Fern?" lo redarguì Vittoria, guardandolo di traverso. "Una delle prime cose che la mia sensei mi ha insegnato è che non bisogna mai sottovalutare, o peggio ancora disprezzare, un allenatore di Pokemon. Non sai mai quali abilità possano nascondere."
 
Fern sghignazzò con disprezzo. "Sì, certo, come no... darò ascolto a quel rottame, adesso..."
 
Vittoria, che fino a quel momento aveva dato a Vera e ai suoi compagni l'impressione di una persona abbastanza calma, fece per scattare su dalla sedia e prendere Fern per il bavero della camicia... soltanto grazie all'intervento di Cain, che alzò un braccio per fare cenno alla sua amica di non farsi prendere dalla rabbia, si evitò che la situazione sfociasse in una rissa davanti agli sbalorditi ragazzi di Hoenn.
 
"Io quel Fern prima o poi lo strozzo." bisbigliò Vera rivolta a Drew. "Meglio prima che poi."
 
Per fortuna, Pietro non sembrò essersela presa a male. "See, see. Continua a credere quello che vuoi, Fern." affermò. "Piuttosto, Julia, Florinia... ho delle buone notizie! Shelly è da poco tornata, ed è anche riuscita a recuperare Heather. Direi che adesso la situazione è di nuovo a nostro favore."
 
"Effettivamente, questo significa che lo svantaggio che abbiamo nei confronti del Team Meteora si riduce in maniera sensibile." affermò Florinia. "Comunque, la questione più importante, al presente, è offrire una sistemazione a Vera e ai suoi compagni. Essendo giunti da poco a Reborn, in maniera abbastanza stressante potrei aggiungere, avranno bisogno di riposo e di un po' di nutrimento appropriato."
 
"Tranquilla, Flo, ci penso io... e già che ci sono, li presenterò anche alle nostre piccole Shelly ed Heather!" si offrì Julia, prendendo la testa del gruppetto di allenatori di Hoenn. "Prego... seguitemi pure! Abbiamo abbastanza sistemazioni per tutti voi, quindi non preoccupatevi! non sarà un hotel a cinque stelle, ma vedrete che vi saprete adattare! Ah, e a proposito, se qualcuno di voi avesse bisogno di far riposare un po' i suoi Pokemon, abbiamo anche una macchina apposita!"
 
"Effettivamente, i miei Swampert e Mightyena sono ancora stanchi per la battaglia con Fern." affermò Max. "Ma come fate ad avere una macchina curativa? E'... dello stesso tipo di quelle che usano le infermiere Joy nei Pokemon Center per far riprendere i Pokemon?"
 
"Esatto! Diciamo che... un Pokemon Center, da queste parti, non ne ha più avuto bisogno da quando il Team Meteora ha fatto saltare la stazione dei treni del Quartiere Peridoto." spiegò Julia, facendo rabbrividire Vera e i suoi amici al pensiero di cosa esattamente fosse accaduto in quelluogo... "Quindi, abbiamo deciso di prenderci questa macchina per noi... e devo dire che si è rivelata molto utile! Ma adesso, prego... vi porto alle vostre stanze!"
 
Julia fece cenno a Vera e ai suoi compagni di seguirla... e dopo aver salutato brevemente Cain, Vittoria e Pietro, i ragazzi di Hoenn andarono dietro alla ragazza dai capelli verdi, che li guidò verso alcune stanze scavate nella roccia, che per i giorni successivi, avrebbero fatto loro da dimora. "Ecco, ragazze e ragazzi! Ci sono due belle stanze dove potete stare in tre per una! I ragazzi in una e le ragazze in un'altra! La sistemazione perfetta, non vi pare?"
 
"Più o meno..." affermò Vera con un sospiro di stanchezza, massaggiandosi la fronte. "Grazie mille, Julia, non so cosa avremmo fatto senza di voi..."
 
"Heheheee... probabilmente sareste ancora in quella macchina volante, stareste languendo in qualche cella nel quartier generale del Team Meteora, o sareste già due metri sotto terra! Il Team Meteora non è composto da gente che scherza. Se trovano qualcuno che può interferire con i loro piani... BOOOM! Lo fanno secco in men che non si dica! Vi consiglio di fare molta attenzione quando avete a che fare con loro... ma per adesso, vi potete riposare! Vi chiameremo noi se ci dovesse essere bisogno del vostro aiuto." rispose Julia con un'allegria e una nonchalance che i ragazzi di Hoenn trovarono a dir poco disarmante. Come faceva a parlare di cose così serie con quel tono così frivolo?
 
"Ah... allora era vero! Sono... sono davvero arrivati degli allenatori di... Hoenn..." disse una timida voce femminile proveniente da dietro Julia, mentre due figure più piccole apparivano da un corridoio dietro di lei. Max guardò in quella direzione giusto in tempo per vedere la ragazza che aveva parlato - una ragazzina più o meno dell'età di Vera, con i capelli viola chiari legati in una treccia che scendeva lungo la schiena fino a raggiungere i fianchi, vestita di una sorta di uniforme scolastica verde chiara dalle maniche corte, completa di una gonna che arrivava appena sopra le ginocchia, alte calze bianche, e un paio di scarpette viola. Una frangia di capelli copriva parzialmente la parte destra del suo volto, dandole un aspetto timoroso che si addiceva al suo modo di parlare lento ed insicuro. "S-salve, amici... scusate il disturbo... ho... ho sentito dire che... ehm... che c'erano degli ospiti provenienti da Hoenn, e allora... ho pensato che non appena io e la mia amica... fossimo tornate alla base... insomma, era per educazione, dopotutto..."
 
"Ciao!" la accolse Hitomi per prima, facendole un piccolo sorriso. "Non immaginavo che anche una ragazzina un po' più grande di me facesse parte della resistenza. Piacere di conoscerti... ehm..." 
 
"Shelly. Mi chiamo Shelly, e... sono un'esperta di... sì, so che è una scelta un po' strana per una ragazza... Pokemon Coleottero..." si presentò la ragazzina dai capelli color lavanda, chinandosi rispettosamente e alzando un po' i bordi della sua gonna. Vera sorrise tra sè, immaginando cosa avrebbe pensato Misty... e sentendosi grata che la sua amica di Kanto non fosse lì in quel momento! "Sì... anch'io... faccio parte della resistenza... anche se ho solo dodici anni, farò del mio meglio!"
 
"Hey! Aspettate un momento, e io che di anni ne ho dieci, cosa dovrei dire?" esclamò una vocetta ancora più acuta, appartenente ad una bambina più piccola, ma dall'aria molto più aggressiva e sicura di sè, che apparve da dietro Shelly. Aveva i capelli fucsia pettinati regolarmente dietro la testa, in due ciuffi che si estendevano per un breve tratto ad entrambi i lati, e un ricciolino ribelle, vagamente simile a quello di Hitomi, ricadeva sulla sua fronte. Indossava un vestito bianco intero dai bordi rossi, che si apriva verso la fine in modo da formare una sorta di gonna, e un paio di pantaloncini neri aderenti che non arrivavano neanche a metà coscia, oltre che un paio di stivaletti rossi alti fino al ginocchio... e il modo in cui si stava rivlgendo al gruppo di Vera aveva un che di prepotente e aggressivo. "Hmph... e così, voi ssiete gli allenatori che si sono fatti catturare dal Team Meteora? Non crederete certo di esserci indispensabili, vero? Abbiamo già abbastanza grattacapi senza dover tenere la mano a gente come voi!"
 
"M-ma... Heather!" esclamò Shelly. "Non... non mi sembra il caso di comportarsi così con questi ragazzi... voglio dire, non è colpa loro se... se... insomma, se sono stati catturati dal Team Meteora..."
 
"Tu stà zitta, Shelly, non ho chiesto il tuo parere!" ribattè bruscamente la ragazzina più piccola di nome Heather. La sua amica più grande si azzittì immediatamente, guardando verso il terreno con aria sconsolata, e mormorò qualche parola di scusa... ma i ragazzi di Hoenn non erano altrettanto disposti a lasciar correre.
 
"Hey! Non mi sembra il caso di essere così con la tua amica!" esclamò Ortilla, facendo un passo verso Heather quasi volesse sfidarla. Alty aprì minacciosamente le ali e ripetè il proprio verso, ma la ragazzina dai capelli fucsia non sembrò impressionata e restò al suo posto, restituendo ad Ortilla lo sguardo di sfida. "Shelly voleva solo darci una mano, e ha soltanto detto che non dovresti sottovalutarci solo perchè non siamo di qui!"
 
"Bagon! Bagon!" grugnì minaccioso un Bagon che apparve improvvisamente da dietro Heather, squadrando Alty. Il duello di sguardi si ripetè, nessuno dei due deciso a mollare.
 
"Hmph..." grugnì Heather, incrociando le braccia sul petto e appoggiando la schiena ad un muro vicino. "Il Team Meteora è molto più forte di quanto voi possiate credere. Non so quali siano le organizzazioni criminali che operano nel vostro continente, ma sono sicura che un valgono unaPokeball bucata in confronto al Team Meteora. Non sarà facile come credete sconfiggerli."
 
"Questo non ti autorizza a trattarci come degli idioti che non capiscono niente, non ti pare?" chiese retoricamente Max. "E' vero, non abbiamo idea di cosa ci aspetti qui a Reborn... anche se ce ne siamo fatti un'idea dopo aver visto cosa c'è per le strade e dopo aver incontrato il tuo amichetto, Fern..."
 
"Fern non è certo mio amico!" ribattè Heather con maggiore enfasi rispetto a prima. Vera ebbe l'impressione che Heather volesse cercare di distanziarsi il più possibile da Fern, e sinceramente, non poteva fargliene una colpa. "Lui e il resto della resistenza stanno solo collaborando, e lo teniamo solo perchè è un allenatore molto abile... altrimenti, se fosse per me, lo avremmo già buttato fuori, quel pallone gonfiato."
 
"Quindi c'è qualcosa su cui siamo d'accordo." rispose Hitomi sarcastica. "Buono a sapersi."
 
"Okay, okay... siamo d'accordo tutti, Fern è un presuntuoso, un pallone gonfiato e uno che crede che tutti dovrebbero baciare il terreno su cui cammina. Su questo non ci piove." ripose Julia, battendo le mani in modo da richiamare tutti all'ordine. "Detto questo, ritengo che sarebbe giusto essere un po' più cordiali con i nostri amici di Hoenn. Non sono venuti qui di loro volontà, e ciò nonostante, malgrado a loro non venga niente in tasca, hanno deciso di darci una mano a sconfiggere il Team Meteora. Pensavo che a te, Heather, più che a chiunque altro, poteva piacere questa notizia."
 
"Il Team Meteora sta rendendo la vita un inferno agli abitanti di questo continente." affermò Vera, mettendo per un attimo da parte il fatto che non era il Team Meteora il solo problema di Reborn City. "E anche se in teoria ciò che accade a Reborn non riguarda noi di Hoenn... io non posso restare ferma a guardare se c'è qualcuno che soffre. Vorremmo tutti fare qualcosa per rendere Reborn un posto migliore."
 
"Non ha niente a che vedere col fatto che vorremmo tornare ad Hoenn, sia ben chiaro." affermò Drew, accarezzando il suo Flygon, che mosse le ali per dare un po' di enfasi al discorso del suo allenatore. "Noi non crediamo nell'abbandonare al proprio destino chi ha bisogno di aiuto."
 
Heather rimase in silenzio per un attimo, e il suo Bagon interruppe per un attimo il duello di sguardi che stava sostenendo con Alty per rivolgere lo sguardo alla sua allenatrice con fare ansioso... e Shelly si schiarì la voce e disse qualcosa per rafforzare le argomentazioni dei ragazzi di Hoenn. "Per favore, Heather, ascoltali... dopotutto, che male c'è se qualcuno vuole di sua volontà darci una mano per affrontare il Team Meteora? Io... io penso che non sarebbe una buona idea metterci a litigare con questi ragazzi..."
 
"Blaz!" esclamò Blaziken, annuendo in direzione di Shelly come per dire che la bambina più grande aveva più senno in testa di quanto la sua giovane età avrebbe potuto far credere. Heather non rispose subito, restando ferma al suo posto e in silenzio... ma guardando con un po' di attenzione, Max si rese conto che negli occhi fucsia della ragazzina brillava qualcosa che lui, in quel momento, non avrebbe saputo definire... forse pentimento?
 
Finalmente, Heather sospirò... e quando parlò, il suo tono non aveva più il tono tracotante di prima. "Okay... okay, mi sono lasciata prendere un po' la mano. Visto che il capo qui non sono io ma Saphira... anche se adesso non so dove sia... non ho voce in capitolo. Ma resta comunque il fatto che siete di fronte ad avversari molto pericolosi. Se vi aspettate che siano come gli altri buffoni che avete affrontato finora, non avrete il tempo di rimpiangere il vostro errore. Ora scusatemi."
 
"A... Aspetta un momento, Heather! Dove stai andando?" esclamò Shelly nel momento in cui la sua amica si staccò dalla parete e si diresse verso la stanza che divideva con la piccola esperta di Pokemon Coleottero. Shelly sospirò e corse dietro ad Heather dopo essersi brevemente scusata con il resto dei ragazzi di Hoenn, chhe avevano assistito piuttosto sorpresi allo scambio. "Heather, per favore, aspetta!"
 
Dopo un attimo, Julia alzò le spalle e si mise le mani dietro la nuca, con fare un po' sbarazzino. "Ah, le nostre piccole allenatrici! Che tipe, non c'è mai una giornata noiosa con loro due!" affermò. Poi, vedendo le espressioni incerte di Vera e dei suoi compagni, la ragazza dai capelli verdi provvide a spiegare per sommi capi come stavano le cose. "Comunque, non vi preoccupate, e non fatevi impressionare tanto. Heather non è cattiva, dico sul serio. E' solo che... beh, ha avuto un passato un po' difficile... un po' tanto, direi... e adesso non è molto incline a fidarsi degli estranei. Solo il suo Bagon e Shelly, finora, sono riusciti a fare breccia nella sua, diciamo così, difesa."
"Posso... posso capire, immagino che adesso per lei non sia facile rapportarsi con gli altri..." affermò Max, guardando in direzione della sorella maggiore e del suo Blaziken. "Mi dispiace... spero solo che col tempo riesca ad essere più serena."
 
"Quando hai passato quello che Heather ha passato, è un po' difficile... ma siamo tutti fiduciosi che un giorno lei uscirà dal suo guscio." rispose Julia. "Ma... adesso non parliamo di cose tristi. Siete qui per rilassarvi un po' e recuperare un po' le forze. Quindi... prego, accomodatevi, e ci vediamo tra qualche ora, va bene?"
 
"Grazie, Julia... in effetti è meglio se ci riposiamo un po', mi sento ancora un po' scombussolata per il viaggio..." affermò Hitomi, trattenendo a stento uno sbadiglio. "Va bene... allora, Max, Drew... ci vediamo dopo! Riposatevi bene."
 
"Altrettanto... credo proprio che abbiamo bisogno anche noi di riposarci un po'..." affermò Max. "Beh... ci vediamo presto, ragazze... a dopo, Julia, e ringrazia anche Cain e gli altri."
 
"Non mancherò!" rispose Julia. "Ora però devo proprio andare! Ci vediamo più tardi, e vedremo di fare un po' di fuochi d'artificio assieme! BA-BOOOOM!"
 
Imitando con la voce lo scoppio di un petardo, Julia ridacchiò e se ne andò muovendo una mano in segno di saluto, mentre Vera e i suoi compagni la guardavano stupiti, e lo Sceptile di Hitomi scosse la testa, picchiettandosi la tempia con un dito come per dire che era pazza. Decidendo poi che il quel momento era più importante prendersi un po' di riposo e recuperare le forze per dopo, Sceptile alzò le spalle e aprì la porta della stanza di Vera, Hitomi ed Ortilla... una stanza per tre che dava l'impressione di essere abbastanza comoda e funzionale nella sua semplicità. Non molto grande, ma abbastanza da non rendere un problema viverci in tre assieme, era arredata con tre letti di piccole dimensioni, due dei quali addossati alla parete di fronte a loro, e uno dalla parte opposta, una piccola toilette con doccia, una scrivania con tanto di lampada da tavolo, e alcuni blocnotes posti ordinatamente sul tavolo. Ad un'occhiata un po' più attenta, si poteva vedere che la scrivania e le sedie erano state fatte in casa, con un'abilità notevole malgrado la fattura un po' grezza.
 
"Beh, poteva andare peggio, immagino..." commentò Ortilla, ancora non del tutto sicura. "Se non altro, non dovremo dormire per la strada in questa città terrificante..."
 
"Ci vediamo dopo, ragazze. Mi raccomando, Vera... cerca di rilassarti, o ti verranno le rughe, a forza di essere preoccupata come sei adesso!" ironizzò Drew, guadagnandosi una scherzosa smorfia da parte della ragazzina castana.
 
"Antipatico." rispose lei, mostrandogli la lingua, per poi ridacchiare con tutta tranquillità. "Comunque grazie... ci vediamo dopo!"
 
 
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Heather era in quel momento seduta sul suo letto assieme al suo Bagon, e stava guardando intensamente l'Anellorubino che portava all'anulare della mano destra, ripensando a quello che aveva passato per strappare il suo unico ricordo dei suoi genitori alle grinfie del Dr. Connal. Se non altro, adesso era al sicuro... ma per quanto sarebbe durata, prima che il Team Meteora e lo staff dell'orfanotrofio ricominciassero a darle la caccia... e questa volta, sarebbe stata in grado di proteggere il suo anello? Malgrado la situazione apparisse così cupa, Heather voleva continuare a sperare... sperare che un giorno, lei e Shelly sarebbro state libere da quella minaccia che continuamente incombeva sulle loro teste...
 
"La speranza è una debolezza, Heather. Non è altro che una ridicola illusione usata per far sembrare più gradevole questa disgustosa realtà."
 
"Non è vero! Non è vero!" protestò Heather, cercando di fare star zitta la voce di suo padre che continuava a riecheggiarle nella testa, ancora dopo tanto tempo. "Sono stufa del tuo pessimismo! Ormai tu non ci sei più... quindi smettila! Io non crederò mai a quello che dici!"
 
Messa a tacere quella voce dal suo passato, Heather sospirò e guardò verso l'alto, verso il soffitto spoglio della stanza che condivideva con Shelly... che proprio in quel momento si fece avanti, sedendosi con un po' di esitazione a fianco di Heather. Aveva paura che la bambina dai capelli fucsia fosse ancora arrabbiata con lei... e in effetti, il Bagon di Heather lanciò a Shelly uno sguardo un po' rancoroso quando la piccola esperta di Pokemon Coleottero si sedette.
 
"Stavi ancora pensando... a quello che ti diceva tuo papà, vero?" disse stancamente Shelly, appoggiando una mano sulla spalla di Heather per farle sentire la sua vicinanza. La ragazzina più piccola annuì lentamente, guardando il suo Anellorubino per qualche istante... poi, sospirò e si voltò verso Shelly.
 
"Senti, Shelly... ti chiedo scusa. Sono stata ingiusta con te, e tu volevi solo dare una mano a tutti..." disse Heather. "E' che in quel momento mi sentivo così frustrata che non ho pensato a quello che dicevo, e ho finito per sfogare la mia rabbia su quei ragazzi di Hoenn... di cui tra l'altro non so neanche i nomi..."
 
"Va tutto bene, Heather... non te ne faccio... una colpa." disse la bambina dai capelli violetti, sentendosi un po' più sollevata. "Va tutto bene... solo... magari dopo, quando si svegliano... cerca di parlare con quei ragazzi... di Hoenn... non c'è bisogno... che tu gli dica niente... basta che tu... ehm... ti... ti scusi con loro, e sono s-sicura che... non ci saranno più... problemi."
 
"Lo farò... anche se non sono molto brava a chiedere scusa..." fu la risposta di Heather, che si voltò verso il suo Bagon e lo accarezzò, grata di avere sempre e comunque. "Spero solo che... non se la siano presa troppo."
 
Shelly riuscì a sorridere garbatamente. "Sono sicura che capiranno, Heather." affermò tranquillamente. "Anche per loro, sai, è piuttosto traumatico ritrovarsi all'improvviso in un posto come Reborn, dove non ci sono l'amicizia e la solidarietà che ci sono in un posto come Hoenn. Ma sono sicura che imparerete presto a collaborare."
 
"Grazie, Shelly." disse Heather, riuscendo a sua volta ad abbozzare un sorriso. "A volte non so cosa farei senza te e Bagon..."
 
"Bag bag..." affermò il piccolo Pokemon Drago, accarezzando la schiena alla sua allenatrice.
 
 
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Qualche ora dopo...
 
"Hmm... accidenti, non credevo che sarei riuscita a dormire così a lungo..." mormorò Vera, sfregandosi il viso con una mano dopo essersi alzata dal letto in cui si era coricata. "Ortilla... Hitomi... ci siete anche voi?"
 
"Sì, Vera... mi sono svegliata anch'io, appena adesso..." mormorò Ortilla, seduta sul suo letto che aveva appena finito di rimettere a posto, mentre si infilava gli stivaletti. Hitomi era ancora nel suo letto, in posizione semiseduta, e cercava di mettersi a posto i capelli, che sembravano voler andare per conto loro. "E... devo ammettere che per essere la prima volta che mi trovo qui, ho dormito abbastanza bene. Sapete... di solito ho un po' di difficoltà quando mi trovo in un posto lontano da casa..."
 
"Altarrrr..." mormorò Alty, alzando un po' le ali come se volesse dire che la sua allenatrice avrebbe dovuto farsene una ragione e farci l'abitudine. 
 
Ortilla si alzò dal letto, controllando che fosse tutto a posto, e dando un'occhiata ai suoi effetti personali, in modo da assicurarsi che tutto fosse al suo posto, in particolare la collanina che portava al collo. Hitomi si alzò a sua volta e rimise rapidamente a posto il proprio letto, per poi sfregarsi la faccia e guardare verso Vera. "Okay... allora adesso, che cosa si fa?"
 
"Io direi di... yaaaawn... metterci un po' a posto, e andare a vedere se gli altri hanno qualche novità." disse Vera, mettendosi a sua volta le scarpe e dando un'occhiata all'orologio. Erano quasi le sei di sera... certo che, con l'inquinamento che c'era a Reborn City, e il fatto che avevano viaggiato per chissà quanto nella macchina volante del Team Meteora, aveva finito per perdere la cognizione del tempo... "Magari sarebbe anche un'opportunità per conoscere meglio i nostri compagni, che ne dite?"
 
"Tranne Fern." aggiunse Hitomi.
 
"Ehm... giusto, tranne quello lì..." mormorò Vera con un gocciolone di sudore che le scendeva dalla testa. "Ma Fern non vale neanche la pena di calcolarlo, se volete la mia. E' un presuntuoso che crede di essere più bravo di quanto non sia in realtà... ora, però, non pensiamo a queste cose. Mettiamoci un po' a posto, e poi andiamo ad incontrare gli altri nella sala principale. Magari Max e Drew sono già lì..."
 
"Può essere. Beh, allora andiamo pure." disse Hitomi con un cenno della testa. Il resto delle ragazze si disse d'accordo, e dopo essersi messe un po' in ordine, Vera e le sue amiche presero il loro equipaggiamento e uscirono dalla porta, per trovarsi di fronte, per un caso incredibile, Drew e Max, che stavano uscendo proprio in quel momento dalla loro stanza! "Oh, ma tu guarda. Sembra che siamo capitate proprio al momento giusto. Drew, Max... spero che vi siate riposati abbastanza."
 
"Non ci possiamo lamentare. Dopotutto, a questo punto siamo abituati a dormire  anche in posti più difficili." affermò Max, sgranchendosi un po' la schiena. "Allora... adesso volete andare a dare un'occhiata nel salone?"
 
"Abbiamo pensato che non sarebbe stata una cattiva idea." affermò Ortilla, accarezzando la testa ad Alty, che era appollaiata sulla sua spalla e stava annuendo, cinguettando allegramente. "Magari, se Cain, Vittoria e gli altri ci possono dare qualche indicazione su come potremmo muoverci per sistemare questo Team Meteora..."
 
"Quindi... vedo che i nostri avvertimenti non vi hanno fatto desistere." disse la voce di Heather, che in quel momento arrivò da un corridoio laterale. Quando Vera si voltò in quella direzione, vide che la bambina dai capelli fucsia e il suo Bagon erano lì, sulla soglia del corridoio che portava alla sala principale. Tuttavia, questa volta non c'era l'aria di sfida che aveva prima, e in effetti sembrava più tranquilla e meno insolente. Max storse il naso, preparandosi a ricevere un'altra serie di critiche amareggiate da Heather, alle quali si preparò a rispondere con una battuta salace... quindi, rimase abbastanza interdetto quando la bambina dai capelli fucsia tirò un piccolo sospiro e guardò verso il basso, per poi chiedere scusa per le parole di prima. "Beh, avete ragione, dopotutto. E io non avevo il diritto di criticarvi così aspramente. Vi chiedo scusa... sono appena tornata da un posto che mi ha fatto passare le pene dell'inferno, e non mi sono ancora ripresa del tutto..."
 
"Bagon..." mormorò il piccolo Pokemon Drago, alzando le spalle e corrugando la fronte quando Heather menzionò indirettamente l'orfanotrofio dal quale era fuggita.
 
"Insomma... vi chiedo scusa, ho davvero esagerato prima." affermò Heather, prendendo in braccio Bagon. 
Per fortuna, Vera e i suoi compagni non erano il tipo di persone che serba rancore, e la ragazzina castana raggiunse Heather e le appoggiò una mano sulla testa, arruffandole un po' i capelli. "Tranquilla, Heather... a quanto ho potuto vedere, la vita qui a Reborn è dura un po' per chiunque, quindi non ti biasimo per aver reagito con un po' di acidità." affermò, mentre la piccola allenatrice di Bagon storceva il naso e cercava di schermirsi, non esattamente avvezza a quelle dimostrazioni di amicizia. "Stavamo giusto andando nella sala principale a sentire quali fossero le ultime novità... quindi se volete venire anche tu e Bagon con noi, siete i benvenuti!"
 
"Certo... ne sarei molto contenta... se magari eviti di arruffarmi i capelli, lo apprezzo molto!" borbottò Heather, cercando di districarsi dalla mano di Vera. "Okay... Se volete seguirmi, vi porto da Cain e gli altri. Saphira non è ancora tornata, ma a questo siamo  più o meno abituati. Lei sta lontana per molto tempo, per fare le sue indagini."
 
"Non è un problema. Per adesso, ci basta sapere che siamo al sicuro..." affermò Ortilla, mentre il gruppetto cominciava a seguire Heather nel corridoio che portava alla sala principale, da cui veniva il suono di una televisione accesa. Max ed Hitomi chiudevano la fila, a cui si aggiunse poco dopo anche Shelly, che raggiunse il gruppetto da dietro. I due ragazzini di Hoenn si voltarono verso di lei, e la timida esperta di Pokemon Coleottero si schiarì la voce.
 
"S-salve... spero... spero che... la vostra sistemazione sia stata buona." esordì Shelly. "Abbiamo... fatto quello che potevamo... nel tempo che avevamo..."
 
"Ah... ciao, Shelly." la accolse Max. "Tutto bene, non abbiamo avuto problemi. Anzi, vi dobbiamo ancora ringraziare per averci tolto dai guai. Se non fosse stato per i tuoi compagni, saremmo ancora nelle grinfie del Team Meteora, e non oso pensare a quello che sarebbe potuto accadere!"
 
"Di niente..." ripete Shelly. "E... vi prego di scusare Heather per prima. Lei... beh... non voleva offendervi davvero, ma... lei sa molto bene... che tipo di persone siano quelli del... Team Meteora. E poi... non è una cosa di cui parla molto, ma... Heather ha avuto un passato molto difficile. Forse... vi sarete già accorti che non ha più i genitori."
 
"Beh... in effetti mi era venuto qualche sospetto..." affermò Max, parlando a bassa voce in modo da non farsi sentire da Heather, che avrebbe potuto non gradire quell'intrusione nella sua vita privata. "E tu, Shelly? Tu invece...? Se non è una cosa di cui non ti va di parlare, si intende."
 
Shelly esitò un attimo prima di rispondere. "Beh... io non sono nata a Reborn..." mormorò. "Sono qui perchè... beh... vedete... mio fratello Raffaello è un Capopalestra della Lega di Johto... io sono nata ad Azalina, la città di cui lui è... Capopalestra... è sempre stato un grande allenatore, e... io l'ho sempre ammirato molto..."
 
"Come?" chiese Hitomi, sgranando leggermente gli occhi alla notizia. "Wow, quindi vieni da una famiglia alquanto importante lì a Johto... ma... allora come ci sei finita, qui a Reborn?"
 
Shelly sorrise leggermente, ripensando al motivo per cui aveva iniziato il suo viaggio, un paio di anni prima. "Vedete... io ho sempre... provato... molta ammirazione per mio fratello maggiore... e... e anche lui mi vuole bene, lo so." affermò. "Però... ecco... nella mia città, a parte lui e i nostri genitori... non mi considera mai nessuno... per loro... sono soltanto la sorellina di Raffaello, e niente di più. Quindi... quando... ho potuto cominciare il mio viaggio, due anni fa... ho... ho cercato un luogo in cui... avrei potuto farmi un nome... e uscire dall'ombra di mio fratello. Non è stato facile... separarmi dalla mia famiglia, ma..."
 
"Ah... capisco..." mormorò Max, immaginando come poteva sentirsi Shelly. Dopotutto, era anche lui un fratello minore, anche se le circostanze erano diverse, e riusciva a mettersi nei suoi panni. "Ma... allora come sei finita qui?"
 
"In realtà, non lo so bene neanch'io... volevo andare in un altro continente, magari a Kanto... e cercare lì un luogo dove... cominciare a farmi un nome..." mormorò Shelly. "Ma... quando stavo per arrivare... sono stata rapita dal Team Meteora... e sono finita qui a Reborn. E' stato... molto difficile, all'inizio... e ancora oggi... se penso a come sono Johto e Kanto, mi sembra quasi che siano un sogno..."
 
"Ma per quale motivo il Team Meteora..." cominciò a chiedere Hitomi, per poi decidere che in quel momento non era quella la cosa più importante. Quella ragazzina aveva bisogno di supporto, piuttosto che di domande. "Oh. Non importa. Ci... ci dispiace molto, e immagino che... non debba essere facile stare qui, lontana dalla tua famiglia."
 
Shelly sorrise leggermente. "Non fa niente. Dopotutto... è stato qui che ho incontrato alcune persone che... mi hanno aiutato." affermò la ragazzina dai capelli color lavanda. "E tra questi c'è Heather, ovviamente."
 
Hitomi annuì, facendo uno dei suoi rari sorrisi... e la voce proveniente dalla televisione si fece più forte, nel momento in cui il gruppo arrivò nella sala principale, dove erano già riuniti Cain, Vittoria, Pietro, Julia, Florinia e Fern, tutti seduti davanti alla televisione accesa... dove era in onda quello che sembrava essere un notiziario dell'ultim'ora! Le telecamere stavano inquadrando un'area di Reborn City... più esattamente, quella che sembrava essere una grande centrale elettrica, piena di trasfrmatori e linee elettriche. Sembrava abbastanza grande da dare energia anche ad una grande metropoli come Reborn City... e Vera cominciò a preoccuparsi, immaginando che se fosse successo qualcosa in un posto del genere, ci sarebbero state serie conseguenze per tutta la città.
 
"Che succede? Sta accadendo qualcosa a quella centrale...?" chiese Drew corrugando la fronte. Sullo schermo, l'inquadratura passò ad una delle strade principali di Reborn City, nei pressi di quella che sembrava essere una zona industriale, anche se un po' meglio tenuta di quella in cui avevano incontrato Fern, Julia e Florinia. Una reporter stava in piedi vicino ad un recinto, ma il ragazzo dai capelli verdi notò subito che non si trattava di una normale reporter... bensì di una Gardevoir, che teneva in una mano un microfono e parlava in esso come un normale essere umano.
 
"Qui è la vostra Gossip Gardevoir, che vi parla dalla fabbrica Mosswater, nel quartiere Peridoto Sud." disse la graziosa Pokemon con una voce acuta e cristallina. "Sembra che alcuni membri del Team Meteora si siano infiltrati nella centrale elettrica di Reborn City, e la stiano attualmente tenendo in scacco, minacciando di farla esplodere se le loro richieste non verranno accolte. Ancora non ci è dato di sapere cosa vogliano, tuttavia. La polizia è impegnata in pressanti trattative con i criminali, e sta cercando di disinnescare la situazione prima che diventi pericolosa..."
 
"Una Gardevoir parlante? Accidenti, e io che pensavo che solo il Meowth di quegli sciocchi di Jessie e James sapesse parlare..." pensò tra sè Max, per poi scuotere la testa e concentrarsi sul problema più importante... ovvero, il fatto che il Team Meteora stesse minacciando di distruggere una centrale elettrica!
 
"Oh, adesso quelli del Team Meteora stanno davvero esagerando!" esclamò Julia, guardando furente le immagini alla televisione. "Nessuno può far saltare in aria le cose senza di me... soprattutto se sono cose MIE! Dobbiamo andare là e fargliela pagare!"
 
"Ed esporci tutti quanti, così che il Team Meteora può prenderci in trappola." affermò Fern con un sarcasmo che si poteva tagliare con il coltello. "Brava, Julia, proprio un bel piano. Dovremo rivolgerci a te, la prossima volta che vorremo farci scoprire."
 
Pietro storse il naso, mentre Julia restituiva a Fern un'occhiataccia. "Sapete, odio ammetterlo, ma Fern ha ragione." affermò. "Il Team Meteora non aspetta altro che noi facciamo un passo falso per farci uscire dai nostri nascondigli e toglierci di mezzo una volta per tutte. Non temono certo la polizia... sanno bene che noi siamo gli unici in grado di contrastarli."
 
"Quelli vogliono il mio anello... per motivi che non so nemmeno io..." affermò Heather, piazzandosi accanto a Cain, che ascoltava con attenzione la cronaca di Gossip Gardevoir, nella speranza di ottenere qualche informazione in più. "Si aspettano che io agisca impulsivamente ed esca ad affrontarli... magari portandomi dietro il mio anello! Tsk... credono che io sia nata ieri..."
 
"Detto questo, non sarebbe comunque molto prudente esporti..." disse Cain rivolto alla piccola allenatrice. "Dovrebbero andare solo alcuni di noi, e lasciare qui alla base l'anello in ogni caso. Comunque, Heather, se vuoi partecipare anche tu alla spedizione, puoi farlo. Solo, ti consiglio di stare attenta."
 
"Grazie, Cain..." mormorò Heather, togliendosi l'anello e consegnandolo a Shelly. "Shelly... ti affido il mio anello. Sai che mi fido di te più che di chiunque altro, quindi... non credo di avere bisogno di dire altro."
 
Shelly ricevette l'anello dalle mani della sua migliore amica. "Certo... tranquilla, Heather, con me sarà in buone mani." rispose Shelly, con una sicurezza che sembrava quasi stridente, rispetto al suo modo di parlare incerto e balbettante. "Farò l'impossibile per tenerlo al sicuro."
 
"Grazie..." disse Heather con un piccolo sorriso. "Va bene... allora, che cosa dovremmo fare, adesso? Non possiamo lasciare che il Team Meteora faccia quello che vuole con quella centrale... che tra l'altro è sotto la protezione di Julia."
 
"Certo sarebbe un'opzione impraticabile." disse Florinia, dopo essere rimasta per qualche secondo a pensare. "L'intrusione in quel complesso richiederà un'azione coordinata più complessa, per la quale avremo bisogno del supporto dei nuovi arrivati. In questo modo potremo entrare nella centrale e sconfiggere le reclute."
 
"In pratica, dovremo fare un'azione di disturbo." disse Cain. "Chi se ne occuperà?"
 
Florinia guardò in direzione di Julia. "Sarebbe consigliabile che la sottoscritta e la diretta interessata affrontassero il grosso del contingente nemico. In primo luogo, ci introdurremo nella fabbrica dal retro, in modo da incontrare quanta meno sorveglianza possibile." disse freddamente. "Vera e il suo gruppo raggiungeranno il centro del complesso, e cercheranno di eliminare il leader del gruppo di attacco del Team Meteora. Prestate cautela. La composizione delle loro forze è sconosciuta, e non è escluso che sia presente un comandante, che potrebbe essere al di sopra del vostro livello. Si consiglia di agire con cautela."
 
"Magari sarebbe più convincente se tu non lo dicessi come se stessi parlando delle consizioni atmosferiche..." affermò Vittoria, grattandosi una guancia con un dito. "Ma... in fondo è vero, non dobbiamo sottovalutarli. Va bene... Vera, Max... voi tutti, se siete sicuri di potercela fare, allora siete i benvenuti. Altrimenti, è meglio se rimanete alla base e attendete il ritorno di Florinia."
 
"No, parteciperemo anche noi." affermò decisa Hitomi. "Ancora non mi sono del tutto ambientata qui a Reborn, ma credo che sia giusto che cominciamo a confrontarci subito con il Team Meteora, in modo da capire con chi abbiamo a che fare."
 
Max si disse d'accordo. "E' vero, qui do perfettamente ragione ad Hitomi." commentò. "Affrontare alcune delle loro reclute potrebbe essere utile per capire con che cosa avremo a che fare più avanti... e poi, se fossi in voi, non ci sottovaluterei. Abbiamo una certa esperienza come allenatori."
 
"Va bene." affermò Julia, mentre alla televisione, la Gardevoir giornalista continuava a seguire passo passo gli sviluppi della delicata situazione. "Allora, penso che possiamo andare. Ci sono un po' di cattivoni che non aspettano altro che di essere fatti saltare in aria! KA-BOOOOM!"
 
Julia concluse il discorso facendo un gesto con le braccia per imitare un'esplosione, attirandosi dietro diversi sguardi dubbiosi, in particolare quello di Pietro, che guardò con rassegnazione la ragazza dai capelli verdi... mentre Florinia non sembrava neanche essersene accorta.
"Già... vedo che l'operazione sarà di grande furtività..." disse ironico Max, con Hitomi al proprio fianco che
annuiva in segno di assenso.
 
 
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Nel frattempo, in una sala di controllo della centrale elettrica... Sirius diede un'occhiata agli schermi che trasmettevano le immagini viste dalle telecamere, sorridendo soddisfatto quando vide che i blocchi della polizia non avanzavano di un millimetro. Stava andando tutto come pervisto, almeno per adesso... tra non molto, quegli allenatori di Hoenn si sarebbero probabilmente fatti vedere, e allora sarebbe stato il momento per colpire e riprendere quello che serviva loro...
 
"Bene, ridicoli allenatori... voglio proprio vedere come farete adesso. Il Team Meteora... vi mostrerà presto cosa significa il vero terrore!" mormorò tra sè, con un ghigno malvagio e l'occhio bionico che brillava in maniera terrificante...
 
 
 
CONTINUA...
 
Note dell'autore: E così, sta per iniziare il primo scontro vero e proprio con il Team Meteora! Oltre al fatto che siamo venuti a sapere un po' di più di alcuni personaggi, di Shelly in particolare. Sono convinto che nessuno si aspettasse che fosse la sorella minore di uno dei Capipalestra più temuti e popolari! Ovviamente, ci sono ancora molti personaggi che andranno sviluppati, quindi... restate sintonizzati, perchè tra un po' toccherà a Julia!
 
Nel prossimo episodio, Vera e i suoi compagni dovranno fare del loro meglio per fermare Sirius e impedire che la fornitura di elettricità di Reborn City venga interrotta. Riusciranno nel loro intento? Magari senza cedere alla tentazione di strozzare Fern? Le risposte ai prossimi capitoli! A presto!            
   
 

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Capitolo 6
*** Primo scontro con il Team Meteora ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 6 - Primo scontro con il Team Meteora
 
 
Se non altro, rispetto alla sporcizia e al degrado che infestavano la maggior parte di Reborn City, la fabbrica Mosswater, nel quartiere Peridoto Sud, dava l'impressione di essere un attimo meglio tenuta. Si trattava di una grande centrale elettrica, dalla quale partivano le linee che rifornivano di elettricità la terrificante metropoli, ed era protetta da alcuni recinti elettrificati e da un filo spinato che circondava completamente l'area... e che, tuttavia, si era rivelato completamente inutile contro il Team Meteora, che sembrava essersi introdotto in quel luogo senza incontrare alcuna resistenza. Non c'era traccia degli strumenti che il Team Meteora aveva usato per l'operazione, e nulla faceva supporre che, in effetti, avessero forzato le difese della centrale elettrica. Mentre davano un'occhiata al cortile abbandonato nel quale erano emersi, Vera e i suoi compagni cercavano di stare attenti ad ogni particolare... in un posto come quello, potevano aspettarsi di essere attaccati dagli scagnozzi dell'organizzazione in qualsiasi momento!
 
"Okay... siamo arrivati, e ci siamo tutti!" disse Vera, guardandosi indietro per vedere Drew, Max, Hitomi, Ortilla ed Heather che uscivano dal passaggio sotterraneo che avevano usato per raggiungere la centrale elettrica. Julia, Florinia e Fern erano già arrivati alla loro destinazione, in modo da sferrare il primo attacco al Team Meteora per gettare un po' di confusione nei loro ranghi, e facilitare loro il compito. "Max, Hitomi... Drew, Ortilla, Heather... ci siete tutti? Vi sentite pronti?"
 
"Sì... non è la prima volta che partecipo ad una spedizione contro quei farabutti." affermò Heather, guardando per un attimo in direzione del cielo ingombro di nuvole di smog. "Gli altri sono già operativi... e credo che tra non molto potremo sentire la nostra Julia che dà inizio alla festa. Questo sarà il nostro segnale per entrare in scena."
 
"Okay... immagino che sarà qualcosa che non può sfuggirci, se ho capito com'è la vostra compagna." affermò Drew, per poi dare un'occhiata verso alcuni container non troppo lontani da dove si trovavano. "Comunque, per il momento è meglio nascondersi. Non vorrei mai che il Team Meteora passasse di qui proprio in questo momento e ci scovi... aspettiamo che Julia abbia dato inizio alle danze, prima di mandare i nostri Pokemon."
 
Il gruppo si disse d'accordo, e uno alla volta, i giovani allenatori scelsero un nascondiglio e si piazzarono dietro di esso. Alty, l'Altaria di Ortilla, si posò furtivamente accanto alla giovanissima coordinatrice, mentre il Bagon di Heather si acquattò vicino alla bambina dai capelli fucsia, che si portò un indice alla punta del naso e guardò verso di lui per fargli cenno di non farsi sentire. Heather dava veramente l'impressione di sapersi già muovere in una situazione come quella... e dalla sua posizione, Max riuscì a vedere negli occhi scarlatti della bambina una luce che lo inquietò leggermente. Non era come guardare negli occhi di Hitomi - lei dava l'impressione di essere distaccata e non eccessivamente entusiasta, ma almeno era ancora uno sguardo che si poteva tranquillamente associare ad una bambina di 10 anni. Invece, Heather dava veramente l'impressione di essere una bambina cresciuta troppo in fretta... e se quello che aveva detto Shelly era vero, Max non ne era sorpreso. In effetti, riflettè il ragazzino con gli occhiali, questo avrebbe spiegato meglio come mai c'era quel rapporto di amicizia un po' particolare tra le due bambine - anche se Shelly aveva due anni più di Heather, si lasciava dominare dalla personalità più forte ed aggressiva della sua amica. Non era esattamente quello che si sarebbe definito un rapporto alla pari...
 
Tuttavia, Max decise che non era il caso di pensarci su, e si concentrò sulla missione. Era altamente probabile che Heather non avrebbe apprezzato commenti a riguardo...
 
Vera prese un bel respiro, tenendo tese le orecchie e afferrando nervosamente una Pokeball che teneva appesa alla cintura. Ebbe un piccolo sobbalzo quando sentì la mano di Drew appoggiarsi sulla sua spalla, e guardò al proprio lato per vedere il giovane coordinatore dai capelli verdi che cercava di farsi sentire vicino e tranquillizzare la sua amica/rivale... e Vera rispose con un sorriso e un segno dell'okay. "Tranquillo, Drew... sono calma, anche se mi rendo conto che siamo in una situazione pericolosa. Sono pronta non appena ci danno il segnale."
 
"Bene... volevo giusto esserne sicuro." affermò Drew, strizzando un occhio in direzione di Vera nel suo classico modo di fare un po' leggero e strafottente. La ragazzina castana annuì e prese un bel respiro, riprendendo a tendere le orecchie. Tutt'attorno si sentivano i suoni della centrale elettrica, come lo snervante rumore delle linee elettriche ad alta tensione che scorrevano sopra le loro teste, e i suoni dei veicoli della polizia e dell'assembramento di persone che si era raccolto attorno alla centrale elettrica, tenendo d'occhio i movimenti del Team Meteora.
 
Julia, Florinia e Fern erano lì da qualche parte, e tra non molto sarebbe giunto il momento di entrare in azione assieme a loro, per la prima volta. Vera sperava davvero che non sarebbe stata anche l'ultima...
 
 
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I tre membri della resistenza in questione erano emersi, tramite il reticolo di cunicoli sotterranei che usavano per spostarsi da un punto all'altro della città, in un vicoletto trasandato, dietro quelli che sembravano essere dei magazzini prossimi ad un canale artificiale dalle acque limacciose, che si sversava direttamente nel Lago Azzurro, un grande bacino artificiale che sorgeva al centro di Reborn City, e le cui acque venivano regolarmente usate dalla centrale per il rifornimento della metropoli. Un odore penetrante e repellente saliva dalle acque del canale, facendo immediatamente capire che la loro composizione era tutt'altro che salubre...
 
"Tu guarda che roba..." commentò Julia. Con una mano, la cheerleader dai capelli smeraldini si fece aria davanti al viso, cercando di non farsi sopraffare dalla nausea. "Tutta questa porcheria viene scaricata direttamente nel Lago Azzurro... che ora, in effetti, non è più tanto azzurro... non mi stupisce che ora, gli unici Pokemon che vivano bene da quelle parti siano i Grimer e i Muk!"
 
"Il colore scuro delle acque è indicativo di alti livelli di inquinamento. Tossicità stimata del 90 per cento o superiore." affermò Florinia con voce atona, esaminando le acque con freddo sguardo analitico. "Il tempo non è a nostro favore. Si richiede un'azione rapida e decisiva."
 
"Oh, e scommetto che Julia e la Flobot hanno già qualcosa in mente, dico bene?" chiese Fern, giocherellando nervosamente con la Pokeball contenente uno dei suoi Pokemon più forti. "Bene... vedremo cosa succederà, quando metteranno in pratica il loro brillante piano!"
 
Julia si voltò verso il ragazzo con gli occhiali, rivolgendogli un sorrisetto saccente. "Oh, non ti preoccupare, amico, abbiamo abbastanza frecce al nostro arco. In particolare... io ne ho una che funziona ogni volta! O forse dovrei dire una sfera... vieni, Voltorb! E' ora di fare un po' di baldoria!" esclamò, per poi tirare fuori una Pokeball e aprirla di scatto. In un lampo di luce rossa, un Pokemon dall'aspetto inusuale, simile a sua volta ad una Pokeball di grandi dimensioni, con un diamrtro di circa mezzo metro, la metà superiore rossa e quella inferiore bianca, senza il tipico pulsante di una Pokeball, e con un paio di grandi occhi bianchi dalla pupilla nera, contratti in una costante espressione di fastidio e rabbia.
 
"Voltorb! Voltorb!" esclamò con voce metallica il Pokemon Ball, dalla cui superficie si dipartirono delle crepitanti scariche elettriche. Fern storse il naso, non esattamente impressionato dall'aspetto di quello strano Pokemon... ma Florinia non fece alcun commento, limitandosi a guardare con espressione distaccata.
 
"Beh, in realtà non è proprio un piano, ma è la cosa che mi piace fare più di tutte! Forza, Voltorb, tocca a te!" esclamò Julia, indicando la grande porta chiusa e sprangata che portava all'interno dei magazzini. "Usa Autodistruzione per far crollare quella porta!"
 
"VOLTORB!" esclamò Voltorb, che sembrava essere particolarmente eccitato all'idea di far saltare in aria qualcosa. Rimbalzando come una palla vera e propria, il Pokemon Elettro simile ad una Pokeball gigante raggiunse l'ingresso sprangato del magazzino... poi saltò verso di esso e si illuminò di una luce bianca che voleva dire pericolo! Florinia e Fern si misero al sicuro dietro un paio di fusti di latta vuoti, ma Julia, con un sorriso eccitato sul volto, restò a guardare il suo Voltorb che esplodeva fragorosamente e investiva in pieno la porta sprangata, mandandola in pezzi con un frastuono assordante e un bagliore che illuminò quasi a giorno la zona! Voltorb cadde a terra un istante dopo, coperto di macchie di fuliggine nera, ma con un'espressione soddisfatta che contrastava con il cipiglio minaccioso tipico di quella specie di Pokemon!
 
"Eeeee... KA-BOOOOOM! E' stato fantastico, Voltorb! Un'esplosione spettacolare!" esclamò un'entusiasta Julia, andando a raccogliere il suo Pokemon esausto e facendogli una carezza sulla parte superiore. "Adesso... immagino che il Team Meteora ci sarà addosso. Oh beh, in fondo il piano era questo! Hey, voi due laggiù! Venite, che è il momento di fare un po' di festa! Stanno già venendo ad accoglierci, quei simpaticoni del Team Meteora!"
 
"L'uso eccessivo di forza bruta denota una mancanza di contenimento da parte del soggetto Julia." disse Florinia, uscendo dal suo nascondiglio con la calma innaturale che le era propria. "Non saper conservare la propria forza per momenti di assoluto bisogno è una leggerezza disdicevole per un allenatore degno di questo titolo."
 
"Ooooh, andiamo, Flo, non dirmi che non hai trovato spettacolare quel botto!" scherzò Julia, richiamando il suo Voltorb nella Pokeball. 
 
Florinia scosse la testa. "No. Ma del resto, non c'è nulla che io trovi, come tu dici, spettacolare. La mia partecipazione emotiva a tali eventi non servirebbe ad alcuno scopo, e potrebbe altresì avere l'effetto negativo di compromettere la mia concentrazione sul problema attualmente in esame."
 
"Bene, bene... quando voi due avete finito di fare le filosofe e di mandarvi in pappa il cervello, noi potremmo proseguire!" esclamò infastidito Fern. "Quel branco di incapaci dovrebbero essere già in posizione, ammesso e non concesso che sappiano dove andare. Tocca a te, Feroseed."
 
Il ragazzo tirò fuori una Pokeball, dalla quale fece uscire uno strano Pokemon a forma di uovo, alto poco più di mezzo metro, il cui corpo era completamente coperto da una spessa corazza d'acciaio che si avvolgeva attorno al suo corpo in una serie di bande metalliche, lasciando scoperti solo i suoi occhi gialli dalla pupilla nera. Numerosi spuntoni verdi sporgevano dall'armatura, creando una difesa naturale che avrebbe impedito alla maggior parte dei predatori di afferrare quel Pokemon. La strana creatura eseguì un volteggio su sè stessa, come una sorta di trottola armata di aculei, e poi rimbalzò un paio di volte sul posto, pronta a combattere ad un cenno di Fern. "Ferrrrrr!" esclamò, con una voce che suonava come una lama circolare che tagliava una lastra d'acciaio.
 
"Ecco. Ora che siamo armati fino ai denti, credo che possiamo andare." affermò Fern. "Ovviamente, spero che voi abbiate i vostri migliori Pokemon con voi. Il Team Meteora starà già venendo ad accoglierci."
 
Julia fece uscire un altro Pokemon dalla sua sfera - uno che assomigliava ad uno scoiattolino bipede dalla pelliccia azzurrina, che diventava blu sulle orecchie e lungo la spina dorsale fino a giungere alla punta della folta coda, sulla quale svettavano tre corti spuntoni. Le sue guance erano gialle e tonde, e crepiavano lentamente di elettricità, mentre i suoi occhi erano grandi e completamente neri, e assieme alla bocca sorridente, con tanto di incisivo sporgente dal labbro superiore, davano al Pokemon un'espressione acuta e vivace. "Certo che abbiamo portato i nostri Pokemon migliori! Cosa credi, che siamo delle sprovvedute, ragazzo mio? Il mio Pachirisu è pronto a dare una scossa a questo mortorio, e per il Team Meteora sarà davvero una sorpresa... esplosiva!"
 
"Pachi pachirisu!" esclamò il Pokemon Elescoiatto, muovendo la lunga coda a destra e a sinistra.
 
Florinia si limitò a far uscire un altro Pokemon da una delle sue sfere, senza neanche chiamarne il nome... e un attimo dopo, accanto a lei si materializzò una creatura dall'aspetto decisamente inusuale, simile ad una grossa pianta verde con vari marchi gialli a forma di anello sulla testa (dove formavano un paio di occhi finti), attorno al collo e sul sottopancia. In un'apertura sulla parte frontale della sua testa, si vedevano i veri occhi della creatura, due sfere gialle che brillavano debolmente. Otto tentacoli rosa simili a petali spuntavano tra il capo e il collo della pianta, mentre il suo corpo principale era corto e tozzo, e si muoveva su quattro zampette appena accennate. Si trattava di un Cradily, un Pokemon preistorico di tipo Erba/Roccia resuscitato da un fossile.
 
"Crad crad cradily..." esclamò il Pokemon Lepade, muovendo lentamente i suoi tentacoli e facendo ondeggiare la testa come per sgranchirsela.
 
"Status di Cradily: pronto. Prego, procedere con cautela." avvertì Florina. 
 
Fern alzò le spalle con leggerezza. "Io procedo sempre con cautela, sorellona!" affermò tranquillamente.
 
Sua sorella maggiore chiuse gli occhi. "Non eri tu il destinatario di tale avvertimento, bensì Julia." affermò. "Permesso di agire in maniera irresponsabile e rischiosa: concesso." 
 
"Hmph..." affermò Fern, tenendosi vicino al suo Pokemon - un Ferroseed, un raro Pokemon di tipo Erba/Acciaio noto per le sue notevoli abilità di difesa e per la sua impervia corazza di aculei, che rendeva difficile attaccarlo direttamente. Il ragazzo stava probabilmente per dire qualcosa, ma una serie di passi frettolosi attirarono la sua attenzione... e un attimo dopo, ecco arrivare un gruppo di individui vestiti di nero, con addosso delle uniformi complete di guanti, stivali e anche cappucci che lasciavano scoperta solo la faccia. Ognuno di essi teneva in mano una o due Pokeball... e a giudicare da una prima occhiata, sembravano essere in leggera maggioranza uomini piuttosto che donne. "Oh, finalmente, mi stavo chiedendo quanto ci avrebbero messo ad arrivare."
 
"Ma guarda un po'! Abbiamo dei topi qui!" esclamò una delle reclute del Team Meteora, facendo uscire dalla sua Pokeball un Poochyena, che si piazzò ringhiando davanti al suo allenatore. Accanto a lui, apparvero subito dopo un Rattata, un Geodude e un Roggenrola, e un attimo dopo, altri Pokemon si schierarono davanti al gruppo di Fern, Florinia e Julia, cercando di sopraffarli con la forza del numero.
 
"Facciamoli sloggiare! Questo posto è importante per i nostri piani!" esclamò un'altra recluta dalle retrovie.
Julia si sgranchì le nocche delle mani, e il suo Pachirisu imitò il gesto e fece scricchiolare un po' il collo, mentre si preparavano ad affrontare il nemico. "Bene, Pachirisu... credo che sia il momento di fare un po' di scintille, tu che dici?" chiese la cheerleader.
 
Lo scoiattolino azzurro frustò l'aria con la coda. "Pachi!" esclamò, mentre i Pokemon di Fern e Florinia già si apprestavano a sostenere un attacco...
 
 
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"Bene... proprio come immaginavo, quelli della resistenza stanno già partendo all'attacco. A volta sono così prevedibili che non è neanche divertente." affermò Sirius con cupa soddisfazione, l'occhio bionico che si accendeva e si spegneva mentre il comandante del Team Meteora osservava le immagini che gli venivano da alcune telecamere piazzate attorno alla centrale elettrica. Con un gesto lento e minaccioso, si voltò verso i suoi due scagnozzi, rimasti dietro di lui ad attendere ordini. "Per adesso, lasciamo che siano i nostri uomini ad occuparsi di loro. Astro, Eclisse... voi restate qui, e tenetevi pronti nel caso quel gruppetto di mocciosi raggiunga la nostra sala di controllo. I nostri obiettivi sono l'Anellorubino e la Collanasmeraldo, e almeno uno di quelli lo hanno sicuramente portato con sè."
 
"Va bene, comandante Sirius. Saremo... pronti ad accoglierli." affermò Eclisse, non nascondendo un certo nervosismo. Lei e il suo collega erano vestiti della tenuta degli agenti d'elite del Team Meteora: mentre la ragazza aveva delle strane "ali" nere cucite sul dorso della sua tuta, in modo da assomigliare vagamente ad una farfalla, Astro portava una sorta di scudo nero anti-sommossa allacciato al braccio destro, e con l'altra mano teneva una Pokeball, pronto a lanciarla nel caso ci fosse stato qualche intruso. "Mi chiedo solo se... tutto questo sia necessario..."
 
"Eclisse!" la rimproverò Astro con fare allarmato, temendo che il loro superiore avesse qualche reazione sgradevole davanti all'eccessiva schiettezza della ragazza. Per fortuna, Sirius non badò alle parole di Eclisse e si concentrò nuovamente sui video trasmessi dalle telecamere di sorveglianza. Su uno schermo, riuscì a vedere Vera, Max, Drew, Ortilla, Hitomi ed Heather che uscivano dai loro nascondigli, e un ghigno malefico gli si dipinse sul volto quando riconobbe la ragazzina fuggita dall'orfanotrofio del Dr. Connal... questa era un'ottima occasione per riportarla nel posto in cui stava meglio, e magari recuperare anche il suo Anellorubino... 
 
Corrugò leggermente la fronte invece quando vide che Vera e i suoi compagni erano un gruppo di bambini a loro volta... e sicuramente non erano esperti ed induriti dalle esperienze come lo era invece Heather. Davvero questi mocciosi avrebbero rischiato di diventare una minaccia per i piani del Team Meteora? Gli riusciva difficile crederlo... ma del resto, non era tipo da mettere in discussione le decisioni del comandante Solaris, suo diretto superiore. Del resto, se era vero che quella ragazzina di nome Vera e quel ragazzo di nome Drew erano arrivati così lontano nei campionati di gare di Pokemon, dovevano per forza essere degli allenatori di tutto rispetto, e Vera e Max erano anche figli di un importante Capopalestra.
 
Sirius toccò una delle Pokeball appese alla sua cintura. "Molto bene. Voi due, limitatevi a restare al vostro posto, almeno per adesso." affermò l'uomo con l'occhio bionico. "Quando quei ragazzini arriveranno, mi aspetto che saprete svolgere il vostro compito con efficienza."
 
"Senz'altro, comandante Sirius." risposero in perfetto sincronismo i due agenti d'elite, per poi riprendere a guardare con attenzione gli schermi, che trasmettevano i combattimenti che già si stavano susseguendo all'interno dell'edificio...
 
 
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"Tocca a te, Linoone! Usa Extrarapido!" esclamò Max rivolto al suo Pokemon tasso, che scattò rapidamente verso uno Stunky nemico, una sorta di moffetta viola con il ventre e la schiena bianchi, una testa tonda con le guance quasi sferiche, e un paio di occhi acuti, che stava scagliando una nuvoletta di gas tossico contro il suo avversario. Con abilità, Linoone scattò sotto la nuvoletta di vapore tossico e colpì direttamente Stunky con tutto il peso del suo corpo, mandandolo al tappeto! "Perfetto! Ottimo lavoro!" esclamò il ragazzino con orgoglio, mentre la recluta del Team Meteora richiamava lo Stunky sconfitto. Linoone ghignò e alzò una zampa in aria in segno di fierezza, per poi voltarsi di scatto verso un altro avversario... uno Zubat che si avvicinava sbattendo rumorosamente le ali, e affiancato da un Aron dalla spessa corazza metallica.
 
"Attento, Max! Alty, ferma quello Zubat con Spennata!" esclamò Ortilla, che stava cercando di muoversi al meglio delle sue possibilità in un combattimento di Pokemon che la faceva sentire spiazzata e fuori posto. Immediatamente, l'elegante Pokemon Drago/Volante si lanciò contro il Pokemon simile ad un pipistrello, con il becco illuminato di bianco, e sferrò una potente beccata alla schiena dell'avversario, facendolo sbandare e sbattere disordinatamente le ali. Linoone ringraziò con un cenno della testa, e si voltò verso lo Aron, che approfittò di quell'istante di distrazione per sferrare un attacco Ferrartigli che raggiunse il Pokemon tasso al fianco destro, strappandogli un'esclamazione di dolore. 
 
"Grazie dell'aiuto, Ortilla! Linoone, usa Spaccaroccia su quell'Aron!" esclamò Max. Il suo Pokemon Normale si lanciò a sua volta verso il Pokemon Roccia/Acciaio, cogliendolo alla sprovvista e mandando a segno un potente colpo che fece incrinare la resistentissima corazza!
 
"Devo dire che Ortilla si è messa d'impegno." affermò Hitomi con un cenno di approvazione. Per essere in un continente a lei sconosciuto, costretta a combattere in un modo che non le era per niente familiare, se la stava cavando piuttosto bene, ma Hitomi non potè fare a meno di chiedersi quanto di tutto questo fosse merito del fatto che il suo Pokemon era già evoluto e quanto sarebbe durato tale vantaggio. "Ma non appena avremo l'occasione, sarà meglio chiederle di fare un allenamento più serio... beh, ci penseremo dopo. Grumpig, usa un attacco Psicoraggio!"
 
"Grump, grumpig!" esclamò il Pokemon simile ad un maiale viola, concentrandosi e scagliando un raggio di cerchi concentrici multicolore contro il suo avversario, un Grimer che stava strisciando ad alta velocità verso di lui, cercando di coglierlo alle spalle. Per fortuna, l'attacco di Grumpig si rivelò più veloce, e il Pokemon di fango venne sollevato di peso da una forza invisibile, e scagliato con energia contro una parete, dove rimase spiaccicato per un attimo come un pomodoro marcio, per poi scivolare a terra stordito, gli occhi trasformati in spirali. Grumpig annuì soddisfatto, ma un attimo dopo, venne richiamato alla realtà quando uno Zubat gli morse una spalla, risucchiandogli un po' di energia con Sanguisuga!
 
Il Bagon di Heather, dal canto suo, si stava battendo con grinta ad abilità, nonostante fosse soltanto al suo stadio base conosceva delle mosse inaspettatamente potenti, e la bambina dai capelli fucsia si stava dimostrando più abile di quanto la sua età avrebbe fatto supporre. Evidentemente, riflettè Max guardandola, anche qesto era stato un prodotto dell'infanzia difficile che aveva avuto...
 
"Bagon, attacca con Morso!" esclamò Heather. Il draghetto azzurro chiuse le mascelle addosso ad un Venonat nemico, un Pokemon Coleottero/Veleno simile ad un mostriciattolo viola ricoperto di una pelliccetta arruffata, con corte antenne, grandi occhi rosa compositi, piccole braccia e gambe, e un paio di mandibole uncinate da scarabeo. L'avversario si agitò per il dolore, prima che Bagon lo scaraventasse addosso ad altri nemici che si avvicinavano, ma un altro paio di avversari, uno Spearow e uno Stunky, si avvicinarono rapidamente da un lato! Decidendo che era il momento di equilibrare un po' la situazione, Heather afferrò un'altra Pokeball e la lanciò. "Ora tocca a te, Noibat! Vai e fatti onore!"
 
"Noi noibat!" esclamò con un acuto stridio il Pokemon sconosciuto che si librò in aria uscendo dalla sfera: si trattava di una sorta di pipistrello di colore prevalentemente lilla, mentre la mascella, le dita esposte delle ali e il pelo attorno al collo, nelle cosce e alcuni peli vicino agli occhi erano di colore nero. La parte anteriore delle ali e il naso a forma di farfalla erano di colore viola, gli occhi acuti invece erano gialli, mentre le grandi orecchie, grandi quasi quanto la testa stessa, erano di vari colori, lilla nella parte più esterna, per poi scurirsi fino a diventare viola e poi nere. "Bat!"
 
Mentre Max, Hitomi e gli altri ragazzi si voltavano per osservare meravigliati quel Pokemon che non avevano mai visto in precedenza, Heather serrò gli occhi e diede rapidamente un ordine. "Noibat, colpisci con Supersuono! Mostra a quei farabutti che cosa sai fare!" esclamò la bambina. Immediatamente, Noibat aprì le ali ed emise uno stridio acutissimo, per poi scagliare una scarica di onde sonore concentriche contro lo stunky nemico, colpendolo e mandandolo in confusione! Bagon ringraziò il suo compagno con un cenno della testa, e poi si scagliò contro lo Spearow nemico, che riuscì a mettere a segno un poderoso Attacco d'Ala... ma un attimo dopo venne travolto e mandato a terra da un poderoso attacco Dragospiro: il draghetto azzurro prese fiato e soffiò dalla bocca un getto di fiamme bluastre che investì in pieno l'avversario, paralizzandolo e mettendolo fuori gioco!
 
"Bravo, Bagon! E tu, Noibat... attacca con Raffica!" esclamò Heather. Lo Stunky nemico aveva cercato di usare un attacco Velenogas per costringere i suoi avversari a retrocedere, ma Noibat sbattè freneticamente le ali, spazzando via il fumo tossico che il Pokemon moffetta aveva scagliato dalla sua pelliccia, e sferzando Stunky stesso con le poderose folate di vento che aveva scatenato. L'avversario retrocedette, usando la sua coda come scudo, e i giovanissimi allenatori si guardarono l'un l'altro, scambiandosi un segno di intesa.
 
"Continuiamo così, ragazze!" esclamò Max. "Dobbiamo coprire mia sorella e Drew mentre raggiungono l'interno della fabbrica... poi ci uniremo anche noi a loro!" 
 
"Ricevuto." affermò Hitomi, strizzando un occhio quando il suo Grumpig venne mandato a terra da un attacco Sassata scagliato da un Geodude nemico. Per fortuna, non fu un colpo molto potente, e il maialino psichico riuscì a rialzarsi un istante dopo con un secco colpo di reni. "A proposito, Heather, poi ci spieghi da dove viene quel Pokemon che hai con te? Ad Hoenn non l'ho mai visto, questo è sicuro."
 
Heather annuì, vedendo il suo Bagon e il suo Noibat che si piazzavano in mezzo al cortile e si difendevano strenuamente dai Pokemon del Team Meteora che tentavano di circondarli... senza un grande successo, visto che Alty faceva azione di disturbo, e infrangeva le loro file prima che potessero organizzarsi per attaccare! "Beh, dopo ve lo spiego. Comunque, devo ammettere che ve la sapete cavare. Sono stata un po' troppo frettolosa nel giudicarvi." affermò la ragazzina di Reborn. "Comunque, queste sono solo reclute. Sicuramente gli avversari più pericolosi sono all'interno della centrale. Prestate attenzione."
 
"Spero solo che Vera e Drew ce la facciano." affermò Ortilla, guardando preoccupata l'ingresso oltre il quale i due ragazzi più grandi erano scomparsi. Alty diede a sua volta un'occhiata alla soglia del grande edificio sovrastato dallo smog, per poi rivolgersi contro un piccolo gruppo di Starly nemici che cercavano di sciamargli addosso...             
 
          
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"A... Accidenti, ma... ma chi sono questi mocciosi?" esclamò incredula una recluta del Team Meteora quando un poderoso attacco Pallaombra da parte del Glaceon di Vera mandò a terra il suo Roggenrola, costringendola a richiamarlo. Il Masquerain di Drew stava tenendo abilmente testa ad un gruppo di Bidoof nemici, usando una serie di attacchi Aerasoio e Segnoraggio per spargere confusione nelle fila avversarie.
 
I due ragazzi più grandi, coperti da Max e dalle bambine, erano riusciti ad introdursi in una sala interna, e stavano affrontando con discreto successo le reclute che Sirius aveva lasciato a guardia della zona. Con un grugnito irritato, la recluta mise via la sua Pokeball e cominciò a ritirarsi, sgattaiolando in un corridoio laterale assieme ai suoi compagni, che avevano a loro volta richiamato i loro combattenti, e stavano cercando di fuggire.
 
"Inutile inseguirli, Vera." disse Drew, anche se non ce n'era effettivo bisogno, visto che la ragazzina castana non sembrava davvero interessata ad andare dietro agli avversari battuti. C'erano problemi più urgenti da risolvere, in quel momento. "Diamo un'occhiata qui attorno, magari riusciremo a trovare qualcosa di interessante!"
 
"Giusto..." rispose Vera, facendo cenno al suo Glaceon di venire con lei, e poi muovendosi verso alcune console ancora attive che Drew e il suo Masquerain stavano osservando attentamente. "Drew, che succede? Sai per caso a cosa servono questi bottoni?" chiese, non aspettandosi che fosse così... ma sapendo che Drew poteva essere pieno di sorprese!
 
Sentì un pochino di disappunto quando Drew storse il naso e scosse la testa, per dire che non sapeva nulla di quegli aggeggi... ma non si perse d'animo e cercò di capirci qualcosa lei stessa. Il suo Glaceon saltò su una delle console con un agile balzo e prese ad esaminare tutto quello che gli capitava sotto il naso, nella speranza di capirci qualcosa.
 
"Eooonnn..." mormorò con la sua voce melodica, muovendosi agilmente da un pannello di controllo all'altro. Vera ridacchiò gentilmente, grata per l'impegno profuso dal grazioso Pokemon Ghiaccio, poi lei e Drew continuarono ad esaminare i pulsanti per conto loro... e finalmente, dopo un intero minuto passato a cercare qualcosa di interessante, la ragazzina castana sgranò leggermente gli occhi e sfoderò un sorriso nel momento in cui colse una scritta abrasa e quasi invisibile piazzata sopra un gruppo di pulsanti e manopole! Avvicinò gli occhi alla scritta, e con sua grande soddisfazione, riuscì a leggere che si trattava del sistema di controllo per le porte automatiche della centrale. Probabilmente servivano a tenere chiuse le porte e fare in modo che eventuali intrusi non si spingessero troppo in là...
 
"Credo di aver trovato qualcosa, Drew! Vieni a vedere!" esclamò Vera, indicando i controlli. "Vedi? Questa targhetta qui, che ormai è quasi illeggibile... non ti sembra che voglia dire che è il sistema di controllo e di chiusura delle porte?"
 
Il ragazzino dai capelli verdi avvicinò gli occhi alla targhetta erosa che indicava il funzionamento di quei controlli... e in effetti, anche se la scritta era molto difficile da leggere, riuscì a cogliere qualcosa che assomigliava ad una scritta LOCK. Con un cenno affermatico, impressionato dalla presenza di spirito della sua amica, Drew le strizzò un occhio, con lo stesso fare scherzoso e un po' strafottente che gli era proprio. "Beh, che posso dire... complimenti, Vera! In quanto a spirito di osservazione, ormai sei quasi pari a me!"
 
"Direi che ti ho superato, visto che tu non eri neanche riuscito a vedere questa scritta..." scherzò Vera, ridacchiando brevemente a sua volta. "Ma in ogni caso, questo è importante per noi. Usiamo questa console per entrare nelle zone più interne della centrale..."
 
"Glaceoooon!" esclamò all'improvviso il Pokemon Ghiaccio della ragazzina, alzando repentinamente lo sguardo verso un monitor che visualizzava un'altra sezione della centrale elettrica. In quel momento, la glaciale Eevolution aveva visto qualcosa di strano nelle immagini sullo schermo...
 
"Aspetta, Vera, mi sembra di vedere qualcosa! Vediamo un po'..." disse Drew, notando anche lui che c'era qualcosa di strano... e infatti, un istante dopo, una delle porte serrate che venivano inquadrate in quel momento saltò in aria, venendo strappata via dai suoi cardini e venendo scagliata nel bel mezzo della sala con un fragore infernale e un folto polverone! "Ugh... sta a vedere che Julia ha trovato un modo... più convenzionale di entrare nella centrale!"
 
"Chissà perchè, me lo aspettavo da lei..." disse Vera con un grosso gocciolone di sudore sulla fronte, mentre osservava Julia e il suo Pachirisu che avanzavano fieramente in mezzo al polverone dell'esplosione, seguiti a ruota da Fern e da un Pokemon sconosciuto simile ad un uovo pieno di aculei... e da Florinia e la sua Cradily. "E non voglio neanche chiedere dove se li è procurati, gli esplosivi per far saltare quella porta..."
 
"Eon, eon!" assentì Glaceon, scuotendo la testa. Poi, il Pokemon glaciale si ricordò dell'urgenza della situazione, e guardò verso i controlli del pannello. "Glaceon!" esclamò, indicandoli a Vera e a Drew.
 
"Giusto... intanto apriamo le porte, poi si vedrà." disse Vera, cominciando ad attivare tutti i controlli e aprire tutte le porte automatiche della centrale elettrica. "Drew, puoi andare ad avvertire Max e le ragazze, mentre io mi occupo di questo?"
 
"Certo, nessun problema." rispose prontamente il ragazzino dai capelli verdi, ripercorrendo la strada che avevano fatto, mentre Vera e il suo Glaceon cominciavano a disattivare i meccanismi di chiusura...
 
 
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"Sono in gamba, lo devo ammettere. Più di quanto mi sarei mai aspettato." affermò Sirius, con voce calma ma dal tono minaccioso, grattando distrattamente un bracciolo della sedia sulla quale si era accomodato e stava osservando gli eventi. "Ora capisco in pieno come mai il comandante Solaris era così preoccupato. Comunque, per adesso possiamo anche lasciarli venire. Stanno portando quello che vogliamo dritto da noi..."
 
Astro ed Eclisse, in piedi dietro di lui come due fedeli soldatini, non dissero una parola, e restarono a guardare, celando la loro impressione, quel gruppo di allenatori venuti da un continente lontano che stavano umiliando le loro reclute. I due agenti d'elite non erano sicuri del fatto che avrebbero potuto fermarli... e solo la presenza del comandante Sirius riusciva a garantire loro che avevano delle concrete possibilità di vittoria. 
 
"Ho come la sensazione che ci siamo infilati in un inghippo molto peggiore di quanto sembrasse all'inizio..." mormorò tra sè Astro. "Maledizione, e pensare che era iniziata come un'operazione di routine..."
 
 
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"Tutto libero. Possiamo andare." disse Hitomi al resto del suo gruppo, dopo aver dato rapidamente un'occhiata dietro un angolo, appena salita una rampa di scale. IL gruppo di Vera era arrivato al piano superiore, in una grande sala vuota con soltanto alcuni terminali computerizzati addossati alla parete. Era un posto un po' meglio arredato rispetto al resto della fabbrica abbandonata, ed Ortilla ebbe l'impressione che si trattasse del vestibolo di ingresso agli uffici o alle sale di controllo. Con prudenza, i ragazzi entrarono nella sala, non vedendo in giro nessuno scagnozzo del Team Meteora, ma comunque tenendosi pronti a qualsiasi evenienza. Il Bagon di Heather annusava l'aria, e il suo Noibat svolazzava lentamente attorno alla bambina dai capelli fucsia, mentre Vera e il suo Glaceon guardavano in avanti...
 
"Sembra che Florinia e gli altri siano riusciti a mettere in fuga gli uomini del Team Meteora dal loro lato della centrale." affermò Vera. "Beh, siamo arrivati dove dovrebbero esserci i capi del Team Meteora. Ragazzi, tenetevi pronti, credo che non sarà un impresa tanto facile."
 
"Che si facciano avanti, quei maledetti!" esclamò Heather con aggressività. "Ho proprio voglia di prendermi la mia rivincita su di loro! Possono mandare tutti i Pokemon che vogliono, io li batterò tutti!"
 
"Bagon gon!" ringhiò il draghetto, sferrando due fendenti in aria con le sue corte braccia. 
 
Max si piazzò davanti ad Heather e ai suoi Pokemon, cercando di consigliarle maggior prudenza. "Hey, calma, Heather... posso capire che tu ce l'abbia con quella gente, ma non lasciarti prendere la mano!" affermò. "Loro non aspettano altro che noi facciamo una mossa azzardata!"
 
"Max ha ragione. Questo Team Meteora non mi dà l'impressione di un gruppo che lascia le cose al caso..." disse Drew, con il suo Masquerain che fluttuava attorno a lui come una fedele guardia del corpo. "Secondo me, hanno già previsto che noi saremmo riusciti a superare i loro uomini e saremmo arrivati fin quassù."
 
"Beh, quand'è così... perchè non dargli quello che vogliono e non fare un'entrata in scena... esplosiva?" esclamò la familiare voce di Julia, proveniente da un corridoio vicino. La cheerleader dai capelli verdi arrivò, accompagnata dal suo Pachirisu, da Florinia e il suo Cradily, e da Fern e il suo Ferroseed, facendo un segno di vittoria rivolto al gruppo di Vera. "Ta-daaaan! Ecco a voi la grande Julia, capitano del club di cheerleader dell'Accademia Pokemon di Reborn City, ed esperta di Pokemon Elettro e di esplosioni! Al vostro servizio!"
 
"Pachi pachi!" esclamò il suo Pachirisu, per poi indicare la porta che avrebbe dovuto condurli verso la sala di controllo. "Pachirisu pachi?"
 
"Altarrrr..." esclamò Alty scuotendo la testa, per dire che non immaginava proprio cosa ci potesse essere dietro la porta. Florinia, tuttavia, si fece avanti, guardando freddamente la porta scorrevole che li separava dal loro obiettivo. "Presunta locazione dei leader del Team Meteora. Dietro questa porta." affermò freddamente.
 
"Beh, allora è tutta questione di buttarla giù. Peccato che non ci sono delle belle bombe in giro... se stavano architettando qualche altro attentato, avrei immaginato che si sarebbero portati dietro un bel po' di esplosivi, e invece..." affermò Julia, leggermente delusa. "Oh beh... immagino che non volessero correre rischi nel caso qualcuno come la sottoscritta facesse loro visita."
 
"Heh... considerando la tua mania per le bombe, la cosa non mi sorprende affatto." affermò Fern. "Ma adesso abbiamo un problemino. Come entriamo in questa stanza?"
 
Senza dire una parola, Florinia si avvicinò ad uno dei terminali computerizzati, quello più vicino alla porta... e dopo aver premuto qualche pulsante vicino, cominciò a scrivere rapidamente sulla tastiera, inserendo qualche parola d'ordine. Vera corrugò la fronte, sperando che la ragazza apparentemente priva di emozioni sapesse cosa stava facendo... e poco dopo, si sentì un segnale acustico provenire dalla porta, che si aprì con un lieve suono sibilante, scivolando di lato e dando accesso ad un lungo e spoglio corridoio dalle pareti grigie e metalliche, illuminato cupamente da alcune lampade alogene appese al soffitto.
 
"Violazione dei protocolli di sicurezza completata. Accesso consentito." disse Florinia, mettendosi a posto gli occhiali sotto gli sguardi sbalorditi di molti dei suoi compagni! 
 
"Ma... come accidenti ha fatto?" si chiese Heather, sbattendo gli occhi incredula, con tanto di mascella che le cascava!
 
"Glaccccceon..." affermò di rimando il Glaceon di Vera, scuotendo lentamente il capo. 
 
Julia, dal canto suo, sembrava delusa per un altro motivo... "Ma... Flo! E le esplosioni! Stavo giusto per farmi venire una bella idea per buttare giù quella porta con una bella esplosione! Non puoi negarmi il mio divertimento, Flo!" esclamò, cominciando a seguire Florinia e il suo Cradily mentre si incamminavano lungo il corridoio. Il suo Pachirisu ridacchiò e alzò le spalle, per poi fare cenno al resto del gruppo sbalordito di seguirlo verso quella che sembrava essere la base operativa di quella divisione del Team Meteora...
 
"Heh. Lasciate fare a mia sorella, e quella rovina il divertimento a tutti." affermò Fern, praticamente l'unico a non essere rimasto stravolto dall'abilità di Florinia nell'inserirsi nella sicurezza computerizzata. "Bah, al diavolo. Sistemiamo quei perdenti del Team Meteora, e andiamocene da questo schifo di posto."
 
"Su questo... sono perfettamente d'accordo. Me lo segnerò, visto che è la prima volt che concordo su qualsiasi cosa con questo tipo." ironizzò Hitomi. Fern scosse la testa e per primo seguì il Pachirisu di Julia nel corridoio, finchè quest'ultimo non raggiunse Florinia e il suo Cradily davanti alla porta blindata all'estremo opposto e agitò le braccia verso i suoi compagni. Florinia si stava già apprestando a mettersi al lavoro sul pannello di controllo che avrebbe dato accesso alla stanza successiva... ma prima che potesse iniziare, la porta si aprì con uno scatto, e i ragazzi poterono dare un'occhiata all'interno della grande stanza piena di console, monitor e terminali... notando, in particolare, i tre misteriosi e minacciosi individui vestiti di nero che si trovavano già al suo interno, e stavano in guardia, evidentemente pronti a ricevere Vera e i suoi compagni!
 
Florinia, senza cambiare espressione, fece un passo indietro... e il suo Cradily si mise in guardia, muovendo minacciosamente i tentacoli in modo da sembrare più grande e temibile di quanto non fosse. All'interno della stanza, Vera riconobbe Astro ed Eclisse, i due scagnozzi del Team Meteora che avevano incontrato allo stadio di Iridopoli, anche se le divise alquanto inusuali che indossavano li rendevano un po' difficili da riconoscere a prima vista. Ma l'altro individuo che era con loro, e che la ragazzina di Petalipoli ipotizzò essere un loro superiore, non lo avevano mai visto prima, e aveva un aspetto di gran lunga più minaccioso e terrificante: alto, dal fisico ben piantato, con i capelli neri e con addosso un uniforme nera che copriva quasi tutto il suo corpo... e, particolare inquietante, un occhio bionico di colore rosso che brillava nella semioscurità della sala. Era sicuramente uno degli individui più minacciosi che Vera avesse mai visto in vita sua... e i suoi modi calmi e pericolosamente controllati mentre si voltava verso il gruppo non aiutavano certo a scacciare la sensazione di paura che si stava impadronendo della ragazzina...
 
"Ah, ecco i nostri ospiti. Mi chiedevo giusto quando sareste arrivati." disse il comandante Sirius, alzandosi dalla sua sedia e spazzandosi l'uniforme con un gesto della mano. "Devo ammettere che siete stati abili ad arrivare fin qui. Vi ho visti, mentre affrontavate i miei uomini, e devo riconoscere che avete talento. Sfortunatamente, questa volta vi trovate davanti degli avversari di tutt'altra portata."
 
"Hah! Piantala con i discorsi stereotipati, buffone! E rispondi, piuttosto: sei tu il capo di questa marmaglia?" chiese impulsivamente Julia.
 
Sirius sorrise sottilmente. "E se lo fossi?" rispose con tutta la sfacciataggine di questo mondo.
 
"Allora ti facciamo saltare in aria per quello che hai fatto agli abitanti di questa città! A cominciare dalla Stazione Peridoto che avete fatto esplodere!" esclamò Julia. "E per avermi fregato la centrale elettrica, perchè c'è anche quello che mi dà fastidio! Chi vi credete di essere, per fare quello che state facendo, eh?"
 
Sirius sospirò, come un insegnante che si apprestava a fare una ramanzina ad un gruppo di scolaretti indisciplinati. "Che mancanza di educazione. Entrare in quella che adesso è la nostra proprietà, e pretendere che noi vi diciamo i nostri nomi senza neanche presentarti tu stessa. Ma non importa... conosciamo già i vostri nomi. Julia del Quartiere Peridoto. Florinia e Fern del Quartiere Onice. Vera e Max Maple di Petalipoli. Ortilla di Iridopoli. Drew di LaRousse City. Hitomi di Albanova. E... ultima ma non certo ultima... la nostra piccola Heather! Sì... il nostro stimato Dr. Connal ci ha parlato molto di te. Sei un soggetto alquanto difficile da controllare... ma in fondo, non mi sarei aspettato nulla di meno dalla figlia del nostro stimato agente Corey!"
 
La piccola allenatrice di Pokemon Drago si irrigidì, e nei suoi occhi fucsia balenò un lampo di rabbia e disperazione, mentre Bagon e Noibat squadravano ferocemente Sirius e gli ringhiavano contro. Allo stesso tempo, Vera, Max e Drew non poterono nascondere la loro sorpresa davanti alla rivelazione che Sirius aveva appena fatto - Heather era la figlia di un agente del Team Meteora?
 
"Oh, mi sa di aver toccato un tasto dolente..." affermò Sirius, sorridendo con falsa gentilezza, e dando un'occhiata di intesa anche ad Astro ed Eclisse, che non fecero una piega e si limitarono a tenersi per sè quello che stavano pensando in quel momento. "Beh, in fondo sarebbe dovuto venire fuori, prima o poi... Le tue tendenze criminali avrebbero parlato da sè in ogni caso! Il Dr. Connal ci ha fornito un tuo quadro psicologico molto completo, piccolina... proprio la degna figlia di Corey!"
 
"SMETTILA! TI ORDINO DI SMETTERLA!" strepitò Heather a pieni polmoni. "Non osare mettere davanti il nome di mio padre! Lui ha sbagliato molte cose! E ancora non mi è andato giù il modo in cui ha cercato di educarmi, insegnandomi che il mondo è nero e la giustizia non esiste! Ma era pur sempre mio padre! E ha cercato di fare del suo meglio per me!"
 
"Quella ragazzina... è la figlia di uno del Team Meteora?" pensò tra sè Max. "Accidenti, adesso sì che comincio ad immaginare cosa debba aver passato..."
 
"Già... e queste sono le conseguenze!" affermò Sirius, senza alcuna vergogna. "Il risultato è stato che ti ha lasciato sola in mezzo a questo mondo ostile, senza nessuno che sarà mai davvero disposto a sostenerti. Oh, posso immaginare cosa dirà quella tua amichetta, Shelly, quando scoprirà che hai nascosto a tutti questo... interessante particolare! E a proposito di Shelly, non so se il Dr. Connal te lo ha mai detto, ma sarebbe... molto interessato a tracciare anche il suo profilo psicologico! Sarebbe un soggetto interessante per le sue sedute di terapia all'elettroshock!"
 
"Heather... Heather, per favore, non farti prendere la mano..." Vera cercò di trattenere la furia della bambina dai capelli fucsia, che sembrava in procinto di esplodere da un momento all'altro.
 
Troppo tardi. Con un grido di furia cieca, Heather puntò un indice contro Sirius, mandandogli contro sia Noibat che Bagon! "ORA BASTA! NON STARO' PIU' AD ASCOLTARTI, MALEDETTO! NOIBAT! BAGON! DATEGLI QUELLO CHE SI MERITAAAAAA!" urlò, ormai incapace di controllarsi. I suoi Pokemon erano altrettanto furiosi, e si scagliarono con impeto incontenibile contro il comandante del Team Meteora, decisi a fargliela pagare per gli insulti che stava rivolgendo ad Heather e ai suoi amici... ma Sirius non si scompose e restò ad attenderli, mantenendo quell'odioso ghigno di superiorità...
 
"Attenta, Heather! E' un trucco! Vuole farti perdere la calma!" esclamò Drew, troppo tardi perchè la bambina dai capelli fucsia potesse - o volesse - ascoltarlo. Con un cenno della mano e uno schiocco di dita, Sirius chiamò qualcuno... e due figure minacciose si gettarono con violenza contro Bagon e Noibat, colpendoli in pieno e gettandoli a terra con la stessa facilità con cui un adulto avrebbe buttato a terra un bambino. Heather si riscosse dalla sua ira, e corse da Bagon e Noibat per aiutarli a rialzarsi, guardando i Pokemon che li avevano trattati in quel modo, e che in quel momento stavano al fianco di Sirius come due fedeli guardie del corpo: un Seviper, un grande serpente nero decorato con inquietanti motivi dorati e viola, la coda simile ad una lama affilata, e la bocca armata di grandi zanne ricurve; e un Hitmontop, un Pokemon Lotta della stessa famiglia evolutiva di Hitmonlee ed Hitmonchan, con un corpo a forma di uovo dai lunghi arti, che viveva a testa in giù, girando come una trottola su uno spuntone che gli usciva dal cranio. 
 
"Temperamento impulsivo e mancanza di disciplina. Il buon dottore aveva scritto anche questo." affermò Sirius. Mentre Heather stringeva i denti rabbiosamente, e Max fissava il comandante del Team Meteora con indignazione, stringendo un pugno al proprio fianco, Florinia si fece avanti, accompagnata dal suo Cradily.
 
"Voi dite di conoscere tutte le nostre identità. E ciò nonostante, il vostro sistema di sicurezza si è rivelato quanto meno lacunoso." affermò, riferendosi al fatto che era riuscita così facilmente ad oltrepassare i blocchi. 
 
Ma neanche questo riuscì a smuovere l'arrogante sicurezza di Sirius. "Ne sei davvero convinta, Florinia? Temo di doverti deludere... non commettere l'errore di pensare che sei stata tu a violare i nostri sistemi di sicurezza." rispose il comandante del Team Meteora. "Siamo stati noi a permettervi di arrivare così lontano. Sapevo bene che quelle reclute che vi abbiamo mandato contro sarebbero al massimo riuscite a rallentarvi, e comunque vi abbiamo tenuto d'occhio fin da parte che la tua amichetta Julia, lì presente, facesse esplodere la porta di sicurezza. In ogni caso, abbiamo guadagnato abbastanza tempo da cancellare da questi terminali tutti i dati che potevano ricondurre a noi. Ora... credo che sia ora che vi diamo una dimostrazione - o meglio, un avviso. Non interferire mai più nei nostri affari. Non cercare di opporsi al Team Meteora. Dama Eclisse! Cavaliere Astro! Occupatevi voi dei mocciosi di Hoenn! Io penserò a Julia e a Florinia! E richiamate tutte le reclute rimaste per bloccare le vie di fuga della centrale!"
 
"Signorsì, comandante Sirius!" esclamò Astro, per poi premere un tasto su un congegno che aveva tirato fuori da un risvolto della sua uniforme. "Per il Team Meteora!"
 
Eclisse tirò un piccolo sospiro, non molto contenta di ciò che avrebbe dovuto fare. "E va bene... visto che dobbiamo farlo... Vera Maple e Drew LaRousse, saremo noi i vostri avversari!" affermò.
 
"Dopo quello che è successo qui, non chiedo di meglio che darvi una lezione!" esclamò Vera, il cui Glaceon era già in guardia e pronto a combattere! Drew richiamò il suo Masquerain e fece uscire invece il suo Flygon, che si piazzò davanti ad Astro ed Eclisse, aprendo maestosamente le sue ali!
 
"Dama e Cavaliere, eh? Per qualche motivo, vi si addicono, come titoli..." affermò Drew.
 
"Hmph..." rispose Astro, facendo uscire dalla sua Pokeball un Magmar dalla pelle scarlatta circondata di guizzanti fiamme rosse, lo stesso che Vera e i suoi amici avevano affrontato ad Iridopoli! "Sono i ranghi della nostra organizzazione, se non lo sapete! Le Reclute sono il rango più basso, poi ci sono i Cavalieri e le Dame come me ed Eclisse, gli Assi, i Comandanti... e il nostro Comandante Supremo, Lord Solaris!"
 
"Meno chiacchiere, Astro, per favore." disse Eclisse, mandando in campo il suo Electabuzz, che fece scontrare i pugni in aria, rilasciando una raffica di scintille crepitanti. Vera e Drew si fecero avanti per affrontare i nemici, mentre Max, Hitomi, Ortilla, Heather e Fern restavano indietro per affrontare le reclute che molto presto sarebbero arrivate... e Julia e Florinia schieravano Pachirisu e Cradily per combattere Sirius e i suoi Seviper ed Hitmontop. "Ci incontriamo di nuovo, marmocchi... questa volta, però, non ci saranno eventi inaspettati a salvarvi. Vi faremo vedere di cosa siamo capaci noi del Team Meteora!"
 
"Beh, è qello che vedremo." affermò Vera. "Glaceon, è il momento. Mostra cosa sai fare!"
 
Il Pokemon glaciale strinse gli occhi ferocemente, inquadrando lo Electabuzz di Eclisse...
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: E con questo siamo a sei! E la prima battaglia con un comandante del Team Meteora sta per iniziare! Mi auguro che sarà avvincente... e anche in questo episodio, abbiamo avuto una rivelazione! Heather è la figlia di un membro del Team Meteora! Quali altre sorprese ci riserveranno lei e il colorito cast di Pokemon Reborn? E soprattutto... saranno in grado Vera e i suoi compagni di reggere allo scontro che sta per iniziare?
Lo saprete nella prossima puntata! A presto!                          

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Capitolo 7
*** La prima vittoria ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 7 - La prima vittoria
 
Vera e Drew erano pronti, con Flygon e Glaceon schierati e già in guardia davanti allo Electabuzz di Eclisse e al Magmar di Astro, mentre Sirius si preparava ad affrontare Julia e Florinia. Il Seviper e lo Hitmontop del comandante del Team Plasma erano ai lati del loro allenatore, come due fedeli guardie del corpo. L'atmosfera era tesa e spasmodica, come se da un momento all'altro dovesse accadere qualcosa di disastroso... e forse era proprio così, riflettè cupamente Max, mentre osservava come ipnotizzato l'occhio bionico del comandante del Team Plasma, che emanava continuamente quella inquietante luce rossa. Heather restava indietro assieme al suo Bagon e al suo Noibat, e pareva ribollire di rabbia per la rivelazione che Sirius aveva appena fatto. In effetti, era difficile da credere... e tuttavia, spiegava almeno in parte il motivo per cui Heather sembrava sempre così scostante.
 
"Vera Maple e Drew LaRousse... non immaginavo che sareste divenuti un problema così assillante." disse Eclisse, corrugando la fronte. "Speravo che sarebbe stato un lavoro semplice e pulito, ma a questo punto è inutile recriminare. Preparatevi a combattere. Electabuzz, inizia subito con Tuonopugno!"
 
"Magmar, sferra un attacco Finta contro Flygon!" esclamò Astro. Il Pokemon Elettro strinse una mano a pugno, la circondò di una sfrigolante aura elettrica e si lanciò all'attacco contro Glaceon, mentre Magmar scomparve nelle ombre e si avvicinò con rapidità a Flygon, colpendolo ad un fianco un attimo prima di riapparire, e facendolo indietreggiare di un po'. Ma ci voleva altro per preoccupare il Pokemon Terra/Drago di Drew, che rispose quasi subito.
 
"Flygon, usa Dragospiro!" replicò Drew, cercando di evitare mosse che avrebbero portato il suo Pokemon ad entrare in contatto diretto con Magmar. Flygon spalancò la bocca e scagliò un getto di fiamme bluastre che investì Magmar, strappandogli un grugnito di disappunto e costringendolo ad alzare la guardia, mentre il Glaceon di Vera evitava abilmente il Tuonopugno del suo avversario, e la bambina castana rispondeva a tono. 
 
"Bravo, Glaceon! Ora rispondi con Geloraggio... sul pavimento!" esclamò Vera. La Eevolution di tipo Ghiaccio non se lo fece ripetere e scagliò un raggio di luce azzurra sul pavimento, creando una sottile crosta di ghiaccio sotto i piedi di Electabuzz, e facendolo scivolare! Il Pokemon Elettro portò avanti le mani e riuscì a non finire faccia a terra, ma così facendo regalò qualche attimo di tempo a Glaceon e a Vera, che ne approfittarono immediatamente. "Perfetto! Ed ora... attacca con Palla Ombra!"
 
"Eon!" esclamò Glaceon, aprendo la bocca e caricando una sfera di oscurità al suo interno, per poi lanciarla contro Electabuzz mentre questo si rialzava. La Palla Ombra centrò in pieno il bersaglio, ed Electabuzz rabbrividì quando l'energia oscura cominciò a prosciugare le sue forze, costringendolo con un ginocchio a terra! Eclisse strinse i denti per il disappunto, e diede una rapida occhiata ad Astro, che sembrava anche lui avere a che fare con un avversario più forte del previsto: Magmar e Flygon si stavano ancora studiando, ogni tanto provando qualche attacco, ma nessuno dei due era davvero riuscito ad infrangere le difese dell'altro. Ciò nonostante, il Flygon di Drew sembrava più sicuro di sè...
 
"Ugh... ci sanno fare..." mormorò tra sè Astro. "Del resto, credo che avrei dovuto aspettarmelo da un gruppo di coordinatori di alto livello. Devo inventarmi qualcosa, e in fretta... o almeno resistere finchè non arriveranno i rinforzi."
 
Cercando di tenersi allo stesso tempo concentrato sulla battaglia, Astro fece scivolare una mano verso un dispositivo appeso al suo fianco e premette un pulsante, attivando un richiamo elettronico per tutti i rimanenti seguaci del Team Meteora rimasti nella centrale elettrica. Poi, diede un nuovo ordine, sperando che questa mossa avrebbe avuto un maggior effetto. "E va bene... presto, Magmar, colpisci con Stordiraggio!"
 
Drew non fece in tempo a dare un ordine a Flygon perchè si difendesse: gli occhi incandescenti di Magmar brillarono di una serie di coloro vivaci in rapida successione, e il Pokemon magmatico incrociò lo sguardo di Flygon, che trasalì e cominciò a barcollare come se fosse stato ubriaco. Il ragazzo dai capelli verdi si adombrò leggermente, vedendo che uno dei suoi Pokemon più forti sembrava essere stato messo all'angolo...
 
"Flyyyygon..." mormorò il drago-libellula cercando di concentrarsi sul suo avversario, anche se le immagini gli apparivano sfocate...
 
 
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I Pokemon di Sirius si stavano dimostrando del tutto all'altezza di quelli, pur potenti e bene addestrati, di Julia e Florinia. Seviper stava dando dei seri problemi al Pachirisu della graziosa cheerleader, mentre la Cradily di Florinia, pur riuscendo ad opporre maggiore resistenza contro lo Hitmontop del nemico, era comunque messa in difficoltà dal fatto che l'avversario poteva contare su mosse per lei molto pericolose.
 
Come Sirius non esitò a dimostrare. "Devo ammettere che mi aspettavo di più da due esperte del vostro livello." affermò il comandante con l'occhio bionico con calma snervante. Era la stessacalma di chi sapeva di avere la situazione sotto controllo. "Seviper, attacca Pachirisu con Fangobomba. Hitmontop, usa Pugnorapido su Cradily."
 
"Pachirisu, cerca di evitarlo con Doppioteam!" esclamò Julia. Lo scoiattolo elettrico cominciò a muoversi con rapidità, cercando di ingannare il nemico con delle immagini illusorie di sè stesso, ma il serpente dai denti a sciabola non si scompose nemmeno, e dopo essersi caricato, scagliò dalle fauci un grosso globo di fango violaceo e velenoso, che investì in pieno Pachirisu e i doppioni di sè che aveva creato, mentre Hitmontop avanzava rapidamente verso Cradily, girando su sè stesso come una trottola e mettendo a segno un potente colpo! La pianta preistorica riuscì ad assorbire il colpo abbastanza bene, ma Pachirisu non fu altrettanto fortunato, e dopo aver barcollato per un attimo, cadde a terra privo di sensi, con gli occhi spiraleggianti che volevano dire che era esausto.
 
"Cradily. Terrempesta." disse Florinia, non prestando attenzione nemmeno per un istante alla sua compagna che richiamava il suo Pachirisu. La Pokemon Erba/Roccia mosse rapidamente i tentacoli che aveva attorno alla testa, e scatenò una raffica di sabbia abrasiva contro Seviper ed Hitmontop, riuscendo almeno in parte a rallentarli e a metterli in difficoltà... ma ci voleva qualcosa di più per dare problemi ad un comandante del Team Meteora.
 
"Un vecchio trucco. Non sarà questo ad impensierirmi." commentò Sirius. "Seviper. Usa Fossa per andare sottoterra. E tu, Hitmontop, colpisci con Triplocalcio!"
 
La vipera dai denti a sciabola scavò una fossa e si diresse a tutta velocità verso il Cradily della ragazza con gli occhiali, mentre Hitmontop si dirigeva a tutta velocità contro lo stesso bersaglio, volteggiando su sè stesso con una tale velocità che diventava difficile vederne le caratteristiche! Il Pokemon lotta colpì, mandando a segno tre calci rotanti a testa in giù, uno più potente dell'altro, e riuscendo a infliggere un danno sostanziale a Cradily prima che la Terrempesta lo costringesse indietro. Ma lo stesso problema non si presentò per Seviper, che riemerse appena sotto Cradily e colpì con tutto il suo peso. La pianta preistorica cominciava ad essere in difficoltà... e in tutto questo, l'espressione di Florinia non era cambiata di una virgola, e non sembrava che la ragazza con gli occhiali avesse anche soltanto un minimo di preoccupazione per il suo Pokemon...
 
"Hmph... e va bene, visto che è questo che volete... diamo pure fuoco alle polveri!" esclamò Julia. "Adesso, Electrode! Tocca a te!"
 
La cheerleader lanciò una Pokeball, e da essa uscì la versione evoluta di Voltorb: notevolmente più grande, e con un'espressione allegra invece del broncio quasi onnipresente di Voltorb, Electrode aveva i colori invertiti, e si muoveva rotolando o saltellando sul posto. Julia annuì con entusiasmo quando il Pokemon esplosivo apparve davanti a lei, pronunciando il proprio nome con una voce metallica ed entusiasta, e scatenando una raffica di scintille attorno a sè. "Eeeeelectrode!"
 
"Presto, Electrode! Usa Raggioscossa per sistemare quei due!" esclamò Julia, indicando Seviper ed Hitmontop alla sua Pokemon. Immediatamente, Electrode si caricò e scagliò un potente raggio di energia elettrica contro i Pokemon di Sirius, colpendo in pieno Hitmontop e sfiorando la pelle squamosa di Seviper. Il Pokemon Lotta girò su sè stesso dalla parte opposta, allontanandosi dal suo bersaglio con un grugnito.
 
"L'ausilio si è rivelato utile." disse Florinia rivolta a Julia, ancora tersa come non mai. Sirius non sembrò per niente preoccupato, in ogni caso. Era comunque lui a tenere in mano la partita.
 
"Hm. Già meglio. Ma non siete ancora all'altezza di impensierirmi. Come potete sperare di sconfiggere Lord Solaris, se riesco a tenervi testa?" affermò il comandante del Team Meteora. "Hitmontop, usa Fossa anche tu."
Il Pokemon simile ad un lottatore di capoeira riprese a girare su sè stesso a velocità folle... talmente folle da cominciare a penetrare nel terreno come una trivella, e scavare una trincea che si diresse rapidamente verso Electrode! Per fortuna, Julia aveva già pronta una contromisura...
 
"Electrode, usa Magnetascesa! KA-BOOM!" esclamò. Il Pokemon sferico ghignò e si concentrò per un attimo, mentre scintille crepitanti si dipartivano dal suo corpo e illuminavano una piccola area attorno a lui. Electrode si sollevò in aria senza peso, sorretto dall'azione dell'energia elettromagnetica che emanava... ed Hitmontop riemerse di colpo appena sotto di lui, mancandolo e restando per qualche secondo confuso... almeno, prima che Sirius, senza perdere un colpo, gli desse un nuovo ordine, senza badare alla Terrempesta che continuava a flagellare i Pokemon sul campo.
 
"Hitmontop, Calcinvolo. Seviper, attacca Cradily con Lanciafiamme." ordinò.
 
"Cradily. Abbattimento." rispose Florinia. Il serpente gigante spalancò le fauci e soffiò una enorme fiammata addosso a Cradily, che però riuscì a sottrarsi al grosso del colpo, e sparò un grosso sasso contro il nemico, colpendolo in testa e lasciandolo stordito per un istante... mentre Hitmontop spiccava un salto altissimo e colpiva Electrode con un potente calcio in rovesciata, mandandolo a terra! Electrode si rialzò e tornò a fluttuare in aria, cercando nuovamente di inquadrare Hitmontop che roteava come una trottola, descrivendo una traiettoria ad 8 che era terribilmente difficile da prevedere...         
 
"Maledizione, siamo in difficoltà... questo tizio è più forte di quanto credessi." affermò Julia, cercando di pensare ad un modo di riequilibrare la situazione. Florinia restava stoica e quasi distaccata, come se nulla di tutto ciò che le accadeva davanti la riguardasse...
 
 
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"Flyyyy... gon!" esclamò il Flygon di Drew, cercando di mandare a segno un attacco Geoforza contro il Magmar di Astro. Il Pokemon Terra/Drago alzò le braccia e creò una sfera di energia rossa tra le mani, cercando poi di scagliarla sul pavimento... ma la confusione ebbe la meglio su di lui, e Flygon finì per disperdere l'energia che aveva accumulato e farsi male da solo quando scivolò e finì con la faccia a terra. Ghignando, il Magmar di Astro scattò in avanti e mise a segno un Fuocopugno che lasciò Flygon barcollante e stordito... ma non ancora sconfitto!
Il Glaceon di Vera stava invece tenendo testa allo Electabuzz di Eclisse, contrastando abilmente i suoi attacchi, e mandando a segno i suoi al momento giusto. La combattente del Team Meteora si rese presto conto che doveva adottare una strategia più difensiva...
 
"Hmph... e va bene. Electabuzz, usa Schermo Luce!" esclamò Eclisse. Il Pokemon Elettro saltò all'indietro, evitando un attacco Idropulsar che Glaceon aveva scagliato sotto forma di una raffica di anelli d'acqua concentrici, e alzò i palmi delle mani davanti a sè, creando uno scudo di energia che bloccò l'attacco successivo, facendo infrangere in una pioggia di goccioline innocue. "Devo ammettere che sei brava, ragazzina. Con la tua abilità, diventeresti presto una Dama del Team Meteora." Vera notò che la voce di Eclisse aveva assunto un tono stranamente più cupo verso la fine del discorso, ma non ci badò più di tanto, pensando che fosse solo una sua impressione.
 
"Non sono interessata, grazie." rispose Vera, adombrandosi al ricordo di quando era stata costretta a servire il Team Vicious dietro minaccia alla vita di Max. "Piuttosto, voi del Team Meteora, cosa state cercando di fare? Che cosa volete, e perchè avete cercato di rapire Ortilla?"
 
"Per voi che siete nati e cresciuti in un posto come Hoenn, dove uomini e Pokemon vivono in armonia con la natura, e dove il rispetto e la solidarietà sono ovunque, non è possibile capire le ragioni del Team Meteora." affermò la Dama. "Lo avete visto anche voi, no? Quanto è schifosa la vita in questo paese maledetto? Noi del Team Meteora miriamo a trasformare questo posto e fare in modo che ci sia un po' più di dignità per tutti!"
 
"E lo fate facendo del male agli altri?" esclamò Max. Glaceon ed Electabuzz avevano ripreso a combattere, ma questa volta, la Eevolution glaciale si stava trovando in difficoltà - lo Schermo Luce dell'avversario aveva l'effetto di smorzare considerevolmente i suoi attacchi. "Cosa direte alle vostre vittime e a coloro a cui state rovinando la vita? Semplicemente... scusate tanto se dobbiamo farvi del male adesso, ma è per il bene maggiore? Un bene maggiore che non volete neanche spiegare, tra l'altro?"
 
"Non mi sorprende che tu faccia un simile discorso, ragazzino. Le persone sono troppo egoiste. Non vogliono sacrificare i loro agi e le loro comodità per qualcosa di più grande." affermò Astro, il cui Magmar stava tornando all'attacco sull'ancora confuso Flygon. "Il continente di Reborn merita meglio di quello che ha adesso... e voi collaborerete, in un modo o nell'altro."
 
Un rapido suono di numerosi passi che si avvicinavano attirò l'attenzione di coloro che non stavano combattendo, e Max si voltò verso il corridoio da cui lui e i suoi compagni erano entrati. "Hm. Mi sa che hanno richiamato qui tutte le reclute che sono rimaste." affermò Hitomi, corrugando un po' la fronte. "Max, Ortilla, Heather, Fern... pensiamo noi a trattenerli, mentre Vera, Drew e le altre sistemano questi furfanti."
 
Neanche Fern ebbe da ridire sulla proposta di Hitomi, ed Ortilla, pur essendo ancora incerta, fece un cenno affermativo con la testa. "E... E va bene! Contate pure su di me, Alty ed io faremo del nostro meglio!"
 
"Tarrrrria!" esclamò lo Altaria della giovanissima coordinatrice, indicando con l'ala il corridoio. Sembrava che stesse proponendo di intercettare il Team Meteora prima che facessero irruzione, e il gruppo di allenatori e di Pokemon cominciò a dirigersi in quella direzione, non prima che Max mandasse un augurio alla sorella maggiore e al suo amico dai capelli verdi.
 
"Sorellina, ci occupiamo noi del resto del Team Meteora!" esclamò. "Voi pensate a Sirius e a questi due! Buona fortuna!"
 
"Grazie, Max! Altrettanto a voi!" replicò Vera.
 
Heather, prendendo in braccio Bagon e Noibat, digrignò i denti furiosamente. "Non mi servirà la fortuna! Io queste carogne le distruggo! Li faccio a pezzi, tutti quanti!"
 
"Noibat..." mormorò il suo Pokemon simile ad un pipistrello, sperando che Heather non facesse nulla di stupido, impulsiva e accecata dalla rabbia com'era...
 
 
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Un nutrito gruppo di reclute del Team Meteora si era riunito davanti all'ingresso del corridoio che portava alla sala computer, fermandosi per un attimo quando sentirono i rumori di battaglia che da lì provenivano. La situazione appariva decisamente difficile, e per essere sicuri di non cadere in un'imboscata, due delle reclute, un uomo e una donna di non più di venticinque anni, vestiti con la classica uniforme nera con tanto di cappuccio del Team Meteora, si fecero avanti per primi, recando con sè due dei loro Pokemon - un Raticate e un Gastrodon.
 
"Aspetta, Simone. Non portarti troppo avanti, se quei ragazzini hanno messo qualche trappola sulla porta, resteremmo coinvolti." disse la giovane donna. Malgrado il cappuccio che indossava celasse almeno in parte i suoi capelli, si potevano comunque vedere delle ciocche castane leggermente ondulate sotto di esso. "Restiamo a distanza di sicurezza. Il mio Gastrodon si occuperà del resto."
 
"Va bene, Tara, ma state attenti..." disse il giovane di nome Simone, per poi fare cenno al resto del Team Meteora di tenersi un po' indietro. "Anche voi, attenti! Potrebbe esserci qualche trappola, qui!"    
 
Gli altri membri dell'organizzazione criminale si ritirarono, in modo che i loro due compagni potessero lavorare più liberamente... ma non ebbero il tempo di fare nulla prima che la porta del corridoio si aprisse di colpo! Colto di sorpresa, il Gastrodon di Tara trasalì e saltò indietro, sparando un attacco Pantanobomba contro l'avversario che stava per apparire: dalla bocca senza denti dell'enorme lumaca di mare partì una raffica di proiettili di fango grandi come il pugno di un uomo, che volarono per un breve tratto e andarono a schiantarsi sullo Swampert di Max, che ricevette i colpi senza subire grossi danni, per poi rispondere a tono!
 
"SWAMP!" tuonò lo starter d'Acqua di Hoenn, per poi attaccare con un poderoso attacco Fanghiglia, scagliando una potente ondata di acqua mista a fango contro i Pokemon di Simone e Tara, travolgendoli come un fiume in piena! Gastrodon e Raticate si ancorarono al terreno, cercando di ridurre i danni il più possibile, e riuscirono a reggere fino quasi alla fine, prima di essere trascinati via per un breve tratto dalla potenza dell'ondata.
 
"Ma cosa... Ah! Sembra che ci abbiano anticipato!" esclamò Simone, il cui Raticate si rialzò rapidamente, scrollandosi l'acqua sudicia di dosso, e si acquattò sul terreno, pronto a saltare addosso agli avversari: Max ed Heather uscirono per primi, accompagnati da Swampert e da Bagon, e il resto del gruppetto seguì a ruota. "Hmph... non posso crederci, e così... noi del Team Meteora veniamo messi in difficoltà da questo branco di marmocchi?"
 
"Guarda, Simone... quella è la ragazzina che Dama Astro e Cavaliere Eclisse dovevano catturare." affermò Tara, guardando in direzione di Ortilla ed Alty. "Non so come mai a Lord Solaris importi tanto di lei... ma gli ordini sono ordini."
 
"Giusto..." disse Simone, per poi dare una rapida occhiata agli avversari che stavano uscendo dal corridoio. A parte Max, Heather, Ortilla e i rispettivi Pokemon, c'erano Hitomi con il suo Sceptile, e Fern con il suo Krokorok e con un altro Pokemon dall'aspetto di un umano, che aveva un corpo umanoide, di colore marrone, alto non puù di un metro, le cui mani avevano solo il pollice e le altre dita sembravano unite. Sulla testa portava una grande foglia verde, e intorno agli occhi aveva una maschera grigia con un lungo naso a punta. Possedeva inoltre dei pantaloni dello stesso colore, simili a quelli dei samurai. Si trattava indubbiamente di un Nuzleaf, un Pokemon di tipo Erba/Buio conosciuto per la sua furtività, il suo atteggiamento territoriale, e la sua organizzazione in tribù o piccole famiglie. "Hmm... sono in molti, devo dire. E sembrano anche abbastanza ben organizzati."
 
"Hmph... certo che ce ne sono, di perdenti del Team Meteora da queste parti." affermò Fern, infastidito. "Sperate che il numero vi possa aiutare a compensare la vostra mediocrità? Che idiozie... Nuzleaf, facciamo vedere a questi perdenti cosa significa avere vero talento! Attacca con Foglielama!"
 
"Nuzleaf!" esclamò il Pokemon Scaltro, per poi eseguire un rapido giro su sè stesso, e lanciare una raffica di foglie affilate come lame contro i Pokemon del Team Meteora, molti dei quali vennero colpiti e scagliati indietro... tra questi, il Gastrodon di Tara, che non resistette e finì a terra privo di sensi!
 
"Hmph... un Pokemon di tipo Acqua/Terra... cosa salta in mente a questi idioti?" sghignazzò Fern, prima di rivolgere la sua attenzione ai combattenti rimasti in piedi. Una Beedrill si lanciò in picchiata sul suo Nuzleaf, cercando di colpirlo con le lance affilate che aveva sulle zampe anteriori, e solo per un pelo il Pokemon di Fern riuscì ad evitare di subire un colpo estremamente pericoloso dall'attacco Doppioago dell vespa gigante! "Hmph... un Pokemon di tipo Coleottero, d'altro canto... potrebbe mettermi un po' in difficoltà, questo lo ammetto."
 
"Heh. Non crederai certo che noi del Team Meteora non veniamo preparati quando dobbiamo affrontare qualche avversario, vero?" esclamò Tara, mentre richiamava il suo Gastrodon e lo sostituiva con un altro Pokemon: un grosso struzzo con tre teste, ognuna con una cresta a forma di V, dalle piume marroni ed arruffate, con ali molto piccole e incapaci di sorreggerlo in volo, ma lunghe zampe artigliate in grado di sferrare calci letali, e una coda composta da tre lunghe piume rosa. Il feroce pennuto a tre teste grattò il pavimento con le zampe e si preparò a combattere.
 
Heather e i suoi Pokemon, Bagon e Noibat, si erano già messi al lavoro, e i due Pokemon Drago stavano già mettendo al tappeto diversi avversari tra le fila del Team Meteora. Un attacco Morso da parte di Bagon fece tentennare un Drowzee dell'organizzazione, e Noibat svolazzava agilmente attorno agli avversari, cercando di distrarli, irritarli e far andare a vuoto i loro colpi. Un Flaaffy, un Pokemon simile ad una pecorella bipede dalla pelle rosa, con dei riccioli di lana bianca sulla testa e attorno al collo, cercò di colpirlo con un attacco Tuonoshock, sotto forma di una scarica di scintille elettriche provenienti dalla sua pelliccia, ma l'agile Pokemon simile ad un pipistrello riuscì ad evitare l'attacco con un colpo d'ali e una spettacolare acrobazia a mezz'aria!
 
"Voi del Team Meteora avete rovinato la mia vita... avete costretto mio padre ad unirvi a voi... mi avete perseguitato per rubarmi l'unico ricordo che mi è rimasto della mamma... e adesso state cercando di far allontanare da me i miei amici!" ringhiò furiosamente Heather. "Non ho più intenzione di sopportare tutto questo! Potrete trasformare la mia vita in un inferno, ma io mi prenderò la mia vendetta! Bagon, usa Ira di Drago! Noibat, Attacco d'Ala!"
 
Bagon prese fiato e scagliò una grossa fiammata azzurra turbinante che investì in pieno un Fearow nemico, infligendogli un duro colpo, mentre Noibat scese giù in picchiata sul Flaaffy nemico e lo schiaffeggiò con le sue corte ali, riuscendo a farlo indietreggiare un po'. Tuttavia, il Pokemon Elettro era resistente alle mosse di tipo Volante, e la mossa non ebbe l'effetto che Heather sperava. Flaaffy indietreggiò di un passo, ma si rimise in guardia abbastanza rapidamente, e cercò di contrattaccare con Comete, scagliando una raffica di stelle luminose contro Noibat. Il Pokemon simile ad un pipistrello cercò di evitarlo, ma le Comete lo seguirono, come se avessero potuto vederlo da sole, e lo colpirono ugualmente, facendolo cadere a terra! Noibat, per fortuna, non rimase fuori gioco a lungo, e riuscì a rimettersi in volo un istante dopo.
 
Ortilla, nel frattempo, stava cercando di tenersi abbastanza vicino ai suoi compagni. La giovanissima coordinatrice aveva come l'impressione che il Team Meteora stesse prendendo di mira lei... senza dubbio, la cosa i ricollegava al fatto che avevano cercato di rapirla prima, ma quello che Ortilla non immaginava era cosa volessero davvero da lei. "Alty, non facciamoci mettere in minoranza! Forse non abbiamo l'esperienza che hanno Max e gli altri... ma possiamo comunque dare una mano! Usa Danzadipiume sugli avversari più vicini!"
 
Con un cinguettio acuto, Alty aprì le ali e scagliò una raffica di piume bianche simili a fiocchi di cotone, investendo gli avversari più vicini e costringendoli a ritirarsi sotto una pioggia fitta e quasi soffocante! Hitomi annuì, mentre il suo Sceptile partiva all'attacco con un'Energipalla, creando una luminosa sfera di energia verde tra le mani e poi scagliandola con precisione contro un Phanpy che si stava avvicinando un po' troppo. Il Pokemon simile ad un elefantino barrì, e rimase a terra stordito, mentre lo starter di Hitomi faceva un cenno di approvazione e si rimetteva in guardia per affrontare un nuovo avversario...
 
"Fin qui ce la stiamo cavando bene..." affermò Max, guardando il suo Swampert che cercava di mandare a terra un Tauros del Team Meteora scagliando un poderoso attacco Cascata, avvolgendosi di una ruggente bolla d'acqua e poi scagliandosi a tutta velocità contro l'enorme bovino! Tauros muggì furiosamente ed indietreggiò, avendo subito un poderoso attacco, ma ci sarebbe voluto ben altro per metterlo a terra, e il nemico di rimise in guardia poco dopo, strisciando uno zoccolo sul pavimento. "Spero solo che mia sorella, Drew e quelle due riescano a tenere testa a quel tizio del Team Meteora con l'occhio bionico... e a quei due che gli stanno a fianco."
 
"Swamp!" esclamò lo Swampert del ragazzino, preparandosi a sostenere il nuovo attacco del Tauros nemico, che stava caricando un attacco Cozzata Zen. La sua testa cornuta venne avvolta da un'aura splendente di energia psichica, e il massiccio toro si scagliò contro lo Swampert di Max, cercando di travolgerlo con il suo impeto...
 
 
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Il Flygon di Drew strinse i denti, cercando di concentrarsi e di rimettersi in guardia dopo aver subito quello Stordiraggio da Magmar. Finora, la confusione gli era stata nemica, visto che non era riuscito a mandare a segno nessun colpo decente contro il potente Pokemon Fuoco... mentre Glaceon, in qualche modo, riusciva a tenere a bada lo Electabuzz di Eclisse. Poco più in là, Julia e Florinia stavano avendo anche loro dei problemi... Electrode e Cradily erano ancora impegnati ad affrontare il Seviper e lo Hitmontop di Sirius... e il comandante del Team Meteora non dava il benchè minimo cenno di preoccupazione. A giudicare da come era andata la battaglia fino a quel momento, aveva tutte le ragioni di essere sicuro di vincere.
 
"Okay... vediamo un po' cosa si può fare..." disse Vera, il cui Glaceon si era separato dallo Electabuzz di Eclisse e cercava ora di studiare meglio la situazione. Doveva cercare di dare una mano a Drew, prima che Magmar potesse sopraffare il suo Flygon. "Glaceon... usa Desiderio! Dobbiamo dare una mano a Drew!" esclamò poi la ragazzina.
 
L'elegante Pokemon glaciale fece una spettacolare capriola all'indietro, solcando l'aria per qualche secondo e tracciando una scia luminosa che sembrava fatta di polvere scintillante... e un attimo dopo, l'allarmato Electabuzz indietreggiò e alzò i pugni, pronto ad attaccare!
 
"Ugh... un attacco Desiderio, questa non ci voleva!" esclamò Eclisse. "Electabuzz, tiralo giù con Tuonopugno! Non devi lasciare che lo esegua!"
 
"Buzz!" esclamò Electabuzz, scattando in avanti per sferrare un tremendo pugno, sfrigolante di energia elettrica, alla Eevolution di tipo Ghiaccio. Quest'ultimo, atterrando proprio in quel momento dalla sua mossa, non fece in tempo a difendersi e venne colpito in pieno dal pugno elettrico, venendo scagliato a terra con un'acuta esclamazione di disappunto. Vera strinse i denti, ma sapeva che non sarebbe bastato questo a mettere a terra il suo Glaceon... che infatti si rialzò poco dopo, rivolgendo all'avversario un sorriso di sfida! 
 
"Ottimo, Glaceon! Adesso il desiderio dovrebbe avverarsi!" esclamò Vera. Una cometa in miniatura sfrecciò sopra le teste di Flygon e Glaceon... e un attimo dopo, Il Pokemon Terra/Drago di Drew si sentì improvvisamente ritemprato, come se una scarica elettrica fosse entrata nel suo corpo e gli avesse trasmesso nuova energia! La confusione svanì all'improvviso, e i contorni di Magmar tornarono ad essere nitidi e ben distinti! 
 
"Cosa? Ma... ma che razza di mossa è questa?" esclamò stupefatto Astro, sgranando gli occhi quando vide che il Flygon di Drew si era ripreso quasi del tutto.
 
"Tsk... questa è... una mossa che non si vede tanto spesso, Astro!" rispose Eclisse con evidente disappunto. "Si chiama Desiderio... e fa sì che un Pokemon nella squadra di chi la usa recuperi le forze! A quanto vedo... è servito anche a liberare quel Flygon dalla confusione!"
 
Drew si voltò verso Vera e fece il segno dell'okay. "Beh... grazie, Vera! Quella mossa è capitata proprio a proposito!"
 
"Di niente! Adesso però... sarebbe il caso di dare una bella lezione a que due, che ne dici? Sai cosa fare, DRew, e anche io e Glaceon!" esclamò Vera, facendo un cenno al suo Pokemon. "Presto, Glaceon, usa Protezione!"
 
"Magmar, attacca quel Glaceon con Lanciafiamme!" esclamò Astro.
 
"Presto, Electabuzz! Usa Segnoraggio su quel Flygon!" ribattè Eclisse. Magmar prese fiato e soffiò un'enorme fiammata contro il Pokemon di Vera... ma quest'ultimo aveva già alzato uno scudo energetico invisibile davanti a sè, e le fiamme si infransero su di esso, disperdendosi un attimo dopo. Electabuzz illuminò i suoi occhi e fece partire da essi un raggio multicolore che andò a segno su Flygon... ma quest'ultimo si difese all'ultimo momento chiudendo le ali davanti a sè e facendo in modo che il raggio luminoso colpisse un punto meno sensibile del suo corpo.
 
Il ragazzo dai capelli verdi sorrise sottilmente, soddisfatto di come era andata. "Okay... adesso tocca a te, Flygon! Visto che Glaceon è ancora sotto l'effetto di Protezione... usa Terremoto, adesso!" esclamò, con Astro ed Eclisse che strabuzzavano gli occhi per il disappunto e la sgradita sorpresa!  
 
"No! Dovevamo immaginarlo che non erano degli allenatori di bassa lega..." mormorò Eclisse. Ma ormai non c'era niente da fare... Flygon era già lanciato, e dopo aver fatto un salto e aver sbattuto rapidamente le ali, si gettò a terra con tutto il suo peso, provocando una scossa tellurica in miniatura che investì sia Electabuzz che Magmar!
 
"ELLLLLLL!" esclamò rabbiosamente il Pokemon Elettro, prima che la potente mossa di tipo Terra lo facesse sobbalzare e lo scagliasse lontano come se non pesasse nulla, per poi farlo schiantare al suolo e farlo scivolare a terra privo di sensi! Magmar subì a sua volta il micidiale attacco, mentre Glaceon rimase in piedi in mezzo alla scossa tellurica come niente fosse, protetto dallo schermo di energia che aveva creato un attimo prima. Tuttavia, al contrario di Electabuzz, Magmar riuscì a restare in piedi... almeno temporaneamente!
 
"Ugh... questa me la pagherete!" esclamò Astro. "Magmar, usa Lavasbuffo su quel Glaceon!"
 
"Glaceon, rispondi con Idropulsar!" esclamò Vera di rimando. Il Pokemon magmatico prese fiato e spruzzò un getto di lava dalla sua bocca ad imbuto, ma Glaceon reagì prontamente, e scagliò una raffica di anelli d'acqua che si scontrò a mezz'aria con il Lavasbuffo! Si sentì un acuto sibilo quando i due attacchi si neutralizzarono a vicenda, e la lava si solidificò in una scarica di sassi di roccia nera che emanavano vapore bianco, e precipitò a terra senza danneggiare Glaceon. Astro strinse i denti, e cercò di pensare ad un'altra mossa... ma Vera fu più veloce, e diede ordine a Glaceon di ripetere la mossa di prima! "Di nuovo, Glaceon! Ce l'abbiamo quasi fatta!" 
 
"Eooooon!" ribattè il Pokemon glaciale, scagliando un altro attacco dello stesso tipo contro Magmar, che questa volta non fu in grado di difendersi e venne investito in pieno! Magmar emise un acuto grido di rabbia, e dal suo corpo si levò una nuvoletta di vapore bianco nel momento in cui lo Idropulsar impattò sul suo corpo... poi, ormai esausto per la battaglia, scivolò in ginocchio e cadde faccia a terra, con gli occhi trasformati in spirali!
 
"No! Questa non ci voleva proprio!" imprecò Astro, dando un'occhiata allo scontro che il suo comandante stava ancora sostenendo contro Julia e Florinia. La situazione non era cambiata molto: Sirius era ancora in vantaggio percettibile, anche se non soverchiante, mentre Electrode e Cradily stavano indietreggiando sotto i colpi di Seviper e Hitmontop. Tuttavia, vedendo che i suoi uomini erano stati sconfitti, il comandante dall'occhio bionico assunse una vaga espressione di stupore e disapprovazione, mentre Seviper ed Hitmontop indietreggiavano incerti. Drew, Flygon, Vera e Glaceon avanzarono, in procinto di dare una mano a Julia e a Florinia.
 
"Hey, bel colpo, ragazzi!" esclamò Julia con entusiasmo. Florinia, ancora una volta, non cambiò nemmeno espressione.
 
"Hmph..." grugnì Sirius. "Astro, Eclisse... siete degli incapaci. Non riuscite neanche a tenere a bada un paio di ragazzini per il tempo che mi serve per sistemare queste due?"
 
Astro ed Eclisse abbassarono lo sguardo, con evidente rabbia, e il comandante del Team Meteora corrugò la fronte vedendosi arrivare di fronte anche Vera e Drew assieme ai loro Pokemon. "Hmm... accidenti, questo è un po' un problema." affermò Sirius. "Finchè sono in due posso farcela ad affrontarli... ma quattro, non ne sono per niente sicuro. Inutile rischiare per niente, quando avremo altre occasioni. Astro, dai il segnale di ritirata. Lasciamo la centrale elettrica."
 
"Va... va bene..." rispose il giovane Cavaliere del Team Meteora, tirando fuori di nuovo il suo comunicatore, e premendo un pulsante. Eclisse si tirò fuori qualcosa dalla tasca e lo gettò a terra... e con uno scoppiettio assordante, una nube di fumo bianco si levò dal pavimento, avvolgendo completamente gli uomini del Team Meteora mentre Sirius richiamava Seviper ed Hitmontop. 
 
"Per questa volta ci ritiriamo." disse Sirius, guardando con astio Vera. "Ma sappiate che vi siete fatto nemico il Team Meteora. Da questo momento in poi... non sarete più al sicuro, in nessun luogo!"
 
"Eon, eon!" esclamò il Pokemon di Vera, scattando verso Sirius per cercare di catturarlo. Troppo tardi. Il fumo bianco si addensò attorno al comandante del Team Meteora e ai suoi Pokemon, e quando si diradò, degli avversari non c'era più traccia. Con un grugnito di disappunto, Glaceon si voltò verso la sua allenatrice e scosse la testa. "Eon..."
 
"Non fa niente, Glaceon." affermò Vera, accarezzando il suo Pokemon sulla testa. Sentì un piccolo brivido quando toccò la pelle gelida della Eevolution con il palmo della mano, ma se la scrollò rapidamente e si soffiò sulla mano per sgranchirsela. "Avremo altre possibilità di catturarli. Per adesso... l'importante è che li abbiamo mandati via, giusto?"
 
"Già... e congratulazioni ad entrambi voi, ragazzi! Siete stati fantastici!" esclamò Julia, il cui Electrode fluttuò al suo fianco, ancora sotto gli effetti della Magnetascesa. Il Pokemon Elettro ghignò un po' sinistramente, come se volesse esplodere a dispetto del fatto che la battaglia era già finita... e la cheerleader dai capelli verdi dovette fargli cenno di non farsi trasportare dall'entusiasmo e di restare buono! "Devo dire che Saphira aveva visto giusto quando ha pensato che sareste stati di grande aiuto per noi della resistenza. Siete degli allenatori davvero abili."
 
Drew alzò le spalle, dando una pacchetta amichevole sulla spalla del suo Flygon. "Beh, modestia a parte, ci siamo guadagnati la nostra fama come coordinatori. Abbiamo già un po' di fiocchi e competizioni al nostro attivo." disse. Flygon aprì le ali e drizzò le sue antenne fieramente... ma Florinia, come forse Vera e Drew si erano aspettati, non sembrava particolarmente impressionata dalle prestazioni dei due ragazzi di Hoenn.
 
"Il vostro autocompiacimento è inopportuno. I risultati dell'operazione sono stati quantomeno deludenti." affermò. "Gli uomini del Team Meteora sono riusciti ad evadere la cattura, e non è stato possibile trovare ulteriori informazioni sui loro obiettivi. Alla fine, questa operazione può essere considerata un fallimento, se non fosse per il fatto che l'obiettivo minimo è stato acquisito. Votazione complessiva: C meno."
 
"Crrrradily..." mormorò il Pokemon Erba/Roccia, lui stesso un po' spiazzato dal modo di agire freddo e privo di emozioni della sua allenatrice, malgrado fosse già da tempo che combattevano fianco a fianco. Scuotendo la testa, Cradily si voltò verso i Pokemon di Vera e Drew, e scosse i tentacoli come se volesse offrire le sue scuse. "Cradily!"
 
"Fly flygon..." rispose il Flygon di Drew, facendo cenno al Pokemon preistorico di non preoccuparsi più di tanto. Erano abituati ad avere a che fare con persone un po' inusuali, e il modo di fare di Florinia non era certo quello più strano che avessero mai visto, anche se Vera se ne chiedeva il motivo... non aveva mai visto un allenatore di Pokemon così distaccato.
 
"Insomma, Flo... non mi sembra il caso di essere così duri con Drew e Vera. Hanno fatto del loro meglio per fermare il Team Meteora, e ci sono riusciti. Quel Sirius, dopotutto, era un avversario difficile anche per noi." protestò Julia. Florinia era la sua migliore amica... ma a volte si chiedeva come faceva ad esserlo.
 
La ragazza con gli occhiali non sembrò per niente toccata dalle ragioni di Julia. "Le intenzioni, per quanto possano essere positive, nulla aggiungono al risultato complessivo." affermò freddamente. "Al momento, comunque, ci dobbiamo preoccupare dell'evacuazione. Il Team Meteora sta abbandonando la centrale elettrica, ed è necessario lasciare campo libero agli operatori in modo che la produzione possa riprendere."
 
"Va bene... andiamo a richiamare Max e gli altri. La battaglia dovrebbe essere sul punto di concludersi." disse Vera, guardando verso il corridoio in cui Max e i suoi compagni si erano allontanati. I rumori della battaglia stavano cessando, segno che il Team Meteora si stava ritirando... quindi, almeno per quanto la riguardava, la battaglia si era conclusa positivamente per loro. Era stata la loro prima vittoria contro l'organizzazione criminale che teneva Reborn sotto scacco, e Vera ne era orgogliosa... però doveva ammettere che Florinia non aveva tutti i torti: Sirius si era ritirato soltanto perchè non era convinto di farcela davanti alla superiorità numerica, ma la ragazzina si stava chiedendo come se la sarebbe cavata in uno scontro singolo... anche Julia e Florinia avevano difficoltà contro di lui.
 
"Andiamo a vedere di Max e degli altri." disse infine Vera, tenendo in braccio il suo Glaceon. "Ammetto che sono un po' preoccupata per Heather, con quella rivelazione che quel Sirius ci ha fatto..."
 
 
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Con un poderoso attacco Dragartigli, il Bagon di Heather mise a segno un tremendo colpo contro un Tranquill del Team Meteora, scagliandolo violentemente a terra e lasciando stordito e senza forze! La ragazzina dai capelli fucsia e i suoi Pokemon stavano combattendo furiosamente, scagliando addosso ai nemici tutto il loro livore per quello che avevano passato per colpa loro... con una tale veemenza che per un attimo, anche Max e i suoi compagni si erano fermati e avevano guardato impressionati la scena. 
 
"Bagon bag!" esclamò il Pokemon simile ad un draghetto bipede, ringhiando minacciosamente in direzione delle reclute del Team Meteora. Heather era a pochi passi dietro di lui, con Noibat che svolazzava rumorosamente attorno a lei con fare protettivo... e lo sguardo furente della bambina serviva a spaventare gli avversari quasi quanto la presenza dei due Pokemon.
 
"Avanti, Bagon! Noibat! Continuate così!" esclamò Heather, incitando i suoi due Pokemon a scagliarsi nuovamente contro i nemici, che adesso cercavano di tenersi quanto più lontano possibile da lei. Uno alla volta, gli uomini del Team Meteora stavano richiamando i loro Pokemon e si stavano ritirando, abbandonando la missione. "Prendeteli tutti, quei codardi! Non lasciateveli scappare!"
 
"Spiacente per te, bambina! Ma non siamo venuti qui per farci catturare!" esclamò la recluta di nome Simone, che aveva appena fatto uscire un grosso Koffing. "Avanti, Koffing, usa un attacco Murodifumo! Ritirata strategica!"
 
"Hmph... i nostri superiori non saranno contenti..." commentò Tara, un attimo prima che, con un verso roco, il Koffing di Simone emanasse una densa nube di fumo irritante, che costrinse i Pokemon di Max e dei suoi compagni a ritirarsi mentre i nemici si allontanavano. Il Noibat di Heather usò le sue ali per spazzare via il fumo tossico, e anche il Nuzleaf di Fern si unì ai suoi tentativi, agitando le sue foglie in modo da creare una corrente d'aria... ma ci volle comunque un po' di tempo, e quando ebbero finito, il Team Meteora aveva già tolto il disturbo. Noibat sbuffò irritato, per poi ritornare dalla sua allenatrice, che borbottò qualcosa tra i denti, ma non se la prese con lui.
 
"Non è stata colpa tua, Noibat..." mormorò Heather con acredine, fissando il punto in cui le reclute erano scomparse. Ortilla tirò un sospiro di sollievo e ringraziò il suo Altaria, mentre Max ed Hitomi si scambiavano un cenno di assenso, e Fern sorrideva sottilmente, compiaciuto del lavoro svolto. "La prossima volta non ci sfuggiranno, quelle carogne! Anche se dovessimo fare da soli..."
 
"Hey, Heather, va tutto bene?" chiese Max, rivolgendosi alla ragazzina, che trasalì leggermente, immaginando che adesso sarebbero fioccate le domande. Dopo quella rivelazione che Sirius aveva fatto, sicuramente sarebbero venuti fuori sospetti su di lei, e probabilmente anche paure... ma la cosa che le faceva più male, in quel momento, era l'idea che questa rivelazione potesse arrivareanche alle orecchie di Shelly! Questo avrebbe potuto voler dire... perdere la sua migliore amica, e questo Heather sentiva che non avrebbe potuto sopportarlo...
 
Stringendo i pugni, Heather si voltò, guardando cupamente in direzione di Max. "Secondo te, potrebbe andare tutto bene?" chiese retoricamente. "Ora che siete venuti a sapere che mio padre era un membro di quel maledetto Team Meteora, sono sicura che non mi guarderete più con gli stessi occhi..."
 
"Beh? E cosa ti aspetti, marmocchia? Che ti accogliamo a braccia aperte?" chiese Fern, richiamando il suo Nuzleaf. "Certo non puoi credere che noi non ti sospettiamo di essere una spia, mandata dal Team Meteora a spiarci. Anzi, potrei anche ipotizzare che tu abbia le stesse tendenze criminali di tuo padre..."
Heather stava per voltarsi verso Fern e dargli una rispostaccia... ma venne anticipata quando Hitomi, con un semplice cenno della mano, diede un segnale al suo Sceptile... e il rettile si avvicinò a Fern e lo prese per il collo, facendogli morire il resto della frase in gola e facendogli strabuzzare gli occhi per la sorpresa e il disappunto!
 
"Sceptile!" esclamò lo starter d'Erba di Hoenn, fissando ferocemente Fern come per dirgli di non aggiungere altro.
 
"Ecco. Grazie, Hitomi. Avevamo giusto bisogno di un po' di tranquillità." disse Max, ringraziando la sua rivale con un cenno della testa, e ricevendo un cambio un sorrisetto appena accennato. Poi, il ragazzino con gli occhiali si rivolse ad Heather, sperando che non reagisse troppo violentemente. "Heather... ammetto che non mi aspettavo questa notizia, ma che... motivo potrei avere di sospettare di te?" chiese, mantenendosi ad una distanza che la ragazzina dai capelli fucsia potesse ritenere non invasiva. "Nessuno di noi... a parte qualcuno la cui opinione non conta in ogni caso..." Guardò con acredine verso Fern, che lo Sceptile di Hitomi aveva fatto cadere a terra come un sacco di patate, e che in quel momento si stava rialzando massaggiandosi il collo. "Nessuno di noi ha mai sospettato di te. E... se devo essere sincero, non ci interessa nulla di chi fosse tuo padre... o per quale motivo si sia unito al Team Meteora. Io e i miei compagni non abbiamo nessun motivo per credere che ci tradirai, o cose del genere."
 
"Tsk... io però il motivo ce l'ho..." mormorò Fern tra sè.
 
Heather e i suoi Pokemon guardarono con stupore i loro compagni, e videro la stessa fiducia negli occhi di Hitomi, di Ortilla e di Alty, che si stavano avvicinando a lei con evidente preoccupazione. Poi, la bambina dai capelli fucsia tirò un sospirò e guardò Max con gratitudine. "Grazie, Max... Grazie, amici miei... vi prego... vi prego soltanto di non far sapere a Shelly che... che mio padre era..."
 
"Tranquilla, Heather. Da noi Shelly non saprà nulla." disse Ortilla, accarezzando Alty sulla testa. "Però... forse sarebbe il caso che un giorno tu glielo faccia sapere. Penso... che lei ne abbia il diritto. Non dico adesso. Quando te la senti, Heather."
 
"Certo... certo, questo lo so." affermò la bambina dai capelli fucsia. In quello stesso momento, il gruppo di Vera tornò, rientrando dalla porta che li aveva condotti alla sala dei computer. Sembravano un po' stanchi... ma a parte questo, era chiaro che la vittoria era spettata a loro. "Ah! Ecco qua Vera e gli altri... mi sembra che siate riusciti a battere i capi del Team Meteora..."
 
"Certo... ce l'abbiamo fatta, anche se abbiamo avuto un po' di difficoltà." affermò Drew, pettinandosi i capelli con una mano. "Ora però è meglio se ce ne andiamo... le autorità saranno qui a momenti, ed è meglio se la resistenza non si fa trovare."
 
"Ce ne andremo dallo stesso passaggio tramite il quale siamo venuti." affermò Julia, indicando i corridi tramite i quali erano arrivati, che portavano fino al cortile della centrale elettrica. "Okay, seguitemi. Credo che si sentirà parlare un bel po' di questo evento, anche senza che noi della resistenza ne veniamo coinvolti."
 
Vera si disse d'accordo con un cenno della testa, e richiamò il suo Glaceon nella Pokeball. Lo stesso fecero tutti gli altri con i rispettivi Pokemon, e seguirono Julia verso la via di fuga, prima che la situazione si facesse troppo calda...
 
 
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All'esterno della centrale elettrica del quartiere Peridoto, Gossip Gardevoir, la Gardevoir parlante che aveva dato la notizia dell'attacco del Team Meteora, stava ricevendo degli aggiornamenti sulla situazione, e li stava accogliendo con evidente sollievo - se non altro, la situazione si era risolta per il meglio, anche se era curiosa di sapere che cosa ci fosse dietro.
 
"Sì... sì, certo, andremo subito in diretta!" disse la Pokemon Psico, annuendo a chiunque le stesse parlando dalll'altra parte del suo comunicatore. "Darò subito la notizia e... come? Sì... sì, certo, padron Radomus, non farò menzione di... lei sa chi. D'accordo. Con piacere! Non mancherò, la richiamerò dopo per sapere se ci sono ulteriori sviluppi. A presto..."
 
Gossip Gardevoir interruppe la chiamata e si schiarì la voce. "Okay, ragazzi, abbiamo una diretta! Edizione straordinaria, notizie dell'ultim'ora... e tutta questa specie di cose!" affermò la Pokemon, rivolta al suo personale che si stava riunendolì vicino in quel momento. In breve tempo, lo staff mise a posto le telecamere e le luci, e Gossip Gardevoir si mise a posto e, ad un cenno del personale, cominciò a parlare al pubblico.
 
"Sì... studio, mi sentite? Tutto bene!" disse nel suo comunicatore, poi guardò verso la telecamera che un membro dello staff aveva appena attivato. "Signore e signori, qui è Gossip Gradevoir dal quartiere Peridoto, che vi parla per un'edizioni straordinaria del nostro notiziario! Il Team Meteora, che aveva attaccato la centrale elettrica per motivi sconosciuti, si è appena ritirato, e le forze dell'ordine, mentre stiamo parlando, stanno preparandosi a fare irruzione nel complesso. Sono state già prese delle contromisure, nel caso la ritirata del Team Meteora si riveli essere niente più che una trappola, ma il fatto che dall'interno del fabbricato si siano sentiti rumori di battaglia implica che il Team Meteora abbia incontrato delle difficoltà. Al momento ancora non si conosce lo scopo dell'attacco del Team Meteora alla centrale elettrica del quartiere Peridoto, una delle più importanti fabbriche per la produzione di energia in tutto il continente di Reborn... nè i motivi che possono aver spinto l'organizzazione a ritirarsi. La polizia svolgerà sicuramente delle indagini su questo fronte, e saremo in grado di aggiornarvi quanto prima. Per adesso... mi basti dire che il fatto che la temuta organizzazione criminale abbia per una volta conosciuto la sconfitta permetterà agli abitanti di Reborn di dormire sonni un po' più tranquilli... Per adesso è tutto, dalla vostra Gossip Gardevoir. Se ci saranno sviluppi, vi terremo aggiornati. Per adesso, buon proseguimento di giornata, e arrivederci all'edizione serale del nostro giornale."
 
 
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Nella base segreta del Team Meteora, anche Lord Solaris, accompagnato da due dei suoi diretti sottoposti, stava seguendo gli aggiornamenti... e non poteva negare di essere rimasto alquanto sorpreso da come fossero andate le cose. "Hm. Quindi Sirius ha fallito. La resistenza deve averci messo i bastoni tra le ruote." disse, sfregandosi il mento con fare pensoso. Anche se questi sviluppi lo avevano colto di sorpresa, manteneva un notevole sangue freddo, e stava già pensando ad un altro piano per portare a termine i loro obiettivi. Del resto, sapeva che non c'era nulla che potesse ricondurre le autorità al covo dell'organizzazione... e comunque, avrebbero avuto altre occasioni di impadronirsi di quello che cercavano. 
 
"Che gruppo di rompiscatole." disse con fare apatico uno dei suoi due scagnozzi, un individuo abbastanza giovane, di poco più di vent'anni, vestito elegantemente di azzurro, con scarpe bianche di classe e i capelli di colore azzurro ghiaccio, pettinati in una strana cresta sopra la testa. "Dovremmo smetterla di temporeggiare e farli fuori tutti, dico io."
 
"No, Blake... per il momento non è il caso di ricorrere a questi metodi." disse Solaris, facendo un cenno al giovane. Dopo averci pensato su per qualche secondo, il comandante del Team Meteora si voltò verso l'altro suo sottoposto. "Abbiamo bisogno di rimuovere chirurgicamente questo fastidio... e affiderò questa missione a te, Taka."
 
La persona in questione era un ragazzo ancora più giovane di Blake, vestito in maniera un po' più negletta, con una felpa verdina, blue-jeans che avevano visto giorni migliori, e un paio di scarpe nere. Aveva i capelli biondi scuri spettinati, e sul mento gli cresceva un pizzetto dello stesso colore, e nonostante tutto aveva un'espressione abbastanza pulita ed onesta. Attorno al collo portava una sciarpa viola, i cui lembi erano lasciati fluttuanti. Si voltò verso il leader del Team Meteora, e chinò la testa in segno di rispetto. "Certamente, padre." affermò, rivelando la sua relazione con Solaris. "Ci occuperemo io e Zel di questo imprevisto. C'è qualche raccomandazione che vorresti farci, riguardo al nostro compito?"
 
Blake voltò la testa da un lato e bofonchiò qualcosa riguardo il fatto che i figli di papà avessero sempre gli incarichi migliori... ma si zittì all'istante quando Solaris gli rivolse uno sguardo espressivo. "Sì, Taka. In realtà, c'è una raccomandazione... e cioè, vorrei chiederti di cominciare anche il test sul campo... di quella che diventerà l'arma finale del Team Meteora!"
 
"Il... PULSE?" chiese Taka, la cui espressione si era fatta più cupa all'improvviso. "Non sarò io a mettere in discussione i tuoi ordini, padre. E' solo che... beh, tu sai come la penso, a proposito del PULSE. Speravo che non lo avremmo usato così alla leggera."
 
"I tempi sono quasi maturi, Taka, e il Team Meteora ha bisogno di risultati." affermò Solaris. "Mostrare alla resistenza il potere del PULSE... potrebbe essere l'affondo decisivo di cui abbiamo bisogno!"
 
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: Sirius è stato temporaneamente sconfitto, e il Team Meteora ha dovuto ritirarsi dalla centrale elettrica, il che segna una prima vittoria per i nostri eroi... ma quanto durerà questo successo, prima che il nemico torni alla carica? E a quanto pare... hanno già qualche altra arma da usare, qualche arma che lascerà i nostri eroi senza fiato! Cos'è il PULSE, e cosa dovranno affrontare Vera, Max, Drew, i loro amici e la resistenza in futuro?
 
La risposta... la saprete il prima possibile! A presto!
  
 
    
  
 
  

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Capitolo 8
*** Julia e Florinia ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 8 - Julia e Florinia
 
La notizia del successo della resistenza si era diffusa rapidamente, sia tra la popolazione di Reborn City che nei vari nascondigli della resistenza... e in quel momento Saphira, la misteriosa giovane donna che, assieme a Cain e a Vittoria aveva salvato Vera e i suoi compagni quando erano stati rapiti dal Team Meteora, stava guardando con espressione vagamente compiaciuta il servizio che Gossip Gardevoir, l'inusuale Gardevoir cronista nota in tutto il continente di Reborn, stava trasmettendo dal Quartiere Peridoto. La centrale elettrica era stata liberata, e il Team Meteora era in rotta, almeno per il momento. Certo Saphira non si aspettava che sarebbe durata a lungo, visto che il Team Meteora aveva una spiccata quanto irritante capacità di rimontare rapidamente anche da quelle che sembravano sconfitte schiaccianti...
 
Eppure per qualche motivo, la giovane donna immaginava che non sarebbe stato così, questa volta. Non si poteva certo dire nulla da una prima vittoria, ma... se non altro era un inizio promettente. Forse questa volta, se fossero riusciti a mettere a segno altre vittorie di questo tipo, sarebbero riusciti a penetrare più in profondità nei ranghi del Team Meteora. Forse questa volta, con un po' di fortuna e di abilità, sarebbero riusciti a costringere i capi della malvagia organizzazione a scendere in campo di persona, e quella sarebbe stata l'occasione perfetta per toglierli di mezzo una volta per tutte e distruggere quei criminali che tenevano il continente di Reborn sotto il giogo dell'oppressione.
 
"Hmph... un po' di pazienza, Saphira. Non volare troppo in alto. Hai visto già troppe volte cosa succede quando ti fai troppe illusioni... e Reborn è un posto maledetto che ama farti sorgerequalche speranza per poi buttarla nel cestino." si ammonì, con un sorriso amaro sulle labbra, mentre riavviava i suoi capelli multicolore. "Per ora, abbiamo ottenuto un successo, ed è qualcosa. Adesso... è il caso di fare qualche preparativo nel caso il Team Meteora tiri subito fuori i grossi calibri."
 
Saphira si alzò dalla sua sedia e spense la televisione con un gesto noncurante della mano. Mise a posto la sedia sulla quale si trovava e tirò fuori un cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni, componendo un numero e poi restando in attesa. Dopo un paio di squilli, qualcuno dalla parte opposta ricevette la chiamata, e Saphira sorrise sottilmente mentre cominciava a spiegare la situazione. 
 
"Pronto? Sì... sì, sto parlando con il Circo Agata? Sì... sì, Ciel, sono proprio io, Saphira." rispose alla persona che aveva preso su il ricevitore dalla parte opposta. "Senti... hai visto anche tu, vero? Certo... sì, credo proprio che dobbiamo ringraziare anche quei ragazzi di Hoenn se è andata così bene. Questo potrebbe essere l'inizio della fine per il Team Meteora, anche se non è bene essere troppo ottimisti.... sì... sì, certo, capisco... beh, dì pure a Terra e a Sansone di continuare così... Certo... avete fatto un ottimo lavoro, finora! Tuttavia... ecco, ho bisogno di sapere di più di ciò che passa attraverso la vostra zona. Sospetto che il Team Meteora comincerà a mobilitare tutte le sue risorse..."
 
Si fermò per un attimo, ascoltando quello che la persona dall'altra parte aveva da dire, e annuì con espressione sollevata verso la fine. "Bene... sì, mi fa piacere che li abbiate tenuti d'occhio, anche quelli. Non saranno pericolosi come il Team Meteora... ma non mi fido lo stesso. Quel branco di fanatici della Chiesa d'Alfa... sta cercando di fare dei proseliti, e lo fanno in un modo un po' troppo aggressivo per i miei gusti. Certo... Sì, Ciel, certamente... il vostro aiuto è apprezzato. Grazie, e a presto. Spero di potervi dare buone notizie alla svelta."
Saphira interruppe la chiamata e tirò un sospiro, guardando per un attimo la foto che aveva messo come sfondo del suo cellulare. Un piccolo sorriso increspò le sue labbra alla vista della foto di gruppo che ritraeva lei, di qualche anno più giovane, assieme a due ragazze più giovani... una adolescente dai ricci e lunghi capelli fucsia, vestita quasi interamente di verde... e una ragazzina di non più di tredici anni, dall'aria impertinente, il viso spruzzato di lentiggini e i capelli rossi legati in due codini ai lati della testa.       
 
"Laura, Charlotte... ho l'impressione che le cose si stiano finalmente muovendo, qui a Reborn. Aspettatemi, tra non molto potremo finalmente prenderci la nostra rivincita. Il Team Meteora si pentirà di aver cercato di fare i duri con noi, ve lo garantisco." disse tra sè, inviando mentalmente i suoi migliori auguri alle due ragazze nella foto...
 
 
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"Ce l'avete fatta! Bentornati!"
 
L'esclamazione gioiosa di Vittoria accolse Vera e i suoi compagni mentre rientravano nella base segreta della resistenza, nei sotterranei di Reborn City. Lei, Cain e Pietro stavano accogliendo i loro compagni di ritorno da quella rischiosa missione nella centrale elettrica del Quartiere Peridoto, e Vera doveva ammettere che dopo gli eventi di quella giornata, non le dispiaceva sentire una voce amica accoglierla.
 
"Ehilà! Vedo che i nostri cavalieri senza macchia e senza paura sono tornati dalle loro dame adoranti!" scherzò Cain, strizzando un occhio. "Ottimo lavoro, ragazzi... siamo venuti a sapere che c'era anche il comandante Sirius tra quelli del Team Meteora che avete affrontato. Se è così, siete stati davvero in gamba  a tenergli testa. Quello è uno che non scherza per niente."
 
"Ce ne siamo rese conto, Cain... siamo state io e la Flo a scontrarci con lui. E' stata una fortuna che Vera e Drew siano intervenuti, altrimenti ce la saremmo vista brutta." affermò Julia, guardando verso i due ragazzi di Hoenn e i loro compagni. "Possiamo dire che è stato un successo, ma solo in parte. Come ha detto Flo, siamo riusciti solo a liberare la centrale elettrica, ma non a sapere nulla di più sui loro piani o sui loro obiettivi. Ho come l'impressione che vogliano mandare via tutti da Reborn City, ma per quale motivo... non ne ho la più pallida idea."
 
"Per adesso se ne sono andati. Per un po' non ci disturberanno più. Almeno spero." disse Fern con noncuranza, entrando nella sala principale con le mani intrecciate sulla nuca. "E ora, se permettete..."
 
Il ragazzo con gli occhiali si allontanò dal gruppo, sempre mantenendo quella sua irritante aria di superiorità, e Vera storse il naso e lo guardò mentre se ne andava per conto suo. Oh, beh, affari suoi, decise la bambina castana. Aveva già avuto modo di rendersi conto di che razza di persona fosse Fern, e da quando lo avevano incontrato, da lui non avevano ricevuto altro che disprezzo e sarcasmo maligno. Se era così che voleva comportarsi con loro, Vera non avrebbe certo tentato di diventare sua amica.
 
"Bene... se non altro siamo riusciti a salvare la centrale elettrica." disse Hitomi. "A proposito, Shelly dov'è? Credo che Heather, qui, vorrebbe parlare un po' con lei..."
 
Heather si fece avanti, massaggiandosi la fronte con espressione stanca. Per oggi, aveva già avuto abbastanza problemi, e ora tutto quello che voleva era rivedere la sua migliore amica e passare un po' di tempo in pace. "Sì, infatti... e poi ho affidato a Shelly il mio Anellorubino..." disse.
 
Si sentirono alcuni passi leggeri, e Shelly entrò con esitazione nel salotto, muovendo una mano per salutare Vera e i suoi compagni. "Ben... Bentornati! Sono... contenta di vedere che è andato tutto per il meglio..." mormorò, un po' esitante.
 
"Non è stato facile, è vero... ma alla fine, in qualche modo, siamo riusciti a sistemarli. Almeno per adesso, abbiamo vinto noi." disse Drew, evitando di menzionare che si erano trovati in difficoltà contro Astro ed Eclisse.
Shelly fece un cenno con la testa, come per dire che era contenta di saperlo, e si avvicinò ad Heather, porgendole l'Anellorubino. "Ecco... il tuo anello, Heather. Mi... mi avevi detto di tenerlo, e io... ho fatto del mio meglio... per mantenerlo al sicuro!"
 
Heather riuscì a sorridere, una volta tanto, e recuperò l'anello che per lei voleva dire così tanto dalle mani della sua migliore amica. "Grazie, Shelly... sapevo che di te potevo fidarmi! Grazie infinite!" ringraziò, strappando un timido sorriso anche alla nativa di Johto.
 
"Di niente. Ho fatto solo... il mio dovere da amica." disse Shelly, per poi sospirare e guardare verso il pavimento, evidentemente turbata. Heather corrugò la fronte, sospettando che la sua migliore amica avesse qualcosa di veramente molto importante da dire... sapeva che era timida e nervosa, ma Shelly riusciva più o meno a parlare normalmente quando era con Heather. Ci doveva essere qualcosa sotto... e infatti, quando Shelly alzò lo sguardo, la ragazzina dai capelli fucsia vide un lampo di preoccupazione e al tempo stesso di determinazione nello sguardo della sua amica. "Heather... c'è una cosa che dovrei chiederti. Potremmo... potremmo andare a parlare da un'altra parte? E'... una cosa di cui vorrei discutere in privato."
 
"Certo... certo che sì, amica mia." affermò Heather, chiedendosi cosa mai stesse angustiando Shelly fino a quel punto. Aveva il presentimento, per qualche motivo, che la risposta non le sarebbe piaciuta, ma cercò di non darlo a vedere e annuì, rivolgendosi poi a Vera e ai suoi compagni. "Vera... amici, scusatemi... io e Shelly... dovremmo parlare da sole. Torniamo dopo, va bene?"
 
Lei stessa con il presentimento che le due bambine fossero in procinto di discutere di qualcosa di molto importante, e immaginando che non fosse il caso di intromettersi, Vera fece un cenno di assenso ad Heather e Shelly. "Per noi... non c'è nessun problema, Heather." affermò. "Prego... voi due prendetevi tutto il tempo che vi serve!"
 
"Grazie, Vera." rispose Heather. Lei e Shelly si scusarono e se ne andarono rapidamente dal salone principale della base della resistenza, seguite dagli sguardi preoccupati di Cain, Vittoria e degli allenatori di Hoenn. Le due bambine entrarono nel corridoio vicino e  lo percorsero fino a raggiungere la stanza di Heather, che la piccola allenatrice di draghi provvide a chiudere dietro di sè, in modo che nessuno potesse intrudere nella loro conversazione. Quando fu sicura che lei e Shelly erano sole, Heather prese un bel respiro per calmarsi e si voltò verso di lei, forse con più veemenza di quanta intendesse. "Va... va bene, Shelly, adesso parla! Cos'è tutta questa segretezza? Cosa ti ha preso tutt'a un tratto?"
 
Shelly restò qualche attimo a pensare, cercando di organizzarsi il discorso... e un attimo dopo, la piccola allenatrice di Pokemon Coleottero si schiarì la voce e cercò di prendere il discorso di petto. "Heather... ero preoccupata per quello che... qualche recluta del Team Meteora avrebbe potuto dirti. Hanno... hanno per caso parlato... di... di tuo papà? Del fatto che... era uno dei loro?"
 
Heather impallidì e sgranò gli occhi, non riuscendo a credere a quello che sentiva! Ma allora... Shelly aveva per caso sempre saputo? Era... era davvero consapevole che suo padre era un membro del Team Meteora? Heather si mise una mano sulla fronte e respirò affannosamente, sentendosi per un attimo soverchiata da mille pensieri. E in particolare, dal terrore che Shelly le voltasse le spalle, ora che il suo segreto era stato scoperto. Come poteva chiederle di fidarsi della figlia di uno degli agenti di alto  rango del Team Meteora?
 
"Sh... Sh... Shelly... tu... tu... tu sapevi? Sapevi che... mio padre era..." riuscì infine a balbettare, un attimo prima che Shelly la raggiungesse e le mettesse le mani sulle spalle per aiutarla a reggersi in piedi. Heather strinse i denti e, sentendo che le gambe le tremavano, si sedette su uno sgabellino vicino alla sua scrivania. Shelly, non volendo lasciarla sola proprio in quel momento, si mise accanto a lei, acquattandosi in modo da poterla guardare dritta negli occhi... il che non avvenne, visto che Heather teneva lo sguardo basso e puntato verso il terreno, quasi si vergognasse anche solo a guardare Shelly negli occhi. "Tu... tu lo sapevi già... sapevi... che mio padre... era un agente di quei maledetti? E... e non hai mai detto niente? Ma... ma perchè? Io... io..."
 
"Heather, calmati, per favore!" esclamò la ragazzina dai capelli lavanda. "Se... se tu perdi la testa, allora anch'io..."
 
Heather afferrò strette le gambe del suo sgabello, cercando di tenere sotto controllo le sue emozioni che minacciavano di esplodere in tutta la loro irruenza. "Scusa... scusa, Shelly, credevo... credevo che..." si interruppe, sentendosi che le mancava il fiato per l'apprensione, e prese fiato, tentando di calmarsi. "Allora... Shelly, tu lo sapevi fin dall'inizio? Sapevi che mio padre era un agente del Team Meteora?"
 
Shelly annuì lentamente. "Sì, Heather... l'ho sempre saputo. Non... non ti posso dire chi me l'ha rivelato, ma... ecco... è stato da quando tu ed io siamo entrate nella resistenza che sapevo... tuo padre... Corey Molinar... ha lavorato per il Team Meteora. Anche se... non so il motivo per cui l'ha fatto... ma sappi che non te ne ho mai fatto una colpa, e mi sono sempre fidata di te. Ti ho sempre considerato la mia migliore amica... e... e anche adesso è lo stesso!"
 
"Sh-Shelly..." mormorò Heather, con gli occhi che le tremavano. "Ne... ne sei davvero sicura? Io... io... con tutte le volte che mi sono comportata male con te... etu... tu invece hai sempre avuto... tutta... questa fiducia... e... e non mi hai detto che..."
 
"Non volevo che la cosa ti turbasse, Heather... ma poi ho pensato che fosse meglio essere chiare con te." affermò la giovane esperta di Pokemon Coleottero, con una mano sulla spalla della bambina più piccola. "Scusa se... non ti ho detto niente. Io... avevo a cuore la nostra amicizia. E... non volevo metterla a rischio... facendo q-qualcosa che tu non... non..."
 
"SHELLY!" esclamò Heather, gettando le braccia attorno alla sua amica e abbracciandola strettamente. La bambina dai capelli fucsia appoggiò poi il viso sulla spalla della sua migliore amica e cominciò a singhiozzare, tenendo stretta Shelly come se fosse stata uno scoglio in mezzo ad una tempesta! "Oh, Shelly... io... io... mi dispiace... sono... sono stata così egoista con te... e tu invece pensavi solo a me... io... mi... mi dispiace... perdonami, io..." Non riuscì a dire altro, prima che il suo discorso si trasformasse in un pianto dirotto... e dopo un attimo di sorpresa, Shelly ricambiò l'abbraccio, cercando di farla calmare, ma non riuscendo lei stessa a trattenere le lacrime.
 
"Va... va tutto bene, Heather..." mormorò Shelly. "Non... non hai niente da farti... perdonare... lo sai che noi... noi siamo amiche... vedrai... ne usciremo assieme... andrà... andrà tutto bene, stai tranquilla!"
 
Le due bambine persero la cognizione del tempo, restando lì abbracciate nel tentativo di farsi coraggio a vicenda. Heather si sentiva come se un peso le fosse stato finalmente tolto dalle spalle, e finalmente era riuscita a dar voce alle sue paure e ai suoi sensi di colpa... mentre Shelly era felice di aver visto la sua amicizia con Heather uscire rafforzata. Dopo tutto quello che avevano passato, il loro legame era solido come sempre...
 
 
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"Quindi, è arrivato proprio uno dei membri di più alto rango del Team Meteora, eh? Beh... che posso dire, siete stati davvero in gamba a farla in barba a Sirius. E' uno dei comandanti del Team Meteora di cui sappiamo meno, e al tempo stesso è uno di quelli che noi della resistenza temiamo di più." stava spiegando Pietro, mentre Vera e i suoi compagni riassumevano quello che era successo alla centrale elettrica. "Sappiamo per certo che fa rapporto diretto a Solaris, il comandante dell'organizzazione, e non si è guadagnato quel posto per caso."
 
"E' un allenatore forte e spietato, e anche i suoi uomini lo temono." affermò Vittoria. "E come avete potuto vedere... anche due come Julia e Florinia, la cui abilità è pari a quella di un Capopalestra delle vostre parti, hanno avuto grosse difficoltà ad affrontarlo."
 
"Questo... è un bel problema." affermò Max, sfregandosi il mento con fare dubbioso. "Sicuramente prima o poi ci troveremo a doverlo affrontare in uno scontro decisivo, e allora dovremo essere molto più forti di adesso. Sia noi che i nostri Pokemon. E alcuni degli allenatori che sono con noi... non hanno esattamente tanto tempo per addestrarsi."
 
Il ragazzino con gli occhiali guardò verso Ortilla, che annuì lentamente, ben consapevole che la situazione era particolarmente difficile per lei e per Alty. Ancora non avevano avuto l'occasione di incontrare altri Pokemon che potessero rafforzarli, e non avevano avuto abbastanza esperienza in una battaglia vera e propria...
 
La ragazzina dai capelli azzurrini guardò dubbiosa verso Alty, appollaiato al suo fianco... e il Pokemon Drago/Volante dalle piume lanugginose sembrò riflettere per un attimo, forse cercando di pensare a cosa fosse la cosa migliore da fare... prima di guardare verso la sua allenatrice e farle una proposta.
 
"Altarrrr... altaria!" cinguettò, la voce che suonava quasi come un acuto campanello. Ortilla sorrise lievemente e accarezzò la testa del suo Pokemon, per poi alzare lo sguardo verso Florinia e mettersi in piedi. 
 
"Mi scusi, miss Florinia..." disse Ortilla, attirando l'attenzione della stoica esperta di Pokemon Erba, che si voltò verso di lei aggiustando i suoi occhiali. "Certo, Vera e DRew sono degli allenatori già esperti, e non credo che abbiano tanto bisogno di essere seguiti. Ma... io e il mio Alty siamo ancora dei principianti, e anche Max ed Hitomi hanno iniziato ad allenare Pokemon da meno di un anno. Quindi... vorrei chiederle se aveste la possibilità di allenarci un po', almeno nei momenti in cui non abbiamo da pensare al Team Meteora."
 
"L'idea ha certamente merito." rispose la giovane dai capelli verdi, senza esitazione. "La vostra proposta è approvata, dunque. La sottoscritta e Julia si occuperanno di darvi qualche lezione, come faranno anche i nostri compagni della resistenza. Cercate di impegnarvi. Dal vostro rapido miglioramento potrebbero dipendere le sorti della resistenza."
 
Cain ridacchiò, sfregandosi la nuca con una mano. "Heh, grazie per aver deciso per noi, Florinia. Non che avremmo rifiutato, si intende, ma la prossima volta, non è che potresti chiedere anche a noi prima di prendere una decisione che coinvolge anche noi?" affermò il ragazzo dai capelli viola. "Sai com'è, a noi piace sapere in anticipo con chi è che abbiamo un rapporto. Heheheee..."
 
"Questo doppio senso era un po' volgare, lo sai, vero, Cain?" chiese Vittoria, con un grosso gocciolone di sudore sulla fronte. Drew fece un piccolo sorriso e alzò le spalle, apprezzando la battuta, mentre Vera si strofinava gli occhi e scuoteva la testa.
 
"Almeno ricordati che alcuni di noi hanno compiuto da poco dieci anni..." mormorò la ragazzina castana.
 
Julia ridacchiò gentilmente per la battuta di Cain. "Beh, questo è il nostro Cain. Se non ci mette un doppio senso, non può dire di aver concluso la giornata." affermò la cheerleader dai capelli verdi. "Comunque, io sono d'accordo. E se volete possiamo cominciare anche adesso. Max, vuoi provare a fare una battaglia di allenamento con me? Hitomi, Ortilla... se volete misurarvi con Flo, potete già farlo."
 
"A dire la verità... penso che anch'io darò una mano a questi ragazzi a migliorarsi un po'." affermò Cain. "Dopotutto, stavo per diventare un Capopalestra sostituto, prima che scoppiasse la crisi del Team Meteora."
 
"Capopalestra sostituto?" chiese Hitomi, vagamente incuriosita. "Hmm... volete dire che le Palestre del continente di Reborn prevedono che ci siano dei sostituti nel caso il Capopalestra sia per qualche motivo impossibilitato a sostenere un incontro?"
 
"Esatto." disse il ragazzo dai capelli viola, spostandosi una ciocca di capelli dagli occhi. La ragazzina si accorse che il tono allegro del giovanotto si era fatto un po' più cupo, anche se era abbastanza assennata da non indagare oltre. "Io... dovevo essere il sostituto del Capopalestra di tipo Veleno, ma... diciamo che per un motivo o per l'altro, non mi è stato possibile accettare questo incarico, e questo onore è andato a mia sorella Aya. Chissà se mi ha perdonato per quella storia..."
 
"Aya è anche la mia fidanzata, per inciso." affermò Pietro, aggiungendo qualcossa al discorso di Cain. "E... beh, per quello che può valere, Cain, ti posso dire che non è arrabbiata come lo era una volta..."
 
"Capisco. Non me la vuole ancora perdonare, eh?" affermò Cain con una breve risata amareggiata. "Ma... basta con l'esposizione! Non siamo qui per fare un flashback, ma per allenare i nostri compagni! Allora, quale di voi graziose signorine vuole un incontro con il sottoscritto? Prometto che sarò gentile... no, non in quel senso, prima che a qualcuno vengano strane idee!"
 
"Meglio che diamo inizio agli allenamenti, sennò qui la discussione degenera..." disse Drew, mettendosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa. Ortilla sbattè gli occhi e inclinò la testa da un lato, non del tutto sicura di cosa avesse voluto dire Cain... ma Hitomi sembrava aver capito, visto che voltò la testa dall'altra parte con espressione vagamente disgustata...
 
"Certo che questo posto è quanto di più... incredibile io abbia visto in vita mia..." affermò Vera a voce bassa. "E non lo dico necessariamente in senso buono..."
 
 
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Julia, Florinia e Cain avevano guidato Max, Hitomi ed Ortilla in una grande sala del covo della resistenza... una sala che sembrava quasi uno stadio in miniatura, come quelli di una Palestra di Pokemon, sotto una cupola di pietra alla quale erano appese delle lampade alogene che diffondevano una fioca luce sulle arene sottostanti. Attorno alle arene si trovavano degli spalti, abbastanza perchè un piccolo gruppo di spettatori potesse sedersi ed assistere agli scontri che si sarebbero tenuti. Drew e Vera, assieme a due dei loro Pokemon - rispettivamente, Blaziken ed Absol - si erano già accomodati, e con loro c'erano anche Pietro, Vittoria e Fern.
 
"Sono curiosa di vedere come si battono i campioni di Pokemon di questo continente." affermò Vera, guardando mentre i contendenti prendevano i loro posti. Max e Julia avevano preso il ring più vicino alla tribuna, mentre Hitomi e Florinia avevano preso quello più a lato, ed Ortilla e Fern avevano scelto un altro quadrato un po' più distante. "Pietro, Vittoria... voi ne sapete già qualcosa, immagino."
 
"Beh, con Julia... Max si può aspettare un attacco frontale fin dall'inizio, e doovrà stare attento agli attacchi Autodistruzione ed Esplosione dei Pokemon di Julia. Sai com'è, Julia adora le esplosioni... e le sue Voltorb ed Electrode non potevano certo non conoscere questo tipo di mosse!" affermò Vittoria. "Di noi, direi che è Julia quella più orientata su un attacco rapido e soverchiante, ma se Max riesce a resistere alla prima ondata, credo che abbia delle buone possibilità di vincere."
 
"Per quanto riguarda mia sorella..." rispose Fern con fare disinteressato. "Lei preferisce prendersela comoda e usare le capacità dei suoi Pokemon... in particolare della sua Cradily... per far stancare man mano gli avversari e prenderli per sfinimento. Bah, in ogni caso, non credo proprio che quella mocciosetta con lo Sceptile abbia ciò che serve per affrontare mia sorella."
 
"Per quanto riguarda Cain..." affermò Pietro. "Beh, lui usa molti Pokemon di tipo Veleno, come immagino che vi aspetterete già. E' bravo a cambiare tecnica al volo, e non credo di poter dare una strategia univoca. Però una cosa è certa, ha una squadra abbastanza varia, ed è in grado di affrontare una grande quantità di avversari."
 
"Capisco..." disse Drew, rivolgendo poi lo sguardo al quadrato più vicino, dove Max e Julia avevano già fatto uscire i loro Pokemon. Max aveva ovviamente scelto il suo Swampert, ritenendolo la scelta più indicata contro un gruppo di Pokemon Elettro... mentre Julia aveva mandato in campo un Pokemon che Vera e i suoi compagni non avevano mai visto prima: un piccolo scoiattolo dal pelo prevalentemente bianco, tranne il dorso, tutta la testa (eccetto la faccia), la coda e le orecchie nere. La coda aveva la forma di un fulmine, mentre le orecchie erano tonde con la parte interna gialla nella parte più esterna e bianca in quella più interna. Le guance era gialle, aveva un minuscolo nasino nero e grandi occhi neri, e dagli arti anteriori si dipartiva una sottile membrana di colore gialla che si estendeva tra le braccia e le gambe, formando una sorta di paracadute che la creatura usava per planare.
 
"Emo, emolga!" esclamò la buffa creatura, facendo un salto in aria e aprendo la membrana che usava per fluttuare. Max restò per un attimo stupefatto, non avendo mai visto un Pokemon come quello prima di allora... e subito dopo consultò il suo Pokedex per saperne qualcosa di più. Con sua grande sorpresa, il Pokedex non rivelò alcuna informazione, limitandosi a mostrare l'immagine del Pokemon simile ad uno scoiattolo... e subito dopo, lo schermo venne ricoperto da un segnale di statico.
 
"Pokemon sconosciuto. Nessuna informazione disponibile." disse la voce computerizzata del Pokedex di Max.
 
"Accidenti... temo che il mio Pokedex non sia stato ancora aggiornato." affermò il ragazzino con gli occhiali. "Che tipo di Pokemon è quello? Non l'ho mai visto prima, anche se assomiglia molto ad un Pikachu..."
 
"Questo, ragazzo mio, è un Emolga, un Pokemon di tipo Elettro/Volante che è stato scoperto nel continente di Unima! E' veloce, e può evitare gli attacchi di tipo Terra grazie alle sue ali che gli consentono di spiccare brevi voli! Quindi, mi dispiace dirti che mentre è vero che i suoi attacchi Elettro non servranno a niente contro il tuo Pokemon Acqua/Terra, nessun attacco di tipo Terra che tu possa usare farà alcunchè al mio Emolga!"
 
"Emolga!" esclamò il Pokemon Petauro, facendo un vivace segno di vittoria rivolto a Max.
 
Max accolse la cosa con relativa nonchalance. "Beh, la cosa non fa più di tanta differenza per me." affermò, mentre il suo starter corrugava la fronte e si apprestava a sostenere lo scontro con Emolga! "Il mio Swampert ed io ci siamo allenati anche per combattere contro avversari che non possono essere colpiti da mosse di tipo Terra, e ora te ne daremo una dimostrazione! Swampert, apriamo con un attacco Maledizione!"
 
"Swamp!" esclamò il Pokemon Acqua/Terra, puntando le zampe a terra. Un'aura di luce rossa si accese per un attimo attorno al suo corpo, aumentando la sua potenza offensiva e le sue difese, al prezzo di diminuire la sua velocità, e Julia per un attimo fu convinta che il corpo del Pokemon di Max fosse diventato un po' più grande.
 
"Vedo che sai giocare bene le tue carte, ragazzino." affermò Julia. "Ma aspetta di vedere cosa sa fare il mio piccolo Emolga! E' ora di dare spettacolo, piccolo amico! Usa Acrobazia!"
 
"Emolga!" esclamò il Pokemon Petauro. Emolga spiccò il volo, e si gettò in picchiata verso Swampert, eseguendo uno spettacolare avvitamento a mezz'aria e colpendo Swampert in faccia al momento dell'atterraggio! Swampert indietreggiò, scuotendo la testa irritato mentre lo scoiattolo volante si allontanava con una capriola all'indietro e si teneva in sospensione accanto alla sua allenatrice, quasi stesse sfidando l'avversario a fargli vedere come avrebbe reagito.
 
"Questa mossa non l'avevo mai vista prima..." disse Vera, meravigliata. "E' una mossa di tipo Volante, immagino." 
 
Vittoria annuì lentamente. "Esatto. Di solito Acrobazia non è una mossa particolarmente potente. Tuttavia, se il Pokemon che la usa non tiene con sè alcun oggetto, la sua potenza è raddoppiata." spiegò. "Max avrà bisogno di una nuova strategia se vorrà avere la meglio su quel Pokemon."
 
In effetti, il ragazzino con gli occhiali si era già reso conto che un attacco diretto con Swampeert sarebbe stato probabilmente destinato al fallimento, e stava pensando a come fare per rivolgere il principale vantaggio di Emolga - la sua velocità - contro di lui. "Hmm... okay, Swampert, per adesso resta dove sei..." disse Max, aggiungendo qualcosa a bassa voce in modo che la sua avversaria non sapesse cosa stava tentando. Swampert annuì con aria sicura, e restò fermo dov'era, ad attendere il prossimo attacco di Emolga. Sembrava che volesse fare finta di essere stato spiazzato dalla velocità dell'avversario...
 
"Hm? Non vuoi attaccare? Va bene, non è un problema, attaccherò io!" affermò Julia, lasciandosi prendere la mano dalla foga della battaglia. "Facciamogli una sorpresina esplosiva, che ne dici, Emolga? Usa un attacco Doppioteam, e poi... Eterelama!"
 
"Emo molga!" esclamò lo scoiattolo volante elettrico, volando in circolo e lasciandosi dietro una serie di immagini residue semitrasparenti, che davano l'impressione che il Pokemon Elettro/Volante si fosse moltiplicato. Tutti assieme, gli Emolga falsi e quello vero si fermarono e fendettero l'aria con le membrane che si estendevano tra le loro zampe! Diversi fendenti di luce si dipartirono dalle ali dei Pokemon elettrici, e piovvero fitti addosso a Swampert, creando per un istante uno spettacolare mosaico di luce a mezz'aria... ma Swampert, ben sapendo che soltanto una di queste era quella autentica, restò al suo posto e ricevette il colpo, che non riuscì a fare molto di più che farlo indietreggiare di un passo. Nel momento in cui l'Eterelama andò a segno, Swampert si illuminò di rosso, e delle nuvolette di vapore fuoriuscirono dalla sua pelle, come se l'umidità che lo ricopriva stesse evaporando tutta in una volta. Capendo che l'avversario stava tentando qualcosa, ma non sapendo esattamente che cosa, Julia sbattè gli occhi meravigliata... e anche il suo Emolga restò fermo a mezz'aria con espressione di rammarico. Evidentemente, aveva capito prima della sua allenatrice cosa stava succedendo. 
 
"Cosa?" esclamò Julia. "Che... che significa? Credevo che Swampert stesse cercando di difendersi e basta..."
Swampert sorrise con aria decisa e si acquattò su tutte e quattro le zampe, come se stesse preparando a caricare... e un attimo dopo, l'energia che aveva accumulato esplose sotto forma di un'ondata dirompente di pura forza distruttiva, che travolse Emolga e lo scagliò a terra con un breve squittio di sorpresa, facendolo rimbalzare un paio di volte sul terreno. Lo scoiattolo volante si rialzò scuotendo la testa, e riuscì a rimettersi in guardia, ma l'attacco di Swampert lo aveva lasciato indebolito e frastornato.
 
"Stavo usando un attacco Pazienza. Il Pokemon resta fermo per un po', assorbendo i colpi sferrati dall'aversario, e poi restituisce i colpi subiti con gli interessi." spiegò Max. "Certo, è una mossa abbastanza rischiosa, ma se è usata al momento giusto, può essere molto utile."
 
"Heh. E bravo, ragazzino. La mia strategia mi è... esplosa in faccia!" rispose Julia, richiamando il suo Emolga prima che potesse subire un altro attacco. "Basta così, Emolga, hai comunque fatto un buon lavoro. E... ammetto che sei in gamba, ragazzino. Non sono molti gli allenatori che hanno l'accortezza di addestrare uno Swampert in modo che possa gestire anche un Pokemon Volante. Adesso però... voglio vedere se sarai in grado di affrontare il resto della mia squadra! Vai, Electrode! E' il momento di fare un po' di fuochi d'artificio!"
 
"ELECTRODE!" esclamò il Pokemon simile ad una Pokeball gigante, apparendo in una scia di luce al posto di Emolga. Max e il suo Swampert si prepararono, cercando di immaginare che altre mosse avrebbe potuto usare Electrode a parte Autodistruzione od Esplosione...
 
 
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La battaglia tra Hitomi e Florinia stava proseguendo, e per il momento Hitomi era riuscita a tenere testa in maniera più che adeguata al Cacturne con il quale Florinia aveva cercato di metterla alla prova. Il Walrein della ragazzina di Hoenn aveva presto preso un notevole vantaggio sul Pokemon simile ad un cactus umanoide, che in quel momento stava indietreggiando dopo essere stato colpito in pieno da un attacco Gelodenti del tricheco... ma ancora una volta, anche davanti a quella dimostrazione di forza da parte dell'avversaria, Florinia era rimasta completamente impassibile, osservando la scena come se la battaglia fosse cosa che non la riguardava.
 
"A Cacturne si richiede di usare Sbigoattacco." disse Florinia, anticipando il successivo attacco della ragazzina e del suo Pokemon tricheco. Walrein fece per scagliarsi contro il suo avversario per colpirlo nuovamente, ma Cacturne scomparve davanti ai suoi occhi e riapparve attaccato a lui, sferrando un colpo micidiale al ventre del Pokemon Ghiaccio/Acqua, che lo lasciò senza fiato per un istante. Hitomi sgranò gli occhi, preoccupata per il suo Pokemon... ma quando Walrein si rimise in guardia, la ragazzina mise da parte la sua classica espressione stoica e sfoderò un ghigno sicuro, vedendo che il Pokemon di Florinia si era esposto ad un contrattacco!
 
"Walrein, rispondi con Corposcontro!" esclamò Hitomi. Il Pokemon simile ad un tricheco emise un potente ruggito prima di afferrare l'avversario tra le pinne anteriori, e scagliarsi in avanti con tutta la sua potenza, travolgendo Cacturne e scagliandolo a terra con violenza. Hitomi strinse un pugno davanti a sè, e il suo ghigno di vittoria e di fierezza si allargò. "Ottimo! Continua così, Walrein, ce l'abbiamo in pugno! Avanti, ancora un po' di animo, e sconfiggiamo Cacturne!"
 
"Waaaaalrein!" esclamò il Pokemon tricheco, battendo le pinne davanti a sè come se stesse applaudendo.
 
Tuttavia, Florinia fu di diverso avviso, e vedendo che il suo Cacturne stava barcollando, decise che era meglio farlo riposare un po'. "Ritirare Cacturne. Sostituzione necessaria." disse con la sua voce atona. "Rimpiazzo scelto. Cradily."
 
"Crrrradily!" esclamò lo strano Pokemon di tipo Erba/Roccia, apparendo davanti a Walrein ed aprendo i tentacoli che aveva attorno alla testa, in modo da sembrare più grande. Hitomi corrugò la fronte, non sapendo esattamente come comportarsi di fronte ad un Pokemon tanto inusuale... ma non si fece intimorire, e diede un nuovo ordine al suo Walrein.
 
"Hmm... un Pokemon di tipo Erba/Roccia, eh? Adesso sì che la situazione si fa difficile." affermò. "Comunque, Walrein, resta fermo dove sei, e usa Protezione! Forza, possiamo battere anche questo Pokemon!"
 
Il tricheco grugnì, e mentresi proteggeva con uno schermo di luce della durata di pochi istanti, mostrò a Cradily le sue zanne d'avorio incrostate di ghiaccio. Si stava preparando ad usare un altro attacco Gelodenti, che sprabilmente avrebbe messo fuori causa rapidamente il Pokemon fossile. "Walllll!"
 
"Eccesso emozionale. Il soggetto dipende troppo da sentimenti inutili e dannosi al fine di sviluppare la propria tecnica di lotta." sentenziò Florinia. "Cradily. Radicamento."
 
La Pokemon fossile fece crescere delle radici lunghe e sottili, simili a serpenti, e li infilò nel pavimento, ancorandosi ad esso con tutta la forza di cui era capace. Le sue radici iniziarono ad assorbire sostanze nutritive dal terreno, e Hitomi vide che la Pokemon avversaria si stava potenziando.
 
"Di cosa stai parlando, Florinia?" chiese la ragazzina, colta di sorpresa dalle parole dell'esperta di Pokemon Erba. "Stai dicendo che mi faccio prendere troppo dale mie emozioni? Ma... beh, anche se non sono esattamente la bambina più emotiva che conosco, sono convinta che anche le emozioni servano per allenare i Pokemon. Come si fa a stabilire un rapporto con i propri Pokemon senza affetto e fiducia?"
 
"Errato. Dobbiamo epurare i sentimenti dal nostro modo di allenare i Pokemon. I sentimenti sono un orpello inutile e dannoso." rispose Florinia, atona come un computer. "La tecnica è l'unica cosa che conta per un allenatore degno di questo nome. Cradily, si richiede di usare Tossina."
 
"Crad crad!" esclamò Cradily, rilasciando dalla bocca una nube di vapore violaceo che si espanse rapidamente attorno alla Pokemon fossile e avanzò lentamente ma con decisione verso Walrein, creando una sorta di barriera gassosa attorno a lei, e impedendo all'avversario di avvicinarsi. Con un grugnito preoccupato, Walrein si ritirò un po', in modo da non respirare i vapori tossici, e Florinia approfittò del momento per attaccare.
 
"Cradily. Si richiede uso di Rocciotomba." disse Florinia, la voce che non si alzava nemmeno un po' di tono. La strana creatura obbedì all'istante, alzando i tentacoli e creando delle rocce affilate che appparvero dal nulla proprio sopra la testa di Walrein, che alzò la testa preoccupato appena in tempo per vedersele precipitare addosso! Riuscì a scivare il primo colpo, ma era troppo grossso e pesante per evitare il resto, e diverse rocce gli caddero addosso, colpendolo alla schiena!
 
"Attento, Walrein!" esclamò Hitomi allarmata. Walrein muggì per il dolore e scivolò a terra, ma riuscì a tenere duro e rialzarsi... soltanto per constatare, con suo grande disappunto, che le rocce erano piovute attorno a lui e si erano piantate nel terreno, impedendogli di muoversi con rapidità! "Accidenti... questa non ci voleva, adesso siamo bloccati!"
 
"La dimostrazione è lampante." disse Florinia, senza alcuna partecipazione. "I sentimenti offuscano il pensiero e impediscono di ricorrere ad una strategia oculata. Un allenatore di Pokemon degno di questo nome non può basarsi su essi. Votazione globale, D."
 
Ma aveva fatto i conti senza la testardaggine di Hitomi. La bambina dai capelli rossicci storse il naso e scosse la testa, rifiutandosi di sottostare ai giudizi di quella donna. "Beh? Dove siamo, a scuola? Noi siamo qui per diventare più forti e affrontare il Team Meteora, e non per farci dare i voti!" affermò. "E se credi che il tuo giudizio voglia dire qualcosa per noi, temo di doverti deludere, signorina Flobot. Tocca a te, Walrein. Usa Grandine."
 
Gli occhi del Pokemon Spaccagelo si illuminarono di una brillante luce azzurra... e dal nulla, una raffica di pezzi di ghiaccio grandi come chicchi d'uva cominciò a precipitare sul quadrato, cogliendo di sorpresa Cradily, che era rimasta ancorata a terra grazie alle sue radici! La Pokemon Erba/Roccia agitò i tentacoli allarmata e cercò di proteggersi come meglio poteva, ma non poteva muoversi da lì, e fu costretta a ricevere una raffica di grandine addosso!
 
"Cradily. Questa dimostrazione di sorpresa è inopportuna." disse Florinia. Ancora una volta, manteneva quel fare privo di emozione che dava sui nervi ad Hitomi. "Si richiede di usare Accumulo."
 
Cradily spalancò la bocca, come se dovesse ingoiare un boccone enorme, e la aprì al punto che Hitomi pensò seriamente che avrebbe potuto ingoiare intero un bambino... poi, prese una grossa boccata d'aria e gonfiò il suo corpo, che diventò un po' più grande, e in grado di resistere meglio alla grandine che le pioveva addosso. Hitomi corrugò la fronte, vedendo che la sua avversaria si stava preparando a subire il colpo successivo... ma non si fece intimorire e reagì con decisione.
 
"Mostriamo a questa signorina che non è lei l'unica a saper usare la strategia." disse Hitomi. "Ora che Grandine sta continuando a cadere... è il momento di sferrare un attacco Bora!"
 
"Walreeeeeeiiiiin!" esclamò Walrein, rilasciando il respiro in una potente ventata di aria gelida mista a neve e ghiaccio direttamente addosso all'impreparata Cradily! La pianta preistorica cercò di ripararsi come poteva, facendo ricorso anche alla sua massa corporea aumentata, ma il colpo era troppo potente perchè lei potesse resistere, e la ventata gelida, assieme ai pezzi di ghiaccio che ancora fluttuavano in aria, la travolse in pieno, mandandola a terra!
 
Hitomi annuì soddisfatta, vedendo che la sua tecnica aveva funzionato, racchiudendo Cradily in un blocco di ghiaccio sottile che si infranse un istante dopo, lasciando il Pokemon preistorico frastornato e tremante. "Sembra che avere dei sentimenti non sia poi tanto inutile, eh, Florinia?" affermò Hitomi. "Non è poi tanto male essere in sintonia con il proprio Pokemon. Permette di formulare delle strategie che altrimenti non si penserebbero neanche. Non ho forse ragione, Walrein?"
 
IL tricheco annuì, squadrando Florinia e Cradily con decisione. "Rein!"
 
Ma l'esperta di Pokemon Erba non fu convinta. Con un movimento della testa che esprimeva dissenso, la giovane donna richiamò Cradily, immaginando che a quel punto la battaglia fosse persa. "I risultati di questo scontro possono essere considerati una mera aberrazione." affermò. "Finchè il soggetto Hitomi non avrà rinunciato alle irregolarità conosciute come emozioni, le sue prestazioni resteranno insoddisfacenti. Votazione globale, D. Sessione finita."
 
Mentre la grandine cessava lentamente, Walrein scosse la testa, convinto che Florinia non sapesse cosa stava dicendo, e sperando che la sua allenatrice non si stesse lasciando convincere dalle sue sciocchezze. Per fortuna, Hitomi era troppo intelligente per ascoltare Florinia, e Walrein fu contento di vedere Hitomi che gli si avvicinava sorridendo lievemente, e accarezzandogli la testa. "Non ti preoccupare, Walrein. So capire chi devo e non devo ascoltare. Non rinuncio alle mie emozioni per diventare più forte." affermò, per poi alzare la testa e parlare a Florinia, che si stava allontanando con indifferenza. "Scommetto che ti senti forte, vero, Flobot? Credi di saperne più di tutti, eh? Beh, sai che ti dico? Fai pure. Io non ho il tempo nè la voglia di stare dietro ad una vigliacca come te."
 
Florinia restò indifferente, ma se qualcuno avesse potuto vederla, avrebbe visto brillare qualcosa dietro le lenti dei suoi occhiali... per un istante, prima che lei soffocasse quella scintilla di emozione...
 
 
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"Alty, usa Dragodanza... e poi Dragospiro!" esclamò Ortilla, guidando il suo unico Pokemon mentre combatteva con tutte le sue forze contro il Pokemon che Cain aveva mandato in campo: un Nidoking, un Pokemon bipede di tipo Terra/Veleno, con caratteristiche sia da rettile che da mammifero, coperto da una spessa corazza violacea che diventava bianca sul torace e sulla pancia, due lunghe corna sul naso e sulla fronte e le orecchie tonde e grandi dal bordo frastagliato. Aveva una lunga coda corazzata, e le sue braccia erano corazzate e robuste, mentre sulla schiena si drizzavano una serie di aculei purpurei che scorrevano lungo la spina dorsale. Sembrava decisamente aggressivo e ben allenato, e stava dando del filo da torcere al Pokemon Drago/Volante di Ortilla!
 
"Nidoking, prego... usa Velenocoda!" esclamò Cain, e mentre Alty eseguiva una breve danza a mezz'aria, e poi soffiava dal becco una fiammata bluastra contro il suo avversario, Nidoking eseguì una giravolta su sè stesso e cercava di colpire il Pokemon Drago/Volante con la coda avvolta da una sottile coltre di miasma viola. I due colpi si intercettarono a mezz'aria, e dal punto in cui si incontrarono scaturì una potente esplosione che scagliò indietro i due Pokemon, assordndo per un istante anche i due allenatori! Nidoking, più abituato a quegli scontri, riuscì a tenersi in equilibrio e a rimettersi in guardia, ma Alty si ritrovò scagliato verso il pavimento, e a malapena riuscì a sbattere le ali e a tenersi in volo! Con determinazione, si alzò in volo e cercò di ripartire all'attacco, ma Nidoking fu più veloce di lui... e prima di poter capire cosa stesse accadendo, Alty si ritrovò con l'avversario davanti, le zamme sguainate e pronte a colpire! "Ed ora, Nidoking... diamo ad Altaria un'esperienza che gli darà un brivido! Usa Tuonopugno!"
 
"King!" esclamò Nidoking, sferrando un poderoso destro con il braccio elettrificato e centrando Alty in pieno petto e trasmettendogli una scarica elettrica che gli strappò un acuto stridio di dolore, prima di scagliarlo sul quadrato con aria stordita!
 
"Alty! Alty, come stai, va tutto bene?" chiese preoccupata Ortilla, andando a vedere come stava il suo Pokemon. Con un cinguettio acuto, Alty scosse la testa e guardò verso la sua giovanissima allenatrice, annuendo per tranquillizzarla. "Meno male, Alty... mi dispiace, temo che dovrò ancora fare un bel po' di strada prima di essere un'allenatrice forte come Cain e i suoi amici..."
 
"Altarrr..." mormorò Alty, facendole un cenno amichevole alla sua allenatrice.
Cain e il suo Nidoking si avvicinarono ad Ortilla e ad Alty, e il ragazzo dai capelli viola tese una mano per congratularsi con lei. "Ma siete in gamba lo stesso. Magari la vostra tecnica lascia un po' a desiderare, ma è solo perchè non avete quasi mai combattuto sul serio finora." disse gentilmente. "Nulla che l'allenamento non possa compensare. E comunque, vedo che il tuo Alty possiede delle mosse molto utili. Se continuerete così, vedrete che ben presto sarete in grado di competere con me, e magari anche di superarmi."
 
"Grazie, Cain. Sei molto gentile." affermò Ortilla. "Beh... allora, a questo punto, tanto vale riprendere! Io ed Alty... vorremmo essere in grado di dare una mano il prima possibile contro il Team Meteora!"
 
"Altaria!" affermò Alty, aprendo le ali e muovendole su e giù.
 
Il Nidoking di Cain tese una mano verso Altaria e lo aiutò a rialzarsi, mentre il ragazzo dai capelli viola faceva una risata bonaria e strizzava un occhio ad Ortilla. "Con immenso piacere! E domani, non appena avremo un po' di tempo, ti accompagnerò a catturare qualche Pokemon. La Foresta Malachite, qui vicino, è uno dei pochi luoghi in cui si possono ancora trovare Pokemon in abbondanza, e sono sicuro che potrai catturare o trovare qualche utileaggiunta alla tua squadra!"
 
"Già... così magari Alty non si sentirà più solo, vero?" chiese Ortilla al suo Pokemon, con un sorriso raggiante. Il Pokemon Drago/Volante rispose aprendo maestosamente le ali e cinguettando in segno di assenso, per poi riprendere posizione a fianco di Ortilla, pronto per un altro scontro!
 
"Bravi, questo è lo spirito giusto!" esclamò Cain. "Riprendiamo pure, Nidoking! Credo che sarà una sfida eccitante!"
 
Il Pokemon Terra/Veleno si mise in guardia e ghignò sottilmente, pronto ad un nuovo scontro...
 
 
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"Davvero niente male. Devo dire che Julia, Florinia e Cain stanno dando non poco flo da torcere ai nostri amici." affermò Vera con fare impressionato. "Avevi ragione tu, Vittoria... sono veramente degli allenatori molto abili!"
 
"E questo è niente... la resistenza può contare su elementi anche più forti!" affermò Pietro, seduto dietro di lei con le mani dietro alla nuca. "Aspettate di incontrare Amalia e Titania... loro sì che vi lasceranno a bocca aperta!"
 
"Sono tra le allenatrici più forti di tutto il continente di Reborn... al punto che penso che potrebbero seriamente pensare di ottenere un posto come Superquattro, una volta che a Reborn avremo una Lega Pokemon come si deve." disse la vocetta acuta di Heather, attirando l'attenzione di Vera e dei suoi compagni. La ragazzina castana guardò nella direzione da cui era provenuta la voce e vide, con un certo sollievo, che Heather e Shelly erano venute ad assistere anche loro agli scontri che si stavano tenendo in quell'arena. La bambina dai capelli fucsia sembrava un po' sollevata rispetto a prima, e Vera pensò che passare un po' di tempo con la sua migliore amica non aveva fatto altro che aiutarla. "Ciao, Vera. Ciao, Drew. Scusate se mi sono allontanata, ma... avevo troppe cose a cui pensare, e... non me la sentivo di restare qui. Adesso però... mi sento meglio."
 
"Ci fa piacere, Heather!" rispose Vera, sorridendo amichevolmente, e poi spostandosi in modo da fare spazio alle due amiche sulla tribuna. "Perchè tu e Shelly non vi sedete qui? Mio fratello e le sue amiche stanno favvero facendo scintille!"
 
"Beh... s-se... se non diamo d-disturbo... allora sì, ne... saremmo molto felici!" rispose Shelly, sedendosi accanto a Vera e facendo cenno ad Heather di mettersi accanto a lei a sua volta. Vera si avvicinò un po' a Drew, lasciando che Heather e Shelly avessero un po' di spazio per loro... e poi guardò verso Drew, strizzandogli argutamente l'occhio! Il ragazzo dai capelli verdi, dal canto suo, aveva intuito a che gioco stesse giocando Vera... e complimentandosi privatamente con lei per aver imparato qualche trucchetto, rispose con lo stesso gesto, facendole un occhiolino prima di concentrarsi nuovamente sulle battaglie che si svolgevano là sotto...
 
"Hmm... per me, questi due sono proprio cotti." mormorò tra sè Vittoria, stando attenta a non farsi sentire dagli interessati... "E' solo che... vogliono fare un po' i preziosi. Per qualche motivo, credo che sarà interessante vedere come va..."
 
 
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Quella notte, nel profondo della Foresta Malachite...
 
"Molto bene, Zel... allora è questo il punto più adatto. Io... non so molto di queste cose, quindi mi affido alla tua esperienza." disse a voce bassa Taka, rivolto alla figura incappucciata e vestita di nero, i cui lineamenti androgini e la cui carnagione pallida erano appena visibili sotto il cappuccio che indossava, dello stesso colore dei suoi lunghi capelli, che stava in piedi accanto a lui, davanti ad un macchinario dall'aspetto futuristico ed inquietante.
 
"Tutto è stato calcolato." affermò il comandante del Team Meteora di nome Zel, la cui voce suonava stranamente femminile. "Da qui, i quartieri Diaspro e Berillio rientreranno nel raggio d'azione del PULSE. Tra non molto, la resistenza dovrà rendersi conto di avere a che fare con qualcosa che loro non potranno gestire."
 
Taka sospirò, e guardò verso il macchinario, all'interno del quale si vedeva qualcosa che si muoveva... una figura massiccia, composta da una moltitudine di liane intrecciate tra loro, che sembrava agitarsi per lo sconforto, non sopportando la posizione in cui si trovava. "Certo... se solo potessimo evitare di fare del male a questo povero Pokemon, la cosa mi andrebbe meglio." affermò. "Non che quello che stiamo facendo sia molto giusto già di per sè. Stiamo praticamente scacciando tante persone innocenti dalle loro case."
 
Zel scosse la testa, e quando parlò di nuovo, la sua voce suonava un po' più bassa e dall'accento maschile. "Non possiamo permetterci questi sentimentalismi, Taka, e tu lo sai." affermò. "Siamo arrivati ad un punto cruciale. Tra non molto, quando Reborn City sarà diventata una città fantasma... il sogno per cui tanti di noi hanno rinunciato a tutto il resto, diventerà una realtà."
 
"Spero che ne valga la pena..." mormorò Taka, avvicinandosi al Pokemon imprigionato all'interno del macchinario. Quest'ultimo sembrò calmarsi un po', quasi si fidasse almeno in parte del giovane comandante del Team Meteora, che gli fece una carezza e lo tranquillizzò con le parole.
 
"Mi dispiace... sopporta ancora un po', okay? Vedrò di liberarti non appena posso..."
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Spero che vi siano piaciute le scene con Heather e Shelly. Sapete, loro diventeranno due personaggi principali, più avanti nella serie, e quindi sto cercando di dare loro un certo spazio già adesso. Shelly avrà modo di dare prova di sè tra non molto, quindi abbiate giusto un po' di pazienza. Per quanto riguarda Heather... beh, il mio scopo è quello di dipingerla come una bambina traumatizzata che cerca di difendersi meglio che può, ma che segretamente vorrebbe essere come i bambini della sua età e comportarsi in maniera spensierata, e spero di aver dato questa idea.
 
Inoltre, spero che le battaglie con Julia e Florinia vi siano piaciute. Sarà interessante vedere come si evolveranno questi personaggi... 
 
Il PULSE sta per fare il suo ingresso in scena, e per Reborn City sta per iniziare un nuovo incubo. Tenetevi forte, perchè tra non molto sarà di nuovo il momento di entrare in scena per Vera e i suoi compagni... riusciranno a fermare il Team Meteora ancora una volta? Al prossimo capitolo l'inizio della risposta!
 
A presto, e recensite se potete! 
       

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Capitolo 9
*** Quando le piante attaccano ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 9 - Quando le piante attaccano
 
 
Ortilla non poteva dire di essersi ancora abituata alla mattinata - almeno, non al ritmo della mattinata a cui aveva dovuto adattarsi fin da quando era arrivata a Reborn. Di solito, quando era ad Iridopoli, poteva prendersela un po' comoda, sonnecchiare un po' più a lungo, per poi scendere con tutta calma e cominciare i suoi consueti allenamenti, senza che nessuno le corresse dietro... ma ora, la situazione era cambiata parecchio, e la ragazzina dai capelli verdini, così come il suo caro Alty, si erano dovuti abituare ad un ritmo ben più serrato.
 
Quella mattina, in particolare, Ortilla ed Alty si erano svegliati ancora assonnati - la scorsa serata erano rimasti alzati fino quasi a mezzanotte per fare un po' di pratica con Julia, Cain e Vittoria, e dovevano ammettere che i risultati cominciavano a farsi sentire. La bambina era convinta di aver sviluppato una certa abilità anche negli scontri di Pokemon diretti, e Cain le aveva insegnato qualche trucchetto niente male per tenere testa agli scagnozzi del Team Meteora. La controindicazione, ovviamente, era stato il fatto che adesso si erano trovati a dover fare un po' più di fatica a tirarsi su dal letto... ma Ortilla, dopo essersi sfregata gli occhi, decise che era venuto il momento di muoversi e di andare a fare la sua parte.
 
"Ciao, Alty..." disse, accarezzando la testa al suo Altaria. "Anche per te è una mattinata un po' storta, eh? Del resto, dobbiamo adattarci... Reborn City non è esattamente quello che definirei un posto tranquillo... e questo è il meglio che possiamo permetterci, in questo momento."
 
"Altar..." disse il Pokemon dalle bianche piume, annuendo lentamente, ma sentendo comunque la mancanza del morbido letto sul quale era abituato a dormire ad Iridopoli. Si lisciò le piume con il becco e prese il volo, cercando di sgranchirsi un po' le articolazioni intorpidite dal sonno... mentre Ortilla si alzava dal letto e si infilava un paio di pantofole, avviandosi verso il bagno. 
 
"Coraggio, Alty... diamoci una rinfrescata, e poi gli altri ci aspettano per la colazione, e per fare un po' di allenamento." affermò. "Chissà se le altre cellule della resistenza hanno qualche notizia da darci..."
 
Alty stava per rispondere qualcosa... ma i due amici si fermarono e fecero un salto in aria per la sorpresa quando la porta della loro camera si spalancò di colpo, e da essa entrò Shelly, con il fiato corto ed un'espressione allarmata sul suo grazioso viso. La frangia di capelli violetti che copriva il suo occhio destro non riusciva comunque a nascondere il suo stato d'animo agitato, ed Ortilla drizzò immediatamente le antenne, temendo che fosse successo qualcosa di terribile! "Ortilla, Alty! Presto... hanf... dovete fare presto! Cambiatevi e troviamoci nel salone centrale il prima possibile! Sta succedendo una catastrofe!" esclamò, senza lasciare adito a fraintendimenti!
 
"Ah... c-calma, calma, Shelly! Cosa... cosa sta succedendo? Perchè tanta foga?" rispose Ortilla, vedendo che in effetti i suoi timori avrebbero potuto rivelarsi veri...
 
Shelly riprese fiato, mentre un'altrettanto preoccupata Heather la raggiungeva. "E'... è successa una cosa incredibile!" esclamò la piccola esperta di Pokemon Coleottero. "Le... le piante della Foresta Malachite, alla periferia della città... improvvisamente hanno cominciato a crescere a dismisura, e hanno cominciato ad invadere i quartieri di Reborn City!"
 
"Alt!" stridette Alty, sgranando gli occhi incredulo.
 
Heather disse di sì con la testa. "Sì... un casino pazzesco!" rispose, senza badare tanto alla formalità. "Non... non sappiamo come sia successo, ma... i quartieri Diaspro e Berillio sono mezzi sommersi dalla vegetazione che è cresciuta senza controllo, e le piante stanno cominciando ad attaccare anche il quartiere Ossidiana! Vittoria è già andata lì per dare una mano... ma da sola non potrà fare molto. Al massimo potrà aiutare le agenti Jenny a sgomberare il campo e a far evacuare i civili..."
 
"Santo cielo... allora non c'è un istante da perdere!" rispose Ortilla, impressionata ed incredula. "Va... va bene, Alty ed io arriviamo subito! Avete... avete già detto tutto a Vera e agli altri?"
 
Shelly annuì. "S-sì... credo che... loro siano già nella sala principale ad aspettarci..."
 
Ortilla non perse altro tempo e, accompagnata dal suo fedele Alty, si fiondò nel bagno per prepararsi alla massima velocità che le fosse possibile, sperando che sarebbero riusciti ad evitare il peggio. Sicuramente c'era lo zampino del Team Meteora dietro questo losco affare... ma come avrebbero fatto a far crescere le piante in maniera così incontrollata?
 
La piccola coordinatrice di Pokemon aveva paura che la risposta non le sarebbe piaciuta per niente...
 
 
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Non più di cinque minuti dopo, Ortilla raggiunse la sala principale, dove in effetti il resto dei membri della resistenza - tranne Vittoria, che era già andata a dare una mano nel quartiere Ossidiana - si era già riunito. Florinia stava spiegando la situazione... come sempre, usando quel tono terso e privo di partecipazione con cui diceva praticamente qualsiasi cosa...
 
"Ma... cosa sta succedendo, esattamente? Come hanno fatto le piante a crescere al punto da mettere in pericolo i quartieri di una città come Reborn City?" stava chiedendo Max in quel momento. 
 
"Le cause della proliferazione incontrollata di forme di vita vegetale in un ambiente a loro avverso restano per il momento ignote." fu la risposta della giovane donna. "L'effetto è tuttavia che il quartiere Ossidiana è in una condizione di turbolenza: l'area risulta attualmente interdetta ai civili in risposta ai danni inflitti dalla crescita di piante. Tuttavia, tramite i condotti della metropolitana ora in disuso sarà possibile raggiungere le aree infestate e cercare di porre rimedio."
 
"Detto in parole povere, abbiamo bisogno di una mano per rimettere a posto la situazione nel quartiere Ossidiana... e magari raggiungere da lì la Foresta Malachite, per cercare di scoprire la causa di questo macello!" terminò Pietro. Anche l'arrogante Fern non ebbe nulla da ridire, e si limitò a dire di sì con la testa.
 
"Lo scopo della missione è semplice: cercare di stanare la causa di questa crescita selvaggia... e fargli fare un bel botto! KA-BOOOOM!" esclamò Julia, che come sempre non mancava di ravvivare un po' l'atmosfera. "Allora, ragazzi di Hoenn, siete con noi?"
 
"Certo che siamo con voi. Non lasceremo certo che la gente di Reborn perda le loro case per colpa di questo disastro." affermò Hitomi, corrugando la fronte e stringendo un pugno davanti a sè.
 
"Credo che ci siamo tutti, in effetti..." disse Max, rivolgendo lo sguardo ad Heather, Shelly ed Ortilla. "Sappiamo già e c'è un punto da dove possiamo iniziare a cercare?"
 
"Probabilmente il parco di Ossidiana, nel quale è contenuta la più grande concentrazione di piante di quel quartiere... e forse anche dell'intera Reborn City." affermò Cain in risposta. "Ci troveremo lì. Adesso, credo sia il caso di muoverci e cercare di raggiungere il quartiere Ossidiana. Tenete pronti i vostri Pokemon, credo che ci sarà da combattere!"
 
"Certo... non faccio fatica a crederlo!" affermò Vera. "Il Team Meteora sarà sicuramente dietro a tutto questo, e non credo che dovremo attendere a lungo prima di incontrarli di nuovo..."
 
"E forse ci sarà ancora quel Sirius..." disse tra sè Drew, ricordando il misterioso e pericoloso comandante che dava ordini ad Astro e ad Eclisse... "Comunque, non perdiamo altro tempo! Raggiungiamo il quartiere Ossidiana, e cominciamo a disinfestarlo!"
 
"Certo..." mormorò Cain, dando un'occhiata ad una delle sue Pokeball...
 
 
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La situazione nel quartiere Ossidiana stava ormai sfuggendo al controllo di tutti. A quel punto, mentre le persone cercavano di evacuare gli edifici pericolanti, soltanto un gruppo di coraggiose agenti Jenny e Vittoria erano rimaste a cercare di tenere a bada la crescita selvaggia delle piante... un gruppo di Growlithe ed Houndour stava usando i loro attacchi di tipo Fuoco per fermare le piante e bruciare le liane prima che si diffondessero. Vittoria era a fianco delle poliziotte e dei loro Pokemon, e aveva mandato in campo uno dei suoi Pokemon: sembrava un maiale che stava in piedi sulle zampe posteriori, con un corpo a forma di uovo di colore arancione, che diventava marrone sull'addome, sulla testa, sulle braccia e sulla sua coda a molla. Aveva un paio di lunghe orecchie, grandi occhi di colore marrone-grigio e un naso rosso particolarmente grande rispetto alla faccia. Un paio di canini acuti sporgevano dalla mascella inferiore, e il torace era ulteriormente decorato da un paio di motivi che ricordavano un po' delle nuvole dorate.
 
"Presto, Pignite, diamo una mano alle agenti Jenny!" disse Vittoria, indicando al suo Pokemon un groviglio di liane che stava uscendo dalla porta sfondata di un negozio. "Ferma quelle piante con Ondacalda!"
 
"Pignite!" grugnì il Pokemon Suinfuoco, prendendo un bel respiro, e poi soffiando una fiammata che si espanse rapidamente attorno a lui ed investì le liane animate, riducendole in cenere in pochi secondi. Vittoria annuì soddisfatta, vedendo che finalmente gli attacchi di tipo Fuoco avevano aperto un varco nelle piante... e aveva almeno temporaneamente aperto la strada verso il parco di Ossidiana, uno dei luoghi da dove era cominciata l'infestazione.
 
"Ottimo lavoro, ragazza!" esclamò una delle ufficiali, evidentemente la più anziana ed esperta, visto che aveva con sè nientemeno che un enorme e maestoso Houndoom. "Alcune di voi restino qui e cerchino di tenere a bada la crescita delle piante... mentre io e la signorina Vittoria cerchiamo di raggiungere il parco e di capire cosa stia succedendo!"
 
"Hound! Hound!" esclamò Houndoom, abbaiando un paio di ordini ai Growlithe e agli Houndour, che non fecero obiezioni e si schierarono in fila davanti alle loro allenatrici. Poi, Vittoria e il suo Pignite annuirono, e seguirono l'agente Jenny più esperta e il suo Houndoom nel passaggio che portava al parco. 
 
Era una corsa contro il tempo - la strada era già cosparsa di detriti e pezzi di vetro infranto, e già dai muri degli edifici diroccati si protendevano altre liane viventi, che non sembravano attendere altro che passasse di là qualche allenatore distratto per afferrarlo e stritolarlo. Si espandevano a vista d'occhio... Vittoria e l'agente Jenny sapevano che dovevano fare in fretta, prima che anche quella strada diventasse inagibile.
 
Vittoria si guardò attorno prima di imboccare un'altra stradina laterale non ancora infestata dalle piante... e il suo sguardo cadde su un edificio particolarmente grande ed imponente che svettava su tutte le altre costruzioni del quartiere Ossidiana: sembrava un grande palazzo, che una volta doveva essere stato una visione spettacolare, ma che ora non era altro che un triste ricordo di un tempo ormai perduto per sempre... 
 
"Agente Jenny..." chiese la giovane esperta di arti marziali, tenendosi accanto ad un muro che appariva sicuro. "Quel grande edificio... non era per caso la sede centrale della Yureyu Corporations, una volta? La... la più grande compagnia di Reborn, se non ricordo male?"
 
"Sì, hai proprio ragione..." rispose la poliziotta dai capelli blu. Houndoom stava riprendendo ad annusare l'aria, in cerca di un qualsiasi odore avesse potuto essere loro d'aiuto o potesse segnalare qualche civile rimasto intrappolato. "Una volta erano la compagnia di bandiera di Reborn, un po' come la Silph a Kanto, oppure la Devon ad Hoenn... ma poi, hanno cominciato ad accadere tutte quelle catastrofi, tra terremoti, inquinamento ed attentati... e quest'area è diventata il macello che vedi adesso. La compagnia ha dovuto chiudere bottega... e il resto è storia."
 
"Pignite..." mormorò il Pokemon Fuoco/Lotta di Vittoria, pensando che fosse ben triste che fosse finita così... ma si riscosse immediatamente e decise che era il caso di andare avanti e ragiungere il parco. Finalmente, lo Houndoom dell'agente Jenny riuscì a sentire qualcosa, e abbaiò un paio di volte per attirare l'attenzione. Con una zampa artigliata, indicò un passaggio tra due edifici rimasti relativamente intatti, e fece cenno a Vittoria e all'agente Jenny di prendere quella strada.
 
"Doom!" abbaiò, facendo un cenno con la sua testa armata di corna ricurve. Vittoria e l'agente Jenny seguirono le indicazioni del Pokemon Buio/Fuoco, infilandosi in uno degli stretti vicoli che portavano verso la zona centrale del quartiere Ossidiana...
 
 
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"Okay, ci siamo... il quartiere Ossidiana è proprio sopra di noi." affermò Pietro, indicando una rampa di scale che, a partire dal binario abbandonato che la resistenza stava percorrendo, saliva verso le strade del quartiere minacciato dall'invasione di piante. Già da dove si trovavano i ragazzi, si potevano sentire i rumori e la confusione che regnavano al piano di sopra. "E sembra che... la situazione sia già parecchio complicata!"
 
"Presto, raggiungiamo le strade! Dobbiamo cercare di ritrovare Vittoria e arginare l'invasione delle piante!" affermò Heather, accompagnata dal suo Noibat che svolazzava nervosamente attorno a lei. Anche lui sembrava rendersi conto di quanto grave fosse la situazione, e di cosa probabilmente li attendeva al piano di sopra. Cercando di muoversi con rapidità, i ragazzi salirono le scale, e Vera per prima, accompagnata dal suo Blaziken e dalla sua Beautifly, raggiunse l'esterno... restando esterrefatta e scioccata quando vide cosa stava accadendo!
 
"Fly!" esclamò Beautifly, altrettanto incredula. Era sicuramente una delle scene più terrificanti a cui Vera e i suoi Pokemon avessero mai assistito: le piante erano cresciute in maniera assolutamente smisurata, e stavano strangolando il quartiere Ossidiana nel loro abbraccio verdeggiante! Drew e il suo Roserade apparvero un attimo dopo, seguiti da Max e Gardevoir, Hitomi e Walrein, e poi dal resto del gruppo. Tutti restarono come ammutoliti di fronte alla devastazione perpetrata dalla vegetazione incontrollata... i muri delle case e dei palazzi venivano coperti di rampicanti che strisciavano lungo di essi, avanzando a vista d'occhio. I marciapiedi erano infestati di ortiche ed altre erbe selvatiche che rendevano la circolazione difficile... e in alcuni punti, l'asfalto si era addirittura crepato, e dalle fenditure erano spuntati degli alberelli! Sembrava davvero la vendetta della natura sull'avanzata dell'uomo...
 
"Accidenti... questo... questo è... incredibile!" mormorò spaventata Shelly, tenendosi quanto più vicina possibile ai suoi compagni, nel timore che qualche pianta rampicante potesse arrivarle addosso all'improvviso e catturarla in un abbraccio letale. "Ma... ma come ha fatto il Team Meteora a... a controllare le piante in questo modo? Che... che razza di tecnologia usano?"
 
"Non lo so, piccola Shelly... e sinceramente, non sono neanche interessato a questi tecnicismi!" affermò Cain. Il giovane esperto di Pokemon Veleno era guardingo e attento, e ogni traccia di leggerezza era scomparsa dal su modo di fare. "Per adesso, quello che dobbiamo fare è raggiungere il punto da cui ha origine questa crescita smisurata e cercare di tenerla sotto controllo..."
 
"Dopodichè, sarà il caso di raggiungere la Foresta Malachite in modo da liberare anche i quartieri Diaspro e Berillio." concluse Pietro. "Forse è meglio dividerci in gruppi... alcuni di noi da una parte, e altri da un'altra, e cercheremo di raggiungere il parco di Ossidiana da due direzioni. In questo modo, avremo migliori possibilità."
 
"La proposta è stata valutata e accettata." affermò Florinia. "Tuttavia, il piano richiede un aggiornamento. Se ci dividessimo in quattro gruppi, le nostre possibilità di raggiungere il parco Ossidiana aumenterebbero ulteriormente. Sicuramente, almeno uno dei gruppi riuscirebbe a raggiungere l'obiettivo."
 
"Va bene... ma chi farà parte di questi gruppi?" chiese Ortilla, non sentendosi per niente sicura. Gli edifici davano l'impressione di essere in procinto di crollare da un momento all'altro... e Alty stava attento a non volare troppo vicino ad essi. Nemmeno la strada sembrava sicura, e la giovanissima coordinatrice aveva il timore che prima o poi una sezione sarebbe crollata.
 
"Beh... se stesse a me, mi metterei in gruppo con Fern e la Flo!" disse Julia, cingendo allegramente le braccia attorno alle spalle della sua stoica amica e dell'arrogante fratellino di quest'ultima. Il giovinastro storse il naso, facendo un grugnito di fastidio. "Ma... credo che qualcuno dovrà pur stare con i bambini per proteggerli, no?"
 
Heather si rabbuiò. "Io non ho bisogno di essere protetta, grazie tante! So cavarmela benissimo da sola!" esclamò.
 
"Okay, okay... non agitiamoci, abbiamo bisogno di muoverci rapidamente e con decisione."  esclamò Pietro. "Cain, che ne dici se noi accompagnamo Heather e Shelly?"
 
"Mi sembra un'idea... favolosa!" esclamò il ragazzo dai capelli viola, strizzando un occhio. "Julia, tu vai con Vera, Max e Drew, va bene? Ortilla, Hitomi, Flo e Fern invece prenderanno un'altra strada. In questo modo, nessuno resta sguarnito, e le nostre rispettive squadre si equilibrano a vicenda. Che ne dite, può andare bene?"
 
"Rein!" tuonò il Walrein di Hitomi. La ragazzina storse un po' il naso, guardando con astio in direzione di Fern. Certo, l'idea di fare squadra con lui non le sorrideva per niente...
 
"Immagino che... dovrò adattarmi." affermò. "Al momento, è più importante pensare a fermare questi vegetali troppo cresciuti."
 
"Franchezza per franchezza, il disgusto è reciproco, marmocchia." rispose Fern. "Ma per il momento, non abbiamo molta scelta. Va bene, ci rivediamo al parco di Ossidiana. O anche no. Non che me ne freghi molto, in realtà."
 
"Fern." lo ammonì Florinia, e per un attimo, a Vera sembrò di percepire almeno un pizzico di partecipazione nella voce della ragazza con gli occhiali. 
 
"D'accordo... allora, ognuno prenderà una strada diversa... e ci vediamo al parco! Buona fortuna a tutti!" esclamò Vera, e il gruppo si scambiò i saluti e gli auguri di rito prima che ognuno dei gruppi più piccoli prendesse una strada diversa, cercando di raggiungere il proprio obiettivo...
 
 
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"A questo punto... direi che i membri della resistenza si saranno già messi in moto." disse con tono controllato e calcolatrice il misterioso Zel, il comandante del Team Meteora che affiancava Taka nelle operazioni. "E' ragionevole pensare che abbiano preso di mira il quartiere Ossidiana, visto che in questo momento è quello più direttamente minacciato dall'espansione delle piante."
 
Taka annuì lentamente, con l'espressione di chi in quel momento avrebbe voluto essere da tutt'altra parte, ma restava lì per senso del dovere. "Capisco... quindi, i quartieri Diaspro e Berillio sono già stati invasi." affermò. "D'accordo... allora, adesso dovremmo cercare di tenere la macchina PULSE sott'occhio, prima che arrivino i nostri amici."
 
Zel annuì senza cambiare espressione, ma quando parlò, Taka sentì che la sua voce era diventata, ancora una volta, più acuta e chiara, quasi femminile. "Esatto. Ma non è il caso di restare in difesa a lungo. Dobbiamo anche attaccare i membri della resistenza, e cercare di disturbarli il più possibile. Se poi riusciamo ad eliminarli prima che giungano fin qui, meglio ancora... Ugh..."
 
Taka si voltò di scatto verso il suo collega, che si afferrò la fronte con espressione stravolta e si piegò su un ginocchio, come se gli stesse vedendo un feroce mal di testa! Il giovane comandante raggiunse Zel e si piegò su di lui per verificare le sue condizioni... e per un attimo, Taka ebbe l'impressione che gli occhi dell'uomo incappucciato avessero cambiato colore...
 
"Zel? Zel, tutto okay?" chiese Taka. Zel scosse la testa, continuando a massaggiarsi la fronte... 
 
"No... no... noi non dobbiamo fare... del male... a nessuno..." mormorò Zel, la cui voce era cambiata di nuovo - era ancora una voce femminile, ma adesso suonava ancora più giovane, e aveva un tono ingenuo ed innocente... al punto da sembrare quella di una bambina. "Non ai Pokemon... e neanche a quelle brave persone che..."
 
Zel si interruppe, strinse i denti in un'espressione di fastidio, e si diede un pugno in testa, come se fosse stata una radio difettosa che doveva far funzionare in qualche modo! Taka fece un passo indietro, stupito e un po' spaventato.
 
"Maledizione! Bel momento per emergere, per il mio alter ego debole e patetico!" imprecò Zel, la cui voce era tornata forte e dal timbro maschile. "Va... va tutto bene, Taka, solo una distrazione momentanea. Tu resta qui, e fai la guardia alla macchina PULSE. Io penserò a quei mocciosi."
 
"Va... va bene..." rispose Taka, sbattendo gli occhi incerto. Tra i comandanti del Team Meteora, Zel era sicuramente quello più strano e misterioso - e assieme a Sirius, quello che più lo inquietava. Nessuno sapeva esattamente da dove venisse o come mai all'improvviso la sua voce e il suo carattere cambiassero... o meglio, Taka immaginava che suo padre Solaris lo sapesse, ma non fosse interessato a rivelare nulla nemmeno a lui.
La sua curiosità poteva attendere, in ogni caso. In quel momento, era più importante cercare di proteggere la macchina del PULSE... "Allora, Zel, io resterò qui... mi raccomando, non strafare. Non possiamo certo permetterci che tu venga catturato."
 
"Non sarà un problema. Non riusciranno a catturarmi tanto facilmente." rispose il giovanotto incappucciato, calandosi il cappuccio sulla testa in modo che il suo volto fosse il più ombreggiato possibile. Poi, si allontanò lungo un sentierino che si inoltrava tra gli alberi della misteriosa Foresta Malachite, e Taka lo guardò allontanarsi prima di voltarsi verso le cime degli alberi vicini e fare un fischio a qualcosa che si nascondeva tra le fronde. Si sentì un fruscio di foglie e rami spostati... e subito dopo, un Pokemon simile ad un pappagallo dalle piume variopinte svolazzò fuori dal nascondiglio e atterrò sull'avambraccio teso del giovane comandante del Team Meteora.
 
"Eccomi. Eccomi." esclamò il Pokemon con voce gracchiante: era alto appena mezzo metro, con il becco e le palpebre rosa, e piume nere che coprivano completamente la testa e la coda. Il piumaggio era principalmente verde, ma diventava giallo sotto il collo e di un bel blu brillante sulle ali. Una criniera di piume bianche cingeva il collo del Pokemon, e la sua testa aveva un ciuffo di piume dalla forma strana, che facevano assomigliare la sua testa ad una nota musicale, mentre la coda era a forma di metronomo.
 
"Bene, Chatot..." disse Taka, sorridendo gentilmente al suo Pokemon. "Sembra che avremo un po' da fare. Mio padre vuole che noi proteggiamo la macchina PULSE intanto che Zel si occupa della resistenza. Sempre che i nostri avversari non vengano fermati prima dalle piante che stanno invadendo Reborn City. Non voglio negare che ci sarà probabilmente da combattere, se quelli della resistenza sono in gamba come ho sentito dire. Tieniti pronto, perchè non credo sarà una passeggiata."
 
"Agli ordini. Eccomi. Agli ordini." gracchiò il Pokemon Musicale, sbattendo un po' le ali. Taka annuì e si voltò verso la macchina PULSE, guardando la massa di tentacoli e liane che si agitava al suo interno, esprimendo dolore e fastidio...
 
"Ancora un po', amico mio... ancora solo un po', ti prego..." mormorò, sperando che tutto si risolvesse il prima possibile, in un modo o nell'altro.
 
 
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Il gruppo di Ortilla, con Alty a fare da avanscoperta, si stava facendo strada tra gli edifici abbandonati di quella sezione del quartiere Ossidiana, cercando di prestare la massima attenzione alle pareti e ai pavimenti. La strada dissestata li aveva costretti a prendere una deviazione, infilandosi in un magazzino abbandonato e seguendo i corridoi pieni di polvere. Le lampade alogene danneggiate che si accendevano e si spegnevano ad intervalli del tutto irregolari non aiutavano certo a farli sentire più tranquilli, grazie alla luce soffusa e desolante che proiettavano su muri e soffitti...
 
Alty svolazzava lentamente davanti al gruppo, mentre il Walrein di Hitomi chiudeva la fila, nel caso qualche sgherro del Team Meteora cercasse di attaccarli alle spalle. Florinia e Fern avevano fatto uscire due dei loro Pokemon... in questo caso, un Grotle per la ragazza con gli occhiali - un Pokemon di tipo Erba simile ad una grossa testuggine dal guscio giallo con due grossi cespugli verdi che crescevano sui lati della conchiglia - e un Servine per il fratello minore. Era un Pokemon che Hitomi ed Ortilla non avevano mai visto prima, e le due bambine avevano ipotizzato che si trattasse di un Pokemon proveniente da un altro continente: sembrava un serpentello verde con corte braccia e gambe quasi atrofizzate, acuti occhi rossi e un'espressione astuta ed altezzosa sul suo muso, il ventre color crema con due grandi foglie gialle sul petto a formare una sorta di V, e una grande foglia verde sulla punta della coda.
 
"Al momento, nessuna traccia di ostili individuata." disse meccanicamente Florinia, il cui Grotle annusava l'aria. La testuggine stava per cercare da un'altra parte del magazzino abbandonato che stavano attraversando... quando improvvisamente, una scatola sembrò muoversi, e il Servine di Fern colse quello che sembrava essere un lieve movimento con i suoi occhi acuti! Il Pokemon Serperba emise un acuto richiamo, attirando l'attenzione degli allenatori e dei loro Pokemon... e nello stesso momento, Hitomi vide che effettivamente una delle scatole disperse sul terreno in maniera quasi casuale si era mossa di qualche centimetro: una scatola di cartone grigio, dall'aspetto trasandato e messo su alla buona, che stava strisciando sul terreno con un inconfondibile suono di carta che grattava sul marmo. Florinia guardò a sua volta in quella direzione, e senza neanche cambiare espressione, modificò la sua analisi. "Rettifico. Individuata attività sospetta. Investigare."
 
"Una scatola che si muove... mi sembra effettivamente un po' sospetta." disse con fitto sarcasmo Hitomi. "Non si sa mai che sotto ci sia... che so, qualche Pokemon mandato dal Team Meteora per spiarci? C'è un modo per saperlo... Walrein, usa Corposcontro!"
 
"Walrein!" esclamò il Pokemon tricheco, per poi scagliarsi contro la scatola misteriosa con tutta la velocità e la potenza di cui era capace! Walrein travolse la scatola ambulante con tutto il suo ragguardevole peso, e riuscì a colpirla e a farla volare in aria, mentre il Pokemon che vi si nascondeva sotto emetteva un'esclamazione di sorpresa e paura, ed indietreggiava di un po', cercando di amortizzare il colpo! Da sotto la scatola, ecco comparire una piccola creatura simile ad una lucertola umanoide dalla pelle gialla sovrabbondante che si raccoglieva attorno alla vita in modo da formare una sorta di pantaloni, con la testa un po' più scura rispetto al corpo, la coda relativamente lunga e larga, e la pancia rossa con delle sottili strisce nere orizzontali che la attraversavano. Le mani avevano ciascuna tre corte dita, e gli occhi, posti ai lati della testa, erano tondi e grandi, con le pupille nere. La sua bocca era ad arco e mostrava sempre gli incisivi anteriori, mentre sulla testa aveva una piccola cresta rossa.
 
La strana creatura scrollò la testa e si rialzò con un colpo di reni... e da altri nascondigli, sparsi qua e là per la stanza, uscirono altre creature simili ad essa, circondando il quartetto di allenatori e i loro Pokemon. Mentre Ortilla, Hitomi e i loro compagni si guardavano attorno allarmati, cercando una via di fuga che quelle strane creature sembravano decise a negare loro, una botola nel pavimento si aprì di scatto... e da essa, con un verso di sfida, uscì fuori un altro Pokemon, abbastanza somigliante ai nuovi arrivati, ma più grande e dall'aspetto più combattivo!
 
"Scrrrrrafty!" esclamò la creatura più grande, uscendo del tutto dalla botola e mostrandosi in tutta la sua statura - un po' al sopra del metro di altezza, ma alquanto robusta e ben piantata: era molto simile ad una versione più grande di uno dei Pokemon appena venuti allo scoperto... ma aveva la pelle arancione, la cresta rossa  sulla sua testa era molto più grande, e i suoi arti erano più sottili, ma davano l'impressione di essere altrettanto robusti. La pelle sul ventre era di colore grigio piombo, e la pelle in eccesso sembrava essere di più rispetto alla versione pre-evoluta, formando una specie di pantaloni attorno alle gambe del Pokemon, e un cappuccio giallo attorno al collo.
 
"Che Pokemon sono questi?" chiese Hitomi, facendo cenno al suo Walrein di indietreggiare nel caso quelle creature avessero cercato di attaccare all'improvviso. "Non ne ho mai visti... altri come il tuo Servine e lo Emolga di Julia, che vengono da un altro continente?" Si rivolse a Fern, che per quanto fosse antipatico ed odioso, almeno sembrava saperne più di loro...
 
"Heh. Da cosa lo deduci, genio?" replicò beffardo il giovinastro dai capelli verdi. "Quelli più piccoli sono degli Scraggy, Pokemon di tipo Buio/Lotta provenienti dal continente di Unima, mentre il più grande è la versione evoluta, Scrafty. Immagino che siamo capitati senza volerlo nella tana di una banda di queste creature..."
 
"Corretto. Le bande di questo tipo di Pokemon sono altamente territoriali, e non apprezzano intrusioni, rispondendo con violenza." spiegò Florinia, quasi il problema non la riguardasse. Con un verso acuto e stridente, Scrafty diede un'ordine agli Scraggy suoi sottoposti, che si schierarono attorno a lui formando una sorta di barriera. Alty si piazzò accanto alla sua allenatrice per proteggerla, ed Ortilla corrugò la fronte, pensando che fosse il momento di mettere a frutto gli insegnamenti che Cain le aveva dato... "Si consiglia prudenza. Combattere solo il tempo necessario a guadagnare il tempo necessario all'evacuazione."
 
"Sempre se questo posto reggerà abbastanza a lungo..." ironizzò cupamente Hitomi. Il suo Walrein abbassò la testa, mostrando ai Pokemon nemici le sue zanne acuminate, mentre il Servine di Fern e il Grotle di Florinia si preparavano ad attaccare il gruppo di Scraggy. "Walrein, prendiamoci noi il primo colpo! Usa Raggiaurora!"
 
Il Pokemon Spaccagelo non ebbe esitazioni e spalancò le sue impressionanti fauci, scagliando un raggio di energia congelante dai colori dell'arcobaleno contro lo Scraggy più vicino, che appena in tempo riuscì ad alzare la guardia e parare il colpo, cavandosela con un leggero strato di brina attorno alle braccia! Il pokemon Buio/Lotta scrollò le braccia, facendo cadere i pezzi di ghiaccio che vi si erano formati sopra... e contrattaccò con Finta, scomparendo per un istante nell'ombra, e poi riapparendo per sferrare un colpo poderoso al Pokemon tricheco, che indietreggiò di un pochino! 
 
"Alty, diamo una mano anche noi! Usa Aerasoio!" esclamò Ortilla. Alty chiuse le ali attorno a sè e le aprì di colpo, scagliando una potente raffica di proiettili azzurri a forma di falce di luna! Il colpo investì gli Scraggy e il loro capo, infliggendo una quantità non indifferente di danni, e scagliando a terra alcuni degli Scraggy!
 
"Hm. Vedo che hai imparato qualcosina. Allora quella femminuccia pervertita di Cain non è poi tanto male come insegnante!" sghignazzò Fern, il cui Servine aveva appena cosparso Scrafty di semi con un attacco Parassiseme. Con un ringhio irritato, Scrafty cominciò a strapparsi di dosso i rampicanti che lo stavano avvolgendo, e prima che Servine potesse tentare un altro attacco, si lanciò contro il Pokemon Serperba e sferrò un potente pugno, circondato da scie di energia gialle che volteggiavano attorno al suo braccio in una vertiginosa spirale! Nel momento in cui il pugno andò a segno, Servine stridette per l'improvviso dolore, e dal suo corpo emersero delle lucette gialle che volarono verso Scrafty e vennero assorbite dalla sua pelle. "Hmph. Un attacco Assorbipugno, eh? Beh, poco male... lo stesso gioco lo si può fare in due. Servine, usa Gigassorbimento."
 
"Vine, vine!" esclamò Servine, avvinghiando la sua coda attorno al braccio con cui Scrafty l'aveva colpito. Scrafty spalancò gli occhi per la sorpresa e cercò di divincolarsi dalla presa del Pokemon di Fern, ma quest'ultimo tenne duro e rispose con una mossa simile a quella che Scrafty stesso aveva usato, assorbendo energia dal Pokemon Buio/Lotta: questa volta, fu Scrafty a vedere delle sfere di energia verdi sfuggire dal suo corpo e penetrare in quello dell'avversario, ristabilendo la sua salute!
 
Gli Scraggy si dispersero per la stanza, cercando di tenere sotto tiro il gruppetto di Pokemon nemici... mentre Alty e Walrein si piazzavano davanti alle loro allenatrici, e una raffica di Foglielama da parte del Grotle di Florinia costringeva alcuni Scraggy a disperdersi...
 
"Attento, Alty!" esclamò Ortilla, vedendo che uno dei Pokemon Buio/Lotta stava prendendo lo slancio. Un attimo dopo, uno Scraggy si lanciò contro Alty usando il suo attacco Calciosalto, e il Pokemon piumato venne raggiunto e mandato a terra... ma grazie alla sua resistenza alla Lotta riuscì a rialzarsi rapidamente, e si preparò a ribattere...
 
"Accidenti, non immaginavo che una battaglia di Pokemon potesse essere così... terrificante!" esclamò Ortilla, guardandosi intorno per tenere d'occhio gli Scraggy. "Alty, mi raccomando... non perdere la calma! Ricorda quello che Cain ci ha insegnato... dobbiamo concentrarci su uno alla volta!"
 
"Altarrrr!" cinguettò il Pokemon Drago/Volante di rimando.
 
 
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"Bene... sembra che fino a qui non ci siano stati problemi! Siamo arrivati nella sezione sud del quartiere Ossidiana!" commentò Pietro, aiutando Shelly ad uscire dalla galleria che avevano percorso, facendo parte della strada nei sotterranei dell'opprimente metropoli. Cain stava cercando di aiutare anche Heather a salire il breve tratto scosceso che li separava dalla superficie, ma la bambina dai capelli fucsia aveva rifiutato il suo aiuto, tirando indietro il braccio come se Cain fosse stato velenoso quanto i suoi Pokemon! "Dovremmo essere vicini a Porta Mercurio."
 
"Porta Mercurio? Ne ho già sentito parlare... ma... non mi sono mai interessata granchè... a cosa fosse e a cosa servisse..." ammise Shelly, andando a controllare che la sua amica stesse bene. Heather sorrise lievemente e annuì, e le due bambine si rivolsero a Pietro e Cain, pensando che i due allenatori più grandi avrebbero approfittato dell'occasione per dare qualche spiegazione.
 
"Porta Mercurio..." disse Cain, indicando con un gesto del braccio una grande torre di mattoni neri che svettava qualche centinaio di metri più in là, verso la periferia est di Reborn City. "Si tratta del passaggio che porta verso le Paludi Mercurio, un luogo inquinato e malsano che si estende appena fuori dalle mura est di Reborn City. Dicono che gli scarti di tutta la regione di Reborn si accumulino lì, senza alcuna spiegazione, e che il fango tossico che ricopre il terreno sembri addirittura vivo. E' un luogo in cui non augurerei a nessuno di vivere... e purtroppo, mia sorella Aya è costretta a viverci. Non ha ancora avuto la... fortuna, diciamo così... che ho avuto io."
 
"A questo proposito... com'è che tu sei venuto qui a Reborn City, e il resto della tua famiglia no?" chiese Heather, mentre il quartetto di amici si incamminava lungo le stradine del quartiere Ossidiana, tenendosi a debita distanza dalle piante che, in lontananza, stavano avanzando inesorabili. Non c'era molto tempo per raggiungere il parco, prima che l'invasione vegetale arrivasse anche lì. "Non che me ne importi davvero, sia ben chiaro, ma... la mia è solo curiosità, ecco tutto!"
 
Pietro strizzò un occhio, evidentemente sapendo più delle due bambine di cosa fosse successo a Cain prima che arrivasse in quella città maledetta. "Ehm... non so se sia davvero il caso di chiederlo, ragazze..." affermò. "Voglio dire, è una cosa un po' personale per Cain, e..." il giovane musicista si interruppe, come se volesse dire che era meglio far cadere il discorso.
 
A favore di Heather, ci fu da dire che la piccola allenatrice capì al volo. "Ah... ehm... chiedo... chiedo scusa, Cain, ho fatto una domanda un po' troppo... da ficcanaso, immagino. Proprio io ce cerco sempre di tenermi le mie cose per me..." affermò.
 
Tuttavia, Cain non sembrava essere offeso - soltanto un po' più serio del solito. "Hey, nessun problema, piccola... immagino che anch'io al tuo posto avrei fatto la stessa domanda!" affermò, strizzando un occhio. Poi, Cain tirò un lieve sospiro e guardò verso il cancello che separava Reborn City dalla palude infernale. "Beh... in effetti è un po' lunga da spiegare. Diciamo che... io e la mia famiglia non andavamo molto d'accordo sul tipo di persone di cui il sottoscritto dovrebbe innamorarsi. Tutto qui. E così... ho pensato che forse avrei avuto maggiore fortuna qui a Reborn City. Certo non si può dire che l'ambiente sia stato un gran miglioramento, ma se non altro... beh, se non altro ho trovato delle persone un po' più disposte ad accettarmi rispetto a quelli che dicono di essere i miei amici più stretti."
 
Pietro annuì un po' cupamente, e Shelly abbassò la testa e si sfregò il mento con una mano, evidentemente riflettendo sulle parole del suo compagno.
 
Heather sbattè gli occhi, sulle prime non capendo esattamente cosa volesse dire il suo compagno... poi, riflettendoci un po' su, comprese e sgranò gli occhi per la sorpresa. "Ah... quindi... okay, adesso credo di capire cosa vuoi dire..." disse, sentendosi improvvisamente in colpa per aver costretto Cain a rivangare in un passato che non poteva certo fargli piacere. "Ti chiedo scusa, Cain. Io non avrei mai immaginato che... ecco... potesse essere questo il motivo..."
 
"Noibat noibat?" stridette il suo Noibat, che fin da quando erano usciti dai tunnel della metropolitana era sempre rimasto con lei.
 
"Hey, piccola, no problem! Legittima curiosità!" affermò il giovanotto dai capelli viola. "Beh, ed ora che vi ho raccontato un po' della storia della mia vita... credo che sia il caso di andare avanti! Le piante si stanno diffondendo un po' troppo rapidamente per i miei gusti..."
 
"Cain ha ragione... stanno già ricoprendo quegli edifici laggiù." affermò Pietro, indicando l'intrico di rampicanti che avanzava lento ma inarrestabile sopra un piccolo palazzo in lontananza. Il quartetto di allenatori di Reborn era arrivato nelle vicinanze di quello che sembrava un piccolo imbarcadero sul fiume che attraversava Reborn City... un luogo che fino a qualche tempo prima doveva essere brulicante di vita e di attività, ma che ora era abbandonato e fatiscente. I pontili, in bilico sulle acque spaventosamente inquinate del fiume, erano sconnessi e rosi dall'acido, e dal fiume si levava un insopportabile tanfo di petrolio e di chissà quali sostanze chimiche. "Beh... immagino che ora siamo arrivati al canale. Da qui partivano ogni giorno un bel po' di imbarcazioni per svolgere tutte le varie attività di cui Reborn City si fregiava... ma ora che il fiume è così inquinato che persino metterci una mano dentro potrebbe essere pericoloso, tutte le attività sul canale sono cessate."
 
"Aspettate un momento!" esclamò all'improvviso Shelly, indicando uno dei pontili con espressione confusa. "E' una mia impressione, o c'è qualcuno lì?"   
 
"No, non è affatto una tua impressione, piccola Shelly, c'è davvero qualcuno laggiù... anzi, non è semplicemente 'qualcuno'!" affermò Pietro, guardando nella stessa direzione, e vedendo che su uno dei pontili, uno di quelli più stabili, era in piedi una bella ragazza dai lunghi capelli verde-azzurrini, dello stesso colore dell'acqua del mare, che indossava una sorta di tuta aderente nera con pantaloni dello stesso colore, con sopra un corpetto blu scuro a maniche corte, un paio di scaldamuscoli blu sugli avambracci, un paio di stivaletti azzurri alti fino a metà dei polpacci, e una gonna blu che diventava azzurra verso l'orlo, decorata in modo da dare l'impressione delle onde del mare. In quel momento, stava guardando verso una piccola isola affiorante sul canale inquinato, dove una piccola figura si agitava per chiedere aiuto. "Ragazzi, quella è Amaria! Non credevo fosse tornata qui a Reborn City... Hey, Amaria! Amaria, riesci a vederci?"
 
"Amaria, siamo noi!" esclamò Heather, incamminandosi rapidamente verso il pontile dove si trovava la loro compagna - perchè di questo si trattava. "Cosa sta succedendo? Va tutto bene?"
 
La ragazza dai lunghi capelli verde-azzurrini si voltò, rivelando un volto pulito e un paio di occhi cristallini che non esprimevano molto più di una ventina d'anni. In effetti, doveva avere più o meno l'età di Julia e di Florinia. "Oh... Heather! Shelly, Cain, Pietro! Che bella sorpresa, mi aspettavo che foste già intervenuti per risolvere il problema delle piante, ma non credevo che vi avrei incontrato qui!" esclamò, fermandosi un attimo per abbracciare Shelly ed Heather che erano arrivate in quel momento. "Ma che succede qui? Come mai le piante sono cresciute all'improvviso?"
 
"Riteniamo che si tratti di qualche trucco del Team Meteora. E in questo momento stiamo cercando di raggiungere il parco del quartiere Ossidiana... è da lì e dalla Foresta Malachite che è sorto questo problema." rispose Pietro. "Come mai da queste parti, Amalia? Pensavo stessi con mia sorella e con il resto del gruppo a tenere d'occhio il resto del Team Meteora e la Chiesa d'Alfa."
 
"Sì, così era, ma Saphira mi ha chiesto di passare di qua e controllare come stessero andando le cose. Sono arrivata proprio un attimo prima che le piante cominciassero ad invadere..." affermò Amalia, per poi voltare lo sguardo verso la figura che ancora chiedeva aiuto in mezzo al lago. "E un attimo fa, neanche a farlo apposta, mi sono imbattuta in quel Pokemon che chiedeva aiuto..."
 
"Osha! Osha!" esclamò il piccolo Pokemon, cercando di chiedere soccorso: si trattava di un Oshawott, un Pokemon d'Acqua dall'aspetto di una piccola lontra azzurrina con la testa e le braccia bianche, una conchiglia giallina a pettine sulla pancia, e corte orecchie arrotondate di colore blu, come lo erano anche la sua coda e le sue zampette palmate. Era in piedi su un isolotto di cemento di neanche un metro quadrato d'area, circondato da ogni lato dalle acque schifose del canale, ed era troppo lontano dalla riva per cercare di saltare...
 
"Non so come, ma quel piccolino è rimasto intrappolato là dentro... e non può tornare a riva nuotando, l'acqua inquinata lo farebbe morire di sicuro!" spiegò Amalia al quartetto di allenatori della resistenza. "E anche i miei Pokemon, non potrebbero arrivare fin laggiù senza immergersi in quell'acqua... non so che cosa fare..."
 
"Hmm... in effetti è una situazione un po' antipatica..." disse Cain, guardando lo Oshawott rimasto isolato che continuava a chiedere aiuto. "E' una vera fortuna che vi sia capitato per le mani... un esperto di Pokemon Veleno come il sottoscritto!"
 
 
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Il gruppo di Vera, Drew, Max e Julia sembrava essere invece a buon punto: erano riusciti a districarsi tra le viuzze disseminate di piante, grazie anche all'aiuto del Blaziken e della Beautifly di Vera, e del Roserade di Drew. E in quel momento, dopo essere passati oltre una barriera di rovi che stavano ingombrando alcuni viali, erano finalmente riusciti a raggiungere una piazzetta che sembrava, se possibile, ancora più malridotta del resto del quartiere: gli alberelli che crescevano attraverso il terreno erano ancora più fitti, e le piante erano cresciute formando una barriera verde attorno al centro del quartiere che sembrava crescere a vista d'occhio. Le macerie degli edifici e degli oggetti sfondati dalle piante erano sparse ovunque, assieme ad alcuni Pokemon selvatici che avevano approfittato della crescita fuori controllo per cercarsi una tana nella città...
 
"Ecco... siamo arrivati, più o meno!" affermò Julia con una risatina nervosa, mostrando ai ragazzi di Hoenn la barriera vegetale come se fosse stata un'attrazione turistica! "Quello che vedete è... quello che rimane del parco pubblico di Ossidiana. Una volta era una delle poche aree verdi di questa... ridente cittadina. Saranno felici, gli ambientalisti, di sapere che adesso è ancora più grande..."
 
"Roserade..." commentò il Roserade di Drew con espressione cupa, come per dire che quello non era esattamente il luogo o il momento adatto per fare battute. Neanche gli allenatori o Pokemon sembravano divertiti...
 
Julia si rese subito conto della sua gaffe, e si schiarì la voce, cercando di concentrarsi sulla situazione attuale, che effettivamente era alquanto seria. "Ehm... scusate, lo ammetto, non è stata la mia battuta più felice..." disse la cheerleader dai capelli verdi. "Comunque, adesso che siamo qui, dobbiamo cercare il luogo da dove le piante crescono. Se riusciamo a trovarlo, potremo rallentare la crescita selvaggia... e poi, una volta che è tutto sotto controllo, potremo raggiungere la Foresta Malachite per risolvere il problema alla radice."
 
"Ovviamente, non sarà facile come a dirlo..." commentò Max, che ormai si era fatto un'idea di come andavano le cose. "Il Team Meteora avrà già schierato i suoi uomini nella foresta, e credo che non aspettino altro che noi. Anzi, mi sorprende che non abbiamo ancora incontrato nessuno dei loro uomini..."
 
"Beh, se è solo per questo, non dovete attendere oltre. Siamo giusto venuti qui per impedirvi di metterci i bastoni tra le ruote." disse una voce femminile dura e fredda, proveniente da oltre il recinto foderato di edere ed ortiche. Allenatori e Pokemon videro arrivare, da una piccola apertura nel muro di foglie, un gruppo di reclute del Team Meteora, capeggiate da un misterioso individuo vestito di nero, che indossava un cappuccio nero che comunque non riusciva a nascondere i suoi lineamenti pallidi e quasi femminei, e il ciuffo di capelli neri che nascondeva uno dei suoi occhi. Vera contò rapidamente, e vide che erano otto in tutto, comandante compreso. Si preannunciava una battaglia impegnativa, e Julia sperò che quel misterioso individuo incappucciato non fosse tosto come Sirius.
 
"Ugh. Ma perchè non mi mordo la lingua, certe volte?" borbottò Max, mettendo mano alla sua Pokeball. Con un gesto della mano, la aprì e fece uscire il suo Gardevoir, che atterrò accanto al ragazzino con gli occhiali e guardò minacciosamente in direzione dell'uomo incappucciato.
 
"Ci stavamo giusto chiedendo quando vi fareste fatti vivi." affermò Drew, il cui Roserade si era già piazzato in un'elegante posa di guardia accanto a lui. "Immagino che tu sia uno dei loro comandanti, vero?"
 
"Il mio nome è Zel." si presentò lo strano individuo, con quella voce femminile che suonava così fuori luogo... "E per quanto combattere non sia esattamente la mia mansione, non mi farò problemi a farlo per impedirvi di danneggiare il progetto del Team Meteora."
 
Vera corrugò la fronte rabbiosamente. "E immagino che queste piante facciano anch'esse parte del progetto, vero? Vi servono per mandare via le persone da Reborn City, immagino." affermò. "Beh, adesso vorremmo anche noi qualche chiarimento! Che cosa state cercando di fare a Reborn City? Perchè volete mandare via gli abitanti? C'è qualcosa che voi sapete e che noi non sappiamo?"
 
"Non sarò certo io a rivelarvi i piani dell'organizzazione di cui faccio parte." affermò Zel. "Abbiamo i nostri motivi per quello che facciamo, e persone come voi non avrebbero dovuto interessarsene. Voi venite persino da un altro continente, quindi quello che accade qui a Reborn non è affare vostro."
 
"Se permetti, è diventato affare nostro quando avete attaccato la nostra amica Ortilla!" esclamò Max. "Ma perchè lo avete fatto, poi? Che cosa volete da lei?"
 
"Vooooooir..." esclamò Gardevoir con fare minaccioso, puntando una mano verso Zel e i suoi uomini.
 
"Come ho detto, non ho motivo per rivelarvi nulla. Se volete raggiungere il centro del parco Ossidiana e fermare le piante, dovrete prima affrontare me e i miei fedeli..." cominciò a dire Zel... ma un attimo dopo, i suoi occhi si spalancarono in un'espressione di rammarico ed orrore, e il comandante del Team Meteora, sotto gli sguardi stupiti del gruppo della resistenza, e quelli preoccupati dei suoi uomini, fece qualche passo indietro, mettendosi una mano sulla faccia! "Ugh... questo... questo... non è giusto... non è giusto quello che... facciamo... il Team Meteora vuole... vuole essere il solo a..." mormorò. Adesso la sua voce era cambiata di nuovo - era ancora femminile nel timbro, ma era diventata ancora più acuta, quasi infantile!
 
"Ma... ma cosa gli prende a quello?" si chiese Julia, mentre due reclute del Team Meteora andavano ad assistere il loro superiore. Un attimo dopo, Zel si diede una pacca sulla testa, e questo sembrò calmarlo... quando tornò a parlare, dopo essersi rialzato in piedi, la sua voce era cambiata ancora, e questa volta era maschile, con un timbro distintamente freddo e crudele.
 
"Hmph. Maledizione... questo è un problema... lei sta cercando di emergere... potrebbe darci qualche fastidio, se riuscisse ad esercitare maggior controllo..." disse, per poi concentrarsi di nuovo sul gruppetto di amici che aveva davanti. "Hmph. Un semplice contrattempo, nulla di più. Abbiamo le nostre ragioni, e persone come voi non dovrebbero interferire. Se volete raggiungere il parco Ossidiana, dovrete prima passare su di noi."
 
"Fly, fly!" esclamò la Beautifly di Vera con fare aggressivo, e la sua allenatrice annuì lentamente, preparandosi allo scontro ormai inevitabile.
 
"Vorrà dire che vi affronteremo! Fatevi pure sotto!" esclamò la bambina castana con determinazione.
Julia ghignò quasi sinistramente, pronta a mandare in campo il suo Electrode. "Preparatevi a fare boom, branco di cialtroni!"
 
 
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CONTINUA...
 
Nota dell'autore: Ecco a voi i devastanti effetti del PULSE... o meglio, una parte di essi! Perchè, credetemi, il PULSE è in grado di fare anche peggio. Nel frattempo, la resistenza sta cercando di fare del suo meglio per arginare l'attacco delle piante sul quartiere Ossidiana... e se riusciranno a fermare il misterioso Zel, dovranno vedersela con la disinfestazione dei quartieri Diaspro e Berillio, e poi, molto probabilmente, vedersela con Taka nel profondo della Foresta Malachite! Chi vincerà questa sfida? E quali altri orrori ha in serbo per loro il PULSE?
 
Comincerete a scoprirlo nel prossimo episodio! A presto!                    
 

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Capitolo 10
*** Battaglia nel Quartiere Ossidiana ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 10 - Battaglia nel Quartiere Ossidiana
 
 
Gli uomini del Team Meteora avevano già fatto uscire diversi dei loro Pokemon, facendoli schierare davanti al gruppo di Vera... mentre la ragazzina di Hoenn, affiancata dalla sua Beautifly, osservava con attenzione il gruppo di malviventi, e in particolare lo strano individuo che doveva esserne il leader. Lo strano comportamento di Zel, e il fatto che la sua voce fosse improvvisamente cambiata durante il discorso, l'avevano insospettita, ma la ragazzina castana decise che avrebbe dovuto rimandare a dopo ogni domanda, e per il momento, doveva fare del suo meglio per farsi strada tra le reclute del Team Meteora e raggiungere il parco. 
 
Fu Julia, forse come ci si sarebbe dobuto aspettare, ad aprire le ostilità, indicando al suo Electrode un Tauros che una recluta aveva mandato in campo. "Beh, spiacente per voi, Team Meteora, maabbiamo anche noi le nostre buone ragioni, e tutto quello che vogliamo fare in questo momento è farvi saltare in aria! Forza, Electrode! Attacca con Raggioscossa!"
 
"Electrode!" esclamò il Pokemon simile ad una Pokeball, illuminandosi per un istante prima di sprigionare una scarica elettrica sotto forma di un crepitante raggio laser che raggiunse il Tauros nemico ad una spalla, facendolo rabbrividire! Il Pokemon toro scosse la testa, cercando di non farsi intorpidire dall'elettricità, e rispose abbassando la testa e sferrando un potente attacco Cozzata Zen, avvolto da una splendente aura di energia psichica!
 
"Attento, Electrode! Evita quel..." cercò di dire Julia, interrompendosi quando il Pokemon toro fece uno scatto rapidissimo e investì Electrode, colpendolo con violenza con le sue corna ricurve e mandandolo in aria! Il Pokemon Elettro emise un acuto stridio di disappunto, ma riuscì a rimetters in guardia a mezz'aria e scagliare un altro attacco Raggioscossa che però il nemico riuscì ad evitare con un abile scarto laterale, mandandolo ad infrangersi sul terreno! 
 
"Presto, Beedrill! Attacca quel Gardevoir con Doppioago!" esclamò una recluta femminile, indicando il Pokemon di Max. La vespa gigante si levò in volo con un ronzio assordante e scese in picchiata sull'elegante Pokemon Psico. Nè lui nè Max, tuttavia, persero la calma, e il ragazzino con gli occhiali calcolò rapidamente i tempi prima di dare un ordine, quando il Beedrill nemico era a poca distanza!
 
"Gardevoir, rispondi con Psichico!" esclamò il giovane allenatore. Gardevoir fece un cenno con la testa, e i suoi occhi si illuminarono di luce azzurra, mentre Beedrill si bloccava a mezz'aria con le braccia-lance puntate contro il suo bersaglio! La vespa gigante emise un furioso ronzio e cercò di spingere il più possibile, ma una forza invisibile ed irresistibile la teneva ferma dov'era... poi, quando Gardevoir spalancò ulteriormente gli occhi, una scarica di energia mentale investì Beedrill e lo scagliò come una palla di cannone contro la recluta che l'aveva mandato in campo! Il malcapitato scagnozzo del Team Meteora ebbe giusto il tempo di spalancare gli occhi per la sorpresa prima di essere centrato in pieno e mandato a terra, dove sia Pokemon che allenatore restarono distesi, gli occhi comicamente trasformati in spirali!
 
"Drew, penso io al capo!" affermò Vera, mentre la sua Beautifly svolazzava nervosamente davanti a Zel. Il ragazzo dai capelli verdi e il suo Roserade erano già impegnati a tenere a bada un paio di reclute e i Pokemon che avevano mandato in campo, uno Snubbull ed un Buneary. "Tu ce la fai con questi due?"
 
Drew rispose con uno dei suoi classici sorrisetti ironici e vagamente strafottenti. "Voleva essere una domanda, mia cara Vera, o una non troppo velata presa in giro?" chiese. "Roserade, usa Fangobomba!"
 
"Rose!" esclamò il Pokemon Erba/Veleno. Puntò le braccia contro gli avversari e aprì i fiori che facevano da mani, per poi scagliare un getto di fango violaceo che impattò con violenza contro i due Pokemon avversari! Lo Snubbull grugnì per il disappunto e cadde a terra privo di sensi, mentre il Buneary riuscì a scrollarsi di dosso il fango velenoso e replicò con un attacco Calcio-Salto, andando contro Roserade e colpendolo in pieno con un calcio volante! Ma il Pokemon di Drew riuscì a reggere il colpo senza troppi problemi, e si rimise in guardia un istante dopo.
 
"Bene... allora, Beautifly, noi pensiamo al comandante. Zel, hai detto di chiamarti, vero?" rispose Vera, per poi rivolgere uno sguardo di sfida al misterioso individuo. "E va bene...  sarò io ad affrontarti!"
 
"Per me va bene. Non chiedo di meglio che rendermi conto personalmente di che genere di allenatori siate." affermò l'incappucciato, rivelando in parte i suoi lineamenti affilati e la sua carnagione bianca. "Siete stati un imprevisto per noi del Team Meteora fin da quando siete arrivati qui a Reborn City. E' ora di rettificare il problema. Tocca a te, Umbreon."
 
Zel tirò fuori una Pokeball e ne fece uscire un Pokemon simile ad un grosso gatto o ad una volpe, con un corto mantello nero decorato con anelli dorati che splendevano di luce propria, coda ed orecchie molto lunghe, e zampe sottili. Il suo muso affilato aveva un'espressione seria e sicura, e i suoi occhi erano rossi e a forma di mandorla. Vera aveva già visto Gary usare un Umbreon, e sapeva abbastanza di questo tipo di Pokemon da avere una buona idea di cosa aspettarsi... ma non era il caso di essere troppo sicuri di sè, in quanto era probabile che quelli del Team Meteora conoscessero un po' di trucchetti inaspettati...
 
"Eon!" esclamò lo Umbreon di Zel, gli occhi rossi che si illuminavano sinistramente. Ad un cenno del comandante del Team Meteora, il Pokemon Buio spiccò un agile balzo e la sua figura sbiadì nella semioscurità del luogo, confondendosi tra le ombre che le piante ipersviluppate proiettavano sul terreno.
 
"Attenta, Beautifly! Preparati all'impatto!" esclamò Vera, riconoscendo un attacco Finta. Immediatamente, la farfalla gigante chiuse le ali colorate attorno al proprio corpo, in modo da farsi scudo con esse... e il Pokemon oscuro riapparve sopra di lei un istante dopo, gettandosi sulla ua avversaria con gli artigli puntati! Il colpo andò a segno, facendo barcollare Beautifly, che però riuscì a reggere! "Ottimo! Ed ora... attacca con Paralizzante!"
 
"Beautifly!" replicò la farfalla combattente con un verso acuto, per poi aprire le ali e scagliare una raffica di polvere scintillante contro Umbreon. Il Pokemon oscuro venne spruzzato di polvere tossica, e i suoi movimenti si irrigidirono quasi subito... ma, con grande sorpresa e sgomento di Vera, la stessa cosa accadde a Beautifly, che emise uno stridio irritato e cercò di sbattere le ali più velocemente in modo da tenersi in aria. Ma i movimenti di entrambi i Pokemon erano stati troppo rallentati, e Beautifly fu costretta ad atterrare.
 
"Beautifly!" esclamò Vera. "Beautifly, che succede? Come... come mai è rimasta paralizzata anche lei?"
 
"E' evidente che non conosci abbastanza le abilità dei Pokemon." disse Zel con un sorrisetto arrogante. "Quella del mio Umbreon, Sincronismo, fa in modo che ogni volta che subisce uno status negativo, questo si ripercuote su chi glielo ha inflitto. Spiacente, sembra che la tua mossa non abbia avuto tutto questo effetto. Umbreon, usa Ripicca."
 
"Eon, eon!" esclamò Umbreon, scrollando la testa e sforzandosi di vincere il torpore che lo pervadeva. Poi, alzando una zampa, scattò in avanti verso Beautifly e colpì con violenza, mandando a terra il Pokemon Coleottero/Volante. Ma ci voleva ben altro per intimorire la giovane coordinatrice di Hoenn, che stava già cercando di pensare ad un modo di cogliere di sorpresa Zel.
 
"Beautifly, cerca di reagire! Attacca con Segnoraggio!" esclamò la bambina castana. Beautifly si afferrò al terreno con le sue corte zampette, e riuscì a frenare la propria corsa, poi puntò le antenne verso Umbreon e scagliò un raggio di energia multicolore che colse di sorpresa Umbreon, colpendolo in pieno! Il Pokemon Buio emise un breve stridio di dolore ed incespicò sotto gli effetti del colpo, ma Zel non mostrò particolari reazioni e si limitò ad osservare lo scontro con attenzione e freddo interesse scientifico...
 
"Accidenti, quest'uomo è un allenatore in gamba..." commentò tra sè Vera, vedendo che Umbreon era riuscito a restare in piedi senza troppi problemi, e adesso si preparava ad un altro attacco. Beautifly cercò di rimettersi in volo, ma le ali intorpidite la tradirono, e fu costretta a restare ferma dov'era. Umbreon, invece, fu in grado di scattare in avanti e fece per attaccare Beautifly...
 
"Umbreon, colpisci con Neropulsar!" esclamò Zel, cogliendo di sorpresa sia Vera che la sua Beautifly! Umbreon cambiò direzione all'ultimo momento e si allontanò dal suo bersaglio, prima di scagliare contro di lui un'ondata di luce nera che investì Beautifly, facendola cadere di nuovo a terra! La farfalla gigante grugnì rabbiosamente e cercò di rialzarsi, ma Umbreon fu più veloce e le mise una zampa sulla schiena in modo da costringerla a restare a terra! "La vostra lotta è inutile. Questa città è condannata, e state cercando di fare il passo più lungo della gamba. Non avete idea della vera natura di Reborn. Arrendetevi, e non cercate più di interferire con gli affari del Team Meteora."
 
"No, mai! Non finchè non avremo scoperto perchè volevate Ortilla e cosa state cercando di ottenere!" esclamò Vera. "Beautifly, rispondi con Aerasoio!"
 
"Fly! Flyyyyy!" stridette il feroce lepidottero, sbattendo furiosamente le ali e scatenando una raffica di vento che investì Umbreon, costringendolo a mollare la presa e ad indietreggiare! Il Pokemon Buio scosse la testa e si rimise in guardia, irritato, ma ancora una volta, Zel non mostrò particolari reazioni, e si limitò a scuotere la testa davanti alle affermazioni di Vera."
 
"Quindi, volete conoscere la verità?" chiese il comandante del Team Meteora. "Hmph... io mi tirerei indietro, se fossi in voi. Non avete le spalle abbastanza larghe per la verità che vi proponete di trovare."
 
"E' quello che vedremo!" esclamò Julia di ritorno, ancora impegnata contro il Tauros di prima. "Electrode, attacca con Sonicboom!"  
 
Electrode scagliò una potente raffica di onde sonore, colpendo il possente Pokemon toro in piena fronte e strappandogli un muggito di dolore. Julia emise un breve grido di vittoria e di eccitazione, sollevando un pugno in aria, e si guardò attorno per vedere che il Gardevoir di Max e il Roserade di Drew stavano tenendo a loro volta a bada i loro avversari. Se non altro, almeno lì la situazione era buona...
 
 
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"Allora... vediamo un po' come si potrebbe fare a recuperare quel piccolo Oshawott!" disse Cain, sfregandosi il mento con un sorriso arguto sul viso, in modo da rendere evidente che aveva già una soluzione al problema e stava solo cercando di tenere un po' sulle spine Amaria, Pietro e le due bambine. Heather sospirò con aria di vaga irritazione, sperando tra sè che il giovane dai capelli viola la smettesse presto di fare il misterioso e si decidesse a far vedere loro cosa voleva dire. "Hmm... sì, in effetti, le acque di questo laghetto sono piuttosto sporche, e non vorrei mai che un Pokemon che non fossse di tipo Veleno od Acciaio ci finisse dentro. Che fortuna che io sono un esperto di Pokemon Veleno, eh? Vai, Grimer!"
 
Detto questo, Cain lanciò una delle sue Pokeball, da cui uscì un Pokemon simile ad una massa di fango tossico e maleodorante di colore grigio-violaceo, che in qualche modo riusciva a mantenere una forma appena riconoscibile come umanoide dalla vita in su, con un paio di corte braccia e mani con tre tozze dita ciascuna, grandi occhi bianchi dalle pupille nere grandi come capocchie di spillo, e una grande bocca all'interno della quale si vedeva una muscolosa lingua grigia. La metà inferiore del suo corpo era invece del tutto informe, e sembrava niente più che una pozzanghera di melma sulla quale la creatura scivolava per muoversi. Heather fece un'espressione disgustata quando un terrificante fetore di spazzatura e marciume, proveniente dal Pokemon di fango, assalì le sue narici, e anche Amaria, pur grata a Cain per l'aiuto offerto, non potè fare a meno di storcere il naso.
 
"Heh... I Grimer sono Pokemon che riscuotono sempre successo, eh, Cain?" chiese Pietro con sarcasmo. 
 
Il giovanotto dai capelli viola alzò le spalle, abituato a ricevere critiche per le sue scelte poco convenzionali, non soltanto in termini di Pokemon. "Che posso dire? Hanno anche loro i loro fan, giusto? Okay, Grimer, è il momento di mettersi al lavoro!"
 
"Grime?" chiese il Pokemon di fango con la sua voce roca. Diede un'occhiata al lago inquinato, e allo Oshawott che ancora si trovava sull'isolotto circondato dall'acqua lurida, e capì subito quale fosse il problema. "Grimer grime!"
 
Dopo essersi guardato attorno per un attimo, Grimer strisciò verso un mucchio di rifiuti che giaceva dimenticato addosso al muro di un deposito abbandonato, e prese una grossa lastra di metallo ancora in condizioni relativamente buone. Poi, tenendo la lastra sopra la testa come una piattaforma mobile, Grimer si avvicinò al lago inquinato e vi saltò dentro senza dover temere gli effetti del veleno. tenendo la lastra sopra di sè come una zattera improvvisata, Grimer nuotò verso Oshawott e gli fece cenno di salire a bordo.
 
Comprensibilmente, però, il Pokemon simile ad una lontra azzurra non si fidò di un mezzo di trasporto così improvvisato. "Osha... oshawott?" mormorò, indicando la piastra che Grimer teneva sopra la testa, a pochi centimetri dal pelo dell'acqua inquinata.
 
"Grimer!" esclamò Grimer. Il Pokemon velenoso manteneva la sua espressione arguta e gioviale, che in effetti bene si accompagnava al suo allenatore, e sembrava che volesse rassicurare il più possibile il piccolo Oshawott e dirgli che poteva fidarsi.
 
"Hmm... ho... come l'impressione che Oshawott n-non sia molto c-convinto..." mormorò Shelly, balbettando un po' verso la fine. Una cosa che le dispiaceva era dire che non era d' accordo con un'idea dei suoi amici, per quanto essa potesse rivelarsi strana o fallimentare... "C-Cain, pensi... pensi d-davvero che sia sicuro farsi t-trasportare così?"
 
"Hey, stai tranquilla, Shelly!" rispose Cain, per niente offeso. "Tra l'altro, per ogni eventualità, ho anche l'assistente che è disposto a darmi una mano nella mia opera di persuasione! Non è così, Pietro?"
 
"Non sarebbe stato più semplice se avessi mandato il mio Noibat a prendere quell'Oshawott?" chiese Heather con fare cinico.
 
Pietro alzò le spalle, immaginando cosa volesse dire il suo amico. "Va bene, Cain... vorrà dire che per oggi ci sarà un'esibizione extra!" affermò. Si schiarì la voce... poi, pur sentendosi un po' ridicolo, si mise a ballare sul pontile, muovendo le braccia come se stesse tenendo tra le mani una chitarra invisibile, e si mise a canticchiare una canzoncina rock che si era appena inventato, cercando di invogliare il piccolo Oshawott a salire sulla zattera improvvisata che Grimer gli stava portando! "Rock rock, da da da du duuu..."
 
Le reazioni delle ragazze furono alquanto diversificate: Shelly si mise una mano davanti alla bocca per trattenere una risatina; Amaria sbattè gli occhi, con un grosso gocciolone di sudore sulla testa; ed Heather si voltò dall'altra parte tenendo le braccia conserte, come a voler dire che lei non conosceva quei due e non voleva avere nulla a che farci! Ma se non altro, per quanto poco ortodossa, la tattica di Cain e Pietro riuscì nell'intento: Oshawott, spinto dalle rassicurazioni di Grimer e dalla canzoncina di Pietro, si convinse e si calò con attenzione sulla zattera che il Pokemon di Cain gli stava offrendo. Grimer barcollò per un istante sotto il peso aggiunto di Oshawott, ma riuscì a restare in equilibrio, e cominciò a trasportare il grazioso Pokemon lontra fino al pontile, dove Amaria lo prese in braccio per dargli conforto.
 
"Et voilà!" esclamò Cain, mentre il suo Grimer si trascinava fuori dal laghetto inquinato e apriva le braccia come se fosse stato un acrobata da circo alla fine di un'esibizione spettacolare! "Come potete vedere... il vostro Cain ha avuto l'idea giusta al momento giusto! Che cosa fareste senza di lui, eh?"
 
"Grazie, Cain! Sei stato favoloso!" esclamò Amaria, abbracciando il piccolo Oshawott che faceva le feste a tutti e due!
 
"Osha osha!" esclamò il Pokemon d'Acqua, per poi accoccolarsi addosso ad Amaria. "Oshawott! Osha!"
 
Shelly ed Heather tirarono a loro volta un piccolo sospiro di sollievo. "Sono contenta chesia andato tutto bene, Amaria..." disse la bambina dai capelli fucsia, il cui Noibat si era posato sulla sua spalla, e restava là ad ammirare la scena. "Ho l' impressione, poi, che quel piccolino voglia stare con te. Sei un'allenatrice di Pokemon d'Acqua, vero? Allora... beh, faresti meglio a tenerlo con te, tanto più che adesso i quartieri Berillio, Diaspro ed Ossidiana sono piuttosto pericolosi..."
 
"Parli delle piante che li stanno sommergendo?" esclamò Amaria, spalancando leggermente gli occhi. In effetti, con quella piccola emergenza improvvisa, la ragazza dai lunghi capelli acquamarina si era quasi dimenticata del motivo per cui era lì... "Cavolo, avete ragione... ero venuta qui proprio per aiutare Julia e Flo con questo problema... e ho cercato di convincere anche Tania a venire, ma non c'è stato verso..."
 
"Tania?" chiese Shelly a Pietro. "E chi sarebbe? Non l'ho mai sentita..."
 
Il giovane rockettaro si sfregò la nuca con una mano. "Ehm... beh, è una storia un po' lunga. Ti basti sapere che Amaria, Julia, Florinia... e mia sorella Titania... sono state amiche per un bel po' di tempo. Anche se adesso... beh, preferirei non rivangare certe cose." affermò, restando volutamente sul vago alla fine. Capendo subito che non era il caso di insistere, Shelly si schiarì la voce e alzò una mano per chiedere scusa. Non era comunque il momento di pensare a queste cose, visto che avevano un'urgenza. Il quartiere Ossidiana era lì vicino, e probabilmente, mentre loro erano lì a discutere, Vera e i suoi compagni erano già arrivati e stavano cercando di fermare il Team Meteora.
 
"Beh, ad ogni modo... il Team Meteora adesso è al quartiere Ossidiana, giusto?" chiese Amaria. "Va bene, vengo con voi. Cercherò di dare una mano sia a voi che ai ragazzi di Hoenn. Era già da un po' che i miei Pokemon non facevano un po' di pratica... ed è il caso di ricordare a quelli del Team Meteora perchè mi chiamano 'la regina dell'acqua di Reborn'!"    
 
Il bagliore che si accese negli occhi di Amaria e l'espressione seria e decisa che apparvesul suo volto furono talmente inaspettati che Heather e Shelly si sentirono venire un brivido di paura! Sicuramente quella ragazza, dietro quell'aria tranquilla e pacifica mentre coccolava Oshawott nascondeva degli artigli da tigre...
 
 
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Nel magazzino abbandonato, la battaglia del gruppo di Ortilla ed Hitomi con la banda di Scraggy stava continuando... e grazie anche all'aiuto di Florinia e Fern, si stava risolvendo a favore degli allenatori. Alty si era dimostrato un combattente formidabile malgrado la relativa mancanza di allenamento, e il suo attacco Aerasoio stava avendo ragione del gruppo di Scraggy... mentre Hitomi e il suo Walrein stavano affrontando lo Scrafty capobanda. Un attacco Breccia del Pokemon Buio/Lotta più grande colpì il tricheco in pieno petto, facendolo vacillare... ma quest'ultimo riuscì a reggere l'impatto e rispose con un devastante Corposcontro, lanciandosi con tutto il suo immane peso contro Scrafty e facendolo volare per qualche metro! Il Pokemon Buio/Lotta si rimise in piedi scuotendo la testa... ma solo per essere afferrato da una liana che il Servine di Fern aveva fatto estendere dal proprio corpo, che si avvolse attorno ad una caviglia di Scrafty e lo sollevò in aria!
 
"Hah. Questi Pokemon da quattro soldi non sono certo all'altezza del sottoscritto." sentenziò Fern con il suo fare arrogante. "Avanti, Servine, sbarazzami di questi falliti. Non sopporto la loro visione."
 
"Certo, perchè è proprio colpa loro se questo posto era l'unico in cui hanno trovato da vivere..." affermò Hitomi tra sè, guardando storto l'arrogante ragazzo dai capelli verdi.
 
"Vine!" esclamò Servine. Con uno strattone, il Pokemon simile ad un serpente d'erba scagliò via Scrafty, facendolo finire in mezzo ad un gruppo di casse! Il suo peso sfondò una cassa di legno, riducendola in tanti pezzi, e gli Scraggy indietreggiarono rabbiosamente, vedendo che la situazione si era volta contro di loro.
 
"Scrrrrafty..." mormorò il leader della banda di Pokemon, massaggiandosi la testa. Poi, fece cenno con la mano ai suoi compagni e ordinò loro di ritirarsi, cosa che quasi tutti gli Scraggy fecero senza pensarci su due volte. Seguendo il loro capo, il gruppo di Pokemon Buio/Lotta si infilò in una porta aperta, dileguendosi nei corridoi bui del magazzino abbandonato...
 
"Possiamo interrompere la battaglia. Seguirli nel loro territorio è altamente sconsigliato." affermò Florinia, la cui espressione stoica e tersa non era cambiata neanche di una virgola d quando la battaglia era iniziata. Ortilla si passò una mano sulla fronte ed espirò in modo da rilasciare un po' della tensione accumulata, poi si voltò verso Hitomi e le fece un cenno di assenso.
 
"Però, devo ammettere che come prima battaglia seria che faccio, non è andata per niente male!" affermò, ricevendo in cambio un cenno di assenso e un piccolo sorriso dalla tranquilla Hitomi. "Credo che un evento del genere abbia bisogno di un titolo abbastanza significativo per essere ricordato come si deve! Potrebbe essere... 'La Prima Battaglia di Ortilla ed Alty', oppure... 'Grande Vittoria nell'Oscurità di Reborn'! Che ne dici, Hitomi? Suona abbastanza importante?"
 
"Mah, io non sono il massimo in quanto a titoli, quindi... scegli un po' quello che più ti sembra significativo, Orty!" affermò la rivale di Max, alzando le spalle.
 
"Altarrr!" esclamò Alty, aprendo maestosamente le ali mentre ringraziava il Walrein di Hitomi per l'aiuto. L'enorme tricheco sbattè la coda per terra in segno di assenso, e mosse la testa per dire di sì... prima di notare che non tutti gli Scraggy si erano ritirati, e indicare con la pinna un punto vicino ad Alty. Un po' sorpreso, il Pokemon dalle candide piume guardò nella direzione che il suo compagno stava indicando... e vide che, da dietro una cassa rovesciata nel corso della lotta, stava spuntando uno Scraggy che si stava massaggiando la testa in modo da mandare via lo stordimento. Evidentemente, era finito là dietro dopo aver subito un duro colpo, e solo adesso che i suoi compagni si erano ritirati era riuscito a riprendersi. Ortilla notò che lo strano Pokemon lottatore stava raggiungendo Alty, senza tuttavia sembrare particolarmente ostile o rancoroso.
 
"Walrein?" chiese il Walrein di Hitomi. La ragazzina corrugò la fronte, pronta a dare un ordine al suo Pokemon nel caso Scraggy avesse cercato di attaccare Alty.
 
"Hm? E cosa ci fa ancora qui quel microbo?" si chiese Fern. "Avanti, Servine, toglimi quella nullità di torno con una Frustata..."
 
"Serv..." disse il Pokemon d'Erba con un sospiro, non troppo entusiasta di obbedire a quell'ordine, ma comunque costretto a farlo. Stava già per estendere le sue liane e colpire lo Scraggy rimasto... quando il Grotle di Florinia gli si piazzò davanti, alzando una zampa per fargli cenno di aspettare.
 
"Prego attendere. Ulteriori informazioni necessarie." affermò Florinia, prima ancora che il fratello minore potesse chiederle il motivo di tale interruzione. Mentre Alty ed Ortilla guardavano con curiosità lo Scraggy che se ne restava a distanza, quest'ultimo si fermò dov'era e fece una cosa che la piccola cordinatrice non si aspettava: chiuse gli occhi e fece un inchino, come a voler riconoscere la sconfitta!
 
"Scrrrraggy!" esclamò con la sua voce roca. Alty e Walrein sbatterono gli occhi e si guardarono stupiti a vicenda, poi il Pokemon Drago/Volante si rivolse alla sua allenatrice, che stava a sua volta osservando con stupore la scena.
 
"Alty alty altaria!" esclamò Alty sbattendo le ali. Pareva che volesse incitare Ortilla a catturare lo Scraggy... cosa che Hitomi confermò un attimo dopo.
 
"Ho l'impressione che quel Pokemon voglia farsi catturare da te, Orti..." disse la ragazzina. "Ti consiglierei di accontentarlo. Non solo lo farai contento, ma avere un Pokemon in più in squadra potrà esserti utile, considerando cosa andremo ad affrontare."
 
Ortilla restò indecisa per un istante... poi, decidendo che in effetti Hitomi aveva ragione, annuì e afferrò una Pokeball che teneva nella borsa. "D'accordo... allora, questa sarà anche la prima cattura per Ortilla e il suo magnifico Alty!" esclamò la bambina dai capelli turchini. Prese la mira verso lo Scraggy che restava fermo al suo posto... e poi lanciò, eseguendo un ampio ed elegante movimento con il braccio! La Pokeball toccò Scraggy e si aprì, assorbendo il Pokemon di Unima al suo interno, poi cadde a terra con un tintinnio metallico e si mosse un paio di volte prima di immobilizzarsi. La cattura era avvenuta e, con un cinguettio trionfante, Alty afferrò la sfera e la portò alla sua allenatrice, prima di festeggiare assieme a lei!
 
"Yu-huuu! Grazie mille, Alty!" esclamò Ortilla, eseguendo una piroetta su sè stessa, e tenendo poi in alto la Pokeball del suo nuovo Pokemon. "E questa... è la prima cattura di Pokemon della vostra Ortilla! Grazie mille per il vostro supporto... e cercherò di non deludervi neanche con la prossima esibizione!"
 
"Altarrrr!" esclamò Alty aprendo festosamente le ali.
 
"Le ragioni per tale comportamento irrazionale vanno al di là della mia personale comprensione." disse Florinia, rovinando l'atmosfera festosa con il suo tono piatto e privo di emozioni. "Il soggetto Ortilla ha appena catturato un Pokemon, aumentando così le proprie possibilità di sopravvivenza e la gamma di strategie a sua disposizione. Queste inutili esternazioni di gaudio sono illogiche e controproducenti."
 
Hitomi storse il naso, e gettò un'occhiataccia a Florinia. "Senti, Flobot... solo perchè tu non sei in grado di provare sentimenti, questo non significa che puoi impedire agli altri di provarne! Guarda che non è solo il tuo modo di allenare i Pokemon, ad essere corretto!" esclamò. Ortilla, più misurata, si limitò a guardare la stoica Florinia come se si chiedesse cosa le fosse successo per farla parlare in quel modo.
 
Florinia, ancora una volta, non si scompose... e Fern, del tutto indifferente, si appoggiò con la schiena al muro e si mise le mani dietro la nuca, come per dire che a lui non sarebbe potuto importare di meno di quello che stava accadendo. Per fortuna, ci pensò Ortilla ad appianare la situazione, prima che potesse aggravarsi.
 
"Ehm... Hitomi, miss Florinia... non penso che sia il caso di parlare di queste cose adesso." affermò la piccola coordinatrice. Alty era con lei, e stava cercando di fare da supporto alla sua allenatrice. "E... miss Florinia, non penso di aver fatto nulla di tanto disdicevole. Ero semplicemente contenta perchè finalmente sono riuscita a prendere un Pokemon per conto mio, grazie anche agli insegnamenti che mi avete dato."
 
Florinia alzò le spalle. "La trasmissione di conoscenza legata alla cattura di Pokemon non è da imputarsi ad un atto di generosità da parte della sottoscritta, quanto a puro e semplice pragmatismo. Avendo un'alleata dalla nostra parte, le nostre possibilità di sconfiggere il Team Meteora aumentano."
 
"Va bene, va bene... lasciamo perdere e continuiamo, okay? Ortilla, Alty... non preoccupatevi, avete fatto un ottimo lavoro!" affermò Hitomi. "Per adesso,preoccupiamoci di raggiungere Max e gli altri e di aiutarli a fermare quelle maledette piante."
 
"Finalmente ti sento dire qualcosa di sensato, ranocchietta!" esclamò Fern. "Bene, allora seguitemi. Non ho tutto il giorno da perdere, in questo buco."
 
Il ragazzaccio dai capelli verdi fece cenno alla sorella maggiore, alle due bambine e ai Pokemon si seguirlo, mentre si dirigeva verso l'uscita del magazzino abbandonato con presunzione... ed Hitomi, ancora una volta, maledisse il fatto che quell'odioso individuo era dalla loro parte. Così non poteva neanche togliersi la soddisfazione di dargli un calcio dove diceva lei...
 
"Lo giuro. Quel Fern sta mettendo a dura prova la mia pazienza." disse Hitomi. Il suo Walrein scosse la testa, e Florinia, ancora indifferente, seguì il fratello minore senza dire nulla. "E il fatto che quella specie di robot con gli occhiali non gli dica niente... mi fa ancora più rabbia!"
 
"Taria..." mormorò rassegnato Alty. Quella sì che sarebbe stata una lunga giornata. 
 
 
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"Beautifly, attacca con Gigassorbimento!" esclamò Vera, approfittando di un momento in cui lo Umbreon di Zel non era in guardia. Il Pokemon Coleottero/Volante volò rapidamente verso l'evoluzione oscura di Eevee e svolse la sua bocca a proboscide, usandola per trafiggere la pelle dell'avversario! Umbreon si contorsem cercando di liberarsi dal pungiglione che gli stava risucchiando energia per trasferirla al suo avversario. I due Pokemon si staccarono un istante dopo, e Beautifly atterrò di nuovo, impacciata dalla paralisi. Il combattimento non stava andando da nessuna parte, e stava diventando terribilmente lungo, laddove il resto dei compagni di Vera era riuscito ad aver ragione dei rispettivi avversari.
 
"Hmph... vedo che non sei una sprovveduta, ragazzina. Non credevo davvero che un gruppetto di marmocchi di Hoenn ci avrebbe dato tutti questi problemi." dovette riconoscere Zel. Si mise una mano sul viso e scosse la esta, come se gli fosse andata della polvere negli occhi... e un attimo dopo, riprese a parlare, questa volta con una voce femminile dal timbro forte e deciso. "Molto bene, Umbreon, puoi tornare. Espeon, adesso tocca a te!"
 
Il misterioso comandante del Team Meteora puntò la sua Pokeball vuota verso Umbreon e lo richiamò all'interno, per poi lanciare una nuova sfera da cui uscì un'altra Eevolution, conosciuta per essere l'esatto opposto, in più di un senso, di Umbreon: un Espeon, un Pokemon simile ad una sorta di gattino viola con due "baffi" a forma di mandorla e una pietra rossa scintillante sulla fronte, orecchie grandi e sporgenti con occhi a mandorla di colore azzurrino, e una lunga e sottile coda biforcuta che ricordava un bastone da rabdomante. Un'aura di energia psichica quasi palpabile circondava lo strano essere, che emise un verso acuto e volse immediatamente lo sguardo verso la Beautifly di Vera.
 
"Un Espeon... Beautifly, ritorna! A questo punto è meglio evitare di farti stancare troppo!" esclamò Vera. Saggiamente, la piccola coordinatrice decise di richiamare la sua Pokemon, e dopo aver cercato tra le sue Pokeball, ne trovò una che avrebbe potuto esserle utile contro il grazioso ma pericoloso Pokemon Psico. "Adesso... tocca a te, Wartortle! Fai del tuo meglio!"
 
"Tortle!" esclamò il Pokemon tartaruga, evoluto da uno degli Squirtle del professor Oak che si era unito a Vera quando quest'ultima aveva fatto visita ad Ash a Biancavilla. Espeon abbassò la testa, e la gemma che portava incastonata sulla fronte brillò sinistramente per un attimo, prima che il Pokemon di Zel scagliasse uno Psicoraggio, un potente attacco consistente in un raggio di baluginante energia psichica sotto forma di tanti cerchi di luce colorata che raggiunsero Wartortle mentre quest'ultimo si stava ancora mettendo in guardia! Il Pokemon d'Acqua venne colpito e spinto a terra, ma si rialzò subito, il guscio che scintillava in maniera quasi ipnotica. Vera aveva già pronta una mossa per contrattaccare...
 
"Wartortle, rispondi con Specchiovelo!" esclamò la bambina castana. Il corpo di Wartortle venne avvolto per un istante da un'aura azzurra, e il Pokemon d'Acqua alzò in aria le sue corte braccia, mosse la coda e si illuminò, riflettendo l'attacco addosso all'avversario in forma di una tempesta di sfere di enrgia bianche! Espeon riuscì per un pelo a chiudersi in difesa e ad amortizzare il colpo, ma fu costretto a cedere terreno.
 
"Questa battaglia... è decisamente incerta." affermò telepaticamente il Gardevoir di Max, parlando al suo allenatore. "Si vede che quell'individuo del Team Meteora ha allenato bene il suo Espeon. Se questo è il livello che dobbiamo aspettarci dai comandanti del Team Meteora, credo proprio che non ci aspetti un lavoro semplice."
 
"Forza, Vera! Non lasciarti battere da quel pallone gonfiato! Fallo saltare in aria!" esclamò Julia, tirando poi fuori i suoi immancabili pon-pon, e cominciando a saltare da una parte e dall'altra come un'autentica cheerleader! Il suo Electrode, per quanto un po' stanco per l'ardua battaglia sostenuta, era accanto a lei e si rotolava da una parte all'altra, facendo scintille!
 
"Electrode, trode!" esclamò.
 
Vera annuì tra sè, sfoderando un piccolo sorriso quando sentì che i suoi amici erano comunque lì a farle da supporto, e diede un nuovo ordine al suo Wartortle. "Okay, continua così, Wartortle! Stavolta usa Rapigiro per avvicinarti a lui!" esclamò. La tartaruga annuì e si infilò rapidamente nel proprio guscio, cominciando poi a girare come una trottola ed avvicinarsi ad Espeon... ma Zel, esperto com'era, capì subito che si trattava di un trucco per distrarlo e farlo scoprire, e decise quindi di giocare d'anticipo.
 
"Non attaccarlo, Espeon... limitati ad usare Riflesso!" ordinò il misterioso comandante del Team Meteora. Il gioiello sulla fronte dell'evoluzione Psico di Eevee si illuminò di nuovo, questa volta sprigionando una lieve luminescenza verde... e uno schermo di energia apparve dal nulla davanti ad Espeon, intercettando Wartortle che cercava di avvicinarsi! Il Pokemon d'Acqua tornò indietro per un breve tratto e si fermò, per poi uscire dal suo guscio e mettersi a barcollare stordito, con gli occhi trasformati in comiche spirali. "Bene. Ora... attaccalo con Falcecannone mentre non può muoversi!"
 
Vera spalancò gli occhi per lo spavento - stordito com'era, Wartortle non avrebbe avuto nessuna possibilità di evitare Falcecannone, per quanto normalmente fosse una mossa scarsamente affidabile! Lo Espeon di Zel, applaudito dalle reclute del Team Meteora, alzò la testa, il gioiello sulla sua fronte si illuminò nuovamente di verde, e una sfera di crepitante energia elettrica di colore giallo-verdino si formò in un attimo davanti al Pokemon, per poi schizzare verso l'indifeso Wartortle con un assordante rombo di tuono! Drew strinse i denti, sperando che in qualche modo il Wartortle di Vera riuscisse a scuotersi e a difendersi...
 
Finalmente, Wartortle riuscì a rimettersi in guardia, appena in tempo per vedere il gigantesco fulmine globulare che occupava ormai completamente il suo campo visivo... ma non c'era spazio nè tempo per evitarlo, a meno che...
 
"Protezione!" esclamò a squarciagola Vera, sperando che non fosse troppo tardi e che Wartortle riuscisse a sentirla sopra il frastuono delle scariche elettriche! La tartaruga si ritirò rapidamente nel suo guscio ed alzò uno schermo protettivo attorno a sè, una frazione di secondo prima che la Falcecannone si schiantasse su di lui, esplodendo in un lampo di luce azzurra e gialla che abbagliò per un attimo tutti i presenti, inghiottendo Wartortle in un caotico baluginare di scariche elettriche che durò per qualche istante... prima di dissolversi e rivelare Wartortle, sconvolto ma illeso, che stava in piedi in mezzo ad una grossa macchia di cenere sul terreno! Zel corrugò la fronte, un po' contrariato. Non era stato sorpreso più di tanto dalla pronta reazione di Vera, ma aveva comunque sperato di sbarazzarsene subito.
 
"Cavolo, c'è mancato un pelo..." affermò Max, tirando un piccolo sospiro di sollievo. "Bel colpo, sorellina! Dacci dentro!"
 
Julia sghignazzò, sfregandosi il mento soddisfatta. "Hehehee... certo però che quell'esplosione non era niente male!" affermò. "Cavolo, devo ricordarmi di insegnare Falcecannone a qualcuno dei miei Pokemon! Così sarà più divertente far saltare in aria quei babbei del Team Meteora!"
 
"Non vorrei dire, ma i babbei sono ancora qui..." disse Max con sarcasmo, gettando un'occhiata alle  reclute che li stavano guardando con malcelata ostilità. 
 
Vera si concentrò di nuovo, tentando di pensare ad un modo di attaccare lo Espeon di Zel... mentre il comandante del Team Meteora, senza perdere un briciolo della sua calma, diede un nuovo ordine al suo Pokemon. "Hmph. Devo ammettere che sei abile, bambina. Davvero molto abile." affermò. "Se solo avessimo saputo che ad Hoenn c'erano degli allenatori così abili, avremmo fatto in modo di procurarcene qualcuno. Espeon! Riprenditi con Mattindoro!"
 
"Come avete fatto con Shelly, vero?" esclamò Vera con evidente indignazione. "Wartortle! Usa Ritirata, e poi Capocciata!"
 
Espeon spalancò gli occhi, e il suo corpo agile risplendette di luce dorata, che poi venne riassorbita dal grazioso Pokemon Psico. Immediatamente, tutti i segni della battaglia scomparvero, ed Espeon si preparò ad attaccare di nuovo, mentre Wartortle si ritirava per un istante nella sua conchiglia e si dava lo slancio! La tartaruga scattò, tenendo la testa bassa e puntandola contro Espeon, che però, ad un altro ordine di Zel, illuminò gli occhi e caricò un altro colpo contro il Pokemon di Vera!
 
"Psichico!" esclamò il comandante del Team Meteora. Espeon illuminò gli occhi, scagliando una potente raffica di energia mentale contro Wartortle, che stava caricando e non aveva nessuna possibilità di evitarlo! Ma la testuggine non si fece fermare, e raccogliendo tutte le proprie forze, si scagliò contro il vero e proprio muro di energia distruttiva che gli stava venendo incontro! Si sentì uno schianto terrificante al momento dell'impatto, e Wartortle spinse con tutte le sue forze contro l'energia psichica che minacciava di travolgerlo! Vera strinse gli occhi, tifando silenziosamente per il coraggioso Pokemon testuggine... che poco dopo, con un estremo forzo di muscoli e volontà, riuscì ad infrangere l'attacco Psichico di Espeon e a proseguire la sua dirompente carica verso il Pokemon Psico, che emise un verso di allarme prima di essere centrato in pieno da una testata che risuonò brevemente tutt'attorno! Espeon venne sollevato in aria e volò per un breve tratto prima di schiantarsi a terra vicino all'ingresso del Parco Ossidiana infestato di piante cresciute senza controllo, e questa volta, Zel non riuscì a rimanere distaccato, spalancando gli occhi e la bocca per la sorpresa! Wartortle si rimise in guardia barcollando... e un attimo dopo, anche Espeon si rialzò, e malgrado fosse stato notevolmente indebolito dall'attacco Capocciata di Wartortle.
 
"Brava, Vera!" esclamò Drew, stringendo un pugno davanti a sè e annuendo. Vera sorrise sollevata e si voltò per un attimo verso il ragazzo dai capelli verdi, facendo un occhiolino prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione a Zel.
 
"Bravo, Wartortle! Sapevo che ce la potevi fare!" esclamò Vera. Zel si riebbe rapidamente dalla sorpresa, e cercò di pensare ad una nuova strategia... ma venne distratto quando vide arrivare qualche altro componente della resistenza arrivare dagli altri quartieri! Dalla sua destra, un Houndoom e un Pignite arrivarono di corsa, seguiti da un'agente Jenny... e da Vittoria, che finalmente era riuscita a raggiungere i suoi compagni! Le reclute del Team Meteora indietreggiarono con espressione allarmata, mentre Houndoom ringhiava loro dietro, mostrando le zanne acuminate!
 
"Vittoria!" esclamò Max, lieto di rivedere la loro alleata, che si girò verso il bambino con gli occhiali e fece il segno dell'okay. "Eravamo un po' in pensiero... cosa sta succedendo?"
 
"Ho dovuto aiutare l'agente Jenny a mettere in salvo un po' di persone." affermò la giovane esperta di arti marziali, il cui Pignite stava avanzando verso le reclute del Team Meteora per tenerle costantemente sotto la minaccia dei suoi pugni. "Ma adesso siamo qui, e non siamo le sole, a quanto vedo!"
 
"Hey, avete ragione!" rispose Julia, voltandosi dall'altra parte. "Ci sono anche Cain e le bambine... e non solo loro! Sta arrivando anche Amaria!"
 
Vera guardò a sua volta, e vide che in effetti Cain, Pietro, Heather e Shelly, accompagnati rispettivamente da Nidoking, da un Rhydon, da Noibat e da una Yanma, stavano arrivando di corsa... e che con loro c'era una bella ragazza dai lunghi capelli verdi acquamarina che indossava un completo nero e blu con un paio di stivaletti azzurri ed una gonna blu undulante, che teneva in braccio un Pokemon simile ad una lontra azzurra dall'espressione buffa, con una conchiglia piazzata sulla pancia... e che era affiancata da un gigantesco e fiero Lapras che si trascinava con inusitata velocità sulle pinne, e puntava dritto contro gli uomini del Team Meteora!
 
"Lapras!" esclamò il Pokemon, indicando il gruppo di criminali con un cenno della testa.
 
"Yu-huuu! Salve, amici! Scusate il ritardo, abbiamo dovuto fare un piccolo pit stop per raccogliere una nostra amica!" esclamò Cain, spiritoso come sempre. "Vi presentiamo Amaria, la migliore alleata che potessimo avere... e la peggiore nemica!"
 
"Amaria...?" chiese Vera, guardando verso la nuova arrivata e ricevendo da essa un sorriso ed un saluto. Poi, la ragazza dai capelli verde-azzurri puntò di nuovo contro i malfattori, che rabbrividirono per la paura e si ritirarono di qualche passo! Anche Zel, che pure era sembrato sicuro di sè, strinse i denti e fece per ritirarsi. Dalle loro reazioni, Vera e i suoi compagni intuirono subito che chiunque fosse quella giovane, doveva essere un'allenatrice davvero forte e pericolosa!
 
"M... Maledizione!" esclamò uno degli uomini del Team Meteora. "Quella è proprio Amaria... non possiamo combattere contro di lei!"
 
Zel annuì solennemente. "Purtroppo è vero. Nessuno di noi può competere con lei in una battaglia di Pokemon." affermò. "A tutte le reclute, ritirata!"
 
Ma non tutti gli uomini del Team Meteora furono d'accordo con l'ordine del loro comandante. "Un momento, comandante Zel!" esclamò una, che aveva con sè un Piloswine. "Perchè dovremmo ritirarci proprio adesso? Siamo in tanti! Se la attacchiamo tutti assieme, avremo ragione di lei!"
 
"E' vero!" replicò un altro componente del Team Meteora, facendo uscire un Luxio dalla sua Pokeball. "Forza, ragazzi, se riusciamo a liberarci di lei, Lord Solaris ci ricompenserà!"
 
"Lux luxio!" esclamò il Pokemon simile ad un felino elettrico, caricando la coda di elettricità. Come un sol uomo, i membri del Team Meteora che ancora avevano deciso di resistere si gettarono su Amaria e sul suo Lapras, e la ragazza dai capelli verdini fece cenno ai suoi compagni di restare indietro, e che al resto ci avrebbe pensato lei.
 
"Ehm... f-forse è meglio fare... c-come dice lei, Yanma..." balbettò insicura Shelly, trattenendo la sua Yanma che sembrava impaziente di gettarsi nella mischia! "Quando... quando Amaria decide di fare sul serio... è meglio non starle troppo vicino!"
 
"Credo che sia il momento di ricordare a tutti perchè il Team Meteora mi teme." affermò Amaria. "Lapras. Usa Bora."
 
"Praaaas!" esclamò il Pokemon Acqua/Ghiaccio. Lapras spalancò la bocca, nella quale si formò una sfera ululante di vento e ghiaccio... e subito dopo, scatenò una bufera di vento e neve addosso ai Pokemon e alle reclute del Team Meteora, sommergendole e costringendole a fermarsi in preda al gelo paralizzante! I componenti dell'organizzazione criminale si fermarono e vennero spinti indietro per un breve tratto, mentre una crosta di ghiaccio e brina cominciava a ricoprirli... e quando l'attacco di Lapras cessò, Vera e i suoi compagni videro che erano stati congelati! Erano tutti fermi dov'erano, bloccati ognuno nella posa in cui si trovava nell'attimo in cui Lapras aveva scatenato la sua bufera di ghiaccio e vento contro di loro!
 
Zel, già a distanza di sicurezza, scosse la testa. "Idioti. E dire che li avevo anche avvisati..." disse tra sè. "Questo quartiere è perso. Ma se credete che sarà tanto facile fermare il PULSE, non avete idea con che cosa avete a che fare! Espeon, teletrasportaci via!"
 
"Esp!" rispose il Pokemon Sole, brillando per un attimo, e poi scomparendo nel nulla assieme a Zel e ai suoi uomini, e lasciando quelli che avevano deciso di restare a farsi catturare dalla resistenza.
 
"Wow! Bel colpo, Amaria! Meno male che c'eri tu!" esclamò soddisfatta Vittoria. Lei e il suo Pignite andarono a dare un'occhiata agli scagnozzi congelati del Team Meteora, giusto per assicurarsi che fossero davvero stati neutralizzati. "Come mai da queste parti, a proposito?"
 
"Beh... diciamo che è un po' un caso se sono capitata qui. E poi, Saphira mi aveva chiesto di dare una mano, e io... non potevo certo rifiutare!" rispose Amaria, accarezzando la sua Lapras sulla testa. La Pokemon simile ad un'enorme testuggine emise un verso melodioso, e un attimo dopo, Julia raggiunse Amaria e la afferrò in un abbraccio entusiasta! "Woah! Hey, hey, Julia! Capisco che sei contenta di vedermi, ma non sei un po'... impetuosa?"
 
"Hahahahaaa! Figurarsi se lo sono! La mia grande amica Amaria è qui, e non vedo perchè non dovrei essere contenta!" esclamò Julia, saltellando come una cavalletta! "Bentornata! Era da un secolo che non ci si vedeva, eh?"
 
"Beh... da quando Tania e Florinia... ma è meglio che non dica altro, eh?" disse l'allenatrice di Pokemon d'Acqua, incupendosi un po' alla fine. Decise di lasciar perdere e di presentarsi ai ragazzi di Hoenn, che sembravano curiosi di conoscerla. "Ah, ma che maniere sono le mie? Non mi sono nemmeno presentata... il mio nome è Amaria, ho 23 anni, e faccio parte della resistenza anti-Team Meteora di Reborn. Piacere di conoscervi... voi dovete essere quei ragazzi di Hoenn di cui ho sentito, che sono rimasti coinvolti in questa guerra..."
 
Vera si schiarì la voce, presentandosi assieme ai suoi compagni e ai loro Pokemon. "E' stato più che altro un caso. Eravamo lì quando il Team Meteora ha rapito la nostra amica, e non potevamo non intervenire." affermò. "Il mio nome è Vera Maple, ho 12 anni e sono di Petalipoli. E questo è il mio Wartortle! Lui è mio fratello Max, assieme al suo Gardevoir... e lui è Drew di LaRousse City, ed è... ehm... un mio caro amico!"
 
Drew sorrise astutamente alla definizione che Vera aveva dato di lui, e con perfetto tono da gentleman fece un inchino ad Amaria. "Piacere di conoscervi, signorina." affermò. "Non siamo i soli, in effetti, ad essere venuti da Hoenn, ma per adesso... credo che sia più importante fermare quelle piante che si stanno impadronendo di Reborn City."
 
In effetti, la sconfitta del Team Meteora non aveva fatto nulla per fermare l'espansione delle piante... anzi, ora sembrava che si stessero diffondendo ancora più velocemente, minacciando di ricoprire l'asfalto della strada con uno spess strato di erba e rampicanti! Vittoria e l'agente Jenny reagirono rapidamente, ordinando ai rispettivi Pokemon di usare Lanciafiamme per arginare la diffusione delle piante... e un attimo dopo, sia Pignite che Houndoom soffiarono una enorme fiammata che riuscì ad incenerire le piante più vicine, bloccando almeno temporaneamente la loro avanzata. "Okay, qui ci pensiamo noi!" affermò Vittoria. "Voi entrate nel parco, e cercate un modo di impedire che queste piante continuino a diffondersi. Mi raccomando, fate attenzione! Non credo che finirà così..."
 
"A quelli del Team Meteora penserò io." disse l'agente Jenny, indicando i malfattori ancora congelati. "Credo che potranno dirci qualcosa di molto interessante sulla loro organizzazione. Voi pensate al resto!"
 
"Sì, certo!" esclamò Max. Senza apporre altro indugio, il gruppo entrò nel parco Ossidiana, cercando di tenersi alla larga dalle liane avvolgenti che spuntavano quasi ovunque, e si addentrò nella parte più interna, cercando qualcosa che potesse essere fuori posto... Non era facile cercare, in mezzo a quell'immenso groviglio di materia vegetale che intralciava il cammino e quasi impediva di vedere il cielo torbido di Reborn City.
 
"Cavolo, questo posto è peggio della grande foresta di Urobos..." affermò Pietro, liberandosi il braccio da una liana coperta di spine grazie all'aiuto del suo Rhydon. "Grazie, Rhydon... per un esperto di Pokemon Roccia come me, questo posto è un inferno!"
 
"Tranquillo, P! In fondo si tratta di cercare qualcosa che possa essere opera del Team Meteora... come quello, per esempio?" chiese Cain, indicando un passaggio che era stato appena rivelato quando il Noibat di Heather e la Yanma di Shelly avevano tagliato alcune grosse fronde. Nel bel mezzo di un tappeto di erba abbastanza alta da arrivare al torace di Vera e Drew, era apparso un macchinario che ricordava vagamente un piccolo semaforo, con l'unica differenza che le luci erano tutte azzurre, ed era sormontato da una specie di antenna televisiva. "Ho come l'impressione che sia quello il dispositivo che usano per ricoprirci di vegetali: scommetto che quell'affare invia delle onde magnetiche, o qualche altra cosa di questo genere, che provoca la crescita anomala delle piante."
 
"E come arrivi a questa conclusione, scusa tanto se te lo chiedo?" chiese Heather, non del tutto convinta.
 
Cain alzò le spalle, toccando Heather sulla fronte con un indice (e strappandole un'esclamazione indignata) e strizzandole un occhio allo stesso tempo. "Alla tua età, Heather, dovresti guardarne un po' di più, di cartoni animati! E' sempre così che accade... c'è un dispositivo che controlla tutto! Piuttosto... Nidoking, occupatene tu! Distruggi quell'affare, prima che ci riempia di piante!"
 
"King!" esclamò il Pokemon Veleno/Terra, sgranchendosi le nocche delle mani. Si fece avanti, prese bene la mira e sferrò un devastante attacco Mega Pugno che centrò in pieno lo strano aggeggio, mandandolo in pezzi con un agghiacciante rumore di metallo che si piegava e circuiti elettrici che friggevano! Con il macchinario in pezzi, il segnale che trasmetteva cessò... e un istante dopo, Valeria, l'agente Jenny e i loro Pokemon videro che l'espansione delle piante si era fermata.
 
"Bene. Allora avevo visto giusto!" affermò Cain. "Ottimo lavoro, Nidoking!"
 
Il Pokemon Veleno/Terra ghignò, e rivolse al suo allenatore un cenno di assenso prima che i due si scambiassero un cinque. "King!" esclamò fieramente.
 
"Bel colpo, Cain. E questa è fatta." affermò Amaria. "Ma adesso... bisognerebbe scoprire da dove è partito il segnale che ha fatto impazzire tutte queste piante. Quel macchinario che abbiamo appena distrutto, doveva per forza amplificare un segnale che veniva da qualche altra parte."
 
"Già, ma da dove?" chiese Max. "Abbiamo qualche modo di determinare da dove sia stato inviato il segnale che... aspettate un momento, forse ho un'idea! Gardevoir... tu pensi di essere in grado di usare i tuoi poteri psichici per scoprire da dove veniva?"
 
Il Gardevoir del giovane allenatore sembrò un po' spiazzato dalla richiesta, e restò a riflettere per qualche istante, prima di fare un cenno con la testa. "Hmm... è una cosa che non ho mai fatto prima d'ora, ma... immagino che si possa fare, sì. E' solo questione di concentrarmi abbastanza." disse telepaticamente. Amaria guardò la scena con evidente stupore, immaginando che Gardevoir stesse conversando telepaticamente con Max... e Drew la rassicurò che era tutto normale, e non c'era da preoccuparsi.
 
"Non è un problema, signorina Amaria. Max conosce quel Gardevoir da quando era un semplice Ralts, e il rapporto tra loro è così stretto che ormai possono parlare telepaticamente come due persone discuterebbero normalmente." affermò il ragazzo dai capelli verdi. "Vediamo un po' cosa succede."
 
"Forza, Gardevoir, concentrati... in questo momento sei la nostra migliore possibilità di trovare quei mascalzoni del Team Meteora!" affermò Vera. Julia si era già messa ad agitare i suoi pon-pon, mentre Shelly, Heather e i loro Pokemon restarono in silenzio per non disturbare...
 
Finalmente, dopo qualche istante passato a cercare di concentrarsi, Gardevoir aprì gli occhi, e indicò con un braccio nella direzione da cui Vittoria e l'agente Jenny erano arrivate. "Per di là, Max. Percepisco uno strano segnale che viene dalla foresta vicino a Reborn City, nella parte nord-ovest della città. E' probabile che sia lì che dobbiamo cercare per risolvere il problema delle piante."
 
"A nord-ovest, dici, Gardevoir?" chiese Max. "Vittoria, che cosa c'è a nord-ovest di Reborn City?"
 
"Sicuramente il tuo Gardevoir sta parlando della Foresta Malachite, ragazzo." affermò l'agente Jenny, il cui Houndoom si era messo a fiutare l'aria incuriosito. "E' un posto misterioso in cui vivono parecchi Pokemon di tipo Erba e Coleottero, ed è un ottimo posto dove nascondersi, per quelli del Team Meteora. Se è da lì che viene il segnale che ha fatto impazzire le piante di Reborn City, allora è là che dobbiamo andare per fermarli."
 
"Ma guarda. Non ci sarei mai arrivata..." mormorò Heather con acredine.
 
"I Quartieri Diaspro e Berillio, tuttavia, sono ancora sotto attacco." affermò Pietro. "Quindi forse è meglio se ci dividiamo ancora i compiti. Qualcuno di noi andrà lì per cercare di arginare la crescita delle piante... e intanto proveranno a mettersi in contatto con Florinia. Gli altri andranno alla Foresta Malachite, e cercheranno di neutralizzare la nuova arma del Team Meteora."
 
"Buona idea, Pietro... Vera, Drew, Heather, Shelly... voi venite con me, andiamo alla Foresta Malachite e cerchiamo di risolvere questo problema. Pietro, Amaria, Vittoria, Max... voi andate ai quartieri Diaspro e Berillio. Sapete come muovervi, giusto? Max, tu resta con i miei compagni, e non ti allontanare troppo, okay? Sono pronto a scommettere che ci sia qualche scagnozzo del Team Meteora ancora in circolazione."
 
"Sì, d'accordo." disse il ragazzino con gli occhiali, sperando tra sè che anche Hitomi ed Ortilla se la fossero cavata bene. "Allora, buona fortuna a tutti. Mi raccomando, Drew, sorellina, state attenti!"
 
"Anche tu, Max!" rispose Vera. "Ma visto come sei stato bravo, non credo di dovermi preoccupare più di tanto. Dopotutto, sei sempre il fratello minore della sottoscritta, no?"
 
"Sì, certo... piuttosto, vedi tu di non restartene con la testa tra le nuvole mentre vai a spasso con il tuo fidanzato, okay?" replicò Max, sghignazzando argutamente e facendo comparire uno spiccato rossore sulle guance di Vera, che poi incrociò le braccia e si voltò dall'altra parte. Tutti ridacchiarono della scena, Drew compreso, e Vittoria si sfregò la nuca, sorridendo mentre per un istante si permetteva di perdersi un po' nei suoi pensieri.
 
"Mi pare di capire che Vera e Drew... beh, non sono proprio fidanzati, ma poco ci manca!" pensò tra sè la giovane esperta di aikido. "Aaah, il primo amore! Mi ricorda tanto tutte quelle volte che ho provato a dire a Cal quello che provavo, ma non ho mai trovato il coraggio di farlo. Beh... spero che una volta che questa storia del Team Meteora sarà stata risolta, riuscirò a confessare il mio amore a Cal...
 
 
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"Hmm... capisco... quindi, Zel è stato sconfitto... immaginavo che poteva andare così, con quel problema di... tripla personalità che si porta dietro!" disse Taka, conversando al walkie-talkie con qualche altro componente del Team Meteora. Dall'altro lato della chiamata si sentì qualche frase smorzata, e il giovane comandante corrugò la fronte, preoccupato da quello che stava sentendo. "Quindi... mi state dicendo che è intervenuta Amaria? La famosa allenatrice di Pokemon d'Acqua? Hmm... questo sì che è un bel problema. Mi aspettavo che avremmo dovuto affrontarla, ma non certo così presto... comunque, cercate di tenerli a bada ai quartieri Berillio e Diaspro. Io mi occuperò del gruppo che arriverà qui. E vorrei sperare che la macchina PULSE sia sufficiente... Okay... okay, buona fortuna! Grazie, e a dopo!"
 
Taka interruppe la conversazione, e il suo Chatot, posato sulla sua spalla a guardarlo con fare interrogativo, sbattè le ali quasi a volerlo incitare. "Beh, Chatot... adesso tocca a noi. Cerchiamo di non fare una figura troppo brutta, okay?" disse scherzosamente al suo Pokemon preferito, in modo da non far vedere che era teso.
 
"Forza, Taka! Forza, Taka! Chatot!" gracchiò il Pokemon musicale, gettando un'occhiata inquieta all'enorme macchinario dietro di loro. Il Pokemon racchiuso là dentro continuava ad agitarsi e a contorcersi sinistramente, comese fosse in procinto di liberarsi... "Attento a Tangrowth! Attento!"
 
"Già... immagino che Tangrowth si sia stufato di essere spremuto da quella diabolica macchina... e non posso dargli torto." disse Taka. "Spero solo che non si scateni al momento meno opportuno..."
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: E con questo, Zel è stato neutralizzato, almeno per il momento, e una nuova e preziosa alleata siè unita, almeno temporaneamente, a Vera e ai suoi compagni. Ma adesso li aspetta la vera sfida: penetrare nella Foresta Malachite e affrontare Taka, nel tentativo di debellare la macchina PULSE che sta sommergendo Reborn City di piante infestanti! 
 
E cosa sarà mai il PULSE, esattamente? Nel prossimo episodio lo sapremo, quindi reggetevi forte! Nel frattempo, Ame ha aggiornato Pokemon Reborn - il videogioco, intendo - con l'Episodio 15... e vi assicuro che ci sarà da sudare per superare tutti gli ostacoli che vi verranno mandati contro!
 
A presto, amici! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto... e mi raccomando, recensite! 
        

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Capitolo 11
*** PULSE, orrore tecnologico ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 11 - PULSE, orrore tecnologico
 
 
La Foresta Malachite, il luogo che Vera, Drew, Shelly, Heather e Cain avevano raggiunto dopo una mezz'ora di cammino nei tunnel ormai in disuso della metropolitana, era sicuramente un bel vedere, rispetto alla città tentacolare, caotica e claustrofobica. Se non altro, la presenza di tutto quel verde era rassicurante, anche se esso prendeva la forma di un manto di erba, muschio e piante rampicanti che avevano ormai coperto da anni ciò che rimaneva di edifici cupi e fatiscenti. Cartelloni pubblicitari arrugginiti, ringhiere di ferro piegate e pezzi di asfalto sollevati dalle radici degli alberi erano sparsi qua e là alla rinfusa, dando l'impressione che una volta questo luogo fosse ricoperto di cemento e ferro come il resto di Reborn City. Ogni tanto, qualche rimasuglio di presenza umana si vedeva, disperso tra le fronde dei cespugli. Un giocattolo rotto, o magari qualche elettrodomestico arrugginito...
 
"Ecco. Qui siamo ai confini della Foresta Malachite." spiegò Heather, controllando che il suo Noibat le fosse sempre vicino e che Shelly non si fosse allontanata troppo. "Come potete vedere... Reborn City ha cercato di espandersi anche qui, prima che gli abitanti decidessero di lasciar perdere. C'erano troppi Pokemon selvatici che non si lasciavano convincere perchè il progetto potesse andare avanti."
 
"Yannnnma!" esclamò la Pokemon che svolazzava attorno a Shelly - una grossa libellula scarlatta lunga più di un metro, con enormi occhi verdi dalla pupilla nera, sei zampe segmentate di colore nero, e due paia di ali bianche attraversate da una striscia rossa. La coda terminava con uno stabilizzatore, come quella di un elicottero, e con un paio di pinze bianche.
 
Shelly lasciò che la sua Yanma atterrasse per un attimo sul suo braccio teso, e la libellula gigante guardò in giro, alla ricerca di un qualsiasi segnale di pericolo, prima di fare un cenno con la testa che tutto era sotto controllo. "G-Grazie, Yanma... s-sono sicura che... i tuoi sensi non ci... deluderanno!" disse con esitazione la bambina dai capelli violetti. "S-sì, quello che dice Heather è... t-tutto vero. Noi di Reborn... abbiamo cercato di creare dei... nuovi quartieri anche qui, quando... la città ha cominciato ad essere troppo popolata."
 
"Ma come potete vedere... non è andata molto bene." rispose Julia con un'alzata di spalle. La cheerleader si riavviò i lunghi capelli smeraldini e guardò in direzione della foresta. "Sapete, oggi più che mai sono convinta che questa foresta sia in qualche modo stregata. LO credevo già da quando ero bambina, ma sai com'è... Flo ha sempre pensato che fosse una sciocca superstizione."
 
"Sembra quasi che il continente stesso ce l'abbia con questa città..." affermò Vera, mentre accompagnata dal suo Blaziken continuava a guardarsi attorno, impressionata da quei rimasugli di presenza umana che erano rimasti là a marcire e a farsi ricoprire dal muschio e dai segni dell'incuria. "Non so voi, ma... più ci penso, e più mi viene da pensare che potrebbe non essere una coincidenza. So che è sciocco pensare una cosa del genere, ma..."
 
"Blaziken..." affermò il suo starter con voce morbida, scuotendo gentilmente la testa per dirle che non era impossibile. Nel luogo in cui si trovavano, in modo particolare, ci si poteva aspettare praticamente di tutto...
 
"Beh, se può consolarti, Vera... anch'io a volte penso che non sia una coincidenza." affermò Cain, prendendo la testa del gruppo e facendo cenno ai suoi compagni più giovani di stargli dietro. Il Noibat di Heather e la Yanma di Shelly andarono in esplorazione davanti a Cain, in modo da rendersi subito conto se ci fossero stati dei problemi... ma per fortuna, almeno per adesso, il sentiero che si addentrava nella Foresta Malachite era sgombro. "Il Team Meteora vorrebbe scacciarci da Reborn City per averla tutta per loro, e non mi stupirebbe se saltasse fuori che hanno fatto in modo che le piante, gli animali e i Pokemon della Foresta Malachite invadessero le costruzioni che avevamo eretto in questa zona."
 
"In pratica, questa periferia sarebbe stata vittima di un... esperimento... del Team Meteora in vista del loro piano vero e proprio." rispose Drew, intuendo il resto. "Ma quello che non mi spiego è perchè vogliano trasformare Reborn City in una città morta. Cosa sperano di ottenere? Forse qualcosa che è nascosto sotto di essa?"
 
Heather scosse la testa. "Non lo so, e non me ne importa niente!" tagliò corto. "Tutto quello che so e che mi interessa, è che quei maledetti mi hanno rovinato la vita, e hanno rovinato anche quella di mio padre! E io gliela voglio far pagare!"
 
"Noi noibat..." mormorò il drago-pipistrello, cercando di tenere a freno il carattere focoso della bambina dai capelli fucsia, che sembrava essere in procinto di esplodere da un momento all'altro.
 
"Ehm... okay, Heather, capisco che tu provi risentimento per quella gente..." affermò Vera, appoggiando una mano sulla spalla di Heather in modo da indurla alla calma. La reazione di Heather fu un brusco strattone con il quale si liberò la spalla. "Ma... cerca di conservare le forze per quando li incontreremo. E di non farci scoprire, se possibile."
 
Lo Absol di Drew, che camminava a fianco del gruppo, scosse leggermente la testa. A quel punto, era più che probabile che il Team Meteora sapesse già del loro arrivo. Anzi, aveva come l'impressione che stessero deliberatamente cercando di attirarli nel profondo della foresta: il sentiero che stavano seguendo, per quanto tortuoso, era quasi del tutto spianato, e le piante che crescevano in maniera incontrollata sugli edifici abbandonati e in mezzo alle rocce restavano al contempo molto lontani dalla stradina polverosa.
 
Comunque, a quel punto, non c'era molto da fare se non andare avanti, sperando di non cadere in qualche trappola e tenendo occhi e orecchie aperti. Il cammino sembrava sgombro, e sia il Noibat di Heather che la Yanma di Shelly fecero cenno al gruppo di allenatori che potevano avanzare. Cain si mise in testa al gruppo, essendo il più grande, e fece cenno ad Heather e a Shelly di mettersi in mezzo, con Vera e Drew che chiudevano la fila in caso qualcuno avesse cercato di attaccarli alle spalle.
 
Heather, come forse era possibile aspettarsi, non fu esattamente soddisfatta di questa sistemazione. "Hey, un momento! Cosa credi che sia io, una mocciosetta viziata che non sa cavarsela da sola?" esclamò. "Guarda che anch'io sono un membro della resistenza, non mi sottovalutare solo perchè sono la più piccola!"
 
"A-andiamo, Heather, non te la prendere... Cain lo dice soltanto perchè... è... preoccupato per noi." cercò di farla calmare Shelly. "O-okay? I-in ogni caso... Noibat e Yanma stanno già andando in avanscoperta, e sono s-sicura che... nessuno dei nostri compagni ci... sottovaluta!"
 
"Hmph..." grugnì la bambina dai capelli fucsia. "Lo spero proprio... comunque, andiamo avanti! Sicuramente davanti a noi c'è qualche scagnozzo del Team Meteora, e non vedo l'ora di dargli la lezione che merita!"
 
Vera prese un bel respiro e gettò un'occhiata d'intesa a Drew, raccomandandosi di stare attenti. Non sapevano nulla della persona con la quale stavano andando a misurarsi, e dovevano cercare di tenersi più pronti possibile a qualsiasi tranello...
 
"Accidenti, chi lo avrebbe detto che ci saremmo mai trovati in un posto del genere? Se penso che solo tre giorni fa stavo andando a fare il tifo per Max al grande torneo di Hoenn..." disse tra sè Vera, sperando tra sè che il resto del gruppo non incontrasse imprevisti...
 
 
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"Lapras... attacca usando Surf!" ordinò Amaria. La testuggine gigante prese fiato e scagliò un'ondata travolgente che investì i Pokemon del Team Meteora e le reclute stesse, scagliandole via e lasciandoli a terra storditi! I pochi che non erano stati investiti dalla gigantesca ondata pensarono bene di ridurre al minimo le perdite, e dopo aver richiamato i loro Pokemon, tagliarono la corda!
 
"Wow! Complimenti, Amaria!" commentò ammirata Vittoria, distogliendo per un attimo la sua attenzione dallo scontro che uno dei suoi Pokemon, un Kirlia dall'aspetto agile e scattante, stava sostenendo contro un Gulpin del Team Meteora. Un semplice attacco Ventogelato era stato in grado di bloccare il Pokemon Veleno letteralmente congelandolo sul posto, e fare sì che potesse essere messo ko da un attacco Confusione ben assestato. "Mi vengono i brividi soltanto a guardarti... sono contenta che siamo dalla stessa parte!"
 
"Grazie... ma Lapras ed io facciamo soltanto quello che riteniamo giusto per rendere un po' meno brutto questo continente alla deriva." affermò Amaria, accarezzando la sua Lapras sul collo. La testuggine gigante si accoccolò sulla sua allenatrice per un attimo, poi squadrò minacciosa una recluta del Team Meteora che stava cercando di rimettersi in piedi per fuggire.
 
"Lapras!" esclamò. Il malcapitato scagnozzo del Team Meteora fu talmente spaventato che si sentì congelare senza che Lapras avesse neanche lanciato uno dei suoi attacchi raggelanti contro di lui!
 
"Ah... ehm... io... stavo giusto per togliere il disturbo..." mormorò la recluta, facendosi piccola piccola davanti al Pokemon Acqua/Ghiaccio che avanzava minaccioso. 
 
"E perchè mai? Non sarebbe molto educato andarsene così, senza neanche lasciare un saluto, non credi?" chiese sarcastico Max, accompagnato da Mightyena e Linoone. I due Pokemon, tra i primi che Max aveva catturato nel suo viaggio, erano riusciti a tenere testa agli scagnozzi del Team Meteora con grande abilità, e per una volta, non si erano neanche messi a litigare quando il pericolo era cessato!
 
"Might! Grrrr..." ringhiò la iena nera, avvicinandosi alla recluta e minacciando di affondare le zanne nel suo fondoschiena!
 
"Piuttosto, perchè invece non rispondi a qualche nostra domanda?" chiese Pietro, avvicinandosi alla recluta con espressione quanto più innocente gli potesse riuscire, considerando che era accompagnato da un possente Rhydon che si stava sgranchendo le nocche delle mani con espressione ferocemente soddisfatta! "Per esempio... da dove saltano fuori tutte queste piante? Come avete fatto, voi del Team Meteora, a controllare la loro crescita?"
 
"Ti converrebbe rispondere, amico." affermò Vittoria. "Non solo abbiamo i nostri Pokemon con noi, ma io sono anche cintura nera di aikido."
 
Davanti a forze così soverchianti, la recluta non potè fare altro che capitolare. "Ah... ehm... O-okay! Okay, okay, mi avete convinto!" affermò debolmente, bagnato come se avesse appena fatto la doccia! "Ecco... io... non so tutto di tutto, va bene? So soltanto un poco... e di poche cose! Sapete com'è, i capi non si sentono in dovere di spiegare tutto per filo e per segno a noi povere camicie rosse!"
 
"Dì quello che sai, ci basterà." tagliò corto Pietro, rivolgendo un sorriso alla recluta mentre il suo Rhydon si apprestava a prenderlo per il collo. Con un rantolo strozzato, la recluta si sedette per terra, alzando le mani in un gesto pacificatore, e cominciò a spiegare.
 
"Okay... a-ascoltate, c'è questo tizio nella nostra organizzazione che si chiama Zel, okay? Lo... lo dovreste avere anche già incontrato, no?" chiese, cercando di rispondere e al tempo stesso di prendere tempo. "Allora, lui ha inventato questa strana macchina, il PULSE... non so esattamente cosa significhi, ma in pratica... lui ci mette dentro un Pokemon, la accende, e i poteri del Pokemon vengono aumentati e cominciano ad avere degli strani effetti sul territorio circostante!"
 
"Cosa?" chiese Max, incredulo e scioccato. "Quindi... a seconda del Pokemon che subisce l'influsso di questa macchina... si possono avere risultati diversi?"
 
Lo scagnozzo annuì nervosamente. "Certo... certamente! Per... per esempio, questa invasione di piante l'abbiamo ottenuta facendo mettere un Tangrowth all'interno della macchina PULSE, e nascondendola nel bel mezzo della Foresta Malachite... dove si stanno dirigendo i vostri compagni, no? Heh... heheheheee... sono in gamba, lo devo ammettere, ma è chiaro che non sanno niente di quanto può essere spaventoso il PULSE! Il comandante Taka li starà aspettando, anzi, forse a quest'ora li avrà già sistemati tutti!"
 
"Io non ci conterei, furfante! Tu non sai quanto mia sorella sappia essere tremenda!" lo rimbeccò Max. "Sono sicuro che lei e Drew riusciranno a sconfiggere il tuo capo e lo rimanderanno a casa con la coda tra le gambe!"
 
"Okay, okay, non è il caso di scaldarsi." disse Amaria, intervenendo quando sembrava che Max stesse cominciando a perdere la pazienza. Guardò verso la recluta, in modo che capisse che non poteva permettersi di fare lo sbruffone. "Piuttosto, tu... non ti consiglio di sfidare troppo la sorte. Ricordati che ti abbiamo pur sempre sconfitto, e non ci mettiamo molto a consegnarti a qualche agente Jenny! Quindi, ti consiglierei di collaborare, o per te potrebbe mettersi male!
 
"Ehm... come... come non detto, allora!" esclamò il disgraziato, tormentandosi la rada barbetta che aveva sul mento. "Comunque... questo è tutto quello che so del PULSE, lo giuro! Ora... per favore, non è che potreste lasciarmi andare?"
 
"Lasciarti andare? Temo che non sarebbe prudente da parte nostra." affermò Amaria. "So io cosa fare con te: ti consegneremo all'agente Jenny del quartiere Diaspro, e faremo in modo che tu sia tenuto al sicuro. Sia per te stesso che per il resto della brava gente di Reborn."
 
"Mi dispiace, ma te la sei andata a cercare." disse Vittoria. La giovane esperta di arti marziali e il suo Kirlia presero per le braccia la recluta del Team Meteora e lo costrinsero a rialzarsi. "Potevi scegliere di non unirti al Team Meteora, e di lavorare come tutti gli altri per rendere questa città un luogo più vivibile, invece hai scelto di unirti ad un'organizzazione criminale e fare uso del tuo potere per opprimere gli altri. Questo è quello che hai fatto, e ora ne devi pagare le conseguenze."
 
"Tsk..." grugnì la recluta del Team Meteora. " Rendere questa città... un luogo più vivibile. Come se questo fosse un obiettivo realizzabile. Siete un gruppo di idealisti ingenui... se solo poteste capire quello che stiamo facendo noi del Team Meteora, non sareste così decisi a fermarci..."
 
Max alzò gli occhi al cielo, e anche Mightyena e Linoone, che sembravano non essere mai d'accordo su quasi nulla, fecero delle espressioni infastidite. Era una scusa che avevano già sentito, e non si sarebbero lasciati incantare tanto facilmente.
 
"Puoi dire quello che vuoi, ma adesso vieni con noi." disse Pietro. "L'agente Jenny e le sue colleghe saranno molto più interessate a sentire quello che avrai da raccontare."
 
"Va bene, va bene... non discuto, ma non finirà così!" ribattè la recluta, aggiungendo però qualcosa tra sè. "Che situazione del cavolo... so che non mi deluderai, Tara... per favore, vieni a salvarmi, il nostro compito come servitori del Team Meteora non è ancora concluso!"
 
 
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Nel quartiere Berillio, la situazione non era molto più tranquilla... soprattutto ora che il gruppetto composto da Florinia, Fern, Ortilla ed Hitomi era arrivato e aveva iniziato a sfoltire le fronde che minacciavano di soffocare il quartiere. La bambina dai capelli celestini e il suo Altaria erano in testa al gruppo, e cercavano di tenere a bada un tappeto apparentemente infinito di Pokemon che lei non aveva mai visto: alcuni di essi erano dei bruchini gialli e verdi, con una grande e larga foglia attorno alla testa rotonda, occhi scuri e circolari con un muso arancione e il ventre bianco, oltre che due graziosi canini che spuntavano dalla mascella superiore; gli altri erano dei porcellini di terra giganti dal guscio variopint, rosso sulla metà anteriore del corpo e verde su quella posteriore, piccole zampe nere ed uncinate, ed occhi gialli dalle pupille ovali simili a quelle di un gatto.
 
"Altri Pokemon che non abbiamo mai visto prima d'ora..." disse Hitomi, il cui Sceptile era alle prese con alcuni dei bruchini gialli e verdi che cercavano di avvilupparlo in un bozzolo usando una raffica di attacchi Millebave. Il Pokemon rettile usò le foglie sulle braccia per tagliare la seta con la quale i piccoli insetti cercavano di legarlo, e rispose con un deciso attacco Aeroassalto, balzando in aria e poi gettandosi in picchiata sui nemici! Con un fendente, colpì diversi dei Pokemon nemici, mandandone diversi al tappeto e costringendo altri ad una rapida ritirata.
 
"Questi sono dei particolari Pokemon Coleottero provenienti dal continente di Unima." spiegò Florinia, senza scomporsi malgrado il Pokemon che aveva mandato in campo, il suo Cacturne, fosse un po' in difficoltà contro un esercito così grande di Pokemon Coleottero. "I Pokemon gialli e verdi che vedete si chiamano Sewaddle, sono di tipo Coleottero/Erba, e hanno la fama di costruirsi bozzoli e altri strumenti rudimentali usando le foglie. Gli altri, invece, si chiamano Venipede, sono di tipo Coleottero/Veleno, e hanno la fama di essere dei cacciatori molto abili, con un potente veleno paralizzante."
 
Fern alzò le spalle con strafottenza. "Hmph. Sì, sì, molto interessante, Flobot, ma ora la cosa più importante è respingere questi simpaticoni che sono venuti a darci il benvenuto nel quartiere Berillio! Allora, qualcuno ha qualche idea?" esclamò.
 
Ortilla rivolse al ragazzaccio con gli occhiali uno sguardo disapprovante. La piccola promessa delle gare Pokemon era una ragazzina paziente, ma ci sarebbe voluta più pazienza di chiunque altro al mondo per sopportare Fern. "Beh, non posso dire di essere un'esperta... ma so abbastanza da poter dire che i Pokemon di tipo Coleottero/Erba sono estremamente sensibili alle mosse di tipo Fuoco e Volante! Quindi... forza, Alty, usa Ondacalda!" esclamò.
 
"Altar!" esclamò il Pokemon Drago/Volante, poi spalancò le ali e sprigionò un'ondata di fiamme che si espanse verso i Sewaddle e li travolse, mandandone parecchi al tappeto! Gli altri si dispersero, rifugiandosi in alcuni anfratti tra i muri franati, ed Alty si posò su un blocco di pietra vicino, ripiegando fieramente le ali contro il corpo! Ortilla applaudì entusiasta, e anche Hitomi annuì e fece un segno dell'okay... prima di essere costretta ad indietreggiare quando alcuni Venipede le scagliarono contro una raffica di attacchi Velenospina, sparando numerosi aculei avvelenati contro di lei e contro il suo Sceptile. Il Walrein di Hitomi reagì rapidamente e si interpose tra i Venipede e i suoi compagni, lasciando che gli aculei colpissero il suo corpo... ma per fortuna, lo spesso strato di grasso del Pokemon tricheco lo protesse, impedendo agli aculei velenosi di penetrare troppo in profondità.
 
"Il quartiere Berillio è ancora sotto assedio... speriamo che Max e gli altri non ci mettano troppo tempo a trovare quella macchina del Team Meteora... o qualunque cosa sia... e disattivarla!" commentò Hitomi. "Walrein, usa Surf per disperdere quei Venipede!"
 
Walrein si tirò indietro per un attimo, poi spalancò le fauci e scagliò una potente ondata che travolse i Venipede più vicini, facendo fermare gli altri e costringendoli a nascondersi tra i vicoli stretti del quartiere infestato... ma molti di loro ritornarono all'attacco un attimo dopo, cercando di aggirare il gruppo di allenatori e accerchiarli! Il Pokemon tricheco si voltò nella direzione del gruppo di Venipede più numeroso, mentre Sceptile tenne d'occhio un altro gruppo... e sia Hitomi che Ortilla e il suo Altaria si avvicinarono tra loro, fino a portarsi schiena contro schiena.
 
"Ammetto che te la cavi bene per una principiante." ammise Hitomi cin un sorrisetto appena accennato. "Vedi di non farti prendere la mano."
 
"Tranquilla. Io ed Alty abbiamo la situazione sotto controllo!" affermò la bambina dai capelli azzurrini, mentre il Krokorok di Fern, che il ragazzo aveva fatto uscire in quel momento, travolgeva due Venipede nemici con il suo attacco Dragartigli...
 
 
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Nella Foresta Malachite, il cammino di Vera e dei suoi compagni era proseguito senza intoppi... certo, avevano dovuto avere a che fare con un imprevisto quando un terzetto di Beedrill dal carattere poco socievole li aveva aggrediti, cercando di allontanarli dal loro territorio. Ma i tre calabroni giganti erano stati presto costretti a ritirarsi, grazie soprattutto a Julia, Heather e Shelly e ai loro Pokemon, che avevano rapidamente avuto ragione della minaccia.
 
"O-okay!" esclamò Shelly, alle prese con l'ultima Beedrill che non voleva saperne di abbandonare il campo. "Adesso, Yanma... usa Sonicboom!"
 
La libellula gigante evitò agilmente un affondo delle affilate braccia-lance di Beedrill, e rispose muovendo le ali ad altissima velocità, e scagliando da esse una raffica di onde d'urto contro l'avversario, colpendolo più volte e facendolo volare per un breve tratto. Decidendo finalmente che ne aveva avute abbastanza, il calabrone gigante emise un ronzio irritato e seguì le sue due compagne che si erano già allontanate nel profondo della foresta. Shelly tirò un sospiro di sollievo e ringraziò la sua Yanma, permettendole di atterrarle sul braccio e grattandola affettuosamente dietro la testa.
 
"Brava, Yanma. Sei diventata davvero forte." affermò la bambina dai capelli violetti. "Ancora un po' e penso che potrai imparare qualche nuova mossa. Credimi, ne avremo bisogno."
 
La Pokemon libellula emise un ronzio di approvazione e indicò dietro la sua allenatrice, in direzione di Heather che si stava avvicinando con un braccio alzato e il palmo della mano rivolto verso la sua amica. Quando Shelly si voltò, vide che la sua amica dai capelli fucsia stava rivolgendole uno dei suoi rari sorrisi... e colse al volo quello che voleva dire. Le due amiche si diedero il cinque, congratulandosi per il lavoro ben fatto.
 
"Brava, Shelly! Tu e la tua Yanma siete state grandiose!" affermò Heather, mentre facva cenno al suo Noibat di atterrarle pure sulla spalla. Il drago-pipistrello si posò nel punto che la sua allenatrice gli aveva indicato, facendo frullare rumorosamente le sue corte ali, ed emise un cinguettio acuto per segnalare la sua approvazione.
 
Shelly guardò verso il terreno, imbarazzata dalle lodi della sua amica. "G-grazie, Heather... ma in realtà abbiamo soltanto cercato di fare del nostro meglio. Anche Julia ha aiutato, dopotutto..." cercò di schermirsi, gettando uno sguardo di intesa verso la cheerleader dai capelli verdi che si stava congratulando con il suo Pokemon - un Zebstrika, un Pokemon Elettro simile ad una zebra nera a strisce bianche, con una criniera bianca ed appuntita, e uno sguardo severo nei suoi occhi blu elettrico.
 
"Apprezzo i riconoscimenti! S-U-C-C-E-S-S-O! E' così che scriviamo successo!" esclamò Julia, facendosi trascinare dall'entusiasmo ed esibendosi in un breve balletto, agitando i suoi pon-pon! Zebstrika guardò la sua allenatrice come se fosse impazzita di colpo, poi scosse la testa e le diede un pestone sul piede destro con uno zoccolo, facendola fermare di colpo e strabuzzare gli occhi per l'improvviso dolore! "AHIO! Cavolo, Zebstrika, va bene, ho capito! Volevi dire che dobbiamo essere furtivi e non farci scoprire dal Team Meteora, d'accordo! Potevi dirlo anche in un altro modo, okay?"
 
"Strika..." mormorò sarcastica la Pokemon zebra, chiedendosi in che altro modo sarebbe potuta riuscire a distogliere la fin troppo vivace esperta di Pokemon Elettro dai suoi festeggiamenti.
 
"Va bene, va bene..." disse Vera, ricevendo uno sguardo approvante da Cain e Drew "Siete state brave tutte e tre, e anche i vostri Pokemon, si intende! Adesso, però, meglio andare avanti, se vogliamo raggiungere quelli del Team Meteora e mettere fine all'attacco delle piante."
 
Lo Absol di Drew fece un cenno con la testa, indicando la strada di fronte a loro. A distanza abbastanza ridotta, si riusciva a vedere una piccola radura tra gli alberi... e anche se non molto chiaramente, il Pokemon Buio riusciva a vedere che c'era qualcosa di strano da quelle parti. Il verde incontaminato era interrotto da qualcosa di metallico che splendeva ai radi raggi del sole... se non altro, questo voleva dire che la cortina di smog che copriva il cielo di Reborn City era un po' meno fitta da quelle parti. Ma in quel momento, vedere quel lieve bagliore metallico in lontananza era ciò che preoccupava di più i ragazzi.
 
"Guarda, Drew... il tuo Absol ha visto qualcosa di strano là davanti!" affermò Vera. "Da qui non lo vedo molto bene, ma sembra che ci sia un macchinario... o qualcosa del genere. Sicuramente qualcosa di altamente tecnologico che qui non c'entra niente..."
 
"Allora mi sa che abbiamo trovato quello che stavamo cercando." disse Cain. "Okay, andiamo a vedere cos'hanno preparato per accoglierci quei simpaticoni del Team Meteora! Spero che sappiano come intrattenere le persone a cui danno un appuntamento!"
 
"Noibat..." esclamò il Noibat di Heather, svolazzando attorno al gruppo mentre questo si dirigeva con prudenza verso la radura, cercando di capire cosa fosse quello strano aggeggio che vedevano in lontananza. Man mano che si avvicinavano, la sua forma cominciò ad apparire più chiara... sembrava una gigantesca campana di ferro, alta circa tre metri... o almeno, questa era la forma che aveva a guardarla dall'esterno, ma le differenze erano chiaramente visibili anche per un osservatore distratto. Dei grossi tubi di gomma uscivano dalla parte superiore della cupola, sollevandosi per un breve tratto prima di infilarsi nel terreno... e dei cavi elettrici uscivano da alcuni sportelli, dirigendosi verso un generatore dall'aspetto minaccioso piazzato nel terreno lì vicino! Alcune spie luminose si accendevano in maniera apparentemente casuale sui lati dello strano macchinario... e da alcuni portelloni che si chiudevano sui lati, spuntavano dei tentacoli fatti di liane intrecciate tra loro. Un suono basso e vibrante, simile a quello di un motore, saliva dai meandri della terra, provocando dei leggeri tremori.
Stupefatti ed allarmati da quella gigantesca ed inquietante macchina, Vera, il suo Blaziken e i loro compagni iniziarono ad avvicinarsi guardinghi, cercando di capire di che cosa si trattasse... e soprattutto, come potevano fare per disattivarla. Non ci voleva molta fantasia per immaginare che quel marchingegno era quello che il Team Meteora usava per infestare Reborn City di piante rampicanti.
 
"E... questa... che cos'è? Mai visto prima un affare simile!" commentò Julia. "E pensare che la centrale elettrica è la parte della città sotto la mia tutela..."
 
Alcuni dei Pokemon si avvicinarono sospettosi alla macchina, cercando di capire cosa ci fosse dentro e come avvicinarsi senza rischi... ma Noibat, che del gruppo aveva l'udito più fine, spalancò gli occhi per la sorpresa quando sentì un suono appena percettibile provenire dalla loro destra, e lanciò un breve squittio di avvertimento, allertando Heather che si voltò in quella direzione, aspettandosi di vedere qualche scagnozzo del Team Meteora... e con grande sorpresa sua e del resto del gruppo, ecco arrivare un giovanotto sulla ventina d'anni, che stava uscendo dalle fronde, tenendo alta la mano per salutare e sfoderando un sorriso gioviale. Attorno a lui stava svolazzando un Chatot, che si faceva avanti con la stessa aria allegra e un po' stravagante del suo allenatore.
 
"Ehilà! Salve, ragazzi!" esclamò il giovanotto, facendosi vedere meglio dal gruppo: era piuttosto alto e ben piantato per la sua età, con i capelli spettinati e un po' lunghi, e un pizzetto dello stesso colore sul mento, che gli dava un'espressione sbarazzina. Indossava una felpa verde-giallina dalle maniche lunghe, assieme ad un paio di blue jeans un po' usurati, un paio di scarpe nere, e attorno al collo portava una sciarpa viola i cui lembi erano tenuti sciolti. Certo non dava l'impressione di un malfattore... ma in un posto come quello, e per giunta in un continente pericoloso come Reborn, non ci si poteva certo fidare delle prime impressioni.
 
"Immaginavo che vi sareste fatti vivi prima o poi. Benvenuti! Tranquilli, non mordo, ero solo curioso di conoscervi!" disse il giovanotto, sorridendo amichevolmente anche quando Heather gli rivolse contro un'espressione feroce, e Shelly si riparò dietro Julia con un brivido di paura. Vera, Drew e i loro Pokemon si misero in guardia, immaginando che avrebbero presto dovuto combattere... ma il nuovo arrivato non si scompose, e cominciò a parlare come se fosse davanti a dei vecchi amici.
 
"Siete venuti qui per questo, vero?" chiese, appoggiando una mano sul macchinario, che continuava a lavorare a pieno regime. "A proposito, forse prima è il caso che io mi presenti. Il mio nome è Taka, e sono un comandante del Team Meteora."  
 
"Lo sapevo!" esclamò una furente Heather, piazzandosi davanti al gruppo per aggredirlo. "Sei uno di quei maledetti, vero? Beh, non ti aspettare nessuna pietà da me! Tu e i tuoi complici avete rovinato la mia famiglia! Non avrò pace finchè non mi sarò vendicata!"
 
Un po' sorpreso dall'irruenza della bambina, Taka fece un passo indietro, mettendo le mani davanti a sè e sorridendo un po' goffamente. Il suo Chatot abbassò la testa, deciso a difendere il suo allenatore. "Wow! Hey, hey, che foga! Anche se immagino che tu abbia le tue buone ragioni per odiarci. Voglio dire, molti dei miei colleghi hanno fatto cose di cui io certo non andrei fiero..."
 
"Siete stati voi a scatenare le piante contro Reborn City!" ribattè Vera. "E siete stati anche voi ad impadronirvi della centrale elettrica e provocare disagi all'intera popolazione! Cosa sperate di ottenere, comportandovi in questo modo?"
 
Taka sospirò, mettendosi una mano dietro la nuca mentre guardava la gigantesca macchina. Vera e i suoi compagni restarono piuttosto sorpresi nel vedere che l'espressione del giovane comandante del Team Meteora, malgrado restasse allegra ed amichevole, tradiva ora un innegabile dispiacere. "Lo so... ed è davvero un peccato. Questa macchina e il Tangrowth che vi è sigillato all'interno... hanno provocato un bel po' di danni. Molte persone hanno perso le loro case... e qualcuno anche la vita. Purtroppo, il PULSE non fa distinzioni tra cose e persone..."
Cain sbattè gli occhi sorpreso. "PULSE? Di cosa stai parlando? E... c'è un Tangrowth là dentro?"
 
"Ecco perchè mi sembrava di vedere delle liane che venivano fuori da lì..." commentò Julia. "Ma... perchè avete messo un Tangrowth là dentro? Che cosa ve ne fate? E che cos'è questo... PULSE?"
 
"PULSE, Team Meteora! PULSE, Team Meteora!" gracchiò il Chatot di Taka. 
 
"Immaginavo che mi avreste fatto queste domande... quindi, permettetemi di cominciare dall'ultima." fu la risposta di Taka, che rivolse nuovamente lo sguardo al gigantesco macchinario. "PULSE sta per... Pokemon Ultimate Link System Exaggerata. Hey, non guardatemi così, non sono stato io a scegliere il nome! Se incontrate di nuovo Zel, potete offrire a lui le vostre rimostranze... Visto che io non me ne intendo molto di questioni tecniche, ve lo spiegherò in soldoni. In pratica, il PULSE muta il Pokemon e ne amplifica il potere, in modo che possa influire sull'ambiente circostante... anche in un raggio d'azione molto ampio, come avete potuto vedere. Qualsiasi Pokemon può essere potenziato in questo modo. Tutto ciò che è successo nei quartieri Diaspro e Berillio... oltre che nel quartiere Ossidiana... è dovuto al fatto che questa macchina PULSE sta agendo sul Tangrowth che abbiamo rinchiuso al suo interno."
 
"Cosa?" esclamò Shelly. "Ma... ma questo non... non fa del male al Pokemon?"
 
Taka annuì lentamente. "Già, e me ne dispiace. Purtroppo, l'energia PULSE è dannosa per il Pokemon che la riceve, ed influire sull'ambiente in un'area così vasta prosciuga le sue forze. Se fosse per me... io lascerei libero questo povero Pokemon." disse, avvicinandosi al macchinario e appoggiando una mano su di esso, con fare apologetico. "Dopotutto, lui non ha fatto niente di male, e non merita di essere usato in questo modo. Ma, purtroppo, non posso disobbedire agli ordini. Dopotutto, io sono pur sempre un appartenente al Team Meteora..."
 
"Tsk... siete tutti uguali, voi carogne!" sibilò Heather.
 
Senza badare alle accuse della bambina, Taka si staccò dalla macchina PULSE e fece cenno al suo Chatot di mettersi in guardia. "E a proposito di ordini... purtroppo, mi è stato dato anche l'ordine di eliminarvi. Nulla di personale, ragazzi." affermò. "Klefki, vieni pure. Abbiamo un po' di lavoro da fare."
 
Taka aprì una Pokeball che teneva appesa alla cintura, e da essa uscì, con un tininnio metallico, uno stranissimo Pokemon che Vera e i suoi amici non avevano mai visto in vita loro: non era niente più che un portachiavi vivente rotondo di colore grigio, sul quale erano appese quattro chiavi, ognuna di colore diverso, e con una quinta chiave che faceva da testa, con un paio di piccoli buchi neri come occhi, e un buco da serratura al posto della bocca, oltre che una piccola decorazione rosa a forma di goccia che penzolava sotto la testa. La strana creatura fluttuava a pochi centimetri da terra, e muoveva lentamente le chiavi a lei appese, facendole tintinnare tra loro.
 
"Che... che razza di Pokemon è mai quello?" esclamò sbalordito Drew. "Ne ho visti di Pokemon strani, ma come quello... davvero pochi!"
 
"Quello... è un Pokemon del nuovo tipo Folletto." fu la risposta, proveniente da Cain. Alle espressioni stupite di Vera, Max e Drew, il giovanotto dai capelli viola diede una breve spiegazione. "Si tratta di un nuovo tipo di Pokemon che è stato da poco scoperto nel continente di Kaos. Dicono che sia particolarmante efficace contro i Pokemon di tipo Buio, Lotta e soprattutto Drago, ma a parte questo... non so molto altro."
 
"Beh, mi devi congratulare con te. Sei bene informato. Ma vediamo se saperlo ti aiuterà a contrastare i miei Pokemon. Klefki, Chatot... è il momento di combattere, anche se preferirei non doverlo fare..." disse Taka, facendo cenno ai suoi due Pokemon di attaccare.
 
"Klefklefkiiiii!" esclamò Klefki con voce tintinnante, agitando le sue chiavi. Vera e Cain si piazzarono davanti al gruppo, accompagnati da Blaziken e Nidoking, e facendo cenno al resto dei loro compagni di restare indietro.
 
"Ci pensiamo noi, ragazzi! Voi cercate un modo di liberare quel Tangrowth dalla macchina!" esclamò Vera. "Blaziken, sei pronto? Adesso dobbiamo fare del nostro meglio!"
 
"Non credo di avere bisogno di dire altro, Nidoking! Sai già cosa fare, giusto?" chiese Cain al suo Pokemon più forte, che si voltò verso di lui e fece un segno dell'okay.
 
Taka fece la prima mossa. "Bene... Klefki, usa Punte! E tu, Chatot... approfitta per potenziarti con Congiura!" esclamò. Vera rimase piuttosto sorpresa quando il Pokemon simile ad un portachiavi partì all'attacco per primo, nonostante la velocità di Blaziken, e agitò le sue chiavi con un tintinnio acuto, scagliando dal proprio corpo una scarica di punte ferrate che atterrarono attorno a Blaziken e a Nidoking, creando un tappeto di spuntoni affilati che costrinsero i due Pokemon a fermarsi per non ferirsi! Blaziken emise un gracchio allarmato, e cercò di tirarsi indietro per evitare il tappeto di punte... ma così facendo perse un attimo di tempo, che il Pokemon pappagallo di Taka usò per attivare la sua mossa Congiura: Chatot chiuse gli occhi, restando concentrato per qualche secondo, prima che un punto esclamativo si accendesse per una frazione di secondo sopra la sua testa! Poi, un'aura nera si accese attorno al corpo del Pokemon Musicale, segno che la potenza dei suoi attacchi stava aumentando...
 
"Accidenti, ho l'impressione che quel tipo li sappia combinare bene, gli attacchi dei suoi Pokemon..." disse Cain. "Decisamente un avversario tosto... peccato, perchè non sarebbe neanche tanto male. Potrebbe anche essere il mio tipo, perchè no!" Terminò la frase con una risata gioviale, cercando di far scemare un po' di tensione... e anche Taka rise tra sè, apprezzando il modo di fare ironico, del suo avversario. "Comunque, non basterà questo a farci desistere, Nidoking! Attacca con Insidia!"
 
"Blaziken, usa Turbofuoco per togliere di mezzo quelle punte!" esclamò Vera. Immediatamente, Nidoking scattò verso il Klefki di Taka cercando allo stesso tempo di evitare le punte affilate. Un paio di esse graffiarono le gambe del Pokemon Veleno/Terra, ma Nidoking riuscì a stringere i denti e a scattare in avanti, sferrando un potente manrovescio a Klefki! Nello stesso momento, Blaziken lanciò un grido di battaglia e creò una fiammata turbinante attorno a sè, sollevando in aria le punte più vicine, e trasformandole in altrettante pozze di ferro fuso!
 
"Klefki, usa Psichico su Nidoking!" esclamò Taka. "E tu, Chatot... è il momento di usare Schiamazzo!"
 
Klefki eseguì una capriola in aria e fece illuminare di rosa i suoi occhi, per poi catturare Nidoking in una morsa invisibile di pura energia mentale, bloccandolo dov'era! Ringhiando rabbiosamente, il Pokemon Veleno/Terra cercò di liberarsi da quella morsa, ma Klefki agì rapidamente e scagliò una raffica di energia mentale contro l'avversario, che venne fatto sobbalzare dolorosamente, come se fosse stato colpito da una seriedi pugni invisibili! Un ultimo, violento colpo allo stomaco fece cadere in ginocchio il Pokemon Veleno/Terra... e un attimo dopo, Chatot usò la sua mossa caratteristica, aprendo il becco e scagliando una raffica di onde sonore ad altissima frequenza contro Blaziken! Il Pokemon Fuoco/Lotta stridette per il dolore quando la raffica sonora gli percosse i timpani, facendolo sentire come se la testa gli stesse per esplodere!
 
"Blaaaaaaaz!" esclamò lo starter di Vera, premendosi le mani sulle orecchie e cadendo in ginocchio!
 
"Blaziken!" esclamò Vera. "Che... che razza di mossa era?"
 
Chatot svolazzò attorno al suo allenatore, muovendo rumorosamente le ali mentre Taka dava una breve spiegazione. "L'attacco Schiamazzo di Chatot è una scarica di onde sonore che superano qualsiasi difesa, e provoca dolore e confusione alla vittima. Temo che il tuo Blaziken sarà in difficoltà, da questo momento in poi."
 
"Bla... zi... ken..." mormorò Blaziken, alzandosi in piedi barcollando con la testa tra le mani artigliate, cercando in qualche modo di concentrarsi sull'avversario... ma la vista gli stava annebbiando, e non riusciva più ad orientarsi.
 
"Continuate così, voi due!" esclamò Taka. "Klefki, ora usa Ferrostrido contro quel Nidoking! Chatot, usa Echeggiavoce!"
 
Klefki sfregò le sue chiavi le une sulle altre, provocando un suono stridente che raggiunse Nidoking, costringendolo a stringere i denti per l'improvviso fastidio... e Chatot aprì il becco e scagliò un proiettile sonoro contro Blaziken, colpendolo al petto mentre quest'ultimo cercava di ripartire all'attacco!
 
"Accidenti, così non può andare avanti... Nidoking, usa Geoforza!" esclamò Cain, sperando che il Pokemon portachiavi fosse almeno sensibile agli attacchi Terra. Per fortuna, la sua idea si rivelò vincente, e il Pokemon Trapano percosse il terreno con un pugno, facendo scaturire un'esplosione di energia sotto il Klefki di Taka! Il Pokemon Portachiavi venne investito dall'improvvisa scarica di energia e cadde a terra con un acuto tintinnio di metallo!
 
"Blaziken, cerca di reagire! Attacca con Pietrataglio!" esclamò Vera, sperando che quell'attacco avesse successo. Blaziken si mise in piedi e tirò indietro il braccio per cercare di sferrare un poderoso attacco di tipo Roccia... ma era troppo confuso per riuscire, e dopo aver barcollato per qualche istante, scivolò e cadde a terra a faccia in giù!
 
Drew, Julia, Heather e Shelly erano invece concentrati sulla macchina PULSE, cercando in qualche modo di fermarla... ma il marchingegno si stava rivelando resistente agli attacchi di tutti i loro Pokemon, e non si spostava di un millimetro. Il Noibat di Heather stava cercando di usare i suoi ultrasuoni per mandare in tilt i circuiti della macchina, mentre lo Absol di Drew usava Nottesferza per cercare di fendere i cavi elettrici... ma nessuno di loro stava facendo progressi.
 
"Così... temo che non riusciremo a fare nulla..." mormorò incerta Shelly. "Q-questa macchina è... troppo robusta... per noi... credo... che dovremmo cercare... un altro modo..."
 
"Se hai qualche altra idea, Shelly, allora sono tutta orecchi!" esclamò una frustrata Heather, mentre dava un'occhiata allo scontro che Vera e Cain stavano sostenendo contro Taka e i suoi due inusuali ma potenti Pokemon... Si ritrovò a desiderare esserci lei al posto di Vera, allora sì che avrebbe dato una lezione a quel damerino del Team Meteora!
 
Lo Electrode di Julia cercò di sferrare un attacco Fulmine contro un quadro elettrico, ma emise un verso di disappunto quando si accorse che il bersaglio era protetto da un guscio in gomma che respingeva le scariche elettriche. Decidendo che era il momento di smetterla di trattenersi, Julia annuì e fece un segno al suo Pokemon preferito. "E va bene, Electrode... adesso, usa Autodistruzione vicino a quel portellone! Ragazzi, tiratevi indietro! Ora ci sarà un bel botto!"
 
"Oh, mamma... adesso questa si è esaltata!" esclamò Heather. "Noibat, indietro! Adesso arrivano i fuochi d'artificio!"
 
"A-anche tu, Yanma!" esclamò Shelly, cercando di richiamare la sua Pokemon libellula. In un attimo, Noibat, Yanma ed Absol si allontanarono dalla macchina, nello stesso momento in cui Electrode si illuminava di un'aura bianca ed abbagliante e si avvicinava sghignazzando al portellone. "S-spero che il Pokemon che si trova là dentro... non si faccia male!"
 
"ELECTRODE!" esclamò il Pokemon simile ad una gigantesca Pokeball. In un lampo, si avvicinò al portello della macchina PULSE e scaricò tutta la sua energia in un attimo, provocando una tremenda, fragorosa esplosione! Tutti quelli che stavano combattendo si fermarono per un attimo, travolti dal rumore e dalla sorpresa mentre il portellone veniva scardinato e atterrava con un potente clangore metallico poco più in là, contorto ed ammaccato!
 
"Ce l'hanno fatta! Bel colpo, ragazzi!" esclamò Vera, sentendosi già un po' più sicura. Anche Blaziken si riprese un po'... e quando il Chatot di Taka cercò di mandare a segno un altro attacco, usando Furia per tenere sotto pressione l'avversario, Blaziken strinse i denti e serrò una mano a pugno, riuscendo a concentrarsi abbastanza a lungo da individuare l'avversario. La mano di Blaziken si accese di fiamme scarlatte e scattò verso il nemico, centrandolo in pieno e scagliandolo via con un potente schianto e uno stridio di dolore!
 
"Chatot!" esclamò spaventato Taka. Quando il suo Pokemon pappagallo si rialzò senza troppi problemi, scuotendo la testa e sbattendo freneticamente le ali, il giovane comandante del Team Meteora tirò un sospiro di sollievo... poi corrugò la fronte, rendendosi conto di ciò che era successo. La macchina PULSE era stata divelta, e il Pokemon che vi era stato imprigionato era stato liberato... ma questa poteva essere una brutta notizia non solo per lui, ma anche per loro!
 
"Pericolo! Pericolo!" gracchiò Chatot.
 
"Siete riusciti a liberare quel Pokemon..." mormorò Taka, sinceramente impressionato. "Notevole. Veramente notevole. Evidentemente, le macchine PULSE non sono poi sicure come crede Zel... ma temo che abbiate commesso un errore."
 
"Tu dici? Io credo invece che questa macchina PULSE non vi servirà più." disse Drew, guardando in direzione dell'apertura. Lo Electrode di Julia, ammaccato e fumante, tornò rotolando dalla sua allenatrice, mentre la massiccia figura di un Tangrowth appariva dietro il portellone divelto e cominciava ad incamminarsi, frastornato ma illeso, fuori dalla cabina. Si trattava di un ammasso vegetale vivente alto circa due metri,  ricoperto da liane di colore blu che lasciavano solo un piccolo spazio per gli occhi in quella che doveva passare per la testa. Le corte zampe posteriori su cui si reggeva erano nere e rosse, mentre le zampe anteriori erano molto lunghe, e alle estremità presentavano tre dita, colorate per metà di rosso. Aveva una forma tozza e un po' sgraziata, e si muoveva come se fosse stato ubriaco... cosa che in effetti non stupiva. Quel macchinario doveva aver avuto degli effetti ben negativi sulla sua integrità fisica, e forse non solo su quella. "Visto? Adesso questo Tangrowth è libero. In fondo, anche tu avevi detto che avresti preferito così, no?"
 
Shelly sorrise ed annuì... ma emise un verso strozzato di disappunto quando si voltò verso Tangrowth, indicandolo ai suoi compagni. "A-aspetta! Sta... sta succedendo qualcosa! Tangrowth sta... non lo so neanch'io, ma non mi piace!"
 
"Blaz?" chiese Blaziken, scuotendo la testa mentre Tangrowth toccava di nuovo terra... 
 
...e in quel momento, il Pokemon Liana emise uno strillo acuto, innaturale, come il verso di un passero morente amplificato di centinaia di volte! Spaventati dal suono, i presenti fecero un passo indietro, e una terrificante aura nera comparve attorno al Tangrowth appena liberato, avvolgendolo in una sorta di bozzolo di pura oscurità! Lampi rossi e viola accompagnarono quel fenomeno innaturale, e in breve tempo, Tangrowth venne inghiottito dalle volute di energia nera e scomparve agli occhi degli allenatori. Una cappa di tenebre scese sulla radura, tingendo tutto di inquietanti, psichedelici colori rossi e viola!
 
"Aaaaah! Ma... ma che sta succedendooooo?" esclamò spaventata Heather. Malgrado cercasse di farsi vedere indipendente ed impavida, era pur sempre una bambina di dieci anni...
 
"Il Pokemon è stato corrotto dall'energia della macchina PULSE." spiegò Taka, preoccupato quanto loro. "Adesso... temo di non sapere nemmeno io cosa potrebbe accadere. Sicuramente, non sarà un bene nè per noi, nè per il Pokemon!"
 
"Di... cosa stai parlando?" chiese Drew, la sua solita sicurezza vacillante a causa dello spettacolo che aveva visto. Ora la coltre di oscurità si stava diradando, e Tangrowth stava riapparendo da dietro di essa... Drew si azzardò a dare un'occhiata...
 
...e rimase per un attimo congelato dall'orrore quando vide cosa era successo!
 
"Oh... santo... cielo... non posso... crederci..." boccheggiò Julia, la cui vivacità ed ottimismo erano stati spazzati via dallo spettacolo atroce che si parò davanti a lei e ai suoi compagni. 
 
Tangrowth era ancora davanti a loro... ma era così orribilmente mutato che si stentava a riconoscerlo per quello che era! Le liane intrecciate che componevano il suo corpo erano diventate di un cupo, malato colore verde olivastro ed erano diventate molto più disordinate... in effetti, adesso molte di esse fuoriuscivano dal corpo di Tangrowth, agitandosi in aria come tanti tentacoli e rendendo difficile avvicinarsi al Pokemon mutante! Gli occhi di Tangrowth erano diventati un singolo occhio, gigantesco, lucente e maligno, e sulle braccia erano apparse delle piastre di metallo a mo' di guantoni, mentre le dita erano diventate lunghe ed erano armate di affilati artigli bianchi! Tutto ciò che poteva sembrare innocuo od innocente nel Pokemon che Tangrowth era una volta era stato spazzato via... trasformando il malcapitato Pokemon Liana in una orrenda macchina di distruzione!
 
"Accidenti... sapevo che l'energia del PULSE poteva avere degli effetti inaspettati sui Pokemon... ma questo supera anche le previsioni più pessimistiche!" esclamò inorridito Taka. Il suo Klefki indietreggiò davanti all'aspetto orribile del Tangrowth mutante, e la creatura mutante sollevò in aria le braccia tentacolari, emettendo un verso strano, orribile e risplendendo di luce verde! Poi, la creatura mosse le braccia in circolo... e usò un attacco Megassorbimento di massa, risucchiando energia a tutti i Pokemon che si trovavano nelle vicinanze, compresi Klefki e Chatot!
 
"Klef-kiiii!" stridette il Pokemon Portachiavi, sentendosi mancare le forze... e tutti i Pokemon indietreggiarono ancora, mentre la mostruosità avanzava imperterrita!
 
"Absol, usa Aeroassalto!" ordinò rapidamente Drew. Il Pokemon Buio scosse la testa, cercando di concentrarsi sull'avversario... e scattò rapidamente verso di lui, sferrando un attacco in picchiata che tagliò una delle liane del Tangrowth corrotto e riuscì a superare la sua difesa! Ma non servì a molto: la liana tagliata si rigenerò quasi all'istante e, con un tremendo attacco Frustata, il Pokemon contaminato dal PULSE afferrò Absol, che riuscì a dibattersi per qualche istante prima di essere scaraventato via brutalmente! L'unico occhio del Tangrowth mutante brillò di una luce sinistra... e per un attimo, Vera lo incrociò, sentendosi gelare il sangue quando lesse una silenziosa, disperata richiesta di aiuto nelle profondità della sua iride!
 
"Ugh... Noibat, usa Supersuono, e poi Attacco d'Ala!" ordinò Heather. Il drago-pipistrello aprì le ali e scagliò una raffica di onde sonore ad altissima frequenza contro l'avversario, che però si rivelò più agile e veloce del previsto, riuscendo a scansare l'attacco senza problemi! Con un acuto grugnito si rabbia, Noibat scese in picchiata e cercò di colpire Tangrowth con una delle sue corte ali... riuscì ad assestare un colpo deciso, ma il Pokemon mutante era spaventosamente forte e robusto, e quasi non si accorse del colpo!
 
"Y-Yanma! Presto, usa... Sonicboom!" esclamò Shelly... e subito, la libellula gigante scagliò una raffica di onde sonore contro il PULSE-Tangrowth. Questo attacco ebbe un po' di effetto, superando le difese della mostruosità e facendola rallentare... ma quest'ultimo si riprese con rapidità scioccante e usò un attacco Legatutto: colpì il terreno con i suoi pugni, e da esso scaturì una piccola selva di liane che si avvinghiarono attorno ai Pokemon più vicini e li percossero brutalmente, mandandoli a terra in disordine!
 
Il Blaziken di Vera reagì rapidamente, sprigionando una fiammata dal suo manto di piume e riducendoin cenere le liane che lo stavano avvinghiando... nello stesso tempo, Julia aveva fatto uscire il suo Emolga, ordinandogli di usare un attacco Acrobazia contro PULSE-Tangrowth, e lo scoiattolino volante elettrico si gettò in picchiata sul mostro e lo colpì con una spettacolare cabrata! Tangrowth cercò di afferrarlo, ma si rivelò troppo lento, e il Pokemon Petauro riuscì a guadagnare la distanza di sicurezza... o almeno così sembrava!
 
"GRRRRROOOOOWTHHHHH!" tuonò PULSE-Tangrowth con voce cavernosa. Alzò le braccia e spruzzò verso Emolga e i suoi compagni un fiotto di liquido viola urticante, che investì il gruppo e li fece indietreggiare con acute grida di dolore! Shelly decise che a questo punto non era più il caso di far rischiare la sua Yanma, e la richiamò nella sfera... mentre il Blaziken di Vera prendeva fiato e soffiava contro PULSE-Tangrowth una enorme fiammata, investendolo e riuscendo finalmente a fare dei danni sostanziali!
 
"Bel colpo, Blaziken! Un Lanciafiamme in piena regola!" si congratulò Vera con il suo starter. Poi, vedendo che PULSE-Tangrowth stava barcollando, ne approfittò per incitare i suoi compagni. "Presto, ragazzi! Adesso che non può reagire, richiamate i vostri Pokemon e mandatene di più riposati!"
 
"Va bene!" rispose Heather. "Ritorna, Noibat! Questa cosa è troppo forte per te!"
 
"Noibat..." rispose il Pokemon Volante/Drago con un certo disappunto, prima di lasciarsi richiamare nella Pokeball della sua allenatrice, che subito mandò in campo l'altro Pokemon che aveva con sè. Il Bagon di Heather apparve in un lampo di luce, e non perse tempo a scagliare un attacco Braciere verso i piedi del PULSE-Tangrowth, facendolo fermare per un istante con un'esclamazione rabbiosa.
 
Anche Drew fece ritornare il suo Absol, per sostituirlo con il suo Masquerain, un Pokemon Coleottero/Volante dall'aspetto di farfalla, azzurro con quattro zampette romboidali che facevano anche da ali, e due grandi antenne che richiamavano un paio di occhi dall'aspetto feroce! PULSE-Tangrowth esitò un attimo davanti a quella vista, e il Nidoking di Cain ne approfittò subito per raggiungerlo e colpirlo con un attacco Corposcontro, gettandosi sull'avversario con tutto il suo peso! 
 
Il Pokemon corrotto dal PULSE sembrò accusare il colpo, almeno per un momento, ma si riprese in fretta... e con grande disappunto di tutti i presenti, usò di nuovo il suo attacco Megassorbimento, indirizzandolo contro tutti i Pokemon che lo circondavano! Una raffica di sfere luminose verdi emerse dai corpi dei Pokemon e volò verso PULSE-Tangrowth, per poi essere assorbita dal suo corpo, e farlo immediatamente riprendere da tutti i colpi subiti!
 
"Hey! Ma così non vale!" esclamò Julia. Il suo Emolga le fece eco, agitando una zampetta contro il mostruoso mutante per biasimarlo per la sua condotta a suo dire poco sportiva!
 
"Emomolga!" squittì, per poi scagliare un attacco Fulmine che colpì in pieno il PULSE-Tangrowth... senza fargli granchè.
 
"Così non si può andare avanti... dobbiamo cercare di ostacolarlo in qualche modo!" esclamò Drew. Il Tangrowth mutante, evidentemente pensando che i suoi avversari non potessero dargli fastidio più di tanto, cominciò ad allontanarsi, ma il ragazzo dai capelli verdi intervenne al volo per ostacolarlo. "Masquerain, non possiamo lasciarlo andare via! Colpiscilo con Paralizzante!"
 
"Vai, Beedrill!" esclamò Shelly, facendo uscire un altro dei suoi amati Pokemon Coleottero. "Adesso... adesso usa Millebave per bloccarlo!"
 
PULSE-Tangrowth lanciò un ruggito gorgogliante e si voltò di nuovo verso il gruppo della resistenza quando una fine polverina gialla, che Masquerain aveva scagliato dalle sue grandi antenne, si posò su di lui rallentando i suoi movimenti... e dalla Pokeball di Shelly uscì una grossa Beedrill che non perse tempo a scagliare contro il Pokemon mostruoso un robusto filo di seta appiccicosa, bloccando una delle sue braccia artigliate! 
 
"Teniamolo fermo dov'è! Non permettiamogli di scappare!" esclamò Heather, il cui Bagon stava già cercando il punto giusto per attaccare. "Bagon, giragli attorno e bloccagli la strada!"
 
"Anche tu, Nidoking! Non restiamo troppo vicini, o potrà colpirci di nuovo con Megassorbimento!" esclamò Cain. Con un grugnito di assenso, la forma evoluta finale di Nidoking aggirò PULSE-Tangrowth, che cercò di estendere le sue liane verso di lui per sferrargli un attacco Frustata...
 
Ma in favore di Cain, intervennero inaspettati Taka e il suo Chatot. "Chatot, non lasciar fare quel Tangrowth! Usa Aeroassalto!" esclamò il giovane comandante del Team Meteora.
 
"Aeroassalto! Subito!" gracchiò Chatot, lanciandosi poi in picchiata verso PULSE-Tangrowh e sferrandogli un colpo deciso che lo fece barcollare! Il Pokemon pappagallo evitò le liane con le quali il mostro cercò di avvinghiarlo... e Vera e i suoi compagni guardarono con un certo stupore Taka, che invece restava là in piedi assieme al suo Klefki, come niente fosse!
 
"Beh? Che avete da guardarmi così?" chiese il giovanotto, con assoluta nonchalance. "Ho pensato che vi avrebbe fatto piacere se vi avessi dato una mano. Tanto più che questa macchina PULSE è ormai inservibile..." 
 
Heather non sembrò per niente convinta. "Cosa? Che ti inventi, tu? Non penserai davvero che noi caschiamo in un simile trabochetto, eh? Quindi fatti uscire il fiato, o ti facciamo cantare noi! Cosa stai architettando?"
 
Chatot alzò le spalle, indifferente alle minacce della bambina, mentre Taka rispose con un sorriso disarmante. "Io? Assolutamente niente, piccola! Uno può essere parte del Team Meteora senza essere un mostro senza cuore, no?" rispose. "E comunque... se io e i miei Pokemon combattiamo con voi, abbiamo migliori possibilità di fermare quel Tangrowth impazzito, no? Una mano lava l'altra, si dice!"
 
"Io... io penso che il signor Taka abbia ragione..." commentò Shelly. Era esitante per il fatto che sapeva quanto la sua migliore amica odiasse il Team Meteora... ma al momento non le veniva in mente nessuna idea migliore! "Per favore, Heather, non essere testarda, e cerca di ragionare... a-almeno per adesso, ci... ci conviene accettare il suo aiuto e mettere da parte... il resto, no?"
 
"L'idea non mi piace molto... ma non è questione che mi piaccia o meno." rispose Drew. "E va bene, Taka... ma non abusare della nostra fiducia."
 
Il giovane comandante annuì lentamente, con fare convinto. "Tranquillo, ragazzo... io non ho l'abitudine di colpire i miei alleati alle spalle. Qualcuno del Team Meteora ha i suoi standard, dopotutto!" rispose. "Okay, ragazzi... mettiamoci all'opera, e diamo una lezioncina a questo Tangrowth!"
 
"Combattiamo! Combattiamo!" esclamò il Chatot di Taka, mentre Vera guardava i due, chiedendosi in che situazione si erano andati a ficcare. Il ruggito gorgogliante del PULSE-Tangrowth le ricordò che non potevano andare tanto per il sottile per quanto riguardava gli alleati... Blaziken scosse la testa, ripresosi del tutto dallo stato di confusione, si mise in guardia e si avvicinò alla sua allenatrice per proteggerla.
 
PULSE-Tangrowth ruggì di nuovo, e con un gesto delle braccia fece emergere una raffica di tentacoli fibrosi dal terreno attorno a lui..                     
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: E così, ecco a voi un primo assaggio di cosa è capace il PULSE. Nel videogioco, la prima battaglia con Taka è il punto in cui la difficoltà aumenta di colpo. Non solo PULSE-Tangrowth è difficilissimo da battere, ma il suo Chatot vi massacrerà con la combinazione Canto - Congiura - Schiamazzo, a meno che voi non abbiate un Emolga che lo paralizzi con Elettrococcola...
 
Beh, questo è quanto, per adesso. La battaglia con PULSE-Tangrowth giungerà alla fine nel prossimo capitolo, e spero che sarà abbastanza eccitante! Tra poco, ci aspetterà una spedizione in uno dei luoghi più inquietanti di Reborn, e saranno svelati alcuni segreti sul passato di alcuni protagonisti...
 
Ma per adesso, spero che il capitolo vi sia piaciuto! A presto, e sappiatemi dire! 
     
 

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Capitolo 12
*** Una minaccia rimossa ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 12 - Una minaccia rimossa
 
"Attenti! Cercate di evitare quei tentacoli!" esclamò Vera, osservando con allarme le liane che PULSE-Tangrowth stava facendo spuntare direttamente dal terreno, e che cercavano di avvinghiare Blaziken e il resto dei loro Pokemon. Con un grugnito d'allarme, il Bagon di Heather saltò all'indietro, schivando per un soffio un gruppo di liane che lo stavano prendendo di mira da varie direzioni... poi, quando Heather gli fece un cenno, il draghetto prese fiato e scagliò un attacco Braciere: dalle sue fauci uscì una piccola palla di fuoco che colpì i tentacoli fibrosi, e questi ultimi si ritirarono nel terreno, contorcendosi come serpenti. PULSE-Tangrowth si ritirò, il suo unico occhio che brillava con fare inferocito, e un ruggito acuto e penetrante risuonò nella foresta, malgrado il Pokemon mutante non sembrasse avere una bocca.
 
"Ci vorrà ben altro che questi colpetti per fermare un Pokemon mutato dal PULSE..." affermò Taka. "Presto, Chatot, colpiscilo con il tuo attacco Schiamazzo!"
 
"Blaziken, usa Calciardente!" esclamò Vera. Il Pokemon simile ad un pappagallo si stabilizzò in aria, aprì il becco, e scagliò una raffica di dirompenti onde sonore che colpirono in pieno PULSE-Tangrowth. Il Blaziken di Vera attaccò subito dopo, sollevando la ganba sinistra avvolta da lingue di fuoco scarlatte per poi sferrare un poderoso calcio circolare a quella che poteva essere la zona ventrale di quel caotico groviglio di liane! La tattica sembrò funzionare, e il Pokemon mutante, con un altra esclamazione rabbiosa, continuò ad indietreggiare. Ma ancora una volta, la creatura si dimostrò tenace: riuscì a restare in piedi, e stridette rabbiosamente prima di estendere le sue liane e spruzzare da esse dei getti di acido verdognolo, che si dispersero tutt'attorno e colpirono Blaziken e Chatot! Entrambi i Pokemon volatili si misero in guardia, stringendo i denti per il dolore quando il liquido urticante li colpì. PULSE-Tangrowth cercò di continuare l'attacco, ma era stato paralizzato poco prima dal Masquerain di Drew, e non riuscì a muoversi abbastanza rapidamente da reagire quando quest'ultimo e il resto dei Pokemon del gruppo di Vera scagliarono un attacco in perfetta sincronia!
 
"Bagon, continua così! Attacca con Ira di Drago!" esclamò la piccola Heather, ben sapendo che per quanto robusto potesse essere l'avversario, non c'era difesa che potesse opporre a quel particolare attacco. Il draghetto spalancò di nuovo la bocca e scagliò un vortice di fiamme bluastre verso PULSE-Tangrowth, colpendo il terreno vicino a lui e facendo sollevare una colonna di luce azzurra tutt'attorno a lui! La creatura si agitò convulsamente, uscendo dalla colonna di energia solo per ritrovarsi sotto attacco da parte del Masquerain di Drew e della Beedrill di Shelly!
 
"Masquerain, usa Aerasoio!" ordinò il ragazzo dai capelli verdi.
 
"Beedrill... per f-favore, attacca con Aeroassalto!" fu l'ordine, dato con voce un po' incerta, dalla piccola esperta di Pokemon Coleottero. Il Pokemon Occhi sbattè le ali con decisione, creando una folata di vento che prese la forma di una S di luce azzurra che volò verso PULSE-Tangrowth e lo centrò in pieno! La Beedrill di Shelly eseguì una spettacolare cabrata, sollevandosi sopra l'avversario e poi scendendo di colpo! Un abile fendente sferrato con entrambi i pungiglioni sulle braccia centrò il Tangrowth mutante, il cui unico occhio si spalancò, luccicando di furia incontrollabile! Lo Emolga di Julia scagliò un attacco Raggioscossa, che non fece molto al mostro, ma riuscì comunque a distrarlo quel tanto che bastava al Nidoking di Cain per mettere a segno un attacco a sua volta. 
 
"Sembra che lo stiamo mettendo alle corde!" esclamò Cain. "Adesso usa Movimento Sismico, Nidoking!"
 
"King!" esclamò il Pokemon Veleno/Terra, per poi abbassare la testa e scagliarsi con tutte le sue forze contro PULSE-Tangrowth, cercando come poteva di ignorare le liane che lo frustavano da ogni direzione! Nonostante i colpi presi, il Nidoking di Cain riuscì a raggiungere PULSE-Tangrowth e lo afferrò, per poi sollevarlo di peso con un grugnito feroce! Il Pokemon mutato dal PULSE ringhiò e cercò di frustare Nidoking con le sue lunghe braccia, ma Nidoking tenne duro e cominciò a girare su sè stesso, facendo volteggiare PULSE-Tangrowth assieme a lui! Nidoking continuò a girare per qualche istante, accumulando sempre più potenza... e infine, spiccò un salto altissimo, e scagliò PULSE-Tangrowth contro il terreno, facendolo sbattere a terra con un boato spaventoso e con abbastanza forza da provocare un piccolo terremoto! 
 
"Bel colpo!" esclamò Taka. "Non mi stupisce che la mia organizzazione abbia avuto tante difficoltà contro voi della resistenza! Siete tutti in gamba, anche voi due bambine!" Strizzò un occhio in direzione di Shelly ed Heather, e la piccola allenatrice dai capelli fucsia fece un verso irritato e voltò la testa dall'altra parte.
 
"G-grazie..." mormorò Shelly ingenuamente.
 
"Shelly!" la rimproverò aspramente Heather. "Quel tizio è il nemico! Non farti lodare da lui!"
 
PULSE-Tangrowth, tuttavia, non era ancora sconfitto. Il Movimento Sismico di Nidoking lo aveva letteralmente piantato in un piccolo fossato... ma aveva ancora abbastanza energia da rimettersi in piedi e continuare ad avanzare, lento ma implacabile, verso il gruppo di Pokemon di Vera e dei suoi compagni! Il mostruoso mutante lanciò un altro spaventoso ruggito... e le liane avvinghiate che costituivano il suo corpo si mossero e formarono un grosso tentacolo che si dipartì dal corpo del mostro e volteggiò pericolosamente verso il gruppo!
 
"Attenti! E' un attacco Vigorcolpo!" li avvertì Taka.
 
PULSE-Tangrowth mosse la sua enorme frusta di liane e sferrò un colpo tremendo che spazzò l'area attorno a lui e colpì tutti i Pokemon che lo circondavano, sparpagliandoli come se fossero stati dei giocattoli! Il Bagon di Heather e il Nidoking di Cain finirono a terra storditi, con gli occhi trasformati in spirali... mentre il resto, pur resistendo al temibile attacco, si ritrovarono sparpagliati e doloranti, e PULSE-Tangrowth sollevò nuovamente il tentacolo per colpire un'altra volta!
 
"Oh, no! Bagon!" esclamò Heather. "Maledizione, ma quanto è potente quel Pokemon?"
 
"Non ho mai visto niente del genere... è davvero una gran fregatura!" commentò Julia, il cui Emolga si stava rialzando in quel momento, scuotendo la testa infastidito. "Emolga, cerca di usare Doppioteam per sfuggirgli! Forza, ragazzi, dobbiamo tenere quella cosa sotto pressione!" 
 
"Temo che non sarà facile... adesso, poi, temo di non potervi aiutare..." affermò Cain, richiamando il suo Nidoking sconfitto. 
 
Vera annuì. "Non importa, ce la possiamo fare ugualmente..." disse. "Forza, Blaziken, sembra che ormai quel Pokemon sia alle strette... anche se non credo di aver mai visto un Pokemon reggere a così tanti attacchi!"
 
"Blaziken..." esclamò il Pokemon Fuoco/Lotta, rimettendosi in guardia malgrado cominciasse anche lui a sentire la stanchezza. Squadrando PULSE-Tangrowth nell'unico occhio, lo starter di Vera cercò di fare un rapido calcolo di quando il mostro avrebbe sferrato il suo prossimo attacco Vigorcolpo, in modo da prepararsi a saltare al momento giusto.
 
Drew annuì tra sè. "Dobbiamo fare da supporto a Vera e Blaziken in modo che possano sferrare il colpo decisivo." affermò il ragazzo dai capelli verdi. "Shelly, Julia, ho bisogno del vostro aiuto. Per favore, potete cercare di distrarre quel Tangrowth mentre io creo le condizioni giuste per Vera?"
 
"Come capitano della squadra di cheerleader della Scuola Allenatori Onice, creare le condizioni favorevoli è il mio lavoro!" esclamò con tutta tranquillità Julia. "Okay, Emolga, dobbiamo fare del nostro meglio! Fai un'Acrobazia e lascia quel Tangrowth abbagliato!"
 
"Momolga!" esclamò il Pokemon Petauro.
 
"Va... va bene!" esclamò Shelly. "Beedrill, per favore... puoi usare Missilspillo per bloccare Tangrowth?"
Mentre lo Emolga di Julia si scagliava contro PULSE-Tangrowth, eseguendo un volteggio su sè stesso, Beedrill puntò le sue braccia-lance contro il mostro e scagliò da esse una raffica di punte acuminate che piovvero attorno al bersaglio, limitando i suoi movimenti e costringendolo a scansarsi e a piazzarsi esattamente nel punto dove era più esposto agli attacchi di Emolga! Per puro e semplice istinto, PULSE-Tangrowth alzò un braccio, parando l'attacco Acrobazia di Emolga e scagliando indietro lo scoiattolo volante elettrico per un breve tratto... e un attimo dopo, il Masquerain di Drew riuscì a scivolare oltre la guardia di PULSE-Tangrowth e a sferrare un attacco Coleomorso, colpendo il mostro vegetale in un punto sensibile, nella giuntura tra la spalla e il torace! PULSE-Tangrowth cedette, e il tentacolo che aveva creato dal proprio corpo si disfece, le liane che lo componevano riassorbite nell'ammasso di materia vegetale. Poi, con rapidità, Masquerain si allontanò e si mise a distanza di sicurezza, rivolgendo al ragazzo uno sguardo di intesa con le sue grandi ali.
 
"Rainnnn!" esclamò il Pokemon Occhi con voce cinguettante. Drew fece il segno dell'oky, e Vera colse l'occasione per far sferrare al suo Pokemon più forte un attacco che sperava essere quello decisivo!
 
"Va bene... Blaziken, usa Fuocobomba!" esclamò la bambina castana!
 
"Chatot, prendi un bel respiro... e usa di nuovo Schiamazzo!" ordinò Taka.
 
Blaziken aprì le braccia e scagliò una fiammata che prese la forma di una stella a cinque punte, mentre il Chatot di Taka riprese a bombardare PULSE-Tangrowth con una tremenda bordata di onde sonore! I due attacchi si combinarono e volarono verso il mostro, che non potè fare nulla per evitarli. Si sentì uno schianto tremendo quando la combinazione Fuocobomba / Schiamazzo centrò in pieno il Tangrowth mutante e lo inghiottì in una gigantesca esplosione, il cui boato riecheggiò per tutta quella sezione della Foresta Malachite e costrinse tutti gli allenatori presenti a tapparsi le orecchie con le mani! La palla di fuoco illuminò di rosso tutto il paesaggio circostante, facendo cadere qualche arbusto ed incenerendo l'erba nel punto dove era esplosa... e ci vollero diversi secondi prima che il fragore si calmasse, e Vera e i suoi compagni potessero vedere il risultato dell'attacco combinato.
 
PULSE-Tangrowth era a terra, con un'espressione stordita e confusa nel suo unico occhio, i tentacoli afflosciati attorno a sè e le braccia che penzolavano senza forza. Il suo corpo vegetale era ricoperto di scottature e segni neri, e le piastre di armatura d'acciaio che gli proteggevano le braccia erano rimaste parzialmente fuse. Una tenue aura azzurrina si accese attorno al corpo del Pokemon mutante, e si diffuse fino ad inghiottirlo completamente... poi, dopo un paio di secondi, l'aura scomparve, e Tangrowth riapparve davanti agli occhi del gruppo di Vera, ritornato finalmente normale! 
 
"Sembra che ce l'abbiamo fatta... ma vediamo se sta bene." affermò Drew. Per fortuna, pochi istanti dopo, Tangrowth si rimise in piedi, barcollando per qualche istante prima di stabilizzarsi, e guardò il gruppo di allenatori e Pokemon con fare confuso, come se non si rendesse conto di ciò che era successo mentre era sotto l'influsso della macchina infernale. 
 
"Tan... grrrrowth?" mormorò, cercando a tentoni con le sue lunghe braccia prima che la vista gli si schiarisse del tutto, e vedesse Blaziken e Chatot davanti a lui, con il fiato corto, ma vincitori. Il Pokemon Fuoco/Lotta fece un cenno con la testa a Tangrowth, come per dire che non aveva bisoogno di preoccuparsi... e dopo essersi ripreso del tutto, il gigantesco Pokemon Erba si chinò, un gesto che voleva esprimere gratitudine e scuse, e cominciò ad allontanarsi, sempre tenendo lo sguardo sugli allenatori.
 
"Va tutto bene, Tangrowth." disse gentilmente Vera. "Non è stata colpa tua. Tu... non sapevi cosa stavi facendo. Vai pure, sei libero."
 
"Growth..." mormorò il Pokemon, continuando ad indietreggiare mentre osservava i compagni di Vera. Nessuno di loro sembrava avercela con lui... neanche Heather, che a Vera dava l'impressione di essere la più vendicativa dei membri della resistenza, e che invece in quel momento restava a guardare Tangrowth con espressione neutrale, e gli faceva cenno con la testa, invitandolo ad andare pure dove voleva. Finalmente, vedendo che nessuno gli stava impedendo di farlo, il Pokemon si ritirò nel folto fogliame e scomparve nel profondo della Foresta Malachite.
 
"Vai pure, Tangrowth... e cerca di non farti catturare di nuovo, okay?" disse Drew, un attimo dopo che Tangrowth se ne fu andato. Poi, il ragazzo dai capelli verdi si voltò verso Taka e i suoi Chatot e Klefki, che erano rimasti lì ad assicurarsi che Tangrowth riuscisse a riconquistare la sua libertà. "E per quanto riguarda voi... d'accordo che ci avete aiutato, e di questo vi siamo grati, ma avremmo un po' di domande da farvi, se non vi dispiace."
 
"Drew ha ragione. Adesso non pensate che, solo perchè siete stati gentili con noi, possiamo guardare dall'altra parte." riprese Julia. "Voi siete del Team Meteora, e avete piazzato voi questa macchina... o almeno, avete collaborato, vero?"
 
Taka, come se la cosa non dovesse preoccuparlo, alzò un braccio e permise al suo Chatot di appollaiarsi su di esso. "Aaah, la vostra curiosità è davvero lodevole. Ammiro la vostra determinazione, sul serio." affermò il giovane comandante del Team Meteora. "Sfortunatamente, temo di non poter rispondere a tutte le vostre domande. E non penso che questo sia un male per voi. Adesso... devo andare, visto che la mia presenza è richiesta altrove."
 
"No, aspetta un momento, Taka!" esclamò Vera, col tono di una che non avrebbe accettato un no come risposta. "Abbiamo visto tutti che non sei poi una persona cattiva. Hai detto tu stesso che ti dispiaceva per quel Tangrowth rinchiuso in quella macchina, e sei stato anche tu contento quando ha potuto andarsene senza problemi. Quello che voglio dire è che tu non mi sembri una persona cattiva, anche se stai con il Team Meteora! Allora perchè collabori con loro?"
 
Taka continuò a sorridere mentre accarezzava il suo Chatot, ma Vera e Drew notarono un pizzico di amarezza nel suo modo di fare. "Una domanda legittima, immagino. Posso capirvi. Il mio comportamento vi può sembrare contraddittorio, e non posso darvi torto. Anch'io a volte penso che quello che faccio non abbia molto senso." affermò.
 
"Senti, non girare attorno alla domanda. Perchè non puoi rispondere in un modo semplice e chiaro?" chiese Drew, permettendo al suo Masquerain di posarsi sulla sua spalla. Il Pokemon Occhi si voltò verso Taka, scrutandolo con fare di avvertimento, ma ancora una volta, il giovane comandante del Team Meteora non sembrò eccessivamente preoccupato, e si limitò ad alzare le spalle e a fare cenno al suo Klefki di avvicinarsi.
 
"Eeeh, sarebbe bello se tutto a questo mondo potesse essere spiegato in modo semplice e chiaro." continuò Taka. Vera stava cominciando a provare una certa irritazione - lei voleva dargli fiducia, ma come poteva farlo se Taka continuava a fare il misterioso? "Purtroppo, voi non sapete nulla della vera natura di Reborn, e delle persone che lo popolano. Voi non potete capire. Anzi, è meglio se non capite. Ci sono delle verità che non fanno dormire meglio la notte se vengono apprese. Questo è tutto quello che posso dirvi, e mi dispiace che dei ragazzi di Hoenn come voi ne siano rimasti coinvolti. Ma se volete ascoltare il mio consiglio, fareste bene ad andarvene da qui, prima che sia troppo tardi. Klefki... usa un Cannonflash sul terreno!"
 
"Klefkiiiii!" esclamò con voce tintinnante lo strano Pokemon simile ad un portachiavi, illuminandosi lievemente prima di scagliare contro il terreno una sfera di luce argentata che esplose a contatto, sprigionando un bagliore accecante! Vera, i suoi compagni e i loro Pokemon si coprirono rapidamente gli occhi, evitando di restare abbacinati... e quando la visuale tornò normale, pochi istanti dopo, non c'era più traccia di Taka, Chatot e Klefki. Il giovane comandante del Team Meteora e i suoi Pokemon si erano dileguati, lasciandosi dietro fin troppe domande che non avrebbero ricevuto risposta presto...
 
"Accidenti! Potevamo prenderli, e invece ce li siamo lasciati scappare!" esclamò Heather. "E cos'è tutta questa storia che non possiamo capire? Accidenti a lui... se solo si spiegasse, invece di fare tutti questi discorsi a vuoto..."
 
"Immagino che fare i discorsi a vuoto fosse il punto, piccola Heather..." affermò Cain con un'alzata di spalle. "Quel tipo mi ha dato l'impressione di non essere completamente d'accordo con quello che sta facendo il Team Meteora, ma al tempo stesso sta collaborando con loro perchè pensa che in qualche modo debba farlo. Non so bene cosa pensare di lui, se devo essere sincero."
 
"Blaz..." mormorò Blaziken, scuotendo la testa.
 
"Forse pensa che collaborando con il Team Meteora potrà fare qualcosa di buono più avanti?" azzardò Vera. "Però... perchè non si rende conto che quello che stanno facendo in questo momento potrebbe fare ancora più danni a Reborn di quanti non ne siano già stati fatti?"
 
"Emolga..." affermò lo Emolga di Julia. La cheerleader dai capelli verdi, comprendendo che la situazione si stava facendo un po' troppo seria per i suoi gusti, si schiarì la voce e fece un passo avanti, prendendo in mano i suoi pon-pon. 
 
"Ma... hey, gente, cos'è questa storia? Cosa sono quei musi lunghi? Sembra quasi che abbiano vinto quelli del Team Meteora!" esclamò allegramente, nel tentativo di ravvivare un po' l'atmosfera. "Coraggio, non restiamo qui a farci tante malinconie! Per adesso abbiamo vinto, no? Le piante smetteranno di crescere, e i quartieri che hanno invaso torneranno alla normalità... più o meno! Al resto penseremo dopo, che ne dite? Per adesso, dobbiamo festeggiare la vittoria!"
 
Con una allegra danza da cheerleader, che a Vera ricordò enormemente quella che la sua amica di Sinnoh, Lucinda, era solita fare con i suoi Piplup e Buneary, Julia e il suo Emolga si misero a saltellare, calciando in aria e agitando i loro pon-pon! "Due, quattro, sei, otto! Chi sono i migliori del lotto? Noi della resistenza!" esclamò. "Uno, tre, cinque, sette! E queste cose andavano dette! Urrà! Urrà! Urrà!"
 
"Momo! Momo! Momolga!" continuò lo scoiattolo volante elettrico, dalle cui guance si sprigionavano delle scintille dorate che avevano lo scopo di rendere la scena più buffa!
 
La performance di Julia ed Emolga venne accolta all'inizio con un silenzio stupefatto... poi, vedendo la parte divertente di tutto questo, Vera fece un sorriso e scoppiò a ridere vivacemente, con Blaziken che si metteva una mano davanti alla bocca e cercava di soffocare le risate! "Hehehehee... Hahahahaaa! Sapete che vi dici, ragazzi? Che Julia non ha tutti i torti! In fondo, quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, e abbiamo salvato Reborn City!"
 
"E' vero. E' la seconda volta che il Team Meteora è costretto a ritirarsi e ad andarsene con le pive nel sacco." commentò Drew, privatamente contento che Julia e Vera avessero visto il lato positivo della situazione. "Per adesso è un buon inizio. E abbiamo anche salvato quel Tangrowth."
 
"Blaziken!" esclamò lo starter di Vera.
 
"Sapete che vi dico? Che avete ragione! Al diavolo quello che potrà dire Florinia!" fu la volta di Cain. "Abbiamo vinto e ci meritiamo di festeggiare un po', tesori miei!"
 
"Visto? Anche Cain è d'accordo con me!" esclamò Julia, per poi tirare fuori una clavetta da ginnasta da chissà dove, farla volteggiare in aria e riprenderla al volo! "Per la resistenza... hip hip... Urrà!" continuò, eseguendo poi una spaccata da ballerina! Shelly fece un breve applauso... poi si voltò verso la sua migliore amica e si accorse che Heather era voltata di spalle e teneva una mano sulla bocca e gli occhi chiusi, in un trasparente tentativo di soffocare le risate!
 
"Hey, avete visto? Anche Heather sta per ridere!" esclamò Shelly.
 
La più piccola dei membri della resistenza scattò improvvisamente su. "Cos...? No! Un momento! Che vi salta in mente? Io non stavo per ridere! Sono assolutamente seria! Dobbiamo distruggere il Team Meteora e non abbiamo tempo per le battute e gli scherzi!" esclamò, con un ben visibile rossore sul viso, nel tentativo di negare che anche lei trovava divertente il breve numero di Julia.
 
"Non volevamo... prenderti in giro, Heather." si scusò Shelly. "Ero solo contenta... di vederti sorridere... visto che sei... spesso così cupa. E poi... beh... s-sei molto più... carina quando sorridi." La bambina dai capelli violetti terminò la frase con un sorriso un po' goffo e abbassò la testa, sperando di nascondere il rossore delle sue guance. Heather si mise una mano stretta a pugno davanti alla bocca, e tossì per nascondere il suo imbarazzo... 
 
"Non c'è bisogno di vergognarsi, piccola Heather. A chi è che non piacciono le coreografie della sottoscritta, la vostra inimitabile, solare, imprevedibile ed esplosiva Julia? Io sono... un'esplosione di energia! KA-BOOM!" esclamò l'esperta di Pokemon Elettro, muovendo in aria i suoi pon-pon una volta di più, e facendo scendere una grossa gocciolona di sudore dalla fronte dei presenti.
 
Vera ridacchiò e si sfregò la fronte. "Beh, se non altro, adesso le piante che invadevano Reborn City si sono fermate. Non ci resta che tornare indietro e vedere come se la stanno cavando Max e gli altri." affermò, prima che il suo Blaziken le facesse notare che, in effetti, c'era ancora qualcosa a cui era il caso di pensare...
 
"Blaz, blaziken?" chiese il Pokemon Fuoco/Lotta, indicando la macchina PULSE ormai inerte.
 
"Ehm... in effetti, è un bel pezzo di ferro da smaltire..." commentò Shelly. "Da dove si può cominciare?"
 
 
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Nei quartieri Diaspro e Berillio, gli effetti del PULSE erano cessati nel momento stesso in cui la macchina che li produceva era stata disattivata. I rampicanti che stavano soffocando gli edifici si erano fermati, e molti di essi avevano cominciato ad avvizzire e a rinsecchire. I Pokemon che, in preda ad una sorta di frenesia, avevano invaso i quartieri, ora si erano fermati e stavano tornando nella foresta da dove erano venuti. La popolazione di Reborn stava tirando un collettivo sospiro di sollievo, anche se purtroppo, molte case erano andate perse nell'invasione delle piante.
 
Il gruppo di Venipede e Sewaddle con cui Hitomi e i suoi compagni stavano avendo a che fare si stava dileguando, permettendo così ai giovani allenatori di tirare il fiato. Ortilla, Alty e il suo Scraggy, in particolare, sembravano affaticati: non era mai successo loro di sostenere una battaglia così lunga e con così tanto in ballo. 
 
"Uff... mamma mia, questa sì che è stata una battaglia... non credo di aver mai provato una simile scarica di adrenalina in vita mia!" esclamò Ortilla, sedendosi ai piedi di un lampione assieme ai suoi due Pokemon. Scraggy si massaggiò la schiena per un attimo, poi scattò in piedi, sollevandosi la pelle in più che era rimasta attorno ai suoi fianchi come se si stesse infilando una calzamaglia!
 
"Scrrr... Scrrrrraggy!" esclamò il buffo Pokemon Buio/Lotta.
 
Florinia osservava con fredda espressione calcolatrice i Pokemon e le piante in ritirata. "Nemico in rapido allontanamento. Espansione vegetale sul quartiere, azzerata." affermò, in quel tono piatto ed analitico con cui diceva ogni cosa. "Ne segue necessariamente che il gruppo della Foresta Malachite è riuscito nella missione."
 
"Tsk. Classica fortuna dei principianti." disse Fern. Lui ed il suo Krokorok non sembravano per nulla impressionati da come Vera e i suoi compagni avevano gestito l'emergenza. "Sicuramente si sono trovati davanti qualche mezza cartuccia di agente del Team Meteora, e hanno avuto gioco facile. Che ci vuole?"
 
Hitomi gettò un'occhiataccia all'arrogante allenatore dai capelli verdi. "Hmph... sì, certo, continua pure a dirti quello che ti fa più comodo." affermò. Di solito era distaccata, ma quel tizio riusciva veramente ad irritarla. "Quello che conta, comunque, è che Vera e gli altri hanno fermato la crescita delle piante, e tu non eri là a prenderti il merito. Ti secca?"
 
Fern strinse i denti, ripromettendosi che quella marmocchia avrebbe pagato per la sua insolenza. 
 
"Krok?" chiese Krokorok, voltando lo sguardo verso il suo allenatore, che si aggiustò gli occhiali e rispose con un sorrisetto maligno.
 
"Tranquillo, Krokorok, non rischiamo di restare indietro." disse Fern. "Per adesso quella mocciosa di Hoenn e i suoi amichetti hanno avuto fortuna, ma non durerà a lungo."
 
"Okay... allora adesso credo che sia il caso di riorganizzarci... e soprattutto, di ritrovare gli altri." affermò Ortilla, spazzandosi la polvere dal vestito con le mani. La sua Altaria svolazzò accanto a lei, indicando con un'ala la strada che da lì portava al quartiere Diaspro, e la giovane promessa delle gare Pokemon guardò in quella direzione. "Hm? Che succede, Alty? C'è qualche problema? Con tutto quello che è successo oggi, vorrei sperare di no..."
 
"Taria!" esclamò il Pokemon Drago/Volante, scuotendo la testa con un'espressione tranquilla sul volto. Con una delle sue ali, indicò il gruppo che stava riunendosi a loro, composto da Max, Amaria, Vittoria e Pietro che portavano con sè una recluta del Team Meteora con le mani legate davanti a sè. A quanto pareva, anche nel quartiere Diaspro la situazione era tornata alla normalità.
 
Se Florinia era sorpresa di vederli, non lo diede a vedere. "Alleati in avvicinamento. Rendez-vous imminente. Cattura di un componente del Team Meteora confermata." disse. "Confermata inoltre presenza del soggetto Amaria tra di loro."
 
La reazione di Amaria alla vista di Florinia fu completamente diversa. La ragazza dai capelli azzurro-verdini sembrò illuminarsi in viso, e corse davanti al gruppo, agitando la mano verso Florinia e Fern. "Hey, Florinia! Che bello rivederti!" esclamò. "Vedo che vi state dando da fare, da queste parti, eh? Avete mandato via il Team Meteora e fermato queste piante che rischiavano di soffocare tutto!"
 
"Ah, è la stupida amichetta di mia sorella." borbottò Fern, dopo aver dato un'occhiata. "E con lei ci sono anche gli altri babbei. Moccioso di Hoenn compreso. Hmph. Per quello che mi interessa."
 
Florinia si voltò verso Amaria per risponderle. "Saluti al soggetto Amaria. Vorrei raccomandarmi di non usare plateali quanto inopportune esternazioni di..." cominciò a dire, prima che Amaria la avvinghiasse in un abbraccio che la lasciò senza parole!
 
"Awww, usi ancora quella parlata da computer, Florinia? Andiamo, è passato abbastanza tempo da quella volta con Tania, no?" esclamò Amaria, sorridendo gentilmente alla sua amica apparentemente priva di emozioni, che si divincolò senza alcun apparente entusiasmo dall'abbraccio. "Comunque... vedo che avete raccolto un bel po' di giovani di belle speranze! E ho già visto che sono molto abili!"
 
"Buongiorno, signorina... il mio nome è Ortilla, e questa è la mia amica Hitomi... e questi con me sono i miei Pokemon! Il mio migliore amico Alty... e il mio Scraggy, che ho conosciuto solo poche ore fa." si presentò la piccola coordinatrice di Pokemon, facendo un educato inchino all'esperta di Pokemon Acqua. "Possiamo dire... che siamo rimasti coinvolti in tutto questo per puro caso. Ancora non so come mai il Team Meteora abbia cercato di rapirmi, ma siamo determinati ad andare in fondo a questo mistero."
 
"Capisco, capisco..." rispose Amaria. "Devo dire che fino ad adesso, ve la siete cavata molto bene! Non è da tutti affrontare un attacco così massiccio... da quanto ne so, il Team Meteora ha usato una macchina per far crescere a dismisura le piante della Foresta Malachite."
 
"Esatto." rispose Vittoria, seguita a breve distanza dal suo Pignite, che stava distruggendo le piante rimanenti con il suo attacco Lanciafiamme. "Per fortuna, sembra che Vera e gli altri siano riusciti a fermarla. Anche se purtroppo, i danni che le piante hanno già provocato non si ripareranno tanto presto."
 
Hitomi annuì lentamente, e il suo Walrein guardò malinconico ciò che era rimasto degli edifici del quartiere Berillio, ora che le piante si stavano ritirando. Pochi erano rimasti intatti - nella maggior parte dei casi, era una fortuna che soltanto i vetri fossero stati sfondati. Alcune costruzioni erano letteralmente implose, le fondamenta collassate dopo essere state minate dalle radici delle piante senza controllo. Sulle strade si erano aperte delle grandi fessure, e alcuni idranti erano stati sradicati, provocando degli zampilli d'acqua. Ci sarebbe voluto del tempo, probabilmente mesi, prima che quella zona di Reborn City tornasse ad essere abitabile, e chissà quante persone avevano perso la vita o tutto ciò che possedevano in quel disastro?
 
"Beh, che te ne pare, amico? Ecco cosa avete combinato, tu e i tuoi compagni." disse Pietro, indicando la devastazione al membro del Team Meteora che avevano catturato. "Prova ad immaginare cosa devono provare adesso gli abitanti di questo quartiere. Avete distrutto le loro case, le loro vite, tutto quello che avevano. Vi sentite fieri di voi stessi, adesso?"
 
"Io... sono mortificato per quello che è successo..." affermò la recluta, tenendo la testa bassa. Se non altro, notò Max tra sè, quell'uomo sembrava provare rimorso messo di fronte alle conseguenze delle loro azioni. "Credetemi, se avessi potuto evitare che questo accadesse, lo avrei fatto... ma ci sono delle considerazioni più importanti!"
 
"Di cosa stai parlando?" chiese Max. "Hai visto che cose terribili ha provocato quella macchina che avete usato per far crescere le piante... non ti basta ancora?"
 
L'uomo esitò prima di rispondere. Si rendeva conto che quello che stava per dire sarebbe suonato come una vuota scusa alle orecchie di quei ragazzi... ma non poteva certo restarsene lì a subire le loro accuse senza neanche cercare di rispondere. "Mi rendo conto... che noi del Team Meteora abbiamo fatto delle cose terribili. Ma non possiamo fermarci adesso. Una volta che il nostro obiettivo sarà stato completato, tutte le sofferenze che abbiamo provocato non saranno mai accadute."
 
Questa frase, detta in questo modo sibillino e allo stesso tempo con tale determinazione, lasciò per qualche attimo gli allenatori del tutto spiazzati. Anche l'arrogante Fern si ritrovò a chiedersi cosa volesse dire la recluta catturata... e fu proprio Hitomi a dire la sua in risposta alle giustificazioni dell'uomo. "Non saranno... mai accadute? Di cosa stai parlando?" chiese la ragazzina di Hoenn, mettendosi a posto un ricciolino ribelle. "Stai parlando di... cambiare ciò che è già accaduto? Che razza di invenzione è mai questa?"
 
"Non vi dirò altro." rispose la recluta del Team Meteora. "Potete farmi tutto quello che volete, ma io non tradirò mai i miei compagni e i miei superiori."
 
"In tal caso, la precauzione più indicata è il contenimento del soggetto recalcitrante in uno spazio ristretto, limitando la sua libertà di intraprendere azioni indipendenti." affermò Florinia. Si avvicinò alla recluta, che rabbrividì per un istante - quella donna dava veramente l'impressione di non essere nient'altro che un gelido automa. "Nell'eventualità che il suo desiderio di rivelare la vera natura dei piani della sua organizzazione si manifesti, sarà più semplice tenerlo sotto controllo."
 
"Bastava dire che lo chiuderemo in cella..." affermò Hitomi. "Beh, poco male. Adesso torniamo alla base, immagino."
 
"Affermativo." rispose Florinia, iniziando a condurre la recluta catturata con sè. "Il soggetto è pregato di seguire le imposizioni dei suoi attuali accompagnatori. Il rifiuto di collaborare comporterà conseguenze negative."
 
"Senti, potresti almeno evitare di parlare come un computer, signorina? Mi fai venire la pelle d'oca..." disse la recluta catturata, ritraendosi come se avesse paura che Florinia gli potesse trasmettere qualche malattia.
 
"Richiesta negata." rispose Florinia. "Impossibilitata ad operare nelle dette circostanze. Prossima azione suggerita: ritrovo e raggruppamento."
 
"Va bene, va bene..." rispose Pietro, con un sospiro rassegnato. Mettendosi a seguire il resto del gruppo che stava scortando la recluta catturata, il giovane rockettaro si sfregò la nuca con una mano e cominciò a spiegare la situazione a Max, Hitomi ed Ortilla, che apparivano piuttosto incuriositi. "Scusate, ragazzi... immagino che siate già stati esposti più che abbastanza al... particolare modo di fare di Florinia, per dirlo in maniera educata."
 
"Sì, e sono d'accordo con quel tipo del Team Meteora quando dice che è inquietante." affermò Max. Davanti a lui, Amaria stava cercando di iniziare un po' di conversazione con Florinia, che però rispondeva costantemente in quella fredda, distaccata voce monotona con cui diceva ogni cosa. Fern camminava staccato dagli altri, indifferente a quello che sua sorella e la sua amica stavano facendo. "Ma cosa è successo, esattamente, per farla diventare così? Tu lo sai, per caso?"
 
Pietro alzò le spalle. "Spiacente, ragazzino... non posso dire molto nemmeno io. Non so che cosa esattamente sia capitato per far diventare Flo così... strana." affermò. "So soltanto che è successo qualcosa tra lei e mia sorella Titania... Tania per gli amici, se ne avesse qualcuno oltre ad Amaria e a Julia... e che dopo questo fatto, Florinia ha deciso di abbandonare per sempre ogni forma di emozione o di sentimento. Però... mi dispiace, i dettagli non li so. Dovreste chiederli a mia sorella, e buona fortuna."
 
Hitomi annuì lentamente. Allora era come si era immaginata... Florinia si stava nascondendo dietro quel modo di fare asettico per nascondere qualcosa che probabilmente l'aveva ferita nell'animo. La ragazzina di Hoenn non osava immaginare che cosa grave doveva essere, per aver convinto la giovane esperta di Pokemon Erba a comportarsi in quel modo...
 
Beh, per il momento, queste considerazioni potevano attendere. 
 
"Alla fine, si può dire che è andata... relativamente bene. I danni, tutto sommato, sono stati contenuti." affermò Max. "Purtroppo non è stato possibile evitare danni collaterali, ma almeno adesso siamo sicuri che queste piante non potranno più fare del male a nessuno."
 
"Già... è stato un lavoro di squadra." rispose Ortilla, guardando la Pokeball nella quale aveva richiamato in quel momento il piccolo Scraggy. "E sono contenta di avere un nuovo Pokemon con me. Spero di andare d'accordo con lui... e che la mia piccola Alty non sia troppo gelosa, eh?"
 
La bambina dai capelli verde-azzurrini si voltò verso il suo Pokemon preferito strizzando un occhio... ed Alty guardò dall'altra parte con una comica espressione di imbarazzo sul viso, strappando una breve risata anche alla seriosa Hitomi. In qualche modo, anche con tutti i danni subiti da Reborn City, c'era ragione di credere che ci fosse qualche barlume di speranza. 
 
"Il Team Meteora ha subito delle sconfitte. Non enormi, ma comunque significative." pensò Pietro tra sè. "E' ancora presto per essere entusiasti, ma forse questa volta non ci stiamo arrampicando sugli specchi se pensiamo che abbiamo una possibilità di annientarli una volta per tutte! Dobbiamo ringraziare questi ragazzi di Hoenn, ci hanno veramente dato una marcia in più..."
 
 
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L'atmosfera non era altrettanto rilassata nella sede centrale del Team Meteora, dove Taka e Zel stavano facendo rapporto dell'operazione fallita direttamente a Lord Solaris. Quest'ultimo, seduto alla sua scrivania, stava ascoltsndo freddamente quello che il figlio e il misterioso individuo dalla personalità multipla stavano raccontando, senza dare nessuna indicazione di partecipazione tranne per qualche cenno della testa di tanto in tanto. Al fianco di Solaris si trovava Blake, che ascoltava compiaciuto il figlio del capo descrivere come quei marmocchi di Hoenn avevano interferito con il piano, e come il Tangrowth che avevano usato per la macchina PULSE avesse perso il controllo.
 
"Questo conclude il mio rapporto." affermò Taka. "Sono spiacente, padre. Zel e io abbiamo fatto il possibile, ma cause di forza maggiore hanno fatto sì che Tangrowth venisse corrotto dall'energia del PULSE e iniziasse a sfogare la sua ira su ciò che lo circondava."
 
"Se posso dare il mio parere, Lord Solaris, credo che avremmo bisogno di più tempo per migliorare le nostre macchine PULSE e fare in modo che siano più stabili." affermò Zel, che in quel momento parlava con la voce femminile della sua personalità più razionale. "Se avessi un po' più di tempo, potrei migliorare la resa delle nostre macchine PULSE, e fare in modo che anche i Pokemon che vengono mutati da esse non perdano il controllo. In effetti, potrebbero anche essere controllati direttamente, ora che ci penso."
 
"Tch! E voi credete di essere in diritto di fare queste richieste a Lord Solaris?" li prese in giro Blake, con un sorrisetto arrogante sul suo volto dai lineamenti eleganti. "Avete fallito, e nulla di quello che dite potrà cambiare la realtà dei fatti."
 
Taka gettò un'occhiataccia a Blake, ma non disse nulla. Fu invece Solaris che, alzando una mano, fece cenno al giovinastro dai capelli bianco-azzurrini di non dire altro. "Blake. Il tuo parere in questo momento non è nè richiesto, nè voluto." disse seccamente. Blake si zittì all'istante, ma mormorò qualcosa tra i denti e restituì lo sguardo astioso a Taka.
 
"Hmm... i tempi sono quelli che sono, Zel, ma penso che sia possibile. Se riuscirai a migliorare le nostre macchine PULSE, potrebbe essere quello che ci vuole per sferrare un colpo decisivo alla resistenza. In fondo, abbiamo visto che una sola ha dato loro notevoli problemi." affermò il leader del Team Meteora. "Va bene. Permesso accordato. Tuttavia, sia ben chiaro che esigo risultati."
 
"E li avrete, Lord Solaris." rispose Zel, la cui voce era passata ad un timbro maschile e profondo. "Non deluderò le vostre aspettative, state tranquillo."
 
Solaris annuì, per poi rivolgere lo sguardo al figlio, che si schiarì la voce. "E tu, Taka... visto che hai avuto diretta esperienza dell'abilità di quegli stranieri di Hoenn, cosa puoi dirmi a loro riguardo?" chiese severamente.
 
"Se devo essere sincero, padre, nulla che credo tu non sappia già." rispose il giovanotto. Il suo Chatot, appollaiato sulla sua spalla, sbattè le ali e gracchiò un paio di volte per confermare quello che il suo allenatore stava dicendo. "Tuttavia, posso aggiungere che ho visto Vera e Drew in azione, e mi sembrano molto più pericolosi di quanto noi abbiamo ipotizzato. Dobbiamo tenerli d'occhio più degli altri."
 
"D'accordo, Taka. Mi fido del tuo giudizio." concluse Solaris. "Per adeso è tutto, potete tornare alle vostre mansioni. Ma tenetevi pronti, potrei avere bisogno di voi in qualsiasi momento."
 
"Certamente, padre." fu la risposta di Taka, che poi però alzò la testa e fece un cenno con la mano, come se si fosse ricordato di qualcosa all'ultimo momento. "Ah, a proposito, visto che ci troviamo... avrei una richiesta da inoltrarti, da parte di due dei nostri subordinati."
 
Gli occhi di Lord Solaris si fecero una fessura. "Se la cosa è fattibile. Di cosa si tratta?" chiese. Taka annuì e si voltò verso la porta d'ingresso dell'ufficio, chiamando chi attendeva dietro di essa.
 
"Okay, voi due. Potete venire." disse il giovane comandante. Con un po' di esitazione, le persone in questione aprirono la porta ed entrarono bell'ufficio del loro comandante, mettendosi immediatamente su un ginocchio in segno di deferenza.
 
"Cavaliere Astro e Dama Eclisse a rapporto, Lord Solaris." esordì la ragazza, cercando di non far sentire tremiti nella voce. "Perdoni il disturbo, mio signore... io e il Cavaliere Astro... vorremmo chiederle il permesso di intraprendere una missione indipendente, su richiesta di una nostra sottoposta. Una recluta è stata catturata dalla resistenza durante l'attacco ai quartieri Diaspro e Berillio di Reborn City, e temiamo che... possa rivelare particolari vitali sulla nostra organizzazione sotto interrogatorio."
 
"Vitali! Vitali!" gracchiò il Chatot di Taka.
 
Taka, Zel e Blake non dissero nulla, lasciando che fosse il leader del Team Meteora a decidere... e Lord Solaris, dopo aver riflettuto per qualche istante, decise che non c'era nulla di male nel fare un tentativo, a condizione che i rischi non fossero eccessivi. "Permesso accordato." sentenziò infine. "Tuttavia, se i rischi si dovessero rivelare eccessivi, siete tenuti ad abbandonare le operazioni di recupero e tornare alla base. In ogni caso, abbiamo già pronti dei piani di contingenza nel caso la nostra recluta dovesse farsi estorcere delle informazioni."
 
"La ringraziamo, Lord Solaris." rispose Astro con un mezzo sorriso. Era quanto di meglio potessero aspettarsi, in fondo.
 
"Molto bene. Allora, cosa ci fate ancora qui?" li punzecchiò Blake. "Su, forza, liberateci dalla vostra presenza e andate a recuperare quell'incapace! Non abbiamo tutta la giornata da dedicarvi!"  
 
"Certo... perdonate il disturbo, comandante Blake!" si scusò Eclisse. Se solo quel presuntuoso non stesse usando il rango più alto come scusa per umiliarli, avrebbe saputo lei che risposta dargli... 
 
I due agenti del Team Meteora si alzarono, inchinandosi un'ultima volta davanti al loro leader e ai loro superiori, poi uscirono dall'ufficio e si diressero verso le sale di cui le reclute usufruivano. "Tutto sommato, ci possiamo accontentare, Eclisse. Lord Solaris ci ha concesso una possibilità di recuperare Simone..." commentò Astro, e la sua compagna annuì, restando però concentrata e pensierosa.
 
"Sì, ma è una sola, Astro. Non possiamo sprecarla." lo avvertì Eclisse. "Dobbiamo agire in un modo che ci assicuri di poter recuperare la recluta Simone... oh, e ovviamente tieni conto del fatto che Tara vorrà venire con noi. E' stata lei a chiedere il permesso di tentare questo salvataggio, e noi siamo andati a chiederlo a Lord Solaris in vece sua soltanto perchè era l'unico modo di convincerlo. Figurati se avrebbe ascoltato una semplice recluta."
I due raggiunsero finalmente un'altra stanza, dove una giovane donna dai capelli ricci di colore castano scuro stava attendendo, appoggiata con la schiena ad un distributore di bevande. La giovane alzò gli occhi dal caffè che stava bevendo e si mise sull'attenti davanti ad Astro ed Eclisse, ma il Cavaliere del Team Meteora le fece cenno di restare comoda.
 
"Recluta Tara a rapporto, Cavaliere Astro... Dama Eclisse..." disse la giovane donna. "Allora... ehm... posso chiedere che notizie ci sono da parte del nostri superiori?"
 
"Lord Solaris ci ha concesso una possibilità... ma una sola, se dovessimo fallire, dovremmo abbandonare Simone al suo destino." rispose Astro. "Ovviamente, recluta, parteciperai anche tu a questa spedizione. Sei stata tu a chiederlo, dopotutto."
 
"Certamente, signore. Non era mai stata mia intenzione restarmene in disparte." affermò Tara. "Dite dunque... qual'è il piano?"
 
Eclisse rimase per qualche istante in silenzio, raccogliendo le idee. "Non è proprio un piano, se devo essere sincera. Quello che propongo è invece uno scambio di ostaggi." affermò Eclisse. "Se c'è una cosa che quelli della resistenza hanno in comune con noi due, è che farebbero qualsiasi cosa per i loro compagni. Quindi, se dovessimo rapire uno di loro e proporre di liberarlo in cambio della libertà di Simone, sono sicura che riusciremmo a farci ascoltare. Oltretutto... se giochiamo bene le nostre carte, potremmo impadronirci della Collanasmeraldo e dell'Anellorubino. Sarebbe un vero colpo da maestri, non vi pare?"
 
"Hai già in mente qualcuno come esca, Eclisse?" chiese Astro. "Ti ricordo che quelli della resistenza non sono esattamente delle pappemolli..."
 
La ragazza fece un cenno della testa. "Ho bisogno di pensarci un po' su, Astro, ma credo di avere già un'idea..."
 
 
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Orfanotrofio del quartiere Lapislazuli, la sera di quella giornata frenetica.
 
In una delle asettiche sale di quel grigio ed inquietante edificio, considerato uno spauracchio da tutti gli abitanti della claustrofobica metropoli, era in corso una di quelle occasioni che il proprietario della struttura, tale Dr. Sigmund Connal, definiva sedute di terapia per pazienti difficili... e che chiunque altro avrebbe probabilmente descritto come sessioni di tortura.
 
Quella notte, in una stanzetta che ricordava in maniera inquietante un ambulatorio medico, il Dr. Connal stava assistendo con espressione spaventosamente distaccata alla scena davanti a lui: il suo Raichu stava scagliando un attacco Tuonoshock dopo l'altro contro una piccola figura legata alla lettiga per i polsi e le caviglie... una ragazzina di circa sedici o diciassette anni con i capelli rossi splendenti, legati in due codini ai lati della testa, con una frangetta ribelle che le ricadeva sull'occhio destro e con il viso spruzzato di lentiggini. Indossava una giacchetta rossa a maniche lunghe sopra una maglietta nera, una gonna nera orlata di rosso, con un paio di collant neri e stivaletti rossi alti fino al ginocchio, e dava l'impressione di essere un tipetto focoso e ribelle... impressione che non veniva in alcun modo sminuita dai segni che aveva sui vestiti e sul volto - macchie di cenere e bruciature superficiali, causate dalle scariche elettriche che di tanto in tanto la attraversavano.
 
"Raichu?" chiese Raichu al suo allenatore... che senza cambiare espressione, fece un cenno di assenso, facendogli cenno di continuare. Il Pokemon Elettro scosse la testa dispiaciuto e lanciò un altro Tuonoshock addosso alla ragazzina, che strinse i denti per il dolore e si contorse, ma non cacciò un grido, resistendo in maniera ammirevole a quella dolorosa scossa. Raichu cessò l'attacco pochi istanti dopo, lasciando che la ragazzina si accasciasse sulla lettiga, respirando affannosamente. Con alcuni passi lenti e cadenzati, evidentemente misurati in modo da fare quanta più paura possibile, il Dr. Connal si avvicinò alla lettiga, tenendo le braccia conserte.
 
"Allora, Charlotte? Hai deciso di collaborare?" chiese, torreggiando sopra la ragazzina che stava ancora riprendendo fiato. La scarica elettrica le stava ancora provocando qualche movimento involontario. "Sappi che quello che hai fatto non è una sciocchezza. Se però ti sei pentita di quello che hai fatto, ci sarà per te un occhio di riguardo. Allora? Cosa dici?"
 
Il direttore del temuto orfanotrofio avvicinò l'orecchio al viso di Charlotte... e la ragazzina ansimante sfoderò un piccolo sogghigno e bisbigliò qualcosa nell'orecchio del suo aguzzino.
 
"Sì, doc... ho una cosa da dirti... Abbasso i tiranni!"
 
"Tsk... dalle un'altra scarica, Raichu." ordinò Connal, allontanandosi e lasciando che il suo Pokemon facesse il suo "lavoro". Freddamente, Connal osservò Charlotte che si contorceva per l'improvviso dolore, cercando in qualche modo di liberarsi dei lacci che la tenevano stretta alla lettiga, ma senza successo.
 
Dopo un po', Raichu cessò la scarica, e Connal si avvicinò alla ragazzina, scuotendo la testa con disapprovazione. "Sei incosciente e malvagia. Incosciente, perchè hai permesso di scappare da qui alla tua amichetta Heather, una ragazzina altamente instabile che costituisce un pericolo costante per sè e per gli altri." sentenziò il dottore. "E malvagia perchè offendi chi vuole farti del bene correggendoti. Allora, sentiamo un po'! Chi hai voluto indicare come tiranni?"
 
Charlotte ghignò sarcastica, nonostante i muscoli le facessero male da morire per gli spasmi. "Uno è il re di Pokelantis." rispose prontamente. "Un altro è Grings Kodai, un altro è il Predone dalla Maschera di Ferro, e un altro è..."
 
"Sei anche un'impertinente, ecco tutto." tuonò il Dr. Connal, aprendo i legacci che la tenevano ferma sulla lettiga. Charlotte rotolò a terra e si rialzò a fatica, solo per essere presa per un polso dal Dr. Connal e trascinata via. "Per stasera te la cavi così, ma non ti illudere. Riuscirò a farti parlare. Raichu, se cerca di divincolarsi, sai cosa fare."
 
"Raichu..." rispose controvoglia il Pokemon, seguendo il suo allenatore mentre trascinava la stordita Charlotte attraverso un corridoio spoglio, passando davanti ad alcune celle simili a quelle di un carcere, in ognuna delle quali era tenuto un bambino! Connal si fermò davanti ad una cella vuota e la aprì, per poi spintonare Charlotte all'interno, e la ragazzina incespicò e cadde a faccia in giù su un pagliericcio che le faceva da letto.
 
"Vuoi essere trattata con rispetto? E allora dimostra di meritarlo!" esclamò Connal, prima di chiudere la porta bruscamente. Charlotte gli mostrò la lingua mentre il dottore se ne andava invelenito... mentre Raichu gettò a Charlotte uno sguardo comprensivo prima di seguire il suo allenatore. Sembrava che volesse scusarsi di averla colpita con quei dolorosi attacchi Tuonoshock, ma non aveva altra scelta...
 
"Rai... raichu..." mormorò.
 
"Scuse accettate, piccolo Raichu... tranquillo, non ce l'ho con te..." mormorò Charlotte, trascinandosi stancamente verso il pagliericcio, e distendendosi su di esso, per poi avvolgersi nella coperta gettata sopra di esso. Per quel giorno, le emozioni erano state sufficienti... domani, forse, sarebbe stato un altro giorno...
 
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: E con questo, la mini-saga di PULSE-Tangrowth si conclude... ma l'azione continuerà molto presto, e il Team Meteora non dà tregua! Come ho detto, tra non molto i nostri dovranno visitare uno dei posti più malfamati e spaventosi di Reborn... e intanto abbiamo dato anche un'occhiata all'orfanotrofio da cui Heather è fuggita. Considerato il luogo, non mi stupisce che la nostra piccola amica abbia voluto andarsene da lì.
 
Il prossimo capitolo arriverà il prima possibile... intanto, sto dando priorità a Best Wishes Reload, e pubblicherò anche un nuovo capitolo di Digimon abbastanza presto, ma adesso che ho un po' di vcanza, credo che gli aggiornamenti saranno più rapidi fino a fine agosto. 
 
A presto! Mi raccomando, recensite!   

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Capitolo 13
*** Il rapimento di Vittoria ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 13 - Il rapimento di Vittoria
 
 
In uno dei rifugi segreti della resistenza a Reborn City, Vera e i suoi compagni si stavano prendendo un po' di tempo per riposarsi e far riprendere i loro Pokemon. Era stata una battaglia dura, soprattutto quando il Tangrowth catturato dal Team Meteora era stato corrotto da quella terribile macchina PULSE... ma se non altro, adesso la crescita incontrollata dei vegetali stava retrocedendo, e i quartieri che ne erano stati invasi, nonostante fossero stati duramente colpiti, sarebbero stati ricostruiti abbastanza presto.
 
E le buone notizie non erano finite lì. Sapere che Ortilla era riuscita a catturare un nuovo Pokemon e aveva già cominciato ad allenarlo era stato un altro punto a favore della resistenza. 
 
"Quindi, sei riuscita a catturare un altro Pokemon? Questa è una buona notizia... credo che avremo bisogno anche di lui nelle battaglie che ci attendono." disse Hitomi, dando un'occhiata allo Scraggy che Ortilla aveva catturato in precedenza, e che ora aveva fatto uscire dalla Pokeball in modo che potesse fare conoscenza con Alty e cominciare a stabilire un po' di rapporto con la sua nuova allenatrice.
 
Ortilla annuì con espressione sollevata. "Già... è stata una battaglia dura, ma credo che con questo piccolino al nostro fianco, avremo qualche possibilità in più di ostacolare il Team Meteora." rispose, accarezzando il piccolo Scraggy sulla testa. Il Pokemon Buio/Lotta, che sembrava contento di aver trovato un'allenatrice, rispose sfregando la testa sulla mano di Ortilla, e poi guardò in direzione di Alty. La graziosa Pokemon Drago/Volante appariva ancora un po' insicura di cosa pensare del suo nuovo compagno di squadra, e del fatto che, di lì a poco, ne avrebbe avuti probabilmente altri. Anche se, in effetti, si rendeva perfettamente conto che fosse necessario.
 
"Scrrraggy?" disse il Pokemon Buio/Lotta, avvicinandosi ad Alty, che si abbassò fino ad appollaiarsi sul pavimento ed osservò con curiosità lo strano Pokemon di Unima. Dava l'impressione di essere un Pokemon molto vitale e vivace, ma non sapevano molto di lui, e forse era il caso di chiedere consiglio a qualcuno che ne sapesse di più sui Pokemon Lotta...
 
"Altarrr, alta!" disse infine Alty, pensando che in ogni caso fosse giusto far sentire Scraggy il benvenuto nella loro squadra. Estese un'ala ricoperta di soffici fiocchi di cotone verso di lui, e Scraggy accettò il gesto, suggellando quella che speravano sarebbe diventata una grande amicizia!
 
"Scraggy!"
 
Max sorrise lievemente, contento che i due Pokemon stessero già tentando di venirsi incontro a vicenda. "Se non altro, vedo che Scraggy ed Alty sembrano ben disposti." affermò il ragazzino con gli occhiali. "Se per caso hai bisogno di una mano per allenare un po' i tuoi Pokemon, comunque, io sono sempre disponibile! Non sarò il migliore, ma otto Medaglie di Hoenn varranno pur sempre qualcosa."
 
"Certamente. E anch'io darò una mano." disse Hitomi. Manteneva la sua solita espressione distaccata e un po' imbronciata, ma si vedeva che era sinceramente preoccupata per Ortilla, e voleva anche lei assicurarsi che la sua nuova amicadiventasse brava abbastanza da cavarsela in quel mondo oscuro e spietato che era il continente di Reborn.
 
Ortilla sorrise, facendo cenno ad Alty di salirle sulla spalla. Stava per ringraziare, quando una ormai vecchia e già da tempo sgradita conoscenza apparve da una porta dietro di loro, sorridendo con arroganza e prendendo in giro i loro propositi. "Ooooh, ma cosa abbiamo qui? Tre marmocchi da asilo infantile che credono di poter diventare dei grandi allenatori? Hah! Questa è tutta da ridere. Lasciate che ve lo dica, queste vostre enunciazioni di principio, e queste vostre zuccherose dimostrazioni di amicizia mi fanno venire il voltastomaco."
 
"Fern..." grugnì Hitomi, non degnando il ragazzaccio con gli occhiali neanche di uno sguardo. "Senti, la giornata è stata buona finora. E mi piacerebbe andare a letto di buon umore. Quindi, hai esattamente cinque secondi per chiudere quella trappola."
 
"Oh? Perchè sennò che mi fai, eh? Il solletico? Heheheheee..." sghignazzò Fern, continuando a prendere in giro gli allenatori più piccoli senza alcun ritengo. "Otto Medaglie della Lega Pokemon di Hoenn! Oh, ma che grande risultato! Peccato che qui a Reborn quelle Medaglie le vendiamo al mercato nero! Non ce ne facciamo niente di quei pezzi di latta."
 
"Ti devo ricordare che ti ho battuto, poco dopo che ci siamo incontrati?" chiese Max, sorridendo a Fern con tono beffardo.
 
Fern si zittì subito, continuando a sogghignare... ma Max, Hitomi ed Ortilla videro che ora il suo sogghigno presuntuoso era più forzato. "Bruciato." commentò Hitomi sarcastica.
 
"Tsk... è stato solo un colpo di fortuna perchè non avevo la mia squadra migliore con me." replicò Fern, rifiutandosi di cedere il passo. "La prossima volta che ci affronteremo, marmocchio, tu perderai."
 
Ortilla sospirò e scosse la testa, chiedendosi come fosse possibile che quei due si mettessero a litigare in un momento come questo. Dopo aver ricevuto da Alty e Scraggy un segno di assenso, la ragazzina dai capelli turchesi guardò verso Fern e fece cenno a lui e a Max di smetterla. "Okay, voi due! Adesso basta così!" esclamò, sorprendendo anche sè stessa con la forza di carattere e l'autorità che ci stava mettendo. Evidentemente, qualcosa aveva preso da zio Adriano... "Sentite, se avete le vostre ruggini personali, potete sistemarle dopo che saremo usciti da questa situazione, in un modo o nell'altro. Con il Team Meteora che ci sta addosso, non è il momento di essere divisi."
 
"Ben detto. Ogni tanto, i maschi bisogna tenerli al guinzaglio." disse Hitomi, facendo scendere una grossa goccia di sudore dalla fronte di Max.
 
"Altar!" cinguettò Alty.
 
Fern restò per qualche secondo fermo dov'era in silenzio... poi, perdendo ogni interesse nella conversazione, prese cappello e se ne andò. "Bah. Ecco finalmente chi mi insegna come si vive a questo mondo. Tre lattanti." commentò. "Fate quello che volete, non me ne importa. Ma non si diventa veri allenatori di Pokemon con le vostre belle parole e le vostre smancerie. La tecnica e la strategia sono le uniche cose che contano."
 
I tre bambini, Alty e Scraggy restarono in silenzio, fissando Fern mentre si allontanava con fare arrogante... e solo quando se ne fu andato, Max tirò un sospiro rabbioso e si sfregò un orecchio, come se volesse cercare di togliersi dalla mente il ricordo della sua voce. "Lasciamolo perdere. Hai ragione tu, Ortilla, discutere con uno come lui è tutto tempo sprecato." affermò il ragazzino con gli occhiali. "Piuttosto, Ortilla, stavamo dicendo... vuoi che facciamo un piccolo incontro di allenamento? Credo che ci siano anche Pietro, Amaria e Cain a darci una mano..."
 
"Scrrrraggy!" esclamò il piccolo Scraggy, saltellando qua e là come un pugile e sferrando qualche rapido colpo in aria, per dimostrare la sua impazienza ad incominciare! Alty gli fece cenno di aspettare con una delle sue ali, per evitare che si mostrasse troppo baldanzoso... ma ammise tra sè che avrebbe apprezzato anche lui di fare un po' di allenamento, giusto per essere pronto al prossimo confronto. Il Team Meteora non ci avrebbe messo molto a riorganizzarsi...
 
 
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"Okay, ragazzi... continuiamo così! Wartortle, tu prova un attacco Idropulsar... e tu, Venusaur, credo che sia meglio cominciare a fare pratica con quel tuo nuovo attacco, Fiortempesta." disse Vera, in quel momento impegnata ad allenare un po' i suoi Pokemon assieme a Shelly, Heather, Cain e Pietro. Per il momento si stava concentrando su Venusaur e Wartortle, mentre Blaziken, Skitty, Beautifly, Munchlax e Glaceon osservavano intenti... e i due starter di Kanto risposero immediatamente all'ordine! 
 
Wartortle spalancò la bocca e scagliò una raffica di anelli d'acqua concentrici, colpendo il muro poco lontano da lui... mentre Venusaur aprì un po' di più il gigantesco fiore che cresceva sulla sua schiena, lanciando un grugnito di decisione. Dei petali rosa fluttuanti apparvero attorno al corpo della Pokemon Erba/Veleno e cominciarono a turbinare intorno ad esso, crescendo sempre più di numero e di intensità fino a trasformarsi in un vero e proprio uragano in miniatura! Con un rapido e deciso movimento del corpo, Venusaur scagliò il suo vortice di petali, che investì l'intera area e costrinse alcuni dei Pokemon più vicini a ritirarsi per non esserne travolti! Anche Wartortle distolse la sua attenzione dall'attacco Idropulsar sul quale stava facendo pratica, e restò a guardare a bocca aperta il tornado di petali rosa che si dipartiva dal fiore di Venusaur e si schiantava con violenza sul muro, causando una fragorosa esplosione! Cain, Pietro e i loro Pokemon interruppero il loro allenamento per un attimo, per guardare con stupore il risultato di quell'attacco - un buco di notevoli dimensioni sulla parete di mattoni levigati!  
 
"Torrrrtle..." mormorò Wartortle stupefatto. Venusaur stesso sbattè gli occhi, anche lei sbalordita dall'essere riuscita ad ottenere simili risultati con un suo attacco!
 
"Wow, quello sì che era un attacco potente! Favoloso!" esclamò Cain, avvicinandosi a Vera. La stessa giovane coordinatrice di Pokemon faceva fatica a credere che una dei suoi Pokemon fosse stato capace di usare una mossa così potente e a controllarla così. "Certo, ci vorrà ancora un po' di pratica per mirarla e usarla a piacimento della tua Venusaur, ma comunque... sono stupefatto!"
 
"Beh... grazie! Diciamo che... ho fatto un po' di pratica con i miei Pokemon, e ho imparato a combattere oltre che ad esibirmi nelle gare." affermò la bambina castana. "Venusaur è stata una dei miei Pokemon più forti ed affidabili, e ha deciso di stare con me dopo che l'ho incontrata in una foresta proibita nel continente di Hoenn. Da allora siamo sempre state grandi amiche, e abbiamo spesso fatto pratica assieme. Ma non mi aspettavo che Venusaur fosse già in grado di controllare così bene l'attacco Fiortempesta!"
 
"Saur, saur!" esclamò Venusaur, contenta di aver fatto un così buon lavoro. Si voltò verso Pietro e Cain, e fece loro un sorriso smagliante, che il ragazzo dai capelli viola ricambiò con un segno del pollice in alto!
 
"Baby, continua così! Avete già fatto dei bei passi in avanti da quando siete entrate nella esistenza... e anche tu, Wartortle, non credere che ci siamo dimenticati di te!" rispose Cain. Wartortle, tuttavia, non sembrò eccessivamente lusingato dalle lodi di Cain, e incrociò le braccia sul petto assumendo un'espressione imbronciata. A quanto pareva, Wartortle era un po' invidioso di non avere ancora una mossa così potente ed efficace nel suo arsenale, e Vera, ormai esperta nel comprendere le emozioni dei suoi Pokemon, si chinò su di lui e lo accarezzò sulla testa per non farlo sentire da meno.
 
"Non te la prendere, Wartortle, anche tu stai facendo dei bei passi avanti!" affermò la ragazzina castana. "Non ti preoccupare se ancora non riesci ad usare mosse potenti come quelle di Venusaur, è tutta questione di tempo e pratica. E io ti darò una mano a diventare forte come lei!"
 
"Tortle..." disse Wartortle, annuendo con fare leggermente annoiato. Si vivacizzò un po' quando guardò verso uno degli ingressi della sala d'allenamento, e vide Max, il suo Gardevoir, Hitomi, Ortilla ed Alty che si avvicinavano. "Wartort!" esclamò, agitando una mano verso gli allenatori più giovani.
 
"Ciao, sorellina! Ciao, ragazzi!" esclamò Max. "Anche voi stavate facendo pratica, vedo!"
 
Pietro annuì con decisione. "Già... e abbiamo visto che la Venusaur della tua sorellina si sa già far valere!" affermò il giovane chitarrista. "Volete anche voi fare un po' di pratica? Beh, immagino di sì, se siete venuti fin qui."
 
"Esatto." disse Hitomi, giocherellando con una Pokeball. "Il mio Sceptile e il mio Grumpig in particolare. E Ortilla dovrebbe cominciare a far fare un po' di pratica al suo Scraggy. C'è Vittoria, per caso?"
 
Cain scosse la testa. "Spiacente, piccola. Vittoria è andata via circa un quarto d'ora fa... ha detto che andava a fare una commissione per la sua sensei, e che sarebbe tornata quanto prima. Comunque non ti preoccupare per lei, Vittoria se la sa cavare bene." rispose.
 
"Capisco. Beh, non è un problema, io e Scraggy possiamo allenarci anche con voi." rispose gentilmente Ortilla. "A questo proposito... che ne è della recluta del Team Meteora che abbiamo catturato? Ha detto qualcosa?"
 
"Nulla che non sapessimo già. Al momento, Julia e Florinia stanno cercando di metterlo sotto torchio, ma non credo che ne tireremo fuori granchè." affermò Pietro con un'alzata di spalle, gettando uno sguardo di intesa al suo Rhydon. "Comunque, al momento non è lui la nostra priorità. Stiamo piuttosto cercando di capire dove si trovino i loro nascondigli, e magari anche di scoprire di più sul quel loro maledetto PULSE... forse, se riuscissimo a capire esattamente di cosa si tratta e come contrastarlo, avremmo qualche possibilità in più."
 
"Saphira non si è fatta sentire per un po'..." continuò Cain, grattando uno dei suoi Pokemon, uno Skuntank, dietro un orecchio. "Da quanto ne so, al momento sta contattando alcuni nostri alleati nella città di Agatipoli, nella zona nord-ovest di Reborn. Credo che stia organizzando qualcosa di grosso, ma Saphira non è il tipo da parlare delle sue intenzioni fino all'ultimo momento."
 
"Capisco..." disse Max. "Ed Heather e Shelly? Le avete viste, per caso?"
 
"Wartortle!" disse il Wartortle di Vera, indicando un'altra uscita, da cui aveva visto l'ultima volta andarsene le due componenti più giovani della resistenza.
 
"Immagino che volessero passare un po' di tempo assieme." disse Pietro. "Non posso biasimarle. Anche se Heather non è una con cui si va facilmente d'accordo, lei e Shelly sono talmente amiche che non credo sopporterebbero a lungo di essere separate l'una dall'altra. Si sono appoggiate l'una sull'altra per tanto tempo..."
Max provò un po' di imbarazzo nel rendersi conto che non aveva la più pallida idea di come potesse essere stata la vita di Heather e Shelly, per diventare quello che adesso erano. Lui, che non aveva mai dovuto preoccuparsi di nient'altro che dei bisticci con sua sorella, e non di mettere cibo sul tavolo o sfuggire ad un gruppo di criminali, faceva fatica ad immaginare cosa avrebbe fatto se avesse passato quello che quelle due avevano sperimentato.
 
"Sei un po' preoccupato, vero, Max?" chiese telepaticamente Gardevoir, percependo le emozioni del suo giovanissimo allenatore. "Preoccupato e un po' in pena per quelle due, immagino..."
 
Dopo un attimo di esitazione, Max alzò le spalle ed ammise la verità. "Immagino di sì. Voglio dire... non ho mai incontrato nessuno che avesse avuto una vita così difficile." affermò. "In particolare Heather... per noi di Hoenn, e anche per quelli di Kanto, Johto e Sinnoh è relativamente facile viaggiare con i loro Pokemon. I continenti in cui viviamo sono relativamente sicuri. Ma qui a Reborn... immagino che crescere debba essere stato molto difficile per lei, tanto più che non ha neanche i genitori."
 
"Chissà poi cosa è successo ai suoi genitori..." affermò Ortilla. "Certo non sarò così indelicata da chiederglielo, ma..."
 
Pietro si massaggiò la fronte. "Per quello che so, la mamma di Heather è mancata dandola alla luce. E con suo padre non ha mai avuto un gran rapporto." affermò il giovane allenatore di tipo Roccia. "Ma hai ragione, Ortilla, non è il caso di fare domande su questioni così delicate. Se Heather lo vorrà... e non credo avverrà tanto presto... ce lo dirà."
 
"Mi sembra giusto." disse la voce telepatica di Gardevoir. "Comunque... forse è meglio cominciare l'allenamento, già che ci siamo. Sfruttiamo il più possibile il tempo a nostra disposizione."
 
Il Pokemon telepatico fluttuò elegantemente su uno dei quadrati destinati all'allenamento, e fece cenno a Max e ai suoi compagni di essere pronto a cominciare. Con un sorriso sicuro, Ortilla salì per prima sul quadrato, seguita a ruota dal suo Scraggy. "Io sono pronta! Okay, Scraggy, adesso bisogna impegnarsi sul serio! Il Team Meteora non scherza, e noi dobbiamo fare tutto il possibile per dare una mano, okay?"
 
"Scrag!" esclamò il piccolo Pokemon Buio/Lotta, facendo cenno a Gardevoir che era pronto a combattere.
 
 
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In un'altra stanza del rifugio della resistenza anti Team Meteora, Julia e Florinia erano impegnate in quello che voleva essere un interrogatorio - Simone, il complice del Team Meteora che avevano catturato in precedenza, era legato mani e piedi ad una sedia, ancora vestito del completo nero e grigio della sua organizzazione, ma con le Pokeball poste su una scrivania vicina, in modo che anche se si fosse slegato le mani, non avrebbe potuto raggiungerle.
 
Florinia si aggiustò gli occhiali, passeggiando lentamente, con fare intimidatorio malgrado la sua pressochè totale mancanza di emozioni, davanti alla giovane recluta del Team Meteora. Sembrava quasi che avesse studiato ogni mossa per farlo tentennare nelle sue convinzioni...
 
"Reitero l'interrogazione." disse Florinia. Simone rabbrividì - ogni volta che lei apriva la bocca, gli sembrava di sentir parlare una macchina senz'anima. "Si richiede al soggetto Simone di spiegare le condizioni operative del Team Meteora, così come i loro progetti futuri e la natura dell'invenzione conosciuta come Pokemon Ultimate Link System Exaggerata - ovvero, il PULSE."
 
"Io... io non ne sono molto di quella diavoleria." disse Simone. Non c'era bisogno di mentire. Certo non tutti i membri del Team Meteora erano a parte di quello che facevano i loro superiori, e certo una semplice recluta come lui non poteva sapere molto di un'arma così importante e potente. "So... che è stata sviluppata dal comandante Zel, il nostro scienziato più abile... è un tizio che mi fa venire i brividi, ve lo dico tra parentesi... ma non so come funzioni, o come si fa a contrastarlo. Dovreste chiederlo al comandante Zel in persona... e buona fortuna."
 
"Ricevuto." disse Florinia. Restò in silenzio per qualche istante, come se stesse elaborando quello che le era stato detto. "Informazioni registrate nella memoria principale. In attesa di giudizio. Prego attendere."
 
"Ditemi quando il computer si è sbloccato..." mormorò sarcastica Julia. "Comunque, Flo, se me lo permetti... avrei io un'idea per far parlare questo simpaticone un po' più rapidamente, visto che così, come si suol dire, non riusciamo a far uscire uno Spinarak dal buco."
 
Florinia chiuse gli occhi, restando distaccata e glaciale. "Valutazione della richiesta in corso. Prego attendere." affermò. Dopo qualche secondo di silenzio, la giovane donna con gli occhiali fece un cenno con la testa, talmente impercettibile che Julia non fu nemmeno sicura di averlo visto. "Ricevuto. Permesso accordato. Si raccomanda cautela. Reazione dell'interrogato non prevedibile."
 
"Oh, tranquilla, ho già previsto tutto!" sghignazzò Julia. Con un sorrisetto acuto, la cheerleader dai capelli verdi tirò fuori una lavagnetta di ardesia nera da dietro la schiena - e un Simone molto stupito si ritrovò a chiedersi da dove diamine se la fosse tirata fuori - e si sgranchì le dita di una mano! "Allora, mio caro amichetto del Team Meteora... siamo proprio sicuri... sicuri sicuri... che tu ci hai detto tutto quello che sai? Abbiamo già avuto a che fare con certi tuoi compagni, e sai com'è... tendiamo a non fidarci troppo di quello che ci dicono direttamente. Quindi, se permetti, adesso la dolce Julia procedere ad attivare la macchina della verità!"
 
Simone sbattè gli occhi, con una comica espressione di paura stampata in faccia! Non gli piaceva per niente dove Julia stava andando a parare... "C-cosa? Una... macchina della verità? Non... non ho idea di cosa tu stia parlando! E... e che diamine è quella lavagna? E soprattutto... quel ghigno? Non starai pensando di..."
 
Senza smettere con quel suo ghigno sinistro, Julia avvicinò una mano e cominciò a graffiare la lavagna, scatenando un orribile suono stridente che riecheggiò nella stanza, assalendo le orecchie di Florinia e Simone! La ragazza con gli occhiali si coprì le orecchie con le mani come niente fosse... ma sfortunatamente per lui, la recluta del Team Meteora non poteva fare altrettanto!
 
SCREEEEEEEEEEEEEECH!
 
"AAAAAAAAARGH!" urlò Simone in preda allo strazio. "Noooooo! Le unghie sulla lavagna noooooo! Questa è una punizione crudele ed inusuale! Aaaaaaaagh!"
 
Julia, inutile dirlo, si stava divertendo da morire! "Heheheee... capito, adesso, perchè si chiama macchina della verità?" commentò la cheerleader esperta di Pokemon Elettro. Il suo Voltorb rotolò accanto a lei un istante dopo, ed emise a sua volta un attacco Stridio che assalì le orecchie del malcapitato Simone, i cui timpani erano ormai già al limite estremo della sopportazione!
 
"Pietààààààààà!" esclamò Simone. "Non potete fare questooooo! Questa è una violazione dei diritti umaniiiiii! Fate cessare questo strazio, per favoreeeee!"
 
"Hmm... sai che ti dico, Voltorb? Credo che in effetti ci abbia detto tutto quello che sapeva. Nessuno potrebbe resistere a questo attacco Stridio a lungo!" affermò Julia con un sorrisetto quasi sadico. "Va bene, puoi smettere!"
 
"Voltorb!" rispose il Pokemon simile ad una Pokeball, smettendo un attimo dopo il suo terrificante stridio. Simone tirò un sospiro di sollievo, sentendo le orecchie che tintinnavano...
 
"Le azioni di Julia sono state inutili. Mi ero personalmente accertata che non ci fossero ulteriori informazioni che il soggetto in esame volesse aggiungere." commentò Florinia. Quando Julia alzò le spalle, quasi a voler dire che tanto valeva fare un tentativo in ogni caso, Florinia slegò le mani di Simone. "In ogni caso, il soggetto va tenuto sotto controllo. Una sua eventuale fuga metterebbe a repentaglio la segretezza del nostro covo."
 
Simone lasciò che le due allenatrici e i loro Pokemon lo conducessero con loro, di ritorno nella cella - piccola ma confortevole, questo lo doveva ammettere - in cui lo avevano tenuto prima. Per adesso, non era il caso di fare colpi di testa. Se conosceva Tara bene come credeva, allora non ci sarebbe voluto molto prima che la sua compagna facesse un tentativo di recuperarlo...
 
 
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Nel frattempo, in un Pokemon Center vicino al Quartiere Peridoto...
 
Vittoria e il suo Pignite fecero un profondo inchino quando l'immagine della sua sensei Kiki apparve sullo schermo del video-telefono davanti a loro. "Sono contenta di rivederla, sensei Kiki. Mi auguro che le cose continuino ad andare bene, là al Monastero Apofillite... e mi scuso per non essermi fatta sentire di recente. Io e i miei Pokemon siamo stati molto impegnati." disse la ragazza mora.
 
"Pignite..." affermò il suo Pignite, il Pokemon che molto probabilmente era stato il suo starter. Ancora era un po' stanco per tutta la fatica che aveva fatto il giorno prima nel cercare di fermare l'avanzate delle piante controllate dal PULSE.
 
La sensei Kiki, una donna sulla quarantina d'anni ma dall'aspetto ancora fresco e giovanile, con i capelli fucsia a caschetto e una giacca nera indossata sopra una tuta da allenamento rosa, rispose con un suo inchino al saluto dei suoi due allievi. "Comprendo la situazione, Vittoria. Immagino che tenere a freno le ambizioni del Team Meteora richieda molta della tua attenzine, e a questo proposito ti rinnovo le mie raccomandazioni. Stai attenta a quello che fai, e mantieni tutti i sensi sempre all'erta. Ma soprattutto, non consentire agli affanni e all'agitazione di sopraffare la tua concentrazione." rispose, con una voce pacata che bene si addiceva ad un'insegnante di arti marziali. "Qui all'Accademia prosegue tutto normalmente, anche se purtroppo è un po' che non abbiamo più notizie di Cal. E' ancora in viaggio alla ricerca di sè stesso."
 
"Sì, posso capire..." mormorò Vittoria, un po' malinconia. Per essere il più brillante allievo del Monastero Apofillite, Cal non sembrava essere orgoglioso dei risultati da lui ottenuti.
 
"Comunque, ecco, questo è quello che volevo dire." continuò Kiki. "Stai sempre attenta, poichè qui a Reborn il pericolo è sempre lì, dietro l'angolo. Abbiamo fatto una scelta molto audace ad opporci al Team Meteora, una scelta che non può certo essere presa alla leggera."  
 
"Certamente, sensei, me ne ricorderò." concluse Vittoria. "Vorrei però raccomandare anche a lei di non sforzarsi troppo. So che lei si fa sempre in quattro per noi suoi allievi, ma deve pensare un po' anche a sè stessa."
 
"Me ne ricordo, mia giovane allieva." affermò Kiki. "Comunque, tu non ti preoccupare per me. Ne ho ancora molte di energie, nonostante la mia non più giovane età. Arrivederci a presto... e se dovesse capitare l'occasione, porta con te quei ragazzi di Hoenn di cui mi hai parlato, la prossima volta che torni a farci visita. Sarei davvero curiosa di conoscerli... e di metterli alla prova."
 
Vittoria ebbe come l'impressione di vedere un lampo di decisione negli occhi della sua sensei, e si chiese se ciò non era dovuto al fatto che Kiki avesse qualche sospetto su Vera e i suoi compagni, ma decise di non darci troppo peso, almeno per il momento. Meglio affrontare i problemi nell'ordine in cui si presentano. "Va bene, sensei. Non mancherò di farlo sapere a Vera e ai suoi compagni." affermò. "Per il momento, le faccio i miei migliori auguri, e spero di riferirle delle buone notizie la prossima volta che ci parleremo. Arrivederci, sensei Kiki."
 
"Pignite!" le fece eco il suo starter.
 
"Buona fortuna anche a te, Vittoria." rispose la donna, coprendosi il pugno sinistro con la mano destra e facendo un inchino. La sua allieva e il suo Pokemon ricambiarono il gesto, e la chiamata si interruppe pochi secondi dopo, lasciando Vittoria e il suo Pignite davanti allo schermo nero.
 
La ragazzina dai capelli neri sospirò, sistemandosi un ciuffo sulla fronte. Vedendo che sembrava un po' malinconica, Pignite le fece cenno di non sentirsi giù di morale, toccandole una gamba e facendole un cenno con la testa, e questo sembrò darle un po' più di grinta... ma i problemi a cui stava pensando non potevano certo essere risolti tanto facilmente.
 
"Pig pignite!" esclamò il Pokemon Fuoco/Lotta. La sua allenatrice si mise un po' a posto l'uniforme da aikido e raccolse alcune borse da terra.
 
"Lo so, Pignite, e hai ragione. Ma non voglio che la sensei si strapazzi. Lo sai anche tu come stanno le cose, no?" rispose. "E poi, sono preoccupata anche per Cal... immagino che se la sappia cavare da solo, ma ciò nonostante... beh... con il Team Meteora sempre in agguato, non si può mai essere troppo tranquilli. Il Monastero Apofillite ha sempre dato una mano alla resistenza, dopotutto." 
 
"Pignite..." disse il Pokemon suino. Non era un segreto per nessuno, al Monastero Apofillite, che Vittoria avesse una cotta per Cal, e come darle torto, in effetti? Era un ragazzo di bell'aspetto, gentile, sempre con quell'espressione un po' misteriosa, e anche se si teneva sulle sue non era mai scortese o maleducato. Ed era anche il miglior asllenatore di Pokemon del monastero - Vittoria stessa dubitava di poterlo battere se si fossero affrontati. Ma da quando era partito per allenarsi da solo, aveva raramente dato sue notizie, e anche quando lo faceva, erano spiegazioni vaghe, stringate, come se avesse paura. Vittoria si chiedeva cosa potesse essere a tormentare così il suo compagno...
 
"Immagino che se Cal ce lo vorrà dire, ce lo dirà." disse infine Vittoria. "E non è che possiamo ritirarci adesso. Siamo già nel pieno della nostra guerra contro il Team Meteora. Beh, inutile recriminare... torniamo al nostro rifugio, Pignite. Vera, Cain e gli altri potrebbero preoccuparsi se tardiamo."
 
Il maiale fiammeggiante assentì, e dopo aver salutato l'infermiera Joy di turno e aver raccolto le loro cose, Vittoria e Pignite tornarono nelle strade grigie e fumose di Reborn City, in mezzo a sparuti passanti che sgattaiolavano come tanti Rattata impauriti per i vicoletti. La ragazza si fermò per dare un po' di soldi ad un mendicante che sedeva sotto un lampione, e guardò amareggiata la luce che si spegneva e si accendeva tremolando. Raramente i raggi del sole raggiungevano la città, soffocati da una densa cappa di smog e tossine, quindi anche di giorno, i lampioni funzionavano a pieno regime. Ormai, la differenza tra il giorno e la notte, a Reborn City, poteva essere soltanto vista sugli orologi.
 
"Perchè il Team Meteora ci vuole mandare via da qui?" si chiese Vittoria, non per la prima volta da quando Reborn, dalla terra felice che era, si era trasformata in un inferno di acciaio e cemento. "Che cosa vogliono, esattamente? Quello che ha detto quel tipo del Team Meteora mi dà da pensare... che tutto quello che hanno fatto non sarà mai accaduto, una volta che avranno ottenuto quello che cercano? Non ho ben capito cosa volesse dire... ma non è il caso di restare qui a pensarci su, se non facciamo qualcosa per fermarli, il Team Meteora rovinerà altre vite. Okay, vediamo un po'... da questa parte dovrei arrivare prima al rifugio."
 
Vittoria e il suo Pignite si infilarono in un vicoletto buio, facendosi strada tra bidoni di spazzatura rovesciati e pezzi di cemento staccati dal terreno. Era difficile destreggiarsi in quel caotico groviglio di strade sudicie, circondati da esempi di umanità sconfitti e disperati... e Vittoria, avendo passato gran parte della sua vita nel monastero in cui Kiki le aveva insegnato le arti marziali, non era ancora del tutto abituata al desolante spettacolo della metropoli oscura.
 
Finalmente, il dedalo di stradine e vicoletti oscuri terminò, e Vittoria e il suo Pignite si ritrovarono in una piazzetta ormai abbandonata, dove raggiunsero la zona centrale e si guardarono attorno alla ricerca di possibili minacce...
 
Il che fu, probabilmente, il motivo per cui non si accorsero subito della minaccia che stava per calare loro addosso dall'alto!
 
"Electabuzz, metti a terra quel Pignite!" esclamò una voce femminile... e un attimo dopo, uno sfrigolio elettrico raggiunse le orecchie di Vittoria, e un lampo elettrico travolse il suo Pignite, attraversando il suo corpo e rivelando per qualche istante la forma del suo scheletro! Il Pokemon Fuoco/Lotta restò irrigidito, e cadde a terra con gli occhi trasformati in spirali e la pelliccia annerita e fumante!
 
"Ellllllectabuzz!" esclamò un Electabuzz, apparendo da un tetto vicino, affiancato da un Magmar e da due uomini del Team Meteora che indossavano delle divise che li identificavano subito come agenti di rango un po' più alto delle reclute a cui Vittoria era abituata - si trattava di una Dama e di un Cavaliere, degli avversari decisamente più tosti... e anche la loro scelta di Pokemon era sintomatica della loro maggiore abilità come allenatori!
 
"Sei sorpresa? Spiacente, noi non abbiamo l'abitudine di pronunciare un grido di battaglia o metterci in pose ridicole prima di attaccare. Non siamo come altri team." disse la ragazza, che Vittoria riconobbe subito - si trattava di Eclisse, un'agente del Team Meteora con cui avevano già avuto a che fare in passato. "Nulla di personale, ragazza mia, ma abbiamo bisogno di te... per uno scambio che converrà sia a noi che ai tuoi amici!"
 
"Pig... nite..." mormorò il Pignite di Vittoria, frastornato dalla scarica elettrica che aveva ricevuto. Vittoria lo richiamò rapidamente nella sua Pokeball, e cominciò a cercare tra le altre sfere per trovare un Pokemon che potesse raggere il confronto con Electabuzz e Magmar...
 
"Temo... che dovrò rispettosamente farmi indietro." affermò Vittoria, decisa a non concedere ai suoi assalitori neanche un po' di vantaggio. "Vedete... io e i miei compagni saremmo interessati a spazzare via la vostra organizzazione, in modo che la gente di Reborn possa dormire sonni tranquilli in futuro! E non abbiamo l'abitudine di darla vinta a gente come voi!"
 
Eclisse alzò le spalle. "Beh, non immaginavo che ti avrei convinto a parole. Valeva la pena di tentare, in ogni caso." affermò. "Okay, Astro... ragazzi... è il momento di fare sul serio! ai, Electabuzz! Usa Energisfera!"
 
"Magmar, attacca con Pirolancio!" esclamò Astro. I loro Pokemon si piazzarono uno a fianco dell'altro e caricarono i loro attacchi, ma Vittoria reagì rapidamente e mandò in campo due dei suoi Pokemon Lotta!
 
"Ora la vedremo! Hariyama, Mienfoo! Fatevi valere!" esclamò la giovane esperta di aikido. Un gigantesco e fiero Hariyama emerse dalla prima Pokeball, mentre dalla seconda uscì fuori un piccolo e grazioso Pokemon simile ad un ermellino che aveva in qualche modo imparato le arti marziali, che si reggeva in piedi sulle zampe posteriori, e aveva la pelle giallastra e magenta. Aveva una piccola coda biforcuta, due macchie nere sulla fronte e il pelo delle braccia molto folto, oltre che due ciuffi di pelo che gli pendevano dalle guance.
 
"Mienfoo!" esclamò, eseguendo un perfetto kata prima di mettersi in guardia.
 
Astro corrugò la fronte. Quella ragazza non dava certo l'impressione di essere un bersaglio facile... "Eclisse, non sono molto sicuro che abbiamo fatto una scelta molto oculata." affermò. "Quella ragazza mi dà l'impressione di essere molto abile anche a difendersi da sola, e quei Pokemon non mi sembrano gente che scherza."
 
"E' vero, ma non potevamo attendere troppo a lungo prima di colpire. Lord Solaris non ci ha dato molto tempo per recuperare Simone." rispose la sua compagna. "Chi mendica non può scegliere, Astro... perciò dobbiamo fare quello che possiamo ora! Electabuzz, vai!"
 
Con un grido di battaglia, lo Electabuzz di Eclisse scagliò il suo attacco Energisfera contro il più lento Hariyama, mentre il Magmar di Astro prese di mira Minefoo scagliando una rapida palla di fuoco! Con uno scatto laterale, Mienfoo evitò l'attacco, che si infranse sul terreno provocando una piccola esplosione e coprendo l'asfalto di cenere! 
 
"Hariyama, Protezione!" esclamò Vittoria. "Mienfoo, usa Rocciotomba!"
 
Il Pokemon simile ad un lottatore di sumo portò entrambe le mani davanti a sè e creò una barriera che deviò la potente scarica elettrica diretta verso di lui... mentre Mienfoo fece un gesto con le braccia e creò una raffica di rocce che piovve addosso al Magmar di Astro. O almeno, lo avrebbe fatto, se il Pokemon Fuoco non si fosse rapidamente scansato, evitando un attacco molto pericoloso. Deciso a concludere la battaglia il più rapidamente possibile, Electabuzz saltò giù dal tetto, atterrando in piedi davanti allo Hariyama di Vittoria... e Mienfoo fece cenno a Magmar di farsi avanti, mentre dai vicoletti attorno a Vittoria e ai suoi Pokemon emergevano altre reclute del Team Meteora... sicuramente una trappola ben congegnata, visto che lei e Pignite non si erano accorti della presenza di quelle persone.
 
Magmar scagliò un altro attacco Pirolancio, che il Mienfoo di Vittoria evitò senza eccessivi problemi... poi, il Pokemon ermellino corse verso un muretto vicino e lo scalò di corsa, per poi mettersi a saltare da un muro all'altro per raggiungere il suo avversario! Nel frattempo, Vittoria aveva fatto cenno ad Hariyama di usare un attacco Sberletese contro lo Electabuzz di Eclisse... e il Pokemon lottatore di sumo scagliò una raffica di attacchi a mano aperta contro l'avversario, che alzò la guardia e parò ogni colpo, venendo però costretto a fare qualche passo indietro! Nello stesso momento, Vittoria si ritrovò a doversi difendere da un gruppo di uomini del Team Meteora  che cercavano di immobilizzarla... e che, nonostante la netta superiorità numerica, stavano avendo non pochi problemi a catturarla!
 
"Se mi volete, io sono qui! Ma non vi renderò certo le cose facili!" esclamò Vittoria. Uno degli scagnozzi del Team Meteora le afferrò un polso, ma lei se ne liberò con una rapida torsione del braccio, e rispose colpendo l'assalitore con la mano aperta al mento, mandandolo a terra con un grugnito di dolore! Poi, si voltò di scatto verso un altro assalitore, si accucciò ed eseguì una spazzata con la gamba destra, colpendo le caviglie della recluta, e facendola finire a terra!
 
"Che state facendo? Circondatela ed immobilizzatela! E' solo una mocciosa!" esclamò una recluta femminile... un attimo prima che Vittoria la afferrasse e, con una spettacolare proiezione, la scaraventasse contro alcuni bidoni della spazzatura, rovesciandoli a terra! 
 
"Solo una mocciosa, dice lei..." mormorò sarcastico uno degli agenti, per poi sgattaiolare via prima di poter cadere vittima dell'abilità di Vittoria nelle arti marziali! Il Mienfoo della ragazza era riuscito a raggiungere la terrazza dove si trovava il Magmar di Astro, e stava ingaggiando un pericoloso combattimento con il Pokemon Fuoco, stando comunque attento a non toccarlo per non correre il rischio di ustionarsi. Magmar cercava di restare a distanza per prendere di mira il piccolo Pokemon Lotta, ma si stava rivelando un'impresa piuttosto ardua con un avversario così piccolo e veloce.
 
Hariyama ed Electabuzz erano ancora impegnati a studiarsi e a testare le reciproche difese. Il pokemon Lotta tentò un altro attacco Sberletese per tenere sotto pressione l'avversario, ma quest'ultimo sembrava aver preso il ritmo degli attacchi di Hariyama, e dopo aver parato il primo affondo, scivolò sotto il successivo e strinse un pugno per sferrare un colpo poderoso! "Bene, Electabuzz! Attacca con Fuocopugno!" esclamò Eclisse, ed Electabuzz sferrò un tremendo pugno infuocato contro l'avversario, raggiungendo Hariyama sul suo pancione immenso! Tuttavia, la ciccia del Pokemon lottatore di sumo lo protesse come se fosse stato un'armatura vera e propria, ed Electabuzz non riuscì a sferrare un colpo potente come si era aspettato. Si ritirò, facendo un salto all'indietro, e Vittoria approfittò di un momento di stanca nella sua battaglia per dare un ordine ai suoi Pokemon.
 
"Hariyama, colpisci Electabuzz con Battiterra!" esclamò la mora, evitando di farsi prendere da uno scagnozzo del Team Meteora, e rispondendogli con una gomitata alla bocca dello stomaco. "Mienfoo, usa il tuo attacco Palmoforza per bloccare Magmar!"
 
Hariyama sollevò una gamba e la abbattè al suolo, scatenando un terremoto in miniatura che colpì Electabuzz... ma il Pokemon Elettro di Eclisse se l'era aspettato, e riuscì ad amortizzare il colpo appoggiando le mani a terra in modo da non essere sballottato più di tanto dall'ondata sismica che lo percosse un attimo dopo. Mienfoo sferrò un colpo in avanti con il palmo della sua mano aperta, e scagliò da esso un piccolo proiettile energetico che prese la forma della mano del Pokemon e colpì Magmar allo stomaco, facendolo barcollare... ma il Pokemon del Team Meteora non si perse d'animo e scagliò un attacco Stordiraggio contro Mienfoo. Una sfera di luce multicolore partì dalla fronte di Magmar e orbitò attorno alla testa di Mienfoo, che venne colto da un'improvvisa vertigine e barcollò indietro di qualche passo, prima di andare a sbattere contro una tubatura sporgente!
 
Hariyama ed Electabuzz si erano di nuovo scagliato l'uno contro l'altro, continuando il duello che, una volta di più, appariva perfettamente alla pari. Vittoria si liberò di uno scagnozzo del Team Meteora con una proiezione, facendolo volare addosso ad un altro con un grugnito di dolore, poi fece a sua volta qualche passo indietro e cercò di mettersi con le spalle al muro, in modo che i suoi assalitori non riuscissero a prenderla da dietro. 
 
"Hariyama, attaccalo con Vitaltiro!" esclamò Vittoria, vedendo che adesso il Pokemon lottatore di sumo era alla distanza giusta per tentare quella mossa. "Mienfoo, cerca di tornare indietro, e colpiscilo con Breccia!"
 
"Electabuzz, attacca con Fulmine!" esclamò Eclisse, cominciando a pensare che forse fosse meglio tentare una ritirata... ma non aveva intenzione di mollare senza prima aver fatto del suo meglio per catturare Vittoria.
 
"Magmar... prova con Pulifumo!" esclamò Astro. Magmar prese un bel respiro e soffiò una nube di fumo bianco contro Mienfoo che, confuso com'era, non riuscì ad evitare l'attacco e venne colpito, rimanendo a tossire e a boccheggiare per qualche secondo. Hariyama incrociò le braccia davanti a sè e cercò di parare la sfrigolante scarica elettrica che Electabuzz scagliò dalle braccia, investendolo senza però infliggergli troppi danni... poi, il massiccio Pokemon Lotta si lanciò in avanti e agguantò Electabuzz, facendolo roteare in aria per un secondo prima di condurlo a terra con tutta la sua forza! Il Pokemon Saetta lanciò una breve esclamazione di dolore e restò stordito per un attimo, ma riuscì a scansarsi in tempo prima che Hariyama continuasse con il suo attacco Maniereforti, sferrando un tremendo manrovescio con entrambe le mani!
 
Vittoria, nel frattempo, stava ancora cercando di tenere a bada gli scagnozzi del Team Meteora che cercavano di sopraffarla e catturarla! La giovane esperta di arti marziali eseguì una rapida proiezione da aikido che le permise di sgusciare via dalla brutale presa di un omone nerboruto, prima di mozzargli il fiato in gola con un tremendo affondo alla bocca dello stomaco! Riuscì ad evitare un'altra avversaria con una capriola, e la mandò a terra eseguendo una spazzata con la gamba sinistra...
 
*ZZZZZZZZZAPPPPP!*
 
"AAAAAAGH!" Vittoria lanciò un grido di dolore quando un'improvvisa scarica elettrica si abbattè su di lei, facendole irrigidire i muscoli, e lasciandola a terra dopo qualche secondo, stordita e semi-paralizzata! La ragazza strinse i denti e si contorse a terra per qualche secondo, cercando di vedere cosa fosse stato... e vide, con sua enorme sorpresa, che a colpirla era stato un piccolo Pachirisu che in quel momento stava accanto ad una recluta femminile del Team Meteora dall'aspetto piuttosto anonimo ed apparentemente innocuo... e che invece era riuscita a fare quello che molti suoi compagni si erano dimostrati incapaci di fare!
 
"Ottimo lavoro, Pachirisu!" disse Tara, rivolgendo un cenno di gratitudine al suo Pokemon, che rispose voltandosi verso di lei e squittendo allegramente.
 
"Pachi, pachi!"
 
"Yama?" esclamò allarmato lo Hariyama di Vittoria. Quell'attimo di distrazione gli fu fatale. Lo Electabuzz di Eclisse non aspettava altro che un attimo in cui il suo avversario avesse abbassato la guardia... ed Eclisse non se lo fece certo scappare!
 
"Finiscilo, Electabuzz! Attacca con Psichico!" esclamò Eclisse. Il veloce ed agile Pokemon Elettro puntò il palmo di una mano contro Hariyama e, prima che quest'ultimo potesse tentare qualsiasi cosa, scagliò una scarica di energia mentale che investì Hariyama e lo scagliò con violenza contro un muro, per poi tiralo verso di lui con la sola forza della telecinesi, e scagliarlo a terra come un sacco vuoto! Gli occhi di Hariyama si trasformarono in spirali, segno che era stato sconfitto... e nel frattempo, anche Mienfoo doveva arrendersi davanti alla forza del Magmar di Astro, che era riuscito a mandare a segno un poderoso Fuocopugno che mise definitivamente a terra il malcapitato ermellino lottatore. Quest'ultimo emise un gridolino acuto quando il pugno fiammeggiante lo colpì al fianco, provocandogli un dolore come quello di una marchiatura a fuoco... e dopo aver cercato di reggersi in piedi ancora un po', cadde a terra a faccia in giù, perdendo i sensi.
 
"Uff... accidenti, è stata dura... ma alla fine l'abbiamo in pugno!" esclamò Astro, passandosi una mano sulla fronte per spazzare via il sudore. "Bel colpo, recluta Tara! Tu e il tuo Pachirisu siete stati provvidenziali!"
 
Lo scoiattolino elettrico squittì e fece il segno dell'okay usando la coda! "Pachirisu!" esclamò con energia. Tara accarezzò di nuovo il suo Pokemon, congratulandosi con lui per la splendida azione, e guardò verso Vittoria, che ora giaceva a terra immobile e dolorante.
 
"Di niente, Cavaliere Astro... ho semplicemente pensato che mentre lei era distratta a combattere contro i nostri compagni, uno dei miei Pokemon poteva prenderla di sorpresa e metterla fuori combattimento. E come potete vedere, beh... in effetti così è stato!" spiegò Tara. 
 
Eclisse si sfregò il mento e annuì. "Mi viene da chiedermi perchè non lo abbiamo fatto direttamente noi. Sono così abituata alle normali lotte tra Pokemon, che non mi è venuto in mente che potevamo attaccare direttamente la ragazza. Sappiamo chi è, Astro?"
 
Astro e il suo Magmar guardarono verso Vittoria, mentre nello stesso tempo seguivano Eclisse giù per una scaletta antincendio in modo da andare a riprendere lo Electabuzz della Dama Meteora. "Sì, Eclisse... è una dei membri della resistenza che ci hanno sottratto Ortilla e i suoi compagni. Vittoria, un'allieva particolarmente brillante dell'Accademia Apofillite, nella zona est di Reborn." disse Astro. "Credo che sia un membro della resistenza abbastanza importante da consentire uno scambio di prigionieri."
 
"Bene... allora adesso che cosa facciamo?" chiese Tara. "Dobbiamo decidere un punto per lo scambio... magari un luogo in cui la resistenza abbia meno possibilità di coglierci di sorpresa nel caso venisse loro qualche strana idea. Sapete com'è, spesso accade che questi cosiddetti paladini della giustizia, messi di fronte a due scelte ugualmente svantaggiose, riescano ad inventarsene una terza più favorevole."
 
"Vero... in effetti ci avevo pensato anch'io, e anche se è un po' un azzardo, credo di sapere dove possiamo fissare l'incontro." affermò Eclisse. "Avete presente il vecchio impianto industriale abbandonato, dopo il Ponte Berillio?"
 
Astro trattenne il fiato per un attimo, come se sentire il nome di quel luogo gli facesse paura. "Il... Ponte Berillio? La fabbrica abbandonata?" mormorò. "Quello... non è per caso il posto in cui l'agente Corey..."
 
"Non mi dirai che sei superstizioso, vero?" chiese rapidamente Eclisse. "Ammetto che anche a me fa un certo effetto pensare che sia stato lì che Corey abbia fatto... quello che ha fatto. Ma non credo certo nei fantasmi! In quel luogo abbiamo il vantaggio di conoscerlo meglio della resistenza. Terremo Vittoria prigioniera in una delle celle della fabbrica abbandonata, e manderemo alla resistenza una comunicazione con i nostri termini di scambio. Sono convinta che questa volta avremo noi il coltello dalla parte del manico, come si suol dire!"
 
Astro, Eclisse e Magmar raggiunsero il piano terra, con Astro che portava con sè il Mienfoo sconfitto di Vittoria, ed esortarono i loro uomini a rialzarsi e a rimettersi a posto. "Okay, ragazzi, in un modo o nell'altro... la prima parte del piano è andata a buon fine. Adesso... rimettetevi in ordine, medicatevi se ne avete bisogno, e poi, prima che la resistenza si accorga di quello che abbiamo fatto, raggiungeremo il Quartiere Berillio e la Fabbrica Abbandonata."
 
"Ricevuto, Cavaliere Astro!" disse Tara, richiamando poi il suo Pachirisu nella Pokeball. Due uomini del Team Meteora raccolsero Vittoria, legandola mani e piedi per trasportarla meglio, e la ragazza - ancora stordita per la scarica elettrica - emise un flebile lamento quando i due uomini cominciarono a trascinarsela dietro. In meno di un minuto, gli uomini del Team Meteora si erano già riorganizzati, e sgomberarono la piazzetta desolata, dirigendosi a tutta velocità verso il quartiere Berillio...
 
 
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Shelly sospirò, guardando pensierosa il suo orologio da polso. Era passato un po' troppo tempo per i suoi gusti - Vittoria sarebbe dovuta essere di ritorno al loro rifugio già da un'ora, a questo punto, e il fatto che fosse passato tanto tempo senza che lei avesse fatto sapere nulla preoccupava ed angosciava la bambina dai capelli lavanda.
 
"Quanto... quanto ci mette Vittoria?" si chiese Shelly, accarezzando la sua Yanma che si era posata sulla sua spalla. La libellula gigante emise un acuto ronzio, cercando di confortare un po' la sua allenatrice... ma doveva ammettere che, in effetti, era molto preoccupante che Vittoria non fosse ancora tornata. "Non... non v-vorrei mai che... non so... f-fosse stata aggredita da qualche b-banda di strada, o magari... dal... T-Team Meteora."
 
"Lo sai che Vittoria è un'allieva della sensei del Monastero Apofillite." rispose Heather, seduta su una poltrona un po' consunta a guardare la televisione assieme al suo Bagon. All'anulare della mano destra aveva ancora il suo prezioso Anellorubino, che il Team Meteora e il Dr. Connal avevano cercato di sottrarle. "Non basterà certo qualche bulletto che passa per la strada a darle problemi."
 
"Sì, lo so, Heather, ma... il Team Meteora non è un gruppetto di bulli, è... un'organizzazione criminale potente e spietata." affermò Shelly. Heather abbassò lo sguardo, un po' infastidita dal fatto che Shelly le avesse sbattuto in faccia la verità. "Se.. se avessero deciso di catturare Vittoria, allora per loro sarebbe f-facile... prenderla di sorpresa mentre sta tornando qui."
 
"Bagon..." grugnì il Bagon di Heather, distraendosi per un attimo dalla trasmissione che lui e la sua allenatrice stavano guardando. Si trattava di una trasmissione che parlava di alcuni luoghi importanti del continente di Reborn... in particolare, in quel momento stavano parlando del Ponte Berillio, un lungo ponte pedonale che una volta collegava una grande fabbrica con l'entroterra di Reborn City. Era un luogo a cui erano legati molti dei ricordi suoi e di Heather. Ricordi perennemente stampati nelle loro menti, che avrebbero segnato per sempre entrambi loro...
 
Heather rimase in silenzio, tenendo lo sguardo fisso verso lo schermo televisivo che mostrava il lungo ponte pedonale, ora incrostato di ruggine e di sporcizia. "Da quando... è successa quella cosa... il Ponte Berillio non è più stato usato." disse tra sè, ascoltando quello che diceva Shelly con un orecchio, e il commento della tv con l'altro. "Tsk... branco di ipocriti... cosa credono, di farmi un piacere? Tutta facciata... in realtà non gliene frega niente di quello che è successo, ma vogliono far credere che ci tengonoa non ferire i sentimenti di chi è rimasto..."
 
"Mi dispiace, Heather." disse Shelly, poggiando le mani sulle spalle della sua migliore amica. Sapeva bene di cosa Heather stesse parlando... dopotutto, anche lei era stata lì quando l'infanzia di Heather era finita nel modo più brutale e scioccante possibile... "Non... non credo che lo facciano per cattiveria... è solo che... beh... diciamo che sono davvero convinti che tu... e tutti coloro che conoscevano tuo padre... apprezziate la considerazione."
 
"Hmph..." disse Heather, alzandosi di colpo. "Lascia perdere, Shelly, non ci sai fare a dire le bugie. Anche tu sei convinta che a questa gente non potrebbe fregare di meno di me, o di chiunque altro. Sempre così, quelli di Reborn... come mio padre!"
 
"Baaaagon!" esclamò il draghetto, tenendo Heather per il vestito in modo che non si allontanasse. Shelly, temendo di aver detto la cosa sbagliata al momento sbagliato, guardò verso il pavimento, mormorando qualche parola di scusa. Stava per aggiungere qualcosa, quando sentì il suo Pokedex emettere un segnale sonoro - cosa di cui la piccola entomologa si stupì, dal momento che non conosceva nessuno che potesse essere interessato a mandarle un messaggio... a parte i suoi compagni della resistenza, e in quest'ultimo caso, di solito c'era da preoccuparsi!
 
"Huh? E questo che accidenti..." mormorò Heather, il cui Pokedex si era attivato a sua volta. Dimenticandosi completamente della conversazione di un attimo prima, le due bambine tirarono fuori i loro Pokedex, e sia Bagon che Yanma guardarono oltre le spalle delle loro allenatrici, verso gli schermi dei piccoli dispositivi...
 
E il messaggio che lessero fu quanto di più allarmante avessero sentito da un po' di tempo a quella parte!
 
"ATTENZIONE. A TUTTI I NOSTRI COMPAGNI DELLA RESISTENZA ANTI TEAM METEORA. LA SITUAZIONE E' GRAVE. VITTORIA E' STATA RAPITA E PORTATA ALLA FABBRICA ABBANDONATA OLTRE IL PONTE BERILLIO. IL TEAM METEORA PROPONE UNO SCAMBIO DI OSTAGGI... E RICHIEDONO ANCHE L'ANELLO DI HEATHER E LA COLLANA DI ORTILLA. RIUNIONE DI EMERGENZA. STOP."
 
"Non hanno perso tempo, quei maledetti..." mormorò Heather. "Accidenti... e io che pensavo che Vittoria fosse più o meno al sicuro..."
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Nulla da dire per questo capitolo. Il Team Meteora è partito al contrattacco, e ora sta facendo sul serio! Tra non molto, conoscere la Fabbrica Abbandonata del Quartiere Berillio di Reborn City. Un posto pericoloso e terrificante, che non mancherà di sorprendervi. Heather dovrà affrontare i demoni del suo passato... e i ragazzi faranno conoscenza di un personaggio misterioso ed inquietante che è molto più di quello che sembra! Insomma, ci saranno molte sorprese, senza dubbio!
 
A presto!   

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Capitolo 14
*** Terrore nella Fabbrica Abbandonata ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 14 - Terrore nella fabbrica abbandonata
 
 
La notizia del rapimento di Vittoria si era diffusa rapidamente, scuotendo i membri della resistenza che pure erano stati incoraggiati dalle precedenti due vittorie alla centrale elettrica e nella Foresta Malachite. Tutti i membri del gruppo avevano lasciato perdere quello che stavano facendo e si erano precipitati nella sala principale del rifugio sotterraneo per sentire cosa stava accadendo, e per pensare a come reagire a quell'inaspettata emergenza.
 
"Il Team Meteora non ha davvero perso tempo a contrattaccare." affermò Drew, non appena Heather e Shelly ebbero finito di dare la notizia. Il giovanotto dai capelli verdi si stava in quel momento allenando con il suo Masquerain e il suo Roserade, e i due eleganti Pokemon erano ancora accanto a lui, ascoltando con attenzione le notizie. "In un certo senso, questa è una buona notizia, sapete? Vuol dire che stiamo cominciando a dare lorro delle preoccupazioni, dopotutto."
 
"Questo non toglie che hanno catturato una nostra compagna!" esclamò Ortilla, visibilmente preoccupata. "E vogliono che gli riconsegnamo il loro uomo... e in più, che gli portiamo l'Anellorubino di Heather e la mia Collanasmeraldo. Accidenti... ma a cosa gli servono quei gioielli, mi chiedo io? Come mai sono decisi a prendere provvedimenti così drastici per averli? Io non avrei problemi a dar loro la mia collana per salvare Vittoria... ma perchè vogliono proprio queste cose e non altro?"
 
Heather guardò l'anello luccicante che portava alla mano destra, con un'ombra di rabbia e tristezza negli occhi. Tra il fatto che avrebbero dovuto andare alla Fabbrica Abbandonata attraversando il Ponte Berillio... e il fatto che il Team Meteora aveva chiesto anche il suo Anellorubino in cambio della libertà - e forse della vita - di Vittoria... la bambina dai capelli fucsia era pervasa da un'ondata di cupi pensieri.
 
"Non ne ho idea. Non so perchè il mio anello gli interessi tanto..." disse Heather, guardando da un'altra parte per non far vedere il suo tormento. "Questo... è l'unico ricordo che ho di mia mamma, che è morta dandomi alla luce. Ed è l'unica cosa che mio padre mi ha lasciato prima di andarsene anche lui... non so perchè il Team Meteora lo voglia così tanto, ma se sono stati così vigliacchi da rapire Vittoria per costringermi a darglielo..."
 
Vera, Max ed Hitomi non poterono che comprendere il punto di vista della loro compagna. Non potevano certo immaginare cosa volesse dire ritrovarsi senza genitori all'età di soli dieci anni, ma potevano benissimo capire perchè lei fosse così attaccata al suo anello. E in quel momento, anche loro stavano pensando ad un modo di salvare capra e cavoli - liberare Vittoria senza dover consegnare l'Anellorubino e la Collanasmeraldo al Team Meteora.
 
A proporre una soluzione fu Florinia - nel suo solito modo asettico e freddamente logico. "Svolti i dovuti calcoli, questo soggetto ritiene di poter proporre una strategia efficace per fare fronte all'attuale condizione." affermò. "L'agente del Team Meteora da noi catturato, conosciuto come Simone, costituisce una fonte di informazioni superflua nella migliore delle ipotesi, e quindi, la sua riconsegna al Team Meteora è da considerarsi accettabile. Non altrettanto si può dire dell'Anellorubino e della Collanasmeraldo. Questo soggetto ritiene che il loro valore per il Team Meteora superi di gran lunga quello dell'ostaggio attualmente da loro detenuto, e potrebbe effettivamente essere un tassello fondamentale per i loro piani. La loro consegna al Team Meteora è quindi fuori discussione."
 
"E allora... cosa dovremmo fare per salvare Vittoria ed impedire al Team Meteora di mettere le mani su quei preziosi oggetti?" chiese Vera, non sapendo che pesci pigliare. "Se solo avessimo qualche modo per coglierli di sorpresa, allora forse..."
 
Shelly era rimasta in silenzio fin da quando la "riunione" era iniziata, cercando di pensare ad un modo per risolvere quel dilemma. Effettivamente, questa volta il Team Meteora si era messo in una posizione di grande vantaggio, e aveva scelto un luogo molto malfamato per lo scambio. Tuttavia, forse c'era qualche possibilità di coglierli di sorpresa, se avessero giocato bene le loro carte. La piccola esperta di Pokemon Coleottero di voltò verso Cain, come se volesse chiedergli conferma... e il giovanotto dai capelli viola sembrò capire al volo. Annuì con un piccolo sorriso, e fece cenno a Shelly di dire la sua.
 
"A-ascoltatemi... forse, io e Cain potremmo... avere un'idea di come fare a cogliere di sorpresa il Team Meteora... e liberare Vittoria senza dover per forza consegnare loro l'Anellorubino e la Collanasmeraldo..." disse la bambina dai capelli lavanda, facendo drizzare le orecchie ad Heather.
 
"Dici... dici sul serio, Shelly?" chiese Heather speranzosa.
 
La bambina dai capelli violetti fece un debole cenno con la testa, sentendosi un po' sotto pressione davant a tutti quei volti che la guardavano. "Credo... credo che si possa fare..." mormorò, prima di prendere un bel respiro e dire quello che stava pensando. "Ecco... dovrebbe esserci qualche altro ingresso alla Fabbrica Abbandonata. Dovremmo comunque passare sul Ponte Berillio, ma... se qualcuno di noi riesce  portarsi sul fianco della Fabbrica, allora credo che potremmo trovare qualche altra entrata. Magari le uscite di emergenza che venivano usate quando... quando era ancora in attività!"
 
"E' vero che c'è la possibilità che il Team Meteora le abbia già sbarrate, o che siano state rese inutilizzabili dall'incuria..." disse tra sè Amalia. La giovane maestra di Pokemon d'Acqua stava partecipando a sua volta a quella riunione di emergenza, e si era anche lei offerta volontaria per partecipare al salvataggio di Vittoria. "Però vale la pena di tentare. Magari gliene è sfuggita qualcuna... in fondo, il Team Meteora sarà anche efficiente, ma non è infallibile."
 
"E' un po' rischioso, ma vale la pena di tentare." riflettè Pietro dopo qualche istante di riflessione. "Va bene. Allora, alcuni di noi si presenteranno alla Fabbrica Abbandonata portando con sè l'ostaggio, e facendo finta di consegnare al Team Meteora l'anello di Heather e la collana di Ortilla."
 
"Nel frattempo, un altro gruppo cercherà di intrufolarsi nella fabbrica tramite un ingresso alternativo, e tenterà di liberare Vittoria senza che il Team Meteora se ne accorga." concluse Drew. "E' un piano un po' rischioso, ma... a questo punto, vale la pena di tentare. Va bene. Allora, credo che sia il caso di cominciare a dirigerci verso la Fabbrica Abbandonata... e portarci dietro quella recluta del Team Meteora, giusto per far vedere che rispettiamo i loro termini."
 
Vera annuì cupamente, sperando che l'idea dei suoi compagni funzionasse. Aveva l'impressione che da quel momento in poi sarebbe tutto diventato molto più pericoloso...
 
 
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Eclisse non era una persona superstiziosa... ma doveva ammettere che il suo collega aveva la sua parte di ragione - la Fabbrica Abbandonata era davvero un posto lugubre, quanto lo poteva essere quello che una volta era un luogo frequentato da decine di persone, in cui si producevano beni e utilità... e che ora era stato abbandonato al degrado e all'incuria. Il grande edificio in cemento grigio, reso ancora più imponente dalle ciminiere ora inattive che si protendevano verso il cielo ingombro di smog, era persino più inquietante all'interno: i corridoi erano completamente vuoti, a parte la polvere, le cartacce e i calcinacci che giacevano per terra in disordine. L'illuminazione era fioca, data soltanto da alcune lampade alogene appese ai soffitti - Astro ed Eclisse avevano da poco ripristinato l'alimentazione elettrica, ma anche così, l'oscurità che avvolgeva il luogo non si era diradata di molto. A completare questo quadro, e a rendere desolante lo scenario, contribuiva l'odore di aria viziata e di muffa, e le macchie di umidità che segnavano pavimento e pareti. Tutto attorno agli uomini del Team Meteora regnavano lo squallore e l'abbandono.
 
Reprimendo un brivido, Eclisse condusse la loro prigioniera, ancora un po' debole sulle gambe per la scarica elettrica che aveva ricevuto poco prima, all'interno di quello che dava l'impressione di essere stato un ufficio. I resti di alcune scrivanie e tavoli giacevano sul terreno, assieme ad alcuni fogli appallottolati e a cartacce di vario tipo, e la polvere, ancora più densa lì che in qualsiasi altra stanza, rendeva difficile respirare senza tossire. Detto questo, era un luogo abbastanza interno alla fabbrica che Eclisse era sicura che il loro ostaggio sarebbe stato relativamente al sicuro. Non c'era molto che potesse essere pericoloso da quelle parti, ed era nel loro interesse che Vittoria arrivasse tutta d'un pezzo al momento dello scambio.
 
Facendosi aiutare da alcune reclute, Eclisse trascinò Vittoria fino ad una sedia che era rimasta più o meno intatta e la costrinse a sedere su di essa, prima di legarla mani e piedi, e fare in modo che non potesse scappare. Vittoria ebbe un breve momento di reazione quando Eclisse la costrinse a mettere le mani dietro lo schienale, ma era ancora un po' rattrappita e non riuscì ad opporre resistenza quando Eclisse la legò strettamente.
 
"Giocati bene le tue carte, Vittoria." disse Eclisse con un sospiro, voltando le spalle a Vittoria mentre faceva cenno ai suoi uomini di seguirla. Alcune delle reclute del Team Meteora restarono nei dintorni, in modo da tenere d'occhio Vittoria nel caso tentasse in qualche modo di liberarsi. "Non mi fa piacere tenerti legata in questo posto, ma per raggiungere il nostro scopo, avremo bisogno di ricorrere a dei mezzi sgradevoli."         
 
"Tsk... potrei anche comprendere il vostro punto di vista, se non fosse per il fatto che state trasformando il continente di Reborn in un inferno! Anzi, lo avete già fatto!" esclamò Vittoria, ritrovando per un attimo le forze. "Che cosa sperate di ottenere, eh? Se solo noi lo sapessimo... forse potremmo trovare una soluzione a tutto questo! Senza che nessuno ci vada di mezzo!"
 
Eclisse restò in silenzio per alcuni secondi, riflettendo sulle parole di Vittoria... e per un attimo, la giovane esperta di arti marziali ebbe l'impressione di aver fatto breccia nell'animo della Dama Meteora. Ma questa speranza durò solo pochi secondi: Eclisse scosse la testa e riprese ad allontanarsi dalla stanza desolata. "Tu non puoi capire... nessuno di voi può capie. Noi del Team Meteora stiamo lottando perchè il continente di Reborn diventi un posto migliore, e alcuni sacrifici sono necessari a questo scopo. Voi della resistenza, che piani avreste per migliorare la situazione disastrosa in cui si trova questo paese? Vi limitate a dire che noi del Team Meteora siamo nel torto, a fare enunciazioni di principio... e intanto, questo paese sprofonda sempre di più nella corruzione e nel degrado!"
 
"Ma una volta Reborn non era così!" esclamò Vittoria, decisa a non arrendersi. "Qualche anno fa, la situazione ha preso a peggiorare all'improvviso... e due anni fa, siamo arrivati a questo punto! Se solo... se solo riuscissimo a capire come mai il nostro continente ha conosciuto un simile crollo verticale... forse riusciremmo a fare qualcosa per migliorare le cose!"
 
Eclisse non rispose. Restò ferma davanti al corridoio di uscita, con la mano destra appoggiata ad un muro... poi, senza proferire verbo, se ne andò, lasciando Vittoria legata sulla sedia con non meno di cinque reclute a farle la guardia. Vittoria non poteva saperlo, ma Eclisse stava effettivamente pensando a quello che aveva appena sentito, per quanto cercasse con tutte le sue forze di non dargli peso...
 
La Dama Meteora si incamminò lungo una serie di corridoi oscuri, illuminati solo ad intermittenza dalle luci appese ai muri e al soffitto. Raggiunse un'ala dell'edificio che sembrava un po' meglio conservata, in cui il pavimento era più o meno intatto, e si sedette su un gradino rimasto quasi del tutto intatto.
 
"Quello che dice Vittoria non è del tutto insensato. Quello che stiamo facendo... è terrorismo, c'è poco da dire." mormorò tra sè. "Però, se con queste nostre azioni potessimo assicurare a Reborn un futuro migliore? Varrebbe la pena di fare qualche sacrificio per un bene maggiore, no?"
 
"Eclisse? Tutto bene? Hai fatto mettere il nostro ostaggio in un posto dove non possono raggiungerla?" 
 
I pensieri di Eclisse vennero interrotti quando la giovane Dama Meteora venne interpellata dal suo compagno, Astro. Il ragazzo si stava avvicinando a lei, mettendole una mano sulla spalla con espressione preoccupata, ed Eclisse apprezzò se non altro la sua premura.
 
"Ah... Astro, sei tu. Scusa, mi ero imbambolata a pensare." disse, sfregandosi gli occhi con una mano. Si accorse solo in quel momento di essere molto stanca. Era da quando erano tornati da quella fallimentare missione ad Hoenn che non si erano presi il loro tempo per riposarsi. "Sì... sì, Vittoria si trova in uno degli ex-uffici di questa baracca polverosa. Anche se quelli della resistenza cercheranno di fare qualche colpo di testa, non riusciranno a raggiungerla tanto facilmente. Almeno su quello possiamo stare tranquilli."
 
"Mi fa piacere saperlo..." disse Astro, guardando in lontananza. Anche lui sembrava non essere convinto al cento per cento di quello che stavano facendo. "Ascolta, Eclisse... so che quello che stiamo facendo è sgradevole, e che molte persone stanno soffrendo per colpa nostra. Ma... dobbiamo farci forza, e lo sai anche tu. Dopotutto... ti sei unita al Team Meteora perchè pensavi... e lo pensi ancora... che sia l'unica possibilità di salvezza per questo posto, vero?"
 
"Come tu ti sei unito a loro perchè sono stati loro a darti un futuro quando eri un ragazzino di strada senza prospettive." disse Eclisse, permettendosi un piccolo sorriso. "Si può dire che, in fondo, siamo tutti e due sulla stessa barca. Entrambi noi siamo grati al Team Meteora per qualcosa. E siamo convinti che seguirli sia l'unico modo per migliorare qualcosa da queste parti."
 
Astro annuì lentamente. "Lord Solaris... è sinceramente preoccupato per quello che sta accadendo. Anche se temo che molte delle persone che gli stanno attorno non siano così sincere e fedeli." affermò. I due restarono in silenzio per un po', evidentemente scontenti di certi eventi che si stavano verificando tra i ranghi del Team Meteora. "Comunque, per ora l'importante è sostenere Lord Solaris, e cercare di recuperare l'Anellorubino e la Collanasmeraldo. Per quanto riguarda gli altri due... ce ne occuperemo con calma quando sarà il momento."
 
"Hai ragione." rispose Eclisse. "Anche se... lo ammetto, mi sento in colpa per tutte quelle persone che stiamo colpendo con i nostri piani. Anche se mi rendo conto che certi sacrifici sono necessari, non è certo più facile compierli."
 
"Lord Solaris sa quello che sta facendo." disse Astro. "Se tutto andrà bene, sarà lui ad inaugurare la nuova era... nessun altro potrà usurpare il suo sogno di riportare Reborn allo splendore passato."
 
"Io spero in bene, in ogni caso. Adesso... meglio prepararsi. La resistenza arriverà qui a momenti, e saranno pronti a tutto per liberare la loro compagna." disse Eclisse. Si rimise a posto l'uniforme, e i due comandanti di basso rango del Team Meteora si allontanarono, lasciandosi dietro l'inquietante corridoio e le sue luci intermittenti. I loro passi riecheggiarono debolmente in quel luogo desolato, fino a scomparire del tutto ed immergere nuovamente il corridoio in un cupo e gelido silenzio. 
 
Ma la quiete non durò a lungo.
 
"Gassssstly..." sussurrò un Pokemon, emergendo da una delle pareti e dando un'occhiata nel corridoio con i suoi occhi dello sguardo acuto. Era una creatura molto strana, niente di più che una palla di gas viola-nero, circondata da un alone di gas di colore più chiaro, con dei grandi occhi bianchi delle pupille piccole e nere, e una bocca larga dalla quale spuntavano i canini superiori. Un Gastly, il più tipico dei Pokemon Spettro - una creatura capricciosa e burlona con l'abitudine di infestare luoghi poco frequentati dagli umani.
 
Non era da solo, effettivamente - altre due creature dall'aspetto peculiare lo accompagnavano, fluttuando in aria accanto a lui. Una di esse era, chiaramente, un altro Pokemon di tipo Spettro, di colore grigio verdognolo, privo di braccia e gambe - si trattava, in effetti di niente più che una testa fluttuante sotto la quale aveva piccole appendici che facevano sembrare che indossasse un vestito increspato. Intorno al collo portava una collana di sfere rosse fluttuanti, e i suoi "capelli" ondeggianti avevano la punta lilla, mentre gli occhi erano gialli con l'iride rossa.  
 
Il terzo Pokemon aveva un aspetto meno spettrale ma altrettanto innaturale - era composto da una sfera metallica argentata con un grosso occhio inespressivo, con due calamite a ferro di cavallo ai lati del corpo a fare da mani improvvisate. Una grossa vite  era piantata nella parte superiore del suo corpo, e ce n'erano altre due più piccole sotto l'occhio. Si reggeva in aria tramite la pura e semplice forza elettromagnetica che emanava, e il suo unico occhio scattava rapidamente di qua e di là, come se lo strano Pokemon magnetico volesse registrare ogni cosa.
 
La creatura simile ad una testa fluttuante - un Misdreavus, un Pokemon originario della regione di Johto - rivolse ai suoi due compagni, un Gastly e un Magnemite, uno sguardo espressivo, e mormorò loro qualcosa che il Pokemon Acciaio/Elettro approvò con un piccolo cenno delle calamite che usava come mani.
 
"Dreeeeeavus..." disse Misdreavus con una voce melodiosa e al tempo stesso sibilante e spettrale. Il Gastly che era con lei annuì lentamente, senza mai perdere quella sua espressione un po' beffarda, e Magnemite chiuse leggermente il suo unico occhio, permettendo ad un po' di emozione - in questo caso, dubbio e incertezza - di farsi vedere sul suo viso.
 
"Magnemite?" esclamò con la sua voce metallica. Le sue mani-magneti girarono con uno scricchiolio di metallo sul metallo, e delle scariche elettriche si dipartirono crepitando da esse.
 
Gastly storse il naso, poi fece un cenno a Misdreavus, indicando con lo sguardo il corridoio lungo il quale Astro ed Eclisse si erano incamminati. "Gas gas..." mormorò, quasi volesse dire ai suoi compagni che non si fidava minimamente di quello che quei due e il resto degli intrusi stavano facendo. Misdreavus riflettè un po', poi sussurrò qualcosa a Gastly e a Magnemite, che ascoltarono senza dire una parola, e poi fecero dei cenni di assenso. Il Pokemon magnetico ripetè il proprio nome con la sua voce metallica, cercando di dire che ci avrebbe pensato lui a tenere d'occhio gli estranei... mentre loro due avrebbero potuto andare per conto loro.
 
"Misdreavus..." rispose l'elegante Pokemon Strido. Magnemite fluttuò a pochi centimetri dal soffitto, restando vicino agli angoli in modo da restare quanto più nascosto possibile, e i due Pokemon Spettro lo accompagnarono con lo sguardo, prima di voltarsi l'uno verso l'altra e scambiarsi un cenno di intesa. Misdreavus fece cenno a Gastly di seguirlo, e i due Pokemon si ritirarono, attraversando i muri grazie ai loro corpi eterei...
 
In un breve momento, il corridoio abbandonato era ritornato nel silenzio più spettrale...
 
 
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Era immerso nell'oscurità più totale.
 
Il che, per uno come lui, voleva dire che era una giornata come un'altra, se il termine giornata avesse avuto un senso in quel luogo che sembrava essere dimenticato da tutti. Da quanto tempo era che se ne stava nascosto nella Fabbrica Abbandonata, mostrandosi solo di tanto in tanto alla gente di Reborn City? Tanto, troppo perchè a lui facesse piacere ricordarlo. L'ultima volta che era stato fuori era stato per andare al Ponte Berillio, per raccogliere un'anima  che troppo presto si era separata dal suo guscio mortale. Un'anima che lui stesso aveva visto precipitare nell'oscurità, perdere ogni speranza fino a sprofondare nel vuoto...
 
"Gengarrrr..." sentì la voce di uno dei suoi Pokemon accanto a lui. Un Gengar, un potente Pokemon Spettro/Veleno di colore viola scuro, con corte braccia e gambe, la schiena coperta di corti spuntoni e un paio di grandi e minacciosi occhi rossi, apparve davanti a lui nell'oscurità di quel luogo, e il misterioso individuo rivolse a lui la sua attenzione. Doveva essere successo qualcosa di davvero inusuale, perchè il suo compagno Gengar si fosse preso la briga di andarglielo a comunicare di persona, in quella sala dei terminali nella quale da diversi anni non entrava più anima viva.
 
"Ho percepito che si stanno avvicinando..." sussurrò l'individuo avvolto nelle tenebre. "Immagino che la cosa ti abbia un po' turbato. Dopotutto, sai bene chi c'è tra quei ragazzi."
 
"Garrrr..." disse il Pokemon fantasma, rabbiosamente. In effetti, in quel Gengar c'era una fondamentale differenza rispetto ad altri della sua razza: non aveva il classico ghigno sardonico a cinquantaquattro denti che caratterizzava gli altri Pokemon della sua specie. Invece, questo Gengar appariva cupo e rabbioso, e nei suoi occhi riluceva qualcosa che dava l'idea della disperazione che regnava nel suo animo. Certo, non doveva essere stato un Pokemon che aveva avuto una vita facile - se di vita si poteva parlare nel caso di uno Spettro...
 
L'individuo nascosto nell'ombra scosse la testa. "Quindi, dopo tutto questo tempo, ancora non riesci a gettarti alle spalle il passato." affermò. Quando Gengar rispose con uno sguardo ancora più rabbioso e ferito, il misterioso individuo non sembrò turbato più di tanto, e decise che tanto valeva assecondarlo. "Capisco. Era comunque mia intenzione mettere alla prova quei ragazzi. Lascerò a te il compito di badare ad Heather. E spero che questo incontro con lei ti permetta di chiarire ogni cosa, e di far svanire per sempre i tuoi rimpianti. Ti auguro di trovare la tua strada, amico mio."
 
"Gengar!" esclamò il Pokemon spettrale, il cui volto sembrò distendersi giusto un po', forse per concedersi un attimo di speranza. Ma il Pokemon ricacciò subito quella sensazione, rimproverandosi per quell'attimo di debolezza. "Gen gengar!"
 
"Qualunque cosa capiti, spero che sarà valsa la pena di farti incontrare Heather... una volta di più." affermò l'uomo del mistero. Un fruscio appena percettibile gli annunciò che stava arrivando qualche altro Pokemon, e infatti, pochi istanti dopo, ecco che nella stanza apparirono, passando attraverso un muro, un Gastly e una Misdreavus, che raggiunsero il Gengar ed il suo allenatore e si inchinarono come potevano davanti a loro. "Vedo che siete tornati presto. Avete novità di cui fare rapporto?"
 
"Gas gas! Gassssstly!" esclamò il Pokemon simile ad una palla di fumo, sibilando in maniera un po' inquietante.
 
"Misdreeeeeavus!" esclamò la Pokemon Strido. Immediatamente, Gengar corrugò la fronte, assumendo un'espressione ancora più minacciosa ed inquietante... 
 
Ma l'uomo misterioso non sembrò turbato dalle notizie che aveva appena ricevuto. "Sì... comprendo. Era una situazione del tutto prevedibile, in ogni caso. Anzi, per certi versi, è anche meglio per noi." affermò. Si rivolse a Gastly e Misdreavus, che si misero nervosamente sull'attenti davanti al suo sguardo cupo. "Voi due, potete andare. Date una mano a Magnemite. Se il Team Meteora dovesse avvicinarsi troppo, respingeteli. Non dovrebbe essere difficile per voi, vero?"
 
"Gastly!" esclamò Gastly, riprendendo a sogghignare con fare arguto... e anche Misdreavus fece un cenno per dire che aveva capito, prima che i due Pokemon Spettro si ritirassero nuovamente nel muro da cui erano venuti. In perfetto silenzio, l'individuo nascosto dall'oscurità si fece avanti, e alcune luci di emergenza di quella sala abbandonata si accesero, illuminando per un attimo quella figura inquietante e soprannaturale.
 
"Sta arrivando un momento di grandi cambiamenti per il nostro mondo." disse tra sè. "Se in meglio o in peggio, non sono ancora in grado di dirlo. Ma... sicuramente tua figlia sarà un elemento importante di questo cambiamento, Corey. Anche se lei non se n'è ancora resa conto."
 
"Gengarrrrr..." mormorò Gengar, la cui espressione cupa si era fatta combattuta e indecisa...
 
 
 
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Il Ponte Berillio, l'unica strada vera e propria che collegava Reborn City alla piccola zona industriale, non era molto dissimile dal resto delle stradine di quel luogo dimenticato da Arceus. Si trattava di un ponte asfaltato che da tempo era stato abbandonato, e che ora veniva evitato da tutta la popolazione di Reborn City... al punto che Vera e i suoi compagni avevano dovuto arrivare lì di soppiatto, per non destare sospetti da parte di abitanti di Reborn un po' troppo zelanti. Non era uno spettacolo molto meno desolante del resto della metropoli inquinata - alcune sezioni di ponte erano state costruite solo in parte, lasciando delle voragini che davano su un burrone profondo almeno una ventina di metri; le ringhiere erano arrugginite, e sul terreno, sull'asfalto ricoperto di crepe, si vedevano numerosi rifiuti e calcinacci. Il gruppetto di allenatori non aveva però molta scelta a parte proseguire per quella stradina infida, sperando che andasse tutto bene almeno fino al momento di entrare nella Fabbrica Abbandonata.
 
Di tutti loro, era Heather quella che sembrava più tesa. La bambina dai capelli fucsia si teneva indietro rispetto al resto del gruppo, con Shelly ed Ortilla che cercavano di non farla allontanare troppo... e di tanto in tanto, gettava un'occhiata furiosa e addolorata verso il burrone, come se volesse biasimarlo per qualcosa. 
 
"Heather? Guarda che abbiamo una tabella di marcia." disse Hitomi, stanca di dover rallentare ogni dieci passi per consentirle di stare al passo. "Quindi, se non hai voglia di venire, puoi anche tornare al rifugio."
 
"Tu stai zitta! Non sono affari tuoi!" fu la reazione alquanto irritata di Heather. "Guardate che anch'io sono qui per dare una mano! Ho le mie ragioni per sentirmi così, quindi vedi di non scioccarmi!"
 
Hitomi corrugò la fronte, fortemente tentata di prendere Heather e tirarle uno schiaffo per insegnarle a non rispondere così... ma Vera intervenne, evitando che le due ragazzine più piccole venissero alle mani. "Calma! Calma, voi due! Non siamo qui per litigare! Dobbiamo fare questo scambio di prigionieri, no?" esclamò, dando un'occhiata a Simone che veniva condotto, con calma e gentilezza ma anche con fermezza, da Amalia e Julia. La recluta del Team Meteora era stata molto collaborativa, almeno fino a quel momento. "Heather, ascolta, non so quale sia il tuo problema, ma se vuoi parlarmene... se non altro, penso che ti permetterebbe di stare meglio che semplicemente tenerti tutto dentro fino a scoppiare!"
 
"E' vero, Heather..." disse Shelly, cercando di convincere la sua migliore amica. "Questi ragazzi vogliono solo darci una mano... e... e abbiamo... bisogno di loro, se vogliamo... farcela, no?"
 
Heather sembrò calmarsi un po', e prima di rispondere guardò con rabbia e malinconia verso la ringhiera arrugginita del ponte. Per un attimo, ebbe l'impressione di vedere una figura alta, dai capelli grigio-viola sparati in aria, che stava in piedi su di essa... ma quando sbattè gli occhi, la bambina si rese conto che si trattava soltanto di un momento in cui la sua mente aveva rivisto un'immagine del suo passato. Accidenti a lei e ai suoi flashback...
 
"Io... per adesso non me la sento, okay?" disse Heather con un sospiro. "Perchè... perchè per adesso non ci concentriamo su quello che dobbiamo fare, invece che su queste sciocchezze? Alcuni di noi dovranno cercare un altro ingresso alla Fabbrica Abbandonata... e io vorrei essere in quel gruppo, okay?"
 
"Va bene, Heather... ma allora permettimi di venire con te, okay?" disse Shelly, immaginando che avrebbe potuto essere un'esperienza difficile per la sua migliore amica. "Tra l'altro... mi sembra che... che... ehm... che siamo arrivati, no? Il... il ponte è... appena finito!"
 
Vera guardò avanti, e vide che, in effetti, il gruppetto di allenatori era arrivato dall'altra parte del burrone che separava Reborn City dalla Fabbrica Abbandonata - un edificio alto e dall'aspetto imponente, un colosso grigio e nero che sembrava servire a ricordare a tutti i cittadini di Reborn come fosse iniziato il degrado del loro mondo. Da terra, Vera e i suoi compagni videro delle alte ciminiere, ora completamente inattive ma ancora impressionanti come dimensioni e imponenza, che si stagliavano contro il cielo grigio. L'edificio era circondato da un recinto di filo spinato che lasciava attorno ad esso soltanto un piccolo spiazzo, ricoperto di erba secca.
 
"Questa... è la Fabbrica Abbandonata." disse Amalia, fermandosi vicino all'entrata del grande edificio. Cain e Pietro condussero Simone con loro, e si piazzarono appena dietro ad Amalia. "Tempo fa, questa era la sede centrale della Yureyu Corporations, i più grandi sviluppatori di tecnologia di Reborn. Ma da quando Reborn ha cominciato a precipitare in questo abisso di degrado in cui si trova in questo momento... l'azienda ha progressivamente rallentato l'attivtà, fino a fermarsi del tutto. Ora... questo edificio abbandonato è tutto quello che rimane. Qui non solo si produceva, ma si trovavano anche gli uffici dell'azienda, che dava lavoro a molte persone."
 
"Quindi, la chiusura della fabbrica ha provocato anche un bel po' di disoccupazione, dico bene?" comprese Max. "I problemi non vengono mai da soli..."
 
Ortilla annuì, tenendosi vicina alla sua Alty. La Pokemon Drago/Volante era visibilmente disturbata dall'aria stantia e viziata che aleggiava attorno alla Fabbrica Abbandonata, e cercava di farsi aria con le sue grandi ali piumate. "Più restiamo qui a Reborn, più mi rendo conto che i problemi di questo mondo non sono isolati l'uno dall'altro, per così dire. E' una situazione molto difficile, che ha creato un circolo vizioso, per così dire."
 
Fern alzò le spalle. "Beh, se non altro c'è qualcuno di sveglio, da queste parti." affermò il ragazzaccio con gli occhiali. "Sì, come si suol dire, da cosa nasce cosa. Disoccupazione, criminalità, degrado, la gente che se ne va, l'inquinamento che aumenta sempre più... ormai le acque di Reborn City sono più veleno che altro. Ci vivono solo i Grimer, i Trubbish... e altri Pokemon come questi."
 
Pietro fece un cenno con la testa. Per quanto Fern non gli piacesse per niente, doveva pur riconoscere quando aveva ragione. "E' stato un processo graduale... ma spaventosamente rapido. In breve tempo, la situazione a Reborn è diventata insostenibile, i Pokemon hanno cominciato a rifugiarsi nei luoghi più remoti del continente, e la nostra capitale è caduta sempre più preda dell'anarchia man mano che ciò che avevamo costruito cominciava a disfarsi."
 
"Già, e quelli del Team Meteora ne hanno approfittato." affermò Julia. 
 
Simone, che era rimasto in silenzio per tutto questo tempo, lasciandosi trasportare di qua e di là senza protestare, decise che aveva sentito abbastanza, e cercò di parlare a favore della sua organizzazione. "E potete forse biasimarci per aver fatto quello che abbiamo fatto?" esclamò. "Lo avete visto anche voi, no? Il continente di Reborn è ormai marcio... anzi, non solo Reborn. Se non poniamo rimedio a questa reazione a catena, tutto il mondo precipiterà nella desolazione. Noi del Team Meteora siamo qui per impedire tutto questo, e per riportare il mondo allo splendore di un tempo!"
 
"Con tutto quello che avete fatto, e tutte le vite che avete messo in pericolo, non credo che tu abbia esattamente il diritto di farci questi bei discorsi, tesoruccio!" rispose Cain. Il suo tono restava allegro, ma Vera e i suoi amici riuscirono a sentire l'accento di condanna nelle parole del giovane esperto di Pokemon Veleno. "E comunque, sappi che non ci incanti con le belle parole. Adesso te ne stai qui buono, e aspetti che ti abbiamo riconsegnato ai tuoi amichetti in cambio di Vittoria... e niente scherzi, mi sono spiegato? Bene? Bene. Direi che possiamo andare. Allora... a parte me, chi è che cerca un'entrata di servizio per questa tana di Raticate?"
 
"Ho già detto che vado io." rispose Heather, decisa a non farsi sfuggire quell'occasione. Se avesse potuto mettere le mani su qualche membro del Team Meteora, avrebbe avuto la possibilità di prendersi un po' di rivincita. "Voglio dare una mano contro il Team Meteora... e magari farmi dire qualcosa di più su quello che è successo qui!"
 
Shelly, in maniera abbastanza prevedibile, volle unirsi alla sua amica. "Allora... allora verrò anch'io con Heather e Cain... se... se non do troppo disturbo, si intende." disse, un po' insicura. Si sentì sollevata quando Heather le fece cenno che andava tutto bene, e che per lei non ci sarebbero stati problemi.
 
"Bene... allora, Heather, Shelly, Cain, che ne dite se vengo anch'io con voi?" chiese Vera, volendo anche lei tenere d'occhio i due membri più giovani della resistenza e dare una mano nel caso ci fossero stati problemi. "Max, vuoi venire anche tu?"
 
"Sì, sorellina. Immagino che potrò dare una mano anch'io." disse il bambino con gli occhiali. "Hitomi, Ortilla, voi che fate, restate con il gruppo?"
 
"Sì, Max, meglio non disperderci troppo." disse Hitomi. "Tra l'altro, ho l'impressione che Amalia e Julia vogliano venire con voi, dico bene?"
 
La bella allenatrice di Pokemon d'Acqua fece un cenno di assenso. "Sì, infatti. Preferiremmo venire con voi... non faccio per vantarmi, ma i miei Pokemon d'Acqua sono tra i più forti Pokemon su cui la resistenza possa contare, e sono sicura che potranno affrontare qualsiasi avversario il Team Meteora gli mandi contro!" affermò.
 
"Io sono qui solo per godermi un po' di esplosioni!" scherzò Julia. "KA-BOOM!"
 
"Si ricorda al soggetto Julia che lo scopo della spedizione è il recupero e la messa in sicurezza del soggetto Vittoria." fu il commento di Florinia. "Si sconsiglia l'uso di forza non necessaria."
 
"Va bene, abbiamo capito..." disse Heather, impaziente di cominciare. "Allora, noi cominciamo a cercare in giro se troviamo un altro ingresso... voi entrate dall'ingresso principale e cercate di tenere occupati quelli del Team Meteora finchè non interveniamo noi! Mi raccomando, ragazzi, state attenti a quello che fate."
 
"Non davi l'impressione di una che si preoccupava, piccola Heather." disse Drew con un sorrisetto sarcastico. La bambina dai capelli fucsia fece una buffa espressione offesa, e si voltò dall'altra parte, mentre Drew si schiariva la voce. "Scherzi a parte, hai ragione. Non abbiamo idea di cosa ci aspetti là dentro, quindi... state attenti tutti quanti, okay? Anche tu, Vera."
 
"Tranquillo, Drew, non mi farò prendere di sorpresa." disse Vera, restituendo a Drew uno sguardo comprensivo. I due ragazzi si fissarono negli occhi per un breve momento, prima che i due gruppi si separassero... e un attimo dopo, il gruppetto composto da Amalia, Julia, Cain, Vera, Max, Shelly ed Heather si allontanò lungo il fianco della Fabbrica Abbandonata, in cerca di unluogo da cui avrebbero potuto entrare.
 
Il resto del gruppo restò per un attimo lì, per accompagnarli, e poi si accinse ad entrare dalla porta principale, non sapendo bene cosa avrebbero dovuto aspettarsi, ma cercando ugualmente di essere pronti ad ogni evenienza.
 
"Okay, questo è il momento decisivo." disse Pietro, tenendo Simone per un polso e facendogli cenno di non tentare niente di avventato. "Ora facciamo il nostro ingresso in gran stile... e niente scherzi, okay?"
 
La recluta del Team Meteora annuì senza dire nulla, ma dentro di sè, sperava che qualunque fosse il piano di Tara e dei suoi compagni, almeno fosse buono... Finalmente, il gruppo fece il suo ingresso nella fabbrica abbandonata, con Pietro e Florinia in testa... e si trovò di fronte lo spettacolo più inquietante e desolante che Drew avrebbe mai immaginato di vedere! 
 
L'interno della Fabbrica Abbandonata era completamente deserto, immerso in una tale oscurità che era difficile vedere ad un palmo dal proprio naso! L'unica luce che si poteva vedere era quella, fioca e quasi insignificante, che proveniva dai pannelli sui muri, e da ciò che rimaneva dei terminali. Ogni tanto, si poteva cogliere un movimento di qualcosa che si spostava nell'oscurità... ma il fatto che non si potesse vedere cosa fosse non contribuiva certo a migliorare le cose. Dava l'impressione che da un momento all'altro sarebbe satato fuori qualcosa e li avrebbe attaccati... anche Simone, che pure era abbastanza ansioso di rivedere i suoi compagni del Team Meteora, deglutì e si ritrovò a chiedersi cosa fosse saltato loro in mente di scegliere questo posto per eseguire lo scambio...
 
"Si richiede di procedere." disse Florinia, l'unica a non essere minimamente impressionata da quella vista desolante. Cercando di non mostrare il loro nervosismo, gli allenatori della resistenza fecero il loro primo passo all'interno della Fabbrica Abbandonata, mentre la porta si richiudeva cigolando dietro di loro.
 
"Ehm... non so voi, ragazzi, ma a me questo posto mette i brividi... non è che qualcuno ha qualcosa... qualsiasi cosa... per farci luce?" chiese Pietro, cercando distare attento a dove metteva i piedi. Il pavimento era pieno di cartacce, rifiuti e calcinacci, e sentiva che da un momento all'altro avrebbe potuto accadere qualcosa di terribile. Almeno, se avessero avuto un po' di luce, avrebbero potuto vedere dove mettevano i piedi...
 
Hitomi, malgrado qualche tentennaento iniziale, aveva rapidamente preso il controllo della situazione, e aveva tirato fuori una delle sue Pokeball. "Se qualcuno vuole un po' di luce, non ha che da chiedere." affermò. "Sableye, abbiamo bisogno di una mano."
 
Con un gesto, Hitomi fece uscire il suo Pokemon Spettro/Buio, una creatura umanoide alta appena mezzo metro il cui corpo di colore viola scuro sembrava fatto di aria e fumo, esile e flessibile, con due grandi gemme bianco-azzurrine che facevano da occhi, e una piccola pietra rossa incastonata sul petto. Atterrò con prontezza accanto alla sua allenatrice, che lo accolse con un cenno della testa. "Riesci a farci un po' di luce in questa topaia?" chiese la bambina. "Abbiamo qualche problema ad andare avanti."
 
"Sableye!" esclamò il Pokemon Oscurità facendo un piccolo ghigno. Fece cenno al resto del gruppo di non guardarlo direttamente, poi si concentrò per un attimo e fece illuminare i suoi occhi cristallini, illuminando la scena tutt'attorno a sè. Fern si schermò gli occhi con una mano, con un verso di fastidio, ma privatamente apprezzò il fatto che ci fosse un po' di luce.
 
"Okay, adesso credo che possiamo andare avanti senza inciampare." affermò Hitomi con un lieve sorriso. Il gruppo riprese il cammino, sempre con Pietro e Florinia a fare da apripista... e con alcune telecamere nascoste che seguivano ogni loro movimento, e trasmettevano le immagini da tutt'altra parte della fabbrica...
 
 
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"Aaaah, vedo che quei ragazzi si sono organizzati bene." disse tra sè la misteriosa entità nascosta nell'oscurità, mentre sullo schermo davanti a lui scorrevano le immagini del gruppo di Drew che si faceva lentamente strada nei corridoi abbandonati della fabbrica. "Certo, il Team Meteora si accorgerà che non sono tutti, ma anche così non può sapere dove sono gli altri. Credo che... sia il momento di fare visita a Vera e ai suoi compagni, non lo credo anche tu?"
 
Il Gengar che non aveva mai lasciato il fianco della strana creatura serrò gli occhi... e un attimo dopo, con un fruscio quasi impercettibile, entrambi scomparirono, teletrasportandosi da un'altra parte dell'edificio desolato...
 
 
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"Okay, ragazzi... state attenti, non toccate le parti elettrificate, potrebbe esserci ancora della tensione..." disse Vera, aiutando il fratellino a scivolare tra due pezzi di cemento e all'interno di una cabina elettrica ormai in disuso. Il muro aveva ceduto per l'incuria e l'usura, e aveva così creato un varco che i ragazzi avrebbero potuto usare per entrare nella Fabbrica Abbandonata. Julia aveva fatto uscire il suo Zebstrika, che stava facendo luce attorno a sè usando la sua luminescenza naturale. La zebra elettrica aveva illuminato le punte che formavano la sua criniera, e ora stava esaminando i cavi sparsi a terra per rendersi conto se c'era ancora qualche pericolo.
 
"Allora, Zebstrika, va tutto bene lì?" chiese Julia, che era rimasta un po' indietro per assicurarsi che non ci fossero ospiti indesiderati a seguirli. Il Pokemon Saetta si voltò verso la sua allenatrice e confermò che i cavi erano sicuri. "Bene. Allora proseguiamo... e state attenti, ragazzi, anche se questa fabbrica può sembrare abbandonata, non penso che il Team Meteora sia la sola cosa che ci aspetta qua dentro. Ci saranno probabilmente dei Pokemon Spettro o dei Pokemon di tipo inorganico ad infestare questo posto..."
 
"Per qualche motivo, la cosa non mi stupisce..." disse Max, osservando il lugubre paesaggio di abbandono che li circondava. Cain si avvicinò con prudenza ad una porta che dava su un magazzino abbandonato e, tenendosi su un lato, la spinse lievemente in avanti, dando accesso ad un grande magazzino pieno di scatole di cartone vuote, piazzate su dei grandi scaffali di ferro arrugginito e ricoperte di ragnatele. Il giovanotto dai capelli viola vide alcuni Spinarak e Rattata che si dileguavano rapidamente, rientrando nelle loro tane... e dopo essersi assicurato che non c'era nessun pericolo, fece cenno a Vera e al resto dei suoi compagni di entrare.
 
"Okay, qui è tutto tranquillo! Venite pure, forse da qui riusciamo a raggiungere l'interno della Fabbrica Abbandonata!" sussurrò Cain. Uno alla volta, i suoi compagni lo raggiunsero nel magazzino abbandonato, tenendo gli occhi aperti e guardando in ogni angolo per evitare di cadere in qualche imboscata...
 
"Questo posto è pieno di insetti... mi piace!" disse Shelly, notando un piccolo Spinarak che si arrampicava su un muro poco distante da lei. Heather rivolse alla suamigliore amica uno sguardo un po' stupito quando vide che il ragno si era fermato per farsi accarezzare! "Ehm... scusate, mi sono... lasciata un po' prendere... scusate, dovrei... essere più concentrata..."
 
"Guardate là, in fondo alla stanza... quelli, che cosa sono?" chiese Amalia, notando qualcosa che giaceva dimenticato nell'oscurità, in fondo al magazzino. Si trattava di un gruppo di terminali computerizzati, installati in alcune cabine aderenti al muro e che, per qualche strano motivo, erano rimasti quasi del tutto privi di polvere e di ragnatele. I loro schermi erano intatti, e sembrava addirittura che fossero stati utilizzati da poco, visto che non c'era traccia del passaggio di Pokemon vicino alle macchine. "Sembrerebbero... dei controlli, o cose del genere. Io non sono esperta di queste cose, ma a guardarli così mi danno questa impressione."
 
"Non ne ho la più pallida idea..." disse Heather, a cui non sembrava importare molto di quella scoperta. "Ora, possiamo tirare dritti e proseguire? Abbiamo già perso abbastanza tempo qui!"
 
"Potrebbe essere importante, Heather." affermò Max. "Il fatto che siano così ben tenuti in mezzo a questo caos... mi fa pensare che ci sia qualcosa di particolare in quei computer. Altrimenti, cosa sarebbero lì a fare?" 
Heather corrugò la fronte irritata. Odiava ammetterlo, ma Max non aveva tutti i torti, e fece un grugnito di fastidio per dire che per lei andava bene. "Tsk... e va bene, ma facciamo presto! Non sono venuta qui per smanettare su uno stupido computer, ma per salvare Vittoria e sistemare il Team Meteora!"
 
"Strika..." disse la Zebstrika di Julia, avvicinandosi ad uno dei terminali. Si stava accingendo ad usare la sua carica elettrica per fare in modo che si accendesse... quando sentì uno strano suono provenire dal terminale, e drizzò le orecchie allarmata! "Zebstrika?"
 
"Che succede, Zebstrika? Cosa sta..." disse Vera, interrompendosi quando vide che i quattro schermi dei terminali si erano accesi di colpo, senza che nessuno avesse premuto alcun tasto di accensione nè inserito la corrente! Allarmati, la ragazzina di Hoenn e il suo fratellino fecero un passo indietro, e anche Heather passò dal fastidio ad una vaga espressione di paura! "Ah! G-guardate! Quello schermo si è... acceso da solo?"
 
"Ma come è possibile?" esclamò Cain. "Come ha fatto ad accendersi così?"
 
"Forse c'è un Rotom da qualche parte..." affermò Julia, ricordando il particolare potere del fantasmino di plasma. "Avevamo pur detto che questo posto potrebbe essere infestato anche da Pokemon Spettro, no?"
 
"In effetti... avrebbe anche senso..." mormorò Shelly, tenendo la spalla di Heather. Si sentì un po' più tranquilla quando Heather le prese la mano per farle coraggio. "E... e adesso... cosa... ehm... cosa succederà?"
 
"Stai... tranquilla, Shelly. Qualunque cosa sia, la affronterò. Non mi faccio... mettere paura!" disse Heather, con un tono di voce che tradiva il suo nervosismo. Amalia si mise davanti alle due bambine e prese una Pokeball, pronta a difenderle ad ogni costo...
 
I ragazzi si tennero pronti, con i nervi tesi... e Vera trasalì quando una figura violacea ed evanescente, ma al tempo stesso feroce e minacciosa, passò attraverso uno dei muri del magazzino e fissò il suo sguardo ardente su di loro - un Gengar, che si fermò fluttuando a pochi metri da terra, fissando il gruppo con fare rabbioso! 
 
Dietro di lui, un'altra figura emerse, apparendo dall'oscurità - una figura ancora più minacciosa e spettrale, un umanoide che sembrava fatto di ombra solida, e che aleggiava come un fantasma nella stanza quasi del tutto buia! Il suo corpo era diafano, etereo, e allo stesso tempo era scuro ed impenetrabile, e si interrompeva più o meno all'altezza della sua vita, con uno sbuffo di vapore violaceo al posto delle gambe. Era avvolto da un'impermeabile grigio tenuto aperto sul davanti, e portava sulla testa un cappello di feltro in stile anni Venti... mentre il resto del suo corpo, tranne i due fari rossi ardenti che erano i suoi occhi, era composto da oscurità impenetrabile! Era una visione agghiacciante, grazie anche all'aura di fiamme rosse evanescenti che circondava il suo corpo innaturale!
 
"Ah! E... e... e questo... questo... chi è?" esclamò Max, facendo rapidamente qualche passo indietro per poi andare a sedersi per terra. Vera fu rapidamente a fianco del fratello minore, e afferrò una Pokeball nel caso il Gengar di quella terrificante visione avesse deciso di attaccare!
 
Non si aspettava una risposta... quindi sia lui che Vera furono piuttosto stupiti quando Amalia boccheggiò un nome. "Sh... Shade? Allora... allora le voci erano vere! E'... è qui che Shade si nasconde!"
 
"Sh... Sh... Shade?" balbettò Vera. "State... state parlando di quell'uomo? Chi... chi sarebbe?"
 
"Shade... è una figura avvolta nel mistero per tutti noi di Reborn! Nessuno sa esattamente chi sia o da dove venga..." mormorò Cain. "Ma sappiamo che di tanto in tanto si fa vedere, per dare qualche criptico avvertimento, o per prendere con sè gli spiriti dei Pokemon..."
 
"Una... una specie di traghettatore delle anime, quindi?" disse Max, che non si sentiva meno intimorito da quella rivelazione. Shade restò fermo in aria, fluttuando sinistramente davanti al gruppo senza dire una parola... e gli schermi dei computer davanti al gruppo si accesero, mostrando delle scene sconcertanti!
 
Il primo sulla sinistra inquadrava una cascata, che si gettava verso un abisso... e all'improvviso, il corpo di una ragazza dai capelli lunghi che precipitava!
 
Sul secondo, un'altra scena - una donna dai capelli violetti e un Medicham che camminavano fianco a fianco per qualche secondo... prima che la donna si accasciasse improvvisamente al suolo, come se fosse stata colpita da un attacco di cuore...
 
Il terzo schermo non mostrò granchè... ma Vera riuscì a cogliere la figura di una donna che la squadrava con uno sguardo terrificante, un'espressione di odio e malvagità come la giovane coordinatrice di Hoenn non aveva mai visto prima di allora, e che la lasciò agghiacciata!
 
Il quarto, tuttavia, era quello che aveva attirato l'attenzione incondizionata - e colma di orrore - di Heather e Shelly: si vedeva una scena che si svolgeva sul Ponte Berillio, di un uomo dai capelli violetti, pettinati in modo da formare delle punte sulla sua testa, e dall'espressione vacua e fredda, che camminava lungo la ringhiera, accompagnato da alcuni Pokemon - una Nidorina, uno Skuntank, un Muk, un Toxicroak, un Tentacruel e un Crobat. Per le due bambine, non c'era nessun bisogno di immaginare chi potesse essere. Era una persona che entrambe conoscevano molto bene... e quella scena era una che nessuna delle due voleva vedere!
 
"Papà..." sussurrò Heather, spalancando gli occhi. 
 
"Quello... quello è... il signor Corey..." mormorò Shelly. "E quindi... questa scena... no! A... Aspetta, Shade... non... non farci vedere questo... no... per favore..."
 
"Che... che sta succedendo? Cosa... cosa sono queste immagini?" esclamò Julia, rimasta come ipnotizzata a guardare la cascata che continuava a scorrere. Sembrava quasi che si aspettasse che da un momento all'altro sarebbe caduto un altro corpo...
 
Vera non rispose. Dal suo punto di vista, tutto il paesaggio attorno a lei si era dissolto, e adesso lei e Max si trovavano in una stanza chiusa, assieme a quella donna isteriosa il cui aspetto continuava ad essere celato dall'oscurità, ma le cui intenzioni malvagie erano ben chiare dai suoi occhi. La ragazzina allungò a tentoni una mano verso una sua Pokeball, e afferrò quella di Wartortle, facendo apparire il Pokemon tartaruga accanto a lei. Anche Max, pur essendo spaventato da quello che stava accadendo, fece uscire uno dei suoi Pokemon... il suo Gardevoir, che si parò davanti al ragazzino con gli occhiali e cercò di sbarrare la strada alla donna misteriosa. Quest'ultima sembrò non fare nemmeno caso all'apparizione dei Pokemon di Vera e Max, e continuò ad avanzare inesorabile...
 
"Vattene!" esclamò Vera, non sapendo più cosa fare. "Tu... tu chi sei? Che cosa vuoi da noi? Sei... sei un'illusione creata da Shade, vero? Se sei un'illusione, allora... non puoi certo farci paura!"
 
"Garrrdevoirrrrr!" esclamò l'elegante Gardevoir di Max, usando una mano per intimare alla sconosciuta di non avvicinarsi ulteriormente.
 
Davanti agli occhi di tutti, lo scenario della Fabbrica Abbandonata stava svanendo, per venire rimpiazzato da delle immagini cupe e tetre che si stavano sostituendo alle realtà! Ognuno di loro si trovava in uno scenario diverso... Cain era in piedi su un altopiano desolato, e cercava di dare una mano alla donna dai capelli violetti che era caduta... ma ogni volta che cercava di prenderla per rovesciarla sul dorso e prestarle soccorso, la sua mano passava attraverso il corpo della donna, e il suo Medicham, che pure cercava di rianimare la sua allenatrice, non si era neanche accorto del ragazzo che gli stava accanto...
 
 
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"Tutto è finito... anche quella piccola parte di vita che ero riuscito a ricostruirmi... tutto è perduto, ormai."
 
Heather e Shelly, in quel momento, si trovavano in piedi sul Ponte Berillio, a poca distanza da Corey e dai suoi Pokemon. L'atmosfera era tanto cupa e desolante quanto quella a cui erano abituate le due bambine... anzi, in questa particolare giornata, sembrava ancora peggio, con quella pioggerellina acida che cadeva insistente sulla città. Tutt'attorno, regnava una calma irreale... sembrava quasi che Reborn City, ormai abituata a questi scenari desolanti, si fosse semplicemente addormentata, permettendo al cielo di scatenare tutta la sua ira su di lei...
 
Corey sorrise amaramente. In fondo, che senso avrebbe avuto opporsi? Nulla sarebbe cambiato... alla fine, la speranza non è altro che una crudele illusione, una fantasia che fa credere che le cose nella vita possano andare meglio.
 
Non succede mai.
 
Tutto quello che le persone fanno... tutti i loro sogni, tutte le loro aspirazioni... alla fine non sono che fumo, come il fumo e lo smog che avvolgevano quella città schifosa.
 
Ma ben presto, almeno per lui, questa corsa insensata avrebbe avuto fine...
 
"Ora... ora siamo sul Ponte Berillio..." mormorò Shelly, una volta che lo stupore le permise di ragionare un po' più a sangue freddo. "Ma... come abbiamo fatto... questa... è un'illusione creata da Shade, non è vero?"
 
"Papà... papà, aspetta!" esclamò Heather, tendendo una mano verso Corey. Se si era resa conto che questo scenario era tutta un'illusione, non lo stava certo dando a vedere... "Lo so che non siamo mai andati molto d'accordo... ma non lo fare! Ascolta... troveremo una soluzione! Mi dispiace che Titania ti abbia smascherato... ma non potevi continuare a lavorare per il Team Meteora!"
 
"Non... non credo che ti senta, Heather. Questa... è tutta una riproduzione! N-non so come... ma... ma ci siamo f-finite dentro!" balbettò Shelly, cercando di trattenere Heather nel caso ci fosse stato qualche pericolo. La bambina dai capelli fucsia si liberò dalla debole presa di Shelly e cercò di avanzare verso il padre, che però non si accorse nemmeno di lei.
 
"Bene. E' fatta." disse Corey rivolto ai suoi Pokemon, appoggiato alla ringhiera del Ponte Berillio. "Mi avete servito bene, ma ora siete liberi. Andatevene."
 
Tutti e sei i Pokemon di Corey assunsero delle espressioni desolate, e restarono fermi per qualche attimo accanto al loro allenatore, che non fece nessun tentativo di comunicare ulteriormente con loro, e anzi voltò loro le spalle per dire che era tutto finito. Con un sospiro rassegnato, Skuntank se ne andò per primo, con Toxicroak e Muk appena dietro, e il suo Tentacruel strisciò via e si diresse verso il canale inquinato che attraversava la città dei perduti. Anche Nidorina cominci a seguire Skuntank, ma si voltò giusto un attimo per rivolgere a Corey uno sguardo malinconico...
 
A quel punto, era rimasto solo il Crobat dell'uomo dai capelli viola, che continuò a svolazzare attorno al suo allenatore, quasi stesse cercando di fargli cambiare idea. Inutilmente.
 
"E anche tu. Tu non sei speciale." sentenziò Corey. "Vattene. Non sei più il benvenuto qui... quindi vai al diavolo."
 
"Crrrrobat..." mormorò il Pokemon pipistrello, abbassando lo sguardo. Ci aveva provato. Aveva tentato fino all'ultimo di salvare Corey da sè stesso... ma questo è possibile soltanto quando una persona vuole essere salvata. A quel punto, per quanto lo addolorasse, era inutile insistere... e con uno stridio, Crobat volò via, lasciando Corey da solo sul ponte abbandonato.
 
"Papà..." mormorò Heather, cercando ancora una volta, senza farsi alcuna illusione, di afferrare la sua divisa viola, che contraddistingueva un agente scelto del Team Meteora... ma quando la sua mano passò attraverso il corpo del padre, Heather si rese conto che non c'era nulla che lei potesse fare...
 
"Heather... non guardare, ti prego..." disse Shelly, trascinandosi come in trance verso la sua amica, che restava ipnotizzata a guardare il padre che gettava via le sue Pokeball ormai vuote. Riuscì a raggiungere Heather appena in tempo per metterle le mani sugli occhi, nel momento stesso in cui Corey scavalcò la ringhiera del Ponte Berillio, affacciandosi su un abisso che terminava decine di metri più in basso...
 
"Amore mio... tra un attimo sarò da te..."
 
E con queste ultime parole, Corey Molinar, agente scelto del Team Meteora, si lasciò andare, precipitando nel vuoto...
 
 
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...
 
...
 
Heather sentì le mani di Shelly che si allontanavano dai suoi occhi... e si trovò di fronte lo spettacolo desolante del Ponte Berillio ormai completamente deserto, tranne per le sei Pokeball vuote che fino a poco prima erano state le dimore dei Pokemon di Corey. Sentì qualcosa di liquido scorrerle lungo le guance, e solo in quel momento si accorse che stava versando delle lacrime...
 
"Shelly..." mormorò, voltandosi verso la sua migliore amica. Shelly era in piedi accanto a lei, con lo sguardo rivolto verso il terreno, e il viso rigato dalle lacrime. Doveva aver assistito anche lei a quella scena...
 
"Heather... io... mi... mi dispiace... non... non potevamo fare niente..." mormorò la piccola esperta di Pokemon Coleottero, non sapendo fino a dove i suoi pensieri procedessero secondo logica... fatto stava che dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio, Heather la abbracciò con tutte le sue forze, e Shelly appoggiò il viso sulla spalla della sua migliore amica, cominciando a singhiozzare. "Mi... mi dispiace... Heather... mi dispiace così tanto..."
 
"Non... non è colpa tua... Shelly..." rispose Heather, cercando in qualche modo di restare composta, senza eccessivo successo. "Lo ha deciso lui... stupido papà... stupido! Lui e la sua mania... di credere che... che la speranza... non esista... alla fine a cosa ha portato? Quel maledetto stupido!"
 
Shelly tenne ancora più stretta la sua migliore amica, come se avesse paura che dovesse sparire da un momento all'altro. "Lo so... lo so... sfogati, Heather..." la esortò. "Non tenerti sempre tutto dentro... non sei obbligata... ad essere forte per nessuno..."
 
"Hmph... quindi, vedo che anche dopo tutto questo, non hai ancora imparato..."
 
La voce di Corey scosse le due bambine, che trasalirono e si voltarono di scatto verso quella che fino ad un attimo prima era la parte opposta del Ponte Berillio... e che ora, evidentemente grazie alle illusioni del misterioso ed inquietante Shade, si era trasformata in una grande sala vuota dalle pareti viola luminescenti, sormontata da una desolante cupola che creava un opprimente effetto di eco...
 
E davanti a loro, a pochi metri di distanza, si trovavano Shade e il suo Gengar, con quest'ultimo che le osservava minaccioso...
 
Heather, passando rapidamente dallo sconforto all'ira, si mise in piedi e si passò la mano sugli occhi, in modo da non farsi vedere debole. "E allora? Che cosa state cercando di fare, voi due? Che cosa volete da noi? Perchè mi avete fatto rivedere il momento in cui mio padre si è suicidato? E dove sono i nostri amici, eh? Vogliamo delle risposte, adesso!"
 
"E le avrete, giovani speranze di Reborn." affermò Shade, in maniera evasiva e sibillina. "Ma prima... credo che ci sia qualcuno che desidera parlare con te, piccola Heather. Spero che lo vorrai ascoltare... Corey, è il momento che hai atteso."
 
"Cosa? Di... di cosa stai parlando...?" cominciò a dire Shelly, spalancando gli occhi allarmata quando il Gengar di Shade cominciò ad avanzare verso di loro... e si fermò a pochi metri, i suoi occhi rossastri che dardeggiavano implacabili!
 
"Gengarrrr... Heather... non hai ancora imparato nulla... di quello che ho cercato di insegnarti, vero?" sibilò Gengar, la cui voce assomigliava in maniera inquietante a quella di Corey...
 
La figura del Pokemon Spettro/Veleno sbiadì... e al suo posto, apparve quella di Corey, con le braccia conserte e lo sguardo gelido puntato sulle due bambine!           
                     
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: E con questo, ho coperto uno degli eventi più tragici del gioco originale... che nella mia storia, ho relegato alla backstory. E ora, i ragazzi sono nella Fabbrica Abbandonata, a vedersela con il misterioso Shade... e con un Gengar che si è rivelato essere qualcosa di più che un semplice Pokemon! Come andrà a finire? E intanto... come se la caveranno Drew e gli altri con il Team Meteora stesso? Spero che questo capitolo abbia fatto salire abbastanza la tensione!
 
Non ho molto altro da dire, se non... tenetevi pronti per l'aggiornamento di Digimon Tamers Reload, che credo avverrà nel giro di pochi giorni! A presto!  
  
      
 
      

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Capitolo 15
*** Padre e figlia ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 15 - Padre e figlia
       
 
Vera strinse i denti, osservando che ancora una volta, gli attacchi del suo Wartortle e del Gardevoir di Max avevano lasciato del tutto illesa la figura femminile fatta d'ombra che era apparsa loro davanti, e che continuava ad avanzare inesorabile. Era già da diversi minuti - quanti, per l'esattezza? Vera non si era certo preoccupata di tenere il conto, nella concitazione del momento... - che stavano cercando in qualche modo di difendersi da quella strana apparizione, ma nulla di quello che facevano sembrava aiutare. Chiunque fosse quella donna, continuava ad avanzare, illesa ed inattaccabile, senza dire una parola.
 
"Ma dove cavolo siamo? Che posto è questo? Dove sono finiti tutti gli altri?" si chiese ad alta voce la ragazzina castana. Lei e Max si guardarono attorno alla ricerca di una via d'uscita, ma sembrava che non ce ne fosse nessuna. Si trovavano in un lungo corridoio che sembrava estendersi senza fine nell'oscurità, senza porte e con soltanto qualche fioca luce artificiale ad impedire loro di inciampare o andare a sbattere contro i muri... e comunque, nessuna possibilità di sfuggire alla loro inseguitrice. Presto o tardi si sarebbero imbattuti in un vicolo cieco... 
 
"Non ne ho idea... sono convinto sempre di più che si tratti di un'illusione creata da quello Shade, perchè davvero non trovo altra spiegazione. Voglio dire, com'è che non ci sono più Cain e gli altri all'improvviso?" affermò Max. "Questa non può che essere un'illusione..."
 
"Sì, ma come ne usciamo?" chiese telepaticamente Gardevoir. Con un movimento delle braccia, l'elegante Pokemon Psico creò una barriera di pura energia davanti a sè, e questo sembrò almeno rallentare l'oscura figura femminile, che si fermò a pochi centimetri e squadrò con ferocia Gardevoir. Max ebbe l'impressione che non ci avrebbe messo molto per superare anche quell'ostacolo. "Forse, se riuscissimo a capire cosa vuol dire tutto questo... forse Shade vuole dirci qualcosa!"
 
"Può essere... ma vorrei che fosse un po' più chiaro!" esclamò Max. Gardevoir e Wartortle continuarono ad indietreggiare, riuscendo a mettere un po' di distanza tra loro e la misteriosa figura, e non appena si riunirono con Max e Vera, i due fratellini di Hoenn fecero loro cenno di seguirli mentre si ritiravano negli anfratti del corridoio, sperando di trovare qualcosa... qualsiasi cosa... che permettesse loro di uscire da quella assurda situazione.
 
"Tenete duro, ragazzi, adesso... troviamo un modo di andarcene di qui e vi raggiungiamo!" pensò tra sè Vera, augurandosi che i suoi compagni e il gruppo di Drew se la stessero cavando un po' meglio di lei e Max...
 
 
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Heather strinse i pugni ai propri fianchi, e prese un bel respiro per calmarsi e sfoderare il suo cipiglio più duro. Quel Gengar che era al fianco di Shade... ora le stava davanti, nella forma di suo padre Corey, e le stava parlando in quello stesso tono condiscendente che la ragazzina era abituata a sentire da lui quand'era in vita. Corey, da parte sua, non diceva niente. Restava semplicemente in piedi dov'era, fissando le due bambine con disappprovazione... e ad Heather sembrava che non stesse facendo altro che attendere la sua reazione.
 
"Non so se sei davvero lo spirito di mio papà... o un Gengar che per qualche motivo di sta divertendo a prendermi in giro." disse infine Heather. Sostenne lo sguardo di Corey, giusto per fargli capire che non si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa. "Cosa sei venuto qui a fare? Sei venuto a giustificarti... o a giustificare mio padre... per avermi lasciata sola? Per essersi unito al Team Meteora? O per biasimarmi perchè in fondo è stata colpa mia se mio padre è stato scoperto?"
 
"Sciocca ragazzina arrogante. Credi ancora di essere un'eroina?" rispose l'apparizione che indossava il volto di suo padre.
 
Questo fu per Heather la conferma che non stava avendo a che fare con un'illusione. "Tsk... sì, sei proprio mio padre. Nessun altro ha quel tono di sufficienza e di cinismo. Credi ancora di sapere tutto della vita, vero? Adesso... sentiamo un po', sei qui per dirmi una volta di più che cercare di migliorare le cose è inutile, e che farei meglio ad arrendermi e a lasciare che le cose vadano come devono andare?"
 
"La vita non è che sofferenza e dolore. Questo mondo è privo di compassione. E tu sei una mocciosa ingrata che non ha rispetto per il modo in cui ho cercato di crescerti... senza farti sperimentare quell'illusione che tutti chiamano speranza!" rispose Corey, senza esitazione. "La speranza è debolezza. Non è altro che una messinscena per rendere più sopportabile questa disgustosa realtà. Prima ti abitui all'idea che la vita è un incubo e niente di più, meglio starai. Io ho cercato di crescerti con questa lezione in mente. Una lezione che mi è stata insegnata a caro prezzo."
 
"Ora basta!" esclamò Heather, pestando un piede a terra. "Ne ho abbastanza di sentire queste cose! Va bene... la mamma è morta dandomi alla luce, e tu le volevi bene. Posso capire che tu sia triste per questo. Io, purtroppo, non ho mai conosciuto la mamma, e non può neanche mancarmi. Ma... io non mi sono arresa così! Se non cerchiamo neanche di cambiare le cose, è chiaro che non cambieranno mai! Io non posso sopportare l'idea che il Team Meteora continui a fare ciò che vuole dopo che hanno ridotto Reborn in questo stato! Tu invece... tu invece hai deciso di unirti a loro perchè tanto non sarebbe cambiato nulla, vero?"
 
"Stupida mocciosa." disse Corey scuotendo la testa. "Perchè non ti svegli, una buona volta. Tutti i tuoi sogni e le tue speranze sono idiozie. Quando morirai, nessuno piangerà per te. Anzi, tutti rideranno di te e della tua stupidità!"
 
"Certo... certo, adesso è facile per te dirlo! Non ti ha mai sfiorato il dubbio che se non hai avuto nessuno attorno a te nei momenti difficili, è perchè non hai mai voluto nessuno attorno? Perchè hai sempre cercato di mandare via tutti?" esclamò Heather, piena di rabbia. "Io... non dico di essere la persona che può dire certe cose a cuor leggero! Anch'io a volte desidero restare da sola... e mi rendo conto che il mio comportamento può dare fastidio e invogliare gli altri ad allontanarsi da me... ma se non altro io cerco di tenermi stretti i pochi amici che ho! Shelly, Cain, Vittoria... è grazie a loro se non sono impazzita del tutto! E anche se ancora non sono molto in confidenza con quelli di Hoenn, mi sono resa conto che non sono poi degli incompetenti come avevo immaginato! Allora? Che cosa mi dici? Non hai nulla da rispondere, dall'alto della tua esperienza?"
 
"Quelli che tu chiami amici ti abbandoneranno non appena avranno trovato qualcosa di meglio." Corey insistette. Sembrava testardamente deciso a negare che ci potesse essere qualcosa, qualsiasi cosa di bello nella vita. "Tu ti godi questi momenti con loro... e non ti accorgi che ti stai esponendo ad un'altra cocente delusione!"
 
Heather ne aveva avuto abbastanza. "Ora basta, non voglio più ascoltarti! Lo sai quand'è che sono stata delusa? No, non è stato quando sono venuta a sapere che eri un agente del Team Meteora, o almeno, non così tanto! E' stato quando Titania mi ha detto, senza un'ombra di compassione o di dispiacere, che tu ti eri buttato dal Ponte Berillio!" esclamò. "Sei... sei stato un vigliacco, papà... uno stupido... se... se solo tu... avessi avuto il coraggio di... di... discutere con me di quello che era successo, allora forse... forse... avremmo potuto trovare una soluzione! Ma no, tu hai deciso che io ti avrei odiato per sempre per quello che avevi fatto, e hai deciso di porre fine al tuo problema una volta per tutte!"
 
Shade e Shelly erano rimasti in disparte, mentre il confronto tra Heather e il fantasma di suo padre proseguiva, e la tensione saliva sempre di più. La bambina dai capelli violetti vedeva la sua migliore amica che si infervorava sempre di più man mano che i discorsi nichilisti di Corey andavano avanti... e aveva paura che da un momento all'altro Heather sarebbe esplosa e avrebbe fatto qualcosa di inconsulto... oppure sarebbe crollata e avrebbe finito per cedere a quelle farneticazioni.
 
Perchè nemmeno Shelly voleva dare ragione a Corey. Certo, lei non era la ragazzina più sicura di sè del mondo, e sapeva che probabilmente non sarebbe stata in grado di sostenere un discorso con lo spettro... ma questo non voleva dire che lei fosse d'accordo con quello che stava dicendo!
 
"S-signor Shade... n-non dovremmo intervenire?" chiese Shelly, stringendo un pugno al proprio fianco. "Se... se continua così, io... n-non credo che Heather..."
 
"Non credi che la tua amica potrà continuare a discutere con suo padre, giovane speranza di Reborn?" chiese Shade, la cui voce ora ricordava molto quella del vento che ululava tra gli alberi. "Posso capire le tue incertezze. Ma aspetta ad intervenire. Questa è una situazione in cui la cosa migliore che puoi fare per la tua amica è lasciare che se la sbrighi da sola. In questo momento, è davanti ad un problema che deve risolvere con le sue forze."
 
"M-ma... e se non ci dovesse riuscire?" chiese Shelly. "Voglio... voglio dire... a cosa serve questa prova... e... cosa..."
 
"Quattro gemme. Quattro segni. Saranno questi... a determinare il futuro del continente di Reborn." disse Shade, in maniera sibillina ed inquietante. Sembrava che non avesse nemmeno sentito la domanda di Shelly...
 
 
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In un'altra locazione nella Fabbrica Abbandonata, il gruppo guidato da Florinia si era trovato di fronte un problema non certo così incomprensibile... ma non per questo meno preoccupante e meno immediato. Nel momento stesso in cui erano entrati in quella grande sala, che era evidentemente stata una volta adibita ai macchinari per la produzione in serie di qualsiasi prodotto si stesse lavorando in quel luogo... si erano trovati davanti diversi uomini del Team Meteora, con Astro ed Eclisse in testa! 
 
Drew stava giocherellando un po' nervosamente con una Pokeball, guardandosi attorno per vedere se Vera e il resto dei membri della resistenza si sarebbe fatto vivo. Sperava che non ci fossero stati problemi, perchè non sarebbero riusciti a tenere a bada Astro, Eclisse e i loro uomini a lungo. Dovevano prendere tempo, almeno finchè il Team Meteora non si fosse accorto che non avevano con sè l'Anellorubino di Heather. 
 
"Vedo che siete arrivati, secondo i patti." disse Eclisse, guardando il gruppo di allenatori non senza un pizzico di sospetto. "Molto bene. Allora, bando ai convenevoli. Avete il nostro soldato con voi. Consegnatecelo subito."
 
"Va bene... eccovelo, e ringraziateci perchè siamo stati buoni." disse Fern, avvicinandosi a Simone che restava fermo e composto. Con un rapido movimento della mano, Fern sciolse le corde che tenevano legate le mani alla recluta del Team Meteora, e le funi caddero a terra. Simone si sfregò i polsi e, stando attento a non fare movimenti inconsulti, si avviò verso i suoi compagni, facendo giusto un cenno di ringraziamento verso Drew.
 
"Simone?" si sentì la voce di Tara. La giovane recluta del Team Meteora uscì dal gruppetto che Astro ed Eclisse avevano portato con sè, e andò ad abbracciare il suo compagno, che accelerò giusto un po' il passo per andare ad accoglierla. "Bentornato, Simone. Confesso che ho avuto un po' di paura per te!"
 
"Tutto bene, Tara." disse Simone, abbracciando a sua volta la sua amica. "Come vedi, mi hanno trattato abbastanza bene, tutto sommato. Grazie per essere venuti a prendermi."   
 
Eclisse fece cenno ai suoi uomini di aspettare, e diede un rapido controllo a Simone, perquisendolo in modo da essere sicura al cento per cento che la resistenza non gli avesse messo addosso qualche congegno strano. Una volta che si fu assicurata che tutto fosse a posto, la Dama Meteora annuì e poi si voltò di nuovo verso i ragazzi della resistenza, fissandoli con attenzione. "Bene. E una parte dell'accordo l'avete rispettata. Adesso, dovete rispettare l'altra parte. Consegnateci l'Anellorubino e la Collanasmeraldo."
 
Quello era il momento di iniziare a prendere tempo. Ortilla prese il coraggio a due mani, e fece un passo in avanti, sostenendo lo sguardo di Eclisse. "Un momento. E se vi consegnamo la Collanasmeraldo e l'Anellorubino, poi voi che cosa farete? Ve ne andrete, lasciandoci senza la nostra compagna?" esclamò.
 
"Altarrrr!" cinguettò Alty. 
 
Astro corrugò la fronte, non essendosi aspettato una simile richiesta. "Cosa? Che stai dicendo, ragazzina?" esclamò il Cavaliere Meteora. "Non vi trovate esattamente nella posizione di dirci cosa dovremmo o non dovremmo fare, e lo sai bene!"
 
"In realtà, questa unità suppone che ci sia una logica nella modalità operativa del soggetto Ortilla." rispose Florinia. "Qualora il Team Meteora ricevesse i due artefatti indicati, c'è la possibilità non remota che se ne vadano senza liberare l'ostaggio che risponde al nome di Vittoria."
 
Drew annuì lentamente. "Sì, il discorso non fa una piega. Come facciamo a fidarci di voi? Per quello che ne sappiamo, potreste aspettare soltanto che noi vi consegnamo l'Anellorubino e la Collanasmeraldo per filarvela e lasciarci con un pugno di mosche." affermò il ragazzo dai capelli verdi, con tutta calma. Teneva sempre la Pokeball del suo Roserade al fianco, in caso ce ne fosse stato bisogno. "Prima di consegnarvi quello che voi volete, preferiremmo che voi liberaste l'ostaggio. Dopotutto, vi siamo già venuti incontro una volta. Il minimo che possiate fare è ricambiare."
 
Eclisse restò in silenzio e strinse gli occhi. Quel ragazzino con i capelli verdi e i suoi compagni non erano affatto dei creduloni... e stavano prendendo tutte le dovute precauzioni per fare in modo di non essere raggirati.
 
"Hmph... sembra che abbiate capito bene come fare per sopravvivere in un postaccio come Reborn..." disse la Dama Meteora. "Ma potrei rigirare la vostra richiesta. Come facciamo ad assicurarci che, una volta che avrete riavuto la vostra compagna, non fuggirete da qui senza consegnarci ciò che abbiamo chiesto?"
 
"Vorrà dire che uno di noi dovrà fidarsi dell'altra parte." affermò Pietro senza darsi intimorire. "E dal momento che noi abbiamo già fatto qualcosa per voi, riconsegnandovi il vostro compagno senza alcun trucco... adesso tocca a voi, non credete?"
 
Il duello di diplomazia e sguardi feroci continuò per diversi secondi. Drew fece un piccolo cenno con la testa, cercando di trattenere il più possibile il Team Meteora in modo che Vera e i suoi compagni riuscissero ad arrivare... 
 
"Okay, Vera... stiamo facendo tutto quello che possiamo per guadagnare tempo, ma abbiamo bisogno anche di voi per salvare Vittoria." pensò il giovane coordinatore. "Forza, fate presto. Il Team Meteora non si lascerà incantare troppo a lungo..."
 
Finalmente, Eclisse decise che valeva la pena di fare come era stato loro chiesto. "Hmph... e va bene. Ammetto che non siete degli sciocchi, questo va a vostro favore." affermò. "Comunque, sappiate che non ci faremo ingannare tanto facilmente. Astro, tu e il resto delle nostre reclute restate qui, e se i nostri amici della resistenza tentano qualche colpo di testa... i negoziati sono finiti."
 
"Non ti preoccupare, Eclisse. Noi restiamo qui e li teniamo d'occhio. Se qualcuno dovesse cercare di opporsi, dovrà fare i conti con noi." affermò il Cavaliere Meteora. Si girò verso il gruppetto di allenatori, e li fissò con fare deciso. "Avete capito, ragazzini? Non cercate di fare i furbi, perchè non andrà a finire bene... nè per voi, nè per la vostra amica."
 
Hitomi annuì lentamente, sperando tra sè che Vera e gli altri non fossero incappati in qualche trappola o qualche insidia di quel luogo maledetto...
 
 
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La ritirata di Vera, Max, Gardevoir e Wartortle era durata fin troppo per i gusti dei due fratellini di Hoenn... e per quanto la misteriosa figura oscura avesse rallentato, non mostrava segno di voler interrompere la sua avanzata. E soprattutto, ancora non capivano cosa volesse dire quello che Shade stava mostrando loro, e cosa avrebbero dovuto fare per sfuggire a quella specie di furia...
 
"Ancora non vedo nessuna via di uscita da qui... sorellina, tu hai qualche idea? Perchè... comincio veramente ad avere paura..." ammise Max, dando una rapida occhiata in giro. Niente da fare - il corridoio sembrava dipanarsi all'infinito, e ancora non c'erano delle vie d'uscita che avrebbero permesso a Max e a sua sorella di sfuggire alla misteriosa figura nera. Gardevoir e Wartortle erano lì davanti a loro, e stavano cercando di creare altre barriere, in modo da rallentare l'avanzata di quella misteriosa nemica.
 
"Wartortle ed io la stiamo rallentando. Ma è una soluzione temporanea, non riusciremo ad andare avanti così tanto a lungo." la voce telepatica di Gardevoir parlò alla mente di Max. 
 
"Lo sappiamo, Gardevoir... ma al momento non ci viene in mente nient'altro..." disse il ragazzino, per poi fermarsi a pensare. "Un momento... forse stiamo prendendo d'assalto il problema nella maniera sbagliata!"
 
"Che vuoi dire, Max? Che dovremmo fare per affrontare questa donna?" chiese Vera.
 
"Beh, non sono sicuro che funzionerà..." disse Max, guardando Wartortle che usava un attacco Geloraggio per creare un muro di ghiaccio sulla strada della figura avvolta nell'oscurità. "Ma se quello Shade ci ha portati qui, un motivo ci sarà, o sbaglio?"
 
"Questa è... un'illusione creata da lui, o qualcosa del genere..." continuò Vera. "Oppure Shade ci ha teletrasportati fin qui... Sì, immagino che questo voglia dire che ci voglia mettere alla prova in qualche modo, anche se non mi è ben chiaro il perchè... Quindi, lui vuole che affrontiamo questa tipa... oppure la confrontiamo senza fuggire, in ogni caso."
 
"Sì, ma la domanda è... come, visto che nulla di quello che stiamo facendo riesce a danneggiarla? Forse stiamo sbagliando quando... quando abbiamo pensato di poterla affrontare come si farebbe con un Pokemon! Forse è questo il problema!" esclamò Max, cominciando a ragionare più lucidamente. "E non appena abbiamo visto che le mosse dei nostri Pokemon non funzionano su di lei, abbiamo immediatamente pensato che non ci fosse nulla da fare! Ma prima di arrenderci... avremmo dovuto cercare di capire di più!"
 
"Tortle?" chiese Wartortle. In lontananza, dietro il muro di energia e il muro di ghiaccio che Gardevoir e lui avevano eretto, la figura di quella donna misteriosa si faceva già vedere...
 
Vera sembrò capire cosa volesse dire il fratello minore. "Hmm... credo di capire, più o meno. Vorresti dire che dovremmo cercare di comprendere che cos'è esattamente quell'avversaria che abbiamo davanti! Solo quando sapremo esattamente cosa stiamo affrontndo, avremo qualche possibilità di affrontarla nella maniera giusta!"
 
"E' esattamente questo che volevo dire, Vera..." disse Max. "Attendiamola qui. Gardevoir, vieni con noi. Dobbiamo affrontare assieme questa minaccia!"
 
"Anche tu, Wartortle. Tranquillo, non lasceremo che quell'essere ci faccia del male!" disse Vera. Per quanto fossero tuttora un po' dubbiosi, i due Pokemon raggiunsero i loro allenatori e si piazzarono in fila, in modo da occupare tutto il corridoio e formare un muro umano quando la misteriosa donna d'ombra si fosse fatta vedere. Vera prese fiato e si preparò per il momento decisivo... un momento che arrivò prima ancorea che lei si aspettasse! Si sentì un suono vibrante quando la barriera energetica che Gardevoir aveva creato svanì... e poco dopo, il muro di ghiaccio sottile che Wartortle aveva eretto con il suo attacco Geloraggio iniziò ad incrinarsi, e i due ragazzini di Hoenn e i loro Pokemon videro la figura di quella donna misteriosa che iniziava a profilarsi dietro di esso...
 
 
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Il teso confronto tra Heather e suo padre andava avanti senza che nessuna delle due parti avesse ceduto. Nonostante Corey continuasse ad insistere che quello che Heather stava facendo fosse inutile, la bambina dai capelli fucsia continuava testardamente a sostenere la sua convinzione. Era abbastanza da far perdere la calma all'ex-agente del Team Meteora, che stava man mano abbandonando il suo modo di fare distaccato... forse, si stava chiedendo Shelly, Corey cominciava a pensare che il suo modo di fare non fosse poi tanto corretto, e voleva a tutti i costi tenersi aggrappato alle sue certezze?      
 
"Continui a sfidarmi, Heather... a mettere in dubbio quello che io ho sperimentato sulla mia pelle." ringhiò Corey, tenendo il suo sguardo di ghiaccio fisso sulla figlia e sulla sua migliore amica. "E va bene, ragazzina testarda e ribelle. Vediamo come farai, con la forza della tua volontà... a vincere in un combattimento di Pokemon! Vieni a me, Lampent!"
 
Corey alzò una mano, e dalle pareti della stanza entrò un Pokemon simile ad una spettrale lanterna nera fluttuante, i cui occhi erano due puntini gialli, nella quale bruciava lentamente una fiamma azzurra, con un paio di lunghe e ondulanti braccia senza mani. Si piazzò accanto a Corey e venne avvolta da una fiammata azzurra, mentre si preparava ad affrontare i Pokemon di Heather in battaglia.
 
"Hmph... non sai più che scuse addurre per il tuo comportamento... e ora vorresti battermi in una battaglia di Pokemon per zittirmi? Come vuoi tu, papà... ma non andrà come pensi!" esclamò Heather, desiderosa di far vedere che non si sarebbe fatta dire quello che doveva o non doveva pensare. "Bagon... tocca a te! Vai e vinci!"
 
La bambina dai capelli fucsia tirò fuori una Pokeball e la lanciò, facendola aprire a mezz'aria. Il suo Pokemon più fedele, il piccolo Bagon, saltò fuori con una capriola ed atterrò con relativa eleganza davanti alla sua allenatrice, rivolgendole uno sguardo di approvazione.
 
"Bagon!" esclamò, quasi volesse dire che era fiero di come Heather si era comportata. La bambina fece un piccolo sorriso, a dispetto dello stato d'animo in cui si trovava, e guardò davanti a sè, pronta alla battaglia.
 
"Vorrà dire che ti dovrò far conoscere qualcosa di più del dolore, bambina ribelle." affermò Corey. "Lampent, comincia con il tuo attacco Fuocofatuo!"
 
"Laaaaamp!" esclamò il Pokemon Fuoco/Spettro con una voce che sembrava il riecheggiare del vetro tagliato. La fiamma che ardeva al suo interno si ravvivò, e altre due sfere di fuoco blu si accesero sulle braccia della creatura spettrale, la quale non perse tempo e scagliò la fiammata contro Bagon, ma il draghetto era preparato e riuscì a schivare l'attacco gettandosi di lato, facendo in modo che il Fuocofatuo del suo avversario si schiantasse al suolo senza fargli nulla.
 
"Dovrai fare di meglio per batterci, vecchio!" esclamò Heather, decidendo che a quel punto, tanto valeva sfoderare tutto ciò che si era portata dentro quando suo padre si era suicidato. "Con una mossa del genere, non avresti potuto colpire il mio Bagon neanche se fosse rimasto fermo. Ed ora... Bagon, usa Ira di Drago!"
 
Il draghetto aprì le fauci e scagliò contro Lampent una grossa fiammata azzurra che raggiunse in pieno il Pokemon Lanterna, spingendolo via con forza e facendolo barcollare! La fiamma che ardeva al suo interno tremolò per alcuni istanti, ma Lampent, dopo un po' di difficoltà, riuscì a rimettersi in guardia e riprendere lo scontro.
 
"Sì! Heather sembra in vantaggio... almeno per ora..." disse Shelly, stringendo i pugni in segno di esaltazione. Lampent fluttuò con fare sinistro attorno a Bagon, forse sperando di fargli paura o distrarlo prima di sferrare un attacco poderoso... ma il draghetto restò fermo dov'era, seguendo con gli occhi i movimenti dell'avversario senza muovere la testa. "Attenta, Heather, vuole attaccare Bagon da qualche angolazione strana!"
 
Bagon grugnì, come per dire che da quaunque angolo fosse venuto l'attacco, lui sarebbe stato pronto a respingerlo, e la sua giovanissima allenatrice sembrava essere in perfetto accordo. Sentendosi più sicura di vincere, e spinta dalla rabbia e dal risentimento che provava in quel momento, Heather decise di correre qualche rischio e gettarsi all'attacco.
 
"Okay, Bagon, per adesso siamo in vantaggio noi!" esclamò. "Fagli vedere chi sei! Usa Fulmisguardo e poi Sgranocchio!"
 
"Bagon bagon!" esclamò il draghetto, attendendo che Lampent gli passasse davanti prima di puntare uno sguardo minaccioso su di lui, facendolo fermare per un attimo per lo spavento! Quando Lampent cercò di spostarsi per attaccare da un'altra angolazione, Bagon si era già lanciato su di lui, chiudendo le fauci con violenza su di lui! Il Pokemon Fuoco/Spettro barcollò pericolosamente, e la fiamma che ardeva al suo interno tremò... ma neanche Bagon uscì indenne da quell'attacco, visto che un attimo dopo emise uno stridio di dolore e barcollò all'indietro, tenendosi le guance sulle quali erano apparse delle chiazze rosse luminose!
 
"Bagon! Che succede?" esclamò Heather, allarmata, nel momento in cui vide Bagon cercare di farsi aria con le zampette anteriori! 
 
Corey scosse la testa con spocchia. "Stupida mocciosa. Non ti è venuto il sospetto che potesse essere pericoloso attaccare direttamente Lampent?" affermò. "La sua abilità specile, Corpodifuoco, fa in modo che tutti i Pokemon che lo attaccano direttamente corrano il rischio di subire una scottatura. Ora, Lampent, mostra come si combatte a quella mocciosa arrogante. Usa il tuo attacco Sciagura."
 
Gli occhi luminosi di Lampent iniziarono a brillare, accendendosi di luce rossa e purpurea, per poi sollevare in aria le sue braccia. Numerosi raggi di luce nera si dipartirono dalla fiamma che ardeva nel suo nucleo, e si diressero verso Bagon, che non potè fare nulla per evitarli! I raggi di energia oscura lo colpirono, aumentando di colpo il dolore già intenso della scottatura... e con un acuto stridio di dolore, il Pokemon draghetto si abbattè al suolo e rimase privo di sensi, con gli occhi trasformati in spirali.
 
"No, Bagon!" esclamò Heather.
 
"Non sei cambiata per niente. Sei rimasta la solita ragazzina presuntuosa che crede di poter cambiare le cose con le sue misere forze." sentenziò Corey, con quel tono che ad Heather dava sui nervi. "Dimmi... ti è bastata la forza di volontà per far vincere questo scontro al tuo ridicolo Pokemon? E con quello speri di battere il Team Meteora?"
 
"Non mi prendere in giro, papà! Perchè non riesci a capirlo che non ci si può rassegnare così?" esclamò Heather, richiamando il suo Bagon. "Tu non ti preoccupare, Bagon, sei stato bravo... E comunque, papà, se pensi di avermi battuto ti sbagli di grosso! Vai, Vibrava, tocca a te!"
 
Heather lanciò una seconda Pokeball, e da essa uscì uno strano Pokemon che certo avrebbe dato l'impressione di essere un Coleottero: era a forma di libellula, con un corpo sottile e giallastro sormontato da due paia di ali verdi dai contorni neri, di forma romboidale collegate al corpo da una parte bianca; sulla coda aveva due lunghe appendici di forma e colore simili alle ali. Il Pokemon aveva gli occhi verdi, quattro sottili zampe nere e due corna gialle poste sul muso, che assomigliavano un po' ad antenne.
 
"Heather ha mandato il suo Vibrava..." disse Shelly, sentendosi per qualche motivo più tranquilla dopo aver visto il Pokemon che la sua migliore amica aveva fatto uscire. "Adesso... beh, credo che avrà un po' più di vantaggio."
 
Corey non cambiò espressione. "Come preferisci, bambina arrogante. Credo di doverti dare un'altra dura lezione." affermò. "Lampent, continua ad attaccare. Usa il tuo attacco Turbofuoco."
 
"Lampeeeeent!" esclamò il Pokemon Fuoco/Spettro, con una voce acuta che sembrava il rumore del vetro tagliato. La lanterna spettrale cominciò a volteggiare su sè stessa, tenendo in fuori le braccia in modo da tracciare delle scie di fuoco attorno a sè, per poi scagliarsi rapidamente verso Vibrava, che si spostò e tenne i suoi occhi compositi fissi sull'avversario...
 
"Vibrava, colpiscilo con Fangosberla!" esclamò Heather. "Questa volta non faremo lo stesso errore di prima!"
 
"Vibrrrrrrava!" esclamò il Pokemon Vibrazione, agitando rapidamente le sue ali. Fece un rapido movimento con la coda, e scagliò contro Lampent un getto di fango, che raggiunse il Pokemon simile ad una lanterna e interruppe il suo attacco Turbofuoco! Con un'esclamazione di rabbia e disappunto, Lampent fluttuò indietro, cercando diliberarsi con le braccia del fango che gli aveva inzaccherato il vetro... ma questo gli fece perdere un po' di tempo, e diede a Vibrava modo di continuare il suo attacco! 
 
"Bene, e ora... usa Geoforza!" continuò Heather, il cui sguardo si fece per un attimo freddo come il vento di una mattinata d'inverno. "Butta giù quel Lampent!"
 
Vibrava appoggiò le zampe a terra e si concentrò per un attimo, illuminandosi di un'aura rossastra... poi, il terreno appena sotto Lampent sembrò creparsi, e da esso scaturì una vampata di energia rossa che travolse Lampent e lo sollevò in aria come una foglia al vento, prima di farlo schiantare dolorosamente a terra! Il Pokemon Fuoco/Spettro spalancò gli occhi per un attimo, poi si accasciò a terra inerme, dando la vittoria ad Heather.
 
"Ora siamo pari, papà. Credo che possa bastare, non trovi?" disse Heather, la cui espressione ostile sembrava essersi addolcita almeno un pochino, e che adesso stava guardando suo padre come per implorarlo di smetterla di comportarsi così. C'era così tanto che lei avrebbe voluto dirgli, se solo lui gliene avesse dato la possibilità... ma questo, a quanto sembrava, non sarebbe accaduto tanto facilmente. Corey, o meglio dire il suo spirito, richiamò il Lampent sconfitto e rimise a posto la sua Pokeball con un gesto di stizza.
 
"E' dunque vero quello che si dice, che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire." affermò l'ex-esperto di Pokemon Veleno. "Goditi questa vittoria finchè puoi, Heather. Ad un momento di gioia passeggero, segue sempre un'amareggiante delusione. La vita è così, perchè ti ostini ad opporti alla realtà dei fatti?"
 
A questo punto, anche la timida e pacata Shelly ne aveva avuto abbastanza, e decise di dire la sua. "Adesso... adesso lei sta esagerando, signor Corey! Sarà anche il padre della mia migliore amica, ma non le posso permettere di parlarle così! Lei non fa nemmeno lo sforzo di capire il motivo per cui Heather combatte! Lei si è semplicemente consegnato al Team Meteora perchè era la via più facile, non è così?" esclamò Shelly. Heather sgranò gli occhi, sorpresa che la sua amica avesse avuto il coraggio di parlare così apertamente... e Shelly si voltò per un istante verso di lei, facendole un sorriso ed un cenno della testa, prima di continuare il suo discorso. "Io... io non posso certo dire di essere la persona più coraggiosa di questo mondo. Io... sono una codarda, e non ho mai il coraggio di dire la mia... ma davanti a quello che il Team Meteora sta facendo, non potevo restare zitta e subire le loro ingiustizie! Io... ho promesso ad Heather che un giorno saremmo riuscite a sconfiggere il Team Meteora una volta per tutte, e avremmo dato una mano a riportare Reborn com'era un tempo!"
 
"Taci, mocciosa. Tu non sai di cosa parli." sentenziò freddamente Corey. "Il Team Meteora non può essere sconfitto. Questo è quanto. Prima ve ne renderete conto, meglio starete. Tutto quello che potete fare è rassegnarvi che il vostro posto è sotto il loro dominio. Nessuno può sconfiggerli. Ogni speranza è vana, in questa terra maledetta... come sono vani i vostri tentativi di opporvi all'ordine delle cose! Ed ora, combattiamo! Spiritomb, tocca a te!"
 
Corey fece uscire un secondo Pokemon, una creatura spettrale e dall'aspetto malefico con un corpo a forma di cerchio seghettato, di colore viola chiaro, punteggiato da numerosi cerchi verdi di grandezze diverse. I suoi occhi erano verdi, di forma allungata e appuntiti, e nell'occhio sinistro aveva una piccola spirale nera... mentre sotto gli occhi si spalancava una bocca seghettata dalla quale si sprigionava un'innaturale luce verde. Una pietra di colore grigio era piazzata sotto il corpo incoerente dello spettro malefico, e sembrava che fosse in effetti da essa che fuoriuscisse il Pokemon...
 
"Sssssspiritomb!" sibilò il Pokemon mandato in campo da Corey. Il Vibrava di Heather sostenne lo sguardo della creatura, e spalancò le ali in modo da sembrare più grande ed intimorire a sua volta l'avversario.
 
"Uno Spiritomb..." disse Shade, che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che guardare impassibile l'incontro tra padre e figlia. "La tua amica ha combattuto bene finora, ma adesso vedremo se avrà quello che le serve per vincere... e se riuscirà a sostenere con i fatti le sue parole spavalde."
 
"Ma... ma.. p-perchè sta lasciando che quei due si affrontino, s-signor Shade?" disse Shelly, cercando senza eccessivo successo di non far tremare la sua voce. "Io... io... speravo che questa potesse essere l'occasione per loro due di chiarirsi, ma... adesso... sembra che stia andando ancora peggio di quando... di quando..."
 
Shade rimase calmo e tranquillo. "Abbi pazienza, giovane Shelly. E' necessario che questo scontro abbia luogo... solo così Corey potrà liberarsi dal peso che si porta dentro da quando ha perso la sua amata." affermò l'apparizione misteriosa. "Abbi fiducia nella tua amica... solo lei, in questo momento, può fare breccia nel muro di oscurità che Corey ha eretto attorno al suo cuore."
 
"Vibrava, comincia subito usando Stridio... e poi Battiterra!" esclamò Heather. Sollevando le sue grandi ali, Vibrava annuì e cominciò a sfregare le zampe posteriori su di esse, emettendo un suono acuto e penetrante che raggiunse Spiritomb e lo costrinse ad indietreggiare un po', con una smorfia di fastidio sul suo volto mostruoso! Incoraggiato, Vibrava sollevò la coda e fece per abbatterla sul terreno... ma Spiritomb reagì abilmente, e Corey corrugò la fronte prima di dare un nuovo ordine.
 
"Spiritomb, usa Funestovento." esclamò Corey. Il mostruoso Pokemon Spettro/Buio spalancò la sua enorme bocca e fece uscire da essa una scarica di vento composto da getti di vapore violaceo, creando un ciclone purpureo in miniatura che investì Vibrava prima che potesse scagliare il suo attacco! Il Pokemon simile ad un formicaleone si ancorò a terra con tutte e quattro le zampe, e ritirò le ali lungo il corpo in modo da non poter essere trascinato via! L'assalto terminò dopo qualche attimo, lasciando Vibrava indebolito ma ancora in piedi... ma un attimo dopo, lui ed Heather restarono sorpresi di vedere un'aura di energia accendersi per un attimo attorno al mostruoso Pokemon Spettro/Buio.
 
"Brava?" si chiese Vibrava, muovendo le antenne con fare confuso.
 
"Si vede che non conoscete l'effetto secondario di Funestovento. In alcuni casi, questo attacco permette a chi lo usa di potenziarsi, aumentando potenza d'attacco, difesa e velocità." disse Corey. "Vediamo come reggono le vostre... speranze... davanti a questa potenza. Spiritomb, attacca con Furtivombra."
 
"Ssssssspiritooooomb!" esclamò il feroce Pokemon Proibito. Scivolò rapidamente nel pavimento, diventando un tutt'uno con esso, e poi scivolò come un guizzo di luce nera verso Vibrava... e riemerse colpendolo in pieno, e facendolo cadere a terra con un'esclamazione di dolore!
 
"Ugh, maledizione..." esclamò Heather. "Vibrava, attacca con Dragospiro!"
 
Il Pokemon simile ad un formicaleone aprì la bocca e scagliò contro Spiritomb un getto di fiamme azzurrine, che riuscì a colpire lo spettro oscuro prima che questo potesse rientrare nel pavimento... ma non riuscì a fargli danni troppo consistenti, e un attimo dopo, Spiritomb usò di nuovo Furtivombra per scivolare nel terreno, sgusciare alle spalle di Vibrava... e colpire di nuovo con un tentacolo di vapore violaceo che fece uscire di colpo dal terreno! Il Pokemon Terra/Drago di Heather barcollò, cercando in qualche modo di proteggersi, poi si voltò di nuovo per attaccare Spiritomb... ma ancora una volta, quest'ultimo si rivelò troppo veloce, e questa volta, il Dragospiro di Vibrava andò a vuoto!
 
"Allora, cos'hai da dire, ragazzina?" chiese Corey, quasi beffardo. "La tua speranza e la tua forza di volontà valgono ben poco, in questo caso. Perchè non ti arrendi? E' la cosa più intelligente da fare, sia per te che per i tuoi... amici... della resistenza." Pronunciò la parola 'amici' come se la sputasse perchè aveva un cattivo sapore. "Non puoi combattere oltre un certo punto, quando tutto è contro di te."
 
"Forse non tutto, papà!" esclamò Heather, ancora testardamente decisa a non mollare. "Vibrava, attacca con Terremoto!"
 
"Vibrrrrrrava!" esclamò il Pokemon Vibrazione, per poi abbassare con violenza la coda sul terreno e provocare un repentino movimento del terreno, e una scossa tellurica che investì il sorpreso Spritomb e lo costrinse ad uscire dal suo nascondiglio sotterraneo, gli occhi spalancati in un'espressione di sorpresa e dolore! Ululando per la frustrazione, Spiritomb fluttuò verso l'alto e spalancò la bocca, cercando di intimorire Vibrava... ma quest'ultimo non si tirò indietro e attaccò di nuovo, questa volta con un attacco Coleomorso - saltò addosso a Spiritomb e cominciò a morderlo, facendolo barcollare. Con un grugnito di rabbia, Spiritomb afferrò Vibrava con un tentacolo etereo che fece scaturire dal suo corpo incoerente, e lo scagliò a terra, prima di attaccarlo con una Finta - scomparve in un attimo, e poi riapparve accanto a Vibrava e lo colpì con violenza!  
 
"Hmph. Tutto qui, ragazzina? Credo che sia il caso di farti capire cosa sia il vero dolore... e il tuo Pokemon ne pagherà le conseguenze." affermò Corey. "Adesso, Spiritomb, attacca con Maledizione."
 
"Toooooomb..." sibilò il mostruoso Pokemon Spettro/Buio. Fece uscire due braccia-tentacolo dal suo corpo... e le usò per afferrare unn grosso chiodo d'acciaio che gli era apparso davanti dal nulla, per poi trafiggersi con esso! Immediatamente, anche Vibrava spalancò gli occhi in un'espressione di dolore, e delle scariche di energia scarlatte percorsero il suo corpo, prosciugando le sue energie! Spiritomb, nonostante il dolore, ghignò quiasi con perfidia quando vide il suo avversario che cadeva a terra in preda al dolore...
 
"Questo attacco... Maledizione... funziona in modo diverso quando viene usato da un P-Pokemon Spettro, vero?" commentò sconfortata Shelly, vedendo che anche Heather era molto allarmata per questo improvviso rovescio di fortuna!
 
"Esatto..." confermò Shade, senza scomporsi. "Adesso, il Pokemon della tua amica si indebolirà rapidamente, fino a cadere a terra senza forze. Anche se questo è costato a Spiritomb molta della sua energia..."
 
"Allora... la situazione non è poi tanto male!" esclamò Heather rabbiosamente. "Tutto quello che io e Vibrava dobbiamo fare, è stringere i denti e dare un'ultima spinta in modo che Spiritomb vada a terra! Vai, Vibrava! Colpiscilo con Sgranocchio!"
 
"Vi... Vibra... va..." balbettò Vibrava, cercando di reggere alla dolorosa scarica di energia che lo percorreva insistentemente. Spiritomb ghignò ferocemente e spalancò la bocca, all'interno della quale si formò di colpo una sfera di luce nera pulsante che puntò contro Vibrava...
 
"Ridicolo. I tuoi tentativi di opporti alla realtà dei fatti dimostrano solo quanto tu sia immatura." disse Corey. "Spiritomb, usa Palla Ombra."
 
Vibrava si scagliò con tutte le sue forze contro Spiritomb, e nello stesso momento, lo spettro malefico scagliò il suo attacco Palla Ombra, che sfrecciò rapidamente contro Vibrava e lo centrò in pieno, provocando un'esplosione di luce nera che lo inghiottì per un attimo. Un sorriso di cupa soddisfazione apparve sul volto duro di Corey, che era sicuro che questo avrebbe dimostrato una volta per tutte a sua figlia che quello per cui lei si batteva era un'illusione...
 
Ma Vibrava non si era arreso tanto facilmente. Con un balzo, emerse dall'esplosione di tenebre che era scaturita dalla Palla Ombra, e chiamando a raccolta tutte le sue forze, si scagliò contro l'avversario, che strabuzzò gli occhi per la sorpresa, cercando inutilmente di sottrarsi! Il Pokemon Terra/Drago chiuse le mandibole su Spiritomb, mordendolo ferocemente e tenendolo ben stretto... e prima che il mostro potesse liberarsi, Heather diede un altro ordine!
 
"Ed ora... Abisso!" esclamò la bambina. Vibrava si gettò in picchiata, colpendo il terreno con tutte le sue forze e con una tale potenza che il terreno si spaccò, creando una profonda fessura nel punto in cui la creatura era atterrata! Facendo appello alle poche energie che gli erano rimaste, Vibrava fece un movimento violento con il collo, e scagliò Spiritomb nella fossa! Lo spettro si schiantò sul fondo della spaccatura, e una raffica di rocce piombò su di lui, che contorse il volto in una smorfia di dolore e stupore, prima di perdere i sensi. Vibrava si permise un piccolo sorriso di soddisfazione... poi, esaurite le forze, si accasciò a terra e svenne a sua volta.
 
"Un doppio ko..." commentò Shelly.
 
Corey guardò in silenzio il suo Spiritomb che giaceva stordito in fondo alla fossa. Per quanto non lo desse a vedere, era rimasto piuttosto impressionato. Non si sarebbe mai aspettato una mossa simile da parte della figlia... e doveva ammetterlo, se Heather si fosse arresa, non sarebbe mai riuscita a ribaltare l'esito dell'incontro in quel modo. Forse... forse che Heather aveva ragione? Forse c'era ancora qualche speranza anche per il mondo di Reborn?
 
No... no, non poteva permettersi di essere debole di nuovo. Si era gettato alle spalle tutta la sua immaturità, e non sarebbe caduto nuovamente nella trappola in cui era incappato quando, assieme alla sua amata Elena, si era permesso di sperare che la vita potesse avere qualcosa di bello. Le persone erano uno stormo di avvoltoi, e il mondo era una montagna di spazzatura. I Pokemon non erano altro che animali feroci, a malapena dirozzati dalla loro intelligenza quasi umana... e ogni ideale non era che fumo negli occhi!
 
"Hmph. Scommetto che credi di avermi dato una lezione, vero, ragazzina?" chiese retoricamente Corey, richiamando il suo Spiritomb. "Scommetto che pensi di essere nel giusto, vero? Bene... tanto spiacente di contraddirti, ma non sei riuscita a fare assolutamente niente. Hai ottenuto una vittoria adesso, ma non durerà a lungo. Lascia che ti dimostri quanto inutile è il tuo ostinato opporti alla realtà dei fatti. Tocca a te, Doublade!"
 
Dalla Pokeball che Corey lanciò, uscì uno dei Pokemon più inusuali che Heather e Shelly avessero mai visto, al punto che le due bambine restarono per qualche istante stupite a guardarlo: si trattava di una creatura somigliante a due spade incrociate che puntavano verso il basso, il corpo diviso in due parti - le due spade vere e proprie e i due foderi. Le impugnature erano marrone chiaro, e sulle punte si vedevano dei panni  di colore lilla simili a delle mani che penzolavano in maniera inquietante. I foderi presentavano dei motivi che nell'insieme sembravano formare due volti con occhi bianchi chiusi e denti anch'essi bianchi, le bocche entrambe aperte in un ghigno sardonico. Sull'elsa di ciascuna spada, e più esattamente sul pomo, c'era un terzo occhio rosato dalla pupilla nera ed ellittica.
 
"Doublade! Doublade!" esclamò lo strano Pokemon, emettendo un clangore metallico quando le lame delle due spade cozzarono l'una contro l'altra! 
 
"Eh? E quello... che s-strano Pokemon... Che... che cos'è?" si chiese Shelly, frugando nella sua borsa per tirarne fuori il suo Pokedex, e puntarlo contro il Pokemon che Corey aveva mandato in campo...
 
"Doublade, il Pokemon Armabianca. Tipo Acciaio/Spettro. Forma evoluta di Honedge." disse il Pokedex di Shelly, un nuovo modello dalla custodia rosa. "Sdoppiatesi con l'evoluzione, le due parti comunicano telepaticamente per lanciarsi in un attacco coordinato. I fendenti vorticosi e velocissimi delle due spade possono mettere in ginocchio anche gli spadaccini più esperti."
 
"Non conosco questo Pokemon... ma se credi che mi farai paura con questo, ti sbagli di grosso!" esclamò Heather. Richiamò Vibrava e lo ringraziò con un cenno della testa, poi mandò in campo il suo terzo Pokemon. "Ora tocca a te... vai, Noibat!"
 
"Noi noibat!" squittì il Pokemon simile ad un incrocio tra un drago e un pipistrello. Sbattendo freneticamente le ali, Noibat svolazzò vicino a Doublade, guardando con un certo timore reverenziale lo strano Pokemon Spettro/Acciaio, che sembrò ghignare ancora di più di prima. Certo non sembrava impressionato da quell'esserino...
 
"Bene, ecco chi metterà al suo posto il mio Doublade. Il tuo piccolo ed insignificante Noibat. Dovrei averne paura?" chiese con retorico sarcasmo Corey. "Doublade, comincia con Ferrostrido."
 
"Noibat, attacca con Morso!" esclamò la bambina dai capelli fucsia. Mentre Doublade sfregava le sue lame l'una sull'altra, producendo un fastidioso stridio metallico che assalì le sensibili orecchie di Noibat, il drago-pipistrello strinse i denti e volò rapidamente verso l'avversario, cercando di morderlo con i suoi dentini affilati...
 
 
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Ora non c'era più alcuna barriera a separarli. Vera, Max, Wartortle e Gardevoir erano davanti alla misteriosa donna d'ombra che li aveva inseguiti così a lungo, e che ora stava davanti a loro con fare minaccioso. I suoi lineamenti erano completamente nascosti dall'oscurità che componeva il suo corpo... ma Vera riusciva a vedere che si trattava di una donna alta, con i capelli un po' lunghi legati in una coda... non assomigliava però a nessuno che loro conoscessero.
 
"Okay... adesso ci vediamo in faccia! Più o meno..." disse Vera. Incrociò gli occhi pieni di odio dell'apparizione oscura, e represse un brivido al momento di fissare quegli abissi di pura malvagità. "Chi sei, in realtà? Che cosa vuoi da noi? E da dove vieni?"
 
La donna serrò gli occhi, senza dire nulla... e i muri del corridoio iniziarono a sfarfallare, come immagini su un proiettore cinematografico, forse un segno in più che quella in cui si trovavano altro non era che un'illusione molto realistica...
 
"Non dici nulla?" affermò telepaticamente Gardevoir, avanzando un po' verso la donna misteriosa. A parte lo sguardo minaccioso, l'apparizione non aveva tentato di fare nulla, ma la sensazione di minaccia e di pericolo continuava a trasudare ad ondate dal suo corpo. "Inseguirci per tutto questo tempo, e poi non fare niente? Quali sono i tuoi scopi?"
 
Ancora una volta, la donna non rispose nulla... ma una voce rimbombante e terribile, che Vera, Max e i loro Pokemon riconobbero come quella di Shade, intervenne...
 
"ELLA... PERIRA'..."
 
Per un attimo, Max ebbe l'impressione che la donna avesse avuto una reazione di fastidio al sentire la voce di Shade... poi, senza dire una parola, la figura oscura cominciò a svanire, anche se Vera continuò a leggere nel suo sguardo propositi omicidi e desiderio di vendetta. Ne era sicura, questa non sarebbe stata l'ultima volta in cui si sarebbero incontrati...
 
"War? Tortle!" esclamò il Wartortle di Vera, indicando i muri attorno a loro che stavano rapidamente perdendo di consistenza. Le pareti stavano perdendo sempre più solidità, come anche la figura della donna che li aveva inseguiti...
 
"Sembra che adesso se ne stia andando..." disse Vera, senza permettersi di abbassare la guardia. Chissà cos'altro aveva in serbo per loro quel luogo infernale... Ma per fortuna, non accadde null'altro, e Vera, Max e i loro Pokemon guardarono in silenzio l'opprimente luogo che scompariva, assieme a quella misteriosa donna da incubo... e di ritrovarono in piedi nel magazzino abbandonato in cui Shade li aveva incontrati! Anche se il resto dei ragazzi della resistenza non erano da nessuna parte...
 
"Ma... ma cosa è successo, esattamente?" si chiese Gardevoir, guardando gli schermi dei computer davanti a lui... sui quali continuavano a susseguirsi le immagini quasi psichedeliche che Shade aveva fatto apparire. Guardando lo schermo di uno dei computer, Gardevoir si accorse di qualcosa di strano - Cain era lì sullo schermo, e stava cercando senza successo di aiutare il Medicham che si trovava lì a rianimare la sua allenatrice... "Queste immagini... si riferiscono a qualcosa che dovrà accadere? E perchè Cain è là dentro?"
 
"Non... non ne ho idea..." disse Max, pulendosi gli occhiali e guardando con ancora un po' di apprensione la scena sulla spiaggia. "Ma... sicuramente Shade voleva dirci qualcosa di molto importante. Forse... ci vuole avvertire di un nemico che incontreremo più avanti..."                      
                  
 
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Nonostante Noibat non fosse ancora evoluto, e Doublade potesse contare su una difesa solida come l'acciaio, e su una formidabile potenza d'attacco, lo scontro non era stato a senso unico come Corey si era aspettato. Il piccolo drago-pipistrello stava sfruttando al meglio i vantaggi della sua agilità e della sua piccola taglia per attaccare Doublade prima che potesse scagliare qualcuno dei suoi attacchi... il che si era rivelato una buona idea dal momento che l'abilità Nullodifesa del Pokemon Spettro/Acciaio vanificava ogni tentativo di scansare i suoi colpi! Con determinazione, Noibat svolazzò attorno all'avversario, in modo da non dargli il tempo di sferrare un attacco, e si esibì in un attacco Acrobazia, avvitandosi su sè stesso e colpendo Doublade con un doppio calcio durante la picchiata! Ma il colpo non si rivelò molto efficace, e Doublade si rimise in guardia un istante dopo, sfregando le sue spade una contro l'altra...
 
"Noibat, adesso usa Supersuono!" esclamò Heather. "E poi... continua con Ondacalda!"
 
"Hmm... Doublade, attacca con Metaltestata!" esclamò Corey, sicuro che quello sarebbe stato il colpo decisivo. Noibat prese fiato ed emise una scarica di onde sonore che Doublade riuscì a malapena ad evitare, scartando di lato e poi scagliandosi contro il piccolo Pokemon Drago/Volante con le lame puntate! Ma il draghetto reagì rapidamente, chiudendo le ali attorno al proprio corpo, e poi aprendole di colpo e rilasciando un'ondata di fiamme scarlatte che investì il Pokemon Armabianca e lo costrinse ad indietreggiare con uno stridio acuto! Doublade continuò poi la sua corsa... ma a quel punto, aveva perso molto del suo slancio iniziale, e anche se riuscì a mandare a segno un impatto deciso contro Noibat, non riuscì a fargli troppi danni - il drago-pipistrello perse quota, agitando le ali, ma si riprese rapidamente e si lanciò di nuovo all'assalto, prima che Doublade potesse attaccare di nuovo! 
 
"Usa un altro Morso, Noibat!" esclamò Heather, e il Pokemon Drago/Volante scattò verso l'avversario, mordendo una delle sue braccia! Doublade emise un verso acuto, come metallo che strideva sul metallo... e si scrollò di dosso Noibat con un violento strattone, facendo volare via il Pokemon Ondasonora per un breve tratto... almeno finchè quest'ultimo non si rimise in quota sbattendo le ali. I due Pokemon si fissarono rabbiosamente per qualche istante, e sia Shelly che Shade si aspettavano che, da un momento all'altro, i loro allenatori avrebbero ripreso l'incontro, e i due Pokemon si sarebbero scontrati in maniera ancora più violenta...
 
Invece, accadde qualcosa che neanche Shade si aspettava.
 
Corey tirò un sospiro, e fece cenno al suo Doublade di ritirarsi. "Sembra... che per quanto io provi, non riuscirò a convincerti, vero, Heather?" disse rassegnato. "Sei sempre stata testarda... immagino che questa sia una qualità che hai ereditato da tua madre... lei ha sempre pensato che per quanto dura potesse essere la vita, c'è sempre una speranza, una luce in fondo al tunnel. E immagino... che il motivo per cui ti ho sempre trattata così è stato... la mia debolezza... Perchè avevo paura, e non volevo perderti come era successo con Elena."
 
"Papà?" chiese Heather, sorpresa da questo improvviso cambiamento. Era un'altra illusione creata da Shade? "Di... di cosa stai parlando?"
 
Accompagnato dal tintinnio delle sue lame che si toccavano, Doublade indietreggiò, tornando dal suo allenatore... e Corey lo richiamò nella sua Pokeball. "Sai, Heather... noi non siamo mai andati d'accordo, questo me ne rendo conto. Non perchè io ti dessi la colpa della morte di Elena, sia ben chiaro. Mi rendo conto che non è stata colpa tua... ma forse è meglio che cominci dall'inizio, così potrai capire meglio."
 
Shade fece un cenno con la testa, soddisfatto di come erano andate le cose... mentre Shelly sbatteva gli occhi confusa e rivolgeva all'apparizione oscura uno sguardo interrogativo. "Bene. Sembra che sia andata più o meno come avevo pensato." disse Shade. "C'è voluto un po'... ma alla fine Heather è riuscita a far breccia nella corazza che Corey ha costruito attorno al suo cuore." Si voltò verso Shelly, e le fece cenno di unirsi alla conversazione. "Forse faresti bene a partecipare anche tu, piccola Shelly. Credo che... potrai capire anche tu molte più cose della tua migliore amica, e renderti conto meglio di cosa l'ha tormentata fino ad oggi."
 
"Ah... ehm... s-se... se lei pensa che possa essere utile, s-signor Shade..." mormorò Shelly, ancora disorientata. "Io... certo, voglio aiutare Heather quanto più posso... e anch'io... beh... vorrei sapere cosa ha spinto il signor Corey a comportarsi così!"
 
Shade fece un cenno con la testa, e Shelly lo ringraziò e raggiunse Heather. "Heather! Heather, tutto bene? Anche il tuo Noibat, vero?" chiese la piccola entomologa, posando una mano sulla spalla della sua amica.
 
"Shelly?" chiese Heather. "Sì... sì, io sto bene, e anche Noibat. Avremo... solo bisogno di fermarci un po' al Pokemon Center per far riprendere Bagon e Vibrava, ma a parte questo..."
 
"Noibat..." esclamò Noibat, appollaiandosi tranquillamente sulla spalla di Heather per riprendere fiato.
 
Corey guardò per un attimo Shelly, e decise che non sarebbe stata una cattiva idea mettere anche quest'ultima a parte del suo segreto. Dopotutto, quelle due sembravano essere amiche per la pelle... una sensazione che lui aveva dimenticato, e qualcosa in cui pensò che avrebbe dovuto avere più fiducia, invece di prendere la via del codardo.
 
"Blade..." disse Doublade, facendosi poi da parte per lasciare a Corey e alle due bambine il giusto spazio. L'ex-agente del Team Meteora ringraziò il Pokemon Armabianca, e cominciò a raccontare.
 
"E' giusto che voi sappiate qualcosa di più della mia amata, Elena..." disse Corey, ripensando ad un passato in cui erano stati felici assieme, e non immaginavano neanche quale tempesta si stava addensando sulle loro teste. "Elena era un donna bellissima, forte, generosa... non credo che potrà mai esistere un'altra persona come lei. Di questo sono sicuro. Quando ero con lei mi sentivo in pace. Mi sentivo... completo. Felice. Non riuscivo a pensare a nulla che non fosse il nostro futuro assieme. Quel futuro che si è interrotto di colpo quando tu sei venuta alla luce, Heather..."
 
"Sì, questo lo so..." disse Heather cupamente. "Ma cos'è successo, esattamente? Perchè la mamma è morta così? E perchè ti sei unito al Team Meteora?"
 
Corey guardò verso l'alto, senza dire nulla per qualche istante... poi proseguì, con percettibile amarezza. "Le due cose sono collegate. Durante la tua nascita, Elena è stata vittima del malfunzionamento di una macchina... una probabilità su un milione che una cosa del genere possa accadere. C'erano maggiori possibilità che venisse colpita da un fulmine. O almeno, così mi hanno detto i medici."
 
"Quindi... lei sta dicendo che è un altro il motivo per cui la mamma di Heather è morta?" chiese Shelly. Un brivido di orrore la percorse al pensiero che qualcuno avesse avuto il coraggio di provocare di sua volontà la morte di una neomamma... e il viso di Heather aveva già perso ogni colore all'idea.
 
Corey guardò verso la mano di sua figlia, la stessa mano che portava l'Anellorubino. "Vedi... c'è un anello. Uno splendente anello di rubini. L'avevo comprato da un collezionista molto tempo fa. Certo, io non sono uno che si interessa molto ai gioielli, ma... quell'anello era un'autentica opera d'arte. E io promisi che lo avrei regalato alla donna che avrei amato. Io... regalai quell'anello ad Elena quando mi dichiarai a lei, e lei da allora lo ha sempre portato. Sempre, in ogni momento. E' l'Anellorubino che tu porti al dito, Heather."
 
"Il mio anello..." mormorò Heather. "Ma... ma questo cosa c'entra con..."
 
"Ci stavo appunto arrivando." continuò Corey. "Venni a scoprire che dietro la morte di Elena c'era qualcosa di ben più sinistro. Il dottore a cui Elena era stata affidata si rifiutò di riconsegnarmi l'Anellorubino. E fu allora che cominciai a rendermi conto della cruda verità. Elena era stata assassinata per quell'anello. Il dottore era uno dei complici del Team Meteora, e l'ordine di uccidere Elena era venuto da uno dei loro membri di più alto rango - un uomo di nome Sirius."
 
"Lui..." sibilò Heather furiosamente. "Allora... si può dire che è stato quell'essere schifoso del comandante Sirius ad uccidere la mamma!"
 
Corey annuì lentamente. "Riuscii a scovare e a raggiungere Sirius, e lo affrontai. E stava anche andando bene. Ero persino riuscito a ferirlo, facendogli perdere un occhio. Ma... purtroppo non fui in grado di portare a termine la mia vendetta. Lord Solaris, il comandante supremo del Team Meteora, intervenne con un gruppo di fanatici al suo servizio, e i miei Pokemon Veleno poterono ben poco contro i suoi." raccontò. "Non avevo altra scelta che rinunciare... Ma ero troppo attaccato alla memoria di Elena per rinunciare all'Anellorubino... quindi feci un patto con Lord Solaris. Promisi di servirli, e in cambio mi sarebbe stato concesso di tenere con me quell'anello. Sono stato egoista, lo so... ho messo i miei desideri personali davanti a ciò che invece sarebbe stato meglio per il nostro mondo... e per te, Heather. E fu proprio durante una missione che stavo intraprendendo per il Team Meteora, che venni scoperto da Titania, uno dei membri più in vista della resistenza."
 
"Ero stata io ad avvertire Titania che un agente del Team Meteora mascherato si trovava nei pressi della Grande Scalinata di Reborn City, per motivi che ignoravo." spiegò Heather, con gli occhi lucidi. "Non sapevo che si trattava di mio padre... sono venuta a saperlo solo dopo che Titania lo ha smascherato, quando ormai... era troppo tardi per fare qualsiasi cosa." Non c'era bisogno di chiedere cosa intendesse con 'troppo tardi'. "Il resto... il resto lo sai già, Shelly."
 
Shelly guardò verso il terreno, senza parole per quello che aveva sentito. "Mi... mi dispiace, Heather... io... non avevo idea che fosse andata così..." affermò la ragazzina più grande.
 
"Il Team Meteora vuole l'Anellorubino. E non esiterà a darvi la caccia per averlo. Non si fermeranno davanti a niente e nessuno per realizzare i loro folli piani." disse Corey. "Finora, ero convinto che non ci fossealcuna speranza di opporsi a loro. Ma ora... ora finalmente ho compreso che forse non è tutto perduto. Voi della resistenza e quei ragazzi di Hoenn... voi potete farcela. Sento che voi siete la migliore speranza di questo paese alla deriva. Affinchè Reborn abbia un futuro, il Team Meteora deve essere annientato. Vi affido questa mia ultima volontà, anche se mi rendo conto che non ho esattamente il diritto di chiedervi nulla... Heather, ti chiedo di tenere al sicuro l'Anellorubino, e di vendicare la tua mamma. Distruggete Lord Solaris, Sirius e i loro servitori. Fate in modo che non possano più nuocere a nessuno."
 
"Sì, papà... ora so cosa devo fare. Stai tranquillo, farò in modo... che la tua morte non sia stata inutile!" disse Heather, determinata nonostante le lacrime agli occhi. Avanzò verso suo padre... e per la prima e ultima volta, gli gettò le braccia attorno e lo abbracciò! "E... ti perdono per tutto, papà. Per tutte le volte che sei stato freddo con me, per tutte le volte che abbiamo litigato... e ti chiedo scusa... io... non sapevo cosa stessi passando... e non mi sono neanche sforzata di capirlo. Mi dispiace... ti chiedo scusa, papà..."
 
"Heather..." esclamò Corey, la cui espressione dura si era sciolta, e che ora stava mostrando sorpresa ed esitazione. Non era abituato a simili espressioni di affetto da parte della figlia... e ci mise qualche secondo prima di riaversi abbastanza da ricambiare l'abbraccio e scusarsi a sua volta. "Va... tutto bene, Heather. Ho sbagliato anch'io... ho sbagliato per primo. Ho cercato di farti crescere senza speranza, di farti credere che la vita fosse solo dolore e sofferenza, perchè avevo paura di perderti... e alla fine, ho ottenuto solo di allontanarti. E quando tu ne avevi più bisogno, mi sono arreso e ti ho lasciata sola. Mi dispiace... potrai mai perdonare questo stupido d'un papà?"
 
"Ti ho già perdonato, testardo che non sei altro!" esclamò Heather alzando la voce. 
 
Shelly sorrise, e una lacrima di commozione le solcò il viso. Se non altro, quei due erano riusciti a capirsi e a dirsi quello che dovevano...
 
Per un attimo, anche Shade apparve sorridere di ciò che stava accadendo... ma la gravità di ciò che stava accadendo all'esterno di quel mondo illusorio lo convinse a dire la sua. "Dobbiamo andare, Corey. Gli amici di Heather e Shelly avranno presto bisogno del loro aiuto... e noi non possiamo restare qui troppo a lungo. Saremo più utili a modo nostro che restando con tua figlia." disse Shade.
 
"Sì... capisco." disse Corey, sciogliendosi di malavoglia dall'abbraccio con la figlia ritrovata. "Heather... Shelly... voi sapete cosa dovete fare. Aiutate Vera, Max e gli altri quanto più potete. Fermate il Team Meteora... e salvate il nostro mondo. Il destino di migliaia di persone... la salvezza di innumerevoli Pokemon... dipendono solo da voi!"
 
"Noibat!" esclamò il Noibat di Heather con un cenno della testa. 
 
Shelly fece a Corey il segno dell'okay, ed Heather fece un sorriso di assenso e liberazione, mentre il mondo illusorio che Shade aveva creato intorno a loro cominciava a svanire... e Corey stesso perdeva la sua forma umana e tornava ad essere il Gengar che era prima...
 
"Sì... tranquillo, papà... non preoccuparti, Shade... non falliremo!" disse Heather, pochi istanti prima che lei e Shelly si trovassero nuovamente nel magazzino abbandonato, davanti a Vera, Wartortle, Max e Gardevoir che le osservavano con stupore e sollievo...    
           
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: E con questo, finalmente abbiamo saputo di più su Heather e sul suo passato, oltre al motivo per cui Corey ha fatto quello che ha fatto. Adesso, se non altro, Heather si è liberata di un peso che portava da troppo tempo... e adesso, è ora di concentrarsi sul motivo per cui i nostri sono giunti alla Fabbrica Abbandonata - salvare Vittoria ed impedire al Team Meteora di mettere le mani sull'Anellorubino e sulla Collanasmeraldo!
 
Nel prossimo capitolo, arriverà il momento di risolvere questo problema. E non escludo di farvi una piccola sorpresa verso la fine! A presto, e sappiatemi dire cosa ne pensate!   
  
      
 
      

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Capitolo 16
*** Fuggendo nell'oscurità ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 16 - Fuggendo nell'oscurità
 
 
Vera, Max e i loro Pokemon si erano da poco ritrovati nello stesso magazzino dove avevano visto quelle strane ed inquietanti allucinazioni... e pochi istanti dopo, ecco omparire anche Heather e Shelly, praticamente dal nulla! Le due bambine sembravano allo stesso tempo sconvolte e sollevate, e Vera immaginò che quello che avevano visto doveva essere davvero terrificante... o comunque traumatizzante. Heather, in particolare, aveva ancora gli occhi rossi... ma si rivolse ai due fratellini di Hoenn con un tono di voce che esprimeva rinnovata determinazione, e al tempo stesso dava l'impressione che Heather fosse più in pace con sè stessa.
 
"Vera, Max... ragazzi, ci siete anche voi." disse Shelly, scostandosi dagli occhi una ciocca dei suoi lunghi capelli violetti. "Siamo felici di rivedervi... che cosa è successo? Avete visto qualche allucinazione?"
 
"Potremmo dire lo stesso di voi... cos'è successo? Shade ci ha portato in uno strano posto che sembrava venuto fuori da un incubo... siamo stati inseguiti da una donna che voleva qualcosa da noi... anche se non so esattamente cosa!" rispose Max sfregandosi la fronte. "E voi... dove siete finite?"
 
"E' una storia un po' lunga..." rispose Heather, ancora non del tutto ripresasi da quella sconvolgente esperienza. "Ve la racconterò non appena saremo al sicuro nella nostra base... ma vi basti sapere che ho incontrato una persona con la quale mi dovevo chiarire già da parecchio tempo. Diciamo... che ne è valsa la pena, anche se non è stato facile."
 
"E gli altri, dove saranno finiti?" si chiese Shelly, guardandosi attorno e vedendo che Cain, Amaria e Julia ancora non c'erano. "Spero che non gli sia successo niente di male..."
 
Vera guardò verso gli schermi ancora accesi addossati al muro, e cercò di capire cosa stesse accadendo. Su uno di essi, Cain era impegnato a dare una mano al Medicham la cui allenatrice era caduta a terra inpreda ad un malore, ma la donna ancora non dava cenno di vita... e la spiaggia grigia e brulla continuava ad essere solitaria come un deserto! Era un'immagine desolante... e per certi versi, a Vera e a Max dava quasi l'impressione che volesse rispecchiare il freddo e l'insensibilità che permeavano Reborn City...
 
Sull'altro schermo, la situazione non era altrettanto drammatica... ma era sicuramente strana e spiazzante: Amaria e Julia si trovavano in piedi su un ponte di tavole di legno rozzamente tenute assieme da delle robuste corde intrecciate alla meno peggio, e stavano guardando verso le cascate sulle quali erano sospese, alla ricerca della persona che avevano visto cadere... e che ancora non emergeva. Le acque sotto di loro erano turbolente e seminascoste dagli schizzi della cascata, per non parlare delle rapide... insomma, non c'erano molte possibilità che la persona riemergesse viva da una simile caduta, ma ancora non c'era una conferma nè in un senso, e neanche nell'altro.
 
"Cosa sta succedendo lì... Perchè Shade li tiene in quei posti assurdi?" si chiese Vera, scuotendo un po' lo schermo sul quale Cain si trovava, nella speranza di farlo uscire da lì in un modo o nell'altro. "Se li ha portati fin lì... un motivo ci sarà per forza!"
 
"Almeno si fosse spiegato un po' meglio. E cosa voleva dire quando ha detto che... lei perirà? Si stava riferendo a quella donna, ma chi è in realtà quella donna? Se solo ne sapessimo di più, potremmo capirci qualcosa..." disse telepaticamente il Gardevoir di Max. 
 
Il Wartortle di Vera scosse la testa. "Torrrrtle!" esclamò, richiamando l'attenzione sul problema più immediato - cioè fare in modo che Cain, Amaria e Julia uscissero da quelle trappole! Il Pokemon tartaruga spruzzò un getto d'acqua contro gli schermi, sperando di mandarli in corto circuito e forse liberare i loro compagni... e in effetti, nel momento in cui il getto inondò lo schermo di destra, quest'ultimo cominciò ad emettere degli strani suoni, e le immagini sfarfallarono prima di essere sostituite da un muro di statico...
 
"Wartortle, che fai? Non fare nulla di avventato, potremmo mettere in pericolo Cain e gli altri..." lo avvertì Vera, preoccupata. Il Pokemon d'Acqua drizzò le orecchie allarmato ed indietreggiò, mentre una nuova immagine appariva sullo schermo dove si trovava Cain... e un attimo dopo, il diretto interessato si materializzò vicino allo schermo e si alzò in piedi di scatto, guardandosi attorno con espressione allarmata e smarrita! "Ah... beh, se non altro, sembra che abbia funzionato..."
 
"Tortle..." sospirò il Pokemon tartaruga.
 
"Huh? Ma dove cavolo... Hey, favoloso! Un attimo fa mi trovavo su quella strana spiaggia grigia e cercavo di aiutare una donna che stava avendo un malore... e adesso sono di nuovo qui  in questo posto che non mi sembra molto meno assurdo!" affermò il giovanotto dai capelli viola. "Salve, ragazze e ragazzi... vi chiederei cosa è successo, ma temo che non riuscireste a darmi una risposta molto esauriente, dico bene?"
 
"Sappiamo solo che è stata opera di Shade... e che probabilmente ha voluto dire qualcosa a tutti noi." affermo Shelly. Il Gardevoir di Max aiutò Cain a rimettersi in piedi, e il ragazzo dai capelli viola fece un segno di vittoria a lui e ai sue fratellini di Hoenn. "Ma adesso... beh... io credo che sarebbe meglio cercare di far uscire Julia ed Amaria... da quello strano posto!"
 
"Non credo che sarà necessario, Shelly. Guarda un po'... credo che ne stiano già uscendo da sole!" affermò Heather dando un'occhiata all'ultimo schermo rimasto attivo. Anche quello stava cominciando a sfarfallare e a perdere nitidezza... e un attimo dopo, nel momento in cui Julia cominciava a guardarsi attorno spiazzata, un lampo abbagliante invase il magazzino abbandonato, e le due giovani donne ricomparvero nella stanza con uno spettacolare gioco di luci!
 
"Eccole là, infatti..." disse Cain, sentendosi sollevato. Quanto meno, adesso non erano più separati e non dovevano più avere a che fare con le strane illusioni create da Shade...
 
"Woooow... che diamine è successo qui, gente? Abbiamo fatto un viaggetto sopra una cascata... abbiamo visto una che cadeva... e poi BOOM! Ci troviamo di nuovo in questo strano posto!" esclamò la ragazza dai capelli verdi, scuotendo la testa per schiarirsela un po'. "So che è un po' strano dirlo in questo momento, ma è stato veramente fico! Non è che possiamo rifarlo?"
 
"Non... non lo definirei esattamente 'fico', Julia..." disse Amaria. "Non abbiamo ancora la più pallida idea di cosa volesse dire questa allucinazione... e non ho neanche visto bene chi fosse la persona che è caduta nella cascata! Ma... che è successo? Perchè Shade ci ha fatto vedere queste strane cose?"
 
"Ha mandato ognuno di noi in un posto diverso, Amaria..." disse Max. "Ma temo che in questo momento non abbiamo il tempo di chiederci cosa volesse dire esattamente."
 
Vera annuì rapidamente. "Sì, mio fratello ha ragione. Ricordate che siamo qui per salvare Vittoria? Dobbiamo sperare che Drew e gli altri siano riusciti a guadagnare abbastanza tempo, e a farsi riportare Vittoria sana e salva." affermò. "Spero solo che non abbiao finito per perdere troppo tempo qui..."
 
Vera si guardò attorno, vedendo che ognuno dei suoi compagni comprendeva la situazione e sperava che le visioni mandate loro da Shade non avessero loro fatto perdere troppo tempo prezioso... e fece un salto per la paura quando la misteriosa entità riapparve con un cupo suono vibrante, i suoi occhi sanguigni e il suo ghigno a denti scoperti che luccicavano nell'oscurità! L'entità misteriosa stava fluttuando di fronte a loro... e li stava guardando con un'espressione ambigua ed inquietante! Soltanto Heather e Shelly non si misero immediatamente in guardia, immaginando che Shade con fosse lì per minacciare ma per metterli in guardia...
 
"Quattro gioielli. Cinque persone." affermò Shade, in maniera ambigua. "Un passato... che tutti hanno dimenticato... deciderà il futuro di Reborn..."
 
L'entità non terminò la frase, prima di scomparire nel nulla, accompagnato dal suono del vento che soffiava nelle finestre...
 
"Cosa?" esclamò Amaria, facendo un passo verso Shade come se avesse voluto trattenerlo. Niente da fare. L'esperta di Pokemon Acqua era riuscita soltanto a fare un passo prima che il misterioso essere fosse diventato nebbia. "Che... che stai dicendo, Shade? Chi sono queste quattro persone? E i quattro gioielli di cui parli, che cosa... ugh... accidenti, se n'è andato... Adesso ne sappiamo quanto prima..."
 
"Beh... non proprio quanto prima." disse la piccola Heather, guardando l'anello che portava alla mano destra. "Ormai ne sono sicura... mio papà mi ha detto che questo Anellorubino è qualcosa di più che un semplice ricordo di mia mamma. Il motivo per cui il Team Meteora lo vuole... è sicuramente legato a quello che Shade ci ha detto."
 
"Sembrava una sorta di profezia." continuò Shelly. "Non sappiamo cosa rappresenti quell'anello, ma sicuramente c'è qualcosa di grosso in ballo."
 
"E immagino... che si possa dire lo stesso anche della Collanasmeraldo di Ortilla." affermò Vera. Adesso si cominciava a vedere una trama di fondo dietro le azioni del Team Meteora... "Il Team Meteora vuole quei gioielli, forse perchè si tratta delle chiavi per risvegliare un Pokemon Leggendario, o comunque un grande potere."
 
"Una ragione di più per cui non possiamo lasciare che cadano nelle mani del Team Meteora." affermò Cain. "Okay, allora... forza, ragazzi, avremo tempo dopo di pensare a quello che ha detto Shade. Adesso dobbiamo a tutti i costi andare ad aiutare gli altri e liberare Vittoria."
 
"Ricevuto!" esclamò Julia, facendo un saluto militare! "Non vedevo l'ora di far saltare in aria il piano del Team Meteora!"
 
Dopo essersi assicurati che tutto fosse a posto e che nel magazzino non si nascondessero altre insidie, Vera, Max e i loro compagni e Pokemon ripresero il loro cammino, infilando una delle porte di servizio e spingendosi ancora più in profondità in quell'edificio fatiscente...
 
 
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Il confronto tra il Team Meteora e il secondo gruppo della resistenza si stava facendo teso. Da una parte, l'organizzazione criminale e i suoi rappresentanti, capeggiati da Eclisse, teneva sott'occhio Drew e gli altri, per fare sì che non tentassero di fare nulla mentre Astro andava a prendere la prigioniera Vittoria. Dall'altro, Drew e i suoi compagni cercavano per quanto possibile di prendere tempo, prima che Ortilla fosse costretta a consegnare la sua Collanasmeraldo.
 
"Andiamo, Vera..." pensò tra sè il giovane coordinatore dai capelli verdi. "Forza, come mai tu e i tuoi compagni ci mettete tanto? Spero che non vi sia successo nulla... e poi, non riusciremo a tenere in sospeso quelli del Team Meteora tanto a lungo..."  
 
Il faccia a faccia silenzioso era durato già diversi minuti... e probabilmente qualcuno avrebbe perso la calma e avrebberotto il silenzio se non ci avessero pensato dei suoni provenienti dal corridoio nel quale Astro si era incamminato assieme ad alcune reclute. Dalla stessa porta, il giovane Cavaliere Meteora riemerse assieme ai suoi sottoposti, e a Vittoria che procedeva con le mani legate dietro la schiena. La ragazza dai capelli neri si illuminò in volto quando vide i suoi compagni della resistenza che erano venuti a salvarla... ma la realizzazione di quello che voleva dire la colpì pochi istanti dopo e provvide a raffreddare il suo entusiasmo.
 
"Drew, Ortilla!" esclamò Vittoria. "Ragazzi, sono contenta che siate venuti! Ma... che cosa volete fare? Non vorrete dare al Team Meteora..."
 
Una delle reclute tappò la bocca a Vittoria con una mano, e la giovane esperta di arti marziali si dibattè furiosamente nel tentativo di liberarsi, senza successo - era legata troppo bene per avere qualche possibilità. "Non c'è bisogno di dire altro. I tuoi compagni sanno bene che cosa vogliamo in cambio." affermò Astro, per poi voltarsi lentamente verso i ragazzi della resistenza. "Dico bene?"
 
"Come potete vedere, la vostra compagna è viva e in buona salute." affermò Eclisse. "Adesso, consegnateci l'Anellorubino e la Collanasmeraldo."
 
"No, non ancora!" ribattè Pietro. "Forse non ci siamo spiegati... noi la nostra compagna la rivogliamo indietro adesso, non quando vi avremo consegnato ciò che volete! Lasciate andate Vittoria!"
 
"Ragazzo, forse non ti rendi conto di chi ha il coltello dalla parte del manico." fu la risposta di Eclisse. Il Team Meteora stava visibilmente perdendo la pazienza. Entrambe le parti stavano tirando la corda fino allo stremo, e sarebbe bastato poco per spezzarla e provocare una reazione violenta...
 
"Vi abbiamo fatto vedere che la vostra compagna sta bene. Adesso, consegnateci la Collanasmeraldo e l'Anellorubino." continuò la Dama Meteora nervosamente. "E vi avvertiamo che se è un trucco, non avrete il tempo di pentirvene."
 
"Tsk... dovevamo fidarci di quei due marmocchi di Hoenn, ed ecco il bel risultato. Se fosse stato per me, il Team Meteora sarebbe rimasto a bocca asciutta." pensò tra sè Fern, avvicinando una mano alle sue Pokeball. Vide con la coda dell'occhio che anche Pietro si stava preparando a mandare in campo i suoi Pokemon, ma era esitante a farlo finchè Vittoria fosse rimasta così vicina ai suoi carcerieri...
 
Lo stallo sembrava in procinto di durare ancora...
 
"Gassssstly..." sussurrò una vocetta, interrompendo la coltre di silenzio che era calata sulla sala abbandonata. Con un piccolo sobbalzo di sorpresa, Astro guardò verso il soffitto... e vide che un Gastly stava entrando nella stanza passando attraverso di esso, e guardando con fare beffardo il Team Meteora! 
 
E non era da solo! Altri Gastly emersero pochi secondi dopo... due, tre, quattro... almeno una dozzina, e dopo di loro arrivarono alcuni piccoli Misdreavus, e altri Pokemon simili a piccoli mantelli neri fluttuanti con un teschio stilizzato a fare loro da volto, completo di occhi rossi e luccicanti! Sicuramente dei Duskull, Pokemon Spettro dall'aspetto misterioso, conosciuti per il loro comportamento inquietante e per le voci che li dipingevano come spauracchi per i bambini disobbedienti. E non erano soli... da una finestra infranta su un lato della grande sala, entrò un piccolo gruppo di Magnemite, che si diresse senza esitazione contro il gruppo di malfattori!
 
"Cosa... ma che succede? Cosa stanno facendo quei Pokemon Spettro?" si chiese Ortilla. Lei e la sua Alty stavano guardando con stupore le strane creature che iniziavano a sciamare sopra di loro, e anche la stoica Florinia sembrava vagamente stupita di vedere tutti quei Pokemon affollarsi così... e puntare contro gli uomini del Team Meteora!
 
"Stando alle osservazioni che al momento sto compiendo, è possibile ipotizzare che i Pokemon Spettro abbiano identificato il Team Meteora come intrusi, e stiamo tentando un'azione di disturbo ed intimidatoria per costringerli ad abbandonare il luogo." spiegò. "Tuttavia, la motivazione che li spinge ad attaccare solo il Team Meteora, ignorando il nostro gruppo, resta sconosciuta."
 
"Sapete che vi dico? Al diavolo la motivazione!" esclamò Fern. "Non siamo venuti qui per farci minacciare dal Team Meteora, quindi io dico... attacchiamo! Vai, Servine!"
 
Fern lanciò la sua Pokeball, dalla quale emerse un grazioso Pokemon d'Erba simile ad un serpentello verde dal ventre bianco, con quattro piccole zampe atrofizzate che spuntavano dai lati del corpo, e una sorta di collare giallo attorno al collo. Delle piccole creste verdi a forma di foglia di acero spuntavano dalla sua schiena, e anche la sua coda terminava con un'appendice a forma di foglia. Senza perdere tempo, la creaturina vegetale puntò contro il Team Meteora, che in quel momento era impegnato a cercare di scacciare gli spettri!
 
"Forza, Servine! Dagli il benservito con un attacco Fogliamagica!" esclamò Fern. Il Pokemon serpente creò una raffica di foglie fatte di luce verde tutt'attorno a sè e le scagliò contro il Team Meteora, colpendo diversi dei loro scagnozzi e mandandoli dolorosamente a terra!
 
Inutile dirlo, questo gesto non incontrò esattamente l'approvazione di Drew, Hitomi ed Ortilla... in particolare di quest'ultima! "Ma cos... ma che ti salta in mente, Fern! Potevi colpire Vittoria, non ti è passato per la testa?" esclamò la ragazzina dai capelli azzurrini.
 
"Alt, altar!" stridette Alty, muovendo freneticamente le ali. 
 
Fern, come probabilmente era facile aspettarsi, non venne minimamente scosso dalla rampogna. "Tsk... si vede che sei una mocciosa viziata cresciuta nel lusso, ragazzina. Qui siamo a Reborn, dove non si può vincere se non si è spietati!" esclamò. "Il Team Meteora non avrebbe esitato ad attaccarci se ne avesse avuto l'opportunità, quindi perchè non dovrei farlo io? Avanti, Servine, continua ad attaccare con Vorticerba!"
 
"Servine!" con un verso acuto, il Servine del giovinastro creò davanti a sè un vortice di energia verde nel quale volteggiavano delle foglie fatte di pura energia, e lo scagliò contro gli uomini del Team Meteora, che avevano già fatto uscire alcuni dei loro Pokemon! Un Linoone e un Granbull del Team Meteora, in quel momento in prima linea, vennero colpiti dal vortice, che sollevò da terra il Pokemon simile ad un tasso e lo scagliò lontano, facendolo rimbalzare un paio di volte sul pavimento! Ma il Pokemon tasso si rialzò rapidamente, lanciando un profondo ruggito di rabbia! 
 
"Linoone!"
 
Il Team Meteora, ormai ripresosi dallo sbalordimento iniziale, stava mettendo mano alle Pokeball, pur sotto attacco da parte dei numerosi Pokemon Spettro apparsi da chissà dove... e con loro, anche Astro ed Eclisse, che ormai avevano completamente lasciato perdere Vittoria. "Tsk... non immaginavo che sarebbe andata così! Ma non importa, non ci fermerete tanto facilmente!" esclamò la Dama Meteora. "Electabuzz, Lunatone! Fermateli a tutti i costi!"
 
"Tocca a voi... Magmar, Solrock!" proseguì Astro. Lo Electabuzz e il Magmar dei due luogotenenti del Team Meteora apparvero un istante dopo accanto ai loro allenatori, assieme a due strani Pokemon che sembravano essere stati intagliati nella roccia di una meteorite! Un Lunatone, un Pokemon a forma di falce di luna di colore marroncino chiaro, con grandi occhi rossi e minacciosi su entrambi i lati, e una specie di becco sulla sua parte centrale, in mezzo agli occhi... e un Solrock, un Pokemon sferico rosso con due grandi occhi e otto schegge di roccia color giallino inserite attorno al corpo, in modo da assomigliare ad un sole stilizzato. "Iniziate subito! Magmar, attacca con Lanciafiamme!"
 
"Magmarrrr!" esclamò il Pokemon vulcanico, prendendo fiato per poi scagliare una fiammata enorme contro il Servine di Fern, che venne travolto e mandato a terra con uno stridio di dolore! Per quanto resistente fosse la specie di Pokemon a cui apparteneva, non c'era molto che potesse fare davanti ad un attacco al quale era così sensibile, e infatti, non appena la fiammata cessò, Servine cadde a terra privo di sensi, e Fern lo richiamò con un'esclamazione di disprezzo.
 
"Tsk. Pokemon incapace." affermò con spocchia, attirandosi dietro altri sguardi disapprovanti da parte dei suoi compagni - tranne Florinia, a cui sembrava non interessare nulla. "Beh, non importa. Ho altri Pokemon con me. Fatti avanti, Krokorok!"
 
"Kroko krokorok!" esclamò il coccodrillo delle sabbie, apparendo nello stesso punto in cui Servine era crollato. Il Team Meteora aveva fatto già uscire numerosi Pokemon, e adesso anche Max e gli altri stavano preparandosi ad affrontare una battaglia che si preannunciava terribile!
 
"Electabuzz, usa Scarica contro quei fantasmini!" esclamò Eclisse, cercando di ripararsi sotto la pioggia di attacchi che i Gastly, i Misdreavus e i Duskull facevano precipitare sui suoi compagni. "Lunatone, potenziati usando Cosmoforza, e poi scatena un attacco Psichico!"
 
"Magmar, usa Muro di Fumo per annebbiare loro la vista... e poi attacca con Pirolancio! Solrock, usa Cozzata Zen!" esclamò a sua volta Astro. I due Pokemon Roccia/Psico si sollevarono in aria, e mentre Lunatone venne circondata da una scintillante aura blu costellata di puntini bianchi luminosi che davano l'impressione di stelle, Solrock venne avvolto da una sfera di pulsante energia psichica rosata e si scagliò a tutta velocità contro la Cradily che Florinia aveva appena fatto uscire, colpendola in pieno! Ormai tutti avevano fatto uscire almeno un Pokemon... e lo scontro si stava rapidamente trasformando in un parapiglia infernale!
 
"Okay, in tutta questa confusione, credo che possiamo approfittarne." disse Hitomi, rivolta al Pokemon che aveva mandato in campo, il suo Grumpig. "Allora, Grumpig... proteggiti con Riflesso e avanza verso Vittoria! Dobbiamo portarla fuori da questo caos!"
 
"Grump!" esclamò il Pokemon Raggiro. Concentrandosi giusto per un attimo, il maiale psichico creò una barriera invisibile davanti a sè e cominciò ad avanzare usandola come uno scudo per evitare gli attacchi del Team Meteora. Alcuni dei Pokemon Spettro intervenuti caddero attorno a lui, storditi dagli attacchi che avevano ricevuto da Electabuzz e Magmar... e prima che Grumpig potesse raggiungere Vittoria, che si dibatteva a terra per liberarsi dalle corde, due Pokemon del Team Meteora - un Nuzleaf e una Venomoth - cercarono di aggredirlo!
 
"Attento, Grumpig!" esclamò Ortilla, rendendosi conto del pericolo. "Scraggy, fermali con un attacco Insidia!"
 
"Scrrrrraggy!" con un'esclamazione rabbiosa, il piccolo Pokemon Buio/Lotta si lanciò sui due avversari e colpì al volo Venomoth con un fendente sferrato con il braccio sinistro! La falena gigante, colta di sorpresa, non riuscì ad opporre resistenza e venne scagliata in aria, atterrando poi con un tonfo sordo e restando a terra stordita... ma il Nuzleaf del Team Meteora si voltò di scatto per rispondere...
 
"Roserade, usa Fangobomba!" esclamò Drew. Di punto in bianco, un globo di fango viola tossico ed appiccicoso si schiantò sul Pokemon Erba/Buio, che emise un grido di sorpresa e dolore e rimase invischiato al pavimento, lasciando campo libero a Grumpig per raggiungere Vittoria e portarla via dal campo di battaglia! Il Roserade di Drew fluttuò accanto a Grumpig e fece un occhiolino, prima di voltarsi nuovamente verso i Pokemon del Team Meteora, e Drew fece un cenno di intesa ad Hitomi, che la ragazzina ricambiò con un sorriso arguto. "Ora è la tua occasione! Vai, Hitomi!"
 
"Ricordami che ti devo un favore, Drew." rispose Hitomi. "E anche a te, Ortilla."
 
Ortilla ed Alty sorrisero, prima di concentrarsi nuovamente sulla battaglia che si stava svolgendo. "Di niente, figurati! Ora non perdiamo tempo! Scraggy, usa Breccia! Alty, aiutalo con Nebbia!"
 
La graziosa Pokemon dalle piume bianche si concentrò per un istante, e creò una coltre di nebbia attorno a Scraggy nel momento in cui quest'ultimo si avvicinò di colpo ad un Herdier nemico. Il Pokemon simile ad un cane barbone, che aveva già puntato l'avversario e si apprestava a respingere l'attacco, si ritrovò improvvisamente con la vista oscurata dalla foschia, e si ritirò di due passi... cosa che diede a Scraggy il tempo di scattare in avanti e centrare l'avversario con un potente colpo di taglio sulla fronte! Lo Herdier nemico strabuzzò gli occhi in una buffa espressione di sorpresa e dolore prima di crollare a terra privo di sensi... e Scraggy saltò fuori dalla nebbia per fare ad Altaria un segno dell'okay!
 
Nel frattempo, il Krokorok di Fern e il Graveler di Pietro stavano affrontando la Lunatone di Eclisse e il Solrock di Astro... mentre il Roserade di Drew si apprestava ad affrontare lo Electabuzz della ragazza, e il Walrein di Hitomi se la vedeva con Magmar! Il Pokemon simile ad un coccodrillo bipede mise a segno un ben piazzato attacco Garanzia contro Lunatone, colpendo la Pokemon simile ad una fale di luna con il palmo della mano aperta e facendola barcollare... mentre Solrock mandava a segno un attacco Cozzata Zen contro Graveler, riuscendo a fargli dei danni! Ma il Pokemon Roccia/Terra resistette al colpo senza tanti problemi, e respinse Solrock con un poderoso attacco Rocciotomba, calando di colpo le braccia e facendo piovere addosso al Pokemon meteoritico una raffica di pezzi di roccia!
 
"Presto, Roserade... attacca con Extrasenso!" esclamò Drew, tirando un piccolo sospiro di sollievo quando il suo Pokemon Erba/Veleno riuscì ad evitare un Fuocopugno da parte dell'avversario. Roserade mosse le braccia davanti a sè, mettendosi in una posizione da ninja, e scagliò un impulso di energia mentale che raggiunse Electabuzz, scuotendolo violentemente per un attimo prima di farlo cadere a terra! Ma Electabuzz si rialzò con un colpo di reni e rispose a tono!
 
"Electabuzz, attacca con Segnoraggio!" esclamò Eclisse. Il Pokemon Saetta non ci pensò su due volte, e le corte antenne sulla sua testa brillarono per un istante, prima di scagliare un raggio di luce multicolore che colpì Roserade al torace, e lo mandò a terra con un tonfo sordo... ma il Pokemon Erba/Veleno si rialzò quasi subito, scuotendo la testa per riprendersi, mentre Walrein si scagliava con tutto il suo peso contro Magmar per eseguire un Corposcontro!
 
"Magmar, respingilo con un attacco Breccia!" esclamò Astro. Il Pokemon magmatico riuscì a sferrare un potente colpo di taglio che raggiunse il possente tricheco al torace, e il Walrein di Hitomi indietreggiò dolorante... ma la ragazzina non si perse d'animo, e Walrein riuscì a tornare quasi subito all'attacco.
 
"Tocca a te, Walrein. Usa il tuo attacco Surf." esclamò Hitomi, restando fredda e controllata come era solita. Walrein emise un verso rimbombante, ripetendo il suo nome con una voce che sembrava quella di un trombone che in qualche modo aveva imparato a parlare la lingua degli uomini!
 
"Walreiiiiin!" esclamò il Pokemon tricheco, prima di scagliare una potente ondata contro il Magmar di Astro, che si chiuse rapidamente in difesa e cercò di reggere all'urto! L'ondata lo travolse, spingendolo via per diversi metri ed investendo anche qualche altro Pokemon del Team Meteora prima di esaurirsi... ma Mafmar riuscì a restare in piedi, e rispose scagliando uno sbuffo di fumo nero dalla bocca!
 
"Hai resistito bene, Magmar! Ora usa il tuo attacco Smog!" esclamò il giovane Cavaliere Meteora. Walrein si rese conto del pericolo, e trattenne rapidamente il fiato, abbassando la testa per non respirare il fumo velenoso. Poi, caricò di nuovo contro Magmat, e questa volta, il suo attacco Corposcontro andò a segno, scagliando via il temibile Pokemon di Fuoco! Con un ringhio, Walrein si rimise in guardia e fece cenno a Magmar di farsi avanti di nuovo... tutt'attorno, la sala era precipitata nel caos, mentre i Pokemon della resistenza e del Team Meteora si scambiavano colpi tremendi... e i Pokemon Spettro che infestavano il luogo continuavano la loro azione di disturbo sul Team Meteora! Un Gastly passò accanto ad un Drowzee del Team Meteora, usando il suo attacco Sgomento per farlo sobbalzare... ma venne subito dopo intercettato dall'attacco Inseguimento di un Murkrow, che lo fece cadere a terra stordito! Un Duskull intervenne rapidamente, aprendo le sue scheletriche fauci per scagliare un attacco Ventogelato contro il Murkrow attaccante, e il corvo nero stridette contrariato quando uno spesso strato di brina si formò sulle sue ali, rallentando il suo volo!
 
Per fortuna, mentre il Team Meteora era impegnato a combattere, nessuno di loro ebbe modo di accorgersi del Grumpig di Hitomi che, forte della protezione di Riflesso, riuscì a raggiungere Vittoria e a trascinarla al sicuro, per poi usare i suoi poteri psichici per sciogliere i nodi che la tenevano legata! La ragazza tirò un sospiro di sollievo sentendo che le corde che la trattenevano cadevano... e accarezzò Grumpig, ringraziandolo per l'aiuto. "Grazie... siete stati fantastici!" esclamò la ragazza dai capelli neri, rialzandosi e massaggiandosi i polsi indolenziti. "Mi piacerebbe potervi dare una mano, ma... temo che il Team Meteora mi abbia sottratto i Pokemon... e non so dove abbiano portato le mie Pokeball."
 
"Non è un problema! Ci pensiamo noi... vai, Venusaur, usa Foglielama!"
 
"SAURRRRR!"
 
Si sentì il ruggito della Venusaur di Vera, che scagliò una raffica di foglie affilate come rasoi contro i Pokemon del Team Meteora, che vennero in gran parte colpiti e costretti a disperdersi! Più di uno rimase a terra privo di sensi, e anche il Solrock di Astro e la Lunatone di Eclisse vennero raggiunti e sensibilmente indeboliti! Di scatto, Drew si voltò nella direzione da cui era provenuto l'attacco... e con suo grande sollievo, vide arrivare Vera, Max e i loro compagni, assieme ai loro Pokemon! La Venusaur di Vera era accanto alla ragazzina castana, e stava ghignando con fare sicuro in direzione dei Pokemon del Team Meteora...
 
"Scusate il ritardo, ragazzi!" esclamò Max. "Abbiamo trovato un po' di traffico."
 
Hitomi fece un piccolo sorriso, mentre Fern storse il naso e alzò le spalle con fare arrogante, anche se tra sè era contento che fossero arrivati a togliergli le castagne dal fuoco. "Alla buon ora, branco di inetti!" esclamò il giovinastro. "Vi siete presi il vostro tempo, eh?"
 
"Diciamo che... gli eroi si fanno sempre attendere un po'." disse Cain, accompagnato dal suo fedele Nidoking, che si sgranchì una spalla, impaziente di dare inizio alla battaglia. I Pokemon Spettro che stavano cercando di disturbare il Team Meteora lanciarono un grido di gioia e di incoraggiamento, mentre i terroristi si guardavano attorno con evidente disappunto. Ormai, aveano perso completamente il controllo della situazione...
 
"Maledizione... ci siamo concentrati troppo sul gruppo che si è presentato davanti a noi, e abbiamo finito per dimenticare gli altri..." affermò Tara. "Non importa... forza, Pachirisu, fatti avanti!"
 
Anche Simone decise che era il caso di dare una mano. "Forza, Fearow, tocca a te!" esclamò, facendo uscire il minaccioso rapace dal becco aguzzo, che lanciò uno stridio assordante e si librò in volo, puntando contro Venusaur... ma ad incontrarlo trovò il Nidoking di Cain, che eseguì un elegante volteggio su sè stesso e colpì Fearow con la sua grossa coda avvolta da un vortice di miasma viola velenoso!
 
"Un attacco Velenocoda! Bel colpo, Cain!" esclamò Heather. Il Fearow di Simone venne scagliato indietro con un verso gracchiante, ma riuscì a rimettersi in quota con un potente colpo d'ali, mentre il Pachirisu di Tara usava un attacco Energisfera, creando una pulsante scarica di energia a forza sferica sopra la testa e scagliandolo poi con tutta la sua forza contro la Venusaur di Vera! Troppo lenta ed ingombrante per evitare il colpo, Venusaur ricevette l'Energisfera su un fianco e venne percorsa da una dolorosa scarica elettrica, che per fortuna non ebbe un grande effetto. La Pokemon Erba/Veleno si voltò verso Pachirisu... e Vera diede un singolo ordine.
 
"Venusaur, attacca con Sonnifero!" esclamò la ragazzina. Il gigantesco fiore posto sulla schiena della sua Venusaur si aprì con un elegante movimento e disperse in aria una nuvola di polline argentato che si diffuse rapidamente, raggiungendo il Fearow e il Pachirisu di Simone e Tara, i cui movimenti si fecero improvvisamente più lenti ed impacciati! Un attimo dopo, il Pokemon Trapano si appoggiò al terreno e cadde addormentato, seguito a breve distanza da Pachirisu che si appoggiò alla sua schiena e cominciò a ronfare come un ghiro!
 
"Bel colpo, Vera!" esclamò Drew. "Ed ora... immagino che tocchi a me! Forza, Roserade, usa un attacco Verdebufera!"
 
"Rooooseraaaaade!" esclamò il grazioso Pokemon Floreale. I fiori che gli facevano da mani si illuminarono di una splendente aura verde, e Roserade scagliò un dirompente vortice di luce verde mista a proiettili luminosi a forma di foglia! Il tremendo attacco raggiunse Lunatone e Solrock, sballottandoli violentemente prima di farli cadere a terra privi di sensi! Furioso, il Magmar di Astro reagì con un attacco Pirolancio, scagliando un proiettile di fiamme scarlatte che esplose all'impatto con Roserade e lo scagliò a terra dolorante... ma così facendo, Magmar distolse la sua attenzione dai Pokemon Spettro, che ne approfittarono immediatamente. 
 
Un attacco Stordiraggio colpì Magmar, che cominciò a barcollare e si mise le mani sulle tempie, in un vano tentativo di bloccare il senso di vertigine che si stava impossessando di lui... mentre Electabuzz si ritrovò con numerosi Misdreavus e Duskull che sciavano attorno a lui, e cercò in qualche modo di allontanarli agitando i suoi pugni crepitanti di scariche elettriche! 
 
"Così non va..." disse Eclisse, guardandosi attorno e vedendo che ormai erano assediati da entrambe le direzioni. Alty si era gettata nella mischia, e aveva appena messo fuori combattimento un Machoke nemico con un attacco Dragopulsar, scagliando una sfera di energia azzurra e pulsante contro il nemico e mandandolo a terra in una spettacolare esplosione! "Non abbiamo altra scelta... dobbiamo ritirarci, non possiamo tenere testa a tutti quanti!"
 
"Accidenti... se solo non ci fossero stati questi fantasmini del cavolo, allora forse... presto, Team Meteora, ritiriamoci! Avremo altre possibilità di impossessarci di quei gioielli!" esclamò Astro, facendo cenno ai suoi sottoposti di seguirlo. Gli scagnozzi del Team Meteora richiamarono i loro Pokemon e seguirono i loro due comandanti in un corridoio abbandonato, dove si dileguarono rapidamente... non prima però che Astro si voltasse indietro per un attimo, e lanciasse un'ultima frecciata ai suoi avversari. "Non cantate vittoria troppo presto! Questa volta ci avete colto di sorpresa... ma la prossima volta staremo più attenti!"
 
"Sì, certo, come no..." rispose Fern con noncuranza, muovendo una mano davanti a sè per dire che non gli importava niente di quello che diceva il Cavaliere Meteora. La porta del corridoio si chiuse con un tonfo dietro Astro, mentre Vittoria si massaggiava i polsi e sospirava sollevata.
 
"Sono scappati..." disse Heather, un po' delusa. "Speravo che li avremmo strapazzati un altro po'..."
 
"Se non altro, adesso non dobbiamo più preoccuparci di loro, e se ne sono andati senza l'Anellorubino e la mia Collanasmeraldo..." disse Ortilla, permettendo ad Alty di posarsi sul suo braccio, e poi accarezzandola sulla testa. "Sei stata bravissima come sempre, Alty! E anche tu, piccolo Scraggy! Sono ancora un po' incerta... ma con voi sono sicura che imparerò presto a combattere come si deve! A proposito... va tutto bene, Vittoria? Non ti hanno fatto del male, spero."
 
"No, tranquilli... mi hanno trattato bene, grazie per avermi aiutato in ogni caso!" disse Vittoria, dando un'occhiata ai suoi compagni della resistenza. Era contenta di vedere che c'erano praticamente tutti, anche se Florinia non dava l'impressione che le importasse molto di cosa stesse accadendo, e Fern molto probabilmente avrebbe voluto essere da tutt'altra parte... "Però... non so dove abbiano portato i miei Pokemon. Portebbero essere ovunque, in questo edificio..."
 
"Beh, allora on resta che armarsi di pazienza e andare in cerca delle Pokeball di Vittoria." disse Hitomi, dando un'occhiata anche ad Heather e Shelly. Le due bambine della resistenza annuirono, e Hitomi continuò quello che stava dicendo. "Meglio restare in gruppo, stavolta, non si sa mai che il Team Meteora abbia fatto finta di ritirarsi per farci abbassare la guardia e coglierci di sorpresa." 
 
"Va bene, ma non sappiamo neanche dove cominciare a cercare..." affermò telepaticamente il Gardevoir di Max, prima di interrompersi e guardare verso il soffitto. I Pokemon Spettro e i Magnemite che avevano dato una mano alla resistenza si erano zittiti di colpo e stavano guardando verso il soffitto... dal quale stava arrivando una sinistra quanto familiare presenza! Con un suono vibrante e spettrale, Shade riapparve dal soffitto, fluttuando senza peso a mezz'aria e portando con sè alcune Pokeball, sotto gli sguardi sbalorditi di molti membri della resistenza! La stessa Florinia, pur essendo apparentemente priva di emozioni, sembrò sgranare leggermente gli occhi di fronte a quella strana ed inquietante entità che proiettava attorno a sè un'aura gelida ed oscura...
 
"Cos...? E quello... che razza di mostro sarebbe?" esclamò Fern, il cui Krokorok si era già rimesso in guardia ed era nuovamente preparato alla lotta. "Chi sei tu? Che cosa vuoi da noi? Ti avverto, se vuoi combattere con noi... non ti conviene! Io sono Fern, il miglior allenatore di Pokemon del quartiere Onice, e presto di tutto Reborn!"
 
"Quello... quello è Shade?" esclamò Pietro, il cui Graveler tremava visibilmente mentre si apprestava ad affrontare la misteriosa apparizione... "Accidenti... e io che pensavo che fosse soltanto una diceria... una chiacchiera di paese!"
 
"Le prove tangibili affermano il contrario." rispose Florinia senza scomporsi. La sua Cradily era già schierata e pronta alla lotta... ma per fortuna, prima che qualcuno potesse fare qualcosa di inconsulto, Vera e Max intervennero per calmare gli animi. 
 
"Aspettate! Aspettate, per favore!" esclamò la ragazzina castana, accompagnata dalla sua Venusaur ed alzando le mani per fare in modo che tutti si fermassero. "Shade è dalla nostra parte... anche se ha usato dei mezzi non proprio convenzionali per dimostrarlo. Penso che... sia qui semplicemente per restituire a Vittoria le sue Pokeball, non è così?"
 
Shade voltò il suo inquietante sguardo verso Vera e Max, e annuì con fare solenne. "E' così, giovani speranze di Reborn. Per quest'oggi siete riusciti nel vostro intento, salvando la vostra compagna e infliggendo una significativa sconfitta al temuto Team Meteora." rispose. "Vedo che la fiducia che avevo riposto in voi non è stata delusa. E quando verrà il momento, la vostra forza salverà Reborn, e il mondo intero. Ma ricordatevi, giovani speranze... quello che avete affrontato fino ad adesso è solo un assaggio del potere del Team Meteora. Sapete già che non si faranno nessuno scrupolo per ottenere ciò che vogliono..."
 
Vittoria, con un po' di esitazione, ricevette le sue Pokeball dall'apparizione spettrale e ringraziò con un cenno della testa. "Sì, abbiamo visto di cosa sono capaci, e credo che da questo momento in poi non faranno altro che moltiplicare i loro sforzi per annientarci..." affermò. "Ma... lei cosa sa di loro? Qual è, esattamente, il loro scopo?"
 
"Il Team Meteora si illude che le loro azioni porteranno alla creazione di un mondo più giusto e più equo." rispose Shade, assicuratosi che tutti stessero ascoltando. "Si sbagliano. Non faranno altro che diffondere morte e rovina in tutto il mondo. Come è successo qui a Reborn, diffonderanno il loro veleno in ogni mare e in ogni terra, finchè ogni speranza non sarà stata annullata. Voi siete l'unica speranza di questo continente alla deriva... e quelle quattro pietre sono la chiave di tutto questo! L'Anellorubino... la Collanasmeraldo... il Braccialezaffiro... e la Tiarametista... e una ragazza il cui potere collegherà il passato con il presente ed il futuro... dal passato viene la minaccia, e il futuro nasconde il pericolo... state attenti... e buona fortuna a tutti voi!"
 
"Cos...? Hey, aspetta un momento, Shade! Che cosa vuol dire...?" Vera cercò di richiamare lo spettrale individuo, ma quest'ultimo si dileguò scomparendo lentamente nel nulla, accompagnato dai versi dei Pokemon Spettro e dei Magnemite che gli facevano da platea, e che una volta che Shade fu scomparso, si dispersero come niente fosse stato, riempiendo l'aria con i loro versi riecheggianti...       
 
"Avremmo dovuto farci mettere tutto per iscritto." disse Fern con un'alzata di spalle. "Bah... tutte cretinate! Le classiche frasi ad effetto che vengono dette per far sembrare importante qualcosa. Per come la vedo io, se il Team Meteora mi da fastidio, io li straccio, e gli faccio vedere chi è il migliore. Non c'è altro da dire."      
 
Max storse il naso. "Sei un po' troppo sicuro di te stesso per i miei gusti... ma sono d'accordo che Shade non è stato proprio chiarissimo." affermò. "Comunque, ha parlato di quattro gioielli... e l'Anellorubino di Heather è uno di questi, come pensavamo. Così come la Collanasmeraldo di Ortilla."
 
"Comincio a pensare che non sia per niente un caso, se questa collana è capitata a me..." disse Ortilla, guardando la sua collana di smeraldo intagliato che luccicava debolmente nella fioca luce della Fabbrica Abbandonata. "Se solo potessi chiedere a zio Adriano... lui magari sa da dove viene."
 
"Adriano... non è per caso il Campione della Lega Pokemon di Hoenn?" chiese Shelly, ricordando una cosa del genere da quando era piccola e viveva ad Azalina con il fratello maggiore. "O almeno... il Campione attuale, da quando Rocco Petri si è ritirato?"
 
"Proprio lui." confermò Hitomi. "So che è un grande conoscitore di miti e leggende del continente di Hoenn, quindi... chissà, magari lui sa qualcosa di come è saltata fuori la collana di Ortilla."
 
La bambina dai capelli turchini e la sua Alty guardarono con espressione dubbiosa la Collanasmeraldo. "E pensare che prima che tutto questo si scatenasse... non avevamo mai pensato che questa collana significasse qualcosa. Insomma, credevamo, io ed Alty, che fosse soltanto un gioiello, un ornamento. E adesso scopriamo che in realtà è un artefatto collegato al passato di Reborn..."
 
"Meglio andare ad investigare più tardi... adesso è meglio andarcene da qui." affermò Vittoria, sfregandosi i polsi irritati dalle corde con cui era stata legata. "Tra l'altro... ho come l'impressione che per alcuni di noi sia stato piuttosto traumatico venire qui..."
 
Rivolse uno sguardo compassionevole ad Heather, che rispose guardando verso il pavimento, e strisciando un piede sul pavimento coperto di polvere. "Diciamo che... non è stato il momento più bello della mia vita." affermò la ragazzina, storcendo un po' il naso imbarazzata quando Shelly le mise una mano sulla spalla. "Però... è stato anche utile, in un certo senso. Ho avuto la possibilità di chiudere un capitolo della mia vita che era rimasto aperto un po' troppo a lungo."
 
"Shade ci ha fatto vedere un po' di cose strane..." disse Julia alzando le spalle. "E ammetto che non credo di aver capito tutto... però, se non altro, adesso sappiamo che sta dalla nostra parte. Comunque, sì, Vittoria ha ragione! Questo posto stuzzica la mia immaginazione di Capopalestra di tipo Elettro, e mi fa venire voglia di fare un riassetto totale a forza di esplosioni! Ma non credo che i Pokemon che vivono qui la prenderebbero bene, quindi... hasta la vista, baby!"
 
Nonostante la tensione che ancora aleggiava nell'aria, i ragazzi riuscirono a fare una breve risata alla battuta di Julia - tranne, prevedibilmente, Florinia e Fern. "Venite con me... credo di aver visto un corridoio che dovrebbe portarci abbastanza vicini al quartiere Onice... la scuola che Amaria, Florinia e Julia hanno frequentato assieme a mia sorella!" disse Pietro. "Sono sicuro che lì corriamo meno rischi nel caso il Team Meteora ci stia ancora cercando."
 
"Va bene... grazie, Pietro, so che possiamo sempre contare su di te!" disse Amaria, non nascondendo un pizzico di malinconia quanto sentì parlare della sua vecchia scuola. Era un luogo a cui erano legati molti ricordi della sua adolescenza, sia belli che brutti... Il Gardevoir di Max fece un cenno con la testa, e anche Alty emise un verso acuto per sottolineare che era d'accordo, prima che Pietro cominciasse a guidare il gruppo dei suoi amici verso l'uscita della Fabbrica Abbandonata. Tutti gli allenatori e i loro Pokemon si lasciarono dietro la grande sala in rovina, sentendo ancora su di sè lo sguardo di numerosi Magnemite e Gastly...
 
E Shade, nascosto nell'oscurità assieme al Gengar che una volta era Corey Molinar, fece un cenno di approvazione in direzione del gruppo. "Ci rivedremo ancora, giovani amici. E per allora, conto che sarete diventati più forti... forti abbastanza da sconfiggere il Team Meteora... e il male che sta allungando le sue grinfie su questo mondo..."
 
 
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Il corridoio nel quale Pietro aveva guidato Vera e i suoi compagni si era presto interrotto, e ora il gruppetto stava camminando in una galleria naturale che si addentrava nel sottosuolo di Reborn City, incamminandosi verso il quartiere Onice guidati dalla luce emanata dallo Emolga di Julia. Il Pokemon simile ad uno scoiattolo volante stava usando il suo attacco Flash per fare luce, mentre Pietro mostrava la strada ai suoi amici.
 
"Ecco... adesso dobbiamo prendere la strada che va a destra al bivio... e dovremmo essere a poche centinaia di metri di distanza dalla Scuola Pokemon di Onice." disse il giovane chitarrista dai capelli rossi. "Tra non molto, dovremmo giungere al Pokemon Center del quartiere, che tra l'altro è il più ampio di Reborn City e contiene anche un piccolo Pokemon Market e un ristorante decente, almeno per gli standard di questo posto."
 
"Il che mi fa molto piacere, visto che comincio ad aver fame..." disse Vera. Il suo robusto appetito non era venuto meno neanche in un posto oscuro e malfamato come Reborn... "Comunque, vedo che sei molto informato su questo quartiere."
 
"Visto che io e questo cervello di roccia andavamo a scuola qui, e anche le nostre sorelle erano allieve... sarebbe strano che lui non conoscesse ogni angolo ed ogni nicchia! Ci andava per giocare a fare l'allenatore con il branco di perdenti che lui chiamava amici! Hah... che idiozie!" disse Fern con un ghigno arrogante. "Comunque, questo è quanto. Se non altro, adesso il signor testa di roccia qui presente si rende di qualche utilità."
 
"Saresti anche tu più utile se la smettessi di fare il pallone gonfiato e cominciassi a darti da fare." affermò Pietro senza perdere un colpo. "Comunque, tra non molto saremo al Pokemon Center e potremo riposarci un po'... così, se vuoi, possiamo regolare i conti tra noi, che ne dici, Fern?"
 
"Hah! Se sei proprio convinto di potermi battere, sei ancora più stupido di quanto immaginassi." ribattè Fern. "Ma non importa, sarò più che lieto di darti la lezione che meriti!"
 
"Oookay, nel caso abbiate deciso di smetterla di fare i buffoni..." disse Hitomi con un sospiro esasperato. Come facevano quei due a perdere tanto tempo in baruffe, quando erano in una situazione così difficile? "Potreste dare un'occhiata davanti a noi? Mi sembra che Emolga abbia scoperto qualcosa di strano..."
 
"E' vero... vedo che Emolga mi sembra un po'... teso..." affermò Shelly, guardando lo scoiattolo volante elettrico che si era fermato in mezzo alla galleria naturale, lampeggiando allarmato mentre guardava in direzione dell'uscita.
 
"Emo... Emomolga!" esclamò il Pokemon Petauro. Sembrava che si stesse preparando a combattere, ma contro cosa, non era dato vederlo...
 
Florinia corrugò leggermente la fronte, e la sua Cradily che strisciava al suo fianco agitò i suoi tentacoli, percependo che qualcosa si avvicinava tramite la sua percezione tellurica - la sua capacità di percepire le vibrazioni del terreno. "Rilevata entità in avvicinamento. Affiliazione sconosciuta. Si consiglia prudenza."
 
"Venus..." sibilò la Venusaur di Vera, ringhiando in direzione dell'uscita del tunnel. Vera e i suoi compagni cominciarono a sentire dei passi che si avvicinavano... e malgrado fossero ancora un po' provati dalla battaglia che avevano sostenuto nella Fabbrica Abbandonata, i ragazzi presero le loro Pokeball. Chiunque fosse, dovevano essere ptonti a difendersi.    
 
"Maledizione... speriamo che il Team Meteora non ci abbia già ritrovati..." mormorò Pietro. Lo Emolga di Julia si caricò, pronto a scagliare una potente scarica...
 
E la figura misteriosa apparve davanti a loro, emergendo dall'oscurità. Anzi, in effetti sarebbe più giusto dire che furono due le figure ad emergere - la prima era un Pokemon dall'aspetto possente e fiero, simile ad un grosso, muscoloso leone dalla pelliccia color marrone scuro, così come la zona intorno agli occhi azzurri, mentre le zampe, la punta della coda, la testa e l'esterno delle orecchie erano di color nocciola. Una folta criniera rossa striata di giallo, che dava l'impressione che il collo del Pokemon fosse circondato da fiamme, rendeva ancora più imponente e nobile il suo aspetto, anche mentre fissava con sospetto il gruppo di allenatori!
 
"Non ho mai visto un Pokemon come quello..." disse Drew, apprestandosi a prendere la Pokeball di Masquerain o di Flygon. "Mi sembra un Pokemon Fuoco a guardarlo così..."
 
"Chi siete voi? E cosa ci fate in questo posto così poco piacevole?" chiese una profonda voce maschile, appartenente all'uomo che arrivò subito dietro il Pokemon leonino. Vera voltò lo sguardo verso chi aveva parlato... e dall'ombra emerse un uomo alto e dal fisico ben piantato, che avanzava con incedere nobile ed autorevole, reso ancora più maestoso dall'elegante completo nero dai bordi rossi che indossava, il cui colletto aveva l'interno coperto di un'imbottitura di pelliccia bianca che metteva ancora più in risalto la sua eleganza, in contrasto con l'ambiente fatiscente di Reborn. Le sue mani erano coperte da guanti neri senza dita, e indossava inoltre un paio di scarpe nere firmate. Ma la cosa che gli dava più risalto era senza dubbio la sua pettinatura: aveva i capelli rossi come il fuoco, pettinati in modo da dare l'impressione di una fiammata attorno alla sua testa, e una corta barba appuntita che contrastava con i suoi acuti e penetranti occhi verdi. Era sicuramente una persona di grande autorevolezza e carisma, e i ragazzi si trovarono ad esitare davanti alla sua sicurezza.
 
"Roarrrr..." ringhiò il Pokemon leone, e fece un passo indietro temendo di aver intimorito troppo Vera e i suoi compagni. Tuttavia, la ragazzina castana non sembrava impaurita... quanto piuttosto incuriosita e un po' perplessa. Era sicura di aver visto quell'uomo da qualche parte, ma dove?
 
"Beh..." rispose Vera, con un po' di esitazione. "Io e i miei compagni non siamo esattamente qui perchè lo volevamo... quanto piuttosto per tirare fuori dai guai una nostra compagna. Posso... posso chiederle chi è lei? E... quel Pokemon che è con lei?"
 
L'uomo accarezzò la folta criniera del suo Pokemon e fece un sorriso rassicurante. Prima che potesse rispondere, però, una voce femminile risuonò dietro di lui, richiamandolo. "Signor Elisio! Signor Elisio, che succede? Va tutto bene, laggiù?"
 
"Sì, signorina Bromelia." rispose l'uomo dai capelli rossi, guardandosi indietro verso qualcuno che da lì Vera e gli altri non riuscivano a vedere. "Nessun problema, ho solo incontrato un gruppo di allenatori che credo sia in fuga dal Team Meteora. Adesso usciamo di qui e vi raggiungiamo."
 
Fu allora che Vera ricordò dove aveva visto quell'individuo... "Elisio? Elisio... ah! Ma certo! Come ho fatto a non ricordarmene subito? Lei... è quel miliardario filantropo di Kalos! Il fondatore dei Laboratori Elisio!" esclamò la ragazzina castana. 
 
"Certo... certo, adesso la riconosco anch'io." affermò Amaria. "Il signor Elisio Flordelis... il famoso benefattore ed inventore! So che la sua ditta ha sviluppato molte invenzioni che hanno migliorato le condizioni di vita in molte zone del mondo!"
 
"Pare che la mia fama mi preceda." disse Elisio, sorridendo gentilmente. "Mi fa piacere. Ma è meglio discuterne in un luogo sicuro. Venite con me. Vi accompagnerò al Pokemon Center del quartiere Onice." 
 
"Roarrrr..." disse il Pokemon leone che aveva con sè.    
                     
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Sorpresi? Non credevate che avrei fatto entrare in scena Elisio così presto, vero? Beh, Elisio è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti, e visto che ho trovato un modo di farlo entrare in scena prima e ricollegarlo agli eventi della mia storia... mi sono detto, perchè no? Sarà un modo per dare qualche piccola anticipazione degli eventi futuri della mia saga!
 
Per adesso, il Team Meteora è respinto, e non è riuscito ad impossessarsi dell'anello di Heather e della collana di Ortilla. Ma state tranquilli... torneranno presto, e stavolta faranno sul serio! Astro ed Eclisse non hanno ancora fatto del loro meglio... e Lord Solaris ha ancora molte carte da giocare! Per non parlare del PULSE... 
 
Spero che sia stato un capitolo soddisfacente... e ci vediamo al prossimo! Mi raccomando, sappiatemi dire cosa pensate della mia storia!
 
A presto! 
 
P.S. : A proposito... FESTEGGIAMO I VENT'ANNI DEI POKEMON, E L'ANNUNCIO DEI NUOVI GIOCHI POKEMON SOLE E LUNA!

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Capitolo 17
*** Il benefattore di Kalos ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 17 - Il benefattore di Kalos
 
 
"Bene. Ora che siamo in un luogo dove possiamo parlare con tranquillità, è il caso di fare le dovute presentazioni. Sì, il mio nome è Elisio Flordalis. Sono il fondatore nonchè il direttore dei Laboratori Elisio, e mi occupo di ricerca in vari campi della tecnologia."
 
Erano passati diversi minuti da quando il gruppo di Vera e della resistenza di Reborn era riuscito ad uscire dalla galleria che portava al quartiere Onice, uno dei luoghi relativamente meno pericolosi di Reborn City - un quartiere che aveva mantenuto una pervenza di ordine e pulizia, conosciuto per il fatto che era lì che si trovava una delle scuole di Pokemon più prestigiose del paese. Una scuola che era stata frequentata anche da Julia, Florinia, Amaria e dalla sorella di Pietro. Una volta giunti al Pokemon Center più vicino all'Accademia Onice, i ragazzi non avevano perso tempo a far visitare i loro Pokemon dell'infermiera Joy di turno, e mentre erano lì che aspettavano, ne avevano approfittato per fare una conoscenza un po' più approfondita di quell'uomo dall'aria gentile ma misteriosa che avevano incrociato.
 
"E' un piacere conoscerla, signor Elisio." disse Cain, facendo un educato inchino. "Certo che non ci aspettavamo che... una personalità importante come lei facesse visita ad un luogo come Reborn City."
 
"Non è esattamente un luogo dove un riccone avrebbe voglia di restare a lungo." continuò Fern, guardando fuori da una finestra. "Anzi, chiunque abbia un briciolo di cervello. Peccato che noi siamo bloccati qui, altrimenti..."
 
"Il signor Elisio ha i suoi motivi per trovarsi in questo posto." spiegò la donna che accompagnava Elisio, quella che lo aveva chiamato poco prima quando aveva incontrato il gruppo di Vera nei sotterranei. Era una donna alta con i capelli a caschetto di uno strano colore verde brillante, che si distingueva enormemente dal verde un po' cupo dei capelli di Fern e Florinia, e indossava una divisa rossa che non lasciava troppo all'immaginazione, con una camicia rossa a maniche lunghe, pantaloncini dello stesso colore e stivali rossi che arrivavano fin sopra il ginocchio, oltre che uno stravagante cravattino verde. Tuttavia, la cosa che si notava subito di lei erano gli occhiali sfumati di verde dall'aspetto futuristico che coprivano quasi del tutto la metà superiore del suo viso. Era una donna sicuramente avvenente e allo stesso tempo intelligente - non poteva essere altrimenti, per essersi guadagnata un lavoro a fianco di una delle persone più ricche ed importanti di Kalos. "Piuttosto, vorremmo fare a voi una domanda, che credo che il signor Elisio vi abbia già rivolto. Come mai vi trovavate in quel luogo, e cosa stavate facendo?"
 
Con un cenno della mano, Elisio fece cenno alla giovane donna che non c'era bisogno di essere troppo irruenti. "Sono sicuro che questi ragazzi avevano dei motivi più che comprensibili per trovarsi in quel luogo, dottoressa Bromelia." affermò con voce calma, tenendo accanto a sè il Pokemon simile ad un leone dalla criniera fiammeggiante che aveva accanto a sè. La giovane donna dai capelli verdi fece un cenno con la testa, come se volesse scusarsi del suo modo di fare, e si fece un po' da parte. "Sicuramente, non danno l'impressione di fare parte del Team Meteora."
 
"Noi eravamo lì proprio perchè stavamo fuggendo dal Team Meteora, signor Elisio." spiegò Max. "Vede... una nostra amica era stata rapita da alcuni sicari di quell'organizzazione, e abbiamo dovuto tentare un salvataggio piuttosto rocambolesco, per riuscire a ritrovarla."
 
"E' vero... siamo fuggiti a malapena dalla Fabbrica Abbandonata, dove abbiamo vissuto delle esperienze piuttosto scioccanti." rispose Vera, guardando verso Heather. La bambina dai capelli fucsia era seduta ad una panchina addossata al muro, e stava coccolando un po' distrattamente il suo Bagon. Si vedeva che, per quanto cercasse di darsi un tono, la domatrice di draghi in erba era ancora piuttosto scossa per le esperienze che aveva vissuto in quel posto terribile, e Shelly era seduta al suo fianco in modo da non lasciarla sola in quel momento. "Soprattutto per Heather, la più piccola di noi... Mi ha detto che ha avuto a che fare con un incontro un po' traumatizzante."
 
"Si capisce. Non deve essere facile vivere in una città come questa, dove ognuno vorrebbe fare la legge per conto proprio, e nessuno sembra essere in grado di comprendere l'importanza di conservare la bellezza..." disse Elisio, dando un'occhiata fuori dalla finestra. Vera si fermò per un attimo a guardare, con un po' di sorpresa, l'espressione che traspariva da quel volto dai lineamenti aristocratici - c'era un misto di tristezza, rabbia ed amarezza in quegli occhi intensi e profondi, e sembrava quasi di veder ardere dentro di essi il sacro furore che animava quell'uomo appassionato.
 
Vera decise di rimandare queste riflessioni a dopo, e si schiarì la voce per presentarsi. "Ehm... ma perdoni le nostre maniere, signor Elisio, non ci siamo neanche presentati." affermò. "Il mio nome è Vera Maple, e vengo da Petalipoli, nel continente di Hoenn. Lui è mio fratello Max... il mio amico Drew... Hitomi... e Ortilla, la nipote del Campione Adriano, con la sua Altaria Alty."
 
"E' stato per il mio coinvolgimento in questa facceda che adesso anche Vera e i suoi compagni si trovano qui a Reborn." continuò Ortilla, stringendo educatamente la mano ad Elisio. "Il Team Meteora è interessato a questa collana che mi è stata regalata da mio zio Adriano un paio di anni fa... oltre che all'anello di Heather e ad altri due gioielli che non sappiamo dove si trovino."
 
"Sì, ho avuto il piacere di conoscere tuo zio Adriano, mia giovane amica." rispose Elisio. "Davvero una persona di valore, come se ne incontrano poche ormai in questi tempi. E per quanto non abbia avuto il dubbio onore di imbattermi in qualche membro del Team Meteora, sono perfettamente consapevole delle attività che essi hanno intrapreso in questo posto. Non posso che esprimere la mia disapprovazione per le loro atrocità." 
 
"Immagino quindi che voi facciate parte della resistenza anti-Team Meteora." affermò Bromelia, guardando verso Amaria e il resto dei nativi di Reborn. 
 
"Sì, è proprio questo il caso." confermò la giovane dai capelli color acquamarina, facendo  un inchino. "Il mio nome è Amaria... e questi sono i miei compagni... la mia amica Florinia e suo fratello minore Fern... Cain, esperto di Pokemon Veleno... Vittoria, allieva del Monastero Apofillide nel nord-est di Reborn... Pietro, il nostro musicista ed esperto di Pokemon Roccia... Julia, cheerleader dell'Accademia Onice... e le piccole Heather e Shelly."
 
Elisio passò in rassegna con lo sguardo i membri della resistenza anti-Team Meteora, mn mano che gli venivano presentati. Era un po' difficile capire cosa stesse pensando in quel momento, ma Drew ebbe come l'impressione che il filantropo di Kalos stesse valutando tra sè ognuno di loro.
 
Finalmente, dopo un po' di silenzio, Elisio annuì. "E' un piacere conoscervi. Sono contento di vedere che c'è ancora qualcuno che si batte per fare in modo che questo luogo si risollevi dalla polvere nella quale è caduto." affermò l'uomo dai capelli rossi, che si spostò di qualche passo verso la finestra del Pokemon Center e guardò verso le strade ingombre di smog. "Quantunque per me abbia anche un po' del rimprovero."
 
"Mi scusi, signor Elisio?" chiese Vera, non del tutto sicura di cosa il magnate di Kalos avesse voluto dire. "Come mai la resistenza dovrebbe volerla rimproverare?"
 
Il Pokemon leone che Elisio aveva con sè emise un ruggito sommesso, e Vera ebbe l'impressione che stesse volendo dire che era un punto dolente per il suo allenatore. Tuttavia, Elisio sembrava non avere di questi problemi, e rispose senza troppa esitazione.
 
"Lo vedete anche voi, vero?" disse Elisio, lo sguardo fisso verso le strade ricolme di smog ed infestate di derelitti, mendicanti e Pokemon abbandonati. "Tutto lo squallore... la rovina che ormai regnano sovrani a Reborn. Ammetto a mia vergogna che ne sono in parte responsabile."
 
"In che senso, signor Elisio?" chiese Vittoria.
 
Elisio si prese un paio di secondi per organizzare maglio le sue idee, e riprese la sua spiegazione. "Come credo di aver già detto, i Laboratori Elisio si occupano di ricerca tecnologica, in varie branche della scienza." continuò. "Quando la Corporazione Yureyu, la più grande catena di industrie esistente qui a Reborn, mandò da me dei rappresentanti per richiedere una collaborazione, io acconsentii a condividere con loro alcune delle invenzioni della mia azienda. A quel tempo, Reborn era un luogo molto più felice, ma non era molto in vista nel panorama delle Leghe Pokemon mondiali, e certo aveva bisogno di crescere e di svilupparsi anche in quel senso. Ottenere maggiore notorietà avrebbe permesso a Reborn e alla sua Lega maggiori entrate, e questo si sarebbe tradotto in una vita migliore per i suoi abitanti."
 
"Certo, questo ha senso." rispose Drew. "Ma, se la situazione che abbiamo davanti ai nostri occhi è quella che è... non è andata bene come sperava, giusto?"
 
Elisio scosse la testa. "Condividere le invenzioni dei miei laboratori fu un tragico errore, perchè persone senza scrupoli le utilizzarono per sviluppare nuovi tipi di tecnologia, utilizzandoli non più per fare del bene al prossimo, ma solo per guadagno e potere personale. Col tempo, invece che colmare il divario tra ricchi e poveri a Reborn, le mie invenzioni mal sfruttate hanno finito per allargarlo. Invece che migliorare le condizioni di vita a Reborn, hanno finito per farlo sprofondare nel caos. E' questo il motivo per cui oggi mi trovo qui, a Reborn City. Volevo constatare con i miei occhi in quali abissi di corruzione fosse precipitato uno dei posti per cui più mi ero prodigato... e ho avuto modo di vedere che, purtroppo, è andata ancora peggio di quanto i miei informatori mi avessero fatto credere." affermò. Vera capì dal tono della sua voce che, per quanto Elisio si stesse mantenendo calmo, il pensiero che ciò che aveva creato per il bene di tutti venisse invece usato per fare del male e per servire l'interesse di pochi lo faceva infervorare. 
 
"Vedete, miei giovani amici... io sono convinto che al mondo esistano due tipi di persone - quelle che danno al mondo, e quelle che prendono." continuò l'uomo dai capelli rossi. "Io cerco di fare tutto quello che posso per essere una persona della prima categoria, una persona che si sforza per fare sì che tutti possano vivere in pace e serenità, e che cerca di conservare la bellezza di questo mondo. Ma in questo mondo, esistono persone come il Team Meteora, che credono che tutto sia loro dovuto, e vogliono dimostrare la loro forza prendendo ciò che non è loro."
 
Elisio fece una pausa, camminando verso un tavolo vicino... e poi, con grande sorpresa di tutti, sbattè con forza un pugno su di esso, producendo un rumore forte ed improvviso che risuonò in tutto il Pokemon Center e fece sobbalzare Vera e Max!
 
"Queste persone... sono SPAZZATURA!" esclamò Elisio, alzando la voce di colpo in segno di rabbia ed indignazione. "Reborn era un posto così bello... e ora è ridotto così per colpa di coloro che vogliono tutto per sè! Ma verrà il momento in cui dovranno rispondere per tutto! Il mondo, la storia stessa non tollera che parassiti simili continuino ad esistere... e come i parassiti che sono, verranno distrutti e dimenticati!"
 
Un po' scioccata dall'improvvisa reazione di Elisio, che fino a quel momento era stato così equilibrato e gentile, Vera si avvicinò al magnate di Kalos per cercare di calmarlo un po'. "Beh... capisco quello che vuole dire, signor Elisio, ma non c'è bisogno di arrabbiarsi così tanto." disse la ragazzina castana. "Capisco che lei abbia molto a cuore il futuro del nostro mondo, e gliene sono grata. Ma non vorrei che si facesse troppo prendere la mano."
 
Come se quello sfogo improvviso lo avesse stancato, Elisio si sedette ad un tavolo vicino, mettendosi una mano su una tempia, e sia Bromelia che il Pyroar di Elisio - questo era il nome del suo Pokemon dalla maestosa criniera - si avvicinarono a lui con aria vagamente preoccupata. "Giusto... scusate tanto, miei giovani amici. E' stato uno sfogo dettato dalla pura e semplice rabbia." affermò Elisio. "Io mi considero un filantropo, e come tale trovo intollerabile che persone che potrebbero fare così tanto per migliorare la vita a tutti, vogliano invece guardare solo al proprio interesse e tornaconto, calpestando gli altri per ottenere ciò che vogliono."
 
"Beh... che possiamo dire, comprendiamo la vostra indignazione, signor Elisio." affermò Amaria, mettendo da parte il suo stupore per il rapido cambiamento di umore di Elisio. Bromelia non sembrava per niente stupita, il che suggerì ad Amaria che fosse qualcosa a cui la scienziata dai capelli verdi era abituata... ed effettivamente, Elisio le aveva dato l'impressione di un uomo appassionato e dal carattere deciso. "Come membri della resistenza contro il Team Meteora, stiamo cercando di fare in modo che questi pericolosi criminali non facciano ulteriori danni alla nostra città e al nostro paese, e cercheremo di ricostruire tutto ciò che è andato perso in questa guerra."
 
"Mi fa piacere sentirlo dire, e vi auguro la migliore delle fortune per questa vostra impresa." affermò l'uomo. "Ma... cambiando argomento, anche se solo in parte, uno dei motivi per cui ero venuto qui a Reborn era anche per consultare i registri dell'Accademia Allenatori del quartiere Onice, quello in cui ci troviamo in questo momento. Ora, so che l'accademia non è molto distante da qui, e che potrei rivolgermi ad un qualsiasi appartenente allo staff per avere le informazioni che cerco. Ma dal momento che voi sicuramente avete una certa esperienza con questo posto, vorrei chiedervi, se la cosa non vi reca eccessivo disturbo, se qualcuno di voi sarebbe disposto ad accompagnarmi fin lì. Chiaramente, immagino che si fideranno di più di un loro allievo o di un loro diplomato, piuttosto che di un estraneo come me."
 
Amaria, Pietro, Fern e Julia si guardarono, mentre Florinia non cambiò nemmeno espressione, disinteressata alla questione. Dopo essersi consultati per un attimo, i quattro si scambiarono dei segni di assenso, ed Amaria si fece avanti per prima. "Non penso che per noi ci siano problemi, signor Elisio." affermò l'esperta di Pokemon d'Acqua. "Anzi, sono convinta che sarà un piacere per i nostri insegnanti ed ex-colleghi conoscere una persona della sua levatura. Le suggerirei però di farsi accompagnare da Julia e Florinia. Loro conoscono l'accademia meglio di chiunque altro."
 
"Vi ringraziamo per la collaborazione." affermò Bromelia, mentre Elisio e il suo Pyroar annuivano in segno di gratitudine.
 
 
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"Dunque... facciamo un po' il punto della situazione." disse il comandante Blake, scrutando con fare spocchioso Astro ed Eclisse che avevano appena finito di fare rapporto del fallito scambio avvenuto alla Fabbrica Abbandonata. Malgrado la situazione fosse volta a sfavore del Team Meteora, l'arrogante individuo dai capelli bianco-azzurrini sembrava prendere il tutto con irritante leggerezza, come se la cosa non lo riguardasse. E da quello che Eclisse sapeva di Blake, era probabile che fosse proprio così.
 
"Di tutto quello che eravate in grado di fare, siete riusciti soltanto a recuperare uno dei nostri soldati semplici. Proprio quello di cui avevamo meno bisogno." continuò Blake, emettendo una fastidiosa risatina a denti stretti. "Non siete riusciti a prendere nè l'Anellorubino, nè tantomeno la Collanasmeraldo, e in più non siete riusciti ad eliminare nemmeno uno della resistenza. Il nostro progetto non sta andando esattamente come avrebbe dovuto... ora, correggetemi se sbaglio, ma il piano non consisteva nell'impadronirci di tutti e quattro i gioielli di cui Lord Solaris ci ha parlato?"
 
"Non sbaglia, comandante Blake..." disse Astro di malavoglia. "Il fatto è che in quel momento... beh, posti di fronte alla possibilità di salvare il nostro subordinato, abbiamo pensato che fosse il caso di dare priorità a lui, piuttosto che..."
 
Senza mai perdere quel sorrisino spocchioso, Blake alzò una mano per intimare ad Astro di non dire altro. "Heh. E avete pensato male. Questo sentimentalismo idiota mi dà il voltastomaco, lo sapete?" rispose con sarcasmo feroce. "Oh, poverino, era nelle mani della resistenza e dovevamo salvarlo... che cuoricini teneri che avete! Peccato che non serva a niente, qui nel Team Meteora! Non so se ve ne siete accorti, ma noi non siamo molto tolleranti quando i nostri uomini non si impegnano per realizzare i nostri scopi, e la punizione per l'incapacità... tende ad essere molto alta, lo sapete, vero?"
 
Eclisse strinse i denti. "Certo, comandante Blake... lo sappiamo."
 
"Bene. Quindi, sapete bene cosa succederebbe nel caso ci venisse il vago sospetto che voi stiate trascurando la vostra missione, veeerooo?" continuò il giovinastro dai capelli color ghiaccio, avvicinandosi ai suoi due subordinati e guardandoli con l'arrogante, infantile senso di superiorità dato semplicemente dall'avere un rango più elevato rispetto alle persone che stava minacciando. "Dunque... che cosa dovrei fare io con voi, adesso? Fare rapporto della vostra incapacità a Lord Solaris, e fare in modo che il mio amichetto Sirius si occupi di voi come meritate? Hmm... sapete che vi dico, l'idea suona divertente, ma... non lo farò."
 
Astro tirò un sospiro di sollievo, che però durò soltanto un attimo prima che Eclisse gli desse una leggera gomitata in un fianco. "Ow!" esclamò il Cavaliere Meteora, per poi voltarsi verso la sua compagna e bisbigliarle rabbiosamente. "Ma che ti prende, Eclisse? Proprio adesso che abbiamo finalmente ricevuto una buona notizia!"
 
"Non è affatto una buona notizia, fesso che non sei altro!" sibilò la ragazza di rimando. "Ti sembra forse che il comandante Blake sia una persona che fa queste cose per generosità? Sicuramente lo sta facendo per tenerci in scacco!"
 
"Chiaramente, io non sono un idiota, e non faccio nulla per bontà personale, senza secondi fini. Questo è un modo di comportarsi da perfetti imbecilli." continuò Blake, avvicinandosi nuovamente ai suoi due subordinati. "Diciamo... che voi due mi dovrete un favore, che vi farò presente quando verrà il tempo e il modo di restituirmelo. Ma per adesso... consideratevi al sicuro da ogni rappresaglia. Ora andate, e smettetela di farmi perdere tempo."
 
Eclisse si morse la lingua prima di dargli una rispostaccia, e per quanto fosse seccata del fatto che adesso erano in debito con quell'individuo ripugnante, lei ed Astro fecero un saluto militare e se ne andarono, lasciandosi dietro la stanzina e sentendo in ogni momento lo sguardo spocchioso di Blake che li accompagnava. Il comandante del Team Meteora li osservò andarsene, e li sentì cominciare a parlare tra loro non appena furono scomparsi dalla sua vista. Probabilmente stavano sparlando di lui, ma la cosa non lo interessava minimamente - Blake non era certo il tipo di persona a cui interessava quello che gli altri pensavano di lui, almeno finchè non lo intralciavano...
 
"Bene... e così, immagino che adesso tocchi a noi mettere a posto quello che quegli incapaci e quell'idiota del figlio del capo hanno incasinato." affermò tra sè. "Heheheee... non che la cosa mi dispiaccia, tutto sommato. Non vedevo l'ora di dimostrare la mia superiorità a quehgli idioti della resistenza. E... tra l'altro, sono curioso di vedere se Zel ha davvero completato le sue modifiche alle sue macchine PULSE. Se tutto va come previsto, entro breve non avremo più nessuno a darci fastidio."
 
Blake ghignò sinistramente rigirandosi una Pokeball tra le mani. "Heheheee... no, neanche tu, caro il mio Lord Solaris. Pedante vecchio stupido... cosa vuoi che me ne freghi di quello che vuoi fare tu con il continente di Reborn? Tra non molto, sarò io a dettare legge..." continuò tra sè. "Ma... per il momento, meglio fare finta di esserti fedele. Il momento verrà... e tra non molto, se tutto va come previsto."
 
 
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Simone prese un sorso dalla lattina di Coca-Cola che teneva in una mano, ancora un po' frastornato per gli eventi della giornata. Nel giro di poco più di ventiquattro ore, aveva partecipato ad un attacco in uno dei quartieri più popolosi di Reborn City, con l'ausilio di una foresta cresciuta a dismisura grazie all'aiuto di una macchina PULSE... e quando il piano era fallito, era stato catturato dai membri della resistenza, salvo poi essere liberato tramite uno scambio di ostaggi. Purtroppo non era andata troppo bene, visto che il Team Meteora non era riuscito ad ottenere gli artefatti che servivano per portare a termine i loro piani... ma il giovane soldato semplice si consolò pensando che avrebbero avuto delle altre possibilità, ed era comunque troppo grato ad Astro ed Eclisse per lamentarsi di come fosse andata.
 
"Ehilà, vecchio mio." si sentì chiamare da Tara. La ragazza dai capelli castani arrivò dalla sinistra di Simone e si sedette accanto a lui, aprendosi a sua volta una lattina di bevanda gassata per poi togliersi il cappuccio, e lasciare che i suoi lunghi capelli le scendessero sulle spalle. "Allora, come va? Ti senti bene? Non ti hanno fatto del male, spero."
 
"Beh, ti do l'impressione di uno che è stato maltrattato? No, a parte il fatto che mi fischiano ancora le orecchie per i... metodi di interrogatorio di quella strana tipa, sto bene." affermò il ragazzo, rabbrividendo leggermente al ricordo degli stravaganti ma sicuramente terrificanti metodi che Julia aveva usato per cercare di scucirgli informazioni. "In fondo... non sono poi tanto male, quei tipi della resistenza. Se non fosse per il fatto che stiamo da parti opposte, potremmo anche essere amici. Chissà, se solo riuscissimo a far loro capire quello per cui noi ci stiamo battendo... pensi che ci sarebbe una possibilità che loro si convincessero?"
 
Tara prese un sorso dalla sua bibita e restò a pensarci su per un attimo... ma alla fine, scosse la testa con fare rassegnato. "Temo di no, Simone. Se ci fosse stata qualche possibilità che i nostri fini si conciliassero tra loro, l'avremmo già trovata." rispose lei. "Per quanto sia spiacevole, non vedo altra soluzione che affrontarli, e sconfiggerli. Se vogliamo che questo posto ritorni allo splendore di un tempo, non possiamo fare altro che togliere di mezzo la resistenza. Anche se mi dispiacerà doverlo fare." 
 
"Capisco... d'altronde, se è vero quello che Lord Solaris dice, alla fine sarà meglio anche per loro." rispose il ragazzo. "Beh, che posso dire... è stata una vicenda piuttosto travagliata, ma temo che tra breve ci daranno una nuova missione. Meglio essere pronti e fare in modo che i nostri Pokemon siano all'altezza."
 
"Giusto. Il mio Pachirisu, poi, avrebbe davvero bisogno di ricaricarsi... vero, piccolino?" chiese Tara, guardando verso il pavimento, dove il suo Pachirisu stava sgranocchiando allegramente una noce. Lo scoiattolino elettrico alzò lo sguardo verso la suaallenatrice e squittì in segno di assenso, mostrando la sua folta coda che sprigionava qualche scintilla elettrica azzurrina... segno che la sua carica non era al massimo.
 
"Pachirisu! Pachi pachi!" esclamò il Pokemon Elettro.
 
Simone ridacchiò tra sè, ringraziando che se non altro, per quanto tutto il continente di Reborn fosse contro di loro, almeno potevano contare sempre e comunque sui loro Pokemon... sarebbe stato anche grazie al legame che avevano con loro se sarebbero riusciti a compiere la loro missione e riportare tutto a come doveva essere...
 
 
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Il quartiere Onice era un posto che aveva una fama relativamente buona, in quella palude di corruzione e miseria umana che era Reborn City… e mentre Julia e Florinia guidavano Elisio e Bromelia verso la sede centrale dell'Accademia Pokemon di Reborn City, con Vera, Max, Ortilla ed Alty ad accompagnarli per massima prudenza, si poteva vedere che c'erano meno mendicanti e meno sporcizia per terra, e che le condizioni apparivano un attimo più sopportabili che nel resto della metropoli. Max immaginava che ci fosse da aspettarselo, considerando che quello doveva essere il luogo in cui le persone più facoltose mandavano i loro figli a studiare… e anche l'edificio scolastico aveva un aspetto maestoso ed impressionante, sicuramente più di molti degli edifici fatiscenti di Reborn City.
 
"Destinazione raggiunta." disse Florinia, fermandosi davanti ad una scalinata che dava accesso al grande edificio. "Ci troviamo in questo momento davanti all'Accademia Pokemon del Quartiere Onice. Si prega di seguire le vostre guide e di non distrarsi durante la visita."
 
Elisio alzò lo sguardo, osservando con attenzione il luogo. Era un imponente edificio a tre piani in stile europeo, che avrebbe potuto ricordare la sede centrale di qualche prestigiosa facoltà come l'Università di Padova o quella di Bologna, con la sua aria un po' vissuta e il classicismo delle sue decorazioni. Sicuramente in passato doveva essere stato ancora più impressionante… ma ora, molta della sua maestà era andata persa, a causa dello smog che anneriva le sue pareti e appannava le finestre, per non parlare della corrosione che la pioggia acida aveva provocato. Un misto di ammirazione e rimorso agitarono l'animo di Elisio - era intollerabile, a suo parere, che un luogo così bello, e per giunta costruito per uno scopo nobile come l'istruzione e l'educazione delle nuove generazioni, venisse abbandonato così. Nel mondo che lui aveva in mente, tutto questo non sarebbe mai successo…
 
"E così… qui è dove voi avete studiato e dove vi siete diplomate." affermò Vera, rivolta alle due ragazze della resistenza. "Ed è anche la scuola che Fern e Pietro frequentavano prima di entrare a far parte del vostro gruppo…"
 
"Precisa… e mente!" esclamò Julia, resa ancora più frizzante dalla vicinanza ad un luogo che conservava alcuni del suoi ricordi più belli… e anche alcuni non altrettanto belli. "E io, tra l'altro, ho avuto l'onore di essere il capitano delle cheerleader dell'Accademia Onice!"
 
Come se niente fosse, Julia tirò fuori i suoi pon-pon da chissà dove e cominciò ad esibirsi in un passo di danza, senza badare troppo al fatto che con loro ci fosse una personalità importante di un altro continente! "Onice! Onice! Rappresentiamo! Facciam sul serio e non molliamo! Urrà! Urrà!" esclamò, agitando in aria le braccia e volteggiando su sè stessa!
 
"Ehm, non è per fare il guastafeste... ma saremmo di fronte al signor Elisio." la richiamò Max con tono sarcastico, mettendosi a posto gli occhiali. "Non mi sembra un buon momento per fare brutta figura davanti ad una persona così importante..."
 
"Non è un problema, mio giovane amico." rispose gentilmente il magnate di Kalos. "Devo dire che... apprezzo la spontaneità e la schiettezza in una persona. Sono tra le qualità che si richiedono in una persona che abbia la visione giusta per cambiare uno status quo che ormai ha fatto il suo tempo."
 
"Hehehee... non sono del tutto sicura di quello che ha detto, signor Elisio, ma ringrazio per i complimenti!" affermò Julia, mettendo via i suoi pon-pon esattamente come li aveva tirati fuori! "Comunque, ecco a lei l'Accademia Pokemon di Reborn City!"
 
"Tutte le informazioni di cui ha bisogno, le può richiedere a questa unità." disse Florinia. "Nella mia attività come aiutante del rettore di questa scuola, ho accesso a numerose informazioni che potrebbero essere di suo interesse. Prego formulare la richiesta desiderata."
 
Bromelia storse un po' il naso. Non era esattamente una donna che metteva a suo agio, per quanto il suo superiore mantenesse il suo contegno accomodante. "Grazie per la disponibilità, miss Florinia. Se permette, vorrei dare un'occhiata alla sua accademia, giusto per rendermi conto delle condizioni in cui si trova, e farmi un'idea della preparazione che offre alla gioventù di Reborn." affermò. 
 
"Questa unità non vede difficoltà nell'assecondare la richiesta." rispose Florinia, il cui tono restava piatto ed indifferente. "Affermativo."
 
Con Florinia e Julia in testa, il gruppo salì le gradinate che portavano all'ingresso dell'Accademia Onice, ed entrarono superando un paio di pesanti porte in legno che davano accesso ad un grande atrio dall'aspetto un po' antico ma comunque ben tenuto, con il pavimento composto da mattonelle di marmo fuse tra loro, e il soffitto tenuto da un paio di colonne. Si vedevano alcuni studenti in piedi qua e là nell'atrio, e la maggior parte di loro stavano parlando tra loro a bassa voce, o dando un'occhiata a degli avvisi posti sulla bacheca al lato opposto della grande sala. Non appena si accorsero dell'ingresso di Florinia, alcuni studenti misero da parte quello che stavano facendo per andare ad accogliere le loro ex-colleghe.
 
"Hey, guardate! Quella non è Julia? La capo cheerleader?" chiese una ragazza castana, notando la graziosa majorette dai capelli verdi.
 
"Già, ed è tornata anche Florinia... chissà cosa le spinge qui..." disse un ragazzo, per poi notare gli stranieri che le accompagnavano. "E quei ragazzini chi sono? Quell'uomo con i capelli rossi sembra un tipo autorevole."
 
"Quello lì l'ho già visto..." si sentì un altro ragazzo parlare a bassa voce. "E' il signor Elisio Flordalis, quel riccone di Kalos che ha fatto un sacco di beneficenza in giro per il mondo..."
 
"Se davvero ha fatto tanta beneficenza, perchè non ci scuce un altro po' di soldi?" disse una ragazza con fare irritato. Quando alcuni dei suoi compagni la guardarono infastiditi, lei alzò le spalle e si difese. "Hey, visto che tanto a lui non mancherebbe certo di che vivere, perchè non permettere anche a noi di goderci un po' di più la vita?"
 
Elisio sentì un moto di rabbia agitarsi in lui alle parole della studentessa, ma si impose di non dire nulla e di non dare a vedere nulla. Erano esattamente questi i sentimenti meschini che disprezzava... ma per il momento, non c'era nulla che lui potesse fare... non per il momento...
 
"Wow, questa sì che sembra una bella scuola..." affermò Ortilla. "Certo, anche quella a cui vado io ad Hoenn è bella, ma questa... non so, ha un fascino tutto suo!"
 
Julia ridacchiò e arruffò un po' i capelli della giovanissima coordinatrice. "Hehehee... beh, non è esattamente il massimo come scuola... ma del resto, non c'è nulla a Reborn che possa vantarsi di essere il massimo!" affermò. "Flo, che dici? Andiamo al pino di sopra? E' lì che tengono i registri, dopotutto."
 
"Affermativo." rispose Florinia, cercando poi di farsi strada nella piccola folla che era venuta ad accogliere lei, Julia ed Elisio. Il filantropo di Kalos stava accogliendo educatamente tutti coloro che gli si avvicinavano, cercando di non andare a disturbare quelli che si erano raccolti attorno a Julia per festeggiare il suo ritorno, o a Florinia per chiederle qualcosa. "Prego, si richiede agli allievi dell'Accademia Onice di non provocare impedimento a noi o ai nostri compagni. Siamo qui per espletare un compito importante su richiesta del signor Elisio."
 
La folla si diradò un pochino, ma restarono comunque ad una distanza ragionevole dalle due ex-allieve. Julia stava già allegramente chiacchierando con alcune studentesse più giovani, che probabilmente erano state sue amiche quando lei era allieva di quella scuola, mentre Vera, Max ed Ortilla continuavano a guardarsi attorno incuriositi. L'Accademia Onice dava veramente l'impressione di essere una piccola isola di pace ed ordine in mezzo al caos che era Reborn City...
 
"Vedo che Julia era molto popolare, quando frequentava questa accademia." commentò Vera. "Del resto, non mi stupisce. Immagino che una cheerleader, soprattutto una allegra e cordiale come lei, riesca a procurarsi molti ammiratori."
 
Max strizzò un occhio con fare arguto. "Forse dovresti prendere esempio dalla tua amica Lucinda, sorellina. Provare una volta a fare la cheerleader, voglio dire. Scommetto che Drew resterebbe senza parole, una volta tanto!" la consigliò, con il risultato che Vera gli tirò su gli occhiali sul naso con un dito, dandogli una leggera spinta per gioco.
 
"Quando vorrò i tuoi preziosi consigli per fare colpo su qualche ragazzo te li chiederò, nanerottolo!" scherzò la sorella maggiore, strappando una breve risata ad Ortilla.
 
 
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Più tardi, in un archivio dell'Accademia Onice...
 
"Ricerca registri richiesti... completata." affermò Florinia, notando un blocco di fogli posto in una fila ordinata su uno degli scaffali. Lo raccolse e lo estrasse per poi portarlo ad Elisio, che era seduto ad uno scranno, illuminato da una lampada da tavolo che consentiva le condizioni ottimali per la lettura. "In questo registro sono riportate tutte le osservazioni fatte dalle autorità di Reborn circa l'incremento delle sostanze inquinanti nell'aria e l'incremento di attività criminali legate al Team Meteora. Il signor Elisio sperabilmente troverà i dati di rilevanza per i suoi scopi."
 
Il ricco benefattore ricevette con un cenno di gratitudine le carte dalle mani di Florinia, e il suo Pyroar, accucciato al suo fianco come un pigro gatto persiano, emise un sommesso ruggito di compiacimento. "La ringrazio per la disponibilità, miss Florinia." disse. "Il servizio da lei resomi ha un'importanza molto più grande di quanto lei non immagini."
 
"Ricevuto." rispose Florinia, semplicemente. Elisio era un po' sorpreso del fatto che la giovane donna non sembrasse provare alcun orgoglio nè compiacimento per le sue lodi, ma decise che non stava a lui commentare in proposito, e dopo aver appoggiato il registro sul tavolo di legno duro a cui era seduto, fece a Florinia un cenno di ringraziamento. La giovane donna annuì e se ne andò, lasciando Elisio, Bromelia e Pyroar nella stanza semibuia, ad esaminare i documenti.
 
"Questa parte dovrebbe riguardare gli eventi di tre anni fa, signor Elisio..." disse Bromelia, notando un rapporto che segnava una data che lei riteneva importante. "E' stato alloa che lei ha cominciato a condividere le sue scoperte con la Yureyu Corporation."
 
"La Yureyu Corporation... non mi stupirebbe se avesse avuto qualche accordo sottobanco con il Team Meteora. Magari me ne fossi accorto prima..." disse Elisio. Adesso che Vera e i suoi compagni non c'erano, Bromelia ebbe l'impressione che nella voce del suo capo ci fosse una punta di delusione, rabbia e frustrazione. "Comunque, sapere quando questi eventi si sono verificati ci aiuta a renderci conto della situazione."
 
"Roarrrr..." disse Pyroar, usando una delle sue grosse zampe artigliate per raccogliere un foglio che era caduto. Lo porse al suo allenatore, che lo ringraziò accarezzandogli la testa e fece per rimetterlo a posto, ma qualcosa che vide scritto su di esso lo convinse a dargli un'occhiata più attenta.
 
"E questo... che cos'è?" si chiese l'uomo, mostrando a Bromelia il foglio. "Per quanto io cerchi di avere un'infarinatura di numerose materie, temo che questi calcoli siano un po' troppo complicati per me. Però parlano di una scoperta molto particolare, a quanto mi è dato di capire."
 
Bromelia ricevette il foglio dal suo capo e cominciò a leggerlo. Se qualcuno avesse potuto vedere i suoi occhi dietro quel visore smeraldino che indossava, si sarebbe accorto che l'espressione della scienziata si era fatta ancora più seria e concentrata.
 
"Molto interessante..." disse Bromelia dopo alcuni secondi di riflessione. "Signor Elisio, qui siamo di fronte a qualcosa che non era mai accaduto prima d'ora. Questi calcoli... sono il risultato di una serie di osservazioni. A quanto riesco a desumere dalle note allegate, si è trattato di un esperimento molto particolare, che ha in qualche modo permesso di evolvere un Magneton in un Magnezone... senza che fosse richiesta la presenza di una fonte di elettricità particolare."
 
"Questa sì che è una novità." rispose Elisio, mostrando appena un po' di sorpresa. "So che un Magneton può evolvere in Magnezone solo in determinati luoghi carichi di elettricità, come la Cava Pietraelettrica di Unima, o il Monte Corona di Sinnoh. Ma adesso lei, dottoressa Bromelia, mi dice che qualcuno ha scoperto il modo di farlo senza bisogno di trovarsi nel posto giusto?"
 
Bromelia fece un cenno con la testa. "E' esattamente questo quello che voglio dire, signor Elisio." affermò la giovane donna dai capelli verdini. "Ritengo che questo rapporto potrebbe esserci utile in futuro. Devo prendere nota?"
 
"Scarichi tutte le informazioni che può da quel documento." disse Elisio. "Se tutto corrisponde alle mie aspettative, potremo replicare almeno in parte questo esperimento. Ci sarà utile in futuro."
 
"Ricevuto, signor Elisio." disse Bromelia, tirando fuori un piccolo scanner da una tasca della sua uniforme e cominciando a passarlo sopra il foglio in modo da leggere e conservare quanto più possibile. "A proposito... vorrei ricordarle che il nostro aereo partirà tra sei ore. Dobbiamo fare in modo di arrivare con un certo anticipo."
 
Elisio accarezzò nuovamente il suo Pyroar. "Grazie della collaborazione, dottoressa Bromelia." affermò, per poi rivolgersi al suo Pokemon. "Il tempo si avvicina, mio fedele amico... E per quel poco che può valere, mi dispiace molto. So cosa significa per te..."
 
Pyroar, vedendo un'ombra di tristezza apparire sul viso fiero del suo allenatore, strusciò la testa sulla sua mano come per fargli coraggio. "Roarrrr..." ruggì sommessamente, come per dire che sapeva già cosa avrebbe dovuto fare... di qualunque cosa si trattasse...
 
 
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Per Julia e il terzetto di Hoenn, la visita all'Accademia Onice era sicuramente un momento di maggior svago - l'ex-capitana del gruppo di cheerleaders stava facendo vedere ai suoi amici di Hoenn tutte le parti più interessanti dell'edificio, compreso il campo sportivo dove lei e le sue compagne si esibivano nei loro numeri di abilità, e le aule studio che usavano in vista degli esami. In quel momento, Julia stava mostrando loro il campo di softball...
 
"E qui, ragazzi miei, ho tifato per la mia accademia quando abbiamo affrontato i nostri sfidanti più temibili, quelli di Zirconia!" affermò Julia, mostrando ai ragazzi il campo simile ad un piccolo stadio da baseball. C'erano ancora dei giocatori che si stavano allenando, e dei Pokemon che li accompagnavano... alcuni Lillipup, Jigglypuff, un Riolu e alcuni Spinda, almeno a guardarli da quella distanza. "Hehehee... quelli sì che erano bei tempi! Mi piaceva molto essere il capitano delle cheerleader, anche se inizialmente ero un po' dubbiosa."
 
"Come mai, Julia?" chiese Ortilla, incamminandosi lungo un lato del campo da softball. Uno dei Pokemon che si trovavano sul campo in quel momento, notando la bambina dai capelli azzurrini, si voltò verso di lei e la guardò con curiosità prima di avviarsi verso di lei con una strana andatura che ricordava quella di un ubriaco... "Voglio dire, a guardarti così, mi dai l'impressione di una ragazza a cui piace molto un compito del genere."
 
"E infatti è così!" esclamò allegramente Julia, sfoderando un sorriso sgargiante che però sbiadì poco dopo. "Però... beh, diciamo che ci sono stati dei problemi. Se venite con me vi posso spiegare meglio cosa voglio dire."
Un po' preoccupata per il tono che Julia aveva assunto - non era certo da lei quest'aria triste e nostalgica - Vera annuì, per poi cominciare a seguirla assieme a Max e ad Ortilla. Il Pokemon che aveva notato Ortilla si mise a sua volta a seguire il gruppetto con la sua andatura barcollante, curioso di saperne un po' di più...
 
 
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"Eccola qui! Questa è la mia cameretta! Ta-daaaan!" esclamò Julia, aprendo la porta di una delle stanze e facendola vedere a Vera, Max ed Ortilla. "Oh, beh, mia e delle mie super-amiche, della Flo, di Ami e di Tania! Quando studiavamo assieme qui, era la nostra camera da letto... e praticamente la nostra casa!"
 
"Wow... e ancora non hanno trovato nessuno che la occupi?" chiese Max, entrando nella stanza e guardandosi attorno. Era grande quanto ci si poteva aspettare da una camera da letto condivisa da quattro ragazze adolescenti, con dei letti ordinatamente disposti e ben riassettati, un paio di scaffali pieni di libri sui Pokemon, e un grande tavolo con quattro sedie posto al centro, con un lampadario sospeso sopra di esso. Era una stanza ben riscaldata e ben tenuta, e i due fratellini di Hoenn si stupirono che fosse rimasta vuota così a lungo. "Dimmi, Julia... sicura che non ci sia stato nessuno qui, da quando tu e le tue amiche vi siete diplomate?"
 
"Oh, sicura come le tasse! Che mi caschi una bomba in testa se mento!" rispose la cheerleader. "Eeee... non è neanche un caso, ragazzi miei! Un caso non capita mai per caso, hehehee..." Ridacchiò un po' del bisticcio di parole, ma le espressioni non proprio entusiaste di Vera, Max, Ortilla ed Alty le fecero capire che non era stata una battuta molto felice. "Ehm... okay, cavolate a parte... vediamo un po' se da qualche parte ci sono ancora..."
 
"Alt?" chiese Alty, vedendo Julia avvicinarsi ad una delle librerie e cominciare a cercare tra i libri. L'esperta di Pokemon Elettro scostò alcuni volumetti, e il volto le si illuminò quando vide qualcosa nascosto dietro di essi.
 
"Ah-ah! Lo sapevo che c'erano ancora!" commentò, tirando fuori dallo scaffale quattro libriccini... che Vera, guardando un po' meglio, si rese conto essere in realtà dei diari un po' consunti. Sulla copertina di ognuno di essi era posta una targhetta con sopra scritto il nome della proprietaria. "I nostri diari! E' qui che io e le mie amiche abbiamo scritto le nostre memorie del nostro ultimo anno all'Accademia! Venite che vi mostro!"
 
"Ehm... sei sicura che sia una buona idea, Julia?" chiese Ortilla, poco convinta. Alty si posò sul tavolo, guardando con incertezza i quattro diari che Julia aveva disposto sul tavolo al centro della stanza. "Voglio dire, stiamo andando a leggere i pensieri più intimi di una persona..."
 
Julia si fece di colpo un po' più seria. "Lo so, e normalmente non lo farei..." affermò. "Ma in questo caso, beh... credo che leggere alcune entrate potrà esservi utile per capire un po' meglio la situazione. E chissà, magari anche per risolverla. Allora... visto che ci troviamo, perchè non cominciamo con il mio diario? Hehehee, è anche quello decorato meglio!"
 
"Chissà perchè, mi aspettavo fosse il suo..." commentò Vera con una risatina a mezza bocca. Il diario segnato come quello di Julia aveva la copertina decorata con disegni di esplosioni che davano un'aria di caos e disordine...
La cheerleader sfogliò un po' il suo diario, e raggiunse un punto poco dopo la metà, per poi mostrarlo ai tre amici di Hoenn e ad Alty.
 
 
Caro diario,
oggi è successo qualcosa di esplosivamente superfico! Sono stata scelta... come capitano... della squadra... delle cheerleaders! YU-HUUUUU! Evvai con i fuochi d'artificio!
Ma... mi dispiace per Ami che ha dovuto lasciare a me il suo posto. Oh, beh, non è che fosse obbligata a farlo, ma l'ha fatto lo stesso. Però ha raccomandato me per prendere il suo posto, e così... eccomi qui!
Però Ami sarebbe stata così brava come capitano... sarebbe stata sicuramente più brava di me. Non capisco perchè abbia rifiutato... E poi, e poi... volevo andare fuori a festeggiare con le mie amiche, ma Tania ed Ami si sono chiuse in camera come fanno sempre... e Flo non vuole mai andare da nessuna parte, è troppo timida... E così eccomi qui come una perfetta idiota...
Oh, beh, vorrà dire che mi farò un dormitina. Notte!     
 
 
"Hehehee... sì, è stato davvero eccitante diventare capo cheerleader! Peccato che le mie amiche non siano state altrettanto entusiaste!" affermò Julia, per poi prendere un altro diario, la cui copertina era di un anonimo grigio acciaio, e recava il nome 'Titania'. "Oh, e questo è il diario di Tania! Vediamo un po' che cosa ci scrive... heheheee..."
 
Julia scartabellò un po' il diario... e si fermò su una pagina verso metà.
 
 
Allora, pensi che sia divertente andare a leggere i diari degli altri? Cosa credevi, di scoprire qualche mio recondito segreto o qualche confessione sentimentale strappalacrime? Scordatelo, amico.
E se vuoi un mio parere... per conoscere una persona devi andarci a parlare, piuttosto che andare a spiare il suo diario. Ovviamente, se sei uno stalker, è meglio per te che non ci provi neanche, a parlare con me.
 
 
"Wow, credo che chiunque legga una cosa del genere avrà poi bisogno di un'Antiscottatura!" commentò sarcastico Max. 
 
"Fammi indovinare... Titania non ha mai vinto gare di popolarità, qui all'accademia, vero?" scherzò Vera. Lei, Ortilla ed Alty ridacchiarono vedendo l'espressione di sorpresa che apparve sul viso di Julia... ma la cheerleader si riprese in fretta dallo sbalordimento e ci rise su.
 
"Heheheee... beh, questa è Tania per voi. Avere a che fare con lei... può essere un'esperienza ardua." disse, facendosi poi più seria e prendendo un diario dalla copertina spoglia che recava solamente il nome della proprietaria. "Ecco, questo è quello di Flo. Immagino... che qui, forse, potrete capire un po' di più di lei."
 
"Da come lo dici, non dev'essere una cosa simpatica..." commentò preoccupata Vera, mentre cominciava a leggere il diario alla pagina a cui Julia lo aveva aperto. 
 
 
Caro diario,
questa sarà l'ultima volta che scrivo su di te.
Ho deciso che non vale più la pena di avere emozioni.
Pensieri irrazionali e sentimenti sono un grave ostacolo all'efficienza lavorativa.
E come se non bastasse, creano disprezzo in coloro con cui sono condivisi... Ho perso troppe cose per colpa delle emozioni... tempo, risultati, e ora la mia amica... beh... non ci sarà più bisogno di preoccuparsi di tutto questo.
Epurazione emotiva iniziata.
Addio, diario. 
 
 
Vera e i suoi compagni ci misero un po' a raccogliere i pensieri dopo aver letto quella parte. E in effetti, quando la ragazzina castana sfogliò il diario, vide che non c'era più nulla dopo quella pagina. "Beh... accidenti, questa non me l'aspettavo... quindi, Florinia ha subito una grossa delusione e ha deciso di scartare tutte le sue emozioni perchè non voleva soffrire più allo stesso modo..." affermò. "Almeno, questo mi sembra di capire..."
 
"Già... purtroppo, non ho mai saputo nemmeno io con esattezza cosa sia successo." disse Julia, mettendo da parte il diario di Florinia. "E cercare di parlarne con Tania... non è stato esattamente un aiuto."
 
Ortilla si trovò a chiedersi che tipo di persona fosse Titania, ma mise da parte la domanda quando Julia aprì l'ultimo diario, quello di Amaria, e le fece leggere quello che c'era scritto.
 
 
Caro diario,
Non so che dire... io ho tutto quello che una ragazza potrebbe desiderare... uno status sociale elevato, una buona educazione, l'amore della mia vita...
Ma allora, perchè mi sembra tutto così grigio?
Io cerco di sorridere sempre ed essere allegra... E a quanto pare, sono molto brava a farlo, altrimenti non sarei diventata capitano delle cheerleaders. Ma... forse speravo che questo mi avrebbe reso felice anche dentro. E quando questo non è successo, ho ceduto il mio posto a Julia. 
Non lo so... mi sembra quasi che non importa quello che faccio, alla fine non servirà a niente. Tra dieci anni, qualcuno si ricorderà di me? O tra venti? Sarò anche la prima della classe, sarò anche popolare... ma è tutto così banale... Perchè non c'è nulla che mi renda felice? Perchè non riesco a provare...? Almeno Titania ci prova, ma...
Beh, buona notte, caro diario. Domani cercherò ancora una volta di trovare un senso a tutto questo...    
 
 
Dopo qualche istante di silenzio, Julia chiuse il diario. "Ecco... immagino che ora sapete tutto. Beh... che posso dire, il rapporto tra noi quattro è un attimo più complicato di quanto si potrebbe pensare, immagino." commentò Julia. 
 
"Accidenti... puoi dirlo forte. Non immaginavo che Amaria nascondesse problemi simili..." affermò Vera. "Ma... non potresti provare a parlare alle tue amiche, invece di lasciare che si tengano tutto dentro?"
 
Julia sorrise, un po' amaramente. "Ci ho provato... ma senza troppi risultati." rispose, alzando le spalle. "Ma... con Titania è impossibile discutere di queste cose. Ami risponde che va tutto bene e che non c'è bisogno di preoccuparsi per lei... e Flo... buona fortuna parlare con Flo di queste cose."
 
"Non hai tutti i torti..." disse Max, rendendosi conto che, in effetti, quella sarebbe stata la probabile reazione di Florinia se fosse stata messa di fronte ad un argomento come quello. Avrebbe probabilmente detto che non c'era bisogno di perdere tempo con questioni così "futili" e avrebbe troncato lì il discorso. Almeno, stando a quanto gli aveva detto Hitomi...
 
"Però... beh, non mi piace molto l'idea di lasciare che il problema resti lì dov'è..." affermò Ortilla, accarezzando Alty sulla testa. La Pokemon Drago/Volante si accoccolò sulla mano della sua allenatrice, comprendendo che Julia si trovava in una posizione un po' delicata con le sue amiche... poi, un movimento proveniente dall'ingresso della stanza attirò la sua attenzione, ed Alty indicò con la sua ala verso la piccola figura che stava entrando...
 
"Altarrrria?" cinguettò Alty. Quando Vera e gli altri guardarono, videro che nella stanza era entrato un buffo Pokemon simile ad un orsacchiotto alto poco meno di un uomo, con le orecchie un po' lunghe e corte braccia e gambe, ricoperto da una corta pelliccia color crema decorata in maniera casuale con delle macchie color rosso pallido. La caratteristica più particolare, tuttavia, era il fatto che i suoi occhi erano delle spirali nere, che davano l'impressione che quel Pokemon fosse perennemente confuso o in preda ad un capogiro... e in effetti, questa impressione era rafforzata dalla sua andatura barcollante! Il suo naso era naso e piccolo, e la sua bocca mostrava un sorriso un po' sciocco perennemente stampato sulla su faccia!
 
"Spin... spin... spinnnnnda!" esclamò il Pokemon, raggiungendo il gruppo, e guardando in alto, verso Ortilla che lo guardava incerta. Sembrava che per qualche motivo fosse interessato ad andare con lei...
 
"Oh... quello è uno Spinda, Ortilla! Un Pokemon proveniente da Hoenn. Ma cosa ci fa qui?" chiese Vera. Max tirò fuori il suo Pokedex per avere qualche informazione in più su quel tipo di Pokemon, e per farla sapere anche ad Ortilla nel caso fosse stato necessario.
 
"Spinda, il Pokemon Macchipanda. Tipo Normale. Pare che non esistano due Spinda dall'identico motivo maculato, e la probabilità che due Spinda con lo stesso disegno si incontrino è praticamente nulla.. Questo Pokémon si muove in modo curioso barcollando come in preda alle vertigini. Tale comportamento può confondere l'avversario, che non riesce a prenderlo di mira." disse il Pokedex di Max.
 
"Beh... in effetti non è una sorpresa che si veda qualche Spinda da queste parti." affermò Julia. "Anche se è la prima volta che ne vedo entrare uno direttamente in accademia. So che c'è una piccola colonia qui vicino, probabilmente degli Spinda che sono stati abbandonati dai loro allenatori... questo Spinda deve averti preso in simpatia, Ortilla! Che ne dici?"
 
"Alty, alty..." esclamò Alty, guardando lo Spinda che camminava ondeggiando attorno ad Ortilla. Aveva l'impressione che volesse convincerla a farlo entrare nella sua squadra, e quando la bambina dai capelli azzurrini le rivolse uno sguardo di intesa, Alty fece un cenno con la testa, per dire che approvava. "Altaria!"
 
"Beh... non so come mai tu abbia scelto me piuttosto che un'altra delle tante persone che passano di qui... ma va bene, Spinda! Sono più che disposta a farti da allenatrice!" rispose infine Ortilla, accarezzando sulla testa il simpatico Pokemon. "Benvenuti in squadra, Spinda! Sono sicura che ti troverai bene... io ed Alty faremo del nostro meglio per farti sentire a casa, giusto, Alty?"
 
La Pokemon Volante/Drago cinguettò allegramente e fece un cenno con la testa, anche se un po' doveva ammettere che le faceva uno strano effetto non essere più l'unica Pokemon della squadra della sua allenatrice...
 
 
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Quando Vera, Max, Ortilla, Alty, Julia e lo Spinda che si era da poco unito al team di Ortilla uscirono dall'accademia, videro che il resto del gruppo era già lì ad attenderli. Florinia, Bromelia e soprattutto Elisio e il suo Pyroar erano ai piedi della gradinata che portava all'ingresso della scuola per allenatori, e il filantropo di Kalos aveva tra le mani una busta di documenti, evidentemente quelli che era andato a prendere dai registri. "Scusate il ritardo, amici!" esclamò Vera, alzando una mano per salutare. "Julia ci stava mostrando la sua scuola... e abbiamo finito per trattenerci più a lungo del previsto."
 
"Nessun problema. In fondo, avevamo tutto il tempo di aspettare." rispose tranquillamente Elisio, dando una rapida occhiata al suo orologio mentre Vera e gli altri li raggiungevano. "Anche se... a questo punto, temo che debba per forza cominciare ad avviarmi. Il nostro volo di ritorno a Kalos partirà nel giro di tre ore, più o meno, e dobbiamo sbrigare tutte le procedure di rito, prima di poterci imbarcare. Temo di dovermi congedare. E' stato comunque un piacere conoscervi, e conto che le nostre strade si incrocino ancora, in futuro."
 
"Lo spero anch'io, signor Elisio... e spero che per allora, Reborn sarà un posto un po' migliore di come lo sta lasciando oggi." affermò Max, mentre lui, Vera ed Ortilla facevano un piccolo inchino al miliardario dai capelli rossi. 
 
"Buon ritorno a Kalos, signor Elisio." affermò Vera. "E grazie di tutto."
 
Elisio sorrise e ricambiò l'inchino. "Di niente, miei giovani amici. Spero che riusciate a fare quello che vi siete preposti qui a Reborn, e a fermare il Team Meteora." affermò. "Oh, e spero che apprezzerete il presente che mi sono preso la libertà di consegnarvi. Questo, per l'esattezza." Detto questo, Elisio tirò fuori un pacchetto da un risvolto della sua giacca e lo consegnò a Vera, che lo accettò dopo un breve momento di sorpresa. "Mi raccomando, Vera Maple. Usatelo con saggezza. Se quello che ho visto di voi è vero... allora questo piccolo presente vi aiuterà a fermare coloro che vogliono depredare Reborn, e vi aiuterà a riportare questa terra allo splendore e alla bellezza di un tempo."
 
"Grazie, signor Elisio. Grazie mille." rispose Vera, sorridendo gentilmente e ricevendo il pacchetto dalle mani di Elisio. "Le prometto che faremo tutto il possibile per fare in modo che il Team Meteora venga fermato."
 
Elisio fece un cenno di assenso con la testa. "Bene. Allora... per adesso, le nostre strade si dividono. Ma... conto di vedervi ancora, Vera... Max... ed Ortilla. Ci incontreremo ancora, in un mondo di eterna bellezza."
 
Ortilla sbattè gli occhi, non del tutto sicura di cosa volesse dire Elisio... ma il miliardario di Kalos, il suo Pyroar e Bromelia, dopo aver fatto un ultimo saluto, erano già partiti per prendere il volo di ritorno verso Kalos...
 
 
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Alcune ore dopo, l'aereo privato di Elisio era in viaggio, e il ricco filantropo stava guardando fuori dalla finestra, sorseggiando un bicchierino di champagne mentre il suo Pyroar dormiva tranquillamente vicino a lui, e Bromelia si rilassava leggendo una rivista, seduta un po' più in là. Il mostro incombente che era Reborn City, circondata dalle sue nuvole di veleni, si stava allontanando, permettendo di nuovo di vedere un cieo terso e pulito.
 
"Vera e Max Maple... e la giovane Ortilla..." riflettè tra sè Elisio, ripensando agli eventi della giornata. "Ripongo molta fiducia in voi. Saranno quelli come voi, i rappresentanti dell'elite del genere umano... a dare vita ad un nuovo mondo, la cui bellezza non svanirà mai..."
 
L'aereo continuò il suo viaggio, allontanandosi da Reborn...              
                     
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: E con questo, spero che la breve apparizione di Elisio sia stata soddisfacente... e vi faccia già ipotizzare cosa succederà più avanti! E poi, abbiamo potuto scoprire qualcosa di più su Julia e sul suo gruppetto di amiche. Anche se Titania non la si è ancora vista in scena...
 
Odiate già Blake? Non preoccupatevi, è da così a peggio...
 
Nel prossimo capitolo, seguiremo Drew e un gruppetto di membri della resistenza... e faremo qualche altro incontro poco raccomandabile! Cosa succederà ai nostri eroi? Scopriremo qualcosa di più sul Team Meteora e sui suoi piani? Beh... le risposte verranno presto! Anche se prima credo che aggiornerò la mia storia di Digimon Tamers. Quindi... a presto! 
  
      
 
      

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Capitolo 18
*** Arcani misteri sotto Reborn City ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 18 - Arcani misteri sotto Reborn City
 
 
"Okay... ricordatemelo ancora una volta, come mai ce ne stiamo andando in giro come tanti fessacchiotti quando potremmo restarcene al sicuro nel nostro nascondiglio?" chiese Hitomi, sfoderando tutto il suo sarcasmo più tagliente. "Non vorrei sembrare una che si lamenta di tutto, ma avremmo il Team Meteora alle calcagna, e magari questa volta non manderanno delle reclute da quattro soldi."
 
Heather tirò un sospiro e si mise la mano sulla fronte come se stesse calmando il mal di testa. "Ma se te l'ho già spiegato due o tre volte... stiamo andando alla Gran Scalinata di Reborn City! Non mi sembra tanto difficile da capire, non credi?" esclamò la bambina dai capelli fucsia, gettando ad Hitomi un'occhiataccia che non riuscì a far perdere la calma alla ragazzina di Hoenn. 
 
"Infatti non è difficile da capire." affermò Hitomi in tutta tranquillità. "No, piuttosto, quello che mi chiedo è... cosa stiamo andando a fare lì alla Gran Scalinata? Pensi che lì troveremo qualcosa che ci aiuterà a combattere contro il Team Meteora? Ad un certo punto ti sei alzata, hai preso armi e bagagli, e ci hai trascinati fuori dal Centro Pokemon! Non credo di essere nel torto quando mi chiedo che diamine ti è saltato in mente..."
 
"Non ha tutti i torti, Heather..." affermò Shelly con un pizzico di incertezza. "Dopotutto... immagino che tu sappia che il Team Meteora ci sta... ancora cercando... e anche il Dr. Connal..."
 
"E' proprio per questo che sono venuta con voi." disse Amaria, camminando a fianco del gruppetto composto da lei, Hitomi, Drew e Cain, oltre che le due bambine. "Se non altro, se mi vedono con voi, quelli del Team Meteora non avranno il coraggio di attaccarci... sicuramente, il Dr. Connal non ha nessun Pokemon che possa competere con i miei Pokemon d'Acqua. Tuttavia, Hitomi non ha torto quando dice che non hai spiegato il motivo per cui stiamo andando alla Gran Scalinata. Non è il luogo che... ehm... insomma, il luogo dove Tania ha..."
 
"Dove Titania ha sorpreso mio padre mentre cercava di commettere un sabotaggio?" replicò Heather, la cui voce si fece all'improvviso più fredda. Poi, la bambina si schiarì la voce, e quando tornò a parlare, suonava già un po' più tranquilla. "Scusa, Amaria... ero un po' frustrata, e ho agito troppo impulsivamente... però credo che andare nel luogo che mio padre stava cercando di attaccare potrebbe darci qualche indicazione in più su quello che voleva fare..."
 
"Speriamo solo che non sia una trappola. Tenete sempre pronti i vostri Pokemon." affermò Drew, mentre il gruppo si incamminava lungo una strada che costeggiava il Lago Azzurro, il grande lago ormai inquinato e ricolmo di alghe ed immondizia che lambiva la zona sud di Reborn City. Il ripugnante odore di marcio che saliva dalle acque del lago costringeva i ragazzi a camminare sulla sinistra della strada, sul lato più lontano dall'acqua. Era l'unico modo per non essere nauseati dalle esalazioni... "Allora, da qui si va verso il cimitero, ci si passa attraverso, e poi verso est, giusto?"
 
"Sì... la Gran Scalinata non è molto lontana, anche se immagino che il paesaggio non sia dei migliori..." disse Cain, cercando di fare una battuta in modo da rendere l'atmosfera un po' meno pesante. "Anzi, eccolo lì, il cimitero di Reborn City. Non si può dire che sia un bel posto, ma del resto, non è molto peggio del resto di questa graziosa e ridente cittadina." 
 
"Il cimitero..." disse tra sè Heather, alzando lo sguardo verso il recinto di sbarre di ferro che separava il cimitero dal resto della città. Si vedevano alcuni cittadini di Reborn che andavano e venivano con espressione solenne, sicuramente venuti a dare un saluto ai loro cari scomparsi. Cercando di non dare nell'occhio, il gruppetto di Drew entrò dal cancello principale e cominciò ad incamminarsi lungo la strada principale, tra due file di cipressi perfettamente allineati che contribuivano a dare al luogo un tono cupo e un'atmosfera quasi mistica. C'era un silenzio che suonava quasi gradevole, dopo essere stati esposti al caos e al degrado di Reborn City... e in qualche modo, anche vedere le lapidi incrostate di edera era meglio del triste spettacolo dei muri corrosi dalle piogge acide e delle strade luride e piene di derelitti...
 
In rispettoso silenzio, il gruppetto passò attraverso il cimitero, fermandosi solo quando Heather vide due lapidi in particolare e fece cenno ai suoi compagni di aspettare un momento. Dopo aver ricevuto un cenno di assenso da parte di Cain, lei e Shelly si separarono dal gruppo e raggiunsero le due lapidi che Heather aveva notato, inginocchiandosi davanti ad esse. I nomi che vi erano scritti facevano capire al volo il perchè fossero così importanti per le due bambine...
 
 
ELENA MOLINAR
 
COREY MOLINAR
 
 
"Ciao, mamma. Ciao, papà." disse la bambina dai capelli fucsia, la voce appena sopra un sussurro. "E' molto tempo che non vengo qui. Mi dispiace... ho avuto molto a cui pensare, e dovevo fare ordine nei miei pensieri... immagino di esserci riuscita, o almeno, adesso non sono più così rabbiosa e confusa... quindi... eccomi qui."
Immaginando che la situazione fosse delicata per la sua migliore amica, Shelly si spostò accanto ad Heather e le mise una mano sulla spalla, notando che già qualche lacrima stava solcandole il viso. Strinse un po' le dita, in modo che Heather sentisse la sua vicinanza, ed Heather rispose mettendo una mano su quella di Shelly...
 
La piccola esperta di Pokemon Coleottero si scoprì a trasalire leggermente. Il calore della mano di Heather le dava una sensazione davvero piacevole... ma Shelly distolse lo sguardo quasi subito, quasi vergognandosi...
 
"Ma che cosa mi salta in mente...? La mia migliore amica è qui con me, e potrebbe avere una crisi emotiva da un momento all'altro... come faccio a pensare a come mi fa piacere stare con lei?"pensò tra sè. "Dovresti smetterla di essere così egoista, Shelly..."
 
Heather, per fortuna, sembrò calmarsi dopo l'intervento di Shelly, e riprese a parlare alle tombe dei suoi genitori. "Papà diceva che tu sei la donna più straordinaria che lui avesse mai incontrato... e che dopo che tu te ne sei andata, ha perso la forza di credere in ogni cosa. Sapete, ci sono stati dei momenti in cui stavo per crederlo anch'io. che cosa avevo per combattere? A cosa serviva essere sempre così arrabbiata e scontrosa? Non sarebbe cambiata, la realtà dei fatti... ma... poi ci ho pensato, e ho capito che in ogni caso valeva la pena di lottare. Il Team Meteora... sta trasformando questo posto in un inferno, e qualcuno deve pur opporsi a loro. Dopotutto... impedire che il Team Meteora peggiori ulteriormente le cose... è una causa per cui vale la pena di lottare, no?"
Naturalmente, dalle lapidi non provenne alcuna risposta... ma per qualche motivo, le due bambine ebbero l'impressione che da esse fosse provenuta una silenziosa risposta di assenso.
 
"Signor Corey... signora Elena... io ed Heather ci siamo aiutate a vicenda per tutto questo tempo, e continueremo a farlo..." comtinuò Shelly. "Quindi... non vi preoccupate, riusciremo a cavarcela... faremo tutto il possibile per fare in modo che il continente di Reborn torni ad essere quello che era una volta... Voi due riposate in pace... adesso vi siete riuniti, e le vostre pene sono finite... grazie di tutto, signor Corey..."
 
"E'... meglio che andiamo, adesso, Shelly..." disse Heather con un attimo di esitazione. "Dobbiamo raggiungere la Gran Scalinata... e vedere cosa stava cercando mio padre da quelle parti. Forse... se facciamo le cose come si deve, riusciamo a scoprire qualcosa di molto importante..."
 
Shelly annuì e si alzò, spazzandosi la terra e i fili d'erba dalle calze e dalla gonna prima di seguire Heather verso i loro amici che le stavano pazientemente aspettando sulla via principale. Tuttavia, prima di incamminarsi, la bambina dai capelli color lavanda si ritrovò per qualche motivo a guardare incuriosita verso una lapide vicina... che per qualche motivo, fino ad allora non aveva notato, o magari non ci aveva davvero prestato attenzione. 
Anche da quella distanza, riuscì a leggere il nome che c'era scritto sulla pietra levigata... e restò per un attimo sbalordita quando il nome le suonò dannatamente familiare...
 
 
ELIZABETH CONNAL
 
 
"Connal?" mormorò tra sè. "Un momento... qualcuno della famiglia del dottore è sepolto qui?"
 
"Shelly!" la chiamò Drew, facendole cenno di fare un po' in fretta. "Shelly, è meglio se fai un po' in fretta. Dobbiamo raggiungere la Gran Scalinata prima che si faccia tardi."
 
"Ah! Ehm... S-sì... sì, certo... a-arrivo subito, scusate, sono così imbranata... Kyah!" disse Shelly, inciampando goffamente su una pietra un po' più grande delle altre, e afferrandosi ad un ramo in modo da non piantare la faccia per terra. Con un sospiro imbarazzato, Heather la aiutò a rimettersi in piedi, e Shelly si sfregò la nuca. "Scusate, scusate... avevo completamente staccato la spina! Avevo... ehm... avevo visto qualcosa che mi aveva attirato, e..."
 
"Hm? E... di cosa si trattava, esattamente?" chiese Cain.
 
Shelly pensò che quello che aveva visto non fosse importante, almeno per il momento, e scosse la testa. "No... no... niente di particolare, d-davvero..." disse Shelly, quasi avvampando quando sentì che le si era avvampato il viso. Davvero, lei non era mai stata brava a dire le bugie... "Era... ehm... era s-soltanto una cosa che mi sembrava di aver visto tra l'erba... ma niente di veramente importante..."
 
Heather storse il naso. Si vedeva da lontano un miglio che la sua amica non stava dicendo tutto, ma decise che per il momento non era il caso di dire nulla. Non erano lì per discutere su quello che avevano visto o meno... "Va bene, Shelly. Adesso però è meglio andare... la Gran Scalinata dovrebbe essere di qui a pochi minuti, ed è meglio arrivare prima che cominci a farsi buio..."
 
Shelly annuì con rinnovata sicurezza, cominciando a seguirela sua migliore amica e il resto del gruppo della resistenza verso l'uscita del cimitero...
 
 
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"Bene, ci siamo... questa è la Gran Scalinata, oserei dire." disse Drew con pungente sarcasmo, guardando verso l'alto. Il gruppetto era uscito da poco dal cimitero e aveva percorso una strada lungo il canale principale che attraversava la metropoli, fino a raggiungere il loro obiettivo - una immensa gradinata che, a partire da una piccola piazza nella quale loro si trovavano in quel momento, saliva verso la cima di una sorta di collinetta artificiale, affiancata da un paio di muretti bassi e da due file di lampioni, molti dei quali erano spenti o emettevano luce solo ad intermittenza. Le nubi di smog che aleggiavano sopra Reborn City erano talmente fitte in quella zona, che l'illuminazione artificiale era sempre attiva, ma anche così non riusciva a fare più di tanto per migliorare la situazione.
 
La gradinata saliva per almeno una dozzina di metri, fino ad un grande spiazzo che dominava tutto quel quartiere di Reborn City... e in cima ad esso si vedeva una sorta di immenso cancello, composto da due enormi porte di acciaio nero decorate con un grande motivo a forma di X, le cui "braccia" erano tutte di un colore diverso... un colore vivace che svettava nell'ambiente cupo e grigio della claustrofobica metropoli. La scalinata era a sua volta mal tenuta, e in certi punti appariva addirittura pericolante, con alcuni gradini sbriciolati, e alcune sezioni chiaramente instabili. Drew non aveva nessuna voglia di scoprire cosa ci fosse sotto certi gradini smossi, a parte un volo di diversi metri come minimo...
 
"Esatto... finalmente siamo arrivati davanti ad una delle principali attrazioni di Reborn City!" affermò Cain, mostrando a tutti la grande scalinata come se stesse presentando a tutti un'attrazione turistica che andava per la maggiore! "Signore e signori... vi presento la Gran Scalinata, conosciuta per essere uno degli obiettivi principali del Team Meteora! La vedete in mezzo al tipico panorama di Reborn City, ricoperto di rifiuti, schifezza, degrado e smog! In cima alla scalinata... prego notare i cancelli principali di Reborn City, quelli che tempo fa la collegavano al resto del continente. Alle città di Zirconia, Calcepoli, Ametrina... insomma, quando tutto era molto meglio di come è adesso! Che ve ne pare del panorama?"
 
"Suggestivo. Molto suggestivo." affermò Hitomi, rimettendosi a posto il ricciolino ribelle che stava in piedi sulla sua testa. "Però immagino che non siamo qui per questo. Dobbiamo scoprire cosa stesse cercando il papà di Heather da queste parti. Heather, tu hai già un'idea di dove cercare?"
 
"Beh..." cominciò a dire la bambina dai capelli fucsia, cercando di mettere da parte i ricordi che le venivano da quel luogo... "Ho... provato a chiedere a Titania, una volta, dove avesse trovato mio padre... e lei mi ha risposto, anche se un po' seccamente... che quando lo ha trovato stava cercando di intrufolarsi nei sotterranei della Gran Scalinata, attraverso un passaggio sul lato destro... destro guardando la scalinata, si intende. Forse, se cerchiamo da quelle parti..."
 
Non appena sentite le indicazioni necessarie, Drew si era mosso ed era andato a controllare il lato destro della Gran Scalinata di Reborn. Come immaginava, trovò una piccola ed angusta stradina che fiancheggiava la gradinata, e che si spingeva fino ad un punto mezzo sepolto dalle macerie, a circa un centinaio di metri da lui. Il ragazzo dai capelli verdi annuì tra sè e richiamò il resto del gruppo.
 
"Potrebbe essere quello, Heather?" chiese, indicando alla più piccola della resistenza l'apertura nel muro. 
Heather si chinò leggermente in avanti e serrò gli occhi, come per mettere meglio a fuoco il punto che Drew le stava indicando... e un attimo dopo, sgranò gli occhi, riconoscendo il luogo che Titania le aveva sommariamente descritto a suo tempo. "Sì... sì, dev'essere proprio quello il posto di cui mi ha detto Titania! Andiamo a vedere!"
 
"Stai calma, piccola Heather, non affrettarti troppo." disse Cain, cercando di tenere un po' a freno lo spirito un po' troppo ardimentoso della piccola partigiana. "Capisco che potremmo trovarci davanti ad un importante passo in avanti, ma proprio per questo non dobbiamo buttarci allo sbaraglio. Prima di tutto, dobbiamo organizzarci bene, e fare in modo di non cadere in un'eventuale imboscata. Ormai ho imparato ad aspettarmi di tutto dal Team Meteora..."
 
"Sì, Cain ha ragione." affermò Hitomi. "Dovresti ascoltare chi è più esperto di te, invece di farti prendere dalla rabbia."
 
Heather storse il naso, assumendo una buffa espressione contrariata, poi incrociò le braccia e voltò la testa dall'altra parte. "Guarda che lo sapevo, cosa credi? Stavo soltanto... sì, stavo soltanto dicendo che quest è un'occasione che non possiamo farci sfuggire! Facciamo tutti i preprativi che ci servono e andiamo, prima che qualcuno ci veda!"           
 
"Prima di tutto, meglio restare pronti nel caso di un'attacco a sorpresa." disse Amaria, tirando fuori una delle sue Pokeball. "Vieni, Milotic!"
 
Un guizzante lampo rosso uscì dalla Pokeball appena aperta, e davanti a Drew e ai suoi compagni si materializzò una splendida creatura simile ad un variopinto serpente di mare, ma con un aspetto dolce e delicato che lo faceva sembrare innocuo a dispetto delle sue enormi dimensioni. Lungo più di sei metri, aveva un corpo sinuoso di colore crema, che terminava con una coda screziata di azzurro e rosa vivace, la cui punta era una sorta di ventaglio composto da quattro grandi piume, tutte di colore azzurro con un ovale rosa al centro. La testa era di forma leggermente allungata, con una cresta sulla sommità e un paio di larghe appendici rosa simili ai lembi di una sciarpa che si dipartivano dai lati della testa. Aveva gli occhi rossi ma dall'aria gentile, con delle lunghe sopracciglia rosate che si allungavano fin oltre i lati della testa, in modo da assomigliare ad un paio di antenne.
 
"Wow, che bello! E' un Milotic, vero?" esclamò trasognata Shelly, con delle comiche stelline che si accendevano attorno a lei nel momento in cui la magnifica creatura si erse in tutta la sua ragguardevole statura, come una sorta di faro nello squallore di Reborn City. Anche Heather ed Hitomi erano rimaste stupite dalla bellezza e dall'eleganza di quel Pokemon, e Drew, anche soltanto guardandolo per una volta, comprese che quel Pokemon era stato allenato e trattato con il massimo dell'affetto e della fiducia... ma che al tempo stesso sarebbe stato un avversario temibile per chiunque!
 
"Sì... il mio Milotic, che ho incontrato quando ero ancora molto piccola e il Lago Azzurro non era ancora così inquinato." rispose Amaria. L'allenatrice di Pokemon d'Acqua accarezzò il fianco del serpente acquatico con una mano, e la splendida creatura ricambiò accoccolandosi su di lei. "Adesso è uno dei miei Pokemon più forti e fidati. Ci sarà sicuramente utile, se dovessimo incontrare qualche minaccia nei sotterranei."
 
"Milotic, il Pokemon Tenerezza. Tipo Acqua. Forma evoluta di Feebas." disse il Pokedex di Hitomi, nel momento in cui la stoica allenatrice di Hoenn inquadrò la creatura. "Pare che Milotic sia il più bello tra tutti i Pokèmon. Vive sui fondai dei grandi laghi. Ha il potere di placare emozioni come la rabbia e l'astio, domando così anche le più accese controversie. Le sue bellissime scaglie hanno i colori dell'arcobaleno, che cambiano a seconda dell'angolazione."
 
"Va bene... facciamo uscire anche noi i nostri Pokemon." disse Hitomi, chiamando il suo Grumpig. Cain, Drew, Heather e Shelly, a loro volta, chiamarono uno dei loro compagni - un gigantesco Muk per Cain, Roserade per Drew, Bagon per Heather, e uno strano Pokemon simile ad una lucciola gigante per Shelly: lungo più di mezzo metro, era un Pokemon Coleottero con la testa, le alette e la pancia grigia, la schiena e le zampe nere, un cuscinotto rosso attorno alla nuca, altri più piccoli attorno alle zampe e delle sottili antenne con un nodo di colore giallo e nero alternati. Aveva una coda luminosa che faceva da "torcia" come le lucciole vere e proprie e, nella testa, dei piccoli occhi gialli dall'espressione accigliata.
 
"Vvvvol, vvvolbeat!" esclamò il Pokemon Lucciola, facendo accendere e spegnere la cosa in rapida successione. Amaria e Milotic non poterono fare a meno di notarlo, e la ragazza dai capelli smeraldini sorrise un po' malinconicamente.
 
"Milooootic..." disse il grazioso Pokemon simile ad un serpente di mare, fissando con una curiosità forse un po' importuna il Pokemon di Shelly, che si ritrasse con sospetto.
 
"Hai ragione, Milotic... con tutto l'inquinamento che c'è, sono anni che non si vede più una sola lucciola qui a Reborn City, figuriamoci poi un Volbeat o un'Illumise..." disse Amaria. "Ma da dove viene il tuo Volbeat, piccola Shelly? Non lo hai catturato qui a Reborn, vero?"
 
"Questo... è stato un regalo di mio fratello il giorno in cui sono partita per cominciare a farmi un nome..." rispose Shelly con visibile imbarazzo. "Lui... mi ha regalato questo Volbeat che era da pochi giorni uscito da un uovo... e siamo diventati presto amici... all'epoca era lungo appena trenta centimetri..."
 
"Ah... capisco..." mormorò Heather, immaginando che parlare di Raffaello fosse un po' un punto dolente per la sua migliore amica. Tuttavia, Shelly non si fece prendere la mano da ricordi malinconici - guardò verso il suo Volbeat, giusto per assicurarsi che fosse pronto, e il Pokemon Lucciola accese e spense la luce sulla sua coda con rapidità, in modo da dirle che era tutto a posto. Il gruppo non aspettava altro. Raggiunsero a passo deciso l'apertura nella parete della Gran Scalinata... e Milotic per primo, dopo aver dato un'occhiata a cosa ci fosse all'interno di quel luogo misterioso, fece cenno al resto del gruppo che era tutto a posto e potevano continuare. Si strinse un po', in modo da poter sgusciare nell'apertura, e attese che anche la sua allenatrice e i suoi compagni entrassero. Finalmente, quando Cain e il suo Muk entrarono chiudendo la processione, il gruppo cominciò a guardarsi attorno per rendersi meglio conto di dove si trovassero e cosa potessero aspettarsi. Il luogo era buio e angusto, e le uniche cose che riuscivano a vedere erano le impalcature in acciaio e cemento che erano state usate per erigere la grande scalinata. Qualche Woobat o Zubat solitario svolazza nell'oscurità, e Drew ebbe l'impressione di intravedere un paio di Aron che stavano sgranocchiando delle barre d'acciaio.
 
"Neanche questo posto è molto ben tenuto..." commentò quasi distrattamente, mentre cercava di farsi un'idea di come muoversi. Il suo Roserade guardò da un'altra parte, e fece cenno al suo allenatore quando riuscì ad intravedere qualcosa nella semioscurità: un'apertura nel muro, oltre la quale si vedeva uno stretto passaggio che scendeva ancora più in profondità nei sotterranei di Reborn City. La fioca luce emanava dal Volbeat di Shelly permetteva di vedere abbastanza bene a quella distanza... e Drew ebbe anche l'impressione di vedere una fioca luce provenire dalle profondità! Chissà, forse avevano davvero di fronte qualcosa di interessante...
 
"Roserade!" esclamò l'elegante Pokemon floreale, indicando l'apertura con un braccio. Drew annuì, e fece cenno ai suoi compagni, in modo da richiamare la loro attenzione sull'apertura.
 
"Guardate... da quella parte si vede qualcosa!" affermò il ragazzo dai capelli verdi. "Mi sembra che ci sia una luce... e sento uno spiffero d'aria provenire da quell'apertura. Secondo me, abbiamo davvero trovato qualcosa."
 
"Bene, allora... V-Volbeat, puoi andare a vedere, per favore?" chiese Shelly. Il Pokemon Lucciola fece un cenno affermativo con la testa e svolazzò lentamente verso la fessura tra le rocce, per poi illuminarla con la sua coda luminosa e dare un'occhiata all'interno. All'interno della crepa c'era un passaggio impervio che scendeva verso il sottosuolo, dal quale proveniva un bagliore dall'aria misteriosa e quasi mistica... sicuramente c'era qualcosa di grosso là sotto...
 
"Volbeeeeat!" esclamò il Pokemon Coleottero, chiamando a sè il resto del gruppo  spostandosi appena un po' in modo da permettere ai suoi compagni di guardare a loro volta. Shelly fu la prima ad affacciarsi all'apertura, e rimase per un attimo come ipnotizzata a guardare la luce che proveniva dal fondo della grotta. Sembrava quasi di vedere delle sfumature iridate danzare sui muri del passaggio...
 
"Accidenti... ragazzi, io... io... credo che..." disse Shelly, cercando di non iperventilarsi. "Phew... io credo che... dovremmo continuare... dobbiamo andare a vedere che cosa si nasconde qua sotto! Credo... che ci sia qualcosa di... veramente straordinario qui!"
 
"Shelly, stai tranquilla... adesso scendiamo e andiamo a vedere di cosa si tratta, con tutta calma!" disse Cain, raggiungendo la piccola esperta di Pokemon Coleottero, che si spostò dalla fenditura per permettere ad Heather di guardare a sua volta. "Okay, ragazzi, ragazze e non identificati... restate dietro di me. Amaria, puoi coprirci le spalle, per favore? Gli altri si mettano in fila dietro di me!"
 
Dopo che il gruppo e i loro Pokemon ebbe formato una fila ordinata dietro di Cain, ed Amaria ebbe richiamato almeno temporaneamente il suo Milotic - troppo grande per passare in quello spazio ristretto -, i ragazzi entrarono nel passaggio, guardando con attenzione a dove mettevano i piedi. Man mano che scendevano, i gradini di roccia naturali si facevano più scoscesi e scivolosi, e mantenere l'equilibrio, sempre più difficile.
 
"Attenti. Cercate di appoggiarvi alle pareti, se potete." disse Hitomi, scendendo con attenzione i gradini di roccia naturale mentre con una mano cercava di tenersi ad un muro, e con l'altra aiutava il suo Grumpig a scendere. "Non credo sarebbe molto piacevole scivolare adesso."
 
"Grump… grumpig?" grugnì il maialino psichico, scendendo su uno spiazzo per poi guardare verso la luce che proveniva dal fondo del passaggio. Gli sembrava di percepire una strana energia che proveniva da quel luogo, e non era ben sicuro di cosa si trattasse. Certo, non era un tipo di energia che aveva mai percepito prima d'allora. C'era qualcosa di incredibilmente strano nella sensazione che stava provando. Una sensazione che gli partiva dalle zampe e arrivava fino al suo cervello, comunicandogli che, qualsiasi cosa avesse trovato lì in fondo, sarebbe stato qualcosa di straordinario…
 
Il gruppo raggiunse il fondo del passaggio, dove finalmente i muri si allargavano e permettevano di vedere uno spettacolo davvero incredibile, sepolto a decine di metri sotto il suolo di Reborn City. Dopo un breve tratto percorso in una grotta di pietra frastagliata, iniziava quasi all'improvviso un corridoio fiocamente illuminato da alcune lanterne appese ai muri, che emettevano luce nonostante da quelle parti sembrasse non esserci alcun tipo di combustibile per tenerle accese! I muri sembravano composti di mattonelle di color verde smeraldo, e riflettevano in parte la luce che proveniva dalle lanterne, dando un aspetto ancora più maestoso al corridoio. Non si sentiva un suono, a parte il cupo soffio di un vento che veniva da chissà dove, e il rumore appena udibile dei passi dei ragazzi.
 
Heather era incredula. Come era possibile che esistesse un posto simile sotto Reborn City, e nessuno se ne fosse accorto? Era questo che suo padre stava cercando? E a cosa poteva servire al Team Meteora? Le domande si stavano moltiplicando, e forse alla fine di quel corridoio, ci sarebbe stata la possibilità di trovare risposte... 
Drew, Roserade e i loro compagni continuarono ad avanzare nel corridoio, formando una fila ordinata. La sensazione di una presenza arcana che pervadeva completamente quel luogo misterioso non era sparita... anzi, si stava acuendo, e adesso anche il Pokemon floreale cominciava a percepirlo. Il Bagon di Heather e il Volbeat di Shelly non erano altrettanto percettivi, ma anche loro sentivano che c'era qualcosa di strano ed innaturale in quel luogo. Nell'aria si cominciava a sentire uno strano, penetrante odore di ozono, e i ragazzi e i loro Pokemon cominciavano a sentire una strana carica elettrica nell'aria, sotto forma di piccole scosse statiche che crepitavano tutt'attorno a loro...
 
"Accidenti... questo posto è... è inquietante!" esclamò Amaria, stringendosi nelle spalle come se avesse avuto un brivido di freddo. "Non oso immaginare cosa ci aspetti alla fine di questo corridoio..."
 
Nonostante l'inquietante sensazione che provava, il Volbeat di Shelly andò avanti in esplorazione, fermandosi alcuni metri davanti al gruppo e guardando con fare stupito quello che cominciava ad intravedere davanti a sè. Soltanto qualche metro più avanti, il corridoio si interrompeva, e faceva posto ad un'ampia sala vuota e dalle pareti spoglie, tranne che per qualche cristallo variopinto che emergeva dai muri e dal pavimento, e che decorava in maniera fantasiosa quello strano luogo, come se qualcuno avesse scolpito e scavato quella stanza appositamente per renderla quanto più impressionante possibile...
 
Quando Drew, Roserade e i loro compagni entrarono nella stanza e si diedero un'occhiata attorno, videro che da essa si dipartivano due corridoi, uno sul lato opposto da dove erano entrati, e un altro dalla parete alla loro destra. Il Volbeat di Shelly svolazzò verso gli ingressi dei due corridoi, guardando prima da una parte, e poi dall'altra... ma non riuscendo a vedere bene cosa ci fosse oltre quelle soglie, alzò le spalle e tornò svolazzando dalla sua allenatrice.
 
"Questo... questo posto è... d-davvero strano." balbettò Shelly. "Se... se devo essere sincera... mi fa venire... i brividi. V-olbeat, puoi... restare qui vicino? Ho... paura che non sia p-prudente staccarsi troppo dal gruppo..."
 
"Muk muuuuuk..." affermò il Muk di Cain con la sua voce gorgogliante. Il Roserade di Drew si sfregò il mento con una mano, poi si voltò verso il suo allenatore e gli disse qualcosa nella sua tipica lingua da Pokemon.
 
"Rose roserade?" chiese. Drew ci pensò un po' su, poi tradusse al resto del gruppo il suggerimento del suo Pokemon.
 
"Sentite... che ne direste se ci dividessimo in due gruppi, e ognuno dà un'occhiata da una parte? Poi ci incontriamo qui." suggerì il ragazzo dai capelli verdini. "Tre di noi e i loro Pokemon vanno da una parte, e tre dall'altra, così non restiamo in troppo pochi."
 
"Hmm... sembra un po' rischioso..." affermò Amaria. "Però, allo stesso tempo, credo che sia un'idea valida... e ci permetterebbe di esplorare meglio questo posto. Cain, bambine... voi che ne dite?"
 
Il Bagon di Heather sembrò restare un attimo a penarci su, mentre il Volbeat di Shelly fece un cenno con la testa, d'accordo con il ragazzo dai capelli verdi. Heather sbuffò e si sfregò la fronte con una mano, evidentemente impaziente di andare oltre nonostante la sensazione inquietante che si sentiva sempre più man mano che si addentravano in quel luogo...
 
"Per me è lo stesso... io voglio scoprire cosa stesse cercando mio padre, e cosa stanno cercando quelli del Team Meteora. Shelly, tu vieni con me. Non ti preoccupare, io e Bagon ti proteggeremo." affermò la bambina dai capelli fucsia, voltandosi verso la sua migliore amica e facendole un segno dell'okay con il pugno destro.
 
"Bagon... Bagon!" esclamò il draghetto, dopo un attimo di riflessione. Non era nemmeno lui del tutto sicuro che fosse una buona idea separarsi in due gruppetti, ma se questo avesse potuto dare una mano, non si sarebbe certo lamentato.
 
Un'espressione un po' imbarazzata apparve sul grazioso viso di Shelly, che non riuscì ad impedirsi di arrossire leggermente. "Ah... ehm... g-grazie, Heather... Bagon... ma c'è qui anche Volbeat che mi... beh... comunque grazie mille, apprezzo molto la vostra offerta... e... anche noi due faremo del nostro meglio per proteggervi!"
 
"Hm? E' una mia impressione, o la reazione di Shelly è qualcosa di più di semplice imbarazzo?" si chiese Hitomi tra sè, guardando il suo Grumpig che annuì lentamente. Sembrava quasi la reazione di una ragazza che si sentiva invitare ad un appuntamento con il ragazzo che le piaceva...
 
Amaria fece un cenno di intesa. "Va bene... allora, se siete d'accordo, io vado con le bambine." affermò. "Se dovessimo incontrare qualcosa di pericoloso, credo di essere la più adatta a difenderle. Voi... prendete l'altra strada?"
 
Cain sorrise e fece un occhiolino ad Amaria. "Ma certamente, principessa! Noi ci occupiamo dell'altra parte... e se dovesse accadere qualcosa, non esitate a farci un fischio!" affermò. "Forza, bambini, andiamo? Non sarà restando qui che esploreremo questo posto!"
 
"Chissà perchè, ho sentito un doppio senso un po' volgare in questo modo di dire..." affermò Hitomi con un sospiro sarcastico. "Va bene. Allora mi raccomando, vedete di non farvi ammazzare, voi tre. Noi... ce la caveremo, in qualche modo."
 
"D'accordo... immagino che potrei fare a voi la stessa raccomandazione." disse Heather. "Io, da parte mia... non vedo l'ora di scoprire cosa si cela in questo posto..."
 
"Buona fortuna, amici... e mi raccomando, non scopritevi troppo! Noi siamo gente che preferisce dare piuttosto che ricevere!" disse Cain strizzando un occhio. Amaria alzò gli occhi al cielo e ridacchiò a denti stretti per il doppio senso del suo compagno, sperando che Heather e Shelly non avessero imparato troppo da lui...
 
 
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Per diversi minuti, Drew, Hitomi, Cain e i loro Pokemon proseguirono nel corridoio, fino a che non ebbero l'impressione che quel passaggio non sarebbe più finito. Erano passati ormai una decina di minuti o quasi da quando si erano separati da Amaria e dalle bambine, prima che finalmente si riuscisse a vedere una luce in fondo al corridoio... e nonostante la stanchezza che cominciava a farsi sentire, e il calore e il senso di oppressione che si facevano sempre più assillanti man mano che si scendeva nel sottosuolo, Drew e i suoi compagni accelerarono un po' il passo, ansiosi di vedere cosa ci fosse oltre quel corridoio... e restarono sbalorditi dalla vista che si presentò loro davanti nel momento in cui uscirono!
 
Il corridoio si apriva in una stanza enorme e maestosa, ancora più grande di quella che il gruppetto si era lasciato alle spalle... dominata da un immenso portone di basalto nero, alto almeno otto metri, e sul quale si vedeva una grande X composta da quattro prismi allungati che ne formavano le "braccia". Ogni cristallo era di un colore diverso - verde, rosso, blu e viola - ma in quel momento, nessuno di loro sembrava emanare luce, e davano semplicemente l'impressione di decorazioni messe lì per bellezza.
 
Anche così, però, la sensazione di energia e magia che aleggiava nel complesso sotterraneo era fortissima: il Grumpig di Hitomi si massaggiò la testa a causa del fastidio che le potenti energie gli stavano provocando, e anche il Roserade di Drew e il Muk di Cain si ritrovarono ad avanzare a fatica, come trattenuto dall'immensa aura di potere che veniva sprigionata dal portone...
 
Drew, Hitomi, Cain e i loro Pokemon, guardando con meraviglia e un pizzico di paura quel gigantesco portale. Sembrava che dovesse spalancarsi da un momento all'altro, eppure restava chiuso, irradiando in continuazione quell'aura di potere che rendeva difficile per i Pokemon anche soltanto avvicinarsi...
 
Passarono diversi secondi prima che qualcuno, in questo caso Cain, riuscisse a recuperare abbastanza presenza di spirito da dire qualcosa.
 
"Beh... cavolo... questa sì che è una sorpresa... oserei dire, un colpo di scena!" disse il ragazzo dai capelli viola. "Che razza di posto è mai questo, mi chiedo io... per qualche motivo, ho la sensazione che dietro a questo portone non ci siano dei grandi magazzini o un casinò con tanto di luci e slot machine. Voi che dite?"
 
"Da cosa lo avevi intuito, Sherlock?" rispose Hitomi, sfoderando il suo umorismo pungente anche in quella situazione un po' surreale. Il Roserade di Drew fluttuò verso uno dei prismi che decoravano l'enorme portale e lo toccò con la sua mano-fiore. Immediatamente, una piccola scarica di energia attraversò il braccio del grazioso Pokemon Erba/Veleno, che si ritrasse con un'esclamazione di improvviso dolore e scosse la mano per scrollarsi di dosso il torpore.
 
"Roserade, attento. Non sappiamo quali siano gli effetti di quei cristalli... e da quello che vedo, essi tengono sigillata un'energia enorme!" disse Drew, andando a verificare che il suo Pokemon stesse bene. Roserade rispose con un cenno della testa, poi si voltò a guardare nuovamente le enormi porte... ora la loro curiosità era stata ulteriormente solleticata. Molto probabilmente, era quello il luogo che Corey stava cercando quando Titania lo aveva intercettato. 
 
"Muuuuuk..." esclamò il Muk di Cain, aggirandosi con espressione guardinga accanto al portale. Si voltò verso Roserade e Grumpig, probabilmente per discutere qualcosa con loro... ma prima che potesse dire qualcosa, sentì un suono di passi... e riuscì a vedere, con la coda dell'occhio, un paio di figure umane che si avvicinavano dalla loro sinistra, con passo lento e tranquillo come se fossero i padroni di quel luogo.
 
"Ooooh, ma guarda! Abbiamo un po' di visite oggi!" disse una voce beffarda, appartenente ad un giovanotto sulla tarda ventina con i capelli bianchi leggermente a cresta e con addosso un'uniforme di colore azzurro intenso con le scarpe bianche, ed un'espressione di arroganza e superiorità. Stava camminando verso il gruppetto di Drew con le braccia conserte, come per dire che non li considerava alla sua altezza... e si fermò a pochi metri da loro. "Che ci fate qui, ragazzini impiccioni? Non lo sapete che la curiosità uccise il Meowth?"
 
"Noi siamo qui perchè volevamo sapere di più sulla Gran Scalinata di Reborn City, e ci siamo ritrovati qui per caso." rispose Hitomi prontamente, contrapponendo la sua sagacia alla prepotenza di quel tipaccio. "Tu, piuttosto... potremmo farti la stessa domanda. Cosa ci fai in questo posto? Mi dai l'impressione di conoscerlo bene."
 
"Hah! Continua a sognare, pidocchio! Credi davvero che risponderò ad una domanda così stupida?" rispose il ragazzaccio dai capelli bianchi, guardando la bambina dall'alto in basso. 
 
"Non c'è bisogno di essere sgarbati, Blake. Penserò io a rispondere alle loro domande."
 
L'espressione altezzosa di Blake svanì quasi subito, e il giovinastro strinse i denti e si fece da parte quando da dietro di lui arrivò un altro individuo sconosciuto, dall'aspetto losco e misterioso - un uomo sulla tarda quarantina, alto e snello, con i capelli neri e lunghi tenuti legati in una esile coda che gli scendeva lungo la schiena, e il viso già solcato da rughe, con gli zigomi prominenti che rendevano la sua espressione ancora più arcigna e penetrante. Indossava un impermeabile di colore beige scuro, lungo quasi fino alle caviglie, tenuto aperto sul davanti, in modo da far vedere i suoi eleganti pantaloni grigio-neri e la sua camicia bianca, con sopra una cravatta viola appena visibile. Ai piedi, portava un paio di scarpe nere. Dava l'impressione di essere una persona autoritaria e sicura di sè... e a Drew sembrò quasi di percepire un'aura di energia insolita attorno a lui. Chiunque fosse, non era certo una persona qualsiasi...
 
Drew, Hitomi, Cain e i loro Pokemon restarono fermi dov'erano, pronti a qualsiasi cosa quei due individui volessero fare... e dopo qualche secondo di silenzio, che probabilmente era stato tenuto apposta per metterli in soggezione, l'uomo in impermeabile si voltò lentamente verso il gigantesco portale e tese una mano verso di esso, toccando la grande porta senza alcuna difficoltà apparente.
 
"E lei chi è?" chiese Cain, a cui non piaceva affatto il modo di fare di quei due individui. "Come conosce questo posto?"
 
L'uomo in impermeabile, sulle prime, sembrò non accorgersi neanche che gli era stata rivolta una domanda. Passò una mano sul grande portale, e sul suo viso severo apparve un sorriso - ma non era un sorriso rassicurante. Drew, che era il più vicino all'uomo, riuscì a vedere nella sua espressione un bagliore di crudeltà e follia - era l'espressione di un uomo che non si sarebbe fermato di fronte a nulla.
 
"Bellissima..." disse infine, la voce quasi un sussurro.
 
Drew corrugò la fronte. "Come ha detto?"
 
"Ho detto... che è bellissima... Lo avreste mai immaginato che un luogo del genere esistesse sotto Reborn City?" chiese l'uomo. Ridacchiò seccamente, e senza aspettare una risposta, continuò il suo discorso. "Heheheee... no, certo che no... Immagino che voi siate scioccati che esista, vero? Molte persone non lo sanno, in effetti. La gente è ignorante... anzi, peggio, ignara! Una simile ignoranza è un crimine che non può essere tollerato!"
 
"Grrrrumpig?" esclamò il Grumpig di Hitomi, mettendosi in guardia. Non prometteva niente di buono... quello strano individuo in impermeabile sembrava farsi più infervorato, e il suo accompagnatore più giovane si passava una Pokeball da una mano all'altra, ghignando sinistramente... "Grumpig grump!"
 
"Di cosa sta parlando? Forse lei sa che cosa si trova dietro questa porta? E che razza di posto è mai questo, in ogni caso?" chiese la bambina dai capelli corti, gli occhi ridotti a due fessure mentre scrutava Blake e l'altro...
 
L'uomo in impermeabile sembrò calmarsi almeno un po', ma continuò a parlare con quel tono sibillino che ad Hitomi dava non poco fastidio. Perchè certe persone non potevano essere semplici e chiare quando dicevano le cose? "Tu mi chiedi... cosa ci sia qui dietro, bambina? Heh... la tua ignoranza mi fa ribrezzo... Che cosa c'è dietro questo portale? Te lo dico io cosa c'è... dietro questo cancello si trova il nucleo vero e proprio della regione di Reborn! Un potere immenso, incontrastato! Questo in cui vi trovate è un luogo sacro. Delle persone come voi non dovrebbero nemmeno osare guardarlo! E invece, quel branco di ignoranti che trascinano le loro miserabili vite in superficie... hanno avuto l'insolenza di costruire una città su di esso! Reborn City... la città dell'insolenza!"
 
Ormai, anche Roserade e Muk si erano messi in guardia e si preparavano a lottare... ma l'uomo non estrasse alcuna Pokeball, e continuò invece il suo discorso come niente fosse. "Secondo la leggenda... il continente di Reborn si fonda su quattro poteri chiave, quattro simboli... Rubino, il sigillo del Dolore. Zaffiro, il sigillo dell'Amore. Smeraldo, il sigillo della Fede. Ed Ametista, il sigillo dell'Altrove! Ognuno di questi è una chiave... e quando tutte e quattro le chiavi saranno messe assieme, il vero potere di Reborn, il suo sito più sacro... potrà finalmente rinascere! Finalmente ci potremo sbarazzare di questo bidone dell'immondizia che si fa passare per una città, e il mondo potrà tornare ad essere come avrebbe sempre dovuto essere!" continuò quell'uomo, mentre Blake restava in disparte, sogghignando malignamente man mano che il discorso continuava.
 
"Perchè ci state dicendo tutto questo?" chiese Drew, diretto. "Voi siete del Team Meteora, vero?"
 
"Din don. Vedo che c'è qualcuno con un QI maggiore di zero! Hahahahahaaa!" esclamò Blake con una risatina demente.
 
L'uomo in impermeabile si voltò verso Drew e i suoi compagni, e fece un inchino. "Io sono Lord Solaris. Comandante del Team Meteora." affermò. 
 
La notizia lasciò tutti così sorpresi, che Drew, Roserade e i loro compagni tardarono qualche istante a reagire... e quando lo fecero, la loro reazione fu scomposta ed impulsiva! I tre Pokemon si piazzarono di scatto davanti ai loro allenatori, pronti a sfidare i Pokemon di Blake e di Lord Solaris... ma l'uomo che si era improvvisamente rivelato il comandante del Team Meteora non fece una piega, e si limitò a tirare fuori una Pokeball e rigirarsela tra le mani.
 
"Classica reazione di chi mi giudica semplicemente per il fatto... che sono a capo di un gruppo di persone che hanno una vocazione più elevata rispetto al resto del volgo." affermò Solaris, gettando un'occhiata di intesa a Blake, che ghignò e tirò fuori a sua volta una Pokeball. "Perchè invece non approfittiamo di questa occasione per cercare di venirci incontro, per così dire?"
 
"Perchè dovremmo cercare di venire incontro al Team Meteora?" chiese Drew con calma glaciale. "E perchè dovremmo aiutarti? Tu sei malvagio."
 
"Bene e male sono concetti relativi. Dal mio punto di vista, siete voi i malvagi." affermò Solaris senza perdere un colpo. "Ma... non lasciamo che queste sciocchezze ci impediscano di giungere alla comprensione reciproca. Tu e i tuoi compagni di Hoenn, non siete forse rimasti coinvolti in tutto questo per caso? Voi non avete nessun obbligo verso gli abitanti di questa città disgustosa. Non dovete nulla a quel branco di sciocchi che cerca di opporsi alla nostra causa. Perchè non lasciate perdere e non vi unite a noi del Team Meteora, dove le vostre capacità verranno sfruttate in maniera più saggia e produttiva?"
 
"Tra l'altro, è più saggio anche per voi, visto che in ogni caso non avete la benchè minima speranza di sconfiggerci." affermò Blake, sogghignando.
 
Hitomi sbattè gli occhi un paio di volte, come se si stesse chiedendo se quei due stessero facendo sul serio. "Cosa? Che razza di proposta è questa? Dopo aver visto quello che voi avete fatto agli abitanti di Reborn, e dopo che avete anche cercato di farci fuori... credete davvero che accetteremo di unirci a voi?" esclamò la bambina. "Ne ho sentite di proposte ridicole, ma questa proprio le batte tutte!"
 
"Grazie, ma... no, grazie. Abbiamo già avuto le nostre esperienze con organizzazioni criminali come la vostra, e ci hanno fatto passare la voglia di lavorare per gente come voi." rispose Drew. "La nostra controproposta è questa: voi lasciate in pace la gente di Reborn e permettete loro di ricostruire le loro vite, smettendo quindi di fare loro del male... e noi vi lasciamo in pace."
 
"Questo è impossibile." rispose Lord Solaris scuotendo la testa. "La nostra missione è troppo importante. Non possiamo abbandonarla così. E non sarà per fare un piacere a voi che smetteremo di attaccare Reborn City."
 
"Beh, questo è un vero peccato, tesori miei." rispose Cain. "Questo significa che non abbiamo altra scelta chr affrontarci. E non ti consiglio di sottovalutarci, caro. Sarai anche il capo del Team Meteora, ma non sarà questo a farci paura."
 
"In tal caso, non vedo un motivo per andare avanti a discutere." disse Solaris scuotendo la testa. "Blake. E' il caso di mostrare a questi bambini insolenti che la loro è una causa persa."
 
"Finalmente, non vedevo l'ora!" esclamò Blake, tirando fuori una Pokeball. "Avanti, incapace di un Froslass! Guadagnati il cibo che ti do!"
 
"Garchomp. Elimina quei mocciosi." disse Lord Solaris, senza neppure alzare la voce. Lui e Blake lanciarono in aria le Pokeball nello stesso momento... e dalla sfera che Blake aveva lanciato uscì una Pokemon dall'aspetto spettrale ed etereo, di colore prevalentemente bianco e sprovvista di gambe, il cui corpo termina con una sorta di gonna vuota. Il volto aveva una forma a goccia, con la testa viola coperta da una maschera di ghiaccio che lasciava scoperti solo gli occhi, e presentava un foro a diamante sulla fronte, con le corna simili a stalattiti di ghiaccio, mentre gli occhi erano gialli con l'iride celeste, e anche il collo era celeste. Attorno alla vita aveva una striscia rossa con dietro la schiena due protuberanze rosse che sembravano quasi una fascia da kimono. Le braccia particano dai lati della testa, ed erano lunghe, sottili ed ampie, come maniche da kimono.
 
L'altro Pokemon non abbisognava di particolari presentazioni - Drew lo aveva visto nella squadra di Camilla, la Campionessa di Sinnoh, durante la Johto Battle Frontier! Sembrava un ibrido realizzato mettendo assieme le parti migliori di un drago e di uno squalo martello... alto quasi due metri, robusto e longilineo, le squame di colore prevalentemente blu scuro, mentre il ventre era rosso. I suoi avambracci erano armati di punte acuminate ed uncinate, e presentavano delle grandi lame simili a pinne di squalo. La testa sembrava quella di un pesce martello, con una stella di colore giallo sulla punta, e un paio di "corna" che ricordavano i motori di un jet. Dalla schiena spuntava un'altra affilata pinna ricurva e la sua coda terminava a sua volta con altre due pinne. Anche le gambe presentavano dei robusti spuntoni bianchi, e in generale dava l'impressione di un Pokemon potente e feroce! Era un Garchomp, un Pokemon raro e terribilmente potente e veloce... e Drew temeva che per quanto fossero in superiorità numerica, non sarebbero riusciti ad avere la meglio su un avversario come quello...
 
"Froslass, il Pokemon Suolnevoso. Tipo Spettro/Ghiaccio. Forma evoluta di Snorunt, ottenuta esponendo un'esemplare femmina alle radiazioni di una Pietralbore." spiegò il Pokedex di Drew. "Qua e là corre ancora voce che Froslass fosse in origine una donna dispersa in montagna tra la neve. Congela i suoi nemici con un alito glaciale a -50 gradi Celsius. Si dice che il suo corpo sia vuoto."
 
"Garchomp, il Pokemon Mach. Tipo Terra/Drago. Forma evoluta di Gabite." disse il Pokedex di Hitomi."Quando si piega e distende le ali sembra un jet, e vola a velocità supersonica. Si dice che quando vola, le sue ali creino raffiche di vento in grado di abbattere gli alberi vicini. Una volta individuata la preda, non la molla più."
 
"Allora, che ve ne pare? Credete ancora di poter competere con noi, branco di molluschi?" si vantò Blake, sicuro che la battaglia sarebbe stata rapida e facile.
 
La risposta di Drew fu quanto mai rapida, precisa e lapidaria. "Roserade... attacca con Palla Ombra." affermò. Il Pokemon Floreale eseguì un giro su sè stesso, puntò le braccia contro la Froslass di Blake, e scagliò una sfera di pura oscurità che sfrecciò contro il fantasma delle nevi, colpendola in pieno petto e facendola cadere a terra con un'esclamazione di disappunto! Blake si zittì di colpo, spalancando gli occhi in un'espressione di oltraggio ed offesa... ma durò soltanto qualche istante prima che Froslass scuotesse la testa e si rimettesse in piedi, aprendo le braccia in maniera teatrale.
 
"Heheheee... ma guarda, qualcuno qui crede di essere un duro! Cos'è, mocciosetto, credi di essere più bravo del grande Blake? Ti insegno io a non alzare la cresta." affermò il giovinastro dai capelli bianchi. "Froslass, usa Geloraggio!"
 
"Roserade, respingilo con Protezione!" esclamò Drew. Froslass scagliò un raggio di energia congelante contro Roserade, che si difese alzando le braccia e creando uno schermo davanti a sè, bloccando l'attacco. Ma la reazione di Blake fu, ancora una volta, di sprezzante divertimento.
 
"Hahahahaaa! Oh, poverino, cerca di oppore resistenza!" sghignazzò. "Stai solo perdendo il tuo tempo, moccioso! Nessuno di voi pezzenti può battere il grande Blake!"
 
"E' quello che vedremo." commentò Drew senza lasciarsi prendere la mano. "Roserade, continua con Profumino per distrarre Froslass!"
 
Intanto, Hitomi e Cain stavano affrontando Solaris e il suo Garchomp…
 
"Forza, piccola! Avanti, Muk, amico mio! Facciamogli vedere che noi non ci facciamo mettere i piedi in testa dal Team Meteora! Muk, usa Fangobomba!" esclamò il ragazzo dai capelli viola.
 
"Grumpig, attacca con Psichico! Massima potenza!" esclamò Hitomi. Muk spalancò le fauci e scagliò una enorme massa di fango tossico ed appiccicoso contro il Garchomp del capo del Team Meteora, mentre Grumpig si mise le mani sulle tempie, si concentrò, e scagliò una poderosa raffica di energia mentale contro lo squalo terrestre. I due attacchi sfrecciarono contro il terribile Pokemon Mach, che non si degnò neanche di scansarli…
 
"Tutta apparenza, niente sostanza." commentò Lord Solaris freddamente. "Garchomp, usa Pietrataglio."
 
...e quando si trovarono alla distanza giusta, colpì il terreno con uno dei suoi artigli, aprendovi uno squarcio e facendo salire da esso una raffica di spuntoni di roccia che intercettarono i due attacchi! La Fangobomba si sgretolò e precipitò a terra, lacerata in innumerevoli goccioline di fango velenoso, e la scarica psichica di Grumpig venne dispersa, riuscendo soltanto a rallentare un po' l'attacco del Pokemon Terra/Drago! Poi, la Pietrataglio continuò ad avanzare come un treno, e investì in pieno sia Muk che Grumpig, scagliandoli in giro come se non pesassero niente!
 
"Muk!" esclamò Cain,vedendo il suo Pokemon spiaccicarsi a terra come una massa di fango... per poi riformarsi e scuotere la testa per scacciare la sensazione di vertigine. Grumpig si rimise in piedi a sua volta, ma si vedeva era barcollante anche dopo un solo colpo. Non c'era che dire, quel Garchomp era davvero un avversario molto pericoloso... "Accidenti... ho l'impressione che questa volta abbiamo fatto il passo più lungo della gamba..."
 
"Arrendetevi e unitevi al Team Meteora." ordinò Lord Solaris. "La vostra battaglia è persa in partenza."
 
"Garrrrrchomp!" ruggì il Pokemon Terra/Drago, mostrando zanne ed artigli.
 
Hitomi serrò gli occhi, guardando con ostilità il comandante del Team Meteora.
 
"Grumpig... usa Calmamente." ordinò la bambina, e il maialino psichico, stringendo i denti, congiunse le mani davanti a sè come in preghiera e si concentrò, sentendo il suo potere aumentare... ma si chiese privatamente se davvero sarebbe stato sufficiente per affrontare una creatura così potente...
 
"Grrrrumpig!" esclamò con determinazione, restituendo a Lord Solaris e al suo Garchomp un'espressione di sfida... 
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Il gruppo di Drew ha fatto una scoperta che potrebbe voler dire molto per la prosecuzione della guerra con il Team Meteora... ma Lord Solaris ha deciso di non aspettare che i nostri eroi lo vadano ad affrontare nel suo covo, e ha deciso di muoversi lui stesso! Forse questa volta, Drew ha trovato una sfida che non riuscirà a superare? E cosa succederà ad Amaria e alle bambine? Segreti davvero incredibili si nascondono negli abissi di Reborn City...
 
Il nuovo capitolo dovrebbe arrivare dopo le vacanze di Pasqua, anche se non sono sicuro se sarà un capitolo di Pokemon o di Digimon... beh, comunque attendete con pazienza, e spero che il prossimo capitolo sarà anche meglio di questo!
 
A presto!
  
      
 
      

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Capitolo 19
*** Una lotta impari ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 19 - Una lotta impari 
 
 
Rumori di battaglia provenivano da una delle sale più interne del complesso in cui Drew, Roserade e i loro compagni si erano introdotti, riecheggiando in maniera sinistra tra i corridoi... mentre nella stanza, infuriava una spettacolare quanto furiosa battaglia: Amaria, Heather e Shelly si erano imbattute in un gruppo di Pokemon dall'aspetto innaturale ed inquietante - degli Unown, strane creature nere a forma di lettere (anche se alcuni di loro ricordavano piuttosto dei punti esclamativi o dei punti di domanda) con un solo occhio inespressivo posto al centro del corpo. L'esperta di Pokemon d'Acqua e le due bambine si erano imbattute in quel gruppo di strani esseri mentre esploravano quell'incredibile complesso sotterraneo... e gli Unown non avevano perso tempo ad attaccarli, per un motivo che soltanto loro sapevano.
 
Sfortunatamente per gli Unown, non si trovavano davanti ad un terzetto di sprovvedute. 
 
Il Milotic di Amaria, il Volbeat di Shelly e il Bagon di Heather si erano schierati davanti alle loro allenatrici, creando davanti ad esse un muro che rendeva impossibile agli Unown prendere la mira contro di esse... e ora, tutti assieme, stavano cercando di respingere l'assalto di quelle strane creature!
 
"Ugh... accidenti, ma cosa vogliono da noi queste cose?" esclamò stizzita Heather, quando l'attacco Introforza di un Unown-K mancò di pochissimo il suo Bagon. "Bagon, rispondi con Ira di Drago!"
 
"Bagon!" esclamò il draghetto, per poi aprire le fauci e scagliare una fiammata blu contro il Pokemon alfabetico, centrandolo in pieno e mandandolo a terra in un vortice di scintille azzurre! Ma altri due Unown cercarono di prenderlo di sorpresa, apparendo all'improvviso dal lato destro di Bagon... che vide i loro occhi mostruosi illuminarsi di verde...
 
"Volbeat! Usa Entomoblocco!" esclamò la vocetta di Shelly. 
 
Il Pokemon Lucciola intervenne appena in tempo per fermare gli attacchi dei due Unown: un'aura rossastra illuminò per un attimo il corpo di Volbeat, che congiunse le mani e poi le puntò verso i suoi avversari, facendo espandere la sua aura sotto forma di un muro di energia scarlatta! Gli attacchi Introforza si schiantarono contro la parete lucente, e vennero dispersi senza fare nulla... e l'attacco Entomoblocco proseguì, perdendo solo un po' di velocità, fino ad investire i due Unown!
 
"Shelly! Volbeat!" esclamò Heather, voltandosi verso la sua migliore amica e il suo Pokemon. La bambina dai capelli violetti sorrise timidamente e fece il segno dell'okay.
 
"Vvvvvolbeat!" esclamò il Pokemon Lucciola con un cenno della testa.
 
"Ogni tanto, tocca a noi aiutare voi, no?" chiese retoricamente Shelly. "Forza, Heather, andiamo a dare una mano ad Amaria... ho l'impressione che stia per essere sopraffatta!"
 
In effetti, Milotic stava attirando su di sè il grosso dello sciame di Unown, che lanciavano contro di lui un'autentica pioggia di attacchi Introforza sotto forme di sfere di crepitante luce verde che il maestoso serpente marino non aveva altra scelta che assorbire. Ogni colpo faceva male, ma Milotic restava in piedi, ed Amaria non dava mostra di essere preoccupata... veniva da dire che sapeva che il suo Pokemon sarebbe stato in grado di resistere.
 
E infatti, pochi secondi dopo...
 
"Okay, Milotic, penso che adesso possa andare... usa Specchiovelo!" esclamò la ragazza dai capelli verdini. Il Pokemon Tenerezza emise il suo verso melodico e venne circondato da una luce argentata che per un attimo lo coprì completamente... prima di esplodere verso l'esterno in una potente onda d'urto che centrò in pieno tutti gli Unown più vicini, travolgendoli e sparpagliandoli come tante foglie secche al vento! I Pokemon alfabetici emisero un verso vibrante ed inquietante prima di schiantarsi a terra in disordine, e molti di loro rimasero storditi, con tanto di occhio trasformato in spirale!
 
"Milotic!" esclamò nuovamente il maestoso Pokemon, gettando agli Unown rimasti uno sguardo severo. Molte delle strane creature si tirarono indietro, avendo capito di non essere all'altezza di quell'avversario... e poco dopo, gli Unown decisero che fosse più saggio abbandonare il campo, e lasciar perdere gli intrusi. Saltellando e agitando spasmodicamente i loro corpi innaturali, i Pokemon Simbolo si dileguarono, infilandosi in alcuni corridoi stretti ed angusti dove avrebbero potuto facilmente seminare le ragazze. La stanza rimase abbandonata in brevissimo tempo, e Milotic annuì tra sè, soddisfatto del lavoro che aveva svolto. "Milotiiiic!"
 
Amaria si avvicinò al suo Pokemon e lo accarezzò su un fianco, per poi fargli un po' di coccole. "Bravissimo, Milotic! Sei stato fantastico! Scusa se ti ho fatto prendere tutti quei colpi, ma era il modo più rapido ed efficace di togliere di mezzo tutti quegli Unown in un attimo, e poi sapevo che tu saresti stato in grado di resistere senza problemi."
 
"Milo!" esclamò il Pokemon Tenerezza, scuotendo amichevolmente la testa come per dire che non era stato un problema per lui. Poi, ad un cenno di Amaria, usò la sua mossa Ripresa, venendo circondato da una luce dorata per qualche istante. Anche quei pochi segni che gli attacchi Introforza avevano lasciato sul corpo del serpente marino sparirono, e Miloric si sentì subito più carico che mai. "Mi milotic!"
 
"Beh... ho come l'impressione che Amaria e Milotic non avessero esattamente bisogno del nostro aiuto..." affermò Heather, vedendo che un grosso gocciolone di sudore stava scendendo dalla nuca di Shelly e di Volbeat! "Beh... comunque, l'importante è che siamo riusciti a sbarazzarci di tutti questi Unown, no? Amaria, tutto a posto?"
 
"Sì... tutto a posto, bambine." disse l'esperta di Pokemon d'Acqua, rivolgendo loro un sorriso che lei sperava essere convincente. Se non altro, dare una mano contro il Team Meteora e aiutare i suoi compagni della resistenza le dava l'impressione di avere un senso... il che però le faceva chiedere cosa sarebbe successo quando e se questa minaccia fosse stata sradicata. "Anche voi ve la siete cavata bene, vedo! Ho visto che avete sconfitto numerosi Unown!"
 
"Bagon..." affermò il Bagon di Heather, e guardò dietro di sè e verso una piccola montagna di Unown messi ko! 
Shelly sembrò fermarsi un attimo a pensare. "Sentite... mi ricordo male io, oppure gli Unown si trovano più facilmente nei luoghi in cui ci sono concentrazioni di energia particolarmente elevate? Per esempio, in presenza di Pokemon Leggendari, o comunque di luoghi o artefatti a loro collegati?" chiese la bambina dai capelli violetti, ricordando quello che aveva letto dai libri che tante volte le avevano fatto compagnia. "Questo... vuol dire che non molto lontano da qui c'è effettivamente qualcosa di molto importante, e magari è proprio quello che il Team Meteora stava cercando da queste parti."
 
Amaria ed Heather rimasero a pensare per qualche istante a quello che la piccola esperta di Pokemon Coleottero aveva detto. "Hmm... effettivamente, quello che dici è vero, Shelly..." affermò Heather, rivolgendo un'occhiata di ammirazione allasua migliore amica. "Quindi, questo significa che siamo sulla buona strada per capirci qualcosa di più, di tutto questo marasma... quella che mio padre stava cercando era la pista giusta."
 
"Beh... io... cerco solo di giungere a conclusioni che mi sembrano logiche, Heather..." affermò la bambina più grande. "Sinceramente... ehm... ho come l'impressione che... che... ecco... se continuiamo su questa strada... potremmo capire un po' di più di cosa vuole fare il... Team Meteora..."
 
"Vol volbeat..." disse il Volbeat di Shelly, drizzando le sue antenne per cogliere ogni minimo segnale si potesse sentire nei dintorni. Un movimento dietro una roccia attirò la sua attenzione, e il Pokemon Lucciola emise un verso di allarme e indicò il nascondiglio alla sua allenatrice. "Volbeat? Volbeat!"
 
"Huh? Che... che succede, Volbeat? C'è qualcosa che non va?" chiese Shelly.
 
"Mi sembra che ci siano dei Pokemon da quella parte..." disse Amaria, notando delle piccole figure che scivolavano timidamente dietro la roccia, forse sperando che chiunque fossero quelle persone, non fossero interessate a loro... "Non mi sembrano ostili, però, giusto per essere sicuri, è meglio dare una controllata..."
Sapendo che nel continente di Reborn, e soprattutto in un luogo oscuro ed inesplorato come quello, non si poteva mai essere sicuri di niente, Bagon e Volbeat si recarono rapidamente verso la roccia e la aggirarono per vedere chi si nascondesse dietro di essa... 
 
E Volbeat venne immediatamente accolto da uno schizzo di seta appiccicosa in piena faccia, che gli fece perdere quota e lo costrinse ad appoggiarsi a terra per non andare a sbattere contro qualcosa!
 
"Bagon?" esclamò il draghetto mettendosi in guardia. Volbeat si passò rapidamente le mani sulla faccia, cercando di spazzarsi la ragnatela dagli occhi, e Bagon guardò aggressivamente davanti a sè: i Pokemon che si erano nascosti dietro la roccia erano entrambi dei Pokemon Coleottero dall'aspetto di ragni, ma non si assomigliavano quasi per niente - uno era uno Spinarak, un Pokemon Coleottero/Veleno originario di Johto, che assomigliava ad un ragno verde lungo circa mezzo metro, con grandi occhi neri dalle pupille bianche, un paio di mandibole uncinate di colore rosso, e sei zampe (anzichè otto come nei ragni veri e propri) gialle con una striscia nera in mezzo, oltre che un piccolo corno sulla testa. Il suo addome era screziato di linee e punti neri che formavano una faccina imbronciata.
 
L'altro Pokemon era ancora più piccolo, giusto delle dimensioni del pugno di un uomo adulto. Era ricoperto da una folta pelliccetta giallo-dorata che crepitava di elettricità, e aveva soltanto quattro zampe visibili, ognuna terminante con un piccolo artiglio blu. Aveva quattro occhi, anche quelli di colore blu, due dei quali erano più grandi e avevano la pupilla nera. Un paio di piccole mandibole, fatte per ancorarsi più saldamente ad un eventuale creatura ospite, completavano la descrizione del minuscolo Pokemon Elettro, che Shelly riconobbe all'istante.
 
"Quello... è uno Spinarak! E quello è un Joltik, un Pokemon Coleottero/Elettro proveniente da Unima!" esclamò la bambina dai capelli violetti con entusiasmo. La passione per i Pokemon Coleottero era una delle cose che aveva in comune con il suo più famoso fratello maggiore... Mentre i due Pokemon ragno la guardavano sospettosi, Shelly si fermò a pochi metri da loro e si chinò, sedendosi sui talloni e tendendo una mano verso di loro. "Ciao! Che cosa ci fate da queste parti, piccolini? Non abbiate paura, io e le mie amiche non vogliamo farvi del male! Anzi, lo sapete che siete davvero carini?"
 
"Di tutte le ragazze che conosco, soltanto Shelly può pensare che uno Spinarak sia più carino di un Clefairy..." commentò tra sè Heather. Tuttavia, anche lei doveva ammettere che quelle creature non davano affatto l'impressione di essere ostili o pericolose. Solo comprensibilmente nervose... e del resto, nemmeno lei era troppo tranquilla in quel momento.
 
"Spinarak?" chiese il ragno verde con una voce che sembrava il cinguettio di un uccello. 
 
Joltik si fece avanti, tendendo con esitazione una zampetta artigliata verso Shelly. La bambina dai capelli violetti sporse un indice e lo usò per dare la mano a Joltik a modo suo... e dopo un attimo di esitazione, la zecca elettrica toccò il dito di Shelly con la sua zampa, per dirle che era disposto a fidarsi di lei.
 
"Jolt!" esclamò il Pokemon Coleottero/Elettro, per poi voltarsi verso il suo compagno e fargli un cenno con la testa. "Joltik jolt jolt!"
 
"Spin?" chiese il ragno più grande, inclinando la testa da un lato ed assumendo un'espressione confusa. "Spinarak..."
 
"Jolt joltik!" confermò con entusiasmo il ragnetto elettrico. Volbeat, che ora si era completamente rimosso la ragnatela dalla faccia, guardò in direzione di Spinarak con disapprovazione... facendo sì che il ragnetto verde si grattasse la testa con una zampa e si scusasse.
 
"Spinarak..." mormorò. L'espressione di Volbeat si addolcì, e il Pokemon Lucciola annuì mentre ascoltava la spiegazione del Pokemon ragno. "Spin spin spinarak, spin spinarak..."
 
"Vol volbeat." affermò Volbeat.
 
"Hmm... mi sembra di capire che Spinarak e Joltik si sono nascosti qui per sfuggire al Team Meteora che stava cercando di catturarli." disse Shelly, comprendendo quello che il suo Volbeat stava dicendo. La lucciola gigante annuì e continuò a riferire, facendo assumere a Shelly un'espressione preoccupata dalla quale traspariva anche un po' di rabbia... una cosa che Amaria ed Heather non erano abituate a vedere sul volto della piccola entomologa. "Capisco... avete ragione, non vorrei nemmeno io essere costretta a servire quella gente. Non vi biasimo certo per aver deciso di tagliare la corda. Anzi... che ne dite, vi andrebbe di unirvi alla mia squadra?"
 
"Jolt?" chiese Joltik, sorpresa da quella proposta un po' a bruciapelo.
 
"Spin, spinarak?" continuò Spinarak. Anche lui si era messo sulla difensiva, avendo imparato a non fidarsi di nessuno a prima vista. Fortunatamente, Volbeat pensò ad aiutare Shelly a convincerli, e cercò di convincere i due Pokemon ragno che la sua allenatrice non aveva cattive intenzioni nei loro confronti.
 
"Volbe, beat!" esclamò il Pokemon Lucciola. "Vol vol volbeat..."
 
"Bagon!" si intromise il Bagon di Heather. "Bagon gon!"
 
"Spinarak..." mormorò il Pokemon ragno più grande, cominciando a convincersi. Per fortuna, il Milotic di Amaria fece il passo decisivo, che convinse i due aracnidi a mettere da parte i loro sospetti.
 
"Miloooo... milotic..." affermò il magnifico serpente di mare, muovendo lentamente le due appendici simili a sciarpe che aveva ai lati della testa. Per qualche istante, il corpo del Pokemon Tenerezza continuò a risplendere di una tenue aura azzurrina, che sembrava quietare le preoccupazioni di Joltik e Spinarak... e dopo qualche istante, entrambi i Pokemon Coleottero si guardarono dritti negli occhi e si fecero un cenno di intesa.
 
"Joltik? Jolt!" cinguettò Joltik.
 
Il suo compagno schioccò le mandibole un paio di volte in segno di assenso. "Spinarak!" esclamò il ragnetto verde, per poi voltarsi verso la piccola Shelly e annuire a sua volta. "Spinarak!"
 
"Hanno detto di sì, piccola Shelly." disse Amaria con un sorriso rassicurante. "Hai due Pokeball che vadano bene per questo tipo di Pokemon?"
 
"Ma... ma certo che le ho! Io... cerco sempre di andare in giro con qualche Pokeball in più, giusto per... sì, insomma... comunque, vado!" rispose Shelly un po' nervosamente. Tirò fuori due Pokeball dalla sua borsa e le lanciò verso Spinarak e Joltik, che si lasciarono toccare ed assorbire. Non appena i due Pokemon sparirono all'interno delle sfere di contenimento, caddero sul pavimento e si agitarono per qualche istante, prima di fermarsi e segnalare che la cattura era avvenuta con successo! "Sì! Ce l'ho fatta! Che bello, ho sempre desiderato uno Spinarak e un Joltik! State tranquilli, miei piccoli amici, vi tratterò bene e farò in modo che voi non siate mai soli."        
 
La bambina dai capelli violetti abbracciò le Pokeball dei suoi nuovi Pokemon e le coccolò brevemente, mentre Heather tirava un piccolo sospiro, forse un po' stranita per i modi di fare della sua migliore amica. Poi però la bambina dai capelli fucsia sorrise e mise una mano sulla spalla di Shelly per congratularsi con lei dell'avvenuta cattura. 
 
"Bel colpo, Shelly... sono due Pokemon che abbiamo sottratto al Team Meteora!" disse la piccola domatrice di draghi, prendendo in braccio il suo Bagon. 
 
Il Milotic di Amaria fece a sua volta un cenno e sorrise gentilmente, guardando la sua allenatrice in segno di assenso. "Milooootic!" esclamò il Pokemon Tenerezza. Amaria fece a sua volta un sorriso, per poi sedersi su una roccia vicina e annuire, lo sguardo perso nei suoi pensieri.
 
"Già... immagino che un atto di gentilezza, alla fine, sia uno schiaffo in faccia all'inesorabile caos." affermò la ragazza dai capelli del colore del mare. Milotic la guardò con preoccupazione, temendo che si stesse deprimendo... e anche Heather, Shelly, Bagon e Volbeat sembrarono indecisi sul da farsi. Non avevano mai visto la loro compagna cambiare umore in maniera così repentina... "Immagino... che sia la natura stessa di questo mondo che tende ad erodere i valori che noi consideriamo giusti e positivi. Non è un mondo gentile, questo... ma immagino... che non sia il momento di stare tanto a pensare a queste cose, vero?"
 
"Amaria?" chiese Shelly. "A-Amaria, stai... stai bene?" Poi, temendo di aver detto qualcosa che non andava, la piccola allenatrice di Pokemon Coleottero si voltò dall'altra parte, gesticolando nervosamente. "Ecco... io... non volevo dire niente di strano, certo... ecco... è che mi era sembrato che... sì... che tu fossi un po' giù di corda, e volevo... volevo essere sicura che tu non fossi... spero che tu... non ti sia offesa..."
 
"Shelly, insomma!" esclamò Heather, mettendosi una mano sulla fronte. "Dì le cose come stanno, invece di balbettare ed esitare! Un po' più di grinta, che diamine!"
 
"Ah... er... s-scusa, Heather..." mormorò Shelly, facendo scendere un grosso gocciolone di sudore dalle teste di Volbeat, Heather, Amaria e Milotic...
 
Dopo un attimo di esitazione, Amaria fece un sorriso divertito... e poi si mise la mano davanti alla bocca per soffocare le risate che le stavano venendo spontanee! "Huhuhuhuu... heheheheee... scusate, bambine, mi sono lasciata un po' prendere la mano dallo sconforto! Sapete com'è, con tutto quello con cui abbiamo a che fare ogni giorno, e il mondo di Reborn che non lascia molto spazio per queste leggerezze... comunque adesso va tutto bene, avevo solo qualche paranoia per conto mio!" affermò.
 
Heather e Shelly, nonchè tutti i Pokemon presenti, restarono un po' stupiti della reazione di Amaria, che per un attimo sembrò loro persino un po' troppo spontanea... come se all'improvviso Amaria si fosse accorta di essersi lasciata prendere la mano e fosse tornata a recitare una parte che si era allenata a fare. Un attimo dopo, Amaria si alzò in piedi e si spazzò il vestito dalla polvere. "Comunque, è meglio andare! Drew, Hitomi e Cain potrebbero essere nei guai... non si sa mai cosa si possa trovare da queste parti!"
 
"Milotic..." mormorò il suo Milotic, storcendo il naso. Non era una recita alla quale il Pokemon Tenerezza credeva tanto facilmente...
 
 
oooooooooo
 
 
La battaglia di Roserade contro la Froslass di Blake non stava andando molto bene, malgrado il Pokemon floreale fosse riuscito ad iniziare bene e si stesse tenendo ben lontano dai pericolosi attacchi della Pokemon glaciale, alla fine Blake era troppo più esperto di Drew come combattente. Dopo che la sua arroganza gli aveva fatto abbassare la guardia, permettendo così a Drew e Roserade di mandare a segno alcuni attacchi, Blake si era concentrato di più, e adesso Froslass stava per avere la meglio su Roserade.
 
"Bene, bene... vediamo se fai ancora lo sbruffone dopo aver visto questo!" disse Blake con una risatina sprezzante. "Vai, Froslass... usa il tuo attacco Grandine!"
 
"Frooooooslass!" esclamò il Pokemon Suolgelato, aprendo le braccia ed evocando una pioggia di grandine che cominciò a scendere dal soffitto un istante dopo, martellando Roserade e costringendolo a coprirsi con le braccia per sfuggire alla raffica di attacchi. Drew strinse i denti, capendo che la situazione si stava facendo difficile... e Blake non perse tempo a dimostrargli quanto fosse corretta la sua sensazione.
 
"Froslass, finiscilo con un attacco Bora." disse Blake, mostrando una tale indifferenza allo scontro da voltare le spalle a Drew e muovere una mano come per dire ciao. La Pokemon delle nevi aprì nuovamente le braccia, e scatenò una violenta bufera di neve, cristalli di ghiaccio e vento gelido, che investì Roserade come un fiume in piena, intrappolandolo in un blocco di ghiaccio! Drew si coprì il volto con le braccia per resistere al freddo intenso che lo investì un attimo dopo, e cercò di vedere cosa stesse accadendo... ma solo quando la tempesta di ghiaccio si interruppe, riuscì a vedere che il suo Roserade era stato congelato, intrappolato in un grosso blocco di ghiaccio e con un'espressione di disappunto e paura sul volto!
 
"No! Roserade!" esclamò Drew, con un'espressione ansiosa e spaventata.
 
Blake gettò indietro la testa e rise sguaiatamente. "Hahahahahaaa! Oh, ma guardatelo, che cuoricino tenero! E' in pensiero per quel Pokemon inutile ed incapace!" sghignazzò. "Povero idiota... come fai a provare affetto per un'animale senza cervello? Per uno strumento che si usa per ottenere ciò che si vuole?"
 
Drew vide, per un attimo, il volto di Froslass assumere un'espressione contrita. Per un attimo, gli venne in mente di rinfacciare a Blake quel suo modo di considerare i Pokemon... ma per qualche motivo, dubitava che il giovinastro dai capelli bianchi sarebbe stato interessato ad ascoltare. "Già, immaginavo che tu la pensassi così." disse Drew, tornando ad essere serio e controllato. "Gente come te non è abituata a pensare al male che fa agli altri. Comunque, non credere di aver vinto. Era solo uno dei miei Pokemon... ora tocca a te, Absol!"
 
Con un gesto sicuro, Drew richiamò Roserade nella sua Pokeball, ripromettendosi di farlo scongelare il prima possibile, e mandò in campo un altro dei suoi Pokemon: il suo Absol, una maestosa creatura simile ad un felino predatore con una morbida pelliccia bianca, il volto e gli artigli neri come la notte, e una lama a forma di falce di luna che fuoriusciva da un lato della sua testa. Il Pokemon Catastrofe uscì dalla Pokeball con una spettacolare capriola, atterrando su tutte e quattro le zampe prima di puntare la sua lama verso Froslass. Sfortunatamente, neanche questo riuscì ad impressionare Blake e Froslass più di tanto.
 
"Bene, abbiamo un eroe qui!" sghignazzò Blake. "Manda pure tutti i Pokemon che vuoi, ragazzino, tanto non farà nessuna differenza!"
 
"Absol!" ringhiò lo Absol del giovane allenatore, mostrando i suoi affilati canini a Froslass.
 
Nel frattempo, la battaglia di Cain ed Hitomi contro Lord Solaris e il suo Garchomp stava andando esattamente come ci si sarebbe potuto aspettare... nel senso che era una battaglia spaventosamente a senso unico! Il dragone di terra avanzava come una sorta di inarrestabile juggernaut verso Muk e Grumpig, scrollandosi di dosso i loro attacchi come niente fossero... e per quanto Hitomi e Cain tentassero di guadagnare tempo ed usare altre strategie, non stava funzionando per niente!   
 
"Grumpig, attacca con Distortozona!" esclamò Hitomi. Il maialino psichico, facendo appello a tutte le forze che gli erano rimaste, si concentrò e creò una zona di distorsione attorno a sè, Muk e Garchomp, sotto forma di una sfera fatta di linee luminose che si intersecavano ad angolo retto... e un attimo dopo, il Garchomp di Solaris grugnì infastidito, riconoscendo gli effetti della mossa.
 
"Hmm... avete creato una zona alterata in cui i Pokemon più lenti diventano più veloci, e viceversa." affermò Lord Solaris, per niente allarmato. "Una mossa intelligente, da parte vostra. Ma non vi servirà a molto, se il mio Garchomp riuscirà a reggere comunque ai vostri colpi."
 
"Lo verificheremo subito. Ritorna, Grumpig, hai già fatto più che abbastanza!" rispose Hitomi, con un tono di voce arrabbiato e determinato. Richiamò il Pokemon maiale nella sua sfera, e lo sostituì al volo, lanciando una seconda Pokeball. "Ed ora... tocca a te, Walrein!"
 
"REEEEEIN!" il gigantesco tricheco azzurro apparve davanti al Garchomp di Lord Solaris con un potente ruggito, e mostrò al feroce Pokemon Terra/Drago le sue zanne acuminate, mentre il Muk di Cain ne approfittava per lanciare un altro attacco...
 
"Grazie, piccola! Adesso è il momento di attaccare... Muk, usa il tuo attacco Tossina, prego!" esclamò Cain con un elegante gesto del braccio. Il Pokemon di fango tossico battè le mani davanti a sè, poi le congiunse e si concentrò, emanando una nuvola di gas velenoso violaceo che si diresse verso il Pokemon di Solaris. Sapendo di non poter evitare l'attacco a causa della Distortozona, Garchomp si coprì il muso con una zampa artigliata e trattenne il fiato per evitare di subire un massiccio avvelenamento. "Ecco, adesso che è impegnato a cercare di difendersi da Tossina, è il momento giusto per sferrare un attacco! A te l'onore, piccolina!"
 
"Certamente, Cain..." disse Hitomi, un po' infastidita per come il ragazzo dai capelli viola l'aveva chiamata. "Walrein, dobbiamo dare il massimo e anche di più in questa battaglia. Lancia il più potente attacco Bora che ti riesca di usare!"
 
Il Pokemon tricheco diede un'occhiata a Garchomp, ancora impegnato a difendersi dalla Tossina di Muk, e dopo essere stato sicuro che avrebbe potuto colpirlo - grazie anche agli effetti della Grandine provocata dalla Froslass di Blake - aprì le fauci e scagliò una raffica di neve e cristalli di ghiaccio che travolse il Pokemon Mach, disperdendo la nuvola di gas venefico e inghiottendo lo squalo terrestre, che lanciò un assordante ruggito di rabbia e dolore! Il colpo, doppiamente superefficace contro un Pokemon della tipologia di Garchomp, sommerse il dragone e lo fece sparire in una coltre di vapore bianco e ghiaccio nebulizzato, e per un attimo, Walrein fu convinto di vedere la sagoma muscolosa di Garchomp che cadeva a terra... 
 
"L'abbiamo preso. Ottimo lavoro, Walrein!" commentò Hitomi, permettendo ad un sorrisetto obliquo di apparire sul suo volto. Cain ghignò e fece un segno dell'okay. "Attento, però... non credo che questo sarà sufficiente per metterlo a terra!"
 
Il fatto che l'espressione arcigna e severa di Lord Solaris non fosse cambiata benchè il suo Garchomp fosse stato colpito dalla Bora di Walrein era un altro elemento che induceva Hitomi a pensare che la battaglia non fosse ancora terminata... ma nulla avrebbe potuto prepararla per quello che le si rivelò davanti allorchè il vapore e la coltre di neve si diradarono davanti ai suoi occhi!
 
La stoica bambina dai capelli rossicci restò a bocca aperta e ad occhi spalancati quando vide che il Garchomp di Solaris era ancora in piedi, con le braccia alzate davanti a sè, ricoperte da una coltre di ghiaccio e brina! Aveva subito dei danni da quell'attacco preso in pieno, ma certo non tanti quanti Hitomi si era aspettata, e un attimo dopo, il dragone spalancò le braccia e mandò in frantumi la crosta di ghiaccio, lanciando poi un mostruoso, prorompente ruggito che riecheggiò sinistramente per tutto il complesso sotterraneo, facendo tremare la terra e costringendo anche Absol e Froslass ad interrompere quello che stavano facendo!
 
"Cosa?" esclamò Drew stupefatto. "Quel Garchomp... è riuscito a reggere ad un attacco Bora così facilmente?"
 
Blake rise sguaiatamente. "Heheheheheee... colpa vostra che vi siete messi in testa di sfidare Lord Solaris! Delle mezze cartucce come voi non riusciranno mai a vincere contro di lui... o contro di me, per quello!" esclamò. "Avanti, Froslass, usa il tuo attacco Geloraggio!"
 
"Absol, attacca con Sbigoattacco!" Drew si riebbe immediatamente e reagì con rapidità quasi fulminea... e il suo maestoso Absol fece altrettanto, scagliandosi contro Froslass prima che quest'ultima potesse caricare un raggio di energia congelante... e sferrando un poderoso attacco con la lama a falce di luna che spuntava dalla sua testa! Froslass sgranò gli occhi ed emise un acuto stridio di dolore e sorpresa quando il colpo di Absol andò a segno, facendola barcollare! 
 
"Ugh... ma come ti permetti, marmocchio!" esclamò Blake. "Avanti, incapace di una Froslass, trasformalo in un cubetto di ghiaccio!"
 
"Froslass..." sibilò la Pokemon dama delle nevi, prima di scagliare un raggio bianco-azzurro che colpì Absol alla schiena prima che quest'ultimo potesse rimettersi in guardia! Il pokemon Buio emise un guaito e cadde a terra, ma cercò quasi subito di rialzarsi...
 
Lord Solaris e il suo Garchomp, da parte loro, non stavano avendo alcun problema ad affrontare Walrein e Muk contemporaneamente, nonostante la Distortozona che rallentava sensibilmente i movimenti del Pokemon Mach. Walrein tentò un attacco Corposcontro, scagliandosi contro il dragone con tutto il suo immane peso, ma Garchomp parò il suo attacco con disarmante facilità e sollevò di peso il Pokemon tricheco!
 
"Garchomp, usa Lancio." disse Solaris con calma snervante. Senza dare dimostrazione di stare facendo fatica, Garchomp girò su sè stesso, prese un po' di carica e catapultò letteralmente Walrein contro il Pokemon di fango tossico, che sgranò gli occhi esterrefatto prima di essere letteralmente appiattito dal gigantesco tricheco, che atterrò con un doloroso schianto!
 
"Walrein!" esclamò Hitomi, cominciando a sentirsi impotente davanti alla potenza apparentemente inarrestabile di Garchomp... 
 
Cain strizzò un occhio e strinse i denti, vedendo il suo Muk che strisciava lentamente via da sotto il pesante corpo di Walrein. "Muuuuuk..." si lamentò, massaggiandosi la testa con una delle sue grandi mani. Il tricheco scosse la testa e cercò di rimettersi in guardia... ma il Garchomp di Solaris stava già scagliando un nuovo attacco, congiungendo le braccia artigliate sopra la testa, e poi calandole giù di colpo sul pavimento!
 
L'attacco Terremoto che si scatenò un istante dopo travolse sia Walrein che Muk, sollevando un'ondata di terra e roccia e percuotendo entrambi i Pokemon con delle devastanti vibrazioni! I Pokemon di Cain ed Hitomi volarono all'indietro, atterrando con uno schianto accanto ai loro allenatori, e i loro occhi si trasformarono in spirali, mentre il Garchomp di Solaris, quasi del tutto incolume, continuava ad avanzare a grandi passi, gli artigli che scintillavano minacciosamente alla fioca luce del tunnel...
 
"Ho... come l'impressione che questa volta abbiamo fatto il passo più lungo della gamba." affermò Cain, cercando di mascherare la sua paura dietro un sorriso spiritoso mentre richiamava il suo Muk sconfitto. "Hitomi cara, se tu hai qualche idea di come possiamo fare per tenerlo a bada, io sono tutto timpani!"   
 
"Mi piacerebbe dire che ho un'idea, ma sarebbe una bugia pietosa..." commentò Hitomi, a sua volta facendo rientrare Walrein. Il suo Pokemon più adatto ad affrontare Garchomp era stato sconfitto così facilmente... e non sapeva che altro fare per fermare l'attacco di Solaris...
 
Garchomp piegò leggermente le ginocchia, pronto a scattare in avanti. "Al momento, voi non siete assolutamente alla mia altezza." commentò Lord Solaris, fissando Hitomi e Cain con sguardo gelido come quello del suo Pokemon Terra/Drago. "Ma se vi lasciassi fare, potreste diventare un problema per il Team Meteora. Meglio eliminarvi adesso che ne ho l'opportunità. Garchomp, usa il tuo attacco Dragartigli per farli fuori."
 
Il Pokemon Mach sembrò quasi ghignare mentre sollevava un artiglio e si apprestava a lanciarsi alla gola delle sue vittime... e Hitomi strinse i denti, sentendosi la fronte ricoperta di sudore freddo. Non si immaginava che si sarebbe trovata indifesa davanti ad un Garchomp appartenente ad un allenatore privo di scrupoli... ma quella era proprio la situazione in cui lei e Cain si trovavano adesso!
 
"Ugh... maledizione... se avessi saputo che sarei morta in questo postaccio... almeno avrei potuto lasciar detto qualcosa a Vera e a Max!" pesò tra sè la ragazzina, freneticamente. "Mamma... papà... mi dispiace... vi voglio bene..."
 
Anche Cain, per quanto cercasse di mantenere la calma, aveva dei rimpianti... "E così, sono giunto al capolinea? Cavolo... e io che speravo almeno di rivedere Aya un'ultima volta e spiegarmi con lei... bah, che ci vuoi fare, è andata così..."
 
"Garrrrr..." ruggì il Pokemon Terra/Drago, preparandosi all'attacco...
 
"Presto, Milotic, usa Geloraggio!" esclamò improvvisamente la voce di Amaria. Un raggio congelante schizzò improvvisamente dal tunnel dal quale Drew e i suoi compagni erano entrati... e il Garchomp di Lord Solaris, che non si era aspettato un simile attacco, venne colpito in pieno petto e lanciò un acuto stridio di dolore, guardando rabbiosamente il blocco di ghiaccio che si formava rapidamente attorno al torace e alle braccia. Questa volta, il comandante del Team Meteora corrugò la fronte in segno di sgradita sorpresa, mentre Blake strinse i denti per la rabbia, ed entrambi guardarono nella direzione da cui era provvenuto il Geloraggio...
 
"Scusate il ritardo, amici miei." disse Amaria, entrando nella grande sala accompagnata dal suo Milotic, e seguita a ruota da Heather, Bagon, Shelly e Volbeat. Il Pokemon Tenerezza stava torreggiando su Garchomp e Solaris, guardandoli minacciosamente. "Abbiamo avuto qualche contrattempo... ma non appena abbiamo sentito un po' di chiasso, siamo venute il più velocemente possibile!"
 
"E noi siamo contenti di vedervi, ragazze." affermò Drew. Hitomi si mise una mano sul petto e tirò un sospiro di sollievo, mentre Cain si girò verso Amaria e le spedì un bacio con una mano! "Siete arrivate proprio al momento giusto... indovinate un po' chi sono questi due simpaticoni che hanno deciso di tenerci compagnia?"
 
"Lord Solaris, il comandante del Team Meteora... e il suo attendente, Blake di Ametripoli." affermò Amaria, fissando a sua volta i due uomini. Blake emise un verso di fastidio, mentre il comandante dell'organizzazione di terroristi restava a guardare Amaria, le bambine e i loro Pokemon con fastidio appena visibile. Drew aveva l'impressione che anche Lord Solaris non fosse del tutto sicuro di vincere se si fosse giunti ad un combattimento con Amaria...
 
"Questi ragazzi sono nostri compagni, Solaris." proseguì Amaria. "Se proverai ad attaccarli, non risparmierò nessuno sforzo per fermarti."
 
Heather strinse i denti e serrò un pugno al proprio fianco, ribollendo di odio mentre fissava a sua volta Solaris... che invece non si stava neanche prendendo la briga di notarla. "Amaria Fiore... la più famosa allenatrice di Pokemon d'Acqua di Reborn, allieva modello dell'Accademia Pokemon del Quartiere Onice, e uno dei membri più in vista della resistenza. Per qualche motivo, mi aspettavo che ti avremmo incontrata." affermò l'uomo in impermeabile, facendo cenno al suo Garchomp di restare indietro. Con riluttanza, lo squalo terrestre obbedì all'ordine. "Immagino... che alla fine abbiate deciso di seguire le tracce del nostro agente Corey, e di esplorare il luogo che gli avevamo ordinato di esaminare."
 
"Non provare a menzionare mio padre, maledetto!" esclamò Heather, facendo un passo in avanti. Shelly strinse un pugno e fece un passo in avanti, con il suo Volbeat che le svolazzava attorno in un tentativo non troppo riuscito di minacciare Solaris. "Sei stato tu a rovinargli la vita! Tu e quel maledetto Sirius che ti lecca le scarpe!"
 
"Ah, la figlia di Corey." disse Solaris con indifferenza. "Un'altra che crede ingenuamente che preservare questa città disgustosa possa in qualche modo portare ad un futuro migliore. Ma ci occuperemo di te più avanti. Bene, Amaria Fiore, immagino che questo significhi che per me e il mio assistente è il momento di togliere il disturbo. I miei Pokemon sono forti e potenti, ma contro un'allenatrice del tuo stampo, non sono sicuro al cento per cento di potercela fare. Quindi... per questa volta ci ritiriamo. Ma vi lascio con questa riflessione: credete davvero di stare facendo del bene a Reborn? Credete davvero che sia giusto permettere a questa città piena di persone ignoranti ed insolenti di disporre di questa terra come meglio credono? Il Team Meteora si batte perchè il mondo torni come sarebbe sempre dovuto essere."
 
"Voi continuate a parlare di come il mondo dovrebbe essere..." affermò Amaria di rimando. "Ma mentre dite questo, continuate a fare del male a persone che non c'entrano niente. Come potete affermare di essere dalla parte del giusto?"
 
"Ooooh, abbiamo una maestrina, qui!" ribattè Blake. "Senti, donna, lo sai che un cuoricino tenero come te non dovrebbe stare qui, ma in cucina?"
 
"Blake." Lord Solaris zittì all'istante il suo impertinente accompagnatore, prima di riprendere il discorso che stava facendo ad Amaria. "Non pretendo che persone come voi possano capire... ma vorrei fare una domanda a Drew e ad Hitomi, visto che loro vengono da Hoenn, un luogo che per noi è molto importante. Drew, Hitomi... come potete vedere, ho deciso di darvi una seconda possibilità. Cercate di sfruttarla bene. Immagino... che voi conosciate bene le leggende della vostra regione, vero?"
 
"Le leggende della nostra regione?" chiese Drew. "Di cosa stai parlando? Cosa c'entrano con questi quattro talismani di cui dici di volerti impadronire?"
 
"All'alba della storia di Hoenn, Groudon e Kyogre si sono affrontati, contendendosi il dominio della regione." disse la piccola Hitomi. "E la loro battaglia è andata avanti finchè un terzo Pokemon Leggendario, Rayquaza, non li ha indotti a smettere."
 
Il ragazzo dai capelli verdi annuì. "Esatto. Dopo una battaglia durata giorni e notti, Groudon ritornò nel nucleo della Terra, Kyogre sprofondò di nuovo negli abissi marini, e Rayquaza si librò nuovamente nei cieli più alti." affermò. "Questo ci è stato tramandato da numerosi reperti ed iscrizioni che sono stati ritrovati nei pressi delle Cascate Meteora."
 
Solaris sorrise compiaciuto, quasi sinistramente. "Ah! Ecco che cominciate ad avvicinarvi al punto della situazione!" affermò. "Vi siete mai chiesti chi ci abbia lasciato quei reperti? Da chi ci siano state tramandate tutte quelle leggende, per l'esattezza?"
 
"Di cosa stanno parlando?" chiese Heather, passata dalla rabbia alla perplessità. "Cosa accidenti c'entra tutto questo discorso con il Team Meteora e con quello che vogliono fare?"
 
Il Milotic di Amaria strinse gli occhi, non del tutto sicuro di dove volesse andare a parare il capo dell'organizzazione di terroristi. "Miloooo..." mormorò con voce melodiosa. Shelly, invece, aveva assunto un'espressione pensosa. C'era qualcosa che ricordava di aver letto da qualche parte sulle Cascate Meteora, ma che cosa, esattamente?
 
"Che domande. Sanno tutti che è stato quello che noi al giorno d'oggi conosciamo come Popolo delle Meteore." affermò Drew, senza esitazioni. "Si trattava di un gruppo di tribù che vivevano nei pressi delle cascate, in un'epoca in cui si verificavano relativamente spesso delle cadute di meteoriti in quella zona."
 
"Già... il Popolo delle Meteore..." disse Solaris. Aveva nuovamente cambiato umore, e adesso sembrava essere tornato al suo normale comportamento distaccato e freddo... ma Drew e i suoi compagni ebbero l'impressione che dietro questa facciata di calma stesse ribollendo di rabbia. "Quanto tempo è passato, e quanto è cambiato il mondo nel frattempo... tutti hanno perso di vista ciò che è davvero importante, e trascinano la loro vita inseguendo obiettivi frivoli e stupidaggini senza senso. Diventare allenatori di Pokemon? Competere nelle gare e nelle battaglie delle Leghe Pokemon? Tsk... a questo siamo giunti?"
 
"E voi, credete di essere meglio?" ribattè Cain, con uno scatto di rabbia che nessuno degli altri ragazzi della resistenza era abituato a vedere da quel giovanotto di solito così allegro e gentile. "Ignori forse che i tuoi uomini hanno provocato dolore e sofferenza alla brava gente di Reborn City? Se il continente di Reborn si trova in questo stato miserevole, è soprattutto colpa vostra! Colpa del Team Meteora!"
 
"Sarebbe andata così in ogni caso, con lo stile di vita che conducete... così frenetico, egocentrico ed indifferente ai bisogni della nostra madre terra. Noi abbiamo soltanto accelerato il processo, per fare sì che la gente si allontani da Reborn City e ci lasci lavorare per creare un mondo migliore." ribattè Solaris. "Ci dispiace che sia morta della gente, ma è soprattutto colpa loro e della loro testardaggine! Se avessero capito fin da subito che non dovevano restare qui, adesso sarebbero ancora vive! E comunque... una volta che saremo riusciti ad aprire questo portale, le vite che sono andate perse non conteranno più niente! Non sarà mai successo nulla, di ciò di cui ci accusate! Questa conversazione che stiamo tenendo in questo momento, non sarà mai avvenuta!"
 
"Cosa? Di cosa stai parlando, vecchio?" esclamò Heather. "Smettila di girare in tondo e parla chiaramente!"
 
Solaris gettò nuovamente un'occhiataccia alla bambina dai capelli fucsia, che dava l'impressione di stare facendo appello a tutta la sua forza di volontà per non saltargli addosso. Gli sarebbe piaciuto avere la possibilità di prendere l'Anellorubino di Heather, ma in quel momento, con Amaria a farle la guardia, sarebbe stato troppo rischioso, tanto più che Heather non sembrava nemmeno avere l'anello con sè. "In questo momento, non ha nessuna importanza. Per questa volta, vi siete guadagnati una tregua. Ma sappiate che il Team Meteora non si fermerà di fronte a nulla. Noi distruggeremo questa città di insolenti ed ignoranti, e riporteremo il mondo a come sarebbe sempre dovuto essere. Blake, ritirata strategica."
 
"Va bene, Lord Solaris..." rispose con un grugnito il ragazzaccio dai capelli del colore del ghiaccio. La sua Froslass interruppe lo scontro con lo Absol di Drew, che ancora dava l'impressione di essere molto incerto, e fluttuò nuovamente accanto al suo allenatore. "Ci si vede, branco di fessi! E la prossima volta, non crediate di cavarvela così a buon mercato! Vi è andata di lusso, per stavolta!"
 
"Froslass!" esclamò la Froslass di Blake, aprendo di colpo le braccia e circondando sè stessa, Garchomp e i due comandanti del Team Meteora in una fitta nebbia. La Grandine che Froslass aveva evocato smise di cadere, mentre la nube bianca turbinava sempre più velocemente, e un vento gelido e tagliente soffiava in faccia ai sei membri della resistenza, in modo da impedire loro di attaccarli. Drew ed Hitomi, i più vicini ai due malfattori, si coprirono il volto con le braccia, non prima che il ragazzino dai capelli verdi si mettesse davanti al suo Absol per ripararlo almeno un po' dal vento congelante!
 
Pochi istanti dopo, nel punto in cui Lord Solaris, il suo scagnozzo e i loro Pokemon si trovavano non restava altro che una patina di ghiaccio e un piccolo cumulo di neve, e altre incrostazioni ghiacciate si erano formate sul pavimento e sui muri. In tutto questo, però, il portale che sigillava il "cuore di Reborn" era rimasto completamente intatto.
 
"Se ne sono andati..." mormorò Heather delusa. "Maledizione, ce li avevamo in pugno, quei dannati..."
 
"Vol volbeat..." disse il Volbeat di Shelly, scuotendo la testa per dire che non era il caso di rischiare troppo. 
 
"Credo che Volbeat abbia ragione." disse la bambina dai capelli violetti. "Eravamo di fronte al capo del Team Meteora e ad uno dei suoi uomini più forti. E... a giudicare da come sono stati in grado di mettere Drew, Cain ed Hitomi in minoranza, abbiamo ancora un bel po' di strada da fare, se vogliamo affrontarli ad armi pari."
 
Amaria annuì lentamente, accarezzando il suo Milotic, che abbassò la testa per farle due coccole. "E' vero... la situazione era troppo incerta, e non potevamo permetterci di rischiare." affermò. "Ma... lasciamo perdere, avremo altre occasioni di sistemare Lord Solaris e i suoi scagnozzi. Drew... Hitomi, Cain, state bene?"
 
"Noi sì... sono i nostri Pokemon quelli che le hanno prese." disse Drew, verificando che il suo Absol non fosse ferito seriamente. Per fortuna, l'elegante e misterioso Pokemon Buio era in buone condizioni, e fece cenno con la testa al suo allenatore per dire che stava bene. "Accidenti, quel Lord Solaris era davvero forte. Forse è meglio ritirarci, per oggi abbiamo già avuto abbastanza emozioni forti."
 
"Già... per adesso è già un buon risultato che abbiamo scoperto questo posto. In seguito si vedrà." disse Amaria. "Ma... credo che a questo punto sia meglio informare Saphira e Titania di quello che abbiamo scoperto. Non credo proprio che il Team Meteora ce la farà passare liscia, questa volta."
 
"Absol..." mormorò lo Absol di Drew, dando un'occhiata alla grande porta sigillata dietro la quale, a detta di Lord Solaris, si trovava il più grande potere di tutto il continente di Reborn. Cain fece un tentativo di appoggiare una mano sulla superficie del portale, ma la ritrasse subito quando sentì una scarica elettrica pizzicargli la pelle. No, non era prudente provare ad aprirlo adesso...
 
"Almeno sappiamo... che questo è il motivo per cui cercano il mio Anellorubino e la Collanasmeraldo di Ortilla." disse Heather, accarezzando il suo Bagon. "Ma cosa si nasconda qui dietro... non ne ho la più pallida idea. Papà... era questo che cercavi. Spero che tu e la mamma mi stiate guardando, in questo momento. Farò in modo di scoprire per quale motivo siete morti... non mi fermerò finchè non avrò avuto risposte!"
 
"E credo che queste risposte serviranno molto anche a noi." disse Hitomi. "Questa faccenda è molto più complessa di quanto pensassi all'inizio..."
 
 
oooooooooo
 
 
Nel Quartiere Lapislazuli, vicino all'orfanotrofio diretto dal Dr. Sigmund Connal, due figure femminili si aggiravano furtivamente tra i vicoletti sporchi e scarsamente illuminati, restando vicine all'ingresso del lugubre edificio. Anche se tutt'attorno regnava un silenzio di morte, irreale ed inquietante nel panorama desolante di Reborn City, entrambe avevano quasi l'impressione che da quel luogo provenissero le urla di dolore e i pianti di sofferenza di tutti gli orfani che erano sotto le "amorevoli cure" di quell'uomo...
 
Dopo qualche istante, una delle due ragazze, una piccola figura vestita di verde, con brillanti capelli rossi, parlò con voce esitante. "A-allora... il... il piano è pronto... Saphira?" chiese alla sua compagna.
 
La leader della resistenza anti-Meteora annuì severamente. "Sì, Laura. Charlotte è ancora là dentro. E abbiamo atteso anche troppo a lungo per tirarla fuori da questo covo di malvagità e sofferenza." affermò. "Dobbiamo prenderci la nostra vendetta, Laura. Il Dr. Connal non ruberà più altro tempo ai bambini indifesi di Reborn City."
 
"Farò... del mio meglio per aiutarti." disse Laura, cercando di mostrarsi convinta.            
 
      
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: Lord Solaris si è dimostrato un avversario ancora fuori dalla portata di Drew e dei suoi compagni. Se non altro, adesso la resistenza sa cosa sta cercando il Team Meteora... e anche se il fangame non usa gli eventi di Zaffiro Alfa / Rubino Omega come parte della storia, ho comunque cominciato a far intendere che Lord Solaris è collegato agli eventi di tanto tempo fa! Cosa vorrà significare? 
 
Shelly ha catturato uno Spinarak e un Joltik, il che certo la aiuterà a mettere su una buona squadra. Ma in questo momento, non credo che avrebbero potuto fare una gran differenza contro Solaris. Solo la presenza di Amaria ha evitato che andasse ancora peggio... e Amaria potrebbe non essere sempre là a togliere le castagne dal fuoco ai nostri giovani eroi!
 
Come andrà a finire? E cosa hanno in mente Saphira e Laura? Il prossimo capitolo vi attenderà quanto prima per iniziare a darvi qualche risposta... quindi, sappiatemi dire se questo capitolo vi è piaciuto, e vi aspetto al prossimo aggiornamento!
 
A presto!
  
      
 
      

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Capitolo 20
*** Bande di strada ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 20 - Bande di strada
 
 
Quella sera, nel nascondiglio della resistenza, i ragazzi stavano facendo il punto della situazione, ponendo particolare attenzione all'incontro di Drew e dei suoi compagni con Lord Solaris e Blake, e a quella misteriosa porta che avevano trovato sotto la Grande Scalinata di Reborn City. Cain stava raccontando tutto per filo e per segno a Vera, Max e a tutti quelli che non lo avevano accompagnato, e che stavano ascoltando con profondo interesse e preoccupazione.
 
"E così, per fortuna, siamo riusciti a reggere quel tanto che bastava perchè la nostra carissima Amaria intervenisse e costringesse Lord Solaris e il suo lecchino a levare le tende." disse il ragazzo dai capelli viola. "Ricordami che ti devo un bacio, Amaria! E spero che alla nostra amica Titania la cosa non dispiaccia!"
 
Amaria rise della battuta del suo amico, mentre con una mano accarezzava uno dei Pokemon che aveva catturato più di recente - lo Oshawott che Cain aveva salvato dal lago inquinato. "Hehehee... non ti preoccupare, Cain! Tania non è gelosa fino a questo punto!" affermò l'esperta di Pokemon Acqua. Il Pokemon lontra che stava accarezzando guardò verso di lei, sbattendo gli occhi come se si stesse chiedendo cosa voleva dire... ed Amaria si schiarì la voce, riportando il discorso sui binari da cui era partito. "Comunque... sì, è una fortuna che Lord Solaris non se la sia sentita di affrontarmi. Lui ha detto che non era sicuro di vincere contro di me, ma se devo essere sincera, lo stesso vale per me. Sono riuscita a cogliere di sorpresa il suo Garchomp con quel Geloraggio, ma avete visto anche voi che era ancora in piedi."
 
"Ha resistito ad una mossa doppiamente superefficace..." disse Max con un brivido. "Quel Lord Solaris dev'essere un allenatore eccezionale. Beh, ovvio. Altrimenti non sarebbe il capo del Team Meteora."
 
"E anche quel bellimbusto che era con lui non scherzava... si chiamava Blake, e usava Pokemon di tipo Ghiaccio." continuò Hitomi, giocherellando distrattamente con una matita mentre stava seduta ad un tavolo. "Dobbiamo farne ancora, di strada... prima di poterci battere con quei due."
 
"E io non avevo neanche i Pokemon più indicati per affrontare una squadra di tipo Ghiaccio." commentò Drew. Aveva da poco affidato il suo Roserade e il suo Absol alle cure della macchina rigenerante del loro nascondiglio, e adesso aspettava che avesse finito. "Detto questo, se non altro sappiamo qualcosa su quale sia l'obiettivo del Team Meteora, e perchè vogliano impadronirsi dell'anello di Heather e della collana di Ortilla."
 
"Una grande porta nei sotterranei di Reborn City... e un potere straordinario che si nasconde dietro di essa." disse Vera, riflettendo ad alta voce. "E mentre parliamo, sicuramente il Team Meteora sarà alla ricerca degli altri due pezzi del puzzle."
 
Florinia richiamò a sè l'attenzione schiarendosi la voce. "Indipendentemente da quali posano essere le nostre mosse successive, appare chiaro a questa unità che la priorità consiste nell'individuare e proteggere le restanti due chiavi." affermò nella sua voce robotica. "Un combattimento con Lord Solaris è pertanto da evitare. Si suggerisce piuttosto di sabotare le operazioni del Team Meteora tramite le quali cercano di rendere Reborn City inadatta a sostenere la vivibilità di umani, animali e Pokemon."
 
"Danneggiare il Team Meteora è senz'altro una delle nostre priorità." affermò Amaria. "Se riuscissimo, per esempio, a scoprire come fanno a rendere il Lago Azzurro così inquinato, rimuoveremmo una delle minacce più sostanziali."
 
"Osha, osha!" esclamò lo Oshawott di Amaria. "Oshawott!"
 
"Momentaneamente, questa unità suggerirebbe comunque di mantenere un basso profilo ed attendere un'occasione più favorevole. Il recente incontro con il Team Meteora ha sicuramente innalzato il loro livello di guardia." continuò Florinia. "Si suggerisce piuttosto di raccogliere quante più informazioni possibile sul Lago Azzurro. Tali conoscenze serviranno a fare sì che la mossa successiva sia più efficace."
 
"Va bene..." disse Julia, le mani dietro la nuca mentre faceva una lenta piroetta su sè stessa. "Oh, beh, non posso dire che prendermi qualche giorno di relax mi dispiaccia! Con tutta l'eccitazioe che c'è stata in questi ultimi giorni... e poi, chissà, magari potremmo dare un'occhiata al regalino che il signor Elisio ti ha lasciato e capire che cosa possa essere, non pensi anche tu, Vera?"
 
La ragazzina castana mostrò il pacchetto che il miliardario di Kalos le aveva lasciato. Da quando lei e Max erano tornati alla base, non lo aveva ancora aperto, dal momento che il racconto di quell'incontro con Lord Solaris aveva occupato tutta la sua attenzione, ma adesso era il momento giusto per capirci qualcosa di più. "Sì, lo penso anch'io... e a questo proposito, vorrei farvi vedere questo che il signor Elisio ci ha dato prima di andare a prendere il suo aereo di ritorno verso Kalos." disse. "Mi ha detto che avrebbe potuto esserci utile, ma non ha spiegato esattamente cosa fosse... e sono curiosa di darci un'occhiata."
 
"Beh, per quello basta aprire il pacco per sapere di cosa si tratta, no?" chiese retoricamente Max, con un sorrisetto arguto sul viso. 
 
Vera storse comicamente il naso. "Grazie mille, fratellino, fin lì ci arrivavo..." rispose, mentre con le mani cominciava ad aprire il pacchetto. Quando sollevò il coperchio della scatola, un improvviso bagliore la costrinse a stringere gli occhi... un fascio di luce rossa e gialla che proveniva dall'oggetto contenuto al suo interno: una sfera di uno strano materiale semitrasparente che inviava riflessi colorati tutt'attorno, come se un sole in miniatura brillasse al suo interno e diffondesse una radianza sacra che aveva un effetto quasi ipnotico sui ragazzi che la osservavano! Stava comodamente nella mano di Vera, e aveva una forma perfettamente sferica, senza apparentemente alcuna traccia di imperfezioni. Al suo interno si vedeva una sorta di fiammella rossa con una lingua nera che appariva guizzare rapidamente, mentre il resto della sfera era pervaso di luce dorata, quasi troppo intensa per essere osservata direttamente! Anche Florinia, pur nel suo sforzo di essere priva di emozioni, non riuscì ad impedire ad un accenno di meraviglia di comparire sul suo volto, sgranando leggermente gli occhi e aprendo di poco la bocca!
 
"Cosa... ma... che cos'è?" si chiese Drew. Anche il ragazzino dai capelli verdi era assolutamente meravigliato di quello che stava vedendo - anche nella straordinaria avventura che lui e i suoi compagni avevano vissuto in giro per i quattro continenti, non aveva mai visto una cosa simile. Stava illuminando praticamente a giorno la sala del rifugio sotterraneo! "Quasi non riesco neanche a sostenerne la vista!"
 
"Non... non ho idea di cosa sia, ma racchiude un potere immenso, incredibile!" affermò Amaria. Vera mise rapidamente la pietra nella scatola da cui l'aveva estratta, agendo quasi per riflesso condizionato, e rimase per un istante come immobilizzata. Non riusciva a credere a quello che aveva appena visto... che cosa le aveva dato Elisio? Quale potere si celava in quello strano oggetto? E a cosa sarebbe servito?
 
Mentre i ragazzi restavano ancora fermi a guardare la scatola ora chiusa nella quale si trovava la pietra luminosa, un rapido rumore di passi annunciò l'arrivo di Vittoria, che si affacciò e controllò cosa stesse accadendo. "Ragazzi! Ragazzi, che succede? Ero di là che stavo allenando le bambine, quando ho visto questo grande lampo di luce, e... cosa è successo?" chiese, entrando nella sala con Pietro ed Ortilla al seguito.
 
"Non ne ho la più pallida idea..." affermò Vera. "Stavo dando un'occhiata al dono che il signor Elisio mi aveva fatto, e... ho visto questa luce abbagliante, e poi... non so nemmeno io di cosa si tratti, ma il signor Elisio mi ha detto che si tratta di un potere che mi sarà molto utile in seguito..."
 
"Vittoria... Tu ne sai qualcosa, per caso?" chiese Ortilla. Alty, la sua magnifica Altaria, svolazzò accanto alla sua allenatrice e si posò con grazia sulla sua spalla, guardando incuriosita in direzione di Vera... e percepì qualcosa di strano nella scatola che Vera teneva in mano. Una sensazione strana, che la Pokemon Drago/Volante non aveva mai percepito prima di allora... ma che allo stesso tempo le sembrava stranamente familiare!
 
"Alty... altariaaaaa!" esclamò la Pokemon piumata, agitando spasmodicamente le ali mentre puntava il becco verso la scatola. Vittoria corrugò la fronte, osservando la reazione di Alty, e un ricordo degli insegnamenti della sua sensei cominciò a riaffiorare nella sua mente.
 
"Che succede, Alty?" chiese Ortilla preoccupata. "C'è... c'è qualcosa che non va in quella scatola? Ti senti bene?"
 
"Altarrrria!" esclamò la Pokemon Drago/Volante, cercando di fugare le preoccupazioni della sua allenatrice. "Alt altaria!"
 
Ortilla corrugò la fronte, comprendendo quello che voleva dire la sua Pokemon. "Beh... mi sembra di capire che Alty abbia percepito una grande energia provenire da quella scatola!" disse la coordinatrice dai capelli turchini. L'espressione di Vittoria si era fatta più pensierosa, e a Vera sembrò che l'esperta di aikido stesse ricordando altri particolari. Anche Drew, Hitomi e Max avevano notato questo particolare...
 
"C'è... qualcosa che ci vorresti dire riguardo a quello strano oggetto, Vittoria?" chiese il ragazzino con gli occhiali. 
 
Vittoria si sfregò il mento per qualche istante, raccogliendo i ricordi. "Hmm... non sono sicura al cento per cento, ma... credo di avere un'idea di cosa possa essere." affermò. "Vera... più tardi potremmo parlare un po' a tu per tu? Se... se il dono del signor Elisio è quello che penso io, allora potrebbe essere davvero importante che io te ne parli."
 
"Beh... certo, per me non ci sono problemi." disse Vera. Ormai aveva capito che, di qualunque cosa si trattasse, era estremamente importante. "Qualsiasi cosa possa aiutarci contro il Team Meteora è bene accetta, dopotutto..."
"Ma ho la sensazione che da questo momento in poi, la lotta con quel Lord Solaris e i suoi uomini si farà ancora più dura..." disse tra sè la bambina castana.
 
 
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Ortilla si sgranchì una spalla mentre tornava nella sala degli allenamenti, dove Shelly ed Heather erano ancora alacremente all'opera assieme a Pietro e a Fern. Per quanto di malavoglia, il ragazzaccio con gli occhiali aveva accettato di far fare un po' di pratica alle due bambine, e in particolare di allenare lo Spinarak e il Joltik che Shelly aveva catturato sotto la Grande Scalinata. Il Noibat e la Vibrava di Heather, a loro volta, si stavano allenando con il Rhydon di Pietro... e assieme a lui, c'era un altro Pokemon che Ortilla non aveva mai visto in vita sua, ma che chiaramente era un altro Pokemon di tipo Roccia: sembrava una grossa stalagmite di colore blu-grigio che si reggeva su quattro robuste zampe dotate di unghioni di roccia rossa. Aveva una testa che appariva stilizzata, rozzamente scolpita nel granito, con due orecchie formate da appuntite rocce rosse, e un paio di occhi simili a gemme sfaccettate, in mezzo ai quali si vedeva una cresta di pietra rossa. Numerosi spuntoni di roccia emergevano dal suo corpo, in maniera apparentemente casuale. La creatura di roccia restava ferma al suo posto, assorbendo senza problemi i colpi che gli venivano sferrati da Vibrava e Noibat.
 
"Coraggio, Heather! Metteteci un po' più di ritmo, tu e i tuoi Pokemon! Più verve! Vi voglio scattanti!" esclamò Pietro, applaudendo un paio di volte quando un attacco Dragospiro centrò in pieno il Pokemon sconosciuto, che si difese alzando una delle sue robuste zampe. Fu costretto ad indietreggiare un po', ma si riprese rapidamente e scosse la testa per schiarirsela, mentre Noibat scagliava un preciso attacco Aerasoio contro Rhydon, senza fargli danni eccessivi.
 
"Okay... Spinarak, attacca con Ombra Notturna!" esclamò Shelly, i cui nuovi Pokemon stavano affrontando il Krokorok di Fern... e un altro dei Pokemon del giovinastro, un Scyther dall'aspetto feroce e bellicoso! "E tu, Joltik... usa un attacco Elettrotela!"
 
Gli occhi compositi di Spinarak si illuminarono di luce nera e proiettarono un lampo di oscurità contro il Krokorok di Fern, mentre Joltik alzò le zampette anteriori e scagliò una ragnatela fatta di crepitante elettricità dorata contro Scyther! Ma Fern non sembrò per nulla impressionato. Con acredine, il giovinastro con gli occhiali fece un cenno al suo Pokemon mantide. "Scyther, usa Forbice X!" esclamò. "Krokorok, tu cerca di reggere al colpo! Non dovrebbe esserti difficile..."
 
"Rok!" esclamò il coccodrillo delle sabbie, incrociando le braccia artigliate davanti a sè e parando come meglio poteva l'attacco Ombra Notturna di Spinarak, che si disperse senza fargli troppi danni. Il Scyther di Fern strinse i denti, attese che la ragnatela elettrica di Joltik fosse abbastanza vicina... e sferrò un potente e preciso fendente con entrambe le braccia, tranciando letteralmente la rete elettrica, che si disperse con un crepitio inquietante! Scyther scosse le braccia-falci, un po' stordito dalla scarica elettrica che aveva comunque ricevuto, e rivolse uno sguardo rancoroso al ragnetto elettrico.
 
"Ehm... immaginavo che non avrebbe funzionato granchè, ma... valeva la pena provare." disse Shelly, sfregandosi la nuca. Il suo Joltik sospirò rassegnato, ed immaginando che Scyther si sarebbe preso la sua vendetta...
 
"Scyther, Lacerazione. Krokorok, Pietrataglio." ordinò Fern. Il Pokemon mantide fendette l'aria con entrambe le sue braccia-falce, scavando un profondo solco nel terreno e mancando di pochissimo il ragnetto elettrico, la cui pelliccia si rizzò per lo spavento! Nello stesso momento, Krokorok eseguì un attacco Pietrataglio, colpendo il terreno con un pugno e facendo sollevare dal terreno attorno a Spinarak dei grossi spuntoni di roccia che lo mancarono di pochissimo! Non c'era bisogno di avere lo stesso acume di Shelly per rendersi conto che Fern aveva mandato un messaggio ben preciso - che seavesse voluto, avrebbe potuto stendere Spinarak e Joltik senza fare alcuna fatica. "Bene, ragazzine, siete andate in maniera... decente, se non altro. Per due Pokemon che hai appena catturato, non sei andata poi così male. Però adesso non alzate troppo la cresta, mi sono spiegato? Le bambine come voi devono sapere qual è il loro posto e portare rispetto a chi è più abile e più esperto di loro."
 
"S-sì, certo. Non mi era mai passato per la testa di mancarti di rispetto, Fern." disse Shelly. Heather gettò un'occhiataccia al ragazzo più grande e bofonchiò qualcosa tra i denti prima di tornare a concentrarsi sul suo scontro di allenamento con Pietro. Vibrava aveva messo a segno un attacco Battiterra, colpendo il terreno con violenza con la sua coda, e scatenando una piccola scossa tellurica che aveva colpito sia il Rhydon del giovane musicista, che il Pokemon sconosciuto, facendoli incespicare e rallentandoli sensibilmente. Incuriosita da quel Pokemon roccioso che lei non aveva mai visto prima, Ortilla si fermò e lo scannerizzò con il suo Pokedex.
 
"Gigalith, il Pokemon Pressionalta. Tipo Roccia. Forma evoluta di Boldore. Possiede la grande facoltà di assorbire i raggi solari attraverso i grandi cristalli presenti su tutto il corpo. Questi, una volta assorbiti, vengono trasformati in energia ed espulsi come raggi dalla bocca quando se ne presenta l'utilità. Abita nelle caverne e nelle grotte, mimetizzandosi tra le rocce." disse l'enciclopedia elettronica.
 
"Altar, alt?" chiese Alty. Gigalith si era ripreso per primo dall'attacco di Vibrava e stava contrattaccando con Lucidatura, sfregando una zampa sul suo corpo roccioso per togliersi di dosso un po' di impurità e velocizzarsi. Con un improvviso scatto di velocità, il Gigalith di Pietro si scagliò verso il Vibrava di Heather e cercò di attaccare con Bottintesta, abbassando il capo per sferrare un colpo micidiale al Pokemon Terra. Corrugando la fronte, la bambina dai capelli fucsia calcolò il tempo e diede l'ordine al momento giusto.
 
"Vibrava… evitalo e rispondi con un attacco Dragocoda!" esclamò. Il pesante Pokemon Pressionalta mancò di pochissimo Vibrava quando quest'ultima, con un energico movimento delle sue corte ali, fece un balzo laterale ed evitò l'attacco di Gigalith… poi, mentre ancora il nemico non si era messo in guardia, sferrò un potente colpo con la coda avvolta da una strana fiammella blu-viola, che colpì in pieno Gigalith! Il Pokemon roccioso non subì troppi danni, ma il colpo riuscì comunque a sbalzarlo indietro… e lo costrinse a tornare nella sua Pokeball! Gigalith si trasformò di nuovo in una scia di luce rossa e volò fino alla Pokeball vuota che era appesa alla cintura di Pietro, non lasciandogli altra scelta che recuperare il suo Pokemon.
 
"Hmm, niente male, piccola! Sei diventata parecchio brava, devo ammetterlo!" disse Pietro, cercando un'altra Pokeball. "Ma ora vediamo come te la cavi con lui… Relicanth, vieni! Credo che sia il momento di sgranchirsi un po'!"
 
"Relo!" esclamò il Pokemon che uscì dalla successiva Pokeball. Sembrava un grosso pesce preistorico lungo più di un metro, ricoperto da robuste squame corazzate di colore marrone cupo, che diventavano grigie e più spesse sulla testa e in alcune chiazze apparentemente casuali sparse sul suo corpo, una coda dalla forma strana, che dava l'impressione di essere in parte atrofizzata, e delle pinne pettorali stranamente lunghe e fini. L'espressione sul suo volto, nonostante la mascella sporgente potesse farlo apparire minaccioso, era di assoluta tranquillità, e forse qualcuno avrebbe potuto dire che appariva addirittura apatico, con quei suoi occhi sempre chiusi e la sua bocca dall'aria assonnata. L'unico elemento che stonava un po' nel suo aspetto era un puntino rosso posto sulla schiena del pesce preistorico, chiaramente visibile in mezzo alle sue squame del colore della roccia.
 
"Relicanth, il Pokemon Longevità. Tipo Acqua/Roccia." disse il Pokedex di Ortilla. "Relicanth è una specie esistente da 100 milioni di anni senza alcuna mutazione di forma. Questo antichissimo Pokémon si nutre di microrganismi, come prova della sua bocca sdentata. Il suo corpo riesce a resistere all'incredibile pressione degli abissi oceanici ed è ricoperto di squame dure come roccia viva."
 
"Non sarà un Pokemon preistorico a spaventarci, vero, Vibrava, Noibat?" chiese Heather ai suoi due Pokemon, entrambi ancora arzilli e determinati a sostenere l'assalto. "Dobbiamo fare del nostro meglio se vogliamo diventare più forti... solo così potremo sconfiggere quel maledetto Lord Solaris!"
 
"Noibat!" esclamò Noibat, scagliando un attacco Aerasoio contro Relicanth e Rhydon. Ma entrambi i Pokemon ressero bene alla raffica di lame di vento, che per gran parte si infranse sulle loro corazze dure come il granito!
 
"Non male, ma ti ci vorrà ben altro per avere la meglio!" esclamò Pietro. "Relicanth, usa Zuccata! Rhydon, attacca con Cadutamassi!"
 
"Rhyyydon!" esclamò il rinoceronte bipede, per poi cominciare a scagliare una raffica di sassi contro Vibrava, che si scansò lateralmente e riuscì ad evitare i primi due attacchi, colpì il terzo masso con una Dragocoda che lo mandò in frantumi, ma non riuscì ad evitare di essere colpito dal quarto, che lo mandò a terra con un tonfo sordo! Noibat riuscì per un pelo a scansarsi quando Relicanth si scagliò su di lui, abbassando la testa e caricando come un ariete... e il pesce preistorico passò vicino all'avversario, sollevando un fischio che penetrò nelle sensibili orecchie del drago-pipistrello!
 
Ortilla stava osservando con attenzione le mosse e le contromosse di Heather e Shelly, assieme a quelle dei loro compagni di allenamento. Lei ed Alty stavano cercando di memorizzare il più possibile e imparare da quell'incontro. Sarebbe stato importante in seguito... e ad insaputa di Ortilla, molto prima di quando lei immaginasse!
 
 
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Nel Quartiere Ossidiana di Reborn City, il pomeriggio si era trascinato come sempre in mezzo allo smog, allo squallore e all'opprimente noia della classica giornata di quella metropoli infernale. La maggior parte delle persone, conclusa una grigia giornata di lavoro, si era chiusa in casa per evitare i mille pericoli che infestavano il quartiere, e si erano sintonizzati sulla radio locale o avevano acceso la tv per godersi almeno qualche oretta di divertimento ed evasione.
 
Tuttavia, non tutti erano dello stesso avviso - quando la maggior parte dei lavoratori e degli studenti erano tornati nelle loro case, qualcun altro cominciava a muoversi...
 
In una piazzetta dispersa tra gli edifici di Reborn City, un gruppetto di ragazzi di non più di vent'anni, tutti vestiti con delle uniformi blu con tanto di bandana dello stesso colore legata sulla testa si stavano aggirando in maniera guardinga, evidentemente alla ricerca di qualcosa... 
 
"Bene. Fin qui siamo arrivati... e non abbiamo trovato nessuno dei nostri rivali." disse uno dei ragazzi, tenendo in mano una Pokeball dalla forma strana, azzurra con dei motivi bianchi che ne decoravano la parte superiore. "Che ne dite, ragazzi? Io dico che prima di stasera, l'intero quartiere Ossidiana è di nuovo sotto il nostro controllo!"   
 
"Hah! Lo dicevo io che quei fessi della Banda Magma non sarebbero durati a lungo! Non appena ci siamo messi sul serio, li abbiamo stracciati come tanti principianti!" disse una ragazza vestita allo stesso modo... ma con un top azzurro al posto della maglietta dell'uniforme. Il gruppetto, composto da tre ragazzi e due ragazze, continuò ad addentrarsi nelle stradine del quartiere, stando bene attenti a dove mettevano i piedi... almeno finchè uno di loro non fece un segno con la mano, segnalando che c'era qualche problema.
 
"Ragazzi... ragazzi, qui c'è qualcosa che non va!" esclamò. "Mi sa tanto che... ci hanno teso un'imboscata..."
 
"Dour! Dour!" esclamò la voce di un Pokemon che emerse da una stradina laterale un istante dopo, accompagnato da altri della sua stessa specie - erano dei cagnolini piccoli ma dall'aspetto feroce, con una pelliccia corta nera, ventre e muso rossi, orecchie a punta e una piccola coda. Le zanne sporgevano dalle loro bocche e avevano delle strisce bianche intorno alle caviglie e sulla schiena, in modo da assomigliare ad ossa. Si trattava senza dubbio di un gruppetto di Houndour, Pokemon di tipo Buio/Fuoco ben conosciuto per il loro carattere sociale e per le dolorose fiamme che erano in grado di sputare dalle fauci, oltre alla loro capacità di secernere un potente gas tossico.
 
"Bene, bene! Che cosa abbiamo qui?" si chiese una voce sarcastica, appartenente ad una figura umana che avanzava con fare sicuro dietro il piccolo branco di Houndour. Altri individui emersero dalle stradine attorno alla piazza, e cominciarono a circondare i ragazzi vestiti di blu: si trattava di un gruppetto di loro coetanei, che indossavano delle magliette rosse, dei pantaloni neri decorati con delle fiamme rosse sulle gambe, e delle scarpe da ginnastica bianche con le suole rosse...
 
"Un po' di cretinetti della Banda Idro sono venuti a farci compagnia, ragazzi!" esclamò una ragazza della gang vestita di rosso, che indubbiamente doveva essere quella Banda Magma di cui i teppistelli in blu avevano parlato. "Aaaah, questa sì che è un'occasione favolosa per noi! Il nostro capo Massimo ci sarà molto riconoscente quando gli diremo che siamo riusciti a dare una lezione memorabile ai nostri rivali della Banda Idro!"
 
"Tsk... potrebbe essere invece che stasera saremo noi a comunicare ad Ivano che la Banda Magma non è più un problema?" esclamò il ragazzo che sembrava essere a capo del drappello della Banda Idro. "Avanti, ragazzi, diamogli una lezione! Fuori i vostri Pokemon!"
 
I suoi compari obbedirono all'istante e fecero uscire i loro Pokemon... e un attimo dopo, diversi Pokemon simili a piranha si schierarono davanti agli Houndour della Banda Magma: avevano tutti una massiccia e affilata dentatura che divideva i loro corpi nei loro due colori principali, il blu nella parte superiore e il rosso nella parte inferiore. Nella parte superiore del ventre avevano una stella gialla, oltre che tre pinne appuntite a forma di M due delle quali sopra la testa, mentre l'altra si trovava sotto il ventre. Tutte le pinne erano di colore giallo, e facevano sembrare i Pokemon piranha ancora più minacciosi!
 
"Carrrrvanha!" esclamò il più grande dei Pokemon piranha, mostrando i denti ai suoi avversari.
 
"Sembra che la Banda Idro abbia deciso di fare i duri!" esclamò uno della Banda Magma, ghignando con fare arrogante. "Forza, miei piccoli Houndour, fategli vedere di cosa siamo capaci!"
 
"Avanti, Carvanha! Quelli ve li mangiate a colazione!" esclamò una ragazza della Banda Idro. "E per quanto riguarda queste teste di fiammifero... queste ce le lavoriamo noi!" Si voltò verso una ragazza della Banda Magma e si sgranchì le nocche delle mani, prima per una rissa... e i loro rivali non si fecero attendere e cominciarono ad avanzare, circondando la Banda Idro. Non ci volle molto prima che i pugni cominciassero a volare, e i Carvanha e gli Houndour si lanciassero gli uni contro gli altri... e il rumore della battaglia cominciò a risuonare per tutto il Quartiere Ossidiana!
 
 
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Quella sera, in un vicoletto buio vicino ad una delle poche sorgenti d'acqua pulita rimaste a Reborn City... 
 
"E così... avete incontrato quelli della Banda Magma... e loro ve le hanno suonate, eh?" chiese retoricamente un ragazzo di circa vent'anni, guardando con una certa disapprovazione un gruppo di suoi compagni appena tornati da una spedizione nel Quartiere Ossidiana. Tutti e cinque erano piuttosto malridotti, con diversi occhi neri, strappi sui vestiti, e i capelli arruffati, oltre che un paio di nasi gonfi... e i Carvanha che li accompagnavano erano altrettanto malconci!
 
"Ehm... mi piacerebbe dire che li abbiamo sbaragliati, ma sarebbe una bugia... comandante Ivano!" affermò una delle ragazze della Banda Idro, tenendosi una bistecca cruda su un occhio che ben presto avrebbe assunto un vivace colorito blu! "Abbiamo combattuto, e gliele abbiamo suonate anche noi... ma... beh... diciamo che si è conclusa con un pari e patta!"
 
Il giovanotto di nome Ivano strinse una mano a pugno e si alzò dalla sua poltrona improvvisata - che effettivamente non era niente di più che un divano malconcio posto dietro ad un tavolo smangiato dai tarli! Era un ragazzo alto e robusto per la sua età, che indossava una maglietta a strisce bianche e blu, con un'ancora dorata disegnata sul petto, che appariva piuttosto stretta posta su un fisico ben sviluppato come il suo! Indossava inoltre un paio di pantaloni blu un po' consunti, con un paio di sandali di cuoio, e una bandana blu legata sulla testa, e aveva la pelle scura, con lunghi capelli neri legati nella classica pettinatura da rasta. "Okay, adesso quelli della Banda Magma hanno proprio rotto le scatole!" esclamò con decisione. "C'è posto per una sola gang nelle strade di Reborn City, e sarà senz'altro per la Banda Idro! Noi sì che pensiamo al futuro di Reborn! Quindi, ragazzi miei... da questo momento in poi, mollate tutto quello che state facendo! Andiamo a stendere quelli della Banda Magma a gran calcioni nel sedere!"
 
"Giusto, capo! Non vedo l'ora di dargli la lezione che meritano!" esclamò uno degli scagnozzi della Banda Idro, portando con sè uno strano Pokemon che sembrava una medusa azzurra dal corpo traslucido e dall'espressione dolce, che fluttuava senza peso a fianco del giovanotto. 
 
Ivano prese le sue tre Pokeball, poste in un comparto del tavolo a cui era seduto, e le guardò con convinzione. Due delle Pokeball erano azzurre con un motivo bianco, come quelle dei suoi compagni, ma la terza era di un colore blu intenso, e la sua superficie era percorsa da alcune venature più scure che davano l'impressione di una rete da pesca. "E gliela daremo, amici miei! Solo che questa volta sarà per sempre!" affermò, prima di dare un'occhiata alle sue Pokeball. "Bene, ragazzi, sembra proprio che sia arrivato il momento di entrare in scena! Massimo si pentirà di avermi messo i bastoni tra le ruote... questa volta, non ci fermeremo finchè la Banda Idro non avrà la supremazia su Reborn City! E allora, potremo sfidare il Team Meteora e liberare la nostra città dalla loro oppressione!"
 
"Gloria alla Banda Idro!" esclamarono in coro i membri della gang...
 
 
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"Gloria alla Banda Magma!" 
 
Nello stesso tempo, dalla parte opposta del quartiere, la Banda Magma si era riunita nella sala macchine di una fabbrica abbandonata i cui radiatori funzionavano ancora. Era un luogo desolato ma ancora abbastanza accogliente - la presenza della banda di strada faceva sì che, se non altro, le condizioni fossero vivibili e la sporcizia fosse ridotta al minimo. Le macchine abbandonate e le casse lasciate qua e là, del resto, fornivano ai membri della banda degli ottimi posti per piazzare sacchi a pelo ed effetti personali... E oltre a ciò, diversi Pokemon di tipo Fuoco gironzolavano là attorno, evidentemente anche loro membri a pieno titolo della gang.
Massimo, il leader della Banda Magma, un ragazzo alto e snello con i capelli rossi tagliati corti, si schiarì la voce prima di fare il suo discorso ai suoi uomini - anche quelli, tornati un po' pesti e malconci dall'incontro con la Banda Idro. Era un giovane sui vent'anni, vestito di una camicia bianca sorprendentemente ben tenuta, con sopra un maglione arancione che diventava rosso verso il collo e le spalle, e indossava inoltre un paio di pantaloni neri con delle fiamme gialle e rosse disegnate sulle ginocchia, un paio di scarpe rosse con i lacci bianchi, e una cintura di colore rosso vermiglio alla quale erano appese le sue Pokeball. Era accompagnato da quello che sembrava essere il suo Pokemon più fidato, un maestoso Arcanine. 
 
Fece spaziare il suo sguardo da un lato all'altro della sala, guardando i suoi uomini riuniti attorno a lui e seduti chi su una cassa, chi su uno sgabello, chi a gambe incrociate sul pavimento. Anche i Pokemon, in particolare Houndour e Growlithe, si erano riuniti, prestando attenzione alle parole del capo.
 
Poi, quando fu sicuro che tutti stessero ascoltando, annuì tra sè e cominciò a parlare. "Oggi, una volta di più, la Banda Idro ha dimostrato che non sono interessati a collaborare con noi." disse Massimo. "Abbiamo a cuore il futuro di Reborn City e cerchiamo di renderla una città più vivibile... ma quelli della Banda Idro vogliono soltanto divertirsi e provocare caos! Questo non è tollerabile! Noi siamo dalla parte dei cittadini di Reborn City, e vogliamo fare in modo che tutti loro possano vivere in pace... quindi, dobbiamo eliminare gli elementi incontrollabili come la Banda Idro! E dopo di loro, toglieremo di mezzo anche il Team Meteora, e restituiremo questa città ai suoi abitanti! E a noi stessi, si intende!"
 
"Grow! Grow!" esclamò un Growlithe in segno di approvazione.
 
"Che cosa ha intenzione di fare riguardo la Banda Idro, capo?" chiese una ragazza bionda, mettendosi un cerotto su una guancia dove aveva ricevuto un graffio da una rivale. 
 
"Organizzeremo una spedizione punitiva quanto prima." rispose Massimo, tenendo in mano una Pokeball completamente bianca. "Questa dovrà essere la nostra sfida decisiva! Una volta che avremo eliminato la Banda Idro, resteremo i padroni incontrastati della piazza!"
 
"Certamente, capo!" esclamarono in coro diversi membri della banda, ansiosi di chiudere i conti una volta per tutte con la Banda Idro.
 
"Dour!" abbaiò un Houndour entusiasta.
 
Massimo annuì soddisfatto, e accarezzò il suo Arcanine, che emise un guaito soddisfatto. Molto presto, le strade del Quartiere Ossidiana sarebbero diventate il teatro di un regolamento di conti in piena regola...
 
 
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Con un fendente sferrato con il taglio della mano, lo Scraggy di Ortilla divise in due parti nette il mattone davanti a sè, le cui due metà volteggiarono in aria per un breve tratto prima di atterrare sul pavimento con un soddisfacente tonfo... e la bambina dai capelli turchini applaudì soddisfatta. Da quando Scraggy si era unito alla sua squadra, ancora composta soltanto da lui e da Alty, aveva fatto un bel po' di passi avanti, cosa di cui erano grati a Cain, Vittoria e al resto del gruppo della resistenza. Persino Fern si era offerto di darle qualche lezione, anche se più che altro perchè non voleva che una "dilettante" rallentasse il resto del gruppo. Certo, c'era ancora il problema che aveva soltanto quei due Pokemon con sè... e se voleva avere la possibilità di dare una mano contro il Team Meteora, aveva bisogno di una squadra un po' meglio allenata e un po' più grande.
 
"Okay, Scraggy, sei stato bravissimo! Ottimo lavoro!" disse vivacemente Ortilla, facendo un cenno di intesa al suo Pokemon Buio/Lotta, che rispose voltandosi e facendo il segno dell'okay. Alty svolazzò accanto a lui e si congratulò dandogli una pacchetta amichevole sulla schiena.
 
"Altaria altaria!" esclamò la Pokemon dalle piume bianche. "Altar altar alty, altarrrrria?"
 
Scraggy riprese fiato per qualche istante, sgranchendosi la mano che aveva usato per rompere i mattoni. Era ancora un po' indolenzita, ma nulla di preoccupante. "Scraggy? Scraggy scrag!" rispose, facendo un cenno affermativo con la testa per tranquillizzare la sua compagna di squadra. "Scraggy... scrag scrag!"
 
"Taria?" chiese Alty, sfregandosi il becco con un'ala, e poi rivolgendosi alla sua allenatrice. "Alty alty altaria, alt..."
 
Ortilla raggiunse i suoi due Pokemon e si chinò per accarezzarli. "Sì, Alty, capisco cosa vuoi dire... e se devo essere sincera, nemmeno io mi sono ancora abituata del tutto a Reborn City. Sono sicura che zio Adriano sta facendo tutto il possibile per ritrovarci, ma non dev'essere facile intervenire nemmeno per lui." affermò la bambina dai capelli turchini. "Purtroppo, qui a Reborn le cose vanno molto diversamente che nel resto del mondo... non immaginavo nemmeno che esistesse un luogo così tremendo, dove i Pokemon e la gente fanno una vita così difficile, e dove il degrado e l'inquinamento regnano sovrani."
 
"Scrrrraggy..." disse Scraggy, abbassando lo sguardo. Sicuramente stava ripensando alla vita che conduceva prima che Ortilla gli avesse permesso di entrare nella sua squadra, che non doveva essere stata facile nè confortevole.
 
"Va tutto bene, Scraggy. Vedrai che riusciremo a cavarcela. Ci alleneremo ancora, e quando saremo tutti diventati più forti, affronteremo Lord Solaris e lo sconfiggeremo!" sentenziò Ortilla, con un sorriso smagliante sul viso, e mettendosi in posa assieme ad Alty, con un braccio alzato e un indice puntato verso un sole immaginario! Alty spalancò le ali e appoggiò delicatamente le zampe sulle spalle di Ortilla, come se volesse dare l'impressione che la sua allenatrice avesse le ali di un angelo!
 
"Scraggy?" chiese il Pokemon Buio/Lotta, un po' perplesso davanti alla scenetta messa su dalla piccola coordinatrice di Hoenn. Ma la sua incredulità durò soltanto un momento, prima che Scraggy decidesse di riderci su. Era da parecchio tempo che non si sentiva così tranquillo e aveva l'impressione di potersi rilassare senza timore di essere catturato o peggio da qualche banda di strada o da qualche Pokemon più forte di lui. Tra l'altro, Ortilla era molto gentile con lui... al contrario di come gran parte della gente di Reborn trattava i Pokemon. 
 
Ortilla si voltò verso l'ingresso della sala d'allenamento quando Vittoria fece il suo ingresso, facendo un inchino alla ragazzina di Hoenn. "Ortilla... stavo giusto cercando te!" disse la giovane esperta di aikido, entrando nella sala accompagnata dal suo Pignite. "Spero che l'allenamento sia andato bene!"
 
"Altar!" esclamò Alty, svolazzando allegramente accanto ad Ortilla, che strizzò un occhio a Vittoria e annuì.
 
"Certo! E' stato molto proficuo! Adesso penso proprio che il mio amico Scraggy sia pronto per delle battaglie vere e proprie!" esclamò la bambina. "Dimmi pure, Vittoria... c'è qualcosa che non va?"
 
"Beh... niente di davvero serio, ma è una faccenda che merita comunque la nostra attenzione." disse Vittoria. "Vedi... è una cosa che non vi abbiamo detto, visto che lo credevamo un problema di secondaria importanza... ma qui a Reborn City ci sono numerose bande di strada, composte da ragazzi e ragazze disillusi dalla nostra società che decidono di farsi una vita ai margini, illudendosi così di godere di un po' più di libertà e benessere."
 
"Beh... capisco... e adesso, come mai sono diventate un problema?" chiese Ortilla.
 
"Di recente, tra le bande di Reborn City, ne sono emerse due particolarmente forti ed influenti, la Banda Magma e la Banda Idro." affermò Vittoria. Vedendo l'espressione stupita che apparve immediatamente sui volti di Ortilla e di Alty, la giovane maestra di arti marziali si affrettò a spiegare. "Sì, sì, abbiamo sentito anche noi della crisi che è avvenuta circa due-tre anni fa con il Team Magma e il Team Idro, lì ad Hoenn. Fatto sta, che queste due bande hanno deciso di contendersi il predominio sulle strade di Reborn City, a cominciare dal Quartiere Ossidiana... e le loro lotte stanno creando non pochi problemi agli abitanti della città, visto che rendono molte strade impraticabili. Oltre a ciò... le continue lotte tra queste due bande stanno rendendo le strade poco sicure, e sono un disturbo continuo. Finora non erano mai degenerate fino a questo punto, ma... adesso riteniamo che le due bande abbiano deciso di regolare i conti una volta per tutte. Sarebbe meglio... evitare che ciò accada, e indurre la Banda Magma e la Banda Idro a più miti considerazioni. Tanto più che anche loro, per quanto ne sappiamo, si oppongono al Team Meteora."
 
"Giusto, giusto... quindi se riuscissimo a far loro deporre le armi, magari potremmo anche averli come alleati." affermò Ortilla. "Va bene, arrivo subito. Stiamo... stiamo organizzandoci per andare a fermare queste bande prima che si scontrino, immagino."
 
"Pignite!" esclamò il maialino infuocato.
 
"Esatto." rispose Vittoria, mentre lei, Ortilla e i loro Pokemon cominciavano a dirigersi verso la sala principale. "Intervenire adesso, intanto che la situazione è ancora sotto controllo, è l'unico modo per fare sì che questa guerra tra bande non degeneri ancora di più. In effetti, forse avremo dovuto muoverci prima... ma inutile stare qui a pensarci! Andiamo!"
 
"Altar!" esclamò Alty.
 
 
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Il gruppetto di allenatori era riunito nella sala principale, dove Amaria e Florinia stavano esponendo il problema. Tutti gli allenatori erano seduti sui divani consunti oppure in piedi accanto ad essi, ascoltando le due ragazze dell'Accademia Onice in piedi accanto ad un tavolino di vetro basso, a parlare del motivo per cui si stavano riunendo.
 
"Questa unità comprende che per alcuni di voi si richiede un periodo di ricarica, per rigenerare le energie. Ma il tempo a nostra disposizione è troppo limitato." tagliò corto Florinia. Come c'era da aspettarselo, la ragazza con gli occhiali venne immediatamente al punto. "Briefing della situazione. Presenza di bande di strade nel quartiere Ossidiana. Rispondono ai nomi di Banda Magma e Banda Idro."
 
Max alzò gli occhi a cielo. "Mamma mia... certo che hanno davvero una fantasia incredibile, eh?" commentò sarcastico.
 
Hitomi mantenne abilmente il ritmo. "Già, scommetto che i loro capi sono rimasti alzati la notte a pensare a dei bei nomi." disse. "Vorrei conoscerli, sono proprio dei geni."
 
Amaria ridacchiò delle battute dei due bambini, ma si schiarì la voce e riportò la conversazione sui binari. "Beh... credo che avremo modo di farlo presto! Quello che vorremmo fare adesso è fare sì che la Banda Magma e la Banda Idro non si combattano a vicenda. Questo toglierebbe un problema alla popolazione di Reborn City... e magari ci permetterebbe di procacciarci degli alleati nella battaglia con il Team Meteora."
 
"Quello che non mi spiego... è che se queste due bande sono entrambe contro il Team Meteora, perchè non fanno fronte comune?"  si chiese Fern. "Voglio dire, non hanno lo stesso obiettivo? Se volete la mia, sono entrambe un branco di pecoroni senza cervello."
 
"Sentimenti irrazionali che annebbiano i pensieri ed impediscono di raggiungere la massima efficienza." affermò Florinia, con quel tono piatto che faceva quasi venire i brividi. Fern storse il naso, ma non fece commenti ed ascoltò con fare vagamente infastidito. "Tuttavia, il motivo per cui siamo qui non è discutere sui motivi che la Banda Magma e la Banda Idro potrebbero avere. L'obiettivo della nostra spedizione è fare sì che le due bande non si danneggino a vicenda, cessino le ostilità, e nella migliore delle ipotesi si schierino con noi. Questa è la missione, se la accettate."
 
"Chiaramente, non tutti noi parteciperemo. Al momento, siamo impegnati anche a scoprire qualcosa di più sul Team Meteora, e cercare di capire quale potrebbe essere la loro prossima mossa." affermò Amaria. "Quindi... Vera, Max, Drew, Hitomi, Ortilla... pensate di essere all'altezza di questa situazione?"
 
"Abbiamo affrontato cose peggiori. Sono sicura che ce la possiamo fare." disse Vera, dopo aver dato un'occhiata ai suoi compagni ed aver appurato che tutti loro se la sentivano di fare quell'uscita. "Va bene, vorrà dire che andremo noi ad incontrare queste bande. Tra l'altro..." aggiunse con una breve risata ironica. "Max ed io abbiamo avuto un po' di esperienza con i team a cui si sono ispirate. Immagino che sia meglio di niente, no?"
 
Cain fece una breve risata divertita. "Oh, certamente! Ma non pensate che farete tutta questa faticata da soli, tesori! Il sottoscritto Cain verrà con voi... e anche tu, Pietro, non vorrai certo dire di no ai nostri compagni di Hoenn, vero? Noi conosciamo meglio questo labirinto di città, e vi permetteremo di arrivare prima ala quartiere Ossidiana."
 
"C'è anche un modo un po' meno ridicolo di dire le cose, Cain... ma sono d'accordo. Va bene, io e Cain andremo con i nostri compagni di Hoenn a vedere come stanno le cose con queste due bande di scalmanati. E vedremo di convincerli a... metterci una pietra sopra, scusandomi per la battuta fin troppo facile."
 
"Nessun bisogno di scusarsi." disse Drew, alzandosi dalla poltrona. "Piuttosto, il mio Roserade e il mio Absol come stanno? Erano entrambi piuttosto malconci quando siamo tornati dalla Gran Scalinata... per non parlare del Walrein e del Grumpig di Hitomi."
 
"Abbiamo pensato anche a loro." disse Amaria, indicando la porta al proprio fianco con un cenno della mano, che si aprì con uno scatto e fece entrare i Pokemon in questione: Roserade, del tutto ritemprato dopo essere stato scongelato, fece una lenta piroetta in aria spargendo dei petali rosa e blu attorno a sè, mentre Absol si limitò ad entrare con incedere maestoso. Amaria sorrise e strizzò un occhio in segno di intesa. "Come potete vedere, ora sono belli e pimpanti, e pronti a combattere nel caso ce ne sia bisogno."
 
"Certo, spero che quelli della Banda Magma e della Banda Idro siano più ragionevoli, ma se così non dovesse essere..." disse Hitomi, accarezzando il suo Walrein sulla testa. Il Pokemon tricheco chiuse gli occhi, godendosi  il momento prima di prepararsi mentalmente ad una nuova spedizione... che sperabilmente sarebbe stata più rilassante di quella da cui era appena venuto fuori.
 
 
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Il Quartiere Ossidiana, a quell'ora della notte, stava cominciando a diventare una zona di guerra. Le strade erano già deserte, e anche gli accattoni e i Pokemon randagi che le frequentavano si erano nascosti meglio che potevano, sapendo che in quell'occasione due delle bande di strada più famigerate della città stavano per scontrarsi. Tutt'attorno regnava un terribile silenzio, interrotto soltanto dallo sciabordio dell'acqua inquinata che scorreva nei canali... preludio alla guerra che si sarebbe scatenata entro pochi minuti.
 
In una delle piazze principali del quartiere, la quiete venne interrotta quando alcune voci dal tono sensibilmente esaltato e sicuro di sè, appartenenti ad un gruppetto di giovani che entrò nella piazza da una strada laterale, ognuno di loro tenendo in mano una Pokeball azzurra dall'aspetto inusuale. Ridendo tra loro e vantandosi, i membri della Banda Idro si piazzarono ciascuno in un punto che chiaramente era stato concordato in precedenza...
 
"Ci siamo, finalmente! Quei fessi della Banda Magma passeranno di qui... e noi saremo ad aspettarli con il nostro personalissimo comitato di benvenuto!" esclamò un ragazzo del Team Idro. Si guardò dietro, verso le ombre del vicolo dove attendevano alcuni Pokemon di tipo Acqua... tra questi, alcuni Buizel, un Bibarel, un gruppetto di Tentacool che si trascinavano sul terreno con i loro tentacoli, e anche qualche Krabby e qualche Corphish. Uno dei Buizel si sgranchì le nocche delle mani, per mostrare la sua impazienza nel dare inizio alla resa dei conti.
 
"Siamo sicuri che li intercetteremo qui?" chiese una ragazza della Banda Idro. "Voglio dire, non sono mica degli idioti come tu credi, soprattutto il loro capo. Io non mi fiderei al cento per cento di quello che sento dire..."
 
"Fidati! Andrà tutto benissimo!" rispose un'altra ragazza. "Non hanno altra scelta, capisci? I nostri compagni hanno fatto in modo che la via per loro più conveniente sia quella che passa di qua. Forse si aspetteranno che noi siamo qui a tendergli un'imbocata, ma non potranno fare altro che esporsi al rischio!"
 
"Tentacool, tentacool..." affermò uno dei Tentacool, sfregandosi i tentacoli tra loro. I Pokemon erano ansiosi di cominciare quanto i loro allenatori.
 
Uno dei ragazzi fece cenno ai suoi compagni di abbassare la voce e di non farsi sentire. "Sssh! Dobbiamo mantenere la sorpresa, quindi tenete chiuse quelle vostre boccacce! Credo che stiano già arrivando..."
 
Alcuni dei ragazzi della Banda Idro vide qualcosa cominciare a muoversi dal lato opposto della piazza, scarsamente illuminato dai lampioni intermittenti che davano al luogo un aspetto ancora più triste e malinconico... e tutti si appostarono, pronti a lanciare il loro attacco non appena la Banda Magma avesse messo la punta del naso fuori dalla luce!
 
Ma, man mano che passavano i secondi, i monelli di strada cominciavano a capire che qualcosa non era andato per il verso giusto. Gli intrusi ci stavano mettendo un po' troppo tempo... e soprattutto, stavano facendo troppo poco rumore per essere un'intera banda! 
 
"Che... che sta succedendo, chi sono quelli?" sussurrò una ragazza. "Non mi sembrano gente della Banda Magma, a guardarli così..."
 
Uno dei ragazzi scosse la testa. "Non ne ho idea. Ma se è qualcuno che cerca di interferire, daremo una bella lezione anche a loro!" affermò. Alcuni dei Pokemon si fecero avanti per accogliere gli intrusi... e il Bibarel che era con la Banda Idro aguzzò la vista per vedere chi fosse...
 
Vera, Drew e Cain emersero dall'oscurità e si mostrarono alla luce del lampione, con grande sorpresa della Banda Idro, che per un attimo perse la volontà di combattere e guardò meravigliata verso i tre sconosciuti... in particolare verso il ragazzo dai capelli viola che li salutava con la mano come se stesse andando ad una festa, piuttosto che interferire in un regolamento di conti!
 
"Ta-daaaa! Buonasera a tutti, tesori miei! La notte è giovane, e siamo tutti allegri, a quanto vedo!" affermò Cain. "E quindi mi sono chiesto... perchè non andare a divertirci anche noi? E così ho portato con me anche i miei piccoli amici, Drew e Vera! Tranquilli, tranquilli, se dovessimo fare qualcosa da bollino rosso, farò in modo che loro vadano a prendersi un gelato da un'altra parte!"
 
Vera strizzò un occhio in una comica espressione di imbarazzo. "Okay, di questa facevo anche a meno..." disse tra sè, dando uno sguardo a Drew che stava ridacchiando sotto i baffi. "Immagino che a te non darebbe fastidio, Drew..."
 
"Pensavo che fosse una nottata perfetta per un appuntamento." rispose il ragazzo dai capelli verdi, senza perdere un colpo. "Certo, magari la città non è il massimo, ma se la scelta è questa..."
 
"Che diavolo ci fate voi qui?" esclamò uno della Banda Idro. "Non siamo qui per ascoltare le vostre buffonate!"
 
Dall'oscurità, emersero alcuni dei Pokemon del gruppetto della resistenza. Il Blaziken e lo Skitty di Vera raggiunsero la loro allenatrice, e il gattino rosa emise un acuto miagolio, fiocamente illuminato delle lingue di fuoco che guizzavano sul folto piumaggio di Blaziken. Lo Absol di Drew e il Nidoking di Cain arrivarono pochi attimi dopo, eleganti e minacciosi  al tempo stesso.
 
"Come potete vedere, noi non siamo qui per le buffonate." disse Drew, facendosi freddo e serio. "Altrimenti, non ci saremmo portati dietro i nostri Pokemon più forti. Ma non siamo neanche qui per combattere."
 
"Absol..." affermò il Pokemon Buio, facendo scintillare la lama sulla sua testa alla luce del lampione. Il messaggio era chiaro - non erano lì per combattere, ma erano comunque pronti a farsi rispettare se la Banda Idro avesse tentato di fare qualcosa di stupido.
 
"Siamo qui per discutere con voi." disse Vera. "Noi facciamo parte della resistenza anti-team Meteora... e sappiamo che anche voi siete contro quella gente. Quindi... perchè sprecare tempo ed energie a combattere contro la Banda Magma, che per giunta hanno anche loro il vostro obiettivo? Non avrebbe più senso unire le forze per affrontare il nostro nemico comune?"
 
"Che cosa? Stai scherzando, vero, mocciosa?" rispose bruscamente la voce di una ragazza. "Noi dovremmo unirci a quel branco di babbei della Banda Magma? E rinunciare al nostro predominio sul quartiere Ossidiana?"
 
"Quegli idioti vogliono ostacolarci! Non vogliono permetterci di fare a modo nostro per cacciare il Team Meteora!" replicò un altro ragazzo.
 
"E comunque non ne abbiamo bisogno!" replicò un'altra. "Noi siamo la Banda Idro, e sappiamo bastare a noi stessi! Non è che per caso voi siete in combutta con quei babbei della Banda Magma e volete metterci i bastoni tra le ruote?"
 
"Sì, dev'essere così." affermò la voce chiara e stentorea di Ivano, il capo della Banda Idro. "Questi intrusi devono far parte della Banda Magma e sono qui per ostacolarci. Ma hanno fatto male i calcoli. Noi non ci lasciamo fregare da questi trucchetti." I suoi uomini gli fecero spazio mentre avanzava verso Vera, Drew, Cain e i loro Pokemon, e dietro di lui avanzò anche uno Sharpedo dall'espressione feroce, che teneva la bocca semiaperta per mostrare i suoi terrificanti denti triangolari affilati come coltelli. "Ora, ragazzina... sarò io ad affrontarti. Sarai un buon riscaldamento per quando arriveranno i tuoi amichetti... e il tuo capo Massimo! Gli darò un messaggio che lui non potrà fraintendere!"                
 
"Ugh... e io che speravo di non dover combattere..." mormorò Vera scuotendo la testa. Un po' di malavoglia, Blaziken si mise in guardia, mentre Skitty zampettava allegramente accanto a lui, ed entrambi i Pokemon si apprestavano ad affrontare lo Sharpedo di Ivano...
 
"Skit skit skit!" esclamò il gattino rosa, girando un po' in tondo prima di mettersi in guardia...      
  
 
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Da un'altra parte del Quartiere Ossidiana...
 
"Hmm... e così, abbiamo un po' di intrusi provenienti da un paesino da quattro soldi come Hoenn... che pensano di poter venire qui a dirci come dobbiamo comportarci qui a Reborn City?" chiese retoricamente Massimo, il leader della Banda Magma, mentre assieme al suo Arcanine affrontava Max e il suo Gardevoir, già schierati davanti a lui. Sfortunatamente, anche in questo caso l'approccio diplomatico era riuscito soltanto a farli accusare di essere collaboratori della banda avversaria, e aveva fatto sì che il capo fosse sceso in campo di persona per affrontarli. "Beh, siamo un po' arriganti, eh, moccioso quattrocchi? Credo che sia il caso di insegnarti come vanno le cose qui a Reborn City."
 
"Chissà perchè, me lo aspettavo..." disse Hitomi, apparendo del tutto calma e tranquilla a riguardo, anche ora che la banda stava circondando lei e Pietro per impedire loro di dare una mano a Max. "Non si riesce mai a fare le cose in maniera semplice e lineare, vero? Ho quasi l'impressione di essere un personaggio in un'anime il cui autore complica le cose il più possibile."
 
"Oh beh... vorrà dire che ne verremo fuori da soli." disse Pietro, tenendo pronta una Pokeball. "Max, ci pensi tu a quella testa calda, mentre noi cantiamo la ninna nanna ai suoi scagnozzi?"
 
"Non sarà facilissimo... ma sono convinto che ce la possiamo fare." disse telepaticamente il Gardevoir del bambino con gli occhiali, muovendo elegantemente le braccia in aria per poi mettersi in guardia. "Molto bene, Max. Vediamo di non metterci troppo tempo."
 
"Tranquillo, Gardevoir. Adesso ci pensiamo noi..." disse Max, squadrando con attenzione lo Arcanine di Massimo, che strisciava la zampa sul terreno come se stesse prendendo lo slancio, e si preparava a lanciarsi contro il suo avversario...   
 
In quella notte, il Quartiere Ossidiana si stava trasformando in un autentico campo di battaglia fra tre fazioni...
 
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: Questo capitolo e il successivo sono stati tratti da una sidequest nel videogioco. In realtà, nel gioco si sceglie se stare dalla parte della Banda Idro o della Banda Magma, ma ai fini della mia storia, ho pensato avrebbe avuto più senso per Vera e gli altri di cercare di interrompere le dispute tra le due bande e convincerle in qualche modo a collaborare. Certo, come avete potuto vedere, non è così facile...
 
Credo che questa mini-saga si concluderà nel prossimo capitolo. E poi, sarà il momento di cercare di sferrare un altro colpo al Team Meteora! A proposito... sì, il dono di Elisio a Vera era proprio una Blazikenite! Potete immaginare cosa significhi questo, vero?
 
A presto, e mi raccomando... recensite! :)         
          
 

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Capitolo 21
*** Disordine nella notte ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 21 - Disordine nella notte
 
 
Vera continuò a sostenere lo sguardo di sfida di Ivano, il leader della Banda Idro. Il giovanotto vestito di azzurro stava avanzando con una certa baldanza verso la ragazzina castana, accompagnato dal suo Sharpedo che mostrava i denti in maniera minacciosa. Altri ragazzi della Banda Idro, incoraggiati dal comportamento del loro capo, si stavano piazzando al suo fianco, con alcuni dei loro Pokemon pronti a dare man forte. Vera, Drew, Cain e i loro Pokemon, in sostanza, si stavano trovando davanti degli avversari determinati... sicuramente, non gente che si sarebbe lasciata persuadere tanto facilmente.
 
"Bi, bibarel?" chiese il Bibarel che stava con la Banda Idro, cercando di trattenere un Buizel e un Tentacool che stavano unendosi alle fila dei ragazzi di strada. Il Pokemon castoro stava cercando di indurre i suoi compagni a non fare nulla di impulsivo, ma non stava avendo molta fortuna. I due Pokemon non badarono alle raccomandazioni di Bibarel, che abbassò la testa con un sospiro, e andarono ad ingrossare le fila del piccolo esercito che si era schierato davanti ai tre compagni della resistenza.
 
"King..." mormorò il Nidoking di Cain scuotendo la testa. Guardò verso Blaziken, Skitty ed Absol, facendo cenno verso i Pokemon schierati davanti a loro. "Nido nidoking, nido?"
 
"Absol..." affermò lo Absol di Drew, dicendo di sì con la testa. L'elegante Pokemon dalla pelliccia bianca si acquattò sul terreno e guardò freddamente alcuni Tentacool che cercavano di strisciare verso lui e il suo allenatore, costringendoli a fermarsi con una collettiva esclamazione di sgomento. "Absol ab, sol!"
 
"Blaz?" chiese Blaziken, per poi annuire dopo averci riflettuto su giusto per un momento. "Blaziken blaz! Blaziken?"
 
"Skitty!" miagolò lo Skitty di Vera, facendo un piccolo salto in avanti e piazzandosi davanti a tutti i suoi compagni, con grande sorpresa di Vera e del suo starter. Il secondo Pokemon che Vera aveva catturato durante il suo viaggio era certamente di grande aiuto nelle gare... ma non era mai stato un granchè come combattente, a parte la sua mossa Bora. Vera era un po' stupita che adesso si facesse avanti per primo per combattere.
 
"Skitty! Sei sicuro di quello che fai?" chiese Vera... ma il gattino rosa non fece in tempo a rispondere prima che il terrificante Sharpedo di Ivano si prendesse la prima mossa!
 
"E mentre tu perdi tempo a parlare con il tuo Pokemon... io apro le ostilità!" esclamò il capo della Banda Idro. "Avanti, Sharpedo! Attacca con Sgranocchio!"
 
"Ah! P-presto, Skitty! Usa Assistenza!" esclamò Vera, sperando che la fortuna fosse dalla sua parte. Di solito andava così nelle gare di Pokemon - Assistenza dava come risultato una mossa che in quel momento si rivelava utile - quindi Vera sperò che andasse così anche in questa occasione...
 
Una piccola sfera di luce bianca si illuminò su una delle zampette anteriori di Skitty, per poi assumere la forma di un'impronta di gatto... e un istante dopo, la luce bianca si trasformò in un getto d'acqua che schizzò verso lo Sharpedo di Ivano, colpendolo sul muso e facendolo indietreggiare con un'esclamazione di sorpresa! Con un grugnito, il Pokemon simile ad uno squalo si scrollò di dosso l'acqua e guardò Skitty come se volesse chiedergli cosa esattamente sperasse di fare.
 
"Kitty..." miagolò il gattino rosa, sfregandosi la nuca con la coda in segno di imbarazzo.
 
Saggiamente, Vera decise di non lasciare che Skitty si esponesse troppo, e fece cenno al gattino rosa di ritirarsi. Blaziken strinse i denti quando vide Ivano fare un cenno con la mano... e un attimo dopo, il suo Shapedo si lanciò verso il Pokemon più piccolo, spalancando le sue terribili fauci per sferrare un attacco Sgranocchio!
 
"Blaziken!" esclamò il Pokemon Fuoco/Lotta, piazzandosi rapidamente davanti a Skitty per proteggerlo. Alzò un braccio, e le fauci di Sharpedo si chiusero su di esso, mordendolo ferocemente e strappandogli un breve stridio di dolore. Ma la sua naturale resistenza agli attacchi Buio fece in modo che Blaziken si riprendesse rapidamente. Il suo pugno sinistro si strinse al suo fianco, e il galletto combattente spiccò un salto, colpendo dal basso verso l'alto con un uppercut devastante!
 
"Blaziken, stendi quello Sharpedo con Stramontante!" esclamò la bambina castana, mentre tutt'attorno a loro, i Pokemon di Cain e Drew cominciavano ad affrontare quelli della Banda Idro. Blaziken portò a termine l'attacco e centrò in pieno il Pokemon squalo con il pugno chiuso, facendogli sgranare gli occhi e facendolo volare in aria per un breve tratto, fino a farlo schiantare tra le file dei Pokemon fedeli alla banda! Blaziken, graffiato dalla pelle abrasiva sull'avversario, fece due passi indietro e si massaggiò le nocche della mano, sulle quali era comparsa una dolorosa abrasione. 
 
"Sharrrrp... Sharrrpeeeedoooo..." mormorò il pescecane, prima che i suoi occhi si trasformassero in spirali... e quelli di Ivano si spalancarono come due piattini da tè davanti alla sconfitta di uno dei suoi Pokemon più forti!
 
Da parte sua, il Bibarel che era con la Banda Idro scosse la testa, come se si fosse aspettato che sarebbe andata così. "Bi, bibarel..." mormorò, usando la sua coda per picchiettare sul terreno... mentre lo Absol di Drew mandava a segno un poderoso attacco Nottesferza su un gruppo di Tentacool, e il Nidoking di Cain usava il suo potente attacco Velenpuntura per colpire un Seaking, un Pokemon simile ad un enorme pesce rosso con un corno affilato sulla testa, ampie ed eleganti pinne, e il corpo coperto da squame di colore bianco, rosso e nero.
 
"Allora... vogliamo discuterne in aniera un po' più civile, adesso?" chiese Cain con perfetta nonchalance, prima di rivolgere un segno dell'okay al suo Nidoking che aveva appena mandato a terra il Seaking avversario. "Sapete com'è, la nostra concezione di divertimento non è esattamente di restarcene qui a discutere con voi, quando potremmo passarla a gettare un altro po' di fango nei piani del Team Meteora."
 
"Skitty..." mormorò lo Skitty di Vera, cercando di fare la sua migliore espressione innocente e carina!
 
Poco convinto, Ivano richiamò il suo Sharpedo sconfitto e tirò fuori un'altra Pokeball. "Tsk... ammetto che ve la cavate bene, ma non sarete certo voi ad impedirci di regolare i conti una volta per tutte con la Banda Magma! Non aspettavamo altro che queso giorno, noi!" esclamò. "Vai, Azumarill! Fagli vedere di cosa sei capace!"
 
La Pokeball azzurra che Ivano aveva lanciato si spalancò a contatto con il terreno, e da essa uscì un Pokemon che decisamente non aveva nulla di minaccioso: si trattava di una sorta di coniglietto blu dal corpo a forma di uovo, con delle macchie bianche sul ventre. La metà inferiore del suo corpo era bianca, separata dal resto da una linea ondulata che dava l'impressione di alcune piccole onde del mare. Aveva un paio di lunghe orecchie dalla punta arrotondata, e la sua coda terminava con una sfera azzurra che faceva da galleggiante. I suoi occhi erano di forma circolare, con le iridi blu scure, mentre le sue zampe erano corte e senza dita.
 
"Azu, azu! Azumarill!" esclamò il Pokemon azzurro, drizzando allegramente le orecchie prima di mettersi in guardia. Blaziken corrugò la fronte e si mise in guardia, percependo per istinto che non si sarebbe trattato di una battaglia semplice da affrontare...
 
"Attento, Blaziken! E' meglio se cerchiamo di prenderci noi la prima mossa." affermò la bambina dai capelli castani. "Attacca con Calcinvolo!"
 
"Blaze!" esclamò Blaziken, usando la sua velocità superiore per scagliarsi contro lo Azumarill di Ivano e scendere in picchiata con un potente calcio volante che il Pokemon d'Acqua non ebbe il tempo di evitare. Si limitò ad alzare le braccia e parare il colpo come meglio poteva...
 
Il Calcinvolo andò a segno, ma non ebbe l'effetto che Vera, Blaziken e Skitty si erano aspettati: Azumarill vacillò sotto il tremendo impatto, ma non cadde... e anzi, quando Blaziken atterrò, si vide rivolgere un sorrisetto strafottente!
 
"Mi sembra che tu non sappia molto di Azumarill, eh?" chiese Ivano, muovendo un dito come per dire di no. "Non sai del nuovo tipo di Pokemon che è stato scoperto? Il tipo Folletto?"
 
"Blaz?" chiese Blaziken, sorpreso quanto la sua allenatrice. 
 
"Il tipo Folletto?" chiese Vera, guardando verso Drew e Cain - il primo sembrava altrettanto stupito e confuso, ma il secondo pareva piuttosto chiedersi come mai i suoi compagni più giovani non avessero mai sentito parlare di quel tipo di Pokemon... "No, non ne so niente! Da dove viene? Quando è stato scoperto?"
 
"Non molto tempo fa, in effetti... ma mi sorprende che degli allenatori come voi non ne sappiano niente!" rispose Cain. "Adesso è saltato fuori che alcuni Pokemon che credevamo di conoscere bene sono di questo tipo, come ad esempio Jigglypuff, Clefairy od Azumarill."
 
"Azumarill!" esclamò il Pokemon simile ad un coniglio azzurro, muovendo una mano vivacemente!
 
Ivano sghignazzò, sicuro che la battaglia stesse per volgere a suo favore. "Bene... ora che sapete del tipo Folletto, mi occupo io di farvi vedere quanto può essere forte! Azumarill, usa il tuo attacco Carineria su quel Blaziken!" esclamò, facendo il nome di una mossa che a Vera e Drew era del tutto sconosciuta.
 
Il Pokemon Acquaniglio disse di sì con la testa e si lanciò a tutta velocità contro Blaziken, che alzò la guardia e cercò di respingerlo con un calcio. Agilmente, Azumarill evitò la gamba del Pokemon Fuoco/Lotta e scivolò sotto di essa, arrivando vicinissimo a lui!
 
Azumarill mise a segno un pugno che raggiunse Blaziken al torace, e il galletto fiammeggiante spalancò gli occhi per l'improvviso dolore e barcollò all'indietro, dando all'avversario la possibilità di attaccare ancora! Azumarill raggiunse Blaziken e cominciò a colpirlo con una raffica di pugni talmente rapida e fitta da sollevare un polverone che inghiottì entrambi i Pokemon, facendoli scomparire in una nuvola dalla quale uscivano stelline e strani simboli! Per qualche secondo, Blaziken subì l'attacco, finchè un ultimo colpo di Azumarill non scagliò via il Pokemon Fuoco/Lotta, facendolo cadere a terra!
 
"Blaziken!" esclamò Vera, stupita che un attacco così avesse fatto un simile effetto al suo Pokemon più forte. Ivano ridacchiò trionfante e fece cenno ad Azumarill di continuare l'attacco!
 
"Bravissimo, Azumarill! Ora sistemalo una volta per tutte!" esclamò il leader della Banda Idro. "Colpiscilo con Idrondata!"
 
"Azumarill!" esclamò il Pokemon Acquaniglio, sollevando la sua coda sferica sulla quale apparve una massa di acqua ruggente! Blaziken si rialzò, scuotendo la testa per schiarirsela, e vide il suo avversario che avanzava con rapidità, agitando la coda...
 
Ma Vera non si perse d'animo. "Skitty... attacca Azumarill con Fulmine!" esclamò.
 
Il Pokemon Micio balzò in avanti e spalancò la bocca, sulla quale apparve una sfrigolente sfera di luce gialla! "Skitty!" esclamò il Pokemon Micio, per poi scagliare la sfera elettrica contro il suo avversario prima che quest'ultimo potesse raggiungere Blaziken! Azumarill si accorse troppo tardi del pericolo, e cercò di scansarsi con un tuffo laterale all'ultimo momento, ma il fulmine globulare lo colpì al torace e lo spinse indietro con un'esclamazione di dolore e disappunto!
 
"Temo che anche tu abbia commesso una leggerezza... hai dimenticato che ho fatto uscire due Pokemon, non uno solo!" esclamò Vera, chinandosi per accarezzare Skitty sulla testa. Azumarill scosse la testa e si rimise in guardia, frustrato per il fatto che uno dei suoi attacchi migliori fosse andato a vuoto... "Okay, Blaziken, meglio non rischiare. Ritorna!"
 
"Blaziken!" esclamò ragionevolmente il Pokemon Vampe, annuendo prima che Vera lo richiamasse nella sua Pokeball. Con un cenno affermatico della testa, Vera lo ringraziò mise via la sua Pokeball, e chiamò un altro dei suo Pokemon. "Tocca a te, Venusaur!"
 
"Saurrrrr!" esclamò la Pokemon Erba/Veleno, apparendo in un lampo davanti a Vera e atterrando pesantemente sul terreno, intimorendo Azumarill con lo sguardo, Ivano strinse i denti, immaginando che adesso la battaglia si sarebbe fatta più ardua... ma non sarebbe stato il leader della Banda Idro se avesse lasciato che un Pokemon qualsiasi gli facesse paura!
 
"Credi davvero di potermi battere solo perchè hai un Pokemon di tipo Erba? Povera stupida... non sarei il capo della Banda Idro se non avessi pensato anche a questo!" esclamò Ivano. "Azumarill, attacca con Gelopugno!"
 
"Venusaur, respingilo con Foglielama!" esclamò Vera. Il coniglietto azzurro corrugò la fronte e si lanciò contro Venusaur, tenendo il pugno destro alzato e avvolto da un'aura di luce bianco-azzurrina... ma la Pokemon Erba/Veleno aprì l'enorme fiore che aveva sulla schiena e fece scaturire da esso una raffica di foglie taglienti che sfrecciarono verso il Pokemon del capo della Banda Idro! Azumarill reagì prontamente, sferrando un pugno davanti a sè e congelando la prima raffica di foglie, che cadde a terra e si ingranse come una raffica di frammenti di ghiaccio... ma la seconda scarica lo costrinse a gettarsi di lato ed interrompere il suo assalto.
 
"Brava, Venusaur! Adesso continua con Parassiseme!" proseguì Vera. Venusaur annuì con un ghigno e scagliò un grosso seme dal fiore posto sulla sua schiena, facendolo viaggiare in una traiettoria ad arco e facendolo cadere addosso ad Azumarill mentre quest'ultimo si stava rialzando! Con un'esclamazione di disappunto, il Pokemon Acquaniglio vide delle liane ricoperte di foglie sbocciare dal seme ed avvinghiarsi rapidamente attorno a lui, in modo da risucchiare le sue energie e trasgerirle a Venusaur.
 
"Hmph... Azumarill, cerca di liberarti da quelle liane!" esclamò Ivano, mentre si dava un'occhiata attorno per vedere come se la stessero cavando i suoi uomini. Non bene come lui avrebbe voluto, per sua sfortuna: sembrava che i Pokemon di quei due ragazzi si sapessero battere, e fossero stati allenati molto bene...
 
Azumarill afferrò le liane che cercavano di avvinghiarlo con le sue piccole mani e cominciò a tirare con tutte le sue forze per spezzarle... ma nel frattempo, le liane continuavano a stringere e a risucchiare le energie del Pokemon Acquaniglio, che strinse i denti e raddoppiò i suoi sforzi.
 
"Non diamogli tregua, Venusaur! Continua con Corposcontro!" esclamò Vera. La Pokemon Seme annuì, prese lo slancio e si scagliò con tutto il suo peso contro lo Azumarill nemico, colpendolo in pieno e scagliandolo a terra con violenza! Il tremendo impatto fece ruzzolare Azumarill a terra, ma quest'ultimo riuscì a rialzarsi e, nel momento in cui Venusaur caricò di nuovo, riuscì a liberare un braccio dalle liane e a sferrare un potente pugno congelante sulla spalla dell'avversario!
 
"SAURRRR!" Venusaur ringhiò per la sorpresa e l'improvviso dolore, barcollando indietro di qualche passo e scuotendo la zampa intirizzita! Azumarill approfittò di quel momento per liberarsi delle liane create da Parassiseme, che comunque riuscirono a risucchiargli un altro po' di energia prima che il Pokemon Acquaniglio potesse liberarsene.
 
"Combattete bene, ragazzina... tu e i tuoi Pokemon! Ma non farti illusioni! La Banda Idro non si farà fermare tanto facilmente!" esclamò Ivano, mentre i due Pokemon si rimettevano in guardia, squadrandosi ferocemente. "Avanti, Azumarill, sistema quella Venusaur una volta per tutte!"
 
"Marill!" esclamò il Pokemon Acqua/Folletto, facendo un passo in avanti...
 
 
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Nel frattempo, in un'altra parte del quartiere Ossidiana, la situazione non era molto meno caotica... la Banda Magma non aveva reagito con molta diplomazia quando Max, Hitomi e Pietro avevano chiesto loro di cessare le ostilità e di mettere da parte la loro rivalità, e adesso, Massimo aveva pensato bene di usare Max e i suoi compagni come riscaldamento!
 
"Bene, amici... avete ancora una possibilità di ritirarvi, e lasciarci passare. Regoliamo i nostri conti con la Banda Idro, e tutti vivono più tranquilli! E' quello che volete anche voi, no? Quindi vi conviene farecome propongo io!"
 
"Arrrrrcanine!" ringhiò lo Arcanine di Massimo.
 
Gardevoir sostenne lo sguardo intimidatorio del cane-tigre e si avvicinò fluttuando a Max, deciso a proteggerlo con tutte le sue forze. "Non ti preoccupare, Max. Sono sicuro di poter affrontare questo nemico. Io ti proteggerò, Max, a qualunque costo!" disse telepaticamente il Pokemon Psico. Fece cenno ad Arcanine di farsi avanti, mentre altri Pokemon di tipo Fuoco cominciavano a circondare il gruppo. Max e i suoi compagni videro dei Growlithe, degli Houndour, dei Numel... e altri Pokemon più o meno comuni, tra i quali c'erano anche due Pokemon che Max non aveva davvero mai visto - uno era una sorta di lanterna animata nera, con un paio di occhi tondi di colore giallo, due braccia ondulate e prive di mani, e una fiamma blu che ardeva al suo interno, emanando una luce spettrale tutt'attorno. L'altro, invece, era una sorta di piccolo rapace con le piume rosse, che diventavano bianche sul ventre, e nere sulle ali e sulla coda. Aveva un grosso becco nero e una crestina rossa sulla testa, oltre che gli occhi neri con segni gialli che si estendevano sulla parte posteriore della testa.
 
"Lampent, il Pokemon Lampada. Tipo Spettro/Fuoco. Forma evoluta di Litwick." stava dicendo il Pokedex di Hitomi, che la ragazzina aveva già puntato verso i nuovi Pokemon. "È temuto come portatore di cattiva sorte. Si aggira ramingo per le città alla ricerca degli spiriti perduti. Appare sul finire della vita, per risucchiare l'energia delle anime vagabonde. La sua fiamma si accende quando risucchia gli spettri. Si trova spesso nei pressi dei cimiteri, dove questi abbondano."
 
Hitomi annuì e puntò il Pokedex verso il Pokemon alato simile ad uno sparviero... ma questa volta, non ottenne un gran risultato. "Pokemon sconosciuto. Nessuna informazione disponibile." disse la sua voce elettronica. 
 
"Un Pokemon Fuoco/Volante senza dubbio... non vedo altra possibilità, visto che questi della Banda Magma sembrano usare solo Pokemon Fuoco." disse tra sè Hitomi.
 
Una ragazza della banda, evidentemente l'allenatrice del Pokemon simile ad uno sparviero rosso, puntò l'indice contro il gruppetto di amici. "Visto che non conosci il mio Pokemon preferito, sarò lieta di darti una piccola dimostrazione pratica della sua forza!" esclamò. "Fletchinder, usa Nitrocarica!"
 
"Lampent, usa Pirolancio!" continuò un ragazzo della Banda Magma.
 
"Chindeeeer!" esclamò il Pokemon alato di nome Fletchinder. Spalancò le ali, si diede lo slancio, e poi si scagliò a tutta velocità contro i due Pokemon che Hitomi aveva mandato in campo: il suo Sableye e il suo Walrein. Il Pokemon Fuoco/Volante eseguì un volteggio su sè stesso, le punte delle sue ali che tracciavano delle vorticose scie di fuoco in aria. Nello stesso momento, la fiamma che ardeva all'interno del corpo di Lampent si tinse di rosso, e il Pokemon Fuoco/Spettro scagliò una palla di fuoco contro il Sableye di Hitomi!
 
Sfortunatamente per lei, Hitomi non era il tipo di ragazzina che si faceva impressionare per così poco.
"Sableye, attacca con Finta!" esclamò. Un attimo prima che la palla di foco potesse raggiungerlo, il Pokemon Spettro/Buio dagli occhi cristallini ghignò in direzione di Fletchinder e Lampent, e sparì, letteralmente fondendosi con le ombre che i lampioni stavano proiettando sul pavimento. Il Pirolancio di Lampent esplose sul terreno, mandando lapilli di fuoco in ogni direzione... ma Sableye non era più lì!
 
Rendendosi conto che non avevano a che fare con una dilettante, i ragazzi della Banda Magma cercarono di richamare i loro Pokemon... ma Sableye riapparve accanto a Lampent, sbucando fuori dall'oscurità con la grazia silenziosa e letale di un ninja, e colpì con i suoi corti ed aguzzi artigli, mandando a terra il Pokemon Lanterna, i cui occh si spalancarono prima di fluttuare stordito verso il terreno. Fletchinder riprese il volo ed eseguì una spettacolare virata, usando la sua velocità superiore per tornare indietro e tentare un'altra Nitrocarica contro il Pokemon di Hitomi... ma appena in tempo, si ricordò che c'era anche Pietro a cui pensare, e il giovane rocker stava già dando prova della sua abilità con i Pokemon Roccia!
 
"Relicanth, non c'è bisogno di darsi troppi problemi con questa gente!" esclamò Pietro. "Usa il tuo attacco Rocciotomba per sistemarlo!"
 
"Relo!" il Pokemon Longevità rispose con un verso basso e cupo che dava l'impressione di rocce che si sgretolavano l'una sull'altra... e, con un rapido movimento delle pinne, creò una raffica di pezzi di roccia proprio sopra Fletchinder, facendoli cadere addosso al Pokemon sparviero! Quest'ultimo virò abilmente, cercando di sottrarsi al bombardamento. 
 
"Ah! Maledizione... usi Pokemon di Roccia, eh?" esclamò la ragazza della Banda Magma. "Visto che vuoi il gioco duro, ti accontento subito! Fletchinder, usa Ventagliente!"
 
"Fletch!" stridendo infastidito, Fletchinder evitò di pochissimo un'altra roccia che minacciava di cadergli addosso, e riuscì a trovare qualche secondo di tempo per sferrare il suo nuovo attacco. Con un rapido e deciso movimento delle ali avvolte da una splendente luce bianca, il Pokemon Fuoco/Volante scagliò una tagliente scarica di energia, sotto forma di un grosso proiettile energetico a forma di falce di luna, contro il Relicanth di Pietro. Quest'ultimo, senza cambiare espressione, emise un grugnito di disapprovazione e ricevette il colpo senza neanche tentare di scansarlo... e come c'era da aspettarsi, l'attacco di Fletchinder si infranse sulla spessa corazza che proteggeva il pesce preistorico.
 
Gardevoir, nel frattempo, affrontava lo Arcanine di Massimo... e il feroce cane-tigre decise di attaccare per primo, ad un cenno del suo allenatore. "Bene! Cominciamo pure con Extrarapido, mio fedele Arcanine!" esclamò il capo della Banda Magma, abbassando il braccio di colpo. Prima che Gardevoir potesse reagire, il Pokemon Fuoco scattò in avanti, le zampe che si muovevano così velocemente da diventare quasi invisibili, e il suo corpo venne avvolto da una tenue aura di luce bianca... ma ci fu il tempo di vederlo soltanto per una frazione di secondo prima che Arcanine impattasse con tutta la sua forza contro la graziosa Pokemon Psico, scagliandola indietro per un breve tratto con un'esclamazione di dolore e sorpresa!
 
"Gardevoir!" esclamò Max. Il suo fedele amico si rimise in guardia, scrollandosi di dosso lo stordimento, e il ragazzino con gli occhiali decise che non era il caso di sottovalutare quell'avversario. "E va bene. Gardevoir, usa Riflesso!"
 
"Subito! Non mi andrebbe di prendere un altro colpo come quello..." disse Gardevoir, puntando i palmi delle mani davanti a sè e creando una barriera di energia semitrasparente davanti a sè. Arcanine era già tornato all'attacco, e questa volta stava usando un attacco Rogodenti, aprendo le fauci e cercando di chiuderle addosso al Pokemon Abbraccio, ma si fermò appena in tempo prima di andare a sbattere  contro lo scudo che Gardevoir aveva alzato davanti a sè.
 
"Poco male, Arcanine! Rispondi con Lanciafiamme!" esclamò Massimo. Arcanine fece un passo indietro, prese la mira e spalancò di nuovo la bocca per soffiare un'enorme fiammata contro Gardevoir, ma Max si era aspettato questa mossa, e aveva già pronta la sua contromossa. 
 
"Gardevoir, Teletrasporto!" esclamò. Non aveva neanche finito la frase, che l'elegante Pokemon Psico aveva già cominciato a concentrarsi, e scomparve prima che le fiamme di Arcanine potessero raggiungerlo! Allarmato, il cane-tigre interruppe il suo attacco e cominciò ad indietreggiare... solo per veder riapparire Gardevoir a diversi metri da terra! Il Pokemon Psico stava fluttuando come senza peso, ed era nella posizione perfetta per scagliare un poderoso attacco contro l'avversario! "Perfetto! Ed ora... usa Divinazione!"
 
"Capisco." rispose il Pokemon Abbraccio telepaticamente. Evidentemente, Max non voleva andare per un attacco diretto, forse credendo che sarebbe stata una strategia fin troppo palese. 
 
Il corpo di Gardevoir si illuminò di blu, e da esso emanò una sfera di luce azzurra che sfrecciò verso il cielo ingombro di smog, scomparendo tra le nubi un istante più tardi. Ma nel frattempo, lo Arcanine nemico aveva già ripreso l'attacco, e Gardevoir si trovò a dover scansare un altro colpo!
 
"Credi davvero che ci lasceremo prendere da quella mossa, ragazzino?" esclamò Massimo. "Arcanine, usa Sgranocchio!"
 
"Gardevoir, cerca di evitarlo e usa Calmamente!" esclamò Max. Il velocissimo Pokemon Fuoco scattò in avanti con potenza ed agilità, cercando di mordere il suo avversario, che si scansò appena in tempo per evitare il grosso del colpo, ma ricevette comunque un morso sul braccio che lo fece contorcere brevemente per il dolore. Concentrandosi più che poteva, il Pokemon Abbraccio cercò di ignorare il morso di Arcanine e invece cercò di calmarsi, potenziando temporaneamente i suoi poteri psichici. Arcanine attaccò di nuovo, ma questa volta, Gardevoir fu più veloce e lo schivò del tutto, ritrovandosi finalmente con un avversario esposto! 
 
"Gardevoir, adesso usa Fulmine!" esclamò Max. Gardevoir sembrò sorridere con convinzione e creò tra le mani una crepitante sfera di energia che poi scagliò con precisione conto il Pokemon Fuoco. Con uno scatto ironicamente felino, Arcanine evitò l'attacco, e mentre il Fulmine si dissipava sul terreno, Massimo si permise una risatina a spese di Max e del suo Pokemon.
 
"Esattamente, a cosa stavate mirando?" chiese retoricamente il capo della Banda Magma.
 
Ma la sua risposta arrivò sotto forma di un sorrisetto arguto da parte del ragazzino con gli occhiali. "Non stavo mirando a nulla... direttamente." disse. "Soltanto a fare in modo... che tu fossi nel posto giusto al momento sbagliato!"
 
"Cosa? Ma di cosa stai..." cominciò a dire Massimo, perdendo la sua espressione arrogante.
 
Non ebbe modo di terminare la frase. Una scarica di energia psichica piombò dall'alto, sotto forma di una sfera di luce azzurra che si schiantò a tutta velocità sul malcapitato Arcanine, che fece appena in tempo a sgranare gli occhi ed emettere un verso di disappunto prima di essere centrato in pieno ed inghiottito da un'esplosione azzurra che illuminò l'intera piazza e costrinse tutti i Pokemon ancora attivi ad interrompere lo scontro per un attimo e proteggersi gli occhi! Massimo si coprì il viso con le braccia e strinse i denti per il disappunto... e quando li riaprì, sfregandosi gli occhi in modo da vedere meglio, vide che il suo Arcanine era a terra stordito, accanto al Gardevoir di Max che restava in piedi lì vicino, e riprendeva fiato!
 
"Ugh... maledizione, mi hai colto di sorpresa, marmocchio... ma non credere che succederà di nuovo!" esclamò Massimo, per poi richiamare il suo Arcanine sconfitto e darsi un'occhiata attorno. I suoi uomini stavano avendo non pochi problemi con il Walrein di Hitomi e il Relicanth di Pietro... e in effetti, in quel momento, il Pokemon simile ad un tricheco stava usando un attacco Surf contro un piccolo gruppo di Houndour, scatenando contro di loro una ruggente ondata di marea che li scagliò indietro e li fece atterrare a diversi metri di distanza, storditi e privi di sensi! "Non... non crederete davvero di poterla fare alla Banda Magma, vero?"
 
"Mi sembra che ve la stiamo già facendo..." disse Hitomi con espressione distaccata. Il suo Walrein si voltò verso Massimo e ghignò con fare sicuro, mostrando le sue lunghe zanne acuminate.    
 
"Ne siete tanto sicuri? Non credo proprio che lo sarete dopo aver visto di cosa siamo capaci..." mormorò con acredine il capo della Banda Magma, tirando fuori un'altra Pokeball bianca dopo aver messo via quella del suo Arcanine. "Ora, permettetemi di farvi vedere cosa sono in grado di fare gli altri miei Pokemon! Vai, Heatmor!"
 
"Heat, heat!" esclamò il Pokemon che uscì un attimo dopo dalla sfera: si trattava di una sorta di formichiere con la faccia di colore grigio ed affusolata, un corpo pieno di righe rosse e gialle, le mani ricurve e dotate di lunghi artigli gialli con i polsi decorati da una specie di braccialetto grigio intervallato di segni neri. Le sue gambe erano corte e dotate di piccoli artigli, un tubo rosso gli faceva da coda... ma la caratteristica più notevole era che la sua lingua non era niente di più che una fiammella arancione che guizzava rapidamente dalla sua bocca a forma di tubo!
 
"Un altro Pokemon che non ho mai visto..." disse Hitomi, prima di consultare il suo Pokedex nella speranza che potesse darle qualche delucidazione. 
 
"Heatmor, il Pokemon Formichiere. Tipo Fuoco. Attizza la fiamma all'interno del corpo aspirando l'aria da un foro nella coda. I Durant sono le sue prede. Converte l'aria che aspira dalla coda in una lingua di fiamme che usa per sciogliere i Durant prima di consumarli." disse il Pokedex. Hitomi non ebbe alcuna reazione esteriore, ma dentro di sè rabbrividì - non era una descrizione molto edificante.
 
"Heator, non dargli tregua! Comincia subito con Giornodisole, e poi usa Solarraggio!" esclamò Massimo. Heatmor alzò la testa e fece guizzare nuovamente la sua lingua di fiamme fuori dalla bocca... poi, il buio della notte venne improvvisamente squarciato da un sole in miniatur che si accese sopra il campo di battaglia improvvisato! Il Walrein di Hitomi e il Relicanth di Pietro indietreggiarono con un'espressione di disappunto, mentre i Pokemon Fuoco che il Team Magma aveva mandato in campo sembrarono rinvigoriti da questa mossa, ed esultarono brevemente prima di continuare l'assalto con maggiore entusiasmo!
 
"Accidenti, questa non ci voleva! Ora, con questa luce, gli attacchi di tipo Fuoco saranno potenziati... e non solo!" esclamò Pietro. "Relicanth, è meglio se ti ritiri! Potrebbe arrivare..."
 
"Heatmor!" esclamò lo Heatmor di Massimo. Abbassò leggermente la testa e creò attorno a sè una splendente aura di luce gialla... che poi venne riassorbita dal suo corpo e scagliata contro Relicanth sotto forma di un raggio di luce solare concentrata e dirompente! Colto di sorpresa, il Pokemon Longevità venne investito in pieno e scagliato indietro con un grugnito di dolore, finendo poi a terra con uno schianto poderoso! Riuscì a rialzarsi, ma solo per un pelo, e stava barcollando visibilmente.
 
"L'abilità Vigore di Relicanth lo ha tenuto in piedi per questo attacco..." disse Pietro tra sè. "Ma adesso non è il caso di rischiare! Ritorna, amico mio!"
 
Il Pokemon celacanto tirò un sospiro di sollievo al pensiero di non doversi confrontare con un avversario come quell'Heatmor... e si lasciò richiamare nella sua Pokeball. Ma il Gardevoir di Max e il Walrein di Hitomi erano ancora in piedi, e i loro allenatori decisero di concentrare tutti i loro sforzi sul leader della banda, visto che cominciava a farsi pericoloso...
 
"Max, è meglio se lo affrontiamo assieme ad Hitomi, questo tipo!" disse telepaticamente Gardevoir. Il ragazzino con gli occhiali annuì, e Hitomi e il suo Walrein, dopo essersi assicurati che gli altri membri della banda non avrebbero dato loro fastidio si avvicinarono a lui e si schierarono al suo fianco.
 
"Due bambini contro il capo della banda più tosta di Reborn City? Questo sì che è uno scontro divertente!" esclamò Massimo. Prese la sua terza Pokeball, anch'essa bianca e meticolosamente pulita, e la lanciò. "Tocca a te unirti alla festa, Houndoom!"
 
La Pokeball bianca volò, si aprì a mezz'aria, e da essa uscì il letale e maestoso cane nero, che atterrò elegantemente sul terreno, gettò indietro la testa e sputò una dirompente fiammata per poi lanciare un terrificante ululato! Quello sì che era un Pokemon che Max, Hitomi e i loro Pokemon conoscevano abbastanza bene... e uno con il quale non era il caso di scherzare.
 
"Dooooooom!" ululò il Pokemon Buio/Fuoco, sentendosi invigorito dal Giornodisole che Heatmor aveva usato in precedenza. Walrein strinse gli occhi, infastidito dal sole, e cercò di prendere la mira contro i due Pokemon di Massimo... che però furono in grado di fare la prima mossa!
 
"Heatmor, usa di nuovo Solarraggio! Houndoom, attacca Gardevoir con Fangobomba!" esclamò Massimo, puntando un indice contro i Pokemon dei due bambini. Heatmor si caricò nuovamente di energia solare, mentre Houndoom spalancò la bocca e scagliò da essa una grossa sfera di fango tossico violaceo che sfrecciò verso Gardevoir!
 
Il Pokemon Abbraccio spalancò gli occhi e cercò di difendersi, usando un attacco Psichico per bloccare l'ondata di fango tossico. Puntò entrambe le braccia verso il proiettile semisolido e scagliò un impulso di energia mentale che riuscì a disgregare la Fangobomba a mezz'aria, ma alcuni schizzi raggiunsero comunque Gardevoir, che barcollò con un'esclamazione di dolore!   
 
"AH! Ugh... accidenti... questo attacco è stato... piuttosto efficace!" esclamò mentalmente Gardevoir, cercando come poteva di ripulirsi dal quella sostanza repellente. "Max, non so il perchè... ma questo attacco di tipo Veleno mi ha fatto più danni del previsto!"
 
"Gardevoir!" esclamò preoccupato Max. C'era qualcosa che non andava... non ricordava che un Pokemon Psico come Gardevoir fosse così sensibile agli attacchi di tipo Veleno. "Meglio che ti ritiri, per adesso... ti richiamerò se ce ne sarà bisogno, okay?"
 
"Va bene..." disse il Pokemon Abbraccio prima di lasciarsi richiamare nella Pokeball, evitando un attacco Sgranocchio con il quale Houndoom sperava di colpirlo. Nello stesso momento, lo Heatmor di Massimo aveva scagliato un attacco Solarraggio contro il Walrein di Hitomi, colpendolo in pieno! Il Pokemon tricheco lanciò un ruggito di dolore e indietreggiò di almeno un metro, ma riuscì in qualche modo a restare in piedi, e si scagliò contro Heatmor con un attacco Corposcontro, investendo il formichiere di fuoco con tutto il suo peso!
Heatmor fece un breve volo e atterrò di schiena, ma riuscì a rimettersi in piedi... ma questa volta, i suoi movimenti si erano fatti legnosi e legati, segno che il Corposcontro era riuscito a paralizzare il suo bersaglio! 
 
"Heatmor! Accidenti, questa non ci voleva..." imprecò Massimo.
 
Hitomi sorrise lievemente. "Sembra che qualcosa cominci a girare dalla nostra parte, eh?" affermò. "Vai, Max, prima che possa lanciare un altro Solarraggio!"
 
"Grazie dell'aiuto, Hitomi! Vai, Swampert!" esclamò il ragazzino con gli occhi, che approfittò del momento per mandare in campo il suo starter! Il possente Pokemon Acqua/Terra apparve e puntò le zampe a terra, sfidando Houndoom ed Heatmor con lo sguardo. "Bene... e ora, senza perdere tempo, usa Pioggiadanza!"
 
"Swampert!" esclamò Swampert con un cenno della testa, prima di cominciare a fare una buffa danza sul posto, alzando le zampe e battendole ritmicamente sul terreno. Immediatamente, il sole in miniatura che Heatmor aveva creato si spense, riducendosi ad un lumicino... e dal cielo cominciò a scendere uno scroscio di pioggia che inondò i Pokemon Fuoco della Banda Magma, togliendo loro le forze!
 
"Aaaargh!" esclamò Massimo, come se la pioggia gli stesse facendo fisicamente del male! "No, maledizione! La pioggia no! Houndoom, presto! Reagisci! Usa Neropulsar! Heatmor, usa Tuonopugno su quel Walrein!" 
 
"La prossima volta, ricordati di portare l'ombrello." disse Hitomi con nonchalance. "Walrein, presto! Prima che usi Tuonopugno, colpiscilo con Surf!"
 
"Swampert, attacca con Cascata!" ordinò Max. Il Pokemon tricheco prese fiato e scagliò contro i due Pokemon Fuoco una tremenda ondata di marea, la cui potenza venne aumentata dalla pioggia che stava cadendo... e prima che Heatmor potesse farsi avanti per colpire, l'ondata investì sia lui che Houndoom, trascinandoli via per un breve tratto prima di far cadere a terra il Pokemon Formichiere, i cui occhi si trasformarono in spirali!
 
"Dooooom!" ululò Houndoom infuriato, per poi concentrarsi e scagliare un'ondata di oscurità pura dal suo corpo sotto forma di una raffica di cerchi concentrici di luce nera! Swampert alzò la guardia e ricevette l'attacco, riuscendo a reggere senza troppi problemi anche quando la potente scarica di energia lo attraversò! Poi, prima che Houndoom potesse attaccare di nuovo, Swampert si diede lo slancio e si scagliò in avanti, avvolto da una ruggente ondata! Anche questo attacco venne corroborato dalla pioggia, e Swampert si scagliò come un missile contro lo Houndoom di Massimo, centrandolo in pieno e facendolo cadere a terra in una gigantesca esplosione d'acqua! Questa volta, il cane oscuro restò a terra privo di forze, e Massimo strinse i denti per il disappunto. I suoi uomini non se la stavano cavando troppo bene a loro volta: Pietro aveva sostituito il suo Relicanth con il suo Rhydon, e il possente Pokemon Terra/Roccia stava facendo un ottimo lavoro nel tenere a bada i Pokemon Fuoco della banda, colpendoli con una serie di attacchi Frana e Battiterra.
 
"Mi sembra che ormai sia chiaro che avete le spalle al muro." affermò Pietro. "Quindi, il mio consiglio da amico sarebbe quello di levare le tende e calmare i vostri bollenti spiriti! Che ne dite, non pensate che sarebbe meglio anche perla gente di Reborn City?"
 
"Noi stiamo agendo in nome della gente di Reborn City, pezzo di cretino!" esclamò Massimo con rabbia e frustrazione, dopo aver richiamato Houndoom ed Heatmor. "Noi vogliamo sistemare il Team Meteora e liberare questa città dal terrore! Ma quelli della Banda Idro non vogliono fare come abbiamo stabilito, e si sono intestarditi che possono sistemare il Team Meteora a modo loro! Noi siamo gli unici che possono ripulire questa città! Quindi, non interferite!"
 
"Ripulire questa città? Credo che la pioggia del mio Swampert stia facendo meglio di quanto abbiate fatto voi finora." ironizzò Max, tendendo una mano e facendosi cadere le gocce d'acqua sul palmo. "Con tutta la miseria e la sporcizia che ho visto quando siamo arrivati, credo di poter dire che non avete fatto un gran bel lavoro. Senza offesa."
 
"E poi, è parecchio conveniente il fatto che, una volta che avrete... in qualche modo... sistemato sia la Banda Idro che il Team Meteora, voi resterete gli unici padroni della piazza!" fece notare Hitomi, che malgrado la giovane età dimostrava di non essere per niente ingenua. 
 
Massimo strinse i denti, sentendosi come se l'evidenza dei fatti gli avesse tirato un pugno in faccia. "Ugh... cosa state dicendo, mocciosi? Credete di saperne così tanto, di Reborn City? E' una città che ha bisogno di un leader forte per tornare allo splendore di un tempo!" esclamò. "E comunque... non è colpa nostra se il Team Idro e voi della cosiddetta resistenza ci impedite di fare quello che dobbiamo! Se non fosse per questo, avremmo rimesso a posto questa città già da un bel pezzo!"
 
"Sì, certo, continua pure a raccontartelo..." affermò Hitomi, alzando gli occhi al cielo. Vedendo che la situazione stava volgendo a loro sfavore davanti al possente Rhydon di Pietro, i membri della Banda Magma stavano cominciando a ritirarsi, richiamando i loro Pokemon. "Comunque, non mi sembra che tu ne abbia ancora per molto. I tuoi uomini stanno tagliando la corda."
 
"E tu... non credere che te e potrai andare così a buon mercato!" esclamò Pietro, correndo per piazzarsi davanti a Massimo. Prima che il leader della Banda Magma potesse reagire, il giovane rockettaro lo aveva afferrato per un braccio e lo aveva bloccato! "Voi della Banda Magma, e i vostri amichetti della Banda Idro avete combinato un po' troppa confusione, e credo sia il caso di chiudere questa storia una volta per tutte."
 
"Ugh... lasciami, cosa vorresti fare?" esclamò Massimo, per poi cercare di richiamare i suoi uomini. "E voi, che state facendo? Tornate indietro, branco di conigli! Venitemi a dare una mano!"
 
"Ehm... lo... lo faremmo volentieri, capo. Ma... per motivi non proprio dipendenti dalla nostra volontà, siamo impossibilitati a farlo!" esclamò una ragazza della Banda Magma, trovandosi di fronte il minaccioso Rhydon di Pietro, che li fissava con fare falsamente cordiale! Lo Swampert di Max e il Walrein di Hitomi si guardarono e si scambiarono un cenno affermativo, poi si mossero a loro volta in direzione dei membri della banda, in modo da impedire loro di fuggire.
 
"Swamp!" ingiunse Swampert con un sorriso che andava praticamente da un orecchio all'altro!
 
Pietro annuì soddisfatto in direzione dei Pokemon, poi si rivolse nuovamente a Massimo, che stava tenendo lo sguardo basso e mormorando qualcosa di poco lusinghiero tra sè. "Bene... non mi sembra che ci sia davvero bisogno di altro per farti capire che la situazione non è più sotto il tuo controllo. Quindi... che ne dici, ti arrendi e cerchiamo di discuterne con un po' di calma? Magari con i tuoi amichetti della Banda Idro?"
 
"Ugh... che vergogna! Questa è una colossale umiliazione!" si lagnò Massimo... mentre Max ed Hitomi si davano il cinque con espressione soddisfatta.
 
 
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Lo scontro tra lo Azumarill di Ivano e la Venusaur di Vera sembrava essere giunto ad uno stallo - nessuno dei due riusciva a sferrare un colpo decisivo, e si stavano riducendo a scagliare attcchi e a schivare quelli che gli arrivavano addosso. 
 
"Okay... Azumarill, attacca di nuovo con Gelopugno... e questa volta, cerca di ancorargli le zampe a terra!" esclamò Ivano, sentendosi sempre più frustrato man mano che lo scontro andava avanti. Non era abituato a trovarsi di fronte qualcuno che resistesse così tanto a lungo, per quanto avesse il vantaggio del tipo su Azumarill.
 
"Accidenti, ma quanto ci mettono quelli?" pensò tra sè il capo della Banda Idro, guardandosi attorno come se si stesse aspettando rinforzi da un momento all'altro. "Gli avevo detto di presentarsi puntuali al rendez-vous!"
 
Il Pokemon Acquaniglio prese fiato e si scagliò contro Venusaur, con il pugno avvolto da una sfera di luce bianco-azzurrina... ma la Pokemon Erba/Veleno reagì rapidamente, e riuscì ad evitare il pugno che il suo avversario abbattè sul terreno! Una lastra di ghiaccio cominciò a formarsi sull'asfalto e si diffuse rapidamente, passando sotto le zampe di Venusaur e minacciando di farle perdere la presa sul terreno... ma Venusaur reagì rapidamente, estendendo le sue liane verso due lampioni lì presenti, e  avvinghiandosi ad essi per evitare di scivolare! 
 
"Brava, Venusaur... adesso usa Gigassorbimento!" esclamò Vera, stringendo una mano a pugno per esprimere la sua decisione. Immediatamente, il fiore sulla schiena di Venusaur si aprì un po' di più... e delle sfere di luce verde uscirono dal corpo di Azumarill e fluttuarono verso di lei, venendo poi inghiottiti dal fiore gigante! Venusaur si riprese un po' dai colpi che aveva ricevuto in precedenza, ma Azumarill riuscì a rialzarsi, e attaccò di nuovo con Gelopugno, questa volta colpendo in pieno Venusaur, che rabbrividì e indietreggiò un po'. La sua presa sui lampioni cominciò ad allentarsi, ma la Pokemon Seme riuscì in qualche modo a tenere duro.
 
"Vera! Usa delle mosse Veleno!" esclamò Cain, il cui Nidoking era impegnato ad affrontare un Pelipper della Banda Idro. "I Pokemon Folletto come Azumarill sono sensibili alle mosse di tipo Veleno!"
 
"Cosa?" chiese Vera, vedendo che anche Drew sembrava piuttosto sorpreso. "Vuoi dire che... va bene, tanto vale tentare! Venusaur, attacca con Tossina... e poi Velenoshock!"
 
"SAUR!" esclamò la Pokemon Seme, sprigionando all'improvviso una nube di polline violaceo dal suo enorme fiore, e prendendovi all'interno Azumarill, che non fu abbastanza veloce da sottrarsi al colpo! Il polline velenoso lo avvolse, penetrandogli nel nao e nella bocca... e Azumarill retrocesse barcollando, in preda ad un attacco di tosse e starnuti! Ma la Venusaur di Vera non aveva ancora finito: con un movimento delle sue liane, si afferrò nuovamente ai lampioni... e poi, all'interno del suo fiore si accese una luce bianca che si espanse per un attimo, prima di scagliare una raffica di globi di veleno violacei! L'attacco sfrecciò verso Azumarill, che non riuscì a difendersi da quella raffica e venne investito in pieno da varie direzioni! Il Pokemon Acquaniglio emise un'esclamazione di dolore e disappunto prima di crollare sul marciapiede sotto l'assalto di quella tempesta di liquido velenoso. Questa volta, il Pokemon di Ivano non riuscì a rialzarsi e restò a terra con gli occhi trasformati in spirali.
 
"Bel colpo, Vera!" esclamò Drew. "Non immaginavo che una mossa di tipo Veleno potesse essere così efficace..."
 
"Beh, ora sapete anche qual è il punto debole dei Pokemon Folletto!" rispose Cain strizzando un occhio e dando una pacchetta sulla spalla al suo Nidoking, che aveva appena finito di sistemare un gruppo di Pokemon della Banda Idro. "Se per caso non doveste avere una mossa di tipo Veleno, vanno benissimo anche quelle di tipo Acciaio. Comunque, qualsiasi cosa accada, non mandate mai un Pokemon Drago contro un Pokemon Folletto. Gli attacchi dei draghi sono del tutto inefficaci contro di loro."               
 
"Nido nidoking!" esclamò il Pokemon Terra/Veleno. 
 
"Grazie del consiglio, Cain! Lo terremo a mente!" affermò Vera, accarezzando prima Venusaur e poi Skitty. "Comunque, bravi anche voi due! Siete stati favolosi!"
 
"Skitty!" esclamò orgogliosamente il gattino rosa.
 
Irritato, Ivano richiamò il suo Azumarill sconfitto e si accinse a mandare in campo il suo prossimo Pokemon. "Tsk... ora basta con i giochetti, mocciosi! Non potete impedirci di regolare i conti una volta per tutte con la Banda Magma! Loro vogliono impedirci di fare quello che è necessario per ripulire questa città da quella feccia che è il Team Meteora!"
 
"Io non capisco perchè vi ostinate a farvi la guerra a vicenda." disse Drew, il cui Absol si piazzò al suo fianco con un balzo felino. "Entrambi voi state cercando di liberare Reborn dal Team Meteora, e lo stiam facendo anche noi. Quindi perchè combattervi a vicenda? E' esattamente quello che vogliono i nostri nemici!"
 
"Sapete, il mio amichetto Drew ha ragione, tesori!" disse Cain, strizzando un occhio ad Ivano, che fece una smorfia disgustata. "Non credete anche voi che quelli del Team Meteora siano contenti di vederci combattere? Intanto che noi perdiamo tempo e sprechiamo le forze in questi inutili combattimenti, loro continuano a fare quello che vogliono."
 
Ivano corrugò la fronte, rendendosi conto che in effetti il ragazzo dai capelli viola non aveva tutti i torti. Ma la sua convinzione non sarebbe venuta meno tanto facilmente, e il leader della Banda Idro cercò di controbattere. "Ugh... ma non possiamo lasciare che quel branco di incapaci restino i padroni incontrastati di questo posto! Loro credono di poter decidere tutto! Credono che con le loro idee raffazzonate potranno risollevare Reborn City dal degrado e dalla miseria! Ma noi lo sappiamo già che non funzionerà così! Loro falliranno, e faranno ancora peggio! Per questo dobbiamo essere noi a dettare legge sulle strade di questa città! E' per il bene di tutti, lo capite o no?"
 
Vera alzò gli occhi al cielo. "E non avete mai pensato che voi della Banda Idro e loro... potreste mettere assieme le vostre idee e raggiungere risultati migliori che da soli?" chiese. "O credete di avere voi tutte le risposte?"
 
"Skitty skitty skit!" esclamò Skitty con una punta di indignazione, usando la sua coda per far vedere ad Ivano il risultato dello scontro - in particolare, tutti i Pokemon d'Acqua che giacevano a terra sconfitti e storditi. Ormai, la Banda Idro era all'angolo, e i pochi membri della gang ancora in grado di combattere preferivano far ritirare i loro Pokemon piuttosto che rischiare che si facessero male in una battaglia inutile.    
 
Per quanto fosse irritato, Ivano si rendeva conto che non poteva permettersi di alzare la cresta in quel momento. Scuotendo la testa, il leader della Banda Idro alzò le mani, consegnadosi alla resistenza. "Hmph... e va bene, allora sentiamo pure cosa avete da dirci. Ma se credete che scenderemo a patti con quel branco di buffoni della Banda Magma, potete scordarvelo!" affermò. 
 
"Ne siete sicuri, carini? Io dico che dopo averci parlato, sarete in grado di comprendere meglio il loro punto di vista!" affermò Cain. "Su, su, adesso vediamo di non fare i capricci, ragazzi. Seguiteci, e vediamo di parlare come si deve ai nostri amici della Banda Magma!"
 
"Absol!" esclamò lo Absol di Drew, osservando guardingo i membri della Banda Idro che richiamavano i loro Pokemon, qualcuno di loro brontolando nervosamente. I Pokemon seguirono i loro allenatori mentre conducevano i riluttanti componenti della gang verso il punto in cui si sarebbero ritrovati con il gruppo della resistenza... e Skitty, restando un po' indietro, venne avvicinato da uno dei Pokemon della Banda Idro che non avevano preso parte allo scontro - un Bibarel, un Pokemon simile ad un grosso castoro con gli incisivi sporgenti, dei ciuffi di pelo sulle guance e la classica coda a paletta. Lo stesso Bibarel che i ragazzi avevano intravisto prima, in effetti. Sembrava sollevato che non si fosse arrivati allo scontro diretto con la Banda Magma, e sembrava voler ringraziare Skitty e i suoi compagni per aver impedito alle due bande di strada di incontrarsi, e di scatenare il caos nel quartiere Ossidiana.                      
 
"Bi, bibarel!" esclamò il Pokemon castoro, annuendo in direzione del gattino rosa e facendo un lieve sorriso.
 
"Skitty?" rispose Skitty, muovendo la coda, per poi sfoderare un sorrisone acuto e fare cenno a Bibarel di seguirlo. "Skit skit!"
 
Il Pokemon Normale/Acqua non sembrava attendere che quella risposta. "Bibarel!" esclamò con voce acuta, camminando a fianco del gattino rosa di Vera e cominciando a parlare con lui come se fosse stato un vecchio amico. Il tutto sotto lo sguardo di Vera, che sembrava molto contenta che Skitty si fosse fatto un nuovo amico. Sicuramente, poteva essere un aiuto in più per quando avrebbero affrontato il Team Meteora sul serio... e certamente, avere un amico in più non era mai un male!
 
"Okay, direi che il più è fatto." disse Drew. "Ora, vediamo come se la sono cavata Ortilla e l'altra squadra..."    
      
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: Ho cercato di concludere tutta la sidequest Magma-vs-Idro in questo capitolo, ma a causa della lunghezza dello stesso e del fatto che volevo mostrare qualche battaglia decente, ho finito per allungarlo più del previsto. Spero comunque che sia stata una buona lettura... e vi rimando al prossimo capitolo per farvi vedere come andrà a finire, e quale sarà il prossimo obiettivo della resistenza. 
 
A presto, e mi raccomando... recensite! :)         
          
 

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Capitolo 22
*** Il prossimo obiettivo ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 22 - Il prossimo obiettivo
 
 
Ortilla tirò un breve sospiro quando il suo Scraggy mise a segno un potente attacco Breccia contro un Houndour della Banda Magma, facendo cadere a terra privo di sensi il Pokemon Buio/Fuoco. Accanto a lei, Heather, Shelly e Fern stavano a loro volta dando prova della loro abilità - il Vibrava e il Bagon di Heather stavano affrontando efficacemente un altro po' di Pokemon e scagnozzi, mentre un po' più in là, Shelly e Fern stavano guidando Volbeat, Beedrill, Roselia e Nuzleaf all'assalto della Banda Idro e dei loro Pokemon d'Acqua. A quel punto, era chiaro che le due bande di strada non potevano farcela contro i più esperti allenatori della resistenza.  
 
"Ora, per favore... potremmo smetterla di combattere inutilmente, e cercare di discuterne, come avevamo cercato di fare prima?" chiese Ortilla. Alty svolazzò maestosamente accanto a lei, lasciando a terra un gruppetto di Pokemon Fuoco nemici - un Vulpix, un Numel e un Flareon - con il suo attacco Dragopulsar.
 
"Alti altaria!" esclamò la graziosa Pokemon piumata, muovendo lentamente le sue grandi ali.      
 
"Già... io, sinceramente, avrei cose più interessanti da fare che starmene qui a badare a dei babbei come voi." affermò Fern, guardando con distacco il suo Nuzleaf che metteva a terra un avversario con un attacco Foglielama.
 
Per quanto numerosi membri delle bande fossero frustrati e infastiditi, non potevano negare che l'abilità di quel giovanotto dai capelli verdi e di quelle tre bambine che sembravano così innocue era al di là di quanto potessero fare loro in quel momento... quindi, seppur con riluttanza, decisero di arrendersi e lasciar perdere tutto. "Tsk... e va bene, avete vinto voi..." mormorò una ragazza della Banda Magma. "Ma che cosa vi è saltato in mente di immischiarvi nella sfida tra noi e quei buffoni della Banda Idro? Questa sono cose che riguardano noi, e soltanto noi!"
 
"A chi è che dici buffoni, testa di fiammifero?" reagì una della Banda Idro. "Se non ricordo male, siete stati voi a separarvi dalla nostra banda per primi!"
 
"Certo, perchè voi non avevate la più pallida idea di come fare ad attaccare il Team Meteora!" esclamò un tizio della Banda Magma. "Stavate lì a pensare per secoli, iniziavate un piano e poi subito lo scartavate... secondo voi, potevate davvero farcela così com'eravate?"
 
"Oh, non mi sembra che voi abbiate avuto molto più successo!"
 
"Certo, perchè voi ci ostacolate, branco di marinaretti d'acqua dolce!"
 
Heather alzò gli occhi al cielo e strinse le mani a pugno per il fastidio, presa com'era tra quei due branchi di idioti che litigavano tra loro e si insultavano senza alcun costrutto. Anche la più paziente Shelly fece una smorfia e si sfregò la fronte con una mano cme se le stesse venendo un forte mal di testa, e Fern fece finta di non conoscere nessuno...
 
"Scrrrrrraggy..." mormorò lo Scraggy di Ortilla, pensando che la situazione fosse talmente ridicola da diventare comica!
 
La bambina dai capelli turchini guardò negli occhi prima Scraggy e poi Alty, e la Pokemon piumata fece un cenno con la testa come per dire che in effetti sarebbe stata una buona idea intervenire...
 
"Hai ragione, Alty... questa gente ha fatto un po' troppa confusione da queste parti..." disse Ortilla. Si mise in mezzo tra le due bande e battè le mani in modo da richiamare l'attenzione su di sè. "Hey, hey! Calma, tutti e due! Non credete di stare esagerando?" esclamò, cercando di fare la voce grossa. Non era esattamente abituata ad essere brusca, ma in quel momento era la cosa più sensata da fare, se voleva farsi prendere sul serio. "Abbassate un po' le mani, tutti quanti, e cerchiamo di discuterne!"
 
"E tu cosa vuoi saperne, marmocchia?" esclamò uno della Banda Idro. "Tu non c'entri niente, quindi alza i tacchi e pedala!"
 
"Altaria!" esclamò accigliata Alty, rivolgendo uno sguardo feroce al tizio che aveva appena parlato. Sembrava che volesse dire che non gli conveniva alzare la cresta con lei e la sua allenatrice...
 
"Per vostra informazione, queste... mocciose... fanno parte della resistenza contro quel dannato Team Meteora!" esclamò Heather, con una grossa venuzza pulsante sulla fronte. "E hanno molta più esperienza di voi, se posso dirvi le cose come stanno!"
 
Shelly non volle essere da meno. "Non voglio essere sfacciata... ma in tutto questo tempo che avete passato a combattervi a vicenda, il Team Meteora è andato avanti con i suoi piani! Questa vostra rivalità non ha giovato a nessuno, se non al Team Meteora, che adesso vi starà ridendo alle spalle! Almeno noi abbiamo provato ad opporci a loro! E se permettete, ci stiamo anche riuscendo!" esclamò, con più durezza di quanta non ricordasse di aver mai avuto. Heather stessa sgranò un po' gli occhi davanti alla fermezza dimostrata dalla sua timida amica del cuore.
 
"Beh... non credo che sarei riuscita a spiegarmi con parole più indicate." affermò Ortilla, dopo aver fatto un cenno di intesa ai suoi due Pokemon. "In questo momento, mentre voi continuate a sprecare le vostre forze in queste battaglie inutili, il Team Meteora continua a portare avanti i suoi piani. Credo che sarebbe meglio se cercassimo... di venirci incontro!"
 
"Scraggy..." disse Scraggy, come se volesse dire che aveva anche lui un po' di esperienza a riguardo.
 
Per diversi secondi, scese il silenzio tra le due fazioni che erano state costrette a deporre le armi, o meglio, le Pokeball. Si sentiva che la sfiducia e la reciproca rivalità impediva alle due bande di parlare apertamente l'una con l'altra... ma se non altro, le parole delle tre bambine sembravano aver avuto un po' di effetto sui teppisti e li avevano indotti a più miti consigli. Uno della Banda Idro sospirò e si sfregò la fronte, parlando per primo.
 
"E va bene..." disse, ancora poco convinto. "Vorrà dire che per stavolta... cercheremo di parlarne. Ma sia chiaro che se è un trucco... potete scordarvi che noi e la Banda Magma scendiamo a patti!"
 
"Lo stesso vale per noi!" replicò una ragazza della Banda Magma. "Non siamo venuti qui per chiacchierare! Dovevamo regolare i conti una volta per tutte!"
 
Heather alzò gli occhi al cielo. "Ugh... siete davvero due branchi di imbecilli, lo sapete?" ringhiò la bambina più piccola. "Potete fidarvi di noi, accidenti! Anche noi vogliamo sconfiggere il Team Meteora! Ma se voi decidete fin da subito che non c'è niente da fare, allora non vale neanche la pena di parlarne!"
 
"E noi preferiremmo che collaborassimo tutti. La Banda Idro e la Banda Magma erano dalla stessa parte, una volta... o sbaglio?" chiese Shelly. "Quindi... mi chiedo perchè vi siate allontanati! E credo che... possiate tornare ad essere amici! Non si dimenticano certe cose... così, soltanto perchè lo si vuole!"
 
"Okay, okay, non sbilanciamoci... adesso raggiungiamo gli altri, e vediamo di parlare anche con i vostri capi!" disse Ortilla. "Cerchiamo di risolvere tutto in maniera diplomatica, invece di stare sempre l'uno alla gola dell'altro. Ed ora... forza, andiamo! A quest'ora Vera e gli altri avranno sistemato le cose."
 
"Va bene..." disse infine uno della Banda Magma, immaginando che a quel punto non ci fosse altra scelta che fare come avevano detto quelle marmocchie...
 
 
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Poco dopo, nel rifugio della resistenza, i due leader delle bande di strade erano seduti l'uno davanti all'altro ad un tavolo, illuminati da una lampada e sorvegliati dallo sguardo acuto e severo di Amaria. Ivano e Massimo si guardavano in cagnesco, tirando ogni tanto un sospiro o un brontolio, ma senza dire nulla. Nessuno dei due sembrava essere deciso a fare il primo passo che avrebbe potuto significare un incontro pacifico tra le due bande di strada, e la fine di una rivalità inutile e dannosa.
 
"Bene." disse Amaria, dopo alcuni snervanti minuti di tensione, tenendo in braccio il suo Oshawott. Assieme a lei c'era anche un altro Pokemon - il Bibarel che lo Skitty di Vera aveva incontrato e aveva portato con loro fino al rifugio. Il Pokemon castoro attendeva accanto ad Amaria con espressione apprensiva, evidentemente sperando che uno dei due leader facesse la prima mossa per condurre alla riappacificazione. Ma visto che nessuno dei due sembrava deciso a farlo, Amaria stava cercando di dare una mano. "Ora, se permettete, vorrei sapere qualcosa di più su questa vostra rivalità. Che cosa speravate di ottenere, esattamente, con questo vostro modo di fare? Non avete ottenuto nient'altro che favorire il Team Meteora, sprecando inutilmente le forze."
 
Ivano e Massimo restarono in silenzio, ed Amaria non seppe se interpretarlo come un segno di vergogna per le parole della giovane esperta di Pokemon d'Acqua... o se come un testardo rifiuto di scendere a patti.
 
"Insomma, vogliamo cercare di capire il motivo di questa rivalità? Non è che volete spiegarcelo?" chiese Amaria, a metà tra l'esasperato e l'indignato. "Perchè tutt'a un tratto il gruppo che eravate si è scisso, e vi siete messi a combattere tra di voi!"
 
"La colpa è tutta sua!" scattò su Ivano, alzandosi di colpo dalla sua sedia e puntando l'indice contro Massimo, che si tirò indietro di qualche centimetro davanti a quella implicita minaccia. "Noi volevamo ripulire questa città! Volevamo spazzare via quei maledetti del Team Meteora! Eravamo tutti d'accordo su questo... almeno finchè il signorino Massimo, qui presente, non si è messo a dire che il nostro modo di fare era sbagliato, e che non saremmo mai riusciti davvero a liberare Reborn City con i nostri metodi!"
 
"Ah, adesso dai la colpa a me?" esclamò Massimo, restituendo ad Ivano uno sguardo astioso. "Voi non avevate la più pallida idea di cosa fare una volta che il Team Meteora fosse stato eliminato! La ricostruzione di Reborn non terminerà certo quando quei maledetti saranno stati cacciati via! Capisco che tu abbia le tue ruggini personali, ma lasciarsi prendere dall'impeto non servirà a niente!"
 
"Hai un bel dire di non farsi prendere!" gli rinfacciò Ivano, avvicinandosi di un po'... al punto che Amaria fu costretta a gettare loro uno sguardo minaccioso per intimare loro di non fare scherzi. "Hmph... sì, lo ammetto... c'è del personale nel mio motivo per oppormi al Team Meteora! Quei maledetti hanno inquinato il Lago Azzurro, e hanno rovinato la mia famiglia... ma anche a te è successo qualcosa, no? La vostra casa è stata distrutta da una delle loro diavolerie!"
 
"Questo cosa c'entra?" esclamò Massimo, alzandosi di scatto e battendo una mano sul tavolo. "Va bene, anch'io serbo rancore al Team Meteora, e allora? Non mi sembra comunque un buon motivo per caricare a testa bassa come fate voi! E comunque, al contrario di voi che pensate che basti sconfiggere il Team Meteora... noi almeno siamo consapevoli che ci vorrà ancora tempo prima che questa città possa essere rimessa in piedi! E che dovremmo lavorare ancora a lungo per fare in modo che ritorni quella di un tempo!"
 
"E allora? Vi sembra un buon motivo per starvene là come dei babbei a pianificare, a perdere tempo con minuzie?" esclamò Ivano. "Voi facevate un piano, e poi lo scartavate cinque minuti dopo! Non vi trovavate mai d'accordo su come fare per attaccare il Team Meteora! Non saremmo andati da nessuna parte continuando a temporeggiare come degli eterni indecisi! E alla fine il Team Meteora ci avrebbe preso!"
 
"Non avete fatto un gran bel lavoro, da quando vi siete separati da noi!"
 
"Beh, se voi ci impedite di farlo, non c'è da stupirsi!"
 
Amaria si massaggiò la fronte mentre continuava ad ascoltare il battibecco di quei due. Era quasi imbarazzante starli ad ascoltare... come facevano a non rendersi conto di una cosa tanto semplice?
 
"BIBAREL!" esclamò il Pokemon castoro, arrampicandosi  rapidamente sul tavolo ed aprendo le braccia, per fare segno a quei due di smetterla e di mettersi calmi. Quando Massimo lo ignorò e fece un cenno di volersi scagliare contro Ivano, Bibarel decise che ne aveva avuto abbastanza... e usò un attacco Pistolacqua, spruzzando un getto d'acqua che colpì in faccia il capo della Banda Magma con abbastanza forza da farlo ribaltare! Massimo emise un gorgoglio strozzato prima di finire a gambe all'aria, davanti allo sguardo esterrefatto di Amaria e del suo Oshawott!
 
"Beh, questa se l'è andata a cercare..." disse Vera, guardando la scena da distanza di cortesia. Bibarel si voltò rapidamente verso Ivano, come per dirgli che ne aveva anche per lui... ed Amaria, dopo aver battuto le mani, si mise in mezzo ai due capibanda per cercare di richiamarli all'ordine.
 
"Calma! Calma, voi due! Non vi ho portati qui per vedervi litigare, ma per discutere!" esclamò Amaria, mentre guardava Massimo che si rialzava asciugandosi la faccia con un fazzoletto come meglio poteva. La ragazza dai capelli smeraldini porse una mano al capo della Banda Magma e lo aiutò a rialzarsi, prima di riprendere il discorso. "Allora... la situazione è quella che sappiamo. Voi siete iniziati come una banda che si opponeva al Team Meteora e cercava di liberare Reborn City da questa minaccia, non è vero?" chiese. 
 
Non ci fu molto che i due capibanda poterono fare, se non annuire.
 
"Allora... perchè non riprovare?" chiese Ortilla, arrivando assieme a Vera e Max. Quando Ivano e Massimo la guardarono basiti, la piccola coordinatrice dai capelli turchini si schiarì la voce e continuò a parlare. "Voglio dire... visto che una volta avete pure lavorato assieme, e che il vostro scopo è lo stesso, perchè non fare un altro tentativo? Non credo che abbiate nulla da perdere... anzi, con un gruppo come il nostro, penso che potreste opporvi ancora meglio al Team Meteora! E le vostre rispettive abilità... potrebbero essere di grande aiuto al nostro obiettivo comune!"
 
"Osha osha..." disse lo Oshawott di Amaria, annuendo con fare arguto.Ivano e Massimo sembravano adesso, se non esattamente convinti, almeno un po' più aperti ad una soluzione pacifica... 
 
"Io penso che quello che ha detto Ortilla sia molto ragionevole." affermò Amaria, voltandosi per fare un sorriso complice alla bambina. "Perchè non provate ad unirvi a noi? Non avreste più motivo per combattere tra voi, e avremmo maggiori possibilità di sconfiggere il Team Meteora, tutti assieme!"
 
Ivano e Massimo guardarono in basso, ancora non del tutto sicuri... e infine, il capo della Banda Magma fece un sospiro e diede la sua risposta. 
 
"Beh, se la mettete su questo piano... immagino che la vostra proposta abbia anche senso." disse, pur con un po' di riluttanza. "E va bene... lo riferirò ai miei sottoposti, evedremo cosa fare. Ma... non posso certo garantire che saranno tutti d'accordo."
 
"Non pretendiamo una risposta subito." affermò Vera. "Vorremmo solo che impiegaste meglio le forze, invece che combattervi tra voi senza alcuno scopo."
 
Massimo storse il naso, ma non disse nulla. Il fratello minore di quella ragazzina lo aveva battuto, dopo tutto... non aveva il diritto di protestare.
 
Ivano ci mise un po' più di tempo a decidersi. Il capo della Banda Idro sembrava ancora molto arrabbiato con Massimo per le faccende di cui avevano parlato in precedenza... ma alla fine, qualcosa sembrò muoversi anche in lui. "Hmph... a questo punto, immagino che abbiate ragione anche voi. In effetti... se ci unissimo a voi saremmo più forti. Ma... non aspettatevi che io chieda scusa a questo bellimbusto!"
 
"Beh, non aspettatevelo neanche da me!" esclamò stizzito Massimo. "La nostra rivalità è affare nostro, e ce la sbrigheremo da soli... ma non prima che il Team Meteora sia stato sconfitto!"
 
Ortilla storse il naso. Sperava che sarebbe riuscita a convincerli a smetterla di odiarsi e tornare amici come avevano dovuto esserlo una volta, ma evidentemente queste erano cose per le quali ci sarebbe voluta un po' di pazienza. Intanto, erano riusciti a far smettere di combattere quelle due bande, e questo era un risultato ottimo. E adesso, i loro capi avevano anche accettato di collaborare con la resistenza. Il resto sarebbe venuto in seguito.
 
"Bene. Questo vuol dire che da oggi in poi avrete qualche limitazione... ma potrete anche godere di un bel po' di vantaggi." affermò Amaria, sorridendo tranquillamente. "Intanto, credo che venga da sè, ma giusto in caso... Non saranno tollerati scontri fisici o battaglie di Pokemon tra membri della Banda Magma e della Banda Idro, nè potrete dare fastidio agli abitanti di Reborn City... questo è tutto quello che vi chiediamo. In cambio, noi della resistenza faremo in modo di assistervi ogni volta che ne avrete bisogno, e vi aiuteremo a ricostruire questa città, e a sconfiggere il Team Meteora. Non solo, ma avrete tutto il diritto di proporre le vostre idee. Vi promettiamo che ogni vostro parere sarà vagliato, e se verrà considerato meritorio, verrà poi messo in pratica. Che ne dite? Non vi sembra una proposta allettante?"
 
Ivano e Massimo dovevano ammettere che temevano in peggio... c'erano delle parti che non stavano loro benissimo, ma tutto sommato si poteva dire che questa disposizione risolvesse più problemi di quanti ne creasse.
 
"E va bene. Ci sto." disse infine il capo della Banda Idro. "In fondo... anche noi della Banda Idro desidereremmo che questa città diventasse un po' più vivibile. Forse assieme a voi si può fare."
 
Massimo alzò le spalle. "Idem per me."
 
Amaria congiunse le mani davanti a sè e sorrise beatamente! "Perfetto! Allora, senza perdere altro tempo... direi che è il momento di passare al nostro obiettivo!" disse, sorprendendo Vera ed Ortilla... oltre che i Pokemon che erano fuori dalle loro Pokeball.    
 
"Alty?" chiese la Altaria che era ormai diventata la compagna inseparabile di Ortilla.
 
"Volete dire che... avete già trovato dove colpirà il Team Meteora, e cosa possiamo fare per ostacolarli?" chiese Vera. In parte, sperava che avrebbe avuto ancora un po' di tempo per studiare meglio quella strana pietra di cui Elisio le aveva fatto dono... ma non era la questione prioritaria, almeno per il momento. 
 
Amaria mosse la testa per dire di sì. "Esatto... e riteniamo che sarà alquanto pericoloso. Avremo bisogno di un po' tutti per gestire questo problema." spiegò. "Florinia ed io siamo riuscite a scoprire il luogo da cui il Team Meteora inquina il Lago Azzurro, e rende le sue acque invivibili. Se riuscissimo a debellare il Team Meteora in quella zona, rimuoveremmo una grave minaccia alla sicurezza della città, e potremmo anche destabilizzare il loro dominio su Reborn City."
 
"Perfetto! Questa sì che è una grande idea!" esclamò Vera stringendo una mano a pugno. "Allora... quand'è che cominciamo?"
 
"E noi... in tutto questo, che parti avremmo?" chiese Ivano, che sicuramente - almeno per il fatto che era il capo della Banda Idro - era personalmente coinvolto in questa particolare operazione.
 
Fu la voce di Florinia a rispondergli, quando la giovane donna con gli occhiali entrò nel soggiorno dalla stessa porta da cui erano entrate Vera, Ortilla ed Alty. "La collaborazione della Banda Idro e della Banda Magma è ritenuta da noi vitale per il buon esito dell'operazione." spiegò con il suo solito tono piatto. "Esporremo il piano molto presto. Nel frattempo, la presenza di tutti i membri della resistenza è richiesta nella sala delle riunioni. Lì spiegheremo la situazione e valuteremo la strategia da utilizzare."
 
"Ricevuto!" esclamò Ortilla, facendo un saluto militare! Vera ridacchiò, divertita dal contrasto tra la serietà di Florinia e il carattere vivace di Ortilla. Quanto meno, la bambina dai capelli turchini dimostrava di essersi adattata abbastanza bene all'esperienza di Reborn... e stava reagendo con determinazione.
 
"Bene! Allora ci vediamo nella sala riunioni tra una mezz'oretta!" affermò Amaria, con le mani intrecciate dietro la nuca. Rivose lo sguardo a Massimo ed Ivano, guardandoli come per dire che erano coinvolti anche loro. "E ovviamente, ci saranno anche i nostri due ospiti. Non ci sogneremmo certo di lasciarli qui da soli, se c'è qualcosa che possono fare."
 
Ivano e Massimo si alzarono dai loro posti e, pur continuando ad evitarsi a vicenda, seguirono Amaria. E il Bibarel che stava con la Banda Idro tirò un sospiro di sollievo, vedendo che quanto meno, quell'inutile disputa era giunta ad una conclusione. Saltò agilmente giù dal tavolo e andò a ringraziare Alty ed Ortilla. 
 
"Bibarel, biba bibarel!" esclamò il buffo Pokemon castoro, tendendo una zampa verso la candida Altaria, che atterrò con grazia accanto a lui e ricambiò il gesto.
 
"Altaria!" cinguettò, strizzando poi un occhio alla sua allenatrice, che rispose facendo il segno di vittoria. Poi, Bibarel si fermò un attimo per pensare a qualcosa... e si rivolse nuovamente ad Altaria, evidentemente per chiederle un favore. 
 
"Bibarel?" esclamò, facendo sbattere gli occhi alla Pokemon Drago/Volante.
 
"Alt?"
 
"Bibarel bibarel... biba bibarel." spiegò il Pokemon Acqua/Normale. Ortilla e Vera non capivano molto del linguaggio dei Pokemon, ma guardando i gesti di Bibarel si erano già immaginate cosa volesse chiedere...
 
"Altaria? Alty alty!" esclamò Alty, facendo un sorriso entusiasta e sbattendo le ali per dire di sì, prima di rivolgersi nuovamente ad Ortilla. "Alty altaria, alt alty!"
 
"Oh? Vuoi dire che Bibarel vorrebbe unirsi alla nostra squadra?" chiese la ragazzina dai capelli turchini. Passato un primo istante di sorpresa, Ortilla guardò verso Vera, che fece un cenno affermativo con la testa. "Beh... per me non c'è problema! Anzi, penso che la cosa farà piacere sia a me che a Bibarel! E va bene, Bibarel... se vuoi unirti alla mia squadra, per me non c'è nessun problema, sei il benvenuto!"
 
"Biba!" esclamò il Pokemon castoro, saltellando con gioia e stringendo le mani a pugno, prima di mettersi in posa e fare cenno ad Ortilla di lanciare pure la sua Pokeball. "Biba bibarel!"
 
La piccola coordinatrice sorrise e tirò fuori una Pokeball azzurra e bianca, prima di prendere la mira e lanciare la sfera verso il Pokemon Normale/Acqua, che si lasciò toccare senza opporre alcuna resistenza. La sfera atterrò con un tintinnio metallico e si aprì con uno scatto secco... e Bibarel si trasformò in una piccola sfera di luce che venne rapidamente assorbita. Poi, la Pokeball si richiuse e cominciò ad ondeggiare lievemente per qualche secondo... prima di stabilizzarsi del tutto e segnalare che la cattura era stata completata!
 
"Altarrrrria!" esclamò Alty, aprendo le sue bianche ali piumate in segno di trionfo. Svolazzò festosamente sulla spalla di Ortilla, che la accolse con un sorriso e poi si chinò per raccogliere il suo nuovo Pokemon.
 
"Grazie, Alty! Sono contenta, questo è il secondo Pokemon che si è unito alla mia squadra!" esclamò Ortilla. "Okay, Bibarel... tra un po' dovrò andare a fermare i piani del Team Meteora, ma non appena torno... cominceremo ad allenarci, sia per le battaglie che per le gare! Sono sicura che ci divertiremo, assieme ad Alty e a Scraggy!"
 
"Alty!" esclamò Alty, mentre Vera guardava con soddisfazione e un certo senso di malinconia. Le ricordava non poco i suoi inizi, e i suoi primi passi sulla sua strada per diventare coordinatrice...
 
 
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"Okay... per adesso può bastare, ragazze! Abbiamo lavorato come muli, oggi..." disse Drew, rivolto alle ragazze che stavano facendo un po' di pratica con lui ed il suo Masquerain. Heather, Shelly e Julia tirarono tutte e tre un sospiro di sollievo, e i loro Pokemon, ancora più esausti, si afflosciarono come tanti sacchi di patate sul avimento per riposarsi un po'!
 
"Bagon gon..." sussurrò il Bagon di Heather, cercando poi di rimettersi in piedi per non dare a vedere che era stanco. La sua allenatrice, dopo essersi asciugata un po' di sudore dalla fronte con un fazzoletto, si sedette accanto a lui e lo accarezzò sulla testa.
 
"Uff... accidenti, Drew, non credo di essermi mai stancata tanto in un allenamento di Pokemon." affermò la bambina dai capelli fucsia.
 
"Non credo che mi siano rimaste abbastanza energie neanche per agitare i miei pon-pon..." disse scherzosamente - ma non troppo - Julia. "Spero almeno che mi farete venire a questa nuova spedizione contro quei pazzi del Team Meteora. E' un po' troppo tempo che me ne sto qui ad aspettare!"
 
"Ma se hai anche partecipato alla nostra uscita alla Fabbrica Abbandonata..." commentò Shelly, accarezzando uno dei suoi Pokemon - la sua Beedrill - sulla testa. 
 
"Appunto! E' già passato fin troppo tempo, e io vorrei muovermi un po'!" disse la cheerleader dai capelli verdi. "Io voglio vedere le cose che saltano per aria, e se si tratta del Team Meteora, meglio ancora! Spero che questa volta Saphira ci abbia dato una missione come si deve!"
 
"Non è esattamente da Saphira che viene questa nuova spedizione..." affermò Drew, dando una rapida scorsa ad un avviso che gli era stato consegnato da Florinia pochi minuti prima. "Hanno detto che hanno scoperto da dove viene tutta la marea di materiali tossici che inquinano il Lago Azzurro, e se riuscissimo a fermare tutto questo, sicuramente riusciremmo a danneggiare i piani del Team Meteora."
 
"Immaginavo che ti avrei trovato qui, Drew!" disse Vera, entrando nella sala degli allenamenti e notando subito il suo amico dai capelli verdi assieme al suo Masquerain. Il Pokemon Coleottero/Volante si voltò verso la ragazzina castana e fece un cenno con le ali, mentre Heather, Shelly, Julia e i loro Pokemon salutavano Vera a loro volta. "Va tutto bene, ragazzi? Ricordate che tra un po' ci sarà la riunione dove ci spiegheranno cosa fare..."
 
"Hey, Vera." disse Drew, con il suo tipico fare un po' altero. "Beh, sì... diciamo che ho pensato sarebbe stata una buona idea fare un po' di pratica, assieme alle nostre compagne. Non è così, Masquerain?"
 
"Masquerain, masq!" rispose il leggiadro Pokemon Occhi. Agitò lentamente le ali, e dalla sua espressione, Vera riuscì a capire che era piuttosto in ansia anche lui. Se quello che la ragazzina aveva sentito riguardo all'abilità di quel Lord Solaris era vero, non poteva certo biasimarlo... 
 
"Sì... immagino che... ancora non riesca a toglierti dalla testa quello che è successo là, in quella strana galleria." affermò Vera, mentre Heather, Shelly, Julia e i loro Pokemon si avvicinavano per ascoltare il discorso. "Sono preoccupata anch'io, Drew. Questo continente è un luogo completamente diverso da Hoenn, Kanto... e da tutti i posti che abbiamo visto. Lì affrontavamo organizzazioni criminali, è vero, ma eravamo tutto sommato in luoghi sicuri e potevamo sempre contare sull'aiuto dei nostri amici. Qui invece..."
 
"Qui invece, il Team Meteora la fa da padrone, volete dire?" disse Heather, sfoderando una volta di più quella dose di cinismo che suonava quasi terrificante quand usciva dalla bocca di una bambina di dieci anni. "Pensavo ci aveste già fatto l'abitudine. Chi non si fa le ossa presto, in queste strade maledette... finisce per soccombere!"
 
"Bagon..." affermò il piccolo Pokemon Drago di Heather. Lui e la sua piccola allentrice ne avevano mangiata di polvere, prima di abituarsi alla realtà dei fatti di Reborn City...
 
Vera tirò un piccolo sospiro, senza badare eccessivamente al modo di fare della bambina dai capelli fucsia. "Lo so, lo so... ma è tutto così diverso! Mi sembra quasi che questa città venga da un incubo. Ad Hoenn, il paese da dove vengo io... una cosa del genere non si vedrebbe mai, per nessun motivo." affermò. A giudicare dalla luce malinconica che vide brillare negli occhi della bambina più piccola, Vera capì che Heather desiderava ardentemente vedere che posto fosse Hoenn, e sperava un giorno di rendersi conto di persona di quanto più accogliente fosse il resto del mondo dei Pokemon...
 
"Heh... sapete, all'Accademia Onice ci hanno parlato degli altri continenti, e a parte Auros... e per certi versi Aevium... mi sembrano tutti dei bei posti in cui vivere!" affermò. "Avete mai sentito del continente di Tunod? E' proprio ad ovest di Johto, e dicono che sia un gran bel posto, con isole tropicali dalle spiagge dorate, e grandi catene montuose avvolte nei ghiacci perenni! Un posto che offre un sacco di possibilità, a quanto mi pare di capire! E anche l'Arcipelago Rankor, che è lì vicino... dicono che quelle isole offrano degli spettacoli che non si vedono da nessun altra parte nel mondo!"
 
"Johto, eh? Chissà come stanno andando le cose da quelle parti..." disse tra sè Shelly. La sua Beedrill, con un ronzio sommesso, si abbassò per guardarla negli occhi, e li vide inumidirsi al pensiero del suo paese d'origine che non vedeva da chissà quanto tempo. "E chissà come sta Raffaello. Spero che si stia preoccupando almeno un po' per me... è sempre stato così assorto nei suoi studi! Hehehee..." concluse la frase facendo una risatina divertita. A distanza di tanto tempo, anche i ricordi più malinconici potevano diventare una fonte di piacere e gioia.
 
Heather guardò malinconicamente la sua migliore amica, augurandosi tra sè che Shelly avesse presto l'occasione di rivedere suo fratello... ma decise che non era il caso di lasciare che ci si disperdesse troppo in ricordi del passato, e richiamò tutti alla situazione attuale.
 
"Okay, okay... magari penseremo più tardi a queste cose. E ammetto che anche a me piacerebbe molto vedere qualche altro continente... ma restiamo qui, per adesso, e parliamo di quello che dobbiamo fare. Amaria ha chiesto di incontrarci tutti tra un po' in sala riunioni, vero? Vorrebbe parlarci del nostro prossimo obiettivo, se non vado errando..." disse la bambina dai capelli fucsia.
 
"Lei e Florinia dicono di aver trovato il punto da cui il Team Meteora inquina il Lago Azzurro, e se riuscissimo a rimuovere il Team Meteora da lì... quello sì che sarebbe un bel colpo per noi!" affermò Vera. Il Masquerain di Drew fluttuò vivacemente attorno al suo allenatore, esprimendo la sua eccitazione nel ricevere delle notizie così interessanti. "Ma... sicuramente sarà una zona molto ben difesa, e Amaria non esclude che possiamo incontrare di nuovo Lord Solaris."
 
"Certo, capisco... abbiamo bisogno di un piano, se vogliamo strappare il Lago Azzurro alle grinfie del Team Meteora." disse Julia. "Anche se... hehehee... beh, se lo chiedete a me, la mia strategia sarebbe di bombardarli e raderli tutti al suolo! Ma... immagino che con quel Garchomp che Lord Solaris si porta dietro, questa non sia una strategia molto accorta, vero?"
 
"Wow, non posso crederci. Julia che propone prudenza." affermò sarcastica Heather, alzando gli occhi al cielo e facendo una mezza risatina amareggiata. Tutti ridacchiarono brevemente della battuta di Heather, prima che la piccola domatrice di draghi continuasse il discorso. "Ma... se si tratta di sferrare un colpo decisivo al Team Meteora, non avete che da dirmelo. Non mancherei neanche per tutto l'oro del mondo."
 
"Bagon bagon..." disse il suo Bagon, guardandosi i corti artigli con fare minaccioso. Ricordava fin troppo bene quello che lui e la sua allenatrice avevano passato a causa di quella gentaglia...
 
"Allora cominciamo ad avviarci." disse Shelly, richiamandosi alla realtà e sfregandosi il viso con una mano. Forse quella era l'occasione giusta per destabilizzare i loro nemici una volta per tutte... e rendere Reborn City un po' più vivibile! Shelly seguì Vera, Drew e Masquerain mentre si avviavano verso la sala dove Amaria e Florinia stavano organizzando l'incontro...
 
"Bene! Credo che sia il caso di farvi un po' di coraggio con le mie esibizioni!" esclamò allegramente Julia tirando fuori i suoi pon-pon. Comnciò ad esibirsi in una delle sue scatenate danze da majorette, lanciando i pon-pon in aria per prenderli al volo! "La resistenza siamo noi! Picchiamo duro anche per voi! Due, quattro, sei... Team Meteora, perderai!"
 
"Ma questo non faceva rima..." mormorò Heather, tenendo in braccio il suo Bagon, che scosse la testa rassegnato.
La cheerleader dai capelli verdi non sembrò per nulla preoccupata. "Si chiama licenza poetica, piccola Heather!" affermò. "Finchè crei una buona assonanza non ha importanza che tu faccia rima o meno! E solo i compositori più bravi lo sanno fare!"
 
"Sei un tipo strano, Julia..." commentò Heather sfregandosi la fronte.
 
Questo non fece altro che strappare una risata alla cheerleader. "Hahahahaaa! Sai come si suol dire, piccola Heather... l'arte è un'esplosione! KA-BOOOOM!" esclamò, facendo un gesto con le mani come di una bomba che saltava in aria!
 
Un grosso gocciolone di sudore scese dalla testa di Shelly. "Questa poi non credo di averla mai sentita..."
 
 
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Poco tempo dopo, tutti i membri della resistenza erano riuniti in una delle sale principali, in attesa che Amaria e Florinia arrivassero ad illustrare la situazione e quello che loro avrebbero dovuto fare per sistemare il Team Meteora. Anche Fern, che di solito sembrava strafottente ed arrogante, sembrava essersi fatto più serio... e per il momento, non aveva ancora provocato nessuno, cosa che quasi stupiva Max! Certo, il ragazzino con gli occhiali avrebbe avuto una mezza voglia di prenderlo un po' in giro... ma forse non era il caso di stuzzicarlo, per quanto gli fosse antipatico. Forse quella era la volta buona che Fern faceva qualcosa per rendersi più socievole...
 
Pietro, dal canto suo, stava strimpellando la sua chitarra con fare assente, tirandone fuori qualche motivetto ma senza eccessiva convinzione. Alty si era piazzato accanto a lui, ascoltandolo con interesse... e anche Vera e Drew si trovarono ad ascoltare distrattamente il motivetto che il giovane rockettaro stava tirando fuori dal suo strumento.
 
"Vi piace? Pietro ha sempre avuto la passione della musica." disse Cain, seduto vicino ai due ragazzi di Hoenn. "Fin da quando eravamo bambini, gli piaceva comporre qualche motivetto, o imparare a suonare le canzoni che sentivamo. Credo che sia stato anche per questo che è riuscito a conquistare il cuore di mia sorella! Hehehee..."
 
"Non ricordo di averti mai sentito parlare di tua sorella, Cain." disse Hitomi, un po' stupita. 
 
Il ragazzo dai capelli viola rise di nuovo, ma Max riuscì a percepire una certa amarezza nel suo gesto... forse gli era stato riportato alla mente qualche brutto ricordo del suo passato? Sicuramente, non era da Cain mostrarsi triste, ma forse il suo modo di fare allegro e gioviale nascondeva qualcosa?
 
"Beh, diciamo che le cose, con la mia famiglia, non sono andate proprio benissimo." rispose Cain con tutta tranquillità. "E' da un po' di tempo che io e mia sorella Aya non ci sentiamo più, ed eravamo anche riusciti a tenerci in contatto quando mi sono trasferito a Reborn City. Comunque... sì, Pietro è il fidanzato di Aya, anche se è un po' che non si vedono. Ho come l'impressione che Aya voglia evitare sia me che lui... e in un certo senso, posso immaginare il perchè."
 
Da come Cain parlava, i ragazzi si rendevano conto che doveva avere avuto qualche serio problema in famiglia... ma decisero saggiamente di non pressarlo ulteriormente, e di restare semplicemente ad ascoltarlo. Pietro finì di strimpellare sulla chitarra e appoggiò il suo amato strumento musicale vicino alla sua sedia... mentre Cain scuoteva la testa e alzava le spalle. "Beh, ma immagino che a questo punto siate curiosi di saperne un po'di più. E io, in effetti, non ho nulla in contrario. Diciamo che... sono andato via di casa in seguito a delle, diciamo così, incompatibilità caratteriali tra me e mia mamma. Ho lasciato la mia casetta nelle Paludi Mercurio... o meglio, nel luogo che adesso viene chiamato così... e sono venuto a vivere qui a Reborn City. E finchè il Team Meteora non si è messo in testa di rovinarla, la cosa ha anche funzionato bene."
 
"Ehm... beh, se la metti su questo piano..." disse Vera. La bambina castana non riusciva a capire come chiunque potesse parlare di cose così come se la cosa facesse ormai solo parte del passato - Cain non sembrava neanche provare rancore per il fatto che era stato costretto a trasferirsi lì a Reborn, con tutte le difficoltà che questo chiaramente comporta. 
 
"Comunque... sì, è da poco tempo dopo che Cain si è trasferito qui che Aya ha interrotto tutti i contatti con lui." continuò Pietro. "E da un po' a questa parte, li ha interrotti anche con me . Non sono riuscito a farmi dire il perchè... ma Aya mi ha detto qualcosa come "dimenticati di me e cerca qualcuno che ti meriti." Sì, così ha detto."
 
Cain annuì. "Sì, se è come dico io... allora questa sua risposta non mi stupisce per niente..." cominciò a dire. Ma prima che Vera, Drew, Max ed Hitomi potessero chiedere altro, la bambina dal ciuffetto ribelle voltò lo sguardo verso l'ingresso della grande sala riunioni. Ivano e Massimo stavano arrivando in quel momento, accompagnati dai loro rispettivi Pokemon, Sharpedo ed Arcanine... e subito dietro arrivarono Amaria e Florinia. L'esperta di Pokemon Acqua mosse una mano verso i membri della resistenza lì riuniti per salutarli, mentre Florinia si limitò ad un cenno appena visibile di riconoscimento... poi, sotto lo sguardo di tutti i membri della resistenza, le due compagne di istituto raggiunsero la lavagna che avevano posto davanti all'uditorio, e sulla quale era affissa una mappa di Reborn City.
 
"Benvenuti... e scusate se vi abbiamo fatto venire così di corsa, dopo l'ultima spedizione." disse Amaria, facendo un inchino educato ai suoi compagni della resistenza. "Ma è una questione molto importante. Se riuscissimo a portare a termine questa missione, avremmo segnato una vittoria molto importante nella nostra lotta contro il Team Meteora, quindi... è una questione della massima importanza."
 
"La fonte dell'inquinamento che rende insalubre il Lago Azzurro è stata isolata." disse Florinia, asettica come sempre mentre con una matita indicava sulla mappa di Reborn City la zona corrispondente al quartiere Peridoto. "Confermata presenza del Team Meteora nella centrale idroelettrica abbandonata. Confermata emissione di sostanze inquinanti negli affluenti del Lago Azzurro. E' possibile arguire, con un margine di errore molto scarso, che la rimozione del Team Meteora da quell'area risulterebbe in un miglioramento delle condizioni dell'acqua, e in un indebolimento della strategia del nostro nemico."
 
"E' vero. Se il Lago Azzurro non fosse più inquinato, le persone avrebbero meno motivi per andarsene da Reborn City... e sarebbe anche un simbolo di speranza per tutti noi!" esclamò Vittoria, lieta che almeno per stavolta si fosse trovato un modo per contrastare la diabolica organizzazione criminale. "Ma... immagino che il Team Meteora non abbia lasciato incustodito il luogo, non è vero?"
 
"Affermativo." continuò Florinia. "Confermata la presenza di uno dei loro migliori scienziati, il comandante Zel. Si sospetta inoltre la presenza del leader del Team Meteora, Lord Solaris."
 
"Ragion per cui sarebbe meglio se accompagnassi io la squadra che si occuperà di questa missione." disse Amaria. "Io sono l'unica ad avere qualche possibilità di affrontarlo."
 
"Certo che questo Team Meteora non rispetta affatto le regole. Voglio dire, il boss finale non dovrebbe scendere in campo solo alla fine dell'avventura?" commentò Julia, appoggiandosi alla sua sedia con le mani dietro la nuca. 
Si sentì qualche risata a mezza bocca, prima che Florinia - che, a questo punto è inutile dirlo, non aveva nemmeno cambiato espressione - ritornasse a parlare della situazione attuale. "La cosa può tornare a nostro favore, in ogni caso." affermò la ragazza con gli occhiali. "Se il soggetto Amaria dovesse riuscire nell'obiettivo secondario di debellare e catturare Lord Solaris, il Team Meteora ne uscirebbe grandemente indebolito, e potrebbe anche risultare impossibile un ritorno alla precedente condizione di minaccia."
 
"Detto in altre parole, farò del mio meglio per catturare quell'uomo." affermò Amaria. "Va bene, contate pure su di me. Avremo comunque bisogno di dividerci i compiti, se vogliamo avere la meglio sul Team Meteora alla centrale idroelettrica. Ci sarà molto probabilmente un numero di reclute superiore alle occasioni precedenti, e la sorveglianza sarà molto più serrata. Inoltre, non sappiamo esattamente cosa usino per inquinare le acque del Lago Azzurro in questa maniera. Tenete gli occhi bene aperti, nel caso il Team Meteora sfoderi qualche altra delle loro diavolerie."
 
Max corrugò la fronte. Che dovesse aspettarsi un'altra di quelle diavolerie, quelle macchine PULSE di cui gli aveva parlato Vera? La cosa era certamente probabile... e l'idea di doversi confrontare con un Pokemon modificato a quel modo era terrificante!
 
"E noi... beh, io e il signorino qui presente..." disse Massimo, gettando un'occhiataccia ad Ivano, che fece finta di non accorgersene. "Noi che ruolo avremmo, in tutto questo?"
 
"Voi vi occuperete di sorvegliare il perimetro del quartiere Peridoto." affermò Amaria. "Il Team Meteora cercherà senza dubbio di richiamare i suoi agenti occultati nelle altre parti della nostra città, ma la Banda Idro e la Banda Magma, assieme, dovrebbero essere più che sufficienti ad impedire loro di dare rinforzo ai loro superiori. Ovviamente, qualcuno di noi si occuperà di sorvegliare i passaggi sotterranei, visto che potrebbero usare anche quelli per coglierci di sorpresa."
 
"Va bene. Di questo possiamo occuparci noi." affermò Cain, facendo un cenno a Pietro, che appoggiò la sua chitarra e fece il segno dell'okay al ragazzo dai capelli viola. "Allora, fin qui è tutto a posto, giusto? Tutti gli altri si occuperanno di affrontare il Team Meteora nella centrale?"
 
"Esatto. Se Lord Solaris è lì, io lo affronterò in battaglia." affermò Amaria. "Spero davvero di riuscire ad avere la meglio su di lui."
 
"Ottimo. Noi invece... penseremo a Zel, e magari cercheremo di scoprire qualcosa di più su di lui." disse Drew. "Che ne dici, Vera? Mi sembrava un tipo... alquanto strano, non trovi anche tu?"
 
La bambina dai capelli castani non potè che dirsi d'accordo. "Già... era quello che abbiamo affrontato quando il Team Meteora ha scatenato le piante della Foresta Malachite contro Reborn City, vero? Quello che abbiamo incontrato prima di Taka e di quella macchina infernale..." affermò. "Sinceramente, non so cosa pensare di lui... aveva qualcosa di davvero strano ed inquietante in lui... il modo in cui cambiava voce e comportamento... sembrava quasi che all'improvviso venisse sostituito da un'altra persona che aveva il suo stesso aspetto, ma un carattere molto diverso."
 
"Quel Taka aveva detto che Zel ha parecchio a che fare con le macchine PULSE, vero?" disse Shelly. "Se lo incontrassimo e riuscissimo a fargli confessare qualcosa, sarebbe anche quella un'ottima cosa. Beh, comunque per adesso, dobbiamo concentrarci sul rimuovere il Team Meteora dalla centrale idroelettrica."
 
"Perfetto... allora tenetevi pronti, perchè tra un paio d'ore partiamo." disse Amaria. "Assicuratevi che tutti i vostri Pokemon siano al massimo della forma, e che possano affrontare tutto quello che il Team Meteora ci manderà contro. E state pur certi, ci manderanno contro di tutto!"
 
"Va bene!" affermò Ortilla. "Io sarò pronta con Alty, Scraggy e Bibarel! Ci vediamo tra poco!"
 
"Altar!" cinguettò con decisione Alty. Amaria fece un sorriso speranzoso. Per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva decisa, e sentiva che tutto sarebbe andato nel migliore dei modi. Ne era passato di tempo, dall'ultima volta che si era sentita così... ed era convinta che Titania avrebbe approvato in pieno! 
 
 
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La centrale idroelettrica abbandonata del quartiere Peridoto era anch'essa, come del resto molti degli edifici diroccati dei vecchi quartieri industriali, una sorta di simbolo del degrado che affliggeva il continente, e di quanto un luogo che una volta era stato prospero ed ospitale fosse sprofondato nella miseria. Era un luogo cupo e vuoto, i cui pavimenti lisci, assieme ai muri dall'aspetto asettico, contribuvano a creare un senso di alienazione e di inquietudine. Diverse vasche, ancora in buone condizioni nonostante l'abbandono, facevano da contrasto con le passerelle impolverate e piene di macerie e rifiuti... ma l'acqua calma e piatta dava l'impressione che non ci fosse alcuna forma di vita nemmeno là dentro. Se non fosse stato per gli uomini del Team Meteora che si avvicendavano lungo i corridoi e le passerelle, affrettandosi ad eseguire gli ordini che erano stati loro dati, la centrale sarebbe sembrata in completo abbandono.
 
All'interno di quella che una volta era la sala principale della centrale idroelettrica, numerosi uomini del Team Meteora erano al lavoro davanti a degli schermi computerizzati, tenuti accesi grazie ad alcuni Pokemon Elettro che tenevano i macchinari in attività nonostante l'abbandono... e a supervisionare il tutto c'era un comandante del Team Meteora che ormai era familiare a tutti loro, e che riscuoteva da loro un curioso miscuglio di rispetto e paura. Zel, il migliore scienziato al servizio del Team Meteora, stava personalmente passando in rassegna tutte le postazioni, per verificare come stesero andando i lavori.
 
"Allora, qual è la situazione?"chiese Zel, adesso con la voce di una donna matura. "Avete stabilizzato l'output energetico? Ne abbiamo bisogno, per il nostro prossimo esperimento sul PULSE..."
 
"E' quello che stiamo cercando di fare, comandante Zel... e per adesso, siamo anche riusciti ad ottenere dei buoni risultati. Ma c'è sempre quell'elemento imprevedibile che fa sì che i nostri calcoli non siano affidabili al cento per cento..." rispose uno degli scienziati, spostandosi giusto un po' per far vedere al suo superiore i risultati delle loro prove. Zel annuì lievemente e si sfregò il mento con una mano... poi rispose, e la sua voce era diventare fredda, con un timbro chiaramente maschile. 
 
"Bene. Per adesso, questi risultati sono soddisfacenti, e saranno un buon punto di partenza per quando dovremo passare all'esperimento vero e proprio." affermò. "Comunque, continuate così, e non esitate ad avvertirmi nel caso scopriate qualcosa di nuovo."
 
"Certamente, comandante Zel." disse lo scienziato, riprendendo a lavorare febbrilmente alla sua posizione.
 
Zel attese un attimo... e poi, ritenendo che fosse il caso di ricordare a tutti in che situazione si trovavano, riprese la parola. "Ricordatevi che la resistenza non tarderà a farsi vedere. Se li conosco come credo, si presenteranno presto... e questa volta, potrebbe essere l'occasione perfetta per toglierli di mezzo. Lo stallo è durato abbastanza a lungo... dobbiamo cercare di toglierli di mezzo, prima che diventino un serio problema."
 
"Abbiamo con noi i nostri Pokemon più forti ed affidabili, comandante Zel." rispose un altro scienziato del Team Meteora. "E la sicurezza di questo luogo è stata rafforzata. La resistenza non riuscirà a coglierci di sorpresa."
 
"Bene." rispose Zel, stavolta parlando con voce femminile. "Non deludeteci. Questo esperimento potrebbe essere quello decisivo."
 
Zel si voltò e cominciò ad allontanarsi, lasciando il resto degli uomini del Team Meteora a continuare il loro lavoro. Uscì da una porta scorrevole e si inoltrò nel corridoio, percorrendolo fino a raggiungere un'altra stanza... una grande sala dove, accanto ad un generatore, si trovavano due dei superiori di Zel! Lord Solaris e Blake stavano controllando l'enorme generatore che dominava la sala... e una grande macchina posta vicino ad esso, costituita da alcuni cilindri che circondavano un corpo tozzo di colore grigio piombo. Da un'apertura in uno dei cilindri colava lentamente qualche goccia di fango violaceo...
 
"Puntuale." disse Solaris. "Come da programma, Zel. Come procede l'esperimento?"
 
"Tutto secondo i parametri, Lord Solaris. Dovremmo essere pronti a passare alla fase successiva entro breve." disse lo scienziato, parlando con voce femminile. Attese un attimo, come se stesse pensando... e poi parlò di nuovo, e questa volta la sua voce si era fatta più acuta e giovanile, anche se pur sempre femminile. "Speriamo... ehm... speriamo solo che non arrivino quelli della resistenza. Mi... dispiacerebbe molto se dovessero farsi male..."
 
Blake alzò gli occhi al cielo e fece per rispondere... ma non ne ebbe bisogno, visto che Zel si sfregò il viso con una mano e riprese a parlare. Questa volta, la sua voce era maschile, dal tono feroce e spietato. "Lo scopo è proprio quello di eliminarli! Stupida Lumi... se non fosse per Eve, me ne sarei già sbarazzato da un pezzo!"
 
Immediatamente, Zel si bloccò per un attimo... e la sua seconda personalità riprese il discorso. "Non ti azzardare a fare del male a Lumi! Ti avverto, Zero. Se le accade qualcosa, tu sei morto. Non me ne frega niente se verrò con te." affermò la personalità femminile più forte. "Ad ogni modo... Lord Solaris... comandante Blake... E' tutto calcolato. La resistenza non dovrebbe tardare a farsi vedere."
 
"Mi aspetto che sappiate come accoglierli." affermò Lord Solaris, dopo aver finito di dare un'occhiata alla massiccia macchina che affiancava il generatore. Dalla parte inferiore del macchinario, fuoriusciva un grande tubo semitrasparente nel quale scorreva un flusso di denso liquido velenoso, che veniva poi fatto scorrere verso i corsi d'acqua di Reborn City… e da lì, scaricato nel Lago Azzurro. "E devo ammettere, che questa nuova macchina PULSE è decisamente più affidabile della precedente. Riesce ad inquinare il Lago Azzurro e i corsi d'acqua di Reborn City con molta più rapidità. Ottimo. Fate in modo che questa macchina non venga manomessa."
 
"Anche se dovesse accadere, quegli idioti della resistenza avrebbero solo perso il loro tempo." sghignazzò Blake. "Non hanno idea di quello che abbiamo preparato per loro."
 
"Può darsi, ma è meglio non correre troppi rischi." affermò Solaris. "Nel caso la resistenza si faccia troppo pericolosa, comunque, hai la mia autorizzazione a mandare PULSE Muk contro di loro. Cerca semplicemente di conservarlo come ultima risorsa. Se dovessero comparire Amaria, Titania o Saphira, me ne occuperò io personalmente."
 
"Va bene, Lord Solaris. Come desidera lei." affermò Zel. "Mi auguro semplicemente che questa sia la volta buona in cui ci libereremo per sempre della resistenza."
 
"Dobbiamo farlo. In nome della rinascita del nostro mondo." disse Lord Solaris, stringendo gli occhi allorchè i suoi ricordi tornavano ad un passato perduto, dove il mondo era decisamente migliore di quanto non fosse. "Noi del Team Meteora… siamo gli unici a poter salvare Reborn e riportare tutto all'antico splendore…"
 
 
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: Questa volta, sembra proprio che i nostri baldi giovani avranno la possibilità di infliggere un duro colpo al Team Meteora! E state pur certi che ne vedremo delle belle, alla centrale idroelettrica. Già c'è il caso che Vera e gli altri avranno a che fare con un Pokemon PULSE - un Muk, in questo caso. E poi... vedremo qualcos'altro di interessante, che avrà la sua importanza nei capitoli a venire! Non sarà un'impresa facile debellare il Team Meteora. statene pur certi!
 
A presto, e mi raccomando... recensite! :)         

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Capitolo 23
*** Tensione alta alla centrale ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 23 - Tensione alta alla centrale
 
Il quartiere Peridoto non era molto diverso dalla pessima impressione che Vera, Max e i loro compagni di viaggio si erano fatti quando vi erano arrivati. Ancora una volta, li circondava il triste paesaggio degli edifici fatiscenti, delle fabbriche abbandonate, e soprattutto, quello ancora più emblematico dei rifugiati che usavano quei luoghi come rifugio, in modo da avere almeno un tetto sopra la testa e non essere esposti alle piogge acide e ai venti gelidi che flagellavano Reborn City.
 
Quel giorno, poi, sembrava che lo smog fosse ancora più denso ed insopportabile del solito... o magari erano Vera e i suoi compagni che non lo sopportavano bene, cresciuti com'erano in un luogo limpido ed incontaminato come Hoenn. Fatto sta che i ragazzi di Hoenn erano stati costretti a mettersi delle maschere bianche sulla bocca, per cercare almeno di smorzare gli effetti dei gas nocivi che ancora aleggiavano nell'aria. Il gruppo stava camminando lungo i binari di una strada ferrata, sorprendentemente ben tenuti malgrado il fatto che probabilmente erano anni che non passava un treno. Non presentavano traccia di usura o di ruggine, e davano l'impressione di poter essere riutilizzati in qualsiasi momento.
 
Un gruppetto di allenatori della resistenza si stava in quel momento avvicinando ad alcuni degli edifici più alti del quartiere Peridoto, evitando il centro abitato in modo da non darsi troppa visibilità. I ragazzi, inizialmente partiti come un gruppo unico, si erano divisi in alcuni gruppetti più piccoli, in modo da potersi infiltrare nella base operativa del Team Meteora con maggiore facilità... e Vera faceva parte del gruppo guidato da Amaria, quello che avrebbe dovuto sferrare l'attacco più diretto ed importante. Avrebbero dovuto raggiungere le sale più interne della centrale, e mettere fuori gioco i capi del Team Meteora, con l'avvertenza di non impegnarsi in battaglia con Lord Solaris se non fosse stato strettamente necessario. Con loro c'erano Max, Ortilla, Vittoria e Fern, a cui Amaria stava dando le ultime direttive, giusto per essere sicura che al momento giusto sarebbe andato tutto liscio.
 
"Mi rendo conto che nessun piano sopravvive all'incontro con il nemico, e che molto probabilmente ci troveremo a che fare con qualcosa per cui non siamo preparati..." stava dicendo in quel momento la giovane donna. "Ma ricordatevi, adesso come adesso, nessuno di voi è in grado di affrontare il capo del Team Meteora. Il nostro scopo è scoprire come fanno a riversare sostanze tossiche nel Lago Azzurro e impedire che continuino."
 
"Certo, lo sappiamo." disse Max, dando un'occhiata in lontananza al più grande specchio d'acqua di Reborn City. Definirlo specchio d'acqua era una bella forzatura, bisognava dirlo... già da quella distanza si vedeva che l'acqua era lurida ed inquinata, ricoperta di fanghi velenosi e mucillagini disgustose. Al ragazzino con gli occhiali sembrava quasi di sentire l'odore disgustoso che il Lago Azzurro emanava... "Ma come avete detto al rifugio, potrebbe trattarsi di un'altra macchina PULSE, come quella che abbiamo visto usare a Taka nella Foresta Malachite... non mi attira molto l'idea di affrontarne una, dopo quello che Vera mi ha raccontato..."
 
"Non è stata una bella esperienza, questo è certo..." affermò Vera, ricordando con un brivido il momento in cui il Tangrowth usato per dare energia alla macchina a cui Taka faceva la guardia si era trasformato in una mostruosità. Chissà cosa potevano aspettarsi da un'altra macchina di questo tipo... "Ma comunque, preoccupiamoci dei problemi nell'ordine in cui si presentano. La prima cosa da fare è introdursi nella centrale elettrica... e questo non sarà uno scherzo. Il Team Meteora avrà posto delle guardie ovunque, nel perimetro del loro covo..."
 
"Bah. Non crederete certo che quattro buffoni come quelli possano darmi fastidio, vero?" disse Fern con il suo tono altezzoso. "Le reclute non sono un problema, e lo sapete anche voi."
 
"Non darti tante arie, Fern. Lo sai anche tu che il Team Meteora non è composto solamente da reclute... non mi stupirebbe se avessero mandato in campo anche qualche Dama o Cavaliere... o addirittura qualche Asso." affermò Vittoria, resa ancora più guardinga dalla brutta esperienza che aveva fatto alla Fabbrica Abbandonata. "E' per questo che abbiamo dovuto portarci dietro i nostri Pokemon più forti. E ricordatevi che molto probabilmente c'è anche quel Lord Solaris... e sicuramente c'è il loro scienziato più brillante, Zel. Dobbiamo agire con estrema attenzione."
 
"Comunque, ho già un'idea per intrufolarci là dentro." disse Amaria con un sorriso sicuro. Indicò l'edificio della centrale idroelettrica, e in particolare, il tetto che si ergeva per almeno una dozzina di metri sopra le case di Reborn City. "La prima cosa da fare, sarà raggiungere il soffitto della centrale abbandonata. Sicuramente non si aspetteranno che gli intrusi arrivino da lì."
 
"Non me lo aspetterei nemmeno io." affermò Ortilla dopo un attimo di esitazione. Lei ed Alty stavano guardando nella stessa direzione di Amaria, ma non erano ben sicure di come sarebbero riusciti tutti loro a fare quello che la loro caposquadra suggeriva. "Ma... quel tetto è un po' alto. Come faremo ad arrivare fin lassù?"
 
"Non credo che il Team Meteora abbia lasciato ascensori funzionanti." disse Vittoria. A quel punto, i ragazzi si erano avvicinati al recinto che delimitava il terreno della vecchia centrale idroelettrica, e si stavano intrufolando al suo interno tramite uno squarcio che avevano trovato nella rete. "A meno che tu non stia ipotizzando di farci trasportare lassù dai nostri Pokemon Volanti..." 
 
"Ma non credo sia una buona idea. Arriverebbero lassù esausti... anzi, forse non riuscirebbero a trasportarci fin lassù." disse Vera, dando un'occhiata più attenta all'edificio. Doveva essere alto almeno una quindicina di metri, e non avevano la più pallida idea di cosa li attendeva là sopra... non potevano permettersi di far stancare i loro Pokemon prima del tempo.
 
"Non sarà un problema. Ho tutto sotto controllo." disse Amaria con espressione sicura... un atteggiamento che contrastava con la depressione che traspariva dalle pagine del suo diario, quando Julia gliel'aveva letto durante la loro visita alla scuola allenatori di Onice. La giovane donna dai capelli verdini cercò una Pokeball nella sua cintura e la aprì, facendo uscire il suo maestoso Lapras, che atterrò elegantemente sul tappeto di erba ingiallita e rinsecchita che ricopriva i dintorni della centrale. 
 
"Lapras, lapras!" esclamò il grazioso Pokemon simile ad una testuggine marina. Allungò il collo verso Amaria e cominciò ad accoccolarsi su di lei, mentre la giovane rispondeva accarezzandolo gentilmente sulla testa e grattandolo dietro un orecchio. 
 
"Sono contenta anch'io di vederti, Libertà!" disse Amaria, rivelando il nome che aveva dato alla sua Pokemon più forte. "Ascolta... avremmo bisogno di una mano per raggiungere il tetto della centrale elettrica. Non è che potresti darci una mano a salire là sopra per sorprendere il Team Meteora?"
 
"Libertà? Chi è che chiama il suo Pokemon in questo modo?" chiese Fern con una smorfia beffarda, rivolto a Vittoria ed Ortilla. Entrambe le ragazze gettarono all'antipatico bulletto dai capelli verdi un'occhiata quasi minacciosa, per dirgli che non gli venisse in mente di fare qualcun altra delle sue battute.
 
Il Lapras di nome Libertà annuì energicamente, emettendo il suo verso melodioso... e poi, dopo aver preso la mira, scegliò un attacco Geloraggio, aprendo la bocca e scagliando da essa un raggio di luce bianco-azzurrina che colpì il terreno alla base dell'edificio. Immediatamente, dei cristalli di ghiaccio si formarono nel punto in cui il Geloraggio aveva colpito... e una nube di vapore bianco avvolse ciò che si stava materializzando, costringendo tutti a fare un passo indietro per evitare di esserne travolti! Con stupore, Max osservò i cristalli di ghiaccio cambiare forma e crescere, formando una sorta di rampa di scale che si inerpicava sul lato della centrale elettrica abbandonata... e nel giro di meno di un minuto, una vera e propria scalinata si era formata sotto gli occhi dei ragazzi, in modo da portarli fino al tetto!
 
"Ed ecco a voi... la scalinata di ghiaccio, la specialità di Libertà il Lapras!" esclamò Amaria, sorridendo quasi da un orecchio all'altro mentre mostrava con orgoglio il risultato della mossa del suo Lapras usata in una maniera così fantasiosa. "Meglio che la sfruttiate adesso, in ogni caso. Il ghiaccio non durerà molto prima di sciogliersi. Comunque, non più di due alla volta."
 
"Lapras!" esclamò Libertà, usando una delle sue pinne per fare un ampio ed elegante gesto di cortesia nei confronti del gruppo di amici. Fern scosse la testa incredulo, ma non ebbe certo da protestare per la possibilità che gli veniva data di dar per primo l'assalto al Team Meteora. 
 
"Heh... un sistema abbastanza ridicolo, se posso dirla tutta... ma l'importante è che sia efficace!" affermò Fern. "Ci vediamo di sopra, schiappe!"
 
"Hey, Fern! Aspetta un momento..." cercò di richiamarlo Vittoria, senza successo. Fern era già arrivato quasi al secondo piano, e non mostrava segno di rallentare... e la giovane esperta di aikido scosse la testae tirò un sospiro rabbioso. "Giuro, un giorno di questi Fern si farà ammazzare... o ci farà ammazzare tutti quanti!"
 
"Beh, per adesso, vediamo di fare in modo che non succeda..." disse Max, attendendo che Fern fosse arrivato in cima prima di iniziare a salire la gradinata, accompagnato da Vera. "Grazie dell'aiuto, Amaria! Questo ci risparmia un bel po' di fatica!"   
 
"Nessun problema, Max. Rendermi utile mi fa sentire soddisfatta." disse Amaria. "Vi raggiungerò tra poco, intanto salite. Non preoccupatevi, finchè non vi avrò raggiunti, non credo proprio che i capi del Team Meteora si faranno vedere."
 
"Okay, Amaria. Buona fortuna." affermò Vera, cominciando a salire le scale di ghiaccio assieme al fratello minore. Strinse leggermente la mano a Max, in modo da fargli un po' di coraggio. La prova che si apprestavano ad affrontare sarebbe stata molto probabilmente la più ardua che avevano affrontato a Reborn da quando erano arrivati... e il peggio doveva ancora venire!
 
 
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Da un'altra parte del quartiere Peridoto, qualcun altro stava stabilendo un perimetro attorno alla zona industriale, in modo da intercettare i rinforzi del Team Meteora nel caso fossero arrivati. La Banda Idro e la Banda Magma, pur tenendosi a ragionevole distanza gli uni dagli altri, stavano collaborando per ostacolare l'organizzazione criminale che teneva Reborn City sotto scacco, creando una sorta di barriera attorno alla zona delle operazioni. Per quanto nessuno di loro pensasse di essere all'altezza di un comandante del Team Meteora, sicuramente potevano rallentare e respingere le reclute, semplificando molto le cose ai due gruppi d'assalto.
 
"Okay, ragazzi... cercate di riempire tutti gli spazi rimasti vuoti, e non permettete al Team Meteora di trovare dei punti in cui potrebbero infiltrarsi..." stava dicendo in quel momento Massimo, il capo della Banda Magma, mentre supervisionava gli sforzi dei suoi compagni. "Dobbiamo evitare che la resistenza debba preoccuparsi anche dei rinforzi che potrebbero arrivare da altre parti... e non saremo da meno della Banda Idro, giusto?"
 
"Giusto, capo!" esclamarono alcuni dei membri della banda di strada. Sembrava quasi che il pensiero di battere i loro rivali li spronasse a lavorare con maggiore lena per il solo desiderio di mostrarsi più bravi di loro...
 
E lo stesso si poteva dire della Banda Idro, poco più in là. Il capobanda Ivano gettò un'occhiataccia a Massimo e ai suoi uomini, e non appena si rese conto che stavano lavorando meglio di loro, cominciò a spronare la sua banda in modo che raddoppiassero i loro sforzi.
 
"Forza, branco di poltroni! Topi di sentina!" esclamò Ivano, atteggiandosi a pirata. "Non vedete che quelli lì stanno lavorando più di noi? Non lasciamogli la soddisfazione di averci superato! Dobbiamo fare di più! Animo, tutti al lavoro! Quelle barricate, più alte! E tenete d'occhio anche i vicoletti alla vostra destra! Quelli del Team Meteora si presenteranno anche da lì!"
 
"Subito, capo!" esclamarono in coro diversi membri della sua "ciurma". Uomini e Pokemon lavoravano fianco a fianco, tutti i loro sforzi concentrati verso un unico obiettivo - sconfiggere il Team Meteora e dare un futuro migliore a quella terra che aveva già visto troppe sofferenze e tragedie. Un Houndour della Banda Magma stava trascinando con i denti un sacchetto di sabbia, in modo da rafforzare le barricate che venivano erette... e dall'altra parte, un Buizel della Banda Idro usava il suo getto d'acqua per creare delle pozzanghere che ostacolassero eventuali rinforzi dell'organizzazione criminale. I due Pokemon passarono in quel momento l'uno vicino all'altro... e si urtarono per sbaglio, sobbalzando leggermente per la sorpresa e guardandosi a vicenda.
 
Per qualhe istante, Houndour e Buizel non dissero niente... poi, il cane nero alzò una zampa e la tese a Buizel, che sorrise soddisfatto e ricambiò il gesto. I due Pokemon si strinsero la mano in un gesto di amicizia e restarono per un po' a guardarsi negli occhi... poi, ripresero il loro lavoro, sentendosi in qualche modo ritemprati e più convinti.
Forse quello era già un passo avanti per far finire l'inutile rivalità che aveva diviso le due fazioni...
 
 
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Dalla parte opposta della facciata dell'edificio che Vera e i suoi compagni stavano assalendo, un gruppo di reclute del Team Meteora era di guardia, e stavano tenendo d'occhio la strada, all'erta contro ogni possibile minaccia. Assieme a loro c'era un individuo vestito con una strana divisa simile a quella che portavano Astro ed Eclisse, con delle "code" nere simili alla ruota di un pavone sulla schiena. Era sicuramente un membro di rango più alto, che in quel momento stava assicurandosi che tutti fossero al loro posto. Appariva soddisfatto di come stessero andando le cose... almeno finchè un comunicatore appeso alla sua cintura non suonò, attirando la sua attenzione!
 
Rapidamente, il Cavaliere Meteora afferrò il comunicatore e rispose... restando alquanto scioccato quando sentì che dall'altra parte provenivano esclamazioni rabbiose, ruggiti e rumori di battaglia! Fu costretto ad allontanare l'orecchio dal comunicatore per non restare mezzo assordato, e le reclute del Team Meteora, sentendo a loro volta la confusione che proveniva da lì, capirono che c'era qualcosa che non andava!
 
"Ugh... ma che diavolo..." esclamò il Cavaliere Meteora strizzando un occhio per il fastidio. "Sicurezza! Sicurezza, che sta succedendo? Sentiamo dei rumori strani! Vi stanno attaccando?"
 
"Confermiamo che ci stanno... ugh..." rispose la recluta dall'altra parte della comnicazione, prima che la linea cadesse, lasciando soltanto un fastidioso segnale di statico! Il Cavaliere Meteora strinse i denti e scosse l'apparecchio con un gesto di stizza... e stava per ordinare ad alcuni dei suoi uomini di venire con lui a dare una mano alle reclute sul tetto, quando un movimento proveniente dalla strada attirò l'attenzione di una delle reclute.
 
"Comandante, guardi lì! Sta arrivando qualcuno!" esclamò una delle reclute, indicando alcune figure che si muovevano nell'oscurità, avvicinandosi all'ingresso della centrale elettrica abbandonata. Drew e il suo Roserade furono i primi ad arrivare, dirigendosi verso l'ingresso con dei sorrisi e delle facce toste che davano l'impressione che non gliene potesse importare di meno di avere a che fare con l'organizzazione più temuta di Reborn! "Hey! E voi chi siete? Da dove venite? Andatevene via, questo non è posto per un ragazzino come te e il suo Pokemon!"
 
"Davvero?" chiese retoricamente Drew, pettinandosi i capelli con una mano. "In tal caso, beh... mi dispiace dirvi che noi dovremmo parlare con i vostri capi, là dentro."
 
"Rose roserade!" esclamò Roserade, tenendo le braccia incrociate e sorridendo argutamente alle guardie. La sua calma appariva quasi preoccupante... le guardie comprendevano di non avere a che fare con gente che si lasciava impressionare facilmente... e a peggiorare la situazione ci pensarono Julia e Florinia, emergendo dall'oscurità accompagnate da due Pokemon - la sua Cradily per la ragazza con gli occhiali, mentre Julia aveva con sè la sua Zebstrika, la cui criniera crepitava di energia elettrica e illuminava la strada tutt'attorno a sè!
 
"Ugh... siete quei mocciosi della resistenza, vero?" esclamò il Cavaliere Meteora, tenendo in mano una Pokeball. "Il comandante Zel ci aveva avvertito che vi sareste fatti vivi!"
 
"Ma immagino che non vi abbia avvertito che avremmo usato una tattica così accorta, eh?" esclamò la voce di Pietro, che si fece avanti a sua volta accompagnato dal suo Rhydon, che faceva tremare leggermente l'asfalto ad ogni passo! "Beh, che posso dirvi, è un vero peccato... perchè adesso non siete pronti per affrontarci!"
 
Immediatamente dopo, dall'oscurità emersero Cain, accompagnato da un massiccio Garbodor; Hitomi con il suo Sableye; e anche Heather e Shelly, con al loro fianco, rispettivamente, Bagon e Beedrill! Il Team Meteora si trovò improvvisamente ad avere a che fare con un nutrito gruppetto di allenatori esperti, e non avevano il tempo nè la possibilità di attendere rinforzi...
 
"Ugh... capo, qui si mette male! E' un attacco in piena regola!" esclamò una delle reclute, spiazzata davanti a quello schieramento di forze!
 
Il Cavaliere Meteora si ritrovò per alcuni lunghissimi secondi a non sapere cosa dire o cosa fare... ma sapeva che non poteva permettersi errori o mancanze a questo punto, e cercò di gestire la situazione come meglio poteva. Cercando a tentoni, prese il suo comunicatore e cercò di premere un pulsante su di esso, mentre con l'altra mano fece uscire uno dei suoi Pokemon - un minaccioso Tauros! "Non indietreggiate, uomini del Team Meteora! Non possiamo perdere questa posizione!" esclamò. "E in quanto a voi marmocchi... non crederete certo di passarla liscia, vero? Tauros, sistemare quel Roserade con Forza!"
 
"Roserade, prego... usa il tuo attacco Extrasenso." disse Drew con tutta calma. Il gigantesco Pokemon toro prese lo slancio e caricò a testa bassa contro Roserade,ma l'elegante Pokemon floreale eseguì una piroetta e riuscì a schivare l'incornata del bestione, per poi aprire le braccia con un gesto grandioso e scagliò un'ondata di energia mentale che investì in pieno l'avversario nel momento in cui si girava per caricare di nuovo! Il colpo arruffò la corta pelliccia di Tauros e lo mandò a sbattere contro un muro poco più in là, strappandogli un muggito di rabbia e dolore! 
 
"Bel colpo, Drew!" esclamò Pietro, il cui Rhydon stava affrontando un Graveler del Team Meteora. Un tremendo attacco Breccia centrò il macigno vivente in mezzo agli occhi, facendolo cascare a terra come un sacco di riso, mentre il resto dei Pokemon si occupavano degli altri combattenti del Team Meteora! "Continuiamo così! Li stiamo stendendo tutti!"
 
"Non chiedo di meglio! Bagon, attacca con Dragartigli!" esclamò Heather. Il draghetto si lanciò all'attacco con tutta la sua furia, mettendo a segno un poderoso fendente contro un Seviper del Team Meteora e mandandolo a terra!
 
"Beedrill, Danzaspada e poi Forbice X!" esclamò Shelly. La vespa gigante eseguì un rapido volteggio a mezz'aria, tenendo alzati i suoi pungiglioni come se stesse facendo un passo di danza classica... poi si lanciò in picchiata su un Tangela del Team Meteora e colpì con le sue braccia-lance, tracciando una X luminosa in aria... e il Pokemon Liane venne scagliato a terra con un tonfo sordo! Un Growlithe nemico cercò di afferrarla con Rogodenti, ma Beedrill riuscì a sollevarsi in volo appena in tempo! Un attacco Azione da parte di un Watchog del Team Meteora la fece barcollare, tuttavia... e Beedrill cercò di allontanarsi, menando dei fendenti con i suoi affilati pungiglioni!
 
"Attenta, Beedrill! Allontanati da lì!" esclamò Shelly, un attimo prima che una fiammata blu proveniente dalle fauci di Bagon investisse il Watchog avversario e lo scagliasse via! La bambina dai capelli violetti guardò nella direzione da cui era provenuto l'aiuto... e vide Heather e il suo Bagon in piedi l'una accanto all'altro, con la bambina dai capelli fucsia che faceva un ghigno sicuro e un segno dell'okay. Shelly ricambiò il gesto un attimo dopo, e Beedrill emise un ronzio acuto e disse di sì con la testa prima di gettarsi nuovamente all'attacco!
 
Il Tauros nemico mise a segno un potente attacco Forza contro Roserade, che questa volta non era stato abbastanza veloce da sottrarsi all'impeto del Pokemon toro... ma riuscì a rimettersi in sesto appena in tempo e alzò nuovamente la guardia, facendo cenno all'avversario di farsi avanti ancora una volta. Il bestione strisciò lo zoccolo sul terreno e prese lo slancio... ma questa volta, Drew aveva già un piano per tenerlo a bada e metterlo fuori combattimento.
 
"Okay, Roserade. Cerca di distrarlo, almeno per adesso... fai in modo che si stanchi!" affermò il ragazzo dai capelli verdi. Comportandosi un po' come un toreador, Roserade evitò la carica di Tauros con una piroetta laterale, facendo in modo che il bestione gli passasse al fianco senza fargli nulla. Tauros, ancora una volta, si voltò... e questa volta, il suo allenatore decise che non era più il momento di giocare.
 
"Niente più giochetti, Tauros!" esclamò il Cavaliere Meteora. "Eliminalo con Cozzata Zen!"
 
"MOOOOOO!" muggì ferocemente il Pokemon toro, abbassando la testa e caricando di nuovo. Questa volta, però, un'aura rosata si accese attorno alla testa del Pokemon toro, formando una sorta di casco di energia e trasformando Tauros in una sorta di ariete da sfondamento vivente! Con un altro muggito terrificante, Tauros si lanciò all'attacco e puntò a tutta velocità contro il Roserade di Drew... ma quest'ultimo evitò l'attacco all'ultimo momento con un'abile acrobazia, volteggiando oltre il muscoloso corpo del Pokemon toro e preparandosi ad atterrare dietro di lui...
 
"Perfetto! Adesso, Roserade!" esclamò Drew. "Attacca con Sonnifero!"
 
"Roserade!" esclamò il Pokemon Erba/Veleno, aprendo di colpo le braccia e scagliando una cascata di polline dorato che atterrò sul corpo di Tauros e venne rapidamente assorbito dalla pelle! Roserade atterrò in piedi mentre Tauros faceva per voltarsi e proseguire l'assalto... ma questa volta, Drew e Roserade notarono subito che il Pokemon simile ad un toro era più lento e sembrava non essere molto saldo sulle zampe. Il Sonnifero stava già facendo effetto...
 
"Accidenti... avanti, maledizione! Colpisci con quella Cozzata Zen, Tauros!" esclamò il Cavaliere Meteora, tentando in qualche modo di volgere lo scontro a suo favore prima che il suo Pokemon soccombesse agli effetti di Sonnifero. Facendo appello a tutte le sue forze, Tauros si scagliò ancora una volta contro il Roserade di Drew, che lo attese senza fare una mossa e aspettò il momento giusto per sferrare l'attacco decisivo. Drew si concentrò sul POkemon toro che si avvicinava come un treno in corsa... e al momento giusto, diede l'ordine!
 
"Colpisci con Petalodanza, Roserade!" esclamò Drew.
 
"ROSE!" con un'esclamazione acuta, Roserade alzò le braccia e volteggiò su sè stesso come una trottola, scagliando un dirompente vortice di petali rossi e blu che crearono un violento tornado! Tauros era troppo lanciato per potersi difendere o per evitare il colpo... e venne travolto in pieno dall'attacco, che lo percosse con violenza per diversi secondi e lo scaraventò via come se non pesasse nulla, facendo infine atterrare con abbastanza violenza da aprire delle piccole crepe nell'asfalto! Gli occhi di Tauros si trasformarono in spirali, e il massiccio Pokemon toro giacque privo di sensi sul terreno polveroso, mentre tutt'attorno a lui, i Pokemon del Team Meteora perdevano posizioni... e il Sableye di Hitomi metteva a terra un Mr. Mime nemico con un attacco Ombrartigli ben piazzato.
 
"Tutto qui, quello che sapete fare?" disse Hitomi con espressione sarcastica. "Più che meteore, siete stelle cadenti, lasciate che ve lo dica." 
 
"Bravo, Roserade!" esclamò Drew, il cui Pokemon Erba/Veleno eseguì un inchino da perfetto gentleman in segno di ringraziamento. Poi, il ragazzo dai capelli verdi guardò in direzione del tetto dell'edificio, immaginando che in quel momento Vera e i suoi compagni fossero ormai sul punto di penetrare nella base del Team Meteora. "Okay, Vera... noi qui stiamo sistemando il Team Meteora. Tu e Max approfittate di questa occasione per entrare là dentro... e sistemate quei criminali! Contiamo tutti su di voi!"
 
 
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Non c'era comunque bisogno che Drew si raccomandasse troppo. Vera e i suoi compagni avevano colto di sorpresa le guardie che il Team Meteora aveva schierato sul tetto, mettendo fuori combattimento i loro Pokemon e legando gli scagnozzi come tanti salami prima che potessero dare l'allarme. Il Krokorok di Fern aveva appena messo a terra un Pidgeotto del Team Meteora usando il suo attacco Sgranocchio, con il risultato che il Pokemon coccodrillo si era messo in piedi su un gradino e aveva lanciato un vigoroso grido di vittoria, orgoglioso di aver sconfitto così tanti avversari, e sentendsi di colpo più forte e più vigoroso di prima.
 
"Bene. Ottimo lavoro, Krokorok. Non mi hai fatto rimpiangere di averti tenuto in squadra." disse Fern, aggiustandosi gli occhiali con il suo ormai fin troppo noto fare arrogante... e il suo sorrisetto appena accennato si trasformò in un ghigno quasi feroce quando il suo Pokemon Buio/Terra si illuminò, venendo avvolto da un'aura di luce bianca nel giro di pochi secondi, e cominciando ad evolvere! 
 
I compagni di Fern fecero un passo indietro per dare a Krokorok il suo spazio, guardando con un misto di approvazione e timore il Pokemon simile ad un coccodrillo che cambiava rapidamente forma, diventando più possente e muscoloso. Videro il muso e la coda allungarsi, il corpo crescere e la corazza inspessirsi... e quando, pochi istanti dopo, l'evoluzione fu giunta al termine, la nuova forma del Pokemon apparve in un abbagliante lampo!
 
"Krrrrrrookodile!" esclamò il nuovo Pokemon, ergendosi in tutta la sua ragguardevole statura: Krokorok si era trasformato in una sorta di gaviale dalle squame rosse che stava in piedi sulle zampe posteriori, con il dorso attraversato da diverse strisce nere, e il ventre bianco. Il suo muso era molto allungato, con una bocca piena di denti aguzzi e gli occhi piccoli e luccicanti, circondati da una sorta di maschera nera che lo faceva assomigliare ad un gangster. Le braccia erano un po' esili rispetto al corpo, ma terminavano con mani artigliate a tre dita che lo facevano sembrare ancora più formidabile, e le zampe posteriori erano corte ma robuste, e anch'esse dotate di artigli affilati.
 
Fern incrociò le braccia e sghignazzò, guardando con orgoglio il suo Pokemon. "Heheheheee... allora, cosa ne dite? Era solo questione di tempo, dopotutto. Sono o non sono il numero uno del quartiere?" affermò, mentre la forma evoluta di Krokorok guardava il resto dei Pokemon che lo circondavano con un ghigno minaccioso.
 
"Che lui sia il numero uno, ho i miei dubbi... Ma non posso negare che questo Pokemon abbia davvero un aspetto impressionante." disse Max, mentre lui e Vera consultavano i loro rispettivi Pokedex.
 
"Krookodile, il Pokemon Minaccia. Tipo Terra/Buio. Forma evoluta di Krokorok." disse il Pokedex. "Una volta che l'ha presa, non si lascia più sfuggire la preda. Ha delle mandibole in grado di fare a pezzi un'automobile, e degli occhi simili a binocoli, che gli permettono di vedere le cose in lontananza ingrandite. Inoltre, può anche vedere al buio, scatenando così poderosi attacchi a sorpresa."
 
"Un Pokemon che si evolve al momento giusto... hai fatto davvero un ottimo lavoro ad allenarlo, Fern." disse Amaria con un cenno di assenso. "Ma adesso è meglio se ci muoviamo. La sorpresa non sarà dalla nostra parte per molto."
 
"Krook!" esclamò Krookodile, indicando una rampa di scale che, a partire dal tetto, scendevano verso l'interno della centrale. La galleria non aveva certo un aspetto molto gradevole, e chissà quali trucchi aveva preparato per loro il Team Meteora... ma era l'unica via per andare avanti, e comunque avrebbero fatto in modo di essere pronti per quando si sarebbero trovati di fronte i loro nemici. Amaria prese la testa del gruppo, e cominciarono a scendere, entrando nelle viscere dalla centrale elettrica abbandonata...
 
Il gruppo proseguì attraverso corridoi desolati ed uffici abbandonati, nei quali numerose scartoffie e rifiuti erano ancora abbandonati per terra... e con prudenza, facendosi luce con quel po' di elettricità che era rimasta, cominciarono a spingersi verso le sale più interne. Per il momento, non avevano incrociato alcun componente del Team Meteora... il che voleva probabilmente dire che l'organizzazione si era aspettata il loro arrivo e stava tendendo loro un'imboscata!
 
"Tenete gli occhi aperti... ho paura che ci salteranno addosso da un momento all'altro!" affermò Ortilla. Anche se adesso aveva tre Pokemon in squadra, era comunque nervosa e sapeva che non avrebbe potuto cavarsela bene quanto Vera o Max in caso di attacco. Il silenzio che regnava sovrano nella fabbrica abbandonata non rendeva certo la situazione più distesa... ed Alty stava sfruttando quanto più poteva la sua vista acuta per cercare di individuare in tempo qualsiasi cosa potesse essere fuori posto da quelle parti. La maestosa Altaria colse un movimento dietro una colonna di sostegno in cemento armato, e fece un cenno con l'ala per dire che c'era effettivamente un problema!
 
"Altar! Altaria!"
 
"Fermi dove siete!" esclamò improvvisamente una voce maschile... e il gruppo si fermò di colpo, vedendo arrivare due guardie del Team Meteora... due che Vera riconobbe immediatamente da tutte le occasioni in cui si erano incrociati! Entrambi vestivano dell'uniforme tipica di un membro di medio rango dell'organizzazione... e in ogni caso, non c'era bisogno di troppa fantasia per riconoscere Astro ed Eclisse, che si piazzarono sulla strada del gruppo di amici, decisi ad impedire loro di proseguire oltre. "Non vi permetteremo di fare un altro passo in più! Gli ordini di Lord Solaris e del comandante Blake sono... di non lasciar passare nessuno!"
 
"Astro ed Eclisse... ci incontriamo di nuovo, vedo!" esclamò Vera, prendendo una Pokeball. Max, Fern, Vittoria ed Ortilla fecero la stessa cosa, mentre il Krookodile di Fern ed Alty si mettevano in guardia. "Non ce l'abbiamo con voi! Per favore, toglietevi dalla nostra strada... e magari, lasciate il Team Meteora e cercate di trovare un impiego più onesto! Non vorremmo dover combattere... ma se insistete, non esiteremo a farlo!"
 
"Non puoi cambiare il mondo con le belle parole, ragazzina." disse Eclisse con tono amareggiato. "Noi siamo con il Team Meteora perchè è l'unico modo per fare in modo che questo mondo diventi più giusto e più puro. Quindi non credere di poterci convincere a smettere di combattere... anche se ammetto che non mi piacciono le cose che siamo costretti a fare."
 
"Riguarda quel portale che abbiamo scoperto sotto Reborn City, vero? E di quel potere che vi volete impossessare!" esclamò Max. "E quando lo avrete tutto per voi, che cosa farete?"
 
"Non siamo tenuti a rispondervi." tagliò corto Astro. "Se volete abbandonare il campo, avete ancora una possibilità di farlo. Altrimenti, preparatevi a combattere."
 
"Sembra che non ci sia altra possibilità, vero?" osservò freddamente Amaria. "In tal caso... i miei compagni non dovranno perdere troppo tempo. Basterò io a sistemarvi entrambi."
 
"Cosa?" esclamò Eclisse, perdendo la sua aria aggressiva davanti alla sicurezza con cui Amaria si stava ponendo. "Tu... stai dicendo che tu ci affronterai da sola? Non... non crederai certo di farci paura, vero?"
 
"Noi... siamo due agenti d'elite del Team Meteora! Anche se non siamo al livello dei nostri comandanti, non ti conviene sottovalutarci." la avvertì Astro. "Vieni a me, Magmar!"
 
"Electabuzz, conto su di te!" esclamò Eclisse. I due Pokemon ormai tipici di Astro ed Eclise apparirono davanti ad Amaria, che non ebbe altra reazione se non scuotere la testa.
 
"E credete di potermi fermare con quelli?" chiese freddamente. "Vorrà dire che dovrò farvi vedere la differenza che c'è tra me e voi. Vieni a me, Atlante."
 
Con un gesto della mano, Amaria lanciò la sua Pokeball in aria... e da essa, con un bagliore accecante, uscì un Pokemon dall'aspetto maestoso che ricordava non poco una sorta di gigantesco cavalluccio marino: di colore azzurro con la pancia gialla e un ricciolo sulla coda, aveva tre pinne tutte di colore bianco: due sotto la testa, e la più grande sulla schiena con dei prolungamenti azzurri che ricordavano dei coralli. La bocca aveva la forma di un cannone, i suoi occhi erano rossi, e posizionati ai lati della testa, e la testa stessa aveva due degli stessi prolungamenti azzurri, in modo da far sembrare quel Pokemon un'estensione di una barriera corallina. Era di dimensioni notevoli, alto quanto una persona normale o forse anche un po' di più, ma il suo aspetto maestoso lo faceva apparire ancora più grande di quanto non fosse in realtà... e sia Astro che Eclisse rabbrividirono quando si resero conto di trovarsi di fronte ad un Kingdra!
 
"Cos..." mormorò Eclisse. "Maledizione, un Kingdra? Questa non me l'aspettavo... gli attacchi elettrici del mio Electabuzz non avranno un grande effetto su di lui..."
 
"El... Electabuzz..." mormorò il Pokemon Elettro. Teneva la guardia alta e i suoi pugni erano già avvolti di scariche elettriche, ma aveva capito che la situazione non era proprio il massimo per lui... e men che meno per Magmar, che cercava in qualche modo di trovare un punto da cui attaccare il Pokemon Acqua/Drago senza incorrere nei suoi devastanti attacchi...
 
"Un Kingdra... sì, quei due scagnozzi del Team Meteora si trovano davanti un avversario davvero tosto." affermò Max con un lieve sorriso. "Non solo Amaria mi dà l'impressione di essere molto più abile di loro... ma il tipo Acqua/Drago di Kingdra lo rende quasi insensibile agli attacchi Fuoco di Magmar, e anche gli attacchi Elettro di Electabuzz infliggono solo il danno normale."
 
"Direi che il mio piccolo amico Max ha centrato il punto." rispose Amaria con tutta calma, senza mai staccare lo sguardo da Astro ed Eclisse. Magmar ed Electabuzz continuavano a stare a distanza di sicurezza da Kingdra, ma senza dare accenno di volersi ritirare. "Allora, ci lasciate passare, o io ed Atlante dobbiamo farci strada in maniera... un po' più sgradevole?"
 
"King!" esclamò Kingdra, aprendo le pinne in modo da sembrare più grande e temibile. Ma la possibilità che Amaria stava dando ai due agenti del Team Meteora, non era una possibilità che Astro ed Eclisse potevano prendere.
 
Maledicendo la sfortuna che per qualche motivo continuava a farli finire in situazioni come quella, Eclisse strinse i denti e diede un ordine ad Electabuzz. "Tsk... non sai quanto mi piacerebbe non dover combattere... ma devo andare avanti! Electabuzz, attacca Kingdra con Tuonopugno!"
 
"Magmar, usa Stordiraggio su di lui!" esclamò Astro, sperando che almeno questo riuscisse a dare un po' di fastidio al cavalluccio marino gigante. Le mani di Electabuzz si accesero di una sfrigolante scarica elettrica, mentre Magmar si concentrò, piazzò una mano davanti a sè, e scagliò contro Kingdra una sfera di luce multicolore che fluttuò in aria per un secondo prima di sfrecciare verso Kingdra, in modo da confonderlo.
O almeno, questo sarebbe stato il piano. Ma Atlante fu troppo veloce perchè potessero metterlo in pratica.
 
"Atlante. Idrovampata su Magmar." ordinò Amaria... e il cavalluccio marino gigante obbedì con letale precisione, sparando un getto d'acqua bollente dalla sua bocca ad imbuto! Magmar fece appena in tempo ad accorgersi dell'attacco prima di essere centrato in pieno e scagliato con violenza contro una ringhiera dietro di lui! Si sentì un tremendo clangore metallico al momento dell'impatto... e Magmar scivolò a terra con gli occhi trasformati in spirali, lasciandosi dietro la ringhiera deformata dal colpo!
 
Electabuzz ebbe un moto di orrore... ma cercò ugualmente di lanciarsi contro il Kingdra di Amaria, forse sperando in un colpo di fortuna che gli consentisse di superare le difese del Pokemon Acqua/Drago e sferrare un colpo poderoso. Fu un tentativo disperato destinato al fallimento, in ogni caso - Magmar non era ancora scivolato a terra, che Atlante si era già voltato verso Electabuzz e stava caricando un nuovo attacco, sotto forma di una pulsante sfera di energia luminosa, di colore blu-violaceo, che era apparsa nella sua bocca!
 
"Atlante, Dragopulsar!" esclamò Amaria. Il colpo fu rapido, preciso e decisivo: Atlante scagliò la sua sfera di energia contro lo Electabuzz di Eclisse e colpì in pieno il muscoloso Pokemon Elettro, scagliandolo via come se non pesasse nulla! Electabuzz si schiantò contro un muro, lasciando su di esso un'ammaccatura a forma del proprio corpo, e cadde a terra svenuto come Magmar un attimo prima. Astro ed Eclisse non avevano potuto fare nulla se non guardare attoniti la scena - i loro Pokemon erano stati messi fuori causa così, senza alcuna difficoltà! E Vera e il resto dei suoi compagni non erano meno impressionati. Sapevano che Amaria era un'allenatrice di alto livello, ma vederla in azione così... era davvero tutt'altra cosa!
 
"Spero che adesso vi sia chiaro. Non potete vincere contro me ed Atlante." disse Amaria ai due luogotenenti Meteora. "Andate, e vi consiglio caldamente di trovare un altro modo di gudagnarvi da vivere. Non sarà calpestando gli altri che potrete costruirvi un futuro."
 
"Wow... avete visto che potenza?" esclamò una sbalordita Vittoria. "Amaria è... è davvero formidabile!"
 
"Heh. Te ne accorgi solo adesso?" esclamò Fern infastidito. "Di tutti gli allenatori che conosco, soltanto Saphira e Titania potrebbero sconfiggerla in uno scontro di Pokemon."
 
Astro ed Eclisse non potevano fare nulla in quel momento... se non richiamare Electabuzz e Magmar, e darsi ad una fuga precipitosa, non prima però che Astro lanciasse alla ragazza dai capelli verdini uno sguardo minaccioso. Quando i passi di Astro ed Eclisse si persero in lontananza, Amaria tirò un lieve sospiro, e fece cenno ai ragazzi di restarle vicino. 
 
"Altaaaaria..." cinguettò a bassa voce Alty, volendo congratularsi con Amaria per l'abilità dimostrata.
 
"Amaria, è stato... semplicemente incredibile!" affermò Vera. "Sei davvero... una grande allenatrice!"
 
Amaria non rispose subito. Prima si voltò verso Atlante per congratularsi con lui, e il cavalluccio marino gigante, lusingato dalle attenzioni di Amaria, si accoccolò su di lei come un gattino affettuoso per alcuni istanti.
 
"Bravo, Atlante. So che posso sempre contare su di te e su Libertà." disse la giovane donna. Il drago marino cominciò a strusciare la testa sul suo viso in una dimostrazione di affetto che, inquel momento, sembrava dettata da qualcosa di più che semplicemente affetto ed esultazione. C'era qualcosa nel modo di fare di Kingdra che, per qualche motivo, suggeriva che il Pokemon Acqua/Drago stessecercando di sostenere Amaria e consolarla per qualche motivo...
 
"King, kingdra..." disse il Pokemon Acqua/Drago. Anche a Vera dava l'impressione di vedere due vecchi amici che si facevano conforto a vicenda dopo che qualcosa di terribile era accaduto ad uno di loro, e immaginò che fosse collegato a quello che aveva letto nel diario di Amaria...
 
Ma per quanto le sarebbe piaciuto restare ancora un po' e farsi ancora un po' di coccole con il suo Kingdra, Amaria sapeva che non c'era tempo da perdere. "Beh... scusate, ragazzi, mi sono fatta prendere un po' la mano, e... ho finito per dimenticare quasi che c'eravate anche voi! Comunque... meglio andare, adesso! Il Team Meteora non ci metterà molto per rintracciarci..." affermò, anche per scusarsi.
 
"Alla buon ora. Io non vedevo l'ora di mostrare a quel branco di perdenti cosa valgo davvero!" esclamò Fern. "Allora, branco di pappamolle, mi seguite o meno? Quella macchina che inquina il Lago Azzurro non si fermerà da sola!"
 
"Piuttosto morire che essere civile, eh?" esclamò risentita Vittoria, mentre il gruppo proseguiva il suo percorso...
 
 
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Vera, Max e i loro compagni avevano perso la cognizione del tempo man mano che si addentravano sempre di più nella Centrale Idroelettrica. Avevano rinunciato a tenere il conto del tempo che era tracorso... e ancora una volta, il silenzio innaturale aveva avvolto l'edificio, spezzato soltanto da qualche rumore di sottofondo.
 
Tenendo alta la guardia, i ragazzi imboccarono un ampio corridoio che sfociava in una sala più grande... una sala da cui provenivano rumori di macchinari e luci accese. Vittoria fece cenno ai suoi compagni di aspettare e tenersi indietro, immaginando che il Team Meteora non aspettasse che loro.
 
"Okay, ragazzi... sono pronta a scommettere che gli uomini del Team Meteora siano lì dietro quell'ingresso." affermò la giovane esperta di arti marziali. Alty si avvicinò con prudenza, cercando di dare un'occhiata all'interno senza esporsi a sua volta... poi svolazzò nuovamente verso la sua allenatrice e i suoi compagni per fare rapporto.
 
"Altaria!" cinguettò a bassa voce, indicando la grande sala con il becco. Ortilla sorrise lievemente alla sua Pokemon più abile, e la accarezzò sulla testa... poi guardò verso i suoi compagni e disse di sì con un movimento della testa.
 
"Sì, Alty dice che ci sono diversi uomini del Team Meteora." affermò la bambina dai capelli turchini. "Sicuramente è qui che ci attendono i loro capi... e magari anche quel Lord Solaris di cui abbiamo sentito dire. Dobbiamo stare attenti."
 
"A questo punto, non possiamo certo tornare indietro. Potrebbe essere la nostra migliore occasione." disse Vittoria. "E va bene... andiamo, e teniamoci pronti!"
 
Con estrema attenzione, cercando di non esporsi, il gruppo scivolò verso l'ingresso della grande sala... e Vittoria fece cenno ai suoi compagni di aspettare, in modo da dare un'occhiata più attenta alla grande sala. Era davvero un luogo impressionante, dominato da una sorta di enorme cisterna che pompava un disgustoso liquido violaceo in due canali posti ai lati della stanza, che poi scorrevano in due canali di scolo che evidentemente scorrevano verso il Lago Azzurro. Numerosi uomini del Team Meteora, alcuni dei quali indossavano delle uniformi simili a quelle di Astro ed Eclisse, si avvicendevano attorno ad alcuni macchinari, e tra essi, Vittoria riuscì a distinguere un individuo incappucciato dall'aspetto androgino, un uomo in impermeabile beige dai lunghi capelli neri... e, particolare che le fece sgranare per un attimo gli occhi per lo stupore, un giovanotto vestito di azzurro con i capelli bianco-azzurrini spettinati. Era sicura che fosse lui... almeno, da come ne aveva sentito parlare, quello doveva essere Blake...
 
Due scagnozzi del Team Meteora erano pericolosamente vicini all'entrata della sala - non li avevano ancora notati, ma stavano camminando lentamente verso di loro, e sarebbe stato inevitabile che li avrebbero visti, se avessero continuato ad avvicinarsi così. Tuttavia, questo poteva tornare a loro vantaggio... poteva essere il momento migliore per attaccare e mettere quei due fuori combattimento prima che potessero mandare in campo anche un solo Pokemon.
 
Vittoria fece un cenno a Fern... che alzò gli occhi al cielo con fare insofferente, ma non protestò e aprì una Pokeball, dalla quale uscì il suo Nuzleaf. Il Pokemon Erba/Buio atterrò silenziosamente accanto al giovanotto con gli occhiali e fece un cenno con la testa per dire che era pronto... poi si avvicinò all'ingresso della sala e attese qualche istante che le due reclute fossero a tiro...
 
...
 
Ancora un attimo...
 
...
 
ORA!
 
Vittoria e il Nuzleaf di Fern si mossero assieme, come se avessero risposto allo stesso segnale... e con abbastanza rapidità e furtività da cogliere di sorpresa le due guardie, che non poterono fare nulla per difendersi! Con una spettacolare proiezione da aikido, Vittoria afferrò una delle due reclute e la atterrò, facendola cadere a terra di schiena con abbastanza potenza da mozzarle il fiato in gola! Poi, prima che lo scagnozzo del Team Meteora potesse rialzarsi, Vittoria lo colpì con un pugno in pieno viso, mettendolo ko all'istante! Nello stesso momento, il Nuzleaf di Fern si era lanciato all'attacco e aveva preso alle spalle l'altro soldato, colpendolo alla nuca con un preciso colpo di taglio con la mano... e la guardia si afflosciò a terra con un grugnito, restando poi disteso a faccia in giù privo di sensi!
 
Immediatamente, gli altri uomini del Team Meteora saltarono su e si allontanarono dall'ingresso di qualche passo, mentre Vera e i suoi compagni, con i loro Pokemon già al loro fianco, facevano irruzione nella sala! Vittoria aveva già fatto uscire il suo Pignite, mentre Max e Vera erano accompagnati da Swampert e da Wartortle rispettivamente. Amaria aveva al suo fianco Atlante, il suo Kingdra, mentre Ortilla era affiancata sia da Alty che dal Bibarel che si era da poco unito a lei. Tutti assieme, davano veramente l'impressione di un gruppo di avversari formidabili, al punto che anche Zel e Blake fecero un passo indietro. Lord Solaris, invece, si voltò verso gli intrusi, mostrando soltanto un piccolo accenno di sorpresa. Sembrava che non ci fosse nulla in grado di scuotere quell'uomo...
 
"E' la resistenza!" esclamò una recluta. "Sono arrivati fin qui!"
 
"Accidenti... che hanno combinato Astro ed Eclisse? Non dovevano fermarli?" ingiunse un'altra.
 
Vera e il suo Wartortle presero la testa del gruppo, e la bambina castana cominciò ad avvicinarsi alla cisterna, guardando con attenzione. C'era effettivamente qualcosa che non andava, in quel macchinario... e la cosa le venne confermata quando vide che vicino ad esso era stata piazzata una macchina molto simile a quella a cui Taka faceva la guardia nella Foresta Malachite. Sì, non c'era dubbio... era una macchina PULSE, con un Pokemon innocente all'interno che veniva sfruttato per gli scopi del Team Meteora!
 
"Ah! Voi... voi siete... quelli della resistenza, vero?" esclamò Zel, la cui personalità dominante, in quel momento, era evidentemente quella più dolce e gentile. "Ehm... voi... n-non dovreste essere qui, in questo momento..."
 
"Come potete vedere, ci siamo." affermò Max alzando le spalle. Il suo Swampert si piazzò davanti a due uomini del Team Meteora e li squadrò minacciosamente, impedendo loro di avvicinarsi al suo allenatore.
 
"Sapevate già che saremmo venuti, altrimenti non sareste stati così preparati." disse Vera, rifiutando di farsi prendere la mano dalla baldanza. Avevano cominciato bene, questo era vero... ma con il Team Meteora e quel Lord Solaris, non era una buona idea abbassare la guardia. "Siamo qui per mettere fuori causa quella macchina che inquina il lago. E siamo pronti a combattere contro tutti voi per farlo!"
 
"Tsk... e pensi davvero che il Team Meteora possa essere sconfitto da delle mezze cartucce come voi?" esclamò Blake, passando dalla sorpresa iniziale al suo tipico ghigno presuntuoso. Vittoria lo fissò, quasi stentando a credere a quello che sapeva di lui...
 
Solaris sorrise lievemente, rispondendo con monolitica, quasi inquietante sicurezza. "Bisogna ammettere che la vostra perseveranza è lodevole." affermò. "State combattendo per una causa persa, eppure non mollate. Se non altro, la vostra determinazione è ammirevole, per quanto male indirizzata. Avete la più pallida idea di quello che state facendo, bambina?" La domanda era rivolta a Vera, che era di fronte al gruppo e il cui Wartortle, nonostante un po' di nervosismo, si preparava ad affrontare gli uomini del Team Meteora.
 
"Warrrrrtorrrrtle!" esclamò la Pokemon tartaruga. 
 
"Certo che lo sappiamo!" rispose prontamente Vera. "Vi stiamo impedendo di fare ancora del male alla popolazione di Reborn City!"
 
"Voi state ficcando il naso in affari che non vi riguardano." disse Lord Solaris senza scomporsi. "Ma immagino che forse non sappiate le cose come stanno... e adesso ve lo spiegherò per filo e per segno."
 
"Sanno già del PULSE, mio signore." disse Zel. Ancora una volta, la sua voce era cambiata, e adesso aveva la sua personalità femminile e decisa. "Vera Maple ha contribuito alla terminazione del progetto PULSE-Tangrowth." 
 
"Sì, ne sono al corrente." rispose Lord Solaris. "Molto bene, Vera Maple... Bene, immagino che questa macchina PULSE sia un attimo diversa da quella che hai visto l'ultima volta. Il PULSE-Tangrowth non era ancora abbastanza stabile, e ha finito per perdere il controllo al momento meno opportuno. Grazie all'encomiabile lavoro del comandante Zel, il nostro scienziato più abile, siamo riusciti a costruire una macchina PULSE più controllabile, che è sicuramente molto più utile ai nostri scopi."
 
Il leader del Team Meteora premette un pulsante su una console, e uno scomparto nella parte anteriore della macchina PULSE si aprì con un cigolio sinistro, mostrando a Vera e ai suoi compagni uno spettacolo terrificante: all'interno di quella macchina infernale si trovava un enorme Muk, il cui volto era contorto in un'espressione di terrore e sofferenza: era collegato alla macchina tramite dei piccoli tubi che affondavano nel suo corpo semisolido, e sembrava che stessero lentamente risucchiando fango velenoso dal corpo della creatura, ad un ritmo che consentiva giusto a Muk di creare altro materiale tossico per rimpiazzare quello che gli veniva sottratto. Il Pokemon Veleno cercava di liberarsi da quella prigione tecnologica, ma gli stessi congegni che lo tenevano imprigionato là dentro risucchiavano le sue forze, impedendogli di esercitare tutta la sua energia...
 
"Muuuuuuuk... muuuuuuuuk..." gemette il Muk, protendendo penosamente le mani verso l'esterno, come per chiedere un aiuto che nessuno poteva dargli... e mentre Vera e i suoi compagni osservavano con orrore la tortura che veniva riservata a Muk, Solaris continuò a spiegare, freddo ed impassibile. 
 
"Osservate bene, il Muk che è collegato a questa macchina PULSE." disse il comandante del Team Meteora. "Potete vedere la sua sofferenza, vero? La macchina assorbe il materiale tossico che compone il suo corpo e lo usa per velocizzare il processo che inquina il Lago Azzurro. Questo fa parte del grande progetto del Team Meteora per mandare via tutti gli ignoranti da questa città, e avere la possibilità di raggiungere il luogo dove ha avuto origine il continente di Reborn! Per questo scopo, è inevitabile che qualcuno soffra, e questo credo che lo abbiate già sentito dire dai miei fedeli! Tutto quello che noi del Team Meteora facciamo... è affinchè il mondo ritorni al suo giusto stato!"
 
"E' una cosa atroce!" esclamò Vera, in preda alla rabbia e all'orrore. "Come potete dire di stare facendo la cosa giusta, e allo stesso tempo commettere simili atrocità? E perchè ci state dicendo queste cose, in ogni caso?"
 
Solaris sorrise leggermente. "Perchè adesso tu sei distratta." rispose. "Uccidila, Garchomp."
 
Vera sobbalzò quando sentì qualcosa emergere da dietro di lei... e sentì le grida di allarme di suo fratello e dei suoi compagni allorchè un gigantesco Garchomp emerse dal pavimento appena dietro di lei! Il terrificante Pokemon Terra/Drago teneva alzato un braccio, e si apprestava ad abbattere su Vera un colpo letale... 
 
E non c'era nulla che Vera e la sua Wartortle potessero fare per proteggersi...
 
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: Cliffhanger!
 
Sono contento di essere riuscito a pubblicare questo capitolo con relativo anticipo, rispetto a quando mi ero aspettato. Sfortunatamente, è un periodo un po' difficile per me. E' grazie alla mia passione per la scrittura e per Pokemon che riesco a rilassarmi e a distrarmi dai pensieri tristi, e per questo non ci rinuncerò mai. Quindi... state tranquilli, non abbandonerò questa saga, nè quella di Digimon. Scrivere queste storie è il mio piccolo sogno, che cercherò di realizzare con tutte le mie forze.
 
Vera e i suoi compagni sono in una situazione davvero difficile... e Lord Solaris dà prova della sua spietatezza e di fin dove è pronto a spingersi per raggiungere i suoi scopi. Come faranno i nostri amici ad uscire vincitori da questa che sembra una situazione senza via d'uscita? 
 
A presto, e mi raccomando... recensite! :)         

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Capitolo 24
*** Vera VS Zel ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 24 - Vera VS Zel
 
 
"Huh? Ma cosa... Vera!"
 
Drew alzò di scatto la testa, un attimo dopo che il suo Flygon, da lui chiamato in campo per permettere a Roserade di prendersi un po' di riposo, ebbe messo a terra un Magneton del Team Meteora. Il ragazzo dai capelli verdi e i suoi compagni erano riusciti a superare gli sbarramenti, e stavano penetrando all'interno della centrale... quando Drew aveva sentito una strana sensazione... li era sembrato che in quel momento Vera stesse correndo un grave rischio, anche se non aveva nulla di concreto per poterlo dire con certezza... e il suo Flygon, allontanandosi dall'aversario battuto, guardò verso di lui con fare confuso.
 
"Flygon?" chiese il Pokemon Terra/Drago muovendo lentamente le ali. 
 
"Che succede, Drew?" chiese Cain, che stava guardando le spalle al gruppo assieme al suo Garbodor. "Hai visto Vera da qualche parte?"
 
Il ragazzino dai capelli verdi prese fiato e si sfregò la fronte dubbioso. C'era qualcosa di strano in tutto questo... "Va tutto bene, Cain... Flygon... è che per un attimo, ho avuto la sensazione che stesse accadendo qualcosa a Vera." affermò. "Non... non perdiamo tempo, dobbiamo raggiungere lei e gli altri nella sala del generatore."
 
"Ricevuto! Sistemiamo queste schiappe e filiamo lì di volata!" esclamò Heather. "Vai, Bagon! Sfogati su di loro con Dragospiro!"
 
"Bagon!" Il draghetto prese fiato e scagliò una fiammata blu contro i Pokemon del Team Meteora che cercavano di fare un muro davanti a lui, travolgendoli e mandandoli a terra! Ghignando, Bagon fece un cenno alla sua allenatrice per dire che la via era libera... e mentre gli uomini del Team Meteora richiamavano i loro Pokemon sconfitti e si affrettavano a tagliare la corda, il gruppo si riunì per avanzare...
 
Drew sorrise lievemente, ma ancora, tra sè, sperava che quella sensazione che aveva avuto un attimo prima fosse soltanto questo - una sensazione...
 
 
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Il tempo sembrò congelarsi per un attimo. Vera spalancò gli occhi per la paura, e tutto sembrò scorrere al rallentatore mentre il Garchomp di Lord Solaris sollevava il braccio e si apprestava a sferrarle un colpo letale. Per un istante, malgrado il terrore che la avvinghiava, la piccola coordinatrice riuscì a scorgere un bagliore di rimorso negli occhi del dragone, come se Garchomp volesse dirle che non era contento di eseguire quell'ordine, ma non gli era dato di disobbedire.
 
"Oh, no! Vera!" sentì la voce di Max che la chiamava.
 
"Vera!" questa era Vittoria...
 
"Atlante! Geloraggio!" 
 
Il Kingdra di Amaria agì, veloce come un lampo, e scagliò contro il Garchomp di Solaris un raggio di energia congelante di colore bianco-azzurrino, cercando di colpirlo in mezzo alle scapole! Ma questa volta, il feroce Pokemon Jet non si fece cogliere di sorpresa come quella precedente... e non appena sentì la temperatura abbassarsi soltanto di qualche grado, si staccò da Vera ed eseguì uno spettacolare salto mortale all'indietro, evitando il Geloraggio che si andò a schiantare sul pavimento e creò su di esso una lastra di ghiaccio solido! Con un'agilità che avrebbe fatto invidia ad un campione olimpionico, Garchomp volteggiò in ara, eseguendo un avvitamento, e atterrò con grazia incredibile accanto alla piattaforma rialzata dove stava in piedi il suo allenatore.   
"Hm. Niente male. Dovresti ringraziare la prontezza della tua compagna, Vera Maple." commentò freddamente Lord Solaris. "Se non fosse stato per lei e per il suo Kingdra, tu ora non saresti qui."
 
"Garrrrrrchomp?" ringhiò Garchomp, squadrando minacciosamente il Kingdra di Amaria che si avvicinava per affrontarlo.
 
Vera aveva a malapena sentito le sue parole. Era talmente stravolta per aver visto la morte in faccia ed essere riuscita a cavarsela per un pelo, che le ginocchia le cedettero, e la bambina castana si mise seduta per terra, pallida e con il viso sudato. Il Wartortle di Vera, Max e il suo Swampert andarono subito a sincerarsi che lei stesse bene, e con loro grande sollievo, videro che Vera era illesa, a parte la più che comprensibile paura.  
 
"Hmph... ancora un po', e quella marmocchia ce la toglievamo di torno senza tanti giri..." grugnì Blake. Dal suo modo di fare, era chiaro che era dispiaciuto che Vera non fosse morta...
 
"Davvero? Beh, mi spiace per voi, ma questo non accadrà mai finchè ci sarò io!" esclamò Amaria con tono di sfida. Tutti i membri della resistenza sembravano particolarmente indignati per l'azione di Lord Solaris, il cui Garchomp aveva indietreggiato, volendo usare una certa prudenza davanti al Kingdra della ragazza dai capelli verdini. Si trattava pur sempre di un avversario in grado di dargli qualche pensiero...
 
"Vera! Vera, sorellina, stai bene? Non sei ferita, vero?" chiese Max, prendendo la sorella maggiore per una spalla e dandole un leggero scossone. Per fortuna, Vera si riprese rapidamente dallo shock e si passò una mano sulla fronte, per poi rialzarsi sulle gambe non ancora del tutto stabili.
 
"No... tranquillo, Max, io sto bene... devo solo riprendere fiato..." affermò. Wartortle le diede una mano a rialzarsi, e la ragazzina di Hoenn prese altri due respiri prima di calmarsi del tutto e alzare lo sguardo verso Lord Solaris e la macchina PULSE. Il leader del Team Meteora non sembrava provare nulla per quello che stava per fare, e la cosa non fece altro che far indignare ancora di più Amaria.
 
"Come potete giustificare quello che state facendo, voi del Team Meteora?" esclamò. "State usando questa macchina... questo PULSE... per inquinare le acque del Lago Azzurro... opprimete la popolazione di Reborn City e fate anche del male alle persone e ai Pokemon innocenti!" Guardò di nuovo verso il malcapitato Muk che si agitava disperatamente all'interno della macchina, nell'inutile tentativo di riconquistare la libertà. "State soltanto rendendo impossibile la vita agli abitanti di Reborn! Perchè volete distruggere un continente che una volta era così bello? Quel portale che si trova sotto Reborn City... vale così tanto che sareste disposti a commettere simili atrocità per averlo?"
 
"Certo che vale così tanto. Mi stupisce che tu ancora non te ne sia resa conto." rispose lapidario Lord Solaris. "Se le loro case verranno distrutte dalle piante, non avranno più un luogo in cui vivere. Se l'acqua che bevono è inquinata, si ammaleranno e moriranno. Molto presto, se ne andranno via tutti. Tutti quanti. E nessuno arriverà più a Reborn. E' proprio per questo che abbiamo piazzato quella bomba nella Stazione Peridoto a suo tempo. Per mettere paura a chiunque avesse idea di venire qui a Reborn a dare una mano ai parassiti ignoranti che infestano questa città. Questa città crollerà, e diventerà una rovina... come avrebbe sempre dovuto essere! E così, noi del Team Meteora avremo la possibilità di ottenere il potere assoluto e riportare questo mondo allo stato in cui sarebbe dovuto restare!"
 
"Tortle!" esclamò indignata la Wartortle di Vera.
 
"Siete delle persone orribili!" continuò Ortilla. "State facendo tutto questo soltanto per queste vostre assurde idee?"
 
Solaris la fissò con gelida rabbia. "Silenzio, bambina. Tu non capisci niente. Non sei nella posizione di comprendere o giudicare i nostri scopi. Non siamo dei sadici meschini, e il potere non ci interessa, di per sè stesso..." si fermò, e i suoi occhi si posarono su Amaria... e più esattamente, a qualcosa che era spuntato fuori da un risvolto del suo vestito in tutta quella confusione. Qualcosa di piccolo e luccicante...
 
"E non siamo neanche dei ladri da quattro soldi, ma... non posso fare a meno di notare quel gioiello che hai con te, Amaria Fiore." continuò il leader del Team Meteora. Immediatamente, la ragazza dai capelli acquamarina passò dall'indignazione ad un misto tra allarme e confusione. Anche Blake rivolse immediatamente la sua attenzione a quello che Lord Solaris aveva notato...
 
"Gioiello? Quale gioiello?" chiese Vittoria. "E'... è quello che hai con te, Amaria? Che cos'è?"
 
Amaria strinse i denti, cercando di nascondere nuovamente il gioiello nel risvolto del suo vestito, mentre allo stesso tempo malediceva la sua scarsa previdenza. Avrebbe dovuto essere più cauta... "Questo? Questo... è un regalo di Titania, la mia fi... migliore amica! Un segno della nostra amicizia, tutto qui!" esclamò. "Che cosa importa a voi?"
 
"Importa eccome..." disse Solaris. "Anche da qui, riesco a vedere che si tratta di un bracciale ornato con uno zaffiro... E' il Braccialezaffiro che stavamo cercando, vero?"
 
Il Kingdra di Amaria si piazzò a fianco della sua allenatrice e fissò rabbiosamente Lord Solaris. "Non lo avrete, se è questo che state pensando!" esclamò furiosa Amaria.  
 
"Non mi aspettavo certo che tu ce lo dessi." disse Solaris. "Vorrà dire che ce lo prenderemo noi. Ritorna, Garchomp."
 
Il leader dell'organizzazione di terroristi richiamò Garchomp, che fece un inchino e si lasciò risucchiare nella sua Pokeball. "Se si tratta di combattere con un'allenatrice come Amaria Fiore, meglio non lasciare nulla al caso. Tocca a te... Tyranitar!" esclamò Lord Solaris, lanciando un'altra Pokeball dalla quale uscì un mostruoso Pokemon rettile simile a un dinosauro bipede di colore verde e alto almeno due metri, ricoperto di squame dure come un'armatura e il cui dorso era a sua volta armato di svariati aculei, che spuntavano anche dal capo, dal collo, dalle spalle e dalla punta della coda. La sua testa era affusolata, con zanne triangolari che spuntavano dalle mascelle e un paio di occhi piccoli e feroci che scrutavano con voracità il mondo attorno a sè, e le sue braccia erano corte e dotate di letali artigli. Si reggeva in piedi su un paio di robuste zampe, ognuna abbastanza pesante da sgretolare il pavimento su cui appoggiava! Il Pokemon aveva delle fessure sul corpo, due dietro la schiena, quattro nel petto e due su entrambe le ginocchia, mentre sullo stomaco si vedeva una zona di forma rombica in cui le squame diventavano azzurro-grigie.
 
"TAAAARRRRRRR!" Il Pokemon Armatura lanciò un ruggito spaventoso, talmente potente da far tremare il pavimento e intimorire persino alcuni uomini del Team Meteora... e Atlante, il Kingdra di Amaria, sembrò esitare per un istante prima di prendere un bel respiro e prepararsi ad affrontare il gigantesco Tyranitar!
 
"Mamma mia... quel Pokemon è... un Tyranitar!" esclamò Max, riuscendo giusto ad alzare il braccio quel tanto che bastava ad inquadrare il Pokemon corazzato con il suo Pokedex.
 
"Tyranitar, il Pokemon Armatura. Tipo Roccia/Buio. Forma evoluta di Pupitar. Anche una sola delle sue mani può far tremare la terra e sbriciolare le montagne per crearsi il nido. Vaga tra i monti alla ricerca di nuovi avversari con cui lottare. Se s'infuria, abbatte le montagne e seppellisce i fiumi. In seguito, le mappe devono essere riscritte. Pokemon estremamente pericoloso. Si consiglia massima cautela." disse il Pokedex di Max.
 
"Alt... altaria..." mormorò Alty, spaventata dalla vista di quel Pokemon che sembrava così potente e minaccioso.
 
Ortilla deglutì. "Ehm... certo non ti chiederò di affrontare un colosso simile, Alty..." la bambina dai capelli turchini volle immediatamente rassicurare la sua amica Pokemon. "Dopotutto... ci hanno detto che solo Amaria potrebbe farcela contro Lord Solaris..."
 
"Ed è appunto quello che farò. Atlante, tu ed io fermeremo Lord Solaris." disse la giovane esperta di Pokemon d'Acqua, al che il Pokemon Acqua/Drago annuì con rinnovata determinazione. "Ragazzi, voi smantellate la macchina PULSE e liberate quel povero Muk! Il Team Meteora ha finito di inquinare le nostre acque!"
 
"Non sarà così semplice." sentenziò Solaris. "A tutti gli uomini, proteggete la macchina PULSE a qualsiasi costo. Tyranitar, comincia con Dragartigli!"
 
"Atlante, usa Idrovampata!" esclamò Amaria. Il cavalluccio marino gigante agì per primo, scagliando un getto d'acqua bollente ad alta pressione contro il Pokemon Roccia/Buio... ma quest'ultimo, dimostrando una velocità incredibile per una creatura così pesante, si scansò da un lato e fece in modo che il getto d'acqua si schiantasse sul pavimento, facendo sollevare da esso una nuvoletta di vapore! Tyranitar sollevò un braccio e scattò verso Atlante, gli artigli avvolti di fiamme multicolori... ma per fortuna, il valoroso Kingdra anticipò l'attacco e si scansò agilmente, passando sotto il fendente dell'avversario prima di allontanarsi con un rapido movimento delle pinne. Si preannunciava uno scontro che avrebbe messo entrambi a dura prova...
 
Ma nel frattempo, la resistenza e il Team Meteora si erano lanciati entrambi all'attacco. Vittoria, Ortilla e Max avevano diretto i loro Pokemon a bloccare le reclute... mentre Fern, evidentemente ancora esaltato dall'evoluzione del suo Krokorok e deciso a far vedere a tutti quanto valeva, si diresse a muso duro verso Blake e gli puntò contro un dito per sfidarlo.
 
"Tu ed io, ghiacciolo!" esclamò Fern. "Non mi piace come mi guardi. Ti insegnerò io ad avere un po' più di rispetto per il sottoscritto, il grande Fern!"
 
Blake gettò indietro la testa e rise sguaiatamente. "Hahahahahaaaa! Oh, sto tremando, moccioso! Spero che questo mio Pokemon riesca a proteggermi..." disse sarcastico. "Avanti, Rotom, fai stare al suo posto questo galletto!"
 
"Hmph... tocca a te, Pinsir!" esclamò Fern. 
 
Dalla Pokeball di Blake emerse una strana creatura che assomigliava ad un piccolo frigorifero arancione con diversi scompartimenti, uno spuntone sulla punte superiore, e un paio di grandi occhi viola ed ovali che fluttuava senza peso ad alcuni centimetri da terra, e il cui corpo era circondato da una scintillante aura viola che prendeva la forma di due braccia zigzaganti ai suoi lati... mentre Fern fece uscire un gigantesco Pinsir da una delle sue Pokeball - un Pokemon che assomiglia ad un gigantesco scarabeo con un tozzo corpo di colore beige scuro e delle minacciose corna ricoperte di spuntoni sulla testa! Il Pokemon Coleottero fece schioccare le terrificanti tenaglie e si avvicinò minaccioso al Rotom Gelo di Blake... ma l'agente del Team Meteora non sembrò per nulla intimorito, e anzi rise in faccia al ragazzo.
 
"Heh. Tutto qui quello che sai fare, ragazzino?" chiese retoricamente. "Lo sai... non chiedermi perchè, ma mi dai l'impressione di uno un po' più sveglio di questa massa di babbei della resistenza. Perchè vorresti restare con loro, che non farebbero altro che sprecare il tuo talento?"
 
"Hey! Cosa vuoi fare, combattere o chiacchierare?" esclamò Fern. "Ora ti faccio vedere io di cosa sono capace! Pinsir, attaccalo con Breccia!"
 
"Rotom, usa Doppioteam!" rispose Blake. Pinsir si lanciò alla carica, tentando di sferrare un potente colpo con le sue corna simili a forbici... ma non fece altro che richiuderle a vuoto quando Rotom Gelo si scisse improvvisamente in una serie di immagini illusorie di sè stesso. "Ed ora... usa Funestovento!"
 
"Roooootoooom!" esclamò il Pokemon Elettro/Ghiaccio. Le sue ante si spalancarono di colpo, e dall'interno uscì di colpo una raffica di vento violaceo che impattò su Pinsir, facendolo indietreggiare per un breve tratto. Stringendo i denti, il Pokemon Cervolante puntò i piedi a terra e vi si ancorò con gli artigli, riuscendo ad opporsi alla forza del vento oscuro.
 
"La mettiamo su questo piano, eh?" esclamò irritato Fern. "E va bene, visto che vuoi la guerra... Pinsir, usa Vitaltiro!"
 
Blake restò a braccia conserte, evidentemente non giudicandolo un avversario degno. "Che noioso. Rotom, sistemalo con Fulmine." affermò. Il corpo del Pokemon Plasma si illuminò per una frazione di secondo, e dalle "braccia" zigzaganti poste ai lati del suo corpo si dipartì una dirompente scarica elettrica che raggiunse in pieno il Pinsir di Fern, trasmettendogli una dolorosissima scossa! Pinsir stridette rabbiosamente, ma riuscì a restare in piedi... e dopo aver sopportato l'attacco per un po', riuscì a liberarsene e a scattare verso Rotom Gelo, afferrandolo nelle sue corna!
 
"Hah! Mi sa che te ne sei dimenticato, vero, farlocco?" esclamò Fern, contento di potersi vantare di nuovo. "Vitaltiro va sempre per ultimo, ma in compenso non manca mai il bersaglio! Quindi, il tuo Doppioteam mi fa un baffo! Schiantalo a terra, Pinsir!"
 
Il Pokemon Coleottero fu più che felice di obbedire a questo ordine. Mettendoci tutta la sua straordinaria forza, Pinsir fece volteggiare in aria Rotom Gelo e lo strinse dolorosamente nelle sue corna... poi, quando fu sicuro di aver ottenuto abbastanza momento, mollò la presa e lo mandò a schiantarsi contro un muro vicino, provocando uno schianto assordante e facendo aprire delle crepe nella parete! 
 
"Ohoooh, ma che bravo! Pensi di essere veramente un grand'uomo, vero, moccioso?" esclamò Blake. "Sì, ammetto che mi hai un po' colto di sorpresa e che hai allenato il tuo Pinsir in maniera decente. Ma questo non è sufficiente contro un comandante del Team Meteora! Alzati, Rotom, e mostragli cosa voglio dire... usa Bora!"
 
"Rotorotom..." esclamò Rotom Gelo con voce distorta, come se stesse parlando attraverso un altoparlante disturbato. Le ante della sua porta si spalancarono di nuovo... e, con un ululato simile a quello del vento tra i picchi montuosi più alti, dall'interno del "frigorifero" uscì una tremenda scarica di neve e ghiaccio, una tormenta in miniatura che sfrecciò verso il Pinsir di Fern! Il Pokemon Cervolante, allarmato, cercò di scansarsi con un tuffo di lato, ma non riuscì ad evitare del tutto il micidiale attacco, che lo raggiunse di striscio e gli fece emettere un acuto stridio nel momento in cui la sua gamba destra iniziò a congelarsi. Cercò di scuotere l'arto per liberarsi dalla morsa congelante, ma così facendo si espose ad un altro attacco...
 
"Attento, Pinsir, non ti distrarre!" esclamò severamente Fern. "Difenditi dal suo attacco con Privazione!"
 
"Pinsir..." esclamò Pinsir, muovendo le corna avvolte da scintille di luce nera mentre si lanciava contro il suo avversario. Rotom Gelo si stava già muovendo per attaccare sotto le direttive di Blake, ma Pinsir fu più veloce e riuscì a sferrare un potente colpo che fece indietreggiare il Pokemon Plasma... senza però riuscire a mandarlo a terra o a metterlo in difficoltà in qualche modo.
 
"Hah! Tutto qui, marmocchio?" esclamò Blake. "E pensare che mi sembravi il più abile di questi falliti, a parte la tua amichetta dai capelli verdi!"
 
"Silenzio!" ordinò Fern, cominciando ad alterarsi. "Continua ad attaccare, Pinsir!"
 
"Rotom, usa Palla Ombra!" rispose Blake con arrogante tranquillità. Ancora una volta, le ante del frigorifero vivente si spalancarono, e dall'interno uscì una turbinante sfera di luce nera e viola che sfrecciò rapidamente verso Pinsir. Quest'ultimo riuscì per un pelo ad evitare l'attacco, che proseguì e andò a schiantarsi contro alcune impalcature in acciaio, facendole precipitare nell'acqua torbida sottostante con un disgustoso suono!
 
"Ma non è necessario che tu continui così, mio giovane amico..." continuò mellifluo Blake. "Non devi per forza restare con questi fessi, e continuare a combattere una battaglia che non avete nessuna possibilità di vincere. Puoi anche scegliere di stare dalla parte dei vincitori, e questo lo sai, vero?"
 
Fern corrugò la fronte. Di cosa stava parlando, quel damerino? Gli stava proponendo... di cambiare bandiera?
 
 
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"Alty! Spinda! Bibarel!" esclamò Ortilla, prendendo la Pokeball nella quale si trovava il buffo Pokemon orsacchiotto che si era unito a lei all'Accademia Onice. "E' ora di offrire a questi signori uno spettacolo che non dimenticheranno tanto presto!"
 
"Spin, spin, spinda!" esclamò Spinda, apparendo in un lampo di luce, mentre già Alty spiegava le ali e Bibarel si lanciava all'attacco con entusiasmo contro il Team Meteora e i loro uomini. L'organizzazione di terroristi aveva creato una specie di muro umano tra la loro macchina PULSE e il gruppo della resistenza, decisi ad impedire a chiunque di avvicinarsi.
 
"Noi ci occupiamo del Team Meteora!" esclamò Vittoria, che aveva deciso di non limitarsi a dare ordini al suo Pokemon: si era avvicinata di scatto ad una recluta del Team Meteora, e l'aveva messa a terra con una spettacolare mossa da aikido. "Vera, cerca di raggiungere la macchina PULSE! Se riesci a disattivarla, il Team Meteora avrà subito un duro colpo!"
 
"Non preoccuparti per noi, sorellina. Riusciremo a cavarcela, in qualche modo." affermò Max.
 
Vera prese fiato ancora una volta, in modo da calmarsi del tutto dopo aver visto la morte in faccia così da vicino... poi, fece un cenno con la testa e, con determinazione, si mosse verso la macchina, davanti alla quale non era rimasto che Zel. Il misterioso comandante del Team Meteora attendeva la ragazzina di Hoenn con sguardo freddo, e aveva già al suo fianco uno dei suoi Pokemon - un Espeon i cui occhi dall'aspetto fatato brillavano in maniera sinistra nella semioscurità.
 
"Va bene. State attenti anche voi." disse Vera, guardandosi attorno. Vittoria, Max ed Ortilla stavano tenendo a bada le reclute con i loro Pokemon... Fern e il suo Pinsir erano impegnati in battaglia contro Blake e il suo Rotom Gelo... ed Amaria, come da programma, aveva mandato il suo Kingdra contro il Tyranitar di Lord Solaris. Questo voleva dire che adesso toccava a lei e Wartortle affrontare l'ultimo avversario. "Okay, Wartortle, adesso tocca a noi. Sarà una battaglia importante, quindi... facciamo del nostro meglio, okay?"
 
"Tortle!" rispose la Pokemon tartaruga, facendosi coraggio. Il gruppo della resistenza si era già diviso, ognuno affrontando un gruppo di uomini del Team Meteora... e Vera e la sua Wartortle si avvicinarono alla macchina PULSE, decisi a liberare il Muk che vi era imprigionato.    
 
"Non ti permetterò di disattivare il PULSE." disse freddamente Zel con voce maschile. Scosse la testa, poi riprese a parlare, con la voce femminile più adulta. "A quanto pare, la vostra presenza qui è un ostacolo ai nostri progetti. In tal caso... vi diciamo addio. Espeon, comincia tu! Attacco Psicoraggio!"
 
"Espeon!" esclamò il grazioso Pokemon Psico, i cui occhi si illuminarono mentre caricava una potente scarica di energia mentale contro il suo avversario... che non si scompose e aspettò l'attacco!  
 
"Wartortle, respingilo! Usa Protezione!" esclamò Vera. Lo Espeon di Zel scagliò il suo attacco, un raggio multicolore che si dipartì dalla gemma che Espeon portava sulla fronte... ma Wartortle creò uno scudo di energia davanti a sè e riuscì a respingerlo, per poi contrattaccare. "Brava, Wartortle!" esclamò Vera, sorridendo confortata all'idea che questo era un avversario che poteva sperare di battere. "Ora attaccalo con Morso!"
 
"Espeon. Usa Fangosberla e poi Calmamente!" esclamò Zel con la sua voce femminile. Espeon si mise in guardia e, mentre Wartortle si scagliava su di lui per sferrare un potente attacco Morso, mosse rapidamente la sua coda biforcuta e scagliò con essa un getto di fango sul volto di Wartortle, accecandola per un istante! La Pokemon tartaruga emise un verso di dolore e sorpresa, e arrestò la sua corsa, cercando di ripulirsi gli occhi dal fango, e dando così il tempo ad Espeon di meditare per un istante e potenziarsi temporaneamente!
 
"Warrrrtorrrrtle!" protestò Wartortle, mentre in qualche modo cercava di riaprire gli occhi per inquadrare di nuovo il suo nemico. Ma Espeon si rivelò troppo veloce, e prima che Wartortle potesse recuperare, aveva già preso la mira per sferrare un altro attacco!
 
"Espeon, attacco Psichico!" ordinò Zel. Ancora una volta, gli occhi di Espeon si riempirono di luce azzurra... e questa volta, una tremenda scarica di energia psichica, sotto forma di una serie di ondate azzurre, venne scagliata contro la malcapitata Wartortle, impattando su di essa come una raffica di violente onde marine! Wartortle si protesse usando le braccia, cercando di camminare contro la travolgente corrente di energia mentale... ma l'ultimo, tremendo colpo le fece perdere la presa e la scagliò a terra con un grugnito di dolore! Si rialzò scuotendo la testa e fissò uno sguardo deciso e feroce contro Espeon.
 
"War... tortle?" disse Wartortle, rivolta alla sua allenatrice, che la guardò con espressione vagamente allarmata e cercò di pensare ad un modo di avvicinarsi ad Espeon senza esporsi ai suoi potentissimi attacchi psichici...
 
Zel non aveva nessuna intenzione di lasciare loro il tempo di pensarci. "Continua l'assalto, Espeon. Ora usa Laccioerboso." ordinò l'ambiguo scienziato del Team Meteora. Il Pokemon Psico si acquattò per terra, e ancora una volta, la gemma rotonda che portava sulla testa si illuminò di luce verde, e delle liane fatte di pura energia verde si protesero da essa e strisciarono rapidamente verso Wartortle!
 
"Bloccali con Geloraggio, Wartortle!" esclamò Vera, pensando rapidamente ad un modo di fermare l'attacco. Wartortle spalancò la bocca e scagliò una raffica di raggi di luce bianco-azzurrina contro il Laccioerboso di Espeon, intercettandolo e congelandolo appena in tempo! Le liane che stavano per agguantare Wartortle vennero rapidamente congelate e si sgretolarono... e questa volta, Zel sembrò essere vagamente sorpreso dalla semplice ma efficace strategia usata dalla sua avversaria. "Bravo, Wartortle... e adesso, vediamo come se la cava contro la nostra abilità di coordinatori! Attacca usando Rapigiro e Surf allo stesso tempo... come ti ho insegnato!"
 
"Tortle!" esclamò la Pokemon d'Acqua, strizzando un occhio con fare astuto. Prima che Espeon potesse concentrarsi e lanciare un altro attacco Psichico, Wartortle ritirò gli arti e la testa nel suo guscio e cominciò a girare su sè stessa come una trottola, al tempo stesso scagliando un tremendo getto d'acqua che la trasformò in una sorta di gorgo vivente! Poi, si diresse a tutta velocità contro lo Espeon di Zel, che spalancò gli occhi allarmato e cercò di usare un attacco Psichico per difendersi... ma i getti d'acqua ad altissima pressione che scaturivano dal guscio di Wartortle lo schiaffeggiarono violentemente in faccia e gli impedirono di concentrarsi quanto ci voleva per sferrare il suo assalto mentale! Espeon indietreggiò con un acuto verso di disappunto... e non potè fare altro che cercare di proteggersi come poteva quando Wartortle si scagliò su di lui, ancora trasformata in un dirompente vortice!
 
"Bravo, Wartortle! E adesso... attacca con Capocciata!" esclamò la ragazzina! Immediatamente, Wartortle si scagliò fuori dal vortice e volò a testa bassa contro il suo avversario, trasformata in una sorta di proiettile e circondata da delle lingue d'acqua che ancora sfrecciavano accanto a lui! Colto di sorpresa e ancora mezzo accecato dai getti d'acqua, Espeon non riuscì a ripararsi e venne centrato in pieno, ricevendo una poderosa testata in fronte da Wartortle che lo scagliò indietro!   
 
"Eeeeeon!" La Eevolution di tipo Psico cadde a terra con un acuto lamento e si rialzò scuotendo la testa per schiarirsela, mentre Zel, nonostante la sua facciata stoica, corrugava un po' la fronte per la sorpresa. Vera e la sua Wartortle combattevano in maniera piuttosto inusuale... non ricordava di aver mai visto una mossa del genere in tutti gli avversari che aveva affrontato nella sua pur abbastanza lunga carriera come ufficiale di alto rango del Team Meteora.
 
"Non c'è male, devo ammetterlo. Si vede che sei la figlia di un Capopalestra." affermò Zel. La personalità che lo animava, in quel momento, era quella femminile più adulta. "Ma non ho mai visto tecniche come quella che hai usato ora. Si tratta... di una tecnica usata nelle gare di Pokemon, vero?"
 
"Esatto." rispose Vera con un sorriso sicuro, scambiandosi un segno di intesa con Wartortle. "E non voglio recitare la parte della falsa modesta. Io sono Vera Maple, vincitrice del campionato di gare di Pokemon di Kanto! E lui è il mio Wartortle, uno dei miei grandi amici e compagni di squadra! Con lui, come con tutti i miei Pokemon, ho un rapporto di assoluta fiducia ed amicizia! Dovresti sapere cosa significa, visto che hai un Espeon!"
 
"War! Tortle!" esclamò Wartortle, mettendosi in posa come per sottolineare le parole di Vera.
 
Zel sembrò esitare per qualche istante... e quando parlò, la sua voce suonava mite e quasi spaventata, essendo pasato di colpo alla sua personalità più gentile. "Ah... c-capisco... ho... ho sentito parlare di te... di te e della tua abilità come... ehm... coordinatrice di Pokemon! N-non posso dire altrettanto delle altre due mie personalità... ma io, beh..."
 
Vera e Wartortle rimasero per un attimo interdetti davanti a questo repentino cambio di personalità di Zel... che però, un attimo dopo, si passò una mano sulla faccia come se stesse lavandosela, e tornò alla sua personalità precedente! "Ugh... accidenti a Lumi... perchè si deve sempre intromettere quando non è il momento? Al diavolo... Espeon, riprendi l'attacco! Ora usa Mattindoro!"
 
"Non dargliene il tempo, Wartortle!" esclamò Vera, riprendendosi rapidamente dalla sorpresa di aver visto Zel cambiare personalità così repentinamente. C'era davvero qualcosa di misterioso in lui... o lei, quello che era... e Vera si ripromise di vederci chiaro non appena ne avesse avuto la possibilità! "Attaccalo con Acquagetto!"
 
"Tortle!" esclamò Wartortle, schizzando a tutta velocità contro Espeon, che si stava già concentrando per recuperare le forze. Prima che la sua mossa di recupero potesse avere effetto, Wartortle lo raggiunse e colpì con potenza inaspettata! Espeon stridette e barcollò all'indietro... ma prima che Wartortle potesse attaccare di nuovo, il Pokemon Psico usò un rapido attacco Confusione, che afferrò l'impreparata Wartortle in una morsa invisibile!
 
Con un verso di disappunto, Wartortle cercò di liberarsi dalla presa telecinetica, ma Espeon fece un cenno con la testa e scagliò via la sua avversaria, mandandola a schiantarsi sul terreno e lasciandola stordita per qualche istante!
 
"Oh, cavolo... Wartortle, cerca di alzarti! Sta per tentare un altro attacco!" esclamò Vera, vedendo che una enorme scarica elettrica si stava accumulando sopra la coda biforcuta di Espeon. La Eevolution di tipo Psico aveva alzato la coda, e la gemma che aveva sulla fronte aveva assunto un brillante colore giallo! A giudicare dalle scariche elettriche che cominciavano a crepitare attorno ad Espeon, non era difficile capire che mossa avesse in mente...
 
"Finisci con Falcecannone, Espeon!" esclamò Zel.
 
Gli occhi di Espeon si illuminarono di giallo, e le scariche elettriche che crepitavano attorno a lui si intensificarono per un istante, prima che il grazioso Pokemon Sole muovesse la sua coda e scagliasse un dirompente raggio elettrico giallo-verde contro Wartortle,che attraversò il campo di battaglia con il fragore di un tuono che cade pericolosamente vicino!
 
Ma per fortuna, Vera e Wartortle avevano avuto il tempo di prepararsi...
 
"Wartortle... aspetta un momento... adesso! Usa Fossa!" esclamò Vera. Aveva dato l'ordine al momento giusto, nè un istante prima, nè uno dopo... e il risultato fu che Wartortle scomparve rapidamente nel terreno, scavando furiosamente con le zampe anteriori! Riuscì a rifugiarsi nella fossa appena in tempo, evitando di pochissimo il dirompente raggio di energia elettrica che Espeon aveva scagliato... e il Pokemon Sole rimase interdetto e allarmato quando vide Wartortle scavare verso di lui.
 
"Non farti prendere dalla fretta, Espeon." disse Zel. "Usa i tuoi poteri psichici per capire dov'è, e quando emerge puoi colpirlo."
 
Vera annuì leggermente. Si era aspettata che Zel avrebbe tentato di fare una cosa simile, e pensò rapidamente a come avrebbe potuto fare per contrastarlo. Sicuramente Espeon si aspettava che Wartortle emergesse dal terreno sotto di lui e contrattaccasse con i suoi temibili poteri psichici... ma Vera contava sull'effetto sorpresa.
 
Espeon guardò con attenzione il pavimento davanti a sè, sfruttando quanto più poteva i suoi poteri psichici per individuare la posizione di Wartortle... e riuscì ad individuarla, a pochi metri da lui! Si apprestò a seguire la sua traiettoria, aspettandosi che la Pokemon tartaruga avrebbe proseguito sul suo tragitto e lo avrebbe attaccato direttamente...
 
...ragion per cui si ritrovò completamente spiazzato davanti alla mossa successiva di Vera e Wartortle.
 
Anzichè proseguire sulla sua strada, Wartortle scavò più in profondità, e continuò a scendere per un breve tratto. Non capendo esattamente cosa volesse fare, Espeon continuò ad indietreggiare, cercando di tenersi pronto per quando il suo avversario si fosse fatto vedere...
 
E Vera diede l'ordine!
 
"Adesso, Wartortle! Attacca con Idropompa!" esclamò la ragazzina. Il terreno sotto i piedi di Vera, Zel ed Espeon cominciò a tremare, e il comandante del Team Meteora sgranò gli occhi in una rara espressione di sorpresa quando capì cosa esattamente volevano fare i suoi avversari... ma a quel punto, era troppo tardi per tentare un contrattacco!
 
Un dirompente fiotto d'acqua scaturì con violenza dal pavimento appena sotto Espeon, sollevando in aria il Pokemon Sole con un rombo assordante, e travolgendolo come un fuscello! Espeon cercò di lanciare un grido di allarme, ma la fiumata d'acqua lo investì prima che potesse farlo, facendolo bere come un'idrovora prima di scaraventarlo contro il soffitto della stanza. Un attimo dopo, Espeon venne lasciato cadere a terra, e i suoi occhi si trasformarono in spirali, mentre Wartortle sbucava fuori dal varco creato dalla sua Idropompa e guardava con soddisfazione il risultato della strategia che lei e Vera avevano usato.
 
"Tortle!" esclamò soddisfatta la Pokemon Tartaruga.
 
Vera strinse un pugno ed esultò. "Evviva! Sei stata grande, Wartortle!" esclamò l'esperta coordinatrice. "Un punto a nostro favore... e mi sembra che anche gli altri stiano andando bene!"
 
Guardandosi attorno, Vera e Wartortle videro che, in effetti, i loro compagni stavano andando abbastanza bene contro gli uomini del Team Meteora. Lo Spinda di Ortilla aveva appena attirato su di sè l'attenzione di diversi Pokemon nemici... e, una volta che lo aveva visto circondato da tutti quei nemici, la bambina dai capelli turchini aveva approfittato per metterli tutti in trappola.
 
"Spinda, attaccali con Strampadanza!" esclamò Ortilla... e il buffo Pokemon Macchipanda cominciò a danzare in maniera ancora più stravagante di quanto non facesse già, mettendosi a saltellare da una gamba all'altra, agitando le braccia e facendo ciondolare la testa come se fosse stato ubriaco! L'effetto fu immediato - i Pokemon del Team Meteora si bloccarono, guardando lo Spinda di Ortilla con occhi sgranati... e poi cominciarono a ballare come lui, con dei grossi sorrisi di felicità stampati sulla faccia!
 
"Cos...? Ma che cavolo stanno facendo?" esclamò una recluta Meteora, incredula davanti a quello spettacolo!
 
"Noooo! Non un attacco che provoca confusione a tutti!" piagnucolò un altro.
 
"Spin spin spinda..." continuò a canticchiare il Pokemon Macchipanda, piroettando su una gamba sola come una ballerina classica... e poi mettendosi a ballare una sorta di breakdance il cui effetto era comunque rovinato dall'espressione completamente svagata sul volto del Pokemon! "Spin spinda!"
 
"Ho come l'impressione che a Spinda stia piacendo molto..." affermò Max. Si riportò con la mente alla battaglia in corso, e indicò un nemico che si trovava vicino a loro. "Swampert, usa il tuo attacco Battiterra!"
 
"Swampert!" esclamò il robusto Pokemon Acqua/Terra, la sua determinazione aumentata ancora di più dalla rabbia per il vile attacco che il Team Meteora aveva cercato di usare contro Vera. Swampert percosse il terreno con le sue robuste braccia e scatenò una piccola scossa tellurica che investì un gruppo di Poochyena e Grimer nemici, scagliandoli indietro come tanti soldatini di piombo!
 
Vittoria e Pignite stavano tenendo a loro volta a bada gli scagnozzi del Team Meteora... e la giovane esperta di aikido faceva del suo meglio per evitare che mandassero in campo altri Pokemon: mentre Pignite usava i suoi attacchi per affrontare gli avversari che erano già in campo, la sua allenatrice schizzava da un avversario all'altro e li metteva fuori gioco con delle spettacolari mosse che lasciavano gli uomini del Team Meteora storditi e privi di forze! Vittoria e il suo Pignite erano una coppia davvero formidabile nella lotta, sembravano due furie scatenate, non c'era nulla che il Team Meteora potesse fare per fermarli!
 
La ragazza mora schivò un pugno che un uomo del Team Meteora stava per sferrarle, poi eseguì una rapida, spettacolare proiezione, uscendo dalla linea d'attacco dell'avversario per poi entrargli nel fianco, afferrargli il braccio e torcergli il polso con abbastanza forza da scaraventarlo a terra!
 
"Aaaaargh!" ringhiò il soldato, contorcendosi per l'improvviso dolore. "Ugh... maledetta... ma da dove vieni, da un film di arti marziali?"
 
"Qualcosa di meglio... Pignite, usa Nitrocarica!" rispose Vittoria, distraendosi giusto un attimo per fare in modo che il suo starter contrattaccasse uno Stunky, un Pokemon simile ad una irsuta moffetta dalla pelliccia viola e bianca. Il Pokemon Fuoco/Lotta si scagliò all'attacco, avvolto da una fiammata turbinante, e colpì in pieno l'avversario, mandandolo a terra. "Io sono Vittoria, una dei migliori allievi dell'Accademia Apofillide... e ho avuto l'onore di imparare le arti marziali dalla sensei Kiki! Immagino che questo nome vi dica qualcosa, no?"
 
"Ugh... maledizione... questa non me l'aspettavo..." riuscì a mormorare la recluta, prima che Vittoria lo colpisse alla base della nuca con un colpo di taglio, spedendolo nel mondo dei sogni. La battaglia andava avanti... e mentre il Bibarel di Ortilla cominciava a dare prova di sè, usando un attacco Rotolamento per formare una palla con il suo corpo e lanciarsi ad alta velocità contro un gruppo misto di nemici... Alty e lo Swampert di Max stavano facendo gioco di squadra per togliere di mezzi gli altri nemici! La Pokemon Drago/Volante scagliò un potente attacco Dragospiro, scagliando un fiotto di fiamme bluastre che investì parte dei nemici... e quelli che riuscirono a sottrarsi vennero colti alla sprovvista dall'attacco Cascata di Swampert - il Pokemon Acqua/Terra si era lanciato alla carica, avvolto da un'ondata turbinante e travolgendo i nemici come se fossero stati birilli da bowling!
 
 
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Il Tyranitar di Solaris lanciò un ruggito dirompente mentre fendeva l'aria con un altro attacco Dragartigli, mirando al torace di Atlante... che però riuscì a scansarsi all'ultimo momento e ad evitare il micidiale colpo! Il cavalluccio marino gigante si portò su un fianco del mostro dalla pelle di pietra e prese la mira, ma Tyranitar sembrava essersi aspettato quella mossa e si stava già voltando verso di lui, dimostrando un'agilità incredibile per una creatura così grande ed ingombrante. 
 
"Presto, Atlante! Colpiscilo con Idropompa!" esclamò Amaria.
 
Solaris reagì con prontezza incredibile. "Tyranitar, Pietrataglio!" esclamò, iniziando a parlare prima ancora che la sua avversaria avesse finito di dare l'ordine. Atlante si caricò per un istante e sparò dalla bocca un fiotto d'acqua come un fiume in piena... ma Tyranitar colpì il terreno con un pestone, e fece scaturire da esso una raffica di spuntoni di roccia che avanzarono per un breve tratto verso Atlante prima di scontrarsi con la sua Idropompa con un impatto terrificante! Il tremendo getto d'acqua si spezzò in due, diviso dallo spuntone di roccia affilato, ma continuò a spingere contro di esso per alcuni istanti, prima che Atlante si stancasse ed interrompesse l'Idropompa per riprendere fiato. L'attacco Pietrataglio si era esaurito a sua volta, e la raffica di spuntoni di roccia si sgretolò senza fare nulla... ma il Tyranitar di Solaris non era rimasto fermo a guardare... e prima ancora di capire cosa stesse facendo, Atlante si ritrovò a guardare un altro attacco, un'enorme sfera di fuoco blu-viola, sfrecciare verso di lui!
 
"Dragopulsar!" si sentì la voce di Lord Solaris.
 
"Attento, Atlante..." cominciò a dire Amaria, ma era troppo tardi a quel punto: il proiettile di Tyranitar coprì il resto della distanza più velocemente di quanto si potessero sbattere gli occhi e centrò in pieno petto il maestoso Kingdra, scaraventandolo all'indietro con un acuto stridio di dolore! "Atlante, no!"
 
"Ki... kingdra..." mormorò il Pokemon Acqua/Drago, rialzandosi lentamente e affrontando di nuovo il Tyranitar di Lord Solaris. Il Pokemon Armatura non sembrava aver subito troppi danni dagli attacchi cheaveva ricevuto fino a quel momento, e sembrava quasi ghignare mentre, con un cenno della zampa, incitava Atlante a farsi avanti di nuovo.
 
"Ammetto che sei una dei pochi che possa competere con me in una battaglia di Pokemon." affermò Lord Solaris, tenendo le braccia conserte, apparentemente indifferente al caos che era esploso attorno a lui. "Ma questa volta sono molto più preparato di quando ci hai colti di sorpresa sotto la Gran Scalinata di Reborn City. Ti voglio dare un'altra possibilità. Consegnami il Braccialezaffiro e la Collanasmeraldo della piccola Ortilla, e ti lascerò andare."  
"TAR!" ruggì Tyranitar, volendo enfatizzare la non troppo velata minaccia del suo allenatore.
 
Atlante si rimise in guardia, sentendo che la rabbia gli faceva recuperare le forze. "King? King kingdra! King!" esclamò con decisione, puntando di nuovo contro Tyranitar.     
 
Una gelida rabbia balenò negli occhi normalmente calmi e gentili di Amaria. "Mai. I regali di Tania sono un tesoro insostituibile per me. Combatterò fino alla morte per proteggerli." rispose.
 
"Come preferisci. Non dare la colpa a me se ti prendo in parola." affermò il leader del Team Meteora. "Tyranitar, continua il tuo assalto! Usa Frana!"
 
"Atlante, Doppioteam e poi Idrovampata!" esclamò Amaria. Il cavalluccio marino gigante si sdoppiò, creando delle immagini illusorie di sè stesso, mentre Tyranitar faceva crollare una raffica di pietre grandi come pugni su di esso, mancandolo di pochissimo! Prima che Tyranitar potesse aggiustare il tiro, Atlante prese la mira e scagliò un getto di acqua bollente che raggiunse il Pokemon Roccia/Buio al fianco, strappandogli un ruggito di dolore... e lasciandogli un segno rosso sul punto colpito! "Sì! Lo abbiamo scottato! Questo ci dà un po' di vantaggio su di lui!"
 
"Hmph." disse Lord Solaris, che non sembrava per nulla impressionato. Tyranitar strinse i denti e si massaggiò il punto colpito, poi si rimise in guardia cercando di ignorare il dolore. "Non male, ma la sfida non è ancora terminata. Aspetta di vedere cos'ha in serbo per te il mio Tyranitar!"
 
Amaria e il suo Kingdra si prepararono allo scontro successivo, sapendo bene che, per quanto indebolito, Tyranitar restava comunque un avversario molto pericoloso...
 
 
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Irritato dalla sconfitta del suo Espeon, Zel lo richiamò nella sfera e mandò in campo un altro Pokemon. "Hm. Non male... ma non lasceremo che voi mandiate all'aria il nostro progetto... e questa macchina PULSE ne è una parte importante!" affermò. "Vai, Jolteon! Tocca a te!"
 
"Jolt, jolt!" esclamò il Pokemon che uscì dalla sfera - simile ad una volpina, era di colore giallo, ricoperto di spuntoni acuminati che diventavano più aguzzi sulla testa e sulla coda. Una criniera di spuntoni gialli chiarissimi, quasi bianchi, circondava il suo collo, e delle scariche elettriche guizzavano nell'aria attorno a lui. "Jolteon!"
 
"Wartor... tle?" affermò la Wartortle di Vera, cominciando ad indietreggiare. Un Pokemon Elettro... un tipo di Pokemon contro cui lei si sarebbe trovata ben presto in minoranza...
 
Per fortuna, anche Vera si rese conto che non era il caso di rischiare, e richiamò la Pokemon Tartaruga. "Hmm... va bene, Wartortle, è meglio se ti riposi per ora." affermò la ragazzina, con grande sollievo della Pokemon Acqua. Con un gesto del braccio, sollevò la sua Pokeball vuota, e Wartortle si fece risucchiare al suo interno. "Grazie, Wartortle. Sei stata fantastica. Ora... credo che sia il momento di tornare in scena, Venusaur!"
 
Vera lanciò la sua seconda Pokeball e ne fece uscire la possente Pokemon Erba/Veleno, che atterrò davanti al Jolteon di Zel con uno schianto potente, facendo tremare leggermente il pavimento! Zel non mostrò segni di essere in qualche modo impressionato dalla scelta di Vera... certo, si trattava di un Pokemon resistente agli attacchi elettrici, ma il suo Jolteon era equipaggiato per affrontare anche queste cose.
 
"Hai scelto bene il tuo prossimo Pokemon, ma non ti servirà." affermò il comandante dalla personalità multipla. "Jolteon, comincia con Magnetascesa!"
 
"Venusaur, tienilo fermo con Frustata!" esclamò Vera. Jolteon emise il suo verso acuto e spiccò un piccolo salto, espandendo il lieve campo elettrico che lo circondava... e cominciò a fluttuare in aria senza peso, mentre Venusaur estendeva verso di lui un paio di liane che erano fuoriuscita dalla pianta che cresceva sulla sua schiena! Il Pokemon Luminoso fluttuò agilmente fuori dalla portata di Venusaur, e prima che la Pokemon Erba/Veleno potesse tentare un altro attacco, Zel diede un segnale.
 
"Jolteon, attacca con Missilspillo, e poi usa Agilità!" esclamò il comandante del Team Meteora.
 
"Venusaur, proteggiti con Foglielama!" rispose Vera. Jolteon puntò  i suoi aculei contro Venusaur e scagliò una fitta raffica di strali luminosi contro Venusaur, che contrattaccò scagliando una manciata di foglie affilate come lame che intercettarono l'attacco di Jolteon a metà strada! Gli aculei si conficcarono nelle foglie, facendole cadere a terra... ma nello stesso momento, Jolteon accelerò di colpo, volteggiando aglmente in aria e aumentando la sua velocità! "Accidenti, non solo vola... ma riesce anche a rendersi più veloce! Temo che questo sarà uno scontro abbastanza più difficile dell'altro..."
 
"Venusaur!" esclamò Venusaur, ritirando le sue liane quando si rese conto che cercare di acchiappare Jolteon in quella situazione era tutto tempo perso. Fece qualche passo indietro quando il Pokemon Luminoso scagliò un nuovo attacco Missilspillo contro di lei, ma questa volta non fu abbastanza rapida a spostarsi, e diversi aculei la raggiunsero ai quarti anteriori, per fortuna senza fare troppi danni. Sfortunatamente, Vera aveva capito quale fossse il gioco di Zel: voleva sfruttare la velocità superiore di Jolteon, ulteriormente aumentata dall'attacco Agilità, per fare in modo che la Pokemon Seme non riuscisse a colpirlo... e nel frattempo, Jolteon restava a distanza di sicurezza e la bombardava con attacchi non potentissimi ma costanti.
 
"Dobbiamo riequilibrare la battaglia, Venusaur." affermò Vera. "Vediamo un po'... okay, intanto usa Crescita, e poi cerca di bloccarlo con Parassiseme!"
 
"Saur..." esclamò la Pokemon Seme. Il fiore che cresceva sulla sua schiena si aprì un po', e le liane che si dipartivano da esso cominciarono a muoversi freneticamente, mentre un'aura verdina si illuminava attorno al massiccio corpo della Pokemon Erba / Veleno. Per un attimo, Zel e Jolteon ebbero l'impressione che Venusaur stesse fisicamente aumentando di dimensioni...
 
"Non è un problema, Jolteon. Usa di nuovo Agilità." affermò Zel. "Vediamo se riuscirà a seguirti dopo questo."
 
"Jolt, jolt! Jolteeeeon!" esclamò il grazioso Pokemon Elettro, scattando da un lato e aumentando ancora di più la sua velocità, fino a trasformarsi in una sorta di lampo giallo che schizzava da un lato all'altro di Venusaur... la quale, dal canto suo, dopo aver scagliato il suo Parassiseme e aver mancato il bersaglio, restava ferma dov'era e attendeva, per non rischiare di esporsi ad un attacco massiccio. 
 
"Hmm... non vuole attaccare, eh? E va bene, adesso attacchiamo noi." disse Zel, la cui voce era tornata maschile. "Jolteon... usa il tuo attacco Veicolaforza!"
 
La Eevolution elettrica si fermò a mezz'aria... e i suoi occhi si illuminarono di una strana luce rosa, mentre una colonna luminosa dello stesso innaturale colore calava sulla stupita Venusaur... e un attimo dopo, una tremenda scarica di energia attraversò il corpo della Pokemon Seme, strappandole un fragoroso ruggito di dolore! 
 
"Venusaur!" esclamò Vera allarmata. La sua Pokemon barcollò, percossa da una scarica di energia mentale... ma riuscì in qualche modo a tenersi in piedi. "Uff... accidenti, ho sudato freddo... ma che razza di mossa era? Non l'ho mai vista prima..."
 
"Saurrrrr..." grugnì Venusaur scuotendo la testa. Si trattava di una mossa di tipo Psico, non c'era dubbio... pochi altri attacchi sarebbero stati in grado di farle così tanti danni.
 
"Veicolaforza è una mossa la cui potenza dipende da quanto le caratteristiche di un Pokemon siano state aumentate, e il mio Jolteon ha usato Agilità già due volte." spiegò Zel freddamente, con il suo Pokemon Elettro che, ancora sotto l'effetto di Magnetascesa, fluttuava accanto a lui minacciosamente. "E' una mossa di tipo Psico, il che la rende particolarmente adatta ad affrontare un Pokemon Veleno come il tuo. Arrenditi. Sei forte, questo lo devo ammettere, ma non puoi sperare di competere con il Team Meteora! Abbiamo dominato Reborn per anni, e lo domineremo ancora! La vostra ribellione non è che un fuoco di paglia destinato a spegnersi presto!"
 
"Non se ho qualcosa da dire a riguardo!" protestò Vera. "Venusaur, te la senti di continuare?"
 
La Pokemon Seme strinse i denti, sentendosi le giunture doloranti per quell'attacco... ma sentiva che, se fosse riuscita a mandare a segno un attacco come si deve, avrebbe avuto delle buone possibilità di sconfiggere il suo avversario. Era l'unica cosa che si frapponeva tra loro e quella maledetta macchina PULSE... ed era una missione troppo importante perchè potessero arrandersi ora!
 
"SAUR!" ruggì Venusaur, prima di spostarsi di lato in modo da tenere Jolteon sotto controllo. Il Pokemon Luminoso si spostò rapidamente... ma in quel momento, il campo elettromagnetico che lo teneva sospeso in aria cominciò ad indebolirsi, e la Eevolution elettrica fece una smorfia di disappunto capendo che il suo vantaggio cominciava ad essere compromesso. Non si aspettava che Venusaur fosse ancora in pieno dopo un attacco Veicolaforza...
 
"E va bene! Venusaur, usa il tuo attacco Paralizzante!" esclamò Vera. Venusaur spalancò ancora di più i petali del suo fiore... e da essi scaturì uno sbuffo di polline giallo che permeò l'aria tutt'attorno a lei, per poi diffondersi ed avvicinarsi a Jolteon. Allarmato, Zel fece cenno al suo Pokemon di scansarsi, e il Pokemon Luminoso scattò di lato, cercando di evitare la nube di polline tossico... ma non si accorse della liana che Venusaur aveva esteso verso di lui, per poi farla scattare verso l'alto! Un fruscio appena percettibile avvertì Jolteon un attimo troppo tardi, e il Pokemon Elettro sgranò gli occhi quando vide la frusta guizzare verso di lui e avvinghiarsi attorno alla sue zampe posteriori! Venusaur strinse con tutte le sue forze, cercando di impedire all'avversario di divincolarsi... e poi, Vera decise che era il momento di cogliere di sorpresa Zel e Jolteon con la loro nuova mossa, prima che potessero attaccare di nuovo con Veicolaforza!
 
"Perfetto! Ed ora... Venusaur, usa la tua nuova mossa! Fiortempesta, ora!" esclamò Vera. Numerosi petali rosa cominciarono a fluttuare attorno al corpo della Pokemon Erba / Veleno, turbinando sempre più violentemente fino a trasformarsi in un dirompente vortice di petali che travolse Jolteon, percuotendolo con violenza mentre la liana di Venusaur continuava a tenerlo fermo! Il Pokemon Luminoso si dibattè furiosamente nel tentativo di sottrarsi al micidiale attacco... ma un colpo di "vento" più poderoso degli altri lo travolse, costringendo Venusaur a mollare la presa su di lui e scagliando via Jolteon come se non pesasse nulla! Zel si scansò per evitare di essere colpito in faccia dal suo Pokemon, che volò a pochi centimetri da lui e andò a schiantarsi contro la macchina PULSE che gli stava dietro! Jolteon scivolò a terra stordito, il campo elettromagnetico che lo circondava e gli aveva permesso di volare si era ormai esaurito, e Jolteon scivolò a terra con un verso di rabbia e dolore. Riuscì a rialzarsi un attimo dopo e scosse la testa, pronto ad attaccare di nuovo...
 
Zel stava per dare un nuovo ordine... ma un suono allarmante e sgradevole proveniente dalla macchina PULSE lo interruppe, e risuonò nella grande sala, interrompendo tutti i combattimenti che si stavano svolgendo. Blake, il cui Rotom Gelo stava per avere la meglio sul Pinsir di Fern, sgranò gli occhi in un'espressione di allarme che raramente qualcuno aveva visto su quel volto dall'aria altezzosa!
 
"Alt... altaria?" esclamò Alty, che aveva appena messo a terra un Mightyena del Team Meteora... e lo Swampert di Max sgranò gli occhi, facendo cenno ad Alty, Spinda e Bibarel di stare indietro. Una nuvola di scariche elettriche nere si stava accumulando sopra la macchina PULSE, e diverse spie luminose si accendevano freneticamente sulla sua superficie!
 
"Ah! Ma... ma che sta... succedendo?" esclamò Amaria. Persino Atlante e il Tyranitar di Lord Solaris avevano interrotto il loro scontro... e Lord Solaris stava guardando la scena con vago allarme, chiedendosi cosa stesse accadendo.
 
"La... la macchina PULSE si è... attivata di colpo? O sta impazzendo come l'altra?" esclamò Max. 
 
Zel strinse i denti. Il campo elettromagnetico che circondava ancora Jolteon doveva aver interferito con la macchina... e da essa proruppe un mostruoso verso gorgogliante, mentre del fango rossastro cominciava a colare dalle fenditure che si erano aperte sulla sua superficie!
 
Il Muk contenuto all'interno della macchina era stato corrotto dall'energia del PULSE... 
                        
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell'autore: E così... un altro PULSE-Pokemon! La battaglia di Vera con Zel si sarebbe potuta concludere a favore della nostra eroina, ma questo imprevisto ha scombussolato tutto... e ora, lei e i suoi amici dovranno vedersela con il pericolosissimo PULSE-Muk! Sperando che il resto del gruppo arrivi in fretta... o potrebbe finire male! A questo proposito... ci vorrà un po' prima che Vera cominci ad usare la Megapietra. Vi ricordo che non ha ancora un Mega Bracciale, o un Mega Anello, e senza questi, la Megapietra non basta. 
 
Ho cominciato a giocare a Pokemon Reborn anch'io... e sì, è davvero un gioco tosto come dicono! Anche se, per fortuna, la mia squadra è già abbastanza forte...
 
Cercherò di aggiornare una delle mie storie di Digimon in seguito... ma continuerò a scrivere anche questa! Quindi... tenete d'occhio entrambe le sezioni, okay? Spero di aggiornarle prima della mia vacanza studio in Germania!
 
Questo è tutto per adesso! A presto, e se potete, recensite! :)
    

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Capitolo 25
*** Terrore tossico ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 25 - Terrore tossico
 
 
"Accidenti, questa non ci voleva davvero... la macchina PULSE è andata in panne!" esclamò Amaria, mentre lei ed Atlante osservavano la scena. Dalle fessure della macchina, che aveva cominciato a soffiare vapore bianco tutt'attorno, continuava a colare del fango rossastro e disgustoso, il pavimento veniva scosso da brevi ma violente scariche telluriche... e le acque inquinate che scorrevano nei canali si agitavano come in un pentolone ribollente! I Pokemon ancora in campo si ritirarono, facendo qualche passo indietro e puntando lo sguardo verso la macchina.
Lord Solaris era l'unico che non sembrava essere troppo allarmato. Dava l'impressione di stare già pensando a come fare per contrastare questo inaspettato sviluppo... e dopo qualche attimo di esitazione, il leader del Team Meteora diede un'ordine.
 
"Hmm... questa non era prevista... ma non importa. Zel, ritirata!" esclamò Solaris, prima di fare cenno ai suoi sottoposti di lasciare il campo. "Anche voi! Blake, uomini! La macchina PULSE ora non ci serve più... ritiriamoci e lasciamo che se la veda la resistenza con il nostro Muk!"
 
"Cosa?" chiese Zel con la sua voce femminile più decisa. "Ma... senza questa macchina PULSE non sarà più possibile continuare ad inquinare il Lago Azzurro!"
 
"Non è un problema, possiamo permetterci questo contrattempo." affermò Solaris. "In fondo, anche se l'opera di contaminazione dovesse interrompersi, è troppo tardi comunque! Adesso è il caso di andarcene e pianificare la nostra prossima mossa! Presto, uomini... ritirata!"
 
Blake emise un verso di fastidio. "Tsk... proprio ora che stava venendo il bello... ma in ogni caso, quel Muk si sbarazzerà di voi al nostro posto." affermò, prima di rivolgere uno sguardo acuto a Fern e richiamare nella Pokeball il suo Rotom Gelo. "Comunque, pensaci su, a quello che ho detto, ragazzino. Perchè sprecare i tuoi talenti con queste mezze cartucce, quando potresti usarli per cambiare il mondo e vivere come un sovrano? Così, tutti saranno costretti a riconoscere il tuo talento! Ti lascio riflettere su queste parole... Fern!"
 
"Tsk..." grugnì il ragazzaccio con gli occhiali, prima di riportarsi alla realtà e dare una rapida occhiata alla macchina PULSE ormai in avaria. Il Pokemon che vi era contenuto era ormai fuori controllo e stava percuotendo l'interno con forza sovrumana, spezzando i vincoli che fino a poco prima erano stati troppo per lui. "E ora cosa sta succedendo? Che sta facendo il Pokemon là dentro?"
 
"Immagino che stia cercando di liberarsi, secondo te?" chiese Vittoria con evidente sarcasmo. Nonostante ciò, la giovane esperta di arti marziali era spaventata quanto i suoi compagni dallo spettacolo innaturale che le si presentava davanti. I colpi di Muk stavano ammaccando la macchina PULSE dall'interno, e il tremendo fragore di acciaio piegato rimbombava in tutta la sala. Il Team Meteora richiamò tutti i loro Pokemon e, ad un cenno di Lord Solaris, si dileguarono in un corridoio vicino al generatore.
 
"E-ecco, io... mi dispiace... sono stata troppo debole..." disse Zel, la cui personalità più mite era ritornata in superficie per un momento. Quando si accorse dell'espressione interrogativa con cui Vera lo stava osservando, il consulente scientifico del Team Meteora si schiarì la voce. "Ecco... io... so che non ho proprio il diritto di chiedertelo, ma... per favore, Vera Maple... tu... potresti... fermare quel povero Muk e riportarlo com'era? Io... ehm... devo andare..."
 
"Piantala di fare la frignona, Lumi!" interruppe di colpo la personalità maschile di Zel prima che la sbalordita Vera potesse rispondere. "Tsk... per quanto mi secchi essere d'accordo con lei, è vero che in questo momento voi siete gli unici a poter tenere a bada quel Muk impazzito. E vedete di non deluderci."
 
"Cosa? Ci state praticamente scaricando addosso la responsabilità di quello che avete fatto voi!" protestò Max. "E poi, cosa significano questi sbalzi d'umore? Chi sei tu, in realtà?"
 
"Questo forse lo saprete se riuscirete a sopravvivere alla furia di Muk." affermò Zel, usando questa volta la voce della sua personalità femminile più forte. "Per il momento, ci salutiamo."
 
"Hahahahahaaaa! Quanto siete babbei!" esclamò Blake, prendendo sguaiatamente in giro i ragazzi della resistenza mentre si dileguava. "E ora vi lasciamo in pasto al nostro Muk! Buon divertimento, fessi! Spero proprio che crepiate tutti! Hahahahahaaaa! Addio, poveri idioti! Bye byeeeee!"
 
"Jolteon!" il Jolteon di Zel si caricò per un attimo e scagliò un attacco Flash che abbagliò per un istante Vera, Venusaur e tutti i membri della resistenza che si trovavano vicino, costringendoli a schermarsi gli occhi con un'esclamazione di sorpresa. Lo scienziato dalla personalità multipla e la sua Eevolution elettrica ne approfittarono per dileguarsi, seguendo Blake e il resto del Team Meteora nel tunnel che avevano infilato... e Lord Solaris chiuse il gruppo, non prima di aver lanciato uno sguardo dall'espressione severa ai ragazzi di Hoenn.
 
"King!" esclamò Atlante, cercando di inseguire Lord Solaris... ma la sua allenatrice gli fece cenno di non farsi prendere dalla rabbia.
 
"Aspetta, Atlante! Adesso, correre dietro a Lord Solaris non ci servirebbe a nulla!" esclamò Amaria, contenta di essere riuscita ad impedire che il Braccialezaffiro cadesse nelle mani del Team Meteora. Titania le avrebbe dato una bella lavata di testa, ma a quel punto, era il male minore... "Adesso, dobbiamo pensare al PULSE! Quel Muk si libererà da un momento all'altro..."
 
Come se il karma avesse sentito Amaria e volessedimostrarle che era contro di loro, un gorgoglio di furia, dolore e disperazione fece tremare le finestre, e raggi di luce nera scaturirono dalla macchina PULSE, le cui lamiere caddero al suolo con un tremendo fragore! Come da un vulcano in miniatura, dalla parte superiore del diabolico congegno scaturì un denso fiotto di fango rossastro che a Vera e ai suoi compagni ricordava fin troppo del sangue... e subito dopo, PULSE-Muk spezzò le sue catene e si mostrò in tutto il suo orrore!
 
Vera trasalì e lanciò un breve grido di orrore - aveva cercato di prepararsi per ciò che le si fosse parato davanti, ma PULSE-Muk aveva un aspetto talmente innaturale, orrido e raccapricciante che non potè trattenersi! 
Sotto l'influsso diabolico di quell'orribile macchina, il malcapitato Muk era diventato grande il doppio di un normale esemplare della sua specie, raggiungendo un'altezza di almeno due metri, e il fango che componeva il suo corpo era di un malato colore rosso scuro, lo stesso della melma nauseabonda che era fuoriuscita dalla macchina ormai distrutta! Qua e là tra la massa semisolida che componeva il mostro, si vedevano spuntare pezzi di metallo corroso ed arrugginito, cavi elettrici lacerati e altri rifiuti di varie forme e dimensioni... e il braccio sinistro del Pokemon mutato era protetto da un bidone di metallo privato di fondo e coperchio, che faceva da armatura improvvisata. Nella bocca di PULSE-Muk si vedeva una grande lingua verde che emanava un bagliore innaturale, come se fosse stata radioattiva... ma la cosa peggiore erano senza dubbio i suoi occhi spalancati, che esprimevano un misto di terrore, sofferenza e rabbia, e nei quali brillava la stessa luce verdastra ed innaturale che splendeva minacciosa nella bocca del mostro.
 
"AAAAAAH!" esclamò Ortilla, coprendosi gli occhi per il terrore. "Che... che... che... che cos'è quello? E' orribile! Mandatelo via!"
 
"ALTARIAAAA!" Alty espresse la sua paura in un trillo acutissimo. Non era tanto l'aspetto spaventoso di PULSE-Muk a farle paura, quanto il sentore che aleggiava attorno a lui. Tutto attorno a quell'orrore sapeva di malvagità, come se la natura stessa rifiutasse di accettare che un simile abominio potesse esistere! 
 
"E'... è... un Pokemon infettato dal PULSE!" esclamò Vittoria, mettendosi in guardia assieme al suo Pignite. Anche l'arrogante Fern restò in silenzio, e richiamò il suo Pinsir già stanco per lo scontro con il Rotom Gelo di Blake, cercando di restare concentrato il più possibile mentre mandava in campo il suo Krookodile da poco evoluto. "State... state molto attenti, ragazzi, non ho la più pallida idea di cosa sia in grado di fare!"
 
"Tsk... non sarà questo trucchetto a fermarci! Io e il mio Krookodile possiamo affrontarlo!" esclamò Fern.
 
"MUUUUUUUK!" il Pokemon mutato gorgogliò orrendamente, agitando le braccia in aria e sparpagliando in giro brandelli di fango rossastro. Con un rapido movimento del braccio, afferrò alcuni pezzi di metallo arrugginito che giacevano sparpagliati a terra e li infilò nella bocca immensa, come se fossero stati dei popcorn! L'effetto fu immediato... e la terrificante creatura sembrò diventare più grande sotto gli occhi del gruppo della resistenza!
 
"Swampert?" chiese lo Swampert di Max, colto di sorpresa.
 
"Quel Pokemon... aumenta di dimensioni quando si ciba di rifiuti?" esclamò stupita Vera.
 
"Non gli servirà a niente se lo stendiamo qui e adesso." esclamò Fern. "Avanti, Krookodile, usa il tuo attacco Battiterra!"
 
"Krookodile!" esclamò il feroce Pokemon gaviale, colpendo il terreno con la coda ed inviando una piccola onda sismica contro il Muk mutato. Troppo lento ed ingombrante per evitare l'attacco, PULSE-Muk non ebbe altra scelta che prenderlo in pieno... ma l'unico effetto visibile fu che il mostro fu costretto ad indietreggiare un po'!
 
"Al... Alty, usa... usa Dragopulsar!" balbettò Ortilla, ancora sconvolta dalla vista di quella mostruosità. La graziosa Altaria si mise di fronte a Spinda e a Bibarel, proteggendoli con il suo corpo... e scagliò una sfera di fuoco bluastro che centrò in pieno PULSE-Muk! Ma anche questo colpo non sembrò fargli un grande effetto: fece rientrare un po' di fango nel corpo della mostruosità, ma quest'ultima era troppo forte per soccombere così facilmente, e continuò imperterrita la sua avanzata, trascinandosi con le braccia e cominciando a diffondere un tanfo soffocante che sembrava provenire da una discarica a cielo aperto!
 
"Dobbiamo attaccare con più vigore, o non riusciremo a fermarlo..." affermò Max. "Swampert, presto! Usa il tuo attacco Terremoto! Amici, restate indietro!"
 
"Buona fortuna, Max!" esclamò Vittoria. Con un ruggito, lo Swampert del ragazzino alzò le braccia e le abbassò con violenza sul terreno, facendolo tremare e colpendo in pieno PULSE-Muk con il movimento della terra! Il mostro di fango emise un verso strozzato mentre l'attacco Terremoto lo faceva sobbalzare e lo scagliava contro il generatore, provocando delle scariche elettriche, e lo Swampert di Max sorrise lievemente tra sè, vedendo che finalmente stavano riuscendo a fare qualche passo avanti. 
 
"Swampert!" esclamò trionfante.
 
Ma il momento di gloria non durò a lungo. PULSE-Muk lanciò un altro verso di rabbia e sofferenza, afferrando un paio di ringhiere con le sue enormi mani, e le strappò dalla loro posizione! Si sentì un sibilo inquietante, e del vapore bianco si sollevò dai pezzi d'acciaio che PULSE-Muk teneva tra le mani. La mostruosità tossica stava letteralmente fondendo il metallo con gli acidi prodotti dal suo corpo innaturale!
 
"Ugh... dobbiamo tenerlo sotto pressione!" esclamò Vittoria. "Pignite, attaccalo con Fiammapatto!"
 
"Swampert, Pantanobomba!" ordinò Max. 
 
"So che i nostri attacchi non faranno un granchè... ma tutto serve, a questo punto!" esclamò Vera. "Venusaur, attacca con Energipalla!"
 
"Krookodile, usa Sabbiotomba per distrarlo!" esclamò Fern.
 
"Atlante, usa Geloraggio!" ordinò Amaria.
 
"Alty, usa... ehm... Dragopulsar, di nuovo!" continuò Ortilla. "Bibarel, usa... ehm... Pistolacqua!" Strinse i denti e strizzò un occhio, pensando a quanto poco potesse valere quest'ultimo attacco in confronto alla potenza di PULSE-Muk... ma sfortunatamente, non aveva ancora allenato abbastanza il suo Bibarel da consentirgli di imparare mosse più potenti.
 
I Pokemon si schierarono tutti in una fila ordinata e scatenarono tutti i loro attacchi contro PULSE-Muk, sperando di costringerlo alla ritirata. Venusaur puntò il fiore che cresceva sulla sua schiena contro il mostro, e scagliò una sfera di energia verde brillante, mentre Swampert scagliava una grossa sfera di fango dalla bocca, ed Alty ripeteva la sua mossa di prima, sparando un preciso e letale attacco contro l'avversario. Atlante ripetè il suo attacco Geloraggio, il Bibarel di Ortilla scagliò un getto d'acqua che faceva una figura un po' magra rispetto agli altri attacchi... mentre il Krookodile di Fern aprì le braccia e creò un buco nel terreno appena davanti a PULSE-Muk, risucchiandolo all'interno e cominciando a colpirlo con raffiche di sabbia che si sollevavano da esso! 
Ma la sorpresa maggiore fu l'attacco del Pignite di Vittoria: il maialino fiammeggiante colpì il terreno con i palmi delle mani... e alcune colonne di fuoco si sollevarono ruggendo attorno a PULSE-Muk, intrappolandolo in una gabbia di fuoco pima di stringersi su di lui e provocare una tremenda esplosione che percosse violentemente la terrificante creatura! PULSE-Muk si contorse e ruggì per il dolore, cercando come poteva di proteggersi con le braccia!
 
"Pignite, pig!" esclamò lo starter di Vittoria, entusiasta che i loro attacchi cominciassero a funzionare! PULSE-Muk, indispettito, decise di lasciar perdere l'attacco diretto e si calò nelle acque immonde che fluivano nei canali, sprofondando in esse con un disgustoso suono di fango calpestato. "Pignite?"
 
"Temo di capire..." esclamò Max. "Si era detto che il PULSE porta all'esasperazione la caratteristica principale di un Pokemon, giusto? Beh... la caratteristica principale di un Muk, non è forse che trae nutrimento dalle sostanze inquinanti?"
 
"Quindi, quel Muk ora sta cercando di cibarsi delle sostanze tossiche contenute nell'acqua per riprendersi..." intuì Vera. "Dobbiamo fermarlo, in qualche modo! Venusaur, attacca con Foglielama!"
 
"Swampert, usa Ventogelato!" esclamò Max. I Pokemon dei due fratellini di Hoenn stavano già attaccando, con Venusaur che scagliava un'altra raffica di foglie taglienti nel punto in cui PULSE-Muk stava spofondando, e Swampert che soffiava una folata di vento gelido dalla bocca, sperando di rallentare l'avversario quel tanto che bastava. Ma il mostro tossico ricevette gli attacchi senza battere ciglio e sprofondò nell'acqua inquinata, cominciando a tracannarla come un assetato nel deserto!
 
"Cavolo... troppo tardi!" esclamò Amaria. "Ragazzi, indietreggiamo e teniamoci pronti! Quell'affare tornerà all'attacco molto presto!"
 
Vera annuì, un attimo prima che si sentisse un frastuono provenire da una passerella sopra di loro... e Cain, Julia e Drew fecero per primi irruzione nella sala!
 
"KA-BOOOOM!" esclamò la cheerleader dai capelli verdi, facendo un ingresso trionfale. "Salve! Abbiamo pensato di fare un'entrata ad effetto proprio quando gli eroi sembravano in difficoltà!"
 
"Siamo arrivati, finalmente." affermò Drew, mantenendo la sua tipica nonchalance ma dando l'impressione che effettivamente fosse stato difficile arrivare fin lì. "Scusate il ritardo... le reclute non finivano mai! Ma cosa sta succedendo, qui? Come mai sono scappati tutti all'improvviso? E che cos'è quella... quella cosa?" Guardò con vago orrore verso il PULSE-Muk, che continuava ad assorbire detriti e ad aumentare di dimensioni...
 
"Drew!" esclamò Vera sollevata. Ma si fece seria subito dopo e indicò la macchina PULSE ormai distrutta. "Il Team Meteora aveva una macchina PULSE qui. E durante il nostro scontro, si è danneggiata e il Pokemon che vi era contenuto ne è stato infuenzato! Era un Muk... e adesso si è immerso in quell'acqua inquinata per cibarsene e diventare più forte!"
 
"Che cosa, un altro PULSE?" esclamò Hitomi, entrando accompagnata dal suo Grumpig. "Hmph... e va bene, sarà una buona occasione per mettermi alla prova contro una di quelle cose."
 
"Non... non sottovalutarli! I Pokemon corrotti dal PULSE sono potentissimi!" esclamò Shelly, ricordando bene la sua battaglia con il PULSE-Tangrowth. Un gorgoglio terrificante impedì ad Hitomi di rispondere, e tutti rimasero come impietriti a guardare PULSE-Muk che emergeva di colpo dall'acqua fetida - con la differenza che adesso sembrava essere diventato ancora più forte ed imponente, e gli effetti degli attacchi che aveva subito in precedenza sembravano essere stati annullati! Hitomi sgranò leggermente gli occhi, e il Pokemon mutato, con una rapidità che aveva poco a che vedere con il suo aspetto goffo e sgraziato, scomparve da davanti agli occhi del gruppo, sfumando in pochi secondi come l'effetto dissolvenza di un film.
 
"Ugh... un attacco Scudoacido!" esclamò Pietro riconoscendo la mossa. Il Pokemon tossico, ora visibile soltanto da un leggero effetto di sfocatura nel punto in cui si trovava, scattò in avanti e sferrò un poderoso attacco Neropulsar, congiungendo le mani tra loro e scagliando un'ondata di luce nera che si espanse attorno al suo corpo e andò a cozzare con violenza contro i Pokemon della resistenza, travolgendoli e mettendone alcuni al tappeto! Lo Spinda e il Bibarel di Ortilla rimasero a terra storditi, e anche gli altri Pokemon dovettero fare fatica per non essere sollevati da terra e scagliati via!
 
"Spinda, Bibarel!" esclamò preoccupata Ortilla. La bambina dai capelli turchini sospirò e richiamò i suoi due Pokemon nella sua sfera. "Scusatemi, so che avete fatto tutto il possibile. Meglio che torniate, adesso."
 
"Spinnnnnnda..." mormorò il Pokemon Macchipanda come intontito, prima di essere richiamato nella sua Pokeball. PULSE-Muk riapparve un istante dopo...
 
...ma...
 
Che stava succedendo? Quello non era il PULSE-Muk che Vera e i suoi compagni stavano affrontando! O meglio... certo, l'aspetto era quello, ma... come mai adesso il fango che lo costituiva era nero, e non quello strano ed inquietante rosso carminio che era prima? Adesso sembrava quasi un'immensa macchia di petrolio vivente, tanto era nero!
 
"MUUUUUUK! MUUUUUUK!" ringhiò, mentre il suo corpo ancora in parte immerso nell'acqua inquinata continuava ad assorbire materiale tossico. La creatura stava diventando sempre più grande...
 
"Ci penso io a fermarla! E' un Pokemon Veleno, quindi... Grumpig, usa un attacco Psichico!" esclamò Hitomi, indicando il mostro al suo Pokemon Psico. Con un ghigno che faceva capire che Grumpig si aspettava una facile vittoria, il maialino viola si concentrò e scagliò una tremenda raffica di onde psichiche contro PULSE-Muk, che non aveva nessuna possibilità di evitare un simile attacco...
 
E infatti non lo evitò. Lo Psichico di Grumpig si schiantò sulla mostruosità tossica... che non fece neanche una piega! Il tremendo impatto psichico si esaurì su di lui senza fare alcun effetto, come tirare un uovo contro un muro!
 
"Grrrrumpig?" esclamò il Grumpig di Hitomi, non capendo cosa fosse successo. La ragazzina e i suoi compagni erano altrettanto sbalorditi, anche se Hitomi non lo dava molto a vedere.
 
"Cosa? Com'è possibile che non gli abbia fatto nessun effetto?" chiese Amaria. "Normalmente, i Pokemon Veleno sono molto sensibili agli attacchi Psico..."
 
"Evidentemente quelli del Team Meteora barano!" affermò Julia. "Zebstrika, colpisci con Raggioscossa!"
 
"Strika!" La zebra elettrica scagliò un raggio di elettricità pura dal corno zigzagante che aveva sulla fronte, e riuscì a colpire il mostro, senza però fargli danni troppo elevati...
 
"MUUUUUUUK!" L'orripilante massa di fango e rifiuti ringhiò di nuovo e si lanciò all'attacco, questa volta spalancando la sua bocca e scagliando da essa una tremenda fiammata! Con uno scatto rapidissimo, Atlante intercettò il colpo e scagliò un attacco Surf che bloccò il Lanciafiamme a metà strada, sollevando una folta nube di vapore che pervase completamente la sala... e dalla passerella su cui si trovavano, Drew e i suoi compagni videro, in mezzo al vapore, PULSE-Muk che cambiava colore, passando dal nero petrolio ad un rosso vivo, decisamente più vivace di quel macabro rosso scuro di prima...
 
"Rilevata anomalia comportamentale nel soggetto." disse Florinia impassibile. Sembrava davvero che nulla potesse scuotere l'apatica esperta di Pokemon Erba, la cui Cradily era nelle vicinanze e sembrava pronta ad andare all'attacco nel momento giusto. "Rilevate mutazioni cromatiche corrispondenti all'utilizzo di una particolare tecnica d'attacco. Elaborazione in corso."
 
"Oooooh, andiamo, Rini!" esclamò Julia. "Basta che tu dica che questo bruttone si comporta in modo strano! Zebstrika, di nuovo!"
 
"Ha cambiato colore... quando ha usato Lanciafiamme?" si chiese Vera, vedendo PULSE-Muk riapparirle davanti in tutto il suo orrore, scrollandosi di dosso il Raggioscossa che Zebstrika gli scagliava addosso. "Questo vuol dire sicuramente qualcosa... e poi, è diventato immune agli attacchi Psico dopo aver usato un Neropulsar? Un momento... volete dire che quel Pokemon cambia tipo ogni volta che usa un attacco?"
 
"Forse... forse è vero! Anzi, è l'unica spiegazione!" esclamò Vittoria. "Ma... ma certo! Il PULSE-Muk possiede l'abilità Mutatipo, che fa in modo che il tipo del Pokemon cambi in quello dell'ultimo attacco usato!"
 
"Cosa? Non sapevo che esistesse un'abilità come questa..." affermò Max, affiancato dal suo Swampert. "Ma questo vuol dire che possiamo usare la sua strategia e ritorcerla contro di lui! Swampert, riesci a colpirlo con Cascata, un'altra volta?"
 
"Swamp, swamp!" esclamò Swampert, lanciandosi poi all'attacco mentre il gigantesco PULSE-Muk continuava a spazzare la stanza con le fiammate che scagliava dalla sua bocca. Il mostro si voltò verso Swampert proprio mentre quest'ultimo si accingeva a lanciarsi su di lui, e il Pokemon Acqua/Terra si circondò di acqua turbinante appena in tempo prima di essere investito dalle fiamme! Spingendo con tutte le sue forze, il Pokemon Acqiapesce raggiunse il PULSE-Muk e impattò su di esso, scagliandolo indietro! Il mostro mutante lanciò un ruggito gorgogliante e cercò di aggrapparsi al bordo del canale di scolo, mentre continuava ad assorbire acqua inquinata.
 
"Bel colpo, Max... ma temo che sia stata soltanto una soluzione temporanea." affermò Drew, scendendo una rampa di scale e raggiungendo i suoi compagni della resistenza. "Finchè non riusciremo ad impedirgli di assorbire tutta quella sporcizia e recuperare le forze, nessun danno che gli faremo riuscirà davvero ad aiutarci."
 
"Allora dobbiamo trovare un modo di spazzare via l'acqua sporca, o separare il PULSE-Muk da esso." affermò Amaria. "Ma come facciamo? Dovremmo trovare un modo per sollevare quel colosso... o creare abbastanza acqua da diluire tutto quell'inquinamento..."
 
"MUUUUUUUK!" esclamò il PULSE-Muk cambiando colore di nuovo, e tornando al suo usuale colore rosso sanguigno. Allarmata, Vera pensò che il Pokemon mutato stesse per usare un attacco di tipo Veleno, e infatti un attimo dopo la terrificante creatura prelevò una grossa quantità di fango dal suo corpo e la scagliò con entrambe le braccia come una catapulta!
 
"Toglietevi dalla sua strada! E' un attacco Sporcolancio!" esclamò allarmato Pietro. 
 
Lo Swampert di Max non ebbe altra scelta che difendersi come poteva, scagliando un'ondata d'acqua contro lo Sporcolancio di PULSE-Muk per cercare di diluire l'attacco... ma non riuscì a fare molto prima che la massa di fango tossico si schiantasse su di lui, e Swampert indietreggiò con un'acuta esclamazione di dolore e disappunto prima che le sue zampe cedessero. Riuscì a reggersi in piedi e a rimettersi in guardia, nuotando per liberarsi dal fango disgustoso che lo aveva sommerso, ma vide che anche il Pignite di Vittoria e il Krookodile di Fern erano stati colpiti dallo Sporcolancio, e nessuno dei due sembrava essere in buone condizioni. 
 
"Tsk..." grugnì Fern, richiamando il suo Krookodile. "E va bene, a quanto pare mi sono esaltato un po' troppo perchè il mio Pokemon si è evoluto... ma non importa! Vai, Shiftry!"
 
"Shiftry?" si chiese Vera. "Mi ricordavo che l'ultima volta aveva un Nuzleaf... lo ha fatto evolvere?"
 
Fern lanciò un'altra Pokeball, dalla quale emerse un Pokemon di aspetto umanoide con lunghi e selvaggi capelli bianchi che toccavano quasi terra, lunghe orecchie marroni e occhi neri con le iridi gialle. Le sue braccia erano rami d'albero, e le sue mani consistevano in tre foglie verdi intrecciate in modo da formare delle approssimazioni di arti. Aveva un lungo naso a punta e i suoi piedi avevano la forma dei geta, i tipici zoccoli di legno giapponesi.
 
"Shif shiftry!" esclamò il Pokemon Erba/Buio, muovendo rapidamente le sue foglie in aria, e poi indirizzando contro PULSE-Muk un vortice di luce verde che sfrecciò verso il mostro di fango e lo colpì in pieno, confondendolo per un istante anche se non era riuscito a fare molti danni.
 
"Hmm... so che è strano detto da me, ma ho l'impressione che Fern abbia trovato la strategia giusta da usare. Non possiamo attaccare direttamente PULSE-Muk, dobbiamo tenerlo sotto tiro con assalti continui, anche se magari non sono molto efficaci." affermò Julia. "Zebstrika, caricalo con Nitrocarica!"
 
"Okay... allora sparpagliamoci e tentiamo di circondarlo! Non dategli dei bersagli fissi, dobbiamo fargli dividere la sua attenzione tra più nemici!" esclamò Amaria. La Pokemon zebra di Julia si scagliò contro PULSE-Muk e lo colpì con le fiamme che turbinavano attorno a lei, facendogli finalmente qualche danno. "Atlante, ho bisogno del tuo aiuto! Io e te ci occuperemo di spazzare via l'acqua inquinata da cui PULSE-Muk trae la sua energia. Ragazzi, voi cercate di tenerlo occupato!"
 
"Non sarà facile, ma possiamo farcela." disse Vera. "Okay, Venusaur, ora usa il tuo attacco Paralizzante, poi ritorna! Mi dispiace, ma non sei molto indicata per affrontare un Pokemon di questo tipo."
 
"Venusaur!" esclamò la Pokemon Erba/Veleno, comprendendo quello che la sua allenatrice voleva dire. Il fiore sulla sua schiena si spalancò, e da esso scaturì un getto di polline tossico che fluttuò in aria per un breve tratto prima di appoggiarsi su PULSE-Muk, e la terrificante creatura mugolò con rabbia quando sentì i movimenti farsi più rigidi e legati! Furente, cambiò di nuovo tipo, e questa volta, il suo corpo assunse un vivace, brillante colore giallo, che suggerì ai ragazzi che stesse per usare un attacco Elettro...
 
"MUUUUUUK!" ringhiò il mostro, piantando le mani nel terreno e scagliando un potente attacco Scarica che investì tutti i Pokemon che si trovavano lì vicino! Lo Swampert di Max, grazie al suo tipo doppio Acqua/Terra, sostenne l'attacco senza alcuna difficoltà, ma altri Pokemon non ebbero la stessa fortuna e vennero travolti dalla scarica elettrica!
 
"Shelly! Dobbiamo dare una mano anche noi... Bagon, usa Ira di Drago!" ordinò Heather al suo draghetto.
Shelly annuì energicamente. "Ricevuto, Heather!" esclamò. "Volbeat, colpisci quel mostro con un attacco Segnoraggio!"
 
"Vvvvolbeat!" esclamò il Pokemon Lucciola, per poi scagliare un raggio di luce multicolore dalle sue antenne e colpire il PULSE-Muk, che ancora una volta non sembrò fare una piega. Indietreggiò di un po' sotto il laser che martellava il suo corpo, ma si rimise subito in guardia e iniziò subito a cambiare colore e tornare com'era prima. Stava indubbiamente per usare di nuovo l'attacco Sporcolancio contro i suoi avversari, ma non ne ebbe il tempo prima che l'attacco Ira di Drago di Bagon, sotto forma di un turbine di fiamme blu, impattasse contro la sua faccia e lo scagliasse indietro!
 
"Bel colpo, ragazze!" esclamò Drew, notando che il corpo della mostruosa creatura stava tornando com'era prima. "Avanti, Roserade! Adesso che è tornato ad essere di tipo Veleno, abbiamo un'occasione! Usa Profumino e poi Extrasenso!"
 
"Grumpig, usa Psichico adesso!" esclamò Hitomi. Roserade si librò in aria, volteggiando maestosamente, e rilasciò un dolce profumo che pervase l'aria, riuscendo addirittura a coprire il terribile fetore dell'acqua inquinata, mentre Grumpig si concentrava tenendo le mani sulle tempie e tentava di indirizzare una massiccia raffica di energia mentale contro l'avversario. Amaria ed Atlante si erano spostati su un lato, Pietro e il suo Rhydon cercavano di tenere occupato il nemico con un attacco Cadutamassi. Il Pokemon simile ad un rinoceronte bipede creava delle rocce tra le sue mani e le scagliava con tutta la sua forza contro l'avversario... e ovunque i proiettili di Rhydon colpissero, il fango disgustoso che costituiva il corpo di PULSE-Muk rientrava, prima di riformarsi e corrodere la pietra!
 
Roserade e Grumpig lanciarono entrambi il loro attacco Psico nello stesso momento, riuscendo a colpire la terrificante creatura e intrappolandola... ma PULSE-Muk ruggì fragorosamente e si liberò pochi secondi dopo dalla stretta invisibile che i due Pokemon avevano cercato di chiudergli addosso, per poi scagliare un altro dei suoi attacchi velenosi!
 
"MUUUUUUUK! MUUUUUK!" ringhiò, la voce che suonava sempre più rimbombante ed innaturale. Aprì di colpo le braccia, e dal suo corpo cominciarono a scaturire getti di acqua avvelenata che inondarono la zona tutt'attorno al mostro, colpendo i Pokemon che si avvicinavano! Alty stridette per l'improvviso dolore quando un getto di quel liquido disgustoso si schiantò su di lei, e il Pignite di Vittoria riuscì a malapena a reggere quando un altro getto d'acqua lo colpì in pieno!"
 
"Venusaur, rientra! Presto, Glaceon, dobbiamo intervenire noi!" esclamò Vera, richiamando Venusaur e poi mandando in campo la più giovane dei suoi Pokemon. La graziosa Eevolution di tipo Ghiaccio si mise in guardia davanti alla sua allenatrice, e Vera pensò rapidamente prima di dare il suo ordine. "Okay, Glaceon! Usa il tuo attacco Ventogelato per bloccare l'attacco di PULSE-Muk!"
 
"Glaceon? Eoooon!" esclamò Glaceon con la sua voce melodiosa, restando esterrefatta davanti all'orrore che era PULSE-Muk. Ma quando l'abominevole essere cominciò a protendere le mani verso di lei, continuando a schizzare getti di acqua velenosa in giro per la grande sala, Glaceon agì con rapidità e aprì la bocca, prima di scagliare un getto di neve e condensa che congelò i getti d'acqua tossica, trasformandoli in suggestive per quanto macabre sculture di ghiaccio che fluttuarono a mezz'aria per una frazione di secondo prima di precipitare al suolo e sbriciolarsi! Alcuni dei getti d'acqua avevano bagnato il corpo di PULSE-Muk, sul quale cominciò immediatamente a formarsi una patina di ghiaccio, e il mostro ruggì in preda alla furia, sentendo che i suoi movimenti rallentavano ancora di più! La Cradily di Florinia aggiunse qualcosa all'attacco, usando Energipalla per distrarre PULSE-Muk e dargli fastidio mentre i suoi compagni preparavano quello che doveva essere un attacco decisivo!
 
"Presto, Atlante! Questo è il momento!" esclamò Amaria. "Spazza via l'acqua sporca con un attacco Idropompa!"
 
"KINGDRAAAAAA!" esclamò il Pokemon Acqua/Drago. Prese un bel respiro, cercando di caricarsi quanto più possibile... e dopo aver preso la mira contro il canale di scolo nel quale il PULSE-Muk era semi-immerso, scagliò una fiumata d'acqua che si riversò con gran fragore nel canale, spingendo via l'acqua inquinata e trascinandola via! PULSE-Muk emise un ululato rabbioso, un urlo di isteria mentre cercava con le mani di trattenere le sostanze inquinanti che usava per recuperare le forze, ma la corrente provocata da Atlante era troppo potente, e il mostro non potè fare altro che ringhiare impotente nel vedere che il canale di scolo veniva rapidamente ripulito!
 
"MUUUUUUK!" ringhiò, prima di cambiare di nuovo colore e scatenare un nuovo attacco contro i suoi avversari. "MUUUUUUUK!" tuonò di nuovo, prima che il suo corpo assumesse uno spettrale colore nero, come se fosse stato fatto di petrolio... e una raffica di ondate di energia oscura proruppe dal suo corpo ed investì i Pokemon più vicini, mandandoli a terra! Il Pignite di Vittoria e lo Shiftry di Fern riuscirono a reggere meglio degli altri e si scagliarono assieme contro il mostro, cercando di tenerlo sotto pressione. 
 
"Sberletese, Pignite!" esclamò Vittoria, sentendo che la vittoria si stava finalmente avvicinando.
 
"Presto, Shiftry, non possiamo essere da meno!" esclamò Fern. "Colpisci quell'affare con Forbice X!"
 
Con un ghigno di vittoria, il Pignte di Vittoria si scagliò contro PULSE-Muk, approfittando del fatto che era temporaneamente di tipo Buio per mettere a segno un poderoso attacco, una raffica di affondi sferrati a mani aperte... mentre Shiftry si scagliava contro PULSE-Muk da un'altra direzione e sferrava un doppio fendente, calando entrambe le braccia sul mutante con precisione micidiale! L'attacco combinato ebbe effetto, facendo tentennare PULSE-Muk e lasciandolo stordito per un istante, un tempo più che sufficiente perchè qualcun altro lanciasse un attacco!
 
"Adesso, Rhydon!" ordinò Pietro, puntando l'indice contro il PULSE-Muk che si arrampicava nuovamente sulla piattaforma e cominciava a sferrare tremende manate con le sue braccia fangose. "Parti alla carica e usa Giravvita!"
 
"Rhydoooooon!" ruggì il colosso dalla pelle rocciosa, sollevando il suo corno e facendolo girare come una trivella autentica! Con un ruggito dirompente, Rhydon abbassò la testa e si lanciò alla carica, cercando di raggiungere PULSE-Muk prima che quest'ultimo potesse reagire! Mugolando rabbiosamente, in preda alla rabbia e al dolore, il Pokemon Melma corrotto dal PULSE sollevò una mano... e una coltre di ghiaccio si formò su di essa, preludio ad un poderoso attacco Gelopugno! Allarmato, Rhydon cercò di scansarsi, ma con uno scatto di velocità che aveva poco a che fare con la sua precedente lentezza, PULSE-Muk - che ora era passato ad un colore bianco-azzurrino che lo faceva sembrare un mucchio di neve vivente - fece scattare in avanti il pugno sinistro, e raggiunse il suo avversario al fianco! Rhydon venne percorso da una tremenda scarica di gelo, e per un attimo temette di non reggere... ma strinse i denti e costrinse le sue gambe a spingerlo avanti, trafiggendo PULSE-Muk con il suo corno! Sfortunatamente, il fatto che il Pokemon corrotto dal PULSE avesse cambiato tipo fece sì che i danni subiti non fossero importanti quanto avrebbero potuto essere...
 
"Cavolo... ritirati, Rhydon! Adesso!" esclamò Pietro. Rhydon cercò di disincagliare il corno-trivella dal corpo semifluido di PULSE-Muk, ma il fango tossico, come se fosse stato manovrato attivamente dal cervello dell'atrocità, si avvinghiò attorno ad esso e gli impedì di girare ancora, lasciando il Pokemon Terra/Roccia vulnerabile ad ulteriori attacchi!
 
"MUUUUK!" esclamò PULSE-Muk, sollevando un braccio per sferrare un altro attacco Gelopugno...
 
"Presto, Volbeat! Abbaglia quel Pokemon con Flash!" esclamò Shelly, appena in tempo. Il Pokemon Lucciola volò davanti alla faccia di PULSE-Muk, e lo vide aprire leggermente gli occhi in un'espressione che forse voleva dire sorpresa, o forse disprezzo, o richiesta d'aiuto... ma non si fermò a pensare e fece scaturire un lampo di luce dalla punta della coda, colpendo in pieno gli occhi della terrificante creatura! PULSE-Muk ringhiò di dolore e barcollò all'indietro, proteggendosi gli occhi con la mano libera, ma ebbe comunque il tempo di sferrare il suo attacco Gelopugno, anche se non contro il bersaglio originale!
 
"Volbeat!" esclamò allarmato il Pokemon Lucciola, prima di scattare di lato in un tentativo di evitare il pugno congelante. Sfortunatamente, non fu abbastanza veloce, e per quanto fosse riuscito ad evitare il pugno, non riuscì ad impedire all'aura congelante di investirlo e farlo rabbrividire! Shelly guardò con orrore il suo Pokemon che perdeva quota e si schiantava a terra con le ali ricoperte di brina... e PULSE-Muk, tenendo sempre Rhydon intrappolato nella melma gelida che componeva il suo corpo, strisciò in avanti per fagocitarlo...
 
"Volbeat! No!" esclamò Shelly, spalancando gli occhi, incapace di distogliere lo sguardo dalla scena...
 
Ma per fortuna, PULSE-Muk era sotto attacco da parte di numerosi Pokemon, che scatenarono subito molto dei loro attacchi su di lui per cercare di proteggere il Volbeat di Shelly! 
 
"Bagon, proteggi Volbeat!" si sentì la vocetta allarmata di Heather. Con tutta la rapidità di cui era capace, il draghetto annuì alla sua allenatrice e raggiunse il suo compagno caduto, sollevandolo di peso e portandolo fuori dalla portata di PULSE-Muk.
 
"Bagon?" chiese Bagon, volendo assicurarsi che il suo compagno non fosse rimasti ferito gravemente. Volbeat tirò un sospiro di sollievo, e ringraziò emettendo un verso ronzante.
 
"Vvvvvol, vvvvolbeat..."
 
"Pignite, attacca con Nitrocarica!" esclamò Vittoria... e il suo starter si lanciò a tutta velocità contro PULSE-Muk, avvolto in un turbine di fiamme scarlatte. L'impatto fermò l'avanzata dell'ammasso di fango vivente, e lo costrinse ad indietreggiare ancora...
 
Il Bagon di Heather prese fiato e scagliò una fiammella contro il Pokemon mutante, colpendo il braccio e lasciandovi una scottatura, mentre la Cradily di Florinia, ad un cenno completamente calmo della sua allenatrice, usò un attacco Abbattimento, creando una grossa roccia tra i suoi tentacoli e scaraventandola contro il nemico! L'effetto fu immediato, e il mostruoso Pokemon mutato ringhiò nuovamente e barcollò all'indietro, agitando scompostamente le braccia!
 
"Bel colpo, ragazze! Ora tocca a me!" esclamò Pietro. "Presto, Rhydon, attacca con Breccia!"
 
"Rhy, rhydon!" esclamò Rhydon, sferrando un poderoso colpo di taglio con la mano libera. PULSE-Muk plasmò di nuovo il proprio corpo in modo da attutire il colpo... e subito dopo, il suo corpo cambiò nuovamente colore, diventando marroncino sabbia primaa di scagliare una raffica di globi di fango dal proprio corpo!
 
"Copritevi! E' un attacco Pantanobomba... molto più potente del solito!" esclamò Cain. Il suo Nidoking cercò di rispondere, sferrando un attacco Idrondata che scagliò contro il nemico una dirompente ondata che scaturì dalla sua coda... ma prima di poter completare l'attacco, il Pokemon Veleno/Terra venne investito dalla pioggia di fango che PULSE-Muk stava scagliando, e fu costretto a ritirarsi con un grugnito di dolore!
 
"Eon, eon! Glaceon!" esclamò la Glaceon di Vera. La bambina castana rivolse un cenno di intesa alla sua Pokemon, che si preparò a quello che avrebbe dovuto essere l'attacco decisivo. 
 
"E' il momento, Max!" esclamò Vera, riconoscendo che il nemico aveva assunto il tipo Terra. "Attacchiamo tutti assieme! Glaceon, usa Geloraggio!"
 
"Ricevuto, sorellina! Swampert, è il momento! Attacco Cascata, di nuovo!" esclamò Max, il cui starter sembrava non vedere l'ora di fare la sua parte.
 
Anche Ortilla decise che era il momento di dire la sua... anche per Spinda e Bibarel. "Alty, colpisci con Aeroassalto! Non far muovere quella mostruosità!"
 
"Attacco Fendifoglia, Shiftry!" esclamò Fern. "Non mi deludere!"
 
"Atlante, adesso! Usa Idropompa di nuovo!" esclamò Amaria.
 
Come uno solo, i Pokemon scatenarono tutti i loro attacchi contro PULSE-Muk... e quest'ultimo, impegnato com'era a scagliare fango tutt'attorno al campo di battaglia, non riuscì ad evitare la raffica di attacchi, che lo colpirono in pieno! Il Pokemon mutante alzò le braccia e lanciò un tremendo ruggito di dolore mentre gli attacchi martellavano il suo corpo e lo costringevano con le spalle al muro! In un disperato tentativo di sottrarsi all'assalto, PULSE-Muk afferrò il pavimento con entrambe le mani e cominciò a trascinarsi verso di loro... ma Drew, Julia, Hitomi e gli altri non avevano intenzione di lasciarlo fare, e rinnovarono l'assalto!
 
"Roserade, usa Energipalla!" esclamò Drew.
 
"Zebstrika, attacco Scarica!" fu la volta di Julia.
 
Cain volle aggiungere qualcosaa sua volta. "Presto, Nidoking! Colpiscilo con Fangobomba!"
 
"V-Volbeat... attacca con Segnoraggio!" balbettò Shelly, prendendo fiato.
 
"Bagon... usa Dragartigli!" esclamò Heather.
 
"Pignite, attacco Lanciafiamme!" ordinò Vittoria.
 
Hitomi annuì. "Grumpig... Palla Ombra!"
 
"Cradily. Usare attacco Gigassorbimento." disse Florinia.
 
"Rhydon, Frana! Evvai!" esclamò a squarciagola Pietro. 
 
Tutti assieme, i Pokemon scagliarono i loro attacchi contro PULSE-Muk, quasi sommergendolo di colpi... e questa volta, il mostro di fango tossico non riuscì a reggere e venne scaraventato a terra, mentre raggi di luce nera scaturivano dal suo corpo! Il Pokemon mutante gorgogliò di nuovo, agitando le braccia nel tentativo di aggrapparsi a qualcosa... ma un attimo dopo, finalmente, le forze gli vennero meno, e il suo corpo venne avvolto da una tenue aura nera e cominciò a rimpicciolire rapidamente... fino a tornare delle dimensioni di un Muk normale. Quando finalmente la raffica di attacchi cessò, anche l'aura nera che aveva circondato PULSE-Muk scomparve... e davanti agli occhi di Vera e dei suoi compagni si presentò, con loro grande sollievo, un Muk tornato normale che scuoteva la testa per schiarirsela. La mostruosità incontrollabile in cui si era trasformato, era ora solo un ricordo...
 
"Muk... muuuuuk?" mormorò il Pokemon Veleno, guardandosi attorno come se si stesse chiedendo come fosse finito in quella centrale abbandonata... e il suo sguardo si posò su Vera, Max e i loro Pokemon, che lo stavano guardando sollevati.
 
"Meno male... Muk è tornato normale! Certo che... è stata una battaglia terribile!" affermò Vera. "Va tutto bene, Muk! E' tutto finito... adesso non sei più schiavo del Team Meteora."
 
"Muk..." mormorò il Pokemon di fango. Glaceon si fece avanti con l'eleganza che le era propria, e fece un cenno con la testa, come per dire che andava tutto bene, e che non ce l'avevano con lui per quello che era successo.
 
"Glaceon!" disse l'elegante Eevolution glaciale, il corpo circondato da stelline luccicanti. 
 
Lentamente, tenendo lo sguardo fisso sugli allenatori che pure non davano l'impressione di fargli alcuna colpa - a parte Fern che lo fissava con antipatia - Muk scivolò nel canale di scolo, immergendosi per riconquistare la libertà... e prima di scomparire nell'acqua corrente, alzò una mano verso Vera e Max e li salutò. "Muk muk..."
 
"Swampert!" disse lo Swampert di Max, salutando a sua volta. Il Pokemon Veleno riuscì a sorridere timidamente prima di immergersi del tutto... e finalmente, la sala principale della centrale elettrica abbandonata tornò silenziosa. Il gruppo della resistenza aveva vinto... era quasi difficile crederlo, dopo che PULSE-Muk aveva dato loro così tanto filo da torcere!
 
"Ce l'abbiamo fatta..." disse Amaria dopo qualche secondo di teso silenzio. Con un gesto quasi distratto della mano, la ragazza si rimise a posto il gioiello che teneva nascosto in una tasca interna del vestito. Si accorse subito che alcuni dei suoi compagni della resistenza la stavano guardando con espressione interrogativa... e dopo aver tirato un sospiro, decise che avrebbe fatto bene a chiarire le cose. "Chiedo scusa... avevo uno dei gioielli che il Team Meteora sta cercando con me, e non ve l'ho mai detto. Si tratta... di un regalo di Tania, e non volevo separarmene. Tanto più che... beh, non per vantarmi, ma ho sempre pensato che fosse più sicuro con me che da qualunque altra parte."
 
Hitomi e il suo Grumpig notarono che per un attimo, una frazione di secondo, l'espressione di Florinia sembrò cambiare ed esprimere qualcosa alla menzione di quella famigerata Titania, che fino a quel momento era stata un nome e poco più...
 
"Heh. Complimenti, dolcezza. Scusa tanto se comincio ad avere i miei sospetti su di te... non che prima non ce li avessi, sia chiaro!" rispose Fern con una breve risata di scherno. "Voglio dire, nascondere anche a noi che la tua... amichetta... ti aveva affidato una di quelle quattro gemme che i nostri nemici stanno cercando. Sempre ovviamente che sia un'amica e basta, eh?". La reazione di Amaria fu chiara - quell'insinuazione, unita al tono di disprezzo con cui Fern aveva parlato, l'aveva ferita nell'animo. Dal canto suo, Shelly corrugò la fronte e strinse i pugni rabbiosamente. Anche lei, a modo suo, si era offesa per l'insinuazione... ed Heather, sorpresa dalla reazione della sua migliore amica, si ritrasse un po', tenendo in braccio il suo Bagon.
 
"Hey! E con questo cosa vorresti dire, Fern?" scattò su Pietro, voltando minacciosamente lo sguardo verso il suo rivale.
 
Anche Julia si offese molto davanti alle affermazioni del fratello di Florinia, per quanto quest'ultima, ancora una volta, non desse segno di emozioni. "Pietro ha ragione! Non era il caso di fare simili commenti!"
 
"I tuoi modi di fare sono... alquanto maleducati, lo sai?" sibilò rabbiosamente la bambina dai capelli violetti. "Che cosa ti ha fatto di male Amaria? Chiedile scusa!"
 
"Oh? Perchè sennò che mi fate, eh? Che mi fate?" ribattè Fern con un ghigno arrogante. Pietro e il suo Rhydon si fecero avanti, come se si volessero accingere ad affrontare Fern e il suo Shiftry in una battaglia di Pokemon... e il Pokemon Buio/Erba ghignò e si mise nuovamente in guardia, sfidando Rhydon con lo sguardo.
 
"RHYDON!" grugnì inferocito il Pokemon Trapano... e sarebbe partito all'attacco se il Nidoking di Cain non si fosse messo in mezzo, seguito dal suo allenatore e dai membri più giovani della resistenza!
 
"Fermi, per favore." disse Cain, calmo ma fermo. "Non perdiamo tempo in sciocche battaglie senza senso quando dovremmo essere dalla stessa parte! Pietro, non dare confidenza a Fern... lo sai anche tu che non è il caso di prenderlo sul serio quando dice le sue spacconate!"  
 
"Hah! Lo dici perchè sai che non ce la puoi fare contro di me, scherzo della natura, vero?" rispose Fern con una risataccia. Rimase un po' deluso quando Cain ignorò i suoi insulti e gli rispose con un sorriso disarmante. 
 
"Non mi offendo. Dopotutto, scherzare è nella mia natura, no?" replicò. Fern, trovandosi improvvisamente spiazzato davanti alla reazione di Cain, si voltò dall'altra parte, masticando amaro.   
 
"Tsk... mi sottovalutate... e non riconoscete il mio talento! Ma non andrà avanti così a lungo... presto dovrete tutti ammettere che io sono il più grande allenatore di questa città!" pensò tra sè.
 
Vera e gli altri ragazzi di Hoenn erano rimasti ad osservare senza commenti, ed erano rimasti scioccati dal modo in cui Fern aveva praticamente aggredito i suoi compagni. Che cosa gli prendeva, a quel tipo? Perchè si comportava così? E pensare che a Vera, Drew e compagni non sembrava che avesse qualche motivo per avercela con loro...
 
"Glaceon..." mormorò la Eevolution glaciale, avvicinandosi alla sua allenatrice come se volesse dire che comprendeva la sua confusione... e Vera rispose chinandosi sul suo Pokemon più giovane ed accarezzandolo gentilmente. Sentiva di aver bisogno di questa dimostrazione di affetto... anche se erano riusciti a battere il Team Meteora, e a sconfiggere il PULSE-Muk, restituendogli la libertà... per qualche motivo, si sentiva come se in realtà non avessero vinto niente...
 
E l'espressione seriosa sul volto di Drew e di Roserade faceva capire che loro la pensavano più o meno allo stesso modo...
 
 
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Più tardi, nel nascondiglio del Team Meteora...
 
"Bene, Lord Solaris... questi sono i risultati dell'operazione di oggi." affermò Zel, finendo il suo rapporto. "La resistenza è riuscita ad avere la meglio su PULSE-Muk, e ha distrutto la macchina PULSE a lui connessa. Tuttavia, è stato più che altro perchè erano in grande superiorità numerica. Sicuramente, i risultati raggiunti da questa macchina PULSE sono superiori a quelli del progetto PULSE-Tangrowth."                 
 
"Certo, certo..." disse Lord Solaris, comodamente seduto alla sua scrivania. "Va bene, anche se abbiamo perso il PULSE-Muk, abbiamo comunque un piano di copertura, e sappiamo dove si trova il Braccialezaffiro. Non sarà facile sottrarlo ad un'allenatrice così abile... ma ci sono molti modi per rubare un gioiello senza un combattimento di Pokemon. Comincerò subito ad architettare un piano per farlo."
 
"Contiamo sulla sua abilità nel pianificare, mio signore." disse Zel.
 
Solaris annuì lentamente. "Quello che un po' mi preoccupa... sono quei ragazzini di Hoenn." affermò. "Da quando sono qui, la resistenza si è fatta più audace. Pensavo che sarebbero stati spazzati via in breve tempo, ma il fatto che ci stiano ancora mettendo i bastoni tra le ruote mi dà qualcosa da pensare. Dobbiamo rinnovare gli sforzi per eliminarli. Il Team Meteora non può apparire debole agli occhi di quei vermi di Reborn City..."
 
Zel annuì lentamente. "La prossima parte del piano è già stata messa in moto, Lord Solaris." disse. "E forse... forse sarà proprio ciò che ci serve per raggiungere il nostro scopo."                           
 
 
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CONTINUA...
 
Note dell'autore: E con questo... il PULSE-Muk è stato sconfitto! Certo, purtroppo sembra che per il Team Meteora la perdita non sia poi così significativa, e senz'altro Lord Solaris e i suoi uomini torneranno alla carica molto presto. Ma se non altro, c'è una macchina PULSE in meno nel continente di Reborn... e chissà, forse questo sarà il preludio ad una vittoria più significativa!
 
Per adesso, vi devo annunciare che il giorno 12 partirò per Monaco, dove starò quattro settimane per una vacanza studio. Tuttavia, questo non vuol necessariamente dire che non potrò scrivere. Sono convinto che avrò comunque il modo di continuare le mie storie, anche se magari un po' meno velocemente.   
 
A presto, e mi raccomando... recensite! :)         

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Capitolo 26
*** L´orfanotrofio della paura ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
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Capitolo 26 - L´orfanotrofio della paura
 
"Chiedo scusa per avervelo tenuto nascosto..." disse Amaria, seduta ad un tavolo attorno al quale erano riuniti tutti i membri della resistenza anti-Team Meteora, con il Braccialezaffiro davanti a sé. "Non me la sentivo di separarmi da un regalo di Tania, e... ho finito per portarlo con me in una situazione in cui avrebbe potuto essere pericoloso se lo si fosse scoperto. Cercheró... di stare piú attenta la prossima volta."
 
I compagni di Amaria erano stati un po´ irritati dalla mancanza di prudenza dimostrata da quella che doveva essere una delle loro allenatrici migliori... tuttavia, considerando che tutto, alla fine, si era concluso nel migliore dei modi, decisero che non fosse il caso di prendersela troppo. Dopotutto, Amaria sembrava essere sinceramente pentita della sua mancanza, e aveva promesso di non farlo piú...
 
"Vabbé, é tutto nel passato. Non parliamone piú." disse Cain, come sempre accomodante.
 
"Non posso darti torto, Amaria..." disse Heather, appoggiando le mani sul tavolo e mettendo il mento su di esse con fare malinconico. "In un certo senso, anch´io mi trovo nella stessa barca. E´sempre un po´ difficile per me, non portarmi dietro il mio Anellorubino... Quindi non sono nella posizione di biasimarti."
 
"Giusto, giusto... quindi, non stiamo piú a parlarne, e piuttosto... pensiamo che abbiamo finalmente fatto qualche progresso nella nostra battaglia contro il Team Meteora!" continuó Pietro, gettando uno sguardo a Fern per assicurarsi che non se ne venisse fuori con un´altra delle sue battute al vetriolo. "Non pensi anche tu, Florinia?"
 
"Considerati i risultati ottenuti... direi che posso assegnare ai soggetti Vera, Drew, Max, Ortilla ed Hitomi una valutazione di C+." affermó meccanicamente Florinia, "Per quanto si lascino ancora influenzare dalle loro emozioni, creando cosí perdite di tempo e situazioni potenzialmente rischiose, le loro prestazioni sono sensibilmente migliorate, cosí come l´abilitá da loro dimostrata nelle battaglie di Pokemon."
 
"Guarda, Rini, che basta che tu dica che ti é piaciuto come si sono comportati i nostri amici di Hoenn!" disse Julia, arruffando scherzosamente i capelli a Max, che emise un´esclamazione di sorpresa e cercó in qualche modo di sottrarsi alle attenzioni un po´ troppo invadenti della graziosa cheerleader. 
 
"Hey! Quella é la mia testa, non una spugna da strizzare!" esclamó Max, strappando una risata ad un po´ tutti... tranne ovviamente Florinia, che non cambió nemmeno espressione e rispose nella sua ormai usuale maniera robotica al commento della sua amica.
 
"Le preferenze e i gusti personali sono totalmente irrilevanti ai fini della valutazione e dell´effettiva capacitá dei soggetti." affermó. "Questa unitá conferma la sua analisi precedente. Le prestazioni dei soggetti in questione non raggiungeranno mai i livelli piú alti finché non rinunceranno ai sentimenti."
 
Hitomi appoggió la testa sul palmo di una mano e scosse la testa. Quella donna proprio non voleva capire... se erano riusciti a tenere testa al Team Meteora, e se erano riusciti ad instaurare un rapporto cosí solido con i loro Pokemon, era stato proprio grazie ai loro sentimenti. "In altre parole, Florinia... stai dicendo che dovremmo smetterla di considerare i nostri Pokemon come degli amici, e invece pensare a loro come delle armi da usare contro i nostri nemici?" chiese, immaginando giá quale sarebbe stata la risposta. La ragazzina stava deliberatamente dando del tu a Florinia, per farle capire che non riteneva la sua opinione degna di rispetto. "Perché da come ne parli, dai esattamente questa impressione."    
 
"Affermativo." rispose Florinia. "Al momento, la nostra associazione sta combattendo una guerra, e dovrá utilizzare ogni mezzo a sua disposizione per vincere. Creare un rapporto con le armi che si usano per distruggere il nemico é perció totalmente superfluo e controproducente. La nostra associazione non é legata da rapporti di amicizia, quanto della mera necessitá di fare squadra per affrontare un nemico comune."
 
Queste parole fecero cadere l´uditorio in un silenzio quasi incredulo. Era pur vero che molti di loro non si conoscevano molto bene, e che ogni tanto c´erano delle tensioni nel gruppo - di solito date dal carattere antipatico di Fern, oppure dalla testardaggine di Heather - ma non avrebbero certo potuto formare un gruppo coeso se non ci fosse stato almeno un po´ di cameratismo tra di loro. Florinia sembrava voler dire che avrebbero dovuto tutti fare squadra a sé, senza che importasse loro nulla dei loro compagni... e Vera per prima si sentí in dovere di intervenire, prima che quella donna dicesse altre assurditá.
 
"Un momento, miss Florinia." affermó la ragazzina di Hoenn, alzandosi dal suo posto con decisione. "Abbiamo ascoltato quello che lei ha detto... e non posso fare a meno di dire che non siamo assolutamente d´accordo! Instaurare un buon rapporto con i propri Pokemon é essenziale per un allenatore... e il nostro gruppo non sarebbe cosí efficace se non ci fosse almeno un accenno di amicizia tra tutti noi. Dopotutto... anche lei é stata amica di Julia, Amaria e Titania in passato, vero?"
 
Per un attimo, Vera e i suoi compagni di Hoenn ebbero l´impressione che Florinia avesse sgranato gli occhi. Qualcosa, in quello che Vera aveva detto, doveva averla colpita nel profondo, anche se lei si ostinava a negarlo. "Quanto... quanto potete aver appreso da fonti piú o meno affidabili appartiene al passato." replicó, anche se per un attimo, sembró non avere la stessa, monolitica certezza di prima. "Quello che é importante, al momento, é continuare la nostra opera di danneggiamento del Team Meteora. Considerazioni superflue come il rapporto tra noi o con i nostri Pokemon vanno rimandate a dopo la risoluzione positiva della corrente situazione."
 
Heather sospiró e scosse la testa. Il tentativo di Vera era lodevole, ma immaginava anche lei che non avrebbe sortito alcun effetto. La ragazzina castana si rese conto che insistere sarebbe stato inutile, e dopo aver alzato le spalle, si sedette di nuovo. "E va bene, non voglio farle... perdere altro tempo." disse, facendo una breve pausa che sapeva non poco di sarcasmo. "Comunque, sia ben chiaro che né io né i miei compagni siamo d´accordo con questo suo modo di pensare."
 
"I nostri Pokemon sono nostri amici..." continuó Ortilla, accarezzando un po´ il candido piumaggio di Alty, che rispose con un cinguettio acuto, e gettando un´occhiata significativa a Florinia. "E poi, il nostro modo di allenarli sta portando a dei risultati, quindi perché dovremmo cambiarlo?"
 
"Su questo non hanno tutti i torti, Flo, questo lo devi ammettere." continuó Vittoria. "Comunque... adesso siamo qui per discutere di quello che abbiamo scoperto e di come muoverci in futuro. Avete visto anche voi di cosa é capace Lord Solaris, il capo del Team Meteora. E avete visto su quale potenza puó contare. Ancora adesso, un attacco diretto al Team Meteora sarebbe un suicidio, per questo dobbiamo limitarci a danneggiare le loro operazioni ed erodere le loro risorse un po´ alla volta, in modo che a lungo termine, ci sará possibile affrontare direttamente Lord Solaris."
 
Vera rabbrividí di nuovo. Stava cercando di non pensarci, ma il ricordo del Garchomp di Solaris che stava per abbattere il suo artiglio su di lei in un colpo mortale era ancora un po´troppo fresco nella sua mente.
 
"Va tutto bene, Vera?" chiese Drew, mettendole una mano sulla spalla. Un po´ risollevata dalla vicinanza del suo amico, Vera sorrise e gli strizzó un occhio.
 
"Sí... sí, Drew, me la caveró." affermó. "Me la sono vista brutta per un attimo, ma ci vuole ben altro, dopotutto!"
 
Drew fece uno dei suoi soliti sorrisi acuti. "Mi raccomando. Non ci faresti una gran figura come mia rivale, se ti facesti eliminare cosí, e tu lo sai, vero?"
 
Vera cacció fuori la lingua. "Proccupati per te, piuttosto. Neanche tu sei andato molto bene con quel Solaris, vero?" disse, scherzando ma non troppo. Era un problema che avrebbe dovuto essere affrontato, prima o poi... e la resistenza di cui ora facevano parte era l´unico gruppo in tutta Reborn City che avesse qualche concreta speranza. A proposito di gruppi... chssá come se l´erano cavata le bande Idro e Magma? Vera e i suoi compagni non avevano piú saputo nulla di loro da quando il PULSE-Muk era stato sconfitto.
 
"E´ vero... qui mi hai proprio preso in castagna, mia cara Vera." disse Drew. Anche lui manteneva il tono ironico e un po´ snob con il quale era solito rivolgersi alla sua amica, ma si riusciva a sentire che anche lui capiva perfettamente che si trovavano in grosso svantaggio contro il Team Meteora. "Finora abbiamo vinto perché abbiamo avuto a che fare con agenti di rango non troppo elevato... anche se devo dire che sei stata bravina a reggere il confronto con quello Zel... ma Solaris e quel Blake sono ancora ben lontani da quello che possiamo fare noi."
 
"Scusate se mi intrometto in questo... quadretto romantico!" affermó Cain, strizzando un occhio a Vera e Drew in segno di intesa. Immediatamente, Vera scattó su e voltó la testa dall´altra parte, arrossendo lievemente in viso... e Max si sfregó la testa e ridacchió tra sé. Chissá quanto ci sarebbe voluto perché quei due si decidessero, una buona volta? "Comunque... ehm... noi siamo qui perché stavamo facendo il punto della situazione, ed effettivamente, dobbiamo dire che abbiamo danneggiato non poco i nostri amici del Team Meteora. Al momento, hanno perso due macchine PULSE, tra cui quella che inquinava il Lago Azzurro. Il che significa che il sistema di depurazione di Reborn City potrá man mano riportare le acque del lago ad un livello di pulizia accettabile."
 
"Sicuramente questo fará in modo che gli abitanti non lascino Reborn City e non diano campo libero al Team Meteora. Tra l´altro, anche la banda Idro e la banda Magma hanno collaborato. Nonostante la loro reciproca rivalitá sia ancora un problema, tenendoli abbastanza lontani gli uni dagli altri hanno interferito con i rinforzi che il Team Meteora aveva cercato di inviare alla centrale idroelettrica, e ci hanno risparmiato un bel po´ di grattacapi." continuó Pietro. "Quindi, per adesso, ritengo che possiamo dire di essere diventati una considerevole spina nel fianco del Team Meteora. Tuttavia, prima di poterci preoccupare del resto, dobbiamo vedercela con una situazione che ci é capitata addosso in maniera... alquanto imprevista, oserei dire."
 
"Una situazione imprevista?" chiese Max, temendo che potesse trattarsi di qualche altra trappola dei loro nemici.
 
"Giá... un ordine da parte di Saphira in persona." affermó Amaria, tirando fuori un foglio stampato. 
Le reazioni furono di prevedibile sorpresa da parte di coloro che non ne avevano ancora saputo nulla. Quando era il capo della resistenza in persona a dare un comunicato, doveva essere un problema di grande importanza. "Che cosa? La... la signorina Saphira in persona vorrebbe che noi ci occupiamo... di che cosa, esattamente?" chiese Shelly. Aveva uno strano presentimento... aveva come l´impressione che di qualunque cosa si sarebbe trattato, per lei ed Heather non sarebbe stata una passeggiata. E quello che Amaria annunció un attimo dopo, con evidente riluttanza, non miglioró certo il suo nervosismo.
 
"Il nostro prossimo obiettivo..." affermó Amaria. "Sará di attaccare l´orfanotrofio del quartiere Lapislazuli."
 
Come Shelly aveva previsto, Heather sgranó gli occhi e strinse una mano a pugno. Era proprio l´orfanotrofio da cui lei era fuggita... il luogo infernale da cui era riuscita a fuggire con l´aiuto di Charlotte, e nel quale ancora adesso erano segregati numerosi bambini. L´espressione di rabbia che apparve sul grazioso viso di Heather non lasciava alcun dubbio riguardo a cosa ne pensava... spasimava dal desiderio di tornare lí e farla pagare ai suoi aguzzini una volta per tutte!
 
"Un... orfanotrofio?" chiese Ortilla. Aveva giá sentito parlare, di sfuggita, di quel luogo, e sapeva che nessuno della resistenza ne aveva un´opinione positiva... ma non era sicura di cosa c´entrasse quel luogo con la resistenza e la loro lotta contro il Team Meteora. "E perché dovremmo attaccare quel posto? Come c´entra con il Team Meteora?"
 
"C´entra... eccome se c´entra!" esclamó cupamente Heather, attirando verso di sé gli sguardi di tutti i ragazzi di Hoenn. "Il Dr. Connal, il pazzo che é a capo di quell´immondizia di luogo... é un complice del Team Meteora! Ed é stato grazie a lui che per poco il mio Anellorubino non é caduto nelle loro mani!" Mostró il prezioso anello che portava all´anulare della mano destra, l´ultimo ricordo di suo padre e una delle quattro chiavi che la malvagia organizzazione cercava per i suoi nefasti scopi. 
 
Florinia appoggió un foglio davanti a sé e cominció a leggere. "Dottor Sigmund Connal. 56 anni, celibe." dichiaró. "Laureato con lode in psichiatria, con specializzazione in psicologia infantile. Direttore dell´orfanotrofio Lapislazuli, nel quartiere omonimo. Malgrado le eccellenti credenziali, gode attualmente di dubbia fama nell´ambiente. Sappiamo per certo che collabora con il Team Meteora, che lo protegge da ripercussioni legali della pratica applicazione di alcune sue teorie sulla cura a base di elettroshock."
 
"Elettroshock? Non vorrete mica dire che..." cominció a dire Max. Aveva intuito cosa voleva dire quella frase, e non gli piaceva per niente l´idea... 
 
"Vuol dire che ci usa come cavie per le sue terapie d´urto, quel dannato!" esclamó Heather, battendo con violenza il palmo della mano sul tavolo davanti a sé! Hitomi ed Ortilla fecero un piccolo salto per la sorpresa...
 
"E´cosí... purtroppo Heather ne ha fatto esperienza sulla sua pelle." disse Shelly, stando vicina alla sua migliore amica nel caso la situazione fosse stata troppo difficile per lei. "Dopo... dopo la scomparsa del signor Corey... Heather é stata mandata proprio all´orfanotrofio del Dr. Connal, ed é lí che ha avuto i primi contatti con Charlotte... una delle due sorelle minori della comandante Saphira!"
 
"E´ stata lei ad informarmi che esisteva questo gruppo di resistenza... a dirmi chi fossero quelli del Team Meteora, e a farmi capire che era colpa loro di quanto era successo ai miei genitori." disse la bambina dai capelli fucsia, stringendo i denti. Il ricordo di quello che aveva passato tra quelle mura era ancora troppo fresco... "Ma tornando... tornando all´orfanotrofio... quel maledetto dottore sottopone i bambini a sedute di elettroshock, usando il suo Raichu per darci la scossa! Lui... lui dice che queste sedute servono a fare in modo che noi smaltiamo i nostri traumi mentali... e impariamo ad avere rispetto dell´autoritá!"
 
Vera era inorridita - quello che stava facendo quel Dr. Connal era passibile di una vera e propria accusa di tortura ed abuso minorile! "Ma... ma questo é pazzesco! Anzi, é addirittura mostruoso! Quell´uomo vi tortura con delle scariche elettriche?" esclamó, alzandosi di scatto. La rabbia e l´indignazione per quello che aveva appena scoperto erano tali che se mai avesse avuto dei dubbi su quello che c´era da fare, ora erano del tutto scomparsi. "E lo sta facendo ancora con tutti i bambini rinchiusi lá dentro?"
 
"Esatto..." disse Shelly, sistemandosi la treccia. "Quando... quando sono arrivata anch´io a Reborn... e sono riuscita a sfuggire al Team Meteora... ho corso io stessa il rischio di finire lá dentro. A malapena... sono riuscita ad evitarlo dimostrando che i miei genitori e mio fratello erano ancora vivi, ad Azalina... e anche cosí, sarei comunque finita in mano al Dr. Connal quando lui ha cercato di usare una scusa legale per dimostrare che dovevo comunque essere affidata a lui, anche se entrambi i miei genitori erano in vita. Mi sono salvata appena in tempo grazie a Cain, che mi ha aiutato a nascondermi... ed é stato allora che ho conosciuto i miei compagni della resistenza... in particolare Heather!"
 
Shelly ridacchió imbarazzata e si scambió uno sguardo di intesa con la sua migliore amica, riuscendo fortunatamente a tirarla un po´ su di umore. La bambina dai capelli fucsia rivolse a Shelly uno dei suoi rari sorrisi e poi, sentendosi piú calma, proseguí il racconto. "Comunque, questo é quanto. Sappiamo per certo, ormai, che Charlotte é ancora nell´orfanotrofio... e con lei ci potrebbero essere altri ragazzi abbastanza vicini a noi della resistenza. Ma... in ogni caso, dobbiamo impedire che il Dr. Connal prosegua indisturbato. Cercheremo di liberare quanti piú ragazzi possibile assieme a Charlotte... e cercheremo di portare a galla i modi di fare del Dr. Connal, cosí che la gente sappia e si opponga a lui!"
 
"Va bene, ma come possiamo fare?" chiese Drew. "Se questo Dr. Connal é come dite voi, entrare ed uscire dal suo orfanotrofio potrebbe non essere tanto facile come a dirsi..."
 
"Gli orfani che si trovano in quel postaccio sono costretti a restarci finché non hanno compiuto la maggiore etá." rispose Cain, un po´ turbato a sua volta. "Ogni volta che qualcuno cerca di adottarli, il Dr. Connal tira fuori qualche cavillo legale per impedirglielo. E´ per questo che Charlotte non é stata affidata alle sue sorelle maggiori - Connal ha usato il supporto del Team Meteora per "dimostrare" che la signorina Saphira e Laura non sarebbero delle tutrici affidabili."
 
"Tuttavia, se qualcuno riuscisse a tornare lá dentro, e da lí facesse in modo che qualcuno si possa introdurre..." disse Heather. L´idea di farlo la ripugnava, ma se era un modo per fare sí che i suoi amici riuscissero ad entrare lá dentro e dessero una bella lezione all´odiato Connal, sarebbe stata piú che disposta a farlo. "Sentite... io sono quella che il Dr. Connal sta cercando piú di chiunque altro. Se... se mi facessi catturare, forse potrei fare in modo di favorire poi il vostro ingresso piú tardi."
 
"Neanche per tutto l´oro del mondo, Heather!" esclamó allarmata Julia. "Non appena tu sarai tornata in quell´inferno, il Dr. Connal non stará piú nella pelle dal desiderio di sottoporti alle sue... amorevoli cure all´elettroshock! E poi, scusa, ma credi davvero che quell´uomo sia uno sprovveduto? Gli sei sfuggita per cosí tanto tempo, e adesso salti fuori di nuovo cosí, all´improvviso, e lo inviti praticamente a catturarti di nuovo?"
 
"Non una tattica molto intelligente, se vuoi la mia." disse Fern. "Ma del resto, non é che mi aspettassi molto da te."
 
"Tu chiudi quella bocca, Fern! Nessuno ha chiesto niente a te!" replicó rabbiosamente Heather. La risposta del ragazzaccio dai capelli verdi fu un ghigno beffardo, che gli valse un´occhiataccia da parte di Pietro e Vera. 
 
Cain scosse la testa. "Neanche a me piace quel vecchio barbagianni. Ma anch´io non posso che ammettere che non é cosí sciocco... sa benissimo che tu sei troppo accorta per esporti cosí, e che se ti fai vedere alla luce del sole... é probabilmente per farlo cadere in un tranello."
 
"E allora cosa possiamo fare?" esclamó frustrata Heather. A volte, fare lavoro di squadra era cosí irritante, che rimpiangeva di non potersi staccare un po´ dal gruppo e attaccare il Team Meteora per conto proprio. "Dobbiamo in qualche modo introdurci lá dentro, e salvare Charlotte e gli altri!"
 
"Io... suggerirei di andare un po´ in avanscoperta, okay?" affermó Drew, dopo averci pensato un po´ su. "Io e i miei compagni siamo di Hoenn, e abbiamo ancora i genitori. Non credo proprio che quel Dr. Connal avrá la benché minima autoritá su di noi. Sí, Shelly, so cosa vuoi dire... ma nell´immediato non puó farci nulla, vero? Quindi... se noi andiamo lá, dicendo semplicemente che vorremmo parlare con alcuni nostri amici, non credo che potrá rifiutarcelo. Se non altro, sará pur costretto a lasciarci per un po´ nel suo orfanotrofio, e potremmo farci un´idea di che tipo di posto é, e magari anche come, dove e quando introdurci."
 
"Potrebbe funzionare, ma temo che dovrete farlo voi di Hoenn." disse Amaria. "Io e i miei compagni... saremmo dei volti un po´ troppo noti da quelle parti. Certo, magari io sarei in grado di affrontare Connal e i suoi uomini, ma... no, meglio non usare la soluzione a forza bruta finché abbiamo la possibilitá di raggiungere il nostro scopo con metodi piú affidabili."
 
"Tutto quello che dobbiamo fare é sapere dove si trova questo orfanotrofio." affermó Vera. "E´ nel quartiere Lapislazuli, questo lo sappiamo..."
 
"Affermativo. Seguirá la consegna di appropriate coordinate per consentire ai nostri collaboratori di raggiungere l´obiettivo in questione." concluse Florinia. Si alzó dal suo posto e, senza aggiungere altro, andó verso un´altra stanza per recuperare le informazioni di cui Vera e il suo gruppo avrebbero avuto bisogno... mentre Heather, che indubbiamente di tutti loro era quella piú personalmente coinvolta, grugní per il disappunto e si tenne la faccia tra le mani. 
 
"Maledizione... e io che speravo di dare una lezione a quel maledetto Connal e ai suoi secondini da quattro soldi!" borbottó la ragazzina dai capelli fucsia. "Pfff... e va bene, fate pure... ma quando é il momento di attaccare l´orfanotrofio, dovete lasciarne un bel po´ a me!"
 
"Sono sicura che avrai la tua possibilitá, Heather." disse Shelly. "Anch´io vorrei regolare un po´ di conti con il Dr. Connal e i suoi uomini, e comunque sai che non ti lascio fare da sola. Non preoccuparti, faremo in modo che vada tutto bene."
 
"Grazie, Shelly... spero proprio che entro la fine di questa giornata, potremo finalmente vedere quel maledetto dottore con il sedere per terra!" esclamó Heather, trattendo a malapena la rabbia. Vera la guardó preoccupata. Qualunque cosa avesse subito in quel posto, doveva essere stata terribile... e se doveva essere sincera, l´idea di infilarsi in un posto cosí malfamato, anche se solo per breve tempo, non la faceva stare tranquilla."
 
"Ooookay, gente, credo che sia il caso di fare i preparativi!" affermó Cain, battendo le mani un paio di volte. "Tenetevi pronti, perché liberare quei bambini e quei ragazzi sará tutt´altro che una passeggiata."
 
 
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Nel quartiere Lapislazuli, ben nascoste in uno dei loro luoghi segreti che avevano scoperto nelle loro interminabili esplorazioni della grande metropoli, Saphira e Laura stavano tenendo d´occhio la situazione... volevano assicurarsi che il piano andasse come da previsioni, e per il momento, sapevano che i loro compagni della resistenza avevano ricevuto il loro messaggio.
 
"Sembra... che i nostri compagni abbiano cominciato a muoversi, Saphira." disse Laura, accennando un sorriso sul suo volto pallido e dall´espressione tranquilla. "Se tutto va bene, prima di stasera potremo riabbracciare Charlotte."
 
"Finalmente la faremo fuggire da quel posto maledetto." disse la donna dai capelli bicolore, annuendo seriamente. Anche lei sembrava avere delle ruggini personali con l´orfanotrofio del quartiere Lapislazuli e con il suo sinistro direttore. "Abbiamo sprecato gran parte della nostra vita in quel postaccio, e se posso risparmiare a Charlotte anche soltanto un´ora in piú lá dentro..."
 
La ragazza di nome Laura rabbrividí e si sedette su una panchina. "Per favore, Saphira, non me lo ricordare... non puoi sapere quanto sono stata contenta quando ho finalmente compiuto diciotto anni e ho potuto finalmente uscire da lí... ricordo ancora come fosse ieri tutte le volte che il Dr. Connal mi legava ad un tavolo e mi faceva elettrificare dal suo Raichu..." disse, senza riuscire ad andare oltre prima di iniziare a tremare e raggomitolarsi in una posizione fetale. "Io... non voglio pensarci... non voglio pensarci..."
 
Sentendosi in colpa per aver riportato terribili ricordi alla mente della sua sorella di mezzo, Saphira si sedette accanto a lei e le mise una mano attorno alle spalle. Questo ebbe l´effetto di calmarla, e Laura tiró un sospiro di sollievo prima di mettersi seduta correttamente. "Scusa, Laura... hai ragione, non avrei dovuto ricordartelo. Ma... fatto sta che dobbiamo far uscire Charlotte da lí, e ora che finalmente siamo abbastanza forti da farlo e proteggerci dalle rappresaglie del Team Meteora... non possiamo ritardare un secondo di piú. Comunque, non é il caso di esporsi troppo, almeno, non per ora. Il Team Meteora non ha ancora mostrato tutte le sue carte, quindi faremmo meglio a non mostrare subito le nostre. Ci occuperemo di facilitare la fuga ai nostri compagni quando avranno portato Charlotte fuori di lí. Tienti pronta... sono convinta che entro poche ore li vedremo entrare in azione."
 
"Certamente, Saphira..." disse Laura, guardando poi verso un Pokemon che era emerso da un nascondiglio vicino a loro... una graziosa Pokemon, chiaramente di tipo Erba,          dall´aspetto di una donna in miniatura, alta poco piú di un metro, dalla pelle bianca vestita di foglie e fiori. I suoi capelli erano formati da foglie verde chiaro che pendevano ai lati della testa, ed era incoronata da un giglio arancione, oltre ad una grande foglia che si portava dietro come se fosse stata un velo. Gli occhi arancioni trasmettevano dolcezza, e al collo, a mo´ di collana, portava un pizzetto di foglie gialle. Le braccia erano anch'esse foglie verde scuro, e indossava una gonna a sbalzi, composta da quello che sembra il bulbo di un tulipano. I piedi assomigliavano al calice di un fiore con quattro petali.
 
"Lilli?" chiese la graziosa Pokemon floreale, chinando elegantemente la testa davanti alla sua allenatrice, che le fece una carezza sulla testa di rimando.
 
"Va tutto bene, mia cara Lilligant." disse Laura, sentendosi un po´ piú speranzosa. "Vedrai che tra non molto saremo di nuovo tutti assieme. Spero... spero soltanto che questa sia la volta buona, non sopporterei che Charlotte rimanesse ancora nelle grinfie del Dr. Connal."
 
"Lilligant..." mormoró la Lilligant di Laura. Anche lei aveva dei brutti ricordi dell´orfanotrofio e delle scariche elettriche che riceveva dal Raichu del suo direttore...
 
 
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Era quasi arrivato il momento dell´inizio dell´operazione, e nel rifugio della resistenza, la tensione stava diventando palpabile. Man mano che la resistenza continuava nella sua opera, il Team Meteora si faceva sempre piú pericoloso ed ardito... e cominciava ad impegare sempre piú risorse per sbarazzarsi dei suoi nemici una volta per tutte. Giá il fatto che Lord Solaris in persona fosse stato disposto a scendere in campo non faceva ben sperare per il futuro... ma Vera e il suo Blaziken stavano cercando di non pensare a queste cose, mentre si godevano un momento di relax assieme a Vittoria e ai loro compagni.
 
"Allora, Vera..." disse la giovane esperta di aikido, prendendo un sorso dalla sua lattina di Lemonsucco. "Sei riuscita a sapere di piú su quella pietra che ti ha dato il signor Elisio?"
 
Il Blaziken di Vera, che portava quella misteriosa pietra attorno al collo come una sorta di amuleto portafortuna, la prese e se la rigiró tra le dita artigliate, guardandola con fare quasi esasperato. "Blaziken..." mormoró, sentendo chiaramente che in essa era contenuto un potere immenso, e percependo per istinto che quella pietra era in qualche modo collegata a lui. "Blaziken blaz..."
 
"Il mio Blaziken ha voluto tenerla per sé, mentre gli altri miei Pokemon non sapevano che farsene." spiegó Vera dopo aver preso una sorsata. "Immagino che questo voglia dire che questa pietra é collegata a Blaziken, ma in che modo? Forse puó aumentare il suo potere, o permettergli di imparare qualche nuova mossa? Non ne ho la piú pallida idea."
 
"E non solo... Alty ha percepito anche lei qualcosa in quella pietra, ma quando ha cercato di toccarla, la pietra ha brillato per un attimo... e poi non ha piú reagito." spiegó Ortilla. Alty annuí lentamente, continuando a guardare con un certo sospetto la misteriosa pietra dai riflessi scintillanti che Blaziken esaminava ora per l´ennesima volta. "Anche lo Swampert di Max, lo Absol di Drew e lo Sceptile di Hitomi hanno percepito qualcosa, ma la pietra mostra una reazione costante solo con Blaziken."
 
"Altaria..." disse Alty. Per dimostrare ció che la sua allenatrice stava dicendo, la graziosa Altaria allungó una delle sue ali piumate verso la pietra e la toccó... con il risultato che lo strano monile scintilló una volta, immergendo per un istante la sala nei suoi bagliori rossi, ma poi si spense. Si riaccese, anche se piú fiocamente, solo quando Alty staccó l´ala da esso e lo lasció rimettere a posto a Blaziken.
 
"Blaziken." disse il Pokemon Fuoco/Lotta, a riprova di quanto era stato detto.
 
"Lo Absol di Drew, il mio Swampert, Alty e lo Sceptile di Hitomi. Perché questi Pokemon e non altri?" si chiese Max, immaginando che in questo mistero si potesse nascondere una chiave per comprendere appieno il potere della pietra misteriosa. "E´una cosa che dovremmo verificare, quando avremo il tempo e il modo di farlo..."
 
"Beh, come ho giá detto una volta..." disse Vittoria. "C´é effettivamente qualcuno che conosco che potrebbe aiutarvi a chiarire questo mistero. La mia sensei Kiki, la leader del Monastero Apofillide, nella zona a nord-est di Reborn City. Magari... una volta che abbiamo completato questa missione e abbiamo salvato i ragazzi, potremmo farle una  visita e chiederle qualcosa di piú. Tra l´altro... sono sicura che potrebbe anche allenare come si deve i vostri Pokemon, in modo che si preparino all´inevitabile battaglia con Lord Solaris."
 
"Certo non mi dispiace l´idea." disse Hitomi. "Non ho nessuna voglia di farmi appiattire da quel Garchomp."
 
"Nemmeno io..." disse Vera, reprimendo un brivido che le veniva spontaneo ogni volta che ripensava a quel terrificante Pokemon e a quanto vicino fosse andato ad ucciderla. Cercando di spingere quel terribile pensiero in qualche meandro recondito della sua mente, la ragazzina di mise a posto la bandana e si scambió un cenno di intesa con il suo Blaziken. "Che ne dici, Blaziken? Una volta che avremo sistemato questa storia, andremo a conoscere la sensei di Vittoria. Ci alleneremo come si deve, e chiuderemo i conti una volta per tutte con il Team Meteora. Che te ne pare? Forse si comincia a vedere una luce in fondo al tunnel."
 
"Blaziken..." disse il Pokemon fiammeggiante, facendo un sorriso un po´ stentato. Lui aveva piena fiducia nelle capacitá della sua allenatrice, ma dopo avere visto quello che il Team Meteora era in grado di fare, pochi avrebbero potuto dargli torto per il fatto di non sentirsi sicuro al cento per cento.
 
Vera sospiró e si sfregó la nuca con una mano. "Lo so, lo so... me lo chiedo anch´io... come mai il signor Elisio ha pensato che proprio io potessi fare buon uso di quella pietra." disse la ragazzina castana. "Voglio dire, perché io, e non qualcun altro? E´ un bel mistero anche questo..."
 
"Preoccupiamoci dei nostri problemi nell´ordine in cui si presentano, okay?" la consiglió Drew, dimostrando il suo senso pratico. "Per adesso... prepariamoci a comparire davanti al Dr. Connal e ai suoi uomini. E poi... beh, avremo tutto il tempo di pensare alla pietra. Dí la veritá, Vera, non vedi l´ora di poter passare qualche giornata con il sottoscritto in quel monastero tranquillo ed isolato, eh?"
 
Vera ridacchió del modo di fare del suo amico/rivale, anche se non riuscí ad impedire ad un leggero rossore di comparirle sul volto. Effettivamente, con tutto quello che era successo, lei e i suoi compagni di Hoenn non avevano avuto molto tempo per rilassarsi e passare un po´ di tempo assieme. "Riuscirai mai a fare un discorso completo senza fare le tue solite battutine, Drew? E prima che tu me lo chieda, no, non stavo pensando ad un appuntamento con te!" replicó.
 
"Peccato, perché sarebbe stato un luogo originale per passare un pomeriggio assieme!" rispose sorridente Drew, senza perdere un colpo.
 
"Scemo! Cerca di prendere le cose un po´piú seriamente, una volta tanto!" disse scherzosamente Vera, mentre Blaziken toccava la guancia di Drew con la punta del suo dito, quasi a volerlo stuzzicare.
 
"Lui sta prendendo la cosa seriamente, sorellina!" affermó Max, volendo anche lui fare un po´ di spirito. "Sta seriamente pensando a come accalappiarti!"
 
"Blaziken!" esclamó lo starter di Vera, sghignazzando argutamente.
 
"Cavolo... ma come ci sono finita io, in mezzo a questa banda di scalcinati?" si chiese Hitomi, mettendosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa.
 
Ortilla ed Alty, tuttavia, sembravano di diverso avviso, e la Pokemon Drago/Volante fece un cenno con l´ala alla rivale di Max. "Alty alty altaria!" affermó, strizzando un occhio.
 
"Penso che Alty voglia dire che ti fa piacere, in fondo, stare con loro!" affermó Ortilla. "In effetti... ho come l´impressione che con loro, anche un posto oscuro e privo di speranza come Reborn diventi piú sopportabile. E chissá che questo non sia l´inizio della fine per il Team Meteora."
 
"Sarebbe un sogno che si avvera, per noi di Reborn..." disse Vittoria. Vera, Blaziken, Drew e Max avevano iniziato a parlottare e a bisticciare allegramente tra loro, riuscendo per fortuna a scacciare la tensione per l´importante missione che stavano per intraprendere. "Sento... che gli eventi stanno in qualche modo accelerando... ci stanno portando verso la risoluzione di questo caos! Almeno, credo che la sensei Kiki direbbe cosí!"
 
 
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Per il Dr. Sigmund Connal, il direttore dell´orfanotrofio del quartiere Lapislazuli, la giornata non era stata esattamente proficua.
 
Oh, certo, i ragazzi che si trovavano sotto la sua tutela erano al sicuro, avevano un tetto sopra la testa, e veniva data loro tutta l´assistenza materiale e psicologica di cui avevano bisogno. Ma... i suoi collaboratori non erano ancora riusciti a rintracciare Heather, né la sua amichetta Shelly, e questo lo faceva preoccupare non poco. Quelle due bambine erano due casi che per lui rivestivano particolare interesse... Heather, con la sua impulsivitá e il suo carattere ribelle, era un pericolo costante, e avrebbe finito sicuramente per cacciarsi in qualche guaio se lui non l´avesse corretta e riportata sulla retta via. E per quanto riguardava Shelly, l´amichetta di Heather proveniente da Johto... stava giá pensando ad un modo per farla accogliere legalmente nel suo studio. Anche lei era un soggetto a rischio, e in effetti, il suo era un caso che aveva una certa rilevanza personale per lo psichiatra...
 
"Mi rendo conto che non é professionale interessarsi di una paziente perché il suo caso riporta alla mente delle questioni personali..." disse tra sé Connal, continuando a prendere appunti sul suo bloc-notes con la mano destra, mentre con la sinistra accarezzava distrattamnte il suo Raichu, il suo collaboratore piú fidato. "Ma in questo caso, non posso fare a meno di notare quanto i due casi si assomiglino. Devo trovare il modo per fare sí che Shelly mi venga affidata, per quanto riconosca che la sua famiglia é ancora in vita, il fatto di non avere avuto contatti con loro per molto tempo ha sicuramente provocato degli scompensi emotivi nella ragazzina, che a quanto pare si manifestano con scarsa sicurezza in sé stessa e difficoltá nel rapportarsi con gli altri. Devo impedire che Shelly prenda la stessa cattiva strada... e l´influenza di Heather non puó certo giovarle, considerato il quadro psicologico di quest´ultima."
 
"Dottor Connal?" si sentí chiamare, e il medico dalla dubbia fama guardó verso la porta d´ingresso del suo studio, dove era apparso uno dei suoi assistenti. "Perdoni il disturbo, ma sono appena arrivati dei visitatori. Un gruppo di minorenni, che affermano di dover parlare con alcuni dei nostri pazienti."
 
Connal alzó lo sguardo dalle carte che stava esaminando, un po´ sorpreso dalla notizia. "Dei minorenni, dice?" chiese. "Ha verificato che non siano orfani o comunque privi di tutori legali?"
"Sí, dottore... é stata la prima cosa che ho fatto." disse l´assistente, ben consapevole di quanto poco tollerante fosse il suo capo nei confronti della mancanza di competenza. "Sembrano a posto. Tutti i loro tutori sono attualmente in vita. Si tratta... di un gruppo di allenatori di Pokemon che viaggiano per il continente di Reborn, come fanno tanti altri."
 
"Se fosse solo per me, proibirei di lasciar andare dei preadolescenti in giro per il mondo, con tutti i pericoli che si troverebbero ad affrontare..." disse il Dr. Connal. "Magari, piú avanti, quando i nostri collaboratori ne avranno la possibilitá, proporró di far approvare una legge che restringa il possesso e l´utilizzo di Pokemon ai soli maggiorenni. Ma per adesso... vediamo cosa vogliono questi ragazzi. Li faccia pure entrare."
 
L´assistente annuí, un po´ intimorito dal tono usato dal direttore dell´orfanotrofio. "Certo... certamente, dottore, provvedo subito."
 
 
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Il quintetto composto da Vera, Drew, Max, Hitomi ed Ortilla (sestetto, in realtá, contando anche Alty), non ebbe che da attendere un minuto prima che la porta di ingresso dell´orfanotrofio - un grande edificio a quattro piani dalle pareti grigie e spoglie, che sembrava scomparire nel bel mezzo degli squallidi edifici della metropoli, distinguibile dagli altri soltanto grazie ad un´insegna posta accanto alla grande porta d´ingresso - emettesse un suono acuto e si aprisse con un CLAC! Vera, la piú vicina all´ingresso, vide la porta spostarsi di un po´ e permettere loro di entrare, e fece cenno ai suoi compagni di seguirla. "Okay... per adesso, sembra che non abbiamo destato sospetti." disse, avvicinando con prudenza una mano alla porta. Ormai, la giovanissima coordinatrice aveva imparato a non fidarsi all´istante di nulla di ció che poteva incontrare in un luogo malfamato come Reborn City. "Okay... allora, amici, cerchiamo di non attirare troppo l´attenzione, ma state pronti a mandare in campo i vostri Pokemon se ci sono problemi."
 
"Altaria! " esclamó Alty, svolazzando a poca distanza da Ortilla, che annuí rapidamente e si piazzó a chiusura del gruppo mentre Vera apriva la porta, e faceva entrare tutti in quel luogo malfamato. Immediatamente, i ragazzi vennero accolti da un´insegna che sembrava osservarli dall´alto, da sopra le loro teste, e pareva messa lí apposta per incutere soggezione a visitatori e nuovi arrivi al tempo stesso. 
 
DR. SIGMUND CONNAL 
ORFANOTROFIO E CENTRO DI AIUTO PSICOLOGICO
 
"Bisogna dire che il buon dottore sa come annunciarsi..." disse Max. "Certo... anch´io, se fossi un orfano, avrei paura di stare in questo posto."
 
Vera ridacchió nervosamente, poi fece per aprire la porta che dava accesso alla grande sala d´ingresso, solo per vedersela aprire di scatto davanti ai suoi occhi, e bloccarsi con un´espressione di stupore sul viso quando dietro la porta apparve il viso di una bambina che sorrideva gioiosamente!
 
"Ciao! Tu non sei Heather, vero? Lei se n´é andata un paio di settimane fa, piú o meno..." esordí allegramente la bambina, parandosi davanti al gruppo di Vera. La ragazzina di Hoenn e i suoi compagni rimasero per un paio di secondi a darle un´occhiata - doveva avere all´incirca l´etá di Max o Hitomi, forse era anche un po´ piú piccola, con i capelli neri legati in un paio di lunghi codini laterali, e con una frangetta che oscurava uno dei suoi occhi dal bizzarro colore scarlatto. Indossava un vestito viola molto carino, con una striscia di stoffa gialla legata attorno alla vita, oltre che un paio di calze bianche alte fino al ginocchio, e un paio di scarpette nere, e tra le braccia teneva un peluche che riproduceva Jirachi, il Pokemon Leggendario conosciuto per la sua abilitá di esaudire i desideri delle persone. 
 
Colti di sorpresa dall´accoglienza, i ragazzi ci misero qualche secondo a rispondere. "Ehm... no, lei é mia sorella Vera..." disse Max, guardando la bambina dai capelli neri con attenzione. "Ma... scusa la domanda, tu chi sei? Sei una degli orfani che vivono qui, immagino..."
 
"Sí! Io sono Anna! Piacere di conoscervi!" rispose lei, stringendo forte la sua bambola Jirachi per poi presentare anche lei al gruppo di Vera. "E lei é nostra, la mia Jirachi! Anche lei é molto contenta di conoscervi! Vi ha appena detto ciao! Ma chi siete voi? E tu, perché stai luccicando?"
 
Quest´ultima bizzarra domanda era rivolta a Vera, che in un attimo di sbalordimento si guardó un braccio... e lo vide perfettamente normale. Che voleva dire quella bambina, dicendo che lei stava luccicando?  
 
"Non c´é nessuno qui che sta luccicando, Anna." rispose la voce di un bambino mentre Vera e i suoi compagni entravano nella stanza, guardandosi attorno con prudenza. Per essere un orfanotrofio, aveva l´aria di essere tanto spoglio all´interno quanto all´esterno. Il colore dei muri era un grigio neutro, senza neanche un cenno di colore, un disegno o una decorazione che invece avrebbero in teoria dovuto essere tipici di un luogo che ospitava cosí tanti bambini. Si vedevano delle mensole nelle quali erano posti, in un ordine quasi militaresco, dei libri... e la sala era ulteriormente arredata con delle poltrone e dei tavolini che trasmettevano lo stesso senso di clinico distacco del resto di quel luogo. 
 
A parlare era stato un bambino seduto su una delle poltrone, che per certi versi assomigliava molto ad Anna, la bambina che aveva accolto Vera, Drew e gli altri... ma che per molti altri versi, era completamente diverso. Indossava una camicetta bianca tenuta in maniera un po´ negletta, lasciata penzolare fuori dai suoi lunghi pantaloni neri, e portava un paio di scarpe nere che chiaramente avevano visto tempi migliori. I suoi capelli erano esattamente dello stesso colore di quelli di Anna, al punto che Hitomi ipotizzó subito che i due fossero fratelli, e laddove la bambina manteneva un´espressione allegra e spensierata malgrado il luogo cupo in cui si trovavano, il bambino aveva un´aria distaccata e quasi depressa. Anche lui teneva con sé un giocattolo, una delle poche note di colore in quel salotto dall´aria sterile - un Cleffa di peluche, che teneva sulle gambe.
 
"E cosí... questo sarebbe un orfanotrofio..." disse tra sé Drew. "Impressionante. Sono qui solo da un minuto, a farla grossa, e giá posso capire come mai Heather ha voluto andarsene da qui..."
 
"Hm? Come, non sta luccicando nessuno?" chiese Anna all´altro bambino, come se quest´ultimo avesse detto qualcosa di assurdo. "Ma se questa ragazza stava... Oh, beh, non importa! Venite, vi faccio conoscere tutti quanti!" 
 
Riprendendo in un attimo il suo tono allegro, Anna si piazzó davanti a Vera e ai suoi compagni dopo che questi ultimi furono entrati nel salotto, e il bambino in camicetta bianca si alzó dal suo posto per salutare anche lui. "Allora, come ho detto... io sono Anna, e lei é Nostra, la mia Jirachi! E... lui é mio fratello Noel, e con lui c´é il suo Cleffa, Nomos!"
 
"Piacere di conoscervi..." cominció Ortilla.
 
"Altar!" esclamó Alty, facendo un sorriso ad entrambi i bambini.
 
Il bambino dai capelli spettinati fece un cenno con la testa. "Beh... in realtá Nomos e Nostra sono soltanto delle bambole, ma... ecco... piacere di conoscervi." disse con tono pacato. "Anche... anche Nomos é contento di conoscervi."
 
"Il... il piacere é tutto nostro..." affermó nervosamente Hitomi. Max non l´aveva mai vista cosí insicura, neanche quando stavano esplorando le strade malfamate di Reborn City assieme ai loro Pokemon. C´era qualcosa che la metteva molto a disagio...
 
Anna, da parte sua, volle intervenire. "Ooooh, andiamo, Noel, lo sai che non si dicono le bugie! Nomos e Nostra non sono solo delle bambole..." esclamó la bambina dai capelli neri, voltandosi verso il fratello con tono quasi indignato. Poi, si voltó verso i nuovi arrivati e mosse una mano, ridacchiando divertita. "Hahahahaaa! L´avete sentito? Mio fratello pensa che Nomos e Nostra siano delle bambole di peluche! Che sciocchino che é, vero?"
 
Un grosso gocciolone di sudore scese dalla nuca di Vera e dei suoi compagni, Alty compresa! Non sembrava che quella bambina avesse tutte le rotelle al loro posto... ma non era il caso di contraddirla. "Ah... heheheheee... giá... davvero uno sciocco... heheheheee..." ridacchió Vera. "Ugh... cavolo... non potrei mentire peggio neanche se ci provassi..." pensó tra sé.
 
"Mi sa tanto che un po´di aiuto psicologico potrebbe davvero servire, a questa bambina..." pensó Drew, guardando Anna sorpreso e un po´ sgomento.
 
Per fortuna, Anna non sembró accorgersi di nulla, e continuó imperterrita, congiungendo le mani davanti a sé. "Comunque... eccoci qui! E tra non molto vi faró conoscere anche la nostra sorellona Charlotte! Beh... in realtá non é nostra sorella, solo la nostra migliore amica! E´davvero molto carina, dovete solo ignorare tutte quelle brutte cicatrici che ha sul viso..."
 
"Anna! Per l´ennesima volta, io non ho cicatrici sul viso!" rispose la voce di una ragazza piú grande, quasi maggiorenne in effetti, che stava arrivando in quel momento dalle scale che portavano al primo piano. Una ragazza dai capelli rossi legati in due codini, dall´aspetto di una che nonostante la giovane etá aveva giá visto fin troppe cose nella sua vita, e che si portava con sicurezza e un po´ di presunzione. Indossava una camicetta rossa a maniche lunghe, sopra ad un vestito nero completo di minigonna, un paio di pantaloni neri attillati e un paio di stivaletti rossi alti fino a sotto il ginocchio, e il suo viso costellato di lentiggini - e che non presentava nessuna cicatrice, in effetti - era in parte oscurato da una frangetta ribelle che nascondeva uno dei suoi occhi rossi ed acuti... in quel momento rivolti verso Vera e i suoi compagni. "Oooh, e cosa abbiamo qui? Un gruppo di novellini che si sono messi in testa di sfidare i pericoli di un postaccio come Reborn, eh?"
 
"Charlotte ha ragione, Anna... lei non ha cicatrici." rispose Noel. Dava l´impressione di uno che aveva giá spiegato la stessa cosa un sacco di volte, e che ancora aveva pazienza.
 
"Ma..." cominció a dire Anna, per poi interrompersi di colpo e sgranare gli occhi in un gesto di stupore e quasi di vergogna. "Oh! Ma avete ragione! Scusate, che insensibile che sono! Prometto che non ne parleró piú, okay? Dico la veritá, Charlotte, gli stavo solo dicendo che sei molto carina!"
 
Charlotte scese le scale con un agile balzo e atterró agilmente davanti a Vera, che fece un passo indietro per la sorpresa. "Non importa, Anna, lo so che non volevi offendere. Piacere... come avrete giá sentito dai miei piccoli amici, io sono Charlotte. Charlotte Belrose, per usare il mio nome completo." affermó. "Meglio approfittare di questi momenti, prima che il buon dottore venga qui e si allarmi. Voi siete... quei ragazzi di Hoenn di cui ho sentito."
 
"Sí, il mio nome é Vera Maple." rispose la giovane coordinatrice. "E con me ci sono mio fratello Max, e i miei amici Drew, Hitomi ed Ortilla... assieme ad Alty!" Vera fece un sorriso, e strinse la mano che Charlotte le stava porgendo. "Sí, abbiamo dato una mano alla resistenza in questi ultimi tempi. Tua sorella e due dei suoi compagni ci hanno salvato quando il Team Meteora ha cercato di rapirci... ed ora eccoci qui, a cercare di sbrogliare questa intricata situazione!"
 
"Ci hanno detto che il Dr. Connal, il medico a capo di questa struttura, é un complice del Team Meteora." disse Drew sottovoce, facendo cenno ad Anna e Noel di avvicinarsi in modo da poter parlare a bassa voce senza problemi. "Quindi, se danneggiamo lui, danneggiamo anche il Team Meteora. Per questo siamo qui."
 
"Ah, giá... immagino che gli amici di mia sorella vi abbiano giá detto diverse cose..." affermó Charlotte con una breve smorfia. Anche lei, non si prendeva certo la briga di mascherare l´antipatia che provava verso quell´uomo. "Beh, sí, in effetti é vero. Il buon dottore collabora con il Team Meteora e ci tiene qui finché non pensa che possiamo andare, o finché non raggiungiamo la maggiore etá. Saphira e l´altra mia sorella, Laura, sono state anche loro ospiti di questo posto..."
 
"Il dottore é un uomo terribile..." disse Noel, facendo trasparire un senso di paura e smarrimento dietro la sua espressione apparentemente depressa.
 
Anna non poté che dirsi d´accordo con il fratello. "E´ vero! Il Dr. Connal ha dei Pokemon Elettro davvero forti, soprattutto il suo Raichu!" affermó. "E li usa per farci fare la... terapia! Fa molto male..."
 
"Le sue cosidette sedute di elettroshock..." affermó Vera con indignazione a malapena trattenuta. "Ce ne avevano parlato, ma speravo che fosse tutta un´invenzione, e invece..."
 
"Ne so qualcosa... mi ha fatto un bel terzo grado quando ha saputo che ho aiutato Heather ad andarsene da questo inferno..." disse Charlotte. "L´idea era di fare lo stesso e unirmi alla resistenza, ma il dottore e i suoi sgherri mi hanno beccata prima che potessi farlo."
 
"Nostra dice che pensa che alcuni suoi pazienti siano morti..." continuó Anna, anche lei mostrando un certo spavento. "E io credo che abbia ragione. Sapete, quando siete vicino a lui, se ascoltate con attenzione, sentite delle voci..."
 
"Io non ho mai sentito niente del genere, ma... non ho dubbi che quell´uomo sia un pericolo." disse Charlotte. "Ma... ditemi, piuttosto... sta bene, Heather? L´avete vista?"
 
Hitomi annuí. "Sí, diciamo che non é stato proprio un incontro nel segno della cordialitá, ma adesso siamo amici, piú o meno." affermó. "Certo... se viene da un posto come questo, non faccio fatica ad immaginare perché fosse cosí scorbutica all´inizio."
 
"Beh, c´é anche il fatto che con tutti i problemi che ha avuto con suo padre..." cominció Charlotte, ma si bloccó di colpo quando sentí dei passi provenire da una porta al lato opposto della stanza. "Ma adesso fate finta di niente. Sta arrivando il dottore."
 
"Eep!" esclamó Anna, tornando a giocherellare con il suo peluche di Jirachi come niente fosse. Noel si sedette di nuovo, facendo finta di niente, e Vera e i suoi amici cominciarono di nuovo a guardarsi attorno, sperando di essere attori abbastanza convincenti.
 
Si sentirono un paio di passi pesanti, e un attimo dopo, la porta che Charlotte aveva indicato si aprí, rivelando l´imponente ed impressionante figura del Dr. Connal. Vera fu la prima a voltarsi verso di lui... e per quanto non riuscisse a sentire le "voci" di cui parlava Anna, restó comunque senza fiato per un secondo. Era un individuo che faceva davvero paura, con quei suoi occhi grigi e severi... e la voce profonda con cui esordí non miglioró certo le cose.
 
"Avevo sentito che c´erano degli ospiti da queste parti." disse il Dr. Connal, avanzando verso il gruppetto di Hoenn. "Piacere, ragazzi. Io sono il direttore di questo orfanotrofio, il dottor Sigmund Connal. Ma voi potete chiamarmi semplicemente dottore. In cosa posso esservi utile?"
 
"Ehm..." Vera si schiarí la voce, sperando di essere abbastanza convincente. Noel aveva ragione, c´era davvero qualcosa in quel tizio che metteva paura. "Noi... eravamo amici di alcuni degli ospiti di questa struttura, e siamo venuti qui per fare loro visita, e magari alleviare un po´ la loro solitudine."
 
Il dottore corrugó la fronte, come se stesse valutando la risposta di Vera... e i ragazzi di Hoenn non poterono evitare di provare un certo allarme quando videro un Raichu entrare dalla stessa porta da cui era entrato Connal. Il Pokemon Elettro osservó Vera, storcendo il naso... sembrava che non si fidasse di lei...
 
"Sí, capisco." disse Connal, avvicinandosi poi a Charlotte che lo fissava con aria di sfida. "Comprendo la vostra premura, e vi sono grato per il pensiero. Ma... sfortunatamente, temo di non poterlo permettere. I miei pazienti sono tutti dei casi ad alto rischio, e non vorrei che una visita da parte di qualcuno collegato alla loro vita precedente potesse metterli a disagio o provocare un crollo psichico."
 
Allungó una mano verso Charlotte e la prese con violenza al polso sinistro, strappando alla ragazzina dai capelli rossi un gemito di dolore. "Oltretutto, la paziente Charlotte Belrose é attualmente sotto stretta osservazione a causa del suo comportamento autodistruttivo ed indisciplinato che ha portato all´evasione da questa struttura di una delle ospiti piú giovani. Quindi... non penso di poter acconsentire alla vostra richiesta." continuó. "Sono spiacente, ma temo di dovervi chiedere di lasciare la struttura."
 
"Ma... ma non ci metteremo molto! Vorremmo solo salutare..." cominció a dire Ortilla, scioccata dalla reazione del Dr. Connal e dal modo in cui stava trattando Charlotte, che cercava senza troppo successo di divincolarsi dalla presa. Pareva evidente che in quell´orfanotrofio abbondassero le regole, ma non ci fosse il minimo calore umano...
 
Raichu si fece avanti, caricando le guance di elettricitá... e il gruppo di Hoenn capí subito che non era il caso di insistere. "La mia decisione é presa, ed é irrevocabile. Spiacente." taglió corto il Dr. Connal, la cui voce cominciava ad assumere un tono minaccioso. "Vogliate fare il favore di non rendere questa situazione inutilmente complicata."
 
"Raichu..." esclamó il Raichu del dottore. Alty lo fissó, come per dirgli che non aveva paura di lui... ma giunti a quel punto, era inutile intestardirsi, e il gruppo di Vera decise che era meglio optare per una ritirata strategica.
 
"Certo... certo, lo comprendiamo, dottore..." disse Vera, incrociando per un attimo lo sguardo di Charlotte, che le fece un cenno con la testa come per dire che, almeno per il momento, era il caso di fare come diceva Connal. "Ci scusiamo per il disturbo... e salutiamo tutti quanti! Arrivederci..."
 
"Arrivederci..." disse Drew cupamente, gettando al Dr. Connal uno sguardo espressivo. Anna e Noel salutarono il gruppo di Vera mentre questi si allontanavano, sempre seguiti dagli sguardi del dottore e del suo Pokemon Elettro...
 
Solo quando furono finalmente fuori dalla porta, Vera e i suoi compagni tirarono un sospiro di sollievo. La coordinatrice non ricordava di essere mai stata in un posto cosí asettico ed opprimente in vita sua...
 
"Cavolo... non é andata bene, eh? Quel tipo mi faceva venire i brividi... spero che non si sia messo a sospettare di noi!" affermó Vera. Per quanto l´aria di Reborn City potesse essere pesante ed inquinata, per un po´di tempo le sembró che non fosse poi cosí  male rispetto all´atmosfera di quell´orfanotrofio-prigione. 
 
"Il piano A non ha funzionato, immagino." affermó Vittoria, raggiungendo i suoi compagni da una stradina laterale, accompagnata da uno dei suoi Pokemon, un alto ed elegante Gallade. "Tranquilli, ragazzi, poco male. Abbiamo giá un piano B... e sono sicura che Charlotte ci dará una mano per eseguirlo."
 
"Siete sicuri che ce la fará?" chiese dubbiosa Hitomi, tormentando un po´ il ricciolino ribelle sulla sua testa. "Ho come l´impressione che il Dr. Connal non smetterá tanto presto di alitarle sul collo..."
 
Il Gallade di Vittoria sembró sorridere astutamente... e anche la sua allenatrice strizzó un occhio, come dire che lei la sapeva piú lunga di loro. "E´evidente che non conoscete la nostra Charlotte!" affermó. "E´ la sorella di miss Saphira, dopotutto... e potete stare certi che troverá un modo di eludere la sorveglianza, almeno per un po´!"
 
"Lo spero proprio... perché ora che ho visto che posto é quell´orfanotrofio, ho una voglia matta di liberarli tutti, i bambini che si trovano lá dentro..." affermó Vera, guardandosi indietro. Per qualche motivo, ora quel posto le sembrava ancora piú grande ed inquietante...
 
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell´ autore: E questo capitolo vi arriva dalla Germania! Piú esattamente da Monaco, dove sto facendo la mia vacanza studio... 
 
Finalmente riesco a far vedere l´orfanotrofio di Reborn City, quella specie di lager da cui Heather é scappata. E vediamo un po´ piú da vicino il Dr. Connal, uno dei personaggi a mio dire piú terrificanti di Pokemon Reborn.  Imparerete a conoscerlo e temerlo anche voi, e molto presto. Tra non molto, in effetti, sará il momento di attaccare l´orfanotrofio e cercare di liberare i bambini... tra i quali Noel ed Anna, che avranno anche loro un ruolo importante nelle vicende che seguiranno!
 
Spero che questo capitolo sia stato soddisfacente... e vi auguro buon proseguimento! Ho un po´ di novitá e di idee che mi frullano per la testa, e una di queste nuove storie comincerá entro breve... forse prima ancora che io ritorni in Italia!
 
A presto, e mi raccomando... recensite! :)
       

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Capitolo 27
*** Audace assalto nel Quartiere Lapislazuli ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 27 - Audace assalto nel Quartiere Lapislazuli


Quella sera, la pioggia che cadeva insistente sulle strade del quartiere Lapislazuli non aveva soltanto l´effetto di rendere meno confortevole l´attesa, ma anche di dare un aspetto ancora piú desolato agli edifici di Reborn City. Era un momento di attesa e di paura per Vera e i suoi compagni, che non potevano fare altro che aspettare il momento in cui Vittoria aveva proposto di entrare in azione, presumendo che per allora la sorveglianza nell´orfanotrofio sarebbe stata un po´ meno stretta.

"Mi rendo conto che dopo l´evasione di Heather, il Dr. Connal avrá fatto aumentare la sorveglianza..." sussurró Vittoria, la cui voce era in parte ammutolita dal suono cupo della pioggia acida sulla tettoia sotto la quale si erano riparati. "Ma non credo che si aspetteranno un attacco cosí massiccio, soprattutto se lo coordiniamo come si deve. Charlotte, dall´interno, dovrebbe anche renderci le cose piú facili. Spero solo che abbia la possibilitá di entrare in azione senza che il buon dottore la fermi."

"E gli altri, si uniranno a noi piú tardi, immagino." disse Max, lo sguardo fisso verso il piano superiore dell´orfanotrofio. Il ragazzino con gli occhiali ebbe un moto di orrore quando vide che le finestre semi-oscurate al piano piú alto cominciarono ad accendersi di luce gialla e poi spegnersi all´improvviso, come delle gigantesche lampadine intermittenti. Non c´era bisogno di molta immaginazione per capire cosa stesse accadendo... "Ugh... fatemi indovinare... questa é una delle sedute di terapia del Dr. Connal, vero?"

"Altaria..." mormoró Alty, sbattendo lentamente le ali in un gesto che voleva esprimere il suo orrore e la sua indignazione.

Vittoria annuí lentamente e strinse una mano a pugno. "Proprio cosí... non sapete che rabbia mi faccia non poter intervenire subito e dare una bella lezione a quel maledetto. Ma dobbiamo essere prudenti. Tra non molto, Charlotte ci dará il segnale, e non escludo che anche miss Saphira e Laura interverranno a renderci le cose piú semplici."

"A questo proposito, com´é che in questo periodo non abbiamo piú sentito parlare di Saphira?" chiese dubbiosa Hitomi. La bambina dai capelli a caschetto non sembrava ancora provare lo stesso rispetto degli altri nei confronti della leader della resistenza, a giudicare dal tono di voce. "Ci sono state diverse occasioni in cui avremmo potuto avere bisogno di lei. Soprattutto contro quel Lord Solaris..."

Vittoria sospiró, e Vera ebbe l´impressione che la giovane esperta di aikido non si fosse sentita rivolgere quella domanda per la prima volta nel corso della sua appartenenza al gruppo di partigiani. "A volte me lo chiedo anch´io, se devo essere sincera. Miss Saphira ha effettivamente una strana mania di scomparire in momenti in cui potrebbe darci una mano... anche se, effettivamente, quando dice che sta organizzando ogni cosa per quando sferreremo l´attacco decisivo al Team Meteora, non ha tutti i torti a voler essere sicura che tutto proceda per il verso giusto."

"Glaceon..." disse il Glaceon di Vera, comprendendo ció che Vittoria voleva dire. Non c´era bisogno di ripetere che il Team Meteora era un´organizzazione criminale molto potente, e che un attacco diretto sarebbe stato puro suicidio.

"Del resto, anche quello che stiamo facendo adesso consiste nel danneggiare man mano il Team Meteora e fargli usare le loro risorse..." commentó Vera. "Va bene, immagino che a questo punto non abbiamo molta altra scelta se non fidarci di miss Saphira. Anche se anch´io preferirei saperne di piú su di lei..."

"Beh, potrai chiederlo a Charlotte, quando ne avrai l´occasione." disse Vittoria, notando che finalmente il macabro scintillare delle scariche elettriche al piano superiore dell´istituto era cessato. "Okay, ragazzi... credo che adesso sia il momento di muoverci. Restate tutti assieme, e tenetevi pronti ad ogni evenienza, non possiamo permetterci nessun errore!"

Con cupa determinazione, i ragazzi e i loro Pokemon si avviarono verso l´ingresso dell´orfanotrofio, cercando di esporsi alla pioggia acida quanto meno possibile... e non accorgendosi della presenza di una graziosa Pokemon floreale che stava nascosta tra i vicoletti bui, tenendoli d´occhio...

Non appena fu sicura che Vera e i suoi compagni si fossero dileguati, la Lilligant di Laura uscí dal suo nascondiglio, restando ad osservare da lontano il gruppo di giovani allenatori finché non furono quasi a ridosso del loro obiettivo. Annuendo con energia, la Pokemon floreale scivoló nuovamente nell´oscuritá, decisa ad avvertire Laura e Saphira. Era il momento di agire... tra non molto, le sorelle Belrose sarebbero state di nuovo assieme, e nulla che il Dr. Connal o il Team Meteora potessero tentare lo avrebbe impedito.

Bisognava essere sicuri che tutto andasse per il verso giusto...
 

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La cella nella quale Charlotte stava aspettando il momento giusto era un posto angusto e privo di confort - il letto era poco piú che un giaciglio sul pavimento, e l´arredamento consisteva in niente piú che un tavolo, una sedia e una lampada usurata, che tra l´altro doveva restare spenta dalle sette di sera fino alle sette del mattino. L´unico punto di contatto con l´esterno dell´edificio era una finestra che si affacciava sulla strada, dalla quale piú di una volta la ragazzina dai capelli rossi si era affacciata, guardando con invidia e rabbia il mondo esterno che le era stato a lungo negato.

Ma adesso, quello che Charlotte provava non era né rabbia né invidia - semplicemente, la sicurezza che quella pazzia sarebbe finita ben presto, sia per lei che per tutti i bambini imprigionati in quella sorta di campo di concentramento. Era tutta questione di tempo... a quel punto, le sue sorelle avrebbero sicuramente saputo che Vera e i suoi compagni della resistenza si erano presentati all´orfanotrofio, e tra non molto, avrebbe ricevuto il segnale convenuto...

"Ancora un po´, Charlotte... ancora un po´ e sará il momento della riscossa!" disse tra sé la ragazza, ripassando mentalmente il piano che si era fatta. Sarebbe bastata una mancanza di coordinazione, una semplice esitazione da parte di chiunque degli elementi coinvolti, e tutto avrebbe potuto andare all´aria. Da parte sua, doveva essere pronta a dare il massimo...

Ancora qualche secondo...

Un frullo d´ali alla finestra attiró la sua attenzione. Nascondendo la sua trepidazione, Charlotte si voltó verso l´unico contatto con il mondo esterno che aveva lá dentro, e vide che su di essa si era appoggiato un Pidove, un Pokemon simile ad un colombo dalle piume grigie con le ali di colore piú scuro e il petto decorato da un ciuffo di piume bianche a forma di cuore. Incuriosita e vagamente eccitata, Charlotte si avvicinó... e vide che in effetti, il Pokemon colombo sembrava riconoscerla. Non solo, aveva anche un messaggio legato alla zampa...

"Oh? Sei venuto da parte di Saphira e Laura, vero?" chiese Charlotte al Pokemon messaggero, che sembró comprendere la domanda e si intrufoló tra le sbarre della prigione. Svolazzó giú, raggiungendo la ragazzina e consegnandole il messaggio, prima di volare via di nuovo e dileguarsi nel cielo ingombro di nubi nere della notte di Reborn City. "Grazie, piccolo Pidove... e adesso vediamo un po´ cosa bolle nella pentola delle mie care sorellone..."

Usando quel po´ di luce che penetrava dalla finestra della sua cella, Charlotte lesse il messaggio... e un sorriso speranzoso apparve sul suo viso lentigginoso. Esattamente quello che sperava! Vera e i suoi compagni stavano per entrare in azione, e avrebbero presto avuto compagnia... quindi, questo voleva dire che toccava a lei cominciare quella che lei, non senza un po´ di ironia, avrebbe definito un´azione di disturbo.

Fece una palla del messaggio e lo gettó nella toilette, in modo che nessuno potesse ritrovarlo... poi, si diresse con decisione alle sbarre della sua cella e le afferró con le mani, cominciando ad urlare a pieni polmoni!

"HEYYYYYY!" esclamó, cercando di modulare la voce in modo che fosse quanto piú penetrante ed irritante possibile! "Hey, branco di mammalucchi, mi sentite? Voglio le mie sigarette! Adesso!"

Immediatamente, i due secondini che si trovavano lí vicino fecero una smorfia di fastidio e raggiunsero la cella, guardando la prigioniera con quello che sembrava un misto di astio e sufficienza... e anche il resto dei prigionieri, nelle loro celle, cominciarono a lamentarsi per essere stati svegliati nel bel mezzo della notte!

"Charlotte! Cosa significano questi capricci?" esclamó uno dei due con severitá. "Lo sai anche tu che non possiamo esaudire questa tua richiesta!"

"Non era una richiesta, testa di rapa! Era un ordine! Voglio le mie sigarette! Portamele qui!" insistette Charlotte, sperando che quel tipo fosse tanto stupido quanto ne dava l´impressione. Per fortuna, sembrava che in effetti lo fosse, visto che tiró fuori un mazzo di chiavi e le usó per aprire la porta della cella. Aveva tutta l´intenzione di farla tacere anche con metodi violenti, ma Charlotte aveva giá tutto calcolato...

"Adesso ti insegno io a non mancarci di rispetto, piccola delinquente..." cominció ad intimare il secondino, alzando una mano per assestare un poderoso ceffone... ma non aveva di fronte una bambina che si faceva intimorire con poco, bensí una ragazza piena di rabbia e di determinazione che era giunta al limite della sopportazione. Non appena il suo carceriere fu arrivato a tiro, Charlotte sollevó una gamba e gli sferró un poderoso calcio nel punto piú sensibile in cui un uomo poteva essere colpito!

Gli effetti furono istantanei. Il colorito dell´uomo passó rapidamente dal normale rosa, ad un rosso acceso e infine al viola, e i suoi occhi strabuzzarono fuori dalle orbite in un´espressione di dolore lancinante!

"Ah... Ah... AAAAAAAAAAAAAAAAH!" la guardia si abbatté al suolo ululando di dolore, e Charlotte si lanció addosso all´altra, approfittando dell´effetto sorpresa per tirargli un pugno sotto il mento e mandarlo a terra con un grugnito di dolore! Massaggiandosi la mascella, la guardia inizió a rialzarsi, giusto in tempo per vedere Charlotte che guizzava fuori dalla sua cella!

"Charlotte! Maledetta mocciosa, calmati subito! Torna nella tua stanza!" esclamó.

Charlotte si voltó per un istante e gli fece una pernacchia. "PFFFFT! Mi calmeró dopo che mi avrete dato le mie cicche, babbeo! Che cosa hai intenzione di fare, tu e il tuo amichetto che non credo potrá mai piú avere figli?" lo prese in giro, prima di riprendere la sua fuga. Tutt´attorno, il resto degli orfani stavano cominciando a tifare per lei a voce alta, incitandola a riempire di botte qualche altra guardia!

"Evviva! Vai, Charlotte!"

"Dagli un altro pugno, a quei pagliacci!"

"Charlotte, sei un mito!"

"Hahahaa, lo so! Essere un mito é una cosa che si tramanda nella mia famiglia!" esclamó ridendo Charlotte, prima di riprendere la sua fuga. A quel punto l´intero orfanotrofio era stato allertato... e la prima parte del piano di fuga era stata completata! Ora toccava a Vera e agli altri, sperando che arrivassero in fretta...
 

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C´era una piccola sorpresa per Vera e i suoi compagni: nel momento in cui ebbero raggiunto l´ingresso dell´edificio, videro che ad attenderli c´erano giá alcuni loro compagni. La presenza di Heather e Shelly non li sorprese piú di tanto, dal momento che le due bambine avevano le loro ruggini personali contro il direttore di quella sorta di carcere minorile... ma non si erano aspettati di vedere anche Cain e Pietro.

"Ehilaaa´! Salve, miei cari!" esclamó Cain, nel suo ormai tipico tono. A Drew dava l´impressione che cercasse di flirtare con tutti, ragazzi o ragazze che fossero. "Bella nottata per un appuntamento al buio, eh? O almeno cosí direi se questa fosse l´occasione galante che mi piacerebbe che fosse!"

Vera fece un cenno con la mano, che i quattro membri della resistenza ricambiarono, mentre lei e i suoi amici si riunivano davanti all´ingresso. "Cain, Pietro! Ci fa piacere vedervi, ma come mai da queste parti?" chiese Max.

"C´é da chiederlo, quattrocchi? Io e Shelly siamo qui per dare una lezione al buon dottore!" esclamó decisa Heather. Il suo Vibrava, che la seguiva da breve distanza, drizzó le antenne e annuí, mentre Shelly e la sua Yanma facevano un passo in avanti.

Pietro, da parte sua, alzó le spalle. "Beh, noi... diciamo che abbiamo semplicemente pensato che qualcuno poteva avere bisogno di una mano, e quindi ci siamo uniti alla compagnia." disse l´aspirante rockstar.

Heather incroció le braccia sul petto e voltó la testa dall´altra parte, con un´espressione di buffa indignazione dipinta sul viso! "Hmph! Guardate che non avevamo bisogno di voi due! Potevo cavarmela benissimo da sola!" affermó testardamente.

Cain si riavvió fieramente i capelli viola. "Oh, tranquilla, piccola Heather, non andró a dire a nessuno che in fondo ti fa piacere avere qualcuno che ti dá una mano e che ti aiuta!" rispose argutamente. Heather cominció a borbottare qualcosa tra sé, e Shelly, Bagon e Yanma dovettero coprirsi la bocca per non scoppiare a ridere!

"Touché, vero?" disse Hitomi con un sorrisetto obliquo.

Heather, colta in fallo, pestó un piede a terra in segno di rabbia impotente. "Ugh... ma voi gli affaracci vostri non potete proprio farveli, eh?" esclamó. "Piuttosto... piuttosto di perdere tempo con queste sciocchezze, qualcuno mi spiega come facciamo ad entrare qua dentro? La porta é chiusa e sbarrata!"

Drew fece cenno ad Heather di non scomporsi e si diresse con fare sicuro verso la porta. "Io non mi preoccuperei di questo, signorina!" affermó, strizzando un occhio. "Se é come penso io, allora qualcuno ha giá pensato a farci aprire le porte!". Detto questo, il giovane coordinatore dai capelli verdi avanzó verso la porta e la spinse... e subito dopo, si udí un CLIC, e la porta si aprí alla spinta di Drew. Heather sgranó gli occhi stupefatta quando Drew si voltó verso di lei come per dire che glielo aveva detto... e da dietro la porta apparve la ormai familiare figura di Anna, che sorrideva da un orecchio all´altro!

"Anna!" esclamó Ortilla. "Speravamo davvero che ci sareste stati voi a darci una mano!"

La bambina dai capelli neri aprí del tutto la porta e fece entrare i ragazzi, guardando con curiositá i nuovi arrivati. "Salveeee! Salve a tutti! Sapevo che sareste tornati! E avete portato anche dei nuovi amici, che bello!"

"Cosa? Hey, un momento! Come sarebbe a dire?" domandó Heather. "La porta era chiusa! Pietro ed io l´abbiamo appena provata!"

"Chi sei tu, piccola?" chiese Shelly con esitazione, sbucando fuori da dietro Heather. "E... e come fai a conoscere Vera e... e gli altri? Li hai... visti quando sono venuti qui?"

Anna si voltó verso Heather e strizzó un occhio con l´aria di una che la sapeva lunga. "E´semplice! Ho visto Vera che brillava attraverso il muro, e cosí ho aperto la porta!" rispose. Quando vide che Heather, Shelly e i loro Pokemon la stavano guardando increduli, la bambina dai capelli neri si affrettó a spiegare. "Vera brilla! E´ una cosa fantastica! Comunque, io sono Anna, piacere di conoscervi!"

"Ehm... heheheee... il piacere é tutto nostro, piccola Anna!" rispose Shelly dopo un attimo di esitazione. Heather restó dov´era, mormorando qualcosa sul fatto di essere finita in un vero e proprio manicomio...

"Salve a tutti! Il mio nome é Cain... e loro sono i miei amici, Pietro, Heather e Shelly!" disse il ragazzo dai capelli viola, indicando uno alla volta i suoi compagni. "Sei piuttosto vivace, piccola Anna, lo sai?"

Mentre Anna sorrideva in maniera ancora piú sgragiante, suo fratello Noel si avvicinó, portando in braccio il suo Cleffa di peluche e scuotendo la testa. "Lei é sempre vivace... soprattutto quando é meno appropriato!" commentó tranquillamente.

"Ma é quando é meno appropriato che é piú necessario!" ribatté Anna senza perdere un colpo. "Comunque... adesso iniziamo ad evadere da questo postaccio, vero?"

"Sará un po´ difficile, non credete?" affermó Noel, voltandosi verso le scale, dalle quali proveniva un bel po´ di confusione. "I nostri Pokemon ci sono stati confiscati, quindi temo che non potremo darvi una mano. Charlotte sta tenendo occupati gli uomini del dottore, ma non riuscirá a fare tutto da sola. Dobbiamo..."

"Eccoli lí, gli intrusi!" esclamó la voce di un secondino, che assieme a due dei suoi colleghi si stava precipitando in quel momento giú per le scale per affrontare l´emergenza. "Siete complici di quella piccola teppista, vero? Lo sapevo, io, che non avreste portato altro che guai!"

"Eccoli qui... sono arrivati prima ancora di quanto temessi..." mormoró Shelly, deglutendo per il nervosismo.

Heather, da parte sua, non vedeva l´ora di iniziare... "Tranquilla, Shelly, adesso questi me li faccio io!" esclamó, la sua sicurezza aumentata dalla rabbia che provava in quel momento. Nel momento in cui i tre uomini di Connal raggiunsero il piano terreno, Heather e il suo Vibrava si piazzarono davanti a loro, impedendo loro di raggiungere il resto del gruppo. "Cominceró da voi a prendermi la mia rivincita! Consideratelo il mio ringraziamento per l´inferno che mi avete fatto passare!"

"Heather!" la richiamó Vera, temendo che la bambina dai capelli fucsia stesse facendo il passo piú lungo della gamba. "Loro sono in tre, e tu sei da sola!"

"Heather non é da sola! Combatteró anch´io al suo fianco!" esclamó Ortilla. La piccola coordinatrice si piazzó rapidamente a fianco di Heather e Vibrava, lanciando una Pokeball e costringendo i tre galoppini del Dr. Connal a fermarsi di colpo!  "Vai, Scraggy! Dobbiamo dare una mano anche noi!"

"A-anch´io! Altrimenti... per cosa sarei qui?" esclamó la piccola Shelly, schierandosi anche lei a fianco della sua migliore amica. La sua Yanma emise un ronzio acuto e squadró severamente i tre scagnozzi, che stavano giá mandando in campo i loro Pokemon - uno era uno Slowpoke, un Pokemon Acqua/Psico dalla pelle rosata e il muso rotondo dall´espressione beatamente stupida; un altro era un Loudred, una creatura blu dall´aspetto tozzo con una grande bocca spalancata e delle lunghe orecchie circolari; e infine, un Pokemon che Vera non aveva mai visto, una strana creatura composta da una coppia di ingranaggi di acciaio grigio che giravano assieme, incastrandosi l´uno nell´altro. Il piú piccolo ei due ingranaggi aveva una buffa faccia composta da un occhio, una toppa che prendeva il posto dell´altro occhio, un grosso naso verde che corrispondeva al perno centrale, e una bocca tonda che restava bloccata in un´espressione meravigliata. L´altro ingranaggio, piú grande, era di colore piú scuro, e non aveva un volto.

"Klang, il Pokemon Ingranaggio. Tipo Acciaio. Forma evoluta di Kilnk." disse il Pokedex di Max. "È formato da un ingranaggio grande e uno piccolo.Esegue attacchi ripetuti lanciando i suoi minuscoli ingranaggi a gran velocità ma, se non ritornano, è in seria difficoltà. Comunicano il loro stato d'animo cambiando senso di rotazione. Più si arrabbiano, più girano velocemente."

"Certo che se ne vedono, di Pokemon strani..." commentó il ragazzo. "Ma... adesso abbiamo altri problemi! Gli uomini del dottore stanno arrivando anche di lá!"

Max indicó un corridoio da cui venivano altre voci e suoni di passi... ma prima che potesse allarmarsi troppo, Cain tiró fuori una Pokeball con espressione assolutamente calma e tranquilla, e fece uscire uno dei suoi Pokemon in modo che apparisse proprio all´uscita del corridoio! "Oooh, non é un problema, ragazzi miei! Lasciate fare allo zio Cain! Vai, Weezing!" esclamó... e un istante dopo, un Pokemon che era abbastanza familiare a Vera e a Max si piazzó davanti agli uomini del Dr. Connal prima che potessero uscire! Un Weezing, un Pokemon composto da due Koffing tenuti assieme, e il cui corpo era composto in gran parte da fumi e gas tossici, si paró dinnanzi ai loro nemici, deciso a combattere fino allo stremo!

"Weeeee-zing!" esclamó con voce roca.

Pietro ghignó e lanció a sua volta una Pokeball. "Hey, non vi siete scordati di me, vero?" esclamó. "Tocca a te, Relicanth! E´ l´ora del rock and roll!"

"Rrrrrelo..." grugní il Pokemon Acqua/Roccia, anche lui apparendo davanti ad un corridoio e bloccando lí gli uomini del Dr. Connal in modo che non potessero sopraffare il gruppo di Vera con la forza del numero! Anna esultó vedendo con quale rapiditá i ragazzi avevano bloccato i loro avversari, e anche il serio Noel non poté fare a meno di essere impressionato dalla loro efficienza!

"Okay, gente, qui ci pensiamo noi! Vai, Scraggy, usa Breccia!" esclamó Ortilla, il cui Scraggy si lanció alla carica contro il Klang nemico, sferrando un potente colpo di karaté che solo per un pelo il Pokemon Ingranaggio riuscí ad evitare. La Yanma di Shelly aveva usato, su indicazione della sua allenatrice, un attacco Sonicboom, bombardando lo Slowpoke nemico con raffiche di onde sonore, mentre il Vibrava di heather sferró un poderoso attacco Dragospiro, a cui il Loudred nemico rispose scagliando una scarica di energia sonora dalla sua enorme bocca! I due attacchi si scontrarono a mezz´aria e si cancellarono a vicenda in una pioggia di scintille blu, ma Loudred attaccó nuovamente con un Riduttore che costrinse Vibrava ad indietreggiare!

"Ugh... attento, Vibrava! Usa Battiterra!" esclamó Heather.

"Yanma, usa Ventargenteo!" ordinó Shelly, nel momento in cui la libellula gigante scansó agilmente un attacco Acquadisale da parte dello Slowpoke nemico. Vibrava e Yanma sferrarono uno spettacolare attacco coordinato - il primo colpí il terreno con la coda, provocando una piccola scossa che investí Slowpoke e Loudred e li sballottó per un breve momento... poi, Yanma scaglió una raffica di scintille lucenti che aveva fatto apparire attorno a sé semplicemente sbattendo le sue ali con energia!

Vedendo che almeno per il momento le cose sembravano andare per il verso giusto, Vera, Max, Hitomi, Vittoria e Drew si affrettarono su per le scale, gettando un´occhiata per sicurezza anche a Cain, Pietro e i loro Pokemon. Il Relicanth della giovane rockstar se la stava cavando bene contro un Fearow mandato da un custode, mentre il Weezing di Cain stava riempiendo il corridoio con il suo attacco Murodifumo, impedendo ai nemici di vedere a un palmo dal naso!

"Va bene!" esclamó Vittoria. "Voi state attenti a Noel e ad Anna! Noi torneremo presto, e con Charlotte e gli altri bambini!"

"Grazie, Vittoria! Dí a Charlotte che sono qui che la aspetto!" esclamó Heather. "Attento, Vibrava, quello ti sta addosso!"

"Vibrrrrrrava!" esclamó il Pokemon Vibrazione, evitando per un pelo un´altra scarica di onde sonore che Loudred aveva indirizzato verso di lui...

Vittoria fece un cenno con la testa, e incitó i suoi compagni piú giovani a non esitare e a salire al piano superiore. "Okay... allora é meglio se ci affrettiamo, ragazzi! Il Dr. Connal e gli altri suoi uomini si staranno giá preparando a riceverci! Vediamo di trovare Charlotte e di liberare gli altri bambini!"

"E recuperare anche i loro Pokemon, giá che ci siamo." volle ricordare Drew.

"Sí, anche quello..." affermó Vittoria, rimproverandosi per aver lasciato qualcosa per la strada. "Da qui in poi, stiamo tutti assieme! Non si puó mai sapere cos´abbia in mente quel diabolico dottore!"

"Tranquilla, Vittoria! Non ci faremo fermare!" esclamó Max, mentre il gruppo saliva le scale verso il primo piano. I nemici si stavano giá muovendo per intercettarli... e non appena Max mise piede al piano superiore, uno dei secondini lo afferró per il polso, trattenendolo rabbiosamente e strappandogli un grido di sorpresa! Ma non fece in tempo a fare altro prima che un feroce colpo di palmo, sferrato da Vittoria con potenza e precisione, lo colpisse al setto nasale, mandandolo a terra con un grugnito! "Ah! Cavolo... grazie, Vittoria, quello mi aveva colto di sorpresa!"

"Ce ne sono altri, state attenti!" esclamó Drew, mandando in campo uno dei suoi Pokemon, il suo fedele Absol, quando vide che assieme alle guardie c´erano degli altri Pokemon... alcuni dei quali erano di un tipo che lui e i suoi compagni non avevano mai visto!

"Non sono ammessi intrusi in questo orfanotrofio!" esclamó un secondino, accompagnato da un Magnemite che guardava con espressione feroce il gruppo di Vera.

"Vi state cacciando in un grosso guaio... andatevene, prima che sia troppo tardi per voi!" continuó un altro. Accanto a lui c´era un piccolo Pokemon dall´aspetto umanoide ma la testa esageratamente grande rispetto al corpo, di un bizzarro colore azzurro-verdino, con delle strane linee nere simmetriche disegnate sulla fronte e un paio di occhi verdi simili a spie luminose. Aveva gli arti corti e un po´ goffi, con una coda che quasi non si vedeva, e le sue braccia terminavano ciascuna con tre dita simili a bottoni, una rossa, una gialla e una verde.

"Elgyem, il Pokemon Cervello. Tipo Psico. Si dice che sia arrivato 50 anni fa da un deserto nel continente di Unima, in cui sembra si sia schiantato un UFO. Fino ad allora, nessuno l'aveva mai avvistato. Con i suoi incredibili poteri psichici comprime il cervello dei suoi nemici provocando loro fortissime emicranie." disse il Pokedex che Max aveva provvidenzialmente tirato fuori.

Vittoria e il suo Gallade andarono a muso duro contro le guardie. "Nemmeno per sogno! Adesso voi liberate quei bambini e la smettete con le vostre losche attivitá!" esclamó impulsivamente l´esperta di Pokemon Lotta. "E vi avverto che io e il mio Gallade non scherziamo!"

"Come preferisci, allora..." disse l´impiegato con lo Elgyem. "Elgyem, mostrale cosa sappiamo fare!"

"Elgyyyyyyem!" replicó il piccolo Pokemon alieno, facendo illuminare gli occhi mentre si voltava di scatto verso Vittoria e Gallade. Il Pokemon Psico/Lotta si mise in guardia, pronto a respingere qualsiasi attacco il nemico decidesse di usare contro di lui... ma con grande sorpresa di tutti, Elgyem rivolse il suo attacco contro qualcun altro!

"Huh... ma cosa...?" cominció a dire Vittoria, portandosi le mani alla testa... prima di esplodere in un tremendo urlo di dolore, sentendosi all´improvviso come se qualcuno le avesse messo la testa in una morsa d´acciaio e la stesse stringendo con forza per schiacciargliela! "AAAAAAAAARGH!"

"Vittoria!" esclamó Vera, raggiungendo la sua compagna che era caduta in ginocchio in preda al dolore, prendendosi la testa nelle mani mentre si dibatteva nel vano tentativo di liberarsi da quella tortura! "Vittoria, che succede? Cosa ti stanno facendo?"

"Sono i poteri di quel Pokemon..." affermó preoccupato Max, guardando Elgyem che si voltava verso di sé e verso Hitomi. "Ha trasmesso a Vittoria un impulso psichico che le ha provocato un mal di testa per il quale ci vorrebbe un quintale di aspirina!"

"Non durerá a lungo." esclamó Drew. "Absol, usa Sbigoattacco!"

"Blaziken, tocca a te!" continuó Vera, facendo uscire il suo starter che si lanció immediatamente all´attacco del Magnemite nemico! Quest´ultimo si difese con un attacco Raggioscossa, chiudendo il suo occhio per poi riaprirlo di scatto e scagliare uno sfrigolante raggio di energia elettrica contro Blaziken... ma il velocissimo Pokemon Vampe scansó l´attacco spostandosi rapidamente di lato, e poi scagliandosi contro Magnemite con un poderoso attacco Doppiocalcio, mentre Absol, muovendosi di scatto, raggiunse Elgyem prima che potesse attaccare di nuovo, e lo colpí in pieno con la lama ricurva posta al fianco della sua testa! Entrambi i Pokemon delle guardie andarono a terra al primo colpo, ma altri ne stavano arrivando... alcune guardie avevano mandato in campo degli Slowpoke, dei Koffing... uno di loro aveva addirittura un Kadabra... ed erano senza ombra di dubbio piú numerosi del gruppo di Vera...

"Si sta mettendo male..." disse Hitomi, mantenendo comunque il suo tipico sangue freddo. Con un gesto della mano, aprí una Pokeball dalla quale uscí il suo Granbull... e Max replicó mandando in campo il suo amico Gardevoir!

"Non preoccuparti, Hitomi! Abbiamo tutto sotto controllo!" esclamó Max. "Attento, Gardevoir! Aspetta un attimo, e poi..."

Gardevoir attese per qualche istante che un gruppo di nemic fosse raccolto attorno a lui... e quando i Pokemon nemici furono in numero sufficiente, il Pokemon Psico/Folletto spalancó le braccia e parló telepaticamente, con tono autoritario e deciso, contro i Pokemon che servivano i dottori dell´orfanotrofio del terrore.

"Non vi permetteró di fare del male al mio amico Max e ai miei compagni! PSICHICO!" esclamó il primo Pokemon con cui Max aveva fatto amicizia... e una tremenda scarica di energia mentale eruppe dal corpo di Gardevoir e travolse i nemici che lo stavano circondando, scagliandoli via come se fossero stati travolti da una bufera! Il Gallade di Vittoria, dopo essersi assicurato che la sua allenatrice stesse bene, si voltó verso gli attendenti dell´orfanotrofio e si lanció su di loro, colpendo uno di loro con un tremendo pugno allo stomaco! L´uomo strabuzzó gli occhi e si accasció a terra privo di sensi, e un attimo dopo, Gallade sferró un attacco Nottesferza ad un Kadabra nemico, scansando il suo Psicoraggio e mandandolo a terra con facilitá!

"Maledizione, siamo nei guai! Sono troppo forti per noi!" esclamó uno degli addetti, incitando gli altri a scappare. "Presto, colleghi! Dobbiamo impedire loro di passare oltre! Ritirata strategica!"

"Dove pensate di andare...? Tornate subito qui!" esclamó Vittoria, alzandosi in piedi un po´ a fatica per il poderoso attacco mentale che aveva subito dallo Elgyem nemico. I secondini uscirono tutti dalla stanza, raggiungendo un corridoio dalla parte opposta, e l´ultimo di loro tiró fuori un telecomando e premette un pulsante, con il risultato che un attimo dopo una saracinesca di metallo caló di colpo, separando Vittoria e i ragazzi di Hoenn dagli uomini del Dr. Connal!

La reazione di Vera davanti a questa trova fu... beh, non certo molto impressionata. "Una saracinesca? Sul serio? Credono davvero che questo fermerá i nostri Pokemon?" commentó.

Come leggendole nel pensiero, Blaziken scosse la testa e si avvicinó alla saracinesca, sgranchendosi le mani per un attimo prima di piegarsi e sollevare la saracinesca a mani nude con un terrificante rumore metallico! Una fiammata partí dalle mani artigliate di Blaziken e cominció a fondere la saracinesca, e gli uomini del Dr. Connal non poterono fare altro che guardare sgomenti lo starter di Vera che avanzava verso di loro!

"Oh, no! Questo é un disastro! Non riusciamo a fermarli!" esclamó uno dei secondini.

"Il dottore... non sará per niente contento!" mormoró un altro, afferranmdo una Pokeball con una mano tremante. Ormai, la saracinesca era completamente fuori uso, e Blaziken la strappó letteralmente dalla sua sede e la gettó di lato, ridotta ad un cartoccio. Con lui in testa, il gruppo di Vittoria e dei ragazzi di Hoenn entró nella stanza... una grande camera dal pavimento di mattonelle bianche, semibuia e dall´aspetto tanto sterile e cupo quanto lo era il resto dell´orfanotrofio, mentre gli addetti si ritiravano spaventati verso delle rampe di scale che salivano verso il piano superiore. Nel momento in cui Vera entró, seguendo il suo Blaziken, cominció a sentire delle vocette acute e un po´ lamentose che provenivano dalle scale... e comprese subito che si trattava dei bambini e dei ragazzi tenuti lá dentro dal Dr. Connal!

"F-fermi! Fermi! Cosa credete di fare, eh?" esclamó un addetto, mandando in campo il suo Klang e cercando in qualche modo di sbarrare al gruppetto di allenatori. "Qui... qui di sopra... ci sono tutti gli orfani che abbiamo salvato dalle strade di Reborn City! Ed é nostra responsabilitá continuare a badare a questi bambini! Faremo quello che dobbiamo per proteggerli!"

"Allora perché tutti quelli a cui ho chiesto di questo posto me ne hanno parlato in termini terrificanti?" chiese Vittoria, affiancata dal suo Gallade. I sintomi del precedente attacco di Elgyem non se n´erano ancora andati del tutto, ma la giovane esperta di aikido si era giá rimessa in forze abbastanza da poter combattere di persona se ce ne fosse stato bisogno. "Tutti dicono che in questo orfanotrofio fate del male ai bambini e li tenete in una specie di prigione! Credo che dovreste chiedervi chi é davvero il cattivo, da queste parti!"

"E´ vero! Se quello che affermate é la veritá... se davvero state proteggendo questi bambini, perché non ce lo fate vedere?" chiese Vera. "O avete paura che noi scopriamo la veritá?"

"Blaz, blaziken..." ringhió Blaziken sgranchendosi le mani. Absol, Gardevoir, Gallade, e il Granbull di Hitomi erano al suo fianco, e si tenevano pronti ad intervenire nel caso i secondini avessero fatto uscire ancora una volta i loro Pokemon...

Gli addetti rimasero per un istante in silenzio, prima che uno di loro si facesse avanti per rispondere... ma al posto suo, fu qualcun altro a controbattere alla domanda di Vera, e in una maniera alquanto esplicita!

"Rai raichuuuuuu!"

La voce di un Raichu - inutile chiedersi di chi, a questo punto - risuonó nella stanza... e un potente attacco Fulmine la illuminó come se fossero state accese cento lampadine tutte assieme! Una scarica elettrica si abbatté su Blaziken, che alzó di scatto il braccio destro e riuscí a pararlo con non poche difficoltá... ma alcune scariche elettriche sfrecciarono verso Max, che sgranó gli occhi per lo sgomento prima che Gardevoir si piazzasse davanti a lui ed alzasse uno Schermoluce per proteggerlo! La scarica si infranse sullo schermo di energia, anche se alcuni lampi raggiunsero ugualmente Gardevoir intorpidendogli un braccio!

"Max! Gardevoir!" esclamó Vera, per poi verificare se il suo Blaziken stesse bene. Il suo starter si stava guardando il braccio con cui aveva fermato l´attacco, stringendo le dita per cercare di farsi passare il torpore. "Blaziken, stai bene?"

"Stiamo... stiamo bene, Vera! Non preoccuparti, faró tutto quello che é in mio potere per proteggere Max... ma chi é stato ad attaccarci?" rispose Gardevoir telepaticamente.

"Grrrrranbull..." ringhió il Granbull di Hitomi, rivolgendo un´espressione furiosa alla coppia Pokemon-allenatore che stava scendendo le scale - il Dr. Connal e il suo Raichu, che avevano deciso di intervenire personalmente! E non erano da soli... assieme a loro c´erano anche un Luxray e - cosa che per Vera e i suoi compagni era ancora piú inquietante - un Electivire, che seguivano il dottore e Raichu a breve distanza.

"Eccolo, é lui... il Dr. Connal!" esclamó Vittoria indignata.

Hitomi, che non aveva mai visto né Luxray, né Electivire, puntó il suo Pokedex verso di loro, ricevendo un attimo dopo le informazioni di cui aveva bisogno. "Luxray, il Pokemon Occhiluce. Tipo Elettro. Forma evoluta di Luxio. Grazie alla sua vista a raggi X, Vede attraverso qualsiasi cosa. Individua e cattura le prede che si nascondono dietro gli oggetti, oltre che i suoi cuccioli smarriti. L'abilità radioscopica di Luxray si rivela utile quando gli fa scoprire oggetti pericolosi."

"Electivire, il Pokemon Saetta. Tipo Elettro. Forma evoluta di Electabuzz. Quando lancia un attacco spinge la punta delle sue due code contro l'avversario e rilascia una scarica elettrica di oltre 20000 volt. Quando accumula tanta elettricità sparge scintille azzurrine dallo spazio tra le due corna."    

"E cosí, voi dite di voler proteggere questi bambini, eh?" chiese Connal, guardando Vera e i suoi compagni con calma inquietante. I suoi sottoposti tirarono un sospiro di sollievo e si profusero in ringraziamenti, ma Connal non badó nemmeno a loro. "E ditemi, voi sapete qualcosa di che razza di posto sia Reborn? Voi potete capire come facciamo le cose da queste parti? Per me, voi siete solo un branco di ragazzini viziati che credono di avere il diritto di imporre il loro punto di vista, senza badare alle conseguenze."

"Senza badare alle...?" esclamó Drew, la cui indignazione gli aveva fatto abbassare la guardia e abbandonare il suo classico atteggiamento frivolo. "Mi permetta di dire che non é nella posizione di rimproverarci per questo. Il suo Raichu ha rischiato di fare del male a qualcuno di noi!"

"Gallade!" Il Gallade di Vittoria si mise in guardia, vedendo il Luxray di Connal piazzarsi a pochi metri davanti a lui e fissarlo con espressione intimidatoria.             

"Era l´unico modo per farvi ascoltare la ragione." rispose lo psichiatra, a braccia conserte. "Ma se, dopo tutto questo tempo, ancora non vi rendete conto di come funzionano le cose qui a Reborn City, saró contento di darvene un´ulteriore dimostrazione. Prego... venite con me."

Raichu, Luxray ed Electivire coprirono il dottore mentre, con assoluta nonchalance, voltava le spalle al gruppo di Vera e risaliva le scale da cui era venuto, e dalle quali le esclamazioni e le voci dei bambini continuavano a provenire. Con prudenza, giusto per essere sicuri che Vera e i suoi compagni non tentassero nulla, i tre Pokemon Elettro seguirono il loro allenatore, con Electivire che si girava per fare cenno agli intrusi di non attardarsi.

"Bene... e adesso, cosa dovremmo fare?" chiese Hitomi, senza cambiare il suo tono piatto e un po´ strafottente. "Se volete la mia, il vecchio barbagianni ci sta attirando dritti in trappola."

"Avevamo comunque intenzione di affrontarlo, quindi... io dico di seguirlo." affermó Vittoria, senza dare l´impressione di aver avuto bisogno di tanto tempo per rfletterci. "Andiamo, amici. Cosí vi renderete conto con i vostri occhi di come fanno le cose, in questo posto schifoso."

"Blaziken..." disse Blaziken, sfoderando gli artigli. Lui e Vera si guardarono negli occhi, annuirono l´uno verso l´altra, e cominciarono a seguire il Dr. Connal e i suoi Pokemon verso il piano superiore, passando accanto ai secondini spaventati che non osavano alzare un dito contro di lei...

"Speriamo di non dovercene pentire..." disse tra sé la piccola coordinatrice.
 

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Gli uomini dell´orfanotrofio avevano combattuto vigorosamente... ma alla fine, gli attacchi dei Pokemon di Heather, Shelly ed Ortilla si erano rivelati troppo potenti, e la furia con cui colpivano aveva infine messo in minoranza i loro avversari! L´Altaria della piccola coordinatrice si stava facendo onore, e in quel momento stava usando un preciso ed efficaceattacco Aeroassalto, afferrando uno Stunky nemico tra le zampe e poi scaraventandolo contro il terreno! Scraggy, a sua volta, stava mettendo a frutto l´addestramento ricevuto: era al momento impegnato a combattere contro un Golett, un Pokemon simile ad una statua d´argilla dal corpo tondeggiante, con tozze braccia e gambe ed una testa rozzamente scolpita con soltanto un paio di occhi giallini.

"Golett, attacca con Mega Pugno!" esclamó l´attendente. Il Pokemon Terra/Spettro tiró indietro il braccio sinistro, caricandosi per mezzo secondo prima di sferrare un pugno tremendo che Scraggy riuscí a malapena ad intercettare, puntando i piedi a terra e usando entrambe le mani per bloccarlo! La potenza del colpo di Golett fu tale che Scraggy venne spostato dal punto dove si trovava malgrado i suoi migliori sforzi, e venne trascinato indietro per quasi due metri, mentre il suo avversario tirava indietro l´altro braccio per sferrare un altro colpo come quello.

Ma Ortilla, grazie agli allenamenti che aveva fatto, riuscí a cogliere il momento piú opportuno per reagire.

"Adesso, Scraggy! Attacca con Sgranocchio!" esclamó la bambina dai capelli turchini. Scraggy strinse gli occhi e, con un movimento rapido e deciso delle braccia, devió il braccio sinistro di Golett e fece perdere l´equilibrio a Pokemon Statuanima, che annaspó in preda alla sorpresa e cercó di rimettersi in guardia. Ma ormai, il suo avversario era riuscito a sgusciargli tra le braccia e ad avvicinarsi a lui, aprendo la bocca e rivelando i suoi incisivi acuti!

Un attimo dopo, Scraggy mise a segno una raffica di morsi contro Golett e lo fece barcollare! Il Pokemon Statuanima sembró per un attimo contorcersi sotto l´attacco di Scraggy, e dopo un pao di secondi, si abbatté al suolo privo di sensi!

"Scrrrrrraggy!" esclamó soddisfatto Scraggy, tenendo le braccia incrociate mentre Ortilla applaudiva entusiasta. Alty atterró vicino a lui, e i due Pokemon si guardarono fieramente negli occhi e si diedero il cinque!

"Altar altar!"

"Scrrrrraggy!"

"Bravi, ragazzi! Ottimo lavoro!" esclamó Ortilla, che ora non aveva piú avversari a cui badare. "Adesso vediamo un po´ come se la stanno cavando Shelly ed Heather..."

Il Vibrava di Heather stava combattendo con determinazione, opponendosi ai poderosi attacchi di un Klang nemico e colpendolo con un potente attacco Geoforza. Gli occhi del Pokemon formicaleone si illuminarono di giallo, e il terreno sotto il Klang nemico sembró ribollire per una frazione di secondo prima che da esso scaturisse una colonna di luce gialla, colpendo il nemico e mandandolo a terra! Piú in lá, la Yanma di Shelly stava affrontando un Tranquill, inducendolo a seguirla in un inseguimento mozzafiato vicino al soffitto della grande sala! La libellula gigante, piú agile del suo avversario, descriveva in aria delle spettacolari acrobazie, inducendo il Tranquill nemico a sprecare le sue forze nel tentativo di raggiungerla...

"Accidenti, resta ferma una buona volta!" esclamó l´allenatore di Tranquill. "Le vostre azioni indisciplinate non gioveranno a nessuno! Avanti, Tranquill, usa Eterelama!"

"Quill!" Il Pokemon simile ad un fagiano grigio sferró un fendente in aria con una delle sue ali e scaglió contro Yanma un proiettile energetico di colore argentato e a forma di falce di luna... ma Shelly aveva giá pronto il suo contrattacco!

"O-okay... forza, Yanma, usa Doppioteam... e poi Forzantica!" disse Shelly dopo un mezzo secondo di esitazione. La libellula gigante si spostó lateralmente... e creó alcune immagini illusorie di sé stessa, una delle quali venne raggiunta dall´attacco Eterelama, infrangendosi in tanti pezzetti... ma mentre Tranquill riprendeva quota per tentare di nuovo, Yanma mosse le sue ali e creó alcune rocce luminose ai propri lati, per poi scagliarle con letale precisione contro il suo avversario! Tranquill sgranó gli occhi e sbatté le ali in un tentativo di evitare l´attacco... ma ormai era troppo lanciato per proteggersi, e venne centrato in pieno dall´attacco Forzantica, stridendo di dolore prima di abbattersi al suolo privo di sensi, mentre le rocce create da Yanma scomparivano come se non fossero mai esistite!   

Noel ed Anna erano rimasti ad assistere alla battaglia... e non appena videro che le loro amiche avevano vinto, la bambina dai capelli neri scattó in piedi e cominció ad applaudire, mentre Noel abbozzava un sorriso. "Si´! Te l´avevo detto, fratellino Noel, che ce l´avrebbero fatta! Dovresti dare piú ascolto a quello che dice Nostra!" esclamó Anna, abbracciando il suo Jirachi di peluche!

"Devo ammettere che hanno fatto un ottimo lavoro..." disse Noel senza scomporsi piú di tanto.

"Sí! Bel colpo, Yanma!" esclamó Shelly con un sorriso radioso. "Ancora.. ancora non riesco a credere che abbiamo vinto cosí..."

E le sorprese gradite non erano ancora finite. Yanma si voltó verso Shely, emettendo un ronzio acuto e festante... e un attimo dopo, il suo corpo emanó un´aura di luce che la avvolse completamente, racchiudendola in una sfera lucente che sprigionó raffiche di luce in ogni direzione! Stupita ed eccitata, Shelly si protesse gli occhi con una mano per vedere cosa stesse accadendo, e vide il corpo della sua Pokemon Alachiara diventare ancora piú grande di quanto giá non fosse, irrobustirsi e infine emergere dalla crisalide di luce come una creatura nuova ed ancora piú maestosa!

Con un ronzio assordante, un nuovo Pokemon prese il volo davanti a Shelly e alle sue compagne, altrettanto piacevolmente sorprese! Come la sua versione pre-evoluta, era una libellula gigante, ma adesso raggiungeva una lunghezza di quasi due metri, ed era di un colore verde molto piú scuro. Sulla testa aveva una cresta grigia triangolare, arrotondata, seguita da altre due creste sui primi tre segmenti del dorso e da un'ultima sull'estremità della coda, che terminava con una biforcazione. Le sue ali erano bianche con la punta rossa, oltre a due alette bianche sulla coda. Aveva sei zampe, tre per lato, come la sua versione pre-evoluta, e due enormi occhi rossi divisi in tre sezioni da una linea nera a forma di T. La sua bocca presentava un paio di mascelle corte e bianche, simili a zanne acuminate.

"Sei contenta, Shelly?" esclamó Heather con un cenno di soddisfazione. "La tua Yanma é evoluta in una Yanmega!"

"Accidenti, che Pokemon impressionante..." affermó Ortilla. Mentre lei dava un´occhiata al suo Pokedex, Yanmega scese giú, lasciandosi abbracciare da un´entusiasta Shelly.

"Yanmega, il Pokemon Libellorco. Tipo Coleottero/Volante. Forma evoluta di Yanma." spiegó il Pokedex. "Si evolve da una Yanma che conosce la mossa Forzantica. La forza della sua mascella è incredibile. Trancia i nemici mentre vola a grande velocità. Agitando le ali crea onde d'urto che travolgono i nemici. Ha talmente tanta forza nelle ali che quando spicca il volo abbatte gli alberi a colpi d'ala."

Yanmega emise un ronzio di vittoria, e guardó severamente gli attendenti del Dr. Connal, sfidandoli con lo sguardo dei suoi occhi compositi. "Ugh... abbiamo perso..." grugní un attendente, richiamando i suoi Pokemon. "E contro questo branco di mocciose, per giunta."

Heather ghignó leggermente, accarezzando la testa del suo Vibrava, che rispose accoccolandosi su di lei. "Un branco di mocciose... che hanno guidato i loro Pokemon in vere battaglie, invece di fare come voi e il dottore, che li usate solo per fare del male a chi non puó difendersi!"

"Io... io non sono certo una che brilla per autostima..." cominció a dire Shelly, sempre coccolando la gigantesca Yanmega come se fosse un cucciolotto un po´ troppo cresciuto. "Ma... ma anch´io posso dirvi senza esitazione che quello che fate é sbagliato! Non state facendo del bene a nessuno... mettendo in carcere quei bambini!"

"Mocciosa insolente, cosa vuoi saperne tu?" esclamó un altro dei secondini, per poi voltarsi verso gli ingressi presidiati da Cain e Pietro. "Colleghi, abbiamo bisogno di aiuto..."

Con un moto di orrore, l´attendente si accorse che i due membri della resistenza erano ancora in piedi assieme ai loro Weezing e Relicanth... mentre il resto degli scagnozzi del Dr. Connal era a terra priva di sensi, o stava richiamando i loro Pokemon altrettanto malridotti! I due ragazzi si diedero un cinque, e Cain rivolse agli avversari di Ortilla e delle altre due ragazzine un sorrisetto di scusa ironica.

"Tanto spiacente, tesori... ma credo che i vostri colleghi al momento siano un tantino indisposti!" affermó il giovane esperto di Pokemon Veleno. "Potete anche minacciare di trattenere il fiato ino a diventare blu, ma non credo vi aiuteranno granché, in ogni caso."

"Comunque, abbiamo suonato dell´ottima musica." fu la risposta altrettanto ironica di Pietro. "Quello che io chiamo un rock and roll come si deve!"

L´attendente strinse i denti dietro la mascherina da chirurgo che indossava. "Hmph... come sempre... le vostre azioni sono dettate dall´impulsivitá e da un senso della giustizia primitivo ed infantile che vede tutto in bianco e nero." esclamó con rabbia impotente. "Il Dr. Connal lo ha sempre detto!"

"Ma davvero?" rispose la voce di una ragazza piú grande, che arrivó pochi istanti dopo dal corridoio che Cain aveva bloccato. Heather sorrise sollevata quando riconobbe Charlotte, che uscí dal corridoio salutando tutti con una mano... e tenendo sotto l´altro braccio uno scatolone che conteneva alcune Pokeball... e un pacchetto di sigarette! "Bene, in questo caso, lasciatemi dire le cose come stanno. Voi siete i cattivi, e noi siamo qui per salvare i bambini che voi segregate... come avete fatto con me quando io e le mie sorelle abbiamo perso i nostri genitori!"

"Charlotte!" esclamó Anna. "Allora... allora hai trovato i nostri Pokemon?"

"Charlotte... meno male che stai bene!" fu la risposta di una sollevata Heather. "Mi ero davvero preoccupata quando sono venuta a sapere che ti avevano ricatturata..."

La ragazzina dai capelli rossi salutó anche Pietro e Cain. "Beh, sí, ho avuto un paio di giorni un po´ no, con qualche scarica elettrica e tutto il resto... ma come vedete, adesso sto bene! E... sí, ho trovato tutti i nostri Pokemon e le mie sigarette! Adesso abbiamo tutto quello che ci serve per andare ad affrontare il Dr. Connal!"

"Con delle sigarette?" chiese Cain, piú divertito che veramente preoccupato. "Sei davvero un pessimo esempio per i bambini a casa, lo sai, cara?"

"Pensa per te, principessa!" lo prese ingiro Charlotte... al che Cain esplose in una risata divertita, mentre Pietro tirava fuori una chitarra da chissá dove e cominciava a strimpellarla! "Beh, che ho detto di tanto divertente?"

"Hahahahaaaa! Questa é proprio carina! Io, una principessa? Non male come idea!" esclamó... prima di cominciare a canticchiare al ritmo della musica di Pietro, quasi che i due avessero giá organizzato questo numero in previsone di quella scena! "Un giorno il mio principe verraaaaá... e sul suo cavallo bianco mi porteraaaaaá... Charlotte, mia cara, vuoi essere il mio principe?"

Il Weezing di Cain guardó da un´altra parte facendo finta di non conoscerlo quando il giovanotto dai capelli viola si mise su un ginocchio e prese educatamente la mano di Charlotte, facendole scendere una grossa goccia di sudore dalla nuca! "Ehm... sí, certo, come no..." mormoró sarcastica, notando le diverse espressioni dei suoi compagni. Shelly sembrava soffocare le risate, la sua Yanmega ronzava con espressione confusa... Heather si era voltata di spalle a borbottare qualcosa, e il suo Vibrava scuoteva la testa incredulo... mentre Ortilla, Alty e Scraggy restavano in silenzio stupefatti.

Intanto, Noel ed Anna si erano avvicinati, recuperando ciascuno due Pokeball dalla cesta che Charlotte aveva con sé. "Okay! Adesso abbiamo anche i nostri Pokemon!" esclamó contenta la bambina dai capelli neri. "Allora... adesso cosa facciamo, ragazzi? Andiamo ad aiutare Vera e gli altri?"

"Sarebbe anche ora, stiamo perdendo un po´ troppo tempo qui con queste sciocche rime..." borbottó Heather con una buffa venuzza pulsante sulla fronte.

"Con molto piacere!" rispose Charlotte, recuperando le sue tre Pokeball dalla cesta e mettendosi il pacchetto di sigarette in tasca. Nei suoi occhi brillava una luce di vendetta che per un attimo fece rabbrividire Noel. "Ora vedrete che fine faranno il buon dottore e i suoi uomini! Hanno finito di fare i duri!"
 

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CONTINUA...

Note dell´autore: Ce l´ho fatta! Ecco a voi il nuovo capitolo! In realtá speravo anche di metterci di meno, ma... intanto abbiamo iniziato a vedere l´attacco all´orribile orfanotrofio del Dr. Connal, e nel prossimo episodio... vedremo finalmente come il buon dottore se la cava quando ha a che fare con qualcuno che puó opporsi a lui! Intanto, la Yanma di Shelly si é evoluta, e adesso, quanto meno, la situazione sembra cominciare a girare per il verso giusto!

Quindi... restate in attesa, il prossimo capitolo arriverá il prima possibile...

...

Ma prima, faró in modo di pubblicare il primo capitolo di XY Reload!

Ebbene sí, amici fan di Pokemon, il momento é quasi giunto! E chissá che non pubblichi una scaletta delle storie che ho intenzione di scrivere per la mia epica saga di Pokemon! :)

Ma per adesso, spero semplicemente che questo capitolo vi sia piaciuto. A presto, e se potete lasciarmi una recensione... vi saró grato anche per questo!            
   

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Capitolo 28
*** Battaglia! La sfida elettrica del Dr. Connal ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 28 - Battaglia! La sfida elettrica del Dr. Connal
 
 
"Molto bene, signori. Volevate vedere con i vostri occhi cosa facciamo in questa rispettabile casa di cura." disse il Dr. Connal, con la stessa, monolitica certezza con cui diceva quasi ogni cosa. "Ecco. Potete vederlo con i vostri stessi occhi."
 
Vera, Max, Drew, Hitomi, Ortilla e Vittoria stavano effettivamente vedendo con i loro stessi occhi cosa stava succedendo tra quelle quattro mura... e la realizzazione fu talmente terribile e scioccante che per diversi secondi non riuscirono a fare alcun commento, limitandosi a guardare con orrore le due file di celle che costeggiavano il lungo corridoio nel quale il losco psicoterapeuta li aveva condotti.
 
Sembrava di essere nel corridoio di una prigione di massima sicurezza. Era completamente spoglio, a parte le lampade appese al soffitto che proiettavano una luce fioca sulle pareti bianche, sul pavimento copertop di piastrelle di marmo grigio... e sulle sbarre di acciaio grigio meticolosamente pulito delle celle! Ogni cella era un cubo di poco piú di quattro metri di lato, contenente nient´altro che un pagliericcio sul pavimento, con delle coperte che suggerivano il suo utilizzo come letto; un tavolo di legno levigato, una sedia accanto ad esso... e dei servizi igienici. Per il resto, oltre ad essere terribilmente piccole, le celle erano tristemente spoglie, e il fatto che fossero anche pulite ai limiti dell´ossessione riusciva soltanto a renderle piú desolate.
 
Ma la cosa piú terrificante era che la maggior parte di quelle celle erano occupate: bambini, bambine, ragazzi e ragazze la cui etá probabilmente non usciva dall´intervallo tra sei e sedici anni... e che in quel momento stavano avendo reazioni diversificate ma altrettanto inquietanti all´arrivo di Vera e dei suoi compagni. Alcuni di loro si erano precipitati alle grate delle loro celle, afferrando le sbarre ed implorando di essere liberati... mentre altri, dopo aver dato un´occhiata al gruppo di Vera, si erano messi seduti a terra in spettrale silenzio, avendo perso giá da tempo ogni speranza che qualcuno li salvasse da quel luogo infernale...
 
Vera spalancó gli occhi, agghiacciata. Si era aspettata che avrebbe visto qualcosa di terribile... ma questo spettacolo era quasi irreale nella banalitá del suo orrore.
 
"Questi miei pazienti che vedete..." proseguí il Dr. Connal, indifferente alle reazioni dei suoi ospiti. "Sono tutti ragazzi orfani che io e i miei collaboratori abbiamo salvato dalla strada. I loro genitori sono sfortunatamente periti per un motivo o per l´altro, e lasciati a loro stessi, sicuramente tutti questi bambini avrebbero preso una cattiva strada. Si sarebbero uniti a qualche banda di strada, o magari sarebbero sprofondati nella disperazione, e si sarebbero tolti la vita. Io e i miei collaboratori stiamo facendo del bene a questi ragazzi, prendendoli con noi e facendo in modo che ricevano tutte le cure necessarie al loro benessere fisico e psicologico." si voltó verso i ragazzi di Hoenn, fissandoli severamente con i suoi penetranti occhi grigi. "Adesso sapete quello che succede dietro queste mura. Noi stiamo facendo del bene a questi ragazzi. Il vostro scalcinato gruppetto di ribelli dice di volerli aiutare... hah! Risibile! E come li vorreste aiutare, di grazia? Voi non avete le conoscenze necessarie per curare i loro disturbi e per assicurare che non vi ricadranno. Voi vi riempite la bocca di belle parole come libertá, rispetto delle scelte altrui... diritto di scelta... tsk, nient´altro che sciocchezze dette da chi non sa come gira il mondo e crede di essere un eroe. Ma il vostro modo di fare non fa altro che danni."
 
Vera aveva ascoltato i discorsi dello psichiatra con un misto di rabbia ed orrore... ma adesso non poteva piú restare zitta e lasciarlo parlare. Connal poteva usare tutte le belle parole che voleva... ma i fatti restavano quelli che erano. Lui e i suoi scagnozzi stavano rapendo bambini e ragazzi e li stavano rinchiudendo in quella specie di campo di concentramento... e bastava guardare le espressioni sui volti dei pazienti per rendersi conto che il rimedio del Dr. Connal era ben peggiore del male.
 
La ragazzina castana fece per dire la sua... ma si bloccó con un piccolo sobbalzo di sorpresa quando Drew prese la parola prima di lei.
 
"Dei danni, lei dice... Dr. Connal?" chiese retoricamente. La calma nella sua voce tradiva la sua rabbia e la sua indignazione per l´ingiustizia a cui stava assistendo. "E lei, allora? Cosa crede di stare facendo, a questi ragazzi? Li ha rinchiusi in questo carcere, e da quanto ho sentito dire, lei periodicamente li fa torturare dal suo Raichu con delle scariche elettriche. E´ evidente che lei non sa cosa farsene del giuramento dei medici... sbaglio, o una delle sue voci dice di ´astenersi dal recare danno od offesa´?"
 
"Ben detto, Drew." commentó Vera con espressione seria.
 
Drew ebbe l´impressione che il Raichu che accompagnava Connal stesse abbassando lo sguardo... ma il suo allenatore non sembró in alcun modo scosso dal rimprovero del ragazzo dai capelli verdi, e anzi rispose a tono. "Nulla di quello che sto facendo qui reca danno od offesa a qualcuno." rispose. "Il nostro scopo é quello di salvare quante piú vite possibili, impedendo a questi ragazzi di gettarle via. E per quanto riguarda quella che voi definite tortura elettrica... vi informo che la terapia tramite elettroshock é riconosciuta dall´ordine dei medici come uno dei metodi di cura piú validi per numerosi disturbi psicologici!"
 
Nonostante il dottore si stesse mantenendo calmo, ai ragazzi di Hoenn sembró che verso la fine si stesse infervorando... non che la cosa cambiasse la realtá dei fatti, in ogni caso. Alcuni degli internati si erano alzati dai loro posti, e si erano uniti a quelli che giá chiamavano a gran voce i loro soccorritori.
 
"Voi dite che io torturo questi ragazzi." continuó il Dr. Connal. "Non posso negare che alcune delle mie terapie siano alquanto dirette e possano provocare dolore. Ma il medico pietoso perde il paziente. Nel nostro lavoro, a volte é necessario compiere delle azioni drastiche per salvare la vita dell´ammalato. E io... io ho studiato per anni per conseguire il mio dottorato e aiutare a migliorare le condizioni di vita dei ragazzi di Reborn. Nel mio lavoro c'é amore. Un giorno, tutti i ragazzi che voi definite miei prigionieri si ricorderanno che é stato solo grazie alle cure che hanno ricevuto qua dentro se hanno avuto salva la vita... e non permetteró a dei marmocchi presuntuosi che credono di capire tutto... di dirmi cosa é giusto o sbagliato!"
 
Drew scosse la testa, disgustato e scioccato. Quell´uomo era talmente pazzo da essere sinceramente convinto di stare torturando quei bambini e quei ragazzi per il loro bene.
 
"Lei é pazzo, Dr. Connal!" esclamó Vittoria, non vedendo piú alcun motivo per trattenere le sue opinioni! La giovane esperta di arti marziali fece un passo avanti e parló con una tale foga da far fare un salto a Max ed Hitomi. "Lei é completamente pazzo! Non si rende conto di cosa sta facendo? Ha guardato le espressioni sui volti dei suoi pazienti? Le sembrano davvero le espressioni di persone che stanno bene? Guardi con attenzione quei ragazzi, e si renderá conto che le sue azioni non stanno facendo che traumatizzarli ancora di piú!"
 
"Rai, raichu?" esclamó il Pokemon Elettro, passando rapidamente dalla malinconia all´allarme. Si mise in guardia, in caso la ragazza fosse intenzionata ad attaccare o a mandare uno dei suoi Pokemon.
 
Per un attimo, anche il Dr. Connal sembró stupefatto della reazione di Vittoria... ma si calmó quasi subito, tornando alla sua irremovibile, inquietante sicurezza. "La tua irrazionalitá non fa che mettere ancora piú in evidenza la tua arroganza, bambina." affermó. "Tu vorresti imporre la tua ingenua definizione di giustizia su di me, nell´infantile tentativo di apparire superiore. Una sciocca vanitá da cui avresti dovuto giá liberarti da tempo."
 
"Non cerchi di confonderci con la sua parlantina, dottore!" esclamó Hitomi. "Noi siamo qui per salvare questi bambini da lei... e dal Team Meteora!"
 
Connall non sembró sorpreso dal fatto che la resistenza giá sapesse del fatto che stesse collaborando con l'organizzazione criminale che spadroneggiava su Reborn. "Hmph. Quindi sapete giá dei miei collaboratori, eh? Il Team Meteora é un male necessario per tenere questa caotica cittá sotto controllo, e una volta che avranno raggiunto i loro scopi, sará molto piú semplice proteggere il futuro di innumerevoli giovani che adesso vagano senza scopo per le strade di questa cittá. Ma immagino che voi siate troppo egoisti e miopi per comprendere che il bene dei molti é piú importante del bene di pochi. In tal caso, vi affronteró e vi daró la lezione di umiltá che meritate."
 
Drew fece un passo in avanti, mettendosi al fianco di Vittoria. "Bene... quand´é cosí, saremo io e Vittoria ad affrontarla." disse il giovanotto dai capelli verdi, tenendo in mano una Pokeball. Si voltó per un attimo verso Vera e i tre allenatori piú giovani, e fece loro cenno che era tutto sotto controllo. "Vera... voi, state attenti agli scagnozzi di Connal e fermateli se tentano qualcosa... e se possibile, cercate di liberare i pazienti!"
 
"Certo! Non c´é nemmeno bisogno di dirlo, Drew!" esclamó la bambina castana. "Andiamo, Max! Hitomi!"
 
"C-certo! Alty, cerchiamo di liberare questi bambini!" esclamó Ortilla, mandando il suo Pokemon piú fidato a cercare di aprire le celle. Alty stridette e si lanció su una porta, strappando letteralmente via il lucchetto con un poderoso attacco Dragartigli che andó a segno con un tremendo rumore di metallo strappato!
 
"Subito!" esclamó il bambino con gli occhiali, con il suo Gardevoir giá al suo fianco. L´elegante Pokemon Psico illuminó gli occhi di luce azzurra e cominció a far scattare i lucchetti delle gabbie con i suoi poteri mentali, permettendo ai prigionieri di uscire da lí... ma il Dr. Connal, che si stava preparando a combattere con Drew e Vittoria, non fece una piega. 
 
"Posso anche lasciarvi fare, ragazzini arroganti. So per certo che non andrete lontano." affermó. "Molto bene. Allora, Raichu... Luxray... possiamo cominciare. Electivire, tu resta in riserva. Ti chiameró se sará necessario."
 
"Forza, ragazzi, dategli una lezione!" esclamó una ragazza da una delle celle, tifando per i componenti della resistenza.
 
"Quell´uomo cattivo mi ha fatto male! Fategliela pagare!" esclamó una bambina le cui braccia portavano ancora i segni di scariche elettriche.
 
Drew tiró fuori una Pokeball e fissó con decisione lo psichiatra criminale. "Li sente, Dr. Connal? Questo é quello che ha ottenuto con il suo modo di fare." affermó. "Tutti i suoi pazienti la odiano e stanno sperando che noi la sconfiggiamo e li tiriamo fuori di lí."
 
"Certo, questo é quello che pensano adesso... ma col tempo, sono sicuro che capiranno che ho fatto tutto questo per loro." affermó Connal. "E lo faró capire anche a voi, una volta che vi avró sconfitto."
 
"Luxrrrrray!" ruggí il leoncino elettrico. Una serie di lampi elettrici sfrecció sulla pelle di Luxray, che drizzó gli aculei sulla schiena in modo da sembrare piú grande di quanto giá non fosse. Il Raichu di Connal frustó il terreno con la coda e si sgranchí le nocche delle mani, per sottolineare di essere pronto a tutto.
 
"Prima peró dovrá sconfiggerci. E la informo che non sará molto facile." affermó Drew. "Tocca a te, Flygon. Mostra cosa sai fare."
 
"Gallade... conto su di te!" disse Vittoria, rivolta all´elegante Pokemon Psico/Lotta, che affiló tra loro le "lame" che aveva sulle braccia e si preparó. Drew aprí una delle sue Pokeball e ne fece uscire un ormai noto Pokemon Terra/Drago che ricordava un incrocio delle parti migliori di una libellula e un drago, che atterró agilmente sul terreno, e aprí le ali minacciosamente. Gallade fece cenno a Raichu e Luxray di farsi avanti, mentre attorno a loro altre porte delle celle scattavano, liberando le vittime del dottore.      
 
 
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"Relicanth, usa il tuo attacco Cascata!" esclamó Pietro. Il Pokemon simile ad un pesce preistorico lanció un breve grido di battaglia e si lanció contro i nemici - un Venomoth e un Nosepass - investendoli entrambi con impeto travolgente, e lasciandoli entrambi a terra, mentre il Weezing di Cain, dietro ordine del suo allenatore, scagliava un dirompente attacco Lanciafiamme che annerí un Watchog degli assistenti, mandandolo a terra! 
 
"Aaaaargh!" esclamó un attendente, tirandosi indietro nel momento in cui il suo Pokemon dovette cedere sotto gli incalzanti attacchi del Pokemon gassoso. "Ma chi sono questi ribelli? Come fanno ad essere cosí forti?"
 
Cain strizzó un occhio con fare sbarazzino e mosse un dito come per dire di no. "Tsk, tsk, tsk... una principessa deve avere i suoi segreti, no?" disse il giovanotto dai capelli viola. A quanto pareva, il nomignolo che Charlotte  gli aveva affibbiato, anziché offenderlo o imbarazzarlo, gli era piaciuto molto. "Bene, bene... ora, direi che non ce ne sono piú, vero, Pietro? Charlotte?"
 
"Direi di no, visto che tutti i loro Pokemon sono a terra..." commentó Pietro accarezzando il suo Relicanth. Il pesce preistorico sembró quasi sghignazzare... e quando un Primeape degli inservienti di Connal si rialzó e scattó a tutta velocitá verso di lui, in un poco ponderato tentativo di coglierlo di sorpresa, Relicanth lo colpí con la sua coda senza nemmeno voltarsi, mandandolo al tappeto! Il Pokemon Acqua/Roccia si fermó un attimo, giusto per fare un sorrisetto di scherno all´avversario battuto! "Bel colpo, Relicanth, vedo che quegli allenamenti ci sono stati davvero utili!"
 
"Relo!" esclamó allegramente il Pokemon celacanto. 
 
"Ed ora che questi fessi sono stati sistemati... mi prendo quello che volevo, se permettete." affermò Charlotte, avvicinandosi rapidamente a due scagnozzi che stavano richiamando i loro Pokemon sconfitti. I due individui si misero in guardia, temendo che Charlotte volesse prendersi la sua vendetta su di loro... ma la rossa passò oltre ed entrò negli uffici che i due avevano lasciato aperti dietro di loro, e si diresse verso alcuni scaffali nei quali erano stati disposti, in un ordine meticoloso, tutti gli effetti personali dei piccoli ospiri di quella terrificante struttura. Ogni scaffale aveva un nome associato ad esso... e Charlotte non ebbe difficoltà a trovare il suo, nel quale si trovavano le sue Pokeball e alcuni effetti personali, tra questi un paio di pacchetti di sigarette... "Aaaaah, adesso sì che si ragiona! Venite qui, belle mie! Non sapete quanto mi siete mancate! Heheheeee..." Afferrò le sue Pokeball e le sue sigarette, sghignazzando soddisfatta.
 
"Ugh... hai idea di cosa stai facendo, Charlotte?" uno degli inservienti di Connal cercò ancora una volta di indurla a più miti consigli, anche se in effetti non dava l'impressione di essere interessata ad ascoltarlo. "SAppi che il dottore non te la farà passare liscia! Quando tornerà, te la farà pagare cara!"
 
"See, see... intanto, prima di farmela pagare, mi dovrà prendere, e non sarà facile se io e i miei compagni ce la saremo già data a gambe." affermò Charlotte. "Intanto, andategli a dire questo da parte mia... che io e le mie sorelle lo ringraziamo così per tutti quegli anni d'inferno che ci ha fatto passare!" Poi, si rivolse a Noel e ad Anna, che erano rimasti un po' indietro a vedere come stavano andando i loro compagni, e fece loro cenno con la mano di venire. "Bambini! Venite, presto! Ora non ci sono più rompiscatole a darci fastidio... potete venire a riprendervi i vostri Pokemon!"
 
"Yuhuuuuu! Grazie, sorellona Charlotte!" esclamò tutta felice Anna, abbracciando il suo Jirachi di peluche mentre scivolava rapidamente tra Cain e Pietro. I due ragazzi fecero cenno a lei e al fratello gemello di non avere paura e di andare pure a riprendere le loro Pokeball. "Sapevamo che sei la migliore! Allora... adesso andiamo via da qui? Nostra dice che non ce la fa a stare qui un attimo di più!"
 
"E neanche noi, quindi tra non molto ce ne andremo." lo rassicurò Pietro. "Ma prima... dobbiamo fare in modo che il buon dottore e i suoi sgherri non riescano ad inseguirci tanto facilmente. Che dici, Cain, mio vecchio amico? Andiamo a suonare un po' di rock 'n roll nelle orecchie al Dr. Barbagianni?"
 
"Questa me la devo segnare... Dr. Barbagianni, eh?" chiese Noel, sorridendo velatamente mentre lui ed Anna recuperavano le loro Pokeball. "Va bene, amici... finalmente possiamo andarcene da qui! Cain... voi sapete già dove andare, vero?"
 
"Sì, tranquillo, Noel!" affermò il ragazzo dai capelli viola, con decisione. "I nostri compagni hanno già preparato delle vie di fuga, e tutti gli orfani di questo posto saranno tenuti sotto la tutela della nostra cellula di resistenza finchè non avranno trovato delle famiglie disposte ad adottarli. E se poi vorranno restare con noi, saranno i benvenuti! Ma per adesso... pensiamo a togliere le tende e a fare un po' di confusione, in modo che gli scagnozzi del Dr. Barbagianni perdano un po' di tempo."
 
"Credo comunque che i nostri amici là di sopra stiano già facendo un buon lavoro..." disse Shelly un po' incerta, mentre lei ed Heather si riunivano al gruppo.
 
 
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Heather aveva ragione. Il gruppo di Vera stava veramente dando del filo da torcere al Dr. Connal. Mentre Drew e Vittoria affrontavano il losco psichiatra e i suoi Pokemon Elettro, i Pokemon degli altri liberavano i bambini e i ragazzi rinchiusi nelle celle. La maggior parte scattava su come se fossero rinati, e cercava come poteva di dare una mano... ma alcuni, ormai tristemente rasseganti al loro destino, restavano seduti mestamente per terra nelle loro celle. 
 
Il Flygon di Drew e il Gallade di Vittoria stavano combattendo con vigore contro il Raichu e il Luxray del dottore, mentre i rispettivi allenatori davano loro gli ordini. Il Dr. Connal, tuttavia, si stava rivelando un allenatore molto più esperto dei suoi attendenti, e stava dando parecchio filo da torcere ai due allenatori della resistenza.
 
"Raichu, attacca con Breccia." esclamò lo psichiatra, indicando il Flygon di Drew al suo Pokemon più forte. "Luxray, colpisci Gallade con Fulmindenti!"
 
"Rai raichu!" esclamò la versione evoluta di Pikachu, lanciandosi contro Flygon e sferrando un colpo di taglio, mentre Luxray cercava di chiudere le sue fauci elettrificate sul braccio destro di Gallade, mentre quest'ultimo provava un attacco Assorbipugno. Il diretto del Pokemon Psico/Lotta andò a vuoto quando Luxray si scansò all'ultimo momento, e il pugno assorbi-energia sfrecciò accanto alla sua testa senza fargli nulla... poi, il leoncino elettrico azzannò il braccio dell'avversario, trasmettendogli una dolorosa scarica elettrica!
 
"Gall... GALLADE!" esclamò Gallade, lottando per liberarsi il braccio dalla stretta dell'avversario. Luxray piantò le zampe a terra e tirò dalla parte opposta, continuando a trasmettere una scarica elettrica all'avversario...
 
"Adesso spingi, Gallade! Usa il suo impeto contro di lui!" esclamò Vittoria, mettendo a frutto la sua esperienza nell'aikido. Il Pokemon Psico/Lotta obbedì rapidamente e spinse in direzione di Luxray, sbilanciandolo e costringendolo a mollare la presa! Ma il Pokemon Occhiluce non restò sbilanciato a lungo, e dopo essersi dato lo slancio con le zampe posteriori, si scagliò nuovamente contro Gallade, mettendo a segno un attacco Sgranocchio!
Raichu, invece, stava calando un potente colpo di taglio sul Flygon di Drew... che ad un cenno del suo allenatore svolazzò di lato e scansò il colpo, facendo barcollare per un attimo il Pokemon Elettro. Drew riconobbe il momento giusto per agire, e diede un ordine al suo Pokemon...
 
"Adesso attaccalo con Dragartigli, Flygon!" esclamò il giovanotto dai capelli verdi, e il Pokemon Terra/Drago drizzò fieramente le antenne prima di darsi lo slancio verso l'avversario, alzando una zampa avvolta di fiamme multicolore per calare un fendente fenomenale...
 
"Raichu, Codacciaio!" esclamò rapidamente Connal. "Luxray, torna indietro e usa Campoelettrico!"
 
Il Raichu di Connal, con una rapidità che faceva capire che non era la prima volta che lo faceva, mosse la sua lunga coda, la cui estremità scintillò brevemente prima di diventare dura come l'acciaio... e colpì il Flygon di Drew un attimo prima che questo potesse mandare a segno il suo attacco! Il Pokemon Magico emise un verso di dolore e sorpresa prima di essere sbalzato via e finire a terra, mentre Drew guardava stupefatto.
 
"Siete sorpresi?" disse Connal. "E questo è ancora niente."
 
Il Luxray di Connal, in effetti, aveva un altro asso nella manica, una mossa che nè Drew nè Vittoria avevano mai visto. Puntò le zampe a terra prima che Gallade potesse attaccare di nuovo, e dal suo corpo scaturirono dei lampi di luce gialla che si diffusero crepitando tutt'attorno, fino quasi a toccare le sbarre delle celle. A giudicare dall'espressione sicura di Connal, Drew si rese conto che aveva fatto apposta: aveva fatto manovrare il suo Luxray in modo che quell'inusuale effetto occupasse tutto il corridoio senza che le celle, e quindi i pazienti che si trovavano al loro interno, venissero investite dalla scarica.
 
"Cosa? Ma che significa?" chiese Ortilla, il cui Altaria si ritirò appena in tempo per evitare di entrare nella zona elettrificata. "Che mossa è mai quella? Non ricordo di averla mai vista prima d'ora!"
 
"Campoelettrico?" chiese retoricamente il Dr. Connal. "In realtà, non è nulla di così straordinario. Si tratta semplicemente di una nuova mossa che Luxray è stato scoperto poter imparare di recente. Impedisce ai Pokemon di addormentarsi, e potenzia l'effetto delle mosse Elettro. Raichu, attacca Gallade con Raggioscossa!"
 
"Raichuuuuu!" esclamò Raichu, drizzando la coda sopra la testa come uno scorpione e scagliando da essa un raggio di crepitante energia gialla che raggiunse Gallade in pieno petto, scagliandolo via e facendolo schiantare contro il muro dietro di lui! Il Pokemon Psico/Lotta emise un lamento acuto e scivolò in ginocchio, vibrando ancora un po' per lo shock. 
 
"Oh, no... Gallade!" esclamò Vittoria.
 
"Adesso, Luxray... attacca Flygon con Troppoforte!" esclamò Connal. Immediatamente, il potente Pokemon Elettro simile ad un leoncino si scagliò a tutta velocità contro il Pokemon Magico... ma Drew si era già riavuto dallo stupore, e reagì con prontezza.
 
"Flygon, usa Fossa e vai sottoterra!" esclamò il ragazzo dai capelli verdi. "Devi evitare quell'attacco ad ogni costo!"
 
"Fly, fly!" esclamò il Pokemon Magico, scavando rapidamente e infilandosi in un tunnel appena in tempo per evitare l'assalto di Luxray... per poi riemergere di colpo non appena fu sicuro che Luxray fosse sopra di lui! Ma ancora una volta, i Pokemon di Connal reagirono con prontezza e in maniera inaspettata: nel momento in cui Flygon era ad un pelo dal mettere a segno il suo attacco, Luxray si piegò sulle zampe e saltò all'indietro, eseguendo una spettacolare capriola che lo portò a diversi metri di distanza dal nemico, che riemerse dalla fossa e lo guardò atterrare elegantemente, senza poter fare nulla per attaccarlo.
 
"Mi credete così ingenuo? So bene qual è l'unico punto debole dei Pokemon Elettro, e cioè gli attacchi di tipo Terra." affermò il Dr. Connal. "Ho addestrato i miei Pokemon appositamente perchè fossero in grado di reagire nella maniera più pratica ed efficace nel caso subissero uno di questi attacchi. Luxray, cambia bersaglio e attacca Gallade con Sprizzalampo! Raichu, Segnoraggio su Flygon."
 
"Rrrrrrayyyyyy!" esclamò il Pokemon Occhiluce, usando un'altra mossa che Drew non aveva mai visto, e che in qualche modo ricordava una versione più debole del Locomovolt di Pikachu: Luxray scattò di corsa verso il suo avversario, e attorno al suo corpo si accese una sfrigolante aura di fulmini che abbagliò i più vicini, costringendoli a distogliere lo sguardo! Un istante dopo, Luxray si lanciò contro Gallade, che sembrava destinato a soccombere davanti alla dirompente potenza di quell'attacco... mentre Raichu alzava di nuovo la coda e scagliava un potente raggio di energia multicolore contro il Flygon di Drew!
 
"Gallade... Destinobbligato!" esclamò Vittoria all'ultimo momento, rendendosi conto che Gallade non avrebbe potuto reggere ad un colpo simile. Immediatamente, il Pokemon Lama alzò un braccio, e un filo di luce rossa partì dal suo corpo e raggiunse quello di Luxray un attimo prima che quest'ultimo potesse raggiungerlo... 
Con uno schianto assordante, Luxray impattò contro Gallade e scatenò una raffica di lampi elettrici che si diffusero per ogni dove nel corridoio, e il malcapitato Gallade venne scaraventato via come se non pesasse nulla... ma nello stesso momento, Luxray strabuzzò gli occhi e si sentì improvvisamente debole! Entrambi i Pokemon stramazzarono al suolo privi di forze, e il Dr. Connal aggrottò la fronte. Doveva ammetterlo, non aveva proprio pensato a quella mossa...
 
"Grazie, Gallade... e scusa se ti ho costretto a farlo." disse Vittoria, sorridendo un po' tristemente. Gallade aprì lievemente un occhio e annuì in direzione della sua allenatrice prima di essere riassorbito all'interno della sua Pokeball. 
 
Il Flygon di Drew, da parte sua, chiuse le ali davanti a sè e parò il Segnoraggio che Raichu gli aveva scagliato contro... poi prese il volo, cercando di staccarsi dal terreno che crepitava di energia elettrica. Per quanto lui, essendo di tipo Terra, fosse immune a mosse Elettro, tutto quel crepitare e formicolare lo distraeva e gli dava comunque fastidio. "E va bene... Flygon, cerca di coglierlo da un'altra angolazione! Non  farti prendere dal suo attacco Codacciaio!"
 
Flygon annuì e si sollevò in aria, evitando un altro raggio di energia colorato che Raichu cercò di puntargli contro... e poi scese giù in picchiata, cercando di abbrancare il temibile Pokemon Elettro. Quest'ultimo, più agile di quanto il suo aspetto tondeggiante non facesse pensare, si spostò di colpo e mandò a vuoto l'attacco di Flygon, per poi scagliarsi all'attacco mentre il Pokemon drago-insetto cercava di riprendere quota. 
 
"Hmph... non male quel trucco di Destinobbligato, ragazzina, ma ora anche il tuo Pokemon è fuori combattimento." disse Connal. "Raichu, attacca con Megapugno."
 
Raichu tirò indietro il braccio destro e fece per sferrare un tremendo pugno al Flygon di Drew... ma il ragazzo dai capelli verdi sembrava aver previsto quella mossa, e fece in modo che il suo Pokemon rispondesse a tono. 
 
"Adesso, Flygon! Usa Abisso!" esclamò Drew. Con uno scatto improvviso, Flygon abbattè la coda sul pavimento con violenza e fece in modo che una piccola voragine si aprisse sotto i piedi di Raichu, minacciando di farlo cadere! Si sentì un terrificante rumore di pietra che si sgretolava... e Raichu scivolò sull'orlo della fossa e stava per caderci dentro!
 
Ma ancora una volta, il Pokemon Elettro dimostrò di essere ben preparato. La sua coda a frusta sembrò diventare invisibile per un attimo, e il Pokemon Topo la avvinghiò attorno alle sbarre della cella più vicina, usandole come appiglio per evitare di precipitare! Poi, con la sola forza della sua coda, Raichu si sollevò e si diede lo slancio per scagliarsi contro il Flygon di Drew per sferrare il suo attacco Megapugno...
 
Questa volta, però, era stato Drew a cogliere l'avversario in contropiede. Certo non si aspettava che lo facesse in quel modo rocambolesco... ma aveva calcolato che Raichu non si sarebbe lasciato colpire tanto facilmente da Abisso!
 
"Perfetto! Adesso vediamo come schivi questo!" esclamò il ragazzo dai capelli verdi. "Flygon, colpisci con Oltraggio!"
 
"FLYYYYYYYYGON!" esclamò prontamente il Pokemon Magico. Il suo corpo venne improvvisamente avvolto da un'aura di luce purpurea, attraversata da lampi rossi... e un istante dopo, Flygon si gettò addosso a Raichu, cogliendo di sorpresa il roditore elettrico che si era aspettato una strategia più difensiva! Il Dr. Connal sgranò leggermente gli occhi quando Flygon cominciò a sfogare tutta la sua ira addosso all'avversario, centrandolo in pieno con una tremenda scarica di pugni, calci e colpi di coda che sballottarono violemente Raichu, fino ad un ultimo, tremendo fendente con la coda che scaraventò Raichu sul terreno, dove rimbalzò un paio di volte prima di restare disteso! Flygon atterrò con una capriola... e subito dopo si portò una mano alla testa per le vertigini provocate da quell'attacco, mentre le voci dei prigionieri che vedevano improvvisamente accendersi un barlume di speranza accamavano la resistenza! "Fly... gon... fly..."
 
"Ben fatto, Flygon... capisco che adesso tu sia stanco, e non te ne faccio una colpa." disse Drew, ben consapevole della controindicazione di Oltraggio. Guardò verso il Raichu del Dr. Connal, ancora disteso a terra vicino al suo allenatore. "Quel Raichu era davvero un avversario temibile. Non credevo che avremmo avuto bisogno di un attacco così potente per averne ragione."
 
Drew e Flygon fecero un sobbalzo per lo spavento quando il Raichu di Connal, emettendo un acuto squittio di rabbia e decisione, si rialzò con un colpo di reni, chiaramente indebolito dal colpo ma non ancora sconfitto!
 
"E infatti non avete avuto ragione del mio Raichu." commentò freddamente Connal, mentre il suo Electivire avanzava sgranchendosi le nocche delle mani ed entrava nel Campoelettrico che Luxray aveva attivato poco prima. "Anche se devo riconoscere che l'ultima volta che qualcuno ha messo così in difficoltà il mio Pokemon più forte, è stato parecchio tempo fa. Electivire, tocca a te. Insegna a questi ragazzini una lezione di rispetto. E temo che sarà dolorosa."
 
"Diavolo... ma di cosa è fatto, quel Raichu?" si chiese Drew. Il suo Flygon scosse la testa, cercando di scacciare la confusione provocata da Oltraggio e continuare a combattere. "Flygon, è meglio se ti riposi. Non credo tu sia in condizioni di combattere ancora, così come sei."
 
"Flygon..." disse Flygon, un po' deluso di non poter andare avanti, ma accettando comunque la decisione del suo allenatore. Il ragazzo dai capelli verdi fece rientrare il drago-insetto nella sua Pokeball... e fece uscire il suo Pokemon preferito. 
 
"Tocca a te, Roserade! Fatti valere!" esclamò, un attimo prima che l'elegante Pokemon floreale apparisse davanti a lui con una piroetta, spargendo petali rossi e blu tutt'attorno a sè.
 
"Roserade!" esclamò, puntando poi le braccia verso Raichu, che riprese fiato e si rimise in guardia. Electivire era al suo fianco, e osservava il gruppo della resistenza con un ghigno feroce. 
 
"Aspetti un momento, dottore! Io non sono ancora fuori combattimento!" esclamò Vittoria, per poi mandare in campo un altro dei suoi Pokemon. "Primeape, tocca a te!"
 
Vittoria lanciò un'altra Pokeball, che si aprì a mezz'aria e fece uscire un Pokemon dall'aspetto selvaggio e violento, dal corpo rotondo biancastro coperto da peli disordinati, le orecchie di forma triangolare e di colore rosa all'interno. Le sue braccia e le sue gambe erano di colore marrone, e portava dei ganci metallici sui polsi e sulle caviglie. Le zampe anteriori sembrano assomigliare a dei guantoni da boxe.
 
"Primeape! PRIMEAPE!" esclamò il Pokemon Suinpanzè, fissando Electivire e sbattendo i pugni tra loro come se lo stesse sfidando. Per nulla impressionato, Electivire fece cenno al Pokemon Lotta di farsi avanti, e il Dr. Connal sospirò e scosse la testa.
 
"Vedo che la vostra arroganza è tale che non avete nessuna intenzione di ascoltare ragioni." affermò. "Come preferite. In questo caso, dovrete per forza ascoltare i miei Pokemon. Electivire, comincia con Riflesso. Raichu, usa Congiura per potenziarti, poi Fulmine su Roserade!"
 
"Primeape, dobbiamo attaccare subito! Usa Breccia per sfondare la sua barriera!" esclamò Vittoria. 
 
"Roserade, comincia con Parassiseme su Raichu! Non credo potrà resistere ancora a molto..." disse Drew, sperando tra sè che la cosa fosse vera. Quel Pokemon si era dimostrato un osso veramente duro, e non accennava a rallentare...
 
Roserade girò su sè stesso e scagliò alcuni semi grigi addosso a Raichu, che nel frattempo sembrava essersi messo a meditare per potenziare i suoi attacchi. Il corpo di Raichu venne avvolto per un secondo da una coltre di luce nera che prese poi la forma di alcuni punti di domanda... un attimo prima che il Parassiseme andasse a segno, avvolgendo Raichu di un reticolo di rampicanti che iniziarono a succhiare la sua energia! Primeape si scagliò su Electivire e sferrò un colpo di taglio che infranse la barriera di luce che il Pokemon Saetta aveva creato davanti a sè... e colpì in pieno il bersaglio, facendolo cadere su un ginocchio!
 
"Rai! Raichuuuuu!" esclamò allarmato Raichu, tentando di strapparsi di dosso i rampicanti con le mani. Ma la presa di quelle piante era come una morsa d'acciaio, e i rampicanti si strinsero ancora di più attorno a Raichu, indebolendolo ancora di più! In un tentativo dettato dalla rabbia, Raichu si caricò e scagliò un attacco Fulmine contro Roserade, che si mise in guardia e cercò di attutire il colpo.
 
La potente scarica elettrica andò a segno, ma Roserade strinse i denti e si fece forza, resistendo ai suoi effetti peggiori, prima di puntare entrambe le braccia contro Raichu, e creare una sfera di luce verde davanti a sè. "Okay... adesso usa Energipalla, Roserade!" esclamò Drew, e il Pokemon floreale, dopo aver preso la mira, scagliò la sfera smeraldina contro Raichu che, intralciato dai rampicanti com'era, non riuscì ad evitarla e venne centrato in pieno petto e mandato a terra! Cercò di rialzarsi, ma il Parassiseme ebbe effetto, risucchiandogli quel po' di forza che gli rimaneva e trasferendola a Roserade! Raichu emise un sospiro rassegnato e si afflosciò a terra senza più forze...
 
...mentre nello stesso momento, Primeape ed Electivire si scagliavano l'uno contro l'altro, cercando di sopraffarsi a vicenda! Electivire sollevò il pugno destro, avvolto da una sfrigolante scarica elettrica... e alcune scariche di energia si sollevarono dal terreno, ancora influenzato da Campoelettrico, per potenziare il temibile colpo. Il Pokemon Suinpanzè, invece, si era tirato indietro di un paio di passi, giusto per prendere meglio la mira, e ad un cenno di Vittoria, si era lanciato in avanti, alzando entrambe le braccia per sferrare un doppio colpo di taglio al suo avversario! I due Pokemon accorciarono rapidamente la distanza che li separava... e Primeape agì con una rapidità e una decisione dettate dalla furia! Il Tuonopugno di Electivire fischiò vicinissimo alla testa di Primeape, facendogli drizzare i peli... e subito dopo, Incrocolpo andò a segno! Un doppio colpo di taglio si abbattè sulle spalle del possente Pokemon Elettro, che non riuscì a resistere e cadde su un ginocchio, stringendo i denti per il dolore improvviso! 
 
"Bel colpo, Primeape!" esclamò Vittoria. "Adesso continua a dargli addosso! Usa Battiterra!"
 
"Prime, prime!" esclamò la scimmia lottatrice, percuotendo il terreno davanti ad Electivire con i pugni in modo da provocare un moto sismico in miniatura che percosse Electivire, facendogli perdere l'equilibrio! Electivire scivolò goffamente a terra, ma si rialzò abbastanza rapidamente e scosse la testa per schiarirsela.
 
"Si rassegni, Dr. Connal. Ormai non può più sperare di tenere in piedi questo carcere!" esclamò Vittoria. Primeape battè i pugni l'uno sull'altro per dare enfasi alle parole della sua allenatrice. "Una volta che avremo fatto uscire i suoi prigionieri da qui, faremo noi in modo che loro possano reinserirsi nella società, senza bisogno che lei li torturi con le sue assurde trovate sull'elettroshock!"
 
"Assurde trovate? Tsk... hai un bel coraggio a parlarmi così, ragazzina presuntuosa!" esclamò il dottore. Questa volta, sembrava che qualcosa nelle parole di Vittoria lo avesse punto sul vivo. "Non hai la più pallida idea di quello che dici! Quelle che tu chiami... assurde trovate... avrebbero potuto salvarle la vita!"
 
Drew corrugò la fronte. Di cosa stava parlando, quel medico pazzo? Da come ne parlava... gli dava l'impressione che si trattasse di una persona a lui cara che era morta per qualche motivo...
 
"Di cosa sta parlando, Dr. Connal? Non provi a distrarci con le sue scuse!" esclamò Vittoria impulsivamente. "Le sue giustificazioni non cambiano il fatto che lei sta facendo del male a questi bambini e ragazzi! E che i suoi metodi non permetteranno loro di crescere serenamente, dopo il trauma che già hanno subito!"
 
"Non ho intenzione di ascoltare dei presuntuosi che vengono da fuori e si permettono di giudicare i miei metodi senza sapere nulla." tagliò corto Connal, richiamando il suo Pokemon più forte. "Ritorna, Raichu! Ora tocca a te... Lanturn!"
 
Il dottore fece uscire un nuovo Pokemon - una buffa creatura simile ad un pesce azzurro un po' ciccione con delle corte pinne chiare e una mascherina gialla sugli occhi, dalla cui testa spuntava una sorta di antenna che si biforcava, terminando con due globi di dimensioni diverse che emettevano luce e scariche elettriche. Aveva una coda corta ed ampia, con una chiazza gialla nella parte inferiore, e il suo viso aveva un'espressione allegra che strideva in maniera quasi inquietante con il luogo in cui si trovavano.
 
"Sembra che non abbiamo altra scelta, dottore. Dovremo convincerla con la forza." disse Drew, il cui Roserade si stava ritirando in attesa della mossa successiva dell'avversario. Connal fece cenno a Lanturn di spostarsi in modo che Roserade e Primeape non potessero darsi man forte a vicenda, piazzandosi in mezzo a loro e bloccando la visuale al Pokemon floreale. "Sempre che, ovviamente, non ci pensino già i suoi prigionieri che in questo momento stiamo liberando."
 
"Se state cercando di distrarmi con queste vostre spacconate, vi informo subito che state perdendo il vostro tempo." affermò Connal. "Electivire, contattacca con Psichico su quel Primeape! Lanturn, usa Geloraggio!"
 
"Primeape, cerca di usare Calciobasso, prima che possa colpirti!" esclamò Vittoria.
 
"Roserade, proteggiti! Usa Meloderba!" esclamò Drew.
 
Electivire fece illuminare di azzurro i suoi occhi, concentrandosi in modo da scagliare una devastante scarica di energia mentale contro il Pokemon di Vittoria, che reagì rapidamente e sferrò un poderoso calcio circolare alle caiglie del Pokemon Saetta, facendolo barcollare... ma non riuscendo a fargli abbastanza danni da rovinare il suo attacco! Electivire emise un rabbioso grugnito di allarme, poi si rimise in guardia incespicando e trascinando la gamba destra dolorante prima di scagliare un soverchiante impulso di energia psichica! Per fortuna, Primeape era comunque riuscito a fargli sbagliare la mira, e venne colpito soltanto di striscio dal poderoso attacco, che gli provocò una momentanea vertigine e gli indolenzì i muscoli del braccio sinistro.         
 
Lanturn, invece, aveva scagliato un raggio congelante dalla lanterna naturale che aveva sulla sua "antenna", mentre Roserade aveva messo le mani-fiore davanti alla bocca e aveva cominciato a fischiettare un motivetto rilassante con il quale contava di mettere a dormire il Pokemon Luce... ma dopo un istante in cui Lanturn barcollò, sul punto di soccombere agli effetti di Meloderba, riuscì a resistere e mirò nuovamente, colpendo Roserade con un potente raggio congelante! Il Pokemon Erba/Veleno lanciò un grido di sorpresa e dolore quando il colpo lo trascinò quasi a terra, formando una patina di brina sul suo corpo, e ci mise un po' di tempo a rialzarsi.
 
"Anche se mi sconfiggerete, credete davvero di poter risolvere i problemi di questa città... di questo intero continente... da soli?" continuò il Dr. Connal. "Quale presunzione. Voi non avete il potere che serve a guidare Reborn verso un futuro migliore. Solo il Team Meteora è in grado di farlo. E' per questo che collaboro con loro. Una volta che avranno ottenuto il potere che cercano, questa terra alla deriva troverà finalmente l'ordine e la stabilità che le mancano!"
 
"Al prezzo della libertà di tutti e delle vite di tante persone!" protestò indignata Vittoria. Primeape ed Electivire si erano nuovamente messi in guardia, ma nessuno dei due faceva la prima mossa, attento a non offrire nessun apertura all'avversario.
 
Connal scosse la testa. "Dal tuo modo di parlare, si evince una scarsa apertura mentale, un senso della giustizia ben intenzionato ma infantile, e una scarsa capacità di considerare l'intero quadro della situazione." affermò lo psichiatra. "A volte, è necessario sacrificare parte della propria libertà in nome di una maggiore sicurezza. Se così fosse stato quando ero giovane, allora forse..." si fermò per un attimo, poi riprese, come niente fosse. "E per quanto riguarda le vite che verranno sacrificate, è certamente triste e spiacevole. Ma se questo permetterà di evitare che molte più vite innocenti vengano perdute in futuro... io credo che sia giusto sacrificare i pochi per salvare i molti."
 
"Un'analisi davvero approfondita... dottore." disse Drew, con la sua pungente ironia. "Ma... temo che in una situazione del genere non potrà aiutarla. Vede... ho come l'impressione che i nostri compagni al piano terra abbiano già fatto quello che dovevano!"
 
Connal strinse gli occhi dubbioso... e si guardò attorno, solo per accorgersi di essere completamente circondato! Dal corridoio dietro di lui erano comparsi Charlotte, Cain, Pietro e i bambini, tutti con uno dei loro Pokemon già fuori dalla Pokeball e pronto a combattere! Cain e il suo Weezing, Pietro e il suo Gigalith, Shelly e la sua Yanmega appena evoluta, Heather e il suo Bagon... e oltre a loro, c'era Noel, accompagnato da un grazioso Pokemon grigio simile ad un grosso cincillà, dalla corta e soffice pelliccia grigia e dalle orecchie grandi e tondeggianti, un paio di profondi e caldi occhi marroni, e dei grandi ciuffi di morbida pelliccia bianca che formavano una sorta di sciarpa attorno al suo collo e un mantello dietro la sua schiena!
 
Anna invece aveva con sè un elegante Pokemon dall'aspetto "gotico", per così dire, un umanoide dall'aspetto femminile, tutto nero, con gambe e braccia sottili e dei boccoli neri su entrambi i lati della testa, adornati da alcuni fiocchetti bianchi. Il viso era di colore viola pallido, con gli occhi azzurri e le labbra rosse, e il suo corpo era ornato da altri due grandi fiocchi bianchi. La bambina teneva in braccio la sua bambola Jirachi, sorridendo da un orecchio all'altro come se stesse andando ad una festa.
 
E alla testa del gruppetto di fuggiaschi, manco a dirlo, c'era Charlotte, con una sigaretta accesa in una mano, l'altra mano appoggiata sul fianco e una spocchiosa espressione di vittoria sul suo viso lentigginoso! Accanto a lei, si trovava un bellissimo Pokemon simile ad una volpe dalla folta pelliccia dorata con nove code, ognuna delle quali terminava con un ciuffo di pelliccia arancione, la testa decorata da un ciuffo di pelo bianco e gli occhi rossi, astuti e penetranti.
 
"Molto bene, doc." disse Charlotte. "Vedo che il resto della ciurma è arrivato. Questa adesso è la nostra festa, se permette. Che cosa ne pensa? Ha una diagnosi per la situazione in cui si trova in questo momento? Io non sono una dottoressa, ma credo di poterle dare la mia opinione. La diagnosi è... che lei è fregato!"
 
Connal non si scompose, e si voltò verso Charlotte guardandola severamente. "Hmph. Divertente. Allora, Charlotte, ti sei divertita abbastanza?" affermò, rifiutando di farsi intimorire. "Per quanto riguarda la tua incessante abitudine di metterti in mostra e di voler essere sempre al centro dell'attenzione, ce ne occuperemo nella tua sessione di terapia. Al momento, sto cercando di indurre alla ragione questo gruppetto di ribelli, e tu mi stai disturbando."
 
"Spiacente, dottor Barbagianni, ma temo che la mia amica qui presente non si sia spiegata bene." disse Cain, muovendo un indice e sfoderando un sorriso sbarazzino. "Questa non è la sessione di nessuno. Siamo qui per liberare i ragazzi che lei tiene prigionieri!"
 
"Per favore, li lasci andare!" esclamò Shelly.
 
"E' finita, doc." esclamò Heather, trattenendo a stento il desiderio di ordinare al suo Bagon di attaccare direttamente il medico pazzo. "Lei è in inferiorità numerica. Non potrà batterci tutti quanti."
 
"E intanto, noi abbiamo già liberato i prigionieri." si fece sentire Vera, arrivando assieme al suo Blaziken che teneva tra le mani i pezzi di alcuni lucchetti che aveva fatto saltare a forza di Doppiocalcio. Drew si voltò verso la ragazzina, e vide che dietro di lei, in effetti, si trovava un nutrito gruppetto di ragazzi vestiti con i camici da paziente. Con un cenno affermativo della testa, il giovane coordinatore dai capelli verdi approvò la rapidità dimostrata dalla sua amica e dal resto del gruppo.
 
"Le suggerirei di lasciar perdere." affermò Max.
 
"Gothorita..." mormorò il Pokemon nero dall'aspetto femminile che Anna aveva con sè. Il Pokemon grigio e impellicciato di Noel strinse gli occhi, fissando minaccioso i Pokemon di Connal. 
 
"Cino..." affermò con aria sicura.
 
Il Dr. Connal sospirò, senza mostrare alcun cenno di rabbia. "Sarebbe inutile negarlo. In questa situazione, non ho alcuna possibilità di vincere." affermò. "Lanturn, Electivire, restate fermi dove siete. Non è uno scontro che possiamo sostenere."
 
Un po' delusi, i due Pokemon si fecero da parte, continuando a fissare rabbiosamente Roserade e Primeape, mentre Drew e Vittoria tiravano un sospiro di sollievo. Se non altro, potevano dire che quella battaglia si era conclusa con un loro parziale successo... anche se il dottore si era rivelato un avversario molto più difficile del previsto.
 
"Prrrrrimeape!" esclamò fieramente il Primeape di Vittoria, percuotendosi il petto con un pugno come se stesse sfidando i Pokemon di Connal a farsi avanti. Alty, il Blaziken di Vera, il Gardevoir di Max e lo Sceptile di Hitomi si erano schierati dietro a lui e a Roserade, in modo che il dottore capisse con chi aveva a che fare.     
 
Ma nonostante la situazione fosse ormai volta completamente a suo sfavore, il dottore voleva ancora dire la sua. "Ma... prima che voi compiate questa azione folle ed irresponsabile, vorrei farvi una domanda. Davvero credete che le vostre azioni impulsive e i vostri capricci siano davvero la cosa migliore per i miei pazienti? Per queste bambine instabili e pericolose che avete preso sotto la vostra... ala protettrice?" Guardò verso Heather e Shelly, e la piccola domatrice di draghi gli restituì uno sguardo astioso, mentre la sua amichetta si ritrasse intimorita. 
 
"Certo è meglio che lasciarli qui a farsi prendere a scariche elettriche dal suo Raichu." disse seccamente Hitomi.
 
"Esatto. Quindi ora ci lasci andare, e non si faccia più rivedere davanti a me." continuò Charlotte. Davanti all'esitazione del medico, Charlotte gli si avvicinò minacciosamente, tenendo in mano la sigaretta accesa. "Mi ha sentito? Ho detto... ci lasci andate, tutti quanti."
 
Il medico non fece una piega e sostenne lo sguardo animoso della ragazzina dai capelli rossi. "Stai... cercando di minacciarmi, Charlotte?" rispose. "Ti avverto. Quello che stai per commettere è un grave reato. Non ti consiglio di sfidare la sorte."
 
Charlotte passò rapidamente dalle parole ai fatti. Con un rapido movimento, si portò al fianco dell'odiato carceriere e gli piazzò la sigaretta ancora accesa sul fondo dei pantaloni!
 
"AAAARGH!" Connal emise un grido di dolore e sorpresa, e si allontanò rapidamente da Charlotte, sotto lo sguardo impietoso della ragazzina, e quelli sconvolti e stupefatti del resto del gruppo - anche se Heather e molti dei giovani pazienti sembravano approvare in pieno, e alcuni ragazzi avevano addirittura esultato!
 
"Woooow... Charlotte, cara, guarda che non c'era mica bisogno di bruciargli le natiche!" esclamò stupito Cain, il cui Weezing stava guardando la scena con gli occhi sgranati e le bocche spalancate!
 
"Non ti sembra di aver esagerato un pochino?" chiese Vittoria.
 
"Era questo il vero motivo per cui volevo le mie sigarette." rispose freddamente Charlotte, per poi gettare la cicca ormai quasi del tutto consumata sul pavimento meticolosamente pulito, in segno di disprezzo per quel luogo che le aveva rubato l'adolescenza. "E' da tanto tempo che volevo fare una cosa come questa... e non dispiacetevi tanto per questa fogna di medico. Lui ha lasciato delle cicatrici ben peggiori sia a me che alle mie sorelle."
 
"Ugh... adesso basta. Mi importa ben poco dei vostri capricci da bambini." sentenziò Connal, ormai messo all'angolo. "Fate pure come volete. Portate con voi i ragazzi e andatevene. Ma vi informo che tra non molto le autorità saranno messe al corrente delle vostre azioni, e che non ve la caverete a buon mercato."
 
"Beh, in ogni caso, siamo riusciti a liberare i prigionieri, che era quello che ci eravamo imposti di fare." rispose Vera con tutta tranquillità, mentre il suo Blaziken le faceva un segno di intesa. "Che ne dite? Ce ne andiamo, prima che la situazione si riscaldi troppo?"
 
"Blaziken!" Il Pokemon simile ad un galletto antropomorfo si disse d'accordo, poi si voltò verso il resto del gruppo e verso i ragazzi appena liberati, facendo loro cenno di seguirli verso l'uscita dell'orfanotrofio-lager. "Blaz, blaziken!"
 
"Avete sentito, ragazzi?" esclamò la voce di un ex-prigioniero. "Siamoliberi, finalmente! Possiamo andarcene di qui!"
 
"Che bello! Finalmente non prenderemo più le scosse elettriche, vero?"
 
"Grazie a tutti, amici! Grazie!"
 
"Hey! Hey, un momento, sono contenta anch'io di andarmene da qui... e spero di non rivedere più questo postaccio..." affermò Heather quando una bambina della sua stessa età la abbracciò festosamente. "Ma non servono tutte queste smancerie!"
 
"Okay, okay... andiamocene di qua, e cerchiamo di riunirci con il resto della resistenza!" affermò Pietro, richiamando il suo Gigalith che altrimenti sarebbe stato troppo pesante per scappare. Rapidamente, i ragazzi, i loro Pokemon e i prigionieri liberati si diressero verso le scale che riportavano ai piani inferiori, lasciando il Dr. Connal, i suoi uomini e i loro Pokemon fermi dov'erano, in quello che sembrava essere assoluto stupore ed incredulità.
 
Ma il Dr. Connal non era il tipo di uomo che mollava tanto facilmente.
 
I passi dei ragazzi si erano appena dileguati, quando l'uomo tirò un sospiro rabbioso e si sfregò il punto in cui Charlotte aveva spento la sua sigaretta, venendo subito assistito da uno dei secondini che per primo si era riscosso dallo shock. "Dottor Connal?" chiese il subordinato. "Dottor Connal, sta bene? Non è ferito, vero?"
 
"Lanturrrrrn!" esclamò Lanturn con fare esasperato. Come se quel tizio non fosse in grado di rendersi conto da solo di cosa era successo!
 
Il dottore, tuttavia, minimizzò quello che gli era accaduto. "Una scottatura di poco conto." affermò. "Basterà un po' di acqua ossigenata. Piuttosto, adesso abbiamo un problema a cui pensare. Dobbiamo impedire che i nostri pazienti fuggano, quindi... occupatevi subito di contattare il comandante Sirius. Lui ci aiuterà a rintracciarli e a riportarli indietro. Non possiamo permetterci di perdere quest'occasione. Heather e gli altri ragazzi hanno bisogno delle nostre cure... e i nostri collaboratori hanno bisogno di quegli artefatti che hanno con loro!"
 
"Sì, signore... provvediamo subito!" esclamò un altro attendente, affrettandosi per raggiungere un mezzo di comunicazione e dare la notizia agli ufficiali del Team Meteora. Il Dr. Connall prese fiato, in modo da riorganizzare i pensieri e cercare il modo più razionale per risolvere quel problema improvviso.
 
"Certo... certo, il ponte ferroviario... vicino al Quartiere Onice..." disse tra sè, riordinando rapidamente i pensieri. "Hmph... non crederai certo di poter andare lontana, vero, Charlotte? Ormai... io ti conosco meglio di quanto tu conosca te stessa!"         
  
 
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CONTINUA...
 
 
Note dell´autore: L'operazione di salvataggio ha avuto successo, e il Dr. Connal è stato temporaneamente sconfitto. Ma il Team Meteora sarà presto sulle tracce dei nostri amici, e non risparmierà nessuno sforzo per catturarli. Tenetevi pronti, perchè sta per cominciare una delle parti più importanti della saga... la parte in cui finalmente Vera e i suoi compagni conosceranno il vero potere della Megapietra di cui Elisio ha fatto loro dono!
 
Non credo di avere altro da dire, quindi... vi do appuntamento a presto, e spero di aggiornare Tamers Reload la prossima volta!           
    

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Capitolo 29
*** Lungo la strada ferrata ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 29 - Lungo la strada ferrata
 
 
In breve tempo, la notizia di una fuga di massa di internati dalla clinica psichiatrica del Dr. Connal aveva fatto il giro del quartiere Lapislazuli. Gli attendenti del famigerato psichiatra non avevano perso tempo a dare l'annuncio di ciò che era successo, svegliando mezzo quartiere, e stavano già cercando di dare l'allarme anche nelle zone limitrofe. Il Dr. Connal stava facendo tutto il possibile per tagliare a Vera e ai suoi compagni ogni via di fuga.
 
Ma questo era stato calcolato. Le sorelle maggiori di Charlotte, Saphira e Laura, conoscevano fin troppo bene il Dr. Connal, e immaginavano già quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Quello che dovevano fare in quel momento, era muoversi per fare sì che le sue trame fallissero, e avevano entrambe già un'idea di cosa fare e dove andare.
 
Mentre si intrufolavano in un vicolo seminascosto in mezzo agli edifici grigi e fatiscenti del quartiere Lapislazuli, Laura e la sua Lilligant tenevano d'occhio l'espressione decisa e determinata di Saphira. Laura doveva ammettere che, per quanto volesse bene alle sue sorelle, a volte Saphira la spaventava un po'. C'era qualcosa nella sua espressione, quando si trattava di proteggere la sua famiglia, che dava a Laura l'impressione che la sua sorella maggiore sarebbe stata pronta a qualsiasi cosa. E in quel momento, con il Dr. Connal e il Team Meteora implicati in quella delicata situazione, era sicura che Saphira non avrebbe più avuto alcun freno inibitorio.
 
"Sorella..." disse Laura, mentre lei, Lilligant e Saphira cominciavano a scendere le scale di una stazione della metropolitana ormai in disuso. "Adesso... adesso che Charlotte e gli altri sono riusciti a fuggire, noi cosa dovremmo fare? Il... Il Dr. Connal non perderà tempo... cercherà di catturarli di nuovo... e il Team Meteora gli darà una mano..."
 
"Meglio. Così sistemeremo i conti una volta per tutte." affermò Saphira, senza neanche voltarsi verso la sorella di mezzo. Diede un'occhiata al tunnel della metropolitana, notando con piacere che le luci funzionavano ancora, anche se ad intermittenza. Il luogo era solitario ed inquietante, ma se non altro si poteva vedere a più di qualche metro davanti a sè. "Laura, sei sicura di volerlo fare? Ti informo che dovrai affrontare il buon dottore in persona, nella peggiore delle ipotesi. E nel momento in cui te lo trovassi davanti, non finiresti per farti prendere dal panico?"
 
"Lilli..." affermò Lilligant, annuendo in direzione di Laura, come per dire che Saphira aveva ragione. Laura cercò di reprimere un brivido, senza eccessivo successo, dal momento che la sorella maggiore riuscì comunque a vedere un'espressione di paura apparire sul suo volto...
 
Tuttavia, Laura cercò di mostrarsi coraggiosa. "Sì... sì, sorellona, io voglio dare una mano... e devo affrontare le mie paure!" affermò, cercando di mostrarsi quanto più sicura possibile. "So che... anche il Dr. Connal parteciperà alla caccia ai nostri compagni... ma qui non ha tutti gli strumenti che... che... poteva usare su di me... almeno... ehm... almeno questo mi dà un po' di vantaggio, no?"
 
"Va bene. Cerca solo di non strafare." disse Saphira, voltandosi verso Laura e mettendole una mano sulla spalla in modo da farle coraggio. "Noi siamo la spina dorsale della resistenza. Se dovessimo cedere allo sconforto, o farci sopraffare da quei maledetti, ogni speranza di ridare la libertà e la pace al nostro continente cadrebbe nel nulla."
 
"Lilligant..." rispose Lilligant. Lei e Laura fecero entrambe un cenno con la testa, consapevoli della loro importanza in quella lotta per la sopravvivenza stessa di Reborn... poi, le due sorelle e la loro Pokemon Erba proseguirono il loro cammino all'interno del tunnel della metropolitana, decise a fare tutto quello che era necessario per fermare la rappresaglia del Team Meteora...
 
 
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Il quartiere Lapislazuli, malgrado l'ora tarda, era in fermento. Gli uomini del Dr. Connal si erano già mobilitati, e stavano bloccando alcune delle strade principali, in modo da impedire a chiunque di passare inosservato. Lo psichiatra criminale era in piedi su un ponte che sovrastava un binario della strada ferrata, e stava guardando cupamente verso il basso, perdendosi per qualche tempo nei suoi pensieri.
 
"Sì, è probabile che passeranno di qui... Non è possibile che così tanti bambini e ragazzi passino inosservati a lungo, in ogni caso." affermò tra sè, sfregandosi il mento con una mano. Il suo Raichu, ancora un po' acciaccato per lo scontro che aveva sostenuto, era in piedi sulla ringhiera accanto al suo allenatore, e cercava come poteva di dare una mano alle ricerche.
 
"Raichu..." mormorò il Pokemon Elettro, avvicinandosi al suo allenatore. Anche se non si sentiva a suo agio con ciò che Connal stava facendo, riusciva ad avvertire il tormento che si agitava in lui, e voleva almeno cercare di fargli coraggio.
 
Il dottore mise da parte per un po' la sua espressione cupa e severa, e fece una carezza al suo Pokemon preferito. "Va tutto bene, Raichu. Ritroveremo quei fuggiaschi, e questa volta faremo in modo che non scappino più. Ho concesso loro troppa libertà, e adesso ne pago le conseguenze." affermò. Diede un'altra carezza sulla testa a Raichu, che si accoccol sulla sua mano come un gatto affettuoso. "Purtroppo, certe persone non sono in grado di comprendere che certe cose devono essere fatte per il loro bene. Io ho cercato di proteggere quei ragazzi, di curare le loro turbe psichiche in modo che potessero reinserirsi nella società, e sono ripagato con incomprensione ed ingratitudine. Ma in fondo, un po' me lo aspettavo."
 
"Dr. Connal!" esclamò all'improvviso uno dei suoi secondini, arivando accompagnato da uno Slowpoke. "Dr. Connal, abbiamo degli aggiornamenti. Sembra che... i fuggiaschi si stiano dirigendo verso i binari nord, in modo da raggiungere il cancello sotterraneo e sbucare nei pressi delle terre selvagge. Di lì a poco arriverebbero nella contea di Zirconia, dove noi non abbiamo più autorità."
 
"Hmm... immaginavo che una cosa del genere potesse accadere. Avete già dislocato delle pattuglie lungo quel binario, vero?" chiese il dottore.
 
Il suo subordinato rispose prontamente con un cenno affermativo della testa. "Sì, Dr. Connal... stiamo cercando di coprire tutte le strade che i fuggiaschi potrebbero prendere, ma... temiamo che non sarà sufficiente. Ha visto anche lei, dopotutto, di cosa sono capaci."
 
"Sì, lo so... per questo mi sono premurato di chiamare rinforzi." disse Connal. Uno squillo acuto, come il richiamo di un telefonino, richiamò la sua attenzione, e il medico fece cenno al suo subordinato di attendere mentre lui rispondeva. "Sì? Qui è il Dr. Sigmund Connal, parlate pure!"
 
Sullo schermo del comunicatore apparve un volto che il medico criminale conosceva bene - un volto scuro e crudele, con un occhio cibernetico che scintillava pericolosamente e i capelli neri ben pettinati. "Buonasera, dottore. Siamo venuti a conoscenza dell'imprevisto che si è verificato." disse il comandante Sirius del Team Meteora, sorridendo con espressione falsamente affabile. "E siamo disposti a venirle incontro, per il giusto prezzo si intende. Ma... ci dica, esattamente, come ha fatto la resistenza ad organizzare questa evasione?"
 
"Comandante Sirius, sono mortificato per quello che è successo." disse Connal. "Quei ragazzi di Hoenn... Vera Maple e i suoi compagni, per l'esattezza... si sono presentati nel mio istituto con l'apparente intenzione di discutere con alcuni dei miei pazienti. Evidentemente, hanno usato quella visita come occasione per sapere di più sul mio orfanotrofio e muoversi meglio nel momento in cui avessero compiuto il loro attacco. Hanno liberato gran parte dei miei pazienti, e adesso riteniamo che si stiano dirigendo verso il cancello sotterraneo, seguendo le linee della metropolitana."
 
"Certo... certo, lo comprendo. Vera Maple sta cominciando ad essere una spina nel fianco anche per noi." rispose Sirius, facendosi più serio. "Il suo arrivo a Reborn è stato un imprevisto, che ci sta dando più problemi di quanti avremmo immaginato. Ma non è il caso di farsi prendere dalla paura. Con le nostre forze combinate, potremo risolvere questo problema in maniera rapida e definitiva."
 
"La ringrazio, comandante Sirius." continuò Connal. "Le sarei molto grato se potesse cercare di bloccare la strada che le ho detto in precedenza. Sono convinto che quei marmocchi non potranno competere con lei in una battaglia di Pokemon."
 
"Se si tratta di allenatori di tutti i giorni, sicuramente sono in grado di affrontarli." affermò Sirius, continuando a mostrare il suo sinistro sorriso. "Ma mi sembra che lei dimentichi una cosa. Il piano è stato sicuramente architettato da Saphira, la leader della resistenza che già da tempo ci sta mettendo i bastoni tra le ruote. Ed è altamente probabile che in questo momento, mentre stiamo parlando, Saphira e la sorella Laura si stiano muovendo per cercare di intercettarci. E per quanto io possa essere un buon allenatore, non sono in grado di competere con lei. Capisce dove voglio arrivare? Lei, che ha un po' più di esperienza con le due sorelle Belrose, saprà senz'altro come fare per tenerle a bada, vero?"
 
"Saphira e Laura Belrose sono state per molto tempo ospiti del mio orfanotrofio, come del resto lo è in questo momento la loro sorella minore Charlotte." rispose Connal. "E' con mio grande rammarico che devo ammettere che non sono riuscito a contrastare le tendenze asociali di Saphira e il blocco emotivo di Laura, ma sono convinto che la mia presenza contribuirà a destabilizzarle e a minare la loro sicurezza."
 
"Allora la nostra strategia è definita." affermò con cupa soddisfazione il comandante Sirius. "Lei si occupi delle sorelle Belrose, e io fermerò tutti coloro che cercheranno di passare il cancello sotterraneo."
 
"Ci muoviamo subito, comandante Sirius." concluse il Dr. Connal. "La ricontatterò in seguito per confermarle il successo dell'operazione. Per il resto... come procede il progetto PULSE? So che ne avete persi due, di recente."
 
"Effettivamente si è trattato di irritanti contrattempi, ma non è nulla di vitale." affermò Sirius, corrugando un po' la fronte. "Al momento ci stiamo concentrando sui nostri esperimenti nella contea di Zirconia. Se dovessero avere successo, non avremo neanche bisogno delle quattro chiavi che al momento stiamo cercando. E' una possibilità remota, ma vale la pena di tentare."     
 
"Certo, capisco..." affermò il Dr. Connal. "Vi auguro di avere successo nei vostri esperimenti."
 
"Lo speriamo anche noi." tagliò corto il comandante Sirius, interrompendo la chiamata. Connal fece un cenno con la testa, sperando anche lui che ciò di cui aveva parlato Sirius fosse effettivamente l'occasione per il Team Meteora di raggiungere il loro scopo.
 
Beh, inutile stare là a pensarci. Adesso aveva un branco di ragazzini indisciplinati a cui doveva insegnare qual era il loro posto... e due soggetti difficili che ancora si rifiutavano di farsi domare.
 
 
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"Se un giorno avrò la possibilità di tornare ad Hoenn, immagino che dovrei scrivere un libro su questa fuga rocambolesca." affermò sarcastica Hitomi, continuando a seguire il gruppo di fuggiaschi nei sotterranei di Reborn City, tra gallerie scarsamente illuminate che si addentravano nelle viscere della terra, e stazioni della metropolitana abbandonate. "Magari diventerebbe un best seller."
 
"Prima però dovremmo risolvere un problema un po' più immediato, non credi? Voglio dire, prima dovremmo uscire da questo posto. Vivi, possibilmente." rispose Max, affiancato dal suo fedele Gardevoir, il Pokemon con cui aveva stretto il rapporto più profondo.
 
"La battuta è un po' inquietante, Max, ma riconosco che rende bene l'idea della situazione in cui ci troviamo." rispose telepaticamente l'elegante Pokemon Psico/Folletto. "Sappiamo dove stiamo andando, in effetti?"
 
Come se avesse sentito la domanda di Gardevoir, Charlotte guardò dietro di sè e fece un cenno con la testa per dire di sì. "Tranquilli, so dove stiamo andando. Le mie sorelle ci staranno già cercando... e una volta che avremo raggiunto i cancelli a nord della città, non dovremo più preoccuparci degli scagnozzi del Dr. Barbagianni!"
 
"I cancelli a nord? Ma di là non si arriva alla contea di Zirconia?" chiese Shelly, ricordando ciò che aveva sentito dai suoi compagni della resistenza. "Voglio dire... di là ci sono le grandi pianure, il monte Tormalina... e la vostra casa, vero?"
 
"Precisamente, mia piccola Shelly! La nostra bella casettina..." rispose Charlotte, incupendosi leggermente verso la fine, come se il suono della parola 'casa' le facesse male in qualche modo. Vera si accorse di come era cambiata la voce della ragazzina dai capelli rossi in quel breve istante, ma si impose di tenersi concentrata sulla situazione in cui si trovavano in quel momento. Erano un gruppo davvero molto nutrito: a parte lei, Max, Drew ed Hitomi, c'erano Ortilla ed Alty, Cain, Pietro, Vittoria, Charlotte, Shelly, Heather, Anna, Noel... le loro bambole Nomos e Nostra, visto che Anna avrebbe voluto che anche loro venissero conteggiate... e tutti i ragazzi e bambini che avevano liberato dall'orfanotrofio del Dr. Connal. Impossibile muoversi furtivamente a lungo. Presto o tardi, il Team Meteora li avrebbe individuati e avrebbe scatenato tutte le sue risorse contro di loro, e allora sì che il terreno sarebbe scottato sotto i loro piedi... Dovevano fare in fretta a raggiungere la salvezza!
 
"State tranquilli, una volta che avremo superato il cancello, il Dr. Connal non avrà più alcuna autorità su di voi!" continuò Charlotte, cercando di fare coraggio al gruppo di fuggiaschi. "Io e le mie sorelle faremo in modo che neanche il Team Meteora possa raggiungerci! Quindi... tenete duro ancora un po', e andrà tutto bene!"
 
"Aspetta un momento, Charlotte... io, Vera e i suoi amici avremmo una cosa molto importante da fare, prima di raggiungervi!" esclamò di colpo Vittoria, cogliendo di sorpresa la più giovane delle sorelle Belrose. Vera, invece, non sembrò particolarmente sorpresa, immaginando che fosse arrivato il momento per incontrare la persona che avrebbe potuto darle dei chiarimenti circa la misteriosa pietra di cui Elisio le aveva fatto dono. Era una curiosità che lei stessa avrebbe voluto togliersi... "So che è un po' strano che te lo chieda in questo momento, ma... posso chiedere ai nostri compagni di Hoenn di venire con me? Ci separeremo dal gruppo per un breve periodo di tempo, e vi condurrò al monastero Apofillide!"
 
"Cosa? Il monastero in cui ti sei allenata?" chiese Ortilla sorpresa.
 
Charlotte sbattè gli occhi un paio di volte, mentre il gruppo di bambini e ragazzi che stavano conducendo alla salvezza si fermavano a parlottare nervosamente. "Beh... se credi che questo possa esserci utile, allora fai pure, non sarò io a trattenerti. Ma stai attenta a quello che fai!" affermò infine. "Non starò neanche là a chiederti come mai vuoi che i nostri amichetti di Hoenn vengano con te, avremo tutto il tempo dopo per dircelo. Mi basta che loro siano d'accordo."
 
"In realtà, mi starei chiedendo come mai vuoi che noi ti seguiamo, Vittoria." affermò Drew. "Si tratta... di quella persona di cui ci dicevi, che sarebbe stata in grado di dirci di più del regalo del signor Elisio?"
 
"Se è così, allora... immagino che sia meglio se andiamo con Vittoria. Ma... non so se facciamo bene a lasciare gli altri in questo postaccio." disse Vera, preoccupata per i suoi compagni. Erano solo pochi giorni che si trovava a Reborn City, ma con la maggior parte dei membri della resistenza aveva già instaurato un rapporto di amicizia e di fiducia, in parte grazie anche al fatto che l'ambiente infido e pericoloso della cupa metropoli costringeva a farsi degli amici in fretta o soccombere. E adesso che stavano cercando di salvarsi dal Dr. Connal e dai suoi complici del Team Meteora, le dispiaceva dover abbandonare i suoi compagni.
 
"Tranquilla, Vera... sappiamo come cavarcela. Dopotutto, non abbiamo resistito così a lungo contro il Team Meteora comportandoci da idioti, non credi?" rispose Pietro con un sorriso acuto e una strizzata d'occhio. "Quindi, non preoccupatevi per noi, e seguite la nostra Vittoria! Sono sicuro che vi farà piacere conoscere la sua sensei, Kiki! E' una delle nostre collaboratrici più abili!"
 
"Hey, principessa, penso che faresti bene ad andare anche tu con loro!" disse Charlotte, rivolgendosi a Cain. Il ragazzo dai capelli viola alzò leggermente gli occhi al cielo davanti al nomignolo che Charlotte gli aveva affibbiato, ma lo accettò con autoironia.
 
"Il mio nome sarebbe Cain, e non principessa, ma lasciamo perdere." rispose. "Per quello io non avrei molto da ridire, ma come mai questa richiesta, tutt'a un tratto?"
 
"Appunto! Perchè Cain e non io, per esempio?" protestò Heather. 
 
"Questione di logica, ragazzi miei!" ripose Charlotte, muovendo un dito come per dire di no. "Cain è uno dei più esperti di noi, e un po' di addestramento con una delle più forti allenatrici della resistenza non potrà che farlo migliorare ancora di più! Quando ci rivedremo, conto che tu e i tuoi Pokemon Veleno sarete diventati una squadra inarrestabile! Un vero rullo compressore!" 
 
Cain mandò un bacio alla ragazzina. "Puoi starne certa, tesoro! Vedrai che resterai abbagliata davanti alla nostra bravura!" affermò il giovane esperto di Pokemon Veleno, per poi dare una rapida occhiata al resto del gruppo. "Allora, ragazzi, siete tutti d'accordo? Chi dei nostri graditi ospiti di Hoenn vuole venire con me e Vit all'Accademia Apofillide? Non posso dire che ci sarà la torta, ma... immagino che sarà comunque una bella gitarella!"
 
"Vit?" si chiese stupita Vittoria, sbattendo gli occhi e lasciando sfuggire un grosso gocciolone di sudore lungo la fronte. 
 
Vera, Max e gli altri ragazzi di Hoenn sembrarono indecisi per un attimo, ma alla fine si convinsero. "E va bene. In fondo, in questo modo confonderemo un po' le idee anche al Team Meteora." affermò Drew. "Allora, io ci sto."
"Sì, anch'io. Magari sarà un'occasione per allenarci meglio e diventare più forti." disse Max. "Sorellina... Hitomi, Ortilla... voi che dite?"
 
Non c'era molto da dire, in realtà. Per quanto non fosse ancora a suo agio con l'idea di abbandonare il gruppo in quel momento concitato, Vera si rendeva conto che alla fine si sarebbe potuto trattare della scelta migliore. "Hmm... e va bene. Vittoria, ti ringraziamo infinitamente per il tuo aiuto. Però... mi raccomando, ragazzi, state molto attenti, e non fatevi braccare dal Team Meteora!"
 
"Tranquilli, abbiamo tutto sotto controllo." disse Charlotte, sicura che a quel punto, nulla poteva andare storto. "Le mie sorelle ci staranno già cercando, e con loro dalla nostra parte, non ci sarà più nessuno in grado di metterci i bastoni tra le ruote! Piuttosto, voi cercate di fare del vostro meglio, e non spompatevi facendo le flessioni!"
 
"Ooookay, e tu cerca di non fumare troppo davanti ai bambini." replicò sarcastica Hitomi. "Ti hanno mai detto che non sei un grande esempio per questi ragazzi?"
 
"Sì, lo so, e ne vado fiera!" esclamò Charlotte, ghignando. "Allora arrivederci a tra qualche giorno, gente! Ci metteremo in contatto il prima possibile!"
 
"Ricevuto! Buona fortuna!" rispose Vera. Vittoria fece cenno al gruppo di ragazzi di Hoenn di seguirla, a pochi secondi dopo, accompagnati da Cain, Vera e i suoi amici imboccarono un tunnel che si addentrava nell'oscurità, allontanandosi sempre di più dal centro abitato. "Vittoria, dov'è che stiamo andando, esattamente? Questa galleria arriverà fino alla tua accademia?"
 
"Non esattamente." rispose Vittoria. "Dovremmo emergere vicino alla sponda est del Lago Azzurro, dove c'è un servizio di trasporti pubblici che consente di attraversare il lago e raggiungere l'accademia. E' l'unica linea ancora disponibile, dopo che gli esperimenti del Team Meteora hanno inquinato il Lago Azzurro..."       
 
"A questo proposito, quanto ci vorrà prima che il lago torni vivibile, ora che abbiamo rimosso quel PULSE-Muk?" chiese Drew. "Immagino che non sia una cosa immediata..."
 
"Certo che no... ci vorrà un po' di tempo. Ma il dispositivo di purificazione delle acque sotto il Lago Azzurro dovrebbe fare in modo che nel giro di un mese, l'acqua torni più o meno com'era prima che il Team Meteora iniziasse i suoi esperimenti." affermò Vittoria. 
 
"Un dispositivo di purificazione?" chiese Max, con un po' di stupore.
 
"Certamente, mio giovane amico. Dopotutto, questo è il modo più rapido e più efficace di distribuire acqua potabile all'intera città." spiegò Cain. "Quando la città di Reborn è stata fondata, è stato previsto anche un sistema di raccolta e depurazione dell'acqua del Lago Azzurro. Grazie a quello, col tempo, le acque torneranno limpide com'erano una volta, e il Team Meteora resterà là a rodersi il fegato!"
 
"Mi fa piacere saperlo..." disse Ortilla, sollevata. "Ora... spero solo che vada tutto bene ai nostri amici."
 
Hitomi fece un cenno con la testa. "Tranquilla, ci metteremo in contatto quanto prima con Amalia e gli altri. Per adesso... concentriamoci su questa storia della pietra del signor Elisio. Credo che sarà molto importante, in futuro."
 
Vera guardò verso la Pokeball di Blaziken, il Pokemon a cui lei aveva affidato il misterioso regalo del benefattore di Kalos. Doveva ammettere che provava un misto di eccitazione e paura. Forse stava per scoprire qualcosa di veramente rivoluzionario... forse, qualcosa che avrebbe deciso le sorti della loro lotta contro il Team Meteora. Per qualche motivo, aveva l'impressione che dopo questa scoperta, nulla sarebbe più stato come prima, nè per lei, nè per i suoi compagni.
 
"Sorellina? Tutto okay?" chiese Max, raggiungendo la sorella maggiore accompagnato dal suo Gardevoir.
 
"Credo che tua sorella sia preoccupata per tutto ciò che è successo di recente, Max." affermò il Pokemon Psico/Folletto. "Del resto, abbiamo molte cose da tenere d'occhio, e il Team Meteora non ci sta lasciando esattamente molto tempo per rilassarci."
 
"E' vero, ma anche così..." cominciò a dire Max, preoccupato del fatto che Vera potesse angustiarsi troppo. Per fortuna, la giovane coordinatrice calmò subito i suoi timori, voltandosi verso di lui e arruffandogli i capelli con una mano.
 
"Cos'è questa che sento, eh, fratellino caro? Qualcuno non ha fiducia nella sua sorellona?" lo prese bonariamente in giro. "Aspetta e vedrai! Quando saremo tornati da Apofillide, il Team Meteora non saprà neanche cosa li ha colpiti!"
 
"Ugh... e io che mi ero pure preoccupato per te!" rispose Max con vaga irritazione. Gardevoir alzò bonariamente lo sguardo verso il cielo, e Vera fece una breve risata e provvide subito a rassicurare ulteriormente il fratello minore.
 
"Tranquillo, Max... e scusa, non volevo offenderti." affermò. "Sì, anch'io ho le mie preoccupazioni per ciò che sta accadendo. E so che dobbiamo ancora fare molta strada per poter affrontare Lord Solaris e i suoi luogotenenti. Ma adesso abbiamo una possibilità. E poi, abbiamo inflitto al Dr. Connal una sconfitta che non dimenticherà tanto facilmente!"
 
I due fratelli continuarono a parlottare tra loro mentre Vittoria li conduceva sempre più all'interno dei misteriosi cunicoli sotterranei di Reborn City. In quel momento, si stavano accingendo a scendere una rampa di scale che portava ad una sala abbandonata, attorniati solamente dagli Zubat che svolazzavano tutt'attorno, e da alcuni Aron che rosicchiavano ciò che restava di alcune travi d'acciaio. Un po' più indietro nel loro gruppo, Cain guardò i due fratellini di Hoenn con un'espressione gentile, ma che sapeva un po' di invidia. Ricordava un tempo in cui lui e sua sorella Aya erano stati così uniti... almeno finchè non era giunto il giorno in cui si erano allontanati a causa di pregiudizi ed ignoranza...
 
"Hey, Cain, tutto a posto?" chiese Drew, vedendo che il ragazzo dai capelli viola stava cominciando a perdersi nei suoi pensieri. Immediatamente, Cain si riscosse e sfoderò il suo ormai classico sorriso, cercando di non far vedere che, in effetti, c'era qualcosa che gli dava da pensare. "Mi sembravi un po'... distratto, ecco tutto."
 
"Hahahaaa, tutto okay, ragazzo mio! Solo qualche ricordo che mi è tornato alla mente, tutto qui." affermò l'esperto di Pokemon Veleno, cercando di non pensare ai suoi problemi personali quando c'era in ballo qualcosa di molto più importante. "Un giorno magari vi racconterò di più, magari se avrete l'occasione di conoscere mia sorella Aya."
 
"Hai una sorella?" chiese Hitomi, vagamente sorpresa. "Forse ce l'hai anche già detto, ma io non me lo sono ricordato... con tutto quello che è successo in così breve tempo, poi..."
 
"E'... la fidanzata del tuo amico Pietro, se non ricordo male." disse Ortilla, cercando di tenersi al centro del corridoio e di non attirare l'attenzione degli Aron che gironzolavano là attorno. Alty stava dando qualche segno di inquietudine, non abituata com'era a stare a lungo in un posto così stretto ed opprimente...
 
"Sì, esatto." confermò Cain, ritornando al suo classico modo di fare tranquillo e senza preoccupazioni. "Anche se ho sentito che sono un po' in crisi... hehehee... sapete com'è, Aya è una con cui non è molto facile andare d'accordo..."
 
Hitomi corrugò la fronte, poco convinta. C'era solo da sperare che non fosse come quell'idiota di Fern... 
"Ma... avrete modo di conoscerla più avanti. O almeno, spero che avrete modo di conoscerla." affermò il giovane esperto di Pokemon Veleno. "Ora è meglio se ci sbrighiamo e raggiungiamo l'attracco. Prima riusciamo a raggiungere l'accademia, meglio sarà per tutti."
 
"Su, coraggio... ormai non dovrebbe mancare molto all'uscita, siamo a buon punto..." disse Vittoria, dando un'occhiata davanti a sè...
 
 
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Nel frattempo, in un altro tunnel dalla parte opposta del dedalo sotterraneo...
 
"Okay, Laura, Lilligant, ci siamo quasi." affermò Saphira, usando una torcia elettrica per dare una rapida occhiata ad una mappa che teneva tra le mani. "Il cancello sotterraneo dovrebbe essere qui a due passi. Dobbiamo solo prendere una svolta a destra, poi proseguire un centinaio di metri... e infine girare a sinistra. Dovremmo arrivare giusto in tempo per incontrare Charlotte e gli altri."
 
"Lilligant..." mormorò la Lilligant di Laura, sentendosi sollevata. 
 
Laura stessa tirò in piccolo sospiro. "Meno male... allora siamo a posto, direi. Non dobbiamo fare altro che restare lì e attendere che arrivino i ragazzi..."
 
Saphira sfoderò un raro sorriso e fece un cenno con la testa alla sorella minore... ma prima che potesse rispondere, una voce fin troppo conosciuta si intromise nella conversazione, e Laura si sentì gelare il sangue: era una voce che sperava di non sentire mai più...
 
"Temo di dovervi annunciare... che il vostro progetto non andrà in porto. Mettetevi il cuore in pace, signorine, perchè vostra sorella minore e il resto dei ragazzi che ha portato con sè sono legalmente sotto la mia tutela, e voi non avete alcun diritto da avanzare su di loro." 
 
Dopo un istante di sgomento, Saphira strinse i denti e chiuse una mano a pugno, quando vide la figura di una delle persone che più odiava al mondo emergere dall'oscurità, accompagnato dal suo Raichu e da alcuni dei suoi leccapiedi! Il Dr. Sigmund Connal, il direttore dell'orfanotrofio nel quale le sorelle Belrose erano state rinchiuse dopo la scomparsa dei loro genitori... e l'uomo che le aveva sottoposte ad innumerevoli e dolorose sedute di "terapia ad elettroshock" per curare i loro presunti "disturbi mentali".
 
"Connal, maledetto!" ringhiò Saphira, mentre Laura cominciava a ritirarsi. "Che diavolo ci fai qui? Sono stati i tuoi amichetti del Team Meteora ad avvertirti, vero? Tu e loro siete in comunella, non credere che io non lo sappia!"
 
Il dottore sorrise come un adulto che osservava i capricci di un bambino. "Vedo che anche dopo tutte le sedute che abbiamo fatto insieme, mia cara Saphira, non hai ancora imparato ad avere rispetto per l'autorità." affermò, mentre il suo Raichu si metteva in guardia. "Comunque, vedo che tu e Laura state bene, e questo non può che farmi piacere."
 
"Risparmiami la retorica, ciarlatano!" ringhiò Saphira, afferrando una Pokeball. "Chiunque starebbe meglio, lontano da te!"
 
Laura prese un bel respiro e, malgrado fosse davanti all'uomo che più le faceva paura in tutto il continente di Reborn, si fece avanti assieme alla sua Lilligant per affrontarlo. "Dottore... la sua presenza qui non è affatto gradita." affermò. "Le ricordo che ormai ho raggiunto la maggiore età, quindi lei non ha più alcuna autorità su di me. La prego di andarsene."
 
"Sfortunatamente, non posso farlo." affermò lo psichiatra criminale. "Hai ragione quando dici che ormai non hai più l'età per stare nel mio istituto. Ma tua sorella minore Charlotte è invece ancora al di sotto dell'età legale, e quindi, non avendo un tutore adatto a badare a lei, sono in diritto e in dovere di provvedere alla sua educazione, al suo alloggio e al suo mantenimento."
 
"Oh, certo, abbiamo visto bene come lei provvede a queste cose!" replicò Saphira. "Non mi incanti con le tue giustificazioni! Noi siamo qui per salvare Charlotte, e lo faremo!"
 
"Dottore, si risparmi un combattimento inutile." affermò Laura, meno furiosa ma altrettanto decisa. "Lei sa meglio di noi che i suoi Pokemon non possono competere con i nostri."
 
Lilligant mosse le braccia in un fluido movimento circolare e si preparò allo scontro che ormai considerava imminente, e il Raichu di Connal frustò l'aria con la coda e si caricò di elettricità... ma il Dr. Connal non cambiò nemmeno espressione, a parte sfoderare un accenno di un sorriso divertito.       
 
"Lo so benissimo, mia cara Laura." affermò con calma snervante. "Sfortunatamente per te, non era mai stata mia intenzione affrontarti in uno scontro di Pokemon. Raichu."
 
"Raichu..." rispose il topo elettrico, non senza un po' di rammarico. Sperava di poter risolvere la situazione senza ricorrere a questi sistemi... ma questa era una di quelle situazioni in cui il fine giustifica i mezzi. In un attimo, Raichu si caricò, sollevò la coda sopra la testa come il pungiglione di uno scorpione... e con uno sfrigolio sinistro, scagliò un attacco Raggioscossa direttamente contro Laura, che non si era in alcun modo aspettata l'attacco!
La ragazza ebbe appena il tempo di spalancare gli occhi prima che la scarica elettrica passasse a pochi centimetri dal suo viso, colpendo il muro dietro di lei! Saphira sgranò gli occhi in un'espressione di orrore ed indignazione... e dopo qualche secondo di assoluto silenzio, passato a guardare nel vuoto, Laura lanciò un grido di terrore e si acquattò per terra, prendendosi la testa tra le mani in uno scatto di terrore cieco!
 
"AAAAAAAAH! No! No! La scarica elettrica no!" strillò Laura in preda al panico
 
"Laura!" esclamò Saphira, dimenticandosi quasi del tutto dell'avversario che aveva davanti per andare ad assistere la sorella. Lilligant stessa aveva lasciato perdere del tutto il Raichu del dottore e si era precipitata dalla sua allenatrice. Cercò di scuoterla, prendendola per le spalle e dandole uno scossone, ma senza risultati apprezzabili. L'attacco elettrico arrivato a pochi centimetri dal suo viso aveva ricordato fin troppo bene a Laura delle sessioni di terapia all'elettroshock che faceva sotto la supervisione di Connal... e che avevano lasciato dei segni indelebili nella sua mente!
 
"Lilli! Lilli!" esclamò disperatamente Lilligant.
 
"Tsk, tsk, tsk..." rispose Connal, a metà tra il sarcastico e il dispiaciuto. "Mi deludi, Laura... speravo che tu avessi fatto qualche progresso, invece sei ancora lì che ti raggomitoli come un riccio. Non hai fatto dei grandi passi avanti, con il tuo dilemma dell'istrice."
 
"E di chi è la colpa, secondo te?" ringhiò infuriata Saphira, alzandosi e piazzandosi protettivamente tra il dottore e sua sorella. "Sei stato tu a terrorizzare Laura! Con le tue maledette manie di dare la scossa alla gente, le hai fatto venire questa fobia!"
 
"Lo sviluppo di una fobia legata all'elettricità non rientra tra le complicazioni scientificamente riconosciute della terapia ad elettroshock." rispose lo psichiatra criminale. "Tu, essendo la sorella maggiore, avresti dovuto essere più attenta nei suoi confronti, e farle capire che quelle sedute erano per il suo bene."
 
"Ora farò io qualcosa per il bene di tutti, e ti schiaccerò come il verme che sei!" esclamò Saphira, cercando nuovamente di raggiungere la sua Pokeball...
 
"Raichuuuuu!" esclamò il Pokemon Elettro, scattando alla difesa del suo padrone. Una scarica elettrica dirompente scaturì dal corpo tozzo e robusto del roditore ed investì Saphira, che gridò di dolore quando l'elettricità la attraversò, facendo contrarre i suoi muscoli e mozzandole il fiato in gola! Pensava di essere abituata a simili torture da tutte le sedute che aveva fatto... ma questa volta, Raichu aveva aumentato l'intensità di corrente, e con tutta la sua buona volontà, Saphira non riuscì a reggere.
 
"AAAAARGH!" urlò Saphira, prima che la scarica elettrica si interrompesse. La domatrice di draghi si accasciò a terra, respirando affannosamente e facendo una serie di movimenti involontari per lo shock. Riuscì a malapena a raccattare abbastanza presenza di spirito da inveire ancora una volta contro il dottore. "Maledetto... maledetto... non sei... abbastanza uomo... da... combattere... lealmente... vero?"
 
"Spiacente, Saphira. Non posso certo permettervi di impedire al Team Meteora di portare pace ed ordine in questo paese alla deriva." affermò Connal, voltando le spalle alla leader della resistenza e facendo cenno a Raichu e ai suoi uomini di seguirlo. "Tu e tua sorella potete restare a giocare a fare le eroine, se volete, ma il mondo reale non si divide in bianco e nero come voi pensate, e a volte per ottenere uno scopo nobile, sono necessari mezzi spiacevoli."
 
"Raichu..." mormorò il Pokemon Elettro, guardando verso le due sorelle: Laura era ancora raggomitolata a terra in preda al terrore, mentre Saphira cercava di rialzarsi nonostante la scarica elettrica l'avesse stordita... e Lilligant, che continuava ad assistere Laura, lanciò al Pokemon elettrico uno sguardo indignato, come se volesse chiedergli se era davvero orgoglioso di quello che aveva fatto. Raichu voltò la testa dall'altra parte, con l'aria di chi si rendeva conto di aver fatto un errore e se ne rammaricava... ma non poteva fare altro che obbedire al suo allenatore, e seguirlo mentre si apprestava a fornire, ancora una volta, il suo supporto ai nemici di Reborn City...
 
 
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Il gruppo guidato da Charlotte e Pietro aveva camminato per diversi minuti nelle gallerie della metropolitana in disuso, affidandosi ai Pokemon in grado di emettere luce per orientarsi in quel dedalo oscuro. Il Volbeat di Shelly, in quel momento, era davanti al gruppo, e stava andando in avanscoperta, alla ricerca di possibili minacce. Non trovandone nessuna, fece cenno al gruppo di amici di venire pure avanti, e pochi attimi dopo, un nutrito gruppo di allenatori della resistenza ed ex-internati raggiunse quella che dava tutta l'impressione di essere una grande stanza vuota, che forse in passato era servita come sala d'attesa.
 
"Vvvvvolbeat, vol!" affermò il Pokemon lucciola, illuminando la sua coda ad intermittenza per fare cenno che era tutto a posto. Con un sorriso rassicurato, Shelly si fece avanti per prima e diede un'occhiata in giro.
 
"Grazie, Volbeat... almeno sembra che adesso sia tutto sgombro." disse la bambina dai capelli color lavanda. "Grazie del tuo aiuto. E' stato davvero un bel lavoro di squadra!"       
 
"Shelly è stata bravissima! Anche Nostra la pensa così! Sì, sì!" rispose allegramente Anna, tenendo tra le mani il suo Jirachi di peluche e facendogli dire di sì con la testa. La Gothorita di Anna sembrò alzare gli occhi al cielo per un momento, e il Cinccino di Noel sbuffò come irritato. Il fatto di trovarsi in un luogo così sporco e puzzolente metteva a dura prova la sua pazienza.
 
"Cino..." si lamentò, sperando che quelle gallerie non durassero ancora troppo a lungo...
 
"Tra non molto saremo al cancello sotterraneo, ragazzi..." disse Charlotte al gruppetto di ragazzini evasi dall'orfanotrofio. "Da lì in poi, siamo molto più al sicuro. Ma per raggiungere la nostra... base, per così dire... dovremo addentrarci in un luogo selvaggio e piuttosto pericoloso. Anche se, se volete la mia opinione, è un luogo molto più gradevole di questo colosso di acciaio e cemento che chiamano Reborn City."
 
"Stai parlando delle foreste della contea di Zirconia, vero, Charlotte?" chiese Heather, il suo Noibat volteggiava agilmente tutt'attorno, pronto a combattere al minimo cenno di pericolo.
 
Fu Pietro a dare una risposta alla domanda della domatrice di draghi in erba. "Sì, è un posto molto selvaggio, dove si incontrano molti Pokemon che altrove sono piuttosto rari." affermò il giovane rockettaro. "Ho sentito dire che in quelle foreste vive una nutrita popolazione di Tauros, Bouffalant, Pinsir ed Heracross... credo che la cosa possa interessare a qualcuno di voi, eh?"
 
Shelly si fece entusiasta, ed Heather ebbe l'impressione che la sua lunga treccia si stesse muovendo come la coda di un cane felice! "Davvero? Wow, che bello! Se potessi diventare amica di un Pinsir... o di un Heracross... quello sì che sarebbe un gran bel passo avanti! Quando tornerò a Johto, Raffaello ne sarà certamente sorpreso!" esclamò.
 
Heather, pur non essendo di solito una molto incline a certi sentimentalismi, mise un braccio attorno alle spalle di Shelly, in modo da incoraggiarla. "Beh, quando ne incontriamo uno, ti do una mano io a catturarlo!" affermò. "Mi sembra il minimo, dopo tutte le volte che tu hai aiutato me!"
 
"Hehehee... grazie, Heather, ma preferirei cercare di fare amicizia con lui senza combattere!" affermò la bambina dai capelli violetti, sperando che non si vedesse il rosso delle sue guance. Volbeat si fece saggiamente indietro in modo che la semioscurità nascondesse il volto di Shelly quanto bastava. "E poi... non abbiamo ancora raggiunto il cancello di cui parla Charlotte..."
 
"Tranquilla, Shelly, non è molto lontano." affermò Noel. "Charlotte ce ne ha parlato e da qui, lei sa dove andare, vero?"
 
La ragazzina dai capelli rossi ghignò e fece cenno ai suoi compagni di seguirla. "Certo! Tra un po' dovremmo incontrare anche le mie sorellone, e da lì in poi, non ci potrà più fermare nessuno!" affermò.
 
"Sfortunatamente per te, ragazzina... non credo che le vedrai, le tue sorelle." rispose una voce grave proveniente dal tunnel davanti a loro, che fece scattare tutti quanti in un moto di allarme! Charlotte sgranò gli occhi e mise mano alla sua Pokeball, mentre Volbeat, Noibat, Gothorita e Cinccino si misero in guardia, in attesa che colui che aveva parlato si facesse vedere...
 
Ma qualcun altro fece le presentazioni. Qualcosa si accese nell'oscurità, e una stella di fuoco apparve dal nulla, sfrecciando verso i Pokemon chesi erano fatti avanti senza dare loro il tempo di scansarsi! L'attacco Fuocobomba impattò contro il quartetto di Pokemon ed esplose in una abbagliante luce scarlatta, scaraventandoli tutti e quattro sul terreno, abbrustoliti e storditi!
 
"COSA? Ma chi diavolo...?" esclamò Pietro, mettendo mano ad una Pokeball mentre il responsabile di quel devastante attacco a sorpresa si presentava, apparendo quasi dal nulla dalle ombre del corridoio: un Pokemon che sembrava una sorta di spettrale lampadario di colore viola e nero. Aveva delle piccole punte sulla testa tra le quali bruciava con vigore una peculiare fiamma viola. Proprio come un lampadario, il misterioso Pokémon possedeva delle braccia da cui partivano altre fiammelle più piccole, sempre di colore viola, esattamente come le braccia di un lampadario.
 
"Oh, maledizione, un Chandelure!" esclamò Charlotte stringendo i denti. "Questa proprio non ci voleva..."
 
"Siete sorpresi di vederci?" affermò Sirius, uscendo dall'oscurità e piazzandosi a fianco dell'inquietante Pokemon Spettro/Fuoco. Diversi soldati del Team Meteora, tra i quali Pietro ebbe l'impressione di riconoscere qualcuno, presero posizione accanto al loro comandante. "Non dovreste. Immagino che lo sapevate già che il Dr. Connal collaborava con noi. E in questo momento, noi lo stiamo aiutando a salvare quei bambini che voi avete rapito dal suo orfanotrofio. In cambio... noi sappiamo che cosa prenderci come ricompensa!"
 
"Sirius, maledetto!" ringhiò Heather, tenendo tra le braccia il suo Noibat privo di sensi. "Hai già distrutto la vita a mio padre, e adesso vuoi rovinare la mia ancora di più di quanto non lo sia già stata?"
 
"Mi occuperò anche di te, ragazzina." disse Sirius, ghignando con fare indifferente davanti all'indignazione di Heather. Shelly ebbe un brivido e cercò di non indietreggiare davanti a quell'uomo, anche se le ci volle tutta la sua forza di volontà per imporsi di non ritirarsi. "Tu hai qualcosa che ci interessa, e non ti lasceremo stare finchè non ce lo avrai dato, con le buone o con le cattive."
 
"Relicanth, usa Zuccata!" esclamò all'improvviso la voce di Pietro. Il giovane rockettaro aveva fatto uscire in fretta il suo Relicanth dalla Pokeball, e il Pokemon celacanto sfrecciò a tutta velocità contro il fantasma fiammeggiante per sferrargli un devastante colpo con la sua testa ricoperta di placche d'osso... ma Chandelure reagì prontamente, creando delle immagini residue di sè stesso grazie a Doppioteam, e Relicanth si gettò addosso ad una delle illusioni, infrangendola come vetro ma lasciando il nemico principale del tutto illeso. Sirius, senza mai perdere quel sorrisetto maligno, scosse la testa mentre Relicanth si voltava e tentava di attaccare di nuovo.
 
"Patetico. Ma con chi credete di avere a che fare?" commentò il comandante del Team Meteora, il cui occhio cibernetico, ricordo di una lotta che aveva sostenuto con Corey quasi dieci anni prima, scintillava pericolosamente. "Chandelure, colpiscilo con Energipalla."
 
"Chaaaaan..." esclamò il Pokemon Fuoco/Spettro con voce inquietante. Il resto degli uomini del Team Meteora aveva già mandato in campo i loro Pokemon, tenendo occupati il resto degli allenatori della resistenza... e il Relicanth di Pietro non ebbe il tempo di spostarsi quando Chandelure agitò un braccio verso di lui, creando una splendente sfera di energia verde e scagliandogliela contro con letale energia e precisione! Il proiettile centrò Relicanth al fianco destro e lo scaraventò a terra con un lamento di dolore... e il celacanto dall'armatura di pietra si agitò scompostamente per qualche istante prima di crollare a terra esausto, lasciando Pietro allibito ed interdetto. Immaginava che non sarebbe stato facile affrontare un allenatore del calibro di Sirius... ma da qui ad essere sconfitto così facilmente ne passava...
 
"Non amo perdere tempo." disse Sirius incupendosi. "Smettete subito con questa vostra inutile resistenza e consegnatevi. Perderemo meno tempo, e il risultato finale sarà lo stesso."
 
"Puoi scordartelo, Long John Silver!" esclamò con decisione Charlotte. "Vieni, Ninetales!"
 
La ragazzina dai capelli rossi aprì una Pokeball dalla quale uscì la magnifica volpe a nove code, che puntò le zampe a terra e si preparò alla battaglia. Neanche questo, però, impressionò Sirius, che emise un verso di disprezzo e fece cenno al suo Chandelure di avvicinarsi.
 
"Avete proprio deciso di darci fastidio fino all'ultimo, vero, mocciosi? Poco importa." affermò. "Chandelure, preparati. Abbiamo una ragazzina arrogante da mettere al suo posto."
 
"Nine! Ninetales!" esclamò la volpe fatata, stringendo pericolosamente gli occhi... mentre il resto della resistenza cercava disperatamente di resistere al numero preponderante di Pokemon che il Team Meteora stava scatenando contro di loro! I ragazzi fuggiti dall'orfanotrofio gridavano di paura, e cercavano come potevano di rifugiarsi da qualche parte, ma il Team Meteora bloccava ogni possibile via di fuga...
 
"Maledizione..." imprecò tra sè Charlotte. "Non può finire così! Saphira... Laura... dove siete? Abbiamo bisogno di voi in questo momento!"
 
 
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Molto più in là, ignari di quello che stava succedendo, Cain, Vittoria ed i ragazzi di Hoenn stavano uscendo finalmente dai sotterranei, dopo quella che era sembrata un'eternità a destreggiarsi tra corridoi bui e passaggi stretti. Alty era indubbiamente quella che più di tutti sentiva la nostalgia dell'aria aperta, anche se quella di Reborn non era certo quello che si definiva pura e fresca... sicuramente era meglio che restare chiuse in quei corridoi claustrofobici!
 
"Altaria..." sospirò la graziosa Pokemon Drago/Volante, stiracchiandosi e spiegando le sue ali ricoperte di piume bianche simili a cotone. Ortilla le sorrise, scusandosi per il tempo in cui l'aveva costretta a viaggiare in quella maniera così scomoda.
 
"Tranquilla, Alty, ora siamo di nuovo all'aperto." disse la bambina dai capelli turchini, guardandosi attorno. Poco fuori dalle scale che portavano fuori dalla stazione abbandonata, si vedeva un piccolo porto affacciato sulle acque inquinate del Lago Azzurro - in effetti, definirlo un porto era un po' una forzatura, visto che alla fine di altro non si trattava che di una serie di baracche poste vicino ad un molo, sul quale alcune persone attendevano l'arrivo del traghetto. Per fortuna, il gruppo di Vera aveva calcolato bene i tempi, grazie in particolare all'esperienza di Vittoria e alla sua conoscenza degli orari del trasporto. L'imbarcazione era in quel momento molto vicina al molo, e stava cominciando le operazioni di attracco. Nel giro di non più di un quarto d'ora, avrebbero potuto imbarcarsi e raggiungere l'isola sulla quale sorgeva l'Accademia Apofillide... un tempo non certo sufficiente al Team Meteora per localizzarli e catturarli, o almeno così Vittoria sperava.
 
"Siamo fortunati, amici. Guardate là... non è quello il traghetto di cui ci dicevi, Vittoria?" chiese Vera, indicando l'imbarcazione che si avvicinava al pontile, sotto le luci incerte di alcuni lampioni mal tenuti. 
 
La giovane esperta di Pokemon Lotta annuì gentilmente. "Già... per fortuna, gli orari sono rimasti gli stessi. Venite con me... da qui in poi, dovrebbe essere tutto in discesa finchè non avremo raggiunto l'Accademia e parlato con la sensei!"
 
"Finchè non avremo parlato con la sensei?" ripetè Max, con un'aria vagamente sarcastica. Da come l'aveva detto Vittoria, dava l'impressione che non sarebbe stata una cosa di tutto riposo... "Hehehee... perchè ho come l'impressione che ci sarà da divertirsi, quando saremo arrivati lì?"
 
Vittoria ghignò quasi sinistramente, per la prima volta da quando Vera e i suoi compagni l'avevano incontrata. "Oh, voi non sapete ancora nulla della sensei. Quando vi presenterete da lei, non credo che perderà tempo a sottoporvi al suo... allenamento speciale! Vedremo se riuscirete a sopravvivere!"
 
Vera ridacchiò nervosamente e si grattò la testa con un indice, mentre Drew sbattè gli occhi stupito. Qualunque fosse l'allenamento a cui si sarebbero sottoposti, non poteva essere una cosa così terrificante... vero?         
           
                    
 
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CONTINUA...
 
Note dell´autore: Il Dr. Connal e Sirius hanno colpito con rapidità ed efficacia... e Laura ha preso lezioni da Tsunade e si è fatta sconfiggere (lo ammetto, in maniera abbastanza ridicola) da un avversario molto meno forte di lei. Se non altro, Saphira ha la giustificazione di un attacco preso in pieno da Raichu...
 
Sembra proprio che i nostri eroi non riescano a mantenere a lungo il vantaggio contro questi criminali. Ma adesso, Vera e i suoi compagni stanno recandosi all'Accademia Apofillide... e finalmente, stanno per scoprire il segreto della Megapietra!
 
A questo proposito... non aspettatevi che Vera e il suo Blaziken ottengano la Megaevoluzione tanto presto, si tratta di un power-up molto significativo, e preferirei aspettare un po' prima di concederlo. Ci vorrà del tempo prima che Vera e Blaziken diventino abbastanza esperti da usarla.
 
Detto questo, le emozioni non mancheranno di certo... e nei prossimi episodi, assisteremo di certo a degli sviluppi sorprendenti! 
 
A presto... e mi raccomando, recensite! :)          
    

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Capitolo 30
*** Apofillide, il luogo della saggezza ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 
 
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Capitolo 30 - Apofillide, il luogo della saggezza
 
 
Heather strinse i denti, trattenendo a stento un'imprecazione quando il suo Noibat, pur essendo riuscito a dare non poco filo da torcere al Team Meteora, si vide infine costretto a capitolare dopo essere stato investito da una Palla Ombra sferrata dal Chandelure di Sirius. Il temibile Pokemon Spettro/Fuoco stava respirando affannosamente, segno che i ragazzi della resistenza erano riusciti a farlo impegnare seriamente... ma alla fine, l'esperienza e la brutalità di Sirius erano stati troppo per tutti loro.
 
"Noi... noibat..." sussurrò il Pokemon simile ad un incrocio tra un drago e un pipistrello, guardando verso la sua allenatrice in segno di scusa. Heather si prese un istante per fare un cenno a Noibat, per dirgli che non era colpa sua... poi guardò verso Sirius che li guardava con espressione di sufficienza e spocchia.
 
"Credo che possa bastare." dise il comandante del Team Meteora. Attorno a lui, numerosi Pokemon della resistenza giacevano storditi e privi di forze, segno che avevano opposto una strenua battaglia contro i loro nemici... ed erano riusciti a mettere al tappeto numerosi avversari prima di soccombere. "Devo ammettere che siete abili, ma non abbastanza per opporvi a noi. La vostra sciocca missione termina qui, bambini. Il Dr. Connal vi rivorrebbe in sua custodia, e noi abbiamo bisogno di una cosetta che la vostra amichetta Heather ha con sè."
 
"E'... è troppo forte! Non ce la faremo mai!" si lamentò uno dei bambini, vedendo che anche i Pokemon di Charlotte avevano dovuto capitolare davanti alla potenza di quelli di Sirius. La ragazzina dai capelli rossi imprecò qualcosa a denti stretti, sperando che almeno Vera e il resto del gruppo avessero avuto migliore fortuna.
In tutto questo, Pietro stava un po' in disparte, cercando di pensare ad un modo per togliersi da quella spinosa situazione. Il Team Meteora sembrava davvero averli messi sotto scacco, e nè Saphira nè Laura si vedevano, da nessuna parte. Dovevano essere incappate in qualche trappola, da qualche parte in quel dedalo di vie sotterranee... e il giovane rockettaro aveva anche un'idea di chi ringraziare.
 
"Maledetto Dr. Connal... quell'uomo ha davvero l'astuzia di un demonio." mormorò Pietro tra sè, richiamando il suo Gigalith da poco sconfitto. "ACcidenti... se solo riuscissi a sfuggire a Sirius, e ad avvertire Amaria e gli altri, forse riusciremmo a rimediare... ma vorrebbe dire lasciare i ragazzi e Charlotte nei guai..."
 
Gli uomini del Team Meteora, evidentemente irritati dalla resistenza che Pietro, Charlotte e le bambine avevano opposto, stavano in quel momento legando alcuni dei ragazzi, tenendo le loro mani dietro la schiena in modo che non potessero reagire. Shelly emise un gridolino di dolore e paura quando lo stesso Sirius le si avvicinò e le piegò un braccio dietro la schiena, stringendole il polso con tutte le sue forze!
 
"Aaaaah!" strillò la bambina dai capelli color lavanda. "Mi... mi lasci... per favore! Mi... mi sta facendo male!"
 
"Shelly!" esclamò Heather, prima di rivolgere a Sirius uno sguardo di pura ferocia. "Lascia... lascia stare Shelly, maledetto! Lasciala stare o vengo lì e ti spacco quel po' di muso che ti rimane!"
 
Dopo aver legato le mani a Shelly, Sirius is avvicinò lentamente ad Heather, alzò una mano e le sferrò un potente manrovescio sul viso, talmente forte da costringerla a voltare la testa da un lato e lasciarla stordita per qualche istante.
 
"La figlia di quell'idiota di Corey..." sibilò il comandante del Team Meteora, il suo occhio bionico che scintillava minaccioso nella semioscurità, mentre Heather sputava un po' di sangue dal labbro inferiore. "Vorrei far pagare a te l'occhio che tuo padre mi ha distrutto. Ma per quanto mi piacerebbe farti gridare un po', ho delle questioni più importanti a cui pensare."
 
Si abbassò verso Heather e le afferrò un ciuffo di capelli, costringendola a voltare la testa verso di lui. "Per esempio... dove hai nascosto quell'Anellorubino che quell'incapace di tuo padre ti ha affidato. Quel gioiellino ce l'hai tu da qualche parte, vero? Beh, serve di più a noi del Team Meteora! Tu mi dirai dov'è."
 
"No... non te lo dirò mai." Heather cercò di opporsi, solo per ricevere un altro schiaffo in pieno viso. Shelly, Noel ed Anna inorridirono davanti a quell'atto di crudeltà gratuita, ma Heather rimase decisa, e sfidò ancora il comandante del Team Meteora con lo sguardo. "Puoi... fare quello che vuoi, verme. Puoi... anche riconsegnarmi al dottore, se vuoi! Ma io... non ti dirò mai... dov'è... il mio anello!"
 
"Oh, non è un problema per noi." sentenziò Sirius, con un ghigno feroce. "Anche se non ce lo dirai direttamente, i tuoi compagni potrebbero non essere tanto reticenti a consegnarci l'Anellorubino e il Braccialezaffiro, una volta che sapranno che sei nelle nostre mani."
 
Charlotte sputò per terra. "Maledetto... credi davvero che i nostri compagni cascheranno in un trucchetto così trasparente?" esclamò. "Capiranno subito qual è il vostro gioco!"
 
Sirius ghignò crudelmente. "Oh, non mi sono mai fatto illusioni in proposito." affermò il feroce comandante del Team Meteora. "Ma se c'è una cosa che si può dire per certo di voi della resistenza, è che avete i cuoricini teneri, e quando i vostri compagni sapranno che siete stati catturati... faranno tutto quello che gli imporremo pur di ritrovarvi vivi!"
 
"Fern non lo farà mai... e Florinia suggerirà di sacrificarci..." mormorò Shelly tra sè. Ma si rendeva conto che Fern e Florinia non erano che l'eccezione alla regola. Sicuramente, gli altri membri della resistenza avrebbero cercato di salvarli a qualunque costo. E questo voleva dire, che avrebbero probabilmente acconsentito allo scambio con i due gioielli nelle mani della resistenza.
 
E infatti, Sirius non dava l'impressione di essere minimamente preoccupato. Il piano sarebbe riuscito, e il Team Meteora sarebbe balzato in vantaggio schiacciante sulla resistenza...
 
"Bene, direi che ormai ci sono tutti." disse Sirius, dando un'occhiata in giro. Noel ed Anna erano già stati legati, assieme agli altri fuggitivi dell'orfanotrofio, e mentre la bambina dai capelli neri cercava ancora di divincolarsi per sfuggire alle funi, il fratello gemello stava in piedi accanto a lei, guardando verso il terreno con espressione illeggibile. Shelly ed Heather erano già state legate, e Charlotte era ridotta all'impotenza... non mancava che Pietro, che in quel momento era in piedi in un angolo, tenuto a bada da alcuni Mightyena sguinzagliati dalle reclute del Team Meteora. "Oh, già... dimenticavo quasi la nostra rockstar. Come hai potuto pensare, ragazzino, che il vostro colpo di testa sarebbe andato diversamente da così? Il Team Meteora vince sempre. Questo ormai l'ha imparato tutta Reborn City. Voi siete gli unici che ancora sperano scioccamente di opporsi a noi. Ma tra poco, non rappresenterete più una spina nel fianco. Prendetelo."
 
I Mightyena del Team Meteora si avvicinarono ringiando a Pietro, che non fece una piega e restò fermo nell'angolo. Sembrava quasi che ormai anche lui si fosse rassegnato e non aspettasse altro che il Team Meteora venisse a prenderlo...
 
Ma il ragazzo dai capelli arancioni non si era ancora rassegnato. Con furtività, cercando di non farsi notare, aveva tirato fuori dalla sua cintura una Pokeball che non aveva usato nel corso della battaglia. Era un suo Pokemon abbastanza recente, ed immaginava che non avrebbe potuto fare molto contro Sirius e i suoi... ma in quel momento, forse era tutto ciò che gli avrebbe potuto permettere di scappare ed impedire che quell'operazione si trasformasse in un disastro totale. Doveva cercare di ritrovare Saphira e Laura, e poi avvertire Amaria e il resto della resistenza. Dovevano a tutti i costi trovare un modo di salvare i bambini senza essere costretti a consegnare l'Anellorubino e il Braccialezaffiro al Team Meteora... e del resto, anche se lo avessero fatto, cosa li assicurava che quella gentaglia avrebbe mantenuto la parola?
 
No, doveva cercare di andarsene di lì con le sue sole forze... e poi trovare un modo per salvare la situazione assieme ai suoi compagni rimasti. Se non altro, poter contare su Saphira, Laura ed Amaria era pur sempre un vantaggio...
 
"Okay... adesso o mai più." disse tra sè Pietro. "Sudowoodo... vai!"
 
Il giovane rockettaro premette un tasto sulla sua sfera, proprio mentre i Mightyena nemici si apprestavano a balzare all'attacco... e da essa apparve di colpo uno strano Pokemon che poteva facilmente essere preso per un Pokemon d'Erba, dal momento che assomigliava ad un alberello senza foglie, dal tronco lungo e stretto che si reggeva su un paio di corte gambe, con lunghe e sottili braccia simili a rami terminanti in tre tonde dita verdi ciascuna, e la testa sormontata da una specie di gambo a forma di bastoncino da rabdomante. Alcune chiazze gialle decoravano la pelle del Pokemon, in modo da farla assomigliare ancora di più alla corteccia di un albero. Aveva un viso sorridente dall'espressione un po' melensa, con un paio di piccoli occhi neri, e sembrava ondeggiare ad un ritmo che solo lui riusciva a sentire...
 
I Mightyena del Team Meteora esitarono per un istante, colti di sorpresa dalla sua apparizione... e Pietro decise di giocarsi il tutto per tutto, fintanto che poteva!
 
"Charlotte! Bambini! Resistete il più possibile!" esclamò il giovane musicista. "Torneremo a salvarvi! Sudowoodo, attacca con Frana! Adesso!"
 
"Sudo... woodo!" esclamò il Pokemon imbroglione, alzando le braccia per poi abbassarle di scatto... e creare dal nulla una raffica di rocce che franò rovinosamente addosso alle iene nere, colpendole con potenza e costringendole a tirarsi indietro con dei brevi ululati di dolore! Sirius stesso rimase per un attimo stupito da quella mossa, e non fece in tempo a riorganizzarsi prima che Pietro desse il suo ordine successivo.
 
"Perfetto! Sudowoodo, adesso tocca a Fossa!" esclamò. Approfittando del momento di confusione del Team Meteora, Sudowoodo cominciò a scavare, creando un buco abbastanza grande da farci stare sia lui che il suo allenatore... e con velocità quasi incredibile, Pietro ed il suo Sudowoodo si allontanarono sottoterra, lasciandosi dietro il Team Meteora... e quando un Mightyena nemico cercò di seguire i due fuggiaschi, venne bloccato da una raffica di rocce che precipitò dal soffitto, tappando il buco!
 
"P... Pietro!" esclamò Noel, sgranando gli occhi. Il ragazzino abbassò la testa, facendo un piccolo sorriso rassicurato dopo un attimo di stupore. Pietro aveva detto che sarebbe tornato per salvarli... e Noel sapeva abbastanza di Pietro da sapere che avrebbe mantenuto la promessa!
 
"Comandante Sirius!" esclamò una recluta del Team Meteora, mentre altre cercavano di condurre via i bambini fuggiaschi e Charlotte. "Quel tizio ci è scappato! Che dobbiamo fare, inseguirlo?"
 
Sirius si riscosse con grande rapidità dalla sorpresa, e scosse la testa per dissentire. "No. A questo punto, sarebbe solo una perdita di tempo." disse il comandante dall'occhio bionico, strattonando una riluttante Heather davanti a sè. La bambina dai capelli fucsia ringhiò rabbiosamente, ma non riuscì a fare nulla per divincolarsi dalla sua presa. "Piuttosto... prepariamoci ad accoglierli, quando arriveranno. Ormai, la resistenza ha le spalle al muro. Fate rapporto della riuscita dell'operazione a Lord Solaris, poi ritiriamoci verso il rifugio che avevamo stabilito in precedenza. Sarà lì che attenderemo ciò che rimane della resistenza."
 
"Va bene, comandante Sirius... ma che dobbiamo fare per quato riguarda quei ragazzi di Hoenn?" chiese un'altra recluta. "Si sono separati dal resto del gruppo, e adesso stanno andando chissà dove..."
 
"Non angustiatevi. Non hanno nessun luogo in tutto Reborn dove possano sfuggire ai nostri occhi." tagliò corto Sirius. "Per adesso, l'importante è recuperare l'Anellorubino e il Braccialezaffiro."
 
"Non... ce la farete mai." lo sfidò Heather, ghignando nonostante il dolore al viso. "Potete fare quello che volete... ma Vera e i suoi compagni vi stracceranno! Godetevi la vittoria finchè potete... perchè tra non molto, sono sicura che il Team Meteora crollerà!"
 
"Hmph... abbiamo una profeta qui, eh?" la canzonò crudelmente Sirius. "Spiacente, bambina, la tua è una pia illusione. Nessuno è mai stato in grado di opporsi a lungo al Team Meteora. I nostri occhi e le nostre orecchie sono ovunque!"
 
"Lo vedremo, maledetti... lo vedremo..." sussurrò la piccola domatrice di draghi, cercando di mostrarsi più sicura di sè di quanto in realtà non fosse. Poteva solo sperare... sperare e credere in Vera...
 
 
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Vera, Drew e Max erano in piedi sul ponte dell'imbarcazione che li stava trasportando all'isola dove sorgeva il monastero di Apofillide, il luogo in cui si era allenata Vittoria... e in quel momento, il pensiero di Vera continuava ad andare ai suoi compagni, e alla situazione in cui si trovavano. Erano riusciti a raggiungere la salvezza nel dedalo di passaggi sotterranei di Reborn City? Non si erano imbattuti di nuovo nel Dr. Connal o nel Team Meteora? Per quanto si rendesse conto che era stata una necessità dettata dalla situazione, Vera non riusciva a mandare giù di aver praticamente abbandonato i suoi compagni, e l'unica cosa che poteva fare in quel momento era sperare che quel sacrificio non fosse inutile.
 
I tre amici erano in silenzio, mentre la nave sfrecciava sull'acqua inquinata con un grazia che strideva in maniera quasi inquietante con la desolazione che ormai era compagna quotidiana degli abitanti di Reborn City. Mentre guardava verso il quartiere Peridoto, a Drew ritornò in mente la stazione ferroviaria che avevano visto al loro arrivo, distrutta da un attentato del Team Meteora, e agli esempi di umanità disperata e alla deriva che avevano visto mentre si addentravano nella cittadina. Con un certo disappunto, si rese conto che ormai aveva iniziato a pensare a quella situazione di degrado come la normalità, in quel continente alla deriva. Ormai quasi non ci faceva più caso... si stava abituando, e questo non gli piaceva. Aveva l'impressione di stare diventando desensibilizzato alle sofferenze che lo attorniavano. Non doveva lasciare che questo accadesse... Doveva concentrarsi e aiutare quanto più possibile a fare sì che Reborn tornasse la terra felice che era una volta, e questo voleva dire affrontare e distruggere il Team Meteora una volta per tutte. 
 
"Questa... sarà l'occasione per tutti noi di diventare più forti. Immagino che ci sarà da lavorare sodo, se vogliamo avere qualche possibilità di vittoria." disse Drew, volgendo lo sguardo all'Isola Apofillide che si stava avvicinando sempre di più. Già da quella distanza si riusciva a vedere l'alta montagna che dominava la grande isola, oltre che una costruzione elegante e sobria al tempo stesso che sorgeva sulla spiaggia grigia.Sembrava quasi un monastero di monaci Shaolin, con le sue mura, i suoi edifici rossi con il tetto spiovente, e le decorazioni serpentine che si intravedevano. Max restò a guardarlo per un po', sentendo sempre più curiosità verso il luogo dove Vittoria si era addestrata. Chissà che posto era, e come sarebbe stato incontrare la sensei Kiki. Vittoria ne aveva parlato in termini a dir poco entusiasti, ma dal momento che si trattava pur sempre della sua allieva preferita, il ragazzino con gli occhiali non considerava la giovane esperta di aikido una fonte troppo imparziale, per quanto la considerasse una buona amica.
 
"Quel Lord Solaris è sicuramente un avversario micidiale." affermò il ragazzino, aggiustandosi gli occhiali. "Solo pochi della resistenza possono affrontarlo in battaglia. Se vogliamo avere una possibilità, dobbiamo diventare forti quanto Amaria, anche di più... e questa visita al monastero Apofillide è la nostra migliore possibilità di farlo. Non sarà certo uno scherzo..."
 
"Faremo del nostro meglio, come sempre." disse Vera. "Anche se mi rendo conto che fino ad oggi non abbiamo mai visto un posto disastrato come Reborn. A volte, mi viene il dubbio se sia davvero possibile fare una differenza, in un posto così devastato... dove ormai molte persone hanno rinunciato a cercare di migliorare le cose, e non pensano ad altro che a sopravvivere come possono. Però... non sarebbe da noi fare così. Abbiamo sempre cercato di tenere viva la speranza... e in fondo, qualche risultato lo abbiamo anche ottenuto."
 
"E' vero. Avete fatto un ottimo lavoro, finora." commentò la voce di Vittoria. L'allenatrice di Pokemon Lotta stava raggiungendoli accanto alla ringhiera dell'imbarcazione, e si fermò vicino a loro, appoggiandosi come se volesse prendere una boccata d'aria - peccato solo che si trattasse dell'acqua fetida ed inquinata di quel tratto di lago. "Sapete... prima di noi ci sono stati vari tentativi di opporsi al Team Meteora, ma nessuno è riuscito a resistere tanto a lungo. Si può dire, in un certo senso, che siamo stati i più capaci, fino ad adesso."
 
"E' già qualcosa, immagino..." disse Vera. "Comunque, rimane il fatto che per adesso non siamo in condizioni di combattere con Lord Solaris e i suoi comandanti. Cercheremo di imparare quanto più possibile dalla tua sensei, e di sapere qualcosa di più sulla pietra misteriosa che il signor Elisio mi ha regalato."
 
"Sono sicura che la sensei Kiki potrà darvi una mano." disse Vittoria. "E spero che intanto che siamo lì... anche Amaria e gli altri riescano a cavarsela. Piuttosto... è un po' che non sento Cain. Di solito, a quest'ora del viaggio, lui ha già provveduto ad affibbiarci qualche dozzina delle sue battute sconce! O magari a flertare con qualche bella ragazza o qualche bel ragazzo..."
 
Notando l'espressione un po' confusa che Vera, Drew e Max le stavano rivolgendo, Vittoria si affrettò a precisare. "Non ve l'avevo detto? Cain è bisessuale." affermò. "Vuol dire che è attratto da entrambi i sessi. Credo... che sia stato per questo che è venuto a Reborn City lasciandosi dietro la sua famiglia. Loro... non accettavano che il loro figlio avesse queste... tendenze. E scusate la parola."
 
"Ah... questa non la immaginavo." affermò stupito Max. "Voglio dire, sapevo già che ci sono persone che si innamorano del loro stesso sesso, ma non che ce ne fossero attratte da entrambi. Non che ci sia nulla di male, beninteso."
 
"Piuttosto, mi dispiace per Cain. Non dev'essere facile vivere sapendo che la tua famiglia non ti accetta per quello che sei." continuò Vera, guardando verso l'isola di Apofillide che si avvicinava sempre di più. "Questo spiega come mai sembra così pensieroso quando parla di sua sorella."
 
"Cain ed Aya erano molto affezionati l'uno all'altra." spiegò Vittoria, usando un risvolto della sua hakama per togliersi dei ciuffi di capelli dal volto. "Ma Aya... come posso dire, è sempre stata un po' succube dei loro genitori. Quando Cain ha reso noto il suo orientamento sessuale ai suoi genitori, questi ultimi hanno reagito male... e Aya non lo ha difeso perchè aveva paura della loro reazione."
 
"Anzi, si è unita a loro nel dire male di me, potrei aggiungere. Anche se sinceramente, non credo che lo abbia fatto di sua volontà. I miei l'hanno praticamente costretta, anche senza dirle nulla, a schierarsi contro di me." commentò la voce di Cain. Il giovanotto dai capelli viola era uscito da sotto coperta per guardare un po' il panorama, e si stava avvicinando a Vittoria e al terzetto di Hoenn con un sorrisetto astuto sul viso. La giovane esperta di aikido sembrò sobbalzare per un istante, e guardò imbarazzata dall'altra parte, temendo di aver offeso il suo amico... che invece, non sembrò per nulla risentito. "Hehehee... sei un tipo un po' intrigante, non credi, Vit? Andare a raccontare i fatti degli altri a tre sconosciuti..."
 
"Ah... ehm... scusa, Cain, io non volevo offenderti... è che stavano chiacchierando, così, del più e del meno, e la cosa è saltata fuori..." disse Vittoria, imbarazzata. Vera, Drew e Max restarono in silenzio, non volendo dire o fare qualcosa che poteva ferire i sentimenti del ragazzo bisessuale, ma quest'ultimo prese tutto con leggerezza, dando una pacchetta amichevole sulla spalla della sua compagna.
 
"Tranquilla, Vit, non mi offendo mica! Anzi... immagino che prima o poi sarebbe dovuto venire fuori. Mi scuso per averlo tenuto nascosto, ma non credevo che fosse importante." disse Cain, rivolgendosi anche ai ragazzi di Hoenn. 
 
Drew fece un cenno con la mano per dire che non c'era nulla di cui scusarsi. "Va tutto bene, Cain. Posso capire perchè non hai detto niente... e spero che tu possa riallacciare i ponti con la tua famiglia, un giorno." affermò.
 
Il ragazzo dai capelli viola sorrise ancora, anche se questa volta sembrava un po' triste. "Accada quello che accada, amico mio." affermò. "Io sono in pace con me stesso, e non credo di avere nulla di cui rimproverarmi solo perchè i miei... interessi romantici... sono un po' diversi da quelli della maggior parte delle persone. L'unica con cui spero di potermi chiarire un giorno è Aya. Non ci siamo parlati da quel giorno, e spero che non si sia fatta manipolare dai miei."
 
"Sono sicura che Aya ti capisce, e che ti vuole ancora bene." lo rassicurò Vittoria. A quel punto, l'imbarcazione si stava avvicinando al molo dell'isola di Apofillide, nei pressi di una spiaggia desolata ricoperta di sabbia grigia, con rocce di basalto e pietra vulcanica nera che spuntavano qua e là dalla sabbia. Ora che la vedevano da vicino, l'isola dava l'impressione di essere desolata e solitaria, ma sicuramente non appariva degradata ed inquinata come Reborn City. "Ma... lasciamo a dopo queste discussioni. Siamo finalmente arrivati ad Apofillide, e da qui a pochi minuti arriveremo alla mia Accademia!"
 
"Finalmente... dico la verità, questo viaggio via acqua non è stato esattamente... hmph... il massimo..." commentò Hitomi, uscendo da sotto coperta accompagnata da Ortilla ed Alty. La piccola rivale di Max dava l'impressione di non essersi goduta per niente il viaggio - il suo volto aveva assunto un colorito pallido, e dai suoi occhi si vedeva che non era al massimo della forma. "Ho sofferto il mal di mare... urg..."
 
"Hey, Hitomi, riesci a stare in piedi? Non è che vuoi distenderti un po'?" chiese Ortilla, un po' preoccupata. Anche Max andò dalla sua amica/rivale per assicurarsi che non stesse tanto male, ma Hitomi tranquillizzò entrambi con un cenno della mano, sedendosi su una panchina del ponte.
 
"Mi sento come se un esercito di Spinda stesse ballando la Strampadanza nel mio stomaco, ma sopravviverò." rispose Hitomi con la sua solita, sottile ironia. Alty cinguettò brevemente e si appollaiò sulla ringhiera della barca, guardando verso il monastero che sorgeva sulle rupi dell'isola. In quel momento, i viaggiatori riuscirono a vedere due persone - un ragazzo e una ragazza, per l'esattezza - che si avvicinavano ad un piccolo molo in legno non esattamente ben tenuto, che si affacciava sulle acque dalla spiaggia vulcanica. Erano vestiti di una peculiare divisa da arti marziali che li identificava subito come due allievi dell'Accademia Apofillide, due compagni di Vittoria: un'uniforme grigia con maniche e pantaloni lunghi, che diventava bianca sui risvolti del colletto e delle maniche, in modo da coprire bene il corpo, e al tempo stesso offrire massima libertà di movimento, corredata di un paio di scarpe nere senza calze. I due ragazzi raggiunsero il molo e si fermarono lì, evidentemente aspettando qualcuno... e Vera ipotizzò che in effetti stessero proprio attendendo loro.
 
"Ah, guardate! La sensei Kiki ha già mandato qualcuno a prenderci!" esclamò Vittoria, cominciando a muovere un braccio verso il molo. "Hey, da questa parte! Soji, Hina, siamo qui! Stiamo arrivando!" 
 
La ragazza, una tipetta dai lunghi capelli neri legati in un paio di codini, sentì Vittoria che la chiamava, e si voltò verso la barca, mettendosi a salutare con entusiasmo non appena riconobbe, ormai a distanza abbastanza ravvicinata, la sua compagna di allenamenti.
 
"Soji, guarda! Quella è Vittoria con Cain e i ragazzi di Hoenn di cui ci ha detto la sensei!" esclamò Hina. Entrambi i ragazzi si misero a salutare, per poi attendere che l'imbarcazione attraccasse a quel molo un po' improvvisato. Uno alla volta, i membri della resistenza scesero sul molo, e Vittoria venne accolta con calore dai suoi compagni di addestramento. "Bentornata, Vittoria! Siamo stati in pensiero per te... ho sentito che sono successe un sacco di cose, lì a Reborn City..."
 
"Già, non saprei neanche da dove cominciare a raccontartele..." disse Vittoria, scambiandosi poi un cinque con Soji, un ragazzo dai capelli neri un po' scompigliati e legati in un codino dietro la schiena. "Ma adesso siamo qui, e questo è uno dei pochi posti in tutto Reborn in cui il Team Meteora non è ancora arrivato. Siamo al sicuro... e vi racconterò tutto per filo e per segno quando saremo tornati al monastero! A proposito, come sta la sensei?"
 
"Sta bene. E' sempre un po' preoccupata per te, ma continua a fare il suo lavoro con molta passione." rispose Soji. A Drew sembrò per un attimo che Vittoria si fosse incupita, ma la cosa durò così poco che il ragazzino di capelli verdi si convinse che era stata solo una sua impressione. "Ma... intanto, perchè non ci presenti i tuoi compagni? A parte Cain che magari conosciamo già..."
 
"Awww, cos'è questa discriminazione verso i vecchi amici? Guardate che mi offendo..." disse scherzosamente il giovanotto dai capelli viola, mettendosi in una posa affascinante! "Heheheee... scherzo, scherzo! Vi presentiamo i nostri amici di Hoenn! Vera Maple, il suo fratellino Max, Drew, Hitomi ed Ortilla... accompagnata da Alty, la sua inseparabile Altaria!"
 
"Onorata di conoscervi!" esclamò con sincera partecipazione Ortilla. Hitomi si limitò ad incrociare le braccia e fare un cenno di assenso con la testa.
 
"Il piacere è tutto nostro!" disse Vera. "Siamo... molto onorati di visitare il vostro monastero, e non vediamo l'ora di conoscere la vostra sensei. Anche perchè spero che lei possa chiarire alcune mie domande..."
 
"Vedete, ragazzi, il motivo principale per cui siamo qui è perchè vorremmo consultare la sensei Kiki riguardo una particolare pietra che è stata regalata a Vera da un ricco visitatore proveniente da Kalos." continuò Vittoria. "Si tratta quasi sicuramente di una Megapietra, e quindi... non credo che qualcun altro a parte la sensei Kiki possa dirci molto a riguardo."
 
Soji ed Hina si fecero di colpo più seri, comprendendo che se Vera era davvero in possesso di una Megapietra, la situazione era in effetti alquanto delicata. Sicuramente non avrebbe ricevuto un artefatto così potente senza una motivazione più che adeguata...
 
"Capisco... capisco..." disse Soji, mettendosi a posto i capelli. "Bene, in questo caso direi che la cosa migliore da fare è seguirci fino all'Accademia, dove potrete finalmente parlare con la sensei." 
 
"Grazie, amici. Siamo appena sfuggiti al Team Meteora lì a Reborn City, e avremmo davvero bisogno di un posto dove possiamo finalmente appoggiare la testa su un cuscino..." disse Max, sentendosi improvvisamente stanco e provato. Era stata una giornata davvero lunga, e sicuramente anche i suoi Pokemon non vedevano l'ora di riposare in maniera decente.
 
Il gruppo cominciò a seguire Soji ed Hina mentre questi ultimi li guidavano giù dal molo e su un sentierino tortuoso che si districava tra la sabbia grigia della spiaggia. Max, nonostante la stanchezza, si guardò attorno, e sentì montare la curiosità quando vide degli strani Pokemon simili a paguri sgattaiolare qua e là tra le formazioni rocciose, evitando di avvicinarsi troppo all'acqua: erano dei crostacei di colore arancione scuro, con la testa tonda e due spese antenne con occhi neri sulla sommità. Vivevano all'interno di una conchiglia fatta di roccia intagliata, e si muovevano camminando su quattro arti da insetto, i primi due dei quali presentavano delle robuste tenaglie. 
 
"Dwebble, il Pokemon Pietracasa. Tipo Coleottero/Roccia." disse il Pokedex di Hitomi quando la stoica bambina dai capelli rossicci andò a dare un'occhiata. "Quando trova una pietra della sua misura crea un buco con il liquido che secerne dalla bocca e ci si infila dentro. Poiché secerne dalla bocca un liquido in grado di sciogliere le pietre, riesce ad aprirsi varchi anche nella dura roccia. Se la sua casa si rompe, non si dà pace finché non ne trova un'altra."
 
"Hmm, capisco." disse tra sè Hitomi, continuando a seguire la loro guide senza proferire parola riguardo al luogo in cui si allenavano. In effetti, dava l'impressione di essere molto più pulito e piacevole di quella bolgia infernale che era Reborn City. Se non altro, malgrado le acque non fossero molto pulite, in quel luogo si poteva ancora percepire la presenza della natura... e se non altro, lei era contenta di poter finalmente mettere i piedi per terra e liberarsi una buona volta da quel fastidioso mal di mare...
 
"Altaria?" chiese Alty, svolazzando silenziosamente accanto ad Hitomi, che si voltò verso di lei guardandola con fare interrogativo.
 
"Alty era un po' preoccupata, Hitomi. Adesso ti senti bene?" chiese Ortilla, raggiungendo la sua amica. Le due bambine non potevano sembrare più diverse, ma nonostante non fosse molto tempo che si conoscevano, avevano già stabilito una notevole intesa tra di esse.
 
Hitomi fece un cenno con la testa. "Adesso sì... il rollio di quella imbarcazione era antipatico." disse semplicemente. "Ora sono a posto. Tu piuttosto, ti senti pronta?"
 
"Farò tutto quello che devo fare per diventare più forte... adesso non sono proprio il massimo come allenatrice." rispose Ortilla, permettendo ad Alty di appoggiarsi sulla sua spalla e rilassarsi un po'. "Anche se mi chiedo che razza di prove avrà in mente per noi la sensei..."
 
Vera annuì, guardando verso le sue Pokeball, in particolare quella di Blaziken... Il monastero si stava avvicinando, e la sabbia vulcanica che costituiva la spiaggia si stava rarefacendo, lasciando spazio ad un terreno liscio e roccioso composto principalmente di roccia vulcanica. Dai piedi della grande rupe nera si dipartiva una strada tortuosa che si inerpicava sulle rocce, e che dopo una serie di curve e tornanti raggiungeva l'ingresso del Monastero Apofillide... il luogo dove forse Vera avrebbe avuto qualche risposta a certe sue domande.
 
La sfida con il Team Meteora stava entrando nel vivo. Vera ne era fin troppo convinta...
 
 
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Un respiro profondo. Inalare lentamente, con calma e attraverso il naso, tenendo gli occhi chiusi e le gambe incrociate. Le mani appoggiate sulle ginocchia, con il palmo rivolto verso l'alto. Una sensazione di calma e rilassamento che irradiava dal corpo della giovane donna, e si diffondeva a sua volta all'interno di esso. 
Gli esercizi in cui Kiki era immersa erano talmente assidui che raramente la sensei dell'accademia si accorgeva di quello che le capitava attorno in quel momento. Non che ne avesse davvero bisogno, visto che per la sua meditazione Kiki si era scelta una piccola stanza arredata in maniera alquanto spartana, tenuta separata dalle stanze dei suoi allievi, in modo da non avere distrazioni quando era impegnata in qualche esercizio di meditazione. L'arredamento consisteva di un letto, una scrivania con sopra appoggiata una candela, una sedia un po' malridotta... e uno scaffale dove la sensei teneva alcuni libri. La leader dell'Accademia Apofillide era seduta a gambe incrociate per terra, e una tenue aura rossa si stava accendendo attorno a lei.
 
Kiki Michel Argyle, la sensei a capo del Monastero Apofillide, era una donna ancora molto giovanile, nonostante avesse da poco superato i quarant'anni, era una donna piacente, con i capelli fucsia / violetti tagliati corti, alcuni ciuffi che le ricadevano sulla fronte, e un'espressione serena e stoica sul suo volto ancora non segnato dalle rughe. Indossava una maglietta rosa a mezze maniche con i risvolti neri, con sopra una giacca nera tenuta sbottonata sul davanti, in modo da far vedere bene il vestito che indossava sotto di essa. Portava inoltre un paio di pantaloni aderenti e un paio di ciabatte nere, uguali a quelle che i suoi due allievi Soji ed Hana portavano per andare a prendere gli ospiti che di lì a poco sarebbero arrivati al suo monastero.
 
Con un altro respiro profondo, Kiki cercò di concentrarsi sul suo obiettivo. Per quanto la notizia che stessero arrivando quei ragazzi di Hoenn la facesse ben sperare sulle loro possibilità di affrontare il Team Meteora, non poteva mettere da parte il suo allenamento quotidiano, i suoi tentativi di arginare il caos che si agitava all'interno della sua anima. Chiuse gli occhi, cercando di cancellare il mondo esterno dalla propria mente, e di pensare unicamente a separarsi dai bisogni e dalle passioni terrene. Era l'unico modo per lei per raggiungere la vera illuminazione e non farsi sopraffare dallo sconforto...
 
"Il mio lavoro qui non è ancora finito. Devo ancora fare molte cose, e non posso permettermi di cedere adesso..." disse tra sè, prima di congiungere le mani davanti a sè e tornare a concentrarsi. Ebbe la sensazione di riuscire a controllare meglio il suo ki, e di essere riuscita ad indirizzarlo nelle parti giuste del proprio corpo, ma si concentrò ancora di più e cercò di stabilizzarlo ulteriormente. "Ecco... così va meglio. Così va decisamente meglio..."
 
La sensei dell'Accademia Apofillide restò seduta nella sua stanza, a gambe incrociate ed occhi chiusi, ferma come una statua, per diversi minuti. Finalmente soddisfatta, si riscosse lentamente dalla sua trance e si sfregò il viso con una mano per togliersi di dosso quel po' di torpore che le era rimasto addosso, infine si rialzò e si sgranchì un po' le articolazioni. Si mise in guardia ed eseguì un kata, sferrando alcuni pugni e calci in aria, ma sempre mantenendo un controllo quasi totale dei propri movimenti.
 
Infine, si rilassò e prese un bel respiro, sentendosi finalmente sicura di poter compiere il suo dovere ancora una volta. Un lieve suono attirò la sua attenzione quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza, e la sensei voltò lo sguardo in quella direzione. "Avanti."
 
La porta si aprì con uno scatto appena udibile, e da essa entrò un Pokemon umanoide di poco più basso di un essere umano normale, con la pelle grigia, e con indosso un paio di larghi pantaloni rossi, con il bordo e due toppe sulle ginocchia gialli. Indossava anche un copricapo rosso, con tre puntini gialli sulla fronte, che copriva in parte anche gli occhi fissi e rotondi, mentre la bocca era rossa e carnosa. Un Medicham, senza ombra di dubbio. Un Pokemon di un inusuale tipo Psico/Lotta conosciuto per le sue capacità marziali che si accompagnavano alla sua grande disciplina e ai suoi notevoli poteri psichici. Un inusuale ornamento completava tuttavia la sua descrizione - appesa al collo portava una strana gemma di forma sferica, all'interno della quale sembrava ardere una fiamma rosa e gialla. In effetti, a parte il colore della fiammella, era identica alla pietra di cui Elisio aveva fatto dono a Vera...
 
"Maestra Kiki, va tutto bene? Ero venuto semplicemente a ricordarle che tra non molto arriveranno i nostri ospiti di Hoenn." Kiki sentì la voce telepatica del suo Pokemon preferito nella sua mente, e lo accolse con un pacato cenno della testa. "Inoltre, volevo verificare se lei stesse bene. Anche oggi la meditazione è andata bene, immagino...
 
"Ti ringrazio per la tua preoccupazione, Medicham." rispose Kiki, sorridendo in maniera quasi impercettibile. "Sì, ancora una volta sono riuscita a fare ordine nel mio corpo e nella mia mente. Non dobbiamo permettere ai dubbi e alle ansie che si trovano in ognuno di noi di complicare ciò che accade all'esterno."
 
"Certo, lo capisco." affermò telepaticamente Medicham. "Dunque, se se la sente, possiamo andare ad accogliere i nostri ospiti. Dovrebbero essere qui a momenti, visto che l'imbarcazione è da poco arrivata al molo."
 
Kiki annuì e seguì il suo Pokemon nei corridoi dell'accademia, un luogo semplice ma funzionale che ricordava parecchio un incrocio tra un dojo di karatè e un monastero shaolin. Dopo essere passata attraverso una serie di corridoi decorati in maniera sobria e allo stesso tempo elegante, la sensei raggiunse una sala d'attesa dove si trovavano già diversi dei suoi allievi, che si inchinarono rispettosamente nel momento in cui la loro insegnante entrò dalle doppie porte scorrevoli. Ci fu un coro sommesso di saluti, e Kiki e il suo Medicham si inchinarono leggermente in risposta.
 
"Sensei Kiki." disse un allievo, il più vicino. Lui e il suo Pokemon, un Sawk - un Pokemon umanoide dalla pelle blu vestito di una karategi - unirono le mani in segno di rispetto. "Siamo tutti molto lieti di rivederla. Soji ed Hana ci hanno confermato che l'imbarcazione recante Vittoria, Cain e i ragazzi rapiti ad Hoenn dal Team Meteora sta arrivando in questo momento, e sono andati a prenderli."
 
"Molto bene. Ci sono altre novità da Reborn City?" chiese Kiki pacatamente.
 
Una ragazza accompagnata da un Hitmonlee, un Pokemon di colore marrone con un paio di grandi occhi a mandorla e due lunghe gambe avvolte in fasciature come quelle di un lottatore di muay thai, fece un cenno affermativo con la testa. "Sì, maestra Kiki. Abbiamo ricevuto notizia che i nostri compagni della resistenza hanno messo a segno un importante attacco contro l'orfanotrofio del Dr. Sigmund Connal, lo psichiatra che sappiamo essere colluso con il Team Meteora." affermò. "L'attacco è riuscito, ma al momento sembra che si trovino in una situazione di svantaggio - il Team Meteora ha iniziato subito a dare loro la caccia. Sembra che comunque Saphira, Laura ed Amaria siano già sul luogo, e cercheranno di dare una mano con ogni mezzo."
 
"Capisco. In tal caso, possiamo affidarci a loro." disse Kiki. "E che mi dite dei nostri alleati ad Agatipoli?"
 
Il ragazzo con il Sawk si fece di nuovo avanti, mentre il suo Pokemon annuiva gentilmente. "Se si riferisce a Celeste, Sansone e Terra... anche loro ci confermano che la situazione è sotto controllo. Il Team Meteora, almeno per adesso, non sta cercando di fare nulla da quelle parti... anche se riportano comunque un'accresciuta attività di persone sospette nelle prossimità di Zirconia. Forse si tratta della Chiesa d'Alfa..."
 
"Quei fanatici potrebbero creare qualche problema..." disse telepaticamente Medicham alla sua allenatrice. "Forse dovremmo fare qualcosa per ostacolarli, almeno adesso che non rappresentano ancora una minaccia concreta."
 
"Meglio di no, Medicham. Preoccupiamoci dei problemi nell'ordine in cui si presentano. Al momento l'importante è fare in modo che quei ragazzi di Hoenn si possano addestrare abbastanza da opporsi a Lord Solaris e al Team Meteora." rispose la donna. "Alla Chiesa d'Alfa penseremo più tardi."
 
"Come desidera, sensei." rispose Medicham, fidandosi del giudizio della sua allenatrice.
 
"Se si tratta della Chiesa d'Alfa, quello che dobbiamo fare è tenerli d'occhio. I nostri alleati a Zirconia interverranno se necessario." affermò Kiki. "Molto bene. Se non c'è altro, preparatevi ad accogliere i nostri ospiti come meritano."
 
"Certamente, sensei Kiki!" rispose la ragazza con lo Hitmonlee, e lei e il suo Pokemon fecero un profondo e rispettoso inchino prima che loro e tutti gli altri allievi rompessero ordinatamente le righe e si dirigessero ognuno a fare la sua parte. "Ah, e prima che me ne dimentichi... abbiamo ricevuto la notizia che Cal è tornato dal suo viaggio. Solo che non è voluto tornare all'Accademia, almeno non subito. Prima si è voluto fermare per un po' al Picco Apatite, per meditare ed allenarsi ancora."
 
"Mi fa piacere saperlo. E spero che anche lui sia riuscito a calmare il caos che si agita nel suo spirito." affermò Kiki, questa volta rivolgendo un sorriso aperto e sincero ai suoi allievi. "Sono sicura che a Vittoria farà molto piacere saperlo."
 
 
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Vera si fermò per un attimo, respirando affannosamente. La strada pianeggiante che attraversava la spiaggia si era rapidamente trasformata in una dissestata stradina che si inerpicava sulle rupi a picco, e che lei e i suoi amici erano costretti a percorrere con estrema cautela per evitare di farsi male. Rocce affilate, cespugli di rovi e di ortiche, e anche alcuni Pokemon ed animali normali dall'aria ostile rendevano la stradina rischiosa, e costringevano i ragazzi a fermarsi di tanto in tanto a riprendere fiato. Solo Vittoria e i suoi due compagni di accademia sembravano tranquilli, essendo probabilmente abituati a percorrere quella strada impervia.
 
"Tutto bene, Vera?" chiese Vittoria con un sorriso un po' sfacciato. "Scusa se te lo dico, ma non mi sembrate proprio il massimo, come atleti!"
 
Vera si asciugò un po' di sudore dalla fronte. "Beh, scusa tanto se non siamo abituati a queste stradine strette!" affermò, usando poi una mano per mandare via un paio di zanzare che le ronzavano fastidiosamente attorno. A giudicare da come Ortilla si stava grattando il braccio sinistro, non era stata lei l'unica preda di quegli insetti odiosi... "Immagino che anche questa faccia parte del vostro allenamento, vero?"
 
"Puoi dirlo forte! Chiunque voglia ricevere gli insegnamenti della sensei Kiki, dove prima dimostrare di essere abbastanza abile da raggiungere il monastero superando questa strada piena di asperità." rispose Soji. "E non molti ci sono riusciti! Se sei curiosa, piccola, ti informo che la qui presente Vittoria è stata quella che è riuscita a raggiungere il monastero prima di tutti, quando aveva solo tredici anni!"
 
"Beh... ho avuto anche un po' di fortuna, se è per quello!" affermò Vittoria, sfregandosi la nuca con espressione imbarazzata. "Ma... a quanto pare, la sensei Kiki è stata particolarmente impressionata da come me la sono cavata! Però... immagino che per voi sia una strada molto difficile da percorrere, a parte gli scherzi."
 
Cain si tolse un po' di erba e sementi selvatiche dalla camicia. "Non ci aspettavamo certo una passeggiata. E poi, se fa parte dell'addestramento..."
 
"... lo facciamo senza tanti problemi." disse Hitomi, completando la frase del suo compagno dai capelli viola. "Sicuramente è meglio del mal di mare..."
 
"Altaria..." mormorò Alty per spronare un po' la sua allenatrice, prima di voltarsi verso alcune zanzare che ronzavano là attorno, e mangiarsele in un boccone. Ortilla ridacchiò gentilmente e accarezzò la sua Altaria sulla testa per ringraziarla, per poi scuotere il braccio che le era stato punto e riprendere la strada assieme ai suoi compagni. 
 
"Hitomi non va molto d'accordo con le imbarcazioni, questo l'ho scoperto solo adesso!" affermò Ortilla.
Hitomi storse il naso. "Ero sono un po' indisposta, okay?" cercò di difendersi, forse un po' imbarazzata per non essersi dimostrata seria e tutta d'un pezzo come cercava di solito di apparire. "Ora, se abbiamo il fiato per chiacchierare, ce l'abbiamo anche per proseguire verso il monastero e incontrare la sensei Kiki, o sbaglio? Quindi vediamo di non perderci in chiacchiere!"
 
"Eh, sì, mi sa tanto che l'ha presa come uno smacco al suo orgoglio!" disse Max, sghignazzando astutamente e facendo un cenno di intesa a Vera e Drew, che fecero una breve e sommessa risata a loro volta. Hitomi borbottò qualcosa a denti stretti ma non disse nulla ad alta voce, e continuò a seguire Vittoria e i suoi compagni verso la cima della rupe.
 
Per fortuna, la strada non proseguì ancora a lungo. Dopo un quarto d'ora di camminata, Vera e i suoi compagni riuscirono a vedere che il percorso accidentato terminava in un piccolo altopiano sul quale sorgeva il maestoso monastero che avevano visto dalla nave! Vera fu la prima a raggiungere la fine della strada, e a guardare in direzione del grande edificio, restando per un attimo esterrefatta a guardarlo - si trattava davvero di un luogo impressionante, un grande edificio in stile cinese o tibetano dalle robuste mura rosse e dai tetti spioventi, semplice ma maestoso, con un grande portone di legno scuro al quale si accedeva tramite una corta rampa di scale di granito, i muri decorati da una fila ordinata di finestre di forma circolare. Una targa di marmo nero, sulla quale era incisa una scritta in kanji, sovrastava la porta, e Vera ipotizzò che si trattasse di una sorta di massima di qualche saggio orientale, o comunque un proverbio. Poco prima delle scale di ingresso, si trovava un grande tori trionfale di legno rosso, sotto il quale chiunque avesse voluto entrare nel monastero sarebbe dovuto passare. Drew, che arrivò in quel momento, non mancò di pensare che questo modo di fare avesse anche un significato simbolico...
 
"Benvenuti al monastero Apofillide." disse Vittoria, raggiungendo i suoi compagni e guardando con orgoglio il luogo che ormai era diventato la sua casa. Uno alla volta, iragazzi raggiunsero l'altopiano ed ammirarono l'Accademia, restando per diversi istanti fermi accanto a Vera e Vittoria. "Dalle mura di questo luogo... circa un secolo di storia delle arti marziali e dell'allenamento di Pokemon ci osservano."
 
"Davvero... impressionante!" disse Ortilla, sentendosi il cuore accelerare davanti a quella vista. "Quindi... è qui che vive la tua sensei, Vittoria..."
 
"Già... la sensei Kiki ci starà aspettando, mentre parliamo!" rispose Vittoria, facendo poi un cenno anche ad Hina e Soji. "Quindi... forza, non facciamola aspettare ancora! Andiamo!"
 
"Sono curioso di conoscerla, dopo averne tanto sentito parlare..." disse Drew. Il gruppo raggiunse il portone di ingresso, e Vittoria gli diede una leggera spinta, facendolo aprire con un lieve scricchiolio. Appena dietro, il gruppo di Vera vide che si trovava un grande cortile, con numerosi alberi di gingko che spuntavano nelle zone verdi secondo uno schema ben ordinato, e piazzole dimarmo levigato dove stavano in piedi diversi allievi dell'accademia. Sicuramente, erano studenti che avevano saputo dell'arrivo dei ragazzi di Hoenn, e ora erano lì per accoglierli come era giusto...
 
Vittoria aprì completamente le porte... e subito dopo, gli studenti dell'Accademia Apofillide fecero un inchino collettivo, accogliendo i loro ospiti e facendo sentire un po' a disagio Max - non gli era mai accaduto di essere ricevuto con simili onori!
 
"Bentornata, Vittoria!" si sentirono numerose voci che parlavano all'unisono, mentre gli allievi si inchinavano, tenendo il pugno sinistro coperto con la mano destra. Vittoria sorrise lusingata e ripetè il saluto, illuminandosi quasi in volto quando vide la sua sensei avvicinarsi, accompagnata dal suo Medicham.
 
"Medicham!" disse il Pokemon Meditazione, facendo un inchino.
 
"Bentornata al monastero, Vittoria, mia giovane promessa." disse Kiki con voce pacata. Vera e il gruppetto di Hoenn restarono un po' indietro per dare una buona occhiata all'insegnante dai capelli purpurei, mentre Cain salutava gli allievi con un occhiolino e un gesto sbarazzino della mano.
 
"Buongiorno a tutti, allievi di questa nobile accademia!" affermò il giovanotto esperto di Pokemon Veleno. "Se c'è qualche bel ragazzo o ragazza che vuole fare mia conoscenza, non sarò certo io a rifiutare!"
 
"Ma... Cain!" esclamò Vittoria, arrossendo di colpo con una buffa espressione imbarazzata che le appariva sul viso. Alcuni degli ospiti di Hoenn ridacchiarono, tranne Hitomi che sospirò e scosse la testa... e Kiki alzò gli occhi al cielo. "Ehm... chiedo scusa a nome del mio compagno, sensei Kiki. A volte Cain non sa quando è il momento di essere seri..."
 
"Nessun problema, Vittoria. Non pretendo certo che tutti seguano il nostro stesso percorso di illuminazione..." rispose Kiki, prima di schiarirsi la voce. Lei e Medicham fecero un inchino a Vera, Drew, Max, Ortilla ed Hitomi per accoglierli nella loro dimora. "Voi dovete essere Vera, Drew, Max, Hitomi ed Ortilla... quegli allenatori di cui abbiamo sentito parlare dai nostri compagni della resistenza. Avete dato non pochi mal di testa al Team Meteora, e di questo vi siamo grati. Io sono Kiki Michel Argyle, la sensei di questo monastero. Benvenuti all'Accademia Apofillide."
 
"Alt! Altaria!" esclamò Alty entusiasta.
 
"E' per noi un onore conoscerla, sensei Kiki." disse Drew, inchinandosi con eleganza e classe, e tenendo in un mano una rosa rossa che gli era apparsa da chissà dove! Qualsiasi cosa facesse, pensò Vera con un sorriso ironico, doveva sempre avere quella sua aria elegante e un po' spocchiosa. "Vittoria ci ha parlato molto bene di lei, e sappiamo che lei è uno dei membri di spicco della resistenza a Reborn."
 
"Vittoria è una nostra grande amica, nonchè un'alleata nella lotta con il Team Meteora." continuò Ortilla. "E' stato anche grazie a lei se siamo riusciti a raggiungere gli attuali risultati nella nostra battaglia con quei terroristi."
 
"Mi fa piacere saperlo. Sapevo che la mia migliore allieva si sarebbe fatta onore." disse Kiki. "E tuttavia, il motivo principale per cui siete qui è un altro, non è vero?"
 
Vera decise che era il momento di affrontare il problema, e si fece avanti con un cenno della testa. "Sì... sensei Kiki, è questa la verità. Di recente, ho ricevuto un talismano speciale dal signor Elisio Flordalis... un talismano che, stando a quello che mi ha detto Vittoria, dovrebbe permettere al mio Blaziken, il mio starter, di diventare più forte..."
 
Kiki corrugò la fronte e guardò il suo Medicham negli occhi. Il Pokemon Psico/Lotta fece un cenno affermativo con la testa, per dire alla sua allenatrice che era giunto il momento...
 
"Maestra Kiki... credo che Vera stia parlando di una Megapietra... una Blazikenite..." disse telepaticamente Medicham. "Potrebbero essere loro le persone che stiamo cercando... quelle che supereranno l'esame per dimostrarsi degne..."
 
"Certamente, Medicham... non risparmierò nessuno sforzo per assicurarmi che siano loro le persone giuste." rispose Kiki con tranquillità e sicurezza. Lentamente e con solennità, la sensei si voltò verso i ragazzi di Hoenn...
 
"Molto bene, amici. Se quello che ho saputo di Vera è corretto, allora sarà il caso di sottoporvi tutti quanti ad un addestramento speciale." affermò Kiki, facendo spaziare il suo sguardo sui cinque amici di Hoenn, che davano l'impressione, chi più chi meno, di essere tutti tesi. "Non vi nascondo che sarà un addestramento difficile... ma potrebbe essere proprio quello di cui avete bisogno per affrontare il leader del Team Meteora, il malvagio Lord Solaris. Dalla sua sconfitta dipenderà forse la sopravvivenza stessa di tutta Reborn City, assieme alle vite di migliaia di persone e Pokemon."
 
"Cavolo, niente pressione, eh?" disse Max con un sorrisetto sarcastico.
 
Vera guardò per un attimo verso il terreno, spostando un po' di ciottoli con un piede... ma la sua decisionr le permise di prendere una decisione senza esitazioni. "Va bene, sensei Kiki. Siamo pronti a sottoporci a questo addestramento." affermò la bambina castana, parlando a nome di tutti. "E' vero che non siamo di Reborn... ma questa situazione riguarda tutti noi, e non possiamo fare finta di niente."
 
"Anche se immagino che non sarà facile. Ma non è la prima volta che corriamo rischi." disse Hitomi.
 
Kiki fece un cenno con la testa e guardò verso Vittoria, che le restituì un'espressione difficilmente leggibile... ma che esprimeva comunque preoccupazione e un certo sgomento. "Molto bene. Così sia. Vittoria... accompagna Vera e i suoi compagni nelle loro stanze. Per oggi, è il caso di riposarvi. Da domani, vi aspetta un addestramento che vi lascerà senza fiato."
 
"Certo... maestra Kiki." rispose la giovane esperta di aikido, con un brutto presentimento a riguardo...
 
 
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"Ugh... maledetto Connal... ho ancora le giunture che mi fanno male..." imprecò Saphira, appoggiandosi ad un muro del tunnel sotterraneo in cui lei, Laura e Lilligant si stavano muovendo. L'effetto del Raggioscossa di Raichu si faceva ancora sentire, e la leader della resistenza camminava lentamente e in maniera ancora un po' scattosa.
 
Inutile dirlo, Laura si sentiva in colpa per non essere riuscita ad aiutare la sorella maggiore ed essersi lasciata sopraffare dalla paura. "Mi... mi dispiace, Saphira..." mormorò, strascicando un po' le parole. "Se... se solo fossi stata un po' più coraggiosa... o più rapida... Io... sono ancora una debole, vero?"
 
"Non dirlo mai, Laura! Non vorrai credere alle fandonie di quel dannato, vero?" esclamò prontamente Saphira di rimando. "La colpa è solo di quel dannato Connal... e del suo degno compare, Lord Solaris! Ah, ma aspettino solo di capitarmi tra le mani! Il mio Dragonite li spaccherà in due come pezzi di legno!"
 
"Lilli... gant?" esclamò improvvisamente la Lilligant di Laura, percependo qualcosa che proveniva da un tunnel vicino a loro. La Pokemon Erba fece un cenno con il braccio a Laura e Saphira, e le due sorelle si fermarono, seguendo l'indicazione che Lilligant stava facendo. "Lilli! Lilli!"
 
"Che... che succede, Lilligant?" chiese Laura, un po' intimorita. "C'è... c'è ancora qualche problema?"
 
Si sentì un suono di passi... e poi, dall'oscurità del tunnel emerse una familiare figura dai lunghi capelli arancioni, accompagnata da un Sudowoodo! Pietro e il suo Pokemon si fecero avanti, muovendo una mano per salutare le due sorelle.
 
"Salve, Laura... miss Saphira..." disse il ragazzo esperto di Pokemon Roccia. "Mi fa piacere rivedervi... anche se speravo fosse in una situazione un po' meno concitata..."
 
"Sudowoodo..." mormorò imbarazzato il Pokemon imitatore, pensando a come avrebbero potuto spiegare alle due sorelle com'erano andate le cose.
      
 
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CONTINUA...
 
Note dell´autore: Sono tornato! E da questo momento in poi, conto di premere un po' l'acceleratore su questa storia, visto che siamo arrivati ad un momento cruciale! Purtroppo, sembra che Sirius sia ancora al di là della portata dei nostri eroi... ma grazie agli addestramenti di Kiki, la situazione potrebbe non durare a lungo. Forse, questa volta, il Team Meteora ha trovato pane per i suoi denti? Ovviamente, sentiamo anche parlare della Chiesa d'Alfa... ma per il momento, loro non avranno alcun ruolo da giocare. Certo, in futuro potrebbe cambiare...
 
Non ho molto da dire per questo capitolo, se non che... come avete potuto vedere, è entrata in scena Kiki Michel Argyle, che avrà un ruolo importante nei capitoli che verranno! E nel frattempo... riusciranno Pietro e i rimanenti membri della resistenza ad ideare un piano per salvare gli orfani dalle grinfie del Dr. Connal e del Team Meteora?
 
Lo scopriremo presto! Ci si vede... aggiornerò questa storia il prima possibile, sperabilmente prima di tornare al lavoro! :)         
    

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Capitolo 31
*** Allenamenti e rivelazioni ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 31 - Allenamenti e rivelazioni

 

Vittoria guidò Vera e i suoi compagni attraverso una serie di corridoi lunghi e stretti, attraverso un silenzio che esprimeva bene l'atmosfera di pace e meditazione che regnava nel monastero. Anche semplicemente stare là dentro, in quella calmante penombra, in quel semplice ma suggestivo edificio dal pavimento in legno levigato, aveva quasi il potere di far dimenticare che non molto più in là si trovava Reborn City, con tutto il suo squallore e il suo marciume. Vera aveva davvero l'impressione che quel posto fosse una specie di oasi su cui il Team Meteora non aveva ancora allungato le sue grinfie, e dove finalmente avrebbero potuto appoggiare la testa su un cuscino senza paura che qualcuno gliela facesse saltare.

"Non immaginavo che venissi da un posto così bello, Vittoria." disse Vera, stando vicino alla sua compagna più grande. "E' stata la tua sensei a fondarlo... o era già qui da un po'?"

Vittoria fece un sorriso, ma per un attimo, Vera ebbe l'impressione che ci fosse un po' di amarezza. "Beh, la sensei Kiki è sicuramente una donna molto forte e capace... ma temo di no, che non sia stata lei a fondare quest'accademia. Il monastero Apofillide è stato costruito diversi secoli fa da un gruppo di monaci buddisti, e la scuola di arti marziali e meditazione zen che ospita è stata fondata allora. E' una tradizione che noi di Reborn abbiamo onorato per molto tempo, anche se purtroppo, in questi ultimi tempi si sta perdendo..."

"Sì, questo lo si era notato." commentò Max, ripensando amaramente alla grande e claustrofobica città che si erano lasciati alle spalle. "E devo dire che questo cambio di scenario mi piace..."

"Io... non lo so, non che a Reborn mi trovassi proprio bene..." commentò Ortilla, che del gruppo era quella che sembrava più spaesata in quel luogo, così diverso da qualsiasi altra cosa fosse abituata a vedere. Alty svolazzava tranquillamente accanto a lei, cercando se non altro di darle un punto di riferimento in un ambiente a lei sconosciuto. "Però... ecco... mi sento un po' strana qui, in questo posto. Immagino... che sia questione di abituarmi, è vero. Però mi sento come... disorientata, mi spiego?"

"Non posso darti torto. Non è esattamente il luogo in cui pensavo che mi sarei mai trovata." commentò Hitomi, fermandosi di colpo quando Vittoria smise di avanzare, indicando un paio di porte scorrevoli in legno decorato nel muro alla loro destra.

"Ecco... questi saranno i vostri alloggi, almeno per il tempo che passerete qui all'Accademia..." disse Vittoria, raggiungendo le porte e aprendole man mano, in modo da dare accesso a due stanze dall'aspetto estremamente semplice e funzionale, qualcuno avrebbe potuto dire anche spartano. Ciascuna stanza era praticamente spoglia di ogni arredamento tranne che di alcuni sacchi a pelo cuciti in maniera rozza - tre in ciascuna stanza, per essere precisi -, e in ciascuna si trovava un piccolo armadio il cui scaffale superiore era occupato da alcuni libri dall'aspetto vissuto, mentre l'anta inferiore era lasciata vuota in modo che gli allievi potessero mettere i loro effetti personali. "Uno per le ragazze, e uno per i ragazzi. Mi rendo conto che non sono esattamente il massimo dell'eleganza..."

"Non fa niente, noi siamo persone che sanno adattarsi." rispose Vera, entrando nella stanza con tre posti letto quando Vittoria le fece cenno di accomodarsi.

"Non siamo venuti qui immaginando di alloggiare in un hotel a quattro stelle." continuò Hitomi, appoggiando il suo zaino vicino al sacco a pelo di mezzo come per contrassegnarlo come il suo posto. Cain, Drew e Max entrarono a loro volta nella loro camera, appoggiando i loro zaini e sgranchendosi un po' la schiena.

"E poi, è già una buona cosa il fatto che siamo in più persone in una stanza." commentò Cain, non resistendo alla tentazione di fare una delle sue battute un po' osè. "Nel tempo libero che abbiamo, ci possiamo tenere compagnia, no?"

"Preferisco non pensare al senso che tu dai all'espressione, Cain..." ridacchiò Vittoria. Grata per aver trovato delle persone adattabili e comprensive, e per il fatto che le battute del suo amico riuscissero sempre a strapparle un sorriso, la giovane esperta di aikido fece un inchino, tenendosi fuori dalle stanze mentre iniziava a spiegare loro alcune delle regole dell'ordine. "La cena sarà nella sala comune alle sette e mezza. Avete più o meno un'oretta di tempo pe mettervi comodi e riposarvi un po'. Se volete, potete anche lasciar liberi i vostri Pokemon, purchè restino all'interno del monastero e non facciano danni. Dopo cena, se volete, potete usare le docce e unirvi al resto dei discepoli fino al coprifuoco, che sarà alle nove e mezza. Mi raccomando di rispettarlo. So che è una regola molto rigida, ma ci vogliono anche quelle. E... riposatevi bene, mi raccomando. Domattina gli allenamenti cominceranno alle prime luci dell'alba, subito dopo la colazione."

"Certamente. Saremo puntuali e pronti." disse Drew con decisione. "In fondo, se vogliamo diventare abbastanza forti da affrontare Lord Solaris e permettere al Blaziken di Vera di raggiungere la Mega Evoluzione... non possiamo certo prendercela comoda."

"Altaria..." affermò Alty, forse un po' preoccupata ma decisa a fare tutto quello che poteva. Ortilla, seduta a gambe incrociate sul suo sacco a pelo, la accarezzò sulla testa.

"Lo so che non sarà facile, Alty." disse la bambina dai capelli turchini. "Ci aspetta un periodo di addestramento che... immagino sarà parecchio arduo. Ma dobbiamo farlo, e dobbiamo tutti cercare di migliorare il più possibile. Se non altro... sarà un modo di rinforzarci, no?"

La graziosa Altaria non potè che dirsi d'accordo. "Alty!" cinguettò, muovendo la testa per dire di sì.

"Va bene... questo è tutto, per adesso." concluse Vittoria, una volta che tutti ebbero preso posto nelle loro stanze. "Ci vediamo tra un'ora nella sala comune. Mi raccomando, cercate di essere puntuali, okay?"

"Va bene, Vittoria! Grazie di tutto... e a presto!" rispose Vera. Vittoria fece un inchino e si allontanò lentamente, lasciando i suoi compagni a riposarsi.

"Bene... e adesso siamo qui ad Apofillide." disse Max, togliendosi gli occhiali giusto il tempo che gli serviva per pulirseli con un lembo della sua maglietta. "Spero che agli altri sia andata bene... l'idea che si ritrovino con il Dr. Connal e il Team Meteora alle calcagna mentre noi siamo qui, non mi fa certo piacere."

"Non c'era molta scelta, ma capisco cosa vuoi dire." rispose Drew. "Comunque, non ti preoccupare. Abbiamo visto che sanno cavarsela, e comunque... in ogni caso hanno Miss Saphira e Amaria dalla loro parte. Non credo che nessuno del Team Meteora vorrà avere a che fare con loro."

"Tranne Lord Solaris." volle ricordargli Vera.

Drew si fece serio, annuendo lentamente. "Già... tranne Lord Solaris, questo è vero." affermò. "Sinceramente, spero che non decida di nuovo di scendere in campo di persona. E' lui il nostro avversario più pericoloso."

"Tranquilli, se conosco Pietro come penso, allora lui riuscirà, in un modo o nell'altro, a portare i ragazzi alla salvezza." li volle rassicurare Cain. "Piuttosto, per adesso credo che sia il caso di seguire i consigli di Vittoria, e riposarci un po'. Domani e nei prossimi giorni, ci attende un bel po' di duro lavoro."

"Aspettate." disse Vera, tirando fuori una alla volta le sue Pokeball. "Okay, ragazzi, potete uscire. Sgranchitevi un po' le ossa... ed esplorate quanto volete! Credo che qui ci staremmo per un po' di tempo."

Una alla volta, Vera aprì le sue Pokeball, e i suoi Pokemon apparvero davanti a lei, stiracchiandosi con evidente sollievo - Blaziken, con la sua Megapietra ancora appesa al collo; Venusaur, Wartortle, Glaceon, Beautifly e il piccolo Skitty. Vera si fece un appunto mentale di riprendere in squadra anche il suo Munchlax, se c'era un PC dove andarlo a ritirare da quelle parti.

"Warrrrrtortle!" esclamò Wartortle, chiaramente contento di poter uscire da lì. Skitty si stiracchiò e cominciò quasi subito ad inseguirsi la coda, prima che Glaceon, con quello che poteva sembrare un sospiro, lo fermasse mettendogli una zampetta sulla fronte!

"Skitty, skitty, skitty!" esclamò il gattino rosa in segno di rotesta, facendo scuotere la testa al grazioso Pokemon Ghiaccio.

"Eon..."

Vera fu alquanto rallegrata di vedere che i suoi Pokemon, nonostante tutte le prove che già avevano superato in un luogo oscuro e difficile come Reborn, erano ancora in forma e pieni di energia. "Siamo arrivati ad Apofillide, ragazzi." disse la ragazzina castana, avvicinandosi alla sua Venusaur e mettendole una mano sulla testa. "Ci aspetta un periodo di lavoro intenso, quindi... tenetevi pronti. Intanto, forse è meglio se andate a dare un'occhiata in giro, e vi ambientate un po'. Dovremo stare per diversi giorni in questo monastero. State solo attenti a non disturbare, okay?"

"Venusaur..." rispose la Pokemon Erba/Veleno, voltandosi poi verso Blaziken come se volesse sentire anche il suo parere. Il maestoso Pokemon Fuoco/Lotta incrociò le braccia sul petto e annuì con decisione, mentre Beautifly svolazzava tranquillamente per il corridoio, cercando di familiarizzare con quel posto così nuovo e per lei sorprendente.

"Facciamo uscire anche i nostri Pokemon, ragazzi." propose Drew, tirando fuori a sua volta le sue Pokeball, dalle quali emersero uno alla volta Flygon, Absol, Roserade, Masquerain e Butterfree...

 

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Julia picchiettò annoiata sul tavolo con un dito, guardando il soffitto sopra di loro. Era già da un po' che non avevano più notizie di Vera, di Saphira e del resto del gruppo... e la graziosa cheerleader dai capelli verdi cominciava ad essere preoccupata.

Nella stanza del covo della resistenza regnava un teso silenzio. E Julia non amava il silenzio. Ogni volta che non sentiva parlottare attorno a sè, aveva l'impressione che la tensione stesse salendo. E poi non era divertente stare in mezzo a tante persone - beh, soltanto tre in quel momento, ma chi va a fare il pignolo su questi dettagli insignificanti? - e non dire nulla. Doveva trovare un modo di fare conversazione, ma Fern sembrava pensare agli affari suoi, Amaria era impegnata a scrivere una lettera (probabilmente per chiedere un appuntamento romantico ad una certa focosa bellezza dai capelli rossi di sua conoscenza, Julia ci avrebbe scommesso i lacci delle scarpe) e Florinia... beh, cosa ci si poteva aspettare da Florinia?

"Il soggetto Julia dimostra sintomi di ansia psicologica." la voce tersa di Florinia ruppe il silenzio. Come non detto.

"Oh, ma guarda un po'. La nostra cara Flo ha vinto la timidezza, finalmente!" disse Julia, ridacchiando compiaciuta. "Questo è un evento da celebrare! Amy, ti sei ricordata di portare i salatini e le bevande?"

"Julia!" la rimbeccò Amaria, alzando gli occhi dal foglio che aveva davanti a sè. "Insomma, non è carino prendere in giro la nostra Flo!"

La cheerleader dai capelli verdi rise di nuovo, facendo un gesto pacificatore con la mano. "Eddai, Amy, la mia era solo una battuta tra amiche! Sono sicura che la nostra Flo non se l'è presa a male, vero, amica mia? A questo proposito, Flo, com'è che tutt'a un tratto ti viene in mente che la sottoscritta Julia, la ragazza che ha sempre l'argento vivo addosso, possa essere in qualche modo preoccupata?"

"Ma tu come li fai i conti, eh?" chiese Fern con fare disinteressato. "Bah, che gallina..."

Ignorando il poco gentile commento del fratello minore, a cui ormai era da tempo abituata, Florinia si aggiustò gli occhiali. "Sono trascorsi esattamente 3 minuti primi, 23 secondi e 7 decimi da quando il soggetto Julia ha per l'ultima volta comunicato. Una raccolta di statistiche dimostra che l'intervallo medio tra le vocalizzazioni del soggetto è di soli 4 secondi. La durata prolungata del silenzio è indice di un malfunzionamento."

"Ooooh, proprio degno del nostro piccolo genio Florinia!" esclamò Julia, arruffando i capelli alla sua amica di vecchia data, che non ebbe nessuna reazione. "Però... sì, in effetti un po' preoccupata lo sono. E' da un po' che non abbiamo notizie di Vera e degli altri... e ora che hanno attaccato l'orfanotrofio di quel folgorato di Connal, si saranno attirati dietro tutto il Team Meteora."

"Vera e i suoi compagni sono ragazzi in gamba." disse Amaria, cercando di mostrarsi ottimista... cosa che in realtà non poteva dire di condividere al cento per cento. "Vedrai che avranno avuto qualche contrattempo e saranno in procinto di arrivare. E poi, mi sembra di aver capito che Vittoria voleva portare Vera, Max e i loro amici al monastero di Apofillide, dove la maestra di Vittoria avrebbe potuto addestrarli ad usare quella strana pietra che il signor Elisio gli ha donato."

"Heh. E tu ci credi davvero? Tutte buffonate." affermò Fern, alzando le spalle mentre sedeva a gambe accavallate su un divano un po' consunto. "Prima di tutto... questa Mega Evoluzione, o qualsiasi cosa sia di cui parlava Vittoria... è soltanto una leggenda. Una diceria da vecchie comari. E poi, credete davvero che quel branco di mocciosi abbia delle possibilità contro il Team Meteora? Nel caso non ve ne siate accorte, il Team Meteora finora ci è stato sempre qualche passo avanti, e nessuno di noi è abbastanza forte da affrontare quel Lord Solaris e i suoi Pokemon."

"Non per essere sfacciata, Fern, ma... dimentichi che l'ho tenuto a bada." reagì Amaria, con calma ma con fermezza.

"Sì, certo, come no. Ho visto come hai tenuto a bada quel suo Tyranitar, lì alla centrale." ribattè Fern. "Non penso che neanche Saphira o Titania potrebbero sconfiggere quel Solaris, se facesse sul serio."

Julia strizzò un occhio e mosse un dito come per dire di no. "Tsk, tsk, tsk... uomo di poca fede, perchè dubiti? Vedrai che quando meno te lo aspetti, Vera e i suoi compagni torneranno, e saranno Solaris e i suoi uomini a dover scappare da loro, questa volta!" affermò. "Insomma, il dovere di una cheerleader è essere positiva ed incoraggiare, no? E allora, forza, diciamolo tutti assieme! Scuola Onice siamo noi! Tipi tosti e veri eroi!"

Julia si produsse in un breve numero di danza, agitando un paio di pon-pon che aveva tirato fuori dal nulla... e Amaria si mise una mano davanti alla bocca e rise educatamente, anche se doveva ammettere che provava un pizzico di invidia per Julia. Lei sì che andava bene come capitano delle cheerleader... lei sì che sapeva veramente dare fiducia agli altri e trasmettere speranza ed allegria... era in momenti come questo che Amaria era convinta di aver fatto la cosa giusta, lasciando a lei quel posto di capitano...

"Olè! Olè! Olè!" Julia continuò ad esultare, tra l'indifferenza di Florinia e del fratello minore...

Amaria stava per dire qualcosa, cercando di aiutare Julia a sollevare un po' l'atmosfera di attesa e tensione... quando sentì un suono provenire dall'ingresso del covo, e scattò in piedi con un'espressione vagamente allarmata sul viso. Era sicura che il Team Meteora, o eventuali altri importuni, non sarebbero riusciti a trovare il loro nascondiglio tanto facilmente... ma nella situazone in cui si trovavano, non si poteva mai essere troppo sicuri.

"Chi è là! Identificatevi!" esclamò Amaria, tenendo già pronta una Pokeball nel caso ci fosse stato qualche pericolo. Florinia e Fern erano già pronti a loro volta... ma si rilassarono quando videro che si trattava di Pietro e del suo Sudowoodo. Il giovane musicista e il suo Pokemon ingannatore entrarono nella sala principale, alzando le mani per dire che non c'era motivo di allarmarsi.

"Tutto... tutto okay, Amaria! Sono il buon vecchio Pietro, con il suo amico Sudowoodo!" esclamò Pietro. "Scusate il disturbo... immagino che non mi aspettaste che io tornassi così presto."

"Ah, è solo la testa di pietra." disse Fern con il suo classico tono antipatico. "Nulla di importante."

"Nulla di importante, tu dici?" lo interruppe immediatamente la voce di Saphira, che fece ulteriormente drizzare le orecchie ai quattro membri della resistenza! La comandante della resistenza entrò nella stanza con il suo fare altero ed elegante, accompagnata a breve distanza da Laura, che salutò facendo una serie di inchini, e dalla sua Lilligant. "Bene. Immagino che questo voglia dire che una visita da parte della vostra comandante non sia motivo di allarme."

"Ah! Saphira! Laura! Che cosa succede?" esclamò Amaria con un po' di allarme, alzandosi di scatto in piedi.

"Siamo contenti di vederti, Saphy... anche tu, Lauretta!" esclamò Julia. "Ma... immagino che questo non voglia dire buone notizie, vero? Se siete venute voi di persona ad accompagnare Pietro..."

"Probabilità di sviluppi positivi. Estremamente bassa. Quasi inesistente." sentenziò Florinia.

Laura si sfregò il mento imbarazzata, quasi temendo il momento di dare la brutta notizia... ma Saphira la tolse rapidamente da quel dilemma. "Mi spiace dovervelo dire, ma è così. Non tutto è andato storto, ma... molti nostri compagni sono finiti nelle mani del Team Meteora. Il dr. Connal ha chiamato i rinforzi... e molti di loro si sono trovati di fronte Sirius proprio quando erano a pochi passi dalla salvezza." affermò. A giudicare dalle espressioni dei suoi compagni, la domatrice di draghi capì che già si erano resi conto di quanto difficile fosse la situazione. "Noi due abbiamo incontrato quel maledetto proprio quando stavamo per unirci al gruppo di fuggitivi, e lui ci ha messefuori combattimento con uno dei suoi trucchetti da vigliacco."

"Mi dispiace... è tutta colpa mia." si accusò Laura. " Se solo fossi stata un po' più rapida, o un po' meno vigliacca... forse saremmo riuscite a sopraffarlo."

"Inutile piangere sulle bistecche cadute, Lauretta." disse Julia - e Florinia mormorò tra sè che l'espressione giusta avrebbe dovuto essere tutt'altra... - "Quello che dobbiamo fare adesso è organizzare una bella spedizione di salvataggio! Allora... che ne dite, sappiamo dove quei delinquenti tengono i nostri compagni?"

"Credo... che li abbiano portati alla vecchia sede della Yureyu Corporations..." disse Saphira, ancora un po' frastornata dalla scarica elettrica che aveva ricevuto poco prima. "Ascoltatemi... è una situazione critica, questo è vero, ma possiamo ancora uscirne bene, se agiamo con rapidità e decisione. Intanto, vi basti sapere che Cain, Vittoria e i nostri compagni di Hoenn sono riusciti a raggiungere l'isola di Apofillide, quindi almeno questo è un punto a nostro favore."

"Come mai la vecchia sede centrale della Yureyu Corporation?" chiese Amaria corrugando la fronte. "Non mi sembra esattamente un luogo dove passerebbero inosservati."

"Si sentono talmente sicuri di sè, che credono di avere già la vittoria in pugno. Ma noi gli mostreremo il contrario!" rispose bruscamente Saphira, sbattendosi un pugno sulla mano. "Ascoltatemi, dobbiamo fare in fretta, prima che quei dannati riescano ad estorcere loro delle informazioni su dove teniamo l'Anellorubino, la Collanasmeraldo e il Braccialezaffiro. E salvare anche gli ostaggi, finchè siamo in tempo."

"E come possiamo fare, Saphy?" chiese Julia. "Voglio dire... anch'io sono ansiosa di far saltare in aria il Team Meteora e il dottorastro, ma non credo che sarà tanto facile attaccarli e coglierli di sorpresa. Anche se si sentono sicuri di sè, non ci renderanno certo il compito facile."

"Ci stiamo già pensando..." disse Pietro, passeggiando nervosamente per la sala sfregandosi la fronte con una mano...

"Hah! Il nostro amico Pietro sta pensando! Questo sì che è un evento da ricordare!" esclamò con feroce sarcasmo Fern. Anche il fatto che i suoi compagni fossero in una situazone così difficile faceva ben poco per smorzare il suo caratteraccio.

Pietro gli gettò un'occhiataccia. "Al contrario di certe persone, il sottoscritto ha altro da fare che fare battute cattive sui suoi compagni quando altri sono in pericolo!" esclamò. "Comunque... Miss Saphira, ha già un'idea di cosa fare? Non possiamo certo caricare a testa bassa!"

"Certo che possiamo, se ci portiamo dietro un vagone pieno di Voltorb ed Electrode!" esclamò Julia. "Andiamo là da quelle carogne del Team Meteora e... BOOM! Facciamo saltare tutto in aria!"

"Con il risultato che gli ostaggi rischieranno di rimanere coinvolti." affermò Florinia.

Julia reagì mettendo le mani dietro la nuca e mostrando la lingua con fare sbarazzino. "Buuu. Sei una guastafeste, Flo." commentò. "Ma hai ragione, scherzi a parte. Credo che questo sia il momento di essere seri... e di concentrarci su come fare a far saltare in aria quei tipacci!"

Laura cominciò a pensare, decisa a fare qualcosa per rimediare alla magra figura che a suo dire aveva fatto in precedenza. "Hmm... forse ho un'idea. Se riuscissimo ad avere anche una piantina della ex-sede centrale della Yureyu, allora forse... avremmo una possibilità di coglierli di sorpresa!"

Florinia si aggiustò gli occhiali, senza cambiare espressione. "Istruzioni ricevute e aggiunte al registro. Esecuzione immediata." affermò con il suo ormai solito tono piatto. Poi, si diresse verso il suo laptop, ancora aperto ed acceso su un tavolo vicino. Amaria diede un'occhiata alla ragazza con gli occhiali, e sospitò, tornando con la mente ai loro giorni all'Accademia Onice... quando ancora sembrava che il legame tra le quattro amiche sarebbe rimasto solido per sempre...

Saphira tirò un piccolo sospiro tra sè. Almeno potevano contare su Florinia, che per quanto non fosse esattamente la persona più socievole del mondo, almeno sapeva dove cercare...

 

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La vecchia sede centrale della Yureyu Corporations era una volta un luogo di un certo livello... quello che ci si poteva aspettare dalla sede di un'importante compagnia specializzata in tecnologie avanzate e ricerche in vari campi della scienza. Si trattava di un palazzo su vari piani, ognuno dei quali era popolato di uffici, laboratori e corridoi eleganti, e frequentato da lavoratori, ufficiali e personale addetto che si avvicendava in quel luogo così all'avanguardia. Era lì che a Reborn venivano sviluppate nuove tecnologie e nuove invenzioni... ma ora, grazie ai cataclismi che si erano abbattuti sulla grande metropoli, di essa non era rimasto che un palazzo vuoto e decadente, che si stagliava in maniera quasi macabra contro il cielo grigio piombo di Reborn City...

E in quel momento, all'interno delle sale abbandonate del grande edificio, il Team Meteora, guidato da Sirius e dal Dr. Connal, stava facendo la guardia ai prigionieri che avevano catturato nella loro spedizione nei sotterranei di Reborn City. Molti di loro erano stati rinchiusi in alcune celle, ottenute riadattando alcune stanze abbandonate... e in quel momento, numerosi dei bambini e dei ragazzi dell'orfanotrofio erano seduti sul pavimento della stanza, in mezzo a polvere e stracci, in un cupo silenzio interrotto soltanto dai lamenti e dai pianti di qualche bambino più piccolo.

"Non è giusto..." mormorò Anna, disegnando dei cerchietti sul pavimento con il dito indice. La bambina dai capelli neri teneva sotto un braccio il suo Jirachi di peluche, come se fosse il suo salvagente in mezzo ad una tempesta. "Eravamo appena riusciti a fuggire da quel postaccio, e invece eccoci qui, di nuovo in gabbia... anche Nostra dice che è molto dispiacuto..."

Noel, il fratello gemello di Anna, restò seduto sul materasso sdrucito che il Team Meteora aveva messo sul terreno come giaciglio improvvisato, tenendo accanto a sè il suo Clefairy di peluche. Il bambino dai capelli neri non sembrava interessato ad esprimere la sua opinione su quanto stava accadendo, ma anche lui era privatamente molto preoccupato per quello che stava succedendo, e si chiedeva se mai la resistenza sarebbe riuscita ad organizzare un tentativo di salvataggio... tanto più che non sapevano neanche dove il Team Meteora aveva portato Charlotte, Heather e Shelly. Aveva comunque il brutto presentimento che le sue amiche fossero state portate dal Dr. Connal, e che adesso stessero ricevendo le sue famigerate cure di elettroshock. L'atmosfera che regnava in ciò che restava della sede centrale della Yureyu Corporation poteva solo essere definita tetra...

"Noel... hey, Noel, fratellino, tu e Nomos cosa pensate?" chiese Anna, scuotendo la spalla a Noel per scuoterlo dai suoi pensieri. "Che cosa ci faranno quelli del Team Meteora? Verranno i nostri amici a salvarci prima che questo accada, vero?"

"Non lo so, Anna... non so se riusciranno ad introdursi in questo posto e sconfiggere il Team Meteora, con quel Sirius in giro." disse Noel. Anna storse il naso, apparentemente indecisa su cosa pensare... poi, senza un motivo apparente, la bambina sfoderò un sorriso smagliante e accarezzò il Cleffa di peluche sulla testa.

"Nomos ha ragione! Verranno di sicuro a salvarci! Io... comincio già a vederli che si avvicinano! Non vedi anche tu il drago che si avvicina per mangiarsi quelli del Team Meteora?" esclamò allegramente, nella sua solita maniera un po' stravagante... e una volta di più, Noel cominciò a chiedersi se forse sua sorella non aveva davvero bisogno di qualche cura di elettroshock in più... Certo, se non altro, adesso era un po' più facile capire di chi stesse parlando. Il drago si riferiva molto probabilmente a Saphira, la leader della resistenza...

"Io non vedo nessun drago, sorellina... ma come vuoi tu." affermò Noel, permettendosi un piccolo sorriso, che riuscì perqualche attimo a dare un po' di leggerezza ad una situazione così opprimente. Sentì alcuni dei bambini più piccoli che strillavano e si lamentavano... e una delle reclute del Team Meteora che gridava loro dietro per farli stare zitti.

"Speriamo solo che arrivino in tempo..." disse tra sè Noel, stringendo a sè Nomos. "Non oso pensare aquello che Heather, Shelly e Charlotte stanno passando in questo momento..."

 

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Se avesse potuto salire le scale e raggiungere il piano superiore, Noel si sarebbe reso conto di quanto terribile fosse la realtà dei fatti - senza i loro Pokemon, Heather e Shelly non potevano fare altro che cercare come potevano di resistere... e il dottore aveva deciso che, in un modo o nell'altro, sarebbe riuscito a vincere la loro resistenza.

"Ugh... lasciami andare immediatamente, dannato! Cosa vuoi farmi? Vuoi darmi di nuovo qualche scarica elettrica, eh, razza di sadico?" esclamò Heather, cercando di divincolarsi mentre veniva trascinata verso un tavolo posto al centro di quella che fino a pochi mesi prima sarebbe dovuta essere una sala riunioni... e non c'era bisogno di una gran fantasia per immaginare cosa aveva intenzione di fare lo psichiatra criminale...

"Sto facendo quello che è più giusto per te, Heather." rispose con terribile convinzione il Dr. Connal, fissando il suo sguardo d'acciaio sulla bambina dai capelli fucsia. Il suo Lanturn e il suo Raichu stavano tenendo d'occhio Shelly, impedendole di andare ad aiutare la sua amichetta - e anche se avesse potuto, la piccola esperta di Pokemon Coleottero non avrebbe potuto fare granchè ora che le erano state sequestrate le Pokeball. "Tu ti ostini a negarlo, ma il tuo passato ha fatto in modo che tu subissi un trauma emotivo... e questo ti rende un pericolo per te stessa, e anche per gli altri. E' mio dovere fare in modo che le tue turbe psichiche vengano tenute sotto controllo, in modo che tu possa rinserirti nella società e avere un avvenire sicuro."

"Lasciami! Lasciami subito, brutta testa di cavolo!" esclamò Heather. Stava cercando di sottrarsi alla presa con cui il Dr. Connal le teneva il polso, ma il medico criminale era troppo più alto e più forte di lei.

"Per... per favore, Dr. Connal, la smetta! Non si rende conto che sta facendo del male ad Heather... e a tutti questi bambini?" esclamò Shelly, anche se immaginava che se finora tutti questi richiami al buon senso non avevano avuto effetto... era difficile che lo avessero ora.

Connal si fermò, sempre tenendo stretto il polso di Heather... e la bambina dai capelli fucsia cercò di liberarsi dando un morso alla mano dello psichiatra, senza successo prima che il suo Raichu le tirasse uno schiaffo con lasua lunga coda a frusta. "Ammetto che le mie sono delle terapie d'urto. Di questo non faccio mistero." rispose. "Ma è necessario. Non posso permettere che dei bambini che ancora soffrono di traumi psichici vadano in giro per Reborn. Lo sto facendo per voi, anche se non pretendo che lo capiate. Un giorno, quando sarete più grandi e maturi, sono sicuro che rifletterete sulle terapie a cui vi ho sottoposto, e mi ringrazierete per avervi salvato la vita!"

"Vecchio pazzo! Non crederai davvero che... ci beviamo le tue fandonie, vero?" ringhiò Heather.

Shelly guardò per terra. Le dispiaceva dover giocare questa carta, ma a quel punto, tanto valeva fare un tentativo. "C'entra... c'entra per caso quella Elizabeth Connal di cui ho visto la tomba al cimitero di Reborn City?" chiese, cercando di tenersi pronta per qualsiasi risposta o reazione.

Il dottore sembrò paralizzarsi per un secondo, anche se la sua espressione dura e gelida non cambiò nemmeno per un istante. Lentamente, si voltò verso Shelly, guardando dritto negli occhi la bambina. Anche Heather, malgrado tutto, volse la sua attenzione al nome che Shelly aveva pronunciato, curiosa di sapere cosa volesse dire la sua migliore amica... e il Raichu di Connal strizzò un occhio, evidentemente sapendo qualcosa in più su cosa volesse dire quel nome per il suo allenatore.

"Come fai a sapere di Elizabeth?" chiese Connal con disarmante semplicità.

"Dove... dove hai letto questo nome, Shelly?" chiese stupita Heather.

Shelly si schiarì la voce. "Un giorno... pochi giorni fa... siamo state, ehm... al cimitero di Reborn City... e io... ehm... ho... ho visto una tomba sulla quale c'era scritto quel nome! Ho... ho subito pensato a lei, che in qualche modo potesse... potesse avere a che fare con lei..."

Connal restò in silenzio per qualche istante, e Shelly si preoccupò di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato. Poi, riprese a parlare, con solennità. "Elizabeth era mia sorella maggiore." rispose. "Quando ero piccolo, ero molto legato a lei. Era una ragazza di grande sensibilità e intelligenza... forse troppa, per il suo animo fragile. Facevamo tutto assieme... allenare i Pokemon, studiare, passeggiare per Reborn City... lei era la mia migliore amica, e sapevo che avrei sempre potuto contare su di lei."

"Raichu..." mormorò il suo Raichu, uno dei pochi ad essere a parte del segreto di Connal e di cosa per lui volesse dire rievocare il suo passato.

"Qundo avevo diciotto anni, le cose hanno cominciato a cambiare." disse Connal. "Elizabeth ha cominciato a soffrire di depressione. Lentamente ma inesorabilmente, lei perse la gioia di vivere che aveva sempre avuto, e finì per isolarsi sempre di più. Ogni nostro tentativo di riconnetterci con lei fallì, e nemmeno le cure psichiatriche a cui cercammo di farl sottoporre ebbero l'esito sperato. Rimaneva uno spiraglio... la cura all'elettroshock, che allora era ancora in fase sperimentale. Ma ci scontrammo con la burocrazia... non ci venne dato il permesso di ricorrere a questa terapia, in quanto era considerata troppo pericolosa."

Il modo di fare stoico di Connal si incrinò, e il medico strinse una mano a pugno in segno di rabbia. "Pericolosa. Hah! Hanno un bel dire, quegli scribacchini! Loro non sanno cosa vuol dire lavorare con persone malate. Tentare l'impossibile per salvare loro la vita... e poi dover dire alle loro famiglie che non ce l'hanno fatta!" ringhiò, per poi calmarsi in maniera improvvisa e quasi stridente. "Elizabeth si tolse la vita pochi giorni dopo. Tutto quello che avevamo fatto io e la mia famiglia per salvarla fu inutile. Se solo qualche idiota che pensava soltanto ad obbedire alla lettera alle sue disposizioni non si fosse messo di mezzo... allora forse lei si sarebbe potuta salvare!"

Heather era ammutolita. Non immaginava che il Dr. Connal avesse subito un'esperienza così traumatica, e pur non avendolo certo perdonato per quello che aveva fatto a lei e ai suoi amici... doveva ammettere che cominciava a provare un po' di compassione per lui.

"Così, feci un giuramento a me stesso." continuò Connal. "Giurai che non avrei mai permesso che nessun altro soffrisse come Elizabeth. Con l'uso della terapia all'elettroshock, avrei potuto salvare innumerevoli bambini e ragazzi dal destino che è toccato a lei... e avrei fatto in modo che nessuno mi impedisse di fare la cosa giusta per loro! E' stato difficile, di questo non voglio fare mistero. Ho dovuto studiare duramente per potermi finalmente laureare come psichiatra. Ma ora sono qui, alla direzione di un rinomato orfanotrofio che salva i bambini dalla strada e dalla disperazione. E tramite la mia cura all'elettroshock, potranno guarire dalle loro nevrosi e tornare ad essere felici. Il Team Meteora è un male minore e necessario, al fine di raggiungere il mio scopo di aiutare tutte quelle persone. Sono stati loro a finanziarmi e a coprire certe mie attività che avrebbero dato fastidio ai benpensanti. E grazie a loro, sarà possibile istituire un nuovo ordine - un nuovo mondo, una società più giusta dove tutti gli uomini faranno le scelte migliori per sè stessi e per l'ambiente che li circonda."

"Lanturn! Lanturn!" esclamò il Lanturn del medico, applaudendo con le sue corte pinne anteriori. Raichu restò invece tranquillo, senza sbilanciarsi, limitandosi ad annuire tristemente davanti alla spiegazione di Connal. Heather e Shelly ebbero come l'impressione che la versione evoluta di Pikachu non fosse del tutto convinta di quello che aveva detto il suo allenatore.

Shelly si portò una mano alle labbra, non del tutto sicura di cosa dire... ma sicura che per quanto potesse comprendere i sentimenti di Connal, il suo modo di fare non fosse quello giusto. "Dottore... io non posso dire di avere la sua esperienza... voglio dire, ho solo dodici anni... e certo non ho avuto una vita così difficile, se... se devo essere... onesta." affermò, inciampando su alcune parole. "Ma... ma non credo che... ecco... non credo che lei stia veramente facendo del bene... in questo modo... Lei... non sta facendo altro che... che... aiutare il Team Meteora... a raggiungere i loro scopi... Sta... facendo del male ad altre persone che... che non hanno fatto niente... Io... non credo che sua sorella... vorrebbe questo... E... e lo dico perchè... perchè anch'io ho... un fratello maggiore... a Johto, ad Azalina, dove sono nata..."

"Hai detto bene, piccola Shelly. Non hai la mia esperienza." affermò Connal. "E non hai passato quello che ho passato io. Il che significa che non ho nessun obbligo di ascoltare quei consigli che ingenuamente tu mi offri, credendo di capirne di più. Ti ricordo che il rapporto che c'è tra me e voi, è quello di dottore e pazienti. E i pazienti devono attenersi a quello che il dottore prescrive!"

"Cosa? Ma allora lei non... non ha capito quello che volevo..." cominciò a dire Shelly, prima che il Lanturn del Dr. Connal decidesse che la bambina dai capelli lavanda aveva parlato abbastanza. Storcendo il naso, il pesce elettrico toccò la schiena di Shelly con la sua appendice luminosa, e le trasmise una breve ma dolorosa scarica elettrica che le tolse le forze e la fece cadere a terra con un grido di dolore. La bambina si contorse a terra per un attimo, prima di restare faccia a terra con il fiato corto...

"Shelly!" esclamò Heather, facendo per correre dalla sua amica prima che il Dr. Connal le afferrasse un polso, stringendo al punto da farle quasi male. "Ah! Mollami, dottore da strapazzo! Non posso credere che fino ad un attimo fa stavo cominciando a rivalutarti! Cosa vuoi fare alla mia amica?"

"Anche lei ha bisogno di aiuto e supporto psicologico per superare i suoi problemi sociali." affermò Connal. "Anche lei sarà sottoposta alla mia speciale terapia all'elettroshock. Ma la mia priorità sei tu, Heather. Vieni, cominciamo la sessione."

"No! No! Mollami subito! Mollami..." cercò di protestare Heather, prima che il Dr. Connal la trascinasse verso il tavolo e le costringesse a sedersi su di esso.

"Ora ancorati saldamente, Heather. Perchè potrebbe farti un po' male." disse, un attimo prima di lasciare la presa... e consentire al suo Raichu di trasmetterle una dolorosa scarica elettrica!

"AAAAAH!" la bambina gridò per l'improvviso dolore e si accasciò sul tavolo, facendo qualche movimento involontario per la scarica elettrica. "M-maledetto... d-dottore... io ti... io ti..."

"Un giorno mi ringrazierai, Heather." sentenziò Connal. "Questa terapia ti impedirà di finire come Elizabeth. Continua pure, Raichu."

"Raichu..." mormorò il Pokemon Elettro, caricando di nuovo le guance prima di lanciare un'altra scarica ad Heather...

"N-no... Heather..." mormorò Shelly, cercando di trascinarsi verso la sua amica nonostante la scarica elettrica l'avesse lasciata stordita e confusa...

 

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Una serie di potenti colpi scossero il manichino da allenamento che Blaziken aveva davanti a sè - un pugno di destro, poi uno di sinistro, una doppietta di destro... e infine un devastante pugno dal basso verso l'alto che quasi staccò la testa del fantoccio dal collo! Il Pokemon Fuoco/Lotta, tirando un sospiro, si allontanò un po' dal suo bersaglio per rilassarsi, e diede una rapida occhiata a quello che stavano facendo i suoi compagni di squadra - anche loro, per fortuna, sembravano stare cavandosela bene nei loro allenamenti. La Mothim di Hitomi si stava allenando a schivare una raffica di attacchi Psicotaglio da parte dello Absol di Drew, mentre il Bibarel e lo Spinda di Ortilla stavano cercando di allenarsi con Alty stessa, evitando i suoi attacchi e cercando di risponderle con i loro attacchi più potenti. La graziosa Pokemon Drago/Volante sbatteva freneticamente le ali, cercando di incoraggiare i suoi compagni di squadra a fare del loro meglio.

"Spin, spin... Spinda!" esclamò Spinda, cominciando a volteggiare sul posto come una trottola, ed eseguendo uno stravagante quanto spettacolare passo di danza. Alty si fermò per un istante di troppo a guardarlo... e nonostante i suoi sforzi per resistere, si ritrovò confusa e disorientata!

"Altaria..." mormorò, atterrando in modo da avere maggiore stabilità e portandosi un'ala alla testa in modo da smorzare le vertigini. Quella Strampadanza era stata una mossa molto efficace... Anche se lei era più esperta di Spinda, era comunque rimasta vittima dei suoi effetti...

Sfortunatamente, lo stesso si poteva dire di Bibarel, che ora stava barcollando a fianco di Spinda, tenendosi la testa tra le zampe anteriori e spazzando l'aria dietro di sè con la sua buffa coda a paletta!

"Venusaur..." mormorò il Venusaur di Vera scuotendo la testa. Non si trattava di una mossa molto efficace da usare in battaglia, a meno che Ortilla e Spinda non trovassero un modo di farla funzionare senza colpire anche i Pokemon che stavano dalla loro parte. La Pokemon Erba/Veleno si voltò verso Blaziken, che ora stava provando un kata, sferrando una serie di pugni in aria prima di rimettersi in una posizione di meditazione. "Venusaur, venu venusaur?" chiese, rivolta allo starter di Vera.

Blaziken prese un bel respiro e si voltò verso Venusaur per rispondere alla sua domanda, guardando di sfuggita il pugno destro. "Blaz blaziken..." affermò con un cenno di assenso. Sembrava soddisfatto di quello che era riuscito a fare, almeno per il momento. Eppure, in cuor suo, aveva l'impressione che non sarebbe stato sufficiente per raggiungere quella forma Mega di cui tanto sentva parlare... e che, nonostante tutto, ancora non era sicuro di comprendere bene.

Il Pokemon simile ad un galletto fiammeggiante prese nel pugno artigliato la Megapietra che ormai da diversi giorni aveva tenuto al collo, senza mai spiegarsi come fare ad attivarla. "Blaziken... blaz blaz..." affermò, pensando a quanto fossero cambiate le cose da quando lui e Vera si limitavano a viaggiare per Hoenn assieme ad Ash, Pikachu, Max, Brock e tutti gli altri Pokemon. Allora, si trattava semplicemente di partecipare alle gare, ottenere i fiocchi che servivano per qualificarsi per il Gran Festival, ed assistere Ash nella sua ricerca. Certo... c'era stato il problema del Team Idro e del Team Magma, ma si era risolto senza problemi... invece adesso, la posta in gioco era altrettanto alta, ma il problema era molto più complesso. Ormai, Blaziken poteva dire con sicurezza che nulla era più come prima, e che anche se fossero riusciti ad avere la meglio sul Team Meteora, per loro e per i loro compagni umani sarebbe cambiato tutto.

Il Butterfree di Drew e la Beautifly di Vera volteggiarono abilmente attorno alla sala, eseguendo una serie di spettacolari avvitamenti mentre si scambiavano colpi tremendi, e Blaziken distolse la sua attenzione dalla Megapietra per guardare per un attimo i due Pokemon farfalla. Ad un certo punto, durante l'avvitamento, Butterfree scagliò uno Psicoraggio che minacciò di travolgere Beautifly... ma quest'ultima schivò agilmente e rispose con un Aerasoio, chiudendo le ali davanti a sè, e poi aprendole di colpo per scagliare una raffica di vortici in miniatura che raggiunsero Butterfree facendolo barcollare e scendere di quota all'improvviso! Il Pokemon farfalla emise un'esclamazione di sorpresa e dolore, ma riuscì a restare in quota, e rispose con un attacco Ventargenteo, scagliando dalle sue ali una raffica di raggi di luce argentata che colpirono Beautifly in più punti! Non era stato un attacco molto efficace, ma la Pokemon farfalla di Vera era stata colpita in punti sensibili, e perse quota sensibilmente.

"Fly, fly!" esclamò, rimettendosi rapidamente in guardia e lanciandosi di nuovo all'attacco. Era decisa anche lei a fare del suo meglio per diventare più forte ed affrontare il Team Meteora... e anche se non avrebbe avuto la possibilità di ottenere una forma Mega come Blaziken, questo le avrebbe impedito di impegnarsi al massimo! Blaziken e Venusaur sorrisero tra sè, contenti di vedere che per Beautifly e Butterfree, tutto era molto più facile. Loro non perdevano certo tempo a complicarsi la vita con pensieri troppo complicati...

"Sceptile!" esclamò lo Sceptile di Hitomi, battendo le mani per richiamare l'attenzione. Lui e lo Swampert di Max si erano allenati tra loro per un po', e adesso si erano presi un attimo di pausa, mentre attorno a loro tutti i Pokemon di Max ed Hitomi continuavano febbrilmente ad allenarsi. "Sceptile?"

"Venus venusaur!" esclamò la Venusaur di Vera, con convinzione. Blaziken si rimise a posto la Blazikenite, e guardò in direzione di Swampert e Sceptile, per dire che era pronto a riprendere gli allenamenti. Un po' più lontano, lo Absol di Drew, che era stato impegnato ad allenare la Mothim e il Walrein di Hitomi fino a quel momento, annuì con decisione, poi guardò fuori dalla finestra della stanza dove si stavano addestrando.

Nel cortile del monastero, si trovavano i loro allenatori, vestiti con le divise degli allievi del monastero, seduti a gambe incrociate in un grande spiazzo aperto dove la sensei Kiki stava facendo la sua lezione di meditazione...

 

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"Concentratevi... e non pensate a nulla. Non pensate al mondo esterno. Cancellate ogni preoccupazione, e domate il caos che si agita all'interno di ciascuno di noi."

Vera riusciva a sentire le parole di Kiki riverberare nella sua mente, mentre la sensei del Monastero Apofillide cdava ai suoi allievi la sua ormai solita lezione. Con il suo Medicham seduto al suo fianco, e Vittoria ad affiancarla, la maestra di arti marziali stava seduta come un bonzo nel bel mezzo della grande piazza, nella classica posizione del loto.

Accanto a Vera, anche Max, Hitomi, Drew, Ortilla e Cain stavano meditando... o almeno, stavano cercando di farlo. Non era molto facile per loro entrare nella forma mentale che serviva per la meditazione... i loro pensieri andavano da altre parti, impedendo loro di raggiungere quello stato di vuoto mentale che Kiki intendeva...

"Ricordate. Non lasciate che i vostri problemi interiori complichino ulteriormente ciò che accade attorno a voi... e allo stesso tempo, non lasciate che il vostro attaccamento al mondo materiale turbi la vostra quiete interiore." affermò la sensei. Vera cercò di seguire i consigli dell'insegnante, cercando di non pensare ad altro che a quello chestava dicendo...

"Cavolo, ma è difficile..." affermò Max. "Come farà questa lezone di yoga a renderci abbastanza forti da affrontare Lord Solaris e gli altri del Team Meteora?"

Una serie di esclamazioni infastidite interruppero l'atmosfera di meditazione e contemplazione che si era da poco stabilita... e Max strinse i denti con fare imbarazzato, rimproverandosi per non essere riuscito a trattenersi. Capendo che almeno per quel tentativo, la sua concentrazione era ormai rovinata, Vera si sciolse dalla posizione del loto in cui si era messa, e tirò un sospiro, massaggiandosi la nuca.

"Grazie mille, Max. Mi ci voleva proprio, questa interruzione." affermò Hitomi, sgranchendosi un po' la schiena mentre si rimetteva in piedi. Il gruppo di amici indossava ora le divise da arti marziali dell'accademia, che consistevano in un corpetto nero con dei calzoncini attillati dello stesso colore, con sopra una corta karategi senza maniche, legata in vita da una cintura bianca. Ognuno di loro indossava inoltre un paio di scarpe nere simili a pantofole, il tutto fatto in modo da permettere a ciascuno di loro la massima libertà di movimento.

Certo, questo non aveva aiutato Max a concentrarsi...

"No, no. Così non ci siamo." disse Kiki, alzandosi dal suo posto assieme al suo Medicham, ed avvicnandosi al giovanissimo aspirante allievo. "Cosa succede, giovane Max? Mi sembra che le tue preoccupazioni e le tue ansie stiano creandoti dei problemi."

"Scusi, sensei Kiki... è vero, non sono molto concentrato." disse il ragazzino con gli occhiali. "Chiedo scusa per aver disturbato la concentrazione degli altri... è che sono preoccupato per quello che sta succedendo a Reborn. Mi chiedo che cosastia succedendo ai nostri amici."

"Se devo essere sincera, maestra Kiki... condivido l'ansia di Max." affermò Vittoria, mentre Cain faceva a Max un cenno con la testa per dirgli che non c'era bisogno di dispiacersi. "Stai tranquillo, Max, è normale, le prime volte che si prova a meditare. Non è molto facile ignorare tutto ciò che ci accade attorno. E ciò che sta accadendo ai nostri amici in questo momento. Maestra Kiki... non sa per caso com'è andata a Charlotte, Pietro e agli altri?"

Kiki e il suo Medicham strinsero gli occhi, evidentemente non approvando molto il comportamento di Vittoria... che però non si fece dissuadere, e continuò con le sue domande. "Maestra Kiki, per favore! Io devo sapere cosa è successo? Sono al sicuro? O sono caduti in qualche tranello del Team Meteora? Se... se è così, allora dobbiamo subito tornare indietro ad aiutarli!"

"Medicham!" esclamò il Pokemon di Kiki, scuotendo la testa per dire che non era quello il modo giusto di reagire. Cosa sulla quale anche Kiki era d'accordo: la sensei fissò la sua allieva con uno sguardo severo, che fece in modo che Vera e i suoi compagni tenessero per sè ogni risposta avessero in mente.

"Questo è sempre stato il tuo problema, Vittoria. Non ti ricordi quante volte te l'ho fatto notare? Ma mi sembra che tu non te ne renda ancora conto." affermò Kiki. "Non riesci a vedere l'insieme delle cose. Tu pensi semplicemente a fare del bene nell'immediato. Questo ti fa onore... ma non hai il concetto di male necessario. E in questo caso, anche se fosse davvero successo qualcosa ai nostri compagni della resistenza, il nostro compito sarebbe di stare qui, finchè Vera e i suoi compagni non sarano degni di ricevere il Megacerchio che permetterà loro di ottenere la Megaevoluzione. Senza quello, non potete sperare di vincere contro il Team Meteora."

"Ma..." cercò di obiettare Vittoria, anche se si rendeva conto che Kiki aveva la sua buona parte di ragione. "Va bene, sensei Kiki... ma io mi chiedo come possiamo salvare Reborn, se non ci muoviamo neanche per salvare i nostri amici..."

"Aspetta, Vittoria. La sensei ha ragione." la interruppe Max, mettendole una mano sulla spalla. La giovane dai capelli neri guardò stupita verso il ragazzino di Hoenn, e guardandolo dritto negli occhi, si rese conto che non stava dicendo quella cosa alla leggera - anche lui era ansioso per la sorte di loro compagni, ma si rendeva conto che in quel momento, per quanto gli dispiacesse ammetterlo, doveva pensare a qualcosa di più importante. "A volte... a volte temo che sia necessario fare un sacrificio per un bene maggiore. E poi, sono sicuro che Amaria e gli altri non abbiano bisogno di noi che gli facciamo da babysitter. Hai visto anche tu, vero, come Amaria ha affrontato Lord Solaris? Sono sicuro che se la caveranno."

Con un po' di riluttanza, incoraggiata anche dal Medicham di Kiki che le faceva cenno di non pensare troppo a queste cose, Vittoria sospirò e ritornò al suo posto. "Va bene... chiedo scusa, mi sono lasciata prendere la mano un po' troppo..." affermò.

Kiki fece un piccolo sorriso, pensando che fosse il caso di dare una buona notizia alla sua migliore allieva in modo da tirarla un po' su di morale. "Se ti può interessare... Cal è tornato dal suo viaggio, e al momento è in meditazione al Picco Apatite! Se uno di questi giorni vuoi passare a salutarlo, sono sicuro che aprezzerà molto!" affermò.

Si sentirono alcune voci di sottofondo. Evidentemente, il fatto che Vittoria provasse dei sentimenti per questo Cal non era esattamente un segreto.

"Ah... dice davvero, maestra Kiki?" esclamò Vittoria, illuminandosi in viso e al tempo stesso diventando rossa come un pomodoro. "Beh... questo... questo mi fa... molto piacere, certo! E... si tratterrà... qui a lungo? Non... non lo chiedo per una questione personale, sia ben chiaro..."

Drew alzò gli occhi al cielo e ridacchiò tra sè. Certo, come no. Lo chiedeva soltanto per curiosità. Senza dubbio.

"Tranquilla, mia giovane allieva." disse la sensei, accarezzandola sulla testa e scompigliandole i capelli. "Cal ha intenzione di restare qui abbastanza a lungo. Più che abbastanza affinchè tu possa andare a fargli visita. Anzi... suggerirei anche a Vera e agli altri di fargli visita. Sono sicura che potrebbero imparare molto da lui. Ora forza, riprendiamo la meditazione... dopo, ci saranno gli esercizi veri e propri, e quelli sì che vi faranno sudare!"

"Oh mamma..." pensò Vera, rimettendosi nella posizione in cui era poco prima. "Allora immagino che dovrò godermi questi momenti di calma finchè durano..."

Ortilla chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi e cancellare ogni pensiero dalla sua mente, augurandosi di sfuggita che Alty e gli altri suoi Pokemon stessero andando meglio di lei...

 

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Nel frattempo, in un nascondiglio del Team Meteora...

"Capisco. Ottimo lavoro, Sirius. La resistenza, a questo punto, si trova con l'acqua alla gola." disse Lord Solaris, non appena il suo sottoposto gli ebbe fatto rapporto dell'operazione e di come fosse finita. "Tienti pronto ad accoglierli quando si presenteranno. Sai bene che anch'io avrei problemi ad affrontare un'allenatrice del calibro di Saphira... e non si lascerà incantare due volte dallo stesso trucco."

"Lo so bene, Lord Solaris." rispose Sirius dallo schermo davanti al suo superiore. "Faremo in modo che cadano dritti in trappola, e che Saphira non possa più nuocere. Tolta di mezzo lei, la resistenza sarà decapitata, e non ci sarà più nessuno in grado di opporsi alla nostra missione... per quanto riguarda quei mocciosi che sono riusciti ad arrivare ad Apofillide, come ci regoliamo?"

"Tutto calcolato, Sirius. Loro credono di essere al sicuro, e noi, almeno per il momento, glielo lasceremo credere." disse Solaris con tutta calma. "Zel. Come procede il PULSE-Camerupt?"

A fianco di Lord Solaris, il misterioso scienziato dalla personalità multipla si inchinò e parlò con la voce della sua personalità maschile. "Stiamo ultimando ogni cosa, mio signore. Ci vorranno alcuni giorni, ma ogni possibile punto debole sta venendo individuato e corretto." affermò. "Non appena sarà pronto, potremo scatenare la sua potenza sul Monastero Apofillide."

"Eccellente." rispose Lord Solaris con un sottile sorriso sul suo volto segnato dalle rughe. "Hai sentito anche tu, Sirius. Tra non molto, anche Kiki e quei ragazzini di Hoenn saranno storia passata, grazie al nostro PULSE-Camerupt. Tutto quello che dovremo fare sarà evitare che la Collanasmeraldo di Ortilla venga sepolta dalla lava. E per questo, so già cosa fare. Non è così, Blake?"

"Assolutamente sì, Lord Solaris." rispose l'agente dai capelli bianco-azzurrini, che sembrava essere particolarmente soddisfatto di quanto stava per accadere. "E confesso che l'idea che abbiamo avuto per eliminare una volta per tutte quei fastidiosi insetti... mi lascia in trepidante attesa del risultato. Immagino che lei sappia già il perchè..."

"Non è una questione personale, Blake. Non renderla tale." lo avvertì severamente il suo superiore, con Zel che annuiva lentamente. Blake sghignazzò e alzò le spalle, non aggiungendo altro.

Sirius ghignò sinistramente a sua volta. "In tal caso, non dovrò fare altro che continuare a torchiare i nostri piccoli ospiti e attendere che la nostra amichetta Saphira venga a riprenderseli. Dopodichè... anche l'Anellorubino e il Braccialezaffiro saranno nelle nostre mani."

"Ci manca solo un elemento, la Tiarametista." disse Solaris. "E anche per quella, sarà solo questione di tempo. La vittoria del Team Meteora è ormai quasi un dato di fatto."

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Devo ammettere che è stato un capitolo un po' difficile da scrivere. A volte mi mancava l'ispirazione... e a complicare le cose si è messo il fatto che il mio computer si è guastato, e probabilmente dovrò comprarne uno nuovo. Se non altro, ho potuto usare il laptop di mio padre per continuare a scrivere, a fare i miei lavori, e a progettare le mie campagne di D&D e Pathfinder... XD

La parte dedicata al Dr. Connal è stata un po' critica per me. Nei forum del fangame, ho sempre avuto l'impressione che i fan del gioco lo giustifichino un po' troppo per quello che fa, quindi il mio scopo in questo capitolo era di far vedere che, per quanto abbia avuto un effettivo e comprensibile trauma nel suo passato, questo non rende meno sbagliato quello che sta facendo ai suoi piccoli pazienti. Il Dr. Connal *è* un pazzo, e cercare di fermarlo *è* la cosa giusta - il suo passato certo lo rende un personaggio più tragico, e può spiegare il motivo dei suoi comportamenti, ma certo non giustificarli.

Beh, questo è quanto, per adesso. Cercherò di aggiornare le mie storie il prima possibile... e chissà, magari adesso toccherà ad una di Digimon. A presto!

 

 

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Capitolo 32
*** Black out ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 32 - Black out

 

"Molto bene, direi che per oggi può bastare. Avete tutti lavorato bene." disse Kiki, dopo aver dato un'occhiata attenta ai suoi alievi che riprendevano fiato nel cortile del'Accademia. Anche Vittoria, considerata la migliore dei discepoli di Kiki, era senza fiato dopo gli estenuanti allenamenti di quella giornata... e quindi, non c'era bisogno di chiedersi come se la stessero cavando Vera e i suoi compagni!

La ragazzina castana si afflosciò a terra come un sacco vuoto, con gli occhi trasformati in spirali come un Pokemon esausto! "Uff... uff... accidenti, sono morta o viva?" mormorò la coordinatrice di Hoenn, riprendendo fiato tra le parole. I suoi compatrioti e cain non erano messi molto meglio, visto che ognuno di loro era seduto con la schiena contro un muro o disteso a terra con il fiato corto! "Ragazzi... siete ancora vivi anche voi, vero?"

"Sì, dolcezza... credo... hanf... di essere ancora vivo..." ansimò Cain, sfoderando il suo sorriso arguto che ora, a causa della stanchezza, dava più l'impressione di una smorfia! "Hehehee... anche se... sono talmente stanco... che non mi viene neanche da fare... una battuta!"

"Credo che con questo allenamento... perderò qualsiasi chilo metterò su in futuro..." mormorò Hitomi. Nonostante fosse tutta sudata e con i capelli arruffati, la bambina manteneva la sua classica espressione stoica!

Vittoria riprese fiato a sua volta e andò a sorreggere Vera, aiutandola a rialzarsi. "Orasapete come mi sentivo le prime volte che finivo gli allenamenti..." disse la giovane esperta di aikido, ridacchiando gentilmente. "Ma è necessario che voi vi sottoponiate a questi addestramenti... è il modo migliore per rendere più forti i vostri Pokemon, e prepararvi allo scontro decisivo con il Team Meteora."

"Lo sappiamo... detto questo, siamo liberi di dire che questo allenamento ci ha stroncato!" ridacchiò Max, riuscendo finalmente a rimettersi in piedi. Andò da Ortilla e le diede a sua volta una mano a rialzarsi, e la bambina dai capelli turchini ringraziò con un cenno della testa. "Tutto okay, Ortilla? Drew?"

"Sì, più o meno... quelle flessioni le sentirò domattina..." scherzò Drew massaggiandosi la schiena. Guardò verso il cielo, e in particolare verso il picco Apatite, che svettava sopra le mura del monastero. Ormai il sole stava tramontando, creando un suggestivo spettacolo nel cielo. Il colore arancione della fine del giorno si intersecava con il blu-grigiastro di alcune nubi di passaggio, una scena che forse per i ragazzi di Hoenn era di tutti i giorni, ma che per gli abitanti di un luogo inquinato come Reborn, doveva essere senz'altro più inusuale.

Vittoria notò che il ragazzino dai capelli verdi stava guardando in direzione del picco dove lei sapeva trovarsi il misterioso ragazzo di nome Cal, e si avvicinò a lui. "Sei incuriosito da quel posto, Drew? E' lì che Cal si trova, a quanto mi dice la sensei!" affermò. "Lì, sul Picco Apatite, abbiamo costruito un piccolo santuario dove uno studente della nostra accademia può ritirarsi in meditazione... ed è appunto quello che sta facendo Cal in questo momento."

"Ma chi è esattamente questo Cal?" chiese Ortilla, incuriosita. "Lo hai nominato diverse volte, ma... non ce ne hai mai parlato veramente!"

Kiki fece un piccolo sorriso e cominciò a rispondere in vece di Vittoria, che aveva cominciato ad arrossire e a giocherellare nervosamente con le dita. "Beh... in realtà non è che ci sia molto da dire di Cal. Ma... è un allievo di cui sono molto orgogliosa. E' molto abile sia nelle arti marziali che nelle battaglie di Pokemon, e si è anche fatto molti amici qui all'Accademia!" affermò.

"E' vero... Cal è sempre stato disposto ad ascoltare e pronto ad aiutare." affermò un ragazzo dell'Accademia. "Se hai un problema, basta che tu glielo chieda, e lui ti dà una mano!"

"E poi è così carino! Se non fosse per il fatto che Vittoria lo ha già adocchiato, credo proprio che mi sarei fatta avanti io!" continuò una ragazza, con il risultato che Vittoria arrossì ancora di più e tirò un libro che teneva chissà dove alla sua compagna!

"Ma... ma... insomma, che modi sono questi?" esclamò Vittoria. "Qui siamo in un monastero dedicato alla meditazione e all'insegnamento di arti marziali e Pokemon! Non siamo qui per fare cronaca rosa!"

"Heheheee... tranquilla, Vittoria, noi non giudichiamo mica!" affermò ridendo Vera. "Insomma, anche voi siete esseri umani, no? Non c'è niente di male ad avere una cotta per un compagno di accademia!"

"Come tu per Drew, sorellina?" le chiese argutamente Max.

Senza neanche cambiare espressione, Vera scivolò dietro Max e gli tappò la bocca con una mano, e il ragazzino con gli occhiali cominciò a protestare con voce soffocata! "Ah-ehm... come stavo dicendo prima di essere interrotta... per noi non è mica un problema se tu ti sei innamorata di un tuo compagno di accademia! Anzi... trovo tutto questo molto romantico!" affermò, mettendosi le mani sulle guance, mentre dei comici cuoricini rosa apparivano tutt'attorno a lei!

"Ma come mai Cal se ne sta lassù, invece che tornare qui all'Accademia?" chiese Hitomi, sfregandosi il mento. Vera corrugò un po' la fronte. In effetti, era una cosa a cui lei non aveva pensato.

"Ora che ci penso, è vero... mi sembra un po' strano che non voglia stare con voi." disse la castana. "Voglio dire, mi sembra di capire che tutti voi ammirate questo Cal..."

Vittoria guardò da un'altra parte, facendosi seria all'improvviso... e rendendo chiaro a Vera e ai suoi compagni che c'era qualcosa di cui non sarebbe stato delicato parlare.

Kiki si schiarì la voce. "Cal è senza dubbio un allievo molto popolare, qui all'Accademia Apofillide... ma il fatto è che ha avuto un passato un po'... difficile." affermò, cercando comunque di non andare troppo nello specifico. "E' venuto all'Accademia proprio per ricominciare una nuova vita e fare in modo di gettarsi alle spalle il passato. Ma... non sta a me dire troppo su di lui. Quando andrete a fargli visita sarà lui, se vorrà, a rivelarvi di più. Per quanto riguarda voi... avete tempo libero fino all'ora di cena, cioè fino alle otto. Se volete andare a vedere i vostri Pokemon, questo è il momento ideale per farlo."

"E' vero... mi farebbe piacere vedere come stanno Blaziken e gli altri nostri Pokemon." affermò vera, rimettendosi un po' a posto l'uniforme. "Va bene, ragazzi... grazie mille, sensei Kiki... Vittoria... è stata una giornata dura, ma sono sicura che è stata proficua!"

"Di niente, amici!" rispose tranquillamente Vittoria.

Kiki, tuttavia, aveva qualcosa da aggiungere. "Comunque, dopo cena, mi piacerebbe se poteste venire... voi di Hoenn, e anche tu, Cain... nella sala di meditazione dell'Accademia. C'è ancora qualcosa che vorrei insegnarvi, prima che la giornata finisca. E la sera è un ottimo momento per fare esercizi di meditazione."

"Va bene, sensei Kiki." disse Drew. Se non altro, si trattava di esercizi di meditazione, e non davano l'impressione di essere stancanti come quello che avevano fatto adesso. "Allora dopo cena verremo nella sala di meditazione... assieme ai nostri Pokemon, magari?"

"Sì, sarebbe una buona idea." disse Kiki. "Vi spiegherò più tardi cosa intendo fare... per adesso, vi basti sapere che potrebbe essere proprio questo quello di cui avete bisogno, più di qualunque altra cosa, per comprendere i segreti della Mega Evoluzione."

"Bene, bene... allora non mancheremo!" affermò Cain. "Ci vediamo dopo, sensei... Vittoria..."

"A dopo, Cain..." disse Vittoria. Il ragazzo dai capelli viola, una volta di più, si accorse che la sua amica stava cercando di nascondere la sua ansia, e non ci stava riuscendo molto bene.

Dopo aver salutato Vittoria, Kiki, e il resto degli allievi dell'Accademia, Vera e i suoi compagni si allontanarono, andando verso il luogo dove i loro Pokemon si erano allenati tutto il giorno... e una volta che nel cortile dell'accademia furono rimasti soltanto Vittoria, Kiki e i loro Pokemon, il Medicham della sensei si avvicinò a quest'ultima e fece un cenno affermativo con la testa.

"Devo ammettere che sono impressionato. Quei ragazzi hanno lavorato sodo, e credo proprio che riusciranno a comprendere il segreto della Mega Evoluzione, anche se immagino che non sarà una cosa rapida e facile per loro." disse l'elegante Pokemon Psico/Lotta. "Ma... è una mia impressione, sensei, o c'è qualcosa che la preoccupa che non riguarda esattamente Cal?"

"Tranquillo, Medicham. E' solo una tua impressione..." rispose telepaticamente la maestra di arti marziali. "Ho avuto molto a cui pensare, in questi ultimi tempi... tra il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa. So che per Reborn si avvicinano tempi di grandi cambiamenti, e che que ragazzi ne saranno presto al centro. Spero solo di riuscire a guidarli adeguatamente, in modo che riescano a liberare Reborn dal giogo del terrore."

"Sensei... forse è meglio se ci ritiriamo anche noi." disse Vittoria, mettendo una mano sulla spalla della sua maestra. Accanto a lei si trovava il suo Pignite, anche lui stanco e con il fiato corto dopo un'intera giornata passata ad allenarsi, correre e colpire. "Abbiamo bisogno anche noi di riposarci... e magari cercheremo di scoprire cosa è successo a Reborn City. Sono preoccupata per i nostri compagni..."

"Sono sicura... che anche loro se la caveranno bene, mia allieva." disse Kiki. Per un attimo, mentre iniziava la frase, ebbe come l'impressione che il fiato le mancasse, ma fu soltanto un momento. "Abbi fiducia in loro. Sono degli allenatori forti ed abili, e non credo avranno bisogno di qualcuno che faccia loro da baby sitter." Terminò la frase con una risata a mezza bocca, e Vittoria alzò appena un po' gli occhi al cielo. Kiki doveva sempre in un qualche modo ricordarle della sua tendenza a fare la mamma chioccia...

"E' quello che spero, sensei..." affermò la giovane, ripensando ai suoi compagni ed in particolare ad Heather, Shelly e Pietro...

 

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Le strade di Reborn City non erano molto diverse dal normale, in quella serata di tensione. Come sempre, tutti gli abitanti della città che non si erano chiusi in casa per paura di fare incontri sgraditi, stavano sgattaiolando stancamente per i vicoli stretti, tra pozzanghere ed immondizia. Alcuni Pokemon scivolavano tra le ombre, cercando di rifugiarsi nei meandri della città. In quel panorama desolante, una singola persona si muoveva silenziosamente tra le pozzanghere di fango di quella piccola via, tenendo un cappuccio sulla testa come per proteggere la propria identità da sguardi indiscreti.

Il suo passo era lento, quasi strascicato... come se la persona si trovasse lì contro la propria volontà, e appena dietro di lei, si trovava uno strano Pokemon che la seguiva fluttuando in aria. A guardarli da una certa distanza, si vedeva già che il Pokemon in questione sembrava una sorta di gigantesco cavalluccio marino, con le pinne ramificate che assomigliavano ad alghe che fluttuavano mosse da una lieve corrente.

In silenzio e in solitudine, la figura incappucciata e il suo misterioso Pokemon avanzarono nelle strade desolate di Reborn City, continuando a guardarsi attorno per evitare qualsiasi possibile problema... e raggiunsero una strada più grande, che una volta doveva essere stata una via principale trafficata e piena di vita, ma ora era ridotta ad un disastro di crepe nell'asfalto, lampioni divelti e rifiuti industriali abbandonati qua e là...

La figura e il suo Pokemon si fermarono ad un angolo della strada più grande, guardando in direzione dei palazzi verso i quali si dirigeva - due palazzi grigi che svettavano nel panorama cupo dell'asfissiante metropoli, con diversi vetri rotti sulle fiancate... e delle insegne ormai spente poste di fronte, che mostravano una scritta che praticamente tutti a Reborn City conoscevano, almeno per sentito dire.

"Ci siamo, Dragalge... quella è la sede centrale della Yureyu Corporations... o almeno lo era, prima che tutto cominciasse ad andare al diavolo..." disse la figura incappucciata, con una voce femminile lenta e quasi svogliata, che mischiava tristezza e risentimento. A sentirla così, si sarebbe potuto facilmente pensare che fosse la voce di una persona depressa. "E' lìche il Team Meteora ha portato i compagni di mio fratello."

"Drag... dragalge..." esclamò lo strano Pokemon che la accompagnava, la cui voce sembrava provenire da sott'acqua. Alla fioca luce dei lampioni, appariva come un enorme ippocampo di colore marrone, con i fianchi viola e una grande cresta rosata sulla testa, le pinne lunghe che lo facevano sembrare quasi un ammasso di alghe, e la coda palmata che ricordava una foglia di lattuga di mare. Aveva gli occhi rossi con le pupille nere, nei quali si leggeva una feroce determinazione, mentre gettava alla sua allenatrice uno sguardo che sapeva un po' di rimprovero.

La ragazza scosse la testa, mostrando parte dei suoi lineamenti sotto il cappuccio. Era una ragazza giovane, di non più di quindici o sedici anni, con i capelli violetti piuttosto lunghi ed un'espressione dura, e al tempo stesso malinconica, su un viso che altrimenti appariva grazioso, e che era decorato con un po' di rossetto viola sulle labbra, dell'ombretto attorno agli occhi, e un brillino sul naso. A guardarla bene, dava un po' l'impressione di una ribelle, se non fosse stato per quel bagliore di tristezza che aveva nello sguardo...

"Lo so, Dragalge. Avevo detto che non sarei più tornata da queste parti." disse la ragazza con un sospiro. "E non fraintendermi. Non lo faccio certo per quello sciocco di mio fratello. L'unico motivo per cui sono qui è perchè sono una maledetta codarda che altrimenti non avrebbe il coraggio di sopportare la voce della propria coscienza. Tutto qui."

"Drag..." affermò il Pokemon di nome Dragalge scuotendo leggermente la testa. Non era esattamente quello che sperava di sentire dalla sua allenatrice, ma a questo punto tanto valeva accontentarsi. E comunque, il motivo per cui lei fosse lì in quel momento era secondario. Adesso c'era qualcosa di molto più importante a cui pensare... più esattamente, la pericolosa missione che si apprestavano a compiere. "Dragalge glag?"

"Sì, Dragalge... avrei già una mezza idea di come fare." affermò la ragazza, togliendosi il cappuccio e lanciando che i suoi lunghi capelli viola fluissero lungo la sua schiena. "Piuttosto, mi chiedo cosa faranno i compagni di mio fratello... sicuramente anche loro saranno qui a momenti. Io ho intenzione di creare una distrazione per fare in modo che il Team Meteora non sia all'erta, ma da lì in poi tocca a loro capire come districarsi."

Il Pokemon simile ad un cavalluccio di mare fece un altro cenno con la testa e diede un'occhiata in giro, vedendo che la strada era libera. Con una delle sue pinne a paletta, disse alla sua allenatrice che potevano andare, e i due cominciarono a sgattaiolare verso quella che una volta era la sede centrale della Yureyu Corporations, una delle più importanti compagnie di sviluppo di tecnologia in tutto il continente di Reborn... prima che il Team Meteora si prendesse tutto, si intende.

"Dovunque tu sia, Cain, spero che ti renderai conto che sei in debito con me. Stupido d'un fratello... guarda te se devo io togliergli le castagne dal fuoco!" borbottò tra sè la ragazza dai capelli viola. Raggiunta finalmente la fiancata del grande edificio, e assicurandosi che non ci fossero in giro reclute del Team Meteora, lei e Dragalge si diressero verso una rampa in asfalto che portava verso un parcheggio sotterraneo in disuso, e scesero nella galleria, trovandosi addosso gli sguardi incuriositi di diversi Spinarak e Venipede...

 

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"Ancora non abbiamo fatto progressi, Heather. Sei una paziente davvero ostinata, ma non sarà questo ad impedirmi di aiutarti." sentenziò il Dr. Connal, mentre riaccompagnava Heather alla sua cella, quasi trascinandola. La bambina dai capelli fucsia riusciva appena a camminare, dopo tutte le scariche elettriche che aveva ricevuto... e l'espressione sul suo viso era vacua, come se stesse guardando nel nulla. Cercò di rispondere qualcosa, ma dalle labbra le uscì soltanto un mormorio indistinto mentre Connal apriva la cella e la faceva entrare.

Con un grugnito, Heather si accasciò sul pagliericcio che il Team Meteora le aveva concesso come letto, e cercò di trascinarsi con le braccia fino al muro, nel tentativo di mettersi almeno seduta. La cella era vuota e desolata, con soltanto lo stretto indispensabile - e peggio ancora, il Dr. Connal non aveva nemmeno concesso ad Heather e Shelly di stare assieme, pensando che la reciproca influenza avrebbe aggravato le loro "turbe psichiche".

Dopo quella che le era sembrata un'eternità, Heather riuscì ad aggrapparsi al muro e a tirarsi su a forza di braccia, appoggiandosi con la schiena alla parete per stabilizzarsi. Le ginocchia le tremavano ancora per le scariche elettriche...

"Shelly... dove... dov'è Shelly? Dove sono... i miei amici?" mormorò Heather cercando come poteva di sembrare minacciosa. "Che cosa... vuoi fargli... vecchio... pazzo?"

"La tua amica è in buone mani, Heather. Anche lei ha bisogno delle mie cure per superare i suoi traumi e poter vivere meglio." affermò il medico criminale. "Mi dispiace di non poterti permettere di incontrarla. Ma il tuo carattere forte non la aiuterebbe certo a liberarsi dalla sua timidezza, e la sua tendenza ad assecondarti impedisce a te di comprendere le tue mancanze e renderti conto che non puoi avere sempre tutto quello che vuoi."

"Ugh... sempre con le vostre regole... tutti cercano di dirmi cosa devo o non devo fare... anche mio padre lo faceva..." disse Heather con evidente fatica.

"E' per il tuo bene. Senza regole, il mondo non potrebbe andare avanti. Questo vale per te... come anche per questo mondo alla deriva." tagliò corto Connal, cominciando ad allontanarsi. Heather lo vide scomparire nel corridoio ed allontanarsi a passi lenti... ma ormai le sue forze erano state quasi completamente prosciugate, e la bambina non ebbe altra scelta che distendersi sul pagliericcio, tenendo stretta la coperta che era distesa su di esso.

"Sh... Shelly... mi dispiace... io non... non ce la faccio più..." mormorò Heather, cominciando a piangere nonostante i suoi tentativi di trattenersi. "Ogni volta che... le cose sembrano... andare meglio... succede qualcosa che... forse... forse mio padre aveva ragione... fin dall'inizio... forse è vero che non... che non... possiamo... cambiare nulla... Il Team Meteora... non sarà mai... sconfitto... Non può... essere... sconfitto..."

Tremando di rabbia impotente, Heather si raggomitolò in posizione fetale, singhiozzando e maledicendo il destino che le aveva dato una sorte così odiosa...

 

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Nella sua cella, Shelly non poteva fare altro che restare seduta, con le braccia attorno alle ginocchia e con espressione cupa, cercando di pensare a come potevano fare per cavarsela... ma per quanto cercasse una soluzione, le appariva chiaro che il Team Meteora non aveva lasciato nulla al caso, e che ogni tentativo di fuga sarebbe stato rapidamente stroncato. Il Dr. Connal e Sirius avevano portato via le loro Pokeball, e si erano assicrati di non lasciare nulla che potesse essere usato come arma alla loro portata. Non c'era proprio nulla da fare, se non aspettare, e sperare in un miracolo...

La mente della bambina dai capelli lavanda tornò ad alcuni anni prima, il giorno in cui aveva lasciato la sua casa, ad Azalina, e la sua famiglia - in particolare suo fratello - per cominciare a farsi un nome per sè stessa. Non voleva più essere vista semplicemente come "la sorellina timida di Raffaello". Per quanto in effetti fosse una descrizione che le stava a pennello. Voleva anche lei essere riconosciuta per quello che valeva come allenatrice. Ma la fortuna non era stata dalla sua parte. Poco dopo la sua partenza da casa, si era imbattuta negli uomini del Team Meteora, che per qualche motivo si trovavano a Johto... e dopo esserne stata sopraffatta, era stata portata in quel posto orribile, Reborn City, allo scopo di essere addestrata come recluta del Team Meteora. Era stato l'intervento provvidenziale di Saphira e Vittoria a salvarla da quell'orribile destino... ma ora, sembrava proprio che tutto quello che le sue salvatrici avevano fatto era stato ritardare un po' il suo destino.

"Shelly." disse la voce severa del Dr. Connal. Facendo un piccolo salto per la paura, Shelly guardò verso la porta della sua cella, e vide il dottore in piedi accanto ad essa, a guardarla con aria minacciosa. "Ho appena finito la sessione di cura della tua amica. Adesso toccherebbe a te. Alzati."

Quasi automaticamente, la ragazzina dai capelli violetti si alzò e guardò intimorita verso il dottore. "D-dottor Connal? Heather... Heather come sta? Io... vorrei v-vederla..." mormorò. "Non... non le ha dato quelle... s-scariche elettriche... s-spero..."

Connal sospitò. "Lo sai anche tu, Shelly. La mia terapia prevede che ai pazienti vengano date delle scariche elettriche controllate... e il mio Raichu esperto in queste cose!" affermò. "E ora tocca a te. Hai bisogno anche tu di ricevere le mie cure per guarire dalla tua ansietà sociale e dal tuo rapporto di co-dipendenza che hai con la tua amica. Per quanto io rispetti la vostra amicizia, ti affidi troppo a lei per la tua stabilità mentale."

"N-no... aspetti, Dr. Connal... io... n-non voglio..." cominciò a dire Shelly, ritirandosi fino ad un angolo della sua cella mentre il dottore apriva la porta con una chiave. Stava per entrare, quando un improvviso rumore lo fece sobbalzare... e un attimo dopo, la luce nell'edificio si spense, immergendo tutti nel buio! Shelly gridò per la paura, e Connal incespicò nel buio per qualche istante, prima che una luce proveniente dalla pelliccia del suo Raichu gli permettesse di guardare attorno a sè!

"Rai rai... Raichu!" esclamò il roditore elettrico, illuminandosi di una tenue aura e permettendo almeno di vedere ad un metro da sè! Connal sbattè gli occhi sbalordito, facendo passare in secondo piano Shelly che si era rannicchiata in un angolo... e chiuse la porta della cella per assicurarsi che la ragazzina non sarebbe riuscita ad andarsene. "Raichu?"

"Che... che sta succedendo, Raichu? E' mancata la corrente all'improvviso!" esclamò Connal, mentre attorno a lui cominciavano a sentirsi le voci allarmate dei prigionieri e delle reclute del Team Meteora. Il pokemon Elettro scosse la testa, non sapendo cosa pensare... e da un corridoio laterale arrivarono due reclute che tenevano con sè delle torce elettriche. Il dottore conosceva già, anche se in maniera superficiale, quei due... un uomo e una dnna che rispondevano ai nomi di Simone e Tara.

"Dottor Connal!" esclamò Simone. "C'è un problema... sembra che l'alimentatore centrale sia stato danneggiato! Ci vorrà un po' prima che gli alimentatori d'emergenza si mettano in funzione..."

"Che cosa? Vuol dire che qualcuno si è introdotto qui ed è riuscito a sabotare l'alimentatore!" comprese al volo il dottore, mentre il suo Raichu corrugava la fronte preoccupato. "Com'è possibile che nessuno abbia visto un intruso? Eppure avevamo detto che la sorveglianza doveva essere capillare!"

"Stiamo... facendo quello che possiamo, dottore... ma questo posto è enorme, e non siamo abbastanza da tenere tutto sotto controllo." si giustificò Tara, sfregandosi la nuca imbarazzata. "L'intruso deve aver approfittato di una posizone che non era ben controllata, si è introdotto e ha mandato all'aria la centrale elettrica."

"Allora voi cosa state facendo ancora qui?" chiese il dottore, mantenendosi spaventosamente calmo e freddo. Per qualche motivo, Simone pensava che se si fosse arrabbiato, gli avrebbe fatto meno paura... "Mettete tutto l'edificio in allarme e trovare l'intruso a tutti i costi! Ma non lasciate troppe aree sguarnite. Questo è sicuramente un attacco da parte della resistenza... hanno colpito l'alimentazione elettrica per gettarci nella confusione ed attaccarci più facilmente."

"Va... va bene, Dr. Connal! Faremo tutto il possibile per respingerli!" affermò Tara. Lei e simone corsero immediatamente via, unendosi al resto delle reclute... e Connal guardò verso la cella di Shelly, dove la bambina esperta di Pokemon Coleottero sembrava aver ripreso un po' di coraggio e si stava arrischiando a sperare che qualcuno fosse venuto a salvarli.

"Non farti illusioni, Shelly." disse Connal, il cui Raichu si stava già caricando di energia in vista dello scontro imminente. "Quei tuoi scriteriati amici della resistenza sono venuti qui in un tentativo di liberarvi dettato dall'impulsività e dall'irrazionalità, ma non ho intenzione di soddisfare i loro capricci infantili. Almeno, non finchè il Team Meteora non avrà messo in ordine questo mondo, e non avrò scoperto una cosa molto importante..."

"C-cosa?" chiese Shelly con evidente sorpresa. Aveva pensato che il dr. Connal fosse motivato unicamente dal ricordo della sorella maggiore, ma ora stava venendo fuori qualche altro elemento? "Di... di cosa sta p-parlando, dottor Connal? C'è... qualcosa di cui... vuole... sapere di più..."

"Non è cosa che ti riguardi." tagliò corto il dottore. Raichu si voltò verso la bambina e la fece ritrarre ancora di più con una scarica elettrica che gli danzava sulle guance. "Per adesso, resta dove sei, e non farti venire strane idee. Riprenderemo dopo."

Con queste parole, Connal e il suo Raichu si allontanarono, lasciando Shelly in quella cella da sola a pensare e a sperare. Non poteva fare altro che pregare che i suoi compagni ce la facessero... in quel momento, loro e Vera erano l'unica speranza di Reborn.

"Heather... tieni duro... tra non molto arriveranno i nostri amici..." mormorò tra sè.

 

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Non molto distante dalla ex-sede della Yureyu Corporation, un ormai familiare gruppo di allenatori stava guardando con stupore lo spettacolo delle poche luci dell'edificio che si spegnevano di colpo... e già da quella distanza, potevano immaginare il caos che si stava scatenando in quei corridoi!

"Cos'è successo lì alla Yureyu, gente?" chiese Julia, sbattendo le palpebre. "Non sarà che qualcuno è andato a far saltare in aria quei farlocchi del Team Meteora senza il mio permesso? Questo mi darebbe un po' fastidio!"

"Non ne ho idea... certo non immaginavo che ci fosse qualcun altro di noi della resistenza nei paraggi." affermò Pietro. "Che ne dite? Potrebbe essere qualcuno del circo di Agatipoli? Conoscendo Terra... beh, sarebbe tipico suo fare un exploit del genere."

Per un attimo, al giovane rockettaro sembrò che Saphira rabbrividisse alla menzione della loro alleata di nome Terra, ma la sua espressione calma e controllata ritornò subito dopo. "Non credo. Celeste mi avrebbe già avvisato se Terra avesse deciso di fare di testa sua. Posso però immaginare di chi possa trattarsi." affermò, incrociando per un attimo lo sguardo di Pietro, nei cui occhi sembrò balenare un barlume di ansia e di speranza al tempo stesso. "Ma questo non fa che giocare a nostro favore. Intanto che il Team Meteora è disorientato, possiamo sferrare un attacco più efficace. Laura... hai ancora quella mappa che Florinia ha trovato, vero?"

"Lilligant!" esclamò la Lilligant di Laura, indicando con una mano alcuni fogli che la sua allenatrice teneva con sè. Laura annuì lentamente e prese un bel respiro, cercando di calmare i suoi nervi che ormai erano tesi come corde di violino.

"Sì... sì, Saphira... questa volta... sono sicura che non farò errori..." mormorò. "Mi dispiace di essermi fatta prendere dal panico..."

"Non ci pensare, Laura. La colpa è del Dr. Connal. Non vedo l'ora di averlo per le mani, quell'essere spregevole!" ringhiò Saphira sgranchendosi le mani. "Adesso però dobbiamo concentrarci sulla missione, e cioè salvare i nostri compagni... e soprattutto Charlotte, che è ancora là dentro."

"Rhydon!" tuonò rabbiosamente il Rhydon di Pietro.

Fern si aggiustò gli occhiali con un sospiro irritato. "E va bene. Sarà un'occasione in più per dare una bella lezione a quegli idioti del Team Meteora... e per mostrare loro il mio Pokemon più forte, già che ci sono." affermò. Qualcosa si mosse dietro di lui, srisciando fuori da un cespuglio... e accanto a Fern apparve un Pokémon simile ad un grosso serpente dall'aspetto maestoso e fiero, il cui corpo bianco era ricoperto da una pelle di un verde chiaro dal petto fino alla coda e di un verde più vivo sulla schiena. A metà del corpo presentava due motivi gialli che ricordavano dei rami stilizzati, e le aperture della sua pelle si prolungavano in due lunghe foglie arricciolate, con delle foglie anche sulla parte finale della coda.

"Ssssserperior..." esclamò il Pokemon serpente, allungando le 's' come un serpente che avesse in qualche modo imparato a parlare la lingua degli uomini.

"Bene, Serperior. Ti ho riservato per adesso, visto che tu sei il mio Pokemon più forte. Dobbiamo far vedere a quegli idioti del Team Meteora quanto siamo forti. Posso contare su di te, vero?"

"Ssssserp!" esclamò il Pokemon serpente, muovendo la coda.

Saphira battè le mani un paio di volte per richiamare l'attenzione. "A dopo le discussioni su quali Pokemon sono più forti degli altri. Adesso abbiamo una missione della massima importanza." disse. Laura le diede la piantina del palazzo che aveva con sè, e la comandante della resistenza iniziò a mostrare a tutti il piano d'attacco. "Okay, dividiamoci e attacchiamo da più lati. Julia, tu e Pietro potete intrufolarvi dentro dal lato nord... e se te lo chiedi, questo significa che, sì, sei libera di far saltare in aria tutto quello che ti trovi davanti. Non abbiamo più il tempo di essere furtivi, nè a questo punto ci serve."

"Yu-huuuu! Grandioso! Far saltare in aria tutto è quello che mi riesce meglio!" esclamò la cheerleader dai capelli verdi.

Saphira riuscì a fare un breve sorriso, prima di continuare a dare istruzioni. "Amaria, Fern, Florinia... voi vi introdurrete da... una via alternativa, per così dire. Amaria, fai la stessa cosa che hai fatto quando avete attaccato il PULSE-Muk del Team Meteora." affermò. "Fai in modo che il tuo Lapras crei una scalinata di ghiaccio, in modo da arrivare al secondo o terzo piano... e da lì fate irruzione all'interno."

"D'accordo." rispose Amaria. "Questo dovrebbe anche portarci vicino ai fuggiaschi da liberare."

"Istruzioni comprese e aggiunte al registro missione." ripetè atona Florinia. "Il Cradily di questa unità dovrebbe rivelarsi adeguato ad aprire una via d'accesso alternativa."

"Serperior!" affermò il serpente di foglie, deciso a dimostrare che non sarebbe stato da meno.

"E io e te, Saphira... cosa dovremmo fare?" chiese Laura, non troppo sicura. "Charlotte... è ancora lì, e dovremmo salvarla..."

"E' proprio questa la parte che ho riservato per noi." affermò Saphira. "Io e te, Laura... raggiungeremo il tetto del palazzo in groppa al mio Dragonite, e attaccheremo direttamente Sirius. E' uno degli uomini più forti del Team Meteora, ma non credo proprio sarà alla nostra altezza. Se poi riusciamo ad eliminarlo definitivamente, tanto di guadagnato. Charlotte è un ostaggio molto prezioso per il Team Meteora, quindi è altamente probabile che l'abbiano messa sotto massima protezione."

"Capisco... allora non risparmieremo nulla per liberarla." affermò Laura, voltandosi poi verso la sua Pokemon più forte. "Lilligant, dobbiamo impegnarci al massimo questa volta... anche se ci dovessimo trovare di fronte il Dr. Connal!"

"Lilli!" esclamò la Pokemon floreale, stringendo gli occhi con decisione. Questa volta, il buon dottore non avrebbe avuto il tempo di tirare fuori i suoi sporchi trucchetti...

Saphira tirò fuori una Pokeball e la aprì, facendo uscire il suo Dragonite che si mise in posa, aprendo le ali e le braccia. "DRAAAAG!" esclamò, guardando poi in direzione di Saphira e facendole un cenno con la testa per dire che era pronto. La giovane donna dai capelli multicolore annuì, e Dragonite si abbassò in modo da far salire lei, Laura e Lilligant sulla sua groppa.

"Grazie, Dragonite. Noi attaccheremo dal tetto, questo costringerà Sirius ad intervenire di persona." affermò la giovane donna. "Voi sapete cosa fare! Mi raccomando, non fallite!"

"Ricevuto!" esclamò Amaria. Dragonite prese lo slancio e si librò in volo, sollevando sè stesso e i suoi passeggeri senza alcuno sforzo apparente prima di dirigersi alla massima velocità possibile verso il tetto della sede della Yureyu Corporations. "Okay, ragazzi, è il momento di fare la nostra parte! Buona fortuna a tutti quanti!"

"Buona fortuna anche a voi!" esclamò Pietro, per quanto non fosse esattamente contento di augurare buona fortuna anche a Fern. Il ragazzaccio con gli occhiali alzò le spalle, come per dire che non avrebbe avuto bisogno della fortuna, prima di seguire Amaria e Florinia verso la fiancata dell'edificio...

 

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In una ex-sala riunioni della Yureyu Corporations, che ora il Team Meteora aveva adibito a stanza per gli interrogatori, Sirius stava cercando di estrarre quante più informazioni possibile da alcuni dei suoi prigionieri - Charlotte, Noel ed Anna erano legati strettamente su alcune sedie davanti a lui, e la ragazzina dai capelli rossi aveva dei lividi sul viso, chiaramente il segno delle percosse che aveva ricevuto dal comandante del Team Meteora nel tentativo, finora vano, di costringerla a parlare. Charlotte continuava a guardarlo con fare canzonatorio, cercando come poteva di distrarre la sua attenzione da Noel ed Anna, che attendevano spaventati il loro turno...

Almeno, questo era quello che stava accadendo finchè la luce non era mancata, e anche il serio e gelido comandante del Team Meteora era stato colto completamente di sorpresa. In quel momento, Sirius si guardava attorno in un momento di confusione, l'occhio bionico che brillava di una sinistra luce rossa nell'oscurità.

"Ma che diavolo succede? Chi ha tolto la luce?" esclamò Sirius. Un attimo dopo, alcune luci di emergenza si accesero, permettendogli di vedere qualcosa... ma l'allarme per quanto stava accadendo c'era ancora, e Sirius non aveva idea di chi avrebbe potuto essere. La resistenza non poteva certo sapere dove andare a colpire... a meno di non aver avuto qualche collaboratore...

"Hah! Qualcuno qui non ha pagato la bolletta della luce, eh?" esclamò Charlotte, non resistendo alla tentazione. "Peccato, se foste passati alla Julia's Electric Company come vi era stato consigliato, questo non sarebbe successo! Era anche conveniente, lo sapete?"

Sirius andò davanti a Charlotte e la schiaffeggiò di nuovo. Noel ed Anna distolsero lo sguardo con un'espressione spaventata, ma la ragazza dai capelli rossi continuò a sghignazzare in faccia al suo aguzzino, che rispose con gelida rabbia.

"Farai meno la spiritosa quando avremo tolto di mezzo anche i tuoi amichetti." affermò. "Siete serviti molto bene da esche per attirarli in trappola, anche se non mi aspettavo che avrebbero colpito in questo modo. Adesso saremo perfettamente in grado di distruggerli."

"Ne sei sicuro, occhio sballato? Io non ne sarei così convinta, se fossi in te." rispose Charlotte... un attimo prima che la porta della stanza si aprisse, facendo entrare due uomini del Team Meteora - un Cavaliere e una Dama, a giudicare dalle loro uniformi più elaborate di quelle delle altre reclute. Erano due che Charlotte aveva visto di sfuggita - se non ricordava male, le reclute li avevano chiamati Astro (l'uomo) ed Eclisse (la donna). Entrambi davano l'impressione di essere molto allarmati, e se il sentore che Charlotte aveva era corretto, allora avevano perfettamente ragione di esserlo.

"Comandante Sirius! Siamo sotto attacco... qualcuno ha interrotto la corrente... e un paio di allenatrici della resistenza stanno arrivando sul tetto del nostro nascondiglio in groppa ad un Dragonite!" esclamò Astro. "Stiamo... stiamo cercando di organizzare la difesa, ma siamo troppo pochi per fermare tutti!"

"Maledizione... hai detto un Dragonite?" imprecò Sirius, comprendendo quanto difficile fosse la situazione. Se si fosse trattato di chiunque altro, sarebbe stato abbastanza convinto di poterlo fermare, ma quando si parlava di un Dragonite... poteva soltanto voler dire che si trattava di Saphira, la più forte allenatrice della resistenza! "Immaginavo che sarebbe arrivata, e avevamo anche pronte le contromisure... ma in una situazione del genere, temo che non avremo la possibilità di farne uso. Maledizione... l'unica cosa da fare è cercare di guadagnare tempo!"

"Che cosa dobbiamo fare, comandante Sirius?" chiese Eclisse, giocherellando nervosamente con una Pokeball.

"Voi restate qui ed impedite a chiunque di raggiungere Noel ed Anna." tagliò corto il comandante dall'occhio bionico, rivolgendo ai due bambini uno sguardo feroce. "Io andrò al tetto e cercherò di trattenere quella donna quanto più possibile. Vedete di non fallire."

"Ri... Ricevuto, comandante Sirius." rispose Eclisse. Senza perdere altro tempo, Sirius raggiunse Charlotte e sciolse le funi che la tenevano legata alla sedia, per poi tirarla su a forza e spintonarla davanti a sè.

"Le tue sorelle stanno cercando di fare le furbe, eh? Ma vediamo quanto saranno disposte a mettere a rischio la tua vita!" esclamò Sirius, mentre trascinava la ragazzina dai capelli rossi. Quest'ultima, per nulla preoccupata, gettò uno sguardo di sfida al suo aguzzino e ai suoi due sottoposti. "Vieni con me!"

"Non è che abbia molta scelta, in realtà." affermò Charlotte. "A proposito, voi due... non vi invidio, sapete? Il vostro capo vi fa sobbarcare il compito per nulla invidiabile di fare da baby sitter! Heheheee..."

Eclisse storse il naso mentre Sirius e Charlotte scomparivano dietro la porta... e poi si voltò a guardare i due bambini con cui lei ed astro erano stati lasciati. Anna sembrava aver superato la sua paura e li stava guardando con un sorrisone brillante sulle labbra, come se stesse salutando due compagni di gioco invece che due appartenenti alla più pericolosa organizzazione criminale di Reborn!

"Ciao! Tu sei Eclisse, vero? E tu sei il suo amico Astro! Nomos e Nostra ci hanno detto i vostri nomi!" cinguettò Anna, senza prendersi il disturbo di spiegare di cosa stesse parlando. Noel alzò gli occhi al cielo, chiedendosi come facesse la sorella gemella ad essere così di buon umore anche quando era legata ad una sedia... ma se non altro, doveva riconoscere che Astro ed Eclisse non facevano paura quanto Sirius, e sembravano anzi due persone abbastanza a modo. Talmente a modo, in effetti, che quasi gli veniva da chiedersi come mai fossero nel Team Meteora...

Astro sbattè gli occhi stupito. "Huh? Noi... sì, io sono Astro, e lei è la mia compagna Eclisse..." affermò. "Ma chi sono questi... Nomos e Nostra?"

"Ma è ovvio, no? Sono il nostro Cleffa e il nostro Jirachi!" rispose la bambina, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo. "Loro ci hanno detto i vostri nomi! Siete delle brave persone, ora che vi vedo bene. Come mai state con i cattivi?"

Noel strizzò un occhio. Esattamente la domanda che avrebbe voluto fare se non fosse stato troppo impegnato a preoccuparsi per la propria incolumità...

La schiettezza e il modo di fare diretto di Anna colsero alla sprovvista i due luogotenenti del Team Meteora, che per diversi secondi restarono lì come imbambolati, a chiedersi che volesse dire... prima che Eclisse provasse a rispondere. "Come mai stiamo con... ? Beh, non è esattamente come pensi tu, bambina! Noi del Team Meteora siamo persone come tutti gli altri! Anche noi abbiamo bisogno di mangiare, bere, dormire, respirare... e anche noi abbiamo i nostri scopi, e dei sogni che vogliamo realizzare! Tu... quel è il tuo sogno? C'è qualcosa che ti piace? Ci deve essere per forza!"

"Certo che c'è! Anzi, ci sono un sacco di cose che mi piacciono!" rispose Anna, senza perdere quel suo sorriso allegro... e un po' idiota, commentò tra sè e sè Eclisse. "Mi piace mio fratello Noel, mi piacciono Nostra e Nomos... i nostri amici, Vera e i suoi compagni... poi, a me piacciono anche i dolci, i gelati... peccato solo che a Reborn City non si vedano molti gelatai, c'è il gelato Lunablu che è una delizia!"

"Ehm... Anna, non credo che la signora Eclisse volesse dire questo..." disse Noel con un grosso gocciolone di sudore sulla nuca.

Eclisse, da parte sua, si massaggiò la fronte per cercare di alleviare il mal di testa che le stava venendo. "Cosa mi tocca sentire... signora a me? Ma se ho vent'anni!" mormorò rabbiosamente tra sè, prima di cercare di riportare la discussione sui binari da cui era partita. "Allora, come stavo dicendo... tu pensi che soltanto perchè uno è del Team Meteora, è automaticamente un mostro senza cuore?"

"Beh..." disse la bambina, passando dall'allegria ad una vaga confusione. "Ecco... il Team Meteora sta facendo molte cose cattive alla nostra città. Stanno cercando di mandare via la gente, fanno male ai Pokemon, e aiutano il dottore a dare le scosse elettriche ai bambini. Quindi, sì, sono cattivi."

Eclisse guardò verso il pavimento. In effetti, ripensando a gente come Sirius o Blake, Eclisse non se la sentiva di dare torto ad Anna... eppure, in quel momento, sentiva il desiderio di difendere, se non le loro azioni, almeno le ragioni dei suoi compagni e dei suoi sottoposti. "Già... come immaginavo, sei ancora una bambina. Non puoi capire." affermò, scambiandosi uno sguardo comprensivo con Astro. "C'è un motivo se noi stiamo facendo tutto questo. Io ed Astro, almeno... sai, ci siamo conosciuti alcuni anni fa, quando avevamo tredici anni... anche se veniamo da luoghi diversi e famiglie diverse, siamo diventati grandi amici. Anche se qualche volta perdo la pazienza con lui e certe sue affermazioni..."

"Perchè, Eclisse? Cosa c'è che non va in quello che dico?" chiede Astro, un po' confuso.

Una goccia di sudore scese dalla testa della ragazza. "Meglio che te lo spieghi più avanti. Se lo faccio adesso, rischio di prendermi un mal di testa ancora più colossale..." affermò sarcastica. "Comunque, stavo dicendo... io vengo da una famiglia molto benestante... mentre Astro era un ragazzo di strada cresciuto senza genitori. Nonostante questo, siamo diventati grandi amici, e passavamo lunghi pomeriggi assieme a giocare, a parlare e a camminare per le strade della nostra città, Calcenipoli... non so se sapete dov'è..."

"Tra le montagne a nord ovest di Reborn. Me lo ricordo bene." disse Noel, ed Eclisse fece un cenno con la testa in segno di approvazione. "La geografia è sempre stata una delle mie materie preferite..."

"Bene... in pratica, nel corso del tempo, abbiamo capito che entrambi noi avevamo a cuore i problemi del continente di Reborn. L'inquinamento, la distruzione degli habitat, la sovrappopolazione..." continuò Astro, perdendosi nei ricordi del suo passato, e di una vita passata a sopravvivere alla giornata, senza sapere dove e quando - e neanche se - sarebbe arrivata la sua successiva occasione di sfamarsi. "Ma noi... noi da soli non potevamo fare nulla per cambiare le cose. Avevamo bisogno di qualcuno che condividesse il nostro punto di vista e ci permettesse di cambiare le cose. E così... ci siamo uniti al Team Meteora. Lord solaris, il nostro signore, ha a cuore le sorti di questo posto... e con il suo aiuto, potremo riportare Reborn allo splendore di un tempo, un mondo in cui Pokemon ed umani vivano in armonia gli uni con gli altri... come era in passato."

"Ma per farlo, dovrete fare del male a tanta gente! E anche a tanti Pokemon!" affermò Anna. "Perchè, se voi siete due brave persone, aiutate il Team Meteora a fare cose cattive?"

"A volte, bambina, è necessario fare del male per ottenere qualcosa di più importante." rispose Eclisse... anche se si rendeva conto che la sua voce non proseguiva spedita come avrebbe voluto. Stava cercando di convincere Anna... oppure sè stessa? "A volte, è necessario fare cose cattive perchè così ne verrà fuori qualcosa di buono per tante altre persone. O almeno, questo è quello che..."

La ragazza si fermò e guardò di nuovo verso il pavimento, come se stesse meditando su quello che aveva detto... e anche Astro si chiese come mai la sua compagna esitasse così. Stava forse avendo qualche dubbio? "Eclisse? Eclisse, tutto a posto? Cosa vorresti dire?" chiese il giovane Cavaliere Meteora.

Eclisse scosse la testa. "No... no, non è niente, Astro. E comunque, abbiamo già chiacchierato abbastanza." tagliò corto la giovane Dama Meteora. "Siamo qui per impedire che qualcuno si riprenda questi marmocchi. Ed è nostro dovere fare in modo che restino nelle mani del Team Meteora. Spero solo che l'alimentazione torni in tempo, prima che Saphira arrivi fin qui..."

"Già... nessuno di noi vorrebbe averla davanti." affermò Astro. "Se solo Lord Solaris fosse qui, allora forse..."

 

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Un'esplosione assordante divelse una porta in acciaio nei sotterranei bui ed umidi della ex-sede centrale della Yureyu Corporations... e Pietro e Julia apparvero dietro di essa, accompagnati da una Voltorb annerita ed esausta, e dal Relicanth del giovane rockettaro, che fluttuava con espressione decisa accanto a lui, pronto ad affrontare qualsiasi insidia il Team Meteora avesse teso loro. La Zebstrika di Julia si piazzò davanti alla sua allenatrice, e puntò il suo corno seghettato verso l'interno della sala... ma non vedendo nessuno, abbassò la testa e fece cenno a Julia che potevano proseguire.

"Brava, Zebstrika!" affermò la cheerleader dai capelli verdi, accarezzando gentilmente la sua Pokemon, che chiuse gli occhi e mosse le orecchie in segno di gradimento. "Okay, Pietro, vediamo un po' chi ci capita sottomano! Non vedo l'ora di dare una sorpresa... scioccante a quel bravo di manigoldi!"

"Relo!" esclamò il Relicanth di Pietro, volendo consigliare almeno un po' di prudenza, visto che stavano andando dritti nel covo del nemico. Il pesce preistorico, fluttuando in aria, si fece avanti per primo, facendo scattare i suoi piccoli occhi in ogni direzione... ed accorgendosi di una figura che sgusciava nella semioscurità della sala! Temendo che potesse trattarsi di un servitore del Team Meteora, il Pokemon celacanto fece un cenno a Julia e a Pietro... e si mosse quanto più rapidamente possibile verso la misteriosa figura, sperando di intercettarla! Passò sopra alcune casse, cercando di non ribaltarle con la sua foga, e raggiunse la figura in fuga, facendola quasi cadere a terra quando le apparve davanti all'improvviso! Si sentì la voce di una ragazza gridare per la sorpresa... e un attimo dopo, Relicanth vide una graziosa ragazza dai capelli viola, vestita principalmente di nero e bianco, sedersi per terra e guardarlo con stupore e paura! Una ragazza di circa sedici anni, con lunghi capelli viola che formavano una treccia su un lato della testa, con addosso una divisa alla marinaretta nera con una minigonna bianca, decorata con delle strisce viola sul bordo, oltre che un paio di calze grigie che le arrivavano al ginocchio, e scarpe nere con i lacci bianchi. Una catenella d'argento pendeva dal suo fianco, e indossava un paio di orecchini dorati, oltre che un brillino sul naso. Riconoscendola, il Relicanth di Pietro sgranò gli occhi e si tirò indietro, mentre il Pokemon simile ad un cavalluccio marino gigante che stava con lei si piazzò davanti al pesce preistorico, guardandolo minacciosamente! "Relo relicanth?"

"Dragalge?" chiese il Pokemon della ragazza dai capelli viola, corrugando la fronte. La ragazza dai capelli violetti si rialzò con un po' di esitazione, guardando Relicanth come se per lei fosse una sfortuna averlo incontrato...

"Relicanth, che succede?" esclamò Pietro, raggiungendo di corsa il suo Pokemon. "Ho sentito un lamento, e poi..."

In quel momento, Pietro e la ragazza dai capelli viola incrociarono i loro sguardi... e rimasero per diversi secondi a guardarsi come imbambolati, mentre un'espressione di assoluto stupore appariva sul viso di Pietro... e Dragalge scuoteva la testa desolato, immaginando che adesso venisse il momento più difficile...

"Aya?" chiese Pietro, rimanendo poi a bocca aperta come un pesce fuor d'acqua!

Aya restò ancora un attimo a guardare Pietro, mentre anche Julia e la sua Zebstrika raggiungevano i loro compagni... e la cheerleader sbattè gli occhi stupita quando si accorse della presenza di quella misteriosa intrusa. "Pietro, che succede? E chi è questa ragazza? Non mi sembra una del Team Meteora, o sbaglio? Tu la conosci, vero?" chiese, sparando le domande come una mitragliatrice.

Pietro si schiarì la voce, prima di cominciare a rispondere. "Beh... in effetti, sì, la conosco. Lei è..."

"Noi due non ci conosciamo. C'è stato un errore." tagliò corto rapidamente Aya, alzandosi di scatto e cominciando ad andarsene, sotto lo sguardo stupito del suo Dragalge! Aveva appena fatto due passi, che si sentì prendere la mano da Pietro, e si voltò di scatto verso di lui, fulminandolo con uno sguardo che cercava di essere il più feroce possibile. "Lasciami, tu! Ho detto che non ci conosciamo!"

"Guarda, Aya... che le cose non cambiano soltanto perchè lo dici tu!" disse Pietro, sorridendo ironico nonostante tutto. "E fare finta di non conoscermi non ti aiuterà... come mai sei tornata qui a Reborn? Per darci una mano contro il Team Meteora, vero?"

"Tu... cosa credi, Pietro? Che io sia qui perchè sono una brava ragazza e voglio fare la mia parte per aiutarvi a sconfiggere il Team Meteora?" protestò indignata Aya, come se la gentilezza e il senso dell'umorismo di Pietro non le andasse a genio. "Beh, ti sbagli... io sono qui soltanto perchè voglio zittire la mia coscienza! In realtà io non sono la persona che pensi tu, e non voglio avere a che fare con te!"

"Sì, questa l'ho già sentita, Aya... e credimi, sta diventando vecchia, ormai!" affermò Pietro. "Quand'è che la smetterai di punirti? Sembra quasi che voglia addossarti tu la colpa di tutto quello che è successo con tuo fratello..."

Aya si voltò dall'altra parte, sentendosi sempre più irritata e infastidita. "Ma tu cosa credi di sapere, Pietro? Pensi che basti una delle battutine di quello stupido di mio fratello... per mettere tutto a posto?" replicò. "Beh, ti sbagli... il mondo non è un posto così bello. Soprattutto se ci vivono persone come me..."

"Re... licanth?" chiese Relicanth, volgendo uno sguardo confuso al Dragalge di Aya, che rispose scuotendo la testa e facendo un gesto desolato con le pinne.

"Drag, drag..." rispose il cavalluccio marino gigante. Probabilmente Aya e Pietro avrebbero continuato per chissà quanto la loro discussione se Julia non fosse intervenuta schierandosi la voce.

"Ehm... scusate, ragazzi, non vorrei interferire tra voi due... ma credo che la cara vecchia Julia abbia il diritto di sapere cosa sta succedendo... e soprattutto, cosa ci fa una ragazza come te in un posto come questo? Non credo che tu sia qui per fare una passeggiata, vero?" chiese la cheerleader dai capelli verdi, affiancata dalla sua Zebstrika. Immediatamente, Pietro ed Aya interruppero la loro discussione e si voltarono verso Julia... e il giovane rockettaro ridacchiò imbarazzato, e rispose alla domanda di Julia.

"Giusto... giusto! Chiedo scusa, Julia, immagino che tu ti sia persa qualche puntata!" affermò Pietro, incrociando lo sguardo rabbioso e allo stesso tempo sofferente di Aya. "Ti presento Aya... la sorella minore di Cain e la mia fidanzata!"

"Relicanth..." disse il Relicanth di Pietro. A giudicare dall'espressione di Aya, voleva essere dappertutto meno che lì, in quel momento.

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, ecco a voi un nuovo personaggio - Aya, la sorella minore di Cain, come lui esperta di Pokemon Veleno. E non è esattamente la persona più socievole che si possa incontrare... avrete la possibilità di comprendere le sue motivazioni più avanti, ma per adesso... c'è qualcosa di più importante da fare! E' stato grazie a lei che la resistenza ha potuto cogliere il momento giusto per attaccare il Team Meteora... riusciranno a completare la missione e ad infliggere un'autentica sconfitta alla malvagia organizzazione?

Nel frattempo, Vera e i suoi compagni continuano l'addestramento, inconsapevoli della tempesta che si sta addensando sulle loro teste...

Vedremo presto cosa accadrà... e sperabilmente, ci godremo lo spettacolo di Sirius e del Dr. Connal che vengono presi a legnate! Quindi... a presto, e se potete, lasciatemi una recensione!

 

 

 

 

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Capitolo 33
*** Salvataggio sul filo del rasoio ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 33 - Salvataggio sul filo del rasoio

 

"Ebbene sì, Julia... quella che vedi è proprio Aya, la sorella minore di Cain, e la mia fidanzata!" affermò Pietro con un sorriso sbarazzino, mentre Aya cercava di scansarsi, evitando che il giovane rockettaro la abbracciasse come stava cercando di fare. "Allora, Aya... sono contento di vederti da queste parti, ma temo che al momento non ci sia il tempo di discutere. Anche se mi piacerebbe molto, heheheee... Allora, che dici? Andiamo a dare una lezione al Team Meteora tutti assieme?"

"Sì, dai, che sarà divertente! Più siamo, più la festa si scalda, no?" affermò la cheerleader dai capelli verdi. Vedendo che Aya non rispondeva e manteneva la sua espressione depressa ed annoiata, Julia sospirò e decise di intervenire a modo suo per risolvere il problema. "Okay, okay, quella faccetta che fai mi dice che hai bisogno che qualcuno ti tiri su... e allora, lascia fare a me! E... ohp!"

Senza attendere oltre, Julia raggiunse Aya... e la prese sollevandola di peso! Immediatamente, la ragazza dai capelli viola assunse un'espressione scioccata ed incredula... e si ritrovò sospesa in aria a quasi due metri da terra, sopra la testa della vivace cheerleader! Pietro, Zebstrika, Relicanth e Dragalge sgranarono gli occhi con assoluta incredulità, con lo sguardo fisso sulle due ragazze!

"Aaaaaah! Ma che diavolo stai combinando, pazza?" esclamò Aya, cominciando ad agitarsi nel tentativo di liberarsi!

"Hey, ho visto che avevi bisogno di essere tirata su e l'ho fatto! Adesso non ti lamenterai mica, vero?" ridacchiò Julia, per poi far scendere Aya ed appoggiarla a terra. "Heheheee... scusa, scusa, era un piccolo scherzo per far scemare un po' la tensione!"

"Zebstrika!" protestò la zebra elettrica, battendo un paio di volte il pavimento con uno zoccolo in segno di impazienza.

"Hai fatto bene a dire scemare, infatti tu sei proprio scema!" esclamò Aya con una grossa venuzza pulsante che le appariva sulla testa... e Pietro fece un piccolo sorriso, che alla sua 'fidanzata' non sfuggì. "E tu che hai da ridere? Sentiamo, adesso!"

"Stavo solo notando che Julia è riuscita a farti reagire!" affermò il giovane rockettaro. "Allora non è vero che sei una ragazza apatica a cui non importa niente di niente, eh? Sei anche abbastanza carina quando ti arrabbi, lo sai?"

Aya si mise una mano sulla fronte in segno di fastidio. "Proprio non ti veniva in mente una frase meno clichè, vero?" borbottò. "Ma... avete ragione, per quanto io non meriti di stare qui con delle persone di buon cuore come voi... sono qui per dare una mano contro il Team Meteora. Per motivi del tutto personali ed egoistici, ci tengo a sottolinearlo."

"Come vuoi tu..." rispose il giovane rockettaro, mentre la Zebstrika di Julia e il Dragalge di Aya scuotevano la testa in segno di disapprovazione. "Anche se dopo dovremo parlare un po', noi due. Ancora non ho capito come mai hai voluto che noi non ci vedessimo più... ma prima sistemiamo il Team Meteora, e poi facciamo il resto."

"Amy, Flo e Fern staranno entrando nel palazzo, adesso mentre parliamo." disse Julia, accarezzando la sua Zebstrika. La Pokemon Elettro drizzò le orecchie e fece crepitare di elettricità il corno seghettato che spuntava dalla sua testa, facendo cenno ai suoi compagni che stava arrivando qualcuno. "Hm, come dici, Zebstrika? Ah... okay, allora è meglio se ci nascondiamo e li cogliamo di sorpresa, quei fetenti del Team Meteora!"

"Strika!" esclamò la Pokemon zebra, riducendo l'illuminazione attorno al proprio corpo in modo da non essere vista subito da eventuali agenti del Team Meteora... e il gruppo si nascose in mezzo alle casse e attese che arrivassero. Pochi secondi dopo, delle ombre umanoidi si stagliarono contro la luce che proveniva dal corridoio, e due uomini del Team Meteora entrarono nella stanza dell'elettronica, usando delle torce elettriche per guardarsi attorno. Dalla porta aperta cominciava a sentirsi confusione provenire dal resto dell'edificio...

"Al diavolo... già che ci sono problemi ai piani superiori, e noi dobbiamo anche stare qui a cercare dei mocciosi della resistenza?" si chiese una delle reclute, accompagnata da un Growlithe che stava annusando l'aria alla ricerca di odori inusuali. Accanto a loro si trovava un'altra recluta, con un Mightyena al suo fianco... "Come hanno fatto ad introdursi nella sala macchine e disabilitare il generatore?"

"Non lo so e non mi interessa." disse l'altra recluta, la cui Mightyena stava fiutando l'aria a sua volta... e cominciava già a puntare verso il luogo in cui Pietro, Relicanth e i loro compagni si erano nascosti. Il ragazzo diede una sbirciata, tirando un silenzioso sospiro di sollievo quando si accorse che non c'era il comandante Sirius di mezzo. "Pensiamo soltanto a sistemare gli intrusi e a tornare dai nostri compagni. Mi sa tanto che ci sarà bisogno di tutti noi per respingere questo attacco."

"Giusto... guarda, mi sembra che i nostri Pokemon abbiano sentito qualcosa!" esclamò l'altra recluta quando vide che Mightyena e Growlithe avevano fiutato qualcosa e stavano andando in quella direzione! Ringhiando, la iena nera si avvicinò al nascondiglio dei ragazzi...

"Might! Might!" abbaiò, intimando agli intrusi di farsi vedere...

E il Relicanth di Pietro obbedì all'istante, ma non nel modo che le reclute del Team Meteora avevano immaginato!

"Relicanth, usa Rocciotomba!" esclamò Pietro, e il pesce preistorico eseguì un rapido giro su sè stesso e creò delle rocce che poi scagliò con potenza e precisione verso Mightyena, colpendolo in pieno! La iena nera venne scagliata via con un grugnito e atterrò dolorosamente vicino al suo allenatore, mentre il Growlithe dell'altra recluta si scagliava con decisione contro gli intrusi!

Ma il Dragalge di Aya era già in azione - il cavalluccio marino velenoso prese fiato e scagliò un potente attacco Surf, scagliando dalla bocca una grande massa d'acqua che travolse il Growlithe del Team Meteora come un fiume in piena, spazzandolo via e depositandolo, già privo di sensi, sul terreno accanto alla porta! Le due reclute non furono abbastanza rapide a togliersi di mezzo e vennero a loro volta investite dalla micidiale ondata, che le sommerse per un istante prima di dissiparsi... e rivelare i due malcapitati stesi a terra gonfi d'acqua come due otri!

"Uuuuugh... ci hanno... presi... in contropiede... Ragazzi, che bevuta..." mormorò una recluta, mentre l'altra sputava un fiotto d'acqua dalla bocca!

"Bel colpo, ragazzi! Ora sì che si può dire che il sistema di sicurezza del Team Meteora... fa acqua da tutte le parti!" scherzò Julia, mentre Pietro, Aya e i Pokemon, cessato il pericolo, uscivano in ordine dal loro nascondiglio. "Battute a parte, tra non molto qui si scatenerà un putiferio! Quando Saphira e Laura arriveranno... non ce ne sarà più per nessuno!"

"Se conosco Saphira bene come credo, allora no di certo..." affermò Pietro, mentre il suo Relicanth controllava che le due reclute del Team Meteora e i loro Pokemon fossero davvero fuori combattimento, toccandoli prudentemente con la testa corazzata. Tese una mano ad Aya, e fece un cenno con la testa in direzione della porta aperta. "Allora, signorina Aya... la possiamo accompagnare? Certo non è il posto ideale per un appuntamento romantico, ma con la compagnia giusta... qualsiasi posto finisce per piacere, no?"

"Guarda che non ho bisogno di una mano per alzarmi." affermò con acredine Aya, cominciando a seguire Julia e Zebstrika verso l'uscita. Il suo Dragalge la seguì a ruota, e Pietro rimase là come imbambolato per un istante, con la mano ancora tesa verso il punto dove Aya si trovava fino ad un attimo prima. Non era andata esattamente come lui aveva sperato...

"Relicanth, relo?" chiese Relicanth. Il pesce preistorico si era avvicinato al suo allenatore, sfoderando un sorrisone ironico!

"Ugh... eddai, Relicanth, non ti ci mettere pure tu!" cercò di difendersi il malcapitato musicista, dando una rapida occhiata a Julia, che stava aprendo le braccia come per dire che non c'era molto da fare. "Aya non mi ha dato bca... è solo un po' timida e ha bisogno di sciogliersi, tutto qui!"

"Reloooo..." sghignazzò il Pokemon Acqua/Roccia, armeggiando con le pinne come se volesse formare un cuore!

"L'atmosfera tra i due fidanzatini non è molto rilassata..." disse Julia, sghignazzando mentre faceva un cenno di intesa a Pietro... e Aya e il suo Dragalge facevano finta di non conoscerli! Il gruppetto di allenatori e Pokemon si allontanarono un attimo dopo... lasciandosi dietro due reclute del Team Meteora gonfie d'acqua e i loro Pokemon privi di sensi!

"Hey... visto che avevate il tempo di parlare di cronaca rosa..." mormorò infastidito uno dei due.

"...non è che potevate darci una mano?" terminò l'altro.

 

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Sirius salì le scale che portavano fino al tetto, stringendo nervosamente una Pokeball che aveva appena tirato fuori da un risvolto della sua uniforme. Nel momento in cui si affacciò, venne accolto dallo spettacolo ormai solito del cielo nero ed ingombro di nubi di smog che aleggiava sopra Reborn City... e da una vista che lo preoccupò molto di più - un Dragonite che stava scendendo lentamente verso il tetto dell'ex-sede della Yureyu Corporation, portando in groppa due giovani donne e una Lilligant - e la donna che occupava la posizione di testa gli dava l'impressione di essere furiosa e pronta a tutto!

Con passo rapido, in modo da dare almeno l'impressione di essere sicuro di sè, Sirius salì sul tetto del palazzo, attorniato da diverse reclute e dai loro Pokemon, che guardavano spaventati verso l'alto. Non c'era bisogno di tante presentazioni - quella donna era indubbiamente Saphira, la comandante della resistenza e la loro allenatrice più forte! E con lei, come se non bastasse, c'era anche sua sorella Laura.

"Saphira Belrose..." disse Sirius, raggiungendo il centro dello spiazzo. Dragonite era ormai sceso quasi fino ad atterrare, e il battito delle sue potenti ali creava un vento impetuoso che percuoteva il volto del comandante del Team Meteora e dei suoi uomini. "Immaginavo che saresti intervenuta, presto o tardi. La tua sorellina è nelle nostre mani, e sicuramente tu e Laura non sareste rimaste con le mani in mano..."

"Se questa è una trappola, Sirius, ti dico subito di metterti il cuore in pace." tagliò corto Saphira. "I nostri Pokemon sono troppo forti per voi, anche se vi metteste in tanti."

La Lilligant di Laura saltò giù dalla groppa di Dragonite ed eseguì un'elegante capriola in aria, atterrando sul tetto del palazzo della Yureyu come una ninja! Immediatamente, il comandante del Team Meteora fece uscire uno dei suoi Pokemon - il suo Seviper, che si diresse minaccioso contro la Pokemon floreale, sfoderando le sue terribili zanne velenifere!

"Hmph... credi che non lo sappia?" rispose Sirius, guardando con risentimento il Dragonite della donna che atterrava, e le due sorelle che scendevano con un agile balzo. Il dragone spiegò le sue ali e si mise in guardia, sfoderando le sue corte unghie. "Ma non vi lasceremo certo fare quello che volete. Qualcuno dei vostri ci ha messo i bastoni tra le ruote... ma non vi lasceremo comunque i mocciosi! Uomini! Eliminate quelle due e i loro Pokemon!"

"S-subito, signore!" esclamarono rapidamente alcuni dei soldati del Team Meteora, evidentemente più intimoriti dal loro superiore che dal prospetto di affrontare due campionesse della resistenza. Il Seviper di Sirius si scagliò contro Lilligant, spalancando le fauci dalle cui zanne gocciolava un puzzolente veleno viola, ma la graziosa Pokemon si scansò agilmente, facendo una piroetta come una ballerina di danza classica, e le fauci del Pokemon serpente si chiusero a pochi centimetri dalla sua spalla!

"Lilligant, usa Eledanza." ordinò Laura, la cui voce si era fatta più decisa. La Pokemon floreale alzò entrambe le braccia, congiungendo le "mani" sopra la testa, e piroettò elegantemente su sè stessa, creando dei lampi di luce smeraldina attorno a sè e lasciando allibiti i Pokemon del Team Meteora e lo stesso Seviper. I Pokemon dell'organizzazione si rendevano subito conto che la Pokemon era diventata molto più forte dopo quella semplice mossa...

"Dragonite, tu usa Dragodanza, e poi Dragartigli." esclamò Saphira. Il dragone si alzò in volo con un colpo delle sue corte ali e piroettò rapidamente su sè stesso, venendo immediatamente avvolto da un'aura di crepitante energia blu... poi si lanciò all'attacco e sferrò un tremendo colpo contro un Machoke del Team Meteora, che non ebbe neanche il tempo di difendersi prima di essere sollevato in aria dal fendente, e di schiantarsi dolorosamente al suolo mezzo secondo dopo! I suoi occhi si erano già trasformati in spirali... e gli altri Pokemon restarono a guardare con espressione terrorizzata il dragone che si rimetteva in guardia e li sfidava con lo sguardo.

"Non... non restate lì a guardare, branco di fessi!" esclamò una recluta, recuperando il senno prima degli altri. "Attaccatelo da tutte le parti! Circondatelo! Dovete sopraffarlo con la superiorità numerica!"

"All'attacco, ragazzi! Tutti assieme!" esclamò un'altra recluta. Diversi Pokemon si lanciarono tutti assieme all'attacco - un Cloyster aprì le valve e scagliò un Geloraggio contro il dragone, un Donphan si chiuse a palla e rotolò verso il suo bersaglio, e un Klang lanciò una raffica di ingranaggi contro Dragonite... ma il dragone reagì con letale rapidità e precisione, sollevandosi in volo in modo da evitare il Rotolamento di Donphan! Poi, virò di lato con rapidità quasi impensabile per schivare il Geloraggio, e sferrò una raffica di colpi con gli artigli con i quali parò l'attacco Ingracolpo di Klang!

Un sorriso quasi sprezzante apparve sul volto di Saphira. "Hmph. Ridicoli. Dragonite, usa Fuocopugno."

"Draaaag!" ringhiò il dragone, sollevando il pugno sinistro avvolto di fiamme scarlatte, e sferrando un devastante diretto che colpì il terreno di fronte a diversi Pokemon del Team Meteora, provocando un'esplosione e scaraventandoli in giro per il tetto! Nemmeno le reclute rimasero del tutto incolumi - le più vicine vennero scagliate a terra dalla potenza dell'esplosione, e una finì addirittura per cadere oltre il bordo del tetto, precipitando con un lungo urlo verso l'asfalto almeno una dozzina di metri più in basso...

"No... maledizione, così ci spazzerà via tutti!" esclamò una recluta rimettendosi in piedi. Un Bibarel del Team Meteora tentò un attacco Iperzanna, cercando di mordere la coda di Dragonite, ma quest'ultimo reagì con scioccante rapidità, usando la sua coda per schiaffeggiare il Pokemon castoro e metterlo ko.

"Dobbiamo... cercare di resistere! Se non riusciamo a guadagnare abbastanza tempo, il progetto del Team Meteora sarà in grave pericolo!" esclamò un'altra recluta, dando un'occhiata di sfuggita allo scontro che il Seviper del suo comandante stava sostenendo contro la Lilligant di Laura. Rendendosi conto di essere surclassato, Sirius aveva fatto uscire anche il suo Pokemon più forte, il suo Chandelure... ma la situazione, almeno per lui, non era migliorata di molto. La Pokemon Fiorfronzolo evitò agilmente un attacco Velenocoda di Seviper, eseguendo una spettacolare capriola all'indietro un attimo prima che i denti del serpente potessero toccarla, poi si voltò verso Chandelure, che in quel momento era in procinto di scagliare un pericoloso attacco Lanciafiamme.

"Schermoluce, Lilligant." ordinò Laura, e la graziosa Pokemon floreale eseguì con prontezza, creando uno schermo di energia davanti a sè, sul quale le fiammate del Pokemon Fuoco/Spettro si esaurirono senza farle quasi nulla.

"Tsk... avere il vantaggio del tipo serve a poco, quando c'è un tale divario di forza..." mormorò amaramente Sirius. "Seviper, colpiscila adesso con Fangobomba!"

"Seviper!" sibilò la vipera dai denti a sciabola, che divaricò le fauci per scagliare il suo attacco... ma anzichè puntare contro Lilligant, prese la mira contro Laura stessa!

Per fortuna, la ragazza se ne accorse in tempo e scattò rapidamente all'indietro nel momento in cui un fiotto di denso liquido violaceo scaturì dalle fauci di Seviper! L'attacco Fangobomba cadde sul punto dove si trovava Laura fino a due secondi prima con un repellente suono di fango spiaccicato, creando una pozzanghera di liquido velenoso dalla quale si levavano delle inquietanti volute di vapore bianco! Lilligant sembrò distrarsi per un momento... e il Chandelure di Sirius ne approfittò all'istante, spostandosi di lato per cercare di attaccare di sorpresa la Pokemon Fiorfronzolo.

Lo spettro fiammeggiante scagliò di nuovo il suo attacco Lanciafiamme, cercando di aggirare la protezione di Schermoluce... ma la graziosa Pokemon Erba gli diede una cocente delusione: fece una capriola all'indietro, evitando la fiammata che finì per annerire parte del tetto...

"Ora usa Sonnifero, Lilligant!" esclamò Laura, tirando un piccolo sospiro di sollievo.

"Lilli!" rispose prontamente Lilligant. Fece una spettacolare acrobazia a mezz'aria e aprì le braccia di colpo, spargendo attorno a sè una pioggia di scintillante polverina dorata che si diffuse rapidamente tutt'attorno! Allarmato, il Chandelure di Sirius si scansò in tempo e si circondò di un'aura fiammeggiante in modo da bruciare le spore soporifere che gli stavano cadendo addosso... ma Seviper non ebbe la stessa fortuna, come non la ebbero numerosi Pokemon del Team Meteora che si erano avvicinati per dare una mano al loro comandante. La polvere soporifera li raggiunse... e la vipera dai denti a sciabola, dopo aver cercato inutilmente di resistere, barcollò in avanti e cadde a terra come un sacco di patate, cominciando a russare! Lilligant atterrò in quel momento e piazzò una piccola mano sulla testa di Seviper, mentre una splendente aura azzurrina si illuminava attorno al suo corpo.

"Mangiasogni!" affermò Laura. Gli occhi di Lilligant si illuminarono della stessa luce azzurrina, e un globo di luce bianca uscì come per magia dalla testa di Seviper, fluttuò in aria per un secondo, e poi si diresse verso Lilligant, che spalancò la bocca e lo mangiò al volo. Seviper si agitò nel sonno, poi giacque a terra con gli occhi trasformati in spirali, mentre Lilligant sembrò rinvigorita dalla mossa!

Il resto del Team Meteora non aveva avuto nessuna fortuna con il Dragonite di Saphira - la differenza era troppo grande perchè potessero sperare di vincere, e la superiorità numerica non contava nulla. Il dragone non aveva neanche bisogno di combattere in maniera troppo aggressiva: restava fermo dov'era e attendeva che i Pokemon del Team Meteora si scagliassero contro di lui, senza successo...

"Dragonite, Attacco d'Ala." affermò Saphira.

Dragonite piegò le ali contro il proprio corpo per mezzo secondo... poi, le aprì di scatto, con abbastanza foga da scatenare una folata di vento che schiaffeggiò un Dodrio e un Darmanitan del Team Meteora, facendoli ruzzolare a terra! Uno Zangoose nemico cercò di avvicinarsi da lato e colpire Dragonite con il suo attacco Tritartigli, ma il drago riuscì a vederlo e ad evitarlo con incredibile agilità, prima di rispondere a tono!

"Ed ora usa Dragofuria." ordinò Saphira. Mezzo secondo dopo, lo Zangoose nemico sgranò gli occhi in preda all'orrore quando si vide piombare addosso più di due quintali di drago inferocito... e un altro mezzo secondo dopo, venne raggiunto da un devastante colpo a mani unite che lo scaraventò a terra come un fuscello, facendogli perdere i sensi! Con un grugnito, Dragonite alzò lo sguardo e fissò minacciosamente quelle poche reclute che non si erano date alla fuga... e anche i pochi uomini del Team Meteora rimasti non sembravano avere voglia di restare lì tanto più a lungo, spaventati dalla potenza dei Pokemon di Saphira e Laura, e dalla misera fine del loro collega.

"C-comandante Sirius... così non si può andare avanti!" esclamò una delle reclute. "Queste due... sono troppo forti per noi!"

"Lilligant, Petalodanza!" esclamò Laura. Lilligant chiuse gli occhi e aprì le braccia, creando attorno al suo corpo uno spettacolare vortice di petali rosa turbinanti che poi scagliò come una raffica di proiettili contro il Chandelure di Sirius! Lo spettro fiammeggiante cercò di intensificare l'aura infuocata che lo proteggeva, e i petali bruciarono una volta arrivati a pochi centimetri dal suo corpo... ma per difendersi, era costretto a restare fermo dov'era e non poteva più contrattaccare!

"Maledizione... purtroppo è vero, senza l'aiuto di Lord Solaris, possiamo fare ben poco contro di loro." mormorò tra sè Sirius. "Se non altro dobbiamo far loro perdere tempo... Chandelure, sottraiti a quell'attacco e coprici la fuga! Poi scaglia un attacco Pirolancio contro le scale!"

"Chandeluuuuure..." rispose il Pokemon Attiranime. Si allontanò rapidamente da Lilligant, tenendo alzato il suo scudo di fiamme in modo da proteggersi da quell'assalto furioso... poi, quando fu convinto di essere riuscito a mettere abbastanza distanza tra sè e i suoi nemici, fece un cenno al suo allenatore, che richiamò il suo Seviper privo di sensi.

"Okay. Team Meteora, ritirata! Non possiamo affrontarle qui!" esclamò Sirius. Con un cenno della mano, il comandante dall'occhio bionico richiamò i suoi uomini, che lo seguirono di corsa verso le scale che portavano al piano inferiore... ma una delle reclute non fu abbastanza veloce, e il Dragonite di Saphira scattò in avanti e lo afferrò per una caviglia, trascinandolo a terra con un grido di dolore e sorpresa! Sirius non se ne curò, e un attimo dopo, il suo Chandelure fluttuò giù per le scale per seguirlo... ma si fermò dopo poco per scagliare un proiettile infuocato sul soffitto che demolì una parte della struttura in cemento armato e la fece franare sulla scalinata, impedendo a Saphira e Laura di inseguire il Team Meteora.

La Lilligant di Laura terminò in quel momento la sua Petalodanza, restando soltanto per due secondi a riprendere fiato prima di rimettersi in sesto e annuire in direzione della sua allenatrice. Per fortuna, la sua abilità Mentelocale impediva a Lilligant di restare confusa, e la graziosa Pokemon Erba raggiunse Laura senza difficoltà.

"Lilli, lilligant!" esclamò vivacemente, prima di voltarsi con espressione sconsolata verso le scale ora ostruite dalle macerie. "Lilligant..."

"Va tutto bene, Lilligant, sei stata brava lo stesso." disse Laura, accarezzando sulla testa la sua Pokemon più forte. "Piuttosto, ora dovremmo cercare un modo di entrare là dentro..."

"Non ti preoccupare, sorellina, Dragonite ci sta già pensando." disse Saphira. Il potente drago aveva lasciato la recluta Meteora catturata alla sua allenatrice ed era andato a sgombrare le scale dai detriti che impedivano il passaggio... e Saphira, dopo essersi chinata verso il combattente del Team Meteora disteso a terra e congelato dalla paura, lo prese brutalmente per il colletto dell'uniforme e lo tirò a sè. "Intanto parla, carogna. Dov'è Charlotte? Dov'è la ragazza con i capelli rossi e i codini che era tra i vostri prigionieri?"

La recluta rabbrividì, capendo che Saphira non avrebbe esitato ad usare qualsiasi mezzo pur di farlo parlare... e decise che a quel punto tanto valeva confessare. "A-aspetta... ti prego, non farti male... parlerò!" balbettò terrorizzato. "Ho... ho visto il comandante Sirius portarla con sè... l'ha consegnata... a dei miei colleghi, giù... al... al sesto piano del palazzo... Non... non so altro, lo giuro!"

"Lascialo, Saphira, per favore..." la pregò Laura. "Lui... è soltanto una recluta, non ha responsabilità di quello che fanno i suoi capi."

"E' comunque nell'esercito sbagliato." tagliò corto Saphira, e per un attimo, Laura e la recluta ebbero il terrore che avesse intenzione di finirlo una volta per tutte. Invece, per fortuna, Saphira mollò la presa e lasciò la recluta a terra, a respirare affannosamente. "La prossima volta pensa con la tua testa. E ora, se vuoi un consiglio, abbandona il Team Meteora e rifatti una vita. La prossima volta potrei non essere così generosa."

"E ringrazia che non hai incontrato Titania. Lei è ancora meno indulgente di me." aggiunse tra sè.

La recluta restò ferma dov'era per diversi secondi, respirando affannosamente per l'ansia e il sollievo, mentre il Dragonite di Saphira continuava a scavare tra i detriti per cercare di aprire loro la strada verso l'interno dell'edificio...

 

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Nel frattempo, all'interno dell'edificio, il geruppetto formato da Florinia, Fern ed Amaria stava avanzando inesorabile, eliminando una alla volta le imboscate che il Team Meteora tendeva loro mentre si dirigevano al blocco celle. Amaria e i suoi Pokemon d'Acqua, in particolare il suo Lapras Libertà e il suo Kingdra Atlante, stavano seminando il panico tra le reclute della malvagia organizzazione, che si ritiravano quanto prima per non essere i successivi a sperimentare la sua incredibile abilità come allenatrice.

A quelli che si trovavano di fronte Florinia e Fern non andava molto meglio: la Cradily della ragazza si stava dimostrando un osso davvero duro, e il Serperior del fratello minore era un avversario rapido e letale, che usava delle mosse imprevedibili per mettere sotto scacco i Pokemon del Team Meteora. In quel momento, il serpente verde era di fronte ad un Rhyhorn e ad un Misdreavus, intimorendoli con il suo sguardo acuto e gelido.

"Ugh... maledetti... ma come fate a combattere così?" esclamò la recluta femminile che aveva mandato in campo Rhyhorn, vedendolo indietreggiare sotto lo sguardo truce di Serperior. "Non crederete certo che il Team Meteora si farà fermare da delle mezze cartucce come voi, vero? Rhyhorn, colpisci quel Serperior con Perforcorno!"

"Rhyhorrrrrrn!" tuonò il Pokemon Punzoni. Il suo corno emise un inquietante suono, come quello di una trivella che si attivava, e il Pokemon rinoceronte scattò in avanti con un'improvvisa esplosione di velocità. Con un muggito terrificante, Rhyhorn si lanciò contro Serperior, cercando di trafiggerlo con il corno a trivella... ma il Pokemon simile ad un serpente si scansò con velocità incredibile, quasi danzando al di là della portata del nemico!

"Hmph... ma come, tutta qui la vostra forza? E io che credevo che il Team Meteora sarebbe stato un avversario un po' più degno di me... che perdita di tempo." commentò Fern, guardando compiaciuto il suo Serperior che evitava con facilità quasi sprezzante gli attacchi del Rhyhorn nemico. Il Misdreavus nemico si lanciò all'attacco, questa volta spalancando la bocca e scagliando una Palla Ombra contro il suo nemico... e serperior, malgrado lasua velocità, non riuscì ad evitare l'attacco in tempo e venne colpito dalla sfera di oscurità turbinante! Ma lo spettro rimase deluso quando vide che lo starter di Fern era rimasto quasi del tutto illeso, e si stava già scagliando di nuovo all'attacco. "Serperior, non tiriamola troppo per le lunghe. Usa Gigassorbimento per togliere di mezzo quel Rhyhorn!"

"Serp!" Il Pokemon Regale assentì, estendendo due liane dal suo corpo sinuoso e usandole per afferrare Rhyhorn, prima di risucchiargli l'energia! Una luce verde appena accennata avvolse i due Pokemon, e il Pokemon Terra/Roccia, particolarmente sensibile ad attacchi di quel tipo, muggì di dolore e si abbattè al suolo senza più forze dopo pochi secondi. Misdreavus ululò per la frustrazione e si sollevò in aria un altro po', per poi cercare di colpire il Pokemon nemico con un attacco Ventogelato: un ululante folata di vento e neve uscì dalla bocca dello spettro, e per quanto Serperior fosse riuscito a schivarlo, l'attacco raggiunse il pavimento e creò una lastra di ghiaccio sul terreno, intralciando i movimenti di Serperior... ma Fern non sembrò curarsene più di tanto, e ripartì alla carica.

"Tutto qui? Siete ridicoli e patetici... non capisco come abbiate fatto a resistere così a lungo." continuò Fern. "Sbarazzatene con Idrondata, Serperior."

Il Pokemon Erba eseguì un volteggio su sè stesso e creò una grossa onda ruggente sulla sua coda, che poi usò per sferrare un micidiale colpo all'avversario! Misdreavus emise un acuto stridio quando l'attacco lo raggiunse, scaraventandolo a terra privo di sensi... e serperior si erse fieramente sul campo di battaglia, come se volesse sfidare qualcun altro a farsi avanti e cercare di fermarlo!

"Maledetto moccioso... ma da dove vi viene, tutta questa forza?" esclamò la recluta, guardando spaventata in giro e notando che ai suoi compagni non era andata per niente meglio... Amaria, Libertà ed Atlante erano circondati di Pokemon privi di sensi, mentre la Cradily di Florinia aveva appena usato un potente e preciso attacco Abbattimento su un Tranquill del Team Meteora, mandandolo al tappeto!

Fern rispose alla domanda in quella che molti avrebbero considerato la sua risposta più tipica. "Tsk... ma tu sai con chi hai a che fare?" affermò. "Io sono Fern, il miglior allenatore che sia mai uscito alla Scuola Pokemon del Quartiere Onice, e non mi farò certo fermare da gente come voi! Il mio destino è quello di diventare il più grande allenatore di Pokemon di tutto Reborn!"

"Sarebbe d'uopo apportare fatti che supportino la veridicità delle affermazioni appena fatte." commentò sterilmente Florinia. Un Pidgeotto nemico aveva cercato di usare Turbine per spazzare via Cradily, generando una folata di vento con il battito frenetico delle ali... ma Cradily aveva reagito abilmente con Radicamento, infilando delle radici nel terreno appena sotto di lei, e ancorandosi saldamente ad esso!

"Mia cara robo-sorellina... quando mi vedrai in cima alla classifica degli allenatori di Reborn, avrai tutte le prove che ti servono." rispose Fern.

Florinia ignorò la risposta dell'arrogante fratello minore e si aggiustò gli occhiali mentre dava un nuovo ordine alla sua Pokemon più forte. "Cradily. Si richiede l'utilizzo di un attacco Frana." affermò con voce atona. La pianta preistorica rispose alzando la testa ed agitando convulsamente i suoi tentacoli, prima di materializzare una raffica di rocce che precipitarono addosso al Pidgeotto nemico, mandandolo al tappeto! Amaria e i suoi Kingdra e Lapras avevano già provveduto a fare piazza pulita degli avversari, e nel giro di pochi minuti, quell'intera sezione dell'ex-sede centrale della Yureyu Corporations era stata sgomberata.

La giovane esperta di Pokemon d'Acqua tirò un sospir e si congratulò con Libertà ed Atlante. "Bravi, ragazzi... come sempre, si può contare su di voi!" affermò gentilmente, permettendosi un piccolo sorriso. "Fin qui non ci sono stati problemi... ma adesso viene la parte difficile. Il Team Meteora si sarà senz'altro preparato per accoglierci, e non credo che esiteranno a fare uso di scudi umani. So di cosa è capace quella gente."

Fern alzò le spalle con noncuranza, e il suo Serperior non diede segno di aver ascoltato granchè, mentre Florinia richiamava la sua Cradily nella Pokeball. "Ci occuperemo dell'eventualità nel momento in cui essa si presenterà. Nel frattempo... è necessario individuare e sconfiggere tutte le squadre che il Team Meteora ha dislocato nell'edificio, in modo da riportarlo sotto il nostro controllo."

"A proposito di questo edificio..." disse Amaria, assumendo un'espressione vagamente preoccupata. Libertà, il suo Lapras che li aveva aiutati, non per la prima volta, ad entrare nel covo del Team Meteora, sbattè gli occhi vagamente stupito. "Si era detto che una volta questo posto era la sede centrale della Yureyu Corporations, una delle più importanti aziende di sviluppo tecnologico del continente di Reborn... se non la più importante in assoluto... e stavo pensando ad una strana coincidenza."

Insofferente agli eccessivi discorsi, Fern alzò gli occhi al cielo irritato. "Coincidenza? Di cosa stai parlando, non abbiamo il tempo di starcene qui a chiacchierare!" affermò. "Prima raggiungiamo il capo di questa operazione del Team Meteora, meglio è."

Tuttavia, Florinia corrugò leggermente la fronte, il che era forse quanto più l'esperta di Pokemon Erba si concedeva in fatto di emotività. "Dati aggiunti ai registri di memoria." affermò. "Dati insufficienti per giungere ad una conclusione. Necessarie ulteriori informazioni."

"Quello che voglio dire..." affermò Amaria, strizzado un occhio davanti al modo di fare della sua amica dei tempi della scuola. "E' che la Yureyu Corporation ha chiuso i battenti quando c'è stato quello sciame sismico che ha devastato parte di Reborn City, vi ricordate?"

Florinia, Fern e i loro Pokemon restarono in silenzio, riflettendo sulle parole della loro compagna.

"E guarda caso, subito dopo quei terremoti... il Team Meteora ha cominciato a dettar legge da queste parti." continuò Amaria, tenendosi al fianco del suo Lapras, che stringeva gli occhi comprendendo quello che voleva dire la sua allenatrice. "E' una coincidenza quanto meno singolare, non siete d'accordo?"

Florinia guardò verso il pavimento, sfregandosi il mento. "Connessione tra il fallimento della Yureyu Corporation e l'ascesa del Team Meteora. Elaborazione in corso." disse, guardando ora Amaria, ed ora Fern... anche se quest'ultimo non dava più di tanto peso a quelle che considerava inutili complicazioni. Dopo un attimo, la ragazza con gli occhiali raggiunse una conclusione e alzò di scatto la testa. "Possibilità di connessione tra i due eventi. Giudicata sostanziale. Questa unità ritiene che sia necessaria ulteriore ricerca in merito."

"Senti, Flobot, non me ne frega assolutamente niente di queste cose." replicò Fern sfregandosi la fronte infastidito. "Va bene, forse c'è un nesso logico tra il fallimento della Yureyu, quei cavolo di terremoti, e il momento in cui quei buffoni del Team Meteora si sono messi a fare da padroni qui a Reborn City. E allora? Questo cambia qualcosa per noi? Stiamo solo perdendo tempo, e già abbiamo la seccatura di dover salvare quegli impiastri dal Team Meteora."

"Sssserperior..." sibilò il Serperior del ragazzo, mostrandosi un po' irritato davanti alla definizione che Fern aveva dato dei loro compagni catturati. Sicuramente a lui non avrebbe fatto piacere dover abbandonare qualcuno della sua squadra... e vedere quanto poco il suo allenatore tenesse ai suoi compagni gli dava da pensare.

"Quegli impiastri sono i nostri amici, Fern!" cercò di rimbeccarlo Amaria.

"I tuoi amici, vorrai dire. Per quanto mi riguarda, quel branco di idioti non fanno altro che intralciarmi." rispose Fern senza alcuna vergogna, prima che un rumore di passi che si avvicinavano rapidamente, assieme a delle esclamazioni di paura, attirassero l'attenzione sua e delle sue compagne...

"Kyaaaah! N-no... lasciatemi andare!"

"Stai... stai un po' buona, marmocchia! Noi stiamo solo eseguendo gli ordini!" esclamò la voce di una recluta Meteora, una delle due che apparvero in quel momento, trascinando con sè una terrorizzata Shelly. La bambina dai capelli lavanda era tenuta saldamente per le braccia, e cercava disperatamente di dibattersi per sfuggire alla presa, ma i due uomini del Team Meteora che la trattenevano erano grandi e forti... e uno di loro, come se non bastasse, le stava tenendo un coltello puntato alla gola! Con un'esclamazione di orrore, Amaria, Libertà ed Atlante indietreggiarono davanti all'implicita minaccia... che un attimo dopo non fu più tanto implicita! "Fermi, voi tre! Tenete... f-fermi i vostri Pokemon! Un... un passo in più e... e tagliamo la... la gola... a questa mocciosa!"

"M-miss Amaria... miss Florinia... Fern..." mormorò Shelly, il viso rigato di lacrime di paura. "A-aiuto... ho... ho... p-paura..."

"Dra! Kingdra!" protestò Atlante, come se volesse dire che quelli del Team Meteora non avrebbero avuto il coraggio di uccidere una bambina.

"Shelly!" esclamò Amaria. "Che... che cosa volete? Lasciatela andare, voi due!"

L'altro soldato del Team Meteora deglutì nervosamente e mosse il coltello vicino al collo di Shelly, per poi allontanarlo subito dopo. Sembrava che non avesse il coraggio di minacciare Shelly per davvero, ma la situazione era talmente tesa che Amaria e i suoi Pokemon non se la sentivano di rischiare...

"Voi... andatevene via e basta, okay? E noi... noi faremo finta che non sia successo nulla!" esclamò la prima recluta, anche lui dando l'impressione di non essere proprio convinto di quello che stava facendo.

"Voi... voi non osereste mai fare del male a Shelly, vero?" mormorò Amaria, gettando uno sguardo ai suoi compagni nel tentativo di trovare in loro un po' di supporto... ma l'espressione illeggibile di Florinia e quella indifferente di Fern non lasciavano ben sperare. Serperior agitava nervosamente le spire, impaziente di intervenire ma non al prezzo di mettere in pericolo la piccola Shelly...

"Questi... questi sono gli ordini del nostro capo, il comandante Sirius!" esclamò la seconda recluta. Amaria vide la mano che reggeva il coltello tremare, ma il soldato del Team Meteora non mollò l'arma. "Se... se qualcuno... tenta di interferire... abbiamo l'ordine di... di... ucciderla..."

"O-okay, stiamo calmi..." disse Amaria, parlando tanto alle reclute quanto a sè stessa. "Non... non c'è bisogno che nessuno si faccia male, giusto? Ascoltate... lasciate andare Shelly, e vi promettiamo che non vi disturberemo più."

"Decisione errata." affermò Florinia. "Una ritirata in questo momento non risolverebbe il problema."

Shelly deglutì nervosamente, ed Amaria si voltò di scatto verso la sua amica dei tempi dell'Accademia, scioccata ed indignata. "F-florinia?" chiese. "Non... non starai mica dicendo... che dobbiamo lasciare Shelly nelle mani del Team Meteora...?"

"Da questo punto di vista, Shelly è sacrificabile." affermò Florinia senza nemmeno cambiare espressione. "La sua importanza è molto inferiore rispetto al nostro obiettivo di debellare il Team Meteora. Si tratta di una decisione perfettamente logica."

"Heh... non che mi importi nulla di quella mocciosa, ma... certo che sei davvero fredda come il ghiaccio, Flobot." disse Fern con un ghigno sprezzante, ed Amaria non fu del tutto sicura se si trattava di un gesto di scherno o se davvero disapprovava della decisione di sua sorella.

La tensione stava salendo fino a livelli insopportabili... da una parte, gli uomini del Team Meteora che continuavano a minacciare la terrorizzata Shelly, e dall'altra i tre membri della resistenza e i loro Pokemon, che non si decidevano sul da farsi. Presto o tardi, qualcuno avrebbe fatto una mossa azzardata, e avrebbe dato fuoco alla polveriera...

"G-guardate che lo facciamo sul serio!" esclamò una delle reclute. "Se... se non ve ne andate subito... sarà questa mocciosa a pagarne le conseguenze..."

"A-andate... andate avanti, amici miei! Non... non... vi preoccupate p-per me..." mormorò Shelly, cercando come poteva di divincolarsi nella presa di quell'uomo tanto più alto e più forte di lei. "Dovete... sconfiggere... il Team Meteora..."

"La mia decisione resta immutata." affermò Florinia. "Questa unità ritiene che l'ostaggio stia seguendo un filo logico migliore di quello dell'unità Amaria."

"No, io non sono d'accordo!" esclamò Amaria, protestando con veemenza. "Noi siamo una squadra, come con i nostri Pokemon! Se non siamo pronti a difendere le vite dei nostri compagni, allora siamo solo un'accozzaglia di ribelli disorganizzati... che il Team Meteora potrà spazzare via senza difficoltà! Quindi, io dico che restiamo qui ed aiutiamo Shelly!"

"Lapras!" esclamò Libertà, in accordo con la sua allenatrice. Sembrava che si stesse spostando lentamente, di lato, in modo da cercare un punto da cui attaccare il Team Meteora prima che avessero la possibilità di fare del male a Shelly.

"Reazione altamente illogica da parte dell'unità Amaria." affermò Florinia.

"Sentite, decidetevi una buona volta!" esclamò Fern, cominciando a perdere la pazienza. "La salviamo, o non la salviamo? Perchè non mi piace l'idea di restare qui a mettere radici!"

Le reclute del Team Meteora indietreggiarono, ma senza rilasciare Shelly... che dal canto suo era troppo spaventata per reagire...

 

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Il Dragonite di Saphira gettò di lato gli ultimi rimasugli delle macerie, permettendo alla sua allenatrice, alla sorella minore e a Lilligant di entrare nella sede centrale della Yureyu Corporation. Con un cenno della testa, la leader della resistenza ringraziò il suo campione e gli fece un piccolo sorriso, che Dragonite ricambiò facendo il segno dell'okay con una delle sue zampe artigliate. Poi, il gruppetto scese le scale, guardandosi attorno alla ricerca di eventuali segni che Sirius e i suoi uomini avessero teso loro un'imboscata da qualche parte.

Laura si mise una mano davanti alla bocca e trattenne il fiato, mentre il gruppetto si addentrava nel covo del Team Meteora, con Dragonite che si chinava un po' goffamente per non andare a sbattere contro qualche lampadario o qualche mobile. Il pavimento scricchiolava pericolosamente sotto i passi del dragone, ma Saphira decise che era meglio aspettare prima di richiamarlo. Il Team Meteora probabilmente non aspettava altro che loro si esponessero...

"S-Saphira?" mormorò Laura, avvicinandosi alla sorella maggiore e sussurando così piano che lei stessa faceva fatica a sentire le proprie stesse parole. "Dove... dove pensi che abbiano portato Charlotte? Che sia... qui da queste parti?"

Saphira diede un'occhiata oltre un angolo, in modo da assicurarsi che non ci fossero pericoli. Fino a lì, nessuno del Team Meteora aveva avuto il coraggio di affrontarle, ma Saphira sapeva bene che avrebbero potuto ricorrere a qualsiasi trucchetto sporco per prendersi un po' di vantaggio. "Non ne ho idea... in realtà sto cercando senza un vero e proprio criterio." disse, per poi fare cenno a Laura e ai due Pokemon di seguirla e scendere le scale che portavano al piano inferiore. Si cominciava già a sentire il rumore delle battaglie che si stavano combattendo in altre parti del palazzo abbandonato... "Comunque, quelle canaglie hanno detto che Charlotte si trova ai piani più bassi, ed è lì che andremo a cercare. Se non altro, potremo dare una mano a spazzare via questa gentaglia dalla faccia di Reborn!"

"Sì... sì, immagino di sì..." mormorò Laura, ancora un po' scioccata per la fine che aveva fatto quella recluta Meteora poco prima. Le due sorelle scesero le scale e raggiunsero un corto corridoio, illuminato a tratti da delle lampade alogene intermittenti... e la Lilligant di Laura sembrò venire attratta da un passaggio che si snodava verso l'interno del palazzo, dal quale sentiva provenire una sensazione strana e in qualche modo familiare...

"Lilli? lilli li!" esclamò la Pokemon Fiorfronzolo indicò il corridoio, prendendo i pantaloni di Saphira e tirando leggermente verso di sè. Immediatamente, l'allenatrice di Pokemon Drago si voltò, guardando con un po' di sorpresa la Pokemon di Laura. "Lilligant!"

"Hm? Che succede, Lilligant? Credi di aver sentito qualcosa?" chiese sAphira.

"Drrr... Dragonite!" mormorò Dragonite, dopo aver annusato l'aria per un attimo. Il dragone drizzò le antenne, ed ebbe la sensazione di percepire la presenza di qualcuno di familiare nei dintorni...

"Credo che Lilligant abbia scoperto dove si trova Charlotte!" esclamò Laura, illuminandosi in viso. "Ci sta facendo cenno di seguirla!"

"Va bene... ma stiamo attenta, è probabile che sia una trappola." disse Saphira, troppo abituata a destreggiarsi nell'ambiente infido di Reborn City per abbassare la guardia. Il suo Dragonite raggiunse Lilligant, e i due Pokemon presero la posizione di testa mentre guidavano le loro allenatrici verso il corridoio. Le due sorelle sentirono i loro cuori accelerare all'impazzata mentre percorrevano la strada che le separava da Charlotte... forse quella era finalmente la volta buona! Forse, dopo tanto tempo, la loro famiglia sarebbe stata finalmente riunita, o almeno, quello che restava di essa...

"Charlotte... resisti, stiamo arrivando!" mormorò tra sè Saphira. Il corridoio terminò fin troppo presto, troppo presto perchè la leader della resistenza si preparasse all'evento... e quando Lilligant e Dragonite si fermarono di colpo, con espressioni di sgradita sorpresa sui loro volti, Saphira per poco non andò a sbattere su di loro... "Ah! Lilligant, Dragonite! Che sta succedendo?"

"Drrrragonite..." grugnì il Pokemon Drago/Volante, facendosi serio tutt'a un tratto. Erano sbucati in una sorta di sala riunioni dal soffitto alto e parzialmente oscurata... al cui lato opposto, separati da loro da un largo tavolo che quasi copriva tutta la lunghezza della stanza, si vedevano due reclute del Team Meteora che tenevano con sè Charlotte, usandola come ostaggio!

Non che la rossa allenatrice fosse troppo preoccupata della cosa... visto che fece un sorriso e salutò allegramente le sue sorelle maggiori! "Ehilà, Saphira! Laura! Mi stavo giusto chiedendo quando sareste venute a trovarmi! Si stava un vero schifo, lì all'orfanotrofio!"

"Charlotte!" esclamò Laura, a metà tra il sollievo e la paura. "Charlotte, stai bene? Cosa sta succedendo? Non... non ti stanno facendo del male, vero?"

"F-fermi!" esclamò una delle due reclute, una donna dai capelli castani scuri. "Fate... fate ancora un passo avanti, e non garantiamo per l'incolumità di vostra sorella!" Era chiaramente spaventata all'idea di trovarsi di fronte Saphira e Laura... tanto più che Dragonite e Lilligant stavano già cominciando ad avvicinarsi minacciosi...

Mentre Saphira e Laura restavano ferme dov'erano, assumendo un'espressione dubbiosa e cupa, Charlotte sospirò con fare sbarazzino. "Davvero, voi due? Ancora con 'sta storia? Potreste almeno scegliervele un po' più originali, le vostre frasi!" affermò.

I due uomini del Team Meteora restarono spiazzati per un attimo davanti alla nonchalance con cui Charlotte reagiva. "Ehm... beh... ma il nostro capo ci ha detto di dire questo... almeno quando fossero arrivate le tue sorelle, visto che noi... non possiamo competere con loro in una battaglia di Pokemon!" confessò la seconda recluta, un uomo all'incirca della stessa età.

"Il vostro capo sarebbe Sirius, vero?" continuò tranquillamente la rossa. "See, see... potete anche lasciar perdere tutte le sceneggiate. E già che ci siamo... perchè non fate conoscenza con la mie sorelle? Quella coi capelli rossi vestita di verde è Laura! E' simpatica, anche se un po' troppo nervosa... e poi c'è la più grande di noi tre, Saphira! Ma... immagino che di lei abbiate già sentito parlare!"

Mentre Saphira e Laura guardavano stupefatte la scena, Charlotte rivolse loro un sorriso smagliante, e continuò. "Saphira, Laura... vi presento Simone e Tara! Tranquille, non mordono! Anche le reclute del Team Meteora sono esseri umani, dopotutto!"

"Mi... mi stai venendo a dire... che Charlotte si sta facendo amici due uomini del Team Meteora?" esclamò Saphira, completamente spiazzata. Il suo Dragonite abbassò le antenne, e un grosso gocciolone di sudore gli scese dalla testa...

 

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"Benvenuti. Siete fieri di quello che avete fatto, immagino."

La voce severa e monolitica del Dr. Connal accolse Julia, Pietro ed Aya nel momento in cui misero piede nella grande sala che lo psichiatra criminale aveva adibito alle sue sedute di terapia all'elettroshock... e in quel momento, era accompagnato dal suo immancabile Raichu, e da un altro Pokemon Elettro con il quale Julia era decisamente familiare - un Rotom, un Pokemon simile ad un fantasmino fatto di plasma luminoso, di tipo Elettro/Spettro, il cuui corpo era a forma di parafulmine, di colore arancione, con un paio di luminosi occhi gialli dalle pupille azzurre, e una piccola bocca sorridente a fargli da volto. Le sue "braccia" erano un paio di fulmini zigzaganti che spuntavano ai lati del corpo, e si muoveva fluttuando in aria, a quasi un metro da terra...

"Ciao, vecchio barbagianni! Allora, com'è andata la sessione quotidiana di tortura di bambini inermi?" lo salutò Julia con un sorriso beffardo, piazzandosi di fronte al gruppo. Pietro ed Aya erano già pronti con le loro Pokeball... e attendevano solo che Raichu e Rotom facessero la prima mossa!

"Barbagianni?" chiese retoricamente Connal, accigliandosi. "Signorina, ci terrei a farle presente che io ho lavorato anni ed anni per guadagnarmi il dottorato in medicina, con specializzazione in psichiatria infantile... e non tollero che si manchi di rispetto all'impegno che metto nel mio lavoro. Vi chiederei quindi di rivolgervi a me come 'dottore'."

"Va bene... Dottor Barbagianni!" ribattè Julia, rivolgendo un sorriso sfacciato a Connal, che fece un gesto di stizza. "Comunque, noi siamo qui persalvare Heather, Shelly, e tutti gli altri bambini che lei teneva prigionieri nel suo carcere di massima sicurezza. E anche la nostra amica Charlotte già che ci siamo."

"Possiamo farlo con le buone o con le cattive." continuò Pietro. "Noi preferiremmo la prima opzione, ma se lei dovesse opporsi, non ci faremo problemi a usare la forza. Come la mettiamo, doc?"

"Preferirei anch'io che lei si arrendesse." disse Aya. "Prima finiamo, prima vado a casa."

Raichu e Rotom si caricarono di energia, mentre il dottore si metteva a posto il camice e avanzava lentamente verso di loro. "Ma davvero? Spiacente, non posso acconsentire ai vostri capricci e al vostro idealismo mal riposto." rispose seccamente. "Se volete... liberare... Heather e gli altri, dovrete prima sconfiggermi. E vi avverto, il mio interesse sarà soprattutto nella psichiatria, ma questo non significa che abbia trascurato di allenare i miei Pokemon."

"Rai rai raichu!" esclamò Raichu minaccioso.

"Ooookay, allora lo si fa con le cattive." rispose Pietro alzando gli occhi al cielo... e poi guardando verso la sua ragazza. "Allora, Aya, che ne dici? Non sarà un appuntamento romantico, ma... insomma, ci si avvicina abbastanza, no?"

"Le tue idee di romanticismo sono strane..." commentò Aya, mettendo mano ad una Pokeball.

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: L'attacco al covo del Team Meteora è in pieno svolgimento, e Saphira e Laura, questa volta, stanno dando ottima prova di sè! Ma cosa accadrà adesso che hanno ritrovato Charlotte solo per imbattersi in Simone e Tara? E intanto, gli altri membri della resistenza hanno i loro problemi con il resto del Team Meteora... e Pietro ed Aya si apprestano ad affrontare il Dr. Connal! Come andrà a finire?

Lo scopriremo nel prossimo capitolo! A presto, e se potete... recensite! :)

 

 

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Capitolo 34
*** Lotta nel Palazzo Yureyu, Parte 1 ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 34 – Lotta nel Palazzo Yureyu, Parte 1

 

La scena era piuttosto surreale. Saphira, Laura, Dragonite e Lilligant erano in piedi in quella che una volta era stata una sala riunioni, a guardare Charlotte che, come niente fosse, stava presentando loro Simone e Tara, due reclute del Team Meteora che cercavano senza troppo successo di apparire minacciose e pericolose. La ragazzina dai capelli rossi si stava comportando come se non si trovasse in mano a dei nemici, ma stesse invece facendo salotto con dei vecchi amici.

“Ch… Charlotte, tu… mi stai davvero dicendo che ti sei fatta amica questi due uomini del Team Meteora?” chiese Laura con evidente nervosismo. La sua Lilligant stava acquatta accanto a lei, non sapendo se tenersi pronta a combattere o rilassarsi.

Charlotte si mise a posto un codino ribelle. “E perché no, scusa tanto, Lauretta? In fondo, anche loro sono esseri umani, come noi.” Affermò con tono sbarazzino. “La sola differenza è che loro stanno dalla parte opposta rispetto a noi.”

“Non è proprio così semplice.” Affermò Saphira severamente, stringendo gli occhi con fare minaccioso. “Non ricordi, Charlotte, che i capi del Team Meteora hanno ucciso molte persone che hanno cercato di opporsi a loro?”

La minore delle sorelle Belrose non perse un colpo. “Beh, ma loro non hanno fatto nulla a nessuno, almeno per adesso.” Affermò, come se stesse dicendo la cosa più ovvia di questo mondo. “Quello che voglio dire… è che non è che Simone e Tara possono dire di no quando vengono dati loro degli ordini. Avete presente chi sono i loro superiori, no? Sirius e Lord Solaris non sarebbero tanto teneri con loro. Tuttavia… detto questo, Simone e Tara, non credete che sarebbe una buona idea approfittare di questo momento per tagliare la corda e piantarla una volta per tutte con il Team Meteora? Credetemi, non penso proprio che vi aspetterebbe una bella fine, se restaste con questa gentaglia.”

“E’ vero. Se ve ne andaste dal Team Meteora, potremmo… potremmo offrirvi noi protezione e sicurezza!” affermò Laura.

Lilli, lilligant!” affermò la graziosa Pokemon Fiorfronzolo.

Per quanto Saphira non fosse eccessivamente convinta, il suo pragmatismo le consentiva anche di vedere il lato più conveniente di ciò che proponevano le sorelle minori. "Non mi fido degli appartenenti al Team Meteora, e non mi fiderò mai completamente di loro... voi e i vostri colleghi avete fatto troppi sgarbi a me e alle mie sorelle... voi e il vostro amichetto, il Dr. Connal... però, effettivamente, se due come voi abbandonassero il Team Meteora e decidessero di collaborare con noi... la cosa potrebbe convenire a tutti e due, non credete?"

Simone fu rapido a rispondere, scuotendo la testa. "Non possiamo. Almeno, io non posso." affermò. "Non importa quello che mi dite, non lascerò il Team Meteora."

"Perchè no? Voglio dire, io ho avuto modo di conoscervi, e non mi sembrate delle persone cattive come il vostro capo Sirius." affermò Charlotte.

"Quando i piani del Team Meteora saranno andati in porto, avrò una vita diversa da quella che ho adesso... una vita migliore, sia io che Tara." affermò la giovane recluta.

Tara fece un cenno con la testa. "Il Team Meteora ricostruirà il mondo... creerà un mondo nuovo e migliore di questo." affermò. "E se ci schiereremo con loro, avremo la possibilità di avere un posto per noi, nel nuovo ordine." affermò la ragazza.

"E di questo mondo, allora... che ne sarà?" chiese Laura, accarezzando la sua Lilligant.

Simone esitò un momento prima di rispondere. "Sarà cancellato." disse infine, con evidente riluttanza. "Scomparirà. Cesserà di esistere per sempre. Mi rendo conto che ciò che facciamo è terribile... e non voglio addurre giustificazioni... ma una volta che il Team Meteora avrà realizzato il suo obiettivo finale, tutto questo dolore e questa sofferenza non saranno mai accaduti."

"Drag?" chiese il Dragonite di Saphira, piegando un po' le antenne in segno di confusione.

Saphira restava fredda e controllata, ma se qualcuno avesse potuto vederla un po' più da vicino, avrebbe potuto vedere che aveva la fronte aggrottata. Le parole di Simone avevano confuso un po' il capo della resistenza... "Sentite, non sono una a cui piace parlare per indovinelli. Cosa volete dire quando dite che le sofferenze che voi infliggete al popolo di Reborn non saranno mai accadute?"

"Heh... cosa credi, che i nostri capi ci rivelino tutto quello che sanno? Noi sappiamo quel tanto che basta per portare avanti i progetti del Team Meteora." affermò Tara. "Ma quello che sappiamo ci basta per porre tutta la nostra fiducia nel Team Meteora e nella loro causa. Ci dispiace per quello che stanno passando gli abitanti di Reborn... ma sono sicura che alla fine ne sarà valsa la pena."

"Capisco, capisco... il fine giustifica i mezzi, e cose del genere." Charlotte riassunse in breve quello che le due reclute sue amiche avevano cercato di dire... e quando Tara fece un cenno affermativo con la testa, la più piccola delle sorelle Belrose alzò le spalle, come per dire che non le importava più di tanto. "Oh, beh, se è così che la pensate, per me non c'è problema. Comunque, io me ne vado. Sapete com'è, sono stata separata dalle mie sorelle da un po' troppo tempo, e vorrei ricostruire quel po' di famiglia che mi è rimasta. Quindi... tanti saluti, Simone e Tara. Statemi bene."

Con tutta la nonchalance di questo mondo, Charlotte si allontanò dalle due sbalordite reclute del Team Meteora, e si incamminò verso le sue sorelle, accelerando un po' il passo nel momento in cui si avvicinò a Saphira e Laura. Un istante dopo, le tre sorelle Belrose si gettarono in un abbraccio di gioia e liberazione, finalmente assieme dopo anni in cui avevano potuto vedersi solo a sprazzi, passati a cercare di sopravvivere e a nascondersi dal Team Meteora e dal Dr. Connal! Saphira stessa fece un sorriso di gioia e felicità, tenendosi stretta a Charlotte con tutte le sue forze, come se avesse paura che, se avesse mollato la presa, la sua sorellina sarebbe stata portata via di nuovo.

"Laura, Saphira... sono tornata! State tranquille... ora sono qui, e non me ne andrò per nessun motivo!" esclamò Charlotte, trattenendo a stento le lacrime di gioia.

Simone e Tara stessi esitarono, troppo colpiti da quella scena toccante per interferire... ma qualche istante dopo, come se si ricordassero quale fosse il loro compito e cosa rischiavano in caso di fallimento, le due reclute si mossero verso le sorelle Belrose, mettendo mano alle loro Pokeball. "Hey! Hey, voi, aspettate un momento! Non potete mica andarvene così, come niente fosse!" esclamò Simone.

In realtà, avrebbe aggiunto altro... se non fosse stato per il Dragonite di Saphira e la Lilligant di Laura, che si piazzarono davanti a loro fissandoli con fare minaccioso!

"DRRRRAGONITE!" ruggì il dragone, inchiodando Simone sul punto dove si trovava con uno sguardo di ghiaccio! I due scagnozzi del Team Meteora indietreggiarono spaventati, mentre le tre sorelle si voltavano verso di loro... e Charlotte sfoderava il suo immancabile sorriso da spaccona!

"E perchè non ce ne possiamo andare, scusa?" chiese retoricamente. "Dopotutto... non è che voi potete fare molto per fermarci, no?"

"Il vostro capo non è riuscito a fare nulla contro il mio Dragonite." disse Saphira. "Se pensate di avere miglior fortuna, siete i benvenuti. Ma io non ve lo consiglierei."

Giusto per fare sì che il concetto entrasse meglio nelle teste di Simone e Tara, Dragonite si guardò attorno per un attimo... e dopo aver adocchiato una poltrona lì vicino, la raggiunse, la raccolse come se non pesasse nulla... la ridusse ad una fisarmonica e la scaraventò fuori da una finestra con un terrificante rumore di vetri infranti! Simone e Tara lanciarono un acuto urlo di terrore e si abbracciarono a vicenda, con delle comiche fontane di lacrime che schizzavano dai loro occhi!

"Lilli, lilli..." disse Lilligant, tenendo le braccia conserte e facendo un movimento della testa come per dire di sì.

"Se volete il mio consiglio... adesso ne approfitterete per andarvene da qui, intanto che noi facciamo un po' di confusione ai piani più bassi." disse Saphira. "Abbandonerete il Team Meteora, vi cercherete un lavoro onesto, e vi impegnerete a fare sì che i vostri capi finiscano in galera. Magari andrete alle autorità e confesserete quello che avete fatto. Se decidete di restare nel Team Meteora... allora la prossima volta che ci incontreremo saremmo nemici. E vi avverto che io non mi faccio tanti scrupoli, quando si tratta di difendere la mia famiglia."
Il Dragonite di Saphira emise un ruggito sommesso, come per dire che non aveva voglia di ricorrere alla violenza, ma lo avrebbe fatto se fosse stato necessario... e per fortuna, nè Simone nè Tara avevano intenzione di renderlo necessario - si ritirarono rapidamente al di là della portata del Pokemon Drago/Volante, alzando le mani in segno di resa.

"Ecco. Così va già meglio." affermò Saphira. "Ma giusto per non correre rischi... Laura, sai cosa fare."
La sorella di mezzo fece un cenno con la testa e diede alla sua Lilligant il permesso di procedere. "Sì, Saphira... Lilligant, usa Sonnifero." disse.

La Pokemon Fiorfronzolo chiuse gli occhi, fece un'elegante piroetta e aprì le braccia, rilasciando in aria una nube di spore dorate che poi spazzò verso Simone e Tara con un gesto delle braccia. Le reclute del Team Meteora non poterono fare altro che cercare di proteggersi come potevano, schermandosi con le braccia dalla polverina soporifera, ma non servì a nulla - in breve tempo, le gambe si fecero molli e le palpebre pesanti, e i due si afflosciarono a terra come sacchi di patate dopo aver mormorato qualcosa.

"Oggi... non è davvero... il nostro giorno... fortunato..." riuscì a biascicare Simone, prima di scivolare nel mondo dei sogni.

Charlotte fece un breve applauso, e Lilligant si inchinò a lei come un'attrice teatrale, prima di richiamare l'attenzione delle tre sorelle sulla situazione attuale. "Lilligant, lilli... lilligant!" affermò con la sua vocetta acuta, indicando l'uscita e con essa le scale che portavano al piano inferiore.

"Tranquilla, Lilligant, non ce ne siamo dimenticate." affermò Charlotte sorridendo. Poi, si voltò verso le sue sorelle per spiegare com'era la situazione. "Ascoltate... quelli del Team Meteora hanno preso in ostaggio alcuni di noi, e credo che li stiano usando come scudi umani per impedire ai nostri compagni di attaccare. Un po' come hanno cercato di fare quei due con me, solo che loro non hanno avuto il coraggio di sostenere le loro minacce." Indicò con lo sguardo Simone e Tara, che stavano ronfando come ghiri sul pavimento. "Dobbiamo andare ad aiutarli. Temo che si stiano servendo della piccola Shelly, in questo momento."

"Va bene. Allora sbrighiamoci." disse Saphira. "Dragonite, per adesso ritorna. Ma tieniti pronto, perchè credo che avremo ancora bisogno del tuo aiuto, e molto presto."

"Nite!" assentì il maestoso Pokemon Drago/Volante mentre la sua allenatrice lo richiamava nella sua sfera. Anche Laura richiamò Lilligant, e le tre sorelle si guardarono a vicenda, feici di essere di nuovo assieme, prima di infilare la porta e cominciare a scendere le scale...

 

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Lo stallo durava già da un po'. Da una parte, Amaria, Florinia e Fern che erano praticamente paralizzati dal loro dissidio, e dall'altra gli uomini del Team Meteora che continuavano a tenere Shelly in ostaggio... e che erano rimasti confusi e sbigottiti dalle reazioni dei loro avversari. Persino Shelly sembrava aver superato almeno in parte la sua paura, e adesso dava soltanto l'impressione di essere un po' spiazzata.

Amaria e Florinia, in particolare, erano decise a non cedere nemmeno di un passo sulla loro posizione.
"Per favore, Flo... io ti conosco, non sei davvero tu quella che ha suggerito di sacrificare la piccola Shelly!" affermò Amaria. "Io conosco la vera Florinia, è una ragazza dolce e timida che comprende i sentimenti degli altri, e che non lascerebbe mai un amico nei guai."

"Qualsiasi... qualsiasi conoscenza relativa ad un previo stato emotivo dell'unità Florinia è da considerarsi nulla e non più valida." disse la ragazza dai capelli verdi. Per un attimo, all'inizio della frase, Amaria ebbe l'impressione di sentire un istante di esitazione nella voce piatta e tersa della sua amica. "I sentimenti costituiscono un ostacolo alla conoscenza e all'efficienza."

Fern sospirò rabbiosamente, sperando che prima o poi quelle due si decidessero... ma pochi istanti dopo, vedendo che non si approdava ad una soluzione, decise di prendere in mano la situazione, e fece cenno al suo Serperior di farsi avanti. "Bah, al diavolo... ne ho abbastanza di queste stupidaggini." affermò. "Avanti, Serperior, chiudiamola qui, e sistemiamo quei due come si deve."

"Sssserperior?" chiese il Pokemon serpente, stupito dalla decisione del suo allenatore... ma non fece storie e seguì il ragazzaccio con gli occhiali mentre superava Amaria e Florinia, e si parava dinnanzi agli uomini del Team Meteora. Amaria distolse immediatamente la sua attenzione dalla discussione con la sua amica di college, e cercò di richiamare il suo compagno.

"Fern? Hey, Fern, che stai facendo?" chiese.

Immediatamente, le reclute del Team Meteora ebbero un momento di panico, e quella che tratteneva Shelly strattonò la bambina dai capelli violetti verso di sè, sempre tenendo in mano la sua arma. "Hey! Hey, ragazzino, cosa stai facendo?" esclamò, cercando di suonare minaccioso, ma senza riuscirci in pieno - il coltello gli stava ancora tremando tra le mani. "Se... se ti avvicini ancora, la tua amichetta fa una brutta fine, lo sai, vero?"

"Kyaaah! Ugh... F-Fern... Amaria..." balbettò Shelly, sentendosi di nuovo avvinghiare dalla paura.

Fern ghignò sinistramente. "Certo che lo so, credi che mi importi qualcosa?" chiese retoricamente. "Quella marmocchia non è mai stata mia amica. E non perderei neanche un minuto di sonno se lei schiattasse."
"Fern! Non puoi dire sul serio!" esclamò con orrore Amaria.

Florinia, come sempre, non ebbe quasi alcuna reazione. "Il soggetto Fern mostra migliori capacità elaborative e procedurali." commentò.

Gli uomini del Team Meteora indietreggiarono, trascinando con sè una Shelly che appariva meno spaventata di quello che forse ci si sarebbe potuti aspettare. Evidentemente, la bambina non si aspettava che a Fern importasse molto della sua incolumità...

"No! Fermo! Non una mossa di più! Lo facciamo sul serio, sai?" esclamò la recluta che teneva ferma Shelly, mentre Fern e il suo Serperior avanzavano sempre di più...

"E allora, perchè non lo fate?"

La voce di Charlotte colse tutti di sorpresa, e numerosi sguardi scattarono verso le scale da cui stava scendendo con tutta calma, come se niente fosse, la ragazzina dai capelli rossi, con le mani dietro la nuca ed un'espressione divertita, quasi indifferente, sul viso mentre scrutava gli scagnozzi del Team Meteora. Shelly deglutì, tremando visibilmente e fissando Charlotte con sgomento. Si aspettava che a Fern non importasse nulla di lei, ma Charlotte... non aveva avuto l'impressione che fosse una ragazza così insensibile.

"Ch-Charlotte? Cosa... cosa dici...?" mormorò Shelly.

"Io mica sono qui per lei. La conosco appena." continuò Charlotte, che nel frattempo aveva finito di scendere le scale ma non si era fermata, e continuava ad avanzare verso gli uomini del Team Meteora. "Quindi per me, potete fare quello che volete. Non me ne può importare di meno."

"Anche tu, Charlotte? Ma cosa prende all'improvviso a tutti voi?" protestò Amaria. "Credevo che tra noi della resistenza ci fosse più solidarietà! E invece... e invece... siamo davvero disposti ad abbandonare una nostra compagna al Team Meteora per..."

In un attimo, la situazione si rovesciò.

Charlotte ebbe uno scatto felino e si lanciò con tutto il suo peso addosso alla recluta che teneva prigioniera Shelly, con il risultato che lo scagnozzo emise un grugnito di sorpresa e fece cadere il coltello con cui minacciava la piccola entomologa! L'arma cadde a terra con un tintinnio sinistro, e Shelly incespicò in avanti per qualche passo, prima di essere afferrata al volo da Charlotte!

"Sei salva, Shelly!" esclamò la rossa. "Fern! Ragazzi, adesso!"

Dopo un istante di sorpresa, Amaria sfoderò un sorriso gioioso! "Ah... era... era tutto un trucco per avvicinare quelle reclute, allora! Lo sapevo che in realtà non volevi abbandonare Shelly!" esclamò. "Bene, adesso non c'è più niente che ci fermi! Libertà, tocca a te!"

"Alla buon ora..." mormorò Fern. "Vai, Serperior!"

"LAAAAAPRAS!" esclamò il Lapras di Amaria, scagliandosi verso le reclute del Team Meteora con decisione e potenza! Appena in tempo, le reclute sbigottite fecero uscire i loro Pokemon - un Golbat e un Boldore, uno strano Pokemon simile ad un masso vivente bluastro con numerosi cristalli rossi infissi nel corpo, che si muoveva su tre zampe tozze, e il cui volto era composto da niente più che un grande occhio cavo, diviso in due da una cresta di pietra, e da tre spuntoni rossi che assomigliavano a denti aguzzi!

"Maledizione, ci hanno fregati!" esclamò una delle reclute. "Presto, Boldore, usa Cadutamassi!"

"Golbat, colpisci quel Serperior con Velenodenti!" esclamò l'altra recluta. Il Pokemon simile ad un enorme pipistrello scattò in avanti e spalancò le sue fauci, dalle cui zanne acuminate gocciolava un liquido dall'inquietante colore violaceo, mentre Boldore scagliò alcuni grossi pezzi di roccia contro il Lapras di Amaria... che rispose scagliandosi a tutta velocità contro l'avversario e prendendo in pieno l'attacco senza alcun apparente problema!

"Libertà, attacca con Acquadisale!" ordinò la ragazza. Lapras spalancò la bocca e scagliò un potente fiotto di acqua salata contro Golbat, centrandolo in pieno e mandandolo a schiantarsi a terra con un rapido frullo d'ali!

"Serperior, usa Fendifoglia." ordinò Fern. Serperior scattò rapidamente, guizzando come un'anguilla sotto i colpi di Boldore, e sferrò dei rapidi fendenti con la coda, centrando Boldore diverse volte e mandandolo a terra. Il Pokemon Roccia si rialzò subito e mandò a segno un potente attacco Bottintesta che fece barcollare il serpente verde... poi, mentre Serperior cercava di rimettersi in guardia, Boldore strisciò una delle sue zampe rocciose per terra e scagliò una manciata di sabbia e polvere che raggiunse Serperior al muso. Chiaramente un attacco Turbosabbia che aveva lo scopo di diminuire la precisione del campione di Fern... ma con grande sorpresa delle reclute, la polvere si disperse davanti agli occhi del bersaglio, che si illuminarono di una strana luce rossa... come se invece di offuscargli la vista, gliel'avesse aguzzata!

"C-cosa? Che razza di trucco è questo, dannato moccioso?" esclamò una delle due reclute. Prima che Fern rispondesse, Serperior si lanciò nuovamente all'attacco, con la coda avvolta da una ruggente massa d'acqua!

"Serperior, colpisci con Idrondata!" esclamò Fern. Con un tremendo colpo, Serperior travolse Boldore con la sua coda e lo scaraventò a terra, mentre il Lapras di Amaria scagliava un attacco Fulmine dalla bocca, travolgendo il Golbat nemico e mandandolo al tappeto. Prima che le reclute del Team Meteora potessero rendersi conto di cosa stesse accadendo, entrambi i loro Pokemon erano a terra privi di forze, e il Serperior di Fern si ergeva fiero e trionfante su di loro. "Heh... siete due grandissimi ignoranti, lo sapete? Questa è l'abilità speciale del mio Serperior!"

"Cosa? Ma che stai dicendo?" chiese l'altra recluta. "Non... non crederai che ci berremo una sciocchezza simile! Tutti gli starter di tipo Erba hanno l'abilità Erbaiuto, e Serperior non fa eccezione."

"Errato." li corresse Florinia, che ora sciorinava fatti sui Pokemon e sulle loro abilità come se non fosse successo nulla. "Effettivamente, la maggior parte degli Snivy, cioè la forma primaria di Serperior, possiede tale abilità, ma una piccola percentuale di essi è invece dotata dell'abilità Inversione, il cui effetto consiste nell'invertire l'effetto delle mosse che modificano le statistiche. Se su di essi viene usata una mossa che diminuisce l'attacco, la difesa o la velocità, per esempio, tali statistiche invece aumentano."

"Esatto... e il mio Serperior, guarda caso, possiede questa preziosa abilità! Il che significa che il tuo attacco Turbosabbia non ha fatto altro che aiutarlo." si vantò Fern. Serperior si erse accanto al suo allenatore, fissando minaccioso i due uomini del Team Meteora, che non ebbero altra scelta che richiamare i loro Pokemon nelle sfere. Charlotte sghignazzò con fare convinto, e poi guardò verso Shelly, che era ancora aggrappata a lei come ad un salvagente in mezzo ad una bufera. La bambina dai capelli lavanda era ancora sconvolta per lo scampato pericolo, e si tenne abbracciata a Charlotte finchè non fu sicura che fosse tutto passato.

"Ben vi sta, a voi due buffoni!" esclamò Charlotte rivolta alle reclute stupefatte. Poi, ricordandosi di Shelly, accarezzò sulla testa la piccola entomologa, che finalmente riprese coraggio e riuscì a staccarsi da Charlotte, guardandola con gli occhi tremanti. "Hey, Shelly? TUtto bene, piccola?"

"S-sì... sì, Ch-charlotte... io... io sto b-bene..." balbettò la ragazzina di Johto. "Per... per un attimo ho... ho davvero... p-pensato che non ti importasse nulla di... di..."

"No, Shelly... e mi scuso di avertelo fatto credere, anche solo per un attimo." affermò Charlotte, dandole un abbraccio in segno di scusa. "Dopotutto, anche tu mi hai aiutato a fuggire dall'orfanotrofio, e per questo te ne sarò sempre grata. E' solo che... beh, a volte puoi far perdere il controllo ai tuoi nemici... semplicemente facendo loro credere che lo hanno già perso. Non avrei mai voluto che nessuno ti facesse del male, Shelly."

"Grazie, Charlotte... sei stata grande!" affermò Amaria, accarezzando il suo Lapras, che fece un cenno affermativo con la testa. "A proposito... il fatto che tu sia stata liberata vuol dire che le tue sorelle non dovrebbero essere lontane, vero?"

"Infatti noi siamo qui. Abbiamo voluto vedere come se la cavava Charlotte anche senza Pokemon, e devo dire che sono parecchio impressionata." rispose la voce di Saphira. La comandante della resistenza stava scendendo le scale assieme a Laura, e fece un cenno di saluto ad Amaria e a Florinia. "Ottimo lavoro a tutti quanti. Anche a Fern. Il tuo Serperior è davvero ben allenato."

"Heh... almeno c'è qualcuno qui che riconosce i miei meriti. Comunque, queste reclute erano delle mezze cartucce. Io ambisco ad affrontare avversari ben più forti di così." affermò il giovane allenatore con gli occhiali. "Ad ogni modo... mi sembra di capire che avete intenzione di andare a ripescare anche quegli altri incompetenti che si sono fatti beccare dal Team Meteora, vero?"

"Heather... Noel ed Anna sono ancora nelle mani del Team Meteora..." mormorò Shelly, la cui preoccupazione andava ora alla sua migliore amica e a come se la stava cavando. "E... Julia e Pietro? Ci... ci sono anche loro, vero? Dove sono, adesso?"           

 

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"Molto bene... allora qui ci pensate voi?" chiese Julia, come se stesse parlando di una faccenda di tutti i giorni piuttosto che di una battaglia di Pokemon contro un pericoloso criminale. Pietro ed Aya erano pronti ad affrontare il Dr. Connal in uno scontro che si preannunciava difficile... il suo Rotom e il suo Raichu erano già davanti a lui, e aspettavano che i due ragazzi mandassero in campo i loro primi Pokemon. "Se è così, io vado a liberare gli ostaggi. Così ci dividiamo i compiti come si deve, okay?"

"Certo, Julia! Tu non ti preoccupare del buon dottore, che a lui ci pensiamo noi!" affermò Pietro. "E a questo proposito... vai, Rhydon! Adesso ci sarà bisogno di te!"

Pietro scagliò in aria la sua Pokeball e ne fece uscire il massiccio rinoceronte bipede, che atterrò con fragore e si mise in guardia. Emanava una notevole sicurezza in sè stesso, che il Dr. Connal, da abile psichiatra qual era, colse al volo e non perse occasione di criticare.

"Il tuo Pokemon... vedo che non si discosta molto da te, quanto ad attitudine." disse il medico. "Lo stesso arrogante, infantile senso di superiorità dato dalla consapevolezza di essere avvantaggiato sui Pokemon Elettro. Dimmi, ragazzo... sei davvero convinto che questo basterà a sconfiggermi?"

"Forse non varrò molto... ma anch'io combatterò al suo fianco." intervenne Aya, lanciando la sua Pokeball. La sfera si aprì di scatto, e da essa uscì una Pokemon dall'aspetto spiccatamente riconoscibile - era alta quasi un metro e mezzo, bipede, con caratteristiche da rettile, il corpo coperto da piastre di corazza naturale di colore azzurro che diventavano color crema sui pettorali e sull'addome. Aveva un muso rotondo e tozzo armato di un piccolo corno sul naso, con stretti occhi castani e grandi orecchie a sventola, e una fila di corti spuntoni velenosi percorreva la sua spina dorsale, terminando alla base della sua lunga e muscolosa coda.

"Nido nido... QUEEN!" ruggì la Pokemon, mettendosi anche lei in guardia accanto a Rhydon.

Pietro non nascose un pizzico di sorpresa. "Ma come, Aya, non usi subito il tuo Dragalge?" chiese il giovane rockettaro, anche se il suo tono faceva capire che la stava solo prendendo amichevolmente in giro.  

Aya non sembrò divertita. "Preferisco non usare subito il mio Pokemon più forte in uno scontro così importante." disse con distacco. "Va bene. Buona fortuna, Julia. Qui ci pensiamo noi."

"Ricevuto! Mi raccomando, date al dottore una bella lezione anche da parte mia! Io vado a far saltare in aria qualche farlocco del Team Meteora!" rispose la graziosa cheerleader dai capelli verdi, facendo il segno del pollice in alto prima di dirigersi verso una rampa di scale che portava al piano di sopra...

"Non ricordo di aver detto che potevi andare." disse Connal. "Raichu, usa una Tuononda per bloccare quella sciocca ragazza."

"Rai raichu!" rispose la forma evoluta di Pikachu, toccando terra con la punta della coda e scagliando una scarica elettrica attraverso il pavimento, che sfrecciò rapidamente verso Julia...

"E io non ricordo di aver mai avuto bisogno di un permesso, doc!" rispose Julia, fermandosi un attimo per restituire a Connal un sorrisone disarmante. In un attimo, Julia aprì una Pokeball e ne fece uscire la sua Zebstrika, che si parò davanti alla Tuononda... e non appena la scarica elettrica raggiunse la zebra, venne assorbita dai suoi zoccoli e penetrò nel corpo di Zebstrika senza farle alcun male. Anzi, la Pokemon Elettro sembrò addirittura rinvigorita: sollevò in aria il suo corno, si impennò e nitrì con evidente eccitazione. "Brava, Zebstrika! Scommetto che non sapeva della mia Pokemon e della sua abilità Elettromotor, vero, dottor Barbagianni? Ogni volta che Zebstrika viene colpita da un attacco elettrico, lo assorbe e diventa più veloce!"

"E comunque, non si preoccupi troppo per Julia... io e la mia dolce Aya siamo più che sufficienti per tenerle testa, dottore!" esclamò Pietro con convinzione. "E allora iniziamo noi, Rhydon! Usa un attacco Giravvita!"

"Nidoqueen, comincia con Corposcontro su quel Raichu." disse Aya, senza metterci troppo entusiasmo. I due Pokemon di tipo Terra si scagliarono all'attacco, e il corno di Rhydon, trasformato in una trivella, emise uno stridio terrificante mentre sfrecciava verso il Rotom del Dr. Connal, che però resto fermo dov'era come niente fosse... e si sollevò in aria al momento giusto, fluttuando sopra la testa del rinoceronte bipede, che si fermò di botto e si voltò per cercare di tenerlo d'occhio.

"Sembra che neanche voi conosciate molto bene le abilità dei miei Pokemon." commentò seccamente Connal. "Rotom, usa Funestovento. Raichu, attacca con Mega Pugno."

Nidoqueen si scagliò con tutto il suo peso contro il Raichu di Connal, che rispose tirando indietro un braccio e sferrando un tremendo pugno al torace della Pokemon Veleno/Terra, con il risultato che entrambi i contendenti vennero scossi dal poderoso impatto e costretti ad indietreggiare... mentre Rotom spalancava le sue "braccia" zigzaganti e scagliava una folata di vento soprannaturale, composto da turbinante foschia violacea, contro il Rhydon di Pietro, colpendolo alla schiena. Rhydon sentì un colpo di freddo innaturale e barcollò in avanti allorchè l'attacco Funestovento oltrepassava la sua corazza naturale come se non ci fosse neanche e gli sottraeva rapidamente le forze, ma riuscì a restare in piedi... e nello stesso momento, il Rotom di Connal si sentì pervadere da una carica incredibile, e un'aura violacea si accese attorno al suo corpo per un istante... al termine del quale, Rhydon e il suo allenatore ebbero l'impressione che il corpo del fantasmino di plasma fosse diventato più grande, e che il campo elettrico che lo circondava si fosse in qualche modo intensificato.

"Cavolo, questa non ci voleva... l'attacco Funestovento ha una piccola possibilità di aumentare di colpo la potenza e la velocità del Pokemon che la usa... e anche le difese. E' una sorta di Forzantica di tipo Spettro..." disse il giovane rockettaro, rivolto ad Aya.

"La conosco. Non sono una sprovveduta." tagliò corto Aya. "Nidoqueen, rispondi con Focalenergia."

"Rhydon, usa Lucidatura per stargli dietro!" esclamò Pietro. Nidoqueen congiunse le mani davanti a sè e cominciò a concentrarsi per sferrare un colpo più potente al Raichu nemico, mentre Rhydon si sfregò la corazza con le mani per renderla più lucida e aumentare enormemente la sua velocità.

"Raichu, Rotom... scambiatevi i bersagli." ordinò Connal. "Raichu, Congiura e poi Laccioerboso su Rhydon! Rotom, attacca Nidoqueen con Fuocofatuo!"

"Rrrrhydon..." grugnì preoccupato Rhydon, vedendo che il Raichu del dottore stava cominciando ad avvicinarsi di corsa, creando una striscia di energia verde dietro di sè e avvolgendosi parzialmente in un'aura nero-violacea, mentre Rotom faceva crepitare due piccole scariche elettriche ai propri lati, che si trasformarono in due sfere di luce rossa che emettevano un calore tremendo!

Con un gesto del corpo, Rotom lanciò l'attacco Fuocofatuo contro Nidoqueen, che però reagì in tempo, aprendo di scatto gli occhi e scansandosi all'ultimo momento. Rhydon si fermò di colpo, cogliendo di sorpresa Raichu... e nel breve istante in cui il roditore elettrico si era fermato, interrompendo il suo micidiale attacco Laccioerboso, Pietro agì!

"Bravo, Rhydon! Ora usa Rocciotomba!" esclamò il ragazzo. Con un gesto improvviso, Rhydon abbassò le braccia e scagliò una raffica di rocce, ciascuna grande come il proprio pugno, dal suo corpo. bersagliando il Raichu avversario!

"Respingili con Codacciaio, Raichu." replicò Connal, che evidentemente aveva già previsto un simile attacco e aveva preparato le sue contromisure. Il suo Raichu sferrò un fendente in aria con la coda luccicante come acciaio, e infranse le rocce, passando così indenne attraverso il pericoloso attacco.

Pietro strizzò un occhio con acredine - la battaglia si stava prolungando un po' troppo, e ancora nessuna delle due parti aveva fatto progressi. Era necessario sbloccare lasituazione in qualche modo...

"Nidoqueen, ora attacca con Unghieaguzze... e poi Sgranocchio!" esclamò Aya. La Pokemon Veleno/Terra si acquattò sul terreno e cominciò a trascinare le unghie su di esso, facendo un'inquietante suono stridente... e poi si lanciò contro il Rotom di Connal, che cercò di difendersi come poteva! Il fantasmino di plasma creò una Palla Ombra davanti a sè e la scagliò contro Nidoqueen, colpendola in pieno petto... ma la Pokemon strinse i denti e proseguì la sua folle corsa, raggiungendo l'avversario e colpendolo con un potente morso! Rotom spalancò gli occhi, stridendo per la sorpresa e il dolore, e Nidoqueen fece un rapido movimento con il collo, scagliandolo via! Con un tonfo, Rotom atterrò vicino ad un angolo polveroso della stanza, restando stordito per un attimo prima di rimettersi in piedi fluttuando. Nidoqueen strinse gli occhi, un po' sorpresa che il Pokemon Elettro/Spettro fosse riuscito a reggere ad un attacco Buio così potente... ma si rimise rapidamente in guardia e si preparò allo scontro successivo. Il dottore stava assumendo un'espressione contrariata, segno che non si aspettava che la lotta sarebbe durata così tanto... Forse questo voleva dire che avevano delle concrete possibilità di vincere!

"Bel colpo, Aya!" si sentì lodare da Pietro, prima che il ragazzo tornasse a concentrarsi sulla battaglia del suo Rhydon. "Okay, adesso usa Protezione, Rhydon! Cerca di evitare quel Laccioerboso!"

"Raichu, usa Agilità per coglierlo al fianco!" esclamò Connal. Aya sorrise cupamente nonostante tutto - non sentiva di essere degna di quella, nè di nessuna altra lode, ma se non altro, almeno per quell'istante, sentirselo dire era una bella sensazione...

Il Raichu di Connal scattò di lato, lasciandosi dietro qualche immagine illusoria di sè stesso mentre cercava di assalire il Rhydon di Pietro su un fianco... ma il Pokemon roccioso reagì appena in tempo, creando uno schermo di energia davanti a sè che respinse l'assalto e costrinse il topo elettrico ad indietreggiare rapidamente! Pietro e Rhydon agirono rapidamente...

"Adesso, Rhydon! Colpiscilo con Giravvita!" esclamò Pietro. Il rinoceronte bipede grugnì in segno affermativo e ghignò quasi sinistramente prima di scagliarsi a tutta velocità contro il nemico, colpendolo in pieno con il suo corno-trapano! Questa volta, Raichu non  riuscì a difendersi e venne sollevato da terra e fatto volare per un breve tratto, fino a schiantarsi su un tavolo vicino, mandandolo in pezzi!

"No! Raichu!" esclamò il Dr. Connal, perdendo la sua calma monolitica per un attimo quando vide il suo Pokemon giacere a pancia in su in mezzo a ciò che rimaneva del tavolo, con gli occhi trasformati in spirali! "Razza di mocciosi... come avete osato fare del male al mio Raichu! E va bene... ritorna, Raichu, hai fatto già abbastanza."

Con un gesto del braccio, Connal richiamò Raichu nella sua Pokeball, per poi riagganciarla alla sua cintura e mandare in campo un altro Pokemon. "Pensaci tu, Lanturn!" esclamò, mandando in campo il suo Pokemon Acqua/Elettro, che apparve fluttuando placidamente a mezz'aria, muovendo pigramente le pinne pettorali. "Bene... abbiamo permesso a questi ragazzini impertinenti di giocare un po' troppo. Fai quello che deve essere fatto."

"Non credo che sarà tanto facile per te, caro il mio dottore!" affermò Pietro. "Ora alziamo un po' il volume, Rhydon! Usa un attacco Tritartigli!"

"Rhydon!" ruggì il Pokemon Terra/Roccia, scagliandosi con decisione contro Lanturn, tenendolo d'occhio per tenersi pronto a qualsiasi mossa il nemico stesse per fare...

"Il tuo Pokemon ha le idee confuse come te su come stanno le cose in realtà." affermò Connal. "E questo te lo dimostrerà. Lanturn, usa Stordiraggio."

"Lan... lanturn!" esclamò il pesce luminoso, la cui appendice luminescente si accese di colpo di una strana luce blu-violacea che sfrecciò verso Rhydon. Per quanto il Pokemon rinoceronte avesse cercato di essere preparato, e avesse cercato di scansarsi al momento giusto, agì mezzo secondo troppo tardi, e la luce spettrale lo raggiunse alla testa, girando vorticosamente attorno a lui! Gli occhi di Rhydon si fecero vitrei, e la sua espressione divenne di colpo vacua, come se fosse stato ubriaco... poi, incapace di frenare il suo slancio, Rhydon proseguì la corsa, mancò Lanturn e si schiantò contro il muro più vicino, aprendovi un buco enorme dalla forma del proprio corpo! Il pavimento tremò quando il possente Pokemon finì faccia a terra, e si rialzò lentamente per riprendere la lotta, mentre Nidoqueen e Rotom continuavano a fissarsi rabbiosamente, ciascuno aspettando che l'altro facesse la sua mossa...

 

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"Oh, ooooh, ma cosa vedo! Una porta chiusa! Per me questo è un invito a nozze!" esclamò Julia, avanzando verso la porta blindata che dava accesso alla stanza successiva con evidente gioia, al punto che si stava fregando le mani! La sua Zebstrika si fece avanti, immaginando che questo volesse dire che aveva il permesso di buttare giù la porta a calci... ma Julia le fece cenno di aspettare, e mentre la Pokemon zebra la guardava corrugando la fronte, la cheerleader dai capelli verdi tirò fuori una Pokeball e ne fece uscire - in maniera abbastanza prevedibile - una Voltorb! "Okay, Voltorb! E' il momento di fare un po' di fuochi d'artificio! Fai saltare in aria quella porta!"

"Strika..." mormorò Zebstrika, un po' delusa... e Voltorb sembrò quasi sogghignare mentre si avvicinava alla porta blindata, e il suo corpo sferico cominciava a crepitare di energia elettrica! Un istante dopo, il Pokemon sferico venne avvolto da un'abbagliante luce bianca... e una tremenda esplosione strappò la porta blindata dai suoi stipiti e la scaraventò a terra con fragore assordante, dando a Julia e ai suoi Pokemon accesso alla stanza! Julia sentì delle voci confuse provenire dall'interno, e un attimo dopo venne accolta da un'esclamazione di gioia da parte della bambina dai capelli neri legata ad una sedia nel centro della stanza.

"Urrà! Eccola, ve l'avevo detto che sarebbe venuta!" esclamò la bambina, mentre Julia si faceva largo tra la polvere sbattendola via con un braccio, si trovò davanti Anna e Noel legati a due sedie al centro della stanza... e più in là, due luogotenenti del Team Meteora che lei riconobbe quasi subito - si trattava di Astro ed Eclisse, senza ombra di dubbio!

"Salve a tutti! La famosa cheerleader Julia, capitano della squadra della Scuola Allenatori di Onice, è qui per voi! Datemi una J! Datemi una U! Una L, una I, una A! J-U-L-I-A!" esclamò. Dal punto di vista degli sbalorditi Astro ed Eclisse, la ragazza era emersa dalla polvere, accompagnata dalla sua Zebstrika e da una Voltorb annerita e fumante, che ciò nonostante manteneva la sua aria minacciosa! E come se non bastasse, era là che si comportava come se stesse partecipando ai festeggiamenti di un evento sportivo, invece di essere in un covo di terroristi! "Salve a tutti! Scusate il disturbo, ma voi del Team Meteora avete alcuni dei nostri compagni in ostaggio, e siamo venuti a riprenderceli! Io, in particolare, sono qui per quei due bambini, se permettete!"

"Yu-huuuu! Julia, sei forte!" esclamò Anna, saltellando eccitata sulla sua sedia, mentre Noel guardava sbalordito la scena... ed Astro ed Eclisse indietreggiarono mettendo mano alle loro Pokeball, non riuscendo nemmeno loro a credere alla scena che avevano davanti agli occhi!

"Ma che... diamine..." mormorò Eclisse. "Oh... accidenti, io ti riconosco! Tu sei quella specie di cheerleader che fa parte della resistenza! Quella mezza pazza che gestisce la centrale elettrica!"

"Mezza pazza? Perchè non mi dici che sono tutta pazza? Beh, non importa, lo prenderò come un complimento!" affermò Julia con un sorrisone smagliante. "Allora... quei due bambini che sono dietro di voi... e tutti gli altri che adesso tenete rinchiusi... io sono venuta qui per liberarli! Allora, li lasciate andare, o devo darvi una scarica?"

"Zeb, zebstrika!" esclamò Zebstrika, strisciando uno zoccolo per terra in modo da enfatizzare le parole dalla sua allenatrice. Astro ed Eclisse strinsero i denti, ma non indietreggiarono, e tirarono fuori delle Pokeball per affrontare la cheerleader dai capelli verdi e i suoi fedeli Pokemon Elettro.

"Non... non possiamo lasciarti passare, Julia!" esclamò Astro, facendo uscire il suo Solrock. Il Pokemon simile ad una meteora apparve fluttuando accanto al giovane Cavaliere Meteora, mentre Eclisse chiamava a sè il suo Lunatone. "Il nostro capo, Sirius, ci ha affidato il compito di impedire a chiunque di passare... e questi bambini sono fondamentali nel piano dei nostri capi! Non possiamo lasciarveli!"

"Anche se la cosa non ci rende esattamente fieri..." disse Eclisse tra sè.

Zebstrika alzò le spalle, immaginando che quella sarebbe stata la risposta... e guardò verso la sua allenatrice per farle un cenno con la testa. Sembrava volesse dire che avrebbero dovuto aspettarsi una simile risposta...
"Tranquilla, Zebstrika... ero pronta a questa risposta!" affermò la ragazza dai capelli verdi, scuotendo la sua lunga ed elegante coda. Con un gesto della mano, richiamò la sua Voltorb e la sostituì al volo con un altro dei suoi Pokemon. "Okay, Voltorb, per adesso va bene così. Mostragli cosa sai fare, Eelektrik!"

"EEEEEEEL!" esclamò il Pokemon che uscì dalla sfera lanciata da Julia. Si trattava di una forma serpentina ricoperta di squame blu-grigie, con il ventre beige e una bocca circolare dotata di spesse labbra rosse entro le quali si vedevano quattro affilati denti triangolari. Aveva gli occhi circondati da cerchi gialli che brillavano leggermente di energia elettrica, e delle pinne beige si agitavano in aria sotto il suo mento e sopra la testa. La sua coda era rossa, ed era a forma di ventola.

"Un Eelektrik?" commentò con acredine Astro, vedendo il Pokemon lampreda che scivolava a terra... ma restò a pochi centimetri da essa, fluttuando come tenuta in piedi da qualche forza invisibile! "Non è un Pokemon che si vede spesso, qui in giro... come te lo sei procurato?"

"Eel, eel..." mormorò il Pokemon Elettropesce, facendosi di colpo contrito e quasi malinconico. Si avvicinò a Julia e cominciò a strusciarsi su di lei come un gatto che cerca le coccole del padrone... e la graziosa cheerleader ricambiò accarezzandolo con la mano libera.

"Ho incontrato questo piccolino nel quartiere Peridoto, quando mi sono rifugiata in un sotterraneo abbandonato durante un temporale." affermò Julia. "Era ancora un Tynamo allora... poverino, era tutto bagnato ed affamato, al punto che stava rosicchiando dei cavi elettrici per farsi passare la fame... Così, l'ho preso con me, gli ho dato da mangiare, e lui è rimasto al mio fianco per gratitudine."

"Eeeeeel!" esclamò l'anguilla elettrica, mentre continuava a strusciarsi su Julia.

Eclisse fece un sorriso che esprimeva un misto di sollievo e tristezza. "Sei una persona molto generosa, Julia... e mi dispiace dover combattere contro di te." affermò. "Ma purtroppo, abbiamo degli ordini, e non possiamo disobbedire. Lunatone, cominciamo! Attacca con Pietrataglio!"

"Solrock, usa Geoforza contro Zebstrika!" esclamò Astro.

Julia ghignò, vedendo che i suoi avversari stavano già facendo sul serio fin dalle prime battute. "Oh, quindi avete intenzione di darmi del filo da torcere, eh? Beh, allora vediamo di rendere questa battaglia più esplosiva!" esclamò. "Zebstrika, usa Agilità! Eelektrik, attacca Lunatone con Sgranocchio!"

Solrock rilasciò una scarica di energia che viaggiò attraverso il terreno, in direzione di Zebstrika... la quale eseguì una schivata laterale, accelerando di colpo prima di puntare dritta in direzione del Pokemon Meteorite, mentre Eelektrik avanzava strisciando come un serpente a mezz'aria in direzione di Lunatone! Il Pokemon simile ad una falce di luna girò su sè stesso e toccò il terreno con una punta, facendo scaturire da esso una raffica di enormi spuntoni di pietra che sfrecciarono verso l'anguilla elettrica ed impattarono su di essa, infrangendosi con un tremendo rumore di roccia sgretolata! Eelektrik strinse gli occhi, ma riuscì ad ignorare il colpo quanto bastava per proseguire, superare la raffica di rocce, e raggiungere Lunatone, che venne colpito da un poderoso morso!

Lunatone si agitò spasmodicamente, cercando di sottrarsi alla letale presa del Pokemon Elettropesce, che però si ancorò saldamente alla pelle rocciosa del suo avversario usando la sua bocca a ventosa... e non appena Julia diede un nuovo ordine, attaccò di nuovo! "Ottimo, Eelektrik! Adesso vai con Gigassorbimento!"

Eelektrik strinse ulteriormente la presa e cominciò a risucchiare energia a Lunatone, sferrandogli un colpo poderoso mentre Zebstrika cercava di farsi strada nella difesa di Solrock. Il Pokemon simile ad un sole stilizzato usò un attacco Turbofuoco, creando dalle fiamme danzanti attorno a sè, e poi scagliandole contro Zebstrika, riuscendo a colpirla di striscio... ma la Pokemon zebra rispose quasi subito con un attacco Scintilla, caricando il suo corno di energia elettrica e sferrando un potente affondo che fece indietreggiare Solrock!

"Yu-huuuu! Vai così, Julia! Io e Nostra tifiamo per te!" esclamò la piccola Anna con entusiasmo. Anche il più tranquillo Noel si sentiva sollevato nel vedere che Julia stava avendo la meglio sui due luogotenenti del Team Meteora... che però non avevano ancora giocato tutte le loro carte!

"Hmph... non male, ma aspetta di vedere questo. Lunatone... usa Forzantica!" ordinò Eclisse. Lunatone si bloccò a mezz'aria, circondandosi di una strana aura gialla che abbagliò per un istante Eelektric, costringendolo a mollare la presa e a ritirarsi. Un istante dopo, delle sfere di luce apparvero attorno a Lunatone, trasformandosi in rocce luminose che il Pokemon Meteorite scagliò con la telecinesi contro l'anguilla elettrica, costringendola ad un folle slalom per evitare di essere colpito! Eelektrik riuscì ad evitare la maggior parte degli attacchi, ma gli ultimi due giunsero a distanza troppo breve l'uno rispetto all'altro, e lo colpirono con violenza, facendolo barcollare per un istante.

"Eelektrik!" esclamò Julia, allo stesso tempo tenendo d'occhio Zebstrika e Solrock, che sembravano essere più o meno alla pari. "Ce la fai a combattere ancora? Non vuoi che ti sostituisca?"

"Eel!" rispose Eelektrik scuotendo la testa. Si rimise in guardia, mentre Lunatone fluttuava un po' più in alto. Evidentemente stava preparando un nuovo attacco psichico, per il quale la lampreda elettrica si impose di restare pronto...

"Okay! Forza, Eelektrik, diamoci dentro! Usa Arrotola e poi Scintilla! Zebstrika, usa Tuononda per bloccare Solrock!" esclamò Julia, sbracciandosi come se stesse facendo una delle sue routine da cheerleader!
"Solrock, difenditi con Protezione!" esclamò Astro, e il suo Solrock creò uno schermo di energia davanti a sè, proprio mentre la Pokemon zebra scagliava una scarica elettrica attraverso il pavimento! L'attacco paralizzante si esaurì contro la protezione improvvisata, mentre Eelektrik eseguiva una rapida giravolta su sè stesso e si lanciava verso Lunatone, tracciando dietro di sè una sfrigolante scarica elettrica! Il Pokemon lunare cercò di evitarlo fluttuando un po' più in alto... e infatti Eelektrik mancò il bersaglio, passandogli sotto ad alta velocità... ma riuscì ad avvinghiare la coda attorno alla parte inferiore del Pokemon Roccia/Psico, trascinandolo via!

"Lu... LUNA?" esclamò Lunatone, spalancando gli occhi per la sorpresa! Eelektrik tirò verso di sè e scagliò via l'avversario, che descrisse una comica traiettoria a parabola in aria e si fermò appena in tempo per evitare di schiantarsi a terra, usando i suoi poteri psichici per tenersi in aria! Girò su sè stesso e si voltò di nuovo verso Eelektrik, sferrando un nuovo attacco!

"Lunatone, rispondi con Psiconda! Tienilo lontano!" ordinò Eclisse. Il Pokemon simile ad una falce di luna illuminò gli occhi, che per un attimo emisero un'innaturale colore azzurro... e poi, il suo corpo venne circondato dalla stessa energia, prima che da esso scaturisse una raffica di anelli di energia blu che raggiunsero Eelektrik, spingendolo indietro con un breve grugnito di dolore. La lampreda elettrica si rimise rapidamente in guardia, fluttuando a pochi centimetri da terra... e Julia corrugò un po' la fronte, immaginando che lo scontro sarebbe stato un po' più arduo di quanto si era aspettata.

"Quella ragazza e i suoi Pokemon sono forti..." commentò Noel, sapendo di dire un'ovvietà. "Ma anche Astro ed Eclisse lo sono... come pensi che andrà, sorellina?"

Anna, anche se legata alla sedia e incapace di districarsi, sfoderò un sorriso acuto. "Perchè non hai mai fiducia, Noel? Nostra ed io lo sappiamo che Julia vincerà... e anche adesso, vedo che tutto questo posto buio si sta riempiendo di luce!" affermò, lasciando Noel ad alzare gli occhi al cielo davanti alle stranezze e alle criptiche parole di sua sorella, a cui pure credeva di essere abituato...

 

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Il Serperior di Fern scagliò un potente attacco Verdebufera, creando attorno a sè un vortice di vento e foglie luminose... e scagliandolo poi contro i Pokemon del Team Meteora, travolgendoli e mandandoli a terra, quasi tutti esausti! I pochi uomini del Team Meteora ancora in attività stavano cercando di richiamare i loro Pokemon, spaventati dalla vista di quel possente Serperior che, anzichè indebolirsi dopo aver lanciato il suo attacco Verdebufera, sembrava diventare sempre più forte e veloce!

"Hah! Pezzenti! Io non mi sono neanche scaldato, e voi già ve la date a gambe?" esclamò Fern, sentendosi fiero ed inarrestabile davanti alla dimostrazione di forza del suo Serperior. Il Pokemon Regale usò il suo attacco Schianto per mettere al tappeto un Herdier del Team Meteora che aveva cercato di attaccarlo di sorpresa... poi, guardò nel corridoio che lui e gli altri Pokemon avevano appena liberato, un corridoio lungo e dall'aspetto cupo, illuminato da alcune lunghe lampade alogene, diverse delle quali erano malfunzionanti, appese al soffitto: ai lati del corridoio si trovavano diverse celle, in ciascuna delle quali era tenuto uno dei bambini e ragazzi ospitati - si fa per dire - nell'istituto del Dr. Connal... e che in quel momento stavano quasi tutti facendo il tifo per i loro liberatori, vedendo finalmente una nuova speranza!

"Sembra che adesso questo posto sia libero..." disse Charlotte, salutando i bambini che si affrettavano ad affacciarsi alle porte delle loro celle. "Ciao, ragazzi! Eccoci qui, siamo arrivati! E tra poco andiamo anche a riprendervi le Pokeball, contenti?"

"Questo posto maledetto ha finito di fare da nascondiglio al Team Meteora." sentenziò Saphira, affiancata dal suo Dragonite che aveva già messo ko una quantità enorme di avversari! Il dragone si voltò verso la sua allenatrice e fece il segno dell'okay, per dire che adesso non c'erano più guardie. "Okay, Shelly... la tua amica è qui, ne sono sicura. Adesso valla a prendere... dopo cerchiamo le vostre Pokeball, e sistemiamo anche il buon dottore!"

"Grazie, miss Saphira..." disse Shelly, sollevata. La bambina dai capelli violetti, guidata dall'istinto, corse lungo un fianco del corridoio, guardando all'interno delle celle... e non passò molto tempo prima di trovarne una al cui interno si trovava la sua migliore amica! Heather sembrava molto provata dalla sua prigionia, aveva i capelli spettinati e sporchi, e il suo vestito bianco era pieno di polvere, macchiato di sporcizia e di un po' di sangue... ma vedere Shelly che si avvicinava, assieme al frastuono della battaglia che i suoi compagni avevano sostenuto per salvarla, pareva averle dato nuova fiducia e speranza.

"Heather! Heather, sono io! Sono così felice di vederti! A-aspetta, adesso ti tiriamo fuori di qui! Non... non ci vorrà molto, davvero!" balbettò Shelly, cominciando a piangere per la gioia di rivedere la sua migliore amica.

"Sh... Shelly? Shelly, cosa... cos'è successo, sono... sono arrivati i nostri compagni?" chiese la bambina dai capelli fucsia, correndo incontro alla sua amichetta sulle gambe ancora non ben ferme. "Ma come... cos'è successo, come hanno fatto a...?"

"Non... non lo so, sinceramente... ma... non credo che importi, adesso!" mormorò Shelly, sorridendo tra le lacrime. "Ora... ora siamo liberi tutti! Andiamo... andiamo a prendere i nostri Pokemon... e poi ce ne andiamo in un posto sicuro!"

Heather prese le mani di Shelly, tenendo le braccia tra le sbarre della sua cella... e riuscì a sorridere a sua volta. La speranza che i maltrattamenti del Dr. Connal e le ingiustizie del Team Meteora le stavano togliendo... ora era tornata, più forte che mai!                          

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: E con questo, la prima parte dell'assalto al Team Meteora si conclude! Come andrà il resto? Ho come l'impressione che ci aspetti ancora qualche sorpresa... ma per queste risposte, vi do appuntamento alla prossima volta! Ciao a tutti!
     
                   
 
     

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Capitolo 35
*** Lotta nel Palazzo Yureyu, Parte 2 ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 35 – Lotta nel Palazzo Yureyu, Parte 2

"Lanturn, ora usa il tuo attacco Idrovampata!" esclamò il Dr. Connal. "Rotom, attacca Nidoqueen con Malcomune!"

Il medico criminale fece un gesto con il braccio, ed entrambi i suoi Pokemon agirono con letale prontezza di riflessi - Lanturn aprì la bocca e scagliò un fiotto d'acqua bollente che raggiunse Rhydon al torace, strappandogli un profondo ruggito di dolore. Il Pokemon Terra/Roccia cercò di restare in piedi, ma la sua doppia debolezza si fece sentire molto presto, e Rhydon cadde in ginocchio, poi si accasciò faccia a terra, il corno-trivella che smetteva di girare con uno sfrigolio sinistro. Nello stesso momento, Rotom fluttuò in alto e creò una scia di luce rossa che orbitò attorno al fantasmino di plasma per qualche istante prima di scivolare verso Nidoqueen! La Pokemon Veleno/Terra cercò di evitare il colpo, ma la scia luminosa cambiò improvvisamente direzione a mezz'aria e la raggiunse, avvinghiandosi attorno a lei in una presa incorporea che ciò nonostante sembrava una morsa d'acciaio, e che impedì a Nidoqueen di divincolarsi! Un impulso di energia scaturì dal corpo di Nidoqueen, che ruggì per l'improvviso dolore e si sentì improvvisamente mancare le forze... mentre l'energia a lei sottratta scivolava lungo la scia energetica e veniva assorbita dal Rotom di Connal, che sembrò improvvisamente ritemprato!

"Nidoqueen!" esclamò Aya preoccupata, mentre Pietro alzava le spalle e richiamava il suo Rhydon. "Che... che razza di trucco è questo, dottore dei miei stivali?"

"Nessun trucco, mia cara." rispose prontamente il medico criminale, il cui Rotom si era ripreso di colpo, anche se non completamente. "La mossa Malcomune fa in modo che i due contendenti condividano i danni subiti. Il Pokemon che ha ricevuto più danni si riprende, mentre quello più in forze si indebolisce, fino quasi ad equilibrarsi."

"Rotom, rotom!" esclamò il Pokemon Plasma, emettendo delle scariche di luce dal proprio corpo.

"Lo ammetto, questo trucco non lo conoscevo..." affermò Pietro, senza dare l'impressione di essere intimorito. "E il mio Rhydon è fuori gioco, adesso... ma non mi affido solamente a lui per combattere le mie battaglie! Okay, Sudowoodo, è ora di alzare il volume!"

Pietro fece uscire il suo Pokemon Imitazione, che si materializzò sul campo di battaglia con un'esclamazione di trionfo, atterrando agilmente sul terreno ed aprendo le braccia-rami come se si stesse presentando ad un pubblico immaginario!

"Sudo, sudo, woodo!" esclamò il buffo Pokemon Roccia. Il Lanturn di Connal lo fissò con antipatia, come se si stesse chiedendo se davvero era quello l'avversario con cui avrebbe dovuto scontrarsi... e il dottore stesso sembrava non avere voglia di perdere altro tempo.

"Questa battaglia senza costrutto è andata avanti un po' troppo a lungo per i miei gusti." affermò. "Lanturn, usa di nuovo Idrovampata. Rotom, ora usa Palla Ombra su Nidoqueen!"

"Sudowoodo... usa Sbigoattacco su Rotom!" esclamò Pietro, cogliendo di sorpresa il Dr. Connal. Prima che Lanturn potesse prendere la mira, e che Rotom potesse indirizzare il suo attacco a Nidoqueen, Sudowoodo scomparve da dove si trovava, scattò in avanti a velocità folle, e sferrò un poderoso attacco che colpì in pieno l'impreparato Rotom! Il fantasmino di plasma sgranò gli occhi incredulo nel momento in cui si vide arrivare addosso il colpo, e non riuscì a difendersi in tempo quando lo Sbigoattacco lo centrò in pieno, scaraventandolo contro un muro e facendolo cadere a terra stordito! Anche Aya e Nidoqueen restarono stupefatte per un momento, guardanso Rotom che scivolava a terra con gli occhi trasformati in spirali... ma si svegliarono rapidamente quando Pietro guardò verso di loro, dando loro un segnale inequivocabile!

"Aya! Adesso! Lanturn è tuo!" esclamò il giovane rockettaro!

"Er... ah! Subito!" esclamò la ragazzina dai capelli viola. "Adesso, Nidoqueen! Attacca Lanturn con Fossa!"

"Nido!" esclamò la Pokemon Trapano, scavando rapidamente una fossa e dirigendosi a tutta velocità verso il pesce luminoso... che, cercando in qualche modo di frenare l'avanzata della sua avversaria, scagliò un fiotto d'acqua bollente che si esaurì sul pavimento senza infliggere alcun danno all'avversaria! Come un missile, Nidoqueen si scagliò con tutto il suo peso contro Lanturn, lasciando il Dr. Connal a sgranare gli occhi rabbiosamente quando il suo Pokemon venne centrato in pieno e scaraventato a terra con un grugnito! Il Pokemon Acqua/Elettro si accasciò sul pavimento, e restò lì a pancia in giù per diversi secondi prima di rialzarsi con un'esclamazione rabbiosa! Senza pensare, caricò la sua antenna luminosa e scagliò un attacco Fulmine contro Nidoqueen, che non fece neanche lo sforzo di spostarsi, e ricevette il colpo in pieno petto! La scarica elettrica si disperse senza fare nulla sulla spessa corazza naturale, e Connal strinse i denti per la frustrazione.

"Ahi, ahi, ahi, doc... mi cadi su una cosa così stupida?" lo prese in giro Pietro.

"Sciocco d'un Pokemon! Possibile che non ti ricordi che i Pokemon Terra sono immuni all'elettricità?" esclamò il medico criminale. "Non ti ho addestrato per fare queste figure ridicole!"

"Tuuurrrrn..." mormorò il pesce luminoso, guardando verso il terreno con espressione colpevole... un attimo prima di essere raggiunto da un poderoso attacco Corposcontro di Nidoqueen! Già indebolito dall'attacco precedente, Lanturn non riuscì a reggere al colpo, e si schiantò a terra, restando privo di sensi!

"Ugh... come volevasi dimostrare..." mormorò infastidito il Dr. Connal, un attimo prima di ritrovarsi con la mano di Sudowoodo stretta attorno al collo! Il medico pazzo emise un'esclamazione strozzata e sgranò gli occhi, ritrovandosi di colpo con le spalle al muro - non poteva più nemmeno rischiare di mettere mano alle tre Pokeball che gli erano rimaste... sarebbe bastato un attimo a Sudowoodo per stringere la presa.

"Tsk, tsk, tsk... mi sembra che la diagnosi sia piuttosto infausta, caro dottore!" disse Pietro, muovendo un indice come per dire di no, mentre modulava la sua voce in modo che suonasse quanto più aulica possibile! "Allora... direi che abbiamo vinto noi, per stavolta! In realtà, non mi sarei fatto problemi a continuare la battaglia, ma temo che in questo momento ci siano delle faccende che richiedono la nostra presenza con assoluta urgenza!"

"Già... come dare una mano ai nostri compagni." affermò Aya con fare quasi malinconico mentre appoggiava una mano sulla spalla di Nidoqueen. Pietro ebbe l'impressione che la sua cosiddetta fidanzata fosse dispiaciuta per la prestazione in questa battaglia... ma del resto, per come la conosceva, Aya si sarebbe data la colpa anche del surriscaldamento di Reborn City! "Anche se ci piacerebbe poterti consegnare alle autorità, dottore dei miei stivali... temo che in questo momento non sia possibile. I tuoi amichetti del Team Meteora controllano praticamente tutto in questa città... e ti tirerebbero fuori in due minuti."

"Hmph... il vostro atteggiamento di sfida è del tutto fuori luogo, e lo sapete." affermò il Dr. Connal, mantenendo un ammirevole sangue freddo nonostante la situazione si fosse rivoltata contro di lui. "Siete soltanto due ragazzini che cercano di fare la voce grossa e di mostrarsi refrattari all'autorità per darsi un tono e credere di essere importanti. Ditemi... cosa pensate di ottenere, con il tuo cieco ottimismo... e tu, ragazzina, con il tuo nichilismo?"

"Nichilismo? Io mi considero una realista." replicò Aya, senza apparentemente cambiare espressione. "Del resto, quando si è una persona come me, che vive in un posto come Reborn City, non vedo cosa ci sia da sperare."

"E allora, perchè ti opponi a me e al Team Meteora?" chiese a bruciapelo lo psichiatra. "Il fatto stesso che tu sia qui è la prova che speri di ottenere qualcosa. Per quanto poco ponderate siano le tue azioni... dovrai pur avere un tuo obiettivo personale nell'agire così, il che contraddice la tua asserzione che non ci sia nulla per cui valga la pena di lottare."

"Lo sto facendo solo per me stessa." rispose Aya immediatamente, con Nidoqueen che corrugava la fronte in un'espressione che Pietro e il suo Sudowoodo non seppero esattamente come interpretare. "Se non lo avessi fatto, la mia coscienza avrebbe continuato a tormentarmi, e io volevo solamente dormire sonni tranquilli."

Connal reagì con un lieve sorriso, come se avesse colto qualcosa che Aya stessa non vedeva. "Questo è quello che dici... ma io non ho studiato psichiatria per tutti questi anni per niente." affermò con orgoglio professionale. "Tu continui a negarlo. Continui a negare che c'è qualcosa in più dietro le tue azioni, e vuoi negare a te stessa la possibilità di essere soddisfatta e felice. Un atteggiamento poco costruttivo, nella migliore delle ipotesi."

"Sudowoodo..." mormorò il Pokemon imitatore, allentando appena un po' la presa sul collo del prigioniero.

Aya strinse i denti in uno scatto di rabbia e si portò rabbiosamente in faccia al dottore, che restò tranquillo, e continuò a fissarla con i suoi freddi occhi grigi. "Non sono affari tuoi, dottore da quattro soldi!" esclamò furiosamente la ragazza dai capelli viola. "Cosa te ne frega di quello che faccio o penso io? Ah, già, dimenticavo... la tua missione è di salvare i ragazzi ed impedire loro di fare scelte sbagliate, vero? Sei un maledetto buffone... almeno io non mi illudo di essere una brava persona quando non lo sono!"

"Nidoqueen!" esclamò la sua Nidoqueen, afferrando delicatamente il braccio che Aya stava tendendo verso il Dr. Connal per afferrargli il bavero della camicia. Sembrava voler dire alla sua allenatrice che non era il caso di farsi prendere la mano per le provocazioni di una persona del genere.

"Aya, fermati! E' proprio quello che lui vuole, capisci?" esclamò Pietro, facendosi serio di colpo. "Vuole provocarti, in modo che tu ceda alla rabbia e dimostri che lui ha ragione e tu hai torto! Vuole dimostrare che lui è superiore a te! Non dargliela vinta!"

"Perchè non dovrei dargliela vinta, sentiamo?" ringhiò Aya, voltandosi di scatto verso Pietro, il quale rimase per un attimo scioccato dalla rabbia e dal risentimento che lesse negli occhi della ragazza che amava. "Sarebbe soltanto la verità! Lui sarebbe comunque superiore a me, anche con tutte le carognate che ha fatto!"

"Andiamo, Aya, non puoi davvero pensarlacosì! E non crederai certo che sei venuta fin qui per aiutarci soltanto perchè volevi metterti in pace con te stessa!" esclamò il giovane rockettaro. "Io tti conosco, Aya... so che sei una persona buona, e che non meriti questo disprezzo che tu continui a provare per te stessa... insomma, dimmi un po', perchè fai questo? Perchè continui a tormentarti? Sembra quasi che tu non voglia stare bene con te stessa..."

Aya scosse la testa, la sua furia spenta nel giro di pochi secondi, e sostituita da una cupa rassegnazione e una malinconia che sconfinava nell'apatia. "Infatti è così, Pietro. Non lo hai ancora capito? Io sono una persona orribile, e non merito di essere felice." affermò, guardando verso il terreno. Connal non fece una piega, guardando con freddezza la ragazza che, senza neanche rendersene conto, abbassava le sue difese mentali e gli permetteva di rendersi meglio conto delle sue debolezze.

"Senso di colpa. Inadeguatezza. Una rabbia che ti tieni dentro e cerchi in qualche modo di sfogare." disse Connal con la sua classica, monolitica certezza. "Devi essere una ragazza alquanto infelice, Aya."

La reazione di Pietro davanti alle insinuazioni del dottore non fu certo delle più diplomatiche. "Ora basta, sottospecie di strizzacervelli! Tu non sai niente di Aya, quindi non ti provare a giudicarla!" esclamò, perdendo il suo tipico buon umore e andando direttamente in faccia allo psichiatra criminale. Ma anche questa volta, Connal non reagì - sembrava quasi che fosse convinto fino in fondo che la sua fredda logica e la sua comprensione della natura umana avrebbero messo a tacere ogni dissenso da parte di quel "ragazzino inesperto".

"Io non sto cercando di giudicare nessuno, mio giovane amico." spiegò Connal. "Io non faccio altro che annotare quello che vedo, analizzarlo e trarre le dovute conclusioni, come è dovere di ogni psichiatra."

"Nidoqueen!" ringhiò la Nidoqueen di Aya, stufa di ascoltare i vaneggiamenti del medico pazzo. "Nidoqueen nido!"

"Hmph... fate come volete. A questo punto, immagino che non ci sia molto che io possa fare o dire per fermarvi. Tuttavia, sappiate che Lord Solaris, il capo del Team Meteora, verrà messo al corrente di questa vostra bravata, e saprà prendere i provvedimenti del caso."

"Io non capisco... perchè una persona come lei collabora con il Team Meteora? Lei dice che quei criminali sono un male necessario, ma cosa intende, più esattamente?" chiese Pietro, facendo cenno al suo Sudowoodo di non mollare la presa, in caso il dottore avesse in mente qualche altra idea balzana.
L'atteggiamento del Dr. Connal si fece più solenne. "Mi sembrava che fosse ovvio. Il Team Meteora imporrà almeno un po' di controllo su questo mondo alla deriva, dando alle persone la direzione di cui hanno bisogno non solo per vivere le loro vite nel modo migliore, e per impedire che altri bambini facciano la fine che ho visto fare a troppe persone. E poi... c'è un altro motivo per cui sono con il Team Meteora. C'è una cosa di cui voglio assicurarmi di persona." affermò, per la confusione dei due giovani allenatori e dei loro Pokèmon.

"Woodo?" chiese Sudowoodo con espressione melensa, chiedendosi cosa volesse dire il dottore con quell'ultima frase sibillina.

"Di cosa stai parlando?" chiese Pietro, il cui tono minaccioso era stato rapidamente sostituito dal dubbio e da un vago timore, di cui lui stesso non sapeva spiegarsi il motivo.

Il dottore non apparve intenzionato a fare maggiore chiarezza nelle sue parole. "Nulla che vi possa riguardare, e potrebbe essere semplicemente una mia idea priva di fondamento." rispose seccamente. "Ad ogni modo, questo non cambia la vostra posizione. Potrete anche aver mandato all'aria questo nostro nascondiglio, ma per il Team Meteora sarà poco più che un fastidio."

"Per adesso, potete scordarvi di avere quei gioielli che state cercando. E se vi ripresenterete, vi cacceremo via di nuovo." affermò Pietro, facendo cenno a Sudowoodo di mollare Connal. Il Pokemon Roccia eseguì senza alcuna esitazione, facendo cadere a terra lo psichiatra criminale come un sacco vuoto prima di tornare al fianco del suo allenatore. "Per adesso, la lascio a riflettere su quello che è successo. Non è ancora troppo tardi per pentirsi e tornare sulla retta via... ma deve essere lei a cogliere l'occasione, dottore. Rifletta sul male che ha fatto a tanti ragazzi, e cerchi di rimediare. Andiamo, Aya. Julia potrebbe avere bisogno del nostro aiuto."

"Va bene." disse Aya, annuendo appena un po'. La ragazza dai capelli viola gettò un'occhiata svogliata al Dr. Connal, che restava accovacciato sul pavimento, massaggiandosi la spalla per la quale Sudowoodo lo aveva trattenuto. Il medico non fece nulla per impedire ai due amici e ai loro Pokemon di andarsene, ma loro lo tennero comunque d'occhio mentre si affrettavano verso la rampa di scale che Aya aveva infilato poco prima.

"Hey, Aya... non ascoltare quello che stava dicendo quel dottore da strapazzo." disse Pietro mentre i duue giovani iniziavano a salire le scale. Nidoqueen prese una scrivania dalla sala e la spostò davanti alle scale, in modo da ostacolare quanto più possibile chiunque avesse intenzione di seguirli. "Lui stava solo cercando di farti dubitare di te stessa."

"Non c'era bisogno che se ne prendesse il disturbo..." mormorò seccamente la ragazza, riprendendo l'aria malinconica e depressa di prima. Pietro sospirò, immaginando che almeno per il momento ci fosse ben poco che lui poteva fare o dire per fare sì che Aya si riscuotesse dalla sua depressione, ma si ripromise che avrebbe fatto tutto il possibile per starle accanto e perchè lei un giorno tornasse ad essere la ragazza allegra e positiva di un tempo...

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Eelektrik stridette rabbosamente, evitando per un pelo un potente attacco Forzantica da parte del Lunatone di Eclisse... poi, serpeggiando rapidamente a mezz'aria, si avvicinò all'avversario, mentre Zebstrika cercava ancora di tenere a bada Solrock con una raffica di attacchi Scintilla! Julia colse il momento giusto quando il Lunatone di Eclisse fluttuò un po' più in alto per riprendere l'assalto...

"Adesso, Eelektrik! Usa il tuo attacco Idrondata!" esclamò Julia. "Zebstrika, colpisci con Sprizzalampo!"

"Eeeeeel!" stridette il Pokemon simile ad una lampreda, scattando verso l'alto con la coda circondata da un turbine d'acqua mossa, e colpendo in pieno Lunatone, scaraventando all'indietro il Pokemon simile ad una meteora intagliata! Lunatone volteggiò su sè stesso per diverse volte, prima di cadere a terra privo di forze... e nello stesso momento, Zebstrika si lanciò furiosamente al galoppo contro il Solrock di Astro, il corpo circondato da un'abbagliante aura di elettricità crepitante! Il Pokemon Sole cercò di spostarsi, ma Zebstrika fu più veloce e lo centrò in pieno, trasmettendogli una dolorosa scarica elettrica e scaraventandolo indietro per un breve tratto... ma solrock riuscì a reggere al colpo, e contrattaccò rapidamente.

"Non male... ma ora tocca a me!" esclamò il Cavaliere Meteora. "Attacca, con Geoforza, Solrock!"

Zebstrika stava riprendendo fiato dopo aver mandato a segno il suo attacco Sprizzalampo, e non riuscì a spostarsi in tempo quando Solrock si illuminò di luce rossa per mezzo secondo, prima di scagliare un impulso di energia che viaggiò attraverso il terreno con rapidità quasi abbagliante, prima di infilarsi sotto gli zoccoli di Zebstrika ed esplodere in una colonna di luce rossa che travolse la Pokemon Zebra, sollevandola in aria con un breve grugnito di dolore! Per alcuni secondi, il tremendo impulso energetico travolse Zebstrika, prima di scaraventarla al suolo, dove la Pokemon Elettro scalciò per un attimo prima di perdere i sensi e giacere immobile.

"Cavolo... una vittoria e una sconfitta... insomma, pensavo di fare un po' meglio..." affermò Julia, che ancora non sembrava prendere eccessivamente sul serio la cosa. "Beh, sei stata brava lo stesso, Zebstrika! Non immaginavo certo che quel Solrock fosse così forte."

Mentre Julia richiamava Zebstrika, e sceglieva un altro Pokemon da mandare in campo, le reazioni di Anna e Noel davanti alla battaglia erano - come forse era lecito aspettarsi - diametralmente opposte: la bambina con i codini sembrava entusiasta per la vittoria di Eelektrik su Lunatone, mentre Noel reagì con un sospiro quando vide Zebstrika cadere a terra priva di forze. "Evviva! Hai visto, fratellino? Hai visto? Io lo sapevo che Julia ce la faceva!" esclamò la bambina, con una vocetta acuta che si levava persino al di sopradel fragore della lotta.

"Sì, sorellina, l'ho visto. Ho gli occhi per vedere." affermò Noel con tono piatto. "E non vedo cosa ci sia di tanto spettacolare. Piuttosto, ho visto che la sua Zebstrika è stata battuta dal Solrock di quel Cavaliere Meteora, e non vedo cosa tu ci trovi di tanto entusiasmante... Julia non ha dimostrato niente."

"Uffaaaa... fratellino, ma perchè tu guardi sempre il lato brutto delle cose?" si lamentò Anna. Eclisse, dopo aver richiamato il suo Lunatone, si mise una mano sulla fronte e se la massaggiò, sentendo che il mal di testa le stava tornando. Da quando in qua la sua vita era andata a rotoli al punto che adesso si trovava a doversi dividere tra i suoi compiti come Dama Meteora... e quelli di una baby-sitter?

"State tranquilli, bambini! La vostra cara Julia ha tutto sotto controllo! O almeno, così spero... heheheheee.. Comunque, non badiamo a questi dettagli... e ora tocca a te, Electrode!" esclamò, per poi lanciare un'altra Pokeball e mandare in campo il suo Pokemon preferito - un'Electrode dal ghigno sardonico simile a quello del gatto del Cheshire, la cui superficie metallica sfrigolava di energia elettrica mentre si appoggiava sul terreno e si preparava a combattere. Anna esultò ancora una volta, ed Electrode volteggiò agilmente su sè stessa, come se stesse facendo un pezzo di breakdance o un'esibizione da cheerleader! "Hehehee... brava, Electrode! Hai proprio imparato bene quell'esibizione che ti ho insegnato!"

"Electrode!" Il Pokemon sferico ringraziò con una voce vivace e dal tono metallico, poi s voltò verso Astro ed Eclisse pronto a sostenere la lotta. La Dama Meteora fece un cenno di intesa ad Astro, e il giovane Cavaliere richiamò il suo Solrock, decidendo che fosse meglio farlo riposare un po' in caso ci fosse stato bisogno di lui più avanti nella battaglia. Poi, frugò tra le sue Pokeball, e mandò in campo un altro combattente, scegliendolo tra quelli che meglio avrebbero potuto dare una mano alla sua compagna nella battaglia.

"Va bene. Ora tocca a te, Vespiqueen!" esclamò Astro, scagliando la sua Pokeball. Da essa uscì uno strano Pokemon simile ad una vespa gigantesca dalle fattezze umanoidi,  la testa arancione con mandibole ricurve ed antenne rigide dalla forma cilindrica ricurva. I suoi occhi erano di colore rosso con pupille bianche, e possedeva una gemma rossa sulla fronte. Il torace giallo era di forma sferica, e da esso spuntavano due zampe nere terminanti con piccole mani artigliate. Due paia di ali trasparenti ricoperte di venature spuntavano dalla schiena, mentre l'addome simile ad una sorta di gonna dava l'impressione di un'alveare, con un pungiglione giallo che spuntava dai favi che lo componevano.

"Vediamo di fare una piccola sorpresa a quest'intrusa... vai, Aromatisse!" esclamò Eclisse lanciando la sua Pokeball successiva. Al fianco di Vespiqueen, si materializzò uno strano Pokemon, che Julia e i suoi combattenti non avevano mai visto in vita loro: era un buffo Pokemon bipede dal corpo tozzo, dalla forma simile ad una pera, tutto coperto da un vivace piumaggio viola che diventava rosa e più folto sull'addome, formando quasi un tutù. I suoi grandi occhi, che lo facevano sembrare quasi un gufo, erano rossi con le pupille nere, e lunghe ciglia nere che gli davano un aspetto femmineo. Il suo volto sembrava coperto da una maschera bianca con un lungo boccaglio, simile a quelle indossate dai medici della peste medievali, e le orecchie erano lunghe ed ondulate, con l'interno giallo.

Julia riconobbe subito il primo Pokemon... ma quello di Eclisse l'aveva colta del tutto di sorpresa. "Huh? Hey, un momento, e quello che Pokemon è? Non l'ho mai visto prima d'ora..." disse la cheerleader dai capelli verdi, tirando rapidamente fuori il suo Pokedex per saperne di più. L'immagine dello strano Pokemon piumato apparve sullo schermo, e mentre Eelektrik ed Electrode si apprestavano ad affrontarlo, la voce computerizzata del dispositivo portatile diede le dovute spiegazioni.

"Aromatisse, il Pokemon Fragranza. Tipo Folletto. Forma evoluta di Spritzee." disse il Pokedex. "E' in grado di emanare profumi di diversi tipi. Durante la lotta, mette in difficoltà i nemici emettendo odori sgradevoli. Se un allenatore non è un assoluto estimatore di aromi, avrà grosse difficoltà anche solo a stargli vicino."

"Che carino, un Pokemon che combatte usando i profumi!" commentò Julia, osservando ammirata il Pokemon Fragranza, che inclinò la testa da un lato come se fosse stato una civetta vera e propria. Sembrava non sapere cosa pensare della strana ragazza che stava dall'altra parte del campo di battaglia. "E' quasi un peccato che devo combattere contro di lui, sembra quasi un pon-pon come quelli che uso io!"

"Julia ha ragione, sembra davvero un pon-pon!" esclamò Anna.

"Aro... matisse?" chiese Aromatisse con voce cinguettante. La Vespiqueen di Astro emise un ronzio sommesso, come se discorsi del generale l'avessero spiazzata...

"Ugh... proprio quello che mi ci voleva..." commentò seccamente Eclisse. "Senti, verdina, se hai il tempo di fare queste battute, allora ce l'hai anche per combattere, quindi fatti sotto! Aromatisse, usa Calmamente, e poi Ventodifata!"

"Vespiqueen, parti con Comandoscudo!" esclamò Astro. Aromatisse chiuse gli occhi, congiungendo le piccole mani davanti a sè, e cominciò a concentrarsi, mentre Vespiqueen emise un ronzio di richiamo... e subito dopo, uno sciame di piccole api si raccolse attorno alla gigantesca ape regina, creando una sorta di scudo vivente davanti al suo corpo prima di disperdersi! Vespiqueen emise per un attimo una debole luce verdina, segno che la mossa era andata a buon segno e le sue difese erano incrementate.

"Hmm... sembra che questo sia un po' un grattacapo, eh?" chiese retoricamente Julia, senza farsi intimorire dalle mosse dei suoi avversari. "Okay, allora vediamo un po' come reagite quando i miei Pokemon vi demoliscono! Eelektrik, usa Arrotola di nuovo, e poi Acrobazia! E tu, Electrode... comincia con Raggioscossa su Aromatisse!"

"Ellllllectrode!" esclamò il Pokemon simile ad una Pokeball, sgranando gli occhi e caricandosi per un momento prima di scagliare uno sfrigolante raggio di energia elettrica contro Aromatisse mentre questo riapriva gli occhi dopo un momento di meditazione.  Il Pokemon Folletto scansò il colpo all'ultimo momento e cercò di avvicinarsi all'avversario... poi, eseguì un volteggio su sè stesso e creò un vento scintillante che poi indirizzò contro i suoi avversari! Il velocissimo Electrode rotolò di lato e riuscì a scansare il colpo, ma Eelektrik non fu altrettanto rapido e venne raggiunto dall'attacco, solo per riprendersi dopo un secondo e scagliarsi addosso al Pokemon piumato con un attacco Acrobazia. L'anguilla elettrica eseguì un rapido e spettacolare colpo con le sue spire, schiaffeggiando Aromatisse e mandandolo a terra per un istante, mentre  Electrode riprendeva a caricarsi...

"Vespiqueen, ora usa il tuo attacco Gemmoforza!" ordinò Astro alla sua Pokemon Coleottero/Volante, che congiunse le mani creando tra i suoi palmi una sfera di luce arancione... poi, prese la mira e scagliò il proiettile energetico contro il suo avversario!

"Deflettila con Vortexpalla, Electrode!" ordinò Julia. "Eelektrik, stai addosso ad Aromatisse! Non permettergli di mantenere le distanze!"

Il Pokemon sferico ghignò nuovamente ed eseguì un velocissimo giro su sè stesso, trasformandosi in una specie di trottola luccicante... e l'attacco Gemmoforza di Vespiqueen, pur andando a segno, venne respinto con un acuto rumore metallico, infrangendosi in migliaia di schegge luminose! Eelektrik strisciò rapidamente verso Aromatisse, che cercò di saltare via...          

"Presto, Aromatisse, usa il tuo attacco Nebularoma!" esclamò Eclisse. Aromatisse colse quel mezzo secondo di tempo che gli era stato concesso, e aprì le sue corte braccia, cominciando a sprigionare una nube di nebbia rosata dal profumo intenso e quasi soverchiante! La nube di gas profumato si diffuse rapidamente, inghiottendo Eelektrik ed Electrode in un miasma che emanava un aggressivo miscuglio di afrori, un miscuglio di incenso, spezie e fiori di campo che fece girare la testa ai due Pokemon Elettro!

"El... ectro... de?" esclamò Electrode, cominciando a barcollare mentre Eelektrik agitava le pinne anteriori davanti a sè per scacciare via quel profumo che lo stordiva! Anche Julia riusciva a sentire il profumo che si diffondeva nella stanza, e faceva fatica a restare concentrata sullo scontro...

"Cosa...?" mormorò la ragazza dai capelli verdi, sfregandosi gli occhi nel tentativo di mantenere la concentrazione. "Owww... cavolo, lo sapevo io che dovevo bermi un paio di tazzine di caffè in più stamattina... adesso mi sta venendo... sonno... Yaaaaawn!"

 Eclisse sorrise leggermente, vedendo che i Pokemon della sua avversaria si indebolivano. "Sei sorpresa, mia cara? Questo attacco serve sia a proteggere i Pokemon miei alleati che a dare fastidio agli avversari! Adesso tocca a te, Astro! Sferra il tuo attacco!" esclamò.

"Grazie, Eclisse! Ottimo gioco di squadra!" affermò il Cavaliere Meteora con un cenno della testa. "Vai, Vespiqueen! E' il momento di usare Comandourto!"

"Vvvvvespiqueen!" esclamò la Pokemon di Astro. Gli occhi dell'ape regina diventarono rossi e luminosi, e con un ronzio assordante, diversi fuchi di Combee apparvero attorno a lei! Poi, Vespiqueen fece un cenno con un braccio, e i suoi "sudditi" scagliarono tutti assieme dei raggi di energia multicolori che raggiunsero Electrode ed Eelektrik, sballottandoli furiosamente! Eclisse annuì e si preparò a dare anche lei un ordine d'attacco al suo Pokemon... ma Julia non si perse d'animo! Si morse il labbro, in modo che il lieve dolore la aiutasse a non soccombere agli effetti di Nebularoma, poi alzò la voce in modo da farsi sentire sopra il ronzio di Vespiquen e dei suoi sottoposti.

"Electrode, usa un attacco Ondashock! Colpiscili tutti e due!" esclamò la cheerleader dai capelli verdi. "Eelektrik, usa Fulmine su Vespiquen!"

"ELECTRODE!" esclamò con decisione il Pokemon sferico, prima di sprigionare dal proprio corpo un'ondata di energia elettrica che si espanse rapidamente attorno a lui, investendo sia Vespiquen che Aromatisse prima che potessero usare una nuova mossa contro di lui! Nessuno dei due Pokemon si era aspettato tale prontezza e decisione da parte di quegli avversari che sembravano già barcollanti, e vennero investiti in pieno dalla scarica elettrica che si diffondeva attorno ad Electrode, venendo spinti indietro per un breve tratto! Eelektrik ringraziò il suo compagno di squadra e aprì le sue fauci a ventosa, creando all'interno della bocca un fulmine globulare che poi scagliò con letale precisione contro Vespiquen, centrandola in pieno petto e costringendo i Combee che aveva richiamato a disperdersi! L'ape regina emise un aspro ronzio di rabbia e dolore, abbassandosi di quota ed appoggiandosi a terra per bilanciarsi meglio, mentre Aromatisse scuoteva la testa e fissava rabbiosamente i suoi avversari. La battaglia si stava prolungando fin troppo...

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Con un terribile rumore di metallo tranciato, le sbarre dell'ultima cella cedettero sotto gli artigli del Dragonite di Saphira, e i bambini che erano imprigionati al loro interno emisero un gridolino di paura e si acquattarono in fondo alla cella per la paura... ma quando videro il possente drago che sorrideva gentilmente e faceva loro cenno di uscire, si fecero coraggio e si avviarono fuori dalla cella... dove il resto degli appartenenti alla resistenza stava tenendo a bada ciò che restava del Team Meteora. Charlotte, che aveva appena recuperato le sue Pokeball, aveva appena mandato in campo uno dei suoi Pokemon preferiti - una maestosa Ninetales dal lungo mantello dorato, che in quel momento stava schizzando con grazia ed agilità da un lato all'altro del corridoio, attaccando i Pokemon del Team Meteora e mandandoli a terra uno dopo l'altro!

"Brava, Ninetales! Continua così! Adesso sì che andiamo forte!" esclamò Charlotte, facendo un applauso alla sua Pokemon. Ninetales si girò verso la sua allenatrice e le fece un occhiolino, poi si voltò verso una recluta del Team Meteora accompagnata da un Loudred... "Presto, Ninetales! Blocca quel Pokemon con Stordiraggio!"

"Tales!" esclamò la kitsune, i cui occhi si illuminarono di luce azzurra, dandole un aspetto soprannaturale. Incrociò lo sguardo del Pokemon avversario, che proprio mentre era in procinto di attaccare, si fermò di colpo e barcollò come se fosse stato ubriaco! Nel frattempo, il Serperior di Fern e il Lapras di Amaria stavano tenendo a bada un altro gruppo di reclute... e il Pokemon serpentino usò un attacco Frustata per estendere alcune liane ricoperte di foglie dal suo corpo, avvinghiando alcuni dei nemici mentre Libertà usava il suo attacco Geloraggio per incastrare altre reclute in un blocco di ghiaccio!

"Perfetto... direi che a questo punto abbiamo la vittoria in pugno... o almeno spero!" affermò Laura, mostrandosi una volta tanto decisa mentre la sua Lilligant si batteva con tre Mightyena del Team Meteora contemporaneamente Evitò un attacco Rogodenti da parte di una dei Pokemon oscuri, poi prese un Morso da un altro, senza risentirne più di tanto... e una volta che tutte e tre le Mightyena le furono vicine, cercando di intrappolarla, Lilligant si produsse in uno spettacolare attacco Petalodanza, sprigionando dal proprio corpo un vortice di petali rosa, blu e gialli che investì in pieno i tre avversari e li sollevò da terra, per poi scaraventarli via in disordine!

"Lilligant!" esclamò la graziosa Pokemon Fiorfronzolo, facendo un inchino ad un pubblico immaginario. Una alla volta,  le tre Mightyena caddero a terra prive di sensi, e alcuni dei bambini liberati le fecero un applauso, come se stessero assistendo ad uno spettacolo a teatro!

Shelly ed Heather si erano tenute in disparte rispetto al resto della battaglia, immaginando che non sarebbero riuscite a fare molto... e anche perchè Heather era ancora troppo scioccata ed instabile sulle gambe per sostenere una battaglia di Pokemon. In quel momento, si accontenavano di non intralciare i loro compagni della resistenza, e Shelly cercava di fare un po' di coraggio alla sua migliore amica.

"Ce la stiamo facendo, vedi, Heather? A-adesso... miss Saphira e gli altri sono venuti ad... ad aiutarci!" affermò la bambina dai capelli color lavanda, la voce ancora poco ferma. "Allora... allora f-forse... non è vero che... che non abbiamo speranze contro il Team Meteora! Ce la... possiamo ancora fare!"

"Sì... forse è vero..." mormorò Heather, il cui sguardo ancora non riusciva ad essere completamente focalizzato. La bambina dai capelli fucsia aveva recuperato un po' di speranza, ma in quel momento i suoi pensieri erano rivolti ad un altro problema...

"Non sono stata abbastanza forte... non ho potuto impedire che il Team Meteora catturasse me, Shelly e i miei compagni..." pensò cupamente tra sè. "Quel maledetto Sirius è... talmente forte che abbiamo avuto bisogno che intervenissero Saphira e gli altri per fermarlo. Se... se voglio anch'io dare una mano... se voglio essere in grado di vendicare la mamma e il papà... allora devo fare di più... no, non basteranno gli allenamenti che ho fatto finora, c'è bisogno di molto di più..."

"Bene, direi che qui abbiamo finito." affermò Saphira. Il suo Dragonite, una volta liberati gli ultimi bambini, si era voltato verso gli ultimi membri rimasti del Team Meteora e li aveva fatti fuggire semplicemente aprendo le ali e facendo per avventarsi su di loro... e gli scagnozzi vestiti di nero avevano lanciato un grido di terrore, avevano rapidamente fatto rientrare i loro Pokemon e si erano dati ad una fuga precipitosa attraverso i corridoi della sede della Yureyu ormai dismessa! "I prigionieri di quella specie di lager che Connal chiama orfanotrofio sono liberi... e il Team Meteora è in fuga, ma dobbiamo ancora trovare Anna e Noel."

"Elaborazione in corso." disse Florinia, aggiustandosi gli occhiali sul naso mentre la sua Claydol tornava al suo fianco muovendo ritmicamente i tentacoli. "Questa unità ritiene che la locazione più probabile dei rimanenti ostaggi sia al piano superiore, dove al momento sono state riscontrati numerosi eventi esplosivi."

"Basta che tu dica che si tratta di Julia..." disse Amaria alzando gli occhi al cielo, e ringraziando Arceus tra sè che la cheerleader con l'ossessione delle esplosioni si fosse presa questo incarico. "Quindi, per adesso il Team Meteora è in ritirata... non credo che prima d'ora abbiamo mai ottenuto un successo così strepitoso contro di loro!"    

"E' vero..." disse la comandante della resistenza, mentre dava una mano a portare tutti i prigionieri dell'orfanotrofio da una parte per rassicurarli e fare sì che fossero al sicuro. "Questa volta abbiamo davvero inflitto un colpo non ndifferente a quel branco di criminali. Ma non dobbiamo adagiarci troppo sugli allori, non credo che la loro rappresaglia si farà attendere tanto a lungo. Per adesso, l'importante è ripulire a fondo questo luogo. Chissà, magari potrà servirci come base operativa."

"E se riuscissimo a recuperare anche qualche documento, forse potremmo estrappolare qualche informazione interessante anche da lì..." azzardò Amaria. "Ma per adesso, preoccupiamoci del Team Meteora, e andiamo a cercare Anna, Noel e gli altri nostri amici."

"Va bene." rispose Charlotte, accarezzando la sua elegante Ninetales. La volpe a nove code annuì con tutta calma, fiutando l'aria in cerca di odori che non le fossero familiari.

"E cerchiamo di fare in fretta, okay?" affermò Fern. "Prima terminiamo qui, prima potrò tornare ai miei allenamenti."

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La battaglia con i Pokemon di Astro ed Eclisse era giunta ad un punto di stallo. Electrode ed Eelektrik stavano combattendo con coraggio ed ardore, ma anche Aromatisse e Vespiquen resistevano bene - evidentemente, i due luogotenenti del Team Meteora avevano deciso di fare sul serio, e ora stavano dando fondo alle loro capacità.

Eelektrik barcollò indietro quando un attacco Eterelama di Vespiquen lo raggiunse, ma la mossa non era molto efficace, e l'anguilla elettrica riuscì a riprendersi con rapidità e rimettersi in guardia. Un micidiale attacco Energipalla da parte di Aromatisse cercò di colpirlo mentre era distratto, sotto forma di una sfera pulsante di energia verde che si diresse a tutta velocità contro il Pokemon ElePesce... ma Electrode intervenne al momento giusto, scagliando un attacco Raggioscossa che intercettò Energipalla a mezz'aria, ed entrambi i colpi si disintegrarono in una spettacolare pioggia di scintille energetiche!

"Perfetto! Lo sapevo io che eravate bravi!" esclamò felice Julia. "Ed ora... Electrode, usa Rotolamento! Eelektrik, sistema quella Vespiquen con Acrobazia!"
L'anguilla elettrica, pur cominciando a sentire la stanchezza della battaglia, si fiondò come un missile contro l'ape regina ed eseguì una spettacolare rotazione in aria, frustando l'avversaria con le sue spire mentre si alzava da terra! Vespiquen stridette mentre veniva scagliata via e atterrava poco più in là, perdendo i sensi un attimo dopo, mentre Electrode si lanciò contro Aromatisse come una gigantesca palla da bowling, colpendolo in pieno e facendolo barcollare!

"Yuhuuuu! Brava, Julia! Tifiamo per te!" esclamò Anna, prima di voltarsi verso Noel.  "Forza, fratellino, fai il tifo anche tu, non vedi quanto è brava Julia?"

"In realtà lo scontro non è ancora finito... e il Team Meteora potrebbe avere ancora qualche asso nella manica..." affermò Noel, non volendo farsi prendere troppo la mano dall'entusiasmo. Astro richiamò la sua Vespiquen e tirò un sospiro frustrato, mentre Eclisse stringeva i denti per la rabbia e la frustrazione.

"Maledizione, ma non crolla mai quel dannato Eelektrik?" esclamò la donna con rabbia ormai non più trattenuta. "Astro, che altri Pokemon hai con te, oltre al tuo Solrock?"

"Il mio Rhydon e il mio Magmar... dovrebbero essere abbastanza per reggere al confronto con i Pokemon Elettro di questa tipa, sempre che lei non abbia qualche altro asso nella manica..." affermò il giovane Cavaliere Meteora. "Ma sto cominciando davvero a preoccuparmi. Pensavo he sarebbe stato uno scontro relativamente facile, e invece..."

"E invece, ho come l'impressione che adesso andrete a sbattere contro un proverbiale muro di pietra, miei cari!" affermò una voce maschile altera e sicura di sè, nel momento in cui Pietro e il suo Sudowoodo entrarono dalla porta divelta attraverso la quale Julia aveva fatto la sua entrata trionfale! Subito dietro di lui, si trovavano anche Aya e la sua Nidoqueen, che si piazzarono davanti ad Astro, Eclisse ed Aromatisse con espressioni minacciose. "Salve! Passavamo di qui per caso, e abbiamo pensato che voi del Team Meteora avreste apprezzato se vi avessimo fatto un saluto!"

"Sudo! Woodo!" esclamò Sudowoodo ancheggiando comicamente!

"Ehilà, Pietro! Allora, com'è andato l'appuntamento? Fatto un po' di scintille con la bella e glaciale Aya?" rispose Julia allegramente... al punto che persino il suo Eelektrik dovette trattenersi per non scoppiare a ridere per la battuta! Aya si limitò ad alzare gli occhi al cielo, infastidita. "E... il dottore non vi ha messo i bastoni tra le ruote, vero?"

"No, per fortuna siamo riusciti a dargli una lezione!" affermò Pietro. Lui e il suo Sudowoodo si voltarono l'uno verso l'altro e si diedero il cinque. "E qui, mi sembra che tu stia andando bene con questi due scagnozzi!"

"Eeeelektrik!" stridette il Pokemon Elettro, guardando minaccioso Aromatisse. Il Pokemon Folletto dalle folte piume indietreggiò di un passo e guardò verso la sua allenatrice, come se stesse per chiederle cosa avrebbero dovuto fare...

Eclisse corrugò la fronte. Effettivamente, la situazione non era più sotto controllo. L'intervento di Saphira e Laura aveva fatto nettamente pendere la bilancia a favore della resistenza... ed era molto probabile che le altre reclute del Team Meteora si fossero già date alla fuga. E comunque, anche con i loro Pokemon più forti a dare una mano, lei ed Eclisse non potevano sperare di affrontare Julia, Pietro ed Aya tutti assieme. Inutile insistere, a questo punto...

"Aromatisse, dobbiamo andarcene da qui. Ritorna, hai già fatto abbastanza. Astro." disse Eclisse, richiamando il suo Pokemon nella Pokeball, per poi guardare in direzione del suo complice. "Non c'è niente da fare, dobbiamo ritirarci, e lasciare i bambini alla resistenza. Non abbiamo possibilità contro questi avversari tutti assieme."

"Maledizione, e pensare che questa poteva essere la nostra più grande occasione. Ma non finisce qui! Il Team Meteora non perderà!" affermò Astro. Con rabbia, rimise a posto le sue Pokeball e prese dalla cintura qualcosa che sembrava essere un piccolo dispositivo, lo lanciò a terra... e da esso scaturì un fitto sbuffo di fumo che pervase rapidamente la stanza. Anna lanciò un breve grido, non si capì bene se  di paura o di disappunto, e le forme di Astro ed Eclisse scomparvero nella fitta coltre di fumo!

"Ugh... andiamo, voi due, non potevate escogitare un sistema un po' meno clichè per tagliare la corda?" commentò Julia, muovendo una mano davanti a sè per scacciare il fumo mentre si accingeva ad andare a prendere Anna e Noel, ancora legati alle loro sedie. "Okay, gente, meglio se andiamo a prendere i bambini! Tanto ormai quei due fessi saranno già lontani..."

"Aspettate, vado io..." disse Aya. La sua Nidoqueen prese fiato e soffiò via un po' del denso fumo grigio che impediva loro di vedere bene, e la ragazza dai capelli viola andò verso i due fratellini, accolta subito dalle esclamazioni festanti di Anna.

"Ciao! Io sono Anna, e lui è mio fratello Noel! Piacere di conoscerti, ho visto la tua luce mentre salivi le scale!" esclamò la bambina, lasciando Aya un po' confusa. "Sai, Nostra mi ha detto che sei una persona buona, quindi mi fido di te! Ti chiami Aya, vero?"

"Così credo che tu le stia facendo paura..." disse seccamente Noel.

Aya storse il naso mentre lui e Nidoqueen iniziavano a sciogliere le corde che tenevano prigionieri i due fratellini. "Non so chi sia questa Nostra, e non mi interessa neanche... ma ti assicuro che si sbaglia." affermò.

Per nulla delusa o arrabbiata per la risposta di Aya, Anna si alzò dalla sedia, facendo cadere a terra le corde ormai sciolte che la tenevano prigioniera... e indicò con lo sguardo verso un angolo, dove erano state poste due bambole di peluche, una di un Cleffa e una di un Jirachi. "Eccole, sono loro Nostra e Nomos! Sono i nostri migliori amici! Loro non sbagliano mai quando guardano nel cuore di una persona, lo sai?" continuò la bambina, come niente fosse!

Aya sospirò e scosse la testa. Parlare con quella marmocchia si stava rivelando un esercizio di inutilità... "Okay, lasciamo perdere... piuttosto, cosa staranno combinando gli altri, ai piani di sotto?" chiese, guardando di nuovo verso Pietro, Julia e i loro Pokemon. Non arrivavano più rumori dal resto dell'edificio, il che voleva dire che le battaglie si erano concluse...

"Sono sicura che da un momento all'altro li vedremo arrivare qui vittoriosi!" affermò Julia, dando un'occhiata giù per le scale vicine. "Anzi, li vedo già arrivare! Sono qui, ragazzi! Vedo Amy e Charlotte che stanno arrivando qui di gran carriera! Hey, Amy! Charlotte, siamo qui! Qui tutto okay! Abbiamo liberato i bambini e fatto saltare in aria i piani del Team Meteora!"

"Julia! Siete stati grandi!" esclamò Amaria dopo aver raggiunto Julia, Eelektrik ed Electrode in cima alle scale. Charlotte e la sua Ninetales arrivarono un attimo dopo, con aria soddisfatta. "E' andato tutto bene... il Team Meteora è in ritirata! Siamo riusciti a liberare questa base!"

"Abbiamo vinto, ragazzi! Gliel'abbiamo fatta vedere, a quegli esseri viscidi e disgustosi!" esclamò Charlotte, dando un cinque a Julia. Anna e Noel, dopo aver recuperato le loro bambole Pokemon, corsero fuori dalla sala dove erano tenuti prigionieri, e abbracciarono Charlotte, felici di vederla!

"Charlotte! Stai bene, per fortuna!" esclamò Noel, facendosi più vivace per un attimo. Anna andò ad abbracciare la Ninetales di Charlotte, che rispose iniziando a leccare affettuosamente la faccia della bambina. "Il Team Meteora ci teneva prigionieri, e volevano qualcosa da noi... volevano l'anello di Heather e il bracciale di Amaria... ma per fortuna siete arrivati voi e le tue sorelle..."

"Già... Saphira e Laura non lasciano nulla in piedi, quando fanno sul serio!" affermò Charlotte, facendo un segno dell'okay ai bambini. "Ora però... dobbiamo fare il punto della situazione. Venite, ragazzi... raggiungiamo Saphira e gli altri, e poi... prendiamo possesso di questo edificio, in nome della resistenza al Team Meteora!"

"Yuhuuuu! Adesso mi sento come una soldatessa!" esclamò Julia entusiasta... per poi sospirare e guardare per terra con espressione delusa. "Peccato solo che questo voglia dire che non posso farlo saltare in aria, che delusione..."

"Electrode..." mormorò la Electrode di Julia, condividendo la delusione della sua allenatrice, mentre Anna e Pietro si fecevano una bella risata divertita... e Aya si voltava dall'altra parte, cercando di non farsi vedere mentre un lieve sorriso divertito appariva sul suo viso...

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Dire che il comandante Sirius era di cattivo umore era dire poco... in quel momento, il crudele luogotenente di Lord Solaris stava cercando in qualche modo di trattenere la rabbia e di non perdere la testa mentre dirigeva i suoi uomini verso le vie d'uscita, una rete di gallerie sotterranee a cui il Team Meteora accedeva dai sotterranei della ex-sede della Yureyu... e le reclute, tra cui Simone e Tara, cercavano di ritirarsi quanto più ordinatamente possibile, sotto lo sguardo feroce del loro comandante.

"Più veloci, ritirata! Non possiamo restare qui un attimo di più!" esclamò Sirius. "E il dottore dov'è? Lo avete ritrovato?"

"Sono qui, comandante Sirius..." affermò il medico, arrivando di colpo da un altro corridoio, con il fiato corto e il camice strapazzato. "Mi dispiace... sono stato sopraffatto da due ragazzi della resistenza, e non sono riuscito ad impedire loro di raggiungere i due bambini... Noel ed Anna..."

"Tsk... maledizione, allora questa volta ci hanno davvero battuto su tutta la linea, quei dannati mocciosi intriganti..." grugnì Sirius. "Tutto grazie a quella donna diabolica... ma la prossima volta, andrà diversamente! Prima di tutto, bisognerà fare rapporto a Lord Solaris, e cercare di modificare al volo i nostri piani."

"Ricevuto, comandante Sirius... spero solo che il piano che Lord Solaris ha in mente per il Monastero Apofillide vada in porto... altrimenti la nostra posizione si farà davvero difficile..." affermò il Dr. Connal, infilandosi rapidamente nella via di fuga. Sirius restò indietro per un attimo, in modo da assicurarsi che non ci fosse più nessuno... e poi, decidendo che a quel punto non poteva permettersi di perdere altro tempo, entrò anche lui nella via di fuga, chiudendola e sbarrandola dietro di sè.

"Già... Lord Solaris non sarà contento di sapere che abbiamo fallito..." disse tra sè Sirius, mentre tra sè rimuginava su come fare per rimediare a quello che era successo...      

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Poco dopo, nella sede centrale del Team Meteora...

"Come sarebbe a dire, che Sirius ha fallito?" esclamò Lord Solaris, perdendo la calma appena un istante nel momento in cui suo figlio arrivò a dargli la notizia.

Taka, davanti alla scrivania del padre con il suo fedele Chatot appollaiato sulla spalla, annuì lentamente, strizzando un occhio con espressione mortificata. "Mi dispiace, padre... ma a quanto pare, la leader della resistenza, Saphira Belrose, ha deciso di intervenire lei stessa per aiutare i suoi compagni. Pensavamo che il Dr. Connal si fosse liberato di lei e della sorella Laura... ma a quanto pare, non si sono arrese e sono tornate all'attacco, questa volta meglio organizzate."

"Questo è un problema. La resistenza ha deciso di giocare tutte le loro carte." affermò Solaris, recuperando rapidamente la calma glaciale che lo contraddistingueva. Restò in silenzio a pensare per qualche istante... poi, corrugò la fronte e fece un cenno di assenso. "E va bene. Taka, riferisci a Zel le notizie, e riferiscigli questo ordine da parte mia: non possiamo più aspettare. Il PULSE-Camerupt dovrà entrare in azione quanto prima possibile, anche a costo di correre dei rischi."

"Va bene, padre. Glielo riferirò immediatamente."

Il giovane luogotenente annuì, non nascondendo un po' di preoccupazione... ma non era il tipo di persona disposta a discutere gli ordini del padre, e dopo aver fatto un cenno con la testa, Taka cominciò ad allontanarsi, non prima che il suo Chatot facesse il suo personale commento sul caso...

"PULSE Camerupt! PULSE Camerupt! Pericolo! Pericolo!" gracchiò il Pokemon cocorito. Taka, gentilmente ma fermamente, gli fece cenno di non parlare ad alta voce e scomparve dietro la porta, lasciando il padre seduto alla sua scrivania, a rimuginare su quegli inaspettati sviluppi.

"Saphira Belrose... hai intenzione di ostacolarmi tu stessa, eh?" disse tra sèil comandante del Team Meteora. "Non ti illudere... non lascerò in piedi neanche un mattone, di questa città disgustosa... questo mondo... deve tornare com'era un tempo, e non saranno degli ignoranti come voi ad impedirmi di realizzare il mio obiettivo..."                         


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CONTINUA...

Nota dell'autore: E questa volta, la sconfitta del Team Meteora è stata davvero netta! I nostri eroi hanno dato un colpo di mano... e grazie anche all'intervento di Saphira e Laura, sono riusciti a cacciare il Team Meteora ed impadronirsi di una loro base operativa! Lord Solaris si è visto costretto ad affrettare i suoi piani... che sia l'occasione che tutti stavano aspettando per sferrare un colpo decisivo alla terribile organizzazione?

Nel prossimo capitolo, ritorneremo a dare un'occhiata all'Accademia Apofillide. Per Vera e gli altri si preannunciano momenti difficili...
Ho visto che la saga di Kalos dell'anime si è conclusa, e anche abbastanza bene tutto sommato. L'addio di Serena è stato abbastanza fatto bene, anche se io sono e resto un Pokeshipper... ;)

Tra non molto dovrebbe finalmente uscire l'episodio 16 di Pokemon Reborn, dopo più di un anno di sviluppo... e poi, tra meno di un mese, usciranno Pokemon Sole & Luna! Insomma, si vedono un bel po' di novità all'orizzonte!

Beh, questo è quanto... spero che il capitolo vi sia piaciuto... e a presto!

     
                   
 
     

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Capitolo 36
*** Una prova sul Picco Apatite ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 36 – Una prova sul Picco Apatite

 

Charlotte tirò il fiato, guardando con espressione soddisfatta i corridoi ora deserti della ex-sede centrale della Yureyu Corporation. Il Team Meteora se l'era data a gambe, lasciandoli come unici padroni del luogo. Certo, nessuno di loro si aspettava che questa situazione sarebbe durata a lungo - il Team Meteora certo non avrebbe preso bene questa sconfitta, e la loro rappresaglia si sarebbe fatta sentire presto... ma per adesso, la giovane esperta di Pokemon Fuoco era soddisfatta di come stavano andando le cose.

"Quasi faccio fatica a crederci..." disse a bassa voce, accarezzando sulla testa la sua elegante Ninetales. "Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho potuto rilassarmi senza temere che qualcuno mi tenesse al guinzaglio... e adesso ci sono anche le mie sorelle! Certo... ne avremo di tempo da recuperare..."

"Ninetales!" affermò la volpe a nove code, facendo un cenno con la testa alla stanza dei computer vicino a loro. La ragazzina con i codini rossi guardò in quella sirezione, verso alcuni terminali ancora in attività, ad uno dei quali era seduta Florinia che stava digitando qualcosa su una delle tastiere. Charlotte non conosceva bene la giovane esperta di Pokemon d'Erba, se non per quello che aveva sentito dire - Florinia aveva la fama di essere una donna molto istruita e una lavoratrice molto efficiente, ma dire che era fredda era come dire che il ghiaccio era freddo. E la più giovane delle sorelle Belrose, in virtù di questo, non era per niente sorpresa di vederla al lavoro da sola invece che vederla con gli altri a riorganizzarsi o a festeggiare la vittoria.

"Beh, che cosa sta facendo lì la sapientona del nostro gruppetto di ribelli?" si chiese Charlotte. "Sono curiosa e glielo chiedo... hey, Florinia? Che fai di bello da queste parti?"

"La bellezza è una caratteristica per la quale non è stata ancora trovata un'univoca unità di misura. Quindi, definire qualcosa come 'bello' non ha alcuna base logica." rispose Florinia senza neanche voltarsi verso Charlotte. "Tuttavia, per rispondere alla tua domanda, l'unità Florinia sta aggiornando i drive di memoria, aggiungendo ad essi le informazioni trovate nei database che il Team Meteora non è riuscito a formattare."

"Ah, già, immagino." affermò Charlotte, sedendosi sulla scrivania come niente fosse. Ancora una volta, Florinia non diede nessun segno di essersene accorta. "E allora, che cosa si dice di bello, in questi database? Siamo riusciti a trovare abbastanza che il Team Meteora non ha cancellato?"

"Certamente ti sarà noto che, diverso tempo fa, la Yureyu Corporation era il nucleo pulsante dell'economia di Reborn." affermò Florinia, non staccando mai gli occhi dallo schermo. "Poi sono cominciati i problemi. In particolare, alcuni smottamenti e scosse sismiche che hanno fatto sì che la Yureyu Corporation abbandonasse questa sede."

"Sì, questo lo sappiamo." rispose Charlotte. "E cosa c'entra il Team Meteora con tutto questo?"

"Elaborazione in corso. Prego attendere." continuò la donna con gli occhiali, restando in silenzio per qualche istante prima di continuare. "Risposta elaborata. La chiusura della Yureyu Corporation è da imputarsi non alle scosse telluriche, ma al Team Meteora. Alcuni loro agenti si sono infiltrati nella compagna, per poi procedere sistematicamente a minarla dall'interno, fino a costringerla a chiudere."

"Ma è stata la chiusura della centrale elettrica di Yureyu che ha provocato il collasso di Reborn City." continuò la voce di Amaria, che uscì dalla semioscurità della sala dei terminali con le mani intrecciate sulla nuca. "In pratica, questo significa che la crisi della città è stata causata, prima ancora che dall'inquinamento e dal sovraffollamento, dal Team Meteora. Quando hanno attaccato la centrale elettrica di Julia, il loro scopo era proprio quello di ripetere ciò che avevano fatto tempo fa. Ma la resistenza è riuscita a fermarli, grazie anche all'aiuto di Vera e degli altri allenatori di Hoenn."

"Ed ora eccoci di nuovo, a mettere loro i bastoni tra le ruote..." affermò Charlotte. "Beh, immagino che a Saphira e a Laura farà molto piacere venire a sapere questa verità, e non soltanto a loro."

"Affermativo. Tali informazioni saranno a tempo debito divulgate alla popolazione di Reborn City." continuò Florinia. "Tuttavia, al momento è consigliabile riprendere la memorizzazione di tali informazioni, così come le operazioni di copiatura e di immagazzinamento."

"La verità, a quanto pare, sarà il più grande nemico del Team Meteora." disse Amaria. "A quanto pare... adesso sì che abbiamo delle buone possibilità di rovesciare il loro dominio!"

"Nine, nine! Ninetales!" esclamò la Ninetales di Charlotte con un cenno entusiasta della testa, e la ragazza la accarezzò sulla testa prima di fare cenno alle sue compagne di continuare il lavoro che stavano facendo.

"Okay, ragazze... allora vi lascio continuare!" affermò. "Io... vado a vedere come vanno le mie sorellone! Buona continuazione!"

"Okay, Charlotte! E' giusto che tu ti goda il tuo tempo con Saphira e Laura!" disse Amaria strizzando un occhio. Charlotte e la sua Ninetales salutarono e si diressero verso una delle sale più grandi, dove le sue sorelle maggiori stavano distribuendo nuovamente le Pokeball ai ragazzi dell'orfanotrofio, in particolare a Shelly ed Heather. Le due bambine erano sedute su una panca appartata, e si stavano facendo compagnia a vicenda, senza dire una parola. Charlotte non poteva certo fargliene un torto... Heather, in particolare, era  rimasta molto sconvolta da ciò che aveva passato durante la prigionia.

"Ecco... adesso credo che abbiamo restituito a tutti le loro Pokeball." disse Laura quando l'ultimo degli orrfani ebbe ricevuto nuovamente i Pokemon che gli erano stati sottratti. "E' stato un lavoro un po' difficile, ma ce l'abbiamo fatta... per fortuna..."

Saphira sorrise amaramente, ben consapevole che avevano fatto solo un passo avanti. "Siamo appena all'inizio, Laura. Ti ricordo che quel maledetto Connal è ancora a piede libero, e continuerà a darci la caccia. E poi... il Team Meteora si farà risentire presto. Dovremo tenerci pronti alla loro rappresaglia."

"Piuttosto, credo che adesso il Team Meteora si concentrerà su Vera e sui suoi compagni, al Monastero Apofillide." disse Charlotte, avvicinandosi alle sorelle maggiori. Quando le due si voltarono verso di lei, Charlotte accelerò il passo e le abbracciò con gioia, ancora credendo a fatica che il momento del ritrovo fosse venuto. "Sono felice di rivedervi, sorellone! E' stato difficile resistere, ma pensare a voi mi ha sempre dato la forza di andare avanti, nonostante tutto!"

"Ninetales!" affermò Ninetales, leccando la mano a Laura. La giovane esperta di Pokemon Erba accarezzò la kitsune sulla testa, sorridendo speranzosa alla sorella minore.

"Siamo contente anche noi, Charlotte. E' stata... una lotta difficile, ma è valsa la pena di continuare per così tanto tempo." disse la leader della resistenza. "E... sì. ho ricevuto dalla sensei Kiki e dagli altri nostri alleati la notizia che adesso i nostri ospiti di Hoenn si stanno allenando lì ad Apofillide. E ho sentito dire che tra non molto Kiki li sottoporrà alla prova decisiva."

"Quindi... forse Vera o qualcuno dei suoi compagni potrà ottenere la Mega Evoluzione?" chiese Laura.

Saphira guardò verso il soffitto. "E' quello che spero. Da questo momento in poi, il Team Meteora non si tratterrà più. Finora ci ha considerati solo un fastidio, ma adesso si renderanno conto che siamo una minaccia vera e propria. E Lord Solaris non è tipo da ripetere gli errori." affermò. "Questa battaglia sta entrando nella sua fase più delicata."

Charlotte e la sua Ninetales annuirono, e sembrava che stessero per aggiungere qualcosa... quando la ragazzina dai capelli rossi si accorse che stava accadendo qualcosa in lontananza - Shelly si era alzata di colpo dalla panca e si era messa davanti ad Heather con fare allarmato. Anche da quella distanza, si vedeva che la piccola entomologa aveva reagito a qualcosa che la sua migliore amica le aveva detto...

"Che stai dicendo, Heather? Non mi dirai che fai sul serio!" esclamò Shelly, tenendo le mani sulle spalle della sua migliore amica.

Heather si divincolò lievemente, sentendosi un po' a disagio. Sapeva che Shelly non l'avrebbe presa molto bene, ma non fino a questo punto... "Sto dicendo sul serio, Shelly! Ascolta... la verità è che non abbiamo potuto fare nulla quando quel maledetto Sirius ci ha attaccato! Tutti assieme, non siamo riusciti a fermarlo, e dobbiamo diventare più forti se vogliamo avere speranze contro il Team Meteora!"

Shelly restò zitta per diversi secondi. Non poteva negare che Heather aveva ragione... "S-sì, certo... i-io... posso capire... non... non possiamo lasciare che siano miss Saphira... e i nostri compagni più forti a... a fare tutto per noi..." disse la ragazzina di Johto. "M-ma... ma sei... sicura di volerlo fare...? V-voglio dire... andartene da sola ad allenarti..."

"Mi basta stare attenta... dopotutto, ci sono dei posti qui a Reborn in cui posso nascondermi dal Team Meteora." affermò la più piccola delle due amiche. Il suo Bagon era uscito dalla Pokeball e adesso sedeva accanto a lei cercando di darle un po' più di confidenza. "E poi... loro vogliono il mio Anellorubino, vero? Se lo tenete voi, non potranno certo venire a prenderselo. So che voi ne avrete molta cura... e mi fido di tutti voi, in ogni caso."

Shelly restò in silenzio, elaborando quello che Heather le aveva detto. "Io... capisco quello che stai dicendo, Heather... ma tu sei la mia migliore amica, e mi preoccuperei ugualmente per te... per non parlare del fatto che mi sentirei piuttosto sola senza di te..."

"Ma non sarai sola, questo te lo posso assicurare!" esclamò impulsivamente Heather, alzandosi di scatto per dare un affettuoso abbraccio alla sua amica dl cuore. "Voglio dire... ci saranno tutti gli altri nostri compagni che staranno con te, e poi, non è che me ne starò lontano a lungo. Voglio solo provare ad allenare i miei Pokemon secondo il mio metodo... e spero che questo mi permetterà di diventare più forte per quando dovremo vedercela di nuovo con il Team Meteora!"

"Bago bagon..." disse il draghetto di Heather, guardandosi la schiena. Era evidente quello che voleva dire per chiunque avesse una conoscenza anche solo transitoria della specie. Non vedeva nemmeno lui l'ora di evolvere, e di farsi spuntare le ali.

"Capisco..." disse infine Shelly, a malincuore ma comprensiva. "Però... se le cose stanno così, allora... v-voglio anch'io fare un allenamento speciale!"

Heather fece un piccolo scatto, sgranando gli occhi. "Sh... Shelly?"

"Certo! Non... non voglio essere da meno! Non voglio essere solo... solo la ragazzina timida ed insicura che ero quando sono andata via da Azalina!" replicò Shelly, anche se ci mise un pochino ad organizzarsi la frase e a farsi uscire le parole. "Heather... se tu vuoi allenarti per conto tuo, io rispetterò la tua volontà. Ma voglio anch'io provare... devo anch'io trovare il mio modo di allenare i miei Pokemon per poter affrontare i capi del Team Meteora ad armi pari!"

Dopo un attimo di meraviglia, Heather riuscì ad abbozzare un sorriso. "Va... va bene, Shelly. Allora... per un po' non ci vedremo, okay? Quando ci rivedremo, saremo entrambe più forti e riusciremo a dare al Team Meteora quello che si meritano!" affermò. Si avvicinò alla sua amica e le prese le mani, guardandola poi dritta negli occhi. "Promettimi che farai anche tu del tuo meglio e non ti farai prendere dallo sconforto. Sai... è stato soprattutto grazie a te se sono arrivata fino a questo punto con la mia sanità mentale intatta... e ora voglio anch'io fare qualcosa per te, per sdebitarmi della tua gentilezza."

"Non... non ce n'è bisogno, Heather! Dico davvero!" esclamò imbarazzata Shelly, sperando che il rossore che le era salito al viso non si vedesse troppo. "Io ho fatto semplicemente quello che si fa per un'amica..."

"Ma per me è stato molto di più... tu mi sei stata vicino anche quando mi sono comportata male con te, anche quando pretendevo troppo..." affermò Heather, ritornando con la mente ai suoi primi giorni nella resistenza, quando pensava di poter fare tutto da sola. Da quando in qua si era convinta a cambiare idea? "Quindi è mio dovere fare altrettanto con te. Mi raccomando, Shelly, diventa più forte! E io farò lo stesso..."

"Va bene, amica mia! E' una promessa, vero?" disse Shelly.

Senza parlare, le due amiche fecero scivolare le mani l'una sull'altra e congiunsero i mignoli, in segno di promessa. E il Bagon di Heather si aggiunse a loro, saltando e piazzando la sua piccola mano artigliata su quelle delle due bambine!

"Visto? Anche il mio piccolo Bagon è d'accordo!" esclamò la bambina dai capelli fucsia, sorridendo gentilmente. Shelly fece una risata a mezza bocca, e in lontananza, Charlotte annuì in segno di approvazione.

"A quanto vedo, tutti si rendono vonto di quanto importante è questa battaglia." affermò. "Anche le nostre piccole amiche sono pronte a fare del loro meglio..."

"Quando vedo cose del genere... la mia speranza che un giorno sconfiggeremo il Team Meteora si rinnova." disse Saphira.

Laura fece un cenno affermativo con la testa. "Dopotutto, se non combattiamo per proteggere cose come queste... per quale motivo dovremmo combattere?"

 

-------------

 

Nel frattempo, nel Monastero Apofillide...

"Uff... uff... accidenti, immaginavo che allenarsi assieme ai miei Pokemon sarebbe stato difficile... ma fino a questo punto?" ansimò Vera, prendendosi un attimo di pausa per riprendere fiato. Davanti a lei, Venusaur e Glaceon avevano appena finito di superare un percorso ad ostacoli particolarmente lungo ed accidentato, che Kiki aveva predisposto appositamente per loro... ed entrambi sembravano esausti e senza fiato!

Kiki annuì e si avvicinò, facendo un breve applauso. "Devo ammettere, non mi aspettavo che sareste andati così bene. Di solito chi fa un percorso ad ostacoli come questo per la prima volta crolla quasi subito, invece voi state resistendo abbastanza bene. Devo riconoscere la vostre perseveranza e il vostro talento."

"Beh, se può farla sentire più orgogliosa, sensei... uff... puff... non mi aspettavo nemmeno io che saremmo andati così bene! Whew..." scherzò Max tirando il fiato mentre si guardava indietro, fissando impressionato gli ostacoli che lui e i suoi compagni avevano sorpassato. Un muretto di mattoni alto circa tre metri, con delle punte di ferro poste in cima che lo rendevano ancora più difficile da scavalcare. Un filo spinato spiraleggiante nel quale i ragazzi dovevano passare strisciando e cercando di farsi meno male possibile. Una serie di anelli appesi ad un'impalcatura di ferro, ai quali i candidati dovevano aggrapparsi, avanzando con le mani. Sembrava più un percorso di guerra che una serie di attrezzi da allenamento.

"Chi è che ha approvato... phew... questi metodi di allenamento?" chiese Hitomi, facendosi sorreggere dal suo Sceptile. La lucertola bipede era spompata quanto la sua allenatrice. "E' venuto qualcuno da Auros a fare le ispezioni?"

"Sceptile, scep..." esclamò Sceptile, cercando come poteva di ripulirsi le squame dalla polvere che vi era rimasta attaccata. "Sceptile!"

"Swamp..." disse Swampert, che aveva appena finito di frantumare delle lastre di roccia a pugni nudi. Lo starter di Max era arrivato un po' più lontano rispetto alla maggior parte dei suoi compagni, ma adesso anche lui cominciava a sentire la fatica.

Kiki non potè trattenere una breve risata davanti alla battuta di Hitomi. "Hehehee... beh, mi fa piacere sentire che non hai perso il tuo spirito, ragazzina." affermò. "Bene... direi che siete quasi pronti. Vi siete impegnati duramente in questi giorni, e ho visto che siete già migliorati in maniera sensibile. Quindi... visto che credo che abbiate delle ottime possibilità, credo proprio che domani potrete sottoporvi alla penultima prova che ho in mente per voi. Vi ricordate del Picco Apatite di cui vi abbiamo parlato, vero?"

"Glaceon?" chiese il Glaceon di Vera, intuendo cosa voleva dire la maestra.

"Immagino che questo voglia dire che finalmente andremo a conoscere il famigerato Cal, giusto?" affermò Drew, le mani dietro la nuca in modo che non si vedesse la fatica che sentiva.

Kiki e il suo Medicham annuirono. "Esattamente. Voglio vedere se riuscirete a tenergli testa in un incontro di Pokemon." affermò la maestra di arti marziali. "Due di voi contro lui e Vittoria. Se riuscirete a vincere, sarà la prova di cui ho bisogno per decidere di sottoporvi al test finale. Ovvero, affrontare me e i miei Pokemon in battaglia. E vi informo, non per essere presuntuosa, che la mia fama di maestra di Pokemon Lotta me la sono guadagnata, quindi... vi consiglio di fare del vostro meglio. Sapete già quanto è forte Vittoria, ma Cal è ancora meglio di lei. E non ci andrà piano."

"Beh, non ho problemi, io... anche se il mio partner è un po' rude, io sono molto bravo a ricevere!" affermò Cain con un sorrisetto arguto! Max ed Hitomi sbatterono gli occhi stupiti, Ortilla si sfregò il mento, dando l'impressione di non aver capito il senso della battuta... e Drew e Vera scossero la testa guardando da un'altra parte, pensando che fosse meglio non indagare ulteriormente!

"Nidoking!" grugnì il Nidoking di Cain per dirgli di non venirsene fuori con queste battute ambigue...

"Bene, bene... ora che abbiamo fatto la parentesi comica, riprendiamo a parlare della prova che vi attende domani." affermò la sensei. Il suo Medicham fece cenno ai ragazzi di sedersi a cerchio, cosa che Vera e i suoi compagni fecero prontamente, grati di potersi prendere almeno un po' di riposo prima di continuare quel massacrante percorso. La Beautifly di Vera, la Butterfree di Drew e la Dustox di Hitomi si posarono elegantemente accanto ai loro allenatori, mentre Kiki si metteva a gambe incrociate e congiungeva le mani in grembo, in una posizione di meditazione. Tenendo gli occhi chiusi, la sensei prese un bel respiro, e poi espirò lentamente, in modo da raggiungere uno stato di concentrazione...

"Ora, amici miei... chiudete gli occhi. Concentratevi. Respirate profondamente. Niente respiro, niente vita." disse la donna, mentre il suo Medicham si metteva in una posizione del loto, con le gambe incrociate e le mani appoggiate sulle ginocchia con il palmo rivolto verso l'alto. I ragazzi di Hoenn, Cain e i loro Pokemon fecero come gli era stato detto, mettendosi in meditazione come Kiki aveva insegnato loro, prendendo un respiro dietro l'altro e cercando di svuotare la mente da ogni preoccupazione. "Bene. Continuate così. Non pensate a nulla di inutile. Non fatevi distrarre dalle ansie, dalle agitazioni, dalle preoccupazioni... dalle angosce. Domate il caos che si agita all'interno di voi."

Dopo alcuni minuti, i ragazzi erano riusciti a raggiungere lo stato di concentrazione che ormai avevano imparato a riconoscere... e ognuno di loro scivolò lentamente, quasi senza rendersene conto, in uno stato di distacco dal mondo esterno e di calma interiore. Nelle loro menti, risuonavano vari suoni che esprimevano la loro calma interiore - il mormorio di un ruscello, il soffio del vento tra le cime degli alberi, il gentile sciabordio della pioggia che cadeva lentamente. La calma dei loro spiriti, la concentrazione, faceva sì che il mondo esterno scomparisse, immergendoli in una sorta di limbo senza tempo...

Vera non era sicura di quanto tempo fosse passato da quando si era messa seduta come un bonzo... potevano essere soltanto pochi minuti, o forse anche alcune ore... ma fu soltanto quando sentì la voce di Max che sembrava lamentarsi di qualcosa che si riscosse dalla sua trance, e si svegliò con un sobbalzo, guardandosi attorno.

"Ah! Accidenti, ho idea che mi sia venuto un crampo, a forza di stare seduto così..." si lamentò Max, sfregandosi il viso con una mano. "Chiedo scusa, sensei Kiki, ma non sono riuscito a stare fermo..."

"Concentrazione. Respiro. Imparate a domare il caos all'interno di ognuno di voi." continuò Kiki, senza venire distratta dalle parole del giovane allenatore. Cain, Ortilla ed Hitomi avevano perso la concentrazione per un attimo, e furono costretti a riprendere il procedimento... e anche Alty emise un cinguettio che esprimeva delusione e frustrazione per la mancata occasione. "So che non è facile... ma cercate di cancellare il mondo esterno. Aprite la vostra mente... sentite il vostro ki scorrere in voi... percepite la vostra Aura che fluisce assieme a quella di tutti gli esseri di questo mondo..."

"Non capisco esattamente a cosa serva, tutto questo... se devo essere sincero." affermò Drew, scuotendo la testa con fare incredulo. Questa volta, tutti gli altri persero la concentrazione e si riportarono alla realtà. "Esattamente, cosa stiamo facendo, sensei Kiki? Posso capire gli allenamenti che abbiamo fatto, gli esercizi a cui ci siamo sottoposti... ma questa storia della meditazione, dell'energia vitale... se devo essere sincero, io non ho mai dato tanto credito a queste cose!"

"Drew, un momento! Che ti succede?" esclamò Vera, stupita e un po' infastidita. "Non mi sembra questo il momento di cominciare ad avere ripensamenti!"

"Free, free, butterfree!" protestò la Pokemon farfalla di Drew, sbattendo le ali per esprimere un po' di fastidio per l'interruzione. Senza dare troppo peso alle rimostranze della sua Pokemon, Drew si alzò di scatto e si sgranchì le gambe.

"Hey, hey, calma, amico! Non è il caso di essere così aggressivi..." disse Cain con il suo tipico fare accomodante.

"Drew. Non è consigliabile interrompere un esercizio di meditazione così." affermò Kiki senza perdere la calma. "Per favore, siediti. E ricominciamo."

"Per favore, sensei. Io sono uno che non se la prende facilmente, ma anch'io ho i miei limiti. E non capisco a cosa serva starcene seduti così, mentre dovremmo addestrarci ancora un po' con i nostri Pokemon. Dobbiamo diventare più forti, se vogliamo avere la possibilità di controllare la Mega Evoluzione ed usarla contro il Team Meteora." affermò Drew, deciso ad andare fino in fondo.

"Blaziken!" Il Pokemon di Vera si alzò dal suo posto e afferrò la spalla di Drew, per indurlo a restare calmo. Il ragazzino dai capelli verdi incrociò per un attimo lo sguardo severo ma caldo di Blaziken, che lo pregava di non farsi prendere dal suo impulso e di ascoltare quello che la sensei Kiki aveva a dire.

"Sei uno sciocco, Drew. Pensi davvero che io farei fare tutto questo a te e ai tuoi compagni, se non ce ne fosse bisogno?" chiese retoricamente Kiki. "C'è un motivo se vi faccio fare gli esercizi di meditazione... voglio che voi vi rendiate meglio conto di voi stessi. Delle vostre capacità, dei vostri limiti, dei vostri timori... solo così potrete superare voi stessi ed essere degni della Mega Evoluzione. Forse voi ancora non vi rendete conto di quanto essa possa essere potente e terribile... se il Team Meteora se ne impadronisse prima di voi, non ci sarebbe assolutamente nulla ad impedire loro di sottomettere l'intero continente di Reborn, ed è per questo che dobbiamo batterli sul tempo ed assicurarci almeno questo vantaggio su di loro."

Drew restò in silenzio. Si vedeva che non era ancora convinto, ma ebbe comunque la cortesia di attendere che Kiki finisse di spiegare.

"Non dimenticate cosa significa essere un allenatore di Pokemon. Non significa soltanto perseguire forza e potere. Significa soprattutto creare legami. Legami con i Pokemon e con le persone che ci stanno attorno." continuò Kiki. "La Mega Evoluzione può essere usata soltanto da persone che hanno un legame molto profondo con i loro Pokemon... non è un trucchetto da baraccone che chiunque può sfruttare."

Il Blaziken di Vera corrugò la fronte, tastando la Megapietra che portava al collo dal giorno in cui Elisio gliene aveva fatto dono. Kiki prese il silenzio che ne seguì come un'autorizzazione ad andare avanti.

"E per creare legami forti e duraturi, è necessario conoscere sè stessi, prima di poter comprendere appieno i nostri Pokemon." affermò. "La meditazione zen è un ottimo modo per farlo. Costringe a guardarci dentro, a comprendere meglio il nostro modo di agire, i nostri pugni deboli... Cough!"

Il discorso di Kiki si interruppe di colpo, e la donna spalancò gli occhi in un'espressione di sorpresa nel momento in cui un improvviso attacco di tosse iniziò a scuotere il suo corpo! Vera sobbalzò lievemente per la sorpresa, mentre Kiki si metteva una mano sul petto e cercava di calmare la tosse, e il suo Medicham si avvicinò a lei con fare preoccupato.

"Medicham?" chiese il Pokemon Psico/Lotta, una mano appoggiata sulla schiena della sua allenatrice in segno di supporto. Anche Cain, Ortilla ed Alty erano andati a vedere se la loro insegnante stava bene... e dopo essere riuscita a calmarsi, Kiki prese un bel respiro e si schiarì la voce.

"Va tutto bene. Grazie per l'aiuto... avevo solo un po' di polvere in gola." rispose la maestra. "Chiedo scusa per l'interruzione. Stavo dicendo, che la meditazione è un ottimo modo per guardare in noi stessi e renderci conto delle nostre capacità, dei nostri limiti... è per questo che ve la sto insegnando. Così, chi di voi si dimostrerà degno di ricevere la Mega Evoluzione potrà sperimentarne all'istante tutti i benefici."

Vera si chiese se questo voleva dire che qualcun altro di loro avrebbe ricevuto una Megapietra, visto che al momento soltanto il suo Blaziken ce l'aveva... ma mandò via questo pensiero per concentrarsi sull'immediato, e in particolare su quell'improvvisa reazione da parte di Drew. Era sempre stato un ragazzo calmo e padrone di sè - in effetti, lei stessa in certi momenti lo avrebbe descritto come arrogante e strafottente. Quella risposta un po' brusca rivolta a Kiki non era esattamente da lui.

"Posso capire il perchè dei tuoi dubbi, Drew, ma la sensei ha ragione." affermò la bambina castana. "Ricorda perchè siamo qui... dobbiamo allenarci per affrontare il Team Meteora, e non possiamo trascurare nulla. Quindi, per favore, adesso non facciamo polemiche e riprendiamo i nostri allenamenti, okay?"

Davanti al tono cortese ma fermo della sua amica, Drew non si trovò nella condizione di obiettare... e con un sospiro, si voltò verso di lei. "Sono solo un po preoccupato, tutto qui." affermò. "Sto anche pensando ai nostri compagni a Reborn City, e spero che se la stiano cavando bene anche senza di noi."

"Blaziken..." affermò il Blaziken di Vera. Venusaur, Wartortle, Glaceon, Beautifly e Skitty restarono in silenzio, comprendendo comunque quello che il loro compagno di squadra voleva dire. "Blaz blaziken!"

"Credo che Blaziken stia cercando di dire che qui ognuno deve fare la sua parte, come la stanno facendo Amaria e gli altri a Reborn City." affermò Max. Il ragazzino si ripulì gli occhiali, per poi infilarseli nuovamente. "Il Team Meteora non è un'organizzazione che possiamo fermare da soli, dopotutto."

"E' vero... immagino di essermi lasciato prendere la mano dall'ansia." ammise Drew. "Sono preoccupato, questo lo devo ammettere. Non è la prima situazione pericolosa in cui ci troviamo... ma questa volta, i nostri nemici sono veramente pericolosi e hanno già buona parte del continente di Reborn nelle loro mani."

Kiki annuì. "E' comprensibile. Anzi, mi fa piacere che tu lo ammetta. Riconoscere le proprie paure è un primo passo verso la loro risoluzione." affermò. "Ora forza... cerchiamo di concentrarci di nuovo. Poi, dovrete riprendere questo percorso, e cercare di completarlo in meno tempo."

"Niente pressione, eh?" rispose Hitomi, rimettendosi a gambe incrociate e cercando di recuperare la concentrazione che aveva perso. Kiki annuì e chiuse gli occhi, in modo da dare l'esempio di quello che dovevano fare... ma prima che raggiungesse nuovamente lo stato di concentrazione di prima, sentì la voce telepatica di Medicham riecheggiare nella sua mente.

"E' sicura che vada tutto bene, sensei?" chiese il Pokemon Psico/Lotta, e Kiki avvertì evidente ansia nel tono normalmente distaccato del suo Pokemon preferito. "Non vorrei che lei si sentisse debole, o cose del genere..."

"Non preoccuparti per me, Medicham. Non sono così debole da cedere per così poco." lo rassicurò l'esperta di arti marziali. "E poi... in ogni caso è troppo presto. Devo ancora finire di addestrare questi giovani che diventeranno la speranza di Reborn."

"Di questo mi rendo conto anch'io... ma non si sforzi troppo, okay?" replicò Medicham. "Per adesso, è meglo continuare con questo esercizio, che per lei non è molto stancante. Poi ne parleremo."

Kiki sembrò quasi offesa dal consiglio del suo Pokemon. "Non sono una bambola di porcellana, Medicham." affermò. "Ho passato molto tempo ad imbrogliare il caos dentro di me e tenerlo sotto controllo, e non cederò adesso. Non posso cedere adesso. E' ancora troppo presto."

Medicham, rendendosi conto di aver toccato un tasto dolente, si scusò. "Mi dispiace, sensei Kiki. Il mio voleva solo essere un consiglio disinteressato."

 

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Gli allenamenti erano andati avanti per un bel po'... ma finalmente, era arrivata la sera, e con essa, un po' di tempo libero per lavarsi, rimettersi a posto e rilassarsi prima della cena. Ed era esattamente quello che si accingevano a fare Vera, i suoi compagni e i loro Pokemon, stanchi ma soddisfatti per quella che era stata una giornata proficua. Con la promessa che l'indomani sarebbe stata una giornata decisiva per il loro periodo di addestramento, si erano congedati dalla sensei e dal suo Medicham, ritirandosi verso i bagni pubblici per rinfrescarsi un po' dopo le fatiche della giornata... e Kiki, ritenendo che anche lei poteva prendersi un attimo di riposo, stava camminando lentamente lungo il perimetro dei campi d'addestramento ora deserti, godendosi la quiete e il silenzio che regnavano sovrani. Si sentivano solo i passi suoi e di Medicham, che proseguivano assieme, in un mutismo che diceva più di quanto avrebbero mai potuto comunicarsi con le parole.

La maestra e il suo Pokemon più forte amavano prendersi questi momenti di riflessione. Erano dei momenti in cui erano finalmente soli con loro stessi, due vecchi amici che si godevano un momento di pace, nel bel mezzo di un mondo caotico come Reborn, che ogni giorno che passava sembrava avvicinarsi sempre di più all'orlo del baratro.

Gli uomini erano tanto sciocchi... si affannavano dietro illusioni come la ricchezza... il potere... la gloria... erano queste ansie, queste ambizioni superflue e superficiali a rendere difficile la vita. L'unica esistenza degna di essere vissuta non era forse una vita dedicata a migliorare sè stessi e a cercare di aiutare gli altri a migliorarsi? Era proprio questo il problema della gente di Reborn, e in particolare del Team Meteora. Perdevano tempo ad inseguire illusioni, al punto che si dimenticavano di aver cura di sè e della salute del proprio spirito.
Questi erano i pensieri che passavano per la testa di Kiki e del suo Medicham, mentre continuavano il loro lento cammino attraverso i giardini del monastero, dagli orti ben ordinati e dal terreno cosparso di ciottoli bianchi che contribuivano a dare l'impressione di pace e tranquillità.

I sensi acuti di Kiki, proprio mentre sembrava che il mondo attorno a loro venisse inghiottito dal silenzio, colsero un lieve movimento dietro di lei, appartenente forse ad uno dei suoi studenti... e la maestra di zen fece un accenno di sorpresa prima di sorridere con fare materno e voltarsi verso la persona che si stava avvicinando lentamente, accompagnata da un Pignite.

"Lo sai che non è tanto facile cogliermi di sorpresa. Ormai so benissimo quando ti stai avvicinando, Vittoria." affermò, facendo sorridere a sua volta la graziosa ragazza dai lunghi capelli neri, che fece qualche passo in più, sollevando un lieve suono di ciottoli spostati. "Comunque, per me è sempre un piacere vederti e parlare con te. C'è qualcosa che ti turba, mia cara?"

"C'è... una cosa di cui vorrei parlare con lei, sensei Kiki." disse Vittoria, scambiandosi un breve abbraccio con la sua maestra. Il Pignite di Kiki e il Medicham di Kiki si scambiarono un saluto da arti marziali, piazzandosi a pochi passi l'uno dell'altro. "Ma credevo che, impegnata com'era ad allenare Vera, Cain e gli altri, lei non avesse il tempo per parlarne... almeno, non fino ad adesso."

"Lo sai che io ho sempre tempo per te, mia cara. Tu per me sei come la figlia che non ho mai potuto avere." disse Kiki con tono rassicurante. Pignite e Medicham si rilassarono e si misero sull'attenti accanto alle loro allenatrici. "Quindi dimmi pure... in cosa ti posso consigliare?"

Vittoria si sfregò il mento con le dita di una mano. Non era sicura di come affrontare il discorso, e temeva che avrebbe finito per dire qualcosa che alla sua maestra di arti marziali e Pokemon sarebbe dispiaciuto... ma era un discorso che doveva fare, e subito.

Dopo averci pensato un po' su, Vittoria decise di prendere il coraggio a due mani, e prese di petto il discorso. "Sensei... era da un po' che ci stavo pensando, e vorrei farle questa richiesta. La prego... smetta di addestrare Vera e gli altri. Non li sottoponga all'ultima prova." disse, precisa e decisa.

"Cham?" chiese Medicham, facendo un piccolo sobbalzo per la sorpresa. Guardò dritto negli occhi del Pignite di Vittoria, che gli restituì un'espressione altrettanto severa. No, non c'era dubbio... per quanto la loro richiesta sembrasse folle, Vittoria e Pignite la stavano facendo con tutta la serietà di questo mondo...

Per qualche istante, Kiki non rispose. Per quanto non stesse mostrando alcuna sorpresa, Vittoria sapeva che alla sua sensei non era piaciuto per nulla quello che aveva detto, e si preparò mentalmente a rispondere alla domanda che, in evitabilmente, seguì qualche attimo dopo.

"Tu lo sai meglio di me che questo non è possibile, Vittoria. Quindi perchè mi fai una domanda tanto sciocca?" chiese, fissando dritto negli occhi la sua allieva prediletta.

Vittoria strinse un pugno, decisa a fare tutto il possibile per impedire alla sua maestra di arti marziali di fare il passo che lei vedeva come un grave errore. "Lo sa bene anche lei, maestra. Lo sa benissimo, il perchè. Se lei decidesse di affrontare Vera e uno dei suoi compagni in una battaglia di Pokemon... se lei compisse uno sforzo troppo grande... lo sa bene che il suo corpo non reggerebbe!"

"Basta così, Vittoria. Hai già detto abbastanza." esclamò severamente Kiki. "Ti ho già detto che questo è un discorso che non voglio sentire. E comunque, non accadrà. Finora sono riuscita a tenere tutto sotto controllo, e non permetterò che questo cambi così presto. Io devo sottoporre Vera e i suoi compagni a questa prova. Solo così potrò sapere se loro sono in grado di superarmi, e se sono degni della Mega Evoluzione."

"Ma..." Vittoria era decisa a non arrendersi. "Ma... non può dire sul serio, maestra!  Che succederebbe se per caso... lei non riuscisse più ad avere tutto sotto controllo come ha fatto finora?"

Kiki non venne smossa di un millimetro dalla sua posizione. "Non accadrà. Non permetterò che accada." affermò. "Ascoltami bene, Vittoria... siamo tutti in una situazione difficile, con il Team Meteora che continua ad assillarci. Quello che stiamo facendo in questo momento è il tentativo più audace di opporci a loro che mai abbiamo tentato, e a quanto ho sentito dai nostri compagni a Reborn City, siamo addirittura riusciti a danneggiarli. Se però dovessimo fallire, il Team Meteora ce la farà pagare cara, e se ciò dovesse accadere... non credo che noi della resistenza saremmo in grado di rialzarci. E' quindi vitale andare fino in fondo e sferrare un colpo decisivo, erodendo le risorse del Team Meteora finchè non avremo questa possibilità di porre fine alla loro ambizione."

Vittoria non ebbe alcuna reazione, e si limitò a stringere i pugni. Come poteva Kiki non capire che la sua allieva era preoccupata per lei e non voleva fare altro che assicurarsi che lei stesse bene? Ci doveva per forza essere un altro modo per fare sì che Vera e i suoi compagni riuscissero nel loro scopo...

"Ascoltami bene, Vittoria. Ho bisogno anche del tuo aiuto per questo." disse Kiki, addolcendo un po' il tono. "Domani manderò i nostri ospiti sul picco Apatite per incontrare Cal, e dovrai accompagnarli anche tu. Tu e Cal siete gli allievi migliori della nostra Accademia, quindi siete i più indicati per sottoporre Vera e i suoi compagni alla prova che ho in mente per loro. E poi, scusa, non ti fa piacere l'idea di rivedere Cal e combattere ancora al suo fianco?"

Vittoria riuscì a sorridere, un po' sollevata. "Sì... beh, questo mi fa piacere, certo... anche se forse avrei preferito che accadesse in circostanze più favorevoli." rispose. "Ma... va bene, farò tutto quello che posso. Tutto... tutto quello che chiedo è che lei si prenda cura di sè stessa e della sua salute, tutto qui."

Kiki annuì, accarezzando la testa della sua allieva. "Bene, mi fa piacere che tu lo capisca. Ora, tu e i tuoi Pokemon fareste bene a ritirarvi. Avrete bisogno di essere ben riposati per domani. E sono sicura che anche Cal sarà felice di rivederti, in ogni caso!"

"Pig, pignite..." affermò il Pokemon Fuoco/Lotta, rivolgendo uno sguardo a Medicham come se volesse da lui una conferma. Medicham mosse la testa lentamente per dire di sì, e Pignite cominciò a seguire la sua allenatrice verso l'edificio principale dell'accademia, forse senza immaginare quello che Vittoria stava pensando in quel momento...

"Mi dispiace, Vera... ma non posso permetterti di affrontare la maestra Kiki in un combattimento di Pokemon." pensò tra sè la giovane esperta di aikido. "Io e Cal ti sconfiggeremo... dobbiamo sconfiggerti, non abbiamo altra scelta per aiutare la sensei Kiki!"

 

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Il giorno dopo...

Vera venne svegliata da un sonno profondo da una sensazione di qualcosa di ruvido ed umido che le sfregava la guancia, e in breve tempo, si svegliò del tutto, aprendo rapidamente gli occhi per vedersi comparire di fronte il viso di Skitty, che la stava svegliando a modo suo!

"Skitty skitty!" esclamò il gattino rosa, drizzando la coda!

"Hmm... ciao, Skitty! Buon giorno anche a te!" rispose Vera, sfregandosi gli occhi in modo da mandare via una volta per tutte l'intorpidimento della notte. Ortilla ed Hitomi si stavano svegliando a loro volta, sfregandosi il viso e preparandosi a quella che si preannunciava essere una giornata molto impegnativa...

"Skit skit skitty!" esclamò il gattino rosa, sfregando il muso contro la mano della sua allenatrice per esprimere la sua contentezza. Vera accarezzò il suo Pokemon Micio con una mano e lo sentì fare le fusa prima che anche le sue compagne d'avventura si svegliassero e la salutassero.

"Ciao, Vera... ciao, Ortilla..." mormorò Hitomi. "Dormito bene?"

"Altaria alt!" rispose Alty, aprendo le ali fieramente e cinguettando in tono affermativo. La sua allenatrice si rimise rapidamente a posto i capelli prima di rispondere.

"Buongiorno, ragazze! Sì, ho dormito bene! Anche se ero parecchio emozionata!" rispose Ortilla. "Sì, tranquilla, Alty... non sei l'unica ad avere grandi aspettative per oggi!"

"E' vero... oggi è il grande giorno, no?" affermò Vera, prendendo in grembo il suo Skitty e grattandolo dietro un orecchio. Il Pokemon Normale miagolò soddisfatto. "Oggi... la maestra Kiki ci dirà quale sarà l'ultima parte del nostro addestramento. E forse riuscirò a dimostrarmi degna di ottenere il Mega Bracciale di cui diceva... lo spero proprio!"

"Sceptile!" affermò lo Sceptile di Hitomi. Il Pokemon lucertola aveva dormito con la schiena appoggiata al muro e le braccia conserte sul petto, in modo da avere il sonno più leggero e svegliarsi rapidamente in caso di emergenza - non che si aspettasse chissà quale pericolo, ma il suo modo di pensare non gli permetteva di abbassare la guardia nemmeno per un momento, soprattutto in un continente pericoloso come Reborn.

"Faremo anche noi quello che dobbiamo." disse Hitomi semplicemente, alzandosi e salutando il suo Sceptile con un cenno della testa. Lo starter di tipo Erba strizzò un occhio con fare complice e si sgranchì un po' la schiena, pronto a qualunque cosa si dovesse trovare ad affrontare. "Ora prepariamoci e andiamo a svegliare i ragazzi. Immagino che saranno ancora là a poltrire."

"Va bene... scusa, Skitty, ma adesso è meglio se torni nella tua Pokeball, okay?" disse Vera. Diede un'altra carezza a Skitty, e il Pokemon Micio miagolò in segno di assenso prima di farsi richiamare nella sua Pokeball. "Dopo ti richiamerò, se sarà necessario. Per adesso, risparmia le forze..."

Rapidamente, le ragazze si vestirono, si prepararono ed uscirono dalla loro stanza, trovando già Drew e Max ad attenderle nel corridoio. Il ragazzino con gli occhiali, affiancato dal suo Swampert, salutò la sorella e le sue amiche con un cenno della mano.

"Ben svegliate, signorine." disse Drew, sfoderando un po' dell'alterigia che gli era consueta. "Immagino che vi siate preparate per oggi, vero?"

"Siamo pronte e cariche! E tu, Drew?" disse Vera, avvicinandosi al ragazzo e strizzandogli un occhio con fare sbarazzino. "Ti è passata la fase di dubbio negli allenamenti della maestra Kiki?"

"Un semplice momento di defaillance, tutto qui." rispose il ragazzino dai capelli verdi senza perdere un colpo. Una cosa che Vera ammirava e al tempo stesso trovava irritante in lui, era che Drew aveva quasi sempre la risposta pronta. "Vi posso assicurare che non si ripeterà."

"Meglio, perchè farsi venire dei dubbi all'improvviso tende a non essere molto produttivo per la missione!" scherzò Max. "A proposito, ragazze, se vi chiedete dov'è Cain... è ancora dentro a fare la sua migliore imitazione di una sega elettrica. Non credo che neanche le cannonate lo sveglierebbero, a questo punto."

"Swamp..." mormorò Swampert, mostrando con un cenno del braccio la porta chiusa della loro stanza. Senza dire una parola, Hitomi si avvicinò alla stanza e aprì di scatto la porta scorrevole, rivelando il giovanotto dai capelli viola che, ancora sdraiato sul suo futon, dormiva come un sasso, russando sonoramente!

"Rrrrrrron... rrrrrron... spero che il sempai si accorga di me... zzzzz..." mormorò a voce smozzicata, evidentemente parlando di un sogno che stava facendo...

"Eccolo lì. Non si riesce a farlo alzare..." disse Drew.

"Ci penso io." disse Hitomi semplicemente. Entrò nella stanza, stando attenta a non calpestare ciò che c'era per terra... e poi, arrivata vicino a Cain, tirò fuori da chissà dove un gong con tanto di mazzuola... e lo suonò nelle orecchie del malcapitato esperto di Pokemon Veleno, che si svegliò di soprassalto e fece un balzo talmente elevato da andare a sbattere sul soffitto... e cadere giù con un bernoccolo comicamente grande sulla testa!

"Sveglio." disse Hitomi. Vera e il resto dei suoi amici guardarono esterrefatti, con delle grosse gocciolone di sudore che scendevano loro dalla nuca, mentre il povero Cain si metteva seduto massaggiandosi la testa.

"Ohiohiohiohiii... d'accordo che sono bravo a ricevere, ma non mi dispiacerebbe se ci andassi un po' più piano, okay?" disse, massaggiandosi la testa. "Okay, okay, mi sveglio... come mai tutta questa fretta, eh? Vogliamo andare subito al sodo?"

"Non proprio." disse Max massaggiandosi la fronte con fare leggermente esasperato. "Ricorda che oggi è il giorno della nostra prova. Dobbiamo andare al picco Apatite per incontrarci con quel tipo di nome Cal, e cercare di batterlo in uno scontro di Pokemon per vedere se potremo avere avere il Mega Bracciale."

"Giusto, giusto..." rispose Cain alzandosi di colpo. "Okay, attendete un attimo che mi vesto..."

Con queste parole, Cain raccolse i suoi vestiti dal suo armadietto, si piazzò dietro una tendina... e un attimo dopo, si vide un vortice provenire da dietro la tenda, e Cain ne uscì quasi subito, già vestito, calzato e con anche un po' di brillantina tra i capelli e glitter sulla giacca! "Eeeeet voilà! Assolutamente FA-VO-LO-SO, se posso esprimere il mio modesto parere!"

"Preferisco non chiedermi come abbia fatto a prepararsi in un attimo..." affermò Max. "E non ti chiederò neanche da dove tu abbia tirato fuori quel gong, Hitomi."

"Appare spontaneo quando devo svegliare qualche dormiglione." disse la ragazzina, il cui gong era comparso come se non ci fosse mai stato! "Okay, ora che ci siamo tutti, andiamo a fare colazione... e vediamo un po' come sarà questo esame."

"Non vedo l'ora di scoprirlo!" disse Vera, sentendosi eccitata e nervosa al tempo stesso...

 

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Circa un'ora dopo, fatta la colazione e raccolto tutto ciò di cui avevano bisogno per la scalata al Picco Apatite, Vera e i suoi compagni si trovavano vicino ai cancelli di uscita del Monastero Apofillide, ricevendo da Kiki le ultime istruzioni per quello che avrebbero dovuto fare...

"Molto bene... sapete qual è la strada, e comunque Vittoria sarà con voi a guidarvi." disse la maestra di arti marziali, facendo un cenno alla sua allieva che arrivò con passo deciso e si affiancò al gruppetto di Hoenn e a Cain. "Come vi ho detto, Cal si trova in ritiro spirituale sulla cima di quel picco. Dovrete incontrarlo, e affrontare lui e Vittoria in uno scontro di Pokemon. Se riuscirete a vincere, Cal vi darà un riconoscimento della vostra abilità come allenatori. Tornate qui ad Apofillide, e mostratemelo. Questo mi darà la conferma che siete pronti ad affrontare l'ultimo esame, cioè un combattimento con me. Solo se riuscirete a battermi, vi sarete dimostrati degni della Mega Evoluzione."

"Ma non cominciate già da subito a pensare a come affronterete la maestra Kiki. Io e Cal vi faremo vedere come combattono i migliori allievi di questa accademia di arti marziali, e i nostri Pokemon vi lasceranno senza fiato!" disse Vittoria con un tono di sfida che voleva suonare giocoso... ma che a Max sembrò contenere una punta di rabbia. Il ragazzino con gli occhiali corrugò un po' la fronte mentre gettava un'occhiata interrogativa a Vittoria, ma decise di non dire nulla - dopotutto, era sempre possibile che fosse soltanto una sua impressione. "Vi condurrò fin sulla cima del picco, e lì avrete modo di conoscere Cal! Ma vi informo che ci sarà poco tempo per i convenevoli!"

"Peccato, mi incuriosiva un po' l'idea di conoscere meglio quando Cal... se si tratta di un... amico... di Vittoria, non sarà certo una persona cattiva, dopotutto." disse Drew, sperando di provocare una reazione da parte di Vittoria... che invece restò ferma dov'era con fare serio e distante. Drew alzò le spalle, un po' deluso. Peccato che Vittoria non abboccasse facilmente come Vera...

Kiki si schiarì la voce. "Comunque, adesso sapete quello che dovete fare." affermò. "Cal saprà già del vostro arrivo, e adesso lo avvertirò che lo state raggiungendo. Non ho altro da dirvi se non, buona fortuna e fate del vostro meglio. Non è impossibile che veniate attaccati da alcuni Pokemon selvatici durante la salita, quindi tenetevi pronti a combattere."

"Lo considereremo parte dell'addestramento." rispose decisa Vera. "Okay, ragazzi, partiamo! Siete tutti carichi, vero?"

"Io ed Alty ci sentiamo in grado di scalare anche una montagna!" rispose Ortilla.        

"Alty, alty!" esclamò la graziosa Pokemon Drago/Volante sbattendo le ali... e poco dopo, seguendo la guida di Vittoria, il gruppo salutò Kiki, il suo Medicham e gli altri ragazzi dell'Accademia, venuti ad augurare loro buona fortuna... e si incamminarono lungo il sentiero battuto che attraversava la distesa di sabbia grigia, diretti verso il grande picco che svettava dalle formazioni rocciose...

"Stiamo arrivando, Cal..." pensò tra sè Vittoria, sentendo il suo cuore battere più forte al pensiero di rivedere il suo compagno di allenamenti. "Avrò bisogno del tuo aiuto. La maestra Kiki avrà bisogno del tuo aiuto... dobbiamo negare a Vera e ai suoi compagni il diritto di affrontarla..."

 

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Un Pidgey solitario svolazzò agilmente verso la cima del Picco Apatite, allertando la persona che vi si trovava con un cinguettio acuto mentre portava tra le zampe un messaggio scritto su una pergamena arrotolata. Pochi istanti dopo, da una grotta scavata in un costone di roccia uscirono due figure - un ragazzo dai corti capelli rosso fuoco, con addosso un'uniforme da arti marziali di di colore simile ma più scuro, e un Pokemon che assomigliava parecchio ad un formichiere panciuto, con un corpo rossastro percorso da strisce gialle verticali, e una fiamma viva che guizzava fuori dalla sua bocca a tubo, al posto di una lingua. Sembravano aspettarsi l'arrivo del piccolo Pokemon Normale/Volante, che cinguettò di nuovo e si abbassò verso il giovane.

"Oh, questo dev'essere il messaggio della maestra Kiki..." affermò il giovane, ricevendo dal Pidgey la pergamena e srotolandola rapidamente. "Hmm... sì, è proprio lei. Mi dice che i suoi ospiti di Hoenn stanno arrivando... e con loro ci sono anche Vittoria e un ragazzo della resistenza. Bene... questo vuol dire che il momento della verità sta per arrivare..."

"Heatmor..." disse il Pokemon formichiere, dando un'occhiata a sua volta al messaggio, stando bene attento a tenere la lingua lontana. "Heat heat mor..."

Il Pidgey mandato dall'Accademia Apofillide si appollaiò vicino al Pokemon formichiere e guardò con curiosità il ragazzo dai capelli rossi che annuiva lentamente prima di dire la sua. "Va bene, Heatmor. Tieniti pronto. Non so nemmeno io se riusciremo a farlo, ma... ognuno deve fare la sua parte, dico bene?"

Il Pokemon formichiere annuì lentamente, ma dentro di sè sentiva di non essere pronto. Stavano per fare un passo decisivo... ed Heatmor non era sicuro che il suo allenatore sarebbe stato in grado di prendere il coraggio a due mani e compierlo...

 

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Zel, lo scienziato del Team Meteora che supervisionava gli esperimenti sul PULSE, sospirò tristemente mentre guardava il macchinario davanti a sè. Lo sportello principale era aperto, permettendo così di vedere il Pokemon imprigionato al suo interno - un massiccio Camerupt che sembrava sonnecchiare, attaccato a numerosi cavi che lo connettevano alle parti meccaniche Di tanto in tanto, il Pokemon cammello sussultava, come se fosse in preda ad un incubo, ma tornava subito al suo stato di incoscienza...

"Quanti Pokemon ancora dovranno soffrire in nome dei piani di Lord Solaris...?" si chiese, con la voce della sua personalità femminile più sensibile.

Si rispose da solo, questa volta con voce maschile. "Taci, Lumi. Se non fosse per noi, tu non saresti qui a darmi fastidio." affermò. "Tanti Pokemon quanti saranno necessari. Grazie a questo Camerupt, l'Accademia Apofillide scomparirà tra pochi giorni, e la resistenza non potrà riprendersi da questo colpo."

"Non abbiamo fatto in tempo a fare tutti i necessari controlli sul PULSE-Camerupt, Zero." disse l'altra personalità femminile subito dopo. "Sarà magari in grado di controllare il flusso della lava sotto l'isola Apofillide... ma lo sforzo sarà troppo da sopportare per il suo corpo."

"Una perdita accettabile." tagliò corto Zero, la personalità maschile. "Ricordati che anche tu sei qui grazie a noi, Eve. Se non fosse stato per il Team Meteora, di te e Lumi non resterebbe che una tomba senza nome."

"Lo so benissimo." rispose Eve, quasi ringhiando per la rabbia. "Ma questo non vuol dire che ci piaccia essere costrette a sottostare ai vostri ordini. E stai attento a non spingerti troppo oltre, Zero. Non siamo indifese e tue succubi come ti piacerebbe pensare..."

La personalità maschile di Zel non rispose, ma dentro di sè sentì un brivido. Sapeva ancora troppo poco della loro condizione per poter dire con certezza che rischi avrebbe corso se avesse cercato di liberarsi di Eve e Lumi... e la verità, era che loro gli servivano ancora... il PULSE non aveva ancora mostrato tutte le sue potenzialità...

"Per adesso, ci basta che l'Accademia Apofillide scompaia." disse Zero. "Al resto penseremo dopo."                                     

 

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CONTINUA...

 

Nota dell'autore: Ci siamo, ragazzi. Per Vera e gli altri è cominciato un momento decisivo. Dovranno dare prova di essere degni della Mega Evoluzione... e al tempo stesso, stare attenti a Vittoria, che sembra avere dei piani tutti suoi.

Nel prossimo capitolo, conosceremo finalmente il famigerato Cal, di cui abbiamo già visto uno scorcio alla fine di questo capitolo. Per adesso, sto cercando di premere sull'acceleratore per questa storia, ma cercherò di aggiornare presto anche una delle mie storie di Digimon... e sto facendo qualche altro progetto per dopo le vacanze di Natale!

A presto, e sappiatemi dire se questo capitolo vi è piaciuto!

         

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Capitolo 37
*** Cal e Vittoria ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 37 – Cal e Vittoria

 

Vera e i suoi compagni non si aspettavano certo che la camminata fino alla vetta del Picco Apatite fosse una passeggiata... ma la ragazzina doveva ammettere che non si era aspettata nemmeno che lei e i suoi compagni si imbattessero in un gruppo di inferociti Ursaring proprio quando la cima era in vista! E invece, era proprio in questa alquanto pericolosa situazione che si trovavano, dopo tre ore di cammino lungo sentieri scoscesi e costellati di rocce, piante spinose ed insetti rumorosi.

"Ehm... immagino che non funzionerà se gli chiediamo di lasciarci passare e gli diciamo che non abbiamo voglia di litigare, vero?" chiese Max, il cui Gardevoir si apprestava a sostenere l'assalto di uno dei feroci orsi grizzly. L'elegante Pokemon Psico fluttuava maestosamente a pochi centimetri da terra, pronto ad agire non appena l'avversario avesse iniziato a muoversi.

"A volte ho pensato che mi sarebbe piaciuto perdere qualche chilo, ma... questo non è esattamente il modo in cui pensavo di farlo." disse Hitomi, cercando di mantenere il suo tono distaccato anche adesso che aveva paura. La ragazzina aveva mandato in campo il suo Sableye, contando sul suo tipo in modo che lo proteggesse dalla maggior parte degli attacchi degli Uraring, e il suo Granbull, che era, tra i suoi Pokemon, quello che meglio avrebbe potuto misurarsi con gli Ursaring sul piano della forza fisica.

Ortilla, con Alty a fianco, e i suoi Scraggy e Spinda sul campo di battaglia, cercò di vedere il lato positivo della cosa. "Beh, guardiamola da questo punto di vista - è un modo come un altro di fare allenamento." affermò. "Okay, Spinda... comincia usando Ipnosi su uno degli Ursaring! Scraggy, usa Bullo per confonderli!"

Uno degli Ursaring, più aggressivo degli altri, scattò in avanti per attaccare Spinda con una zampata, ma non fece in tempo a raggiungerlo prima che il buffo Pokemon Macchipanda, ondeggiando come se fosse stato ubriaco, rivolgesse all'avversario un'occhiataccia con i suoi occhi perennemente in rotazione. Delle spirali di luce uscirono dagli occhi di Spinda e raggiunsero l'Ursaring nemico, che grugnì con disappunto e cominciò a rallentare... e prima che potesse raggiungere Spinda ed attaccarlo, crollò a terra a faccia in giù, addormentandosi come un sasso!

Un altro Ursaring sferrò un attacco Lacerazione che colpì di striscio il piccolo Pokemon Macchipanda, che emise un breve lamento e indietreggiò... ma per allora, anche Scraggy si era messo in moto, usando il suo attacco Bullo - guardò dritto negli occhi l'Ursaring che aveva appena attaccato il suo compagno, e le sue pupille diventarono per un istante rosse e luminose, mentre una minacciosa aura rossa appariva intorno a lui. Sembrava che volesse intimorire il feroce Ursaring, i cui occhi si incrociarono per un istante.

Il plantigrade gettò indietro la testa e scoppiò in un fragoroso ruggito di rabbia prima di chinarsi per terra, afferrare una grossa roccia... e scaraventarla contro un altro Ursaring, che sgranò per un attimo gli occhi prima di essere centrato in pieno! La roccia si sgretolò al momento dell'impatto, e il feroce orso cadde a terra tramortito!

"Brava, Ortilla! Ottimo uso di Bullo!" esclamò Vittoria.

"Max, è meglio se cerchiamo di aprirci un varco tra gli Ursaring ed evitiamo di restare qui ad affrontarli." disse telepaticamente Gardevoir al suo allenatore. "Potremmo sconfiggerli, ma non è il caso di sprecare troppe energie."

"Hai già idea di come fare, Gardevoir?" chiese il bambino con gli occhiali, tenendosi a debita distanza dallo scontro, ma abbastanza vicino da poter supportare il suo amico Pokemon nel caso ci fossero stati dei problemi. Il Pokemon Abbraccio usò i suoi poteri psichici per far levitare alcune rocce e scagliarle contro due degli attaccanti, mettendoli fuori gioco per qualche secondo e dandosi il tempo di formulare un piano.

"Ho un'idea che potrebbe funzionare." affermò Gardevoir. "Avrò bisogno di un po' di collaborazione, in ogni caso. Spinda... tu hai già imparato ad usare Strampadanza, vero?"

"Spinda spin spin!" esclamò il buffo Pokemon Normale, agitando le braccia come per dire che era anche questo uno dei motivi per cui si era allenato tanto in quei giorni.

"Altaria!" esclamò Alty, evidentemente capendo quello che Gardevoir voleva fare. "Alt alt altaria, alti?"

"Precisamente, ma per farlo dobbiamo costringer tutti gli Ursaring a restare in uno spazio un po' ristretto, o non funzionerà." fu la risposta di Gardevoir. "Okay... Max, ascoltami, dobbiamo cercare di bloccare i movimenti degli Ursaring e costringerli ad avvicinarsi tra loro."

"Se è per quello, Gardevoir... basta dirlo!" disse il ragazzino con gli occhiali. Si diede una rapida occhiata intorno e trovò qualcosa che avrebbe potuto usare per costringere gli Ursaring a fare quello che Gardevoir suggeriva. "Ortilla, tu e il tuo Scraggy potete sferrare un attacco in un certo punto, ben preciso?"

"Così credo..." rispose la ragazzina dai capelli turchini. "Di cosa si tratta?"

"Fai indietreggiare i tuoi Pokemon, dobbiamo attirare quegli Ursaring in trappola." affermò Max. "Anche tu, Hitomi."

"Da quand'è che sei diventato il caposquadra, Max?" chiese retoricamente la ragazzina più piccola. "Oh beh, se la tua idea è buona... indietro, Sableye! Granbull, usa Visotruce per farli rallentare!"

"Sable!" esclamò il Pokemon Spettro/Buio, annuendo e facendo qualche passo indietro. Granbull si piazzò davanti al suo compagno e mostrò i denti, gli occhi che si illuminavano di un terrificante colore rosso! Gli Ursaring esitarono davanti a quell'espressione intimidatoria, e per un attimo restarono fermi dov'erano, dando a Scraggy la possibilità di agire.

"Scraggy... usa Calcinvolo per abbattere quell'albero!" esclamò Ortilla, indicando un albero secco che cresceva accanto ad una grossa roccia. Scraggy lanciò una rapida occhiata agli Ursaring per assicurarsi di non essere alla loro portata, poi si lanciò all'attacco e sferrò un deciso calcio volante contro il tronco dell'albero secco, che si spaccò in due con un suono quasi assordante! Si sentì uno scricchiolio sinistro, ed un fragore di rami spezzati... e l'albero cadde davanti agli Ursaring, bloccandoli temporaneamente! La sorpresa durò solo un attimo, e già due degli Ursaring si apprestavano a sollevare il tronco caduto a forza di braccia e tornare all'attacco... ma facendo così, i ragazzi avevano fatto loro perdere del tempo che Gardevoir e Sableye sfruttarono saggiamente per attaccare.

"Ottimo. Sableye! Attacca con Malosguardo." esclamò Hitomi. Ghignando, il Pokemon Spettro/Buio si sollevò in aria, e i suoi occhi simili a gemme intagliate si illuminarono di luce bianca... e si trasformarono temporaneamente in un paio di luminosi occhi rossastri che fissavano minacciosi i giganteschi orsi grizzly! Emettendo dei grugniti e dei ruggiti che esprimevano quanto fossero spaesati, gli Ursaring cominciarono ad avvicinarsi gli uni agli altri... e questo fu per Gardevoir e Spinda il segnale di sferrare l'attacco decisivo!

"Adesso, Spinda!" comunicò telepaticamente Gardevoir al Pokemon orsacchiotto. Quest'ultimo, che già si era mentalmente preparato al momento, iniziò a saltellare da una gamba all'altra, muovendo le orecchie da una parte all'altra e scuotendo la testa in maniera quasi vertiginosa! Alcuni degli Ursaring non riuscirono a staccare lo sguardo in tempo, e cominciarono a ballare allo stesso modo, con delle comiche espressioni di confusione sul muso normalmente contorto in una maschera di rabbia! Anche quelli che erano riusciti a sfuggire all'effetto ipnotico si ritrovarono intralciati quando i loro compagni che stavano danzando finirono per tagliare loro la strada, piazzarsi davanti a loro e, in generale, rendere loro difficili i movimenti.

"Heh... adesso vediamo come fanno ad inseguirci, intralciati come sono." affermò Hitomi con un sottile sorriso. "Ma non ci resteranno a lungo."

"Adesso cercheremo di rendergli le cose un po' più difficili." affermò Max. "Adesso, Gardevoir! Usa il tuo attacco Psichico!"

"Stavo per farlo, Max." rispose la voce telepatica del Pokemon Abbraccio. Con un elegante movimento delle braccia e uno scintillio azzurrino negli occhi, Gardevoir lanciò una potente scarica di energia mentale contro i feroci orsi grizzly, travolgendo i due che si trovavano di fronte e sollevandoli da terra come se non pesassero niente, per poi scaraventarli addosso ai loro compagni e farli cadere tutti a terra in un intrigo di pelliccia, arti muscolosi e ruggiti furenti! Soddisfatto, Gardevoir abbassò le braccia e tirò un sospiro, ritornando alla normalità. "Credo che adesso questi Ursaring non ci daranno più fastidio."

"Ottimo davvero..." disse Vittoria, impressionata dal gioco di squadra usato dai giovani allenatori e dai loro Pokemon. "Però adesso è meglio se continuiamo. Questo sgradito incontro ci ha fatto perdere non poco tempo."

"Tranquilla, Vittoria, riusciremo comunque ad arrivare in vetta prima di mezzogiorno." disse Vera, sorridendo amichevolmente. "Del resto, non abbiamo il tempo così contato, o sbaglio?"

Vittoria si mise una mano dietro la nuca e guardò dall'altra parte, sperando che non si vedessero il suo imbarazzo e la sua frustrazione. "Beh... no, certo che no... è solo che prima raggiungiamo Cal, meglio è..." affermò. "Hehehee... sapete com'è, è tanto tempo che non lo vedo, e sono ansiosa!"

Drew storse leggermente il naso, sospettando che ci fosse qualcosa di più dietro l'atteggiamento della loro guida, ma non disse nulla e accettò la spiegazione. "Okay, seguitemi... questa strada porta alla cima del picco Apatite. Spero che siate pronti!" continuò Vittoria, indicando una stradina tortuosa che saliva verso alcune rupi scoscese.

Prima che gli Ursaring potessero riaversi e tornare all'attacco, i ragazzi e i loro Pokemon si erano già rimessi in marcia, salendo con passo rapido lungo la strada indicata da Vittoria, e ben presto, i ruggiti dei Pokemon grizzly si persero dietro di loro...

 

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In cima al Picco Apatite, circa mezz'ora dopo...

Il giovane Cal, allievo di punta dell'Accademia Apofillide ed esperto di Pokemon Fuoco, era seduto a gambe incrociate vicino all'ingresso della caverna che usava come dimora temporanea, in una posizione di meditazione. I suoi corti capelli di un vivace colore rosso erano leggermente mossi dal vento caldo che spirava sulla vetta, e la sua uniforme rossa, completa di un paio di scarpe nere in stile orientale, era impolverata per il lungo periodo passato in meditazione sulla cima di quella montagna. In quel momento, il giovane stava meditando, cercando di sgomberare la sua mente da tutti i pensieri negativi che da un bel po', da fin troppo tempo, lo accompagnavano. E da quando aveva ricevuto la comunicazione che sarebbero arrivati i ragazzi della resistenza per sottoporsi alla prova decisiva per ottenere la padronanza della Mega Evoluzione, questi dubbi e queste incertezze non avevano fatto altro che acuirsi...

Il suo Heatmor stava meditando al suo fianco, facendo guizzare di tanto in tanto la sua lingua di fiamma tra le labbra. Il silenzio era sceso tra il giovane esperto di arti marziali e il suo Pokemon preferito, mentre attendevano che arrivassero coloro che stavano attendendo.

Passarono così diversi minuti, almeno finchè i sensi acuti di Cal non colsero un suono lievissimo dietro di loro... e il ragazzo aprì di scatto gli occhi e si voltò lentamente, trovandosi di fronte esattamente ciò che si aspettava...

Vittoria era in piedi a pochi metri da loro, seguita da Vera, Drew e dal resto degli inviati dal Monastero Apofillide! La ragazza dai capelli neri mosse la mano e sorrise con gioia, chiaramente felice di rivedere il suo amico... e cominciò a muoversi verso di lui!

"Vittoria!" esclamò Cal con voce chiara e sicura, interrompendosi per un attimo quando Vittoria gli si lanciò al collo, abbracciandolo festosamente! "Vittoria, sono così contento di rivederti! Allora, come vanno le cose lì all'Accademia?"

"Cal! Cal! Che bello rivederti!" esclamò la ragazza, tenendosi stretta al suo compagno di accademia per diversi secondi, prima di staccarsi quel tanto che bastava per parlargli normalmente. "Sì... sì, va tutto bene! Stiamo... facendo del nostro meglio per intralciare il Team Meteora, e siamo riusciti anche ad ottenere dei buoni risultati, almeno per adesso! Pensa che abbiamo addirittura battuto due PULSE-Pokemon! E poi... e poi Vera e i suoi amici qui presenti sono qui per sostenere la prova! La maestra Kiki vuole verificare se sono degni di possedere la Mega Evoluzione!"

"Sì, mi era stato comunicato..." disse Cal, accarezzando il suo Heatmor. "E a proposito... la maestra Kiki come sta? E' sempre piena di energia, come la ricordo?"

"Sì... sì, sta bene anche lei!" affermò Vittoria. Si stava mostrando sicura ed energica, ma Cal ebbe l'impressione che si fosse incupita un po'. "Ma... ma perchè non ne parliamo dopo, di queste cose? Per adesso... perchè non lasci che ti presenti i nostri amici di Hoenn? Qui ci sono Vera Maple e suo fratello Max... Drew... Hitomi... ed Ortilla, la nipotina del Campione di Hoenn, Adriano! E poi c'è il mio amico Cain, esperto di Pokemon Veleno e testa matta!"

"Incantato di conoscerti!" esclamò Cain, strizzando un occhio a Cal e mandandogli un bacio!

"E così, tu sei il famoso Cal!" affermò Vera, facendo un rispettoso inchino al giovanotto dai capelli rossi. "Sì... io sono Vera Maple, e sono una coordinatrice di Pokemon proveniente da Hoenn! Mi sono trovata invischiata quasi per caso nelle trame del Team Meteora... e ora sono qui per darvi una mano a fermarli!"

Mentre Vera diceva così, Cain tirò fuori il suo Pokedex, usandolo per scannerizzare il Pokemon formichiere che stava a fianco del giovanotto dai capelli rossi, e la risposta non si fece attendere. "Heatmor, il Pokemon Formichiere. Tipo Fuoco. Attizza la fiamma all'interno del corpo aspirando l'aria da un foro nella coda. I Durant sono le sue prede. Con la sua lingua infuocata scioglie la corazza d'acciaio di Durant e ne consuma l'interno." disse il Pokedex, facendo rabbrividire un po' il ragazzo dai capelli viola, che rivolse un'occhiatina nervosa a quello strano Pokemon che pure sembrava tanto buffo ed innocuo.

"Sono contento che nessuno di noi ha dei Durant in squadra..." commentò a bassa voce.

"Salve, signor Cal! Io mi chiamo Max... sono il fratello minore di Vera, e sono un allenatore di Pokemon solo da poco... ma anch'io sto cercando di fare tutto il possibile per aiutarvi!" disse Max, presentandosi a sua volta.

"Il mio nome è Hitomi." disse la rivale di Max, annuendo. "Anch'io sono un'allenatrice."

"E io sono Ortilla... piacere di conoscerla, signor Cal! E lei è la mia Altaria, Alty!" disse Ortilla, facendo un grazioso inchino al giovane esperto di Pokemon Fuoco. La sua altaria cinguettò, spalancando le ali e facendo un cenno con la testa. "Sono stata rapita dal Team Meteora perchè cercavano di impossessarsi della mia collana... a quanto pare, si tratta di un artefatto di cui hanno bisogno per i loro piani."

"Piacere di conoscervi, ragazzi... e, sì, ho sentito parlare dei piani del Team Meteora, e del fatto che stanno cercando quattro "chiavi" nella forma di gioielli preziosi." affermò Cal, dando un'occhiata a tutti i membri del gruppo proveniente dal monastero. "Ma... immagino che sarete stanchi, dopo questa scalata che avete fatto. E' meglio che vi riposiate un po' e mangiate qualcosa, prima di sostenere lo scontro con me. E vi avverto che non mi son guadagnato la fama di migliore allievo dell'Accademia Apofillide per nulla... anche se a volte mi chiedo se davvero valga qualcosa, questa fama che mi sono fatto..."

Vera corrugò la fronte, avendo l'impressione che Cal volesse dire qualcosa ma non potesse dirlo apertamente... ma il ragazzo si riscosse quasi subito, e riprese il discorso. "Comunque, stavo dicendo... vi offro qualcosa da mangiare, e poi, quando volete, possiamo cominciare la sfida! Certo, non sarà una reggia, ma quando si è in meditazione sulla cima di un picco vulcanico, si prende quello che si trova. Prego, accomodatevi!"

"Grazie mille! Non ti dispiacerà se ci mettiamo comodi, vero?" chiese Cain scherzosamente. Cal fece cenno con la mano di accomodarsi all'interno della sua caverna, e dopo aver ringraziato, Vera e i suoi compagni entrarono nella dimora di Cal, restando sorpresi di come il giovane l'aveva sistemata, anche con gli scarsi mezzi a sua disposizione. Un tappeto un po' sdrucito ma comunque funzionale copriva parte del pavimento, e la stanzetta era arredata con un tavolino basso rozzamente intagliato, e un letto composto da un pagliericcio e una coperta. In un angolo, una cerchio di pietre circondava un mucchio di legna carbonizzata, posta giusto sotto un'apertura nel soffitto in modo da far evacuare più facilmente il fumo. Ordinati vicino al falò c'erano delle pentole, delle bottiglie d'acqua di fonte, e delle confezioni di riso, formaggio, noci e anche un po' di carne essiccata.

"Wow, devo dire che sono impressionato!" affermò Drew, lo sguardo che spaziava lentamente da un angolo all'altro della caverna. "Immagino che non debba essere stata una cosa facile ricavare questa graziosa casetta."

"E' davvero bella! Certo, non è una villa, ma è molto meglio di come mi aspettassi..." disse Hitomi.

Cal sorrise gentilmente. "Beh, diciamo che ho fatto del mio meglio per renderla confortevole! Ora... perchè non vi mettete seduti? Io arrivo tra poco... devo discutere di due cose con Vittoria, e poi sono da voi." affermò.

"Va bene... come vuoi!" rispose Vera, ancora un po' spaesata. Aveva come l'impressione che il modo di fare di Cal e Vittoria nascondesse qualcosa, ma pensò che sarebbe stato indelicato andare a sbirciare o a chiedere, quindi accettò la risposta del giovane dai capelli rossi e si sedette al tavolino assieme al fratello minore e ai suoi amici. Tuttavia, si ripromise che, più avanti, avrebbe cercato con tutta discrezione di capire cosa nascondevano quei loro modi di fare.

Dopo essersi assicurati che ognuno avesse preso il suo posto, Cal e Vittoria si appartarono, accompagnati dallo Heatmor del ragazzo... e Vittoria prese la parola, avvicinandosi a Cal e guardandolo seriamente negli occhi. "Ascoltami, Cal, è una cosa molto importante... Vera e Drew non devono vincere! Non possiamo permettere loro di sfidare la sensei Kiki in uno scontro di Pokemon."

"Heatmor?" chiese il formichiere fiammeggiante, che evidentemente non sapeva di cosa i due stessero parlando... cosa che invece Cal sembrava avere ben presente.

"Vuoi dire che la sensei...?" chiese a bassa voce Cal. Vittoria gli fece cenno di non farsi sentire dai loro ospiti, e Cal si mise una mano davanti alla bocca, curandosi di abbassare la voce prima di continuare. "Dicevo, vuoi dire che la sensei Kiki potrebbe..."

"Sì... è quello che temo anch'io." sussurrò Vittoria. "E' per questo che non voglio che Vera e gli altri la affrontino in una lotta di Pokemon. Dobbiamo lavorare assieme se vogliamo fermarli. Ascoltami, Cal... sei disposto a darmi una mano? A questo punto... sei l'unica persona a cui mi posso rivolgere. Alla sensei sembra non importare nulla di quanto lei sia necessaria per tutti noi..."

Cal corrugò la fronte. "Certamente, Vittoria. Ti darò una mano. Impediremo ad ogni costo che avvenga quello che temi." affermò. A queste parole, la giovane esperta di aikido sembrò turarsi su almeno un po', e prese una delle mani di Cal nelle sue, guardandolo dritto negli occhi con profonda gratitudine.

"Grazie, Cal... te ne sarò sempre riconoscente!" disse, quasi dimenticandosi di tenere bassa la voce. Il ragazzo arrossì leggermente al contatto con le mani forti e allo stesso tempo gentili della sua compagna di allenamento... ma scacciò rapidamente simili pensieri, riflettendo tra sè sull'amara ironia della sorte. Anche lui aveva i suoi motivi per evitare che Vera e gli altri affrontassero la prova decisiva...

 

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Vera appoggiò sul tavolo la terza scodella di riso che aveva svuotato voracemente, tirando un sospiro soddisfatto! Per quanto fosse stato spartano e un po' alla buona, il pranzo che Cal aveva preparato era stato delizioso, e la ragazzina castana non aveva potuto fare a meno di apprezzarlo. "Aaaaah! Adesso sì che mi sento sazia!" esclamò, quasi raggiante! "Certo non è un ristorante a cinque stelle, ma Cal è un cuoco talmente bravo che riesce a dargli un sapore favoloso!"

"Già... attenta a non mettere su pancia, mia cara!" la stuzzicò Drew.

"Tu pensa agli affari tuoi, antipatico!" rispose a tono Vera mostrandogli la lingua. Il ragazzino dai capelli verdi ridacchiò con nonchalance, mentre Hitomi voltava la testa dall'altra parte facendo finta di non conoscerli...

Cal fece una risata tra sè, godendosi quel momento di leggerezza prima di riprendere il discorso che avevano iniziato prima. "Molto bene, ragazzi... allora, se tutti voi siete sazi e vi sentite pronti, credo che i due più esperti di voi possano venire avanti e affrontare me e Vittoria in una battaglia di Pokemon. Uno scontro in doppio, due contro due. Ognuno di noi userà due Pokemon, con la possibilità di cambiarli durante lo scontro." affermò, alzandosi di scatto da tavola. Il suo Heatmor, che era rimasto seduto lì vicino a mangiarsi una ciotola piena di formiche, scattò rapidamente in piedi e si preparò, immaginando che fosse arrivato anche per lui il momento di darsi da fare.

"Vera e Drew, voi siete i più esperti di questo gruppo di allenatori, se non sbaglio." disse Vittoria, indicando con lo sguardo i due ragazzi più grandi del gruppo di Hoenn. I due interessati rivolsero immediatamente la loro attenzione a Vittoria, cercando di mostrarsi quanti più seri e concentrati possibile. Questo era un momento importante per loro... "Allora... sarete voi ad affrontare me e Cal in uno scontro di Pokemon. Vi va bene?"

"Per me non c'è problema. Drew, ti senti pronto?" chiese Vera al suo amico / rivale / forse-qualcosa-di-più, che alzò le spalle con nonchalance e si alzò, sgranchendosi una spalla.

"Io sono sempre pronto, mia cara Vera. Pensavo che a questo punto la cosa fosse ovvia." affermò il ragazzino dai capelli verdi. "E va bene. Cominciamo quando volete. Andiamo fuori a combattere, vero? Qui dentro non c'è esattamente molto spazio..."

"Certo. Venite pure." affermò Cal, facendo cenno ai suoi ospiti di seguirlo. Vittoria prese un bel respiro e, dopo essersi mentalmente ricordata quanto fosse in gioco, seguì Cal fuori dal suo rifugio... mentre Vera e Drew si guardarono, scambiandosi un cenno affermativo con la testa e preparandosi mentalmente alla sfida, e i loro compagni più giovani augurarono loro buona fortuna prima che raggiungessero i loro due avversari all'esterno.

"Mi raccomando, fatevi onore!" esclamò Ortilla. "Io ed Alty faremo di sicuro il tifo per voi!"

"Sono sicura che ce la farete. Ma state attenti in ogni caso." si raccomandò Hitomi.

"Ma guarda, la nostra Hitomi che non fa commenti sarcastici. Questa dev'essere una novità!" rispose prontamente Max aggiustandosi gli occhiali. Hitomi alzò le spalle, rifiutando di farsi provocare, ma si ritrovò a pensare ad una battuta tagliente da rivolgergli.

"Ecco... così gli avrei dato ragione. Brava stupida che sono." pensò la ragazzina.

 

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Qualche minuto dopo, le due coppie di sfidanti erano schierate nello spiazzo roccioso davanti alla dimora temporanea di Cal, con i ragazzini più piccoli e i loro Pokemon a fare da spettatori e, nel caso di Max, da arbitri. Il ragazzino con gli occhiali si schiarì la voce, in modo da assicurarsi che tutti potessero sentirlo bene, e guardò verso sua sorella e Drew prima, e verso Cal e Vittoria poi: entrambe le parti avevano già mandato in campo due Pokemon, che si stavano riscaldando. Dalla parte di Drew e Vera, c'erano rispettivamente Butterfree e Venusaur, mentre Cal e Vittoria avevano mandato in campo Heatmor il primo, e un Hariyama la seconda. Il Pokemon lottatore di sumo si mise le mani sulle ginocchia, alzò un piede e lo sbattè pesantemente al suolo, come un autentico lottatore di sumo che laciava una sfida ad un rivale.

"Molto bene... allora non credo che ci sia molto altro da aggiungere." affermò Cal, riavviando un po' i suoi splendenti capelli rosso fuoco mentre il suo Heatmor si affilava gli artigli. "Sarà uno scontro a coppie, e ogni partecipante potrà usare due Pokemon. Sono ammesse sostituzioni, e la battaglia continuerà finchè tutti i Pokemon di una delle due coppie non potranno più combattere. A questo punto... credo che possiamo anche cominciare, dico bene? Vittoria, sei pronta?"

"Io sono sempre pronta, Cal! Non lo hai ancora imparato, da quando ci allenavamo assieme?" scherzò la giovane esperta di aikido con una breve risata gioviale che riuscì a mascherare bene il tumulto che si agitava nel suo cuore. Era un momento importante... doveva dare del suo meglio per vincere, anche ricorrere a mezzi sleali, se fosse stato necessario... "Cominciamo pure, Drew, Vera!"

"Buona fortuna, sorellina!" esclamò Max. "Non preoccupatevi, io e Gardevoir saremo degli arbitri del tutto imparziali!". Il Pokemon Abbraccio fece un cenno con la testa per confermare quello che aveva detto Max, e Vera fece il segno dell'okay e strizzò l'occhio in direzione di Max.

"Certamente, fratellino! Non dubito di te, anche se a volte sei un rompiscatole!" affermò. Non si avvide, e come lei non se ne accorsero gli altri, dell'espressione tormentata che per un attimo attraversò il viso di Cal. Ma la cosa era durata talmente poco che anche se se ne fossero accorti, probabilmente l'avrebbero presa semplicemente come una loro impressione.

"E allora... diamo pure inizio alla sfida!" esclamò Vera. "Andiamo prima noi, Venusaur! Usa il tuo Parassiseme per intralciare Heatmor!"

"Butterfree, comincia a dare loro un po' di fastidio con Raffica!" esclamò il ragazzo dai capelli verdi.
Vittoria, tuttavia, dimostrò subito di non avere intenzione di andarci piano. "Hariyama, usa Bruciapelo! Blocca Butterfree prima che possa agire!"

"E tu, Heatmor, usa Pirolancio su Butterfree!" esclamò Cal. Prima che la pur veloce Butterfree potesse scattare in avanti e scagliare una raffica di vento contro il Pokemon Lotta di Vittoria, quest'ultimo scattò in avanti, ad una velocità che appariva folle per un Pokemon così grande ed ingombrante... e schiaffeggiò la farfalla gigante con entrambe le mani, facendola tentennare! Immediatamente dopo, Heatmor prese la mira e scagliò una palla di fuoco grande come il pugno di un uomo contro Butterfree, che ancora stordita per il Bruciapelo ricevuto, non fu in grado di schivare e venne colpita in pieno!

"Freeee!" esclamò Butterfree, cercando come poteva di difendersi con le ali! La fiammata la raggiunse, esplodendo fragorosamente, e mandando in giro lingue di fuoco guizzanti che raggiunsero la Venusaur di Vera al fianco, infliggendole delle piccole scottature! La Pokemon Erba/Veleno strinse i denti, ma cercò di prendere bene la mira e scagliò contro lo Heatmor nemico una raffica di semi. Ben sapendo quale fosse il pericolo insito in quei semi apparentemente insignificanti, Cal fece un cenno al suo Pokemon, che alzò lo sguardo e sferrò due rapide unghiate in aria, facendo a pezzi il Parassiseme.

Tuttavia, quello che Vera aveva cercato di fare era riuscito, e se non altro, il Pokemon Fuoco si era distratto per mezzo secondo. "Okay, non importa, Venusaur! Adesso usa Frustata per fargli perdere l'equilibrio!" esclamò la ragazzina castana, un attimo prima che la sua Pokemon si producesse in uno spettacolare attacco: dalla pianta che cresceva sul suo dorso si dipartirono alcune liane verdi che si avvinghiarono attorno alle caviglie di Heatmor... poi, Venusaur tirò verso di sè e fece cadere il Pokemon Formichiere, che emise un'esclamazione di sorpresa prima di sbattere dolorosamente la schiena contro il terreno roccioso!

"Heat!" esclamò il formichiere fiammeggiante, per poi cercare di usare i suoi artigli per tagliare le liane. Ma Venusaur reagì prontamente, sollevando in aria l'avversario con uno strattone, per poi mollare la presa e mandare Heatmor a schiantarsi sul terreno!

"Cal, Heatmor!" esclamò Vittoria. "Hariyama, non possiamo essere da meno! Usa il tuo attacco Panciamburo!"

"Yama!" esclamò il Pokemon Sumo. Iniziò a percuotere il suo enorme ventre ballonzolante con le sue grandi mani, in modo da aumentare al massimo le sue capacità d'attacco al prezzo di ridurre la propria resistenza. Vera e Drew videro il corpo di Hariyama circondarsi di luce rossa per un attimo...

"E va bene, diciamo che non è stato un gran inizio... ma  adesso mi rifaccio." commentò Drew con un cenno della testa. "Molto bene, Butterfree, usa un attacco Psichico contro Hariyama!"

"Free, free!" esclamò la farfalla gigante, i cui occhi compositi si illuminarono di luce azzurra per un secondo... e subito dopo, una tremenda scarica di energia mentale investì il già indebolito Hariyama come una folata di vento impetuoso, sollevando da terra la sua massa imponente, e mandandolo a schiantarsi diversi metri più in là con uno schianto terrificante, che costrinse anche la distaccata Hitomi a stringere i denti in un'espressione di spavento.

"Accidenti, stanno già facendo sul serio!" commentò Cain. Un'idea che gli appariva divertente affiorò alla sua mente, e il ragazzo dai capelli viola si alzò in piedi e si mise un pugno davanti alla bocca, come se fossestato un microfono! "Bene, signore e signori, in diretta dal grande stadio Apatite, ecco a voi la sfida tra i nostri agguerriti sfidanti, Vera e Drew... e i campioni in carica Cal e Vittoria! Una lotta senza esclusione di colpi! Un duello in cui tutti i partecipanti metteranno l'anima per non dire il corpo! Osservate le loro espressioni di tensione e determinazione! Ammirate queste tecniche spettacolari! Tutto questo è semplicemente FA-VO-LO-SO!"

Alty guardò verso Ortilla e si toccò la tempia con la punta di un'ala, scuotendo la testa con un'espressione di divertita esasperazione. "Alty alty..."

"Sono d'accordo, Alty!" affermò la piccola Ortilla, ridacchiando a sua volta. "Certe gente non sa davvero cosa fare per passare il tempo..."

"Hey, gente! Io qui sto facendo un lavoro di tutto rispetto, sapete? Sono un cronista, per la gioia di tutti gli amici sportivi!" disse Cain, facendo solo finta di essere offeso. "Comunque, dove eravamo rimasti? Ah, sì! Uno spettacolare attacco dalla Butterfree di Drew! Ma lo Hariyama di Vittoria, in questo momento, è quanto di più pericoloso i due potessero trovarsi davanti! Con Panciamburo, è diventato uno schiacciasassi vivente!"

"Presto, Hariyama! Adesso usa Frana!" esclamò Vittoria, decisa a togliere di mezzo uno dei Pokemon nemici il prima possibile. Lo Heatran di Cal si sarebbe presto occupato di Venusaur, o almeno così lei immaginava sarebbe stato...

"Sostituzione!" Drew richiamò appena in tempo la sua Pokemon Coleottero/Volante, che certo non aveva nessuna possibilità di resistere ad un attacco Frana massimizzato in quel modo. Un raggio di luce rossa toccò la farfalla gigante, che annuì con sollievo prima di ritornare all'interno della Pokeball. Un attimo dopo, Hariyama abbattè le sue enormi mani sul terreno, e fece cadere una pioggia di pietre su  Venusaur e sul punto sopra il quale Butterfree svolazzava un istante prima, provocando un frastuono impressionante. Per fortuna, Venusaur riuscì a resistere abbastanza bene, anche se le pietre le caddero addosso con violenza e per un attimo temette che le zampe le dovessero cedere... e quando l'attacco terminò, Drew mandò in campo il suo Pokemon successivo. "Okay, Absol, ora mi affido a te!"

"Absol, absol!" esclamò l'elegante Pokemon Buio, dopo che la sua Pokeball si fu aperta, e il suo corpo agile fu apparso sul ring improvvisato, volteggiando abilmente in aria. La lama posta su un lato della sua testa luccicò sinistramente alla luce del sole, e il ragazzo dai capelli verdi approfittò di un momento di sbalordimento da parte di Hariyama per sferrare un attacco!

"Absol, usa Psicotaglio!" esclamò Drew.

"Ferma quell'Absol, Heatmor!" esclamò Cal, rendendosi conto che lui e Vittoria si erano messi in una posizione pericolosa. "Usa il tuo attacco Focalcolpo per intercettarlo!"

Ma Vera non gli permise di fare quello che aveva in mente. "Venusaur, attacca Heatmor con Riduttore!" esclamò la bambina castana, decidendo che era il caso di rischiare un po' di contraccolpo al suo Pokemon pur di evitare che lo Absol di Drew venisse raggiunto da un colpo così pericoloso.

Tutto avvenne in pochi secondi, in un turbinio di abbaglianti effetti speciali.

Venusaur si lanciò a testa bassa su Heatmor, che aveva congiunto le mani artigliate davanti a sè e stava creando una grossa sfera di energia scintillante tra i palmi... e lo raggiunse, colpendolo con tutto il suo peso, proprio quando ormai Heatmor stava per lanciare il suo attacco! Il formichiere si sbilanciò e cadde a terra di schiena, facendo sparire il suo Focalcolpo... e nello stesso momento, lo Absol di Drew sferrò il suo attacco, fendendo l'aria con la lama posta sulla sua testa. Una lama di energia viola a forma di falce di luna scaturì dal "corno" del Pokemon e si schiantò addosso all'impreparato Hariyama, che indebolito com'era non riuscì a resistere oltre, e cadde a terra in ginocchio, agitando le mani in aria!

"No, Hariyama!" esclamò Vittoria, cominciando a temere per le sorti della battaglia. I suoi timori si avverarono quando il Pokemon Sumo si abbattè al suolo a faccia in giù, restando a terra privo di forze. "Accidenti... sono stata troppo avventata, lo ammetto. Ritorna, Hariyama!"

"Chiama il tuo prossimo Pokemon, Vittoria. Farò tutto il possibile per farti da supporto!" affermò Cal. "Heatmor, usa Unghieaguzze, e poi Lacerazione!"

"Heatmor!" esclamò il Pokemon Formichiere, alzandosi di scatto e sfregando gli unghioni sul terreno roccioso in modo da affilarli. Scattò verso la Venusaur di Vera e sferrò un poderoso fendente con entrambe le braccia, colpendo la Pokemon Erba/Veleno al fianco e strappandole un acuto ringhio di dolore... ma anche se di poco, a causa soprattutto dell'attacco Frana di prima, Venusaur riuscì a restare in piedi e cercò di contrattaccare.

"Grazie, Cal... questa volta non mi farò sconfiggere così facilmente!" affermò Vittoria, dopo aver richiamato il suo Hariyama. "Pignite, mi affido a te! Buona fortuna!"

La ragazza dai capelli neri lanciò la sua Pokeball, che descrisse un arco in aria, e si aprì per far uscire il rotondo Pokemon maiale, che si mise in guardia e si preparò ad una lotta che si preannunciava molto combattuta...

"La battaglia è frenetica... già un Pokemon fuori gioco, e alcuni che resistono a malapena." commentò meravigliata Hitomi. "Forza, Vera... Drew... dovete farcela!"

"Ed ora... vediamo che i nostri sfidanti sembrerebbero in leggero vantaggio, ma Vittoria e Cal stanno dimostrandosi avversari di tutto rispetto!" continuò Cain, sempre atteggiandosi a cronista! "Cosa accadrà adesso? Riusciranno Vera e Drew a tenere il ritmo? Lo vedremo subito... nel frattempo, noto che la Venusaur di Vera sembra affaticata..."

"Purtroppo è vero..." disse tra sè Vera, controllando preoccupata lo stato della sua Pokemon Erba/Veleno. "Forse è meglio se faccio una sostituzione. Venusaur non potrà continuare a combattere ancora a lungo..."

"Sostituzione!" esclamò Cal, come se avesse letto nel pensiero a Vera. Con un cenno della mano, richiamò a sè Heatmor, che tirò un breve sospiro di sollievo. "Torna indietro, Heatmor... e ora tocca a te, Talonflame!"

"Talonflame? E che Pokemon sarebbe...?" si chiese Vera, la cui domanda trovò risposta nel momento in cui Cal lanciò la sua Pokeball. Si sentì un acuto stridio di battaglia quando il Pokemon che in essa era contenuto emerse con un maestoso frullo d'ali: si trattava di un meraviglioso falco pellegrino dalle piume scarlatte che sembravano emettere lingue di fuoco vivo, con le punte delle ali e la coda nere, e l'addome grigio decorato con deimotivi rossi che sembravano fiammelle danzanti! La sua coda era ulteriormente abbellita da strisce gialle che la solcavano trasversalmente, mentre la testa era relativamente piccola ed affusolata, con una cresta rossa che spuntava dalla parte superiore, occhi piccoli ed acuti bordati di giallo, e un corto becco nero ed uncinato, che si addiceva perfettamente ad un uccello da preda, come anche gli affilati artigli di cui le zampe erano armate.

"Flaaaaame!" stridette fieramente il nuovo Pokemon. Spiegò le ali, che rilasciarono una fiammata arancione, e restò in sospensione, in attesa degli ordini del suo allenatore. Cal stesso sembrava provare un pizzico di soddisfazione davanti alla sorpresa dei suoi sfidanti e dei loro spettatori...

"Quello... è un Pokemon che proprio non conosco!" esclamò telepaticamente Gardevoir. "Dev'essere un Pokemon proveniente da un altro continente..."

"Questo che vedete, è il mio Talonflame, un Pokemon proveniente dal continente di Kalos... il paese della moda, dell'arte e della bellezza." spiegò Cal, immaginando bene la confusione dei suoi avversari e anche di Vittoria. "E' uno dei Pokemon di cui vado più orgoglioso, modestamente."

"Beh, anch'io sarei orgoglioso di avere un Pokemon come quello..." affermò Cain, dando una rapida occhiata al suo Pokedex per rendersi meglio conto con che cosa Vera e Drew stavano per avere a che fare.

"Talonflame, il Pokemon Ardifiamma. Tipo Fuoco/Volante, forma evoluta di Fletchinder." disse il Pokedex del ragazzo dai capelli viola. "Durante lotte senza esclusione di colpi, spicca il volo sprizzando scintille dalle fessure che ha tra le piume. Piomba sulle prede a 500 chilometri all'ora e le attacca con artigli potentissimi. La sua abilità segreta, Aliraffica, aumenta la velocità delle mosse di tipo Volante."

"Ehm... mi sa che è vero, è meglio se richiamo Venusaur." disse tra sè Vera. "Okay, Venusaur, hai già fatto abbastanza. Meglio se ti riposi, almeno per adesso."

"Saur..." affermò la Pokemon Erba/Veleno, segretamente contenta di non dover affrontare un Pokemon di quella portata. Si fece richiamare nella Pokeball, poi Vera scelse tra le sue e mandò in campo la sostituzione.

"Allora faccio anch'io una sostituzione! Richiamo Venusaur e mando in campo... Wartortle!" esclamò la bambina castana. Un istante dopo, il Pokemon tartaruga prese il posto della sua compagna e si mise in guardia... e finalmente, svolti tutti i dovuti preparativi, la battaglia riprese! "Wartortle, comincia tu con Pioggiadanza!" esclamò. Immediatamente, Wartortle fece una breve danza, muovendo le braccia in cerchio e battendo il tempo con i piedi... con il risultato che sopra di lui si addensarono delle nubi grigie che iniziarono subito a far scendere una fitta pioggia sul campo di battaglia!

"Talonflame, mostra cosa sai fare! Usa Acrobazia!" esclamò Cal. Il falchetto scarlatto, quasi per nulla disturbato dalla pioggia che aveva cominciato a scendere insistente, annuì severamente e scattò in avanti, muovendosi ad una velocità quasi abbagliante e scattando verso Wartortle, che non potè fare altro che sgranare gli occhi sgomento quando il rapace si gettò su di lui con gli artigli sguainati! Talonflame eseguì una maestosa cabrata e sferrò un deciso colpo contro Wartortle... poi, si voltò e fece una picchiata contro lo Absol di Drew, schiaffeggiandolo in faccia con le sue ali prima di ritornare in quota, lasciandosi dietro due Pokemon storditi ed increduli! "Visto? Questa è la potenza dell'abilità di Talonflame, Aliraffica. Nessun Pokemon può competere con la sua velocità!"

"War... tortle..." mormorò Wartortle, alzandosi barcollando e massaggiandosi la testa.

Dopo un istante di stupore, Vera serrò gli occhi e cercò di pensare ad un modo per contrastare la velocità dell'avversario. "Non ti preoccupare, Wartortle. Troveremo un modo di compensare la tua mancanza di velocità... per adesso, Wartortle, usa il tuo attacco Ritirata!"

"Sarà uno scontro arduo... Absol, usa Danzaspada!" ordinò Drew.

Ma Vittoria non aveva intenzione di lasciarli fare. "Pignite, non permettergli di farlo! Attacca quello Absol con Sberletese!" esclamò. Il maiale di fuoco scattò rapidamente in avanti, mentre Wartortle si ritirava nel suo guscio con la testa e gli arti, e Absol tracciava delle scie in aria con il suo "corno", disegnando davanti a sè delle spade di luce che volteggiarono per alcuni secondi prima di disperdersi. Pignite attaccò con una raffica di affondi sferrati con i palmi delle mani, e riuscì a colpire Absol un paio di volte e infliggergli dei danni non indifferenti prima che il Pokemon dalla bianca pelliccia riuscisse a scansarsi con un salto mortale all'indietro! Atterrò elegantemente su tutte e quattro le zampe come un felino, ma ebbe un breve mancamento - i colpi che aveva ricevuto cominciavano a farsi sentire, ed Absol era convinto che non avrebbe potuto resistere a lungo.

"Absol, usa di nuovo Psicotaglio!" esclamò Drew, non vedendo molte altre soluzioni. Absol cercò di ripetere la mossa di prima, ma questa volta Vittoria era molto meglio preparata, e seppe come regolarsi.

"Pignite, soffiagli un attacco Smog in faccia!" esclamò Vittoria, il cui Pokemon reagì con rapidità e scagliò una nuvola di denso fumo grigio piombo dalle narici, investendo Absol prima che potesse attaccare! Con un'esclamazione di sorpresa, Absol tornò indietro tossendo e starnutendo... e Vittoria non si fece scappare quell'occasione! "Perfetto! Ed ora... attaccalo di nuovo con Sberletese! Dobbiamo metterlo a terra!"

"Wartortle, ferma Pignite con Idropulsar!" esclamò Vera, cercando di intralciare la strategia della sua avversaria... ma anche lei aveva qualcuno che le dava supporto nelle sue tattiche, e Cal infatti intervenne per mettere i bastoni tra le ruote a Vera!

"Talonflame, ora scatta verso Wartortle e afferralo! Usa Aeroassalto!" esclamò Cal. Il falchetto rosso si gettò in picchiata prima che Wartortle potesse prendere la mira e attaccare Pignite... e subito dopo, afferrò Wartortle con gli artigli e lo scaraventò via, infliggendogli dei danni e permettendo così a Pignite di raggiungere Absol e colpirlo di nuovo con Sberletese. Questa volta, stordito e confuso dall'attacco Smog che l'avversario gli aveva soffiato in faccia, Absol non riuscì ad evitare l'attacco, e diversi colpi di palmo si abbatterono su di lui, facendosi sempre più dolorosi ad ogni affondo! Due... tre... quattro... al quinto colpo, finalmente, Absol venne scaraventato a terra, strisciando su di essa per alcuni metri prima di giacere privo di sensi su di essa.

"Accidenti, anche Drew e Vera hanno perso un Pokemon..." affermò Max, prima di dare un'occhiata al Pignite di  Vittoria per rendersi conto di qualcosa di allarmante: una volta messo a terra lo Absol di Drew, il Pokemon Suinfuoco aveva fatto due passi indietro, i pugni stretti e la faccia serrata in un'espressione di intensa concentrazione... "Un... un momento, e cosa sta succedendo al Pignite di Vittoria?"

"Pig... pig... pigniiiiite!" esclamò il maiale infuocato. Indietreggiò di qualche passo, tenendosi le spalle con le mani... e un attimo dopo, si sentì percorrere da una inebriante scarica di energia, e alzò la testa, lanciando un grido di battaglia! Il Pokemon Suinfuoco venne circondato da una sfera di luce che lo inghiottì e cominciò a trasformarlo!

"Non ci voleva... il suo Pignite si sta evolvendo." affermò Hitomi, sfregandosi il mento con espressione assorta. Il Pokemon Suinfuoco restò avvolto dalla luce ancora per qualche secondo, finchè il bozzolo non si infranse facendo uscire la sua nuova forma, un massiccio cinghiale che stava in piedi sulle zampe posteriori, tutto coperto da ispido pelo arancione e nero, con una sorta di barba infuocata attorno al collo e al mento! Le sue folte sopracciglia nere e le zanne ricurve, affilate come pugnali, che fuoriuscivano dalla sua bocca gli davano un aspetto ancora più intimidatorio, combinato con le sue dimensioni ragguardevoli - era alto appena un po' meno di un essere umano medio - e la sua possente muscolatura. La pelliccia marrone scura sul suo addome era decorata con delle spirali dorate, e le sue braccia, ricoperte anch'esse da pelliccia nero-marrone, terminavano con due grandi mani artigliate che esprimevano bene la sua forza immensa, mentre le sue gambe erano relativamente corte e goffe, al punto che c'era da chiedersi come facessero a tenerlo in piedi!

"Un Emboar. La forma evoluta finale di Tepig. Allora sono serviti tutti quegli allenamenti che ho fatto..." disse Vittoria soddisfatta, prima di rivolgere uno sguardo severo e quasi minaccioso a Vera e a Drew. "Mi dispiace, amici miei... ma non risparmierò nulla per sconfiggervi. Farò in modo che voi non possiate affrontare la maestra Kiki... è una cosa troppo importante per me, e non sarete voi a rovinare tutto!"

Fu allora che Vera si rese conto, guardando negli occhi della sua avversaria, che c'era qualcosa in più dietro a quello scontro... qualcosa di cui Vittoria non li aveva messi al corrente, e forse qualcosa di cui Kiki stessa non li aveva messi al corrente. Mentre Emboar si preparava allo scontro successivo, battendo tra loro i pugni e mostrando le sue zanne ricurve, la bambina castana sbattè gli occhi onfusa, chiedendosi cosa volesse dire Vittoria.

"Cosa? Ma... ma di cosa stai parlando, Vittoria? Che vuoi dire che noi rovineremmo tutto?" esclamò Vera. Il suo Wartortle si era anche lui rimesso in guardia e si preparava ad affrontare Emboar, mentre il Butterfree di Drew riprendeva a svolazzare in aria dopo che il ragazzo dai capelli verdi ebbe richiamato il suo Absol sconfitto.

"Se c'è qualcosa che ci vuoi dire, Vittoria, dillo subito." disse Drew, chiaro e diretto, e ancora calmo nonostante la situazione di svantaggio in cui si trovavano. Talonflame ed Emboar contro Butterfree e Wartortle... no, le possibilità non erano per niente a loro favore...

"Se non ci dici cosa c'è che non va, Vittoria, noi non possiamo aiutarti." insistette Vera, sperando di convincere la sua amica... che invece scosse la testa e insistette nel suo rifiuto di spiegarsi.

"Non c'è nulla che voi possiate fare. E comunque non sono cose che vi riguardino." rispose Vittoria, quasi rabbiosamente. "La sensei Kiki è stata come una madre per me, e non saranno degli stranieri... degli estranei come voi a rovinare tutto! Emboar, riprendi ad attaccare! Colpisci Wartortle con Martelpugno!"

"E io... sono qui per aiutare Vittoria ad impedirvi di vincere! Talonflame, attacca Butterfree con Acrobazia!" esclamò Cal, convinto che a quel punto fosse solo questione di tempo prima che i Pokemon dei loro avversari cedessero. Il falco pellegrino scarlatto eseguì un avvitamento in aria e si gettò contro Butterfree, mentre Emboar sollevava in aria il suo enorme pugno e lo abbatteva su Wartortle, deciso a schiacciarlo al suolo!

"Drew!" esclamò Vera allarmata.

Il ragazzo dai capelli verdi strinse i denti e serrò gli occhi, continuando a tenere d'occhio Talonflame. "Lo so, Vera. Facciamogli vedere che non siamo una preda tanto facile!" esclamò Drew. "Butterfree, usa Eledanza! Adesso!"

"Wartortle, rispondi con Idrondata! Intercetta quel colpo!" esclamò Vera di rimando. Un attimo prima che Talonflame potesse raggiungerla, Butterfree eseguì un'elegante piroetta su sè stessa, brillando di energia e lasciandosi dietro delle immagini di sè stessa. Il Talonflame di Cal non colpì che una delle immagini riflesse, che si infranse in tanti strali di luce che scomparvero nel nulla, lasciando la Pokemon farfalla illesa. Il codino di Wartortle si illuminò di azzurro, e il Pokemon tartaruga cominciò a volteggiare su sè stesso... mentre una spirale d'acqua si formava sulla sua coda e si trasformava in una sorta di vortice, che percosse il braccio teso di Emboar e lo rallentò! Ringhiando, Emboar diede ancora più forza al suo colpo, e spinse con tutta la sua energia... e Wartortle strinse i denti, cercando come poteva di resistere!

"Mi dispiace, Vittoria... ma abbiamo dei doveri a cui adempiere anche noi, e non possiamo semplicemente arrenderci e lasciar perdere soltanto perchè ce lo dici tu!" rispose a tono Vera. "Anche se il tuo Pokemon è evoluto, io non ho intenzione di arrendermi, e vedrai che riusciremo a vincere!"

"Ma davvero?" rispose Vittoria con acredine. "Allora vediamo come farai con la tua forza di volontà a contrastare la potenza del mio Emboar! Più forza, Emboar! Fagli vedere il risultato dei nostri allenamenti!"

"BOAR!" grugnì il Pokemon Sunincendio. "BOARRRRRR!"

Wartortle non riuscì più a reggere, e interruppe il suo attacco Idrondata, per poi gettarsi rapidamente di lato e lasciare che il pugno del Pokemon Fuoco/Lotta si abbattesse sul terreno, aprendovi un grosso varco! Ringhiando, Emboar si voltò di nuovo verso Wartortle, troppo rapidamente per consentire al relativamente lento Pokemon tartaruga di contrattaccare... e nello stesso tempo, il Butterfree di Drew eseguì un'acrobazia a sua volta e cercò di spostarsi sopra Talonflame. La farfalla e il falchetto stavano inseguendosi a mezz'aria, descrivendo spirali, parabole e altre traiettorie spericolate nel tentativo di raggiungersi l'un l'altra... e finalmente, quando ebbe l'impressione di avere l'occasione giusta, Drew diede un ordine alla sua Pokemon!

"Butterfree, attacca con Paralizzante!" esclamò Drew. Butterfree spiegò le ali, rilasciando una nuvola di polverina gialla addosso all'avversario, che sgranò gli occhi stupefatto!

"Ugh... Talonflame, usa Agilità!" esclamò Cal. Immediatamente, il Pokemon Fuoco/Volante scattò in avanti, la sua velocità ed agilità aumentate di colpo, e riuscì a sottrarsi per un pelo alla nube di spore paralizzanti, prima di eseguire una cabrata e cercare di lanciarsi contro Butterfree per sferrare un colpo decisivo!

Ma aveva fatto i conti senza la decisione di Drew e della sua Pokemon.

"Butterfree, Psichico!" esclamò. Gli occhi di Butterfree si illuminarono di nuovo di luce azzurra, Talonflame si bloccò di colpo, emettendo uno stridio di sorpresa, qundo qualcosa di invisibile lo bloccò a mezz'aria... e poi lo scaraventò brutalmente via, fino quasi a farlo schiantare a terra! Cal corrugò la fronte, un po' indispettito, ma doveva ammettere che era impressionato dalla determinazione mostrata da quel ragazzo...

"Ammetto che mi ricorda un po' il suo modo di combattere..." disse tra sè, attento a non farsi sentire da nessuno, nemmeno da Vittoria. "Con un Pokemon Coleottero normalmente così svantaggiato, tiene testa al mio Talonflame con la tecnica e l'astuzia. Credo che sarà uno scontro divertente..."

Talonflame stridette rabbiosamente e riprese a descrivere cerchi in aria mentre si riavvicinava a Butterfree... e la farfalla gigante strinse gli occhi, sperando di riuscire a restare dietro alla velocità del temibile rapace. Anche adesso, aveva l'impressione che si stesse velocizzando sempre di più...

 

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Wartortle evitò di pochissimo un attacco Sberletese da parte dello Emboar di Vittoria e guardò verso Vera, come se volesse incoraggiarla a cercare una soluzione... ma la ragazzina castana non sembrava ancora sicura di come fare, e cercava solo di guadagnare tempo, almeno per il momento. La sua tattica era fin troppo ovvia per Vittoria, che tentava invece di negarla mettendo sempre più pressione a Wartortle...

"Non si mette bene per Vera e Drew..." commentò Ortilla, tenendo una mano sulla schiena di una preoccupata Alty. "Wartortle non riuscirà a tenere testa ad Emboar per così tanto... e Butterfree è in netto svantaggio contro Talonflame! Se non trovano un modo di riequilibrare le sorti..."

Cain annuì... ma non era quello che lo preoccupava. Ciò che più gli dava da pensare era la rapidità con la quale Vittoria aveva cambiato disposizione, e come ora sembrasse disposta a fare qualsiasi cosa per fermare Vera e DRew. Sembrava addirittura divenuta... ostile nei loro confronti. E il fatto che non volesse spiegare cosa ci fosse dietro lo indisponeva ancora di più...

"Vittoria... cosa ti sta succedendo?" mormorò Cain. "Perchè non ti fidi di noi?"   
   
           
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CONTINUA...

Nota dell'autore: La sfida con Cal e Vittoria è iniziata. E Vera e Drew non sembrano cavarsela molto bene, almeno non per adesso. Vittoria è decisa a tutto per fermarli, e ora ha addirittura un Emboar dalla sua parte. Eh già, a quanto pare non sono solo gli eroi a beneficiare delle evoluzioni a metà battaglia...

Spero comunque che l'introduzione di Cal sia stata gradita. Nel prossimo capitolo vedremo la fine di questo incontro, e vedremo se Vera si guadagnerà il diritto di affrontare Kiki. Ma soprattutto... cosa sta dietro l'improvviso cambio di tono di Vittoria?

Lo sapremo presto... e chissà, magari il prossimo capitolo sarà pronto prima che Sole & Luna arrivi in Italia! Non vedo l'ora!

     
                   
 
     

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Capitolo 38
*** Estinguere il fuoco ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 38 - Estinguere il fuoco

 

"No, decisamente non si sta mettendo bene per i nostri eroi... chissà come faranno a tirarsi fuori da questo guaio?" affermò Cain. Ancora una volta, il ragazzo dai capelli viola diede uno sguardo al suo Pokedex in modo da avere maggiori informazioni sull'avversario che Vera e Drew si trovavano ad affrontare.

"Emboar, il Pokemon Suinincendio. Tipo Fuoco/Lotta, forma evoluta di Pignite. Le fiamme della sua barba ardono più intensamente quando fa sul serio. Può imparare un vasto numero di mosse. Infiamma i pugni sulla barba ardente, poi sferra attacchi di fuoco sui nemici. Padroneggia mosse di lotta che combinano potenza e rapidità. Ha molta considerazione per i suoi simili." disse il Pokedex. Quello che fino a pochi attimi prima era stato il Pignite di Vittoria battè nuovamente i pugni tra loro, sfidando il Butterfree di Drew e il Wartortle di Vera a farsi avanti... e i due ragazzi di Hoenn si rendevano conto che le loro possibilità di vincere erano piuttosto esigue.

A meno che...

"Drew, ascolta... credo che dovremo agire in collaborazione." affermò la ragazzina castana, parlando a bassa voce. "Se solo riuscissimo a mettere fuori gioco Emboar, almeno per qualche istante... allora diventerebbe più semplice."

"Già, ma non credo sarà facile... dovrei cercare di guidare la mia Butterfree in modo che riesca a mettere a segno l'attacco Paralizzante o Sonnifero su quel Pokemon." rispose Drew, osservando la sua Butterfree che teneva d'occhio, con evidente ansia, sia Talonflame che Emboar. Si aspettava da entrambi un attacco da un secondo all'altro, e Wartortle, malgrado la pioggia che continuava a battere, non era sicuro di poter sferrare un colpo decisivo. "Ci riusciamo, secondo te... prima che uno di quei due Pokemon la metta a terra?"

"Emboar, continua il tuo attacco!" esclamò Vittoria. "Usa Martelpugno su Wartortle!"

"Talonflame, tu caricati con Danzaspada." disse Cal. Il falchetto fece una cabrata, creando attorno a sè delle spade di luce che volteggiarono per un istante prima di scomparire... ed Emboar sollevò il pugno destro e lo abbattè con violenza su Wartortle, che riuscì a malapena a gettarsi di lato in tempo per non essere ridotto ad una frittata!  Sollevò di nuovo il braccio, lasciandosi dietro pezzi di roccia frantumati... ma Vera e Drew si accorsero di qualcosa di particolare: in questo secondo tentativo, Emboar sembrava averci messo un po' più di tempo.

"E' una mia impressione, o Emboar ha rallentato?" si chiese Vera, prima di essere costretta a riportare la sua attenzione al Talonflame di Cal. Il falco pellegrino e la Butterfree di Drew stavano continuando la loro frenetica battaglia aerea, con Butterfree costretta a tenersi sulla difensiva per evitare i terribili attacchi dell'avversario. Ma non sarebbe potuta durare a lungo. Presto o tardi, si sarebbe stancata, e Talonflame l'avrebbe messa fuori gioco, eliminando Drew dalla battaglia.

Drew riflettè rapidamente. A quel punto, Talonflame era di gran lunga più forte e più veloce di Butterfree, e gli sarebbe probabilmente bastato un solo colpo per metterla ko...

Però, un momento... più forte e più veloce, eh? Forse quella di Cal non era stata una strategia troppo accorta... Tra quello che stava osservando in quel momento, e quello che Vera gli aveva detto... forse c'era un modo di ribaltare la situazione. Non era una tattica molto ortodossa, ma restava comunque valida - e anche piuttosto elegante, trovava lui.

Tutto stava nel farla funzionare...

"Non so perchè adesso tu ce l'abbia con noi, Vittoria... ma non posso arrendermi e lasciarti vincere!" esclamò Vera, pensando nel contempo di sfruttare anche l'apparente punto debole della tecnica di Emboar. "Wartortle, usa il tuo attacco Bollaraggio per rallentare Emboar!"

"Tortle!" esclamò la tartaruga, scagliando una raffica di bolle d'acqua che si schiantarono contro Emboar, esplodendo a contatto con la sua pelle fiammeggiante. Il cinghiale dalla barba infuocata strinse i denti, emettendo un grugnito di rabbia e fastidio, e sentì i suoi movimenti rallentare ulteriormente, ma riuscì a restare in piedi e rispose subito a tono!

"Stai solo rendendo le cose più difficili a tutti noi!" esclamò Vittoria. "Avanti, Emboar, usa il tuo attacco Tuonopugno!"

"BOARRRRR!" ruggì il Pokemon Suinincendio. Una dirompente scarica elettrica circondò il suo pugno solido come la roccia, ed Emboar si scagliò a testa bassa contro il Wartortle di Vera, nel tentativo di metterlo fuori causa con un unico, decisivo attacco! Colta di sorpresa da quella mossa inaspettata, Vera esitò per un attimo a reagire, e per poco quello non costò la battaglia a lei e a Wartortle.

"Ah! Wartortle, presto! Riparati con Ritirata!" esclamò la ragazzina. Appena in tempo, con un'espressione incredula sul viso, Wartortle riuscì un'altra volta a ritirare la testa e gli arti nel suo guscio, un attimo prima che il pugno elettrico di Emboar si abbattesse su di lui, trasmettendogli una dolorosa scarica!  All'interno del suo guscio, Wartortle strinse i denti ed emise un grugnito di dolore, cercando di resistere... e quando finalmente la scarica cessò, Wartortle, pur indebolito ed intontito, prese lo slancio e mirò contro Emboar, sperando di mettere a segno un colpo sostanziale. Era l'unica possibilità, se voleva dare alla sua allenatrice e al suo compagno la possibilità di vincere... "Bene! E adesso usa Capocciata!"

Wartortle scattò in avanti, trasformandosi in una sorta di missile vivente che si lanciò a testa in avanti contro Emboar, colpendolo in pieno stomaco con tutta la sua forza! Colto di sorpresa da quell'attacco così rapido ed inaspettato, Emboar indietreggiò, portandosi una mano all'addome e respirando affannosamente, ma riuscì a rimettersi in piedi pochi istanti dopo e si rimise in guardia!

Vittoria strinse i denti rabbiosamente. La battaglia si stava prolungando più di quanto lei pensasse, e si rendeva conto che l'evoluzione inaspettata di Pignite si stava rivelando un'arma a doppio taglio. Da una parte, il suo starter era diventato senza dubbio molto più potente... ma dall'altra, non era abituato a gestire quella nuova potenza, e la sua muscolatura aumentata lo rendeva più lento ed impacciato.

"Accidenti... che stai aspettando, Emboar? Continua ad attaccare, non dargli tregua!" esclamò Vittoria, alterandosi visibilmente. "Cal, ho bisogno del tuo aiuto! Cerca di eliminare quel Butterfree, subito!"

Drew strinse gli occhi. Forse quello era il momento giusto per provare la sua idea. Anzi, quella era l'unica occasione possibile...

"Vera!" esclamò, e la bambina castana annuì con decisione.

"Ci penso io, Vittoria..." affermò Cal. "Talonflame, non possiamo più sprecare tempo! Usa il tuo attacco Baldeali per mettere al tappeto Butterfree!"

"FLAAAAAAME!" il falco pellegrino stridette con rabbia e decisione, alzandosi in aria con un unico colpo d'ali e volteggiando in cerchio per un attimo prima di gettarsi in picchiata a velocità folle contro il Pokemon Coleottero/Volante di Drew! Trasformato in un proiettile armato di artigli e becco, Talonflame inquadrò il bersaglio, che sembrava completamente indifeso di fronte ad una creatura di tale potenza...

Ma Butterfree e il suo allenatore avevano altri progetti.

"Okay, Butterfree, è il momento!" esclamò il ragazzo dai capelli verdi. "Usa Ventoincoda per darti la spinta!"
"Free!" esclamò la Pokemon Farfalla, creando una ventata tutt'attorno a sè in modo da darsi la spinta e cercare di stare alla pari con la velocità dell'avversario. Talonflame cercò di starle dietro in modo da falciarla con un tremendo colpo d'ali, mentre un'aura di dirompente energia azzurra si accendeva attorno al suo corpo! Entrambi i contendenti sbatterono le ali con tutte le loro forze, accelerando quanto più potevano, e intanto la distanza si riduceva...

"Ancora un po', Wartortle... resisti solo un altro po'... adesso! Usa il tuo attacco Rapigiro e Pistolacqua al tempo stesso!" esclamò la bambina castana, usando una delle combinazioni che era solita usare durante le gare. Wartortle si gettò pancia a terra e si ritirò nuovamente nel suo guscio, poi cominciò a ruotare su sè stesso come una trottola, spruzzando getti d'acqua ad alta pressione dalle aperture! Emboar si protesse alzando le braccia, ma alcuni schizzi d'acqua riuscirono comunque a superare la sua difesa e lo fecero indietreggiare... giusto nella posizione che Drew sperava!

"Continua così, Butterfree... vola incontro ad Emboar e poi usa Supersuono!" esclamò Drew. Butterfree coprì quel po' di distanza che lo separava da Emboar e gli si posò sulla spalla... prima di scaricargli nell'orecchio una raffica di onde sonore ad altissima frequenza, che rintronarono il malcapitato Pokemon Suinincendio e lo lasciarono disorientato e barcollante!

Ma cosa ancora peggiore, il Talonflame di Cal aveva proseguito la sua carica... e puntando verso Butterfree, ora si trovava anche Emboar sulla strada! Ed Emboar non era abbastanza veloce da evitare un attacco così potente e veloce...

"COSA?" esclamarono assieme Cal e Vittoria nel momento in cui si resero conto di cosa stesse accadendo... ma ormai era troppo tardi per rimediare!

...

...

*CRAAAAAAASH!*

L'attacco Baldeali di Talonflame mancò Butterfree e si schiantò contro lo Emboar di Vittoria, travolgendolo con il suo impeto dirompente! Il Pokemon Suinincendio non riuscì a reggere un simile colpo, che tra l'altro era anche potenziato da Danzaspada e dall'abilità di Talonflame... e venne sollevato da terra con una facilità quasi spaventosa, per poi essere proiettato in aria! Emise un lungo grugnito di dolore e descrisse una traiettoria spiraleggiante in aria, mentre Talonflame cercava disperatamente di riprendere quota, sbattendo le ali in tutta fretta...

E alla fine, Emboar atterrò con uno schianto sordo, e si afflosciò a terra privo di forze, mentre i suoi occhi si trasformavano in spirali! Vittoria restò come inebetita davanti alla sconfitta del suo starter... aveva perso. Aveva perso... non era riuscita a proteggere la sensei Kiki come aveva promesso a sè stessa! No, non poteva finire così... questo non poteva essere tutto quello che lei sapeva fare!

"Emboar..." grugnì il Pokemon Suinincendio, scuotendo la testa nel suo stato di semiincoscenza.

La reazione degli spettatori, certamente, non era stata la stessa: nel momento in cui Emboar era crollato a terra senza più forze, Max, Alty ed Ortilla erano scattati in piedi con un grido di vittoria, saltellando ed abbracciandosi tra loro, mentre Hitomi aveva sorriso con espressione sollevata, contenta che la battaglia fosse nuovamente in mano ai suoi amici.

"E... colpo di scena, signore e signori!" esclamò Cain con enfasi. "Una tattica favolosa! Una strategia da manuale! Un gioco di squadre spumeggiante! Drew e Vera sfruttano le mosse e la tattica dei loro avversari... e le ritorcono contro di loro, con risultati incredibili! Un applauso a questi due giovani assi della lotta!"

Vera ridacchiò imbarazzata. "Beh, andiamo, Cain, non c'è bisogno di dirlo in questo modo..."

"Stai zitto una buona volta, Cain. Ne ho abbastanza delle tue stupide battutine." ringhiò improvvisamente Vittoria, inviando al suo amico uno sguardo rancoroso che fece immediatamente sfumare il buon umore del ragazzo dai capelli viola, e Cain fece un passo indietro con espressione stupita, confusa e un po' ferita. Aveva solo cercato di fare una battuta e rendere la situazione un po' meno tesa... e Vittoria non si era mai comportata così, in ogni caso! Per Cain e i suoi compagni, era una prova in più che la ragazza non era del suo solito umore...

"Hey, scusa, Vittoria. Cercavo solo di fare un po' di spirito." affermò Cain, facendosi serio. "Ma che ti succede, tutt'a un tratto? Non credere che non mi sia accorto che ti sta accadendo qualcosa, Vittoria... è da quando è iniziata questa battaglia che ti comporti in maniera strana, non è soltanto un'impressione di Drew e Vera!"

"Sono affari miei, capito? E' una cosa che riguarda me e Cal, e nessun altro!" esclamò rabbiosamente Vittoria, prima di richiamare il suo Emboar sconfitto. La sua rabbia si spense tutt'a un tratto, e la giovane esperta di arti marziali appoggiò la fronte sulla Pokeball del suo starter, mostrando che almeno non ce l'aveva con lui. "Scusa, Emboar... sono stata troppo sicura che avresti vinto grazie alla tua nuova forza... avrei dovuto permetterti di riposare almeno un po'..."

"Hey, non te la prendere, Vittoria. Tu hai fatto tutto quello che potevi." affermò Cal, mettendo una mano sulla spalla della sua compagna di allenamenti, e facendola sentire almeno un po' più a suo agio. Vittoria sospirò e si voltò verso Cal, facendo un piccolo cenno con la testa. "Ora lascia fare a me...  anche se sono da solo, ho ancora tutti e due i miei Pokemon, e nessuno dei loro Pokemon è in piena forma. Farò tutto quello che posso per fermarli!"

"Grazie, Cal...  ti prego, fai del tuo meglio!" affermò Vittoria, riponendo in lui tutte le sue speranze... e quelle della sua sensei. Vittoria gettò un'occhiataccia a Vera e Drew, i cui Pokemon si erano già schierati di nuovo e si preparavano a sostenere un nuovo assalto. Vera corrugò la fronte, ripromettendosi che una volta tornati al monastero, avrebbe fatto tutto il possibile per capire da dove saltava fuori quel suo cambiamento di carattere...

Cal prese un bel respiro e si concentrò ancora di più, piazzando un pugno davanti a sè e coprendolo con l'altra mano in una posa di concentrazione... e il suo Talonflame, riprendendo fiato per l'attacco Baldeali fallito, si piazzò accanto a lui e si mise in sospensione. "Sembra che adesso la battaglia sia in due contro uno. Molto bene. Ma non crediate che sarà una passeggiata solo perchè adesso sono da solo contro voi due. Forza, Talonflame... è il momento di usare Trespolo!"

Il falchetto rosso tirò un sospiro di sollievo e si appollaiò sulla spalla di Cal, sentendosi tutt'a un tratto più fresco e riposato... poi, prese di nuovo il volo e si portò sopra Butterfree e Wartortle. Agendo d'impulso, la tartaruga prese la mira e scagliò un attacco Bollaraggio contro il Pokemon Fuoco/Volante, cercando di abbatterlo mentre ancora aveva il vantaggio... ma Talonflame scansò l'attacco con un'agile manovra aerea, volteggiando su sè stesso!

"Ah! Attento, Wartortle! Adesso Talonflame è troppo veloce per essere colpito così!" esclamò Vera. La strategia di Cal era ovvia - voleva sfruttare la velocità superiore di Talonflame per sferrare una serie di attacchi mordi e fuggi, e togliere di mezzo almeno un avversario con rapidità, prima di dedicarsi completamente al successivo.

"Butterfree, cerca di volargli incontro... poi esegui una schivata e lanciagli contro il tuo attacco Paralizzante!" esclamò Drew. "A questo punto, Talonflame è diventato talmente veloce che l'unica possibilità è impedirgli i movimenti."

"Free, free!" esclamò la Pokemon Farfalla, svolazzando in direzione di Talonflame. Il falchetto si rese subito conto del pericolo... e non appena la Pokemon Farfalla scagliò il suo attacco Psichico, si scansò di colpo con velocità stupefacente e mandò a vuoto il colpo! Drew se l'era aspettato, in ogni caso, e attese il momento giusto... quando Talonflame si gettò in picchiata sulla sua Butterfree per sferrare un potente attacco!

Il ragazzino dai capelli verdi annuì, sicuro che a quel punto la battaglia stesse per volgere definitivamente a loro favore. "Perfetto, ci siamo! Vera, tu e il tuo Wartortle, tenetevi pronti!" affermò. "Butterfree, usa il tuo attacco Paralizzante!"

Butterfree chiuse le ali contro il suo corpo e si apprestò a scagliare una nuvola di spore paralizzanti contro il suo avversario... ma Cal si era aspettato una strategia del genere, e rispose rapidamente per le rime!

"Talonflame, adesso! Usa Nitrocarica!" esclamò il ragazzo dai capelli rossi, e Drew strinse i denti per la sgradita sorpresa. Accidenti, come aveva fatto a farsi prendere all'am così, come un pesciolino?

Ma non ci fu il tempo di rimediare, questa volta. Talonflame venne circondato da una fiammata che avvolse completamente il suo agile corpo piumato, trasformandolo in una sorta di proiettile! Quando Butterfree aprì le ali di colpo, creando una nube di polvere tossica davanti a sè... le fiamme consumaronorapidamente le spore prima che queste potessero toccare il falco fiammeggiante, e quest'ultimo travolse Butterfree con tutto il suo impeto, scaraventando via la Pokemon Coleottero/Volante e facendola cadere a terra stordita e bruciacchiata!

"Freeeee..." mormorò, prima di cadere a terra definitivamete e perdere i sensi. Drew storse il naso e richiamò la sua Pokemon, biasimandosi per essersi lasciato prendere alla sprovvista così facilmente.

"Cavolo... Drew, mi dispiace. Sta bene la tua Butterfree?" chiese Vera preoccupata. Il ragazzo dai capelli verdi disse di sì con la testa, un po' deluso dalle proprie prestazioni.

"Scusa, Butterfree, mi sono lasciato prendere la mano..." affermò rivolto alla sua Pokemon. "Mi spiace, Vera, temo che adesso tocchi fare a te da sola."

"Non importa, siamo una contro uno..." disse Vera guardando verso Cal e Vittoria, e ricevendo in cambio un'espressione rabbiosa dalla ragazza dai capelli neri. "E troverò un modo di contrastare la velocità di Talonflame! Anzi... credo di avere già una mezza idea di come fare!"

"Ne sei sicura? Vediamo un po' se il tuo Wartortle riesce davvero a sconfiggere il mio Talonflame." affermò Cal. Ora la pioggia che Wartortle aveva scatenato con il suo attacco Pioggiadanza era cessata, riportando la tartaruga azzurra in una situazione per lui poco vantaggiosa. "Ho tutta l'intenzione di renderti le cose quanto più difficili possibile! Talonflame, attacca con  Coro!"

"Talooooon..." esclamò Talonflame, tenendosi fermo a mezz'aria, a distanza di sicurezza da Wartortle, e aprendo il becco per scagliare contro di lui una raffica di onde sonore sotto forma di cerci concentrici dai vibranti colori dell'iride!  Il Pokemon d'Acqua cercò di proteggersi con le braccia, ma l'attacco sonoro ignorò la sua guardia e percosse con violenza le sue orecchie, lanciandolo per un attimo confuso e stordito!

"War! Wartortle!" protestò il Pokemon d'Acqua, sgranando gli occhi. Talonflame si spostò di colpo, cercando di tenere sotto tiro l'avversario con l'attacco Coro... era fin troppo ovvio che voleva tenersi fuori dalla portata di Wartortle e bombardarlo con attacchi a distanza deboli ma continui. Wartortle non era neanche al massimo della forma... e non avrebbe potuto reggere troppo a lungo.

"Adesso Cal sta cercando di stancare Wartortle con attacchi a distanza, e potrebbe anche farcela." disse Hitomi, tornando seria com'era di solito. "Vera dovrà inventarsi qualcosa per avere la meglio... o almeno per colmare la distanza."

Vera stava cercando di pensare rapidamente per togliersi da quella situazione di svantaggio. Gli attacchi del suo Wartortle non arrivavano molto lontano, quello era il problema... e comunque, Talonflame, con la sua velocità, poteva schivarli senza eccessivi problemi. Tranne che per uno...

"Okay... Wartortle, usa il tuo attacco Geloraggio! Spazza tutta l'area!" esclamò la bambina castana. Il Pokemon Tartaruga evitò per un pelo una scarica di onde sonore che Talonflame aveva scagliato contro di lui - e che questa volta sembravano più potenti di prima - poi prese la mira e aprì la bocca, scagliando un raggio di luce congelante bianco-azzurrina! Spostò la testa da un lato all'altro, in modo che il Geloraggio spazzasse un'intera area... e riuscì a colpire Talonflame prima che potesse scattare via di nuovo!

Con uno stridio acuto, il Pokemon falco perse quota, cercando di sbattere le ali per riprendere il volo... ma aveva perso degli istanti preziosi, e soprattutto si era avvicinato nuovamente al raggio d'azione delle altre mosse di Wartortle, dando così a Vera la possibilità di concludere! "Perfetto! Ora, Wartortle... attacca con Idropompa!" esclamò la bambina castana, alzando un pugno in aria in segno di decisione! Wartortle prese fiato, e prima che Talonflame e Cal potessero attaccare di nuovo, scagliò dalla bocca una dirompente ondata che sfrecciò in aria con potenza e velocità, e investì in pieno il Pokemon di Cal, che lanciò un penetrante stridio prima di essere trascinato via dalla tremenda massa d'acqua! Quando l'Idropompa si esaurì, riducendosi ad un rigagnolo dopo aver travolto Talonflame per diversi secondi, il falchetto scarlatto venne finalmente rilasciato e precipitò a terra senza più forze, abbattendosi al suolo vicino a Cal! I suoi occhi divennero spirali, e Vittoria soffocò un'imprecazione di rabbia frustrata vedendo che anche il primo Pokemon di Cal era andato a terra. Ora poteva solo sperare che Heatmor fosse nelle condizioni di affrontare sia Wartortle che Venusaur...

"Avanti, Cal... devi farcela! Ho affidato a te la sensei Kiki, no?" mormorò tra sè Vittoria. "Ti prego, Cal... devo vincere! Non posso pensare che sarà per colpa di una qualsiasi bambina di Hoenn che la sensei..."

"Devo ammettere che ci sai fare, piccola. Comprendo benissimo perchè il Team Meteora è tanto preoccupato per voi..." affermò Cal dopo aver richiamato Talonflame ed essersi congratulato con lui. "Oserei addirittura ipotizzare che questa volta la resistenza abbia tutte le risorse che le servono per sferrare un colpo decisivo al Team Meteora, e che sia solo questione di tempo prima che questo accada."

"Wartortle!" affermò lusingato Wartortle, le braccia incrociate sul petto in segno di fierezza nonostante fosse esausto per la battaglia sostenuta. Vera riprese fiato e sorrise a Cal, accettando le sue lodi con un cenno della testa.

"Ci fa piacere essere stati d'aiuto alla resistenza... e detto da un allenatore forte come te, questo ci fa ancora più piacere!" affermò.

Con un cenno della testa, Cal richiamò il suo Heatmor, che sguainò i suoi lunghi unghioni e si mise in guardia. "Ma il mio compito è di testarvi fino in fondo... e adesso, toccherà al mio Pokemon più forte mettere alla prova le vostre capacità. Heatmor, conto su di te. Fai tutto il possibile!" affermò, rivolgendosi al Pokemon formichiere. Ormai quasi del tutto ripresosi e di nuovo in forze, Heatmor affilò i suoi unghioni l'uno sull'altro, scivolando poi nella sua ormai solita posizione di guardia.

"Okay, Wartortle, adesso non dovrebbero esserci troppi problemi!" affermò Vera, resa più audace dalle vittorie precedenti. "Wartortle, comincia subito con Bollaraggio! Ormai dovrebbe essere questione di poco!"

Non immaginando quanto si sbagliasse la sua allenatrice, Wartortle prese fiato per scagliare una raffica di bolle d'acqua contro il suo avversario... e scagliò il suo attacco, aspettandosi che avrebbe inflitto ad Heatmor una notevole quantità di danni. Ma il formichiere aveva tutt'altre idee...

"Heatmor, respingilo con Ondacalda!" esclamò Cal. Con fare deciso, Heatmor puntò un piede a terra, si avvolse di ardenti fiamme rosse e luminose... e sprigionò un'ondata di aria bollente tutt'attorno a sè, che si trasformò in una vampata e in un muro di fuoco che si espanse per qualche attimo intorno al Pokemon Formichiere, facendo evaporare all'istante l'attacco Bollaraggio con l'intenso calore generato! Wartortle e Vera fecero un passo indietro, prima che il Pokemon Tartaruga fosse costretto a proteggersi dall'ondata di calore, che comunque lo percosse con violenza e lo fece cadere a terra!  Con un ringhio soffocato, Wartortle scosse la testa e si rialzò, ma la battaglia prolungata lo aveva lasciato esausto e senza fiato, e a quel punto non ci sarebbe voluto più di tanto per metterlo al tappeto. Vera sapeva che doveva agire rapidamente, se voleva far vincere il suo Pokemon...

"E va bene... se può far evaporare l'acqua con quell'attacco, vediamo di attaccarlo da un'altra direzione." disse tra sè Vera. "Wartortle, usa Fossa!"

Per quanto fosse un po' indebolito, il Pokemon tartaruga scavò un buco e vi si gettò dentro, scavando poi in direzione del formichiere di fuoco, che cercò di spostarsi per evitare l'attacco... ma non fu abbastanza veloce, e venne colpito in pieno nel momento in cui Wartortle riemerse, gettandosi addosso a lui con tutto il suo peso e facendo barcollare per quasi un metro! Grugnendo di dolore e frustrazione, Heatmor si appoggiò a terra con una mano, giusto in tempo per vedere Wartortle che prendeva la mira per scagliare uno dei suoi attacchi! Il formichiere strinse gli occhi frustrato... non aveva il tempo di usare Ondacalda per proteggersi di nuovo.

Ma sfortunatamente per Vera, Ondacalda non era certo l'unica  opzione difensiva su cui Heatmor potesse contare.

"Wartortle, è il momento! Colpiscilo con Idrondata!" esclamò Vera, sperando di coglierlo nel momento in cui si riprendeva dall'attacco precedente. Con decisione, Wartortle iniziò a ruotare su sè stesso, e la sua corta coda si trasformò in un getto d'acqua ad alta pressione, che poi Wartortle agitò con potenza e decisione, usandolo come un'estensione della sua coda con la quale colpire l'avversario...

"Heatmor, Protezione!" esclamò Cal. Immediatamente, il formichiere di fuoco alzò le mani artigliate e creò uno scudo luccicante davanti a sè, con il quale intercettò l'attacco Idrondata di Wartortle! La colonna d'acqua si infranse in milioni di goccioline e precipitò a terra, formando una grossa pozzanghera sul terreno, e Wartortle barcollò indietro, sbilanciato!

"Ottimo lavoro, Heatmor! Adesso... usa Gigassorbimento!" esclamò Cal, cogliendo entrambi di sorpresa! Heatmor puntò il muso tubolare contro Wartortle, e dalla sua bocca uscì fuori una sorta di lingua fatta di luce verdina che scivolò rapidamente verso il malcapitato Wartortle! Quest'ultimo, allarmato, cercò rapidamente di scansarsi, ma la lingua lucente era troppo rapida ed imprevedibile, e si avvinghiò rapidamente attorno al braccio destro del Pokemon tartaruga... per poi cominciare a succhiargli l'energia e trasferirla ad Heatmor, facendolo riprendere in parte dai colpi presi!

"WAAAAR!" esclamò Wartortle, sentendosi mancare anche le ultime forze che gli erano rimaste... e dopo aver barcollato per qualche secondo, il Pokemon Tartaruga cadde in ginocchio e cadde faccia a terra, anche lui con gli occhi trasformati in spirali. "Torrrrrtle... tor!"

"E... Cal mette a segno un altro punto! La sua abilità è sorprendente!" affermò Cain, ancora immerso nel suo ruolo di cronista dello scontro, anche se ora non ci metteva lo stesso gusto e passione di prima. Max fece un sospiro, rendendosi conto che aveva preso a cuore la reazione di Vittoria... forse un po' troppo a cuore.

"Per quanto cerchi di fare il buffone e di mostrarsi allegro, ho l'impressione che Cain sia molto sensibile..." disse tra sè il ragazzino con gli occhiali. "E anche adesso, credo che lui più di tutti stia prendendo a cuore la situazione di Vittoria. Ma... adesso Vera ha ancora un Pokemon da mandare in campo. Spero che basti..."

"Va bene, Wartortle. Ritorna, sei stato bravo in ogni caso!" affermò Vera, per poi far rientrare il Pokemon Tartaruga nella sua sfera in un breve e tenue lampo di luce rossa. Vera sorrise alla Pokeball e la ripose al suo posto, poi tirò nuovamente fuori la sfera appartenente a Venusaur. La sua Pokemon Erba/Veleno non era al massimo della forma, e sicuramente avrebbe avuto problemi contro la potenza di Heatmor... ma Vera cercò di tenersi calma e concentrata. Era arrivata fin lì, e non poteva farsi fermare proprio adesso che era ad un passo dalla vittoria! "Okay... Venusaur, so che non sarà facile, ma sono convinta che ce la possiamo fare, se ce la mettiamo tutta e usiamo il cervello! Vai, Venusaur!"

Un istante dopo, la Pokeball di Vera si aprì con uno scatto secco, e Venusaur ne uscì di scatto, atterrando su tutte e quattro le zampe davanti alla sua allenatrice e lanciando un ruggito di battaglia. Non c'era bisogno di dire altro... quello era lo scontro decisivo, e Vera avrebbe dovuto dare il massimo per uscirne vincitrice!

"Okay... cominciamo subito!" esclamò la ragazzina castana. "Adesso, Venusaur... comincia con Sintesi!"

Venusaur annuì sollevata e aprì i petali della grande pianta che cresceva sul suo dorso, che si illuminarono immediatamente di luce verde e gialla, emettendo della fioca luce tutt'attorno! Venusaur si sentì come ritemprata, e annuì lentamente, prima che un improvviso attacco di Heatmor la costringesse a scattare via con tutta la velocità di cui era capace!

"Non lasciarle il tempo di riprendersi, Heatmor! Colpisci con Nottesferza!" esclamò Cal, il cui Pokemon più forte scattò in avanti, cercando di fendere Venusaur con le sue unghie ricurve! La Pokemon Erba/Veleno riuscì ad evitarlo per un soffio, facendo un piccolo salto all'indietro, e le unghie di Heatmor passarono vicine al suo muso senza ferirla... e dandole tempo e modo di contrattaccare.

"Bene, Venusaur! Ora usa di nuovo Frustata e bloccagli le braccia!" esclamò Vera. La Pokemon Erba/Veleno annuì rapidamente e fece scattare un paio di liane dai lati del suo corpo, avvinghiando le braccia di Heatmor in una solida presa! Heatmor tirò verso di sè con un verso infastidito, ma Cal aveva già pronto un contrattacco...

"Heatmor, colpiscila con Lanciafiamme!" esclamò il ragazzo dai capelli rossi. Il formichiere di fuoco puntò la bocca contro Venusaur e scagliò una fiammata che raggiunse il muso e le zampe anteriori della Pokemon, costringendola a chiudere gli occhi per un attimo e a stringere i denti per il dolore. Ma Venusaur non mollò la presa, e anzi continuò a legare Heatmor, avvinghiando le liane attorno al suo corpo come due serpenti constrictor! "Presto, cerca di liberarti... e intanto continua a tenerla sotto tiro!"

"Non possiamo fermarci adesso, Venusaur! Dobbiamo mettere a segno un colpo decisivo!" esclamò Vera. "Adesso usa Profumino per distrarlo, e poi Velenpolvere!"

Il fiore sul dorso di Venusaur si aprì, emettendo una nube di vapori rosati che si diffusero rapidamente nell'aria attorno alla Pokemon... e per quanto l'allarmato Heatmor cercasse di trattenere il fiato, non potè evitare di cogliere il vellutato profumo di fiori, e restò come inebetito per il piacere per alcuni secondi. Cal strinse i denti quando vide il suo Pokemon che cessava, almeno per un attimo, la lotta per liberarsi dalle liane di Venusaur... e un attimo dopo, i petali del fiore gigante si aprirono, si sollevarono in aria e rilasciarono una polverina tossica violacea che scese fluttuando verso il formichiere! Prima che potesse dibattersi di nuovo per liberarsi dalle liane, Heatmor venne raggiunto dall'attacco Velenpolvere, e provò un fastidioso giramento di testa nel momento in cui la tossina cominciò a fare effetto su di lui! Vittoria strinse i denti e serrò una mano a pugno, pregando con tutte le sue forze che Cal riuscisse ad avere la meglio...

"Nonostante il vantaggio del tipo Fuoco su di lei, Venusaur sembra avere la battaglia sotto controllo, almeno per il momento." disse Ortilla con un cenno della testa. "Forse ci siamo, ormai. Vera ha quasi superato la prova."

"Giusto, quasi. Non è il caso di dare niente per scontato. Se la reputazione di questo Cal è meritata, si inventerà sicuramente qualcosa per pareggiare i conti..." disse Cain. E la cosa si avverò fin troppo presto - il ragazzo dai capelli rossi strinse gli occhi, con fare concentrato, e diede un nuovo ordine al suo Pokemon più forte.

"Adesso usa Turbofuoco, Heatmor." esclamò Cal. Il formichiere, nonostante fosse indebolito dal veleno, aspirò dell'aria dalla sua coda a tubo, e il suo corpo divenne immediatamente più caldo, al punto che Venusaur fu costretta a mollare la presa con un grugnito di dolore quando il suo avversario si fece troppo rovente per poterlo trattenere ancora.  Venusaur si allontanò di qualche passo dal suo avversario, cercando di pensare a come fare per riequilibrare le sorti... ma Heatmor non gliene diede il tempo, soffiando un vortice di fuoco dalla sua bocca ed investendola!

"SAURRRR!" ringhiò la Pokemon Seme, cercando come poteva di ripararsi dalle fiamme. Puntò le zampe a terra, tentando per quanto poteva di ignorare il dolore provocato dalle scottature... e Vera cercò di pensare in fretta ad un contrattacco, immaginando che a questo punto fosse inutile cercare di risparmiarsi ancora. Doveva sconfiggere Heatmor il prima possibile!

Venusaur, da parte sua, non aveva nessuna intenzione di subire l'attacco di Heatmor senza almeno tentare di reagire... e dopo aver rivolto a Vera uno sguardo di intesa, strinse i denti e si concentrò per un istante, mentre una strana luce violacea scaturiva dai petali del fiore sulla sua schiena! Vera sbattè gli occhi, un po' sorpresa... che razza di mossa stava usando Venusaur? Era una cosa che lei non aveva mai visto...

"Quella mossa è..." esclamò sorpreso Cain, evidentemente riconoscendo quella particolare azione... Quando vide Max, Hitomi, Alty ed Ortilla che lo guardavano con fare interrogativo, il ragazzo dai capelli viola si affrettò a dare la spiegazione necessaria. "Quell'attacco che Venusaur ha utilizzato si chiama Velenoshock, ed è una mossa di tipo Veleno un po' particolare, che fa un effetto maggiore contro i Pokemon già avvelenati."

Un istante dopo, Venusaur gettò indietro la testa e ruggì fragorosamente, e dal fiore sulla sua schiena scaturì una raffica di raggi di luce viola che superarono le fiamme di Turbofuoco, tracciarono una spettacolare traiettoria ad arco a mezz'aria, per poi ricadere come grandine addosso ad Heatmor, infliggendogli un duro colpo che scaraventò lontano il formichiere di fuoco, facendolo terminare schiena a terra con un grugnito di dolore! Riuscì a rialzarsi dopo qualche secondo, ma stava barcollando, a causa dei colpi presi e del veleno che continuava ad indebolirlo...    

"Cosa? Ve... Venusaur, questa mossa... quand'è che l'hai imparata?" esclamò stupefatta Vera. La sua Pokemon Erba/Veleno guardò verso di lei, facendo un verso a mezza bocca che voleva implicare una risposta... e la ragazzina, dopo un istante di stupore, si mise una mano sulla nuca e ridacchiò gentilmente. "Aaaah, adesso capisco! Hehehee... me lo potevi dire, che avevi imparato da sola ad usare questa mossa... Velenoshock, hai detto che si chiama?"

"Venusaur!" confermò la Pokemon. Heatmor si stava nuovamente piazzando davanti a lei, deciso a combattere fino all'ultimo respiro. E per quanto la situazione fosse tornata in equilibrio, Venusaur sapeva che anche lei non avrebbe potuto resistere troppo a lungo: doveva cercare di sconfiggerlo con la prossima mossa, o temeva che non sarebbe riuscita a restare in piedi abbastanza da permettere al veleno di esaurire completamente Heatmor.

"Okay, Venusaur... questa dev'essere la nostra ultima mossa! Non possiamo sbagliare!" esclamò Vera, cercando di fare animo sia a sè stessa che alla sua Pokemon. Ancora circondata dalle fiamme danzanti di Turbofuoco che la sfioravano dolorosamente, la Pokemon Erba/Veleno fissò con decisione Heatmor, che si affilò nuovamente gli artigli e si accinse a sferrare un colpo decisivo...

"Ti prego, Cal... devi vincere, conto su di te!" sussurrò Vittoria.

Heatmor e Venusaur continuarono a studiarsi per qualche istante, indifferenti alle fiamme e al veleno che prosciugavano man mano le loro forze... e alla fine, entrambi i loro allenatori ruppero gli indugi e decisero di sferrare l'attacco decisivo!

"Adesso, Heatmor! Usa il tuo attacco Fuocobomba!" esclamò il ragazzo dai capelli rossi, sicuro che l'avversaria non sarebbe stata in grado di evitarla! Il formichiere di fuoco prese fiato e creò un proiettile fiammeggiante nella forma di una stella a cinque punte, che sfrecciò in aria incendiando il terreno mentre si avvicinava inesorabile a Venusaur! Vera sapeva che aveva bisogno di un'idea rapida ed efficace per vincere questo ultimo ostacolo!

"E va bene... o la va o la spacca!" esclamò Vera. "Forza, Venusaur! Usa il tuo attacco Terremoto!"

Venusaur si acquattò sul terreno e lanciò un profondo, terribile ruggito di battaglia, prima di scatenare una potente onda sismica che sttraversò il terreno, sollevando un muro di detriti che avanzò con impeto travolgente e intercettò la Fuocobomba a mezz'aria! Una tremenda esplosione rimbombò tutt'attorno, costringendo i ragazzi a coprirsi le orecchie per non rischiare di essere assordati, e la Fuocobomba continuò a premere sull'onda sismica nel tentativo di sopraffarla... per diversi secondi, l'equilibrio dei due attacchi si mantenne, con Venusaur ed Heatmor che continuavano a concentrarsi al massimo per sopraffare l'avversario! Entrambi sentivano tremare le ginocchia, ormai sul punto di crollare...

Ma alla fine, fu Venusaur a prevalere! La Fuocobomba si affievolì lentamente fino a spegnersi del tutto... e pur indebolito, l'attacco Terremoto riprese a diffondersi tutt'attorno a Venusaur, colpendo in pieno Heatmor a scuotendolo con violenza! Gli occhi del Pokemon Formichiere si spalancarono in un'espressione di sgomento mentre veniva percosso dall'onda tellurica... e un attimo dopo, il Pokemon più forte della squadra di Cal si accasciò a terra privo di sensi, con grande disappunto di Vittoria.

"Direi... che il risultato finale è ormai chiaro." affermò Cain. "Cal e Vittoria non hanno più Pokemon da mandare in campo. Drew e Vera vincono questa battaglia!"

Vittoria abbassò la testa, in preda a cupi pensieri, ma non disse nulla se non un riluttante complimento a Vera e Drew per il loro successo. "Beh... complimenti, Vera e Drew. Avete vinto, questo non lo posso negare..." disse tra sè, mentre al tempo stesso meditava su cosa ci fosse da fare... Non si era ancora arresa, doveva proteggere la sensei Kiki ad ogni costo...

"E' stata dura..." disse Drew, tirando un sospiro di sollievo. Doveva ammettere che non immaginava fosse così snervante osservare una battaglia di Pokemon senza avere la possibilità di intervenire. "Ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Complimenti, Vera! Vedo che ormai non hai più bisogno di nessuno che ti insegni nulla!"

Appoggiò cordialmente una mano sulla spalla di Vera, che si terse la fronte con una mano mentre il Turbofuoco di Heatmor si spegneva, e anche la sua Venusaur, malridotta ma ancora in piedi, si concedeva di rilassarsi. "Te ne accorgi ora, Drew? Non ho vinto un Gran Festival per caso!" affermò la bambina castana con un sorriso acuto. Poi, si volse verso Cal e fece un inchino educato. "E' stata comunque una battaglia molto combattuta. Mi devo congratulare con te, Cal... sei davvero abile come mi ha raccontato la sensei Kiki."

Cal richiamò il suo asso, Heatmor, e fece un sorriso che a Vera apparve un po' stentato. "Sono io che mi devo congratulare, ragazzi. Non ho fatto una battaglia così stimolante da quando ho lasciato il monastero... E anche prima, ero sviato. Ho lasciato che il mio risentimento mi controllasse e mi guidasse." ammise, chiaramente pensando a qualcosa del suo passato che ancora lo rodeva... e nonostante tutto, Vera e i suoi compagni dovettero ammettere che erano curiosi di sapere cosa tormentasse tanto il giovane esperto di Pokemon Fuoco.

"Cal..." mormorò tra sè Vittoria.

"Di... di cosa stai parlando, Cal? A me non sembri uno che... beh, che si fa prendere la mano dalla rabbia." chiese Max, non resistendo all'impulso. Vera gli fece cenno di non essere tanto curioso, ma Cal sembrava avere voglia di raccontarlo per togliersi un pensiero dalla coscienza.    

"Forse adesso è così... grazie anche agli insegnamenti di Vittoria e della sensei Kiki." affermò Cal, scambiandosi uno sguardo di gratitudine con la sua compagna, che riuscì a fare un piccolo sorriso nonostante la sua agitazione. "Ma una volta ero pieno di rancore e rabbia... è per questo che mi sono rivolto al monastero Apofillide, per cercare di gettarmi alle spalle l'ira che provavo verso mio fratello."

"Hai un fratello, Cal? Questa non la sapevo..." affermò Cain stupito. Vittoria storse il naso. Questo era un argomento piuttosto delicato per Cal...

Cal guardò in lontananza, verso il monastero che si intravedeva all'orizzonte. "Forse lo avete già conosciuto... Blake, uno degli ufficiali di più alto rango del Team Meteora. Lui e Sirius sono i diretti servitori di Lord Solaris, il leader dell'organizzazione." affermò con grande sorpresa di tutti!

"Blake? Ho sentito bene?" chiese Drew corrugando la fronte. "Sì, lo abbiamo già incontrato... con nostro grande dispiacere!"

"Se non ce l'avesse detto, non avrei mai immaginato che un tipo tranquillo come Cal fosse imparentato con quella carogna..." mormorò Hitomi.

Cal annuì lentamente. "Sì, è proprio lui... potete immaginare come mi sono sentito per così tanti anni della mia vita." affermò. "Tutto quello che facevo era dettato dalla mia smania di dimostrare che ero meglio di lui... Anche il fatto che io alleno i Pokemon di tipo Fuoco è iniziato come tentativo di battere i suoi Pokemon di tipo Ghiaccio... che follia."

Cal si girò, tenendo le mani intrecciate dietro la schiena. "Per quanto mi impegnassi, Blake era sempre più bravo di me in tutto, senza mai fare nessuno sforzo." affermò. "Ogni risultato che io ottenevo, lui l'aveva già superato. E i miei fallimenti risaltavano ancora di più, proprio per questo. E' stato proprio per cercare di liberarmi di questa oppressione che sono venuto qui, al Monastero Apofillide..."

"Ci dispiace di saperlo..." affermò Max. "Voglio dire, io e mia sorella ci vogliamo bene, nonostante tutto che qualche volta litighiamo... non riesco neanche ad immaginare come debba essere avere come fratello una persona come Blake... senza offesa."

"Nessuna offesa, Max. Dopotutto, io meglio di tutti so che tipo di persona è mio fratello." rispose il giovane esperto di Pokemon Fuoco, restando fermo dov'era e guardando pensieroso verso l'orizzonte. Dopo alcuni secondi di silenzio, il ragazzo dai capelli rossi alzò le spalle, e proseguì. "Ma ormai le fiamme della mia ira si sono estinte. Bene, direi che la vostra prova l'avete brillantemente superata. Potete tornare all'Accademia Apofillide e comunicare alla sensei Kiki che avete vinto, e che lei può sottoporvi all'ultima prova. Vera... confido che sarai in grado di vincere e di ricevere il Mega Bracciale dalla sensei Kiki. Buona fortuna a tutti voi... e quando vedete Shelly, sarei molto grato se poteste dirle che Cal la saluta... e le chiede scusa per qualsiasi incomprensione ci possa essere stata tra di noi."

"Va... va bene, immagino che Shelly sappia di cosa stai parlando." affermò Hitomi. "Ma se sei convinto di doverle chiedere scusa per qualcosa, credo che sarebbe meglio se lo dicessi tu a lei, personalmente."

Cal sorrise lievemente. "Verrà un giorno in cui glielo dirò personalmente... almeno spero..." affermò il giovane esperto di Pokemon Fuoco. "Comunque, vi auguro un felice ritorno. E... sono felice di averti rivisto, Vittoria. Spero che... ehm... che ci rivedremo presto... e che per allora non dovremo più preoccuparci del Team Meteora."

Vittoria annuì lentamente, anche se per un attimo ebbe l'impressione che ci fosse qualcosa che tormentava Cal... "Certo... certamente, Cal, puoi starne sicuro!" affermò. "Grazie anche a te di tutto, e... è stato bello rivederti! Spero che... quando tutto questo sarà finito, ci incontreremo ancora. Ho... ancora molte cose da dirti, e... spero che avremo il tempo di sederci assieme e parlarne." Per un attimo, le venne la tentazione di dire a Cal quelo che da tempo voleva confessare, ma... no, non era il momento giusto. C'erano delle cose più importanti a cui pensare, e non poteva distrarsi adesso.

"Grazie ancora, Cal." disse Vera, avvicinandosi a Cal assieme a Drew e Venusaur. I due ragazzi strinsero la mano al giovane ex-allievo di Kiki, che ricambiò con calore... ma mantenendo comunque una certa distanza. "E' stata una bella battaglia... e abbiamo dovuto usare tutte le nostre risorse per vincerla. Sei un bravo allenatore... e spero che riuscirai un giorno a liberarti dall'ombra di tuo fratello."

"Quando incontreremo Blake, gli daremo una lezione anche da parte tua." affermò Max con un cenno della testa.

Cal sorrise con cupa ironia. "Certo... certo, non ne dubito..." affermò. Era giunto il momento, dunque. Anche per lui era tempo di fare quello che doveva...

 

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Il viaggio di ritorno verso l'Accademia Apofillide non era stato lieto come quello di andata. Certo, Max, Hitomi, Ortilla, Cain e i loro Pokemon erano stati più che entusiasti di discutere con Vera e Drew della battaglia sostenuta con Cal, e di quanto fossero eccitati all'idea che la Megaevoluzione sarebbe stata presto a portata di mano della giovane coordinatrice di Hoenn... ma Vittoria restava in disparte, calma e muta come una tomba, come se ce l'avesse con Vera e Drew per essere riusciti a sconfiggerla. Ma anche quando Vera e i suoi compagni cercavano di avvicinarla per chiederle cosa c'era che non andasse, se loro avevano fatto qualcosa che l'avesse offesa senza volerlo, e perchè all'improvviso sembrasse così decisa ad ostacolarli... Vittoria liquidava il tutto con due parole, dicendo che erano cose che doveva risolvere da sè, e che non c'era bisogno che loro si preoccupassero per lei.

Per quanto Vera volesse aiutare Vittoria e capire cosa la tormentasse, immaginava anche che Vittoria avesse bisogno del suo spazio, e decise di non insistere oltre... se non altro, la discesa richiese un po' meno tempo della salita, visto che non si erano trovati davanti Pokemon ostili come gli Ursaring di prima. E nel giro di poco più di un'ora e mezza, il gruppo raggiunse finalmente la spiaggia dell'isola, poco lontano da dove sorgeva il monastero. Un senso di stanchezza cominciò ad impossessarsi di Vera alla vista del luogo che almeno per quel periodo avevano chiamato casa - era stata una giornata lunga e stancante, e Vera non vedeva certo di mal occhio l'idea di gettarsi sul letto e far riposare un po' anche Wartortle e Venusaur, che avevano fatto del loro meglio per permettere a lei e a Drew di vincere questa sfida.

"Ehilà, Vera. Persa nei tuoi pensieri? Attenta a non inciampare!" disse Drew, raggiungendo Vera e mettendole una mano sulla spalla. La ragazzina castana accolse le frecciatine del suo compagno con un sorrisetto acuto e dandogli un pugnetto giocoso sulla spalla. "Heheheee... scherzi a parte, sei stata davvero brava. Mi spiace solo di non aver potuto contribuire un po' di più."

"Sei stato tu ad avere l'idea vincente, quindi... abbiamo agito in collaborazione! Ma forse dovremmo fare un po' più di pratica per le lotte in doppio. Dovremmo cercare di fare un miglior gioco di squadra..." affermò Vera, ripensando a com'era andato lo scontro. "Ad un certo punto, stavano entrambi facendo per conto nostro, e dobbiamo imparare a basare le nostre strategie sulla collaborazione reciproca..."

"Mi fa piacere sentirtelo dire. Non mi dispiacerebbe certo essere il tuo allenatore, e a te?" rispose il ragazzino dai capelli verdi, sfoderando quella faccia tosta che gli valeva sempre un bel po' di approvazione da parte del gentil sesso, e tirando fuori una rosa da chissà dove per mettersela davanti al viso.

"Un giorno mi dovrai spiegare da dove tiri fuori quelle rose, ragazzo mio!" commentò scherzosamente Cain.

"Sì, certo, come no..." rispose Vera con una risata a mezza bocca, dando a sua volta una spintarella a Drew, che reagì con un sorriso composto e mettendo via la sua rosa. "Beh, per adesso, andiamo dalla sensei Kiki a darle la notizia. Sono sicura che le farà piacere."

Vittoria drizzò le orecchie all'istante sentendo le intenzioni della ragazzina di Hoenn. Questa poteva essere l'occasione giusta. Non era proprio un modo di comportarsi molto corretto... ma a quel punto, la correttezza era proprio l'ultima cosa di cui a Vittoria importasse qualcosa. Dopotutto... per fare del bene a qualcuno si può fare qualche strappo alla regola, no? Sarebbe stato egoista non farlo in nome di un cosiddetto senso dell'onore o della paura di conseguenze future... e alla fine, anche la sua sensei lo avrebbe capito. Poi, avrebbero trovato un altro modo per opporsi al Team Meteora senza che la salute della sensei ne risentisse.

La giovane dai capelli neri ebbe un'idea, e cercò di prepararsi il discorso per quando fosse il momento... e in breve tempo, il gruppo raggiunse i cancelli dell'Accademia, che si aprirono con un leggero cigolio nel momento in cui i ragazzi si avvicinarono. Evidentemente, Kiki era riuscita a tenere d'occhio in qualche modo i ragazzi mentre sostenevano la loro prova... e si era preparata ad accoglierli al momento giusto, impressione che venne confermata quando una lusingata Vera e i suoi compagni vennero accolti da un applauso di congratulazioni da parte degli allievi dell'Accademia, e da un  lieve sorriso da parte di Kiki e del suo Medicham, in testa al comitato di accoglienza.

"Bravissimi!"

"Ce l'avete fatta!"

"Siete grandi!"

"Wow, certo che non si sono sprecati per quanto riguarda il bentornato!" affermò Ortilla, godendosi quel momento di popolarità. Era bello vedere tutte quelle persone che riconoscevano i loro meriti ed esprimevano il loro affetto nei loro confronti, soprattutto quando la sensei Kiki e il suo Medicham si fecero avanti e accolsero Vera e i suoi compagni con un profondo ed elegante inchino.

"E così, siete riusciti nella vostra prova." affermò Kiki. "Ho avuto modo di seguire il vostro viaggio e sono venuta presto a sapere di com'è andato il vostro scontro con Cal. Devo dire che sono impressionata. Non è da tutti tenere testa a Cal in una battaglia di Pokemon."

"E' stato un avversario davvero valido... lo dico anche se io non ho combattuto. Soltanto guardare lo scontro faceva capire a che livello fosse!" affermò Cain. "Comunque, alla fine Vera e Drew hanno vinto, ed è stato un incontro spettacolare."

"Questo vuol dire che domani, quando i vostri Pokemon saranno riposati e nel pieno delle forze... Drew, Vera, voi sosterrete l'esame finale!" disse Kiki, annuendo in direzione dei due ragazzi più grandi. "Affronterete me e i miei Pokemon in una battaglia, e se ve la caverete abbastanza bene, avrete da me il Mega Bracciale. Oltre a qualcosa in più, se riuscirete davvero ad impressionarmi!"

Vera sorrise, e stava per ringraziare... ma Vittoria la interruppe, alzando una mano per chiedere la parola! "Un momento, sensei Kiki! Avrei qualcosa da dire a riguardo... io ritengo che Vera non sia qualificata per ricevere il Mega Bracciale da lei!" esclamò, lasciando sorpresa la ragazzina dai capelli castani.

"V-Vittoria?" chiese, corrugando la fronte.

Kiki non sembrò reagire granchè, ma i suoi allievi caddero nel silenzio, colti di sorpresa da quell'affermazione. "Davvero, Vittoria? E dimmi... cosa avrebbero fatto Vera e Drew per non avere il diritto di sostenere l'ultima prova?"

"E' molto semplice, sensei Kiki." disse Vittoria, guardando Drew e Vera con malcelata ostilità. "Vera e Drew hanno fatto ricorso a mosse sleali durante lo scontro con me e Cal."

 

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CONTINUA...
 

Note dell'autore: Ecco fatto! Dopo una settimana stressante, riesco finalmente a scrivere il nuovo capitolo, e spero che vi sia piaciuto! La sfida con Cal si è conclusa, e il giovane allievo dell'Accademia Apofillide ha rivelato di essere nientemeno che il fratello di Blake! E non sarà l'ultima sorpresa che ha in serbo per noi!

Finalmente Pokemon Sole & Luna sono usciti in Italia, e ho tutta l'intenzione di prenderli il prima possibile! Mi hanno già ispirato delle idee niente male per questa saga che state leggendo!

A presto, e se potete, recensitemi!     


 
         


 

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Capitolo 39
*** La battaglia di Kiki ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam


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Capitolo 39 - La battaglia di Kiki

 

"Vera e Drew hanno fatto ricorso a mosse sleali durante lo scontro con me e Cal." disse Vittoria freddamente, tenendo una mano stretta a pugno al suo fianco. Si rendeva conto che non era da lei ricorrere a questi mezzi... e se non ne fosse andata di mezzo la salute della sua amata sensei, non vi avrebbe certo fatto ricorso. Ma la situazione era tale che a questo punto non poteva più usare mezze misure.

Il silenzio seguì, per dei lunghi e tesi secondi, all'affermazione di Vittoria. Vera e i suoi compagni, per quanto scioccati, non davano l'impressione di essere poi eccessivamente sorpresi... più che altro, Vera stava continuando a chiedersi come mai Vittoria si fosse messa in testa di fermarli a qualunque costo, e non capiva perchè non faceva la cosa più semplice - ovvero, parlare e spiegare cosa stesse accadendo. Cain corrugò la fronte, chiaramente scontento del comportamento della sua amica. Numerosi degli allievi dell'Accademia erano piombati nel silenzio e fissavano increduli il gruppetto di amici di Hoenn per chiedere una spiegazione... ma in tutto questo, la più stupefatta era sicuramente Kiki, anche se non lo si sarebbe detto dall'espressione del suo volto. La donna era rimasta impassibile... e continuava a tenere sott'occhio la sua allieva migliore, come sperando di leggere nella sua mente le sue motivazioni. Per quanto, ne era sicura, avesse già un'idea di quali potessero essere.

"Mosse sleali, tu dici, mia cara Vittoria." affermò Kiki, rompendo finalmente la cappa di silenzio. Quando Vittoria annuì nervosamente, la sensei del Monastero Apofillide strinse gli occhi e si avvicinò di un passo... cosa che fece immediatamente capire alla giovane esperta di aikido che aveva toccato un tasto falso!

"Cavolo, avete visto?" chiese un allievo ad un gruppo di suoi amici. "E così, quei ragazzi di Hoenn avrebbero barato?"

"Beh, certo io non mi aspettavo che battessero Cal e Vittoria in uno scontro leale."

"Eppure non mi sembrano i tipi..."

"Mentre erano qui al monastero li ho visti allenarsi, e anche duramente..."

"Signori allievi. Se avete tempo di fare salotto, lo avete anche per ritornare ai vostri esercizi." disse severamente Kiki, facendo fare un salto a tutti quelli che stavano approfittando di quell'attimo per chiacchierare. Si sentì qualche esclamazione di sorpresa, qualche parola di scusa... e poco dopo, i ragazzi si diressero con calma e in ordine verso il cortile dove stavano facendo pratica di arti marziali assieme ai loro Pokemon. In breve tempo, solo Kiki, Vittoria e il gruppo di Hoenn era rimasto all'ingresso del monastero, e la sensei dai capelli rosati continuava a fissare severamente sia la sua migliore allieva che i suoi ospiti. "Spiegati meglio, Vittoria. Cosa intendi per mosse sleali?"

Vittoria si ritrovò ad esitare, sentendo all'improvviso gli sguardi di tutti su di lei. Anche Alty si era messa a svolazzare accanto ad Ortilla, tenendo gli occhi fissi sulla ragazza dai capelli neri, e facendola sentire tremendamente colpevole. Quello che stava facendo andava contro i principi che Kiki le aveva insegnato, e anche contro la sua etica personale... ma quando si deve salvare una vita, si ha forse scelta?

Ma non fece in tempo ad aprire bocca prima che Kiki le desse un altro avvertimento. "E prima che tu risponda, Vittoria... non la menzogna. Sai bene che non la sopporto." affermò.

Vittoria strinse i denti, provando rabbia per un attimo. "Tsk... con tutto il rispetto che io le porto, sensei... ha un bel coraggio a chiedermi questo!" pensò tra sè. "Lei, che pure tiene nascosta una cosa così grave ed importante ai miei compagni... Ma non sarò io a tirare fuori questo argomento, non adesso..."

"Quello che voglio dire, sensei... è che Vera e Drew si sono serviti di una tattica non prevista dal regolamento!" continuò Vittoria.

"Aspetta un momento, Vittoria! Di cosa stai parlando, adesso?" esclamò Vera. Aveva cercato di non farsi prendere troppo la mano, ma adesso Vittoria stava passando il limite... "Quale tattica sleale avremmo usato? Cal non ha certo detto nulla in proposito!"

Vittoria cercò di ignorare Vera per concentrarsi sulla risposta alla sua sensei. "Durante... durante il combattimento, hanno fatto in modo che l'attacco Baldeali del Talonflame di Cal andasse a segno sul mio Emboar... sì, maestra, il mio Pignite si è evoluto in un Emboar grazie agli allenamenti di questi ultimi giorni... In questo modo, hanno fatto in modo che il mio Pokemon venisse messo fuori combattimento a causa di una mossa del mio compagno..."

"E... questo è per qualche motivo proibito da qualche regolamento?" chiese Max, volendo anche lui parlare a nome di sua sorella. "L'ultima volta che ho controllato, non c'era nulla di sbagliato nell'usare una tattica come questa!"

"E' stata una mossa scorretta, ve lo dico io! Certo non depone a favore della vostra abilità come allenatori!" rispose prontamente Vittoria, decisa a fare tutto il possibile affinchè Kiki ammettesse che i ragazzi di Hoenn avevano fallito la prova. "Non pensate anche voi che suggerisca... che voi in realtà non siete all'altezza e non avreste potuto vincere se non si fosse trattato di un colpo di fortuna?"

"Altaria!" protestò Alty.

"Non è stato un colpo di fortuna. Ho visto io stessa come Vera e Drew hanno combattuto. Erano in svantaggio, soprattutto con quella Butterfree che Drew ha mandato in campo." affermò Hitomi. "Hanno fatto in modo che i loro Pokemon usassero la rapidità e l'astuzia per eliminare i Pokemon dei loro avversari."

"E' vero! Hanno dovuto fare molta fatica per vincere!" esclamò Ortilla. "Anche se non hanno sopraffatto i loro avversari con la forza... perchè non dovrebbero meritare di vincere grazie all'abilità e alla tattica?"

Vittoria stava cercando di pensare ad un modo di presentare le cose in modo che la sua sensei si convincesse a negare a Vera e Drew la possibilità di mettersi alla prova con lei... ma Kiki decise che quella discussione era andata avanti più a lungo di quanto a lei facesse piacere, e che era il momento di mettere le cose in chiaro, una volta per tutte. "Vittoria, rispondi alla mia domanda." affermò, calma ma decisa. Vittoria si fermò, irrigidendosi per la tensione. "Quello che hanno detto corrisponde alla verità? Hanno usato la tattica e l'astuzia per sormontare lo svantaggio con cui avevano a che fare?"

Per quanto volesse disperatamente poterlo fare, Vittoria non riusciva a spingersi fino a mentire alla propria insegnante, e non ebbe altra scelta che dire esattamente le cose come stavano. "Sì... sì, sensei Kiki, è la verità." affermò. "Cal aveva usato diverse mosse di potenziamento per rendere il suo Talonflame più veloce e più potente. Vera e Drew hanno fatto in modo che i loro Pokemon manovrassero in modo che l'attacco Baldeali di Talonflame mancasse il suo bersaglio originale, cioè la Butterfree di Drew, e colpisse invece il mio Emboar, infliggendogli un colpo superefficace che lo ha messo fuori combattimento."

"Questo significa che Vera e Drew non hanno infranto nessuna regola." affermò Kiki. "In un combattimento di Pokemon non vince chi sa colpire più forte, ma chi sa sfruttare i propri punti di forza e i punti deboli dell'avversario nel migliore dei modi, sempre restando nei limiti del lecito. In questo caso, ritorcere un attacco contro la squadra di chi lo usa non può essere considerato una mossa sleale, ma semplicemente un metodo inusuale per avere la meglio. Dunque, Drew e Vera non hanno commesso mosse irregolari."

Vittoria avrebbe voluto protestare, ma si rendeva conto, con suo immenso dispiacere, che Kiki non avrebbe cambiato idea in ogni caso - quindi, decise di non insistere oltre e di accettare la decisione della sua sensei, sperando che andasse tutto bene nello scontro tra lei e Vera. "Va... va bene, sensei, mi rimetto al suo giudizio." affermò. "Le... le chiedo soltanto di fare attenzione. Non si sforzi troppo... e non prolunghi la battaglia troppo a lungo."

"Quando sarà finita, comunque, dovremo fare un discorso, io e te..." affermò la sensei, fissando severamente la sua allieva prediletta. "Non sono molto contenta di certi tuoi atteggiamenti, e credo di avertelo già detto in precedenza."

Vittoria abbassò la testa, annuendo malinconica. "Certo... certo, lo capisco..." affermò, per poi guardare verso Vera e i suoi compagni. La ragazzina di Hoenn, preoccupata per la sua amica nonostante tutto, la raggiunse, e vide - in parte con sollievo, in parte con preoccupazione - che ora non c'era più ostilità nel suo modo di fare... soltanto rassegnazione e una luce di paura e di ansia. Vera rimase per un attimo stupita e scioccata, chiedendosi cosa mai potesse tormentare Vittoria fino a quel punto...

"Per favore, Vera... non andarci troppo duro con la mia sensei... è un favore che ti chiedo..." mormorò Vittoria, sperando che la sua sensei non la sentisse.

"Ma... ma che succede, Vittoria, per quale motivo adesso ci fai questa domanda?" intervenne Hitomi.

Vittoria scossse la testa senza dire altro, come se volesse suggerire che non poteva essere più chiara in proposito. "Buona fortuna. A tutti." disse infine, allontanandosi oltre il cancello dopo aver fatto un inchino rispettoso alla sua sensei. A quel punto, era fin troppo chiaro che c'era davvero qualcosa che non andava... e quello che frustrava ancora di più Vera e i suoi compagni era il fatto di non avere idea di cosa potesse essere, e quindi di non poter dare una mano.

"Bene... a voi ho già detto tutto quello che avevo da dire." affermò Kiki, riportando la sua attenzione agli ospiti di Hoenn. "Per adesso, riposatevi e fate recuperare le forze ai vostri Pokemon. Domani, alle dieci in punto, vi aspetterò nnel cortile principale per la battaglia tra me e Vera. Mi raccomando la puntualità."

"Aspetti un momento, sensei Kiki!" cercò di intervenire Vera. "Cosa significa? Come mai Vittoria non vuole che noi ci affrontiamo in uno scontro di Pokemon? Ci deve essere un motivo..."

"Nulla che vi importi. Voi siete qui per sostenere le prove che vi permetteranno di ottenere la Mega Evoluzione, giusto?" affermò Kiki, con la chiara intenzione di troncare il discorso il più rapidamente possibile. "Allora, non preoccupatevi di quello che avete sentito, riguarda solamente me e la mia allieva."

"Ma, aspetti un momento, noi vorremmo soltanto..." cercò di dire Ortilla, solo per essere zittita quando Kiki alzò la mano con fare severo.

"Il discorso termina qui, Ortilla. A domani. Siate puntuali." disse la donna dai capelli fucsia. Con grande sorpresa di Vera e dei suoi compagni, Kiki voltò loro le spalle e cominciò ad allontanarsi... mostrando un sorriso sereno ai suoi allievi che erano arrivati lì per vedere cosa stava accadendo! "Va tutto bene, ragazzi, non c'è di che preoccuparsi. Io e i nostri ospiti stavamo soltanto discutendo della prova di domani."

"E' sicura che vada tutto bene, sensei Kiki?" chiese un ragazzo. "Noi... vorremmo solo essere sicuri che non ci siano problemi, tutto qui."

Kiki continuò a sorridere come niente fosse. "E perchè dovrebbero esserci dei problemi, scusate? Ricordatevi quello che vi ho insegnato - l'agitazione offusca la mente, solo la calma e la serenità interiore possono aiutarci a domare il caos che si agita dentro di noi." affermò. "Su, su, non preoccupatevi... e tornate pure a fare quello che stavate facendo. Sono sicura che domani vi saprò offrire uno spettacolo divertente."

"Non vediamo l'ora di vederla all'opera, sensei!" affermò un altro ragazzo, accompagnando la sensei mentre si allontanava... e in tutto questo, il gruppo di Vera era rimasto indietro, guardando dubbiosi Kiki che cercava di rassicurare i suoi allievi. Sembrava che i ragazzi del monastero avessero creduto alle parole della donna... ma loro sentivano che c'era qualcosa che non andava, e si sentivano frustrati all'idea di non poter fare niente per il semplice fatto che Kiki e Vittoria non volevano essere più chiare...

"Altaria..." mormorò Alty scuotendo la testa. Anche lei si era resa conto che c'era qualcosa sotto, qualcosa che poteva anche essere grave...

"Inutile cercare di negarlo. Kiki e Vittoria stanno nascondendo qualcosa." disse Hitomi. "E il fatto che Vittoria abbia detto di andarci piano domani..."

La ragazzina, normalmente poco emotiva, si mise una mano davanti alla bocca e rabbrividì, mentre i suoi occhi brillavano per un istante di tristezza. "Non mi fa ben sperare, ecco tutto..."

"Che cosa ci nasconde, sensei Kiki?" si chiese Vera, accarezzando la testa a Max, che a sua volta guardava preoccupato prima Kiki che si allontanava, e poi la sua amica/rivale. "Io... spero solo che voi sappiate quello che state facendo..."

 

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Più tardi, in una galleria sotto il Picco Apatite...

Un gruppo di scagnozzi del Team Meteora, sotto la direzione di Taka, Blake e di Lord Solaris in persona, stava trasportando un grosso carico attraverso un'ampia grotta dall'atmosfera soffocante ed opprimente, surriscaldata dai getti di vapore che di tanto in tanto si levavano da alcune pozze d'acqua bollente sparse per quella spelonca naturale. In silenzio, il gruppo di terroristi raggiunse il centro della grotta e si fermò, accingendosi a togliere il telo dal carico che stavano trasportando, e terminare il loro lavoro.

"State attenti con quella macchina, branco di buoni a nulla." li redarguì Blake, guardandoli dall'alto in basso. "Il nostro amico Zel... o forse dovrei dire, i nostri amici... ha lavorato un bel po' per fare sì che quella macchina PULSE funzionasse a dovere. Se doveste danneggiarla, il capo non sarebbe molto tenero con voi, non pensate?"

"Sì... certamente, signor Blake!" disse una delle reclute, ingoiando la bile che gli saliva in bocca ogni volta che quell'odioso individuo dava aria ai denti. Il gruppo di reclute tirò via il telo dal carico, rivelando che effettivamente si trattava di una macchina PULSE... la stessa nella quale Zel aveva rinchiuso un Camerupt solo pochi giorni prima! "Ecco... ci siamo, signori. La macchina PULSE è pronta per l'installazione."

"Ottimo." rispose Lord Solaris, facendo un sorriso appena accennato quando vide la macchina nella sua completezza. "Adesso non dobbiamo fare altro che attendere il nostro collaboratore per installarla nel punto più adatto. Tra non molto, l'Accademia Apofillide verrà sommersa dal magma, e la resistenza avrà subito un colpo da cui non si riprenderà mai più."

"E così, noi del Team Meteora domineremo questo continente per sempre, e lo riporteremo... al suo giusto stato, dico bene?" sghignazzò Blake. "Heheheee... effettivamente, trovo molto divertente la cosa, soprattutto se pensiamo a chi sarà il nostro collaboratore!"

Taka, come probabilmente era prevedibile, non poteva dire di essere altrettanto entusiasta di come si stavano mettendo le cose. "Mi rendo conto che abbiamo una causa per cui stiamo combattendo, padre." affermò il giovane comandante del Team Meteora, facendosi aria con la sciarpa che portava. "Ma è davvero necessario ricorrere a questi metodi? Non oso pensare a quanti ragazzi moriranno quando la nostra macchina PULSE farà risvegliare la faglia vulcanica..."

Solaris guardò verso suo figlio senza dire una parola, e Taka continuò il suo discorso. "Voglio dire... mi rendo conto che la nostra causa è importante, ma non potremmo tentare di combattere per essa in un altro modo? Senza per forza dover sacrificare tante persone?"

"Lo sai che non è possibile, Taka. Le circostanze non ce lo permettono." affermò il capo del Team Meteora, senza mostrare alcuna esitazione. "E poi, tu dimentichi che stiamo combattendo una guerra. L'unica cosa che conta è vincere."

Blake ridacchiò malignamente ancora una volta. "Esatto. Quindi non dire idiozie, fai il bravo bambino e tieni chiusa la tua boccaccia. Hihihihiii..." affermò, prima di dare un'occhiata al suo orologio. "Ora, vediamo un po' quanto ritarda il nostro... collaboratore! Heheheee... magari gli è venuta fifa e adesso si è tirato indietro! Sarebbe tipico di quel codardo!"

"Spiacente di deluderti, in tal caso..." affermò la voce del "collaboratore" del Team Meteora, che apparve da un'apertura su un altro lato della spelonca - un giovanotto dai corti capelli rosso fuoco, vestito di un'uniforme di colore rosso scuro, della stessa fattura di quelle in uso all'Accademia Apofillide, comprese le scarpe nere in stile orientale! "Come puoi vedere... fratellone... io sono qui e pronto a collaborare."

Blake ghignò malignamente mentre Cal si avvicinava ai comandanti del Team Meteora e si metteva sull'attenti, come un soldato. "Lord Solaris... comandante Taka... sono venuto, come avevano stabilito." affermò. "Vi aiuterò a posizionare la macchina PULSE nel punto dove l'eruzione del vulcano sortirà... l'effetto da voi sperato." affermò.

Taka guardò verso terra, con una evidente espressione di disgusto sul viso.

"Molto bene. Non chiederò certo per quale motivo tu abbia deciso di rivoltarti contro la stessa Accademia che ti ha insegnato le artimarziali e ha fatto di te l'allenatore che sei ora." affermò Lord Solaris, con quell'inquietante freddezza che lo contraddistingueva. "Mi basta sapere che sei dalla nostra parte. Allora, dacci tutte le direttive. Dov'è che dobbiamo piazzare la macchina PULSE?"

Cal strinse i denti, provando un moto di rabbia verso sè stesso per quello che stava per fare, e si ricordò mentalmente che a quel punto non poteva più tornare indietro, e che doveva portare avanti fino in fondo il suo proposito. In fondo... ne sarebbe valsa la pena alla fine, vero?

"La caldera del vulcano si trova nei pressi di quel punto lì, in fondo alla grotta." disse Cal, indicando un angolo un po' in ombra rispetto al resto del luogo, che pure era fiocamente illuminato da qualche rivoletto di lava incandescente e da un po' di luce naturale che filtrava dalle fenditure nelle rocce. "Piazzatela lì, e io mi occuperò di connetterla, e metterla in funzione."

"Bene, bene, bene... allora, questo finalmente dimostrerà una volta per tutte se davvero sei diventato degno di essere un membro del Team Meteora come me... o se invece sei rimasto il bamboccio debole e patetico che sei sempre stato!" affermò Blake, appoggiando una mano sulla spalla del fratello minore come se fosse stato un gesto di cordialità. Ma Cal represse un brivido di disgusto - era evidente che lo scopo di Blake era semplicemente ricordargli chi era che comandava.

"Tu... non ti preoccupare per questo, Blake." rispose Cal. "Io farò quello che deve essere fatto per la causa del Team Meteora."

"Bravo, bravo, così mi piaci. Vuol dire che c'è ancora un po' di speranza per te." rispose Blake con una gentilezza così falsa e leziosa da far venire la nausea. "Okay, allora smettiamola di perdere tempo con le smancerie e cominciamo ad installare questa macchina PULSE."

"Ricordatevi che dovrà dare un certo preavviso all'Accademia. Vogliamo che Ortilla sia fuori, quando la lava pioverà addosso al monastero. La Collanasmeraldo deve cadere nelle nostre mani, a qualsiasi costo." volle ribadire Lord Solaris. "Non c'è bisogno che ve lo ricordi, vero? Ormai siamo vicini al raggiungimento del nostro scopo. Non possiamo fallire."

"E non falliremo, padre."  affermò Taka, mascherando abilmente la sua riluttanza a commettere un'azione tanto estrema. Se non altro, pensò tra sè, il fatto che avevano bisogno che Ortilla fosse fuori dal Monastero voleva dire che c'era una possibilità di salvare un po' più di vite senza tecnicamente disobbedire a nessun ordine...

 

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Per quanto la notte fosse scesa sul Monastero Apofillide, non tutti erano a riposo... per l'esattezza, un gruppetto di Pokemon appartenenti al gruppo di Hoenn, che evidentemente non riuscivano a scaricare la tensione in altro modo che facendo un altro po' di allenamento tra loro, in preparazione per la battaglia che si sarebbe svolta l'indomani. Il Blaziken di Vera, lo Swampert di Max, lo Sceptile di Hitomi ed Alty erano impegnati in un piccolo scontro di allenamento, in un quadrato abbastanza lontano dall'edificio principale in modo da non disturbare i dormienti.

La calma della notte sembrava quasi infondere al luogo l'atmosfera giusta per fare un po' di allenamento in tutta calma... e infatti, in quel momento, Blaziken era in piedi su una gamba sola al centro del quadrato, le mani congiunte davanti a sè con il pugno destro coperto dalla mano sinistra, e gli occhi chiusi in segno di concentrazione. La Megapietra che ancora portava al collo scintillò lievemente alla luce della luna, quasi a voler riflettere lo stato d'animo del Pokemon Fuoco/Lotta. Accanto a lui, lo Sceptile di Hitomi stava praticando alcune mosse, sferrando calci e pugni in aria, e poi eseguendo una serie di spazzate con la sua lunga coda, finendo con un salto mortale e un colpo di coda dall'alto in basso!
Swampert, invece, sembrava volersi concentrare sul suo gioco di zampe per migliorare la sua velocità e le sue tattiche di evasione. Con uno scatto rapidissimo, il Pokemon Acqua/Terra fece uno slalom tra alcuni paletti di legno infissi nel terreno davanti a lui, e riuscì a scattare in avanti non appena terminato il breve percorso ad ostacoli, tentando allo stesso tempo di stare dietro ad Alty che svolazzava vicino a terra, allenandosi nelle manovre aeree.

Finalmente raggiunto il livello di concentrazione di cui sentiva di avere bisogno, Blaziken pestò una zampa a terra e sprigionò la sua energia! Il suo corpo venne avvolto da una fiammata ruggente che si espanse rapidamente attorno a lui, creando una gigantesca sfera infuocata con Blaziken al centro, e illuminando in maniera spettacolare l'intera area attorno al galletto lottatore! Swampert, Sceptile ed Alty interruppero per un attimo i loro esercizi, e guardarono con stupore e un pizzico di paura la mossa che Blaziken stava usando! La sfera di fuoco venne rapidamente riassorbita nel corpo di Blaziken, che aprì di scatto i suoi occhi... e poi abbassò di colpo entrambe le mani sul pavimento, sferrando un colpo micidiale!

Il terreno ad appena un metro da Blaziken ribollì... e da esso scaturì una raffica di colonne di fuoco che si alzarono verso il cielo con un assordante rumore di fiamme ruggenti! Per diversi secondi, l'enorme fiammata continuò a salire, illuminando la notte tutt'attorno, e lasciando di stucco i Pokemon presenti... e un altro che stava osservando la scena da una certa distanza, meditando per concentrare i suoi poteri mentali!

"Sembra che... Blaziken sia riuscito ad imparare una nuova mossa! E deve averlo fatto da solo, senza nessuno che lo aiutasse!" pensò il Pokemon Psico/Folletto, impressionato dalla mossa. Fu solo allora che la mossa usata da Blaziken si esaurì, e la notte tornò ad essere calma e tranquilla... "Però non ricordo di aver mai visto una mossa simile... dovrò chiedere a Max se per caso la conosce. Lui sa sempre così tante cose..."

Blaziken tirò un sospiro e riprese a concentrarsi, congiungendo le mani davanti a sè. Era un risultato niente male, ma il Pokemon Fuoco/Lotta pensava che ci fosse ancora spazio per il miglioramento. Si mise di nuovo in guardia, e cercò di riprendere la concentrazione... ma dopo essersi reso conto che quella mossa lo aveva un po' stancato, decise che era il caso di prendersi un po' di riposo e tirò un respiro profondo, rilassando le braccia ai propri fianchi. "Blaziken..." affermò, sentendosi soddisfatto... anche se quel sentore sgradevole che continuava a provare in qualche remoto meandro della sua mente non se n'era andato completamente. Continuava a sentire che la sua allenatrice e i suoi compagni erano molto preoccupati, e c'era qualcosa che non riuscivano a capire...

"Swampert..." Lo starter di Max si rivolse a lui, incuriosito ed impressionato. "Swampert swamp?"

"Sceptile!" affermò lo Sceptile di Hitomi. "Sceptile?"

"Blaz blaz blaziken..." rispose Blaziken alle domande dei suoi compagni, nemmeno lui sicuro al cento per cento di che mossa fosse e di come avesse fatto lui a svilupparla. "Blaziken blaz!"

"Alt alt altaria!" cinguettò Alty sbattendo lentamente le ali mentre planava rasoterra e osservava con fare impressionato Blaziken. "Altaria?"

Blaziken storse il naso. Non era sicuro che fosse il caso di usare quella mossa nello scontro dell'indomani... l'aveva appena scoperta, e non voleva rischiare di perdere un incontro così importante solo perchè non sapeva ancora controllare appieno quella nuova tecnica. "Blaz..." disse scuotendo la testa, poi si rivolse ai suoi compagni. "Blaziken?"

"Tile, tile!" esclamò Sceptile mostrando un bicipite. Il rettile/vegetale era ansioso di dare prova di sè stesso contro il Team Meteora, ma al tempo stesso non vedeva l'ora di assistere allo scontro tra Vera e Kiki. Sprava soltanto che tutto andasse bene... nemmeno lui era pienamente convinto dal comportamento della sensei, e sperava che non ci fosse nulla di davverso serio dietro di esso.

Lo Swampert di Max battè una zampa sul terreno per segnalare la sua impazienza e la sua incertezza. "Swampert..." affermò con una certa acredine. "Swam... pert?"

"Posso capire come tu ti senta... potrei leggere i pensieri della sensei, ma non sarebbe molto educato, e ho come l'impressione che Kiki non si lasci leggere nella mente con tale facilità." affermò mentalmente Gardevoir, fluttuando con tutta tranquillità in direzione dei suoi compagni. Alty si voltò verso il Pokemon Abbraccio ed annuì gentilmente, anche lei comprendendo il punto di vista del suo compagno d'avventura. "Comunque, per quello che può valere, Blaziken... spero che tu e gli altri Pokemon di Vera abbiate successo. Non sarà facile avere la meglio su Kiki, ho potuto percepire che i suoi Pokemon sono davvero forti."

"Sceptile!" rispose lo Sceptile di Hitomi, mostrando un muscolo come per dire che neanche lui e i suoi amici scherzavano. Swampert ghignò e fece un cenno con la testa verso Gardevoir ed Alty. Sembrava che anche lui fosse desideroso di vedere di cosa fosse capace il loro gruppo contro gli uomini del Team Meteora... ma per il momento, era meglio concentrarsi sulla battaglia con Kiki, che si sarebbe svolta di lì a sole dodici ore.

"Anch'io sono fiducioso... so che ce la possiamo fare! Ma adesso dobbiamo concentrarci su ciò che sta per accadere nell'immediato." affermò Gardevoir. "Alleniamoci ancora un altro po', e poi andiamo a riposarci. Non sarebbe una buona idea recarci ad uno scontro così importante senza esserci presi il tempo di recuperare le forze."

"Altaria alt!" esclamò Alty, volendo far notare che tra tutti loro solo Blaziken avrebbe combattuto nella battaglia dell'indomani.

Gardevoir si mise una mano davanti alla bocca, soffocando educatamente una breve risata. "Hehehee... sì, lo so, ma non si può mai sapere. Visto il posto in cui ci troviamo, credo che sia una buona idea tenersi pronti ad ogni evenienza." affermò il Pokemon Abbraccio. "Questo vale soprattutto per te, Blaziken... credo che tu sarai la nostra migliore speranza contro il Team Meteora..."

"Blaziken!" rispose il Pokemon Fuoco/Lotta, stringendo fieramente la sua Megapietra, la Blazikenite, nel suo pugno artigliato. Sapeva bene quanto gli altri contassero su di lui, e sapeva di non poterli deludere. Poteva solo sperare che la sua abilità e il suo allenamento sarebbero stati sufficienti per battere Kiki l'indomani...

 

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Una mattina assolata aveva accolto il risveglio degli allievi dell'Accademia Apofillide, e ognuno aveva cominciato la giornata come al solito, recandosi nella sala comune per fare colazione, e poi in cortile per fare gli esercizi di riscaldamento. Tuttavia, già dalle prime ore del mattino si poteva sentire un certo fermento. Tutti gli allievi non vedevano l'ora di assistere alla battaglia promessa per quel giorno, in cui avrebbero finalmente visto la loro amata sensei Kiki confrontarsi con Vera!

I minuti erano volati, e all'ora stabilita, una folla compatta ed entusiasta si era riunita nel cortile dove Vera e Kiki erano già schierate, ognuna ad un lato del grande quadrato ricoperto di sabbia bianca nel quale si sarebbe svolta la battaglia. L'atmosfera era di attesa, tensione ed entusiasmo... sarebbe stata una battaglia da non perdere, di questo erano sicuri tutti!

Vera e la sua Beautifly, guardando il pubblico come si entusiasmava, dovevano ammettere che si sentivano anche loro piuttosto elettrizzate e ansiose. Non solo si trattava di una battaglia importante per decidere se avrebbero ricevuto la Megaevoluzione... speravano anche che quello che Vittoria temeva, qualsiasi cosa fosse, non si verificasse. Vera e la sua Pokemon farfalla si guardarono attorno, immaginando che avrebbero visto qualcuno dei loro compagni lì attorno... e infatti, in prima fila nella folla di studenti del monastero, ecco Drew, Max, Gardevoir, Hitomi, Cain, Ortilla ed Alty, anche loro impazienti che la sfida iniziasse... e poco più in là c'era Vittoria, già in piedi ad un lato del ring per fare da arbitro.

La ragazzina di Hoenn restò a guardare la giovane esperta di arti marziali, che si accorse di lei e fece un sorriso rassicurante, sperando che non si vedesse il suo nervosismo. "Vera... mi devo scusare per come mi sono comportata." disse Vittoria. "Ma lo stesso ti chiedo... e ti ripeto la mia richiesta... non far stancare troppo la sensei, d'accordo?"

Vera era più che disposta ad assecondare la richiesta di Vittoria... ma quello che la preoccupava era il fatto che Kiki si sarebbe probabilmente rivelata un'avversaria troppo abile per poterci andare piano. Poteva solo sperare che non sarebbe accaduto niente...

Dall'altra parte del ring, Kiki si era messa nella posizione del loto, con le gambe incrociate e le mani appoggiate sulle ginocchia con i palmi verso l'alto... e dopo aver preso qualche bel respiro, l'insegnante di arti marziali si alzò con grazia quasi felina, e un'agilità che poche persone di quell'età avrebbero potuto vantare. Il suo Medicham annuì e si mise in guardia, pronto alla sfida, ma Kiki gli fece cenno di avere pazienza.

"Non subito, Medicham. Prima, vediamo un po' di cosa è capace la nostra sfidante." affermò Kiki. "Se sarà necessario, chiamerò in campo te, visto che sei il mio Pokemon più forte."

"Come desidera, maestra Kiki." rispose telepaticamente l'elegante Pokemon Psico/Lotta. "Mi adeguo alle sue decisioni."

Kiki lo ringraziò con un cenno della testa, e dopo aver preso un altro bel respiro, si rivolse a Vera per dare finalmente inizio alla sfida. "Sei stata puntuale, Vera. Me ne compiaccio. E ho avuto modo di vedere, nel corso di questi giorni, che gli allenamenti che hai fatto ti sono stati molto utili. Se non fosse stato così, non saresti riuscita a battere Cal e Vittoria, i miei due migliori allievi."

"La ringrazio per la lode, sensei Kiki, ma non è stato solo merito mio. Ho avuto degli ottimi insegnanti, e sono stata aiutata anche dai miei compagni." affermò la ragazzina castana, lanciando uno sguardo di gratitudine ai suoi amici, che salutarono da dove si trovavano.

"Fatti valere, sorellina! Se perdessi ora, faresti una figuraccia davanti a tutti!" esclamò Max. Anche in un momento come quello, ne approfittava per lanciare una frecciatina alla sua sorella maggiore!

"Preoccupati di non fare brutta figura tu, la prossima volta che ce la vedremo con il Team Meteora!" lo prese in giro lei di rimando.

Drew ridacchiò, tirando fuori da chissà dove la sua classica rosa rossa. "Però, il tuo fratellino ha ragione. Non sarebbe molto decoroso se tu perdessi senza far vedere di che altro sei capace." affermò.

"Forza, Vera! Lo sai che noi tifiamo per te, tesoro!" esclamò allegramente Cain prima di mandare un bacio ad un pubblico immaginario.

"Altaria, altaria!" cinguettò Alty. Ortilla mosse la mano per salutare Vera, e Hitomi, tenendo le mani dietro la nuca, fece un cenno di assenso... mentre il Gardevoir di Max inviò alla sorella del suo allenatore un augurio telepatico.

"Sappiamo che farai del tuo meglio, Vera." affermò semplicemente.

Kiki accettò la risposta di Vera e dei suoi compagni con un cenno della testa. "Ottimo. Ma comprenderai che le parole non bastano. Ora devo metterti alla prova per verificare se sei davvero degna di controllare l'immenso potere della Megaevoluzione. Se vincerai, o se almeno riuscirai ad impegnarmi seriamente, avrai il diritto di avere il Mega Anello, lo strumento grazie al quale riuscirai, con il tempo e con la pratica, a dominare completamente la Mega Evoluzione. Se perderai, non perderai il tuo onore. Dimmi pure quando sei pronta, e cominciamo."

La Beautifly di Vera si mise in guardia, e la bambina castana prese fiato e si legò la bandana sulla testa... poi, prima di iniziare, mise le mani come se stesse formando una macchina fotografica con i pollici e gli indici. Rimase così per un paio di secondi, poi si rimise in guardia e disse di sì con la testa. "Sono pronta, sensei Kiki. Cominciamo pure."

"Ottimo... allora, questo sarà uno scontro completo, sei contro sei!" affermò Vittoria da bordo campo. "La battaglia andrà avanti finchè uno dei due contendenti non si arrenderà o non avrà esaurito i Pokemon da mandare in campo. Detto questo... la battaglia tra Vera di Petalipoli e la sensei Kiki dell'Accademia Apofillide può iniziare! Vinca la migliore!"

"Grazie, Vittoria..." mormorò Kiki. Prese una Pokeball e la lanciò, facendola atterrare quasi al centro dell'arena... e dalla sfera uscì una luce rossa che prese istantaneamente forma, trasformandosi in un Pokemon che Vera non aveva visto molto spesso - alto poco più di un bambino umano, era di forma umanoide, di colore marrone chiaro con un paio di lunghe gambe terminanti in piedi con tre dita artigliate, e una strana testa senza collo, il cui volto era composto solamente da un paio di occhi dall'espressione acuta e battagliera. "Iniziamo a combattere, Hitmonlee! Hajime!"

"Hitmon! Lee!" esclamò il Pokemon lottatore di kickboxing, sferrando una raffica di calci in aria per riscaldarsi. Si mise in guardia, tenendo una gamba sollevata come un combattente di tae-kwon-do, e fece cenno a Vera e alla sua Beautifly di farsi avanti. Vera annuì e consultò il suo Pokedex...

"Hitmonlee, il Pokemon Tiracalci. Tipo Lotta. Forma evoluta di Tyrogue, ottenuta quando la capacità offensive sono state sviluppate più di quelle difensive." fu la spiegazione dell'enciclopedia elettronica. "Le gambe di Hitmonlee sono molto elastiche. Le usa come molle, scagliandosi sul nemico con calci rovinosi, il che sbalordisce i nemici che lo vedono per la prima volta. La sua agilità di permette di eseguire ogni tipo di calcio."  

"Okay, Beautifly! Cominciamo pure!" esclamò Vera con decisione. "Iniziamo pure con Aerasoio!"

"Fly!" esclamò la feroce Pokemon farfalla, eseguendo un rapido movimento con le ali e scagliando contro Hitmonlee una raffica di proiettili di luce azzurrina a forma di falce di luna. Il Pokemon kickboxer non si fece cogliere alla sprovvista, e scansò agilmente l'attacco con un salto laterale, facendo in modo che l'attacco Aerasoio si schiantasse sul terreno, aprendo qualche fenditura.

Anche Kiki decise che era il caso di testare le acque, prima di lanciare un attacco completo. "Una buona scelta, contro il mio Hitmonlee... ma non ti basterà il vantaggio del tipo per battermi." affermò. "Forza, Hitmonlee, rispondi con Pietrataglio!"

"Beautifly, schivalo con Doppioteam!" esclamò Vera, sapendo che Beautifly probabilmente non avrebbe resistito ad un solo attacco di quel tipo. Il Pokemon Tiracalci sferrò un poderoso calcio circolare a vuoto, sollevando delle punte di roccia che scaturirono dal ring e si diressero come tante frecce verso Beautifly... ma quest'ultima accelerò di colpo  si lasciò dietro delle immagini residue, che si infransero non appena i proiettili di roccia le raggiunsero, mentre la vera Beautifly manovrava agilmente e scansava l'attacco, per poi lanciarsi alla carica contro il Pokemon kickboxer. Quest'ultimo aveva tenuto gli occhi sul bersaglio, riuscendo ad evitare di farsi ingannare dalla mossa, ma dalla sua espressione vagamente preoccupata si vedeva che non era sicuro di reagire in tempo.

"Hmm... Hitmonlee, difenditi con Bodyguard!" esclamò la sensei.

"Beautifly! Colpisci con Psichico!" esclamò Vera. La farfalla gigante spiegò le ali e si fermò a mezz'aria per una frazione di secondo prima di drizzare le antenne e scagliare da esse un'ondata di energia mentale che sfrecciò verso Hitmonlee... ma prima che il colpo superefficace potesse andare a segno, Hitmonlee pestò un piede a terra e fece sollevare alcune rocce nella forma di un muro basso che intercettò il colpo, sgretolandosi in centinaia di pezzi ma lasciando illeso il Pokemon Lotta, che reagì sferrando una raffica di calci con i quali scagliò le rocce più grandi addosso a Beautifly, che si vide costretta a farsi scudo con le ali per non essere travolta! Alcune rocce la colpirono comunque, e la farfalla gigante emise un acuto stridio e precipitò verso il terreno, ma riuscì a rimettersi in volo con un rapido battito d'ali!

"Accidenti, è proprio vero... Kiki ci sa fare!" esclamò impressionato Cain. "Se la affrontassi io con i miei Pokemon Veleno, non credo che resisterei a lungo."

"Vera deve stare attenta... da quello che vedo, anche Kiki usa delle tattiche strane..." affermò Hitomi. Beautifly si era di nuovo librata in volo, ma Hitmonlee cercava di metterle quanta più pressione possibile, avvicinandosi a lei con una raffica di calci che costrinse la Pokemon farfalla in difesa.

"Continua ad attaccare, Hitmonlee! Usa il tuo attacco Megacalcio!" esclamò la sensei. La gamba destra di Hitmonlee venne circondata da un'aura di luce azzurra... e il Pokemon Tiracalci eseguì un poderoso calcio circolare che tagliò l'aria mentre si dirigeva verso Beautifly... appena in tempo, la farfalla gigante riuscì ad alzarsi in volo ed evitare il grosso del colpo, ma il calcio dirompente la sfiorò comunque, e Beautifly barcollò pericolosamente, sbattendo le ali nel tentativo di restare in quota!   Si allontanò di un po', invogliando Hitmonlee a continuare l'assalto, ma Kiki fece cenno al suo Pokemon di attendere, temendo che Vera e Beautifly stessero tendendo una trappola.

"Poco male, Beautifly! Usa il tuo attacco Paralizzante!" esclamò Vera. Immediatamente, la farfalla gigante richiuse le ali attorno al corpo e le spalancò di colpo, scagliando una nube di polvere verdina addosso ad Hitmonlee! A quella distanza, il Pokemon Tiracalci non aveva nessuna possibilità di evitare l'attacco, e ne venne investito in pieno... ma sembrò non risentirne, rimettendosi in guardia come niente fosse!

"Non male come idea, ma l'abilità Scioltezza del mio Hitmonlee gli impedisce di essere paralizzato." spiegò Kiki, con disappunto di Vera e della sua Pokemon. "Continua ad attaccare, Hitmonlee... e stavolta, usa il tuo attacco Pugnoscarica!"

Hitmonlee ripetè il suo nome e scattò rapidamente in avanti, colpendo Beautifly con una rapida e potente raffica di calci sferrati con la gamba sinistra, diventata di colpo rigida e lucente come se fosse stata fatta di acciaio lucidato! Beautifly stridette di nuovo e si abbassò verso il terreno, appoggiandosi su di esso per riprendere un po' di fiato... ma non si arrese, e si librò nuovamente in volo un istante dopo!

"Non è ancora finita!" esclamò Vera. "Beautifly, Gigassorbimento, e poi Attrazione!"          

"Beauty!" esclamò la Pokemon Farfalla. Aprì fieramente le ali, e cominciò ad assorbire energia dall'avversario, che si fermò con un verso di disappunto quanto sentì le forze venirgli meno, e delle sfere di energia verdina uscirono dal suo corpo e vennero assorbite dalle ali di Beautifly, facendo in modo che si riprendesse almeno un po'! Mentre Hitmonlee barcollava spaesato, Beautifly continuò l'assalto, volteggiando su sè stessa e poi strizzando un occhio al Pokemon Lotta con fare sbarazzino... e un attimo dopo, gli occhi di Hitmonlee si trasformarono in cuori, lasciandolo inebetito e come ipnotizzato...

"Ottimo, Beautifly! Adesso usa Psichico di nuovo!" ordinò Vera. La farfalla gigante si concentrò di nuovo e scagliò un'altra scarica psichica contro Hitmonlee, che questa volta era troppo imbambolato per reagire, e venne centrato in pieno e scaraventato a terra! Un breve applauso del pubblico risuonò tutt'attorno, e anche Kiki, nonostante la sorpresa, approvò la mossa con un cenno del capo.

"Niente male. Vedo che hai addestrato bene la tua Beautifly... ma la sfida non è certo finita così." rispose Kiki. Hitmonlee si alzò con un colpo di reni, e scosse la testa, cercando di resistere agli effetti di Attrazione. "Hitmonlee, usa Meditazione."

Il Pokemon Tiracalci congiunse le mani davanti a sè tenendo la gamba sinistra alzata, e si concentrò per un istante, in modo da potenziarsi, mentre Vera continuava il suo attacco, decisa a non lasciarsi scappare questa opportunità. "Il fatto che il suo Hitmonlee sia immune alla paralisi non lo rende comunque immune a mosse che riducano la sua velocità... Beautifly, usa Millebave!"

Beautifly srotolò la sua proboscide, prese la mira, e scagliò una raffica di fili di seta appiccicosa contro le gambe di Hitmonlee nel momento in cui quest'ultimo poggiò nuovamente il piede a terra, in modo da legargli assieme le caviglie... e il Pokemon Lotta inciampò ed incespicò non appena provò a fare un passo in avanti! Con un'espressione stupefatta, Hitmonlee cercò di mantenere l'equilibrio, offrendo all'avversaria un'altra apertura!

"Attento, Hitmonlee!" esclamò Kiki. "In difesa, presto!"

"Spiacente, ma non mi lascerò scappare questa occasione... Beautifly, attacco Aerasoio!" esclamò la bambina castana. Beautifly aprì le ali e le mosse rapidamente, bombardando di nuovo l'avversario con proiettili di energia a forma di falce di luna, che centrarono in pieno Hitmonlee e lo fecero barcollare! "Perfetto! E ora, Beautifly... è il momento di dare il colpo finale! Carica un altro attacco Psichico!"

"Sei abile, ragazzina, lo devo ammettere. Ma se pensi che io non fossi pronta a questa evenienza, temo di doverti deludere." disse Kiki. "Hitmonlee, è il momento. Usa Calciardente!"

Vera sgranò gli occhi, passando da una cauta sicurezza alla sorpresa quando Hitmonlee spiccò un salto e la sua gamba sinistra venne avvolta da una fiamma rossa che consumò rapidamente i fili di seta che gli avvolgevano le caviglie... poi, prima che Beautifly riuscisse a concentrarsi e a lanciare un nuovo attacco Psichico, Hitmonlee le fu addosso e la colpì con un poderoso calcio infuocato, che scaraventò la feroce Pokemon Farfalla sul pavimento... e questa volta, dopo aver sbattuto le ali ancora un po', Beautifly perse i sensi.

"Beautifly non è più in grado di combattere. La sensei Kiki ed Hitmonlee vincono il primo scontro." disse Vittoria, cercando di nascondere il suo sollievo. Forse la sua sensei non sarebbe stata costretta a fare più di tanta fatica per vincere...

"Accidenti, e con questo Vera è già sotto di uno..." affermò Ortilla. "Speriamo che il prossimo scontro vada bene."

Vera richiamò Beautifly nella sua sfera, e Kiki annuì orgogliosamente al suo Hitmonlee, che si era già rimesso fieramente in guardia. "Ammetto che non sei male, Vera Maple. Ma se questo è il massimo che sei in grado di fare, la battaglia non andrà avanti ancora a lungo." disse la sensei, sperando di fare sì che Vera non si abbattesse per quell'inizio non proprio felice.

Non ce n'era bisogno, in ogni caso. Vera non era certo il tipo di persona che mollava tanto facilmente, e stava già per mandare in campo un secondo Pokemon. "Non si preoccupi, sensei Kiki... non basta questo a scoraggiarmi! Tocca a te! Vai, Venusaur!" esclamò, mandando in campo la sua Pokemon Erba/Veleno, che atterrò nel centro dell'arena con un tonfo sordo, e si presentò con un fragoroso ruggito!

"Una scelta intelligente... ma basterà contro i potenti calci del mio Hitmonlee?" chiese retoricamente Kiki. "Lo scoprirò subito. Forza, Hitmonlee! Insisti con Calciardente!"

"Visto che Paralizzante non funziona... andiamo con Sonnifero, Venusaur!" esclamò la bambina castana. Venusaur grugnì un affermativo e scagliò dal fiore sulla sua schiena una nube di polvere soporifera che si diffuse tutt'attorno a lei, facendo in modo che il Pokemon kickboxer si lanciasse all'interno delle spore nocive senza poter frenare! Colto di sorpresa, Hitmonlee sgranò gli occhi allarmato e cominciò ad indietreggiare, muovendo le mani per evitare di respirare la polvere soporifera... poi, sferrò un calcio circolare con la gamba avvolta dalle fiamme, in modo da bruciare le spore soporifere ed evitare di assopirsi. Riuscì a disperdere l'attacco Sonnifero di Venusaur, ma si ritrovò comunque a barcollare e a sentirsi un po' ottenebrato. Quella piccola quantità di polvere tossica che aveva respirato aveva comunque fatto effetto.

"Hmm... cerca di reggere, Hitmonlee. Usa Pugnoscarica per avvicinarti rapidamente, e poi insisti con Megacalcio!" esclamò Kiki. A questo punto, però, Vera si era già fatta un'idea della tecnica di combattimento di Hitmonlee e sapeva come contrattaccare...

"Okay... reggi a questo colpo, Venusaur! Intanto usa Crescita!" disse Vera. Hitmonlee scattò in avanti, eseguendo una breve ma intensa raffica di calci che Venusaur non aveva possibilità di schivare, e che fu costretta ad assorbire. Per fortuna, il corpo robusto della Pokemon Erba/Veleno le permise di sopportare il colpo subendo solo pochi danni, e un attimo dopo, Venusaur aprì il fiore che aveva sulla schiena, e i suoi petali si dischiusero maestosamente, avvolgendo Venusaur in un flebile luccichio verde. La Pokemon si sentì rinvigorita... e un attimo dopo, prima che Hitmonlee potesse continuare l'assalto, partì alla carica con determinazione!

"Colpisci con Corposcontro, Venusaur!" esclamò Vera. Hitmonlee stava già sollevando la gamba destra per sferrare un calcio micidiale, quando Venusaur partì alla carica, investendo il Pokemon Tiracalci con tutto il suo peso e scaraventandolo a terra, dove rotolò per un breve tratto con un grugnito di disappunto prima di restare a terra ansimante. Cercò di rimettersi in piedi e ci riuscì... ma ormai era malfermo sulle gambe, e non ne aveva più per molto...
"Venusaur, usa Foglielama mirando alle gambe... e poi Energipalla!" continuò Vera.

"Venusaur!" esclamò la Pokemon Erba/Veleno, sicura di avere la battaglia in pugno. Con uno scatto, scagliò una raffica di foglie taglienti contro le gambe dell'avversario, riuscendo a colpirle e costringendo Hitmonlee a ritirarsi con un'esclamazione di dolore... poi, senza attendere oltre, Venusaur spalancò la suaenorme bocca e scagliò contro l'avversario una dirompente sfera di energia verde che sfrecciò come un proiettile verso il Pokemon kickboxer, che non ebbe tempo nè modo di schivarla!

La Energipalla si schiantò sul torace di Hitmonlee in una pioggia di scintille verdi, e il Pokemon Tiracalci venne scagliato a terra con un breve grugnito di dolore, per poi schiantarsi sul quadrato e strisciare su di esso per un breve tratto! Si fermò a pochi metri dalla sua allenatrice, e i suoi occhi si trasformarono in spirali, segnalando che ora le due contendenti erano alla pari.

"Hitmonlee è esausto e deve abbandonare il campo." fu la dichiarazione di Vittoria un istante dopo. "Con questo, Vera si aggiudica un punto. La sfidante e la sensei Kiki sono alla pari."

"Ottimo! Bel colpo, Venusaur!" esclamò Vera. Venusaur tirò un sospiro, giusto per recuperare quel po' di forze che aveva speso e si rimise in guardia, pronta ad affrontare qualunque Pokemon Kiki avrebbe mandato in campo. "Ora però teniamoci pronte... non ho la più pallida idea di chi dovremo affrontare adesso!"

"Saur saur! Venusaur!" esclamò Venusaur, decisa a difendere gli altri Pokemon della squadra di Vera con tutte le sue forze. Kiki aveva già richiamato Hitmonlee, e il suo Medicham annuì stoicamente prima che la maestra di arti marziali mandasse in campo il Pokemon successivo.

"Non male come inizio, Vera Maple." disse Kiki, facendosi seria. "Ora però vediamo se riuscirai a reggere ai miei Pokemon più potenti... tocca a te, Mienshao!"

Kiki lanciò la seconda sfera, e da essa uscì di colpo un Pokemon che Vera non aveva mai visto prima: si trattava di una sorta di donnola bipede alta circa un metro e mezzo, coperta da una corta pelliccia color crema, e con due lunghi e sottili baffi che le spuntavano dal muso affusolato, gli occhi a mandorla dalle pupille rosse, e due buffi prolungamenti sulle braccia, che nascondevano in parte le mani e formavano come delle fruste sui polsi della creatura. Alcuni anelli e decorazioni di un vivace colore viola chiaro decoravano la testa, le braccia e la gambe del Pokemon, che eseguì un movimento ampio ed elegante, come se fosse stato un monaco Shaolin che eseguiva degli esercizi di tai-chi.

"Mienshao!" esclamò con voce cristallina, prima di mettersi in guardia. Il gruppo di Hoenn stava guardando quel Pokemon con evidente curiosità, non sapendo bene cosa pensare se non che dava l'impressione di essere un Pokemon elegante e potente.

"Guardate che bello..." mormorò Ortilla. "Ha detto il suo nome... si chiama Mienshao, giusto?"

"Sì, proprio così, anch'io ho sentito questo nome." disse Drew. "Sicuramente è un Pokemon Lotta, ma chissà quali sorprese riserverà a Vera."

Quest'ultima si era già premurata di dare un'occhiata al suo Pokedex, in modo da prepararsi al meglio contro questo avversario che sembrava così misterioso. "Mienshao, il Pokemon Marziale. Tipo Lotta. Forma evoluta di Mienfoo. I suoi attacchi sono così rapidi da essere difficili da vedere. Usa i lunghi peli sulle braccia come fruste, e se inizia un attacco a catena non lo ferma più nessuno." spiegò il Pokedex.

"Non è molto, ma dovrò farmelo bastare, immagino..." disse tra sè Vera, tirando un sospiro. Venusaur stava tenendo d'occhio il Pokemon avversario, che scivolò in una fluida posizione di guardia e mosse le fruste sulle braccia in modo quasi ipnotico, continuando a muoversi in maniera lenta ma imprevedibile mentre accorciava la distanza tra sè e Venusaur. "Hmm... mi pare di capire che Kiki preferisce i Pokemon veloci e potenti, piuttosto che resistenti. Forse so come posso fare... Venusaur, usa di nuovo Crescita!"

"Saur!" ripetè la Pokemon vegetale, ripetendo la stessa mossa di potenziamento di prima. Kiki sembrò capire quale fosse la tattica di Vera, e decise di muoversi rapidamente per contrastarla.

"Mienshao, Bruciapelo!" esclamò la sensei. Prima che Venusaur potesse completare la mossa e potenziarsi ancora, il Pokemon simile ad una donnola scattò davanti a lei e la schiaffeggiò rapidamente in faccia con le fruste sulle sue braccia, strappandole un breve grido di dolore e costringendola ad indietreggiare! Mienshao fece un passo indietro, rimettendosi in guardia... ma Kiki non aveva ancora finito e continuò a mettere sotto pressione Venusaur per impedirle di sferrare un suo attacco. "Ottimo. Tienila sotto pressione, Mienshao. Usa Comete!"

"Shao, shao!" Mienshao mosse rapidamente le sue braccia-fruste in aria, e scagliò da esse una raffica di proiettili luminosi a forma di stella, che sfrecciarono verso Venusaur senza possibilità di errore e colpirono in pieno la Pokemon Erba/Veleno, senza infliggerle danni eccessivi, ma costringendola comunque a fare qualche altro passo indietro senza darle la possibilità di attaccare. Vera strinse i denti... doveva fare qualcosa al più presto, o Venusaur sarebbe stata sopraffatta dalla velocità di Mienshao.

"Accidenti, che velocità... dobbiamo cercare di rallentarlo, in qualche modo!" disse tra sè la bambina castana. "Okay... Venusaur, usa Profumino per stordirlo, e poi Gigassorbimento!"

"Venusaur!" Il fiore posto sulla schiena di Venusaur si aprì maestosamente, rilasciando nell'aria un dolce profumo di fiori ed erba tagliata che investì le sensibili narici di Mienshao, e lo stordirono per un istante, quel tanto che bastava a Venusaur per sferrare un altro attacco: puntò il suo fiore contro l'avversario e cominciò ad assorbire energia, sotto forma di tante luci verdi che uscirono dal corpo di Mienshao e vennero inghiottite dalla pianta, facendo recuperare un po' le forze a Venusaur.

Kiki fece un piccolo sorriso. Quella battaglia cominciava a piacerle sul serio... e a giudicare dall'espressione attenta e acuta del suo Medicham, anche lui non vedeva l'ora che fosse il suo turno. "Questa battaglia è davvero... stimolante, lo devo ammettere! Era da un po' che nessuno mi offriva uno scontro così, Vera Maple! Cerca di non deludermi... e vediamo se tu e il tuo Pokemon saprete difendervi da questo! Mienshao, usa Cuordileone e poi Rimbalzo!"

"Shao!" esclamò il Pokemon Marziale. Si mise in posa, stringendo i pugni e caricandosi per un istante... poi, scattò verso l'alto e volteggiò agilmente in aria per un breve tratto!

"Adesso è scoperto, Venusaur! Attacca con Energipalla!" esclamò Vera. Venusaur reagì rapidamente, scagliando un'altra sfera di energia verde contro l'avversario, che si stava lanciando in picchiata verso di lei e non poteva evitare il colpo... che infatti lo raggiunse e lo colpì in pieno, infliggendogli un duro colpo! Ma non riuscì a fermare il suo attacco, e Mienshao continuò il suo tuffo e colpì Venusaur con una delle sue braccia-fruste al momento dell'atterraggio, quasi sollevando da terra la possente Pokemon Erba/Veleno, che grugnì di dolore e crollò a terra su un fianco!

"Accidenti... presto, Venusaur! Foglielama!" esclamò Vera. Con uno scatto rabbioso, Venusaur si sottrasse a malapena all'attacco di Mienshao, che continuava a tenerla sotto pressione, e scagliò contro il suo muso una raffica di foglie taglienti! Allarmato, Mienshao si protesse usando le sue braccia-fruste per intercettare i colpi, schiaffeggiando via le foglie prima che lo raggiungessero, e i suoi arti si trasformarono in due mulinelli che a malapena si vedevano! Riuscì a respingere tutte le Foglielama, ma fu costretto ad interrompere almeno per qualche istante il suo assalto, dando a Venusaur il tempo di organizzare un altro attacco.

"Venusaur, Parassiseme!" esclamò Vera. Venusaur annuì e il suo fiore scagliò contro Mienshao un piccolo seme che riuscì a passare oltre la sua difesa e sbocciò a contatto con il corpo del Pokemon Marziale, sviluppandosi in un intrico di rampicanti che si avvolsero attorno a Mienshao e cominciarono a succhiargli energia! Il Pokemon donnola si allontanò indispettito, e cercò di strapparsi di dosso le radici... ma questo diede a Venusaur un altro po' di tempo per caricarsi, e questa volta la Pokemon Seme riuscì ad usare un attacco Crescita che potenziò i suoi attacchi, e poi si lanciò alla carica prima che Mienshao potesse liberarsi dal Parassiseme.

"Perfetto! Brava, Venusaur! Colpiscilo con Corposcontro!" esclamò Vera. Venusaur cercò di schiantarsi contro l'avversario, ma quest'ultimo reagì più rapidamente del previsto, ed intercettò l'attacco!

"Mienshao, usa Acrobazia!" esclamò Kiki. Mienshao fece un salto enorme, avvitandosi su sè stesso a mezz'aria, e riuscì ad evitare l'attacco di Venusaur, che frenò di colpo e guardò verso l'alto. Mienshao scese giù di colpo, sferrando un poderoso colpo che fece cedere le zampe di Venusaur... ma mentre cadeva, la Pokemon Erba/Veleno riuscì ad usare un attacco Frustata per afferrare le gambe di Mienshao, e lo scaraventò a terra con violenza, provocando un terrificante boato che rimbombò per un attimo attorno a tutta l'arena, e costrinse i più vicini a coprirsi le orecchie! Vera strinse i denti, vedendo che Venusaur era sul punto di crollare... ma non si arrese, e diede subito l'ordine successivo.

"Adesso usa di nuovo Gigassorbimento, Venusaur!" esclamò. La sua Pokemon ripetè la mossa di prima, risucchiando una discreta quantità di energia a Mienshao e trasferendola a sè stessa, mentre il Pokemon donnola emetteva un lamento frustrato! Sentendosi un po' meglio, Venusaur si rimise in piedi e affrontò Mienshao ancora una volta, mentre il Pokemon donnola si rimetteva in guardia... anche se non con la stessa decisione e sicurezza di prima. Stava iniziando a sentire i colpi...

"Ascolta, Venusaur... dobbiamo creare l'occasione di colpire Mienshao con un attacco potente che lo metta a terra!" disse Vera alla sua Pokemon. "Adesso... riesci ad usare un attacco Semebomba per distrarlo?"

"Venusaur!" esclamò Venusaur con sicurezza. Sembrava volesse dire che la risposta era ovvia. E infatti, un secondo dopo, quando Vera le fece cenno di farlo, cominciò a scatenare un bambardamento di semi contro Mienshao, costringendo il Pokemon Lotta a scansarsi rapidamente mentre i semi che Venusaur lanciva esplodevano a contatto con il terreno! Mentre scansava l'attacco, Mienshao lanciò un'occhiata a Venusaur e Vera... e vide che la bambina stava facendo un cenno alla sua Pokemon, che rilasciò una nube di spore violacee tutt'attorno a sè...       

"Hmm... è un trucco, Mienshao! Vuole costringerti ad avvicinarti per poi prenderti con un attacco Velenpolvere!" esclamò Kiki, intuendo il trucco della sua avversaria. "Resta lontano e colpisci con Forzasfera!"

"Shao!" Mienshao portò indietro le braccia e creò una sfera di energia lucente tra le mani, poi la lanciò con decisione verso la Pokemon Seme, che cercò di scansarla con uno scatto laterale... ma l'attacco era troppo veloce e preciso, e raggiunse Venusaur al fianco, infrangendosi su di esso e facendola incespicare! Venusaur strinse i denti, ma resistesse abbastanza bene... e reagì rapidamente quando Vera diede un altro ordine.

"Adesso è il momento giusto, Venusaur! Attacca con Fangobomba!" esclamò Vera. Venusaur spalancò le fauci, prese la mira mentre Mienshao scendeva agilmente verso il terreno, e scagliò un grosso globo di fango violaceo che sfrecciò verso l'avversario e lo centrò in pieno, facendolo cadere a terra in una pozzanghera di denso liquido velenoso! Con un'esclamazione di disappunto, Mienshao si abbattè al suolo, ma riuscì a rialzarsi... anche se barcollante e chiaramente malconcio: il veleno stava avendo effetto su di lui, e Vera fece un cenno con la testa e decise che era il momento di sferrare il colpo decisivo. "Perfetto! Ed ora... usa Velenoshock!"  

Venusaur annuì e spalancò nuovamente i petali del fiore che cresceva sulla sua schiena, da cui scagliò una raffica di raggi di luce viola che sfrecciarono in aria per un breve tratto, e poi ricaddero addosso a Mienshao, colpendolo in pieno! Il Pokemon donnola emise un gemito nel momento in cui i raggi venefici lo travolgevano, e dopo aver resistito alcuni secondi cadde in ginocchio, privo di forze! Si afflosciò a terra svenuto un attimo dopo, e Vittoria non potè fare altro che dichiarare la sconfitta del secondo Pokemon della sua sensei.               

"Mienshao non è più in grado di combattere." affermò Vittoria. "Vera segna il secondo punto."

"Yuhuuuu! Ottimo lavoro, Venusaur! Stiamo andando bene!" esclamò Vera, strappando un sorriso alla sua Pokemon Erba/Veleno mentre Kiki richiamava il suo Pokemon.

"Bene, bene! Vera è in vantaggio... e se posso dire la mia, sono contento che sia stata la sua Venusaur a permetterle di ottenere due vittorie! Un po' di orgoglio professionale come esperto di Pokemon Veleno, oserei dire!" affermò Cain. "Ora vediamo che cosa..."

"Altaria?" esclamò improvvisamente Alty, guardando allarmato verso la sensei Kiki.

Ortilla per prima si accorse che la sua Pokemon Drago/Volante era allarmata. "Alty? Alty, che succede? C'è... qualcosa che non va?" chiese. Alty si limitò ad indicare Kiki e il suo Medicham con una delle sue ali piumate... ed Ortilla guardò in quella direzione, senza capire cosa non andasse.

"Hm? Che succede?" chiese Drew, notando anche lui cosa stava accadendo.

Il Gardevoir di Max guardò a sua volta... e sgranò gli occhi allarmato! "C'è... qualcosa che non va, Max! La sensei Kiki... la sua energia vitale si sta affievolendo!"

"Cosa?" esclamò allarmato Max. "Che vuoi dire, Gardevoir? Che cosa le succede?"

"Sensei Kiki...?" chiese telepaticamente Medicham, sentendo anche lui qualche disturbo nell'Aura della sua allenatrice. Kiki strinse i denti, sperando che i suoi allievi non si fossero accorti di nulla.

"Sto bene, Medicham... sto bene... devo solo tenermi... concentrata..." rispose telepaticamente. "Molto... molto bene, Vera... non male come risultato... ma adesso voglio vedere come... te la cavi con... no... no... non adesso... devo resistere... devo reggere ancora un po'..."

"S-sensei Kiki?" esclamò allarmata Vera nel momento in cui vide la maestra di arti marziali barcollare e portarsi una mano davanti alla bocca. Vittoria sgranò gli occhi, sentendo il sangue gelarsi nelle vene... e Venusaur grugnì sbalordita, guardando Medicham che cercava di sostenere la sua allenatrice! "Sensei Kiki, che succede?"

"Sensei!" esclamò Vittoria. "Sensei, che succede?"

"N-no! Maestra Kiki, cerchi di resistere!" disse telepaticamente Medicham. Kiki strinse i denti e cercò di fare appello a tutte le sue forze... ma quando si tolse la mano dal viso, vide con orrore che le era uscito del sangue dal naso, e le era gocciolato sul palmo!

"No... no... non adesso... non davanti... ai... miei..." mormorò la donna.
Poi, le forze le mancarono, e Kiki cadde a terra prona, con il volto pallido come un lenzuolo lavato!

Cadde sull'accademia un silenzio pieno di orrore ed incredulità... e solo dopo qualche secondo, Vittoria recuperò abbastanza presenza di spirito da reagire!

"SENSEI KIKI!" urlò in preda all'angoscia, correndo verso la sua maestra per darle una mano. Vera e Venusaur si affrettarono a loro volta verso Kiki per cercare di aiutarla... e la bambina castana si inginocchiò a fianco della sensei, restando sconvolta per un istante quando vide cosa stava accadendo: il volto di Kiki aveva perso quasi tutto il colore ed era imperlato di sudore, le pupille dilatate in un'espressione di orrore e sofferenza, e un rivoletto di sangue che scorreva dalle narici! Non ci voleva un esperto per capire che stava accadendole qualcosa di serio... "Sensei Kiki! Sensei, no, non adesso! Resista, la prego!"

"Venusaur!" esclamò Venusaur, usando la sua mossa Profumino per diffondere un gradevole aroma nell'aria e cercare di far riprendere la donna.

"Ma cosa... cosa succede?" chiese stravolta Vera, mentre cercava come poteva di mettere bene Kiki. "Cosa significa questo, Vittoria? La sensei stava bene un attimo fa, e adesso... era... era questo il motivo per cui volevi evitare che la maestra si battesse con noi?"

Vittoria abbassò lo sguardo verso il terreno, e le lacrime cominciarono a scorrere dai suoi occhi, mentre Cain per primo arrivava e cercava di farla animo. "Sì... sì, era questo... era questo il motivo..." singhiozzò Vittoria. "Non volevo che la sensei si sforzasse troppo... avevo paura che accadesse questo, e infatti..."

"Ma cosa significa, Vittoria?" chiese Hitomi, arrivando anche lei assieme al resto del gruppo. "Che succede alla sensei Kiki?"

Vittoria alzò lo sguardo e si asciugò le lacrime, cercando di mostrarsi forte anche davanti alla realtà che rivelò un istante dopo.

"Hitomi... la sensei Kiki... sta morendo."                  

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Le cose non possono mai andare bene troppo a lungo, vero? E così, due cattive notizie in un solo capitolo: le condizioni di Kiki sono precipitate di colpo... e scopriamo che Cal ha cambiato bandiera già da un pezzo, e lavora per il Team Meteora come suo fratello Blake!

Questo vuol dire che tra non molto, i nostri eroi avranno a che fare con una situazione davvero difficile: il PULSE-Camerupt sta per essere attivato, e ancora una volta, Lord Solaris scenderà in campo di persona per annientare la resistenza! Sembra che stavolta il Team Meteora sferrerà il colpo di grazia ai difensori di Reborn...

Andrà veramente così? Beh... cercherò di scrivere il nuovo capitolo il prima possibile, così non dovrete attendere troppo a lungo per saperlo!

Alla prossima!  
     
                   
 
     

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Capitolo 40
*** Pericolo incombente ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 40 - Pericolo incombente

 

Sarebbe dovuta essere una giornata gioiosa ed eccitante per gli allievi dell'Accademia Apofillide.

Sarebbe stato il giorno in cui avrebbero visto combattere la loro sensei contro l'allenatrice di Hoenn, Vera Maple, che forse si sarebbe dimostrata degna di ricevere il Mega Anello.

E invece, ecco che l'Accademia era piombata in un cupo silenzio da quando la loro insegnante era crollata all'improvviso, dopo che la Venusaur di Vera aveva avuto la meglio su due dei Pokemon di Kiki.

E poi, la notizia terribile, che Vittoria era stata costretta a rivelare. La sensei Kiki aveva sperato di tenere nascosta la sua infermità ancora per un po'... o almeno, finchè Vera e i suoi compagni non avessero completato il loro periodo di prova.

Ma il destino, o meglio la malattia che stava lentamente consumando il corpo di Kiki, aveva deciso diversamente.

E adesso, mentre attendeva davanti alla camera della sensei, Drew tirò un sospiro, odiando quell'atmosfera di tesa malinconia che era caduta all'improvviso sul monastero. Dietro quella porta, Vera, Vittoria e Cain si stavano prendendo cura di Kiki... e a lui e ai suoi compagni non restava altro da fare che aspettare, pregando che arrivassero buone notizie. Il ragazzo dai capelli verdi fece qualche passo, cercando di sfogare un po' il suo nervosismo, e volse lo sguardo verso Max e il suo Gardevoir, che si stavano avvicinando lentamente dal corridoio. Il ragazzino con gli occhiali appariva solenne e preoccupato, e Gardevoir fluttuava al suo fianco, tenendogli una mano sulla spalla.

Drew si voltò verso il giovane allenatore di Petalipoli, contento che almeno fosse arrivata una distrazione dalla deprimente situazione in cui si trovavano. "Ciao, Max." disse il giovanotto dai capelli verdi. "Va... tutto bene, considerate le circostanze?"

"Diciamo di sì, Drew..." affermò il ragazzino con gli occhiali. Se non altro, Drew riusciva a mantenere l'umore abbastanza alto e a rendere la tensione un po' meno difficile da supportare. "Come sta la sensei Kiki? Si sa qualcosa?"

Drew scosse la testa desolato. "Ancora niente, Max. Vera e gli altri stanno vegliando su di lei, ma ancora non so come si è risolta questa crisi." affermò. Sentendosi le gambe un po' doloranti, il giovanecoordinatore si sedette su una panca vicina. "Maledizione... mi fa un po' rabbia pensare che forse avremmo potuto evitare tutto questo... se fossimo stati un po' più attenti, o se avessimo insistito di più nel chiedere spiegazioni a Vittoria o alla sensei."

"O forse no... forse non avremmo potuto ugualmente fare nulla per aiutare." disse Gardevoir. "Avete visto anche voi quanto è stata decisa Kiki nel rifiutare ogni spiegazione. Insistere non sarebbe servito a nulla."

"A proposito... Dov'è la tua amichetta, Hitomi?" chiese Drew, non vedendo l'accigliata ragazzina assieme a Max.

"E' rimasta in camera sua. Mi sembrava un po' stravolta da quello che ha visto... e non mi sento di biasimarla." affermò Max. "Certo che... non ricordo di averla mai vista così, prima d'ora. Di solito è così calma e padrona di sè... anzi, sembra quasi essere sempre arrabbiata."

"Immagino che... dopo aver visto una persona andare così vicina alla morte, non sia tanto facile restare indifferenti. Dalle tempo, e vedrai che ne verrà fuori." affermò Drew. "Certo... non si può dire che la situazione sia tanto allegra. Proprio quando pensavamo che le cose stessero finalmente volgendo un po' a nostro favore, ecco che accade qualcosa di imprevisto, e ci ritroviamo ancora più in difficoltà di prima."

"Spero almeno che gli altri, a Reborn City, se la stiano cavando bene..." disse Max aggiustandosi gli occhiali e rivolgendo uno sguardo speranzoso alla porta oltre la quale sua sorella maggiore e i suoi compagni stavano vegliando Kiki...

 

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In completo silenzio, Vera e Cain guardarono Vittoria appoggiare un panno umido sulla fronte della sua sensei, che finalmente sembrava aver superato la crisi, e adesso dava l'impressione di stare dormendo tranquillamente. Il colore era tornato sul suo volto, e la respirazione era tornata regolare... ma Vittoria sapeva fin troppo bene che si trattava soltanto di un miglioramento temporaneo.

Il Medicham di Kiki era seduto a gambe incrociate accanto al tatami dove la sua allenatrice giaceva, e stava monitorando attentamente le sue condizioni usando i suoi poteri psichici. "Per adesso, almeno... sembra che la maestra Kiki resterà ancora un po' con noi." disse tra sè.

"Ma che significa tutto questo, Vittoria?" chiese Cain. La sua voce mancava della verve che Vera era abituata a sentire in essa, e il giovanotto dai capelli viola parlava tenendo la testa bassa con evidente rammarico. "Come sarebbe a dire che la sensei Kiki sta morendo? Prima... soltanto qualche ora fa... sembrava stare così bene, e poi..."

"E poi, ha avuto un crollo verticale." affermò Vera. "Ma... ma di cosa si tratta, Vittoria?"

"Se devo essere sincera... non lo so bene nemmeno io. E io sono l'unica a parte del segreto della sensei... o meglio, lo ero fino a questo momento. La sensei lo ha rivelato soltanto a me, circa un anno fa... e mi ha pregato di non dirlo a nessuno." rispose la giovane esperta di aikido, prendendo il panno dalla fronte della sua maestra e strizzandolo in una bacinella. "Ma ora... immagino che non abbia più senso tenere il segreto. Vedete... la sensei Kiki soffre di una malattia... una malattia incurabile che già da tempo sta minando il suo fisico. Sfortunatamente... è un male per il quale non ci sono rimedi o medicine. L'unica possibilità è dare al malato una qualità della vita decente, ma... anche così, raramente la vittima riesca a vivere oltre i trent'anni. La mia sensei... ha raggiunto i quaranta."

"E quindi... in pratica stai dicendo che sarebbe potuta morire da un momento all'altro per tutto questo tempo?" mormorò Cain con un misto di orrore ed incredulità.

Vittoria e il Medicham di Kiki annuirono lentamente. "E' così, purtroppo. Era solo questione di tempo, ed è stato incredibile che la sensei abbia resistito così a lungo. Immagino che sia stato anche grazie all'autodisciplina e al controllo del suo corpo che la sensei ha imparato tramite le arti marziali." affermò Vittoria. "Ma... ormai non c'è più niente da fare. La malattia è giunta al suo stadio terminale, e... a questo punto... sarà solo questione di..."

"Di giorni. Una settimana al massimo..." si sentì una flebile voce intervenire nella conversazione. Vera, Cain, Vittoria e Medicham si accorsero che Kiki aveva riaperto gli occhi e stava cercando di mettersi seduta sul letto. "Evidentemente, questo è il mio limite..."

"Sensei Kiki!" esclamò Vittoria, tenendo la sua maestra per le spalle con un misto di sollievo ed apprensione. "La... la prego, sensei Kiki, non faccia altri sforzi. Resti distesa."

"La prego, non si strapazzi. Deve conservare le forze, vista la situazione." continuò Vera. "Io... io per prima sono contenta di vedere che si è ripresa... ma non è il caso di strafare."

Kiki scosse la testa, in preda ad una cupa disperazione. "E a cosa servirà, di grazia?" chiese, a nessuno in particolare.

"Per favore, sensei, non è il caso di angustiarsi..." Vittoria cercò di placare la sua maestra, vedendo che cominciava a perdere la calma. "Si ricorda delle lezioni che facevamo? Quando ha cominciato ad insegnarmi meditazione? Concentrarsi sulla respirazione... respiro lento e ritmato... Andrà tutto bene, sensei..."

"Lo pensi davvero, Vittoria? Per favore... smettila di negare l'evidenza." continuò Kiki, mettendosi seduta sul letto. "Ormai... ormai non ha più senso mantenere quella facciata di salute e serenità davanti ai miei allievi. Dopo quello che è successo... dopo che sono crollata a terra come un sacco vuoto davanti a tutti... la mia reputazione già fragile è andata completamente in pezzi!"

"Ma... ma nessuno sarebbe riuscito a fare quello che ha fatto lei, e per tutto questo tempo, poi." affermò Cain, cercando di fare forza a Kiki, malgrado si rendesse conto che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe sembrata una ben magra consolazione. "Perchè la sua reputazione dovrebbe essere rovinata? Anzi... io sono sicuro che ora i suoi allievi provino ancora più rispetto ed ammirazione nei suoi confronti per aver stretto i denti e aver resistito tutto questo tempo..."

"E' vero, maestra Kiki..." disse telepaticamente Medicham. "Con tutto quello che è successo poi... lei è stata anche una grande alleata per la resistenza, e ha salvato molte persone dalle ambizioni del Team Meteora."

"Pensi a tutto quello che è riuscita a fare..." cercò di tirarla su Vittoria. "A tutte le persone che ha reso felici..."

Ma questi incoraggiamenti ebbero il solo effetto di rendere Kiki ancora più frustrata ed angosciata. La maestra di arti marziali prese un panno bagnato rimasto vicino a lei e lo scagliò brutalmente dall'altra parte della stanza, mancando di poco la testa di Vera! "E che senso ha avuto? Per quanto forte io possa essere stata... sono stata comunque troppo debole!" esclamò rabbiosamente. "Tenere a bada il caos che è dentro di noi... pensavate davvero che io stessi parlando solamente di controllare le proprie emozioni? Dominare le proprie paure? E invece... potrei essere concentrata come nessun altro al mondo, e le cose non cambierebbero lo stesso! Non c'è meditazione o disciplina che possa cambiare il fatto che il mio corpo sta lentamente cessando di funzionare!"

Davanti agli occhi degli sconvolti ragazzi, Kiki abbassò la testa, apparentemente calmandosi un po'... e continuò a parlare. "Ditemi... che senso ha fare del proprio meglio... se alla fine si fallisce lo stesso?" continuò. "Alla fine, per quanto si possa blaterare di forza di volontà, di determinazione... se non ce la fai, se non raggiungi il tuo scopo, non ha senso. E io... io volevo vivere ancora! Avevo ancora un sacco di cose da fare... ancora altri ragazzi da aiutare... e invece, devo fermarmi qui a causa della mia debolezza."

"M-maestra..." mormorò Vittoria. La ragazza non riuscì più a trattenersi, e le lacrime ripresero a scorrerle sul viso... e un attimo dopo, con grande allarme di Vera e Cain, si alzò di scatto e corse via. "Mi dispiace! Io... non volevo offenderla..."

Rendendosi conto di aver ferito i sentimenti della sua allieva, Kiki sgranò  gli occhi e tese la mano verso Vittoria per richiamarla, ma era già troppo tardi - la giovane esperta di aikido aveva infilato la porta ed era corsa via, quasi andando a sbattere contro Drew e Max sulla via d'uscita. "Ah! Aspetta! Aspetta, Vittoria, io non volevo..." cominciò a dire, ma ormai stava parlando all'aria, e Vera dovette trattenere la sensei perchè non si alzasse di scatto e non andasse ad inseguire la sua allieva. "Ugh... maledizione... tutto quello che ho fatto... è stato tutto cancellato in questi pochi secondi?"

"Maestra Kiki, per farvore! Non è il momento di farsi prendere la mano dallo sconforto!" esclamò Vera, cercando in qualche modo di indurre la giovane maestra di arti marziali a ragionare sulla sua situazione. Kiki abbassò la testa, e Vera cercò le parole giuste da dire in una situazione simile... ma si rese conto di non sapere cosa dire. Cosa si può dire ad una persona disperata perchè il suo corpo si sarebbe spento nel giro di pochi giorni?

"Maestra Kiki, noi lo sappiamo che lei non aveva intenzione di ferire i sentimenti di Vittoria." affermò Cain, cercando di mediare. "Detto questo... riesce ad immaginare cosa può provare Vittoria in questo momento? Lei... lei si rende perfettamente conto che non può fare niente per aiutarla... e che purtroppo, ci sono dei problemi che non possono essere risolti con il coraggio e la forza di volontà... ma quello che Vittoria voleva dire era che lei non può rimproverarsi di non aver fatto del suo meglio!"

"Anch'io avrei preferito che ci fosse una soluzione... un modo per permetterle di vivere la sua vita..." affermò Vera, con un misto di tristezza e rabbia impotente. "Lei... è stata una grande insegnante, sensei Kiki. Grazie a lei, i nostri Pokemon sono diventati molto più forti... e anche noi abbiamo imparato molto e siamo riusciti a migliorare sia come allenatori che come persone. Tutto questo... non è niente! Non può dire che la sua vita è stata un fallimento solo perchè la sua malattia..."

Vera si fermò, guardando verso il terreno con le lacrime agli occhi. Ancora adesso, la giovane coordinatrice faceva fatica a rassegnarsi alla triste realtà dei fatti.

Kiki restò in silenzio per diversi secondi, riflettendo sulle parole dei due ragazzi... infine, ancora non del tutto sicura, la maestra di arti marziali guardò verso il suo Medicham, che le fece un cenno affermativo con la testa e le fece cenno di non preoccuparsi.

"Si tratta pur sempre dei suoi allievi, maestra Kiki. Sono sicuro che quello che hanno detto, lo hanno detto perchè sanno che è vero." disse la sua voce calma e riflessiva nella mente della sensei.

Kiki sospirò, massaggiandosi la testa. Ora che sapeva che la sua vita sarebbe durata ancora soltanto pochi giorni al massimo, anche i gesti più semplici le apparivano quasi come secondi in più che lei strappava al suo destino incombente. "Io... io ci devo pensare, ragazzi. Per favore... potreste lasciarmi da sola? Ho... ho bisogno di riposare, e di riflettere su quello che mi avete detto. Se... se quel po' di vita che mi rimane può ancora servire a qualcosa, allora forse..."

Vera si asciugò gli occhi, riuscendo ad abbozzare un sorriso. "Va... va bene, maestra Kiki. Se... se dovesse avere bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa... allora per favore, non esiti a chiedercelo." affermò. Lei e Cain si alzarono con rispettosa lentezza e si inchinarono, gesto che venne ricambiato da Medicham... poi, si allontanarono, facendo scivolare di lato la porta scorrevole prima di fare un altro cenno con la testa e uscire.
Kiki sospirò e si mise distesa sul suo letto improvvisato. Era una sensazione strana... pensò, mentre Medicham le metteva un altro panno bagnato sulla fronte. L'idea che entro pochi giorni sarebbe tutto finito... aveva vissuto per molto tempo con la consapevolezza che la sua vita non sarebbe durata come quella delle altre persone, ma il fatto che, grazie alla sua meditazione e al suo controllo dell'Aura lei fosse riuscita in qualche modo a rinviare il momento fatale... questo l'aveva portata a non pensare più alla morte come a qualcosa di vicino ed incombente. Forse era stata troppo arrogante? Forse credeva di strappare alla vita qualche altro giorno per le proprie convinzioni egoistiche?

"Sensei Kiki... mi dica pure se c'è qualcosa che posso fare anch'io per lei." disse telepaticamente Medicham, pensando tristemente al momento che da tempo sapeva sarebbe giunto - il momento della separazione. "Forse non c'è molto che io, un semplice Pokemon, posso fare... ma se non altro, posso fare in modo che questi ultimi giorni siano vissuti in pace e tranquillità."

Kiki riuscì a sorridere, accarezzando il suo Pokemon campione sulla testa. "Grazie, Medicham... chi può dirlo, forse... avremo modo di fare molto di più di quanto immaginiamo noi stessi. Saranno solo pochi giorni, ma... chissà cosa può accadere? Il mondo è vasto, il tempo scorre e il destino è imprevedibile..." affermò, prima di coricarsi nuovamente e guardare in direzione della porta. Tra sè, Kiki augurò buona fortuna a Vera e ai suoi compagni. Non sapeva per quale motivo... ma era convinta che ne avrebbero avuto bisogno, molto presto...

 

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Hitomi non sapeva esattamente come avrebbe descritto il proprio stato d'animo in quel particolare momento.
Mentre la bambina dall'espressione illeggibile si incamminava lentamente e quasi stancamente lungo la ringhiera di una terrazza che dava sul Lago Azzurro, osservando da lontano il colosso inquietante che era Reborn City, cercava allo stesso tempo di pensare a come mai non era con Max e gli altri, in quel momento...
Non era perchè non le importasse nulla di Kiki, questo lo poteva dire con la coscienza pulita. Il fatto che la sensei avesse ancora solo pochi giorni di vita, a giudicare dalle voci addolorate ed allarmate che si susseguivano in tutta l'Accademia Apofillide, la riempiva di angoscia... eppure lei non riusciva ad esprimerlo come pensava che avrebbe dovuto. Non pensava che nulla di quello che avrebbe potuto fare o dire in quel momento sarebbe riuscito ad esprimere correttamente quello che sentiva dentro di sè, in quel particolare momento. Aveva quasi paura di stare vicino a Vittoria e agli altri... paura che la sua reazione scarsamente emotiva sarebbe stata vista come irrispettosa... o paura che non sarebbe riuscita a mantenere il suo autocontrollo davanti al dolore degli altri... che lo avrebbe trovato insopportabile e avrebbe finito per fare qualcosa di sconveniente. Sentiva di non essere pronta a stare così vicino e così a lungo con delle persone che stavano soffrendo.

"Chissà cosa mi direbbe Florinia in questo momento, proprio io che l'ho biasimata perchè pensa che le emozioni siano inutili e dannose." disse tra sè la bambina, pettinandosi un po' il ricciolino ribelle che svettava sulla sua testa dai capelli rossicci. Il ciuffetto rifiutò di restarsene con gli altri capelli, tornando dritto sulla testa, ed Hitomi sbuffò con vaga irritazione per poi decidere di lasciar perdere e riprendere ad osservare Reborn City che si stagliava quasi minacciosa all'orizzonte. La città, con tutti i suoi vicoli malfamati, la sua malavita, il suo inquinamento e i suoi palazzi claustrofobici... era il luogo dove adesso i loro compagni stavano facendo tutto il possibile per tenere a bada il Team Meteora. E Florinia era con loro... chissà cosa stavano passando in quel momento. "Il Team Meteora non tarderà a farsi sentire, e non credo che abbiano preso bene quello scherzetto che gli abbiamo combinato all'orfanotrofio... Almeno qui dovremmo essere più o meno al sicuro, o almeno spero..."

Hitomi scosse la testa, chiedendosi come mai pensasse a queste sciocchezze quando c'era una situazione ben più tragica e difficile da gestire nell'immediato. La sensei Kiki stava morendo, e lei si sentiva impotente - non poteva impedirlo, non poteva rallentare il processo, e non poteva fare nulla per confortare i suoi compagni che si erano affezionati alla severa ma giusta insegnante.

Tanto era persa nei suoi cupi e confusi pensieri, che si accorse della presenza di qualcun altro solo in quel momento - pochi metri più in là, Vittoria si era affacciata al balcone, lo sguardo perso volto in direzione del campo d'allenamento dal quale, di solito, provenivano i suoni dei pugni e dei calci che si abbattevano sui sacchi di sabbia, e le grida degli allievi che si addestravano. Ora, nessun suono proveniva da quel cortile normalmente così pieno di vita - la notizia dell'imminente morte della sensei aveva scosso tutti, al punto che nessuno sembrava avere più voglia di andare avanti con le loro vite.

Hitomi storse il naso e, dopo aver controllato le sue Pokeball, si avvicinò lentamente a Vittoria, con un'esitazione che raramente ricordava di aver mai provato. Sperava almeno che sarebbe riuscita ad esprimere bene a parole quello che sentiva... e che non avrebbe finito per urtare la sensibilità della sua amica.

"Vittoria?" chiese Hitomi, con voce esitante. La giovane esperta di aikido e Pokemon Lotta attese qualche secondo prima di rispondere, e si voltò lentamente verso Hitomi, che riuscì a vedere che le sue guance e i suoi occhi erano rossi per il pianto.

Vittoria tirò su con il naso, e cercò di asciugarsi il viso con il dorso della mano, tentando come poteva di farsi vedere forte e reattiva anche se non si sentiva affatto così. "Hitomi?" mormorò Vittoria. "Ciao, Hitomi... non ti ho visto con Max e gli altri... e mi chiedevo dove fossi..."

"Ero qui in giro..." disse Hitomi. riprendendo a sentirsi a disagio ed inadeguata. Era così difficile dire la cosa giusta in una situazione come quella? O forse non c'era una cosa giusta da dire? "Come... come vanno le cose?"

Vittoria scosse la testa. "Male, mia piccola amica. Molto male." rispose, confermando le paure di Hitomi. "Vedi... la sensei Kiki soffre di una malattia... una malattia degenerativa, rarissima ed incurabile. Purtroppo, per quanti progessi possa fare la medicina, sembra proprio che ci sarà sempre qualcuno che non può essere salvato... e la mia sensei è uno di quelli."

Hitomi non ebbe alcuna reazione emotiva esteriore... ma dentro di sè, si sentì come congelare. Non riusciva neanche ad immaginare l'idea di vivere... sapendo che ogni giorno avrebbe potuto essere l'ultimo... nè poteva immaginare quello che stavano provando Vera, Vittoria e tutti gli altri che avevano conosciuto e voluto bene a Kiki. Sembrava quasi che fosse già morta, con lo spettrale silenzio che regnava nell'accademia...

La bambina camminò in cerchio per qualche secondo, come in trance... e poi abbassò lo sguardo verso il pavimento e versò delle lacrime, mettendosi la mano davanti alla bocca. "Io... non so che dire, Vittoria... non... non riesco a pensare a nulla che... che potrebbe... scusami, immagino che in questo momento ti sembro molto stupida, vero? Non... non so mai come esprimermi... tanti pensano che io sia insensibile e non faccia altro che battute pungenti... il fatto è che... che... accidenti, non so neanche quello che sto dicendo!"

"Hitomi?" chiese Vittoria, con evidente preoccupazione. Quella bambina dall'espressione quasi sempre imperturbabile... adesso sembrava in procinto di avere un crollo emotivo. E Vittoria non era sicura di come gestirlo...

"Scusa... scusa, mi sono lasciata prendere..." disse Hitomi, asciugandosi il viso con espressione quasi stizzita. "Io... non so che cosa dire, Vittoria. Temo che qualsiasi cosa io dica, non servirà a farti sentire meglio..."

Vittoria restò per qualche secondo come sconvolta, guardando Hitomi senza sapere cosa dire o fare... ma poi, riportando alla mente gli insegnamenti della sua sensei, si avvicinò ala piccola allenatrice di Hoenn e la abbracciò. La reazione di Hitomi fu di stupore e incredulità all'inizio - si era convinta che Vittoria l'avrebbe considerata strana o fuori di testa...

"Lo so. Ognuno reagisce in modo diverso, amica mia..." disse Vittoria, sentendosi un po' meglio. "Tu non esprimi facilmente quello che provi, me ne rendo conto. Ma questo non vuol dire che tu non provi sentimenti. Anche adesso sei triste e confusa per quello che hai appreso, e non sai bene come esprimerlo. Io... io ho conosciuto la sensei Kiki fin da quando ero bambina. Lei è stata come una seconda madre per me. E ora... ora che sta per arrivare il momento della separazione... non posso fare nulla per aiutarla... proprio nulla..."

"Mi dispiace..." mormorò Hitomi, ricambiando l'abbraccio. Non c'era bisogno di altre parole - le due ragazze restarono abbracciate per diverso tempo, cercando di farsi coraggio a vicenda.

Dopo quelli che a Vittoria ed Hitomi erano sembrati diversi minuti, le due si separarono, e la ragazza dai capelli neri annuì lentamente. "Grazie... grazie, Hitomi. Non... non fartene una colpa. Ognuno esprime le sue emozioni in maniera diversa, e tu non hai fatto altro che seguire il tuo cuore." affermò. "Non penso che tu sia una ragazza insensibile, per niente. Mi hai... dato una mano a farmi una ragione di quello che sta accadendo. Anche se sarà comunque difficile da accettare..."

Hitomi si asciugò gli occhi. "Di niente, Vittoria. Anzi, sono io che devo ringraziare te. Non riuscivo più a tenermi tutto dentro, e sentivo che sarei esplosa..." affermò. "Mi dispiace per la sensei... posso solo immaginare come si debba essere sentita, a forzare un sorriso dopo l'altro mentre era così malata..."

"Vittoria? Hitomi?" chiese la voce di Max, che stava arrivando in quel momento accompagnato da Gardevoir e da resto del gruppo di Vera. Il ragazzino con gli occhiali si stava avvicinando alle due allenatrici, temendo che fosse loro accaduto qualcosa di brutto... "Va tutto bene? Siamo... siamo appena tornati dalla stanza dove la sensei si sta riposando... O meglio, solo Vera e Cain sono andati a visitarla..." disse.

Hitomi annuì lentamente, grata di vedere le espressioni preoccupate di Vera, Drew, Max, Ortilla, Cain, Alty e Gardevoir. "Sì, lo so... scusate se non sono venuta anch'io... è che non me la sentivo di stare lì mentre... beh, voi lo sapete."

"Tranquilla, Hitomi, non te ne facciamo certo una colpa. Non era certo... una cosa facile." disse Vera, cercando di abbozzare un sorriso.

"Adesso però dobbiamo pensare a cosa fare." disse Vittoria. "Immagino... che ora, viste le condizioni di salute della sensei Kiki, non avrete la possibilità di sostenere la prova per ottenere il Mega Anello."

Vera sbattè gli occhi, quasi offesa da quell'insinuazione. "Cosa, cosa, cosa? Un momento, Vittoria! In questo momento non mi interessa nulla del Mega Anello! La tua sensei sta male... in questo momento, la cosa che vogliamo di più è che passi almeno i suoi ultimi giorni in pace!" esclamò.

"Ma è anche vero che la Mega Evoluzione è l'unico modo per permettervi di combattere ad armi pari con il Team Meteora... soprattutto con quel Lord Solaris." affermò Vittoria, cercando di pensare anche al lato pratico della situazione. "E ora che la sensei non potrà farvi sostenere l'esame, bisognerà trovare un altro modo per determinare se siete degni di ricevere il Mega Anello."

"Non ha tutti i torti, Vera, e tu lo sai." affermò Drew. "Dobbiamo lasciare che siano i ragazzi dell'Accademia a decidere quando e come ti sottoporranno al nuovo test. E' una cosa a cui non possiamo sottrarci, dopo tutto."

Cain annuì lentamente. "E' vero... solo che non ci sembrava il caso di parlare di queste cose adesso... mentre la sensei Kiki è ancora viva." affermò il ragazzo dai capelli viola. "Possiamo... evitare di tirare fuori certi argomenti, almeno finchè non sarà necessario?"

Vittoria non poteva dire che l'idea non le andasse a genio. "Hai ragione, Cain... anch'io preferirei non pensare a queste cose intanto che la sensei è ancora tra noi..."

 

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L'atmosfera nell'Accademia Apofillide non poteva essere efinita che tetra, dopo che la notizia dell'imminente morte di Kiki si era diffusa. Ortilla, che in quel momento era scesa nel cortile assieme ad Alty per prendere un po' d'aria, si sentì stranamente come se stesse camminando attraverso il deserto, accompagnata solo dal lento e regolare battito d'ali della graziosa Pokemon Drago/Volante. Ora che l'atmosfera di vitalità del monastero si era spenta in seguito alle terribili notizie ricevute, il silenzio si stava facendo davvero opprimente.
Ortilla si guardò attorno, volgendo lo sguardo al Picco Apatite che svettava tra le rupi attorno al monastero. Sembrava quasi che anche le vette di pietra vulcanica stessero partecipando alla sofferenza degli abitanti dell'Accademia, e adesso che il sole del pomeriggio cominciava a scendere, il cielo si stava tingendo di un colore rosa-arancio stranamente cupo e spettrale, e le nubi che cominciavano ad avvolgere il Picco Apatite non aiutavano certo a rendere la scena più gradevole...

"Accidenti, Alty..." disse la piccola coordinatrice dai capelli turchini, sedendosi su una panchina di roccia intagliata che si trovava lungo la stradina ricoperta di ghiaia. Il suo sguardo vagò verso una piccola pozza d'acqua dove nuotavano, tranquilli e beatamente ignari, alcuni Magikarp e alcune carpe normali... "Non avevo la più pallida idea che le cose potessero andare così... e non sapevo che in certi posti del mondo si vivesse così male. Ancora faccio fatica a rendermi conto di questa realtà..."

"Altaria..." mormorò Alty, immaginando a cosa stesse pensando la sua giovane allenatrice.

Ortilla si guardò il collo, al quale portava, ben nascosta sotto i suoi vestiti, la Collanasmeraldo che era stata la causa del suo rapimento da parte di Astro ed Eclisse. "Questa collana... fa parte dei quattro oggetti preziosi che il Team Meteora sta cercando. Non so esattamente come abbia fatto a finirmi in mano, ma è certo che il Team Meteora lo vuole e non si fermerà davanti a niente pur di averlo... spero che gli allenamenti che abbiamo fatto saranno sufficienti a darmi qualche possibilità contro i loro comandanti, per lo meno... Scraggy, Bibarel e Spinda stanno facendo del loro meglio, ma spero che sarà abbastanza. So già che tu sei la mia Pokemon più forte, e che farai un ottimo lavoro come sempre!"

"Altaria, altaria..." affermò con gratitudine la Pokemon, facendo un piccolo sorriso ad Ortilla prima di guardare verso il Picco Apatite e verso le nubi nere che lo circondavano...

Un momento.

Nubi nere?

Da dove saltavano fuori? Non erano certo un effetto dell'aria inquinata... le fabbriche e le discariche a cielo aperto di Reborn City erano ben lontane... e il loro inquinamento non poteva essere giunto fin lì! Con orrore, Alty si rese conto che stava per accadere qualcos'altro di veramente terribile...

Quella nube nera non poteva essere altro che cenere vulcanica... e voleva dire che il vulcano di Picco Apatite si stava risvegliando proprio nel momento meno opportuno!

"ALTY! ALTY! ALTY!" cinguettò frenetica la Pokemon piumata, toccando la spalla di Ortilla per farle cenno di guardare le nuvole. Inizialmente stupita, Ortilla guardò verso la sua Pokemon... poi verso le montagne, cercando di capire cosa volesse dire la sua Pokemon...

E fu allora che si rese conto di cosa stesse accadendo...

"Cosa? Ma che diamine..." esclamò la bambina dai capelli turchini, osservando la nube di fumo vulcanico che continuava a muoversi in maniera lenta ma minacciosa, coprendo man mano il cielo sopra l'Accademia! Non c'era modo di sbagliarsi... era fin troppo chiaro cosa stesse accadendo... e gli sbuffi di lava incandescente che iniziarono a scaturire dalla cima della montagna non fecero altro che confermare tutte le loro paure peggiori!
Il vulcano stava per eruttare... e la colata di lava avrebbe molto probabilmente seppellito il Monastero Apofillide!
"Ma... ma com'è possibile? Avevo... avevo sentito dire che quel vulcano era ormai spento!" esclamò Ortilla. "A meno che... a meno che non ci sia dietro il Team Meteora con qualcun altro dei loro trucchi!"

"Altaria?" esclamò la graziosa Pokemon piumata.

Ortilla fece un cenno con la testa per dire che non poteva essere che così. "Hanno già usato le loro macchine PULSE per riempire di piante un quartiere di Reborn City, e per inquinare il Lago Azzurro... non credo che per loro sarebbe difficile crearne un'altra che serva a far eruttare un vulcano!" esclamò la bambina, alzandosi di scatto dalla panchina, e cominciando a correre verso l'ingresso del monastero. "Dobbiamo avvertire subito Vera e gli altri! Forse, se ci sbrighiamo, riusciamo ancora a fermarli prima che succeda il peggio!"

"Altar!" esclamò Alty, affrettandosi dietro la sua amica ed allenatrice. Ora, qualche allievo si stava affacciando alle balconate, guardando con incredulo orrore il vulcano che stava per risvegliare la sua furia!

 

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"Che cosa? Vuoi dire che il Team Meteora... potrebbe aver messo qualche macchina PULSE nel vulcano per risvegliarlo?" esclamò con orrore Vittoria, non appena ricevette la notizia da Alty ed Ortilla.

La bambina dai capelli turchini prese fiato, ma venne preceduta dal Gardevoir di Max. "Ormai, credo sia lecito aspettarsi di tutto, dal Team Meteora. Sicuramente avranno installato qualcuna delle loro macchine infernali nel vulcano, e stanno usando il PULSE per risvegliarlo." affermò telepaticamente il Pokemon Abbraccio.

"E non è escluso che avessero già tutto pronto fin dall'inizio. Hanno aspettato che noi ci sentissimo tranquilli per attaccarci di sorpresa e fare più danni possibili." affermò Drew. "Comunque, non c'è tempo da perdere. Dobbiamo andare al Picco Apatite e cercare di disattivare la macchina PULSE che stanno usando!"

"Spero che Cal stia bene..." affermò tra sè Vittoria, sentendosi sempre più sotto pressione. Prima la salute di Kiki compromessa, e adesso la preoccupazione per quello che sarebbe potuto accadere a Cal. "Beh, allora contate su di me! Verrò con voi, ed impedirò al Team Meteora di distruggere il nostro monastero! LO giuro sulla mia vita!"

"Temo che il Team Meteora abbia già previsto che la nostra reazione sarà questa... ma non credo che possiamo fare altro." disse Vera con evidente preoccupazione. "E va bene... prima però dobbiamo fare in modo che gli allievi possano evacuare nel caso non facessimo in tempo... e pensare anche a trasportare Kiki al sicuro!"

"E' una pazzia, Vera!" ribattè rapidamente Vittoria. "Le condizioni di salute della sensei sono già compromesse di per sè... trasportarla via ora, in questo momento, potrebbe esserle fatale!"

"Ma anche restare qui quando il Team Meteora ci sommergerà di lava..." affermò Cain. "Quindi, finchè avete tempo, cercate di organizzare la fuga! Vittoria, se tu vuoi venire con noi... non ti respingeremo di certo! Anzi, credo proprio che avremo bisogno del tuo aiuto per fermare il Team Meteora!"

"Non so quanto potrò esservi utile... ma sicuramente la sensei Kiki vorrebbe che io vi dessi una mano! Quindi... va bene, vi accompagnerò anch'io! Il nostro obiettivo è chiaro: raggiungere il Picco Apatite e scoprire da dove il Team Meteora cerca di scatenare l'eruzione, in modo da stroncare sul nascere ogni loro tentativo. Tuttavia, non sappiamo chi finiremmo per trovarci davanti, quindi non abbassate la guardia!" fu la risposta pronta di Vittoria.

"Immagino che voi dire che potremmo benissimo incontrare Lord Solaris o Blake." affermò Vera. "D'accordo... spero che i miei Pokemon si siano rafforzati abbastanza da poterli affrontare! Forza, prepariamoci e andiamo! Dobbiamo raggiungerli prima che sia troppo tardi!"

Mentre attorno a loro il Monastero Apofillide cominciava ad essere avvinto dal panico, i ragazzi si guardarono a vicenda ancora per qualche secondo, cercando di rassicurarsi a vicenda. Era un momento critico... dovevano raggiungere il Picco Apatite e fermare i loro nemici, e non sapevano neanche quanto tempo avrebbero avuto per farlo! Ma non potevo esitare... era il momento di tirare fuori tutta la loro grinta e mettere in pratica quello che avevano imparato!                        

"Andiamo, ragazzi! Fermiamo il Team Meteora!" esclamò Vera.
                       

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Nel frattempo, nella base segreta che il Team Meteora aveva stabilito sotto il Picco Apatite...

"E così... adesso Vera e i suoi compagni si muoveranno per contrattaccare, giusto?" chiese Cal, tirando un sospiro ansioso. Non era la prima volta che provava apprensione e vergogna per quello che stava facendo... ma ora che il piano del Team Meteora sembrava essere giunto al suo momento culminante, questa sensazione non aveva fatto altro che aumentare.

"E' la cosa più logica da fare, in questo momento." disse Zel, che in quel momento aveva la personalità di Eve. "Vera e i suoi compagni, a parte la stessa Kiki, sono i più indicati per rispondere alla nostra provocazione... sicuramente sono loro gli allenatori più forti su cui il Monastero Apofillide possa contare."

Immediatamente, Zel si portò una mano alla fronte e scosse la testa... e quando ricominciò a parlare, fu con la vocetta acuta di Lumi. "E... e poi... beh, dobbiamo controllare se... se Ortilla e la CollanaSmeraldo sono con loro... sarebbe... meglio se riuscimmo... a prenderlo adesso, giusto?"

"Smettila di balbettare, Lumi! Mi stai dando fastidio! Accidenti a quella piccola stupida che continua a darmi fastidio..." ringhiò un attimo dopo Zero, dandosi una pacca sulla testa. Cal alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Certo, era un'esperienza ben strana parlare con uno che era in pratica tre persone nello stesso corpo...

"Comunque, per adesso l'importante è che il PULSE-Camerupt funzioni." affermò Cal. "E' tutto confermato?"

"Sì, non dovrebbero esserci intoppi." disse Zero, osservando alcuni diagrammi sullo schermo del suo computer portatile prima di tornare a controllare alcune console di controllo. "Tutto quello che dobbiamo fare è reggere finchè il PULSE-Camerupt non sarà pronto all'azione. E con Lord Solaris al nostro fianco... questo non dovrebbe essere un problema. Il caso peggiore è che sia Kiki a scendere in campo di persona a dare una mano, ma neanche il suo potente Medicham può competere con i Pokemon del nostro capo. Si può dire che la situazione è a nostro favore."

"Ottimo. Non si sono ancora accorti di nulla..." pensò tra sè il giovane esperto di Pokemon Fuoco.

"Va bene. Allora... io mi ritirerei. Credo che la mia presenza sia richiesta altrove..." affermò poi, ricevendo come risposta un cenno affermativo da parte del misterioso scienziato incappucciato. Con una calma apparente che certo non rispecchiava il tumulto che si agitava nel suo animo, Cal infilò la porta e si incamminò lungo un corridoio scavato nella roccia, avviandosi verso la cima del vulcano...

"Allora, mio caro fratellino? E' andato tutto bene? Il PULSE-Camerupt farà il suo lavoro?" chiese la voce beffarda di Blake. Il fratello maggiore di Cal sembrava essersi appostato lì, vicino al laboratorio da cui Zel controllava la macchina PULSE, soltanto allo scopo di sbeffeggiare Cal una volta di più. Cal non ne fu più di tanto sorpreso, solo irritato - conosceva bene Blake, e sapeva che uno dei suoi hobby preferiti era insultare e dileggiare gli altri per puro divertimento personale... "Sai com'è, non vorrei mai che tutto il duro lavoro fatto dal mio caro fratellino per infiltrarsi nell'Accademia Apofillide fosse gettato al vento! Io sono un fratellone affettuoso, anche se può non sembrare! Heheheheee..."

Cal resistette alla tentazione di dargli una rispostaccia. "Andrà tutto bene, Blake. Sapevo già cosa fare. Piuttosto... non credi che non sia prudente parlare delle... circostanze in cui mi sono unito al Monastero Apofillide proprio adesso? Lo sai bene che Lord Solaris non sa nulla di quando esattamente mi sono unito al Team Meteora... e neanche del come, se è per questo."

Blake ridacchiò malignamente, una volta di più. "Oh, quel vecchio stupido è da tutt'altra parte! In questo momento sarà in cima al Picco Apatite dove tu tenevi la sua baracca... in attesa che i nostri eroi arrivino a salvare il monastero ed essere spazzati via dal suo Garchomp!" affermò. Poi, la sua espressione si fece più acuta, e un luccichio malvagio balenò nei suoi occhi del colore del ghiaccio. "E comunque... hehehee... tra non molto penso che non conterà più. Vediamo un po' come va. Ma sono sicuro che entro stasera potremo festeggiare la fine del Monastero Apofillide, e di quegli sciocchi della resistenza!"

Cal strinse gli occhi. "Attento a non cantare vittoria troppo presto... fratellone. Potresti restare seriamente deluso." pensò tra sè, sperando in cuor suo che tutto andasse nel migliore dei modi...

 

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Il sentiero roccioso che portava verso il Picco Apatite era ormai abbastanza familiare a Vera e ai suoi compagni, che già lo avevano affrontato una volta... ma mentre la strada non sarebbe certo stata un problema, alla tortuosità del cammino si sggiungevano ora delle brevi scosse sismiche, preludio a quella che nel giro di poche ore sarebbe stata una devastante eruzione! I Pokemon e gli animali che vivevano su quei pendii avevano pensato bene di darsela a gambe... tranne qualche Slugma che si era risvegliato dal suo letargo per godersi la pioggia di magma!

"State attenti... ho paura che queste stradine strette potrebbero sgretolarsi da un momento all'altro!" affermò Max, guardando con diffidenza una stradina sopraelevata che sembrava in procinto di crollare sotto le scosse telluriche. Il ragazzino sgusciò abilmente di lato, evitando una sezione di terreno che gli sembrava particolarmente instabile... e un rumore improvviso gli fece alzare lo sguardo, giusto in tempo per vedere un altro pezzo di roccia che si era staccato da un costone sopra di loro, e sembrava stare per cadere addosso a Cain! "ATTENTO!"

"Ah? Accidenti..." esclamò Cain, cercando di spostarsi... ma il Gardevoir di Max reagì più rapidamente e riuscì a lanciare un attacco Psichico che afferrò il masso a mezz'aria, lo fece fluttuare lentamente verso il terreno, e lo sgretolò in tanti ciottoli inoffensivi! "Phew! Grazie mille, Gardevoir! Credo di doverti un bacio!"

"Mi accontento dei ringraziamenti..." rispose Gardevoir con un pizzico di sarcasmo. "Anche se mi fa sempre piacere salvare una principessa in pericolo!"

Cain scoppiò a ridere malgrado la situazione. "Una principessa, eh? Per me è un complimento!" affermò, prima di tornare serio. "Ora, ragazzi... cerchiamo di tenerci vicini ai muri di roccia. Dovremmo avere meno probabilità di essere colpiti da qualche roccia cadente!"

"Blaziken!" Il Blaziken di Vera si teneva vicino al gruppo, tenendo d'occhio i dintorni pronto ad intervenire in caso di bisogno. Il galletto combattente stringeva in una mano la Megapietra che portava al collo, quasi cercasse di farsi coraggio per la prova che lo attendeva. Vicino a lui, vide Vera che cercava di proteggere Hitomi ed Ortilla da alcuni sassi che cadevano dall'alto, e si spostò rapidamente per fare loro scudo con il suo corpo.

"Okay... restiamo qui vicino e cerchiamo di trovare una galleria dove proteggerci dal terremoto." disse Drew, ringraziando tra sè la loro fortuna quando la scossa tellurica cessò, dando loro la possibilità di muoversi più rapidamente e senza rischi. Rapidamente, il piccolo gruppo si affrettò a risalire la stradina, cercando di coprire quanta più strada possibile prima che un altro terremoto scuotesse il Picco Apatite. Vittoria indicò un'apertura tra le rocce vicino a loro, notando una stradina che si inoltrava all'interno della montagna... probabilmente quello era un luogo relativamente sicuro, e magari avrebbero potuto cercare una via per raggiungere la cima del picco senza correre troppi rischi!

"Per di là! Forse da lì possiamo arrivare in cima più facilmente!" affermò Vittoria, guidando i suoi compagni verso la caverna naturale. "Presto, seguitemi! Mi sa che la prossima scossa sarà molto più violenta!"

"Ma da lì, riusciamo a raggiungere la cima del Picco Apatite?" chiese Drew, il cui Flygon teneva dritte le antenne e guardava di qua e di là, in guardia contro ogni possibile pericolo. Il drago-insetto era uscito dalla sua Pokeball poco prima dell'inizio della scalata, e stava dando una mano come poteva, grazie anche al suo doppio tipo che gli consentiva di sopportare meglio il calore.

Vittoria fece un cenno con la testa, e indicò alcuni passaggi che si snodavano nelle viscere della montagna. "Sì... con un po' di fortuna, da qui potremo raggiungere la cima del picco... e forse anche le stanze da dove controllano il PULSE." spiegò. "Dobbiamo farcela... mancano solo poche ore ormai all'eruzione."

"Stai calma, Vittoria. Non dobbiamo farci prendere dal panico." affermò Cain, mettendo una mano sulla spalla della sua amica. "Quindi forza... cerchiamo di mantenere la calma, e seguiamo questi cunicoli. Ci aspetta una dura lotta... ma non possiamo farci fermare adesso!"

"No, hai ragione... e quei maledetti del Team Meteora non ci fermeranno!" esclamò Hitomi, la mano stretta a pugno. Sembrava non vedere l'ora di affrontare i capi del Team Meteora... e dopo lo sfogo che si era concessa poco prima, ora non cercava più di nascondere le sue emozioni...

 

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Nel covo del Team Meteora, all'interno delle sale scavate all'interno del Picco Apatite, Lord Solaris controllò le sue Pokeball, volendo assicurarsi che tutti i suoi Pokemon fossero pronti per la battaglia che si preannunciava. Era abbastanza convinto che, alla fine, sarebbe bastato il suo Garchomp per gestire ogni emergenza... ma comunque, in ogni caso, aveva il resto dei suoi Pokemon.

Ad ogni modo, il combattimento non era il motivo per cui era lì. L'unico motivo per cui era trattenere i suoi avversari quanto più possibile, almeno finchè la macchina PULSE non avesse dato i suoi frutti. A quel punto, la situazione era tale che non c'era possibilità di perdere, se avessero fatto tutto con un briciolo di buon senso.

"Ancora poco, miei venerabili antenati... Padre... madre..." disse il comandante del Team Meteora. Da una tasca del suo impermeabile, l'uomo tirò fuori una tavoletta di pietra intagliata, e la guardò con tristezza e compunzione, fissando il simbolo intagliato su di essa - sembrava un pentacolo, composto da un grande cerchio all'interno del quale era inscritto un triangolo equilatero che puntava verso l'altro. Altri tre pentacoli circolari più piccoli erano piazzati sui vertici del triangolo, dando nel complesso l'impressione di un simbolo magico e mistico...

"Ancora poco, e tutti quei parassiti ignorati che hanno infestato la nostra sacra terra... verranno cacciati via o distrutti." disse tra sè. "Ci saranno delle difficoltà, me ne rendo conto... ma se riesco ad impossessarmi delle quattro Chiavi... allora non ci saranno più ostacoli! Reborn tornerà ad essere il luogo sacro che era una volta... vi ho fatto questo giuramento, no? E non permetterò a nessuno di porsi sulla nostra strada."

Un suono di passi lo richiamò alla realtà, e il comandante del Team Meteora strinse più forte la piastra nella sua mano e si voltò nella direzione da cui stava provenendo uno dei suoi uomini. La recluta si fermò sulla soglia, mettendosi sull'attenti. "Comandante Solaris, signore... perdoni il disturbo, ma sono qui per avvertirla che il signor Zel ha appena terminato le procedure di caricamento. Nel giro di mezz'ora l'energia accumulata dalla macchina PULSE dovrebbe essere sufficiente a... a provocare l'eruzione!" affermò. "Solo... ecco, il signor Zel voleva avvisarla che forse è il momento di prendere posizione."

"Certo, capisco." affermò Lord Solaris con tono calmo ma sicuro. "Molto bene. Io e Blake attenderemo eventuali intrusi vicino alla caldera. Non sarà il luogo più adatto per i Pokemon di Blake... ma se non altro, sono sicuro che non tenterà nulla per colpirmi alle spalle. Nel caso peggiore, i miei Pokemon sapranno come gestirlo... anche se l'ideale sarebbe tenerlo ancora un po' sotto il mio controllo."

"Ricevuto, Lord Solaris. In ogni caso, continuiamo a tenere d'occhio Blake e... suo fratello, in caso ce ne sia bisogno." affermò la recluta. "Suo figlio Taka e Zel sono nella sala di controllo, nel caso la resistenza cercasse di fare irruzione proprio da lì."

Solaris annuì con approvazione. "Giusto. Non si può mai essere troppo prudenti." affermò. "Tutti prendano le loro posizioni, credo che tra non molto avremo visite. Dobbiamo assicurarci che questa sia l'ultima volta che Vera Maple interferisce nei nostri progetti, e recuperare la Collanasmeraldo."

"Sarà fatto, mio signore!" esclamò la recluta, facendo un saluto militare prima di correre via...

 

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Vera e il suo gruppo stavano seguendo le anguste gallerie che si inoltravano nel cuore della montagna già da diversi minuti, tra il caldo che si faceva sentire sempre di più, e il terreno che di tanto in tanto dava ancora qualche scossone. Per adesso, almeno, il vulcano sembrava essersi calmato, ma non c'era modo di sapere quando la terra avrebbe ripreso a tremare e quanto mancasse esattamente al momento fatale. Tutto quello che i giovani allenatori potevano fare era proseguire per quelle gallerie claustrofobiche, e sperare che presto avrebbero raggiunto un'uscita...

"Accidenti, mi sembrava che questo passaggio fosse un po' meno lungo da percorrere..." affermò frustrata Vittoria, appoggiandosi ad una parete di roccia riscaldata mentre guidava i suoi compagni lungo una piccola rampa di scale. Notò che i gradini erano stati scolpiti, e questo le diede la speranza che forse sarebbero arrivati presto nel covo del Team Meteora. "Comunque ora dovremmo esserci. Reggetevi forte e tenetevi pronti... non credo proprio che ci riserveranno un benvenuto piacevole!"

"Spero che almeno le stanze siano un po' più ampie..." mormorò Ortilla, cercando di fare forza ad Alty che svolazzava con evidenti difficoltà accanto a lei. "Alty è in difficoltà... non è abituata a stare in posti così stretti!"

"Blaziken..." affermò lo starter di Vera, tenendosi accanto alla sua allenatrice che cercava di stare dietro a Vittoria. La bambina castana sembrava tesa e concentrata... sapeva che ormai lo scontro non si sarebbe più potuto rimandare, e che avrebbe messo alla prova tutto quello che lei aveva imparato nell'Accademia. Lei e i suoi amici dovevano assolutamente riuscire nella loro missione... per Kiki e per tutti i ragazzi del monastero!

"Guardate là davanti! Mi sembra di vedere... una biforcazione!" esclamò Max, riuscendo a dare una sbirciata davanti a sè, e vedendo che la galleria naturale che stavano percorrendo non solo cominciava a diventare più levigata e ad essere illuminata da delle lampadine alogene appese ai muri. E certo questo non poteva essere opera di Cal, per quanto bravo fosse a costruirsi una dimora...

Tuttavia, la cosa che preoccupava di più Max era il fatto che la strada si divideva in due pochi metri più in là, biforcandosi in due corridoi dalle pareti lisce. Se c'erano ancora dei dubbi, ora non era più possibile nutrirne - erano finalmente arrivati al covo del Team Meteora, e non c'era più modo nè tempo di tirarsi indietro... anche se avessero voluto, cosa che non rientrava certo nei loro piani!

I ragazzi e i loro Pokemon si fermarono davanti al bivio e cominciarono a guardare in entrambe le direzioni, ma non videro nulla che li aiutasse a scegliere la direzione in cui andare.

"Non c'è molto tempo per fermarsi e pensare..." affermò Vera, cercando di prendere in mano la situazione. "Okay... allora qui ci separiamo, che ne dite? Alcuni di noi vanno da una parte, e alcuni dall'altra. Se... se qualcuno incontra delle difficoltà, non dovrà esitare a tornare indietro e riunirsi al gruppo, okay?"

"Va bene, Vera! Ricevuto!" esclamò con decisione Cain, mentre Blaziken, Flygon ed Alty facevano un cenno con la testa. "Allora... chi vuole accompagnare la principessa Cain mentre si avventura per questo vicolo buio e misterioso?"    

Nonostante tutto, Vittoria riuscì a ridacchiare brevemente. Cosa avrebbe fatto senza quel mattacchione di Cain e le sue battute?
 
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CONTINUA...

Note dell'autore: E così, siamo arrivati ad un momento decisivo! Proprio adesso che il monastero Apofillide è in una situazione molto delicata, il Team Meteora sferra il suo attacco più devastante! Non c'è tempo da perdere... tra non molto, il PULSE-Camerupt scatenerà un inferno di lava sull'Accademia!

Ma non sembra tutto a favore del Team Meteora. Non so voi, ma quel Blake non me la conta giusta... forse sa qualcosa che anche Lord Solaris non sa? O forse i suoi piani contrastano con gli interessi del suo capo? Certo, Solaris non si fida molto di lui, però... insomma, sapete come sono fatti i cattivoni. Se hanno un'occasione per pugnalarsi alle spalle, lo fanno!  

Chiedo scusa se questo capitolo era un po' breve, ma non sono stato troppo bene in questi ultimi giorni, e la stanchezza di fine anno comincia a farsi sentire. Spero di avere un po' più di tempo per riposarmi durante questo weekend... e durante le vacanze che cominceranno ormai tra molto poco!

Alla prossima!  
     
                   
 
     

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Capitolo 41
*** Sulla cima del vulcano ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam


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Capitolo 41 - Sulla cima del vulcano

 

"Oh, ma guarda... sembra proprio che abbiamo compagnia." affermò Taka con nonchalance, voltandosi come niente fosse verso le persone che avevano proprio in quel momento fatto irruzione nella sala di controllo del Team Meteora attraverso la porta principale, lasciandosi dietro un gruppetto di guardie deluse e frustrate, e un bel po' di Pokemon stesi a terra come sacchi di patate! Cain, Ortilla, Hitomi e tre dei loro Pokemon - per l'esattezza, Muk, Bibarel e Granbull - stavano entrando nella sala come niente fosse, sfidando apertamente i due comandanti del Team Meteora che erano stati, fino a quel momento, intenti ai loro calcoli.

"Sì, sì, il famoso Cain e due delle sue giovani amiche di Hoenn... Ortilla ed Hitomi!" disse il figlio di Lord Solaris, continuando ad osservare i tre intrusi, e in particolare la bambina dai capelli turchini. "E siete stati anche così premurosi da portareanche la CollanaSmeraldo, questo lo apprezziamo enormemente!"

"Non l'abbiamo certo portata per darla a te..." lo rimbeccò Hitomi. "Ora, potreste disattivare il PULSE prima che noi vi costringiamo a farlo con la forza?"

"Grrrrrrranbull!" ringhiò il Pokemon di Hitomi, mostrando le sue terribili mascelle e minacciando.

Zel... o meglio Zero, la personalità in controllo in quel momento, sospirò e si degnò finalmente di distrarsi dalle sue operazioni. "Temo che non sia possibile. Lord Solaris ha puntato molto sul PULSE-Camerupt, e non possiamo disinserirlo adesso. Le conseguenze per noi sarebbero... alquanto sgradevoli."

"Bibarel!" esclamò il Bibarel di Ortilla, piazzandosi davanti al misterioso scienziato e mettendosi in guardia. Per tutta risposta, uno dei Pokemon di Zel, il suo Jolteon, saltò fuori da sotto un tavolino posto vicino alla console di comando e scagliò una sfrigolante scarica elettrica gialla contro il Pokemon di Ortilla, che emise uno squittio allarmato e saltò all'indietro, evitando di un pelo l'attacco superefficace prima di tirare fuori da chissà dove una bandiera bianca e sventolarla freneticamente! "Biba, biba!"

Un grosso gocciolone di sudore scese dalla testa di Ortiilla. "Insomma, Bibby... cerca di non fare queste figure, se puoi!" lo redarguì.

"Bibby? E' questo il nome che hai scelto per il tuo Bibarel?" chiese Taka, sinceramente divertito. "Devo ammettere che è carino, anche non è molto fantasioso!"

"Altaria..." affermò Alty con un sorrisetto, alzando le ali!

Ortilla sgranò gli occhi in una comica espressione di allarme! "A-Alty! Guarda che non c'è bisogno che tu glielo confermi!" affermò, con Hitomi poco lontana che si sbatteva una mano sulla faccia e cercava di fare finta di non conoscere la sua compagna!

"Ah-ehm..." Zero si schiarì la voce, un po' irritato dalla scenetta. "Se aveste finito con la parentesi comica... Jolteon, tocca a te! Attacca con Fulmine!"

"Forza, Muk, respingilo con Pantanobomba!" reagì rapidamente Cain, mettendo da parte l'ironia di prima, e dando un rapido ordine al Pokemon di fango tossico, che sembrò quasi sfoderare un ghigno sicuro prima di sferrare un colpo di rovescio con il braccio destro, e scagliare un grosso globo di fango, nello stesso momento in cui il Jolteon di Zel si caricava e scagliava un altro Fulmine contro Bibby! I due colpi si scontrarono a mezz'aria, e il Fulmine ebbe - abbastanza prevedibilmente - la peggio, esaurendosi contro a Pantanobomba che poi proseguì e colpì in pieno Jolteon, inondandolo di fango! Il Pokemon Elettro lanciò un acuto stridio di rabbia e dolore, e indietreggiò di qualche passo, mentre Zero corrugava la fronte con rabbia.

"Vi chiedo scusa a nome di Zel... ma ha ragione, noi del Team Meteora avremmo una missione da portare a termine. Niente di personale, ragazzi." affermò Taka. Il giovane comandante del Team Meteora tirò fuori due Pokeball e le aprì di scatto, facendo uscire altrettanti dei suoi compagni Pokemon. "Forza, Gliscor! Cradily! C'è da sgranchirsi un po'!"

"Gliiiiscor!" stridette il Pokemon che uscì dalla prima sfera di Taka. Era uno strano incrocio tra uno scorpione ed un pipistrello, con un corpo quasi completamente grigio-violaceo e l'addome e le braccia rosse, una lunga coda segmentata terminante in un paio di pungiglioni. e le orecchie lunghe e triangolari come quelle di un pipistrello gigante, con l'interno di colore rosso. Le braccia terminavano con due tenaglie affilate, e il suo viso aveva un'espressione acuta e feroce, gli occhi gialli e una bocca enorme piena di piccoli denti appuntiti.  

"Quello dev'essere un Gliscor..." disse Hitomi tra sè, verificando sul suo Pokedex se era quello il caso. Il secondo Pokemon, un Cradily che si muoveva lentamente, agitando i suoi tentacoli come se fossero dei serpenti, era già abbastanza noto ad Hitomi e ai suoi Pokemon...

"Gliscor, il Pokemon Scorpidente. Tipo Terra/Volante. Forma evoluta di Gligar." affermò il Pokedex. "Vola senza fare rumore e si accosta al nemico con estrema furtività. In questo modo può metterlo ko con un colpo solo. Se incontra una corrente d'aria, anche la più debole, è in grado di fare il giro del mondo senza mai neanche sbattere le ali."

"Anche noi abbiamo la nostra missione da compiere, quindi... Granbull, comincia subito con Gelodenti su quel Gliscor!" esclamò la bambina più piccola.

"Bibarel, usa Maledizione... e poi attacca Cradily con Spaccaroccia!" esclamò Ortilla.

"Jolteon è tuo, Muk!" affermò Cain. "Forza, facciamo vedere a questi del Team Meteora cosa sappiamo fare! Attacco Fangobomba!"

Vedendo che Jolteon era in difficoltà, Zero decise di non correre rischi e di sostituirlo. Non appena Muk cominciò a staccare del fango dal proprio corpo, nel tentativo di creare una palla, il misterioso scienziato incappucciato richiamò il suo Jolteon e mandò in campo un Pokemon più adatto a fronteggiare un tipo Veleno. "Ritorna, Jolteon. Adesso tocca a te... Espeon!"

"Espeoooon!" esclamò la Eevolution di tipo Psico, apparendo in un lampo al posto di Jolteon e scagliando un potente e preciso attacco Psicoraggio contro Muk, facendolo barcollare ed impedendogli di scagliare l'attacco Fangobomba! Concentrandosi, Espeon sollevò in aria Muk con la sola forza del pensiero, e il Pokemon di fango grugnì allarmato ed agitò inutilmente le braccia nel vuoto per cercare di aggrapparsi a qualcosa... prima di essere scaraventato contro un tavolo, facendolo a pezzi!

"Ouch!" esclamò Cain strizzando un occhio. "Okay, immagino che questa me la dovessi aspettare..."

Il Granbull di Hitomi stava affrontando il Gliscor di Taka, cercando di azzannarlo con Gelodenti, ma lo scorpione alato si stava rivelando molto più agile e veloce di quanto le sue dimensioni non facessero ipotizzare, e riuscì a scansare agilmente il primo morso, poi rispose puntando il suo pungiglione contro l'avversario e gettandosi in picchiata per trafiggerlo!

"Gliscor, usa Velenpuntura!" ordinò Taka, ben consapevole della debolezza del tipo Folletto di Granbull agli attacchi di tipo Veleno. Con uno stridio acuto, Gliscor sferrò il suo attacco... ma Granbull riuscì ad evitarlo con un abile scarto laterale proprio all'ultimo momento, e contrattaccò con una mossa che nessuno si aspettava!

"Adesso, Granbull! Attaccalo con Carineria!" esclamò Hitomi. Granbull agì con rapidità, afferrando la lunga coda di Gliscor e conficcandola nel terreno con brutalità, strappando un'esclamazione di spavento allo scorpione alato! Gliscor cercò immediatamente di liberarsi, ma Granbull non aspettò che si riprendesse e cominciò ad attaccare, prendendo a cazzotti l'avversario! Un nuvolone di polvere si sollevò attorno ai due, mentre Granbull continuava il pestaggio per diversi secondi... finchè Gliscor non venne scaraventato fuori dalla nuvola e non si schiantò sopra una console! Il Bibarel di Ortilla usò la mossa Maledizione, concentrandosi per un istante prima di circondarsi di una tetra aura violacea... poi si lanciò verso Cradily, evitando di poco un attacco Abbattimento prima di sferrare un poderoso pugno che causò una crepa nella corteccia pietrosa della pianta preistorica! Cradily barcollò, agitando scompostamente i suoi tentacoli... poi spalancò la bocca e scagliò una raffica di semi contro l'avversario!

"Ora usa Semebomba, Cradily!" disse Taka, concentrato sul combattimento ma sempre mantenendo la sua espressione tranquilla. "Gliscor, reagisci con Aeroassalto!"

Il Pokemon simile ad uno scorpione volante eseguì una cabrata e colpì di striscio il Granbull di Hitomi con il bordo affilato delle sue ali, ma il Pokemon Folletto non sembrò risentire troppo del colpo, e rispose abilmente, bloccando una delle chele di Gliscor mentre questa si stava per abbattere su di lui. Ad un cenno di Ortilla, Bibarel eseguì un Ricciolscudo per poi prodursi in un attacco Rotolamento, e il Semebomba scagliato da Cradily lo mancò di pochissimo, esplodendo sul terreno dietro di lui! Rotolando come una valanga, il Pokemon castoro colpì in pieno la pianta fossile e la fece barcollare, cogliendo di sorpresa Taka, che certo non ricordava che la piccola coordinatrice dai capelli turchini e i suoi Pokemon fossero così abili...

"Accidenti, sei diventata davvero brava..." affermò il comandante del Team Meteora, facendo cenno a Cradily di ritirarsi per cercare di recuperare le forze. La pianta preistorica cercò di portarsi lontano dalla traiettoria di Bibarel, che stava eseguendo un'altra rotolata e cercava di colpirla con ancora più forza. "Gliscor! Colpisci Granbull con un attacco Nottesferza!"

"Gliscorrrr!" esclaò il Pokemon Terra/Volante. La chela libera scattò verso Granbull e lo colpì con un fendente al torace, facendo stringere i denti al feroce Pokemon mastino... ma non riuscì a fargli mollare la presa, e un attimo dopo, Hitomi diede l'ordine che sperava sarebbe stato quello decisivo!

"Gelodenti di nuovo, Granbull!" esclamò la bambina. Granbull ringhiò e scattò in avanti, le zanne avvolte da un'aura congelante di colore bianco-azzurro... e sia Gliscor che il suo allenatore trasalirono allarmati!

"Agilità, Gliscor!" esclamò Taka. Con la forza della disperazione, Gliscor spiegò le ali ed accelerò di colpo, liberandosi con uno strattone dalla presa di Granbull, che mancò di pochissimo il bersaglio e chiuse le fauci in aria, sollevando una nuvoletta di condensa bianca! "Phew... c'è mancato un pelo! Non immaginavo che allenarvi al monastero Apofillide vi avrebbe rese così forti!"

"La maestra Kiki ci ha insegnato bene, gallinaccio... e ora noi renderemo onore ai suoi addestramenti!" esclamò Hitomi.

"Continua ad attaccare, Bibby!" esclamò Ortilla. "Adesso colpisci Cradily con Superzanna, poi con Spaccaroccia!"

"Cradily, Energipalla!" esclamò Taka, cominciando a sentirsi sotto pressione. La pianta preistorica aprì le fauci e creò una sfera di pulsante energia verdina tra di esse prima di scagliarla contro il Pokemon castoro, che cercò di evitarla, ma venne colpito in pieno e strinse i denti sentendosi percuotere da un'improvvisa scarica di energia! Per un attimo, Bibby barcollò e si sentì mancare... ma con un grandissimo sforzo di volontà, riuscì a tenersi in piedi e si avventò su Cradily, mordendola al collo con i suoi incisivi affilati come coltelli! La Pokemon Erba/Roccia accusò il tremendo attacco e si agitò come un serpente infuriato, cercando di frustare Bibby con i suoi tentacoli mentre indietreggiava... ma quest'ultimo riuscì a tenere la presa e tirò indietro il pugno destro, per poi sferrare un poderoso pugno alla base del collo di Cradily! Il colpo si rivelò troppo potente perchè la pianta fossile potesse resistere, e dopo aver cercato inutilmente di rialzarsi, Cradily cadde a terra senza più forze, mentre Bibby riprendeva fiato, barcollando per alcuni passi e tenendosi la testa con una mano. Quello scontro lo aveva lasciato molto indebolito, ma era contento di essere riuscito a battere un'avversaria così dura.

"Niente male davvero..." disse Zero, pensando che forse era il caso di intervenire. Il suo Espeon stava riuscendo a tenere testa abbastanza bene al Muk di Cain... ma il Pokemon di fango tossico si era rivelato un avversario molto più tenace del previsto. Era riuscito a resistere con relativa facilità allo Psicoraggio di prima, e poi si era avvicinato rapidamente e aveva usato un attacco Lancio per scaraventare i resti di un tavolo contro il Pokemon di Zero! Espeon, colto di sorpresa, era stato preso di striscio dall'attacco, che gli aveva provocato una contusione ad una zampa posteriore. "Accidenti, se solo potessi anch'io dare una mano a Taka..."

"Hey, amico, non ti distrarre. Stai combattendo con il sottoscritto Cain, il più forte e più affascinante esperto di Pokemon Veleno di Reborn!" rispose il ragazzo dai capelli viola, strizzando un occhio con fare arguto. "Forza, Muk! Usa il tuo attacco Velenotrappola!"      

"MUUUUK!" ululò il Pokemon di fango, spalancando la sua cavernosa bocca e scagliando contro Espeon un getto di liquido verdastro che descrisse un arco in aria e stava per abbattersi sul bersaglio! Allarmato, il Pokemon Psico alzò uno scudo di energia psichica usando il suo attacco Protezione, e riuscì per un pelo a parare l'attacco... ma non il successivo attacco Fango che gli si abbattè addosso!

"Ugh... Espeon, tienilo lontanto, e respingilo con Psichico!" esclamò Zero. Espeon scosse la testa, si concentrò per una frazione di secondo, e poi afferrò Muk usando la telecinesi, sollevandolo di peso per poi colpirlo con una raffica di attacchi invisibili e scaraventarlo di lato! Con un grugnito di dolore, Muk si afflosciò a terra e rimase privo di sensi... ma Espeon stesso si era stancato non poco in quel breve ma intenso incontro, e stava barcollando visibilmente. Senza scomporsi, Cain richiamò il suo Pokemon fangoso e si congratulò con lui per l'abilità dimostrata... poi chiamò in campo un combattente inaspettato che lasciò Zero stupito e preoccupato.

"Sei stato bravo lo stesso, Muk... e ora, entra in scena, Skuntank! Vediamo come se la cava quell'Espeon contro di te!" esclamò il giovanotto dai capelli viola, facendo uscire un attimo dopo un Pokemon simile ad una grossa e robusta moffetta dalla folta pelliccia viola, che diventava bianca sulla coda, sulla pancia e sul muso! Lunga all'incirca un metro, aveva la testa tonda e viola, con le guance paffute, un paio di canini che spuntavano dalla mascella superiore e tre baffi che spuntavano da esse, oltre ad un paio di piccole orecchie triangolari. La sua lunga e folta coda si drizzava sopra al corpo come una sorta di vela, seguendo tutta la schiena fino a raggiungere la fronte, dove la sua punta dava l'impressione di un ciuffo di capelli!

"Skun, skuntank!" esclamò la puzzola gigante, grattando il terreno con le sue unghie. Espeon inditreggiò, comprendendo per istinto e per esperienza che aveva a che fare con un'avversaria probabilmente troppo forte per lui... ma Zero non poteva permettersi di lasciare quella posizione nelle mani dei loro nemici, e richiamò all'ordine il suo Espeon.

"Espeon, non farti intimorire! Ricordati che anche tu hai i tuoi trucchi!" esclamò lo scienziato del Team Meteora. "Attacca Skuntank con Fossa!"

"Skuntank, usa Nottesferza, presto!" esclamò Cain, cercando di evitare che l'avversario si prendesse vantaggio. Espeon cominciò freneticamente a scavare, ma la moffetta gigante lo sorprese con uno scatto velocissimo... e sferrò un poderoso colpo con i suoi artigli, passandogli di lato ad una tale velocità che Zero fu convinto di averla vista scomparire per una frazione di secondo! Espeon emise un acuto richiamo di rabbia impotente, barcollò per un istante e cadde a terra privo di sensi, mentre Skuntank muoveva fieramente la sua lunga coda, celebrando la sua vittoria!

"Esp... eoooon..." si lamentò il Pokemon Sole, prima di giacere a terra svenuto. Zero strinse i denti rabbiosamente... e poi l'espressione di Zel si addolcì leggermente quando Lumi prese temporaneamente il controllo e richiamò la Eevolution sconfitta.

"S-scusa, Espeon... Zero avrebbe dovuto richiamarti quando è apparsa Skuntank..." affermò la personalità più mite delle tre che componevano lo strano individuo. La moffetta gigante ghignò e si piazzò nuovamente a fianco di Cain, attendendo che lo scienziato dal Team Meteora dalla personalità multipla mandasse in campo il suo nuovo Pokemon...

"Se la stanno cavando bene... la sensei Kiki ha insegnato loro davvero bene!" affermò Taka, guardando il suo Gliscor che cercava in qualche modo di tenere a bada il Granbull di Hitomi. Il ragazzo afferrò un'altra Pokeball e mandò il suo Pokemon successivo. "E va bene... Klefki, tocca a te! Gliscor, tu e Klefki scambiatevi gli avversari! Gliscor, Aeroassalto su Bibarel!"

"Klefkiiii!" esclamò lo stranissimo Pokemon portachiavi, balzando fuori dalla sua sfera e piazzandosi davanti a Granbull, mentre Gliscor eseguiva una virata e si gettava con decisione su Bibarel, colpendolo con il bordo delle ali! Già indebolito dallo scontro con Cradily, il Pokemon castoro emise uno squittio acuto e cadde a terra supino, con gli occhi trasformati in spirali! Granbull, da parte sua, percepì che quello strano Pokemon simile ad un mazzo di chiavi era un avversario più pericoloso di quanto il suo aspetto buffo non potesse far credere, e indietreggiò di qualche passo mentre Hitomi cercava di pensare ad una tattica da usare...

"Per adesso, ce la stiamo cavando... forse se riusciamo a sistemare in tempo Taka e Zel, possiamo fermare la macchina PULSE senza che Vera e gli altri debbano vedersela con un Pokemon mutato..." disse tra sè Ortilla, prima di richiamare il suo Bibarel e sorridere gentilmente alla sua Pokeball. "Okay, Bibby, ottimo lavoro! Ora riposati... ed è il momento di strabiliare il pubblico, Spindy!"

La bambina dai capelli turchini lanciò la sua Pokeball, da cui uscì il grazioso panda maculato, che eseguì una stravagante danza sul posto... e poi si mise in guardia! O almeno, ci provò, prima di cominciare a barcollare come un ubriaco!

"Spinda! Spindaaaa..." esclamò, tenendosi pronto a quella che si preannunciava come una dura lotta...

 

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A quel punto, Vera, Drew, Max e Vittoria, accompagnati dai loro Pokemon, avevano percorso un autentico dedalo di corridoi angusti che si snodavano tra rocce affilate e crepacci dall'aspetto minaccioso, cercando di salire il Picco Apatite il più velocemente possibile. Man mano che salivano, il calore sembrava aumentare sempre di più, e le Sugma che popolavano i meandri del vulcano uscivano con sempre maggiore frequenza, rendendo il percorso sempre più difficile da seguire!

"Accidenti..." esclamò Vera, muovendo la mano davanti a sè per proteggersi il viso dal fumo sulfureo che cominciava a saturare le gallerie. "Se non usciamo di qui, finiremo arrosto! Vittoria, sai dove andare, vero?"

La giovane esperta di aikido si coprì il volto con una delle ampie maniche del suo vestito... ormai strappate e rovinate dalle rocce aguzze delle pareti. "Sì, tranquilli... ormai dovremmo essere molto vicini alll'uscita!" esclamò, facendosi aiutare dal suo Emboar a spostare alcune rocce che ostruivano una galleria. Una folata d'aria fresca investì i ragazzi e i loro Pokemon, segno che finalmente l'uscita era a portata di mano. "Sì, ormai ci siamo! Presto, ragazzi, da questa parte! Da qui in poi, la strada è tutta in discesa... ovviamente per modo di dire!"

"Meno male... cominciavo a soffocare là dentro!" affermò telepaticamente Gardevoir. Max si pulì gli occhiali con una manica del suo vestito e seguì il resto del gruppo fino all'uscita, lieto di vedere finalmente la luce del giorno... anche se ormai i raggi del sole filtravano a malapena attraverso una nube di fumo plumbeo che usciva sbuffando dalla bocca del vulcano! "Siamo nei guai... temo che tra non molto, il PULSE si sarà attivato... dobbiamo a tutti i costi fermare il Team Meteora prima che il vulcano erutti!"

"Ci siamo quasi ormai... mi ricordo questa parte di strada, era appena prima che arrivassimo davanti alla dimora di Cal." affermò Drew. "Ancora un po' e saremo davanti alla caldera del vulcano! Mi raccomando, ricordatevi di spalmarvi la protezione contro le scottature, ragazzi!"

Una volta che si furono assicurati che la squadra era intera, i ragazzi proseguirono lungo la stradina pericolante alla massima velocità che il terreno infido e i continui spostamenti della terra consentissero loro. Vera e il suo Blaziken presero la testa del gruppetto e salirono fino alla spianata di roccia sulla quale lei e Drew avevano incontrato Cal e avevano sostenuto lo scontro con lui e Vittoria. Lo scenario era cambiato parecchio dall'ultima volta, in ogni caso... adesso, la caverna nella quale il giovanotto dai capeli rossi aveva stabilito la sua dimora era crollata, e un piccolo avvallamento poco lontano si stava lentamente riempiendo di lava incandescente che risaliva lenta ma inesorabile dalle viscere della terra!

Ma sicuramente, la differenza più notevole erano le figure di due vecchie conoscenze che si stagliavano minacciose davanti a ciò che restava della dimora di Cal... in particolare, l'uomo più alto in impermeabile - malgrado il calore infernale che regnava sulla cima del picco - con i capelli lunghi legati in una coda che li fissava freddamente!

"Vi stavamo aspettando, voi della resistenza." affermò Lord Solaris, vedendo Vera e Blaziken che si fermavano di colpo ed esitavano per un istante a farsi avanti. Certo, erano migliorati molto da quando avevano cominciato ad allenarsi con Kiki... ma abbastanza da affrontare il capo del Team Meteora ad armi pari? Non ne erano sicuri...

"Cal! Cal! Oh no, Cal!" esclamò Vittoria, trasalendo per l'orrore quando vide cosa era rimasto della casa del suo amico. Si voltò di scatto verso i due comandanti del Team Meteora, fissandoli con furia assassina! "Che cosa avete fatto a Cal, maledetti criminali? Dov'è? Che gli avete fatto?"

"Oh, non dovresti preoccuparti un po' di più per te stessa, marmocchia? Non sei esattamente nella posizione per fare la dura!" esclamò Blake, sempre con quell'odiosa aria di superiorità con cui diceva praticamente ogni cosa. "Ora che state per combattere contro di noi, la vostra maggiore preoccupazione dovrebbe essere quella di portare a casa la pelle, non trovate?"

"E così, il cattivo principale entra in scena di persona una volta di più..." affermò Max, cercando di nascondere il suo nervosismo. Il suo Gardevoir fluttuò al suo fianco, mentre Vittoria e il suo Emboar prendevano posizioni... e Drew e il suo Flygon prendevano fiato. A quanto pare, ci sarebbe stato bisogno di tutti loro per sconfiggere il capo del Team Meteora, possibilmente prima che l'eruzione iniziasse... "E in grande stile, a quanto vedo! Adesso state addirittura cercando di risvegliare questo vulcano per seppellire l'Accademia Apofillide?"

"Il fine giustifica i mezzi, ragazzino. Non hai mai sentito questa frase?" affermò il capo del Team Meteora, con una Pokeball già in mano. "E il fine del Team Meteora è troppo importante per permetterci mezze misure. Noi trasformeremo nuovamente Reborn in un luogo sacro, come avrebbe sempre dovuto essere... e per gli ignoranti come voi non ci sarà posto nel nuovo mondo che creeremo!"

"E per fare questo, non esitate a fare del male a persone innocenti che non hanno la più pallida idea di quello di cui state parlando, vero?" esclamò indignata Vera, riuscendo a vincere almeno in parte il nervosismo iniziale. "Non ve lo lasceremo fare! Noi siamo venuti qui appositamente per affrontarvi e distruggere la macchina PULSE con la quale intendete rivegliare il vulcano!"

"In tal caso, dovrete passare su di noi. E dovreste ormai essere abbastanza consapevoli della nostra forza, dico bene?" chiese retoricamente Solaris. Senza attendere oltre, il comandante del Team Meteora lanciò la sua sfera, che toccò terra e si aprì di scatto, facendo uscire un lampo di luce bianca che si depositò sul terreno... e assunse la forma fin troppo familiare del suo Garchomp!

"Garchomp, la resistenza non deve passare! Proteggi il PULSE con tutte le tue forze, a qualsiasi costo!"

"GARRRRRCHOMP!" esclamò lo squalo terrestre, lanciando un grido terribile che suonava come rocce che si sgretolavano! Blaziken strinse i denti e puntò i piedi artigliati a terra, cercando di resistere alla paura che quasi gli urlava di lasciar perdere tutto. Anche con tutti gli allenamenti che aveva fatto, riusciva comunque a percepire che il Pokemon Jet era un avversario formidabile... Blake, dal canto suo, aveva già fatto uscire uno dei suoi Pokemon, un Weavile dall'aria acuta e minacciosa che si era schierato al fianco del suo allenatore sfoderando i suoi artigli affilati come rasoi!

"Vile, vile! Weavile!" sibilò il Pokemon Buio/Ghiaccio. Lo Emboar di Vittoria si voltò verso di lui e fece scontrare tra loro i suoi pugni, sfidandolo con lo sguardo.
Anche Vera sembrò pensare che Blaziken non fosse il più adatto ad affrontare il più forte dei Pokemon di Lord Solaris, e gli fece cenno di restare indietro. "Okay... Blaziken, per adesso puoi restare di riserva, e scusa se te lo chiedo." affermò la bambina castana. Per fortuna, Blaziken comprese l'idea della sua allenatrice, e si piazzò dietro di lei mentre Vera faceva uscire un altro dei suoi Pokemon... per l'esattezza, il suo Wartortle, che si piazzò davanti a lei e sfidò coraggiosamente il feroce Pokemon Terra/Drago. Il Flygon di Drew e il Gardevoir di Max si schierarono accanto a Wartortle, mentre Vittoria e il suo Emboar si preparavano a combattere contro Blake e il suo Weavile.

"Ragazzi... temo di dovervi chiedere io di affrontare Solaris e il suo Garchomp." disse Vittoria, cercando di domare le proprie paure e concentrarsi sullo scontro. In teoria, il suo Emboar avrebbe dovuto avere facile gioco sul Weavile di Blake, ma considerando che era appena evoluto, e che Blake era uno degli uomini di più alto rango di Lord Solaris, qualcosa le diceva che non sarebbe stato così facile avere la meglio su di lui. Il Pokemon Buio/Ghiaccio sembrò percepire l'insicurezza della giovane allenatrice dai capelli neri, e ghignò malignamente mentre si affilava gli artigli. "Io e i miei Pokemon Lotta... cercheremo di tenere occupato Blake! Lo faccio anche per Cal!"

"Hahahahaaa! Ma sentitela, che cuoricino tenero!" rise Blake. Anche Weavile si lasciò scappare uno sghignazzo, condividendo il discutibile senso dell'umorismo del suo allenatore. "Non capisco cosa vedessi in quel perdente di mio fratello! E' un buon a nulla e basta, e certo non ha mai potuto competere con me! In nessun campo!"

"Ti sbagli, Blake!" esclamò Vittoria. "Tuo fratello ti ha sempre battuto come persona! E' sempre stato un ragazzo molto più gentile e generoso di te!"

Blake rise di nuovo. "Hahahahaaaa, come se questo valesse qualcosa! Il secondo posto è soltanto il primo dei perdenti, marmocchia!" esclamò il ragazzaccio dai capelli azzurrini. "E comunque... hehehehee... no, perchè rovinarti la sorpresa? Te lo lascio scoprire da sola!"

"Cosa?" chiese Vittoria con rabbia, mentre il suo Emboar corrugava la fronte insospettito. Blake non volle elaborare oltre, e ghignò malignamente mentre dava a Weavile il primo ordine.

"Patetica, sei proprio patetica! Avanti, Weavile, comincia con Danzaspada, e poi usa Aeroassalto!" esclamò Blake. Il Pokemon simile ad un felino nero volteggiò agilmente su sè stesso, e delle spade luminose apparvero attorno al suo corpo, si scontrarono con un penetrante clangore metallico, e si dissolsero in una pioggia di scintille argentate, aumentando di molto le già impressionanti abilità offensive del Pokemon di Blake. Sapendo di correre un rischio, Vittoria decise che avrebbe dovuto cambiare metodo di approccio...

"Non farti distrarre, Emboar! Quel verme vuole solo farci perdere la calma!" esclamò. "Ricorda i consigli della sensei... calma, concentrazione e non perdere mai di vista l'obiettivo! Caricare a testa bassa contro un Pokemon così potente e veloce... sarebbe un suicidio! Potenziati con Granfisico!"

"BOAR!" grugnì Emboar. Le fiamme che componevano la sua "barba" si accesero ancora di più, mentre un'aura scarlatta avvolgeva per un attimo il corpo del Pokemon Suinincendio. Il piccolo e feroce Weavile si lanciò all'attacco, volteggiando in aria per un istante prima di scendere in picchiata e colpire Emboar con i suoi artigli, facendolo barcollare! Ma il robusto cinghiale fiammeggiante riuscì a reggere il colpo, barcollò all'indietro per due passi e appoggiò a terra una delle sue grandi mani, in modo da aiutarsi a riprendere le forze. Ringhiando, il cinghiale fiammeggiante si rimise in piedi... e Vittoria colse il momento giusto per sferrare un attacco!

"Adesso usa Nitrocarica, Emboar!" esclamò la giovane esperta di aikido. Una fiammata avvolse il corpo di Emboar, che si lanciò all'attacco con tutto il suo peso e sfrecciò a velocità inaspettata contro il Weavile di Blake, cogliendo di sorpresa sia il feroce Pokemon Buio/Ghiaccio che il suo arrogante allenatore! Un colpo poderoso scaraventò via Weavile, facendolo atterrare non troppo distante dal bordo del calderone di lava! "Ottimo! Bel colpo, Emboar! Sembra proprio che gli allenamenti abbiano dato i loro frutti!"

"Emboar!" grugnì con fare sicuro lo starter di Vittoria.

"Hmph... ammetto che mi hai sorpreso, marmocchia, ma non riuscirai mai a sconfiggere me, il grande Blake!" esclamò con presunzione il braccio destro di Lord Solaris. Vedendo che Weavile si stava alzando, Blake lo richiamò nella sua sfera per mandare in campo un Pokemon che avesse un minore svantaggio contro il potente Emboar di Vittoria. "Basta giocare, Weavile, torna qui! Ed ora... vai tu, Froslass, e cerca di non deludermi!"

La seconda Pokeball di Blake si aprì, e da essa uscì la sua Froslass, che aprì maestosamente le braccia ed emise un verso melodioso che riecheggiò tutt'attorno per un istante, prima di essere coperto da un ruggito rimbombante proveniente dal calderone pieno di lava bollente! Vittoria  e il suo Emboar si ritrovarono a barcollare per un istante... e poco dopo, un'isola di roccia nera si levò dalla superficie del lago di lava, recando su di sè una macchina dall'aspetto inconfondibile - una macchina PULSE, in quel momento in piena attività, all'interno della quale si intravedeva la figura di un Camerupt, che si agitava debolmente nel vano tentativo di sottrarsi alla tortura alla quale il marchingegno infernale lo costringeva...

"Cosa? Maledizione, quella... è la macchina PULSE? Sta... sta per attivarsi?" esclamò Vittoria, distraendosi per un attimo dallo scontro... e dando alla Froslass di Blake il tempo necessario per sferrare un attacco! Ad un cenno del braccio destro di Solaris, lo spettro delle nevi eseguì un poderoso attacco Psichico, afferrando Emboar con la telecinesi e sbattendolo con violenza contro una roccia vicina, sulla quale il possente Pokemon Suinincendio andò a sbattere di schiena, per poi scivolare a terra dolorante... ma non ancora sconfitto!

"Ohooooh, ma che imperdonabile dimostrazione di leggerezza, mia cara signorina! Distrarsi mentre si combatte contro di me!" sghignazzò Blake. "Ebbene sì, quella è la nostra macchina PULSE, e tra non molto, ci sarà una bella eruzione, e la tua accademia e i tuoi compagni saranno sommersi dalla lava! Una degna sepoltura per voi che avete tentato di fare le scarpe a noi del Team Meteora, non ti sembra? Che ne dici?"

Vittoria, nonostante la sorpresa e lo sgomento, non esitò e reagì con prontezza.

"Emboar, usa Lancio!" esclamò la ragazza. Rapidamente, il cinghiale fiammeggiante afferrò un grosso pezzo di roccia vulcanica e lo scaraventò contro Froslass, che venne colta di sorpresa e non riuscì a scansarlo in tempo, venendo colpita in pieno! La donna dei ghiacci cadde a terra con un'esclamazione di dolore, e Vittoria restituì uno sguardo feroce al ragazzaccio dai capelli bianchi, il cui ghigno di superiorità era sbiadito...      

"Quello che io penso è che se devi togliere di mezzo un nemico, lo fai e basta! Non te ne stai lì a vantarti!" affermò la ragazza, mentre Emboar si metteva di nuovo in guardia e si apprestava ad affrontare Froslass che si rialzava barcollante...

 

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"Flygon, attaccalo con Dragartigli!" esclamò Drew, cogliendo un momento in cui il Garchomp di Solaris sembrava distratto! Il drago-insetto fece un cenno con la testa e si scagliò contro il feroce Pokemon Jet, alzando uno dei suoi artigli circondato di fiamme luminose di vari colori... ma Garchomp reagì con velocità quasi impossibile, e schiaffeggiò in faccia il Pokemon d Drew con la sua robusta coda, mandandolo a terra! Il Wartortle di Vera e il Gardevoir di Max moltiplicarono i loro sforzi, e la tartaruga azzurra scagliò un potente attacco Surf contro il campione di Lord Solaris... ma Garchomp si mise in guardia giusto in tempo, alzando le braccia davanti a sè e facendo in modo che la tremenda ondata di marea si infrangesse sul suo robusto corpo, spaccandosi a metà prima di precipitare nel calderone di lava! Quasi completamente illeso, Garchomp avanzò furiosamente verso Wartortle... ma così facendo diede al Gardevoir di Max il tempo che gli serviva per sferrare il suo contrattacco!

"Non dovresti distogliere così a lungo la tua attenzione da me!" esclamò il grazioso Pokemon Abbraccio. "Adesso, Max! E' il momento!"

"Certamente, Gardevoir! Adesso usa Forzalunare!" esclamò il ragazzino con gli occhiali, prima che Garchomp potesse rimettersi in guardia. Gardevoir annuì e distese le mani davanti a sè, creando una pulsante sfera di energia rosata tra i palmi e poi scagliandola contro l'avversario, che riuscì appena in tempo a difendersi, intercettando il colpo con le sue braccia armate di lame. Garchomp sibilò come se si fosse appena scottato, mentre il Wartortle di Vera riuscì a spostarsi al suo fianco e scagliare un potente attacco Geloraggio, che colpì Garchomp al fianco!

Ciò nonostante, l'espressione cupa e stoica di Lord Solaris non cambiò di una virgola, anche mentre il suo Garchomp ringhiava per l'improvviso dolore e si scagliava furiosamente contro Wartortle, alzando un braccio per sferrare un colpo micidiale!

"Garchomp, usa Dragofuria." esclamò Solaris. Con un ruggito furibondo, Garchomp cercò di colpire Wartortle, ma il Gardevoir di Max si mise in mezzo, intercettando il colpo... e il pesante arto del Pokemon Drago/Terra lo colpì in pieno petto, ma non riuscì a fargli nemmeno un graffio! Gardevoir restò fermo al suo posto, come se non fosse successo niente!

"Perfetto! Ora colpisci con Ipnosi, Gardevoir!" esclamò Max, riconoscendo che quella era forse la loro migliore occasione per sconfiggere il terribile campione di Lord Solaris. Gli occhi di Gardevoir si illuminarono e guardarono direttamente in quelli di Garchomp, che si rese conto immediatamente del pericolo e cercò di distogliere lo sguardo, riuscendoci all'ultimo momento. Gardevoir fluttuò all'indietro, cercando di sottrarsi ad un eventuale contrattacco del suo avversario... e un attimo dopo, il Flygon di Drew tornò all'attacco!

"Adesso usa Terremoto, Flygon!" esclamò il giovanotto dai capelli verdi. Un attimo prima di raggiungere Garchomp, il drago-insetto virò di colpo e si abbattè al suolo con tutta la sua forza, colpendo il terreno con abbastanza potenza da provocare un piccolo terremoto che raggiunse il Garchomp di Lord Solaris, facendogli perdere l'equilibrio e percuotendolo per un istante! Lo squalo terrestre stava subendo dei colpi... ma Lord Solaris non sembrava preoccuparsene più di tanto, e in effetti Drew e i fratellini Maple non vedevano che Garchomp rallentasse o perdesse vigore più di tanto...

"Attenti, amici... temo che la lotta sia appena iniziata!" affermò Max, vedendo Garchomp che si rimetteva in guardia, senza sare l'impressione di aver perso nulla della sua sicurezza! "Anzi... ho come l'impressione che finora Solaris e il suo Garchomp si siano trattenuti."

"Vedo che sei perspicace, ragazzino." rispose freddamente il leader del Team Meteora. Un'esplosione riecheggiò in lontananza, annunciando che la lave stava salendo di livello, e il momento fatale si stava avvicinando sempre di più. "In effetti è così. Volevo verificare io stesso quanti e quali progressi voi aveste fatto durante il vostro periodo all'Accademia Apofillide, e devo ammettere che sono abbastanza impressionato. Ma non siete ancora migliorati abbastanza da potermi affrontare, come vi dimostrerò... Garchomp, usa Codadrago e poi Lanciafiamme!"

Garchomp sferrò un potente attacco Codadrago, sferrando un poderoso colpo di coda avvolto da scie di energia multicolore, ad una velocità tale che per un attimo Vera e i suoi compagni videro la coda dello squalo terrestre scomparire! Il tremendo attacco centrò in pieno il Flygon di Drew e la Wartortle di Vera, scaraventandoli lontano... e quando il Gardevoir di Max cercò di attaccare con Psichico, il Pokemon Jet prese fiato e soffiò una poderosa fiammata, colpendo in pieno il malcapitato Pokemon Abbraccio, che emise un'esclamazione di dolore e cercò di ripararsi quando il Lanciafiamme lo scagliò via! Wartortle si rialzò e cercò di attaccare di nuovo, abbassando la testa e poi scagliandosi a tutta velocità per un attacco Capocciata, ma Garchomp si accorse in tempo e balzò di lato, evitando il colpo con scioccante facilità!

"Tienilo sotto pressione, Wartortle! Attacca con Geloraggio di nuovo!" esclamò Vera. Wartortle frenò di botto e si girò per lanciare un potente raggio congelante contro il drago-squalo martello... che Garchomp riuscì con destrezza ad evitare, facendolo passare a pochi centimetri dalla sua schiena! Vera strinse i denti. Se la stavano cavando meglio di come avrebbero fatto tempo prima, ma era evidente che il Garchomp di Lord Solaris era ancora un avversario al di fuori della loro portata...

"Inutile perdere ancora tempo, Garchomp. Usa il tuo attacco Terremoto per metterli fuori causa!" ordinò Solaris. Il Pokemon Jet lanciò un altro fragoroso ruggito ed alzò entrambe le braccia, poi le calò di colpo e percosse il terreno con violenza, provocando una scossa di terremoto ancora più potente di quella che Flygon aveva provocato un attimo prima! Il tremendo attacco fece cadere a terra storditi sia Flygon che Gardevoir, che cercarono di rialzarsi, ma finirono per afflosciarsi a terra un'altra volta, con gli occhi trasformati in spirali, e con grande disappunto e paura di Max, Drew e Vera...

"Oh, no! Gardevoir!" esclamò Max.

"Ugh... chiedo scusa, Max... è troppo forte per me..." si scusò il Pokemon Psico/Folletto, prima di cadere a terra e perdere i sensi. Drew strinse i denti e fece un verso di disappunto, prima di richiamare il suo Flygon... ma qualcuno non aveva ancora finito di dire la sua, e Lord Solaris non potè evitare di inarcare un sopracciglio per la sorpresa quando vide il Wartortle di Vera che si rialzava a malapena sulle gambe tremanti, le braccia alzate in una posizione che esprimeva sfida e decisione, malgrado la situazione apparisse completamente a suo sfavore...

"War, war... torrrrtle!" esclamò il Pokemon tartaruga, passandosi una mano sul labbro inferiore mentre restituiva al feroce Garchomp un'espressione dura e decisa. Il Pokemon Jet storse il naso, per nulla impressionato.

"Mi sorprende che il tuo Wartortle sia ancora in piedi dopo un attacco del mio Garchomp." affermò Lord Solaris, senza mai cambiare espressione. "Ma non ti servirà a molto, alla fine. Dovrebbe esserti chiaro che la differenza di forza tra i tuoi Pokemon e i miei è ancora troppo netta."

"E allora cosa dovrei fare? Arrendermi e lasciare che tu e i tuoi scagnozzi distruggano l'accademia dove hanno studiato Vittoria e i suoi amici?" esclamò Vera in tono di sfida. "Soltanto perchè tu ti sei fatto una tua idea di come dovrebbe essere Reborn, e non ti va che i suoi abitanti vivano sopra la tua... porta sacra?"

"Tu non hai la minima idea di cosa stai parlando, bambina arrogante." rispose il capo del Team Meteora. Da quella distanza Vera non lo poteva vedere, ma la fronte di Solaris si era corrugata in un'espressione di fastidio. "Tu non hai idea di cosa fosse Reborn in tempi antichi... un luogo sacro, parte di un mondo diverso e migliore in cui l'umanità era consapevole del suo posto nel grande schema del creato! In cui vivevano in armonia con il resto dell'universo ed elevavano canti di lode al nostro signore... Arceus, il creatore di tutte le cose!"

Vera sgranò brevemente gli occhi alla menzione di Arceus, il Pokemon creatore che lei - assieme a tutti i suoi compagni e al gruppo di amici di Ash - aveva incontrato poco dopo la sconfitta del Team Vicious, sulle vette della regione di Sinjoh. Come mai adesso il capo di un'organizzazione criminale ne parlava?

Decisamente, il Team Meteora non era un normale Team... c'era qualcosa dietro che forse avrebbe potuto essere molto pericoloso, o almeno significativo... ma in quel momento non era il caso di pensarci: dovevano pensare a come sopravvivere a quello scontro, e il Garchomp di Solaris si stava dimostrando, una volta di più, un avversario estremamente tosto...

"Non credo che Arceus sarebbe contento di sapere che state facendo del male a persone innocenti per fargli piacere, lo sapete?" chiese retoricamente la bambina.

Solaris fece un verso di stizza. "E tu, bambina, cosa credi di sapere del nostro signore? Sicuramente hai sentito solo le fiabe e le leggende che la tua mamma ti leggeva prima che tu ti addormentassi!" affermò. "Voi che avete perduto il contatto con il divino... voi non potete capire il dolore e la sofferenza del nostro grande signore! Egli vede come questo mondo stia sprofondando nel caos e nel peccato... ci sono persone che non meritano la salvezza! Noi non stiamo facendo altro che preparare questo mondo al suo ritorno, al giorno in cui tutti i nostri dolori saranno leniti, e tutti i nostri peccati saranno perdonati!"

"Io... io non capisco di cosa tu stia parlando!" esclamò Vera. "Ma non puoi giustificare così la morte di tante persone innocenti! E sono sicura... sicurissima... che Arceus non approverebbe quello che state facendo! Non vi permetteremo di continuare con i vostri folli progetti!"

"War! Wartortle!" esclamò il Wartortle della bambina, cominciando un attimo dopo a sprigionare dei raggi di luce bianca che coprirono la diffusa luce rossastra emessa dalla lava incandescente! Solaris e il suo Garchomp si ritirarono di un passo, sorpresi e vagamente spaventati... e Drew e Max, che avevano richiamato i loro Pokemon e si apprestavano a mandarne altri in campo, restarono fermi dov'erano, osservando prima con stupore e poi con rinnovata speranza il Wartortle di Vera che cominciava a cambiare forma!

"Wartortle... sta evolvendo!" esclamò Max, stringendo una mano a pugno in segno di gioia e trionfo! "A quanto pare... gli allenamenti che abbiamo fatto con la sensei Kiki hanno davvero dato frutto! Adesso sì che sei spacciato, Lord Solaris!"

"Grazie, Wartortle! Ti sei impegnato tanto per noi... e questa è la tua ricompensa!" disse tra sè un'orgogliosa e quasi commossa Vera, che per un attimo ricordò i primi tempi in cui Squirtle, allora un cucciolo dal carattere fragile e un po' frignone, si esibiva nelle gare di Pokemon al suo fianco. La luce che avvolgeva Wartortle si fece più intensa per un istante... e poi, si smorzò rapidamente, mostrando la nuova forma di Wartortle. Il Pokemon tartaruga si era trasformato in una testuggine dalla pelle azzurra che stava in piedi sulle zampe posteriori, con un guscio marrone chiaro da cui fuoriuscivano un paio di cannoni metallici, leggermente ritirati all'interno della corazza naturale. La testa era tozza, con corte orecchie triangolari e protetta da delle placche di pelle spessa ma flessibile, e i suoi arti erano corti ma robusti, e terminavano in mani e piedi con tre artigli bianchi ciascuno.

"Blast, blast! BLASTOISE!" esclamò il nuovo Pokemon di Vera, sentendosi completamente rinnovato e pronto ad un altro round con Garchomp, che grugnì infastidito, come per dire che anche questa evoluzione non l'avrebbe aiutato in alcun modo.

"Bene, bene... e così, un altro dei Pokemon della nostra Vera è evoluto! Devo farle i miei complimenti, lo ammetto. Mi ha decisamente superato." commentò Drew, prima di consultare il suo Pokedex in modo da sapere di più sul Pokemon con cui stavano avendo a che fare...

"Blastoise, il Pokemon Crostaceo. Tipo Acqua. Forma evoluta di Wartortle." recitò il Pokedex del ragazzino dai capelli verdi. "Il suo punto forte è la potenza piuttosto che la velocità. Il suo guscio è come un'armatura e gli attacchi come il suo Idrocannone sono praticamente imbattibili. Punta i piedi saldamente al suolo, per poi sparare getti d'acqua dal dorso. I getti emessi sono così precisi da riuscire a colpire un bersaglio ad una distanza di 50 metri."   

"Hm... devo ammetterlo, non me lo aspettavo." affermò Lord Solaris, ancora tranquillo e controllato. Sembrava davvero che nulla potesse scuoterlo dalla sua monolitica certezza di essere in una posizione di vantaggio. "E' evidente che hai allenato bene i tuoi Pokemon... e sei stata una buona allieva per Kiki. Ma se pensi che basti un'evoluzione a mettere il tuo Pokemon in condizioni di affrontare il mio Garchomp... temo che questa sia soltanto una tua illusione. Permettimi di dimostrarti cosa voglio dire, o meglio... permetti al mio Garchomp di dimostrare cosa voglio dire."

"GARRRRRRR!" ringhiò il terrificante drago-squalo, aprendo le braccia e mostrando le sue pinne affilate come rasoi! Blastoise puntò i piedi a terra e allungò una mano verso il campione di Lord Solaris, facendogli un cenno per dirgli di farsi avanti!

"Forza, Blastoise! So che ce la puoi fare!" affermò Vera. Doveva ammettere che era estremamente tesa... se Blastoise con i suoi attacchi di tipo Ghiaccio non fosse riuscito ad avere la meglio su Garchomp, dubitava che Blaziken e Glaceon ce l'avrebbero fatta... e il tempo stringeva, sottolineato dal gorgoglio della lava che continuava a salire sotto l'influsso della macchina PULSE...

 

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Era già da un po' di tempo che Kiki era rimasta distesa sul suo letto, e il rombo del vulcano che cominciava a risvegliarsi cominciava a creare un inquietante sottofondo... ma ciò nonostante, la sensei dell'Accademia Apofillide manteneva la calma, e restava distesa come se fosse in meditazione, quasi stesse cercando di cancellare il pensiero del vulcano dalla sua mente... e con esso, quello della sua morte imminente...

Il suo Medicham restava seduto a gambe incrociate accanto al capezzale della sua allenatrice, con le mani appoggiate sulle ginocchia con i palmi in alto nella posizione del loto. L'atmosfera era strana, quasi irreale... come se ciò che stava accadendo all'esterno non li riguardasse, e cercassero di isolarsi dalla realtà e controllare ciò che si agitava nei loro animi...

"Sensei Kiki!" esclamò un allievo, arrivando di corsa nella stanza dell'insegnante, la cui unica reazione fu di aprire gli occhi di colpo, riscossa dai suoi pensieri. Medicham guardò a sua volta verso l'allievo che aveva fatto irruzione nella stanza, guardando senza alcuna fretta nè allarme. "Sensei Kiki, dobbiamo andarcene in fretta! Il vulcano del Picco Apatite... si sta risvegliando, anche se non sappiamo come sia possibile! Dobbiamo... dobbiamo cercare di fuggire! Tra non molto, il vulcano ci riverserà addosso un fiume di lava!"

Lentamente, quasi meccanicamente, la sensei dai capelli purpurei si mise seduta sul suo letto, prendendo un bel respiro e tendendo entrambe le mani davanti a sè, formando con le dita una specie di oblò tramite il quale osservava una pergamena intarsiata di strani ideogrammi appesa alla parete della sua camera. Il suo allievo si chinò verso di lei e la prese gentilmente per una spalla, cercando di riscuoterla dalla sua trance... ma Medicham alzò una mano per fargli cenno di non preoccuparsi.

"Cham..." affermò il Pokemon Psico/Lotta, tenendo lo sguardo fisso sulla sua allenatrice, che restò ferma nella sua posizione ancora per qualche istante...

E alla fine, tutto le risultò chiaro.

Un sorriso speranzoso apparve sul volto di Kiki.

Ora sapeva cosa fare. Si chiese come aveva fatto a non giungere ad una tale conclusione molto prima... Evidentemente, non era ancora riuscita a domare del tutto il caos nel suo corpo e nella sua anima.

Ma ora... solamente ora... sentiva di avercela fatta. Sentiva che finalmente, i suoi pensieri erano chiari, e conducevano tutti ad un'unica conclusione...

Come se tutte le decisioni che aveva preso nella sua vita... tutte le strade su cui si era incamminata... tutte conducessero a quella decisione finale.

"Certo... certo, è così. Ora mi sembra tanto naturale, che non mi capacito del perchè ho finito per disperarmi, poco fa..." disse, come parlando da sola. Il suo allievo sbattè gli occhi un paio di volte, non del tutto sicuro di cosa volesse dire... e finalmente, Kiki si voltò verso di lui e lo accarezzò sulla testa, come una mamma con un figlio! "Va tutto bene, figliolo. Diciamo che... per un attimo, ho perso di vista me stessa e ho perso il controllo sul caos dentro di me... ma adesso è tutto chiaro. So quello che io e Medicham dobbiamo fare... vero, amico mio?"

La donna guardò verso il suo Pokemon più forte, che fece un cenno affermativo con la testa, senza avere bisogno di dire nulla per comprendere quello che la sua allenatrice voleva dire. E Medicham si alzò e si diresse verso un armadietto vicino, aprendolo con un cenno della mano tramite la telecinesi. Si sentì un secco CLAC quando la serratura scattò, e il portello si aprì, rivelando qualcosa che Kiki non aveva usato per molto tempo... un braccialetto di luccicante pietra nera, con una gemma multicolore luccicante incastonata su un lato, dalla quale si sprigionava una strana luminescenza e un'aura quasi mistica... e una gemma simile a quella che Elisio aveva donato a Vera, ma i colori erano un po' diversi, e la "fiamma" che ardeva all'interno della sfera era di uno strano colore rosa e giallo...

Medicham si mise al collo la pietra colorata e consegnò il braccialetto a Kiki, che lo indossò e si alzò lentamente in piedi, sotto gli occhi sbalorditi ed allarmati del suo allievo! "Ah! Che cosa... aspetti, sensei Kiki, non si sforzi così! Adesso... adesso che stiamo organizzando l'evacuazione.... troveremo un modo di portarla con noi, lei non deve sforzarsi!" esclamò.

Kiki non disse nulla subito. Si voltò verso il suo allievo e gli sorrise, accarezzandolo sulla testa. "Stai tranquillo... e sappi, qualunque cosa accada, che io veglierò sempre su di voi. Forse Cal non si sentirà pronto, forse c'è ancora del dubbio in lui... ma sono sicura che Vittoria saprà essere una sensei ancora migliore di me!" affermò, lasciando il ragazzo confuso e spaventato. Cosa voleva dire la sensei con quelle parole? Era come se stesse facendo le sue ultime volontà...

"M-maestra?" chiese il ragazzo. "Che... che significa? Non... non vorrà andare a... a cercare di dare una mano a Vittoria e a quei ragazzi di Hoenn, vero?"

Kiki sorrise gentilmente. "E che altro dovrei fare? Restare qui a piangermi addosso, rendendomi ancora più ridicola a me stessa?" chiese retoricamente. " No... è il momento per me di prendere in mano la mia sorte. Non ho potuto decidere quando e come la mia vita sarebbe terminata... ma almeno posso decidere come andare incontro al momento finale."

"E io... farò tutto quello che è in mio potere per darle una mano. Sarà... un vero onore combattere al suo fianco per l'ultima volta, sensei Kiki." affermò telepaticamente Medicham. Kiki fece un cenno di assenso al suo Pokemon più forte e controllò che il suo Mega Bracciale fosse al suo posto... poi, dopo aver preso un altro bel respiro, cominciò ad avviarsi sulle gambe non ancora ben ferme.

"Grazie, Medicham." disse Kiki, permettendo ad una lacrima di scorrerle lungo la guancia. "Non avrei potuto chiedere un compagno... e un amico... migliore di te."

 

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Sfortunatamente per Vera, sia lei che Blastoise si stavano rapidamente rendendo conto che Lord Solaris aveva ragione, e non sarebbe bastata una semplice evoluzione per far pendere la bilancia dalla loro parte. Blastoise si era lanciato all'attacco con ferocia e determinazione... ma la sua forza aumentata e i suoi attacchi più potenti non stavano facendo una gran differenza - il Garchomp del comandante del Team Meteora era troppo più forte e meglio allenato, e stava resistendo a qualsiasi attacco Blastoise e Vera cercassero di usare.

"Accidenti..." mormorò Vera quando vide il suo avversario evitare con sprezzante facilità un attacco Surf, sotto forma di una dirompente ondata che Blastoise aveva scagliato dai suoi cannoni. "Presto, Blastoise! Attaccalo con Capocciata!"

Blastoise reagì con sorprendente rapidità per un Pokemon non certo conosciuto per la sua velocità: abbassò la testa, prese la mira e caricò con tutta la sua forza contro il Pokemon Jet, che puntò le zampe a terra e si preparò a riceverlo.

Quando Blastoise sembrava ormai in procinto di mandare a segno un colpo devastante, Garchomp alzò le braccia e afferrò la testa di Blastoise, bloccando la sua carica dirompente con scioccante abilità.                 

"Stiamo solo perdendo tempo qui." affermò Solaris. "Garchomp, finiscila con Dragartigli!"

"Blastoise, usa Rapigiro per liberarti!" esclamò Vera con prontezza. La testuggine strinse i denti ed eseguì una piroetta, costringendo Garchomp a mollare la presa, poi cercò di allontanarsi, e riuscì ad evitare di essere colpita in pieno dal fendente, che invece gli fece soltanto un'ammaccatura sul guscio! Ringhiando e sentendo che la sua pazienza si stava esaurendo, Garchomp avanzò ancora...

"Ora o mai più!" disse Vera tra sè, decisa a dare quanto meno quanto più filo da torcere possibile a Garchomp prima di essere costretta a mandare in campo un altro Pokemon. "Blastoise, colpisci con Geloraggio!"

"BLAAAAAAST!" tuonò il Pokemon Crostaceo. Abbassò di colpo i suoi cannoni, ed aprì il fuoco, scagliando due raggi di energia bianco-azzurrina contro il campione di Solaris, che grugnì rabbiosamente e cercò di proteggersi come poteva, alzando le braccia davanti a sè per reggere al colpo. L'attacco Geloraggio lo investì, facendolo ringhiare per il dolore improvviso, e una crosta di ghiaccio cominciò a formarsi sulla sua pelle abrasiva, racchiudendolo ben presto in un blocco solido con un'espressione sbigottita sul muso feroce!

"Sì! Ce l'ha fatta! Lo ha congelato!" esclamò Max.

Tuttavia, per quanto fosse contenta che il suo Pokemon avesse mandato a segno un colpo così efficace, Vera non era così speranzosa, e neanche Drew... se c'era voluta un'allenatrice del calibro di Amaria per costringere Solaris a far ritirare Garchomp, allora sicuramente non sarebbe stato così semplice metterlo a terra...
Blastoise stesso sembrava incredulo di essere già riuscito a vincere... e infatti, pochi istanti dopo, il Garchomp di Solaris ricominciò a muoversi, aprì le braccia di scatto, e infranse il blocco di ghiaccio in cui era imprigionato, spedendo frammenti in ogni direzione. Il Pokemon Terra/Drago lanciò un tremendo ruggito di rabbia e frustrazione che si fece sentire oltre il gorgoglio della lava, e Lord Solaris corrugò la fronte in un'espressione di fastidio.

"Quel colpo ha inflitto dei notevoli danni al mio Garchomp. Devo ammettere che avete fatto più di quanto mi aspettassi." affermò Solaris. "Ma ormai siete giunti al limite. Non sarete certo voi ad impedire al Team Meteora di riportare Reborn a come era una volta... Garchomp, ora è il momento di concludere! Usa Dragofuria!"

"Attento, Blastoise!" esclamò Vera... ma era già troppo tardi. Deciso a non andarci più tato leggero, Garchomp scattò verso Blastoise e sferrò un devastante colpo con entrambe le braccia, ad una tale velocità che nessuno ebbe la possibilità di intervenire! Blastoise venne sollevato da terra e scaraventato lontano, atterrando accanto a Vera con gli occhi trasformati in spirali e la lingua penzolante! "Oh, no! Blastoise!"

"Mi hai sorpreso, bambina." affermò Solaris, guardando il suo Garchomp che riprendeva fiato. "Pochi finora sono riusciti a resistere così a lungo contro il mio Garchomp. Ma a questo punto, direi che è evidente il risultato... Se tenete alle vostre vite, vi consiglierei di andarvene, prima che il vulcano erutti. Forse siete ancora in tempo a salvarvi."

"Maledizione..." esclamò Drew con rabbia impotente, mentre Vera tirava un sospiro e richiamava Blastoise nella sua sfera. Il ragazzo dai capelli verdi guardò verso Vittoria, che assieme al suo Emboar era ancora invischiata nello scontro con Blake e la sua Froslass...

"Froslass, usa Palla Ombra!" esclamò Blake, e la Pokemon Ghiaccio/Spettro alzò le braccia e creò una sfera di ombre turbinanti davanti a sè, per poi scagliarla contro Emboar con rapidità e potenza...

Ma Vittoria fu pronta a controbattere.

"Emboar, respingila con Pietrataglio!" esclamò la giovane esperta di aikido. Emboar colpì il terreno con un pugno e fece sollevare da esso un enorme spuntone di roccia che intercettò la Palla Ombra di Froslass, facendola infrangere su di esso, e infrangendosi a sua volta! Froslass si ritirò sbalordita... e Vittoria ed Emboar ne approfittarono per sferrare un altro attacco. "Perfetto! Ed ora... usa Zuccata!"

"BOARRRRRR!" tuonò il Pokemon Suinincendio. Il suo corpo venne circondato da un'aura di energia bianca e blu... e il Pokemon si gettò a testa bassa contro l'avversaria, abbassando la testa per sferrare un colpo micidiale. L'attacco andò a segno, scaraventando via Froslass e facendola atterrare vicino ad uno stupito ed oltraggiato Blake, che non perse tempo a dare alla sua Pokemon tutta la colpa della sconfitta.

"Che... che cosa? Tu, stupida Pokemon inutile e patetica!" ringhiò il ragazzaccio, pestando i piedi per terra. "Che diavolo ti è saltato in mente di perdere? Non vali il pane che mangi, idiota!"

"Fros... lass..." mormorò la dama delle nevi con espressione mortificata. Emboar e Vittoria avevano perso interesse nei confronti dell'avversario, e adesso si stavano dedicando unicamente alla macchina PULSE, ancora in bella vista sull'isola di roccia magmatica che fluttuava nella lava ardente, e al Camerupt che era imprigionato al suo interno.

"Adesso o mai più, Emboar!" esclamò Vittoria. "Dobbiamo distruggere quella macchina, così la lava smetterà di salire!"

"Boar! Emboar!" grugnì Emboar, afferrando un grosso pezzo di roccia e spezzandolo per poi sollevarlo sopra la testa. Prese la mira e, prima che il furioso Blake potesse mandare in campo un altro Pokemon, scaraventò la roccia contro la macchina PULSE, deciso a mandarla in pezzi prima che fosse troppo tardi. L'enorme roccia descrisse una spettacolare traiettoria in aria, e volò verso il suo bersaglio, che sembrava ormai destinato ad essere ridotto in un ammasso di acciaio contorto!

"Perfetto, Emboar! Bel colpo..." cominciò a dire Vittoria.

"Heatmor! Focalcolpo!"

Tutto accadde in un istante - un enorme proiettile energetico sfrecciò verso la roccia che Emboar aveva scagliato e la centrò in pieno, esplodendo a contatto con un fragore assordante, che costrinse Vittoria ed Emboar a fare un passo indietro, e riducendo l'enorme pietra in una pioggia di inutili sassolini che precipitarono miseramente nella lava bollente, lasciando illesa la macchina PULSE che continuava a funzionare.

"Co... COSA?" esclamò Vittoria. Lei ed Emboar si voltarono verso il punto da cui l'attacco era provenuto... e con loro sommo orrore, videro Cal ed Heatran in piedi su un costone di roccia vicino, con delle espressioni illeggibili ma comunque cupe e desolate sui loro volti...

"Ah! Il fratellino finalmente si fa vivo! Alla buon ora!" esclamò Blake con gioia feroce.

"C-Cal?" balbettò Vittoria, mentre il suo Emboar sgranava gli occhi con evidente orrore... e il ragazzo dai capelli rossi abbassò lo sguardo ancora un po'. "Che... che cosa... che significa questo? Tu... tu non puoi..."

"Mi dispiace, Vittoria." affermò Cal desolato. "A quanto pare, ho l'abitudine di non essere quello che tutti si aspettano che io sia..."    
        
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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Ormai ci siamo. Questo è un momento decisivo. Il tradimento di Cal sembra aver tolto ai nostri l'unica possibilità che avevano di fermare l'eruzione del Picco Apatite, e nonostante tutti gli allenamenti fatti... a quanto pare, i Pokemon di Vera e dei suoi compagni non sono ancora in grado di competere con quelli di Lord Solaris. Se non altro, Blake non sembra più imbattibile... ma servirà a qualcosa? E cosa farà Kiki? Come si risolverà questa difficile situazione? Lo vedremo presto... e spero di pubblicare il prossimo capitolo prima di fine anno, visto che dall' 1 fino al 5 di gennaio sarò in Toscana per una breve vacanza.

A proposito... con l'anno nuovo riprenderò anche "XY Reload" e "Quest For Zeta and Omicron". E inoltre, inizierò una nuova parte della mia saga di Pokemon, una storia che sinceramente non vedevo l'ora di cominciare... "The Glazed Challenge", ispirata al fangame Pokemon Glazed, che vedrà come protagoniste Heather e Shelly dopo gli eventi di "A World Reborn". Non vi preoccupate, non ci saranno tanti spoiler per questa storia... XD

Ci vediamo presto, e per adesso... buon proseguimento di festività!
     
                   
 
     

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Capitolo 42
*** Un lampo di gloria ***


Pokemon: A World Reborn
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam


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Capitolo 42 - Un lampo di gloria

 

"Mi dispiace, Vittoria." affermò Cal desolato. "A quanto pare, ho l'abitudine di non essere quello che tutti si aspettano che io sia..."

Gli sguardi e le espressioni di tutti erano puntati su Cal e sul suo Heatmor, che avevano appena intercettato il colpo con il quale Vittoria ed Emboar speravano di mettere fuori causa la macchina PULSE. No, non era uno scherzo, purtroppo: quello era proprio Cal, assieme al suo Pokemon preferito... ed era lì a combattere al fianco del Team Meteora! E l'espressione trionfante e maligna di Blake altro non era che un'ulteriore conferma di questo terribile rovescio di fortuna...

"Cal?" mormorò Max, con lo sguardo stralunato per la sorpresa e l'orrore. "Cal, sei... sei davvero tu? Ma... ma come...?"

"C-Cal... non... non è... possibile..." mormorò Vittoria, talmente scioccata da aver perso ogni colore e non essersi nemmeno accorta del ghigno diabolico che troneggiava sul volto di Blake. "Questo... questo è tutto un trucco, vero? Il Team Meteora sta di nuovo usando uno dei suoi trucchi, non è così? Cal... il Cal che conosco io... non avrebbe mai fatto una cosa simile!"

"Heheheee... evidentemente, non lo conoscevi bene come credevi!" esclamò Blake. "Ma... devi sapere che il nostro amichetto Cal qui presente... che tra l'altro è anche il mio (poco) amato fratellino... ha tradito il vostro monastero, e vi ha venduti al Team Meteora, indicandoci il punto in cui una macchina PULSE alimentata da un Camerupt avrebbe potuto provocare un'eruzione devastante che avrebbe seppellito quella stamberga che voi chiamate monastero!"

"NO! Questo non è possibile! Tu menti!" esclamò Vera. "Cal non farebbe mai una cosa del genere!"

Un sorrisetto sottile apparve sul volto già segnato dagli anni di LOrd Solaris. "Ma davvero, bambina? Puoi davvero dire che lo conosci così bene?" affermò. "O forse ti stai solo aggrappando ad un'immagine illusoria che tu e la tua amichetta Vittoria vi siete fatte di lui?"

Il capo del Team Meteora guardò verso Cal ed Heatmor, entrambi i quali restavano fermi dov'erano senza dire una parola - un mutismo inquietante che non faceva altro che accusarli ancora di più.

"Ancora un po', Cal... resisti ancora un po'..." pensò tra sè Cal, sperando che il momento giusto per agire arrivasse presto. Non poteva permettersi di mandare ogni cosa all'aria per colpa di una reazione impulsiva...

"Heheheheee... e lo sapete il motivo per cui Cal vi ha traditi?" continuò spietato Blake. Vera e i suoi compagni avevano l'impressione che il comandante del Team Meteora si divertisse a tenerli sulla corda e a fare loro dispiacere con le sue rivelazioni... "E' molto semplice, in realtà... quell'incapace di mio fratello non è mai stato in grado di competere con me... in nessun campo! Si è unito al vostro ridicolo monastero perchè voleva trovare la... pace interiore, ed imparare a non farsi prendere la mano dall'invidia che provava nei miei confronti, ma... alla fine, nulla è riuscito a mettere a tacere la vergogna e l'inferiorità che provava nei miei confronti! Solo unendosi a noi del Team Meteora ha avuto finalmente la possibilità di diventare la persona forte e degna di rispetto che voleva essere!"

Cal continuò a restare in silenzio... e Vittoria iniziò a tremare, sconvolta da una paralizzante combinazione di rabbia, orrore, sgomento, delusione e disperazione.

"No... no... Cal... come... come hai potuto... ci hai traditi... hai tradito tutti coloro... che ti hanno fatto del bene... tu... tu..." la ragazza strinse i denti, e le lacrime cominciarono a scorrerle lungo le guance. "TU NON SEI MEGLIO DI QUEI DANNATI DEL TEAM METEORA! Tu... tu sei... sei soltanto un verme! Una carogna! Un essere spregevole! E io ti odio! TI ODIO, TRADITORE!"

"Hahahahaaaa! Che divertente! Ma che bella coppia di piccioncini che siete!" rise Blake, quasi piegandosi in due per il divertimento. "Siete davvero uno spasso, voi due! Non c'è niente di più divertente che vedere due amici che si rivoltano l'uno contro l'altro! Ma non illuderti, mocciosa! Cal non ha mai provato nulla per te! Anche se è stato bravo a farti credere che voi, patetici mocciosi dell'Accademia, contaste qualcosa!"

Resistendo a stento all'impulso di rispondere, Cal abbassò ancora lo sguardo, e il suo Heatmor rabbrividì vedendo gli sguardi di astio e disapprovazione provenienti da Vera, Max e Drew... ancora qualche secondo... ancora qualche istante...

"Ora, se avete finito con i vostri sciocchi tentativi di opporvi, vi consiglierei di non scalmanarvi ed ammirare con i vostri occhi la fine dell'Accademia Apofillide. A meno che, ovviamente, non preferiate salvarvi la pelle, cosa che io vi consiglierei." affermò  Solaris. Il suo Garchomp si spazzò la polvere dalle squame e prese un bel respiro per rilassarsi dalla battaglia inaspettatamente difficile che aveva sostenuto... e il tremore salì di intensità, facendo barcollare Max e Vera. Drew riuscì a tenersi in piedi solo appoggiandosi ad una roccia vicina...

E la lava iniziò a salire rapidamente, pronta a riversarsi sul monastero Apofillide come un fiume in piena...

 

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"Perfetto, Skuntank! Ora concludi con un attacco Lanciafiamme!" esclamò Cain, indicando il bersaglio al suo Pokemon puzzola. Skuntank si voltò, dando le spalle al Jolteon di Zel... poi alzò la coda e, con un suono dirompente e alquanto sconveniente, scagliò da sotto essa una enorme fiammata che investì in pieno la Eevolution di tipo Elettro, facendola guaire di dolore e barcollare indietro per diversi passi! Jolteon si mise a soffiare sulla scottatura che gli era apparsa sulla zampetta sinistra, e il suo allenatore strinse i denti per il fastidio. Questi ragazzini si stavano dimostrando avversari molto più pericolosi di come li aveva fiudicati all'inizio...

"Ehm... forse sarebbe meglio pensare ad un'altra idea." disse Lumi, prendendo il controllo del corpo di Zel per un attimo. "Siamo in una brutta situazione, e non possiamo permetterci di perdere questa posizione... giusto?"

"Stai zitta e concentrati sullo scontro, Lumi..." rispose rapidamente Zero.

Ma Eve volle dire la sua, e lo fece dandosi una pacca sulla nuca per richiamare l'attenzione della sua personalità maschile. "Lumi ha ragione, Zero! C'è qualcosa che non va... non hai dato un'occhiata al terminale?"

"Che succede? Che ha il terminale?" chiese Taka, il cui Klefki si era piazzato al suo fianco dopo aver a malapena evitato un devastante attacco Baraonda da parte dello Spinda di Ortilla. Il giovane e riluttante comandante del Team Meteora si spostò verso il computer principale, sul cui schermo si vedeva una rappresentazione schematica del Picco Apatite e della condizione della macchina PULSE installata da Cal... e si rese subito conto che c'era qualcosa che non andava, anche se mantenne un modo tranquillo e quasi noncurante. "Ooooh, adesso capisco! Sembra che ci sia un intoppo... la macchina non sta facendo il suo lavoro, la lava è arrivata fino ad un certo livello, e poi non sale più! E tra l'altro, il Camerupt che è al suo interno non è stato ancora influenzato dall'energia PULSE... non che la cosa mi dispiaccia, beninteso!"

"Hm? Che succede? Stanno avendo dei problemi, mi sembra..." affermò Ortilla.

Hitomi strinse gli occhi. "Forse, finalmente, c'è qualcosa che gira a nostro favore..."

Zel, o meglio dire Zero, raggiunse il terminale e sgranò gli occhi quando si rese conto del problema. C'era davvero qualcosa che non andava, ed era qualcosa di inaspettato e molto serio! "Cosa? E com'è possibile? La macchina PULSE è in stallo! Non sta più influenzando il vulcano!"

"C'è un sovraccarico di energia in alcune parti vitali della macchina... stando alle nostre ispezioni finali, questo non avrebbe dovuto essere possibile, la macchina avrebbe dovuto funzionare almeno fino a quando il Camerupt al suo interno non fosse stato influenzato." affermò Eve perplessa. "Com'è possibile che sia accaduto?"

"Forse perchè non sei stata abbastanza scrupolosa nel controllare la tua macchina, brutta cretina!" esclamò Zero.

La reazione di Eve fu rapida e decisa. "Oh, adesso che funziona male, è la mia macchina? Quando si tratta di ricevere le lodi di Lord Solaris e dei nostri superiori, allora la macchina è tua, vero?"

"S-se non altro... almeno mi fa piacere che nessuno al monastero si fa male..." mormorò Lumi. Cain e le due bambine sembravano alquanto stupiti da quello sviluppo, ma non attesero di avere delle spiegazioni, e misero ancora più pressione su Taka e Zel, cercando di sopraffarli...

"Non ho ben capito di cosa si tratti... ma non è il momento di stare qua a farsi domande." disse Hitomi. "Avanti, Granbull, è il momento! Attacca il Jolteon di Zel con Carineria!"

"Adesso, Spindy! Usa il tuo attacco Psichico su Klefki!" esclamò Ortilla rivolta al suo Spinda. I due Pokemon si scambiarono rapidamente l'avversario... e un attimo dopo, Granbull piombò addosso alla Eevolution di tipo Elettro, travolgendola e cominciando a prenderla a pugni, entrambi i Pokemon avvolti da un comico polverone! Lo Spinda di Ortilla si concentrò e scagliò un potente attacco mentale sotto forma di un'ondata di forza invisibile che travolse il piccolo Pokemon portachiavi e lo spinse a terra con un acuto tintinnio di chiavi. Klefki si rialzò quasi subito, ma anzichè passare all'attacco decise di restare a fianco del suo allenatore, immaginando che la situazione stesse volgendo rapidamente a loro sfavore...

"Cosa starà succedendo lì sulla vetta?" si chiese Cain, tenendo comunque d'occhio Taka e Zel... anche con l'aiuto di Skuntank che li puntava come un cane da guardia ben addestrato. "Vera e gli altri dovrebbero essere riusciti a fermare la macchina, a questo punto... almeno, visto che si è guastata..."

 

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Lord Solaris corrugò la fronte, confuso e irritato. "Hm? Ma che succede? Perchè la lava non sale più?" affermò. "La macchina PULSE è ancora intatta, no?"

L'atmosfera piena di rabbia, tensione e disperazione che si respirava sul picco Apatite cominciò a distendersi, anche se solo di un po'. I tremori della terra si stavano smorzando sempre di più, e sembravano addirittura sul punto di fermarsi... e anche Blake aveva perso quel suo sorrisetto odioso, e sembrava non spiegarsi cosa stesse accadendo. Gli unici che sembravano ancora calmi e tranquilli erano Cal ed il suo Heatmor, ancora in piedi su quel picco di roccia, e ora più sicuri di prima...

"Non... non capisco, Lord Solaris! La macchina funzionava alla perfezione! Almeno, questo è quello che mi ha detto Zel..." affermò l'esperto di Pokemon Ghiaccio, guardandosi attorno come se questo gli potesse far venire in mente il motivo di quell'imprevisto. "In teoria... avrebbe dovuto far salire la lava fino a provocare l'eruzione e seppellire Apofillide!"

"Ma... ma cosa sta succedendo?" chiese Max, riscuotendosi dallo sgomento in cui era precipitato. "Perchè... perchè la macchina PULSE non funziona più? Noi... non siamo riusciti a farle nulla!"

Vera scosse la testa. "Ne sono quanto te, fratellino... e anche Vittoria non è riuscita a danneggiarla prima che Cal..." si interruppe e guardò con astio il ragazzo dai capelli rossi rimasto in piedi sul costone di roccia vicino. "A meno che... a meno che Cal non ne sappia qualcosa! Hey, Cal! Cal, rispondi! Che sta succedendo qui? Ne sai qualcosa?"

"Cos'è tutta questa sceneggiata? Vedi di rispondere bene!" esclamò Drew, pronto a mandare in campo un altro Pokemon...

In tutto questo, la più stravolta era Vittoria, che a quel punto non sapeva più cosa pensare. La ragazza dai capelli neri si guardava attorno, prima verso la macchina, poi verso il suo altrettanto spiazzato Emboar... e infine verso Cal stesso, che non sembrava interessato a chiarire cosa stesse accadendo. La macchina PULSE emetteva una serie di strani rumori, sputando fumo nero come un'automobile scassata, e numerose spie di allarme si erano accese sulla sua superficie, per avvisare dei malfunzionamenti... ma in quel fiume di lava ardente, non c'era davvero modo di raggiungerla per capire quale fosse il problema!

"Maledizione... ma che significa?" esclamò Solaris, sentendosi improvvisamente pervadere da una sgradevole sensazione. "Cal! Cal! Maledizione, Cal, tu ne sai qualcosa di tutto questo, vero? Cosa hai fatto alla nostra macchina PULSE? E' un tuo trucco?"

"Hai deciso di tradirci, fratellino?" ringhiò Blake. "Non vorrai dirmi che hai scelto di restare la persona debole e patetica che eri prima di entrare nel Team Meteora, vero?"

Finalmente, Cal disse la sua. "Rispondo in cinque parole, fratellone... Heatmor! Usa Focalcolpo! Su Garchomp!" esclamò.

Il formichiere di fuoco sembrò sorridere di quell'ordine... e ancora una volta si concentrò, creò una gigantesca sfera di energia luminosa tra gli unghioni, e la scagliò con tutta la sua forza contro l'impreparato Garchomp di Lord Solaris, che sgranò gli occhi in un'espressione di paura e sgomento prima di essere colpito in pieno! Il Focalcolpo esplose al momento dell'impatto, inghiottendo Garchomp in una enorme conflagrazione e in un vortice di luce bianca e rocce strappate, e il boato riecheggiò tutt'attorno per diversi secondi prima che la luce si smorzasse. E quando fu possibile vedere di nuovo, Vera e i suoi compagni restarono piacevolmente sorpresi e sollevati nel vedere che questa volta, il feroce squalo-drago sembrava aver subito danni importanti! La sua pelle abrasiva era coperta di segni neri e graffi, e Garchomp barcollò per un attimo prima di cadere in ginocchio, stordito e dolorante. Riuscì a rialzarsi qualche secondo dopo... ma ormai sembrava essere giunto quasi al limite.

"Cal, maledetto!" esclamò Lord Solaris, perdendo il controllo forse per la prima volta da quando Vera e Drew lo avevano incontrato. "Che diavolo stai facendo? Non avevi detto tu stesso che adesso volevi aiutare noi del Team Meteora?"

"Cosa... cosa... cosa significa tutto questo, Cal?" balbettò Vittoria, sentendosi tirata da due parti opposte. Da una parte la rabbia per il presunto tradimento di Cal, dall'altra la speranza che le cose non fossero quello che apparivano. "Cosa stai cercando di... da che parte stai, Cal?"

Finalmente, il giovanotto dai capelli rossi rispose, non prima di aver rivolto un sorriso di scuse a Vittoria.

"Chiedo scusa per tutto, Vittoria... Vera, ragazzi... non potevo rivelarvi tutto se non adesso." affermò Cal, sentendosi finalmente un grande peso sollevato di dosso. "In realtà, sono sempre stato dalla vostra parte, anche quando sembrava che io mi fossi schierato con il Team Meteora. La macchina PULSE non funzionerà mai più, e il Pokemon che vi è stato rinchiuso non diventerà mai un mostro. Ho sabotato quell'aggeggio infernale quando l'ho installato."

"Traditore!" ringhiò Blake, perdendo del tutto la testa. Lord Solaris, invece, restò minacciosamente calmo, limitandosi a stringere una mano al proprio fianco. "Allora ci stavi prendendo in giro fin dall'inizio! Sei un maledetto venduto! Una serpe! Un voltagabbana! Sei rimasto il solito indviduo debole e patetico che sei sempre stato! Non sei cambiato di una virgola! Tsk... e io che per un attimo ho davvero creduto che tu fossi diventato un uomo!"

"Dì pure quello che vuoi di me, Blake. Non posso dire di non aver fatto nulla per meritarmelo." rispose Cal con fare sibillino. "Ma ora finalmente ho capito i miei errori... e ho intenzione di fare di tutto per rimediare!"

Solaris emise un verso di stizza. "Tsk... allora era proprio vero. Sei stato tu a sabotare la macchina PULSE, dannato traditore." affermò. Poi, si calmò di colpo, in maniera quasi stridente con la rabbia di poco prima, e continuò a parlare. "A quanto pare, sei davvero debole come tuo fratello diceva."

Cal restò in silenzio per un attimo, sentendosi ribollire di rabbia, e Blake, malgrado tutto, emise una delle sue risatine maligne, solo per il gusto di stuzzicarlo ancora di più. Ma durò solo un attimo: Cal si rilassò un attimo dopo, e chiuse gli occhi come se stesse meditando.

"Sì. Sì, è vero." ammise. "Io sono debole. Sono patetico. Lo sono sempre stato. E' stata la sensei Kiki a farmi capire che dovevo riconoscere come mie anche le parti del mio carattere che non mi piacevano. Che non è la forza, l'unica cosa che conta. O forse sì... forse essere deboli significa restare fermi a guardare, senza fare nulla per impedire che attorno a noi accadano le cose che non vogliamo. E così ho deciso di smetterla. E di colpire il Team Meteora quando e dove voi meno ve l'aspettavate. Dall'interno, quando ormai pensavate che vi sareste sbarazzati per sempre del monastero Apofillide!"

"Allora... allora era tutta una messinscena, Cal? Tu... tu non ti sei mai davvero unito a loro?" esclamò Vittoria, le cui lacrime ora erano diventate di gioia e sollievo. Quando il ragazzo si voltò e le sorrise di rimando, facendo un cenno affermativo con la testa, Vittoria non riuscì ad impedirsi di fare un grande sorriso a sua volta. "Accidenti a te, Cal... solo tu potevi fare una sciocchezza simile, eh?"

"Se non altro, almeno adesso sappiamo che Cal non è un traditore... e la cosa mi fa molto piacere!" affermò Vera, anche lei sollevata. Ma c'era ancora un problema, che la richiamò alla realtà - il Garchomp di Lord Solaris non era ancora sconfitto.

"Tsk... e pensi che un'azione sconsiderata come questa ti redima?" commentò il comandante del Team Meteora. "Al contrario, ti condanna. Blake aveva ragione. Sei talmente inutile da essere addirittura irritante, mio caro Cal."

"Visto? Io ho sempre ragione, fratellino! Ed ora... hai appena calpestato una mina! Una mina che ormai non può più essere disinnescata! Heheheee... buona morte, fratellino caro! Il Team Meteora non accetta dimissioni da nessuno!" sghignazzò malignamente Blake.

Cal non badò al fratello maggiore, e indicò al suo Heatmor il nuovo bersaglio - il Garchomp di Lord Solaris! "Potrebbe non essere facile come credi, Blake... ora che Garchomp è indebolito, possiamo vincere! Heatmor, attacca con Fuocobomba! Adesso!"

"Heatmor!" esclamò il Pokemon formichiere. Prese fiato per un istante e scagliò una dirompente fiammata a forma di asterisco contro lo squalo terrestre... mentre Vittoria, corroborata dalla notizia che Cal era ancora dalla loro parte, si riscosse dalla sua trance e diede un ordine al suo Emboar!

"Emboar! Colpisci Garchomp con Martelpugno!" esclamò la giovane esperta di aikido, indicando il dragone. Il cinghiale di fuoco prese lo slancio e partì alla carica contro il Pokemon campione di Lord Solaris, che guardò con rabbia i due attacchi che gli stavano arrivando addosso dai lati...

"Hmph. Tremo al pensiero di quello che riuscirete a fare voi due pivelli." affermò Solaris con sarcasmo feroce. "Garchomp, sai cosa fare."

"GARRRRR!" ringhiò lo squalo terrestre, usando poi il suo attacco Fossa per scomparire sottoterra con rapidità scioccante ed evitare la Fuocobomba di Heatmor, che proseguì la sua corsa ed esplose in lontananza con un rimbombo terrificante. Garchomp riemerse un attimo dopo, solo qualche metro più in là, e sferrò un altro micidiale attacco Pietrataglio: mosse un braccio davanti a sè e sollevò una raffica di rocce affilate che volò verso Heatmor come uno sciame di piccoli missili; e il formichiere di fuoco non riuscì a scansarsi in tempo e venne raggiunto dal colpo, che lo proiettò a terra con un lungo verso di dolore! Emboar si avvicinò rapidamente e sollevò un braccio per sferrargli un poderoso pugno, ma Garchomp si voltò con rapidità scioccante e alzò entrambe le braccia, bloccando il tremendo colpo di Emboar con facilità terrificante.

"Emboar, attento!" esclamò Vittoria. Il cinghiale dalla barba di fuoco tirò verso di sè per sfuggire alla presa... ma la forza di Garchomp era ancora troppo grande perchè Emboar potesse competere con lui.

"Vedete... anche se il mio Garchomp è indebolito, è comunque molto più forte dei vostri Pokemon." affermò Solaris. "Chiunque si oppoga al Team Meteora verrà spazzato via! Avanti, Garchomp, usa Dragofuria!"

Garchomp emise un ruggito gutturale e tirò indietro un braccio, per poi sferrare un tremendo fendente che raggiunse il Pokemon Suinincendio al torace, scaraventandolo via con inaudita violenza e facendolo precipitare per un breve tratto, almeno finchè non andò a schiantarsi sul terreno roccioso e restò steso a terra con gli occhi trasformati in spirali.

"No, ancora non ci siamo... nonostante tutto, non siamo ancora all'altezza di Lord Solaris..." esclamò con disappunto Drew. Vera fece un movimento, cercando di prendere una Pokeball nonostante la paura che la attanagliava... ma restò congelata al pensiero che, anche se fossero riusciti a sconfiggere Garchomp, avrebbero comunque dovuto vedersela con il resto della squadra del capo del Team Meteora, e probabilmente anche con ciò che restava di quella di Blake. Non deponeva per niente a loro favore...

Vittoria e Cal corsero ad assistere i loro Pokemon e li aiutarono a rialzarsi... ma era chiaro che non avrebbero potuto resistere ancora a lungo. "Tutto qui? Beh, non che mi aspettassi nulla di diverso, alla fine. Avete resistito in maniera ammirevole, e siete riusciti a far passare un brutto quarto d'ora al mio Garchomp... ma alla fine, la differenza di forza mi sembra più che evidente." commentò Lord Solaris. "Che voi due poteste sconfiggermi, è stata soltanto una vostra sciocca convinzione."

"Forse loro due non possono sconfiggerti, Solaris. Ma io sì."

La voce un po' stentata di Kiki intervenne... e il rumore di qualcosa, o meglio di qualcuno, che saltava da una roccia all'altra annunciò l'arrivo di un possente Machamp che portava in spalla la sensei dai capelli purpurei, tenendola su di sè come se non pesasse nulla. Vera, Drew, Max, Vittoria e Cal videro il possente Pokemon Lotta a quattro braccia scendere giù dal cielo ingombro di nubi, e atterrare con untonfo nel bel mezzo dell'altopiano, scuotendo la terra per un istante!

"S-sensei Kiki?" esclamò Vera sgranando gli occhi, quando la donna si voltò verso i tre ragazzi di Hoenn e salutò con la mano, come niente fosse!

"Sensei Kiki! Anche lei qui?" esclamò Cal, altrettanto sbalordito. Aveva sentito che le condizioni di salute di Kiki erano peggiorate di recente, e non immaginava che si sarebbe mossa dall'Accademia per venire a dare loro una mano. Certo, la sua apparizione sembrò dare da pensare anche a Solaris e a Blake... e il Garchomp del comandante del Team Meteora si fermò, guardando sospettoso il Machamp di Kiki che faceva scendere delicatamente la sua allenatrice. Kiki barcollò per un attimo, ma riuscì a tenersi salda sulle gambe mentre Vittoria correva ad assisterla.

"Sensei! Le ho detto che non deve sforzarsi!" esclamò ansiosamente Vittoria, mentre allo stesso tempo dava una rapida occhiata a Machamp, che rispose alzando le spalle. Kiki richiamò il colosso a quattro braccia nella sua Pokeball, mentre anche Vera, Max, Drew e Cal la raggiungevano. "Insomma... come ha fatto ad arrivare qui? E cosa... cos'è quel Mega Bracciale che porta con sè?"

"Mega Bracciale?" esclamò Vera, solo in quel momento notando il braccialetto luccicante al polso destro di Kiki. "Quello... quello è il bracciale che permette la... la Mega Evoluzione?"

"Non starà mica dicendo che... che ha intenzione di..." mormorò Max, immaginando le conseguenze che avrebbe potuto avere fare la Mega Evoluzione nelle precarie condizioni di salute di Kiki!

Prima che Kiki potesse rispondere, Lord Solaris riprese la parola, calmo e controllato come era quasi sempre. "Kiki Mikael Argall... allenatrice di Pokemon Lotta e maestra di arti marziali e meditazione zen dell'Accademia Apofillide. Non mi aspettavo che saresti venuta tu stessa ad affrontarmi. Avevo sentito dire che le tue condizioni di salute ti avrebbero impedito di presentarti. Come mai, improvvisamente, sembri cambiare idea?" affermò. "Credi forse di poter cambiare le cose?"

"Credo, se non altro, di poter salvare i miei allievi." disse Kiki con severità, tirando fuori un'altra Pokeball. "Io ho costruito questo posto con grandi sacrifici. Ho messo il mio cuore e la mia anima nel creare un luogo dove i giovani di Reborn potessero venire per migliorarsi, avere una guida e aspirare a qualcosa di più che semplicemente sopravvivere, giorno dopo giorno, nella metropoli inquinata che è Reborn City. Quei ragazzi e quelle ragazze... Vittoria, Cal, Vera, Max, Drew, Ortilla, Hitomi, Cain... loro sono la mia famiglia, e se credi che ti lascerò alzare anche solo un dito su di loro, sono qui per dimostrarti il contrario."

"Hahahahaaaa! Ma sentitela! Che sfigata che sei, ma fammi il piacere! Tu vorresti affrontare noi? Ma stà zitta, che non stai neanche in piedi, povera malata che non sei altro!" fu il commento di Blake. Vera represse a stento l'istinto di raggiungere quell'individuo spregevole e tirargli un calcio dove meritava...

Ma Kiki non si offese minimamente, e dopo un attimo di silenzio che sembrava quasi divertito, guardò verso Cal e gli rivolse una domanda. "Quindi, questa persona sarebbe tuo fratello, Cal? Sinceramente, non capisco perchè dovresti sentirti inferiore a questo povero stupido." affermò. Blake grugnì astiosamente, irritato dal fatto che la sua battuta gli fosse stata ritorta contro... e Kiki fece un passo avanti, aprendo la sua Pokeball dalla quale uscì Medicham, che si mise subito in posizione di guardia. "Ad ogni modo, adesso mi occuperò io di Solaris e del suo leccapiedi. Non permetterò loro di farvi del male... e per proteggervi, sono pronta a bruciare la mia vita fino alla fine!"

"C-cosa? A... Aspetti un attimo, sensei!" esclamò allarmata Vittoria. "NOn... non può fare questo! Se... se lei dovesse ricorrere alla Mega Evoluzione... non oso pensare a cosa accadrebbe!"

"Noi non vogliamo che lei si sacrifichi! Non può lasciarci soli così!" esclamò Vera. "Noi... noi abbiamo ancora molto da imparare da lei... e poi, che ne sarà delle persone a cui lei vuole bene?"

Kiki sorrise gentilmente. "So quello che faccio, miei cari allievi. Voi per me siete come dei figli... e quale genitore non si sacrifica per i suoi figli?" affermò, avanzando ancora verso Solaris, Blake e Garchomp. "Voi avete già fatto quello che potevate... e sono sicura che da questo momento in poi, non avrete bisogno della mia guida. Avete tutto quello che vi serve per affrontare e sconfiggere il Team Meteora... e io non permetterò a questi criminali di sradicare la speranza di un futuro migliore per Reborn."

"Noi del Team Meteora siamo l'unico futuro migliore possibile per questo mondo alla deriva!" replicò Lord Solaris. "E non ho intenzione di ascoltare oltre i tuoi deliri. Garchomp, uccidila!"

"Non così in fretta!" esclamò Kiki, alzando la mano alla quale portava il Mega Bracciale. Medicham si concentrò, sentendosi improvvisamente pervadere da un'intensa, corroborante sensazione di potenza, e un'immensa quantità di energia si sprigionò da lui, mentre la pietra appesa al suo collo si illuminava a sua volta e cominciava ad emettere raggi luminosi in tutte le direzioni! Vera e i suoi compagni, Cal e Vittoria compresi, furono costretti ad indietreggiare quando una folata di vento sprigionata dall'esplosione energetica si schiantò su di loro, e le luci intense li abbagliarono!

"No! Sensei Kiki!" esclamò Cal allarmato.

"Grazie di tutto, ragazzi... il resto lo affido a voi." mormorò gentilmente Kiki... poi, con decisione, spalancò gli occhi, toccò la pietra incastonata nel suo bracciale e pronunciò le parole di attivazione! "EVOLUZIONE... OLTRE L'EVOLUZIONE! MEGA EVOLUZIONE!"

"Sensei Kiki... questo combattimento lo dedico a lei!" Kiki sentì la voce telepatica del suo Medicham, che aprì le braccia prima di venire avvolto da una gigantesca sfera di luce bianca che si espanse per diversi secondi tutt'attorno a lui... e infine si dissolse in un lampo che inghiottì ogni cosa per mezzo secondo, prima di smorzarsi e permettere a tutti di vedere il prodigio!

Medicham si era trasformato - per quanto fosse ancora riconoscibile come il Pokemon che era, i suoi pantaloni sembravano un po' più ampi, ed erano decorati da un paio di drappi gialli sulle ginocchia, e da alcuni gioielli blu che decoravano il bordo. Le due braccia erano ornate da due bracciali dorati, e i palmi delle mani erano uniti tra loro in una posa di meditazione, mentre i suoi occhi erano diventati blu, ma il cambiamento più visibile era il copricapo simile a quello di un rajah, oltre che le quattro bande bianche che uscivano dalla schiena e dalla nuca, e fluttuavano in aria grazie ai suoi poteri psichici. L'aura energetica che avvolgeva il Pokemon era quasi palpabile, e Vera si sentì tremare - non aveva mai visto nulla di simile, tranne quando aveva visto Mewtwo assumere quella strana nuova forma per affrontare Dialga e Giratina nella battaglia decisiva con Grings Kodai, solo pochi mesi prima...

Era una visione incredibile, che esprimeva un senso di maestà e potenza - una visione quasi sacra. E davanti a questo, persino il Garchomp di Solaris non sembrava in grado di poter davvero opporre una gran resistenza!

"La Mega Evoluzione..." mormorò Max, come trasognato. "Adesso... adesso pensate che Kiki ce la possa fare contro Lord Solaris e Blake?"

Drew deglutì, quasi involontariamente. "Non voglio alimentare false speranze, Max... più che altro, temo per la vita della sensei..."

Vera strinse i denti, guardando con un misto di eccitazione e dolore la sensei che stava in piedi sorretta dalla pura e semplice forza di volontà. La sensei Kiki stava facendo proprio quello che aveva detto... stava sacrificando la sua vita per permettere loro di sopravvivere all'attacco di Lord Solaris!

Garchomp si fermò di colpo, improvvisamente intimorito dall'apparizione di Mega Medicham... ma subito dopo, deciso a mettere fine a quell'irritante insetto che sfidava lui e il suo allenatore, si produsse in un altro attacco Dragofuria, sollevando un braccio perassestare un colpo micidiale a Mega Medicham...

"Medicham, attacco Psichico!" esclamò Kiki, cominiando già a sudare e a sentire i primi brividi. Come immaginava, lo sforzo di tenersi in attività e allo stesso tempo mantenere la Mega Evoluzione stava accelerando di molto la sua fine... ma doveva resistere il tempo necessario a vincere quella battaglia.

Medicham spalancò di colpo gli occhi, che si illuminarono di luce blu... e un attimo dopo, il Pokemon Psico/Lotta scagliò una bordata di energia mentale di inusitata potenza che sfrecciò verso il Pokemon Jet, con tale foga da strappare letteralmente pezzi di roccia dal terreno prima di colpire in pieno il suo bersaglio. Con un verso strozzato, il Garchomp di Solaris venne sollevato in aria tramite telecinesi, e poi scaraventato via come se non fosse pesato nulla, scavando una profonda trincea nel terreno con le sue zampe artigliate. Cercò di opporsi con tutte le sue forze, ma gli attacchi subiti in precedenza lo avevano troppo indebolito, e non c'era nulla che lui potesse fare per salvarsi.

"CHAAAAAM!" esclamò Mega Medicham, concentrandosi un altro po', e sopraffacendo l'ormai debole resistenza di Garchomp con la forza della sua mente. Garchomp perse del tutto le forze, e la dirompente ondata psichica lo trascinò con sè per un lungo tratto, fino a farlo schiantare fragorosamente contro un muro di roccia dietro di lui, demolendolo con il terribile impatto. Garchomp ruggì di nuovo, un misto di rabbia e paura, mentre il costone di roccia gli franava addosso, seppelendolo sotto una marea di pietre e polvere... e quando fu possibile vedere di nuovo, tutti si resero conto che Garchomp era stato messo fuori combattimento, e giaceva privo di sensi in mezzo al mucchio di rocce.

"Ma... ma è... pazzesco! Questo... è il potere della Mega Evoluzione?" esclamò Drew esterrefatto. Anche Blake era rimasto talmente scioccato dalla potenza dimostrata da Mega Medicham, che restò imbambolato a guardare per alcuni secondi, e si riscosse soltanto quando si sentì richiamare da Lord Solaris, che aveva fatto rientrare Garchomp nella sua Pokeball.

"Blake! Manda uno dei tuoi Pokemon più forti!" esclamò Solaris, mentre sceglieva un'altra Pokeball. "Stavolta non sarà uno scherzo! Vieni a me, Mandibuzz!"

"Ah! Er... subito, Lord Solaris!" esclamò il giovinastro. "Esci, Abomasnow! Abbiamo dei nemici da schiacciare!"

Le Pokeball dei due comandanti si aprirono in aria, facendo uscire altrettanti Pokemon: quello di Lord Solaris, un avvoltoio dalle piume brune, con il becco grigio e gli occhi rosati, che portava una sorta di gonnellino fatto di spuntoni d'osso; quello di Blake, un'enorme umanoide tozzo e muscoloso che assomigliava ad un abete innevato con un paio di corte gambe verdi, una coda fatta di aculei, e due potenti braccia terminanti in goffe mani verdi a tre dita. Entrambi i Pokemon si misero in guardia, e i loro allenatori non persero tempo a ordinare l'attacco, sperando che la superiorità numerica potesse aver ragione di Mega Medicham.

"Presto, Mandibuzz! Usa Ripicca!" esclamò Lord Solaris.

"Abomasnow! Schiaccialo con Mazzuolegno!" fu l'ordine di Blake. Mandibuzz lanciò un acuto stridio di battaglia, spiegò le ali, e si lanciò contro Mega Medicham con un'aura di luce nera che si accendeva attorno al suo corpo, mentre Abomasnow trasformava il suo braccio destro in un enorme e nodoso martello di legno e si lanciava alla carica a sua volta!

"Due contro uno, sensei Kiki." disse Mega Medicham con un cenno della testa. "Credo che non sia il caso di prolungare oltre la battaglia."

"Mi trovi... perfettamente d'accordo." disse Kiki, sforzandosi di tenersi concentrata. La poca energia vitale che le restava stava esaurendosi man mano, e la donna sentiva la morte incombere. "Intercettali, Medicham. Usa Tuonopugno e Fuocopugno assieme."

Il Pokemon Meditazione strinse i pugni, e immediatamente, sul lato dal quale stava scendendo in picchiata la Mandibuzz di Solaris, la mano chiusa venne circondata da una sfrigolante scarica elettrica, mentre il suo pugno destro si incendiava di fiamme scarlatte. Con feroce determinazione, Mandibuzz ed Abomasnow raggiunsero il loro bersaglio...

La Pokemon avvoltoio per prima cercò di attaccare, eseguendo una sferzata con le sue ali avvolte di luce nera, ma Mega Medicham si piegò all'indietro come un contorsionista ed evitò abilmente l'attacco. Abomasnow sollevò il suo pugno-martello per cercare di calarlo addosso al suo nemico con tutta la sua immane forza...

E Mega Medicham, con uno scatto talmente veloce da renderlo invisibile per una frazione di secondo, colpì. Il suo Tuonopugno raggiunse Mandibuzz al torace, trasmettendole una dolorosissima scarica elettrica che rivelò per qualche secondo la sua struttura ossea, mentre il Fuocopugno si abbatteva inesorabile su Abomasnow con effetti devastanti. Il robusto e pesante Pokemon Albergelo sgranò gli occhi in un'espressione di dolore e sgomento prima di essere scaraventato via come un ramoscello in mezzo alla tempesta, rotolando per parecchi metri sull'altopiano roccioso prima di fermarsi a pancia in giù, già privo di sensi. Mandibuzz, dopo diversi secondi, riuscì per un pelo a sottrarsi alla scarica elettrica prima di essere messa al tappeto, e si allontanò gracchiando di dolore, con le piume fumanti.

"Sta... sta spazzando via quei due!" esclamò esterrefatta Vera. "Proprio loro... che sono due dei più potenti allenatori di Pokemon che io abbia mai visto!"

"Non è possibile... questo è... un incubo!" esclamò Blake, cercando senza successo di mantenere la calma. "Questo è assurdo! Noi siamo il Team Meteora! Non possiamo essere battuti! Non da questi scarti! Non è possibile! Non lo accetto!"

"Temo che dovrai accettarlo. Un Pokemon Mega Evoluto è a un livello del tutto diverso da quello di uno qualsiasi." affermò Kiki con tutta calma. "Ma non ho tempo di giocare con voi. Medicham, dobbiamo concludere qui. Usa un Focalcolpo sulla macchina PULSE!"

Il Pokemon Meditazione piegò leggermente le ginocchia, prese lo slancio, e spiccò un salto altissimo che lo sollevò fino ad avere una panoramica quasi totale del Picco Apatite, e soprattutto della macchina PULSE in stallo che fluttuava sul lago di lava. Chiuse gli occhi, concentrandosi per un istante, e creò tra i palmi delle mani una sfera di energia distruttiva che poi scagliò con decisione contro la macchina infernale... e questa volta, non ci fu nessuno in grado di intercettarla.
La macchina PULSE venne travolta dalla dirompente sfera di energia, che la mandò in pezzi con un fragore assordante! Le componenti meccaniche ed elettriche della macchina vennero sparpagliate e caddero nella lava incandescente, venendo fuse all'istante... e il Camerupt che era intrappolato là dentro emise un muggito di gioia e balzò nella lava, cominciando a sguazzarci come se fosse stato immerso in una piacevole sorgente termale, mentre ciò che restava della macchina PULSE si riduceva rapidamente in un ammasso di metallo fuso e cavi bruciati, sotto gli occhi increduli e sbigottiti di Lord Solaris. Gracchiando per il dolore e la frustrazione, Mandibuzz raggiunse il suo allenatore e si appollaiò sulla sua spalla...

Il capo del Team Meteora abbassò la testa desolato. "L-Lord Solaris?" chiese un incerto e furente Blake. Kiki era ancora in piedi, la mano che teneva saldamente il Mega Bracciale...

Per quanto la cosa lo irritasse, Solaris si rendeva conto che non era il caso di continuare, e che combattere ancora sarebbe stato inutile. "L'operazione... si è conclusa in un disastro totale." affermò con rabbia trattenuta. "Dai a Taka e Zel l'ordine di ritirata, Blake. Qui non c'è più nulla da fare."

"Va... va bene, Lord Solaris..." mormorò il suo sottoposto, richiamando il suo Abomasnow sconfitto per poi premere un tasto su un dispositivo tascabile che portava con sè. La Mandibuzz di Solaris, nonostante fosse stordita per il Tuonopugno ricevuto, si librò di nuovo in volo e spalancò le ali, creando un'improvvisa folata di vento e una nuvola di polvere che annebbiò la vista a tutti i presenti, impedendo loro di inseguire Solaris e Blake mentre si dileguavano. Nel giro di pochi istanti, i due comandanti del Team Meteora si ritirarono, coperti dall'attacco Scacciabruma della Pokemon Ossaquila...

E il silenzio tornò a regnare sulla cima del Picco Apatite.

Un debole sorriso apparve sul volto di Kiki. "E' fatta, miei allievi." disse debolmente. Mega Medicham tirò un sospiro di sollievo... e il suo corpo emise un tenue bagliore bianco mentre ritornava ad essere il Pokemon che era poco prima. "Questa... è stata la più importante battaglia... della mia vita. Ci sta... che sia anche... l'ultima..."

E con queste parole, la donna barcollò, restando in equilibrio precario per qualche secondo prima di inclinarsi e cadere. Vittoria scattò in avanti e prese al volo la sua sensei prima che potesse finire a terra, per poi farla sdraiare... e in breve tempo, il gruppo degli allievi di Kiki, accompagnati dal suo Medicham, si raccolse intorno a lei.

"Sensei!" esclamò Vera, inginocchiandosi accanto a Kiki nel disperato tentativo di fare qualcosa per salvarle la vita. "Sensei, la prego! Non si arrenda! Lei... lei può... può ancora vivere... io... non posso pensare che la sua... la sua vita... finisca così... lei... lei voleva ancora fare tante cose... Voleva conoscere nuovi allievi..."

"Lei... lei è stata come una madre per me! Io... non so... non so cosa farei senza... senza la sua guida... i suoi consigli..." singhiozzò Vittoria.

"Sensei Kiki, io... io speravo di vederla di nuovo, una volta che..." cominciò a dire Cal, prima di bloccarsi, chiaramente assalito da un devastante senso di colpa. Forse, se avesse agito diversamente, avrebbe potuto evitarle tutto questo... "No... no, io... io sono stato un allievo indegno... non... non merito le sue lodi, maestra..."

Medicham appoggiò la mano sulla fronte sudata di Kiki, poi le tastò il polso per sentire il battito cardiaco. C'era ancora, ma stava diventato sempre più flebile... e il Pokemon Meditazione scosse la testa desolato, per dire che a quel punto non c'era più nulla da fare.

Ma a Kiki restava ancora qualche attimo di vita... e con un ultimo sforzo, la donna aprì gli occhi per guardare i volti rigati di lacrime dei suoi allievi, compresi quelli più recenti. Con un cenno che intendeva dire che ormai aveva accettato la sua sorte, Kiki si tolse il Mega Bracciale dal polso e lo porse a Vera.

"Sensei...?" mormorò la bambina castana, vedendosi offrire così spontaneamente un oggetto tanto prezioso.

"Ecco... il mio Mega Bracciale, Vera... te lo sei guadagnato..." sussurrò Kiki con un sorriso. "Tu e i tuoi compagni... siete forse... la migliore speranza di questo paese... avete già fatto... la differenza... in molti casi... e so che... con questo voi... riuscirete... allenati ancora, Vera... impara a controllare la Mega Evoluzione... e allora... più nulla potrà fermarvi..."

Dopo un attimo di smarrimento, Vera si passò una mano sugli occhi per asciugarsi le lacrime, e accettò dignitosamente il dono di Kiki. "Sì... maestra Kiki. Farò come vuole lei." affermò. "Sconfiggeremo Lord Solaris e il Team Meteora... e faremo in modo che Reborn torni ad essere il luogo di pace che era un tempo!"

"Grazie..." sussurrò Kiki, per poi rivolgersi a Vittoria e Cal. "Vittoria... Cal... ragazzi miei... ora... siete voi a guidare i miei allievi... al mio posto... Io vi ho insegnato... tutto quello di cui avete bisogno... e so che... non mi deluderete..."

Cal strinse i denti e voltò la testa dall'altra parte con evidente vergogna, mentre Vittoria si portò una mano alla bocca e annuì, continuando a piangere.

"Sì... sì, maestra... lo faremo..." mormorò.

Kiki sentì il calore che cominciava a lasciare il suo corpo. Che strana sensazione... ora che la morte era venuta a prenderla, Kiki non provava più alcuna paura o esitazione. Soltanto una serena accettazione della sua sorte. Non immaginava che la morte potesse presentarsi in maniera così tranquilla ed indolore.

"Allora il mio compito è finito..." disse infine, accarezzando il viso del suo Medicham. "E grazie anche a te, Medicham... è stato assieme che... siamo arrivati fin qui..."

Anche il Pokemon si asciugò le lacrime, rispondendo a Kiki con un cenno della testa. "Come le ho detto, maestra Kiki... è stato un vero onore..."

Kiki annuì... e chiuse gli occhi. "Altrettanto... sommo Arceus, padre di tutti noi... sia fatta la tua volontà..." furono le sue ultime parole.

Soddisfatta di come aveva condotto la sua vita, Kiki Mikael Argall si addormentò per l'ultima volta.

Per diversi secondi, nessuno reagì, restando in silenzio a piangere la morte della sensei. Fu solo quando Drew si alzò in piedi, asciugandosi gli occhi, che il silenzio venne infranto.

"La sensei Kiki se n'è andata. Porgiamole il nostro rispetto, amici."

 

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La battaglia di Cain, Ortilla ed Hitomi contro Taka e Zel sembrava ormai entrata nella sua fase finale. Il figlio del capo del Team Meteora aveva dovuto mandare in campo il suo Chatot dopo che Klefki era stato messo al tappeto... mentre Zel aveva dovuto mandare in campo il suo Umbreon per resistere agli attacchi della Skuntank di Cain. Anche così, sembrava evidente che Cain, Ortilla ed Hitomi erano in vantaggio... e Zel non potè fare a meno di provare sollievo nel ricevere il segnale che indicava un'ordine di ritirata, nella forma di una sirena di allarme che risuonò fragorosamente in tutto il nascondiglio del Team Meteora.

"Sembra che... la missione sia fallita... ci dispiace tanto... ma sono contenta per i ragazzi dell'Accademia..." disse timidamente Lumi. La sua personalità venne immediatamente sostituita da quella di Eve, che corrugò la fronte con espressione pensierosa. "Comunque, questo significa che non possiamo restare qui a lungo. Taka... hanno già evacuato le nostre reclute?"

"Se sono sveglie, sì." affermò il ragazzo, ritraendosi un po' davanti a Cain, Ortilla ed Hitomi che avanzavano imperterriti. "E anche noi dovremmo tagliare la corda... questa non è davvero stata la nostra operazione più riuscita."

"Hey, un momento. Voi non andate da nessuna parte!" esclamò Hitomi, il cui Granbull continuò a mostrare i denti al più giovane dei comandanti del Team Meteora.

"Giusto... temo che abbiate ancora un bel po' di domande a cui rispondere!" continuò Cain. "E vi conviene rispondere bene, perchè la mia Skuntank non è molto paziente!"

"Skun skuntank!" ringhiò la moffetta gigante.

Eve ignorò le minacce. "Umbreon, usa il tuo attacco Tossina!" ordinò, mentre tirava fuori un'altra Pokeball. "E tu, Alakazam, esci fuori e teletrasportaci via!"

"EOOOON!" rispose lo Umbreon del misterioso individuo, i cui occhi si illuminarono di viola di colpo. Una coltre di gas violaceo venne sprigionata dall'esile ed elegante corpo della Eevolution oscura, occultando Taka, Zel e i loro Pokemon agli occhi del terzetto. La Pokeball che Zel aveva tirato fuori si aprì, facendo uscire un Alakazam che non perse tempo ad incrociare i suoi cucchiai sopra di sè, concentrando i suoi poteri psichici in modo da teletrasportare sè stesso, il suo allenatore e i loro Pokemon in un rifugio sicuro.

All'interno della nube, prima di scomparire, Taka alzò le spalle. "Oh beh... noi ci abbiamo provato, quanto meno. Alla prossima..." affermò, prima di scomparire in un lampo di luce bianca. Alty sbattè rapidamente le sue ali, usandole per spazzare via la nebbia velenosa con cui Umbreon si era circondato... ma ormai era troppo tardi, e i tre amici non poterono fare altro che vedere che i due comandanti del Team Meteora erano scomparsi nel nulla...

"Gran? Granbull!" ringhiò il Granbull di Hitomi. La ragazzina dai capelli corti fece una piccola smorfia e scosse la testa, un po' delusa di essersi fatta scappare Taka e Zel.

"Accidenti, niente da fare... non siamo riusciti a prenderli!" esclamò Ortilla. Tuttavia, il pensiero che il piano del Team Meteora fosse naufragato così, senza che neanche avessero potuto attivare la macchina PULSE, le risollevò immediatamente il morale. "Però... ce l'abbiamo fatta, vero? Vera e gli altri sono riusciti a distruggere la macchina del PULSE, e il Team Meteora ha dovuto abbandonare questo posto, quindi... abbiamo vinto noi!"

"Già, e abbiamo vinto una grande battaglia!" esclamò Cain, accarezzando la sua Skuntank, che mosse la coda come un cagnolino affettuoso. "Ora non ci resta altro da fare che ritrovare Vera e gli altri e tornare al monastero."

"Sarà come dite voi..." mormorò Hitomi. "Okay, ottimo lavoro, Granbull... tutti quanti. Questa volta, il Team Meteora se n'è andato con le pive nel sacco."

I tre membri della resistenza richiamarono i loro Pokemon e cominciarono ad avviarsi verso l'uscita del labirintico complesso, immaginando che presto o tardi avrebbero incontrato di nuovo Vera e gli altri. Per fortuna, ora che l'eruzione era stata scongiurata, fu molto più facile e meno stressante orientarsi in quel labirinto di passaggi tra le rocce, e i tre amici riuscirono a ritrovare l'accesso dal quale erano entrati, mettendosi poi ad attendere il resto del gruppo.

Non dovettero attendere a lungo, e nel giro di cinque minuti, Vera uscì a sua volta dall'apertura tra le rocce, ed Ortilla cominciò a correre in avanti per accoglierla...

"Vera! Ragazzi, siete stati..." cominciò a dire la bambina dai capelli turchini... ma si fermò di colpo quando vide l'espressione sul volto di Vera... e degli altri che arrivavano dietro di lei. La bambina castana sembrava stanca e provata, e aveva gli occhi rossi come se avesse pianto. "Vera? Vera, che succede?"

Vera sorrise debolmente, contenta di vedere che tutti quelli del gruppo si erano salvati... e si spostò un attimo, rivelando a Cain e alle bambine il motivo per cui appariva triste - a chiudere la fila, direttamente dietro Drew e Max, si trovavano Vittoria, Cal e il Medicham di Kiki... oltre che il corpo senza vita della sensei, in quel momento tenuto amorevolmente tra le braccia di Cal.

"No!" esclamò Cain, affiancato dalle espressioni di orrore ed incredulità di Hitomi ed Ortilla. "La... la sensei Kiki è..."

"E' venuta anche lei a combattere." rispose tristemente Max. "Ci ha salvati da Lord Solaris e dal suo scagnozzo, Blake... ma ha fatto Mega Evolvere il suo Medicham per poter combattere con i loro Pokemon... e lo sforzo le è stato fatale."

"Il monastero e noi siamo salvi, grazie a lei." mormorò Vittoria. "La sensei... è morta proteggendo il posto che amava e i suoi allievi più cari."

"Apofillide era la sua casa. E tutti coloro che vivevano lì erano la sua famiglia. E' stata lei a porre le fondamenta di quel luogo, anche sapendo di essere malata e destinata a morire..." continuò Cal. "Lei ha dato tutta sè stessa per noi... e grazie a lei, abbiamo potuto vincere."

Lentamente e con solennità, Cain raggiunse Cal, e si fece passare il corpo senza vita di Kiki. "Mi dispiace per la vostra perdita..." mormorò il ragazzo dai capelli viola, ricevendo in cambio un cenno affermativo da Vittoria e Cal. Vera si mise in disparte, lasciando che Vittoria e Cal piangessero la perdita della loro insegnante, e il Medicham di Kiki ringraziò Cain a sua volta con un cenno della testa, con Alty che fluttuava verso di lui e gli metteva un'ala sulla schiena per fargli sentire la sua vicinanza.

"La sensei..." disse Vera, mentre Drew le metteva una mano sulla spalla per darle coraggio. "La sensei mi ha consegnato il Mega Bracciale... lei era convinta che io riuscirò ad impadronirmi della Mega Evoluzione, e la userò per sconfiggere il Team Meteora. E io... esaudirò l'ultimo desiderio della sensei."

"Ora più che mai dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi, e fermare il Team Meteora." affermò Ortilla tristemente. "Grazie... sensei Kiki... grazie per tutto quello che lei ha fatto per noi."

"Ora dobbiamo andare." disse Vittoria. "Torniamo ad Apofillide, e diamo alla sensei una degna sepoltura. Poi... decideremo il da farsi."   
     

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Lord Solaris sospirò stancamente. Quell'operazione era stata davvero un fiasco - non avevano recuperato nessuna delle Quattro Chiavi, avevano perso una macchina PULSE molto potente, avevano perso una base segreta... e Cal li aveva traditi, passando dalla parte della resistenza. Anzi, meglio dire che era sempre stato dalla loro parte fin dall'inizio. L'unico risultato positivo era stato il fatto che Kiki fosse morta... ma dal momento che sarebbe comunque morta nel giro di pochi giorni, anche quello era stato un successo minimo.

"E quindi, Lord Solaris..." stava dicendo Zel in quel momento, usando la voce di Zero. "Le posso confermare che la macchina PULSE è stata sabotata durante l'installazione, sicuramente da Cal. Siamo stato troppo sicuri che ci fosse fedele, e non abbiamo tenuto in conto che potesse essere ancora affezionato al monastero."

"Ci occuperemo più tardi di quel traditore. Al momento, ti chiedo di concentrare tutti i tuoi sforzi sul progetto PULSE-Abra." affermò Solaris, dando un'occhiata ai documenti che Zel gli aveva presentato. "Dobbiamo a tutti i costi recuperare questa sconfitta... e il PULSE-Abra, al momento, è la nostra migliore speranza. A questo proposito... Taka!"

"Sì, padre." disse il ragazzo con il pizzetto, in piedi a fianco del padre.

"Cerca di scoprire quanto più possibile su Cal e su come e quando è davvero entrato a far parte del Team Meteora." proseguì Solaris. "C'è qualcosa che non mi convince... e vorrei avere tutto chiaro prima di agire."

Il ragazzo annuì seriamente. "D'accordo, padre. Farò tutto quello che posso."

"Ah... e un'ultima cosa, Lord Solaris..." proseguì Zel. "E'... desiderato in sala proiezioni."

Solaris restò in silenzio per un secondo, poi annuì e si alzò dalla sua scrivania con movimenti quasi meccanici. "Va bene. Per adesso... lascio il comando a voi. Non ci metterò molto... almeno spero."

Zel e Taka annuirono, guardando il loro superiore che si allontanava. Solaris uscì dal suo ufficio e cominciò a percorrere i corridoi del nascondiglio, fino a raggiungere una porta dall'aspetto anonimo che portava ad una piccola ed inquietante sala vuota. Uno schermo, sulla parete della stanza, mostrava un segnale di statico... e Lord Solaris si avvicinò ad esso, osservando l'immagine su di esso che cominciava a diventare nitida...

Finchè su di esso non si profilò una sagoma misteriosa, nascosta dalle ombre... che tuttavia poteva facilmente essere riconosciuta come quella di una donna.

Nervosamente, Lord Solaris si inchinò alla figura femminile, toccando terra con un ginocchio.

"Comandante Solaris a rapporto." esordì. "Sono venuto non appena ho potuto... comandante suprema Lin."
                       

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CONTINUA...

Note dell'autore: Questo è stato un capitolo tosto per me... sicuramente la morte di Kiki è una delle parti più scioccanti di Pokemon Reborn, e considerate che nella mia storia l'ho resa anche più significativa e meno brutale... Oltre al fatto che le cose tra Vittoria e Cal non vanno così bene nel gioco.

Beh, dopotutto ho detto che questa storia è ispirata a Pokemon Reborn, e non ne segue in tutto e per tutto la trama.

Ebbene sì... pensavamo che Lord Solaris fosse il capo del Team Meteora, ma a quanto pare non è così. L'idea è decisamente terrificante...

Con questo capitolo, salutiamo Kiki, e Vera riceve finalmente il Mega Bracciale. Ma riuscirà la nostra giovane amica ad impadronirsi della Mega Evoluzione e combattere ad armi pari con Solaris? Non sarà un'impresa facile, ma forse è la loro unica possibilità di salvare Reborn e i suoi abitanti...

Beh... adesso è per me il momento di andare a festeggiare l'anno nuovo... e che porti tanta gioia e felicità a tutti! Ho passato un buon anno, con voi e con le storie che amo scrivere... e ringraziandovi per essere stati con me, vi do appuntamento all'anno prossimo! Vi aspettano "XY Reload", "A Glazed Challenge", "Quest for Zeta and Omicron", questa storia... e le altre che scriverò!

Tanti auguri, e felice anno nuovo!
     
                   
 
     

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Capitolo 43
*** Un momento per i caduti ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 43 - Un momento per i caduti

 

"Sono venuto non appena ho potuto... comandante suprema Lin."

La figura femminile avvolta nell'oscurità che troneggiava minacciosa sullo schermo davanti a lui non ebbe alcuna reazione - o almeno, nulla che Lord Solaris potesse vedere da quella posizione. L'uomo attese nervosamente la reazione della misteriosa figura, già immaginando che fosse quantomeno contrariata per il fallimento della loro missione al Picco Apatite.

"Ho sentito che il Monastero Apofillide è ancora in piedi, Lord Solaris." affermò la donna di nome Lin. La sua voce fece venire i brividi a Solaris: non era certo la prima volta che la sentiva, ma quel tono distaccato e crudele, simile a quello di una bambina sadica che si diverte a giocare con una formica prima di calpestarla, era una cosa a cui era quasi impossibile abituarsi. "Perchè non lo avete distrutto? Il monastero rappresenta una spina nel fianco per noi del Team Meteora."

Solaris annuì lentamente. "Me ne rendo conto, comandante suprema." affermò. "Io e i miei collaboratori... non abbiamo risparmiato alcuno sforzo per distruggerlo, e pensavamo di essere riusciti nell'intento grazie al nostro PULSE-Camerupt. Tuttavia... un imprevisto tradimento, e l'intervento della leader del monastero hanno gettato scompiglio nel nostro piano. Tuttavia, stiamo già prendendo tutti i dovuti provvedimenti per ovviare a questo... inaspettato incidente."

"Ma davvero?" continuò Lin. "E dimmi, Solaris... come hai intenzione di fare? Hai già un altro piano per impossessarci delle Quattro Chiavi e oltrepassare la soglia che ci darà accesso al potere supremo?"

"Se il progetto dovesse riuscire, non ci sarà nemmeno bisogno delle Quattro Chiavi, comandante suprema." rispose l'uomo in impermeabile, sentendosi ora un po' più sicuro di sè. "Zel, il nostro miglior ricercatore... mi ha assicurato che il progetto PULSE-Abra ci permetterà di oltrepassare il sigillo ed accedere direttamente al nucleo vitale di Reborn. Si tratta soltanto di fare in modo che il Pokemon collabori."

La donna restò in silenzio ancora per un po'. Forse stava pensando, o forse si divertiva a tenere il suo sottoposto sulle spine. "Molto bene. Vi concedo un po' di tempo per mettere a punto il nuovo modello di PULSE." affermò Lin. "Tuttavia, mi aspetto risultati, e se non dovessi averne, la vostra punizione sarà esemplare. E per quanto riguarda quei fastidiosi allenatori di Hoenn che vi siete trascinati dietro? Mi sembra che quei fastidiosi insetti vi stiano dando più filo da torcere di quanto aveste previsto."

"Se si sta riferendo a Vera Maple e ai suoi compagni, effettivamente stiamo avendo più difficoltà di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi." ammise Lord Solaris. "Vera Maple, in particolare... si è rivelata essere un'allenatrice di talento, malgrado la sua specialità siano le gare. E' un'avversaria da non sottovalutare, per nessun motivo."

"Vera Maple non è nessuno!" tuonò ferocemente Lin. Solaris strinse i denti in un istante di paura, e avrebbe potuto giurare che aveva visto gli occhi della comandante suprema illuminarsi di rosso nell'oscurità. "Vera Maple è soltanto un patetico insetto che io potrei schiacciare sotto un piede come la miserabile nullità che è! Bada, Solaris! Mi aspetto che voi eliminiate quegli insolenti che osano opporsi alla mia volontà quanto prima! Quindi, questi sono gli ordini! Completate il PULSE-Abra, e  distruggete una volta per tutte la resistenza e quei ficcanaso di Hoenn! Fallite, e la mia collera non conoscerà limiti! Eseguite e basta!"

Prima che Lord Solaris potesse dire la sua, Lin interruppe la comunicazione, e lo schermo sul quale era apparsa si spense, lasciando quello che fino a poco prima era sembrato il leader del Team Meteora da solo in una stanza buia e fredda. Con riluttanza, Solaris si rimise in piedi e si sgranchì le ginocchia, asciugandosi un po' di sudore che non si era quasi neanche accorto di avere sulla fronte, e ringraziando tra sè di essersela cavata con così poco. Se non altro, adesso avevano un po' di tempo per perfezionare il PULSE-Abra... ma quella era la loro occasione d'oro, e dovevano sfruttarla al meglio per recuperare tutto lo svantaggio.

E pensare che fino a poco tempo fa, le cose andavano così bene... la loro missione di riportare Reborn al luogo sacro che era una volta stava procedendo senza intoppi, e il Team Meteora non era stato costretto ad usare quei metodi violenti e coercitivi. Era ancora difficile pensare che la situazione fosse degenerata così, e in così breve tempo, e che il Team Meteora fosse caduto così in basso...
Ma non importava. La loro missione era sempre la stessa, e Solaris non aveva scordato quale fosse l'obiettivo finale. I metodi forse erano cambiati, e di questo lui si rammaricava... ma alla fine, sarebbe valsa la pena. Tutto sarebbe andato a posto... tutto stava nel recuperare le Quattro Chiavi o, meglio ancora, far funzionare a dovere il PULSE-Abra. Poi, sarebbe toccato a lui fare in modo che tutto tornasse al suo posto... certo, non la cosa più semplice del mondo, ma del resto, lui non sarebbe stato una volta al vertice del Team Meteora se avesse avuto paura delle complicazioni. Ed era convinto che, con un pizzico di abilità e di fortuna, sarebbe riuscito a togliersi anche da questo intralcio, come aveva sempre fatto.

Solaris lasciò la stanza, chiudendo la porta dietro di sè e tirando un sospiro di sollievo, sentendo che lo spettro nefasto di Lin non incombeva più su di lui come una spada di Damocle. Un Cavaliere Meteora che stava passando di lì per caso notò l'espressione corrucciata del suo capo, e si avvicinò a lui con evidente preoccupazione.

"Lord Solaris, mio signore? Che... che succede, è sicuro di stare bene?" chiese il giovane vestito di nero, attirando l'attenzione del comandante Meteora che rispose con un cenno della testa.

"Sì... tutto a posto, recluta, ho solo bisogno di un po' di tempo per pensare." rispose Lord Solaris, apprezzando tra sè e sè la premura del suo sottoposto. Se non altro, avere la conferma che era riuscito a procurarsi la devozione dei suoi uomini oltre che la loro obbedienza gli faceva capire che qualcosa di giusto doveva pur averlo fatto. "Qual è la situazione con Sirius e i nostri uomini e Reborn City?"

"Il comandante Sirius ci ha contattati poco fa. Lui e i nostri uomini stanno tornando alla base, anche se purtroppo non sono riusciti nei loro obiettivi neanche loro." affermò il Cavaliere Meteora. "Saranno qui tra mezz'ora."

"Ottimo. Non appena sono qui, fai loro sapere che ho bisogno di parlare urgentemente con loro per definire la prossima parte del nostro piano." continuò Solaris. "La resistenza si sta facendo davvero pericolosa, come gli ultimi eventi dimostrano. La nostra reazione deve essere decisa e sicura."

"Certamente, mio signore!" affermò il suo sottoposto, facendo un saluto militare. "Sarà mia premura avvisare il comandante Sirius il prima possibile. Suo figlio... volevo dire, il comandante Taka... e gli altri comandanto sono già stati allertati?"

"Sono già pronti a presenziare, mio signore." fu la pronta risposta. "Non appena il comandante Sirius sarà qui, potrete cominciare."

Solaris annuì, pensando che se non altro, nella sfortuna, qualcosa stava ancora girando a loro favore. C'era ancora la possibilità di recuperare quella sconfitta.

"Ottimo. Il Team Meteora non può perdere... la nostra missione è troppo importante." affermò, parlando più a sè stesso che al suo sottoposto. "Questa volta, dimostreremo a tutta Reborn che non ci si può opporre alla volontà divina..."

 

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L'atmosfera di gioia e sollievo che si era diffusa nel Monastero Apofillide nel sapere che il pericolo di essere sommersi dalla lava del vulcano era stato stornato venne rapidamente sostituita da una di dolore e perdita quando a Vera e ai suoi compagni toccò il triste compito di annunciare che la sensei Kiki aveva dato la vita per salvare il Monastero e tutti loro dai Pokemon di Solaris e Blake, e per distruggere la macchina PULSE che minacciava tutti. Per un giorno intero, le attività del monastero si erano interrotte, in modo da dare a tutti il tempo di piangere la loro maestra ed elaborare il lutto... e una volta che tutto fu preparato, il corpo di Kiki venne cremato secondo l'usanza. In quel momento, tutti gli allievi dell'Accademia e i loro Pokemon erano raccolti attorno ad una pira ardente, osservando in silenzio le fiamme che circondavano il corpo della loro maestra, avvolto in un lenzuolo bianco.

Vittoria era in prima fila, le mani congiunte e il volto rigato di lacrime dignitose mentre rendeva i suoi ultimi saluti alla donna che per così tanto tempo era stata come una madre per lei. Cal, Vera e il resto del gruppo della resistenza erano con lei... e poco distante si trovavano i Pokemon della sensei. Hitmonlee, Machamp, Mienshao, il suo campione Medicham... e altri due che Vera non aveva avuto modo di vedere in precedenza - un Breloom, un Pokemon simile ad un buffo incrocio tra un grosso fungo ed un canguro, con un cappello verde semisferico sulla testa, ed una lunga coda terminante in quattro sfere verdi; e un Sawk, che invece ricordava molto uno snello umanoide dalla pelle blu  che indossava una divisa da karate con tanto di cintura nera. Tutti e sei erano inginocchiati accanto alla pira, giusto alla distanza minima per non essere scottati dalle fiamme, e osservavano tristemente lo spettacolo delle fiamme che consumavano sia la catasta di legna che il corpo di Kiki.

In silenzio rispettoso, gli allievi dell'Accademia restarono in piedi finchè anche le ultime fiammelle non si furono spente, lasciando dietro di sè solo un cumulo di ceneri che Cal provvide a raccogliere e a mettere in un'urna, secondo la tradizione che vigeva nel Monastero. Il ragazzo dai capelli rossi provvide a mettere l'urna in una stanza sotterranea del Monastero, là dove già riposavano altre persone che avevano dedicato la loro vita alle arti marziali, alla meditazione e al miglioramento di sè stessi e degli altri.

"Ecco fatto." disse infine con tono esausto, non appena l'urna contenente le ceneri di Kiki fu posta assieme alle altre. "Qui, almeno, la nostra sensei potrà riposare in pace, sapendo che il suo sacrificio ha salvato le vite di tutti i suoi studenti."

"Ci dispiace di non essere stati in grado di fare granchè..." affermò Vera, chiaramente delusa da come fosse andata la sua battaglia con Lord Solaris. "Se solo fossimo stati più forti, forse saremmo riusciti a fermare Lord Solaris e distruggere la macchina PULSE senza che la sensei dovesse sacrificarsi. So che alla fine la sensei non sarebbe vissuta molto più a lungo, ma... almeno così avrebbe avuto più tempo per fare i suoi ultimi saluti..."

"Non è colpa tua, Vera." affermò Drew. "Il tempo che abbiamo avuto a disposizione è stato limitato, per dire poco, e quel Lord Solaris è un allenatore a tutt'altro livello rispetto a quelli a cui siamo abituati. Almeno adesso abbiamo visto che non è un avversario insormontabile. Dobbiamo darci da fare per fare sì che i nostri Pokemon diventino abbastanza forti da affrontarlo  e sconfiggerlo."

"Lo so, e questo vale soprattutto per Blaziken e Blastoise." rispose Vera. I suoi occhi si mossero verso il Mega Bracciale di cui Kiki le aveva fatto dono prima di morire, in quel momento infilato sul suo polso destro. "Blastoise era evoluto da poco, e sperava di affrontare il Garchomp di Solaris in parità, ma... anche con Geloraggio, non c'è stato molto da fare. E ora... credo che soprattutto per Blastoise sia un momento difficile. Non oso pensare a quanto possa essere demoralizzante... un Pokemon che evolve e diventa più forte per difendere il suo allenatore, e invece si rende conto che anche se è diventato più forte, non serve a nulla. Immagino che anche lo Emboar di Vittoria si sia sentito così quando io e Drew lo abbiamo sconfitto."

"Visto che sei tu la sua allenatrice, immagino che tu sia la persona che più di tutte, in questo momento, possa dare fiducia a Blastoise e a Blaziken." affermò Cal, tirando un sospiro. "Posso solo consigliarti di stare quanto più vicino possibile ai tuoi Pokemon e ai tuoi compagni, in questo momento. Per quanto riguarda me... non me la sento di restare qui all'Accademia. Devo riprendere i miei allenamenti, diventare più forte, e soprattutto dare una mano alla resistenza... sarà un modo per rimediare a tutto il male che ho fatto quando facevo parte del Team Meteora."

"A questo proposito..." disse Hitomi, che era rimasta in un cupo mutismo fin da quando il gruppo era tornato all'Accademia. "Vorremmo sapere qualcosa da te. Io ancora non mi fido al cento per cento, quindi preferirei che tu fossi chiaro, a questo proposito."

"Ma... Hitomi, non mi sembra il caso di essere così acide nei suoi confronti!" rispose Max. "Dopotutto, Cal si è pentito di quello che ha fatto, no?"

Tuttavia, Cal si disse d'accordo con la bambina più piccola. "No, la tua amica ha ragione, Max. Posso capire che non si fidi di me, non ho esattamente fatto molto per meritarlo. Quindi... vorrei dire tutto chiaro e netto, in modo che voi sappiate con cosa state avendo a che fare. E vorrei dirlo a tutti quanti... Vittoria, non è che possiamo parlare in qualche sala un po' isolata? Non è il caso di rivelare certe cose agli altri studenti adesso, in questo momento."

Nonostante fosse ancora sconvolta dagli eventi recenti, Vittoria mantenne la compostezza. "Sì... capisco cosa vuoi dire, Cal. Va bene, vorrà dire che tra un'oretta circa ci incontreremo nella mia camera, e se vorrai, ci dirai tutto su quello di cui c'è bisogno sul Team Meteora." affermò.

"Va bene, Vittoria... credo proprio che ci sarà bisogno che voi sappiate un po' di cose su di loro... e soprattutto sui loro capi." rispose Cal, con un'espressione che faceva subito capire che quello che aveva da dire era della massima importanza.

 

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I Pokemon di Vera e dei suoi compagni, per quanto fossero contenti che il Monastero fosse salvo e che il Team Meteora fosse stato respinto, non potevano sentirsi particolarmente fieri di come fosse andato lo scontro con Lord Solaris e Blake. Ancora una volta, Garchomp si era dimostrato un avversario ampiamente superiore a loro, e quello che più di tutti stava accusando la sconfitta era, indubbiamente, Blastoise.

La testuggine gigante stava camminando in circolo attorno ad una statua di un kami, emettendo di tanto qualche grugnito di rabbia, disappunto e delusione. Non era difficile per gli altri Pokemon immaginare cosa stesse passando per la sua testa. Era deluso dal fatto di non aver potuto fare nulla contro quel terribile Garchomp, e per non essere riuscito a proteggere la sua allenatrice. Sentiva che i suoi allenamenti non erano serviti a niente, e che il Team Meteora era ancora due passi avanti a loro... non era davvero una situazione facile, e lui sentiva di non essersi dimostrato all'altezza. Perchè non poteva essere come Blaziken o Venusaur? O anche Glaceon? Loro sì che si erano dimostrati in gamba e competenti... lui invece, forse non era cambiato poi tanto dallo Squirtle piagnucolone che era quando aveva incontrato Vera per la prima volta.

"Saur?" si sentì chiamare, e si voltò con un grugnito esasperato per vedere Venusaur che si stava avvicinando a lui con espressione preoccupata. La cosa non sorprese per nulla Blastoise - anche quando era una Bulbasaur, Venusaur era sempre stata molto protettiva e gentile, e anche adesso, cercava di fargli da supporto.

"Blastoise..." disse il Pokemon Crostaceo alzando le spalle, come per dire che a quel punto era evidente cosa ci fosse che non andava.

Venusaur annuì, riuscendo benissimo ad immaginare il problema che affliggeva il suo compagno di squadra. Con un cenno, la Pokemon Erba/Veleno aprì un po' i petali del fiore che cresceva sulla sua schiena, e usò una versione ridotta del suo attacco Profumino per diffondere nell'aria attorno a loro un delizioso aroma di fiori freschi e miele. Blastoise prese un bel respiro, sentendosi un po' rincuorato, e fece a Venusaur un cenno di ringraziamento mentre la Pokemon Seme si accucciava vicino a lui, come se volesse dirgli che era disposta ad ascoltare tutto quello che voleva dire.

La testuggine gigante sospirò, mettendosi seduta dov'era per cominciare a dire tutto alla sua compagna di squadra, amica e protettrice. "Blastoise blast... blast blast, toise. Blastoise..." affermò, lo sguardo che puntava verso le alte rupi tra le quali avevano combattuto. "Blastoise..." continuò scuotendo la testa.

Venusaur fece un cenno di assenso, immaginando quanto potesse essere frustrante tutto questo per Blastoise. "Venus venusaur." affermò, cercando di mettere a suo agio il compagno di squadra appena evoluto. "Venusaur?"

"Blastoise..." mormorò Blastoise. Non sembrava del tutto sicuro di aver capito cosa volesse dire la Pokemon Erba/Veleno. Quest'ultima fece un cenno con la testa, indicando gli altri Pokemon di Vera, oltre che degli altri allenatori, che stavano tentando, nonostante l'atmosfera non proprio serena, di riprendere i loro allenamenti. Blaziken e Glaceon stavano facendo un po' di pratica assieme, e il galletto-kickboxer si esercitava a sferrare raffiche di calci sempre più veloci, che Glaceon cercava di evitare. Lo Scraggy di Ortilla e lo Absol di Drew stavano spaccando qualche tronchetto di legno con le loro mosse, e alcuni dei Pokemon volanti - la Beautifly di Vera, il Masqueran di Drew, la Dustox di Hitomi e la stessa Alty - si esercitavano negli attacchi in volo, impegnandosi ancora di più per migliorare la loro potenza, velocità e precisione.

Nonostante anche loro avessero accusato la perdita di Kiki e l'umiliante sconfitta per mano del Garchomp di Solaris, ognuno di loro era di nuovo al lavoro, impegnandosi al massimo per superare i loro limiti.

"Blast..." cominciò a dire Blastoise, non del tutto sicuro se anche lui avrebbe avuto la forza d'animo di riprendere gli allenamenti.

Per fortuna, qualcuno intervenne in quel momento, aiutando Venusaur a far uscire Blastoise dalla sua situazione. "Ciao, Blastoise... spero di non essere venuta in un brutto momento." affermò Vera, arrivando nel campo di allenamento. I suoi Pokemon - Blaziken, Glaceon, Beautifly e Munchlax - interruppero per un po' l'allenamento, raccogliendosi attorno alla loro allenatrice che li accolse gentilmente uno ad uno. Tuttavia, Vera sapeva che era Blastoise quello che più di tutti aveva bisogno del suo supporto, e dopo aver ringraziato tutti loro per la premura, si avvicinò al suo Pokemon Crostaceo, accarezzandolo sulla testa. "Certo, non si può dire che siamo riusciti a fare molto, questa volta... temo che Lord Solaris sia ancora un bel po' al di sopra del nostro livello, e dovremo fare ancora un po' di strada per poterlo affrontare."

"Blastoise..." affermò Blastoise, incrociando le braccia sul petto ed annuendo seriamente.

Blaziken prese in una mano artigliata la Blazikenite che portava al collo, guardandola per qualche secondo prima di stringerla nuovamente nel pugno... e Vera disse di sì al suo starter prima di continuare il discorso.

"Ma non devi sentirti in colpa, Blastoise. Purtroppo... mi rendo conto che, in effetti, siamo in una posizione molto delicata, e posso comprendere la tua delusione." affermò Vera. "Tuttavia... non voglio costringerti a combattere nè a continuare ad allenarti se non te la senti. So bene come ci si sente, in questi casi... magari si ha bisogno di un po' di tempo per fermarsi... riflettere... o anche soltanto distogliere la mente dai pensieri più cupi. Credimi, Blastoise, io... capisco cosa si prova. Ci sto passando anch'io, in questo momento."

"Toise?" esclamò il Pokemon d'Acqua simile ad una testuggine.

Il Blaziken di Vera appoggiò una mano sulla schiena della sua allenatrice, in modo da farle coraggio... mentre Venusaur fece un cenno con la testa. "La sensei Kiki se n'è andata... di colpo, senza che noi potessimo fare nulla per salvarla." continuò Vera, guardando pensierosa il Mega Bracciale sul suo polso. "Anch'io sono triste, e provo una grande rabbia... mi sento impotente di fronte a questa terribile realtà che è Reborn, dove le persone lottano per sopravvivere, e i Pokemon stentano in un ambiente ostile... e dove il Team Meteora fa tutto quello che vuole senza che nessuno possa fermarli. Tuttavia..."

"Glaceon eon eon!" continuò Glaceon con la sua voce cristallina. "Glaceon..."

"Fly! Fly!" disse Beautifly, annuendo con energia mentre sbatteva le ali elegantemente. Munchlax si piazzò a fianco di Glaceon ed annuì serenamente, per dire che anche lui avrebbe supportato Blastoise, in ogni caso.

"Quello che vuole dire Glaceon... è che grazie a Kiki abbiamo cominciato a diventare abbastanza forti da fare una differenza, e adesso che non c'è più... ci sentiamo tutti confusi e persi." continuò Vera, chinandosi per accarezzare l'elegante Eevolution glaciale. "Abbiamo perso una guida, un'insegnante e una persona di grande valore. E adesso, abbiamo tutti bisogno di un po' di tempo per superare questo shock..."

Vera si mise una mano davanti alla bocca, e dai suoi occhi scesero delle lacrime al ricordo del coraggio e dell'abnegazione con cui Kiki aveva affrontato la sua ultima battaglia... e Blaziken abbassò la testa in segno di lutto e rispetto per una guerriera come lui. Blastoise strinse una mano a pugno, provando una grande rabbia - voleva anche lui farla pagare al Team Meteora per tutte le sofferenze che avevano provocato, ma in quel momento si sentiva così svuotato che non era sicuro di poter continuare il suo allenamento per quella giornata.

"Ma non dimenticare mai una cosa, Blastoise... non importa cosa accadrà, noi saremo con te, e saremo sempre lì per aiutarti. Noi, e anche i nostri compagni." affermò Vera. "Siamo una squadra, giusto? E allora... dobbiamo sostenerci a vicenda, a prescindere da quali possano essere le nostre scelte. Prenditi il tempo che ti serve, Blastoise. Nessuno di noi ti biasimerà per questo... e se hai bisogno di aiuto, basta che tu ce lo chieda."

"Blaz, blaziken!" confermò Blaziken. Ognuno dei Pokemon di Vera fece un cenno e sorrise a Blastoise, per dire che non aveva perso nulla del loro rispetto, e che erano dalla sua parte. Per qualche istante, la testuggine gigante restò ferma dov'era, sgranando gli occhi in segno di meraviglia... poi, un po' timidamente, fece un sorriso a sua volta, ringraziando tutti per la fiducia e la comprensione che stavano dimostrando nei suoi confronti.

"Blast, blast..." mormorò infine, facendo poi un cenno di ringraziamento in particolare a Venusaur, che per prima aveva cercato di venirgli incontro. La Pokemon Erba/Veleno strizzò un occhio tranquillamente, come per dire che per lei non era certo un problema, e Vera guardò verso gli altri Pokemon, sentendosi più rincuorata.

"Grazie, sensei Kiki..." disse tra sè la ragazzina, incontrando le espressioni comprensive dello Sceptile di Hitomi, dello Swampert di Max, di Alty, del Nidoking di Cain e dello Absol di Drew. "Grazie per tutto quello che lei ha fatto per noi. Adesso... tocca a noi continuare sulla strada che lei ci ha indicato. Salveremo Reborn, e sconfiggeremo il Team Meteora... e io farò tutto quello che posso per comprendere il segreto della Mega Evoluzione e usarla per aiutare la gente di Reborn a ritrovare la felicità... Grazie di tutto, sensei!"

"Blaziken!" esclamò Blaziken, facendo un solenne voto che il sacrificio di Kiki non sarebbe stato inutile. In una zampa artigliata, il Pokemon Fuoco/Lotta tenne la sua Blazikenite e la sollevò verso il sole che tramontava, i cui raggi crearono delle colorate rifrazioni sulla superficie.

Avevano perso qualcosa, senza dubbio. Ma la speranza ardeva ancora, e il Team Meteora non l'avrebbe spenta così facilmente.

 

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Circa un'ora dopo, Vittoria, Cal, Cain e il gruppo di Hoenn, compresa Alty, si erano riuniti nella stanza della ragazza dai capelli neri, che in quel momento era seduta a gambe incrociate su una stuoia ricoperta di paglia e coperta da un paio di lenzuola, che evidentemente faceva da letto improvvisato per la giovane esperta di aikido. Accanto a lei sedeva il suo muscoloso Emboar, la cui barba infuocata diffondeva un piacevole calore nella stanza, e poco più in là c'era anche il Medicham di Kiki, che stava reagendo con lodevole forza d'animo alla morte della sua allenatrice e cercava di essere forte per sè stesso e per i suoi compagni. Sia Vittoria che il suo Emboar apparivano molto seri, e Vera immaginò subito che, qualunque cosa volessero annunciare, sarebbe stato molto probabilmente qualcosa di grosso.

"Vi ringrazio per esservi presentati così rapidamente. Effettivamente, il Monastero Apofillide è in una situazione piuttosto difficile, ora che la sensei Kiki non c'è più." affermò Vittoria, mantenendo un'espressione neutrale e dignitosa. Il momento delle lacrime era passato, almeno per il momento. "Grazie alle azioni della sensei Kiki, siamo sopravvissuti e abbiamo anche inflitto un colpo significativo al Team Meteora. Ma ora... il monastero avrà bisogno di un successore, ed è per questo che vi ho chiamato qui."

"Non... non vorrà certo dire che il successore sarà uno di noi, vero?" esclamò Ortilla, improvvisamente allarmata. "Voglio dire... noi non sappiamo assolutamente nulla di come si fa a mandare avanti un'accademia di studenti di arti marziali!"

Vittoria riuscì a fare una breve risata. "Heheheee... no, no, tranquilla, hai ragione, con tutto il rispetto per le vostre capacità, voi non sareste in grado!" affermò la giovane dai capelli neri. Alty sorrise e alzò gli occhi al cielo. "Ehm... comunque, la sensei Kiki dove per forza aver stilato un testamento, o cose del genere. Immagino che lì ci sarà scritto chi sarà il prossimo sensei di questo monastero."

"Emboar!" grugnì lo Emboar di Vittoria. Tirò fuori da dietro la schiena una busta di cartone giallo e la consegnò alla sua allenatrice, che la ricevette con un po' di esitazione per poi aprirla con attenzione e tirare fuori il foglio di carta un po' logoro che era contenuto al suo interno.

"E'... è questo, Emboar?" chiese la giovane esperta di arti marziali iniziando a leggerlo. In effetti, la calligrafia era proprio quella di Kiki, inutile negarlo... e cominciando a leggerlo con attenzione, la giovane esperta di arti marziali si rese conto che in effetti era il suo testamento. "Sì... sì, in effetti è proprio questo... il suo testamento." affermò infine. "La sensei... aveva già scelto il suo successore. Immagino che... era perfettamente consapevole del fatto che il suo tempo fosse limitato, e volesse che il monastero a cui lei aveva dedicato tutta la sua vita restasse in buone mani..."

"E che cosa dice... ehm... il testamento?" chiese Cain, cercando di essere delicato.

Vittoria volse nuovamente lo sguardo al documento un po' logoro che teneva in mano, e anche il Medicham che era stato il più forte dei Pokemon di Kiki si sporse per leggere cosa diceva. "Beh... Kiki dice che... lei, Kiki Mikail Argall, in pieno possesso delle sue facoltà mentali... nomina come sua erede... Vittoria Marlow... cioè io... e mi prega di continuare sul cammino che lei mi ha indicato, ed esortare il resto degli allievi di questa Accademia ad essere migliori. Migliori di questo mondo alla deriva... migliori di coloro che vorrebbero trascinarci in fondo all'abisso... migliori di coloro che non vogliono fare più nulla, convinti come sono che ormai la speranza sia perduta, e si sono ridotti a vivere alla giornata. Lei... lei dice inoltre che la speranza non è ancora perduta per Reborn... che noi ragazzi abbiamo la possibilità di fare ciò che lei non è riuscita a fare... ma che finchè il Team Meteora non sarà stato annientato, il sorriso non potrà mai tornare sul volto degli abitanti di Reborn."

"Quindi, questo significa che sarai tu la prossima sensei di questo monastero, giusto, Vittoria?" chiese Cal, raggiungendo la sua migliore amica e mettendole una mano sulla spalla. "Sono convinto che la sensei Kiki non avrebbe potuto scegliere un'erede migliore."

Vittoria sorrise con modestia. "Grazie, Cal... io... non so se posso sentirmi degna di queste lodi, ma farò tutto quello che è in mio potere per onorare l'ultimo desiderio della nostra sensei." rispose. "Purtroppo... questo significa che non potrò tornare con voi a Reborn City. Adesso questa Accademia, e tutti gli allievi che ci vivono sono mia responsabilità. Continuerò a combattere contro il Team Meteora, questo è certo... ma dovrò farlo da qui, facendo in modo che voi abbiate vita più facile... questo vorrà dire dandovi informazioni sulle prossime mosse del Team Meteora, mandandovi degli aiuti non appena possibile... ma non potrò essere lì a combattere al vostro fianco. Mi dispiace."

"Dispiace anche a noi, Vittoria. Sei una grande amica e un'allenatrice molto brava." affermò Vera. "Ci mancherai, ma ci rendiamo conto che hai una responsabilità nei confronti degli allievi di questa accademia. E immagino che sia anche la tua volontà restare qui e proteggere ciò che la sensei Kiki ha costruito."

"Non preoccuparti per noi, Vittoria... è giusto che tu faccia quello che ritieni giusto, e se pensi che restare qui e badare all'accademia sia la cosa migliore, non saremo certo noi a cercaredi farti cambiare idea." affermò Drew. Vittoria si guardò attorno, incrociando gli sguardi incoraggianti di Vera, Drew, Max, Hitomi, Ortilla, Cain, Cal e di tutti i Pokemon che partecipavano a quella "riunione" d'emergenza... e dopo qualche attimo di contemplazione, la giovane sorrise rincuorata ed appoggiò il testamento di Kiki davanti a sè.

"Grazie, amici. Non abbiate paura, questo non è certo un addio." affermò infine. "Ci incontreremo ancora, se ne avremo la possibilità. E comunque, vi assisteremo al meglio delle nostre possibilità... il Team Meteora ha appena cominciato a sperimentare quello che sappiamo fare, ve lo garantisco! Vera... mi raccomando, fai del tuo meglio per impadronirti della Mega Evoluzione. Al momento, abbiamo visto che è la nostra migliore speranza contro il Team Meteora..."

Vera annuì con decisione. "Hai ragione, Vittoria. Vedrai, da questo momento in poi raddoppieremo i nostri sforzi." affermò, per poi stringere un pugno con decisione accanto a sè. "La prossima volta che incontreremo Lord Solaris, non andrà come ieri. Riusciremo a sconfiggerlo, e metteremo fine per sempre al dominio del Team Meteora."

"A questo proposito... c'è qualcosa che è il caso che voi sappiate." intervenne Cal dopo un attimo di esitazione. Quando il resto del gruppo guardò incuriosito verso di lui, chiedendosi cosa volesse dire, il giovane esperto di Pokemon Fuoco fece un cenno con la testa e proseguì. "Riguarda quello di cui vi volevo parlare... il motivo per cui sono entrato a far parte del Team Meteora e il motivo per cui ho fatto, o meglio ho finto di fare, la spia per loro."

"In effetti, è una cosa che ci siamo chiesti, Cal..." rispose Cain, sfregandosi il mento. "Dicci, dunque... qual è la storia dietro questa tua decisione? C'entra per caso il rapporto... diciamo così, conflittuale... che hai con tuo fratello Blake?"

Il ragazzo dai capelli vermigli annuì lentamente. "Sì, se vogliamo essere onesti... ma è il caso che vi racconti la storia fin dall'inizio." rispose. "Allora... tutto è cominciato un po' di tempo fa, quando il Team Meteora ha cominciato ad usare metodi molto più violenti e pericolosi per far sgombrare Reborn City. All'epoca... io ero un ragazzo rancoroso e pieno di rabbia, che si era rassegnato a vivere all'ombra di suo fratello maggiore Blake. Lui era sempre stato più bravo di me in tutto, era il preferito dei nostri genitori e non pago di tutto questo si divertiva a rinfacciarmi tutti i miei fallimenti e le mie mancanze. Ero cresciuto nella convinzione che non sarei mai riuscito a dimostrarmi pari a lui... eppure ero disposto ad accettare tutte le opportunità che mi venivano date per far vedere a tutti che anch'io avevo le mie doti."

"E poi... cos'è successo?" chiese Ortilla.

Cal si fermò un attimo per riorganizzare i pensieri. "Dicevo, quando il Team Meteora ha cominciato ad essere più attivo, Blake si è unito a loro, con l'intenzione di diventare un comandante e conquistarsi un posto d'onore nel nuovo mondo che il Team Meteora diceva di voler creare. Sulle prime, io non volevo avere nulla a che fare con il Team Meteora, ma a quel punto ero completamente succube di mio fratello... e tutto quello che Blake dovette fare per convincermi a seguirlo fu chiamarmi un codardo e dire che non sarei mai riuscito a superarlo in nulla..."

"Aspetta un momento, Cal!" esclamò sorpresa Vittoria. "Come sarebbe a dire? Pensavo che ti fossi avvicinato al Team Meteora... dopo essere entrato a far parte della nostra accademia!"

"E qui giungiamo al punto della situazione, Vittoria... ascoltatemi bene tutti quanti, perchè è una questione della massima importanza." affermò il giovane esperto di Pokemon Fuoco. "No, in realtà no... il fatto è, che Lord Solaris non sapeva nulla della mia appartenenza al Team Meteora."

"E com'è possibile? Lui è il capo del Team Meteora... e non sapeva nulla di te?" chiese Hitomi corrugando la fronte.

Cal tirò un sospiro. Adesso veniva il momento di svelare la verità... "Non è così, piccola Hitomi. Lord Solaris... non è il capo del Team Meteora. C'è qualcuno al di sopra di lui." rivelò. Si guardò intorno, e come si aspettava, vide le espressioni sorprese e sgomente di un po' tutti. "Io e Blake... siamo stati fatti entrare nel Team Meteora proprio da questa persona. Una donna di nome Lin."

"Lin? Accidenti, questa mi giunge proprio nuova! Scommetto che nemmeno Saphira lo sa..." affermò Max. "Cavolo... se già Lord Solaris è un allenatore così temibile, e questa Lin è ancora più forte di lui... non oso pensare a cosa sia capace di fare!"

"Ma se questa Lin è così potente... perchè non si è ancora fatta vedere?" chiese Drew, sospettoso. "Voglio dire, perchè lasciare tutto a Solaris e far credere che sia lui il capo?"

"Questo non lo so... ma fatto sta che Lin fece entrare sia me che Blake nel Team Meteora, ma... con mansioni diverse." continuò Cal. "Blake divenne una recluta e riuscì in breve tempo, grazie alla sua abilità con i Pokemon, a salire di grado, diventando prima un Cavaliere, poi un Asso ed infine uno dei più stretti collaboratori di Lord Solaris. In effetti, ho sempre avuto il sospetto che questo fosse il piano di Lin - mettere qualcuno a lei fedele accanto a Lord Solaris in modo da controllare le sue mosse."

"Quindi, Lin ha uno scopo del tutto diverso da quello di Solaris..." concluse Vittoria. "Accidenti... questo significa che il Team Meteora non è unito come cerca di far credere. Potrebbe essere questo il loro punto debole... e il fattore che ci permetterà di distruggere la loro organizzazione!"

"Potrebbe essere..." riprese Drew. "Ma andiamo avanti... quindi tu, Cal, eri un membro del Team Meteora, ma Solaris non sapeva nulla di te, giusto?"

"Esatto." rispose Cal. "Io avevo lo scopo di agire come spia, in luoghi che il Team Meteora aveva interesse di sovvertire o distruggere. Ed è qui che entra in scena il monastero Apofillide... per ordine di mio fratello, mi sarei dovuto infiltrare nell'accademia e raccogliere quante più informazioni possibili, in modo che il Team Meteora potesse poi distruggere una delle più grandi minacce alla loro supremazia, a colpo sicuro. Perciò, avrei dovuto presentarmi lì, dicendo di essere un aspirante allievo della sensei Kiki... e una volta terminato il periodo di qualche mese a me assegnato, avrei passato tutte le informazioni di cui fossi a parte al Team Meteora, spacciandomi per un allievo traditore."

"Tutto questo per mantenere una copertura?" si chiese Vera. "Non capisco che senso abbia tutto questo..."

Cal alzò le spalle, lui stesso non troppo sicuro del perchè quelli fossero gli ordini. "Hai ragione, Vera, ma non sono mai riuscito a farmi spiegare molto da mio fratello." affermò.

"Conoscendo tuo fratello... la cosa non mi sorprende per nulla." fu il commento di Vittoria. "Lui ti ha sempre trattato come un inferiore... evidentemente pensava, e pensa ancora, che tu sia uno stupido che lui ha il diritto di comandare a bacchetta senza spiegare nulla."

"E fino a poco tempo fa, ne ero convinto anch'io." disse Cal. "Ma... frequentare le lezioni della sensei Kiki ha cominciato a cambiare le cose. Da lei ho cominciato ad imparare a controllare la mia rabbia, ad accettare le mie debolezze e a lavorare per migliorarmi... che la forza non è tutto, a questo mondo, e che da soli possiamo arrivare soltanto fino ad un certo punto. Ad avere un centro nella mia vita, ad avere fiducia in me stesso... insomma... avrete capito che gli insegnamenti della sensei Kiki mi hanno fatto capire che stavo gettando via la mia vita per un meschino desiderio di essere riconosciuto, e per il rancore che provavo verso mio fratello. E così... ho cominciato a riflettere, e ho capito che era qui il mio posto. Ma... sfortunatamente, ero ugualmente un membro del Team Meteora, e sarebbe giunto presto il momento in cui i miei superiori sarebbero venuti a presentare il conto... così ho pensato di mettere in atto un piano... un piano folle, disperato... ma che se avesse avuto successo, avrebbe attirato in trappola Lord Solaris. Certo... non sarebbe stato il colpo decisivo per il Team Meteora, ma se avessero perso Lord Solaris, sarebbe stato molto difficile, se non impossibile, sostituirlo."

"Certo, questo posso immaginarlo." affermò Ortilla. "Non solo Lord Solaris è un ottimo allenatore, ma anche un ottimo pianificatore. Se fosse stato arrestato o rimosso, sarebbe stato un danno molto grave per loro."

"Quello che non avevi immaginato era che Lord Solaris fosse così forte... e che saremmo venuti noi a complicare le cose." continuò Cain rivolto a Cal, che sorrise ironicamente e fece un cenno con la testa.

"E' vero... è stato solo grazie all'intervento della sensei Kiki se siamo riusciti a distruggere quella macchina PULSE che hanno cercato di attivare." affermò Max. "Anzi... dobbiamo ringraziarti ancora, Cal, per aver sabotato quella macchina infernale. Se non fosse stato per te, forse il monastero non ci sarebbe più, a questo punto."

"Non ho fatto delle azioni tanto lodevoli..." affermò Cal, provando ancora vergogna per aver fatto da talpa, anche se era per opporsi al Team Meteora. "Ad ogni modo, adesso sapete com'è la situazione e perchè ho finito per unirmi a loro. Ho fatto delle cose di cui non vado per niente fiero, e come diceva Solaris... è vero, solo perchè vi ho aiutato a fermarlo, questo non è sufficiente a rimediare a tutto quello che ho fatto. Quindi... cercherò di fare quello che posso, nel mio piccolo. Cercherò di scoprire per conto mio quello che il Team Meteora sta tramando, e vi farò sapere in anticipo dove si trovano, e quali potrebbero essere i loro progetti. Al momento... vi posso dire che ho sentito, vagamente purtroppo, parlare di qualcosa chiamato PULSE-Abra. Non so perchè vogliano sperimentare la loro tecnologia infernale su un Pokemon ancora non evoluto, ma con i poteri psichici che ha... sicuramente sarebbero in grado di fare qualcosa di grosso."

"Allora staremo in guardia, e terremo d'occhio la situazione. Grazie per l'informazione, Cal." disse Cain. "Immagino... che tra non molto dovremo avviarci verso l'imbarcadero per tornare a Reborn City... e speriamo che Saphira e gli altri abbiano avuto successo."

"D'accordo. Allora cominciamo a preparare." affermò Vera. "Grazie di tutto, Vittoria... e spero che ci rivedremo presto. Non è certo stato un periodo rilassante... ma sicuramente ci è stato molto utile."

Vittoria e il suo Emboar sorrisero lievemente e fecero un cenno di assenso. "Se non altro, adesso il Team Meteora non sembra più invincibile. E sappiamo che se continuiamo così, forse abbiamo una possibilità di sconfiggere Lord Solaris e quella misteriosa donna di nome Lin. Okay... comunque, il mio nuovo posto di sensei non vuol dire che non posso prendermi un po' di tempo per accompagnarvi all'imbarcadero. Anzi, con tutto quello che state facendo per noi, sarebbe davvero il minimo."

"Apprezziamo molto, Vittoria. Questi giorni mi hanno dato una mano a guardare dentro me stessa... e capire un po' di cose che mi stavano sfuggendo." disse Hitomi. "Certo, è stata un'esperienza dolorosa, ma mi ha in un certo senso aiutato a tirare fuori quello che da tanto tempo mi tenevo dentro."

"Stai tranquilla, Vittoria. Quando ritroveremo il Team Meteora, quei criminali non sapranno neanche cosa li ha colpiti!" affermò Max. "Lo faremo anche per la sensei Kiki... e per tutti quelli che hanno sofferto per colpa del Team Meteora!"

"Grazie, amici... lo apprezzo molto, e sono sicura che anche la sensei Kiki sarebbe fiera di voi." affermò Vittoria. Il suo Emboar le mise una mano sulla spalla, in segno di supporto, e il Medicham di Kiki fece un cenno con la testa in direzione di Vera e dei suoi compagni, augurando loro buona fortuna...

Avevano perso una cosa molto preziosa... ma in compenso, ne avevano trovate altre, e ora avevano la speranza che per Reborn ci fosse un futuro migliore.

 

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Poche ore dopo...

"Bene, allora è qui che le nostre strade si dividono, almeno per adesso." disse Vera, in piedi sul pontile mentre la nave per Reborn City iniziava a caricare i passeggeri... che certo non erano molti nè tantomeno troppo rumorosi. "Ti auguro buona fortuna, Vittoria... e anche a te, Cal... abbiate cura del monastero, e prendetevi cura anche di voi stessi."

"Grazie, amici. Mi raccomando, datele sode al Team Meteora anche per me." disse Vittoria. "Io... farò tutto quello che posso, e cercherò di dimostrarmi degna della mia sensei. E Cal... tu, Cal, hai deciso quindi di riprendere il tuo viaggio e ad allenarti, vero?"

Il ragazzo dai capelli rossi annuì. "Sì... già troppo a lungo ho cercato di sfuggire a ciò che non mi piaceva di me stesso, e non ho fatto la cosa giusta quando avrei potuto e dovuto." rispose. "E anche l'allenamento dei miei Pokemon ne ha sofferto. Ora farò in modo che anche i miei Pokemon tornino al massimo della forma. Non mi farò più trattenere dal mio complesso di inferiorità nei confronti di mio fratello."

"Medicha?" chiese una voce ben conosciuta, appartenente al Pokemon che si era messo accanto a Cal. Il Medicham di Kiki si avvicinò ancora un po' a Cal e lo chiamò, guardandolo come per chiedergli un favore... "Medi medicham!"

"Medicham?" chiese sorpreso il ragazzo, incrociando lo sguardo del Pokemon Psico/Lotta. "Dimmi... c'è qualcosa che volevi chiedermi?"

"Io... credo che ti stia chiedendo se può unirsi a te, Cal." rispose Drew, immaginando cosa passasse per la testa del Pokemon di Kiki. "Non posso dire di comprendere il linguaggio dei Pokemon, ma credo sia abbastanza semplice da comprendere."

"Emboar!" confermò il Pokemon di Vittoria.

Cal tirò un breve sospiro, pensando di non essere esattamente degno della devozione che Medicham stava dimostrando in quel momento... ma non se la sentiva di deludere quel Pokemon che probabilmente si stava ancora riprendendo dallo shock della morte della sua allenatrice. "Se ne sei davvero convinto, Medicham... allora va bene, puoi venire anche tu. Non sarai un Pokemon di tipo Fuoco, ma non importa, saremo comunque una bella squadra!"

"Medicham!" esclamò rincuorato Medicham. Si mise su un ginocchio e fece un saluto da arti marziali, per dire che ora avrebbe messo la sua forza al servizio del nuovo allenatore.

"Mi fa piacere che Medicham abbia trovato qualcun altro disposto a prendersi cura di lui." affermò Max, pensando che anche nella tragedia della morte di Kiki era successo qualcosa di buono. "E spero che Medicham e Cal riescano presto a fare una bella squadra."

"Grazie ancora di tutto..." affermò Ortilla, inchinandosi assieme alla sua Alty. "Sapremo mettere a frutto tutti gli insegnamenti che abbiamo ricevuto... e ci vediamo presto, okay?"

"Abbiate cura di voi." affermò Hitomi con un sorriso appena accennato.

"E mi raccomando, voi due..." concluse Cain, indicando Vittoria e Cal con un sorrisetto un po' malizioso. "Quando siete assieme, voi due da soli... pensate alla sicurezza, okay?"

"Non credo di volerla capire, questa battuta..." affermò Vittoria, arrossendo visibilmente in volto. Cal si voltò dall'altra parte, imbarazzato... e Medicham ed Emboar si nascosero la faccia con una mano e scossero la testa. "Ma... apprezzo il tentativo di sdrammatizzare. Sei sempre stato un grande amico, Cain!"

"E io apprezzo i complimenti, Vittoria." rispose il giovanotto dai capelli viola. "Adesso... immagino che dobbiamo andare, gente. La nave partirà tra pochi minuti."

"E' vero..." rispose Vera. "Grazie di tutto, Vittoria e Cal... e a presto!"

Ognuno dei ragazzi del gruppo di Vera salutò Vittoria, Cal, Emboar e Medicham prima di salire a bordo del battello per Reborn City, che lasciò il molo pochi minuti dopo con un fischio assordante, e riprese a muoversi attraverso le acque inquinate, di ritorno alla labirintica metropoli. I due giovani esperti di arti marziali e i loro Pokemon restarono lì a guardare, ricambiando i saluti che Vera, Drew e i loro compagni mandavano dal pontile della nave finchè quest'ultima non fu troppo lontana per poter distinguere i loro amici.

Vittoria sospirò e si voltò verso Cal e Medicham. "Beh, adesso abbiamo finito, direi..." affermò malinconicamente. "Quindi... anche per noi è un arrivederci, vero, Cal? Mi ha fatto piacere rivederti... e mi dispiace per quello che ti ho detto durante la lotta con Solaris e Blake."

"Era nel tuo diritto, Vittoria... me lo meritavo, dopotutto." rispose l'allenatore di Pokemon Fuoco, una mano appoggiata sulla spalla di Medicham. "Come ho detto, d'ora in poi farò tutto quello che è in mio potere per rimediare al male che ho fatto quando facevo parte del Team Meteora. Questo vuol dire che riprenderò a viaggiare... ad allenare i miei Pokemon e a mettere i bastoni tra le ruote ai miei ex-superiori."

"D'accordo... mi sarebbe piaciuto poter passare un po' più di tempo con te, ma capisco che sia necessario che tu riparta. E so che ti prenderai cura di Medicham." disse Vittoria, annuendo in direzione del Pokemon Psico/Lotta.

"Allora... non credo di avere altro da dire. Buona fortuna, Cal... e mi raccomando, fatti sentire."

"Non ne dubitare, Vittoria. Tornerò... e per allora, immagino che avremo un bel po' di cose da dirci." affermò il ragazzo. I due si presero le mani, guardandosi intensamente negli occhi, ed Emboar e Medicham si diedero la mano, in un sincero augurio di buona fortuna.

A quanto sembrava, il loro contrattacco contro il Team Meteora era appena iniziato...
    

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CONTINUA...

Note dell'autore: E con questo, si conclude la saga di Apofillide, teatro di uno degli eventi più tragici del gioco Pokemon Reborn, ma che almeno nella mia storia è diventato terreno fertile perchè nascesse una nuova speranza. Ora che Vera ha il Mega Bracciale, dovrà fare in modo di impadronirsi della Mega Evoluzione...
 

E abbiamo visto qualcosa del vero capo del Team Meteora, la misteriosa e spietata Lin. E' una donna feroce e diabolica che riserverà non poche sorprese, e speriamo che Vera e i suoi compagni riescano a sfuggirle abbastanza a lungo da diventare forti abbastanza... e sperabilmente, far finire il regno di terrore del Team Meteora!
 

Nel prossimo capitolo, si ritorna a Reborn City, ma il Team Meteora non lascerà ai nostri eroi molto tempo per prendere fiato. Tenetevi pronti, perchè la lotta per la libertà di Reborn riprenderà presto, e sarà più spietata che mai!
 

A presto, e se potete, lasciatemi una recensione, okay?
                   
 
     

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Capitolo 44
*** Di ritorno a Reborn ***


Pokemon: A World Reborn


Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 44 - Di ritorno a Reborn


Per qualche motivo, in quel momento, il clima che si respirava nella claustrofobica metropoli di Reborn City era diverso da quello a cui molti erano ormai da troppo tempo abituati. Sembrava quasi che la notizia della sconfitta subita dal Team Meteora per mano della resistenza avesse cominciato, anche se non in maniera del tutto ufficiale, a fare il giro della città, sferrando un colpo significativo alla fama di invincibilità che la diabolica organizzazione terrorista si era fatta. Adesso si cominciava a vedere un po' di gente che, timidamente, riprendeva un lavoro che aveva da tempo abbandonato per paura, o portare a passeggio i loro bambini e i loro Pokemon per le strade considerate più sicure.

Mentre si guardavano attorno, Pietro ed Aya avevano l'impressione che anche le strade, normalmente ingombre di sporcizia ed immondizia, fossero un po' più pulite. Certo, non era cambiata da un giorno all'altro, la situazione, e Reborn City era ancora un luogo pericoloso, infido ed infernale... eppure, in qualche modo, si sentiva che il pessimismo che permeava la grande metropoli era almeno un po' diminuito.

Sfortunatamente, non si poteva dire esattamente la stessa cosa del pessimismo che Aya provava in quel momento, malgrado la vittoria che avevano ottenuto sul Team Meteora.

"Beh, Aya... come puoi vedere, qualcosa stiamo facendo." disse Pietro, avvicinandosi alla ragazza dai capelli viola, ma restando comunque ad una certa distanza in modo da non urtare la sua sensibilità. "Magari non è molto, ma oggi qualcosa è cambiato. Queste persone... stanno cominciando ad avere un po' più di fiducia nel nostro futuro."

Aya scosse la testa, rifiutandosi ostinatamente di credere che le sue azioni potessero avere un qualche effetto positivo. "Chissà... forse la loro non è altro che un'illusione, Pietro. Io... non mi faccio più nessuna delusione. Non mi aspetto mai niente, e quindi non resto delusa quando le cose vanno male. Ho imparato che in un mondo come questo, è il modo migliore per vivere senza che ti venga spezzato il cuore." affermò.

Pietro sospirò, con infinita pazienza. Era quasi incredibile vedere come Aya sembrasse determinata a non vedere nulla di positivo. "Lo sai, Aya... secondo me dovresti smetterla di punirti. Tu non sei una persona orribile... hai fatto degli errori, va bene. E chi è che non ne fa? IO sono sicuro che Cain non ti odia. Insomma, è da un bel po' di tempo che io e lui ci frequentiamo, e non mi ha mai dato l'impressione di serbare rancore nei tuoi confronti."

"Ma è proprio questo che mi fa disperare, non lo capisci?" esclamò Aya, cominciando ad alterarsi. "Come fa a non odiarmi per quello che gli ho fatto? Lui dovrebbe non voler nemmeno sentir parlare di me! Che razza di sorella sono stata? Quando... quando Cain ha avuto finalmente il coraggio di parlare apertamente di quello che è... mamma gli ha voltato le spalle, e adesso si rifiuta persino di riconoscere la sua esistenza. E io... io non ho fatto niente per farle cambiare idea. Sono rimasta lì ad ascoltare tutte quelle cose orribili che la mamma diceva del sangue del suo sangue, e non ho fatto nulla per difendere Cain... non merito forse tutto il suo disprezzo?"

"Evidentemente, Cain non la pensa così." continuò Pietro, dando un'occhiata al Dragalge che fluttuava leggiadro al fianco di Aya. Il cavalluccio marino velenoso sembrò alzare le spalle - o meglio, quello che per lui era l'equivalente delle spalle - e scosse la testa rassegnato. Aveva già provato lui stesso a far ragionare Aya, senza eccessivi risultati. Ma Pietro non era tipo da mollare così facilmente. "Perchè non resti qui e non provi a parlare con lui? Sono sicuro che riuscirete a chiarirvi, una buona volta."

Ma la ragazza non volle ascoltare ragione. "No... è inutile, finirei soltanto per sentirmi ancora peggio, e io ho già abbastanza stress nella mia vita senza dovermi preoccupare di quello che pensa mio fratello di me." affermò. "Tornerò nella Palude Mercurio. E' il posto più adatto ad una come me, immagino. Se proprio ci tieni... puoi dire a mio fratello, quando torna, che sua sorella lo saluta, per quello che le mie parole possono valere."

"Va bene, lo farò. Se ancora non ti senti pronta per parlare con lui, rispetto la tua decisione." rispose Pietro. "Comunque... sappi che se hai dei problemi, e vuoi parlare con qualcuno, io sono sempre qui. Non farti convincere dalle parole di quel dottore da strapazzo. Tu sei una persona migliore di lui."

"Se lo dici tu..." rispose Aya, voltandosi e dando un calcio ad un sasso, che rotolò in un tombino a qualche metro di distanza. "Comunque... se proprio non potete fare a meno di me per qualche motivo, sapete dove trovarmi. E ditelo anche a quei ragazzi di Hoenn, se per caso dovesse venire loro voglia di cercarmi."

"Grazie del tuo aiuto, Aya... non credo che saremmo riusciti a farcela senza di te, dico davvero!" affermò il giovane esperto di Pokemon Roccia, facendo fermare la ragazza un attimo prima che lei e il suo Dragalge iniziassero ad allontanarsi. "E come ho detto... sappi che io sarò sempre qui, se vuoi una mano."

"Ancora non capisco perchè dovresti volerlo fare... ma ti ringrazio lo stesso, Pietro." rispose Aya con voce flebile, come se avesse paura di farsi sentire. Dragalge si voltò verso Pietro e gli fece un cenno di ringraziamento con la testa, prima di seguire la sua allenatrice. In breve tempo, Aya e Dragalge si erano dileguati tra le fumose strade di Reborn City, e Pietro tirò un sospiro e sorrise lievemente, facendo tra sè i suoi migliori auguri ad Aya.

"Immagino che ci vorrà un po' prima che possa parlare di certi argomenti con Aya, ma non importa. Rispetto i suoi spazi." disse il ragazzo dai capelli arancioni. "Immagino che adesso sia ora di tornare al lavoro. Miss Saphira e gli altri avranno senza dubbio trovato qualcosa di interessante, tra le scartoffie che c'erano in quella tana."

"Rhydon?" sentì la voce rude del suo Rhydon che lo richiamava. Il Pokemon Terra/Roccia era uscito in quel momento dell'edificio della Yureyu Corporation, evidentemente recando delle notizie importanti, e richiamò il suo allenatore con un cenno della testa. "Rhy rhydon!"

"Sì, arrivo subito, Rhydon!" esclamò il giovane chitarrista. "C'è qualcosa di nuovo? Avete trovato qualcosa di particolare, tu e gli altri nostri compagni?"

Il rinoceronte bipede ghignò e tirò fuori qualcosa che stava nascondendo dietro la schiena, in modo da fare una piccola sorpresa al suo allenatore. Incuriosito, Pietro si avvicinò di qualche passo al suo Pokemon, e vide che nella mano destra portava uno strano oggetto fatto di una pesante lamiera metallica colorata di arancione brillante, la cui forma richiamava la sagoma di una casa stilizzata... e sorrise eccitato quando capì di che oggetto si trattava.

"Quella è una Copertura, Rhydon! Dov'è che l'avete trovata?" chiese. Raggiunse rapidamente il suo Pokemon ed esaminò lo strano oggetto, in modo da assicurarsi che fosse autentico.

Il Pokemon rinoceronte grugnì contento e indicò l'interno dell'ex-sede centrale della Yureyu con un cenno della testa. "Rhydon! Rhydon!" grugnì, facendo capire che avevano trovato quel prezioso oggetto in qualche stanza o in qualche magazzino abbandonato della vecchia sede. Lo porse al suo allenatore, che ringraziò con un cenno della testa, e lo mise nel suo zaino.

"Ottimo lavoro, Rhydon!" esclamò Pietro, accarezzando il suo Pokemon sulla testa. Rhydon grugnì nuovamente, come se fosse stato un grosso gattone che faceva le fusa. "Quando vorrai, non appena ne avremo la possibilità, ti farò evolvere in un Rhyperior! Adesso però... immagino che ci sia da sentire quello che ha da dire miss Saphira sulla nostra attuale condizione. Il Team Meteora non farà passare tutto questo sotto silenzio, e torneranno presto all'attacco, se li conosco."

"Rhydon!" esclamò Rhydon, facendosi serio di colpo. Anche lui comprendeva che ormai il proverbiale dado era stato tirato, e che da quel momento in poi avrebbero dovuto aspettarsi rappresaglie sempre più feroci...

"Hey, perdente! Guarda che stiamo aspettando tutti te!" esclamò la voce beffarda e maligna di Fern. Il buon umore di Pietro fece una picchiata quasi verticale, e una venuzza pulsante affiorò sulla sua nuca quando il giovane esperto di Pokemon Roccia si voltò e vide il suo rivale in piedi a braccia conserte e a gambe accavallate sulla soglia d'ingresso, che lo guardava come se fosse un verme disgustoso. "Mentre tu eri qui ad amoreggiare con la tua fidanzatina, miss Saphira stava dando una bella occhiata a tutti i documenti che siamo riusciti a trovare in quel letamaio. E adesso abbiamo bisogno di riunirci tutti... anche quei perdenti che sono andati al monastero Apofillide con quell'effeminato e quel maschiaccio."

"Guarda che quei due hanno un nome, si chiamano Cain e Vittoria!" fu la reazione infastidita di Pietro. Rhydon scosse la testa, anche lui abituato all'arroganza di Fern, e mise una mano sulla spalla di Pietro, per dirgli di non farsi provocare. "Hmph... arrivo, stai tranquillo. Anch'io sono curioso di sapere come vanno le cose. Mi sono unito alla resistenza proprio perchè volevo anch'io liberare il mio popolo e il mio paese dal Team Meteora, quindi anch'io ho tutto l'interesse a sapere cosa c'è di nuovo."

"Allora non farti attendere." tagliò corto Fern, rientrando nell'edificio. Pietro lo fissò malamente mentre il ragazzaccio con gli occhiali rientrava nei bui corridoi della vecchia sede della Yureyu, poi richiamò il suo Rhydon e rientrò a sua volta, sperando che Saphira fosse in procinto di dare loro buone notizie riguardo il gruppo che si era diretto al Monastero Apofillide...

A sua insaputa, una figura oscura e misteriosa, avvolta in un impermeabile e composta di ombre vorticose, osservava con interesse. Il misterioso Shade, l'entità oscura che Vera ed alcuni dei suoi compagni avevano incontrato nella Fabbrica Abbandonata, restò a fluttuare in aria per qualche istante senza dire nè fare nulla, parzialmente mimetizzato tra le nuvole di smog nero che permeavano il cielo di Reborn City...

Poi, senza una parola, Shade si voltò e scomparve nel nulla, avendo visto ciò che gli interessava sapere...

 

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"Molto bene. Vedo che ci siete tutti, o quasi." affermò Saphira, dando un'attenta occhiata a tutti coloro che si erano riuniti in quella sala, che sicuramente una volta era stata una sala per convegni. "Manca Aya... ma immaginavo che lei non fosse una che si presta molto al gioco di squadra. Beh, non importa. Vorrà dire che le parlerò la prossima volta."

Le sorelle minori di Saphira, Laura e Charlotte, erano al suo fianco, accompagnate rispettivamente da Lilligant e da Ninetales. Sulle sedie della sala, in prima fila, sedevano Amaria, Florinia e Julia, mentre poco indietro c'erano Noel, Anna, Heather e Shelly. Le due bambine più grandi si erano trattenute almeno il tempo di sentire cosa avesse da dire la leader della resistenza, e farsi un'idea della situazione prima di iniziare il loro addestramento. Fern sedeva in disparte, con l'aria di chi non aveva nessuna voglia di mischiarsi al basso popolo. In effetti, sembrava quasi offeso per qualche motivo...

Pietro si sedette accanto a Noel ed Anna, e la bambina con i codini gli rivolse un sorrisone radioso, tenendo tra le braccia il suo Jirachi di peluche. Pietro ricamiò il saluto, arruffando i capelli neri di Anna con un gesto della mano, poi si voltò verso Saphira che si era schiarita la voce e stava iniziando il suo discorso.

"Riconosco che è stata una battaglia difficile, per tutti noi." affermò la leader della resistenza, con fermezza. "E devo fare i complimenti a tutti voi per l'impegno che avete dimostrato e per la vostra abnegazione. Senza di questo, e senza un buon lavoro di squadra, non saremmo riusciti a fermare il Team Meteora. Abbiamo ottenuto un'importante vittoria su di loro."

"Tsk... e in tutto questo, nessuno che riconosce il mio contributo..." brontolò Fern a bassa voce. Saphira lo guardò male, ma decise di passarci sopra e continuò il suo discorso.

"Non è tutto qui, se non altro." continuò. "Ho ricevuto notizie dall'Accademia Apofillide... notizie che mi fanno piacere, ma anche notizie che gettano un'ombra di incertezza sul nostro futuro. Il Team Meteora ha subito un duro colpo, ma è tutt'altro che sconfitto, ed è adesso che cominceranno con la loro repressione più feroce."

"Da un lato... abbiamo ricevuto la conferma che Vera e i suoi compagni hanno completato il loro addestramento e che la sensei di apofillide, la nostra alleata Kiki Mikael Argall, ha consegnato a Vera un Mega Bracciale. Forse, con un po' di pratica e di allenamento, Vera potrà accedere alla Mega Evoluzione, dando un apporto a dir poco straordinario a noi della resistenza."

"Sapevo che Vera ce l'avrebbe fatta! Nostra me l'ha sempre detto!" affermò felice la piccola Anna. Heather borbottò qualcosa tra sè sul fatto che bisogna essere proprio ridotti male per dare ascolto a quello che dice una bambola di pezza... ed Anna sembrò sentirla, visto che si voltò di scatto verso di lei con espressione comicamente offesa. "Hey! Un po' di rispetto per Nostra! Lei non ha mai sbagliato nel giudicare le persone, e sa che Vera ha una luce dentro di sè che vuol dire che è una persona straordinaria!"

"Va bene, va bene... non sono dell'umore giusto per litigare con una più piccola di me, in ogni caso..." borbottò Heather. Shelly si massaggiò la nuca e fece un cenno ad Heather per invitarla a non arrabbiarsi... e Saphira richiamò l'attenzione di tutti schiarendosi la voce.

"Sfortunatamente... queste buone notizie vengono controbilanciate da notizie meo liete." affermò la comandante della resistenza. "La sensei Kiki... è sfortunatamente perita durante uno scontro con il Team Meteora. Il leader dell'organizzazione, Lord Solaris, ed alcuni dei membri più in vista del Team Meteora hanno cercato di distruggere il monastero, assieme a tutti i suoi abitanti, con una macchina PULSE di modello sconosciuto."         

Dall'uditorio si levarono delle esclamazioni di sgomento e cordoglio... tranne che da Florinia e Fern.

"La... la sensei Kiki è morta?" chiese Amaria con espressione contrita. "No... quindi... questo vuol dire che Vittoria ha perso la sua sensei... povera Vittoria, quanto mi dispiace... e adesso, cosa succederà?"

"Beh... non si può dire che la situazione sia molto facile, questo è poco ma sicuro. Abbiamo... perso da una parte, ma dall'altra abbiamo vinto. Certo... la perdita della sensei Kiki è un colpo non indifferente per noi della resistenza." ammise Charlotte. "Questo vorrà dire che Vittoria non potrà tornare qui a Reborn City, almeno non finchè non avrà rimesso a posto un po' di cose lì all'accademia e non potrà lasciarsi dietro una situazione quanto meno stabile. Tuttavia, Vera e i suoi compagni stanno tornando a Reborn City, proprio adesso mentre stiamo parlando."

"Allora... se permettete, andrò io ad accoglierli al molo." si offrì Amaria. "Dopotutto, non credo proprio che il Team Meteora abbia intenzione di attaccarmi proprio adesso. Ma voi... cosa farete, adesso? Ora che... la sensei Kiki non c'è più... avremo bisogno di tempo per riorganizzare i nostri compagni nella zona di Apofillide, e non so se Vittoria sarà pronta per un tale onere."

"Me ne rendo conto, Amaria. Ma in questo momento non abbiamo esattamente il tempo di restare fermi a pensare. Dobbiamo sfuggire al Team Meteora, e per rendere loro più difficile raggiungerci, ci ritireremo nelle zone più selvagge di Reborn, dove i nostri nemici non hanno tutto il controllo che hanno qui." continuò Saphira. "E per fare questo... credo che il rifugio Belrose, ai piedi del Monte Tanzanite, sia un buon nascondiglio, almeno per adesso."

"Beh... quanto meno... è un posto abbastanza tranquillo." affermò Laura con un piccolo sospiro di sollievo. "Noel, Anna... voi venite con noi, vero? E' meglio se venite... così avremo la possibilità di proteggervi..."

"Mi sembra giusto." disse Noel con un lieve sorriso, un'espressione che non era solita per il bambino dai capelli neri. "Anna, Nostra, a voi va bene, vero?"

"Certo! Anche Nomos è contento, vedo!" esclamò festosamente Anna, apparentemente dimentica della situazione difficile in cui si erano trovati soltanto qualche giorno prima. "Verranno anche Fern e Pietro, vero? Non possiamo certo restare separati!"

"Hmph... non che mi faccia piacere stare con questo pagliaccio da circo, ma immagino che non ho molta scelta, a questo punto." affermò Fern, riferendosi chiaramente a Pietro, che non ebbe altra reazione che alzare le spalle per non dare a quel bellimbusto la soddisfazione di farlo arrabbiare, e il ragazzaccio con gli occhiali strinse i denti frustrato.

"Tsk... ma tu guarda che roba... si fanno tante premure per quella stupida mocciosa di Hoenn soltanto perchè è riuscita a farsi dare un Mega Bracciale... per pura fortuna, sono pronto a scommetterci... mentre il mio talento non viene riconosciuto e sono costretto a stare con inetti come Pietro e quella lesbica lì... e mocciosi come quelle due stupide amichette... una delle quali è la figlia di un agente del Team Meteora, potrei aggiungere." pensò tra sè Fern. "Più resto qui, più ho l'impressione di stare sprecando il mio tempo..."

"A questo proposito... sappiamo qualcosa di quello che succede a Zirconia? Serra ci ha mandato qualche rapporto, di recente?" chiese Julia.

Charlotte annuì. Domanda sensata, dopo tutto... Zirconia non era molto lontana dal Monte Tanzanite, ed era da un po' di tempo che avevano messo da parte ciò che stava accadendo in quella zona di Reborn, visto che la loro attenzione era occupata a problemi molto più urgenti. "Beh... in effetti, Senna non ha mandato notizie rilevanti da un po'... tranne il fatto che in questi giorni, la Chiesa d'Alfa ha cominciato a farsi più attiva." affermò la ragazzina coi codini, giocherellando con un accendino. Accese una fiammella e la guardò con evidente piacere per qualche istante, prima di spegnere l'accendino e rimetterlo in una tasca della sua giacca. "Non sappiamo ancora se sono in qualche modo legati al Team Meteora, ma non è il caso di sottovalutare questa possibilità. Per sicurezza, cercheremo di stare lontani da Zirconia, almeno per adesso."

"Signorina Saphira, ma che cos'è la Chiesa d'Alfa?" chiese Anna, parlando anche per il fratello gemello che restava in pensieroso silenzio. "Nostra e Nomos vorrebbero saperlo!"

"In realtà vorremmo saperlo entrambi noi, ma lasciamo perdere..." commeentò Noel a bassa voce.

"Giusto, voi non potete saperlo..." continuò Saphira. "La Chiesa d'Alfa è una sorta di setta religiosa che sta facendo una certa quantità di proseliti, in questi ultimi tempi. Venerano Arceus come il creatore di tutte le cose, il che è anche logico... ma i loro metodi per convertire le persone ai loro insegnamenti sono... alquanto discutibili, se posso usare un termine moderato."

"Diciamo che più che altro cercano di fare il lavaggio del cervello alla gente." fu il commento di Charlotte. "Quindi... Heather, Shelly, dovunque voi vogliate andare ad allenarvi, state attente alla Chiesa d'Alfa."

"Se li incontro... saranno dei buoni sacchi da allenamento." tagliò corto Heather. Shelly, non altrettanto sicura di sè, si limitò ad annuire in silenzio.

"Detto questo... Saphira, pensi che sia il caso di partire?" chiese Laura, dando una rapida occhiata ad un orologio ancora attivo ed in perfetto orario attaccato al muro della stanza. "Tra un po' farà buio, e potrebbe essere la nostra migliore possibilità di andarcene da Reborn City prima che il Team Meteora ci attacchi di nuovo."

"Sì... sono d'accordo, Laura. Stavolta non ci coglieranno di sorpresa." affermò la comandante della resistenza. "Okay... allora, ragazzi, avete mezz'ora di tempo per raccogliere tutte le vostre cose. Poi, fuggiremo tramite i vecchi tunnel della metropolitana, e raggiungeremo le terre selvagge appena fuori da Reborn City. Da quel momento in poi, non dovrebbero esserci ulteriori problemi, almeno per un po'."

"Avremmo guadagnato un po' di tempo sul Team Meteora. Tempo che potrà risultare utile per allestire ulteriori preparazioni e rafforzare le nostre difese in previsione di un nuovo attacco nemico." disse Florinia, atona ed apatica come sempre. "La strategia appare razionale e solida a questa unità."

Amaria sospirò e si sfregò la nuca con una mano. Erano passati così tanti anni, e ancora Florinia non riusciva a gettarsi alle spalle quello che era successo. Forse era il caso di parlarne anche con Titania, visto che lei più di Julia ed Amaria era rimasta coinvolta in quello sfortunato episodio...

"Ottimo... allora, Amaria, tu occupati di andare a prendere Cain e i nostri compagni di Hoenn." disse Saphira, rivolta alla giovane esperta di Pokemon d'Acqua, che annuì in segno di assenso. "Poi, cercherete di raggiungerci al nostro rifugio. Immagino che tu sappia dove sia, giusto?"

"Sì, Saphira... non ti preoccupare, sono già stata lì diverse volte." affermò Amaria. Tra sè, sperò che questo le avrebbe dato la possibilità di rivedere Titania, era già da un po' di tempo che non si vedevano, e Amaria cominciava a sentirne la mancanza. "Va bene, voi andate pure... Heather, Shelly... ovviamente, non c'è bisogno che mi raccomandi anch'io di stare attente, vero?"

Heather incrociò le braccia e sbuffò. "Uff... Amaria, guarda che anche se siamo le più giovani allenatrici della resistenza, non siamo mica nate ieri." affermò. "Tranquilla, sappiamo come cavarcela."

"S-sì, certo..." rispose Shelly. "Staremo... staremo molto attente. Non ci faremo prendere dalla... Chiesa d'Alfa."

Saphira annuì soddisfatta. Se non altro, tutto ciò che c'era da fare nell'immediato era chiaro. "Perfetto." disse infine, alzandosi dal suo posto. "Allora, preparatevi e cominciamo ad incamminarci. Dobbiamo far perdere le nostre tracce al Team Meteora il prima possibile."

Rapidamente, i membri della resistenza si alzarono dai loro posti, e mentre tutti gli altri andavano a raccogliere i loro effetti personali e si preparavano al lungo viaggio attraverso i sotterranei di Reborn City, Heather e Shelly restarono lì dov'erano per un po', prima di guardarsi negli occhi e scambiarsi un cenno di assenso e di comprensione. Era giunto il momento di prendere ognuna la sua strada, almeno per il momento. "Okay, Shelly. Io... ti devo ringraziare per tutto quello che hai fatto per me, e mi devo ancora scusare... per tutte le volte che non sono stata una buona amica per te." affermò la piccola domatrice di draghi. Sentì una sensazione di nostalgia e di solitudine nel suo cuore, e si rese conto di non essersi aspettata che allontanarsi da Shelly, anche se solo temporaneamente, sarebbe stato tanto difficile per lei... ma era una cosa che doveva fare, e poi, chissà, magari Shelly sarebbe stata più al sicuro senza lei che attirava quelli del Team Meteora come una calamita.

"Ti ho detto, Heather... non ti preoccupare per questo." disse Shelly, sorridendo un po' tristemente. "Io... ti faccio tanti auguri... e quando ci rivedremo... vedrai che sarò diventata molto più forte."

"Anch'io, Shelly. Anch'io." disse la bambina più piccola. Con un po' di esitazione, Heather e Shelly si guardarono negli occhi... poi si diedero un cinque per dimostrare che il patto che c'era tra di loro era infrangibile. "Il Team Meteora ci deve un conto molto salato, e noi glielo presenteremo."

"Hai ragione..." concluse Shelly con un cenno della testa e un sorriso abbozzato. Amaria restò un po' in disparte, a guardare le due amiche che rafforzavano la promessa che si erano fatte... e si chiese se, quando erano più giovani, anche lei e Titania erano così. Beh, inutile stare là a lambiccarsi il cervello. Era il momento di andare a prendere Vera e gli altri all'imbarcadero, ed era meglio non essere in ritardo.

"Amaria!" si sentì chiamare dalla voce di Pietro. La giovane donna dai capelli smeraldini si voltò verso il ragazzo esperto di Pokemon Roccia, guardandolo per chiedergli se c'era qualcosa che volesse dire, e Pietro disse rapidamente la sua. "Senti... è probabile che incontrerò mia sorella tra non molto. Le devo dire qualcosa da parte tua?"

L'esperta di Pokemon d'Acqua annuì con un sorriso un po' triste. Sapeva che Pietro e Titania non andavano esattamente d'accordo, e apprezzò il fatto che, nonostante tutto, il giovane esperto di Pokemon Roccia avesse avuto questa premura nei suoi confronti. "Beh... sì, se tu potessi, mi farebbe molto piacere..." affermò. "Dì a Tania che per adesso va tutto bene, e che spero di rivederla presto."  

"Ricevuto..." rispose Pietro con un'alzata di spalle e un sorriso ironico. "Allora, ci vediamo tra qualche giorno, okay? Tu porta Vera e gli altri al rifugio di miss Saphira e delle sue sorelle."

"Ricevuto! Non mancherò!" concluse Amaria, sentendo, per la prima volta dopo tanto tempo, una flebile speranza che si accendeva in fondo al suo cuore. "Buona fortuna a tutti voi... tra non molto, sento che riusciremo a sferrare un colpo decisivo al Team Meteora!"

Saphira fece un raro sorriso, e guardò verso le sue sorelle, prima verso Laura e poi verso Charlotte. Le loro espressioni dicevano tutto quello che c'era da sapere sulla loro convinzione. Finalmente, la vittoria della resistenza contro il regno di terrore del Team Meteora non era più un miraggio...

 

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Il repellente odore degli effluvi della città raggiunse le narici di Max, mentre il traghetto si avvicinava al molo di Reborn City. Il ragazzino con gli occhiali si mosse una mano davanti al viso nel tentativo poco fruttuoso di allontanare il fetore, ma restò al suo posto sul ponte mentre la costa si avvicinava. Non poteva dire che gli mancasse questo luogo pericoloso, infido e contaminato, ma se non altro, gli dava un minimo di sicurezza sapere che i loro compagni della resistenza sarebbero stati lì ad accoglierli. Quantomeno, sembrava che i loro tentativi di opporsi al Team Meteora cominciassero a dare i loro frutti.

"Okay, ragazzi, siamo arrivati!" disse Max rivolto ai suoi compagni, mentre la nave si avvicinava al molo e ai magazzini abbandonati. Dando un'occhiata verso l'imbarcadero, il ragazzino con gli occhiali riuscì a vedere una figura snella ed alta, dai lunghi capelli volor verde acquamarina che si stagliava su un pontile, separata dal resto delle persone che attendevano, e riconobbe subito che si trattava di Amaria. "E credo che miss Saphira abbia già mandato qualcuno ad accoglierci!"

"Ah, guarda un po'! C'è la nostra Amaria!" affermò Cain, raggiungendo Max accompagnato dal suo fedele Nidoking. Il Pokemon Veleno/Terra, del tutto indifferente all'odore penetrante di rifiuti ed acqua di scolo che proveniva dagli scarichi sulla costa, guardò verso Amaria e agitò una mano verso di lei per salutarla. "Hey, Amaria! Amaria, ci senti? Siamo qui!"

"Ah... è venuta Amaria ad accoglierci?" chiese Vera, raggiungendo il fratello minore e il giovanotto dai capelli viola accanto alla ringhiera del traghetto. A quel punto, anche Amaria si era accorta di loro, e cominciò ad agitare la mano nella loro direzione. Vera si aggrappò alla ringhiera e, sentendosi un po' più su di morale, ricambiò il gesto della giovane esperta di Pokemon Acqua. "Hey, Amaria! Amaria, siamo qui!"

Nel giro di pochi minuti, il traghetto raggiunse il molo ed attraccò, lasciando che i passeggeri scendessero. Vera e i suoi compagni scesero rapidamente, e un istante dopo, Vera si ritrovò avvinghiata in un caloroso quanto un po' troppo impetuoso abbraccio da parte di Amaria, sollevata e felice di rivederli tutti... o quasi.

"Vera! Amici miei, sono felice di rivedervi... anche se mi dispiace per quello che è successo alla sensei Kiki... abbiamo saputo quello che è successo da alcuni nostri informatori... e credetemi, siamo davvero tutti spiacenti per quello che avete passato. Non immaginavamo che il Team Meteora si sarebbe spinto a tanto."

"Va tutto bene, Amaria... dopotutto, la sensei Kiki non aveva comunque molto da vivere." affermò Drew, vedendo l'espressione contrita che per un attimo era apparsa sul volti di Vera e della maggior parte dei suoi compagni. "Se non altro, ha avuto la possibilità di scegliere come affrontare i suoi ultimi momenti, e ci ha aiutato a diventare più forti. Ora... credo che possiamo tenere testa molto meglio al Team Meteora."

"Flygon..." affermò il Flygon di Drew, aprendo un po' le sue ali da insetto mentre atterrava planando a fianco del suo allenatore. Il drago-insetto indicò Vera con un cenno della testa, e la bambina dai capelli castani mostrò il Mega Bracciale che aveva ricevuto della sensei negli ultimi istanti di vita di quest'ultima.

"La sensei Kiki mi ha consegnato il suo Mega Bracciale. Lo ha affidato a me, convinta che ne avrei saputo fare buon uso." spiegò Vera. Dietro di lei, Max, Ortilla, Hitomi e Cain erano scesi dalla nave, e si erano messi un po' in disparte sul pontile, attendendo che Vera e Drew finissero di dare le dovute spiegazioni ad Amaria. "Vittoria, purtroppo, non è potuta tornare a Reborn City con noi... ora che la sensei Kiki non c'è più, lei e Cal sono rimasti indietro per gestire l'accademia, e immagino che da qui in poi dovranno più che altro farci da supporto."

"Sì, capisco... se non altro, adesso abbiamo inflitto un colpo significativo al Team Meteora." rispose Amaria con un sospiro. La ragazza si guardò attorno, e Vera ebbe per un attimo l'impressione che si stesse perdendo in chissà quali cupi pensieri... ma se ne riscosse subito, e si schiarì la voce. "Ehm... ad ogni modo, anche qui abbiamo avuto a che fare con il Team Meteora. Poco dopo che siete andati via, il Dr. Connal e Sirius hanno intercettato il nostro gruppo, e sono riusciti a rapire i bambini... solo Pietro è riuscito a sfuggire al Team Meteora e a dare l'allarme."

"Accidenti... sembra proprio che al Team Meteora non si sfugga, finchè si è in questa città..." affermò rammaricata Ortilla. Alty storse il naso per un istante, prima di riprendere il discorso.

"Taria taria... altaria?" chiese la graziosa Pokemon Drago/Volante. Ortilla fece un cenno con la testa alla sua Pokemon, e tradusse ad Amaria quello che voleva dire.

"Alty stava chiedendo se alla fine siete riusciti a recuperare i bambini..." chiese Ortilla, sentendosi sollevata quando Amaria si illuminò in volto, sorrise e fece un cenno affermativo con la testa.

"Sì... per fortuna, grazie anche all'aiuto di Saphira e Laura, siamo riusciti a liberare Heather, Shelly e tutti gli altri." rispose la ragazza dai capelli smeraldini. "Anche se... beh, è per questo che Saphira mi ha mandato da voi, in realtà. Ha voluto che fossi io ad accogliervi, perchè lei e il resto del gruppo si stanno dirigendo al rifugio Belrose, ai piedi del Monte Tanzanite. Reborn City sta cominciando a diventare troppo pericolosa per restarci a lungo... ci muoviamo in un territorio dove il Team Meteora non ha più il vantaggio."

"Il Monte Tanzanite?" chiese Hitomi, parlando per la prima volta da quando il viaggio di ritorno era iniziato. "Mi sembra di aver già visto qualcosa... è in una regione montuosa a nord di Reborn City, giusto?"

"Esatto..." rispose Amaria. "Mentre stiamo parlando, Saphira e gli altri stanno cercando di farsi strada verso una delle poche zone di Reborn che ancora non è sotto il completo controllo del Team Meteora. Dobbiamo cercare di raggiungerli lì, passando per un'altra strada che raggiunge la città di Zirconia. Credo che sarebbe una buona idea passare di là per controllare la situazione."

"Nidoking?" chiese il Nidoking di Cain.

"Come mai Zirconia? Fatemi indovinare... la Chiesa d'Alfa comincia a farsi sentire?" chiese il ragazzo dai capelli viola.

Quel nome giungeva del tutto nuovo a Vera e ai suoi compagni di Hoenn. "La... Chiesa d'Alfa? E di chi si tratta, esattamente?" fu la domanda di Max. "Spero che non ci troveremo ad affrontare anche loro oltre al Team Meteora, sarebbe una seccatura in più che non è davvero il caso di sobbarcarsi."

"Beh... diciamo che si tratta di un gruppo religioso... o meglio, lo erano fino ad un po' di tempo fa, ma adesso si sono fatti più aggressivi nel diffondere il loro verbo." affermò Amaria. "Professano che sia stato Arceus, il Pokemon primordiale, a creare questo mondo ed ogni forma di vita su di esso. E fin qui, non ci vedo nulla di sbagliato. Il problema è... che perseguono questa loro convinzione con fin troppo zelo, e cercano di convertire tutti coloro che considerano dei miscredenti o degli atei... anche con la forza, se necessario."

Vera soppresse una risatina. Se solo avessero saputo che lei stessa, non molti mesi prima, aveva visto Arceus con i suoi stessi occhi... probabilmente l'avrebbero presa per pazza o per sacrilega.

"Capisco... quindi potrebbero essere una minaccia anche loro." affermò Cain, un po' preoccupato. "Come se non avessimo già abbastanza guai con il Team Meteora... ma non importa, almeno sappiamo cosa fare e dove andare. Amaria... adesso si fermeremo per un attimo al Pokemon Center per riorganizzarci un po', poi seguiamo Saphira e gli altri al rifugio Belrose, va bene?"

"Certo... mi sembra giusto che vi rilassiate un po' e facciate riposare un po' anche i vostri Pokemon." disse Amaria, dando uno sguardo ai Pokemon che erano rimasti fuori dalle Pokeball. Davano tutti l'impressione di essere diventati più forti e più tenaci, grazie agli allenamenti che avevano fatto. Certo, un po' di riposo dopo quel periodo così intenso era un loro diritto. "Ad ogni modo, non tratteniamoci a lungo. Non si sa mai quando il Team Meteora deciderà di tornare all'attacco."

"Abbiamo dovuto affrontare Lord Solaris e Blake..." rispose Vera. "E temo che anche con tutti i miglioramenti che abbiamo fatto, non siamo ancora alla sua altezza. Quell'uomo è un allenatore davvero formidabile... se non altro, adesso che la sensei Kiki mi ha affidato il suo Mega Bracciale, so che almeno una possibilità ce l'abbiamo."

"Anche se non è Lord Solaris la prima delle nostre preoccupazioni..." affermò Max, facendo corrugare un po' la fronte in segno di dubbio alla loro accompagnatrice. "Ma di questo ne parleremo dopo, è una cosa di cui è meglio che parliamo anche con miss Saphira..."

"Okay, capisco." affermò Amaria, comprendendo che in effetti era più importante sfuggire ai loro inseguitori, almeno per il momento. "Va bene, allora facciamo un salto al Pokemon Center, e poi cominciamo a seguire Saphira e gli altri. La nostra battaglia contro il Team Meteora è solo all'inizio."

Vera annuì, in accordo con la giovane allenatrice di Pokemon d'Acqua... e il gruppo cominciò ad avviarsi, incamminandosi lungo il molo e raggiungendo l'edificio dai vivaci colori che spiccava tra il grigiore della metropoli, con trepidazione e convinzione al tempo stesso...

 

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Nel frattempo, il gruppo guidato da Saphira si stava facendo strada attraverso i desolati corridoi della metropolitana in disuso, seguendo la leader della resistenza mentre li guidava verso la loro nuova destinazione. Heather e Shelly si erano staccate dal gruppo già da un po', ognuna cercando di raggiungere i luoghi che si era prefissata per condurre i suoi allenamenti... e adesso, il gruppetto guidato dalle tre sorelle Belrose aveva l'impressione di essersi allontanato abbastanza dal centro di Reborn, e che almeno per il momento, il rischio di essere intercettati da qualche pattuglia del Team Meteora era abbastanza remoto. Gli unici Pokemon che si vedevano erano alcuni Zubat e Noibat che svolazzavano rumorosamente attraverso i corridoi, e qualche Rattata che sgattaiolava guardingo tra i binari arrugginiti.

Pietro si guardò attorno, tenendo drizzate le orecchie. Sembrava davvero che non ci fosse nessuno in giro, ma il giovane chitarrista era ormai troppo prudente per pensare che lui e i suoi compagni fossero al sicuro, in qualsiasi luogo della claustrofobica metropoli si trovassero. Per fortuna, almeno per il momento, il gruppo era rimasto unito, e non c'erano stati imprevisti. Nel giro di qualche ora, sperabilmente, avrebbero potuto raggiungere Zirconia e lì ricontattare i loro alleati.

"Ci siamo tutti?" chiese Charlotte, accompagnata dalla sua fedele Ninetales, quando il gruppo si fermò per un istante a riprendere fiato. Era già un bel po' che stavano camminando, e le sorelle Belrose erano preoccupate soprattutto per i bambini, che magari non erano abituati ad un tale sforzo.

"Sì... ci siamo tutti, non abbiamo lasciato indietro nessuno." disse Pietro. Diede una seconda occhiata per assicurarsi che fosse così... e anche se in effetti doveva confessare che non gli sarebbe dispiaciuto se Fern si fosse perso, anche il suo più grande ed inviso rivale era rimasto con il gruppo. "Allora... da qui in poi, proseguiamo verso Zirconia, giusto?"

"Sì... lì dovremmo incontrarci con Serra, la nostra agente nella zona di Zirconia." rispose Laura con un po' di incertezza. "Ad ogni modo... ci vorranno ancora un paio d'ore, credo... e faremmo meglio a riposarci un po'..."

"Tranquilli, ci penserò io a fare la guardia." disse Saphira. Pietro annuì impressionato... quella donna sembrava davvero instancabile nel suo zelo di tenere al sicuro la sua famiglia e i suoi compagni, e sconfiggere il Team Meteora. "Voi stendetevi pure da qualche parte, magari dove c'è un po' meno sporco, e rilassatevi. Ne avete bisogno."

"Grazie, miss Saphira." rispose Noel, tenendo ancora più stretto il suo Cleffa di peluche. Si voltò verso la sorella gemella, che in quel momento si era appoggiata con la schiena al muro, respirando in maniera affannosa. "Anna? Che succede, va tutto bene?"

La bambina con i codini sorrise al fratello gemello, anche se soltanto a vederla si capiva che c'era qualcosa che non andava. Faceva fatica a reggersi in piedi, e anche alla fioca luce delle lampade alogene, Noel riusciva a vedere che era impallidita in volto. "Sì, fratellino, io sto bene!" affermò Anna. "E' solo che... hanf... Nostra non... non si sente... molto bene..."

Anna si mise una mano sulla testa e scivolò a terra respirando affannosamente, tenendo stretta la sua bambola di Jirachi... e Noel, la cui espressione distante era passata rapidamente ad una di preoccupazione e sgomento, si chinò sulla sorella gemella per sentirle la fronte. Era terribilmente calda, arrossata e stava sudando... certo non poteva stare bene, e Noel si chiese con sgomento come fosse possibile che Anna gli avesse tenuto nascosto che stava male per così tanto tempo!

"Sorellina, ma tu stai male! Altro che Nostra!" esclamò Noel, allarmando tutti i membri del gruppetto... tranne Fern che restò in disparte con indifferenza. In breve tempo, Laura raggiunse Anna a sua volta e le sentì la fronte, confermando quello che Noel stava dicendo.

"Tuo fratello ha ragione, Anna... hai... hai fatto il viaggio in queste condizioni?" esclamò la giovane maestra di Pokemon d'Erba, incredula. La febbre di Anna era talmente elevata che stupiva il fatto che fosse riuscita a restare dietro ai suoi compagni per così tanto tempo, anche se stava così male. "Accidenti... questo sì che è un problema. Dobbiamo... dobbiamo portare Anna da qualche parte in modo che possa riposarsi e riprendersi! E cercare una medicina, già che ci siamo!"

"Ma... ma... Anna non sta troppo male, vero?" chiese Noel ansiosamente. "Lei... si riprenderà, non è vero?"

Anna, un po' a fatica, tese una mano verso il fratello gemello, toccandolo su una spalla per dirgli che non c'era nulla di cui preoccuparsi, anche se le sue condizioni apparenti suggerivano il contrario. "Non... non ti... preoccupare... fratellino Noel... io me la caverò... è solo che..." riuscì a dire, prima che un feroce capogiro minacciasse di sopraffarla, e la bambina dai capelli neri si accasciò quasi senza forze contro il muro, abbracciando ancora più forte la sua bambola Jirachi!

"Accidenti, è chiaro che Anna non può andare avanti a lungo..." affermò Charlotte, chinandosi sulla bambina a sua volta. "Sorellina Saphira, che cosa facciamo? Non possiamo restare qui, ma non credo sia una buona idea nemmeno portare Anna con noi..."

Saphira cercò di pensare rapidamente. Non era una situazione molto buona, ma come leader della resistenza, la giovane donna era abituata a pensare in fretta e valutare rapidamente i pro e i contro di ogni soluzione. Con aria ansiosa, Saphira si massaggiò la fronte, e diede la sua risposta. "Certo, restare qui sarebbe una pessima idea. Non abbiamo la possibilità di far riposare Anna e di curarla, e finiremmo per essere raggiunti rapidamente dal Team Meteora." affermò. "Credo che... alla fine, dobbiamo scegliere il male minore. A questo punto, dobbiamo per forza proseguire verso Zirconia... e questo vuol dire che porteremo Anna con noi fin lì. Anzi, io la porterò... voi non preoccupatevi e cercate di starmi dietro."

"Grazie, miss Saphira..." ringraziò Noel, mentre Saphira si caricava in spalla la sorella gemella e la sistemava in modo che stesse meglio che poteva. La giovane donna dai capelli colorati fece un cenno come per dire che non aveva bisogno di ringraziamenti, e si alzò con Anna appoggiata sulla schiena, le braccia della bambina che le cingevano il collo meglio che potevano. Charlotte fece in modo che Anna fosse appoggiata in maniera sicura sulla schiena di Saphira, e Laura prese una bottiglietta d'acqua fresca dal suo zaino e fece bere ad Anna qualche sorso.

"Forza, gente, sbrighiamoci..." affermò Pietro, guardandosi indietro per massima sicurezza. Ancora nessuna traccia del nemico, ma i versi dei Pokemon che riecheggiavano per tutta la galleria abbandonata facevano un effetto inquietante che rendeva nervoso il giovane chitarrista. Con tutta la rapidità che era loro possibile, i ragazzi ripresero il cammino verso Zirconia, sperando di arrivare prima che le condizioni di Anna peggiorassero, e che Amaria fosse in grado di guidare Vera e i suoi compagni fino a dove si stavano recando...

 

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Zirconia, una cittadina nelle regioni più centrali di Reborn, era completamente diversa da Reborn City. In quel luogo, dove il Team Meteora non era ancora arrivato, l'uomo e la natura convivevano in relativa armonia, e l'atmosfera che si respirava era di relativa calma e serenità. La città stessa non era particolarmente grande o claustrofobica, anche se gli edifici arrivavano ad un'altezza ragguardevole: diversi di essi toccavano i tre o anche i quattro piani, ma erano intervallati da aree verdi, aiole fiorite e giardini ben tenuti che davano veramente l'impressione che i cittadini tenessero davvero all'ambiente che stava loro attorno.

Era in questo posto che un giovane allenatore di Pokemon, accompagnato dal suo Pikachu, si stava godendo un momento di riposo, dopo le avventure che aveva passato nel tentativo di arrivare fin lì e risolvere un po' di problemi.

"Sembra che oggi sarà una giornata tranquilla, Sparky..." disse il ragazzino, un tipetto sui quattordici, al massimo quindici, anni con i capelli color rosso mattone spettinati e lunghi fino alle spalle, cadenti in un piccolo ciuffo sulla fronte, gli occhi di un colore blu intenso, e un completo da allenatore che consisteva di una maglietta verde acquamarina con sopra una giacchetta blu con le maniche corte verdi, pantaloni lungho verdi e un paio di scarpe viola con le suole nere, oltre che un berrettino blu con una sorta di targhetta gialla sulla parte frontale. Il suo Pikachu, che in quel momento stava camminando tranquillamente assieme a lui, aveva una particolarità che lo rendeva immediatamente riconoscibile, anche in mezzo a tanti esemplari della sua specie - sulla fronte, aveva un buffo ciuffetto di peli  gialli che gli davano un aspetto piuttosto sbarazzino...

"Pikachu..." rispose il Pikachu di nome Sparky, stiracchiandosi con espressione tranquilla. "Pikachu, pika pikachu!"

"Già, ancora faccio fatica a credere che siamo arrivati fin qui..." rispose Richie, appoggiandosi con la schiena ad un albero vicino. "Sai, non avrei mai immaginato che un giorno ci saremmo ritrovati qui a Reborn, in questo posto così pericoloso... pensare che era iniziato semplicemente come una commissione. Ma... se non altro, qui possiamo dare una mano. E' stato anche grazie a noi se il Team Meteora non è ancora riuscito a controllare questa città e questa regione."

Sparky annuì lentamente, guardando gli eleganti edifici che componevano Zirconia. C'era qualcosa di pittoresco in quella cittadina, al punto che guardarla così riusciva a distendere i nervi e calmare la tensione. Chissà se anche il resto del continente di Reborn era così, prima dell'avvento del Team Meteora?

"Pika pika, pikachu..." affermò Sparky, facendosi più serio.

"Lo so, Sparky..." continuò Richie, guardando le Pokeball appese alla sua cintura. Erano cinque, ognuna contenente un Pokemon che Richie aveva catturato e con cui aveva fatto amicizia nel corso dei suoi viaggi. "Dobbiamo essere sempre vigili. Non si può mai sapere cos'abbia in mente il Team Meteora. Anche se ho sentito dire che in questi ultimi tempi... qualcuno sia riuscito a dare loro del filo da torcere."

"Pikachu, pika!" rispose Sparky. Chissà chi erano questi misteriosi individui che stavano mettendo i proverbiali bastoni tra le ruote. Gli sarebbe piaciuto conoscerli, e perchè no, magari anche fare amicizia con loro.

Richie fece per staccarsi dall'albero, e fare cenno a Sparky di venire con lui... quando all'improvviso, gli mancò l'appoggio, e il ragazzino dai capelli rossicci cadde a terra goffamente con un breve grido di stupore!

"Ah! Ma cos... Ow!!" riuscì ad esclamare Richie prima di cadere a terra. Sparky emise uno squittio di stupore e preoccupazione, prima di correre dal suo allenatore a vedere come stava. Per fortuna, Richie non si era fatto male - riuscì a rialzarsi un attimo dopo, strizzando un occhio in segno di imbarazzo e riaggiustandosi il berretto. "Accidenti... va tutto bene, Sparky... ma che diamine è successo? Mi era sembrato di essermi appoggiato su questo albero, e invece..."

"Pika?" esclamò esterrefatto il Pikachu con il ciuffetto, indicando l'albero sul quale Richie si era appoggiato... o meglio dire, il punto sul quale si trovava fino ad un attimo prima, visto che adesso, al posto dell'albero c'era soltanto il vuoto! "Pika! Pikachu! Pika pika!"

"Che cosa...? Non posso crederci... come accidenti ha fatto un albero a sparire?" esclamò Richie, alzandosi e mettendosi a posto il berretto...                       
        
       
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CONTINUA...

Note dell'autore: Sorpresi? Vi aspettavate di rivedere questo personaggio in questo frangente? ^_^
 

Beh, in realtà è stata un po' un'aggiunta imprevista, se devo dire la verità. Ma un mio amico, che è un grande fan di Richie, mi ha suggerito quest'idea, e mi è piaciuta. Non ho dovuto cambiare molto del progetto originale per riuscire ad inserire Richie nella storia... e sono convinto che sarà di grande aiuto più avanti!
 

Per adesso, la resistenza è in vantaggio, anche se solo di un po'. Riusciranno a mantenere qesta situazione? E cosa sta succedendo a Zirconia, per non parlare di questa misteriosa Chiesa d'Alfa di cui si comincia a sentire?
 

Le risposte... cominceranno ad arrivare presto, almeno spero!
 

A presto, e se potete, lasciatemi una recensione, okay?
                   
 
     

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Capitolo 45
*** Misteriosi eventi a Zirconia ***


Pokemon: A World Reborn
 

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 45 - Misteriosi eventi a Zirconia


Ritchie non poteva credere ai suoi occhi - in quel momento, un albero era semplicemente... scomparso, come se non ci fosse mai stato. Un attimo era lì, e l'attimo dopo... più nulla. Si sarebbe detto che si trattava di qualche stregoneria, e forse non sarebbe stato troppo lontano dalla verità.

Ma le sorprese per Ritchie non erano finite lì. Mentre il ragazzino e il suo fedele Pikachu, Sparky, erano ancora là che si guardavano attorno nel tentativo di capire cosa diamine stesse accadendo, l'albero che avevano visto scomparire riapparve all'improvviso...

Ma non dove avrebbe dovuto essere.

Si sentì uno strano rumore riecheggiante... e l'istante dopo, sul tetto di uno degli edifici più vicini apparve la pianta che era scomparsa pochi secondi prima! Era piantata sul tetto, come se fosse sempre stata lì! E a quel punto, non erano Ritchie e Sparky gli unici a guardare con espressione assolutamente spiazzata questi eventi assurdi!

"Ma che cosa...? Cosa ci fa lì un albero?"

"Lo chiedi a me? Che vuoi che ne sappia io?"

"Questa è... magia!"

"Aaaaaah! Ma che succede? Dove sono spariti tutti i miei mobili?" si sentì improvvisamente l'urlo di una donna, che uscì precipitosamente dalla sua casa al piano terreno di un piccolo condiminio, nel momento stesso in cui diversi pezzi di mobilia ed elettrodomestici apparvero dal nulla, dispersi per la piazza principale della piccola città! Un comodino, un televisore, una radio, una lavatrice... erano tutti lì, abbandonati qua e là per le strade di Zirconia, come se qualcuno avesse cominciato a traslocarli e se ne fosse poi dimenticato per la strada!

E non era un caso isolato, a quanto pareva... Ritchie e Sparky non potevano fare altro che restare là, assolutamente increduli, mentre gli oggetti più disparati apparivano dal nulla nei luoghi più impensabili, come mossi da qualche folle mano invisibile! La tranquilla comunità stava rapidamente venendo travolta dal panico e dalla confusione.

"Ma... ma che significa? Cosa sta... succedendo?" mormorò Ritchie, guardandosi attorno alla ricerca di una qualsiasi spiegazione a quel fenomeno assurdo. Gli eventi inspiegabili stavano continuando, anche se adesso sembravano aver rallentato un po' il ritmo, e la gente stava andando in giro per la piazza principale di Zirconia per recuperare i loro oggetti che si erano visti scomparire sotto gli occhi. Oppure per evitarne altri che stavano apparendo sopra le loro teste.

In ogni caso, Ritchie era convinto che a questo punto, la cosa più sensata da fare fosse andare a cercare aiuto da qualcuno che ne potesse sapere più di loro... e lui aveva già in mente qualcuno che forse poteva dare loro una mano. Dopo essersi messi sotto una tettoia per proteggersi da eventuali oggetti che potevano cadere dall'alto - e sperando con tutti loro stessi che la tettoia non scomparisse a sua volta - Ritchie e Sparky attesero che quella inspiegabile sequenza di sparizioni e riapparizioni cessasse... e quando furono sicuri che non ci fosse più nulla da temere, uscirono dal loro riparo improvvisato e diedero un'occhiata agli effetti che quello stranissimo fenomeno aveva avuto sulla cittadina.

Nel giro di pochi minuti, la tranquilla cittadina che sorgeva ai piedi della montagna si era praticamente trasformata in una sorta di campo di battaglia: mobili, elettrodomestici ed altri oggetti si erano dispersi per tutta la piazza e lungo le stradine che affluivano in essa, e la maggior parte degli abitanti e dei loro Pokemon erano usciti dalle loro case per cercare di recuperare i loro oggetti, quando non stavano impalati ed inebetiti a guardare quello che era successo. E qualcuno cominciava a discutere, e ad avanzare ipotesi sul significato di tutto ciò...

"Avete... avete visto tutti, vero?"

"Difficile non vederlo, accidenti..." mormorò la donna che per prima si era vista sparire gli elettrodomestici da casa. "Ma che diamine è successo? C'era qualche Pokemon invisibile che ci ha portato via i mobili?"

"E per quale motivo, poi?" esclamò un uomo. "Io ero lì che stavo leggendo un libro... quando mi è sparito di mano, e me lo sono ritrovato in un bidone della spazzatura!"

"Beato te... io invece mi sono ritrovato con le camicie nella lavastoviglie!" ribattè un uomo un po' meno giovane.
Anche se lui e i suoi Pokemon non erano abitanti di Zirconia, Ritchie non era certo il tipo di persona che se ne infischiava dei problemi degli altri con la scusa che non lo riguardavano. Meglio occuparsi di quel misterioso avvenimento subito, e cercare di capire cosa lo avesse causato. Per quanto ne sapevano lui e Sparky, sarebbe potuto accadere di nuovo chissà quando...

Il ragazzino e il suo Pikachu si allontanarono dalla piazza principale, continuando a guardarsi attorno per farsi un'idea di quanti danni la città avesse subito. Per fortuna, il tutto sembrava essersi ridotto a qualche oggetto spostato e finito in qualche strano posto...

"Pika pika, pikachu pika." squittì Sparky. Con una zampina, si mise a posto il ciuffetto ribelle che lo rendeva inconfondibile tra mille altri Pikachu, e indicò al suo allenatore una casa più grande delle altre, che spiccava tra tutte non solo come dimensioni, ma anche come aspetto opulento ed elegante. Più che una casa, in effetti, era il caso di parlare di una vera e propria villa dalle mura rosate, che si sviluppava su due piani riccamente ornati con finestre dalla forma raffinata, orlata in marmo bianco che sembrava quasi risplendere alla luce del sole che filtrava tra le nuvole che oscuravano in parte il cielo. Un'insegna che rappresentava una Pokeball, e che identificava quel luogo come una Palestra, era in bella vista davanti alla grande porta d'ingresso... una doppia porta in legno pregiato alla quale si accedeva tramite un'alta rampa di scale. Era un'edificio ben noto agli abitanti di quella piccola città, visto che quella era la Palestra appartenente alla persona più in vista di Zirconia - Sierra, una ex-top model che aveva rinunciato alla sua carriera dopo aver dato alla luce il suo unico figlio, che ora aveva da poco compiuto quindici anni ed era già molto noto in città per la sua conoscenza quasi enciclopedica dei Pokemon Coleottero e per la sua abilità nel combattere con essi. Per qualche motivo, sembrava preferire Pokemon ispirati alle farfalle...

Sierra stessa era un'allenatrice di Pokemon molto abile, che fino alla nascita di suo figlio Bennett era stata molto abile nel bilanciare il suo lavoro con le battaglie ufficiali di Pokemon. Prima della catastrofe che aveva colpito il continente, era stata anche proposta come una possibile Superquattro, ma la recrudescenza delle azioni terroristiche del Team Meteora, e la grave situazione in cui si era trovata la regione, avevano stroncato quell'opportunità. Era specializzata in Pokemon Ghiaccio, e tutti coloro che l'avevano affrontata erano rimasto sbalorditi dall'abilità con cui combatteva, sfruttando anche l'ambiente attorno a lei per cogliere di sorpresa lo sfidante e sferrare attacchi da angolazioni impreviste.

Ma soprattutto, era la persona che ne sapeva di più di Pokemon in tutta la città, ed era quella da cui Ritchie e Sparky più si aspettavano di sapere un po' di più di quegli strani accadimenti. Dopo aver fatto un cenno affermativo al suo fedele Sparky, il ragazzino si chinò leggermente per permettere al Pikachu di salirgli sulla spalla, e i due si diressero verso la villa di Sierra, sperando di poterle parlare...

Dopo aver raggiunto la porta d'ingresso, Ritchie bussò educatamente, cercando di non dare l'impressione di essere troppo di fretta. Si allontanò un po' dal portone, e attese che qualcuno venisse ad aprire... per fortuna, non dovette attendere che qualche secondo prima che la porta d'ingresso si aprisse con un lieve cigolio, e da dietro essa apparisse il volto di un ragazzo di circa quindici o sedici anni, con la carnagione pallida, i lineamenti piuttosto affilati, e l'aria di uno che non doveva vedere il sole molto spesso: gli zigomi erano prominenti, dandogli un'espressione arcigna e facendo sembrare che avesse delle perenni occhiaie. Indossava degli occhiali da vista dalle lenti molto spesse che non facevano altro che farlo apparire ancora più severo, e i suoi capelli erano neri con le punte rossicce, tenuti in una pettinatura che ricordava quasi una fiammata! Era vestito in maniera abbastanza semplice, con una maglietta di colore arancione acceso decorata con dei puntini neri come il guscio di un Ledyba, e un paio di pantaloncini color kaki che sembravano un po' troppo ampi per lui, oltre che un paio di scarpe nere che dovevano aver visto tempi migliori. In pratica, dava l'impressione di una persona a cui non interessava nulla di come appariva agli estranei.

"Ehm... buongiorno, Bennett! Scusa se ti disturbo... c'è la signora Sierra... voglio dire, tua mamma in casa?" chiese Ritchie, sorridendo educatamente al ragazzo più grande, che lo guardava con espressione quasi insospettita, aggiustandosi gli occhiali sul naso. "Avremmo bisogno... io e Sparky... di parlarle di quello che è successo?"

"Hmm... voi siete Ritchie e Sparky, giusto? Quegli stranieri di cui si sente parlare da qualche giorno?" disse Bennett, il figlio di Sierra, con una voce stranamente nasale e penetrante, continuanfo ad osservare il giovane allenatore di Kanto come se volesse esaminarlo in ogni suo dettaglio. Ritchie e Sparky annuirono lentamente, sentendosi un po' imbarazzati allorchè il giovane occhialuto cominciò a passarli in rassegna. Si sentivano come se qualcuno stesse cercando di esaminarli dalla testa ai piedi per trovare loro addosso degli oggetti pericolosi.         

Finalmente, dopo uno o due minuti passati sotto lo scrutinio di Bennett, Ritchie s rallegrò tra sè di vedere che il ragazzo più grande sembrò soddisfatto di quello che aveva visto. "Hmm... e va bene, immagino che potete passare. Scusate per avervi esaminato così, ma non si può mai essere troppo prudenti da queste parti. Non si può mai sapere se chi ti è davanti è uno scagnozzo del Team Meteora camuffato."

Ritchie aveva già avuto a che fare con il Team Meteora, ma si era trattato più che altro di scagnozzi di poco conto, reclute o al massimo un paio di Cavalieri o Dame Meteora che avevano cercato di dare fastidio. Tuttavia, aveva sentito abbastanza voci su di loro da sapere di cosa fossero capaci... e ora che ci pensava, ciò che era accaduto pochi minuti prima poteva benissimo essere frutto di uno dei loro piani. Non poteva biasimare Bennett per i suoi sospetti.

"Hai ragione, Bennett... e temo che quello che è appena successo possa essere un altro dei loro piani." affermò Ritchie, entrando nella grande villa dopo essersi accuratamente spazzato le suole delle scarpe. Sentì un breve brivido di emozione nell'entrare per la prima volta nel grande e lussuoso edificio... l'interno era ancora più impressionante dell'esterno, con un pavimento di piastrelle di marmo viola e rosato abbastanza lucido da riflettere almeno in parte la luce che proveniva dalle candele appese ai muri e dai lampadari di cristallo che pendevano dal soffitto. La stanza in cui era entrato era riccamente arredata, con poltrone di stoffa bianca decorata con cuscini finemente ricamati, un tappeto pregiato sul pavimento, e un paio di librerie ben fornite poste dall'altra parte della stanza. Ritchie e Sparky non potevano vederle bene da dov'erano, ma riuscivano comunque a capire che i libri stipati su di esse erano tomi rari e ricercati. Due corridoi si dipartivano dalla sala d'ingresso, andando uno a destra e uno a sinistra, e in mezzo alledue librerie si apriva un terzo corridoio al quale si accedeva passando sotto una stupenda arcata che sembrava scolpita in un blocco di ghiaccio solido. Sembrava quasi la dimora di un principe... e a rendere l'atmosfera ancora più accogliente pensava il tenue e gradevole profumo di rose che aleggiava nella sala d'ingresso. Veramente dava l'impressione di essere in una villa principesca...

"Mia madre verrà tra poco. Ora vado a chiamarla." disse Bennett, facendo un cenno con la testa prima di allontanarsi lungo il corridoio che portava più all'interno della villa. Il suono sommesso dei suoi passi si fece più flebile, fino a scomparire del tutto... e con un po' di soggezione, Ritchie e Sparky si sedettero su una delle poltrone più vicine, aspettando che Bennett tornasse con Sierra al seguito.

Sembrava che la principesca villa della Capopalestra non fosse stata danneggiata dagli eventi soprannaturali che si erano verificati un attimo prima. Tutti i mobili erano al loro posto, e le stanze erano rimaste in ordine. Poteva essere una coincidenza, una semplice coincidenza, o poteva avere qualche significato... ma in quel momento, il ragazzo e il suo Pikachu erano un po' troppo sconvolti da ciò che avevano visto per pensare a che significato potesse avere. Al momento, la cosa più importante da fare era cercare una spiegazione per quello che era accaduto, e cercare un modo di impedire che si ripetesse.

In silenzio, nella perfetta intesa che ci poteva essere soltanto tra due che erano stati amici per tutta una vita, Ritchie e Sparky attesero per qualche minuto, finchè le acute orecchie del Pikachu con il ciuffetto ribelle colsero alcuni passi che si avvicinavano dal corridoio, diventando sempre più chiari col passare del tempo - in effetti, si trattava dei passi di due persone che stavano arrivando con passo svelto, e il Pokemon Elettro riuscì a cogliere alcune parole.

"Così, sarebbero scomparsi alcuni oggetti dalle case dei nostri cittadini..." disse una voce chiara e armoniosa, di timbro distintamente femminile, che sicuramente apparteneva a Sierra.

"Mamma, non mi sembra il caso di prenderla così alla lontana, questa cosa... sembra quasi che non ti riguardi, a sentirti parlare!"

"Non la sto prendendo alla lontana, ragazzo mio. La fretta è cattiva consigliera, e lo sai che a me non piace fare le cose d'impulso."

La voce di Bennett si fece amareggiata, mentre il ragazzo rientrava nella sala d'ingresso e si ripresentava agli occhi di Ritchie e del suo starter. "Tsk... dici sempre così! Sembra quasi che non ti importi di niente... neanche quando Luna se n'è andata, ti sei mostrata tanto preoccupata."

"Basta così, Bennett. Lo sai come la penso io, di questa cosa." disse con tono decisamente più severo la donna che entrò in quel momento nella sala d'attesa, seguendo Bennett a poca distanza. Ritchie e Sparky videro arrivare una donna non più giovane ma ancora molto bella, dal portamento elegante che dava l'idea di qualcosa di nobile, quasi aristocratico. Era vestita di un corpetto azzurro senza maniche che diventava violetto sull'addome, splendente per i brillantini che lo ornavano, che metteva in risalto le sue forme senza essere volgare o troppo appariscente. Le sue gambe lunghe e snelle erano coperte da un paio di pantaloni neri attillati, e portava ai piedi un paio di scarpe azzurre dal tacco alto, che la facevano sembrare più alta di quanto già non fosse. I suoi capelli erano lunghi fino alla vita, ed erano suddivisi in maniera perfettamente simmetrica in una metà azzurra ed una violetta, accostandosi ad una carnagione pallida e ad un volto dai lineamenti affilati, con gli occhi azzurri leggermente a mandorla e il naso un po' all'insù. A guardarla così, non c'era proprio da stupirsi che quella donna fosse stata una modella in passato, e probabilmente avrebbe ancora avuto un notevole successo se fosse tornata sulle passerelle.

La donna si voltò verso Ritchie e Sparky e fece un sorriso, che il ragazzino ebbe l'impressione nascondesse una certa tristezza. "Tu sei Ritchie, la giovane promessa di Kanto, immagino. Ho sentito parlare di te, ma non credevo che un giorno avrei avuto l'onore di conoscerti." disse Sierra, facendo un cenno di saluto in direzione di Ritchie. "Comunque, benvenuto. Anche se immagino che Reborn non sia esattamente il luogo più ospitale che si possa trovare."

"Non si preoccupi per questo, miss Sierra." rispose Ritchie, alzandosi dalla poltrona e inchinandosi educatamente mentre la ex-modella si avvicinava tendendogli una mano. Sparky salutò a sua volta, muovendo una mano e ripetendo il suo nome con uno squittio acuto, ricevendo in cambio un sorriso più convinto e una carezza da parte di Sierra. "Io e Sparky abbiamo avuto modo di ambientarci... anche se sinceramente, non pensavo di trovare una situazione del genere."

"Pikachu..." affermò il Pikachu con il ciuffetto ribelle, abbassando un po' le orecchie.

Sierra annuì lentamente, e anche Bennett emise un sospiro e si sfregò la nuca con una mano. "Effettivamente, non si può dire che Reborn sia in una buona situazione, in questo momento, con il Team Meteora che si comporta come se questa terra fosse di loro proprietà." rispose l'esperta di Pokemon Ghiaccio. "E ora... Bennett mi ha parlato di questo misterioso evento. Oggetti che spariscono di colpo, e riappaiono da qualche altra parte, in maniera casuale."

"Sembrerebbe quasi che qualche Pokemon Psico stia usando un attacco Teletrasporto su di loro." commentò Bennett.

Ritchie e Sparky annuirono quasi all'unisono. "E' così... vorremmo capirci qualcosa di più, di quello che sta succedendo." affermò il giovane allenatore di Kanto. "Sospettiamo che ci sia di nuovo il Team Meteora dietro a tutto questo, ma non abbiamo idea di dove cominciare a cercare."

Sierra si sfregò il mento appuntito, cercando di pensare a cosa sarebbe potuto essere. "Hmm... questa è effettivamente una sorpresa. Se devo essere sincera, non sono sicura nemmeno io di cosa possa trattarsi." disse la Capopalestra dai capelli bicolore, e sia Ritchie che Sparky non riuscirono a nascondere un pizzico di disappunto alla notizia. "Saphira e i miei compagni non mi hanno mai parlato di questo evento... tuttavia, ora che ci penso bene... potrebbero avermi dato qualche indizio a proposito..."

Ritchie e Sparky restarono piuttosto interdetti di fronte a quel nome. Non era la prima volta che lo sentivano... stando a quello che erano venuti a sapere, Saphira era un'allenatrice di Pokemon di grande abilità che, assieme ai suoi compagni, stava dando parecchio filo da torcere alla misteriosa organizzazione. Sierra sembrava sapere molto su di loro...

"Ho sentito dire che il Team Meteora ha sviluppato di recente una strana e pericolosa invenzione chiamata PULSE, che usa i poteri di un Pokemon per influenzare l'ambiente circostante in maniera strana ed imprevedibile." spiegò Sierra. "Forse anche queste strane sparizioni sono opera di un PULSE... anche se non so dove potrebbe essere."

"Un PULSE?" ripetè Ritchie, reprimendo un moto di orrore e repulsione. Che razza di persone potevano essere i capi del Team Meteora per usare un metodo così orrendo per sfruttare i Pokemon?

Bennett annuì a sua volta. "Esatto... a quanto pare, il PULSE non è solo in grado di fare questo, ma anche di mutare il Pokemon, facendogli assumere una forma mostruosa ed inquietante che aumenta di molto la sua potenza, ma lo trasforma in una furia cieca e scatenata." affermò il giovanotto con gli occhiali. "Se si tratta di questo, potremmo trovarci di fronte ad un problema di gran lunga superiore alle nostre forze."

Sparky non era tipo da restare fermo a parlare del più e del meno quando c'era un pericolo incombente. Per quanto lo riguardava, la cosa più sensata da fare in quel momento era cominciare a cercare e venire a capo di quel mistero. "Pika pikachu! Pika pika!" esclamò, cercando di fare sì che nessuno si disperdesse troppo in riflessioni che avrebbero potuto finire per rallentarli.

"Sparky ha ragione, non risolveremmo nulla restando qui a discutere." affermò Ritchie. "Miss Sierra, la ringrazio per essere stata tanto disponibile nei nostri confronti, e ritengo che le informazioni che mi ha dato saranno molto utili per scoprire cosa si nasconde dietro a questi eventi. Ma... adesso, io e Sparky dobbiamo cominciare ad investigare per conto nostro. Non possiamo trattenerci oltre."

"Va bene. Ma non fatevi problemi." affermò Sierra, annuendo lentamente. "Se per caso tu e i tuoi Pokemon avete bisogno di un posto dove riposarvi, non esitate a tornare qui."

Tuttavia, Bennett aveva altre idee, e non sembrava avere in mente di restarsene lì a guardare. "Aspetta un momento, mamma... io vorrei accompagnare Ritchie e Sparky! Non mi va di restare qui fermo a guardare... anche Luna potrebbe essere in pericolo, e tu lo sai!" esclamò con aria ansiosa. Ritchie strinse un po' gli occhi. Era la seconda volta che sentiva quel nome, e non ne sapeva ancora niente. Tuttavia, gli dava l'impressione di essere un tasto un po' dolente... e decise di non chiedere niente, almeno per il momento.

Sierra restò in silenzio per un attimo prima di rispondere al figlio. "Sono preoccupata anch'io per Luna, Bennett." affermò. "Credi forse che io sia una specie di pezzo di ghiaccio? Anche se non è mia figlia naturale, le voglio bene come a te... ma mi rendo conto che anche lei ha il diritto di fare le sue scelte. E Luna non è più una bambina. Ha preso la sua decisione, e noi dobbiamo rispettarla. Non ti preoccupare, Luna è al sicuro... anche lei è un'allenatrice di tutto rispetto, lo sai anche tu."

"Lo so, lo so... non sono mai riuscito a batterla in tutte le volte che ci siamo allenati assieme." affermò il ragazzo con gli occhiali scuotendo la testa. "Ma... ma lo stesso, voglio insistere, mamma! Sapere che Luna è laggiù, da qualche parte, mi riempie di ansia per lei..."

Ritchie e Sparky cominciavano a sentirsi imbarazzati... avevano l'impressione di essere di troppo in una situazione alquanto delicata. Motivo per cui, quando la discussione tra madre e figlio venne interrotta da qualcuno che bussò alla porta della villa, il giovane allenatore di Kanto e il suo starter dovettero ammettere di sentirsi sollevati.

Bennett e Sierra si voltarono stupiti verso la porta d'ingresso, e la ex-modella storse un po' il naso mentre la guardava. "Che strano. Oggi è la seconda visita che riceviamo... non è una cosa che accade molto spesso, di questi tempi. Chi potrà mai essere?" si chiese.

"Immagino... che l'unica cosa da fare sia andare a vedere." rispose Bennett alzando le spalle, prima di fiondarsi verso la porta ed aprirla appena un po', giusto quel tanto che gli bastava per vedere chi ci fosse dall'altro lato della soglia...

Si trattava di una persona che lui non aveva mai visto da quelle parti - un uomo sulla cinquantina d'anni con i capelli bianchi un po' lunghi e spettinati, vestito in maniera molto sobria con un'impermeabile beige che nascondeva quasi tutta la sua figura, lasciando intravedere soltanto i suoi pantaloni marroni scuri e le sue scarpe nere. L'unica decorazione che Bennett poteva vedere su di lui era una catenina d'argento portata al collo, alla quale era appeso un piccolo talismano anch'esso argentato la cui forma ricordava vagamente una ruota con quattro raggi che si dipartivano dal centro. Il volto dell'uomo mostrava già i suoi anni, con delle rughe abbastanza prominenti sulla fronte, e la sua espressione calma e seria dava ancora di più l'idea di un uomo di grande esperienza. La cosa più sorprendente, però, erano gli occhi: le iridi erano bianche, facendo chiaramente vedere le pupille nere e dandogli un aspetto al tempo stesso inquietante e magnetico. Se non fosse statoper quei puntini neri che quasi splendevano nelle sue orbite, Ritchie avrebbe pensato che quell'uomo fosse cieco.

Perplesso, il giovane studioso di Pokemon Coleottero aprì un po' di più la porta, in modo che anche Ritchie, Sparky e Sierra potessero vedere di chi si trattava... e il nuovo arrivato alzò una mano, tenendo il pollice, l'indice e il medio alzati in segno di pace.

"Prosperitas, Pax, Obsequium. Che la benedizione del Sommo Arceus sia su questa casa." esordì. La sua voce era calma, controllata e al tempo stesso decisa... Ritchie riusciva a sentire in essa una forte convinzione e una grande abilità di persuasione. Il giovane allenatore si rese subito conto che quell'uomo, chiunque egli fosse, doveva essere davvero una persona eccezionale, e la sua semplice presenza lo metteva un po' in soggezione. "Il mio nome è Padre Elias... e sono soltanto un umile servitore del Sommo Arceus, il creatore di tutto ciò che esiste."

"Oh... benvenuto, padre." disse Sierra, invitando l'uomo ad accomodarsi nella sua villa. Con un cenno di ringraziamento, Elias entrò in casa non appena Bennett gli aprì la porta, e rivolse un breve sorriso alla proprietaria. "Prego... si accomodi. Non credevo di ricevere la visita di un sacerdote, tanto più di uno di così alto rango. In cosa posso esserle utile?"

Ritchie rimase un po' sorpreso alla notizia. "Quell'uomo è un religioso di alto rango?" chiese a Bennett, immaginando che il ragazzo con gli occhiali ne sapesse di più, cosa che in effetti si rivelò vera.

"Certamente. Non lo conosci? Al momento è il sommo sacerdote di Arceus nella Chiesa d'Alfa, un gruppo religioso che sta facendo un certo numero di proseliti, in questa zona di Reborn." rispose Bennett. "Al momento, le loro attività sono state ristrette alla zona nord-ovest del nostro paese, ma se adesso una persona come Padre Elias è qui, significa che hanno tutta l'intenzione di espandere la loro influenza."

"E chissà, potrebbe essere una buona cosa. Con il Team Meteora che ci fiata sul collo, quello di cui abbiamo bisogno è davvero un po' di preghiere..." aggiunse nei suoi pensieri.

"Vedo che lei non ama troppo le discussioni prolungate, miss Sierra, e in tutta onestà, nemmeno io ne vedo l'utilità. Perciò, verrò subito al punto." disse Elias, sorridendo affabilmente. Tuttavia, Ritchie riusciva a sentire un timbro vagamente minaccioso nella sua voce... o era soltanto la sua immaginazione che galoppava? "Sono venuto qui per ritrovare mia figlia."

Sierra corrugò la fronte, ma non riuscì a dire nulla prima che Bennett, senza riflettere troppo a lungo sulla situazione, la anticipasse. "Sua... sua figlia, reverendo padre? Non... non starà parlando di Luna, per caso?" esclamò il ragazzo con gli occhiali. Ritchie e Sparky avevano già sentito quel nome abbastanza volte da capire che doveva essere in qualche modo importante...

"Bennett!" esclamò Sierra sorpresa. "Non mi sembra il caso di interrompere padre elias, forse non aveva ancora finito di dire quello che doveva..."

"No, no, miss Sierra, apprezzo molto l'interessamento di suo figlio..." si affrettò a giustificarlo il sacerdote di Arceus, guardando speranzoso verso Bennett. "Quindi, ragazzo mio, tu conosci Luna. E' una buona notizia... Luna è una ragazza che ha smarrito la luce del Sommo Arceus. Ora lei cammina su una strada che si inoltra nelle tenebre, e proprio per questo, ha voltato le spalle anche a me. Mi ha disconosciuto come padre, ed è scappata. Ora sono qui per ritrovarla."

"Ehm... non vorrei sembrare importuno, e mi rendo conto che non sono esattamente affari miei..." si pronunciò Ritchie. "Tuttavia, non capisco che stia succedendo. Potrei per favore chiedere quale sia la situazione... e magari, se volete dirmelo, chi è Luna?"

Sierra sospirò e si sedette sul divano. Sembrava che per lei fosse una questione molto personale. "Mi sembra giusto che anche tu lo sappia, Ritchie. Luna è, o forse farei meglio a dire era, mia figlia adottiva. Un giorno, non molto tempo fa, è apparsa sulla porta di casa mia e di Bennett... e ha detto che io ero sua madre. E, per inciso, io sono sicura al cento per cento che non è così. Ho avuto un solo figlio, e si tratta di Bennett, qui presente."

Bennett annuì senza dire nulla, e Sierra alzò lo sguardo verso il soffitto, perdendosi per qualche secondo degli ipnotici giochi di luce che si rifrangevano sui cristalli di un costoso lampadario appeso al soffitto. "Tuttavia, non potevo neanche mandarla via." continuò l'aspirante Capopalestra di tipo Ghiaccio. "E poi, era una brava ragazza, e cercava di dare una mano in tutti i modi che le erano possibili, ma... non potevo certo continuare a giocare alla mamma con lei per sempre. E poco tempo fa, Luna se n'è andata, di nuovo. Quindi... adesso non è qui. Immagino che dovessi aspettarmelo... prima o poi, tutto tende a sfuggirmi dalle mani... E comunque, non avevo la minima idea di come cercare i suoi veri genitori. Non avevo una traccia, un indizio, nulla. E adesso... Padre Elias viene qui e mi dice che Luna è sua figlia. Mi dispiace, padre... ma temo che lei sia arrivato un po' troppo tardi. Se solo sapessi dov'è andata Luna, glielo direi ben volentieri. Bennett... sei proprio sicuro che Luna non ti abbia detto niente, prima di andarsene, quel giorno?"

Bennett sembrò cadere dalle nuvole. "C-cosa? Ehm... no, voglio dire... no, non ha detto niente neanche a me... mi dispiace, Padre Elias, mi piacerebbe poterla aiutare più di così..." rispose. Ritchie e Sparky ascoltavano quello che veniva detto, con l'imbarazzo di due estranei che si trovavano per caso ad assistere ad una questione privata che si dipanava all'improvviso di fronte a loro.

"Capisco." rispose Padre Elias, senza scomporsi. "Non le nascondo, miss Sierra, che sono un po' deluso. Ho fatto un viaggio piuttosto lungo per arrivare fin qui, e mi dispiace non essere riuscito ad incontrarmi con mia figlia. So che è una richiesta un po' audace, da parte mia... ma potrei chiederle la cortesia di ospitarmi qui per un paio di giorni, in modo che io possa riposarmi un po'? Purtroppo, sono ormai piuttosto lontani gli anni della mia gioventù."

Sierra sembrò contenta della richiesta. "Non è un problema, Padre Elias. Anzi... le confesso che un po' speravo che lei me lo chiedesse. Questa grande casa a volte mi sembra vuota..." rispose. "In effetti, penso che lei sia arrivato qui in un momento un po' particolare."

"E' così?" chiese Elias, non sembrando particolarmente sorpreso dalla notizia. "E come mai sarebbe un momento particolare, di grazia?"

Questa era una domanda a cui Ritchie era perfettamente in grado di rispondere, e fu sollevato all'idea di poter rispondere alla domanda del sacerdote e non sentirsi più un estraneo. "Appena qualche minuto fa, Padre Elias... è successo qualcosa di strano qui a Zirconia." spiegò il giovane allenatore di Kanto. "Alcuni oggetti, in particolare mobili, libri ed altri accessori, sono spariti di colpo dalle abitazioni, per riapparire in posti dove non sarebbero dovuti essere. E' durato solo pochi secondi, ma... sono stati più che sufficienti per creare scompiglio e panico in città."

"Questa è una cosa di cui non ero al corrente." rispose Elias, dicendo di sì con la testa. Anche adesso, non dava l'impressione di essere sorpreso di quello che aveva sentito. "Ma... immagino che sia un messaggio da parte del nostro signore, il Sommo Arceus. Egli è arrabbiato per i peccati degli uomini, e ci sta dando dei segnali, in modo che noi ci pentiamo della nostra malvagità, e torniamo sulla retta via. Chi ha orecchie per intendere, intenda."

Sierra non era mai stata una persona troppo religiosa, e non era esattamente convinta che quello che diceva Padre Elias fosse la verità, ma non era tanto imprudente da contraddirlo. Si limitò a tenersi per sè il suo scetticismo, e a riportare l'attenzione di tutti sul problema. "Beh... è una teoria che potrebbe avere il suo peso, Padre Elias..." affermò la ex-modella. "Comunque, è un problema che va risolto. La nostra città è sempre stata tranquilla e pacifica, e anche il Team Meteora si è raramente spinto fin qui... perciò, come aspirante Capopalestra, è mia responsabilità fare in modo che questa situazione ritorni alla normalità quanto prima. E temo che avrò bisogno anche del suo aiuto per farlo, Padre Elias."

"Mi sembra giusto. Farò del mio meglio per dare una mano." affermò Elias, dando un'occhiata a Bennett. Il ragazzo con gli occhiali appariva nervoso, per qualche motivo... e il sacerdote di Arceus si ripromise di parlare con lui, più tardi. Aveva l'impressione che quel giovanotto occhialuto dall'aria un po' ridicola si sarebbe rivelato molto più importante di quanto potesse sembrare. E anche quel ragazzino con quel Pikachu così particolare. Aveva l'impressione che entrambi loro fossero stati toccati dalla luce di Arceus, e sperava di avere presto un'occasione per verificarlo di persona...

 

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Il cammino di Saphira e del suo gruppo non era certo stato dei più semplici, e non lo sarebbe stato neanche se avessero dovuto portarsi dietro Anna, che era troppo debole per camminare da sola. Le condizioni della bambina dai capelli neri si erano fatte rapidamente preoccupanti, e la febbre era salita nel giro di poche ore. Avevano bisogno di fermarsi e di far riposare un po' Anna, in quelle condizioni non sarebbero mai riusciti a raggiungere il rifugio in tempo.

Per fortuna, Saphira conosceva abbastanza bene le vie del sottosuolo di Reborn. Sotto la guida esperta della leader della resistenza, il gruppetto di amici era riuscito a sbucare nei pressi della cittadina di Zirconia, nel bel mezzo delle verdi montagne a nord-est di Reborn City, un luogo ancora abbastanza incontaminato dove l'influenza corruttrice del Team Meteora ancora non si faceva sentire più di tanto. Saphira era in testa alla piccola squadra mentre quest'ultima emergeva dalle caverne che avevano percordo, portando una semicosciente Anna in spalla. I tunnel sotterranei erano finalmente sfociati in una foresta dall'aspetto lussureggiante che contrastava in maniera quasi spaventosa con il degrado e l'inquinamento della claustrofobica metropoli, ed era interrotta qua e là soltanto da quelli che sembravano essere tratti di binario, lasciati qua e là sul terreno da chissà quale progetto abbandonato...

"Okay, ci siamo... da qui non dovrebbe volerci più di tanto per arrivare finalmente a Zirconia." affermò la domatrice di draghi, spostando un po' il peso di Anna in modo che la bambina fosse in una posizione più comoda. Noel camminava vicino a Saphira, preoccupato com'era per la salute della gemella. "Resisti, piccola Anna, tra non molto saremo tra mura amiche."

"Grazie... Saphira..." mormorò la bambina con i codini. "Nostra... si sente davvero... poco bene..."

"Non è Nostra quella per cui siamo preoccupati, Anna." affermò Noel. "Non ti sforzare, potresti peggiorare le cose e basta."

"Ehm... s-so che forse non è proprio... il momento giusto per chiederlo... ma come mai ci sono tutti quei... quei tratti di binario per terra?" chiese Laura, evitando per un pelo di inciampare in un binario che emergeva un po' troppo dal terreno. Sentendo un fruscio alla sua sinistra, la seconda delle sorelle Belrose si girò di scatto, giusto in tempo per vedere un Weepinbell e un Sunflora (un Pokemon simile ad un girasole con il viso sorridente e un paio di corte gambe che usava per spostarsi da un luogo all'altro) che si nascondevano rapidamente tra le fitte fronde di un grande oleandro.

"Dev'essere stato un altro progetto di espansione di Reborn City... che è andato com'è andato, come puoi vedere." rispose Pietro aggiustandosi un po' una frangia che gli stava cadendo sulla fronte. "So che c'è una tratta che, a partire dalla Stazione Peridoto... o meglio, la ex-stazione Peridoto... arriva fino al Deserto Tormalina, nella zona più a nord di Reborn. Evidentemente, questi binari abbandonati che vediamo qui sono il segno che la rete ferroviaria avrebbe dovuto estenders anche qui. Ma con quello che è accaduto a Reborn nei tempi più recenti, il progetto è stato abbandonato."

"Capisco..." affermò Julia, guardando con un misto di rabbia e delusione i binari mai completati. "Ma penseremo più tardi anche a queste cose. Per adesso... la cosa più importante è raggiungere Zirconia e trovare una medicina per Anna."

"E' Nostra... quella che si sente... male..." provò ad insistere la bambina più piccola.

"See, come no. Smettila di dire idiozie... anzi, visto che ti trovi, chiudi quella bocca. Ci stai già rallentando abbastanza." la zittì Fern.

"Non tanto quanto ci rallenti tu con le tue cretinate, quindi chiudi quella ciabatta." lo rimbeccò Charlotte, guadagnandosi un ghigno sprezzante da parte del ragazzo dai capelli verdi.

Gli altri decisero di non intromettersi, per non rischiarre di causare un lite che avrebbe avuto effetti ancora più negativi, e Laura mise la mano sulla fronte di Anna per controllare la febbre. Poi, rimise a posto il peluche di Jirachi tra le braccia della sua padroncina mentre il gruppo continuava la sua strada verso Zirconia, addentrandosi nei sentieri della foresta.

"Questa... è la Foresta di Crisolia. E' la più grande area verde di tutto Reborn." spiegò Laura, fermandosi per un attimo ad ammirare la vegetazione lussureggiante - non era la crescita incontrollata e cancerosa che il PULSE-Tangrowth aveva provocato nei quartieri periferici di Reborn City; questa era la natura esattamente come doveva essere, quasi mai toccata dalla mano dell'uomo, un ambiente ideale per animali e Pokemon. "La... la biodiveristà da queste parti è davvero incredibile. Sembra quasi... che... che questo posto sia stato del tutto ignorato dal Team Meteora..."

"Lo sai che non durerà per sempre, sorellona." affermò Charlotte. La ragazzina con i codini spostò un ramo che le stava oscurando la visuale e diede una rapida occhiata al percorso davanti a loro. "Il Team Meteora arriverà anche qui. Loro corrompono tutto quello che toccano, e quello che non possono corrompere, lo distruggono. Hanno sempre fatto così..."

"Se volete la mia, almeno loro hanno un'idea di cosa fare. Noi, invece... cosa stiamo facendo, oltre che girare in tondo?" affermò Fern con fare insofferente. "Adesso andiamo a Zirconia, e troviamo una medicina per la mocciosa, e poi?"

"E poi andiamo al rifugio delle nostre sorelline Belrose, no?" rispose prontamente Julia. "E da lì, pensiamo alla nostra prossima mossa! E' vero, non abbiamo pianificato molto più in là di così, ma sai come si dice... che nessun piano regge all'incontro col nemico. Per adesso facciamo così, poi si vedrà."

"Il Team Meteora è imprevedibile. E' difficile immaginare quale sarà la loro prossima mossa, soprattutto ora che li abbiamo messi in difficoltà." continuò Saphira, inerpicandosi sopra una collinetta bassa con Anna (e la bambola Nostra) ancora sulle spalle. Quello che vide dalla cima di quell'altura le diede una nuova carica di speranza - il lungo sentiero che avevano percorso nella foresta stava per finire, e la città di Zirconia era lì a pochi minuti di cammino. "Se non altro... ho buone notizie. Da qui riesco a vedere le prime case di Zirconia. Quello sarà un rifugio sicuro, almeno per adesso."

"Ottimo. Dirigersi verso destinazione con massima priorità." rispose Florinia.

"Speriamo che... da queste parti si trovi qualche medicina che possa aiutare Anna..." mormorò Laura, seguendo il resto del gruppo accanto alle sue sorelle. Per un attimo, ebbe l'impressione di vedere qualcosa tra i rami degli alberi che li osservava con fare sospetto... ma nel momento in cui guardò in quella direzione, il Pokemon, qualunque esso fosse, se n'era già andato. A quel punto, non c'era molto altro da fare se non continuare sulla strada per Zirconia, e sperare in buone notizie...

 

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Appena una decina di minuti dopo, il gruppo di Saphira era arrivato a Zirconia... e la leader della resistenza dovette ammettere, con suo grande rammarico, che sperava che la situazione fosse più calma, da quelle parti. Invece, quella che si trovava davanti era una città che era stata investita da un'ondata di caos e paura dalla quale non si era ancora ripresa - se gli oggetti più disparati, abbandonati in giro lungo le stradine sterrate, nei giardini, e addirittura sui tetti delle case erano un'indicazione affidabile. La popolazione di Zirconia era a sua volta dispersa per le strade, a guardare gli oggetti in disordine o a cercare di riportarli alle loro case, e qualcuno stava anche cominciando a litigare - alcuni non riuscivano a mettersi d'accordo se un oggetto scomparso fosse dell'uno o dell'altro.

"Ma... ma cosa è successo da queste parti?" esclamò Charlotte. "Voglio dire, un po' di buon vecchio caos non dispiace neanche a me, ma qui... sembra che le leggi della fisica si siano prese una vacanza! Che accidenti ci fa un albero sul tetto di una casa?"

"Che cosa? Charlotte, dove lo vedi tu un..." cominciò a dire Pietro... un attimo prima che Noel richiamasse la sua attenzione tirandole il vestito ed indicando la sommità di un piccolo condominio, sul cui tetto si trovava in effetti l'albero che era scomparso sotto gli occhi di Ritchie! "Un... un albero...? Oh, santo cielo... con questa... credo proprio di averle viste tutte!" esclamò il giovane rockettaro, con un grosso gocciolone di sudore che gli scendeva dalla nuca.

"Analisi impossibile. Dati insufficienti." fu la risposta di Florinia. L'esperta di Pokemon Erba si stava guardando anche lei attorno, senza mostrare il minimo cenno di sorpresa - del resto, a quel punto, erano tutti abituati al fatto che Florinia non esprimesse alcuna emozione. "Evento non contenuto nella memoria di questa unità."

"Nemmeno io mi ricordo l'ultima volta che un dannatissimo albero è cresciuto in cima ad un edificio, sorellina. Non faccio per dire." affermò con sarcasmo Fern. "Ma che accidenti è successo, in questa specie di città? La chiamerei città se non fosse un buco nascosto nella foresta..."

"Una cosa assurda... inconcepibile!" esclamò un abitante di Zirconia che stava riportando a casa il suo televisore, accompagnato dal suo Growlithe. "All'improvviso, i nostri oggetti, i nostri mobili... hanno cominciato a sparire dalle case, e sono riapparse da tutt'altra parte! Non sappiamo ancora il perchè sia successo... e abbiamo paura che possa ripetersi! Non... non vi consigliamo di stare qui, stranieri!"

"Questa città è stregata! E' meglio se ce ne andiamo tutti via, al più presto!" fu la volta di una donna che stava mettendo in uno zaino tutti i libri che le erano stati portati via da casa da quell'evento inspiegabile. "E se siete furbi, stranieri, ve ne andrete anche voi!"

"Stregata? Bah, tutte fandonie!" replicò Charlotte, cominciando già ad avere qualche sospetto su chi fosse stato a causa tutto ciò. "Io sento già puzza di Team Meteora. Può essere che sia arrivato fin qui, no?"

"Non sapevo che quella gentaglia fosse già arrivata a Zirconia... ma avevo sentito parlare della Chiesa d'Alfa, e potrebbero avere qualcosa a che fare con tutto questo." disse Saphira. "Finora, non abbiamo trovato nessun legame tra loro, e il Team Meteora, ma questo non significa che non possano essercene..."

"Sa... Saphira..." mormorò la voce di Anna. La bambina era debole e un po' confusa dalla febbre, ma riusciva ancora a restare cosciente, e mentre il piccolo Noel si precipitava al suo fianco per dirle di non sforzarsi, alzò la testa e disse la sua. "Chiedi... chiedi all'uomo santo... lui... sa la risposta..."

"L'uomo santo? Di chi stai parlando, piccola Anna?" chiese Pietro... ma la bambina non riuscì ad aggiungere altro, prima di ricadere con la testa sulla schiena di Saphira, respirando affannosamente.

"Anna!" esclamò Noel. Il ragazzino mise una mano sulla spalla della sorella gemella e la scosse un po' per cercare di farla restare cosciente. "Anna, non ti sforzare! Adesso devi cercare di conservare le forze!"

Diversi dei presenti rivolsero la loro attenzione alla bambina che Saphira portava in spalla, e si mostrarono preoccupati per lei. "Oh? Questa bambina... non si sente bene?" chiese un ragazzo, lasciando in secondo piano le sue preoccupazioni su ciò che era successo alla città. "Ha la febbre alta..."

"Sì... sì, stavamo viaggiando verso nord... quando mia sorella si è ammalata di colpo..." affermò Noel, annuendo rapidamente al giovanotto che aveva mostrato preoccupazione per la sorella gemella. "Non si sente per niente bene... e ha bisogno di un posto dove riposare tranquillmente... e di una medicina, se c'è..."

"Cosa sta succedendo, da queste parti?" la voce calda ed autorevole di Padre Elias si fece sentire sopra il brusio della folla ancora confusa, e il sacerdote arrivò, accompagnato da Bennett, Sierra e da Ritchie e Sparky. In segno di deferenza e rispetto, la folla si spostò per permettere a Padre Elias di avvicinarsi.

"Era da un po' che non arrivavano così tanti stranieri qui a Zirconia." affermò Sierra, dando una rapida occhiata al gruppo, i cui membri salutarono uno alla volta. "Ma vedo che non si tratta di visitatori qualsiasi. Era da molto che non ci si vedeva, Saphira, amica mia. E vedo che con te ci sono anche Laura... e Charlotte."

"Fin troppo, Sierra." disse Saphira con un sorriso un po' triste. Con delicatezza, affidò Anna a Padre Elias, che la mise distesa su un improvvisato giaciglio dato da un materasso che era stato teletrasportato fuori da una casa e ad un lato della strada d'ingresso. "E... sì, adesso siamo finalmente riuscite a tirare fuori Charlotte da quella orrida prigione che il dottore osa chiamare orfanotrofio."

"E' stata una storia... molto rocambolesca, miss Sierra! Ma ve la racconteremo non appena avremo il tempo! Per adesso... beh, abbiamo questa nostra piccola amica che ha bisogno di aiuto. Oh, e vedo che anche qui ci sono dei nuovi arrivati." disse Charlotte, notando Ritchie e Sparky. "Piacere di conoscerti, piccolo! Non sei di queste parti, vero?"

"No, a dire la verità no. Il mio nome è Ritchie, e sono un allenatore di Pokemon... e lui è Sparky, il mio Pikachu!" si presentò il giovane allenatore. "Veniamo da Kanto, diciamo che siamo qui per... motivi che adesso non sto qui a spiegare. E' una storia piuttosto lunga..."

"Avremo il tempo di ascoltare tutto più avanti." affermò Laura, tendendo una mano verso il ragazzo. "Il mio nome è Laura Belrose... e loro sono le mie sorelle, Saphira e Charlotte. Saphira è il capo della resistenza contro il Team Meteora, l'organizzazione criminale che tiene Reborn sotto il giogo della tirannia."

"Pikachu!" rispose Sparky con un cenno della testa, volendo dire che avevano già avuto a che fare con il Team Meteora e i loro piani. Ritchie prese in braccio il suo Pikachu e lo accarezzò sulla testa, rivolgendo un sorriso al gruppo di Saphira.

"Sì, Sparky dice la verità. Anche noi abbiamo dovuto affrontare il Team Meteora in alcune occasioni." rispose Ritchie. "Finora non ci hanno dato troppi problemi, ma... non credo proprio che abbiamo visto il meglio di quello che possono fare."

"Beh, se sei nemico del Team Meteora, sei nostro amico." affermò Saphira, senza fare troppi giri di parole. "E se volessi unirti alle resistenza, per noi sarebbe un grande aiuto. Ovviamente, vogliamo lasciare a te la scelta."
Sparky alzò le spalle, immaginando che a quel punto il Team Meteora li avesse già messi nel mirino. "Pika pika, pikachu. Pika?" squittì, voltandosi verso il suo allenatore, che rispose facendo un cenno affermativo con la testa.

"Già... penso che comunque il Team Meteora non ci lascerà in pace, a questo punto. E non è mai stata mia abitudine abbandonare chi è in difficoltà." rispose Ritchie. "Siete tutti qui, voi della Resistenza, o c'è qualcun altro?"

"Beh, per fortuna... non siamo tutti qui." rispose Julia, riavviandosi un po' i lunghi capelli smeraldini. "Le nostre piccole amiche, Heather e Shelly, si stanno allenando per conto loro, e c'è un altro gruppo che è andato ad allenarsi al Monastero Apofillide. Tra loro c'è un'allenatrice di Hoenn che ci ha dato una marcia in più nella nostra battaglia con il Team Meteora... e anche i suoi amici sono stati di grande aiuto."

"Ci fa piacere saperlo... Va bene, cercherò anch'io di darvi una mano, quanto più possibile... e vedrò di scoprire qualcosa di più anch'io sugli strani fatti che si sono verificati qui a Zirconia" affermò Sierra, con grande sollievo di molti dei suoi concittadini, che esclamarono delle frasi di incoraggiamento e di congratulazioni. La ex-modella riportò poi la sua attenzione ad Anna, che era stata distesa su un materasso, ed era in quel momento seguita da Elias e da Noel. "La vostra piccola amica, come sta?"

"Ha bisogno di una medicina un po' particolare. Ma, per fortuna, sono convinto che in una città come questa la si possa trovare abbastanza facilmente." rispose Padre Elias, passando un panno umido sulla fronte di Anna, la cui respirazione si era fatta meno affannosa. "Per adesso, credo che a cosa migliore da fare sia lasciarla riposare in un luogo tranquillo, mentre cerchiamo la medicina di cui parlo."

"D'accordo, padre Elias..." affermò Bennett, voltandosi poi verso la madre. "Mamma... possiamo usare una delle nostre camere per gli ospiti, vero?"

Sierra annuì rapidamente. "Certamente. Prego, portate la piccola alla mia villa. Mentre voi cercate la medicina, io farò in modo che venga curata nel modo migliore." affermò.

Un raro sorriso apparve sul volto pallido di Noel, e mentre Laura prendeva in braccio Anna per portarla alla villa di Sierra, il ragazzino fece un cenno con la testa e ringraziò sentitamente. "Le... le sono debitore, miss Sierra." affermò il giovanissimo allenatore. "Farò... tutto quello che è in mio potere per ricambiare la sua generosità."

"Non ti preoccupare di questo, Noel... e per ora, andiamo anche noi alla villa di miss Sierra." propose Ritchie, cercando nel contempo di mettere un po' di ordine nella sua testa. C'erano molte cose da fare... ma per adesso, la più urgente era senz'altro trovare la medicina per Anna.

Fern sospirò, ritenendo tutto questo una colossale perdita di tempo. Ancora una volta, aveva la conferma che quel branco di stupidi non avevano nè un piano nè una direzione... e queste persone speravano di salvare Reborn?

Ma salvarlo da cosa, poi?

Mentre osservava Pietro che cercava di rimettere a posto un po' di oggetti teletrasportati all'esterno delle case... sua sorella che cercava di analizzare la situazione... e tutti gli altri che si prodigavano per aiutare gli abitanti di quella città, senza pensare e senza avere un piano preciso... Fern si convinceva sempre di più che restare in quel gruppo di aspiranti eroi significava gettare le perle ai porci...
 

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Nel frattempo, a Reborn City, in quello che una volta era stato il nascondiglio della Resistenza, Amaria e il gruppo di Vera si erano fermati per un attimo, giusto il tempo di mangiare qualcosa, equipaggiarsi un po' per il lungo viaggio, e ritirare dal nascondiglio le due Chiavi che erano rimaste nascoste da quelle parti, in modo da tenerle al sicuro dal Team Meteora.

E in quel momento, Amaria aveva recuperato il suo prezioso Braccialezaffiro, e stava consegnando l'Anellorubino a Drew, che lo accettò con un cenno della testa. "Ecco. Questo è l'anello della piccola Heather. So che è un favore piuttosto importante, questo che vi sto chiedendo... ma vi devo chiedere di portarlo ad Heather, e di tenerlo fuori dalle grinfie del Team Meteora fino a quel momento."

"Va bene, Amaria... tu non vieni con noi?" chiese il ragazzino dai capelli verdi, ricevendo il prezioso anello dalle mani dell'allenatrice di Pokemon d'Acqua, e mettendolo in una tasca interna della sua giacchetta. "Da come ci hai fatto questa richiesta, devo dedurre che hai intenzione di recarti da tutt'altra parte rispetto a noi."

"Come mai, miss Amaria? Dove vorrebbe andare?" chiese Ortilla, toccando nervosamente la Collanasmeraldo che portava al collo.

"Altaria..." mormorò Alty con un cenno del suo lungo collo.

Amaria guardò verso il soffitto, perdendosi per un attimo nei suoi pensieri. "Esatto, non verrò con voi... voi continuate sulla vostra strada e raggiungete Saphira e gli altri." affermò. "Io porterò con me il Braccialezaffiro in modo che il Team Meteora non possa trovare tutti e tre gli artefatti, nella peggiore delle ipotesi. So già dove andare - a casa di Titania, dove sono sicura che assieme a lei potrò proteggere meglio questo prezioso artefatto."

"Titania?" chiese Vera, interessata a quel nome che si sentiva spesso, ma che fino a quel momento era rimasto poco più che un semplice nome. "Abbiamo sentito molto parlare di lei, e a quanto ne sappiamo, è una persona forte ed affidabile. Ma... sei sicura di riuscire a raggiungerla da sola?"

Amaria sorrise, e Vera fu sicura di vedere un lieve rossore sulle guance della sua compagna. "State tranquilli. Conosco un percorso sicuro per raggiungere il rifugio di Tania." affermò. "Finchè il Braccialezaffiro sarà con me e lei, il Team Meteora non riuscirà mai a raggiungerlo. E poi... se riesco ad attirarmi dietro un po' di scagnozzi del Team Meteora, quelli non vi andranno dietro, no?"

"Beh..." Max non sembrava troppo convinto, ma rispettò la decisione di Amaria e decise di non metterci il becco. "Quand'è così, noi ti auguriamo buona fortuna. E speriamo che tu riesca a raggiungere il rifugio di Titania senza intoppi."

"Noi faremo del nostro meglio per raggiungere Saphira e gli altri." rispose Hitomi. La bambina dai capelli rossicci sembrava essersi più o meno ripresa dal'altalena emotiva che era stata la sua visita al Monastero Apofillide, ed era tornata al suo normale modo di fare calmo e controllato, ma Vera e Drew avevano l'impressione che adesso ci fosse un po' più di emozione nella sua voce. "Lo dobbiamo alla sensei Kiki. E anche a Vittoria e Cal."

"Sì, capisco..." rispose Amaria, facendosi un po' più cupa. Il pensiero che delle persone si fossero sacrificate per permettere loro di intralciare i piani del Team Meteora le faceva capire, una volta di più, quanto la loro situazione fosse precaria per la resistenza.

"Siamo riusciti a sferrare qualche colpo... ma i nostri nemici sono ancora molto più forti di noi. Non dobbiamo abbassare la guardia... e al tempo stesso, non dobbiamo farci prendere dalla disperazione." riflettè tra sè, prima di essere richiamata alla realtà dalla voce di Cain.

"Va bene, Amaria cara... allora per adesso, le nostre strade si dividono. Mi raccomando... quando vedi Titania, mandale un bacio anche da parte mia!" commentò il ragazzo dai capelli viola, per poi fare il gesto di inviare un bacio con due dita di una mano.

Amaria ridacchiò imbarazzata. "Forse è meglio che non glieo dica così... sai com'e fatta Tania, potrebbe offendersi!" affermò. "E quando Tania si offende... beh, sai che le sue arrabbiature sono leggendarie!"

"Non so se devo essere incuriosito o spaventato..." affermò Max con una breve risata. "Se non altro, sappiamo cosa fare. Va bene, Amaria. Ci muoveremo il prima possibile, e raggiungeremo Saphira e gli altri."

"Buona fortuna anche a te... e a presto." rispose Vera, scambiandosi una stretta di mano con Amaria. L'attraente allenatrice di Pokemon d'Acqua ricambiò il gesto, offrendo alla bambina castana e ai suoi compagni i suoi migliori auguri. "Spero che ci rivedremo presto... e per allora, avremo fatto qualche passo avanti. Avremo danneggiato ancora il Team Meteora... e Blaziken ed io avremo forse compreso come sbloccare la Mega Evoluzione."

"So che ce la farete." rispose con convinzione Amaria. "Buona fortuna, a tutti voi."  
                   

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Un capitolo in cui non è successo molto... ma ciò che è successo è stato importante! Abbiamo conosciuto Sierra, suo figlio Bennett... e soprattutto, il misterioso Padre Elias, che sicuramente avrà un ruolo molto importante più avanti. Non so voi, ma a me questa Chiesa d'Alfa non convince granchè.
 

Il gruppo di Saphira è arrivato a Zirconia, e forse potranno dare una mano a risolvere il misterioso degli oggetti scomparsi. Sicuramente il nostro Ritchie non mancherà di dare una mano. Ma per adesso, la priorità è trovare una medicina per la malattia di Anna... e il gruppo di Vera dovrà raggiungere Zirconia a loro volta, possibilmente senza incappare nel Team Meteora.
 

Come andrà a finire? Al prossimo capitolo, e a presto!
 

 

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Capitolo 46
*** Medicine miracolose ***


Pokemon: A World Reborn
 

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
 

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Capitolo 46 - Medicine miracolose

 

"Forza... Spinarak, Joltik, dobbiamo cercare di sveltirci! Spinarak, prova ad usare un attacco Agilità!" disse la bambina dai lunghi capelli lavanda legati in una lunga treccia, facendo un cenno al Pokemon simile ad un ragno che si era da poco unito alla sua squadra. Poco lontano, il suo Joltik, la zecca elettrica dal morbido mantello giallo, stava cercando di muoversi più rapidamente possibile sulle sue piccole zampe artigliate, in modo da rendere più rapidi i propri movimenti.

"Spinarak!" esclamò il Pokemon Coleottero/Veleno, cercando di sveltirsi quanto più poteva. Le sue corte zampette scattarono rapide, facendogli percorrere una lunga distanza in un tempo che sembrava impossibile per una creatura così piccola. Giunto alla fine del percorso, quando Shelly gli diede un segnale, il ragnetto fece una capriola, rotolandosi sulla schiena, e atterrò sulle zampe voltandosi di 180 gradi, per poi riprendere a correre verso la sua allenatrice che lo accolse tra le braccia.

"Bravo, Spinarak, ti impegni sempre molto." disse Shelly affettuosamente, accarezzando sulla testa il Pokemon ragno, che si strusciò timidamente su di lei. "Sei diventato davvero veloce e abile... e vedo che anche il tuo amico Joltik si dà molto da fare."

"Joltik, jolt!" esclamò Joltik, la cui voce sembrava davvero il cinguettio di un usignolo. Anche lui utilizzò il suo attacco Agilità, scattando in avanti per un breve tratto e lasciando dietro di sè qualche immagine illusoria che svanì doopo pochi istanti. Poi, scagliò un filo di ragnatela dalla bocca, colpendo un ramo basso di un albero secolare, e si sollevò come se stesse arrampicandosi su una liana, raggiungendo la posizione sopraelevata con un'agile capriola. Poi, ancora desideroso di mostrare a Shelly di cosa fosse capace, il ragnetto elettrico arruffò la pelliccia, caricandosi per un breve istante, e aprì le mandibole, scagliando da esse una scarica elettrica che si aprì e si espanse un istante dopo, trasformandosi in una ragnatela fatta di pura energia elettrica gialla. La rete elettrica si ancorò ai tronchi di due alberi vicini e si tese, sfrigolando in maniera inquietante per qualche istante prima di dissolversi in una pioggia di scintille.

"Bravo, Joltik! Quello era il tuo attacco Elettrotela, vero?" chiese Shelly, sapendo già la risposta. Dopo aver cinguettato di nuovo il suo nome con entusiasmo, Joltik scagliò di nuovo un filo di seta appiccicosa e lo usò per farsi scivolare a terra. "Abbiamo già fatto molti progressi da quando abbiamo iniziato ad allenarci per conto nostro... spero che anche per Heather sia la stessa cosa!"

"Spin spinarak?" chiese Spinarak, intanto che Joltik si avvicinava a sua volta alla sua allenatrice, che si abbassò quel tanto che bastava al ragnetto elettrico per saltarle sul braccio sinistro ed arrampicarsi agilmente su di esso, piazzandosi poi sulla spalla.

"E' vero, mi sto chiedendo anche come stiano andando Vera e gli altri... da quando Heather ed io siamo state catturate dal Dr. Connal..." la bambina dai capelli violetti represse un brivido di orrore al ricordo di quello che avevano passato lei e la sua migliore amica per colpa dello psichiatra pazzo. "Non abbiamo più avuto notizie... di Vera e dei suoi amici..."

Joltik fece un cenno con la testa, per dire alla suaallenatrice che non era il caso di preoccuparsi per questo. "Jolt!" affermò, muovendo la testa come per dire di sì. Spinarak, invece, voltò le spalle a Shelly, in modo che lei vedesse il motivo simile ad un volto sorridente che era disegnato sulla schiena del Pokemon ragno.
Per quanto Shelly facesse un po' fatica a credere a tali rassicurazioni, voleva comunque cercare di pensare in positivo - forse quello sarebbe stato un primo passo in avanti per vincere la sua timidezza e diventare un po' più sicura di sè. "Sì... so che Vera e i suoi amici sono allenatori in gamba, e credo che se la caveranno bene. Ma... sapete com'è, il Team Meteora è sempre in agguato, e poi... non so come stiano andando Saphira e gli altri. Spero che abbiano raggiunto un luogo sicuro."

"Spin spin, spinarak!" affermò Spinarak. Il ragnetto fece schioccare le mandibole e fece un cenno con le zampette, in modo da riportare tutti al problema più immediato... e con un brusio simile al rumore di un elicottero, un altro dei Pokemon di Shelly scese dall'alto. La sua Yanmega da poco evoluta, che portava sul dorso il suo Volbeat. La libellula gigante non aveva certo un volto molto espressivo, ma si capiva abbastanza bene cosa volesse dire.

"Sì, è vero... anche se Spinarak e Joltik sono diventati molto più forti, ancora non credo proprio che siano all'altezza di poter affrontare il Team Meteora." disse Shelly schiarendosi la voce. "Meglio che continuiamo l'allenamento il più possibile... almeno finchè la luce del giorno ce lo permetterà."

"Volbeat!" rispose Volbeat con approvazione...

E il momento solenne venne rovinato dall'improvviso gorgogliare dello stomaco di Shelly, che le ricordò che non aveva toccato cibo da quasi ventiquattro ore!
I Pokemon si voltarono tutti all'unisono verso la bambina dai capelli violetti, guardandola con espressione stranita... e Shelly arrossì e si mise una mano sul pancino, ridacchiando imbarazzata. "Ehm... forse... è meglio aspettare dopo cena, che ne dite? E'... già un bel po' di tempo che stiamo qui ad allenarci, e forse è il caso di fare una pausa!"

Yanmega sembrò quasi sospirare... ma il ronzio entusiasta che emise poco dopo confermò a Shelly che i suoi amati Pokemon Coleottero erano d'accordo con la sua idea.

 

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Zirconia sembrava essersi calmata, almeno nei limiti del possibile, dopo il misteroso ed inspiegabile incidente in cui numerosi oggetti erano scomparsi dalle loro posizioni per riapparire in luoghi casuali. Tuttavia, adesso il gruppo di Saphira aveva un problema di carattere un po' più pratico... e ora che avevano portato Anna in un luogo dove la bambina era più al sicuro, c'era il problema di trovare una medicina per lei.

In una delle tante ed eleganti stanze per gli ospiti della villa di Sierra, la bambina dai capelli neri era stata messa a letto, confusa e febbricitante, con il suo peluche di Jirachi tenuto stretto a sè. Noel si era seduto accanto a lei, cercando di starle più vicino possibile... ma Saphira aveva sconsigliato di starle troppo vicino, nel timore che la misteriosa malattia che aveva colpito Anna potesse essere contagiosa.

Padre Elias, pur non dando esattamente l'impressione di essere un medico, si era premurato di dare un'occhiata alle condizioni di Anna. Il sacerdote di Arceus stava passando un panno umido sulla fronte di Anna, in modo da tenere controllata la sua temperatura corporea.

"Allora... padre Elias? Sa per caso... cos'ha quella bambina?" chiese preoccupato Bennett, seduto su una sedia vicino al letto. Sierra era in piedi accanto al figlio, osservando con apprensione mal celata la bambina che giaceva nell'elegante letto.

Elias fece silenzio per un attimo e si sfregò il mento con una mano. "Hmm... come potete immaginare, io non sono esattamente un medico. E non sono sicuro di cosa si tratti. Tuttavia... posso dire con relativa certezza di sapere quale sia la medicina che curerà questa bizzarra malattia." affermò con fare convinto.

Questa notizia diede un po' di speranza al gruppetto di amici, e Ritchie per primo sorrise e si rivolse al sacerdote. "Ci dica, padre Elias... di che medicina si tratta?" chiese il giovane allenatore. Il suo Pikachu Sparky drizzò le orecchie, non volendo perdersi nulla di quello che Elias si apprestava a dire.

"Si tratta di una particolare medicina... la Baccapozione, un miscuglio di Baccasucco, erbe medicinali... e un ingrediente segreto che avrete modo di vedere da voi." spiegò Elias in modo piuttosto sibillino, facendo storcere il naso alla più spiccia e pratica Saphira. "Ma non preoccupatevi, sono sicuro che potrete trovare questa medicina alla farmacia della vostra città. Se qualcuno volesse andare a prenderla, mentre noi restiamo qui a prenderci cura della nostra piccola amica..."

"Pikachu!" esclamò Sparky, alzando una zampetta mentre Ritchie faceva un passo avanti e alzava una mano.

"Andremo noi, padre Elias. Signorina Sierra... se lei potesse dirci dove si trova la farmacia... sempre che non si sia spostata con tutto il trambusto che c'è stato..." chiese il ragazzino. La stoica ex-modella riuscì ad abbozzare un sorriso e fece un cenno affermativo con la testa.

"Andate nella piazza principale e cercate accanto ad un grande palazzo a cinque piani. Non potete sbagliare, è l'unico in tutta la città." spiegò la donna dai capelli bicolore.

Ritchie annuì con sicurezza. "Va bene... allora andiamo e torniamo subito!" affermò. Lui e Sparky si voltarono verso il resto del gruppo, fermandosi sulla soglia della stanzetta degli ospiti per guardarsi indietro. "Voi restate qui e prendetevi cura di Anna."

"Conta... conta pure su di noi, Ritchie." rispose Laura, guardandosi attorno e vedendo un'espressione di gratitudine dipingersi sul volto pallido e malinconico di Noel. La giovane esperta di Pokemon Erba pensò che quei due bambini dovevano aver avuto un'infanzia davvero difficile... molto più difficile di quella sua e delle sue sorelle... e non osava nemmeno immaginare cosa si fossero trovati ad affrontare nelle loro pur brevi vite.

"Tranquillo, qui il forte lo teniamo noi!" affermò Charlotte facendo un segno dell'okay.

"Non è che ci metteranno chissà quanto tempo, Charlotte..." rispose Pietro con una risata gioviale. "Devono solo andare qui all'angolo e fare due spese!"
Charlotte diede una gomitata amichevole al rockettaro dai capelli arancioni. "Hey! E non rovinarmi la battuta, signor musicista!" lo redarguì. "Era una cosa che volevo dire da un sacco di tempo!"

"Ho come l'impressione, mia cara Charlotte, che tu ed io andremo davvero molto d'accordo!" affermò Julia. Florinia si aggiustò gli occhiali, facendo finta di non conoscere quelle due, e Fern grugnì e scosse la testa, pregando tra sè che il momento di andarsene da lì arrivasse il prima possibile.

Ritchie e Sparky fecero a loro volta una breve risata, e poi salutarono e si allontanarono, promettendo di tornare quanto prima... e quando ormai i due erano lontani, Bennett si tolse gli occhiali e si sfregò brevemente gli occhi, sentendosi improvvisamente stanco. Quella si stava rivelando una delle giornate più intense che il giovane studente avesse mai affrontato...

"Scusate... ma ho bisogno di fare due passi." affermò Bennett. Mosse un po' la schiena per sgranchirsi le vertebre e si alzò dalla sua sedia. "Mamma... voi potete fare per un po' senza di me, vero?"

Sierra stava per dirgli di sì con un cenno della testa... ma con sua grande sorpresa, anche padre Elias chiese di assentarsi per un attimo. "Chiedo scusa anch'io... avrei bisogno di uscire in giardino a prendere un po' d'aria." affermò il sacerdote dai capelli bianchi. "Immagino che... non ci siano problemi se accompagno suo figlio per un po', signorina Sierra? Credo di... avere qualcosa di interessante da dire al giovane Bennett."

Se Sierra era stata sorpresa dalla richiesta di padre Elias, non lo diede a vedere. "Non credo proprio, padre Elias. Certo, questo dipende dal fatto che Bennett desideri essere accompagnato." rispose. Si scambiò un'occhiata con il figlio, che corrugò la fronte sorpreso. Di cosa poteva volere parlare padre Elias con Bennett?
Ciò nonostante, Bennett pensò che non sarebbe stato educato rifiutare. "Per me... non c'è nessun problema, padre Elias." affermò incerto. "Ma non so come potrei esserle utile, sinceramente."

"Il sommo Arceus agisce in modi che a molti di noi possono sembrare misteriosi, mio giovane amico." sussurrò il sacerdote, facendo un sorriso affabile. "E credimi... sono sicuro che attraverso te, il nostro grande e meraviglioso signore potrà fare molto per questo mondo che va alla deriva. Ma... è meglio parlarne da soli, a quattr'occhi."

"Come... desiderate, padre." affermò Bennett, chiedendosi se forse non si fosse andato a ficcare in qualcosa di più grande di quanto avesse pensato all'inizio. Ma una strana sensazione cominciava a farsi strada in lui... era come se qualcosa gli dicesse che quel gentile sacerdote gli stava offrendo l'opportunità della sua vita, e lui sarebbe stato un folle a gettarla via.

Gli altri del gruppo non sembravano troppo convinti... in particolare Charlotte, che guardò andare via Elias e Bennett, fissandoli con evidente sospetto. C'era qualcosa che davvero non le tornava in quel sacerdote... e lei non sapeva esattamente cosa fosse, ma aveva tutta l'intenzione di scoprirlo.  

"Padre Elias... un sacerdote di Arceus, eh?" mormorò tra sè la ragazzina dai capelli rossi, giocherellando con uno dei suoi codini in una maniera che poteva sembrare distratta, ma che in realtà nascondeva il fatto che Charlotte stesse pensando a molte cose. "Chissà se siete davvero soltanto quello che dite di essere..."

 

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L'atmosfera a Zirconia si era fatta molto più distesa. Ritchie e Sparky erano piuttosto sorpresi dalla calma e dalla relativa compostezza con cui gli abitanti della città avevano reagito agli eventi inspiegabili di poco prima, ed erano per gran parte già tornati alle loro occupazioni giornaliere, pur guardandosi le spalle. Anche la piazza principale era quasi del tutto in ordine, a parte gli alberi che erano spariti e riapparsi in qualche punto casuale.

Sapendo di non poter perdere troppo tempo, Ritchie e il suo starter si diressero verso l'unico edificio a cinque piani della cittadina, un piccolo condominio dall'aspetto comodo, anche se non certo elegante, e videro un piccolo edificio che sorgeva vicino ad esso, minacciando quasi di scomparire in confronto alle dimensioni del suo vicino. La farmacia, chiaramente - le indicazioni di Sierra e il segno sopra la porta d'ingresso non lasciavano adito a dubbi.

I due amici si diressero verso la farmacia ed entrarono non appena le doppie porte dell'ingresso si aprirono con un sibilo... e subito dopo che ebbero fatto il primo passo all'interno, dal banco arrivò la voce allegra, per quanto un po' stanca, di un'infermiera Joy. "Benvenuto! Posso esserle utile?" chiese la ragazza dai capelli rosa, in piedi dietro al banco affiancata da un Audino, un grazioso Pokemon rosa con la pancia e e il muso color crema, le orecchie simili a piccole ali e un paio di grandi occhi azzurri splendenti. Le screziature rosa sul suo corpo davano quasi l'impressione che stesse indossando una giacca, e aveva le braccia e le gambe piuttosto corte rispetto al corpo. Una piccola coda bianca simile ad un batuffolo di cotone completava la descrizione della buffa creatura, che salutò Ritchie e Sparky con un gesto del braccio.

"Audi!" esclamò Audino.

"Buongiorno... starei cercando una medicina per una bambina che ha improvvisamente preso la febbre..." affermò Ritchie, mentre lui e Sparky raggiungevano il bancone della farmacia. "Mi servirebbe della Baccapozione, per l'esattezza... se ne aveste un po'..."

L'espressione dell'infermiera si fece vagamente dubbiosa. "Baccapozione, dici? Beh... certo, se è per questo ne abbiamo." affermò. "Ma non so se possa davvero essere utile contro una malattia. Di solito viene usata soltanto come rimedio contro il mal di testa, il mal di stomaco, o disturbi minori di questo tipo. Comunque, sì, può senz'altro dare una mano in caso di febbre. Ma non è una cura vera e propria, al massimo servirà per attenuare un po' i sintomi e migliorare la malattia."

"Pikachu?" chiese Sparky, colto di sorpresa. Il Pikachu con il ciuffetto si voltò verso il suo allenatore e lo guardò con fare interrogativo, e Ritchierispose con un cenno della testa, anche lui non del tutto sicuro di cosa avesse in mente padre Elias.

"Hmm..." Ritchie restò a pensare per qualche secondo, ma alla fine immaginò che fosse comunque il caso di fare come gli era stato chiesto. Se non altro, rifletteva, un miglioramento nelle condizioni di quella bambina era sempre meglio che niente. Così, dopo aver alzato le spalle e aver fatto cenno a Sparky che era meglio comunque fare come gli era stato chiesto, il giovanotto dai capelli rossicci tirò fuori una banconota e la mise sul banco. "Beh, va bene. Prendiamo lo stesso la Baccapozione, in attesa di poter comprare una medicina un po' più efficace."

"Audino!" esclamò il Pokemon rosa, facendo un piccolo inchino prima di recarsi a prendere la medicina in questione. Tornò pochi istanti dopo, recando con sè una bottiglietta semitrasparente piena di un liquido che a prima vista poteva sembrare sciroppo. "Audi audino!"

"Va bene, ecco la Baccapozione." disse l'infermiera Joy, riprendendo il tono tranquillo ed affabile che era proprio di tutte le sue colleghe - che fossero parenti, anche alla lontana, oppure no. "Spero che riesca a fare abbastanza per la vostra amica. Grazie per esservi rivolti a noi, e sentitevi liberi di tornare in qualsiasi momento."

"Grazie a lei, infermiera Joy." rispose Ritchie. Lui e Sparky si inchinarono educatamente dopo aver ricevuto la medicina, salutarono e uscirono dal negozio per tornare alla villa di Sierra...

 

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"Molto bene, ragazzo mio... c'è una cosa che vorrei chiederti." stava dicendo in quel momento Padre Elias a Bennett. Il sacerdote e il ragazzo dai capelli neri si erano appartati nel salone d'ingresso della villa di Sierra, seduti su un divano, e stavano discutendo, in apparenza con assoluta semplicità. Tuttavia, un osservatore abbastanza attento si sarebbe potuto accorgere dello sguardo critico con cui Elias osservava il figlio di Sierra.

Bennett, da parte sua, non dava l'impressione di sospettare nulla del loro ospite. "Certamente, padre... mi dica, se posso esserle utile..." affermò.

Elias si schiarì la voce, pensando a come porre la domanda senza sembrare troppo indiscreto. "Di solito, non è una cosa che chiedo così alla leggera, ma in questo caso, credo di poter fare un'eccezione." disse il misterioso chierico dai capelli bianchi. "Innanzitutto... Bennett, tu sei un allenatore di Pokemon, vero?"

Bennett sembrò vagamente sorpreso per un istante, ma non esitò a rispondere con un cenno affermatico della testa. "Sì... sì, sono un allenatore, e sono specializzato in Pokemon Coleottero." affermò. "In particolare, mi piacciono i Pokemon che assomigliano a lepidotteri... Butterfree, Beautifly, Vivillon... trovo affascinante come dei Pokemon che cominciano come creature così umili ed aparentemente indifese possano diventare qualcosa di più. E'... qualcosa che mi dà gioia e speranza."

"Capisco. Capisco." rispose padre Elias, riflettendo sulle parole del giovane studente. "Questo è... molto interessante, ragazzo mio. Sai... io ritengo che, in quanto figlio di una ex-Capopalestra, tu abbia molto più potenziale di quanto tu stesso non ti renda conto. Però... per rendermi conto di persona se questo sia vero, vorrei chiederti un favore. Una volta che il giovane Ritchie sarà tornato, e le condizioni della piccola Anna saranno migliorate... ti andrebbe di sfidarlo in un combattimento di Pokemon?"

Bennett sbattè gli occhi, non comprendendo cosa stesse pensando il sacerdote. "Ehm... beh, se è per questo, non c'è problema." affermò. "Ma come mai vorrebbe vedere le mie capacità in uno scontro di Pokemon?"

"Ho le mie ragioni, ragazzo mio." rispose il sacerdote, sibillino. "Ti basti sapere che, se è come penso io... potremo darci una mano a vicenda. E assieme, riusciremo a trovare Luna. Anche tu vorresti ritrovarla, dico bene?"

Questa era una proposta che Bennett non avrebbe potuto ignorare nemmeno con tutta la sua più buona volontà. Dopo essere rimasto come congelato per un istante, sopraffatto dalla buona notizia, il ragazzo deglutì un po' di saliva e, cercando come meglio poteva di trattenere l'emozione, diede la sua risposta a padre Elias. "Certo... certo che la voglio ritrovare! Luna... Luna è la ragazza più bella e più gentile che io abbia mai incontrato! Certo... magari è un po' strana... sta un po' sulle sue... ma sono sicuro che è solo un po' timida, e deve cercare di aprirsi un po' alle persone a cui vuole bene! E io... io voglio aiutarla! Voglio solo ciò che è bene per lei! Sono sicuro che adesso... adesso lei è persa, confusa... non sa bene cosa deve fare, e non si rende conto che non può continuare così, senza avere un punto di riferimento!"

"Vedo che hai capito al volo la situazione. E' vero, Luna è un'anima persa... ma non si è ancora allontanata del tutto dalla redenzione." affermò Elias, guardando per un po' in lontananza, il mento appoggiato su una mano con fare pensieroso. "Ma sono sicuro, che con il tuo aiuto riusciremo a ritrovare questa pecorella smarrita, e a riportarla all'ovile. Non potrà non rendersi conto dell'amore infinito che Lord Arceus ha per tutte le sue creature. E con il tuo aiuto, Bennett, glielo faremo capire."

"Io... sarò felice di aiutarla, padre Elias." rispose Bennett, riuscendo a malapena a celare il suo entusiasmo. "Non sarò il massimo come allenatore... ma le prometto che saprò impressionarla."

"Ne sono convinto." rispose il sacerdote. "Ma... adesso occupiamoci della nostra piccola amica. Vedo che il giovane Ritchie e il suo Pikachu stanno tornando, e hanno la medicina che ci serve."

"Va bene. Vado ad aprire." rispose il ragazzo, raggiungendo la porta ed aprendola un attimo prima che Ritchie potesse bussare. Il ragazzino di Kanto e il suo Pikachu con il ciuffo apparvero dietro la porta, con Ritchie che recava la medicina che Elias aveva richiesto. "Oh, bentornati. Avete la Baccapozione, vedo."

Ritchie e Sparky annuirono. "Sì... l'abbiamo trovata, anche se servirà solo a calmare la febbre di Anna per un po', mentre cerchiamo una medicina più adatta." rispose Ritchie. "Almeno, così mi ha detto l'infermiera Joy che gestisce la farmacia."

"Uomini di poca fede. Siete davvero una generazione incredula e cinica." rispose Padre Elias, alzandosi dalla sua poltrona con un rimprovero bonario, come se fosse un nonno affettuoso che faceva la predica ad un nipotino un po' troppo pestifero. "Avevo detto che questa medicina sarebbe bastata da sola a guarire la piccola Anna, e la parola di un uomo di chiesa non va mai dubitata. Dai a me quella medicina, mio giovane amico. Saprò io come fare per fare in modo che la piccola Anna guarisca dal suo male."

"Ehm... va bene, padre Elias, ma non sono sicuro che..." cominciò a dire Ritchie. Consegnò la bottiglietta di medicinale al sacerdote, che la accettò conun cenno della testa e fece cenno a Ritchie, Sparky e Bennett di spostarsi un po'. Non appena ebbe lo spazio che gli serviva, Elias tenne la bottiglietta con entrambe le mani, e chiuse gli occhi, come se si stesse concentrando. Ritchie e Bennett fecero silenzio, chiedendosi ancora cosa volesse fare il misterioso chierico... che poco dopo cominciò a parlare, scandendo una strana litania in una lingua sconosciuta.

"Obsecro, Benedicte Arcee In Excelsis. Libera Nos A Malo." disse. Ritchie e Sparky sentirono come un brivido correre lungo le loro schiene... la voce del chierico si era fatta in qualche modo più profonda, come se provenisse da un corridoio sotterraneo... e soprattutto, cosa ancora più incredibile, una strana luce si era accesa sui palmi delle sue mani, creando degli strani giochi luminosi mentre attraversava il vetro della bottiglietta e il liquido medicinale che vi era contentuto.

"Pika... pikachu..." mormorò Sparky, ipnotizzato da quello spettacolo incredibile. Lui, più di chiunque altro in quella stanza, sentiva che c'era qualcosa di strano e soprannaturale in quello che Elias stava facendo. Avvertiva la presenza di uno strano potere... qualcosa che sfuggiva alla sua comprensione, ma che in qualche modo lui riconosceva essere qualcosa di superiore...

"Cosa... sta... facendo?" sussurrò Ritchie ad occhi spalancati. "Che... che cos'è quella strana luce?"

Dopo qualche secondo di tensione e meraviglia, la luce che usciva dai palmi delle mani di Elias si smorzò, e il sacerdote tirò un piccolo sospiro prima di riaprire i suoi strani occhi bianchi, affascinanti ed inquietanti al tempo stesso. "Il sommo Arceus ha ascoltato le nostre preghiere." affermò. "Questa sacra medicina restituirà la salute a quella bambina. Venite, figlioli. I nostri fratelli e sorelle ci stanno aspettando."

Come niente fosse, Elias si avviò verso la stanza degli ospiti dove Anna si stava riposando. Stupefatti com'erano da quello che avevano visto, Ritchie, Sparky e Bennett restarono  qualche istante come imbambolati a guardare nel vuoto... prima che il ragazzino di Kanto si passasse una mano sul volto e si riportasse alla realtà.

"Non... non so esattamente cosa sia successo..." mormorò. "Ma... immagino che a questo punto l'importante sia vedere se Anna si riprende..."

"Sì... è vero..." affermò Bennett, ma Ritchie ebbe l'impressione che stesse parlando senza davvero rendersi conto di quello che diceva, in maniera del tutto automatica. Non che Ritchie potesse dargli torto. Lui stesso, che pure aveva visto un sacco di cose strane nel corso dei suoi viaggi, stentava a credere a tutto quello che aveva visto in quel giorno...

E certo non immaginava che non fosse ancora finita...

 

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Quando Ritchie, Sparky e Bennett raggiunsero Padre Elias al capezzale di Anna, videro che il misterioso chierico si era già messo seduto accanto al letto, avvicinando lentamente il flaconcino al viso della bambina malata in modo che lei potesse bere più facilmente un sorso della medicina. Il resto del gruppo era riunito lì attorno, e Julia per prima fece un cenno di saluto ai tre e li invitò a mettersi a debita distanza.

"Hey, ragazzi, bentornati!" disse l'allegra cheerleader dai capelli verdi. "Scusate il silenzio un po' inquietante, ma Padre Elias dice che ha bisogno di calma e quiete per fare in modo che Anna si riprenda."

"Ma cosa sta facendo, esattamente?" sussurrò Ritchie. Il ragazzino si mischiò al piccolo gruppo di amici e guardò verso il letto... dove la piccola Anna, che ancora teneva stretto il suo Jirachi di peluche, sembrava essere un po' riluttante a bere quell'intruglio.

Anche se non per i motivi che qualcuno avrebbe potuto aspettarsi...

"Anna... Padre Elias ti ha portato la medicina, così ti sentirai meglio. Dai, bevila." la stava incitando gentilmente il fratello gemello.

La bambina, nonostante le mancassero le forze, riuscì a mettersi in una posizione semiseduta e si passò una mano sulla faccia, in modo da tenersi sveglia. "Oh... Ritchie e padre Elias hanno portato la medicina? Grazie... hanf... sono... sono sicura che Nostra apprezzerà molto..." mormorò. Diede un paio di colpi di tosse e allungò una mano incerta verso padre Elias, come per chiedergli di darle la boccetta della Baccapozione. "Padre Elias? Per favore... cough... potrebbe darmi... la medicina... così la posso dare... hanf... hanf... a Nostra?"

"Aspetta, cara. Prima devi berla tu." affermò il sacerdote di Arceus, facendo cenno con una mano di non sforzarsi.

"Padre Elias ha ragione. Sei tu quella che è malata." continuò Saphira.

Tuttavia, la bambina sembrava avere una logica tutta sua che sfuggiva alla comprensione di entrambi - sorrise, come niente fosse, e prese gentilmente la medicina dalle mani di padre Elias. "Ma no, che cosa dite? Cough... Non vedete... che sto... bene?" ansimò. "E' Nostra che... ha la malattia... ecco, Nostra... questo ti farà... hanf... sentire meglio..."

Prima che il sacerdote si rendesse conto di cosa stava succedendo, Anna inclinò leggermente il flacone e versò della medicina sul suo Jirachi di peluche, con grande sorpresa e sgomento da parte dei presenti. Il liquido denso e ambrato venne in parte assorbito dal tessuto del peluche, macchiandolo, e poi si riversò sulle coperte con risultati non certo piacevoli da vedere...

"Ma... Anna, che stai facendo?" esclamò Laura scioccata. "Non devi versarla sulla tua bambola, devi berla tu!"

"Così butti via la medicina!" esclamò Noel.

Anna guardò il fratello gemello come se avesse detto che la notte è luminosa e il giorno è buio. "C-cosa? No... non la sto buttando via... la sto solo facendo bere... a Nostra!" esclamò stupita. "Cough, cough... secondo te... come fa a guarire... se non la beve?"

"Non è Nostra quella per cui siamo preoccupati..." affermò Charlotte. Imperterrita, Anna rimise la bottiglietta in posizione verticale, ma ormai il danno era fatto... parte del contenuto si era sparsa sulle lenzuola e sul materasso, e la bambola Jirachi era quasi del tutto fradicia...

"Visto?" esclamò raggiante Anna. "L'ha bevuta tutta, e adesso si sente molto meglio!"

Noel si mise una mano sulla fronte esasperato. "Ugh... adesso hai bagnato tutto il letto, oltre che Nostra... mi dispiace, miss Sierra... a volte non capisco cosa passi per la testa a mia sorella..." affermò, guardando la padrona di casa che, nonostante cercasse ancora di mostrarsi fredda e stoica, non riusciva a nascondere di essere meravigliata anche lei da quello che aveva visto.

"Ma come... che significa?" si chiese Pietro. Si accorse per primo che Anna, ignorando del tutto la propria malattia, si stava alzando dal letto e stava scendendo. "Anna, aspetta un momento, non puoi alzarti dal letto adesso! Sei ancora debole..."

Con immenso stupore suo e del resto dei presenti, Padre Elias incluso, Anna poggiò i piedi nudi sul tappeto e si inchinò vivacemente a Ritchie e al sacerdote della Chiesa d'Alfa. "Grazie mille, Ritchie! Padre Elias! Avete guarito Nostra!" esclamò.

"Ah... ehm... beh... di niente, piccola Anna! Abbiamo solo... fatto quello che era giusto..." mormorò Ritchie. Ancora non era del tutto sicuro se quello che aveva visto fosse un'allucinazione o la realtà.

Noel raggiunse la sorella gemella e le toccò la fronte con aria ansiosa. Lo stupore si aggiunse allo stupore quando si rese conto che la febbre le era sparita del tutto, come per magia! "Ah! Anna... Anna ha ragione! Non ha più la febbre! Ma... Anna... Nostra è una bambola... non è viva..."

La bambina strizzò un occhio, continuando a sorridere... anche se questa volta c'era un pizzico di presa in giro amichevole nel suo tono. "Andiamo, Noel, lo sai che a Nomos non piace quando dici le bugie! Dovresti ascoltarlo più spesso!" esclamò, lasciando interdetto il fratello gemello, che guardò verso il suo Cleffa di peluche con espressione del tutto confusa.

E non era certo l'unico...

"Inabile ad elaborare informazioni. Incomprensibile." disse Florinia. Il suo tono restava piatto... ma per dire una cosa del genere, la stoica e quasi robotica esperta di Pokemon d'Erba doveva essere davvero spiazzata!

"Ma come diavolo..." fu il commento di Saphira.

Charlotte si sfregò il mento. "Beh, senza dubbio mi sembra stare molto meglio." affermò. Se non altro, la minore delle sorelle Belrose era rimasta sbalordita meno a lungo dei suoi compagni. "Alla fine... è questo quello che conta, vero?"

"Immagino... immagino di sì..." mormorò Padre Elias, cercando senza troppo successo di non dare a vedere che quello che aveva visto lo aveva profondamente turbato. I suoi pensieri erano frenetici, nonostante la sua apparente calma... quello che aveva appena visto non era quello che aveva inteso, quando aveva lanciato quella benedizione sulla Baccapozione...

"Che razza di malvagia stregoneria è mai questa? Avevo benedetto quella medicina in modo che curasse all'istante il male di quella bambina... ma avrebbe comunque dovuto berla affinchè facesse effetto. Chi è quella bambina? Qual è il suo segreto? Devo saperne di più, e finchè non avrò fatto chiarezza, non potrò dire di essere tranquillo... Ma per adesso, è meglio fare una cosa alla volta. Devo convincere Bennett a darmi una mano, e per fare questo... devo prima di tutto verificare le sue potenzialità in un duello di Pokemon." pensò tra sè. "Beh, per adesso, lasciamo che festeggino a guarigione della piccola Anna. Meglio non affrettare le cose, o i miscredenti potrebbero avere sospetti."

"Ma come hai fatto a guarire così, piccola Anna?" chiese con tono allegro Julia, arruffando i capelli alla bambina.

"Ve l'ho detto! Era Nostra che stava male, non io..." rispose Anna, come se fosse la cosa più naturale del mondo. "A proposito, miss Sierra... le chiedo scusa per aver macchiato il letto, ma dovevo dare la medicina a Nostra."

Sierra decise che non era il caso di discutere oltre la "logica" di Anna, e si sfregò la fronte con una mano in segno di accettazione. "Figurati, piccola, se è solo per questo... le farò lavare e pulire in tempo record." affermò, sorridendo timidamente ad Anna. "Ma adesso, è meglio che tu ti rivesta, o ti verrà il raffreddore."

Ritchie e Sparky si tennero per un po' in disparte, non sapendo bene come reagire a questa strana situazione. La giornata era stata piena di eventi strani ed inspiegabili... e anche se Anna stava bene ed era guarita, il ragazzino non sapeva se esserne contento o inquietato... o una combinazione delle due cose!

"Pikachu..." affermò Sparky dubbioso.

Ritchie annuì lentamente. "Hai ragione, Sparky... anch'io ho l'impressione sempre più forte che qui a Reborn stia succedendo qualcosa di davvero strano... ed inspiegabile..."

 

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Soltanto qualche ora dopo, con la situazione tornata alla normalità, alcuni camerieri si stavano apprestando a preparare la cena per Sierra, Bennett e i loro ospiti. La padrona di casa si era prodigata per far rimettere a posto la stanza in cui Anna aveva riposato, e aveva fatto in modo che per tutti i loro ospiti venissero preparate delle stanze adeguate. In quel momento, in attesa che arrivasse l'ora di cena, Ritchie e Sparky erano seduti nella sala d'ingresso, e stavano leggendo assieme una rivista... anche se, effettivamente, l'attenzione del ragazzino non riusciva a fissarsi sugli articoli.      

"Beh, ragazzo?" chiese improvvisamente la voce di Saphira. Ritchie e Sparky alzarono lo sguardo dal giornale, e videro che la leader della resistenza si stava avvicinando con passo lento e tranquillo, ma con l'impressione di avere la mente occupata dai pensieri di tutto ciò che era accaduto in quella giornata così particolare. "Immagino che tu e il tuo Pikachu stavate pensando a quello che è successo. So che ci stanno pensando tutti."

"Ah, signorina Saphira..." affermò Ritchie, schiarendosi la voce. Per quanto sapesse che la donna dai capelli multicolore era un'alleata fidata, il ragazzino di Kanto non riusciva a non notare, adesso che lui e Sparky erano da soli con lei, che Saphira sprigionava una personalità intensa ed intimidatoria - una rabbia e una determinazione che bruciavano lentamente, al di sotto di una superficie di calma ed autocontrollo, e che non attendevano altro che il momento giusto per scatenarsi. "Quello che abbiamo visto è stato... piuttosto incredibile, lo ammetto."

"E non è l'unica cosa di cui sono preoccupata." affermò Saphira, sedendosi a fianco di Ritchie. "Certo, abbiamo visto che Anna non è una bambina normale... ma anche quel Padre Elias non mi convince. E' un alto sacerdote della Chiesa d'Alfa, questo lo so per certo."

"Pika?" chiese Sparky, non capendo esattamente dove la maggiore delle sorelle Belrose volesse andare a parare.

Immaginando quello che volesse dire il Pikachu con il ciuffo, e leggendo negli occhi di Ritchie la stessa domanda, Saphira cominciò a spiegare. "Vedete... la Chiesa d'Alfa è una delle religioni più antiche del mondo. Molto tempo fa, erano una religione molto seguita... a quei tempi, gli uomini vivevano ancora a stretto contatto con la natura, e non avevano ancora addomesticato i Pokemon, nè gli altri animali. In quel periodo, gli uomini provavano una sorta di rispetto misto a paura per tutto quello che non riuscivano a capire, per ciò che la loro mente non poteva spiegare."

"Certo, questo lo posso immaginare." rispose Ritchie. "Anche oggi, ci sono molte cose che non capiamo."

Saphira annuì e continuò. "Ad ogni modo, a quei tempi gli uomini veneravano Arceus come la più potente di tutte le forze della natura. Anche altri Pokemon Leggendari venivano venerati, ma Arceus, il dio di tutti i Pokemon, era senza dubbio quello che più di tutti ispirava paura e meraviglia. La Chiesa d'Alfa diffondeva il verbo di Arceus per tutte le terre, e i sacerdoti che vi appartenevano erano temuti e rispettati da tutti."

"Ma poi... la Chiesa ha perso importanza, vero?" chiese Ritchie, immaginando già come fossero andate le cose.

Saphira fece un cenno con la testa. "Esatto. Sono ancora un'organizzazione dotata di un certo potere ed influenza, ma sono l'ombra di quello che erano una volta. So che certe fazioni all'interno della Chiesa d'Alfa, tuttavia, vorrebbero che la loro religione tornasse ai fasti di un tempo." spiegò la donna. "Come c'entra questo con la nostra situazione? Beh... mi basti dire che ho sentito delle voci secondo cui i rimasugli della Chiesa d'Alfa che opera qui a Reborn si sarebbero alleati con il Team Meteora. Ma ancora non ho nessuna conferma."

Ritchie corrugò la fronte. "E quindi... lei pensa che Padre Elias possa essere... un collaboratore del Team Meteora?" chiese.

"Non sarebbe impossibile. Anche il Team Meteora desidera un ritorno al passato, per così dire..." spiegò la giovane donna. "Non abbiamo ancora nessuna prova per dirlo per certo, e se non fosse vero, non vorrei alienare Padre Elias... quindi, che questo mio sospetto rimanga tra noi. Ne ho fatto parola soltanto con le mie sorelle, quindi... ho bisogno che tu mi assicuri che non lo dirai a nessuno."

Ritchie non esitò ad assentire... sia perchè era d'accordo che perchè l'inflessione verbale di Saphira era quella di una che non avrebbe esitato ad usare metodi drastici per fare sì che le cose che voleva restassero segrete, restassero effettivamente tali.

"Nessun problema, miss Saphira. Farò in modo che non mi scappi detto nulla." affermò il ragazzino. Saphira accettò le sue parole con un cenno affermativo della testa, e per un attimo, Sparky ebbe l'impressione che la giovane donna stesse sorridendo appena un po'. "Allora... adesso quale sarà la vostra prossima mossa? Se io e Sparky possiamo darvi una mano, faremo tutto il possibile, ma prima dovremmo sapere cosa fare."

"Vi ringrazio per l'offerta, ma... preferirei non coinvolgerti in una battaglia che non ti riguarda." affermò la leader della resistenza.

"Pikachu..." Sparky scosse la testa, evidentemente volendo dire che in ogni caso erano già coinvolti. "Pika pika chu!"

"Sparky vuole dire che in ogni caso, anche noi siamo già un bersaglio per il Team Meteora. Non credo che ci lasceranno andare via tanto facilmente." affermò Ritchie. "A questo punto, tanto vale andare fino in fondo, no?"

Saphira alzò le spalle. "Non sarò certo io a respingere un aiuto, soprattutto se ci viene dato spontaneamente." rispose. "D'accordo, ragazzo. Tu e il tuo Pikachu siete i benvenuti. Per il momento... quello che dovremmo fare, a mio parere, è scoprire qualcosa di più su quegli strani fenomeni. Sono convinta che dietro tutto questo si celi il Team Meteora con una delle loro macchine PULSE. Ma prima... io e i miei compagni dovremo raggiungere il nostro rifugio, dove potremmo pianificare la nostra contromossa senza il rischio che il Team Meteora ci interrompa."

Ritchie annuì e cominciò a sua volta a riflettere sul da farsi - conveniva o meno unirsi a quel gruppetto e raggiungere il rifugio, o avrebbe finito per essere loro d'intralcio? Tuttavia, prima che potesse prendere una decisione, il ragazzino di Kanto si sentì chiamare...

"Ritchie! Ti stavo giusto cercando." disse Bennett, arrivando da uno dei corridoi laterali accompagnato da Padre Elias. Quando Ritchie alzò lo sguardo verso il giovanotto con gli occhiali, quest'ultimo si schiarì la voce e fece un cenno con la testa. "So che il momento è un po' inusuale, ma... sono venuto per chiederti di affrontarmi in un incontro di Pokemon! Tre contro tre, noi due, a scontri singoli!"

Padre Elias, appena dietro di lui, fece un cenno con la testa, approvando la scelta di Bennett... e Ritchie restò per un attimo stupefatto, evidentemente chiedendosi il perchè di quella sfida improvvisa. Saphira, invece, restò a guardare imperturbabile il sacerdote dai capelli bianchi. Aveva come l'impressione che c'entrasse anche lui, in qualche modo, in quell'idea che Bennett aveva avuto così all'improvviso...

"Pika?" chiese Sparky.

Ritchie esitò per un attimo prima di dire la sua. "Bennett?" chiese. "Un incontro di Pokemon? Come mai, così all'improvviso?"

Bennett si aggiustò gli occhiali, cercando di non dare a vedere la sua eccitazione. Questa poteva essere la migliore occasione della sua vita, e non aveva nessuna intenzione di lasciarsela scappare. Non avrebbe permesso a Ritchie di sottrarsi a questa sfida. "Anch'io sono un allenatore di Pokemon, dopotutto. E' normale per noi allenatori metterci alla prova in sfide con altri allenatori." affermò. "E so che tu sei un allenatore di grande talento, quindi... se dovessi riuscire a batterti, questo rifletterebbe in maniera positiva sulla mia abilità e sul mio rapporto con i miei Pokemon."

"Pika pikachu." rispose Sparky, non del tutto convinto. Guardò verso il suo allenatore, che restava seduto accanto a lui e sembrava riflettere. Si vedeva che non era nemmeno lui molto convinto... tuttavia, non riusciva neanche a vedere che secondo fine ci sarebbe potuto essere dietro l'idea di Bennett, quindi decise che tanto valeva accettare.

"E va bene... in fondo manca ancora un po' all'ora di cena." rispose, alzandosi dalla poltrona e facendo un cenno cordiale a Bennett. "E far fare un po' di pratica ai nostri Pokemon mi sembra una buona idea. Va bene, accetto la sfida. Dov'è che combatteremo?"

Bennett non riuscì a trattenere a sua volta un sorriso. "Nel giardino dietro casa nostra, nell'arena per combattimenti di Pokemon." affermò. "Ti aspetto lì, una volta che avrai scelto i tuoi Pokemon."

"Va bene." concluse Ritchie, voltandosi poi verso il suo Pikachu con il ciuffo. "Che ne dici, Sparky? Non mi sembra poi una cattiva idea, anche se mi è sembrata un po' improvvisa."

"Un po' troppo improvvisa, se vuoi la mia." disse Saphira, sospettosa. Lanciò un'occhiata non proprio rassicurante a Padre Elias, che però rimase imperturbato e salutò con un cenno della mano prima di seguire Bennett verso l'arena. Saphira lo guardò andare via, sentendo i suoi sospetti acuirsi sempre di più - aveva la netta sensazione che il chierico di Arceus avesse un certo interesse in Bennett, anche se non riusciva ad immaginarne il perchè.

"Pikachu, pika, pika pikachu..." affermò Sparky sfregandosi il mento.

Ritchie non potè certo ignorare i dubbi di Saphira e Sparky. "Capisco che è un po' strano, in effetti... ma che motivo potrebbe avere Bennett per ingannarci?" chiese.

"Non è Bennett che mi preoccupa, ma quel sacerdote." affermò Saphira. "Per qualche motivo... mi sembra un po' troppo interessato a Bennett. E non mi levo dalla testa che la Chiesa d'Alfa potrebbe collaborare con il Team Meteora. Non dico che dovevi rifiutare la sfida, ma... stai comunque attento. Potrebbe esserci qualcosa di losco dietro questa improvvisa sfida, e forse Bennett stesso non e ne rende conto."

Ritchie annuì lentamente. "Capisco... va bene, cercherò di non farmi sfuggire nulla." affermò. "In fondo... immagino che qui a Reborn non ci sia troppo spazio per fidarsi degli sconosciuti, vero?"

"E' così che siamo sopravvissuti così a lungo..." affermò Saphira, la voce tinta da una palpabile amarezza.                
                                       

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Pochi minuti dopo, sotto un cielo tinto di arancione, il gruppetto di allenatori e membri della resistenza si era riunito nel grande cortile esterno della villa di Sierra, attorno ad un grande spiazzo rettangolare ai cui lati si erano posti Ritchie e Bennett. Il Pikachu di Ritchie era accanto al suo allenatore, e stava facendo qualche esercizio di riscaldamento, mentre Sierra si era piazzata ad un altro lato del ring, in modo da fare da arbitro. Tutt'attorno, Saphira e gli altri attendevano che lo scontro iniziasse, ognuno mostrando una reazione diversa... mentre Charlotte, Anna e Julia apparivano eccitate, Florinia non mostrava alcuna reazione, e Fern sembrava irritato come al solito da quella che considerava una perdita di tempo.

"Non so chi dei due vorrei che perdesse." commentò il ragazzaccio con gli occhiali. "Nessuno dei due mi è particolarmente simpatico."

"Già, tu odi tutti per default." lo schernì Pietro.

Fern alzò le spalle, indifferente. "Naaah, soltanto te, babbeo."

"Chi lo dice sa di esserlo, genio." ribattè Pietro.

"Devo ammettere, però, che mi interessa abbastanza vederli in azione." commentò Noel, il cui modo di fare si era fatto già un po' più vivace da quando Anna era guarita. "Credo che ci sarà da imparare dal loro incontro."

"Tutti noi avremo qualcosa da imparare, piccolo Noel." affermò Padre Elias, appoggiando gentilmente una mano sulla spalla del piccolo allenatore. "Ti consiglio di prestare molta attenzione a quello che vedrai... perchè un giorno ti potrebbe essere utile."

"Va bene, Padre Elias..." rispose il bambino dai capelli neri. Istintivamente, si strinse il peluche di Cleffa al petto, mentre Laura si piazzava accanto a lui con fare protettivo.

"Molto bene... questa sarà una sfida tre contro tre. Ogni contendente manderà in campo un Pokemon alla volta, e saranno ammesse sostituzioni. Lo scontro terminerà quando tutti e tre i Pokemon di un contendente non saranno più in grado di combattere." affermò Sierra, gettando degli sguardi referenti sia a suo figlio che a Ritchie. Chissà perchè, in quel momento aveva l'impressione che Bennett fosse molto più determinato di come lo vedeva di solito...

"Spero che tu sia pronto, Ritchie." affermò Bennett. Aveva già in mano la sua prima Pokeball, e stava in piedi al suo posto, lo sguardo puntato fieramente contro il suo avversario. "Sarà anche uno scontro amichevole, ma ho intenzione di dare il meglio di me stesso durante questo incontro. Se non sarai pronto, verrai spazzato via."

Ritchie non rispose subito alla provocazione. Guardò verso Sparky, e il grazioso Pikachu con il ciuffo fece un segno dell'okay con una mano per dire che era tutto sotto controllo. Soddisfatto, il ragazzino di Kanto prese a sua volta una Pokeball, e guardò in direzione di Bennett, mostrandosi quanto più possibile deciso a lottare. "Io sono pronto, Bennett... e giusto per farti capire che sto prendendo sul serio questa sfida, comincerò con uno dei Pokemon in cui tu ti specializzi... vai, Happy!"

Con questa esclamazione, Ritchie lanciò la sua Pokeball, dalla quale emerse un colorato e vivace, anche se non più tanto giovane, Butterfree - un'enorme farfalla dalle grandi ali bianche venate di nero, un corpo viola dalla forma umanoide con piedi stilizzati e piccole mani a tre dita ciascuna, e un muso caratterizzato da un paio di grandi occhi composti rosati e una piccola bocca dalla quale spuntavano due minuscole zanne. Due piccole antenne nere esaminavano l'aria tutt'attorno al Pokemon Coleottero/Volante.

"Freeee!" esclamò Happy spiegando le ali. Si voltò verso Ritchie e gli sorrise in segno di gratitudine, e il ragazzino ricambiò il gesto prima che Bennett mandasse in campo il suo primo Pokemon.

"Interessante... apprezzo questo gesto da parte tua. Permettimi di replicare a modo mio... prendi il volo, Venomoth!" esclamò il ragazzo dai capelli neri. Anche lui fece scattare la sua sfera, dalla quale uscì un Pokemon di una specie che era considerata spesso la controparte di Butterfree: una falena dal corpo viola chiaro e l'addome bianco e coperto da una corta pelliccia, sei corte zampe tenute raccolte sul torace, e la testa che presentava una cresta a tre punte. Le sue ali color lavanda erano ricoperte di piccole scaglie, e sbattevano con lentezza e decisione, tenendo facilmente in aria la mostruosa tarma.

"Veno venomoth!" esclamò con voce stridula, i suoi occhi azzurri dall'iride nera che fissavano dritti in quelli composti di Happy. I due Pokemon si guardarono in cagnesco, svolazzando l'uno davanti all'altro e cercando di intimorirsi a vicenda... e Sierra sorrise tra sè, memore di tutte le battaglie che aveva sostenuto nella sua carriera di Capopalestra. Vedere quei due ragazzi che si sfidavano così, le riportava alla mente l'atmosfera che si respirava nel momento di una battaglia così importante.

"Un'altra cosa che ho perso col tempo... beh, inutile stare qui a lamentarsene. Ora ho un compito da sbrigare come arbitro." pensò tra sè, fissando lo sguardo sul quadrato quando Happy ruppe gli indugi e scagliò un attacco Raffica contro Venomoth, sbattendo rapidamente le ali e scatenando un potente colpo di vento...

 

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In quello stesso momento, in un luogo avvolto nel mistero e pervaso da una strana, inquietante atmosfera di sacralità...

"Allora... Padre Elias è lì a Zirconia?" chiese la figura di una donna dai lunghi capelli verdi acquamarina legati in una coda, con addosso un completo che la faceva sembrare una cameriera di una casa nobiliare. "Sta andando tutto come da programma, allora... non vedo l'ora che quel branco di vermi miscredenti si rendano conto che il sommo Arceus è l'unica strada verso la salvezza per questo mondo corrotto!"

La persona a cui la donna stava parlando - un uomo di una certa età dai lunghi capelli di colore nero sbiadito, con addosso un'elegante hakama bianca con i pantaloni rossi scuri, e un paio di calzettoni di stoffa bianca ai piedi accompagnato da un paio di zoccoli di legno - alzò una mano per indurre la donna a maggior moderazione. "Non dobbiamo essere nè impazienti nè impulsivi, sorella Angie." disse con fare calmo. "Ammetto che mi fa piacere che il giorno da noi tanto atteso sia ormai vicino. Ma dopo tutto quello che abbiamo aspettato, possiamo esercitare ancora un po' la pazienza, non trovi? La temperanza è la virtù dei forti."

"Lo so, fratello Pius, lo so..." rispose riluttante la donna di nome Angie. "Ma... a volte mi chiedo se non dovremmo essere più decisi. Più rapidi. Più forti. Dovremmo sradicare per sempre il male della mancanza di fede... come potremmo altrimenti sperare di riportare la razza umana a credere nel nostro solo ed unico dio?"

"Il sommo Arceus non approva la violenza, se non per legittima difesa." rispose l'uomo di nome Pius. "Atteniamoci a quello che Padre Elias ci ha esortato a fare, e per adesso, accontentiamoci di vedere cosa succede a Zirconia. Il nostro momento arriverà dopo, e dobbiamo essere pronti."

Un ghigno feroce attraversò il viso di Angie, e un baluginio di puro fanatismo brillò nei suoi splendidi occhi verdi. "Saremo pronti, fratello Pius. Pronti a mostrare a questo mondo la fredda verità del sommo Arceus!"

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, grazie a Ritchie, la medicina per Anna è stata trovata... ma gli interrogativi continuano, e Bennett sembra essersi venuto a trovare, senza rendersene conto, invischiato in un gioco di potere più grande di lui! Anche questa battaglia che sta sostenendo con Ritchie fa parte di qualche losco piano...

Nel prossimo capitolo, vedremo finalmente Ritchie e Bennett in azione, e spero che la sfida sarà di vostro gradimento!

Oh, e se qualcuno ha giocato a certi fangame di Pokemon... forse avrà riconosciuto i due personaggi che hanno fatto il loro debutto a fine capitolo!

Al prossimo capitolo, e a presto!
 

 

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Capitolo 47
*** Ritchie vs Bennett ***


Pokemon: A World Reborn


Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 47 - Ritchie vs Bennett

"Cominciamo! Happy! Usa il tuo attacco Raffica!" esclamò Ritchie, pensando che fosse meglio farsi un'idea delle capacità del suo avversario prima di cominciare l'attacco vero e proprio. Il Pokemon farfalla sbattè freneticamente le ali, scatenando una poderosa raffica di vento contro Venomoth, ma la tarma gigante riuscì ad evitare il colpo con uno scatto laterale e un abile battito d'ali, per poi ribattere con uno dei suoi colpi più potenti.

"Tutto calcolato. Ottima azione, Venomoth." affermò Bennett. "Adesso tocca a noi, usa Velenpolvere."

"Venomoth!" rispose il Pokemon Velentarma. Fluttuò in aria per mezzo secondo, poi aprì le ali e sparse una pioggia di spore velenose che si diffusero rapidamente attorno a lui, fino quasi a raggiungere il Butterfree di Ritchie. Quest'ultimo reagì in tempo, usando di nuovo il suo attacco Raffica e scatenando una breve folata di vento che disperse la polvere velenosa e costrinse l'avversario a restare indietro.

"Non male, Ritchie, ma se questo è il meglio che sai fare, questo scontro è già nostro." rispose Bennett aggiustandosi gli occhiali. "Venomoth, attacca con Inibitore."

Gli occhi compositi di Venomoth si illuminarono di blu, e un'aura di luce dello stesso colore avvolse la sua controparte diurna per un istante, impedendogli di usare il suo attacco Raffica. Happy emise un verso di disappunto, ma Ritchie, dopo aver rapidamente fatto due calcoli, improvvisò un sistema per recuperare lo svantaggio.

"Okay, poco male, abbiamo altre mosse che possiamo usare." affermò il ragazzino di Kanto. "Butterfree, usa Supersuono!"

"Freeeeee!" esclamò il Pokemon farfalla. Drizzò le antenne e scagliò contro il Venomoth di Bennett una raffica di onde sonore sotto forma di anelli luminosi concentrici. Normalmente, si trattava di un attacco troppo impreciso per essere affidabile in uno scontro, ma Happy lo fece funzionare, e la scarica di onde sonore raggiunse la tarma gigante, confondendola e facendo apparire un'espressione incredula e melensa sul suo volto insettoide!

"Bel colpo! Di solito non è facile mandare a segno un attacco Supersuono, vero, fratellino?" esclamò Anna. Il Venomoth di Bennett cercò di attaccare, ma era rimasto disorientato, e finì per andare a schiantarsi a terra, sbendo qualche ammaccatura.

"Di solito è così. Supersuono ha scarse possibilità di andare a segno." spiegò Noel alla sorella gemella. "L'abilità di quel Butterfree dev'essere Insettocchi, che aumenta di molto le possibilità di andare a segno."

Bennett corrugò la fronte, per un attimo indeciso sul da farsi, ma decise presto per un piano d'azione. "Non importa, Venomoth. Basterà cambiare strategia... usa il tuo attacco Eledanza!" consigliò. La falena gigante appoggiò le zampe a terra, cercando di tornare abbastanza presente a sè stessa prima che Butterfree potesse attaccare di nuovo.

"Mettila sotto pressione, Happy!" continuò Ritchie. "Usa il tuo attacco Psichico!"

Happy prese quota e fece illuminare i suoi occhi compositi prima di scagliare una massiccia ondata di energia mentale contro Venomoth. Con un incredibile sforzo di volontà, il Pokemon Velentarma si scansò prima che il tremendo attacco potesse colpirlo in pieno, ma venne comunque raggiunto da alcune scariche di energia periferiche e scaraventato in aria per un breve tratto, prima di riuscire a rimettersi in guardia con un abile battito d'ali. Con un po' di sforzo, riuscì a mettere a fuoco il suo avversario ed eseguì una spettacolare danza a mezz'aria, usando le ali per tracciare delle scie luminose argentate e creare una sorta di vortice di luce attorno a sè. Lo spettacolo durò per un paio di secondi, poi Venomoth, sentendosi non solo molto più forte ma anche più agile, prese di nuovo la mira per scagliare un poderoso attacco.

"Bene, Venomoth! Sapevo che potevi farcela. E ora... attacca con Fangobomba!" esclamò Bennett. La tarma gigante aprì la bocca, scagliando una raffica di proiettili di fango viola contro Butterfree, e il Pokemon Coleottero/Volante spalancò gli occhi ed eseguì una rapidissima virata nel tentativo di evitare il tremendo colpo! Incredibilmente, riuscì a scansarlo, ma Venomoth, approfittando della sua velocità aumentata, prese quota e scagliò un'altra raffica di fango tossico, questa volta andando a segno e scaraventando a terra Happy, che emise un acuto lamento di disappunto! Si rimise in piedi, sbattendo le ali per gettare via il fango velenoso che vi era rimasto attaccato, poi si rimise in volo un po' barcollante...

Padre Elias annuì lentamente, continuando ad osservare i due Pokemon simili a farfalle che riprendevano la sfida. Per il momento, Bennett gli aveva dato una buona impressione, e sperava che continuasse così.

"Quel ragazzo non se ne rende ancora conto, ma il suo potenziale come allenatore di Pokemon è davvero incredibile. Sarebbe sprecato come un semplice membro della Lega di Reborn. O almeno, della Lega che questi miscredenti vorrebbero." pensò tra sè, stando bene attento a tenere ogni segno di emozione lontano dal proprio volto. "Come pastore di anime, è mio dovere guidare questa pecorella smarrita sul sentiero della virtù... e grazie al suo aiuto, potrò riportare sulla retta via anche quella ragazzina ingrata che non mi riconosce più come padre."

Un'esclamazione di rabbia e decisione distrasse il sacerdote dai suoi pensieri e lo portasse a riportare la sua attenzione alla battaglia. Venomoth aveva ripreso l'iniziativa, e aveva scagliato contro Happy un potente attacco Psicoraggio, sotto forma di un dirompente raggio di energia mentale colorata che il Butterfree di Ritchie fece appena in tempo ad evitare con uno scarto laterale. Tentò di rispondere a sua volta con uno Psicoraggio, ma Venomoth volò di lato ed evitò il colpo, sfruttando la sua velocità superiore.

"Eledanza ha aumentato di molto non solo le capacità di attacco del mio Venomoth, ma anche la sua velocità e la sua difesa." spiegò Bennett con chiara soddisfazione. "Il tuo Butterfree sarà anche ben allenato, ma non può competere con questa combinazione di mosse."

"Potrà anche essere vero, ma non basta avere mosse potenti per vincere." affermò Ritchie. "Happy, usa il tuo attacco Paralizzante!"

"Free!" esclamò il Pokemon farfalla, muovendo le ali e diffondendo attorno a sè una fine polverina di colore verde-giallastro che creò una nube semitrasparente attorno a lui per un istante, poi fluttuò verso il Venomoth di Bennett, che non sembrava per niente preoccupato. L'attacco era troppo lento per coglierlo alla sprovvista.

"Tutto qui? Non crederai che il mio Venomoth non possa schivare un attacco così lento?" chiese retoricamente Bennett. Saphira corrugò la fronte, immaginando che Ritchie avesse qualche idea...

E infatti, un istante dopo...

"No, temo che non sia tutto qui." affermò Ritchie. "Happy, ora usa Turbine!"

"Free, free!" esclamò il vivace Butterfree. Con un deciso movimento delle ali, scagliò una folata di vento che soffiò rapidamente la polvere paralizzante in faccia a Venomoth! La tarma gigante sgranò gli occhi per la sorpresa, ma non potè fare nulla per evitare che la sostanza tossica si posasse su di lei. L'effetto fu quasi istantaneo, e Venomoth emise uno stridio irritato prima di scendere a terra sbattendo debolmente le ali.

"Ah! Accidenti, questo non lo avevo previsto!" esclamò Bennett. Ritchie fece un cenno con la testa, essendo fatto un'idea dell'avversario che aveva davanti. Bennett era senz'altro molto abile e conosceva bene i Pokemon, ma non sembrava aver avuto più di tanta esperienza pratica... e quando si trovava di fronte qualcosa di imprevisto, non era altrettanto agile di pensiero. "Ugh... avanti, Venomoth, cerca di rialzarti... e usa di nuovo Fangobomba!"

"Non dargliene il tempo, Happy! Attacca con Eterelama!" esclamò Ritchie.

Happy si levò in aria e sferrò un paio di fendenti in aria con le sue ali, scagliando due proiettili di luce azzurra a forma di falce di luna che sfrecciarono verso Venomoth. Questa volta, paralizzato com'era, il Pokemon Velentarma non potè fare nulla per evitarli, ed entrambi gli attacchi lo colpirono in pieno scaraventandolo a terra e lasciandolo stordito ma non ancora sconfitto. Con un notevole sforzo, Venomoth riuscì ad alzarsi e a riprendere il volo, ma si vedeva che ormai era molto affaticato e non avrebbe potuto reggere a lungo...

Ma nè lui nè Bennett avevano intenzione di mollare tanto presto. La falena gigante illuminò i suoi occhi di viola, e una scarica di energia mentale scaturì dal suo corpo, investendo Happy e scaraventandolo ad una notevole distanza. Il Pokemon Farfalla frenò la sua corsa sbattendo rapidamente le ali e rimettendosi in equilibrio, ma anche lui stava cominciando a perdere le forze. Doveva concludere in fretta... e anche Ritchie sapeva che a quel punto era necessario sferrare un colpo decisivo.

"E va bene... okay, Happy, usa il tuo attacco Millebave!" esclamò Ritchie. La farfalla gigante aprì la sua bocca munita di zanne e scagliò da essa una raffica di fili bianchi appiccicosi che Venomoth non fu in grado di evitare... e in un attimo, si avvinghiarono attorno alle sue ali, e lo legarono impedendogli di volare. Venomoth cadde a terra in maniera ben poco aggraziata... ed Happy si caricò quanto più poteva, pronto a scagliare l'attacco decisivo.

"Oh, no! Cerca di liberarti, Venomoth!" esclamò Bennett.

Ma a quel punto, non c'era proprio nulla che il Pokemon Coleottero/VEleno potesse fare per liberarsi. "Happy! Concludi con un attacco Psichico! Adesso!" esclamò Ritchie, e gli occhi del Pokemon Farfalla di accesero di luce rosata per un istante, prima che Happy scaricasse su Venomoth il suo attacco più potente, travolgendolo e spazzandolo via come una foglia al vento! Venomoth si accasciò a terra a pancia all'aria, e questa volta, i suoi occhi si trasformarono in spirali, segno che era stato sconfitto.

"Uno a zero per Ritchie! Venomoth non è più in grado di combattere!" esclamò Laura dai lati del ring improvvisato. Con un'espressione di disappunto, Bennett richiamò il suo Pokemon e rimise la Pokeball ala cintura, mentre Happy tirava un sospiro di sollievo e si appoggiava vicino al suo allenatore. Ritchie e Sparky fecero un applauso al Butterfree, che drizzò le antenne e rivolse loro un sorriso di gratitudine, mentre Padre Elias continuava ad osservare senza fare commenti e senza mostrare alcuna apparente emozione. Sembrava che stesse assistendo imparziale al duello, memorizzando ogni mossa...

"Accidenti, ammetto che non me l'aspettavo... ma il mio prossimo Pokemon non sarà tanto semplice da sconfiggere!" affermò Bennett, tirando fuori una seconda Pokeball. "Tocca a te, Vivillon!"

Bennett lanciò la sua sfera, e fece apparire da essa un altro dei suoi Pokemon lepidottero... un Pokemon che assomigliava in maniera impressionante a Butterfree, eppure allo stesso tempo le differenze erano immediatamente evidenti: le sue ali erano di forma diversa, e sembravano quasi due grandi vele spiegate, di colore rosa screziato con il bordo nero, mentre il suo corpo era più affusolato di quello di un Butterfree, ed era di colore grigio scuro, quasi nero, tranne che per una striscia grigia sul torace. Gli occhi erano neri, di forma semiovale, e sembrava che in essi brillassero continuamente delle stelline, mentre le braccia e le gambe erano corte al punto da sembrare quasi invisibili.

"Vivi, vivillon!" esclamò la nuova Pokemon farfalla con voce armoniosa, liberando alcune scintille di luce rosa attorno a sè con il battito delle ali.   
Ritchie restò per qualche istante a guardare il Pokemon che il suo avversario aveva mandato in campo - era un Pokemon che non aveva mai visto prima, e anche se assomigliava molto ad un Butterfree, Ritchie era abbastanza esperto da sapere che non era in alcun modo un'indicazione di quello che quel Pokemon era in grado di fare.

"Hmm..." mormorò il ragazzino di Kanto, cercando di pensare a quale dei suoi Pokemon gli conveniva mandare in campo. Guardò verso Sparky, e per un attimo, ebbe l'idea di mandare in campo il suo Pikachu, ma poi sembrò ripensarci - meglio lasciare il suo Pokemon più forte per dopo, sicuramente Bennett non aveva ancora giocato tutte le sue carte migliori.

"E va bene... allora tocca a te, Zippo! Vediamo un po' cosa sai fare!" esclamò Ritchie, lanciando una Pokeball dalla quale apparve un maestoso Charizard dalle squame arancioni, che spiegò fieramente le sue ali e gettò indietro la testa per lanciare un ruggito di sfida. Per un attimo, Vivillon sembrò intimorita, ma si fece coraggio e sbattè le ali con decisione, ponendosi di fronte al drago alato che pure appariva in schiacciante vantaggio su di lei.

"CHARRRRR!" ruggì Zippo, e la fiamma sulla sua coda si ravvivò per mostrare che era pronto a combattere.

"Un Charizard... impressionante!" esclamò Charlotte dal pubblico. "Adoro i Charizard, sono così forti e focosi! Direi che Ritchie ha questa battaglia in pugno!"

"I dati a nostra disposizione effettivamente suggeriscono che il soggetto Ritchie possieda un notevole vantaggio." commentò Florinia distaccata. "Tuttavia, altri fattori potrebbero risultare in una conclusione diversa dalle previsioni fatte."

Julia ridacchiò. "Lo sappiamo, Flo, lo sappiamo. In fondo è per questo che le battagie di Pokemon sono divertenti, no?" affermò la cheerleader dai capelli verdi. "Beh, invece di fare tante previsioni, perchè non stiamo a vedere come va?"

"Mi sembra giusto. Vediamo chi dei due riesce ad avere la meglio, quello metterà a tacere ogni discussione." affermò Saphira, mentre i due Pokemon cominciavano a combattere. Zippo aprì subito le ostilità con un attacco Pirolancio, scagliando una palla di fuoco arancione e scarlatta dalle sue fauci, che la Vivillon di Bennett evitò agilmente con uno scarto laterale, per poi rispondere con un attacco in parte inaspettato - si concentrò e scagliò contro Zippo un attacco Psicoraggio, che il possente Charizard respinse chiudendo le ali attorno al proprio corpo e facendo in modo che il raggio di energia mentale si infrangesse sul dorso delle sue ali, senza fare troppi danni.

"Mi sembra evidente che il Charizard di Ritchie è in vantaggio... ma Nostra dice che perderà." affermò Anna storcendo un po' il naso. "E Nostra non dice mai le bugie."

Noel alzò gli occhi al cielo. Inutile cercare di correggere Anna dicendo che Nostra era un peluche, avrebbe risposto che era lui a dire le bugie. "Non so, Anna... non pensi che Nostra si sia semplicemente sbagliata? Voglio dire, Ritchie sta pur sempre utilizzando un Pokemon di tipo Fuoco/Volante. Ha un vantaggio enorme su Vivillon." affermò.

Tuttavia, la bambina dai capelli neri non era tipo da nutrire dubbi su quello che diceva la sua amica immaginaria. "No, fratellino, Nostra non si sbaglia mai su queste cose!" esclamò, quasi protestando. "Guarda bene, e vedrai che ha ragione!"

"Come vuoi..." disse Noel alzando le spalle. Zippo si stava rendendo conto che, in effetti, quella Vivillon era un'avversaria più ostica del previsto. Ritchie aveva tentato di usare un attacco Lanciafiamme contro la farfalla gigante, ma quest'ultima era riuscita a scansarsi con un attacco Doppioteam, volando in una sfuggente traiettoria ad 8 e lasciandosi dietro delle immagini illusorie di sè stessa che si infransero non appena vennero colpite dalla fiammata. Poi, Vivillon iniziò a danzare sul posto, muovendo ritmicamente le ali e illuminando gli occhi...

"Vivillon, usa Pioggiadanza!" esclamò Bennett. Ritchie strinse leggermente i denti per il disappunto quando una nuvola nera apparve sopra il campo di battaglia e cominciò a far scendere una fitta pioggia che bagnò la pelle squamosa di Zippo, facendogli emettere un grugnito infastidito.

"Adesso le mosse di tipo Fuoco sono indebolite. Temo che tu non abbia più il vantaggio che credevi di avere, amico mio."

"Questo è vero, purtroppo... maledizione, quanto odio la mossa Pioggiadanza..." brontolò Charlotte, tenendosi lontana dal punto in cui l'acqua stava cadendo.

Ma Ritchie non si perse d'animo. "Su questo hai ragione, ma Zippo non ha bisogno di mosse di Fuoco per vincere." affermò. "Zippo, usa il tuo Attacco d'Ala!"

"CHAR!" esclamò il drago di fuoco, volando verso la Vivillon avversaria e sferrando un potente colpo con una delle sue grandi ali. Il Pokemon Farfascaglia emise un'esclamazione di disappunto e perse quota, ma riuscì a stabilizzarsi prima di schiantarsi a terra... e Bennett rispose immediatamente con una mossa tanto potente quanto inaspettata.

"Ora ti mostrerò il potere di questi Pokemon lepidottero che tutti sottovalutano." affermò il ragazzo con gli occhiali. "Vivillon, usa il tuo attacco Tifone!"

"Vivillon!" esclamò la farfalla gigante, caricandosi per un istante e chiudendo le ali attorno a sè... prima di aprirle di scatto e scagliare contro Zippo un tornado in miniatura che agguantò il possente Charizard e lo sollevò in aria con un ruggito di sorpresa! Il Pokemon Fuoco/Volante cominciò a sbattere le ali nel tentativo di sfuggire al devastante vortice, ma i suoi tentativi furono inutili, e il dragone venne sollevato ancora più in alto quando Vivillon si concentrò ancora di più e fece sì che il tornado si espandesse di colpo! Zippo perse completamente il controllo e venne risucchiato nell'occhio del ciclone come un ramoscello secco, lanciando un lungo ruggito rabbioso!

"Oh, no! Zippo!" esclamò allarmato Ritchie.

"Pika, pikachu?" squittì Sparky.

Per alcuni secondi, il Charizard di Ritchie venne sballottato violentemente nel vortice, agitando scompostamente le ali nel vano tentativo di trovare un punto da cui uscire. Il tornado cessò di colpo, e il Pokemon Fuoco/Volante venne scaraventato via, atterrando con abbastanza violenza da scavare una piccola fossa nel terreno! Un fitto polverone si levò dal punto in cui il dragone era caduto, e nel mezzo della polvere, Ritchie riuscì a vedere Zippo che si rialzava barcollando e portandosi una mano alla testa come se avesse l'emicrania.

"Charrrr..." ringhiò il Charizard, ondeggiando da una parte all'atra come se fosse stato ubriaco. Con suo sommo disappunto, Ritchie si rese conto che Zippo era rimasto confuso, e cercò di pensare ad un modo per ribaltare la situazione...ma Bennett non aveva intenzione di lasciargliene il tempo.

"Brava, Vivillon, continua così!" esclamò Bennett. "Ora usa Psichico per finirlo!"

"Zippo, cerca di colpirlo con Eterelama!" esclamò Ritchie. Il Charizard indebolito cercò di focalizzarsi sull'avversario, poi sferrò un colpo in aria con le sue ali, scagliando due proiettili di luce azzurro-violetta a forma di falce di luna... ma la confusione aveva fatto effetto, e uno dei due attacchi andò a vuoto, disperdendosi in lontananza, mentre l'altro riuscì a colpire Vivillon e mandarla a terra con un'esclamazione di dolore! Ma non fu sufficiente a tenerla a terra: la Pokemon Farfascaglia si rialzò, illuminò i suoi occhi di viola, e scagliò una poderosa scarica di energia mentale che investì Zippo e lo scaraventò a terra, dove rimase disteso ed ansimante.

"Anche se il vantaggio del tipo era chiaramente di Charizard... Bennett e la sua Vivillon si aggiudicano il secondo round, oserei dire." affermò Elias, sfregandosi il mento con percettibile soddisfazione. Più andava avanti lo scontro, più il sacerdote dai capelli bianchi si convinceva che non aveva visto male. "Uno pari."

"Visto, Noel? Nostra aveva ragione! Lei non sbaglia mai quando ha qualche presentimento!" esclamò allegramente Anna, non resistendo alla tentazione di vantarsi un po' con suo fratello. Saggiamente, Noel si limitò ad annuire e a fare un cenno affermativo con la testa. "Anche Nomos sta dicendo che dovresti ascoltarla un po' di più!"

"Va bene... me ne ricorderò, Nomos." disse Noel, più per fare contenta la sua stravagante gemella che per altro.

Ritchie richiamò il suo Charizard. "Non te la prendere, Charizard, diciamo che abbiamo avuto di fronte un'avversaria che non ci aspettavamo." disse il rossino. Per quanto anche lui fosse alquanto stupito di quella sconfitta apparentemente così improbabile, non voleva farla pesare al suo Pokemon. "Che ne dici, Sparky? Adesso mando te in campo, sono sicuro che farai bella figura come sempre!"

"Pika!" esclamò il topolino giallo, mettendosi a posto il ciuffetto ribelle e per correndo sul campo di battaglia e sgranchirsi le mani. La Pioggiadanza stava ancora avendo effetto, il che voleva dire che adesso era Sparky in vantaggio...

Bennett decise di passare subito all'attacco, senza porre ulteriori indugi. "Bene, Vivillon... adesso abbiamo la vittoria in pugno, dobbiamo solo sferrare un colpo deciso a quel Pikachu, e poi a Ritchie sarà rimasto soltanto Butterfree!" affermò, gettando uno sguardo a padre Elias per assicurarsi che lo sguardo del sacerdote di Arceus fosse ancora fisso su di lui. Era la sua grande occasione... e doveva dare un'ottima impressione!

"Forza, Vivillon! Usa il tuo attacco Ronzio!"

"Vi, vivi!" esclamò la Pokemon Farfascaglia. Con un rapido e deciso battito delle sue grandi ali, Vivillon scagliò una poderosa raffica di onde sonore sotto forma di una scarica di anelli concentrici di colore verde-giallino che sfrecciarono verso Sparky... il quale, tuttavia, era pronto a contobattere e attese l'ultimo secondo per saltare via e fare sì che l'attacco Ronzio si esaurisse sul terreno! Il Pikachu con il ciuffetto eseguì una spettacolare acrobazia a mezz'aria, caricandosi di energia... e Ritchie, approfittando del fatto che l'effetto di Pioggiadanza non era ancora cessato, diede un ordine.

"Sparky, attacca con Tuono!" esclamò il rossino.

La risposta di Sparky fu istantanea. "Pika pika... CHUUUUUUU!" esclamò il roditore elettrico, finendo di caricarsi per poi scagliare una micidiale, dirompente scarica elettrica verso l'alto! Mezzo secondo dopo, le nuvole sopra Vivillon si aprirono, e un poderoso fulmine si abbattè sulla Pokemon Farfascaglia, trasmettendogli una dolorosissima scossa che la percosse per qualche istante, accendendola come una lampadina al neon! Vivillon lanciò un grido di dolore e sorpresa e restò sospesa in aria per qualche istante mentre l'elettricità la percorreva... e infine, quando il Tuono si esaurì, si afflosciò a terra con un mormorio rassegnato, le ali ricoperte di fuliggine e le antenne drizzate in aria per la scossa!

"Viiiiivillooooon..." mormorò, un attimo prima che i suoi occhi si trasformassero in spirali. Sparky tirò un piccolo sospiro e alzò un braccio, facendo un segno di vittoria in direzione del suo allenatore.

"Pikachu!" esclamò, drizzando le orecchie vittorioso. Una serie di applausi da parte di alcuni del pubblico fece provare una scarica di orgoglio a Ritchie, ma il ragazzino si impose di non montarsi la testa. Il Pokemon successivo sarebbe stato l'ultimo, e probabilmente Bennett avrebbe mandato il suo combattente più forte.

"Okay, diciamo che la mia tattica mi si è ritorta contro..." affermò Bennett aggiustandosi gli occhiali. "Non importa. Sono sicuro che questo terzo Pokemon ti darà molto più filo da torcere. Esci, Volcarona!"

Ritchie corrugò la fronte preoccupato quando dalla Pokeball uscì una bizzarra creatura dall'aspetto minaccioso ed imponente - sembrava una gigantesca e massiccia falena, ancora più grande di Venomoth, con un corpo tozzo e robusto di colore azzurrino solcato da una linea grigia che andava dal collo alla fine dell'addome, e tre paia di ali rosse maculate di nero a forma di fiamma, che sembravano riprodurre la superficie del sole, con tanto di macchie solari. Una folta pelliccia bianca copriva il torace e la schiena della creatura, e da essa spuntavano due paia di corte zampette nere, mentre la testa era nera e rotonda, con un paio di occhi azzurri compositi e due strane "corna" rosse poste sui lati.

"VOLCARONAAAAA!" tuonò la minacciosa creatura, muovendo le ali come per proteggersi dalla pioggia, che ancora non aveva smesso del tutto. Desideroso di sapere di più di questo strano e minaccioso Pokemon, Ritchie tirò fuori il suo Pokedex e lo puntò verso la falena fiammeggiante.

"Volcarona, il Pokemon Sole. Tipo Coleottero/Fuoco, forma evoluta di Larvesta. Si pensa sia l'incarnazione del sole. Comparve durante un rigido inverno per salvare i Pokémon dal freddo. Si dice che quando il mondo fu oscurato da ceneri vulcaniche, le fiamme di Volcarona avessero sostituito il sole.  Quando lotta, sparge scaglie infuocate dalle sue sei ali, creando tutto intorno un mare di fuoco." disse il Pokedex.

Bennett, sentendosi ora molto più sicuro, diede il primo ordine alla sua ultima Pokemon. "Bene... intanto vediamo di renderci le cose più facili. Volcarona, usa Giornodisole!" affermò.

La falena di fuoco sembrò contenta di ricevere questo ordine, e spalancò le sue maestose ali, disperdendo le nubi di pioggia che sovrastavano il campo di battaglia. Il corpo della Pokemon Sole si trasformò in una sorta di astro in miniatura, abbagliando per un istante Sparky e il suo allenatore, che furono costretti a ripararsi il viso con un braccio.

"Woooow, questo sì che è un Pokemon che mi piacerebbe avere!" esclamò Charlotte in visibilio!

"E' abbagliante..." affermò Julia. "Ancora più di me quando faccio i miei numeri!"

Padre Elias annuì con approvazione. Quello sì che era un Pokemon che si addiceva ad un futuro membro della Chiesa d'Alfa... il loro scopo era portare nel mondo la luce del sommo Arceus, e quella Volcarona poteva essere un potente simbolo... oltre che una combattente temibile!

"Pikachu..." mormorò Sparky, cercando di pensare a qualche tattica per sopperire all'apparente svantaggio. Ritchie pensò rapidamente, e decise che la prima cosa da fare sarebbe stata impedire i movimenti di Volcarona e cercare almeno di rallentarla.

"Sparky, comincia con un attacco Tuononda!" esclamò Sparky. "Poi continua con Energisfera!"

"Volcarona, colpiscilo per prima con Ondacalda!" esclamò Bennett, ora sicuro al cento per cento che avrebbe vinto questo scontro. La falena fiammeggiante ripetè il proprio nome con voce potente e sicura, chiuse le ali attorno a sè, emettendo qualche guizzante lingua di fuoco, e poi spalancò di colpo le ali, scagliando una enorme fiammata che avanzò con rapidità agghiacciante verso Sparky, spazzando il terreno davanti a sè! Sparky emise uno squittio allarmato e si lanciò di lato, riuscendo ad evitare la parte più pericolosa dell'attacco, ma alcune fiammate periferiche lo raggiunsero strappandogli un'esclamazione di dolore.

Sparky si allontanò rapidamente, si caricò, e scagliò una debole scarica elettrica in direzione di Volcarona, sperando di cogliere di sorpresa la falena gigante e paralizzarla...

Ma Bennett aveva già pronta una contromossa.

"Volcarona, usa Volo per schivarlo!" esclamò il ragazzo con gli occhiali. La sua espressione si era fatta più attenta, e Ritchie aveva quasi l'impressione che il suo sguardo si fosse fatto più acuto. Ma non fece in tempo a pensarci su, impegnato com'era a meravigliarsi che un Pokemon non di tipo Volante conoscesse quella particolare mossa... E un istante dopo, Volcarona spiccò il volo con un potente battito d'ali, librandosi sopra il giardino della villa di Sierra come un sole in miniatura, facendo fede alla sua classificazione!

La scarica elettrica che Sparky aveva scagliato passò sotto Volcarona, mancandola di almeno un metro, e la Pokemon Sole volteggiò in aria, descrivendo dei cerchi luminosi in cielo e avvicinandosi gradualmente all'avversario per travolgerlo con tutto il suo peso...

"Sparky, intercettala con Scarica!" esclamò Ritchie. In un attimo di paura, Sparky si caricò e scagliò una potente ondata di energia elettrica sotto forma di una raffica di anelli dorati concentrici che fuoriuscivano dal suo piccolo corpo. Volcarona era ormai troppo lanciata per potersi difendere dall'attacco, e l'ondata di energia elettrica la investì in pieno, trasmettendole una dolorosa scossa! Ma la falena fiammeggiante non si fermò, e continuò a scendere in picchiata, avvolta da lingue di fuoco...

"Volcarona, usa Nitrocarica!" esclamò Bennett. Volcarona si velocizzò di colpo, schizzando come un razzo verso il suo avversario, e cercò di colpirlo alla massima potenza, ma Sparky saltò di lato, e Volcarona si schiantò a terra, aprendovi un buco a causare dell'impeto e della fiammate che la seguivano. Si rialzò un istante dopo, lasciandosi dietro un buco dai bordi anneriti, ma questa volta Sparky ebbe il tempo di sferrare un attacco prima che la falena gigante potesse tentare un altra mossa:

"Okay, riprova, Sparky! Usa Tuononda di nuovo!" esclamò il ragazzino. Sparky si caricò per un attimo, poi emise un'altra scarica elettrica a basso voltaggio che viaggiò attraverso il terreno e raggiunse Volcarona, paralizzandola! La falena fiammeggiante agitò scompostamente le ali in un'espressione di rabbia e disappunto, ma non riuscì a resistere all'effetto di Tuononda, e i suoi movimenti si fecero presto lenti ed impacciati. Bennett strinse i denti, mormorando un'imprecazione a denti stretti - Volcarona non era altrettanto efficace se le veniva negata la sua mobilità.

"Anche questo scontro non è esattamente scontato." commentò Sierra tra sè. "Bennett ha fatto molti progressi, è vero, ma affrontare questo Pikachu non gli sarà facile come forse aveva previsto."

"Anna, che cosa dice Nostra riguardo questa battaglia?" chiese Charlotte alla bambina dai capelli neri, che stava guardando Sparky e Volcarona che riprendevano lo scontro con ritmo frenetico.

La bambina scosse la testa. "Nostra dice che non lo sa... dice che sono tutti e due molto bravi, e non ha idea di chi potrebbe vincere." affermò.

"Hmph... non importa, Volcarona... adesso usa Lanciafiamme!" esclamò Bennett. "Dobbiamo sferrare un colpo decisivo in fretta."

"Sparky, usa Agilità e Doppioteam per sfuggire a quell'attacco!" ordinò Ritchie, pensando di contrastare la potenza di Volcarona con l'agilità e l'astuzia. Sparky squittì in segno di assenso e scattò in avanti a velocità folle, lasciandosi dietro di sè delle immagini illusorie nel momento in cui Volcarona prendeva fiato e soffiava una fiammata contro il Pikachu con il ciuffo. Sfortunatamente per Bennett e la sua Pokemon Sole, gli effetti della Tuononda si facevano sentire, e la tarma fiammeggiante non riuscì a spostare il Lanciafiamme in tempo per seguire Sparky, che si piazzò sotto la Pokemon Coleottero/Fuoco e si prepaarò a sferrare un colpo deciso!

"Pikachu!" squittì il simpativo roditore elettrico, segnalando al suo compagno di mille avventure che era pronto ad agire! Ritchie sorrise e fece un gesto affermativo con la testa.

"Ottimo, Sparky! Usa un attacco Mega Calcio!" esclamò il ragazzino.
Sparky prese lo slancio e valzò verso il torace di Volcarona, colpendo in pieno l'avversaria con un poderoso calcio volante che non sarebbe stato fuori posto in un film di arti marziali! La falena fiammeggiante emise uno stridio di dolore e venne scagliata all'indietro per un breve tratto, mentre Sparky eseguiva una capriola all'indietro e atterrava agilmente sul terreno...

"Pika!"

...per poi emettere uno squittio di dolore e cadere con un ginocchio a terra, guardando allarmato la chiazza rossa ed infiammata che era apparsa sulla gamba con la quale aveva calciato!

"Sparky, che succede?" esclamò Ritchie, improvvisamente allarmato. "Cosa sta... oh no, è una scottatura! Eppure non mi sembrava che il Lanciafiamme di prima avesse raggiunto Sparky..."

"Pika pika..." affermò Sparky scuotendo la testa. Si rialzò, saltellando sulla gamba sana e cercò di rimettersi in guardia mentre Volcarona fluttuava minacciosa davanti a lui.

Un sorrisetto un po' supponente apparve sul viso di Bennett. "Evidentemente non conosci l'abilità speciale di Volcarona. Corpodifuoco fa in modo che un avversario che la attacca direttamente corra il rischio di rimanere scottato, come è appena successo al tuo Pikachu."

"Esattamente come succederà a tutti coloro che osano opporsi alla verità del sommo Arceus." commentò a voce bassa Padre Elias. "Ogni volta che cercheranno di colpirci, verranno bruciati dalle fiamme del nostro giudizio..."

"Accidenti... quest'abilità proprio non la conoscevo." disse tra sè Ritchie, rimproverandosi di non essersi informato di più sui Pokemon di altri continenti. "Sparky, dobbiamo cercare di recuperare lo svantaggio... usa un attacco Energisfera!"

"Pika... chu!" esclamò il Pikachu con il ciuffetto, tenendosi in piedi sulla gamba sana e caricando una sfrigolante sfera di energia elettrica gialla sulla punta della coda! Facendo appello a tutte le sue forze, Sparky usò la sua coda per lanciare la scarica elettrica come una catapulta, e Volcarona, troppo rallentata per reagire, non ebbe altra scelta che subire il colpo, prendendolo in pieno petto! Volcarona indietreggiò di nuovo, ma si riprese in fretta, e contrattaccò con insospettabile vigore!

"Volcarona, colpiscilo con Segnoraggio!" esclamò Bennett. Gli occhi di Volcarona si illuminarono, e la tarma fiammeggiante scagliò da essi un raggio di energia di vari colori, mirando dritto verso Sparky. Quest'ultimo si gettò di lato appena in tempo, schivando l'attacco come meglio poteva, e cercò di prendere la mira per sferrare un contrattacco, ma Volcarona reagì con rapidità, scagliando un altro Segnoraggio che colpì Sparky alla spalla destra, mandandolo a terra! Ritchie strinse i denti, temendo che la battaglia si sarebbe conclusa così... ma il tenace Pikachu con il ciuffo raccolse ancora una volta le sue forze e si caricò di nuovo.

"Okay, Sparky, adesso usa Raggioscossa per potenziare il tuo prossimo attacco!" esclamò Ritchie. Volcarona stava già prendendo di nuovo la mira per scagliare un terzo Segnoraggio, ma il vivace roditore elettrico si drizzò sulla punta della coda, con le guance che si illuminavano e crepitavano di energia... poi, con un forte rumore di elettricità che si scaricava, scagliò un potente raggio di energia gialla che centrò la Pokemon Sole in pieno petto, facendole sbagliare mira! Volcarona alzò la testa in un attimo di dolore, indirizzando il Segnoraggio verso il cielo senza colpire nessuno, e sbattè rumorosamente le ali nel tentativo di restare in quota. Entrambi i Pokemon cominciavano a dare segni di cedimento...

"Di nuovo Lanciafiamme, Volcarona!" esclamò Bennett, cominciando a dare ordini sull'impulso del momento, senza riflettere. Quel ragazzino di Kanto lo stava mettendo all'angolo, e il suo desiderio di fare bella figura davanti a Padre Elias lo spingeva a fare delle mosse sempre più avventate per dare prova di sè. Anche Sierra, osservando con un minimo di attenzione il modo di fare del figlio, si era accorta che stava cadendo in questa trappola...

Volcarona ripetè l'attacco di prima, questa volta assicurandosi che l'ondata di fiamme fosse abbastanza estesa da impedire a Sparky di scansarsi... ma per fortuna, Ritchie mantenne il sangue freddo e diede appena in tempo l'ordine giusto al suo inseparabile compagno! "Sparky, difenditi con Schermoluce!" esclamò, e il topolino giallo creò rapidamente davanti a sè uno scudo di energia semitrasparente, che intercettò il Lanciafiamme dell'avversaria! Con un ruggito furioso, le fiamme si separarono al momento dell'impatto con lo Schermoluce e deviarono su due direzioni, lasciando pressochè illeso Sparky. "Bravo, Sparky... ed ora... attacca con Fulmine!"

"Pikachuuuuu!" esclamò Sparky, attendendo che la fiammata si smorzasse prima di caricarsi di nuovo e scagliare un dirompente attacco elettrico contro la falena fiammeggiante, colpendola in pieno e facendola barcollare! Ma ancora una volta, Volcarona si dimostrò un'avversaria molto ostica, e riuscì a restare in volo, anche se per farlo doveva sbattere le ali con energia. Nessuno dei due ne aveva ancora per molto, e i loro movimenti erano stati rallentati dai danni subiti.

"A questo punto, temo che non possiamo più usare delle tattiche per scansare i colpi e rispondere... Sparky non ha più le forze necessarie a sostenere questa battaglia." riflettè Ritchie ad alta voce. "E va bene... a questo punto, bisogna concludere! Sparky, dobbiamo concludere con questo attacco! Caricati per bene, e poi sferra un attacco Sprizzalampo!"

"Pika!" esclamò il topolino elettrico mettendosi in guardia.

"Volcarona, non possiamo perdere!" esclamò Bennett. "Mi spiace usare questa mossa contro un semplice Pikachu, ma non abbiamo molta scelta, a questo punto... dobbiamo usare Voldifuoco e concludere questa battaglia!"

"Volca!" esclamò Volcarona con una voce che richiamava il ruggito delle fiamme di un incendio. Tutti restarono in attesa, in un silenzio pieno di eccitazione, quando videro i due Pokemon caricarsi - il Pikachu di Ritchie creò una crepitante aura elettrica attorno a sè, mentre Volcarona spalancò le ali, attorno alle quali si accesero delle magnifiche fiammate rosse! Per diversi secondi, i due Pokemon restarono fermi dov'erano, raccogliendo le loro ultime forze e caricandosi il più possibile... poi, presero lo slancio e si scagliarono l'uno verso l'altra, avvolti dalle loro rispettive barriere di energia! Sparky venne ricoperto da una crepitante aura elettrica, mentre Volcarona si scagliò in avanti ed eseguì uno spettacolare avvitamento, tracciando delle scie di fuoco che la trasformarono in un istante in una sorta di trivella incandescente! Nel giro di mezzo secondo, che tuttavia sembrò scorrere al rallentatore per la spasmodica attesa, i due Pokemon si avvicinarono e si scagliarono con decisione l'uno contro l'altra...

E al momento dell'impatto, entrambi i Pokemon vennero inghiottiti da un'abbagliante esplosione di luce che costrinse il pubblico a coprirsi gli occhi! Ritchie esclamò il nome del suo Pikachu, e gradualmente, la luce si diradò e il pubblico riuscì a vedere il risultato di quell'ultimo scontro...

Sia Sparky che Volcarona erano distesi pancia a terra, entrambi esausti e storditi per la battaglia. Il topolino giallo aveva gli occhi trasformati in spirali, mentre Volcarona giaceva a terra con il fiato corto, sbattendo debolmente le ali per qualche istante prima di crollare a terra priva di sensi.

Lo scontro era finito in parità.

"Si sono messi ko a vicenda..." affermò Julia dopo qualche istante di imbarazzato silenzio. "Peccato, stavo tifando per quel piccolo Pikachu..."

"Io invece ero per Volcarona... scusate tanto, macome esperta di Pokemon Fuoco, io tengo per la mia squadra!" affermò Charlotte di rimando.

Fern alzò le spalle. "Io sono soddisfatto. Alla fine hanno perso entrambi."

"In realtà no... perchè Ritchie ha ancora Butterfree, mentre l'ultimo dei Pokemon di mio figlio è stato sconfitto." affermò Sierra imparziale. "Quindi... beh, mi spiace un po' dirlo, lo ammetto, ma Ritchie è il vincitore di questa battaglia."

"Non so... ho come l'impressione che il nostro amico Ritchie non sarà molto fiero di questa vittoria." fu il commento di Pietro.

"Entrambi hanno comunque dato ottima prova di sè." dissse Padre Elias. Il combattimento era stato abbastanza per farsi un'idea delle capacità di entrambi. E come aveva immaginato, Bennett aveva un potenziale enorme... esattamente quello che serviva alla Chiesa d'Alfa!

Ritchie andò a raccogliere Sparky e lo prese in braccio per consolarlo. "Va tutto bene, Sparky. Sei stato bravissimo... adesso è giusto che tu ti prenda un po' di riposo." affermò. Il Pikachu con il ciuffo aprì gli occhi, ancora stordito, e riuscì a fare un piccolo sorriso al suo allenatore.

"Pikachu..." affermò con gratitudine.

"Speravo che si sarebbe trattato di una vittoria..." commentò Bennett, sentendosi un po' deluso mentre richiamava Volcarona nella sua Pokeball. La tarma fiammeggiante venne risucchiata nella sfera, che il giovane studente poi rimise nella sua cintura. "Peccato. Immagino che questo voglia dire che non mi sono dimostrato all'altezza..."

"Tutt'altro, ragazzo mio." intervenne Padre Elias, con grande sorpresa di Bennett. Il ragazzo si voltò per vedere il sacerdote dai capelli bianchi che si avvicinava con passo deciso e annuiva. "Sei forte... magari hai bisogno di affinare un po' la tecnica, ma hai tutti i requisiti che servono per diventare un grande campione! Sono sicuro che un giorno diventerai abbastanza forte da essere uno dei Superquattro di Reborn!"

Alcuni dei presenti non poterono trattenere qualche espressione di meraviglia... e lo stesso Bennett si sentì cadere la mascella davanti a queste lodi che non credeva di meritare. Saphira, dal canto suo, aveva sempre più l'impressione che Padre Elias nascondesse qualcosa... anche se non aveva la più pallida idea di cosa potesse essere.

"Lei... lei... dice davvero, Padre Elias?" esclamò Bennett, troppo stupefatto ed eccitato per ricordarsi di parlare a voce bassa. Sua madre guardò verso di lui, con uno strano e malinconico presentimento... "Lei dice... che io davvero potrei diventare... uno dei Superquattro?"

"Io sono un umile servitore del sommo Arceus, ragazzo mio. Non sarò certo io a mentire a un ragazzo virtuoso come te." rispose Elias con un cenno della testa. "In effetti, io stesso potrei aiutarti a realizzare il tuo potenziale... e se tu mi darai una mano, potrò anche farti ritrovare Luna e fare sì che lei torni da te. Che ne dici, ragazzo mio? Ti va l'idea?"

Ritchie sentì di sfuggita la proposta che Padre Elias stava facendo a Bennett, e si distrasse un attimo da Sparky per guardare stupito ed insospettito verso il sacerdote di Arceus. C'era decisamente qualcosa che non lo convinceva, in tutto questo... per essere un cosiddetto uomo di religione, quel tipo aveva qualcosa che insospettiva il giovane allenatore di Kanto...

Gli stessi sospetti non erano venuti a Bennett. Per lui, l'idea di diventare uno degli allenatori più forti del mondo, e soprattutto quella di ritrovare Luna, era più che sufficiente a fidarsi del suo benefattore senza porsi altre domande! "Padre Elias... io... io ne sarei lusingato! Per me sarebbe... un onore! Lei... lei dice quindi che... se verrò con lei... se la seguirò... potrò diventare un Superquattro... e ritrovare Luna?"

"Certamente. Potrai aiutare quella pecorella smarrita nell'oscurità a camminare nuovamente sul sentiero della luce, e lei, nella sua gratitudine, vedrà te come la sua guida e il suo salvatore." affermò il sacerdote dai capelli bianchi, con una pacatezza che probabilmente chiunque altro al posto di Bennett avrebbe trovato inquietante. "Ma, ovviamente, ho bisogno che tu mi dia una mano in questo. Diciamo che... una mano lava l'altra, ed entrambe lavano il viso. Ma... di questo discuteremo meglio più avanti. Per adesso, vai al Pokemon Center a far riprendere i tuoi Pokemon, e rifletti su quello che ti ho detto."

"Bennett... c'è qualche problema? Mi sembra che tu e Padre Elias stiate discutendo di qualcosa di importante." chiese Sierra, avvicinandosi al figlio e facendogli fare un piccolo sobbalzo per la sorpresa. Bennett si ricompose velocemente e guardò verso sua madre. "Vi ho visti che stavate confabulando qualcosa, e ho pensato che... potesse riguardarmi, in qualche modo."

"Ah... ehm... scusa, mamma, ero un po' sopra pensiero..." disse Bennett. Rivolse lo sguardo a Padre Elias, che gli rivolse un sorriso, prima di allontanarsi con fare apparentemente tranquillo. "Comunque... ehm... in effetti, Padre Elias mi ha fatto una proposta che reputo interessante, e... potrebbe voler dire che dovrò andare via di casa per un po', e studiare con lui e il suo ordine. E'... una cosa di cui vorrei parlare con te con calma, più tardi, quando saremo io e te, e non ci saranno tutte queste persone..."

Si guardò attorno, vedendo alcuni dei membri della resistenza che si congratulavano con Ritchie e Sparky per la battaglia che avevano sostenuto. Per adesso, sembrava che nessuno sospettasse di lui, ed era meglio che continuasse così. Non poteva rischiare che qualcuno gli facesse troppe domande, ne andava della salvezza di Luna... almeno, questo era quello di cui Bennett era convinto.

Sierra mantenne un'espressione neutrale, ma dentro di lei, lo strano presentimento di prima non fece che acuirsi. La stessa sensazione che aveva avuto qualche giorno prima che Luna si allontanasse, la sensazione che ancora una volta qualcosa a cui lei teneva stesse andando via...
Tuttavia, la ex-modella tenne per sè questi pensieri. "E'... è così, Bennett? Se... se davvero ci tieni, ne possiamo discutere a quattr'occhi, io e te. Ma lo sai che la tua mamma ti aiuterà sempre." affermò, facendo un sorriso che in quel momento le sembrava un po' forzato.

Sentendosi rassicurato, Bennett tirò un piccolo sospiro di sollievo. "Grazie, mamma... stai tranquilla, non dovrai stare in pensiero per me." affermò. "E... ti prometto che farò in modo che anche Luna torni da noi! Sono sicuro... che è solo confusa e non sa quale sia la sua strada!"

Sierra sbattè gli occhi stupita. "Luna? Scusa, Bennett, ma come c'entra Luna con..."

"Lo scoprirai presto, mamma! Ora scusa... ma devo andare al Pokemon Center!" esclamò Bennett, affrettandosi verso l'uscita del giardino e verso il Pokemon Center di Zirconia. Sierra sbattè gli occhi meravigliata, guardando il figlio che correva via...

Saphira e le sue sorelle si scambiarono delle espressioni significative - nessuna di loro era convinta che Padre Elias stesse giocando a carte scoperte, e per quanto non condividesse la loro giustificata paranoia, Ritchie aveva a sua volta qualche sospetto su di lui. Il ragazzino di Kanto si avvicinò a Saphira, che lo guardò seriamente.

"Beh, ragazzo? Che c'è, anche tu pensi che quel sacerdote sia un po'... strano?" affermò la leader della resistenza. "E' uno della Chiesa d'Alfa... e già da un bel po' di tempo sospettiamo che la Chiesa d'Alfa stia facendo qualcosa di poco pulito."

"Pika?" chiese Sparky, ripresosi un po' dalla furiosa battaglia.

Ritchie storse il naso con fare pensieroso. "Mi aveva dato l'impressione, in effetti, che Padre Elias avesse qualcosa da nascondere... e adesso ha fatto una proposta a Bennett che non mi convince. Cioè, non ho sentito esattamente cosa fosse, ma... non mi è piaciuto come sembrava che volessero tenere tutto segreto."

Laura annuì un paio di volte. "Dobbiamo... restare attenti. Ho l'impressione che molto presto... dovremo affrontare qualche altro grosso problema. Per adesso... ora che Anna è guarita, l'importante è raggiungere il nostro rifugio, che non dovrebbe essere troppo lontano."

"Se tutto va bene, ci ritroveremo lì con i nostri compagni..." continuò Charlotte. "E allora vedremo di scoprire cosa sta tramando il Team Meteora. Non vedo l'ora di dare fuoco alle loro natiche!"

Ritchie si mise una mano davanti alla bocca e ridacchiò per la battuta di Charlotte, e anche Sparky non potè trattenere una risatina...           
             

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CONTINUA...

 

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Capitolo 48
*** La scelta di Bennett ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 48 - La scelta di Bennett


"Okay... finalmente siamo usciti da quel labirinto di caverne! Credevo che non ne saremmo mai venuti fuori..." affermò Ortilla, tendendo un braccio per permettere ad Alty di appoggiarsi su di esso. La Pokemon dalle candide piume emise un melodioso verso di richiamo prima di atterrare sul poggiolo che la piccola coordinatrice le offriva. Finalmente, dopo aver camminato per ore nel sotterraneo, erano riusciti a trovare una via d'uscita nel Bosco Crisolia, dove le sorelle Belrose e i loro compagni della Resistenza avevano trovato scampo dal Team Meteora. Dietro di lei, si trovava il resto del gruppo - Vera con il suo Skitty, Drew con il suo Masquerain, Max con il suo fedele amico Gardevoir, Hitomi con il suo Sceptile e Cain con la sua Skuntank.

"Il difetto di essere un'organizzazione che si oppone ad un gruppo di spietati terroristi... è che le nostre vie di fuga devono per forza essere poco accessibili per evitarci di essere individuati dai nostri nemici." affermò Cain con il suo classico sorriso un po' strafottente. "Bene, se non altro, per adesso abbiamo perso il Team Meteora. Non ce li troveremo tra i piedi per un bel po', almeno spero."

"Skitty!" protestò lo Skitty di Vera, non volendo che il giovanotto dai capelli viola portasse sfortuna.

"Meglio non sfidare la sorte, amico. Per adesso le cose stanno andando relativamente bene, quindi... cerchiamo di continuare così." affermò Drew. Il suo Masquerain fluttuò accanto a lui e annuì con fare severo, muovendo freneticamente le sue delicate ali. "Adesso... mi sembra che la signorina Amaria ci avesse parlato di una cittadina di nome Zirconia, a qualche ora di marcia in questa direzione. Se arriviamo lì, dovremmo essere abbastanza vicini al rifugio di miss Saphira e del resto del gruppo."

"Speriamo che non abbiano finito per strozzarsi a vicenda, con quel Fern con cui sono costretti a viaggiare..." commentò Max alzando gli occhi al cielo. "Spererei che quel furfante abbia avuto il buon senso di tacere e di non fare tutti quei suoi commentini salaci, ma conoscendolo... non credo che sia stato così, voi che dite?"

"Quello lì è un babbeo." sentenziò Hitomi. Il suo Sceptile disse di sì con la testa, e Vera ridacchiò tra sè alzando gli occhi al cielo.

"Ad ogni modo, è uno della resistenza come noi, quindi... vorrei sperare che abbiaalmeno un po' di spirito di collaborazione... hey, Skitty, non ti allontanare troppo!" rispose Vera, prima di richiamare il suo vivace gattino rosa che stava cominciando a gironzolare lì attorno, inseguendosi la coda come era sua abitudine!

"Attento, Skitty. Non credo che fai bene ad andartene in giro così." disse telepaticamente il Gardevoir di Max, fluttuando gentilmente per seguire il piccolo Pokemon Micio. A forza di inseguirsi la coda, Skitty era arrivato vicino ad un cespuglio pieno di fiori, tutti di uno splendente colore giallo come i raggi del sole estivo, e cominciò ad annusarli... solo per fare un balzo indietro con un miagolio di sorpresa quando uno dei fiori scattò in avanti e gli andò quasi in faccia!

"Skitty?" esclamò il Pokemon Micio drizzando le orecchie e tenendo la bocca spalancata in segno di meraviglia quando il fiore giallo si stacco dal ramo sul quale era sbocciato, e fluttuò senza peso verso di lui! Solo in quel momento, Skitty e Gardevoir si accorsero di una piccola creatura che rimasta mimetizzata in mezzo ai petali -  un minuscolo folletto di forma vagamente umanoide, alto non più di una decina di centimetri, di colore bianco nella parte superiore del corpo, e verde in quella inferiore, un paio di lunghe orecchie che ricordavano come forma i petali di un fiore, e una piccola coroncina gialla attorno alla fronte, che assomigliava ad una sorta di aureola. I suoi occhi erano piuttosto grandi rispetto al viso, e aveva delle chiazze rosse sulle guance, un po' come un Pikachu. Sembrava essere perennemente avvinghiato al pistillo del fiore giallo a cinque petali sul quale viveva, e che usava come una sorta di tappeto volante muovendosi assieme al vento.

"Flabebè?" chiese il piccolo Pokemon floreale con la sua vocetta acuta e penetrante. Skitty, una volta passata la sorpresa, allungò una zampetta verso di lui, in segno di amicizia, ma il Pokemon più piccolo, ancora diffidente, si ritirò di un po'. "Fla flabebè!"

"Skitty?" chiese Skitty. Decise di tentare in un altro modo, allungando la coda verso il nuovo Pokemon in modo da mostrargli che non aveva cattive intenzioni, ma il nuovo Pokemon non sembrava ancora fidarsi...

"Skitty, che succede? Che Pokemon è questo?" chiese Gardevoir, raggiungendo il Pokemon Micio assieme a Max e guardando con curiosità quella minuscola creatura. Quando quest'ultima emise un breve gridolino di paura e si ritirò ulteriormente tra le fronde del cespuglio, abbracciandosi ancora più strettamente al suo fiore.

"E'... un Pokemon che non ho mai visto prima, Gardevoir." affermò Max. Il ragazzino con gli occhiali, avendo cura di tenersi ad una certa distanza in modo da non inquietare la buffa creaturina, si aggiustò un po' gli occhiali e la osservò da distanza di sicurezza. Lo strano essere sembrò tranquillizzarsi un po', anche se esitò a farsi avanti, e il gruppo dei compagni di Max si fermò ad una certa distanza, in modo da non far sentire minacciato il minuscolo Pokemon.

"Nemmeno io... è davvero un Pokemon molto carino, ma... cosa sarà mai, esattamente?" si chiese Vera, illuminandosi in viso alla vista di quella graziosa creaturina. Il Pokedex di Vera caricò le informazioni, restando fermo per qualche istante prima di mostrare un'immagine del Pokemon in questione e cominciare a dare le informazioni del caso.

"Flabèbè, il Pokemon Monofiore, tipo Folletto." affermò l'enciclopedia elettronica. "Sceglie il suo fiore preferito alla nascita e da quel momento se ne prende cura per sempre. È in grado di controllare a piacimento la forza nascosta dei fiori. Va in giro lasciandosi trasportare dal vento."

"Flabebe?" disse il piccolo Pokemon floreale, fluttuando pima verso Max e poi verso Vera, e guardandoli con curiosità. Sembrava che volesse farsi un'idea di che tipo di persone potessero essere quegli allenatori... e poi, con un pizzico di esitazione, si avvicinò a Vera, mentre Skitty cercava di stargli dietro e di afferrarlo con le sue zampette.

"Skit, skit, skitty!" esclamò il gattino rosa, muovendo nervosamente la coda.

"Credo che Skitty abbia paura che quel piccolo Pokemon possa farti del male... anche se a dire la verità, non ho la più pallida idea di come potrebbe fare!" disse Cain con una risatina soffocata.

Anche Vera ridacchiò, per quanto fosse contenta del fatto che il suo Pokemon si preoccupasse così per lei. "Ah! Grazie della premura, piccolo Skitty, ma sono sicura che questo piccolo Flabèbè non abbia intenzione di farci del male. Non è vero, piccolino?" chiese la ragazzina castana al Pokemon Monofiore, che rispose eseguendo un'elegante piroetta su sè stesso, e ripetendo il proprio nome con voce acuta e vivace!

"Flabebe!"

"Capisco che siamo in un continente più pericoloso di quelli a cui siamo abituati, ma non credo che questo Flabèbè abbia cattive intenzioni." affermò Drew. Il suo Masquerain stava svolazzando vicino a Flabèbè, osservandolo attentamente sia con i suoi occhi normali che con quelli posti sulle sue ali. "Non c'è bisogno di essere così sospettosi, Masquerain, sono sicuro che Flabèbè non è un pericolo. Qui siamo al sicuro dal Team Meteora e dai loro trucchetti... almeno per adesso."

"Rain..." affermò il Pokemon Coleottero/Volante, ancora non fidandosi al cento per cento. Drew non potè fare altro che sospirare e massaggiarsi la testa in segno di comprensione. Avevano dovuto imparare molto presto a stare attenti ad ogni loro passo in quel luogo infido che era Reborn, e Masquerain era uno dei Pokemon che meglio di tutti aveva imparato questa lezione. Tuttavia, Flabèbè continuava a non mostrare alcun segno di ostilità nei confronti di Vera e dei suoi compagni - l'unica da cui si teneva a debita distanza era, abbastanza ovviamente, la Skuntank di Cain.

"Vera, credo che Flabèbè ti stia dicendo qualcosa..." affermò il Gardevoir di Max, usando come sempre i suoi poteri psichici per comunicare direttamente alla mente della giovane coordinatrice. "Ho l'impressione che voglia chiederti se può entrare a far parte della tua squadra."

"Skitty?" chiese Skitty, un po' sorpreso da quella decisione così improvvisa. Vera aveva l'impressione che il suo Pokemon Micio si sentisse un po' minacciato dallarrivo di Flabèbè, e lei stessa non era sicura se fosse una buona idea catturarlo in una situazione del genere. Certo, quel piccolo Pokemon Folletto sembrava molto desideroso di unirsi a lei, per qualche motivo...

"Ma... non so, Flabèbè, mi cogli un po' di sorpresa!" affermò Vera massaggiandosi la testa. "Voglio dire, a me farebbe piacere, ma non credi che sarebbe un po' pericoloso? Non siamo qui a Reborn per fare esibizioni o per collezionare Medaglie, siamo qui per combattere contro un gruppo di feroci terroristi che si fanno chiamare Team Meteora, e che da tempo ormai hanno tolto a Reborn la pace e la serenità..."

"Quello che Vera vuole dire è che non sarà un viaggio di piacere." affermò Hitomi affiancata dal suo Sceptile. "Se vuoi venire con noi, dovrai affrontare un bel po' di pericoli, e potresti anche rischiare la vita, con quello che il Team Meteora è disposto a fare."

"Flabebe..." mormotò il Pokemon Monofiore abbassando lo sguardo. Vera si sentì un po' in colpa nel vedere l'espressione rassegnata del Pokemon Folletto. Dava l'impressione di stare dicendo che si rendeva conto di quali fossero i pericoli, ma che non gli andava l'idea di restare fermo senza fare niente mentre il Team Meteora spadroneggiava sul loro mondo.

Fu Gardevoir a confermare quello che Vera immaginava. "Flabèbè dice che lo sa bene... ma che ha visto troppi dei suoi amici venire catturati e usati come cavie da laboratorio da quegli uomini malvagi... in particolare dall'uomo con l'occhio rosso che ha rapito molti dei suoi simili." disse il leggiadro Pokemon Psico/Folletto.

Era una descrizione che, per quanto schematica, era più che sufficiente a Vera e ai suoi compagni per capire di chi si trattasse. "Un uomo con un occhio rosso, eh? Sicuramente sta parlando di Sirius..." affermò Vera sfregandosi il mento. "E' uno degli uomini più pericolosi del Team Meteora... credo che sia il braccio destro del capo, Lord Solaris."

"C'è da sperare che gli allenamenti che abbiamo fatto ci abbiano reso almeno in grado di affrontare i suoi Pokemon, visto che Lord Solaris è ancora... un po' troppo forte per noi." disse Ortilla preoccupata. "Detto questo... se Flabèbè vuole unirsi a noi, non vedo perchè no. In fondo... più siamo, meglio è, no? Qualcuno in più che combatte contro il Team Meteora al nostro fianco!"

"Perchè non dargliene la possibilità, sorellina?" chiese Max, facendo un cenno affermativo con la testa. "Teniamo Flabèbè con noi, in fondo non può che darci una mano."

Vera sembrò pensarci su per un istante, e guardò in direzione di Skitty, immaginando che lui fosse il più sospettoso e il meno entusiasta all'idea di un nuovo Pokemon nella squadra della sua allenatrice. Il gattino rosa storse il naso dubbioso, muovendo lentamente la sua lunga coda e drizzando le orecchie ora in una direzione, ora nell'altra per dimostrare la sua indecisione... e Vera si accucciò accanto a lui e lo accarezzò sulla schiena, facendogli fare le fusa in segno di consolazione.

"Skitty..." miagolò il Pokemon Micio, ora un attimo più calmo.

"Non ti preoccupare, Skitty, lo sai che anche se accolgo un nuovo Pokemon nella nostra squadra, non vuol dire che voglia meno bene a uno qualunque di voi. Avete sempre fatto tanto per me, e non me ne dimenticherò così." disse la ragazzina castana. "E' solo che... beh, in una situazione come questa, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile per combattere contro il Team Meteora. E poi... Flabèbè mi dà l'impressione di essere così solo da queste parti e così desideroso di dare una mano... che mi dispiacerebbe molto deluderlo."

Skitty guardò verso Flabèbè, sentendosi un po' in colpa per essere stato sospettoso nei confronti di quella graziosa creatura. In fondo, chi poteva dirlo, lui e Flabèbè un giorno avrebbero potuto diventare amici, e come diceva giustamente Vera, avevano bisogno di quanti più alleati possibile per affrontare il Team Meteora. Perciò, avvicinandosi a Flabèbè, estese verso di lui la sua lunga coda come se volesse dargli una mano in segno di pace. Il Pokemon Monofiore arretrò di qualche centimetro, ma poi si convinse e accettò il gesto di Skitty.

"Fla... bebe..." affermò il piccolo Pokemon floreale, sorridendo serenamente prima di piazzarsi davanti a Vera e farle cenno di essere pronto.

La bambina dai capelli castani prese una Pokeball vuota dal suo zaino, prese la mira, e lanciò la sfera verso il piccolo Flabèbè con abilità e precisione. La sfera toccò il piccolo Pokemon Folletto, che sorrise e fece un cenno affermativo con la testa mentre veniva risucchiato all'interno... poi, la Pokeball cadde a terra con un tintinnio metallico e si agitò un paio di volte prima che la luce rossa sulla sua parte frontale si spegnesse, a significare che il Pokemon era stato catturato!
Vera raggiunse la Pokeball di Flabèbè in un paio di passi e lasollevò in aria con espressione trionfante. "Evviva! Ho catturato un Flabèbè!" esclamò, mostrando la Pokeball a tutti i suoi compagni di viaggio, prima che la sfera venisse catturata dal sistema computerizzato associato all'allenatrice - visto che Vera aveva già sei Pokemon in squadra, quello che lei aveva appena preso venne trasferito ad un sistema di memoria. Ortilla, Max e Drew fecero un breve applauso, ma un attimo dopo, fu il ragazzo dai capelli verdi a richiamare tutti al problema più pressante.

"Bene... direi che adesso possiamo proseguire, non credete?" chiese il giovane coordinatore, il cui Masquerain continuava a svolazzare tutt'attorno e a gettare occhiate in giro per evitare di essere colti di sorpresa. Il Pokemon Coleottero/Volante notò una stradina che proseguiva nella boscaglia, fiancheggiando quella che sembrava essere una piccola stazione ferroviara costruita solo a metà, e richiamò il resto del gruppo.

"Masquerain!" esclamò, facendo loro un cenno con le ali. Drew raggiunse per primo il suo Pokemon e guardò nella direzione in cui stava indicando, vedendo ciò che restava delle rotaie. La strada che portava verso la loro prossima meta si snodava lungo la strada ferrata completata solo per metà, addentrandosi nella boscaglia ma allo stesso tempo segnando un percorso che appariva più sicuro.

"Hmm, interessante! Ottimo lavoro, Masquerain." affermò Drew facendo un cenno affermativo al Pokemon Occhi, che rispose fluttuando vivacemente sul posto. "Ragazzi, da questa parte! Credo che Masquerain abbia trovato una strada che ci permetterà di arrivare da miss Saphira e gli altri in meno tempo!"

"Ottimo! Ci serviva proprio una buona notizia!" affermò Cain, raggiungendo per primo il ragazzino dai capelli verdi, accompagnato dalla sua Skuntank. Diede una rapida occhiata, e la moffetta gigante annusò attentamente l'aria per assicurarsi che non ci fossero Pokemon ostili, o magari qualche agente del Team Meteora a tendere loro un agguato.

"Skuntank!" confermò la Pokemon moffetta, per dire che erano al sicuro. Sentendosi più rassicurati, i ragazzi presero a seguire la strada che Masquerain aveva appena scoperto, e proseguirono il loro viaggio.

"Okay... tra un paio d'ore dovremmo essere arrivati a Zirconia, dove si trova una nostra alleata, Sierra Voclain, una ex-modella e Capopalestra di tipo Ghiaccio." spiegò Cain. "Dobbiamo fare in fretta... se conosco il Team Meteora bene come credo, non ci metteranno molto ad esserci alle costole."

"Questa volta sapremo come accoglierli." affermò Vera con decisione. "Abbiamo promesso alla sensei Kiki che non lasceremo che il Team Meteora faccia quello che vuole... e manterremo questa promessa ad ogni costo!"

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Nel frattempo, nella città di Zirconia, dopo aver assistito alla spettacolare battaglia tra Ritchie e Bennett, il gruppo della resistenza si stava apprestando a riprendere il cammino per raggiungere il rifugio delle sorelle Belrose, da dove avrebbero progettato la loro prossima mossa contro il Team Meteora. In particolare, c'era da investigare quello che era successo quando gli oggetti e gli alberi di Zirconia avevano cominciato a teletrasportarsi qua e là senza un apparente motivo... ma prima, era il momento di fare i dovuti saluti a Sierra e a Bennett, che avevano avuto la gentilezza di ospitarli quando avevano avuto bisogno di un posto in cui far riposare e riprendere la piccola Anna.

"Vi siamo grati per la vostra assistenza, miss Sierra, Bennett..." disse Laura, facendo un inchino alla ex-modella e al figlio. Padre Elias era in piedi vicino a Sierra e Bennett, e la sua presenza non passava certo inosservata a Saphira, che continuava a tenere d'occhio con fare sospettoso il misterioso sacerdote dai capelli color della neve. "E speriamo di poter ricambiare presto la vostra cortesia."

"Non è stato certo un problema." affermò con tranquillità Sierra, facendo spallucce. "Dopotutto, anch'io desidero vedere il Team Meteora sconfitto, e dare una mano a voi è uno dei modi migliori di farlo. Avete fatto tanto per noi, e grazie ai vostri sforzi, sono convinta che Reborn tornerà ad essere il luogo di pace che era una volta."

"Ci sarà molto da ricostruire, una volta che il Team Meteora sarà stato sconfitto." affermò Ritchie. "Non possiamo ignorare il fatto che abbiano rovinato le vite di numerose persone, e che ci sarà bisogno di molto tempo perchè ciò che hanno fatto possa essere riparato."

"Effettivamente, a volte la parte più difficile è ricostruire, piuttosto che combattere..." affermò Bennett, accarezzando lentamente la Mothim che svolazzava al suo fianco. La Pokemon Coleottero/Volante emise un verso basso e penetrante, muovendo lentamente le ali, e Padre Elias fece un cenno con la testa, apparentemente in accordo con ciò che aveva detto il ragazzo. "Comunque, vi faccio i migliori auguri, e spero che riuscirete a raggiungere la vostra meta senza ulteriori difficoltà."

"Che la benedizione del supremo Arceus vi assista. Fiat Voluntas Domini." affermò Elias, alzando una mano e tenendo l'indice e il medio sollevati in segno di buon augurio. "La vostra strada sarà lunga e tortuosa, ma se vi atterrete ai Suoi precetti, la giustizia sarà dalla vostra parte, e vi aiuterà a riportare la felicità a Reborn."

"Con tutto l dovuto rispetto, padre Elias, non sono una che crede nella volontà divina." rispose Saphira. "Oh, certo, non nego che Arceus esista e che i miracoli possano avvenire. Ma se Reborn è in questo stato, beh... questo vuol dire che Arceus non è molto interessato ad interferire negli affari terreni."

"Peccato. Non è bello non credere nell'infinita bontà del sommo Arceus. Ma immagino che questo non sia nè il tempo nè il luogo per disquisire delle nostre convinzioni teologiche." affermò il sacerdote, mantenendo la sua proverbiale calma. Tuttavia, dietro questa facciata di tolleranza, Elias aveva già deciso che non sarebbe stata la resistenza a portare la prosperità e la pace a Reborn. Le persone che non amavano il sommo Arceus non avevano futuro... la Chiesa d'Alfa avrebbe fatto in modo che nessuno di quei miscredenti sfuggisse alla giustizia divina. "Ad ogni modo, anch'io vi faccio i miei migliori auguri. Che ognuno di voi possa avere il lieto fine che merita."

"La ringraziamo, padre Elias! Sia io che Nostra!" esclamò Anna, tenendo in braccio la sua bambola Jirachi e sorridendo praticamente da un orecchio all'altro! Noel fece un cenno con la testa, riuscendo a fare a sua volta un sorriso, e giusto per accontentare Anna, fece fare lo stesso gesto al suo Cleffa di peluche. "Lei ci ha aiutato a guarire la malattia di Nostra, e le siamo molto grati per questo!"

"Ho fatto solo il mio dovere come pastore di anime." rispose con modestia il sacerdote dai capelli bianchi. Il suo sguardo, tuttavia, si fermò per qualche istante sui due gemelli. Gli stavano venendo in mente un sacco di domande su quei due misteriosi bambini, e aveva l'impressione che non gli sarebbero piaciute troppo le risposte... era sicuramente un fattore da tenere a mente, per la fase finale dei piani della Chiesa d'Alfa. Ma alla fine, era sicuro che il sommo Arceus fosse dalla sua parte. Non importa cosa cercassero di fare quei miscredenti, avrebbero perso. "Piuttosto, bambini, state attenti a dove vi porterà la vostra strada, e ricordate sempre gli insegnamenti del sommo Arceus, che vi terranno sulla retta via."

"Va bene, padre Elias. E grazie per tutto quello che ha fatto per mia sorella." disse Noel con un piccolo sorriso. "Adesso però... beh, miss Saphira, immagino che dovremmo riprendere il nostro viaggio verso il vostro rifugio, non è così?"

"Esatto! Finalmente arriviamo alla casa delle nostre care sorelline Belrose!" affermò allegramente Julia, cingendo Charlotte e Laura per le spalle con espressione arguta. "Wow, sono sicura che sarà una vacanza da sogno!"

"L'entusiasmo dell'unità Julia è fuori luogo." disse con tono piatto Florinia.

Fern scosse la testa. "Secondo me, siamo noi stessi ad essere fuori luogo, da queste parti, ma lasciamo perdere." affermò. "Allora, ci muoviamo o no? Credo che abbiamo perso già abbastanza tempo da queste parti." A queste parole, Ritchie e Sparky rivolsero uno sguardo disapprovante a Fern, che sembrò non accorgersi neanche della loro presenza.

"Certo, se pensi che aiutare una nostra compagna sia una perdita di tempo." affermò Pietro. "Bah, lasciamo perdere. E' comunque vero che dobbiamo andare. Hey, Ritchie, tu che cosa hai intenzione di fare? Resti qui o vieni con noi?"

"In realtà, io e Sparky pensavamo di restare qui ancora un po'." affermò Ritchie, dopo aver guardato Sparky dritto negli occhi come per chiedere il suo parere. Il Pikachu con il ciuffetto annuì, e il ragazzino di Kanto guard verso i membri della resistenza. "Vorrei restare ancora un po' per raccogliere un po' di informazioni sul Team Meteora, e magari per verificare se accadono altri strani eventi come quello di poche ore fa. Tra l'altro, se restiamo qui, il vostro gruppo riuscirà a far perdere meglio le vostre tracce... una peersona in meno da nascondere, mi spiego?"

"Capisco. Va bene, allora ci salutiamo qui, per adesso." affermò Saphira. "Buona fortuna, e attento a quello che fai, il Team Meteora non scherza affatto."

"Pikachu!" rispose Sparky con un cenno sicuro. Voleva chiaramente dire che neanche lui e Ritchie scherzavano.

"Certamente, miss Saphira. Buona fortuna a tutti voi." disse il ragazzino dai capelli rossicci, aggiustandosi il berretto. Padre Elias annuì a sua volta... per adesso, quello che gli interessava lo sapeva. Tutto stava nel convincere Bennett a fare la sua parte...

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Mezz'ora dopo, il gruppo di Saphira si era avviato, e Ritchie e Sparky si erano congedati a loro volta da Sierra e Bennett, per andare in cerca di ulteriori indizi sulle attività del Team Meteora nelle vicinanze di Zirconia. Era stato solo in quel momento che Padre Elias, ora sicuro che non ci fossero più imprevisti, e convinto di essersi fatto una buona idea circa le capacità di quei ragazzi, aveva chiesto di parlare con Bennett. Il ragazzo con gli occhiali era stato più che contento di rispondere alla chiamata del sacerdote, ben consapevole che poteva essere l'occasione di una vita, e in quel momento, chiusi nella comoda camera da letto di Bennett, i due stavano discutendo sul da farsi.

"Come ho detto, ragazzo mio... vedo un grande potenziale in te, e credo che le tue capacità nascoste siano sprecate per una cittadina in mezzo al nulla come Zirconia." stava dicendo in quel momento. "Con la tua determinazione, potresti arrivare ad essere un Superquattro. Certo, hai ancora molta strada da fare prima di arrivare ad un simile livello... ma credo di poter dare una mano ad una persona dotata del tuo talento e della tua dedizione."

"Mothim, mothim?" chiese la Mothim di Bennett, appoggiata alla scrivania del suo allenatore con le ali spiegate.

"Come le ho detto, padre Elias... per me sarebbe un grandissimo onore, e non so se potrò esserne degno." rispose lusingato il giovane studioso di Pokemon farfalla. "Detto questo... visto che lei è un esperto di queste cose, e sicuramente ha visto molti più allenatori nella sua vita rispetto a me, non posso fare altro che fidarmi del suo giudizio."

"Il giudizio non è mio, ma del nostro signore, il sommo Arceus, che tutto sa e che a tutto provvede." continuò Elias, facendo un altro gesto di preghiera e alzando lo sguardo come per rivolgere una preghiera alla sua divinità. "Detto questo... mi auguro che ti renderai conto che per me, prendere in consegna una persona relativamente sconosciuta come te, e presentarla ai miei colleghi della Chiesa d'Alfa, non è esattamente una questione molto semplice. Ti sto facendo un grande servizio, e mi aspetto in cambio qualcosa che abbia pari valore."

Bennett annuì lentamente, per ulla sorpreso. In fondo, non poteva certo pretendere che una persona, finanche un sacerdote che aveva dedicato la sua vita a servire Arceus, facesse qualcosa per lui a titolo gratuito. "Certo... certamente, padre Elias, me ne rendo conto." affermò. "E... sono chiaramente disposto a pagare il mio debito con la sua chiesa, di qualunque cosa possa trattarsi."

"Perfetto." rispose soddisfatto il sacerdote. "Allora cominciamo con una domanda abbastanza semplice. Ti chiedo di rivelarmi tutto quello che sai su dove si trova Luna. Sai, mi sono reso conto che prima non hai condiviso tutto quello che sapevi, e anche se comprendo i motivi per cui tu possa averlo fatto, adesso c'è assoluto bisogno che tu sia sincero ed esauriente. Luna... ti ha per caso detto qualcosa su dove sarebbe andata?"

Bennett ci pensò per un attimo, cercando di ricordare quanto più possibile dell'ultima volta che aveva visto Luna. "Lei... penso che abbia menzionato Castello Vanhanen, vostra grazia." rispose dopo qualche secondo. "So che il proprietario di quel maniero è una persona molto ricca e anche piuttosto eccentrica, e forse è per questo che il nome mi è rimasto particolarmente impresso. Ma... le posso assicurare che Luna non ha detto nient'altro."

"Non importa, ragazzo, quello che mi hai appena detto è ampiamente sufficiente." rispose Elias, la cui espressione calma e serafica venne per qualche istante sostituita da una di rabbia a malapena controllata. "Certo... avrei dovuto immaginarlo... Castello Vanhanen... quel maledetto ateo..."

Bennett sbattè gli occhi, non del tutto sicuro di aver capito. "M-mi scusi, vostra grazia?"

"Ah... non è niente, ragazzo mio, stavo solo facendo delle riflessioni ad alta voce." rispose rapidamente il sacerdote di Arceus. "Quanto al resto... quando ho visto Luna per l'ultima volta, aveva con sè un oggetto particolare... una collana di smeraldi, che ho per l'appunto chiamato Collanasmeraldo. Sai per caso se ce l'avesse ancora, quando se n'è andata da casa tua?"

Bennett sembrò farsi più vivace di colpo. "Ah! Certo... certo che ce l'aveva, vostra grazia! E devo dire che le stava benissimo... ehm, mi scusi... volevo dire che, sì, ho visto che indossava questa Collanasmeraldo il giorno in cui è andata via di qui." affermò rapidamente, i ricordi di quel giorno stampati in maniera quasi indelebile nella sua mente.

Padre Elias sembrò soddisfatto della risposta. "Certo, certo... capisco." affermò. "Questo è esattamente quello che volevo sapere. Possiamo anche andare, a questo punto."

"Mothim?" chiese la Mothim del ragazzo, vagamente allarmata. Come mai Padre Elias aveva così tanta fretta di andarsene? Anche Bennett aveva capito che il sacerdote di Arceus stava cercando di concludere l'accordo il prima possibile.

"Vuol... vuol dire adesso, padre Elias?" chiese il ragazzo, non del tutto sicuro di aver capito. "Non... non ho avuto neanche il tempo di dirlo a mia mamma... è successo tutto così all'improvviso..."

Il sacerdote di Arceus disse di sì con la testa, cercando comunque di venire incontro al ragazzo. "Beh, su questo ti devo dare ragione. E' giusto che tu parli a tua mamma della tua decisione e di quello che pensi di fare per il tuo futuro." affermò. "Tuttavia... non metterci troppo tempo, okay? Dobbiamo partire il prima possibile, e prima comincerai ad imparare le vie del sommo Arceus... e le tattiche necessarie per diventare l'allenatore forte e rispettato che vuoi essere... meglio sarà per tutti. Soprattutto per Luna. Vedrai, la ritroveremo, e faremo in modo che lei torni sulla via della luce."

Menzionare Luna era il modo migliore per convincere Bennett, che infatti mise immediatamente da parte ogni obiezione potesse avere. "Sì... immagino che lei abbia ragione, padre Elias... andrò immediamente da mia mamma a parlarle di questa mia decisione. Se mi permette..." disse, alzandosi dalla sua sedia e facendo un inchino rispettoso al misterioso sacerdote, per poi dirigersi verso le scale che portavano al piano terra. "Mamma! Mamma, scusa... c'è una cosa di cui vorrei parlarti! Mamma, dove sei? Accidenti, a volte questa casa mi sembra un labirinto..."

Cercò per quasi un minuto la madre, rendendosi conto che vivere in una casa così grande e lussuosa aveva anche i suoi svantaggi... finalmente, la voce di Sierra rispose ai suoi richiami, e la ex-modella arrivò a passo spedito dal soggiorno, mettendosi un po' a posto i suoi lunghi capelli bicolore.

"Sì, Bennett... scusa, ero lì in soggiorno a mettere un po' in ordine..." affermò, prima di schiarirsi la voce e mettersi in ascolto. "Dimmi, caro, c'è qualcosa di cui volevi parlarmi?"

Bennett tirò un sospiro, sentendosi improvvisamente a disagio. Aveva già una mezza idea di come dare la notizia a sua madre, ma adesso che si trovava al momento del dunque, si rendeva conto che non era tanto facile come gli era sembrato all'inizio...

"Allora..." cominciò, intuendo dallo sguardo leggermente malinconico della madre che Sierra aveva già una mezza idea di quello che stava per dire. "Allora, mamma, devi sapere che ho parlato appena adesso con padre Elias, e... e mi ha fatto una proposta che mi sembra molto interessante. Padre Elias... mi avrebbe proposto di unirmi a lui e alla Chiesa d'Alfa... lui dice che sotto la sua guida, non solo potrò ritrovare Luna e ricondurla da noi... ma potrò anche diventare un allenatore talmente bravo da entrare a far parte dei Superquattro di Reborn una volta che la Lega sarà stata istituita. Sono... sono tutte e due cose a cui tengo molto, mamma... ma per poter sfruttare questa occasione, devo per forza partire e cominciare un periodo di apprendistato con padre Elias. Il che vuol dire che... sì, dovrò andarmene anch'io di casa per un po'.  Volevo... volevo fartelo sapere, mi sembrava giusto che anche tu potessi dire la tua."

Sierra restò in silenzio per qualche secondo, e i suoi occhi puntarono verso l'elegante tappeto che copriva il pavimento del corridoio. Bennett trattenne il fiato, immaginando che sua madre non avesse preso troppo bene la notizia, e cercò di farsi venire in mente qualcosa per proseguire il discorso... ma prima che potesse farlo, Sierra alzò lo sguardo, e diede la sua risposta, con fare triste ed orgoglioso al tempo stesso.

"Bennett. Tu lo sai, che io voglio che tu cerchi la tua strada, e faccia quello che tu ritieni giusto. Quindi... non ho certo il diritto di importi di rinunciare ad una tale opportunità. Se è davvero quello che senti, ragazzo mio, vai pure, e io farò sempre il tifo per te." affermò la ex-modella. "Tutto... tutto quello che voglio dirti, è di stare attento. Io... e i miei amici della resistenza, quelli che hai incontrato poco fa... non ci fidiamo troppo di questa Chiesa d'Alfa. Tutto quello che ti chiedo... è di non farti irrettire. Stai attento a quello che ti dicono, e non farti indottrinare. Non sappiamo esattamente cosa vogliano fare, quelli della Chiesa d'Alfa, e abbiamo il sospetto che collaborino con il Team Meteora. Se... se dovessi coprire che è così, te lo chiedo per favore, figliolo... vattene subito da lì, e fai in modo di avvisare me e tutti quelli della resistenza!"

Bennett deglutì, sentendosi improvvisamente invischiato in qualcosa di molto più grande di quanto lui potesse immaginare. Ma la sua decisione era stata presa, e non aveva voglia di tirarsi indietro proprio adesso. Era la sua migliore occasione per realizzare il suo sogno, ritrovare Luna e finalmente diventare qualcuno, essere conosciuto per essere qualcosa di più che semplicemente il figlio della famosa Sierra Voclain...

"Va bene, mamma... me ne ricorderò..." affermò con un pizzico di nervosismo, prima di scambiarsi un affettuoso abbraccio con la madre. "Mi farò sentire quanto più mi è possibile... e ti prometto che la prossima volta ci sarà anche Luna con me. Grazie di tutto, mamma... ti voglio bene, e tu lo sai."

"Sì, lo so... ma a volte abbiamo voglia di sentircelo dire." affermò Sierra, ricambiando l'abbraccio e tenendo stretto suo figlio per quaalche secondo. Aveva la terribile sensazione che, dopo Luna, adesso anche Bennett si stesse allontanando, non solo fisicamente. ERa una costante un po' troppo frequente, nella sua vita... tutto ciò a cui lei voleva bene finiva per allontanarsi, per un motivo o per l'altro... ma dopotutto, si disse, era una cosa che non avrebbe dovuto darle così tanta pena. Non si dice forse che la gloria del mondo è una cosa passeggera?

"Bennett... mi raccomando, stai attento. E fatti sentire. La tua mamma ti appoggerà sempre, tienilo a mente."

"Sì, mamma, me ne ricorderò..." concluse Bennett, dandole infine un bacio su una guancia. Sierra riuscì a sorridere, nonostante la malinconia del momento... momento che ebbe termine quando padre Elias raggiunse a passo calmo madre e figlio, e fece a Bennett un cenno che voleva dire che adesso era pronto a partire, e che non stava aspettanfo che lui. "Ora... credo che ci dobbiamo salutare, mamma. Starò bene, non ti preoccupare. Andrà tutto bene."

Sierra annuì senza dire una parola, poi guardò verso padre Elias, che restava un po' in disparte in segno di rispetto per la loro privacy. "Padre Elias... io le affido mio figlio Bennett." affermò. "Lei... farà un buon lavoro a guidarlo e ad insegnargli tutto quello che ha da sapere per essere un Superquattro, dico bene?" Non potè fare a meno di rimproverarsi tra sè che quello che diceva non corrispondesse ai suoi sospetti nei confronti della Chiesa d'Alfa, ma non era quello il momento adatto per dare voce a certe sue idee.

"Può stare tranquilla, miss Sierra. Guidato dalla luce del sommo Arceus, suo figlio diventerà un faro di speranza per tutti i giovani di Reborn." affermò il sacerdote, mentre Bennett verificava le Pokeball appese alla sua cintura per essere sicuro di avere tutti i suoi Pokemon con sè. "Non nascondo che sarà un apprendistato che avrà le sue difficoltà. Non tutti hanno le capacità necessarie per raggiungere un traguardo elevato come quello a cui suo figlio aspira. Ma non gli avrei fatto questa proposta se non fossi sicuro che Bennett ha sia le capacità che la forza di volontà necessarie. Sarebbe un peccato sprecare un giovane con tali potenzialità, non è d'accordo?"

"Immagino di sì..." rispose Sierra di malavoglia.

Elias porse la mano a Sierra, che nonostante i suoi dubbi ricambiò il gesto con una cordiale stretta di mano, poi fece cenno a Bennett che era il momento di andare. "Bene... credo che sia il caso di prendere la nostra strada, Bennett, ragazzo mio." affermò. "E' da qui che inizia la tua nuova vita."

"Lo so... e farò in modo di esserne degno." rispose il ragazzo, cercando di non mostrare troppo la sua emozione. Sorrise e fece un ultimo saluto alla sua mamma, che ricambiò il gesto e restò ad osservare mentre i due ripercorrevano il corridoio e si avvicinavano alla grande porta d'ingresso. Fece qualche passo in avanti, giusto per far sentire a Bennett che sarebbe sempre stata con lui... e infine, quando padre Elias aprì la porta d'uscita e gli fece cenno di prendere la strada verso il suo santuario, Bennett e Sierra si scambiarono un ultimo saluto, prima che il giovane studente uscisse dalla villa della famiglia Voclain e muovesse i suoi primi passi verso la realizzazione del suo sogno. Era un momento solenne... e Sierra si sentiva un po' in colpa per il fatto di non essere felice per suo figlio quanto sarebbe dovuto esserlo...
La porta della villa si chiuse con un suono sommesso, che ciò nonostante riecheggiò per qualche istante nelle sale della grande villa, facendola sembrare ancora più grande e vuota...

E dopo qualche secondo passato a guardare come ipnotizzata la porta dietro la quale suo figlio era sparito, Sierra sospirò e andò a sedersi sul divano dell'ingresso, appoggiando la testa sul palmo della mano destra, come se all'improvviso si sentisse stanca. Era successo tutto senza che lei quasi se ne rendesse conto... Bennett era partito, come Luna e Gardevoir prima di lui... e adesso, solo adesso, si rendeva pienamente conto di quanto solitaria sembrasse quella casa così lussuosa.

"Cryo?" una voce acuta, melodiosa e cristallina distrasse Sierra dai suoi cupi pensieri quando uno dei suoi Pokemon, una strana creatura simile ad un gigantesco fiocco di neve il cui corpo era scolpito nel ghiaccio più puro, si avvicinò a lei per farle un po' di coraggio. Sierra alzò la testa e guardò verso la strana creatura esagonale, che fluttuava con leggiadria a circa un metro e mezzo da terra, muovendo ritmicamente due "baffi" posti su quella che doveva essere la sua faccia.

"Va tutto bene, Cryogonal." disse Sierra. "E' una cosa a cui mi dovrò abituare. Dopotutto... immagino che ci siete ancora voi, anche se forse anche voi finirete per allontanarvi da me, e magari non sarà neanche per vostra volontà."

"Crrryogonal!" rispose Cryogonal scuotendo la "testa", e cercando di dire alla sua allenatrice che lui e gli altri suoi Pokemon non si sarebbero mai neanche sognati di andarsene e lasciarla sola. Fluttuò accanto a Sierra, che allungò una mano e accarezzò il Pokemon Cristallo sulla parte superiore del corpo, reprimendo un brivido nel sentirne la temperatura.

"Ti ringrazio, Cryogonal... anche se non penso durerà tanto a lungo." affermò Sierra. Decisa quanto meno a godersi tutto il tempo che poteva avere a disposizione con uno dei Pokemon a cui voleva bene, Sierra permise a Cryogonal di appoggiarsi sul divano accanto a lei... e poco dopo, da altri corridoi entrarono gli altri suoi Pokemon, decisi a restare vicini a Sierra in quel momento così delicato. Un candido Dewgong si trascinò con trasporto nel soggiorno, seguito da un elegante Glaceon e da un tozzo e robusto Glailie. Da un altro corridoio arrivò un Vanilluxe, un Pokemon Ghiaccio che assomigliava in maniera impressionante ad un cono gelato scolpito nel ghiaccio, con due teste fatte di panna montata decorata con numerosi pezzetti di ghiaccio che spuntavano qua e là dalla sua massa, e una cannuccia di ghiaccio che fuoriusciva da una di esse. E dietro di lui si vedeva un altro Pokemon, una Jynx dall'espressione un po' stralunata. Tutti i Pokemon si avvicinarono a Sierra, decsi a farle capire che in ogni caso loro non se ne sarebbero mai andati.

"Vi ringrazio per il pensiero." rispose Sierra, accarezzando il suo Glaceon che chiuse gli occhi in un'espressione beata. Per diversi minuti, Sierra e i suoi Pokemon restarono in silenzio, a godere un po' della reciproca compagnia, e la ex-modella si permise di pensare che forse, quella villa così grande e così vuota non era poi tanto triste...

Fece un piccolo salto per la sorpresa quando sentì bussare alla porta della villa, e alzò lo sguardo in quella direzione. Per un attimo, le venne in mente che poteva essere Bennett che aveva cambiato idea ed era tornato indietro, ma scacciò quasi subito quel pensiero. Doveva essere più forte di così... "Ah... ehm... avanti, prego!"

"Miss Sierra?" chiese Ritchie, aprendo appena un po' la porta d'ingresso e facendo capolino. Il suo Pikachu, Sparky, entrò subito dopo di lui, guardandosi attorno con un po' di soggezione quando si accorse di tutti i Pokemon che si erano raccolti attorno a Sierra. "Scusi se la disturbo, ero venuto qui giusto per avvertirla che io continuerò le mie ricerche qui attorno, e tenterò di trovare qualcosa in più sul Team Meteora e sul loro ultimo esperimento. Piuttosto... ho visto suo figlio e padre Elias che si allontanavano, discutendo tra loro. Allora... Bennett ha deciso di andare con lui? Avevo avuto questa impressione quando li ho visti parlare tra loro, dopo la nostra battaglia."

"Sì, è proprio così." disse Sierra,  facendo cenno a Ritchie e Sparky di accomodarsi. "Ha deciso di studiare ed allenarsi assieme a padre Elias per diventare uno dei Superquattro della Lega Pokemon di Reborn, per quando quest'ultima sarà istituita, si intende. E se ciò fosse vero e ci riuscisse, beh... sarebbe a dir poco meraviglioso."

"Dewgong..." mormorò il Pokemon simile ad un lamantino bianco, appoggiando una pinna sul divano accanto alla sua allenatrice, che alzò lo sguardo verso il soffitto e proseguì.

"Dovrei essere contenta per mio figlio. E in effetti, lo sono." continuò Sierra. "Ma... Ritchie, questo è un favore che ti chiedo. Se per caso dovessi incontrarlo là fuori, da qualche parte... per favore, tienilo d'occhio anche tu da parte mia. Certo... sono sicura che sa badare a sè stesso, ma non sempre lui fa le scelte migliori. Dopotutto, nessuno di noi fa sempre le scelte migliori, dico bene?"

"Mi... mi sembra anche giusto che lei si preoccupi per suo figlio, miss Sierra." rispose Ritchie, rivolgendo un pensiero anche ai suoi genitori che in quel momento erano sicuramente a Kanto, a vivere la loro vita di ogni giorno, e probabilmente a preoccuparsi per lui che stava vivendo chissà quali avventure in un luogo infido e pericoloso come Reborn.

Sierra alzò le spalle. "LO so, lo so... ma mi sembra quasi surreale. Prima Luna e Gardevoir, e adesso Bennett... ogni cosa col tempo se ne va, a quanto pare." rispose. "Forse non sono proprio tagliata per questa storia di essere una mamma... ma non importa. Mi basta sapere che Bennett sta bene e sta inseguendo i suoi sogni. Al resto... mi abituerò."

"Pikachu..." rispose malinconico Sparky, augurandosi tra sè che se non altro, Bennett sarebbe stato in grado di realizzare il suo sogno e compiere le giuste scelte...         
   

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"Ormai ci dovremmo essere..." affermò Saphira, spostando un grosso ramo ricoperto di foglie che le ostruiva la visuale. Adesso i dintorni cominciavano a sembrarle più familiari. "Tra non molto arriveremo finalmente al nostro rifugio. Almeno lì, almeno per un po', dovremmo essere in grado di riposarci un po', e pianificare la nostra prossima mossa contro il Team Meteora."

"Un rifugio, eh? Mi ritorna alla mente quello di mia sorella Titania..." commentò Pietro, facendo un sorriso un po' amareggiato. "Non ricordo più quante volte sono andato da quelle parti perchè Tania mi ci aveva trascinato."

Anna guardò verso di lui e sbattè gli occhi con espressione vagamente confusa. "Pietro? Va tutto bene? Mi... mi sembra di capire che non vai molto d'accordo con tua sorella, o sbaglio?" chiese la bambina dai capelli neri. "Come mai? Pensavo che tra fratelli ci si intendesse sempre..."

"Benvenuta nel mondo reale, stupida marmocchia." intervenne Fern.

Charlotte grugnì e alzò gli occhi al cielo. "TU apri bocca soltanto per insultare, eh?" chiese sarcastica.

Fern ghignò e alzò le spalle. "Hey, non è colpa mia se sono circondato da idioti." affermò. "Avete mai pensato a cosa farete una volta che il Team Meteora sarà stato sconfitto? Se la cosa sarà possibile, beninteso. Non so se ve ne siete accorti, ma questo paese non ha neanche una Lega Pokemon, non ha nessuna autorità che permetta di mantenere l'ordine... solo il Team Meteora riesce a mantenere una parvenza di controllo, e se dovesse essere eliminato... questo mondo cadrà nell'anarchia!"

"E quindi tu dici che sarebbe meglio lasciarli fare e permettere loro di fare la bella vita a spese di persone innocenti? Ma ti ascolti mentre parli, Fern?" lo rimbeccò Pietro. "Ah, già, dimenticavo, se una cosa non riguarda te allora non è di alcun interesse, vero?"

"E che c'è di male?" ribattè Fern. "Esatto, se una cosa non mi riguarda direttamente, allora non so che farmene. Qualche problema?"

"Ora basta! Non siamo qui per queste discussioni infantili!" intervenne rapidamente Saphira con tono infastidito. "Pietro, non rispondere a Fern, non fai altro che fare il suo gioco. Fern, tu sei libero di pensarla come vuoi, ma ti ricordo che sei stato tu ad entrare a far parte della resistenza, di tua volontà. E adesso, che ti piaccia o no, sei anche tu contro il Team Meteora. Pensavo che la cosa fosse ovvia."

"Hehehee... ammettilo, Fern, ti ha bruciato!" sghignazzò Julia.

Il ragazzaccio con gli occhiali masticò amaro, ma tenne per sè ogni risposta. Non era certo quello il momento di dire la sua... non ancora, almeno.  

Per fortuna, ci pensò Laura ad intervenire prima che la tensione potesse diventare insopportabile. La sorella di mezzo del terzetto Belrose richiamò l'attenzione con un gesto della mano, e indicò una stradina ricoperta di ciottoli che si addentrava in un grande giardino, il manto erboso ricoperto di bellissimi fiori di ogni colore. La valle era circondata da alte rupi di roccia bianca che formavano attorno ad essa delle mura protettive, e tutt'attorno si vedevano svolazzare dei Pokemon Coleottero o Volante, oltre che dei normali uccelli ed insetti che rendevano l'atmosfera molto più vivace. Anche Fern doveva ammettere che la visione era davvero suggestiva - la prateria fiorita era interrotta soltanto dall'apparizione di qualche piccolo edificio costruito in tavole di legno inchiodate rozzamente tra loro, e dei piccoli specchi d'acqua limpida, una vista sicuramente gradita ai ragazzi che erano abituati a vedere il degrado e la sporcizia di Reborn City. Anche il cielo sopra di loro era di un azzurro mai visto, con delle gradevoli nuvole bianche che fluttuavano lentamente sopra di loro. Anna e Noel, che non avevano praticamente mai visto in vita loro un simile spettacolo, rimasero ipnotizzati davanti ad una scena tanto semplice, e al tempo stesso tanto suggestiva.

"Woooow! Questo posto è bellissimo!" esclamò Julia, avanzando per prima sulla stradina di ciottoli che si addentrava nella prateria. "Saphira, non mi avevi mai detto che tu e le tue sorelle vi eravate fatte il rifugio in un posto così fico!"

"E' davvero... un posto molto bello." commentò Pietro, anche lui sorpreso e meravigliato. Per un attimo, gli era sembrato che anche l'apatica e silenziosa Florinia avesse assunto un'espressione vagamente impressionata. "Spero solo che... Vera e gli altri riescano a trovarlo. Non è la cosa più facile del mondo, orientarsi tra queste montagne..."

"Tranquillo, Amaria avrà sicuramente fatto un ottimo lavoro. Se è stata lei a dare a Vera e agli altri le direzioni, allora arriveranno presto." continuò Charlotte, tenendo le mani sulla nuca con un sorriso acuto. "Piuttosto, adesso proseguiamo e raggiungiamo la nostra casetta! Non vedo l'ora di appoggiare un po' la testa su un vero cuscino, piuttosto che quello schifo di pagliericci che ci davano all'orfanotrofio!"

"Ormai è acqua passata, Charlotte." disse Saphira con tono rassicurante. Anche se Charlotte non dava l'impressione che i maltrattamenti subiti in quel posto orribile l'avessero troppo segnata, la maggiore delle sorelle Belrose aveva comunque tutta l'intenzione di fare sì che il passato restasse tale, e che nessuno subisse più quello che loro avevano subito. "Ora siete tutti al sicuro, qui in questa valle dove il Team Meteora non ha ancora allungato i suoi tentacoli."

"E se quei dannati del Team Meteora proveranno ancora a fare del male ai miei cari... troveranno me ad attenderli." pensò ferocemente tra sè, tenendo in mano una Pokeball e stringendola fino quasi a farsi venire le dita bianche. "Chiunque provi a prendersela con la mia famiglia... non vivrà abbastanza a lungo da pentirsene!"         
             

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CONTINUA...

Note dell'autore: Scusate se l'aggiornamento arriva così tardi. C'è stato un periodo in cui non riuscivo a concentrarmi sulla scrittura, e dovevo saltare sempre da un argomento all'altro. Spero che questo non abbia danneggiato troppo il mio nuovo capitolo, e che vi piaccia in ogni caso!

Bennett ha fatto la sua scelta... ora, non resta che vedere se sarà in meglio o in peggio. Certo, vedo che pochi dei miei lettori, se non nessuno, si fidano di padre Elias e della Chiesa d'Alfa... bisognerà vedere cosa accadrà, e se davvero quella gente vuol dire guai.

Saphira e il suo gruppo sono arrivati là dove le sorelle Belrose hanno il loro rifugio... ma sarà davvero sicuro? Non credo che il Team Meteora tarderà troppo a farsi sentire, con i suoi nuovi e folli esperimenti... speriamo solo che Vera e Ritchie riescano a raggiungere il gruppo in tempo, o saranno guai!

Grazie della vostra attenzione, e alla prossima!

 

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Capitolo 49
*** L'attivazione del PULSE-Abra ***


Pokemon: A World Reborn


Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 49 - L'attivazione del PULSE-Abra

Vera doveva ammetterlo, si era fatta l'idea che Zirconia fosse una città un po' più retrograda di quello che era in realtà. Per qualche motivo, la giovanissima coordinatrice di Hoenn si era aspettata un villaggio tranquillo dalle case di legno, immerso nella natura, e non credeva che si sarebbe trovata davanti degli edifici in cemento, ben costruiti e certamente ben tenuti. Non si sarebbe certo detto, a guardare la città in quel momento, che solo alcune ore fa fosse successo un evento inspiegabile che l'aveva messa sottosopra. Anche le persone non davano l'impressione di essere diffidenti nei confronti degli stranieri. Il gruppetto di Vera aveva incrociato già alcuni abitanti, che avevano dato loro il benvenuto senza mostrare alcun timore. E su tutti gli edifici, spiccava in particolare la villa di Sierra, uno splendido edificio che quasi strideva con l'aspetto trascurato e decadente di gran parte di Reborn City, non troppo distante da lì. Il canto di un gruppo di Taillow accolse il gruppo di Vera mentre si addentravano in città.

"Eccoci arrivati. Benvenuti a Zirconia, oserei dire." disse Cain, mostrando loro la cittadina di montagna e si metteva a posto un ciuffo dei suoi indisciplinati capelli viola. "Scommetto che non è esattamente così che ve l'eravate aspettata, eh?"

"In effetti, non è esattamente il posto che credevo che fosse." ammise Hitomi, guardandosi attorno con le mani in tasca e la sua tipica espressione neutrale. Si avvicinò ad un albero che spiccava nel bel mezzo della piazza principale e lo guardò, come se immaginasse di vederci qualcosa di particolare.

"Hitomi?" chiese Max. "Va tutto bene? Non per essere polemico, ma quello che stai guardando è un comunissimo albero!"

"Non l'avrei mai detto." rispose sarcastica la bambina dai capelli a caschetto. "Stavo solo... ambientandomi, tutto qui."

"Dì la verità, Hitomi, piace anche a te questo posto, eh?" chiese Ortilla con un sorriso gentile. Alty prese il volo e si mise a girare per un po' intorno alla piazza principale, attirandosi dietro gli sguardi ammirati di diversi abitanti che probabilmente non avevano mai visto un Pokemon come lei. "Immagino che questo voglia dire sì."

"Altaria!" esclamò la maestosa Pokemon Drago/Volante.

"Hey, guardate lì!" esclamò un ragazzo che stava passeggiando vicino al Pokemon Market, il braccio puntato verso Alty. "Quello è un Altaria, non è vero?"

"Sì, è vero! Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ho visto un Pokemon come quello!" rispose un altro ragazzo. "Con tutto l'inquinamento che c'è in questi tempi a Reborn, immagino che gli Swablu abbiano deciso di andarsene..."

Gli sguardi di ammirazione di numerosi passanti portarono un certo orgoglio ad Alty, che sorrise tra sè prima di tornare dalla sua allenatrice con un elegante battito di ali. Visto che Ortilla era senza dubbio l'allenatrice di Alty, alcuni dei più giovani abitanti di Zirconia si avvicinarono alla bambina dai capelli turchini, interessati a sapere un po' di più di lei. "Hey, piccola! Tu sei l'allenatrice di quell'Altaria?" chiese una ragazza che dava l'impressione di avere qualche anno più di Ortilla. "Tu devi essere... una di quelli di Hoenn di cui abbiamo sentito parlare di recente!"

"State facendo un gran bel lavoro!" affermò un ragazzo, facendo il segno dell'okay a Max e a Drew. "Abbiamo sentito delle vostre vittorie, e ci fa piacere vedere che alla fine il Team Meteora ha incontrato qualcuno che gli sta tenendo testa!"

Max fece un'amara risata a mezza bocca. Non sospettavano certo che l'unico motivo per cui erano riusciti a fermare Lord Solaris sul Picco Apatite era stato l'eroico sacrificio della sensei Kiki. "Diciamo... che non possiamo prenderci tutto il merito. I nostri compagni della resistenza ci hanno dato una mano, e se non fossero stati lì a guidarci, non credo che saremo arrivati fin qui."

"Detto questo, a quanto pare stiamo dando molti più problemi al Team Meteora di quanto abbia mai fatto chiunque altro... quindi, accettiamo i complimenti!" affermò Drew con una strizzata d'occhio, anche se privatamente sentiva ancora una morsa di rimpianto per non aver potuto impedire la morte di Kiki. Chissà come se la stavano cavando Cal e Vittoria in quel momento... ereditare la gestione del Monastero Apofillide, anche se gli allievi erano senz'altro disciplinati e più che disposti a seguirli, non doveva essere una cosa facile.

"Grazie... stiamo facendo tutto quello che possiamo per sconfiggere il Team Meteora, e credo che qualche passo in avanti lo abbiamo fatto." disse Vera, non senza un po' di orgoglio per i risultati che effettivamente avevano ottenuto. "Ma... abbiamo sentito parlare della vostra rappresentante della resistenza, la signora Sierra Voclain. Ci farebbe piacere incontrarla, se fosse possibile."

"Ah, certo, non potete sbagliare." rispose una donna, indicando la villa che si vedeva al lato opposto della città. Esattamente come Vera aveva immaginato... "Abita lì, in quella villa stupenda... e credo proprio che la troverete lì, visto che in questi giorni esce abbastanza raramente."

"Grazie per l'informazione, tesori!" affermò Cain strizzando un occhio. "A proposito, sono già passati di qui altri della nostra organizzazione?"

"Sì, certo... un gruppo di allenatori, guidati da una certa Saphira e dalle sue sorelle. Lei è il capo della resistenza al Team Meteora, non è vero?" rispose prontamente un giovane abitante della cittadina. "E' stata una fortuna che fossero qui quando abbiamo avuto a che fare con degli strani fenomeni..."

Hitomi corrugò la fronte e guardò la persona che aveva parlato. "Strani fenomeni?" chiese la bambina, restando calma ma dimostrando che l'argomento aveva attirato tutta la sua attenzione. "Che cosa è successo, esattamente?"

"Per favore, diteci di cosa si è trattato..." affermò Max, già sospettando che potesse essere un altro dei trucchetti del Team Meteora. "E' importante, abbiamo bisogno di sapere tutto, se è successo qualcosa di sospetto."

"Beh... per quanto possa sembrare strano, alcuni oggetti hanno cominciato a scomparire e riapparire da altre parti." spiegò un ragazzino, tenendo in mano un pallone da calcio con cui stava giocando. "Il mio pallone, per esempio... stavo per dargli un calcio e tirarlo in porta, quando è scomparso! L'ho visto apparire di nuovo dietro la finestra di una casa..."

"E questo è niente. Televisori, elettrodomestici, quadri... ogni tipo di mobile... tutto scompariva dalle case e riappariva nei posti più impensabili!" continuò una giovane donna. "Adesso abbiamo rimesso tutto a posto, grazie anche a quei ragazzi... ma non possiamo fare a meno di pensare che sia stata opera di qualche diavoleria del Team Meteora."

"Quelle carogne. Non si stancano mai di rendere la vita difficile alla brava gente?" commentò esasperata un'altra donna.

Vera e Drew si guardarono negli occhi, e poi guardarono verso Cain, che si fece terribilmente serio e fece un cenno con la testa. "Sì, miei cari... sono praticamente certo che si tratti di un'altra macchina PULSE." affermò il giovane esperto di Pokemon Veleno. "Solo loro possono fare questi strani effetti... anche se mi chiedo che razza di Pokemon ci abbiano messo dentro per ottenerli."

"Sicuramente un Pokemon i cui poteri sono legati al teletrasporto... immagino che possa trattarsi di un Abra o di un Ralts." affermò Max, dopo averci pensato su per qualche istante.  L'idea gli fece correre un brivido lungo la schiena - il suo amico Ralts era stato usato allo stesso modo dal Team Vicious prima di essere salvato.

"Questo significa... che la nostra prossima mossa dovrebbe essere di trovare il luogo in cui il Team Meteora esegue i suoi esperimenti con questa macchina PULSE." affermò Drew. "Dobbiamo scovarli e porre fine all'esperimento prima che facciano qualcosa di irreparabile."

Mentre Drew parlava, vide un ragazzo un po' più grande di lui, probabilmente dell'età di Ash, che si stava avvicinando, facendosi educatamente strada tra la folla accompagnato da un Pikachu un po' particolare - un esemplare che aveva un buffo ciuffetto sulla fronte. Per un attimo, il ragazzino dai capelli verdi ebbe l'impressione che si trattasse proprio di Ash, in effetti... ma riuscì a vedere le differenze un attimo dopo, quando si accorse che il nuovo arrivato aveva i capelli rossicci, un po' più ordinati rispetto a quelli di Ash.

"Salve... scusate, vi ho sentito parlare del Team Meteora, e ho pensato che avrei potuto darvi una mano." affermò il ragazzo dai capelli rossicci, avvicinandosi al gruppo di Vera e attirando la loro attenzione. "Voi... siete altri membri della resistenza, immagino."

"Pika pikachu!" squittì il Pikachu con il ciuffo, guardando incuriosito verso Ortilla.

"E potremmo sapere tu chi sei, esattamente?" chiese Hitomi, restringendo un po' gli occhi senza mostrare alcuno stupore.

Ritchie si schiarì la voce, imbarazzato. "Già, scusate, non mi sono neanche presentato..." affermò. "Il mio nome è Ritchie, e sono anch'io un allenatore di Pokemon. E lui è il mio migliore amico, il mio Pikachu, Sparky." Il Pikachu con il ciuffo che lo affiancava drizzò vivacemente le orecchie e mosse una mano per salutare. "Vengo da Kanto, ma sono capitato qui a Reborn... per motivi che in questo momento sarebbe un po' troppo lungo spiegare. Comunque, anch'io sto cercando di dare una mano contro il Team Meteora, e spero che la mia assistenza permetterà di fare un po' di luce su questa complicata situazione."

"Piacere di conoscerti, Ritchie!" rispose Vera, contenta di poter contare su un altro alleato. "Il mio nome è Vera Maple, e vengo da Hoenn... e loro sono i miei compagni, mio fratello Max... Drew, Hitomi, Ortilla e Cain.". La bambina castana notò che Ritchie aveva sgranato leggermente gli occhi quando Ortilla si era presentata alzando una mano e sorridendo.

"Piacere nostro, ragazzo!" affermò Cain strizzando un occhio. "Mi sembri un tipo in gamba, come mai un ragazzo come te viene a fare  un giretto in un posto con una fama così... particolare?"

"Ecco... come ho detto, è una storia un po' lunga, ma..." cominciò a dire il ragazzino dai capelli rossicci. "Intanto c'è una cosa che posso dire, e cioè... che sono venuto qui a Reborn sotto richiesta del signor Adriano, l'attuale Campione di Hoenn!"

"Cosa? E' stato mio zio a chiederti di..." esclamò stupita Ortilla, per poi fermarsi a pensare per un istante, e annuire con molta più calma. "Certo... certo... avrei dovuto immaginarlo... zio Adriano non è rimasto a guardare mentre io venivo rapita dal Team Meteora... e quindi ha mandato qualcuno per assicurarsi che io stessi bene."

"Ma allora come mai non è venuto lui stesso?" si chiese Cain. "Magari, con un allenatore come il Campione di Hoenn dalla nostra parte, riusciremmo a sconfiggere Lord Solaris e il Team Meteora in men che non si dica."

"Purtroppo, temo che le cose non siano tanto semplici, Cain." affermò Max, dopo averci pensato un po' su. "Vedi... stiamo pur sempre parlando del Campione di un intero continente,  ed è una posizione che comporta molte responsabilità. Non si tratta di un posto che può essere lasciato in qualsiasi momento scaricando la responsabilità su qualcun altro."

"Questo... e l'idea di mandare il signor Rocco Petri o qualche altro allenatore affiliato alla Lega Pokemon di Hoenn è stata rifiutata." affermò Ritchie, cogliendo un po' tutti di sorpresa.

"Cosa? Come mai non mandare qualcuno che..." cominciò a dire Hitomi, ma si fermò a pensarci su. "Beh... in effetti, la cosa ha anche senso... si era detto che il Team Meteora controlla praticamente ogni cosa qui a Reborn. O almeno... controlla abbastanza da avere il potere di negare la richiesta di una visita ufficiale da parte di un'altra Lega Pokemon."

"Esattamente... certo, non hanno voglia di permettere un'investigazione che potrebbe permettere ai loro avversari di sottrarre loro una pedina importante nei loro piani." rispose Max. "Dopotutto... beh, sappiamo tutti cosa vogliono da Ortilla, vero?"

"Già... continuo a chiedermi come sia finita addosso a me, questa... Chiave, di cui parlano tanto." affermò Ortilla, dando uno sguardo alla preziosa collana che portava attorno al collo. "Per adesso, sappiamo che nessuno degli oggetti che il Team Meteora sta cercando è nelle loro mani, e questo, se non altro, è un vantaggio."

"E a questo proposito... proprio poche ore fa sono passati i vostri compagni della resistenza, e con loro c'erano anche miss Saphira e le sue sorelle." continuò Ritchie. "Ma... forse è meglio se ne parliamo assieme alla signorina Sierra, lei vi può aggiornare su tutto quello che è successo qui a Zirconia in questi ultimi giorni. Compresa la situazione con la Chiesa d'Alfa."

"Sì, penso che sia una buona idea." affermò Hitomi. "Mi piacerebbe sapere qualcosa di più su cosa sia esattamente questa Chiesa d'Alfa e cosa c'entrino con quello che sta accadendo a Reborn."

"Pikachu!" disse Sparky, indicando la villa con un gesto del braccio, e invitando il resto del gruppo a seguire lui e Ritchie.

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Nel cuore del Monte Tanzanite, un dedalo di caverne e gallerie scavate molti anni prima, nella maggior parte delle quali ancora si trovavano i resti di vecchie miniere che una volta dovevano essere state piene di attività, si trovava all'insaputa di molti un covo del Team Meteora, nel quale fervevano i preparativi per un nuovo esperimento.

A sovraintendere questo nuovo progetto c'era, in maniera abbastanza prevedibile, il misterioso scienziato dalla personalità multipla, ZEL, sotto il controllo scrupoloso di Sirius e del Dr. Connal... e in quel momento, ZEL stava appunto completando alcuni controlli, in piedi davanti ad una macchina PULSE di dimensioni relativamente contenute. Alta poco più di un metro e mezzo e larga in proporzione, era identica alle diavolerie tecnologiche dello stesso tipo che il Team Meteora aveva usato per mutare un Tangrowth, un Muk e un Camerupt... e al suo interno, reso visibile dal fatto che il portellone frontale era rimasto aperto, era seduto un Pokemon  umanoide dalla forma vagamente simile ad una volpina, alto meno di un metro, con le orecchie triangolari e la pelle di un vivace colore giallo dorato. Gli arti erano sottili e dall'aspetto debole, come se si fossero parzialmente atrofizzati. La pelle diventava marrone sul petto e sulle spalle, dando l'impressione che il Pokemon indossasse un'armatura, e aveva una coda abbastanza spessa, anch'essa di colore giallo tranne che per un anello marrone attorno ad essa. Teneva gli occhi costantemente chiusi, e poteva sembrare che stesse dormendo da seduto... se non fosse stato per il fatto che la fronte corrugata e le orecchie che guizzavano in giro suggerivano che il Pokemon fosse in preda a qualche terribile incubo.

Certo, i cavi d'acciaio connessi alla sua testa e le morse d'acciaio temprato che lo tenevano fermo al suo posto non davano l'impressione di essere per niente confortevoli.

"Qual è la situazione, ZEL?" chiese bruscamente Sirius quando gli sembrò che il capo dei reparti scientifici del Team Meteora avesse smesso di armeggiare con la macchina. "A che punto è arrivato il progetto PULSE-Abra?"

ZEL scosse la testa e parlò con la voce della sua personalità maschile. "Non possiamo ancora esserne sicuri." affermò. "L'ultimo tentativo ha dato dei risultati deludenti. Anzichè teletrasportare quello di cui avevamo bisogno, Abra ha diretto i suoi poteri mentali verso Zirconia, teletrasportando diversi oggetti, apparentemente casuali, per tutto il perimetro della città. Adesso... il nuovo programma dovrebbe averlo messo sotto controllo. Ho solo bisogno di qualche minuto per verificare che tutto sia a posto, e poi continueremo le prove."

"Ottimo. Se la cosa non da fastidio, il nostro stimato collaboratore e il sottoscritto resterebbero ad assistere." affermò Sirius. "Vogliamo renderci conto con i nostri stessi occhi dell'efficienza e delle potenzialità della nostra ultima macchina PULSE."

"Certamente, comandante Sirius... dottor Connal... sentitevi liberi di restare." rispose ZEL, la cui personlità era passata di colpo a quella di Eve. "Noi... completeremo gli aggiornamenti entro breve, ed eseguiremo presto tutte le prove necessarie."

"Mi auguro di vedere dei risultati positivi." disse Connal con tono severo. Il suo Raichu si avvicinò al suo allenatore, guardando con allarme in direzione della macchina PULSE, e ringraziando di non esserci lui là dentro. "Le nostre operazioni hanno subito troppi rallentamenti, e dobbiamo assolutamente recuperare il tempo perduto."

"A questo proposito, Dr. Connal, non era obbligato a presenziare a questo esperimento." affermò Sirius, lo sguardo reso ancora più inquietante dal brillio scarlatto del suo occhio artificiale. "Immaginavo che lei sarebbe rimasto a Reborn City, per dirigere le operazioni di riassetto del suo orfanotrofio."

"Ho lasciato tutto in mano a colleghi molto capaci, quindi non è questo che mi preoccupa." rispose Connal. "Piuttosto, ero interessato a vedere come funzionassero queste macchine PULSE, visto che non ne ho mai vista una in attività. Quello, e c'erano delle domande che mi ero posto e le cui risposte ho cercato per molto tempo."

"Ha per caso a che fare con il fatto che la comandante suprema è particolarmente interessata a questo progetto?" chiese il comandante dall'occhio bionico, senza neanche voltarsi verso lo psichiatra. La reazione di Connal fu di socchiudere gli occhi, la mente rosa dal dubbio e dal desiderio di saperne di più. "Pensavo che il motivo per cui lei presta i suoi servigi a noi del Team Meteora fosse... ciò che è accaduto a sua sorella."

Il dottore esitò un attimo prima di rispondere. "Sì, comandante Sirius, quella è la mia motivazione primaria." rispose. "Tuttavia, ci sono anche altri elementi sui quali desidererei sapere di più. E credo che la comandante suprema Lin sarebbe in grado di darmi qualche risposta."

"Io ci penserei su più di due volte prima di fare simili domande alla nostra comandante suprema." tagliò corto Sirius. "Lo sa anche lei che esitiamo a coinvolgerla direttamente nei nostri progetti, e che parteciperà a questo soltanto perchè potrebbe costituire una parte fondamentale nel progetto del Team Meteora. Cerchi di non fare il passo più lungo della gamba, o se ne pentirà amaramente."

"Certo... me ne rendo conto." fu la conclusione di Connal. Ma dentro di sè, lo psichiatra criminale aveva già deciso che non sarebbe finita con una risposta di comodo. Quel nome gli riportava alla mente dei ricordi che forse avrebbe preferito restassero sepolti per sempre nel suo subconscio, e non poteva lasciar perdere senza prima assicurarsi che fosse tutto in ordine.

"Lin..." pensò tra sè Connal. "E' tutto troppo strano. Non può che essere una coincidenza. Ma se non lo fosse? Meglio esserne sicuro..."

"Molto bene, signori." disse ZEL, interrompendo i pensieri del Dr. Connal. Lo Abra che si trovava all'interno della macchina PULSE emise un verso di paura e rabbia quando lo scienziato premette un tasto su un comando a distanza, e la pesante porta in lamiera del marchingegno infernale si chiuse con un suono inquietante, intrappolando il fragile Pokemon Psico all'interno. "Il programma PULSE è completo. Tutto quello che dobbiamo fare è attivare la macchina e verificare se adesso fa quello che noi vogliamo."

"Non possiamo aspettare più di tanto, ZEL." rispose Sirius. "Prova ad attivarla adesso, e vediamo cosa succede. La comandante suprema esige risultati."

ZEL fece un cenno con la testa e, dopo essersi assicurato che la macchina PULSE fosse collegata correttamente, la attivò facendo scattre un interruttore laterale, e poi abbassando una piccola leva posta sulla parte superiore del congegno. Immediatamente, la macchina prese vita, e numerose spie luminose si accesero su di essa, emettendo degli strani suoni. Per un attimo, i tre luogotenenti del Team Meteora ebbero l'impressione di sentire la voce dell'Abra rinchiuso là dentro che si lamentava, ripetendo il proprio nome con tono allarmato.
"Molto bene... per favore, signori, teniamoci a distanza di sicurezza dalla macchina." raccomandò ZEL, tenendosi vicino ad un tavolo sul quale erano stati riposti, in ordine quasi maniacale, libri e blocchi di appunti foderati di strani appunti. Sirius e il Dr. Connal fecero come ZEL aveva loro consigliato e si piazzarono a debita distanza mentre la macchina iniziava a scuotersi e ad emettere rumori sempre più frequenti ed inquietanti...

"Ecco... adesso dovremmo cominciare a vedere dei risultati." disse ZEL con la voce di Eve, che cambiò rapidamente a quella di Lumi. "E speriamo che non faccia troppo male a quel Pokemon..."

ZEL si diede una pacca su un lato della testa per mettere a tacere la voce della sua personalità più gentile. "E smettila di rovinare la festa, tu!" esclamò Zero. "Stiamo asistendo a quello che potrebbe essere il trionfo definitivo del Team Meteora, quindi vedi di non..."
Non fece in tempo a finire la frase, prima di scoprire di trovarsi a circa due metri da terra, sospesi in aria sopra il tavolo su cui aveva accumulato gli appunti. Una frazione di secondo dopo, la gravità impose nuovamente la sua legge, e il malcapitato scienziato del Team Meteora cadde come un sacco di patate sopra il tavolo, mandandolo in pezzi e sparpagliando appunti e quaderni dappertutto!

"AAAAARGH!" gridò ZEL, più per la sorpresa che per il dolore vero e proprio, e restò per qualche istante seduto dov'era a massaggiarsi il fondoschiena! "Che... che... che accidenti era questo?"

"Non lo so... ma credo che Abra ci stia... rispettosamente dicendo che non vuole collaborare." disse Sirius, con un tono sarcastico ed irritato che gli si confaceva molto bene in quel momento: in qualche modo, un vaso da fiori era apparso dal nulla sopra di lui e gli si era rovesciato addosso, riempiendogli i capelli di terra e acqua.

Un istante dopo, il comandante dall'occhio bionico scomparve da dove si trovava... e si ritrovò all'ingresso della stanza con la faccia rivolta alla porta!

"Grazie, Abra, non ho nessun bisogno del tuo sarcasmo, in questo momento..." affermò Sirius. "E... qualcuno mi spiega dov'è finito il Dr. Connal?"

"Esattamente sopra le vostre teste, stimati colleghi." gli arrivò come risposta la voce severa del dottore... e vista la posizione in cui il diretto interessato si trovava - appeso come un panno lavato ad una lampada alogena che pendeva dal soffitto - il suo tono serio non faceva che rendere ancora più comica la sua vista! "Mi sembra... che gli ultimi programmi di ZEL non abbiano sortito l'effetto desiderato!"

"Ugh... accidenti, e io che pensavo che fosse tutto a posto... niente da fare, devo spegnere la macchina e riprovare." rispose Zero. Si alzò rapidamente da dove si trovava, e si diresse verso il macchinario PULSE... ma non fece in tempo a raggiungerlo prima di essere teletrasportato all'ingresso della stanza, quasi andando addosso a Sirius! Contrariato, lo scienziato cercò nuovamente di raggiungere la macchina PULSE, ed era giunto ad appena un metro di distanza da essa... quando si ritrovò nuovamente dov'era un attimo prima, all'ingresso della stanza a fianco di Sirius! "No! Ma che significa? Mi teletrasporta via ogni volta che sto per avvicinarmi?"

"Così sembrerebbe, Zero." affermò Eve. "Dimentichi che la specialità di Abra è proprio il teletrasporto. E ogni volta che qualcuno si avvicina, lui lo allontana in questo modo."

"Del resto, visto come avete maltrattato quel povero Abra, non posso dire che non ve lo meritate." sentenziò Lumi, con un tono accusatorio che era insolito sentire da lei...

Sirius strinse i denti per la rabbia. "Maledizione... e quindi, adesso dovremmo vedercela con questo Abra viziato che ci teletrasporta lontano ogni volta che cerchiamo di avvicinarci alla macchina PULSE per fare delle modifiche." ringhiò. "Questo ci mette in difficoltà... come facciamo a spegnere la macchina se non riusciamo neanche a raggiungerla?"

"Questo è... un bel problema." affermò il Dr. Connal. "E adesso... cosa starà succedendo qui attorno? A Zirconia e attorno al Monte Tanzanite?"

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In quel momento, nella splendida villa di proprietà di Sierra, il gruppetto di Vera e Drew stava parlando con la padrona di casa. Dopo che Ritchie e Sparky li avevano condotti a Villa Voclain, avevano trovato Sierra più che ben disposta a parlare con loro e a raccontare quello che era successo in quegli ultimi giorni... in particolare, il misterioso caso degli oggetti che scomparivano e riapparivano in altri posti... e la visita di Padre Elias. La ex-modella aveva tralasciato soltanto la misteriosa e fulminea guarigione di Anna, temendo che l'avrebbero presa per visionaria...

"E quindi... ritenete che questi misteriosi eventi siano legati a qualche macchina PULSE che il Team Meteora sta provando in questi ultimi giorni." affermò Sierra, seduta sul suo divano con le gambe accavallate, in modo da mostrare il suo fascino. La giovane donna accarezzò un Glaceon che sedeva sul divano accanto a lei, e si schiarì un po' la voce prima di riprendere il discorso. "In effetti, questa è un'impressione che hanno avuto anche i vostri compagni che sono passati di qui poco tempo fa. Al momento, stanno andando verso il rifugio delle sorelle Belrose, nel bel mezzo della Foresta Tanzanite, e credo che fareste bene ad andare anche voi in quella direzione."

"Faremo come ci suggerisce lei." affermò Drew. "Dobbiamo ritrovarci con i nostri compagni e riorganizzarci per sferrare il prossimo attacco al Team Meteora."

"Se non do fastidio... potrei unirmi anch'io alla compagnia?" chiese Ritchie. "Ora che ho trovato la persona che stavo cercando, vorrei fare quello che posso per proteggerla, almeno finchè non sarà possibile tornare ad Hoenn."

Ortilla ed Alty non ebbero nulla in contrario. "Non ti respingiamo di certo, Ritchie... anzi, Alty ed io apprezziamo molto quello che hai fatto per noi." disse la bambina dai capelli turchini. "E poi, abbiamo visto che il Team Meteora è un'organizzazione molto pericolosa, e non si hanno mai troppi alleati, quando si affronta un simile nemico."

"Mi sembra una saggia decisione." continuò Sierra. "Ma prima di tutto..."

*CRRRRRAAAAAAAASH!*

L'esperta di Pokemon Ghiaccio venne interrotta quando uno schianto assordante risuonò nel soggiorno della lussuosa villa, e alcune finestre si infransero una frazione di secondo dopo, spargendo frammenti di vetro in tutto il corridoio! Quasi tutti i presenti fecero un sobbalzo per lo stupore e la paura, e anche Sierra sgranò gli occhi per un istante, appoggiando una mano sul dorso del suo Glaceon, che si era alzato di scatto e aveva inarcato la schiena come un gatto arrabbiato... e subito dopo, si cominciarono a sentire voci impaurite ed esclamazioni allarmate dall'esterno, seguite da altri tonfi che non promettevano nulla di buono.

"Cosa? Che succede, adesso? Altri fenomeni... come quelli di prima?" esclamò Ritchie.

"Chi vuole scommettere che adesso è caduto il tetto del Pokemon Center sulla mia casa?" chiese Sierra con tono piatto, come se la cosa non la riguardasse nemmeno!

"Meglio andare a dare un'occhiata... temo che questa volta sia successo qualcosa di veramente grosso." affermò Hitomi. La bambina dai capelli rossicci si mosse per prima verso l'uscita e, con prudenza, la spinse in modo da poter guardare fuori senza rischiare di essere colpita da qualche oggetto vagante.

Quello che vide la lasciò di stucco per qualche istante: due grossi massi erano caduti nel centro della piazza principale, per fortuna senza fare alcuna vittima, ma mandando in frantumi un lampione che si trovava ai lati della piazza. Un automobile di vecchio modello era stata in qualche modo piazzata sui rami di un albero... e una lavatrice, una lavastoviglie ed un termosifone giacevano sparpagliati sui marciapiedi. Con prudenza, Hitomi uscì dalla villa e guardò verso il tetto della villa di Sierra... e come aveva detto la padrona di casa, ecco che vide uno spesso tetto rosso e spiovente che in qualche modo era finito sopra il tetto della villa! Certo, non poteva essere stato in nessun altro modo che tramite qualche sortilegio...

"Ehm... non so come dirvelo, ma... il tetto del Pokemon Center è effettivamente caduto sulla villa di miss Sierra." commentò Hitomi, invitando i suoi compagni a venire fuori a loro volta e a dare un'occhiata a quello che era successo. Non che ci fosse davvero bisogno di uscire per capire che stava accadendo qualcosa di davvero inusuale e grave. Anche dal soggiorno, i ragazzi avevano visto i grossi massi che erano precipitati sulla piazza, e si sentivano le esclamazioni della gente. Poco più in là, il Pokemon Center della città era rimasto scoperchiato, come se qualche mano abile ed invisibile avesse semplicemente tagliato via il tetto e lo avesse depositato sopra Villa Voclain. La cosa più sorprendente, ad ogni modo, era che i danni alla villa erano stati davvero limitati, vista la situazione. A parte i vetri rotti e qualche crepa sul tetto, la villa era rimasta illesa...

"Mamma mia..." commentò Vera, uscendo e dando un'occhiata in giro. Gli abitanti di Zirconia stavano già cercando di correre ai ripari e rimediare a quello che era successo, riportando ciò che potevano al posto dove doveva essere, ma era evidente che non ce l'avrebbero potuta fare da soli, e soprattutto, che si trattava soltanto di una tregua temporanea. Presto o tardi, lo strano fenomeno si sarebbe ripetuto, con chissà quali conseguenze...

"Che razza di diavoleria si è inventato, il Team Meteora?" si chiese Cain, anche lui stupefatto davanti a quello che era successo...
Una cosa era certa, pensò tra sè Vera. Non potevano attendere a lungo. Dovevano raggiungere Saphira e gli altri il prima possibile, e assieme a lei e agli altri membri della resistenza, scoprire quale fosse il progetto del Team Meteora per mandarlo all'aria.

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"Maledizione... questa proprio non ci voleva." grugnì contrariato Sirius, sgranchendosi una spalla. Lui, ZEL e il Dr. Connal avevano cercato in tutti i modi di fermare la macchina PULSE che avevano attivato... ma l'Abra rimasto all'interno non permetteva loro nemmeno di avvicinarsi, e li teletrasportava a distanza di sicurezza ogni volta che cercavano di farlo. "La comandante suprema non sarà per niente contenta di questo fallimento. Temo che il tempo a nostra disposizione sia ormai contato... se non riusciamo a trovare un modo per rimediare a tutto questo, le nostre teste potrebbero cadere!"

"Non possiamo neanche cercare di distruggere la macchina a distanza. Essa rappresenta una risorsa molto importante per noi del Team Meteora, e non può essere sacrificata a cuor leggero." affermò il Dr. Connal. "La situazione è effettivamente molto difficile. Dobbiamo pensare ad un modo per riportare il tutto a nostro favore..."

Lo psichiatra criminale e il suo Raichu si voltarono verso un piccolo gruppo di soldati semplici del Team Meteora guidati dagli ormai immancabili Astro ed Eclisse - il Cavaliere e la Dama raggiunsero i loro superiori e fecero un saluto, mettendosi sull'attenti mentre Sirius volgeva su di loro il suo sguardo feroce quasi ad intimare loro di parlare solo se avevano qualcosa di molto importante da dire.

Per parte loro, Astro ed Eclisse colsero al volo il pessimo umore del comandante, e la ragazza decise che era il caso di venire subito al sodo. "Comandante Sirius!" esordì con decisione. "Ci scusiamo per l'improvvisa intrusione, ma siamo venuti qui per comunicarvi che siamo riusciti ad individuare il nascondiglio delle sorelle Belrose e dei loro alleati, nel cuore della Foresta Tanzanite!"

"Cosa?" esclamò Sirius sgranando gli occhi.

"Rai, raichu?" continuò Raichu. Anche il Dr. Connal, che non era certo il tipo di persona che si sorprendeva facilmente, rimase piuttosto stupito nel constatare che una dei loro sottoposti aveva ritrovato un'informazione così importante.

Astro si schiarì la voce. "Sì... sì, comandante Sirius... Dr. Connal, comandante ZEL..." proseguì il Cavaliere Meteora. "Possiamo confermarlo con certezza. Alcuni dei nostri agenti sono riusciti ad intercettare i loro spostamenti, e hanno individuato il nascondiglio di Saphira Belrose lungo le sponde di un lago, nel cuore della Foresta Tanzanite."

"Non è molto lontano da qui... forse, se riuscissimo a catturare le sorelle Belrose e consegnarle alla comandante suprema, ci risparmieremmo un bel po' di problemi." affermò ZEL con la voce di Eve. "Inoltre, non possiamo dimenticare che potrebbero avere con sè alcune delle quattro Chiavi, o magari anche tutte. Catturarli ci permetterebbe di impadronirci di quei preziosi artefatti ed ovviare così ad un eventuale fallimento del progetto PULSE-Abra."

"Se cominciamo a parlare di cosa faremo nel caso dovessimo fallire, allora abbiamo già fallito." la rimbeccò Sirius. "Ma in ogni caso, hai ragione. Dobbiamo catturare più membri della resistenza possibile. Cavaliere Astro, sai per caso se Vera Maple è con loro?"

"A dire la verità, comandante Sirius... ci è giunta comunicazione giusto adesso da alcuni nostri informatori della Chiesa d'Alfa che Vera Maple e un gruppo di membri della resistenza... più esattamente, l'esperto di Pokemon Veleno Cain LaRue, e tutti gli altri allenatori di Hoenn... si trovano adesso a Zirconia." rispose prontamente Astro.

"Non mi stupirebbe se da quelle parti fosse successo qualcosa che li ha allertati delle nostre attività qui sul Monte Tanzanite." affermò Eclisse, mostrando giusto un pizzico di preoccupazione.

Sirius si sfregò il mento con una mano e formulò rapidamente un piano d'azione. "E va bene... allora, aspettiamo un po' e monitoriamo ancora gli spostamenti di Vera Maple e del suo gruppo." affermò infine. "In questo momento, probabilmente credono che noi non sappiamo dove si trovano. Questa loro speranza si andrà presto a scontrare con la realtà dei fatti."

"Abbiamo il tempo di aspettare, comandante Sirius?" chiese ZEL al suo superiore.

Sirius mosse la testa per dire di sì. "Sì... se non altro, la comandante suprema ci ha lasciato il tempo di ultimare il progetto PULSE-Abra, quindi abbiamo un certo margine. ZEL, tu resterai qui e cercherai di scoprire un modo per indurre Abra a più miti consigli. Io e il Dr. Connal organizzeremo l'attacco. Questa volta non ci devono essere errori."

"Comandante Sirius, se posso intervenire..." affermò Eclisse. "Vera e i suoi compagni sono di ritorno dal Monastero Apofillide, e posso dire con certezza che hanno ricevuto gli insegnamenti della sensei Kiki Mikael Argall... sicuramente lei ha fatto in tempo a trasmettere loro una discreta parte della sua conoscenza prima di morire."

"Sì, capisco." affermò Sirius. "Sicuramente sono diventati più forti rispetto all'ultimo incontro. Ma questo non vuol dire che siano diventati forti come me. E comunque, il Dr. Connal mi accompagnerà. Lui conosce meglio di chiunque altro le sorelle Belrose e diversi dei loro compagni di viaggio. Di fronte alle nostre capacità combinate, non avranno altra scelta che capitolare. Mi occuperò io stesso di Vera Maple."

"Allora, non indugiamo oltre, e cominciamo a fare i preparativi." affermò il Dr. Connal. "Sicuramente, nel rifugio di Saphira e delle sue sorelle ci sono diversi degli orfani sotto la mia tutela, ed è mio compito recarmi lì personalmente per far rispettare la legge."

"Astro, Eclisse... radunate quanti più uomini possibile, avremo bisogno dei numeri per sopraffare Saphira." ordinò Sirius ai due soldati scelti. "Questa volta dobbiamo essere sicuri di non commettere errori. Il Team Meteora è già abbastanza in crisi per i fallimenti che abbiamo accumulato di recente. E' necessario che la popolazione di Reborn comprenda che chiunque si opponga a noi è destinato ad una fine ingloriosa."

ZEL annuì cupamente. Difficile capire quale delle sue tre personalità fosse in controllo in quel momento, ma qualunque essa fosse, a nessuna delle tre piaceva molto la posizione nella quale si trovavano in quel momento...

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Amaria si sgranchì un po' la schiena, rendendosi conto soltanto adesso di quanto il viaggio attraverso l'altopiano roccioso l'avesse stancata. "Hmm... accidenti, a volte mi chiedo come mai Tania abbia scelto un posto come questo per il suo rifugio... ma in fondo non mi dispiace. Questo posto ha qualcosa di molto rilassante, e guardando questo panorama riesco a dimenticare il mio pessimismo e le mie preoccupazioni." disse tra sè la bella allenatrice di Pokemon d'Acqua, ammirando lo spettacolo della natura che si estendeva davanti a sè. In lontananza, una grande cascata scendeva giù da un picco roccioso, precipitando con fragore verso il grande fiume che alimentava Reborn City... e che adesso era sfortunatamente un accozzaglia di veleni e fanghi inquinanti. L'acqua della cascata, per contrasto, era pura... veniva da chiedersi come facesse l'uomo a contaminarla così in un lasso di tempo tanto breve.

"Forse noi uomini siamo davvero delle creature indegne, che non meritano i doni che Arceus ci ha fatto..." disse tra sè Amaria, perdendosi per qualche istante a guardare lo spettacolo della cascata che si gettava nel dirupo tra maestosi spruzzi, formando nell'aria un arcobaleno. Da quanto tempo era, si chiese Amaria, che non vedeva un simile spettacolo? Le sembrava passato tanto tempo da quando Reborn City era diventata un inferno di acciaio e cemento... "Forse è proprio nella natura dell'uomo distruggere tutto ciò che ci circonda. Quando penso a questo... mi viene da pensare che in fondo tutto quello che facciamo è vuoto e inutile..."  

Scosse la testa. Non era il tempo di pensare a queste cose. Adesso era il momento di pensare a Titania e al fatto che l'avrebbe rivista dopo tanto tempo. Quest'idea le diede una scarica di eccitazione, e un sorriso radioso apparve sul suo viso - uno dei rari sorrisi che ad Amaria non davano l'impressione di essere forzati, soltanto per rassicurare chi le stava attorno. Titania era l'unica persona con la quale Amaria non doveva fingere, e si fidavano l'una dell'altra al cento per cento.

Riprendendo il suo cammino con maggiore decisione, Amaria gettò uno sguardo al Braccialezaffiro che portava nella sua borsa. Per il momento, non aveva ancora incontrato nessuno del Team Meteora, e sperava che fosse perchè l'organizzazione criminale aveva perso le sue tracce. "Certo, non avrei mai immaginato che il regalo di Tania fosse una delle quattro Chiavi che il Team Meteora cerca. Non mi è ben chiaro cosa vogliano fare con quei gioielli, ma non lascerò che finiscano nelle loro mani." disse tra sè. "Combatterò fino alla fine per proteggerli e difendere i miei compagni."

Nel giro di pochi minuti, lo scenario brullo dell'altopiano si fece meno aspro e selvaggio, e la casa di Titania apparve finalmente - un edificio su due piani dall'aspetto stranamente moderno, che sembrava un po' fuori posto in mezzo a quelle montagne, con ampie finestre di vetro semitrasparente e un ampio balcone al piano superiore che offriva una vista mozzafiato della catena montuosa circostante. Nello spiazzo davanti al grande edificio, la giovane esperta di Pokemon d'Acqua vide alcune rocce scheggiate e piene di crepe, e ridacchiò tra sè al pensiero che ancora una volta Titania doveva avere un po' esagerato con i suoi allenamenti.

Una serie di suoni metallici provenne da un lato della casa, ed Amaria andò a vedere di chi si trattava... anche se, in effetti, la risposta la sapeva già. Poco lontano dall'abitazione, Amaria vide che una donna della sua stessa età, con lunghi e fluenti capelli rossi, si stava apparentemente allenando con una spada, sferrando fendenti ad un manichino da addestramento che indossava una divisa del Team Meteora e teneva tra le mani dei tubi di ferro con i quali probabilmente si cercava di simulare delle armi bianche vere e proprie. La ragazza era vestita in maniera particolare, con un top bianco, pantaloni lunghi rossi tenuti in vita da una cintura argentata decorata con delle borchie che le davano un aspetto minaccioso, e scarpe bianche dall'aria un po' consunta. Tuttavia, la spalla destra era protetta da uno spallaccio in acciaio grezzamente lavorato, che già mostrava i segni dell'usura. Al braccio destro della donna era legato uno scudo circolare dorato con tre anelli al centro che formavano una sorta di fiore dai tre petali, mentre nella mano sinistra teneva saldamente una pesante spada dalla larga lama dorata, con una decorazione violacea simile ad un occhio in prossimità dell'elsa. Una sorta di fascia di tessuto nero dai bordi viola e frastagliati si avvolgeva attorno al braccio sinistro della ragazza, in modo da offrire almeno un minimo di protezione in più.

Amaria si fermò un attimo a guardare con affetto la ragazza dai capelli rossi che continuava i suoi allenamenti, sferrando una serie di fendenti in aria... e poi, inquadrando il manichino che indossava l'uniforme del Team Meteora, eseguì uno spettacolare fendente che decapitò il manichino, facendo cadere la testa un paio di metri più in là e rovesciando a terra un mucchio di segatura. La rossa restò per qualche istante nella posizione, tenendo il braccio sinistro teso e la spada sollevata... poi, prese fiato e guardò con cupa soddisfazione i resti del manichino da allenamento.

"Hmph... maledizione, mi sono fatta prendere di nuovo. Che rottura, ora dovrò ripararlo." disse con voce brusca. Poi, senza neanche voltarsi, tirò un sospiro e abbaassò le armi. "Hey, Amy, hai intenzione di restare là ad osservarmi ancora a lungo? So che siamo fidanzate, ma non buttarla troppo sullo zuccheroso."

"Hehehehee... scusa, Tania, è che lo sai che ogni volta che vengo a farti visita mi incanto a guardare come ti alleni." affermò Amaria con una risatina imbarazzata. Si schiarì la voce e si avvicinò a Titania, che si voltò verso di lei appoggiando a terra la spada e lo scudo con i quali si stava allenando... e un attimo dopo, le due armi si mossero, come se fossero state raccolte da un uomo invisibile, e si congiungero in modo da formare una stranissima creatura: il corpo principale era formato dalla spada, e il tessuto che faceva da protezione al braccio di Titania prese rapidamente la forma di un paio di lunghe ed esili braccia etenute incrociate davanti a sè. Nel punto in cui le braccia dello strano essere si congiungevano, era posto lo scudo, in modo da offrire al Pokemon - perchè di questo si trattava - quanta più protezione possibile. Il disegno simile ad un occhio posto vicino all'elsa si rivelò essere un occhio vero e proprio, che sbattè lentamente come se stesse facendo un cenno alla ragazza dai capelli rossi. "Piuttosto, non è pericoloso allenarsi con un Aegislash? Sai com'è, si dice che chi tiene in mano un Honedge viene posseduto dal suo spirito... e immagino che anche Aegislash sia altrettanto pericoloso. Che io sappia, tu sei l'unica persona al mondo che riesca a farlo senza rischi."

"Bah. Vuol solo dire che tutti quelli che hanno provato prima di me erano delle mezze cartucce." tagliò corto Titania, per poi rivolgersi allo strano Pokemon spada. "Aegislash, per oggi va bene così, ma la prossima volta ti voglio meno esitante."

"Slash... slash!" esclamò Aegislash con una strana voce, che suonava come acciaio che grattava sull'acciaio. Il Pokemon si drizzò in tutta la sua notevole altezza come se volesse mettersi sull'attenti, rilassandosi solo un po' quando Amaria gli fece una carezza.

"Lo sai anche tu, Titania, che il tuo Aegislash odia fare davvero del male agli altri." affermò. "Finchè si tratta di una battaglia di Pokemon, non si fa problemi... ma ha paura che tu lo voglia usare contro degli esseri umani."

Titania si sgranchì la spalla protetta dalla piastra d'armatura. "Lo so... è per questo che ci stiamo allenando, per superare la sua esitazione." affermò. "Quando avremo a che fare con il Team Meteora, non dovremo nè aspettarci nè concedere pietà. Ma lasciamo perdere queste chiacchiere. Piuttosto, ho visto che state facendo un discreto lavoro, lì a Reborn City. Quel dannato Lord Solaris è stato finalmente costretto a mostrare la sua brutta faccia in giro, eh?"

Ignorando certe frasi minacciose di Titania - non poteva essere che un'esagerazione, vero? - Amaria fece un cenno affermativo con la testa. "Sì... i nostri nuovi compagni provenienti da Hoenn ci stanno dando un grande aiuto. Siamo già riusciti a disattivare tre macchine PULSE, e stiamo facendo del nostro meglio per trovare le altre e smantellarle. Senza quelle, l'influenza del Team Meteora su Reborn City è calata non poco, e la gente comincia a prendere speranza."

"La speranza può essere la cosa più preziosa di questo mondo, e al tempo stesso il più grande male che lo affligge..." disse Titania. "Noi siamo la minaccia più significativa che il Team Meteora ha affrontato in tutta la sua storia. Abbiamo dimostrato alla gente di Reborn City che non è impossibile opporsi al giogo della loro tirannia. Riesci ad immaginare cosa succederebbe se perdessimo?"

"Non accadrà, Tania. Faremo in modo che tutto... che tutto vada bene!" rispose prontamente Amaria, cercando di sembrare più convinta di quanto lei stessa non fosse. Titania aveva ragione... se la loro ribellione allo strapotere del Team Meteora fosse fallita, il morale di tutti coloro che si opponevano alla diabolica organizzazione sarebbe crollato. "Ma... adesso non è il momento di pensare a queste cose, non ti sembra?"

Titania fece un piccolo sorriso. "Hai ragione. E' da un po' di tempo che non ci vediamo, e faremmo meglio a vivere meglio che possiamo questi momenti di pace." affermò.

Aegislash si inclinò su un lato e sbattè il suo unico occhio con espressione incuriosita quando le due ragazze si avvicinarono e si scambiarono un bacio. Per qualche istante, Amaria e Titania restarono attaccate... prima che l'esperta di Pokemon d'Acqua aprisse gli occhi e guardasse al proprio lato, notando così il Pokemon Spettro/Acciaio che sembrava cercare di capire cosa stessero facendo quelle due.

"Slash?" chiese con voce metallica.

Arrossendo, Amaria si staccò da Titania e si sfregò la nuca con una mano. "Ehm... scusa, Tania, non è che non mi piaccia, anzi... ma il tuo Aegislash ci sta guardando, e... ecco, mi fa sentire un po' strana!" affermò con una risatina nervosa.

Aegislash aprì le braccia, tenendo lo scudo attaccato al "braccio" destro e muovendo l'elsa della sua spada come se stesse scuotendo la testa. "Aegislash..." affermò candidamente, come per dire di non badare a lui.

Titania accennò una risata. "Beh, non possi darti torto, Amy cara." affermò. "Beh... già che ci siamo, che ne dici se ci prendiamo un bicchiere di succo di frutta? Dopo tutta quella camminata, sarai anche stanca."

"Anche tu dopo tutti quegli allenamenti..." rispose prontamente Amaria. Titania fece cenno al suo Aegislash di seguirle, e il Pokemon Spadareale fece una specie di saluto militare prima di affiancarsi alla sua allenatrice e seguire lei ed Amaria mentre tornavano in casa.

"E così... questa nuova parte della recita è cominciata." riflettè tra sè Titania. "Amy non deve sapere la verità... maledizione, a volte quasi mi pento di essermi ficcata in una situazione del genere. Ma non ho altra scelta..."   

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"Otto... otto... otto..." mormorò Charlotte, guardandosi attorno mentre passeggiava nell'ampio giardino del rifugio della sua famiglia. La più giovane delle sorelle Belrose alzò le spalle mentre contava quanti cespugli erano stati piantati in ciascuna area del giardino. Le piante erano state piazzate in formazioni perfettamente circolari, e ogni cerchio era composto da esattamente otto cespugli fioriti. "Tipico di Laura... non che io la possa biasimare, del resto. Anch'io ho le mie fisse."

La sua Ninetales, che passeggiava con tutta calma vicino a lei, si avvicinò ad uno dei cespugli ed annusò i fiori, contenta di poter finalmente apprezzare il profumo dei fiori dopo tanto tempo passato in un posto opprimente come Reborn City dove l'odore di fumo, spazzatura e smog era quasi tutto quello che si sentiva. Un odore non altrettanto familiare, ma comunque conosciuto, arrivò alle sue narici, e la volpe a nove code fece un cenno alla sua allenatrice quando vide Pietro che si avvicinava, dando l'impressione di essere un po' perso nei suoi pensieri. Assieme a lui c'era il suo Rhydon, che si stava sgranchendo un po' le gambe.

"Tutto okay, Charlotte?" chiese il giovane rockettaro, volgendo alla rossa la sua attenzione. "Mi sembrava che tu stessi contando i cespugli... come mai?"

"Oh, niente di particolare. Notavo soltanto una particolarità di mia sorella Laura." affermò Charlotte. "Lei ha una strana fobia dei numeri dispari, e invece le piace molto il numero 8. E questo lo si vede anche nel modo in cui mette i suoi vestiti, cura il giardino... non so perchè abbia questa strana fissazione, ma tant'è..."

"Rhydon." affermò Rhydon grattandosi il mento. Per essere un Pokemon dall'aspetto così rude e intimidatorio, dava l'impressione di essere abbastanza intelligente e comprensivo.

"Sì, capisco." affermò Pietro, in accordo con il suo Pokemon. "Io e Rhydon abbiamo deciso di usarla, quella Copertura che abbiamo trovato. L'ultima volta, quel dannato Sirius mi ha battuto senza problemi, ma forse, se Rhydon evolvesse, riusciremmo ad equilibrare un po' la situazione."

"Se è quello che vuole anche il tuo Pokemon, allora non vedo perchè no." affermò Charlotte. "Adesso che abbiamo il tempo di riposarci e allenarci un po', è meglio che lo sfruttiamo il più possibile."

Pietro guardò verso un'altra zona del giardino, dove Fern, Noel ed Anna stavano facendo un po' di pratica con i loro Pokemon: il Serperior di Fern, il Cinccino di Noel e la Gothorita di Anna stavano prendendo di mira alcuni bersagli che Saphira aveva piazzato ad uno dei lati del giardino... anche i due gemellini stavano facendo quello che potevano per opporsi ai criminali che da troppo tempo opprimevano la brava gente di Reborn, e Fern dava l'impressione di essere concentrato e deciso. Per quanto Pietro detestasse Fern, almeno doveva riconoscergli questo... anche lui faceva tutto il possibile per aiutare.

"Rhy, rhydon." affermò Rhydon, guardando a braccia conserte mentre la Gothorita di Anna faceva a pezzi un bersaglio con un preciso attacco Fulmine, e la bambina con i codini esultava tenendo tra le braccia la sua bambola di Jirachi.

"Hai ragione, amico mio." affermò Pietro. "Adesso possiamo prendercela un po' comoda, ma tra poco, dovremo combattere di nuovo. Spero solo che Aya e le bambine se la stiano cavando bene."
        

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CONTINUA...

Note dell'autore: Ecco fatto! Un altro capitolo è pronto! Finalmente, Vera e il suo gruppo hanno incontrato Ritchie, ma il Team Meteora ha attivato la loro nuova macchina PULSE... per quanto i risultati non rientrino esattamente nelle loro aspettative.

E abbiamo finalmente visto la famigerata Titania. Ogni riferimento ad una certa maga spadaccina di nome Elsa / Erza Scarlett è da considerarsi puramente casuale... o no? XD

Tra non molto riprenderà l'azione, quindi restate sintonizzati! Grazie della vostra attenzione, e alla prossima!

 

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Capitolo 50
*** Il rifugio Belrose ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 50 - Il rifugio Belrose

 

Questa volta, Sirius era sicuro che l'attacco del Team Meteora fosse stato studiato nei minimi particolari. Dopo aver dato un'occhiata alle truppe che erano riusciti a raccogliere nel limitato tempo a loro disposizione, il comandante dall'occhio bionico fece un rapido calcolo. Certo, con una come SAphira non si poteva mai esagerare, ma tutto considerato... le possibilità di uscire vincitori gli apparivano concrete, anche se ci fossero stati quei ragazzini di Hoenn a mettere loro i bastoni tra le ruote.

"Molto bene. Mi aspetto che quei mocciosi insolenti della resistenza cercheranno di attaccarci prima ancora che noi siamo in vista del loro nascondiglio, quindi voglio che tutti abbiamo almeno un Pokemon pronto e fuori dalla Pokeball." affermò il feroce comandante del Team Meteora. "Il grosso delle truppe arriverà da sud, dal Lago Tanzanite, e cercherà di tenere occupati quei mocciosi. Io stesso farò parte di quel gruppo."

"Considerando il carattere impulsivo e violento di Saphira, sono convinto che verrà ad intercettarci non appena ne avrà la possibilità." continuò il Dr. Connal, mettendosi a posto il camice. "Quella sarà l'occasione per il secondo gruppo di fare irruzione da sud e catturare quanti più possibile di quei ribelli. Ricordate che i gemelli, Noel ed Anna, dovranno essermi consegnati in buona salute, e lo stesso vale per Charlotte, e per tutti i membri della resistenza minorenni. Inoltre, il nascondiglio dovrà essere rivoltato da cima a fondo. Dobbiamo essere sicuri al cento per cento che non custodiscano qualcuna delle Quattro Chiavi da quelle parti."

"Ricordatevi comunque che non possiamo restare lì troppo a lungo." concluse Sirius. "La comandante suprema arriverà molto presto, e quando lo farà, non accetterà scuse per ulteriori ritardi. Questa potrebbe essere la nostra migliore possibilità di rimediare agli errori commessi finora e togliere di mezzo i nostri nemici. Quindi, mi aspetto da tutti voi il massimo dell'impegno."

"Sissignore!" risposero le reclute del Team Meteora, quasi all'unisono, accomunati nella determinazione di vincere e allo stesso tempo nel timore delle conseguenze se anche questa operazione si fosse risolta in un fallimento.

Tra le reclute, due volti noti attendevano con trepidazione il momento in cui sarebbe iniziata l'operazione. "Allora, Tara... questo è il momento della verità, immagino." disse con evidente nervosismo Simone, non prima di aver preso un bel respiro e rivoltato in una mano la Pokeball che teneva con sè. "Noi... siamo stati assegnati al gruppo che eseguirà l'operazione diversiva... il che significa che toccheràa noi il compito più pericoloso. Hai paura?"

"Beh... in un certo senso, la paura fa parte del nostro lavoro, Simone." rispose la sua compagna di squadra e di avventura. "Ogni operazione, non importa quanto semplice o rapida possa sembrare, comporta la sua parte di rischi... e anche questa non è un'eccezione. Comunque... facciamo quello che abbiamo fatto di solito, e le possibilità di cavarcela aumenteranno."

"Hai ragione, inutile stare tanto a preoccuparsi prima del tempo." rispose Simone, appoggiando una mano sulla spalla di Tara. Diede un'occhiata al resto delle reclute che li avrebbero accompagnati, e al gruppo più piccolo che avrebbe attaccato dall'altra parte. Vide che i loro superiori, Astro ed Eclisse, facevano parte del secondo gruppo, e la cosa non potè che fare piacere a Simone. Tra i loro superiori, Astro ed Eclisse erano alcuni di quelli che trattavano le reclute con più rispetto, e Simone sentiva di essere ancora in debito con loro per il fatto che lo avevano salvato quando era stato catturato dalla resistenza. Sperava, se non altro, che riuscire in questa missione e tornare tutti interi sarebbe stato, per lui e per Tara, un modo per apprezzare gli sforzi che Astro ed Eclisse avevano fatto.

"Vedo che... il Cavaliere Astro e la Dama Eclisse sono stati assegnati alla seconda squadra." continuò il giovane. "Beh, sono contento per loro. Se non altro, a loro è toccata la parte che credo sarà meno pericolosa."

"Già... ma adesso, immagino che sia ora di partire." disse Tara, guardando il resto delle reclute assegnate al loro gruppo che cominciavano a salire su delle barche a motore di colore nero e grigio ormeggiate sulle rive del Lago Tanzanite. I soldati del Team Meteora, nonostante il palpabile nervosismo, marciavano in ordine e senza fretta, come un esercito bene addestrato e pronto ad ogni evenienza. "Buona fortuna, Simone. Qualsiasi cosa accada... spero che questo sia il momento giusto per il Team Meteora."

"A volte, devo ammetterlo, mi dispiace per quei ragazzi della resistenza..." ammise Simone. "Anche loro, in fondo, stanno facendo quello che ritengono giusto, esattamente come noi. Mi dispiace che non sia possibile discuterne con loro e trovare una soluzione che metta d'accordo entrambi."

Tara annuì, in accordo con il suo compagno. "Lo so, e dispiace anche a me... se penso che molti di loro sono soltanto dei bambini... e non mi piace affatto l'idea che finiscano nelle mani di quello... psichiatra psicopatico." sussurrò Tara. La giovane donna gettò un'occhiataccia al Dr. Connal, che stava passando in rassegna gli uomini a lui assegnati, e tra essi, Tara riconobbe alcuni inservienti del suo "orfanotrofio".

"A volte mi chiedo perchè dobbiamo tollerare un individuo simile..." mormorò Tara a bassa voce. "E mi rispondo che è necessario. Lo sai qual è lo scopo del Team Meteora, in fondo... noi stiamo cercando di creare un mondo che sia più equo per gli esseri umani e per i Pokemon. Un mondo che sia più a contatto con la natura e con gli antichi spiriti e Pokemon che lo proteggono."

"E' vero... sfortunatamente, quei ragazzi pensano che noi siamo dei pericolosi terroristi... e a volte, se penso a quello che certi membri della nostra organizzazione hanno fatto, non posso fare a meno di pensare che la resistenza abbia la sua parte di ragione." rispose Simone.

"Diciamo che lo facciamo per uno scopo nobile... e quando lo avremo raggiunto, in effetti, tutte le sofferenze che abbiamo inflitto non saranno mai avvenute..." rispose Tara. "Accidenti, se penso a questa che sarà praticamente una violazione del principio di causa ed effetto, mi gira la testa... Ma ad ogni modo, questo non significa che mi piaccia fare del male a persone che non hano fatto niente per meritarselo."

"A tutte le reclute, è il momento di muoversi!" esclamò Sirius battendo le mani, infastidito da quelli che si attardavano a parlottare. "L'operazione comincia adesso! Dobbiamo assicurarci di sferrare un colpo decisivo alla resistenza!"

"Per la creazione di un nuovo mondo..." pensò tra sè, con un ghigno poco rassicurante. "Un mondo del tutto diverso da quello che quel pedante idealista di Lord Solaris desidera..."

 

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Il Noibat di Heather eseguì una rapida e spettacolare schivata quando i Pokemon degli agenti del Team Meteora che stava affrontando cercarono di metterlo alle strette con il fuoco incrociato. Uno Snorunt cercò di lanciare un attacco Geloscheggia, mentre un Flaafy attaccò il malcapitato drago-pipistrello con un Tuonoshock... ma l'agile e veloce Noibat riuscì ad evitare entrambi gli attacchi con una veloce acrobazia, e rispose con un rapido e preciso attacco Aerasoio, scagliando una raffica di proiettili di luce bianca a forma di falce di luna contro i suoi avversari. Flaaffy riuscì a reggere l'impatto abbastanza facilmente grazie al suo tipo che lo proteggeva in parte, ma Snorunt fu costretto a prendere in pieno l'attacco, e venne scaraventato a terra con violenza, perdendo i sensi un attimo dopo.

"Ottimo lavoro, Noibat." affermò Heather con espressione fredda, mentre osservava gli uomini del Team Meteora che la guardavano con un misto di ammirazione, fastidio e paura. Come diamine faceva una bambina così piccola a dare così tanti problemi a due reclute del Team Meteora, l'organizzazione criminale che teneva in pugno Reborn City?

"Dannata mocciosa... ma come fai ad essere così forte?" esclamò la recluta che aveva mandato in campo Snorunt, richiamando il suo Pokemon un istante dopo.

"Noi, noibat!" stridette il Pokemon Drago/Volante, spiegando le ali ed usandole come paracadute mentre raggiungeva nuovamente la sua allenatrice e le si appoggiava sulla spalla come un pappagallo fedele. La bambina dai capelli fucsia fece una carezza al suo Pokemon, e la sua espressione si addolcì per un istante... ma non durò a lungo, prima che lei rivolgesse di nuovo uno sguardo inferocito agli uomini del Team Meteora.

"E' ovvio, no? Voi del Team Meteora avete distrutto la mia famiglia... avete ucciso la mia mamma, e avete spinto mio padre al suicidio... e il mio odio mi dà la forza che mi serve per tenervi testa!" affermò.

L'altra recluta scosse la testa. "Tsk... belle parole, marmocchia, ma le frasi ad effetto non servono a niente se non hai la forza nnecessaria a sostenerle!" esclamò, poi deglutì e si apprestò a fare qualcosa che andava contro le sue convinzioni. "Questo farà male a te quanto a me... Avanti, Flaaffy, usa un attacco Tuonoshock! Colpiscili tutti e due!"

Heather sgranò gli occhi per un attimo quando il Pokemon pecora del suo avversario si caricò per un istante, e lanciò una scarica elettrica contro lei e Noibat. Agendo d'istinto, spinta dai ricordi ancora fin troppo freschi delle scariche elettriche che aveva ricevuto dal Dr. Connal durante le loro "sessioni di terapia", Heather fece una serie di rapidi passi indietro, mentre Noibat si sollevava in volo con uno stridio allarmato e agitava scompostamente le ali. La scarica elettrica colpì il terreno a pochi passi da Heather, che perse l'equilibrio e cadde a terra, cercando però immediatamente di rimettersi in piedi... mentre il soldato del Team Meteora, sorpreso dalla reazione di quella bambina che fino a quel momento era sembrata così impavida, decise comunque di sfruttare il vantaggio il più possibile, e ordinò al suo Pokemon Elettro di avanzare.

"Ugh... vai... vai via... non... non credere... di farmi... p-paura..." mormorò Heather, in maniera del tutto non convincente. Senza ben rendersi conto di quello che stava facendo, la bambina dai capelli fucsia allungò la mano verso le sue Pokeball, e la strinse d'istinto su quella di Vibrava, scagliandola un istante dopo. "Aiuto! Aiutami, Vibrava! Ho bisogno di te!" strillò, cercando di ripararsi come poteva mentre mandava in campo il suo Pokemon Terra/Drago, che apparve con un verso indignato e si piazzò davanti a Flaaffy proprio mentre quest'ultimo aveva finito di caricarsi per scagliare un altro attacco Tuonoshock. Una scarica di energia si sprigionò dal vello bianco del Pokemon Elettro e colpì Vibrava... ma come era lecito aspettarsi, il Pokemon formicaleone non rallentò nemmeno, e proseguì dritto verso il suo bersaglio!

"Attento, Flaaffy! Cerca di evitarlo..." cercò di avvertirlo la recluta, ma a quel punto era troppo tardi per reagire - Vibrava gli fu addosso un attimo dopo, e lo centrò in pieno con un attacco Finta, scomparendo per un istante, e poi riapparendo qualche passo più in là per sferrare un poderoso attacco che scagliò a terra Flaaffy. La pecorella elettrica si rialzò scuotendo la testa e spazzandosi il vello per togliere di mezzo le impurità, poi cercò di contrattaccare con una mossa contro la quale Vibrava non potesse opporre resistenza... "Adesso colpiscilo con Gemmoforza!"

"Vibrava, usa Dragospiro!" esclamò Heather a voce alta e stridula, ora chiaramente in preda alla rabbia e all'umiliazione. "Fagliela pagare! Nessuna pietà!"

"Viiiii... BRAVA!" esclamò il Pokemon Vibrazione, sbattendo le ali per un attimo mentre Flaaffy alzava le braccia e creava una serie di proiettili a forma di cristallo attorno a sè, prima di scagliarli con letale precisione contro il suo avversario... che rispose aprendo la bocca e sparando un getto di fiamme blu e verdi! I due attacchi passarono l'uno accanto all'altro, e Gemmoforza andò a segno con un poderoso rumore di cristallo frantumato, facendo indietreggiare Vibrava... che però mantenne il sangue freddo e riuscì a mandare a segno il suo attacco! Flaaffy venne colpito in pieno petto e cadde a terra con un'esclamazione di dolore e disappunto... e questa volta, i suoi occhi si trasformarono in spirali, segno che il Pokemon Elettro era stato sconfitto.

Ma questo non bastava ad Heather e ai suoi Pokemon. Desideroso di vendetta per ciò che le reclute avevano cercato di fare alla sua allenatrice, Noibat spiegò le ali e si lanciò contro di loro con uno stridio agghiacciante, aggrappandosi alla faccia della recluta che aveva mandato in campo quel Flaaffy. Il malcapitato lanciò un acuto grido di terrore e cercò di liberarsi dalla presa del drago-pipistrello, che tenne duro e gli morsicò un orecchio!

"AAAAARGH! Toglietemi questo affare dalla facciaaaaaah!" esclamò la recluta. Il suo compagno cercò di intervenire, solo per essere bloccato da Vibrava, che gli si piazzò davanti come un feroce cane da guardia e lo fissò con uno sguardo pieno di astio.

"Vibrava..." ringhiò il Pokemon formicaleone.

Heather, che ora si era un attimo ripresa dallo spavento, marciò a muso duro verso i due uomini del Team Meteora, prendendo qualche respiro per calmarsi. Per un attimo, davanti ai suoi occhi, fluttuò nuovamente la figura del Dr. Connal che la fissava con quell'espressione di clinico, insensibile distacco con cui trattava tutti i suoi pazienti. Ma la bambina, stringendo identi e costringendosi a non farsi prendere di nuovo dalla paura, scacciò quel frutto della sua immaginazione e richiamò sia Noibat che Vibrava nelle loro Pokeball.

"Basta così, ragazzi. Gli abbiamo dato la lezione che meritavano." affermò la piccola domatrice di draghi. Noibat emise un breve, stridulo grugnito, come per dire alla recluta che doveva considerarsi fortunato, prima di essere risucchiato nella sua Pokeball... e mentre le due reclute riprendevano fiato, Heather voltò loro le spalle, ma tenne la mano stretta attorno alla Pokeball di Bagon nel caso quei due avessero tentato qualsiasi cosa. "E anche voi due, basta così. Andatevene, e non fatevi mai più rivedere davanti a me. La prossima volta che ci incontreremo, non sarò così gentile."

Terrificati, i due individui non ebbero il coraggio di dire nulla mentre guardavano quella bambina cresciuta prima del tempo che si allontanava con passo deciso, quasi li stesse sfidando a seguirla. I due uomini del Team Meteora restarono come impalati finchè Heather non si fu allontanata dietro un costone di roccia... e poi, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, caddero in ginocchio e appoggiarono le mani per terra, come se avessero bisogno di un supporto per non svenire.

"Maledizione... il signor Blake non sarà per niente contento..." mormorò una delle due reclute. "Perchè continua a mandarci a catturare quella bambina così forte...? Ho quasi l'impressione che lo faccia soltanto per il gusto di vederci fallire..."

"Non ho la più pallida idea di cosa stiano facendo i nostri capi, di recente..." affermò l'altra recluta scuotendo la testa, e cercando di rialzarsi sulle gambe tremanti. "Tutto quello che so, è che non ho nessuna voglia di trovarmi davanti di nuovo quella mocciosa. Ci tengo alla pelle, io..."

"Se ci tieni tanto... allora non ti consiglio di fare parola di questo fallimento al signor Sirius..." concluse l'altra recluta. "Adesso dobbiamo inventarci qualcosa da dire..."

Il secondo dei due individui scosse la testa. Le parole del suo collega gli avevano aperto gli occhi. "Sai cosa mi invento io, amico? Che me ne vado! Me la squaglio. Taglio. Filo. Sparisco. Non faccio più parte del Team Meteora a partire da adesso. Se permetti, adesso me ne vado in un posto dove il signor Sirius non mi potrà mai ritrovare."

"Sai che ti dico? Anch'io... mi sono fatto incantare da tutti quei discorsi su un mondo migliore, che tutto quello che avremmo fatto sarebbe stato per il bene maggiore... ma fino ad ora, non ho visto che sia successo nulla di buono per le nostre opere. Tutto il continente di Reborn ci odia e ci teme, e quello che una volta era un paradiso, è diventato un inferno invivibile. Ne ho abbastanza di fare del male agli altri. Vengo con te." decise la seconda recluta.

Per il suo collega, fu una sorpresa soltanto per qualche secondo, e un attimo dopo, tirò un sospiro sollevato. "E va bene, amico... ce ne andiamo. Abbiamo fatto già abbastanza macelli come uomini del Team Meteora. Se adesso cominciamo a lavorare per ricostruire Reborn... immagino che almeno un po' possiamo rimediare alle nostre azioni."

"Sono d'accordo... a questo punto, non è che abbiamo molto da perdere..." disse l'altro. "Andiamo ad un Pokemon Center... e cominciamo la nostra nuova vita."

 

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Quando Heather fu sicura di essere da sola, riuscì finalmente a mettere da parte l'orgoglio e lasciarsi cadere a terra con un lamento sommesso. Vedere da vicino quell'attacco elettrico l'aveva scioccata, e non certo nel senso fisico del termine... e adesso, per calmarsi, la bambina fu costretta a restare seduta per diversi minuti a prendere fiato.

"Mi sono lasciata sopraffare... di nuovo... ho perso la calma... e ho mostrato la mia debolezza davanti a quelle carogne del Team Meteora..." affermò tra sè, cercando come poteva di tenere a freno il movimento spasmodico delle sue ginocchia. Nonostante i suoi sforzi, le vennero le lacrime agli occhi quando una serie di ricordi tristi affiorarono alla sua mente - la sua infanzia senza madre, nei pericolosi vicoli di Reborn City, o a sottostare ai divieti impostegli da suo padre... il giorno in cuiaveva scopertoche suo padre era un agente del Team Meteora... le torture che aveva subito per mano del Dr. Connal... Per quanto Heather fosse coraggiosa e spavalda, c'era un limite a quello che una bambina di dieci anni poteva sopportare. "Quanto mi ci vorrà ancora...? Non voglio mettermi a tremare e a piangere come una femminuccia ogni volta che mi trovo davanti a qualche difficoltà... ma cosa posso fare? E'... è più forte di me..."

Heather si abbracciò le ginocchia e cominciò a singhiozzare, cercando di pensare ai suoi amici della resistenza e trarre un po' di coraggio dal pensiero che in quel momento stavano tutti tifando per lei... in particolare Shelly, che in quel momento stava certamente facendo la stessa cosa che stava facendo lei - si stava allenando per diventare più forte...

"Bagon..." sentì una vocetta roca mormorare vicino a lei, e smise di piangere per guardare accanto a lei. Il suo Bagon era uscito da solo dalla sua Pokeball, in qualche modo... e adesso si stava accoccolando su di lei per farle sentire la sua vicinanza e farle capire che non era sola, in ogni caso... "Bagon, bagon... bagon gon..."

"Grazie... Bagon..." mormorò Heather, asciugandosi rapidamente gli occhi in modo da non mostrare debolezza davanti al suo Pokemon più affezionato. "Scusa... non volevo fare così, ma vedere quel Pokemon che usava quell'attacco elettrico... ho finito per farmi prendere dallo spavento, e..."

"Bagon!" affermò il draghetto, strusciandosi contro la sua allenatrice. Sembrava davvero volesse dirle di non darsi la colpa di quello sfogo, e che fosse del tutto naturale reagire in quel modo.

Heather abbracciò gentilmente Bagon... poi, fece uscire sia Noibat che Vibrava dalle loro Pokeball, per ringraziarli di averla protetta e di essersi battuti con così tanto accanimento poco prima. Il drago-pipistrello e il formicaleone si piazzarono accanto alla bambina e la abbracciarono assieme a Bagon, in modo da farle coraggio.

"Grazie, Noibat... Vibrava... grazie ancora per avermi difesa da quei due del Team Meteora..." mormorò la bambina, sentendosi ora un po' sollevata. "Non potrò perdonare il Team Meteora per quello che hanno fatto alla mia famiglia... ma mi rendo conto che non tutti i membri di quell'organizzazione sono cattivi, adesso... quello di cui voglio vendicarmi è Sirius, quello che ha ucciso la mia mamma e che ha spinto mio papà a fare le scelte che ha finito per fare..."

"Vibrava... vibrava!" affermò il Pokemon Vibrazione. Mosse le antenne da una parte e dall'altra, come per dirle che non era il caso di gettarsi nel cimento troppo alla leggera, e che lei e loro avevano tutti bisogno di fare ancora molta strada prima di potersi considerare una minaccia concreta per la potente organizzazione criminale.

"Noibat!" esclamò il drago-pipistrello con voce stridula e decisa. Non vedeva l'ora di evolvere in un Noivern e farla pagare per davvero al Team Meteora...

Lentamente, Heather si rialzò e si scrollò di dosso la polvere e i fili d'erba, ora decisa più che mai a fare del suo meglio dopo quel comprensibile sfogo. "Sì... avete ragione, ragazzi. Non è il momento di farsi prendere dallo sconforto, qualsiasi cosa possa essere accaduta. Dobbiamo mantenere la promessa che abbiamo fatto a Shelly e ai nostri compagni... e fare in modo di non essere mai più un peso per loro. Avanti, Bagon... Vibrava... Noibat... c'è ancora molto da fare! Andiamo verso nord, verso Ametripoli... ho sentito dire che da quelle parti avremo delle belle occasioni per allenarci e diventare più forti."

"Bagon!" esclamò Bagon, sorridendo e muovendo le corte braccia come se fossero ali. Anche lui pregustava il momento in cui sarebbe diventato un potente e fiero Salamence...

 

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Nel frattempo, in una selva vicino al Lago Tanzanite...

Un grazioso Flabebè apparve dal sottobosco, facendosi strada con aria tranquilla e al tempo stesso attenta tra la folta vegetazione... per poi voltarsi nella direzione da cui era venuto e fare cenno a qualcuno che era tutto a posto e potevano venire. Senza farsi attendere, Vera, Ritchie e i loro compagni emersero a loro volta dal sottobosco e seguirono il sorridente Pokemon Folletto che continuò a fare loro strada.

"Ci siamo, ragazzi... penso che da qui in poi in dovremmo più incontrare tante difficoltà." affermò Vera compiaciuta. "Il nostro Flabebè sente che ormai siamo molto vicini al rifugio Belrose."

"Certo che è un POkemon che non credevo neanche esistesse..." affermò Ritchie, facendosi a sua volta strada tra le fronde e i cespugli. Cain e il resto dei ragazzi di Hoenn, con Mightyena a chiudere la fila e ad annusare l'aria per evitarsi attacchi a sorpresa, seguirono a breve distanza. "Pokemon di tipo Folletto... ne ho sentito parlare, almeno vagamente, ma non credevo ne avrei visto uno così presto."

"Pikachu..." affermò Sparky in segno di assenso.

Max volle dire la sua, e mentre Mightyena abbaiava un paio di volte per dire che andava tutto bene, il ragazzino con gli occhiali cominciò a dare la sua breve spiegazione. "Beh, è un tipo di Pokemon che è stato scoperto abbastanza di recente, nel continente di Kalos." affermò, ripensando per un attimo ad Elisio, il misterioso filantropo che aveva dato a Vera la Blazikenite. Era un uomo sicuramente molto generoso e pieno di carisma, ma c'era qualcosa di misterioso in quel tipo... "Il tipo Folletto è particolarmente utile contro i Pokemon Buio, Lotta e in particolare Drago, ma è sensibile agli attacchi di tipo Veleno ed Acciaio."

"Lo terrò a mente per quando me ne troverò davanti uno..." affermò Ritchie con un breve sorriso, per poi guardare in direzione di Hitomi e Ortilla. Per fortuna, anche i membri più giovani del gruppetto della resistenza stavano tenendo bene il passo. "Ragazze, tutto okay da voi?"

"Sì... è stata una bella scarpinata, ma ce la faccio." disse Hitomi, dopo essersi fermata per un istante giusto per riprendere un po' fiato. Alty cinguettò qualcosa nella sua voce melodiosa, e svolazzò attorno al gruppo come per fare da cheerleader. "Certo, avere un Pokemon legato ai fiori per farci da guida è molto utile, quando stai cercando un posto pieno di fiori."

"Chissà come mai, poi, tutti quei fiori." commentò Drew.

Cain alzò le spalle. "Charlotte una volta mi ha detto... che sua sorella maggiore Laura è appassionata di piante. Il che non mi stupisce, visto che è un'allenatrice di Pokemon Erba." spiegò con nonchalance. "Prima che i loro genitori morissero, Laura aveva già la passione dei fiori e delle piante ornamentali... anche se aveva la mania di piantare sempre otto fiori in un unico vaso. Non so il perchè..."

"Oh. Chiedo scusa, forse era una domanda un po' troppo personale." rispose il ragazzo dai capelli verdi. Era bravo a non darlo a vedere, ma era ancora un po' scosso dalla recente morte di Kiki, e poteva soltanto immaginare quanto più traumatico fosse stato per Laura e le sue sorelle perdere i genitori.

"Might..." abbaiò Mightyena con espressione severa, annusando 'aria e sentendo una fragranza diversa dalle altre che cominciava a diffondersi. Era un inconfondibile profumo di fiori, e la Pokemon Buio abbaiò un paio di volte per dire ai suoi compagni di viaggio che forse erano finalmente giunti a destinazione. "Might! Might! Yena!"

"Ah? Che vuoi dire, Mightyena? Siamo arrivati?" chiese Max. Mightyena rispose agitando la coda e facendo un cenno affermativo con la testa.

"Credo che volesse dire di sì..." affermò Vera, guardando poi verso il suo Flabebè, che stava agitando le sue piccole mani per dire che in effetti era così. Il grazioso Pokemon Folletto emise una serie di acuti versi di gioia e indicò un ponticello di legno a forma di arco che passava sopra un piccolo fiume, oltre il quale una stradina battuta si insinuava tra le fronde e usciva dalla foresta... dritta verso la loro destinazione, che Vera riusciva già ad intravedere tra le fronde degli alberi. Poco oltre l'uscita della foresta, si estendeva un'estesa brughiera di piante, fiori ed erbe selvatiche. "Okay, ragazzi, seguiamo Flabebè. Credo che ormai sia fatta!"

"Ottimo. Cominciavo a stancarmi di questo posto..." affermò Hitomi con espressione sollevata. "Allora, che cosa aspettiamo? Attraversiamo quel ponte, e raggiungiamo il rifugio Belrose."

Il resto del gruppo non perse tempo - attraversarono il ponte, passando su di esso in non più di due alla volta, e seguirono Vera e Flabebè fuori dalla foresta e nella brughiera aperta, lungo la strada sassosa e tortuosa che si inerpicava lungo il fianco di una collina verso quello che già da quella distanza appariva come un grande giardino fiorito sulla costa di un ampio lago. Non c'era bisogno di grande fantasia per immaginare che quello fosse il rifugio delle sorelle Belrose, e il gruppo di Vera accelerò il passo per raggiungerlo il prima possibile...

"Fla, flabebe!" esclamò allegro Flabebè, indicando il giardino da cui sentiva provenire quella sensazione inconfondibile. Finalmente, i membri della resistenza si sarebbero riuniti...

 

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"Eccoli, eccoli! Stanno arrivando!" esclamò la vocetta acuta e vivace di Anna. La bambina dai capelli neri, accompagnata dalla sua Gothorita, era scattata giù dal divano sul quale era seduta con espressione annoiata, e si era fiondata verso la porta d'ingresso, uscendo e raggiungendo il confine del giardino fiorito di casa Belrose. Noel, come sempre preoccupato e premuroso, si era fiondato dietro la sorella gemella per cercare di farla stare un po' calma, ma a quel punto Anna era talmente eccitata che per tenerla ferma sarebbe stato necessario legarla! "Li ho visti arrivare! Vera, Cain e gli altri... e c'è anche Ritchie con loro!"

"Ma come hai fatto a vederli arrivare se sono così lontani?" disse Noel, con espressione quasi rassegnata. Più che stupirsi delle stranezze di Anna, pensava che forse avrebbe dovuto stupirsi del fatto che non si era ancora abituato a certe sue uscite...

Anna si fermò per un attimo e guardò verso il fratello gemello, sfoderando il suo sorriso più smagliante. "Ma è ovvio, no? Ho visto la loro luce che si avvicinava!" esclamò, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo... e probabilmente, per lei lo era!

Noel si mise una mano sulla fronte e scosse la testa. "Già... giusto, la luce..." disse tra sè, prima di guardare nella direzione in cui la piccola Anna stava indicando, e notando che in effetti c'erano diverse figure familiari che si stavano avvicinando. Erano a distanza ancora troppo grande perchè si potessero vedere bene i dettagli... ma riusciva a vedere che si trattava in effetti di Vera, Ritchie e del resto del gruppo. "Comunque, immagino che ancora una volta avessi ragione tu, Anna... eccoli lì che arrivano!"

"Ah, eccoli! Alla buon ora, i signorini si sono presi il loro tempo!" commentò Charlotte, apparendo di colpo dietro i gemelli, e facendo fare un piccolo salto a Noel per la sorpresa. Anche Anna, che si era aspettata che la giovane esperta di Pokemon Fuoco fosse lì dietro, pensò che fosse apparsa con una tale furtività che non poteva biasimare il fratello gemello per la sua reazione un po' isterica! "Bene, bene... adesso ci siamo tutti! Vado a dirlo alle mie sorellone, sono sicuro che apprezzeranno molto la notizia!"

"Okay, noi restiamo qui ad accoglierli..." disse Noel, immaginando già quale sarebbe stata la reazione di Anna non appena i ragazzi di Hoenn e i loro compagni si fossero avvicinati abbastanza al recinto che delimitava il giardino fiorito di casa Belrose. Non appena Vera e gli altri si avvicinarono a qualche metro dall'ingresso, agitando le mani per salutare, Anna corse loro incontro e si gettò addosso alla ragazzina castana per abbracciarla con vigore! "In realtà, immagino che Anna ci abbia già pensato..."

"Bentornati! Sono felice di rivedervi, amici!" esclamò Anna, mentre Vera ricambiava l'abbraccio con una risata divertita. Il resto del gruppo raggiunse rapidamente la loro compagna, e Anna si prese qualche secondo per salutare tutti. "Ciao, Drew! Ciao, Max! Ciao, Mightyena! Ciao, Alty... oh, e ciao anche a te, Ritchie! Grazie ancora per quello che hai fatto per Nostra quando era malata!"

"Ehm... di niente!" rispose il ragazzo di Kanto con un grosso gocciolone di sudore sulla fronte. Quando Max ed Hitomi lo guardarono con espressione interrogativa, Ritchie e Sparky si scambiarono un cenno imbarazzato. "Vi spiegherò più tardi cosa voleva dire..."

"Okay..." affermò Max. Anche lui si era già fatto l'idea che Anna fosse un tipetto un po' strano...

"Forza, ragazzi, venite! I miei amici vi stanno aspettando!" esclamò Anna, tenendo la sorpresa Vera per un braccio e tirandola verso il cancello d'ingresso della tenuta Belrose, e in particolare verso il fratello gemello che stava venendo ad accoglierli. "Oh, guardate, anche Noel è venuto ad accogliervi! E questo grazioso Pokemon che è con voi? Sono sicura che non fosse con voi, l'ultima volta che ci siamo visti!"

"Flabebè!" esclamò il minuscolo Pokemon Folletto che si era da poco unito alla squadra di Vera, fluttuando verso la bambina e la sua Gothorita, e salutandole con la mano.

Gothorita strinse un po' gli occhi, e ricambiò il gesto di Flabebè, pur non essendo molto sicura di che Pokemon fosse... e nello stesso momento, Noel raggiunse il gruppo di Hoenn, facendo un sorriso modesto.

"Benvenuti al rifugio Belrose. Siamo sulle rive del Lago Tanzanite... non sarà esattamente il luogo più discreto del mondo, ma se non altro, qui dovremmo essere al sicuro dal Team Meteora, almeno per un po'." disse Noel, facendo un piccolo inchino mentre teneva tra le braccia il suo Cleffa di peluche. "Ah, Ritchie... siamo contenti di rivederti. Grazie per quello che hai fatto per Anna..."

"Di niente, ma è soprattutto Padre Elias che dovete ringraziare..." affermò con modestia il ragazzino di Kanto. Quando Vera e Flabebè guardarono con espressione interrogativa verso di lui, Ritchie mosse una mano davanti a sè. "Vi racconto dopo cos'è successo, è una storia alquanto incredibile..."

"Aaaah, ecco finalmente i nostri baldi compagni di Hoenn! Si era un po' sentita la vostra mancanza!" esclamò con evidente allegria Charlotte, raggiungendo il resto del gruppo accompagnata da Pietro e da Julia. Il resto del gruppo della resistenza, tra cui Vera riuscì a vedere Saphira, Laura, Fern e sua sorella Florinia, si era fermato all'ingresso ad aspettare. "Hm? Vedo che ci siete tutti, tranne la nostra Amaria! Come mai lei non è qui?"

"Ciao, Charlotte!" salutò Max, affiancato alla sua Mightyena che agitava la coda, contenta di vedere che il piccolo gruppo di ribelli era riuscito a raggiungere il nascondiglio sano e salvo. "Amaria si è staccata da noi e si è diretta verso... Agatipoli, mi sembra l'avesse chiamata. E' lì che abita la vostra compagna, Titania, giusto?"

"Ah, già, mia sorella..." mormorò Pietro con espressione esasperata, alzando gli occhi al cielo. "Sì, se Amaria è andata da quelle parti, sicuramente è andata almeno a fare una visita a mia sorella Titania. Sinceramente, non so che cosa ci veda Amaria in mia sorella... ma non sono io a poter giudicare."

Il sorriso smagliante di Julia si fece nervoso. La graziosa cheerleader dai capelli verdi aveva idea di quanti tesi fossero i rapporti tra Pietro e Titania... e se doveva essere del tutto sincera, non poteva farne una colpa a Pietro. C'erano molte cose che Titania aveva fatto delle quali lei non approvava per niente. Tuttavia, quello non era il momento per fare tante recriminazioni, e così, Julia si schiarì la voce e decise di far passare il discorso ad un argomento un po' più lieto. "Aaaaad ogni modo, Vera... siamo contenti che siate arrivati! Abbiamo... abbiamo saputo di quello che è successo con la sensei Kiki, Vittoria e Cal, e credeteci, ci dispiace molto. Tuttavia... il suo sacrificio è stato significativo. Il Team Meteora ha fallito miseramente nel suo tentativo di distruggere il Monastero Apofillide, e da quando la voce ha cominciato a spargersi, numerosi allenatori si sono uniti a noi della resistenza."

"Chiaramente, quello che siamo riusciti a fare in questi giorni, ha dato speranza a molte persone." affermò Pietro.

Vera annuì, anche se sentì ancora una fitta di dolore al petto quando le fu ricordata la fine della sensei. "E non solo... la sensei mi ha fatto anche questo dono, per fare in modo che i miei Pokemon mostrassero la loro vera forza." disse, mostrando il suo Mega Bracciale. Immediatamente, Pietro e Noel sgranarono gli occhi meravigliati, e sia Anna che Julia guardarono il potente artefatto con gli occhi luccicanti come due bambine che stanno per ricevere un grosso gelato! "La sensei... mi ha affidato il suo Mega Bracciale affinchè io ne facessi buon uso per fermare il Team Meteora."

"Wooooow! Questo spiega perchè vedevo la tua luce più intensa che mai!" esclamò Anna... ancora una volta, usando delle metafore di cui lei soltanto capiva il significato.

"Ammetto che... non è stata un'esperienza molto piacevole." ammise la piccola Hitomi. "Affrontare il capo del Team Meteora, Lord Solaris, in persona... è stata una cosa pe la quale non eravamo preparati. Se non altro, però... il fatto che il Team Meteora abbia fallito, significa che gli stiamo facendo dei danni."

"Se il capo in persona ha deciso di scendere in campo, significa che adesso ci considera una minaccia abbastanza seria da doversi occupare personalmente di noi. Questa, a modo suo, è comunque una bella vittoria per noi." affermò Pietro. "Ma... adesso non stiamo qui a parlare. Venite, sono sicuro che miss Saphira e le sue sorelle saranno contente di ospitarvi."

"E dovete dirci dove avete trovato questo simpatico Pokemon!" affermò Charlotte, che si era messa a giocherellare con il piccolo Flabebè, con grande gioia del minuscolo folletto!

"Flabebè!"

Una grossa goccia di sudore scese dalla fronte di Cain, e il ragazzo dai capelli viola si grattò la guancia con un indice. "Non immaginavo che Flabebè fosse il tuo tipo di Pokemon, mia cara Charlotte!" la stuzzicò.

Charlotte storse il naso e guardò Cain con finta irritazione mentre il gruppo si dirigeva verso il giardino e il rifugio. "Con questo cosa vorresti dire, principessa?"

"Io? Niente! Lungi da me, tesoro!" rispose prontamente Cain, facendo la sua migliore faccia da innocentino!

"Oh, vedo che i nostri eroi sono finalmente tornati." disse Saphira con un cenno della testa, riavviando un po' i suoi capelli multicolore. "Ci dispiace per quello che è successo alla sensei Kiki... la prossima volta che vedete Vittoria e Cal, spero che vogliate portare loro anche le nostre condoglianze."

"Miss Saphira." disse Vera, facendo un piccolo inchino mentre il resto del gruppo raggiungeva i ragazzi della resistenza davanti all'abitazione. "E' passato un po' di tempo dall'ultima volta."

"Per fortuna, abbiamo delle buone notizie da darle, oltre a dei disguidi." affermò Drew. "Per adesso, siamo riusciti a mettere i bastoni tra le ruote al Team Meteora ed evitare che la loro influenza si espandesse ancora di più. Il Monastero Apofillide è salvo, e adesso se ne occupano Vittoria e Cal."

"E la sensei Kiki è riuscita anche a distruggere una macchina PULSE, prima di soccombere." continuò Ortilla, sorridendo tristemente. Alty spiegò le sue magnifiche ali e atterrò accanto alla sua allenatrice. "Nonostante tutto... credo che adesso siamo riusciti a fare qualche passo avanti, nella battaglia contro il Team Meteora."

"Effettivamente è così..." affermò Laura, raggiungendo le sue sorelle, accompagnata dalla sua Lilligant, che fece a sua volta un inchino educato. "Adesso, il Team Meteora ha cominciato a subire delle importanti perdite."

"Tuttavia, una conclusione positiva della nostra impresa non può ancora dirsi sicura." disse Florinia, con quel suo tono di voce piatto e privo di emozioni con cui diceva ogni cosa. "Risulta l'utilizzo di una nuova macchina PULSE, modello ignoto, nei pressi di Zirconia."

"Quella che faceva scomparire le cose..." affermò Fern, tenendo le braccia incrociate e la schiena appoggiata ad un muro del rifugio. Gettò un'occhiata a Vera e riuscì a malapena a reprimere un moto di invidia quando vide che la bambina castana aveva un Mega Bracciale. Chi si credeva di essere, quella mocciosa di Hoenn? Credeva ancora di poterlo surclassare così? "Pronto a scommettere quello che volete che ci hanno ficcato dentro un Abra o un Ralts. Allora... che cosa pensate di fare, eh? Sentiamo un po'."

Pietro gettò un'occhiataccia a Fern, e stava per rispondergli... quando Charlotte battè le mani e poi le mise una perpendicolare all'altra, formando una T. "Un momento, gente. Time out!" esclamò la più giovane delle sorelle Belrose, senza perdere il suo sorrisone impertinente... anche se il Flabebè di Vera che gli fluttuava accanto rovinava un po' l'effetto complessivo. "Non credo che sia questo il posto giusto per parlare, non credete? Sorellona Laura... che ne dici se entriamo in casa e offriamo ai nostri ospiti un po' del tuo delizioso Tè Roserade?"

Laura ridacchiò guardando il nutrito gruppo di amici. "Beh... siamo un certo numero, ma non credo che ci saranno problemi! Con piacere, Charlotte!" disse, facendo poi cenno ai suoi compagni di accomodarsi. "Prego... dopo questo viaggio sarete anche stanchi, e avete tutto il diritto di rilassarvi."

"Grazie mille, signorina... in effetti, un po' stanchi lo siamo davvero!" affermò Ritchie, accettando l'invito. Saphira guardò con un po' di curiosità il ragazzino di Kanto e il suo Pikachu, facendosi una nota mentale di scoprire qualcosa in più su di loro. Erano degni di fiducia, questo era vero, ma il motivo per cui si trovavano a Reborn ancora le sfuggiva... e Saphira sapeva bene che per fare bene il suo lavoro come capo della resistenza, era suo dovere essere sempre al corrente di ogni cosa.

 

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All'interno del rifugio Belrose, seduti attorno a dei tavoli bassi nel soggiorno, i ragazzi della resistenza stavano bevendo del tè mentre si scambiavano le più recenti notizie, e si aggiornavano su quello che era successo.

"Capisco... quindi, Heather e Shelly adesso si stanno allenando per conto loro." disse Max, dopo che lui e il suo Gardevoir ebbero preso un sorso di tè aromatizzato. "Spero che stiano bene... l'esperienza che hanno vissuto con il Dr. Connal non può certo avergli giovato."

Hitomi scosse la testa. "Quell'uomo è talmente pazzo che crede davvero che dare le scosse elettriche ai bambini li aiuterà a guarire dalle loro psicosi. Dovrebbero rinchiudere lui in un manicomio."

Saphira, che conosceva fin troppo bene i metodi dello psichiatra criminale, non potè trattenere un ghigno sprezzante. "Non ci state dicendo nulla che non sappiamo già... e come se non bastasse, quel ciarlatano d'un dottore si è unito al Team Meteora. Sono loro che lo proteggono da qualsiasi rappresaglia legale per i suoi metodi." affermò. "Io, Laura e Charlotte siamo finite sotto le sue... amorevoli cure... dopo che i nostri genitori sono morti nell'incendio della nostra casa."

Charlotte sospirò e, non vista da nessuno, strinse una mano a pugno. Anche se manteneva la sua espressione cordiale e sorridente, chiunque avesse visto quel gesto avrebbe probabilmente capito che stava nascondendo qualcosa...

"Ci dispiace... questo non potevamo immaginarlo." disse Vera, guardando verso Max e ripensando alla loro mamma che sicuramente, in quel momento, si stava chiedendo dove fossero finiti i suoi figli.

Laura scosse malinconicamente la testa. "No, non ce n'è bisogno. E'... è una cosa che è successa ormai tanto tempo fa, e... noi sorelle abbiamo imparato a convivere con... con..." la voce le si spezzò, nonostante i suoi sforzi, e la sorella di mezzo si mise una mano davanti alla bocca e fece un paio di singhiozzi. Immediatamente, Saphira fu al suo fianco, mettendole una mano sulla spalla. "Mi... mi dispiace, ragazzi, io... mi ero ripromessa di essere forte, e invece... basta che mi metta a ripensarci che mi vengono le lacrime agli occhi..."

"No, non devi fartene una colpa." disse Anna con fare accomodante. Sempre tenendo la sua bambola Jirachi in braccio, la bambina dai capelli neri si alzò dal suo posto, raggiunse Laura e le mise una mano sulla schiena in segno di conforto. Laura ebbe un piccolo sobbalzo e guardò verso la piccola e la sua Gothorita, ricevendo un'espressione incoraggiante da parte della Pokemon Psico.

"Gothorita..." affermò con voce cristallina.

"Anna?" chiese Laura, asciugandosi rapidamente gli occhi. "Scusa, non volevo mettermi a frignare proprio davanti a te... adesso immagino che pensi che sono una ragazza debole, vero?"

"No, non è vero." rispose gentilmente Anna. "Le lacrime sono tristezza che se ne va. Non c'è nulla di sbagliato in un adulto che piange."

Charlotte fece un cenno con la testa. "Una sorprendente perla di saggezza dalla nostra piccola Anna. O forse non è poi tanto sorprendente." commentò. "In fondo, lo sappiamo che Anna sa essere molto percettiva per la sua età."

"Anche se a volte si mette a dire cose strane..." fu il commento di Noel.

Anna sbattè gli occhi, sinceramente confusa dal commento di Charlotte. "Hm? Non capisco cosa vuoi dire, Charlotte. Voglio dire, ci sono persone sagge che sono adulte, quindi non vedo perchè non ci possano essere persone sagge che siano giovani." rispose con la sua classica, disarmante semplicità.

Ortilla ridacchiò divertita "Beh, anche su questo, non si può dare torto ad Anna." rispose.

"Su questo, se non altro, siamo d'accordo." continuò Hitomi, permettendosi un piccolo sorriso. "Ora però, dovremmo sfruttare questo tempo che abbiamo a disposizione per allenarci il più possibile e rendere più forti i nostri Pokemon. Questo, ovviamente, dopo che avremo risolto il problema del nuovo PULSE."

"Abbiamo vinto delle importanti battaglie contro il Team Meteora..." affermò telepaticamente il Gardevoir di Max, anche se solo il suo allenatore poteva sentirlo. "Ma non possiamo stare tranquilli troppo a lungo."

"Gardevoir ha ragione... dobbiamo stare attenti." disse il ragazzino con gli occhiali. "La prima cosache dobbiamo fare è scoprire come faccia il Team Meteora a provocare quegli strani fenomeni di cui abbiamo sentito."

"E quando questo sarà fatto... Blaziken ed io vorremmo cercare di allenarci anche per poter controllare la Mega Evoluzione." affermò Vera guardando il suo Mega Bracciale.

Saphira fece un cenno con la testa. "Di questo non ti devi preoccupare, Vera... io ti darò una mano a diventare più forte e a controllare il potere della Mega Evoluzione. Ma prima di tutto..." cominciò a dire la leader della resistenza, prima che un suono acuto ed improvviso la interrompesse, e la giovane donna dai capelli multicolore abbassò lo sguardo, con espressione vagamente allarmata, verso il comunicatore che teneva attaccato alla cintura. Lo prese, diede un'occhiata allo schermo, e lo attivò, mettendosi a parlare con chiunque fosse dall'altra parte.

"Pronto? Sì, qui parla Saphira... sì, Celeste, dimmi pure... avete degli aggiornamenti? ... Sì... sì, capisco... potete confermarlo? ... Okay, allora non c'è altro da fare... Va bene. Attendete aggiornamenti. No, non ce ne sarà bisogno... non sarà certo questo a fermarci. Okay. Passo e chiudo."

Saphira interruppe la comunicazione, e subito alzò lo sguardo per incontrare le espressioni tese e confuse del resto del gruppo. A giudicare dalle espressioni sui loro volti, si capiva che già sospettavano di cosa potesse trattarsi.

"Sorellona... è il Team Meteora, vero?" chiese rapidamente Charlotte, la cui espressione si fece di colpo seria e feroce.

Saphira annuì lentamente. "Sì... sono loro. Hanno scoperto il nostro nascondiglio. Non so come hanno fatto, ma lo hanno scoperto." affermò cupamente. "Un gruppo di uomini del Team Meteora, guidati dal comandante Sirius, sta attraversando il Lago Tanzanite per tagliarci ogni via di fuga... mentre un altro gruppo, con alla testa il dottore, si sta avvicinando rapidamente da nord-est."

"Accidenti... proprio adesso dovevano arrivare." affermò Ritchie, e Sparky corrugò la fronte e si caricò minacciosamente. "Siamo in grado di affrontarli, così come siamo?"

"Beh... sarà sicuramente un modo per vedere quanto siamo migliorati." rispose Vera con determinazione, lo sguardo che si faceva severo e risoluto. "Miss Saphira... ha detto che c'è anche il comandante Sirius tra di loro?"

"Quello è un elemento molto pericoloso..." ribattè Pietro con evidente preoccupazione. "L'ho affrontato una volta, e mi ha spazzato via come niente..."

"Non vi preoccupate. Io mi occuperò del Team Meteora... non alzeranno nemmeno un dito sulla mia famiglia, questo ve lo posso garantire sulla mia vita!" affermò Saphira, alzandosi di scatto e prendendo una Pokeball. "Io e il mio Dragonite sferreremo un primo attacco, e affonderemo quanti più possibile di quei farabutti. Voi... restate qui, e tenetevi pronti. Sono sicura che quando il buon dottore arriverà, voi saprete dargli un'accoglienza degna di questo nome!"

"Pikachu!" esclamò Sparky. Guardò verso la Gothorita di Anna, e i due Pokemon si scambiarono un segno di intesa. Era il momento di fare del loro meglio per proteggere i loro allenatori...

Vera e Drew si guardarono con decisione, e anche Cain, Max, Hitomi ed Ortilla diedero i loro segni di assenso. Era il momento della verità... era il momento di dimostrare a tutti, e soprattutto a loro stessi, che l'allenamento che avevano fatto con Kiki aveva dato i suoi frutti. Che il suo sacrificio non era stato inutile."

"Faremo tutti del nostro meglio, miss Saphira." affermò Vera. "Non permetteremo a nessuno del Team Meteora di toccare i nostri compagni!"

 

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CONTINUA...


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Capitolo 51
*** Scontro sulle rive Tanzanite ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 51 - Scontro sulle rive Tanzanite

 

Saphira uscì a passo deciso dal rifugio delle sue sorelle e tirò fuori una Pokeball, lo sguardo fisso verso il Lago Tanzanite. Nei suoi occhi, brillava una scintilla furiosa, che prometteva rovina a tutti coloro che avessero osato mettere in pericolo la sua famiglia. "Quella feccia sa con chi ha a che fare. Sono sicura che abbiano calcolato esattamente i tempi perchè almeno alcuni di loro arrivino al rifugio. Ma non importa. Se credono davvero di poter mettere le mani sulle mie sorelle e sui loro compagni, presto capiranno il perchè io sono il capo della resistenza!" disse tra sè, e la sua voce quasi tremava per gli intenti feroci che non si preoccupava nemmeno di celare.

La giovane donna dai capelli multicolore lanciò la sua sfera, e da essa, un attimo dopo, emerse il suo Pokemon più forte - il Dragonite con il quale aveva salvato Vera e i suoi compagni dalle grinfie del Team Meteora. Il Pokemon Drago/Volante si levò in volo con un potente ruggito di battaglia e guardò verso la sua allenatrice. A quel punto, l'intesa tra i due era tale che non c'era nemmeno bisogno di parole per capirsi, e Dragonite si abbassò fino a toccare terra, si acquattò e aprì le ali in modo che Saphira potesse montargli in groppa.

"Dragon!" esclamò. Saphira gli fece un cenno di approvazione con la testa e si arrampicò agilmente sulla sua schiena, poi il dragone alato si prese un istante di tempo per bilanciarsi, fece un salto e cominciò a sbattere le ali... che pur sembrando così piccole in confronto al resto del corpo, riuscirono a sostenerlo in aria senza alcuno sforzo apparente.

"Grazie, Dragonite... ed ora, verso il Lago Tanzanite!" esclamò Saphira. "Dobbiamo fermarne quanti più possibile, in modo da rendere le cose più facili a Vera e agli altri."

Dragonite strinse gli occhi e si diresse verso il lago con tutta la velocità di cui era capace, scrutando la superficie dell'acqua con il suo sguardo acuto in modo da poter intercettare quanto prima gli assalitori. Nel giro di pochi istanti, il Pokemon drago riuscì a vedere delle inequivocabili scie sul pelo dell'acqua - non poteva trattarsi che del Team Meteora! Stavano dirigendosi verso il rifugio Belrose... questa era la loro migliore e probabilmente unica occasione per toglierne di mezzo il più possibile!

"Li hai visti, Dragonite?" chiese Saphira. Dragonite rispose con un cenno della testa e, senza aspettare oltre, scattò in direzione delle imbarcazioni del Team Meteora. "Ottimo! Allora facciamo in modo che questo sia l'ultimo errore che faranno in vita loro!"

"DRRRRAGONITE!" ringhiò Dragonite. Il Pokemon Drago/Volante era parecchio più veloce di quanto una creatura così grande potesse sembrare, e in men che non si dica, coprì la distanza che lo separava dalle imbarcazioni e si preparò a sferrare un attacco spietato...

 

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Per Simone e Tara, la giornata era passata rapidamente dalla tensione al terrore vero e proprio quando l'immensa figura del Dragonite di Saphira si era parata sopra la piccola flotta del Team Meteora! I due agenti del Team Meteora cercarono di mettere mano alle loro Pokeball, pur sapendo che molto probabilmente sarebbe servito a ben poco, contro un'allenatrice come lei...

"Un Dragonite! Guardate, quella è Saphira!" esclamò una recluta, guardando verso l'alto con espressione terrorizzata.

"Maledizione! Tutti assieme, dobbiamo buttarla giù!" esclamò Eclisse. "Presto, Lunatone! Ho bisogno del tuo aiuto!"

"Solrock, tocca a te!" esclamò Astro. I due Pokemon spaziali apparvero accanto ai due luogotenenti, e altri uomini del Team Meteora fecero uscire i loro combattenti... ma Saphira non era tipo da lasciarli fare.

"Dragonite, affonda quante più possibile delle loro barche!" esclamò la giovane donna. Con un profondo, terribile ruggito, Dragonite scattò verso l'imbarcazione più vicina, con gli artigli sguainati e avvolti da una bauginante fiamma violacea! "Dragartigli!"

"DRAAAAAAG!" ruggì il Pokemon Drago/Volante, prima di abbattere il braccio sulla barca. Si sentì un terrificante suono di metallo tranciato, e la nave si spezzò in due come se fosse stata fatta di legno marcio, scaraventando in giro tutti i suoi passeggeri! In un coro di urla di spavento, Pokemon e reclute piombarono nelle acque agitate, e cominciarono ad annaspare per uscirne!

"Oh, no! Presto, dovete fermarla!" esclamò Astro. "Solrock, attacca con Frana!"

"Lunatone, colpisci con Geloraggio!" fu l'ordine di Eclisse, che sapeva bene quale fosse il principale punto debole dei Pokemon Drago. Il Solrock di Astro creò una raffica di rocce e le scagliò contro Dragonite in un fittissimo bombardamento, ma il drago alato usò di nuovo il suo attacco Dragartigli per ridurre le rocce a brandelli mentre queste gli cadevano addosso... e poi, si spostò all'ultimo momento per evitare il Geloraggio che Lunatone gli aveva scagliato contro. Il raggio congelante si disperse in lontananza, e Dragonite, ad un ordine di Saphira, riprese quota e mirò un altro attacco contro il Team Meteora.

"Attacco Dragopulsar!" esclamò la leader della resistenza. Dragonite spalancò le ali e aprì le fauci, creando una sfera di energia luminosa nel fondo della gola... per poi scagliarla come un siluro luminoso contro le imbarcazioni del Team Meteora. Il colpo andò a segno su una di esse, aprendo un buco che la attraversava da una parte all'altra e scaraventando via diversi membri del piccolo equipaggio... tra i quali Simone e Tara, che finirono nelle acque limacciose del Lago Tanzanite!

"Ci sta spazzando via..." esclamò spaventata Eclisse, che si teneva stretta alla barca sulla quale si trovava. La sua Lunatone venne scaraventata via per un breve tratto da una poderosa ondata, e solo grazie ad una rapida applicazione dei suoi poteri di levitazione potè impedirsi di cadere in acqua. "Lu... Lunatone, cerca di fermarla, in qualche modo! Usa Preveggenza!"

"Luuuuunaaaa..." esclamò la Pokemon Meteorite, i cui occhi si illuminarono per un attimo, prima di inviare una gigantesca sfera di energia mentale verso l'alto. Saphira spese un istante di tempo a guardare dove stesse andando l'attacco, in modo da poterlo evitare nel momento in cui fosse venuto giù... e poi, Dragonite vitò rapidamente di lato per evitare un attacco Cozzata Zen del Solrock di Astro: la meteora vivente si era scagliata a tutta velocità sul dragone alato, avvolta in un bozzolo di energia distruttiva rosata, e aveva cercato di investirlo con tutta la sua forza, ma Dragonite si spostò all'ultimo momento e scagliò un altro attacco Dragopulsar a bruciapelo, che colpì Solrock, esplose su di lui e lo fece ricadere come... un sasso... verso l'imbarcazione dove si trova Astro.

"Solrock!" esclamò il Cavaliere Meteora quando il suo Pokemon si schiantò sulla chiglia della nave, restandovi impiantato con tanto di occhi trasformati in spirali! "Maledizione, qui si mette male... la nostra imbarcazione affonderà presto! E Simone e Tara? Dove sono?"

"In acqua, temo..." affermò Eclisse. "Maledizione... non possiamo neanche andare ad aiutarli! Ce la facciamo appena a sopravvivere noi..."

 

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Sirius guardò con rabbia allarmata lo spettacolo del Dragonite di Saphira che spazzava via qualsiasi debole resistenza gli uomini del Team Meteora tentassero contro di lui. Non si era aspettato un assalto così furioso e determinato: nel giro di pochi attimi, numerose imbarcazioni erano già state danneggiate o affondate... e il loro equipaggio si stava dibattendo furiosamente tra i flutti, o era già scomparso sotto di essi! Non che a Sirius importasse qualcosa delle vite dei suoi sottoposti, ma perderne troppi avrebbe voluto dire un grosso svantaggio al momento di attaccare il rifugio... era il momento di fare la sua parte per evitare che la situazione degenerasse!

"Maledizione, qui si mette male... non credevo che Saphira ci avrebbe attaccato così apertamente!" esclamò Sirius. Con rabbia, raggiunse il timoniere che ormai era troppo spaventato per agire, lo spinse da parte strattonandolo, e afferrò lui stesso il timone, non prima di aver fatto uscire un suo Pokemon. "Presto, Probopass! Tieniti pronto ad entrare in azione!"

"Proooobopaaaaaass!" si sentì un verso simile ad un aspirapolvere che si stava soffiando il naso (se una cosa del genere poteva essere immaginata), e dalla Pokeball di Sirius apparve un Pokemon veramente bizzarro - era fatto di un inusuale amalgama di pietra e metallo magnetizzato, scolpito in modo da avere la forma di una testa stilizzata con un paio di piccoli occhi tondi dalle pupille azzurre, e un enorme naso rosso, con sotto dei folti baffi neri fatti di filo di ferro. Tre pezzi di roccia più piccoli, anch'essi assomigianti a teste con un naso lungo, restavano attaccati ai fianchi e al retro del Pokemon minerale, tenuti lì dalla pura e semplice attrazione magnetica. Sulla cima della sua testa si trovava un magnete rosso che faceva da cappello, e la creatura si muoveva fluttuando nell'aria a pochi centimetri da terra.

"Probopass, ho bisogno del tuo aiuto... dobbiamo fermare quel Dragonite che sta facendo strage dei nostri uomini!" esclamò Sirius. "Usa Mirino, e poi Falcecannone per buttarlo giù!"

Il Pokemon Bussola si sollevò in aria di alcuni centimetri e fissò il Dragonite sul quale Saphira cavalcava, che nel frattempo stava assorbendo un attacco Comete da parte di un Ambipom del Team Meteora come niente fosse, per poi contrattaccare usando un Lanciafiamme che diede fuoco all'imbarcazione e costrinse l'equipaggio e gettarsi rapidamente in acqua per non rimanere arrostito! Probopass si concentrò il più possibile e cercò di inquadrare l'avversario che schizzava di qua e di là senza tregua, con Sirius che stringeva spasmodicamente una mano in segno di frustrazione, l'occhio bionico che si accendeva sinistramente. Alla fine, Saphira e il suo Dragonite si fermarono per un istante...

E il Pokemon Roccia/Acciaio colse il momento giusto per scagliare il suo attacco più potente! Un sinistro sfrigolio elettrico e un penetrante odore di ozono si diffusero nell'aria, e davanti alla punta del nasone di Probopass apparve una sfera di energia elettrica scarlatta attorno alla quale si susseguiva una raffica di fulmini dorati, che si espase rapidamente raccogliendo energia sia attorno a sè che dal corpo magnetizzato di Probopass. Il dragone si accorse del tentativo di Sirius e Probopass, e lasciò perdere gli scagnozzi che stava assalendo per scagliarsi a tutta velocità verso il Pokemon Bussola ed interrompere il suo attacco... e Sirius sgranò gli occhi in un'espressione di puro terrore quando vide il Dragonite di Saphira volteggiare su di lui! Per un attimo, il comandante del Team Meteora si vide scorrere davanti tutta la sua vita mentre Saphira e il suo Dragonite lo fissavano con odio feroce...

Ma purtroppo per Saphira e Dragonite, il loro brevissimo istante di esitazione si rivelò un grave errore. Probopass, con la forza della disperazione, completò il caricamento e inviò una massiccia scarica elettrica contro il drago alato, centrandolo al torace nel momento in cui prendeva fiato per eliminare Sirius una volta per tutte. Dragonite gettò indietro la testa e lanciò un profondo ruggito di rabbia e di dolore mentre l'attacco Falcecannone lo percorreva, e Saphira venne sbalzata giù dalla sella e, con un breve grido, finì in acqua! Per diversi secondi, Dragonite venne tenuto sospeso in aria dalla poderosa scarica elettrica, e non appena questa si esaurì, perse quota e cadde a sua volta nelle acque intorbidate del Lago Tanzanite. Si riprese quasi subito, grazie anche alla sua resistenza e alla sua esperienza, ma la preoccupazione per la sorte della sua allenatrice prevalse su qualsiasi proposito di eliminare un comandante del Team Meteora, e Dragonite si lanciò verso la sua allenatrice che sembrava annaspare. L'impatto con l'acqua gelida aveva intorpidito i suoi movimenti, e la donna stava facendo fatica a risalire...

Per questo motivo, si sentì sollevata quando il suo Dragonite, pur essendo anche lui rallentato dalla paralisi, nuotò sotto di lei e la raccolse sul suo dorso, facendole da improvvisata zattera. Saphira tirò un profondo respiro nel momento in cui lei e Dragonite riemersero, e il dragone guardò verso le imbarcazioni del Team Meteora superstiti che si allontanavano.

"Dragonite!" esclamò il drago arancione con un sorriso sollevato.

"Grazie, Dragonite. Ottimo lavoro." affermò Saphira dopo essersi liberata come poteva dall'acqua che le era entrata in gola. "Ne abbiamo tolti di mezzo un bel po', ma sfortunatamente Sirius e il dottore stanno per raggiungere il rifugio. Adesso, tocca a Vera e ai suoi compagni. Cerchiamo comunque di raggiungerli. Riesci a nuotare finol a riva?"

"Drag!" rispose Dragonite. Visto che le sue ali erano intorpidite dalla paralisi, il Pokemon Drago/Volante si limitò ad usare la robusta coda e le zampe posteriori come remi improvvisati, e riuscì comunque a raggiungere una certa velocità. Decisi più che mai ad ostacolare il Team Meteora più che potevano, Saphira e il suo Pokemon campione si diressero verso le rive del Lago Tanzanite, tra i rottami delle imbarcazioni demolite e gli uomini del Team Meteora rimasti in acqua, diversi dei quali non si muovevano più...

 

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Simone cercava disperatamente di tenere la testa fuori dall'acqua, mentre faceva tutto quello che poteva per trascinare sè stesso e Tara verso la riva. Il giovane iniziato del Team Meteora sapeva nuotare abbastanza bene... ma non era certo facile quando si era vestiti, con le scarpe e per giunta portando con sè la sua compagna che invece non aveva la stessa fortuna di potersi mantenere a galla. Dal suo punto di vista, tutto era degenerato in un vortice di confusione e panico. Non aveva idea di cosa stesse succedendo ai suoi colleghi del Team Meteora, tranne che a Tara... l'unica cosa che gli passava per la testa, in quel momento, era di raggiungere la riva e salvare sè stesso e la sua compagna. Poi avrebbe pensato al resto...

Ma si preannunciava un'impresa molto difficile. Le acque del lago erano fredde ed agitate, e Tara, nel tentativo di tenersi a galla, si agitava scompostamente, con l'unico risultato di stancarsi e di ostacolare ulteriormente i tentativi di Simone. Anche così, il giovane cercava in tutti i modi di trascinare sè stesso e Tara verso la salvezza, per quanto l'impresa di stesse facendo sempre più difficile con lo scorrere dei secondi...

"L-Lasciami, Simone... ti sto rallentando e basta!" riuscì a dire Tara, in un breve lasso di tempo in cui era riuscita a tenere la testa fuori dall'acqua più a lungo.

Era vero, e questo Simone lo sapeva... ma era deciso ad andare fino in fondo. Aveva deciso che si sarebbero salvati entrambi, o sarebbero periti entrambi. "No, Tara! Io non ti lascio qui!" esclamò, anche mentre sentiva le forze che cominciavano a venirgli meno. Simone faticava a tenere la testa fuori dall'acqua, e i vestiti ormai inzuppati pesavano come dei macigni...

"Simone! Vai! Non ha senso... che moriamo entrambi! Salvati tu!" insistette Tara.

"NOOOO!" urlò Simone, e fece appello a quel barlume di forza che gli rimaneva per tenere stretta quanto più possibile la sua compagna, nonostante la difficile situazione in cui si trovava. La riva era ancora lontana... troppo lontana perchè Simone potesse raggiungerla portandosi dietro la sua compagna, e Tara se ne rendeva conto fin troppo bene.

Dopo un istante di esitazione, la giovane donna strinse i denti, e cercò di ricacciare indietro la paura della morte che la stava attanagliando. Certo... le sarebbe piaciuto molto di più avere la possibilità di vivere un po' più a lungo... di creare quel mondo migliore di cui Lord Solaris le aveva tanto parlato... La sua mente tornò per un attimo al giorno in cui aveva visto per la prima volta il capo del Team Meteora, e aveva ascoltato il suo discorso appassionato in cui Solaris aveva parlato dei mali che affliggono il mondo, e di come le persone fossero state corrotte dalla compessità della vita moderna... dal desiderio di possesso... di come si fossero allontanate dalla loro spiritualità... e di come il Team Meteora sarebbe riuscito a porre fine a tutto questo...

Tutti nobili ideali, certo... ma in quel momento, passavano tutti in secondo piano. Ora, c'era da fare solo ed esclusivamente la cosa giusta.

E se questo avesse voluto dire che sarebbe stata la sua ultima azione...

... beh, non era un brutto modo di concludere la propria vita.

Sentendosi improvvisamente più serena, Tara afferrò la spalla di Simone con una mano, e quando il suo compagno si voltò verso di lei, gli fece un sorriso per rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene...

"Simone..." mormorò. "Grazie. E' stato bello lavorare al tuo fianco. Addio."

"Tara, che cosa stai..." cominciò a dire il ragazzo, ma non fece in tempo a concludere la domanda prima che Tara lo spingesse via con tutte le forze che le erano rimaste. Simone ebbe uno scatto di orrore quando si rese conto che la presa che aveva mantenuto sulla sua compagna era stata spezzata, e Tara stava sprofondando nelle acque del Lago Tanzanite! Disperatamente, il ragazzo cercò di nuotare verso di lei... ma l'acqua era talmente agitata che Simone perse molto presto l'orientamento, prima di essere colpito da un'ondata più grande delle altre e venire scagliato verso la riva, le mani che ancora cercavano in qualche modo di afferrare le braccia di Tara...

In breve tempo, tutto il mondo dal punto di vista di Simone si ridusse ad un confuso gorgoglio...

 

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Vera e due dei suoi Pokemon, Venusaur e Blastoise, erano già posizionati nella sala principale del rifugio Belrose... e guardando dalle finestre, riuscirono a vedere che alcuni soldati della malvagia organizzazione erano arrivati e si stavano avvicinando rapidamente all'ingresso. Per il momento, non sembravano troppo numerosi, e Vera era convinta che Venusaur e Blastoise sarebbero stati in grado di gestire da soli la situazione... tuttavia, non c'era da restare troppo tranquilli, sicuramente il Team Meteora era molto più forte di così, e il Dr. Connal e Sirius erano probabilmente lì vicino... Venusaur e Blastoise si guardarono con decisione, immaginando che quello fosse il momento ideale per mettere a frutto gli allenamenti che avevano fatto con la sensei Kiki... e poco più lontano, il Flabebè che Vera aveva da poco catturato stava in piedi accanto ad un lampadario, osservando la sua nuova allenatrice per augurarle buona fortuna.

"Blast..." disse Blastoise, e fece qualche indicazione a Venusaur con le mani artigliate. I due Pokemon si stavano scambiando qualche incoraggiamento, e forse anhe qualche consiglio su come fare... e Vera fece loro segno di tenersi pronti.

"Blastoise, Venusaur... tenetevi pronti, sono sicura che questo scontro non sarà uno scherzo." affermò, ricevendo in risposta un cenno di assenso da entrambi gli starter di Kanto. "Flabebè... tu resta lì, e non cercare di intervenire. Ancora non sei in grado di sostenere uno scontro come questo..."

"Flabebè!" esclamò il grazioso Pokemon Folletto, prima di guardare allarmato verso la porta d'ingresso ed indicarla con una delle sue corte braccia. "Fla! Flabebè!"

"Venusaur!" la Venusaur di Vera si abbassò giusto un po' sul terreno e si preparò... e un istante dopo, due uomini del Team Meteora, accompagnato da uno Slowbro e da un Magneton, fecero irruzione nel rifugio, prendendo a calci la porta! Ma Vera e i suoi Pokemon erano pronti... e dopo aver fatto un piccolo salto all'indietro per allontanarsi dai due individui, Vera diede il primo ordine!

"Eccoli! Venusaur, usa Fiortempesta! Blastoise, colpisci Magneton con Breccia!" esclamò la ragazzina di Hoenn. Prima che i due scagnozzi del Team Meteora potessero rendersi conto di quello che stava accadendo, una raffica di petali luminosi apparve attorno al corpo di Venusaur e cominciò a girare attorno ad esso sempre più velocemente, fino a trasformarsi in un vortice di petali rosa che partì a tutta velocità verso lo Slowbro nemico! Il lento e poco sveglio Pokemon Acqua/Psico sembrò quasi non essersi reso conto del pericolo, e non si mosse neanche un po' quando l'attacco Fiortempesta lo investì, scagliandolo in aria e facendolo poi atterrare diversi metri più in là, privo di sensi! La mano destra di Blastoise si abbattè su Magneton prima che il Pokemon Acciaio/Elettro potesse tentare qualsiasi cosa, il Pokemon tartaruga lo colpì con un tremendo colpo di taglio che ammaccò violentemente la sua armatura! Magneton stridette per l'improvviso dolore e rimbalzò per terra con abbastanza impeto da lasciare una crepa sul pavimento... ma riuscì a rimettersi in guardia grazie alla sua abilità Vigore e puntò i suoi magneti verso Blastoise, caricando sulle loro punte un attacco Scarica.

"Blastoise, adesso usa Protezione!" esclamò Vera con prontezza di pensiero. Una frazione di secondo prima che Magneton potesse attaccare, la testuggine gigante si acquattò come un lottatore di sumo e creò una barriera semitrasparente attorno a sè... e quando Magneton usò il suo attacco Scarica, irradiando da sè una serie di anelli fatti di pura energia elettrica, questi si infransero sulla protezione, lasciando del tutto illeso il Pokemon Crostaceo, che ne approfittò immediatamente. "Perfetto, Blastoise! Ottima difesa! E adesso usa il tuo attacco Acquagetto!"

"Blast, blast!" esclamò Blastoise. Con uno scatto improvviso, Blastoise si circondò di una bolla d'acqua e si scagliò come un razzo verso il nemico, centrandolo in pieno e mettendolo fuori combattimento del tutto! Il Pokemon magnetico fluttuò disordinatamente in aria per un istante, con gli occhi che roteavano comicamente nelle orbite, prima di cascare a terra in un ammasso di magnetite sfrigolante e malconcia!

"Ma... gne... ton..." mormorò.

Spaventati dalla rapidità con cui Vera aveva sconfitto i loro Pokemon, i due scagnozzi del Team Meteora indietreggiarono di colpo, e si guardarono attorno per cercare una via d'uscita... mentre altri uomini della malvagia organizzazione facevano irruzione dalla porta, e formarono una sorta di cordone umano tutt'attorno a Vera e ai suoi due Pokemon. Nello stesso momento, tuttavia, arrivarono i rinforzi anche per Vera... con uno spettacolare calcio volante, lo Scraggy di Ortilla si scagliò contro un Houndoom del Team Meteora, e lo colpì in pieno, con il risultato che il feroce cane nero venne scaraventato contro un muro e cadde a terra privo di sensi prima di poter fare una sola mossa! Il Masquerain di Drew e il Linoone di Max entrarono in scena un attimo dopo, attaccando altri due Pokemon del Team Meteora con rapidità e decisione... e il Walrein di Hitomi bloccò la strada a due Quagsire nemici che si stavano avvicinando con rapidità e furtività! Un attacco Corposcontro investì il primo dei due avversari, facendolo volare addosso all'altro... e quando si rialzarono, entrambi si trovarono davanti il massiccio tricheco pronto all'azione! Dietro di loro, c'erano anche Ritchie, che ora era accompagnato da un Pokemon dall'aspetto inconfondibile: un Pupitar, una creatura simile ad una crisalide di roccia blu-grigia abbastanza spessa da non poter essere scalfita nemmeno da una pallottola, con numerosi spuntoni frastagliati che coronavano quella che doveva essere la testa, e il cui volto consisteva in niente di più che un paio di grandi buchi neri dai quali spuntavano un paio di grandi occhi dalle pupille piccole e rosse, e un paio di "sopracciglia" intagliate sopra di essi.

"Tarrrrr..." esclamò il Pupitar di Ritchie con una voce che ricordava le rocce che grattavano le une sulle altre, mentre osservava i Pokemon che il Team Meteora aveva mandato in campo. I membri dell'organizzazione avevano già cominciato a fiutare che le cose si mettevano male per loro... questa volta, non si trovavano di fronte un gruppo di sprovveduti indifesi, ma degli allenatori forgiati da vere battaglie, che li avrebbero combattuti fino all'ultimo respiro!

"Bell'entrata, ragazzi! Credo che gli abbiamo fatto un bel po' di effetto!" scherzò Vera.

Drew si rimise a posto un ciuffo di capelli che gli cadeva sulla fronte, e fece cadere un petalo dalla rosa rossa che teneva in mano. "Anche la presentazione vuole la sua parte, mia cara." commentò il ragazzo dai capelli verdi. "E a giudicare dalle loro espressioni, direi che in questo caso, abbiamo colpito nel segno."

"Le espressioni da pesci lessi dicono molto." affermò Hitomi, anche se questa volta si sentiva un tono vagamente divertito.

"E anche la rapidità con cui quei due hanno perso." fu la volta di Max, che si aggiustò gli occhiali mentre dava una pacchetta amichevole sulla spalla al suo Linoone.

"Flabebè!" esclamò ridendo il Flabebè di Vera. Venusaur e Blastoise si guardarono con approvazione, chiaramente orgogliosi dei progressi che avevano fatto.

Colti completamente di sorpresa, i soldati del Team Meteora non poterono fare altro che indietreggiare e cercare di pensare ad un'altra strategia... almeno, prima che uno dei loro comandanti decidesse che era venuto il momento di mostrarsi. Una delle reclute più vicine alla porta si accorse della figura che si stava avvicinando e si spostò per farlo passare, rivelando l'alta e minacciosa figura del Dr. Connal, come sempre affiancato dal suo fedele Raichu. Il medico pazzo stava guardando le reclute con disapprovazione, e fino a che non entrò del tutto nella sala d'ingresso, con un passo lento e calmo che sembrava studiato appositamente per fare più paura possibile, sembrò quasi non badare a Vera e ai suoi compagni.

"D... Dottor Connal!" esclamò una delle reclute. Connal non diede alcun segno di aver sentito, e lui e il suo Raichu si piazzarono davanti a Vera, Venusaur e Blastoise. Con una calma che appariva ancorapiù snervante, il dottore prese una Pokeball dal suo camice e ci giocherellò per un attimo.

"Okay, adesso sì che si fa sul serio..." disse tra sè Max. Il suo Linoone ringhiò all'avversario e mostrò i suoi denti aguzzi, senza però riuscire ad impensierirlo.

"Ci incontriamo di nuovo. Vera Maple e il suo gruppetto di ciechi idealisti." affermò il Dr. Connal, con la stessa granitica sicurezza con cui diceva quasi ogni cosa. Due individui vestiti come infermieri del suo orfanotrofio si piazzarono subito dietro di lui in modo da dargli supporto. "Non ho nessuna intenzione di essere compassionevole verso di voi come lo sono stato l'ultima volta. Sono venuto per riappropriarmi di quello che mi avete rubato. Parlo dei due gemelli, Noel ed Anna... di Charlotte Belrose, Shelly Citra, Heather Molinar e tanti altri."

"Davvero, dottor Connal?" chiese Ortilla, entrando a sua volta nella stanza e ponendosi a fianco del suo Scraggy, che alzò la guardia con determinazione. "Sono spiacente, ma non abbiamo nessuna intenzione di restituirveli, e loro non hanno nessuna intenzione di tornare da voi."

"La vostra volontà non conta, così come non conta la loro." disse lapidario lo psichiatra criminale. "Quei bambini sono stati legalmente affidati all'orfanotrofio. Essi sono di mia proprietà."

"Quei bambini non sono di proprietà di nessuno!" protestò Max. "E certo non sono suoi! Non abbiamo nessuna intenzione di lasciarli a lei, visto che lei farebbe loro del male."

"Cosa ne sapete voi di fare del male?" chiese Connal, per nulla turbato dalle accuse. "Le mie terapie hanno il solo scopo di far guarire i miei giovani pazienti dalle loro psicosi, e fare sì che possano riprendere una vita normale. Ma capisco che discutere con voi sia inutile. Quindi... uomini, tenete occupati Vera e i suoi compagni. Io cercherò al piano di sopra. Raichu, Luxray, conto anche su di voi."

"Raichu!" esclamò il Raichu del medico. Quest'ultimo fece cadere a terra la Pokeball che teneva in mano, quasi distrattamente, e ne fece uscire un Luxray dall'espressione arcigna, che si piazzò accanto a Raichu e abbassò la testa.

"Sorellina... qui ci pensiamo noi! Tu cerca di fermare il Dr. Connal!" esclamò Max. Lui ed Hitomi, assieme a Linoone e Walrein si mossero e si piazzarono davanti a Raichu e Luxray, mentre il resto degli allenatori si apprestava a vedersela con le reclute del Team Meteora... e Vera cominciò ad inseguire il dottore mentre quest'ultimo si affrettava verso le scale che portavano al piano superiore.

E sarebbe anche riuscita a raggiungerlo, se qualcuno non fosse intervenuto per intercettarla.

Una delle finestre andò in pezzi quando qualcuno la colpì dall'esterno, e Vera si scansò appena in tempo per evitare di essere colpita dai frammenti affilati. Con un fragore assordante, la cornice della finestra cadde nella stanza, e subito dopo, Sirius, Zel e alcuni dei loro uomini fecero irruzione nel rifugio e si piazzarono davanti a Vera!

"Sirius!" esclamò la ragazzina di Hoenn, incrociando lo sguardo del comandante, reso ancora più minaccioso da quel terrificante occhio bionico che brillava di luce propria. "Sembra proprio che siamo destinati ad incontrarci, in un modo o nell'altro."

"Sei diventata un vero fastidio, Vera Maple. Tu e i tuoi compagni siete un'autentica spina nel fianco!" ringhiò Sirius, la cui proverbiale calma stava ormai cedendo.

Una delle reclute guardò allarmata in direzione della finestra infranta. "Comandante Sirius! Che... che succede? Abbiamo visto che le vostre imbarcazioni... dove sono gli altri nostri agenti?" cominciò a dire.

Mentre prendeva una Pokeball dalla cintura, il comandante del Team Meteora strinse i denti e scosse la testa rabbiosamente. "Quella donna maledetta ci ha intercettato. E i nostri agenti... sono dispersi. Per quanto ne so, potrebbero anche essere morti." ringhiò Sirius. "Quella dannata donna a cavallo del suo Dragonite è arrivata e ci ha assalito mentre stavamo attraversando il Lago Tanzanite. Sono riuscito a malapena a colpire quel lucertolone con una Falcecannone, ma non credo che nemmeno questo la fermerà a lungo." Con espressione decisa, Sirius si rivolse a Vera, che afferrò una delle sue Pokeball a sua volta. Evidentemente, quello era il momento di scoprire se gli allenamenti che aveva fatto con Kiki e gli allievi del Monastero Apofillide fossero serviti a qualcosa...

"Con tutti i fastidi che ho avuto per arrivare fin qui, ora non me ne andrò a mani vuote!" esclamò Sirius. "Vera Maple! Adesso tu mi consegnerai i bambini, o soffrirai la mia ira! Scegli una delle due!"

"Scelgo la terza. Io e i miei Pokemon ti sconfiggiamo e ti cacciamo via di qui!" ribattè prontamente Vera. "Blaziken, vai!"

Vera lanciò la sua Pokeball... e il Pokemon Fuoco/Lotta che era ormai diventato il membro più forte della sua squadra apparve in un'esplosione di fuoco! Con un penetrante grido di lotta, Blaziken atterrò agilmente davanti al Pokemon che Sirius aveva mandato in campo: il suo infido Seviper, che agitava minaccioso la coda e diffondeva attorno a sè un inquietante rumore metallico.

"Ritchie, Sparky... ho bisogno di chiedervi un favore! Fermate voi il Dr. Connal al nostro posto!" esclamò Vera diretta al ragazzino di Kanto e al suo Pikachu.

"Va bene, tu pensa a quell'uomo!" rispose Ritchie. Il Pupitar di Ritchie, Cruise, stava affrontando un gruppo di scagnozzi del Team Meteora, ma riuscì a staccarsi da essi scagliando contro di loro e i loro Pokemon un potente attacco Frana, costringendoli ad indietreggiare per non essere travolti da una scarica di rocce cadenti. Il Seviper di Sirius cercò di muoversi con uno scatto verso Ritchie e Sparky, ma Blaziken intervenne, scattò verso il Pokemon serpente, e lo afferrò per la coda prima che potesse fare anche soltanto mezzo metro, per poi scagliarlo contro un muro con tutte le sue forze. Seviper emise un verso strozzato quando andò a sbattere contro il muro, e poi scivolò giù stordito, ma si rimise abbastanza rapidamente e cercò di contrattaccare.

"Che tu sia maledetta, Vera Maple! Chi poteva immaginare che saresti diventata una tale seccatura?" esclamò Sirius. "Seviper, colpisci lei e Blaziken con Velenoshock!"

"Blaziken... respingilo con Calciardente!" esclamò Vera. Seviper si concentrò per un attimo, e un'aura violacea si accese attorno al corpo del biscione, per poi trasformarsi in una raffica di strali violacei che descrissero una traiettoria arcuata a mezz'aria, e poi piovvero addosso a Blaziken! Ma il galletto kickboxer non restò certo lì a subire l'attacco. Attese fino all'ultimo momento, e poi scattò in avanti ad una tale velocità che Seviper si rese conto del pericolo solo quando ormai era troppo tardi: Blaziken scomparve e poi riapparve davanti a lui così velocemente che se qualcuno avesse sbattuto gli occhi se lo sarebbe perso; poi, sollevò la gamba sinistra, avvolta da fiamme spirituali scarlatte... e sferrò un devastante calcio che centrò in pieno Seviper e lo scaraventò in aria, sotto gli occhi attoniti di Sirius e dei suoi uomini. Seviper si abbattè al suolo con un poderoso schianto, mentre Ritchie, Sparky e Cruise salivano le scale per intercettare il Dr. Connal. Nello stesso tempo, il Linoone di Max si produceva in uno spettacolare attacco Sfuriate contro il Raichu del medico pazzo, e il topo elettrico fu costretto a chiudersi in difesa, riuscendo a parare la maggior parte delle artigliate, ma venendo colto di sorpresa quando due fendenti scivolarono oltre la sua guardia e lo raggiunsero!

Il Luxray di Connal si lanciò contro il Walrein di Hitomi, e morse il Pokemon tricheco con un poderoso attacco Fulmindenti, azzannandolo ad un fianco e trasmettendogli una dolorosa scarica elettrica! Walrein emise un ruggito di dolore e si agitò scompostamente per liberarsi dalla presa dell'avversario... e con un poderoso colpo di pinna, riuscì a scaraventare via il Pokemon Elettro, che volteggiò in aria per un breve tratto e atterrò in piedi accanto ad un gruppo di uomini del Team Meteora. Si preparò ad attaccare di nuovo con una Scintilla, circondandosi di energia elettrica e scagliandosi ad alta velocità contro Walrein... ma questa volta, il Pokemon di Hitomi non si fece cogliere di sorpresa e reagì aprendo la bocca, all'interno della quale si stava formando una sfera di energia luminosa.

"Walrein, colpisci con Geloraggio! Ora!" esclamò Hitomi, facendo un cenno con il braccio per dare maggiore enfasi al suo ordine. L'energia congelante all'interno delle fauci di Walrein esplose sotto forma di un raggio dirompente che Luxray non riuscì ad evitare del tutto - il Pokemon felino fu costretto a deviare all'ultimo momento, ma anche questo non fu sufficiente ad evitare del tutto l'attacco, e il Geloraggio lo colpì al fianco e lo scaraventò via con un breve ringhio di dolore. Tutt'attorno, gli uomini del Team Meteora, malgrado la superiorità numerica, cominciavano a perdere terreno... e lo scontro tra Blaziken e Seviper si stava facendo cruento!

Con un sibilo feroce, la vipera dai denti a sciabola si inabissò nel pavimento, nel tentativo di colpire il più velocemente possibile con un attacco Fossa. Blaziken chiuse gli occhi e si concentrò, usando gli altri suoi sensi per percepire i movimenti dell'avversario...

Un leggero movimento del terreno sotto di sè lo avvertì del pericolo imminente... e Blaziken spiccò un enorme salto, e riuscì ad evitare il Seviper di Sirius nel momento in cui quest'ultimo riemerse e cercò di colpirlo con tutte le sue forze. Blaziken saltò fino al soffitto, fece un'acrobazia a mezz'aria e appoggiò i piedi sul soffitto, in modo da restare appeso a testa in giù per una frazione di secondo...

"Maledizione!" imprecò Sirius. "Seviper, colpiscilo con Fangobomba!"

"Viper!" sibilò il Pokemon Veleno. La sua bocca si spalancò, e Seviper scagliò un'enorme massa di fango violaceo contro il suo avversario...

"Blaziken, puoi farcela!" esclamò Vera. "Rispondi con Baldeali!"

Blaziken lanciò un acuto, penetrante grido di battaglia e si diede la spinta, per poi scagliarsi a velocità terrificante contro Seviper, con un paio di ali di luce che si protendevano fieramente dalla sua schiena! L'attacco Fangobomba lo colpì durante lo slancio, ma il Pokemon Fuoco/Lotta strinse leggermente i denti e proseguì imperterrito, eseguì uno spettacolare volteggio a mezz'aria, e colpì in pieno il Seviper di Sirius! Le ali di energia di Blaziken si infransero e la vipera dai denti a sciabola rotolò sul terreno e si fermò a diversi metri di distanza, mentre Blaziken atterrò con agilità, appoggiando una mano artigliata sul terreno in modo da mantenere la presa su di esso.

"No! Maledizione, com'è possibile? Come hai fatto a diventare così forte?" esclamò frustrato Sirius. "Avanti, Seviper, alzati e continua a combattere! Non puoi farti battere da questi scarti!"

"Ssssseviper..." sibilò rabbiosamente Seviper. Il suo allenatore non faceva altro che dare ordini...

"Linoone!" esclamò il Linoone di Max. Il Pokemon tasso era stato colpito da un attacco Fulmine scagliato dal Raichu del Dr. Connal, ma la versione evoluta di Pikachu era rimasta parecchio interdetta quando il suo avversario non soltanto non cadde a terra svenuto, ma si riprese dopo qualche attimo, e Max gli diede l'ordine di continuare l'assalto.

"Bravo, Linoone! Ora mostragli i frutti del nostro allenamento! Usa Lacerazione!" esclamò Max. Linoone scattò verso il Raichu avversario, che non fece in tempo a difendersi per la sorpresa e venne colpito in pieno da un tremendo fendente che il tasso sferrò con entrambe le zampe anteriori! Il topo elettrico vene scagliato a terra, ma riuscì a rialzarsi pochi istanti dopo, nonostante i colpi subiti cominciassero già a farsi sentire.

"Walrein, attacca con Acquadisale!" esclamò Hitomi. Il Pokemon tricheco prese la mira contro Luxray e scagliò un potente getto di acqua salata, che il Pokemon simile ad una pantera riuscì a malapena a schivare con uno scatto laterale. Con rabbia e determinazione, Luxray si lanciò nuovamente all'attacco, e questa volta, Hitomi ebbe l'impressione che il suo Pokemon non sarebbe riuscito a resistere tanto facilmente. Una sfrigolante aura elettrica si accese attorno al Pokemon di Connal, che si produsse in un dirompente attacco Sprizzalampo...

"Walrein... intercettalo con la tua nuova mossa. Purogelo!" esclamò Hitomi, continuando a guardare freddamente il campo di battaglia.

Il tricheco azzurro si caricò di colpo, e un campo di brillante energia azzurra si accese attorno a lui, mentre il pavimento nei suoi paraggi veniva ricoperto da una patina di brina, e la temperatura scendeva sensibilmente! Prima che lo Sprizzalampo di Luxray potesse raggiungerlo, Walrein gettò indietro la testa... e la bolla di energia gelida che lo circondava si espanse e inghiottì il Pokemon del Dr. Connal! L'energia esplose in un lampo di luce azzurrina, e travolse Luxray che cercò inutilmente di sottrarsi al colpo... e prima che il Pokemon Elettro si rendesse pienamente conto di cosa stesse accadendo, il suo corpo era stato rinchiuso in uno spesso blocco di ghiaccio! Ormai fuori combattimento, Luxray cadde a terra come un birillo, con un'espressione scioccata e furiosa letteralmente congelata sul muso!

"E questo è sistemato." affermò con tono soddisfatto Hitomi. Il suo Pokemon si alzò leggermente e applaudì sbattendo tra loro le pinne anteriori. "Bravo, Walrein. Vedo che sei diventato più forte."

"Wal! Walrein!" esclamò festante il Pokemon tricheco.

Il Linoone di Max, tuttavia, non era stato da meno. Nonostante un po' di difficoltà iniziali, il Pokemon tasso era riuscito a mettere alle corde il Raichu del Dr. Connal, che ora era ridotto a combattere sulla difensiva, parando come poteva i fendenti dell'avversario. Ma non poteva reggere troppo a lungo... e infatti, quando Max vide un'apertura nella difesa del Pokemon Elettro, non esitò a farne uso!

"Rai... raichuuuuuu!" esclamò Raichu. Tirò indietro il pugno destro e lo caricò di elettricità, in modo da sferrareun poderoso Tuonopugno...

"Adesso, Linoone!" esclamò Max nel momento in cui Raichu si apprestava a colpire. "Colpiscilo con un attacco Ritorno!"
La reazione di Linoone fu fulminea e letale. Il Pokemon Sfrecciante si lanciò in un attacco fulmineo e letale, e centrò il Raichu di Connal scagliandoglisi addosso con tutto il suo peso! Il Pokemon elettrico emise un acuto grido di dolore e sorpresa, e venne scagliato via dalla tremenda forza del colpo, finendo a terra con gli occhi trasformati in spirali! Linoone, anche lui abbastanza stanco per la lotta e i colpi subiti, si accucciò a terra e riprese fiato, ma sul suo muso affusolato si dipinse presto un sorriso di fierezza. Era riuscito a battere quel Raichu... quel Raichu che era stato un avversario al di sopra delle sue possibilità fino a poco tempo prima! Era fiero di sè stesso... e del suo allenatore, che gli aveva permesso di giungere a quel livello!

"Bravo, Linoone!" esclamò Max. Il ragazzino con gli occhiali raggiunse il suo Pokemon e gli fece una carezza sulla testa, con grande soddisfazione del tasso bruno... che poi guardò verso il Walrein di Hitomi e gli fece un cenno di intesa!

"Non male, Max Maple." disse Hitomi con un sorrisetto sarcastico appena accennato. "Chissà, forse potreste anche riuscire a batterci, quando ci affronteremo."

"Flabebè!" esclamò il Flabebè di Vera, al sicuro sulla sua posizione, applaudendo con entusiasmo.

 

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Zel era rimasto indietro, assieme ad un gruppo di reclute... e si stava rapidamente rendendo contro che la situazione non volgeva per niente a favore del Team Meteora. Vera e i suoi compagni erano diventati molto più forti di quanto il geniale scienziato dalla personalità multipla si fosse aspettato.

"Accidenti... forse avrei dovuto aspettarmelo. Sono riusciti a fermare ben due dei miei Pokemon PULSE, e si sono allenati duramente per riuscire a contrastarci..." affermò tra sè e sè, parlando con la voce di Eve. "Comunque, qui si mette male. Non possiamo sperare che il comandante Sirius e il Dr. Connal vincano così facilmente, dobbiamo fare qualcosa per andarcene con almeno qualcosa per favorire i nostri piani..."

"Comandante Zel, che cosa suggerisce?" chiese Astro, ancora sconvolto per la devastazione che Saphira e il suo Dragonite avevano scatenato sul gruppo d'assalto del Team Meteora. Lui stesso aveva visto Simone e Tara venire scaraventati in acqua, e non poteva che sperare che in qualche modo se la fossero cavata.

"E' questo il problema, non so che cosa..." cominciò a rispondere Eve... prima di interrompersi con un verso strozzato e prendersi la testa tra le mani con espressione scioccata e dolorante. "Ah! No... no... aspetta un momento, Zero, non... non adesso... AAAARGH!"

Astro ed Eclisse fecero un passo indietro. Quando Zel aveva questi momenti in cui la sua personalità lasciava posto ad un'altra, non si poteva mai sapere come avrebbe reagito una volta che si fosse stabilizzato.

Dopo qualche secondo, Zel si calmò... e quando parlò, Astro ed Eclisse si resero conto che ad emergere era stata la personalità di Zero. "Tsk... non date retta alle mie altre personalità. Non sanno come muoversi. Io invece sì... cattureremo quei due gemelli nella confusione, e li useremo per attirare Vera Maple e i suoi compagni sul Monte Tanzanite. Lì, avremo il vantaggio del terreno a noi favorevole... e chissà che il nostro caro PULSE-Abra non ci torni utile per dividerli ed eliminarli. Okay, cercheremo di raggiungere il primo piano, e da lì li prenderemo di sorpresa... o comunque, li costringeremo a dividere le loro forze."

"Va bene, comandante Zel..." rispose Eclisse. La giovane luogotenente del Team Meteora non si sentiva esattamente tranquilla... qualsiasi cosa fosse accaduta, era convinta che la giornata avrebbe ancora riservato un sacco di sorprese, e non tutte gradite. "Spero solo che non ci capiti nient'altro di male, ma con la fortuna che abbiamo..."

"Abbiamo avuto sfortuna per adesso... ma vedrai che adesso faremo filare tutto liscio, Eclisse!" affermò Astro... lui stesso non del tutto convinto di quello che diceva.

 

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"Volete persistere in questa ostinata resistenza? Vi ricordo che ho la legge dalla mia parte, e se cercherete di ostacolarmi ancora, non potrò garantire per la vostra impunità." disse il Dr. Connal, chiaramente infastidito malgrado la sua espressione di clinico distacco. Davanti a lui, si trovavano gli altri ragazzi della resistenza, tutti schierati a formare una sorta di barriera contro lo psichiatra criminale e quel po' di scagnozzi che si era portato con sè. Cain e il suo Nidoking, Fern e il suo Serperior, Julia e la sua Zebstrika, Florinia accompagnata da un Tropius - un Pokemon quadrupede simile ad un brontosauro in miniatura coperto di squame marroni, con un casco di foglie di palma attorno alla testa, quattro grandi foglie che gli sppuntavano dalla schiena a mo' di ali, e alcune banane che gli crescevano sotto il collo - Charlotte con la sua Ninetales, Laura con la sua Lilligant e Pietro con il suo Relicanth. I gemelli Noel ed Anna erano appena dietro, anche loro protetti da uno dei loro Pokemon: un Cinccino dal morbido mantello era in posizione di guardia accanto a Noel, mentre Anna aveva con sè la sua Gothorita.

"See, see. Puoi dire quello che vuoi, doc, ma non cambia il fatto che sei un pazzoide che lavora per il Team Meteora." rispose Charlotte con noncuranza. "Non ti daremo mai nulla. Nè i ragazzi, nè le Chiavi che state cercando."

"Siete proprio dei testardi. Perchè non volete che vi venga fatto del bene?" chiese frustrato il dottore. Cain scosse la testa, quasi scioccato all'idea che veramente quell'uomo non riuscisse a comprendere la realtà di quello che stava facendo. "Il Team Meteora vuole solo aiutare gli abitanti di questo continente alla deriva a riscoprire un modo di vivere più giusto. IL nostro unico scopo è fare sì che tutti siano felici!"

"Lei dice così, dottor Connal... ma da quello che vedo, non state facendo altro che fare del male a persone che vorrebbero soltanto vivere la loro vita tranquille." affermò Ritchie, nel momento in cui raggiunse l'ultimo gradino e apparve alle spalle del Dr. Connal. Sparky e Cruise erano con lui, e apparivano pronti a lottare fino all'ultimo! "Io non ho nulla contro di lei, dottore. Ma non posso permetterle di fare del male ai miei compagni e ai miei amici."

"Pikachu..." affermò Sparky. Cruise, da parte sua, non disse nulla se non emettere un verso che suonava come rocce che si sgretolavano, e si piazzò accanto al suo allenatore squadrando con decisione il dottore. Quest'ultimo tirò un sospiro esasperato, chiedendosi come fosse possibile che nessuno capisse lo scopo del Team Meteora...

"E' vero quello che si dice. Le persone hanno paura di essere felici, preferiscono una comoda quotidianità al cambiamento anche in meglio, e resistono attivamente ad ogni tentativo di dare loro una vita più degna." disse. Si voltò verso Ritchie e tirò fuori una Pokeball, "E' proprio per questo che è necessario costringerle a fare le scelte giuste per loro e per il mondo che li circonda. Uomini, pensate voi alla resistenza. Io mi occuperò di questo ragazzino."

"Va bene, dottor Connal." rispose uno scagnozzo del Team Meteora. Lui e i suoi compagni fecero uscire un Pokemon ciascuno, sperando tra sè che sarebbe stato abbastanza per avere la meglio... mentre il Dr. Connal faceva uscire il suo Electivire e un Rotom, e si apprestò a combattere contro Ritchie e i suoi due combattenti.

"Okay, Sparky... Cruise... questo è il nostro primo scontro vero e proprio con un comandante del Team Meteora." disse Ritchie, dopo aver preso un po' di fiato. "So che farete del vostro meglio... ma state attenti in ogni caso!"

"Pika!" rispose prontamente Sparky facendo il segno dell'okay.

 

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La prima sensazione che Simone provò quando tutto quel gorgogliare e ribollire ebbe fine fu la piacevole aria di montagna che gli entrava nella gola e nelle narici, e la sensazione di essere disteso su un prato di erba morbida, con le acque del lago che gli bagnavano le gambe. Con un po' di esitazione, il giovane soldato del Team Meteora aprì gli occhi, e dopo qualche istante in cui tutto gli apparve indistinto, riuscì a mettere a fuoco il paesaggio attorno a sè.

"Ugh... cough! Che diamine... sono... sono ancora vivo...? Non... non riesco a..." mormorò, mentre si riprendeva del tutto e cercava di rialzarsi. Gli ci volle un po' di tempo per fare mente locale e rendersi conto di dove si trovasse... ma quando attorno a lui riapparve il paesaggio verde e rigoglioso delle rive del Lago Tanzanite, si sentì per un attimo più tranquillo.

Ma la cosa durò soltanto un attimo. Resosi conto di essere vivo e quasi del tutto illeso, il pensiero di Simone tornò a Tara... e i suoi ultimi ricordi erano di Tara che lo spingeva via, chiedendogli di salvarsi al suo posto...

Il terrore lo colse, e il ragazzo, incurante del fatto di essersi appena ripreso, corse verso le rive del lago e guardò verso il punto dove Saphira li aveva intercettati. Quello che vide lo lasciò senza parole - i resti delle imbarcazioni del Team Meteora fluttuavano sulla superficie dell'acqua, spezzati, bruciati, ridotti a brandelli dalla tremenda potenza del Dragonite di quella donna. E Simone ebbe come l'impressione di vedere dei corpi senza vita, appartenenti ad alcuni suoi compagni, mischiati tra quei miseri resti...

Alla sua mente ritornò l'ultima immagine di Tara, che lo esortava a salvarsi... l'ultima volta che lei gli aveva sorriso, dicendogli che era stato bello lavorare assieme...

La disperazione lo colse, e Simone cadde in ginocchio sulle rive del Lago Tanzanite, guardando il nulla davanti a sè.

"No... no... non può essere vero..." mormorò. "Tu... tu non puoi... non puoi avere fatto questo... avevamo detto... che eravamo compagni... che avremmo condiviso tutto... che avremmo creato assieme un mondo più giusto... No... non puoi essertene andata... è... è uno scherzo, vero? Tra non molto... adesso mi sveglierò nella mia stanza... e sarà stato solo un incubo..."

Ma non accadde nulla. I secondi passavano interminabili... e alla mente di Simone apparve ormai chiaro che tutto questo era la dura realtà.

"Tara... TAAAARAAAAAAAAAAAA!"

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E con questo capitolo, Tara ci lascia per sempre. Non è mai stata un personaggio troppo importante, ma... era comunque un lato umano del Team Meteora, e con lei se ne va uno dei personaggi più degni di compassione dell'organizzazione. Purtroppo, la gramigna come Sirius continua a sopravvivere.

Vera e i suoi compagni stanno dando prova di sè nella nuova battaglia contro il Team Meteora, e per adesso, sembra che Sirius non abbia più il vantaggio schiacciante che aveva all'inizio. Come andrà a finire? Beh... questo lo scopriremo nel prossimo capitolo, che cercherò di scrivere e pubblicare quanto prima! Per il momento, vi auguro buon weekend... e ci vediamo presto con le nuove avventure dei nostri amici!

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Capitolo 52
*** Pericolo immediato ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 52 - Pericolo immediato


"Maledizione... non può andare avanti così!" ringhiò Sirius. Il comandante del Team Meteora stava assistendo ad uno degli scontri più a senso unico che gli fosse mai capitato di vedere, e quello che lo faceva imbestialire era il fatto che erano loro del Team Meteora quelli che le stavano prendendo... e il suo Seviper stava chiaramente perdendo la battaglia con il Blaziken di Vera, senza essere riuscito nemmeno a sferrare un colpo decente. "Seviper, che stai combinando? Finiscilo, una buona volta! Usa il tuo attacco Idrondata!"

"Blaziken, schivalo, e poi rispondi con Fuocopugno!" esclamò Vera. Frustrata, la vipera dai denti a sciabola scattò verso l'avversario, mentre una grossa mossa d'acqua appariva attorno alla sua coda simile ad una lama tagliente. Con tutta la forza che gli era rimasta, il Pokemon Veleno sferrò un potente colpo di coda, ma Blaziken si mosse con una velocità e una precisione quasi incredibili, e fece in modo che il fendente di Seviper gli passasse vicino con un potente ruggito di onde che si schiantavano sulla roccia. Blaziken sfruttò al massimo quel breve istante in cui Seviper non era in guardia, e lo colpì al torace con un tremendo pugno acceso di fiamme rosse, che lasciò sul petto del serpente una marchiatura a fuoco a forma di pugno prima di scaraventarlo a terra senza più forze! Seviper crollò a terra privo di sensi, e Blaziken rimase fermo in piedi con il pugno esteso dal quale si levavano delle volute di fumo.

"Blaz!" stridette il Pokemon Vampe, la gamba sinistra sollevata come un lottatore di taekwondo, pronto a colpire ancora.

Vera fece un applauso al suo starter, che sfoderò un piccolo sorriso di fierezza e poi guardò nuovamente verso Sirius. Il comandante del Team Meteora era visibilmente infuriato, i denti stretti e l'occhio buono spalancato in un'espressione di odio feroce. Era convinto che sarebbe stata una battaglia facile, ancora una volta... ma il Blaziken di Vera si era dimostrato un avversario troppo forte per il suo Seviper.

"Maledizione... incapace di un verme! Ritorna!" ringhiò Sirius. Ma non si perse d'animo, e tirò fuori un'altra Pokeball. "Non so che cosa tu abbia fatto per diventare così forte, mocciosa, ma non credere di poter umiliare così il Team Meteora... Chandelure, ora tocca a te!"

Vera e Blaziken si misero in guardia quando Sirius fece uscire un Pokemon che loro non conoscevano: una sorta di lampadario vivente di forma sferica, sulla cui sommità ardeva un'alta, guizzante, spettrale fiamma violacea, e il cui volto consisteva in niente più che un paio di occhi gialli e tondi senza pupille. Quattro braccia lunghe e affusolate si dipartivano dalla parte inferiore della strana creatura, e ognuna di esse terminava con una fiammella più piccola, anch'essa di colore viola, che guizzava in aria come se si muovesse da sola.

"Chaaandeluuuure!" esclamò il nuovo Pokemon con una voce penetrante, simile all'ululato del vento tra gli alberi. Le sue fiamme cominciarono ad ardere furiosamente, come se il Pokemon volesse dire che non vedeva l'ora di iniziare a combattere... e Blaziken si acquattò leggermente e alzò la guardia. Era un Pokemon del tutto sconosciuto, e nè lui nè Vera sapevano cosa aspettarsi.

"Stai attento, Blaziken, questo mi sembra un cliente un po' più pericoloso..." disse la bambina castana, con il suo Pokedex in mano...

"Chandelure, il Pokemon Attiranime. Tipo Fuoco/Spettro. Forma evoluta di Lampent. Sfrutta le sue fiamme danzanti per ipnotizzare gli avversari. Le fiamme di Chandelure risucchiano lo spirito e lasciano il corpo come un guscio vuoto. Le anime bruciate dalle sue fiamme cupe perdono la strada e rimangono a vagare in questo mondo per l'eternità." disse il Pokedex.

"Ooookay..." disse Vera nervosamente. "Adesso sono ontenta di non aver mai incontrato questo Pokemon prima d'ora... Blaziken, stai attento! Usa Focalenergia e resta pronto a tutto!"

Blaziken si piegò un po' di più sulle robuste gambe e cercò di tenersi pronto ad ogni mossa Chandelure potesse usare contro di lui. Sirius, da parte sua, sembrava essere più sicuro di sè, ora che il suo Pokemon più forte era sceso in campo, e decise di passare immediatamente all'attacco. "Chandelure, mostra a quella mocciosa che nessuno può opporsi a noi del Team Meteora! Usa Palla Ombra, adesso!"

Chandelure spalancò un paio di fauci che Vera non aveva visto nella parte inferiore del suo corpo sferico, e rivelò una bocca come una fornace ardente, all'interno della quale si stava formando una sfera di ombre turbinanti. Concentrato al massimo, Blaziken tenne d'occhio l'avversario, e nel momento in cui vide la Palla Ombra muoversi, scattò di lato con tutta la rapidità di cui fosse capace! Anche così, fu a malapena sufficiente ad evitare quel colpo devastante: la sfera di oscurità raggelante mancò Blaziken solo di pochi centimetri e si schiantò sul pavimento, lasciando su di esso una macchia nera e viola che sembrò quasi muoversi per conto suo per qualche istante, prima di dissolversi. Blaziken si voltò rapidamente, e Vera diede il suo ordine.

"Okay, Blaziken... adesso vediamo le sue difese come reggono! Usa Aeroassalto!" esclamò la bambina castana.
Con uno stridio di battaglia, Blaziken scattò verso il suo avversario ancora sospeso in aria e sferrò un preciso colpo con i suoi artigli, che raggiunse il Pokemon spettrale e riuscì ad infliggere qualche danno... ma Chandelure riuscì quasi subito a riprendersi. Volteggiò rapidamente su sè stesso, e Blaziken, atterrando con un'acrobazia, vide ravvivarsi le fiamme violacee che ardevano sulle sue braccia.

"Non è tanto facile mettere all'angolo il mio Chandelure." commentò Sirius senza scomporsi, l'occhio bionico che scintillava in una maligna luce scarlatta. "Continua così, Chandelure. Colpisci con Stordiraggio."

"Chaaaaaaa!" esclamò il Pokemon Attiranime. I suoi occhi giallastri passarono rapidamente da un colore all'altro, con una tale velocità che Vera si sentì girare la testa soltanto a guardarli... e dal suo corpo scaturì una raffica di colori vivaci e febbrili che raggiunse Blaziken e gli fece perdere l'orientamento per un istante! Il Pokemon Fuoco/Lotta barcollò all'indietro e sgranò gli occhi in un'espressione di sorpresa ed orrore, mentre cercava in qualche modo di mantenere il controllo dei suoi movimenti...

"Blaziken, no!" esclamò Vera. "Cerca di resistere! Usa Granfisico!"

"Bla... zi... ken..." mormorò il Pokemon Vampe, la testa tenuta tra le mani in un vano tentativo di concentrarsi. I poteri soprannaturali di Chandelure stavano mandando i suoi sensi in confusione... e quando Blaziken cercò di usare la sua mossa successiva, finì per andare a sbattere contro il muro, incapace di controllare i propri movimenti.
Sirius ghignò malignamente. "Ammetto che mi hai sorpreso, ragazzina, ma il tuo Pokemon è già al limite!" esclamò il comandante del Team Meteora. "Continua ad attaccare, Chandelure! Usa il tuo attacco Sciagura!"

Con un ululato innaturale, Chandelure si alzò un po' in aria, e una raffica di guizzanti ombre si formò sulle fiamme che ardevano sulle sue braccia, addensandosi sopra di esse per un istante prima di dirigersi contro Blaziken, che era ancora a terra e sembrava non essere in grado di scansarsi...

Ma un imprevisto venne in soccorso del potente Pokemon di Fuoco.

Il Flabèbè di Vera, che era rimasto al sicuro sul lampadario, fuori dalla portata dei Pokemon che stavano combattendo, vide che Blaziken cominciava ad essere in difficoltà e usò una delle sue mosse di supporto. Il fiore sul quale fluttuava si alzò in aria per un breve tratto, e il minuscolo folletto aprì le braccia e chiuse gli occhi prima di rilasciare una nube di polline profumato che viaggiò verso il Pokemon Vampe. Nel momento in cui Blaziken sentì il profumo - una gradevole miscela di fiori e miele - la sua mente sembrò essere richiamata di colpo alla realtà, e il Pokemon Vampe spalancò gli occhi giusto in tempo per vedere i tentacoli d'ombra di Chandelure che calavano su di li, pronti a risucchiare la sua energia vitale...

"Flabèbè?" chiese Vera, sorpresa. Ma non ci fu il tempo di pensarci su - Blaziken rotolò di lato giusto in tempo per evitare i tentacoli dello spettro fiammeggiante, che si conficcarono nel pavimento lasciando delle macchie di cenere nera su di esso. Con uno stridio irritato, il Pokemon Attiranime si ritirò e cercò di attaccare di nuovo... ma questa volta, Vera non aveva nessuna intenzione di farsi cogliere di nuovo di sorpresa! "Grazie, Flabèbè! Adesso, Blaziken... colpisci con Ombrartigli!"

Con un balzo agilissimo, Blaziken atterrò su un muro, puntando i piedi su di esso. Si diede lo slancio e si scagliò con tutte le sue forze contro Chandelure, che stava cercando di fluttuare via per sferrare un altro attacco Stordiraggio... ma questa volta, Blaziken fu più veloce e riuscì a mandare a segno un poderoso fendente con gli artigli avvolti da volute di fiamme nere e viola! Chandelure stridette per il dolore quando gli artigli di Blaziken tracciarono tre fendenti paralleli sul suo corpo sferico, che svanirono dopo pochi istanti - ma il danno era già stato fatto, e il Pokemon Fuoco/Spettro perse quota, cercando disperatamente di rimettersi in guardia!

"No! Maledizione, Chandelure, non farti battere così!" esclamò furente Sirius. "Riprenditi e usa Psichico!"

"Chaaaandeluuuuure!" con uno stridio furioso, il Pokemon Fuoco/Spettro si ritirò al di là della portata degli artigli di Blaziken, e si concentrò, scagliando poi una massiccia ondata di energia mentale contro il campione di Vera, che reagì appena in tempo puntando gli artigli a terra ed ancorandosi saldamente. Anche così, la tremenda ondata di forza semi-invisibile lo centrò come un'ondata di marea, e il Pokemon Vampe fu costretto ad usare tutta la sua forza e la sua tenacia per non essere scagliato via dalla potenza dell'attacco. Con un enorme sforzo di volontà, Blaziken riuscì a tenersi in piedi, anche se l'attacco Psichico a distanza così ravvicinata lo aveva lasciato indebolito e dolorante... e spingendosi con tutte le sue forze, Blaziken raggiunse l'avversario e lo colpì in pieno con un poderoso attacco Ombrartigli! Questa volta, il lampadario vivente non riuscì a reggere, e si schiantò a terra con un'esclamazione di rammarico. Le sue fiamme persero vigore fino quasi a spegnersi, e i suoi occhi si trasformarono in un paio di spirali, mentre tutt'attorno a loro, il Team Meteora cominciava a retrocedere, sopraffatto dall'abilità inaspettata dei loro avversari.

"Bravissimo, Blaziken! E grazie anchea te, Flabèbè!" esclamò entusiasta Vera. Blaziken tirò un sospiro di sollievo e alzò la testa in segno di fierezza, mentre Flabèbè fluttuò su e giù agitando una delle sue piccole mani.

"Flabèbè!" esclamò il piccolo Pokemon Folletto con voce squillante.

Sirius ringhiò per la rabbia e si guardò attorno - sfortunatamente per lui, neanche il resto del Team Meteora stava andando molto bene: Max, Hitomi, Ortilla e Drew stavano portando i loro Pokemon ad un successo dietro l'altro... e in quel momento, il Linoone di Max stava sferrando un attacco Ritorno al Raichu del Dr. Connal. Dopo aver evitato un attacco Fulmine da parte della versione evoluta di Pikachu, il tasso dalla folta pelliccia afferrò l'avversario con una zampa e colpì con violenza con l'altra! Dei cuoricini rosa fluttuarono per un istante attorno al punto dell'impatto, e il Raichu nemico barcollò all'indietro per una notevole distanza prima di afflosciarsi, con un'espressione di pura incedulità stampata sulla faccia! Il Walrein di Hitomi aveva appena messo a terra un Dugtrio avversario con un ben piazzato attacco Idrovampata, mentre Drew e il suo Masquerain supportavano i loro compagni con degli attacchi Idropulsar e Ventargenteo. Lo Scraggy di Hitomi stava invece tenendo occupato un Sudowoodo del Team Meteora, che venne rapidamente messo a terra da un ben piazzato attacco Breccia.

"Sembra che il Team Meteora non sia più invincibile, Sirius." disse il ragazzo dai capelli verdi, con le mani in tasca ed un'espressione quasi irritante nella sua calma! Certamente, il comandante del Team Meteora non era per niente divertito dal modo in cui i suoi scagnozzi stavano venendo sconfitti con tale facilità. "Che succede? Vi siete dimenticati di allenare i vostri Pokemon? Pensavate che sarebbe stato un gioco da ragazzi ora che avete portato tutti quanti?"

"Dannato moccioso... consideratevi fortunati che la vostra Saphira ci ha indeboliti!" sibilò Sirius. Con un'imprecazione soffocata, fece rientrare il suo Chandelure nella sua Pokeball, ripromettendosi che per il prossimo incontro si sarebbe preparato meglio. "Ammetto che non mi aspettavo che diventaste così forti in così poco tempo! Ma se pensate che basterà questo a sconfiggere il Team Meteora, siete in errore! E comunque... mentre siamo qui che parliamo, il Dr. Connal avrà già catturato i vostri amichetti. Quindi, che io perda è irrilevante."

"E' quello che vedremo!" rispose Ortilla con tono di sfida. "Ritchie e Sparky sono lassù con i gemelli e il resto dei nostri compagni. Non credo che il vostro dottore riuscirà a batterli tanto facilmente."

 

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"Pika! Pika! Pika!" esclamò Sparky, sotto l'assalto furioso dello Electivire di Connal. Il Pokemon Elettro più grande stava scagliando una serie rapidissima di attacchi Tuonoshock, in modo da costringere il Pikachu con il ciuffo ad uno slalom frenetico, mentre Cruise, il Pupitar di Ritchie, stava avendo a che fare con il piccolo e sfuggente Rotom. Il fantasmino di plasma cercava di tenersi a distanza e attaccare il più robusto Pokemn Roccia/Terra con attacchi a distanza, in modo da indebolirlo man mano.

"Rotom. Attacca Pupitar con Funestovento." sentenziò il dottore. "Electivire, colpiscilo con Breccia."

Rotom puntò la testa verso l'avversario e cominciò a girare su sèstesso come una trottola. Dal suo movimento venne a crearsi un vortice di vento violaceo che avvolse il piccolo Pokemon Elettro/Spettro come una cappa di fumo, poi si diresse a tutta velocità contro Cruise, che si ancorò al pavimento con tutto il suo peso. L'attacco centrò in pieno il Pokemon crisalide, ma quest'ultimo, con un'appena percettibile esclamazione di fastidio, restò fermo al suo posto e iniziò a spingere nella direzione opposta, in modo da opporsi alla violenza dall'attacco. Sparky, sapendo di non poter competere con lo Electivire di Connal sul piano della forza fisica, usò un attacco Agilità che gli permise di evitare il tremendo colpo di taglio che Electivire cercò di abbattere su di lui... ma un attimo dopo, il topolino giallo venne colto di sorpresa da un attacco Fuocopugno che Electivire diresse contro di lui con una mossa repentina! Sparky venne colpito e scagliato indietro per un breve tratto... ma riuscì a restare in piedi, appoggiando una piccola mano a terra per frenare.

L'attacco Funestovento di Rotom cessò... e nel momento in cui Cruise aprì gli occhi, vide che il suo avversario si stava potenziando! Il suo minuscolo corpo venne avvolto per un'istante da una splendente aura violacea, e Rotom emise un verso di decisione - l'effetto secondario di Funestovento si era attivato, e adesso Rotom sarebbe diventato un avversario molto più difficile da battere.

"Accidenti, questa non ci voleva..." disse tra sè Ritchie. "Okay, Cruise, usa un attacco Sgranocchio! Sparky, avvicinati e cerca di confondere Electivire! Sai come fare, no?"

"Pika!" esclamò il Pikachu con il ciuffetto. Cruise strinse gli occhi e cercò di seguire i movimenti rapidi e guizzanti di Rotom, mentre Electivire riprese ad avanzare contro Sparky, sicuro che sarebbe stato un attimo prima di chiudere lo scontro. Il Pokemon Elettro più grande sollevò il pugno destro, avvolto da guizzi di fiamme rosse, e prese la mira...

Sparky scelse proprio quel momento per attaccare... o meglio, per sprigionare un lampo di luce abbagliante che colse di sorpresa non solo i Pokemon di Connal, ma anche gli uomini del Team Meteora che stavano cercando senza successo di aprirsi un varco nel gruppetto di difensori! L'attacco Flash lasciò abbacinati Electivire e Rotom, e i Pokemon di Ritchie ne approfittarono immediatamente.

"Viiiiire!" ringhiò Electivire. Si portò le mani agli occhi, cercando di farsi passare il bruciore

"Perfetto! Adesso, Sparky! Colpisci con Mega Pugno!" esclamò Ritchie.

Il battagliero Pikachu coprì in un lampo la distanza che lo separava dal massiccio Electivire e raggiunse con un balzo il torace dell'avversario. Con una mossa rapida e decisa, sferrò un pugno allo sterno di Electivire con tutta la forza che aveva in corpo, e nonostante le dimensioni e la robustezza, quest'ultimo si piegò per il dolore e rimase a boccheggiare per qualche istante. Cruise, invece, si scagliò contro Rotom e lo colpì con un attacco Sgranocchio, acchiappandolo in un paio di mostruose fauci di pietra che si erano spalancate di colpo sul guscio della versione evoluta di Larvitar. Con un movimento deciso e brutale, Pupitar scagliò a terra Rotom, che rimbalzò un paio di volte prima di restare faccia a terra... ma riuscì a rialzarsi e a rimettersi in guardia, fluttuando a circa un metro dal pavimento.

"Hmph..." affermò il Dr. Connal. "Come preferisci, ragazzo. Tu e i tuoi Pokemon vi state rivelando un autentico fastidio, ma non potete opporvi per sempre a noi del Team Meteora."

"Senti, Dr. Barbagianni, queste cose le abbiamo già sentite, e ora ci stanno venendo a noia." affermò Cain, il cui Nidoking aveva appena usato un attacco Incornata, che si era scontrato a metà strada con quello di un Seaking nemico. "Noi non abbiamo nessuna intenzione di consegnarvi i bambini. Mettitela via e sparisci."

"Vire, vire..." grugnì Electivire. Ora che la sua vista stava tornando, il robusto Pokemon Elettro stava riprendendo l'assalto contro Sparky... e un attacco Battiterra colse di sorpresa il piccolo Pikachu! Electivire pestò i piedi a terra e scatenò una raffica di ondate sismiche, che percossero con forza Sparky e lo fecero cadere a terra dolorante. Guidato solo dal suo istinto, Sparky si scansò di colpo, evitando il Fuocopugno con il quale Electivire stava cercando di chiudere lo scontro...

"Sparky, usa Comete!" ordinò Ritchie. Sparky si rimise in piedi con un movimento deciso, aprì le braccia e scagliò una raffica di proiettili energetici a forma di stella, che sfrecciarono verso l'avversario e lo colpirono in pieno! Electivire barcollò, cominciando a sentire la fatica della battaglia... mentre il Rotom di Connal cercava di tenersi a distanza e attaccare con un Segnoraggio. Un raggio di energia multicolore scaturì dal corpo del fantasmino di plasma e colpì in pieno la crisalide di roccia, con abbastanza forza da scagliarla contro un muro e aprire in esso una vistosa crepa. "Attento, Cruise! Usa Abbattimento!"

"Pupitarrrr..." esclamò Cruise con voce roca, arrabbiato e determinato. Rotom si stava avvicinando, e Connal stava per dare l'ordine di sferrare un altro attacco... quando Cruise spalancò gli occhi, e un grosso pezzo di roccia si staccò repentinamente dalla sua corazza e volò verso il Pokemon Elettro/Spettro, che venne colto completamente di sorpresa! Il proiettile di roccia colpì in piena fronte Rotom, che emise un verso di dolore e scivolò a terra mezzo stordito... ed esposto a qualunque altra mossa Ritchie e il suo Pupitar volessero usare!

"Perfetto! Cruise, adesso usa anche tu Battiterra!" esclamò Ritchie, non appena fu sicuro che sia Electivire che Rotom fossero all'interno del raggio d'azione della mossa. Sparky, allenato a questa strategia, spiccò un abile salto in aria nel momento stesso in cui Cruise percosse il terreno con tutto il suo peso, e questa volta, furono i Pokemon Elettro di Connal a subire i dolorosi effetti dell'attacco Battiterra!

"Pikachu!" esclamò Sparky, che atterrò con un'elegante capriola davanti al suo allenatore e alzò la mano per dire che era tutto sotto controllo.

"Yu-huuu! Resistenza siamo noi, Team Meteora attenti a voi!" fu il commento di Julia, nel momento in cui la sua Zebstrika e un Flareon del Team Meteora si scambiarono due attacchi Nitrocarica. La Eevolution di Fuoco caricò di nuovo, mordendo la zebra elettrica su una zampa, ma quest'ultima rispose con un attacco Ondashock a distanza ravvicinata, mentre il Tropius di Florinia metteva al tappeto un Raticate nemico con un attacco Fendifoglia sferrato usando le sue foglie-ali. "Vai così, Ritchie! Dai una bella lezione al dottorastro!"

"Siamo in apparente vantaggio." commentò Florinia con il suo solito tono piatto. "Attenzione all'eccesso emotivo. Possibile calo dell'attenzione."

Fern alzò le spalle, sicuro che a quel punto non ci fosse più nulla che potesse minacciarli. "Hah! Sempre a rovinare la festa, eh, Flobot?" disse il ragazzo con gli occhiali, con voce aspra. Il suo Serperior aveva appena messo a terra un Luxio avversario con un attacco Idrondata ben piazzato, e ora si ergeva in piedi come un cobra davanti alla sua preda, quasi stesse chiedendo al Team Meteora se non avessero nessun altro da mandargli contro. "Allora, buoni a nulla? Tutto qui quello che sapete fare?"

"Temo di no, ragazzo... in effetti, stavamo giusto aspettando quest'occasione per inervenire!" si intromise la voce di ZEL... e più esattamente, della sua personalità Zero. "Team Meteora, attaccate!"

"Eoooooon!"

Colti di sorpresa, i ragazzi della resistenza si voltarono verso la finestra... da dove lo Espeon di ZEL stava intrufolandosi! Prima che potessero reagire, altri Pokemon si fecero vedere, tra cui il Solrock di Astro e il Lunatore di Eclisse, tutti e tre illuminati da una innaturale aura rosata... e tutti assieme, i tre Pokemon scagliarono un poderoso attacco Psichico sui Pokemon più vicini, sotto forma di un travolgente muro di forza invisibile che investì gli avvrsari come un fiume in piena! Il Nidoking di Cain venne travolto all'istante, e il Relicanth di Pietro venne scaraventato via dalla massiccia ondata di energia mentale un istante dopo... uno alla volta, tutti i Pokemon e i loro allenatori vennero scaraventati via dall'attacco Psichico combinato, tranne la Lilligant di Laura, che riuscì a restare in piedi in mezzo ai suoi compagni caduti!

"Lilli!" esclamò l'elegante Pokemon d'Erba. Laura, finita a terra vicino a Noel ed Anna, fece cenno ai due impauriti gemelli di restare fermi dov'erano, e poi diede un rapido ordine alla sua Pokemon.

"Lilligant, usa Eledanza, e poi un doppio Energipalla!" esclamò la mediana delle sorelle Belrose. Con una piroetta, Lilligant si mise fuori dalla portata di Solrock e Lunatone, appena in tempo per evitare un attacco Turbofuoco che il primo dei due Pokemon cercò di usare contro di lei! Una fiammata mulinante si sollevò dal terreno, e Lilligant riuscì per un pelo ad evitare di essere inghiottita al suo interno, poi eseguì una breve, elegante danza sul punto dove si trovava, incrementando la sua velocità e la sua potenza! Atterrò dalla sua danza con un'altra piroetta, aprì le braccia e scagliò due sfere di energia verdi e pulsanti che sfrecciarono verso Lunatone e Solrock!

"Ah! Attento, Lunatone..." cercò di dire Eclisse.

Ma non fece in tempo, prima che i proiettili di energia colpissero in pieno i due Pokemon meteoriti, che spalancarono gli occhi per l'improvviso dolore prima di scivolare a terra privi di sensi, mancando di poco gli uomini del Team Meteora che si trovavano sotto la finestra. Si sentì una serie di esclamazioni di spavento quando le reclute si dispersero... e ZEL scosse la testa con espressione desolata.

"Sembra che sia io quello che deve fare il grosso del lavoro, come al solito..." disse tra sè, sperando che ad Eve o Lumi non saltasse in mente di manifestarsi proprio in quel momento. Le sue due personalità femminili sarebbero state niente più che un problema per lui. "Va bene... esci, Magnezone. Dobbiamo intervenire."

ZEL lanciò una Pokeball con apparente noncuranza, e fece uscire da essa un inquietante Pokemon che sembrava il risultato di tre Magnemite fusi assieme: in parte navicella spaziale, in parte parabolica, in parte antenna satellitare, aveva un corpo metallico di colore grigio-azzurro, con agli estremi due piccole sfere dove sono posti due dei suoi tre occhi e due viti inclinate verso dietro. Sopra la testa spiccava una specie di antenna gialla che emetteva scariche elettriche ad intervalli frequenti e regolari. L'ultimo occhio era posto in mezzo alla fronte, con una pupilla di colore rosso molto acceso, e il corpo era diviso da una sporgenza circolare che lo faceva assomigliare sempre più ad un disco volante. Come mani aveva tre calamite colorate di nero attaccate alla parte inferiore del corpo, e i suoi occhi simuovevano con rapidità, quasi nervosamente, mentre il Pokemon Elettro/Acciaio sorvegliava i dintorni. Riusciva già a percepire che la situazione era molto concitata...

ZEL sentì una strana emozione salire dal profondo della sua anima - un misto di nostalgia, paura e commozione. Non era sicuro che quelle sensazioni fossero le sue... oppure delle sensazioni che in quel momento Eve e Lumi stavano provando, e che in qualche modo erano riuscite a far sentire anche a lui. La loro condizione era quanto meno strana... la curiosità scientifica di Zero lo spronava a sapere di più su quello che stava succedendo alle sue personalità multiple, e a come esattamente fossero connesse le une alle altre. Ma non c'era tempo di pensarci su, in quel momento. Il Team Meteora aveva bisogno delle sue invenzioni e delle sue macchine PULSE, e Lin non avrebbe atteso risultati ancora troppo a lungo.

"Magnezone, dobbiamo salire fin lassù." disse ZEL, facendo cenno al resto delle reclute di farsi da parte. Espeon era riuscito a penetrare nel rifugio Belrose dalla finestra al primo piano, ma la Lilligant di Laura riusciva benissimo a tenergli testa, mentre il Dr. Connal e i suoi Pokemon perdevano terreno contro Ritchie, Sparky e Cruise.

"Comandante ZEL!" esclamò Eclisse preoccupata. "E'... è sicuro di quello che fa? Quel Magnezone..."

"E' il mio Pokemon più forte, ed è l'unico che possa affrontare un'allenatrice forte come Laura con qualche possibilità di successo." affermò ZEL. Con uno stridio metallico che tradiva nervosismo, Magnezone fluttuò verso il terreno e permise allo scienziato del Team Meteora di afferrare le sue mani-calamita, poi cominciò a fluttuare verso la finestra dalla quale Espeon era entrato... e dalla quale per un pelo non fu costretto ad uscire, grazie ad un poderoso attacco Fogliamagica che lo colpì in pieno! Stridendo per la rabbia e il dolore, Espeon puntò le zampette a terra e scagliò contro Lilligant un potente attacco Segnoraggio, che la graziosa Pokemon d'Erba evitò per un pelo eseguendo uno spettacolare volteggio alla propria destra. Prima che Espeon potesse caricare un altro attacco, Laura diede un altro ordine per tenere sotto pressione il Pokemon Psico.

"Lilligant! Adesso usa il tuo attacco Petalodanza!" esclamò.

Lilligant fece un inchino, alzò le braccia ed eseguì un altro passo di danza, imitando alla perfezione la grazia di una danzatrice professionista. Una raffica di petali apparve attorno al suo corpo e poi volò verso Espeon con la furia di un uragano... e la Eevolution di tipo Psico sgranò gli occhi con evidente spavento quando si vide arrivare addosso il vortice di petali di ciliegio.

"Magnezone, usa Cannonflash! Massima potenza!" esclamò ZEL. Il Pokemon magnetico era riuscito a salire fino alla finestra senza essere intercettato, e il suo occhio più grande si illuminò. Una sfera di energia bianca circondata da anelli di luce azzurra si condensò davanti al corpo di Magnezone, poi venne scagliato con potenza e precisione verso la Petalodanza di Lilligant, scontrandosi con essa prima che questa potesse travolgere lo Espeon di ZEL. Si levò un boato terrificante quando i due potenti attacchi si intercettarono a vicenda, e tutti coloro che si trovavano nella casa, compresi Ritchie e il Dr. Connal, furono costretti a coprirsi gli occhi ed indietreggiare per la poderosa onda d'urto provocata dal contrasto. Mentre all'interno del rifugio regnava il caos, ZEL e Magnezone ne approfittarono per entrare di colpo nell'abitazione. Con uno scatto improvviso, il Pokemon Elettro/Acciaio raggiunse Noel ed Anna, che in quel momento erano i più vicini alla finestra, e la bambina lanciò un breve grido di paura, tenendosi stretta al suo Jirachi di peluche!

"Oh, no! Anna, Noel! Restate lontani da lui!" esclamò Laura. "Lilligant, cerca di fermarli... AAAAAAH!"

"Lilli!" esclamò Lilligant nel momento in cui lo Electivire di Connal, distraendosi del tutto dal suo combattimento con Sparky e Cruise, si voltò verso di lei e la colpì con un attacco Tuonoshock alla schiena! La ragazza si irrigidì e cadde a terra, contorcendosi per la scarica elettrica... e Lilligant mise da parte ogni altra considerazione e corse a soccorrere la sua allenatrice.

"Noel! Anna!" esclamò Ritchie. Sparky cercò di muoversi per ostacolare ZEL e il suo Magnezone, ma quest'ultimo reagì con un altro attacco Cannonflash che colpì il pavimento ad un metro di distanza dal giovane allenatore di Kanto, e lo costrinse a restare indietro con un'esclamazione soffocata.

"Ottimo lavoro, comandante ZEL!" esclamò Connal. "Prenda i gemelli! Per adesso possiamo accontentarci di loro."

"Cino!" esclamò il Cinccino di Noel. Il Pokemon cincillà e la Gothorita di Anna cercarono di mettersi in mezzo e proteggere i loro allenatori. Ma ancora una volta, il Dr. Connal e i suoi Pokemon intervenirono - un ben piazzato attacco Palla Ombra da parte di Rotom colpì Gothorita mentre questa si apprestava ad usare uno Psicoshock contro Magnezone, ed Electivire raggiunse rapidamente Cinccino e lo colpì con un poderoso attacco Incrocolpo, alzando entrambe le braccia prima di calarle su di lui in un micidiale attacco che lasciò il Pokemon impellicciato a terra stordito.

"Cinccino! Fermi! Che cosa volete fare... ah!" Noel cercò di proteggere la sorella gemella, ma ZEL era decisamente più grande e più forte di loro, e dopo essere sceso da Magnezone, li afferrò per i polsi e li trascinò con sè, verso la finestra dalla quale era venuto.

"Ah! No, non vogliamo venire! Ci lasci andare, per favore!" cercò di implorare Anna. Senza nemmeno risponderle, ZEL raggiunse la finestra e fece un cenno al suo Espeon, che si concentrò sul suo allenatore e usò i suoi poteri psichici in modo che ZEL e i gemelli potessero fluttuare a terra senza farsi male. In tutto questo, Ritchie non aveva potuto fare altro che guardare impotente, grazie al Dr. Connal e ai suoi Pokemon che gli sbarravano la strada.

"Che sta facendo, Dr. Connal?" esclamò il ragazzo di Kanto. "Mi lasci passare!"

"Temo che non sia possibile, ragazzo mio. Quei bambini sono stati legalmente affidati a me. La vostra meschina resistenza non sta facendo altro che ritardare l'inevitabile." affermò il medico criminale, dando poi un'occhiata al resto del gruppo di amici, ancora svenuti a causa del tremendo impatto con l'energia psichica. "E a cosa vi ha portato? Ad un'ingloriosa sconfitta. Dovreste smetterla di giocare a fare gli eroi, non si ottiene niente da tutto questo."

"Pikachu!" esclamò Sparky, mentre le grida e le richieste di aiuto di Noel ed Anna si facevano sempre più flebili. Il Pikachu con il ciuffo si lanciò contro Electivire e sferrò un poderoso attacco Codacciaio, rendendo la sua coda rigida e luccicante come il ferro e cercando poi di colpire Electivire alla testa... ma ancora una volta, la superiore robustezza del Pokemon Elettro più grande fece sì che il coraggioso tentativo di Sparky andasse a vuoto. Il colpo di coda si esaurì sul braccio alzato di Electivire, che poi lo spintonò via e lo fece atterrare vicino a Cruise. Anche il Pokemon simile ad una crisalide cercò di intervenire, e usò un attacco Frana, scatenando una raffica di rocce contro il Magnezone di ZEL... ma quest'ultimo si difese efficacemente, e creò una barriera di energia semitrasparente attorno a sè, sulla quale l'attacco Frana rimbalzò prima che le rocce scomparissero nel nulla.

"Possiamo andare. Qui abbiamo fatto abbastanza." affermò il Dr. Connal. Seguito da Electivire e Rotom, lo psichiatra raggiunse la finestra e, come ZEL prima di lui, si fece calare a terra da Espeon. I quattro Pokemon scesero giù a loro volta, con un agile balzo o fluttuando a mezz'aria... e Ritchie e i suoi Pokemon si ritrovarono con un pugno di mosche.

"Tarrrr..." grugnì frustrato Cruise. Ritchie scosse la testa e appoggiò la mano sulla testa del suo Pokemon Roccia/Terra, nel contempo cercando di pensare ad una soluzione.

"Siamo nei guai... il Team Meteora userà sicuramente i gemelli come esca..."

 

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Al piano terra, il Team Meteora era ormai stato quasi completamente debellato. Sirius era stato costretto a richiamare i suoi due Pokemon più forti, sopraffatti dalla potenza inaspettata di Blaziken, e i suoi sottoposti non erano riusciti a sfondare il muro difensivo formato dai compagni di Vera e dai loro Pokemon. Il Linoone di Max e il Walrein di Hitomi avevano messo all'angolo un gruppo di reclute, e il Pokemon tasso stava davanti a loro, ringhiando ed intimando loro di restare ferme dov'erano.

Il comandante del Team Meteora, messo di fronte all'evidenza della sua sconfitta, non poteva fare altro che pensare ad un modo di limitare il più possibile i danni e cercare almeno di mettersi in salvo. Vera e Blaziken erano davanti a lui, e adesso si stavano mettendo anche Venusaur, Blastoise e Flabèbè...

"Rassegnati, Sirius. Hai perso." affermò con decisione Vera. "Arrenditi. Per il Team Meteora è finita la pacchia."

"Adesso non fate più paura. Molto presto, nessuno a Reborn sarà più vostro schiavo. Il vostro dominio sta per finire" continuò Drew.

Per qualche istante, Sirius e i suoi scagnozzi restarono fermi dov'erano, senza sapere cosa fare... ma poco dopo, il comandante dall'occhio bionico abbassò la testa, e un ghigno poco rassicurante apparve sul suo volto, scuotendo un po' la sicurezza che Vera e i suoi compagni ostentavano.

"Heh... heheheheee... e così, voi pensate davvero che il Team Meteora sia spacciato soltanto perchè siete riusciti ad opporvi a noi? Quando eravamo già indeboliti grazie alla vostra amichetta Saphira?" domandò, anche se il tono di voce era quello di una persona che stava ordinando di rispondere. "Poveri stupidi... vi siete andati ad intromettere in affari che non vi riguardavano. Non avete idea del nido di Beedrill che avete scatenato, con le vostre azioni... e neanche del potere illimitato a cui avete scelto di opporvi!"

"Considerando che il vostro capo non ha fatto questa gran bella figura lì al Picco Apatite, mi è un po' difficile prenderti sul serio quando dici così." affermò il piccolo Max con un sorrisetto altezzoso, le mani appoggiate sulla nuca.

Invece Hitomi non sembrava altrettanto sicura che per il Team Meteora fosse arivata la fine. "Aspetta a parlare, Max. Non hai sentito i rumori che provenivano dal piano di sopra, mentre stavamo combattendo? Ho l'impressione che di sopra non se la siano cavata altrettanto bene..."

"Cosa?" chiese Ortilla, il cui Scraggy era in guardia accanto a lei. Il Pokemon Buio/Lotta aveva sconfitto uno Stunky del Team Meteora, e ora stava in piedi accanto alla sua allenatrice, in attesa di qualche altro avversario.

Sirius smise di sghignazzare, e tirò fuori un piccolo oggetto sferico da un risvolto dalla sua uniforme nera, poi lo lanciò nel bel mezzo della stanza, dove si aprì con un suono metallico e cominciò a spargere ovunque getti di fumo grigio! La densa nube si diffuse rapidamente, offuscando la vista a Vera e ai suoi compagni...

"Ancora questa storia? Sto veramente cominciando a stufarmi delle loro cortine di fumo!" esclamò Max.

"Linoone!" esclamò il Linoone del ragazzino. Per quanto ancora piuttosto sconvolte, le reclute approfittarono di quel momento per svincolarsi e darsela a gambe levate, prima che qualcuno del gruppo potesse fare qualcosa per fermarli. Sirius seguì a ruota, recuperando il Raichu e il Luxray del Dr. Connal, e lasciando Vera, Blaziken e i loro compagni a brancolare nella nebbia - anche se Blaziken fece comunque qualche tentativo di acchiappare il criminale.

"Ci è scappato... ma almeno siamo riusciti a difendere le Chiavi e il resto del gruppo..." disse Ortilla. Con un rapido battito d'ali, il Masquerain di Drew cominciò a spazzare via il fumo, rivelando lo spettacolo non proprio edificante del soggiorno del rifugio Belrose che era stato messo sottosopra dalla battaglia: un tavolo capovolto, una sedia rotta, cocci di vetro sparsi per terra... "Anche se... non si può dire lo stesso del soggiorno."

"Blaziken..." affermò lo starter di Vera. La loro attenzione adesso doveva andare adei problemi più immediati...

"Beh... immagino che ne parleremo con Saphira, Laura e Charlotte non appena ne avremo la possibilità." disse Drew. Masquerain si abbassò e si appoggiò sulla spalla del suo allenatore, finalmente tirando il fiato. "Piuttosto... dove sarà finita miss Saphira? Non mi dà l'aria di una persona che si fa sconfiggere tanto facilmente, ma... sempre meglio assicurarsi che tutti stiano bene, no?"

"Temo... che non sia andato esattamente tutto bene..." intervenne la voce di Ritchie. Sorpresa e un po' ansiosa, Vera si voltò verso le scale e vide il ragazzino di Kanto scendere assieme a Sparky e Cruise. Entrambi i Pokemon davano l'impressione di essere stanchi e malconci per la battaglia sostenuta con Electivire e Rotom... ma non era solo quello che li faceva apparire giù di corda.

"Ritchie!" esclamò Vera preoccupata. "Che è successo? Sentivamo frastuono provenire dal piano di sopra..."

"Mi dispiace..." il ragazzino rispose in un sospiro di fatica ed ansia. Sentendosi improvvisamente debole, Ritchie si mise seduto sulle scale, quasi afflosciandosi su di esse. "Ho... ho cercato di impedire al Dr. Connal e a Zel di prendere i ragazzi... ma ci hanno colti di sorpresa, e hanno preso Anna e Noel. E' stato Zel... aveva un Magnezone potentissimo, e non sono riuscito a fermarlo."

"Cosa? Accidenti, questa proprio non ci voleva... e gli altri, che fine hanno fatto?" esclamò Drew.

Ritchie guardò verso l'alto. "Stanno bene... sono solo fuori combattimento." affermò. "Ma adesso... adesso il Team Meteora ha Anna e Noel, e sicuramente li useranno come esca per attirarci in qualche imboscata."

"E non credo che ci sia bisogno di chiedersi cosa vogliano in cambio. Non possiamo certo consegnargli l'Anellorubino e la Collanasmeraldo, ma sicuramente non possiamo neanche lasciare Anna e Noel nei guai..." rispose Ortilla, guardando con preoccupazione il prezioso monile che portava con sè, ben nascosto sotto il suo grazioso costume da gara. La ragazzina dai capelli turchini si sentiva quasi in colpa... se quel gioiello così importante non fosse finito a lei in qualche modo, ora i suoi amici non sarebbero stati coinvolti nei folli piani del Team Meteora...

Scosse la testa, interrompendo quei pensieri, No, non doveva pensarla in quel modo. Se non fosse stata coinvolta anche lei, magari Vera, Max e gli altri non sarebbero mai venuti a sapere del Team Meteora, e Reborn oggi si troverebbe in una posizione ancora peggiore, e quei malfattori avrebbero campo libero.

"Ci... ci occuperemo dopo di tutto. Cerchiamo di risolvere i problemi nell'ordine in cui si presentano." disse Drew. La sua proverbiale sicurezza era vacillata giusto per un momento, ma era tornata a posto subito dopo, e il ragazzo dai capelli verdi stava già cercando di formulare un'idea. "Prima di tutto... credo che la cosa migliore da fare sia andare a vedere come stanno i nostri compagni e i loro Pokemon. Poi, vedremo cosa fare per inseguire il Team Meteora... e recuperare i gemelli senza consegnare le due Chiavi che loro cercano."

"Va bene, Drew..." disse Ritchie, sentendosi ora un po' più tranquillo. Con un po' di incertezza, si alzò e si massaggiò la fronte, poi salì nuovamente le scale e raggiunse il pano superiore. La prima cosa che vide, con suo sollievo, fu Laura che si stava rialzando, aiutata dalla sua Lilligant... e altri del gruppo che, una volta ripresisi dallo stordimento, si stavano rimettendo in piedi.

"Uuuugh... che accidenti è successo? Stavamo vincendo contro quelle mezze cartucce del Team Meteora, quando all'improvviso..." mormorò Fern. Si ripulì gli occhiali e se li mise di nuovo, controllando che tutto fosse in ordine. Per fortuna, niente di rotto.

"Dalla situazione attuale, questo soggetto può solo ipotizzare che la resistenza è caduta vittima di un attacco di sorpresa." disse Florinia meccanicamente, mentre Julia la aiutava a rimettersi in piedi. "Due soggetti mancanti - le unità rispondenti ai nomi di Noel ed Anna."

"C-cosa? Hanno... rapito i bambini? N-no... non è possibile... dopo tutto quello che avevamo fatto per tenerli al sicuro..." si lamentò Laura.

"Signorina Laura! Ragazzi, state tutti bene?" chiese Ritchie dopo aver raggiunto il resto del gruppo. Laura disse di sì con la testa e si massaggiò il punto in cui il Tuonoshock di Electivire l'aveva raggiunta. La ragazza tremava visibilmente - la sua fobia dell'elettricità si faceva ancora sentire.

"Relo..." disse il Relicanth di Pietro. Il pesce preistorico si assicurò che il suo allenatore non fosse ferito, e disse di sì con un lento movimento del capo.

"Sì... sì, credo che siamo tutti interi. Solo un po' storditi." disse Charlotte. "Hey, principessa, nessun'unghia rotta?"

Il destinatario della domanda ironica, Cain, rise tra sè e si pettinò i capelli con un gesto della mano. "No, ma mi si è rovinato il mascara." rispose scherzosamente per poi strizzare un occhio alla più giovane delle sorelle Belrose, che alzò gli occhi al cielo - la battuta le si era ritorta contro. "Okay, okay... scherzi a parte, mi sembra che stiamo tutti bene, ma... Anna e Noel sono stati portati via da Zel e dal Dr. Barbagianni."

"Già... sicuramente è una trappola." affermò Vera. "Vogliono convincerci a seguirli, e poi ci prenderanno l'Anellorubino e la Collanasmeraldo. Dobbiamo fare qualcosa per salvare i gemelli e portarli via da quel postaccio."

"Aspettiamo che arrivi nostra sorella." disse Charlotte, ora a fianco di Laura. La sorella minore controllò che Laura non si fosse fatta nulla di serio e, ora più rassicurata dopo che quest'ultima le aveva fatto un sorriso di sollievo, fece cenno al resto del gruppo di non fare mosse azzardate. "Saphira conosce il Dr. Connal e i suoi scagnozzi meglio di chiunque altro... e non credo che, a parte Lord Solaris, il Team Meteora abbia qualcuno in grado di tenerle testa in un incontro di Pokemon."

"Ma... la signorina Saphira è scomparsa." disse Hitomi con un accenno di ansia. "Per quello che ne sappiamo, il Team Meteora l'ha fatta precipitare nel Lago Tanzanite qui vicino."

"Tsk... e credete che questo basti a mettermi fuori gioco?"

La voce chiara e sicura di Saphira interruppe la conversazione prima che Hitomi potesse suggerire uno scenario peggiore. La porta d'ingresso del rifugio si spalancò, e la giovane donna dai capelli multicolore era entrata nel soggiorno, grondante ma illesa. "Vedo che c'è stata una bella festa, da queste parti. Avete dato una sonora lezione a quel dottore da quattro soldi e ai suoi scagnozzi, eh?"

"Sorellona!" esclamò Charlotte. Lei per prima si fiondò giù per le scale per andare ad accogliere la più grande delle sue sorelle, e la avvinghiò in un abbraccio entusiasta, che Saphira ricambiò con piacere. "Sapevo che non potevano essersi sbarazzati di te così facilmente."

La comandante della resistenza anti-Meteora abbracciò gentilmente la sorellona minore, poi passò a Laura quando quest'ultima scese le scale con passo incerto. "Laura... che cos'è successo qui? State tutti bene?"

"Quasi tutti..." affermò Ritchie. "Purtroppo, il Dr. Connal e Zel sono riusciti a portare via Noel ed Anna..."

"Ho cercato di fermarlo... ma il dottore ha... ordinato... al suo Electivire di colpirmi con un Tuonoshock..." mormorò Laura, provata dall'esperienza e dagli strascichi delle cose terribili che aveva passato in quell'orribile orfanotrofio. "Proprio... proprio come faceva... quando ci faceva fare... le sue terapie all'elettroshock!"

"Abbiamo affrontato Sirius, e siamo riusciti a metterlo all'angolo." disse Vera. "Ma mentre eravamo impegnati con lui, il dottore e Zel sono riusciti a cogliere gli altri di sorpresa e... beh, avete visto cos'è successo, signorina Saphira."

La bambina di Hoenn fu sicura di aver visto un lampo terrificante negli occhi di Saphira. Con delicatezza, ma anche con decisione, la comandante della resistenza si staccò dalle sorelle minori, e strinse rabbiosamente un pugno.

"Certo. Lo vedo bene." disse con palpabile rabbia. I ricordi di quello che lei e le sue sorelle avevano passato all'orfanotrofio per colpa di quell'uomo stavano riaffiorando con prepotenza... e ora Saphira era decisa a farla pagare al Team Meteora per tutto quello che avevano fatto! "Laura. Charlotte. Fatevi da parte. Vado a trovare il dottore. Vado a recuperare i gemelli. E vado a spaccare al dottore tutte le ossa che ha in corpo, una alla volta."

"Suona divertente! Posso venire anch'io?" esclamò Julia. "Non vedo l'ora di far saltare in aria tutta la loro base!"

Saphira sorrise quasi cupamente all'idea, ma manteneva ancora abbastanza lucidità da pensare che era meglio elaborare una certa strategia prima di lanciarsi all'attacco della malvagia organizzazione. "Con calma, signori. Con calma. Prima di tutto, dobbiamo scoprire dove si trova il loro nascondiglio. E poi, sconfiggere tutti quelli che ci ostacolano."

"In realtà... non credo che siano molto lontani." affermò Laura. Finalmente, anche lei era più calma e stava riuscendo a ragionare più lucidamente. "SApete... alcuni mesi fa, un gruppo di uomini, tutti vestiti allo stesso modo... con cappucci ed uniformi nere... hanno cominciato a portare tutti quei macchinari nelle miniere abbandonate del Monte Tanzanite."

"Va bene... allora immagino che sarà lì che andremo a cercare." disse Vera. Guardò verso il suo Flabèbè, che ora stava fluttuando accanto a lei. Il Pokemon Folletto abbassò timidamente lo sguardo e salutò Saphira con un sorriso. "Ah, a proposito... vi devo presentare il mio nuovo Pokemon, Flabèbè. E' stato anche grazie a lui se io e Blaziken siamo riusciti a sconfiggere Sirius."

"Fla... bebe..." rispose Flabèbè imbarazzato. Sparky fece un cenno con la testa, e Blastoise fece il segno dell'okay, entrambi approvando l'abilità dimostrata dal Pokemon più piccolo.

Anche una dura come Saphira non potè fare a meno di trovare carino il piccolo Pokemon. "Beh, Vera, lascia che te lo dica, hai trovato davvero un Pokemon adorabile, oltre che dal potenziale notevole." affermò. "E lo dico io che ho una squadra che ha ragione di temere i Pokemon Folletto. Sono sicura che Flabèbè si rivelerà di grande aiuto nella battaglia con il Team Meteora, una volta che lo avrai allenato per bene. Comunque... adesso pensiamo a recuperare Noel ed Anna, e a farle pagare al dottore una volta per tutte."

"A me sembra un buon piano. Ci sto." affermò Pietro dandosi un pugno sulla mano.

"Dovremmo andare fino al Monte Tanzanite per recuperare i due marmocchi? E va bene... che cosa dovremmo fare? Qual è il piano, o grande leader?" chiese Fern con sarcasmo e fastidio. Per quanto lo riguardava, era più saggio tagliare la corda finchè possibile e nascondere al Team Meteora le due Chiavi che avevano con loro.

Ignorando il tono provocatorio di Fern, Saphira cominciò a pensare. "Il Monte Tanzanite, eh? Bene... conosco abbastanza bene quel posto." riflettè ad alta voce. "Non è un posto troppo sicuro, questo è certo. Le miniere sono abbandonate già da un po', con tutto quello che ne consegue."

"Cosa possiamo fare per intrufolarci là dentro?" chiese Max.

Saphira ci pensò un po' su, poi prese una decisione. "Okay, per farlo, avremo bisogno di dividerci. Ascoltate..." iniziò a spiegare.

 

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Bennett prese un bel respiro, cercando di calmarsi. Per quanto il giovane entomologo si vantasse della sua capacità di mantenere il sangue freddo, questo era sicuramente il momento più emozionante della sua vita. Mentre seguiva Padre Elias lungo un corridoio fiocamente illuminato, decorato da degli antichi mosaici che rappresentavano scene religiose, o immagini mitologiche - quasi tutte riguardavano Arceus e i tre Pokemon Drago da lui creati, Dialga, Palkia e Giratina. Bennett non potè fare a meno di notare come le scene rappresentassero Giratina come un nemico...

"Giratina... un Pokemon ribelle che ha rifiutato la verità di Arceus... tutto questo mi fa ripensare a te, mia cara Luna... Padre Elias mi ha raccontato di te, che nonostante tutto, hai scelto di vivere nell'oscurità." pensò il giovane. "Ma non ti rendi conto che questo cammino ti porterà soltanto alla perdizione. Non ti preoccupare, Luna, io farò in modo di salvarti. Scioglierò tutte le illusioni oscure di cui ti circondi, e ti riporterò sul cammino della luce."

"Va tutto bene, giovane Bennett?" chiese Elias. Il ragazzo si voltò rapidamente verso il suo nuovo mentore, e si schiarì la voce, nel tentativo di apparire concentrato sulla sua investitura a nuovo fedele della Chiesa d'Alfa. "Vedo che sei molto interessato a tutte queste rappresentazioni sacre."

"Ah... chiedo scusa, santo padre..." si scusò Bennett, e si mise nervosamente a posto i vestiti. "Sì, mi sono distratto. Avrei dovuto pensare di più all'importante passo che sto per fare..."

Elias alzò la mano in un gesto pacificatore. "No, non è necessario scusarsi. E' comprensibile la tua curiosità. Ed è lodevole che tu metta tanto zelo nel conoscere i misteri della nostra fede." affermò. "Come puoi vedere, le nostre rappresentazioni commemorano la gloria del sommo Arceus, padre di tutti noi, e il suo trionfo sul ribelle Giratina..."
Guardò verso un altro mosaico, dove veniva rappresentato Arceus che sottometteva altri Pokemon - un grosso serpente nero dal ventre verde con varie creste nere che gli uscivano dalla schiena; e una strana creatura simile ad un prisma nero con braccia e gambe. "...e su tutti gli altri invasori ed eretici che cercano di offuscare la sua luce. Il falso salvatore Zygarde... Necrozma, il demone che sottrae la luce al mondo... tutti questi non sono che tentatori e falsi idoli, e l'unica vita degna di essere vissuta è una al servizio del nostro signore Arceus."

"Sì... posso capire..." disse Bennett, ancora un po' incerto. La sua razionalità ancora non gli permetteva di darsi anima e corpo agli insegnamenti di Padre Elias, per quanto gli fosse grato per tutto quello che stava facendo per lui.

Il sacerdote dai capelli bianchi, tuttavia, decise di non parlare oltre di quell'argomento. "Ma queste... sono questioni che studierai più avanti, quando la tua devozione al nostro signore sarà stata rafforzata." affermò. "PIuttosto... adesso preparati ad incontrare coloro che sono orgoglioso di chiamare miei amici e compagni di fede. Prego... avvicinati pure a questa porta. Sentiti libero di entrare. Qui ormai, tu sei a casa."

"G-grazie, santo padre..." disse Bennett, prima di avvicinarsi con trepidazione ad un grande portone di legno finemente intagliato, sul qule si vedeva qualche semplice bassorilievo che rappresentava il Pokemon Alfa. Il ragazzo diede una leggera spinta, e il portone si aprì lentamente, con un leggero scricchiolio... permettendogli di entrare in una grande sala circolare, dalle eleganti vetrate istoriate che proiettavano una luce soffusa sui banchi e sugli uomini di chiesa vestiti di bianco che sedevano tutt'attorno. Nervosamente, il giovane entrò, seguito a breve distanza da padre Elias... e gli appartenenti alla Chiesa d'Alfa si alzarono con lenta, formale eleganza. In mezzo a quelle persone che sembravano tutte uguali, Bennett ne notò subito due che in piedi a poca distanza da lui, che davano l'impressione di essere lì giusto per aspettare lui...

"Padre Elias. Siamo onorati di riceverla, e di accogliere il nostro nuovo fratello." disse con voce calda un uomo sulla quarantina, con un volto dall'espressione severa, vestito di una sorta di kimono bianco dalle ampie maniche, con una hakama del colore della terra, e un paio di scarpe bianche a malapena visibili sotto l'orlo della gonna. Lunghi capelli neri scendevano lungo la schiena, e nonostante la non più giovane età, era un uomo alto e dal fisico invidiabile.

Accanto a lui, si trovava una donna molto più giovane, sulla trentina d'anni al massimo, i cui lunghi capelli di colore verde-azzurrino erano tenuti legati in una coda che arrivava fino quasi alle gambe, e i suoi occhi azzurri rilucevano di una strana luce... come se dietro di essi ci fosse ghiaccio! Era vestita come una inserviente, con un elegante, immacolato vestito nero lungo fino alle caviglie, un grembiule bianco, e un paio di scarpe verdi su calze bianche. "Un'anima persa è venuta a convertirsi... alla verità del sommo Arceus, vero?" chiese la donna. Guardò verso Bennett e fece uno strano sorriso, che voleva essere gentile ma che al ragazzo sembrò soltanto inquietante. Anche a primo impatto, Bennett sentiva che c'era qualcosa che non andava in lei...

"E' così, miei fedeli." disse Elias, per poi fare cenno al resto degli ecclesiastici di accomodarsi. Gli uomini di fede si sedettero di nuovo, in silenzio e con ordine... ed Elias e Bennett si misero davanti ai due inservienti. "Questa pecorella, fino a poco tempo fa smarrita e perduta, è tornata all'ovile. Diamo un sincero benvenuto al giovane Bennett."

"Piacere... ehm... di fare la vostra conoscenza... eccellenze..." disse il ragazzo.

L'uomo dai capelli neri sorrise garbatamente, cercando di mettere a suo agio Bennett. "Il piacere è nostro, giovane Bennett. Ma, per favore, non chiamarmi eccellenza, santità, o con qualche altro di quei termini tanto solenni. Non merito tutto questo sussiego. Il mio nome è Pius, e sono soltanto un umile servitore del santo Arceus, creatore e padre di tutti noi."

"Il nostro scopo è diffondere la sua verità, in ogni parte del mondo." affermò la donna vestita da cameriera, senza perdere quel sorriso inquietante. "La luce di Arceus splenderà in ogni parte del mondo, e spazzerà via tutti gli eretici, i miscredenti e gli atei! Tutti saranno testimoni della sua gloria... e coloro che lo seguiranno, conosceranno la felicità eterna!"

"EHm... immagino... immagino che sia così..." rispose Bennett, sorridendo nervosamente davanti alla luce di fanatismo che brillava negli occhi della donna.

Pius intervenne pacatamente, appoggiando una mano sulla spalla della sua collega. "Ne siamo consapevoli, sorella Angela... ma ricordiamo che il nostro signore, Arceus, predica soprattutto la misericordia." disse. Il suo intervento ebbe l'effetto di far calmare un po' Angela, che prese un respiro profondo e si schiarì la voce. "Sono sicuro che Bennett, il nostro nuovo fratello, si adopererà per fare sì che la verità del sommo Arceus raggiunga i cuori di tutte le persone."

"Non essere intimorito, giovane Bennett." aggiunse Padre Elias. "Sorella Angela è molto zelante nel suo desiderio di diffondere il verbo del grande Arceus, e a volte il sacro fuoco che porta dentro di sè può dare l'impressione sbagliata. Ma sono sicuro che anche lei saprà farti sentire il benvenuto, nella grande famiglia che è la casa del sommo Arceus."

"Va bene... io... farò del mio meglio per essere utile alla vostra causa." rispose Bennett. "Vi aiuterò a ricondurre Luna... e migliaia di altre pecorelle smarrite... sulla retta via."

"Questi sentimenti ti fanno onore, mio giovane amico." rispose gentilmente Pius. "Ora, immagino che sarai stanco, dopo tutto questo viaggio e queste vicende. Abbiamo fatto preparare una camera per te. Sentiti libero di riposarti fino a domani."

Bennett sorrise di nuovo, ma stavolta, con molta più spontaneità. C'era qualcosa in Pius che metteva le persone a loro agio, al contrario della gelida Angela. "Grazie, sant... volevo dire, signor Pius. Saprò dimostrarmi degno della vostra fiducia."

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CONTINUA...

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Capitolo 53
*** Assalto al Monte Tanzanite ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 53 - Assalto al Monte Tanzanite

 

Quel giorno, doveva essere un giorno come tutti gli altri... e nei cieli sopra una regione ancora per gran parte incontaminata del tormentato continente di Reborn, un gruppetto di Swanna stava volando in una elegante formazione a V, seguendo le correnti e il loro istinto mentre si dirigevano verso la loro destinazione. Una dozzina di maestosi Pokemon cigno dalle immacolate piume bianche, ben lontani dalle preoccupazioni e dalla lotta per la sopravvivenza che molti dei Pokemon di Reborn erano costretti a sostenere quasi ogni giorno per sfuggire all'ambiente inquinato e ai predatori che li perseguitavano. Vedere quel gruppo di Swanna volare così silenziosamente e maestosamente sui cieli di Reborn era uno spettacolo capace di dare speranza e gioia.

Erano così assorti e concentrati sul loro volo, che si accorsero della catastrofe che si stava abbattendo su di loro quando ormai era troppo tardi.

Un'ombra minacciosa si stagliò improvvisamente su di loro, talmente repentina che dal loro punto di vista era apparsa praticamente dal nulla... e i Pokemon cigno ebbero appena il tempo di sgranare gli occhi in un'espressione di allarme, prima che su di essi si abbattesse una terrificante sagoma nera con tre feroci teste di rettile, i cui occhi rossi scintillavano di odio e furia, e le cui ali membranose erano spalancate, in modo da farlo sembrare ancora più grande di quanto in realtà non fosse! Uno degli Swanna che si trovavano sul retro della formazione a V venne raggiunto, e tre fauci spalancate si chiusero ferocemente su di esso, mentre gli altri Swanna si disperdevano con delle alte urla di orrore! Lo Swanna catturato si agitò in preda al panico e cercò di liberarsi, ma il suo assalitore era troppo più forte di lui, e l'ultima cosa che il Pokemon cigno vide in vita sua furono le tre fauci del terrificante drago che si chiudevano sul suo collo.

Si sentì un lamento strozzato, le piume bianche del malcapitato Swanna si sparpagliarono in aria... e pochi istanti dopo, Hydreigon si sentì sazio, e si leccò le tre paia di labbra che aveva con gioia feroce.

La donna che cavalcava il terrificante drago a tre teste ghignò soddisfatta. Nulla le era più gradevole di quell'atroce spettacolo di crudeltà.

"Hai finito di mangiare, Hydreigon?" chiese Lin con un sottile sorriso sulle labbra. Con un gesto noncurante della mano, si tolse alcune piume bianche dal mantello nero che indossava. "Bene. Allora vediamo di non tardare oltre. Sono curiosa di vedere se quei buoni a nulla dei miei schiavi sono riusciti a portare a termine il loro compito. Forse questa è la volta buona... riuscirò ad impadronirmi dell'energia che per secoli è rimasta sigillata sotto Reborn City, e tutto sarà in mio potere!"

"Drrrrreigon!" ringhiò Hydreigon, la testa principale contorta in un sorriso diabolico, prima di riprendere il volo e dirigersi dove la sua padrona gli aveva detto. Tra sè, sperava che quei miserabili vermi della resistenza avrebbero avuto la faccia tosta di tentare di ostacolarli... era passato fin troppo tempo dall'ultima volta in cui aveva fatto una lotta degna di questo nome, e gli sarebbe piaciuto sgranchirsi un po' le ossa e muovere un po' i muscoli.

"Sei eccitato, Hydreigon?" chiese Lin. Appoggiò una mano sulla testa principale di Hydreigon, in quello che sarebbe potuto sembrare un gesto affettuoso... ma se qualcuno avesse potuto vederla da vicino, si sarebbe accorto che Lin stava leggermente stringendo le dita sulla testa del suo Pokemon Buio/Drago. Un gesto inteso a far capire al feroce drago a tre teste chi era che comandava. "Sai, in fondo lo spero anch'io. Non mi dispiacerebbe che quei patetici sciocchi opponessero un po' di resistenza, prima di essere spazzati via."

Con un deciso battito d'ali, Hydreigon si allontanò, diretto al Monte Tanzanite...

 

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Nelle viscere del Monte Tanzanite, in una base segreta del Team Meteora, i preparativi stavano fervendo... e Simone era in piedi accanto ad un macchinario, la schiena appoggiata al freddo metallo e il viso congelato in un'espressione di orrore e shock. I suoi occhi sembravano guardare lontano, e allo stesso tempo non vedevano nulla, e in essi non si leggeva nulla che non fosse una sensazione di assoluto smarrimento. Una delle più importanti fondamenta della sua nuova vita nel Team Meteora era stata letteralmente strappata via sotto i suoi piedi.

La squadra che aveva attaccato il rifugio delle sorelle Belrose era finalmente tornata alla base, portando con sè quei due gemelli, Anna e Noel, come ostaggi... e anche se, a quanto gli era dato di capire, Sirius si era trovato in serie difficoltà contro quella ragazzina di Hoenn - cosa piuttosto inaudita che rara, chi poteva immaginare che esistesse qualcuno, all'infuori di Lord Solaris e Blake, in grado di mettere in minoranza il temuto Sirius? - le cose stavano volgendo a loro favore. Anche se probabilmente potevano aspettarsi che la resistenza li attaccasse da un momento all'altro, e sicuramente ci sarebbero state Vera e Saphira a fare da arieti di sfondamento...

Ma in quel momento, a Simone non poteva importare di meno di tutto questo.

L'unico pensiero che occupava la sua mente era quello della sua compagna, che gli era stata strappava via in maniera così brutale ed improvvisa... un attimo c'era, e l'attimo dopo... stava sprofondando nei gelidi abissi del Lago Tanzanite. Non avrebbe mai visto il mondo purificato che il Team Meteora avrebbe creato... non avrebbe assistito mai alla realizzazione del loro sogno...

Aveva ancora senso, tutto questo? Combattere per un nebuloso "futuro migliore" sapendo che le persone a cui tieni non saranno lì per dividerlo con te? Poteva dire, in buona fede, di essere davvero convinto di quello che stava facendo?

Si sentiva così perso che non riusciva nemmeno ad odiare Saphira come doveva per aver provocato la morte di Tara. Certo, sentiva di volerla uccidere... sentiva che doveva in qualche modo vendicare Tara... ma al tempo stesso, gli sembrava così insensato... e in fondo, una voce proveniente dalla sua coscienza ancora funzionante gli diceva che avevano avuto la possibilità di evitarsi quella fine, e non l'avevano presa. Avevano attaccato loro per primi, in fondo... Per quanto lo stesse facendo senza mezzi termini, Saphira stava difendendo la sua famiglia. Poteva davvero lamentarsi di quello che era successo? Poteva dare la colpa alla resistenza per essersi difesi da un attacco non provocato?

No! No! No, no, no! Non poteva permettersi di pensare questo! Lui era un soldato del Team Meteora! Saphira gli aveva sottratto la possibilità di vivere un futuro migliore, gli aveva tolto una persona che lui amava... doveva vendicarsi! Doveva! Doveva!

...

E dopo, cosa avrebbe fatto? Per cosa avrebbe combattuto?

Sentendosi svuotato, privo di ogni motivazione per andare avanti con il suo dovere di recluta, Simone si lasciò scivolare a terra, la schiena ancora appoggiata al freddo macchinario a cui faceva la guardia.

"Mi dispiace, Tara... avrei dovuto fare di più per te..." mormorò, stringendo i denti. "No... non posso accettare tutto questo! Saphira deve pagare... deve pagare! Devo trovare un modo... devo trovarlo... DEVO trovarlo..."

 

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"Hmph... e così, dobbiamo separarci e cercare di introdurci nel covo del Team Meteora da due ingressi diversi, in modo da dividere le loro forze? Non mi sembra una trovata molto originale, se posso dire la mia." affermò Fern, scostando i rami di un salice che ostacolava il loro cammino verso i tunnel del Monte Tanzanite. "E come sappiamo dove trovare i due marmocchi, eh?"

"Quei due... marmocchi come li chiami tu, signorino, sono due dei prigionieri a cui il nostro amico psichiatra psicopatico dà maggiore importanza." rispose prontamente Charlotte con un sorriso impertinente stampato sul suo viso coperto di lentiggini. "Il Dr. Connal e Sirius sembrano avere dei progetti per Noel ed Anna... e se devo essere sincera, non sono per niente ansiosa di scoprire di cosa si tratta. Quindi, il piano è questo. Noi ci intrufoliamo nella base segreta, colpiamo rapidamente e con decisione, e liberiamo Noel ed Anna. Se vuoi la mia opinione, questo è il piano migliore a cui la mia sorellona potesse pensare."

"In quanto a fantasia, non posso dire che le manchi." affermò sarcastico Pietro con un'alzata di spalle. Il gruppetto di Charlotte si stava dirigendo verso una caverna che sorgeva un po' più in alto rispetto alla strada battuta sulla quale si erano incamminati, circondata da fiori e piante selvatiche. "Okay, dovemmo esserci. Cavolo, certo che ne hanno di nascondigli nel bel mezzo del nulla, quei fetenti del Team Meteora."

"Abbiamo battuto gran parte di Reborn in cerca dei loro nascondigli, e siamo anche riusciti a trovarne molti e a distruggerli." affermò Saphira mentre guidava il resto del gruppo verso l'ingresso della grotta. Oltre a Pietro, Fern e Charlotte, anche Ritchie, Sparky, Florinia e Cain si era unita a Saphira, mentre Laura, Julia e i ragazzi di Hoenn (con Flabèbè al seguito, nonostante Vera avesse obiettato che non era il caso di mandare un Pokemon così piccolo ed indifeso in una missione così pericolosa) stavano prendendo l'altra via. "Ma quel branco di avvoltoi ha più vite di un Meowth. Per quanto li danneggiamo, sono sempre riusciti a rendere vani tutti i nostri tentativi. E' solo adesso che Vera, Ritchie e i loro compagni si sono uniti a noi, che abbiamo cominciato ad ottenere dei risultati concreti. Ma adesso, concentriamoci sulla missione... forse, con un po' di fortuna, avremo la possibilità di ottenere dei risultati ancora più concreti!"

"Pikachu..." mormorò Sparky. Non aveva nessuna voglia di vedere cosa avrebbero voluto dire questi "risultati concreti" per le malcapitate reclute del Team Meteora che si fossero trovate sulla strada della leader della resistenza. Ritchie fece un cenno con la testa, e si voltò verso Cain, che sorrise con l'espressione di qualcuno che stava dicendo "e cosa ci vuoi fare?".

"Tranquillo, Ritchie, tesoro... adesso andiamo là, diamo una bella messa in riga al Team Meteora, e sistemiamo tutto." affermò il ragazzo dai capelli viola. Facendo il giocoliere, si passò una Pokeball da una mano all'altra, e la lanciò in aria, per poi afferrarla al volo. Ora, però, la sua espressione sbarazzina era sparita, e dal suo sguardo trasparivano rabbia e determinazione. "Nessuno fa del male a dei bambini davanti al sottoscritto Cain LaRue, e la passa liscia! I miei Pokemon Veleno gli faranno vedere i Rattata verdi!"

Fern alzò gli occhi al cielo. Ecco che ancora una volta era costretto a seguire questi sciocchi...

 

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Vera e i suoi compagni si trovavano in una posizione che non avrebbero esattamente definito invidiabile. Dopo aver seguito Laura lungo una strada che passava attorno al Lago Tanzanite, erano arrivati ad un'ingresso seminascosto tra il fogliame, e si erano introdotti in un tunnel scavato nella roccia del Monte Tanzanite, seguendolo fino ad arrivare ad una grande spelonca semibuia, illuminata in maniera quasi tetra da alcune lampade alogene appese al soffitto. Impalcature in ferro già intaccate dalla ruggine tenevano in piedi parte della volta, confermando il fatto che le viscere della montagna erano state adibite già da tempo alle attività umane.

Laura, alla testa del gruppo, si mise un dito davanti al viso per dire ai ragazzi - in particolare a Julia - si restare in silenzio. "Okay, ci siamo. Dovremmo essere quasi arrivati all'ingresso del covo del Team Meteora." sussurrò la giovane maestra di Pokemon Erba. "Sì... sono sicura che è qui che conducono i loro esperimenti sui Pokemon. Seguitemi... ma restate in assoluto silenzio. Dobbiamo aspettarci un attacco in qualsiasi momento... e non ci andranno piano."

"Chi di loro possiamo aspettarci, a parte Sirius, il dottore e quello strano tipo di nome Zel?" chiese Max a bassa voce. Il suo Gardevoir stava accanto a lui, con la chiara intenzione di proteggere il suo allenatore da qualunque pericolo potesse arrivargli addosso.

"Sicuramente non ci saranno molti dei loro comandanti. Stanno portando avanti diversi progetti nello stesso momento, e non possono permettersi di concentrare tutta la leadership in un unico posto." spiegò Laura. Il gruppo continuava a muoversi usando il massimo della cautela, salendo un lieve pendio fino a raggiungere un tunnel sigillato da una grande saracinesca in acciaio davanti alla quale si fermarono. "Hmm... temo che da qui non si passi. C'è un cancello, e dobbiamo trovare il modo di aprirlo, se vogliamo raggiungere la loro base."

"Certamente ci sarà un interruttore, o qualcosa del genere, da queste parti." disse Vera, cominciando a cercare sul muro alla destra del cancello automatico. "Il Team Meteora deve per forza avere un modo per passare di qui."

"Va bene... ma qui non vedo niente." rispose Hitomi, iniziando a cercare sul muro di sinistra, e usando le dita delle mani per esplorare ogni singolo avvallamento che potesse nascondere un interruttore o un passaggio segreto. Max ed Ortilla si guardarono in segno di intesa, e cominciarono a cercare a loro volta, tenendo d'occhio il pavimento. Il Gardevoir di Max chiuse gli occhi e si concentrò, usando i suoi poteri psichici per cercare di "vedere" qualche particolarità sulla saracinesca. I suoi sensi soprannaturali vennero attirati da un gruppetto di rocce disposte in maniera apparentemente casuale ad un angolo della galleria... e il Pokemon Psico/Folletto lo fece immediatamente presente al suo allenatore e ai suoi compagni, indicando le pietre con un gesto del braccio.

"Max! Guarda lì! Credo che... si trovi qualcosa là in mezzo!" affermò telepaticamente Gardevoir.

Il ragazzino con gli occhiali colse la chiamata telepatica del suo amico Pokemon - lo stesso che aveva conosciuto tanti anni fa quando era ancora un piccolo ed indifeso Ralts - e seguì la sua indicazione. Anche Ortilla ed Alty, che in quel momento erano i più vicini a Max, si accorsero dei ciò che stava facendo il Pokemon.

"Hm? Che succede, Max? Avete trovato qualcosa?" chiese la giovanissima coordinatrice. Alty spiegò le ali e si abbassò fino a posarsi sul terreno roccioso, guardando con curiosità il punto in cui Gardevoir aveva trovato qualcosa. Sembrava che non ci fosse niente di strano, a prima vista, ma guardando un po' meglio, il Pokemon Volante/Drago ebbe l'impressione che ci fosse un sasso di forma strana.

"L'ha trovato Gardevoir, per l'esattezza." disse Max, mentre rivolgeva un sorriso e uno sguardo di gratitudine al suo amico. Gardevoir chinò la testa appena un po', e Max scostò alcune pietre, trovando effettivamente qualcosa di particolare - tra di esse, si trovava un sasso la cui forma era un po' troppo geometrica e regolare perchè si potesse credere che fosse qualcosa di naturale. Sospettando di aver trovato la chiave per entrare nel covo del Team Meteora, Max esaminò il sasso per qualche istante e poi lo prese tra le mani, per controllare se fosse possibile spostarlo. Come aveva sospettato, anche se era una pietra di piccole dimensioni, sembrava attaccata al terreno... e il ragazzino fece un po' di pressione, con il risultato che il sasso sprofondò nel terreno per un breve tratto! Si sentì un cigolio di acciaio che fece fare un salto per la sorpresa a Laura... e la saracinesca cominciò a sollevarsi, rientrando in una larga fessura sul soffitto della galleria. Pochi secondi dopo, l'ingresso alla base del Team Meteora era aperto, e oltre lo sbarramento, apparve un lungo corridoio dai muri in pietra quasi completamente liscia, con delle lampade appese al soffitto che davano l'idea di trovarsi all'interno di una miniera... e in lontananza, si vedeva arrivare una luce artificiale.

"Okay, questo problema è superato." disse Drew, cominciando ad incamminarsi lungo il corridoio, ma fermandosi prima di staccarsi troppo dal resto del gruppo. "Da qui... ho come l'impressione che si arrivi direttamente nella base segreta del Team Meteora. E se li conosco bene come credo... ci avranno già preparato un bel comitato di benvenuto."

"Sì, è poco ma sicuro..." affermò telepaticamente Gardevoir nella mente di Max. "Dobbiamo stare molto attenti da questo momento in poi, Max... sento la presenza di numerose menti. Sicuramente sono tutti gli uomini del Team Meteora che si trovano da queste parti... e mischiate tra questi ci sono anche quelle di Noel ed Anna. Ma da qui, non riesco esattamente a rilevare la loro posizione. Sento solo la loro presenza."

"Va tutto bene, Gardevoir. Se non altro, sappiamo cosa aspettarci." affermò Max. "Ragazzi... sorellina... credo che da qui in poi dovremmo muoverci con estrema cautela."

"Un passo falso, e ci ritroviamo addosso un esercito di scagnozzi del Team Meteora." affermò Laura. "Spero solo che gli altri siano riusciti ad infiltrarsi nella base senza tanti problemi. Okay, seguitemi. Cercheremo di dare un'occhiata a cosa c'è davanti a noi, e ci regoleremo di conseguenza."

Il Flabèbè di Vera, che fino a quel momento si era limitato a seguire il gruppetto in obbediente silenzio, senza proferire parola, si fece avanti e guardò i suoi compagni di viaggio, appena un po' di nervosismo visibile sul suo minuscolo volto. "Flabe... flabèbè!" esclamò con una vocetta acuta come il frinire di un grillo, attirando l'attenzione della ragazzina castana e di Drew. "Fla, flabebè!"

"Flabèbè, ne sei sicuro?" chiese Vera, evidentemente preoccupata. "Sì... posso capire che tu sia piccolo, e quindi hai migliori possibilità di nasconderti, ma... potrebbe essere molto pericoloso, e tu lo sai!"

Laura non potè fare a meno di sorridere nel sentire le raccomandazioni di Vera, a cui il piccolo Pokemon Folletto rispondeva cercando di tranquillizzarla e di assicurarle che sarebbe andato tutto bene. Le dava l'impressione che la ragazzina di Hoenn sarebbe stata una mamma molto premurosa e attenta, e non aveva idea di quanto corretta fosse questa sua impressione...

"Flabèbè!" esclamò il piccolo Flabebè con convinzione, per poi fluttuare vicino al soffitto e fare cenno alla sua nuova allenatrice che tutto sarebbe andato bene. Il Pokemon fiorellino, lasciandosi trasportare da un vento fatato che lui stesso aveva creato, fluttuò fino all'uscita del corridoio e diede un'occhiata all'esterno. Per il momento, non vedeva nulla... molto semplicemente, il corridoio raggiungeva una spelonca di grandi dimensioni nella quale erano stati riposti alcuni barili, e il cui terreno era coperto di uno strano muschio il cui colore verde smeraldino era ben visibile alla luce delle lampade appese al soffitto. L'odore che aleggiava nella stanza era pungente e sgradevole, un misto di acido e alghe marcite, e Max ipotizzò che fosse dovuto alle sostanze chimiche rimaste in quei barili. Certo, l'odore venne sentito ancora più chiaramente dai Pokemon che avanzavano nel corridoio, ed Alty agitò un'ala davanti a sè per cercare di mandare via la puzza repellente, mentre Flabèbè si avvicinava nuovamente a Vera mettendosi una mano davanti alla bocca. Per il momento, tuttavia, non c'era nessuna minaccia in vista a parte l'odore sgradevole, e Flabèbè fece cenno al gruppo che potevano avvicinarsi senza rischi.

"Per adesso, sembra che non ci siano problemi... grazie, Flabèbè, ma stai attento, non vorrei mai che tu incontrassi qualcuno di quei malfattori." si raccomandò Vera, prima di storcere il naso davanti alla puzza. Uno alla volta, i ragazzi entrarono nella stanza, e Laura si guardò nervosamente attorno. La bambina castana notò che la loro "guida" sembrava per qualche motivo concentrata sui barili che erano stati disposti là attorno.

"Uno. Due. Tre, quattro, cinque... sei... ugh, sette... Perchè dovevano essere proprio sette?" sussurrò Laura con un brivido di paura che non sfuggì agli altri membri del gruppetto.

"Che succede, Laura? C'è qualche problema... con questi barili?" chiese Hitomi, sbattendo gli occhi incuriosita. "Ci è sembrato che li stessi contando."

"Sì... sì, effettivamente è così..." ammise Laura. La seconda delle sorelle Belrose fece un sorriso, in modo da non dare l'impressione di essere troppo impaurita, ma allo stesso tempo non vedeva perchè nascondere questa sua stranezza. "Io... ho sempre odiato il numero sette. So che può sembrarvi strano, e mi dispiace."

"Perchè dovrebbe essere strano, scusa?" chiese Julia, facendosi aria con una mano. "Ugh... accidenti, certo che qui potrebbero anche cambiare un po' l'aria... Ognuno ha le sue idee, no? Ma... come mai tutta questa avversione per il sette? Non dirmi che non ti piaceva prenderlo quando andavi a scuola!"

"Julia..." mormorò Hitomi, non trovando per nulla divertente la battuta.

La cheerleader dai capelli verdi alzò le mani con fare da innocentina. "Beh? Che c'è? Ho solo fatto una domanda, no? Non c'è bisogno di esplodere... heheheeee..."

Laura fece una breve risatina con una mano davanti alla bocca, apprezzando i tentativi di Julia di rendere un po' più distesa quella difficile situazione. "No, no, non è questo... vediamo un po'... come ve lo posso spiegare?" continuò. "Ecco... per qualche motivo, mi inquieta quando non c'è un numero pari di qualsiasi cosa."

"Avevamo notato, in effetti, che tutti i cespugli del vostro giardino hanno un numero pari di fiori... le piante sono state sempre piantate in numero pari in ogni punto..." rispose Ortilla.

"Alt altaria?" chiese Alty incuriosito. Anche lui sembrava interessato a capire il motivo dello strano comportamento di Laura.

"Non so esattamente come spiegarlo, ma per me è sempre stato così... in particolare, sono sempre stata in qualche modo affezionata al numero otto." continuò l'esperta di Pokemon Erba mentre continuava a guidare il gruppo attraverso i cunicoli della base segreta. Non si vedevano guardie, finora... ma il gruppetto era sempre all'erta per ogni evenienza. "Ho sempre trovato rilassante vedere qualcosa ordinato in otto parti. Per me, è una sorta di simmetria perfetta... e sì, Charlotte non perde occasione per prendermi in giro su questa mia stranezza... Invece, il numero sette lo odio proprio... sai, quando io e le mie sorelle eravamo più giovani, all'orfanotrofio del Dr. Connal, c'era una bambina con noi. Era la più piccola del nostro gruppo... e si chiamava Lin."

Gardevoir corrugò la fronte, mentre Julia si fermò per pensare per un istante a questo nome... ma non le venne in mente nulla.

"No... no, non mi sembra di conoscere nessuno con questo nome." disse l'allenatrice di Pokemon Elettro.

"Nemmeno io..." disse telepaticamente Gardevoir a Max. "Ma allora, perchè mi è venuto improvvisamente un brivido?"

"Non... non ne ho idea, Gardevoir..." disse Max, cominciando a preoccuparsi. "Sei... sicuro di stare bene?" Ne fu sollevato quando vide l'elegante Pokemon Psico/Folletto fare un cenno con la testa per dire di sì.

"Se questa Lin ti è rimasta così impressa... immagino che ci sia un motivo molto serio." disse Vera. Anche lei, per qualche motivo, aveva la sensazione che il tutto stesse prendendo una brutta piega.

Laura disse di sì, e abbassò la testa. "E' stato... circa due anni fa. Lin era davvero piccola... avrà avuto la stessa età che adesso ha Anna, forse anche meno..." continuò. "Ma era una bambina spaventosa... un mostro di crudeltà. Le piaceva scoprire i segreti degli altri orfani e sfruttare questi segreti per minacciarli. Anche se era così piccola, cercava sempre di manipolare tutti... ed era spaventosamente brava a farlo. Per quanto riguardava me, ogni volta che avevo otto cose... otto matite, otto fiori, otto bottoni... lei si divertiva a rubarmene o rompermene una, e poi se ne andava ridendo."

Per qualche istante, il resto del gruppo rimase in silenzio, impressionati dalla storia che Laura stava raccontando. Certo, nessuno di loro avrebbe mai pensato che un bambino potesse essere malvagio, ma quel racconto stava facendo cambiare loro idea. "Sì, capisco. Immagino che in un posto come quell'orfanotrofio, e con uno come il Dr. Connal a farvi da secondino, non sia tanto semplice avere le proprie cose." commentò Drew. Il ragazzo dai capelli verdi era rimasto apparentemente freddo, ma doveva riconoscere anche lui che era una storia inquietante.

"Ma non faceva qualcosa per fermarla, quel dottore da strapazzo?" esclamò Max con evidente indignazione. "Insomma, non penserà mica che il suo unico scopo fosse quello di darvi la scossa?"

"Ecco... sì, in effetti è rimasto indifferente, all'inizio... ma poi, quando Lin ha fatto qualcosa a lui, si è arrabbiato parecchio..." continuò Laura. "Quella notte ci ha rinchiusi tutti nelle nostre celle, poi ha portato Lin nella sua sala, al piano più alto dell'orfanotrofio... e da allora, non l'abbiamo più vista. Alcuni dei ragazzi dicevano che era fuggita... altri che il dottore aveva finito per ucciderla a forza di elettroshock... non lo so, davvero... so soltanto che da quando Lin è scomparsa, la vita all'orfanotrofio è diventata... un po' meno orribile."

"Che storia terrificante..." mormorò Ortilla, tenendosi stretta ad Alty. La sua maestosa Pokemon piumata avvolse le ali attorno a lei, per dirle che andava tutto bene. "Io... sono nata e cresciuta in un ambiente protetto, lì ad Hoenn... e non avevo la più palluda idea che in altri posti accadessero queste cose orribili. Davvero... per me è veramente scioccante scoprire tutto questo."
Julia tirò un sospiro e appoggiò una mano sulla spalla della bambina dai capelli turchesi. "Lo so, è stato lo stesso anche per Vera e i suoi amici, credo." disse.

"Beh... diciamo che noi abbiamo vissuto le nostre traversie, anche lì ad Hoenn." disse Vera, ripensando alla frenetica avventure che avevano vissuto con il Team Vicious soltanto pochi mesi prima. "Abbiamo dovuto anche noi lottare contro organizzazioni criminali e pericoli di vario genere... ma non avevamo mai visto prima un posto come Reborn City."

"Immagino che questa città ne avrà di storie orribili da raccontare..." disse Hitomi con un sospiro. "Ma... forse è meglio se ci concentriamo sul presente. Ho come l'impressione che ci siamo persi. Guardate un po'."

"Huh? Di cosa stai...?" cominciò a chiedere Julia... un attimo prima di guardarsi attorno a rendersi conto di quello che voleva dire la bambina dall'espressione distaccata. Avevano seguito il corridoio per un tratto abbastanza lungo... e avevano finito per sbucare in una nuova caverna che di naturale aveva ben poco: era ampia e vuota, al punto che ci sarebbe potuto passare tranquillamente un treno proiettile, e le pareti erano lisce e levigate, come se qualcuno ci avesse passato un gigantesco foglio di carta vetrata in modo da eliminare tutte le irregolarità della roccia. Ma la cosa più inquietante era che non c'erano fonti di luce artificiali: la caverna era quasi completamente buia, il che voleva dire che non veniva utilizzata dal Team Meteora, nè da nessun altro essere umano.

"In effetti... questa grotta mi sembra piuttosto strana. Non ho la minima idea di dove conduca..." affermò dubbiosa Laura, mentre si arrischiava a fare un passo nel tunnel. Quando poggiò un piede a terra, si rese conto che il pavimento era smosso e ricoperto di pietre frantumate... "E se devo essere sincera... non mi piace... non mi piace per niente..."

Come se la caverna stessa avesse sentito quello che Laura aveva sussurrato, un rombo di tuono cominciò a riecheggiare in lontananza, e i ragazzi sentirono il terreno muoversi sotto le suole delle loro scarpe, mentre un tintinnio metallico riecheggiava nella caverna vuota! Vera sgranò gli occhi e si appoggiò per istinto ad un muro vicino a lei, ma quando vide Drew che stava perdendo l'equilibrio, lasciò perdere e scattò in avanti per sostenere il giovanotto dai capelli verdi.

"Attenti, ragazzi... una scossa di terremoto!" esclamò telepaticamente Gardevoir. Alcuni sassi si staccarono dal soffitto, e il Pokemon Psico/Folletto creò una barriera di energia attorno al gruppo in modo che i pericolosi detriti non colpissero nessuno. Max ed Hitomi si avvicinarono il più possibile a Gardevoir, nel tentativo di proteggersi come potevano. Per fortuna, la scossa tellurica cessò dopo pochi istanti, e la caverna ripiombò nel silenzio di tomba di prima. "Strano... non ho idea di cosa possa aver causato quel terremoto. Di certo... non era qualcosa di normale. E' cominciato all'improvviso, senza nessuna scossa iniziale... ed è finito altrettanto rapidamente."

"Capisco cosa vuoi dire, Gardevoir. Qualcuno ha provocato questo terremoto, ed è stato quasi sicuramente un Pokemon che vive da queste parti." affermò Max. Gardevoir abbassò lo scudo e permise al gruppo di dare un'occhiata alla galleria. "Ma... spero che questo non voglia dire... che questa galleria l'ha scavata lui!"

"Stai... stai scherzando, vero, Max?" affermò Julia con una risatina nervosa. "Hai... hai visto le dimensioni di questo tunnel, vero? Non può esistere un Pokemon così grande... almeno spero."

"Julia ha ragione... vorrei sperare che non sia così!" continuò Vera. La bambina castana raggiunse il centro del tunnel e si guardò attorno, in modo da fare una stima delle dimensioni di una creatura che potesse aver aperto con le sue sole forze quella galleria nel Monte Tanzanite. "Se... se esistesse davvero, vorrebbe dire che sarebbe persino più grande di un Wailord! Potrebbe addirittura raggiungere le dimensioni di una balenottera azzurra..."

Alty svolazzò verso il soffitto e diede un'occhiata che sembrò dare ancora più credito alle loro paure. La graziosa Altaria vide che il soffitto della galleria sembrava anch'esso troppo liscio perchè fosse un evento naturale, e a giudicare dal modo in cui la roccia era stata spostata... non era il modo di scavare di qualcuno che volesse utilizzare quel tunnel come struttura permanente.

"Al... taria?" mormorò, mentre delle comiche righe blu di paura apparvero sul suo viso. Scese di quota e raggiunse la sua allenatrice, che ascoltò con attenzione quello che la sua Pokemon aveva da dire. "Altaria, altar! Altaria!"

"Che cosa? Sì, Alty, capisco... è meglio andarcene il prima possibile di qui!" affermò. "Ragazzi, temo che Alty voglia dire... che è molto probabile che questa galleria sia proprio stata scavata da un Pokemon gigantesco! Dobbiamo andarcene da qui, prima che torni!"

Si sentì di nuovo il rombo delle rocce che si sgretolavano sotto una forza immensa, e il terreno si mosse di nuovo sotto i piedi dei ragazzi per qualche istante prima di fermarsi. Era meglio andarsene di lì, e cercare un altro modo per intrufolarsi la base del Team Meteora.

"Ragazzi... meglio che rimandiamo a dopo tutte le domande." disse Hitomi, mantenendo la calma ma dando comunque l'impressione di essere tesa. "Andiamocene di qui, prima che il proprietario della galleria venga a farci visita."

"Su questo sono perfettamente d'accordo." affermò Drew. "Sinceramente, non ci tengo molto a fare conoscenza di un Pokemon così grosso..."

"Flabèbè..." replicò il Flabèbè di Vera con una risatina, prima di infilare il corridoio da cui erano arrivati alla ricerca di un'altra strada...

 

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La situazione, all'interno della tana del Team Meteora, non era molto meno concitata. Sirius, in particolare, aveva l'impressiione che si stessero sovrapponendo più cose allo stesso tempo. Il dottore e Zel stavano ancora cercando di far funzionare il PULSE-Abra qualche stanza più in là, quelle irritanti e preoccupanti scosse telluriche continuavano a verificarsi... e lui non stava riuscendo ad ottenere nulla dai suoi piccoli prigionieri: Noel ed Anna, che in quel momento si trovavano a pochi passi da lui, separati da lui soltanto dalle sbarre in acciaio della loro piccola cella.

A dargli ulteriormente fastidio c'era il fatto che c'era una seria penuria di personale. Molte delle reclute che avevano portato con sè nello sfortunato assalto al rifugio Belrose non erano più tornate indietro. Molte erano rimaste in fondo al Lago Tanzanite, e altre non erano state in grado di ricongiungersi alla squadra - a quel punto, sarebbero dovute tornare a piedi con il rischio di essere arrestate da un'agente Jenny o cadere nelle mani della resistenza. Ma i dettagli erano secondari. Il risultato era comunque lo stesso: la loro base segreta era gravemente a corto di personale, e non avevano ancora la più pallida idea di come fare a tenere buono il PULSE-Abra e convincerlo ad obbedire. E dovevano fare presto, prima che la loro comandante suprema arrivasse a fare loro visita... non aveva nessuna voglia di scoprire cosa li aspettava se l'avessero delusa.

E sfortunatamente, i due mocciosi davanti a lui non avevano la benchè minima intenzione di collaborare. Noel restava fermo dov'era, fissando il comandante del Team Meteora con dignità, mentre Anna era seduta sul pavimento della cella, e giocava con il suo Cleffa di peluche come niente fosse.

"Allora? Vi decidete a parlare o no, dannati marmocchi? La mia pazienza sta arrivando al limite!" esclamò Sirius con fredda malizia. "Dov'è che i vostri compagni tengono le Chiavi? Ne abbiamo assoluto bisogno, e voi dovete collaborare! Altrimenti, le conseguenze saranno terribili, e non solo per voi!"

Anna alzò per qualche istante lo sguardo dalla bambola Cleffa con cui stava giocando, e rispose per le rime all'uomo dall'occhio bionico. "Nostra dice che tu sei un uomo molto cattivo." affermò. "E mi dice che è meglio non dirti nulla. Comunque lei non sa dove si trovino le Chiavi."

"E anche se lo sapessimo... non te lo diremmo!" continuò Noel.

Sirius strinse i denti rabbiosamente, e si avvicinò minaccioso alle sbarre, con una tale decisione che Noel perse per un attimo la calma e fece un passo indietro... proprio un attimo prima che Sirius estendesse un braccio tra le sbarre e afferrasse la spalla di Anna, costringendola ad alzarsi! Anna emise un breve grido di paura e si mise in piedi di scatto... e un istante dopo, qualcosa scivolò giù dal suo vestito, e cadde a terra con un tintinnio metallico, finendo proprio vicino alle scarpe di un Sirius alquanto sopreso.

"Ah! No, non adesso!" esclamò Anna.

"Hm? E quello... quello che cos'è?" si chiese Sirius, attirato da quell'oggetto, e soprattutto dalla reazione di Anna. Quando guardò verso il pavimento, il comandante del Team Meteora si accorse che si trattava di un gioiello dall'aspetto particolare: sembrava una coroncina da portare sulla fronte, finemente intagliata in argento brillante e con una piccola gemma viola di forma ovale incastonata nella parte centrale. La sorpresa di Sirius si trasformò rapidamente in un'espressione di gioia malingna mentre afferrava il gioiello e lo osservava attentamente, ignorando i tentativi di Anna e Noel di riprenderselo. "Ah! Ma guarda un po'! Siamo qui che cerchiamo le Quattro Chiavi con tutte le nostre forze... e non ci accorgiamo che ne abbiamo una proprio sotto i nostri occhi! Che deliziosa ironia della sorte... questa è proprio la Tiarametista!"

"Quella... quella è la mia coroncina! Per favore, signor Sirius, me la restituisca!" esclamò Anna raggiungendo le sbarre. "E' l'unico ricordo che ho del mio papà!"

L'occhio bionico di Sirius si illuminò leggermente. "Ma davvero? E così... sarebbe stato tuo padre a darti questo gioiellino? Hehehehee... chissà perchè, non ne sono tanto sorpreso! Tuo padre è sempre stato un'idiota sentimentale."

"C-cosa?" esclamò Noel, la cui espressione si ravvivò per qualche istante. "Tu... tu conosci nostro padre? Com'è possibile? E chi sarebbe, poi?"

Sirius sghignazzò cupamente. Finalmente toccava a lui sbandierare un po' la sua superiorità davanti a quei marmocchi irritanti e ai loro odiosi peluche. "Hehehee... ti piacerebbe saperlo, vero? Ma... purtroppo per voi, non credo che vi servirà a niente. Questo simpatico gioiellino lo teniamo noi, giusto in caso l'esperimento con il PULSE-Abra non avesse successo... e voi, potete restarvene lì, visto che per adesso non mi servite più. Se non altro, finalmente c'è qualche buona notizia, in questo macello."

"A-aspetti!" esclamò Anna, nel tentativo di richiamare Sirius mentre questo cominciava ad allontanarsi. "Che cosa... che cosa volete fare con la mia coroncina?"

"Non hai la minima idea del potere che si nasconde in questi gioiellini, mocciosa." rispose Sirius senza neanche voltarsi. "Il Team Meteora ha atteso troppo a lungo il momento in cui avrebbero finalmente potuto impadronirsi di questo potere... e una volta che avremo ottenuto tutte e quattro le Chiavi, diventeremo il nuovo ordine mondiale! Nulla sarà in grado di ostacolarci! Quindi... non abbiamo nessuna intenzione di assecondare i tuoi capricci soltanto perchè questo gingillo ha qualche valore sentimentale per voi. Per adesso... restate lì buoni, e aspettate che sistemiamo i vostri amichetti. Sicuramente verranno qui a cercare di salvarvi, e questa volta non avranno la stessa fortuna di prima! Insolenti... non hanno la minima idea di per cosa o contro cosa stanno combattendo."

"Non andrà a finire così, signor Sirius!" continuò Anna con voce stridula, che esprimeva bene la sua rabbia impotente e la sua angoscia, mentre quell'uomo malvagio si allontanava con la sua Tiarametista. "Lei non conosce ancora Vera e i nostri amici! Vedo che la loro luce già si avvicina, e voi non riuscirete a fermarli!"

Sirius corrugò la fronte mentre si allontanava dal blocco celle e tornava nella sezione principale della loro base segreta. Effettivamente, doveva ammettere che Vera e i suoi amichetti di Hoenn erano diventati molto più forti in un lasso di tempo davvero breve. Ma l'idea che potessero essere in grado di competere con lui venne rapidamente accantonata: la sua precedente sconfitta era senza dubbio dovuto al fatto che Saphira li aveva indeboliti, e che i loro avversari erano in un posto che li favoriva e che loro conoscevano bene. Ma adesso le cose erano diverse. Il Team Meteora aveva tutte le carte in mano, questa volta. Non c'era possibilità che un branco di allenatori venuti da qualche posticino sperduto di Hoenn rovinasse così i loro piani!

Tuttavia, sempre meglio premunirsi... giusto in caso ci fosse qualche imprevisto.

Sirius tirò fuori una rice-trasmittente da un risvolto della sua nera divisa, e contattò i due scagnozzi più abili che fossero ancora lì in quel nascondiglio. "Astro, Eclisse. Qui parla Sirius. Attendiamo un attacco da parte della resistenza entro breve. E' richiesta la vostra presenza nel settore B-24." affermò. "Fate presto."

"S-sì. Ricevuto, comandante Sirius. Saremo da lei nel giro di due minuti al massimo." rispose la voce di Eclisse... che poi si rivolse al suo collega. "Hey, Astro! Astro, alza quel tuo fondoschiena da lì! Il comandante Sirius ha chiamato, e dobbiamo raggiungerlo il prima possibile!"

"Ugh... arrivo, Eclisse, arrivo! Cavolo, avevo ancora il boccone in gola..." si sentì appena la voce del collega di Eclisse. Compiaciuto, Sirus interruppe la chiamata e mise via la trasmittente, convinto che questa volta sarebbero riusciti a sistemare le cose...

Un'altra breve scossa fece muovere i mobili della sala, e Sirius storse il naso, ripromettendosi che avrebbe dato un'occhiata anche a questa seccatura una volta che Vera fosse stata tolta di mezzo...

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"Dragonite. Usa Schianto." esclamò Saphira, dando l'impressione di non essere quasi per niente interessata allo scontro che si stava svolgendo davanti a lei. Non che le si potesse dare torto. Il suo Dragonite era troppo forte per gli scagnozzi del Team Meteora che avevano cercato di fermarla, e i loro Pokemon giacevano privi di sensi qua e là per la grotta. Non era stato nemmeno necessario che Ritchie e il resto del gruppo si disturbassero... la leader della resistenza aveva fatto tutto da sola, e il suo Dragonite completò l'opera mettendo ko un Golbat nemico con un potente colpo di coda.

"Ugh... maledizione, dovevo aspettarmelo..." affermò una delle reclute, richiamando il suo Golbat svenuto. "Presto, amici, dobbiamo andarcene e rafforzare le difese nella zona più interna! Anche se temo che non servirà a molto..."

"Andiamo, Simone!" esclamò una recluta femminile, rivolta ad un suo compagno che restava con la schiena appoggiata al muro di roccia frastagliata della galleria. "Che stai combinando? Sbrigati a mandare in campo i tuoi Pokemon! Abbiamo bisogno di ogni possibile vantaggio!"

"Come no... come se io potessi fare la differenza. Sapete anche voi quanto è forte Saphira..." commentò la recluta di nome Simone.

"Beh... a quanto pare non c'era bisogno che noi intervenissimo." disse Fern con espressione sarcastica, mentre osservava i nemici che se la davano a gambe. "Meglio così. I miei Pokemon saranno più freschi per dopo."

"Ce n'è ancora uno, però." fece notare Cain. In effetti, una delle reclute era rimasta al suo posto... anzi, non aveva nemmeno preso parte allo scontro, ed era rimasta ferma dov'era, con le mani in tasca, senza far uscire i suoi Pokemon. A giudicare da come si portava, Cain ebbe l'impressione che la recluta fosse persa nei suoi pensieri, e non dovevano essere dei pensieri molto allegri. "Beh? Che c'è, ragazzo? Non dai una mano ai tuoi compagni? Non hai nemmeno fatto lo sforzo di prendere una Pokeball."

"Tsk... non sei tu a dirmi quello che devo o non devo fare. Ma... molto semplicemente, non ne ho voglia." affermò la recluta. "Del resto... che senso avrebbe, a questo punto? Mi ucciderai lo stesso, non è vero... Saphira Belrose?"

"Dragonite?" grugnì il Pokemon Drago/Volante, spiazzato davanti a quelle parole piene di rancore.

La sua allenatrice serrò leggermente gli occhi, e fissò la recluta del Team Meteora che restava ferma al suo posto, senza fare alcun tentativo di difendersi. Simone sapeva bene che a Saphira sarebbe bastato un ordine, e Dragonite lo avrebbe sbriciolato come una cresta di pane secco... e doveva ammettere che la cosa non gli avrebbe dato più di tanto fastidio. A quel punto, tutto quello che stava succedendo attorno a lui gli sembrava così vuoto ed insensato...

"Io non ti ucciderò, se non me ne darai motivo. Non sono una che uccide senza un valido motivo. Ma ti avverto, non cercare di ostacolarmi. Io sono qui per salvare i miei compagni e i miei due piccoli amici, Noel ed Anna, che voi avete rapito. Non mi fermerò davanti a nulla pur di riuscirci." affermò la donna. Il resto del gruppo restava fermo dietro di lei, attendendo gli eventi...

Un sorriso sarcastico apparve lentamente sul volto di Simone. "Andrai fino a questo punto per proteggere la tua famiglia, eh? Beh, sì... immagino che la cosa non debba sorprendermi. Ho visto bene fino a che punto sei disposta a spingerti." rispose. "Quest'intera base è ormai perduta. Il personale che la gestiva è stato ridotto ad un pugno di uomini. Appena sufficiente per farla funzionare. E di questo... dobbiamo ringraziare te."

"Pika..." affermò Sparky, tenendo le orecchie drizzate. Ritchie accarezzò il suo Pikachu sulla testa, per esortarlo a mantenere la calma.

"Sì... capisco cosa vuoi dire." rispose Saphira. Anche se manteneva un tono severo e sicuro di sè, Ritchie aveva come l'impressione che si fosse addolcita un minimo. "Il personale di questa base segreta... erano quelli che io e Dragonite abbiamo attaccato mentre cercavate di attraversare il Lago Tanzanite per raggiungere il rifugio mio e delle mie sorelle."

"Lo so... hai deciso che sarebbe stato divertente aggredirci mentre eravamo là e non potevano difenderci, vero? E così hai cominciato ad affondare le nostre imbarcazioni!" esclamò Simone, la rabbia che montava ad ogni istante. Per un attimo, Charlotte ebbe l'impressione che la recluta fosse sul punto di aggredire fisicamente la sorella maggiore, e si preparò ad intervenire nel caso fosse accaduto. "Tara è morta per colpa tua. Lei, e altri sei dei nostri uomini. Persone che io conoscevo, e che consideravo come fratelli! Spero che tu sia orgogliosa di quello che hai fatto, maledetta strega!"

"Hey! Adesso stai cercando di rivoltare la frittata?" esclamò indignata Charlotte. "Se non ricordo male, siete stati voi ad attaccare per primi! E avevate tutta l'intenzione di uccidere qualcuno di noi! O magari tutti quelli che non vi servivano per i vostri piani, vero?"

Saphira alzò una mano e fece cenno alla sorella più piccola di non darsi troppa pena, poi rispose a tono alle accuse di Simone. "Sì, è vero. Sono stata io. E lo farei di nuovo, per proteggere la mia famiglia. Ecco, lo ammetto. Se non altro, non puoi accusarmi di non essere sincera." affermò. "Vuoi vendicarti su di me? Io non scappo e non mi nascondo. Sono qui, davanti a te. Se vuoi prenderti la mia vita, ora ne hai l'opportunità. Non te la lascerò senza combattere, ma non fuggirò dalle conseguenze delle mie azioni."

La forza, la convinzione che trasudava dalle parole di Saphira colpì Simone con ancora più forza della consapevolezza che lui non poteva in alcun modo competere con la leader della resistenza. Davanti allo sguardo furioso del Dragonite, e soprattutto, a quello sicuro ed impietoso di Saphira, ogni volontà di vendetta stava lasciando posto alla consapevolezza di quanto lui fosse insignificante in quella situazione. Lui... era soltanto una recluta del Team Meteora. Un allenatore qualsiasi, che certo non avrebbe mai partecipato ad un torneo di una Lega, e che non avrebbe mai potuto diventare un leader...

"Allora? Non vuoi uccidermi?" continuò Saphira.

Simone strinse una mano a pugno, e gli occhi gli si riempirono di lacrime, causate da un misto di rabbia, disperazione e frustrazione per la sua impotenza. "Sì... sì che vorrei ucciderti... ma è inutile negare l'evidenza, tu e i tuoi compagni siete troppo forti, e io sono troppo debole. I miei Pokemon non possono competere con i vostri. Che senso avrebbe cercare di vendicare Tara? Getterei via la mia vita senza alcun risultato. Ora come ora... voglio soltanto stare da solo. Come ero solo prima di entrare nel Team Meteora. E questa è già la seconda volta che... maledizione! MALEDIZIONE!"

Simone terminò il suo furioso discorso sferrando un pugno sulle pareti di roccia, con abbastanza forza che, per un paio di secondi, non sentì più la mano... e il silenzio cadde sulla galleria, in un'atmosfera cupa e malinconica che fece tirare un sospiro di desolazione a Ritchie. Per quanto non condividesse del tutto le parole di quel soldato del Team Meteora, almeno poteva capire il suo dolore...

"Okay, dobbiamo restare qui ancora a lungo?" chiese infine Fern alzando gli occhi al cielo. "Andiamo a prendere quei due marmocchi, e tagliamo la corda. Non mi va di restare ancora a lungo in questa topaia."

"Questa unità suggerisce di agire con rapidità." continuò Florinia. "Composizione delle forze del Team Meteora in zona sconosciuta. Possibile presenza di Zel, Sirius o Dr. Connal in zona."

Pietro strizzò un occhio. Certo, non era esattamente così che avrebbe esortato i suoi compagni ad andare avanti, non quando erano di fronte ad una recluta del Team Meteora che stava avendo un esaurimento emotivo. Era un difetto di famiglia, quello di non avere empatia?

"Pikachu..." affermò Sparky... un attimo prima che qualcosa raggiungesse le sue orecchie acute, e il Pikachu con il ciuffetto si drizzò in piedi allarmato! "Pika? Pika pikachu, pika!"

"Ah! Sparky? Sparky, che succede?" chiese Ritchie. Il topolino elettrico gesticolò indicando il terreno... e un attimo dopo, prima che i ragazzi potessero dire la loro, una scossa tellurica improvvisa cominciò a scuotere la caverna, facendosi sempre più violenta man mano che passavano i secondi! Nel giro di pochi istanti, la galleria era in preda ad un violento terremoto che costrinse i ragazzi della resistenza e Simone ad afferrarsi ai muri per non cadere!

"Un terremoto?" esclamò Cain. "Accidenti, proprio adesso!"

"Drrrr... Dragonite!" ruggì Dragonite. Il possente drago si appoggiò ad una parete e spinse con tutte le sue forze per cercare di non farla crollare, mentre Simone si staccava dal muro e si guardava attorno in preda al panico!

"Questo... non è un terremoto normale." affermò Saphira, allarmata. "C'è qualcosa... o qualcuno... che sta provocando tutto questo!"

"E... di cosa si tratta, sorellona?" chiese Charlotte, la cui sicurezza stava venendo messa a dura prova da quell'evento inaspettato. La scossa si stava intensificando, e ormai stava diventando difficile restare in piedi... sui muri stavano cominciando ad apparire delle crepe, e i tubi che attraversavano le pareti della grotta si stavano spezzando come se fossero stati di legno secco. "Anzi, no... lasciamo perdere! Anche se lo sai, non credo di volerlo sapere!"

"Un'altra macchina PULSE?" chiese Pietro.

Saphira scosse la testa. "Non lo so... forse il nostro amico qui, ne sa qualcosa." affermò, fissando freddamente Simone, che a quel punto era talmente spaventato che non faceva neanche lo sforzo di cercare di scappare! "Che succede qui? Avete creato qualcuno di quei diabolici marchingegni affinchè provocasse dei terremoti?"

"No... non... non mi risulta affatto!" esclamò Simone. Si interruppe con un'esclamazione spaventata quando un grosso pezzo di roccia si staccò dal soffitto e lo mancò di pochissimo, schiantandosi a terra. "AAAAAH! Lo... lo giuro! Non so cosa sia! Non ne so niente!"

"Va bene, va bene!" rispose Saphira. Prese Simone per una spalla e lo scosse un po', in modo che il giovane soldato del Team Meteora non si facesse prendere dal terrore. "Non è il momento di stare qui a discutere! Venite con me, presto! Se questa galleria crolla, restiamo sepolti per sempre! Anche tu, Simone... o come diavolo ti chiami!"

Simone era troppo sconvolto per protestare, e si lasciò trascinare da Saphira verso un'apertura nella roccia, tramite la quale il gruppo riuscì a fuggire in una spelonca più grande... mentre il rombo del terremoto diventava sempre più assordante, e il terreno sembrava sul punto di sgretolarsi sotto i loro piedi! Un grosso pezzo di roccia atterrò nel punto in cui Pietro si trovava un attimo prima... e il Dragonite di Saphira scattò verso un altro masso che stava cadendo su di lui, sbriciolandolo con un poderoso attacco Dragartigli!

"Draaaaagon!" ruggì Dragonite, e indicò un grosso burrone che si apriva ad appena una decina di metri da loro, poco lontano dall'uscita improvvisata che avevano infilato! Il gruppo, Simone compreso, era riuscito a fuggire dal tunnel che stava franando, e si erano ritrovati in piedi su un robusto costone di roccia, in una spelonca molto più ampia con il soffitto che si ergeva ad almeno una trentina di metri di altezza sopra di loro, decorata da terrificanti formazioni rocciose che davano a quel luogo un aspetto selvaggio, quasi primordiale. Le scosse di terremoto non erano cessate, ma se non altro, stavano poggiando i piedi su qualcosa di solido.

"Scossa tellurica intensificata. Stimata del settimo grado della scala Mercalli." affermò Florinia.

"Ugh... a parte il fatto che la Mercalli non si usa più... sarei più interessato a scoprire chi è che provoca questo terremoto!" fu il commento di Pietro.

Quando si dice che bisogna stare attento a quello che si desidera, è perchè potrebbe avverarsi. E la curiosità di Pietro venne soddisfatta un istante dopo - si sentì un terrificante stridio di metallo che grattava contro la roccia... e la piattaforma naturale sulla quale Saphira e i loro compagni si trovavano cominciò a sua volta a creparsi, mentre qualcosa di immenso e terrificante si innalzava dall'abisso oscuro sotto di loro, facendoli quasi scomparire con le sue immani dimensioni! Persino un Wailord sarebbe sembrato piccolo in confronto...

"STEEEEEEEEL!" Un ruggito terrificante fece tremare la spelonca, e la creatura apparve dall'oscurità digrignando i denti, un colosso tale da far restare chiunque senza fiato.

Era lo Steelix più grande e spaventoso che ognuno di loro avesse mai visto, al punto che persino Florinia, considerata priva di emozioni, sgranò gli occhi in un'espressione di terrore puro! Un serpente d'acciaio talmente enorme che avrebbe potuto inghiottire tre o quattro di loro con un unico morso vorace, la testa grande come un camion, e un corpo serpentino duro come il diamante che si estendeva per almeno venti metri! Soltanto spostandosi, avrebbe potuto stritolare i ragazzi come tanti insetti, e i suoi occhi neri e brillanti di furia fissavano con indignazione Ritchie, Saphira e i loro compagni! Scioccati, i ragazzi non poterono fare altro che indietreggiare mentre il torreggiante Steelix si arrampicava sul costone di roccia con facilità agghiacciante e si ergeva su di loro, pronto ad attaccare! Il terremoto calò di intensità nel momento in cui la mastodontica creatura d'acciaio si abbassò, con tutta l'intenzione di prendere la mira per attaccarli.

"Un... un... un... uno Steelix gigantesco!" balbettò Ritchie. "Ma... ma... da dove... da dove è saltato fuori? Com'è possibile che..."

"Deve... deve per forza essere vissuto qui da un po'... e le attività più recenti del Team Meteora devo averlo risvegliato dal suo letargo!" rispose Charlotte. "Ma come abbia fatto a diventare così enorme... non chiederlo a me, perchè non ne ho la più pallida idea!"

"STEEEEEEEEL!" tuonò il colossale serpente d'acciaio. Il suo ruggito riverberò nella grotta, facendo crollare alcuni pezzi di roccia... e il Dragonite di Saphira, dopo un momento di paura, grugnì con determinazione e si piazzò davanti al gruppo, deciso a proteggerli fino allo stremo delle forze. Lo Steelix gigante ondeggiò lentamente, e le sue giunture emisero un penetrante stridio metallico, mentre si preparava alla lotta.

Vedendo che il resto del gruppo era talmente spaventato da non sapere cosa fare, Saphira fece un passo in avanti ed estese un braccio. "Voi. Andatevene di qui, e cercate un modo di arrivare a Sirius e al dottore." affermò. "E portatevi dietro anche il nostro amico del Team Meteora. Potrebbe esservi utile."

"Va... va bene, sorellona." esclamò Charlotte.

"Miss Saphira, e lei...? Lei cosa farà? Vuole affrontare questo mostro... da sola?" esclamò Ritchie.

"Pi pika!" squittì Sparky. Dragonite e lo Steelix gigante si stavano squadrando in cagnesco, e nonostante sembrasse piccolo in confronto a quell'enormità, Dragonite non sembrava meno forte e deciso!

"Non morirò qui. Ho ancora troppe cose da fare." affermò Saphira. "Ma voi andate! Non restate qui, o mi sarete solo d'intralcio!"

"Andiamocene! Mia sorella sa quello che fa!" esclamò Charlotte, guidando il resto del grupp verso l'uscita e alla ricerca di un'altra strada per arrivare alla base del Team Meteora. "Va bene... buona fortuna, Saphira! Per il dottore e i suoi scagnozzi... basteremo noi!"

"Dai fuoco al fondo dei suoi pantaloni anche per me." disse Saphira con un piccolo ghigno. Charlotte sorrise e fece il segno dell'okay, prima di guidare un riluttante Ritchie e il suo Pikachu Sparky verso la via di fuga. Soddisfatta che lei e Dragonite potevano ora combattere senza remore, la giovane donna guardò verso Steelix e gli parlò con fermezza. "Sei infuriato. Vorresti distruggere ciò che ti fa arrabbiare. Ti posso capire. E posso aiutarti. Ma devi imparare a sfogare la tua rabbia sui bersagli giusti. Dragonite... adesso ci pensiamo noi, vero? Mi raccomando, non esagerare... dobbiamo cercare di indurre Steelix alla ragione, okay?"

Il drago alato fece un cenno con la testa, e mentre il colossale serpente d'acciaio si ergeva per colpire, mirò all'interno delle sue fauci...

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: L'assalto alla base del Team Meteora sul Monte Tanzanite è iniziato! Questa è senz'altro una delle scene più caotiche e concitate del gioco... grazie anche a quel colossale Steelix che darà non pochi problemi a coloro che affrontano questa parte! Sembra che Sirius si misurerà di nuovo con Vera e i suoi compagni... e questa volta, si fa accompagnare da Astro ed Eclisse! Sarà la volta buona che Vera dà una lezione come si deve al crudele comandante del Team Meteora?

Lin sta arrivando...

Okay, questo è quanto, per adesso. Spero che questa mia storia vi aiuterà a ritornare alla routine di ogni giorno... e vi auguro buon proseguimento!

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Capitolo 54
*** Attacco su tre fronti ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 54 - Attacco su tre fronti

 

Il rumore delle spire metalliche del gigantesco Steelix che si preparava alla lotta riecheggiò tra le pareti della caverna sotterranea, e nelle altre camere della bse segreta del Team Meteora, delle piccole scosse telluriche iniziarono a far ballare i mobili, le lampade e i pavimenti stessi. Il Dragonite di Saphira si abbassò un po' di quota, cercando di mantenersi mobile e non dare all'avversario un bersaglio troppo facile. Saphira, dal canto suo, restava quanto più possibile calma, e cercava di analizzare la situazione.

"Questo colosso ha una forza immensa... ma ha un punto debole, è lento." disse tra sè la leader della resistenza. "E non credo riuscirà a seguire tanto facilmente un bersaglio mobile. Dragonite, comincia usando Agilità!"

Dragonite si diede lo slancio con un potente battito d'ali, e iniziò a volare verso il mastodontico Steelix, che spostò lo sguardo per osservarlo e cercare di prevedere i suo movimenti. Il Pokemon Drago/Volante si spostò rapidamente dalla traiettoria che stava seguendo, e scattò verso destra facendo una spettacolare piroetta. Con un grugnito che esprimeva allarme e fastidio, Steelix cercò di spostare la testa per seguire l'avversario, ma quest'ultimo si dimostrò più veloce, e riuscì a colpirlo prima che Steelix potesse prenderlo di mira.

"Dragonite, colpiscilo con Idrondata!" ordinò Saphira.

Steelix cercò di estendere il collo verso Dragonite per afferrarlo con un attacco Sgranocchio, ma il drago era troppo veloce per lui, e riuscì a colpire per primo con la coda circondata da una massa d'acqua gorgogliante. Il colpo raggiunse Steelix alla congiunzione tra due dei blocchi d'acciaio che componevano il suo corpo, e il mostruoso rettile ruggì per il dolore e la rabbia quando il potente getto d'acqua fece arrugginire le sue giunture. Dragonite scattò rapidamente in un punto in cui Steelix non lo avrebbe potuto colpire tanto facilmente, mettendosi al sicuro dalla rappresaglia del colosso.

"La potenza offensiva non gli manca di certo... ma non sa combattere come si deve. Troppo precipitoso. Pone troppo affidamento sulle dimensioni e sulla forza fisica. Quando deve affrontare un combattente più completo, uno che riesce a sostenere i suoi colpi e a metterlo all'angolo con una strategia adeguata..." disse tra sè Saphira. Infuriato, Steelix cercò di colpire Dragonite con un attacco Codacciaio, e il dragone alato riuscì a vedere le sue immani spire che sfregavano contro le pareti della caverna, strappando via grossi pezzi di roccia.

Ma per quanto l'attacco potesse essere devastante, era ampiamente telegrafato.

"Dragonite, sai cosa fare! Evita quell'attacco e poi colpisci nel punto in cui è più vulnerabile!" esclamò Saphira. Dragonite sorrise e fece un cenno di assenso alla sua allenatrice, mentre con lo sguardo teneva d'occhio i movimenti della coda di Steelix e si preparava a contrattaccarlo. vide le spire muoversi con maggiore velocità, e riuscì ad anticipare il momento in cui l'attacco sarebbe partito...

La coda di Steelix, spessa come il tronco di un albero secolare, si mosse con un cupo rumore e sfrecciò verso Dragonite, nel tentativo di schiacciarlo sul pavimento della caverna come un moscerino. Il drago alato anticipò di una frazione di secondo i movimenti del colossale Pokemon e si alzò di quota con un tempismo quasi perfetto, evitò il devastante attacco e si avvicinò di scatto a Steelix, la cui coda andò a colpire una parete della grotta con uno schianto terrificante! L'impatto fece tremare l'intera grotta e staccò dal soffitto una pioggia di rocce e stalattiti, ma Dragonite riuscì ad evitarle volando agilmente sotto il corpo di Steelix e usandolo come riparo! Saphira si acquattò contro il muro, evitando alcune grosse rocce che minacciavano di caderle addosso.

Dragonite prese la mira... e riuscì ad inquadrare un punto debole nella corazza apparentemente impenetrabile dello Steelix gigantesco. All'altezza del collo, dove la testa si collegava al resto del corpo del mostruoso serpente, c'erano dei punti in cui l'armatura era ridotta, in modo da consentire maggiore mobilità. Quelli erano i punti deboli del gigantesco Pokemon, e Dragonite li prese di mira con precisione chirurgica. Prima che Steelix potesse tentare di difendersi, il dragone volò verso l'alto e sferrò un poderoso attacco Fuocopugno.

La zampa anteriore destra del dragone venne avvolta da una fiammata rossa, e il Pokemon Drago/Volante sferrò un potente uppercut che raggiunse l'avversario in uno dei punti più sensibili della sua corazza! L'impatto fu tale che Steelix venne proiettato verso l'alto per un breve tratto, e riuscì ad evitare di essere scaraventato a terra soltanto afferrandosi alle rupi a picco con la sua possente coda. Il suo corpo immenso venne scagliato contro uno dei muri della caverna e provocò una frana, mentre Dragonite si allontanava e volava in un ampio cerchio attorno all'avversario.

"STEEEEEEEL!" Lo Steelix gigante lanciò uno spaventoso ruggito di rabbia e frustrazione, poi percosse di nuovo il muro con le spire, in modo da provocare un attacco Frana. Ancora una volta, parte del soffitto cedette e precipitò verso Dragonite, che si spostò da dove si trovava, e cercò di volare in una posizione sicura...

Un grosso pezzo di roccia sfiorò l'ala sinistra del drago alato, che lanciò un breve grugnito, in parte di dolore e in parte di sorpresa... e alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere un masso ancora più grande sopra di lui, a pochi metri di distanza! Non c'era il tempo di schivare quel colpo...

"Dragonite, usa Breccia!" esclamò prontamente Saphira. Dragonite reagì in tempo, e colpì il masso con un colpo di taglio, spaccandolo in due e facendolo precipitare nell'abisso. Tutt'attorno, la mortale pioggia di rocce stava cessando, ma lo steelix gigante non si era ancora rassegnato, e cercò di bloccare Dragonite usando la sua coda per avvinghiarlo! Dragonite si spostò in tempo, ma lo Steelix gigante usò un altro attacco, e questa volta, Dragonite venne colto di sorpresa dalla sua velocità.

Alcuni degli spuntoni arrotondati che costellavano il corpo del Pokemon Serpeferro si illuminarono di azzurro, e i blocchi di acciaio cominciarono a ruotare vorticosamente. Un istante dopo, un anello di luce blu circondò il collo di Steelix come una sorta di aureola... e il serpente d'acciaio scattò in avanti, e centrò Dragonite con una testata, scagliandolo via per un lungo tratto! Il dragone emise un ruggito di dolore, ma riuscì a rimettersi in guardia sbattendo le ali un paio di volte in modo da riprendere l'assetto di volo.

"Un attacco Vortexpalla... questo colosso non sarà allenato, ma conosce delle mosse di tutto rispetto." affermò tra sè Saphira. Il suo Dragonite era ancora in buone condizioni, ma non era il caso di sfidare la sorte. "Meglio cercare di concludere in fretta, tutto il Team Meteora saprà già che siamo qui, a questo punto. Dragonite! Cerca di tenerti a distanza, e colpiscilo con un Lanciafiamme!"

Con un ruggito gutturale, il Pokemon Drago/Volante si librò in aria fino quasi a raggiungere il soffitto della caverna, prese fiato e aprì le fauci, prima di scagliare un'enorme fiammata che investì il gigantesco Steelix e lo costrinse a ritirarsi con un'esclamazione di dolore. Questa volta, la sua spessa corazza d'acciaio si dimostrò inefficace contro l'attacco energetico, e il mastodontico Pokemon Acciaio/Terra barcollò e abbassò la testa... quel tanto che bastava a Saphira per avvicinarsi alla testa del colosso di ferro e cominciare a parlargli.

"Bravo, Dragonite, bel lavoro!" esclamò Saphira in direzione del suo Pokemon, che sorrise, drizzò le antenne e fece un segno dell'okay con una zampa anteriore. La giovane donna scattò verso lo Steelix gigante mentre quest'ultimo era ancora stordito, e si afferrò ad uno degli spuntoni di ferro che fuoriuscivano dal suo corpo, per poi arrampicarsi su di esso con sorprendente agilità. Afferrandosi con tutte le sue forze al corpo metallico del Pokemon Acciaio/Terra, Saphira si affrettò verso la sua testa e si sedette su di essa, attirando l'attenzione della creatura. Dragonite si avvicinò a sua volta, pronto a dare una mano alla sua allenatrice nel caso Steelix avesse tentato qualcosa. "Molto bene, Steelix. Adesso, mi vuoi ascoltare? Noi non siamo tuoi nemici... siamo qui per togliere di mezzo una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza di Reborn. Il Team Meteora... se sapessero di te, non credere che ci penserebbero su due volte a controllarti, a sfruttarti per i loro scopi!

"STEEEEELIX!" tuonò la colossale creatura. Il discorso di Saphira non sembrava aver avuto molto effetto su di lui, e il gigantesco serpente di metallo si agitò convulsamente nel tentativo di sbarazzarsi di quella fastidiosa umana. Dragonite intervenne all'istante, afferrando il muso dello Steelix gigante, e cercando di spingerlo verso il terreno roccioso. L'enorme bestia ringhiò, emettendo un penetrante suono metallico mentre cercava di liberarsi dalla presa del nemico.

"Steelix! Noi non siamo tuoi nemici!" esclamò severamente Saphira. La comandante della resistenza si piazzò sopra la testa del colosso d'acciaio e lo guardò direttamente negli occhi, cercando di convincerlo a collaborare. "I tuoi nemici sono quelli del Team Meteora! Sono loro che stanno cercando di sfruttare i Pokemon per i loro scopi nefasti... ma se ci dai una mano, non dovrai più avere a che fare con loro! Perchè lasciare che ti diano fastidio, quando puoi distruggere la loro base qui e adesso?"

"STEEEL... STEELIX..." grugnì il gigantesco Pokemon Serpeferro. La sua ira non si era ancora placata, ma almeno adesso sembrava un po' più disposto ad ascoltare. Con un movimento lento e studiato, il serpente di metallo abbassò la testa, ma continuò a far ruotare le sue spire, in una sorta di avvertimento.

"Ecco. Ecco, così, adesso si ragiona di più." affermò Saphira. "Allora, ecco cosa si fa i questo momento. Il Team Meteora deve essere fermato, e i due gemelli devono essere salvati. I miei compagni stanno andando a combattere contro quel branco di carogne, quindi... a noi tocca salvare i gemelli. E per questo ho bisogno della tua collaborazione!"

"STEEEL!" tuonò Steelix, e per quanto non fosse in grado di capire il peculiare linguaggio dei Pokemon, Saphira fu abbastanza sicura che avesse detto che non si fidava di lei.

"Drag, dragonite! Draaaagon!" ringhiò Dragonite. Il drago alato si abbassò fino quasi a toccare la mascella dell'avversario, e si tenne pronto a lanciare un altro attacco nel caso Steelix si fosse nuovamente comportato in maniera aggressiva. Steelix restò a guardarlo senza rispondere, ribollendo di rabbia, ma comprendendo che il campione di Saphira era abbastanza forte da farlo stare al suo posto. "Dragonite!"

Steelix corrugò la fronte, e un po' di sassolini polverizzati si staccarono dalla zona in mezzo ai suoi occhi. "STEELIX..."

"Ecco, lo vedi che ci stai arrivando anche tu?" disse Saphira. "SE ci dai una mano adesso, ti garantisco che poi potrai andare dove vorrai, e non dovrai più preoccuparti del Team Meteora. Allora, che ne dici, Steelix? Siamo alleati?"

"STEEL!"

Con un ultimo ruggito di approvazione, la colossale bestia si sollevò e cominciò a sciogliere le spire, poi fece cenno a Dragonite di seguirlo e si inoltrò nuovamente nel reticolo di gallerie che aveva scavato tutt'attorno alla montagna. Saphira sorrise, soddisfatta di come fosse andato quell'imprevisto, ma si impose di non abbassare la guardia. Si trovavano ancora in una posizione estremamente pericolosa.

"Se non fosse per il fatto che ci sono ancora troppe persone là sopra... e soprattutto, che molti di loro sono i miei compagni... potrei chiedere a Steelix di buttare giù questa base, e chi si è visto si è visto." disse tra sè la giovane donna. "Ma... per quanto la tentazione di seppellire tutti quei mammalucchi sotto questa montagna sia forte, non mi renderebbe migliore di coloro contro cui sto combattendo. Ad ogni modo, ho fiducia nei miei compagni. Se sono arrivati fin qui, sono sicura che hanno la stoffa per cavarsela."

"Dragonite!" esclamò il Dragonite della giovane donna, indicando una gola che si estendeva minacciosa davanti a loro tra due alti muri di roccia frastagliata. Saphira diede una rapida occhiata e spronò lo Steelix gigante con un cenno della testa... e l'enorme bestia emise un grugnito di assenso e si infilò in mezzo alle rupi scoscese, diretto verso il cuore della montagna e il centro di comando del Team Meteora...

 

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Il gruppo di Ritchie non aveva incontrato particolari difficoltà, fino a quel momento. Per quanto potessero essere numerosi, un gruppetto di uomini del Team Meteora che si era posizionato davanti ad uno degli ingressi principali della base segreta non era quello che loro avrebbero considerato un problema.

Con un sorrisetto arrogante, Fern si mise a posto gli occhiali e guardò altezzosamente il suo Roserade - quello stesso Roselia che aveva usato contro lo Swampert di Max il giorno del suo arrivo a Reborn City - che scansava agilmente gli attacchi di un Linoone e di un Flaaffy... e schioccò le dita per dire al suo Pokemon di rispondere agli attacchi.

"Avanti, Roserade... togli di mezzo quei tangheri con Fiortempesta!" esclamò il ragazzaccio dai capelli verdi.
Roserade incrociò le braccia sul petto, fece un elegante inchino... e poi iniziò a piroettare su sè stesso, scatenando una tempesta di petali rosati che si espanse rapidamente tutt'attorno... e costrinse anche i Pokemon di Cain e Ritchie a ritirarsi per non essere coinvolti. Lo Skuntank di Cain non fu abbastanza rapido, tuttavia... e venne investito dal vortice di petali che lo percosse con forza e lo fece barcollare! Il Linoone e il Flaaffy del Team Meteora vennero inghiottiti dal vortice e sollevati in aria come se non pesassero nulla... poi vennero scagliati via e si schiantarono sul pavimento, dove restarono privi di sensi.

"Hey! Un po' di riguardo, Fern! I nostri Pokemon erano ancora sulla traiettoria della tua Petalodanza!" esclamò Ritchie con indignazione.

"Pika pikachu!" Sparky rincarò la dose.

La rampogna non scosse in alcun modo Fern, che anzi alzò le spalle. "Se non vuoi che i tuoi Pokemon si facciano male, schiappa, vedi di non intralciarmi." affermò. "Avanti, Roserade, usa Fangobomba!"

"Roserade!" esclamò l'elegante Pokemon Erba/Veleno. Eseguì un'altra piroetta, come un ballerino classico, e scagliò una sfera di fango violaceo contro alcuni Pokemon del Team Meteora che provavano ad avvicinarsi, costringendoli a ritirarsi di qualche passo quando il proiettile si schiantò sul terreno davanti a loro.

Cain alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. "Che vuoi che ti dica, ragazzo mio... Fern non è esattamente la persona più affabile che tu possa incontrare qui a Reborn!" affermò, facendo cenno al suo Skuntank di ritirarsi. "Ci farai l'abitudine. Spero. Insomma, io mi sono più o meno abituato. Non so gli altri."

"Pika..." squittì frustrato Sparky, scuotendo la testa.

Con un cenno appena visibile, Charlotte mormorò qualcosa di poco lusinghiero all'indirizzo di Fern, e diede un ordine ad uno dei suoi Pokemon... un Rotom Calore che in quel momento stava dando del filo da torcere agli uomini del Team Meteora con un attacco Vampata che aveva travolto la prima linea del nemico. "Cavolo... eccoci qui che stiamo entrando nel covo di un'organizzazione criminale, e stiamo lottando tra di noi piuttosto che contro di loro. Spero almeno che il resto del gruppo se la stia cavando un po' meglio... avanti, Rotom, usa il tuo attacco Fulmine!"

"Ro-to-toooom!" esclamò il fornello vivente. Agitò le braccia e scagliò una raffica di scariche elettriche dalle mani, e i Pokemon nemici si difesero come potevano quando una potente scarica elettrica si sprigionò dalle mani del Rotom Calore. Un Graveler nemico si fece avanti e assorbì il colpo senza alcuna conseguenza... ma un altro dei Pokemon di Charlotte era pronto ad intervenire.

Un'elegante Ninetails balzò agilmente davanti al Rotom Calore e aprì le sue code come un ventaglio, prima di scagliare un attacco Energipalla che colpì in pieno il Pokemon roccioso e lo scagliò via con un ringhio roco... ma nonostante la sua estrema debolezza al tipo Erba, la sua abilità Vigore lo protesse da un knock-out istantaneo... e gli diede la possibilità di rispondere con Cadutamassi.

"Attenta, Charlotte!" esclamò Julia. Il Graveler nemico scagliò una raffica di rocce dal suo corpo, colpendo in pieno sia Rotom Calore che Ninetails, e i due Pokemon emisero un verso di dolore e barcollarono pericolosamente. "Eelektrik, mi sa che è il momento di intervenire! Forza, usa un bell'attacco Sgranocchio contro quel Graveler!"

"Eeeeeeel!" strillò l'anguilla elettrica, sgusciando tra le rocce che Graveler scagliava con agilità incredibile. Raggiunse il Graveler nemico e lo morse su un ginocchio, facendo scivolare i denti tra alcune piastre di roccia che proteggevano il suo corpo... e il Pokemon Roccia/Terra grugnì di dolore quando anche le ultime forze lo abbandonarono. Il resto dei Pokemon del Team Meteora si ritirarono di un passo, e sia Eelektrik che i due Pokemon di Charlotte si scambiarono dei cenni di intesa.

"Accidenti... questi avversari sono davvero troppo forti!" esclamò una recluta femminile del Team Meteora. "Dobbiamo ritirarci e prepare delle linee di difesa più solide! Non possiamo batterli qui!"

"Accidenti... la situazione sta precipitando! Spero almeno che il signor Sirius abbia avuto il tempo di controllare quel dannato Abra!" si lamentò un'altra recluta, prima di richiamare il Ponyta che stava combattendo contro il Cradily di Florinia. Il cavallino fiammeggiante era riuscito a portare a segno un attacco Doppiocalcio, mettendo all'angolo il Pokemon preistorico, che agitò scompostamente i tentacoli e cercò di riprendersi. "Ritorna, Ponyta! Meglio spostarsi da un'altra parte per combattere!"

Il cavallino fiammeggiante nitrì e si fece richiamare nella sfera, e gli uomini del Team Meteora cominciarono una frettolosa ritirata verso la parte più interna del covo, lasciando a Ritchie e ai suoi compagni il tempo di tirare il fiato.

"E questi sono sistemati. Gliele abbiamo proprio suonate, a questi malfattori." affermò Pietro. Il suo Rhydon grugnì e strinse una mano a pugno in segno di fierezza, poi si voltò verso il suo allenatore e si scambiò un cinque con lui. "Spero solo che la signorina Saphira riesca a domarlo, quello Steelix gigante. Senza di lei, non so se saremo in grado di affrontare quel Sirius e il resto dei capi del Team Meteora."

Simone, che fino a quel momento era rimasto in disparte ad osservare, con un misto di stupore e paura, l'abilità in battaglia dei ragazzi della resistenza, prese due respiri per calmarsi. Aveva l'impressione di essere finito in mezzo ad una serie di eventi fin troppo grandi per lui, a parte dalla scomparsa della sua compagna. "Il signor Sirius... è uno dei più abili allenatori del Team Meteora. Non potete sperare di affrontarlo voi da soli." affermò. "Non si è guadagnato la posizione di diretto sottoposto di Lord Solaris soltanto perchè fa paura a vedersi!"

"Rhydonnnn..." grugnì infastidito il Rhydon di Pietro, ricordando bene come fosse stato umiliato dal Chandelure di quel losco individuo.

"Sì, ne sappiamo qualcosa... però, se non sbaglio, Sirius e i suoi Pokemon sono stati umiliati a dovere dalla nostra amica Vera, poco fa!" commentò Pietro con un sorrisetto arguto.

Simone non potè nascondere un minimo di contentezza al pensiero che la bambina di Hoenn, in maniera del tutto inaspettata, aveva umiliato Sirius. "Sì... è vero, devo ammettere che la vostra amica è davvero brava, se è vero che è riuscita a tenere testa al comandante Sirius. Ma... non credo che la prossima volta si lascerà cogliere impreparato. Il comandante Sirius... non è tipo da ripetere lo stesso errore."

"Tali discussioni sono superflue ai fini del nostro scopo." affermò Florinia. "All momento, la priorità è l'introduzione nella base segreta del Team Meteora e l'emancipazione degli ostaggi."

"Guarda che se dici semplicemente 'liberazione', va bene lo stesso, Florinia." commentò Julia, la cui Eelektrik alzò gli occhi al cielo come se condividesse l'esasperazione della sua allenatrice. "Beh, non importa, tutto quello che dobbiamo fare è trovare i gemelli, liberarli e far saltare in aria la base del Team Meteora!"

"Non è proprio necessario farla saltare in aria..." commentò Ritchie, gettando a Fern un'occhiataccia. Sparky fece accendere le guance, in modo da ricordare a Fern cosa sarebbe successo nel caso fosse stato ancora troppo sconsiderato in fatto di danni collaterali, ma Fern e il suo Roserade non ci badarono e cominciarono ad addentrarsi ancora di più nella base nemica, entrando in un corridoio spoglio appena oltre un'arcata...

"Come non è necessario? Che piano d'assalto è se non c'è qualche bella esplosione? KA-BOOOOM!" esclamò Julia, un pugno alzato in aria in segno di enfasi.

Charlotte e il suo Rotom Calore si dissero d'accordo con la vivace cheerleader dai capelli verdi. "E fiamme! Non dimentichiamo le fiamme! Il fuoco è arte, a modo suo!"

"Vedo che qui c'è qualcuno che mi capisce al volo!" ridacchiò Julia, una mano sulla spalla della rossa. "Andiamo, sorella! Rendiamo questa base del Team Meteora un'opera d'arte a modo nostro!"

"Santo cielo, quelle due..." affermò Cain con una risata, alzando gli occhi al cielo e aprendo le mani. "Quando avremo finito qui, non credo che resterà un solo sasso in piedi, di tutto questo!"

"Pikachu pika..." affermò Sparky, che si scambiò uno sguardo di comprensione con il suo giovane allenatore. Ritchie si tolse il berretto e si fece aria, comprendendo benissimo l'esitazione del suo starter. Ci sarebbe voluto un po' di tempo per abituarsi alle stranezze di quel gruppo... e non era sicuro che, nel caso di Fern, si sarebbe mai abituato.

 

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La base del Team Meteora non era ben difesa come Vera e Drew si erano aspettati. Evidentemente, la strenua difesa di Saphira e Dragonite aveva decimato il personale di quel covo più di quanto si fossero aspettati, visto che nel corso della loro infiltrazione, i ragazzi di Hoenn e i loro compagni si erano trovati ad affrontare soltanto qualche sparuto gruppo di reclute... che in quel momento venivano egregiamente tenuti a bada da Max, Hitomi ed Ortilla.
Il Gardevoir di Max evitò agilmente un attacco Scintilla da parte di un Luxio del Team Meteora, e rispose con un attacco Psichico che sollevò in aria il feino elettrico e lo scaraventò contro un tavolo, dove impattò con violenza rovesciando alcune provette. Il Walrein di Hitomi si produsse in un potente attacco Corposcontro che intercettò l'attacco Bottintesta di un Cranidos nemico, e riuscì a stordire il piccolo dinosauro quel tanto che bastò al tricheco azzurro per mettere a segno un attacco Acquadisale - soffiò un potente getto di acqua salata che investì Cranidos e lo scaraventò a terra, dove rimase pivo di sensi.

"M-maledizione..." esclamò una recluta che portava con sè uno Swoobat, un Pokemon Psico/Volante simile ad un pipistrello blu con un'arruffata pelliccia bianca e un naso rosa e nero a forma di cuore, con il quale stava affrontando lo Spinda di Ortilla, senza eccessivo successo. "Avanti, Swoobat, non farti intimorire da quel peluche! Usa il tuo attacco Cuorestampo!"

"Spindy, usa Strampadanza per fermarlo!" disse Ortilla. Swoobat si lanciò all'attacco, e si gettò alla carica contro il piccolo panda con il naso avvolto da una bolla di energia rosata, riuscendo a sferrare un colpo che fece barcollare Spinda ancora di più. Alty lanciò uno stridio preoccupato... ma il Pokemon Macchipanda riuscì a restare in piedi e cominciò a danzare saltando da una gamba all'altra, e agitando le braccia in aria in maniera caotica. Swoobat incrociò lo sguardo di Spindy... e con suo immenso stupore ed imbarazzo, si ritrovò immediatamente a danzare anche lui, sbattendo disordinatamente le ali e muovendo la testa da una parte all'altra!

"Bravo, Spindy!" esclamò Ortilla sorridendo. "Ed ora... concludi con un attacco Gelopugno!"

"Spiiiiiinda!" rispose Spindy. Con l'andatura da ubriaco tipica della sua specie, il Pokemon Macchipanda si avvicinò al punto soprail quale Swoobat stava svolazzando in tondo... e poi, con una prontezza ed uno scatto che nessuno si sarebbe aspettato da un Pokemon come lui, fece un salto enorme e colpì Swoobat in pieno petto, il pugno destro avvolto da una risplendente aura azzurra nella quale luccicavano cristalli di ghiaccio. Il Pokemon Psico/Volante stridette per il gelo, e cadde a terra stordito, mentre Spindy atterrava in maniera alquanto goffa e riprendeva ad ondeggiare da una parte all'altra.

"Bel colpo, Ortilla!" esclamò Max. "E complimenti anche a te, Gardevoir!"

"Nulla di veramente impegnativo, Max. Queste reclute sono soltanto uno scontro di riscaldamento." commentò telepaticamente il grazioso Pokemon Psico/Folletto. Si voltò verso Max per rispondergli, e in quel momento un Nidorino nemico si alzò di scatto e cercò di caricarlo con il suo corno avvelenato... ma non riuscì a fare più di cinque passi prima che Gardevoir, senza neanche degnarlo di uno sguardo, sollevasse un braccio e lo scagliasse via con un impulso di energia mentale! "Scusa, Max. Ce n'era ancora uno."

"Troppo forti... cosa si aspettano i nostri capi?" esclamò una recluta, prima di richiamare il suo Pokemon sconfitto. "Meglio ritirarci... lasciamo che siano il signor Sirius e il Dr. Connal ad occuparsi di loro!"

"Bah, tutto qui. Non hanno fatto altro che rallentarci." affermò Hitomi con un'alzata di spalle. "Ottimo lavoro, Walrein."

La bambina dall'espressione perennemente seria accarezzò il suo Walrein sulla testa, e il Pokemon tricheco chiuse gli occhi e aprì la bocca in un'espressione di compiacimento, prima che Hitomi riportasse l'attenzione di tutti sul problema più attuale. "Ma adesso, immagino che dovremo affrontare i capi. Strano che Lord Solaris non sia qui, a questo proposito."

"E' vero... ho come l'impressione che il Team Meteora non sia unito come vorrebbe far credere." disse Laura con un'espressione sospettosa. "Scusate, so che forse non c'entra molto con quello che sta succedendo, ma... il fatto che il comandante supremo non sia qui mi fa pensare che ci sia qualcosa che non va nell'organizzazione."

"Solaris non è mai stato il tipo da tirarsi indietro. Non ha mai avuto paura di affrontarci direttamente." affermò Vera. Per un attimo si ricordò del momento in cui il Garchomp di Lord Solaris era arrivato vicinissimo a farla fuori, e un brivido le corse lungo la schiena, ma si calmò subito. "Quindi, se non è qui, è perchè c'è un motivo serio."

"Flabebè!" esclamò improvvisamente il Flabebè di Vera, indicando un'uscita. Gardevoir alzò un braccio per fare cenno al gruppo di parlare a voce più bassa. I suoi sviluppati poteri psichici riuscirono a percepire più di una persona che si stava avvicinando alla sala nella quale si trovavano. Tutti fecero silenzio, e sentirono dei passi lenti e cadenzati che si avvicinavano... dei passi che senz'altro appartenevano ad almeno due persone, i cui profili apparvero pochi istanti dopo attraverso una porta al lato opposto della grande sala - tre persone che Vera riconobbe all'istante. Non c'era modo di sbagliare, con quell'occhio bionico che scintillava del colore del sangue... e i due scagnozzi di rango più basso che lo affiancavano, dando l'impressione che avrebbero voluto essere da tutt'altra parte in quel momento, non potevano essere che Astro ed Eclisse.

"Beh, guarda chi si vede." disse Drew con un sorriso impertinente. Sirius corrugò la fronte infastidito, e si piazzò a pochi passi di distanza dal gruppetto. "Non ti è bastata la lezione che ti abbiamo dato al rifugio?"

"Non datevi troppe arie, ragazzini. Avete soltanto avuto fortuna, dal momento che ero impreparato. Ma questa volta non commetterò lo stesso errore." affermò freddamente Sirius. "E giusto per essere sicuro che non ci saranno interferenze... Astro, Eclisse, voi occupatevi dei compagni di Vera! Io sistemerò personalmente Vera Maple, e mi rifarò della sconfitta di prima!"

"Non credere che sarà così facile, Sirius! Ti dimostrerò che non è stata fortuna, la mia!" affermò Vera. Mentre il comandante del Team Meteora tirava fuori una delle sue Pokeball, la ragazzina di Hoenn fece lo stesso e mandò in campo uno dei suoi Pokemon più affezionati. "Vai, Skitty! Questa volta tocca a te!"

Questa scelta non mancò di sollevare qualche critica da parte degli uomini del Team Meteora... in particolare Astro, che restò per un breve momento attonito a guardare il Pokemon simile ad un gattino rosa che appariva e cominciava ad inseguirsi la coda. "Uno Skitty? Davvero? E questo... ehm... dovrebbe impensierire il comandante Sirius?"

"Se il comandante ha deciso di usare la sua arma segreta, ho come l'impressione che Vera Maple non se la caverà tanto facilmente." disse tra sè Eclisse. Privatamente, la Dama Meteora doveva ammettere che un po' le dispiaceva per Vera. Era una ragazzina innocente che si era trovata coinvolta in quel caos suo malgrado, e stava combattendo con valore per un paese che non era il suo. Come non provare almeno un po' di rispetto per le sue convinzioni?

"Skit, skit, skitty!" miagolò il grazioso Pokemon Micio, non appena fu apparso davanti a Sirius. Con un gesto infastidito, il comandante del Team Meteora scosse la testa e lanciò la sua Pokeball. Come di consueto, il Pokemon che era contenuto al suo interno apparve appena davanti a Sirius... ma era un Pokemon che Vera non si aspettava e che non aveva mai visto!

"TYYYYRRRRRR!"

Davanti a Vera e a Skitty apparve un enorme Pokemon rettile che aveva l'aspetto di un Tyrannosaurus Rex in miniatura, ma raggiungeva comunque i due metri e mezzo di altezza, tutto ricoperto di squame bruno-rossivve dure come la roccia, con il ventre bianco e il muso spigoloso, adornato da una serie di creste arancioni sopra gli occhi come una sorta di corona. Anche la mascella inferiore era bianca, e da essa pendavano dei corti spuntoni di roccia che davano l'impressione di una corta barba. Un folto strato di piume spuntava dalle spalle e dal collo del Pokemon, in modo da assomigliare ai resti di un mantello lacerato. Si teneva in piedi su un paio di robuste zampe dotate di tre dita artigliate ciascuna, mentre le zampe anteriori erano parzialmente atrofizzate, e sembravano un po' fuori luogo in quel corpo così possente. La coda muscolosa costituiva quasi metà della lunghezza del corpo, e terminava con un paio di speroni di roccia arancione, acuminati come i denti ricurvi simili a pugnali che armavano la bocca del mostro.

Vera e Skitty fecero un salto all'indietro per la sorpresa, e il Pokemon nemico mosse un passo verso di loro, facendo tremare il pavimento con i suoi passi pesanti. I loro compagni erano altrettanto stupefatti da ciò che stavano vedendo, e Ortilla non riuscì a trattenere un'esclamazione di paura quando il lucertolone abbassò la testa e lanciò un assordante ruggito, colpendo il gruppetto con una folata di fiato puzzolente!

"Il comandante è proprio deciso..." continuò tra sè Eclisse. "Se sta usando il suo Tyrantrum, è perchè non ha nessuna intenzione di lasciare loro scampo."

"Questo... potrebbe essere un piccolo problema..." ammise Max. Gardevoir si mise in guardia e si piazzò davanti al suo allenatore per proteggerlo, e Alty svolazzò accanto alla sua allenatrice e a Spinda per proteggerli.

"CHe... che Pokemon è quello? Non ne ho mai visto uno così!" esclamò Ortilla.

Hitomi, anche lei visibilmente stupita, pensò per un attimo prima di dare la risposta. "Io l'ho visto su uno dei miei libri, qualche volta..." disse. "Quello è... un Tyrantrum, un Pokemon originario di Kalos. E' un Pokemon di tipo Roccia/Drago che si è estinto milioni di anni fa... ma può essere riportato in vita tramite esperimenti sui fossili. I suoi denti sono in grado di triturare qualsiasi cosa!"

"E voi lo scoprirete sulla vostra pelle! E' ora di cena, Tyrantrum! Usa Sgranocchio su quel ridicolo gattino!" esclamò Sirius. Era deciso a concludere lo scontro in fretta e senza troppe complicazioni... e il suo Pokemon la pensava allo stesso modo, gettandosi verso Skitty con le enormi fauci spalancate per farne un solo boccone!

Vedere il possente dinosauro gettarsi su di loro scosse Vera dal suo momento di shock, e la bambina castana strinse i denti e diede un rapido ordine a Skitty, appena in tempo per salvarlo da quelle fauci voraci.

"Presto, Skitty! Usa Bruciapelo!" esclamò Vera. Il Pokemon Micio riuscì a sua volta a reagire, e saltò sopra la testa del tirannosauro, le cui fauci si chiusero con un colpo secco, mancandolo di poco! Skitty eseguì una capriola a mezz'aria e scese sull'avversario, colpendolo con un ceffone al momento dell'atterraggio. Il colpo non fece praticamente alcun danno, ma diede abbastanza fastidio a Tyrantrum da costringerlo a tirarsi indietro, e dare così a Vera il tempo di pensare ad una nuova mossa!

"Ugh... continui a darmi fastidio, Vera Maple? Tra poco non mi prenderai più in giro!" ringhiò Sirius. "E voi due, non restate là impalati come due idioti! Sistemate i suoi compagni!"

"Ah! Ehm... certamente, comandante Sirius! Subito, signore!" Astro rispose con aria sbigottita. "Presto, Magmar, tocca a te!"

"Electabuzz, vai!"

I due soldati d'elite del Team Meteora mandarono in campo due dei loro Pokemon più affidabili, mentre Drew e il resto del gruppetto di Hoenn si preparava alla battaglia. Flabebè fluttuò accanto a Max e Gardevoir, immaginando che in una battaglia del genere non sarebbe stato di grande utilità... e un istante dopo, lo scontro ebbe inizio, e il Magmar di Astro presefiato e scagliò un potente attacco Lanciafiamme verso il Gardevoir di Max e lo Spinda di Ortilla!

"Max, tutti voi tenetevi dietro di me!" Max sentì la voce telepatica del suo amico che lo chiamava. "Schermoluce!"

"Grazie, Gardevoir!" esclamò il ragazzino con gli occhiali. Mentre lui, Hitomi ed Ortilla si rifugiavano dietro la schiena di Gardevoir, quest'ultimo intercettò la fiammata di Magmar con uno schermo di energia, proteggendo così sè stesso e i suoi compagni. Drew aveva già mandato in campo il suo Pokemon più forte, il suo Absol, per affrontare lo Electabuzz di Eclisse, che si fece subito avanti con un Tuonopugno che centrò in pieno il Walrein di Ortilla e lo scaraventò all'indietro con abbastanza forza da sfondare una scrivania e farlo cadere a terra dolorante!

"Walrein!" esclamò Hitomi, perdendo la calma per appena un paio di secondi.

"Sembra proprio che dovremo fare sul serio, eh?" chiese retoricamente Drew. "Molto bene... Absol, usa Psicotaglio!"

"Gardevoir, usa Calmamente, e poi attacca con Palla Ombra!" esclamò Max.

"Sarà meglio che faccia qualcosa anch'io." affermò Laura con decisione. "Presto, Lilligant, usa Eledanza, e poi conduci con Energipalla!"

Lo Absol di Drew sferrò un fendente in aria con il suo corno più grande, e scagliò un proiettile di luce rosata a forma di falce di luna contro lo Electabuzz di Eclisse. Ma la Dama Meteora era pronta, e con un cenno del braccio, ordinò al suo Pokemon Elettro di scansarlo. Con uno scatto agilissimo, Electabuzz rotolò di lato e riuscì a scansare lo Psicotaglio soltanto per un pelo, poi contrattaccò in una maniera che Drew non si aspettava.

"Presto, Electabuzz! Cerca di intralciarlo con Calciobasso!" esclamò la ragazza. Una delle gambe di Electabuzz si illuminò di bianco, e il Pokemon Elettrico scattò verso Absol per sferrare una spazzata... ma Absol reagì appena in tempo - si lanciò all'indietro, esibendosi in una spettacolare quanto elegante capriola, e schivò l'attacco. Atterrò con la grazia di una pantera pochi metri più in là, e gettò un rapido sguardo verso la Lilligant di Laura: la Pokemon floreale stava eseguendo una piroetta, tenendo le corte braccia alzate verso il cielo mentre una luce verde illuminava il suo elegante corpo. Con un cenno affermativo della testa, Absol fece cenno a Laura e Lilligant di andare avanti... e poi sferrarono un nuovo attacco contro Electabuzz.

"Electabuzz! Usa Tuonopugno!" ordinò Eclisse.

"Absol, Danzaspada, e poi Nottesferza!" esclamò Drew. Il Pokemon Buio alzò fieramente il capo, e una serie di spade di luce argentata brillò per un secondo attorno al suo corpo prima di dissolversi nel nulla. Mentre Electabuzz si lanciava alla carica con il pugno crepitante di elettricità, Absol replicò con un rapido scatto in avanti e sferrò un poderoso fendente con la lama ricurva che gli usciva dalla fronte!

I due attacchi si scontrarono a metà strada, con un fragore assordante, e provocarono una potente onda d'urto che rovesciò a terra tutto quello che si trovava sui tavoli vicini! Per diversi istanti, Electabuzz ed Absol continuarono a spingere con tutte le loro forze, avvolti da un vortice di luci nere e dorate... finchè il contrasto non si fece insostenibile, ed entrambi furono costretti a saltare all'indietro! Electabuzz si riprese rapidamente, ed Eclisse diede un rapido ordine...

"Segnoraggio!" esclamò la Dama Meteora. Il Pokemon Elettro sollevò le antenne, e scagliò da esse un paio di raggi energetici che rilucevano dei colori dell'iride... e questa volta, Absol non fu abbastanza rapido da scansarsi, venendo colpito dai raggi di energia che lo sbalzarono via di almeno un metro.

"Sooool!" esclamò l'elegante fiera, e Drew strinse i denti per non aver previsto quella mossa... ma Absol riuscì a tenersi in piedi, e il ragazzo dai capelli verdi reagì con rapidità.

"Forza, Absol, diamo ancora un po' di tempo a Lilligant e Walrein!" esclamò Drew. "Attacca con Rocciotomba!"

"Absol!" Il Pokemon Catastrofe spazzò il terreno davanti a sè con la sua lama, e sollevò in aria una raffica di pietre grandi come il pugno di un uomo che caddero verso Electabuzz. Quest'ultimo cercò di difendersi, e ne mandò in pezzi un paio... ma le altre caddero con troppa velocità e potenza, e il Pokemon Elettrico ne venne investito! Electabuzz emise un verso di disappunto e si ritirò sotto la pioggia di rocce, mentre Lilligant terminava di caricarsi e scagliava un potente attacco Energipalla contro di lui!

"Lilli!" esclamò la graziosa Pokemon Fiorfronzolo. Estese la mano davanti a sè, e fece apparire sul suo palmo una sfera pulsante di distruttiva energia verde che sfrecciò come un missile verso il nemico e lo centrò in pieno, esplodendo in un abbagliante tripudio di luce smeraldina. Electabuzz venne travolto dalla potenza del colpo e trascinato via per diversi metri, prima di finire a terra supino. Riuscì a rialzarsi, massaggiandosi la testa, ma il colpo preso in pieno lo aveva indebolito notevolmente.

"Grazie dell'aiuto, Laura!" disse Drew strizzando un occhio alla mediana delle sorelle Belrose, che rispose con un sorriso imbarazzato. Absol fece un cenno con la testa, ma vide che Electabuzz si stava rialzando, intenzionato a battersi fino all'ultimo. "Hmm, ho l'impressione che questi due si siano migliorati abbastanza dall'ultima volta."

Eclisse strinse i denti con disappunto. "Certo, questo è vero... ma a quanto pare non siam all'altezza di affrontare una delle sorelle Belrose. Maledizione, la fortuna ci sta proprio voltando le spalle..."

"Elllllllectabuzz!" esclamò il Pokemon Elettrico, i pugni sollevati in aria in un'espressione di sfida. Si rimise in guardia e caricò i suoi pugni di elettricità... mentre poco più in là, Gardevoir e Alty stavano affrontando il Magmar di Astro. Il Pokemon Psico/Folletto prese tempo per usare Calmamente e potenziarsi, mentre Alty svolazzava attorno a Magmar per distrarlo e dargli fastidio.

"Avanti, Magmar, non dargli tregua!" esclamò Astro. "Usa il tuo attacco Pulifumo contro di loro!"

"Magmarrrr..." ringhiò il Pokemon fiammeggiante, prima di soffiare una nube di fumo bianco dalla sua bocca ad imbuto, e investire i due Pokemon. Gardevoir, particolarmente sensibile a questo tipo di attacchi, si ritirò all'indietro tossendo e starnutendo, agitando le braccia davanti a sè nel vano tentativo di allontanare da sè il fumo velenoso.

"Gardevoir, meglio che ti allontani..." affermò Max, notando con disappunto che l'aura energetica che avvolgeva Gardevoir si stava affievolendo. "Accidenti, dimenticavo che Pulifumo annulla l'effetto delle mosse di potenziamento. Gardevoir, meglio che ti ritiri e poi usi un attacco Psichico contro di lui!"

"Ci provo, Max..." rispose Gardevoir, e Max ebbe l'impressione che anche i suoi pensieri telepatici fossero rotti dalla tosse. "Ma questo fumo è terribile!"

"Alty, cerca di mandarlo via con un attacco Ventoincoda!" esclamò Ortilla. "Poi, continua con Aeroassalto!"

"Altar!" esclamò la graziosa Pokemon Drago/Volante, che cominciò a sbattere freneticamente le ali e creò una potente folata di vento che soffiò da dietro le sue spalle, in modo da spazzare via il fumo velenoso scagliato da Magmar e rimandarglielo in faccia. Il Pokemon fiammeggiante si era aspettato quella mossa e si scansò con una capriola, ma la sua pronta reazione non lo salvò dal successivo colpo dell'Altaria di Ortilla, che si gettò a capofitto su di lui e lo percosse con le sue grandi ali... ma la mossa si rivelò controproducente per Alty, dal momento che l'alta temperatura del corpo di Magmar provocò alla Pokemon piumata una dolorosa scottatura sull'ala destra.

"Taaaar!" stridette Alty. Agitò freneticamente l'ala ferita e cercò di soffiare sulla scottatura per lenire il dolore, ma così facendo si espose al contrattacco nemico.

"Heh... mi spiace, a quanto pare non sapevi dell'abilità Corpodifuoco di Magmar, ragazzina..." affermò Astro. "Magmar, non darle tregua! Usa un attacco Fuocopugno!"

Uno dei pugni di Magmar venne avvolto da una fiammata rossa che emanava un forte odore di zolfo, e il Pokemon fiammeggiante si lanciò per colpire Alty con un pugno in pieno petto, che la graziosa Pokemon piumata non ebbe altra scelta che accusare. Ma in quel momento, Magmar si era scoperto, e nonostante fosse stata colta di sorpresa dalla reazione dell'avversario, Ortilla riuscì a contrattaccare rapidamente.

"Ehm... okay, Alty! Usa Danzadipiume per indebolirlo... e poi Dragospiro a bruciapelo!" esclamò la piccola coordinatrice dai capelli turchesi. Alty strinse i denti, in modo da raccogliere tutte le sue forze per un altro assalto, e scagliò contro Magmar una raffica di piume, che il Pokemon incendiario non potè fare altro che ricevere senza possibilità di evitarle. L'alta temperatura del corpo di Magmar fece prendere subito fuoco alla maggior parte delle piume, ma erano così tante che non ebbero il tempo di bruciare tutte, e diverse di esse raggiunsero Magmar e si appiccicarono a lui indebolendolo. Mentre Magmar si separava da Alty, cercando di strapparsi di dosso con le mani quelle fastidiose piume, Alty si fece avanti di scatto e scagliò un raggio di energia multicolore dal becco, che colpì in pieno il Pokemon di Astro e lo fece barcollare! Con un grugnito di rabbia, Magmar si afferrò al terreno e puntò un attacco Lanciafiamme contro Alty, che ora faceva fatica ad alzarsi in volo a causa dell'ala ferita... ma l'attacco Ventoincoda di prima stava ancora avendo il suo effetto, e il Gardevoir di Max riuscì a rispondere con decisione!
Ad un cenno di Max, il Pokemon Psico/Folletto scagliò la sua Palla Ombra, e Magmar fece appena in tempo a mettersi in guardia e parare prima di esserne colpito! Il Pokemon Fuoco puntò i piedi a terra e cercò di opporsi alla pressione dell'attacco Palla Ombra con tutte le sue forze... ma non riuscì a reggere del tutto, e prima di infrangersi in una pioggia di scintille nere, il colpo riuscì ad infliggere dei danni non indifferenti all'umanoide di magma.

"Non ti conviene distrarti. Stai ancora combattendo con me, non dimenticarlo." affermò telepaticamente Gardevoir, una mano ancora puntata verso il suo nemico.

 

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Skitty emise un miagolio di paura quando un attacco Battiterra da parte del Tyrantrum di Sirius scosse il terreno e lo fece cadere con violenza... e l'ufficiale del Team Meteora fece un cenno con il braccio, ordinando al suo Pokemon preistorico di finire l'avversario. Con un ruggito compiaciuto, Tyrantrum sollevò una zampa artigliata e cercò di calarla su Skitty per trasformarlo in una piadina di gatto, ma il Pokemon felino riuscì a reagire in tempo, facendo una mossa che Vera non si aspettava.

"Skiiiittyyyy!" esclamò con voce acuta come cristallo tagliato. Dalla sua bocca uscì una scarica di onde energetiche viola a forma di cuore, che colpì Tyrantrum alla testa e riuscì ad infliggergli dei danni rilevanti. Il dinosauro corazzato gettò indietro la testa con un ruggito di dolore, e si tirò indietro di qualche passo, ma si riprese rapidamente e si erse sopra il piccolo Skitty in tutta la sua statura!

"Tsk... come immaginavo. Ti ho sottovalutata, ma non sei alla mia altezza, Vera Maple." affermò Sirius con feroce soddisfazione. "Avanti, Tyrantrum, usa Frana e seppelliscilo!"

"TYYYYRRRRR!" ruggì Tyrantrum. Pestò di nuovo i piedi a terra, e dal nulla apparve una raffica di sassi frastagliati pochi metri sopra la testa di Skitty, che si gettò disperatamente di lato per evitare il colpo come meglio poteva. Riuscì ad evitare di restare seppellito sotto la pioggia di detriti, ma alcune rocce lo colpirono ugualmente e lo fecero cadere a terra.

"Fla!" esclamò allarmato Flabebè.

"Attento, Skitty!" Vera cercò di avvertire il Pokemon Micio non appena quest'ultimo finì a terra. Tyrantrum si avvicinò di nuovo e spalancò le sue orride fauci per sferrare un altro attacco Sgranocchio. Vera strinse i denti, e decise di tentare la sola idea che le venisse in mente per salvare il suo Pokemon... "E va bene, o la va o la spacca... Skitty, usa Assistente!"

Skitty si rialzò di scatto e alzò una zampetta, davanti alla quale apparve una piccola sfera luminosa bianca. La fortuna che spesso assisteva il gattino rosa durante le gare gli sorrise anche in quel momento... e la sfera bianca pulsò per una frazione di secondo prima di rilasciare un attacco Geloraggio diretto alla testa del tirannosauro! Sorpreso, il Pokemon Roccia/Drago venne colpito in pieno, ingoiando letteralmente il raggio congelante.
L'effetto fu evidente. Il Pokemon tirannosauro spalancò gli occhi in un'espressione di dolore e sorpresa, e per un attimo perse l'equilibrio, cadendo addosso ad un tavolo e ribaltandolo con un fragore di legno spezzato e vetri infranti. Ringhiando, Tyrantrum cercò di liberarsi la bocca dal ghiaccio che la invadeva, mentre Sirius stringeva rabbiosamente i pugni. In quel momento, Tyrantrum era impossibilitato a continuare, e Vera pensò per un attimo che avrebbe potuto continuare a far attaccare Skitty... ma riflettendoci meglio, la piccola coordinatrice pensò che forse fosse meglio fare uno scambio.

"Okay, Skitty... meglio che ti ritiri, per adesso! Sei stato bravo ugualmente!" affermò, strizzando un occhio e rivolgendo un sorriso al Pokemon Micio, che tirò un sospiro di sollievo quando la sua allenatrice lo richiamò nella Pokeball. Vera rimise a posto la Pokeball di Skitty, e mentre Tyrantrum era impegnato a cercare di rimettersi in guardia, la ragazzina prese un'altra Pokeball e la lanciò. "Okay, Glaceon! Tocca a te! So che ce la puoi fare!"

Quando Tyrantrum era quasi del tutto pronto a riprendere la battaglia, la Eevolution glaciale di Vera apparve davanti a lui ed emise un melodioso ma deciso verso che esprimeva il suo desiderio di dare inizio allo scontro. Il Pokemon tirannosauro chiuse di colpo la bocca e ridusse in briciole i blocchi di ghiaccio che vi erano rimasti... poi abbassò la testa e si preparò allo scontro successivo. Glaceon si acquattò e si tenne pronto a saltare via, mantenendo una calma invidiabile davanti ad un simile ammasso di muscoli, zanne e squame.

"Hmph. Una tattica intelligente, ragazzina, ma non credere che basterà a salvarti!" affermò Sirius, sentendosi sempre più frustrato e insicuro. Era passato molto tempo dall'ultima volta che qualcuno gli aveva dato così tanto filo da torcere... e cominciava a temere che non fosse stato soltanto per il fatto che lui l'avesse sottovalutata. Stava cominciando a temere che Vera si sarebbe dimostrata un'avversaria fin troppo capace per il Team Meteora...
No! Cosa andava a pensare? Non era possibile... non era possibile che una qualsiasi mocciosetta potesse avere la meglio sul Team Meteora... e soprattutto, non sulla loro comandante suprema!

"Tyrantrum, usa Zuccata!" esclamò Sirius. "Dobbiamo distruggere quell'essere insulso il prima possibile!"

Il Pokemon fossile abbassò la testa e si lanciò alla carica come un'ariete da sfondamento, mirando a Glaceon... che fece un agile salto laterale e riuscì per un pelo a scansare il colpo! Il tirannosauro si fermò con un ringhio e si voltò per attaccare Glaceon un'altra volta, ma fu abbastanza lento nel farlo, e Glaceon riuscì ad approfittare di quel momento e mettere a segno un attacco significativo.

"Bravo, Glaceon! Ora colpiscilo con Ventogelido!" esclamò Vera. Glaceon drizzò la coda e prese fiato, poi scagliò una raffica di aria gelida mista a ghiaccio e neve che colpì le zampe del Pokemon tirannosauro, facendolo ringhiare di dolore e formando uno spesso strato di ghiaccio su di esse! Tyrantrum rallentò sensibilmente e scosse le zampe per far ripartire la sensibilità... poi, ad un cenno di Sirius, sollevò la sua robusta coda.

"Adesso... schiaccialo con Codacciaio!" esclamò Sirius. Glaceon spalancò gli occhi, rendendosi conto appena in tempo di essere in pericolo, proprio sulla traiettoria della coda del rettile, che assunse un colore grigio metallico... e poi calò giù con violenza. Appena in tempo, Glaceon si gettò di lato e schivò l'attacco Codacciaio, ma l'impatto fu tale che la Eevolution di tipo Ghiaccio venne scagliata a terra dall'onda d'urto.

"Eon!" si lamentò Glaceon. Fece del suo meglio per rialzarsi rapidamente, e riuscì ad evitare per un pelo un attacco Sgranocchio con il quale Tyrantrum cercò di afferrarlo tra le fauci. Poi, fece un'elegante capriola all'indietro per mettere un po' di distanza tra sè stesso e l'avversario. Sirius imprecò a denti stretti, e cercò di fare ancora più pressione.

"Avanti, Tyrantrum, non farti fermare da quell'essere insignificante!" esclamò, ora mostrando dei chiari segni di rabbia ed impazienza. "Usa Lucidatura e poi sistemalo con Rogodenti!"

"Flabebè!" esclamò il Flabebè di Vera.

"TYRRRRRRR!" con un altro mostruoso ruggito, Tyrantrum sfregò la schiena contro il muro, raschiando via una parte di tappezzeria, e si lanciò contro Glaceon con le zanne accese di fiamme scarlatte! Questa volta, il Pokemon glaciale non fu abbastanza veloce da evitare il colpo e venne afferrato dolorosamente tra le fauci infuocate del mostruoso rettile, che lo strinsero per qualche istante prima di scaraventarlo contro un tavolo vicino. Il mobilio andò immediatamente in pezzi, e Glaceon emise un breve lamento quando si schiantò per terra. Questa volta, ci mise un po' più di tempo a rialzarsi... ma, con grande sollievo di Vera, ci riuscì.

"Glaceon, stai bene?" esclamò la ragazzina con evidente ansia. Glaceon si prese un istante per rimettersi ben saldo sulle zampe... e Flabebè lanciò un breve grido di avvertimento quando Tyrantrum, diventato molto più veloce di prima, scattò verso di lui per sferrare un altro morso infuocato! Glaceon non credeva che sarebbe riuscito a resistere ad un altro attacco del genere...

Con un sorriso malvagio, Sirius spronò il suo Pokemon. "Perfetto, Tyrantrum! Ora finiscilo con un altro Rogodenti!"

"Accidenti, devo giocare d'astuzia..." disse tra sè Vera. "Glaceon, usa Individua, e poi di nuovo Ventogelato!"

Gli occhi del Pokemon Nevefresca si illuminarono per una frazione di secondo... e le fauci di Tyrantrum si chiusero a vuoto quando Glaceon si spostò con tale velocità da non poter essere seguito ad occhio nudo! Il Pokemon Tiranno grugnì per il disappunto e cercò di partire di nuovo all'attacco, ma aveva perso dei secondi preziosi che Glaceon non esitò a sfruttare a suo vantaggio! Scagliò di nuovo il suo attacco Ventogelato, che colpì le robuste zampe di Tyrantrum e lo fece rabbrividire.

"Maledizione! Che stai facendo, Tyrantrum? Eliminalo!" ringhiò Sirius.

Il Pokemon tirannosauro cercò di muoversi, malgrado fosse intirizzito... ma l'effetto di Lucidatura era stato annullato, e Glaceon e Vera riuscirono a prenderlo in contropiede. "Non gli daremo il tempo di farlo, Glaceon! Attaccalo con Bora, adesso che è rallentato!" esclamò la bambina castana.

"Eoooooon!" con un verso melodioso, Glaceon aprì la bocca e scatenò una poderosa folata di vento, ghiaccio e neve che investì Tyrantrum senza dargli il tempo di difendersi! Il possente rettile ruggì fragorosamente per la rabbia e il freddo, e la bufera in miniatura lo avvolse e ricoprì il suo corpo corazzato di uno spesso strato di brina! Per qualche istante, Glaceon continuò il bombardamento, e Tyrantrum strinse i denti e cercò di camminare controvento per raggiungere il suo avversario e finirlo una volta per tutte... ma la situazione era volta completamente a suo sfavore, e riuscì soltanto a muovere due passi prima di essere sopraffatto. Con un grugnito rassegnato, Tyrantrum perse la presa sul terreno e si rovesciò a terra con uno schianto assordante, la corazza ricoperta di neve e ghiaccio, mentre Sirius assisteva alla scena incredulo e furibondo!

"No... non è possibile... Tyrantrum è il mio Pokemon più forte... come diavolo... come diavolo è possibile che sia stato sconfitto?" esclamò rabbiosamente. Il suo sguardo si spostò su Vera e i suoi due Pokemon, Glaceon e Flabebè. Odiava doverlo ammettere... ma quella bambina si era rivelata una minaccia molto peggiore del previsto, e una che avevano fatto male a trascurare per così tanto tempo. "Maledizione... che tu sia maledetta, Vera Maple! Sei davvero diventata una spina nel fianco!"

Vera e Glaceon si guardarono con complicità, e la bambina castana restituì un sorrisetto impertinente a Sirius. "Beh, se questo voleva essere un insulto, Sirius... ti informo che non può che farmi piacere!" affermò, riducendo il comandante del Team Meteora a digrignare i denti rabbiosamente. Sirius si guardò attorno e cercò a tentoni una Pokeball nella sua cintura, mentre osservava Astro ed Eclisse che in qualche modo cercavano di tenere a bada i compagni di Vera. Lo Absol di Drew era appena riuscito a mettere al tappeto lo Electabuzz di Eclisse con uno Sbigoattacco, e il Walrein di Hitomi si era ripreso dall'attacco precedente in tempo per scagliare un attacco Acquadisale contro il Magmar di Astro. Con i loro Pokemon fuori gioco, i due compagni li richiamarono e mandarono in campo altri due combattenti, un Solrock e un Lunatone, che fluttuarono minacciosi sopra il campo di battaglia. Ma con un'allenatrice come Laura a fare da supporto, c'erano ben poche possibilità...

"Maledizione... non potrebbe andare peggio di così!" ringhiò Sirius.

E per la legge di Murphy, andò peggio.

Il terreno cominciò a tremare violentemente, e i pochi mobili rimasti in piedi vennero gettati a terra. I Pokemon che stavano ancora combattendo si fermarono, e gli allenatori fecero tutti un sobbalzo per la paura. Hitomi fu l'unica a non cambiare espressione, ma anche lei dava comunque l'impressione di essere allarmata e di stare prendendo sul serio quell'imprevisto...

"Maledizione... e adesso cosa succede?" esclamò Sirius. "Un altro dei vostri trucchetti, vero?"

Hitomi storse il naso. "Sono pronta a scommettere che miss Saphira c'entra qualcosa..."

 

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Il terremoto aveva colto di sorpresa anche Anna e Noel nella loro cella, e i due bambini si piazzarono con le spalle ad un muro laterale, sperando che tenesse meglio degli altri. Noel mise un braccio attorno alle spalle della sorella gemella e del suo Jirachi di peluche con fare protettivo, e allo stesso tempo strinse a sè la sua bambola Cleffa.

"Ci... ci mancava solo questo..." mormorò il bambino. "Resta vicina a me, Anna... dobbiamo cercare di stare vicini, adesso!"

Anna annuì senza dire una parola... ma qualche secondo dopo, la paura si dissolse, e la bambina provò un confortante senso di serenità. Qualcosa le diceva che stavano per essere salvati... una piccola luce si stava avvicinando rapidamente...

"Va tutto bene, Noel." disse Anna. "Nostra dice che stanno venendo a salvarci. E anche Nomos è d'accordo, non lo senti anche tu?"

Noel sbattè gli occhi. "C-cosa? Io non ho sentito niente, sorellina, cosa vorresti dire...?"

Non riuscì a terminare la frase prima che il muro al lato opposto della cella cominciasse a creparsi... e un istante dopo, crollò con fragore, rivelando una vista che fece sobbalzare Noel per la sorpresa: uno Steelix mastodontico, la cui sola testa era grande come un autocarro, e sulla quale stava inginocchiata la familiare figura di Saphira, che salutò i bambini con un cenno della testa. Il terremoto cessò un istante dopo.

"Scusate il ritardo, bambini. Ho avuto un po' di discussioni con questo simpaticone." affermò la comandante della resistenza. Lo Steelix gigante grugnì infastidito, e il Dragonite della giovane donna scese di quota sbattendo lentamente le ali.

"Nite!" esordì Dragonite, che mosse una zampa anteriore per salutare Noel ed Anna.

"Miss Saphira! Avevo sentito che stava per arrivare! Vieni, Noel, sono venuti a salvarci!" esclamò Anna, salendo sulla testa dello Steelix gigante senza farsi intimorire dalle sue dimensioni. L'enorme bestia attese con un po' di fastidio che i due gemelli le salissero sulla testa e raggiungessero Saphira. "Grazie, miss Saphira... sono venuti anche gli altri, vero? Nostra mi ha detto che Vera e gli altri non sono lontani..."

"Tranquilli, anche loro sono qui. E se è come penso io, stanno dando del filo da torcere al Team Meteora." rispose tranquillamente la donna dai capelli multicolore. "Ora però dobbiamo levare le tende. O meglio, devo portarvi al sicuro, e poi tornare qui per dare una mano a Vera e agli altri... e recuperare i vostri Pokemon."

"Aspetti, miss Saphira!" esclamò Anna. "Ecco... le posso chiedere un favore? Sirius, l'uomo con l'occhio rosso... lui ci ha rubato un oggetto molto importante per noi... un ricordo del nostro papà... lui lo ha chiamato... ehm... com'è che l'aveva chiamato, adesso non se lo ricorda neanche Nostra..."

"Tiarametista, Anna." intervenne Noel. "Lo ha chiamato Tiarametista, e ha detto che era molto importante per i piani del Team Meteora..."

Saphira restò stupefatta per un istante. Quindi, una delle quattro Chiavi era in possesso di Anna? E lei non lo sapeva fino a questo momento? Questo apriva un bel po' di interrogativi... ma la risposta poteva attendere. Al momento, era più importante sottrarre quell'artefatto al Team Meteora. Con un suono cigolante, lo Steelix gigante si allontanò dalla cella ormai distrutta, e Saphira fece un cenno con la testa ai due bambini.

"Va bene, ragazzi. Recupererò i vostri Pokemon, e anche il ricordo del vostro papà." disse Saphira. "Ma prima, vediamo di portarvi al sicuro. Forza, Steelix, abbiamo un bel po' di lavoro da fare... e poco tempo per farlo!"

"STEEEEEEL!"

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Bentornati, amici fan di Pokemon! Sono riuscito a rimettermi un po' in carreggiata, e adesso spero che gli aggiornamenti delle mie storie avvengano con un po' più di regolarità...

Vera e i suoi compagni stanno dando prova di sè contro Sirius, Astro ed Eclisse, mentre il team guidato da Ritchie sta penetrando nella base da un'altra direzione. Ma Zel e il Dr. Connal sono ancora attivi, e Lin è sempre più vicina... riusciranno i nostri eroi a disattivare il PULSE Abra, e a salvare la situazione, prima che sia troppo tardi?

Lo saprete non appena pubblicherò il prossimo capitolo, quindi... tenetevi forte! A presto!

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Capitolo 55
*** Abra senza controllo ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 55 - Abra senza controllo

Il Dr. Connal, in quel momento, non poteva che dire di aver avuto giorni migliori. Nonostante lui e Zel stessero facendo tutto il possibile per convincere lo Abra intrappolato nella loro macchina PULSE a collaborare, il piccolo Pokemon Psico si rifiutava di collaborare, e nessuna delle loro tattiche riusciva a fare breccia nel suo ostinato rifiuto. Ogni volta che uno dei due scienziati del Team Meteora si avvicinava alla macchina, Abra usava su di loro i suoi poteri di teletrasporto per allontanarli.

"Niente da fare... sto provando ad inviare alla mente di Abra delle immagini che lo tranquillizzino..." commentò Zel, parlando ora con la voce di Eve. "...le sue difese mentali sono troppo forti. Il processo che lo ha connesso alla macchina PULSE non ha fatto altro che rafforzarle... in pratica, la nostra stessa invenzione si è ritorta contro di noi."

Il Dr. Connal grugnì e si sfregò il mento, cercando di spremersi le meningi per trovare una soluzione a questo problema. "Questo è... veramente un problema. Senza l'aiuto di Abra non possiamo aggirare il sigillo che ci separa dal nostro obiettivo ultimo. Questo esperimento avrebbe potuto essere un passo decisivo per la riuscita dei nostri piani... ma temo che a questo punto, dovremo abbandonarlo e concentrarci sul recuperare le Quattro Chiavi nella maniera tradizionale."

Zel scosse la testa e parlò di nuovo, questa volta con la sua personalità maschile. "La comandante suprema Lin non sarà contenta di tutto questo... la mia ricerca subirà un notevole rallentamento, dopo questo fiasco." affermò. "Cosa si può fare... come se non bastasse, abbiamo a che fare con questi invasori che stanno cercando di penetrare nella nostra base e mandare all'aria il nostro progetto..."

Il Dr. Connal si bloccò per un istante quando Zero menzionò la comandante suprema. Ancora quella strana sensazione che lo prendeva quando sentiva quel nome misterioso. Lin... perchè gli faceva tornare in mente quella bambina feroce e crudele che gli dava sempre tanti grattacapi? Era stata una paziente che lui non era riuscito ad aiutare, e una che lui considerava a tutt'oggi il suo più grande fallimento, e adesso... sentire il nome della comandante suprema del Team Meteora gli riportava alla mente questi pessimi ricordi.

Ma non erano che ricordi, giusto? Non poteva essere che questa Lin e quella che lui aveva cercato senza successo di correggere all'orfanotrofio fossero la stessa persona. Erano passati già alcuni anni, ormai... e poi, quella bambina così terrificante era scomparsa, no?
I pensieri del Dr. Connal vennero interrotti da un suono di passi frettolosi che arrivarono dal corridoio dietro di lui. Una recluta del Team Meteora fece irruzione nella stanza del PULSE, e si fermò a riprendere fiato giusto per un secondo prima che entrambi gli scienziati si voltassero verso di lui per chiedergli cosa stesse accadendo.

"Signor Zel... Dottor Connal... perdonate se mi presento così..." ansimò, facendo un saluto mentre ancora la sua respirazione non si era stabilizzata.

Zel era troppo frustrato perché gli importasse qualcosa della forma. “Lasciamo perdere… che cosa sta succedendo? Proprio ora che siamo nel bel mezzo di un importante esperimento…” chiese.

Lo scagnozzo si schiari’ la voce, evidentemente turbato. “Ecco… comandante Zel, abbiamo ricevuto comunicazione… che la comandante suprema Lin in persona sta arrivando, e sarà qui entro breve! In effetti... non credo che ci metterà più di mezz'ora!”

Zero strinse i denti e si sentì gelare il sangue nelle vene. Quella sì che era una notizia preoccupante… per dire poco ed esprimere chiaramente il concetto. Se davvero Lin stava per arrivare, avrebbe sicuramente visto che la situazione non era sotto controllo come lei immaginava, e li avrebbe puniti severamente. Bisognava a tutti i costi rimediare agli errori commessi, e se possibile far funzionare quella stupida macchina.

Anche il Dr. Connal, conosciuto per la sua freddezza, comprendeva che lui e i suoi colleghi erano nei guai, e dovevano trovare un modo per limitare il danno e sperare di non essere puniti troppo severamente. Lo psichiatra criminale restò per un attimo come inebetito dalla notizia, ma si ricompose quasi subito e cercò di pensare a come tenere Abra sotto controllo o, nella peggiore delle ipotesi, terminare l'esperimento.

E per quanto Connal si sforzasse a pensarci… alla fine era solo una la conclusione a cui approdava. Dopotutto, il nemico del tuo nemico poteva essere un amico, anche se solo temporaneo…

“E va bene.” Rispose infine Connal. “Vorrà dire che sfrutteremo a nostro favore ciò che Vera e i suoi amichetti stanno cercando di fare. A questo punto… loro sono i soli che io conosca che siano in grado di tenere testa ai Pokemon di Sirius. Informali che il Dr. Connal vuole parlare con loro.”

“Con tutto il dovuto rispetto… trovo che sia una mossa alquanto azzardata.” ribatte' prontamente Eve. “Vera e i suoi compagni non ci aiuteranno di certo. Avranno sicuramente dei sospetti sul motivo per cui gli stiamo chiedendo aiuto. E non mi sembra che l'ultima volta che vi siete incontrati, vi siate poi lasciati in buoni rapporti.”

“Me ne rendo conto. Ma a questo punto, meglio una possibilità qualsiasi che nessuna.” ribatte' il dottore. “Se Lin tornasse qui e vedesse che tutto è piombato nel caos in questo modo, non credo che ne usciremmo vivi…”

“Su questo… ho l'impressione che siamo perfettamente d'accordo.” Fu la pronta risposta di Eve, che poi passò il controllo del corpo di Zel alla personalità di Lumi. “Ehm… è solo che… non vorrei che dovessero fare del male al povero Abra. So che… cercheranno di aiutarlo in tutti i modi, ma…”

“Non abbiamo il tempo di pensare a queste cose.” Affermò il Dr. Connal. “Presto, con me. Dobbiamo fermare il PULSE-Abra prima che Lin ritorni!”

Dall'interno della macchina PULSE provenne un verso stridente pieno di rabbia e rancore, e i pochi oggetti rimasti intatti nella stanza cominciarono a fluttuare in aria come se venissero sollevate da mani invisibili, prima di essere rumorosamente scaraventati in giro. Il Dr. Connal riuscì a ripararsi appena in tempo prima che una lampada lo colpisse in piena faccia, mentre Zel si scanso' per evitare un comodino che scivolava sul terreno e minacciava di colpirlo alle gambe...

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Nello stesso tempo, diversi chilometri più in là, la città di Zirconia venne investita da un'altra ondata di energia psichica, che cominciò a teletrasportare in giro numerosi oggetti… anche di grandi dimensioni! Il Pokemon Center locale venne scoperchiato, il tetto a cupola scomparve di colpo e riapparve in cima alla villa di Serra… e nello stesso tempo, una gran quantità di oggetti del Pokemon Market venne trasportato in volo su una terrazza della villa, dove la signora Serra stava fumando una sigaretta. La ex-modella e il suo elegante Glaceon guardarono con espressione quasi annoiata le merci che venivano trascinate sul davanzale e lasciate cadere lì senza tanti complimenti.

“Dovevo aspettarmelo…” commentò Serra, come se niente fosse. “Che seccatura. Adesso dobbiamo raccattare tutta questa roba e restituirla al Pokemon Market.”

Glaceon?” chiese la Eevolution glaciale, e puntò lo sguardo verso il tetto del Pokemon Center che era stato appoggiato sopra quello della loro villa. Non aveva causato danni, per fortuna, ma si poneva la domanda di come sarebbe stato possibile toglierlo da lì.

Serra alzò le spalle con indifferenza. “Non c'è molto che si possa fare ora come ora, non credi?” chiese retoricamente. “Aspettiamo che i nostri baldi giovani riescano a togliere di mezzo ciò che provoca questi fenomeni, e poi penseremo al resto.”

Uno schianto metallico non troppo lontano fece fare una smorfia a Glaceon, che si voltò in quella direzione e notò una bicicletta che si era letteralmente piantata nella finestra di un'abitazione.

Eoooon…

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Sirius non aveva altra scelta. Con un gesto, richiamò il suo Tyrantrum sconfitto nella Pokeball. Accanto a lui, anche Astro ed Eclisse si ritrovavano in difficoltà. I loro Pokemon si stavano battendo con accanimento, ma anche così, era solo questione di tempo prima che Max e i suoi compagni riuscissero ad avere la meglio. Con un grugnito frustrato, Sirius arretro' di qualche passo, e cercò con lo sguardo qualcosa che potesse aiutarlo ad uscire da quella difficile situazione… ma più cercava, più si rendeva conto che c'era ben poco che potesse fare per evitarsi la sconfitta. La rabbia e la frustrazione crescevano… com'era possibile che lui, uno degli uomini di fiducia di Lord Solaris, venisse messo all'angolo in questo modo? Erano passati soltanto pochi giorni da quando il suo nome faceva paura a tutti i membri della resistenza… e adesso non riusciva ad avere la meglio su quella mocciosa di Hoenn?

Fla, flabebe'!” esclamò il piccolo Pokemon Folletto che solo da poco si era unito alla squadra di Vera. Cercando di apparire deciso, puntò il suo fiorellino verso Sirius come se fosse una pistola… e il comandante del Team Meteora non poté fare altro che ritirarsi ancora di più.

“Maledizione… com'è possibile che sia andata così?” ringhio'. Con movimenti spadmodici, afferrò al Pokeball del suo Seviper, pur sapendo che a quel punto non c'era molto che la vipera dai denti a sciabola potesse fare per opporsi al Glaceon di Vera… “Non avrei mai immaginato che vi sareste rivelati un tale problema, voi mocciosi di Hoenn… devo ammettere che mi state mettendo all'angolo!”

“Ho l'impressione che ti sbagli, Sirius. Noi ti abbiamo già messo all'angolo.” Lo scherni' Drew, non resistendo alla tentazione. Il suo Absol era appena riuscito a sconfiggere il suo avversario grazie ad un ben piazzato Sbigoattacco… e adesso era accanto al suo allenatore, mentre Astro ed Eclisse cercavano in qualche modo di rallentare il gruppo.

“Niente da fare… adesso esci tu, Solrock!” esclamò Astro, mandando in campo un familiare Pokemon fatto di roccia meteoritica, scolpita in modo da rassomigliare ad un sole stilizzato.

“Lunatone… a questo punto, dobbiamo fare quello che possiamo!” esclamò la giovane Eclisse. Con un abile lancio, la Dama Meteora fece uscire il Pokemon uguale ed opposto al Solrock del suo compagno. Un Pokemon di tipo Roccia/Psico che assomigliava ad una falce di luna fluttuante con un viso dall'espressione distaccata e priva di emozione. La strana creatura volteggio' su sé stessa e si mise in guardia, restando sospesa a pochi centimetri dal pavimento. Ritenendo che fosse il caso di tentare almeno di resistere, Sirius fece cadere a terra la Pokeball del suo Seviper, che uscì con un sibilo battagliero e agitando la sua coda a lama.

“Non crederete certo… che vi permetteremo di passare!” esclamò Sirius, e per la prima volta da quando Vera lo aveva conosciuto, il comandante del Team Meteora sembrava effettivamente spaventato. “Astro! Eclisse! Non retrocedete! Se raggiungono la stanza del PULSE-Abra e lo disattivano, sarà stato tutto inutile!”

Eclisse pensò tra sé che a quel punto c'era già poco da fare, ma non era davvero il caso di contraddire Sirius, quindi inghiotti' il rospo e si risolse di fare quello che poteva per arginare quell' invasione. “E va bene… Lunatone, usa il tuo attacco Psicoshock!”

“Solrock… adesso usa Turbofuoco per bloccare i tuoi avversari!” esclamò Astro. I due Pokemon meteoritici agirono in sincronia: Solrock volteggiò su sè stesso, avvolgendosi in un vortice di fiamme rosso-arancioni che poi scagliò con letale precisione verso il Gardevoir di Max... mentre Lunatone prese di mira Alty: si sollevò in aria di mezzo metro e cominciò a girare su sè stesso, formando una massa di energia azzurra e viola attorno al proprio corpo, e poi scagliandola contro la maestosa Pokemon Drago/Volante.

"Non credo che sarà tanto facile." disse telepaticamente Gardevoir. Il Pokemon Psico/Folletto alzò un esile braccio e si teletrasportò, evitando con un discreto margine la fiammata di Solrock, che si schiantò sul terreno, e si trasformò in un ruggente vortice di fiamme che salì fino al soffitto, ma non riuscì ad intrappolare Gardevoir. Quest'ultimo scagliò un attacco Fogliamagica, e bersagliò Solrock con una raffica di proiettili di luce verde a forma di foglia... ma il Pokemon Roccia/Psico si dimostrò un avversario scaltro e riuscì a difendersi con un altro attacco Turbofuoco, questa volta avvolgendosi in un una fiammata turbinante che disintegrò i colpi energetici prima che questi potessero raggiungere il bersaglio. Alty spiccò il volo e riuscì ad evitare l'attacco Psicoshock, poi rispose con un Dragopulsar che colpì in pieno la Lunatone di Eclisse... ma non riuscì ad infliggere abbastanza danni da metterla a terra, e la Pokemon lunare rispose quasi subito.

"Adesso, Lunatone! Colpiscilo con Gemmoforza!" esclamò Eclisse. Lunatone eseguì un'altra giravolta su sè stessa e fece apparire alcuni cristalli di luce attorno a sè... dai quali proruppero alcuni raggi laser che si diressero verso Alty. L'Altaria di Ortilla prese quota, e riuscì ad evitare il primo e il secondo colpo... ma il terzo e il quarto giunsero a distanza troppo ravvicinata, ed Alty non ebbe altra scelta che subirli.

"Alty!" esclamò Ortilla. Appena in tempo, Alty riuscì a proteggersi chiudendo le ali attorno a sè per attutire il colpo il più possibile, ma anche così venne scagliata a terra dalla potenza dell'attacco Gemmoforza. Ma Eclisse non ebbe il tempo di vantarsi della mossa: il Walrein di Hitomi, ancora in attività, bersagliò Lunatone con un Raggiaurora, e riuscì a colpirla in pieno e a farla cadere a terra!

"Signor Sirius, qui si mette male... dobbiamo ritirarci, temo che ormai questa base sia perduta!" affermò Eclisse.

Il comandante del Team Meteora, con suo grande rammarico, non potè che dare ragione alla sua sottoposta. "Hmph... e va bene. Non credo che possiamo fare molto, a questo punto..." affermò infastidito. "Ma dobbiamo almeno portare con noi quello che ci serve per continuare il progetto, o tutto quello che abbiamo fatto non sarà servito assolutamente a nulla."

"Comandante Sirius! Dama Eclisse, Cavaliere Astro!" esclamò una recluta che stava arrivando all'improvviso in quel momento. Senza nascondere il loro stupore, i tre graduati dell'organizzazione terrorista guardarono verso la recluta che si stava avvicinando... e che, senza neanche attendere che il comandante dall'occhio bionico gli desse il permesso, annunciò la notizia. "E'... è importantissimo! Sta arrivando! La comandante suprema Lin sta arrivando! Tra non più di mezz'ora sarà in vista!"

Sirius aveva voglia di dare una strigliata a quel sottoposto per la sua mancanza di disciplina... ma la notizia lo agghiacciò al punto tale che ogni altra considerazione venne rapidamente dimenticata! L'occhio bionico di Sirius si illuminò in un'espressione di orrore, allarme e paura... e anche Astro ed Eclisse restarono agghiacciati!

"La... la comandante suprema Lin? Noi.. noi... non ne sapevamo niente!" esclamò Eclisse balbettando.

"Cosa? Ma di chi state parlando?" fu la domanda che Vera rivolse al Team Meteora un istante dopo. "Come sarebbe... comandante suprema?"

"Sta... venendo qui?" esclamò Laura. La sua Lilligant sbattè gli occhi con espressione spaesata, e la sua mete ritornò per un attimo alla Lin che conosceva lei. Che inquietante coincidenza... era lo stesso nome della ragazzina che tiranneggiava tutti all'orfanotrofio del Dr. Connal...

"Pensavo... pensavo che fosse Lord Solaris il capo del Team Meteora! Chi è questa Lin?" esclamò Max, e per un attimo, si ritrovò a ripensare anche lui a quello che aveva raccontato Laura un attimo prima.

Sirius riuscì a tenere sotto controllo il terrore che provava, e diede una risposta al gruppo della resistenza. "Beh, questo dimostra che non sapete proprio nulla del Team Meteora, branco di idioti!" esclamò Sirius. "Spiacente di deludervi... ma Lord Solaris è soltanto il secondo in comando della nostra organizzazione. Lin è la nostra comandante suprema, onnipotente e spietata... nessuno è in grado di competere con lei! Proprio nessuno! E non ho nessuna voglia di trovarmi qui quando lei verrà qui e vedrà che avete rovinato il nostro ultimo progetto!"

"Cosa? Esiste... qualcuno che dà ordini persino a Lord Solaris?" chiese Hitomi. La sua espressione distaccata sbiadì, e la bambina sgranò gli occhi in un misto di sorpresa e paura. Aveva visto di persona a che livello fosse Solaris... quanto potente doveva essere quella Lin per riuscire a metterlo in soggezione fino a questo punto? Hitomi non aveva nessuna voglia di scoprirlo da sola...

"E allora... allora noi che dovremmo fare?" si chiese Ortilla, cominciando ad andare in panico. Alty si rialzò e si scrollò le piume, poi guardò preoccupata verso la sua allenatrice... proprio quando una scossa di terremoto cominciò a scuotere la base segreta del Team Meteora dalle fondamenta. "E... e adesso che succede? C'è... un terremoto?"

"Absoooool!" esclamò lo Absol di Drew. Il ragazzo dai capelli verdi e Vera si avvicinarono, come in trance, e si presero una mano l'un l'altra.

"Va... tutto bene, Vera. Dobbiamo cercare di mantenere la calma." affermò Drew. Vera provò un brivido di emozione nel sentire la mano di Drew che stringeva la sua, ma relegò rapidamente certi pensieri superficiali ad una parte remota della sua mente... erano in una situazione estremamente pericolosa, e se le reazioni di Sirius, Astro ed Eclisse erano proporzionate, allora c'era il caso che qualcuno non ne sarebbe uscito vivo...

"Maledizione, e adesso che si fa? La comandante suprema ci darà tutti in pasto al suo Hydreigon... se saremo fortunati..." si lamentò Astro tenendosi la testa tra le mani.

"Soooolrooooock!" Persino i Pokemon dei due soldati scelti erano in panico, e lo esprimevano girando su sè stessi come due trottole... e il gruppo di Vera, completamente spiazzato, si guardava attorno alla ricerca di un'idea per cavarsela.

"Non... non so niente di questa Lin..." affermò Vera, mettendo da parte quella vocina odiosa che le urlava dietro che non poteva essere una coincidenza che avesse lo stesso nome della bambina che una volta terrorizzava Laura. "Ma se è davvero terribile come dite... è più forte persino di Lord Solaris? Ma allora noi... noi cosa possiamo fare, adesso? E gli altri... miss Saphira, Ritchie e tutti gli altri... dove andranno?"

"Dobbiamo andarcene subito... e sperare che anche gli altri abbiamo abbastanza buon senso da fare lo stesso!" affermò Gardevoir telepaticamente.

"Aspettate..." arrivò un'esortazione da parte di Sirius. "Forse... forse ho un'idea che ci consentirà di uscire tutti vivi, con un briciolo di fortuna. Non mi interessa nulla di voi, e anzi sono disgustato all'idea di collaborare... ma se la vostra sopravvivenza è il prezzo da pagare per la mia, non è un prezzo che mi dispiace pagare..."

"Il disgusto è reciproco. Allora di cosa si tratta?" chiese Hitomi serrando gli occhi e cercando di mantenere il sangue freddo. Il suo Walrein emise un bramito profondo e fissò con ostilità l'uomo dall'occhio bionico, che prese un bel respiro in modo da calmare i nervi usurati da quella giornata piena di emozioni forti.

"L'esperimento che stavamo tentando, il PULSE-Abra, si è rivelato un fallimento." affermò Sirius. "Se voi ci deste una mano a fermarlo una volta per tutte, in modo che non si verifichino altri effetti collaterali dovuti ai poteri psichici di Abra... se non altro ci prenderemmo una strigliata dalla comandante suprema, ma non trapelerà che abbiamo fallito nel difendere questa base. E' inteso che dovete andarvene subito dopo aver fermato Abra, altrimenti Lin ci distruggerà tutti quanti... e credetemi, non sarebbe una morta rapida, nè tantomeno indolore."

"Il... comandante Sirius ha intenzione di terminare così il progetto PULSE-Abra?" sussurrò Astro ad Eclisse, che gli fece cenno di stare zitto mentre Lunatone si muoveva su e giù come per dire di sì.

"Tagliamo corto i particolari inquietanti..." affermò Max. "Che cosa dovremmo fare?"

Sirius fece cenno al gruppo di seguirlo nella zona più interna del nascondiglio. "Venite con me. Il tempo non è dalla nostra parte." affermò. "Astro, Eclisse... voi andate a fare la guardia e avvertite subito se vedete la comandante suprema. Mi affido a voi. La mia vita è nelle vostre mani."

"S-sissignore!" risposero in coro i due soldati scelti. Solrock e Lunatone si misero sull'attenti a modo loro, e seguirono i loro allenatori mentre si affrettavano verso la postazioni di guardia. Eclisse pensò tra sè che in realtà non le sarebbe dispiaciuto più di tanto vedere Sirius finire nelle fauci dello Hydreigon della comandante suprema, ma in quel momento erano in gioco anche la sua vita e quella di Astro...

"Maledizione, in che guaio mi sono andata a ficcare... pensare che mi sono unita al Team Meteora perchè ero davvero convinta che avrebbero creato un nuovo mondo più equo..." pensò tra sè la giovane donna, e gettò uno sguardo dietro di sè per verificare che Astro, Solrock e Lunatone la stessero seguendo. "Da quando quella donna maledetta ha usurpato il posto a Lord Solaris, tutto è andato al diavolo..."

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La ragione del terremoto sarebbe stata più che evidente a chiunque avesse potuto vedere quel colossale Steelix che scavava senza posa nelle viscere della montagna, provocando una serie di smottamenti e scuotendo la base segreta del Team Meteora dalle fondamenta. Sulla sua schiena, piazzati dietro una delle sue creste metalliche in modo da essere ben protetti, si trovavano Saphira, Noel ed Anna - la leader della resistenza aveva pensato di portare al sicuro i gemelli prima di tornare alla base nemica e recuperare sia i loro Pokemon che la Tiarametista di Anna.

"Okay, ragazzi, reggetevi forte. Credo che siamo quasi arrivati." affermò Saphira, la cui voce si sentiva a malapena tra il rombo della terra che cedeva come burro sotto la spinta del mastodontico Steelix. I due gemellini si tennero stretti alla cresta metallica del serpente d'acciaio, sollevati che finalmente quella galleria buia sbucasse all'esterno. Pochi secondi dopo, una sciabolata di luce invase il tunnel scavato dallo Steelix gigante, costringendo i tre passeggeri a coprirsi gli occhi per un paio di secondi... e l'aria fresca delle rive del Lago Tanzanite li colpì in faccia subito dopo un secondo, annunciando che finalmente erano riusciti a risalire in superficie.

"STEEEEEL!" ringhiò il mastodontico Pokemon Acciaio/Terra, come se volesse dire ai suoi passeggeri che si scendeva alla fermata. Anna e Noel non ci pensarono su due volte e scesero con un balzo giù dalla schiena del serpente metallico, contenti di essere finalmente usciti da quel posto orribile.

"Ce l'abbiamo fatta! Siamo fuori! Grazie, miss Saphira!" esclamò vivacemente Anna, stringendo a sè il suo Jirachi di peluche. "E anche Nostra ti ringrazia molto! Avanti, Noel, dì grazie anche tu! Nomos lo ha già fatto!"

"Ehm... in realtà non credo che... oh, lasciamo perdere." rispose il fratello gemello, con tra le braccia il suo Cleffa di peluche. "Piuttosto... grazie, signorina Saphira. Non so come avremmo fatto senza di lei. Ma... quel Sirius ha ancora la nostra Tiarametista e i nostri Pokemon."

"Di questo non dovete preoccuparvi, piccoli, perchè non durerà ancora a lungo. Anzi, se ne ho la possibilità farò io in modo che la vita di quel verme non duri a lungo." sentenziò Saphira, e rivolse ai gemellini un pollice in alto. "Voi... siete in grado di tornare al rifugio da qui?"

"Sì, non è un problema! Nostra e Nomos ci sapranno guidare!" affermò la piccola Anna. "Ma lei, miss Saphira, stia attenta, per favore!"

La giovane donna dai capelli bicolore non ebbe esitazioni. "State tranquilli, me la caverò. Non preoccupatevi per i nostri compagni, se è come penso io, adesso avranno anche già messo alle strette il Team Meteora. Molto presto questo incubo sarà finito. Andiamo, Steelix! Dobbiamo ancora dare una lezione a quei balordi che ti disturbavano!"

Lo Steelix gigante fece un cenno con la testa e si immerse di nuovo nella galleria che aveva scavato, facendo tremare la terra con il suo passaggio. Noel ed Anna restarono lì ad osservarla per qualche secondo, prima che il movimento della terra si quietasse al punto da non poter più essere percepito... poi, senza perdere altro tempo, si incamminarono lungo la stradina ricoperta di ciottoli che portava al rifugio Belrose, pregando tra sè che Saphira e i loro compagni se la cavassero, e senza sapere il terribile rischio a cui tutti loro stavano andando incontro...

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Con un attacco Abbattimento ben assestato, il Rhydon di Pietro distrusse una videocamera di sorveglianza, e il Krookodile di Fern fece lo stesso con una seconda usando un attacco Pietrataglio. Il coccodrillo scarlatto colpì il terreno con i suoi artigli e fece sollevare da esso una raffica di rocce che colpì la telecamera, riducendola in un catorcio... e Simone, rimasto dietro al gruppo, deglutì impressionato. Davvero, se avesse provato a combattere contro quel gruppetto di ribelli, i suoi Pokemon sarebbero stati ben presto sopraffatti...

"Tutto qui? Pare proprio che non avremo alcuna difficoltà a sistemare il resto del Team Meteora." affermò Fern con fare annoiato. Ritchie e Sparky fecero cenno al resto del gruppo di restare indietro mentre si avvicinavano ad una porta scorrevole in acciaio, e il topolino giallo si caricò per un istante mentre prendeva di mira il pannello elettronico che la controllava.

Un attacco Tuonoshock dopo, il pannello elettrico andò in cortocircuito, e la porta si aprì con un sibilo sinistro, permettendo al gruppo di fare finalmente irruzione nel laboratorio. Ritchie e il suo fedele Pikachu entrarono per primi, con Fern e Cain subito dietro.

"Fermi tutti e mani in alto! Siete tutti in arresto!" esclamò Cain, atteggiandosi a sceriffo... prima di fare un sorriso un po' sciocco e alzare le spalle. "Hey, non mi guardate così, ragazzi. Ho sempre voluto fare un'entrata ad effetto!"

"Bella prova, principessina, ma non credo che li abbiamo impressionati più di tanto." affermò Charlotte entrando a sua volta nel laboratorio, e vedendo che il Team Meteora aveva già preparato un piccolo comitato di benvenuto: il Dr. Connal e il suo Raichu, assieme a Zel e alla sua Magnezone, entrambi in piedi accanto alla macchina PULSE nella quale era rinchiuso l'Abra che avevano scelto per il loro esperimento. "Guarda chi si rivede. Il dottor Barbagianni e il bel tenebroso... siete qui per una festa a sorpresa?"

"La tua ironia non mi tocca, Charlotte. Ormai ne ho visti tanti, di ragazzi difficili che usano il sarcasmo per mascherare il loro risentimento e la loro rabbia verso il mondo, ma non è un meccanismo sano di gestire la propria ansia." affermò. "Ma... questa lezioni le possiamo rimandare a quando sarai di nuovo nel mio orfanotrofio. In questo momento... abbiamo dei problemi ben più importanti a cui pensare."

La macchina PULSE si attivò in quel momento, e i rimasugli dei mobili che erano stati buttati all'aria poco prima vennero sollevati in aria da qualche forza invisibile e risucchiati in una specie di vortice, per poi essere scagliati in giro con una violenza inaspettata! Appena in tempo, la Magnezone di Zel reagì usando un preciso e potente attacco Cannonflash, sparando dal suo occhio principale un raggio di energia argentato che intercettò i detriti a mezz'aria e li ridusse in trucioli inoffensivi.

"Ecco, ne avete appena avuto una dimostrazione." commentò il misterioso scienziato del Team Meteora, parlando con la voce maschile dal tono borioso di Zero. "La macchina PULSE è fuori controllo, e non abbiamo modo di avvicinarci per riportare Abra sotto il nostro controllo."

"Ah. Dunque c'è un Abra là dentro." commentò Pietro con un'alzata di spalle. "Adesso provate a trasformare anche i Pokemon che non si sono evoluti, eh?"

Zel storse il naso irritato. "Le tue domande ironiche sono fuori luogo, ragazzo, soprattutto se consideri che questi potrebbero essere gli ultimi momenti di vita di tutti noi..."

Improvvisamente, Zel si diede uno scapaccione su una tempia, e il controllo passò di colpo alla sua personalità più mite, Lumi... che non sembrava nemmeno lei essere dell'umore giusto per le mezze misure. "Zero... questo non è il momento di disprezzare questi ragazzi! Potrebbero essere l'unica speranza sia per noi che per il povero Abra!"

"Ma di cosa state parlando? Che sta succedendo qui?" chiese Ritchie, cominciando ad irritarsi. La Ninetails di Charlotte e il Krookodile di Fern fissarono con sospetto gli scagnozzi del Team Meteora lì riuniti, e il piccolo Sparky caricò di nuovo le guance pronto a far partire un'altra scarica elettrica nel caso il nemico avesse cercato di fare qualche brutto scherzo.

"Pika pikachu?" chiese Sparky inquadrando il Raichu del dottore. La versione evoluta di Pikachu scosse una mano per dire che non aveva intenzione di combattere e che potevano fidarsi di lui e del suo allenatore.

"Rai! Rai raichu..." affermò, con grande sorpresa di sparky, che drizzò le orecchie come se avesse sentito qualcosa di incredibile.

"Pikachu?"

"Quello che noi vi chiediamo adesso... è di fermare quell'Abra, prima che la comandante suprema arrivi e trovi tutta questa confusione." continuò Connal.

Il gruppo di Ritchie rimase senza parole davanti all'improvvisa rivelazione di una comandante suprema... e anche l'arrogante Fern e l'apatica Florinia mostrarono dei chiari segni di sgomento. "Cos...? Hey, hey, hey! Un momento, gente, un momento... mi sono persa qualche puntata, per caso?" chiese Julia, muovendo freneticamente le mani davanti a sè. "Come sarebbe a dire 'comandante suprema'? Non era Lord Solaris il capo di questa baracca?"

"LO era... fino a un paio di anni fa, più o meno." continuò Zel con la voce di Eve. Magnezone alzò gli occhi al cielo e fece girare un po' le sue mani-magnete in segno di rassegnazione. "Ma poi è stato sconfitto in una lotta di Pokemon da Lin, che ne ha preso il posto. Adesso è lei che comanda il Team Meteora con il pugno di ferro... e se dovesse scoprire che voi siete qui, e che il progetto PULSE-Abra non ha avuto successo... beh, mi basti dire che molto presto, tutti voi desidererete non essere mai nati."

"Nine?" chiese la Ninetales di Charlotte.

"Quello che conta, in questo momento... è che voi siete gli unici in grado di fermare il PULSE-Abra e salvare il salvabile!" continuò Zel con la voce di Zero. "Noi del Team Meteora non siamo in grado di avvicinarci... PULSE-Abra ci teletrasporta lontano prima che noi possiamo fare qualsiasi cosa."

Quasi a voler dimostrare quello che diceva lo scienziato dalla personalità multipla, la macchina PULSE si attivò di nuovo, brillando di luce azzurra... e Zel venne sollevato da dove si trovava tramite telecinesi, poi scomparve... e riapparve un attimo dopo, solo per essere scaraventato sul terreno, dove andò a sedersi con un grugnito di disappunto. "Ecco. Esattamente quello che volevo dire."

"E quindi... voi vorreste che noi fermassimo questo PULSE-Abra in modo che voi non vi mettiate nei guai con questa... Lin?" chiese Ritchie con evidente sospetto. "Non so neanche che cosa sia questo... PULSE di cui parlate!"

"Quello... te lo spiegheremo più tardi." affermò Cain. "Per il momento... non credo che abbiamo molta scelta, in effetti. Dobbiamo fermare quella macchina PULSE e liberare l'Abra che è imprigionato là dentro."

"Questa unità ritiene che sia la decisione migliore." commentò Florinia.

"Pika pikachu, pika!" esclamò Sparky dicendo di sì con la testa.

Ritchie guardò il suo starter che lo osservava come per convincerlo a fare come dicevano tutti gli altri... e poi fissò nuovamente la macchina PULSE, che mandava delle luci inquietanti tutt'attorno. Il Pokemon al suo interno continuava a ribellarsi al controllo del Team Meteora...

"CRedo... che a questo punto non ci sia altra possibilità." affermò il ragazzino di Kanto. "Se questa Lin è davvero temibile come dicono... temo che collaborare con il Team Meteora, almeno per il momento, sia l'unico modo per salvarci."

"Bene. Mi fa piacere che almeno su questo, siete disposti ad usare il cervello." rispose Connal. "Allora, vediamo un po' cosa sapete fare contro quel PULSE-Abra."

Con prudenza, Ritchie cominciò a muoversi verso il macchinario, che continuava ad emettere strani rumori... e il resto del gruppo si piazzò dietro di lui, pronto ad intervenire in caso di bisogno. Un suono acuto e penetrante riecheggiò nella stanza, e Ritchie e Sparky fecero un passo all'indietro, temendo che il Pokemon imprigionato stesse per attaccarli. Per fortuna, quella reazione di allarme durò solo per un momento prima che la macchina si quietasse.

"Okay... credo che sia il caso di andarci piano." disse Ritchie. "Sparky... puoi tentare un attacco Tuononda, tanto per fare un primo approccio?"

"Pika!" esclamò il Pikachu con il ciuffo. Con uno squittio acuto, il Pokemon Elettro scagliò una debole scarica energetica che attraversò il terreno e colpì la macchina PULSE. L'effetto fu istantaneo, e numerose spie sulla superficie del macchinario infernale si illuminarono freneticamente, segnalando un'anomalia.

"Attento, Ritchie! Non ho la più pallida idea di cosa possa fare quell'aggeggio!" lo avvertì Charlotte. Lentamente, la macchina tornò alla normalità, e le luci che si erano accese su di essa si spensero... ma Zel e il Dr. Connal immaginavano che era solo l'inizio del vero incubo.

"Adesso... se non sbaglio, è il momento in cui quell'affare fa uscire il Pokemon, e questo viene trasformato..." disse Cain. Con un cigolio sinistro, un portellone sul lato della macchina si aprì, e rivelò il Pokemon che era stato racchiuso al suo interno - un piccolo umanoide che ricordava un po' una volpe, due orecchie corte ed occhi che restavano chiusi. Sembrava indossare un'armatura con due spalline ed una piastra frontale, e aveva tre dita per ogni mano e piede. Aveva inoltre una coda abbastanza spessa, dello stesso colore oro del resto del suo corpo.

"Eccolo... stai attento, Sparky, non ho idea di cosa succederà adesso..." affermò Ritchie. Il Pikachu con il ciuffetto si mise in guardia e fece un cenno con la testa, mentre il piccolo Abra si alzava in piedi con lentezza ma anche con decisione. Il Pokemon Psico voltò la testa da una parte all'altra, e per un attimo Ritchie e Sparky ebbero l'impressione che fosse soltanto confuso e non avesse idea di cosa fare o di dove si trovasse.

Ma Abra non perse tempo a contraddire qusta impressione iniziale.

Con un inquietante suono di metallo strappato, i tubi che collegavano Abra alla macchina andarono in pezzi sotto l'inarrestabile pressione di una scarica di energia mentale che il Pokemon Psico emanò dal suo piccolo corpo... e i ragazzi furono costretti ad indietreggiare per evitare di essere colpiti dai frammenti di metallo contorto che Abra scaraventò tutt'attorno a sè. Ora non più trattenuto, Abra si sollevò in aria e puntò le braccia verso il soffitto... e nello stesso momento, una colonna di energia azzurra si sollevò dal terreno e inghiottì in parte la macchina PULSE, illuminando l'intera stanza! Le macerie che infestavano il laboratorio vennero sollevate da terra da una forza invisibile e conversero verso Abra, per poi cominciare a roteare attorno a lui come un ciclone soprannaturale!

"Restate indietro!" esclamò il Dr. Connal, facendo diversi passi indietro, con il camice che fluttuava pericolosamente nel vento soprannaturale che il Pokemon Psico aveva creato. La Ninetales di Charlotte si piazzò davanti al gruppo e usò un attacco Ondacalda, sollevando le sue code come la ruota di un pavone, e poi scagliando una fiammata enorme contro una massa di detriti che si dirigevano su di loro come una raffica di proiettili.

"Phew... bel colpo! Grazie, Charlotte... grazie, Ninetales!" affermò Pietro tirando un sospiro di sollievo, mentre il suo Rhydon proteggeva Florinia offrendo la schiena ad un'altra pioggia di pezzi di roccia e metallo. Ritchie e Sparky riuscirono in qualche modo a mantenere l'equilibrio sotto la pressione del vento, e videro che Abra stava cominciando a cambiare forma: una massa di energia dall'aspetto minaccioso si stava raccogliendo attorno alla testa e alle braccia del piccolo Pokemon... e sotto gli occhi increduli di Ritchie e Sparky, l'energia si condensò attorno a lui, e si trasformò in una sorta di futuristica armatura di metallo composta da un elmetto grigio con uno spuntone acuminato sulla fronte e un visore nero davanti agli occhi; un paio di spalliere e di piastre d'acciaio sugli avambracci, sulle quali luccicavano delle spie luminose; e una piastra di armatura sul torace, a cui centro si trovava una sorta di gemma rossa luminosa dalla quale si dipartivano degli impulsi energetici sotto forma di luci che si diramavano attraverso il corpo della piccola creatura. Ma la cosa più terrificante era senza dubbio quell'invisibile aura psichica che aleggiava attorno alla creatura, provocando delle distorsioni nell'aria e dando al PULSE-Abra un aspetto soprannaturale e quasi alieno. Ritchie aveva l'impressione che il Pokemon mutato fosse qualcosa che non apparteneva al mondo e che non sarebbe dovuto esistere...

"Questo... sarebbe il PULSE?" esclamò Ritchie. "Che... che cosa ha fatto a quell'Abra?"

"Nulla di buono, questo è certo..." rispose Julia, mentre cercava in qualche modo di evitare gli oggetti che ancora fluttuavano nella stanza. "State attenti, tutti quanti! Credo che stia per attaccare..."

Il visore di PULSE-Abra si illuminò, e improvvisamente, la luce azzurra che permeava la stanza cambiò colore, passando ad un cupo rosso sangue! Sparky emise uno squittio di allarme, e PULSE-Abra si sollevò ancora di qualche centimetro in aria, e accumulò attorno a sè un'aura di energia a dir poco terrificante...

"Oh, no..." mormorò Ritchie, per poi gridare a squarciagola un allarme. "Presto, toglietevi tutti da davanti a lui! Sta per scagliare un Iper Raggio!"

"Aaaaaabraaaaaa!" strillò il Pokemon mutante. La sua voce era stridula e sgradevole, e sembrava che altri Pokemon stessero gridando assieme a lui, in leggera disarmonia... e il resto del gruppo, seguendo l'avvertimento del ragazzino di Kanto, si tolse di mezzo e si mise al riparo in un attimo di pura concitazione. Mezzo secondo dopo, l'energia che aveva condensato attorno a sè si sprigionò in un enorme raggio di luce bianca che PULSE-Abra scagliò dalle mani con un boato dirompente!

Appena in tempo, Sparky si gettò per terra e si coprì la testa con le mani, e il gigantesco raggio di energia, addirittura più grande di PULSE-Abra stesso, proseguì il suo tragitto e aprì un enorme buco nella parete del laboratorio, per poi continuare la sua corsa distruggendo tutto ciò che si trovava sulla sua traiettoria! Finalmente, dopo aver devastato un'intera ala del nascondiglio del Team Meteora, l'Iper Raggio sfondò una fiancata della montagna e proseguì la sua corsa fino ad esaurirsi in cielo... e non appena fu sicuro che il pericolo fosse cessato, Ritchie aprì lentamente gli occhi e si azzardò a rialzarsi, trovandosi davanti il terrificante spettacolo di ciò che restava del laboratorio...

"Mamma mia... qualcuno l'ha preso il numero di targa di quello space shuttle che è passato appena adesso?" Cain sfoderò una delle sue battute, ma dal tono si poteva capire facilmente che era stupefatto e spaventato come tutti gli altri.

Parte del soffitto era crollata, coprendo il pavimento della stanza di polvere e detriti, e sul muro dietro il gruppo di Ritchie era stato aperto uno squarcio dai bordi bruciati, frastagliati e ancora fumanti, abbastanza grande da farci passare facilmente un automobile.

Incredibilmente, la macchina PULSE era rimasta quasi intatta, a parte alcune lamiere surriscaldate... ma il Pokemon che era stato da poco liberato da essa sembrava avere il fiatone: anche se non si poteva vedere il suo volto a causa dell'elmetto che portava, la postura faceva capire che stava riprendendo fiato.

"Che... potenza immane..." mormorò Pietro. "Questo... questo è il potere di un Pokemon corrotto dal PULSE..."

"Se... devo essere sincero... nemmeno io credevo che il PULSE fosse capace di tanto..." affermò Zel con la voce di Zero. Tra sè e sè, lo scienziato del Team Meteora aggiunse qualcosa. "Maledizione, comandante suprema Lin... anche questo fa parte dei suoi piani? Anche noi non siamo niente di più che pedine sulla scacchiera, marionette a cui lei tira i fili..."

"Adesso, presto! Il PULSE-Abra avrà pur bisogno di un po' di tempo di cooldown prima di attaccare di nuovo!" esclamò Julia.

"Giusto!" Ritchie si riscosse dal suo momento di paura, in modo da approfittare di quei momenti in cui PULSE-Abra si doveva ricaricare. "Presto, Sparky, colpiscilo con un attacco Tuono!"

Il Pikachu con il ciuffo si caricò quanto più possibile, e prese la mira contro il Pokemon mutante. "Pika! Pika pika... CHUUUUU!" esclamò, per poi sprigionare una dirompente scarica elettrica che descrisse uno spettacolare arco sopra di lui, e colpì PULSE-Abra dall'alto, esattamente come un fulmine! Il Pokemon corrotto dal PULSE emise un altro dei suoi versi cacofonici ed agghiaccianti, e cercò come poteva di proteggersi alzando una barriera di energia psichica attorno a sè, ma il colpo di Sparky era troppo potente perchè riuscisse a difendersi del tutto.

"Aaaaaabraaaaa... aaaabraaaaa!" stridette, per poi arretrare di qualche passo e concentrarsi il più possibile e cercare di respingere la scarica elettrica che lo percuoteva. Con uno sforzo non indifferente, PULSE-Abra riuscì a sottrarsi all'attacco Tuono di Sparky, e si rimse in guardia, ma venne colpito da un altro attacco che non si era aspettato.

"Tsk... pensate che sia lui l'unico a poter combattere contro un Pokemon PULSE? Vi faccio vedere io come si fa!" esclamò Fern. "Krookodile, colpiscilo con Sgranocchio!"

Colti di sorpresa dalla mossa di Fern, Ritchie e Sparky non poterono fare altro che restare a bocca aperta quando il Pokemon gaviale si lanciò verso il PULSE-Abra e, prima che quest'ultimo potesse difendersi, mandò a segno un poderoso morso, facendo scattare le mascelle come una mostruosa tagliola. PULSE-Abra stridette di nuovo per il dolore e la sorpresa, e cominciò a dibattersi furiosamente per cercare di liberarsi... ma per fortuna di Fern e Krookodile, la mutazione non sembrava aver migliorato in alcun modo la scarsa prestanza fisica di un tipico Abra.

"Fern? Fern, che stai facendo? Attaccare a testa bassa questo Pokemon senza pensare a quello che fai... potrebbe essere pericoloso!" lo avvertì Ritchie.

"Consigliata ritirata strategica." disse Florinia.

Ma Fern non mostrò alcuna intenzione di seguire i loro consigli. "Tsk... di cosa avete paura? Tanto, un Pokemon Buio come il mio Krookodile è immune agli attacchi Psico. Avanti, Krookodile, stringi di più!"

Fern aveva sottovalutato il suo avversario. Con conseguenze nefaste.

"AAAABRAAAAA!" il Pokemon mutato dal PULSE cominciò a brillare nuovamente... e una sorta di terzo occhio fatto di luce bianca si aprì sulla fronte del suo elmetto. Poi si concentrò per un istante... e scagliò un potente attacco Psichico che, in maniera del tutto inaspettata, travolse il Krookodile di Fern e lo costrinse a mollare la presa, prima di scaraventarlo addosso ad una console danneggiata. Il Pokemon Minaccia si accasciò con un grugnito incredulo contro ciò che rimaneva dei comandi, e restò lì stordito per diversi secondi, prima di rialzarsi scuotendo il capo... e Fern sgranò gli occhi e strinse i denti, furioso ed esterrefatto.

"Per rispondere alla domanda che stai per fare." disse Florinia senza un briciolo di partecipazione. "La mossa usata dal PULSE-Abra prima di Psichico si chiamava Miracolvista. Tale manovra permette alle mosse di tipo Psico di danneggiare gli altrimenti impervi Pokemon Buio."

"Ugh... me ne sono accorto, Flobot, grazie tante!" ringhiò Fern, ripresosi dal suo stupore. "E voi, cosa state là a fare? Datemi una mano, no?"

"Come se stesse facendo tutto lui... però ha ragione, è meglio darsi da fare." commentò Pietro. "Avanti, Rhydon, usa il tuo attacco Battiterra sul PULSE-Abra!"

"Ninetales, attacca con Fuocofatuo!" esclamò Charlotte. Con un grugnito, il Rhydon di Pietro pestò un piede a terra e scagliò un'ondata sismica contro il nemico mentre quest'ultimo sembrava occupato a rimettersi in guardia. Ma era soltanto un'impressione - PULSE-Abra si spostò di colpo ed evitò l'attacco Battiterra, solo per ritrovarsi sulla traiettoria del Fuocofatuo di Ninetales, e una raffica di fiammelle fatate lo raggiunse e surriscaldò la corazza che indossava, provocandogli una scottatura. "Haha! Bel colpo, Ninetales! In questo modo, si indebolirà man mano."

"Per metterlo ancora più in difficoltà..." disse Florinia, mentre mandava in campo un altro Pokemon lanciando la Pokeball con un gesto noncurante. "Prego, Torterra... attacca con Parassiseme."

Il possente Pokemon Erba/Terra, simile ad un'enorme testuggine con un alberello che cresceva sul suo guscio, apparve accanto Sparky, e senza perdere tempo scagliò una raffica di semi addosso al PULSE-Abra, ricoprendolo di piante rampicanti che cercarono subito di succhiare la sua energia...

"Tutta una perdita di tempo." commentò Zel, parlando con la voce di Eve. "L'abilità speciale di PULSE-Abra è Magicscudo."

"Cosa?" fu la risposta di una sorpresa ed irritata Charlotte. "Adesso ce lo dice!"

Purtroppo, la verità delle parole di Eve apparve chiara: nonostante la scottatura, PULSE-Abra non perdeva di vigore, e i rampicanti creati da Parassiseme cercavano senza successo di fare presa sulla sua corazza.

"Heh... bella cavolata che avete fatto." affermò Fern. "Se lasciavate fare a me..."

"Sì, abbiamo visto che bel risultato che hai ottenuto." tagliò corto Julia alzando gli occhi al cielo. "Ora... se abbiamo finito di litigare tra noi, perchè non pensiamo a fermare questo Abra impazzito, please?"

"Ci stiamo già pensando." disse Ritchie. "Forza, Sparky, usa Flash! Vieni, Zippo, abbiamo bisogno anche del tuo aiuto!"

Il Pikachu con il ciuffo si rimise in guardia e, vedendo che PULSE-Abra stava già cercando di caricare un altro attacco, sprigionò un lampo di luce che lo abbagliò per qualche secondo e lo costrinse ad indietreggiare. Nello stesso momento, Ritchie mandò in campo il suo Charizard, che non perse tempo e si librò immediatamente in volo con un ruggito di battaglia. "CHAAAARRRRR!"

"Wow, che forza! Un Charizard! Io adoro questo tipo di Pokemon!" esclamò Charlotte in visibilio. "Forza, Ninetales, diamogli una mano! Usa Giornodisole!"

"Nine..." affermò la volpe a nove code. Volteggiò elegantemente su sè stessa, e aprì le sue code a ventaglio, un attimo prima che una pioggia di raggi di sole invadesse la stanza semidistrutta, e Zippo guardò Ninetales in segno di ringraziamento e poi usò un attacco Lanciafiamme, scagliando contro PULSE-Abra una enorme fiammata. Il Pokemon corrotto si difese alzando una barriera energetica che lo avvolse del tutto, e riuscì a reggere alla pressione delle fiamme per diversi minuti... ma alla fine, Zippo ebbe la meglio, e il suo Lanciafiamme infranse lo scudo e travolse l'avversario. Sparky aggiunse qualcosa di suo, caricandosi per un attimo prima di sprigionare un attacco Fulmine che investì PULSE-Abra, inghiottendolo in un mare di fuoco e fulmini!

"Wow, questo sì che lo definirei... favoloso!" affermò Cain, il cui Nidoking era già uscito e pronto alla lotta. "Un bel colpo davvero, ragazzo mio!"

"Grazie, Cain..." affermò Ritchie, tirando un sospiro di sollievo e aggiustandosi il berretto. "Ma... ho paura che non sia ancora finita. Se così fosse, Zippo e Sparky non avrebbero fatto tanta fatica."

I due Pokemon, in effetti, non si erano aspettati che il loro attacco si rivelasse decisivo... e quindi, non vennero colti di sorpresa quando, una volta che il fumo si fu diradato, la piccola ma minacciosa figura di PULSE-Abra apparve e ricominciò a fluttuare verso di loro. Sparky e Zippo si rimisero in guardia, e i Pokemon del resto del gruppo - a cui ora si era aggiunta la Zebstrika di Julia - si prepararono a sostenere un altro scontro con quell'Abra potenziato...

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In tutto questo, Simone era rimasto in disparte, appena fuori dalla stanza, a guardare con un misto di incredulità ed orrore quello che stava succedendo. Aveva già sentito parlare in termini scioccanti del potere di un PULSE-Pokemon, ma quello che riusciva a vedere da lì... andava oltre ogni sua immaginazione!

"Non... non posso... crederci... era... era per questo... che tutti noi stavamo... combattendo?" boccheggiò la giovane recluta. "Con... con questa cosa abominevole... il Team Meteora... vorrebbe purificare il mondo? Tara... e tutti i nostri compagni... loro... loro sono morti... per questo? Per questa... mostruosità? Non è possibile... tutto quello che abbiamo fatto..."

La giovane recluta si sedette sul terreno, ancora incapace di credere ai suoi occhi e alle sue orecchie. La morte di Tara aveva già avuto effetti devastanti sul suo spirito... ma vedere di persona quello che il Team Meteora stava facendo, la realizzazione di tutto l'orrore di cui erano capaci, aveva infranto definitivamente ogni illusione che Simone poteva avere sulla giustizia della loro causa. Simone non potè fare altro che restare seduto sul terreno, senza quasi più la forza di rialzarsi, e fissare con sguardo perso la battaglia che il gruppo della resistenza stava sostenendo contro lo Abra mutante. Il Pokemon corrotto dal PULSE si era ripreso in vantaggio, e aveva colpito Zippo e la Ninetales di Charlotte con un poderoso attacco Psichico, scaraventando via i due Pokemon Fuoco con un semplice pensiero concentrato su di loro! Il Krookodile di Fern intervenne, mettendo a segno un attacco Battiterra che fece incespicare il Pokemon Psico... ma PULSE-Abra si riprese in fretta e tornò all'attacco...

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Con uno schianto fenomenale, lo Steelix gigante infranse il pavimento rinforzato della base del Team Meteora, scuotendo l'intero complesso e facendo cadere numerosi macchinari e mobili. Saphira, ben aggrappata al dorso del gigantesco serpente d'acciaio, si spazzò via la polvere dal vestito e fece cenno alla creatura di abbassarsi, poi saltò giù e cominciò a dare un'occhiata alla stanza in cui erano riemersi. Sembrava una sorta di magazzino, a giudicare dalle casse sparse qua e là... ma nulla di tutto questo le interessava, in questo momento. Quello che davvero le importava era ritrovare le Pokeball di Noel ed Anna, e possibilmente anche la tiara di Anna... ma quella era sicuramente da un'altra parte, probabilmente ancora in possesso di quel comandante del Team Meteora che l'aveva rubata...

"Aspetta un istante, Steelix, vado a dare un'occhiata in giro..." disse Saphira, cominciando poi a cercare tra gli scaffali e i mobili ribaltati dal movimento della terra. La sua attenzione venne rapidamente attratta da un gruppetto di Pokeball poste in un contenitore semiaperto, appoggiato su una mensola pericolante. Senza perdere tempo, Saphira andò a raccoglierlo e guardò all'interno... le Pokeball non sembravano essere diverse da molte altre, ma la giovane donna vide che erano state segnate una per una, e che sotto il coperchio del contenitore c'era un bigliettino attaccato... che le identificava come le Pokeball che erano state prese ai prigionieri più recenti...

"Perfetto! Questo è uno!" esclamò Saphira con un cenno della testa. "Ora però devo ritrovare la tiara di Anna... sicuramente ce l'avrà quella carogna del Team Meteora che l'ha rubata... beh, in questo caso, credo che sia il caso di farlo uscire allo scoperto, e so anche come!"

Tenendosi strette le Pokeball dei due bambini, Saphira corse verso Steelix e montò di nuovo sulla sua groppa, tenendosi stretta ad uno spuntone metallico. "Okay, Steelix. Adesso è il momento di prenderci la nostra vendetta sul Team Meteora. Sei pronto? Stai attento a non esagerare, però... i nostri compagni sono ancora qui, e devono avere il tempo di uscire!"

"STEEEEELIX!" ringhiò il gigantesco Pokemon Terra/Acciaio, per poi ritirarsi rumorosamente nella stessa galleria che aveva scavato, portandosi dietro una Saphira più decisa che mai...

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"ABRRRRRAAAAAA!" La voce stridula e dissonante di PULSE-Abra fece tremare i muri, e il Pokemon Psico sprigionò dal proprio corpo una dirompente aura di luce rosata che si espanse rapidamente attorno a lui e travolse i Pokemon che si trovavano sulla sua strada, scaraventandoli a terra! Il Krookodile di Fern e il Nidoking di Cain rimasero a terra privi di sensi, ma Sparky, che era riuscito ad evitare il grosso dell'attacco rifugiandosi dietro una scrivania, emerse di colpo e scagliò un attacco Fulmine contro l'Abra mutato, colpendolo ma senza fargli troppi danni. Il Dr. Connal e Zel intervennero mandando in campo due dei loro Pokemon - Raichu e Vaporeon, che sferrarono due attacchi in simultanea.

"Raichu, attacca quel Pokemon con Comete!" ordinò il medico criminale.

"Rai, raichu!" esclamò Raichu, facendo un cenno di assenso prima di far volteggiare la coda in aria e scagliare contro PULSE-Abra una raffica di stelle luminose che lo centrò in pieno, facendogli qualche danno.

"Vaporeon, tu continua usando un attacco Bollaraggio!" ordinò Zel. La Eevolution acquatica scagliò una raffica di bolle contro PULSE-Abra, e riuscì a bloccare per un attimo i suoi movimenti, e a far smorzare la dirompente aura di energia mentale che lo circondava.

"Effettivamente mi sembra che adesso si stia indebolendo." affermò il Dr. Connal. "Ma fermare un Pokemon mutato dall'energia PULSE... non è tanto facile."

"Lo vediamo... dobbiamo fare di più se vogliamo sconfiggerlo." fu la risposta di Pietro. Fern strinse i denti e afferrò la Pokeball del suo Roselia, pensando a come fare per riequilibrare la sua posizione... e gettando uno sguardo rabbioso ed invidioso a Ritchie, Zippo e Sparky. Non bastavano Vera e i suoi amichetti di Hoenn a fargli ombra... adesso ci si metteva anche quell'intruso di Kanto? Da quando erano arrivati loro, la fama che si era fatto di promessa delle battaglie di Pokemon era stata offuscata dalla loro abilità... chi credevano di essere, per arrivare lì a Reborn e comportarsi come se fossero degli allenatori veterani? Tra l'altro, credendo di poterli aiutare a fermare il Team Meteora, quando loro non sapevano nulla di Reborn e della sua storia...

Certo, Fern non aveva una gran simpatia per il Team Meteora. Tuttavia... se si fermava e ci rifletteva un po' su, quello che facevano non era del tutto insensato. Cosa immaginavano di fare, i suoi compagni della Resistenza, quando tutto fosse finito? Ammesso e non concesso che sconfiggere il Team Meteora fosse possibile. Da come si stava mettendo, cominciava ad avere il sospetto che la resistenza stesse combattendo una battaglia che non potevano vincere in alcun modo. Avevano ottenuto un po' di vittorie... ma Fern cominciava a credere che si trattasse soltanto di qualcosa di momentaneo.

PULSE-Abra stridette di nuovo, e cominciò a caricarsi, interrompendo i pensieri di Fern. Il Pokemon Psico aveva terminato il periodo di cooldown, e stava caricando un altro Iper Raggio...

"Attenti... si sta caricando di nuovo! O lo fermiamo prima... o dobbiamo trovare un riparo in tempo!" affermò Cain.

"Ora ci provo." disse Julia. "Zebstrika, attacca con Pestone, prima che possa caricarsi del tutto!"

"Rhydon, colpiscilo con Fuocopugno!" ordinò Pietro.

"Torterra. Usare Sgranocchio." disse Florinia.

La zebra elettrica agì per prima, coprì in un lampo la distanza che la separava da PULSE-Abra e mise a segno un attacco con uno zoccolo, che fece barcollare il Pokemon mutato e lo rallentò di un paio di secondi, quel tanto che bastava a Rhydon e Torterra per mettere a segno i loro attacchi. Rhydon sollevò un braccio e colpì con un poderoso pugno infuocato, poi Torterra intervenne e mise a sua volta a segno un attacco Sgranocchio che lasciò il PULSE-Abra barcollante e stordito. L'energia che stava accumulando per scagliare un altro Iper Raggio si disperse, ma il nemico non restò fermo a lungo, e rispose con un attacco Neropulsar - chiuse le mani davanti a sè e sprigionò un'ondata di energia oscura sotto forma di una raffica di cerchi neri che si espansero rapidamente dal suo corpo. Zebstrika, Rhydon e Torterra vennero colpiti e scagliati via... e quando l'attacco cessò Rhydon era a terra privo di sensi, mentre gli altri due Pokemon sembravano in procinto di cedere.

"Strika..." mormorò Zebstrika. Riuscì a rialzarsi e guardò con determinazione PULSE-Abra, ma sentiva che le forze le venivano meno...

"Zippo, Sparky, di nuovo. Tenetelo sotto pressione... Turbofuoco e Ondashock!" esclamò Ritchie. Il possente Charizard scagliò un vortice di fuoco dalle fauci e cercò di intrappolare PULSE-Abra al suo interno, ma il piccolo Pokemon corazzato si teletrasportò a breve distanza e riuscì ad evitare il colpo. L'attacco Ondashock di Sparky lo colpì nel momento in cui riapparve, ma non riuscì a fare più di tanto...

"Pika pika..." disse Sparky scuotendo la testa. La situazione si stava aggravando sempre più... e PULSE-Abra approfittò del momento per incanalare energia per la terza volta.

Ritchie e gli altri si ritirarono e cercarono di pensare rapidamente ad una soluzione... quando l'altra porta di ingresso del laboratorio venne colpita da qualcosa di poderoso e buttata giù con uno schianto assordante, rivelando il Blaziken e la Blastoise di Vera schierati dietro di essa! Subito dopo, Ritchie vide arrivare anche Vera, i suoi compagni, e diversi dei loro Pokemon... anche Laura e la sua Lilligant erano lì, e anche il comandante Sirius, Astro ed Eclisse...

"Vera!" Esclamò Ritchie. "Ragazzi, ci siete anche voi!"

"Già... pare che non abbiamo più tanto tempo." affermò la ragazzina aggiustandosi la bandana. Con un agile balzo, Blaziken entrò nella stanza e indicò il PULSE-Abra che si stava ancora caricando...

"Blaziken!" esclamò allarmato.

Hitomi fece un cenno con la testa, e anche lei e il suo Walrein si tennero pronti a combattere. "Il grande capo di questi farabutti sta per arrivare." disse freddamente la bambina. "Vediamo di calmare questo Abra, e poi tagliamo la corda."

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CONTINUA...

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Capitolo 56
*** L'arrivo di Lin ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 56 - L'arrivo di Lin

Mentre la battaglia con il PULSE-Abra al piano superiore continuava senza esclusione di colpi, i pochi membri del Team Meteora rimasti nella base segreta stavano cercando in qualche modo di mantenere una parvenza di funzione, anche se non certo di normalità. Tutti quelli che erano ancora in condizioni di farlo stavano verificando le condizioni degli strumenti, e cercavano di tenere d'occhio quello che stava accadendo... ma la confusione provocata da Vera e dal suo gruppo, assieme ai terremoti che sempre più spesso, e con sempre più violenza, scuotevano quello che era rimasto della base segreta rendevano difficile qualsiasi operazione. Una nuova scossa, rapida ed improvvisa, fece ballare una sala di controllo, e fece cadere un lampadario che precipitò su un terminale computerizzato in una pioggia di scintille.

"Maledizione... ma che sta succedendo?" esclamò una recluta femminile dell'organizzazione terrorista, guardando con rabbia e paura ciò che restava del terminale semidistrutto. "Cosa sono questi terremoti? E cosa diamine stanno facendo i nostri superiori, là sopra?"

"Non ne ho idea... l'ultima cosa che ho sentito dire è che stavano arrivando quegli impiastri della resistenza... e che la comandante suprema sarebbe venuta a controllare di persona come sta andando la nostra ultima macchina PULSE..." affermò un'altra recluta. "Se volete la mia, io spero di essere quanto più lontano possibile quando arriverà..."

"Il dottore e Zel non sono ancora riusciti a controllare quell'affare..." aggiunse un'altra recluta. "E intanto noi siamo qui che dobbiamo fare il nostro lavoro malgrado tutto quello che sta accadendo."

Come per dare enfasi alle sue parole, un'altra scossa sismica colpì il laboratorio, con una tale foga che la maggior parte dei presenti venne scaraventata a terra con un collettivo grido di paura e sorpresa. Gli uomini del Team Meteora cercarono di aggrapparsi alle prime cose che capitavano loro sottomano, spesso con il solo risultato di essere trascinati a terra assieme ad esse... e questa volta, il terremoto non si quietò dopo pochi istanti, ma aumentò di potenza e di intensità con un rombo terrificante, come se qualcosa di immenso si stesse avvicinando scavando sottoterra con velocità inumana.

"Ah! E... e questo cosa... sta... sta arrivando qualcosa! Qualcosa di enorme! Ma che diavolo..." esclamò spaventata una recluta...

Un attimo dopo, il pavimento si sollevò letteralmente in aria e scaraventò a terra quelle reclute che si trovavano entro alcuni metri di raggio! Una forma colossale, grondante di terra e polvere, fece irruzione nella sala, cogliendo le reclute completamente di sorpresa e disperdendole... e quando il polverone si fu posato, gli agenti del Team Meteora restarono congelati dal terrore davanti alla mastodontica figura di uno Steelix di dimensioni eccezionali che emergeva da una galleria scavata proprio sotto di loro, con una figura umana dai capelli multicolore in groppa su di esso, ben piazzata dietro la nuca del serpente d'acciaio.

"STEEEEEEL!" tuonò il Pokemon Acciaio/Terra, con un ruggito talmente fragoroso da mandare in pezzi i vetri e far tremare le pareti! Gli uomini del Team Meteora rimasero congelati dov'erano, talmente spaventati da non avere neanche la presenza di spirito di afferrare le loro Pokeball - e del resto, pensavano molti di loro, a cosa sarebbero potute servire contro Saphira, la più forte allenatrice della resistenza, e uno Steelix di quelle dimensioni?

"Che nessuno si muova." intimò Saphira, giusto per far capire agli uomini del Team Meteora in che posizione si trovavano. "Nessuno faccia scherzi, o non garantisco per le loro vite!"

Con un agile balzo, la giovane donna smontò dalla groppa di Steelix, e si diresse con passo sicuro verso uno dei pochi terminal ancora funzionanti. Con uno spintone, scacciò la recluta che era rimasta paralizzata dal terrore davanti alla tastiera del terminale, e cominciò a premere dei tasti a caso - certo, sarebbe stata lei la prima ad ammettere che di queste diavolerie tecnologiche ci capiva poco o niente. La fortuna fu dalla sua parte, e la giovane donna vide accendersi sullo schermo una mappa della zona circostante, sulla quale lampeggiavano diverse spie rosse che indicavano sicuramente qualcosa di importante. Con una rapida occhiata, Saphira appurò che la più grande di queste spie era in prossimità dei laboratori dei piani superiori, dove molto probabilmente si trovavano gli ufficiali di più alto rango. Bene, questo voleva probabilmente dire che il gruppo di Vera stava facendo ilsuo lavoro. Tuttavia, le reazioni sullo schermo indicavano un'enorme emanazione di energia in quello stesso punto...

"Hm... forse Vera e gli altri si sono imbattuti nel PULSE-Abra." affermò la giovane donna. "Bene, questo è un problema in meno da risolvere... ma forse è il caso di andare a dare una mano. Non si sa mai cosa potrebbe accadere con quei dannati PULSE."

Saphira alzò lo sguardo dalla console, e guardò con disdegno il resto del Team Meteora. Sotto lo sguardo feroce di Steelix, i malfattori non avevano osato neanche alzare un dito, temendo che il Pokemon Serpeferro li avrebbe schiacciati come formiche al primo cenno di reazione. "Voi, che cosa state facendo ancora qui? Vi consiglierei di tagliare la corda finchè potete e consegnarvi alle autorità. Lì, direte tutto quello che sapete del Team Meteora, della loro organizzazione e di cosa stanno architettando. E' meglio di quanto meritate, ma non sono nella posizione di badare a queste piccolezze."

"Ugh... accidenti, bella scelta che abbiamo..." mormorò sarcastico uno degli uomini del Team Meteora. Ma tra questa prospettiva, e quella di diventare la colazione di uno Steelix grande come un treno proiettile, non c'era bisogno di riflettere a lungo per scegliere e il mastodontico Pokemon Acciao/Terra scosse la terra ancora per un attimo, in modo che fosse chiaro cosa sarebbe successo di lì a poco. "E va bene... ragazzi, questa base è perduta, e lo saremo anche noi, quando Lin verrà qui e troverà questo caos. Non so voi, ma io preferisco salvare la pelle, se non altro."

"Ugh... razza di traditore! Hai dimenticato il motivo per cui noi del Team Meteora stiamo combattendo?" esclamò indignato un altro dei tizi vestiti di nero, evidentemente un po' più fanatico degli altri.

Steelix corrugò la fronte e scosse il terreno un'altra volta... e questa volta, il malcapitato scagnozzo fece un salto per la paura e si sedette per terra accanto ad un armadietto schiacciato da una trave caduta.

"Se hai voglia di morire qui, schiacciato dai detriti, o mangiato da questo gigante di metallo o dall'Hydreigon della comandante suprema... beh, quelli sono affari tuoi!" rispose prontamente il primo che aveva parlato.

La prospettiva di una fine così rapida ed ingloriosa fu più che sufficiente a convincere lo scagnozzo che fosse nei suoi migliori interessi fare come Saphira aveva suggerito, senza tanti colpi di testa... e nel giro di pochi secondi, i pochi scagnozzi del Team Meteora rimasti stavano abbandonando la sala, portandosi dietro soltanto i loro Pokemon e poco altro. Per quanto potesse dar loro fastidio ammetterlo, quella base era compromessa, e restare ancora sarebbe stato da folli. Saphira restò a guardarli con espressione assassina mentre il laboratorio si svuotava rapidamente, e annuì con approvazione... ma sentir dire che la comandante suprema stava arrivando le fece drizzare le antenne e smorzò un po' la sua sicurezza. Non aveva mai incontrato la comandante suprema del Team Meteora - questa Lin di cui Vera e i suoi compagni avevano sentito parlare da Cal - ma se era in grado di spaventare persino Lord Solaris, era sicuramente un'avversaria estremamente pericolosa. Saphira non era sicura al cento per cento che sarebbe stata in grado di affontarla... ma allo stesso tempo, si trattava di un'occasione fin troppo ghiotta. Se fosse riuscita ad eliminare Lin, il Team Meteora avrebbe subito un colpo da cui non si sarebbe mai più ripreso, e c'erano buone probabilità che potesse addirittura crollare una volta per tutte.

"Una cosa è certa, se questa Lin è davvero temibile come diceva quell'ex-agente, allora io sono praticamente l'unica tra tutti noi che possa affrontarla." disse Saphira. Con un cenno, la giovane donna si rivolse allo Steelix gigante. "Okay, Steelix, distruggi questa stanza. Il Team Meteora non la userà mai più."

"STEEEEEEL!" tuonò il gigantesco serpente d'acciaio. Si sollevò per un breve tratto, e quanto Saphira si fu posta in un luogo sicuro, eseguì una spazzata con il proprio corpo, travolgendo tutto ciò che era rimasto nella stanza come un tornado! Con un frastuono assordante, i terminali, gli armadi e il resto dell'arredamento venne fatto a pezzi e sparpagliato sul pavimento, e Steelix si fermò ad ammirare il risultato del suo attacco con espressione cupa.

"Okay, questa è fatta. Adesso cerchiamo il capo del Team Meteora." affermò Saphira. Ad un altro suo cenno, il mastodontico Pokemon Acciaio/Terra si abbassò e le consentì ancora una volta di salirgli in groppa. "Ottimo, Steelix. Adesso... sistemeremo assieme il Team Meteora, una volta per tutte!"

Steelix emise un acuto stridio metallico e sprofondò nuovamente nella galleria che aveva scavato, diretto verso la loro prossima destinazione...

 

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Il minaccioso PULSE-Abra non sembrava essere impressionato dal numero dei suoi avversari, e vedere Vera, il suo Blaziken e il resto dei loro compagni che facevano irruzione dalla porta non aveva in alcun modo diminuito la sua aggressività. Con uno stridio cacofonico, il piccolo Pokemon Psico corrotto si sollevò in aria, sollevando le corte braccia in aria e raccogliendo un'enorme sfera di energia psichica sopra di sè.

"Attenti, ragazzi, sta per usare un attacco Psicoshock!" esclamò Max. Il suo Gardevoir si piazzò davanti a lui e si caricò per un breve istante, avvolgendosi per qualche istante in un'aura violacea... e quando PULSE-Abra abbassò le braccia, scagliando la sfera di energia mentale con tutte le sue forze, l'elegante Pokemon Psico/Folletto rispose a tono.

"Resta dietro di me, Max." affermò telepaticamente quello che solo pochi mesi prima era stato un piccolo Ralts. "Cercherò di indebolire quell'attacco. Palla Ombra!"

"Grazie, Gardevoir!" esclamò Max nel momento in cui il Pokemon Abbraccio scagliò il suo attacco, sotto forma di una sfera di pura oscurità che sfrecciò verso lo Psicoshock del nemico e lo incontrò a metà strada, iniziando un fragoroso contrasto! Gli occhi di PULSE-Abra si illuminarono furiosamente, brillando di un innaturale colore azzurro che passò rapidamente ad un rosso sanguigno... e il Pokemon mutante mise ancora più forza nel suo attacco, cercando di sopraffare la Palla Ombra di Gardevoir.

"Attento, Gardevoir! Non puoi sperare di contrastare quell'attacco così facilmente..." esclamò Vera, un attimo prima di rendersi conto che non era quello lo scopo dell'elegante Pokemon telepatico. Con un volteggio, Gardevoir creò un'altra Palla Ombra nel palmo di una mano e lo scagliò contro il colpo dell'avversario, in modo da ostacolarlo ancora di più. Gardevoir non perse il ritmo, e scagliò una raffica di colpi contro lo Psicoshock del nemico, riuscendo almeno per qualche secondo a tenerlo fermo.

E quei pochi secondi erano tutto quello di cui Vera e i suoi compagni avevano bisogno.

"Blaze!" esclamò Blaziken con voce acuta e stridente. Vera disse di sì con la testa, e diede ordine di scagliare uno dei suoi attacchi più potenti.

"Okay, Blaziken, è il momento giusto! Usa il tuo attacco Turbofuoco!" esclamò la ragazzina castana. Il galletto kickboxer si caricò per un istante, aprì il becco, e scagliò una fiammata turbinante contro l'avversario, facendola atterrare proprio sotto di lui. Una colonna di fiamme scarlatte si levò di colpo con un ruggito terrificante, e PULSE-Abra si ritrovò d'un tratto circondato da un muro di intense fiammate che gli impedivano di muoversi e di vedere!

"AAAAABRAAAAA???!" stridette il Pokemon Psico. La sua armatura emise delle scariche elettriche, e i suoi occhi ripresero ad illuminarsi ad intermittenza... se qualcuno avesse potuto vederlo, avrebbe forse potuto vedere che l'aura malvagia provocata dall'energia PULSE cominciava ad indebolirsi.

Tuttavia, il Pokemon continuava a resistere ai tentativi di essere liberato. Dopo un istante di esitazione, PULSE-Abra si concentrò di nuovo e richiamò indietro il suo attacco Psicoshock, lasciando che gli attacchi Palla Ombra scagliati da Gardevoir si disperdessero. Con immenso stupore, i ragazzi videro la massa di energia rosata che tornava indietro come una sorta di immenso boomerang e si scontrava con il Turbofuoco di Blaziken! Si sentì un frastuono riimbombante mentre i due attacchi premevano l'uno sull'altro... e dopo alcuni secondi di contrasto, il Turbofuoco di Blaziken e lo Psicoshock di PULSE-Abra si dissolsero a vicenda in una raffica di lampi luminosi che fecero piovere una raffica di scintille su ciò che rimaneva della stanza!

"Cosa? Ma... ma come ha fatto?" esclamò Ritchie con gli occhi sgranati. "Com'è possibile che un Pokemon faccia tornare indietro il proprio attacco?"

"Lilliiii..." affermò la Lilligant di Laura corrugando la fronte.

La sua allenatrice annuì nervosamente. "E' vero quello che dice Lilligant... stiamo pur sempre parlando di un Pokemon corrotto dal PULSE. Non abbiamo idea di quali capacità sia dotato."

"Già... immagino che dobbiamo aspettarci di tutto da questi cosi! Beh, non mi sono mai piaciuti gli imbroglioni, quindi... Ninetales, usa Stordiraggio!" esclamò Charlotte. La volpe a nove code si mise in guardia, aprì le code come un ventaglio e inquadrò PULSE-Abra, per poi investirlo con un'ondata di energia occulta che creò delle guizzanti ombre colorate tutt'attorno ad esso per qualche istante. Questa volta, il Pokemon Psico corrotto cominciò a vacillare come se fosse stato ubriaco, e Charlotte ghignò trionfante. "Sì! Ce l'abbiamo fatta, ragazzi! Io e Ninetales siamo riusciti a confonderlo!"

"Ottimo lavoro, sorellina! Adesso credo proprio che possiamo finire noi il lavoro!" esclamò Laura. "Lilligant, attacca con Introforza!"

"Absol, usa Psicotaglio!" ordinò Drew.

"Walrein, colpiscilo con Geloraggio!" fu l'ordine di Hitomi.

"Usa di nuovo Palla Ombra, Gardevoir!" disse Max.

"Sparky! Caricati al massimo... e poi sprigiona un attacco Tuono!"

"Blaziken, attacca con Lanciafiamme! Questo è il momento giusto!"

Tutti i Pokemon, agendo con incredibile sincronimo, caricarono i loro attacchi migliori e cominciarono a bombardare PULSE-Abra da ogni angolazione possibile! Nonostante la confusione, il piccolo mostro corazzato emise uno stridio indignato e aprì le braccia, creando così un potentissimo scudo di energia attorno a sè. Gli attacchi dei Pokemon avversari si abbatterono con violenza sulla protezione di PULSE-Abra, che intensificò i suoi sforzi per proteggersi e stridette per la rabbia e la frustrazione. Nonostante tutto il suo potere, lo stavano spingendo fino ai suoi limiti... non aveva la possibilità di interrompere la concentrazione sulla barriera per rispondere con un attacco.

"Ab! Absol! Absoooool!" esclamò lo Absol di Drew. Con una serie di rapidi movimenti della testa, il Pokemon Buio scagliò una raffica sempre più intensa di attacchi Psicotaglio contro il nemico, per cercare di sfondare lo scudo.

"Continuate così! Non potrà resistere a lungo!" esortò Gardevoir, vedendo tutti gli allenatori che continuavano ad incitare i loro Pokemon. Anche gli allenatori che in quel momento non erano impegnati nella lotta facevano il tifo, mentre Sirius, il Dr. Connal e Zel restavano in disparte ad osservare speranzosi gli sforzi dei loro avversari.

"In questo momento, l'ironia della sorte vuole che loro, i nostri peggiori nemici, siano la nostra migliore possibilità di sopravvivenza." disse tra sè Sirius. Il suo occhio bionico, ricordo di una feroce lotta con Corey, brillò sinistramente mentre cercava di osservare tutte le mosse dei Pokemon della resistenza. "Soprattutto quella mocciosa, Vera Maple. Non c'è che dire, abbiamo davvero lasciato che questa minaccia crescesse troppo... è riuscita ad umiliarmi già due volte, quella dannata marmocchia, e diventerà sempre più forte col tempo. Ma per adesso... sono costretto a lasciarla fare. Non appena la comandante suprema non ci starà più fiatando sul collo, farò in modo di prendermi la rivincita."

La battaglia tra PULSE-Abra e i Pokemon della resistenza era giunta ad un pericoloso stallo. Il Pokemon mutato stava facendo ricorso a tutti i suoi considerevoli poteri per proteggersi dalla raffica di colpi che gli pioveva addosso, e lo schermo energetico semitrasparente che lo circondava stava addirittura cominciando ad espandersi, e a costringere i suoi avversari ad indietreggiare. Vera corrugò la fronte preoccupata, e il suo Blaziken illuminò gli occhi, mentre delle lingue di fuoco scarlatte si dipartivano dalle sue piume. La Megapietra che portava al collo si illuminò flebilmente, e nello stesso momento, anche il Megacerchio che Vera portava ad un polso emise una tenue aura...

"BLAAAAAAZE!" stridette il Pokemon Fuoco/Lotta, sentendosi pervaso da una scarica di energia che lo fece sentire improvvisamente più forte... più potente... si sentiva in grado di fare qualsiasi cosa e sconfiggere qualsiasi avversario. Istintivamente, Blaziken percepì che l'energia gli stava venendo dalla Megapietra... ma anche che non era tutto lì, e che ci sarebbe voluto ancora tempo ed allenamento per poter sbloccare del tutto la Mega Evoluzione.

Detto questo, quel potere che sentiva in quel momento era più che sufficiente per fare quello di cui c'era bisogno.
"Blaziken..." mormorò Vera, mentre sentiva uno strano calore che si sprigionava da qualche posto nel suo petto, e si diffondeva in tutto il suo corpo, facendola sentire più forte e decisa. "Blaziken, usa il tuo attacco Calciardente! Adesso!"

"BLAZIKEEEEEN!"

Uno stridio assordante rimbombò nella sala, costringendo gli umani nella stanza a coprirsi le orecchie, e Blaziken spiccò un salto enorme e volteggiò su sè stesso, estendendo la gamba avvolta da fiamme scarlatte. Troppo impegnato a proteggersi dal resto degli attacchi, PULSE-Abra non fu in grado di veder arrivare l'attacco in tempo... e il calcio fiammeggiante impattò con violenza contro la barriera psichica, che rsistette per alcuni secondi stridendo sinistramente...

... e poi andò in pezzi con un terrificante rumore di vetro infranto!

PULSE-Abra barcollò e il visore del suo elmetto lampeggiò freneticamente per esprimere l'incredulità del Pokemon mutato... una frazione di secondo prima che la raffica di attacchi lo colpisse in pieno, e il Pokemon mutato scomparisse in una raffica di esplosioni e lampi di luce! Il Geloraggio di Walrein, l'Introforza di Lilligant, la Palla Ombra di Gardevoir, lo Psicotaglio di Absol e il Tuono di Sparky si fusero tutti assieme in un unico micidiale attacco che sopraffece l'avversario!

"AAAAAABRRRRRRAAAAA!!!" esclamò PULSE-Abra. La sua armatura cominciò ad andare in pezzi, e dalle fessure che si aprivano su di essa cominciò ad uscire un getto di vapore nerastro che si disperse pochi istanti dopo. Quando ormai la trasformazione non fu più in grado di reggere, la corazza di PULSE-Abra andò in pezzi con uno schianto assordante e precipitò sul terreno, ridotta in piastre contorte e semifuse. Dopo diversi secondi di luce e fragore assordante, il Pokemon corrotto dal PULSE riapparve, in un silenzio inquietante, e la polvere dell'esplosione si posò sul pavimento come a voler presentare un cupo scenario...

Il Pokemon Psico si era liberato dall'influsso del PULSE, ed ora fluttuava al centro del laboratorio semidistrutto, massaggiandosi la testa con espressione disorientata. Gli sembrava di essersi svegliato da un incubo, un sogno terrificante e fin troppo realistico...

Guardando verso il basso, Abra notò i Pokemon contro cui aveva combattuto fino a quel momento, e li vide assumere un'espressione sollevata. Accanto a loro, c'erano diversi allenatori che lui non aveva mai visto prima di allora... e certo non ci voleva l'intelligenza sovrumana di Abra per capire che cosa fosse successo. In particolare, il suo sguardo andò al Blaziken che ora si era messo su un ginocchio sul pavimento, le piume stoccate di un brillante colore rosso. Sembrava essersi stancato molto, ma riuscì ad alzare lo sguardo verso di lui, e lo osservò fieramente.

"Abra..." mormorò il Pokemon Psico, e fece un cenno ai ragazzi come per ringraziarli.

"Ce... l'abbiamo fatta, vero?" chiese Laura passandosi una mano sulla fronte, sperando che non ci fossero altre sorprese.
Vera guardò verso i suoi compagni d'avventura e li vide quasi tutti sorridere - anche la seriosa Hitomi abbozzava un sorriso soddisfatto. "Sì... direi che ci siamo riusciti!" rispose infine la bambina di Hoenn, e fece il segno dell'okay ad Abra. Doveva ammettere che c'era anche la soddisfazione di far vedere a quelli del Team Meteora che uno dei Pokemon da loro catturato aveva ritrovato la libertà. "Puoi andare, Abra. Sei libero. Quelli del Team Meteora non ti daranno più fastidio, non è così?"

Il Gardevoir di Max guardò freddamente il Dr. Connal, Sirius e Zel... e quest'ultimo, la cui personalità dominante al momento era la mite Lumi, si alzò e si spazzò la polvere dal vestito. "Sì... è vero, non abbiamo più intenzione... di usare quell'Abra per i nostri esperimenti." affermò con esitazione. Sirius storse il naso, ma in quel momento non c'era molto che potesse fare... era già abbastanza che gli venisse data una piccola opportunità di salvarsi la pelle.

Abra annuì di nuovo e congiunse le mani sul petto, e usò la sua mossa Teletrasporto, mettendosi a brillare per una frazione di secondo prima di scomparire in una piccola colonna di luce bianca. Ritchie si tolse il berretto per un attimo e si passò una mano sulla fronte come se volesse tergrsi un po' di sudore. Era stata una battaglia dura, ma ne erano usciti vincitori. "Dobbiamo ringraziare te, Charlotte. Se tu e la tua Ninetales non foste riusciti a mettere a segno quello Stordiraggio, sarebbe potuta andare molto peggio."

"Nine!" esclamò fieramente la volpe a nove code, la testa alzata in un'espressione di orgoglio e gioia.

Fern, che non aveva potuto fare altro che guardare come stessero andando le cose, incrociò le braccia sul petto e sospirò. Il fatto di non aver potuto fare nulla gli dava parecchio fastidio... e soprattutto, lo irritava che ancora una volta fossero stati quei mocciosetti di Hoenn a farlo finire in secondo piano, con quel loro modo di fare fin troppo ottimista. Ancora una volta, avevano vinto... e forse, c'entrava qualcosa quella Megapietra che Elisio aveva donato a Vera... ma Fern era irritato da come si portavano. Sembravano così orgogliosi della loro vittoria, e non pensavano a cosa sarebbe venuto dopo...

Forse era vero... forse stava davvero sprecando il suo tempo con questo branco di idioti... non era nemmeno lui un fan del Team Meteora, ma nonostante i loro metodi... che avessero loro l'idea giusta per quello che sarebbe dovuto essere di Reborn? Che alla fine... la cosa migliore da fare non fosse opporsi a loro? La fortuna aveva aiutato la resistenza fino a quel momento, ma presto o tardi si sarebbe esaurita.

Ma in quel momento non c'era il tempo di porsi tali domande. C'era una questione un po' più urgente da affrontare, come Sirius ricordò mentre si alzava da terra. "Per quanto siamo nemici, devo ammettere che siete stati notevoli. Devo ammettere che vi ho sottovalutati... ma resta il fatto che tra non molto arriverà la comandante suprema, e non è il caso di farvi trovare qui."

"Oops, già, quasi dimenticavo che il grande capo dei cattivi sarà qui a momenti. Allora... che cosa si fa, eh? Come facciamo ad andarcene senza che lei ci scopra?" chiese Julia, portandosi dietro Ortilla e Alty.

Il Dr. Connal raggiunse ciò che rimaneva della macchina PULSE e premette un pulsante che era rimasto in parte nascosto dalla mole di quel marchingegno. Con un suono basso e rombante, una sezione di muro su un lato della stanza si sollevò e rivelò una galleria buia che si dirigeva verso valle. "Prendete questa via di fuga." affermò. "E sperate che non ci incontriamo più per molto tempo. Non avrete la stessa fortuna, la prossima volta."

"Le consiglierei di non essere tanto sicuro di sè, dottore." affermò Vera. "Come ha potuto constatare da sè, sono stata in grado di mettere all'angolo il suo collega Sirius, ed io e i miei Pokemon continueremo a fare del nostro meglio per diventare più forti. La prossima volta che ci incontreremo, potrebbe essere lei a non avere la stessa fortuna di oggi."

"Orario e modalità di arrivo di comandante suprema Team Meteora tuttora sconosciuti." intervenne Florinia. "Questa unità consiglia di evitare ulteriori ritardi e prendere la via di fuga il più velocemente possibile."

"Aspettate." affermò Ritchie. "C'è... qualcun altro che dobbiamo andare a prendere! Simone è rimasto indietro, e dovrebbe essere proprio qui dietro di noi..."

Pietro disse di sì con la testa. "E' vero... quella recluta del Team Meteora non mi è sembrato poi troppo cattivo, in fin dei conti." affermò. "Non mi dispiacerebbe certo se anche lui potesse salvarsi... Dov'è, voi lo avete visto?"

"Una recluta del Team Meteora che vi ha aiutato?" chiese Drew dubbioso. "Di chi si tratta? Noi non ne sappiamo niente."

La risposta arrivò un istante dopo, quando la recluta in questione fece irruzione nella stanza, respirando affannosamente. Vera e il suo Blaziken fecero un piccolo salto per la sorpresa, ma non fecero in tempo a fare domande prima che Simone iniziasse a parlare, concedendosi a malapena il tempo di prendere un respiro! "Sta arrivando! L'ho vista! Era lì sul suo Hydreigon!" gridò a squarciagola. "La comandante suprema è qui! Non potete più attendere oltre!"

"E' arrivata..." mormorò Sirius. "Vera Maple... per te e i tuoi compagni questa è l'unica possibilità di andarvene vivi da qui! Se la comandante suprema vi trova qui, ci farà a pezzi tutti quanti!"

"E allora... non perdiamo altro tempo e tagliamo la corda, direi!" rispose Cain. Si fermò giusto un attimo per prendere il polso a Simone e strattonarlo leggermente verso la via d'uscita. "Anche tu, Simone! Non è il caso di restarsene qui e rischiare che il tuo capo rovini un bel faccino come questo, no?"

"Cosa? Ma... ma che ti salta in..." cominciò a dire l'agente del Team Meteora. Non riuscì a terminare la frase prima che il giovanotto dai capelli viola lo prendesse per un polso e, senza troppi complimenti, se lo trascinasse dietro nella via di fuga segreta. Non appena l'ultimo membro della resistenza fu scomparso nella semioscurità del corridoio, una lastra di cemento scese giù e chiuse l'apertura, sulla quale poi scivolarono nuovamente le sezioni di muro che si erano mosse. Della presenza di Vera e dei suoi compagni nella sala non era rimasto nulla, e Sirius tirò un sospiro di sollievo. Se non altro, adesso aveva la possibilità di non essere accusato di incompetenza... cosa che nel libro di Lin, era la mancanza peggiore, e avrebbe potuto comportare un viaggio di sola andata nelle fauci di quel terrificante Hydreigon.

"Non c'è più tempo, comandante Sirius." affermò il Dr. Connal. "Lin è qui. Presentiamoci bene."

Sirius annuì e cercò di assumere un'espressione calma e controllata, nonostante dentro di sè si sentisse un fascio di nervi... e con lui, il Dr. Connal e Zel si misero sull'attenti, sperando di presentars abbastanza bene alla loro comandante suprema nonostante le condizioni disastrate del laboratorio.

Nonostante tutto, quando sentirono una fredda e decisa voce femminile riecheggiare dalla porta d'ingresso, restarono tutti e tre raggelati.

"Sono arrivata. E devo dire che l'impressione iniziale non è positiva." disse la voce della figura femminile che stava in quel momento facendo il suo ingresso. Sirius si irrigidì per la paura, e si azzardò a guardare soltanto con la coda dell'occhio verso l'ingresso...

Lin, la comadante suprema del Team Meteora, era una donna alta e dal fisico atletico, vestita di una tuta aderente di colore blu scuro, con delle sezioni nere sul torace, sulle braccia e sulle gambe, e un paio di stivali di colore blu-viola con una striscia nera all'altezza delle caviglie. Un ampio mantello nero con l'interno rosso era legato sulle sue spalle, dandole un aspetto impressionante ed autoritario. Ma sicuramente, a rendere quella figura davvero terrificante erano quei gelidi e penetranti occhi verdi che sembravano scrutare la stanza immersa nella confusione. Aveva i capelli di colore verde scuro legati in una folta coda di cavallo, e una frangia le ricadeva sulla fronte. Al suo fianco svolazzava, a pochi metri da terra, il suo mostruoso Hydreigon, con tutte e tre le bocche contorte in un ghigno atroce che prometteva nient'altro che morte e distruzione a chiunque osasse opporsi a lui e alla sua padrona. Una gelida aura di morte e malvagità sembrava aleggiare attorno alle due figure, mentre la donna muoveva un passo all'interno della sala schiacciando una lampadina sotto un piede.

Sirius, Zel e Connal restarono in cupo silenzio mentre la leader del Team Meteora si fermava vicino a loro e, uno alla volta, li guardava dritti negli occhi. Sembrava che volesse leggere nei loro occhi i loro pensieri e godersi la loro paura, mentre Hydreigon si abbassava di un po' e cominciava ad annusare i tre sottoposti con sguardo famelico. Non attendeva che il più esile pretesto, un cenno della sua padrona per fare a pezzi qualcuno di loro.

"Comandante suprema..." sussurrò Sirius.

Lin alzò una mano per intimare il silenzio. "Sirius. Come è andato il progetto PULSE-Abra?"

Sirius tenne a freno la paura in modo da dare alla comandante suprema un rapporto quanto più dettagliato possibile. "Sì, comandante suprema... abbiamo fatto degli esperimenti nell'utilizzo del PULSE per incrementare i poteri di un Abra in modo da poter teletrasportare un'intera squadra, completa di Pokemon ed equipaggiamento, nel cuore delle rovine che si trovano sotto Reborn City." spiegò rapidamente. "Tuttavia, nonostante i nostri sforzi, non è stato possibile controllare il potere di Abra, e il progetto ha dovuto essere... terminato."

Lin non reagì subito. Restò per diversi secondi davanti a Sirius. inchiodandolo al terreno con quell'espressione gelida e feroce... e poi, estese la mano verso di lui e lo prese per il collo, tagliandogli per un attimo il fiato nei polmoni. Connal e Zel strinsero i denti con orrore, ringraziando tra sè qualunque divinità li ascoltasse del fatto di non essere loro i bersagli dell'ira di Lin.

"Incompetenti." sentenziò Lin, per poi mollare la presa su Sirius. Il luogotenente del Team Meteora boccheggiò un paio di volte, e si massaggiò il collo dove le dita di Lin avevano lasciato dei lividi per la forza con cui aveva stretto. "E che mi dite del resto? Dell'attacco fallito al rifugio? Delle Chiavi che non siete riusciti a proteggere? E di quei mocciosi di Hoenn che sono stati qui fino a qualche minuto fa?"

"N-non ci sono mai stati quei ragazzi di Hoenn in questa base." mentì Sirius, chiedendosi come facesse Lin a sapere già tutto quello che era successo. Era pronto a giurarlo, in certe occasioni aveva addirittura l'impressione che Lin fosse onnisciente. "Ci... sono stati dei disordini a causa dei poteri psichici di Abra che sono andati fuori controllo. E'... per questo che il laboratorio è nelle condizioni che vede adesso."

"POsso... confermare la versione del comandante Sirius." rispose Zel, co la vocedella sua personalità maschile.

"Drrrrreigon..." Il mostruoso Hydreigon della comandante suprema si avvicinò a Sirius, e una delle sue teste secondarie si appoggiò sulla spalla dell'uomo, facendogli sentire il suo alito puzzolente. Poi, Lin fece una cosa che la rese ancora più spaventosa. Si avvicinò a Sirius, in modo che i loro volti fossero ad appena una decina di centimetri di distanza... e sorrise.

"Sei sempre stato bravo a mentire, Sirius, questo lo devo riconoscere." affermò, le labbra incurvate verso l'alto in un'espressione satanica.

Sirius dovette ricorrere a tutta la sua considerevole forza di volontà per non farsi prendere dalla paura. "C-chiedo scusa, comandante suprema?" disse, cercando di non far vedere la nausea che la vicinanza della bocca vorace di Hydreigon gli provocava. Il drago oscuro a tre teste sibilò ferocemente, in modo da ricordare a Sirius quale fosse la sua posizione... non che ce ne fosse bisogno, del resto. Sirius era fin troppo cosapevole del fatto che se Lin avesse voluto, avrebbe potuto schiacciarlo come un insetto in qualsiasi momento.

L'attenzione di Lin passò immediatamente al Dr. Connal. "E lei sarebbe? Non credo di averla mai vista prima d'ora." affermò, e fece cenno ad Hydreigon di lasciar perdere Sirius, che tirò un sospiro di sollievo appena udibile quando il terrificante Pokemon Buio/Drago si allontanò. Ora, il Dr. Connal si trovava sotto il raggelante scrutinio della donna dai capelli verdi, e lui e il suo Raichu cercarono di mantenersi più calmi possibile.

"Ehm... comandante suprema Lin... in effetti, non credo di essermi mai presentato." affermò Connal. "Il mio nome è Sigmund Connal, ho 56 anni e sono lo psichiatra più rinomato di Reborn City, nonchè direttore dell'orfanotrofio cittadino e collaboratore del Team Meteora."

"Il Dr. Connal ci è stato di grande aiuto nel localizzare alcune delle Chiavi." continuò Sirius. Stava cominciando a sperare che Lin avrebbe risparmiato loro la sua collera... e se non altro, in quel momento, la donna era del tutto concentrata su Connal. Lo stava guardando negli occhi, forse in attesa di una domanda che riusciva ad intuire dal comportamento dello psichiatra.
Da parte sua, Connal non ricordava di essersi mai sentito così impotente in vita sua. Lo sguardo di Lin era penetrante, e al tempo stesso privo di qualsiasi calore umano, e si vedeva in esso un'intelligenza diabolica che non era guidata da alcuna empatia o rimorso. Il Dr. Connal aveva visto un sacco di casi inquietanti, ma mentre si sottoponeva allo scrutinio di quella donna terrificante e del suo Hydreigon, sentiva che per la prima volta da quando aveva conseguito il suo dottorato, era lui ad essere in completa soggezione. E ancora, anzi adesso più che mai, quella sensazione di aver già incontrato quella donna, da qualche parte. Quel nome che ritornava... la sua mente razionale non poteva credere che la donna che lo faceva sentire insignificante con la sua semplice presenza fosse davvero la stessa persona, eppure c'era una voce dentro di lui, nella sua mente, che si faceva sentire con sempre maggiore prepotenza... e il dottore sentiva che aveva bisogno di chiarirsi le idee.

"Ha qualcosa da dichiarare, dottore?" chiese improvvisamente Lin, avvicinandosi più di quanto Connal trovasse di suo gradimento.

Lo psichiatra sbattè gli occhi, sbalordito per essersi fatto cogliere impreparato con tale facilità, e si schiarì la voce. "Perdoni la domanda forse importuna, comandante suprema, ma avrei bisogno di chiederle un piccolo chiarimento..." provò a farsi avanti, sperando che Lin non se la prendesse a male. Mai come in quel momento Connal aveva l'impressione che la sua vita fosse appesa ad un filo.

Per fortuna, Lin non fece rimostranze. "Prego." dichiarò semplicemente.

"Grazie, comandante suprema..." disse il dottore, in quello che suonava come un sospiro di sollievo. "Ecco... per caso, ha anche lei la vaga impressione che ci siamo già incontrati da qualche parte, prima di questo momento?"

Zel restò fermo al suo posto, nel tentativo di non attirare su di sè le poco gradite attenzioni della comandante suprema... che dopo essere rimasta a pensare ad una risposta per non più di un secondo, rispose in maniera lapidaria.

"Impossibile."

Connal abbassò la testa. "S-sì, certo... immaginavo che fosse così.. volevo soltanto esserne sicuro al cento per cento. Perdoni la domanda inopportuna..." affermò con tono sottomesso. La donna dai capelli smeraldini restò a fissarlo ancora per un po', e il suo Hydreigon ringhiò con aria deliziata mentre con le teste secondarie annusava il Raichu di Connal, forse chiedendosi quanto sarebbe stato buono da mangiare...

Fu Sirius a riprendere il discorso, sperando che le notizie che aveva potessero migliorare un po' l'umore della spietata comandante suprema. "Per... quanto riguarda l'ubicazione degli oggetti che stiamo cercando, Lord Solaris ha fatto rapporto che sta per ritrovare il Braccialezaffiro, mentre Padre Elias è tuttora all'opera per recuperare la Collanasmeraldo." affermò. "Non dovrebbe mancare molto. Nonostante il fallimento del progetto PULSE-Abra, avremo presto la possibilità di accedere al sacro territorio che giace sotto la rivoltante Reborn City, e ottenere il ptere primigenio."

"La mia pazienza si va rapidamente assottigliando, Sirius." affermò minacciosa Lin. "Vi ho concesso una quantità adeguata di tempo per ritrovare le quattro Chiavi e portarle a me... ma ho l'impressione che questa missione superi di gran lunga la vostra competenza. Sarò disposta ad aspettare ancora solo per poco, mi sono spiegata?"

"Hydrrrrreigon!" ringhiò ferocemente il drago oscuro.

Sirius deglutì nervosamente. "Certamente... comandante suprema." rispose. Malgrado i suoi sforzi, non potè evitare che la voce gli tremasse per un attimo. "Non avrebbe potuto essere più chiara di così."

Lin si allontanò di qualche passo da Sirius, facendo svolazzare dietro di sè il mantello che portava sulle spalle, e per un attimo, i suoi tre luogotenenti osarono sperare di essersela cavata così. Ma la comandante suprema non era ancor arrivata alla porta, prima che il pavimento cominciasse all'improvviso a scuotersi sotto i suoi piedi, e un terremoto improvviso investì la stanza, facendo perdere l'equilibrio a Sirius e ai suoi colleghi! Lin si fermò, ma la sua espressione fredda e malevola non cambiò di una virgola, neanche quando un Cavaliere Meteora entrò trafelato nella stanza e si mise su un ginocchio in segno di sottomissione.

"C-Comandante suprema!" esclamò lo scagnozzo terrorizzato, mentre il pavimento e le pareti tremavano sempre più forte. "Mi... mi perdoni il disturbo... Un... Uno Steelix di dimensioni straordinarie ha appena fatto irruzione nel lato ovest della nostra base e ha distrutto gli strumenti che ha trovato sulla sua strada! Ha aperto le celle dei prigionieri e ha fatto fuggire tutti!"

"CHe cosa? Uno Steelix gigantesco?" esclamò Sirius. L'impressione che la giornata stesse andando di male in peggio si faceva sempre più opprimente... e peggiorò ancora quando un'altra scossa tellurica investì il laboratorio ormai in rovina, cominciando a demolire quel poco che era rimasto in piedi. Ma nemmeno questo sembrava in grado di scuotere la monolitica freddezza di Lin, che restò in piedi in mezzo al terremoto come niente fosse, mentre il suo Hydreigon si allontanava finalmente da Raichu - con immenso sollievo del malcapitato Pokemon Elettro - e tornava al fianco della sua padrona. "C-comandante suprema! Il terremoto si fa sempre più violento! Tra poco, nessun posto in questa base sarà sicuro!"

"Suggerirei di abbandonare tutto e portare con noi solo i dati indispensabili per la ricerca..." commentò Zel con la voce della sua personalità maschile.

Lin alzò una mano per fare cenno ai suoi sottoposti di stare zitti. Per un attimo, guardò con la coda dell'occhio verso la parete dove si trovava la via di fuga che Vera e i suoi compagni avevano preso. Poi, afferrò il Cavaliere Meteora che aveva dato la notizia per una spalla, e lo strattonò da parte come se fosse stato un bambino, facendolo sbattere contro il muro. "Uno Steelix gigantesco, eh? Le dimensioni non equivalgono alla forza. Ci penso io." sentenziò.

"Drrrrei!" ringhiò Hydreigon, quasi ridendo divertito. Era passato molto tempo dall'ultima volta che aveva sostenuto un combattimento serio, e la natura violenta e battagliera della sua specie lo spingeva a guardare ad una possibile sfida con entusiasmo feroce. Senza dire altro, Lin e il suo Hydreigon uscirono dal laboratorio in rovina, mentre Sirius e gli altri due comandanti del Team Meteora restarono a guardare congelati dalla paura. Anche quando Lin fu uscita dalla stanza, ci volle loro qualche secondo per ritrovare abbastanza presenza di spirito da fare l'unica cosa razionale rimasta da fare - imboccare l'uscita e andarsene il prima possibile.


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Le mura della base segreta non erano minimamente in grado di opporsi alla pottenza dei colpi di Steelix. La sua enorme coda spazzava via ogni cosa incontrasse sul suo cammino, e ad ogni ordine di Saphira, un'intera sezione della base segreta veniva demolita. Ormai era rimasto ben poco del nascondiglio... e anche quello che era rimasto non sarebbe durato più di qualche minuto. Qua e là, si vedeva anche qualche recluta che aveva incontrato la morte, schiacciata dal materiale che franava o dall'immensa mole del Pokemon Serpeferro.

"Continua così, Steelix. Anche tu odi questa gentaglia, non è così?" esclamò Saphira. "Sì, è vero... entrambi abbiamo i nostri buoni motivi per volere vendetta contro il Team Meteora. Hanno violato la tua casa, e hanno cercato di distruggere la mia famiglia. Quindi... adesso distruggiamo la loro tana e facciamogli vedere cosa succede a chi crede di poter imporre il suo volere al resto del mondo!"

"STEEEEELIX!" tuonò lo Steelix gigante, che procedette a demolire un'altra sezione di muro con un attacco Codacciaio che sbriciolò alcuni generatori e alcuni macchinari come se fossero stati fatti di creta. Saphira sorrise con cupa soddisfazione nel vedere la base dei suoi nemici venire fatta a pezzi con una tale facilità... ma tornò immediatamente seria e concentrata quando si accorse della figura alata che aveva preso il volo dal lato opposto della base segreta - un drago nero a tre teste che portava in groppa una donna dai lunghi capelli legati in una coda di cavallo. Insospettita e allarmata, Saphira immaginò che quella fosse la comandante suprema del Team Meteora, quella Lin di cui aveva sentito parlare in termini assolutamente agghiaccianti... ma il suo allarme durò poco tempo, e Saphira ricordò a sè stessa che questa poteva essere la sua migliore occasione per annientare la comandante suprema una volta per tutte, e porre fine per sempre al regno di terrore del Team Meteora.

"Attento, Steelix. Adesso abbiamo degli avversari degni." affermò la donna.

Il colosso d'acciaio interruppe il suo attacco e guardò in direzione dell'Hydreigon che si avvicinava con rapidità, preparandosi ad affrontare un combattimento più arduo delle scaramucce che aveva avuto finora. Nel giro di pochi istanti, Lin e il suo Hydreigon si fermarono in sospensione ad appena una decina di metri dai loro avversari, e le due donne incrociarono gli sguardi, promettendosi che non ci sarebbe stato quartiere. L'aria attorno ai due potenti Pokemon sembrò quasi riscaldarsi per la tensione...

"Saphira." sibilò Lin, gelida.

"Tu sei Lin, non è vero?" rispose rabbiosamente la donna dai capelli bicolore. "Quella che manda quei burattini del Team Meteora a rovinare le vite della brava gente di Reborn."

"Vedo che non ho bisogno di presentazioni." fu la risposta di Lin, che sfoderò un sorriso sadico e trionfante. "Credi davvero di poter proteggere le tue sorelle in questo modo? Credi davvero che sarà tanto facile distruggerci? Povera stupida... sei sempre stata così assurdamente disposta a sacrificarti per la tua... famiglia."

Saphira serrò gli occhi, senza degnare Lin di una risposta, ma chiedendosi come facesse quella donna a parlare in quel modo. Sembrava che Lin presupponesse di sapere molte cose su di lei... ma la verità era che questa era la prima volta in assouto che Saphira aveva visto la comandante suprema dei suoi acerrimi nemici.

"I tuoi patetici legami familiari sono così insignificanti." continuò Lin.

"Patetici, dici tu?" rispose Saphira. Stava mantenendo la calma, ma ora che Lin si era permessa di calpestare quanto di più caro lei avesse al mondo, non poteva esimersi dal rispondere a tono. "Se qualcosa minaccia le mie sorelle, io la distruggo. Si tratta di fedeltà verso la mia famiglia. Ma immagino che per una donna crudele come te, questo non voglia dire assolutamente niente."

Lin rise, una risata sommessa, quasi gutturale, piena di malvagia allegria. "Huhuhuhuuu... Fedeltà? Famiglia? Quanto sei ridicola. Tutto questo non è che spazzatura. L'unica cosa che conta, in questa realtà, è il potere! La forza fisica! Nulla può sconfiggere il potere puro e semplice!" esclamò. "E ora... te ne darò una dimostrazione! Hydreigon, annientali con Fuocobomba!"

"Presto, Steelix! Fermalo con Codacciaio!" esclamò Saphira. Il gigantesco serpente d'acciaio si mosse con tutta la rapidità di cui era capace e sollevò la coda, per poi abbatterla su Hydreigon nel tentativo di schiacciare lui e Lin! Ma il drago a tre teste agì con una velocità quasi soprannaturale... e nel momento in cui si era tirato indietro per colpire, Hydreigon spalancò tutte e tre le su bocche ed emise da esse un'immensa fiammata che coprì completamente il campo visivo di Saphira e Steelix, e li investì con una terrificante ondata di vento bollente! Saphira si protesse ilviso con le braccia e strinse i denti, rendendosi conto con disappunto che quell'Hydreigon era troppo forte persino per uno Steelix potente come il suo...

Ma non ci fu il tempo di pensare oltre. La fiammata partì ruggendo verso Steelix e assunse la forma di un kanji prima di colpire Steelix in pieno petto! L'attacco Fuocobomba esplose fragorosamente a contatto con il suo bersaglio, e le fiamme che lo componevano travolsero Steelix e lo scaraventarono via come se fosse un innocuo serpentello, lasciandogli una profonda scottatura sul petto che brillava come una macchia di lava incandescente! Il gigantesco Pokemon Acciaio/Terra lanciò un acuto stridio di dolore e barcollò sotto la potenza del colpo, mentre Saphira si aggrappava disperatamente alla sua schiena... ma ogni resistenza appariva inutile: la sua cavalcatura si clnò e cominci a precipitare, minacciando di schiacciarla fra il terreno e il suo immenso corpo!

Saphira mormorò un'imprecazione a denti stretti, ma non ebbe altra scelta che tenersi stretta il più possibile...
Il tempo sembrò quasi rallentare, mentre il mastodontico Steelix si rovesciava a terra con un frastuono terrificante, abbattendo alberi e sbriciolando pietre dove il suo immenso corpo si schiantava. Un ultimo terremoto squassò l'intera area e fece crollare intere sezioni della montagna, mentre Steelix reclinava la testa da un lato, e i suoi occhi si trasformavano in spirali. Nel giro di pochi secondi, anche un Pokemon così potente e distruttivo era stato messo al tappeto senza poter fare nulla.

Hydreigon restò a svolazzare sul posto, e ammirò con feroce gioia il risultato del suo attacco, beandosi dalla sua potenza... mentre la sua padrona ghignava sinistramente e volgeva lo sguardo in direzione del punto dove si trovava Saphira fino ad un attimo prima.

"Povera stupida. Cosa credeva di poter fare?" si chiese retoricamente la comandante suprema del Team Meteora. "Nessuno potrà mai sconfiggermi. Il mio potere è assoluto."

 

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Il gruppo di Vera e Drew aveva seguito il corridoio di fuga fino alla fine, sbucando in una radura a distanza di sicurezza dalla montagna, ed era riuscito a dileguarsi seguendo il sentiero nella foresta che li avrebbe presto portati fino alle rive del Lago Tanzanite... ma quando erano già ad una certa distanza dalla base del Team Meteora, avevano sentito il frastuono provocato dalla battaglia tra Steelix ed Hydreigon, e ne avevano visto il risultato - il titanico Pokemon Acciaio/Terra che veniva steso al suolo da un Pokemon così tanto più piccolo di lui! rano rimasti a guardare, come ipnotizzati dalla paura e dalla sorpresa, mentre Steelix si abbatteva al suolo... e Aaphira non si trovava più. La paura minacciava di travolgerli, ancora più del terremoto che la caduta di Steelix aveva provocato.

"Avete... avete visto che roba?" balbettò Cain, il cui spirito allegro era stato spazzato via dallo spettacolo agghiacciante a cui stava assistendo. "Quella... quella sarebbe Lin, la comandante suprema del Team Meteora?"

"Lin..." mormorò Charlotte con i pugni stretti accanto ai fianchi, la sua Ninetales che si avvicinava a lei e la toccava con il muso per dirle che dovevano sbrigarsi a scappare, e non sprecare questa occasione. Laura era rimasta ancora più impressionata, e in quel momento restava come imbambolata, lo sguardo perso nel vuoto, ad osservare il gigantesco Pokemon che la sorella aveva sottomesso che si schiantava al suolo privo di sensi, messo a terra con un'unica mossa. "Andiamo, Laura. Non possiamo stare qui... non stare là a preoccuparti tanto! Nostra sorella non si farà eliminare tanto facilmente, lo sai! Dobbiamo scappare, prima che quella donna ci trovi, o diventeremo cibo per Hydreigon!"

Anche Vera aveva assistito da quella distanza alla sconfitta di sTeelix, e ne era rimasta spaventata... ma si riebbe subito quando Blaziken le appoggiò una mano sulla spalla e la scosse gentilmente. La bambina castana si passò una mano sulla faccia e guardò verso i suoi amici - Max, Drew, Hitomi, Ortilla, Ritchie, i ragazzi della resistenza, il piccolo Flabebè che li aveva accompagnati in questa pericolosa avventura, e anche Simone, che li seguiva da una certa distanza senza dire una parola. Poi, si toccò quasi involontariamente il Mega Bracciale che portava ad un polso, e disse di sì con la testa, in modo da incoraggiare i suoi compagni... e quando incrociò lo sguardo di Julia, l'allegra cheerleader esperta di Pokemon Elettro disse di sì con la testa e fece un cenno in direzione del rifugio Belrose.

"Torniamo al rifugio." disse Max, tenendo sotto controllo la sua paura quanto più possibile. "Per il momento, non siamo all'altezza di quella donna... dobbiamo sfuggirle e cercare di sparire agli occhi del Team Meteora!"

"Hai ragione, Max. Andiamocene, finchè siamo in tempo." disse Drew, accarezzando il suo Absol. Il Pokemon Buio stava tremando per l'emozione, nonostante la sua espressione rimanesse distante come al solito - i suoi sensi soprannaturali gli comunicavano che stava per accadere qualcosa di terribile, ma cercò di non pensarci e seguì il resto del gruppo mentre scappavano verso le rive del Lago Tanzanite. "Ci siete tutti, vero? Non manca nessuno, vero?"

"Aspettate!" esclamò Vera, guardando con attenzione il gruppo mentre si lasciavano dietro la base operativa del Team Meteora. "Non vedo Fern! Dov'è finito?"

"Che cosa?" esclamò Ritchie, voltandosi indietro a sua volta. "Oh, santo cielo... è vero! Non vedo più Fern! Dov'è finito?"
"Elemento mancante rilevato." commentò atona Florinia. "Presenza di Fern non confermata."

Pietro strinse i denti. "Accidenti... dobbiamo ritrovarlo! Non mi è simpatico, ma non credo che mi piacerà di più scorticato."

"Dev'essere per forza da qualche parte, qui attorno..." affermò Max guardandosi intorno. Il suo Gardevoir si mise le mani sulla testa, chiuse gli occhi e usò i suoi poteri psichici per cercare di scandagliare i dintorni, in modo da cogliere i pensieri o l'energia mentale di Fern. Ma prima che potesse rendersi conto con esattezza di dove fosse il loro compagno, Florinia li richiamò all'ordine.

"La perdita di un'unità è da considerarsi accettabile." affermò la giovane donna aggiustandosi gli occhiali. "Obiettivo prioritario è assicurare la continuazione della resistenza. Restare e cercare un'unità perduta esporrebbe il nostro gruppo a rischi non necessari. Ritirarsi immediatamente."

"Cosa? Hey, un momento!" esclamò Hitomi indignata. "Come sarebbe a dire? Non vorrai dirmi che vuoi abbandonare qui tuo fratello!"

"Ha ragione, Flo!" intervenne Julia. "Fern non sarà la persona più affabile del mondo, ma non credevo ti importasse così poco di lui."

"Sentimenti e desideri personali sono un ostacolo alla produttività." tagliò corto Florinia. "Al momento, la priorità è assicurarsi che la resistenza continui ad operare. Da questo punto di vista, un membro è sacrificabile."

"Blaziken..." grugnì il Blaziken di Vera, con evidente dispiacere. Il Pokemon Fuoco/Lotta graffiò la corteccia di un albero con i suoi artigli per la frustrazione, ma dovette arrendersi all'evidenza - se fossero rimasti, non avrebbero fatto altro che rischiare di farsi scovare da Lin, nel qual caso il meglio in cui avrebbero potuto sperare sarebbe stata una morte rapida.

"Tsk..." commentò Vera, riprendendo il passo. "Andiamo, ragazzi. Non appena ne avremo la possibilità, cercheremo Fern."

"Va bene..." rispose Hitomi rassegnata, riprendendo la fuga con riluttanza. Ortilla ed Alty chiudevano la fila, tenendo il riluttante Simone per un braccio, e gettandosi un'occhiata dietro le spalle per assicurarsi che nessuno li stesse seguendo. Per fortuna, la situazione sembrava tranquilla... a parte il terrificante Hydreigon che, da qualche parte là sopra, volteggiava attorno al covo del Team Meteora.

 

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Sulla groppa della sua mostruosa cavalcatura, Lin guardò con espressione di superiorità verso le rive del Lago Tanzanite, e un sorriso malvagio apparve nuovamente sulle sue labbra.

"Vai, Vera Maple. Scappa quanto vuoi. Presto dovrai arrenderti all'evidenza che nè tu nè i tuoi ridicoli amici potete nulla contro di me!"

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E finalmente anche questo capitolo è completo! Un altro Pokemon PULSE è stato fermato, e il Team Meteora ha perso una base segreta… e inoltre, abbiamo avuto un piccolo assaggio della Mega Evoluzione di Blaziken, anche se ci vorrà ancora un po' di tempo prima che Vera riesca a farlo evolvere per davvero. Ma anche Lin ci ha fatto vedere di cosa è capace… e adesso, immagino che avrete capito come mai tutti nel Team Meteora sono terrorizzati da quella donna demoniaca. Credetemi, Lin non si fermerà davanti a nulla pur di avere ciò che vuole…

Ho l’impressione che Vera e i suoi compagni, da questo momento in poi, avranno molto di cui preoccuparsi. Da questo momento in poi, il Team Meteora comincerà ad usare metodi sempre più drastici per eliminare la resistenza… ma sperabilmente, i nostri eroi riusciranno a stare qualche passo davanti a loro! Quale sarà la loro prossima mossa? La risposta… quanto prima su queste pagine! A presto!

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Capitolo 57
*** Un momento di pausa ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam
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Capitolo 57 - Un momento di pausa

 

Erano già passati due giorni dalla rocambolesca fuga dal covo del Team Meteora. Per tutto quel tempo, Vera e i suoi compagni erano rimasti ben nascosti nel rifugio delle sorelle Belrose, aspettando che le acque si calmassero. L'operazione era andata a buon fine, tutto considerato... erano riusciti a fermare il PULSE-Abra e a mandare ancora una volta all'aria il piano dell'organizzazione di terroristi, per non parlare del fatto che Vera e il suo Blaziken avevano dato ampia dimostrazione di quanto più forti fossero diventati, mettendo all'angolo il temuto Sirius. Da questo punto di vista, la fortuna cominciava a girare dalla parte della resistenza. Ciò nonostante, malgrado alcuni di loro avessero cercato in lungo e in largo non appena la via era divenuta libera, non erano più riusciti a trovare Fern, e Florinia non sembrava troppo ansiosa di scoprirlo. Anche di Saphira non si avevano più notizie, da quando Vera aveva visto il gigantesco Steelix da lei domato che veniva messo al tappeto con sprezzante facilità da quel drago nero a tre teste...

"Siamo riusciti a sconfiggere il Team Meteora anche questa volta..." disse Vera, seduta su un divano un po' consunto nel soggiorno del rifugio segreto, e guardando il suo Mega Bracciale con espressione dubbiosa. "Ma siamo andati davvero vicino al disastro questa volta. Se quella Lin ci avesse intercettato... mamma mia, non oso pensarci!"

"Flabebè?" chiese il piccolo Flabebè, l'ultimo Pokemon che si era unito al gruppo di Vera. Il Glaceon della ragazzina zampettava tranquillamente lì vicino, contento di potersi rilassare dopo quei giorni burrascosi, e il suo Skitty si stava divertendo ad inseguire un gomitolo.

Deciso che ne aveva avuto abbastanza di restarsene seduta in poltrona, Vera si alzò con un colpo di reni, si sgranchì la schiena e sorrise tranquilla al Pokemon Folletto che le fluttuava attorno. "Va tutto bene, Flabebè... sembra che adesso il Team Meteora abbia abbandonato la zona del Lago Tanzanite." disse, permettendo a Flabebè di atterrarle sull'avambraccio teso. "Solo che con tutta la confusione che c'è stata, abbiamo dovuto restare nascosti. Spero solo che Fern e la signorina Saphira stiano bene..."

"Glaceon..." affermò la Eevolution glaciale. Si avvicinò a Vera e si accoccolò sulla sua gamba, col risultato che la ragazzina sgranò comicamente gli occhi e venne percorsa da un brivido gelido!

"Uaaah! G-G-Glaceon, apprezzo il gesto, ma hai la pelliccia un po' troppo fredda!" esclamò Vera, soffiandosi poi sulla gamba per scaldarla un po'. "Phew... scusa, Glaceon, è solo che noi umani non sopportiamo il freddo così bene..."

Eon…” rispose il Pokemon simile ad una volpina azzurra. Anche lui aveva percepito che la sua allenatrice e i suoi compagni avevano molte cose per la testa, soprattutto dopo quell'incontro ravvicinato con la temuta comandante suprema del Team Meteora.

“Dopo che il trambusto attorno al Monte Tanzanite si è calmato, e quell'Abra è tornato libero, non ci sono più state attività del Team Meteora in quella zona.” Continuò Vera. “Saranno tornati al loro quartier generale per architettare un nuovo piano. Però non riesco a fare a meno di pensare che siamo in una situazione di stallo… e il fatto che Fern e la signorina Saphira siano spariti non mi fa sperare in bene, se devo essere sincera.”

Flabebe…” disse il folletto fluttuante storcendo il naso.

La sua allenatrice rispose strizzando un occhio, per assicurargli che non era stata colpa sua di nulla di ciò che era accaduto. “Non ti preoccupare, Flabebe', adesso che abbiamo abbastanza tempo a nostra disposizione, cominceremo ad allenarci sul serio, e ti prometto che entro breve diventerai abbastanza forte da affrontare e sconfiggere i Pokemon del Team Meteora.” Affermò “Per adesso… credo che restare chiusi qui in casa non servirà a metterci di buon umore. Forse è meglio farci una passeggiata in giardino. Skitty, Glaceon, volete venire anche voi?”

Skitty!” con un miagolio acuto, il Pokemon Micio seguì la sua allenatrice e Flabebe mentre quest'ultima si alzava dalla poltrona, si sgranchiva un po' le ossa e cominciava ad incamminarsi verso l'uscita. Glaceon si riavvio' la pelliccia con una zampa e si incammino' nella stessa direzione.

Quel giorno, per fortuna, il clima era mite. Quando Vera uscì nel grande giardino del rifugio Belrose, venne accolta da uno splendente sole e da una gradevole brezza che portava alle sue narici un buon profumo di fiori, un aroma a cui non era più abituata già dopo pochi giorni passati a Reborn City, dove il verde veniva inghiottito dal cemento. Vera vide che se non altro, qualcuno era uscito a fare un po' di pratica o a prendere un po' d'aria. Max, Ortilla ed Hitomi si erano scelti uno spazio ad un angolo del giardino per allenarsi tra loro sotto lo sguardo attento di Ritchie e Sparky. Max aveva fatto uscire il suo Manectric, mentre Hitomi aveva mandato in campo il suo Mothim, e i due Pokemon Coleottero si stavano studiando attentamente, in cerca di un momento in cui l'avversario abbassasse la guardia, mentre Ortilla e la sua Altaria stavano provando qualche mossa con i loro Pokemon – Spinda, Bibarel e Scraggy.

“Bene, Spinny… Bibby… ora proviamo questo. Spinny, adesso proviamo a fare una variazione sulla tua Strampadanza.” Disse Ortilla. Nonostante tutto, il carattere allegro e deciso della ragazzina le aveva permesso di riaversi abbastanza presto dallo spavento dei giorni precedenti, ed era già tornata al suo hobby preferito. “E tu, Bibby, ho deciso di farti provare qualcosa di particolare in modo da supportare Spinny quando fa la sua mossa. Che ne dici, te la senti?”

Bibarel?” chiese il Pokemon castoro, chiedendo alla sua allenatrice cosa avesse in mente. Ortilla strizzo' un occhio con espressione astuta, e cominciò a spiegare ai suoi Pokemon quale numero volesse realizzare, e Vera si sentì in qualche modo rassicurata dal loro modo di fare. Anche se avevano da poco evitato un pericolo mortale, i suoi compagni di viaggio più giovani non avevano perso la loro energia e il loro ottimismo.

Mentre Ortilla ed Alty continuavano ad istruire Bibarel e Spinda su quello che dovevano fare, Vera guardò in un'altra direzione, verso una veranda che dava sulle praterie aperte che circondavano il rifugio. Laura e Charlotte erano sedute sotto un tendone, gli sguardi fissi in lontananza, accompagnate dalla Lilligant di Laura e dalla Ninetales di Charlotte. Non c'era bisogno di una gran fantasia per immaginare a chi stessero pensando, e Vera si sentì prendere ancora una volta dalla malinconia.

"Vera? Stavi pensando alla signorina Saphira, non è vero?" si sentì rivolgere una domanda dalla vocetta acuta ed innocente di Anna. Quando la bambina castana guardò nella direzione da cui proveniva, vide la piccola e il fratello gemello, che come sempre tenevano i loro inseparabili peluche tra le braccia. Stavano venendo avanti con passo tranquillo, accompagnati a breve distanza da Cain e Drew. "Nostra lo sa... Nostra sa che la signorina Saphira è ancora viva. Non basterà certo un Hydreigon per sconfiggerla, lo sai."

"Ah... ciao, Anna! Mi fa piacere vedere che tu e Noel state bene... e anche Nostra e Nomos!" rispose Vera, sentendosi almeno un po' rinfrancata. In qualche modo, i bizzarri modi di fare di Anna riuscivano a tirarle su l'umore anche in una situazione così difficile. "Beh... in effetti ho visto che quel Pokemon Drago... si chiama Hydreigon, hai detto...? Insomma, quel Pokemon Drago non era da solo... aveva una donna in groppa, e mi sembrava molto pericolosa. E' per questo che sono preoccupata per lei."

"Quella era la comandante suprema del Team Meteora. Non certo una persona da prendere alla leggera." continuò Drew.
Questo sembrò sorprendere la piccola Anna, che guardò negli occhi il suo Cleffa di peluche quasi volesse chiedere a lui cosa volessero dire i suoi amici. "Hm? C'era una persona in groppa a quell'Hydreigon, Nostra? No... dici di no, vero? Nemmeno io l'ho vista... non c'era nessuno su quel Pokemon."

"Hm? Come sarebbe a dire che non c'era nessuno?" chiese stupito Cain, mentre Drew, Vera e Flabebè si scambiavano degli sguardi interrogativi. "Eppure... anche se eravamo lontani, sono sicuro di aver visto una donna su quel bestione..."

"Io non lo so... ho visto passare un Pokemon alato, ma eravamo... troppo lontani per vedere se ci fosse davvero qualcuno in groppa." continuò Noel, il suo sguardo che vagava in giro per il giardino mentre pensava a cosa potesse essere quella creatura. "Comunque, rimane il fatto che Anna non ha visto nessuno in groppa a quel Pokemon."

Drew si sfregò il mento, cercando di riflettere su quanto aveva sentito. Anna diceva delle cose strane a volte, ma tutto quello che lei diceva aveva un senso, anche se non era immediatamente comprensibile. Quindi, se aveva detto di non aver visto nessuno in groppa al Pokemon, voleva dire qualcosa di importante. Il problema era cercare di capire cosa... ma questo poteva aspettare, visto che la priorità in quel momento era tenere l'Anellorubino e la Collanasmeraldo lontano dal Team Meteora.

"Okay... penseremo più tardi a Lin. Al momento, se il Team Meteora non ha le Quattro Chiavi, i loro piani non possono andare avanti." continuò il ragazzo dai capelli verdi, in modo da fare il punto della situazione. "L'Anellorubino e la Collanasmeraldo sono ancora nelle nostre mani. Amaria ha preso con sè il Braccialezaffiro e in questo momento si trova al rifugio di questa Titania di cui abbiamo sentito parlare... e ce n'è un'altra, da qualche parte."

"La mia Tiarametista... l'ha presa l'uomo con l'occhio bionico." rispose malinconicamente Anna, tenendo ancora più stretto il suo Cleffa di peluche. "Quando eravamo prigionieri nel loro covo, lui ci stava interrogando, e la Tiarametista mi è caduta, e lui l'ha portata via..."

Noel mise una mano sulla spalla della sorella gemella per darle un po' di conforto. "Quella tiara... è un ricordo molto importante di nostro padre. E' praticamente tutto quello che abbiamo di lui. Per questo è così importante per noi..."

Glaceon strizzò un occhio in un'espressione di disappunto. Pensare che avevano affrontato Sirius durante il loro attacco al nascondiglio... se solo avessero saputo che la Tiarametista era nelle sue mani, avrebbero fatto del loro meglio per costringerlo a restituirla. "Glaceoooon..." mormorò il Pokemon Ghiaccio scuotendo la testa. Inutile piangere sul latte versato, a questo punto...

"Oh... mi dispiace, Anna, Noel... la prossima volta che affronteremo Sirius, farò in modo che lui vi restituisca la Tiarametista, questo ve lo prometto!" rispose Vera, arruffando giocosamente i capelli della bambina, che si tirò un po' su di morale e rivolse a Vera uno dei suoi sorrisi radiosi.

"Grazie, Vera... le buone notizie sono che adesso il Team Meteora ha soltanto una delle quattro Chiavi!" continuò la bambina dai capelli neri.

"E' vero, e adesso sanno che noi abbiamo abbastanza potenza di fuoco da farli saltare tutti per aria se tenteranno di attaccarci ancora!" esclamò Julia, arrivando da un altro punto del giardino assieme a Florinia e a Pietro. La graziosa cheerleader dai capelli verdi salutò Anna e Noel con un cenno della mano, venendo ricambiata poco dopo. "E il Braccialezaffiro è con Amaria e Titania. Se quelli del Team Meteora hanno un minimo di cervello, non tenteranno di attaccarle."

"Tutto considerato, le probabilità al momento pendono a nostro favore." sentenziò Florinia. "Tuttavia, la mancanza di Fern e della comandante Saphira corrisponde ad una corrispondente diminuzione del nostro potenziale."

Il modo di parlare di Florinia non piacque a Vera. Sembrava non essere minimamente preoccupata per il fratello minore. Certo, la ragazzina di Hoenn non provava simpatia per quel galletto montato, ma che neanche sua sorella fosse preoccupata per lui le sembrava terribile. "Signorina Florinia, non vorrei sembrare impertinente... ma mi sembra che lei non sia molto preoccupata per il fatto che suo fratello è nelle mani del Team Meteora."

"E' vero. Non che a me il buon vecchio Fern sia troppo simpatico beninteso..." disse Cain, mantenendo un'espressione insolitamente seria. "Però, vedere una sorella a cui non importa nulla del fratello... voglio dire, almeno io posso dire di avere fiducia in mia sorella, e so che non è stata colpa sua di quello che mi è successo... ma lasciamo perdere, non è questo il momento di parlare dei miei problemi."

"Fla?" chiese Flabebè, rigirandosi il fiore tra le mani.

"Va tutto bene, piccolo, non è il caso di pensare a queste cose in questo momento." disse Cain al piccolo Pokemon Folletto. "Dicevo, Flo... che il minimo che potresti fare è mostrare un po' di preoccupazione per tuo fratello. Lo abbiamo cercato a lungo, ma non siamo riusciti a trovare nessuna sua traccia."

Julia storse il naso e strizzò un occhio. Ancora una volta, stavano cercando di portare il discorso su un punto dolente per Florinia...

"La presenza o assenza di emozioni nel comportamento di questa unità non è in grado di modificare in meglio l'andamento delle ricerche." affermò Florinia... dopo qualche istante di apparente esitazione di cui Vera e i suoi Pokemon si accorsero. "In effetti, un personale coinvolgimento negli eventi risulterebbe facilmente in un esito infausto."

"Continui ad insistere su questo punto." la voce di Hitomi intervenne. I più piccoli del gruppo di Hoenn avevano finito, almeno per il momento, il loro allenamento, e stavano raggiungendo Vera e Drew. Scuotendo la testa, Hitomi guardò Florinia dritta negli occhi e continuò a dare la sua opinione. "So di non essere molto brava ad esprimere le mie emozioni. Spesso non so come fare. Forse non ho il diritto di parlare, ma ho davvero la sensazione che lei stia cercando deliberatamente di evitare la questione, signorina Florinia."

"La questione non è importante rispetto all'attuale situazione." tagliò corto l'esperta di Pokemon d'Erba. "Vorrei ricordare che al momento, quello che stiamo cercando di fare è evitare di essere di nuovo attaccati in massa dal Team Meteora. Questa unità suggerirebbe altresì di riunirci con i nostri alleati sparsi per questa zona di Reborn, e organizzare di nuovo le nostre difese."

"Ma dove si trovano i vostri alleati?" chiese Max arrivando in quel momento, accompagnato dal suo Manectric che zampettava agilmente attorno a lui. "E comunque, non penso che noi sappiamo abbastanza da poter prendere delle decisioni... Miss Saphira potrebbe saperne di più, ma non è qui per darci le istruzioni necessarie per trovarli e raggiungerli."

"Manectric..." mormorò il Pokemon canino.

"Purtroppo, siamo in una situazione piuttosto difficile." affermò Ortilla accarezzando Alty. "Ma non è di quello che volevamo parlare. Piuttosto, quello che stavamo criticando era il fatto che lei non sembrava provare nulla per la scomparsa di suo fratello."

"Voglio dire, non è che Fern mi fosse simpatico, tutt'altro." affermò Pietro, per poi tirare distrattamente un calcio ad un sasso che si trovava lì vicino, e mandandolo a rotolare contro una staccionata bassa. "Ma essere catturati dal Team Meteora e subire chissà quale dei loro trattamenti di favore... mi suona come una cosa che non augurerei neanche al mio peggiore nemico. Mi sarei aspettato... che la cosa ti avrebbe preoccupata di più, Florinia, e invece..."

"Come potete constatare, questa è la dimostrazione che legami sentimentali impediscono il corretto svolgimento delle proprie funzioni." affermò Florinia, come niente fosse. "Al momento, state sprecando tempo in considerazioni sentimentali che potrebbero rivelarsi mal riposte. Tale intervallo di tempo potrebbe essere sfruttato meglio per progettare la nostra prossima mossa."

"Flabebè..." rispose il minuscolo Pokemon folletto scuotendo la testa.

"Ugh... lasciamo perdere, ragazzi, è come parlare ad un muro." affermò Vera con un'espressione di disappunto. Quello sì che era un perdere tempo... Florinia sembrava davvero non avere alcun sentimento, o rifiutarsi di ammetterli. Hitomi sospirò e decise che avrebbe parlato in maniera più approfondita a Vera delle sue impressioni sul modo di fare di Florinia.

"Beh... neanche a me piacciono molto certi modi di fare di Rini... anche se non do esattamente la colpa a lei per quello che è successo... ma ha ragione quando dice che abbiamo bisogno di riorganizzarci e riprendere la nostra battaglia con il Team Meteora." continuò Julia, per poi fare una lenta piroetta su sè stessa, forse soltanto per il gusto di farlo. "Se è per questo... credo che la persona a cui dovremmo rivolgerci sia un certo Maestro Radomus Vanhanen, un eccentrico milionario che vive in un antico maniero rimodernato. Lui è un nostro fervente sostenitore, e saprà darci delle indicazioni sulla locazione di molti punti strategici per il Team Meteora."

"Radomus Vanhanen... ho già sentito parlare di lui." affermò Pietro. "Il famoso campione di scacchi di Reborn? Oltre che il famoso miliardario che possiede il castello Vanhanen? E' da parecchio tempo che non fa più un'apparizione pubblica, ma continua a supportare noi della resistenza."

"Esatto, proprio lui. Pare che la famosa Gossip Gardevoir... quella Gardevoir parlante che si vede spesso nei notiziari... viva con lui e lo aiuti nella faccende di ogni giorno." continuò Julia. Lo Skitty di Vera annuì impressionato, mentre Ritchie e il suo starter, Sparky, si avvicinavano a loro volta.

"Ancora non riesco ad immaginare una Gardevoir parlante... certo che ho visto più di una volta il Meowth parlante di quegli sciocchi del Team Rocket." commentò Max, tornando con la mente ai suoi infiniti incontri con quel terzetto di imbranati. Chissà poi cosa stavano facendo in quel momento… conoscendoli, magari si erano persi in qualche boscaglia alla ricerca di qualche tesoro, o facevano qualche lavoro per sbarcare il lunario... o si stavano impantanando in qualche altra situazione assurda mentre cercavano di portare a termine qualche compito affidatogli da Giovanni. “Beh, non importa. Quindi, è questo Radomus che sta dando una mano a noi della Resistenza, eh? Ed è a lui che dobbiamo parlare per cercare di rendere compatta la nostra organizzazione. Dico bene?

Florinia disse di sì con la testa. “Affermativo. Questa unità suggerirebbe di tenere d'occhio il castello dei Vanhanen in ogni caso. Il proprietario potrebbe esserci di grande aiuto. Si suggerisce quindi di cercare il suo ausilio.”

“Noi nel frattempo, cercheremo di scoprire quale sarà la prossima mossa del Team Meteora, e di premunirci per mettere loro i bastoni tra le ruote.” Continuò Pietro. “I miei Pokemon di Roccia hanno bisogno di sgranchirsi un po', in fondo… e quale modo migliore che dare una lezione a quel branco di canaglie?”

Eon!” rispose Glaceon. La Mothim di Hitomi e il Bibarel di Ortilla dissero di sì con la testa, e anche Vera fece una breve risata in accordo con il giovane musicista.

“Va bene… allora, non appena saremo pronti, partiremo alla ricerca del castello dei Vanhanen. Ho l'impressione che sarà un viaggio abbastanza lungo e faticoso.” Rispose Ritchie. “Prima, comunque, vorrei essere sicuro che tutto sia sotto controllo da queste parti.”

Anna si fece avanti, abbracciando stretto il suo Cleffa di peluche. “Sono sicura che non ci saranno problemi. Anche Nostra e Nomos ne sono convinti. Ritroveremo Fern e gli faremo una bella lavata di testa per averci fatto preoccupare così.” Rispose con tono allegro, indicando con lo sguardo il peluche di Jirachi del fratello gemello. “Piuttosto, Noel, perché non proviamo a fare una lotta con i nostri amici, prima che loro se ne vadano?”

Anna stessa fu un po' sorpresa dal fatto che Noel non ebbe nulla in contrario alla sua proposta. “Beh… non mi sembra male come idea. Sarebbe un modo per renderci conto di persona se sono pronti per il viaggio. Vi informo che, come diceva Ritchie, la strada verso Castello Vanhanen è piuttosto lunga e faticosa.” Affermò.

Max ci pensò su per un attimo, e guardò il suo Manectric per chiedere conferma. Il Pokemon Elettro non ebbe obiezioni, e fece un cenno di intesa al suo allenatore con un cenno del suo muso affusolato. “Tric!

Moooothim…” il Mothim di Hitomi disse di sì con la testa, e i due ragazzini di Hoenn si decisero e fecero cenno ad Anna e Noel che erano pronti.

“Va bene, siamo d'accordo.” Affermò il ragazzino con gli occhiali, sentendosi di colpo più sicuro di sé. “Una volta tanto, non mi dispiace una lotta amichevole, senza dover pensare a cosa succederebbe se perdessimo. Hitomi, tu che ne dici?”

“Per me è lo stesso, è un modo come un altro di prepararsi.” Rispose lei alzando le spalle. Max ridacchio' imbarazzato, e una gocciolona di sudore gli scese dietro la nuca. Controllata come al solito…

“Perfetto! Allora io e Noel ci prepariamo!” esclamò entusiasta Anna. “Tra un'ora qui, d'accordo?”

“Facciamo anche questo…” disse Noel, chiedendosi come facesse sua sorella a coinvolgerlo sempre in qualcuna delle sue strane idee…

 

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Charlotte sospirò e si mise le mani dietro la nuca, appoggiando la schiena sulla sedia mentre la sua Ninetales si stiracchiava e apriva le sue folte code come un ventaglio. La giovane esperta di Pokemon Fuoco decise che aveva passato abbastanza tempo seduta lì sotto quel tendone a farsi tante domande inutili. I loro compagni erano lì e stavano facendo del loro meglio pur nell'incertezza di quella situazione, e il minimo che lei e Laura potessero fare era dare una mano.

"Okay, Laura... non credi che saremo più utili se cerchiamo di aiutare i nostri compagni, per quello che possiamo? Il Team Meteora si sarà anche ritirato, ma c'è ancora molto da fare." esordì. Con un agile balzo, la ragazzina si alzò dalla sedia e si sgranchì la schiena, poi si riavviò i lunghi codini in cui teneva legati i suoi capelli. Approvando il modo di fare della sua allenatrice, la sua Ninetales si avvicinò e strisciò la testa sul suo braccio destro. "Allora, Laura, che ne dici? Ci muoviamo? Quando la nostra sorellona tornerà, sarà contenta se le facciamo vedere che abbiamo preso in mano le redini della resistenza mentre lei era assente!"

"Nine!" esclamò Ninetales, per poi andare a spronare la Lilligant di Laura toccandola gentilmente con il muso. "Nine ninetales!"

"Gant?" chiese la graziosa Pokemon floreale.

Laura rimase sorpresa dalle parole della sorella minore. "C-Charlotte? Come... come sarebbe a dire, quando tornerà..."

"ANdiamo, sorellona, non crederai davvero che basti così poco per mettere fuori gioco la nostra Saphira? Lei è molto più tosta di così!" affermò Charlotte. "E sono sicura che sarebbe molto contenta di sapere che abbiamo fatto dei passi avanti nella lotta contro quei malfattori! Forza, non serve a niente restare qui a pensare a cosa potrebbe o meno essere accaduto. E dobbiamo ancora cercare d ritrovare Fern, anche se è una canaglia, non merita di restare nelle mani del Team Meteora." La più giovane delle sorelle Belrose tese una mano verso quella di mezzo, che la guardava con l'aria di non essere sicura che Charlotte fosse del tutto sana di mente.

"Ah... io... Charlotte, non sono del tutto sicura che sia il caso di... voglio dire, non sappiamo per certo che Saphira sia sana e salva..." cercò di obiettare Laura, prima che la Ninetales della sorella minore srisciasse la testa contro il suo fianco per dirle che sarebbe andato tutto bene.

"Ninetales!"

Charlotte disse di sì con la testa, e anche se la sua espressione si fece più seria, non perse il suo ottimismo. "La conosci, Laura. Noi siamo le sue sorelle minori, nessuno può conoscerla meglio di noi. Non si farà certo battere dalla prima persona che capita, fosse anche il capo del Team Meteora." affermò. "E comunque, lo sai che lei ci ha sempre insegnato che non dobbiamo mai arrenderci, neanche quando la situazione sembra più disperata. Ne abbiamo passate di peggiori, non credi anche tu?"

Dopo qualche istante di dubbio, Laura sorrise stentatamente, ammettendo che in effetti era vero. Erano sopravvissute alle gentili attenzioni del Dr. Connal, alle spietate strade di Reborn City e agli attacchi del Team Meteora... era più di quanto molte persone potessero dire di aver passato in vita loro. Non era il momento di arrendersi soltanto perchè qualcosa era andato storto in una situazione che, tutto considerato, era ancora ampiamente in mano loro.

"Sì... sì, immagino che tu non abbia torto." affermò finalmente Laura, e si alzò dalla sua sedia per poi invitare la sua Lilligant a seguirla. "aphira ha sempre saputo come cavarsela. E noi non dobbiamo essere da meno."

"Brava, così va meglio!" affermò Charlotte. "Andiamo a vedere come se la stanno cavando Vera e gli altri... dobbiamo molto anche a loro se siamo riusciti a dare del filo da torcere al Team Meteora."

Laura e Lilligant annuirono e si diressero verso l'ala del giardino dove avevano lasciato Vera e gli altri, accompagnate da Charlotte e Ninetales. Quando arrivarono lì, videro che il gruppo di Vera, assieme a Pietro e Julia, aveva ritagliato una piccola area per permettere a quattro persone di mettere su uno scontro a coppie di Pokemon - da una parte, Max ed Hitomi accompagnati da due dei loro Pokemon, Manectric e Grumpig...

...e dall'altra, Noel ed Anna avevano mandato in campo a loro volte due dei loro Pokemon. Com'era prevedibile, Anna aveva mandato in campo la sua Gothorita, mentre Noel aveva fatto uscire un Pokemon davvero strano, che Max ed Hitomi non avevano mai visto prima di allora: un Pokémon con un lungo corpo simile ad una donnola gigantesca, bipede, la pelliccia marrone che formava quattro piccoli ciuffi ai lati della pancia, coperta di pelo giallo. La pelliccia marrone formava anche alcuni ciuffi alla base della coda piatta, e le due strisce gialle sulla pancia e sulla schiena si estendevano anche sulla coda e sulla testa - la prima formava una specie di barba gialla sotto la bocca del Pokémon, la seconda diventava simile a dei capelli, che formavano una frangia sporgente di colore giallo. Il muso era piatto, con un naso rosa e denti appuntiti, che gli davano un'espressione feroce ed arcigna. Il Pokémon sconosciuto teneva le due zampe che non usava per camminare incrociate dietro la schiena, nascondendole. Vera, Drew e il resto del team di Hoenn stavano guardando con stupore quella strana creatura, che tuttavia dava l'impressione di essere un avversario da non sottovalutare.
Anche Hitomi era rimasta visibilmente sorpresa davanti a quel Pokemon sconosciuto, che ora stava in guardia davanti al suo Grumpig e si preparava alla lotta.

"Non ho mai visto quel Pokemon, Noel..." disse incuriosita. "Di cosa si tratta? Il mio Pokedex non dice nulla su di lui..."

"Neanche il mio, se è per quello... deve venire da qualche altra regione che non conosco." continuò Max. Il ragazzino con gli occhiali provò di nuovo, ma lo schermo del suo Pokedex diede soltanto un segnale di statico, e una voce elettronica che lo informava...

"Pokemon sconosciuto. Nessuna informazione disponibile."

"Ah, Noel, hai deciso di mandare in campo il nostro amico Gumshoos?" esclamò Anna con evidente contentezza, per poi mettersi a spiegare che Pokemon fosse. "Vi presento il nostro amico Gumshoos, un Pokemon proveniente dall'arcipelago di Alola! E' quasi dall'altra parte del mondo, lo sapete?"

"Gumshoo!" esclamò il Pokemon mangusta, le braccia incrociate sul petto.

"Il... continente di Alola? Ma certo! Ne ho sentito parlare un po' di volte!" esclamò Max. Ancora una volta, il giovane allenatore ringraziò la sua passione per lo studio. "Si tratta di una regione che si trova vicina all'equatore, no? E' composta da cinque isole, e lì ci vivono molti Pokemon sconosciuti... anche dei Pokemon che assomigliano a specie di Kanto, ma hanno delle visibili differenze sia come aspetto che come tipo!"

"Din doooon! Un punto per Max!" esclamò Anna. "Il nostro amico Gumshoos è appunto un Pokemon di Alola!"

"Non è esattamente un Pokemon che ha avuto origine ad Alola, ma è stato introdotto lì per fare fronte ad un eccesso nella popolazione dei Rattata." spiegò Noel. "Il mio Gumshoos, beh... diciamo che è stato un regalo da parte di qualcuno che sta supportando noi della resistenza. Anche se non ho mai saputo chi sia stato..."

"Shoos?" chiese Gumshoos. Voleva dare inizio alla battaglia, e Noel si scusò con lui e decise che in effetti era il caso di passare dalle parole ai fatti.

"Ma Gumshoos è molto abile in combattimento. Spero che siate pronti. Cominciamo?" concluse Noel.

"Quando volete!" affermò Max aggiustandosi gli occhiali. Hitomi incurvò leggermente le labbra verso l'alto in un'espressione sicura, e Manectric fece sfrigolare alcune scariche elettriche sulla sua pelliccia per incitare i suoi avversari a lanciarsi all'attacco! "Cominciamo pure!"

"Comincio io, se permettete! Grumpig, comincia subito con Calmamente!" affermò Hitomi. Il Pokemon simile ad un maialino viola ghignò, chiuse gli occhi e si concentrò, mentre le perle sulla sua fronte si illuminavano di luce rosata.

"Interessante... Gothorita, usa il tuo attacco Palla Ombra contro Grumpig!" esclamò Anna.

Noel annuì, mentre Gothorita alzava le braccia e creava una sfera di luce nera sopra la propria testa. "Bene... Gumshoos, tu tieniti pronto." affermò il piccolo allenatore, e il Pokemon mangusta strinse le mani a pugno e si preparò ad un attacco... che arrivò un istante dopo!

"Manectric, partiamo con Raggioscossa!" iniziò Max. Il cane elettrico abbaiò in segno di assenso e scagliò una scarica elettrica dai suoi occhi sotto forma di un raggio luminoso di colore giallo intenso, colpendo in pieno il Pokemon di Alola... che non cambiò di una virgola la sua espressione arcigna, e restò fermo dov'era, ricevendo il colpo senza problemi. Immediatamente, il corpo di Gumshoos venne avvolto da una luminosa aura rossa, e Max strinse i denti, rendendosi conto di essere caduto in una trappola.

"Oh cavolo... era un attacco Pazienza!" esclamò Vera.

"Un Pokemon di Alola... credo che sarà una sfida molto interessante." affermò Drew.

Ortilla disse di sì con la testa, mentre Alty teneva d'occhio le mosse dei Pokemon dei gemelli. "Max ed Hitomi si metteranno nei guai se non stanno attenti. Non hanno idea di cosa sia capace quel Pokemon." commentò.

"Hmm... questa non me l'aspettavo." affermò Max. "Ritirati, Manectric! Se lo attacchiamo ancora, ci esporremo ad un contrattacco più potente! Piuttosto... usa un attacco Tuononda!"

"Manectric!" esclamò il cane elettrico, per poi inviare un impulso elettrico contro Gumshoos, nella speranza di paralizzarlo e fargli perdere la carica...

Gothorita aveva appena scagliato la sua Palla Ombra contro Grumpig, e il Pokemon maiale era riuscito ad evitarla per un pelo, scansandosi di lato e poi mettendosi in guardia per l'attacco successivo... che però non arrivò mai. Invece, Anna diede ordine a Gothorita di usare una mossa difensiva. "Presto, Gothorita! Usa Salvaguardia!"

"Gothoritaaaa..." rispose la Pokemon Raggiro con voce acuta, e mosse davanti a sè le corte braccia in modo da disegnare dei simboli mistici davanti a sè. Una frazione di secondo dopo, sia lei che Gumshoos vennero circondati da un'aura di luce verdina semitrasparente, sulla quale la Tuononda di Manectric si infranse senza fare effetto.

"Mi sembra... che i nostri amici siano molto determinati." affermò Charlotte, mettendosi di fianco a Julia e osservando con ammirazione i Pokemon dei giovanissimi allenatori che riprendevano la sfida. Grumpig stava cercando un modo per attaccare Gothorita o vanificare l'attacco Pazienza di Gumshoos. "Hehehee... il nostro piccolo Noel manda in campo il suo amichetto di Alola! Sono sempre stata curiosa di vederlo in azione!"

"Mi fa piacere che non abbiano perso la loro determinazione... ne avranno bisogno, per le prove che ancora ci attendono. Anzi, credo proprio che noi adulti abbiamo qualcosa da imparare dall'entusiasmo e dal coraggio di questi ragazzini." commentò Julia, gettando una breve occhiata incoraggiante a Florinia. Stava chiaramente parlando a suocera perchè nuora intendesse, ma Florinia non diede segno di aver colto il messaggio, restando invece ferma ad osservare il combattimento con freddo sguardo analitico.

"Forza, fratellino! Anche se è un Pokemon sconosciuto, sono sicura che ce la farai! Cerca di non fare brutta figura, okay?" esclamò Vera, non resistendo alla tentazione di punzecchiare un po' il fratello minore.

"Osserva e impara, sorellona! Ora ti faccio vedere cosa sappiamo fare io e Manectric! Adesso, Manectric! Usa il tuo attacco Sottocarica!" esclamò Max. Il cane elettrico abbaiò in segno di intesa e si concentrò, accumulando un'intensa carica di energia sulla sua pelliccia appuntita... e il suo corpo venne circondato da una sfera di luce gialla semitrasparente, che venne attraversata da una raffica di scariche di energia statica. Nello stesso momento, Gumshoos completò la carica del suo attacco Pazienza, e scatenò tutta l'energia accumulata sotto forma di una potente onda d'urto sprigionata dal suo corpo aprendo le braccia in un gesto maestoso! L'ondata di energia sfrecciò verso Manectric e lo investì, ma quest'ultimo era preparato, e riuscì a minimizzare gli effetti del colpo, vedendo soltanto sbalzato indietro di qualche passo.

"Perfetto, Manectric! Ora usa un attacco Ondashock!" rispose Max. Manectric ghignò, e l'aura elettrica che lo circondava si trasformò in una raffica di anelli di luce gialla che si dipartirono dal suo agile corpo ed investirono Gumshoos facendolo indietreggiare! Il Pokemon mangusta grugnì di dolore, ma restò in piedi e rispose con un attacco Sgranocchio, aprendo le fauci e richiudendole sulle zampe anteriori e sulle spalle di Manectric. Entrambi i Pokemon, avendo subito danni abbastanza importanti, si separarono per studiarsi di nuovo, mentre il Grumpig di Hitomi scagliava un Segnoraggio contro la Gothorita di Anna, e la Pokemon nera riusciva a scansarsi soltanto per un pelo.

"Beh, Nomos... sembra proprio che i nostri avversari stiano per segnare un nuovo record." affermò pacato Noel, e un raro sorriso apparve sul suo viso.

 

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Le Paludi Mercurio, a pochi chilometri dalla periferia est di Reborn City, erano conosciute come un luogo in cui le esigue speranze di quel mondo alla deriva andavano a morire. Una pianura devastata dall'inquinamento, segnata da maleodoranti montagne di rifiuti, pozze di fango tossico violaceo e un cielo quasi sempre ingombro di nuvole grigie che di tanto in tanto riversavano pioggia acida sul paesaggio sottostante.

In questa desolazione, considerata un luogo inospitale persino per gli standard di Reborn, vivevano tuttavia dei Pokemon - per la maggior parte, Pokemon di tipo Veleno per i quali si trattava di un posto comodo in cui vivere, come Grimer, Muk, Koffing, Weezing, e qualche occasionale Venipede. Qualche sparuto raggruppamento di case e negozi appariva qua e là nelle lande desolate, aggrappato alla sopravvivenza con la fatalista determinazione di chi non ha più nulla da perdere. Questi piccoli centri abitati resistevano ancora grazie all'aiuto di qualche ufficiale governativo che non era ancora diventato del tutto indifferente ai problemi della sua gente, e che aveva deciso di rischiare l'ira del Team Meteora piuttosto che abbandonarla ad una misera fine.

Era in questo luogo così tetro e deprimente, in una casa scavata in una grande formazione rocciosa e ben protetta dalle intemperie, che una ragazza dai capelli viola di circa sedici anni stava rimuginando su quello che era successo negli ultimi giorni, da quando era andata a dare una mano ai compagni di suo fratello e aveva rivisto Pietro dopo tanto tempo. Doveva ammettere che sentiva una certa nostalgia... era vero, quando stava con Pietro si sentiva più tranquilla, e il futuro non le sembrava più tanto difficile. Ma... era proprio per questo che non voleva vederlo, da quando Cain era andato via di casa.

"Pietro merita di meglio, lo so." disse Aya, guardando negli occhi la robusta e possente Nidoqueen che la guardava incuriosita, dall'altro lato della camera da letto - una stanzetta buia, illuminata soltanto da una lampada da tavolo posta su una scrivania, il letto ancora disfatto e i muri tappezzati da manifesti di vario tipo, incollati in maniera disordinata, quasi casuale. Si vedeva che non era la stanza di una persona che si prendeva molta cura di sè.

La Nidoqueen inclinò la testa da un lato e si appoggiò una mano sulla guancia, come se volesse chiedere alla sua allenatrice se davvero era convinta di quello che stava dicendo. Aya restituì lo sguardo alla sua Pokemon, e annuì lentamente, spiegando poi il motivo della sua reazione. "Sì, lo penso davvero, Nidoqueen. Io... lo dico sempre, no? Dopo quello che ho fatto, non merito di essere felice. Merito di vivere nel rimorso per non aver fatto tutto il possibile per evitare che quel moccioso viziato di mio fratello Cain se ne andasse di casa. Avrei dovuto oppormi alla volontà di nostra madre... ma ho avuto paura, come ne ho sempre."

Nidoqueen scosse la testa, per nulla convinta dalla spiegazione della sua allenatrice. "Nido... queen? Queen!" affermò, senza mai staccare gli occhi da quelli della ragazza dai capelli viola.

"No... non puoi chiedermi di giustificare la mia inazione." rispose Aya guardando il pavimento, sul quale si vedevano ancora cartacce e lattine vuote. "Sono stata io a fare tutto questo. Mia madre avrà anche mandato via di casa mio fratello, e lui non ci ha pensato su due volte... ma avrei dovuto oppormi a tutto questo. Sono sicura che adesso mi odia per non averlo difeso, e fa anche bene."

"Nido?" esclamò Nidoqueen con decisione. Aya stava cominciando a piangersi addosso, e questa era una cosa che proprio non le andava giù.

"No, no, Nidoqueen, credimi quando ti dico che io merito di essere odiata. Cosa ci vede quello sciocco di Pietro in una come me, dico io? Tsk... guarda tu, mi sono persino specializzata in Pokemon di tipo Veleno." rispose la ragazzina. Con un sospiro rassegnato, Aya si alzò dal suo letto e si sfregò gli occhi. L'aria della stanza era un po' viziata per il tempo in cui lei vi era rimasta rinchiusa dentro, ma Aya non si preoccupò di aprire la finestra... tanto, con l'aria pestilenziale delle Paludi Mercurio, non avrebbe fatto una gran differenza. "Bah. Senti, Nidoqueen. Io vado a fare due passi. Non che ci sia molto da vedere, in questo schifo di posto, ma almeno muovo un po' le gambe."

"Queen!" esclamò Nidoqueen. La Pokemon Veleno/Terra raggiunse la sua allenatrice e la trattenne per un braccio, per dirle che non se ne sarebbe andata senza di lei.

Aya riuscì a fare un sorriso un po' sforzato. "Sei... comunque preoccupata per me, Nidoqueen? Heh... immagino che voi Pokemon possiate affezionarvi anche ad una persona cattiva come me. E va bene, almeno tu e gli altri miei Pokemon... non mi va di respingervi. A volte ho l'impressione che voi siate gli unici in grado di capirmi."

Nidoqueen strizzò un occhio in segno di intesa. Se non altro, fare in modo che Aya non si deprimesse del tutto era già un traguardo notevole - e comunque, Nidoqueen non avrebbe mai permesso che la sua allenatrice rischiasse di essere attaccata da qualcuno dei Pokemon tossici che infestavano quel luogo orribile.

L'allenatrice e la sua Pokemon si stavano già dirigendo verso la porta d'uscita, quando una voce a loro ben conosciuta le raggiunse da un'altra stanza...

"Aya! Tesoro, mi senti?"

Aya strinse i denti e alzò gli occhi al cielo, maledicendo il fatto che sua madre avesse scelto proprio quel momento per chiamarla... e un attimo dopo, dal soggiorno di casa, ecco arrivare la signora Lania, con quel suo sorriso quasi onnipresente che alla ragazzina non trasmetteva altro che un senso di vuota ipocrisia. Del tutto ignorante di quello che stava passando per la testa a sua figlia, la signora Lania la raggiunse con passo allegro e deciso, e diede la grande notizia. "Oooooh, scusa, cara, ti ho disturbato mentre stavi andando a fare una passeggiata? Tranquilla, non ci metterò molto... c'è un signore che è venuto a chiederti due cose, non ti preoccupare, non credo che si tratterrà qui a lungo. Vorrebbe solo vedere come te la cavi in un incontro di Pokemon!"

Aya si passò una mano sulla faccia, e la sua Nidoqueen alzò gli occhi al cielo in segno di fastidio. "Mamma... proprio adesso? Non puoi dirgli di andarsene e di passare un'altra volta? In questo momento non ho proprio la benchè minima voglia di fare un incontro di Pokemon, e certo non con uno sconosciuto!" si lamentò la ragazzina.

"Su, su, cara, non essere scortese." rispose Lania in tono zuccheroso. "Questo signore ha fatto un viaggio piuttosto lungo e pericoloso da Reborn City per arrivare fin qui. Il minimo che possiamo fare è accoglierlo come merita, no?"

La Pokemon Veleno/Terra capì che non c'era modo di sbrogliarsi da questa antipatica situazione, se non facendo esattamente quello che voleva Lania, e fece cenno ad Aya che era meglio assecondare i capricci di sua madre. "E va bene... facciamo anche questo. Non credo che resterà troppo a lungo qui, in ogni caso..." affermò Aya infastidita. "Prima iniziamo, prima finiamo."

"Vieni pure, cara! E' qui nella stanza che usi sempre per allenare i tuoi Pokemon." disse la signora, guidando la figlia verso un'altra sezione di quella casa raffazzonata che la famiglia era riuscita a ricavare in quel territorio ostile. Aya seguì la madre di malavoglia attraverso alcuni corridoi, per giungere finalmente in una grande stanza non dissimile dalla sala principale di una Palestra, dal pavimento ricoperto di piastrelle di un peculiare marmo viola. Ad un lato della stanza, si trovavano degli spalti per eventuali spettatori - e Aya non potè nascondere un po' di stupore nel vedere che c'erano alcuni loro conoscenti a fare il tifo per lei - mentre al centro della stanza si trovava un ring sopraelevato, con la particolarità che su di esso si espandevano delle pozzanghere di fango violaceo dall'aspetto poco rassicurante.

Aya seguì sua madre nella stanza, e si fece avanti quando la signora Lania sorrise di nuovo e indicò la persona che già stava aspettando la ragazzina ad un lato del ring. Era una persona dall'aspetto androgino, tant'è che Aya non si rese conto subito se era un uomo o una donna, vestito principalmente di nero, con un cappuccio sulla testa che nascondeva quasi del tutto i suoi capelli, tranne per una frangia che gli ricadeva su un occhio. Anche i lineamenti erano fini e delicati, con un volto dalla carnagione pallida, ma esprimevano una certa virilità, altro motivo per cui Aya non potè dirsi certa del genere di quell'individuo. Vagamente incuriosita, la ragazzina dai capelli viola fece un cenno alla sua Nidoqueen, e la robusta Pokemon Veleno/Terra seguì la sua allenatrice mentre si avvicinava al suo lato del ring. Entrambe ricevettero una serie di applausi dallo sparuto pubblico presente, ma Aya non fece cenno di accorgersene, concentrata com'era sulla persona che la stava attendendo.

"Buongiorno, signorina Aya." affermò l'individuo misterioso con un sorriso affabile, facendo un piccolo inchino. "Mi fa piacere che lei abbia deciso di incontrarmi."

"Il piacere è tutto mio." disse Aya svogliatamente. "Immagino che lei... sia venuto qui per sfidarmi. Per quale motivo, se mi è concesso chiederlo?"

"Innanzitutto, mi permetta di presentarmi. Il mio nome è Zero, e sono uno scienziato, anche se non si direbbe dal mio aspetto." affermò. "Sono qui perchè ho sentito dire che lei, signorina Aya, è la migliore allenatrice di Pokemon Veleno di questa zona, e sarei curioso di verificare da me quanto questo sia il caso."

"Io, la migliore?" chiese Aya quasi sottovoce, ignorando un applauso da parte degli spettatori. "Mah... chissà... se mio fratello Cain fosse ancora qui, non credo che sarei la migliore..."

"Non faccia caso a quello che dice mia figlia! Lei sta scherzando, non ha mai avuto un fratello!" intervenne rapidamente Lania, senza mai perdere quel sorrisetto sussiegoso che Aya trovava detestabile. Aya strinse una mano a pugno, ma si trattenne dall'intervenire. Ancora una volta, si diede della vigliacca... avrebbe dovuto agire, ribellarsi, e invece non ci riusciva... "Sì, la mia Aya è la migliore allenatrice di Pokemon Veleno che possa trovarsi nei dintorni di Reborn! E' più brava persino di quel Corey Molinar che se n'è andato tempo fa..."

Zero strinse leggermente gli occhi quando sentì menzionare il suo collega agente del Team Meteora che si era suicidato alcuni anni prima, ma non mostrò altra reazione. Dopotutto, era lì in incognito, e per i propri scopi...

"Mi fa piacere saperlo. Ma, con il permesso di Aya stessa, desidererei mettere alla prova questa teoria." rispose. "Allora, signorina Aya... mi farebbe l'onore di accettare la sfida? Non voglio costringerla."

Immaginando che sua madre avrebbe continuato ad assillarla se avesse detto di no, la ragazzina dai capelli viola scosse la testa e fece cenno a Nidoqueen di tenersi pronta. "No, no, non mi sta affatto costringendo. Cominciamo pure. Mandi in campo il suo primo Pokemon." disse bruscamente, cercando di non badare alle ovazioni del pubblico sugli spalti, e all'applauso fin troppo entusiasta di sua madre. Zero tirò fuori una Pokeball da sotto il mantello e la lanciò in aria, facendo uscire il suo primo Pokemon.

"Espeoooon!" esclamò il Pokemon che uscì un istante dopo dalla sfera. Con un elegante balzo, Espeon raggiunse il ring e vi salì sopra agilmente, poi fissò Nidoqueen con espressione di sfida.

"Un Pokemon Psico, eh? Non che la cosa mi sorprenda." disse Aya svogliatamente. "Allora, Nidoqueen, che ne dici? Pensi di potercela fare?"

"Nido!" esclamò la Pokemon Veleno/Terra, preparandosi poi alla lotta e piazzandosi al suo lato del quadrato. Si sgranchì le spalle e il collo, poi alzò le braccia davanti al muso appuntito e si mise in guardia, incitando Espeon a farsi avanti. La Eevolution Psico mosse rapidamente la coda biforcuta da un lato all'altro, e i suoi grandi occhi a mandorla si illuminarono di azzurro, mentre Zero annuiva tra sè e teneva d'occhio Nidoqueen...

"Non hai la più pallida idea di quanto sarà importante questo scontro, Aya..." mormorò tra sè. "In questo momento, senza rendertene conto, stai aiutando la causa del Team Meteora..."

 

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"Grumpig, ora usa Psichico!" esclamò Hitomi. Il maiale bipede grugnì un verso affermativo e scatenò un'ondata di energia mentale, prendendo di mira il Gumshoos di Noel... ma quest'ultimo si difese abilmente, usando una mossa Protezione prima che il potente attacco potesse raggiungerlo. La fiumata di energia mentale si scontrò con la barriera semi-invisibile che il Pokemon mangusta creò davanti a sè, e si divise in due con uno stridio assordante, mentre il Manectric di Max metteva a segno un ben piazzato attacco Sgranocchio contro la Gothorita di Anna, che non ebbe altra scelta che prendere il colpo, e indietreggiare nel tentativo di mettere su una difesa più efficace.

"Gumshoos, ora rispondi con Iperzanna!" esclamò Noel, inviando il Pokemon di Alola contro il Grumpig di Hitomi, mentre Gothorita scattava di lato, e tentava un attacco che Max aveva visto raramente prima di allora...

"Adesso, Gothorita... usa Adulazione contro Manectric!" la istruì Anna. Gothorita fece un cenno di intesa con la testa, e cominciò a muovere le mani in aria, creando una raffica di ondate di energia rosse che sfrecciarono verso Manectric e lo raggiunsero, senza fargli alcun danno, ma lasciandolo confuso e sbalordito. Una scarica elettrica percorse la sua pelliccia, e il cane elettrico si massaggiò il muso con una zampa nel tentativo di concentrarsi...

"Manectric, che succede?" chiese Max. "Sei stato confuso?"

Quando il Pokemon cane, evidentemente stravolto, riuscì a rispondere con un rapido cenno del capo, Anna cominciò a spiegare... mentre Grumpig si difendeva come meglio poteva da un poderoso attacco Iperzanna del Gumshoos nemico. "Già, già... Adulazione è una mossa speciale di Gothorita! Se colpisce, l'avversario rimane confuso, anche se la potenza dei suoi attacchi speciali aumenta abbastanza. Sei pronto a rischiare per attaccare la mia Gothorita?"

"Credo che userò un po' di prudenza. Ritorna, Manectric." affermò il ragazzino con gli occhiali, richiamando il cane elettrico nella sua sfera, per poi mandare in campo qualcun altro. "Ed ora... lascio il campo a te, Mightyena!"

"Might!" esclamò il Pokemon simile ad un lupo nero e grigio, che si piazzò davanti a Gothorita, nello stesso punto in cui Manectric si trovava. Mightyena ringhiò, pronto a battersi, mentre Grumpig riusciva finalmente a divincolarsi dal morso feroce di Gumshoos, e mise a segno un potente attacco Segnoraggio che partì da una delle perle incastonate sulla sua fronte, e colpì il Pokemon mangusta al petto, mandandolo a terra! Gumshoos si rialzò poco dopo, lisciandosi la pelliccia e riprendendo fiato. La battaglia era giunta ad un momento di stanca, e i ragazzini avevano fatto ritirare di qualche passo i loro Pokemon in modo da studiarsi a vicenda e scambiarsi qualche commento sulla battaglia.

"Siete davvero bravi, voi due. Si vede che avete talento." disse Max aggiustandosi gli occhiali. "E ripeto che non mi aspettavo un Pokemon come quel Gumshoos!"

"Shoos!" sibilò Gumshoos, come se volesse dire che non era il caso di fare tanti complimenti.

"Anche voi siete bravi! Lo dicono anche Nomos e Nostra!" esclamò allegramente Anna, tenendo alzata la sua bambola Cleffa, mentre Gothorita si rimetteva in posizione di guardia. "Voi ragazzi di Hoenn siete stati una benedizione! Forse è stato proprio il sommo Arceus a volere che voi arrivaste qui, perchè poteste rendere Reborn un posto migliore... e ci state già riuscendo."

Hitomi guardò da un'altra parte, imbarazzata. "Facciamo solo quello che è giusto."

"Beh, mi sembra che lo stiate facendo molto bene, per il momento. Se non fosse stato per voi... non oso pensare a cosa il Team Meteora sarebbe riuscito a fare!"

La voce forte ed autorevole di Saphira li chiamò, e i ragazzini stupiti alzarono lo sguardo verso il Dragonite che volava sopra di loro, proiettando la sua ombra sul tappeto erboso! Laura e Charlotte alzarono di scatto la testa, e la mediana delle sorelle Belrose riuscì finalmente a sorridere di cuore, mentre la sua Lilligant spargeva attorno a sè una manciata di petali rosa!

"Sorellona Saphira!" esclamò Charlotte, salutando la donna dai capelli bicolore in groppa al drago. "Che bello rivederti! Sapevamo che non sarebbe bastata una sciocchezza simile per metterti fuori gioco!"

"Signorina Saphira! Bentornata!" esclamò Vera sollevata. Con un lento e maestoso battito d'ali, Dragonite atterrò vicino ai ragazzi di Hoenn, e la comandante della resistenza alzò una mano e rivolse loro un sorriso contenuto...

"Scusate il ritardo, gente. Ho avuto qualche piccolo contrattempo... ma ora sono qui!"

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Un piccolo capitolo filler, ma servirà come ponte per il prosieguo di quest'avventura... e cos'ha intenzione di fare Zel con Aya? Lo vedremo più avanti, ma sono sicuro che sarà una bella sorpresa per tutti voi!

Dal 29 di questo mese fino all'8 di Giugno sarò fuori dall'Italia, quindi non potrò lavorare alle mie storie. Cercherò di riprendere il prima possibile.

Alla prossima, e mi raccomando... recensite! :)



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Capitolo 58
*** Il ritorno di Saphira ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 58 - Il ritorno di Saphira

 

"Saphira! Sei viva, allora! Stai bene!" esclamò felicemente Laura nel momento in cui il possente Dragonite della comandante della resistenza atterrò con un lento battito di ali, e la giovane donna scese giù con un agile balzo. Immeditamente, le sorelle minori corsero ad accoglierla, e Saphira, mettendo per un po' da parte la sua immagine di donna dura e fredda, ricambiò il loro affetto afferrandole in un caloroso abbraccio! Anche Vera e i suoi compagni non potevano negare di sentirsi rincuorati dalla presenza della loro comandante... quei due giorni erano stati pieni di tensione e di incertezza, ma adesso la sorte sembrava volgere a loro favore, almeno per il momento.

"Te l'avevo detto, no, Laura? La nostra sorellona non conosce ostacoli!" affermò orgogliosamente Charlotte, staccandosi appena un po' dall'abbraccio della sorella maggiore. "Allora, sorellona, com'è andata? Hai delle buone notizie? Spero di sì, da queste parti ne avremmo davvero bisogno..."

"Ninetales!" affermò la Ninetales di Charlotte, per poi gettare uno sguardo comprensivo a Laura e alla sua Lilligant.

"Il Team Meteora non si è più visto, da allora..." disse Drew, sottointendendo la grande battaglia del Monte Tanzanite. "Da quando siamo riuscito a liberare quell'Abra dalla macchina PULSE che lo imprigionava, è come se fossero scomparsi. Lei... ce lo può confermare, immagino."

"Sì, è così. Adesso questa zona non riveste più alcun interesse per quei pendagli da forca." rispose Saphira. Drew, percettivo com'era, riuscì facilmente a sentire il tono di amarezza, rabbia e desiderio di vendetta che colorava le affermazioni di Saphira ogni volta che la diabolica organizzazione terrorista veniva menzionata. "C'era ancora qualcuno che cercava di riorganizzarsi... ma li ho convinti a levare le tende, e già che c'ero, ho chiesto con tutta gentilezza al comandante Sirius di restituire qualcosa che non era suo."

Si voltò verso Noel ed Anna, e tirò fuori qualcosa da una tasca dei suoi pantaloni, per poi lanciarla verso di loro con precisione millimetrica. "Ecco. Credo che questo sia vostro, bambini. Tenetevelo con cura. Potrei non essere in grado di aiutarvi la prossima volta." affermò la giovane donna, mentre un oggetto che Noel ed Anna furono ben lieti di vedere atterrava nelle mani della bambina - la Tiarametista che Sirius aveva loro strappato!

"Ah! Questo... questo è il ricordo di papà! Hai visto, Noel? Anche Nostra e Nomos sono felici di vederlo!" esclamò Anna dopo un istante di stupore e contemplazione. Anche il serioso Noel non potè fare a meno di sorridere speranzoso quando vide il prezioso oggetto, e guardò verso Saphira con gli occhi umidi.

"Si... Signorina Saphira, noi... la dobbiamo ringraziare! Questo... questo è il nostro unico ricordo di nostro padre!" esclamò il giovanissimo allenatore, mentre Anna teneva alzato il suo Jirachi di peluche e gli faceva dire di sì con la testa, sorridendo quasi radiosamente! "Non... non dev'essere stato facile farselo restituire dal Team Meteora..."

"Gumshoo?" rispose Gumshoos, lo sguardo rivolto al Dragonite di Saphira. Il dragone disse di sì con la testa e mosse lentamente la coda dietro di sè, come per dire che non era stato tanto difficile.

"Diciamo che... ho dovuto persuadere quel Sirius a restituirmelo." affermò Saphira come niente fosse. "Per fortuna, non ha fatto storie. Mi è bastato dargli una strizzatina, e ha subito deciso di collaborare."

"L'ha... eliminato, signorina Saphira?" chiese Max, sentendosi ancora a disagio all'idea di trovarsi in mezzo ad una guerra in cui le due parti stavano cercando di distruggersi a vicenda. Certo, Sirius era un criminale spietato che fino a quel momento non aveva dato nessun accenno di voler cambiare, ma l'idea di uccidere qualcuno, anche una persona così crudele, gli faceva orrore.

Saphira incrociò le braccia sul petto e scosse la testa. "No, purtroppo non ne ho avuto la possibilità. Quella donna maledetta era ancora nei paraggi. Ho dovuto prendere la Tiarametista e sparire, visto che non ero sicura di cosa fosse capace quella Lin... e devo dire, che mi ha colto di sorpresa. Ho cercato di essere pronta a tutto... ma quando quella dannata ha tirato in ballo Laura e Charlotte, mi sono ritrovata spiazzata. Sembrava sapere già tutto di me."

"Beh... il Team Meteora ha un bel po' di informatori in giro per Reborn, vero?" chiese retoricamente Julia. "Non abbiamo ancora fatto saltare in aria abbastanza di loro da dargli fastidio... e così, adesso sono riusciti a procurarsi un bel po' di informazioni su di noi."

"Non è solo questo il problema..." affermò Saphira. "Se si trattasse semplicemente della loro rete di spie, sono sicura che saremmo già riusciti almeno in parte a neutralizzarla. No, c'è qualcosa di più... in qualche modo, quella donna è riuscita a scoprire un bel po' di cose su di noi."

Vera annuì, evidentemente preoccupata. "Sì... lo capisco. Accidenti, proprio quando pensavo che saremmo riusciti a prenderci almeno un po' di vantaggio sul Team Meteora, ci ritroviamo ad affrontare una nemica ancora più formidabile." affermò, dando un'occhiata al Mega Bracciale che aveva ricevuto. Doveva darsi da fare per comprendere il segreto della Mega Evoluzione, in modo da sbloccarla il prima possibile. Era probabilmente quella l'unica possibilità di combattere contro Lin e il suo micidiale Pokemon a tre teste.

"E per quanto riguarda Fern? E' riuscita a trovarlo?" chiese Ortilla, tenendo Alty appollaiata sull'avambraccio destro.

La donna dai  capelli bicolore scosse la testa, ma Ortilla non vide alcuna reazione da parte di Florinia. Pietro e Cain, da parte loro, storsero il naso. "No, non ho trovato tracce di lui." rispose Saphira. "Non so nulla di cosa possa essergli successo. Per il momento, parto dall'assunzione che sia prigioniero del Team Meteora. Cercherò comunque di far muovere i nostri alleati di Agatipoli, e di scoprire qualcosa di più su di lui."

"Heh, io sono sicuro che sentiremo parlare di lui molto presto." commentò Pietro con evidente sarcasmo misto a disgusto. "Sapete com'è, l'erba cattiva non muore tanto facilmente."

"Non mi sembra una cosa molto bella da dire quando sei vicino a sua sorella, tesoro." fu la risposta di Cain, accompagnata da una breve risata a mezza bocca. "Detto questo, spero che Fern stia bene. Non è certo una persona simpatica, ma non augurerei a nessuno di finire nelle grinfie di quei malfattori."

"Eon glaceooon..." mormorò Glaceon dicendo di sì con la testa. Il piccolo Flabebè volteggiò agilmente su sè stesso ed emise un verso acuto e melodioso, per dire che anche lui era in perfetto accordo con il pensiero di Cain.

"Nemmeno io... meglio pensare alla prossima mossa da fare. Abbiamo tutti bisogno di addestrarci un po', prima di poter affrontare nuovamente il Team Meteora." continuò Drew, accarezzando sulla testa il suo  Absol. "Signorina Saphira... lei avrebbe già qualche idea di cosa fare e dove andare?"

"Sì, questo sì. Io credo che il miglior posto dove potete restare al sicuro del Team Meteora sia l'antico castello Vanhanen, costruito dalla dinastia omonima alcuni secoli fa... anche adesso, ai giorni nostri, il castello ha un proprietario di sangue nobile - un certo Radomus Vanhanen, che ha dato una mano sostanziale alla nostra causa, e che ancora adesso collabora al nostro mantenimento."

"Oserei addirittura dire che senza di lui, non saremmo neanche sopravvissuti fino ad adess. Figuriamoci riuscire a combattere contro il Team Meteora." continuò Charlotte. "Comunque, è una persona in gamba. Non solo vi darà l'ospitalità di cui avete bisogno, ma sono sicura che vi offrirà delle buone possibilità di allenarvi con lui... se i vostri Pokemon sono in grado di sostenere uno scontro con lui! Sapete com'è, lui non è esattamente una scamorza, e vi farà sudare la vittoria!"

Hitomi fece un piccolo sorriso, che sorprese piacevolmente Ortilla, e alzò le spalle. "Dopotutto, se fosse un avversario facile, non varrebbe la pena di prendere rifugio da lui... o di sfidarlo ad un incontro." commentò la bambina. "Magari, se glielo chiediamo, sarà un buon modo per metterci alla prova e vedere fin dove siamo arrivati."

"Possiamo andare anche noi, miss Saphira? Eh? Possiamo?" chiese la piccola Anna, ansiosa di dare un maggior contributo alla battaglia che stavano sostenendo.

Tuttavia, sia lei che Noel si erano aspettati che Saphira dicesse di no, e in effetti, fu proprio questo che accadde. La domatrice di draghi si voltò verso i due gemelli e scosse la testa, con gentilezza ma anche con decisione. "No, piccola Anna. Adesso il Team Meteora sa che hai la Tiarametista, e sarebbe pericoloso farti viaggiare con Vera e i suoi compagni." affermò. "Tanto più che anche loro sono dei bersagli del Team Meteora. Dobbiamo essere prudenti. Per adesso, abbiamo un po' di vantaggio su di loro, e non dobbiamo sprecarlo. La Tiarametista resta con voi... e anch'io resto con voi, così potrò proteggervi meglio."

"Va bene, miss Saphira. Resteremo con voi." rispose Noel, mettendo poi una mano sulla spalla di Anna. "Stai tranquilla, sorellina, vedrai che avremo tutti la nostra possibilità. Per adesso, è meglio se noi non ci esponiamo, come dice miss Saphira, e continuiamo ad allenarci."

"Finchè miss Saphira sarà qui a proteggere le Chiavi che noi abbiamo, non avremo problemi." affermò Drew. "A questo proposito, l'Anellorubino e la Collanasmeraldo sono ancora qui con noi. Li portiamo via con noi?"

"Drrrrag!" affermò il Dragonite di Saphira, intervenendo nella conversazione con un battito d'ali e un deciso segno della testa.

"Credo che voglia dire di sì." rispose Pietro con un'alzata di spalle. "Dopotutto, voi vi siete dimostrati i più abili nel proteggere le Chiavi. E comunque, finchè le teniamo separate, il Team Meteora avrà meno possibilità."

"Eon!" commentò Glaceon. L'elegante Eevolution glaciale guardò verso Flabebè, e gli parlò. "Glaceon, eon... glaceon!"

"Flabebè!" rispose prontamente il grazioso Pokemon Folletto, per poi guardare verso i Pokemon del resto del gruppo. Alty, in particolare, fece cenno con la testa a Flabebè che avrebbe potuto contare su di loro.

"Altarrrrria!" fu il commento della graziosa Pokemon Volante/Drago, e Flabebè si voltò verso Vera e disse di sì con la testa.

"Bene, Flabebè... finora non c'è stato molto tempo per allenarti, ma stai sicuro che da adesso in poi, lavoreremo assieme... e ti aiuterò a diventare forte come il mio Blaziken e tutti gli altri miei Pokemon!" affermò Vera, per poi guardare verso il resto del gruppo. "Allora, che ne dite? Cominciamo a prepararci, e ci avviamo verso il Maniero Vanhanen?"

"Pikachu!" affermò Sparky con sicurezza.

"Sì, credo che sia la cosa migliore da fare." continuò Drew. "Immagino... che questo voglia dire che alcuni di noi si separeranno dal gruppo, vero?"

"Sì, e mi dispiace. Devo ammettere che mi sono divertita un bel po' a viaggiare con voi! E' stata davvero una festa esplosiva!" rispose Julia ridacchiando. "Comunque, state tranquilli. Mentre voi andate a parlare con il maestro di scacchi e la sua Gardevoir, noi continueremo a far saltare in aria qualche nascondiglio del Team Meteora!"

Max sbattè gli occhi e si sfregò il mento. Visto che il suo migliore amico era il Gardevoir che una volta era stato il Ralts con cui aveva fatto amicizia, sentir parlare di una Gardevoir adesso lo incuriosiva più degli altri. "La sua Gardevoir?" chiese dubbioso il ragazzino con gli occhiali.

Fu Charlotte a rispondere alla domanda. "Non lo sapevate? La Gossip Gardevoir che appare spesso in televisione a Reborn, e che fa spesso dei servizi sulla nostra città capitale, vive proprio con il signor Radomus." affermò. "E' una tipa in gamba, anche se... bisogna guadagnarselo, il suo rispetto. E finora, pochi a parte Radomus stesso ci sono riusciti."

"Non farla sembrare peggio di quanto non sia in realtà, rossa." disse scherzosamente Cain.

"Parlo per esperienza, principessina!" Charlotte lo prese in giro di rimando. "Quel tipo è piuttosto misterioso... non è molto facile da trattare, anche se non vi manderà certo via. Dico solo... non stupitevi di quello che vedrete. E' una persona decisamente eccentrica."

"Ne abbiamo vista, di gente strana." commentò Hitomi.

Max disse di sì con la testa. "Decisamente. E non credo che questo radomus potrà stupirci più di tanto." affermò. "Allora... chi sarà del nostro gruppo? Immagino che saremo noi quattro... e anche Ortilla, Ritchie e Sparky, non è vero?"

Il ragazzino di Kanto e il suo Pikachu annuirono soddisfatti. "Sì, se siamo un gruppo così ridotto abbiamo migliori possibilità di passare inosservati, e allo stesso tempo siamo abbastanza da difenderci e darci una mano a vicenda se fosse necessario." affermò. "Con due delle Chiavi in nostro possesso, dovremmo andare sul sicuro."

"Chissà se il signor Radomus sa qualcosa di più sulle Chiavi. Potrebbe essere utile." rispose Ortilla con l'ottimismo che la contraddistingueva. Decisa a non farsi scoraggiare dalle difficoltà che quasi sicuramente avrebbero incontrato, la bambina dai capelli turchini guardò verso i suoi Pokemon - Alty, Scraggy, Bibarel e Spinda - e fece a tutti loro un cenno di incoraggiamento. "Allora, ragazzi, vi sentite pronti? Dovremo fare ancora una volta del nostro meglio... il Team Meteora continuerà ad inseguirci, ma ora sappiamo che possiamo sconfiggerli!"

"Spinnnn... Spinnnnda!" Il Pokemon Macchipanda barcollò in circolo come un ubriaco, poi si fermò accanto ad Alty e alzò le corte braccia al cielo, esprimendo la sua decisione!

Vera sorrise e disse di sì con la testa, mentre il suo Glaceon e il suo Flabebè si piazzavano accanto a lei. Il piccolo Pokemon Folletto fece un elegante giro su sè stesso, e Vera gli permise di sedersi sulla sua spalla, mentre la Eevolution glaciale drizzava fieramente le orecchie e la coda.

"Ottimo... allora, signorina Saphira... voi e il resto del gruppo dove andrete?" chiese la giovane coordinatrice.

Saphira sembrò pensarci un po' su, poi sorrise e fece un cenno con la testa alla sua sorella più piccola. "Immagino che Charlotte potrà spiegarvelo con precisione." affermò.

La ragazzina e la sua Ninetales annuirono con decisione, e Charlotte si voltò rapidamente verso il gruppetto di Vera. "Noi ci dirigeremo verso Labradoria, una città nella zona nord-est di Reborn, in mezzo a montagne impervie. Il Team Meteora ha delle basi operative da quelle parti, e sarà un'ottima occasione per continuare a dare loro fastidio e guastare loro la festa. E magari cercare di ritrovare Fern... tranquilli, non lasceremo nessuno in mano a quella gentaglia, anche se la tentazione c'è! Heheheheee..."

"Approvato." disse Florinia laconicamente.

"Va beeeene. E i nostri piccoli Anna e Noel verranno con noi, in modo da proteggerli nel caso il Team Meteora volesse tornare alla carica." disse Cain, arruffando i capelli a Noel, che storse il naso in una buffa espressione di fastidio e si aggrappò al suo Cleffa di peluche. "Non vi preoccupate, Pietro conosce dei passaggi che ci permetteranno di passare inosservati al Team Meteora."

Il giovane allenatoredi Pokemon Roccia disse prontamente di sì con la testa. "Potete scommetterci la dentiera, gente!" rispose con tono sbarazzino. "Nessuno scagnozzo di quel branco di fanatici riuscirà a seguirci! Anche un Diglett perderebbe l'orientamento in quelle gallerie!"

"Se anche un Diglett perderebbe l'orientamento... allora tu come farai ad arrivare a destinazione?" chiese Max con un sorriso sarcastico.      

Pietro si voltò verso il ragazzino con gli occhiali per dargli una risposta... e si rese conto, con suo sommo disappunto, di non averne una pronta! Il suo sorriso si trasformò in un'espressione imbarazzata, e cercò una risposta mentre Julia, Cain, Anna e Noel ridacchiavano sommessamente.

"Ammettilo, Pietro... ti ha proprio preso in castagna!" affermò Julia.

"Una domanda logica dopotutto, tesoro!" continuò Cain strizzando un occhio.

Pietro si sfregò la fronte con una mano, e cercò di deviare il discorso su qualche altro argomento. "Er... Okay, okay, diciamo che non ho usato una metafora molto felice. Ma... da lì riusciremo ad esservi d'aiuto, statene pur certi!" affermò rivolto al gruppetto di Hoenn.

"Chissà che non ci sia la possibilità di rivedere Amy e Tania, adesso che andiamo a Labradoria..." disse tra sè Julia. "Certo... non si può dire che i rapporti tra noi siano rimasti amichevoli come una volta, ma... perchè non provare? Un bel ritrovo tra noi ragazze della Scuola Allenatori Onice non potrà certo far male, no?"

"Mi raccomando, amici... siamo in un momento critico." continuò Saphira. "Il Team Meteora ormai si è reso conto che siamo una minaccia seria, e ricorrerà a metodi sempre più estremi pur di fermarci. Dobbiamo stare attenti, ed essere sempre pronti a batterci... il che significa, che le nostre squadre di Pokemon dovranno essere il più possibile al massimo della forma." 

"Sì, lo sappiamo. Ma siamo pronti ad accoglierli, se ci proveranno." continuò Drew. "Okay, allora adesso cominciamo a prepararci, e partiamo per il Maniero Vanhanen."

"Non vedo l'ora di conoscere questo Radomus. Da come me lo descrivete, mi dà l'impressione di essere un tipo piuttosto... originale!" commentò Vera.

Pietro trattenne una risata. "Non hai idea di quanto lo sia, mia cara. Cerca di non restare troppo sbalordita, okay?"

 

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Nello stesso momento, in un luogo appartato nelle profondità delle Paludi Mercurio...

Nell'arena in cui Aya e ZEL si stavano affrontando era in corso una battaglia frenetica e combattuta al massimo tra la Nidoqueen della giovane allenatrice, e l'Espeon del generale del Team Meteora in incognito. La Pokemon Veleno/Terra, ben consapevole della sua debolezza agli attacchi Psico, sfruttava ogni punto morto, ogni possibile riparo per proteggersi dalle micidiali scariche di energia mentale che la Eevolution rosata le scagliava contro, attendendo il momento ideale per sferrare un contrattacco.

"Abile mossa, Aya. Ma questa volta ti ho in pugno." affermò con inquietante tranquillità lo sfidante. "Espeon, attacco Psichico."

"Eeeespeoooon!" con uno stridio acuto, il Pokemon Sole puntò le zampe a terra, una tenue luce azzurra che veniva sprigionata dai suoi occhi e dalla gemma sulla sua fronte. Una frazione di secondo dopo, l'energia mentale da lui accumula sfrecciò verso il nemico sotto forma di un impetuoso torrente di pura forza, che tracciava in aria delle scie rosa e blu mentre accorciava le distanze. Ma Aya si era già preparata a questa eventualità... e anche la sua Nidoqueen.

"Nidoqueen, usa Pietrataglio per proteggerti!" ordinò la ragazza. Nidoqueen reagì con la rapidità che viene dall'allenamento costante, e colpì il terreno con un pugno che fece emergere da esso un grosso spuntone di roccia tagliente, facendolo sfrecciare verso Espeon. L'attacco Psichico colpì lo spuntone a pochi metri da Nidoqueen, mandandolo in frantumi ma mancando il bersaglio principale, e Aya cercò di approfittare di quegli istanti in cui Espeon non era in guardia per sferrare lei stessa un colpo sostanziale. "Ottimo! E ora... usa Velenpuntura!"

"Queen!" esclamò la Pokemon Trapano. Una delle corna sulla sua testa venne avvolta da un fitto miasma violaceo, e Nidoqueen cercò di coprire il più rapidamente possibile la distanza che la separava da Espeon, nel tentativo di colpirlo prima che quest'ultimo potesse scatenare di nuovo i suoi immensi poteri mentali. Con grande sollievo di Aya, Nidoqueen si rivelò all'altezza del compito, e con un affondo rapido e deciso, centrò Espeon sopra la zampa anteriore destra, strappando alla Eevolution Psico uno stridio di dolore. Espeon balzò indietro, tenendo alta la zampa infortunata... ma per sua fortuna, Nidoqueen non era riuscita ad iniettare il suo veleno, ed Espeon riuscì a rimettersi in guardia nel giro di pochi secondi.

"Per adesso il vantaggio è nostro... Nidoqueen, adesso tienilo sotto pressione! Usa Corposcontro!" esclamò Aya, ben consapevole del principale punto debole di Espeon - la scarsa capacità di sopportare gli attacchi fisici.

Nidoqueen prese la rincorsa e si lanciò contro il suo avversario, cercando di travolgerlo con la sua consistente massa... ma ZEL e il suo Espeon si erano già rimessi in guardia, e lo scienziato del Team Meteora reagì rapidamente alla minaccia.

"Non male... ma non abbastanza veloce!" affermò ZEL. "Espeon, proteggiti con Riflesso!"

Il Pokemon Sole chiuse gli occhi, e una barriera energetica apparve dal nulla tra lui e Nidoqueen con un lieve suono, come quello di una campanellina che suona. Nidoqueen si schiantò contro la barriera semi-invisibile e venne respinta con un grugnito di disappunto, ma riuscì a mantenere la guardia e si preparò per l'attacco successivo. Aya corrugò la fronte, immaginando che il suo avversario avrebbe colto l'occasione per mettere a segno un poderoso attacco Psichico...

Ma le sue aspettative si rivelarono infondate.

"Bene, continuiamo così. Questa battaglia è davvero stimolante!" affermò Zero, lui stesso sorpreso da quanto si stesse divertendo. Quand'era stata l'ultima volta che aveva gustato la gioia di una semplice competizione, senza dover dimostrare nulla a nessuno, e senza che ci fosse nulla in palio? Ma la sua missione non gli consentiva di distrarsi a lungo con queste considerazioni... dai dati che lui sarebbe riuscito a raccogliere poteva dipendere molto, quindi doveva concentrarsi e fare del suo meglio... o quasi! "Espeon! Ora attacca con Palla Ombra!"

"Eooooon!" La gemma sulla fronte di Espeon venne avvolta da una massa di ombre nere, e da essa scaturì una sfera di energia oscura composta da ombre turbinanti. Nidoqueen ed Aya si erano aspettate tutt'altra mossa, e non reagirono in tempo per evitare che la Pokemon Veleno/Terra venisse colpita in pieno petto e scagliata via per circa un metro. Tuttavia, il colpo non si rivelò abbastanza potente da mandare a terra Nidoqueen, che restò in piedi al centro del quadrato, e si rimise in guardia abbastanza rapidamente.

"Cosa? Che strano... non ha usato un attacco Psichico... o di tipo Psico, in ogni caso?" si chiese Aya, insospettita. "Ha in mente... qualche altra strategia? Ugh... al diavolo, inutile perdere tempo a farsi tante domande! Nidoqueen, attacca con Geoforza!"

"Nido... nidooooo!" esclamò la Pokemon, i pugni stretti ai suoi fianchi e gli occhi serrati in un'espressione di estrema concentrazione. Un'aura gialla avvolse il corpo muscoloso della Pokemon, e il terreno sotto i piedi di Espeon cominciò a ribollire, allarmando la Eevolution, che agitò rapidamente la sua coda biforcuta e cercò di scansarsi. Tuttavia questa volta la sua velocità si rivelò insufficiente, e l'attacco Geoforza esplose sotto di lui nella forma di una colonna di energia gialla che scaraventò via Espeon. Quest'ultimo riuscì a recuperare a mezz'aria e usò i suoi poteri psichici per fluttuare verso il terreno senza farsi male, e riuscì ad atterrare in piedi.

"Niente male davvero..." continuò Zero. "Espeon, usa Calmamente, e poi Mattindoro."

Nel momento in cui la Eevolution Psico toccò terra, chiuse gli occhi e si concentrò per un istante, facendo illuminare la gemma sulla sua fronte. Poi, alzò la testa... e una raffica di raggi dorati scese su di lui, illuminando il suo agile corpo. Immediatamente, il Pokemon Sole si sentì più forte, e il dolore provocato dai colpi subiti in precedenza scomparve rapidamente.

"Tsk... dovevo aspettarmelo." affermò Aya. "Ma non abbiamo ancora finito! Nidoqueen, usa Terrempesta!"

Nidoqueen alzò una mano e si concentrò... con il risultato che una violenta tempesta di sabbia cominciò ad imperversare sul campo di battaglia e scagliò delle fitte nubi di polvere in faccia  agli spettatori più vicini, che si coprirono gli occhi tossendo e sputacchiando. Espeon abbassò lo sguardo verso terra nel tentativo di proteggersi gli occhi, e agitò la coda mentre lui e Zero cercavano di pensare ad un'altra strategia.

"Capisco... vuole confonderci un po' le idee, e allo stesso tempo, usare Terrempesta per indebolire Espeon man mano." disse tra sè lo scienziato del Team Meteora. "Va bene... per adesso, è meglio guadagnare un po' di tempo. Espeon, usa il tuo attacco Comete!"

Con un rapido movimento della coda, Espeon creò alcuni proiettili luminosi a forma di stella che sfrecciarono verso Nidoqueen, ognuno centrandola in pieno senza possibilità di errore. Ma ancora una volta, si trattava di un attacco troppo debole per mettere in difficoltà Nidoqueen, e la Pokemon Trapano riuscì a reggere il colpo senza alcun problema. Tuttavia, Aya aveva già capito che si trattava di qualche trucco per farle perdere tempo...

"Hmm... che cosa ha in mente? Questo sì che è un avversario imprevedibile." disse tra sè Aya. Guardò verso Zero, cercando in qualche modo di immaginarsi quale sarebbe stata la sua mossa successiva... mentre Espeon cercava di proteggersi dalla tempesta di sabbia che infuriava attorno a lui. Zero restava fermo al suo posto e sembrava stare riflettendo sulla prossima mossa da fare. "Tsk... non glielo lascerò fare! Attacca ancora, Nidoqueen! Questa volta usa un attacco Battiterra!"

Nidoqueen cominciò a pestare i piedi per terra e provocare delle onde telluriche che fecero perdere per un attimo l'equilibrio ad Espeon, nonostante la sua mossa Riflesso fosse ancora attiva e lo stesse proteggendo dagli attacchi fisici. La Eevolution Psico emise un verso di disappunto e cercò di restare in piedi, mentre ancora cercava di concentrarsi per chissà quale altra strategia di attacco Zero avesse in mente. La tempesta di sabbia infuriava ancora, ed Espeon si ritrovò costretto ad indietreggiare sotto la tormenta che lo colpiva da tutte le direzioni... ma ancora una volta, Espeon dimostrò che un Pokemon di un comandante del Team Meteora non poteva essere messo a terra tanto facilmente.

"Espeon, adesso usa Telecinesi." esclamò ZEL.

Aya restò per un istante a bocca aperta, chiedendosi che razza di mossa fosse quella... ma non ebbe il tempo di farsi ulteriori domande prima che Espeon inquadrasse Nidoqueen con i suoi occhi accesi di luce azzurra, e un'aura dello stesso colore si accendesse attorno al corpo della Pokemon Veleno/Terra. Nidoqueen, allarmata, cercò di dibattersi per sfuggire alla presa invisibile dell'avversario, ma a quel punto era troppo tardi per liberarsi... e la Pokemon Trapano venne sollevata in aria da una forza invisibile, come una foglia viene tenuta in aria anche dalla brezza più leggera! Allarmata, Nidoqueen cercò di liberarsi, agitando scompostamente braccia e gambe. Ancora una volta, si aspettava un attacco Psichico... e ancora una volta, Zero e il suo Espeon colsero di sorpresa lei e la sua allenatrice.

"Okay, ottimo colpo, Espeon. Adesso usa Pioggiadanza!" esclamò Zero. Espeon corrugò la fronte, evidentemente lui stesso non comprendendo cosa volesse fare il suo allenatore, ma non si oppose e cominciò a danzare in circolo... con il risultato che sopra di lui cominciarono ad apparire delle dense nubi grigie, dalle quali cominciò quasi subito a cadere della pioggia che si mischiò per qualche istante con la tempesta di sabbia!

"Nidooooo?" esclamò Nidoqueen, mentre uno scroscio cominciava a cadere su di lei, riempiendola di sabbia che le gocce di pioggia si trascinavano dietro! La tempesta di sabbia cessò poco dopo, ma il tempo in cui si era mischiata con la pioggia fu più che sufficiente a riempirle la corazza di una sottilissima pellicola di sabbia umida.

"Nidoqueen!" esclamò Aya, proteggendosi dalla pioggia con il gesto di una mano. "Ma cosa... che diamine sta facendo quel tizio?"

Nidoqueen ne sapeva quanto lei. Espeon aveva avuto la possibilità di concludere il combattimento con gran facilità... o almeno, infliggere un colpo molto significativo a Nidoqueen... eppure, lui e Zero sembravano trattenersi. Sembrava che per qualche motivo stessero prolungando lo scontro, facendo un sacco di cose inutili come quell'attacco Pioggiadanza, che per quanto avesse dato fastidio a Nidoqueen non le aveva fatto nessun danno vero e proprio. Per un attimo, Aya pensò che Zero lo stesse facendo per umiliarla, ma non vedeva nel comportamento del misterioso individuo nulla che facesse pensare che fosse proprio così. Più il combattimento andava avanti, meno ci capiva.

"E adesso... Espeon, colpiscila con un attacco Ritorno." affermò Zero. Il Pokemon Sole si scagliò contro Nidoqueen, ancora ferma a mezz'aria, e si lanciò all'attacco con tutto il suo peso, colpendo la Pokemon Veleno/Terra in pieno petto. L'effetto di Telecinesi cessò, e Nidoqueen venne scagliata sul pavimento, dove atterrò con un tonfo sordo... ma si rialzò rapidamente, massaggiandosi la testa.

"Ahiahiahiahi, mi sa tanto che il nostro sfidante non è molto sveglio!" affermò Lania dalla sua posizione, dalla quale assisteva con gioia quasi infantile allo spettacolo. "Ritorno è una mossa potente, se usata da un Pokemon che prova rispetto per il suo allenatore, ma è un attacco fisico, e ogni allenatore abbastanza esperto deve sapere che la forza fisica è proprio quello di cui Espeon manca!"

"Ugh... mia mamma non è proprio capace di intuire certe cose..." disse tra sè Aya, irritata. "No... questo tizio non è così incompetente. Lui... lo sta facendo apposta. Sì... sta prolungando il combattimento, invece di sferrare un colpo decisivo. Resiste ai miei attacchi, ma non fa nessuna mossa per mettere Nidoqueen fuori gioco. Per quale motivo? Chi sei in realtà, Zero?"

Ma questi pensieri distolsero Aya dallo scontro per un secondo, e Zero ne approfittò subito. "Continua così, Espeon. Ora usa un attacco Psicoshock!"

Espeon alzò la testa e sparò un raggio di energia viola dalla gemma sulla sua fronte, mandandola contro Nidoqueen, che sgranò gli occhi sorpresa e cercò come poteva di scansare il colpo. Per sua fortuna, riuscì a reagire abbastanza rapidamente, e si scansò quanto bastava per evitare di essere colpito in pieno. Il raggio la colpì comunque ad un fianco e la fece barcollare... e Aya strinse i denti quando vide che la sua Nidoqueen sembrava in procinto di crollare.

"Nidoqueen, resisti!" esclamò Aya, sorprendendo anche sè stessa per la veemenza con la quale stava tifando per la sua Pokemon. Non le interessava niente di quella battaglia, e neanche di fare bella figura con tutti gli spettatori che erano seduti sugli spalti. Ma della sua Pokemon più affezionata e fedele...

No, non l'avrebbe delusa. Avrebbe lottato fino alla fine per fare in modo che la sua compagna vincesse!

"Nidoqueen! Ora... usa il tuo attacco Tossina!" esclamò Aya. Nidoqueen si rimise in guardia e congiunse le mani, creando una nube di miasmi violacei che si espanse rapidamente attorno a lei. Immediatamente, Espeon comprese il pericolo e cercò di scansarsi, usando i suoi poteri di telecinesi per cercare di tenere lontana la nube tossica. Nidoqueen avanzò, sempre circondata dal suo attacco Tossina, e costrinse il Pokemon Sole a ritirarsi. La distanza era tale che anche se avesse tentato un attacco, Espeon sarebbe stato raggiunto dalla nube tossica.

Zero restò fermo per qualche istante, apparentemente indeciso su cosa fare. Nidoqueen continuò ad avanzare, avvolta dalla nube violacea, e costrinse l'avversario a ritirarsi ancora... almeno finchè il misterioso individuo non ebbe un'idea.

"Okay... Espeon, adesso usa un attacco Divinazione." affermò, non appena fu convinto che il suo Pokemon era abbastanza lontano da non essere raggiunto subito dai miasmi tossici. Espeon si circondò di una sfera di energia azzurra per una frazione di secondo, poi scagliò l'energia verso l'alto, facendola passare attraverso il soffitto della grande sala. Aya sapeva bene cosa sarebbe successo entro breve...

"Devo concludere, prima che quell'attacco ritorni e mandi al tappeto Nidoqueen." disse tra sè. "Nidoqueen! Devi accorciare le distanze, e preparati ad usare Velenoshock non appena sei riuscita a farlo entrare nel raggio d'azione di Tossina!"

La Pokemon Trapano decise che a quel punto tanto valeva rischiare... e prima che Espeon potesse concentrarsi di nuovo ed indirizzarle contro un altro attacco di tipo Psico, che a quel punto sarebbe stato difficile da reggere, si avicinò rapidamente e riuscì a prendere Espeon nella nube tossica! Il Pokemon Sole sgranò gli occhi nel momento in cui il gas gli penetrò nelle narici e nella pelle, e si ritirò rapidamente, tossendo e starnutendo. Vedendo che l'attacco aveva sortito l'effetto voluto, Nidoqueen si preparò a scagliare un attacco Velenoshock come Aya le aveva ordinato...

"Okay, basta così... mi dichiaro vinto." affermò Zero tutt'a un tratto. Con un gesto della mano, afferrò la Pokeball di Espeon, e richiamò il suo Pokemon prima che quest'ultimo potesse indebolirsi troppo per il veleno. Gli spettatori, che fino a quel momento si erano divertiti e stavano assistendo con entusiasmo allo scontro, rimasero delusi che la battaglia si concludesse in maniera così rapida e anticlimatica, e da essi si sentì arrivare qualche mormorio di disappunto. Chiaramente speravano che lo scontro si concludesse con qualche mossa spettacolare, ma ad Aya non poteva importare di meno di quello che volevano... finalmente si era liberata di quella seccatura, e Nidoqueen ne era uscita tutto sommato a testa alta. Non poteva cero lamentarsi di com'era andata.

"Sei abile, mia cara." affermò Zero, con un tono affabile che Aya trovò affettato ed artificiale. "Io e il mio Espeon... abbiamo affrontato pochi avversari della tua abilità. E' stata una battaglia davvero stimolante."

"Sì, certo, come no." disse Aya con tono svogliato, arrotolandosi una ciocca di capelli viola attorno ad un dito. "Che io vincessi o perdessi, tutto quello che mi importava era non dover più fare questa buffonata. Ora, abbiamo finito, o devo ancora dire qualche altra frase di circostanza?"

Lania arrivò quasi come un fulmine accanto alla figlia minore per sgridarla. "Aya! Ma che razza di modi sarebbero?" esclamò irritata... per poi voltarsi verso Zero con il sorriso più falso e commerciale che la ragazzina avesse mai visto. "Heheheee... non si preoccupi, signor Zero, mia figlia è una tale burlona! Le piace così tanto scherzare su certe cose... le dico sempre che le persone potrebbero prendersela a male, ma lei... ha il suo senso dell'umorismo, che ci vuole fare?"

"Non è un problema, signora. Non mi sono offeso per niente." rispose tranquillamente Zero. "Come ho detto, è stato interessante misurarmi con un'avversaria dell'abilità di sua figlia. Ora mi rendo conto che come allenatore ho ancora un bel po' di strada da fare... io e i miei Pokemon ci alleneremo di più, e quando sarò convinto di potercela fare, tornerò a sfidarti. Mi raccomando, Aya, tieniti pronta per allora."

"Se io e i miei Pokemon ne avremo voglia. Il nostro paese è già abbastanza pieno di problemi per conto suo..." borbottò tra sè la ragazzina. In quel momento, la sensazione di fastidio e di disgusto per il fatto di vivere in un luogo pieno di ingiustizie ed incuria come Reborn le appariva particolarmente insopportabile, soprattutto per l'apatia e la rassegnazione di tutti coloro che le stavano attorno... ma questo breve impulso di ribellione sembrò spegnersi subito. A che serviva lamentarsi, se poi non cambiava nulla? E a cosa sarebbe servito alzare la voce, in ogni caso? Le persone lasciavano tutto come non gliene importava nulla di trovarlo. E ogni tentativo di cambiare lo status quo in quella terra dimenticata da Arceus era destinato a scontrarsi con l'indifferenza generale. Anche quella resistenza a cui Cain si era unito, era soltanto un fuoco di paglia che si sarebbe spento entro breve.

Zero assunse un'espressione seria, e fece un cenno con la testa ad Aya, attirando per un po' la sua attenzione. "Capisco quello che vuoi dire, ragazza... effettivamente, a Reborn ci sono un po' troppe cose che non vanno." affermò con un sospiro. "Ma... non è il caso di essere così pessimisti, mia cara. Sono convinto... che molto presto le cose cambieranno, in questo posto."

"Lo pensi? Io ho visto fin troppe ingiustizie e porcherie per crederlo, se permette." affermò Aya, strisciando un piede a terra.

Lania sorrise, quel sorriso tipico di una persona che non prende nulla sul serio. "Andiamo, andiamo, bambina mia, lo sai che non è educato dire certe cose al signore. Un po' più di contegno, per favore." affermò. La giovane grugnì e scosse la testa, mentre Lania si prodigava per chiedere scusa a nome suo. "La prego di scusarla, signore... mia figlia è una giovane un po' difficile. Sa com'è, viviamo in un paese che ha i suoi problemi, e non è molto facile essere idealisti quando si vedono certe cose tutti i giorni..."

"Comprendiamo... ehm, comprendo benissimo, signora." affermò Zero con un sorriso appena accennato. "In effetti, Reborn è in grado di far perdere a molti il desiderio di lottare... ma vi posso assicurare che non durerà per sempre. Un giorno, in questa terra tormentata ritorneranno il benessere e la felicità."          

"E saremo noi del Team Meteora a riportarli." pensò tra sè lo scienziato dalla triplice personalità, ringraziando tra sè che Lumi ed Eve avessero avuto la cortesia di non farsi sentire durante tutto il confronto. "I nostri metodi sono piuttosto brutali, questo non lo si può negare, ma il benessere di cui godranno gli abitanti di Reborn prima, e tutte le genti del mondo in seguito, faranno sì che ne sia valsa la pena."      

Aya restò in silenzio, a braccia conserte, e guardò con sospetto verso Zero e sua madre. Quel tizio non gliela raccontava giusta, ma non era sicura esattamente di cosa non le piacesse in lui - aveva semplicemente il sentore che quello scontro che avevano fatto fosse soltanto parte di qualcosa di più grosso... ma non avrebbe certo potuto dirlo apertamente, sicuramente sua madre l'avrebbe ignorata, dicendo che aveva fin troppa fantasia.

Certo, Cain non avrebbe mai ignorato così la sua opinione, e neanche Pietro... nè il resto dei loro compagni...

"Nidoqueen..." disse Nidoqueen, sgranchendosi le spalle per mandare via la stanchezza del combattimento. Quell'Espeon le aveva fatto fare non poca fatica, e pensare che non stava neanche facendo del suo meglio... ma in quel momento, quello scontro era proprio l'ultima cosa che le interessava. "Nido... nidoqueen!"

"Pensi... anche tu quello che penso io, Nidoqueen?" chiese Aya alla sua Pokemon, mentre sua madre cercava di fare conversazione con Zero - e il misterioso individuo rimaneva ad ascoltarla educatamente, ma Aya aveva il sospetto che non vedesse l'ora di andarsene.

La Pokemon Veleno/Terra ridusse i suoi occhi a due fessure, cercando di comunicare alla sua allenatrice i suoi pensieri. Aya si ripromise che ne avrebbe parlato con la sua Pokemon... forse era giunto il momento di agire? Il momento di andarsene da quel buco pieo di apatia e rassegnazione... e cercare di fare la propria parte per aiutare Cain e gli altri? Ma... lei ne era degna? Dopo il modo in cui si era comportata? Forse era presuntoso da parte sua anche soltanto pensare di poter combattere a fianco di suo fratello...

"Ci devo pensare, Nidoqueen..." mormorò infine Aya, sentendosi all'improvviso stanca e spossata. "Adesso, tutto quello che voglio fare è una doccia e un sonnellino. Spero... che per quando mi sarò svegliata, sarò riuscita a farmi un'idea migliore di cosa fare."

Nidoqueen fece un cenno affermativo, sperando a sua volta che la sua allenatrice riuscisse a fare un po' di chiarezza nel suo animo, e che la smettesse di punirsi da sola per le colpe di altre persone...

 

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Il giorno dopo, di prima mattina, il gruppo di allenatori di Hoenn era in viaggio verso il Maniero Vanhanen, seguendo le indicazioni che erano state date loro da Saphira e dal resto del gruppo della resistenza. Il viaggio li aveva portati attraverso dei luoghi in cui la mano del Team Meteora non era ancora arrivata - fitte foreste popolate da un sorprendente numero di Pinsir ed Heracross, pianure in cui si vedevano grandi mandrie di Tauros, Miltank e Bouffalant, e infine lungo delle stradine rocciose che salivano lungo le fiancate di grandi costoni di roccia ricoperti di robuste piante di montagna. Pokemon ed animali normali popolavano quei territori apparentemente inesplorati, e il gruppo di amici si era già trovato a dover respingere gli attacchi di qualche Pokemon selvatico un po' troppo aggressivo.

Come in quel momento, in cui Vera e i suoi compagni se la stavano vedendo con alcuni Tauros che cercavano di mandarli via dal loro territorio. Il Blaziken e la Blastoise della ragazzina erano schierati di fronte a lei, e stavano tenendo lontano i fin troppo aggressivi Pokemon toro.

"Blaaaast!" esclamò Blastoise, aprendo le braccia e puntando i cannoni verso i suoi avversari. Uno dei Tauros grugnì, strisciò lo zoccolo per terra, e cercò di caricare... ma Blastoise reagì con rapidità e usò un attacco Surf, sparando dai suoi cannoni due getti d'acqua che travolsero il litigioso bovino, bloccarono la sua carica e lo fecero indietreggiare per diversi metri, infradiciato e stordito. Blaziken alzò una gamba, avvolta da alcune lingue di fuoco scarlatte, e quando un altro dei Tauros si scagliò verso di lui, il Pokemon Fuoco/Lotta sferrò un Calciardente che colpì l'avversario in mezzo alle corna, bloccando di colpo la sua carica! Con un muggito sommesso, il Pokemon bovino si accasciò al suolo, e i suoi occhi diventarono due spirali.

"Flabebe!" esclamò il Flabebè di Vera, applaudendo all'abilità di Blaziken.

"Bravo, Blaziken! Un attacco perfetto! Attento, Blastoise! Non farti prendere ai fianchi!" esclamò Vera, mentre cercava di dirigere due dei suoi Pokemon più forti, e allo stesso tempo dava un'occhiata ai suoi compagni. I Pokemon di Hitomi e Max stavano attaccando assieme due Tauros, e lo stavano tenendo a bada - Swampert era riuscito a colpire l'aggressivo Pokemon toro con un attacco Fanghiglia, scagliando un potente getto di acqua mista a fango contro l'avversario, che non solo gli inflisse dei danni, ma ebbe anche l'effetto di farlo impantanare ed impedirgli di sferrare una carica. Un attacco Fendifoglia da parte dello Sceptile di Hitomi fu sufficiente a mettere al tappeto il Tauros nemico... mentre poco lontano, Drew affrontava altri due avversari con i suoi Masquerain e Butterfree. I due Pokemon Coleottero si stavano esibendo in spettacolari volteggi a mezz'aria, contrastando la forza bruta dei due Tauros con l'agilità e l'astuzia.

"Drew! Lascia che ti dia una mano!" esclamò Ortilla. "Presto, Spinda, usa il tuo attacco Altruismo! Scraggy, tu colpisci quel Tauros con Calcinvolo!"

Il Pokemon Macchipanda, sfruttando i propri movimenti rapidi ed imprevedibili per scansare le corna e gli zoccoli dei suoi avversari, si avvicinò a Masquerain e Butterfree, e cominciò a battere le mani con rapidità e decisione. Mentre Scraggy si lanciava all'attacco, facendo barcollare uno degli avversari con uno spettacolare calcio volante, i due Pokemon Coleottero brillarono per un breve istante, come se l'applauso di Spinda li avesse fortificati.

"Grazie per l'aiuto, Ortilla!" ringraziò Drew. "Masquerain, usa il tuo attacco Visotruce... e tu, Butterfree, mettili fuori causa con Sonnifero!"

Il Pokemon Occhi agì con rapidità stupefacente. Le sue strane ali si aprirono, e i motivi a forma di occhio disegnati su di esse cominciarono a brillare di luce propria, in modo da formare l'imitazione di un volto contorto in un'espressione minacciosa... talmente realistica che due Tauros si fermarono, sgranando gli occhi con stupore! Butterfree non aspettava che quel momento per svolazzare ad appena un metro sopra i due bovini, cospargendoli di una polvere soporifera che brillava di una tenue luce propria. Immediatamente, i Tauros si indebolirono e caddero a terra in ginocchio, poi si rovesciarono su un fianco e cominciarono a dormire, russando sonoramente!

Il Pupitar di Ritchie aveva a sua volta a che fare con uno degli aggressivi Pokemon toro, che mise a segno un poderoso attacco Corposcontro che comunque non ebbe molto effetto sulla corazza rocciosa che proteggeva il corpo della mostruosa crisalide. Quest'ultima dondolò per un attimo, in modo da stabilizzarsi, e poi scatenò un attacco Frana contro il nemico, creando una raffica di pietre grosse come pugni, e scagliandole contro l'avversario, fitte come grandine. I ragazzi e i loro Pokemon stavano combattendo con vigore ed abilità, costringendo i Tauros a restare a distanza.

Un Tauros più sveglio e più deciso degli altri riuscì ad evitare un attacco Idrovampata della Blastoise di Vera, che aveva scagliato contro di lui un potente getto di acqua bollente... e poi, scartando Blastoise, aveva cercato di dirigersi verso Vera per metterla ko con una testata. Chiaramente, era sicuro che il gruppo avrebbe immediatamente lasciato perdere lo scontro e si sarebbe precipitato ad assistere la loro compagna... ma aveva sottovalutato il piccolo Flabebè, che fluttuava accanto a Vera e restava all'erta per ogni possibile minaccia.

"Flabebè!" esclamò la creaturina, in modo da avvertire la sua allenatrice del pericolo imminente. Vera riuscì a sentire la sua voce, e si voltò in direzione della minaccia... giusto in tempo per vedere Flabebè che si abbassava di quota e creava un campo di nebbia rosata tutt'attorno a sè, offuscando la vista al bovino! Stupefatto, il Tauros più grande frenò la sua carica e cercò di uscire dalla nuvoletta fatata, abbagliato dagli spettacolari giochi di luce che brillavano al suo interno... e Flabebè decise di spronarlo ad andarsene con più celerità.

Con un attacco Frustata ben assestato, il Pokemon Folletto estese una sottile liana verde dal fiore che usava per fluttuare, e la usò come una frusta, percuotendo il Tauros nemico sulle spalle e sul torace. Arrabbiato, il Pokemon toro emise un muggito profondo e si voltò verso Flabebè... e il folletto fluttuante sgranò gli occhi con espressione comicamente allarmata quando l'avversario strisciò uno zoccolo per terra, pronto a caricare!

"Attento, Flabebè!" esclamò Vera. "Blastoise, ferma quel Tauros on Bora!"

Con una rapidità che non si sarebbe mai associata ad un Pokemon così grosso e pesante, Blastoise si voltò e, nel momento in cui Vera si scansò di lato per fargli campo libero, scagliò una potente raffica di vento congelante dai cannoni montati sulla schiena! Tauros muggì allarmato e cercò di scansarsi, evitando così di venire preso in pieno dall'attacco, ma venendo colpito sul lato destro del corpo... e strinse i denti quando il morso del freddo rallentò i suoi movimenti e lo costrinse a ritirarsi zoppicante. Con un altro muggito, il Tauros più grande richiamò tutti gli altri suoi simili, che lasciarono perdere l'attacco e cominciarono a ritirarsi. Alcuni restarono ad affrontare Vera e i suoi compagni, ma senza attaccare, restando in posizione in modo da coprire i loro simili.

"Va... va tutto bene, amici. Non vogliamo farvi male, vogliamo solo passare di qui. È molto importante per noi.” disse Vera con un pizzico di esitazione, sperando di poter convincere i Tauros ora che erano meno aggressivi. I Pokemon bovini grugnirono e serrarono gli occhi, ma non tentarono di attaccare... forse grazie anche al resto dei Pokemon del gruppetto, che continuavano a stare in guardia accanto ai loro allenatori, pronti ad intervenire nel caso i Pokemon toro avessero tentato qualcosa di stupido. Finalmente, la tensione venne a scemare del tutto, e i Tauros rimasti si ritirarono, seguendo il resto della mandria e lasciando finalmente in pace il gruppo. Blaziken sospirò e tornò in posizione rilassata, per nulla preoccupato da quella che in fondo era stata una scaramuccia di poco conto.

“Pare che non ce ne siano altri.” Affermò Hitomi. Il suo Sceptile disse di sì con la testa, e indicò la strada, per dire che potevano proseguire.

Sceptile… sceptile!” affermò il rettile. Precedette i suoi compagni di squadra lungo la strada che proseguiva oltre la collinetta vicina, e una volta raggiunto il punto più alto, si voltò verso i ragazzi e fece un cenno con entrambe le mani. “Sceptile!

“Sceptile deve aver visto la nostra meta, finalmente.” Disse Hitomi. “Da quello che ci ha detto Saphira, il maniero Vanhanen dev'essere da queste parti, ma non credevo fossimo già così vicini.”

Mentre il Pokemon lucertola si fermava sulla cima della collina, aspettando con pazienza che i suoi compagni lo raggiungessero, Vera e il suo Blaziken cominciarono a vedere una costruzione che si profilava all'orizzonte, oltre la piccola altura. Non c'era possibilità di sbagliarsi… anche da quella distanza, si vedeva chiaramente che si trattava di un castello, e la bambina affrettò un po' il passo, spinta dalla curiosità e dal prospetto di trovare finalmente un posto in cui si sarebbero potuti rilassare.   

“Andiamo a vedere, sono curiosa di scoprire com'è questo posto…” disse Vera, raggiungendo finalmente lo Sceptile di Hitomi in cima alla collinetta. L'allenatrice più piccola la raggiunse poco dopo, e davanti a loro apparve uno spettacolo suggestivo, un grande edificio dal sapore antico che sembrava quasi fuori luogo nel bel mezzo di quella brughiera selvaggia.

“Siamo quasi arrivati.” Disse Drew, raggiungendo Vera, Hitomi e Sceptile. Masquerain e Butterfree arrivarono subito dopo, e sgranarono gli occhi davanti alla spettacolarità di quella visuale. “Questo… è proprio il maniero Vanhanen.”

La dimora del famigerato Radomus era un castello alto ed imponente, circondato da una cinta di basse mura di mattoni rossastri, e con un paio di alte torri che si levavano per almeno una decina di metri sopra il terreno, decorate con degli stemmi araldici che non si vedevano da quella distanza. Un’enorme doppia porta di legno dava accesso ad un cortile dalle siepi ben curate, decorato con dei cespugli di rose, e poco oltre le mura, si vedeva un grande labirinto di siepi intagliate. Era una costruzione maestosa, e nonostante fosse parecchio indietro rispetto all’architettura moderna, dava l’impressione di essere solida e non voler ostentare nulla.

Pikachu…” affermò Sparky, che certo non aveva mai visto nulla di simile. Il Pikachu con il ciuffetto aveva preceduto il suo allenatore, che restò fermo per qualche istante ad ammirare la magnificenza del castello…

“Se restate lì con la bocca aperta, vi entreranno le mosche.” Il commento sarcastico di Hitomi scosse tutti dallo stato di meraviglia e stupore in cui erano caduti, e Max disse di sì con la testa prima di fare cenno al resto del gruppo di avviarsi verso la loro meta ormai prossima.

“Va bene, ragazzi, ora ci siamo.” Affermò il ragazzino con gli occhiali. “Andiamo a conoscere questo Radomus. Sono sicuro che abbia in mente per noi un bel po’ di sorprese.”

Altaria!” esclamò Alty, sollevando di colpo lo sguardo quando ebbe la netta sensazione che qualcosa stesse gironzolando attorno a loro. In effetti, per un istante, la graziosa Pokemon Drago/Volante riuscì a vedere un volatile dalle piume blu notte che si allontanava, volando verso una delle torri del castello.

“Hm? Che succede, Alty? Hai visto qualcosa…” chiese Ortilla. Lei e il suo Scraggy stavano seguendo le indicazioni della sua Pokemon prediletta, ed erano riusciti anche loro a vedere il Pokemon che si allontanava. “E quel Pokemon… veniva dal castello? Che cosa stava facendo qui?”

“Quello… era un Honchkrow.” Disse Max, anche lui guardando in direzione delle torri. “Stava pattugliando il territorio… forse ci stava aspettando?”

 

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L’ipotesi di Max si sarebbe presto rivelata corretta. Nel momento in cui si avvicinò ad un balcone di una delle due torri, lo Honchkrow vide una graziosa fanciulla dai lunghi capelli biondi, vestita di un completo da cameriera nero e con un cerchietto nero a tenerle i capelli, che lo aspettava affacciata a quella terrazza, salutandolo con la mano. Con un gracchio compiaciuto, il Pokemon Buio/Volante calò verso il balcone e vi si appoggiò, ricevendo una carezza dalla giovane, che gli sorrise dolcemente.

“Bentornato, Jubjub, amico mio.” Disse la biondina, arruffando un po’ le piume sulla testa di Honchkrow, che come per magia si disposero nuovamente a formare una sorta di cappello da boss mafioso. “Allora… hai visto arrivare qualcuno? Abbiamo degli ospiti?”

Krow! Krow!” esclamò Honchkrow agitando con energia le ali, in modo da dare un po’ di enfasi alla notizia. La biondina accettò la risposta del Pokemon corvo con un cenno della testa, e gli fece cenno di seguirla giù per le scale, verso le sale più interne del maniero.

“Benissimo! Credo proprio che a messer Radomus farà molto piacere riceverli!” esclamò la cameriera bionda, il cui aspetto avrebbe fatto pensare che non avesse più di diciotto o diciannove anni. “Su, annunciamo la loro visita. Credo che sarà un’occasione molto speciale!”  

         

 

             

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Sono tornato! E con un capitolo che annuncia un bel po’ di novità per il proseguimento di questa storia! Vera e i suoi compagni stanno per conoscere il misterioso Radomus, e quella biondina che avete visto nella parte finale della storia… mentre il Team Meteora, in particolare ZEL, continua a tessere le sue trame. Zero ha qualcosa di serio in mente… e non vi rovinerò certo la sorpresa dicendovi che cosa!

Mentre parliamo, l’episodio 18 del fangame si avvia verso il completamento, e ritengo che potrebbe essere pronto per Settembre od Ottobre… ancora uno, e finalmente il gioco sarà completo! Per adesso… vi basti sapere che sto riprendendo a scrivere a ritmo serrato, e che conto di aggiornare la mia riedizione di Pokemon XY, e la mia fanfiction di Pathfinder, nel giro di una settimana!  

Alla prossima, e mi raccomando... recensite! :)

 

 

     

  

   

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Capitolo 59
*** Benvenuti al Maniero Vanhanen ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 59 - Benvenuti al Maniero Vanhanen

 

Man mano che il gruppo si avvicinava alle porte del Castello Vanhanen, l'aspetto selvaggio dell'ambiente circostante veniva sempre meno. La strada si faceva più diritta e levigata, e le piante crescevano con maggiore regolarità, mentre Vera e i suoi compagni avanzavano verso un grande arco di trionfo che dava su un immenso cortile. Fiori colorati di vari tipi, piante rare e decorazioni che rimandavano ad antiche rovine accolsero i visitatori, mentre entravano in un lussureggiante giardino abitato da numerosi Pokemon e animali comuni di piccole dimensioni.

"Woooow... accidenti, si vede che il proprietario di questo posto è... facoltoso, giusto per usare un termine un po' ricercato." disse Max, aggiustandosi gli occhiali mentre camminava su una stradina ricoperta di ciottoli, stando bene attento a non mettere nemmeno un piede fuori per non calpestare le aiuole. Il Butterfree di Drew svolazzò verso un cespuglio di rose gialle e rosse e le annusò con piacere, prima di tornare dal suo allenatore che lo stava richiamando.

"Con calma, Butterfree. So che quei fiori sono molto belli ed invitanti, ma non è casa nostra." disse il ragazzo con i capelli verdi, per poi accarezzare delicatamente una rosa bianca che cresceva in un cespuglio vicino alla stradina. Alcuni bombi svolazzarono pigramente attorno ai fiori, assicurandosi di non essere minacciati prima di tornare al loro lavoro di impollinatori. "Detto questo... il signor Radomus possiede davvero un buon gusto in fatto di rose. Non pensi che ti starebbe bene uno di questi magnifici fiori, Vera?"

"Sempre pronto con qualcuna delle tue battutine, vero, Drew?" affermò Vera alzando gli occhi al cielo, e sperando che la sua reazione imbarazzata non si vedesse più di tanto. "E comunque, non credere che le lusinghe ti porteranno tanto lontano, ormai ci sono abituata!"

"Davvero?" rispose Drew con un sorriso malizioso, facendo finta di essere stato colto di sorpresa. "Ahi, ahi, ahi... allora vorrà dire che dovrò cambiare tattica per farti cadere ai miei piedi!"

"Free, free!" esclamò Butterfree, annuendo in accordo con il suo allenatore.

Hitomi alzò gli occhi al cielo, mentre Ritchie, Ortilla ed Alty ridacchiarono tra loro, e Max si aggiustò gli occhiali con un sorrisetto arguto. "Quando avete finito di flertare come due scolaretti delle medie..." affermò il ragazzino con gli occhiali. "Forse è il caso che guardiate davanti a voi. C'è qualcuno che ci sta accogliendo."

"E sembra anche una ragazza a modo." commentò Hitomi senza troppa partecipazione. Diversi metri più avanti, la stradina di ciottoli si fermava in uno spiazzo ampio ed aerato, appena davanti al grande portone di legno antico che dava accesso al maniero Vanhanen. Due grandi alberi di cedro crescevano ai lati del portone, come due colonne antiche che si ergevano maestosamente verso il cielo. E appena davanti al portone, si trovava una graziosa ragazzina bionda di non più di sedici anni, con lunghi capelli biondi che incorniciavano un viso pulito e dall'aspetto ingenuo, vestita con dei graziosi abiti neri da cameriera, con le maniche bianche, una cuffietta nera sulla testa, decorata con dei  cuoricini di seta bianca, e scarpe nere con calzettoni a strisce bianche e nere che le davano un peculiare aspetto da gothic lolita. Una frangia dei suoi lunghi capelli biondi ricadeva davanti al suo viso, lasciando vedere soltanto uno dei suoi profondi occhi dall'inusuale colore dorato. Un Honchkrow era posato sulla sua spalla, e si stava riavviando le piume con il becco, evidentemente tenendo a fare una buona impressione.

"E' una mia impressione, o già si aspettavano che saremmo arrivati?" si chiese Ritchie. Alty svolazzò per un breve tratto davanti a lei, incuriosita dal comportamento di quell'Honchkrow.

La giovane attese che Vera e i suoi compagni fossero entrati nello spiazzo prima di inchinarsi con eleganza e dare loro il benvenuto. "I miei omaggi, nobili viaggiatori. Benvenuti al Maniero Vanhanen... io mi chiamo Luna, e sono l'inserviente del maestro Radomus. Il mio signore vi stava giusto aspettando... voi dovete essere gli allenatori di Hoenn che si sono già fatti un certo nome per le vostre eroiche imprese contro il Team Meteora." disse la ragazzina bionda con un sorriso affabile. "Vera Maple, immagino... poi, Max Maple, Drew, Ritchie, Hitomi ed Ortilla. Ho ricordato bene i vostri nomi?"

"Pikachu!" Sparky confermò il Pikachu del ragazzino di Kanto, facendo il segno dell'okay con una mano. Ritchie ridacchiò divertito e rispose a sua volta alla giovanissima inserviente.

"Sì, siamo proprio noi. Hai ricordato molto bene i nostri nomi." rispose. "Immagino che il signor Radomus sappia già il motivo per cui siamo qui..."

"E' stata miss Saphira a suggerirci di cercare il vostro aiuto." continuò Ortilla. "Speriamo solo... di non essere d'intralcio!"

"Per niente." continuò Luna, dando una rapida occhiata alla Collanasmeraldo che Ortilla portava al collo, cercando di camuffarla come se fosse un normale gioiello di poco prezzo. "Prego... se voleste seguirmi, sarò onorata di farvi da guida alla dimora del maestro."

"Grazie, Luna... credo proprio che ne abbiamo bisogno, dopo la camminata che abbiamo fatto!" disse Max, scherzando solo in parte. Hitomi si limitò a passarsi una mano tra i capelli in modo da rendersi presentabile, e assieme, i ragazzi varcarono la soglia. Non appena Luna avvicinò la mano alla maniglia, si sentì uno scatto di qualche congegno elettronico, e la pesante porta si aprì con un cigolio sinistro, permettendo così ai ragazzi di vedere l'interno del maniero.

Il Maniero Vanhanen era un luogo assolutamente incredibile, una sorta di oasi di bellezza e lusso nel cupo panorama di Reborn. Un pavimento fatto di piastrelle quadrate bianche e nere che si alternavano come i tasselli di una scacchiera; un soffitto alto e decorato riccamente, ma senza apparire pacchiano o dozzinale; lampadari di cristallo che riflettevano la luce in spettacolari effetti, e alcune piante ornamentali erano state piazzate in punti in cui potevano dare un aspetto ancora più elegante agli interni. I mobili erano anch'essi dei pezzi rari, dall'aspetto semplice ma funzionale, ed erano fatti di legni pregiati e ben lucidati. Non c'era un filo di polvere, ovunque Vera e i suoi compagni volgessero lo sguardo... e anche la seria Hitomi non riuscì ad impedirsi di sgranare gli occhi ed emettere un verso di meraviglia.

Luna guidò il gruppetto di allenatori per un lungo corridoio le cui pareti erano ulteriormente impreziosite da dei quadri finemente dipinti, che sicuramente ritraevano altri membri della famiglia Vanhanen - tutti davano l'impressione di essere persone di una certa classe e di alto lignaggio, vestite riccamente e con un portamento serio ed aristocratico. Finalmente, dopo quasi un minuto percorso a passo costante, il gruppo giunse in una grande sala climatizzata, il cui pavimento era a scacchiera esattamente come nel vestibolo e nel corridoio. Il soffitto era molto più alto, e terminava con una grande cupola di vetro istoriato, che filtrava la luce del sole in modo da proiettare delle luci vivaci ma suffuse sugli interni, e alcuni divani dall'aspetto invitante erano stati disposti in maniera quasi geometrica lungo tutta la stanza. I ragazzi e i loro Pokemon entrarono nella grande sala, sentendosi quasi inadeguati ad un ambiente così raffinato.

"Wooooow! E' fantastico!" esclamò Ortilla come ipnotizzata, mentre si avvicinava ad un divano e lo tastava quasi con esitazione, ed Alty svolazzava entusiasta verso una delle pante più grandi per annusare un grande fiore porpora che cresceva su uno degli steli più grandi. "Avevamo sentito dire che il signor Radomus era molto ricco e facoltoso, ma non ci aspettavamo proprio un tale sfarzo!"

"Cose del genere... a Kanto si vedono molto raramente." rispose Ritchie, anche lui attirato dai divani e desideroso di sedersi. "Non... non è un problema se ci mettiamo comodi, almeno per un po'?"

"Flabebè..." mormorò il Flabebè di Vera, come se fosse riuscito a capire quello che passava per la testa anche della sua allenatrice. Lui aveva il vantaggio di fluttuare a mezz'aria, ma si rendeva conto che lo stesso non valeva per molti dei suoi compagni di viaggio.

"Hehehee... non credo che tu ti possa lamentare, Flabebè, visto che sei sempre stato nella tua Pokeball o a mezz'aria!" affermò Vera con una risatina divertita.

Luna si coprì la bocca con una mano e rise educatamente, senza scomporsi, poi indicò i divani con un lento gesto della mano. "Certamente, nostri graditi ospiti. Prego, accomodatevi, e se c'è qualcosa che posso fare per aiutarvi, non esitate a farmelo sapere." affermò, restando a guardare soddisfatta mentre Vera e i suoi compagni si sedevano con dei sospiri di sollievo, e si ppermettevano finalmente di rilassarsi un po'. Quel posto emanava un sentore di pace e di comodità che piaceva molto al gruppetto di stanchi viaggiatori. Se non altro, sentivano che era un luogo dove il Team Meteora non avrebbe potuto spingersi...

"Grazie infinite, Luna. Allora, aspettiamo qui il signor Radomus?" chiese Drew, mantenendo il suo comportamento altero anche adesso che si stava rilassando. Vera, Max e il Gardevoir di quest'ultimo fecero un'espressione divertita, chiedendosi se ci fosse mai un momento in cui il ragazzo dai capelli verdi si lasciava andare un po'. Che Vera sapesse, gli era successo solo quando aveva perso una gara di Pokemon con Solidad...

La cameriera bionda fece un altro inchino, e il suo Honchkrow chinò leggermente il capo, sforzandosi anche lui di apparire elegante. "Sono sicura che il maestro Radomus sarà qui molto presto, gentili visitatori." affermò Luna. "Nel frattempo... prego, sentitevi liberi di rilassarvi e di usufruire delle comodità della nostra sala degli ospiti. Vi posso preparare un rinfresco veloce, nel caso abbiate appetito?"

"Io non dico mai di no a qualcosa di buono..." rispose Vera, senza nascondere la sua voglia. La giornata si preannunciava ancora migliore di quanto lei avesse osato sperare...

"In effetti, credo che abbiamo tutti un po' fame." continuò Max... e guardando verso Hitomi e Ritchie, vide che anche loro facevano cenno di sì con la testa. Ortilla stessa non cercò di schermirsi.

"Sì, effettivamente... se non fosse un disturbo..." affermò la bambina dai capelli turchini.

Luna stava per rispondere che avrebbe provveduto personalmente a servire loro qualcosa da mangiare... quando, senza alcun preavviso, una doppia porta di legno laccato dall'altra parte della stanza si spalancò con un colpo di vento che sembrava messo lì apposta per rendere la scena più drammatica possibile, e da dietro essa, apparvero due figure umanoidi il cui aspetto non aveva nessuna possibilità di pssare inosservato!

"Benvenuti, signore e signori!" esclamò la prima figura, un uomo vestito elegantemente di porpora, con un raffinato bastone da passeggio nella mano sinistra, e uno stranissimo, ingombrante copricapo a forma di piramide sulla testa. "Sono io che mi inganno, o abbiamo degli ospiti che ci sono stati mandati direttamente da Lady Saphira in persona?"

"Non si inganna, padron Radomus." rispose una voce femminile pacata e discreta proveniente dalla figura a fianco, la cui forma era immediatamente riconoscibile come un Gardevoir. "Sono proprio loro... i ragazzi provenienti dal continente di Hoenn che in questi ultimi tempi hanno sfidato il Team Meteora."

"Piacere di conoscervi, ragazzi." disse Radomus, e si fece avanti muovendo allegramente il suo bastone da passeggio. Già ad un primo sguardo, Vera si rese conto che si trattava in effetti di un personaggio tanto stravagante ed eccentrico quanto lei si era aspettata. Era vestito quasi interamente di viola, un viola tanto pallido da sembrare quasi rosa, con una camicia dalle ampie maniche e un paio di pantaloni di raso. Sopra la camicia indossava una giacca nera senza maniche, tenuta ferma con degli elaborati nastri neri che percorrevano lo sterno, e indossava inoltre un paio di scarpe nere, impeccabilmente pulite e tirate a lucido. Tuttavia, quello che più di tutto attirò l'attenzione di Vera e dei suoi amici fu il copricapo che indossava - era di colore giallo scuro, troppo grande per la sua testa, e aveva la forma di una ziggurat. Sembrava troppo pesante per poter essere tenuto sulla sua testa, eppure in qualche modo riusciva a restarci. Il bastone da passeggio che teneva in una mano era lungo e sottile, e terminava con un pomo nel quale era incastonata una gemma preziosa. Alcune frange di capelli neri emergevano dal suo bizzarro cappello e gli scendevano sulla fronte.

La Gardevoir che fluttuava con calma al suo fianco non aveva nulla di diverso da un altro esemplare della sua specie, almeno ad una prima occhiata. Tuttavia, il Gardevoir di Max fu subito in grado di percepire qualcosa di particolare in lei... un sentore che lui stesso non sarebbe stato in grado di spiegare, e che lui trovava in qualche modo sia attraente che misterioso.

La Gardevoir si mosse e fluttuò verso il gruppo di Vera, per poi fare un leggero ed aggraziato inchino. "Un caloroso benvenuto anche da parte mia, gentili visitatori." affermò. "Io sono Gossip Gardevoir. E modestia a parte, sono una celebrità nei dintorni di Reborn. Immagino che abbiate già visto qualcuno dei miei servizi? Oh, e non vi preoccupate, gli autografi sono gratis!"

"Certamente!" rispose Ortilla, ricordando bene di aver visto quella stessa Gardevoir in più di un servizio nei telegiornali, da quando era arrivata a Reborn. "Sì, abbiamo visto diversi dei tuoi servizi... sinceramente, non mi sarei mai aspettata di vedere una Pokemon nei panni di una cronista. Senza offesa, ovviamente."

"Nessuna offesa. Sono sicuro che la mia fedele Gardevoir non se l'è presa." rispose gentilmente Radomus. La graziosa Pokemon Psico/Folletto mosse la testa, in una maniera che non rendeva chiaro cosa volesse dire esattamente, ma non diede segno di essersi offesa. "Piuttosto, non mi sembrate troppo sorpresi di conoscere una Pokemon capace di parlare il linguaggio umano."

Il Gardevoir di Max decise di dire la sua. "Noi Gardevoir siamo in grado di proiettare i nostri pensieri direttamente alle menti di chi ci sta attorno, signor Radomus. Per noi, la differenza tra questa procedura e la comunicazione verbale è minima. Tuttavia, non avevo mai incontrato un Gardevoir che fosse effettivamente in grado di parlare."

"Anche se... effettivamente non è la prima volta che incontriamo un Pokemon in grado di parlare!" volle aggiungere Vera, ripensando con un sorriso e un pizzico di nostalgia al Meowth parlante del Team Rocket. Chissà cosa stavano facendo, quei tre pasticcioni... forse stavano ancora dando la caccia a Pikachu, conoscendoli!

"Da come ne parlate, ragazzi, mi dà l'impressione di essere qualcosa di molto interessante, e spero di poterlo vedere con i miei occhi, un giorno non troppo lontano." continuò Radomus. "Ma adesso veniamo alle presentazioni. Come immagino avrete già capito, io sono Radomus Vanhanen, il proprietario di questo maniero. La mia fedele Gardevoir si è già presentata... e avete già conosciuto anche mia figlia Luna e il suo Honchkrow, che lei ha chiamato Jubjub!"

Con grande sorpresa di Vera, Flabebè e i loro compagni, il ricco possidente indicò la cameriera bionda che li aveva condotti fin lì, e il suo Honchkrow... e Luna fece un sorriso imbarazzato e chinò la testa. "E'... un po' complicato da spiegare. Ma io sono effettivamente la figlia di padron Radomus, anche se non ho nessun legame di sangue con lui..." affermò. "Comunque, se avete bisogno di me... non esitate a farmelo sapere."

Radomus diede un'occhiata a Ritchie, che adesso sembrava osservare Luna con maggiore attenzione rispetto a prima... e si schiarì la voce. "Ad ogni modo... immagino che sarete stanchi per il lungo viaggio. Gardevoir, saresti così gentile da portare i nostri ospiti alle loro stanze? E tu, Luna, potresti gentilmente preparare loro qualcosa da mangiare?" chiese.

La biondina chinò la testa e sorrise. "Era esattamente questo che stavo per fare, padron Radomus." affermò. "Miss Vera, signorino Max... per tutti voi, sono già pronte delle stanze nell'ala est del maniero Vanhanen."

"Tuttavia, se non sono troppo indiscreto..." continuò Radomus, la cui espressione si fece di colpo più seria mentre guardava verso Ritchie e il suo Pikachu. "Signorino Ritchie, potrei chiederle di scambiare due parole con me? Ci sono delle cose di cui vorrei sincerarmi."

Un po' stupito da questa richiesta, ma comunque più che disposto a parlare con il proprietario di quello strano posto, Ritchie disse di sì con la testa e guardò verso i suoi compagni di squadra. "Va bene, signor Radomus... Vera, ragazzi... se volete, andate pure senza di noi. Vi raggiungiamo non appena abbiamo finito qui." avvisò.

"Pika pikachu." Sparky volle rassicurare ulteriormente i loro compagni di viaggio.

"Beh... Va bene, nessun problema." rispose Vera, guardando verso il resto del suo gruppo. Notò che Luna sembrava un po' tesa, ma non faceva nessuna obiezione, e continuava a mantenere il suo modo di fare calmo e formale. "Speriamo solo... che non sia niente di serio."

"No, no, tranquilli, non preoccupatevi per questo." continuò Radomus. "Se dovesse emergere qualcosa che richiede che vi avvisi, io e Gardevoir ve lo faremo sapere quanto prima. Per adesso, riposatevi pure, ne avete il diritto. Poi... magari faremo un po' di allenamento con i nostri Pokemon. Sono curioso di vedere un po' della forza che il Team Meteora teme tanto."

"Va bene. Grazie, signor Radomus, non mancheremo." rispose Drew, senza però mai staccare lo sguardo del misterioso padrone del maniero. Era una persona apparentemente affidabile, ma aveva l'impressione che non stesse mostrando tutte le sue carte.

"Per adesso, possiamo prenderci una pausa e aspettare gli eventi." disse telepaticamente il Gardevoir di Max al suo allenatore. "Ma... forse è meglio se teniamo d'occhio questo Radomus e la sua Gardevoir. Non mi sembra che siano in combutta con il Team Meteora, ma qualcosa mi dice che ci sono molte cose che per adesso vogliono tenerci nascoste. Non facciamoci cogliere di sorpresa."

Forse, in condizioni normali, Max avrebbe pensato che il Pokemon a cui lui era più affezionato fosse un po' troppo paranoico, ma l'esperienza di quello che aveva vissuto fino a quel momento nel continente senza legge di Reborn lo aveva convinto da tempo che tenere gli occhi aperti e le orecchie aguzzate voleva dire la differenza tra la vita e la morte.

"Va bene, Gardevoir." rispose telepaticamente Max, mentre Vera si avvicinava al fratello minore con fare protettivo. "Hai ragione, facciamo meglio a stare attenti a quello che succede."

 

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Luna e Gossip Gardevoir fecero un cenno con la testa, in segno di reverenza nei confronti di Radomus, e chiusero lentamente le doppie porte della stanza, in modo che il loro padrone, Ritchie e Sparky restassero da soli in quel grande ed elegante salone. Una volta sicuro che lui, il suo giovane ospite e il suo starter fossero da soli, Radomus si tolse quell'enorme ed ingombrante copricapo a forma di ziggurat che aveva addosso, e rivelò che sotto di esso indossava un cappello a cilindro, anch'esso di colore viola rosato con una striscia di raso nero nella parte inferiore.

"Pika pika..." squittì Sparky, con una buffa espressione di imbarazzo sul muso. Sembrava avere gli stessi pensieri del suo allenatore - e cioè che quel tizio con cui stavano parlando era quantomeno originale!

"Grazie per la tua disponibilità, giovane Ritchie." affermò Radomus, facendo cenno al ragazzino di mettersi comodo su un divano. Ritchie e Sparky si sedettero compostamente, mentre Radomus prese posto su un altro divano lì vicino. "Allora, veniamo al dunque. So che, mentre ti trovavi nella città di Zirconia, hai incontrato un personaggio che rispondeva al nome di Padre Elias, un sedicente sacerdote di Arceus, il Primo Pokemon."

Ritchie corrugò la fronte con una vaga espressione di sospetto. Radomus sembrava addirittura troppo ben informato... Tuttavia, non disse di no, e anzi confermò quello che l'eccentrico miliardario aveva detto. "Sì... sì, signor Radomus, si chiamava Padre Elias. Era... un tipo misterioso, e se devo essere sincero, nè io nè Sparky sappiamo bene cosa pensare di lui."

Radomus annuì lentamene. "Certo... certo... molto bene, in questo caso, è meglio che tu sappia fin d'ora di chi si tratta." continuò. Quando vide che Ritchie e Sparky stavano rivolgendogli tutta la loro attenzione, Radomus si schiarì la voce e continuò. "Dovete sapere che Elias, quel sedicente sacerdote, è in realtà il padre di Luna."

Ritchie e Sparky non nascosero un po' di stupore, ma non fecero commento, almeno per il momento, e permisero a Radomus di andare avanti. "Sì, anche se ho detto che Luna è mia figlia, in realtà non c'è nessuna parentela tra noi. La verità... è che un giorno non tanto lontano, lei è apparsa sulle porte di questo grande maniero solitario, e si è presentata a me, chiamandomi suo padre. Potete immaginare la mia sorpresa nel vedermi arrivare questa ragazzina che, all'improvviso, cerca di entrare nella mia vita dicendo di essere mia figlia."     

"Certo... certo, possiamo immaginarlo." continuò Ritchie. "Ma... nonostante tutto, vedo che Luna si è stabilita a vivere qui, e mi sembra anche che si sia ben ambientata."

Radomus disse di sì con la testa. "Sì, nonostante il mio scetticismo, l'ho accolta con me. Effettivamente, è da un bel po' di tempo che non ho più una famiglia, e dal momento che questo posto si stava facendo triste e solitario, ho pensato che non ci fosse nulla di male nell'esaudire il desiderio di una ragazza. Tanto più che, se fosse stata costretta ad andare a Reborn City, sarebbe stata facile preda di qualche banda di strada, o sarebbe finita nelle mani del losco Dr. Sigmund Connal, il proprietario dell'orfanotrofio di Reborn City, e un personaggio che gode di dubbia fama."  

"Pika..." continuò Sparky. Sia lui che Ritchie ne sapevano qualcosa, anche se non avevano avuto la sventura di vedere il suo orfanotrofio.

"In effetti..." continuò Ritchie, ripensando a come erano stati accolti. "Ho l'impressione che la signorina Luna stia recitando una parte dettata dalla sua fantasia."

"A Luna sembra piacere fare la parte di una cameriera, e così ha fatto fin da quando si è trasferita qui." proseguì Radomus con un sorriso divertito. "E' una ragazza piuttosto... originale, se posso dire la mia. Ed è stata una fonte non indifferente di gioia e divertimento, sia per me che per la mia fedele Gardevoir. E ovviamente, anche lei e Gardevoir sono diventate presto amiche. Non è certo una cosa a cui posso passare sopra."

"E quindi... questo sacerdote, questo Padre Elias, sarebbe il vero padre di Luna." Ritchie riassunse la situazione. "E... si è fatto mai vedere per reclamare la patria potestà su di lei?"

"Più di una volta. E' per questo che sarei curoso di sapere come la pensi su di lui... qual è l'impressione che ti ha fatto." continuò Radomus.

Ritchie annuì e si sfregò il mento, ripensando al suo breve incontro con il sacerdote di Arceus. "Hmm... non posso dire di essere rimasto con lui per molto tempo, quindi non credo di poter dare un giudizio completo su di lui. Per quel poco che l'ho visto, mi è sembrato una persona a modo, ma... ho sempre avuto l'impressione che ci fosse qualcosa di misterioso in lui."

"Pika chu pika!" affermò Sparky, facendo un movimento in aria con una zampetta come se stesse lanciando un incantesimo.

"Ah... giusto, Sparky, c'è anche questo." continuò il giovane allenatore. "Vede, signor Radomus, mentre ero a Zirconia per investigare sugli strani fenomeni che stavano accadendo, sono dovuto andare a comprare una medicina per una bambina che si era ammalata. Non mi era sembrata una medicina molto efficace, sinceramente, ma quando l'ho data a Padre Elias... lui ha fatto qualche strana magia, e l'ha trasformata in una specie di pozione magica."

"Preferisco non menzionare che Anna ha versato quella pozione sul suo peluche... ed è guarita per magia." pensò tra sè Ritchie. "Questa è davvero una cosa troppo incredibile... mi prenderebbe per un pazzo."

Radomus aveva già una mezza idea di chi potesse essere la "bambina malata", ma decise che questi particolari potevano essere rimandati a più avanti. "Sì... sì, capisco cosa vuoi dire. Non è una cosa che mi stupisce, in effetti. Ho sempre saputo che quegli strani individui della Chiesa d'Alfa avevano dei poteri misteriosi." affermò. Quando vide le espressioni interrogative di Ritchie e Sparky, Radomus si fermò a spiegare. "La Chiesa d'Alfa è un'organizzazione religiosa che venera Arceus, il dio di tutti i Pokemon, e Padre Elias ne è un membro di alto rango, forse addirittura il leader. Comunque, sì, Padre Elias si è spesso ripresentato alla porta di casa mia per intimarmi di restituirgli Luna, ma ho sempre rifiutato, e neanche Luna vuole tornare da lui. Sospetto che Luna abbia subito degli abusi psicologici o emotivi, ed è per questo che lei non vuole più avere a che fare con lui. Quindi... ho deciso che avrei cercato di proteggerla. Da quanto so della Chiesa d'Alfa... non è un ambiente che raccomanderei a una ragazza come lei."

"A nessuno, in realtà... e questo mi preoccupa non poco." affermò Ritchie. "Mentre eravamo a Zirconia, abbiamo conosciuto Sierra, un'esperta di Pokemon Ghiaccio... e suo figlio Bennett, che mi sembrava provare una certa attrazione per Luna. Ho... come l'impressione che Padre Elias stesse cercando di portare Bennett dalla sua parte, e non vorrei che Bennett gli abbia creduto..."

"Padre Elias è abile con le parole. Sa come cnvincere le persone e dire quello che loro vogliono sentirsi dire." affermò Radomus con preoccupazione. "Ma ad ogni modo... queste sono cose a cui penseremo più avanti. Sentiti libero di parlare ai tuoi compagni di quello di cui abbiamo discusso in questo momento, credo che anche loro dovranno essere pronti ad un eventuale confronto con quei fanatici. Ma adesso... è giusto che anche voi vi riposiate. Vi farò preparare un buon pranzo entro breve, e dopo che vi sarete riposati, farò in modo che vi possiate allenare come si deve."

"Pikachu!" esclamò Sparky drizzando le orecchie e sentendosi ora un po' più sicuro di sè stesso.

Anche Ritchie si sentì più tranquillo e più determinato ad affrontare la minaccia della Chiesa d'Alfa che già si profilava all'orizzonte. "Grazie, signor Radomus... era a un po' di tempo che cercavamo un posto dove avremmo potuto stare tranquilli. Non so se durerà a lungo... e ci scusiamo già con lei per tutti i problemi che finiremo per darle..."

"E' già da un po' di tempo che mi sono reso conto che un confronto finale con il Team Meteora sarà inevitabile." affermò Radomus. "Se vogliamo restituire una parvenza di libertà e decenza al nostro mondo, il Team Meteora dovrà essere annientato... e con esso anche la sua comandante suprema, la misteriosa Lin."

"L'idea di dover affrontare quella donna infernale mi fa paura... ma immagino che sarà inevitabile." continuò Ritchie, ben memore di quello che era successo  vicino al Monte Tanzanite. "Comunque, immagino che sarà un problema da affrontare più avanti... per adesso, sarò lieto di accettare la sua ospitalità, signor Radomus. Io e i miei amici... la ringraziamo infinitamente."

"Non è un problema, ragazzo mio." disse il ricco proprietario del maniero, conun sorriso comprensivo. "Finchè si tratta di dare una mano a voi della resistenza, e sconfiggere il Team Meteora, io sono pronto a tutto."

 

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La stanza che era stata assegnata a Bennett nel quartier generale della Chiesa d'Alfa era un luogo molto semplice, qualcuno avrebbe potuto definirlo addirittura spartano. Tutto quello che si trovava in quella stanzina erano un letto ben fatto ma molto semplice, un armadio e un comodino vicino al letto. C'erano inoltre una scrivania rozzamente intagliata ad un angolo della stanza, sulla quale era appoggiato un grosso libro di preghiera, e una fontana di acqua fresca dalla parte opposta. Una porta vicino al letto portava ad un bagno.

Bennett era in quel momento seduto alla sua scrivania, e stava leggendo con attenzione il libro dall'aspetto vetusto che aveva appoggiato davanti a sè. Il giovane esperto di Pokemon Coleottero non si era mai considerato un tipo particolarmente religioso, preferendo le spiegazioni razionali a dei ciechi atti di fede, ma da quando aveva conosciuto i suoi confratelli della Chiesa d'Alfa, e Padre Elias lo aveva iniziato ai suoi misteri, si sentiva come se si fosse avvicinato a questo credo, ed era stato affascinato dal suo dogma. Era una dottrina così semplice e al tempo stesso così convincente... che non riusciva onestamente a capire come Luna non potesse sentirsi parte di qualcosa di così bello e nobile. Ora più che mai, Bennett era convinto che il suo compito fosse ben chiaro - doveva aiutare Luna a ritrovare la retta via, e per fare questo, era necessario che lui imparasse il più possibile da Padre Elias, e dai suoi saggi sermoni.

Qualcuno bussò alla porta della sua stanza, e il ragazzo si aggiustò gli occhiali e si votò verso la porta. "Ah... ehm, sì? Prego... entrate pure. Come posso esservi utile?" chiese, un attimo prima che la porta della sua stanza si aprisse con uno scatto, e dietro di essa apparisse Angela, con il suo abito da cameriera e il suo sorriso inquietante incorniciato dai suoi capelli verde-azzurrini.

"Sono venuta a te, nosto nuovo discepolo... per darti un lieto annuncio!" affermò la donna, le mani giunte tenute allaltezza del cuore, e gli occhi quasi spiritati che guardavano verso Bennett... ma senza davvero fissarsi su di lui, come se in realtà osservassero qualcosa di lontano ed imperscrutabile. "Sei stato scelto... per una missione molto importante per il nstro sacro ordine!"

"Ah... sorella Angela, sono lieto di vederla... Una missione importante per la Chiesa d'Alfa?" chiese Bennett, alzandosi dal suo posto dopo essersi preso giusto il tempo di segnare la pagina in cui si trovava con un segnalibro. Non potè nascondere un briciolo di inquietudine davanti a quella donna che gli sembrava fin troppo zelante, ma non potè in cuor suo non lodarla per le sue convinzioni. "Qualsiasi cosa Padre Elias desideri da me... sarò più che felice di collaborare."

"In realtà, questo è... un compito che il nostro grande e virtuoso capo spirituale... vorrebbe portare a termine assieme a te." continuò Angela, la cui espressione si era fatta un attimo meno zelante ed ossessionata. "Si tratta... di recuperare finalmente un'anima persa che era stata tragicamente allontanata dalla verità di Lord Arceus, e che ora noi abbiamo l'occasione di riportare sul cammino della virtù. Sto parlando di Luna, immagino che tu lo abbia già capito."

"Attendevo giusto... il momento in cui il maestro Elias mi avrebbe dato la possibilità di assolvere a questo mio dovere!" commentò con palpabile emozione il ragazzo occhialuto. "Va bene... arrivo subito, sorella Angela! Perteciperà anche il nostro fratello Pius?"    

"Ha chiesto anche lui di partecipare, per dimostrare la sua devozione al sommo Arceus." continuò Angela come trasognata. "Sia lode al grande Arceus, che ci ha pemesso di assistere a questo miracolo della fede! Molto presto, giovane iniziato, vedrai con i tuoi occhi la potenza del sommo Arceus, che travolge e distrugge i nemici della fede, gli atei e i blasfemi. Sia lode! Sia sempre lode a lui!"

Angela alzò lo sguardo verso il soffitto, ripetendo la frase con l'enfasi e la convinzione di una zelota... e anche Bennett, per quanto cominciasse anche lui a credere nella sua stessa fede, si sentì a disagio davanti a quella donna. "Ehm... mi... mi fa piacere... è per me un grande onore poter prendere parte a questa nobile missione, sorella Angela." affermò, cercando di non far vedere il suo nervosismo. Non era del tutto sicuro di come Angela avrebbe reagito. "Sa... per caso quando partiremo per questo compito così importante?"

Angela sembrò tornare almeno in parte con i piedi per terra. "Non ne sono del tutto sicura. Purtroppo, non possiamo iniziare subito. Padre Elias e fratello Pius hanno detto che ci sono ancora dei dettagli da definire." rispose, dando l'impressione di essere sinceramente delusa di non poter andare fin da subito a punire i nemici della loro fede. "Comunque, cerca di prepararti. I tuoi Pokemon dovranno essere in piena forma, visto che ci aspettiamo una seria resistenza. E' vero che con il supporto del sommo Arceus non c'è nulla che possa fermarci... ma il sommo Arceus aiuta soltanto chi si aiuta."

"Sì... me ne rendo conto. Cercherò di preparare i miei Pokemon Coleottero a questo imminente scontro." affrmò prontamente Bennett. Soddisfatta, Angela disse di sì con la testa e si allontanò, intonando tra sè delle litanie religiose.

Il giovane studioso di Pokemon Coleottero restò in piedi accanto alla sua scrivania, ancora non del tutto sicuro di cosa pensare della donna dai capelli turchesi... e poi si sfregò la fronte e mise un segnalibro al tomo che stava leggendo, ripromettendosi che in seguito avrebbe fatto del suo meglio per leggere qualche altra pagina. "E va bene... sarà una missione importante, e voglio cercare di aiutare il più possibile Padre Elias e i miei confratelli. Così... loro mi daranno una mano a riportare Luna sulla retta via. Anche se... mi chiedo che cosa volesse dire Angela quando ha parlato di dettagli da definire. Forse Padre Elias ha in mente qualcosa che ci assicurerà la vittoria?"

Decidendo che pensarci su non avrebbe dato una mano in alcun modo, Bennett andò a bere un sorso d'acqua, poi andò al suo armadio e lo aprì, rivelando che sugli scaffali erano impilati alcuni libri, e le sue Pokeball. Dopo aver preso un bel respiro, Bennett raccolse una Pokeball e la guardò con intensità, forse cercando di convincere sè stesso che stava facendo la cosa giusta.

Dopotutto, lo stava facendo per Luna. Era tutto in nome del bene maggiore... doveva farlo, era suo dovere impedire a quella ragazza di fare scelte sbagliate...

 

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Da un'altra parte di Reborn, una prateia ricoperta di erba alta e alberi bassi dal tronco contorto, un'altra esperta di Pokemon Coleottero, più giovane di Bennett ma non per questo meno saggia o meno decisa, si stava trovando in una situazione un po' difficile...

"Accidenti... Yanmega, continua a muoverti! Cerca di guadagnare un po' di tempo con Doppioteam!" esclamò Shelly, guardando con apprensione la sua Pokemon Libellorco che cercava in tutti i modi di evitare gli attacchi che un Scyther particolarmente forte e bellicoso stava lanciando contro di lei.                      

"Scytheeeeeer!" esclamò il Pokemon mantide con uno stridio penetrante, e volteggiò rapidamente su sè stesso per scagliare un potente attacco Ventagliente - con una piroetta, il Pokemon Coleottero/Volante scagliò due proiettili semi-trasparenti a forma di falce di luna che sfrecciarono verso la libellula gigante. Per fortuna, quest'ultima era riuscita ad attivare il suo attacco Doppioteam, e creò alcune copie intangibili di sè stessa, una delle quali subì il primo colpo e si disintegrò. Il secondo colpo raggiunse di striscio la vera Yanmega, infliggendole dei danni e facendola barcollare... ma la libellula gigante strinse i denti e mosse le ali con ancora maggiore convinzione, recuperando in fretta il terreno perduto.

"Hmm... okay, Yanmega,ora usa il tuo attacco Sonicboom!" esclamò Shelly. Yanmega eseguì una cabrata, in modo da non offrire a Scyther un bersaglio facile, e cominciò a battere rapidamente le ali per scagliare contro l'avversario una potente raffica di onde sonore contro i quali l'impreparato Pokemon mantide non fu in grado di opporre una  resistenza efficace. Scyther emise un'esclamazione acuta quando la scarica sonora, come un vero e proprio pugno, lo colpì in pieno petto e lo fece finire a terra supino! Ma i danni non erano stati così rilevanti, e Scyther riuscì a rialzarsi abbastanza rapidamente, spazzandosi via la polvere dalla corazza. 

"Scyther!" esclamò il Pokemon mantide. Yanmega cercò di lanciare un altro attacco Sonicboom, ma questa volta Scyther era ben preparato, e riuscì ad evitare con agilità la scarica di energia sonora che gli stava arrivando addosso. Saltò di lato, atterrò su una roccia e la usò come trampolino per darsi lo slancio contro Yanmega, poi sferrò un potente attacco Lacerazione, eseguendo un poderoso fendente circolare con le sue braccia-falci! La libellula gigante venne colpita in pieno e scaraventata indietro, ma ancora una volta riuscì a mantenersi in volo, e si allontanò da Scyther con una rapida acrobazia a mezz'aria.

Shelly si rendeva conto che questa battaglia stava andando un po' troppo per le lunghe, e l'esito sarebbe stato quanto meno incerto. Yanmega aveva bisogno di un aiuto, e in fretta... la bambina dai capelli violetti prese due delle sue Pokeball, e dopo aver atteso il momento giusto, le lanciò in aria e fece uscire i suoi due Pokemon ragno...

"Joltik! Spinarak! Presto, venite anche voi!" esclamò Shelly. Il piccolo ragno elettrico si piazzò davanti a lei, e vide subito che Yanmega era impegnata in un duro scontro con Scyther... quindi, agì senza neanche aspettare che Shelly gli desse un ordine, e sotto gli occhi della sbalordita ragazzina, si caricò per un istante, prima di scagliare una scarica elettrica sotto forma di una ragnatela scintillante che volò verso la gigantesca mantide religiosa e si avvinghiò attorno a lui. Scyther sgranò gli occhi e si contorse per la sorpresa e il dolore... e Spinarak decise di fare anche lui la sua parte, usando un attacco Ragnatela e scagliando contro Scyther uno schizzo di seta appiccicosa che si avvinghiò attorno ad un suo braccio e lo legò stretto. Il Pokemon mantide, ancora un po' frastornato per la scossa, emise un verso di sorpresa, ma non si scompose e tirò verso di sè, in modo da trascinarsi incontro Spinarak, che era ancora legato al filo di ragnatela.

Con un movimento del braccio, Scyther scagliò a terra il ragnetto, che stridette per il dolore e rimase per qualche istante a terra stordito... poi si voltò verso Yanmega e Joltik e fece per scagliarsi addosso a loro. Shelly deglutì nervosamente, immaginando che quello fosse il momento dcisivo per decidere il risultato di quello scontro.

"Okay, ragazzi... Yanmega, colpiscilo con Eterelama! Joltik, cerca di usare Tuononda, e poi Energisfera!" esclamò la bambina dai capelli violetti, sperando che quella combinazione di attacchi sarebbe stata abbastanza da mettere al tappeto la mostruosa mantide. Il Pokemon simile ad una zecca si nascose dietro un sasso e prese la mira con il suo attacco Tuononda, mentre Scyther e Yanmega volteggiavano l'uno attorno all'altro, cercando il momento giusto per passare alla carica...

Yanmega e Joltik agirono nello stesso momento. La libellula gigante agitò rumorosamente le sue grandi ali, e scagliò una raffica di lame di energia luminosa che piombarono addosso a Scyther. Il Pokemon mantide non si scompose, e si difese abilmente con una raffica di fendenti, intercettando i colpi di Yanmega... ma distraendosi da Joltik e permettendo alla zecca elettrica di scagliargli contro la sua Tuononda. La scarica elettrica percorse rapidamente il terreno, e si sollevò in aria quando era a pochi passi da Scyther, cercando di colpire la mantide religiosa gigante e paralizzarla.

Questa volta, Scyther non fu in grado di difendersi con efficacia, e la Tuononda lo ccolpì di striscio, facendogli intorpidire il braccio destro. Con uno stridio di sorpresa e dolore, il Pokemon Coleottero/Volante si ritirò, scuotendo il braccionel tentativo di mandare via lo stordimento, e Shelly strizzò un occhio e strinse i denti. Aveva sperato che quell'attacco sarebbe stato più efficace, e adesso doveva pensare ad un'altra strategia...

Ma non ebbe il tempo di farlo, prima che Scyther emettesse un verso acuto di sorpresa... e si ritrovasse con il piccolo Spinarak abbarbicato con tutte le sue forze alla corazza sulla sua schiena! Ben lungi dall'essere fuori combattimento, il ragnetto aveva usato il suo attacco Ragnatela per agganciarsi alla schiena dell'avversario ed issarsi su di lui! Scyther cercò di scuotersi e di scagliare via il ragnetto, ma quest'ultimo si aggrappò con ancora più decisione e cercò di far perdere l'equilibrio a Scyther.

"Ah! Bel colpo, Spinarak! Cominciavo a temere che..." cominciò a dire Shelly, ma si interruppe quando le venne in mente che aveva ancora la possibilità di attaccare Scyther. "Okay... adesso, Spinarak, usa il tuo attacco Sfuriate!"

"Spi, spinarak!" esclamò il ragnetto verde con decisione. Sferrando una raffica di fendenti con le zampette anteriori, il Pokemon Tela cominciò a colpire Scyther e cercare di fargli perdere quota. Nonostante la differenza di dimensioni, il Pokemon mantide stava avendo un po' di problemi a tenere a bada quel piccolo demone che gli stava avvinghiato.

"Scytheeeeer!" esclamò la mantide religiosa, cercando inutilmente di colpire Spinarak. Il ragno si era piazzato in un punto che difficilmente Scyther avrebbe potuto raggiungere con le sue braccia-lame, e si teneva stretto nel tentativo di indebolire quanto più possibile il suo avversario a colpi di morsi e artigli.

"Bravo, Spinarak, ottimo lavoro!" esclamò Shelly, del tutto dimentica del fatto che il Pokemon ragno aveva agito in maniera del tutto indipendente. "O... Okay, Yanmega... Joltik... credo che... possiamo concludere! Ehm... Okay, Yanmega! Tu usa Forzantica! E tu, Joltik, attacca con Raggioscossa!"

"Mega!" esclamò l'enorme libellula. Il suo corpo venne circondato da una tenue aura giallo-marrone, e delle rocce fluttuanti apparvero attorno a lei, prima di volare addosso a Scyther con letale precisione! Il Pokemon mantide sferrò un altro fendente con le sue braccia-falci, usando il suo attacco Forbice X - un doppio fendente in diagonale dall'alto verso il basso, in modo da disegnare una croce a mezz'aria - e riuscì a falciare le prime due rocce che gli volavano addosso... ma le altre due superarono la sua difesa e lo colpirono in pieno! Spinarak saltò giù dal dorso di Scyther e atterrò un po' goffamente sul terreno ricoperto di erba fresca, mentre il Pokemon mantide cercava disperatamente di mantenersi in volo... solo per essere colpito di nuovo, questa volta da un raggio di energia elettrica che Joltik scagliò dalle zampette anteriori. Questa volta, il colpo si rivelò essere troppo potente per lui, e Scyther si abbattè al suolo con uno stridio di sorpresa e dolore, mentre Spinarak si scrollava di dosso lo stordimento e zampettava rapidamente verso Joltik e Shelly.

"Jo, jo! Joltik!" esclamò la zecca elettrica, con il tono di qualcuno che si era preoccupato seriamente. "Joltiiiik!"

"Spi... spinarak..." mormorò Spinarak, abbassando la testa imbarazzato.

Shelly prese un bel respiro e cercò di darsi un tono un po' severo... cosa che, doveva ammetterlo, non le riusciva molto bene. "Ehm... Joltik ha ragione, Spinarak, non dovresti gettarti nella mischia senza pensare..." affermò. "Insomma... voglio dire, voi siete miei amici... e tutto il resto... ma... ecco... io sono l'allenatrice... dovrei darvi io le indicazioni... insomma, mi spiego?"

"Joltik!" affermò Joltik, d'accordo con la sua allenatrice - e ignorando senza troppi perchè il fatto che anche lui aveva agito d'impulso per aiutare Yanmega. Prima che il discorso potesse andare avanti, tuttavia, la libellula gigante si abbassò di quota e indicò il punto in cui il Pokemon mantide era caduto... e dal quale adesso si stava rialzando!

Scyther non era certo uscito illeso da quei due colpi andati a segno a distanza ravvicinata l'uno dall'altro, e si vedeva che era barcollante e stordito... tuttavia, era ancora determinato e capace di combattere. Shelly non nascose un po' di sorpresa, ma si disse che se non altro, l'avversario sembrava parecchio indebolito, ed era solo questione di resistere un altro po'...

Ma Scyther, dopo qualche secondo passato in piedi a pochi metri di distanza da Yanmega, a guardarla con intensità, fece qualcosa di diverso, che lasciò Shelly e i suoi Pokemon alquanto sorpresi.

Con l'eleganza di un samurai, il Pokemon mantide si piegò su un ginocchio e chinò la testa, tenendo una delle sue braccia-lame trasversale rispetto al corpo - era senza dubbio un gesto di sottomissione: Scyther stava riconoscendo l'abilità e il valore dei suoi avversari.

"Scyther. Scyther, scyther." affermò il Pokemon Coleottero/Volante, gettando uno sguardo intenso a Yanmega e ai due ragnetti. "Scyther, scy?"

"Yaaaanmega?" chiese Yanmega, inclinandosi leggermente in aria come se volesse avvicinare l'orecchio alla bocca di Scyther. La mantide religiosa confermò con un cenno della testa, e mentre Spinarak e Joltik si guardavano stupiti, Yanmega sbattè i suoi enormi occhi e si voltò verso Shelly per chiedere il suo parere. "Mega... Yanmega?"

"Scyther... vorrebbe unirsi a noi?" chiese la bambina dai capelli viola. Dopo qualche attimo di esitazione, Shelly sorrise e raccolse una Pokeball dalla sua borsa. "Va bene, se è questo che Scyther vuole... credo che anche noi avremo bisogno del suo aiuto. Vai, Pokeball!"

Soddisfatto, il Pokemon mantide restò fermo al suo posto e attese che la Pokeball lo toccasse, rimbalzando sul suo esoscheletro, e poi atterrando sul terreno vicino a lui, aperta quasi del tutto. Scyther venne assorbito al suo interno sotto forma di un lampo di energia rosata, poi la sfera si chiuse... e ondeggiò un paio di volte prima di fermarsi e dare il segnale di cattura avvenuta, che venne accolto con delle esclamazioni trionfanti da parte di Spinarak e Joltik!

"Sì! Ce... ce l'abbiamo fatta! Grazie al vostro aiuto, adesso ho un Scyther in squadra!" esclamò la bambina dai capelli violetti, che si affrettò a raccogliere la sfera e la mostrò con orgoglio a Yanmega, Spinarak e Joltik. Yanmega sembrò quasi sorridere - anche se il suo volto da insetto non lasciava trapelare molte emozioni, il modo in cui volava esprimeva bene la sua esaltazione. Spinarak e Joltik si diedero un cinque, mentre Shelly teneva stretta a sè la Pokeball del suo nuovo compagno di avventura e sorrideva soddisfatta. 

"Benvenuto nella mia squadra, Scyther. Spero che... potrai aiutarci a sconfiggere il Team Meteora... e a ridare un po' di speranza a questo posto. Cercherò di essere una brava allenatrice, te lo prometto."

 

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Dopo un pranzo e un po' di riposo, il gruppetto di Vera e Max si era dato appuntamento con Radomus, Luna e Gospel Gardevoir in una delle sale dedicate all'allenamento dei Pokemon, nella parte più interna del maniero Vanhanen. Era una stanza grande e molto spaziosa, equipaggiata in modo da permettere ai Pokemon di provare le loro mosse senza paura di danneggiare il posto. I riferimenti al gioco degli scacchi si sprecavano - a parte il pavimento a scacchiera, fatto di mattonelle quadrate bianche e nere, la stanza era decorata con dei grossi blocchi di marmo bianco e nero scolpiti in modo da assomigliare a delle pedine degli scacchi: diversi pedoni, delle torri, dei cavalli, degli alfieri e anche un re e una regina. Un grande e complesso lampadario di cristallo, intagliato in modo da ricordare come forma un Tentacruel con i tentacoli aperti, era appeso all'alto soffitto, dando alla stanza un aspetto ancora più strano ed impressionante al tempo stesso.

Vera e i suoi compagni erano schierati in una fila ordinata di fronte all'eccentrico proprietario del maniero e alla sua altrettanto stravagante cameriera / figlia adottiva... e i Pokemon che più di recente erano entrati a far parte delle loro squadre, in particolare il Flabebè di Vera, il Sableye di Hitomi e il Manectric di Max stavano allenandosi tra loro per conto proprio, facendo quello che potevano per cercare di colmare il divario che c'era tra loro e gli altri membri delle loro squadre. 

"Mi fa piacere vedervi tutti qui, ragazzi." affermò Radomus, facendo spaziare il suo sguardo da un punto all'altro del gruppetto di amici. Era vestito allo stesso modo di prima, ma quel copricapo gigantesco a forma di ziggurat non c'era più, e adesso portava soltanto il suo cappello a cilindro, dall'aspetto decisamente più sobrio. "E spero che l'accoglienza che avete ricevuto qui a Castello Vanhanen sia stata di vostro gradimento. Certo, la signorina Saphira si è raccomandata di accogliervi al meglio, e io... beh, diciamo che non sono interessato a contraddirla. Non mi piace molto l'idea di diventare un pasto per il suo Dragonite!"

"Nemmeno a me, e sono di tipo Folletto. Non credo avrei un buon sapore, e ci tengo a fare bella figura." commentò ironica Gossip Gardevoir.

Il ricco proprietario del maniero rise brevemente della battuta, assieme a diversi del gruppo di Vera, e la bambina castana doveva riconoscere che era d'accordo - Saphira era senz'altro una brava leader e un'allenatrice straordinaria, e Vera sperava di non dover mai essere dall'altra parte della barricata rispetto a lei. Luna sospirò un po' stancamente, e si rivolse al suo principale / padre adottivo con un rimprovero cortese ma deciso.

"Padron Radomus, con tutto il dovuto rispetto..." affermò la biondina, mentre Jubjub, il suo fedele Honchkrow, agitava le penne della coda in un gesto di falsa esasperazione. "Credo che in questo momento dovremmo concentrarci soprattutto sulla pratica che faremo fare ai nostri ospiti. Loro... sono qui per questo, tutto sommato."

Radomus fece una breve, bonaria risata. "Lo so, Luna, lo so bene. Ma non fa mai male sdrammatizzare un po' la situazione, non credi?" affermò. "Allora... ragazzi, ognuno di voi scelga due Pokemon. Vediamo di far fare un po' di allenamento a tutti, a turno. Luna, mia cara... vorresti fare pratica con uno dei nostri ospiti in particolare?"

"Se la cosa non le dà disturbo, padron Radomus, io e Jubjub vorremmo allenarci un po' con la signorina Ortilla." affermò cortesemente la biondina, rivolgendo alla piccola coordinatrice e ad Alty uno sguardo di intesa. Ortilla rispose con un sorriso e un cenno della testa, e fece uscire il suo Bibarel dalla sfera, sperando che quella fosse l'occasione per allenare in maniera più completa lui e il resto della sua squadra. Lo Honchkrow di Luna gracchiò un paio di volte in segno di approvazione, e svolazzò sul pavimento, come a voler accettare una sfida ad armi pari con il Pokemon castoro.     

"D'accordo, Luna. Spero che vi divertiate." affermò Radomus. Con insospettabile abilità, l'uomo fece volteggiare il suo bastone da passeggio in una mano, e rivolse la sua attenzione a Vera, Ritchie e al resto del gruppo. "Allora, signore e signori... mi sembra di capire che siete pronti a sostenere un incontro d'allenamento con il sottoscritto. Chi di voi vorrebbe essere il primo a darmi una dimostrazione della sua abilità?"

Max stava per farsi avanti per primo... ma con sua grande sorpresa, Hitomi si fece avanti per prima, e alzò una mano per attirare l'attenzione di Radomus su di lei. "Vado io per prima." affermò la stoica bambina. "Sono curiosa di vedere quanto siamo migliorati io e i miei Pokemon. Con il vostro permesso." pronunciò l'ultima parte con velato sarcasmo, cosa che agli altri, in particolare a Max, non sfuggì per niente.

"Anche senza, se è per quello." rispose il ragazzino con gli occhiali alzando gli occhi al cielo. Hitomi ringraziò con un cenno della testa, e dopo averci pensato su per qualche istante, scelse una Pokeball e fece uscire il suo occupante... una Granbull dall'aspetto minaccioso ed aggressivo, che si erse subito in tutta la sua statura, e si mise in guardia scuotendo la testa.

"Oooh, un Granbull. Una scelta alquanto interessante." affermò Radomus, senza mostrare di essere impensierito. "In tal caso... permettimi di replicare umilmente con un Pokemon che a mio parere è alquanto sottovalutato. Slowking... prego, tocca a te."

Radomus estrasse una Pokeball dalla manica del suo vestito, e da essa fece uscire un buffo Pokemon rosa che assomigliava molto ad uno Slowbro... solo che il mollusco che normalmente avrebbe dovuto essere avvinghiato alla sua coda aveva invece serrato i suoi denti sulla sua testa, e attorno al collo aveve una gorgiera rossa e bianca che lo faceva assomigliare non poco ad un pagliaccio.

"Sloooow..." mormorò il Pokemon, mettendosi poi in guardia a sua volta. Hitomi strinse gli occhi e si preparò alla battaglia, chiedendosi cosa avesse in mente Radomus...   

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, finalmente conosciamo questo fantomatico Radomus... e come molti immaginavano, è davvero un personaggio eclettico e un po' istrionico. Conosciamo inoltre la misteriosa e stravagante Luna, l'oggetto del desiderio di Bennett, abbiamo visto che la nostra Shelly ha catturato un Scyther... e sappiamo anche che la Chiesa d'Alfa è sul piede di guerra! Riusciranno Vera e gli altri a sfuggire alle trappole di quei fanatici?

La battaglia per salvare Reborn dalla tirannia è giunta ad un nuovo capitolo. Spero di aggiornare il prima possibile, visto che ora stiamo per entrare in una parte molto importante ai fini della storia, e che presto arriverà qualche nuovo personaggio da conoscere!

A presto, e mi raccomando, recensite!  

 

     

  

   

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Capitolo 60
*** Il metodo di allenamento Vanhanen ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 60 - Il metodo di allenamento Vanhanen

 

Ora che tutti gli ospiti avevano fatto uscire i Pokemon da loro selezionati, Ortilla e Luna erano l'una davanti all'altra, affiancati dai loro rispettivi Pokemon - il paffuto Bibarel per la ragazzina dai capelli turchini; e il fedele Honchkrow Jubjub per la bizzarra cameriera.  Il Pokemon castoro spazzò il terreno con la sua ampia coda piatta e si sfregò le guance tondeggianti, in modo da prepararsi per quello che si preannunciava come un incontro piuttosto impegnativo.

"Se lei è pronta, signorina Ortilla, possiamo dare inizio all'incontro." esordì educatamente Luna, mentre con un gesto del braccio permetteva al suo Honchkrow di atterrarle sulla spalla. Con un gracchio acuto, il Pokemon Buio/Volante atterrò e si lisciò le piume con il becco, prima di darsi una scrollata e prepararsi allo scontro. Un Bibarel... aveva affrontato un bel po' di Pokemon più formidabili, ma si rendeva conto che non era prudente sottovalutarlo.

Ortilla disse di sì con la testa. "Io e Bibby siamo pronti, signorina Luna... vinca la migliore." affermò con fare sicuro di sè. "Okay, Bibby, possiamo cominciare! Parti con un Ricciolscudo, e poi usa Rotolamento!"

"Bibarel!" esclamò il paffuto Pokemon Normale/Acqua, prima di racchiudersi a palla come un armadillo, e cominciare a rotolare verso Honchkrow a velocità sempre maggiore, mentre il Pokemon corvo cercava di volare in alto per sottrarsi a quella mossa potenzialmente pericolosa. Bibby spiccò un balzo, cercando di colpire Jubjub mentre quest'ultimo prendeva quota, ma si era mosso un istante troppo tardi, e l'elegante corvo riuscì ad evitare il colpo. Con agilità, il Bibarel di Ortilla si rimise in piedi e atterrò senza particolari problemi oltre il suo bersaglio, voltandosi poi per cercare di evitare un attacco che sarebbe inevitabilmente arrivato entro breve.

"Jubjub, per favore, usa il tuo attacco Perforbecco." ordinò pacatamente Luna. Il suo fedele Honchkrow eseguì una virata e si lanciò verso il Bibarel di Ortilla, roteando su sè stesso come una trivella mentre cercava di sferrare un potente affondo con il suo becco affilato. Il pokemon di Ortilla non si lasciò cogliere di sorpresa e, mentre il suo avversario si avvicinava minaccioso, prese la mira e si preparò a contrattaccare non appena Jubjub fosse arrivato a tiro. Il Pokemon Buio/Volante si abbassò e puntò dritto verso il castoro, ed Ortilla attese per un attimo, fino a che non fu sicura che l'avversario fosse alla distanza corretta...

"Adesso, Bibby! Usa Acquagetto!" ordinò la bambina, e il castoro obbedì all'istante, scagliandosi a tutta velocità contro il nemico che si avvicinava minaccioso, e sollevando dei grandi baffi d'acqua ai propri lati. Lanciato alla carica com'era, Jubjub non aveva la possibilità di scansare l'attacco in ogni caso, e venne raggiunto e trascinato indietro per qualche metro. Tuttavia, il colpo non era stato troppo forte per il Pokemon corvo, che atterrò rapidamente sul terreno non troppo distante da Bibby e si scrollò di dosso l'acqua dalle ali.

"Bella mossa, signorina Ortilla. Aveva qualcosa di artistico." commentò Luna con un cenno della testa. "Da quello che so, lei si addestrava per diventare una coordinatrice di Pokemon, prima che questa situazione le capitasse addosso all'improvviso."

"Già... il giorno in cui sono stata rapita doveva essere il giorno del mio debutto, ma che ci posso fare..." rispose Ortilla, massaggiandosi la nuca con espressione imbarazzata. "Come mai questa domanda, signorina Luna?"

La bionda cameriera accarezzò la testa del suo Pokemon Grancapo, che gracchiò soddisfatto e si rimise in guardia. "Diciamo che... si tratta di un particolare interesse da parte mia." affermò. "Una volta che avremo finito questo addestramento, le andrebbe di discuterne con la sottoscritta, e magari anche con padron Radomus, per un po' di tempo? Credo di doverle delle spiegazioni."

"Beh... se è questo quello che ritiene necessario, signorina Luna, per me non c'è problema." fu il commento della bambina dai capelli turchini. "Comunque, per adesso continuiamo il nostro allenamento! Bibby, adesso usa il tuo attacco Iperzanna!"

"Jubjub, contrattacca con Sbigoattacco!" rispose Luna, cogliendo di sorpresa Ortilla e il suo Pokemon castoro. Quest'ultimo si era appena mosso per infliggere un doloroso morso all'avversario, e si ritrovò Honchkrow davanti agli occhi nel giro di mezzo secondo, un attimo prima che il corvo gigante sferrasse un colpo allo stomaco di Bibarel con le sue potenti ali, mozzandogli il fiato in gola! Il Pokemon castoro strinse i denti e riuscì a restare in piedi, poi si lanciò contro Jubjub... ma quest'ultimo si scansò all'ultimo momento, facendo in modo che Bibby finisse faccia a terra! Il Pokemon Acqua/Normale riuscì a rimettersi in piedi rapidamente ed evitò per un pelo un attacco Nottesferza con il quale Jubjub lo prese di mira un istante dopo. Il Bibarel di Ortilla fece una capriola di lato, e si portò in una posizione sicura prima che il Pokemon Grancapo potesse attaccare di nuovo.

"Niente male davvero." commentò pacatamente Luna, facendo un cenno con la testa mentre Bibby si toglieva la polvere di dosso. "Tuttavia, se mi è permesso fare un piccolo commento, senza la minima volontà di offendere, mi sembra chiaro che non avete molta esperienza in un combattimento autentico."

"Non posso dire che non sia così." ammise la bambina dai capelli turchini, accarezzando il suo Bibarel, che alzò gli occhi al cielo e agitò la coda come un gatto innervosito. "Io mi sono allenata per le gare di coordinatori di Pokemon, quindi non sono molto abile per quanto riguarda gli scontri veri e propri. E' per questo che sto cercando di allenarmi con voi... ho bisogno di fare esperienza, visto che non posso lasciarmi proteggere."

"Sì, capisco il suo punto di vista, signorina Ortilla." affermò Luna chinando leggermente la testa in un segno di rispetto. "Detto questo, da come mi sono state descritte, le gare di coordinatori sono molto interessanti. Se solo potesse diffondersi questa moda anche a Reborn, credo che... lo stile di vita migliorerebbe. Le persone non dovrebbero più vivere nello stress e nell'angoscia, temendo ciò che si nasconde nel buio."

"Krow, kroooow!" gracchiò Jubjub, forse per dire che anche lui era interessato all'idea di una gara di Pokemon in cui nessuno rischiava di farsi male. Si riportò alla realtà con un cenno della testa, e si preparò ad un altro scontro, incitando Bibby con una serie di gracchi.

"Le persone temono il buio. Per quale motivo, mi chiedo io." continuò Luna, quasi serafica. "Pensano che nel buio si nasconda qualcosa di terribile? Ma poi, se accendi la luce e vedi che non c'è niente, che senso ha avuto la tua paura? L'oscurità non deve essere temuta. L'oscurità... è amore. Nel suo abbraccio, nella sua silenziosa presenza, l'animo trova quiete e serenità. E' per questo che i miei Pokemon preferiti sono i Pokemon Buio."

"Ah... ehm... credo di capire cosa vuole dire, signorina Luna..." affermò Ortilla, con un grosso gocciolone di sudore sulla nuca davanti a quei commenti apparentemente casuali della cameriera bionda. "Comunque... ehm... credo che sia il caso di ricominciare! Bibby, puoi usare un attacco Rotolamento?"

"Jubjub... prego, adesso usa Stordiraggio per fermarlo..." cominciò a dire Luna mentre il suo fedele Honchkrow si levava in volo... ma con grande sorpresa del Pokemon Grancapo, Bibarel non si mise a rotolare verso di lui, e Jubjub si fermò appena in tempo per evitare di esporsi. "Hm? Si tratta... di una strategia per coglierci di sorpresa? Stai attento, Jubjub!"

"Krow..." esclamò il Pokemon corvo, cercando di seguire il castoro mentre quest'ultimo acquistava velocità. Qualunque cosa stesse cercando di fare, sicuramente stava usando qualche strategia ragionata... e gli dava un po' fastidio il fatto che non riuscisse ad immaginare di cosa si trattasse...

 

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Allo stesso tempo, uno dei Pokemon di Hitomi, ovvero il suo possente Granbull, stava affrontando il goffo Slowking di Radomus, che ciondolò per un istante nel tentativo di tenersi in equilibrio con quella pesante conchiglia che gli mordeva la testa.

"Okay, Granbull, stai molto attento." affermò Hitomi, osservando lo Slowking di Radomus con fredda espressione calcolatrice. "Se quello che ho studiato è vero, Slowking ha la stessa tipologia di Slowbro, ma la sua intelligenza è stratosferica. Con un allenatore abile come il signor Radomus, non oso pensare a cosa sono in grado di fare."

"Bull!" ringhiò il Pokemon simile ad un bulldog bipede. Era abbastanza sicuro che un suo attacco Sgranocchio avrebbe messo in grosse difficoltà il Pokemon Acqua/Psico che gli stava davanti con espressione del tutto rilassata, ma non aveva idea di cosa potesse fare il suo avversario per impedirgli di sferrare il colpo.

Radomus osservò con interesse il comportamento della sua giovane avversaria. Non si gettava nella mischia a testa bassa come fin troppi allenatori della sua età. Stava invece cercando di farsi un'idea dell'avversario che aveva davanti, e regolarsi di conseguenza. Un modo di fare che Radomus non poteva che apprezzare in un allenatore di Pokemon.

Tuttavia, era pur sempre uno scontro quello che stavano facendo... ed era giusto che, ad un certo punto, uno dei due facesse la prima mossa.

"Prendersi un po' di tempo per pensare è una buona idea, signorina, ma attenzione a non far aspettare troppo." affermò Radomus. "In un combattimento con il Team Meteora, i tuoi avversari non ti faranno il favore di aspettare che tu decida la prossima mossa, quindi bisogna imparare a pensare in fretta. Slowking... usa la mossa Distortozona, prego."

"Distortozona?" esclamò Max allarmato. "Accidenti, quella è una mossa che Slowking può sfruttare al meglio..."

Hitomi e Granbull sbatterono gli occhi in segno di allarme quando il Pokemon Regale alzò lentamente le braccia, e i suoi occhi dall'espressione innocua diventarono rossi e scintillanti. Alcune righe luminose apparirono dal nulla in aria, formando un grosso cubo trasparente che avviluppò sia Slowking che Granbull, e per un attimo la luce si diffuse sulle pareti del solido immaginario, nascondendo i due combattenti agli occhi dei loro allenatori prima di svanire in una pioggia di luci azzurrine. A prima vista, sembrava che ai due contendenti non fosse successo nulla...

...eppure, anche un allenatore principiante si sarebbe reso conto che c'era qualcosa che non andava. E la conferma venne data quando Granbull venne avvolto da una tenue aura rosata, e si guardò le braccia spaesato, sentendosi all'improvviso letargico...

"Come... come sarebbe a dire?" chiese Hitomi, restando calma ma non riuscendo ad evitare di mostrare un po' di preoccupazione. "Max, che cosa ha fatto quello Slowking?" 

"Distortozona è una mossa che distorce lo spazio in modo tale che i Pokemon lenti diventino veloci, e viceversa!" spiegò Max. "E visto che Slowking è uno dei Pokemon più lenti che esistano..."

Radomus dimostrò subito quello che voleva dire Max, alzando un braccio e ordinando al suo Pokemon di attaccare. "Esatto. Vuol dire che adesso, la sua velocità è quasi impareggiabile. Prego, Slowking, usa il tuo attacco Surf!"

"Ah, cavolo..." mormorò Hitomi, e cercò di correre ai ripari. "Va bene... Granbull, cerca di contrattaccare con  Boato!"

"Slooooow!" esclamò il Pokemon di Radomus, e agì con rapidità eccezionale - alzò di nuovo le braccia, ed evocò una potente onda in miniatura che apparve giusto davanti a lui e si schiantò su Granbull con un forte fragore di mareggiata! Il Pokemon Folletto strinse i denti e portò le braccia davanti a sè, cercando come poteva di "tagliare" l'ondata e non farsi trascinare via, ma anche così, l'impeto dell'ondata si dimostrò troppo grande per lui, e Granbull fu costretto ad indietreggiare di diversi passi.

"Ugh... accidenti, che velocità..." mormorò tra sè la bambina. "Non... non crederà certo che il mio Granbull si faccia battere così facilmente! Granbull, usa Fulmindenti!"

Riuscendo finalmente a liberarsi dall'ondata che tentava di trascinarlo, Granbull si lanciò su Slowking e le sue fauci vennero circondate da una sfrigolante aura elettrica... ma ancora una volta, Distortozona fece effetto, e Slowking si mossse con incredibile rapidità evitando il morso elettrificato dell'avversario. Granbull tentò di nuovo, ma un secondo e un terzo morso andarono anch'essi a vuoto quando il Pokemon Acqua/Psico scattò fuori dalla loro portata.

"Seconda lezione del professor Radomus. Mai assumere di sapere tutto sul proprio avversario, potrebbe riservare delle sorprese inaspettate." continuò tranquillo il proprietario del maniero. "Slowking, prego... usa un attacco Lanciafiamme."

Dopo aver schivato con grande facilità un altro attacco Fulmindenti da parte di Granbull, Slowking scattò indietro e prese fiato... poi, come se fosse stato un drago, soffiò una enorme fiammata che sfrecciò rapidamente verso il sorpreso Granbull! Hitomi sgranò gli occhi incredula... ma si ricordò che quello doveva essere un allenamento contro il Team Meteora, e che come aveva detto Radomus, doveva pensare in fretta per evitare di soccombere.

"Presto, Granbull, usa Boato! Adesso!" esclamò la bambina, cercando di restare in controllo delle sue emozioni. Granbull si bruciacchiò un po' per la vicinanza del fuoco, ma riuscì ad agire in tempo, ed emise un profondo ringhio che riverberò in tutta l'area colpita dalla Distortozona, e spaventò per un istante Slowking, facendo deviare anche solo di un po' il suo Lanciafiamme. La fiammata lambì il Pokemon Fata soltanto in parte, evitandogli così danni troppo pesanti, e Hitomi decise di cogliere il momento in cui Slowking non era in guardia per assestargli un colpo energico... "Perfetto. Ed ora, Granbull, usa di nuovo Fulmindenti."

Ancora una volta, Granbull ringhiò e si lanciò all'attacco con le zanne elettrificate contro il Pokemon Reale, che sembrava impossibilitato a reagire...

Ma ancora una volta, Hitomi aveva sottovalutato l'effetto di Distortozona.

"Non male come tattica. Ma si basa su degli assunti che potrebbero essere delusi." affermò Radomus. "Slowking, attacca con Psichico, per favore."

Slowking chiuse di scatto la bocca, interruppe l'attacco Lanciafiamme e si voltò di scatto verso Granbull, un attimo prima che quest'ultimo potesse morderlo con i suoi denti elettrificati. Senza mai perdere la sua espressione tranquilla, il Pokemon Acqua/Psico si concentrò per un istante e scatenò un'ondata di energia mentale sotto forma di una serie di onde di luce che scaturivano dal suo corpo e investirono in pieno l'avversario! Granbull venne sollevato da terra e si ritrovò ad annaspare in aria come una piuma portata dal vento, prima di essere scaraventato via e atterrare con un tonfo sordo sul pavimento. Restò a terra prono per qualche secondo, con degli uccellini cinguettanti che volavano in cerchio sopra la testa, e finalmente si rialzò con un grugnito esasperato, mentre Hitomi correva a vedere come stava il suo Pokemon, e Gossip Gardevoir applaudiva all'abilità del suo padrone.

"Una splendida prestazione come sempre, padron Radomus." affermò la Pokemon Abbraccio, la "gonna" che fluttuava sospinta da un vento magico che aleggiava tutt'attorno a lei, dandole un'aria ancora più soprannaturale. "Ma del resto, non mi sarei aspettata niente di meno da lei e dalla signorina Luna."

"Ugh... noi due invece siamo carne macinata, vero?" disse sarcastica Hitomi, mentre aiutava il suo Granbull ad alzarsi. "Beh... non che abbia proprio il diritto di lamentarmi. Sono stata surclassata, non c'è niente da fare."

"Forse qualcosa da fare ci poteva essere." affermò Radomus, senza mai dare l'impressione di stare prendendo la cosa troppo sul serio. "Forse, se la signorina Hitomi fosse stata un po' più rapida nel prendere le decisioni, il risultato sarebbe stato diverso. Perchè vedo che la conoscenza e le capacità non vi mancano, ragazzi. Ma c'è bisogno di affinare la tattica, se volete sconfiggere Lord Solaris."

"In realtà, signor Radomus... non è Lord Solaris che ci preoccupa." commentò Vera con un sospiro, distraendosi per un attimo dallo scontro di allenamento tra il suo piccolo Flabebè, e un Pokemon a cui Radomus aveva dato il compito di assistere Vera - un Reuniclus, un Pokemon del continente di Unima, un omuncolo verdino dalla testa fin troppo grande e dagli arti ridicolmente piccoli circondato da una bolla di protoplasma verde semitrasparente, dai cui lati si protendevano due grandi pseudopodi a forma di braccia. Il Pokemon Espansione rimaneva al suo posto, e invitava il piccolo Flabebè a scagliare contro di lui tutti gli attacchi che gli riuscivano...

"Purtroppo, anche se adesso ho maggiore fiducia nelle mie possibilità contro Lord Solaris, rimane il fatto che questa misteriosa Lin è senza dubbio più forte di lui." continuò la bambina castana, per poi gettare uno sguardo di approvazione ed affetto quando il suo Pokemon più recente riuscì a mandare a segno un attacco Fogliamagica che riuscì a penetrare, anche se solo di qualce millimetro, la pellicola protettiva che avvolgeva l'omuncolo fluttuante. "Abbiamo già affrontato Lord Solaris, e sappiamo che è un avversario formidabile, ma se anche lui prende ordini da questa Lin, non oso pensare a quanto terribile lei possa essere..."

"Sì, miss Saphira mi ha parlato di questa donna misteriosa e terribile." rispose Radomus. Questa volta, l'eccentrico proprietario del maniero Vanhanen sembrava molto più serio e concentrato - si rendeva conto che questo non era un punto su cui si poteva scherzare. "E mi ha detto di cosa è capace il suo Hydreigon. Veramente impressionante. Non credevo che il Team Meteora potesse contare su una persona così spaventosa, e questo a maggior ragione vuol dire che dobbiamo fare del nostro meglio per migliorarci... tu, in particolare, Vera Maple, so che il tuo Blaziken ha una Megapietra, e tu hai il Mega Anello che permette di scatenare il vero potere del tuo Pokemon."

"Già, ma ancora io e Blaziken non siamo abbastanza esperti da usarlo come si deve. Siamo riusciti a fare qualcosa nella battaglia contro il PULSE-Abra, e la forza del mio Blaziken è aumentata molto... ma non credo che questo sarà sufficiente contro Lord Solaris e Lin... hey, attento, Flabebè!" Vera si interruppe quando il Reuniclus di Radomus, dopo aver ricevuto un attacco Frustata che era riuscito giusto a dargli un po' di fastidio, rispose contraendo la membrana che lo avvolgeva, e poi espandendola di colpo per respingere il piccolo Pokemon Folletto. Flabebè fece un breve volo e atterrò tra le braccia della sua allenatrice, che ringraziò con un cenno dalla testa e una breve esclamazione, prima di rivolgersi a Reuniclus.

"Fla fla! Flabebe!" esclamò con chiara irritazione, alla quale Reuniclus oppose un'espressione tranquilla, aprendo le "mani" di protoplasma.

"Reuniclusss..." affermò, e anche se non era in grado di capirlo del tutto, Vera riuscì comunque a cogliere il senso - Reuniclus non aveva mai detto che non avrebbe contrattaccato. Flabebè reagì con un sospiro esasperato, ma accettò la spiegazione e cercò di rimettersi a posto. L'allenamento era appena cominciato, e lui ne aveva di strada da fare per raggiungere i suoi compagni.

"Proprio per questo sto usando con voi il mio peculiare, e brevettato, sistema di allenamento, in modo da cercare di far dare il eglio a tutti i Pokemon delle vostre squadre." disse Radomus, dando un'occhiata a come se la stavano cavando gli altri membri delle varie squadre. Il Charizard di Ritchie, Zippo, se la stava vedendo con uno dei membri più potenti della squadra di Radomus - un grosso e luccicante Metagross cromatico, un bestione di metallo di colore argentato, che si reggeva su quattro zampe robuste come colonne, e che nonostante fosse svantaggiato rispetto al tipo Fuoco del dragone alato, riusciva comunque a cavarsela abbastanza bene.

Poco più in là, Drew e il suo Masquerain, assieme a Max e al suo Linoone, stavano affrontando invece due dei Pokemon della squadra di Luna: il primo era  un elegante Umbreon dall'aspetto forte e misterioso, mentre il secondo era un Bisharp, un Pokemon di tipo Buio/Acciaio di forma umanoide coperto quasi del tutto da una scintillante armatura di ferro dai bordi spaventosamente taglienti, con delle lame montate sugli avambracci e sull'elmo, e le gambe che terminavano in due zoccoli simili a quelli di un cavallo. Un paio di occhi dall'aspetto severo fissavano energicamente i suoi avversari dal cimiero del suo elmetto.

"Ma credo che sia il caso di fare un passo in più." affermò Radomus, dopo aver visto il Charizard di Ritchie che scagliava un potente attacco Lanciafiamme contro Metagross e lo metteva all'angolo. "Vedo che i vostri Pokemon sono forti... davvero in gamba... ma per far loro esprimere il loro massimo potenziale, credo che sia il caso di farvi conoscere un metodo un po' particolare di allenamento, che ho brevettato io stesso. Il metodo Radomus... farà in modo che i vostri Pokemon mostrino ancora di più del loro potenziale nascosto."

"Posso testimoniare che funziona. Io stessa ne ho sperimentato i vantaggi." continuò gentilmente Gossip Gardevoir. "Dovremo prima fare un po' di allenamento in più, giusto perchè voi vi scaldiate i muscoli, per così dire... ma vi assicuro che una volta che avrete preso la mano e sarete pronti ad affrontarlo, rimarrete stupiti dalla forza dei vostri Pokemon!"

"Granbull, gran?" esclamò con fare entusiasta il Granbull di Hitomi. La bambina sembrava invece un po' scettica... certo, non era da lei fidarsi subito della parola di uno sconosciuto, anche se sembrava una brava persona come Radomus. Si impose di sperimentare quanto prima in cosa consisteva il metodo di cui l'eccentrico nobile parlava, e rendersi conto di persone del perchè Saphira e gli altri riponessero tanta fiducia in costui. 

“Non sono solo i Pokemon che abbiamo catturato più di recente a doversi mettere al passo.” Pensò tra sé. “Io, Max ed Ortilla siamo ancora ben distanti dal livello di Vera, Drew e Ritchie, e dobbiamo rimediare in qualche modo. Speriamo che questi allenamenti… e questa trovata che ha in mente il signor Radomus…  ci permettano di fare qualche progresso in questo senso…”

“Comunque, prima di passare all'allenamento vero e proprio…” affermò Luna. “Spero di non essere impertinente se suggerisco di dare un'occhiata in generale alla tecnica di ciascuno di noi, e vedere quali sono i punti su cui è meglio intervenire?”

“Sì, immagino che sia la cosa migliore da fare.” Affermò Drew, il cui Masquerain aveva appena finito di allenarsi con lo Umbreon di Luna. Entrambi i Pokemon erano stanchi ma soddisfatti, e si guardavano a vicenda con espressioni rispettose… mentre il Linoone di Max non dava l'impressione di avere avuto altrettanta fortuna con Bisharp.

Linoone…” sospirò il Pokemon tasso, con la pelliccia arruffata per lo scontro sostenuto, in contrasto con Bisharp che appariva quasi annoiato.

Shsharp…” fu il commento del Pokemon Fildilama, mentre affilava le lame sulle braccia l'una addosso all'altra.

 

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Era passato qualche giorno da quando Vera e i suoi compagni erano arrivati al Maniero Vanhanen. Erano stati dei giorni alquanto intensi ma piacevoli, passati per gran parte ad allenare i loro Pokemon e prepararsi per la vera e propria sfida che Radomus avrebbe proposto loro. La mattina e il pomeriggio, i ragazzi e i loro Pokemon si addestravano assieme, con qualche pausa per rilassarsi e tirare le somme… mentre la sera, la passavano in piacevoli conversazioni con Radomus,  Luna e Gossip Gardevoir, scambiandosi opinioni e parlando ognuno delle proprie esperienze come allenatori mentre i loro Pokemon si rilassavano e giocavano tra loro non lontano.

Detto questo, Vera non poteva non notare come Radomus, pur essendo un brillante conversatore, non stesse in realtà dicendo molto di sé stesso. Luna era molto contenta di parlare delle sue esperienze e di come era giunta ad entrare in servizio dello stravagante nobile, ma anche lei (in maniera comprensibile, del resto) non faceva accenni al suo padre biologico. Si trattava di un argomento per lei molto delicato, che Vera e i suoi compagni avevano il buon senso di evitare.

Non tutti quelli del gruppo di Vera erano loquaci, in quelle lunghe serate passate in conversazione in un lussuoso salotto di casa Vanhanen, con soltanto un po' di musica classica come sottofondo. Drew parlava solo quando lo riteneva strettamente necessario, anche se chiaramente, nel suo caso non si trattava di timidezza quanto di desiderio di darsi un tono. E prevedibilmente, Hitomi era quella che partecipava di meno alle discussioni, restando educatamente insilenzio, ascoltando ma facendo pochissimi interventi - di solito, soltanto quando era interpellata, e soltanto di poche parole. Max si era già accorto della difficoltà della sua amica-rivale di esprimere le sue emozioni e i suoi pensieri, con soltanto qualche breve sfogo nel monastero Apofillide a fare da contrasto al suo comportamento riservato.

In ogni caso, quei pochi giorni di allenamento erano stati fruttuosi. I loro Pokemon erano tutti diventati più forti, più veloci e più pronti nelle loro reazioni, e anche i loro acquisti meno recenti, primo tra tutti il Flabebè di Vera, erano riusciti a fare dei grossi passi in avanti, in termini sia di potenza che di abilità tattica... e quella mattina, dopo la colazione, Radomus aveva chiesto ai suoi giovani ospiti di trovarsi tutti in una grande sala che fino a quel momento era rimasta chiusa, dietro un grande portone doppio decorato come se fosse stato la superficie di una scacchiera.

"Molto bene, ragazzi miei, devo riconoscere che avete tutti fatto un bel lavoro." affermò Radomus. L'eccentrico miliardario, accompagnato com'era prevedibile dalla figlia adottiva e dalla fedele Gossip Gardevoir, passeggiava tranquillamente davanti ai ragazzi di Hoenn e a Ritchie, come se si stesse preparando a fare una camminata nel parco piuttosto che un allenamento da cui sarebbe potuto dipendere il futuro loro e dell'intero continente di Reborn. "Tutti i vostri Pokemon si sono impegnati, e i risultati ci sono stati... eccome, se ci sono stati! Come avevo accennato... adesso, per completare il vostro addestramento e rendervi pienamente capaci di affrontare tutto ciò che il Team Meteora vi manderà contro, avrete l'onore di sperimentare quello che pochi finora hanno visto: l'addestramento speciale in stile Radomus Vanhanen, che comincerà non appena avrete varcato quella soglia! Prego, mia cara Luna, vorresti dare ai nostri gentili ospiti accesso alle sale più interne del nostro maniero?"

"Con estremo piacere, padron Radomus." rispose Luna, inchinandosi quasi a 90 gradi. Vera ridacchiò imbarazzata e si sfregò la tempia con un indice - anche con tutto il tempo che avevano passato insieme, la coordinatrice di Hoenn faceva fatica ad abituarsi ai modi di fare della "famiglia" Vanhanen.

La biondina e Gossip Gardevoir si avvicinarono alla porta più grande, e Luna tirò fuori una enorme chiave dorata, grande come l'avambraccio di un uomo, da una manica del suo elegante abito da cameriera, per poi infilarla in una grande serratura e girarla - aiutata in questo anche da Gossip Gardevoir, che usò i suoi poteri mentali per far scorrere la chiave più facilmente nella toppa. Un paio di suoni metallici simili a tuoni lontani risuonarono nella volta quando i meccanismi della porta si mossero... e un istante dopo, la grande porta si aprì con uno stridio inquietante, e permise a Vera e ai suoi compagni di osservare cosa ci fosse dietro quella soglia misteriosa...

Quello che videro lasciò quasi tutti senza fiato. Per quanto gran parte del maniero fosse decorata in modo da richiamare gli scacchi, la prima stanza oltre quella porta già dava l'idea che tutto quello che avrebbero incontrato da lì in poi sarebbe stata una celebrazione di quel gioco: non solo il pavimento era decorato a scacchiera, come del resto in quasi ogni altra sala del castello... ma al centro della stanza si trovava una enorme scacchiera, i cui pezzi erano ordinatamente disposti su quattro file, bianchi da una parte e neri dall'altra! Anche ai lati dell'ingresso, appena oltre la soglia, si trovavano due statue scolpite in modo da assomigliare ad un re e ad una regina, e dal soffitto pendeva un grande e complesso lampadario di cristallo, scolpito in modo che le sue parti assomigliassero a pedoni, torri, alfieri o cavalli! Una luce artificiale brillante ma non invadente rendeva ancora più notabile la magnificenza della stanza, così come le terrazze che sovrastavano la grande scacchiera, in modo da permettere ad un certo numero di spettatori di assistere alle partite che lì si sarebbero svolte.

L'unico che non sembrava troppo impressionato fu Drew, che comunque non mancò di apprezzare lo stile. "In effetti, mi aspettavo che i riferimenti al gioco degli scacchi si sarebbero sprecati." affermò, facendo per primo un passo all'interno della stanza. "E' una mia impressione, signor Radomus... o anche il nostro addestramento speciale avrà qualcosa a che vedere con gli scacchi?"

Il miliardario trovò divertente il sarcasmo del ragazzo dai capelli verdi, e fece una breve ed educata risata. "Hehehee... questo è per me un motivo di biasimo, ragazzo mio. Sto diventando un po' troppo prevedibile, e questo non è esattamente nelle mie corde. Ma... apprezzo comunque la domanda e il modo in cui ti sei rivolto a me. Effettivamente, sì, il mio sistema di allenamento speciale richiede che ci si adatti, per certi versi, alle regole degli scacchi. Spero che voi le conosciate."

"Sì, ma non possiamo dire di essere dei gran giocatori." ammise Vera, il cui Flabebè fluttuava preoccupato a pochi metri da terra. "Esattamente, in cosa consisterebbe questo allenamento?"

"Il signor Radomus vi spiegherà tutto. Per il momento, prego... ognuno di voi prenda la sua posizione. Sceglietevi un pezzo che non sia un pedone, la regina o il re." affermò Gossip Gardevoir. "Dopodichè, ognuno di voi scelga un Pokemon che prenderà quel posto sulla scacchiera."

"Hm? E a che cosa servirebbe, esattamente? Con tutto il dovuto rispetto..." chiese Hitomi, sfregandosi la nuca con espressione scettica. "Hmph. Immagino che faccia parte dell'allenamento, ma in ogni caso... bah, non importa. Io scelgo un cavallo... e il Pokemon che manderò in campo per questo addestramento sarà il mio Walrein."

"Ottimo... allora procediamo subito!" esclamò la Gardevoir parlante. Con un semplice pensiero, fece fluttuare uno dei due cavalli neri fuori dal quadrato, e lo appoggiò a terra in piedi, in perfetto ordine. Ancora non del tutto sicura, Hitomi fece uscire il suo Walrein... e quando la Pokeball si aprì, il classico lampo di luce che ne uscì sfrecciò verso la casella rimasta vuota, e Walrein apparve su di essa! Il Pokemon tricheco restò fermo per un attimo e si guardò attorno spaesato. Non si era aspettato certo di ritrovarsi in quella situazione, e guardò verso la sua allenatrice come per chiederle che stesse accadendo...

"Wal... rein?" chiese, agitando un po' i baffi per esprimere la sua confusione.

Hitomi non potè rispondere altro che un sospiro e un'alzata di spalle. "Scusa, Walrein... so che è un po' strano, ma fa parte dell'allenamento che il signor Radomus ci fa fare. Sperando che sia utile." affermò. "Io ho fiducia in te, comunque. So che ti farai valere... qualunque sia la prova che dovremo affrontare."

"Hmm... penso di essermi fatto un'idea di come sarà questo allenamento." disse Max dopo aver dato un'occhiata alla scacchiera e a come era apparso Walrein. "E va bene, proviamo... tocca a te, Ledian! Prendi la posizione di un alfiere!"

La scena si ripetè: Gossip Gardevor spostò un alfiere nero usando la telecinesi e lo mise dove aveva posto il cavallo di prima... poi, la Pokeball di Max fece uscire la Pokemon coccinella, che apparve nella posizione in cui l'alfiere era un attimo prima, e Ledian fece una capriola in aria , con le elitre spalancate, prima di mettersi in guardia.

"Credo proprio che tu abbia indovinato, giovane Max." disse Radomus. "Questo è un allenamento per sviluppare non soltanto la potenza e l'abilità dei vostri Pokemon, ma anche la vostra capacità di elaborare strategie al volo, e adattarvi a scenari inaspettati. In questo caso, i vostri Pokemon potranno spostarsi unicamente nello stesso modo in cui normalmente si muovono i pezzi di cui hanno preso il posto."

"In altre parole... stiamo giocando una partita a scacchi con i nostri Pokemon?" chiese Ortilla con un misto di stupore e curiosità. "Alty, vorresti giocare tu?"

"Altaria!" confermò la graziosa Pokemon piumata, che subito dopo svolazzò verso una torre per dire quale pezzo voleva sostituire. Gossip Gardevoir si affrettò a rimuovere la torre per permettere alla Pokemon di Ortilla di prendere il suo posto.

Vera, Drew e Ritchie si guardarono, giusto per confermare che avevano capito le regole, e con espressione decisa, ognuno mandò in campo uno dei suoi Pokemon - Glaceon per Vera, Absol per Drew, e Pupitar per Ritchie, andando rispettivamente a sostituire il cavallo, l'alfiere e la torre rimasti. Ora, tutti i pezzi sul lato nero della scacchiera, quello appartenente a Vera e ai suoi compagni, erano pronti, e a Radomus non restava che schierare i suoi Pokemon dal suo lato.

"Hmm... una formazione interessante. Devo dire che anche se non avete familiarità con questo particolare tipo di allenamento, il modo in cui aveva disposto i Pokemon è stato ben ragionato." commentò il maestro di scacchi. "Max, per esempio, ha piazzato Ledian, un Pokemon noto per la sua velocità e versatilità, nella posizione dell'alfiere, che è un pezzo importante che ha bisogno di una notevole mobilità. Allo stesso modo, Hitomi ha dimostrato lungimiranza nel piazzare Walrein come cavallo, vista la scarsa mobilità del pezzo in questione."

Hitomi storse il naso e si diede della sciocca tra sè e sè. In realtà, lei aveva scelto la posizione a caso...

"Detto questo... è il momento di piazzare i miei Pokemon." disse Radomus. Rivolse uno sguardo a Luna, che chinò la testa con un sorriso e gli augurò buona fortuna, un attimo prima che Gossip Gardevoir spostasse tutti gli alfieri, i cavalli e le torri bianche con la telecinesi, e li riponesse ad un lato della scacchiera gigante. Poi, l'elegante Pokemon Abbraccio fluttuò su un posto occupato da un alfiere, e si piazzò lì, pronta alla sfida. "Molto bene. E oltre alla mia fedele Gossip Gardevoir, scelgo i seguenti Pokemon per questa occasione. Reuniclus. Slowking. Metagross. Gallade. E infine Malamar."

Uno alla volta, i Pokemon che Radomus aveva chiamato uscirono dalle loro Pokeball e si piazzarono ciascuno su una casella dal lato del loro allenatore. I ragazzi riconobbero subito la maggior parte dei Pokemon, avendoli già visti prima da qualche parte, o durante gli allenamenti, ma l'ultimo li colse un po' di sorpresa - Malamar, questo era il suo nome, sembrava un calamaro capovolto di fattezze vagamente umanoidi, di colore per lo più violetto con dei puntini e delle strisce gialle che decoravano la parte anteriore del suo corpo, piazzati in maniera regolare su di esso. Camminava sulle pinne, usate a mo' di piedi, e i suoi due tentacoli più lunghi facevano da braccia, mentre gli altri sei, di un colore viola-grigio un po' meno acceso, facevano da capelli e incorniciavano un volto simile a quello di un uccello di preda, con piccoli occhi gialli e un becco rosso uncinato.

"Malamarrrr!" esclamò la strana creatura con voce roca, simile a quella di un uccello che cercava di imitare la voce umana.

"Ah, già, dimenticavo... ho tenuto questo mio fedele Pokemon di scorta, giusto per farvi una sorpresa." affermò Radomus, notando le espresioni stupefatte di molti dei suoi giovani ospiti. "Si chiama Malamar, ed è un Pokemon proveniente dal continente di Kalos. Ovviamente, avete il mio permesso di esaminarlo quanto volete."

"Un Pokemon di Kalos? Vediamo... cosa dice il mio Pokedex." disse Ritchie. Sparky salì sulla spalla del suo allenatore e diede anche lui un'occhiata all'enciclopedia elettronica.

"Malamar, il Pokemon Giravolta. Tipo Psico/Buio. Forma evoluta di Inkay. È il Pokémon con il potere ipnotico più forte in assoluto. Può controllare a piacimento i suoi nemici. Fa lampeggiare i motivi sul suo corpo per attirare a sé la preda. Le estremità dei suoi tentacoli sono affilatissime, e usa un getto di potenti succhi gastrici corrosivi per finire le sue prede."

"Cavolo! Questo sì che è un Pokemon... inquietante!" commentò Vera con un sorrisetto nervoso. Anche il suo Glaceon sembrava un po' inquieto all'idea di affrontare quella creatura, ma prese un bel respiro e si impose di mantenere la calma. Stavano per affrontare un'importante prova, e la prima cosa da fare davanti ad un avversario sconosciuto è mantenere la calma ed osservare attentamente come si comporta, piuttosto che partire subito all'attacco.

"Molto bene, signori... credo che la prova possa cominciare." affermò Luna. "Ricordatevi che un Pokemon può attaccare solo se la pedina a cui corrisponde potrebbe mangiare in quella determinata situazione. Detto questo... buona fortuna a tutti, e soprattutto... buon divertimento!"

Hitomi corrugò la fronte. "Buon divertimento? E questo cosa c'entra?"

"Beh, il divertimento dovrebbe sempre far parte di una sana competizione, mademoiselle Hitomi!" rispose prontamente Ortilla. La piccola idol e la sua Altaria erano già entrate nello spirito della gara, e non attendevano altro che di cominciare la sfida. "Allora... chi è che fa la prima mossa?"

"Normalmente è il nero, quindi... prego, signori, a voi la prima mossa." concesse il maestro di scacchi. Vera prese un bel respiro e cercò di pensare a cosa fare. La sua esperienza in quanto a scacchi era estremamente limitata, mentre Radomus aveva indubbiamente un'abilità fuori dal comune. La prima cosa da fare era cercare di fare una mossa prudente e al tempo stesso ragionata...

"Okay, allora cominciamo!" esclamò Ortilla, facendo fare un piccolo salto a Vera , che non si aspettava che la sua giovane compagna prendesse così l'iniziativa. "Muovo il pedone più a sinistra di una casella!"

"Altaria!" esclamò Alty con convinzione.

"Ah! Aspetta un momento, Ortilla!" esclamò Hitomi, ma a quel punto era troppo tardi per cambiare mossa. La casella sulla quale si trovava il pedone si illuminò, e il pezzo si spostò rapidamente in avanti di una casella.

"Okay, avete fatto la prima mossa, quindi tocca a me." commentò Radomus con calma. "Quarto pedone, avanti di una cella."

La stessa cosa di prima si ripetè, e il pedone indicato da Radomus si spostò a sua volta in avanti di una casella, prima che il proprietario del maniero passasse nuovamente la mano a Vera e ai suoi compagni.

"Ehm... scusa, Ortilla, ma... la prossima volta, si può aspettare prima di dichiarare una mossa?" chiese Max. "Non per niente, ma nel gioco degli scacchi non si possono fare mosse a caso..."

"E poi stiamo sostenendo assieme questo esame." affermò Hitomi. "Il minimo che possiamo fare è cercare di collaborare e decidere assieme la prossima mossa da fare."

"Glaceon!" esclamò il Glaceon di Vera, per poi dare un'occhiata ai Pokemon che Radomus aveva schierato. Per fortuna, nessuno di loro aveva ancora mosso e non erano in una posizione da cui potevano attaccare. Quella mossa, per quanto un po' avventata, non aveva compromesso nulla, almeno per quanto loro erano in grado di vedere.

Ortilla restò per qualche istante senza parole... poi guardò la scacchiera, e i due proprietari del maniero che attendevano con pazienza che i loro ospiti facessero la loro mossa successiva. Fu solo allora che si rese conto di aver agito alla leggera, e si diede una leggera botta in testa, con una comica espressione di imbarazzo sul viso! Come aveva fatto a dimenticarsi di quel particolare? Era stata un po' troppo entusiasta, e aveva finito per farsi prendere la mano... un errore da non ripetere. Ringraziò tra sè il fatto che, se non altro, quello era soltanto un allenamento senza gravi conseguenze.

"Ah.. ehm... chiedo scusa... sono stata troppo frettolosa, farò... farò in modo che non accada più, va bene?" affermò la ragazzina dai capelli turchini. Alty sbattè gli occhi in una buffa espressione di confusione, e dall'altra parte del quadrato, Radomus si aggiustò il cappello viola a larghe falde che indossava, e sorrise con espressione complice.

"Sì, è stata una mossa affrettata da parte della signorina Ortilla." disse tra sè. "Ma l'importante è che se ne sia resa conto. Stanno cominciando già a comprendere il senso di questo allenamento... sarà indispensabile, se vorranno sconfiggere Lin e il Team Meteora."

"Mi auguro che le loro prossime mosse siano un po' più ragionate." affermò Gossip Gardevoir, quasi sospirando. "Finora, non mi hanno impressionato più di tanto."

"Gallade..." commentò il Gallade che si trovava dall'altra metà della scacchiera. Il Pokemon Psico/Lotta alzò le braccia e guardò con attenzione, mentre il gruppo di Vera si riuniva e cominciava a discutere la prossima mossa.

"Allora, se ascoltate me, io dico che è meglio avanzare con i pedoni, in modo da creare una sorta di barriera."

"Ma così ci mettiamo troppo tempo! Non sarebbe meglio cercare subito di attaccare?"

"Facciamo avanzare i pezzi in una formazione regolare! Così fa più fatica a mangiarceli... e ad attaccare i nostri Pokemon!"

"Un momento, così ci esponiamo troppo! Non è meglio se..."

Mentre i ragazzi di Hoenn cominciavano a discutere, in maniera anche piuttosto animata, su cosa fosse la cosa migliore da fare, Luna si sfregò la fronte con una mano e si fece scendere una grossa goccia di sudore lungo la nuca. "Padron Radomus... ho come l'impressione... che dovremo armarci di pazienza. Temo che questa partita... andrà avanti fino a notte fonda. Non che la cosa mi dispiaccia, sia chiaro..."

"Heheheee... tranquilla, Luna, sappiamo tutti che la notte ti piace." affermò Radomus con una risata cordiale. "Tutti i maestri di scacchi sanno che a volte è necessario tempo per decidere la mossa successiva. Aspetterò quello che serve."

Luna fece un inchino, mentre il gruppo di Vera e Ritchie continuava a discutere - in maniera anche abbastanza animata - sulla prossima mossa da fare, e i loro Pokemon restavano al loro posto. Il Walrein di Hitomi alzò gli occhi al cielo e sospirò. Aveva l'impressione che quel bizzarro allenamento sarebbe durato ancora a lungo...

 

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Con un abile movimento, il Reuniclus di Radomus si spostò sulla scacchiera e raggiunse un pedone che Hitomi aveva fatto avanzare fino a quel punto. Radomus storse il naso. Era la mossa che gli sarebbe costata di meno, ma si sarebbe comunque esposto ad un attacco. Del resto, nel gioco degli scacchi come nella vita, a volte bisogna scegliere il minore tra due mali, e sperare in bene.

Purtroppo per lui, ai ragazzi di Hoenn non era sfuggita l'opportunità.

"E' nel mio raggio d'azione!" esclamò Max, vedendo finalmente uno dei Pokemon del suo avversario che arrivava a portata di Ledian. La coccinella umanoide drizzò le antenne e agitò vivacemente una delle sue corte braccia, per dire che aveva la possibilità di attaccare... e il ragazzino con gli occhiali non se lo fece dire due volte! "Adesso, Ledian! Attaccalo con Ronzio!"

La leggiadra Pokemon Pentastra spalancò le elitre con un'esclamazione di sicurezza, si sollevò in aria e cominciò a sbattere furiosamente le ali, scagliando contro l'avversario una raffica di onde sonore in forma di cerchi concentrici che raggiunsero l'avversario e lo scossero furiosamente! Con un'esclamazione allarmata, Reuniclus sollevò le braccia e cercò di proteggersi come poteva, ma c'era molto da fare contro un attacco basato sulle onde sonore, e il colpo lo raggiunse e lo centrò in pieno, facendogli perdere quota con un'esclamazione di dolore e sorpresa. Riuscì ad evitare di schiantarsi al suolo, appoggiando entrambe le mani a terra e facendosi forza per tornare in aria, ma quell'attacco sferrato così da vicino lo aveva scosso e disorientato.

"Hm. Una bella mossa, miei giovani amici. Mi avete costretto a piazzare il mio Pokemon in una situazione di svantaggio." affermò Radomus. "Tanto di cappello, è stato un buon lavoro di squadra. Ma temo... che abbiate trascurato un piccolo particolare, amici miei."

"Uh? Come sarebbe a..." cominciò a dire Max, prima di rendersi conto che, in effetti, anche la sua Ledian era alla portata di uno dei Pokemon di Radomus! Il suo Malamar era allineato in modo tale da poterla attaccare... e Radomus non aspettò oltre.

"Malamar... prego, poi usare un attacco Psicotaglio su Ledian?" chiese Radomus, con quel tono formale e cortese  che lo contraddistingueva. Il Pokemon calamaro alzò i tentacoli più grandi, e sulle loro punte si accesero delle luminose aure rosate, che si trasformarono in proiettili a forma di arco quando il Pokemon Giravolta abbassò di colpo gli arti! Il colpo sfrecciò rapidamente attraverso il quadrato e colpì Ledian con potenza e precisione, e la Pokemon Pentastra emise un breve guaito, e barcollò a mezz'aria per diversi secondi, ma riuscì a restare in piedi.

"Accidenti! Ledian, stai bene?" chiese Max con evidente ansia. La Pokemon coccinella scosse la testa per schiarirsela, e disse di sì con un cenno, per poi rimettersi in guardia. "Cavolo, ho finito per perdere di vista quello strano Pokemon... la prossima volta dobbiamo prendere di mira lui! Se è di tipo Psico/Buio, gli attacchi di tipo Coleottero saranno doppiamente efficaci contro di lui!"

"Le... Ledian!" affermò la Pokemon coccinella, le antenne puntate contro Malamar.

"Come potete vedere, le variabili possono essere molte. E anche un esperto può perdere di vista qualcosa." disse Radomus, controllando la situazione delle sue pedine. Gli erano rimasti tre pedoni, e tutti i Pokemon... ma tutti i membri della sua squadra, a parte Gallade e Gossip Gardevoir, avevano subito degli attacchi abbastanza importanti. Il gruppo di Vera era ridotto ad un solo pedone, e anche i loro Pokemon cominciavano a sentire gli effetti di quella battaglia poco convenzionale, ma tutti davano l'impressione di essere carichi e pronti a sostenere ancora qualche altro incontro. "Comunque, mi sembra che vi stiate adattando abbastanza bene a questo particolare addestramento. Certo, ci sono degli elementi da migliorare, ma quelli ci sono sempre. Per il momento... direi che state facendo un buon lavoro di squadra, anche se... posso dire che avete qualche lacuna in questo senso."

"E... quali sarebbero esattamente le nostre lacune, signor Radomus?" chiese Vera con un sospiro. "Sinceramente... a questo punto mi ero un po' convinta che fossimo riusciti a superare i nostri punti deboli."

"E in effetti, state facendo un discreto lavoto a riguardo, ma noto delle tendenze che, in effetti, ho cominciato a notare nel vostro modo di guidare i vostri Pokemon." affermò Radomus, attirandosi dietro gli sguardi incuriositi ed interessati dei Pokemon del gruppo, in particolare Ledian e Glaceon. "Per esempio... Max, tu sei un allenatore molto strategico, e sai bene quanto utili possano essere le tecniche di supporto. Tuttavia, è necessario capire bene quando si possono usare queste tecniche senza rischi, e quando invece è necessario andare all'attacco. Mentre, per quanto riguarda la signorina Ortilla... beh, forse sto sfondando una porta aperta, come si suol dire, ma in effetti la mancanza di esperienza si nota. La sua squadra non è male, ma c'è un notevole divario di forza tra la sua Altaria, e il resto dei suoi Pokemon. Questo... certo influenza molto il modo di combattere che lei ha. Deve stare attenta a misurare bene la forza dell'avversario, e mandare in campo i Pokemon che lei è convinta possano farcela, e non è facile come lo sarebbe se tutta la sua squadra fosse allo stesso livello."

"Sì, di questo mi rendo conto, signor Radomus." affermò Ortilla dicendo di sì con la testa, e la sua Altaria alzò la testa e sbattè le ali energicamente. "Alty è la mia Pokemon più forte, oltre che quella con cui ho il maggior legame. E' inevitabile che, dato che gli altri miei Pokemon sono molto meno forti, finisco per affidarmi a lei."

"Taria!" Alty confermò con un energico frullio di ali. Gettò un'occhiata alla scacchiera, per cercare di capire quali fossero i pezzi che potevano minacciarla.

"Comunque, state tranquilli. Noi siamo qui per identificare i vostri punti deboli, e rimediare." continuò Radomus con un sorriso accomodante. "Ora... prego, continuiamo pure! Questa sfida si sta rivelando molto interessante, e sono curioso di vedere come andrà!"

"Con piacere, signor Radomus!" affermò Vera, la mano stretta a pugno davanti a sè. Si legò meglio la bandana in testa, e un'aura fiammeggiante si accese sullo sfondo, dietro di lei, per esprimere la sua determinazione! "Vediamo chi di noi riesce a dare scacco matto!"                                  

              

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: L'allenamento che Vera e i suoi compagni stanno facendo con Radomus è arrivato praticamente al culmine... e sembra che adesso i nostri eroi siano diventati una minaccia ancora maggiore per il Team Meteora! Ma la Chiesa d'Alfa è in agguato... e l'ambiguo Padre Elias, assieme ai suoi scagnozzi Pius ed Angela, e al nuovo arrivato Bennett, sta già tramando qualcosa contro i nostri eroi!

Nel prossimo capitolo, vedremo finalmente com'è andato l'addestramento. E ora che è uscito l'episodio 18, il penultimo, del fangame, potete scommettere che sono particolarmente deciso a scrivere su questa fanfiction!

A presto! E mi raccomando, lasciate un commento! :)

     

  

   

 

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Capitolo 61
*** L'arrivo della Chiesa d'Alfa ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 61 - L'arrivo della Chiesa d'Alfa

"Hmm... molto interessante. Mi sembra che ci stiate facendo la mano." affermò Radomus. "Ma... ho l'impressione che la nostra amica Hitomi abbia fatto una mossa avventata. Malamar, colpisci il suo Walrein con Troppoforte!"

Hitomi storse il naso. Aveva fatto una mossa che le era parsa buona, e in effetti le aveva permesso di eliminare uno dei pedoni di Radomus prima che questo raggiungesse la parte opposta della scacchiera... ma così facendo, il suo Pokemon tricheco si era piazzato nel raggio d'azione di Malamar, che ne approfittò immediatamente. Seguendo una traiettoria retta, il Pokemon Giravolta caricò Walrein, avvolto da una splendente aura scarlatta... e si schiantò contro di lui con tutta la forza di cui disponeva!

"Un attacco Troppoforte... Walrein, cerca di resistere!" esclamò Hitomi preoccupata, rimproverandosi di non essere stata più attenta nel posizionare il suo Pokemon. Walrein emise un ruggito gutturale, simile al suono di un trombone nel quale qualcuno aveva soffiato con troppa foga, e barcollò per qualche istante, ma riuscì a tenersi in piedi, anche se con difficoltà, e la sua allenatrice tirò un sospiro di sollievo. "Phew... bene, sei stato bravo, Walrein! Almeno adesso credo che Troppoforte lo abbia indebolito."

Max lanciò un'occhiata al bizzarro Pokemon Psico/Buio mentre questo tornava al suo posto e si rimetteva in guardia. Il ragazzino con gli occhiali fu sorpreso di vedere che il Pokemon invertito non dava l'impressione di essersi stancato per l'attacco, e anzi... pareva addirittura rinvigorito! "Ehm... Hitomi, non per essere un guastafeste, ma... ho l'impressione che invece stia diventando più forte!" affermò.

"Cosa? Ma se aveva usato Troppoforte..." esclamò Ortilla, mentre dava un'occhiata al Pokemon invertito, e notava che in effetti l'aura di energia che splendeva attorno a lui si era fatta più intensa! "Che... che succede? Non dovrebbe essersi indebolito, dopo aver usato quella mossa?"

"In genere sì." spiegò Luna, mentre accarezzava distrattamente la testa di Jubjub, appollaiato accanto a lei. La bionda cameriera si voltò verso il gruppo di Vera e spiegò cosa stava accadendo. "Tuttavia, Malamar ha un'abilità particolare. Si chiama Inversione, e fa in modo che gli effetti delle mosse sulle caratteristiche dei Pokemon vengano invertiti. In pratica, se una caratteristica dovrebbe scendere, viene invece aumentata, e viceversa."

Vera sbattè gli occhi stupita. "Che cosa? Accidenti, questa sì che è un'abilità straordinaria... e pericolosa! Quindi, può usare Troppoforte tutte le volte che vuole, senza il problema di indebolirsi. Anzi, diventa più forte man mano che lo usa..."

"Malamar!" rispose il Pokemon simile ad un calamaro capovolto, le braccia-tentacoli incrociate sul davanti, sorridendo sardonico.

"Questo significa... che lui è una delle minacce più importanti. Dobbiamo cercare un modo per rimuoverlo il prima possibile." disse tra sè Max, mentre già cercava di pensare ad una mossa che potesse rimuovere Malamar dalla scacchiera. Doveva ammetterlo, l'impresa non era delle più semplici. Da una parte, c'era quella minaccia che doveva essere neutralizzata, ma dall'altra, c'era il rischio di concentrarsi troppo su di essa e dare agli altri Pokemon di Radomus la possibilità di sferrare dei colpi per conto loro. Quale poteva essere la mossa migliore? Tutti e sei i componenti del gruppo cominciarono a pensare ad una strategia...

"Okay, ragazzi, voi cosa pensate sia meglio fare?" sussurrò Vera non appena i sei amici si furono riuniti al loro lato della scacchiera. "Quel Malamar è un problema... ma non possiamo ignorare gli altri Pokemon... in particolare Gossip Gardevoir e quel Metagross." Gettò una rapida occhiata al Pokemon Psico/Acciaio, che attendeva nella sua posizione, solido come una muraglia di ferro.

"Normalmente, manderei il mio Absol. Malamar è un Pokemon Psico, il che mi darebbe almeno il vantaggio della difesa. Ma visto che sa usare Troppoforte e ha questa abilità che gli consente di invertire gli effetti della mossa... sarebbe un errore fatale." affermò Drew.

"Il mio Ledian potrebbe forse fare di meglio." disse Max. "Solo che non riesco a farlo avvicinare a Malamar."

"Allora... forse la mia Alty può darti qualche aiuto." affermò Ortilla dopo averci pensato su per un attimo. La bambina dai capelli turchini aveva avuto un'idea, anche se non era sicura al cento per cento che avrebbe funzionato. "Dopotutto... ci è stato detto che possiamo attaccare solo quando i nostri Pokemon sono nella posizione adatta per mangiare una pedina, ma non ci è stato detto niente sulle mosse di supporto!"

Ritchie e Sparky sbatterono gli occhi, sorpresi da quel ragionamento. In effetti, era un elemento a cui non avevano pensato. "Vuoi dire che... potremmo utilizzare delle mosse di supporto per confondere le idee a Radomus e ai suoi Pokemon?" chiese il ragazzo, e Ortilla annuì energicamente e fece un occhiolino in segno di intesa.

"Perchè no? In fondo... il signor Radomus non ha imposto una regola che ce lo impedisce!" rispose Ortilla, prima di voltarsi verso la scacchiera. "Okay, Altaria... adesso usa il tuo attacco Nebbia!"

"C-cosa?" esclamò Gossip Gardevoir con evidente stupore. "Padron Radomus, questo è regolare?"

Ma l'eccentrico miliardario non apparve indignato o incredulo. Ebbe solo qualche istante di stupore all'inizio mentre Alty dimenava le ali con un cinguettio acuto, e creava una spessa coltre di nebbia che avvolse rapidamente parte della scacchiera, in modo da celare a Radomus la posizione di molte pedine. Dopodichè, Radomus fece un sorriso arguto e disse di sì con la testa, favorevolmente impressionato.

"Ottima idea... davvero un'ottima idea! Devo ammettere che questo non lo avevo previsto." affermò, prima di rispondere alla sua Pokemon parlante. "Sì, Gardevoir, è tutto regolare. In fondo, non avevo stabilito nessuna regola che vietasse certe strategie. Anzi, mi devo congratulare con quei ragazzi per aver ragionato fuori dagli schemi e aver trovato un punto debole nel mio sistema. Questo è quello che volevo vedere da parte loro!"

"Ha qualche idea per sbarazzarsi di questa nebbia, signor Radomus?" chiese Luna. Il suo Honchkrow gracchiò e sbattè le ali, come per dire che se ci fosse stato lui, sarebbe stata una sciocchezza.

Radomus cercò di pensare a qualche mossa dei suoi Pokemon che potesse in qualche modo riequilibrare la situazione, ma non gli venne inmente niente. "No, per il momento no."  ammise senza tante remore. "Effettivamente, non si può mai essere preparati a tutto. Quindi, vorrà dire che per adesso mi arrangerò. Anche loro non possono continuare la partita facilmente, con questa foschia."

Luna chinò leggermente il capo e lasciò che il padre adottivo ragionasse sulla prossima mossa da fare. Immaginando che a quel punto gettarsi all'attacco sarebbe stato troppo arrischiato, Radomus decise invece di concentrarsi sulla difesa.

"Malamar, adesso ritirati e usa il tuo attacco Schermoluce. Questo almeno dovrebbe darti un po' più di margine." affermò, mentre cercava di pensare a come ovviare alla scarsa visibilità. Il Pokemon Giravolta alzò i tentacoli, frustrato dalla situazione, e creò una barriera di luce azzurrina, semitrasparente, davanti a sè, in modo da proteggersi dagli attacchi speciali.

Sfortunatamente per lui, Max aveva già in mente cosa fare.

"Bene, e adesso che è il nostro turno..." affermò Max. "Ledian, avvicinati e usa il tuo attacco Ronzio su di lui!"

Radomus si era aspettato un tentativo di attacco come quello, e si limitò ad aggrottare un po' le sopracciglia in un'espressione dubbiosa... ma non si era aspettato la potenza dell'attacco che seguì! Il Pokemon coccinella spalancò le elitre e scagliò una violenta raffica di onde sonore verdine che penetrò la nebbia e centrò in pieno Malamar, venendo soltanto in parte frenata dalla sua protezione... e il Pokemon Psico/Buio lanciò un acuto stridio quando le ondate di energia lo travolsero e lo fecero cadere a terra come un'ondata oceanica!

"MAAAAAAR!" stridette, prima di cadere a terra esausto. Fece un tentativo di rialzarsi... ma ormai era esausto, e dopo qualche secondo, si accasciò a terra respirando affannosamente. "Mala... mar...

Quasi incredula che uno dei Pokemon del suo signore fosse stato sconfitto, Luna restò muta per qualche istante, prima di schiarirsi la voce e decretare il risultato dell'incontro. "Ah... ehm... Malamar non è più in grado di combattere." affermò la biondina un attimo prima che Radomus, con tutta calma, richiamasse Malamar nella sua sfera. "Un punto per la squadra di Vera!"

"Ottimo lavoro, ragazzi! Grazie soprattutto all'idea di Ortilla!" esclamò la castana, scambiandosi un cinque con Drew e Ritchie, mentre Sparky e Flabebè esultavano. Ma i ragazzi sapevano che avevano solo segnato un punto, e che cogliere di sorpresa Radomus sarebbe stato più difficile da quel momento in poi. "Ora però dobbiamo vedercela con gli altri cinque. Meglio che eliminiamo questa nebbia il prima possibile, visto che adesso non ci serve più."

"Non ti preoccupare, Vera, so come fare." affermò Ritchie. "Ma adesso è il suo turno... vediamo un po' che cosa si inventerà."

Radomus stava già pensando ad un modo per contrastare la strategia dei ragazzi... e privatamente, doveva ammettere che era da un bel po' che non si divertiva così durante un incontro di Pokemon. Quei ragazzi lo avevano piacevolmente colto di sorpresa, e ora più che mai era convinto che avrebbero potuto essere loro il fattore decisivo per sconfiggere una volta per tutte il Team Meteora.

Certo, questo non voleva dire che in quel momento ci sarebbe andato piano con loro.

"D'accordo. Avete fatto la vostra mossa, ragazzi, adesso vediamo un po' che succede quando rispondo per le rime." affermò. "Mia cara Gardevoir... prego, usa il tuo attacco Calmamente."

La graziosa Pokemon Psico/Folletto sorrise soddisfatta nel sentirsi lodare dal suo allenatore e si concentrò, in modo da percepire l'Aura dei suoi avversari nel campo nebbioso. Riuscì a individuare la loro posizione, in modo da potersi regolare meglio per il turno successivo, e fece cenno a Radomus che aveva finito, mentre dall'altra parte del campo di battaglia, Vera e i suoi amici riprendevano a discutere sulla strategia da adottare...

 

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Mentre la prova di Radomus andava avanti, tuttavia, una minaccia si stava avvicinando al Maniero Vanhanen - dopo aver aspettato per diversi giorni il momento giusto per fare la loro mossa, gli uomini della Chiesa d'Alfa si erano finalmente mossi per fare quella che speravano sarebbe stata la loro mossa vincente. Il loro obiettivo era chiaro, e anche quello che avrebbero dovuto fare per ottenerlo.

"Molto bene, figli miei. Siamo quasi arrivati. La volontà del sommo Arceus ci ha condotti fin qui, e adesso sta a noi fare ciò che va fatto perchè tutto vada come è giusto che vada." affermò Padre Elias, alla testa di un gruppo di adepti tra i quali spiccavano Bennett, Pius ed Angela. Poco dietro di loro, si trovava un gruppetto di adepti vestiti con eleganti abiti clericali blu, con dei cappucci che coprivano le loro teste, facendo vedere soltanto in parte le loro facce. Non c’era dubbio che la Chiesa d’Alfa si fosse portata dietro un bel po’ di scagnozzi per un’operazione in piena regola.

“Siamo tutti con lei, Padre Elias.” Affermò uno degli accoliti, che in una mano teneva una Pokeball decorata con delle rune dorate. “Siamo tutti pronti a compiere il nostro dovere e mettere al loro posto i miscredenti.”

Elias annuì lentamente, e il fuoco di vendetta che ardeva nel suo cuore si accese con prepotenza per un attimo, tenuto a bada soltanto dalla forza di volontà dell’alto sacerdote di Arceus. “Ben detto, figliolo. Dobbiamo far vedere a queste persone che nessuno può ignorare la volontà del grande Arceus impunemente.” Affermò. “Per questo, dobbiamo entrare nel maniero e sottrarre Luna a quel covo di empietà prima che la sua anima sia completamente perduta.”

Un altro adepto si fece avanti. “Conti pure su di noi, eminenza.” Rispose con zelo fanatico. “Distruggeremo questo posto blasfemo, noi e i nostri Pokemon.”

“Pazienza, figli miei. Non attacchiamo per primi.” Propose Pius. L’attendente di Padre Elias decise che era il caso di tenere sotto controllo la situazione, per evitare che qualche adepto un po’ troppo entusiasta facesse qualcosa di cui si sarebbe pentito. “Il mio umile parere sarebbe di tentare prima di tutto la diplomazia. Cerchiamo di convincere la giovane Luna a tornare di sua volontà, senza costringerla.”

“Così perdiamo tempo e basta, Pius.” Rispose prontamente Angela corrugando la fronte. La giovane donna dall’aria fanatica si era fatta avanti, accompagnata da uno dei suoi Pokemon… una Froslass che fluttuava eterea accanto alla sacerdotessa dai capelli verdini, fissando il maniero Vanhanen con freddo sguardo indagatore.   “Non abbiamo nessun dovere nei confronti di quei miscredenti! Io dico che quello che dobbiamo fare è fare irruzione in quel covo di vipere e calpestare le loro teste, dalla prima all'ultima. Luna… verrà sicuramente con noi, una volta che avrà avuto testimonianza della fredda ed impietosa verità del sommo Arceus!”

“Per favore, Angela. Lo sai che non è così che diffonderemo il verbo del sommo Arceus.” Affermò il più accomodante Pius, incoraggiato dal vedere che, per quanto gli adepti restassero muti, sui loro volti traspariva allarme e preoccupazione per le parole di Angela. “Dobbiamo cercare di essere accomodanti, altrimenti finiremo per allontanare le persone dalla devozione al padre di tutti noi. E non è certo questo quello che vogliamo, non è così?”

Angela e la sua Froslass restarono come congelate per un breve momento, prima che la giovane donna, con espressione addolcita e quasi colpevole, scuotesse la testa e si mettesse una mano sulla fronte. “Certo… certo, fratello Pius, hai perfettamente ragione. Chiedo scusa… mi sono lasciata trasportare dal mio zelo, e non ho visto delle soluzioni migliori che invece erano lì davanti ai miei occhi.” Rispose. “Vi… chiedo umilmente scusa.”

“Non ce n'è bisogno, figliola.” Fu la pronta risposta di Elias, che sorrise garbatamente e fece cenno ad Angela di stare tranquilla. Tuttavia, anche in quel momento, l'alto sacerdote di Arceus stava attentamente esaminando i modi di fare di entrambi i suoi attendenti, e si fece un appunto mentale per dopo… “Comunque, penso che in questo caso, abbia ragione Pius. Dobbiamo portare a termine questo importante compito, ma nulla ci proibisce di tentare prima con le buone maniere. E a questo proposito… credo che sia il momento di farvi conoscere qualcuno che potrebbe aiutarci molto in questo senso.”

Bennett, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare, sentendosi intimorito dalla presenza di Pius ed Angela, voltò lo sguardo verso la figura incappucciata che si fece garbatamente largo nella folla di adepti, e che dopo essere uscita dal gruppo, gettò indietro il suo cappuccio e rivelò il suo aspetto – era un ragazzo, ma i suoi lineamenti erano talmente eleganti e delicati che non era difficile scambiarlo per una ragazza. Malgrado la giovane età, aveva i capelli bianchi e lunghi, legati in una lunga coda che scendeva per tutta la schiena, e che certo contribuiva a dargli un aspetto androgino, enfatizzato ulteriormente dalla maglia azzurra a maniche corte che indossava – era talmente corta che gli scopriva la pancia. Il resto del suo abbigliamento era abbastanza normale: una giacca bianca tenuta aperta sul davanti, lunga fin quasi alle caviglie, un paio di pantaloni di pelle nera, e un paio di stivali neri alti fino al ginocchio. Tuttavia, l’aspetto complessivo e la grazia con la quale si muoveva davano quasi l’idea di una fata o di un folletto, qualcuno che sottostava a regole tutte sue e che in qualche modo non sembrava farsi influenzare dal mondo che lo circondava. Accanto a lui procedeva uno dei suoi Pokemon – una Mawile, una strana Pokemon di tipo Acciaio/Folletto, simile ad una figura femminile in miniatura dal pelle giallina, con le gambe ricoperte da rivestimenti gialli che davano l’impressione di un paio di pantaloni o di un kimono, e un paio di fauci metalliche che si estendevano dal retro della sua testa, mentre il suo vero volto aveva un’espressione tranquilla, anche se alquanto sbarazzina.

“Padre Elias... andrò io a parlare con il signor Radomus, e tenterò di convincerlo a lasciar andare Luna. Sono sicuro che, se è una persona che tiene al bene di quella ragazza, non esiterà a dire di sì.” disse il giovane, per poi fare un inchino rispettoso al gran sacerdote e ai suoi due attendenti. Elias, Pius ed Angela si inchinarono di rimando, e il ragazzo dai capelli bianchi fece un cenno alla sua Mawile prima di avviarsi verso l’ingresso del maniero Vanhanen.

“Padre Elias... perdoni la domanda sciocca, ma possiamo stare tranquilli?” chiese Bennett, tenendo lo sguardo sul ragazzo e la sua Mawile che si allontanavano con calma. “Non metto in dubbio che Adrienn sia devoto alla nostra causa, e che sia un abile allenatore, ma siamo sicuri che abbia le capacità necessarie per convincere il signor Radomus e Luna?”

Elias annuì lentamente, e sul suo volto già segnato dagli anni apparve un sorriso ottimista. “Adrienn farà quello che gli è stato richiesto. Dopotutto, anche lui vuole il bene di Luna e del nostro paese.” affermò il sacerdote. “E abbiamo visto che è un allenatore molto forte. Se per qualche motivo i miscredenti dovessero decidere di passare alla violenza, lui e i suoi Pokemon Folletto sapranno come difendersi.”

“Poniamo fede nella sua parola e nella sua saggezza, padre Elias.” rispose Angela, la cui espressione febbrile e quasi maniacale si era ormai completamente addolcita, al punto che sarebbe stato difficile pensare che fosse davvero la stessa zelota di pochi minuti prima.    “Tuttavia, ritengo che sia giusto prepararsi ad intervenire in caso di necessità.”

“Su questo non avevamo mai avuto dubbi.” continuò Pius. “Se Adrienn dovesse avere bisogno di noi, saremo pronti ad intervenire. Ma prima, sarebbe preferibile vedere se sarà in grado di risolvere questa situazione con le parole.”

Elias disse di sì con la testa. Se tutto fosse andato bene, ben presto avrebbero fatto un altro passo verso la rigenerazione del vecchio mondo, e le cose sarebbero tornate come avrebbero sempre dovuto rimanere...

 

Oooooooooo

 

Vera si sfregò la fronte con espressione pensierosa mentre osservava il campo di battaglia, sul quale erano rimasti in piedi soltanto il suo Glaceon e lo Absol di Drew. I Pokemon di Max, Ortilla, Hitomi e Ritchie avevano combattuto con vigore, ed erano riusciti a mettere al tappeto anche il Reuniclus e il Metagross di Radomus – grazie soprattutto ad un Terremoto ben piazzato da parte del Pupitar del ragazzo di Kanto. Tuttavia, anche se era stato colto di sorpresa un paio di volte, il miliardario si era dimostrato un esperto stratega, ed era riuscito a mettere alle corde il gruppo di Vera.

“Accidenti... sono esausta a forza di pensare a qualche altra tattica!” commentò Vera sfregandosi gli occhi, mentre il suo Flabebè atterrava delicatamente sulla sua spalla come se volesse in qualche modo aiutarla a cercare una soluzione. Il ragazzo dai capelli verdi si sfregò il mento, e poi scosse la testa. Non c’era molto da fare... i loro Pokemon erano stanchi, ed erano in inferiorità numerica, dopo diversi turni in cui Radomus era riusciti man mano a trovare delle strategie per rispondere a tutti i loro trucchi. Tutto quello che potevano fare era resistere il più a lungo possibile.

Radomus, da parte sua, dava l’impressione di aver trovato la partita molto stimolante. Sotto gli occhi entusiasti di Luna e del suo Honchkrow – per non parlare di Gossip Gardevoir – l'eccentrico nobile si aggiustò il cappello e si piazzò un monocolo di cristallo lucidato sull’occhio sinistro, in modo da darsi ancora più contegno. “Davvero un ottima partita, ragazzi miei. Avete dimostrato fantasia, abilità e capacità di improvvisazione, oltre che amicizia e intesa con i vostri Pokemon e tra di voi. Ora capisco come mai Lady Saphira vi considera con tanto rispetto.” commentò, dando un’occhiata a Glaceon ed Absol. Nonostante la fatica, i due Pokemon restavano fermi al loro posto e si tenevano pronti a sostenere un altro attacco.

“Detto questo... ogni buona partita giunge infine al suo termine.” continuò Radomus, vedendo una traiettoria libera lungo la quale uno dei suoi Pokemon avrebbe potuto muoversi. “Mia cara Gossip Gardevoir... muoviti di quattro caselle, e dai scacco al re!”

“Con piacere, padron Radomus.” rispose gentilmente la Pokemon Psico/Folletto, vedendo a sua volta una traiettoria che non l’avrebbe esposta a nessuno dei due Pokemon avversari. Fluttuando elegantemente a pochi centimetri dalla scacchiera, Gossip Gardevoir si spostò in un punto da dove poteva bloccare il re avversario senza che questo potesse fare nulla per liberarsi. “Mi dispiace, ragazzi. Scacco matto, oserei dire.”

“Già. Scacco matto.” affermò Drew alzando le spalle con un sorriso rassegnato. In fondo, era soddisfatto di come lui e i suoi compagni erano andati, anche se in certe occasioni, doveva ammetterlo, avrebbero potuto fare un gioco di squadra migliore. "Certo, è stata una partita divertente. Non abbiamo avuto il tempo di annoiarci, se non altro!"

"Certo che hai un modo di dire le cose... diciamo pure che il signor Radomus ci stava passando sopra come un rullo compressore!" rispose Vera con una risatina imbarazzata. Il suo Glaceon tirò un sospiro rassegnato e si rilassò. "Non c'è molto da fare, il signor Radomus è molto più esperto di noi in questo gioco. Non per niente è considerato un campione di scacchi, qui a Reborn."

"E pur tuttavia, voi avete perseverato e siete riusciti a dare del filo da torcere al signor Radomus. Questo la dice lunga sul vostro potenziale come allenatori." commentò pacatamente Luna, mentre saliva sulla scacchiera per congratularsi con Gossip Gardevoir. L'elegante Pokemon Abbraccio fece un inchino e rivolse un sorriso alla figlia adottiva del suo allenatore, mettendole una mano sulla spalla. "Anche Gossip Gardevoir è stata impressionata dalla vostra abilità, non è forse così?"

"Diciamo... che avete una marcia in più, rispetto a molti allenatori." disse Gossip Gardevoir senza sbilanciarsi. Si concentrò per un attimo e raccolse con la telecinesi tutti i pezzi che erano stati lasciati da una parte, sollevandoli e poi rimettendoli in ordine vicino al piano di gioco. "Ecco. Per adesso, mettiamo tutto in ordine. Padron Radomus, le mie più sentite congratulazioni per questa grande vittoria."

"Ha avuto lo scopo che mi ero prefisso. Per l'esattezza, vedere fino a dove riuscivano a spingersi i nostri ragazzi, e quanto fossero in grado di compensare la loro mancanza di esperienza e le circostanze inusuali con l'agilità di pensiero e la creatività. Come ho già detto, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle loro idee. Sono convinto che con un po' più di pratica, mi supereranno." affermò il maestro di scacchi. "Slowking, Gallade, Gardevoir... ottimo lavoro anche a voi. Potete riposarvi. Stasera ci sarà una doppia porzione dei vostri cibi preferiti."

"Slooooow!" Il Pokemon Acqua/Psico sorrise goffamente prima di lasciarsi richiamare nella Pokeball assieme a Gallade, e Gossip Gardevoir si mise in una posizione di meditazione, e permise alla tensione dell'incontro di uscire dal suo corpo. Poi, fece un inchino rispettoso al gruppo di Vera, che ricambiò ordinatamente.

"Bene. Allora... diciamo che per adesso non abbiamo passato l'esame, ma almeno sappiamo che abbiamo le carte in regola. E' già qualcosa." risose Hitomi, facendo poi un sorriso sarcastico. "Se anche dalle sconfitte si può imparare qualcosa..."

"Allora immagino che Fern sia diventato un maestro, dopo essersi battuto con me!" fu la risposta ironica di Max, che strappò una risata anche a Drew e ad Ortilla. Hitomi alzò gli occhi al cielo, ma anche le sue labbra si tirarono un pochino verso l'alto in segno di divertimento. "IL che mi ricorda una cosa... spero che gli altri siano riusciti a ritrovarlo. D'accordo che non mi è simpatico, ma cadere nelle mani del Team Meteora... non lo auguro proprio a nessuno."

"E' un po' triste che siamo noi a preoccuparci per quella canaglia, e sua sorella non sembra pensarci nemmeno un po'." disse Hitomi con le mani dietro la nuca. Tutti i ragazzi del gruppo di Vera restarono in silenzio per qualche istante, un po' disturbati da quello che la stoica bambina aveva detto... ma un attimo dopo, Hitomi alzò le spalle e si mise a posto i capelli, cercando come poteva di sistemarsi quel ricciolo ribelle che non stava mai in ordine. "Bah, affari loro, immagino. Spero almeno che Fern stia bene. Adesso... immagino che dovremo far riposare un po' i nostri Pokemon, e pensare alla prossima mossa da fare. Non ho idea di cosa potrebbe tentare il Team Meteora, a questo punto."

"Pika pikachu! pika... pika pi pikachu?" esclamò Sparky rivolto al suo allenatore, che gli disse di sì con la testa come per dargli un permesso.

"Mi sembra una buona idea. Sono sicuro che Flabebè apprezzerà la tua offerta." disse Ritchie. "Vera, quando vuoi, il mio Sparky si è offerto di fare ancora un po' di allenamento con il tuo Flabebè, per vedere di aiutarlo a colmare il divario che lo separa dagli altri del tuo gruppo."

"Flabebè!" disse il piccolo Pokemon Folletto, aggrappato al suo fiore e seduto sulla spalla di Vera. Disse rapidamente di sì con la testa e guardò verso la ragazzina di Hoenn come per chiederle il permesso.

"Ma certamente, Flabebè. Solo, cerca di non strafare, okay? Io e Glaceon verremo con te per controllare che vada tutto bene." disse Vera, mentre accarezzava il suo Glaceon sulla testa. La Eevolution di tipo Ghiaccio si accoccolò sulla gamba della sua allenatrice come un gattino affettuoso, e Vera ridacchiò e represse un brivido di freddo. "Brrrr... g-grazie, Glaceon... apprezzo molto che ti importi così tanto... ma sei un po' freddino, nonostante il tuo calore!"

"Questo è il problema quando si ha un Pokemon Ghiaccio affettuoso, eh?" affermò Ritchie con una risata divertita. Radomus fece a sua volta un sorriso mentre si avvicinava al gruppetto di amici di Hoenn, ma prima che potesse rivolgersi a loro di nuovo, sentì il suono acuto e rimbombante di una campana che riverberava tra le mura della stanza, facendo vibrare leggermente l'elegante lampadario di cristallo che pendeva dal soffitto. "Hm? Che succede? C'è qualche problema, se suona questa campana?"

"No, nessun problema. Vuol solo dire che c'è qualcuno che vorrebbe colloquire con il sottoscritto." rispose Radomus aggiustandosi il cappello. "Anche se mi chiedo chi potrebbe essere. Non stavo aspettando nessuno per quest'ora."

"Dovremmo... cominciare a preoccuparci, signor Radomus?" chiese preoccupata Ortilla.

L'eccentrico miliardario scosse la testa, per nulla in ansia. "Non ci saranno problemi, ragazzi miei. Gardevoir, mia cara, potresti andare tu a controllare di chi si tratta?"

La Pokemon Psico/Folletto non perse tempo a rispondere alla richiesta del suo allenatore. "Lo farò con molto piacere, padron Radomus. Se volete scusarmi, signori." affermò, prima di fluttuare lentamente verso il corridoio, e poi teletrasportarsi sotto gli occhi del gruppo.

Una frazione di secondo dopo, Gossip Gardevoir riapparve nelle vicinanze della porta d'ingresso, e con un semplice gesto del braccio, aprì il portone usando la telecinesi. Con uno scricchiolio, la pesante porta di legno si aprì lentamente, mostrando la persona che aveva chiamato - un ragazzo dall'aspetto alquanto femmineo, con lunghi capelli bianchi e un'espressione tranquilla e pulita, accentuata dai suoi grandi occhi azzurri e dai vestiti che indossava. Accanto a lui, stava in piedi una Mawile dall'aspetto vivace, che portava al collo una pietra circolare...

"Buongiorno. Scusate il disturbo... il mio nome è Adrienn, e stavo per l'appunto cercando il signor Radomus Vanhanen. Sono giunto nel posto corretto, vero? Lei è... Gossip Gardevoir, immagino." chiese il ragazzo dai capelli bianchi dopo un istante di esitazione, passato a cercare le parole giuste con cui rivolgersi a lei.

Gossip Gardevoir disse di sì con la testa. "Siete arrivato al maniero della famiglia Vanhanen, signor Adrienn. Sfortunatamente, credo che il mio signore e allenatore sia al momento impegnato con altri ospiti, tuttavia se volesse accomodarsi, lei e la sua Mawile sareste i benvenuti. Per noi è sempre un piacere accogliere delle nuove conoscenze."

Adrienn sembrò quasi imbarazzato dell'offerta. "Ah... beh, grazie, signorina Gossip Gardevoir..."

"Può chiamarmi anche Gardevoir e basta, signor Adrienn." rispose Gossip Gardevoir con un cenno allegro della testa, chiudendo gli occhi e sorridendo pacatamente. "Non sono così fissata sulla formalità. E mi dia pure del tu, mi fa sentire più a mio agio."

"Ah... grazie. In tal caso, posso chiederti di chiamarmi Adrienn e basta? Dopotutto, ho solo 23 anni..." chiese, sentendosi già più a suo agio. Se non altro, quella gentile Pokemon stava facendo del suo meglio per farlo sentire a suo agio. Un vero peccato che fosse sotto il controllo di un uomo come Radomus Vanhanen... "Ehm... stavo dicendo? Scusa, Gardevoir, ho perso il filo del discorso..."

"C'era qualcosa che volevi chiedermi, Adrienn? Magari qualcosa che dovrei riferire al mio signore?" chiese Gossip Gardevoir, non accorgendosi di un lampo di sospetto che attraversò gli occhi del ragazzo. Come se qualcosa in quello che aveva detto non piacesse ad Adrienn...

"Ah... no, niente del genere, Gardevoir... se il signor Vanhanen non è presente, c'è qualcosa di cui vorrei discutere con te personalmente." affermò Adrienn. "Non è un disturbo se ti chiedo di venire con me per un attimo? Credo... che sia una questione della quale sia meglio parlare noi due da soli."

"Qualunque cosa, mio giovane amico, purchè non sia una dichiarazione d'amore!" scherzò la Pokemon Psico/Folletto. "So di essere bella ed elegante, ma sarebbe un po' strano!"

La Mawile di Adrienn non potè trattenere una risata, sbattendo rapidamente tra loro le sue mascelle d'acciaio. "Oh? No, no, niente di tutto questo, Gardevoir!" ribattè in tutta fretta il ragazzo dai capelli bianchi, e il suo volto si tinse di rosso per l'imbarazzo di quella bizzarra idea. Un umano con una cotta per una Gardevoir? Si era mai sentito? "Ecco... si tratta piuttosto del tuo allenatore, il signor Vanhanen. Ecco... avevo sentito delle voci su di lui, e non erano esattamente delle più edificanti..."

La Pokemon Abbraccio inclinò la testa da un lato dubbiosa. Quando si parlava male del suo signore, Gossip Gardevoir non era per niente ben disposta. "Di cosa... si sta parlando, esattamente? Il mio signore, padron Radomus, non ha nulla da nascondere, a nessuno." volle mettere subito le cose in chiaro.

Adrienn alzò una mano per placarla. "Chiedo scusa, non volevo offendere o sembrare impertinente. Lungi da me formulare accuse contro qualcuno senza averne le prove." affermò. "Piuttosto, c'era una cosa di cui volevo discutere... e forse sarebbe meglio che ne parlassimo davanti al mio superiore, Padre Elias della Chiesa d'Alfa."

"Ho già sentito questo nome... anche se non sono proprio sicuro dove." rispose Gossip Gardevoir dopo averci pensato un po' su. "Stiamo parlando di quel movimento religioso che è saltato fuori praticamente dal nulla, soltanto pochi mesi fa. E non sono esattamente degli stinchi di santo, da quello che so."

"Credimi... sono tutte calunnie messe in giro da qualche loro nemico." affermò Adrienn senza scomporsi. Come tipo di persona, dava veramente l'impressione di potersi fidare di lui... se non altro, Gossip Gardevoir percepiva che quel giovane era sinceramente convinto di quello che diceva. "Padre Elias è il pastore spirituale della Chiesa d'Alfa, e vuole guidare tutti coloro che si sentono persi e dubbiosi su una via di pace spirituale e redenzione. Quanto meno... lui ha aiutato me, in questo senso."

Il giovane dai capelli bianchi guardò dubbioso verso il terreno, strisciando la suola di uno stivale sul terreno... e Gardevoir sentì che le sue parole erano dettate da un senso di colpa e... da qualcosa che anche con i suoi poteri psichici non era sicura di comprendere appieno. C'era qualcosa in quel ragazzo di molto particolare... e lei stessa non avrebbe saputo dire di cosa si trattasse esattamente, era una qualità che non poteva essere colta con poche semplici parole... ma se proprio avesse dovuto tentare di definirla, avrebbe detto che in qualche modo le sembrava che quel giovanotto fosse... separato... non c'era davvero un modo migliore per dirlo... dal resto del mondo, come se venisse da qualche altro posto... o forse da un altro tempo...

"Capisco." rispose Gossip Gardevoir facendosi seria. "Non era certo mia intenzione offendere il signor Elias, e vedo che è una persona per cui provi rispetto e stima. Un po' come io ne provo per il mio padrone, il signor Radomus."

"Riguardo a questo fatto..." affermò Adrienn, sempre accomodante. "Al momento, so che è ospite in casa vostra una giovane di nome Luna, un'allenatrice bionda, specializzata in Pokemon di tipo Buio. Sappiamo... che diverso tempo fa, il tuo allenatore ha accolto Luna come cameriera in questo maniero, e le ha dato un posto in cui stare. Tuttavia... questo costituisce un problema per Padre Elias... vedi, il fatto è che Luna è la figlia di padre Elias, e lui ritiene che dovrebbe tornare a casa sua, dalla sua vera famiglia. Per questo motivo... avrei bisogno di parlare direttamente con il tuo allenatore, per chiarire questa inusuale situazione e cercare di risolvere nel migliore dei modi."

"Wile, mawile!" gli fece rapidamente eco Mawile, con un cenno affermativo della testa e agitando lentamente la sue mascelle d'acciaio.

Gardevoir restò in silenzio, ponderando attentamente le parole di Adrienn. Era stato attento a come parlava, cercando di non offenderla e di non insinuare nulla riguardo a Radomus, ma era abbastanza chiaro quello che pensava in fondo - che Luna fosse trattenuta lì con le minacce o l'inganno. Se non altro, ancora non aveva l'impressione che Adrienn stesse mentendo...

Gardevoir cercò di pensare con attenzione alla prossima mossa da fare. Se avesse permesso ad Adrienn di entrare nel maniero, avrebbe potuto voler dire attirare il nemico in casa. Ancora non era sicura di quali fossero i piani della Chiesa d'Alfa, e non era il caso di rischiare.

Dall'altra parte, un rifiuto avrebbe potuto trasformarsi in un pretesto per padre Elias e la Chiesa d'Alfa per attaccare apertamente. Dopo averci pensato un po' su, decise che c'era una terza possibilità... forse un po' complicata, ma era il modo migliore per risolvere il conflitto, e con un po' di fortuna, avrebbe potuto rivelare molte cose sulla misteriosa organizzazione.

"Temo... che al momento non mi è possibile organizzare un incontro con il signor Radomus o la signorina Luna." rispose Gossip Gardevoir, anche lei pesando con attenzione le parole. "Tuttavia... ritengo anch'io che questa spiacevole situazione debba essere risolta, in qualche modo. Quindi... avrei un proposta, se ai tuoi superiori può andare bene. Sarebbe possibile per me venire con te alla sede della Chiesa d'Alfa per combinare un incontro con il mio allenatore? Sono sicura che potremo giungere ad una conclusione che accontenterà entrambe le parti."

Adrienn si dimostrò una persona ragionevole e pragmatica. Accettò senza farsi problemi la proposta di Gossip Gardevoir, e disse di sì con la testa. "Beh... sì, credo proprio di sì. Certo, dovrò parlarne con Padre Elias e con i suoi attendenti, ma sono convinto che potranno venirvi incontro. Allora... vuoi che aspetti qui, mentre vai ad avvertire il tuo allenatore?" affermò infine.

Gossip Gardevoir fece un gesto pacificatore con la mano. "No, grazie, non ce ne sarà bisogno." rispose. "Tutto quello che devo fare è inviargli un impulso telepatico da qui, e lui capirà perfettamente. Devo chiedergli di far venire con lui anche i nostri ospiti? Al momento, vedi, stiamo ospitando un gruppo di ragazzi di Hoenn che si sono fermati nel nostro maniero per farsi allenare un po' dal mio signore."

Adrienn strinse gli occhi appena un po'. Dovevano essere quei ragazzi di cui padre Elias gli aveva parlato... quelli che diceva che stavano seminando caos e discordia in tutto Reborn, e stavano cercando di ostacolare l'opera di salvezza della Chiesa d'Alfa. Adrienn si stava chiedendo che genere di persone potessero essere, perchè l'alto sacerdote di Arceus ne parlasse con tanta disapprovazione, ma se davvero erano così pericolosi come diceva, era il caso di andarci piano, e affrontarli non sul loro campo di battaglia, ma su quello della Chiesa d'Alfa.

"Certo... prego, comunica pure al signor Radomus che lo attendiamo per combinare un incontro." rispose Adrienn. "Credo che... una volta che avrai parlato con Padre Elias, sarà lui a decidere il posto adatto per finalizzare il tutto."

"Grazie della collaborazione, Adrienn." Gossip Gardevoir fece un inchino, e i suoi grandi occhi si illuminarono di azzurro per un istante, cosa che il ragazzo dai capelli bianchi e la sua Mawile interpretarono come il momento in cui la Pokemon Psico/Folletto aveva contattato telepaticamente il proprietario del maniero...

 

oooooooooo

 

In effetti, in una delle sale interne del maniero Vanhanen, il maestro di scacchi si fermò per un istante, corrugando la fronte, quando sentì una voce parlargli telepaticamente, e riconobbe la voce della sua fedele Gossip Gardevoir. Anche Luna, Vera e Flabebè si accorsero di quel breve momento in cui Radomus aveva cambiato espressione, e capirono subito che c'era qualcosa di inusuale.

"Krow krow?" gracchiò Jubjub, svolazzando preoccupato accanto alla sua allenatrice.

"Padron Radomus?" chiese la biondina. L'eccentrico miliardario si sfregò il mento, poi afferrò con una mano il cappello che indossava, fece un giro su sè stesso... e quando si rimise a posto, i suoi ospiti restarono a bocca aperta nel vedere che aveva già cambiato cappello, mostrando ora un copricapo a quadretti in perfetto stile Sherlock Holmes! Gli era persino apparsa in bocca una pipa a bolle di sapone...

"Hmm... caso inusuale, miei cari ospiti." affermò Radomus mentre il gruppo di Vera si avvicinava a lui per farsi spiegare cosa stesse accadendo. "Sembra che abbiamo qualcuno che è molto interessato ad incontrarci... si tratta di un certo Padre Elias, della Chiesa d'Alfa. Questo nome... non credo di aver bisogno di ricordarvi nulla, dico bene?"

Accanto a lui, Luna si irrigidì e spalancò gli occhi in un'espressione di sgomento. Ritchie e Sparky si guardarono a vicenda, e il Pikachu con il ciuffetto rispose al suo allenatore con un cenno deciso della testa, ricordando bene dell'incontro che avevano fatto a Zirconia. Non erano stati troppo sicuri di cosa pensare di quel sedicente santone, e quello che avevano sentito dire non faceva altro che acuire i loro sospetti. "Sì, signor Radomus... siamo ben consapevoli di quello che Padre Elias sta facendo, e del fatto che è il vero padre di Luna..."

"Quell'uomo non è mio padre." tagliò corto Luna. La sua pacatezza era scomparsa, e ora la sua voce aveva un tono freddo e distaccato, tagliente come una lama - un effetto abbastanza inquietante, da parte di una persona normalmente accomodante come Luna. "Lui non mi ha mai voluto bene. Lui vuole bene soltanto al suo dio. Padron Radomus è il mio vero padre."

"Calmati, Luna." affermò Ortilla, ponendo una mano sulla spalla della biondina in modo da darle un po' di appoggio e conforto. "Da quello che abbiamo sentito dire di questo Padre Elias e della Chiesa d'Alfa... ci siamo già fatti un'idea di come sia questo Elias."

"Altaria, altar?" chiese Alty muovendo lentamente le sue magnifiche ali. Con un cenno della testa, Ortilla tradusse quello che la sua Pokemon più forte stava dicendo.

"Credo... che Alty voglia chiedere che sta facendo Gossip Gardevoir." affermò la bambina dai capelli turchini. "Sta... andando con quelli della Chiesa d'Alfa, signor Radomus?"

Il proprietario del maniero appoggiò delicatamente una mano sulla schiena di Luna, per dirle che era lì con lei e non avrebbe permesso a nessuno di farle del male. "Credo di sì... mi dice che la Chiesa d'Alfa ci farà sapere dove e quando ci incontreremo. Vogliono definire delle regole di base per uno scambio... Gossip Gardevoir in cambio di Luna... o almeno, questa è l'impressione che Gardevoir si è fatta."

"Tsk... e loro si definiscono degli uomini di fede." commentò amareggiato Max. "Usano questa loro facciata per giustificare tutte le loro azioni... ma come mai Gossip Gardevoir sta accettando le condizioni di quella gente?"

"E cosa possiamo fare per aiutarla?" chiese Vera subito dopo.

La risposta che Radomus diede lasciò tutti abbastanza interdetti. "Non c'è bisogno di preoccuparsi, ragazzi. Per adesso, non dobbiamo proprio fare niente." affermò l'eccentrico miliardario. Notando le espressioni sbalordite e anche un po' scioccate sui volti dei suoi ospiti, Radomus decise di spiegarsi meglio. "Oh, adesso non friantendete... non è vero che non mi importa niente della mia Pokemon, ma è proprio per questo motivo che non ho bisogno di agire."

"Pika chu?" Sparky si grattò la nuca con una mano, cercando di pensare a cosa volesse dire Radomus.

"Non... sono sicura di seguirla, signor Radomus." affermò Hitomi, senza quasi cambiare la sua espressione severa e distaccata.

Luna scosse la testa. "Padron Radomus... lei sa bene che io rispetto le sue decisioni, ma in questo caso... Gossip Gardevoir è la mia migliore amica, e non posso lasciare che lei si vada a mettere in una situazione così pericolosa! Mi scusi... ma devo per forza andare ad aiutarla!" esclamò. "Jubjub... vieni con me, andremo dalla Chiesa d'Alfa e salveremo Gossip Gardevoir!"

"Aspetta, Luna! Lo sai che quel Padre Elias vuole te! Se vai, finirai per fare il suo gioco!" affermò allarmato Max. Per fortuna, Luna sembrò capire al volo, e si bloccò prima di uscire dalla stanza. "Per usare una metafora degli scacchi... sei tu il pezzo che lui vuole catturare, e sarebbe troppo imprudente esporsi così!"

"Il nostro amico Max non avrebbe potuto esprimersi più chiaramente." fu il commento di Radomus. "Luna, è meglio che tu e i tuoi Pokemon restiate nel castello, e che vengano con me soltanto alcuni del vostro gruppo. Andremo a recuperare Gossip Gardevoir dalle grinfie della Chiesa d'Alfa... senza che tu debba rischiare di farti catturare."

"Per noi va bene, signor Radomus." rispose Vera con determinazione. "Io mi offro volontaria per venire con lei. Sono curiosa di vedere con i miei occhi questa Chiesa d'Alfa... e magari scoprire cosa vogliono e se c'entrano qualcosa con il Team Meteora!"

"In effetti, è una possibilità da non sottovalutare, mia cara Vera." affermò Radomus con espressione pensierosa. "Ho sentito dire che c'erano dei rapporti tra la Chiesa d'Alfa e il Team Meteora, ma non ho mai trovato delle prove certe per dirlo. Forse oggi riusciremo finalmente a fare un po' di luce anche su questo mistero."

Luna sospirò e passeggiò nervosamente su e giù per la stanza. L'idea di dover restare lì mentre il suo signore e i suoi compagni andavano ad esporsi a chissà quali rischi per salvare Gossip Gardevoir non le piaceva per niente. Ciò nonostante, quello che diceva era giusto... se fosse andata di persona, avrebbe corso il serio rischio di farsi catturare e riportare da Elias... e questo proprio non le andava.

"Ascoltami, Luna... non è che resterai qui senza fare niente. Intanto che io e tre dei ragazzi andiamo a salvare la nostra amica Gardevoir, puoi occuparti dei nostri piccoli ospiti e tenere loro compagnia." affermò Radomus, raggiungendo la figlia adottiva e strizzando un occhio in segno di intesa. "Sono sicuro che anche Gardevoir preferirebbe così. Allora... Vera, Drew, Ritchie, ve la sentite di venire con me e sistemare la questione?"

Ritchie non sembrò troppo convinto, anche se come Vera e Drew, anche li e Sparky volevano dare una mano. "Certo che ce la sentiamo, io e Sparky... ma non abbiamo idea di dove andare a cercare, o sbaglio? Non sappiamo dove si nascondono, quelli della Chiesa d'Alfa... non faremmo meglio ad attendere che ci contattino per dettare le loro condizioni?"

"Effettivamente, questa sarebbe una strategia intelligente. Ma... non credo avremo bisogno di attendere il loro messaggio." fu la risposta calma e sicura del maestro di scacchi. "Vedete... in realtà ci sarebbe un modo di individuare il loro nascondiglio. E una volta che saremo lì, saremo noi a dettare le nostre condizioni, potete scommetterci! Dopotutto... perchè il nero dovrebbe preoccuparsi, quando è stato il bianco a piazzarsi in modo che gli si possa dare scacco matto?"        

"A giudicare da questa metafora basata sugli scacchi, credo di capire che lei ha già un piano per verificare le intenzioni della Chiesa d'Alfa." rispose Vera. "Allora... qual è il piano?"

"Prima di tutto... la città più vicina a questo maniero è Agatipoli, ma al momento è interdetta per qualche motivo." continuò Radomus. "Il che significa... che molto probabilmente quelli della Chiesa d'Alfa si dirigeranno verso Reborn City. Lì ci sono molti più luoghi dove si possono nascondere. Tutto quello che dobbiamo fare è trovare una strada che ci conduca lì senza eccessive difficoltà. E per questo... credo di poter dare una mano."

"Okay, allora abbiamo una direzione dove andare." affermò Ritchie. Sparky disse di sì con la testa e si preparò mentalmente a quella che probabilmente sarebbe stata una dura lotta contro la Chiesa d'Alfa. "Sparky, sei pronto? Credo proprio che non sarà uno scherzo."

"Pika!" squittì il Pikachu con il ciuffetto.

Vera strizzò un occhio con decisione, poi guardò verso Luna e i tre allenatori più giovani. "Max... mi raccomando, tu, Hitomi ed Ortilla restate qui. Cercate di prepararvi per il prossimo confronto con il Team Meteora. Noi... torneremo il prima possibile, e spero che avremo scoperto qualcosa di più su quello che sta succedendo."

Max non era esattamente contento di dover restare lì e perdersi un'avventura intressante, ma doveva ammettere che sua sorella aveva ragione. Per il momento, lui e i suoi compagni più giovani facevano meglio a restare lì, e prepararsi meglio. "Va bene, sorellina, ma tu e i tuoi compagni, state attenti." affermò. "Noi resteremo qui e faremo ancora un po' di pratica. Sempre che alla signorina Luna non dispiaccia."

"Per niente, gentili ospiti." affermò la graziosa cameriera con un sorriso accomodante, nonostante tra sè fosse molto preoccupata per la sua amica Gardevoir. "Padron Radomus... le faccio anch'io i miei migliori auguri, e pregherò che lei, Gardevoir e i nostri ospiti di Hoenn abbiate successo in questo compito."

Radomus si aggiustò il cappello da investigatore e appoggiò gentilmente una mano sulla spalla della figlia adottiva. "Stai tranquilla, figliola. La Chiesa d'Alfa non ci sfuggirà, e i loro piani non resteranno un mistero a lungo."

 

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In una stradina buia e silenziosa sotto l'affollata e claustrofobica metropoli chiamata Reborn City, il gruppo d'assalto della Chiesa d'Alfa, con una Gossip Gardevoir insolitamente silenziosa, stava tornando alla loro base. Pius ed Angela chiudevano la fila, attenti ad ogni possibile minaccia, mentre Adrienn, Mawile, Bennett e la loro "prigioniera" si trovavano in mezzo al gruppo, seguendo da debita distanza Padre Elias. 

"E quindi... mi stai dicendo che questa Pokemon ci sta seguendo per poter combinare un incontro con Radomus?" chiese Bennett con una certa incredulità. Gossip Gardevoir fluttuava con tutta calma accanto a loro, ascoltando senza fare commenti... e nello stesso tempo, stando attenta alle loro azioni. Quel ragazzo con gli occhiali e i capelli dritti era Bennett, dunque? Luna le aveva parlato di quel giovanotto... quando ancora abitava a Zirconia presso la signora Serra...

"Mi rendo conto che è un'idea un po' folle." affermò Adrienn sfregandosi la fronte. "Ma... se questo ci permetterà di farci un'idea migliore di con chi abbiamo a che fare, e magari convincerlo che la nostra causa è degna, chissà... io penso che sarebbe una buona idea."

"Spero proprio che sia così, Adrienn..." rispose Bennett. "Quando saremo arrivati, sentiremo cos'ha da dire padre Elias... e poi riceveremo le dovute istruzioni. Dobbiamo tenerci pronti."

Adrienn annuì lentamente, e per un attimo incrociò lo sguardo con Gossip Gardevoir. La Pokemon Psico/Folletto gli rivolse un'occhiata altezzosa, e il ragazzo dai capelli bianchi rivolse subito lo sguardo altrove. Chissà perchè, aveva l'impressione che sarebbe successo qualcosa di veramente sorprendente...              

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Chiedo scusa per il tempo che ho impiegato ad aggiornare questa storia, ma ho avuto diversi impegni a cui badare, e anche altri progetti a cui volevo dedicarmi. Spero di riuscire ad essere più assiduo, da qui in poi.

Con questo, la Chiesa d'Alfa è diventata una fazione antagonista a tutti gli effetti... e ho finalmente fatto entrare in scena il misterioso Adrienn, esperto di Pokemon Folletto che avrà presto un ruolo molto importante in questa saga! Però prima, Vera e i suoi compagni, sotto la guida di Radomus, dovranno raggiungere il quartier generale della Chiesa d'Alfa... e cercare di scoprire cosa hanno in mente! Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo il prima possibile, quindi restate in linea!

A presto, e mi raccomando, recensite!  

 

     

  

   

 

 

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Capitolo 62
*** La grande cattedrale ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 62 - La grande cattedrale 

Vera provò un brivido quando le mura della grande e claustrofobica città di Reborn City cominciarono nuovamente a profilarsi in lontananza, accompagnate da volute di smog nero che si levavano fin quasi al cielo. Le sembrava già passato un sacco di tempo da quando lei e i suoi compagni si erano allontanati da quel luogo infernale, cercando di sfuggire al Team Meteora... ma ora, stavano tornando lì, accompagnati da Radomus, per scoprire cosa fosse successo a Gossip Gardevoir e doe si nascondesse la Chiesa d'Alfa. Drew, Ritchie e Sparky seguivano a breve distanza, ma era Radomus alla testa del gruppetto, e in quel momento, l'eccentrico nobile li stava guidando verso la fiancata ovest delle mura della metropoli, spiegando loro cosa avrebbero dovuto fare. Accanto a Radomus procedeva il suo Slowking, che in quel momento stava usando i suoi poteri psichici per aiutare i ragazzi nella loro ricerca.

"La Chiesa d'Alfa si è nascosta da queste parti." stava spiegando Radomus, aggiustandosi il cappello alla Sherlock Holmes che indossava mentre dava un'occhiata al gruppo e si assicurava che fossero tutti presenti. Quando i ragazzi e Sparky fecero cenno che erano tutti lì, Radomus disse di sì con la testa e si rivolse al Pokemon che li accompagnava.  "Bene... allora adesso, manca soltanto una cosa da verificare. Slowking, riesci a percepire le tracce del loro passaggio?"

"Slow!" affermò il buffo Pokemon Acqua/Psico, che già da un po' stava tendendo al massimo i suoi sensi soprannaturali, e non poteva certo farsi sfuggire l'intensa traccia di energia mentale che la Gardevoir parlante si era lasciata dietro. Slowking si mise una zampa sulla fronte, e la conchiglia che portava sulla testa a mò di corona sembrò tremare per un secondo, affondando i denti quanto più poteva nella testa del suo ospite... e il Pokemon rosato, ulteriormente facilitato nel pensare, riuscì a cogliere una sensazione familiare che provava soltanto quando era in compagnia di Gossip Gardevoir. Non appena fu sicuro che fosse quella la direzione giusta, Slowking si girò verso il suo allenatore e i suoi giovani compagni, e indicò la direzione in cui andare con un gesto del pollice. "Slow, slowking!"

"Ottimo lavoro, mio fedele amico." rispose Radomus, cominciando a guidare i ragazzi e Sparky in quella direzione. "Prego, miei giovani compagni, seguitemi. Sono convinto che la Chiesa d'Alfa non si aspetterà di essere seguita così da vicino. Non avrebbero dovuto sottovalutare le risorse del sottoscritto, non credi anche tu, Slowking?"

"Slowwww!" rispose Slowking incrociando le braccia sul petto, e alzando la testa fieramente mentre continuava a camminare.

"Certo, quando siamo stati a Reborn per la prima volta, non avremmo mai sospettato che nei suoi sotterranei si nascondesse un'altra organizzazione criminale come il Team Meteora." affermò Drew. "Del resto, ci sono molte cose sotto Reborn City che non credevamo esistessero... questa città ne nasconde un sacco, di segreti, eh?"

"Hm? Di cosa state parlando?" chiese incuriosito Ritchie. Sparky, seduto sulla sua spalla, mosse le lunghe orecchie in un gesto di stupore.

"E' vero, scusa... tu non eri con noi quando siamo arrivati qui." disse Vera in risposta. "Allora, devi sapere che in una certa occasione, un po' di tempo dopo che siamo arrivati a Reborn... abbiamo scoperto uno strano luogo nei sotterranei della città. A quanto pare... si tratta di una specie di santuario dove è custodito un grande potere."

"O almeno, questo è quello che dice Lord Solaris, il tizio che credevamo essere il capo del Team Meteora." precisò Drew, ricordando con dispiacere che in tutte le occasioni in cui avevano avuto a fare con il capo della malvagia organizzazione, avevano sempre dovuto evitare di combattere per non essere travolti dalla sua forza. Chissà se adesso avevano davvero qualche possibilità di opporsi a lui... "Sapete, è strano. Se la Chiesa d'Alfa si nasconde davvero nei sotterranei di Reborn... credo che sia difficile che non sappiano anche loro dell'esistenza di questo posto di cui Solaris ha parlato."

"Pika pikachu, pika pika." affermò Sparky, d'accordo con il ragazzo dai capelli verdi.

Radomus disse di sì con la testa, approvando l'intuizione del giovane allenatore di Hoenn. "In effetti, questo è un  elemento un po' sospetto. E potrebbe rivelare qualcosa di più su eventuali rapporti che intercorrono tra il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa." rispose cordialmente. "Perchè... per quanto possa sembrare strano, anch'io ho la convinzione che il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa siano alleati in qualche modo. Non ho mai sentito che si siano intralciati a vicenda, e non sappiamo abbastanza degli scopi della Chiesa d'Alfa per escludere a priori che collaborino con il Team Meteora."

"Sì... capisco cosa vuol dire." fu la risposta di Vera, mentre il gruppo costeggiava la mura di Reborn City, coperte di graffiti., muffa e muschio nerastro. Molto presto, raggiunsero un'apertura nelle mura, e si intrufolarono in un angusto passaggio che scendere nei sotterranei della città. Una volta di più, Vera prese fiato e si preaprò mentalmente alla sfida, sperando tra sè che non ci fossero in giro allenatori troppo forti per la Chiesa d'Alfa. "Ma per ora, pensiamo a recuperare Gardevoir, e poi, se possibile, cerchiamo  di scoprire quanto più possiamo su di loro."

"Okay. Da qui in poi, state attenti, amici miei." avvertì Radomus, facendo cenno con la mano di seguire attentamente la strada. Il miliardario e Slowking si misero in prima fila, mentre Vera e Drew  si piazzarono in un punto utile per intervenire in fretta nel caso fossero stati aggrediti da qualche scagnozzo del Team Meteora o della Chiesa d'Alfa. Ritchie e Sparky erano al centro, e il ragazzino di Kanto fece cenno che erano tutti pronti per andare avanti...

"Bene. Seguiamo lui, signor Radomus." disse Ritchie. Subito dopo, il gruppo cominciò ad incamminarsi lungo il passaggio che scendeva nel sotterraneo, e si intrufolarono tra muri di roccia frastagliata e gradini irregolari che li costringevano a proseguire con estrema cautela. Sparky decise che era il caso di dare una mano a modo suo, e caricò la sua pelliccia di energia elettrica, in modo da emettere una tenue luce, comunque più che sufficiente a mostrare la via ai suoi compagni.

"Pika pikachu?" chiese, strizzando cordialmente un occhio in direzione del suo allenatore, che lo accarezzò sulla testa per dirgli che approvava.

"Grazie, Sparky. Questo è già qualcosa." disse Vera, una mano sul Mega Bracciale che aveva ricevuto dalla sensei Kiki. In quel momento, anche se non era ancora riuscita a sbloccare la Mega Evoluzione di Blaziken, sentire quell'oggetto attaccato al suo braccio la faceva sentire più tranquilla. "Okay... cosa ci sarà alla fine di queste scale? Reborn City ha ancora un sacco di sorprese da scoprire... spero solo che non ci dovremo pentire di esserci addentrati in questo strano posto."

"Tranquilla, Vera. Anche se ci trova la Chiesa d'Alfa, qual è la cosa peggiore che può fare, ucciderci?" scherzò Drew, guadagnandosi un'occhiata poco convinta da parte della castana. "Scherzi a parte, è vero... questa città è un vero e proprio labirinto."

"Slow, slow..." avvertì Slowking, indicando una tenue luce che proveniva da lontano, da un'arcata che si apriva alla fine di quella lunga gradinata. Il Pokemon Acqua/Psico cercò di concentrarsi per un istante, e disse di sì con la testa quando riuscì a cogliere le tracce del passaggio di Gardevoir. Erano sulla strada giusta...

"Pikachu..." dopo aver fatto un cenno al suo allenatore, Sparky saltò giù dalla sua spalla e si diresse verso l'apertura, cercando comunque di non allontanarsi troppo dal gruppo. Raggiunse il piccolo spiazzo roccioso davanti all'arcata, e si girò verso i suoi compagni, tenendo le orecchie alzate e squittendo con voce acuta, un tono di evidente sorpresa nella sua voce. "Pika pi pikachu! Pika pika pi!"

"Sloooow?" chiese Slowking, mentre il gruppo incuriosito scendeva le scale il più rapidamente possibile per capire di cosa stesse parlando il Pikachu con il ciuffo. Vera fu la prima a raggiungere la fine della gradinata... e rimase anche lei non poco stupita quando vide che in effetti l'rcata sembrava non portare da nessuna parte - passando sotto di essere, si entrava semplicemente in una grande luce bianca che veniva irradiata da una sorta di passaggio dimensionale!

"Cosa? Venite a vedere, ragazzi, questo è davvero incredibile!" disse Vera, facendo cenno ai suoi compagni di raggiungerla il prima possibile. Drew, Ritchie, Radomus e Slowking scesero le scale a loro volta, e si trovarono rapidamente davanti a quello strano fenomeno. Non erano in grado di vedere cosa ci fosse al di là dell'arcata, e non sapevano a cosa stessero andando incontro - neanche se la Chiesa d'Alfa avesse già preparato un benvenuto dall'altra parte del passaggio. Tuttavia, Slowking non dava l'impressione di essersi ricreduto - non c'era dubbio, Gossip Gardevoir era passata di lì, e con essa, anche la Chiesa d'Alfa. Non c'era tempo da perdere...

Radomus sospirò rassegnato e alzò le spalle, prendendo l'intera situazione con la sua solita filosofia. "Beh, ragazzi... non credo che ci sia molto da fare." esordì, facendo poi un breve passo verso il passaggio soprannaturale. "Slowking è sicuro che la nostra amica Gardevoir si trovi al di là di questo passaggio... e io sono sicuro che il mio Pokemon non si sbagli." si girò giusto per fare un cenno di approvazione verso l'evoluzione alternativa di Slowpoke, che inclinò la testa da un lato e sorrise soddisfatto. "Come si suol dire, la fortuna sorride agli audaci. Non certo agli incoscienti. Io dico che dovremmo passare tutti assieme attraverso questo passaggio. Una volta che saremo arrivati dall'altra parte... se la Chiesa d'Alfa ha preparato un bel comitato di benvenuto, saremo pronti a riceverlo se saremo tutti assieme."

"Bene. Speriamo che non succeda niente di strano..." affermò Drew, per poi girarsi verso la sua compagna d'avventura ed offrirle uno dei suoi sorrisetti astuti. "Hey, Vera... se non ti senti sicura, puoi anche darmi la mano. Che ne dici? Non pensi che potrebbe sembrare un appuntamento?"  

"Beh... sì, in effetti potrebbe sembrarlo!" ammise Vera, arrossendo un po' mentre prendeva la mano al ragazzo dai capelli verdi. Si ricompose subito, facendo un paio di colpi di tosse. "Comunque, non ti fare venire strane idee. Lo facciamo soltanto perchè questo è l'unico modo che abbiamo di proseguire e stare alle calcagna della Chiesa d'Alfa."

"Oh, che non mi venga in mente!" rispose prontamente Drew. Sparky alzò gli occhi al cielo e sospirò, soffocando una risatina. Quei due andavano così d'accordo...

"Molto bene, pattuglia di Reborn City. Siete pronti a fare un passo che ci porterà in un mondo sconosciuto? Questo è un piccolo passo per noi, e un grande passo per la resistenza!" chiese scherzosamente Radomus. "Seguitemi, dunque... e vediamo cosa riusciamo a scoprire."

Il gruppo si preparò, e tutti assieme entrarono nell'arcata, venendo inghiottiti dalla luce che emanava da essa...

 

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Padre Elias, in ginocchiato in preghiera davanti ad un grande altare decorato di foglia d'oro e madreperla, aprì di scatto gli occhi, percependo nel profondo della sua mente che quel luogo sacro era stato in qualche modo violato. Nei suoi occhi brillò per un attimo una luce di qualcosa di indefinibile - era indignazione, paura, o qualcos'altro? In ogni caso, ciò che quella sensazione voleva dire era fin troppo chiaro. Dovevano agire subito, per evitare che i profanatori si spingessero fino al cuore del culto di Arceus...

"Padre Elias!" esclamò Angela, accortasi per prima della reazione del suo superiore. "Che... che sta succedendo? Ha sentito qualcuno che si è infiltrato fin qui?"

Il sacerdote dai capelli bianchi mosse lentamente la testa per dire di sì. "E' così, sorella Angela... è necessario intervenire subito, per evitare che quei pagani profanino questo luogo di preghiera e devozione." affermò. "Per favore, sorella Angela, puoi occuparti tu di loro? Adrienn sarà lì per darti una mano quanto prima."

La giovane donna vestita da cameriera fece un profondo e rispettoso inchino al suo superiore. "Sarà fatto quanto prima, Eminenza." rispose, e sul suo volto attraente ma glaciale apparve un inquietante sorriso. "Mostrerò a quei blasfemi la fredda, implacabile verità del sommo Arceus."

Padre Elias disse di sì con la testa e tornò alla sua preghiera, intonando delle parole in una strana lingua, mentre Angela si allontanava con una gelida calma che tradiva la sua feroce determinazione...

 

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Quando Vera fu in grado di vedere di nuovo, si rese conto che lo scenario non era cambiato più di tanto... ma quei cambiamenti che c'erano stati erano davvero notevoli! In quel momento, lei e i suoi compagni di avventura erano emersi dall'altra parte di quell'arcata magica, in un'altra caverna dai muri composti di una strana roccia grigia dalla quale spuntavano dei cristalli di colori sgargianti: rossi, blu, gialli, verdi, viola... dovunque Vera e i suoi compagni voltassero lo sguardo, c'era un trionfo di colori e di strane luci che si riflettevano attraverso tutta la galleria, illuminandola abbastanza da fare sì che non ci fosse bisogno che Sparky emettesse luce. La temperatura era stranamente gradevole, nè troppo calda, nè troppo fredda, e dalla loro posizione si sentiva uno spiffero d'aria che proveniva da qualche parte della grotta, segno che si trovavano abbastanza vicini ad un'uscita.

"Beh... questo sì che è un posto strano." disse Radomus, facendo cenno al suo Slowking di non allontanarsi. "Siamo qui, in questa grotta che sembra essere uscita da qualche fiaba... e sappiamo per certo che la Chiesa d'Alfa non può che essere passata di qua. Me lo puoi confermare, Slowking?"

Il Pokemon Reale si concentrò per qualche istante, e confermò con un cenno della testa. "Slow!" affermò, per poi corrugare la fronte. C'era qualcos'altro da quelle parti, e Slowking non era del tutto sicuro di cosa fosse...

"Pika pika?" chiese Sparky, anche lui non del tutto sicuro di cosa volesse dire il Pokemon di Radomus. Vera si sfregò il mento per un attimo, poi prese una delle sue Pokeball e ne fece uscire il suo Flabebè, che si librò in aria e fece volteggiare il fiore-ombrello che usava per volare.

"Penso che anche Flabebè potrà dare una mano, in questa situazione." affermò la bambina castana, per poi permettere al Pokemon Folletto di atterrare sulla sua spalla. "Okay, ragazzi... credo che possiamo andare avanti."

"Flabebè?" chiese il folletto floreale, seduto sulla spalla della sua allenatrice, cercando di restare pronto ad ogni evenienza.

Vera si preoccupò subito di quietare le sue paure. "Stai tranquillo, Flabebè, sono sicura che tu sia già diventato abbastanza forte, grazie agli allenamenti che hai fatto." disse la bambina di Petalipoli, mentre il gruppo iniziava ad incamminarsi nella direzione da cui proveniva lo spiffero d'aria. "Sono sicura che abbiamo delle discrete possibilità contro la Chiesa d'Alfa, qualunque cosa ci mandino contro."

"Guardate, là davanti!" disse Ritchie, indicando un punto davanti a loro dal quale proveniva l'aria. "Sembra che quella sia l'uscita. Stiamo attenti, sono sicuro che troveremo qualcosa di inaspettato là davanti..."

"La situazione si fa sempre più interessante man mano che proseguiamo." disse Radomus. "Slowking, per adesso forse è meglio se rientri. Ti richiamerò se ci sarà bisogno di aiuto."

"Slowking!" rispose Slowking in segno di accettazione, prima di lasciare che Radomus lo facesse rientrare nella sua Pokeball. Cercando di essere pronti a reagire ad ogni evenienza, il gruppo di Vera si avvicinò all'uscita della caverna, e la bambina e il suo Flabebè furono i primi a fare il primo passo fuori da essa, e all'aria aperta...

...solo per fermarsi dopo qualche passo, stupefatti dallo spettacolo che si trovarono davanti. Era una visione davvero impressionante, e sembrava quasi di essere tornati indietro nel tempo: Vera e Flabebè ora si trovavano in una sorta di immenso giardino, tagliato in due da una strada ricoperta di ciottoli che si inoltrava, passando sotto una serie di archi decorati di fiori e piante rampicanti, verso un grande edificio di marmo bianco, una costruzione maestosa che sembrava dominare su ogni cosa in quel posto misterioso. L'erba e i cespugli erano curati e potati con un ordine quasi geometrico, con solo qualche concessione per le rose che adornavano alcuni arbusti.

L'edificio principale era una sorta di grande cattedrale in stile neoclassico, coronato da una grande cupola di marmo bianco sopra la quale spiccava una sorta di meridiana dorata, forgiata in una forma che ricordava un sole stilizzato. L'ingresso, alla fine del sentiero che sembrava estendersi per centinaia di metri, era ulteriormente decorato da una ordinata fila di colonne posta in cima ad una breve ma larga scalinata, e una statua che rappresentava Arceus, il creatore primordiale, si stagliava fieramente sopra il cornicione più basso, quasi stesse osservando la processione di tutti i fedeli che venivano a pregarlo e a rendergli omaggio.

"Beh... questa sì che è una scoperta inaspettata. Esattamente, dove ci troviamo, in questo momento?" si chiese Radomus, mentre il resto del gruppo, stupito quanto Vera da quello che stavano vedendo, si riuniva pochi passi fuori dalla caverna. "Non possiamo certo essere nei pressi di Reborn City, visto che l'aria è così pulita e il cielo è terso."

"E' vero... Uscendo, mi aspettavo di sentire addosso l'aria inquinata di Reborn." rispose Drew, guardandosi attorno con meraviglia. "Ci si sente come se ti avessero gettato in faccia un sacco di sabbia... invece qui si respira bene, e poi guardate questa cattedrale. E' tenuta magnificamente."

"Certo, non mi aspetterei mai di trovare un luogo simile nella Reborn City che conosciamo noi." continuò Vera. "Immagino che tu lo sappia già, Ritchie, ma Reborn City è una città inquinata e in rovina, lasciata allo sbando dai suoi stessi abitanti. Certo non è il posto in cui ci si aspetterebbe di trovare un luogo simile. Quindi... dove siamo capitati?"

Ritchie e Sparky dissero di sì con la testa. "Sì, in effetti è una domanda sensata..." affermò il ragazzino. "Certo, a guardarlo così non ho dubbi che si tratti del quartier generale di questa misteriosa Chiesa d'Alfa."

"La vostra supposizione è corretta." rispose una chiara voce giovanile, appartenente ad un giovane dai lunghi capelli bianchi e dall'aspetto androgino che si stava avvicinando in quel momento, arrivando da un piccolo sentiero proveniente dal lato destro del giardino. Vera e i suoi compagni rivolsero a lui la sua attenzione... a lui e alla misteriosa donna dai capelli verdini legati in una coda, vestita con un lungo abito che le dava l'aspetto di una cameriera. "Questo è un luogo sacro, signori. E' qui che la Chiesa d'Alfa si adopera per diffondere la parola del sommo Arceus, padre di tutti noi, in ogni angolo del mondo."

"Siete avvertiti, noi non tolleriamo elementi blasfemi o irrispettosi della nostra religione in questo santuario." continuò la donna dai capelli verdini, fissando il gruppo con espressione e tono glaciali. "Se siete venuti qui con l'intento di disturbare i misteri della nostra fede, siete pregati di andarvene subito. Non sarò tenera se non lo farete."

Adrienn alzò una mano educatamente. "Per favore... per favore, sorella Angela, non voglio mettere in dubbio la sua devozione o la sua autorità... Vorrei semplicemente discutere con i nostri gentili ospiti, e spiegare loro cosa sta succedendo, e cosa stiamo facendo in questo posto." affermò. "E poi, vorrei anche sapere da loro cosa stanno cercando in questo luogo sacro. Se potessimo metterci d'accordo e risolvere questa disputa senza un'inutile battaglia, sarebbe meglio per tutti."

Angela sembrò pensarci su per un attimo, ma la risposta di Adrienn la convinse, e la donna fece un cenno affermativo con la testa. "Mi sembra giusto. Prego, Adrienn. Lascio fare a te, ma mi riservo di intervenire se noterò che la situazione sta degenerando." affermò

"La ringrazio, sorella Angela. Cercherò di risolvere la questione senza ulteriori complicazioni." disse il giovane dai capelli bianchi. Poi, dopo essersi schiarito la voce, cominciò a spiegare la situazione ai ragazzi di Hoenn e a Radomus. "Voi fate parte della resistenza... del gruppo di allenatori che si oppongono al potere del Team Meteora, se non sbaglio. Ho avuto modo di sapere delle vostre imprese, e rispetto molto il vostro coraggio e la vostra abnegazione. Noi umili servitori di Lord Arceus possiamo esservi utili in qualche modo?"

"Grazie dell'accoglienza, mio giovane amico." si presentò Radomus. "Penso che voi abbiate già sentito parlare di me, ma giusto in caso... mi presento, il mio nome è Radomus Vanhanen, e sono un giocatore di scacchi e un filantropo di una certa fama, qui a Reborn."

"Sì, ho sentito parlare di lei. La sua fama la precede, oserei dire." affermò Adrienn. I due si raggiunsero e si diedero cordialmente la mano, mentre Vera e i suoi compagni osservavano da poca distanza, e il Flabebè di Vera inclinava la testa incuriosito.

Radomus sorrise cortesemente e continuò il discorso. "MI fa piacere. Comunque, mettendo da parte i preamboli, il motivo per cui mi trovo qui in questo momento consiste nel ritrovare la mia Pokemon, una Gardevoir parlante che risponde al nome di Gossip Gardevoir. Ho delle buone ragioni di pensare che lei si trovi qui." spiegò. "Vi sarei molto grato se poteste aiutarmi a ritrovarla."

L'espressione di Adrienn, pur rimanendo tranquilla, si fece più cupa. "Questo... temo di non poterlo fare, signor Radomus. Vede... Padre Elias, la guida spirituale di questo luogo, mi ha parlato molto di lei, e temo che non si sia espresso in termini molto lusinghieri." spiegò.

"Oh?" chiese Radomus, fingendo di essere sorpreso. "E, se non sono indiscreto, posso sapere cosa ha detto di me il reverendo Padre Elias?"

Adrienn sembrò a disagio per un attimo, mentre Angela armeggiava con una Pokeball, dando l'impressione di essere impaziente di gettarsi nella mischia. Poi, dopo qualche attimo di silenzio, il giovanotto dai capelli bianchi decise di dire chiaro e netto come stavano le cose. "Beh... mi ha parlato del fatto che lei avrebbe fatto il lavaggio del cervello a sua figlia Luna dopo averla rapita, e le abbia fatto credere di essere figlia sua invece che del reverendo padre." affermò. "Per quanto riguarda la sua Gardevoir... temo di doverle comunicare che ha espresso il desiderio di non tornare più da lei. Dice che è stata maltrattata, e non vuole più essere la sua Pokemon."

Radomus apparve vagamente sorpreso, e una delle sue sopracciglia guizzò verso l'alto in un gesto di dubbio. "Prego?" chiese, senza scomporsi.

"Quello che stiamo dicendo, è che la sua Gardevoir non vuole più avere lei come allenatore, signor Radomus." rispose prontamente Angela. "E... se la cosa detta da noi non la convince, perchè non lo chiede direttamente a lei?"

Non appena la sacredotessa dai capelli verdi smise di parlare, la Gardevoir in questione apparve accanto a lei in un breve baluginio di luce bianca, e abbassò la testa in un gesto di saluto che a Vera apparve forzato...

"Sì, è così." disse l'elegante Pokemon Psico/Folletto, rivolgendosi direttamente al gruppo di Vera. "Io... ho sempre avuto troppa paura di Radomus per dirlo apertamente, ma... adesso so che la Chiesa d'Alfa mi proteggerà da lui, non è vero? Soprattutto tu, Adrienn... ho visto che sei una persona buona e di cui ci si può fidare."

"Sì, è così, Gossip Gardevoir. Con me sei al sicuro." rispose il giovane misterioso, una mano appoggiata gentilmente sulla spalla della Pokemon. "Io non ho intenzione di restarmene in disparte e di lasciar perdere una persona che maltratta i suoi Pokemon."   

Vera non riusciva a credere alle sue orecchie. Questo modo di comportarsi da parte di Gossip Gardevoir era completamente diverso da quello che lei aveva visto al maniero Vanhanen. La Gossip Gardevoir che aveva visto lei... era una Pokemon che si fidava al cento per cento del suo allenatore ed era pronta a fare qualsiasi cosa per lui, e inoltre era una grande amica di Luna. E ora se ne stava lì, dicendo che non voleva più essere la sua Pokemon e voleva passare dalla parte della Chiesa d'Alfa? No, non poteva essere lei quella che parlava... doveva esserci qualche trucco dietro. Anche se la conosceva solo da pochi giorni, Vera era sicura che qualcosa non andasse... e aveva l'impressione che anche Drew, Ritchie, Sparky e Flabebè la pensassero allo stesso modo.

Per quato riguardava Radomus, non sembrava per nulla scosso da quello che aveva sentito, e si limitò a fare un sorriso arguto, e a sistemarsi il cappello da investigatore sulla testa. "Hohoo... quindi è così che stanno le cose. Interessante." rispose. "Quindi, mia cara Gossip Gardevoir... stai dicendo che davanti a me hai sempre e soltanto fatto finta di essere una Pokemon devota ed affettuosa?"

"Certamente." rispose prontamente Gossip Gardevoir. "Ho sempre odiato stare con te!"

"Ma... ma questo non ha senso!" esclamò Ritchie. "Quando ti abbiamo incontrato al maniero del signor Radomus, sembravi così contenta..."

"Pika pika!" esclamò Sparky, rinforzando quello che il suo allenatore aveva detto.

Gossip Gardevoir scosse la testa. "Era tutta una recita! In teoria, una Gardevoir come me dovrebbe essere sempre in armonia perfetta con il suo allenatore... ma come possso fare, con una persona come lui? Con tutte le cose orribili che ha fatto? Non si prende cura di me, e mente in continuazione... e ho visto con i miei occhi come ha usato i suoi Pokemon Psico per fare il lavaggio del cervello a Luna! La verità... è che sono stata felice quando la Chiesa d'Alfa mi ha finalmente liberata da lui!"

"La sta ascoltando, signor Radomus?" incalzò Angela, con un sorrisetto sinistro sul volto, e una luce di fanatismo negli occhi. "Non credo che ci sia bisogno di altro... la vostra Gardevoir sta dicendo tutto quello che c'è bisogno di sapere su di lei! E voi, piccoli atei... avete sentito che razza di persona è questo Radomus? Una persona crudele e violenta, che fa del male ai Pokemon!"

"Non possiamo tollerare una persona così crudele da maltrattare una Pokemon dolce come Gardevoir." continuò Adrienn. "Non solo la proteggeremo, ma aiuteremo Padre Elias a recuperare sua figlia e le proprietà che gli sono state rubate."

"Flabebè!" esclamò il Flabebè di Vera con tono confuso e incredulo.

Ma non sarebbero certo bastate le parole di una fondamentalista qualsiasi a convincere Vera. La ragazzina di Hoenn scosse la testa e guardò dritto negli occhi Angela prima di rispondere a tono. "Non le credo. Non credo a nulla di quello che dite!" esclamò Vera con decisione. "Io ho visto Gossip Gardevoir con i miei occhi, mentre ci allenavamo al maniero del signor Radomus. Ho visto con i miei occhi che vuole bene al suo allenatore e alla sua figlia adottiva! Le avete fatto qualcosa per costringerla a dire quello che volete, vero? E poi... cosa sono queste proprietà rubate di cui state parlando?"

"Dovete saperlo senz'altro." affermò Angela, quasi trionfante. "Dopotutto... è quella Collanasmeraldo rubata che la vostra amichetta Ortilla porta sempre con sè. Quella che ha ricevuto da Luna, dietro ordine di questo individuo malvagio." Indicò Radomus con uno sguardo da predatore. "E non solo quello... ci sono anche l'Anellorubino, il Braccialezaffiro e la Tiarametista. Tutti oggetti di legittima proprietà della Chiesa d'Alfa e di Sua Eminenza Padre Elias."

"E immagino che in questo momento, la Collanasmeraldo sia ancora nelle mani della vostra amica." rispose Adrienn. "Se è così... per favore, siete pregati di andarvene da questo posto, e tornare soltanto quando avete intenzione di restituire la Collanasmeraldo e Luna a Sua Eminenza Padre Elias. Finchè il signor Radomus non si sarà deciso a fare così, temo che non ci possa essere un punto d'incontro tra noi."

"No, aspettate un momento." cercò di intervenire Drew. "Tutto questo è sospetto. Non mi avete convinto per niente..."

Gossip Gardevoir si voltò dall'altra parte, per nulla intenzionata ad ascoltare oltre, e sia Adrienn che Angela si tennero vicini a lei mentre usava Teletrasporto per andarsene. Il ragazzo dai capelli bianchi chinò la testa per salutare, mentre Angela rivolse al gruppetto un ghigno di trionfo un attimo prima di scomparire davanti al gruppo, lasciando tutti di stucco... tranne Radomus, che restava calmo e tranquillo, come se avesse già un'idea di cosa stesse accadendo.

"Tsk... niente da fare, se ne sono andati." disse Drew scuotendo il capo. "Ma... Vera ha ragione, ci sono parecchie cose che non tornano qui. E' vero che conosciamo il signor Radomus solo da pochi giorni, ma non credo proprio che sia il tipo di persona che quelli della Chiesa d'Alfa descrivono."

"Flabebè!" esclamò Flabebè, per poi prendere il volo dalla spalla di Vera, e indicare in direzione della cattedrale. "Fla fla flabe!"

"Aspetta, Flabebè, non gettiamoci all'inseguimento così alla leggera!" rispose Vera. "Prima dobbiamo pensare ad un piano... dobbiamo cercare di scoprire cosa ha fatto la Chiesa d'Alfa a Gossip Gardevoir."

Radomus annuì. "Sono d'accordo con la signorina Vera." rispose. "Credo che questo mistero sarà interessante da districare. Prego, venite... cerchiamo un modo per entrare di soppiatto in quella specie di cattedrale."

Flabebè disse di sì con la testa e si sollevò in aria per un breve tratto, in modo da poter sorvegliare meglio i dintorni. Vide che in lontananza c'era in effetti qualcosa... delle sagome nere che si nascondevano tra i cespugli e le magnifiche decorazioni del giardino. Non erano Pokemon che lui riconosceva, ma non davano l'impressione di essere raccomandabili... presumibilmente, erano stati addestrati dalla Chiesa d'Alfa per fare la guardia al loro quartier generale. "Flabe! Flabebè!" esclamò indicando il punto in cui aveva visto i Pokemon con una delle sue corte braccia.

"Pikachu?" chiese Sparky. Fece un cenno con la testa, e si rivolse al suo allenatore. "Pika pika chu, pika!"

"Sì, immaginavo che avessero dei guardiani... cerchiamo di avvicinarci con attenzione, ragazzi. Mi sa che la Chiesa d'Alfa ha preso delle precauzioni niente male per difendere il loro quartier generale." rispose Ritchie. Drew, Vera, Radomus e Flabebè fecero un cenno per dire che avevano capito, e si incamminarono lungo il sentiero da cui era venuta Angela, in cerca di un posto da cui avrebbero potuto intrufolarsi nella grande cattedrale...

 

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Padre Elias aprì gli occhi, ancora una volta distratto dalla sua preghiera. Nonostante le esortazioni di Adrienn e di Angela, e quello che aveva detto Gossip Gardevoir, gli intrusi avevano deciso di continuare sulla loro strada. Evidentemente, era il caso di prendere in mano la situazione...

"Quegli eretici restano perduti nell'oscurità. Non crederebbero al verbo del sommo Arceus nemmeno se Egli li colpisse con il suo Giudizio." disse tra sè, mettendo a posto la sua veste talare e alzandosi lentamente. Vedendo che l'altro dei suoi diretti collaboratori era appena entrato nella grande sala, la testa leggermente chinata in segno di umiltà, il sacerdote dai capelli bianchi si rivolse a lui. "Fratello Pius. Credo che sia necessario che anche noi facciamo la nostra parte."

"Ero venuto appunto per chiedere consiglio a lei, reverendo padre." rispose Pius. "Dobbiamo evitare che quei miscredenti portino il nostro gregge sulla via della perdizione. A questo scopo, ho fatto in modo che si trovino davanti delle prove che solo dei veri credenti potranno superare."

"Eccellente. Ma non sottovalutare la diabolica astuzia dei servitori del maligno." affermò Elias. "Ascoltami, fratello Pius. Tu ed Angela vi occuperete di loro nel caso dovessero penetrare nel nostro sancta sanctorum. Percepisco che quella ragazzina di nome Vera Maple possiede un potere che per noi sarà pericoloso. Mi occuperò io stesso di lei, se dovesse superare le prove che tu hai disposto."

"Ho sentito ed obbedisco, Vostra Eminenza." rispose calmo Pius, ed estrasse dalla sua hakama una Pokeball decorata con dei simboli sacri. Dopo aver controllato che tutte le sue Pokeball fossero al loro posto, in un risvolto nascosto ma a portata di mano dei suoi ampi pantaloni, il sacerdote fece un altro inchino rispettoso a Padre Elias, e si allontanò con passo lento e sicuro, lasciando il suo superiore alle sue considerazioni.

"Sarà bene che mi prepari anch'io." disse Elias tra sè. "Quel blasfemo, Radomus, crede di poter entrare nella casa del sommo Arceus, e prendere ciò che appartiene al padre di tutti noi? Con la benedizione divina, gli mostreremo quale terribile errore ha commesso."

 

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"Credo di aver trovato un'ingresso..." disse Ritchie, avvicinandosi con prudenza ad una porta sulla fiancata est della grande cattedrale - una grande porta in legno rinforzato, sulla quale era incisa una X le cui "braccia" erano di vari colori - uno rosso, uno blu, uno verde e uno viola. Il ragazzino di Kanto immaginò che volessero in qualche modo rappresentare le Quattro Chiavi che tutti stavano cercando in quella situazione. Sparky si avvicinò alla porta e si caricò per un istante, pronto a lanciare una scarica elettrica nel caso ci fosse stato qualche pericolo dietro la porta.

Il gruppo si riunì rapidamente davanti alla porta, e quando Radomus diede il via, Ritchie spinse leggermente i battenti. Con uno scricchiolio sinistro, la pesante porta di legno si aprì e fece penetrare una sciabolata di luce all'interno, rivelando che si trattava di una piccola stanza dalle pareti di marmo verdino, completamente spoglia tranne che per quattro piedistalli in marmo più scuro, posti ognuno ad un angolo della stanza. Tre di questi piedistalli ospitavano ciascuno la statua di un Pokemon - un Chimchar, un Monferno ed un Infernape, disposti in modo che lo sguardo dei Pokemon si incrociasse al centro della sala, in corrispondenza di una sorta di pentacolo inciso sulle piastrelle di marmo bianco-verdino del pavimento. Esclusa la porta dalla quale stavano entrando, non sembrava esserci alcuna via d'uscita da quella strana stanza...

"E questo... che posto è mai?" si chiese Drew, andando poi ad esaminare il piedistallo vuoto. Notò quasi subito che c'era scritto qualcosa su una faccia del blocco di pietra, e si chinò in modo da leggerlo meglio.

 

LUCE DIVENTA BUIO, BUIO DIVENTA LUCE

LA VERITA' SFUMA, DISTORTA IN MENZOGNA

OGNI POTERE A MODO SUO TENTA

DI IMPRIMERSI NEL CUORE INNOCENTE

CHI E' NELLA LUCE, SOLO DICE IL VERO

CHI NELLE TENEBRE, SOLO IL FALSO

IL DIVINO SA DISTINGUERE GIUSTO E SBAGLIATO.

MENZOGNE E VERITA'.            

 

"Ehm... se non altro, non si può dire che questa filastrocca non sia altisonante. Peccato che non mi sembra avere molto senso..." commentò Vera, mentre un comico gocciolone di sudore le scendeva dalla testa. "Che cosa dovrebbe voler dire? E' un modo per suggerire come proseguire da qui?"

"Certo, è un puzzle alquanto insolito." affermò Radomus. "Prima di tentare qualsiasi cosa, perchè non esaminiamo quelle statue? Magari scopriamo qualcosa che ci aiuta a proseguire."

"Flabebè..." disse il Flabebè di Vera. La ragazzina castana disse di sì con la testa al nuovo acquisto della sua squadra, poi fece un cenno a Drew e Ritchie, e ognuno di essi andò a dare un'occhiata ad una delle statue di Pokemon che decoravano la stanza. Vera si diresse verso la statua di Monferno, diede un'occhiata lì attorno, e infine notò le iscrizioni incise su uno dei lati del basamento.

"Allora, vediamo un po' cosa dice... Chimchar ed Infernape sono entrambi sprofondati nelle tenebre..." disse Vera, leggendo quello che era scritto. Sotto la scritta, la bambina vide una piccola leva posta in posizione neutra, che poteva essere spostata a destra o a sinistra, in corrispondenza di due simboli che rappresentavano uno il sole, e l'altro la luna.

"Sotto la statua di Infernape c'è questa scritta... Chimchar non dice che menzogne. Anche Monferno è preda delle tenebre. E poi, c'è una levetta con due simboli del sole e della luna." Drew lesse quello che c'era scritto sotto la statua della forma evoluta finale, mentre Ritchie diede un'occhiata alla dicitura sotto la statua di Chimchar.    

"Anche qui vedo una strana iscrizione, e una levetta... e la scritta dice che Monferno dice sempre la verità, mentre Infernape si è votato alle tenebre." disse Ritchie. Con un sospiro, il giovaneallenatore si alzò e si voltò di nuovo verso i suoi compagni. "Certo, non si può dire che questo indovinello sia molto chiaro, ma mi sembra di capire che, in base a quello che leggiamo su ogni piedistallo, dobbiamo capire quali Pokemon sono dalla parte della luce, e quali da quella delle tenebre."

"E queste levette... servirebbero a segnare da quale parte pensiamo che si trovino questi Pokemon." disse Vera, indicando la levetta corrispondente alla statua di Monferno.

"Capisco... capisco... hmm, un indovinello piuttosto intrigante. Ci devo pensare su." fu il commento di Radomus, che iniziò subito a fare delle ipotesi nella sua mente. "Interessante notare che questi signori della Chiesa d'Alfa ragionano in modo assolutistico. Luce e tenebre. Bianco e nero. Verità e menzogna. Giusto e sbagliato. Ma... è davvero questo il modo migliore di vedere le cose? A volte ciò che sembra sbagliato diventa giusto. A volte il bianco e il nero si sfumano tra di loro. E per andare avanti, potrebbe essere prima necessario tornare indietro... ma non perdiamoci in tante disquisizioni, e cerchiamo di risolvere questo puzzle."

"Flabebè..." disse Flabebè, sentendosi girare le testa. Non erano esattamente dei ragionamenti che era in grado di seguire...

Anche Vera e i suoi compagni stavano cercando di pensare a come risolvere quel problema. "Lei... ha già un'idea di come fare, signor Radomus? Siamo in grado di trovare la risposta giusta, con gli elementi che abbiamo in questo momento?" chiese la bambina castana. Anche lei stava cercando di fare mente locale, ma non era sicura di stare seguendo il ragionamento giusto.

Radomus si sfregò il mento, ragionando su quello che i ragazzi gli avevano detto... e cercando di giungere a delle conclusioni logiche. "Allora... io direi che in questo caso, è meglio esaminare gli elementi uno alla volta." rispose infine. "Vediamo un po'... partiamo intanto dall'assunzione che solo Chimchar stia dicendo la verità. Dice che Monferno dice il vero, e Infernape mente. Monferno, però, dice che sia Chimchar che Infernape mentono." ragionò a voce alta. "Qui c'è... una contraddizione. Non può essere che solo Chimchar stia dicendo la verità. Ora... immaginiamo che solo Monferno dica il vero. Dice che entrambi mentono, ma se fosse così, ci sarebbe una contraddizione, perchè Infernape direbbe il vero dicendo che Chimchar mente. Scartiamo anche questa ipotesi."

"Accidenti, che capacità di ragionamento logico..." commentò stupito Ritchie. "Del resto... immagino che sia il caso di aspettarselo, da un campione di scacchi."

Senza distrarsi, Radomus continuò a dissertare il problema. "Ora, se ipotizziamo che solo Infernape stia dicendo la verità... dice che gli altri due mentono. Sia Chimchar che Monferno, a loro volta, dicono che Infernape mente... quindi, ipotizzando che sia solo lui a dire la verità, non c'è contraddizione. Sì, ho già la soluzione. Infernape è allineato con la luce, Chimchar e Monferno con le tenebre. Sistemate pure le levette in maniera corrispondente."

"Ah... certo! Facciamo subito!" esclamò Drew, anche lui impressionato dalle capacità di deduzione del maestro di Pokemon Psico. I tre ragazzi spostarono le levette nelle posizioni che Radomus aveva indicato... e subito dopo, si sentì un forte rumore di pietra che strideva, e il pentacolo sul pavimento si illuminò, emanando una tenue luce bianca. Vera e i suoi compagni sentirono, per qualche istante, una musica calma e rasserenante che si diffondeva nella stanza, segno che quella era la soluzione all'indovinello.

"Wow! Impressionante! Hai visto, Flabebè? Sembra che abbia funzionato!" esclamò Vera entusiasta. Le parole di Vera si dimostrarono vere quando, un istante dopo, una lastra di pietra sul muro a nord della stanza si mosse lentamente, dando accesso ad un passaggio segreto che portava ancora più in profondità nel quartier generale della Chiesa d'Alfa. "Signor Radomus, è stato fantastico! La vostra deduzione è stata... infallibile!"

"E' tutta questione di prendere le cose con un certo distacco, non farsi prendere dalla fretta... e ragionare. Dicono che solo chi è illuminato può risolvere questo puzzle. Ma sinceramente, mi sembrano tutte sciocchezze. Chiunque sia in grado di ragionare con un po' di lucidità può giungere alla conclusione giusta, non c'è bisogno dell'intervento divino." commentò Radomus con un certo orgoglio. "In ogni caso, quello che conta in questa situazione è che siamo riusciti a risolvere questo puzzle. Andiamo avanti, ma con prudenza."

"Pika pika!" squittì Sparky, dando una rapida occhiata al passaggio segreto e drizzando le orecchie in modo da captare ogni minimo rumore proveniente da lì. Come immaginava, c'era qualcosa, o qualcuno, alla fine di quel passaggio, e il Pikachu con il ciuffo si voltò per avvertire Ritchie e gli altri. "Pikachu!"

"Sei sicuro, Sparky?" chiese Ritchie andando a recuperare il suo compagno. Il Pokemon Elettro mosse la sua coda a fulmine in un segno di conferma, e Ritchie disse di sì con la testa per poi riportare l'avvertimento anche al resto del gruppo. "Sparky dice che sente la presenza di qualcuno, alla fine di questo corridoio. Credo che dovremo tenerci pronti ad una lotta."

"Okay... certo, non possiamo aspettarci che la Chiesa d'Alfa ci stenda un tappeto rosso!" affermò Drew con una risata a denti stretti. "Comunque, da qui non vedo altra via d'uscita. Se vogliamo scoprire cosa è successo a Gossip Gardevoir, e svelare i misteri della Chiesa d'Alfa, tutto quello che possiamo fare è seguire questa strada."

"E allora... incamminiamoci." concluse Vera, aggiustandosi il cerchietto che portava tra i capelli. "Piuttosto, stiamo attenti alle trappole. Flabebè... mi spiace doverti chiedere questo, ma... puoi dare un'occhiata anche tu?"

"Bebè!" rispose prontamente il dolce Pokemon Folletto, tenendosi in aria a pochi passi da Vera mentre il gruppo si incamminava in una fila ordinata e seguiva il passaggio segreto.

L'angusto corridoio si estendeva per una distanza maggiore di quanto non fosse sembrato all'inizio, e il gruppo dovette camminare a lungo prima che si potesse vedere una luce alla fine. Sparky si tenne pronto, caricando le guance... e attese un istante, facendo cenno al resto del gruppo di tenersi pronti, prima di fare un balzo fuori dalle ombre, pronto ad affrontare qualsiasi agguato!

E l'agguato, come avevano previsto, arrivò.

Nel momento in cui Sparky uscì dal corridoio, numerosi Pokemon dall'aspetto strano ed inquietante si scagliarono all'attacco, i corpi neri e lucidi modellati in modo da assomigliare a lettere dell'alfabeto, ognuno con un singolo occhio inespressivo che fissava il bersaglio davanti a loro!

"Un gruppo di Unown!" esclamò Vera. "Sparky, Ritchie, fate attenzione! Non sono troppo forti da soli, ma se sono in tanti..."

"Flabebè!" esclamò Flabebè, volando in aiuto di Sparky. Gli Unown iniziarono a scagliare i loro attacchi Introforza, sotto forma di raggi di energia multicolore dai loro occhi... ma Sparky era pronto a reagire, e si spostò con un balzo un attimo prima che una raffica di laser atterrasse nel punto dove si trovava! Si caricò per un attimo, e poi sprigionò un attacco Fulmine che investì gli Unown più vicini, facendoli vibrare per un attimo per lo shock, prima di farli cadere a terra privi di sensi. Alcuni degli Unown più lontani, senza perdere tempo, cercarono di anticipare dove sarebbe atterrato, e puntarono i loro occhi in quella zona, ma Flabebè era già partito all'attacco, e scagliò un attacco Ventodifata: fece volteggiare il fiore che teneva tra le mani, e fece partire una raffica di vento intriso di particelle rosate contro gli avversari, colpendo due di loro e facendoli barcollare all'indietro! Uno dei due Unown colpiti cadde a terra esausto, mentre l'altro cercò di ritirarsi e si riunì con altri tre Unown, che cercarono di eseguire un fuoco incrociato ai danni di Flabebè. Ma il folletto fluttuante, dopo un istante di paura, si diede da fare per scansare la raffica di colpi, e riuscì ad evitarla per un pelo, prima di lanciare un nuovo attacco contro i suoi avversari.

"Bravo, Flabebè! Adesso usa il tuo attacco Frustata! Afferrane uno e scaglialo contro gli altri!" ordinò Vera, cercando di mettere fuori combattimento gli Unown il prima possibile. Flabebè obbedì rapidamente ed estese due liane che avvinghiarono i due Unown più vicini. Poi, li sollevò in aria e li scagliò con decisione verso altri due Unown, facendoli cadere come birilli!

"Sembra che se la stiano cavando bene... ma non lascio certo tutto il divertimento a loro!" affermò Drew. "Okay, Masquerain! E' il momento di dare un po' di spettacolo!"

"Tocca a te, Pupitar!" esclamò Ritchie, mandando in campo il Pokemon crisalide che si materializzò accanto al Pokemon Occhi di Drew. "Presto, Pupitar! Attacca con Frana!"

"Masquerain! Manda via quegli Unown con Ventargenteo!" ordinò Drew.

I due Pokemon lanciarono assieme i loro attacchi, con Pupitar che creò una raffica di pietre grandi come pugni sopra un gruppo di Unown, e le fece cadere con potenza e precisione sopra gli inquietanti Pokemon alfabetici... mentre Masquerain agitò ritmicamente le ali e scagliò contro i nemici rimanenti una scarica di vento accompagnato da numerosi proiettili energetici a forma di falci di luna. Gli Unown cercarono di disperdersi in un istante di caos, e alcuni vennero raggiunti dagli attacchi, finendo al tappeto o fortemente indeboliti. Un raggio di energia scagliato da un Unown sfiorò il piccolo Flabebè, ma il Pokemon folletto, dopo aver lanciato una breve esclamazione di paura, riuscì a rimettersi in guardia senza problemi.

"Flabebè! Attacca con Fogliamagica!" esclamò Vera. Ancora una volta, Flabebè brandì il suo fiore e lo fece roteare per creare una raffica di foglie di luce verde che sfrecciarono verso un Unown nemico, colpendolo senza possibilità di errore, e facendolo indietreggiare. Scioccati dalla resistenza che gli intrusi stavano opponendo, gli Unown cominciarono a ritirarsi, permettendo al gruppo di entrare nella stanza mentre Sparky mandava via quei pochi che ancora resistevano a forza di scariche elettriche.

"Okay... sembra che siamo finiti in qualche altra ala della cattedrale... o forse dei suoi sotterranei." disse Radomus guardandosi attorno. Era una stanza lunga e relativamente stretta, con degli antichi mosaici abbastanza danneggiati a decorare le pareti, composte principalmente di marmo verdino maniacalmente lucidato. Al lato opposto della stanza, si trovavano altre tre statue di Pokemon, rappresentanti un Cleffa, un Clefairy e un Clefable, tutte poste in una fila ordinata accanto alla parete istoriata... e anche in questo caso, c'è un piedistallo vuoto sul quale c'era scritto qualcosa. "Vediamo un po'... questo è un altro indovinello per determinare se siamo degni di passare, vero?"

"Precisamente." rispose una voce severa e profonda che veniva da un altro passaggio vicino alle tre statue. Si sentì un lieve rumore di passi, e Pius apparve dal passaggio e si piazzò accanto alle raffigurazioni della linea evolutiva di Cleffa. "Vedo che siete già riusciti a risolvere il primo dei puzzle. Questa non è certo cosa da poco. Però... sono sorpreso di vedere che molti di voi sono dei bambini. Dei ragazzi. E' alquanto spiacevole che delle persone come voi siano rimaste coinvolte in quella che dovrebbe essere una questione tra adulti. Tuttavia, vi do il benvenuto nel nostro luogo più sacro. Il potere e la gloria del sommo Arceus si sentono ovunque, in questa cattedrale, e credo ne abbiate voi stessi avuto prova."

"Chi è lei, signore?" chiese Vera. Lei e Flabebè continuavano a tenere d'occhio gli Unown nel caso i Pokemon alfabetici tentassero di attaccare di nuovo. Un paio di Unown avanzò repentinamente verso il gruppo, ma il Masquerain di Drew li bloccò sul tempo, fissandoli minaccioso con gli occhi posti sulle sue ali. "Lei è un membro della Chiesa d'Alfa, certamente... ma come mai si è sentito in dovere di venirci ad accogliere, se non per fermarci?"

"Il mio nome è Pius, e per quanto sia chiamato il braccio destro di Sua Eminenza Padre Elias, sono solo un umile servitore del sommo Arceus, padre di tutti noi." rispose l'uomo, facendo un inchino al gruppo che lo guardava con stupore. "Malgrado le parole che voi stessi avete sentito da quella Gardevoir, voi vi ostinate ad andare fino in fondo, e a cercare di sottrarla alla via della luce. Quale motivo potreste avere per fare tutto questo?"

"Immagino che lei lo sappia già, santità." affermò Radomus, pensando che fosse più sensato porsi con gentilezza e diplomazia. Per quanto fosse un membro della Chiesa d'Alfa, quel Pius pareva abbastanza ragionevole. "Riteniamo che le cose non siano esattamente come appaiono... e dovremmo parlarne direttamente al vostro superiore, questo Padre Elias di cui lei parla."

Pius corrugò la fronte. "E' dunque così? Comprendo il vostro scopo... e non  posso dire di non simpatizzare, almeno in parte." rispose. "Detto questo, non posso permettervi di passare. Non finchè non avrete risolto questo enigma, che dimostrerà se davvero godete del favore del grande Arceus. Che i tre giovani si cimentino dunque in questa prova."

Vera, Flabebè, Drew, Ritchie e Sparky si fecero dubbiosi. "Noi tre, signor Pius?" chiese Ritchie. "E per quanto riguarda il signor Radomus?"

"Mi sembrerebbe strano che non ci sia nessun ruolo da recitare per il sottoscritto." affermò il maestro di scacchi, il cui modo di fare cortese ed accomodante non era venuto meno.

Pius provvide a dare una risposta. "Effettivamente è così." disse, mostrando una Pokeball che teneva ben stretta in una mano. Rivolse uno sguardo di sfida a Radomus, e si fece avanti. "Signor Radomus... in nome del grande Arceus, io vi sfido ad un incontro di Pokemon."                                

 

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CONTINUA...

 

 



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Capitolo 63
*** Adrienn indeciso ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 63 – Adrienn indeciso

Radomus, come probabilmente era lecito aspettarsi, non si era preoccupato quando si era sentito arrivare una sfida da parte di Pius. Mantenendo il suo atteggiamento tranquillo e razionale, il maestro di scacchi restò a guardare il sacerdote che si avvicinava. Entrambi avevano già tirato fuori una Pokeball, e si stavano osservando a vicenda, come a volersi studiare prima dello scontro.

“Uno scontro con il sottoscritto… eminenza?” chiese retorico Radomus, l'ultima parola tinta di sarcasmo. “Per me non c'è nessun problema. Anzi, sa che le dico? Lascio a lei la prima mossa. Mandi pure in campo il suo primo Pokemon, sarà sicuramente una battaglia interessante.”

Pius corrugò la fronte in segno di confusione ed irritazione. L'atteggiamento del suo avversario lo lasciava interdetto, e non comprendeva come Radomus potesse essere così tranquillo anche in una situazione così difficile. “Mi sembra che lei… stia sottovalutando la Chiesa d'Alfa.” Affermò. “Si pentirà di aver sfidato la volontà del sommo Arceus, padre di tutti noi. Egli è misericordioso e infinitamente generoso con chi segue le vie del giusto… ma chi lo rifiuta, dovrà ben presto pentirsi del suo errore. Vieni a me, Noctowl.”

Pius lanciò la sua prima Pokeball, che si aprì con uno scatto metallico, e fece uscire un Pokemon simile ad un grosso gufo dai grandi occhi celesti, ricoperto di un folto piumaggio scuro che si allungava sulla coda e sulĺe ali. Il suo sguardo era reso più intenso e penetrante da un paio di piume più lunghe che facevano da sopracciglia, e le sue zampe erano armate di corti artigli bianchi. Con un verso cupo, il Pokemon gufo si mise in sospensione accanto a Pius, che gli fece cenno di tenersi pronto.

“Scelta interessante. Di solito, quando un allenatore manda in campo un Noctowl, è perché sa quello che sra facendo. Mi permetta quindi di rispondere con un Pokemon altrettanto portato alla strategia.” Affermò Radomus. “Prego, Slowking, tocca a te fare la prossima mossa.”

Slooowking…” L’evoluzione alternativa di Slowpoke si preparò a quello che si preannunciava  come uno scontro interessante, invitando Noctowl a combattere con un sorriso in apparenza melenso.

Vera sembrava preoccupata per il maestro di scacchi, e cercò di raggiungerlo, prima di essere trattenuta da Drew, che le prese una spalla e le fece cenno di concentrarsi sulle tre statue di Cleffa, Clefairy e Clefable che si trovavano al lato opposto della sala. “Aspetta, Vera… non è il caso di intromettersi nel loro scontro… per il momento, cerchiamo di risolvere questo indovinello, e di raggiungere la parte più interna della cattedrale.”

“Drew!” esclamò Vera, non nascondendo una certa ansia. “Ma ne sei sicuro? Non pensi che dovremmo cercare di dare una mano al signor Radomus?”

“Secondo me, lo aiuteremo di più andando avanti e lasciando che si occupi lui di quell'uomo.” Rispose prontamente Drew. “Piuttosto, perché non andiamo a dare un'occhiata a cosa c'è scritto su quelle statue? Se dobbiamo risolvere l'indovinello, sono queste che ci danno le indicazioni.”

Vera diede una rapida occhiata a Pius e Radomus che si apprestavano a iniziare lo scontro. Noctowl e Slowking avevano già tentato un attacco, che però si era risolto in un nulla di fatto… e il maestro di scacchi rivolse per un istante lo sguardo a Vera, e le disse di sì con la testa. La ragazzina di Hoenn rispose allo stesso modo e, senza che Pius tentasse nulla per fermarla,  raggiunse i suoi compagni nel punto dove la stavano attendendo, davanti alle statue della linea evolutiva di Cleffa.

“Va bene… scusate, ero preoccupata per il signor Radomus. Ma penso che se la caverà.” Affermò Vera, per poi dare un'occhiata all'iscrizione più vicina, quella della statua di Clefairy. “Allora, vediamo un po' cosa dice… ehm… dice che Clefable si è dato all' oscurità, mentre Cleffa continua a camminare nella luce.”

“E l'iscrizione sotto Cleffa dice qualcosa di molto simile.” Disse Ritchie, mentre lui e Sparky leggevano quello che era scritto sotto la statua del piccolo Pokemon Folletto. “Dice che… Clefairy dice il vero, mentre Clefable è figlio delle tenebre.”

Pikachu…” disse Sparky, un po' confuso. Questi indovinelli lo lasciavano sempre alquanto interdetto, ma come diceva Radomus, c'era sempre un modo di risolverli usando il cervello. Ora, tutto stava nel capire come bisognava ragionare per risolvere questo problema…

“Infine… ecco cosa dice la statua di Clefable.” Disse Drew, apprestandosi a leggere quello che c'era scritto sotto la statua della forma evoluta finale. “Allora… dice che Clefairy dice sempre la verità, ma Cleffa è un bugiardo.”

Vera sospirò e cominciò a pensare all'indovinello, cercando di usare la stessa strategia che Radomus aveva impiegato in precedenza per risolvere un puzzle simile. “Okay… proviamo a ragionarci su. Sia Cleffa che Clefable dicono che Clefairy dice sempre la verità. Quindi… io partirei da questo presupposto. Immaginiamo che Clefairy dica sempre il vero, e allora Cleffa dica a sua volta sempre la verità, e Clefable il falso… hmm…”

“Allora, se Cleffa dice sempre la verità… beh  nulla di quello che dice contrasta con quello che dice Clefairy.” Affermò Ritchie, cercando di applicare quello che aveva detto Radomus. “Ma… cosa significherebbe se sia Clefairy che Cleffa dicessero il falso?”

“Hm… fammici pensare…” disse Drew, strizzando un occhio nel momento in cui un potente attacco da parte del Noctowl di Pius fece cadere a terra lo Slowking di Radomus. Stava cercando di concentrarsi e trovare una soluzione ad ogni possibile opzione, ma la concitata situazione e lo stress non gli permettevano di ragionare troppo lucidamente. “Accidenti, non è tanto facile. Restare distaccati e razionali… sì, come consiglio è anche giusto, ma non serve a molto se non riesco a…”

Vera schioccò le dita, colta da una realizzazione fulminea. “Aspetta, Drew! Un momento! Forse ho un'idea di come fare… se sia Cleffa che Clefairy dicessero sempre il falso, vorrebbe dire che Clefable, per esclusione, non può che dire la verità. Però… non ti sembra che ci sia una contraddizione?”

“Cosa?” chiese stupito Drew, per poi fare un rapido ragionamento. “Hm… sì, in effetti è vero. Se Clefable dicesse sempre la verità,  allora anche Clefairy dovrebbe farlo. Siamo giunti ad una conclusione che contraddice i presupposti da cui siamo partiti, quindi… non possono che essere Cleffa e Clefairy i due che seguono le luce! Ma certo!  In effetti non è poi così arduo, una volta che ci si ferma a rifletterci su! Lo sembra soltanto, per il modo in cui è posto il problema.”

“Comunque, adesso segnaliamo quali di questi Pokemon dovrebbero essere nella luce, e quali nell'oscurità.” Rispose Ritchie, tra sé pensando quanto fosse ridicola quella distinzione che la Chiesa d'Alfa faceva. Per quanto lo riguardava, non esistevano Pokemon cattivi, solo Pokemon vittime della cattiva influenza di certe persone. “Abbiamo detto, che Cleffa e Clefairy sono della luce, e Clefable dell'oscurità. Vediamo se il ragionamento è corretto…”

Ritchie, Drew e Vera spostarono rapidamente gli indicatori sul basamento di ciascuna statua, portandoli sull'allineamento che corrispondeva alla probabile soluzione dell'indovinello. Non appena anche l'ultimo segnalatore venne spostato, i ragazzi sentirono un forte rumore di pietra che grattava sulla pietra… e con loro grande sollievo, una sezione di muro dietro a Clefable si spostò, rivelando un passaggio segreto e una piccola rampa di scale che proseguiva ancora più in profondità nella cattedrale della Chiesa d'Alfa.

“Pare che fosse la risposta giusta.” Disse Drew con un sorriso sarcastico. Si voltò a guardare come stesse andando la battaglia tra Pius e Radomus, e vide che per il momento sembravano equivalersi, e che il maestro di scacchi restava come sempre calmo e concentrato. “Ora andiamo. Il signor Radomus penserà a quel tizio della Chiesa d'Alfa. Andiamo a raggiungere Gardevoir.”

“Va bene. Spero solo che il signor Radomus abbia tutto sotto controllo…” affermò Vera, gettando un'occhiata a sua volta allo scontro. Il Noctowl di Pius aveva usato un attacco Eterelama contro lo Slowking di Radomus, sbattendo le ali e scagliando una raffica di proiettili a forma di falce di luna contro l'evoluzione alternativa di Slowpoke, che si difese efficacemente e fu soltanto costretto ad indietreggiare di qualche passo al momento dell'impatto. Vera disse di sì con la testa, augurandosi che tutto andasse bene, e fece cenno ai suoi compagni di andare avanti. “Okay, amici… meglio che ci sbrighiamo. Raggiungiamo il livello inferiore, e spero che non ci siano altri indovinelli come questo.”

La ragazzina castana cominciò a scendere le scale, seguita a ruota dal resto del gruppo, compresi Sparky e Flabebè…

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Il Noctowl di Pius eseguì una rapida schivata laterale ed evitò per un pelo l'attacco Acquadisale che lo Slowking avversario gli aveva scagliato contro. Con un movimento deciso delle ali, il gufo si mise in sospensione, e Pius colse l'occasione per sferrare un attacco poderoso.

“Noctowl, colpisci con Palla Ombra!” ordinò il sacerdote. Il Pokemon gufo creò una sfera di energia oscura sulla punta del suo becco ricurvo, poi la scagliò contro Slowking con precisione impressionante, e a causa della sua lentezza, il Pokemon di Slowking non fu in grado di evitare il colpo, e venne investito e scagliato via di qualche metro… senza però mai perdere quel sorriso melenso che contraddistingue la sua linea evolutiva. Si fermò in piedi a pochi passi dal suo allenatore, che disse di sì con la testa e gli fece cenno di restare in difesa.

“Slowking, adesso usa Mentecalma.” Lo esortò Radomus. Il Pokemon Acqua/Psico chiuse gli occhi e congiunse le mani in un gesto di meditazione, venendo circondato per un istante da un'aura luminosa che venne presto assorbita dal suo corpo.

Pius si rendeva conto che non poteva esitare a lungo, e che avrebbe piuttosto dovuto cercare di concludere quella lotta il più rapidamente possibile. “Hm… Noctowl, cerca di bloccarlo con Ipnosi.” Affermò il sacerdote. Gli occhi del Pokemon gufo si illuminarono, sprigionando una tenue luce azzurrina e cercando di piegare la volontà di Slowking… ma il Pokemon Regale, con soltanto un accenno di difficoltà, distolse lo sguardo e scagliò a sua volta un attacco contro il suo avversario.

“Slowking, ora di mostrare una piccola sorpresa. Attacco Lanciafiamme.” Esclamò Radomus. Per un breve istante, il suo Pokemon abbandonò il suo atteggiamento pacifico, e i suoi occhi si accesero, illuminati di rosso come se dietro di essi ardesse una fiamma! Subito dopo, Slowking alzò la testa, aprì la bocca e scagliò una enorme fiammata scarlatta contro il Noctowl avversario. Quest'ultimo sgranò gli occhi allarmato e cercò di proteggersi come poteva, chiudendo le ali attorno a sé in modo che formassero uno scudo. Il Lanciafiamme investì in pieno il Pokemon gufo, e per alcuni istanti, Noctowl barcollò a mezz'aria… ma alla fine, la sua caparbietà e resistenza ebbero la meglio,  e il Pokemon gufo restò in piedi, anche con le piume un po' bruciacchiate.

“Devo riconoscere che la sua abilità rispecchia quello che si dice di lei, Radomus.” Affermò Pius, mentre con un cenno della mano ordinava a Noctowl di indietreggiare. “È davvero un peccato che una persona come lei, un po' originale, ma sicuramente intelligente e capace, abbia deciso di restare in opposizione alla parola del sommo Arceus. Per quale motivo, mi chiedo io.”

“Non mi fraintenda, Pius, io ho tutto il rispetto che lei può immaginare per il vostro ufficio e per l'abito talare. Molto semplicemente, non ritengo che sia la mia strada.” Rispose il maestro di scacchi. “Penso che ogni creatura, umano o Pokemon che sia, abbia il diritto di pensare da sé alla sua strada, e che non ci sia bisogno di mostrare loro una via giusta da percorrere.”

Per un attimo, Pius guardò verso il terreno, come se le parole di Radomus avessero toccato qualcosa nel suo animo. “Quello che lei dice, Radomus, è meritevole di rispetto.” Affermò il sacerdote di Arceus. “Purtroppo, però,  a conti fatti, non ci si può aspettare che gli esseri umani prendano le decisioni più giuste da soli. Molti di loro smarriscono la strada, facendosi irrettire dalle tentazioni, dalle comodità, dal fatto che percorrere la via del Male è spesso più semplice e meno impegnativo. Mi creda, io ho molta esperienza in proposito. Molte persone che conosco, molti di coloro che ora chiamo fratelli e sorelle… hanno cominciato in questo modo. Pecorelle smarrite che avevano bisogno di guida e di supporto. Io stesso… a tutt'oggi non sono orgoglioso di certe cose che ho fatto in gioventù.”

Pius chiuse gli occhi per un momento, rivivendo quel momento, tanti anni prima… il giorno in cui si era infine reso conto di quanto fosse davvero importante il loro compito.

Il giorno in cui una persona che ora era contento di chiamare amico aveva visto la sua vita sgretolarsi davanti ai suoi occhi…

Anche i Pokemon avevano smesso di combattere, almeno per il momento, e sembravano discutere pacatamente tra loro, come se nulla fosse successo.

Slow… slowking, slow… Slowkiiiing.

Owwwwl, owl… Noctowwwwl…

L'espressione di Radomus si era fatta più seria e pensierosa. Sentire quel sacerdote parlare con tanta malinconia aveva risvegliato in lui dei ricordi che ancora bruciavano a distanza di tempo. Un periodo in cui lui stesso era stato una persona diversa, forse più leggero, meno responsabile, più ingenuo e al tempo stesso più speranzoso, entusiasta… convinto che la sua vita e quella della persona che lui amava sarebbero state diverse…

“Tutti noi abbiamo perso qualcosa, Pius.” Disse infine Radomus, e il suo Slowking annuì solennemente. “Immagino… che se potessi tornare indietro, forse prenderei altre decisioni. O forse no, chi può dirlo. L’uomo è una creatura intelligente, ma non è razionale. Chissà quanti sono i fattori che influenzano le nostre decisioni, e forse di alcuni di questi potremmo anche fare a meno.”

“Sono state queste cose che abbiamo perduto… a farmi capire che l'unica vita degna di essere vissuta, è una vita al servizio del sommo bene che è Arceus.” Continuò Pius. “Viviamo in un mondo transitorio, signor Radomus. Le ombre che questa fioca luce proietta sui muri sono eteree ed intangibili come me e lei. Tutto quello che possiamo fare è affidare le nostre anime alla guida di chi sa più di noi… e il sommo Arceus sa ogni cosa. Solo lui può dare un senso alle nostre vite e guidarci verso qualcosa di meglio.”

Owwwl…” affermò il suo Noctowl con solennità. “Owl, owl…

“Ho l'impressione che lei abbia ricevuto una grande delusione nella vita, che la porta a vedere le cose in questa maniera che non lascia spazio a possibilità per noi semplici mortali.” Continuò Radomus, in parte ammirato e in parte deluso. “Ecco… direi che questo è il punto dove noi non ci troviamo. Non è lei l'unico ad aver perso qualcosa, Pius. E per quanto riporre la fiducia in una divinità piuttosto che in sé stessi… ritengo che sia un modo di pensare che impedisce alle persone di prendere davvero possesso delle loro vite, ed essere davvero libere.”

Il Noctowl di Pius scosse la testa. “Owl… owl owl!” esclamò,  prima di riprendere il volo e lanciarsi nuovamente all'attacco!

“Nessuno è davvero libero finché non fa affidamento all'unico che conosce il vero scopo di tutti noi.” Continuò Pius, riprendendo il controllo della battaglia. “Noctowl… ora attacca con Aeroassalto!”

Il Pokemon gufo scese di colpo in picchiata su Slowking, colpendolo con gli artigli e le ali, e costringendo il Pokemon Regale a farsi indietro vacillando. Ma Slowking non era stato colto di sorpresa quanto poteva sembrare, e Radomus riuscì quasi subito a riprendere in mano lo scontro.

“Slowking… prego, usa Geloraggio.” Rispose Radomus. Un istante dopo, il Pokemon Acqua/Psico si concentrò e i suoi occhi si accesero di un impressionante bianco azzurrino  prima che dalle sue mani scaturisse un rapido e letale raggio di energia congelante, che sfrecciò verso il Pokemon di Pius e riuscì a farlo indietreggiare,  prima di centrarlo in pieno e fargli perdere quota. Non riuscì a metterlo al tappeto, ma la posizione di Pius e Noctowl si fece di colpo peggiore… le piume del Pokemon gufo vennero coperte da un sottile strato di brina, che lo costrinse a scendere a terra.

“Non farti intimorire, Noctowl.” Continuò Pius nonostante tutto. “Ne arriva un altro… usa Volo per evitarlo, e poi Palla Ombra per contrattaccare.”

Come Pius aveva ipotizzato, lo Slowking di Radomus indirizzò contro il Pokemon gufo un altro raggio congelante, facendolo partire dalle sue mani congiunte, e questa volta Noctowl riuscì ad evitare il colpo aprendo le ali e salendo di quota all'improvviso… poi, restando sospeso in aria a diversi metri da terra, vicino al soffitto a cupola del corridoio, creò sulla punta del becco un'altra Palla Ombra e cercò di puntarla contro Slowking…

Sfortunatamente per lui e Pius, il Pokemon Regale non aveva mirato direttamente al suo avversario.

Il raggio congelante era passato sotto Noctowl mentre quest'ultimo prendeva quota, e aveva colpito una sezione di muro che sosteneva il soffitto a volta. Immediatamente, una porzione abbastanza ampia di muro si era congelata, diventando rigida e fragile… e aveva ceduto sotto il peso di quella sezione di soffitto! Questo non era stato sufficiente a far crollare interamente il soffitto, ma aveva avuto l'effetto di far cedere quella sezione e far cadere alcuni grossi pezzi di roccia addosso a Noctowl, che emise un'esclamazione di sorpresa e venne trascinato a terra dalla frana improvvisata, restando per un attimo stordito, e lasciando stupefatto il suo allenatore!

“Mai ripetere la stessa strategia due volte.” Commentò tranquillamente Radomus. “Ecco una lezione che ho imparato dalla mia esperienza sia negli scacchi che nelle battaglie tra Pokemon. Quando l'avversario ripete la stessa tattica, vuol dire che ha qualcosa in mente, e bisogna aspettarsi che farà qualcosa di diverso.”

Noctowl si rialzò un po' a fatica e si scrollò la polvere dalle piume… ma a quel punto, Pius decise che il suo Pokemon ne aveva avuto abbastanza, ed era meglio farlo riposare. “Hm. Devo ammettere che mi ha colto impreparato, Radomus. Un punto a mio sfavore. Ritorna, Noctowl.” Disse l'alto prelato di Arceus, per poi selezionare un'altra Pokeball. “Uno Slowking è sicuramente una sfida più adatta ad un altro tipo di Pokemon, per cui… Comfey, vieni, dobbiamo fare il nostro dovere.”

Questa volta, fu Radomus a mostrare un po' di meraviglia quando il nuovo Pokemon apparve sul campo di battaglia. Si trattava in effetti di una corona di fiori vivente, dal corpo a forma d'anello composto da una striscia di materiale vegetale abilmente intrecciata, con numerosi fiori di colori vivaci sparsi lungo tutto il corpo, e una testa verde con un piccolo viso sorridente, posta a mo' di bulbo nel punto in cui l'anello si chiudeva. Era una creatura davvero buffa, e non dava per niente l'impressione di essere combattiva, ma Radomus, pur non avendo familiarità con quella specie, sapeva molto bene che un Pokemon non poteva essere giudicato soltanto dall'aspetto.

Sloooow?” chiese il Pokemon Acqua/Psico con evidente stupore… e forse anche un briciolo di allarme.

“Un Comfey? Confesso che non mi aspettavo di vederne uno.” Affermò Radomus sfregandosi quella barbetta appena accennata che aveva sul mento. “So che si tratta di Pokemon provenienti dal continente di Alola, ma tra i miei studi, quello è un luogo sul quale non ho mai fatto grandi approfondimenti.”

“La presenza di un Pokemon di Alola in questo luogo sacro non dovrebbe stupirla, Radomus.” Spiegò con tutta calma il sacerdote. “Il sommo Arceus non guarda alla provenienza dei suoi fedeli, ma solo a cosa c'è nei loro cuori. Chiunque voglia aprire il suo cuore ai suoi insegnamenti è benvenuto. Ma chiunque perseveri nella via del peccato, scoprirà che ognuno di noi è in grado di combatterlo. Comfey… usa Energipalla.”

Comfeyyyy!” esclamò il buffo Pokemon, volteggiando su sé stesso per mezzo secondo, e poi aprendo un paio di corte braccia simili a foglie che crescevano sul suo “corpo” principale. Una splendente sfera di energia del colore dell'erba scaturì dal corpo di Comfey e sfrecciò verso Slowking, che era chiaramente troppo lento per sfuggirgli.

“Slowking, usa Protezione.” Ordinò rapidamente Radomus. La barriera luminosa che Slowking creò davanti a sé riuscì ad intercettare il colpo e farlo disperdere… ma Pius sembrava aver previsto che sarebbe successo, e aveva già pronto un nuovo attacco.

“Come immaginavo.” Disse il prete. “Ora, Comfey, attacca con Fiortempesta.”

Radomus corrugò la fronte preoccupato quando il buffo Pokemon di Alola volteggiò nuovamente su sé stesso e scatenò una raffica di petali rosa che avvolse rapidamente il campo di battaglia… e nell'istante in cui l'effetto di Protezione venne meno, Slowking venne colpito in pieno dal vortice di petali che lo centrò come una raffica di pugni, provenendo da ogni direzione. Il Pokemon Regale emise un lamento allarmato mentre cercava come poteva di proteggersi.

“Fiortempesta… un attacco fisico, quindi Mentecalma non può proteggere il mio Slowking.” Disse tra sé Radomus. L'attacco fortunatamente cessò, ma Slowking era stato molto indebolito, e il maestro di scacchi non credeva che avrebbe retto ad un secondo colpo come quello.

“Le vie del sommo Arceus sono infinite.” Disse Pius, annuendo al suo Comfey in segno di approvazione. “Ora, immagino che lei si sia affidato ai suoi giovani compagni. Sta sperando che riescano in quello che vi siete preposti di fare. Temo che per loro non sarà così facile. Ai livelli inferiori del nostro quartier generale li aspettano delle prove ancora più difficili di quelle che avete incontrato finora. Non credo che riusciranno a superarle senza l'aiuto del sommo Arceus.”

Comfey!” cinguettò il Pokemon floreale con un sorriso allegro, quasi non si rendesse davvero conto di stare combattendo.

Radomus non si curò per niente della implicita minaccia di Pius, e richiamò il suo Slowking indebolito. “Non credo che avranno bisogno dell'aiuto divino per fare quello che devono, se ce la faranno, sarà grazie alla loro abilità e al loro impegno… oltre che alla fiducia che c'è tra loro e con i loro Pokemon.” Affermò. “Ora… le consiglierei di non pensare ai miei compagni, e concentrarsi invece sullo scontro. Perché adesso tocca a me mandare in campo un Pokemon che credo lei non si aspetti. Facciamo la nostra mossa, Reuniclus!”

Il maestro di scacchi lanciò un'altra Pokeball, dalla quale emerse il Pokemon simile ad un embrione, che si librò in volo davanti a Pius e al suo Comfey. Per nulla intimorito, il Pokemon di Alola volteggiò nuovamente in aria e fece cenno al suo nuovo avversario con le sue corte braccia, per incitarlo a combattere.

Com comfeyyyy!

Reuniclus!” esclamò il nuovo Pokemon di Radomus, tenendosi pronto a combattere quando vide che nonostante il suo aspetto grazioso ed inoffensivo, il Comfey di Pius era un avversario di tutto rispetto. Pius non fece commenti, e attese che l'avversario facesse la sua prima mossa…

 

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“Okay, tenetevi pronti. Non ho la più pallida idea di cosa incontreremo là sotto…” affermò Drew mentre lui e il suo gruppo scendevano con prudenza le scale che portavano al livello inferiore del quartier generale della Chiesa d'Alfa. Il gruppo di ragazzi era quasi giunto alla fine di una stretta e claustrofobica scala a chiocciola che cominciava a sprofondare nel terreno poco dopo l'ingresso del passaggio segreto… e ora che non potevano più contare sull'aiuto di Radomus, c'era un po' di nervosismo tra i più giovani.

“La Chiesa d'Alfa avrà sicuramente preparato qualche brutta sorpresa per noi…” disse Ritchie mentre Drew, in testa al gruppo, si avvicinava ad una lastra di pietra che dava accesso alla sala subito dopo il passaggio segreto.  Il ragazzo dai capelli verdi si avvicinò all'apertura, controllò che tutto fosse sgombro con un'occhiata attraverso l'apertura, e poi guardò in direzione dei suoi compagni. “Fammi indovinare, Drew. C'è già qualche grattacapo, vero?”

“Dipende da cosa intendete per grattacapo. Certo, non mi aspettavo di ritrovarlo proprio qui.” Affermò Drew. “Mettiamola così, volete prima le cattive notizie o quelle buone?”

Ritchie storse il naso, e vide la sua stessa incertezza nelle espressioni degli altri ragazzi. “Ehm… facciamo le cattive, perché al momento credo proprio che avremo bisogno di un bel po' di buone notizie in seguito… per tirarci su.” Disse il giovanotto. Non proprio entusiasta di cosa sembrava voler dire il giovanotto dai capelli verdi.

“Allora, le cattive notizie… non siamo arrivati qui senza essere notati. C'è qualcuno qui che ci sta aspettando.” Disse Drew, gettando un'altra occhiata furtiva all'interno della camera davanti a loro. “Quelle buone… si tratta di quello strano tizio dai capelli bianchi che abbiamo visto nel cortile di sopra. Con quello sembra che si possa almeno parlare. Allora, voi che dite? Proviamo ad avvicinarci e a discutere con lui?”

Ritchie sbattè gli occhi sorpreso giusto per un istante, poi rivolse uno sguardo interrogativo a Vera e al suo Flabebè. “Beh… non ne sono del tutto sicuro.” Affermò il ragazzino con gli occhiali. “Vera, tu che dici? Mi sembrava una persona a posto. Dici che possiamo tentare di parlare con lui e spiegare la situazione? Credo che almeno ci starebbe ad ascoltare.”

“Se non c'è in giro quella pazzoide vestita da cameriera, allora qualche possibilità credo che ce l'abbiamo.” Affermò Drew, ripensando con un certo disgusto ad Angela. “Allora, che cosa facciamo? Proviamo a parlare con lui, e vediamo se riusciamo a metterci d'accordo?”

Flabebè!” esclamò il grazioso Pokemon Folletto di Vera. Svolazzando apparentemente senza pensieri, si intrufolò nella stanza… una sala dai muri in marmo grigio, arredata in maniera funzionale ma elegante, con un paio di candelabri ai lati, e due statue che rappresentavano Arceus erano state piazzate al lato opposto della stanza, ai lati di un enorme portone di legno scuro che sicuramente portava in qualche altro importante luogo del quartier generale – era, in effetti, l'unica via d'uscita dalla stanza. Una figura alta e dall'aspetto androgino era in piedi, in apparente attesa, accanto ad una delle statue di Arceus – si trattava, ovviamente, di Adrienn, che appariva ansioso e vagamente nervoso, e che notò immediatamente il grazioso Pokemon che era appena entrato.

Flabebè! Fla, flabebè!” cinguettò il folletto fluttuante, scendendo un po' di quota per salutare Adrienn. Il giovane dai capelli bianchi alzò lo sguardo con espressione stupita, e riconobbe il Pokemon che accompagnava Vera.

“Ah… ciao, Flabebè… siete già arrivati fin qui? Credevo che padre Pius sarebbe riuscito a trattenervi un po' più a lungo.” Disse Adrienn, e tese gentilmente una mano per consentire a Flabebè di posarsi su di esso. Il simpatico Pokemon Folletto non si fece pregare, e atterrò con un gesto elegante, girando un po' il fiore-ombrello a cui restava attaccato.

Flabe!” rispose la creaturina. Non sembrava per nulla preoccupata per il fatto che quel ragazzo era un membro della Chiesa d'Alfa, e anzi sembrava fidarsi a pelle di lui.

Con un sospiro, Vera si fece avanti e aprì la porta, entrando nella stanza accompagnata dai suoi amici. Immediatamente, Adrienn si voltò verso di loro, sbattendo gli occhi in un gesto di stupore. “A quanto pare sì, siamo già arrivati fin qui.” Disse la bambina castana, anche lei un po' sorpresa di vedere che il ragazzo dai capelli bianchi era da solo. “Piuttosto, mi aspettavo di vedere qualcuno della Chiesa d'Alfa da queste parti… come mai ci sei solo tu?”

“Sono stato io ad insistere con padre Elias affinché mi permettesse di avere due parole con voi. E lui… ha accettato, a condizione che non vi permettessi di raggiungere il sancta sanctorum.” Affermò Adrienn, mentre Flabebè tornava da Vera con espressione allegra e spensierata. “Certo… ci sono diverse cose di voi che non mi tornano, e di cui vorrei assicurarmi prima di eseguire gli ordini del reverendo. Non preoccupatevi, sorella Angela e fratello Bennett sono al livello inferiore con Padre Elias.”

Ritchie si sentì sollevato da una parte al sentire che Adrienn era disposto ad essere molto più diplomatico di quanto lo erano stati certi suoi confratelli. Tuttavia, sentire conferma che Bennett si era effetti unito alla Chiesa d'Alfa era per lui una sgradita sorpresa. Sperò tra sé che più tardi avrebbe avuto la possibilità di incontrarlo e chiarire la situazione…

“Capisco…” affermò Ritchie. “Beh, se possiamo aiutarti… mi sembri un tipo in gamba, molto diverso da quei fanatici.”

“Padre Elias, sorella Angela e padre Pius stanno solo cercando di guidare gli abitanti di Reborn su una strada migliore…” disse Adrienn, facendo una leggera smorfia per il fatto che quelle parole, in quel momento, suonavano alquanto vuote anche a lui. “E poi, mi sento in dovere di aiutarli… sono stato salvato dalla Chiesa d'Alfa, non più tardi di qualche giorno prima, e mi sembra soltanto giusto ricambiare aiutandoli a mia volta.”

Si stava tenendo sul vago, ma sicuramente più tardi ci sarebbe stata la possibilità di parlare con lui e farsi spiegare meglio come stesse la situazione,  quindi Vera decise che la cosa migliore da fare fosse restare per un po' sul vago, e non sembrare ostili. “Ma… se non sono indiscreta, Adrienn… cosa è successo per farla lavorare per la Chiesa d'Alfa?”

“Beh, so che può sembrare una storia molto strana…” disse Adrienn mentre osservava attentamente il gruppo di amici. La sua impressione iniziale, che si trattasse di persone affidabili e rette, gli appariva sempre più fondata… tuttavia, ciò che in quel momento lo lasciò perplesso fu l'assenza di Radomus. Dov'era finito l'ambiguo giocatore di scacchi? Forse era con lui che Pius era stato trattenuto?

Drew alzò le spalle. “Ne abbiamo sentite di storie strane, anche prima di arrivare a Reborn.” Affermò, e Vera e Ritchie fecero una breve risata di assenso. “Non credo che avremo troppe difficoltà a credere alla tua. Tra l'altro… potrebbe spiegare il motivo per cui stai lavorando per la Chiesa d'Alfa.”

Pikachu…” affermò Sparky, d'accordo con il ragazzo dsi capelli verdi. Il Pikachu con il ciuffetto e il Flabebè di Vera si piazzarono assieme di fronte ad Adrienn, che restò a guardarli per un attimo, e poi si rivolse a Vera e Ritchie. Per la prima volta da quando lo avevano visto, Adrienn sorrise, un'espressione calda ed aperta che lo faceva sembrare quasi luminoso.

“Sì, avete ragione. Io… non mi fido di quel Radomus, ma voi non mi sembrate persone cattive, a prescindere da quello che dice Padre Elias.” Rispose, accarezzando Sparky sulla testa. “Quindi, vi dirò cosa è successo… tutto è cominciato solo pochi giorni fa… o almeno, credo che siano stati soltanto pochi giorni fa… io e i miei Pokemon stavamo allenandoci nella foresta vicino a Zirconia. Io… stavo anche cercando qualche Pokemon Folletto con il quale avrei reso più forte la mia squadra.”

“Ti piacciono i Pokemon Folletto, a quanto vedo.” Commentò Vera, rivolgendo un pensiero al Gardevoir da tempo amico di suo fratello. “E… allora, come sei finito da queste parti?”

Adrienn sospirò e guardò verso un mosaico ormai quasi del tutto sgretolato su un muro della stanza. Da quel poco che ne era rimasto, si poteva vedere che rappresentava una battaglia tra Pokemon Leggendari, anche se non si riusciva bene a vedere di chi si trattasse. “Beh, devo intanto dire che ho trovato i Pokemon che stavo cercando… un anello di Shiinotic, dei Pokemon di tipo Erba/Folletto che si riuniscono in strutture chiamate ‘anelli delle fate', e sono conosciuti per le allucinazioni che inducono. Diciamo che… non sono stato prudente. Un attimo prima stavo per lanciare una Pokeball ad uno Shiinotic… e il secondo dopo, senza nemmeno rendermi conto di quello che avevo fatto, stavo precipitando in un fossato che era apparso da chissà dove. Probabilmente era tutto il frutto dei poteri ipnotici di quei Pokemon, ma… il risultato è stato comunque che alla fine mi sono ritrovato in fondo al fossato, in un luogo che non conoscevo, e senza sapere come fare ad andarmene da lì e tornare a Reborn City.”

“Vediamo se indovino… è stato allora che hai incontrato questo fantomatico Padre Elias.” Affermò Drew. “È fin troppo facile da immaginare.”

Una gocciolona di sudore scese dalla testa di Adrienn. “Ehm… era così ovvio?”

Pika pika!” rispose prontamente Sparky, con le braccia conserte.

“Beh, diciamo la verità, era uno sviluppo abbastanza prevedibile.” Continuò Ritchie. Vera disse di sì con la testa, ma fece cenno ad Adrienn di continuare.

“Comunque, scusa per l'interruzione… continua pure, cosa è successo quando hai incontrato Padre Elias?” chiese la bambina castana, curiosa di saperne di più.

Adrienn si schiarì la voce. “Padre Elias e i suoi due attendenti… fratello Pius e sorella Angela… mi hanno trovato in quello strano luogo, e mi hanno portato qui, alla cattedrale di Arceus. Mi hanno spiegato che sono un gruppo dedicato a riportare l'ordine e la pace nel continente di Reborn, ma sinceramente… non credevo che questo paese avesse bisogno di questo. Almeno finché Padre Elias non mi ha raccontato come stavano le cose… e ne sono rimasto sconvolto.”

Vera non poté impedire di fare un'espressione dubbiosa. Di cosa stava parlando esattamente quel giovanotto? “Scusa, ma… temo di non seguirti. Non sei vissuto a Reborn City per tutto questo tempo? Come fai a non sapere che la città è diventata un autentico caos? Un posto pieno di inquinamento, povertà ed emarginazione?”

Adrienn non rispose subito. Per diversi secondi, il misterioso ragazzo dai capelli bianchi guardò verso il pavimento, strisciando un piede sul pavimento di marmo bianco quasi splendente. I ragazzi avevano l'impressione che le parole di Vera, senza averne l'intenzione, avessero toccato un tasto dolente…

Fla… bebè?” chiese Flabebè con espressione tesa.

“Non… non mi piace molto questo silenzio…” affermò Drew a bassa voce.

Finalmente, quando Drew stava per intervenire e spronare Adrienn a rispondere, il ragazzo dai capelli bianchi si decise a rispondere… nella maniera più incredibile che Vera e i suoi compagni potessero immaginare. “È proprio questo il punto. No, io… non so cosa sia successo in questi ultimi dieci anni a Reborn City.” Affermò , con la voce che tremava per la consapevolezza che quello che avrebbe detto sarebbe stato assolutamente folle e impossibile da credere. “E sapete il perché? La verità… è che io vengo dal passato. Più esattamente… ho saltato gli ultimi dieci anni, per ritrovarmi di colpo in quest'altro periodo del tempo. Non so come sia stato possibile… ma questa è la verità.”

Il misterioso ragazzo dai capelli bianchi guardò la reazione che questa rivelazione aveva avuto sul gruppo di Vera. Come immaginava, le reazioni ad una rivelazione così folle ed assurda erano state alquanto chiare.

Vera, Ritchie, Sparky e Flabebè erano rimasti come congelati sul posto, e guardavano Adrienn come se all'improvviso gli fossero spuntate le ali.

Drew sembrava meno stupefatto, ma altrettanto incredulo – pareva chiedersi se Adrienn li stesse prendendo in giro da una parte… e dall'altra, gli credeva ma si chiedeva come fosse possibile.

Fu Adrienn a riprendere in mano la conversazione. “Lo so, lo so… è una rivelazione che io stesso faccio ancora fatica a credere, dopo qualche giorno che sono qui… ma credetemi, quando l'ho vista per l'ultima volta prima di finire in questo strano posto… Reborn City era una città piena di vita e di luce, un posto dove si viveva in tranquillità e c'era equilibrio tra uomo e natura… certo, c'erano i piccoli problemi di tutti i giorni, come ci sono da tutte le parti… ma in generale, Reborn City era una bella città.”

“Ehm… sì… sì, in effetti, miss Saphira ce ne ha parlato. E non solo lei…” rispose Vera, una volta che ebbe recuperato abbastanza lucidità da farlo. Scosse furiosamente la testa, ripetendosi che non era questo il problema con cui avevano a che fare. “Ma… ma… seriamente? Lei… lei… viene dal… dal passato? Non… non riesco a crederci… eppure, sono convinta che lei non stia mentendo! Quindi… quindi… com'è possibile? Cosa succede da queste parti?”

“Vorrei saperlo anch'io…” disse Adrienn, tanto confuso quanto loro. “Padre Elias e i suoi attendenti mi hanno accolto, e mi hanno spiegato com'è la situazione. La Chiesa d'Alfa sta cercando di contrastare la corruzione e il degrado che ora regnano sovrani a Reborn City. E vorrebbero che io li aiutassi… hanno detto che così potrò capire anch'io cosa sta succedendo da queste parti, e perché sono stato trasportato avanti nel tempo. E magari… anche chi era quella persona che ho incontrato poco dopo essere finito in quel circolo magico…”

“C'era un'altra persona con te?” chiese Drew. Ancora non era convinto di quello che Adrienn aveva detto, ma Vera aveva ragione. Quel ragazzo non era tipo da mentire. “Di chi si trattava?”

“Una bambina dai capelli verdi… non più di sette, otto anni… ma anche se era così piccola, c'era qualcosa di strano in lei… di inquietante… ho cercato di fermarla per chiederle chi fosse e cosa ci faceva lì, ma lei mi ha ringhiato dietro ed è scappata via.” Spiegò Adrienn. “Ne ho parlato a padre Elias, ma neanche lui ha saputo dirmi chi fosse. Ad ogni modo… non è questo il problema, in questo momento. Voi… siete qui per liberare Gossip Gardevoir, o almeno voi siete convinti che la state liberando, vero?”

Fu Ritchie a rispondere per tutti. “Guardi, signor Adrienn… posso capire che lei si fidi di padre Elias… non possiamo fargliene una colpa…  e non sappiamo esattamente cosa le abbia detto. Ma le posso assicurare che il signor Radomus non maltratta Gossip Gardevoir, e che lei non direbbe mai delle cose così terribili sul suo allenatore. Siamo stati con lui per un bel po' di tempo, e sono sicuro di conoscerlo abbastanza bene.”

Pika pikachu!” confermò Sparky.

“Sì, è vero.” Continuò Vera. “Ho visto io stessa che Gossip Gardevoir si fida di lui. Non so perché adesso sembra non accettarlo più.”

Ora era Adrienn a non sapere più cosa pensare. Quei ragazzi erano convinti di quello che dicevano… ma allo stesso tempo, lui si fidava di padre Elias ed era convinto che l'alto sacerdote di Arceus non poteva davvero averlo ingannato… l'idea stessa che fosse così era semplicemente inaccettabile.

“Signor Adrienn… posso capire che sia difficile per lei crederci… ma è proprio così.” Vera appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo dai capelli bianchi, che la guardò con espressione indecisa. “Ho visto io stessa… che il rapporto tra il signor Radomus e Gossip Gardevoir è saldo e sicuro. Sono sicura che quelli della Chiesa d'Alfa le hanno fatto qualcosa per farle dire quello che faceva loro comodo.”

Adrienn scosse la testa. “Ragazzi… onestamente, non so che cosa dire… o fare…” affermò. “Tuttavia… almeno di una cosa sono sicuro. Voglio sapere la verità. Voglio capire cosa è successo davvero, se davvero sono passati dieci anni da quando sono partito, e perché Reborn City è diventata un posto così schifoso. E quindi… credo che otterrò maggiori risultati se mi unisco a voi e cerco di scoprire cosa nasconde la Chiesa d'Alfa.  Anche se non mi piace sospettare dei miei benefattori… a questo punto, voglio essere sicuro di non essere caduto in qualche tranello!”

“Grazie, Adrienn… lo apprezziamo molto, davvero.” Disse Ritchie  permettendosi un lieve sorriso. “Allora… immagino che quella porta sia l'unica che conduca da qualche altra parte, vero?”

Il ragazzino di Kanto indicò la grande arcata ai fianchi della quale si trovavano le statue di Arceus, ed Adrienn fece un cenno affermativo con la testa. “Sì, in effetti quello è l'unico posto in cui possiamo andare. C'è un altro di quegli indovinelli che avete risolto per arrivare fin qui, ma questo è un attimo più complicato. Ci sono quattro Pokemon invece che tre soltanto. Ma non preoccupatevi per quello, lo risolverò io per voi.”

“Grazie, Adrienn. Questo te lo dobbiamo.” Affermò Ritchie prendendo sulle spalle il suo Pikachu. Ad un cenno del ragazzo dai capelli bianchi, il gruppo lo seguì attraverso la porta di uscita e lungo uno stretto corridoio che scendeva ancora più in profondità, illuminato solo da alcune lanterne nelle quali brillava una strana luce verdina. Finalmente, una volta raggiunta un'altra porta, ii ragazzi entrarono in una piccola sala di forma quadrata, completamente spoglia a parte quattro statue che rappresentavano ognuna un Pokemon diverso – un Tyrogue, un Hitmonlee, un Hitmonchan e un Hitmontop. Vera e Max entrarono per primi nella stanza assieme ad Adrienn,  e videro che sul piedistallo di ogni statua c'era un dispositivo che indicava se quel Pokemon si trovava nella luce o nell'oscurità. Lo stesso meccanismo che avevano visto sulle altre statue, nei puzzle precedenti.

“Okay, adesso lasciate fare a me…” disse Adrienn. Raggiunse la statua di Tyrogue e spostò il meccanismo in modo che indicasse la luce, poi fece lo stesso con la statua di Hitmonlee… e invece, spostò gli indicatori di Hitmonchan ed Hitmontop sull'oscurità. Il ragazzo dai capelli bianchi disse di sì con la testa quando un cupo rumore di ingranaggi in movimento pervase la stanza... e non appena anche l'ultimo dei ragazzi entrò, la porta si chiuse ermeticamente, e il pavimento, dopo qualche tremore, cominciò a scendere.

“Siamo in un ascensore, a quanto pare…” disse Drew. Lui e i suoi compagni si raccolsero al centro della piattaforma assieme ad Adrienn, e guardarono con evidente tensione mentre la porta da cui erano entrati si sollevava lentamente, e quello che fino a poco prima era stato un pavimento solido e stabile iniziò a sprofondare, dando a tutti loro uno strano senso di vertigine. Il rumore di ingranaggi continuò ancora per diversi minuti, e i ragazzi attesero in silenzio, pronti ad ogni evenienza,  che il rudimentale ascensore raggiungesse la sua destinazione.

“Hey, Vera?” chiese Drew, dando una leggera gomitata alla ragazzina, che reagì con un sorriso falsamente esasperato. “Stiamo per entrare nella tana del nemico. Paura?”

“Diciamo pure terrorizzata.” Rispose Vera, ma la sua espressione non era certo quella di una persona spaventata. “Voglio dire, non è una cosa che facciamo tutti i giorni. Infiltrarci in una base nemica, fare un po' di confusione, e sfidare qualche cattivone in una battaglia di Pokemon.” Il sarcasmo era persino palpabile nella sua risposta.

Flabebè?” chiese il nuovo Pokemon di Vera. A giudicare da come luccicavano i suoi occhi, era eccitato al prospetto di un'avventura come quelle di cui parlava la sua allenatrice.

Vera ridacchiò e gli fece un segno dell'okay. “Non ti preoccupare, Flabebè, anche tu ti abituerai alla nostra routine! Comunque… beh, immagino che adesso non ci resti che aspettare e vedere cosa ci attende ai piani di sotto. Voglio proprio vedere…”

Pika!” esclamò Sparky sentendo che la piattaforma stava rallentando. Il Pikachu con il ciuffetto prese un respiro profondo quando l'ascensore si fermò del tutto. Poco dopo, Ritchie fece un cenno con la testa… e una lastra di pietra si spostò lentamente verso l'alto, e diede accesso ad una nuova sezione del quartier generale della Chiesa d'Alfa. Adrienn sospirò, ancora non del tutto convinto che sarebbe andato tutto bene… ma che altro poteva fare? Ormai si era deciso. Si era alleato con i cosiddetti “invasori” per scoprire la verità e mettere a tacere o confermare i propri sospetti. Il dado era stato tirato, come si suol dire… e ora, tutto quello che poteva fare era seguire la sua coscienza fino in fondo.

“Molto bene. Siamo arrivati nella sezione più interna della Chiesa d'Alfa, il sancta sanctorum.” Spiegò dopo un attimo di attesa. Già da quella specie di pozzo dell'ascensore si vedeva una grande volta di marmo verde acquamarina che luccicava come se fosse stato cosparso di brillantini, in modo da dare un aspetto ancora più misterioso e mistico a quello strano posto. Una grande torre bianca si levava da un punto nella distanza, salendo fino al soffitto e probabilmente arrivando fino alla cattedrale ai piani superiori.

Adrienn si mise alla testa del gruppetto. “Prego, amici… seguitemi. Parleremo con Padre Elias e cercheremo di giungere ad una soluzione pacifica. Per tutti quanti.”

Ritchie storse il naso. Non era per niente sicuro che Padre Elias avrebbe accettato una soluzione in cui lui non ne fosse uscito vincitore al cento per cento…

“Sparky, tieniti pronto.” Disse al suo Pikachu. “Credo proprio… che avremo bisogno anche del tuo aiuto. E di quello di tutti quanti.”

Sparky si pettinò il ciuffo con un gesto della mano, poi strinse i pugni e si caricò le guance di energia elettrica.

Pikachu!

 

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Lo scontro tra Radomus e Pius sembrava essere giunto ad un punto di stallo. Reuniclus e quello strano Pokemon simile ad un corona di fiori, Comfey, sembravano equivalersi. Nessuno dei due era ancora riuscito a mettere a segno un colpo significativo, e anche se apparivano un po' stanchi, erano ancora perfettamente in grado di reggere ad un altro scontro, e anche più.

“Comfey… usa Fogliamagica.” Ordinò Pius. Comfey rispose ripetendo il suo nome con tono allegro e aprì le sue corte braccia, per poi scatenare una raffica di proiettili luminosi a forma di foglie contro il suo avversario.

“Schermoluce, Reuniclus!” fu la pronta risposta di Radomus. Lo strano Pokemon Psico aprì le braccia ectoplasmiche e si protesse con uno scudo di energia luminoso che fermò la maggior parte delle foglie, lasciandone soltanto qualcuna che fece solo qualche graffio a Reuniclus.

Radomus sospirò e si aggiustò il cappello sulla testa. “Eminenza… non crede anche lei che sia inutile combattere?” chiese, mentre il suo Pokemon si rimetteva in guardia. Comfey fluttuò accanto al suo allenatore e dischiuse un po' i fiori che lo ornavano, ma non diede segno di voler attaccare. “Fino ad adesso, i nostri Pokemon non hanno fatto altro che scambiarsi attacchi, ma non sono riusciti a fare nulla di sostanziale.”

Reeeeee…” Reuniclus aprì le braccia e mostrò i palmi delle mani come per dire che era così e lui non poteva farci nulla.

Pius e Comfey si guardarono a vicenda per qualche istante, e Radomus ebbe l'impressione che in fondo, anche loro fossero d'accordo con quello che diceva lui. Ma sfortunatamente, in quel frangente, quello che Pius e il suo Pokemon pensavano non aveva nessuna rilevanza. “Quello che lei dice è sensato. Ma questo non significa che io abbia la possibilità di disobbedire agli ordini che mi sono stati dati. Il sommo Arceus guida i miei passi, e la sua volontà è legge, per noi della Chiesa d’Alfa.”

Radomus alzò gli occhi al cielo, chiedendosi come mai certe persone si rifiutassero di ascoltare quello che gli diceva il cervello anche quando era l'unica cosa giusta da fare. Beh, poco male. Se Pius si rifiutava di ascoltare ragioni, avrebbe ascoltato qualcos'altro. “Capisco… beh, mentre io e i miei Pokemon ci intratteniamo qui, una Pokemon a cui sono molto affezionato continuava a languire in qualche cella o qualche sotterraneo,  per scopi che credo di essere abbastanza bravo ad immaginare.” Affermò infine. “Per questo motivo, voglia scusarmi se io e il mio Reuniclus decidiamo di  interrompere questo scontro prima che si faccia serio. Reuniclus, sai cosa fare.”

Il buffo Pokemon Psico disse di si con la testa… e poi cominciò a muovere le mani in aria cone se stesse tessendo una coperta invisibile. Immediatamente, delle righe di luce azzurrina apparirono nel punto si trovavano Pius e il suo Pokemon, intersecandosi fino a formare una sorta di gabbia di luce attorno ai due contendenti.

“Ma cosa… che scherzo è mai questo?” chiese stupefatto Pius, mentre Comfey si gettava contro i muri con tutta la forza di cui il suo piccolo corpo era capace. “Radomus, vorrebbe spiegarmi… che razza di opera di Giratina è mai questa?”

“Nessuna opera di Giratina, reverendo.” Rispose Radomus con tutta calma. “Semplicemente, una particolare applicazione della mossa Distortozona… solo che in questo caso, è centrata su di voi. Ora, se permettete… io avrei un appuntamento con i miei compagni ai piani inferiori di questo complesso. Ci vediamo più tardi, se a lei va bene. Non si preoccupi, tornerà normale in… un quarto d'ora, più o meno.”

Clus clus!” Reuniclus salutò agitando una mano e facendo un sorriso sbarazzino, mentre Pius e il suo Pokemon restavano bloccati all'interno della Distortozona. Per quanto provassero, non riuscivano a muovere un muscolo, come se l'aria attorno a loro fosse diventata solida.

Comfey… comfey!” esclamò il grazioso Pokemon Folletto, e rivolse un sorriso incoraggiante al suo allenatore, che sospirò stancamente.

“Apprezzo il gesto, Comfey, ma le battute non sono mai state il tuo forte…”

 

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Vera e i suoi compagni si guardavano attorno, assolutamente meravigliati. Il luogo in cui erano arrivati era ancora più incredibile di quello che sembrava a guardarlo dal pozzo dell'ascensore – si trattava di una immensa caverna il cui soffitto si elevava sopra di loro come la volta di una gigantesca cattedrale, risplendente di luci smeraldine, con spettacolari formazioni rocciose che pendevano dal soffitto. La grande torre si levava dal centro di quel luogo meraviglioso, raggiungendo il soffitto e passandoci attraverso come una sorta di enorme colonna portante, fatta di marmo bianco che creava un elegante contrasto con il verde del soffitto. L'aria era fresca e pulita, anche se leggermente fredda, e una leggera nebbiolina aleggiava vicino al pavimento. Vera aveva l'impressione che l'ambiente attorno a lei fosse carico di elettricità – o magari di qualche strana, incomprensibile energia che lei non sarebbe riuscita a definire. Comunque fosse, quel luogo dava veramente l'idea di qualcosa di soprannaturale…

Flabebè…” il Flabebè di Vera si teneva vicino alla sua allenatrice, che lo tenne sulla spalla e gli fece cenno di non preoccuparsi, mentre il gruppo si avvicinava lentamente alla torre… più esattamente, ad un grande portale che si trovava appena oltre una sorta di arco di trionfo in marmo bianco, affiancato ad entrambi i lati da un paio di statue di Arceus.

“Questo… è il quartier generale, Adrienn?” chiese Ritchie, mentre lui e Sparky osservavano sempre più stupiti il paesaggio.

“Sì… sì, è questo. Anche se devo ammettere che anch'io ci sono stato poche volte e non lo conosco troppo bene.” Affermò il ragazzo dai capelli bianchi, sforzandosi di non mostrarsi troppo emozionato. “Okay, amici, andiamo verso l'entrata della torre, forse lì troveremo qualcosa.”

Pikachu!” esclamò improvvisamente Sparky, indicando qualcosa vicino al portale che dava accesso alla torre. Lui per primo aveva notato le due figure che si trovavano accanto al portale… e quando il gruppo si avvicinò di qualche passo, si accorsero che in effetti erano due figure umane. E solo due passi dopo, riuscirono a vedere che si trattava di Elias ed Angela, che evidentemente li stavano attendendo lì da un po' di tempo…

“Siete giunti, infine.” Fu Angela la prima a parlare, con quella inflessibile, febbricitante certezza con cui diceva ogni cosa. “È dunque vero ciò che si dice. Che i servitori del demonio possiedono la stessa malizia del loro padrone. Ma la mano della divina provvidenza vi ha portato a noi, e saremo noi a fare giustizia, come avremmo dovuto fare già da prima.”

“Eccoli là. Lo sapevo.” Commentò Drew, quasi rassegnato. “Mi sembrava strano che i gran capi della Chiesa d'Alfa  non si facessero vedere.”

“Padre Elias, sorella Angela… vi prego, vorrei che mi ascoltaste prima di passare il vostro giudizio su queste persone.” Adrienn cercò  subito di tenere la situazione sotto controllo, rivolgendosi ai suoi superiori con fare accomodante. “Questi ragazzi non vogliono fare nulla di male. Sono venuti qui a nome del signor Radomus e della sua compagna Gossip Gardevoir. Vogliono essere sicuri che non ci sia nessun errore, e io voglio solo dimostrare loro che noi agiamo per il bene di quella Pokemon.”

Elias non sembrò badare troppo a quello che stava dicendo il suo protetto. Il suo sguardo indugiò per diversi istanti sul gruppo di Vera... poi, si voltò verso un grande portone che dava accesso alla grande torre. Fu allora che Vera notò che la porta era decorata da una sorta di croce - ma ogni braccio era di un colore diverso: blu, rosso, verde e viola. Gli stessi colori delle famigerate Quattro Chiavi, pensò tra sè Vera, mentre il suo Flabebè si posava sulla sua spalla, e rivolgeva al grande portone uno sguardo sospettoso...

"Come pensavo... la porta che conduce al cuore di questo complesso non si aprirà senza tutte e quattro le Chiavi..." disse con tono quasi serafico. Solo dopo qualche secondo il gran sacerdote rispose ad Adrienn. "Quindi, Adrienn... vedo che non li hai fermati."

Adrienn si schiarì nuovamente la voce, indeciso sul da farsi. "Ecco... Eminenza, io ho semplicemente pensato che ci fossero delle questioni che andavao chiarite, prima di pronunciare una sentenza definitiva." affermò.

Era la cosa sbagliata da dire, in presenza di una pazza fanatica come Angela, che puntò immediatamente il ragazzo dai capelli bianchi con espressione feroce. "Stai forse mettendo in dubbio ciò che ha comandato il grande Arceus?" ringhiò la sacerdotessa. "Soltanto dubitare della sua parola è peccato mortale..." Si fermò di colpo quando Elias, calmo come sempre, le fece cenno con una mano.

"Domande, risposte... tutte parole insignificanti usate da uomini di poca fede." continuò il gran sacerdote. "Questo è un luogo sacro. Questo non è luogo per sciocchezze come queste. Oltre questo cancello, vedete... si trova colui dai cui sogni il nostro mondo prese forma."

Angela emise una breve risata beffarda. "Heheheheee... osservate, o indegni! Questo è il santuario del sommo Arceus! Nonchè il suo luogo di nascita, in un certo senso!" esclamò, facendo venire un brivido ai ragazzi e ai loro Pokemon. C'era qualcosa che metteva ribrezzo, nella mania di quella donna... "Poichè è vero che da Arceus sono state generate tutte le altre specie di Pokemon... ma il divino stesso, da dove ha tratto esistenza? Ve lo siete mai chiesto? No, certo che no... siete troppo ciechi e limitati per questi ragionamenti!"

"Ere fa, su questa terra, si è schiantato un meteorite, che portava con sè un frammento del potere del sommo Arceus." spiegò Elias, senza muoversi di un passo. "Ed è qui, in questo santuario, che il meteorite giace inviolato. Eppure... eppure, è disgustoso... abominevole che sopra di esso sia sorto quell'ammasso di peccato e feccia che conoscete come Reborn City! Mio signore Arceus, imploro il tuo perdono per i peccati dell'umanità! Ignosco, Venia, Obsecro..."

"Sommo Arceus, sia fatta la sua volontà..." cantilenò Angela, con le braccia aperte e gli occhi chiusi. Vera e i suoi compagni guardavano i due sacerdoti con espressioni dubbiose, certamente mettendo in serio dubbio la loro sanità mentale... e Adrienn si sentiva sempre più a disagio.

"Pika..." mormorò Sparky. Flabebè storse il nso e si aggrappò ancora più stretto al suo fiore...

"Ah... ehm... Eminenza..." cercò di dire Adrienn. "Con... tutto il dovuto rispetto, ma questo cosa c'entra con..."

"E tuttavia!" Elias interruppe la frase di Adrienn, facendolo sobbalzare per la sorpresa. "Che cosa succederebbe, se questa porta si aprisse di nuovo per noi? Cosa succederebbe se avessimo accesso anche soltanto ad una parte del potere del sommo Arceus? Per cosa potremmo usare questo sacro potere? Ma ovviamente, per purificare questo mondo, e riportarlo all'innocenza originale!"

"Lode ad Arceus! Lodate il suo nome!" esclamò Angela, quasi in estasi. Con un breve effetto di luci, anche Gossip Gardevoir apparve vicino ai due alti sacerdoti, e si chinò ossequiosamente davanti al portale mistico.

Dopo qualche istante di stupore ed esitazione, Drew fece un sorriso sarcastico e scosse la testa. "Beh, se qualcosa può essere definito un'eresia... credo che le lo abbia appena detto, padre Elias. Con tutto il dovuto rispetto, si intende." affermò.

Angela passò direttamente dalla calma estatica ad una rabbia violenta, e si coprì le orecchie come se le parole di Drew le causassero dolore fisico! "AAAAAH! La blasfemia! Le mie orecchie non possono sostenerla!" esclamò, mentre Gossip Gardevoir si voltava verso i ragazzi guardandoli con disdegno.

"E cosa ne sanno dei bugiardi come voi, dell'eresia?" chiese Elias, distraendosi per un attimo da quello che stava facendo per parlare direttamente a Vera e ai suoi compagni.

Gossip Gardevoir scosse la testa. "Ne ho già avuto abbastanza delle continue menzogne di Radomus, il mio ex-allenatore. Non ho bisogno di sentire anche le vostre." affermò lapidaria. "Perchè non convincete il vostro caro Radomus ad ammettere quello che ha fatto a Luna?"

"E' così." continuò Elias. "Dite a quel peccatore di restituirmi mia figlia, e io gli restituirò Gardevoir... se Gardevoir vorrà tornare, si intende."

Flabebè scosse la testa. "Fla..."

"Un momento... un momento, temo che qui non si stia considerando un'altra cosa..." affermò Vera, dopo aver fatto una carezza al suo Pokemon Folletto. "Perchè non chiediamo anche a Luna se vuole tornare alla Chiesa d'Alfa, prima di riportarla qui? Perchè da quanto ho visto, lei è contenta di stare con il signor Radomus."

"Questo suo desiderio è falsato e corrotto. Radomus la influenza mentalmente e la costringe a dire che vuole restare con lui." rispose prontamente Elias.

Gossip Gardevoir rincarò la dose. "Il santo padre ha ragione! Ero lì quando Radomus le ha fatto il lavaggio del cervello!" esclamò. "Radomus è un mostro senza cuore, e ho sempre odiato essere la sua Pokemon!"

"Flabebè!" esclamò il Flabebè di Vera scuotendo furiosamente il capo, come se volesse negare le parole della Pokemon Psico/Folletto. "Fla fla... flabebe, flabe!"

"Di cosa stai parlando? Tu non mi conosci, piccolo folletto. Tu non hai visto di cosa è capace Radomus!" Gossip Gardevoir sembrava sempre più disperata, ma c'era qualcosa nel suo tono di voce che non convinceva Vera e i suoi compagni.

E neanche Flabebè, che sospirò e puntò un piccolo braccio verso di lei. "Flabebe fla!"

La Pokemon parlante indietreggiò, come se Flabebè le avesse appena rinfacciato qualcosa di inaspettato. "Che cosa dici? Certo che sono io... come puoi non riconoscermi?"

"Flabebè!" La risposta del piccolo folletto fluttuante fu decisa e sicura, segno che non aveva intenzione di farsi prendere per il naso.

"Non dare ascolto a quel piccolo folletto malvagio, dolce Gardevoir." continuò Elias. "Se difende quel maiale ipocrita, vuol dire che non è meglio di lui."

Vera cominciava ad esaurire la pazienza. D'accordo, forse Radomus non era un santo... e allora? Per quello che lei ne sapeva era una brava persona, e lei si fidava molto di più di quello che aveva visto, sentito e provato, che non delle farneticazioni di qualche fanatico religioso. "Un ipocrita? E di lei cosa dovremmo dire... santità?" esclamò. Subito, l'alto sacerdote, la sua attendente e Gossip Gardevoir la puntarono, e la bambina si sentì intimorita per un istante... ma si fece subito coraggio e sostenne le loro espressioni accusatorie. "Adrienn, ascolta... io non credo ad una parola di quello che dice questo... sacerdote! Posso capire che tu ti fidi di lui, ma io non posso! Non quando sento che mi prende in giro e vorrebbe sfruttarti per i suoi scopi! Lo vedrebbe anche un cieco!"

"Fla fla flabebè!" continuò Flabebè, cercando di sostenere la sua allenatrice. Adrienn, da parte sua, sembrava covare un feroce mal di testa... non sapeva a chi credere, e voleva a tutti i costi pensare che entrambi fossero animati da buone intenzioni, ma era ormai chiaro che solo una delle due parti diceva la verità...

Angela storse il naso... poi, le sue labbra si incurvarono in un sorriso feroce. "Strano che voi parliate di cecità. Strano, e al tempo stesso ironico."

Ritchie strinse gli occhi. "Cosa vorresti dire?" chiese, fissando attentamente i due individui e Gardevoir. La Pokemon Psico/Folletto restava vicina ad Elias, e guardava verso Adrienn come per pregarlo di proteggerla... il che non faceva altro che aumentare la confusione del ragazzo.

Elias mosse un passo in avanti e indicò i propri occhi. "Guardate bene i miei occhi, tutti voi. Che cosa vedete?" chiese, mostrando le sue inquietanti iridi bianche. "Se vi sembra che i miei occhi siano strani... è perchè in effetti lo sono. Io... sono nato senza il dono della vista. Ma le mie preghiere al sommo Arceus hanno fatto sì che egli, nella sua infinita generosità, mi benedicesse e mi donasse la luce. Da allora sono tornato a vedere, e non solo con gli occhi. La luce mi ha reso chiaro quale fosse il mio destino... restituire Reborn alla sua innocenza e spazzare via tutto quello che insudicia questa sacra terra! Ed ora... io, umile servitore, chiederò di nuovo al mio signore di prestarmi il suo potere... e spazzare via tutti coloro che si oppongono alla sua verità!"

"Voi morirete! Voi morirete tutti!" sghignazzò Angela con espressione assatanata, mentre i muri della grande torre cominciarono a brillare, dapprima lentamente... poi, con sempre maggiore frequenza ed intensità, illuminando la grande caverna come un faro gigantesco! Allarmati, Vera e i suoi compagni si ritirarono, mentre Flabebè e Sparky restavano come incantati davanti alle luci che si rifrangevano sulla pareti della grande grotta dalle pareti smeraldine. Qualcosa di soprannaturale si addensava nell'aria, caricando l'atmosfera di una strana energia, e permeandola di un pungente odore di ozono, incenso e altri afrori penetranti. Stava succedendo qualcosa, e nessuno di loro si illudeva che fosse qualcosa di buono...

"Aduro! Creo! Iudex! Mei Divinitus!" cantilenò Elias, le mani sollevate in aria. "Che gli eretici siano spazzati via!"

"Opprimo Oppressi Oppressum! Sommo Arceus, ascolti le nostre preghiere!" continuò Angela. La radianza che veniva sprigionata dalla torre stava diventando abbagliante, e impediva a Vera e ai suoi compagni di avanzare... in effetti, non riuscivano più a vedre nulla di ciò che li circondava, e si sentivano come se un vento impetuoso li stesse spingendo con violenza lontano dalla torre. Vera si affrettò a stringere a sè il piccolo Flabebè, e poi si protesse il viso con un braccio e puntò i piedi a terra per evitare di essere gettata a terra dalla forza del vento!

"Tienti forte, Sparky!" esclamò Ritchie, controllando che il suo Pikachu si fosse afferrato alla gamba dei suoi pantaloni. Il roditore elettrico si teneva stretto con tutte le sue forze, le orecchie quasi appiattite dalla violenza del vento soprannaturale. La luce continuò ad espandersi, ad intensificarsi, ad inghiottire ogni cosa, e colonne di energia bianca scaturirono dal terreno attorno alla grande torre sigillata, pericolosamente vicini a Padre Elias, Angela e Gossip Gardevoir. Ma i due alti sacerdoti e la Pokemon parlante restavano fermi al loro posto, come se fossero stati dei pilastri di cemento...

"Ugh... maledizione! Tenetevi forte! Cosa cavolo sta succedendo?" esclamò Drew, ancorato saldamente ad una colonna. Adrienn si teneva rasente ad una formazione cristallina che emergeva del terreno, incredulo e spaventato. Cosa stava accadendo? Aveva davvero aiutato gente simile? Davvero non si era reso conto di quanto fossero folli i loro propositi? E adesso... adesso cosa stava accadendo?

Finalmente, la luce si affievolì al punto da permettere ai ragazzi di vedere, anche se non scomparve del tutto - sembrava ancora che un sole in miniatura si fosse acceso vicino alla volta della caverna. Vera e il suo Flabebè aprirono gli occhi per primi, e la bambina castana si azzardò a guardare verso la luce... restando congelata in un misto di meraviglia e terrore quando riconobbe la gloriosa figura celestiale che scendeva verso di loro, avvolta in un alone di luce iridata!

Gli anelli dorati.

Lo sguardo estatico e stoico al tempo stesso.

Gli esili zoccoli di avorio bianco.

Il corpo sinuoso che sembrava risplendere di luce propria.

Arceus in persona stava fluttuando maestosamente verso il terreno, pronto ad affrontarli in uno scontro che si preannunciava del tutto a senso unico... se poteva davvero definirsi uno scontro.

"Un combattimento con me pone a rischio le vostre anime immortali," sentenziò Elias. "poichè il Giusto sta dalla mia parte."      

    

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CONTINUA...

 

 

  

 

 

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Capitolo 64
*** La luce del giudizio di Arceus ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 64 - La luce del giudizio di Arceus

 

Era proprio lui, non c'erano dubbi.

Una creatura immensa e inondata di gloriosi raggi di luce, come un sole in miniatura. Il suo corpo elegante e poderoso al tempo stesso ricordava quello di un cavallo ricoperto di un mantello perfettamente liscio, di colore bianco, e quattro zoccoli dorati appuntiti, una lunga criniera anch'essa bianca che si dipartiva da una testa allungata, con due cornetti ricurvi ai lati della testa e un volto grigio con un paio di occhi verdi che osservavano il mondo con un'espressione stoica ed estatica al tempo stesso. Attorno all'addome del Pokemon erano posti due anelli dorati che sembravano brillare di luce propria, formando una sorta di ruota dorata ornata da quattro gemme verdi di forma sferica, piazzate verso la fine di ciascun "raggio". Il suo potere era palpabile, e l'aria attorno a lui scintillava e si deformava, come se la stessa realtà che lo circondava non osasse opporsi al volere di quella creatura onnipotente!

Arceus, il dio di tutti i Pokemon.

Il Pokemon Primevo era lì, stupendo e terrificante, davanti a loro.

Vera e i suoi compagni non potevano credere ai loro occhi... Arceus, Arceus in persona, il dio di tutti i Pokemon, era sceso dai cieli per affrontarli in combattimento. Un'aura dorata che immergeva ogni cosa in una luce obnubilante accompagnava il Pokemon divino, una sensazione quasi palpabile di energia che faceva subito capire quanto inutile sarebbe stato qualsiasi tentativo di resistenza. Dire che lei e i suoi compagni erano come tante formiche che si apprestavano a combattere contro un titano, era davvero dire poco.

"State... state scherzando, vero? State dicendo... che dovremmo combattere contro Arceus in persona?" balbettò Ritchie, il cui usuale ottimismo aveva lasciato posto ad un cieco terrore che gli toglieva ogni facoltà di giudizio. Drew vide le sue gambe che tremavano, e si rese conto che lo stesso valeva per lui - la situazione appariva completamente disperata, e anche Vera non aveva la minima idea di come sarebbero riusciti a cavarsela questa volta.

Adrienn osservava con espressione assolutamente terrificata il maestoso Pokemon Alfa, che si stagliò davanti al gruppetto di irriducibili partigiani di Reborn. Anche lui si rendeva conto che non ci sarebbe stato davvero nulla da fare, se Arceus avesse deciso che erano nemici e che andavano schiacciati. Non avevano assolutamente nulla in grado di opporre resistenza, di fronte ad un simile potere. A questo punto, l'unica possibilità era fare appello direttamente a Padre Elias in persona, e sperare che il sacerdote sarebbe stato disposto ad ascoltare...

"P-padre Elias... io... io... credo che... questo... sia un po' troppo... non crede anche lei?" chiese il ragazzo dai capelli bianchi, la voce che tremava nonostane tutti i suoi tentativi di controllarsi. "Questi... questi  ragazzi... desideravano soltanto essere sicuri che la loro amica Gardevoir... fosse qui per sua libera scelta... Non avevano nessuna intenzione di... di mancare di rispetto a lei o al sommo Arceus... perciò... la... la supplico, sommo Arceus, abbia pietà! Sono... sono sicuro che Voi non volete davvero fare del male a questi ragazzi..."

Arceus restò in silenzio, librandosi maestoso e terrificante davanti al gruppetto della resistenza, mentre i suoi sacerdoti restavano indietro e lanciavano i loro anatemi.

"Traditore. Blasfemo. Non dovevamo fidarci di te, Adrienn!" sibilò Angela.

"Dubitare della parola del sommo Arceus è come non credere in lui. E' un peccato che non può essere tollerato." affermò Elias, con lo stesso tono di monolitica certezza con cui diceva quasi ogni cosa. "Ora il sommo Arceus in persona interverrà per mettere ordine in questo caos e indurre i peccatori a pentirsi. Se abbandonate ogni inutile tentativo di resistenza, potrete sperare in una morte indolore. Le fiamme del sommo Arceus disperderanno i vostri corpi e purificheranno le vostre anime, in modo che possano essere premiate con il paradiso."

"Questo è pazzo... questo è completamente pazzo!" mormorò tra sè Vera, continuando ad indietreggiare mentre cercava di pensare ad un modo, uno qualsiasi, di sopravvivere. La potenza di Arceus era qualcosa di assolutamente fuori da ogni possibilità di quantifica... Sparky, Flabebè, e gli altri Pokemon rimasti fuori dalle sfere si rendevano a loro volta conto di quanto impossibile fosse quella battaglia...

...

Un momento.

Nonostante la situazione apparisse disperata, c'era qualcosa che affiorava nella mente della bambina, in mezzo al panico e al terrore.

Qualcosa che risaliva a non molto tempo prima, quando assieme ad Ash e al suo piccolo esercito di amici, compagni e conoscenti, erano andati alle Rovine di Sinjoh per fermare una volta per tutte i piani di Grings Kodai e del Predone dalla Maschera di Ferro.

Lei aveva pure visto Arceus, in quell'occasione... e ricordava benissimo quello che aveva provato in quel momento.

Non certo la sensazione di opprimente disperazione che fino ad un attimo prima minacciava di impossessarsi di lei... la presenza di Arceus diffondeva attorno a lui una sensazione molto più gradevole... una sensazione di maestà, tranquillità, gloria e misericordia al tempo stesso... c'era qualcosa di dolce e rassicurante, nella luce che lei aveva visto alcuni mesi prima... non era certo questo bagliore aggressivo, opprimente, che sembrava voler invadere ogni cosa!

La paura cominciò a retrocedere, e si fece strada il sospetto che in effetti ci fosse qualcosa che non andava... o meglio, qualcosa che il sommo sacerdote aveva tenuto loro nascosto...

Arceus non attese oltre, e lanciò un acuto richiamo che riverberò in maniera innaturale in tutta la volta sotterranea, facendo illuminare molti dei cristalli luminosi che decoravano quel luogo mistico. Angela cadde in ginocchio, in preda ad una sorta di estasi mistica, mentre Padre Elias teneva gli occhi chiusi e le mani giunte, sussurrando alcune parole in quella strana lingua che aveva usato prima nella sua preghiera. Gossip Gardevoir, da parte sua, restava in silenzio e osservava Arceus che si preparava a combattere. Forse di aspettava che Vera e i suoi compagni gettassero la spugna da un momento all'altro...

Ma Vera gli diede una delusione. Cercando come poteva di ricacciare indietro la paura, la bambina castana prese fiato e afferrò la Pokeball del suo Blaziken e quella della sua Blastoise. Poi, prese il coraggio a due mani e fece un passo avanti - ed Arceus si fermò, come se fosse sorpreso del fatto che quella creaturina insignificante, appena più che un granello di polvere dinnanzi a lui, avesse il coraggio di opporsi.

"Ragazzi... non fatevi intimorire!" disse infine, rivolta ai suoi compagni. "Anche se può sembrare che siamo perduti... io ho l'impressione che ci sia qualcosa che ci sfugge, in tutto questo... Non so esattamente cosa... ma penso che se ci diamo da fare, e i nostri Pokemon sono abbastanza ben allenati... possiamo sconfiggere questo avversario! Non è il vero Arceus!"

"F-flabebe...?" esclamò il piccolo Flabebè, che meglio di tutti si rendeva conto di essere del tutto insignificante in confronto ad un avversario come quello...

"C-cosa?" esclamò Adrienn, sempre più scioccato ed incredulo. "V-Vera, ti... ti rendi conto... di quello che stai dicendo? Stai... stai parlando di affrontare il sommo Arceus in persona! Come puoi sperare di vincere?"

"I blasfemi che non credono nel sommo Arceus, non si rendono conto della verità neanche quando questa è davanti ai loro occhi." sentenziò Elias.

Vera non si lasciò intimorire, e lanciò le sue Pokeball. "Lo vedremo subito, quale è la verità! Blaziken, Blastoise, tocca a voi! Vediamo se davvero siamo davanti ad Arceus!" esclamò.

Blaziken e Blastoise apparirono davanti a lei un attimo dopo, e si piazzarono davanti al potente Pokemon Primevo, che non cambiò nemmeno espressione e continuò a fluttuare in aria con fare minaccioso! Blaziken si mise in una comoda posizione di guardia, come un lottatore di kickboxing pronto all'azione, e la Blazikenite che portava al collo brillò per un istante quando il Pokemon Fuoco/Lotta puntò i piedi artigliati a terra. Blastoise corrugò la fronte, e dopo aver soppresso, non del tutto con successo, un moto di paura, puntò i suoi cannoni idraulici contro l'avversario.

Come oltraggiato all'idea che quei due esseri ridicoli cercassero di opporsi a lui, il Pokemon divino si impennò, e gli anelli dorati che circondavano il suo corpo si illuminarono di na luce ancora più furiosa! Senza attendere oltre, Arceus eseguì un attacco Granvoce... ed emise un altro, poderoso grido che scatenò una tempesta di onde sonore talmente potente da scuotere la terra e investire in pieno i due Pokemon!

Blaziken e Blastoise puntarono i piedi a terra e si prepararono a subire un colpo potentissimo... e quando le onde sonore li centrarono, rimasero addirittura stupiti nel constatare che l'impatto non fu poi così tremendo come si erano aspettati. L'attacco Granvoce li raggiunse... ma riuscì soltanto a farli indietreggiare di qualche centimetro, e non riuscì a provocare grossi danni.

Padre Elias corrugò la fronte, in quella che poteva sembrare un'espressione di disappunto. Non stava andando esattamente tutto come aveva previsto...

Finalmente, l'attacco Granvoce cessò... e sia Blaziken che Blastoise, dopo aver barcollato per un istante, scoprirono che erano ancora in piedi, e senza neanche aver subito tanti danni! Certo, dopo essere stati colpiti dall'attacco di un Pokemon dotato dei poteri di un dio, erano sicuri che sarebbero come minimo stati messi ko all'istante, e forse anche uccisi... ma quel colpo si era rivelato talmente debole che adesso stavano ancora in piedi!

La paura che aveva attanagliato il resto del gruppo cominciò a svanire. Drew, Ritchie, Adrienn e gli altri Pokemon restarono a guardare stupiti Blaziken e Blastose che si scrollavano di dosso gli esigui effetti del colpo di Arceus... e Vera sorrise astutamente. I suoi sospetti si stavano rivelando sempre più fondati. Questo voleva dire che non erano in uno svantaggio schiacciante come avevano pensato all'inizio...

"Drew! Ritchie! Come ho detto, questo... non è il vero Arceus! Ne sono sicura!" esclamò la bambina castana, voltandosi per un attimo verso i suoi compagni. Il Pokemon divino sembrò ritirarsi di un po'... ma si lanciò nuovamente verso i suoi due avversari, che questa volta reagirono con fermezza! "Blaziken, attacca con Stramontante! Blastoise, tienilo fermo con Surf!"

"Blaaaaast!" esclamò la testuggine gigante. I suoi cannoni idraulici vibrarono per un istante, poi scagliarono due potentissimi getti d'acqua che sfrecciarono verso Arceus e lo colpirono in pieno petto! Incredibilmente, il Pokemon supremo venne scagliato indietro sotto la pressione dell'acqua, e quasi finì con le spalle contro la parete della grande torre sotterranea!

Angela era tanto stravolta quanto lo erano i compagni di Vera. "No! No, non è possibile! Che razza di diavoleria è mai questa? Com'è possibile che i Pokemon di quei peccatori riescano a reggere il confronto con il sommo Arceus in persona?" esclamò con assoluto orrore, guardando Blaziken che si scagliava contro Arceus tra due scie di fuoco, per poi spiccare un salto enorme e mandare a segno un devastante uppercut che fece barcollare il Pokemon Primevo! "Cosa sta succedendo, padre Elias? Tutto questo non può accadere! E' un'illusione! Un incubo! Una stregoneria!"

Padre Elias sembrò non sentire la domanda, e continuava a fissare con espressione intensa lo scontro tra i Pokemon di Vera e il Pokemon creatore. Dopo aver impiegato soltanto un paio di secondi per riprendersi, Arceus fluttuò di nuovo in una posizione di guardia, e l'aura sacra che circondava il suo corpo pulsò due o tre volte... poi, tutti i segni che i suoi avversari avevano lasciato su di lui scomparvero senza lasciare nemmeno un'ammaccatura!

"Dimentichi che i poteri rigenerativi del sommo Arceus sono illimitati, o donna di poca fede." affermò Elias. "Non c'è nulla che il sommo Arceus non possa fare. Di fronte al suo potere, questi blasfemi non hanno nessuna speranza."

Accanto a lui, Gossip Gardevoir annuì senza dire una parola...

 

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Bennett represse un brivido, vedendo con i suoi occhi di cosa fosse capace il Pokemon creatore. Tutti quei colpi poderosi, ed Arceus aveva rigenerato i danni in meno di due secondi. Davanti a lui, si stava verificando qualcosa che sfidava ogni legge della natura e della logica con cui aveva familiarità, e per la prima volta da quando si era unito alla Chiesa d'Alfa, si ritrovò a chiedersi se davvero aveva fatto una scelta saggia...

Il ragazzo con gli occhiali cercò come poteva di scacciare questi pensieri. Padre Elias gli aveva sempre ripetuto che dubitare della parola e della giustizia del sommo Arceus era il primo passo verso il peccato, e che se davvero voleva ricondurre Luna sulla retta via, doveva essere lui per primo un esempio di devozione e rettitudine.

E anche adesso che cominciava ad avere dei dubbi sul fatto che la Chiesa fosse davvero così virtuosa come diceva di esse... si ripeteva che doveva restare con loro, per evitare che Luna si perdesse - lui era l'unico che poteva parlare con quella ragazza, e fare in modo che si rendesse conto che la via che aveva preso era quella sbagliata...

Questo era quello che Bennett continuava a ripetersi, quanto meno.

Ma ciò nonostante, non riusciva a mettere a tacere una piccola voce che stava cominciando a sussurrargli nella mente... una voce che gli insinuava che non lo stava davvero facendo per Luna. Che tutto questo era solo per sè stesso. Che non voleva guidare Luna verso la salvezza, ma solo nelle sue braccia.

Cercò di mettere a tacere quella voce, ripetendo a sè stesso quello che fino a quello che stava facendo era per Luna. Come poteva essere egoistico? Lui stava aiutando Luna a vivere una vita migliore. Una ragazza bella, dolce ed intelligente come Luna doveva camminare sotto la luce del sole, non perdere tempo con sciocchezze... non fare la cameriera e la figlia adottiva di qualche miliardario fuori di testa... non riempirsi la bocca con quelle frasi sibilline e prive di senso con cui lei ogni tanto se ne usciva, dicendo che l'oscurità poteva essere gentile ed accogliente...

"Lo sto facendo per Luna... soltanto per lei..." continuò a ripetersi Bennett, dopo essersi rifugiato dietro un mobile quando un abbagliante lampo di energia provenne dall'esterno, e i Pokemon degli invasori si scontrarono di nuovo con Arceus. Per qualche motivo, gli sembrava che la sua convinzione, in quel momento, stesse calando sempre di più...

 

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"Absoooool!"

Arceus cercò di attaccare di nuovo, e scatenò contro Blaziken e Blastoise un attacco Geoforza, circondandosi di un'ardente aura scarlatta, e poi sprigionandola sotto forma di un'ondata che si diffuse attraverso il terreno e corse verso i due Pokemon di Vera... ma prima che l'attacco potesse andare a segno, Drew aveva mandato in campo uno dei suoi Pokemon più forti, il suo elegante e fedele Absol, che una volta vinta la paura iniziale, si scagliò valorosamente contro il dio di tutti i Pokemon, e mandò a segno uno stupefacente Sbigoattacco! La lama sulla testa di Absol andò a segno e tracciò un graffio profondo sul fianco del creatore, che barcollò per un momento, e riuscì solo dopo qualche secondo a rilasciare la sua Geoforza.

E questi secondi furono tutto quello di cui Blastoise aveva bisogno. La testuggine gigante si piazzò davanti al colpo che stava arrivando, e fece un cenno a Vera, che rispose a tono e diede un altro ordine alla sua Pokemon d'Acqua.

"Okay, Blastoise! Adesso usa Specchiovelo, e poi Focalcolpo! Blaziken, tu riparati dietro Blastoise!" esclamò con decisione la bambina castana, ora del tutto sicura che sarebbero riusciti a tenere testa anche ad un avversario così apparentemente inarrestabile. L'attacco Geoforza si schiantò contro Blastoise nel momento in cui Blaziken si protesse dietro il suo compagno... e la testuggine gigante strine i denti per un attimo, ma riuscì a reggere senza problemi all'impatto. Poi, girò le spalle ad Arceus... e il suo guscio risplendette di energia argentata per un breve istante, prima che una raffica di dardi di energia scaturisse da esso e andasse a colpire il Pokemon creatore con una potenza doppia rispetto all'attacco originale!

"Adesso, Blaziken! Usa Calciosalto!" esclamò Vera, e il suo starter, con un acuto grido di battaglia, salì sulle spalle di Blastoise e si lanciò da esse come da un trampolino per colpire Arceus con uno spettacolare calcio volante! Nello stesso momento, Blastoise congiunse le mani e poi le aprì di scatto, facendo apparire una splendente sfera di pura energia tra i palmi... e dopo aver preso la mira, Blastoise scagliò il suo attacco, che sfrecciò verso Arceus e lo colpì in pieno nello stesso momento in cui il calcio volante di Blaziken andava a segno!

Arceus emise un riverberante stridio di indignazione e cercò di ritirarsi per usare un nuovo attacco Ripresa... ma Ritchie non aveva nessuna intenzione di lasciarglielo fare.

"Hmm... e va bene, credo che a questo punto sia il caso di dare una mano anch'io... Harry! Pupitar! Tocca a voi! Cercate di fermarlo!" esclamò il ragazzo di Kanto, facendo uscire contemporaneamente la sua Butterfree e il suo Pupitar. Immediatamente, la Pokemon farfalla si librò in volo e cominciò a cospargere il Pokemon divino di polvere scintillante, che interruppe la concentrazione di Arceus e lo fece barcollare... e subito dopo, Pupitar scatenò un attacco Frana che centrò in pieno l'avversario! Ritirandosi goffamente sotto una tempesta di sassi che franavano da un punto sopra di lui, quello che fino a poco prima era sembrato una forza della natura inarrestabile si ritrovò nuovamente con le spalle al muro, e non ebbe altra scelta che difendersi come poteva quando Drew diede un ordine, e il suo Absol lo centrò in pieno con una raffica di proiettili luminosi a forma di falce di luna, creati sferrando una serie di fendenti all'aria davanti a lui. Ancora una volta, per la totale incredulità di Angela ed Adrienn, e la crescente preoccupazione di Padre Elias, il creatore si schiantò contro la parete della torre, facendo crollare al suolo una piogga di calcinacci.

"Ma... ma... com'è... possibile?" balbettò Adrienn, guardando incredulo Arceus che cercava in qualche modo di contrattaccare. "Questo... questo sarebbe il potere del sommo Arceus? E' davvero... così poco che non riesce a tenere testa a dei Pokemon normali?"

"Vera ha ragione... questo non è il vero Arceus! Se lo fosse, ci avrebbe già spazzati via tutti... anzi, se lo fosse, probabilmente non avrebbe nemmeno voluto combattere con noi." affermò Drew, dandosi mentalmente dello stupido per essersi fatto prendere dalla paura un attimo prima. In effetti, avrebbe dovuto rendersene conto subito... Vera aveva visto Arceus direttamente, e sapeva cosa stava dicendo. Avrebbe dovuto fidarsi di lei e di quello che diceva.

Come se "Arceus" avesse percepito i pensieri del ragazzo, e avesse deciso di farla finita con quella recita, i contorni del Pokemon divino cominciarono a vacillare, e alcune parti del suo corpo cambiarono temporaneamente di colore, passando dal bianco più puro ad un rosa sbiadito. Anche l suo volto sembrò mutare... e l'espressione severa che il Pokemon divino mostrava scomparve, per essere sostituita da una faccetta sorridente dall'espressione melensa che restò lì per appena mezzo secondo prima di tornare normale...

Ritchie, che era nella posizione perfetta per vedere il volto di quello che sembrava Arceus, sgranò gli occhi in un'espressione di stupore... e anche lui si diede mentalmentedello stupido per non aver pensato ad una simile eventualità!  

"Accidenti, questo non ci voleva..." disse tra sè Padre Elias, osservando "Arceus" che cominciava a cedere. "Si tratta solo di un vascello mortale, chiaramente non è in grado di gestire il potere del sommo creatore... ma speravo che resistesse un po' di più."

"Ma cosa sta... che significa? Perchè Arceus sta facendo questo?" si chiese Adrienn. Sparky, il Pikachu di Ritchie, decise che era giunto il momento di farsi avanti, si caricò per un istante, e sferrò contro il Pokemon divino un poderoso attacco Fulmine che colpì l'avversario in pieno petto, facendolo retrocedere ancora un po'. A quel punto, la battaglia era ormai praticamente a senso unico...

"Il creatore di tutti i Pokemon, il sommo custode della legge e dell'ordine... non può essere sconfitto da un branco di miscredenti venuti da qualche misero angolino del mondo!" esclamò Elias. "Sommo Arceus, mostri loro il Suo Giudizio! Faccia vedere, la prego, cosa succede a tutti coloro che rifiutano la Sua savezza!"

Il Pokemon Primevo riuscì a cogliere un breve istante di tempo in cui i suoi avversari non lo stavano attaccando, e si sollevò in aria, ricoperto da una scintillante aura dorata. Questa volta, i Pokemo di Vera e dei suoi compagni non furono abbastanza veloci da fermarlo, anche se Blaziken cercò di colpirlo con un Lanciafiamme mentre si sollevava. "Arceus" riuscì a salire giusto in tempo, facendo in modo che la fiamma scagliata da Blaziken andasse a schiantarsi contro il muro della torre... e un attimo dopo, cominciò a concentrarsi e ad espandere la sua aura!

"Pika pikaaaa!" Sparky si avvicinò rapidamente e cercò di colpire l'avversario con una scarica elettrica sprigionata dalle guance, ma l'attacco si disperse senza alcun effetto sulla barriera energetica che si era accesa attorno al corpo del Pokemon creatore, i cui anelli dorati sprigionarono ancora più luce man mano che Arceus raccoglieva energia!

"Accidenti... meglio tenersi pronti a ricevere questo colpo! Ho l'impressione che non sarà come i precedenti!" esclamò Vera con evidente preoccupazione. "Presto, ragazzi! Cercate di mettervi al riparo! Ognuno si protegga come può!"

"Qu-questo è... l'attacco Giudizio del sommo Arceus! Non c'è assolutamente nulla che possa reggere ad un simile colpo!" balbettò Adrienn, osservando con crescente terrore il Pokemon primordiale che si caricava sempre di più. Con la mente in preda al panico e alla confusione, il ragazzo dai capelli bianchi cercò come poteva di calmarsi, e si piazzò accanto al gruppo di Vera, le braccia aperte per implorare Arceus di avere misericordia.

"A-aspetti, sommo Arceus... se davvero è Lei... ora non so più cosa pensare!" esclamò Adrienn. "La prego, mi ascolti... io... non credo ci sia bisogno di ucciderli! Dovremmo venirci incontro a vicenda! Se... se davvero Lei è il creatore benevolo di cui la Sua chiesa canta le lodi... La prego, non faccia del male a questi ragazzi! Essi... desiderano solo delle legittime risposte!"

"Il fatto che tu dubiti del giudizio del sommo Arceus fa di te un peccatore a tua volta, Adrienn." sentenziò Elias. "Sono piuttosto deluso, devo ammetterlo. Ero convinto che saresti stato un degno discepolo. Ma queste tue debolezze ti rivelano per quello che veramente sei. Ora... verrai purificato, assieme al resto dei miscredenti."

L'attacco Giudizio di "Arceus" si era caricato al massimo, e il Pokemon divino sprigionò dal suo corpo una raffica di ardenti raggi di luce dorata che salirono per un breve tratto... e poi tornarono indietro e cominciarono a cadere sul gruppo, come una pioggia mortale! Ormai mancava poco... dovevano tentare in qualche modo di intercettare quell'attacco, o sarebbero stati spazzati via!

Blastoise indietreggiò per un attimo... poi, facendo appello a tutte le forze che gli erano rimaste, si piazzò davanti al gruppo e prese un bel respiro. Lo Absol di Drew, il Pupitar di Ritchie, e anche il piccolo Flabebè si piazzarono al fianco della testuggine, ma Blaziken volle evitare al piccolo Pokemon Folletto di rischiare la vita inutilmente, e lo prese delicatamente tra le mani, stringendolo a sè con espressione protettiva.

"Blaze!" esclamò il Pokemon Fuoco/Lotta, osservando con crescente preoccupazione gli strali di luce che stavano per abbattersi su di loro...

Un istante dopo, tutti i Pokemon del gruppo di Vera scagliarono alcuni dei loro attacchi migliori, nel frenetico tentativo di fermare l'attacco Giudizio prima che fosse troppo tardi. Blastoise si caricò quanto più possibile, e scagliò un tremendo attacco Idropompa che sfrecciò verso l'altro con un assordante rumore di acqua che straripava! Pupitar scatenò un attacco Pietrataglio, sollevandosi da terra per un breve tratto, e poi abbattendosi al suolo per far scaturire da esso delle punte che volarono verso l'alto... e anche Sparky aggiunse un attacco, caricandosi al massimo e usando un devastante attacco Tuono! Absol usò di nuovo Psicotaglio, questa volta sferrando una seria di fendenti sempre più frenetici, e inviando contro "Arceus" una raffica di colpi! Anche Happy, la Butterfree di Ritchie, volle dire la sua, e agitò freneticamente le ali, in un poderoso attacco Ronzio che scatenò una tempesta di onde verdi concentriche contro l'avversario! Si sentì un impatto assordante quando i colpi energetici si scontrarono a mezz'aria, e numerosi dei raggi di luce dell'avversario vennero dissolti... ma altri ne arrivavano, con sempre maggiore velocità e potenza!

"BLAAAAAAAST!" ruggendo fragorosamente, Blastoise intensificò i suoi getti d'acqua e potenziò fino al limite assoluto la sua Idropompa, riuscendo finalmente a far retrocedere unpo' l'attacco Giudizio e a colpire "Arceus" con degli schizzi d'acqua rapidi come proiettili e taglienti come fogli di carta. Quello che all'inizio era sembrato un Pokemon invincibile barcollò sotto la raffica di getti d'acqua... ma continuò a scagliare raffiche di strali di luce, nel tentativo sempre più frenetico di sopraffare i "miscredenti".

Drew e Vera si avvicinarono l'uno all'altra, e Ritchie si piazzò accanto al suo Pikachu come se volesse sostenerlo quanto più possibile in quel momento critico. Il ragazzo dai capelli verdi guardò verso la sua amica, che ricambiò lo sguardo con fare ansioso e toccò inmaniera quasi scaramantica il Mega Bracciale che Kiki le aveva donato. Nello stesso momento, Blaziken aveva portato al sicuro il piccolo Flabebè... e poi, piazzandosi accanto a lui per fargli da scudo con il suo corpo, si era voltato verso "Arceus" e aveva cominciato a caricarsi. La Blazikenite che portava al collo si illuminò di luce rossa, attraversata da alcuni lampi di giallo... e il Pokemon Vampe venne avvolto da un'abbagliante fiamma rossa!

Per istinto, Blaziken percepì che non si trattava della fantomatica Mega Evoluzione, non ancora almeno... ma quell'improvvisa scarica di energia fu più che sufficiente, e lo starter di Vera si caricò brevemente, e alzò le braccia artigliate davanti a sè. Con un rapido movimento, disegnò in aria un simbolo, creando delle scie di fuoco che presero la forma di una sorta di stella a cinque punte...

"Vai, Blaziken! Colpisco con Fuocobomba!" esclamò Vera.

Gli occhi di Blaziken si accesero di luce scarlatta, e il Pokemon Vampe emise uno stridio acuto, un penetrante grido di battaglia, prima di spingere in avanti con entrambe le braccia e scagliare un enorme fiammata che partì ruggendo verso il suo bersaglio! Le scie di luce distruttiva che "Arceus" stava scagliando non riuscirono più a resistere a tutti quegli attacchi messi assieme... e con assoluta incredulità di Padre Elias, Adrienn ed Angela, l'attacco Giudizio si dissipò e lasciò "Arceus" senza difese!

"BLAAAAAAAAZE!"

Il grido di Blaziken fu alto, terribile. La Fuocobomba, come invigorita dall'urlo, si ingrandì leggermente e continuò a sfrecciare verso "Arceus", assieme a ciò che rimaneva degli altri attacchi! "Arceus" spalancò gli occhi e cercò di scansarsi, ma era troppo grande e si mosse troppo lentamente. Questa volta, non ebbe neanche la possibilità di usare un attacco Ripresa per cercare di annullare i danni... e la Fuocobomba lo raggiunse per primo, esplodendo in un lampo di luce rossa che proiettò fiamme ovunque! Subito dopo, il Pokemon divino venne sballottato da una combinazione del Ronzio di Butterfree, dalla Pietrataglio di Pupitar, dall'attacco Idropompa di Blastoise, e da una raffica di fendenti creati dallo Psicotaglio di Absol! Gli attacchi si schiantavano sul corpo del creatore ormai indifeso, diventando sempre più dolorosi ad ogni centro... e alla fine, uno Psicotaglio più potente degli altri centrò "Arceus" in pieno petto, facendogli mancare il fiato! Il Pokemon divino perse le forze, e le sue zampe scalciarono l'aria un'ultima volta prima che accadesse qualcosa di strano...

La sagoma di "Arceus" vacillò, e cominciò a perdere forma. Altre parti del suo corpo sbiadirono e si tinsero di rosa pallido... e il suo volto cambiò di nuovo, riducendosi ad un paio di piccoli occhi neri e una bocca simile ad una linea nera ricurva... e questa volta, la degenerazione non si fermò, e quello che fino ad un attimo prima aveva la forma del dio di tutti i Pokemon si trasformò in una strana creatura simile ad un'ameba fatta di gelatina rosa, che scivolò a terra e si afflosciò, giacendo al suolo come una macchia di vernice con un paio di occhi trasformati in spirali, e una bocca contorta in una smorfia di dolore e sorpresa. L'eco degli attacchi si spense, e ciò che rimaneva dell'attacco Giudizio si trasformò in un'innocua pioggia di luce, come se si trattasse di tanti fuochi d'artificio.

Adrienn rimase a guardare, in preda all'incredulità mista a delusione ed indignazione, il Pokemon rosa steso a terra.

Vera, Drew, Ritchie e i loro Pokemon erano rimasti a loro volta in silenzio. Da una parte, avevano capito che c'era qualcosa che non andava... ma dall'altra, il fatto che alla fine si fosse rivelato un inganno così infantile, e che loro per un po' ci fossero addirittura cascati, li faceva sentire non poco irritati.

Angela strinse un pugno al proprio fianco e digrignò i denti per la rabbia... e anche Padre Elias, pur non dando nulla a vedere, sentiva la rabbia salire...

Mentre Gossip Gardevoir restava ferma e zitta, senza dire una parola, e sembrava quasi che non avesse nemmeno fatto caso alla tremenda battaglia che era stata combattuta davanti a lei. Il bagliore accecante che la Blazikenite stava emettendo svanì lentamente, lasciando la Megapietra calda e pulsante di una tenue luce rossa... e Vera si avvicinò di un passo al Pokemon rosa che giaceva a terra privo di sensi e di forma.

"Era... un Ditto." disse infine la bambina castana, in un tono che mescolava stupore, incredulità e condanna.   

Pika… pikachuuuu…” Sparky tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso il suo allenatore, facendo un segno dell'okay con una mano. Certo, non era il vero Arceus… ma il Pikachu con il ciuffo era comunque orgoglioso di aver vinto quella battaglia!

“Bravo, Sparky! Siete stati fantastici, tutti quanti! E adesso… pensiamo a Padre Elias e alla sua attendente.” Rispose Ritchie, la sua attenzione ora rivolta all'alto sacerdote e alla sua servitrice.

Adrienn trovò finalmente la presenza di spirito di parlare, e avanzò con incertezza verso il sacerdote e la sua attendente fremente di rabbia. “P-padre Elias? Che… che significa tutto questo? Era… era soltanto un Ditto che aveva preso le sembianze del sommo Arceus?” chiese, nel disperato tentativo di credere che l'alto sacerdote avesse perpetrato un tale inganno a fin di bene. “Ma… ma perché? Perché questo raggiro?”

Elias sospirò e tirò fuori una Pokeball vuota, nella quale richiamò il Ditto sconfitto. “Hm… come immaginavo… essendo soltanto un tramite mortale, non è in grado di sfruttare al meglio l'immenso potere del nostro signore.” Commentò con acredine. “Adrienn, mio giovane amico… chiedo venia per questa insincerità, ma era necessario per il proseguimento della nostra sacra missione. Le Quattro Chiavi devono tornare al loro posto, in questo santuario. Solo così potremo accedere a ciò che resta del meteorite che portato su questa terra il potere del sommo Arceus, e potremo usarlo per ridare vita al mondo… un mondo puro ed innocente come era al principio, senza sofisticazioni e senza peccati.”

“Un meteorite, eh?” chiese Drew, chiedendosi come mai non gli fosse arrivata prima, quella realizzazione. “E c'entra qualcosa il Team Meteora? Non è che per caso state lavorando per loro?”

Angela trasalì, a anche Vera, Ritchie ed Adrienn si voltarono stupefatti verso il ragazzo dai capelli verdi. “Che cosa? Drew, stai dicendo che…” cominciò a dire la bambina castana, lasciando implicita la domanda. Fece una pausa… e poi si diede una leggera manata sulla fronte. Ma certo… come aveva fatto a non pensarci prima? Il nome Team Meteora, questa storia della meteorite, il fatto che sia Solaris che la Chiesa d'Alfa cercassero le Quattro Chiavi… non era certo impossibile che stessero collaborando!

“Voi giudicate il Team Meteora secondo il vostro metro.” Affermò Gossip Gardevoir, interrompendo il suo lungo silenzio. “Non avete idea della purezza del loro scopo.”

“Non vedete anche voi quanto marcio c'è nel mondo che ci circonda?” chiese Angela con sempre maggiore veemenza. “Gli uomini hanno dimenticato il loro posto, hanno dimenticato di rendere grazie al sommo Arceus per tutto quello che hanno, e credono di essere diventati i padroni di tutto quello che vedono! In questo momento, mentre stiamo parlando... sopra le nostre teste continua a trascinarsi quel covo di perversione che è Reborn City, una macchia su questo continente una volta immacolato!"

"E... e... e questo come giustifica quello che state facendo?" esclamò Adrienn. "Padre Elias... lei... ha usato il nome del sommo Arceus per terrorizzare questi ragazzi... e aveva tutta l'intenzione di fare loro del male o peggio! Il sommo Arceus non approverebbe mai questi metodi!"

"Io sono l'alto sacerdote del sommo Arceus su Reborn. Io rappresento la Sua volontà. Perciò, tutto quello che io faccio trova la Sua approvazione." continuò Elias, deciso a non mollare anche di fronte agli sguardi disapprovanti del gruppetto di Vera. Angela stava per farsi avanti e mandare in campo uno dei suoi Pokemon... quando una voce che ormai a Vera e ai suoi compagni era alquanto familiare - per non dire gradita - si fece risentire.

"Se c'è qualcuno che ha appena detto qualcosa di blasfemo da queste parti... credo proprio che quello sia lei, Santità." affermò Radomus, arrivando da una rampa di scale dietro i due alti sacerdoti di Arceus. Irritato, Elias alzò gli occhi al cielo... e Gossip Gardevoir si nascose rapidamente dietro Angela, apparentemente ancora terrorizzata dalla presenza del suo allenatore.

"Signor Radomus! Bentornato!" esclamò Vera, sollevata di vedere che il maestro di scacchi era riuscito a vincere la battaglia con Pius. "Siamo contenti di vedere che è andato tutto bene!". Blaziken disse di sì con la testa, e alzò leggermente il becco in segno di approvazione.

Padre Elias ed Angela, comprensibilmente, non condividevano il sollievo di Vera e dei suoi compagni. "Tsk... e cosa ne può sapere un ateo come te, Radomus, di cosa è blasfemo e cosa non lo è?" chiese l'alto sacerdote fissando Radomus con quei suoi inquietanti occhi dalle iridi bianche. “Cosa può saperne, un ingannatore come te, delle vie del sommo Arceus?”

A queste parole, pronunciate senza la minima ironia, rispose un breve accesso di risate da parte di Drew, Vera e alcuni Pokemon, mentre Adrienn stringeva un pugno al proprio fianco in segno di indignazione.

“Cosa significano queste vostre risatine, irriguardosi?” esclamò Angela voltandosi di scatto verso i bambini di Hoenn. “Forse che qualcosa che ha detto sua Santità vi sembra tanto esilarante?”

Flabebè!” Il Flabebè di Vera rispose con una sfacciataggine che sembrava quasi fuori luogo per un Pokemon così piccolo, annuendo in direzione di Angela.

“Heh… effettivamente sì. Ha un bel coraggio “sua santità” ad accusare il signor Radomus di essere un ingannatore.” Rispose prontamente il ragazzo dai capelli verdi. “Non è forse stato lui a dare istruzioni a quel Ditto di fare finta di essere Arceus per terrorizzarci? E pensare che per un po' ci siamo anche cascati…”

Vinto dalla forza dell'evidenza, Elias strinse i denti, incapace di controbattere... e Radomus, con un cenno di approvazione, proseguì il discorso. “E potrei aggiungere che anche quella Pokemon che si sta a fianco… potrebbe non essere l'originale.” Affermò. “Dopotutto, se quell'Arceus era in realtà un Ditto trasformato, perché non potrebbe esserlo anche lei?”

“Gossip Gardevoir” si nascose dietro ad Angela con espressione impaurita, cercando di allontanarsi quanto più possibile da Radomus. “Ne… ne ho avuto più che abbastanza di tutte le tue bugie, Radomus! Perché non la smetti, e non ammetti quello che hai fatto alla povera Luna?”

“È… è vero! I giochi sono finiti, Radomus! Restituiscimi mia figlia Luna, liberala dalla tua oscurità, e io ti restituirò la tua Gardevoir!” ribattè l'alto sacerdote, ma a nessuno sfuggì l'incertezza della sua voce. Era sempre più ovvio che il sacerdote dai capelli bianchi era con le spalle al muro.

“Questo… ammesso e non concesso che Gardevoir voglia tornare!” continuò Angela.

Radomus sospirò e, senza dare l'impressione di essere minimamente impressionato, passeggiò come niente fosse accanto ad Elias. “Tutto quello di cui mi rendo conto, in questo momento, è che la Chiesa d'Alfa non è esattamente l'organizzazione di benefattori che si potrebbe pensare.” Affermò. “E soprattutto, vedo che hanno due pesi e due misure. Quindi, io dovrei assecondare il desiderio della mia cara Gossip Gardevoir di lasciarla libera… ma non dovrei assecondare il desiderio di Luna di restare con me. Perché, secondo questi sedicenti santoni, io l'avrei ipnotizzata e convinta con l'inganno.”

“Stai soltanto guadagnando tempo, infame!” ringhiò Angela, resistendo a stento alla tentazione di far uscire uno dei suoi Pokemon e mandarlo all'attacco. “Hai sentito anche tu che Gossip Gardevoir non vuole stare con te…”

“Dimmi, mia cara Gossip Gardevoir…” Radomus interruppe i vaneggiamenti della donna. “Potresti fare un esempio di quando ti ho trattato male? Un esempio specifico. Non vale dire semplicemente che ti ho trattato male in generale, voglio un episodio che tu ti ricordi bene.”

Questa richiesta fece ammutolire Padre Elias ed Angela… e “Gossip Gardevoir” sgranò gli occhi, in un'espressione che faceva capire che non aveva la risposta pronta. La Pokemon Psico/Folletto si guardò attorno, forse per cercare di pensare a che episodio poteva raccontare, ma non le stava venendo in mente nulla, e neanche Elias ed Angela riuscirono ad inventarsi qualcosa in tempo…

Poco dopo, messa alle strette dalla requisitoria, “Gossip Gardevoir” emise un verso di frustrazione… e i suoi lineamenti cominciarono a perdere forma, mostrando alcune chiazze rosa che rapidamente cominciarono ad apparire su tutto il suo corpo. Con questa conferma che era proprio come sospettavano lui e i suoi amici, fu il Flabebè di Vera a dare il colpo di grazia alla mascherata.

Flabebeeee…” cantilenò per poi puntare il suo fiore-ombrello contro la Pokemon Abbraccio, e scagliare un attacco Ventodifata, sotto forma di una scarica di vento costellato di particelle luminose e scie di polvere rosa. L'attacco colpì “Gossip Gardevoir” alla schiena, e questo fu il colpo di grazia per la sua finzione: la Pokemon perse l'equilibrio e cadde a faccia in giù sul terreno, ma non fece in tempo a toccare terra prima di trasformarsi nuovamente in quello che era – al posto di Gossip Gardevoir si trovava ora un altro Ditto, un po' più piccolo del precedente, che si guardava attorno confuso e desolato.

“Come immaginavo. Un altro inganno.” Affermò Ritchie, con Sparky che scuoteva la testa con disapprovazione. Ora più che mai, Padre Elias e la Chiesa d'Alfa si stavano rivelando per quello che erano.  

“E con questo, il mistero si spiega del tutto.” Fu il commento di Radomus, che guardò verso Flabebè e gli strizzò un occhio, subito ricambiato dal piccolo folletto. “A questo punto, i loro inganni dovrebbero essere palesi.”

“È stato tutto per un bene superiore.” Rispose Elias, mantenendo la calma anche ora che sembrava avere le spalle al muro. “Per diffondere la parola del sommo Arceus e guidare tutte le anime verso la luce e il Bene supremo, abbiamo dovuto utilizzare questi metodi ambigui, visto che nessuno voleva ascoltarci.”

Adrienn, ormai convinto del tutto della falsità delle sue scuse, scosse la testa. “No, padre Elias… questa… questa è tutta una scusa che lei racconta a sé stesso per giustificarsi!” rispose il giovane dai capelli bianchi, calmo ma deciso. “Se davvero aveste seguito la parola del sommo Arceus, avreste accettato che non tutti la pensano come voi… e avreste continuato a diffondere la Sua parola senza fare del male a nessuno. Ora… state opprimendo coloro che non la pensano come voi, e per fare questo… non avete esitato a rapire una Pokemon innocente! Se penso che ho collaborato con voi…”

Pika… pika pikachu?” chiese Sparky, richiamando l'attenzione del suo allenatore.

“A questo proposito, Sparky ha ragione… dov'è la vera Gossip Gardevoir?” chiese Ritchie, ora che quell'argomento era tornato a galla. “Se quello era un Ditto… dov'è finita lei?”

“Io… sinceramente non ne sono sicuro.” Affermò Adrienn, ripensando a quando lui e il resto del fedeli erano tornati al quartier generale. “Non appena siamo tornati, ho lasciato Gardevoir in una camera disposta per lei, e poi l'ho rivista quando siamo venuti a prenderla per confrontare il signor Radomus.”

“Quindi, un tempo più che sufficiente perché sua santità qui presente la sostituisse con il suo Ditto.” Radomus giunse alla logica conclusione. “Beh, questo non è un problema, in realtà. Immagino che adesso tocchi a me fare la mia mossa e dare scacco matto.”

Ignorando le espressioni indignate che Elias ed Angela gli puntarono contro, Radomus chiuse gli occhi e si concentrò. "Gossip Gardevoir, mia cara... se riesci a percepire i miei pensieri, ovunque tu sia... teletrasportati qui." affermò...

...e una frazione di secondo dopo, Un breve flash bianco annunciò l'apparizione, a fianco del maestro di scacchi, della graziosa Pokemon Psico/Folletto, che in barba a tutto quello che Elias ed Angela avevano cercato di insinuare, abbracciò con gioia il suo allenatore e maestro!

"Ta-daaaan! Eccomi qui, padron Radomus! Vedo che siete riusciti a sistemare questi maniaci!" esclamò, con grande sollievo di tutti i membri della resistenza. Adesso avevano la sicurezza che avevano ritrovato Gossip Gardevoir...

Adrienn, da parte sua, si mise una mano sulla fronte, sentendosi terribilmente stupido. "Ugh... e quindi, Gardevoir avrebbe potuto andarsene quando voleva!" realizzò scuotendo la testa. "Accidenti, e io che mi sono lasciato incantare dalle parole di questi sedicenti santoni..."

"Al vostro servizio. Spero di non esservi mancata troppo!" rispose la Pokemon Abbraccio, staccandosi finalmente da Radomus, e facendo un elegante inchino.

Tuttavia, Elias ed Angela non avevano intenzione di lasciare che tutto finisse così. La donna dai capelli verdini prese due Pokeball dalla sua cintola e, dopo aver ricevuto dal suo superiore un cenno di approvazione, si fece avanti per affrontare il gruppo di amici. "E credete davvero che vi permetteremo di andarvene così, dopo che avete profanato questo sacro suolo, e avete osato opporvi alla nostra volontà?" ringhiò la donna. "Nulla mi impedirà di investirvi con la fredda, implacabile verità del supremo Arceus!"

Anzichè essere intimorita, Vera alzò gli occhi al cielo. Ormai c'era ben poco che la Chiesa d'Alfa potesse fare per intimorirli...

"Verità, eh? Come era vero quell'Arceus che avete cercato di mandarci contro?" la schernì Drew con un sorrisetto sfacciato. Angela digrignò furiosamente i denti e fece per lanciare la prima Pokeball contro il ragazzino dai capelli verdi... ma questa volta, furono Radomus e Gossip Gardevoir ad agire, in modo da porre fine una volta per tutte a quella spinosa questione.

"Sembra che certe persone siano un po' troppo testarde per discutere." disse il maestro di scacchi. "Gossip Gardevoir, mia cara... se tu volessi."

"Con piacere, padron Radomus." Con un altro inchino, Gossip Gardevoir fluttuò gentilmente verso Elias ed Angela, e si teletrasportò davanti a loro, cogliendoli di sorpresa! I due alti sacerdoti di Arceus sobbalzarono per la sorpresa e persero un unico, preziosissimo secondo, che era esattamente quanto serviva a Gossip Gardevoir per sferrare la mossa decisiva! "Ipnosi!"

Una luce azzurra illuminò gli occhi di Gossip Gardevoir, e nessuno dei due fanatici ebbe la possibilità di evitare il suo sguardo... con il risultato che ne vennero come paralizzati, e non poterono fare altro che osservare in assoluto mutismo gli spettacoli di luce che si susseguivano senza posa nelle orbite della fata fluttuante. Pochi secondi dopo, i poteri psichici di Gossip Gardevoir ebbero la meglio sulla volontà pur ferrea dei due sacerdoti, che barcollarono per qualche istante... e poi si afflosciarono a terra, cominciando a dormire come due Snorlax in letargo!

"KO in un colpo solo!" commentò allegramente la Pokemon Psico/Folletto, per poi mandare un bacio ai due avversari dormienti. "Buona notte a tutti e due!"

"Pika pika!" esclamò Sparky, correndo verso Radomus e Gossip Gardevoir assieme a Flabebè e a Blaziken.

"Signor Radomus! Gossip Gardevoir! Siete arrivati giusto in tempo!" esclamò Vera correndo verso i nuovi arrivati, e fermandosi a pochi passi da loro. "Il vostro intervento è stato provvidenziale!"

"Direi proprio di sì, mia cara Vera." rispose Radomus, rivolgendo uno sguardo approvante anche a Drew e a Ritchie, mentre Adrienn seguiva a poca distanza, imbarazzato e forse anche preso da una certa vergogna per aver collaborato con una persona infida come Elias. Con un gesto del tutto naturale, il maestro di scacchi si tolse il cappello e lo mise via... poi, tirò fuori da chissà dove un altro copricapo, un berretto blu da poliziotto che si pose sulla testa. "Detto questo, credo che la cosa più giusta da fare sia portare questi due ad una stazione di polizia a Reborn City. Loro sapranno meglio di noi come trattare questi imbroglioni."

"A questo proposito... credo che Adrienn, qui presente, meriti un po' di considerazione." affermò Ritchie, indicando il ragazzo dai capelli bianchi, che ebbe un leggero sobbalzo per la sorpresa. "Lui... ha cercato di aiutarci, e quando Elias ci ha attaccato, lui ha fatto tutto il possibile per farlo desistere e risolvere la cosa in maniera pacifica."

"Pikachu!"

"Flabebè!" Sparky e il Pokemon Folletto di Vera confermarono ciò che Ritchie stava dicendo, e anche Blaziken disse di sì inclinando appena un po' il becco ricurvo.

"Beh... insomma, io... ho solo pensato che Vera e i suoi compagni non avessero le cattive intenzioni che padre Elias diceva... anche se, sinceramente, non credevo che padre elias fosse così in mala fede. Mi dispiace di avervi creato dei problemi..." spiegò il ragazzo dai capelli bianchi. "Piuttosto... visto che Gardevoir avrebbe potuto teletrasportarsi al suo fianco in qualsiasi momento, come mai ha aspettato fino a questo momento per richiamarla?"

"Oserei dire che è stato perchè voleva che la Ciesa d'Alfa scoprisse le sue carte, vero?" intuì Drew, al che Radomus disse di sì con la testa.

"Quello, ed è anche il fatto che Luna avrebbe voluto così." continuò il maestro di scacchi.

Gossip Gardevoir strizzò un occhio e disse di no con un dito. "Certo, avrei potuto scappare in qualsiasi momento, ma così ho potuto sapere di più sulla Chiesa d'Alfa. Inoltre... beh, quale Gardevoir fedele al suo allenatore non vorrebbe farsi salvare da lui?" affermò. "E' un classico, ma funziona ancora! E poi... la recito bene la parte della damigella in pericolo, no?"

Vera, Drew, Ritchie e anche Adrienn fecero una breve risata, divertiti dall'esibizione della Pokemon Psico/Folletto. "Certo, adesso che la guardo, avrei dovuto rendermene conto... questa Gardevoir è molto più vivace di quella che avevo visto prima!" rispose il giovane ex-adepto della Chiesa d'Alfa.

Gardevoir si rivolse al ragazzo... e si teletrasportò davanti a lui per accarezzarlo sulla testa in maniera del tutto inaspettata! "Oh, già, ti ho visto, sai, com'eri convinto! Eri davvero carino quando hai detto che mi avresti protetto, anche se quella non ero esattamente io!" affermò, con grande imbarazzo di Adrienn, che si ritirò di un passo e balbettò qualche parola di ringraziamento. "Ma... mi spiace, ma non potrei mai lasciare il mio maestro, padron Radomus! Lui è inimitabile!"

"Heheheee... beh, grazie delle buone parole!" affermò Adrienn, voltandosi dall'altra parte.

Vera ridacchiò di nuovo della buffa scena, poi si schiarì la voce e affiancò il suo Blaziken, dandogli una pacchetta amichevole sulla spalla. "Ora che la questione della Chiesa d'Alfa è risolta... immagino che sia il caso di andarcene. Ho l'impressione che quel Pius non resterà fermo troppo a lungo, vero?" chiese infine, e il Pokemon Vampe guardò nella direzione da cui era venuto Radomus, come se si aspettasse di veder arrivare da un momento all'altro il secondo degli attendenti di Padre Elias.

"Certamente." rispose Radomus, mentre Blaziken si caricava sulle spalle Elias ed Angela che stavano ancora dormendo. "E ovviamente, può venire con noi anche il nostro amico Adrienn. Mi sembra il minimo, vista la buona volontà dimostrata."

Lo Absol di Drew si avvicinò ad Adrienn e gli disse di sì con la testa, e il giovanotto dai capelli bianchi si chinò per accarezzare l'elegante creatura. "Grazie della considerazione, signor Radomus..." cominciò a dire, prima che un'ombra di sospetto e paura calasse sul suo volto dai lineamenti delicati. "E a questo proposito... avrei bisogno di chiederle una cosa."

"Con piacere, ragazzo. Nel limite delle mie possibilità..." rispose prontamente il maestro di scacchi.

"La ringrazio..." disse Adrienn con un leggero sorriso. "Ecco... ho sentito dire da Padre Elias e dai suoi attendenti... quanto Reborn City sia peggiorata in questi ultimi tempi. Vorrei... vorrei rendermi conto io stesso di cosa volessero dire... e se c'è qualcosa che posso fare per risolvere questo problema."

Radomus annuì e si fece più serio. "Sì, comprendo bene, ragazzo mio. Ma... temo che non sia un problema che potrai risolvere da solo, con tutta la tua più buona volontà..."

         

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CONTINUA...

Note dell'autore: I trucchi della Chiesa d'Alfa sono stati svelati, e i nostri eroi hanno avuto la meglio su... un Ditto travestito da Arceus! XD

Scherzi a parte, questo è uno degli scontri più difficili del gioco, visto che il Ditto di Elias assume comunque tutte le caratteristiche di Arceus, e può usare mosse come Giudizio e Ripresa. Se non avete un'ottima strategia per gestirlo, verrete spazzati via.

Tra non molto ritorneremo alla battaglia contro il Team Meteora, e vedremo cosa stanno facendo altri personaggi nel frattempo. La sfida si fa sempre più accesa...

Grazie a tutti per la cortese attenzione... e arrivederci a presto! :)

 

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Capitolo 65
*** Ritorno a Reborn City ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 65 - Ritorno a Reborn City

Quello che Adrienn aveva davanti ai suoi occhi era sicuramente la visione più scioccante che lui avesse mai avuto in vita sua. "Come... come sarebbe a dire?" boccheggiò il ragazzo dai capelli bianchi, sentendo uno sbuffo di aria appesantita dalla polvere e dallo smog seccargli la gola. "Questa... questa sarebbe Reborn City? Sono... sono stato assente per dieci anni... e Reborn City è già cambiata fino a questo punto? Non... non può essere vero..."

Dietro  di lui, Radomus, Gossip Gardevoir e il gruppo di Vera stavano accompagnando Padre Elias ed Angela, entrambi con le mani legate dietro la schiena. I due malfattori travestiti da guide spirituali stavano guardando il triste scenario del degrado di Reborn City con un'espressione spocchiosa, quasi trionfante. "Hah! Adesso hai visto con i tuoi occhi, mio caro Adrienn, di cosa sono stati capaci questi miscredenti!" affermò la donna, con uno di quei suoi sorrisi da psicopatica. "Ora ti sarai reso conto che quello che la Chiesa d'Alfa sta cercando di fare è giusto... e di quanto è folle il vostro tentativo di opporvi alla nostra giustizia! Questo è quello che succede quando si buttano le perle ai porci!"

Ignorando i deliri di Angela, Radomus sospirò e appoggiò una mano sulla spalla di Adrienn, cercando di fargli coraggio. "Così, in quello strano incidente, sei 'saltato' avanti nel tempo di dieci anni, per così dire... e adesso che vedi quanto è cambiata Reborn City, fai fatica a crederci. Non posso biasimarti, ragazzo mio. Anch'io sarei scioccato se questo fosse successo a me... questo è quello che è successo a Reborn City a causa dello sviluppo scriteriato, e soprattutto alle azioni del Team Meteora, l'organizzazione criminale che spadroneggia da queste parti."

"Loro usano delle armi terribili - il PULSE, un marchingegno che altera i Pokemon e provoca effetti devastanti sull'ambiente circostante." continuò Vera. "Ne abbiamo già distrutte alcune, per fortuna... ma siamo sicuri che il Team Meteora ne abbia altre in serbo, e non sappiamo cosa vogliano farne."

"Ma chi è il capo di questa organizzazione? Avevo sentito parlare di un'organizzazione fuorilegge anche nel tempo da cui sono venuto... ma si erano limitati a fare i disturbatori!" affermò Adrienn, lo sguardo che passava da un angolo all'altro di quella città oscura. Nuvole di smog, mucchi di spazzatura, pozzanghere di acqua fangosa, vagabondi che si aggiravano per le stradine fatiscenti come tanti fantasmi... era assurdo pensare che, l'ultima volta che l'aveva vista, quella città così degradata fosse stata un posto così pieno di vita e di colori.

"Hm? Quindi, il Team Meteora esisteva già da un po', mi pare di capire." disse Drew, incuriosito dalla notizia.

Adrienn scosse la testa e aprì le mani, ignorando la risposta... ma fu Radomus a darla al suo posto. "Il Team Meteora, in sè e per sè, esiste soltanto da tre anni. Ma prima di loro c'era, in effetti, un gruppo di individui un po' troppo zelanti che cercavano di convincere gli abitanti di Reborn City ad andarsene e lasciare che questo posto tornasse il luogo sacro che era una volta."

"Non è forse un peccato quello che sta succedendo da queste parti?" continuò Padre Elias, testardamente sicuro della giustizia della sua causa. "La presenza di questi ignoranti è un affronto alla gloria del sommo Arceus... come si può permettere che in un luogo sacro come questo, tutte queste persone continuino a fare i loro comodi, credendosi i padroni di questo luogo, e ignorando il loro compito? Noi mortali, umani e Pokemon, siamo i servi del sommo Arceus, e lasciare che in un posto a lui sacro si svolgano simili attività profane... è una vergogna!"

"Non credo che Arceus abbia messo noi umani e i Pokemon sulla Terra soltanto perchè passassimo tutto il nostro tempo a cantare le sue lodi." fu la rapida risposta di Radomus.

Gossip Gardevoir disse di sì con la testa. "Credo piuttosto, che siamo stati creati per crescere ed imparare come persone." affermò. "E questo vuol dire, tra le altre cose, vivere la nostra vita facendo quello che riteniamo giusto, senza che nessuno dovesse mostrarci la strada."

"Non capite nulla... noi viviamo in un mondo effimero! Io, voi, i nostri Pokemon... siamo tutti evanescenti e privi di sostanza come le ombre proiettate da una candela, e l'unica vita degna di essere vissuta, è una vita dedicata completamente alla luce dell'Assoluto." continuò Padre Elias imperterrito.

Adrienn guardò verso il sacerdote, e per la prima volta, Vera ebbe l'impressione di sentire un accento di rabbia e delusione nella sua voce.  "Ancora vorrebbe farmi credere che lei sta agendo in nome di un bene superiore, padre Elias?" affermò. Nonostante tutto, manteneva un tono di formalità e di rispetto verso il sacerdote. "Lei mi ha ingannato... lei ha ingannato tutti quanti, e adesso non può pretendere che io le creda senza alcuna riserva. Mi dispiace... ma dovrete sottoporvi alle leggi di Reborn City. Avete ingannato, avete minacciato persone innocenti, e avete usato la vostra religione per terrorizzare gli altri. Non potete sperare di cavarvela così a buon mercato."

Angela scosse la testa e sogghignò malignamente. "Siete proprio degli illusi... credete davvero che le misere sbarre di una cella possano tenerci imprigionati a lungo? La Luce ci salverà." affermò con una certezza agghiacciante.

"Per quanto odi ammetterlo, hanno una parte di ragione." rispose Ritchie, grattando Sparky dietro un orecchio. "Quel Pius è ancora a piede libero... e ho l'impressione che non siano loro gli unici fanatici della Chiesa d'Alfa."

Radomus e Gossip Gardevoir fecero cenno di non preoccuparsi. "Ora che il Team Meteora sta perdendo terreno, la polizia di Reborn City ha più tempo e maggiori risorse per tenere d'occhio la situazione." rispose la graziosa Pokemon Abbraccio. "Basterà avvertirli di fare buona guardia a... questi due prigionieri che fanno parte di una pericolosa organizzazione di fanatici."

Padre Elias sorrise, con lo stesso tono di un maestro che si accingeva a spiegare la lezione a degli alunni discoli. "Le prigioni e le leggi degli uomini non possono trattenere i messaggeri celesti del sommo Arceus." affermò. "Tutte le opere dell'uomo sono cenere e polvere dinnanzi alla sua giustizia. Voi non conoscete le strategie della Luce."

"No, ma conosciamo le strategie dei furfanti." rispose sarcastico Drew.

"Adrienn... adesso andremo a consegnare il nostro amico santone e la sua complice alle autorità di Reborn City." disse Radomus, distogliendo il ragazzo dai capelli bianchi dalla sua contemplazione della città in degrado. Adrienn disse di sì con la testa, voltandosi appena un po' verso il maestro di scacchi. "Fatto questo... nel caso ti interessasse, se non hai un posto dove andare, sentiti libero di fermarti al castello della mia famiglia. Sono convinto che a mia figlia Luna farà molto piacere la tua compagnia... e poi, oltre a darti un posto dove stare, ti potremo aggiornare su quello che è successo in questi dieci anni che hai saltato."

"Gliene sono molto grato, signor Radomus. E mi scuso ancora per tutti i problemi che vi ho causato." continuò Adrienn. Il gruppo cominciò ad incamminarsi verso la più vicina centrale di polizia, portandosi dietro Elias ed Angela - e mentre il sacerdote restava calmo e in silenzio, la donna gettava ogni tanto qualche occhiata piena di rancore ai passanti che si fermavano ad osservarli, facendoli indietreggiare con espressione spaventata.

"Non ti devi scusare, Adrienn. Eri stato ingannato, ed eri sinceramente convinto che quello che facevi fosse la cosa giusta." affermò Vera. La bambina camminava a fianco del giovanotto, incuriosita dal suo aspetto, dai suoi modi di fare che in parte le ricordavano il suo amico Cain, e da quell'aria di mistero che gli aleggiava attorno.

"Certo... immagino che anche molti di questo Team Meteora e della Chiesa d'Alfa siano convinti di fare la cosa giusta..." continuò Adrienn, come se volesse dire a Vera che le buone intenzioni da sole non sono sufficienti. "Ma... immagino che a questo punto sua inutile stare qua a discutere, quando abbiamo cose ben più importanti a cui pensare. Io... vorrei fare quello che mi è possibile, con le mie forze, per fare sì che questa città torni ad essere il paradiso che era una volta."

Il Flabebè di Vera sorrise gioiosamente. Sentire quel ragazzo parlare con tanta convinzione era davvero incoraggiante. "Flabebè!" esclamò, mentre fluttuava accanto al misterioso giovanotto.

"Grazie, Flabebè... so che con le mie forze posso fare ben poco, ma... spero che almeno io possa dare un buon esempio, e forse... chi lo sa... magari qualcuno si unirà a me in questo tentativo. Non voglio rinunciare senza prima aver tentato." commentò Adrienn. Una risata di scherno da parte di Angela rovinò per un istante il suo buon umore, ma Gossip Gardevoir reagì prontamente, usando la telecinesi per sollevare in aria un fazzoletto, e usarlo per imbavagliare la fanatica prima che potesse riprendere a delirare riguardo ad Arceus.

"Grazie, Gossip Gardevoir. Sinceramente, non mi andava l'idea di ascoltare le sue farneticazioni un istante di più." affermò Drew.

La graziosa Pokemon Abbraccio fece un occhiolino. "E' stato un piacere." affermò, per poi affiancarsi a Radomus e mettersi a braccetto con lui. Il maestro di scacchi alzò gli occhi al cielo, ma non respinse il gesto di affetto "Ma... non farti venire strane idee, ragazzo mio! Il mio cuore batte solamente per il mio padrone, il signor Radomus!"  

"Oh, lungi da me!" affermò il ragazzo dai capelli verdi, e le sorrise argutamente di rimando. "Dopotutto, sono nella tua posizione anch'io."

Fu il turno di Vera di sentirsi imbarazzata e guardare da un'altra parte. Aveva il più che vago sospetto - o forse avrebbe dovuto dire speranza - che Drew si stesse riferendo a lei, ma quel ragazzo era sempre incline a scherzare e a prenderla in giro, e a volte Vera non aveva proprio idea di come prenderlo. In effetti, a pensarci bene, con tutto quello che era accaduto da quando erano arrivati a Reborn, non avevano mai avuto davvero la possibilità di prendersi un po' di tempo e parlarsi. Erano sempre impegnati con gli allenamenti, o a sfuggire al Team Meteora...  forse adesso avrebbero potuto prendersi una pausa?

"Pika pika!" Vera si distrasse dalle sue fantasie quando Sparky indicò che erano arrivati ad una stazione di polizia, e Radomus stava bussando per richiamare l'attenzione. Nel giro di pochi secondi, un'agente Jenny accompagnata da un Growlithe e un Herdier si presentò alla porta, sorpresa di vedere il maestro di scacchi in quel posto.

"Mademoiselle, perdoni l'incomodo." Con un inchino, togliendosi il cappello con un gesto lento ed elegante del braccio, Radomus si presentò davanti alla poliziotta dai capelli azzurrini. "Ritengo che questi signori che ci stanno accompagnando... siano delle vostre conoscenze. Sono nel vero?"

Elias assunse un'espressione di disgusto, mentre Jenny osservava sbalordita sia lui che la sua complice... la quale, ancora imbavagliata e furente, mugugnò qualcosa che la poliziotta fu contenta di non capire. "Questi... sono Padre elias, il capo della Chiesa d'Alfa, ricercato per sedizione, truffa, sequestro di persona e azioni illegali di proselitismo religioso! E quella... è Angela, una dei suo principali complici! Come.. come siete riusciti a catturare questi due malfattori?"

"Opera di giratina, non c'è dubbio." rispose Elias sprezzante. "Ma non mi preoccupo. La Luce prevale sempre sulle tenebre. Il sommo Arceus saprà come far trionfare la sua virtù, e aprire il duro cuore di voi miscredenti. Coloro che non credono, saranno umiliati e convertiti."

Con un sospiro rassegnato, l'agente Jenny raggiunse Elias e cominciò a trascinarlo con sè. "Ma io credo... credo che voi due finirete davanti ad un tribunale e sconterete un bel po' di tempo in gattabuia. Ora, se voleste fare il favore di seguirmi." affermò, mentre Growlithe ringhiava in direzione di Angela e soffiava un piccolo getto di fuoco vicino ai suoi piedi  per costringerla a muoversi. Altri agenti raggiunsero la poliziotta e si premurarono di portare Elias ed Angela nella stazione e metterli in sicurezza... anche se Elias riuscì a prendersi un istante di tempo per rivolgere a Vera un'occhiata maligna e un sorriso che prometteva rivalsa.

"La Luce... mi salverà." riuscì a dire, prima di essere portato all'interno della stazione. Angela si dibattè come una furia e cercò di divincolarsi, ma si arrese quando Herdier le ringhiò dietro, e si rassegnò a quel rovescio di fortuna inaspettato.

"Sì, certo, come no. Per il momento, l'unica luce che vedrai sarà quella della cella in cui ti metteremo, vecchio pazzo." mormorò Jenny. "Bene, ragazzi... signor Radomus... devo dire che vi state rivelando dei veri pilastri di Reborn City! Non solo state contrastando il Team Meteora... avete fermato le faide tra le bande di strada, e ci avete aiutato a ridurre l'inquinamento e il degrado... ma adesso state mettendo i bastoni tra le ruote alla Chiesa d'Alfa! Non abbiamo mai potuto muovere contro quei fanatici, anche se sapevamo per certo che avevano cattive intenzioni. Sono sotto la protezione di Lord Solaris, il capo del Team Meteora, e agire contro di loro avrebbe comportato gravi conseguenze. Tuttavia... sembra che ora, grazie a voi, il Team Meteora sia molto più occupato a riorganizzarsi."

"Quindi quello che sospettavamo è vero... il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa sono alleati." riassunse rapidamente Vera. Non poteva dire di essere sorpresa da quella rivelazione.

Radomus annuì. "Gli indizi per ipotizzarlo erano importanti." rispose. "Tuttavia, ancora non sappiamo per certo in cosa consista la loro collaborazione, e se i loro obiettivi divergono in qualche modo."

"Grazie al vostro aiuto, abbiamo la possibilità di far cantare nientemeno che il gran capo e il suo braccio destro. Questo ci permetterà di sapere molto di più sui loro obiettivi finali." disse Jenny, osservando il gruppo della resistenza con orgoglio e gratitudine. "Sono contenta che ci sia qualche cittadino di Reborn City disposto a rendere pan per focaccia a questi criminali, e abbiamo anche qualche gentile ospite straniero a darci una mano!"

"Facciamo solo quello che ci sembra giusto, agente Jenny." rispose Vera con un sorriso orgoglioso. Tuttavia, l'agente Jenny non stava guardando Vera in quel momento - la sua attenzione era attratta dal giovanotto dai capelli bianchi e dall'aspetto androgino che spiccava in quel gruppetto di allenatori. Era sicura di averlo già visto da qualche parte, e in effetti, da come lo vide salutare e abbassare la testa con educazione, dava l'impressione di essere una persona che aveva una certa confidenza con le autorità di Reborn City...

"Agente Jenny?" chiese Adrienn. "C'è... qualcosa che non va?"

Herdier  annusò la gamba dei pantaloni di Adrienn, e si voltò rapidamente verso Jenny, abbaiando frettolosamente! "Herdier! Herdier! Herdier!" esclamò, ed Adrienn sgranò gli occhi sorpreso. Da quanto aveva capito, il Pokemon canino lo aveva riconosciuto... e l'espressione meravigliata di Jenny gli confermò che in effetti era proprio così.

"Herdier? Tutto... okay?" chiese Adrienn.

Dopo un istante di sorpresa, l'agente Jenny fece cenno al resto degli allenatori di spostarsi, e raggiunse Adrienn, fermandosi a pochi passi da lui. Il ragazzo restò fermo dov'era, sentendosi un po' a disagio sotto lo sguardo indagatore della donna. "A-agente Jenny? C'è... qualcosa che non va?"

Vera e i suoi compagni tacquero, chiedendosi cosa stesse accadendo... e finalmente, la poliziotta fece un passo indietro e sgranò gli occhi, riconoscendo il ragazzo. "AH! Ma certo! Come... come ho fatto a non ricordarmene subito! Tu... tu sei... Adrienn Flores, quell'allenatore di Pokemon Folletto che gestiva i giardini e le serre del Quartiere Corallo! Me lo ricordo benissimo... è successo dieci anni fa, sei scomparso misteriosamente, e non si sono più avute notizie di te! Ma... ma... ma dove sei stato, tutto questo tempo?"   

Adrienn fece un sorriso un po' amaro. Ormai si era ripreso dallo shock del suo salto nel tempo, ma sentirsi dire quanti anni aveva saltato era ancora impressionante...  

"E' un po' lunga da spiegare, agente Jenny..." affermò Radomus. Fece cenno al resto del gruppo di lasciar parlare lui, visto che era più conosciuto. "Mi basti dire che ci vorrebbe un bel po' di tempo per chiarire come sono andate le cose, e forse lei mi prenderebbe per matto."

"Con tutto quello che è successo a Reborn City di recente, credo proprio di no... ma comunque, per adesso non indagherò oltre. Mi fa piacere che siate riusciti a catturare questi due membri della Chiesa d'Alfa, e faremo quanto è in nostro potere per sradicare l'organizzazione... e sperabilmente, infliggere un colpo decisivo al Team Meteora."

"La ringrazio, agente Jenny." affermò Vera, mentre un gruppo di poliziotti accompagnati da alcuni Growlithe scortava Elias ed Angela all'interno della centrale. "A proposito... come sono le acque del lago di Reborn? Sono migliorate almeno un po'?"

La poliziotta scosse la testa. "Temo di no... so che avete fatto qualcosa per impedire al Team Meteora di contaminare ulteriormente il lago, ma sembra che gli impianti di depurazione non funzionino. Temiamo che il Team Meteora abbia fatto qualcosa per sabotarli, ma ancora non abbiamo avuto modo di vedere che cosa."

Adrienn storse il naso. "Sì, capisco... vorrà dire che non appena ne avremo la possibilità, dovremo andare a dare una controllata all'impanto di depurazione."

"Potrebbe esserci un PULSE da quelle parti..." riflettè Radomus. "Mi auguro sinceramente che non sia così, ma... spero nel meglio, e al tempo stesso mi preparo per il peggio."

"Un PULSE?" chiese Adrienn, che sentiva quel termine per la prima volta.

Fu Vera a rispondere. "Una diavoleria inventata dal Team Meteora per trasformare i Pokemon in armi di distruzione..." affermò la bambina castana. "Ma... anche questo è un problema che è meglio spiegare in dettaglio più avanti. Per adesso... immagino che può bastare il fatto che abbiamo sferrato un colpo significativo alla Chiesa d'Alfa e al Team Meteora."

"A questo punto, comunque, è meglio tornare al maniero Vanhanen." disse Gossip Gardevoir. "Dobbiamo tenere d'occhio la situazione delle Quattro Chiavi, vedere come stanno Luna e gli altri... e pianificare la nostra prossima mossa. Il Team Meteora comincia a sentire la terra che gli scotta sotto i piedi."

"Già... proprio per questo cominciano a farsi pericolosi... più pericolosi del solito, oserei dire." affermò Ritchie, ripensando con un brivido al momento in cui erano sfuggiti per un pelo a Lin. "Va bene... per adesso, torniamo al castello... Adrienn, tu vuoi venire con noi?"

"Non ti dare pensiero, ragazzo, nel mio castello c'è sempre posto per qualche ospite in più." continuò Radomus.

Un po' imbarazzato, ma consapevole che non aveva molte alternative, Adrienn ci pensò su per un attimo, ma giunse ad una risposta abbastanza presto. "Sì, penso che sia la cosa migliore da fare." disse il ragazzo dai capelli bianchi. "Al momento, non ho un posto a cui tornare, qui a Reborn City. Spero solo di non dare disturbo."

"Come padron Radomus ha detto... per noi è sempre un piacere avere qualche ospite. E avremo tutto il tempo di aggiornarti su quello che è successo in questi dieci anni." continuò Gossip Gardevoir. Flabebè e Sparky dissero di sì con la testa, e Adrienn ringraziò con un sorriso e un cenno della testa.

"Per quanto riguarda noi... cercheremo di renderci utili al signor Flores a modo nostro." continuò l'agente Jenny. "Faremo del nostro meglio per procurargli un posto dove potrà vivere, e se possibile cercheremo di recuperare la sua vecchia abitazione nel Quartiere Corallo."

"Grazie, agente Jenny. Apprezzo molto l'offerta." rispose Adrienn, per poi guardarsi attorno e assumere un'espressione cupa ma determinata. La sua città, che lui ricordava come un luogo felice, era ridotta in quello stato miserevole... ci sarebbe stato molto lavoro da fare... ma se c'era bisogno di qualcuno che lanciasse l'idea di ripulire Reborn City e trasformarla di nuovo nella città prosperosa che era una volta... beh, quel qualcuno avrebbe potuto essere lui. Anche se le possibilità che andasse in porto erano esigue... anche se forse era un sogno impossibile... bisognava almeno tentare. "Va bene... allora, torniamo pure al maniero Vanhanen. Io... farò il possibile per rendermi utile, e per aiutarvi nel tenere al sicuro queste fantomatiche Quattro Chiavi, di qualunque cosa si tratti."

"Grazie, Adrienn. Questo ci darà veramente una mano." disse Drew, mentre il gruppo si accingeva ad avviarsi alla base. "Agente Jenny... grazie ancora di tutto, e mi raccomando! Tenete sotto chiave quei delinquenti, e se cominciano a blaterare di Arceus, della luce o di cose del genere... tenete pronti un po' di tappi per le orecchie!"

"Grazie per il consiglio, ragazzo!" rispose la poliziotta, facendo una breve risata assieme al resto del gruppo. "Vedrò di procurarmene una bella scorta anche per il resto della squadra!"

 

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Poco dopo, in una località segreta, una delle numerose basi operative del Team Meteora...

"Allora... la nuova macchina PULSE è in posizione?" chiese Lord Solaris, dopo aver finito di dare un'occhiata ai progetti disposti ordinatamente sulla sua scrivania. Un gruppo di soldati dell'organizzazione, con Astro ed Eclisse in testa, aveva appena finito di fare rapporto all'apparente capo del gruppo di terroristi... in presenza di un inaspettato ospite che in quel momento era legato ad una sedia, guardato a vista da uno Scizor dall'aspetto stoico e feroce: un ragazzo dai capelli verdi scuri e gli occhiali da vista, vestito in maniera abbastanza ordinaria, ma con un'inconfondibile aria di presunzione, che era soltanto un po' smorzata dalla difficile posizione nella quale si trovava in quel momento. Stava strisciando nervosamente la suola di una scarpa per terra, tradendo la sua apprensione nonostante i suoi modi.

"Affermativo, Lord Solaris. ZEL e Blake ci hanno appena confermato che Agatipoli è sotto il nostro controllo. La resistenza non ha modo di arrivare lì senza cadere vittima del segnale, e la via verso Ametripoli è bloccata. I nostri nemici non riusciranno ad arrivare fin lì tanto facilmente." affermò Eclisse, inviando un pensiero alla gente di Ametripoli. Con quella dannata macchina in attività, la città di Ametripoli era praticamente isolata. Quanto sarebbero riusciti a durare, in mezzo a quelle montagne impervie? A volte, Eclisse si chiedeva seriamente se davvero quello che stavano facendo era l'unico modo di risolvere certi problemi... Astro non dava l'impressione di porsi queste domande, e sinceramente, Eclisse non lo poteva biasimare più di tanto...  quando si vive alla giornata come faceva lui, non sapendo se si riuscirà a mettere assieme il pranzo con la cena, si tende a non guardare alla mano che offre il cibo.

"Molto bene. Le nostre recenti sconfitte sono state un colpo serio per la reputazione del Team Meteora..." affermò Solaris pensieroso. "Quello che dobbiamo fare adesso è assicurarci che la ricerca delle Quattro Chiavi prosegua... e che le nostre nuove macchine PULSE facciano il loro dovere. Vera Maple e i suoi compagni si sono dimostrati un ostacolo molto più insidioso di quanto avessi previsto... ma una volta che ci saremo riorganizzati, non avremo problemi ad eliminarli... e senza dover richiedere aiuto a Lin."

Astro ed Eclisse percepirono un tremitio nella voce del leader del Team Meteora, che però fece finta di niente e si rivolse al ragazzo con gli occhiali legato alla sedia accanto a lui. "Molto bene, giovane allenatore della resistenza... hai visto anche tu a cosa avete deciso di opporvi. Adesso... hai deciso di collaborare? Quello che tu e i tuoi compagni state facendo, è un'impresa destinata al fallimento. State difendendo una città votata all'ignoranza, i cui abitanti profanano questo luogo sacro con la loro presenza."

"Heh... sinceramente, non mi sono mai preoccupato di questa storia del luogo sacro, e non me ne importa nulla neanche adesso." rispose prontamente Fern, spostandosi sulla sedia con evidente fastidio. "Io sono qui... perchè quello che stanno facendo i miei compagni mi sembra un'autentica perdita di tempo. Tutte quelle esclamazioni di principio, tutto quel volersi gettare per forza in un'impresa assurda sapendo che le possibilità di vittoria sono minime. Tsk... tanto spiacente per loro, ma io penso che la verità è che loro non abbiano idea di quello che stanno facendo, e preferisco stare con gente che invece ha le idee chiare."

Fern restituì a Lord Solaris uno sguardo minaccioso, come se volesse dire al secondo in comando del Team Meteora che non lo stava intimorendo... e l'uomo si sfregò il mento, osservando Fern come se non avesse ancora idea di cosa pensare esattamente di lui.

"Non mi interessa, sinceramente, come la pensi... ma mi sembra che tu, almeno, ragioni in maniera un po' più accorta rispetto a quel gruppo di sventati. Al contrario di loro, tu sai quello che stai facendo." commentò Solaris. Accanto a Fern, Astro grattò il terreno con la suola del suo stivale, nascondendo una sensazione di disgusto che gli stava salendo alla gola. "Il nostro scopo è semplice - riportare Reborn ai fasti dell'antichità, quando la mia gente rispettava gli dei che hanno creato questo mondo, e sapeva qual era il suo posto nell'ordine naturale delle cose."

"La tua gente?" chiese Fern, abbassando un po' la testa. Una strana,m inacciosa luce si riflettè sui suoi occhiali, dando al giovinastro un aspetto alquanto intimidatorio.

Solaris appoggiò la schiena e si spostò leggermente sulla sua sedia, prima di ordinare rapidamente i pensieri e decidere che poteva permettersi di rispondere alla domanda di Fern. "Alcuni millenni fa, un asteroide si schiantò su quello che in seguito sarebbe diventato il continente di Reborn, portando con sè una porzione del potere di Arceus. Un potere immenso, proveniente dal Pokemon più potente in assoluto... anche soltanto con una frazione di questo potere, gli umani avrebbero potuto cambiare il mondo, innalzare o far sgretolare le montagne, dominare le acque, anche controllare le menti! Il limite era dato solo dall'immaginazione! Ma... gli uomini di allora erano troppo giovani ed innocenti per abusare di ciò che avevano. Sapevano che il loro scopo, su questa terra, era di vivere in armonia con la natura e accettare il volere divino. Se avessero sfruttato il potere di quell'asteroide, sarebbe stato un imperdonabile atto di blasfemia. Sarebbe stato come cercare di rendersi pari al sommo Arceus. Così, decisero di sigillare il meteorite in un luogo dove nessuno avrebbe potuto avvicinarlo, nascosto agli occhi dei mortali, in modo che a nessuno potesse venire la tentazione di sfruttare i suoi poteri per scopi malvagi."

Solaris si fermò per qualche istante e guardò la reazione di Fern. Il ragazzo con gli occhiali dava l'impressione di non credere molto a quello che stava sentendo, ma restava in silenzio ed attento in ogni caso. Con un cenno della testa, disse al comandante in seconda del Team Meteora di proseguire, e Lord Solaris annuì soddisfatto prima di continuare la sua storia.

"Non del tutto sicuri che le loro precauzioni sarebbero servite, gli antichi - che per convenienza, al giorno d'oggi sono chiamati Popolo delle Meteore, o Dragonidi - sigillarono il meteorite in un luogo a cui non era possibile accedere senza quattro gemme magiche, ognuna incastonata in un particolare artefatto. Esatto, sono quelle che adesso sono conosciute come Le Quattro Chiavi, quelle che stiamo cercando."

"Se sperate che io sappia dove sono, temo di dovervi dare una delusione." rispose Fern con indifferenza. "Volete usarle per aprire quel portale ed accedere al potere che è sigillato oltre di esso, giusto? E a quale scopo? Mi sembrava che credeste che usare il potere di Arceus e del meteorite fosse sbagliato."

"A volte, fini nobili richiedono mezzi sgradevoli. Un genitore che vuole bene ai suoi figli è comunque costretto a punirli quando si comportano male, così è giusto che gli uomini, che hanno dimenticato qual è il loro posto nel creato, devono essere ricondotti alla loro giusta condizione, anche con la forza, se necessario." rispose Solaris. Ripensò tra sè all'ironia della situazione, considerando che anche lui era un genitore, ma non si lasciò prendere dal sentimentalismo, e continuò la spiegazione. "Se potessimo impadronirci del potere di Arceus, lo useremmo per uno scopo nobile - riportare questo mondo com'era nell'antichità, quando la vita era più semplice e gli uomini provavano autentica devozione e gratitudine per gli dei. Non trovi anche tu... che l'era moderna abbia corrotto l'innocenza dell'umanità, e l'abbia portata su una strada che non avrebbe mai dovuto prendere?"

A Fern, tutte quelle disquisizioni suonavano come un tentativo di giustificare a loro stessi le loro ambizioni... ma del resto, lui chi era per biasimarli? Anche lui era lì per i suoi scopi personali, in fondo.

"Sì, immagino che le cose potrebbero anche andare meglio." rispose infine, alzando le spalle con indifferenza. "E quindi... voi vorreste che io vi dessi una mano a recuperare queste Quattro Chiavi, vero? E vi fidate di uno che fino a poco prima stava con la resistenza, anche se non era d'accordo con i loro metodi?"

"Da come parli, mi sembri un ragazzo che ragiona con la testa e non si lascia prendere la mano da sciocchi sentimentalismi." continuò Lord Solaris. "Al contrario di loro, tu guardi al lungo termine, e ti rendi conto che è necessario fare alcuni sacrifici per raggiungere determinati scopi. Quindi... non vedo perchè non darti la possibilità di giovare alla nostra causa. Se sei disposto a darci una mano, il tuo aiuto verrà giustamente ricompensato."

Un ghigno sottile apparve sul viso di Fern. Ora, l'idea di cambiare bandiera gli appariva molto allettante... in fondo, cosa si sarebbe lasciato dietro? Un branco di idioti che ragionavano con il cuore piuttosto che con il cervello, e non avevano idea delle conseguenze delle loro azioni... una sorella con la quale non aveva alcun rapporto... e degli stranieri che arrivavano lì all'improvviso e credevano di poter dettare legge e dire come dovevano affrontare il Team Meteora.

No, in fondo non avrebbe perso niente, si disse Fern. Combattere contro il Team Meteora non gli era mai davvero interessato, e poi, ora come ora gli sembrava una follia. Come potevano sperare di vincere contro un nemico così superiore a loro? Meglio unirsi a loro e condividere con loro il bottino di guerra una volta che il polverone si fosse diradato.

"D'accordo. Finchè vengono rispettate certe condizioni, io sono più che disposto a lavorare per voi." rispose Fern con espressione tranquilla, anche se le mani legate cominciavano seriamente a dargli fastidio. "Allora... avete intenzione di slegarmi, prima o poi? O devo restare così ancora a lungo?"

Solaris annuì in direzione di Astro, che tirò fuori un coltello da un risvolto della sua uniforme, e con esso tagliò le corde che legavano i polsi del ragazzo. Fern si massaggiò i polsi, sentendosi le mani mezze addormentate, e si alzò dalla sedia con espressione soddisfatta. "Molto bene, credo che finchè vengono rispettate alcune regole di fondo, ci può essere collaborazione tra noi." affermò Lord Solaris. "Per adesso... Astro, Eclisse, preparate una sistemazione per il nostro nuovo collaboratore. Mi raccomando, Scizor, fai buona guardia al nostro ospite."

"Scizor!" esclamò il Pokemon Coleottero/Acciaio che stava al fianco di Fern, chinando appena un po' la testa.

"Ricevuto, Lord Solaris." rispose Eclisse, chiaramente di malavoglia. C'era qualcosa, in quel ragazzo, che le dava fastidio, e non era soltanto per il fatto che lui aveva dato loro un bel po' di filo da torcere quando era ancora con la resistenza... probabilmente era la facilità con cui voltava le spalle ai suoi alleati, alle persone con cui aveva combattuto fino a poco prima.

Astro disse di sì con la testa, e si accinse a guidare Fern fino alla sua nuova sistemazione, quando qualcosa suonò al fianco di Lord Solaris, e il comandante in seconda del Team Meteora infilò una mano nella tasca del suo impermeabile e tirò fuori un cellulare. "Pronto? Sì? Che succede, Taka? Ci sono problemi, lì a Reborn City?" chiese.

Dall'altra parte della conversazione, il ragazzo diede una risposta che fece storcere il naso a Solaris. L'uomo strinse gli occhi... e poi assunse un'espressione vagamente allarmata. "Come sarebbe a dire? Elias ed Angela... sono stati catturati?" chiese. "Hmm... sì, immagino di sapere chi dobbiamo ringraziare... Non ti preoccupare, torna alla base. Io organizzerò un'operazione di recupero."

Taka fece un saluto, e Lord Solaris interruppe la conversazione, per poi alzare lo sguardo verso Fern, i due allenatori d'elite del Team Meteora, e il suo Scizor. "Ci... ci sono problemi, Lord Solaris? I nostri alleati della Chiesa d'Alfa..." chiese Eclisse.

"Sì... Elias ed Angela sono stati catturati da Vera Maple e da Radomus." rispose Solaris. "Questa... è una notizia molto preoccupante. Se sono riusciti ad avere la meglio su Elias, significa che sono ancora più pericolosi di quanto credessimo. Dobbiamo prendere dei provvedimenti il prima possibile... ma prima di tutto, dobbiamo liberare Elias ed Angela. Pius è ancora libero, quindi dovrebbe essere in grado di darvi una mano."

"Posso darvi una mano anch'io." affermò Fern, immaginando che quella fosse la sua possibilità di rendersi utile agli occhi di Lord Solaris e della sua misteriosa superiore. "Visto che facevo parte della resistenza, conosco anche alcuni passaggi segreti che usavamo per spostarci a Reborn City. Possiamo usare quelli per far evadere il suo... anzi, il nostro collega."

Solaris rivolse a Fern un'occhiata severa. "Ragazzino, vedi di non darti tante arie. Al momento, ti stiamo dando una possibilità di dimostrarti utile alla nostra causa, ma non sei ancora parte della nostra organizzazione." lo avvertì Solaris. "Comunque, sentiamo cos'hai da proporre. Vediamo se hai una buona idea."

"Io ho sempre delle buone idee." si vantò Fern, mentre lo Scizor di Lord Solaris lo fissava minacciosamente. "Allora, dovete sapere che..."

 

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"Allora... come se la stanno cavando i tuoi amichetti, lì a Reborn City?" chiese Titania, seduta ad un tavolo con una tazzina di tè fumante appoggiata davanti a lei. Mise appena un cucchiaino di zucchero e cominciò a mescolare, fissando Amaria con espressione intensa. I suoi lunghi capelli rossi fluivano ordinatamente sulla sua schiena, e i suoi occhi argentati erano fissi su quelli verdi acquamarina di Amaria, che stava sgranocchiando un biscotto con aria ipnotizzata.

"Oh... ehm... beh, diciamo che stiamo andando tra alti e bassi... abbiamo avuto a che fare con Lord Solaris, che credevamo essere il capo del Team Meteora... ma a quanto pare c'è qualcuno al di sopra di lui." spiegò Amaria, riportandosi alla realtà. Accidenti, perchè quando era con Titania finiva sempre per perdersi a guardarla? Si era imposta di non essere tanto imbranata di fronte alla sua fidanzata.

Titania sospirò e prese un sorso di tè. "Amy, è un sacco di tempo che te lo dico. Tu e quello scemo di mio fratello, assieme a tutto il resto della banda, state combattendo una battaglia che non potete vincere." rispose Titania, gettando una rapida occhiata al suo Aegislash che restava in un angolo, apparentemente intento a meditare. "Un giorno, vi farete uccidere. Chi ve lo fa fare, di opporvi così a quella gentaglia?"

"Beh... pensavamo che se tu venissi a darci una mano, lì  a Reborn City... forse con il tuo aiuto potremmo mandare via il Team Meteora dal nostro quartiere molto prima." affermò Amaria, cercando di non dare a vedere l'espressione sognante del suo volto. In effetti, non era una proposta del tutto disinteressata... "Se vuoi, quel posto è sempre disponibile. Non sei obbligata a combattere il Team Meteora da sola."

"Finora, io ed Aegislash siamo riusciti a cavarsela da soli." rispose la ragazza dai capelli rossi con indifferenza. "E comunque, lo sai che io e quell'idiota di Pietro non andiamo per niente d'accordo. Finiremmo per metterci i bastoni tra le ruote a vicenda."

Amaria sospirò e si passò una mano tra i capelli. Amava Titania con tutto il suo cuore, ma a volte sapeva essere così testarda. "Immagino... Tania, secondo me non ti fa bene continuare a serbare rancore verso di lui. So che non andate d'accordo, ma non potreste cercare almeno di fare uno sforzo? Siete fratello e sorella, dopo tutto..."

"Lasciamo perdere... comunque, ci penserò su." tagliò corto Titania. "Voglio solo che tu mi prometta di non fare sciocchezze, e se la faccenda si fa pericolosa, non esitare a tgliare la corda."

"Beh, adesso non parliamo di queste cose." continuò Amaria, mostrando il Braccialezaffiro. "Vedi? Ho ancora il bracciale che mi hai regalato tempo fa. Me lo ricordo come fosse ieri, quel giorno. Non ti andrebbe di fare una passeggiata lungo il fiume, noi due da sole... sarebbe un modo per recuperare un po' del tempo che non abbiamo potuto passare in compagnia, con tutto quello che è successo di recente."

"Hmm... sì, mi sembra una buona idea." rispose Titania, sorridendo gentilmente. Prese ancora un sorso di tè, e si sfregò la fronte con una mano. "Quando vuoi andare a prepararti, io ti aspetto qui, okay?"

"Per me non ci sono problemi! Finisco il mio tè, e mi preparo! Tu... esci così?" chiese Amaria, guardando l'abbigliamento della sua fidanzata. Titania indossava una sorta di pettorale di ferro che le copriva il petto e la spalla destra, indossato sopra una maglietta bianca a maniche corte che lasciava la pancia in parte scoperta; un paio di pantaloni lunghi di colore rosso acceso, e un paio di scarpe grigie, un abbigliamento molto semplice che si addiceva al tipo di vita che conduceva in quella baita solitaria... ma a volte Amaria si chiedeva se Titania non avesse freddo!

Certo, non che lei si lamentasse... prese un ultimo sorso del suo tè, e si alzò di scatto dalla sua sedia, portando le stoviglie sporche fino ad un lavello vicino. Poi, strizzò un occhio alla sua fidanzata, e si precipitò su per una rampa di scale che portava al secondo piano. "Beh, non importa! Mi basta che tu ti trovi bene! Aspettami, arrivo tra poco!"

"Certo, Amy. Prenditi il tuo tempo." rispose Titania con un cenno della testa e un lieve sorriso. La ragazza dai capelli verdini riprese a salire le scale e scomparve rapidamente dietro una porta, lasciando Titania seduta al suo tavolo.

La ragazza dai capelli rossi restò per un attimo ad osservare la porta... poi, il suo sorriso svanì, e l'espressione del suo volto si fece dura e tormentata. Si passò la mano sulla faccia, come se stesse lavandosela, e picchiettò con le dita sul legno del tavolo.

"Prenditi pure il tuo tempo, Amaria..." mormorò. "In fondo, ne hai, di tempo, a tua disposizione. Tutto il mio tempo..."

Scosse la testa. Era una situazione in cui si era messa lei, di sua volontà... e adesso doveva cavarsela da sola. A volte  rimpiangeva di aver preso quella decisione, non tanto tempo prima... ma che altra scelta aveva? Doveva pur evitare che Amaria facesse qualche sciocchezza, e quello era il sistema più rapido e più semplice... non aveva avuto scelta, o almeno questo era quello che Titania si ripeteva ogni volta che aveva dei dubbi.

Inutile recriminare, si disse. La cosa migliore da fare era farsi questa passeggiata con la sua amica, e cercare di godersela il più possibile. Però... c'erano momenti in cui Titania desiderava davvero poter dire in faccia ad Amaria la verità, e quello che Amaria era veramente per lei...

Ma non poteva. La verità l'avrebbe distrutta.

Doveva restare in silenzio, e sopportare. Era quello il suo compito, ora.

 

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Per il giovane Max Maple, era stato un allenamento più che proficuo. Il ragazzino sorrise soddisfatto quando i suoi Linoone e Mightyena atterrarono da uno spettacolare attacco di coppia che avevano sferrato, questa volta sfoderando una coordinazione e un gioco di squadra che non avevano mai dimostrato prima di allora! Il loro avversario era uno dei Pokemon di Luna, uno strano Pokemon umanoide ricoperto da un'armatura ricoperta di lame affilate, con una testa rotonda nera e rossa rassomigliante ad un elmetto, e i piedi a forma di lama - una creatura che lei aveva chiamato Carpenter, e che il Pokedex di Max aveva identificato come un Bisharp, un Pokemon Buio/Acciaio originario del continente di Unima.

"Un ottimo attacco coordinato, Max. I tuoi Pokemon hanno fatto molti progressi. Si vede che l'oscurità benevola ti favorisce." disse Luna con un sorriso gentile. Poco più in là, lo Honchkrow Jubjub si stava misurando con lo Sceptile di Hitomi, che stava adottando una strategia difensiva per proteggersi dai suoi attacchi. Un attacco Perforbecco andò a vuoto quando Sceptile colse un movimento sospetto, e riuscì a scansarsi poco prima che il corvo gigante si gettasse su di lui girando come una trivella! Ma Jubjub, esperto com'era, riuscì a scansare il contrattacco di Sceptile - un attacco Semitraglia sotto forma di una raffica di semi che il Pokemon lucertola scagliò dalla bocca come tanti proiettili. Il Pokemon Buio/Volante fece un'acrobazia, evitando la Semitraglia come un caccia che sfugge ad una contraerea, e si gettò nuovamente sull'avversario, colpendo con un Aeroassalto che lasciò Sceptile barcollante.

Hitomi storse il naso. Il tempo di reazione del suo Pokemon aveva ancora bisogno di migliorare... "Hmm... okay, non importa, Sceptile. Adesso indietreggia e usa Stridio, poi Attacco Rapido." lo istruì la bambina. Il Pokemon Foresta, nonostante il colpo superefficace, riuscì a rimettersi in guardia e lanciò un nuovo attacco contro il Pokemon corvo. Prese fiato per un breve istante, poi lanciò un acuto strillo che costrinse Jubjub ad indietreggiare sbattendo rumorosamente le ali. Luna non cambiò espressione, e cercò di pensare rapidamente ad un altro modo di attaccare...

Ma Sceptile si mosse rapidamente e colpì l'avversario con un pugno al torace. Sorpreso ma non certo scoraggiato, lo Honchkrow di Luna si allontanò, quello che era sufficiente per prendere di nuovo la mira...

"E adesso, Jubjub, usa un attacco Nube." esclamò Luna con un gesto lento e cadenzato del braccio destro. "Carpenter, usa Danzaspada, e poi Lacerazione."

Con un verso acuto, il Bisharp di Luna alzò le braccia e fece una piroetta, mentre il Pokemon Grancapo spalancò le ali, e una fitta nube grigio piombo si addensò rapidamente sul ring decorato a scacchiera sul quale i giovani allenatori si stavano addestrando. Lo Sceptile di Hitomi alzò la guardia, immaginando che l'avversario ne avrebbe approfittato per attaccare di sorpresa o per potenziarsi.

"Bravo, Jubjub... adesso usa Congiura, e poi un Neropulsar." disse Luna con tono serafico, come se quella battaglia la stesse calmando anzichè eccitarla. Nel frattempo, Carpenter stava eseguendo un poderoso attacco Lacerazione, usando le lame sul braccio destro per cercare di colpire Mightyena e Linoone. Mostrando ancora una volta notevole gioco di squadra, la Mightyena di Max interferì e si lanciò contro il Bisharp nemico, evitando di pochissimo l'attacco Lacerazione e dando a Linoone il tempo di sferrare a sua volta un attacco. Nello stesso momento, nascosto dalla Nube, Honchkrow chiuse gli occhi e meditò per un paio di secondi, e una sinistra aura nera si accese attorno al suo corpo, sintomo che la sua potenza d'attacco stava aumentando vertiginosamente. Anche se Sceptile non riusciva a vederlo, percepiva comunque che Neropulsar stava avendo effetto...

"Linoone! Attacca con Fangosberla!" esclamò Max, decidendo di ricorrere ad una mossa debole ma comunque utile. Linoone riuscì a mandare a segno il suo attacco, schizzando un getto di fango che colpì il Bisharp di Luna in faccia... e il Pokemon Buio/Acciaio stridette per la sorpresa e il disappunto, agitando scompostamente le lame in aria.

Jubjub cercò di tenersi concentrato sul suo avversario, e scagliò il suo attacco Neropulsar. Il suo becco venne avvolto per un istante da un'aura nera... che un attimo dopo si trasformò in un raggio di pura oscurità che sfrecciò verso Sceptile!

"Agilità!" esclamò prontamente Hitomi, segretamente soddisfatta per essere riuscita a prevedere la mossa successiva della sua avversaria. Sceptile reagì prontamente e scattò di lato, facendo schiantare a terra il Neropulsar dell'Honchkrow nemico... poi, ghignò tra sè, avendo ormai compreso dove attaccare.

"Okay, lo ammetto, è stata una mossa rischiosa." disse Luna, ancora tranquilla nonostante si rendesse conto di avere fatto un errore un po' grossolano. "Honchkrow, reagisci usando Volo."

"Sceptile, non farlo alzare in volo! Colpiscilo con Frana!" rispose Hitomi. Il velocissimo starter di tipo Erba scattò nella direzione opposta rispetto ad Honchkrow e colpì il terreno con un pugno, facendo franare una raffica di sassi grandi come i pugni di un uomo, che investirono Honchkrow prima che quest'ultimo potesse allontanarsi... e il Pokemon Grancapo gracchiò per la sorpresa quando diversi degli attacchi lo raggiunsero e lo trascinarono verso terra! Jubjub riuscì a gettarsi di lato, e tentò di riprendere il volo, ma Sceptile, grazie alla sua velocità aumentata, stava già tornando all'attacco.

"Fendifoglia." ordinò Hitomi. Ad una velocità quasi abbagliante, il Pokemon Foresta scattò verso Honchkrow e sferrò un fendente con le foglie affilate che gli crescevano sugli avambracci... poi tornò indietro e colpì una seconda volta, prima ancora che Jubjub si fosse ripreso dal primo attacco! Puntò i piedi sul bordo della scacchiera e si gettò alla carica per la terza volta... ma stavolta, Jubjub sapeva da che parte sarebbe arrivato il colpo, e riuscì a spostarsi appena in tempo per evitarlo, sentendo il calore della lama di Sceptile che passava pericolosamente vicina al suo torace! Jubjub riuscì a librarsi nuovamente in volo, mentre Mightyena si scagliava all'attacco di Carpenter prima che l'effetto di Fangosberla potesse esaurirsi...

"Carpenter, difenditi con Forbice X!" esclamò Luna.

Il Pokemon Fildilama si difese con abilità, sferrando un attacco con entrambe le braccia e disegnando una grossa X davanti a sè. Mightyena era ormai troppo vicino per scansare l'attacco, e venne colpita in pieno e scaraventata a terra con un guaito, con grande preoccupazione di Max, che vide il suo Pokemon Buio cadere a terra davanti a lui, e i suoi occhi trasformarsi in spirali.

"Accidenti... mi spiace, Mightyena, ero convinto che saremmo riusciti a batterlo." disse Max, chinandosi con fare apologetico davanti aMightyena, e accarezzandolo gentilmente. La iena nera si riprese un po' e gli leccò la mano, mentre Ortilla, seduta su una panchina vicino alla grande scacchiera, fece un applauso.

"Davvero una bella sfida, ragazzi!" disse la bambina dai capelli turchini, mentre la sua Altaria e il suo Scraggy si univano all'applauso della loro allenatrice. "State imparando un bel po' di nuove tecniche... e l'abilità di Luna è davvero straordinaria!"

La biondina sorrise imbarazzata. "Grazie, Ortilla... mi faccio guidare dalla gentile oscurità, ed evito di farmi abbagliare dalla luce." spiegò, in maniera criptica e alquanto misteriosa. Quando Max, Hitomi e i loro Pokemon la guardarono stupiti, Luna alzò un braccio e permise a Jubjub di appollaiarsi su di esso. "Sapete, molti hanno paura del buio... molti bambini, e anche certi adulti... io mi chiedo il perchè. E' forse perchè credono che nel buio dimorino creature orrende e sinistre? Eppure, alla luce se ne vedono molte di più... O forse, hanno solo paura della loro immaginazione? L'oscurità è ciò che può dimostrare il nostro più grande potenziale, ma per alcuni, l'infinità può essere un abisso terrificante."

Hitomi storse il naso. "Parlare più chiaramente no, eh?"

"Scusate... a volte mi succede di perdermi e partire per la tangente..." rispose educatamente Luna. "Tuttavia, la vostra amica ha ragione... questo allenamento vi è servito. Credo proprio... che nel giro di pochi mesi, se continuaste così, arrivereste al livello del signor Radomus."

Jubjub guardò verso il soffitto, e poi aprì le ali, gracchiando rumorosamente. "Krow! Kroooow!" esclamò, attirando così l'attenzione sia di Luna che del resto del gruppo. La biondina apparve preoccupata per qualche istante... poi, sorrise con gioia e cominciò a correre verso il corridoio che portava alla sala d'ingresso.

"Luna? Luna, che succede?" chiese Max, sperando tra sè che fosse come pensava lui.

La biondina si fermò giusto il tempo di rispondere. "Padron Radomus sta tornando! E con lui ci sono anche i nostri amici... e Gossip Gardevoir!"

         

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CONTINUA...

Note dell'autore: Non ero proprio molto ispirato per questo capitolo, e penso che anche il prossimo sarà un capitolo di transizione, nel quale cercherò di concentrarmi sullo sviluppo dei personaggi e su un po' di introspezione. Comunque... abbiamo visto che i nostri giovani eroi sono riusciti a consegnare due dei capi della Chiesa d'Alfa alla polizia. Ma il Team Meteora si sta di nuovo muovendo, e hanno ancora un po' di macchine PULSE dalla loro parte... per non parlare del fatto che qualcuno ha delle idee pericolose in mente!

Cercherò di far arrivare il prossimo capitolo della mia saga di Pokemon il prima possibile... e credo che stavolta torneremo a Kalos per fare un po' di luce su qualche altro mistero!

Grazie a tutti per la cortese attenzione... e arrivederci a presto! :)

 

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Capitolo 66
*** Una pace effimera ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 66 – Una pace effimera

Il ritrovo con il gruppo di Vera era stata un'occasione gioiosa per tutti. Luna, in particolare, fu felice di rivedere Radomus e la sua amica Gossip Gardevoir, e metendo da parte per un attimo il bon ton, si era gettata ad abbracciare l'elegante Pokemon non appena l'aveva vista entrare dalla porta principale del maniero.

"Gardevoir!" esclamò la biondina, con il fedele Jubjub che gracchiava festante accanto a lei. "Ero un po' preoccupata, lo sai? Sapevo che non potevi davvero esserti unita a quei fanatici della luce, ma avevo paura che potessero farti qualcosa di male."

"Krow krow!" affermò Jubjub. Il Pokemon corvo atterrò accanto a Gossip Gardevoir e la guardò con aria espressiva, quasi volesse dirle che avrebbe dovuto stare più attenta la prossima volta

"Scusa se ti ho fatto preoccupare, Luna... e anche tu, Jubjub, hai ragione a dire che sono stata un po' imprudente. Pensavo si sarebbe trattato di un modo sicuro per costringere la Chiesa d'Alfa a venire allo scoperto." rispose Gardevoir, che ricambiò affettuosamente l'abbraccio di Luna. "E comunque... non ho mai avuto paura, perchè sapevo bene che padron Radomus e i suoi compagni sarebbero riusciti a risolvere questo spinoso problema. Sono stati fantastici! Si sono infiltrati nella cattedrale della Chiesa d'Alfa, hanno battuto quei fanatici, e hanno anche consegnato due dei loro capi alla polizia!"

"E' stato grazie ad una tattica ben congegnata, allo spirito di gruppo e all'abilità nostra e dei nostri Pokemon. Abbiamo fatto un lavoro di collaborazione." rispose Radomus. Il maestro di scacchi si era nuovamente cambiato il cappello - Vera ormai stava giungendo alla conclusione che Radomus era in grado di far apparire un cappello in base alle esigenze -, e adesso si era messo un berretto da poliziotto, blu con il frontino nero e una stella dorata sulla fronte! "Tuttavia, non credo ancora che la Chiesa d'Alfa sia del tutto sconfitta."

"E' vero. Per adesso siamo riusciti a catturare due dei loro membri principali, ma alcuni di loro sono ancora a piede libero. Non abbiamo avuto il tempo o la possibilità di occuparci di tutti loro." continuò Drew. "Per esempio, quel Pius... credo proprio che ce lo troveremo di nuovo sulla strada."

"Comunque, resta il fatto che abbiamo dato una lezione alla Chiesa d'Alfa, e che adesso la polizia potrà fare un po' più di luce su di loro... e sui loro rapporti con il Team Meteora." continuò Vera, mentre Flabebè si posava sulla sua spalla. "E anche questo piccolino è riuscito a dare una mano, per quello che poteva."

"Ci fa piacere saperlo... tanto più che tu e il tuo fidanzatino avete preso e ve ne siete andati, prendendovi tutto il divertimento per voi!" affermò Max, aggiustandosi gli occhiali con un sorriso malizioso. Il suo Gardevoir, che lo seguiva a breve distanza, alzò gli occhi al cielo. "Spero almeno che vi siate divertiti..."

Mentre Hitomi sospirava e scuoteva la testa, Vera si sentì arrossire leggermente per le insinuazioni del fratello minore... ma si riscosse rapidamente e rispose a tono. "Che cosa vorresti insinuare esattamente, fratellino?" rispose, l'ultima parola detta con pungente ironia. "E per tua norma e regola, il qui presente Drew non è il mio fidanzato! E' semplicemente un amico con cui ho una rivalità come coordinatrice di Pokemon, che va avanti ancora oggi! L'ho soltanto messa da parte per il momento!"

"Giusto. Per adesso stiamo collaborando. Niente di più e niente di meno, dico bene?" continuò il giovanotto dai capelli verdi, sempre mostrando quel sorrisetto astuto che comunicava a tutti che aveva il controllo della situazione. A volte Vera avrebbe pagato pur di vederlo sorprendersi, quel tipo...

"Giusto, tutto qui!" rispose prontamente Vera, senza convincere nessuno, e anzi provocando qualche risatina generale. Anche la seria Hitomi non riuscì a trattenere una serie di sghignazzi a denti stretti.

"Ad ogni modo... per adesso la situazione è tornata sotto controllo, e siamo riusciti ad infliggere un duro colpo alla Chiesa d'Alfa." affermò Ritchie. Il fedele Sparky drizzò le orecchie e incrociò fieramente le braccia sul petto. "Tuttavia... Luna, potremmo farti qualche domanda? Se non siamo troppo indelicati, si intende."

Luna, ora un po' più calma, disse di sì con la testa, anche mentre il suo fedele Honchkrow inclinava la testa da un lato con espressione sospettosa.  "Molto bene, se sono domande a cui penso di poter rispondere." affermò. Radomus notò l'espressione della figlia adottiva, e immaginò che tipo di domanda potesse avere in mente il ragazzino di Kanto. "Dimmi pure, Ritchie. Immagino che... abbiate incontrato il mio padre biologico... Padre Elias, si fa chiamare, vero?"

A Ritchie sembrò che la temperatura fosse calata di un po' mentre Luna prendeva un bel respiro. Comprensibilmente, era un argomento che ancora turbava la biondina... certo, avere come padre un individuo come Elias non poteva certo essere una bella esperienza. Chissà come aveva cercato di indottrinarla...

"Sì... ha cercato di eliminarci usando un Ditto che ha assunto le sembianze di Arceus." rispose Vera. La bambina castana aveva un tono di profonda disapprovazione, ora che aveva visto a quali mezzi ricorreva la Chiesa d'Alfa per diffondere il suo verbo. "Ma siamo riusciti a scoprire il trucco... e il resto è venuto da sè. Ne deduco... che non sei molto entusiasta di averlo come padre, eh?"

"Flabebe..." rispose il Flabebè di Vera. Sembrava ancora stupito del fatto che una persona insensibile ed infida come Elias potesse essere il padre di Luna. La mela era caduta ben lontana dall'albero...

La ragazzina bionda guardò in lontananza per un po', persa nei suoi pensieri, e Vera si pentì di aver fatto una tale domanda.  Certo che Luna non poteva essere contenta. Se era arrivata persino a fuggire e a farsi adottare da Radomus...

"Mio padre... almeno, il mio padre biologico... ha sempre voluto che la mia vita fosse unicamente dedicata a servire Arceus. Non ho mai avuto la possibilità di scegliere. Dovevo per forza seguire le sue orme, ogni altra scelta sarebbe stata una tentazione da scacciare con ogni mezzo." affermò Luna. "Non potevo mangiare nulla di dolce, per non cadere nelle tentazioni della gola. Non ho mai potuto avere dei risparmi miei, perchè secondo lui l'avidità avrebbe intaccato la mia fede... heh, e poi si meraviglia del fatto che non ho mai avuto simpatia verso la sua cosiddetta religione... per lui, io non sono mai stata altro che uno dei suoi cultisti, un altro strumento per predicare a tutti i suoi moralismi. Non mi ha mai considerato davvero come una figlia."

Vera e i suoi compagni non potevano dire di comprendere al cento per cento come fosse la vita sotto un padre così opprimente, ma provavano sicuramente dispiacere per quello che Luna era stata costretta a subire. Ancora una vita che era stata sconvolta e profondamente segnata dalle ingiustizie che si consumavano a Reborn.

"Flabebe..." il Flabebè di Vera fluttuò verso Luna, che si era messa in disparte con lo sguardo rivolto verso il terreno. Anche Gossip Gardevoir si avvicinò, mettendole le mani sulle spalle con fare protettivo e consolatorio. 

"Grazie, Gardevoir..." mormorò Luna, che ora si sentiva un po' più calma.

"Mi dispiace, Luna... voglio dire, immaginavamo che ci fossero stati dei problemi nella tua famiglia, per farti decidere di venire qui a vivere con il signor Radomus, ma... non credevo che fosse una cosa così seria." rispose contrita Vera. Notò che Luna non aveva mai fatto menzione di sua madre, e ritenne che fosse più saggio non chiedere.

"Sì, effettivamente questo è soltanto un esempio di quello che succede in questo paese alla deriva..." commentò Radomus, mentre invitava tutti a rientrare nel suo maniero, e le pesanti porte si chiudevano dietro di lui. "Ma credo che sia meglio continuare la discussione nella sicurezza della mia... umile dimora. Tra l'altro, dobbiamo ancora pianificare la prossima mossa, e non credo che la reazione del Team Meteora si farà attendere a lungo."

"E' vero... e poi, dobbiamo ancora farvi vedere di cosa siamo capaci, grazie agli allenamenti che abbiamo fatto con Luna!" affermò Ortilla. Jubjub e Alty stavano volando fianco a fianco, e  la bambina dai capelli turchini sorrise soddisfatta quando vide i due Pokemon alati esibirsi in un piccolo numero acrobatico che avevano imparato in quegli ultimi tempi...

 

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Nel frattempo, in una delle zone più remote ed inaccessibili di Reborn,nel bel mezzo di una grande catena montuosa, uno dei giovanissimi membri della resistenza contro il Team Meteora era impegnata in una dura lotta contro un Pokemon che si era parato improvvisamente sulla sua strada - la piccola Heather Molinar stava guardando con espressione decisa il possente Druddigon che era all'improvviso emerso da una grotta mentre lei e il suo Bagon stavano passando. Davanti alla bambina e al suo migliore amico si parava un muscoloso rettile bipede dalla schiena e arti ricoperti di squame blu-verdine, con un paio di ali a forma di foglie spinate che agitava lentamente ma che sembravano in ogni caso inette al volo.  I suoi piccoli e feroci occhi hanno le iridi gialle, e osservavano con aggressività Heather da una testa rossa circondata da un collare di corti ed acuminati spuntoni. Dalle sue lunghe braccia spuntavano dei lunghi aculei rossi, che percorrevano anche la spina dorsale della creatura e terminavano sulla punta di una corta ma robusta coda. Sulla pancia aveva una serie di placche beige che servivano a dare maggiore protezione a quella terrificante creatura.

"Un Druddigon..." sussurrò Heather, mentre lei e Bagon si preparavano ad una lotta che sarebbe sicuramente stata difficile. Il feroce Pokemon Drago grugnì e sfoderò i letali artigli che ornavano le braccia e le gambe e si mise in guardia. "Attento, Bagon... questo Pokemon non scherza affatto. Temo... che ci siamo spinti nel suo territorio senza rendercene conto."

"Drrrruddigon!" ringhiò il Pokemon Grotta, e fece un passo verso gli intrusi.

Bagon fece un passo indietro, ma si tenne davanti alla sua allenatrice con l'intenzione di proteggerla. "Bagon, bagon..." disse il piccolo Pokemon Drago, come se volesse intimare a Druddigon di non fare un passo in più. Per nulla impressionato, il nemico continuò ad avanzare, ed Heather decise che era meglio fare la prima mossa.

"E... e va bene, facciamoci largo!" esclamò. "Bagon, usa Dragospiro!"

"Bagoooon!" ringhiò il draghetto, per poi prendere fiato e scagliare una brillante fiammata blu che sfrecciò verso il Pokemon Grotta. Molto più grande ed ingombrante rispetto all'amichetto di Heather, Druddigon non fece in tempo a spostarsi, e decise invece di difendersi alzando le braccia davanti a sè. Il colpo lo costrinse a retrocedere di un passo, ma non riuscì a fargli tanti danni, e Druddigon strizzò un occhio infastidito prima di gettarsi all'attacco, ad una velocità che colse di sorpresa Heather!

"Ah! Attento, Bagon!" esclamò la bambina, gettandosi verso il suo Pokemon per evitare che venisse centrato dalla potente coda dell'avversario. Druddigon cercò di schiacciare l'allarmato Bagon sul terreno roccioso, ma per fortuna la sua mossa Codadrago fu abbastanza lenta, ed Heather ebbe appena il tempo di mettere al sicuro Bagon e portarsi a distanza di sicurezza... poi, la coda si schiantò sul punto in cui si trovava il drago più piccolo, e mandò in frantumi alcune rocce, mentre Heather atterrava agilmente da un lato, graffiandosi un gomito nella caduta. "Ow! Accidenti, qui si mette male! Bagon, stai bene? Non sei ferito, vero?"

"Ba bagon..." disse Bagon con un sospiro di sollievo. "Gon bagon ba bagon!"

Heather fece qualche passo indietro, e fissò con astio il Pokemon Grotta che le rivolgeva ancora una volta uno sguardo minaccioso. Non si era lanciato di nuovo all'attacco... e la bambina ebbe il sospetto che volesse dare loro un ultimo avvertimento, prima di lanciare un attacco decisivo.

"Ugh... odio ammetterlo, ma al momento non sei all'altezza di questo colosso..." affermò Heather, masticando amaro. Possibile che dopo tutto quello che aveva passato, ancora lei e Bagon non fossero in grado di misurarsi con un Pokemon selvatico? E se non riuscivano a battere quel Druddigon, che possibilità avevano contro il Team Meteora?

Inutile recriminare, quello che dovevano fare ora era sopravvivere e diventare più forti... in qualche modo... "Magari un altro dei miei Pokemon riuscirebbe, ma... no, meglio non rischiare in questo momento! Dobbiamo andarcene il prima possibile!"

"Bagon..." esclamò il Pokemon Rocciotesta con tono comprensivo. Immaginava cosa doveva pensare Heather in quel momento, e sapeva quanto le pesava doversi ritirare. I due amici si allontanarono rapidamente da Druddigon, che continuò ad avanzare lentamente per essere sicuro che volessero davvero andare via... ed Heather si guardò attorno per un attimo, notando finalmente una via d'uscita vicina e sicura - una stradina tortuosa che passava in mezzo a due grandi muri di roccia. La bambina ricordò di aver visto un Pokemon Center in una baita, non molto lontano da lì, e pensò che avrebbe almeno potuto far riposare lì i suoi Pokemon, mentre pensava a cosa fare.

Heather e Bagon indietreggiarono con prudenza, sostenendo lo sguardo feroce del Druddigon nemico... e quando furono sicuri che il Pokemon Grotta non li avrebbe seguiti, gli voltarono le spalle e corsero con tutta la velocità di cui erano capaci verso la salvezza. Per un istante, Druddigon fu tentato di inseguire, ma decise che era meglio non tentare la sorte. Ancora una volta, era riuscito a mandare via gli intrusi che volevano catturare lui e i suoi compagni... anche se si chiedeva se la sua fortuna sarebbe durata ancora a lungo.

Con un grugnito rassegnato, il Pokemon Grotta si ritirò nella spelonca dalla quale era uscito, e scese lungo un dislivello naturale che lo portò ad una grotta un po' più ampia, le cui pareti scintillavano lievemente grazie a degli strani cristalli che spuntavano da esse, e che davano a quel luogo un aspetto decisamnte inusuale. Sembrava che la luce provenisse dall'interno di alcune delle formazioni di quarzo, e anche se Druddigon non aveva idea di cosa fossero esattamente, aveva il sentore che erano quelli il motivo per cui si trovava a dover mandare via tutti quegli intrusi.

Strano che quella piccola umana fosse vestita di bianco e rosso, e avesse quel Pokemon Drago al suo seguito, pensò Druddigon mentre riordinava una sorta di giaciglio di paglia che aveva preparato in precedenza. Di solito, gli intrusi che venivano a disturbarlo erano vestiti di nero, e ce n'erano tre o quattro... Beh, non che importasse davvero. Quello che più gli interessava, in quel momento, era che non venissero più a dargli fastidio per un po'.

Il Pokemon Grotta si distese sul suo giaciglio improvvisato, chiudendo le ali attorno al corpo per tenersi al caldo il più possibile, e dopo aver preso un profondo respiro, chiuse gli occhi e cercò di dormire almeno un po'...

 

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L'atmosfera, al Pokemon Center sulla strada per la città di Ametripoli, era piuttosto rilassata e calma, nonostante la tensione che in quel periodo buio attraversava il continente di Reborn. Quando Heather e Bagon entrarono, godendosi l'aria riscaldata che scioglieva un po' le loro articolazioni infreddolite, videro che c'era già un discreto gruppo di persone riunite là dentro, per la maggior parte montanari o viaggiatori assieme ai loro Pokemon. Il suono delle loro voci pervadeva la sala principale del Pokemon Center, mentre l'Infermiera Joy di turno e i suoi Pokemon aiutanti, una Blissey e un Wigglytuff andavano avanti e indietro per consegnare i Pokemon riposati agli allenatori.

"Ecco fatto, signore." disse l'infermiera dai capelli rosa, tirando un po' il fiato mentre consegnava sei Pokeball ad un ragazzo vestito di una pesante giacca verde e blu, con pantaloni imbottiti e stivali da neve, il cui braccio destro era fasciato e tenuto legato al collo. "I suoi Pokemon sono in perfetta forma. Mi dispiace solo che non possiamo curare lei altrettanto rapidamente."

Il ragazzo alzò le spalle e fece un sorriso rassegnato, ricevendo le Pokeball con il braccio ancora utilizzabile e mettendole alla cintura, una alla volta. "Grazie, infermiera Joy... non si preoccupi per questo, gli incidenti capitano. Immagino che sia un rischio del mestiere, per noi allenatori." affermò. "Speravo di arrivare ad Ametripoli, mi hanno detto che ci sono dei problemi da quelle parti, e pensavo che forse avrei potuto dare una mano..."

Questo attirò l'attenzione di Heather e Bagon, e la bambina voltò appena un po' lo sguardo in direzione del ragazzo e dell'Infermiera Joy. Ametripoli? Non era quella città che sorgeva quasi sulla vetta della catena montuosa più alta di Reborn? Stava accadendo qualcosa da quelle parti?

Prima di tornare al suo lavoro, l'Infermiera Joy sospirò e rispose al giovanotto. "In effetti è così... in questi ultimi tempi si sono moltiplicati i casi di attacchi da parte di Bergmite... esattamente come quello in cui lei si è ferito al braccio. " affermò la ragazza. "Purtroppo, non sono ancora sicuri di cosa fare... stanno pensando di organizzare una spedizione di allenatori professionisti per tenere a bada questi pericolosi Pokemon. Certo, non credo potranno ignorare il problema a lungo."

"Se i Bergmite si fanno più aggressivi, potrebbero dare dei grossi problemi ai rifornimenti di generi di prima necessità che arrivano ad Ametripoli." concluse pensieroso il ragazzo. Heather intervenne in quel momento, decisa a sapere di più di quello che stava accadendo.

"Chiedo scusa... io sono arrivata da poco da queste parti." esordì la bambina dai capelli fucsia, con Bagon che la seguiva a breve distanza. Quando l'infermiera Joy e il giovane col braccio infortunato si voltarono sorpresi verso di lei, Heather si schiarì la voce e continuò. "Cosa sta succedendo da queste parti? Ci sono dei Bergmite che stanno dando dei problemi ad Ametripoli?"     

"Bagon?" le fece eco il draghetto.

L'infermiera Joy e il ragazzo apparvero piuttosto sorpresi di vedere una bambina dall'aspetto così inoffensivo apparire loro davanti. "Ah? Non sei di quì, è la prima volta che ti vedo." disse Joy, con l'aria di voler dire che questo spiegava il fatto che la bambina non sapesse nulla. "In effetti, è un po' che Ametripoli è in difficoltà... in questo periodo, un gruppo di Bergmite si è messo ad attaccare i viaggiatori. E la cosa più preoccupante, è che stanno rallentando sempre più i rifornimenti che arrivano da valle. Se dovesse continuare così, Ametripoli resterebbe isolata... e i suoi abitanti comincerebbero a soffrire la fame."

"Nessuno sa perchè i Bergmite siano così aggressivi..." disse il ragazzo col braccio ferito. "Molti pensano che sia opera del Team Meteora, e se devo essere sincero, lo penso anch'io. Temo che quei farabutti stiano cercando di preparare qualcosa di losco, da qualche parte lassù. E i Bergmite... sarebbero solo delle pedine nel loro piano."

Heather sorrise amaramente tra sè. Perchè si era aspettata una risposta simile? A quel punto, non aveva più bisogno di ulteriori conferme. "Oh, beh, se si tratta di quei maledetti del Team Meteora... allora ci posso pensare io!" affermò. "Avrei... solo bisogno di un po' di tempo, di capire esattamente da dove vengono i Bergmite... e sono sicura che riuscirei a sistemare la situazione!"

L'espressione di stupore ed incredulità che Heather e Bagon videro apparire sui volti delle persone con cui stava parlando - e anche su quelli di alcuni montanari lì vicino - fecero subito capire che non li stavano prendendo sul serio. Il Pokemon Rocciotesta alzò gli occhi al cielo quando il ragazzo fece una risata a mezza bocca. "Bagon..."

"Hm? Ho detto qualcosa di strano?" chiese Heather irritata. Quando il ragazzo smise di ridere e la guardò stupito, come se non avesse capito cosa volesse dire, la bambina gli si avvicinò bruscamente e lo toccò sulla spalla sana con un indice. "Stai dicendo che non devo immischiarmi perchè sono una bambina, vero?  Che dovrei restarmene qui al calduccio e lasciare che siano gli adulti a sistemare tutto, vero?"

"Ma cos... Hey, un momento, non volevo mica mancarti di rispetto!" esclamò il ragazzo, spiazzato davanti alla reazione della ragazzina. "Volevo solo dire che non mi sembra molto saggio cercare di opporsi al Team Meteora così... senza avere una certa esperienza come allenatori di Pokemon!"

"Beh, per tua norma e regola... io sono un'allenatrice esperta!" lo rimbeccò Heather, avanzando ancora, e guardandolo con rabbia. "Io e i miei compagni abbiamo combattuto il Team Meteora più a lungo di quanto voi pecoroni abbiate mai fatto! Quindi, non ti consiglio di alzare troppo la cresta, amico! O forse vorresti dire che io sono una bambina, e devo fare come dite voi adulti? Voi e le vostre stupidissime regole!"

"Bagon! Bagon!" esclamò allarmato il piccolo Pokemon Drago, mentre tirava il vestito di Heather per dirle di calmarsi.

Un attimo di stupore ed incredulità seguì la sfuriata di Heather, al che l'infermiera Joy decise che era il caso di intervenire prima che si infervorasse ancora di più. "Okay, adesso calmati!" esclamò la ragazza battendo le mani un paio di volte per attirare l'attenzione d Heather. "Non so esattamente cosa tu voglia dire con questa storia delle regole, ma qui ci troviamo in un Pokemon Center! Se sei venuta qui per riposare e far riprendere i tuoi Pokemon, sei la benvenuta, ma non ammetto che si scatenino liti con i visitatori. E' irrispettoso nei loro confronti e in quelli dei Pokemon che si stanno riposando."

Heather restò in silenzio per un attimo, e continuò a guardare l'infermiera Joy, che sostenne il cipiglio aggressivo della bambina. Poi, con un po' di riluttanza, Heather guardò da un'altra parte e sbuffò. "Okay, okay, chiedo scusa, mi sono lasciata prendere la mano." affermò, pur non sembrando troppo convinta. Guardò verso Bagon, e la sua espressione di scuse sembrò un pochino più sincera al draghetto. "Comunque, quello che volevo dire... è che anche se non sembra, io e i miei compagni abbiamo esperienza con il Team Meteora. Intanto, sono abbastanza sicura che posso affrontare i Bergmite che stanno bloccando la strada per Ametripoli... e poi, se davvero c'è il Team Meteora dietro a tutto questo, potrei scoprire dove si nascondono e farlo sapere anche alle forze dell'ordine! Non credete che sarebbe una buona idea? Sarebbe un altro colpo per quei farabutti!"

Indifferente ai mormorii che adesso si susseguivano nel Pokemon Center, l'infermiera Joy pensò per un attimo alla proposta di Heather... e il suo Wigglytuff, dopo un breve istante di esitazione, guardò verso Blissey e sussurrò qualcosa. "Wi, wigglytuff!"

"Blissey!" La Pokemon infermiera si passò un dito sotto il mento, come se stesse pensando, e si convinse di quello che il suo "collega" stava dicendo. Con un cenno del braccio, richiamò l'attenzione dell'infermiera Joy, e spiegò anche a lei. "Blissey bliss!"

"Come dici, Blissey?" chiese l'infermiera Joy, piuttosto stupita dalla richiesta. Quando Heather e il ragazzo infortunato guardarono verso di lei, si schiarì la voce e tradusse quello che aveva detto la sua Pokemon. "Beh... Blissey mi stava dicendo che poco fa aveva sentito un Pokemon appena guarito parlare di alcuni Bergmite che stavano uscendo da una grande fenditura nel ghiacciaio. Forse... forse è da lì che parte il problema? Se qualcuno dovesse andare a dare un'occhiata in quel luogo, forse si capirebbe qualcosa di quello che sta accadendo ad Ametripoli."

"Perfetto! Allora sarà lì che andremo a vedere!" affermò Heather. "Grazie per l'informazione, Wigglytuff e Blissey! Sapremo farne buon uso!"

"Blissey bliss!" esclamò Blissey, con l'aria di qualcuno chestava facendo una domanda molto importante.

Bagon disse di sì con la testa, anche lui d'accordo con la Pokemon rosa. "Gon gon, bagon!"

"Sì, lo so, Bagon... sono un'allenatrice di Pokemon Drago, come posso non sapere che il Ghiaccio è il vostro punto debole?" rispose Heather. "Ma il tipo non è tutto, non credi? Dovrò usare un po' di cervello e di tattica, ma non credo sia poi così difficile!"

"Non sottovalutare la situazione, piccola. Questo non è un gioco." affermò il ragazzo, cercando stavolta di scegliere un po' meglio le parole in modo che Heather non ci vedesse qualche tentativo di fermarla. "Potrebbe esserci di mezzo la sicurezza di Ametripoli. E se è coinvolto quel dannato Team Meteora, sicuramente la posta sarà ancora più alta."

Questa volta, la risposta di Heather fu più misurata. Sentendosi improvvisamente stanca per il viaggio, Heather prese in braccio Bagon e tirò verso di sè uno sgabello che giaceva abbandonato accanto ad un tavolino basso. Con un sospiro, Heather si sedette e accarezzò il suo Pokemon sulla testa, in modo da tranquillizzare lui e sè stessa. "Credetemi... io conosco meglio di molti altri di cosa è capace il Team Meteora. Ho perso i miei genitori per colpa loro... e se non fosse stato per certe persone straordinarie che ho conosciuto, avrei perso ancora d più..." affermò, cercando come poteva di non far vedere il dolore che riaffiorava ogni volta che riparlava di quei tristi eventi. Non era sicura di esserci riuscita del tutto. "E' per questo che voglio fare tutto quello che posso per farla pagare a quei maledetti... e se questa storia dei Bergmite c'entra qualcosa con il Team Meteora, beh, allora spero anch'io di poter fare la mia parte per aiutare la gente di Ametripoli e mettere i bastoni tra le ruote ai nostri nemici."

L'infermiera Joy e i suoi Pokemon restarono in silenzio. Si rendevano conto che quella bambina, nonostante la giovane età, aveva vissuto esperienze che avrebbero fiaccato il morale anche di un uomo adulto, e nonostante provassero pena per lei, era mischiata con ammirazione per il modo in cui riusciva ad andare avanti e farsi coraggio nonostante tutto.

"Sì... capisco quello che vuoi dire." affermò il ragazzo, strizzando un occhio quando una breve fitta gli attraversò il braccio ferito raggiungendo quasi la spina dorsale. "Ow... credimi, capisco cosa vuoi dire... molti abitanti di Reborn si sono rassegnati al dominio del Team Meteora, e non si oppongono più, credendo che sia inutile anche soltanto tentare... persone come te, che ancora non si rassegnano, rappresentano la speranza di Reborn. Ma proprio per questo non devono trattare con leggerezza questa loro responsabilità. Se questa speranza cadesse, non resterebbe più nulla a chi a Reborn spera ancora in un futuro libero dalla tirannia."

"Quindi, Heather, cerca di essere prudente... e soprattutto, accetta il nostro aiuto. Anche se forse non molti di noi hanno la forza necessaria ad opporsi al Team Meteora, forse potremo darti una mano." disse l'infermiera Joy. A quel punto, un po' di ospiti del Pokemon Center si era avvicinato per ascoltare quello che si stava dicendo. "Che ne dici? Forse, se ci mettiamo tutti assieme, riusciremo a vanificare i piani del Team Meteora, e aiuteremo meglio la gente di Ametripoli."

"Go golem!" esclamò un Golem appartenente ad un corpulento montanaro lì vicino. Si colpì il petto con un pugno roccioso, in modo da far vedere che era pronto a tutto... e guardò verso altri dei Pokemon e degli allenatori lì riuniti: un Nidoking, un Granbull, un Cacturne, un Rotom... anche un paio di Pokemon che Heather non conosceva, uno dei quali assomigliava ad un enorme tucano con un grande becco ricurvo, mentre un altro aveva l'aspetto di un Persian, ma aveva il muso tondo e la pelliccia di colore grigio.

"E quei Pokemon... da dove vengono? Non li ho mai visti prima..." sussurrò la bambina rivolta all'infermiera Joy. "Anche se uno di essi mi ricorda tanto un Persian..."

"Wi wigg, wiggly... tuff!" spiegò il Wigglytuff del Pokemon Center, guardando da un Pokemon all'altro, e il Pokemon tucano, sentendosi chiamato in causa, inclinò la testa da un lato incuriosito, mentre il Persian grigio si grattava un orecchio con una zampa posteriore.

"Questo, ragazzina, è il mio bellissimo Toucannon!" affermò un montanaro con una florida barba nera. "E' un Pokemon proveniente dall'arcipelago di Alola!"

"E questo, invece..." continuò una giovane donna, grattando il Persian grigio dietro un orecchio  e facendogli fare le fusa. "E' il mio Persian di Alola! E' un Pokemon molto simile al Persian classico, ma è di tipo Buio anzichè Normale, e ha delle mosse un po' diverse."

"Questa poi... avevo sentito che ad Alola ci sono Pokemon diversi rispetto a quelli che si vedono di solito, ma questa è una sorpresa..." rispose Heather. Scosse la testa, cercando di concentrarsi sul problema attuale. "Comunque, adesso quello che dobbiamo fare è cercare di capire cosa vogliono quei Bergmite e perchè all'improvviso si sono messi in testa di isolare Ametripoli."

"Okay... allora, vediamo cosa si può fare..." disse un allenatore, e il Blissey del Pokemon Center disse di sì con la testa e corse via, per poi ritornare pochi istanti dopo con una mappa arrotolata che mostrò ad Heather e al suo Pokemon - una mappa della zona di Ametripoli e dintorni, sulla quale erano riportati in maniera molto dettagliata il ghiacciaio vicino, i centri abitati e un picco innevato che sorgeva vicino alla cittadina.

"Blissey!" esclamò, mentre con una mano iniziava a mostrare ad Heather alcuni passaggi che forse potevano tornarle utili...

 

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Nel frattempo, in una delle numerose basi segrete del Team Meteora, fervevano i preparativi per un nuovo piano d'attacco. Lord Solaris aveva fatto riunire alcuni dei suoi uomini migliori, suo figlio Taka compreso, in una stanza dei macchinari, e stava dando loro le dovute istruzioni.

"Molto bene... immagino che sapiate già qual è la situazione. Siamo in una posizione molto delicata. E' passato molto tempo dall'ultima volta che il Team Meteora si è trovato davanti dei nemici tanto pericolosi. Non possiamo lasciare che la comandante suprema intervenga di persona, almeno non finchè non siamo sicuri che non abbiamo altra scelta."

Seguì un lungo momento di silenzio, che bene esprimeva il terrore che Lin incuteva nei suoi sottoposti. Una volta che fu sicuro che i suoi uomini avevano capito come stavano le cose, Solaris riprese. "Non voglio nascondervi nulla, sono preoccupato. Dobbiamo agire in maniera rapida... ma allo stesso tempo efficace. Prima di tutto... Blake, com'è la situazione ad Ametripoli? Il PULSE-Avalugg sta facendo il suo lavoro?"

Il comandante dai capelli azzurrini sbuffò con fare arrogante e si sfregò la nuca. "Sì, sì... certo che funziona bene, stavolta sono sicuro che quell'idiota di mio fratello non ha potuto metterci mano." affermò, ancora irritato per la sconfitta che lui e il suo capo avevano subito per mano di Kiki. Se solo non fosse stato per Cal, il monastero di Apofillide sarebbe diventato cenere, e forse adesso non si troverebbero in quella situazione così delicata. "Ad ogni modo, il ghiacciaio si sta espandendo, e ben presto, tutti i collegamenti verso il resto del continente verranno interrotti. Se non vorranno rendersi responsabili della morte di centinaia di persone, quelli della resistenza dovranno farsi vedere... e sarà un'ottima occasione per eliminarli e recuperare le loro Chiavi."

Per un attimo, Taka guardò verso Zel... e vide che il misterioso individuo dalla personalità multipla stava strisciando nervosamente la suola di una scarpa sul pavimento. Il giovane Taka sapeva quale personalità fosse predominante in quel momento, ma qualunque fosse, sicuramente non era un momento troppo facile per lui o lei. Ametripoli era una città che aveva avuto un significato importante per tutte e tre... per ovvi motivi.

"Per quanto riguarda il tuo esperimento, Zel... come sta andando? La tua battaglia con Aya LaRue è stata fruttuosa, vero?" chiese Lord Solaris al misterioso scienziato. L'espressione di Zel si fece seria, e dal suo sguardo freddo, Taka capì che in quel momento era Zero che controllava il corpo.

"Su questo la posso tranquillizzare, Lord Solaris." disse Zero. "In effetti, sono riuscito a raccogliere quello che mi serviva. Tutti i dati di cui avevo bisogno, e anche i campioni di cui avevo bisogno. Prevedo che nel giro di qualche giorno potrò aggiornarla sui risultati, ma le posso assicurare che finora sono promettenti."

Zero abbassò la testa, brontolò qualcosa tra sè... e poi, alzò la testa di nuovo, e la sua voce, il cui timbro si era fatto più caldo e gentile, era quella di Eve. "Per dire più precisamente le cose come stanno... il soggetto ha rivelato una spiccata predispozione allo scontro fisico, e una difesa notevole contro gli attacchi fisici. La sua velocità lascia un po' a desiderare, ma dovrebbe essere in grado di resistere abbastanza da sferrare dei colpi potenti a qualsiasi avversario. Detto in poche parole, siamo convinti di aver creato un Pokemon molto affidabile." Abbassò di nuovo la testa e mormorò qualcosa... e subito dopo, Lumi prese la parola.

"C-certo... non esiste nessun Pokemon che sia... perfetto." sussurrò la personalità più mite di quelle che condividevano quel corpo. "Ma... per quello... ci penseranno gli altri nostri Pokemon a... a... gestire il resto. E'... una questione di gioco di squadra dopo tutto, vero?"

Solaris disse di sì con la testa. "Molto bene. Allora, Zel, continua così. Per quanto riguarda il resto... Blake, tu andrai ad Ametripoli, e sorveglierai la situazione. Sono convinto che la resistenza sentirà presto parlare del PULSE-Avalugg, e se i miei calcoli sono giusti, daranno la priorità alla sua eliminazione." affermò. "Sai già come fare per le provviste e ciò che ti può servire, vero?"

Il giovinastro dai capelli celesti disse di sì con la testa, per quanto si vedesse che era un po' riluttante. "Agli ordini, Lord Solaris. E... sì, so come fare. Mi ero preparato già da tempo a questa possibilità." rispose.

"Ottimo." continuò Solaris. "Sirius, tu e il Dr. Connal vi occuperete di gestire le operazioni nella zona di Labradoria. Manderemo lì tutti i nostri uomini più fidati, dobbiamo essere sicuri che tutto fili liscio da quelle parti."

Sirius annuì a sua volta. Per il momento, meglio mostrarsi collaborativi. Il resto sarebbe venuto in seguito. "Agli ordini, Lord Solaris. Eseguiremo il compito al meglio delle nostre possibilità."

"A questo proposito..." Lord Solaris riprese la parola prima che Sirius potesse abbandonare il discorso. "...una nuova recluta si unirà a Sirius e al Dr. Connal. Signori, vi prego di dare un benvenuto ad un nuovo collaboratore del TeamMeteora, grazie al quale ritengo che adesso abbiamo un sostanziale vantaggio sui nostri nemici."

"Potete stare certi che non rimane loro molto da gioire." rispose una voce giovanile, distintamente crudele ed arrogante, e la nuova recluta si mostrò ai suoi nuovi colleghi, avanzando da dietro Solaris. Un ragazzo di circa sedici o diciassette anni, con i capelli di colore verde smeraldo, un po' scompigliati, e un paio di occhiali da vista che rendevano la sua espressione più acuta, e in qualche modo più sgradevole. Indossava la classica uniforme nera delle reclute di basso rango, ma delle spille argentate appuntate sul torace mostravano al resto degli scagnozzi che quel tipo godeva di alcuni privilegi speciali.

Fern si piazzò davanti al gruppo di reclute e comandanti del Team Meteora, per nulla impressionato dagli sguardi pieni di disapprovazione che stava ricevendo da molti dei membri. In particolare, non gli piaceva come il figlio del capo lo fissava... si fece un appunto mentale di fargli capire chi era che comandava, più tardi.

"Sì, fino a poco tempo fa, ero anch'io un membro della resistenza." ammise il ragazzo con gli occhiali, parlandone come se fosse una cosa di cui vergognarsi. "Diciamo che... non vedevo molte alternative. Ma... mi sono reso conto, restando con loro, che quel branco di idioti non hanno un vero scopo e non sanno vedere ad un palmo dal loro naso. Solo sotto il Team Meteora, Reborn potrà rinascere a nuova vita, e tornare ad essere il posto speciale che era tanto tempo fa."

Taka riuscì a stento a trattenere un'espressione di disprezzo. Certo, come se a quell'individuo importasse davvero di quello che Reborn era una volta. Beh, in realtà, lui stesso non poteva dire che gli importasse molto di quello che era stato Reborn all'alba della storia. Suo padre voleva a tutti i costi fargli credere che il modo in cui vivevano all'epoca era il solo modo giusto di vivere, ma onestamente, Taka non sapeva che farsene di una tale retorica anti-progressista. Il problema era che non era mai stato nella posizione di dire la sua...

"Il gruppo a cui appartenevo... si nutre di vuote speranze e di idealismo." continuò Fern con un sorrisetto maligno. "Non hanno idea di quello che stanno veramente facendo, e non sanno che sconfiggere il Team Meteora vorrebbe dire sconfiggere l'intera popolazione di Reborn. Solo il Team Meteora può fare in modo che questo paese alla deriva rimanga forte... e le attuali tribolazioni sono tutte prove a cui le persone sono sottoposte per testare il loro valore e capire quale sarà il loro posto nel mondo che verrà. Ma i miei ex-compagni pensano di essere nel giusto, a prescindere dalla situazione... e si riempiono la bocca di belle parole come libertà e giustizia per illudersi che quello che stanno facendo sia giusto anche per tutti gli abitanti di Reborn City. Heh... che stupidaggini. Era già da tempo che ci stavo pensando, ma solo adesso ho avuto la possibilità di staccarmi da loro. E adesso... ho tutta l'intenzione di fare quanto è in mio potere per aiutare il Team Meteora nella sua missione."

"E mettere quella mocciosa di Hoenn e i suoi amichetti al loro posto, una volta per tutte." aggiunse tra sè.

"Come potete sentire... questo ragazzo ha già capito come stanno le cose. Sarà un compagno prezioso per noi del Team Meteora." continuò Lord Solaris. Guardò in direzione di Sirius e del Dr. Connal. "Avete sentito gli ordini. Dovete recarvi nella zona di Labradorra, e controllare la situazione. Fern avrà modo di dare prova di sè... e potrà farlo ostacolando i suoi ex-compagni."

Il Dr. Connal, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare gli ordini dei suoi superiori, alzò una mano per chiedere la parola. Quando Lord Solaris gli fece cenno di dire la sua, lo psichiatra criminale rigraziò e si rivolse direttamente a Fern. "Molto bene. Vedo che hai finalmente compreso qual è la cosa giusta da fare." affermò, ma Fern capì subito dal tono di voce che Connal voleva metterlo alla prova. "Ma... sono curioso di sapere se davvero hai la convinzione necessaria. Se sarai in grado di combattere contro i tuoi ex-compagni."

"Certo che ne sono in grado!" ribattè prontamente il ragazzo dai capelli verdi, quasi risentito della domanda. "Non mi sarei certo preso la briga di rischiare la pelle a venire fin qui, se non fossi stato assolutamente convinto di quello che sto facendo!" Fece un attimo di pausa, rimuginando cupamente sui suoi ex-compagni. "Non potevo più tollerare la loro stupidità e il loro irritante idealismo! Cercavano sempre di ostacolarmi, non si rendevano conto delle mie capacità e del mio potenziale! Aiutando il Team Meteora, non soltanto potrò aiutare a cambiare il mondo, a fare sì che diventi un posto migliore per tutti coloro che ne saranno degni... ma potrò anche conquistare il posto che mi spetta! Tutti dovranno riconoscere il mio valore e il mio talento di allenatore!"           

Il Dr. Connal storse il naso, ma accettò la risposta. "Anche tu, quindi, combatti per un desiderio egoistico, un infantile bisogno di veder riconosciuto il tuo valore, una necessità di essere validato dagli altri... da tua sorella, l'esperta di Pokemon d'Erba Florinia Sevilla." affermò. Quando Fern gli rispose con uno sguardo minaccioso, il dottore alzò le spalle. "Detto questo, sono abbastanza pragmatico da rendermi conto che il tuo aiuto potrebbe essere indispensabile. Quindi... sono disposto a lavorare con te. Solo, prima che il Team Meteora stabilisca il suo dominio su questo paese, dovremo fare un bel discorso."

"Non credo ce ne sarà bisogno... ma il dottore sa sempre tutto, vero?" chiese sarcastico Fern, guadagnandosi un'altra occhiataccia da parte del medico criminale.

Un battito di mani da parte di Lord Solaris richiamò tutti all'ordine. "Signori! Signori, per cortesia! Non è il momento di mettere i nostri interessi personali e le nostre ruggini di fronte al bene comune." affermò severamente, richiamando tutti all'ordine. "Avete le vostre istruzioni, eseguitele al meglio delle vostre possibilità! A questo proposito... Taka!"

"Sì, padre." rispose prontamente il giovane comandante, anche se già immaginava quale sarebbe stato l'ordine.

Solaris confermò i suoi sospetti poco dopo. "I nostri alleati della Chiesa d'Alfa ci hanno aggiornati sulla situazione. Abbiamo confermato che Elias ed Angela si trovano nelle mani delle forze dell'ordine di Reborn City." spiegò. "Il tuo compito è quello  di recarti alla nostra base segreta nel centro di depurazione di Reborn City, e da lì, assieme a Pius e al cadetto Bennet, organizzare la loro evasione. E mentre ti trovi lì, mi aspetto che tu tenga d'occhio anche il PULSE-Swalot. E' un elemento molto importante nella nostra strategia, e se dovesse essere perduto per qualche motivo... il nostro piano di liberare Reborn dai miscredenti subirebbe un duro colpo."

"Certo. Capisco, padre. Farò come dici tu." rispose Taka, ancora una volta sentendosi come se stesse adulandolo. Si trattava di un'evasione... questa era una cosa che lui poteva fare, anche se non poteva fare a meno di pensare alle conseguenze di una simile azione. Padre Elias era sempre stato un po' troppo zelante per i suoi gusti, ma era una delle poche persone che suo padre considerava suo amico, oltre che un prezioso alleato per il Team Meteora. Da quando durava l'amicizia tra suo padre ed Elias? Taka non poteva dire di saperlo per certo, ma era sicuramente da prima che lui fosse nato...

Taka provò un istante di nostalgia al ricordo della figlia di Elias, e si chiese dove fosse in quel momento. La sua speranza era che fosse lontano da Reborn, e al sicuro da qualsiasi piano contorto suo padre stesse architettando.

"Avete tutti le vostre istruzioni." concluse Lord Solaris. "Eseguitele al meglio delle vostre possibilità, e cercare con tutte le vostre forze di recuperare le Chiavi. La comandante suprema dovrà trovarle tutte, per la prossima volta che ci farà visita."

"Ricevuto, Lord Solaris!" rispose un coro di voci in leggera disarmonia. Gli uomini del Team Meteora lasciarono la sala in ordine, ognuno di loro pensando a quale sarebbe stato il modo più sicuro e più rapido di portare a termine il loro compito... e ben presto, Solaris rimase solo nella stanza, in preda ai suoi pensieri. Vide suo figlio che era rimasto indietro per un attimo, e lo guardava con evidente preoccupazione, ma non se ne curò troppo e fece cenno al ragazzo di andare pure.  Taka disse di sì con la testa, ma per un attimo, Solaris vide la sua bocca muoversi, ed ebbe la netta sensazione che suo figlio gli stesse raccomandando di fare attenzione.

"Taka è un ragazzo gentile... forse un po' troppo per la missione in cui l'ho coinvolto." riflettè il capo nominale del Team Meteora. Sorrise un po' amaramente, pensando che adesso era un po' troppo tardi per avere dei rimpianti... ma in fondo, Taka era suo figlio, e Solaris riteneva di avere il diritto di preoccuparsi per lui o dispiacersi per quello che era costretto a fare. "Ma era necessario. La missione del Team Meteora è troppo importante perchè sia consentito avere ripensamenti, o fare eccezioni. E' nostro dovere fare in modo che questa terra torni ad essere quello che era una volta... e che coloro che in questo momento la stanno profanando senza rendersi conto di quello che fanno!"

Con un sospiro, Solaris tirò fuori una foto da una tasca del suo impermeabile, e la guardò con espressione di rimpianto - una foto vecchia di qualche decennio, ormai in parte sbiadita, che ritreava un giovane dai capelli neri e dall'espressione acuta, accompagnato da due adulti, un uomo e una donna che davano l'impressione di essere molto vicini e affettuosi l'uno verso l'altra. Un ricordo, immortalato in quell'istante di normalità e felicità che non sarebbero mai più tornate.

"Mamma. Papà. Finalmente ho capito cosa mi volevate dire, e quello che volevate realizzare. Farò in modo che questo vostro sogno si avveri... e spero che potrete perdonare la mia stoltezza."

 

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Amaria prese fiato e si stiracchiò, sentendosi finalmente pronta e carica per affrontare una nuova avventura. Certo, non avrebbe impiegato tanto tempo, e nel giro di pochi giorni sarebbe tornata sotto il tetto della sua amata Titania, ma era comunque una missione che lei considerava molto importante. Peccato che Titania non avesse voluto venire, sarebbe stato sicuramente più piacevole... ma del resto, la rossa esperta di Pokemon Acciaio era sempre stata una tipa sulle sue, anche quando andavano alla scuola per allenatori del Quartiere Onice assieme a Julia e a Florinia.

"Allora, sei sicura di non voler venire, Tania?" chiese Amaria, voltandosi verso la giovane donna dai capelli rossi che stava in piedi accanto a lei, con il fedele Aegislash al suo fianco. "Non sono sicura che ci sarà da combattere contro il Team Meteora, ma potremmo incontrare di nuovo il resto dei nostri compagni della resistenza... non pensi che sia il caso finalmente di rivedere Pietro?"

"No, grazie, Amy... quell'idiota ed io non abbiamo niente da dirci." rispose Titania con un sorrisetto un po' sprezzante. I due fratelli non erano mai andati molto d'accordo... e fare parte dello stesso gruppo di partigiani che si battevano contro il Team Meteora non aveva cambiato per niente le cose. "Comunque, tu non ti far influenzare. Io resterò qui, e se dovessi imbatterti in qualche verme del Team Meteora, contattami... io e il mio Skarmory saremo da te il prima possibile." Da parte sua, Titania dubitava che Amaria avrebbe avuto qualcosa da temere da qualunque membro del Team Meteora non fosse Lord Solaris in persona. Ma era convinta che ad Amaria avrebbe fatto piacere sentirsi chiedere una cosa simile, e in effetti la reazione di Amaria le confermò che aveva visto giusto.

"Grazie, Tania! Comunque, sappi che la nostra offerta resta sempre valida... beh, ci vediamo presto! Magari quando torno potremmo fare una nuotata assieme, che ne dici?" disse la giovane donna dai capelli verdini. Tenne alto un braccio sul quale aveva indossato il Braccialezaffiro, il regalo che Titania le aveva fatto quando avevano iniziato la loro relazione, e fece un occhiolino alla sua compagna, che rispose con un sorriso appena accennato.

"Va bene, mi sembra una buona idea. A presto, Amy." disse Titania, ed Amaria le si avvicinò e le diede un bacio, che la rossa ricambiò rapidamente. Un bacio breve e piuttosto casto, o almeno questo era sembrato ad Amaria, ma in fondo... Titania non era mai stata tipo da perdersi in tante effusioni, giusto? In fondo, accettare anche questo lato della personalità di Titania faceva parte di volerle bene...

Titania e il suo Aegislash restarono fuori a salutare mentre Amaria si allontanava, girandosi di tanto in tanto a muovere la mano e mandare baci. Quando Amaria fu sparita all'orizzonte, Titania tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso Aegislash, facendogli cenno di tornare dentro con lei. I due chiusero la porta della baita dietro di loro, e Titania si afflosciò con un sospiro sulla sedia di una scrivania, prendendosi qualche attimo per rilassarsi e riordinare i pensieri.

"Odio doverlo ammettere... ma non mi dispiace passare qualche giorno da sola." mormorò tra sè, gli occhi che guizzavano verso un diario appoggiato vicino ad un angolo del tavolo. "Hmm... magari tra un po' scriverò qualcosa. Adesso voglio solo riposarmi."

Aegislash, preoccupato per la sua allenatrice, si avvicinò a lei e le fece un cenno con una delle sue lunghe braccia... ma Titania scosse una spalla, rifiutando il gesto di sostegno.

"Aegislash, tu pensa a fare il tuo lavoro. Dopo che mi sarò riposata, ci alleniamo ancora." affermò. "Ricorda che quando affronteremo il Team Meteora, tu dovrai essere il mio scudo e la mia spada."

Il Pokemon Spettro/Acciaio emise un breve ticchettio metallico, e picchiettò per terra con la punta della spada in segno di frustrazione, ma come sempre Titania lo ignorò. Questa era una cosa che al Pokemon spada proprio non piaceva della sua allenatrice... non sembrava dvvero importarle molto dei suoi Pokemon, se non come strumenti per combattere contro il Team Meteora. Anche se poteva capire che in quel momento Titania aveva altro per la testa, e fermare il Team Meteora era importante, gli sarebbe piaciuto ricevere almeno un po' di riconoscimento per il suo lavoro...

Aegislash scosse il pomo della spada, immaginando che non servisse a molto rimuginarci sopra. Poteva solo attendere, e sperare che la sua allenatrice... o Amaria... non facessero nulla di cui avrebbero potuto pentirsi. Per qualche motivo, questo suo augurio non fece che farlo sentire ancora più nervoso...     

Tanto spiacente per i proverbiali nervi d'acciaio...

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: Un capitolo che ci ha permesso di entrare nella testa di un po' di personaggi... e che sta preparando gli eventi per la fase successiva della grande battaglia con il Team Meteora! Tra non molto, vedremo qualche altro PULSE in azione... e la sfida per il possesso e il controllo delle Quattro Chiavi esploderà ancora, più violenta che mai!

Taka avrà presto la sua parte da giocare... e anche qualche altro personaggio, che finalmente vedremo sotto le luci della ribalta! Intanto, abbiamo dato un'occhiata un po' più da vicino al personaggio di Lord Solaris. Mi sa tanto che ormai abbia perso quell'aura di irraggiungibilità che aveva... certo, l'apparizione di Lin non gli ha fatto alcun favore.

Spero di riuscire a dare un po' più di spazio ad Ortilla. Mi piacerebbe cercare di fare un po' di approfondimento sul suo personaggio... e magari darle un ruolo di una certa importanza nel futuro prossimo.

Grazie a tutti per la cortese attenzione... e arrivederci a presto! :)

 

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Capitolo 67
*** Sacro e profano? ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 67 - Sacro e profano?

 

Con attenzione, Ortilla guardò il breve percorso ad ostacoli che Radomus e Gossip Gardevoir avevano preparato. Alcune pedane, un paio di anelli e una sbarra... per un Pokemon come il suo Bibarel, che si stava riscaldando picchiettando la coda sul pavimento, non era la cosa più semplice che si potesse fare, ma il suo Pokemon era convinto di potercela fare. "Okay, Bibby... te la senti? Credo che questo numero sia un po' difficile da eseguire."

Il Pokemon castoro ghignò, e il suo occhio destro luccicò, con una tale convinzione da sembrare addirittura comico! Un istante dopo, Bibby cominciò a correre verso il breve percorso ad ostacoli e si produsse in uno spettacolare attacco Rotolamento. Trasformato in una sorta di palla da bowling vivente, il buffo Pokemon Normale/Acqua saltò sulla prima pedana, e da lì balzò sulla seconda, e poi sulla terza...

"Okay, è il momento giusto!" esclamò Ortilla. "Adesso usa Maledizione, Bibarel!"

Senza mai smettere di rotolare, Bibarel si concentrò, e il suo corpo venne avvolto da una tenue aura violacea che durò per un paio di secondi prima di essere assorbita dalla sua pelliccia. Spiccando un salto più lento di prima, ma molto più preciso, Bibarel atterrò sulla quarta pedana.

"E adesso... Acquagetto! Massima potenza!"

All'ordie della giovanissima coordinatrice, Bibarel scattò in avanti, ricoperto da un'ondata di marea in miniatura, e attraversò con precisione incredibile i due anelli, proseguì il volo e colpì la sbarra di legno con tale precisione e potenza da spezzarla con un rumore secco, e spargere in giro frammenti di legno scheggiato! Con un volteggio in aria, Bibby atterrò sul pavimento a scacchiera e aprì le braccia in una posa dinamica, la coda ben dritta dietro di sè!

"Bibarel!" esclamò il Pokemon castoro, tirando il fiato dopo quella spettacolare ma impegnativa esibizione. Ortilla sorrise gioiosamente e cominciò ad applaudire al suo Pokemon.

"Bravissimo, Bibarel! E' stata un'esibizione favolosa!" affermò la bambina dai capelli turchini. Si avvicinò al suo Pokemon Normale/Acqua e si chinò accanto a lui per accarezzare la sua pelliccia folta e leggermente oliata. Il buffo castoro arruffò la pelliccia e chiuse gli occhi in un'espressione soddisfatta. "Bene... spero che sarà utile quando dovremo affrontare il Team Meteora o la Chiesa d'Alfa." 

"Biiib?" chiese il Pokemon castoro, ed Ortilla comprese che si stava riferendo ai suoi compagni di squadra.

La ragazzina dai capelli turchini volle subito tranquillizzarlo. "Va tutto bene, Bibby. Non ho intenzione di trascurare nessuno della mia squadra. La verità è che Alty è sempre stata ad un altro livello rispetto a Scrafy, Spindy... e anche rispetto a te." spiegò Ortilla. "Il che è anche normale, visto che siamo state compage molto più a lungo. Allenarmi con il signor Radomus e con Luna è servito proprio a colmare questo divario, almeno in parte."

"Spin, spin, spinda!" rispose il buffo Pokemon simile ad un panda rosso perennemente ubriaco. Raggiunse Ortilla e fece un paio di saltelli di gioia, applaudendo per esprimere la sua impazienza di mostrare cosa avesse imparato. Quell'ultimo numero con la combinazione di Strampadanza e Baraonda avrebbe lasciato ogni spettatore a bocca aperta... fosse esso un civile o un soldato del Team Meteora! Scraggy era appena dietro, e anche se la sua espressione non cambiava molto rispetto al suo solito ghigno, Ortilla riusciva a percepire che anche lui non vedeva l'ora di dimostrare di cosa fosse capace.

"So che siete preparati, ragazzi..." disse Ortilla, contenta di vedere che i suoi Pokemon erano così volonterosi. "Tra non molto, immagino che dovremo proseguire. I nostri compagni avranno bisogno del nostro aiuto per affrontare il Team Meteora, e anche se Elias è stato sconfitto, la Chiesa d'Alfa non resterà zitta."

"Anche così, vedo che hai allenato con diligenza i tuoi Pokemon, mia giovane amica." disse la voce chiara di Adrienn. Il giovanotto dai capelli bianchi era appena entrato da una delle porte della grande sala d'allenamento, accompagnato da un robusto Granbull, e il suo aspetto delicato e quasi femmineo era reso ancora più gradevole dal sorriso affabile che aveva sul viso. "Scusa se mi intrometto, Ortilla... da quando siamo tornati al Maniero Vanhanen, ho osservato con grande interesse gli stili di allenamento di tutti voi. Non ho visto molte gare di Pokemon, devo confessarlo... è un modo molto interessante di conoscere meglio i nostri Pokemon, e anche noi stessi, senza la furia delle battaglie di Pokemon tradizionali."

"Altar!" esclamò Alty. La graziosa Pokemon Drago/Volante si era appollaiata sul soffitto, e adesso era scesa giù, spiegando maestosamente le sue grandi ali, per posarsi vicino alla sua allenatrice e ai Pokemon che lei stava allenando. Guardò verso il Granbull di Adrienn e fece un inchino, subito imitata dal Pokemon simile ad un bulldog umanoide.

"In effetti, non mi sono mai sentita troppo portata per le battaglie di Pokemon..." ammise la bambina dai capelli turchini, e accarezzò sulla testa la sua Pokemon alata. "Mio zio Adriano... che buffo, avete quasi lo stesso nome... è l'attuale Campione della Lega di Hoenn, dopo che il signor Rocco Petri ha rinunciato al titolo, ma io non ho mai avuto un gran desiderio di far misurare i miei Pokemon in qualche battaglia. Così, abbiamo scelto, io ed Alty, di offrire un po' di spettacolo alla gente di Hoenn... e perchè no, anche di altre regioni. In fondo, anche questo è un modo di mettersi alla prova e di conoscere meglio i nostri Pokemon, non crede anche lei?"

"Bibarel!" affermò Bibby con un cenno della testa.

Adrienn strizzò un occhio in segno di intesa. "Non posso che dirmi d'accordo con te, mia giovane amica... e mi rincresce che tu sia stata coinvolta in questa storia." disse, sinceramente dispiaciuto per tutto quello in cui la ragazzina era rimasta coinvolta senza sapere nulla. "Sfortunatamente... il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa non si fermeranno di fronte a nulla pur di ottenere ciò che vogliono."

"Riportare Reborn al suo stato originario... quello che loro definiscono una terra sacra sotto il dominio della luce." intervenne la voce gentile di Luna. La biondina, accompagnata da Gossip Gardevoir e anche da Vera e dal suo Blaziken, era appena entrata da un'altra stanza. "Io... sinceramente non lo capisco. Non riesco ad immaginare un mondo in cui c'è soltanto luce. Come sarebbe una vita di questo genere? La luce... invade... abbaglia... non permette di vedere nulla se non lei stessa... quando sei immerso nella luce, tutto quello a cui riesci a pensare è... la luce. L'oscurità... l'oscurità è gentile. Permette di rilassarsi. Di raccogliere i pensieri, di riflettere. Forse le persone ne hanno paura perchè non hanno idea di cosa si nasconda in essa... forse è il bisogno di certezze che li spinge verso la luce?"

"Beh... io non sono una filosofa, Luna, ma immagino che la paura di quello che non si conosce sia una motivazione piuttosto forte..." rispose Vera con un sorrisetto imbarazzato. Luna era una bravissima ragazza, ma a volte era davvero strana. La bambina di Hoenn si schiarì la voce e si rivolse ad Ortilla. "Comunque, siamo venuti per dirvi che domani riprenderemo il viaggio. Il signor Radomus ha ricevuto un messaggio da miss Saphira, e pare che il Team Meteora sia concentrando le operazioni nella zona a nord di Reborn. Attorno alle città di Ametripoli, Labradorra e Calcedonia, per l'esattezza."

"Blaziken..." disse il Pokemon Fuoco/Lotta. Con una mano artigliata, prese la Blazikenite che indossava al collo, e la guardò con espressione intensa.

"Ah... capisco, Vera, immagino sia anche giusto che a questo punto togliamo il disturbo con il signor Radomus." rispose Ortilla. Scrafty, Spinda e Bibarel si misero tutti sull'attenti, ed Alty spiccò di nuovo il volo e si mantenne in sospensione accanto alla sua allenatrice. "Come... com'è andato il vostro allenamento, Vera? Sei riuscita finalmente a controllare la Mega Evoluzione di Blaziken?"

Vera e il suo starter si guardarono imbarazzati, e Blaziken strizzò un occhio in segno di costernazione. "Ecco... ancora non ci siamo proprio riusciti, però... devo ammettere che ci stiamo avvicinando ancora." rispose Vera, in tutta sincerità. "Purtroppo la Mega Evoluzione non è una cosa così semplice da ottenere. Stiamo... stiamo entrando in un altro mondo, uno in cui i POkemon combattono ad un livello che non ho mai visto prima. Faccio ancora fatica a credere che poteri simili esistano... e pensare che ho visto Arceus in persona da vicino."

Luna sgranò gli occhi incredula. "Hai davvero visto Arceus, il dio di tutti i Pokemon?" chiese la biondina. Per motivi che era facile indovinare, era allo stesso tempo incuriosita e spaventata. Cosa avrebbe detto Vera di Arceus? Era forse possibile che i rigidi ed intransigenti insegnamenti di suo padre fossero veri? "E... e... ehm... che tipo di persona... voglio dire, di Pokemon... è Arceus? Insomma... per quanto hai potuto vedere, si intende..."

L'espressione di Adrienn si fece seria. Il ragazzo dai capelli bianchi poteva immaginare quali emozioni si agitassero nell'animo della biondina...

Per fortuna, Vera provvide a tranquillizzare la sua nuova amica. Con un sorriso rassicurante, Vera provvide a dare un riassunto dell'incredibile avventura che aveva vissuto alle rovine di Sinjoh. "Arceus non è quello che la Chiesa d'Alfa dice di venerare, Luna... lui è il più grande di tutti i Pokemon, è un essere che rappresenta il bene e la giustizia, e non approverebbe di certo nel vedere la Chiesa d'Alfa che cerca di costringere tutti a pensarla come loro." affermò, con Blaziken che provvide a dire di sì con la testa. "Lui... ci ha aiutato quando stavamo combattendo contro un'altra organizzazione criminale che voleva dominare tutti i continenti dell'Est... e ha fatto in modo che tutti i danni che avevano fatto venissero riparati. Non è il giudice spietato che tuo padre pensa che sia."

L'espressione di Luna si sciolse in un sorriso sollevato e gioioso, e Gossip Gardevoir le fece un occhiolino. "Visto? Che ti avevo detto, mia cara Luna? Hai avuto ragione fin dall'inizio a non ascoltare le parole di tuo padre." la voce telepatica della Pokemon Psico/Folletto risuonò nelle menti dei presenti. "Non sarà certo il suo giudizio a cambiare quello che sei davvero - una ragazza dolce e gentile che comprende i sentimenti degli altri. Anche se... ogni tanto dici delle cose un po' stravaganti!"

Luna ridacchiò imbarazzata. "Lo so, a volte sono così strana..."

"Non è un male essere strani." continuò Ortilla. "Sapete quanto sarebbe noioso il mondo, se tutti ci comportassimo allo stesso modo e la pensassimo allo stesso modo?"

Adrienn fece a sua volta una breve risata, apprezzando il tentativo di alleviare un po' il clima che si respirava. "La Chiesa d'Alfa vuole che tutti siano devoti ad Arceus... e seguano senza discutere la loro definizione di giusto o sbagliato." spiegò. "Purtroppo, confuso com'ero dopo il salto temporale che ho fatto, non mi sono fermato a riflettere, e mi sono lasciato ingannare dalle loro parole. Mi dispiace per tutto quello che vi è capitato."

Blaziken alzò le spalle. Ormai era acqua passata.

"Non ti preoccupare, Adrienn. Non posso dire che non avrei fatto lo stesso in una situazione simile." rispose Vera. "Ad ogni modo, questo periodo che abbiamo passato con il signor Radomus è stato molto utile... ed interessante al tempo stesso! I nostri Pokemon sono diventati molto più forti... e abbiamo anche avuto modo di conoscerli meglio, vero, Blaziken?"

"Blaze!" rispose il fiero Pokemon Vampe, e fece il segno dell'okay con una mano artigliata.

"Speriamo che questo sia sufficiente ad affrontare quello che vi aspetta..." disse Gossip Gardevoir. "Non ho avuto la sfortuna di vedere questa Lin di persona, ma da come ne ho sentito parlare, quella donna mi dà l'impressione di essere un flagello."

"Il signor Adrienn aveva parlato di una misteriosa bambina che aveva visto di sfuggita poco dopo essere andato avanti nel tempo... che si tratti proprio di quella Lin?" si chiese Vera, ricordando quello che Laura aveva raccontato. "Lo so, è un'idea un po' campata in aria, ma... si sono viste cose più strane, in fondo."

Vera gettò un'occhiata al Mega Bracciale che indossava, e il suo pensiero andò, una volta di più, alla sensei Kiki che aveva lottato fino all'ultimo per proteggere i suoi allievi e l'intero popolo di Reborn City. "Sensei Kiki... non so se quello che stiamo facendo sarà sufficiente." riprese a pensare. "Ma... no, non devo pensarla in questo modo. Tutti stanno facendo del loro meglio per impedire a Lord Solaris e a quella donna diabolica di ottenere quello che vogliono. Non possiamo avere dubbi... per il Team Meteora, sarebbe un punto debole da sfruttare... e non avremmo seconde possibilità."

 

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Reborn City, quartiere Corallo.

La prigione di massima sicurezza situata nella periferia del quartiere, ben protetta da un alto muro di cemento grigio, filo spinato e numerosi fari che illuminavano anche nel bel mezzo dello smog di Reborn City, era considerato uno dei luoghi più sicuri della città... anche se, ora che la regione era sotto il controllo quasi totale del Team Meteora, non era più in uso. Solo di recente, con le sconfitte che l'organizzazione terrorista aveva subito grazie alla resistenza, era tornato in attività. Alcune agenti Jenny e alcuni poliziotti, aiutati da un piccolo gruppo di Growlithe, Herdier e Houndour, si erano occupati di rimetterla in attività... e i primi due prigionieri che erano stati rinchiusi lì dentro dopo la sua riapertura erano stati due personalità eccellenti, per così dire.

In quel momento, Padre Elias era seduto a gambe incrociate sul freddo pavimento della sua cella, assorto in meditazione. La sua cena - un piatto di riso in bianco, un po' di frutta e una bottiglietta di acqua minerale - giaceva accanto a lui, appena spiluccata. Per nulla intimorito o impressionato dalla sua prigionia, il gran sacerdote restava calmo... una calma dettata dalla certezza che, alla fine, tutto sarebbe volto a suo favore.

Quale predicatore di luce e giustizia non aveva avuto ostacoli? Quanti martiri avevano subito privazioni e soprusi pur di diffondere il messaggio di amore assoluto del sommo Arceus? Non erano forse stati mandati come Mareep in mezzo ad un branco di Mightyena? Così sarebbe stato anche per lui. Avrebbe sopportato, pregando il sommo Arceus di perdonare quei derelitti, perchè non sapevano quello che stavano facendo.

Nella cella vicina alla sua, Angela non stava prendendo la sua prigionia altrettanto bene. Non stava più lottando contro le sbarre che la tenevano confinata in quella cella, e non stava più gridando le sue promesse di vendetta e di dannazione eterna per gli "empi"... ma la sua rabbia era evidente mentre passeggiava su e giù per la sua angusta cella. La sua mente era un turbinio di domande - dov'era finito Pius, dov'era finito Bennett, quanto ci sarebbe voluto perchè Solaris organizzasse la loro fuga, quanto avrebbero resistito gli ignoranti di Reborn City prima di abbandonare la città e permettere alla terra di tornare quello che era una volta...

Eppure, mentre si sedeva sul suo giaciglio dopo mezz'ora passata a camminare di qua e di là, Angela si ritrovò a pensare a qualcos'altro. Già da qualche minuto, aveva l'impressione che qualcosa stesse parlando alla sua mente... una piccola voce, simile ad una bambina che sussurrava in mezzo ad una folla urlante... e adesso che si era seduta, quella voce si era fatta più forte, e Angela aveva la netta sensazione che stesse chiamando proprio lei.

Confusa e frustrata, la donna dai capelli verdini si mise una mano sulla fronte e strinse i denti, cercado di non ascoltarla. Lei era Angela, fedele servitrice della Chiesa d'Alfa e del sommo Arceus... il suo compito era quello di diffondere il verbo di Arceus, la sua fredda verità, in tutto il mondo, in modo che tutti i blasfemi e gli ignoranti fossero spazzati via. Non poteva perdere tempo con sensazioni e ripensamenti che avrebbero solamente interferito con la sua sacra missione.

Irritata, Angela cercò di riportare la sua mente alle lezioni di Padre Elias, alle ore passate a meditare per mondarsi dai suoi peccati e dalle tentazioni di questo mondo falso e pieno di bruttura. Di solito questo riusciva a rilassarla e a farla emergere ancora più determinata... ma per qualche motivo, in questo caso non stava avendo un gran successo. Anzi, quella dannata voce continuava a chiamarla... una voce che Angela, per qualche motivo, era sicura di aver già sentito da qualche parte...

"Anju... Anju..."

"Il mio nome non è Anju." sussurrò la donna tra sè. Quella sensazione di sconforto stava crescendo, e diventava sempre più opprimente, fino quasi a farla sentire febbricitante. "Io sono Angela, sacerdotessa e umile servitice del sommo Arceus, padre di tutti noi! Il mio compito... è far conoscere al mondo intero il suo amore infinito e la sua fredda verità!"

"Questa non sei tu... Anju, risvegliati..."

"Silenzio! Vade retro, Giratina!" sibilò Angela, a voce un po' più alta, e si afferrò la testa tra le mani per cercare di imporre il silenzio a quella diavoleria. "Smettila di tentarmi, di cercare di deviarmi dalla via della luce! Io seguo solo la rettitudine e la virtù! Non saranno le tue menzogne a sviarmi!"

Per un attimo, Angela non sentì più nulla, e tirò un sospiro di sollievo, immaginando che finalmente il maligno avesse deciso di desistere. Ma non durò a lungo - un dolore lancinante esplose nella testa della sacerdotessa, che stringe rabbiosamente i denti e si gettò sul letto, agitandosi  scalciando furiosamente nel vano tentativo di scacciare quelle illusioni!

"Aaaaaaargh! Lasciami! Ti ordino di lasciarmi!" esclamò, ormai incapace di tenere la voce bassa per il dolore...

...no, in realtà non era dolore. Non poteva dire esattamente che fosse dolore. Non provava sconforto dal punto di vista fisico... era una sensazione di oppressione e stress che Angela non riusciva a spiegare in poche parole, ma che si faceva sentire con sempre maggiore veemenza, al punto da darle la sensazione che la testa si stesse gonfiando! Angela strizzò gli occhi e cercò disperatamente di mandare via quell'oppresione, ma sembrava non esserci nulla da fare...

"Maestra Viviana, è questo quello che vuole dire?"

"Tutto è legato a questo... tutte le creature di questo mondo, umani, animali e Pokemon. Tutto fa parte di un ciclo infinito. Vita, morte e rinascita."

La voce gentile di una giovane donna riecheggiò nella mente di Angela, che si calmò, e per un attimo riuscì a vedere l'immagine semitrasparente di una giovane donna dai corti capelli viola, vestita interamente di bianco, e con un sorriso gentile sul volto. La sacerdotessa restò sbalordita per qualche secondo... non aveva mai visto quella donna, non aveva alcun ricordo di lei, eppure... in qualche modo, aveva l'impressione di averla già conosciuta.

No, non era solo questo... la sensazione era che in realtà, lei e quella donna fossero state molto amiche... ma com'era possibile? Non era nessuno che lei ricordasse, ed Angela si vantava di avere una buona memoria. Cosa stava succedendo...?

La strana sensazione si allontanò rapidamente com'era venuta. Angela sbattè gli occhi spaesata  mentre si metteva supina sul suo letto, lo sguardo fisso sullo spoglio soffitto della sua cella. Per quanto fosse la cella di una prigione, il letto non era poi così male... era abbastanza caldo e comodo... e questo permise ad Angela di rilassarsi per un istante e riflettere con calma su quello che aveva visto...

Eppure, per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a ricordare nulla. Quella donna misteriosa... Viviana, era forse quello il suo nome? Comunque fosse, non le diceva nulla in quel momento. Allora perchè la sensazione di prima non la abbandonava?

Angela sospirò e cercò di rilassarsi. Questo era uno di quei casi in cui avrebbe davvero voluto poter parlare un po' con Padre Elias. Quello sì che sarebbe riuscito a calmarle i nervi, e forse, a dare una spiegazione a quello che stava accadendo...

 

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Il viaggio era stato abbastanza breve. Percorrendo un dedalo di passaggi sotterranei che una volta avevano fatto parte del progetto della metropolitana di Reborn City, Taka e un gruppo di uomini del Team Meteora, tra cui anche gli ormai soliti Astro ed Eclisse, erano arrivati in una delle zone più malfamate della città, il Settimo Distretto... una misera periferia dalle strade anguste ed oscure, gremita di gentaglia, delinquenti, teste matte e relitti della società. Non appena il giovane comandante del Team Meteora mise piede fuori dal covo, fu costretto a mettersi una mano davanti alla bocca a causa dello smog fittissimo - per un attimo, gli era sembrato che qualcuno gli avesse tirato della sabbia in faccia!

"Ugh... accidenti, non mi stupisce che nessuno sano di mente voglia vivere in questo bidone dei rifiuti a cielo aperto!" ansimò Taka, usando una mano per farsi aria mentre lo smog acido gli irritava gli occhi e la bocca. Si ritirò di qualche passo, e guardò in direzione delle reclute che erano con lui. "Okay... okay, gente, questo se non altro è un luogo sicuro per noi del Team Meteora. Cominciate a cercare tutte le informazioni che potete... dobbiamo essere sicuri di far uscire Elias ed Angela al primo tentativo, o le cose si complicheranno molto. In ogni caso, prima di agire, dobbiamo riunirci a fratello Pius e al novizio Bennett."

"Va bene, comandante Taka." affermò Astro con un'espressione illeggibile sul volto. Il giovane era riuscito a dare un'occhiata alle strade del Settimo Distretto, e questo gli aveva riportato alla mente dei ricordi che avrebbe preferito mantenere sepolti... la sua infanzia difficile sulle strade, una lotta per la sopravvivenza giorno dopo giorno...

"Trovo... un po' ironico quello che sta succedendo adesso." commentò Eclisse, gettando uno sguardo compassionevole verso Astro. Poteva immaginare quello che gli stava passando per la testa in quel momento... "Il Settimo Distretto è uno dei posti più pericolosi di Reborn City... eppure è anche uno dei pochi posti dell'attuale Reborn City in cui possiamo andare in giro senza rischi, ora che la resistenza sta guadagnando terreno. Insomma, è un po' come essere tornati a quando la nostra organizzazione doveva nascondersi alle autorità."

Apprezzando l'ironia della situazione, Taka rise di cuore. "Hahahaaa, hai ragione, Eclisse... sembra quasi di tornare indietro nel tempo, vero?" chiese retoricamente. "Heh... da una parte, non posso dire di non ammirare quei ragazzi della resistenza."

"Considerano noi del Team Meteora come dei terroristi e degli assassini, e non posso dire che non abbiano ragione." aggiunse nei suoi pensieri. "Ma... non importa, per adesso. La nostra missione attuale, per fortuna, non comporta nulla di così compromettente. Almeno in questa, voglio dimostrarmi degno di mio padre..."

"Allora, per adesso manteniamo un profilo basso." propose il ragazzo, aggiustandosi la sciarpa. "Quello che dobbiamo fare è prepararci ed organizzare un'evasione da manuale. Cercate di contattare quelli che ci devono dei favori, e non esitate a fare uso dei nascondigli che ci siamo lasciati dietro. Potrebbe esserci ancora qualcosa di utile da quelle parti. Astro, Eclisse... voi venite con me. Ho intenzione di fare visita ad una vecchia conoscenza del Team Meteora, e credo che potrà farci un favore molto importante."

"Sarebbe il massimo se potesse procurarci dei Pokemon un po' più forti, comandante Taka... non che non siamo affezionati ai nostri, per carità... ma se vogliamo tenere il passo con la resistenza, credo che ci serva un po' più di volume di fuoco." commentò Eclisse.

"Credo che potrà fornirci anche quelli. Per il giusto prezzo, si intende." fu la risposta di Taka, che approvò il pragmatismo della sua sottoposta. "Comunque, non abbiamo tanto tempo prima del rendez-vous con Pius e Bennett. Avete i vostri ordini, cercate di eseguirli al meglio delle vostre possibilità. Questo è quanto, per il momento. Vi contatterò non appena sarà il mmento di muoversi."

"Ricevuto, comandante Taka." risposero prontamente le reclute del Team Meteora, che uscirono con ordine dal nascondiglio e cominciarono a sparpargliarsi per le strade fumose del Settimo Distretto. Taka e i due comandanti di rango inferiore furono gli ultimi ad uscire sulla strada, coprendosi la bocca con le mani quando lo smog e il tanfo li colpirono dritti in faccia.

Le strade del settimo Distretto erano ancora peggio di come AStro le ricordasse. Rifiuti dappertutto, l'asfalto dissestato e ricoperto di pozzanghere e fango, e una fitta coltre di nebbia che ammantava le case fatiscenti, dando un aspetto spettrale a tutto il quartiere già malfamato di suo. Gli abitanti vagavano qua e là per le strade, come fantasmi senza meta, e ogni tanto qualche Pokemon un po' più resistete degli altri, di solito un Muk, un Trubbish o un Koffing, spuntava fuori dagli ammassi di rifiuti che giacevano dimenticati agli angoli delle vie. L'odore era pestilenziale, un misto di zolfo, marciume e fumo che avrebbe dato la nausea anche ai viaggiatori più navigati.

"Questo è quello che il Team Meteora sta cercando di eliminare... e al tempo stesso, quello che sta diffondendo." sussurrò tra sè Eclisse, senza farsi sentire da Astro o da Taka. "Ma... alla fine, ne varrà la pena, vero? Se... se tutto quello che abbiamo fatto non sarà mai accaduto..."

Eclisse decise che per il momento era meglio non disperdersi in tanti ragionamenti astratti e concentrarsi sulla missione che dovevano portare a termine. Padre Elias era un alleato troppo importante... senza di lui, non c'era la possibilità di fare assolutamente nulla. E sia lei che Astro avevano scommesso troppo sul progetto finale del Team Meteora per ritirarsi adesso...

"Seguitemi, ragazzi." disse Taka ai  due comandanti di rango inferiore, parlando come un vecchio amico che li voleva invitare a bere un caffè. "Ci sono un bel po' di trafficanti di pochi scrupoli da queste parti, ma quello di cui parlo io... beh, lui ha dei Pokemon molto forti ed affidabili. Sono sicuro che apprezzerete."

Astro ringraziò con un cenno del capo. "Finchè ci darà la possibilità di renderci utili alla causa del Team Meteora, sono sicuro che apprezzeremo, comandante Taka."

Il ragazzo ridacchiò, un po' imbarazzato dalla formalità che i suoi sottoposti gli usavano anche in quel momento. "Taka. Per adesso, almeno, chiamami solo Taka." si schermì. "Per adesso... facciamo semplicemente finta di essere un gruppo di amici che sono qui per fare i loro affari. Confesso che non mi dispiace, almeno per un po', sbarazzarmi di tutte queste sciocchezze di ranghi e posizioni."

Anche Astro ed Eclisse riuscono a fare una breve risata, malgrado la situazione. Tutti i comandanti del Team Meteora si erano guadagnati almeno il rispetto dei soldati, ma Taka era praticamente l'unico ad essersi guadagnato la loro amicizia. A volte dava l'impressone di essere un vecchio amico piuttosto che un superiore, e certo non faceva paura come Sirius, il Dr. Connal o Zel, nè suscitava antipatia come Blake. Sicuramente un carattere inaspettato ma gradito in una banda come il Team Meteora...

Con rinnovata determinazione, la ragazza si apprestò a intraprendere quella nuova missione, chiedendosi se sarebbe stato l'inzio del contrattacco per l'organizzazione... e se davvero sarebbe stata una buona cosa come Lord Solaris voleva convincerli.

 

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Shelly guardò con orgoglio i suoi Pokemon ragno, Spinarak e Joltik, che si gettavano sul cibo che lei aveva preparato.  Era stata una giornata impegnativa, con tutto l'allenamento che avevano fatto, ma adesso si sentivano tutti in gran forma e soddisfatti di quello che erano riusciti a fare... e adesso che stava scendendo la sera, la bambina dai capelli violetti e i suoi compagni artropodi si stavano prendendo tutto il tempo per rilassarsi. Volbeat e Yanmega erano appoggiati su un piano di roccia che siera formato sulla parete della caverna nella quale si erano rifugiati, e il Pokemon lucciola stava usando la sua coda luminosa per fare un po' di luce al resto della squadra.  Un po' più in parte rispetto al resto del gruppo si trovava il nuovo arrivato, Scyther, seduto su una pietra a meditare con le braccia-lame incrociate sul petto... mentre Beedrill montava la guardia vicino all'ingresso della grotta, e ogni tanto gettava un'occhiata al resto del gruppo per dire che non c'era nulla di cui preoccuparsi.

"Per adesso, sta andando bene... sinceramente, non me l'aspettavo." disse tra sè la piccola entomologa. "Non abbiamo incontrato nessuno del Team Meteora, e l'allenamento sta andando bene. Magari questo vuol dire soltanto che Lord Solaris e gli altri hanno delle questioni più importanti a cui pensare, ma in ogni caso... per adesso, possiamo stare tranquilli, vero, ragazzi?"

"Spinarak!" cinguettò il ragnetto verde con quella voce stranamente cristallina che era difficile immaginare da un Pokemon insettoide. Scyther aprì un occhio, distraendosi dalla sua meditazione giusto il tempo di fissare Shelly con espressione illeggibile.

"Vol volbeat!" affermò il Pokemon lucciola. Si voltò in direzione di Beedrill, che continuava a montare la guardia all'ingresso del loro rifugio. La vespa gigante alzò le spalle e si riparò sotto la volta della grotta quando si accorse che il cielo si stava coprendo di nuvole. Avrebbe cominciato a piovere entro breve, e probabilmente sarebbe stato meglio addentrarsi un po' di più nella caverna per ripararsi dal vento freddo.

"Beedrill?" chiese Beedrill, e fece un cenno verso l'esterno con uno dei pungiglioni posti delle braccia.

Shelly si massaggiò le spalle. In effetti, solo ora si accorgeva che si stava facendo freddino... "Lo so, Beedrill... non è proprio il tempo migliore che si possa trovare andando in giro per Reborn. "Spero che almeno ad Heather stia andando meglio."

"Jolt jolt..." commentò Joltik. Non aveva avuto modo di conoscere la migliore amica di Shelly, ma vedeva bene quanto la sua allenatrice tenesse a lei. "Joltik?"

Shelly sospirò e si abbracciò le ginocchia in un gesto di malinconia. "Ci siamo del tutto perse di vista, da quando abbiamo deciso di separarci per allenarci per conto nostro... capisco che Heather volesse diventare più forte, e anch'io lo voglio... a volte ho l'impressione che noi due siamo gli anelli più deboli della resistenza. Vera e gli altri si sono dimostrati degli alleati... e degli amici... così affidabili..."

"Yanmega..." rispose Yanmega. La libellula gigante si staccò dal suo trespolo e svolazzò verso la sua allenatrice, toccandola gentilmente con la testa e guadagnandosi in cambio una carezza sul fianco.

"Scusa, mi sono dispersa di nuovo..." rispose Shelly. "Quello che volevo dire... è che sono d'accordo con Heather che dobbiamo diventare più abili... e dobbiamo essere capaci di affrontare gli ufficiali del Team Meteora con le nostre forze... ma in certi momenti, come adesso, mi chiedo se non è stata una scelta troppo affrettata. Chissà che cosa direbbe Raffaello se glielo chiedessi... lui è sempre stato così preso dai suoi allenamenti per diventare un Capopalestra, che a volte mi sembrava che non avesse più tempo per nient'altro, neanche per me. Ma... alla fine, ho sempre avuto la sicurezza che avre potuto parlare con lui di qualsiasi cosa, e mi avrebbe dato il consiglio giusto. Chissà come va adesso ad Azalina... e chissà se gli manco..."

"Volbeat!" affermò Volbeat, il cui tono sembrava voler dire che Shelly non aveva motivo per dubitare che fosse così. Era sicuramente passato un po' di tempo da quanfo aveva lasciato Azalina per diventare un'allenatrice di Pokemon Coleottero abile come suo fratello, ma Volbeat era sicuro che nulla fosse cambiato da allora.

Scyther, soddisfatto del tempo che aveva passato a meditare, si alzò dalla sua posizione e si sgranchì le braccia. Adesso sarebbe dovuto essere il momento dei suoi trenta minuti di kata, ma... il Pokemon mantide decise che forse era meglio lasciar perdere, e rimandare a più tardi. Non aveva passato molto tempo con il resto del gruppo, fino a quel momento, e anche se all'inizio non era stato molto interessato a fare amicizia, adesso era incuriosito e desideroso di sapere un po' più su di loro.

"Scyther?" chiese la mantide religiosa, avvicinandosi al gruppo. Volbeat sembrò vagamente stupito, ma durò soltanto un attimo prima che il Pokemon lucciola facesse cenno a Scyther di farsi avanti, senza tanti complimenti.

"Ah... Scyther, vuoi sederti un po' anche tu con noi?" chiese Shelly, sentendosi già un po' più tranquilla. "Va bene... anzi, sarei anch'io molto contenta di conoscerti meglio... I miei Pokemon... sono tutti degli amici per me."

"Spinarak!" confermò Spinarak, prendendo fiato tra un boccone e l'altro. Ridendo e scherzando, mentre tutti stavano chiacchierando, lui e Joltik avevano già quasi vuotato la ciotola...

Con un pizzico di esitazione, Scyther si avvicinò e si sedette vicino al gruppetto di Pokemon. Joltik sollevò la testa dal suo lauto banchetto per strizzare alcuni dei suoi occhi - l'equivalente di un occhiolino per il buffo Pokemon Coleottero/Elettro. Doveva ammettere che l'idea di viaggiare assieme a loro sembrava addrittura divertente. Il divertimento non era una cosa che aveva considerato, quando aveva accettato di farsi catturare da Shelly. Aveva semplicemente pensato che avrebbe potuto aiutarlo a diventare un combattente più abile e a migliorarsi nell'arte della spada... ma se poteva viaggiare con un gruppo così interessante, tanto meglio.                        

    

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Alcuni giorni dopo...

Vera si stiracchiò, prendendo un bel respiro quando l'aria fresca dell'altopiano le accarezzò il viso. Erano passati diversi giorni da quando erano riusciti a sventare il piano della Chiesa d'Alfa ed Adrienn si era unito alla resistenza. In quei giorni, tutti avevano fatto del loro meglio per allenarsi e imparare quanto più potevano da Radomus, Luna e Gossip Gardevoir, con dei risultati notevoli. Adesso, erano in grado di far impegnare di più l'eccentrico maestro di scacchi, e anche Max, Hitomi ed Ortilla erano diventati degli allenatori molto più temibili. Purtroppo, Vera non era ancora riuscita a sbloccare la Mega Evoluzione di Blaziken... ma aveva l'impressione che ormai non fosse che questione di tempo.

"Bene... direi che è stato un periodo movimentato e molto interessante, ragazzi miei. Non dico di essere una persona particolarmente gregaria... ma la vostra compagnia è stata molto gradita, in particolare per la mia cara Luna." disse Radomus, mentre accompagnato da Luna, dall'Honchkrow Jubjub e dall'inseparabile Gossip Gardevoir, salutava il gruppo di amici. Radomus e Gossip Gardevoir strinsero la mano rispettivamente a Ritchie e a Sparky, mentre Luna salutava i due fratellini di Hoenn.

"E' vero... anche se abbiamo vissuto un po' di traversie, è stato molto bello conoscervi!" rispose la biondina, rivolgendo a Vera e a Max un sorriso gentile. "Vi auguro che la vostra strada, sia essa nella luce o nell'oscurità, vi porti a quello che state cercando!"

"Grazie, Luna... anche se preferisco camminare vedendo quello che mi sta davanti!" scherzò Vera.

Il Gardevoir di Max salutò la sua controparte femminile con un lento e sentito inchino, e Max annuì in segno di approvazione mentre tornava a rivolgersi ai suoi compagni. "E... adesso cosa farete, signor Adrienn? Mi pare di aver capito che volete tornare a Reborn City e dare una mano alla resistenza anche da quelle parti." disse al ragazzo dai capelli bianchi, che annuì senza esitare.

"Sì... adesso, grazie al signor Radomus, credo di essermi fatto una buona idea di quello che è accaduto in questi anni in cui sono stato assente." rispose Adrienn. Tirò fuori una Pokeball rosa e la guardò intensamente, con espressione pensierosa e quasi addolorata. "Padre Elias ha approfittato della mia confusione per convincermi a collaborare con i suoi folli piani, ma adesso mi rendo conto che avrei dovuto seguire quello che il mio cuore diceva essere la cosa giusta. E credo che adesso la cosa più giusta da fare... sia aiutare gli abitanti di Reborn City a ricostruire quello che hanno perso per colpa del Team Meteora."

"Ti consiglierei anche di contattare la signorina Saphira e le sue sorelle, non appena ne avrai la possibilità." rispose Radomus. "Adesso che hai ostacolato un piano del Team Meteora, sei diventato un bersaglio anche per loro. Non mi stupirebbe se provassero a reclutarti di nuovo... e quando scopriranno che in ogni caso non vuoi tornare da loro, faranno il possibile e l'impossibile per eliminarti."

"Va bene. Cercherò di parlare anche con la signorina Saphira per avere un aiuto." rispose Adrienn. "Nel frattempo... cercherò di contattare le autorità cittadine, ed organizzare un comitato per la ricostruzione di Reborn City. C'è molto da fare... e comunque, vedere che qualcuno si interessa alla ricostruzione darà sicuramente una mano al morale dei cittadini."

"Sono sicuro che andrà bene, Adrienn." lo rassicurò Ritchie.

"Per quanto riguarda noi... ci aveva suggerito di viaggiare verso ovest, in direzione di Agatipoli, giusto?" ripetè Ortilla. Hitomi annuì senza dire una parola, ricordando i discorsi che avevano fatto con Radomus e Luna.

La biondina disse di sì, e Jubjub emise un roco richiamo per esprimere il suo assenso. "E' proprio ad Agatipoli che sitrovano alcuni degli agenti più forti della resistenza. Vi consiglierei davvero di incontrarvi con Sansone e Celeste... anche con Terra, se riuscite a non impazzire dopo cinque minuti..." disse  Luna, e nell'ultima parte assunse un'espressione imbarazzata e si massaggiò la nuca,  con tanto di gocciolone di sudore lungo la tempia! Jubjub stesso scosse la testa al pensiero di Terra...

"Da come ne parlate... mi da l'impressione che questa... Terra... sia una persona molto particolare..." fu il commento di Drew. Luna ridacchiò imbarazzata, Gossip Gardevoir guardò da un'altra parte come per dire che non ne sapeva niente... e il buon vecchio Radomus alzò gli occhi al cielo in un'espressione di assoluta esasperazione.

"Diciamo semplicemente che la presenza di quella ragazza entro un raggio di... diciamo, una ventina di metri...  non è conduttiva alla salute mentale di qualsivoglia persona." rispose prontamente Radomus. "Detto questo, è una hacker di grande abilità, e ci ha spesso aiutati a scoprire alcuni piani del Team Meteora. Al momento, credo che lei, Sansone e Celeste stiano lavorando per scoprire dove si trova il quartier generale del Team Meteora, e nello stesso tempo... stanno usando il circo di Agatipoli per nascondere le loro attività."

"Sono convinta che molto presto... sarà il momento dello scontro decisivo con il Team Meteora, e allora si deciderà una volta per tutte il destino di Reborn." disse Luna. "Farò anch'io la mia parte per fare sì che il futuro del nostro mondo sia pieno di speranza. E vi auguro buona fortuna nel vostro viaggio."

"LO stesso vale per me." disse Adrienn. "Io farò in modo che Reborn City sia pronta alla battaglia decisiva, e che la possa vincere... non importa cosa il Team Meteora ci lancerà contro. Reborn City è la città in cui sono nato, il posto a me più caro, dove dimorano tutti i ricordi più belli della mia infanzia e della mia adolescenza. E anche in nome di questo, farò la mia parte perchè torni la città felice che era una volta."

"E quel giorno... saremo tutti insieme ad ammirarla, non è vero?" chiese retoricamente Htomi, che fino a quel momento non aveva parlato. La sua espressione distante si era addolcita per un po', mostrando un sorriso contenuto ma sincero. Max disse di sì con la testa a sua volta, e anche Ritchie e Sparky espressero la loro approvazione - il Pikachu con il ciuffo drizzò la coda, per dire che era pronto a tutto!

"Sì, ne sono convinta anch'io!" esclamò Ortilla, il volto deciso e le mani strettea pugno davanti a sè. "Verrà molto presto il giorno in cui Reborn City tornerà ad essere il gioiello che era!"

"Altaria!" esclamò Alty, e il Gardevoir di Max fluttuò in aria per un breve tratto e appoggiò una mano slla spalla del suo giovane allenatore per dimostrare la sua prontezza a difendere il suo amico fino alla fine...

 

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Taka guardò con una certa diffidenza le persone che si erano riunite al suo stesso tavolo, in una bettola di basso ordine in un edificio fatiscente del Settimo Distretto. Astro, Eclisse e i loro Pokemon erano accanto a lui, e il suo fedele Chatot svolazzava attorno a lui cercando di apparire annoiato... ma in realtà, stava tenendo d'occhio tutti i brutti ceffi che sedevano al tavolo con Taka, pronto ad intervenire nel caso qualcuno di essi avesse avuto cattive intenzioni.

"Molto bene... direi che ci siamo tutti, e qui possiamo parlare senza il rischio di indiscrezioni." affermò, dopo aver dato un'ultima occhata al tavolo e aver incrociato gli sguardi cupi ed avidi dei tipacci che avevano accettato l'invito del Team Meteora. Un tizio alto e magro con un orecchio spuntato, un punk con una cicatrice sulla guancia, un omone calvo e muscoloso con una benda sull'occhio destro... sembrava che a quel tavolo fosse riunita la più grande congregazione di malfattori e teppisti di Reborn City. "Il Team Meteora è disposto ad offrire a tutti voi una possibilità di migliorare le vostre posizioni e realizzare le vostre ambizioni nel nuovo mondo che stiamo creando." Mentre parlava così, Taka provò una sensazione di disgusto verso sè stesso - in tutta onestà, non poteva affermare che fosse convinto che il mondo che sarebbe venuto fuori da quell'assurda guerra sarebbe davvero stato migliore. Ma ancora una volta, lui cosa poteva fare? C'erano delle questioni in gioco su cui lui non aveva nessun controllo.

Se non altro,le sue parole sembrarono avere effetto su quel branco di ceffi da galera, uno dei quali sghignazzò soddisfatto mentre si passava uno stuzzicadenti tra gli incisivi. "Heh... quindi, non saremo più costretti a trascinare la nostra esistenza in questo buco puzzolente..." affermò il tizio pelato, aggiustandosi la giaca di cuoio con le borchie che a malapena copriva il suo torace muscoloso. "Suona interessante, ma come facciamo a sapere che non hai mentito?"

"E se dovessi avere mentito, allocco... sappi che ti infliggeremo una punizione terrificante!" replicò un tizio con i capelli a cresta dipinti di verde e diversi piercing su entrambe le orecchie. "Il temuto bungee jumping in mutande!"

La tavolata si sbellicò, esplodendo in una risata sguaiata e ad altissimo volume... e anche Taka, malgrado la situazione, si permise una breve risata divertita. "Quella... mi suona davvero come una punizione terribile e micidiale! Non vorrei mai essere sottoposto ad una simile tortura!" esclamò il giovane comandante del Team Meteora, ogni parola gravata di sarcasmo. Si schiarì la voce e  riprese il discorso, cercando di appellarsi agli interessi dei vari capibanda.   "Detto questo... il Team Meteora è più che disposto ad offrirvi una possibilità di rimettere in carreggiata le vostre vite, e lavorare assieme a noi per creare un mondo... più giusto e più equo. Ma per fare questo, abbiamo prima bisogno che vi ci facciate un favore."

La richiesta venne accolta abbastanza bene, tutto sommato. Nessuno di loro si aspettava che un'organizzazione come il Team Meteora facesse qualcosa per loro in cambio di nulla. "E va bene, se riteniamo che valga la pena di correre qualche rischio... vorrà dire che vi daremo una mano." rispose prontamente uno dei capibanda, tenendo al guinzaglio un feroce Houndoom. Il cane nero sbuffò e fece uscire una fiammella scarlatta dalle narici. "Ovviamente, dipende da quello che ci chiedete. Non siamo esattamente delle pedine con cui giocare."

"Potete stare tranquilli, signori. Abbiamo tuta l'intenzione di mantenere la nostra promessa." Astro promise in nome del suo superiore, sapendo che quanto diceva corrispondeva alla verità. "Molto bene.. quello che vi chiediamo non è cosa da poco, questo ve lo possiamo garantire."

Mentre gli aspiranti collaboratori del Team Meteora rivolgevano un'occhiata dubbiosa alle due guardie del corpo di Taka, Eclisse si schiarì la voce e cominciò a spiegare cosa volevano dire. "Immagino... che voi sappiate già del penitenziario riaperto da poco vicino al Quartere Corallo."

"E chi è che non lo sa? Sembra che di recente, i piedipiatti si siano decisi a fare piazza pulita di noie dei nostri alleati!" esclamò uno dei malfattori con voce roca. "Da quando la Banda Magma e la Banda Idro si sono sciolte, e i loro capi hanno cominciato a fare i boy-scout, le agenti Jenny e gli sbirri di Reborn City hanno ripreso a darci una caccia spietata."

Un altro capobanda giocherellò pericolosamente con un coltello e lo lanciò, facendolo piantare  a testa in giù su tavolo. "Non ci starete chiedendo di far uscire qualche galeotto da là dentro eh?"  

"Normalmente, sarei d'accordo nel dire che è una missione praticamente impossibile.” Rispose Taka, abilmente mascherando quel po' di nervosismo che provava. Stava cercando di trattare con gente molto pericolosa ed infida, e anche se non poteva dire di temerli nel caso avessero deciso di aggredirlo, il fallimento dei negoziati avrebbe comportato delle conseguenze molto negative per il Team Meteora… e soprattutto, suo padre ne sarebbe rimasto molto deluso. “Tuttavia, proprio per questo ho reclutato qualcuno che ci potrà assicurare il successo, se sarete abbastanza flessibili da accettare il suo supporto.”

“Hohohohoooo, abbiamo un duro da queste parti, eh?” sghignazzò un altro di quei criminali. “Scusate tanto se la cosa non mi impressiona più di tanto! E dove sarebbe questo duro, eh?”

Taka sospirò. “Sai, amico… io lo prenderei un po' più sul serio se fossi in te… è solo un consiglio, eh!” rispose con tono quasi svogliato. A quel punto, si era capito su che piano misurarsi con quei ladruncoli da quattro soldi. “Comunque, se siete davvero tanto desiderosi di conoscerlo… Fratello Pius, credo che sia il momento di dare una piccola dimostrazione a questi simpaticoni.”

“Certamente, signorino Taka. Sarà per me un piacere.”

La voce del sacerdote della Chiesa d'Alfa riecheggiò con forza ed autorità nella bettola… e immediatamente, l'atmosfera rilassata ed irrispettosa che regnava sovrana svanì, sostituita da una tensione fittissima e da un senso di allarme. L'ospite di Taka non si era ancora fatto vedere, eppure tutti riuscivano a sentire la sua voce!

“Ma… ma che diamine…” balbettò il tizio muscoloso con un occhio solo. “Che… che sta succedendo qui? Da dove viene questa voce?”

“Cos'è questa, una stregoneria?” domandò il tizio con i capelli a cresta, cercando di sembrare minaccioso malgrado la paura e prendendo una Pokeball dalla cintura. “Se… se è così, allora mostrati e combatti da uomo!”

“Non c'è bisogno di chiederlo. Non ho bisogno di nascondermi a voi.” Rispose la voce di Pius con tutta calma. Si sentì un suono basso e riecheggiante, come uno squillo di trombe smorzato da un muro, e un lieve odore di incenso sovrastò la puzza di fumo della bettola, e un attimo dopo, due figure apparvero accanto a Taka – il sacerdote stesso, con addosso il suo elegante abito talare; e il suo nuovo allievo Bennett, che si teneva accanto a Pius osservando il gruppo di fuorilegge con espressione indagatrice. Ogni traccia di paura era scomparsa dell'espressione del ragazzo, malgrado fosse circondato da gentaglia della peggior risma.

“I miei omaggi.” si presentò Pius... e la combinazione di calma, autorità e sicurezza con cui stava ponendo davanti a quei malviventi ebbe l’effetto di spaventarli e lasciarli esterrefatti. Alcuni si fecero avanti, cercando di apparire minacciosi, ma per il sacerdote non era difficile vedere l’inquietudine dei loro volti. “Non temete, poiché io non vengo qui ad offrire una punizione, quanto piuttosto un’opportunità di redenzione. Il sommo Arceus, padre di tutti noi, ama tutte le sue creature, e vuole permettere anche a voi di avere un posto nel nuovo mondo che stiamo cercando di creare.”

“Che... che cosa? E... e chi ha chiesto niente?” esclamò spaventato uno dei bulletti. “Non... non abbiamo chiesto noi di avere una... possibilità di redenzione, come dici tu, pazzoide!”

Bennett si aggiustò gli occhiali. “Noi siamo soltanto preoccupati per la salvezza delle vostre anime.” affermò il giovane iniziato. “La strada che avete scelto conduce soltanto alla perdizione.”

“Posso comprendere che molti di voi abbiano iniziato a percorrere questa brutta strada a causa di un’infanzia difficile.” continuò Pius. “Ma non è una ragione che vi esonera dalle conseguenze delle vostre azioni. Noi della Chiesa d’Alfa siamo qui ora, per offrirvi la possibilità di cambiare e dare un senso alle vostre vite. Noi siamo preoccupati per le vostre anime immortali. E il sommo Arceus non è un padrone crudele, che desidera la sofferenza delle sue creature. Per questo, vuole aiutarvi a cambiare vita. Essere mortali significa commettere errori, sbagliare e perdere la via, ma il sommo Arceus sarà sempre lì a guidarvi di nuovo verso la luce.”

Quegli avanzi di galera, improvvisamente ammansiti ed ammutoliti, sembravano non sapere cosa fare. Se da una parte avevano la razionale certezza di essere molto più numerosi... dall’altra, c’era qualcosa nelle parole, nel modo di fare, nella stessa persona di Pius che li faceva sentire come un branco di bambini spaventati. Era qualcosa di difficile da spiegare... non era una cosa che potesse essere spiegata a parole... ma era una sensazione opprimente che il sacerdote, molto semplicemente, fosse qualcosa di lontano ed irraggiungibile!

“Vi consiglierei tuttavia di accettare questa opportunità che vi sto offrendo.” continuò Pius, mentre attorno al suo corpo brillava un’aura dorata che lo rendeva ancora più inquietante agli occhi dei malviventi... e anche di Taka e delle sue guardie del corpo. “Restate sulla via dell’oscurità e del peccato come state facendo ora, e non avremo altra scelta che lasciarvi lì.”

Come per dimostrare che non era una minaccia vuota, Pius alzò una mano... e, come spinte da una mano invisibile, numerose sedie, tavoli e pezzi di arredamento si spostarono da dov’erano, e diverse finestre andarono in frantumi, sparpagliando pezzi per la sala fumosa con un inquietante rumore! Alcuni dei criminali si sentirono mancare la sedia sotto le natiche e caddero goffamente a terra, mentre altri clienti venivano presi dal panico e tagliavano la corda. Taka stesso, malgrado ciò che era abituato a vedere da Pius, restò sbalordito dai risultati.

Pius restò in silenzio ancora un po’, in modo che il terrorizzato uditorio potesse comprendere appieno cosa fosse accaduto... e finalmente parlò. 

"Allora? Qual è la vostra risposta?"               

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: Beh, immagino che il titolo del capitolo adesso si spieghi... Certo, la Chiesa d'Alfa sta cercando alleati in posti davvero inusuali, ma sapete come si suol dire... la guerra crea strani compagni. Certo, Padre Elias non è un alleato a cui il Team Meteora è disposto a rinunciare tanto facilmente... e molto presto, anche Astro ed Eclisse avranno qualche nuovo Pokemon con cui dare non poco filo da torcere ai nostri eroi! E abbiamo visto qualcosa di nuovo anche sulla fanatica Angela... forse c'è qualcosa di più di quanto non sembri, dietro questo personaggio?

Si sta preparando una nuova fase della guerra con il Team Meteora. Qundi preparatevi, perchè non sarà un'impresa facile!    

Grazie a tutti per la cortese attenzione... e arrivederci a presto! :)

 

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Capitolo 68
*** Il sonno di Agatipoli ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 68 - Il sonno di Agatipoli

 

"Ugh... maledizione... dannata mocciosa, com'è possibile che tu sia così forte?" imprecò un Asso Meteora mentre l'ultimo dei suoi Pokemon cadeva a terra senza più forze sotto i potenti colpi dei Pokemon d'Acqua di Amaria. Il suo Lapras, Libertà, aveva appena messo a terra un Leavanny, un Pokemon Coleottero/Erba simile ad una mantide religiosa gialla vestita di foglie verdi, usando un attacco Geloscheggia rapido e preciso: una raffica di lame di ghiaccio si era formata attorno alla testuggine azzurra, che poi le aveva scagliate contro l'avversario con velocità incredibile... e l'avversario non aveva potuto fare nulla per difendersi, come del resto non avevano potuto fare nemmeno i Pokemon degli altri scagnozzi.

"E' una questione di allenamento e di costanza." rispose tranquillamente Amaria, e accarezzò il suo Lapras su un fianco, con grande piacere del Pokemon Acqua/Ghiaccio che strusciò il muso sulla spalla della giovane. Amaria sorrise al suo Pokemon preferito e ricambiò il gesto di affetto, poi fissò l'agente del Team Meteora e i suoi sottoposti con sguardo freddo. "Ora, io sono una persona che crede che tutti meritino un'altra possibilità, anche voi. Quindi, vi lascio liberi di andarvene, se promettete che non farete più del male agli abitanti di Reborn e ai Pokemon che vivono qui."

"Ugh... certo, la fai facile... hai idea di come reagirebbero i nostri superiori se sapessero che abbiamo tradito il Team Meteora?" rispose una Dama Meteora con un brivido. Per un attimo, le sembrò di vedersi davanti il volto truce di Sirius, con quell'atroce occhio cibernetico che penetrava nella sua anima...

Amaria sospirò e guardò in basso, comprendendo che per molti di loro poteva non essere una questione di scelta personale. "Sì... capisco cosa vuoi dire... ma la strada che avete scelto non porterà ad altro che alla rovina per tutto Reborn." affermò seriamente, e il suo Lapras abbassò un po' la testa per rivolgere uno sguardo intenso e significativo agli uomini del Team Meteora. Dava veramente l'impressione che volesse pregarli di ascoltare la ragione. "Lord Solaris, il vostro capo, potrà anche cercare di ammansirvi con i suoi discorsi... che è tutto per il bene maggiore, e che quello che state facendo servirà a creare un mondo migliore. Ma per chi sarà migliore? Non certo per le persone che perderanno i loro cari, non credete?"

"N-noi..." cercò di protestare un altro soldato del Team Meteora, dal cui comportamento era facile arguire che non era esattamente lì di sua volontà. "Non... non possiamo fare altro che obbedire agli ordini... se... se osassimo disobbedire... Lord Solaris non avrebbe alcuna pietà..."

"Lapras..." disse Libertà con la sua voce armoniosa, che poteva ricordare il canto di una balena.

Amaria disse di sì al suo Pokemon preferito, prima di rispondere al soldato. "Immagino che non sia facile. Io stessa mi rendo conto che a volte fare ciò che è giusto comporta dei sacrifici, e non posso chiedervi di rischiare le vostre vite." rispose gentilmente. "Ma vi prego... ripensate a quello che ho detto, e parlatene ai vostri compagni quando potete. Credetemi... per quanto formidabile possa essere questo Lord Solaris... e l'ho incontrato io stessa alcune volte, quindi so di cosa sto parlando... non potrà fare molto se non avrà nessuno disposto ad obbedire ai suoi ordini. Non credete anche voi che Reborn meriti di meglio, di quanto sta accadendo di questi tempi? Pensateci, almeno un po'... e cercate di trovare voi stessi la risposta."

Con queste parole, senza attendere che gli scagnozzi del Team Meteora rispondessero, Amaria accarezzò Libertà sulla testa e lo richiamò nella Pokeball, poi si avvicinò ad alcuni fogli sparpagliati su un tavolo, e li afferrò, per poi darci una rapida occhiata. Un paio di scagnozzi del Team Meteora sembrarono in procinto di prenderla alle spalle, ma uno sguardo intenso da parte dell'elegante esperta di Pokemon d'Acqua fu più che sufficiente a dissuaderli. Anche senza avere Pokemon a proteggerla, Amaria dava un'impressione di sicurezza ed autorità... e il pensiero le fece provare un momento di malinconia.

"In realtà, non mi sento per niente sicura... e mi rendo conto di non essere una persona di valore." pensò tra sè Amaria. "Forse quello che dico a questi ragazzi è tutta una buffonata... però, se questo può aiutarli a non gettare via le loro vite, e può aiutare a migliorare almeno un po' la situazione di Reborn... beh, ad un certo punto, quello che conta è il risultato, no? Se non altro, mi aiuta a credere che la mia vita abbia uno scopo."

Cercando di mettere da parte, almeno per il momento, questi pensieri tenebrosi, Amaria diede un'occhiata ai documenti. Sembravano informazioni piuttosto utili... parlava dell'ubicazione di numerosi nascondigli della potente organizzazione terrorista, alcuni dei quali erano davvero in luoghi impensati. Certo non stupiva che il Team Meteora avesse le mani in pasta in così tanti affari loschi, ma questo era un modo fin troppo efficace di sottolineare quanto radicata fosse la malvagia organizzazione nel tessuto sociale di Reborn.

Ad ogni modo, si trattava di informazioni molto utili per la resistenza... e sicuramente, anche per Titania. Anzi, forse era il caso di mostrarle prima a lei. Non le sarebbe davvero dispiaciuto poterla accompagnare in una spedizione contro qualche importante base del Team Meteora. Se non altro, la sua presenza avrebbe potuto evitare che Titania si facesse prendere troppo la mano...

"Bene, ho quello per cui sono venuta. Per favore, signori, promettete che almeno penserete a quello che vi ho detto... e per adesso, vi saluto." concluse Amaria, incamminandosi verso l'uscita della base senza che gli uomini del Team Meteora, ancora impegnati a prestare un po' di cure ai loro Pokemon sconfitti, facessero nulla per fermarla. La ragazza dai capelli verdini tirò un breve sospiro di sollievo, e salì le scale per raggiungere l'uscita del covo, uscendo finalmente all'aria aperta, ai piedi di una grande torre ormai in rovina nel bel mezzo di una prateria erbosa. Il vento le scompigliò i capelli, ed Amaria prese un bel respiro prima di incamminarsi nuovamente verso la sua destinazione, con i suoi Pokemon e i segreti del Team Meteora ben al sicuro.

"Se non altro, adesso posso tornare da Tania... chissà se è preoccupata, non mi sono fatta sentire per un po'." disse tra sè, permettendo ad un piccolo sorriso di apparirle sul volto al pensiero della ragazza che amava. "Dovrò dare mie notizie anche a miss Saphira e al resto dei miei compagni. Speriamo che se la siano cavata bene, fino ad ora."

Sentendosi un po' più tranquilla, la giovane donna si guardò attorno per orientarsi, e cominciò il suo viaggio di ritorno.

 

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Vera si sedette su un tronco d'albero caduto e spiegò la mappa che portava con sè, cercando di orientarsi. Per il momento, erano sulla strada giusta: erano riusciti ad addentrarsi tra le alture che circondavano la città di Agatipoli, dove gli agenti della resistenza si trovavano, e avevano avuto a che fare soltanto con qualche piccolo ostacolo - qualche pattuglia isolata del Team Meteora che aveva cercato di fermarli, ricavandone solo una sonora batosta; e alcuni Pokemon selvatici poco amichevoli. Mentre si addentravano nella prateria e tra la boscaglia più rada, i ragazzi avevano visto più volte qualche Tauros o qualche Bouffalant, a volte impegnati in qualche scontro tra loro... ma lo spettacolo  che si trovavano davanti in quel momento aveva dell'incredibile, al punto che Vera e i suoi compagni si erano fermati per qualche attimo per assistere a distanza di sicurezza.

Un Tauros e un Bouffalant si stavano affrontando, in un vero e proprio testa a testa, davanti allo sguardo incoraggiante di un gruppetto di Miltank! Le Pokemon Bovine si erano messe da parte, e lanciavano una serie di muggiti per incitare i due contendenti a lottare con maggiore accanimento. E da parte loro, Tauros e Bouffalant stavano combattendo tenacemente, cozzando più volte l'uno contro l'altro senza che nessuno mostrasse segni di fatica! Un tremendo attacco Incornata raggiunse Bouffalant, con un rumore simile a quello di un tuono lontano al momento dell'impatto... ma la folta criniera riccia del Pokemon bisonte aveva retto senza problemi, e Bouffalant era rimasto in piedi, indietreggiando solo di due passi. Con un muggito terrificante, il Pokemon Sfondatoro si impennò e sferrò un devastante attacco Vendetta. Il possente bufalo venne circondato da una tenue aura arancione che durò soltanto per mezzo secondo prima che Bouffalant si scagliasse contro Tauros... ma il toro si era aspettato una mossa simile, e rispose efficacemente con una Cozzata Zen, lanciandosi alla carica con la testa avvolta da un "casco" di luce rosata!

Le Miltank muggirono entusiaste, sollevando in aria gli zoccoli; ed entrambi i contendenti, dopo aver spinto l'uno contro l'altro per diversi istanti, si staccarono respirando affannosamente, e ripresero a studiarsi. L'intenzione era ovviamente quella di riprendere lo scontro non appena uno di loro fosse stato di nuovo in condizione di farlo...

E Tauros si riprese per primo, lanciandosi in un altro attacco Incornata, che però venne assorbito dalla criniera afro di Bouffalant. Senza scomporsi, Tauros si girò e usò un attacco Colpocoda che raggiunse al volto il Pokemon avversario. Confuso e irritato, il bufalo scosse la testa e perse la sua occasione di attaccare. Il Pokemon Torobrado alzò la testa, muggì minacciosamente e strisciò lo zoccolo per terra per darsi a carica, poi si scontrò di nuovo con Bouffalant, questa volta con un devastante Corposcontro che centrò in pieno il Pokemon Sfondatoro... ma quest'ultimo, una volta di più, diede prova della sua resistenza attutendo il colpo e restituendo un attacco Battiterra! Pestando gli zoccoli a terra, il bisonte scosse il terreno sotto i piedi del Tauros avversario, che emise un muggito rabbioso e fu costretto a tirarsi indietro...

E in tutto questo, ben nascosti dietro dei folti cespugli, Vera, Blaziken e i loro amici non si perdevano un istante dell'incontro.

"Forza, Tauros! Fatti valere!" stava incitando Max, tenendo la voce abbastanza bassa in modo da non attirare l'attenzione dei due feroci bovini.

"Questa... è una battaglia davvero impressionante..." mormorò Ortilla, guardando impressionata i tremendi colpi che i due rivali si scambiavano. Non c'era praticamente niente in quanto ad eleganza e tecnica, ma la tenacia con cui Tauros e Bouffalant si affrontavano era impressionante, e non difettavano troppo neanche in fatto di strategia.

"Hey, Hitomi... non mi sembra che tu sia molto coinvolta. Non... non ti piace questa lotta?" chiese Ritchie. Anche lui e Sparky stavano seguendo gli eventi con grande interesse, magari sperando di imparare qualcosa da quell'incontro.

"La sto osservando per cercare di pensare a qualche tattica per i miei prossimi incontri con il Team Meteora. Non certo per fare il tifo per l'uno o per l'altro." rispose Hitomi, seria e compita come quasi sempre... solo che pochi istanti dopo, si contraddisse da sola mettendosi le mani accanto alla bocca a mò di microfono, e cominciando a tifare per il Pokemon Sfondatoro! "Avanti, Bouffalant, non fartelo scappare! Colpisci più sodo!"

"E meno male che non era interessata..." commentò Max con un grosso gocciolone di sudore sulla nuca. Qualcosa gli diceva che Hitomi stava facendo il tifo per Bouffalant soltanto per il gusto di avere un'opinione contraria alla sua...

 

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Heather si raccolse in sè, reprimendo un brivido quando la gelida aria delle montagne attorno ad Ametripoli la colpì in pieno. Il suo Bagon, che come Pokemon Drago era ancora più sensibile a quelle basse temperature, si rifugiò temporaneamente dietro la gamba destra della bambina, mentre il gruppo si incamminava lungo una stradina ricoperta di ghiaia e rocce sgretolate che saliva verso la cima della montagna. Diversi allenatori si erano fatti convincere dall'idea di Heather, e adesso stavano venendo in aiuto della piccola domatrice di draghi nella loro ricerca della radice dei problemi di Ametripoli.

"Avete detto che ci sono dei Bergmite dietro questo problema, vero?" chiese Heather per conferma. Un montanaro, uno degli allenatori che si erano fermati al Pokemon Center assieme a lei, disse di sì con la testa, mentre il suo Pokemon, il suo gigantesco Toucannon, svolazzava in tondo a diversi metri di altezza per controllare se tutto fosse tranquillo. Dopo aver dato un'altra occhiata, l'enorme tucano tornò verso il suo allenatore e gracchiò qualcosa, che il montanaro accolse dandogli una carezza sulla testa.

"Okay, ottimo lavoro, Toucannon! Per adesso sembra che non ci siano problemi." disse l'omone, ed Heather gli fece un cenno di assenso mentre il gruppetto di allenatori si addentrava in un dedalo di piccoli canyon spolverati di neve e ghiaccio, il luogo in cui più facilmente avrebbero potuto imbattersi in un agguato da parte dei Bergmite impazziti. "Bene, signori... da questo punto in poi, dobbiamo stare attenti ad ogni passo che facciamo, e tenerci pronti ad aiutarci a vicenda."

Heather prese fiato e deglutì, poi guardò in direzione di Bagon e incrociò lo sguardo del draghetto, che nonostante lo sconforto del clima rigido, cercava di restare più tranquillo possibile e si portava con serietà e determinazione.

"Beh, Bagon... sinceramente questa non me l'aspettavo... essere io a guidare un gruppo di allenatori che vengono da chissà dove per risolvere un problema che molto probabilmente è stato il Team Meteora a creare. Se devo essere sincera... non mi ci vedo tanto nei panni della leader. Ma... se è così che devo fare per sistemare quelle carogne..." disse la bambina, e si piazzò in modo da proteggere come poteva il piccolo drago dal pungente vento di montagna. Si guardò in giro, rallentando il passo e indicando anche agli altri esploratori di farlo... e alzò lo sguardo verso il picco di una delle pareti di roccia, dove era sicura di aver visto qualcosa che si muoveva. Per qualche secondo, la bambina attese di vedere che qualcos'altro si esponesse... e sia lei che alcuni membri della spedizione riuscirono ad intravedere qualcosa che si muoveva... come dei pezzi di ghiaccio dotati di volonta propria che cercavano come potevano di tenersi nascosti e mimetizzati tra le rocce imbiancate.

C'era qualcuno da quelle parti, non era possibile negarlo... e da quanto ne sapeva, Heather poteva immaginare che in effetti quelli fossero i Bergmite di cui aveva sentito parlare. Ma erano troppo lontani per poterli visualizzare con il suo Pokedex...

"Bagon gon?" esclamò il piccolo Bagon. Il draghetto indicò verso l'alto con un misto di paura e decisione, non volendo ritrovarsi nel mirino di qualche Pokemon Ghiaccio senza controllo.  

"Sì... li ho visti, anche se di sfuggita. Erano lassù..." rispose Heather. "Li... li avete visti anche voi, giusto?"

A questa domanda rispose un allenatore vestito di abiti sgargianti, che dava l'impressione di essere un turista da chissà quale altra regione (non che le possibilità che lo fosse davvero fossero alte, data la pessima reputazione di Reborn). "Mi... mi era sembrato di vedere dei pezzi di ghiaccio dietro quelle rocce là in alto, ma poi... quando ho guardato di nuovo non c'erano più!" rispose. "Voi... voi dite che si trattav di quei Bergmite?"

"Altamente probabile..." rispose un altro allenatore, accompagnato dal suo Persian grigio dal muso tondo (la forma di Alola di tale Pokemon, come Heather aveva imparato poco prima). "Ci stanno osservando, dite?"

"Non lo so, ma è meglio assumere il caso peggiore, in questi casi." rispose Heather, tenendosi pronta a tutto, o almeno cercando di avere tutti i sensi ben tesi, mentre riprendeva il cammino con lo sguardo ben fisso sui costoni di roccia che li circondavano. Era sicura, e Bagon con lei, che le bestioline di ghiaccio si sarebbero fatte rivedere molto presto...

 

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Il cammino era durato diverse ore, più del previsto anche tenendo in conto tutti gli eventuali ritardi lungo la via... e una volta giunti finalmente ad Agatipoli, Vera e i suoi compagni si erano trovati davanti una città silenziosa e morta.

Non che Agatipoli avesse un aspetto tanto noioso, ad onor del vero. Era una cittadina di montagna molto vivace, attraversata da ruscelli che si gettavano da delle spettacolari cascate di piccole dimensioni, e le case, per la maggior parte in legno levigato e a non più di due piani, erano ben costruite e piazzate, in modo da rendere la città quanto più accogliente possibile. Non era neanche il colore che mancava, perchè tra insegne, piante ed alberi, e tetti colorati, la città dava l'impressione di essere un posto niente male in cui vivere, e le stradine erano ben tenute, senza trascurare neanche quel po' di verde che è sempre bene accetto anche nelle città più moderne.

No, non era questo a rendere Agatipoli silenziosa e morta... bensì un problema di gran lunga più preoccupante.

Gli abitanti dalla città giacevano distesi sulle strade, oppure seduti con la schiena al muro, addormentati come sassi!     

"Ho... l'impressione che sarà un po' difficile chiedere indicazioni a queste brave persone, voi che dite?" Drew non resistette alla tentazione di fare una battuta, indicando alcuni individui accanto al portone di un ufficio che dormivano come dei sassi, tutti in posizioni a dir poco ridicole. Uno era appoggiato ad un muro dell'edificio con la spalla destra e la testa, minacciando di scivolare a terra da un momento all'altro. Due tizi si erano seduti per terra, e ora dormivano l'uno appoggiato all'altro. E anche gli animali e i Pokemon sembravano essere vittime di questa innaturale letargia... non si sentiva l'ormai immancabile canto degli uccelli, nè il frinire delle cicale, e diversi Pokemon erano distesi per terra nelle braccia di Morfeo. Un Persian acciambellato sotto una tenda, un paio di Growlithe posti fianco a fianco, due Pidgey che dormivano appollaiati su un ramo basso...

Non sembrava essere rimasto nessuno sveglio, in tutta Agatipoli.

"Cosa diamine è successo da queste parti? Non potrebbe accadere anche a noi, se ci fermassimo troppo a lungo?" chiese Ortilla. Alty stava svolazzando da un luogo all'altro, cercando di svegliare alcuni dei dormienti... ma nessuno di loro si accorgeva di lei, tanto profondo era il loro sonno. E anche Sparky stava correndo da un dormiente all'altro, cercando come poteva di scuoterli.

"Blaziken..." mormorò il Blaziken di Vera, mentre si guardava attorno per cercare di capire cosa stesse accadendo e se ci fosse qualcosa fuori posto da quelle parti.

"Sono pronta a scommettere che il Team Meteora ha creato qualche diavoleria... magari qualche macchina PULSE... che ha fatto sprofondare tutti nel sonno..." affermò Vera, cercando anche lei si svegliare un ragazzo disteso a terra, senza successo. "Se solo riuscissimo a capire come hanno fatto e dove si trova questa macchina..."

"Già... peccato che il Team Meteora non sia stato così sportivo da lasciare qui nei pressi la loro diavoleria, vero?" chiese una voce ben conosciuta... e pochi istanti dopo, quando Drew si voltò per vedere chi fosse, un familiare ragazzo dai capelli viola, vestito di giacca e pantaloni dello stesso colore e con un inconfondibile ciuffo di capelli che gli cadeva sul volto, apparve davanti al gruppetto di Vera, salutando allegramente. "Ehilà, bella gente! Era da un bel po' che non ci si vedeva, eh?"

"Cain! Che sorpresa! Come mai da queste parti?" chiese Ritchie, felice di vedere il loro compagno.

"Pikachu!" esclamò Sparky muovendo un braccio.

Cain e Drew si diedero il cinque, e il ragazzo dai capelli viola strizzò un occhio e cominciò a raccontare. "Beh, miss Saphira aveva il sospetto che qui stesse bollendo qualcosa in pentola, visto che era un po' che non arrivavano notizie da Agatipoli. E quando meno ce lo aspettavamo... Celeste, Sansone e Terra, i nostri agenti, ci hanno comunicato che all'improvviso, tutti gli abitanti di Agatipoli sono piombati in un sonno profondo da cui è molto difficile svegliarli. Così, io e Pietro ci siamo offerti volontari per andare a controllare... e ci siamo trovati di fronte questo spettacolo! Era tutto silenzioso già quando siamo arrivati... e poco dopo, ci siamo trovati davanti questo spettacolo!"

"Quindi non è possibile svegliare gli abitanti?" chiese Hitomi preoccupata. "Se non si svegliano entro pochi giorni, finiranno per morire disidratati."

"Beh... in realtà, quello non sarà un problema, almeno per adesso." rispose Cain. "Questo sonno non è continuo... gli abitanti si svegliano di tanto in tanto per mangiare o bere qualcosa. Ma non possiamo escludere che si tratti soltanto di una prima fase, e che più avanti questa sonnolenza peggiorerà..."

"Ma cosa ci guadagna il Team Meteora a mettere tutti a nanna?" chiese Max. "Sperano di cercare qualcosa senza che gli abitanti diano loro fastidio?"

Cain alzò le spalle. "Per quello che ne sappiamo, potrebbe essere così. Non ne abbiamo la più pallida idea. Al momento, Pietro sta dando un'occhiata in giro per cercare di capirci qualcosa... anzi, che ne dite se andiamo a cercarlo? Se siamo in gruppo, magari si riesce a capire qualcosa di più..."

"Sì, mi sembra una buona idea." disse Vera, e anche il suo Blaziken disse di sì con la testa.

Il ragazzo dai capelli viola guardò compiaciuto il galletto kickboxer, che gli dava l'impressione di essere ancora più forte e sicuro di sè dell'ultima volta. "Hmm, vedo che il tuo Blaziken è diventato parecchio più forte... il signor Radomus e i suoi metodi di allenamento hanno funzionato, oserei dire! Siete riusciti a scoprire come fare la Mega Evoluzione?"

"Non ancora, ma ci stiamo avvicinando. Non è una cosa che si possa fare così, in due e due quattro..." spiegò Vera, pur sentendosi un po' imbarazzata per il fatto che le ci stesse volendo così tanto tempo. "Ad ogni modo... Blaziken ed io vorremmo sperare che non ci voglia tanto più tempo."

"Ken!" stridette Blaziken, mostrando la Blazikenite che portava appesa al collo e tenendole nel palmo di una mano artigliata.

"D'accordo, d'accordo. Non volevo certo farvi fretta." rispose Cain. Stava per proseguire il discorso quando Alty, che stava svolazzando ad alcuni metri da terra per controllare i dintorni, emise uno stridio di sorpresa e scese giù di colpo, andando da Ortilla per dire a lei per prima cosa avesse visto.

"Alt alt! Altariaaaa!" esclamò la graziosa Pokemon Drago/Volante, attirando su di sè l'attenzione di tutto il gruppo. Temendo che stesse succedendo qualcosa di brutto, Ortilla si rivolse alla sua Pokemon per chiederle cosa volesse dire.

"Che... che succede, Alty? C'è qualche problema?" chiese la bambina dai capelli turchini. La Pokemon agitò le ali per un paio di secondi per stabilizzarsi prima di scendere a terra, e indicò con il becco una piazzetta non troppo lontana.

"Altaria!" cinguettò.

Cain strinse gli occhi, temendo che questo volesse dire che Pietro si era cacciato in qualche guaio... e senza pensarci troppo, corse verso il punto che Alty aveva indicato, senza badare a Ritchie, Drew e Max che cercavano di richiamarlo, ed evitando senza tante remore tutte le persone addormentate che si trovavano lungo la strada. "Pietro! Pietro, mi senti? Che sta succedendo...?" esclamò, un attimo prima di trovarsi di fronte qualcosa che davvero non si sarebbe aspettato - tra le persone e i Pokemon che giacevano a terra ronfando come Snorlax, c'era anche Pietro... e una figura femminile dai lunghi capelli viola, della stessa sfumatura vivace di quelli di Cain! Anche i suoi vestiti erano violetti, in uno stile gothic lolita che Cain aveva già visto tante volte... non gli ci volle che mezzo secondo per capire chi fosse, anche se non la vedeva da un bel po' di tempo ormai...

"Aya?" si chiese il giovanotto, lo sguardo fisso verso la sorella che giaceva a terra e dormiva come niente fosse, con tanto di bavetta che le colava da un angolo della bocca. Si era addormentata proprio addosso a Pietro, coprendolo parzialmente con il suo corpo. Cain non se ne stupì, in fondo non era certo un segreto che ci fosse del tenero tra i due, per quanto Aya insistesse a non volerne più parlare. "Hey, Aya? Ti sei scelta un posto un po' strano per fare un sonnellino, non ti sembra? So che tu e Pietro non vedete l'ora, ma... insomma, per fare certe cose dovreste almeno mettervi un po' più comodi!"  

Nè Aya nè Pietro diedero segno di aver sentito la discutibile battuta di Cain, e continuarono a dormire come sassi mentre Vera e il resto del gruppo si riunivano al ragazzo dai capelli viola, e guardavano stupiti i due "piccioncini" distesi a terra!  "Ehilà, ragazzi... sembra che questa malattia del sonno sia contagiosa... anche Pietro se l'è presa... e anche quella gentile e leggiadra ragazza - leggiadra come un Rhyhorn alla carica, si intende - che vedete lì a terra. La mia cara sorellina Aya!"

"Cain?" esclamò Vera, raggiungendo il giovane esperto di Pokemon Veleno. Solo in quel momento notò la ragazza dai capelli viola stesa a terra accanto a Pietro - non aveva mai visto Aya prima di allora, ne aveva soltanto sentito parlare da Cain, e notò che in effetti c'era una notevole somiglianza tra i due, almeno nel colore dei capelli e nei lineamenti del viso. "Quella... è tua sorella Aya? E... e cosa ci è venuta a fare qui?"

"Da quello che sapevamo, era rimasta nella Paludi Mercurio..." disse Max, ricordando quello che il giovanotto aveva loro raccontato.

Cain alzò le spalle. "Beh, io ne so quanto voi. Aya non si è presa la briga di avvisarmi. Hehehee... magari voleva appartarsi un po' con Pietro?" ridacchiò brevemente, poi si fece più serio e andò a raccogliere Aya. "Scherzo, ovviamente, ma adesso è il caso di mettere al sicuro sia Aya che Pietro, e andarcene da qui prima che il sonno colga anche noi... Yaaaawn! In effetti comincio a sentirmi un po' assonnato anch'io..."

"Hmm... sì, sono d'accordo... e lo siamo tutti, direi." rispose Max. Si tolse gli occhiali e si sfregò gli occhi in modo da tenersi sveglio. "Ma... abbiamo un'idea di dove andare?"

"Io credo che la cosa migliore sarebbe..." cominciò a proporre Drew. Stava per dire che forse era meglio cercare il circo da dove gli agenti della resistenza avevano contattato Saphira, e cercare il loro aiuto.

E avrebbe anche completato la frase, se non fosse stato per un imprevisto che lasciò tutti di stucco...

"RAAAAAAAAAAWWWWWWRRRRRRRR!"

La voce di una ragazza che urlava a squarciagola, ruggendo come se stesse cercando di imitare un leone, fece fare un salto a Vera... e un attimo dopo, un'ombra minacciosa apparve sopra il gruppetto - un'ombra dall'aspetto umanoide, appartenente ad una buffa figura vestita da pagliaccio che brandiva un gigantesco martello di legno!

"Ah! E quello che cos'è?" esclamò Ritchie. Sparky drizzò le orecchie allarmato e fece cenno al suo allenatore di spostarsi...

La cosa che più preoccupò Vera e gli altri, tuttavia, era che quella cosa stava calando esattamente su Vera!

"Ah! Attenta, Vera!" esclamò Drew.

"Sorellona!" gridò Max spaventato.

"DIAMOND DYNAMOOOOOOO!" strillò la figura che si preparava ad abbattere il martellone sulla testa di Vera...

La bambina castana reagì puramente d'istinto e si gettò di lato... e un attimo dopo, il suo Blaziken la afferrò, la prese in braccio e la portò a distanza di sicurezza proprio nel momento in cui il gigantesco maglio di legno colpì il punto in cui lei si trovava! Un frastuono infernale fece quasi cadere a terra gli altri membri del gruppo, e il peso della strana arma aprì delle piccole crepe nell'asfalto! Un fitto polverone si levò dal punto dell'impatto, e durò per un paio di secondi prima di posarsi a terra e rivelare la colpevole.

Era una persona dall'aspetto davvero inusuale, forse la più strana che Vera, che in quel momento  stava venendo appoggiata a terra da Blaziken, avesse mai visto in vita sua. La prima cosa che Vera notò furono i suoi capelli, lunghi fino alle scapole e legati in due codini laterali, erano tinti in modo da formare un arcobaleno! Sette strisce, ognuna di uno dei colori dell'iride, attraversavano la testa della ragazza dalla nuca alle fragette sulla fronte, creando un effetto davvero vivace e suggestivo. Il volto della ragazza era bianco, spalmato del cerone tipicamente usato dai clown, e indossava un corpetto di colore verde chiaro che non lasciava vedere neanche un po' di pelle, accompagnato da un paio di stivali e guanti rossi sgragianti, pantaloni neri aderenti e un pettorale giallo dall'aspetto piuttosto audace. Nonostante avesse una corporatura abbastanza minuta, non dava l'impressione di avere problemi ad agitare quel martellone gigante qua e là!

"Oops." disse la ragazza dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio, senza mai perdere quel sorrisone sgargiante che le illuminava il volto. "Ho esagerato. Fail."

La prima a riprendersi dallo stupore per quell'incredibile episodio fu Hitomi. La bambina era rimasta ferma al suo posto, con una comica espressione di sorpresa e stupore sul suo viso normalmente tranquillo... e dopo essersi schiarita la voce, riprese la sua solita espressione imbronciata e si rivolse alla ragazza vestita da clown come niente fosse. "Mi scusi, signorina, ma cosa le è saltato in mente? Avrebbe potuto fare del male a qualcuno con quel martello." disse con apparente calma.

La ragazza dai capelli multicolore si alzò, tenendo il martello su una spalla con apparente nonchalance con una mano sola, e usò l'altra mano per spazzarsi la polvere di dosso. Aveva un atteggiamento del tutto giocoso e noncurante, e si comportava come se avesse appena cercato di giocare uno scherzo divertente ai ragazzi, invece che di prenderli a martellate.  "Cosa mi è...?" chiese con una vocetta acuta e vivace che sembrava quasi quella di una bambina. "Oh, già, immaginavo che sareste venuti bene in forma bidimensionale sul pavimento! Heheheee... Per il resto, mi è venuto in mente che magari, visto che si sta avvicinando il venerdì sera, ci possiamo andare a divertire fuori in discoteca, o al ristorante, o magari all'albergo diurno..."

La reazione di Hitomi fu immediata e vulcanica! La bambina si piazzò davanti a quella strana ragazza, con gli occhi ridotti a due fessure, i denti trasformati in zanne triangolari, e una venuzza pulsante sulla fronte! "CHE RAZZA DI DISCORSI SONO QUESTI? TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO O COSA?" strepitò in un comico accesso di rabbia che contrastava nettamente con il suo solito modo di fare. "STAVI PER SCHIACCIARE UNA MIA AMICA CON QUELL'AFFARE, E TI COMPORTI COME SE FOSSE DIVERTENTE, EH?"

"Mamma mia..." commentò Max, gli occhi sgranati dietro le lenti dei suoi occhiali. "Hitomi... non credevo che tu avessi questo lato nascosto!"

La bambina tornò normale di colpo, come se avesse potuto cambiare carattere premendo un interruttore. "E' un lato di me che non conoscevi, tutto qui."

"Ooookay..." disse Ritchie, con un grosso gocciolone di sudore che gli scendeva dalla nuca. Sparky scosse la testa e sospirò, le orecchie tenute basse.

La ragazza dai capelli multicolore aveva già perso completamente interesse in Hitomi, e adesso stava gironzolando come niente fosse attorno a Cain, guardandolo da tutte le parti, e anche annusandolo come se fosse stata un cagnolino incuriosito... al punto che il ragazzo dai capelli viola si ritirò di un passo, con espressione imbarazzata. "O-Okay, signorina... vorremmo chiederle, lei è di Agatipoli? Sa qualcosa di questo strano fenomeno?" chiese, anche se per qualche motivo aveva il presentimento che non avrebbe ottenuto una risposta coerente.

Con un gesto del braccio, la ragazza appoggiò il martello dietro la schiena... e la gigantesca arma scomparve come se non fosse mai esistita! "Fenomeno? Di quale fenomeno stiamo partando? Io non porto elmetti!" esclamò, facendo riferimento a qualcosa di cui Vera e i suoi compagni non avevano la minima idea.

"Okay, adesso qualcuno mi spiega dove ha messo quel martello?" chiese Ortilla, sempre più stupefatta. Quella pazzoide si stava dimostrando più orprendente di qualunque altro personaggio avessero incontrato a Reborn, e la conoscevano soltanto da un minuto!

"COOOOOOMUNQUE, come stavo dicendo prima di essere bruscamente interrotta..." continuò la ragazza, senza mai perdere quel suo sorrisone sgargiante.

"Ehm, non per essere impertinente, ma nessuno di noi ha cercato di interromperti." commentò Drew. Il ragazzo dai capelli verdi era talmente stupefatto che non riusciva più neanche a mettersi in posa come faceva di solito, e stava mostrando una serie di espressioni imbarazzate... al punto che Vera pensò che fosse un peccato non avere una macchina fotografica! Quella sì che era un'occasione d'oro per metterlo in imbarazzo! "E comunque... non sappiamo neanche come lei si chiama, signorina..."

La ragazza dai capelli multicolore si mise in posa, con le mani sulle anche e la testa alta. "Io sono Terra... HEAR ME RAAAAAWWWWWR!" si presentò, concludendo la frase con un ruggito fragoroso che probabilmente avrebbe potuto svegliare mezza città! "Ovviamente, altri nomi accettabili sono Terrawr, Terraria, Terrawrawrawrawr, MegaTerra, Super Elite Luxray Tamer, e Regina delle Bocce! E ho delle paroline dolci proprio per te, mio caro!"

"T-Terra? Questa... proprio non me l'aspettavo." commentò Vera, mentre la nuova arrivata si piazzava accanto ad un imbarazzato Cain con espressione seducente, e cominciava a bisbigliargli qualcosa nell'orecchio. La bambina castana era troppo lontana per capire cosa stesse dicendo... e a giudicare dal rossore atomico che era apparso sul volto di Cain , era contenta che fosse così!

"Per favore, ditemi che non sono così inquietante..." commentò Cain, sentendosi quasi messo all'angolo! Terra sghignazzò, e continuò imperterrita.

"E ho anche delle altre cose molto carine da dirti, ragazzo mio, come per esempio..." Cain sospirò e si preparò a sentire qualche altra sciocchezza quando quella tipa stravagante avvicinò nuovamente la bocca al suo orecchio, prese fiato come se stesse per dire qualcosa di importante e sentito...

"ANDATEVENE DI QUIIIIIII!"

Un'ondata sonora a qualche centinaio di decibel assalì i timpani del malcapitato Cain, sparandogli i capelli da un lato e facendogli sgranare gli occhi. Il giovanotto si tirò indietro e cominciò a massaggiarsi le orecchie che avevano cominciato a fischiare dolorosamente, e Terra si girò di scatto, le braccia conserte sul petto, e fece un annuncio al resto dello sbalordito gruppo di allenatori! "Perchè tutti coloro che restano qui troppo a lungo finiscono per addormentarsi come sassi, pupi e pupe! Come potete vedere dalle prove A e C!" continuò Terra, indicando Aya e Pietro ancora distesi a terra e profondamente addormentati. "C'era anche una prova B, ma me la sono mangiata. Deliziosa! Aspettate, ho detto qualche cosa, per caso?"

Man mano che il "discorso" proseguiva, la cosa che appariva sempre più chiara era che stare vicino a quella ragazza sarebbe stato deleterio per la salute mentale di chiunque... anche se, in effetti, aveva dato loro una dritta su quello che stava accadendo da quelle parti. "Ehm... sì, avevamo notato che da queste parti c'è qualcosa che fa addormentare la gente che ci rimane troppo a lungo." rispose Ortilla, accarezzando la testa di Alty, che continuava a guardare Terra con sospetto. "E immagino che anche questa sia opera del Team Meteora, vero?"

"OKAY, IL PREZZO E' GIUSTO, amici ascoltatori! La nostra sfidante ha vinto una macchina nuova!" rispose allegramente Terra. "Oh, ma mi sono mangiata anche la macchina... peccato! Ora però, dobbiamo levare le tende... e anche i vostri amici, che ne dite?"

"Credo... che in effetti sia il caso di andarsene da qui... dovevamo incontrarci con i membri della resistenza al circo di Agatipoli, quindi se potessi portarci dai tuoi colleghi..." affermò Vera. Il suo Blaziken, finalmente riscossosi dallo shock di aver visto quella pazzoide di Terra in azione, gettò un'occhiata un po' strana alla ragazza dai capelli multicolore, che sembrò non accorgersene e continuò a passeggiare qua e là volteggiando su sè stessa.

"Colleghi, colleghi... ma certissimo che vi posso far conoscere i miei colleghi!" esclamò Terra. Senza perdere un colpo, la stravagante fanciulla raccolse Aya e Pietro e se li mise sulle spalle come niente fosse! "Prego, prego, seguite la guida che vi porterà al circo! Che ne dite di un divertente sabato al circo? E' tutto più bello!"

"Credo che il mio quoziente intellettivo si sia abbassato di qualche decina di punti soltanto a stare vicino a quella lì..." affermò Ritchie scuotendo la testa. Terra aveva già cominciato ad incamminarsi verso la loro nuova destinazione, portando con sè Aya e Pietro... e Cain decise che era meglio stare vicino a Terra e monitorarla attentamente, per evitare che le venisse qualche altra idea assurda!

"Beh, guarda il lato positivo, Max. Se non altro, con quella ragazza non corriamo il rischio di annoiarci!" Drew provò a sdrammatizzare, senza troppo successo.

"Sono così eccitata..." commentò Vera con sarcasmo. Hitomi sospirò e scosse la testa, mentre Ortilla ed Alty si guardavano stranite, e il Blaziken di Vera alzò gli occhi al cielo. La nuova parte del loro viaggio... non era cominciata sotto i migliori auspici, e se avessero lasciato che quella specie di caricatura vivente dettasse legge... beh, non era sicuro che ne sarebbero usciti tutti con la sanità mentale intatta. 

 

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"Eeeee... finalmente siamo arrivati al circo di Agatipoli! Dove non c'è nessuno che dorme!" esclamò Terra, mostrando con una mano lo spettacolo dei tendoni e delle attrazioni sparse per tutto il grande spiazzo che si estendeva davanti a loro.

Drew fu il primo a muovere un passo fuori dal tunnel che li aveva portati fin lì, e restò a guardare con interesse. Davanti a loro, come se il pericolo del Team Meteora fosse lontano e non li riguardasse, numerosi lavoratori del circo si affaccendavano e trasportare equipaggiamento, e alle bancarelle sedevano dei venditori che declamavano a gran voce le loro merci. Il ragazzo dai capelli verdi riuscì a vedere diverse attrazioni tipiche di un luna park, come una piccola ruota panoramica, una giostra del tipo "calci" e alcuni punching ball. Tuttavia, quello che più vivacizzava il paesaggio era il grande tendone dai colori sgragianti - gli stessi dei capelli di Terra, guarda caso - che sorgeva circa un centinaio di metri alla loro destra, circondato da insegne, carri e gabbie dove si trovavano alcuni Pokemon. Altri Pokemon, in particolare Luxray e Donphan, gironzolavano tranquillamente tra le bancarelle, e Vera ebbe anche l'impressione di vedere un paio di Pyroar, come quello che avevano visto con Elisio alcune settimane prima. L'atmosfera che regnava era di tranquillità ed allegria, di un posto in cui la gente di Reborn poteva almeno per un po' dimenticare l'asprezza delle loro vite e passare alcuni momenti di gioia.

"Molto... interessante." disse Cain, appoggiando un po' a terra Pietro - ancora addormentato ed inerte - per riprendere fiato. "E... vediamo se indovino. Tu sei... uno dei pagliacci che lavorano qui, non è vero?"

La ragazza dai capelli multicolore appoggiò a terra Aya e fece il segno della X con le braccia. "Bzzzzt! Risposta sbagliata! Io sono... UNA FEROCE E POSSENTE DOMATRICE DI POKEMON!" esclamò, e alzò di colpo la voce alla fine... solo per un attimo, prima di riprendere il suo tono di voce normale. "E se volete proprio saperlo, sarei capace di domare anche Celeste! Se capite cosa voglio dire... anzi, no, non facciamo queste battute, ci sono i bambini che ci leggono! E questa fanfiction ha rating giallo, quindi non possiamo spingerci troppo in là! Heheheheee..."

"... Facciamo finta di non aver sentito nulla, okay?" propose Vera. Gli altri annuirono in silenzio.

"AAAAAAAd ogni modo... i vostri amichetti li possiamo mettere a nanna nel tendone del nostro circo! Celeste e Sansone saranno moooooolto felici di vedervi!" esclamò la ragazza pagliaccio, raccogliendo di nuovo Aya e portandola di peso verso il tendone più grande. Saltò agilmente un Donphan che stava vagabondando lì attorno, e proseguì sulla sua strada, facendo cenno al resto del gruppo di seguirla.

"Non lo so, ragazzi... non mi da l'impressione di essere molto affidabile." disse Ritchie. Cain si chinò per raccogliere Pietro, chiedendosi quando mai lui ed Aya si sarebbero svegliati. Erano abbastanza lontani da Agatipoli, giusto? Qualsiasi cosa avesse fatto sprofondare nel sonno l'intera città, doveva essere distante a quel punto, o no?

Max alzò le spalle. "Nemmeno a me... ma se fa parte della resistenza assieme a questi... Celeste e Sansone... immagino che un motivo ci sarà." affermò. "Non credo che in questo momento abbiamo altra scelta, a meno che non vogliamo correre il rischio di tornare ad Agatipoli... dove comunque non credo ci sia nessuno."

"Pika pika..." mormorò Sparky, come per dire 'in che situazione ci siamo cacciati'...

 

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Gironzolando e saltellando casualmente qua e là, dopo aver fatto loro percorrere mezzo complesso in mezzo a clown, inservienti, Pokemon in libertà, insegne e palloncini colorati, Terra aveva finalmente guidato i ragazzi fino al tendone più grande. Seguendo la ragazza clown sotto l'ingresso principale, i ragazzi si trovarono di fronte uno spettacolare palcoscenico, circondato da un vero e proprio anfiteatro di posti a sedere - l'arena del circo doveva essere ancora più grande di quanto non apparisse dall'esterno! Luci di scena erano state piazzate nelle posizioni più strategiche in cima alle impalcature, e alcuni inservienti si stavano preoccupando di ripulire il luogo da tutti i rifiuti e gli scarti che erano rimasti. A dirigere le operazioni si trovava una giovane donna dai lunghi capelli neri vestita come il classico direttore da circo - una elegante giacca di uno sgargiante colore rosso porpora spiccava  sopra una camicia bianca, pulita in maniera quasi maniacale, con un papillon nero sotto il collo, e indossava un paio di pantaloni di raso neri, e un paio di stivali neri, anch'essi lucidi al punto da sembrare quasi splendenti. Portava sulla testa un cappello a cilindro dello stesso colore della giacca, e stava camminando su e giù in modo da dare tutte le direttive necessarie ai lavoratori.

"Okay, signori, adesso abbassate quelle luci... dobbiamo fare in modo che l'illuminazione sia corretta!" esclamò la giovane donna con voce calda, per poi alzare lo sguardo verso i trapezi che già erano stati preparati per lo spettacolo. "Celeste, scusa se te lo chiedo... puoi occupartene tu?"

"Con moltissimo piacere!" esclamò una voce femminile chiara ed acuta, appartenente ad una giovane donna che Vera e i suoi amici non erano in grado di vedere dalla loro posizione... almeno non prima che quest'ultima, con un agile balzo, si lanciasse da una delle impalcature in ferro del tendone e non si afferrasse al volo ad uno dei trapezi, esibendosi in una spettacolare acrobazia prima di lanciarsi verso la luce che le era stata indicata! Si afferrò saldamente ad una delle colonne portanti, e con una mano sola fece scendere un po' il proiettore. "Bene così, direttrice?"

"Perfetto, Celeste! Con te, tutte le esibizioni fanno scintille!" esclamò sorridendo la direttrice, e fece un segno dell'okay mentre la ragazza di nome Celeste eseguiva un'altra acrobazia e atterrava agilmente sul quadrato dell'arena, con l'agilità di un gatto!

Con gli occhi sgranati per la meraviglia, Vera e i suoi compagni diedero un'occhiata attenta a Celeste: era una giovane donna alta, snella e dal fisico agile, con i capelli blu a caschetto decorati da una lunga piuma azzurra, che doveva avere tra i venti e i venticinque anni,  vestita di un abito da scena che sembrava quasi etereo, fatto di una seta azzurra quasi impalpabile che si gonfiava elegantemente mentre la ragazza volteggava in aria, quasi a dare l'impressione che Celeste potesse davvero librarsi in volo da un momento all'altro. Indossava un paio di scarpette da acrobata azzurre e un paio di guanti bianchi che terminavano sopra il gomito, e il suo abito da esibizione terminava in una specie di gonna con i merletti ondulati.

Nello stesso momento, due grosse casse di materiale vennero appoggiate accanto alle due donne, una delle quali trasportata da un muscoloso e possente Machamp... mentre l'altra veniva spinta senza alcuna apparente difficoltà da un uomo alto e robusto dai muscoli poderosi a malapena trattenuti dalla maglietta bianca a maniche corte che indossava, e che sembrava quasi stretta sul corpo di un individuo così possente!

"Ecco qua i materiali per lo spettacolo di stasera, direttrice!" esclamò il giovane muscoloso con un ghigno sicuro. Machamp fece il segno dell'okay con una delle sue quattro mani, e flettè un bicipite. "Direi che ci siamo... anche per stavolta, siamo a posto!"

"Grazie, Sansone! Non so come faremmo senza di te..." affermò la direttrice, rivolgendo un cenno di approvazione al giovane - un marcantonio di più di un metro e novanta, una barbetta appena accennata sul mento e sulle guance, con addosso un corpetto marrone sopra una camicia bianca, un paio di ampi pantaloni rossi e un paio di scarpe da lavoro. "Adesso manca solo Terra... chissà dove si è cacciata? Sarà poi andata ad incontrare i ragazzi che Saphira ci ha mandato?"

"Ooooh, benebenebene! Questo è il momento giusto per fare il nostro GRANDE ingresso in scena!" esclamò Terra, e appoggiò Aya senza tanti complimenti accanto ad una colonna portante del tendone. Cain si assicurò che la sorella fosse messa bene, e fece reclinare delicatamente Pietro accanto a lei... e si assicurò che le loro mani fossero congiunte, immaginando che sarebbero stati al tempo stesso imbarazzati e contenti! Il ragazzo dai capelli viola sghignazzò tra sè, e anche Drew non potè fare a meno di ridacchiare mentre seguivano Terra, e la ragazza dai capelli multicolore agitava la mano in direzione di Sansone, Celeste e la direttrice. "Yuhuuuuu! Eccomi qui, signore e signori e gente dall'identità sessuale non meglio definita! La vostra Terra è tornata e ha portato con sè un bel po' di carne frescaaaa! LOL!"

"Ah, eccola qua... e pensare che fino ad adesso l'atmosfera era stata così pacifica!" commentò Sansone, voltandosi in direzione di Terra, e notando il gruppetto di allenatori di Hoenn che la accompagnavano. "Ah, già, ma vedo che in effetti c'è un bel po' di volti nuovi da queste parti! Siete quei novellini che miss Saphira ci ha sbolognato, vero?"

"Chi sarebbero i novellini?" chiese Hitomi. La sua espressione non era cambiata, ma la classica vena pulsante era riapparsa sulla sua fronte. "E voi siete... Sansone e Celeste, i due agenti della resistenza che miss Saphira ha piazzato da queste parti, vero?"

"altaria!" esclamò Alty, e rivolse a Celeste uno sguardo ammirato. La giovane acrobata ricambiò lo sguardo, e strizzò un occhio alla Pokemon.

"Certamente! Piacere di conoscervi, ragazzi, io mi chiamo Celeste, e sono l'acrobata di questo fantastico circo!" esclamò allegramente la giovane donna dai capelli blu, per poi saltare in braccio a Sansone, che la afferrò senza alcuna difficoltà. "E lui è il mio aitante cavaliere Sansone, l'uomo più forzuto di tutta Agatipoli, che riesce a vincere a braccio di ferro con un Machamp!"

"Machamp..." grugnì il Machamp che lo accompagnava, scuotendo una delle sue quattro mani.

"Piacere  di conoscervi, ragazzi!" esclamò Sansone, strizzando un occhio e sorridendo con convinzione. "Immagino... che abbiate già visto cosa è successo ad Agatipoli."

"Già, già, lo hanno visto con i loro stessi occhi, con i miei e con quelli di tutti gli altri!" rispose Terra. "Maaaaa... prima di tutto, e prima ancora di niente, potremmo trovare un posto dove far stendere i loro amichetti? Non credo che gli farà molto bene dormire sul pavimento!" La ragazza clown indicò Aya e Pietro, ancora appoggiati ad una colonna portante, addormentati e con le mani congiunte. (Cain sghignazzò di nuovo, e Vera fece un sorriso complice e strizzò un occhio al ragazzo dai capelli viola).

"Mi sembra giusto... sono anche loro dei nostri collaboratori, dopo tutto." rispose Celeste, e scese giù dalle braccia di Sansone con un piccolo balzo.

"Intanto, perchè non vi presentate, ragazzi? Anzi... penso che possiamo anche fare una pausa, così ci conosciamo un po', e ci raccontate come vanno le cose lì a Reborn. E' da un po' che i nostri contatti con miss Saphira non sono più tanto frequenti." affermò la direttrice, aggiustandosi il cappello a cilindro.

Dopo quel lungo viaggio, a Vera, Ritchie e agli altri non dispiaceva per nulla poter fare conoscenza con i ragazzi del circo... e magari scambiarsi un po' di notizia. Speravano solo che si trattasse di persone affidabili, e che fossero in grado di dare una mano, ma almeno su questo, si fidavano del giudizio di Saphira. Così, mentre Sansone si prendeva in spalla Aya e Pietro senza tanti complimenti, la ragazzina castana disse di sì con la testa.

"Certamente!" rispose. Il suo gruppo si riunì intorno a lei, in modo da far vedere che erano anche loro una squadra affiatata.  "Saremo tutti molto felici di fare la vostra conoscenza... e di discutere di quello che il Team Meteora sta facendo."     

 

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CONTINUA...

 

 

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Capitolo 69
*** Cain e Aya si ritrovano! L'esperimento di Zel ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 69 – Cain e Aya si ritrovano! L’esperimento di Zel

 

"Aya! Dove credi di andare, signorina? Non stai dimenticando qualcosa?"

"Mammaaaa! Insomma, ti ho già detto dove vado! Ho già recitato abbastanza, e adesso non resto qui a girarmi i pollici solo perchè tu vuoi che io faccia la brava bambina!"

"Si tratta di quei due perdigiorno, vero?"

"Uno di quei... perdigiorno... è il mio fidanzato. Anche se non merito una persona così gentile e generosa. E l'altro è mio fratello, anche se le ultime parole che ci siamo detti non sono state le migliori."

"Fratello? Di cosa stai parlando? Tu non hai mi avuto fratelli!"

"ANCORA CON QUESTA STORIA? Adesso basta, mamma! Siamo persone intelligenti e mature, eppure continuiamo con questa recita idiota! Beh, io non sono più disposta a farlo! Ci ho pensato, in questi giorni, e mi sono rotta le scatole di far finta che la nostra famiglia sia più felice dopo che hai costretto Cain ad andarsene!"

"Come ti permetti di parlare così a tua madre, signorina? Io non tollero che una persona così disgustosa viva sotto il mio stesso tetto, e non ti permetto di frequentarlo! Lo sai cosa si dice di chi va con lo zoppo!"

"Ah, sì? Bene, mamma, ho una notizia da darti... Cain lo conosce molto bene quel proverbio, è per questo che se n'è andato di qui! E io farò lo stesso! Non mi insegnerai ad essere una persona gretta e superficiale, che giudica le persone dall'aspetto piuttosto che dal loro animo!"

"Aya... tu... tu... non puoi dire sul serio! Ti rendi conto di cosa..."

"Sì, mamma. Me ne rendo conto. E mi dispiace... ti voglio bene, ma certi tuoi atteggiamenti, non li posso più sopportare. Non sei tu la mia unica famiglia. Adesso devo fare quello che avrei dovuto fare già da tempo. Ti manderò un' e-mail non appena potrò, nel frattempo... stammi bene."

"Aya! Aya, fermati! Fermati..."

 

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"Hmm... no... non mi fermo... non adesso..."

Aya borbottò qualcosa mentre si svegliava dal sonno indotto artificialmente, e la sua mente si riportò alla realtà. Per qualche istante, tutto quello che la ragazza riuscì a vedere furono delle sagome indistinte che fluttuavano davanti ai suoi occhi... e finalmente, la vista le tornò del tutto, e la prima cosa che riuscì a riconoscere fu il volto del fratello maggiore, che la guardava con quel suo classico sorrisetto acuto che faceva ogni volta che voleva prenderla in giro. Accidenti. Anche dopo tutto questo tempo, quello sciocco non era cambiato?

"Bensvegliata, brutta addormentata nel circo!" la salutò Cain, salutandola come se fosse un giorno qualsiasi. "Dormito bene? So che forse avresti preferito una principessa al tuo fianco, ma... beh, qualcuno mi chiama pure 'principessa', quindi... puoi accontentarti, immagino!"

Sì, il solito Cain. Non era proprio cambiato nulla.

"Hmm... sei proprio tu, eh?" borbottò Aya, cercando di svegliarsi completamente. Dopo un paio di tentativi, riuscì a mettersi seduta... e finalmente si rese pienamente conto della situazione in cui si trovava. Fino a quel momento, era stata sdraiata su un divano rosso, in una piccola stanza sotto quello che sembrava essere il tendone di un circo... strano, l'ultima cosa che ricordava era di trovarsi nella piazza principale di Agatipoli... e poi, all'improvviso, tutti avevano cominciato ad addormentarsi, sdraiandosi per terra o appoggiandosi con la schiena contro un muro, in pieno giorno! Aya aveva sentito una strana voce nella sua mente, e aveva cominciato a sentirsi letargica...

Ed ora, eccola lì, in quello strano posto... riusciva a vedere una postazione computerizzata all'altro lato della stanza, accanto alla quale si trovavano alcune persone e Pokemon...

Ma in questo momento, quello su cui lei era più concentrata era Cain.

"Sì, sono proprio io, sorellina! Perchè, chi ti aspettavi, Lance?" disse con tono ironico. "Eccomi qui... ne è passato di tempo, vero?"

Aya cercò di rimettersi a posto i capelli e sospirò, gettando al fratello maggiore uno sguardo che esprimeva esasperazione. "Certo che la fai facile, tu... e dove ci troviamo, adesso? Mi avete trascinata fin qui?" chiese, per poi notare la ragazzina castana e il ragazzino con gli occhiali che si avvicinavano, accompagnati da un Blaziken e un Gardevoir. "E questi chi sono? Tuoi amichetti della resistenza?"

"Oh, ti sei svegliata, vedo!" esclamò la ragazzina castana con la bandana, accogliendo Aya conun sorriso accomodante. "Io mi  chiamo Vera Maple... lui è il mio starter, Blaziken... e questi sono Max, mio fratello... e il suo amico Gardevoir." ognuno dei presenti fece un inchino o un saluto al sentire il proprio nome. "Sì, noi facciamo parte della resistenza contro il Team Meteora. Anche in effetti veniamo da Hoenn... è una storia un po' lunga."

"Blaze!" affermò Blaziken, quasi volesse dire che avrebbero avuto il tempo di spiegarle tutto più avanti.

"Piacere di conoscerti... quindi, tu sei la sorella di Cain, eh? Cain ci ha parlato di te, qualche volta." disse Max, aggiustandosi gli occhiali.

Aya sospirò di nuovo, un verso che esprimeva rabbia e frustrazione, e che colse un po' di sorpresa Max. Certo, era abituato ad Hitomi, che non era esattamente un'allegrona, ma quella ragazza sembrava quasi emanare un'ara di pessimismo e cinismo. "Certo, certo... immagino che vi abbia detto che io sono una strega e che non ci si può fidare di me, vero? Guardate che non è il caso di addolcirmi la pillola... lo so perchè è la verità."

"Ancora con questa storia, Aya?" rispose Cain, adesso un po' più serio, ma senza mai perdere il sorriso. "Te l'ho detto che non serbo rancore nei tuoi confronti."

"Beh, dovresti farlo!" rispose bruscamente la ragazza, e si voltò di scatto incrociando le braccia e guardando verso il basso. "Ti ho... voltato le spalle quando avevi più bisogno di me, e non mi sono opposta quando quella donna ti ha mandato via e ha cercato di farci dimenticare di te! Come puoi non essere arrabbiato con me? Dovresti odiarmi!"

Vera, Max e i loro Pokemon indietreggiarono, comprendendo che c'erano delle questioni personali aperte tra i due fratelli, e che loro due sarebbero probabilmente statidegli incomodi. Dall'espressione di Vera, si poteva arguire che aveva compreso che si trattava di questioni serie...

Cain, da parte sua, fece un sospiro e si sfregò la fronte con una mano. Era un discorso che aveva già fatto molte volte, e non riusciva a spiegarsi come mai Aya si ostinasse a non capire. "Aya... tu sei l'unica qui che la pensa così. Ascoltami... in parte, la colpa è stata mia. Me ne sono uscito fuori con questa notizia bomba sulle mie... preferenze, se vogliamo metterla in questo modo... e non vi ho dato la possibilità di farvene una ragione. Non voglio giustificare nostra madre. E non credo che potrò mai perdonarle di avermi mandato via in quel modo, senza neanche cercare di comprendermi... ma posso capire che sul momento, una notizia del genere possa sconvolgere."

Vera si ricordò di quello che aveva sentito in precedenza - che Cain fosse bisessuale. Fece una smorfia al pensiero che fosse stato quello il motivo per cui Cain era stato costretto ad allontanarsi dalla famiglia - che razza di madre era, una che faceva cose del genere a suo figlio?

"Ma tu... tu non hai colpa di quello che ha fatto nostra madre." affermò il ragazzo, battendo una mano sulla spalla di Aya per darle conforto. "Quanto avevi all'epoca? Credo... tredici o quattordici anni. Non eri nelle condizioni di opporti a nostra madre. Nessuno di noi ti biasima per questo!"

"Smettila di giustificarmi, Cain! Non lo capisci? Io sono una persona orribile, e non merito che tu mi voglia bene!" A questo punto, la ragazza stava cominciando a perdere la calma, e Cain si fece leggermente indietro, temendo di aver detto la cosa sbagliata. Questo, sfortunatamente, ebbe l'effetto di far agitare ulteriormente Aya, che si alzò dal divano e cominciò a strillare rabbiosamente. "Allora? Che vuoi dire, che non mi serbi rancore e che sono pur sempre tua sorella, vero? Che mi sentivo intimorita da nostra madre e non ho avuto il coraggio di dire la mia, vero? Tutte scuse... avrei dovuto prendere il coraggio a due mani, e costringere nostra madre ad accettarti, oppure avrei dovuto seguirti anch'io! Ma sono stata troppo codarda per farlo! Solo adesso sono riuscita a farmi coraggio e ad andarmene da casa! Ma intanto ti ho lasciato da solo... tu hai tutte le migliori ragioni per odiarmi... io... io... non merito di... di... avere un fratello che... io non..."

Le emozioni avevano ormai completamente sopraffatto Aya, che si sedette di colpo sul divano come se le sue ginocchia avessero ceduto di colpo, e cominciò a singhiozzare. A quel punto, l'attenzione di tutti era rivolta a lei e a Cain... e il ragazzo dai capelli viola sembrava talmente stupefatto, o meglio dire sconvolto, che non sapeva esattamente cosa fare. Si voltò verso Vera, Max e i loro Pokemon, che però non furono in grado di aiutarlo se non rivolgendogli un'espressione comprensiva. Era una faccenda in cui non erano sicuri di potersi immischiare, per paura di dire la cosa sbagliata.

"Che... che sta succedendo, qui?" chiese Drew, raggiungendo Vera e suo fratello assieme ad Ortilla ed Alty. Il Gardevoir di Max aprì le mani, come per dire che era un problema di non semplice spiegazione, e indicò Aya che continuava a piangere e a darsi la colpa, tenendosi la fronte con entrambe le mani. "Oh... capisco, ci sono... dei problemi con quella ragazza, eh?"

"Lei è la sorella di Cain... e a quanto pare ci sono dei problemi che si portano dietro da un bel po'." spiegò Vera, non volendo spiegare oltre per non essere importuna.

"Accidenti..." mormorò Ortilla, desiderosa di poter fare qualcosa per dare una mano. Aya stava prendendo molto male l'intera situazione, e Cain non dava l'impressione di sapere cosa fare per darle una mano. Da una parte, Ortilla temeva a sua volta di ficcare il naso in affari che non la riguardavano... ma dall'altra, non si sentiva per niente tranquilla a lasciare tutto così com'era.

Alty svolazzò accanto alla sua allenatrice, e Vera notò che la graziosa Pokemon Drago/Volante stava in qualche modo cercando di convincere Ortilla a dare una mano. Ma la bambina dai capelli turchini esitò per qualche istante.  Che cosa si dice a due fratelli che si vogliono bene, ma che hanno dei punti di vista così opposti che il tentativo dell'uno di mettere a posto le cose non aveva fatto altro che far agitare ulteriormente l'altra?

Ortilla ci pensò su. In fondo, lei aveva cominciato ad allenarsi peressere una coordinatrice per vari motivi... perchè le piacevano le luci della ribalta, perchè le piaceva allenarsi assieme alla sua cara Alty, perchè lo riteneva un modo per fare onore a suo zio Adriano... e per dare un po' di gioia a coloro che assistevano alle sue gare. Anche quello era un motivo valido, a suo parere. E adesso, c'era una ragazza, davanti a lei, che aveva bisogno di essere tirata su. Forse era il caso di provare...

Anzi, no, niente 'forse'. Dal punto di vista di Ortilla, la cosa più giusta da fare era cercare di darle una mano e convincerla che lei non era la persona orribile che riteneva di essere. Tutti hanno diritto ad essere felici, ed Ortilla non si sarebbe sentita in pace con sè stessa se non avesse almeno cercato di darle una mano.

Aya si era un attimo calmata, ma continuava a volgere lo sguardo dall'altra parte rispetto a suo fratello, quasi ritenendosi indegna di guardarlo negli occhi. Ortilla decise di approfittare di questo momento per avvicinarla e parlarle, e dopo averla raggiunta, si sedette accanto a lei e le mise una mano sulla spalla.

"E... e tu cosa vuoi? Lasciami in pace! Non vale la pena che tu perda tempo con una come me..." Aya cercò di convincere Ortilla a lasciar perdere e si tirò indietro, ma senza eccessiva convinzione.

La bambina dai capelli turchini e la sua fedele Altaria si guardarono... e Ortilla diede un segnale ad Alty, abbassando un po' la testa e strizzando un occhio. La graziosa Altaria comprese al volo il messaggio, e ridacchiò tra sè, poi svolazzò con eleganza davanti alla suaallenatrice e si fermò davanti ad Aya, che sentendo una lieve brezza soffiarle sul viso, alzò lo sguardo e la osservò incerta.

"Che... che cosa c'è?" chiese Aya, finalmente scossa dal suo autocompatimento. "Ci sono problemi? Sono... sono stata io a..."

Prima che la ragazza dai capelli viola potesse completare la frase, Alty chiuse le ali attorno a sè e, con una spinta poderosa, si sollevò verso il soffitto del tendone, dove eseguì un volteggio, e spalancò le ali creando attorno a sè un vortice di piume bianche! Aya fece un salto per lasorpresa e si ritirò sulla poltrona, e le piume cominciarono a volteggiare attorno ad Alty come spinte da un vortice apparso dal nulla. Allo stesso tempo, la Pokemon Drago/Volante cominciò a risplendere di luce propria, e i raggi, obbedendo a qualche legge del mondo dei Pokemon che non aveva molto a che fare con la fisica, si rifletterono sulle piume, creando una spettacolare tessitura di luce tutt'attorno ad Alty! Ipnotizzati da quella spettacolare tecnica, Cain ed Aya restarono a guardare meravigliati, seguendo ogni movimento con lo sguardo...

...e quando Ortilla fu sicura che l'attenzione di Aya fosse stata sufficientemente attratta, sorrise argutamente e fece il segno dell'okay alla sua Pokemon. Un'espressione divertita apparve sul volto di Alty, e il suo becco sembrò quasi sollevarsi in un sorrisetto... un attimo prima che la graziosa Pokemon Drago/Volante aprisse nuovamente le ali, e il vortice di piume danzanti si diresse verso Aya, che si accorse troppo tardi di esserne il bersaglio!

"Ma che cosa... Kyaaaa!" La ragazza alzò le braccia, cercando come poteva di proteggersi, ma diverse piume si intrufolarono nei suoi vestiti, sotto le maniche o nella veste, e cominciarono a sfregarle la pelle, provocandole un solletico che presto divenne insopportabile! Aya scoppiò a ridere e cominciò ad agitarsi, sfregandosi freneticamente sulla poltrona nel tentativo di liberarsi da quelle fastidiose piume, ma queste sembravano essere dotate di volontà propria, e si intrufolarono nei punti che la ragazza aveva lasciato scoperti, continuando a farle il solletico. "Huhuhuhuhuhu HAHAHAHAHAHAHAAAA! Bastaaaaa, pietaaaaaà! Il solletico noooooo!"

Vera, Max e i loro Pokemon erano rimasti ad osservare esterrefatti la scena, e adesso stavano guardando Aya che cercava disperatamente di sfuggire a quella buffa tortura sfregandosi sulla poltrona come un cane pieno di pulci! Anche Cain era rimasto sbalordito... ma ben presto, riuscì a vedere il lato divertente della situazione, e cominciò a ridacchiare.

"Heheheheee... lo sai, sorellina? Sei molto più carina quando ridi, anche se ti stai scalmanando come un Primeape in piena crisi esistenziale!" la prese in giro Cain.

Gardevoir sospirò e alzò una mano in direzione di Aya. "Okay, credo che possiamo anche concludere qui... Max, posso farli smettere?" chiese telepaticamente al suo allenatore. Quando Max si aggiustò gli occhiali e disse di sì con la testa, Gardevoir fece un piccolo sforzo di concentrazione e diresse un lieve attacco Confusione verso Aya. Le piume che la stavano "tormentando" si fermarono e vennero estratte dai suoi vestiti tramite telecinesi, per poi cadere sul pavimento e lasciare Aya a riprendere fiato, seduta sulla poltrona con aria stupita ma allo stesso tempo sollevata. Sembrava che aver fatto quella risata scatenata le avesse un po' tirato sul morale.

"Phew... Uff... accidenti... non ricordo di aver riso tanto da... da quanto? Non... non me lo... ricordo più..." mormorò, una volta ripreso abbastanza fiato da parlare. Alzò la testa e guardò verso Ortilla ed Alty, che si stavano stringendo la mano (o l'ala, nel caso della Pokemon) come per congratularsi a vicenda dell'idea. "Voi due... che cosa vi è saltato in mente? E' stato tanto divertente farmi il solletico fino quasi a farmi morire dalle risate?"

"Altaria!" esclamò Alty, sbattendo le ali e muovendo la testa come per dire: Sì, lo è stato!

Ortilla ridacchiò gentilmente e strizzò un occhio in direzione di Aya. "Beh, se non altro, siamo riusciti a farti divertire un po'!" affermò. "Sai, non era per niente bello vederti così disperata... per delle colpe che non è giusto che tu ti addossi."

Aya fece qualche altro respiro e si sfregò ancora un istante per farsi passare il prurito. I suoi modi si fecero di nuovo cupi mentre si metteva a posto i vestiti e guardava di nuovo prima verso Cain, e poi verso Ortilla ed Alty. "Che cosa vi fa pensare che quello che ho fatto non sia tanto grave?" chiese infine. "Non ho difeso mio fratello dai pregiudizi di quella bigotta di nostra madre, che non l'ha più accettato in casa soltanto perchè non pensava che Cain avesse il diritto di innamorarsi di chi vuole. E' colpa mia se mio fratello è stato costretto a vivere per le strade di quell'inferno chiamato Reborn City... quindi perchè non dovrei farmelo pesare?"

"Perchè... beh, perchè la colpa non è tua, Aya!" riprese Cain, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo. "Non sei stata tu a mandarmi via, ma nostra madre. Va bene... forse se tu fossi intervenuta nostra madre avrebbe cambiato idea... ma ho come l'impressione che alla fine non avrebbe fatto nessuna differenza. Lo sai com'è fatta, lei... o si fa come dice lei, o niente. Sinceramente... credo che me ne sarei andato di casa comunque. Tutto quello che lei ha fatto è stato anticipare la cosa di qualche mese."

Aya congiunse le mani sul grembo e scosse la testa. "Tu mi stai chiedendo di giustificare il fatto che non ti ho difeso... con la scusa che tanto, sarebbe accaduto in ogni caso, prima o poi?"

"Hey, tutti noi facciamo degli errori. Non sarò io a scagliare la proverbiale prima pietra."  rispose il ragazzo dai capelli viola, facendo un sorriso e arruffando affettuosamente i capelli alla sorella minore, che reagì con un'esclamazione infastidita e cercò di sottrarsi. "E poi, scusa... come potrei mai finire per odiare la mia sorellina?"

"Cain ha ragione, tutti fanno degli errori. E' giusto che tu te ne sia resa conto, ma non servirà a niente punirti eccessivamente." continuò Ortilla.

Drew continuò il discorso. "E' vero... e poi, detto sinceramente, non credo che siano molte le persone che avrebbero il coraggio di opporsi così apertamente alla propria madre, soprattutto se si tratta di una persona dominatrice e tirannica... come voi mi descrivete la vostra." affermò. Vera disse di sì con la testa, le braccia conserte sul petto.

Aya restò in silenzio a riflettere su quello che aveva appena sentito. Non sarebbe certo bastato quello a mandare via il senso di colpa che aveva provato per tanto tempo... ma almeno adesso, Aya aveva motivo di pensare che la responsabilità per quello che era successo a suo fratello non fosse tutta sua. Per la prima volta dopo tanto tempo, sentiva che l'affetto che Cain ancora provava per lei non era immeritato, e che i suoi amici le stessero ancora vicino non per pietà, ma perchè la consideravano davvero una persona di valore. Era una sensazione strana, e avrebbe avuto bisogno di tempo per abituarsi... ma allo stesso tempo, si sentiva in parte liberata da un peso che le gravava addosso da tempo.

Finalmente, Aya tirò un sospiro e si appoggiò di schiena alla poltrona. "Certo che voi avete un modo tutto vostro di far sentire meglio la gente, eh?" chiese con un pizzico di sarcasmo.

Gardevoir alzò le spalle e disse di sì a Max. "Facciamo quello che possiamo." rispose il ragazzino con gli occhiali, come se fosse una cosa di tutti i giorni.

"Io penso... che far sentire meglio la gente sia qualcosa di giusto e rispettabile." continuò Ortilla, e accarezzò Alty sulla testa, per poi prendere le sue Pokeball e aprirle una per una. Scraggy, Bibarel e Spinda apparvero a fianco della Pokemon piumata, ognuno di loro facendo un piccolo numero di abilità - Scraggy fece una breve danza del ventre, Bibarel camminò sulle mani per un breve tratto, e Spinda si mise a testa in giù e volteggiò sulle orecchie un paio di volte! Poi, ognuno di loro si mise sull'attenti e fece un inchino, ricevendo un applauso dai presenti.

"Visto? Anche i miei Pokemon sono d'accordo." continuò Ortilla, con Alty che muoveva il becco in alto e in basso con fare saccente! "Quello che voglio dire... è che penso che tenere alto il morale delle persone sia importante, soprattutto in un posto come Reborn. Non c'è nulla di sbagliato nel voler far divertire gli altri... e credimi, è più difficile di quanto si potrebbe pensare."

"Bibarel..." squittì il buffo Pokemon castoro... per poi scivolare con le mani e scivolare comicamente a terra, la coda in alto e le zampe posteriori che annaspavano!

"Okay, forse per qualcuno non è tanto difficile..." affermò Max. Seguì un'altra breve risata generale, e Ortilla strizzò un occhio ad Alty, che svolazzò verso Bibarel, gli prese gentilmente la coda e lo aiutò a rialzarsi. Il castoro squittì inbarazzato e si sfregò la nuca con una mano...

"A questo proposito... credo che anche il tuo caro Pietro si sveglierà molto presto!" continuò Cain, e diede una lieve gomitata di intesa alla sorella minore, che arrossì di colpo e girò la testa dall'altra parte. "Vero che quel tipo ti piace... eh, sorellina? Non puoi nasconderlo!"

"C-cosa?" esclamò stupita Aya. "N-no! Che ti salta in mente, Cain? Non è affatto così! Siamo... siamo solo buoni amici, tutto qui!"

Ignorando del tutto la risposta di Aya, Cain si alzò dal suo posto e congiunse le mani con un sorriso serafico dipinto sul viso, poi cominciò a declamare versi che dovevano suonare poetici, ma riuscivano soltanto ad essere ridicoli! "Aaaah, il vero amore... è una cosa grande! Per la mia sorellina sta arrivando la primavera, anche nel bel mezzo di un bidone della spazzatura a cielo aperto come la Palude Mercurio! Si aprano le nuvole, e i cieli versino la loro luce su questi amanti ostacolati dal destino!"

"Ma che sta dicendo?" mormorò Vera scuotendo la testa, con tanto di gocciolone di sudore sulla nuca! Blaziken si mise una mano sulla fronte e scosse la testa, e sia Drew che Max cercarono come potevano di trattenere le risate.

"Fratellone... la pianti di fare questi voli pindalici?" si inalberò Aya, con gli occhi trasformati in fessure e una comica venuzza pulsante che le appariva sulla fronte. "Ma... ehm... stavate dicendo... che anche Pietro è qui?"

"Uuuugh... sì, ci sono anch'io! Ho fatto una dormita che non vi dico..." mormorò la voce ben conosciuta di Pietro, che si sfregò gli occhi e si avvicinò ad Aya con un sorriso un po' stentato. Dava l'impressione di essersi appena svegliato da un lungo sonno... e in effetti, le cose stavano proprio così. "Ciao, Aya... ero andato con Cain ad Agatipoli per scoprire che diamine stesse accadendo da quelle parti... e guarda caso, abbiamo trovato te che dormivi come la bella addormentata!" Concluse la frase con un sorrisetto acuto, e Aya grugnì e si voltò leggermente per l'imbarazzo. "Ecco... come mai da quelle parti, Aya? Ti mancavo, vero?"

"F-forse un po'... ma proprio un pochino, eh?" rispose Aya, il cui volto stava diventando sempre più rosso! "Più... più che altro, diciamo che ad un certo punto, una si rende conto che ha fatto qualcosa di sbagliato, e cerca di rimediare! E' per questo che ho fatto un viaggio fino ad Agatipoli con i miei Pokemon... volevo dare una mano a voi della resistenza... volevo almeno cercare di capire cosa stesse tramando il Team Meteora da quelle parti... ma poco dopo che sono arrivata, ho visto che un sacco di gente stava dormendo come tanti Snorlax che hanno appena finito di mangiare un banchetto per venti persone!"

"E quando abbiamo trovato te e Pietro, stavate ronfando come ghiri anche voi." affermò Drew... e non resistette alla tentazione di lanciare loro una frecciatina. "Tra l'altro, eravate tanto carini, addormentati là, vicini vicini..."

"Awwww, ma perchè non mi godo mai certi momenti?" esclamò Pietro, con espressione serafica e tanto di scintille dorate che brillavano attorno a lui. Era in piena estasi... mentre Aya dava l'impressione di voler sprofondare!

"Dovevi proprio dirglielo?" lo rimbeccò Vera.

Il ragazzo dai capelli verdi alzò le spalle. "Sì. Dovevo. Era un'occasione come nessun altra."

"Ehm... comunque, quello che Sandone, Celeste e Terra hanno scoperto... è che molto probabilmente questo sonno è dovuto a qualche altro marchingegno del Team Meteora, probabilmente un Hypno, un Jigglypuff o qualche altro Pokemon che provoca il sonno, potenziato tramite una macchina PULSE." continuò Ortilla. "Al momento, Hitomi e Ritchie li stanno assistendo... stanno cercando di capire da dove viene questo segnale che fa addormentare la gente. Non è da queste parti, questo è sicuro."

"Capisco..." disse Aya, e si fece da parte quando Pietro si avvicinò, in modo da dargli lo spazio necessario per sedersi. "E allora... adesso che cosa si fa?"

"Aspettiamo che ci diano dei risultati..." disse Max, mentre guardava verso il terminale all'altro lato della stanza. "C'è un altro terminale, un po' più grande, in un'altra stanza, e stanno lavorando su quello. Speriamo che stianofacendo dei progressi..."

 

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In un'altra stanza, in effetti, Hitomi, Ritchie e Sparky stavano lavorando ad un altro terminale assieme a Sansone, Celeste e Terra... ovviamente, in questo caso, la parola 'lavorare' aveva una definizione un po' diversa da quella che le persone di solito le danno...

"Stupefante, fantabulante, amante!" esclamò Terra quando sul terminale apparvero i risultati della sua ricerca, sotto forma di un'ampia  mappa del continente di Reborn, sulla quale spiccava un puntino rosso intermittente in prossimità di una zona a nord-est, tra le cime di un'alta catena montuosa. Senza un apparente motivo, la ragazza dai capelli arcobaleno si mise nella posizione di una ballerina di danza classica e cominciò a piroettare per la stanza, descrivendo una serie di volteggi attorno a Celeste, che alzò gli occhi al cielo con l'aria di una che aveva già visto un sacco di volte scene simili. "E con questo, la vostra Terra ha scoperto il tesoro! L'acqua calda! La quadratura del cerchio... anzi no, ha scoperto solo il punto da dove il nuovo PULSE del Team Meteora canta la ninna nanna nonna alla gentaglia di Agatipoli! Non si merita un applauso?"

"Qualcuno le tiri una randellata sulla testa prima che io capisca i suoi deliri e impazzisca a mia volta." rispose Hitomi. Il ricciolino ribelle sulla sua testa si era tutto spiegazzato per la frustrazione, e la bambina si stava tenendo la fronte per il feroce mal di testa che Terra le aveva causato. Ritchie e Sparky non erano altrettanto sconvolti, ma i modi di fare della stravagante esperta di Pokemon Terra stavano mettendo a dura prova anche la loro pazienza.

"Pikachu..." disse Sparky. Caricando una lieve scossa elettrica sulle guance, il Pikachu con il ciuffetto indicò Terra al suo allenatore, chiedendogli se volesse che lui le tirasse una Tuononda per farla stare ferma almeno un po'.

"Lascia perdere, Sparky... quella è talmente piena di energia che credo che in qualche modo una Tuononda la caricherebbe ancora di più." affermò il ragazzino di Kanto, e si rivolse a Sansone che stava arrivando in quel momento, portando con sè alcuni piatti di tramezzini come se non pesassero niente. "Davvero è così tutti i giorni, Sansone? Tu e Celeste siete praticamente dei santi se riuscite a sopportarla..."

Sansone fece una risata gioviale e appoggiò i piatti su un tavolo vicino. "Ecco, servitevi pure, ragazzi. No, state tranquilli, Terra è così solo quando sta lavorando. Altrimenti è peggio." commentò. "Comunque, quello che conta è che abbia trovato il segnale del PULSE, no? Hey, Terra, non sai per caso di che Pokemon si tratta?"

"Tsk tsk tsk tsk tsk... io sono una clown. Una domatrice di Ciel. Non ho enciclopedia scritta in faccia! Anche perchè è un po' difficile scrivermi sulla faccia, dood!" rispose la ragazza. Smise per un attimo di piroettare e si mise in equilibrio su un piede solo, mettendosi in una posa da acrobata. "No, mi dispiace, non so che Pokemon è! Che vita sarebbe se  sapessimo tutto subito? Una vera noia, no? Però vi posso dire che si trova vicino alla città di Ametripoli."

"Ametripoli? Ah, sì, è una cittadina dispersa tra i picchi innevati! Molto carina, se posso dire la mia." commentò Celeste, avvicinandosi al terminale con andatura elegante e un po' ammiccante. "In effetti... è un posto difficile da raggiungere, e non mi stupisce che abbiano deciso di piazzare lì una macchina PULSE. Non sarà per niente facile da raggiungere..."

"Immagino che questo significhi che ce ne occuperemo noi, vero? Tranquilli, ormai ci siamo abituati." Hitomi rispose, ormai abituata a come andavano di solito le cose.

Sansone e Celeste si guardarono per un attimo, e il forzuto ghignò e strizzò un occhio alla sua ex-fidanzata prima di fare un passo verso il gruppo. "A dire la verità, ragazzi miei... non andrete da soli. C'è il vostro Sansone a darvi una mano!" esclamò, la voce da baritono che riecheggiava nella sala e faceva quasi vibrare le pareti del tendone. Quando Ritchie, Sparky ed Hitomi lo guardarono, piacevolmente sorpresi dalla notizia, l'esperto di Pokemon Lotta si schiarì la voce e parlò con un tono un po' più normale. "Ehm... stavo dicendo... che per un po', posso assentarmi da qui. Credo che avrete bisogno di un po' di supporto per quello che vi attende sulle montagne di Ametripoli. E poi, in fondo, è un favore che devo alla signorina Saphira."

Hitomi disse di sì con la testa, e fece un raro, piccolo sorriso. "Grazie, signor Sansone... Signorina Celeste, signorina Terra... spero che questo non vi dia troppi problemi." disse infine, contenta di poter contare sull'aiuto di una persona che dava l'impressione di essere affidabile e in gamba.

"Hohohohooo... tranquilli, ce la caveremo! Anche se, in effetti, senza il nostro Sansone, questo posto è un po' noiosetto!" disse Celeste, battendo una pacca amichevole sulla spalla del forzuto. Hitomi tese un po' le orecchie verso la fine della frase, ed ebbe la sensazione che la graziosa acrobata dai capelli blu provasse un pizzico di nostalgia... "Anzi, a questo proposito... piccola Hitomi, che ne diresti di un piccolo incontro di allenamento con Sansone... proprio davanti al nostro pubblico? Credo che sarebbe un buon modo per vedere di cosa sei capace... e far vedere a tutti gli abitanti di Reborn che ci sono persone capaci come voi che continuano a lottare contro il Team Meteora!"

"Hmm... una proposta allettante! Sinceramente, sono curioso di vedere di cosa sono capaci questi giovani ribelli!" affermò Sansone sfregandosi il mento. Un grosso Machamp arrivò da un ingresso laterale, e guardò verso il forzuto come se volesse chiedergli cosa stesse accadendo. "Aaaah, Machamp, vecchio amico mio! Se i nostri ragazzi qui presenti accettano, questa sera mettiamo su un bello spettacolino! Una battaglia di Pokemon di quelle come si deve! Che ne dici, piccola? Ti va di metterti alla prova? Davanti a tutti gli spettatori di questo circo... e tutto il popolo di Reborn?"

Hitomi non si era aspettata per niente una simile proposta, e restò per qualche attimo come imbambolata senza dire nulla. Diceva sul serio? Le stava proponendo una battaglia di Pokemon davanti a tutto quel pubblico? E sarebbe stata mandata in onda sugli schermi tutto Reborn?

La ragazzina riprese subito il suo tono serio e deciso. E perchè no? In fondo, aveva pur deciso di partecipare al campionato di Hoenn, dove avrebbe dovuto combattere di fronte a centinaia di spettatori, quindi perchè adesso le venivano queste strane fisime? Forse perchè era un pubblico chenon conosceva? Che stupidaggini... un'allenatrice degna di questo nome non poteva certo farsi frenare da così poco?

"Una sfida, quindi." rispose Hitomi. Dopo averci pensato per un attimo, giusto per essere sicura di cosa rispondere, la bambina fece un sorrisetto e annuì. "E va bene. Vediamo se riesco a mettere su uno spettacolo interessante."    

"Ottimo, ragazzina. Credo che ci sarà da divertirsi!" rispose Sansone, gettando un'occhiata di intesa a Ritchie, Sparky e infine Terra. La ragazza dai capelli multicolore fece il segno di vittoria e si sistemò un codino.

"Stupendo! Farò in modo che nessuno si perda nulla!" esclamò. "Mi raccomando, bambini e bambine, tutti all'arena per stasera! Occhio agli occhi, e chi ha orecchie per intendere, orecchi!"

"Questo non aveva neanche senso..." commentò Ritchie scuotendo la testa, con un'espressione vagamente infastidita.

"Pikachu, pika pika!" fu la risposta di Sparky, mentre Terra riprendeva a piroettare e si allontanava come niente fosse.

 

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"Bene. I calcoli si sono rivelati corretti. Come immaginavo, il DNA instabile di quel tipo di Pokemon si è rivelato abbastanza malleabile da adattarsi a questo esperimento."

Seduto ad una scrivania in un laboratorio illuminato in maniera tetra ed inquietante, lo scienziato del Team Meteora conosciuto come Zel stava completando alcuni studi. Era ormai notte fonda, e tutti i suoi colleghi si erano già ritirati per la notte, ma per lui - o meglio dire, per lei, visto che in quel momento era dominante la personalità conosciuta come Eve - non era davvero mai il momento di riposarsi, soprattutto quando aveva a che fare con una scoperta sensazionale come questa.

"Ecco... questo è quello che sono stata in grado di fare, Zero." continuò, rivolta ad un'altra delle personalità che si condividevano quel corpo. Una mano pallida si allungò verso una piccola pila di fogli scarabocchiati sui quali erano stati presi numerosi appunti, sotto forma di scritte che ora infestavano entrambe le facciate. Un profano che avesse anche soltanto posto lo sguardo su tutte quelle scritte, probabilmente sarebbe stato così confuso e sconvolto che non avrebbe nemmeno tentato di capirci qualcosa.

Ma per uno scienziato come Zel, tutto aveva un suo ordine. Ogni appunto, ogni frase, ogni calcolo faceva parte di uno schema logico che soltanto lui era in grado di seguire. Un costruzione che pian piano diventava sempre più alta  e più solida, dando una breve visione di ciò che ne sarebbe nato alla fine. Tutto questo aveva una sua bellezza. Per Zero, era motivo di orgoglio vedere i risultati del suo lavoro per il Team Meteora che prendevano lentamente forma davanti a lui... e per quanto Eve non fosse esattamente entusiasta di lavorare per quei terroristi, doveva ammettere che anche lei provava una certa gioia in tutta quella ricerca, in tutti quegli esperimenti, prove ed errori...

"Zero? Mi senti?" chiese Eve, toccandosi un paio di volte la fronte con l'indice e il medio della mano sinistra, quasi stesse bussando ad una porta.

Zel chiuse gli occhi e si passò una mano sulla faccia. Quando la tolse, la sua voce era cambiata, diventando più profonda e dal timbro maschile, e anche i suoi lineamenti, in qualche modo, sembravano un po' meno affilati. "Sì, sì, ti sento, Eve, forte e chiaro. E la tua... amichetta? E' a nanna, adesso?"

La voce di Zel cambiò di nuovo, tornando al timbro deciso ma comunque femminile di prima. "Smettila con queste battute, Zero. Lo sai bene che non le trovo divertenti. Non puoi certo pretendere che a Lumi piaccia quello che stiamo facendo."

"Sì, si, lo so." Zel proseguì quella bizzarra conversazione con sè stesso, agitando una mano per dire che si trattava di un particolare che a lui non interessava. "So bene che ho bisogno anche di voi per portare a termine il progetto del Team Meteora... ma anche voi avete bisogno di me per tornare quelle che eravate una volta. E' una relazione un po' spiacevole, ma necessaria, quindi cercate di non mettermi troppo i bastoni tra le ruote."

La personalità maschile di Zel ebbe l'impressione che Eve stesse fremendo per la rabbia, anche se non c'era modo di vederlo. "Lo sappiamo bene qual è la nostra realtà. Non aspetto altro che il giorno in cui questo finirà. Ma fino a quel momento, non sono così stupida da mettere in pericolo l'esistenza di Lumi. Tu vedi di fare la tua parte... e ora vediamo se i dati che abbiamo raccolto dallo scontro con Aya ci potranno essere utili."

Zel (Eve) non attese la risposta di Zero e si diresse verso la porta blindata di una piccola camera, ben serrata tramite congegni altamente tecnologici, e con soltanto un piccolo oblò semi-trasparente a permettere di vedere cosa stesse accadendo al suo interno. Gettò un'occhiata attraverso il vetro, verso un piccolo Pokemon che si trovava all'interno della stanzina - un piccolo e grazioso Eevee che gironzolava disorientato là dentro, forse alla ricerca di qualcosa che gli permettesse di uscire. La creaturina si voltò verso la finestra, e per un attimo incrociò lo sguardo di Eve, quasi volesse  chiedergli come mai lei e i suoi compagni stessero facendo questo... e cosa volessero fare, esattamente.

"Mi dispiace, Eevee. Ma questo è necessario. Dobbiamo fare quello che il Team Meteora vuole... e questo vuol dire che avremo bisogno anche di te." sussurrò Eve, pur sapendo che la creaturina non poteva rispondere. Immaginando che restare lì ancora un po' le avrebbe provocato più rimorsi di coscienza di quanti avesse bisogno, Eve sospirò, scosse la testa e si incamminò verso un vicino terminale, una tastiera lievemente illuminata in modo che tutti i caratteri risaltassero nel buio del laboratorio. Con una naturalezza che faceva capire che non era il primo esperimento di quel tipo che provava, Eve passò una mano sulla tastiera, e uno schermo luminoso apparve davanti a lei, mostrando una serie di opzioni.

Eve ebbe un breve istante di esitazione, poi scacciò temporaneamente i suoi dubbi e scelse una delle opzioni, per poi dare la conferma...

Nella camera dove Eevee era tenuto prigioniero, si sentì uno strano ed inquietante rumore, come di aria compressa che veniva attivata... e la creaturina drizzò le orecchie allarmato quando alcune luci di emergenza si accesero, e la sua prigione venne inondata da un rosso acceso che prometteva pericolo...

E un attimo dopo, il suo olfatto acuto sentì uno strano odore pungente che si diffondeva... e con suo grande allarme, una nuvola di gas bianco dall'aspetto pericoloso cominciò a saturare la stanza, uscendo da una serie di bocchettoni che si erano aperti all'improvviso sul soffitto!

All'esterno, Eve restò a guardare impassibile mentre la finestra si appannava rapidamente, man mano che la camera veniva invasa dal gas tossico, e per diversi secondi restò lì ad osservare, in preda a chissà quali pensieri. Il tempo passava con snervante lentezza, e dalla sua posizione, tutto quello che riusciva a vedere era il gas bianco che descriveva delle forme nebulose sul vetro...

Dopo quasi cinque minuti, finalmente il gas tossico cominciò a diradarsi... ed Eve premette un altro tasto sul terminale, attivando un'altra serie di ventole, questa volta degli aspiratori che cominciarono subito a risucchiare il gas venefico, provocando un forte rumore che Eve riusciva a sentire anche dalla sua posizione. Quando la nebbia letale fu del tutto scomparsa, Zel fece un ultimo controllo, assicurandosi che la concentrazione di sostanze tossiche nell'aria fosse abbastanza bassa.

Finalmente, dopo quasi un minuto, il computer diede il segnale che la stanza era sicura... ed Eve rilasciò la sicura e osservò con crescente tensione la porta che si apriva con uno scatto metallico. Procedendo con prudenza, entrò nella stanza e diede un'occhiata all'interno, passando ogni centimetro quadrato in rassegna per cercare l'Eevee usato come cavia...

Un fagotto in un angolo attirò la sua attenzione, e per un attimo, Eve ebbe il terribile sospetto che il Pokemon non fosse sopravvissuto all'esperimento. Poi, vide del movimento... e vide la creatura alzarsi in piedi, agitando la coda...

Ma Eve si accorse subito che c'era qualcosa di diverso. Un Eevee ha normalmente una coda folta e morbida, mentre adesso, il Pokemon aveva una lunga coda a frusta...

Anzi, due! Adesso Eevee aveva due code, che si agitavano dietro di lui come due serpenti pronti a colpire! E quando il Pokemon si voltò verso di lei, Eve vide un paio di grandi occhi verdi smeraldo dalle pupille bianche, in un muso affusolato dalle larghe orecchie a punta, che la osservavano con un fare a metà tra l'indignato e il confuso. Quel Pokemon dava tutta l'impressione di volere delle spiegazioni, e di volerle subito!

"Tooooox!" esclamò, e fece qualche passo in avanti, rivelando finalmente il suo aspetto quando entrò nel fascio di luce che proveniva dall'esterno. Eve fece un passo indietro, in modo da non apparire minacciosa, e osservò con interesse e meraviglia la nuova creatura - come tutte le Eevolution, era un Pokemon dall'aspetto elegante, vagamente simile ad un felino con le orecchie un po' troppo grandi e un pao di occhi luminosi ed ipnotici. La sua pelliccia era corta e lucida, di un colore verde talmente sbiadito che sembrava essere bianco, che si scuriva sulla schiena, sopra la testa e sulle zampe anteriori, creando dei graziosi motivi smeraldini sul corpo della creatura. Gli occhi erano di colore verde con le pupille bianche, e le sue grandi orecchie triangolari erano verdi all'interno. La sua criniera si era ridotta ad un paio di ciuffetti verdi ai lati della testa, come un paio di codini. Questa nuova evoluzione di Eevee - perchè di questo si trattava - aveva inoltre due lunghe e sottili code simili a fruste, ognuna delle quali terminava in un pungiglione uncinato simile a quello di uno scorpione.

La creatura avanzò ancora di qualche passo, lasciandosi dietro delle impronte fosforecenti che scomparvero nel nulla dopo un paio di secondi.

"Tox, tox, eon?" chiese il nuovo Pokemon, e frustò il pavimento con una delle sue code in segno di impazienza.

Eve doveva ammettere che in quel momento, provava un senso di meraviglia e di orgoglio. L'esperimento era riuscito. Grazie ai dati che avevano ottenuto durante lo scontro con Aya, alle mosse di tipo Veleno che le sue Eevolution avevano ricevuto, lei e Zero erano riusciti a creare un'evoluzione alternativa di Eevee di tipo Veleno. Si trattava senz'altro di un passo avanti per il Team Meteora... ovviamente, a patto che fosse riuscita a farsi ascoltare da questo Pokemon alquanto confuso e irritato.

Ma prima che ad Eve potesse venire in mente qualcosa da dire, Eve sentì qualcosa di invisibile che la spingeva nuovamente nei meandri della sua mente... e con sua grande rabbia, si rese conto che la personalità di Zero le aveva sottratto il controllo. Accidenti a lui... questa gliel'avrebbe pagata, prima o poi...

"Benvenuto." disse infine la voce di Zero, chinandosi verso la strana Eevolution, che fece un passo indietro e sollevò le code affilate sopra la testa, pronto a colpire. "Mi sei costato un bel po' di ricerca e di cavie... ma a quanto vedo, ne è valsa la pena, Toxeon!"

"Eon?" rispose la Eevolution di tipo Veleno, piegandosi un po' di più sulle zampe e tenendo le code alzate.

Zero sghignazzò lievemente e tese la mano verso la nuova creatura, che storse il naso e restò ferma al suo posto, mostrando di non avere paura. "Tranquillo, non voglio certo farti del male. Sei troppo prezioso, e probabilmente sarai il primo di una lunga serie. Certo, questo dipende se sarai utile in battaglia contro i nostri nemici, e... ugh... ma cosa..." Alla fine della frase, il volto di Zero si contorse in un'espressione sorpresa... e si sentì a sua volta trascinare via da una forza invisibile prima di perdere il controllo del corpo! La personalità maschile grugnì rabbiosamente quando si rese conto che questa volta era stata Lumi a sottrargli il controllo del corpo in qualche strana maniera... accidenti a quella mocciosa... a volte si chiedeva se davvero valesse la pena di sopportarla...

"Bravo, bel modo di guadagnarti la fiducia dei tuoi Pokemon. Gli dici in faccia che non sono altro che un'arma contro i tuoi nemici. Funzionerà, ne sono sicura." sentì la voce telepatica di Lumi che lo prendeva in giro. Da quando in qua quella mocciosa aveva imparato il sarcasmo? "Ora, se permetti, posso fare io? Credo di avere un po' più di buone maniere..."

"Ugh... razza di... ADESSO me lochiede, il permesso?" si lamentò Zero, mentre Lumi, prendendo in mano la situazione con un piglio che neanche Eve credeva possibile da parte sua, iniziava a "guidare" il corpo di Zel, e si accucciava verso Toxeon, in modo da mettersi al suo livello e sembrargli meno minaccioso.

"Ciao, Toxeon... ti hanno chiamato così, giusto?" esordì Lumi. Toxeon tenne sollevati i pungiglioni, ma adesso sembrava che fosse un attimo più tranquillo. "Beh, che ti posso dire... mi dispiace che la tua nascita sia stata così difficile. Credimi... se fosse dipeso soltanto da me, avrei fatto in modo che ti fosse data la possibilità di scegliere."

"Toxxxx?" chiese Toxeon, e mosse qualche passo guardingo verso Zel, la cui mano pallida si allungò gentilmente verso di lui e cominciò ad accarezzarlo sulla testa. Zel sentì una strana sensazione, come se la pelliccia del Pokemon Veleno fosse in qualche modo bagnata, e la pelle della mano gli bruciò leggermente... con un'esclamazione di sorpresa, Lumi ritirò la mano e la scosse, e Toxeon restò a guardarla perplesso.

"Owwww! Accidenti, brucia!" si lamentò Lumi, e cominciò a soffiarsi sulla mano. Ebbe la sensazione di sentire Eve che sospirava...

"Insomma, Lumi, non sei stata attenta quando stavo lavorando su Toxeon? Mi sembrava di aver detto che ha la pelliccia intrisa di un debole acido." affermò la sua voce nella mente di Lumi. "Si tratta di una precauzione che abbiamo preso in modo che Toxeon fosse più difficile da attaccare."

"Lo sai che non capisco molto di queste spiegazioni tecniche. Sei tu il genio tra noi due, Eve." borbottò Lumi. "Beh, sì, in effetti è una buona idea. Però questo rende un po' più difficile accarezzarlo..." 

Lumi storse il naso, dandosi della sciocca per le idee che si faceva venire. Ovvio che il Team Meteora volesse progettare quel Pokemon in modo da massimizzare le sue capacità combattive - senza per questo creare qualcosa di incontrollabile. Non avevano certo pensato alla qualità della vita di Toxeon. Doveva essere un'arma e basta. Ma Lumi non era certo il tipo di persona a cui andasse bene così... e decise che se non c'era nulla che potesse fare, almeno per il momento, per andare contro la volontà del Team Meteora, non c'era comunque nulla che le impedisse di rendere un po' meno cupa la servitù di Toxeon.

"Ascoltami, Toxeon... in questo momento siamo in una posizione un po' delicata." spiegò Lumi, chinanndosi per guardare la Eevolution tossica dritta negli occhi e cercare di sembrare un po' meno minacciosa. "Vedi... in questo momento, noi dobbiamo lavorare per delle persone che... beh, non sono esattamente brava gente. Sono il Team Meteora, e usano i Pokemon come te per fare del male agli altri."

"Toxeon...?" chiese Toxeon. Non sembrava molto sicuro di dove Lumi volesse arrivare.

Zel si schiarì la voce e continuò. "Tuttavia... al momento non abbiamo molta scelta. Dobbiamo fare come ci dicono loro. Ma... ti prometto che non durerà tanto a lungo. In un modo o nell'altro... sono sicura che riusciremo a cavarcela." affermò. Per un istante, Lumi fu di nuovo tentata di accarezzare la Eevolution di tipo Veleno, ma siricordò del problema della sua pelliccia acida e ritrasse la mano con rammarico. "Però... per il momento dobbiamo per forza fare come dicono loro. Ascolta... ti prometto che io ed Eve saremo delle brave allenatrici per te, e sono sicura che ti ambienterai anche con gli altri nostri Eevee!"

L'idea di essere in un gruppo con delle altre Eevolutions come lui sembrò piacere a Toxeon, che finalmente abbassò i pungiglioni e si rilassò. "Eooon!" esclamò, e rivolse a Lumi un'espressione affettuosa, che la più tranquilla delle personalità di Zel ricambiò con una strizzata d'occhio.

"Aaaah, lo sapevo che Lumi conosceva il modo giusto di trattarlo!" affermò con orgoglio Eve.

Zero, inutile dirlo, non la pensava allo stesso modo, e fece un verso disgustato. "Ugh... presto, una bacinella! Ho una nausea tremenda..."

 

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Sarebbe dovuta essere una giornata come tutte le altre per Druddigon.

Forse anche migliore, visto che per una volta non doveva avere a che fare con quella fastidiosa ragazzina che gli veniva a dare fastidio. Quel giorno aveva cacciato bene, aveva fatto un bel giro e aveva pattugliato il suo territorio senza che si verificassero incidenti. Poteva dire di essere soddisfatto di come fosse andata.

Almeno, finchè non era tornato alla sua tana... e aveva visto cosa stava succedendo!

Un gruppo di Bergmite, strani e irritanti Pokemon di tipo Ghiaccio, simili a delle bestiole bianche con quattro zampe cortissime e ricoperti da un sottile strato di ghiaccio affilato, aveva preso possesso della sua dimora, e adesso lo stavano affrontando, decisi a mandarlo via! Con un grugnito irritato, il Pokemon Grotta si mise in guardia e fissò le creaturine di ghiaccio con furia... ma tra sè, Druddigon temeva che avrebbe dovuto cedere il passo. Presi singolarmente, quei Bergmite non erano certo avversari degni per lui... ma erano così tanti che avrebbero potuto sopraffarlo con la forza dei numeri, e tra l'altro lui era sensibile al loro elemento...

"Drrrruddigon..." grugnì il drago, agitando lentamente le ali e cercando di intimorire per quanto possibile gli invasori della sua tana. Alcuni Bergmite retrocedettero, impressionati dalle dimensioni del padrone di casa e dalla decisione con la quale li stava affrontando... ma erano troppo numerosi per farsi dissuadere così facilmente. Druddigon fece un passo in avanti, sperando di far loro più paura... ma ottenne l'effetto contrario, visto che un Bergmite più ardito degli altri reagì agitando brevemente il proprio corpo e poi rotolando verso il dragone, colpendolo come una sorta di grossa palla di neve vivente per poi rimbalzare sul suo robusto corpo e atterrare con agilità sul terreno ricoperto di ghiaccio! Druddigon ringhiò di dolore e indietreggiò fino ad uscire dalla caverna, per poi dare un'occhiata a tutti i mostriciattoli di ghiaccio. Resi più audaci dal colpo che il loro compagno era riuscito a sferrare, i Bergmite si avvicinavano sempre di più, e Druddigon vedeva che qualcuno di loro stava caricando un attacco Polneve o Ventogelato... no, non era davvero il caso di restare a combattere.

Con un grugnito frustrato, Druddigon uscì del tutto dalla sua caverna, fissando gli ospiti indesiderati con un misto di rabbia e perplessità. Da quando i Bergmite si erano fatti così aggressivi? Fino a quel giorno, si erano tollerati a vicenda - lui non dava fastidio a loro, e loro non davano fastidio a lui. Cosa voleva dire questa improvvisa ostilità?

Ma questo non era il momento di pensarci su. Quello che doveva fare adesso era andarsene... e cercare di capirci qualcosa. Che in qualche modo quella strana bambina che gli aveva dato fastidio in quegli ultimi tempi... fosse collegata a questi strani eventi?

Per il momento, ammise tra sè Druddigon mentre con riluttanza voltava le spalle alla sua tana e si allontanava, era più importante mettere quanta più distanza possibile tra sè e quei mostriciattoli...

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: Et voilà! Ecco finalmente un nuovo capitolo, e spero che vi sia piaciuto dare un'occhiata un po' più da vicino al circo di Agatipoli... e soprattutto conoscere Sansone, Celeste e Terra, il mitico terzetto del circo! Tra l'altro, ho avuto modo di approfondire un po' Aya, e di cominciare a dare qualche occhiata più attenta anche ad Ortilla ed Hitomi, cosa che continuerò a fare nei prossimi capitoli.

Ma immagino che la cosa che più vi ha stupito sia stata Toxeon, vero? L'idea mi è venuta da una mod di Pokemon Reborn, e in effetti si tratta di una Eevolution non ufficiale che non appare nel gioco vero e proprio. Che sia una nuova arma nelle mani del Team Meteora? E cosa hanno in mente le tre personalità che si condividono il corpo di Zel? C'è davvero molto in gioco... e tra non molto, prevedo che ci sarà un bel po' di azione!

A presto, e se volete recensire... ve ne sarò molto grato!   

 

 

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Capitolo 70
*** Il muro di ghiaccio ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 70 - Il muro di ghiaccio

Lo spettacolo che Heather e gli altri esploratori si erano trovati davanti era veramente incredibile, e per certi versi, anche spaventoso. Sulla strada che conduceva fino ad Ametripoli, la neve e il ghiaccio si erano accumulati a dismisura, fino a creare un vero e proprio muro che avrebbe impedito anche ai veicoli più robusti e ai conducenti più determinati di tentare la traversata. La neve era compatta e solida, al punto da creare una sorta di enorme distesa bianca, punteggiata da spuntoni di ghiaccio che emergevano da essa e rendevano la spianata dissestata. Un vento furioso ululava, ricoprendo ogni cosa di neve e ghiaccio, con una tale furia da costringere Heather, Bagon e i loro compagni di viaggio a tenersi al riparo in mezzo ai costoni di roccia incrostati di brina. Anche soltanto ad una prima occhiata, si poteva capire che non era una buona idea tentare di passare di là. Ametripoli era effettivamente isolata... se non fosssero riusciti a trovare un modo per superare quella barriera e liberare la strada, gli abitanti di Ametripoli se la sarebbero vista molto brutta.

"Ecco... questo è quello che impedisce a tutti i trasporti di raggiungere Ametripoli." affermò l'allenatore con il Persian grigio, guardando la distesa di neve e ghiaccio con aria impotente. "Come facciamo a liberare la strada da tutta quella neve? E come avranno fatto quelli del Team Meteora a creare una cosa del genere? E' così che fanno impazzire i Bergmite?"

Heather e Bagon si guardarono attorno, in modo da assicurarsi che non ci fossero altri di quei fastidiosi Pokemon glaciali a cercare di attaccarli alla sprovvista. Ne avevano già avuti abbastanza, di attacchi a sorpresa, mentre stavano salendo lungo quella stradina coperta di neve...

"Sicuramente quelli del Team Meteora stanno usando una delle loro maledette macchine PULSE... dei marchingegni diabolici che fanno impazzire i Pokemon, li trasformano in mostri e provocano questi strani fenomeni." spiegò Heather, sentendosi pervadere dalla rabbia al pensiero di quei farabutti che continuavano a fare il bello e il cattivo tempo... in questo caso, letteralmente. "Comunque, dovremmo essere vicini al luogo da cui la macchina invia il suo segnale. Se riuscissimo a trovarla e distruggerla, sarebbe un passo avanti non da poco."

"Almeno così potremmo raggiungere Ametripoli e cercare di dare una mano ai cittadini. Ma non o idea di dove iniziare a cercare." affermò l'uomo con il Persian di Alola. Il felino dal muso tondo cominciò ad annusare il terreno e l'aria attorno a sè, alla ricerca di qualsiasi odore potesse dargli una mano nella ricerca della macchina PULSE. Ma tra il vento e il freddo insopportabile, era impossibile per lui trovava un odore in particolare.

"Stiamo calmi e cerchiamo di pensare. Cercare alla cieca non ci porterà da nessuna parte." affermò il montanaro con il Toucannon. Il robusto Pokemon tucano era appollaiato sulla spalla dell'omone, il becco suriscaldato e illuminato di una tenue aura rossa che emanava calore tutt'attorno. "Ora... se noi fossimo membri di qualche organizzazione di terroristi che vuole impadronirsi di Reborn, dov'è che metteremmo il nostro marchingegno mortale?"

Un gocciolone di sudore scese dalle teste di Heather e Bagon. "Baaaagon?" chiese il draghetto, reprimendo un brivido di freddo. Per un'allenatrice specializzata in Pokemon di tipo Drago, quel posto era davvero il meno indicato, e anche il suo Pokemon non si sentiva per niente a suo agio.

"Hai ragione, Bagon... mi sa tanto che il nostro compagno crede di essere in qualche film di spionaggio!" affermò la bambina dai capelli fucsia, massaggiandosi le braccia per il freddo. "Comunque ha ragione... se vogliamo trovare il nascondiglio di una macchina PULSE... ammesso che ci sia... dobbiamo guardare con attenzione, e magari non sprecare le forze. Non possiamo permettercelo, in questa tormenta."

"Okay, ma come facciamo a trovare... beh, qualsiasi cosa... in questa immensa distesa di ghiaccio? Pensi davvero di metterti a rivoltare ogni angolo in cerca di qualche galleria... qualche ingresso segreto? Finiremmo per trasformarci in tanti ghiaccioli nel giro di pochi minuti." rispose l'allenatore con il Persian grigio. "Piuttosto, io dico che dobbiamo cercare un riparo, e pensare ad una strategia per cercare questo... PULSE, o come si chiama."

"Buona idea. Non dureremmo granche, con questo freddo." affermò il montanaro. "A proposito, grazie per averci fatto caldo finora, Toucannon!"

"Touca!" rispose Toucannon, piegando la testa da un lato e strizzando un occhio con fare complice. L'omone sfoderò un largo sorriso per ringraziare il suo Pokemon, poi si guardò rapidamente attorno, e indicò una grotta che si apriva sul fianco di un costone di roccia. Sembrava abbastanza grande da far stare lui e i suoi compagni, e anche abbastanza riparato dal vento e dal gelo.

"Guardate. Quel posto mi sembra abbastanza sicuro. Almeno lì non rischiamo di restare assiderati tanto presto." disse l'altro allenatore. Immediatamente, Heather, i due
uomini e tutti i loro Pokemon si affrettarono nel rifugio improvvisato, e la bambina tirò un sospiro di sollievo quando non sentì più il vento e il ghiaccio che le sferzavano il volto. Si fermò un attimo per togliersi un po' di neve dai capelli e dai vestiti, e si massaggiò le braccia per riattivare la circolazione.

"Brrr, cavolo... non ricordo di aver mai avuto tanto freddo in vita mia..." affermò la bambina, e fece una comica smorfia di imbarazzo quando il montanaro si tolse una coperta dallo zaino e gliela mise sulle spalle. "Hey! Non ho così freddo! Non sono un'imbranata che ha bisogno di farsi accudire!"

"Hohohooo, abbiamo un duro in gonnella qui, eh, Toucannon?" affermò l'omone, e il Pokemon tucano aprì le ali e mosse il becco su e giù in segno di assenso. Heather fece una comica faccetta offesa, ma tenne la coperta e la usò per scaldare Bagon, che apprezzò molto di più il gesto. "Okay, okay, non volevo certo sottovalutarti, piccola. Per una come te, fare un viaggio come questo per combattere contro un'organizzazione criminale come il Team Meteora... beh, non se ne trovano certo tutti i giorni, di marmocchie spavalde come te!"

"Non sono una marmocchia..." protestò Heather, sentendosi punta nell'orgoglio. Capiva che quell'uomo non voleva certo offenderla, e stava parlando con pura e semplice ironia, ma c'era sempre una parte di lei che pretendeva un certo rispetto. "Io e i miei amici abbiamo combattuto il Team Meteora da prima ancora che voi arrivaste a Reborn, tante grazie."

"Perrrrsian..." mormorò il felino grigio, usando una zampa posteriore per grattarsi dietro un orecchio.

"Va bene, scusa... non volevamo certo offenderti." disse il giovanotto con il Persian grigio. Il felino si scrollò un pò di neve di dosso e si lisciò la pelliccia, cercando di mettersi a posto come poteva prima di ricominciare a  fiutare l'aria attorno a sè. Se non altro, qui non c'era il vento a rendergli la vita difficile... e riusciva a sentire un odore che poteva dargli una mano. Uno strano odore metallico, pungente e vagamente fastidioso, che sicuramente doveva venire da qualche posto non troppo lontano.

"Persian!" esclamò il Pokemon felino, e puntò la coda verso il retro della caverna. Gli allenatori,  Bagon e Toucannon guardarono nella stessa direzione, e il montanaro aguzzò la vista e cercò di vedere cosa si nascondesse in quella direzione. Certo non sembrava essere un senso unico.

"Ba bagon?" chiese il draghetto di Heather.

Toucannon svolazzò giù dalla spalla del suo allenatore e accese nuovamente il becco, in modo da usare il bagliore per vedere un po' meglio. In effetti, quella che sulle prime era sembrata una grotta senza uscita si rivelò essere un corridoio scavato nella roccia ricoperta di ghiaccio. Quando Bagon guardò a sua volta nel corridoio, vide che il corridoio naturale si estendeva per una lunga distanza. Non era impossibile che arrivasse da qualche parte, dove qualcuno del Team Meteora avrebbe potuto nascondere una macchina PULSE.

"Allora, che succede? Pensate che... da qui si possa andare da qualche parte?" chiese Heather, sentendosi allo stesso tempo nervosa e speranzosa. Bagon si voltò verso la sua allenatrice e disse di sì con la testa, mentre Toucannon gracchiò e indicò in direzione delle profondità con una delle sue corte ali.

"Touca!" gracchiò il Pokemon Normale/Volante di Alola.

"Bene, bene... a quanto pare, abbiamo trovato un passaggio segreto!" affermò il montanaro fregandosi le mani con convinzione. "Aaaah, queste sì che sono le avventure che piace vivere a noi gente di montagna! Che ne dite, gente? Seguimo questo corridoio, e vediamo dove ci porta?" chiese.

"Non è esattamente un gioco, quello che stiamo facendo." rispose Heather, alzando gli occhi al cielo mentre Bagon le correva incontro. "Se davvero c'è una macchina PULSE da queste parti, siamo in procinto di affrontare un Pokemon mutante che provoca tutti questi disastri! Vi consiglierei di essere pronti a combattere, perchè non sarà facile fermarli!"

Il ragazzo con il Persian grigio ridacchiò e si sfregò la nuca con una mano, un po' preso alla sprovvista dalla decisione con cui quella bambina si batteva. "Ah... ma certo, ma certo! Non abbiamo nessuna intenzione di sottovalutare questo... PULSE, o come si chiama! Dicevamo soltanto... che è una vicenda che non si vive tutti i giorni, tutto qui!"

"Bagon..." sospirò il draghetto, e fissò con un po' di acredine il ragazzo. Per loro della resistenza, un'esplorazione come questa era senz'altro qualcosa che vivevano... beh, non proprio ogni giorno, ma con notevole frequenza. Anche Heather sisentì un po' irritata al pensiero che quei due non sembravano capire esattamente cosa passassero i membri della resistenza nella loro battaglia con quei terroristi... ma cercò di tenere a freno il suo carattere irruento, e prese un respiro profondo per calmarsi.

"Okay, okay... non te la prendere, Bagon, loro non possono sapere cosa sta accadendo. Non siamo stati esattamente palesi nelle nostre azioni." affermò la bambina, e accarezzò il draghetto sulla testa per tranquillizzarlo. Bagon grugnì, ma decise di non dire altro. "Va bene, signori... possiamo proseguire, e speriamo di trovare delle risposte. A proposito..." si interruppe, massaggiandosi una tempia con espressione imbarazzata. "Ecco... non vi ho neanche chiesto come vi chiamate... Chiedo scusa per la mia leggerezza."

Il ragazzo e il montanaro guardarono la bambina... poi si guardarono a vicenda, e guardarono i loro Pokemon con aria del tutto sbalordita. Quell'uscita di Heather li aveva spiazzati...

"Ah... in effetti è vero, non ci siamo neanche presentati..." disse infine il montanaro, dopo qualche attimo di imbarazzato silenzio. "Ci siamo fatti prendere la mano da questa storia di Ametripoli e del Team Meteora... e non abbiamo neanche pensato a fare le dovute introduzioni!"

"Toucannon..." gracchiò Toucannon, e sbattè gli occhi con stupore. All'improvviso, avevano cominciato a parlare di argomenti inaspettati...

"Comunque..." rispose l'omone, schiarendosi la voce. "Il mio nome è Lawrence, e il tuo, ragazzo?"

"Gilbert... Mi chiamo Gilbert." affermò il ragazzo con un po' di esitazione. "E'... una mia impressione, o l'atmosfera si è fatta un po' strana? Voglio dire, questa domanda, così all'improvviso..."

"Heheheheee... beh, la nostra amichetta ha ragione, in fondo. Mica potevamo andare avanti senza dirci i nostri nomi, così saremmo sembrati soltanto un paio di comparse in una storiella da quattro soldi!" rispose Lawrence. "Okay, okay, tornando a cose serie... adesso dobbiamo proseguire lungo questo passaggio, e vedere se troviamo qualcosa di interessante. Heather, Gilbert, state attenti. Questo passaggio mi dà l'impressione di essere pericoloso. Adesso... quando entriamo qua dentro, cercate di non fare troppo rumore, e tenetevi lontano dalle pareti."

"Ricevuto..." rispose heather, e deglutì nervosamente quando vide i bordi di roccia congelata, affilati come rasoi che fuoriuscivano dalle pareti. Se il Team Meteora aveva scelto quel posto per nascondere una macchina PULSE... avevano davvero scelto un nascondiglio valido. "Bagon, tieniti pronto. Ho l'impressione che non sarà facile per niente..."

"Persian!" affermò il Persian grigio di Gilbert. Toucannon prese il volo, tenendosi a circa un paio di metri da terra e svolazzando prudentemente sopra le teste della piccola spedizione, in modo da fare la guardia ed avvertirli nel caso fosse successo qualcosa di preoccupante. Ora che si erano conosciuti un attimo meglio, i tre allenatori e i loro Pokemon ripresero ad addentrarsi nel canyon congelato, sperando che li avrebbe portati da qualche parte...

 

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Druddigon grugnì e si massaggiò le spalle con le mani, usando le ali per ripararsi come poteva, avvolgendole attorno a sè come un cappotto improvvisato. Cosa gli era saltato in mente, si stava chiedendo, di andare in giro con una simile tormenta? Lo sapevano tutti che le basse temperature sono uno dei principali punti deboli dei Pokemon Drago! Però... restare nella sua grotta, con tutti quei Bergmite che gli davano fastidio e lo minacciavano, non era lo stesso una buona idea. Quello che gli era venuto in mente in quel momento era di mettersi a seguire le tracce di quella bambina misteriosa con il Bagon, e sperare che lei sapesse qualcosa di quello che stava accadendo. Non che lei gli piacesse granchè, ma meglio lei che tutto quel caos...

Il Pokemon Grotta guardò verso l'alto e notò una grossa massa di neve che minacciava di staccarsi dalla cima di una rupe poco sopra di lui. Con prontezza di riflessi, Druddigon si spostò... e come aveva previsto, la massa di neve cadde con un tonfo sordo, creando una piccola montagnola nel punto in cui si era trovato fino a pochi secondi prima. Annuendo tra sè per la prudenza, Druddigon esaminò attentamente la massa di neve, in modo da assicurarsi che non ci fosse qualche sorpresa, avvicinò il muso e la annusò.

Il drago ritirò la testa, perplesso. In effetti, c'era qualcosa di strano, in quella neve. Non era normale... il Pokemon non aveva idea di come dirlo, ma era come se quella neve si fosse formata molto di recente. Come se fino ad un attimo prima non ci fosse neanche. Strano... quelle bufere di neve avevano effettivamente sempre avuto qualcosa di allarmante, ma era solo adesso che Druddigon riusciva a comprendere fino in fondo cosa lo turbasse di tutto questo.

Era un fenomeno strano... innaturale... ecco, era questa la parola giusta! C'era qualcosa che non andava in questi strani fenomeni. Come se qualcuno le stessecontrollando. Druddigon certo non era abbastanza istruito da poter spiegare il come e il perchè... ma il suo istinto gli diceva che questo era il problema. E doveva cercare di trovare una soluzione, a qualsiasi costo.

L'odore della bambina si era fatto un po' più intenso. Si stava avvicinando.    

Druddigon si guardò attorno, e fissò con intensità l'enorme massa di neve e ghiaccio, fin troppo geometrica per essere qualcosa di naturale, che si estendeva di fronte a lui. Il Pokemon Grotta rabbrividì e si protesse quanto meglio poteva con le sue corte ali, e cercò un posto in cui poteva essersi infilata...

Un suono!

Il pokemon Drago, allarmato, vide qualcosa che si staccava dai cristalli di ghiaccio affilati come rasoi che sporgevano dall'immenso muro di neve. Tra la visibilità alterata dalla tempesta, e il fatto che erano ben mimetizzati, non se n'era accorto subito, ma c'erano alcuni Pokemon che si stavano staccando dalla neve e si stavano dirigendo minacciosamente verso di lui. Un Bergmite, un piccolo Pokémon fatto di ghiaccio quadrupede dall'aspetto tozzo e irregolare, con un grosso spuntone di ghiaccio che usciva dalla parte superiore del corpo, e rotondi occhi gialli contornati di nero.

Un Cryogonal, simile ad un cristallo di neve ingigantito, con grandi occhi che emanavano una luce azzurra, e un paio di lunghi "baffi" azzurri che ondeggiavano nel vento.

E infine, uno Snover, una sorta di minuscolo pino dalla fronda ricoperta di neve, che camminava su un paio di gambe cortissime, braccia lunghe ed esili terminanti in mani a tre dita, e privo di volto tranne che per un paio di piccoli occhi dalle iridi verdi posti appena sotto i rami.

E tutti e tre stavano puntando verso il malcapitato Druddigon, con delle intenzioni non certo amichevoli.

Druddigon grugnì infastidito e si mise in guardia, valutando la situazione. Erano solo in tre, ma erano chiaramente del tipo dominante sul suo, e per giunta si trovavano in un ambiente che li favoriva. Detto questo, il dragone era convinto di avere una possibilità di sconfiggerli. Bastava muoversi abbastanza velocemente, e concentrarsi su uno alla volta. L'unico problema sarebbe stato scansare gli attacchi degli altri due, mentre cercava di mettere al tappeto il primo...

Cryogonal prese l'iniziativa e usò un attacco Raggiaurora, scagliando dagli occhi un paio di raggi che scintillavano di vari colori. Druddigon fece un balzo di lato, e il raggio congelante centrò il terreno accanto a lui, creando una lastra di ghiaccio... poi, il Pokemon Grotta puntò verso Snover, immaginando che fosse lui quello più facile da togliere di mezzo. Rendendosi subito conto del pericolo, il Pokemon Erba/Ghiaccio si voltò di scatto e lanciò un attacco Geloscheggia, scagliando dei piccoli dardi di ghiaccio che partirono dalla sua corta chioma e si diressero verso il bersaglio. Muovendosi alla massima velocità possibile, Druddigon si protesse con le ali, e riuscì a smorzare i primi due proiettili che lo raggiunsero, evitando tutti gli altri mentre accorciava la distanza tra sè e l'avversario. Una volta giunto a soltanto un passo da Snover, Druddigon aprì le ali e spiccò un balzo, le fauci spalancate con un fuoco scarlatto che ardeva all'interno della bocca. Un attacco Rogodenti...

Snover ebbe appena il tempo di sgranare gli occhi in un'espressione di sgomento, che il Pokemon Grotta chiuse le fauci su di lui, e l'albero animato emise un ruggito strozzato mentre veniva sollevato e scaraventato via con un semplice, deciso movimento del collo di Druddigon. Atterrò nella neve fresca diversi metri più in là con un soddisfacente tonfo, ma il dragone non restò a controllare se era davvero ko... Bergmite e Cryogonal non gli stavano dando tregua, ed ora era il Pokemon Ghiacciolo che gli stava addosso: Bergmite si era gettato nella neve e aveva iniziato a rotolare verso Druddigon in modo da formare una valanga in miniatura, raccogliendo altra neve man mano che proseguiva. Il dragone puntò i piedi a terra, immaginando di non essere abbastanza veloce da schivare quell'attacco... e quando Bergmite arrivò a tiro, Druddigon eseguì uno spettacolare attacco Codadrago!

Con un movimento delle gambe rapido ed energico, Druddigon piroettò su sè stesso portando in fuori la robusta coda, e centrò in pieno Bergmite come se fosse stato una palla da golf! La neve che lo ricopriva venne sparpagliata in giro, e il sorpreso Pokemon Ghiacciolo volò verso Cryogonal prima che quest'ultimo potesse scagliare un nuovo attacco. I due Pokemon Ghiaccio si scontrarono tra loro a mezz'aria e caddero nella neve, storditi e confusi... ma Druddigon vide che altri Bergmite si stavano staccando dalla coltre di neve e dai cristalli di ghiaccio, e stavano già cominciando a dirigersi verso di lui. Inutile tentare di affrontarli, e poi non era lì per combattere... almeno, non contro di loro. Meglio non sfidare la sorte, e rimettersi subito alla ricerca di quella ragazzina.

Ringhiando rabbiosamente, Druddigon cominciò a fare qualche passo indietro, in modo da non offrire le spalle agli avversari, e raggiunse l'ingresso della grotta dalla quale aveva sentito provenire l'inconfondibile odore. I nemici stavano continuando a ridurre le distanze... meglio cogliere quell'occasione, e tagliare la corda.

Sfruttando il momento più adatto, Druddigon si voltò ed entrò di corsa nella grotta ricoperta di ghiaccio, evitando un attacco Polneve che un Bergmite gli scagliò contro. Prima che gli altri Pokemon Ghiaccio potessero prendere la mira, Druddigon era già riuscito a rifugiarsi dietro uno spuntone congelato e a far perdere le proprie tracce nella galleria... e dopo essersi assicurato di essere penetrato abbastanza da scoraggiare ogni possibile inseguitore, riprese ad annusare l'aria alla ricerca dell'inconfondibile odore di Heather.

Come immaginava, l'odore si era fatto più pronunciato. Si stava avvicinando. Decise di avvicinarsi con prudenza, non volendo farsi vedere finchè non fosse sicuro che Heather e gli altri che erano con lei - perchè c'erano altre due tracce olfattive che il dragone non riconosceva in quel momento - non avrebbero reagito con ostilità. Meglio prima di tutto vedere cosa avevano intenzione di fare. E magari, se fossero stati in difficoltà, lui sarebbe intervenuto. Certo, era soltanto perchè avevano migliori possibilità di farcela uniti piuttosto che separati. Non gli andava per niente l'idea di collaborare con gli umani... ma se questo era il prezzo da pagare per fare sì che quei fastidiosi Bergmite la smettessero di dargli fastidio, beh, gli sembrava un prezzo equo, tutto sommato.

Con circospezione, il Pokemon Grotta si acquatò sul terreno cosparso di neve e ghiaccio, reprimendo un brivido di freddo. Riusciva a sentire, ma solo confusamente, alcune voci e alcuni suoni che provenivano da qualche altro punto di quella grotta, e si mise ad ascoltare con più attenzione per cercare di capire da che parte sarebbe dobuto andare...

 

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"Per la miseria... e così, sarebbe questa una macchina PULSE... o come accidenti si chiama?"

"Tou... Toucannon?"

La reazione di Lawrence e Toucannon, così come quella di Gilbert e del suo Persian di Alola, era stata comprensibilmente una di assoluta incredulità mista ad orrore per quello che stava accadendo. Ma anche Heather e Bagon, che pure avevano già visto quelle macchine infernali, erano rimasti senza fiato davanti alle dimensioni di quella in particolare. Quell'inquietante ammasso di metallo e collegamenti elettrici raggiungeva un'altezza di almeno otto metri, dominando quasi del tutto la spelonca congelata nella quale il Team Meteora era in qualche modo riuscito ad installarla. Come aspetto, non era molto diversa dalle altre che Heather aveva visto, e in effetti le ricordava una versione ingrandita di quella che teneva prigioniero un Tangrowth... ma le dimensioni la rendevano molto più minacciosa, e anche il Pokemon che era imprigionato al suo interno, trattenuto da delle crudeli bande di metallo saldate attorno alle sue zampe. Il Pokemon era in piedi all'interno di una sorta di enorme campana di vetro nella quale numerosi tubi entravano ed uscivano in maniera inquietante, e alcuni schermi luminosi mostravano alcuni diagrammi e misurazioni che la bambina e il suo Pokemon non avevano neanche idea di cosa fossero.

Il Pokemon che si trovava all'interno di quella camera di contenimento aveva a sua volta un aspetto imponente - era un Pokémon massiccio, lungo almeno due metri e simile ad una tartaruga, il cui corpo sembrava essere stato scolpito in un gigantesco iceberg.  Il ghiaccio che lo componeva era di un colore bianco-azzurrino e sembrava quasi diamante. Il guscio era di forma romboidale, suddiviso in piastre da alcune fenditure che si aprivano sul suo corpo robusto, e terminava in una piccola e tozza coda. La testa del Pokemon era simile al corpo, con delle piccole fratture ai lati, e orecchie a forma di diamanti bianchi. Le zampe erano tozze, di forma cilindrica, ricoperte anch'esse di piccole crepe, e alle loro estremità spuntavano delle dita appuntite.

"Accidenti... questo è proprio uno di quei marchingegni infernali... speravo di sbagliarmi, se devo essere sincera!" affermò la bambina, e cominciò a guardare in giro per assicurarsi che non ci fossero sistemi di difesa, di allarme, o qualche altro Pokemon controllato dal Team Meteora. Pr fortuna, sembrava che il Team Meteora si fosse affidato unicamente all'inaccessibilità di quel luogo per proteggere la macchina... a quello, si ricordò la piccola domatrice di draghi, e alla potenza di un Pokemon mutato dal PULSE.

"E adesso... che cosa facciamo? Dobbiamo liberare quel Pokemon, in qualche modo..." affermò Gilbert. Per sapere di più su quello che si apprestava ad affrontare, il giovanotto frugò nel suo zaino e ne estrasse un Pokedex di un modello che Heather non aveva mai visto prima, un modello compatto, di colore rosso con lo schermo a cristalli liquidi che lo faceva sembrare una lavagnetta elettronica.

"Avalugg, il Pokemon Iceberg. Tipo Ghiaccio. Forma evoluta di Bergmite. Il suo enorme corpo di ghiaccio è duro come l'acciaio. Avanza distruggendo tutto ciò che gli si para davanti. Ospita numerosi Bergmite sul suo dorso,come una vera e propria portaerei di ghiaccio." disse la voce del Pokedex di nuovo modello, che suonava femminile, tranquilla e molto meno piatta di quella a cui Heather era abituata. La bambina guardò il Pokedex con curiosità, poi si riportò alla realtà e al problema del Pokemon che si trovavano davanti. Avalugg era immobile, bloccato in un'orribile stato vegetativo dall'influenza malefica della macchina, ma sarebbe bastato disattivarla per fare sì che il massiccio Pokemon di Ghiaccio tornasse in attività e fosse trasformato...

"Beh... a questo punto, bisogna trovare il modo di disattivare o distruggere la macchina. Ma questo è solo l'inizio... perchè una volta fatto questo, il Pokemon al suo interno viene liberato e trasformato dall'influsso del PULSE." rispose la bambina, reprimendo un brivido all'idea di cosa sarebbe potuto diventare un Pokemon già grande e possente come Avalugg. "Quindi... spero per voi che i vostri Pokemon siano pronti, perchè una volta che la macchina sarà stata spenta, ci sarà davvero da... divertirsi. Per adesso... cerchiamo un possibile punto debole."

"E' una parola, in un affare così enorme..." commentò Gilbert. Il suo Persian grigio dal muso tondo annusò alcune parti della macchina con espressione sospettosa, e quando trovò alcuni cavi esposti, li tranciò con un rapido colpo d'artigli. Alcune scariche elettriche si levarono dai cavi tagliati, e un paio di schermi si spensero, ma la macchina continuò a funzionare senza alcun apprezzabile cambiamento. "Da dove possiamo cominciare?"

"Toucan?" chiese Toucannon. Con un colpo d'ali, il Pokemon tucano svolazzò sulla cupola di vetro che sigillava Avalugg al suo interno e cominciò a colpirla con il suo robusto becco, sollevando una serie di suoni rimbombanti. Una volta appurata la robustezza del vetro - o almeno, questa era l'impressione che Heather aveva avuto - Toucannon si voltò verso il suo allenatore, e Lawrence ghignò e fece il segno dell'okay per dirgli di procedere.

Toucannon non stava aspettando altro. Si librò in volo di appena un metro sopra la cupola, e il suo largo becco ricurvo si illuminò di nuovo, emanando una forte aura di calore. Si fermò a mezz'aria per un attimo, giusto il tempo di prendere la mira... e poi si lanciò in picchiata, puntando verso una zona che gli era sembrata particolarmente sensibile. Il becco del tucano si surriscaldò, fino a raggiungere il calore insopportabile di un saldatore elettrico... e l'impatto con il vetro della macchina PULSE fu fatale all'orribile macchina!

La campana di vetro andò in frantumi con un clangore assordante, e frammenti di vetro si sparsero tutt'attorno, mentre dalla macchina danneggiata si dipartivano getti di vapore e scintille elettriche. Si sentì un lieve clangore metallico quando i vincoli che tenevano imprigionato Avalugg si spezzarono e liberarono le zampe della testuggine di ghiaccio, che gettò indietro la testa e lanciò un profondo ruggito di gioia! Heather sorrise un pochino per la contentezza, ma sapeva che sarebbe stato soltanto un momento...

E infatti, un istante dopo, gli effetti del PULSE si fecero sentire. Tutti gli schermi ancora funzionanti cominciarono  lampeggiare, e un'assordante sirena riecheggiò nella grotta, costringendo Heather e i suoi due compagni a coprirsi le orecchie, e Toucannon a scattare indietro con un gracchio di dolore. Avalugg venne circondato da una strana nube di vapore bluastro, che si addensò attorno a lui mentre quest'ultimo emanava un sonoro muggito di allarme e paura, ed Heather riuscì ad intravedere il corpo del Pokemon Iceberg che cominciava a mutare sotto l'influsso delle radiazioni malefiche del PULSE...

"Ah! E... e adesso? Si sta... trasformando?" chiese stupefatto Lawrence. Bagon disse di sì con la testa e si mise in guardia, assieme a Persian e Toucannon. Il gas continuò ad addensarsi attorno ad Avalugg, condensandosi fino quasi a diventare semi-solido, e un ruggito spaventoso, nel quale si sentivano al tempo stesso ira e dolore, riecheggiò nella caverna e fece correre un brivido lungo la schiena dei due accompagnatori di Heather.

"Sì... questo è quello che fanno le macchine PULSE, ogni volta..." rispose la bambina, con i nervi tesi come le corde di un violino. Non sapeva cosa aspettarsi, e sperava di essere pronta, qualsiasi cosa uscisse da quella nube di fumo...

Si sentì un tonfo poderoso, e un penetrante rumore di metallo piegato quando Avalugg, ormai trasformato, cominciò ad uscire dalla nube di fumo. Un'enorme zampa si abbattè sul terreno congelato, sbriciolando sassi e ghiaccio con il suo peso. E un attimo dopo, la macchina andò in pezzi con un frastuono assordante, e i pezzi della sua carcassa si sparsero tutt'attorno, mentre il Pokemon contaminato si mostrava agli occhi dei suoi avversari.

Con un ruggito tonante, la creatura avanzò e uscì del tutto dalla coltre di gas biancastro. Heather rimase un po' sorpresa nel vedere che il PULSE-Avalugg non era molto diverso dalla sua forma originale. Il colore era cambiato, e adesso era di un cupo colore grigio chiaro che tendeva all'azzurrino, come se il ghiaccio di cui era composto fosse stato ricavato da acqua contaminata, e anzichè avere un guscio piatto, adesso la creatura aveva un dorso possente ed incurvato che si levava per almeno due metri. Un grosso spuntone di ghiaccio grigiastro fuoriusciva da metà della sua schiena e dava alla creatura un aspetto più minaccioso della sua forma originale... e i suoi occhi erano diventati rossi e luminosi, come due fari malefici che ora puntavano contro gli intrusi!

"Ah... ma... ma cosa... che... che diavolo... è... è un mostro..." balbettò Gilbert, facendo due passi indietro con lo sguardo fisso verso la mostruosità torreggiante. Colpì con il tallone un grosso pezzo di roccia congelato, e finì per sedersi per terra, mentre il suo Persian di Alola, per quanto anche lui terrorizzato, si piazzava davanti al suo allenatore per proteggerlo. Anche Lawrence e il suo Toucannon erano sconvolti dalla vista di una tale trasformazione... ma il montanaro prese rapidamente in mano la situazione e cercò di passare subito all'attacco!

"Mostro o no... avrà pure il suo punto debole!" esclamò. "Avanti, Toucannon, fagli vedere chi sei! Usa Spaccaroccia!"

"Bagon, anche tu!" esclamò Heather. "Dobbiamo fare in modo di indebolire le sue difese!"

I due Pokemon si mossero con rapidità e cercarono di avvicinarsi a quel bestione di ghiaccio, che aveva già cominciato ad avanzare pesantemente verso di loro! Bagon scattò di lato quando PULSE-Avalugg alzò una zampa per sferrargli un colpo poderoso, e riuscì ad evitare per un pelo il Corposcontro con il quale il nemico aveva cercato di travolgerlo. Toucannon volò più in alto e atterrò sullo spuntone nel mezzo della schiena del nemico, mentre Bagon riuscì ad avvicinarsi al fianco sguarnito della creatura di ghiaccio, e colpì con tutte le sue forze, aprendo una piccola crepa in quel ghiaccio duro come acciaio! Toucannon sferrò una beccata con tutte le sue forze, e riuscì anche lui a scheggiare la corazza del mostro...

Ma apparve subito chiaro che si trattava di colpi da niente, rispetto alle difese di quella mostruosità. PULSE-Avalugg si mosse con rapidità, e scagliò via sia Bagon che Toucannon... ma il draghetto riuscì a rimettersi in guardia e atterrò su tutte e quattro le zampe, poi si rimise in piedi e scagliò un attacco Braciere che colpì PULSE-Avalugg... e non ebbe altro effetto che dargli un po' fastidio.

"Temo... che così non faremo molta strada!" commentò Heather. "Presto, Bagon, mettiti al sicuro!"

"LUUUUUUGG!" tuonò il Pokemon Iceberg mutato, per poi girarsi di colpo verso Bagon e cercare di caricarlo con tutto il suo peso...

"P-Persian... usa Gemmoforza, presto!" esclamò Gilbert, finalmente riprendendosi dallo spavento. Il Persian grigio si lanciò di corsa verso il nemico mentre questo caricava Bagon... e il draghetto riuscì appena in tempo a rifugiarsi dietro un grosso spuntone di roccia, mentre dei cristalli luminosi apparivano attorno a Persian. Il felino emise un sibilo determinato, e dai cristalli scaturirono dei raggi luminosi che impattarono contro il fianco sinistro del bestione di ghiaccio!

Gli occhi rossi di PULSE-Avalugg si accesero per la rabbia, e il mostruoso Pokemon Iceberg battè furiosamente i piedi per terra, facendo scaturire da essa una raffica di spuntoni di ghiaccio che si diresse a tutta velocità verso Persian, Lawrence e Gilbert!

"Attento!" esclamò Lawrence, e spinse via il ragazzo più giovane per evitare che venisse travolto dagli spuntoni di ghiaccio! Persian cambiò direzione al suo attacco e diresse Gemmoforza verso gli spuntoni, mandandone diversi in frantumi in modo che non potessero colpire il suo allenatore... ma alcuni riuscirono comunque a sfuggirgli, e una lama di ghiaccio ferì il montanaro al braccio destro, poco sopra il gomito! "AAARGH! M-maledizione, mi ha beccato..."

"Lawrence!" esclamò Gilbert, ancora scioccato per lo scampato pericolo. Il suo Persian lanciò un sibilo di dolore quando due spuntoni lo colpirono di striscio, ed Heather sgranò gli occhi spaventata, cercando di pensare ad un modo per affrontare quel colosso di ghiaccio incontrollabile!

In preda all'ira, PULSE-Avalugg si scagliò contro uno dei muri e si gettò su di esso con tutto il suo immane peso. La stanza venne violentemente scossa da un boato terrificante e da un terremoto in miniatura, e diverse stalattiti di ghiaccio si staccarono dal soffitto e minacciarono di precipitare addosso a Toucannon!

"Toucannon, usa Nitrocarica!" esclamò Lawrence, usando la mano sinistra per tamponarsi la ferita al braccio destro. Non era davvero grave, ma era molto dolorosa...

Il Pokemon Cannone guardò preoccupato verso il suo allenatore, ma si concentrò di nuovo sulla battaglia, e si lanciò a tutta velocità verso PULSE-Avalugg, avvolto da lingue di fuoco scarlatte. Con tutta la sua forza, il tucano colpì il fianco sinistro del Pokemon mutato, con abbastanza potenza da farlo barcollare... e la creatura di ghiaccio ruggì ferocemente e barcollò di lato per qualche secondo. Il tempo sufficiente a permettere a Toucannon di eseguire una virata a mezz'aria e tentare di nuovo...

Un altro colpo raggiunse PULSE-Avalugg alla schiena, e Toucannon continuò a colpire con tutte le sue forze, diventando sempre più veloce ad ogni giro. Nel frattempo, Bagon era uscito dal suo nascondiglio, e vedendo che PULSE-Avalugg sembrava essere in difficoltà, si lanciò contro di lui. Heather, dopo un attimo di smarrimento, si concentrò e diede un nuovo ordine.

"Presto, Bagon! Usa Dragartigli!" esclamò la bambina dai capelli fucsia. I corti artigli di Bagon vennero avvolti da una splendente aura multicolore, e il draghetto sferrò un paio di poderosi fendenti che colpirono PULSE-Avalugg al collo e ad una zampa anteriore. L'enorme bestia indietreggiò, e questo diede agli allenatori la speranza che stessero riuscendo ad indebolirlo.

"Bagon gon!" esclamò Bagon, mettendo tutto quello che aveva in corpo nel successivo fendente. Il colpo andò a segno e aprì una crepa abbastanza profonda nell'epidermide di ghiaccio del Pokemon mutante, mentre Persian scagliava un altro attacco Gemmoforza, e Toucannon lo centrava di nuovo con Nitrocarica.

Ma per quanto fosse stato colto alla sprovvista dalla tenacia dei suoi avversari, il PULSE-Avalugg era ben lontano dall'essere sconfitto. Con un ruggito infuriato, il mostro di ghiaccio sbattè una zampa per terra, e causò un'onda d'urto che sbalzò indietro Baone Persian, che atterrarono rotolando sul pavimento ghiacciato. Poi, prima che Toucannon potesse tentare un altro passaggio con Nitrocarica, PULSE-Avalugg si impennò e si abbattè al suolo con tutto il suo peso... e un attimo dopo, una pioggia di pietre ricoperte di neve e ghiaccio si staccò dal soffitto e precipitò sui Pokemon! Persian emise un miagolio di dolore quando alcune rocce lo colpirono, ma a Toucannon andò peggio - un grosso sasso ghiacciato lo colpì alla schiena e lo fece cadere a terra con un gracchio di dolore, prima che i suoi occhi diventassero due spirali. Bagon riuscì per un pelo a scansarsi, e si portò oltre il raggio d'azione dell'attacco Frana.      

"Accidenti... Toucannon!" esclamò Lawrence, in quel momento impegnato a bendarsi la ferita con un fazzoletto, con Gilbert che gli dava una mano.

"Che... che accidenti è questa cosa?" esclamò Gilbert, mentre annodava per bene il fazzoletto sul braccio del compagno. "Non... non riusciamo a fargli danni, neanche con mosse superefficaci..."

"AAAAAAVAAAAAA!" Il mostro di ghiaccio lanciò un bramito che esprimeva rabbia, frustrazione e dolore al tempo stesso... e il suo enorme corpo venne avvolto da un'aura bianca che durò per mezzo secondo prima di essere riassorbita. Davanti agli occhi increduli del gruppo, le crepe che sierano aperte nella corazza di PULSE-Avalugg si rimarginarono di colpo, lasciando l'immane creatura del tutto illesa, e vanificando tutti gli sforzi che avevano fatto fino a quel momento! A quella vista, gli allenatori cominciarono davvero a temere di aver fatto il passo più lungo della gamba...

"Cosa?" esclamò Heather. "Un... un attacco Ripresa! Ooooh, ma andiamo! Questo significa non rispettare le regole!" Pestò un piede a terra per la frustrazione e mormorò qualcosa tra i denti.

"Quali regole, esattamente?" si chiese Lawrence con sarcasmo.

Ora completamente ripristinato, PULSE-Avalugg si voltò verso Persian e avanzò a passi pesanti verso il felino, che emise un miagolio intimorito e cercò di ritirarsi. Sotto i suoi occhi, il Pokemon Iceberg sembrava addirittura aumentare di dimensioni... e non era soltanto per il fatto che si stava avvicinando. Guardando meglio, aveva l'impressioneche il mostro stesse assorbendo neve e ghiaccio dal terreno e li stesse aggiungendo alla propria massa corporea!

"La... ragazzina ha la sua parte di ragione, amico!" esclamò impaurito Gilbert. "Guarda... quel bestione sta diventando sempre più grande!"

"Allora... non possiamo lasciare che si riprenda! Dobbiamo tenerlo costantemente sotto tiro!" esclamò Heather, riscuotendosi di colpo dallo sgomento. Afferrò di colpo le sue Pokeball e, decidendo che non era il momento di giocare pulito, mandò in campo isuoi Pokemon tutti assieme! "Noibat! Vibrava! C'è bisogno del vostro aiuto!"

"Non sarò da meno... vai, Graveler! Tocca a te!" esclamò Lawrence, e mandò rapidamente in campo un altro Pokemon. La Pokeball del montanaro si aprì a contatto con il terreno... e il Pokemon che ne uscì lasciò nuovamente interdetta Heather: la forma era molto simile a quella di un Graveler tradizionale, ma c'erano delle differenze abbastanza lampanti. Le mani non avevano le dita se non il pollice - tutte le altre dita erano "fuse" in un unico blocco di roccia - e aveva un paio di lunghe sopracciglia fatte di pietra nera, oltre al fatto che il suo corpo era decorato con delle piccole pitre nere o dorate che spiccavano qua e là tra le rocce della sua corazza.

"Grrrraveler!" esclamò il Pokemon macigno, alzando i pugni in aria, e poi lanciandosi verso il Pokemon mutante. Vibrava si era già librato in volo, e Noibat stava svolazzando rapidamente attorno al nemico, cercando di non dargli un bersaglio facile.

"Anche quel Graveler è diverso da quelli che ho visto di solito... un'altra versione di Alola?" si chiese Heather, ma mise da parte la sua domanda e cominciò a dare ordini ai suoi Pokemon.  "Presto, Vibrava, tienilo occupato con un attacco Battiterra! Noibat... usa Agilità, e poi Aerasoio! Bagon! Tenta di nuovo di colpirlo con Spaccaroccia!"

"Graveler! Usa Tuonopugno!" esclamò Lawrence.

"Persian... cerca di confonderlo con Finta... e poi usa Congiura!" esclamò Gilbert.

I Pokemon Drago di Heather si produssero in una serie di spettacolari attacchi contro il Pokemon mutante. Vibrava colpì il terreno con la coda e provocò un'ondata sismica che percorse il terreno e sbilanciò PULSE-Avalugg, facendolo indietreggiare di un passo. Noibat volò in una figura ad otto, lasciandosi dietro un po' di immagini illusorie e poi scagliando una serie di lame di energia dalle ali che colpirono i quarti anteriori di PULSE-Avalugg... e Bagon sferrò un colpo di taglio in un punto già colpito, cercando di indebolire le difese del mostro. Nello stesso momento, Graveler raggiunse il colosso di ghiaccio al fianco e riuscì a colpirlo con un Tuonopugno, centrandolo con un pugno crepitante di energia elettrica, e facendolo ancora una volta barcollare. Il Persian di Gilbert spiccò un salto, scomparve rapidamente alla vista dell'avversario... e riapparve appena sopra di lui per colpirlo alla fronte con le zampe anteriori! Eseguì un'agile capriola all'indietro e atterrò su tutte e quattro le zampe... poi, la sua espressione si fece astuta, e un'aura nera si accese attorno al felino, a significare che la sua potenza stava aumentando.

Ma anche così, il PULSE-Avalugg stava resistendo alla raffica di colpi con incredibile tenacia. Sembrava che tutti i colpi rimbalzassero sulla sua corazza di ghiaccio, e gli allenatori sapevano che, se gli avessero dato un istante di respiro, avrebbe potuto usare di nuovo Ripresa o assorbire altro ghiaccio per annullare tutti i loro sforzi.

"Ottimo! Continuiamo così! Non diamogli tregua!" esclamò Heather. "Bagon, Dragartigli! Vibrava, usa Sonicboom... e tu, Noibat, usa Ventoincoda per dare una mano!"

"Picchia più sodo, Graveler!" Lawrence incitò il suo Pokemon. "Usa un attacco Frana!"

"Persian, colpiscilo con Comete!" esclamò Gilbert. Il Persian grigio fu il più veloce ad attaccare, e scagliò una raffica di stelle luminose contro il nemico, centrandolo in pieno... ma ancora una volta, non riuscì a fare troppi danni, e il Pokemon Iceberg emise un tremendo ruggito di rabbia e scatenò un nuovo attacco!

"LUUUUUUGG!" Con un lungo ululato, PULSE-Avalugg usò un attacco Bora, spalancando le fauci e scagliando una tremenda scarica di vento gelido, neve e cristalli di ghiaccio! I Pokemon si mossero rapidamente per evitarlo... ma sfidando ogni legge della logica e della fisica, la folata di vento gelido si divise in tanti getti più piccoli che si dispersero e cercarono i loro bersagli, tracciando delle spettacolari scie di neve e ghiaccio a mezz'aria! Noibat sgranò gli occhi allarmato e cercò a tutti i costi di usare la sua mossa per dare una mano ai suoi compagni: sbattendo freneticamente le ali, il draghetto-pipistrello riuscì a far salire un'altra scarica di vento che soffiava dalle spalle di Vibrava e Bagon, rendendoli più veloci! Ma non ebbe il tempo di fare altro, prima che uno dei getti di vento e ghiaccio si schiantasse su dilui, e Noibat emise uno strillo acuto mentre veniva racchiuso in un cubetto di ghiaccio e cadeva a terra congelato!

"Noibat, no!" esclamò Heather.

Ma per fortuna, il suo sacrificio non fu inutile. Vibrava riuscì a scattare in avanti ed evitare per un pelo l'attacco Bora, poi fece vibrare le sue ali e scagliò una raffica di onde sonore che raggiunse PULSE-Avalugg alla testa, facendolo gridare di dolore ed indietreggiare. Una cascata di rocce lo colpì alla schiena, e Bagon mandò a segno un altro attacco Dragartigli, che contribuì ad indebolire ancora il mostro di ghiaccio...

Ma ancora una volta, il bestione resisteva. I suoi occhi si illuminarono, e con un tremendo ruggito, scatenò un attacco Slavina, sotto forma di una cascata di neve che precipitò dall'alto sopra le teste dei Pokemon che lo stavano attaccando! Graveler e Persian vennero colpiti in pieno e sepolti sotto una coltre di neve, mentre Bagon e Vibrava riuscirono a scansarsiappena in tempo. Persian rimase a terra privo di sensi, ma Graveler, pur avendo subito un colpo notevole, cominciò immediatamente a cercare di uscire dalla neve, scavando con le sue grandi mani.

"Bagon!" esclamò il draghetto, guardandosi con stupore ed eccitazione mentre il suo corpo cominciava a brillare, e Vibrava lo squadrò con l'aria di essere piacevolmente sorpreso. Heather sgranò gli occhi, riconoscendo i segni di un'imminente evoluzione... forse quello avrebbe potuto dare al suo Pokemon quello che serviva per chiudere per sempre i conti con quel mostruoso PULSE... ma bisognava vedere se Bagon sarebbe stato in grado di reggere abbastanza a lungo agli attacchi dell'avversario, che sembrava essersi reso conto del pericolo, e si stava muovendo per fermarlo...

"Bagon, tu... stai evolvendo!" esclamò Heather con cauto entusiasmo. Ma vedendo che PULSE-Avalugg stava accorciando rapidamente le distanze, strinse i denti e cercò di suggerirgli  "Presto, adesso indietreggia e cerca di sfuggire a..."

"Goooooon!" Un profondo e terribile ruggito interruppe la frase di Heather... e la massiccia figura di un Druddigon fece irruzione nella sala, puntando dritto sull'enorme Avalugg e colpendolo in pieno con una spallata! Heather rimase a guardare, scioccata ed incredula, mentre il Pokemon Grotta si scagliava contro la mostruosità glaciale, assalendola con una raffica di colpi che riuscì a farla indietreggiare e aprì delle profonde crepe nella sua corazza! Con un ruggito mostruoso, PULSE-Avalugg indietreggiò fino quasi a ritrovarsi con le spalle al muro... e finalmente riuscì a rimettersi in guardia e reagire all'attacco di Druddigon, che si ritrovò all'improvviso a dover ricevere un Corposcontro che lo lasciò barcollante...

Ma l'inaspettato attacco di Druddigon aveva dato a Bagon il tempo che gli serviva. Il draghetto lanciò un acuto ruggito, e il suo corpo venne completamente avvolto dalla luce, scomparendo per un breve istante in una sfera di energia abbagliante! Una raffica di raggi luminosi invase la stanza... e quando lo spettacolo di luci terminò, la forma evoluta di Bagon appoggiò le zampe a terra e si mise in guardia!

"Quel Bagon... si è evoluto!" esclamò Lawrence. Druddigon e PULSE-Avalugg si separarono, guardando a loro volta come era diventato il Pokemon di Heather: rotondo, coperto da una corazza naturale bianca a fasce, e al contrario della sua pre-evoluzione, era quadrupede, e il suo corpo era interamente contenuto all'interno della sua armatura, tranne le zampe corte e grigie, e gli occhi gialli con l'iride bianca, che si trovavano in una faccia grigia, di cui si vedeva solo una parte attraverso una cavità esagonale dell'armatura. Era grande quasi quanto Heather, e dava l'impressione di essere ben piantato e solido.

"Sì! Sei grande, Bagon! Sei evoluto! Anzi... adesso si dovrei chiamare... Shelgon, vero? Fammi vedere..." disse Heather eccitata, prima di consultare il suo Pokedex.

"Shelgon, il Pokemon Resistenza. Tipo Drago. Forma evoluta di Bagon. All'interno della conchiglia-armatura di Shelgon, le cellule sono in continua trasformazione per creare un corpo completamente nuovo. La sua corazza è capace di respingere qualsiasi attacco, ma lo appesantisce, rendendolo piuttosto pigro. Vive nelle profondità delle grotte. Resta chiuso nella dura corazza sognando il giorno in cui sarà in grado di volare."

"Drrrr... Druddigon?" esclamò Druddigon, a sua volta ammirato davanti alla tenacia dimostrata dal Pokemon di Heather. Vibrava applaudì, e i Pokemon ancora sul campo si ritirarono appena un po', in modo da dare a Shelgon e Druddigon lo spazio per combattere senza intralci. Con decisione, Shelgon avanzò verso il PULSE-Avalugg, che lo osservò con astio, forse convinto che in ogni caso avrebbe avuto facile gioco su di lui.

"Okay, Shelgon... so che farai del tuo meglio!" affermò Heather. "Io sono con te! Diamo una bella lezione a questo iceberg ambulante! Hey, Druddigon... sei venuto per darci una mano? Per quale motivo? Non mi sembra che fossimo esattamente amici, l'ultima volta che ci siamo incontrati..."

"Shel... Shelgon!" affermò il Pokemon Resistenza, rivolto al drago più grande. Druddigon strinse gli occhi ed emise un grugnito che Heather interpretò come un segno di assenso... e poi si voltò di nuovo verso il PULSE-Avalugg, che stava per tornare alla carica! Il mastodontico Pokemon mutante pestò i piedi per terra... e dal terreno scaturirono altri spuntoni di ghiaccio, che crearono una pericolosa selva attorno a PULSE-Avalugg. Lawrence, Gilbert e i loro Pokemon si allontanarono, temendo di restare coinvolti... mentre i Pokemon Drago rimasti in gara si piazzarono in una fila ordinata davanti a PULSE-Avalugg, e Shelgon strisciò il terreno ghiacciato con una zampa per incitare l'avversario a farsi avanti... 

     

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CONTINUA...

 

 

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Capitolo 71
*** Fine di una favola amara ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 71 - Fine di una favola amara

"Okay, ragazzi... stiamo attenti! Non ho la minima idea di cosa farà questo ghiacciolo gigante!" sussurrò Heather. La temperatura era scesa ancora di più, al punto che la bambina aveva l'impressione che il respiro le si condensasse appena uscito dalla bocca, e il Druddigon che era venuto a dare una mano tremò impercettibilmente. Forse neanche lui era del tutto sicuro di poter sconfiggere una mostruosità simile... ma il testardo e coraggioso Pokemon Drago mise da parte ogni incertezza e si rimise in guardia. Quel Pokemon mutante doveva essere sconfitto, in un modo o nell'altro...

"Hey, Gilbert... che dici, quella bambina e quel dragone... secondo te, hanno qualche possibilità, se combattono assieme?" chiese Lawrence al suo compagno, che serrò gli occhi e non disse una parola, concentrato com'era sulla terribile battaglia...

PULSE-Avalugg decise di fare la prima mossa, dal momento che nè Heather nè Druddigon davano cenno di volersi muovere. Il colosso di ghiaccio fece un passo, poi pestò una delle sue enormi zampe a terra, e provocò un attacco Frana! Una cascata di rocce scese da sopra le teste di Druddigon e Shelgon, ma entrambi i Pokemon fecero per spostarsi per evitare il colpo! Ma mentre Druddigon rriuscì a scansarsi in tempo con un agile balzo laterale, Shelgon scoprì con suo grande disappunto che i suoi movimenti non erano più sciolti come prima, e finì per incespicare...

"Ah! Attento, Shelgon!" esclamò Heather.

Con un grugnito infastidito, Druddigon puntò i piedi artigliati a terra e scattò dalla parte opposta, poi spintonò via Shelgon e lo spostò dal raggio d'azione dell'attacco Frana, appena in tempo! Sfortunatamente, questo volle dire che non ebbe il tempo di spostarsi lui, e alcune rocce lo colpirono e lo fecero barcollare con un grugnito di dolore! Il pokemon Grotta strinse i denti e puntò i piedi a terra, evitando di finire a terra... ma subito dopo, PULSE-Avalugg lanciò un ruggito terrificante che fece tremare l'intera stanza, e caricò a testa bassa contro Druddigon, cercando di mandare a segno un devastante attacco Riduttore! Druddigon strinse i denti e si tenne pronto a ricevere il colpo... che non arrivò mai!

"Shelgon! Usa... Usa Ira di Drago!" esclamò Heather, riuscendo finalmente a richiamarsi alla realtà. Il Pokemon corazzato si riebbe a sua volta dalla sorpresa e scagliò un getto di fiamme azzurre che centrò la testa del gigantesco PULSE-Avalugg, provocandogli un intenso dolore, e impedendogli di mandare a segno l'attacco! Druddigon sbattè gli occhi stupito quando l'enorme mostro di ghiaccio barcollò e si schiantò contro una parete della grotta, ma decise di approfittare del momento, e si scagliò contro l'avversario con le fauci fiammeggianti! Un attacco Rogodenti andò a segno, lasciando un segno rosso ed incandescente sul fianco del Pokemon di Ghiaccio, che lanciò un terrificante ululato prima di piegarsi di lato...

"AVALUUUUUUUUUGG!" esclamò, e si rialzò con uno spasimo rabbioso. Gli occhi del Pokemon simile ad un iceberg vivente rilucevano di una luce giallastra innaturale, e la sua bocca era contorta in una smorfia di rabbia incontrollabile, in contrasto con la calma glaciale con cui era partito! Era una visione davvero terrificante, ma Heather, malgrado la paura, avanzò la speranza che la furia da cui il Pokemon nemico si era fatto prendere volesse dire che ormai era in difficoltà... forse, se lei e Shelgon fossero riusciti a dare un'ultima spinta...

"Se solo i miei Pokemon Drago non fossero sensibili al Ghiaccio... questo è sicuramente uno degli avversari peggiori che ci potessero capire..." disse tra sè, e diede una rapida occhiata a Shelgon, che sembrava avere qualche problema a muoversi. Era una cosa che non le era venuta in mente... ma aveva senso, ora che ci pensava. Il suo Pokemon si era ritrovato all'improvviso con un corpo completamente diverso da quello a cui era abituato. Non poteva aspettarsi che fosse istantaneamente in grado di muoversi con scioltezza...

PULSE-Avalugg pestò di nuovo le zampe a terra, e da essa scaturirono numerosi spuntoni di ghiaccio che sfrecciarono verso Shelgon e Druddigon. Non c'era la possibilità di schivare un attacco così ampio in così poco spazio. Heather doveva farsi venire un'idea in fretta...

"Shelgon, riesci ad usare... Dragartigli?" chiese la bambina. Cominciava ad essere una serie di tentativi disperati, ma a quel punto, era sempre meglio che farsi sconfiggere!

Le punte di ghiaccio si avvicinavano a velocità folle. Non era il momento di restare fermi lì ad esitare. Druddigon ruggì e si scagliò verso PULSE-Avalugg, e Shelgon scattò in avanti un istante dopo, con tutta la velocità che gli era possibile... e al momento giusto, alzò una zampetta, sulla cui estremità apparvero di colpo tre lunghe lame di luce azzurro-verdina simili ad artigli giganteschi! Druddigon estese un braccio, aprì le ali, e creò delle lame di luce molto simili su entrambe le mani... e un attimo dopo, entrambi i Pokemon sferrarono un colpo devastante che intercettò gli spuntoni di ghiaccio e li mandò in frantumi con un frastuono assordante! PULSE-Avalugg indietreggiò, con un grugnito che forse esprimeva sorpresa... e Druddigon continuò la sua carica, sferrando un attacco Dragartigli che raggiunse il mostro di ghiaccio ai quarti anteriori, staccando letteralmente alcuni pezzi di ghiaccio iper-compresso dal suo corpo mastodontico! Shelgon corse rapidamente lungo la schiena di Druddigon e salì fino alla sua testa, da cui spiccò un balzo fenomenale usando il drago più grande come un vero e proprio trampolino di lancio! PULSE-Avalugg restò sbalordito nel vedere il Pokemon più piccolo che si lanciava su di lui come un siluro... e lo colpiva con tutta la sua forza nello stesso punto che Druddigon aveva centrato!

Questa volta, il colpo sembrò avere un effetto maggiore rispetto a prima. Altri pezzi di ghiaccio si staccarono dal punto che Shelgon aveva colpito, ed Heather fece un piccolo sorriso, pieno di cupa gioia, nel vedere il nuovo folle esperimento del Team Meteora cedere e cadere a terra! Il ghiaccio cominciò quasi subito a formarsi di nuovo nei punti in cui PULSE-Avalugg era stato colpito... ma l'effetto era stato innegabile, ed Heather immaginava che a questo punto, era soltanto questione di creare un po' di punti deboli ed insistere su quelli...

"Okay... Shelgon, cerca di muoverti il più possibile, e colpisci quel mostro con Spaccaroccia! Dobbiamo creare dei punti deboli che Druddigon possa sfruttare!" esclamò la bambina, facendo qualche rapido calcolo. "Cerca... cerca di colpirlo ai fianchi!"

"Shelgon!" esclamò il Pokemon Drago. Con un grugnito infastidito, dovuto al fatto che ancora non si era abituato al suo nuovo corpo, Shelgon scattò verso PULSE-Avalugg, ancora impegnato a rigenersi, e colpì la bestia di ghiaccio con un poderoso colpo al fianco sinistro, aprendo qualche crepa su di esso! PULSE-Avalugg grugnì infastidito e cercò di indietreggiare, ma Druddigon fu più veloce di lui, ecominciò ad incalzare con una raffica di attacchi Rogodenti e Dragartigli, prendendo di mira i punti in cui il ghiaccio era scheggiato. Progressivamente, il gigantesco Pokemon iceberg cominciava a perdere terreno.

"Sta funzionando... stanno facendo più danni a quel colosso di quanti la sua rigenerazione possa gestire!" commentò Lawrence. Con un ruggito feroce, Druddigon abbattè un fendente con l'artiglio destro sui quarti posteriori di PULSE-Avalugg, e il mostro glaciale cedette e finì di nuovo pancia a terra! Ruggì fragorosamente e voltò la testa verso di lui, poi prese fiato e scatenò un attacco Ventogelato, sotto forma di una scarica di aria gelida mista a cristalli di ghiaccio taglienti, che investì Druddigon dandogli appena il tempo di ripararsi con le ali! Per fortuna, Shelgon era riuscito ad infilarsi in un punto in cui PULSE-Avalugg non era riuscito a tenerlo d'occhio... e mentre Druddigon faceva appello a tutte le sue forze per resistere alla dolorosa ventata gelida, Shelgon riuscì a raggiungere la testa dell'Avalugg mutante e indirizzò un altro precisissimo attacco Spaccaroccia contro la giunzione tra il collo e la spalla!

"Adesso, Shelgon! Colpiscilo con tutto quello che hai!" esclamò Heather alzando un pugno in aria per dare enfasi all'ordine.

Il Pokemon crisalide emise un acuto verso di assenso, e si scagliò con tutte le sue forze contro il suo avversario, colpendolo con un attacco Spaccaroccia tra collo e spalla! PULSE-Avalugg muggì fragorosamente, e un'agghiacciante rumore di qualcosa che si infrangeva sovrastò per un istante ogni altro suono, facendo rabbrividire diversi dei presenti. L'iceberg vivente indietreggiò ancora, e per poco non travolse Druddigon con la sua massa mentre retrocedeva. Quello scontro stava andando avanti da fin troppo tempo, per quanto concerneva Heather... e prima fossero stati in grado di neutralizzare quel Pokemon mutato, meglio sarebbe stato per tutti...

"Uff... forza... continuate così, ce la possiamo fare!" esclamò Heather. Cominciava a sentire la stanchezza e la frustrazione di quello scontro apparentemente infinito... "Presto... Shelgon, continuava ad usare Dragartigli sui punti già indeboliti!"

"Shel! Shelgon!" esclamò il Pokemon Resistenza. Con un grugnito di rabbia e determinazione, fece un salto e colpì il collo della mostruosa creatura, in un punto in cui aveva già lasciato il segno... e nello stesso momento, Druddigon mise a segno un altro attacco Rogodenti, colpendo un punto in cui Shelgon aveva mandato a segno uno Spaccaroccia. L'attacco si dimostrò ancora una volta efficace... e finalmente, il PULSE-Avalugg dimostrò che nemmeno lui era dotato di una resistenza infinita! Le sue zampe cedettero, e con un muggito di dolore, la bestia di ghiaccio si schiantò a terra e restò lì per qualche secondo con espressione stordita, scuotendo la testa nel tentativo di riprendersi... l'ira che lo pervadeva cominciava a dissolversi, e l'energia del PULSE cominciava a uscire dal suo corpo, sotto forma di un nefasto vapore nero.

Era il momento di passare all'offensiva finale. Shelgon si affiancò a Druddigon, che si stava ancora scrollando un po' di neve e ghiaccio dalle ali, e i due draghi si scambiarono uno sguardo di intesa prima che Heather desse un nuovo ordine. La bambina dai capelli fucsia ci pensò su rapidamente, e decise che a quel punto tanto valeva giocarsi il tutto per tutto. PULSE-Avalugg era molto indebolito, ma anche Shelgon e Druddigon stavano esaurendo le forze. Se non fossero riusciti a concludere adesso, non avrebbero avuto un'altra possibilità.

"Shelgon... adesso usa Focalenergia, e poi colpiscilo con Dragartigli!" esclamò. Sapeva di essersi resa un po' monotona, ma quella mossa era la loro migliore possibilità di mettere al tappeto quella creatura...

"Gon!" Il draghetto crisalide chiuse gli occhi per un breve istante, e dei piccoli lampi di energia saettarono attorno a lui per mezzo secondo, mentre PULSE-Avalugg grugniva e cercava disperatamente di riprendere l'offensiva. Il ghiaccio stava cominciando già a riformarsi nei punti in cui PULSE-Avalugg era stato danneggiato...

Dando fondo alle sue forze e alla sua velocità, Shelgon si scagliò verso PULSE-Avalugg e sfoderò nuovamente i suoi artigli luminosi, sferrando un poderoso fendente diretto ai quarti anteriori e alla testa del mostro Quest'ultimo cercò di spostarsi, in modo da offrire al suo avversario una zona meno sensibile, e il primo attacco di Shelgon colpì soltanto alcune placche di ghiaccio spesso sul fianco della creatura... Poi, PULSE-Avalugg girò di scatto la testa verso Shelgon e aprì la bocca per usare un attacco Sgranocchio contro di lui!

"No! Attento, Shelgon!" esclamò allarmata Heather.

Ma Shelgon non si fece cogliere impreparato. Il drago-crisalide alzò di scatto l'altra zampa e sferrò un altro colpo con i suoi artigli di luce, colpendo in pieno l'iceberg vivente, che lanciò un prorompente ruggito di dolore e barcollò all'indietro per diversi passi! Incoraggiato, Shelgon continuò il suo assalto, e sferrò un altro colpo con i suoi artigli... ma questa volta, PULSE-Avalugg riuscì a difendersi, facendo appello a tutte le sue forze per sollevare una zampa e bloccare il colpo! Shelgon sgranò gli occhi allarmato, e constatò con terrore che nei meandri della bocca spalancata di PULSE-Avalugg si stava formando una sfera di luce azzurrina...

"Scansalo, Shelgon! Presto!" Heather strillò in preda all'ansia. Shelgon si staccò dall'avversario, ma non riuscì ad evitare un poderoso Geloraggio che lo colpì al fianco, scaraventandolo a terra con violenza! Heather strinse i denti per lo spavento quando Shelgon si fermò davanti a lei, indebolito e tremante... ma nel suo focoso tentativo di liberarsi di Shelgon, PULSE-Avalugg si era dimenticato del tutto di Druddigon, che era riuscito a raccogliere le forze e lanciare un attacco decisivo! Il Pokemon Grotta aveva grattato gli artigli sul terreno per affilarli - un attacco Unghieaguzze, senza dubbio - e si era poi lanciato verso PULSE-Avalugg, impedendogli di attaccare di nuovo!

"GOOOOOON!" ruggì il dragone, aprendo le fauci come se volesse usare di nuovo Rogodenti. PULSE-Avalugg sapeva ora cosa fare per proteggersi, e battè le zampe anteriori davanti a sè, facendo sollevare da terra uno spesso muro di ghiaccio proprio davanti al feroce drago! L'enorme mostro di ghiaccio quasi ghignò, aspettandosi che l'avversario si schiantasse sulla barriera un attimo dopo...

*CRAAAAAAAAAASH!*

Con uno schianto assordante, Druddigon e il muro di ghiaccio entrarono in collisione... e il muro ebbe la peggio, crollando da un lato lacerato in migliaia di scheggie! Ruggendo furiosamente, Druddigon si fece strada a pugni attraverso la barriera ormai infranta, e si scagliò contro PULSE-Avalugg, che sgranò gli occhi esterrefatto!      

"GOOOOOOON!" Completamente perso nella furia della battaglia, il Pokemon Grotta si gettò sull'avversario, e cominciò a colpire con tutte le forze che gli erano rimasti, usando una combinazione di calci, pugni, testate e frustrate con le ali, ogni colpo più doloroso del precedente! Il PULSE-Avalugg, ormai indebolito, cercò disperatamente di difendersi... e riuscì in qualche modo a parare i primi due-tre colpi. Ma a quel punto, era solo questione di tempo prima che cedesse, e infatti un successivo, più potente colpo da parte di Druddigon infranse la sua difesa e lo costrinse in ginocchio! Il Pokemon Grotta scatenò su di lui tutta la sua furia e continuò a colpirlo con violenza sempre maggiore... terminando infine con un devastante pugno a mani unite che raggiunse PULSE-Avalugg sopra la testa e vinse una volta per tutte le sue difese!

Uno schianto spaventoso riecheggiò nella grotta gelata quando PULSE-Avalugg crollò, e il bagliore rossastro dei suoi occhi si spense, sostituito da un paio di buffe spirali che potevano avere un solo significato. La terrificante creatura emise un sospiro, e finalmente perse i sensi, giacendo immobile sul terreno congelato.

Dolorante per i colpi subiti, Druddigon fece qualche passo indietro e riprese fiato, usando le sue grandi ma inette ali per farsi aria. Heather, Shelgon e gli altri esploratori restarono a loro volta fermi al loro posto, quasi non credendo ai loro occhi... finalmente, PULSE-Avalugg era stato sconfitto! L'immenso corpo dell'iceberg vivente si illuminò lievemente e cominciò a rimpicciolire sotto gli occhi del gruppo, tornando finalmente alla forma e alle dimensioni normali... e immediatamente, la temperatura della stanza sembrò aumentare di qualche grado, rendendo sopportabile il freddo intenso che fino a quel momento la permeava.

"Ce... ce l'abbiamo fatta..." balbettò Heather, abbassandosi per accarezzare il suo Shelgon. Le gambe le cedettero, e la bambina finì inginocchiata accanto al suo migliore amico, la mano ferma sulla sua testa, e un sorriso non ben fermo sul suo volto. "E' stato... incredibile... abbiamo... abbiamo vinto!"

"GOOOOOOOON!" Druddigon gettò indietro la testa, aprì le ali e le braccia, e lanciò un potente ruggito di vittoria che scosse ulteriormente la caverna e fece fare una smorfia intimorita ai due compagni di Heather. Non che potessero biasimarlo per come si sentiva...

"Voi due, state bene?" chiese Heather rivolta ai suoi due compagni, una volta assicuratasi che Shelgon non fosse ferito seriamente. Il Pokemon Resistenza si era ripreso quasi del tutto, anche se gli faceva ancora male a muoversi, e seguì la sua allenatrice e migliore amica mentre raggiungeva i suoi compagni.

"Sì... per fortuna è solo un graffio..." rispose Lawrence con un sospiro di sollievo, mostrando il braccio destro. Gilbert aveva avvolto un fazzoletto bianco, ora macchiato di sangue, attorno alla ferita, e se non altro, questo era servito a fermare l'emorragia.  "Ce... ce l'avete fatta, vero? Avete sconfitto quella... quella cosa, vero?"

"Credo... credo di sì..." rispose Heather tirando un sospiro.

A conferma delle speranze di Heather, il gigantesco PULSE-Avalugg cominciò ad emanare una tenue aura luminosa... e delle volute di vapore nero si levarono dal suo corpo, che cominciò a rimpicciolire fino a tornare alle dimensioni normali. Il ghiaccio che lo componeva tornò lentamente del suo normale colore cristallino, e i suoi occhi si schiarirono. Nel giro di pochi secondi, Avalugg era tornato normale, e si stava rialzando lentamente, guardando i Pokemon che si trovavano accanto a lui - come se volesse chiedere loro cosa fosse successo.

"Lugg...?" chiese il Pokemon iceberg.

Druddigon si sgranchì le spalle e si piazzò davanti ad Avalugg, e Shelgon scivolò via dalle braccia di Heather per affiancarsi al drago più grande. "Drudd... Druddigon, gon!" grugnì Druddigon, e indicò i resti della macchina PULSE che giaceva a pezzi dietro di lui.

"Sheeelgon..." mormorò il Pokemon di Heather, mentre ancora riprendeva fiato per la battaglia. Avalugg strinse gli occhi, e alcune briciole di ghiaccio si staccarono dalla sua fronte per esprimere la sua perplessità. "Gon, shelgon!"

"Can, cannon!" gracchiò Toucannon, rafforzando quello che Shelgon stava dicendo. Il Persian grigio disse di sì con la testa, ed Avalugg, dopo qualche istante di incredulità, si voltò verso i resti del macchinario e cominciò a calpestarli con rabbia, in segno di vendetta verso quell'atrocità che lo aveva trasformato in un mostro.

"Adesso che lo abbiamo sconfitto... immagino che l'effetto della macchina PULSE cesserà man mano, vero?" chiese Heather, rivolta più a sè stessa che a chiunque altro. La temperatura stava salendo, anche se rimaneva fredda come ci si poteva aspettare in alta montagna. "Meglio... meglio se usciamo di qui e vediamo com'è la situazione fuori, non credete?"

Gilbert disse di sì con la testa. "E' stata un'avventura mozzafiato, questo non lo si può negare... spero almeno di non avere più a che fare con un PULSE... o qualsiasi cosa fosse... finchè campo!" affermò. "Lawrence, tu stai bene?"

"Un po' ammaccato, ma me la caverò. Certo... se non fosse stato per quel Druddigon che è venuto a darci una mano... ce la saremmo vista brutta!" affermò.

Heather tirò un sospiro e fece un sorriso stentato. Mentre il Pokemon Grotta riprendeva fiato e si rinfrescava gettandosi un po' di neve sulla pelle squamosa, la bambina gli si avvicinò con prudenza - si trattava pur sempre di un Pokemon selvatico e molto forte, ed Heather sapeva bene che non doveva abbassare la guardia. Shelgon, che finalmente si era un po' ripreso dalla fatica dello scontro, si mise in posizione eretta - quanto più gli riusciva - e chinò un po' la testa.

"Grazie... Druddigon. Sei stato di grande aiuto." disse Heather. Doveva ammetterlo, le dispiaceva un po' non essere riuscita a battere PULSE-Avalugg anche con quell'evoluzione, e aveva il presentimento che Shelgon la pensasse allo stesso modo. "Senza di te... beh... diciamo che sarebbe stata molto più difficile!"

Il dragone squadrò attentamente la ragazzina dai capelli fucsia, e dopo qualche istante passato forse a considerare quello che aveva detto, disse di sì con la testa. "Gon..." grugnì, senza darle l'impressione di essere nè amichevole nè ostile. Quanto meno, riflettè Heather, sembrava che aver combattuto assieme per una causa simile avesse permesso loro di giungere ad una certa comprensione.

Heather fece un piccolo sorriso e accarezzò Shelgon sulla testa, mentre Avalugg finiva di scassare il resto dei pezzi della macchina. Finalmente, il Pokemon iceberg era riuscito a trasformare quel marchingegno infernale in un ammasso di metallo contorto, e fece un grugnito per esprimere la sua soddisfazione. Poi, si voltò verso i suoi liberatori e chinò la testa in segno di ringraziamento, permettendo loro di uscire... ma non prima di voltarsi verso Heather e farle cenno di avvicinarsi.

"Che succede? Qualcosa che non va?" chiese la bambina, alzando nuovamente la guardia. Si disse che quel Pokemon non poteva essere un ingrato, e si avvicinò... e il possente Avalugg le rivolse un sorriso, e abbassò ancora un po' la testa per rivelare qualcosa che era spuntato in quel momento sulla sua fronte - una sorta di bocciolo di rosa fatto di ghiaccio semitrasparente, talmente somigliante alla realtà che nessuno scultore, per quanto bravo, sarebbe stato in grado di realizzare un capolavoro simile. Heather sgranò gli occhi stupefatta quando Avalugg si staccò di dosso il fiore di ghiaccio, e glielo offrì in segno di riconoscenza.

"E... e questo che cosa sarebbe?" si chiese Heather. Druddigon e Shelgon guardarono a loro volta lo strano fiore di ghiaccio, in quel momento tra le mani di Heather. La piccola allenatrice rimase sorpresa per un istante - era freddo, ma non era gelido come si era aspettata, e non si sentiva congelare le mani. Piuttosto, era la sensazione dell'acqua fresca che le scorreva lungo i palmi delle mani, e che la faceva sentire ristorata...

"Quello... è un Gelomai. Non credevo che ne avremmo trovato uno in un posto come questo." disse Lawrence stupito. "Tienilo tu, piccola. Tu e quel Druddigon siete stati fondamentali per fermare quella dannata macchina."

"Avalugg!" confermò il Pokemon glaciale... ed Heather si voltò a guardare Druddigon, che confermò quello che aveva detto Lawrence.

"Va bene... immagino che più avanti sarà utile!" rispose Heather, che poi rivolse un occhiolino ad Avalugg. "Grazie mille, Avalugg! Farò in modo... che questo Gelomai mi aiuti a sconfiggere quelli che ti hanno ridotto in una macchina distruttrice."

"Dru, druddigon!" disse Druddigon, per poi indicare l'uscita della grotta. Era il momento di tornare indietro...

 

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Ad attendere Heather e il resto degli esploratori al momento dell'uscita da quel dedalo di gallerie e grotte, ci fu uno spettacolo incoraggiante. Il terrificante muro di ghiaccio che si era stagliato davanti a loro quando erano entrati, adesso si stava lentamente fondendo, e i Pokemon di Ghiaccio che fino a poco prima erano stati pronti ad aggredirli, adesso stavano allontanandosi tranquillamente, ritornando alle loro vite. I Bergmite, gli Snover e i Cryogonal, ognuno a modo suo, stavano scorrazzando per i declivi innevati, che ora non avevano più nulla dell'aspetto ostile di prima. Le lame di ghiaccio affilate come coltelli si erano sciolte, e ora non c'era altro che neve bianca ed immacolata, interrotta da qualche albero sempreverde che vivacizzava il paesaggio.

"Sembra proprio... che ce l'abbiamo fatta!" affermò Gilbert sollevato, constatando anche lui che la temperatura non era più rigida come prima. "Quella diabolica macchina che aveva mutato quell'Avalugg aveva provocato quella calamità, ma per fortuna... adesso che l'abbiamo distrutta, i suoi effetti stanno rapidamente esaurendosi. Questo vuol dire che non c'è più nulla ad impedire ad Ametripoli di riprendere contatto con il resto di Reborn, giusto?"

"Dovrebbe... essere così." rispose Heather sollevata. "A proposito... quanto è lontana Ametripoli da qui? Ci metterò  qualche giorno, immagino..."

"Sì, su questo non ci piove... faresti meglio a fermarti al Pokemon Center per un po', almeno finchè i tuoi Pokemon non si sono ben riposati." rispose Gilbert. "E... immagino che ci fermeremo lì anche noi, questa avventura ci basterà per un bel po'..."

"Drrruddigon!" disse Druddigon, alzando una mano e facendosi avanti come per chiedere la parola. Gilbert, Lawrence e i loro Pokemon lo guardarono, ancora un po' intimoriti. Certo, avere accanto un dragone muscoloso alto quasi due metri e tutto coperto di squame affilate era piuttosto inquietante, anche se il suddetto drago aveva dato una mano...

Heather e il suo Shelgon la presero un po' meglio. Il drago-crisalide si mise sull'attenti come un soldatino... e la sua allenatrice lo imitò un attimo dopo, con tanto di gocciolona di sudore che le scendeva lungo la nuca! "S-sì? C-c'è... qualcosa che vorresti, Druddigon?" chiese lei, sperando che non volesse ancora pareggiare i conti per il conflitto che avevano avuto in precedenza.

Per fortuna, il Pokemon Grotta non sembrava essere interessato a questo. "Drrrruddigon!" esclamò con voce ringhiante. "Drud drud gon, drrrrruddigon?"

"Shel shel?" chiese Shelgon. Questa poi non se l'aspettava... ma poteva voler dire che Heather avrebbe avuto un utile compagno in squadra. "Shel shelgon!"

"Vorresti... unirti alla mia squadra, Druddigon?" chiese Heather, senza nascondere che la cosa le avrebbe fatto molto piacere... e allo stesso tempo chiedendosi se avrebbe potuto essere una buona allenatrice per un Pokemon così forte e deciso. Il dragone rispose con un altro grugnito, un verso preciso e deciso che non faceva pensare a ripensamenti o a dubbi, e indicò con lo sguardo lo zaino della bambina, probabilmente immaginando che lì ci fossero le sue Pokeball.

"Gon!" esclamò infine, e la sua mano artigliata si mosse per farle cenno di catturarlo. Heather sentì una scarica di adrenalina percorrerla dalla testa ai piedi - un Druddigon nella sua squadra, e per giunta uno così forte! Non avrebbe mai osato sperare tanto... ma adesso che avevano lottato assieme, era convinta che sarebbero potuti diventare amici, e poi... un aiuto in più contro il Team Meteora era sempre ben accetto!

"Va bene... Allora se sei d'accordo, io vado!" rispose Heather. Con un gesto sicuro, la piccola domatrice di draghi si fece scivolare giù lo zaino dalle spalle, e infilò una mano al suo interno per afferrare una Pokeball, che poi scagliò con rapidità verso Druddigon; il dragone si spostò in modo da farsi colpire, e venne risucchiato all'interno della sfera, che poi rotolò a terra con un tintinnio metallico, rotolando per un breve tratto nella neve bassa.

Uno... due... tre... al terzo movimento, la sfera si immobilizzò e la luce rossa sulla sua congiunzione si spense, e Druddigon entrò ufficialmente a far parte della squadra di Heather, che andò a raccogliere la Pokeball e la sollevò in aria con fierezza, mentre Lawrence e Gilbert applaudivano.

"Benvenuto in squadra, Druddigon. Sono sicura che ti troverai bene." disse Heather, e si mise la Pokeball davanti al viso per farle un occhiolino e dire al suo nuovo Pokemon che sarebbe andato tutto bene. Shelgon alzò una zampa e chiuse gli occhi, facendo un'espressione contenta, mentre i due esploratori che erano con la bambina si scambiarono un cenno di intesa. "Okay... allora torniamo al Pokemon Center, e riposiamoci un po'. E' stata un'avventura davvero incredibile... ma credo che il meglio debba ancora venire."

"O il peggio, a seconda dei punti di vista." rispose Gilbert con una breve risata.             

         

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Titania si appoggiò la testa su una mano, cercando di pensare a cosa scrivere, la penna blu trattenuta nella mano destra, con la punta che aleggiava insicura sulle righe del foglio. Non aveva idea che tenere un diario e scriverci sopra tutte le sue esperienze sarebbe stato così complicato... anche se quella era la sua unica possibilità di sfogare tutto ciò che si teneva dentro, aveva quasi paura che i muri e i soffitti avessero gli occhi e stessero leggendo ogni cosa. Era una sensazione odiosa... ma l'alternativa, quando si combatte contro un'organizzazione come il Team Meteora, era di essere tolti di mezzo entro i primi tre giorni. La paranoia l'aveva tenuta in vita per tutto quel tempo, e la rossa esperta di Pokemon Acciaio non aveva intenzione di abbandonarla tanto presto.

"E va bene... adesso vediamo di smetterla di farci tanti filmini mentali, e pensiamo a scrivere." disse tra sè con fastidio, spostandosi una ciocca di capelli dalla fronte. Finalmente colta da un'ispirazione, Titania mise un po' di ordine nei suoi pensieri, e cominciò a raccontare al suo diario quello che non avrebbe potuto mai raccontare a nessun altro...

"Lo sai già, caro diario, che sono stufa marcia di questa maledetta recita."

Titania grugnì e si sfregò la fronte con una mano. Ecco, lo aveva fatto. Lo aveva scritto, e finalmente si era tolta questo dannato peso dal torace. O almeno, questo era quello che sarebbe dovuto accadere. In realtà, adesso non si sentiva per niente più tranquilla, soltanto un po' più frustrata. Chi era l'idiota che diceva che tenere un diario l'avrebbe aiutata?

"E comunque, mi sa tanto che sono più scema io a dare ascolto a queste cretinate..." affermò tra sè Titania. Il suo Aegislash era appoggiato al divano, con quell'espressione illeggibile sull'elsa della spada, che tuttavia la rossa leggeva come uno sguardo accusatorio...

Al diavolo. A quel punto, il dado era tratto, e non le sarebbe piaciuto lasciare le cose a metà.

"Fin dall'inizio, tutto quello che volevo era che Amaria si calmasse un po', diventasse un po' più stabile... e invece, ho ottenuto l'effetto contrario. Tutto ciò che sono riuscita ad ottenere, è che Amaria è diventata sempre più instabile e dipendente da me. Queste parole che scrivo su di te mi offrono un po' di conforto... ma se devo essere sincera, non vedo un lieto fine per questa specie di favola... Sono stata una stupida a fare finta di essere innamorata di Amy. Mi sono intrappolata da sola in questo ruolo, e se continua così, sarà la rovina sua, mia o di tutte e due. Detto questo..."

Frustrata, Titania scosse la testa e chiuse di colpo il diario, lasciando il suo discorso a metà. Anche se si trattava soltanto di un diario, l'idea di condividere con qualcuno il suo segreto più terribile la destabilizzava. Inutile tentare, sarebbe riuscita soltanto a farsi venire il nervoso. Tanto vale alzarsi e andare a fare un po' di allenamento. Ormai, l'estro era scomparso.

Come se volesse nascondere qualche foto vergognosa o qualche documento segreto - paragone che in questo caso appariva decisamente calzante - Titania infilò il diario in un cassetto della scrivania alla quale era seduta, e si alzò di colpo facendo strisciare le gambe della sedia contro il pavimento di legno levigato. "Al diavolo... ormai non ce la faccio più a scrivere. Posso solo sperare che non succeda niente. Andiamo, Aegislash! Dobbiamo allenarci ancora. Presto o tardi, dovremo vedercela con i veri capi del Team Meteora... e per allora, voglio che la tua esitazione ad uccidere esseri umani sia solo un ricordo." esclamò, afferrando saldamente l'elsa dello strano Pokemon Spettro/Acciaio, che emise un verso stridente, simile al suono di una spada che veniva rumorosamente trascinata lungo una lastra d'acciaio.

"Slaaaash!" esclamò, e agitò lo scudo in segno di protesta.

Titania scosse il capo. Non era il momento di farsi venire gli scrupoli di coscienza. "Lo so che non ti piace. E non ti chiedo di fartelo piacere, ma di farlo e basta." tagliò corto. "Ogni recluta del Team Meteora che risparmiamo, potrà poi tornare a minacciarci, e questo noi non lo vogliamo. Questa è una guerra... e non finirà finchè una delle due parti non sarà spazzata via."

Aegislash si arrese con riluttanza e si fece prendere da Titania, che si allontanò con passo rabbioso verso una stanza vicina, in modo da potersi allenare in pace... e sperabilmente, mandare via una volta per tutte quell'odiosa sensazione che la accompagnava da fin troppo tempo...

 

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Alcune ore dopo...

Amaria intonò un allegro motivetto mentre ripercorreva, una volta di più, la tortuosa stradina di montagna che arrivava vicino al cottage della sua amata. La missione era andata bene, e un altro nascondiglio del Team Meteora era stato mandato all'aria. Se non altro, questo avrebbe dato del filo da torcere a quei malfattori, e avrebbe risparmiato a Tania il fastidio di occuparsene.

L'aria fresca di montagna e il sole radioso le accarezzarono il volto, e la giovane esperta di Pokemon d'Acqua si permise un sorriso entusiasta, all'idea che finalmente avrebbe rivisto Titania... erano stati pochi giorni, ma a volte sentiva di avere bisogno della sua rossa amica del cuore come un viaggiatore nel deserto aveva bisogno dell'acqua. E adesso che si avvicinava sempre di più al cottage, Amaria si chiedeva come avesse fatto per tanto tempo senza di lei... quando era con Titania, sentiva che non aveva più pensieri negativi, e le sembrava che Reborn non fosse poi quel posto orribile che tutti descrivevano...

Qualcuno forse avrebbe detto che era troppo dipendente da quella ragazza. E in certimomenti, Amaria non poteva fare a meno di chiedersi se fosse vero... quando restava lontana da lei per troppo tempo, Amaria diventava nervosa, depressa, irritabile... ma cosa poteva farci? Tania era stata la sua ancora di salvezza... se non fosse stato per lei, Amaria era convinta che avrebbe fatto qualcosa di irreparabile già da tempo. Come biasimarla se si sentiva così attaccata all'unica persona che riusciva a farle sembrare la vita meno grigia?

"Su, su... non è il momento di pensare a queste malinconie." si disse la giovane, e si riavviò una ciocca dei suoi ondulati capelli color acquamarina. "Voglio proprio fare una piccola sorpresa a Tania... chissà che faccia farà quando mi presenterò davanti a lei, e le darò il più grande abbraccio della mia vita! Heheheee... sono sicura che diventerà rossa come i suoi capelli! Magari si dimenticherà anche degli allenamenti..."

Era talmente persa a fantasticare, che solo in quel momento si accorse che era già arrivata molto vicina ai gradini del cottage. Il suo sorriso si ingrandì - da quanto aspettava questo momento! Adesso avrebbe fatto irruzione nel soggiorno, e sicuramente Tania sarebbe rimasta a bocca aperta! Con il cuore che le batteva forte, la giovane raggiunse la porta di ingresso, e la spalancò di colpo!

"Ta-daaaaan! Sorpresa! Sono qui, Tania! Ho sconfitto quelli del Team Meteora prima di quanto credessi, e ora sono di nuovo da te!" esclamò... e restò un po' delusa quando si accorse che non c'era nessuno. Il soggiorno dava l'impressione di essere stato usato di recente, a giudicare dal piatto sporco che si trovava sul tavolo vicino alla tv, con tanto di un po' di crosta di pizza ancora lì... ma Titania non era da nessuna parte, e neanche i suoi Pokemon.

"Tania? Tesoro, sono qui!" la chiamò Amaria, entrando finalmente nel cottage. Non ottenendo risposta, Amaria alzò le spalle e si guardò attorno, pensando che tanto valeva aspettare lì. In fondo, pensò tra sè l'esperta di Pokemon d'Acqua, Tania era andata probabilmente ad allenarsi, e per quando fosse tornata, lei sarebbestata lì, pronta ad accoglierla.

Amaria prese il piatto sporco rimasto sul tavolo e lo svuotò nel cestino della spazzatura, per poi metterlo in un lavello e dargli una rapida lavata. Dopodichè, non sapendo come passare il tempo in attesa che arrivasse la sua amata, passeggiò per qualche minuto su e giù per il soggiorno, ammirando ogni singolo angolo del soggiorno. Certo, non era proprio molto ben ordinato... Amaria aveva l'impressione che se non ci fosse stata lei, Titania si sarebbe trovata una sorta di montagna di rifiuti in casa. Con tutte le sue capacità, la rossa allenatrice di Pokemon Acciaio era del tutto negata nei lavori domestici.

"Ah, se non ci fossi io, eh, Tania?" si chiese tra sè con una breve risata... nella quale però, se qualcuno avesse sentito, si sarebbe potuta percepire una certa malinconia per i tempi andati, quando lei, Titania, Julia e Florinia ancora frequentavano la Scuola per Allenatori del quartiere Onice. "Eh, come vorrei a volte che quei tempi potessero tornare... Julia e Florinia si stanno allontanando da noi... anche ora che stiamo combattendo assieme contro il Team Meteora, mi sembrano così distanti..."

Il suo pensiero andò ai ragazzi di Hoenn, che in quel momento sicuramente stavano continuando a lottare per strappare Reborn alla tirannia del Team Meteora. Chissà dov'erano in quel momento... sperò almeno che le sue azioni fossero riuscite a rendere loro un po' più facile il compito.

Passeggiando distrattamente per il soggiorno, Amaria raggiunse la scrivania dove Titania era seduta fino ad un attimo prima. Con un sorriso ironico, la giovane esperta di Pokemon d'Acqua tirò via un po' di cartacce dal tavolo e le gettò nel cestino prima di accorgersi che uno dei cassetti era rimasto leggermente aperto. Fece per chinarsi per chiuderlo, ma proprio in quel momento, guardando all'interno del cassetto, si accorse del libriccino che Titania aveva frettolosamente appoggiato in fondo ad esso - grande come un piccolo quaderno, ma più spesso, con una copertina grigia che lasciava poco spazio a fronzoli e decorazioni, e che richiamava il tipo di Pokemon preferito dalla sua fidanzata.

"E questo...? E' il suo diario?" si chiese Amaria. Spinta da una curiosità forse inopportuna, la giovane dai capelli acquamarina aprì il cassetto e diede un'occhiata al suo interno... e poi, con un pizzico di esitazione, prese il diario di Titania. "Heh... chissà, magari ha scritto qualcun altra delle sue frecciate a chi volesse spiarci dentro!"

La giovane donna ridacchiò divertita, poi diede un'occhiata al libriccino che aveva in mano. Quella sensazione inopportuna si faceva sentire, sempre più pronunciata. La tentazione di dare un'occhiata all'interno era irresistibile... da un lato, Amaria sapeva che non era esattamente una cosa carina da fare, ma... in fondo, tutto quello che voleva fare era dare un'occhiata a quello che Tania aveva scritto... avere una conferma dei sentimenti che lei provava... chi poteva biasimare una ragazza, se voleva essere un po' più sicura di queste cose?

"Dopotutto... si tratta semplicemente di un'innocua spiata tra fidanzate, vero?" disse tra sè Amaria. Dopo averci pensato su un paio di volte, e dopo che già due volte aveva fatto per aprire il diario ma si era fermata all'ultimo momento, Amaria fece il gesto decisivo, e il libriccino si aprì su una pagina a caso. Amaria sentì il suo cuore accelerare, ma non seppe nemmeno lei dire se fosse per l'emozione o per la paura... ma paura di cosa, in fondo? Lei sapeva quello che Tania provava nei suoi confronti... questa era solo una sbirciata per curiosità...

Gli occhi di Amaria cominciarono a leggere quello che era scritto... Titania stava parlando di quello che aveva fatto per sconfiggere il Team Meteora, e di come lei e i suoi Pokemon avessero già mandato all'aria diverse operazioni di quei criminali. La giovane donna si sentì pervadere da un moto di fierezza... Titania era sempre stata così forte ed indipendente, tutte qualità che avevano contribuito a far innamorare Amaria...

Amaria voltò alcune pagine, sicura che avrebbe letto qualcosa che avrebbe testimoniato il loro amore...

E le sue illusioni si infransero contro la dura realtà.

...sono stufa marcia di questa maledetta recita...

Amaria raggelò e allontanò il volto dal diario, non credendo ai suoi occhi. No... non poteva aver letto questo... era tutto un equivoco, non c'era altra spiegazione...

Con sguardo febbrile, Amaria riprese a leggere il diario, convinta che questa volta avrebbe letto una dichiarazione dell'amore che Titania provava per lei...

tutto quello che volevo era che Amaria si calmasse un po'

non vedo un lieto fine per questa specie di favola

Sono stata una stupida a fare finta di essere innamorata di Amy

"No... no... no, no, no... non... non può... essere vero..." balbettò Amaria, con le lacrime che già cominciavano a scenderle dagli occhi. Tutto quello che credeva solido, quell'amore che l'aveva aiutata a superare i momenti difficili, che era stata la sua luce nell'oscurità da cui si sentiva sempre più soffocata...

Era tutto una falsità. Una recita. Una menzogna.

"Amy!"

La voce sicura, e allo stesso tempo sconvolta, di Titania fece fare un salto ad Amaria. Voltandosi di scatto, la ragazza dai capelli verdini guardò verso una corta rampa di scale di legno sulle quali si trovava la sua amata, vestita come sempre della sua t-shirt bianca, con un paio di pantaloni rossi e scarpe dalla suola rafforzata in metallo, e con il suo Aegislash portato come se fosse una spada e uno scudo. Ma l'espressione normalmente forte e sicura di Titania ora si mostrava sconvolta e scioccata, e persino il suo Pokemon, pur non essendo molto espressivo, dava l'impressione di essere stupito e spaventato. La tensione si fece rapidamente fitta ed insopportabile, e la temperatura nella stanza sembrò salire di diversi gradi.

Sconvolte da quella situazione terribile, le due giovani donne non riuscirono a dire nulla... almeno finchè Amaria, tremando visibilmente, non mostrò a Titania il suo diario, aperto alla pagina che aveva messo tutto sottospra in una frazione di secondo.

"Stavi... stavi leggendo... il mio... diario?" balbettò Titania. Un brivido corse lungo la spina dorsale di Amaria. Quella... quella era Titania, la donna di ferro dell'accademia Onice! Lei non balbettava!

"Tania..." riuscì finalmente a dire Amaria. Si passò la mano libera sul volto per asciugarsi le lacrime, e cercò di assumere un atteggiamento quanto più risoluto possibile, anche se effettivamente era difficile, in un momento simile...

"Che... che significa questo? Tu... tu hai solo fatto finta di... di essere innamorata di me?" mormorò. Faceva quasi fatica a pronunciare le parole...

Titania era di fronte ad un'ineluttabile confessione. Le prove contro di lei erano schiaccianti. Era come se lo avesse detto di persona. Stavolta non c'era nulla da fare per nascondere la verità. I suoi pensieri erano un turbine di contraddizioni, obiezioni, rimpianti, tentativi di giustificare a sè stessa quello che aveva fatto... non riusciva a pensare lucidamente...

Dopo alcuni istanti di sgomento, Titania abbassò lo sguardo e sospirò, sentendosi stranamente calma... forse questo era quello che dicevano che accadesse quando si era in una situazione così disperata? Ad un certo punto, si smette di avere paura, e si entra in uno stato di gelida calma... una sorta di rassegnazione per quello che stava accadendo, o forse il desiderio di farla finita una volta per tutte, e penare il meno possibile? Titania non era sicura di cosa si trattasse, ma a questo punto, l'unica cosa giusta da fare era dire la verità...

"Mi dispiace, Amy..." affermò Titania. "E'... è come hai letto sul mio diario."

"PERCHE'?" strillò Amaria, e Titania fece involontariamente un passo indietro per lo sgomento - non era mai successo prima d'ora che la sua amica di scuola parlasse con tanta furia. "Perchè tutte queste bugie, Tania? Perchè hai voluto illudermi? Perchè non... non sei stata onesta... fin dall'inizio? Avrei... avrei capito! Me ne sarei fatta una ragione! Ma con questo... con questo..."

"Davvero? Avresti capito davvero?" esclamò Titania, improvvisamente infuriata. "Io non lo credo! Hai idea di com'eri, quando ci siamo... fidanzate? Stavi toccando il fondo, Amy! Tu e la tua maledetta mania di vedere tutto in grigio! Avevi tutto, perchè non ti bastava? Cos'è che ti faceva sentire come se nulla avesse un senso? Ma anche se non capivo cosa ti succedesse... non potevo lasciarti a te stessa! Abbiamo diviso un sacco di cose, tu, io, Florinia e Julia... e adesso avrei dovuto abbandonare una di voi quando potevo fare qualcosa per salvarla?"

"Certo! Ho visto bene quello che hai fatto per salvare Flo!" esclamò Amaria di rimando. Nonostante la disperazione, riusciva ancora a trovare la presenza di spirito per fare del sarcasmo, e la sua accusa fece barcollare Titania per lo shock. Evidentemente, la ragazza da capelli verdi aveva toccato un punto dolente.

"Flo... Flo prende sempre le cose troppo sul serio! Sono passati... chissà quanti anni, e ancora fa quelle sceneggiate?" ribattè Titania.

Amaria alzò un braccio e cercò di tirare uno schiaffo a Titania, ma la donna dai capelli rossi riuscì con facilità a bloccarla afferrandole il polso... ma subito dopo, si bloccò quando vide la rabbia e il tono accusatorio nello sguardo di Amaria. "Una sceneggiata, vero? Per te contano così poco i sentimenti degli altri? Sapevo che non eri una sentimentale, Tania, e l'ho accettato perchè ti amavo! Ma adesso... adesso... vedo che forse non ti è mai importato nulla nemmeno dei miei veri sentimenti!"

"Qu... Questo non c'entra, Amy!" ribattè la spadaccina, sentendosi sempre più accerchiata. "Io... non potevo permettere che tu facessi qualche sciocchezza! Capisci cosa voglio dire? Io ci tengo, a te! Non potevo lasciarti in balia della tua depressione!"

La furia di Amaria si spense con una rapidità disarmante. La ragazza dai capelli verdini abbassò lo sguardo, sentendosi improvvisamente svuotata e priva di ogni volontà di protestare. "Già... è vero... alla fine, tutto quello che sono riuscita ad essere... è stato essere un peso per te, Tania." affermò. "Ma... adesso basta. Non voglio più importi nulla. Me ne andrò. Adesso... adesso sei libera, Tania. Non dovrai più preoccuparti per me... qualsiasi cosa mi accada."

Titania fece un passo indietro, spaventata da quello che temeva che Amaria volesse dire. "C-Che cosa? Amy... un momento, non vorrai mica..."

"Non ti devi più preoccupare di nulla, Tania." riprese Amy con un sorriso instabile, accompagnato da altre lacrime che le scorrevano sul viso. "Non importa quello che farò, adesso non è più cosa che ti riguardi. Addio, Tania... io... continuerò a combattere il Team Meteora, ma per conto mio. Adesso... sarà questo a dare un senso alla mia vita... e dell'amore che credevo di condividere con te... resterà comunque un bel ricordo dei momenti felici che ho vissuto con te. Addio."

Sentì la voce di Titania che la richiamava... ma a quel punto, non la stava più ascoltando. Tutto quello a cui pensava era andarsene... quasi non si rendeva conto di quello che stava facendo, mentre usciva di corsa dalla porta del cottage, ignorando i richiami della rossa allenatrice di Pokemon Acciaio. Scese le scale, e percorse di nuovo la stradina selvaggia che l'aveva condotta fin lì, seguendola fino ad un fiume che passava da quelle parti, inoltrandosi tra le rupi a picco. Ecco... quello era proprio quello di cui aveva bisogno...

Con passo incerto, Amaria si avvicinò alla riva del fiume, la cui corrente in quel punto si faceva intensa, e osservò come ipnotizzata l'acqua che scorreva. Poi, con movimenti lenti e quasi meccanici, la giovane donna si avvicinò al bordo...

...e tirò fuori una delle sue Pokeball.

"Vieni, Libertà." sussurrò, con un tono piatto e disperato. La sfera si aprì di scatto... e da essa uscì il suo Lapras, che atterrò con sorprendente grazia accanto alla riva del fiume, e si voltò rapidamente verso la giovane. Il Pokemon Acqua/Ghiaccio si rese subito conto che c'era qualcosa che non andava nella sua allenatrice... e si avvicinò a lei trascinandosi sulle pinne, in mododa assicurarsi che andasse tutto bene.

"La... lapras?" chiese Libertà, avvicinando il muso al viso arrossato della ragazza.

Amaria rispose facendo un sorriso poco convincente. "Sto... sto bene, Libertà... è solo che... beh... abbiamo delle cose urgenti da fare." affermò insicura, mentre si avvicinava lentamente e accarezzava il guscio della testuggine-plesiosauro. "Non possiamo riposarci... il Team Meteora sta ancora minacciando la brava gente di Reborn, e finchè ci saranno... non posso lasciar perdere. Su... forza... andiamo, dobbiamo cercare ancora quei malfattori, e assicurarli alla giustizia!"

"Laprrrrras..." affermò il Lapras, per nulla convinto dalle parole di Amaria. Non ci voleva un genio per capire che quello che aveva appena detto era una scusa per nascondere qualcosa. Convinto che avesse bisogno di un po' di conforto, Libertà si avvicinò e le strusciò il muso contro il viso, e dopo un attimo di esitazione, Amaria lo abbracciò affettuosamente.

"Grazie, Libertà... almeno di te mi posso fidare..." singhiozzò. Per qualche secondo, Amaria restò ad accarezzare il collo del suo Pokemon più forte e fidato... poi, si staccò da lui e gli fece un cenno con la testa. "Andiamo. C'è ancora molto da fare... e in questo momento... non me la sento di vedere Lady Saphira e gli altri..."

Libertà comprese che la sua allenatrice aveva bisogno del suo tempo. Non era sicuro di cosa potesse essere, ma... il suo istinto gli diceva che era successo qualcosa con Titania. Che strano... Libertà era convinto che quelle due avesseroun rapporto molto forte e stabile. Non erano affari suoi, ma... si trovò a sperare che la sua allenatrice gli dicesse quello che era successo.

Fino a quel momento, si risolse di fare da supporto alla sua allenatrice con tutte le sue forze...

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così, mentre un PULSE è stato annientato, ed Heather può finalmente raggiungere Ametripoli, Amaria scopre nel peggiore dei modi la verità. Chi conosce abbastanza Reborn avrà visto che ho alleggerito un po' la storyline, visto che il fangame si fa davvero cupo a questo punto. Spero comunque che questo non rende la storia meno gradevole... e sì, certamente sentiremo ancora parlare della complessa e tormentata storia di Titania ed Amaria.

Nel frattempo... nel prossimo capitolo, torneremo da Vera e i suoi compagni, e finalmente vedremo qualche interessante battaglia prima che i nostri amici ripartano per il loro prossimo obiettivo... mentre Taka e Pius fanno la loro mossa...

A presto!      

       

 

CONTINUA...

 

 

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Capitolo 72
*** Circhi e prigioni ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 72 - Circhi e prigioni

Il Circo di Agatipoli era in fermento, quella sera.

Gli spalti erano gremiti di persone, e da essi proveniva un coro di applausi, incitamenti, e le grida eccitate di numerosi bambini che erano venuti appositamente a vedere lo spettacolo. Le luci dei proiettori danzavano attorno all'arena, creando degli effetti spettacolari, mentre la musica sommessa e al tempo stesso piena di ritmo che proveniva dagli altoparlanti contribuiva a creare un'atmosfera di attesa, tensione ed eccitazione...

Per diversi secondi, le luci continuarono a sfrecciare attorno all'arena, accennando a ciò che si trovava su di esso, ma senza mai far vedere chiaramente di cosa si trattasse. Il pubblico fece progressivamente silenzio, comprendendo che ormai stava per arrivare il momento decisivo...

I proiettori si spensero, e il tendone del circo venne avvolto nell'oscurità... ma si riaccesero un istante dopo, puntati sull'arena sulla quale fece la sua apparizione ciò che tutti avevano atteso!

"Benvenuti! Benvenuti a tutti, amici vicini e lontani! E grazie per essere con noi in questa serata speciale!" esclamò la direttrice, in piedi su un piccolo palco all'ingresso dell'arena, vestita di un elegante completo viola con un alto cappello a cilindro dello stesso colore. Teneva in una mano guantata un microfono, e lo agitava come se fosse stato la bacchetta di un direttore d'orchestra!

Davanti a lei, era apparso ben chiaro ciò a cui si riferiva - l'evento speciale della serata consisteva di un ring per i combattimenti tra Pokemon, sul quale i contendenti avevano già preso posto. Ad un angolo, si trovavano già Sansone e uno dei suoi Pokemon più forti - un umanoide dalla pelle beige, con le gambe stranamente piccole e un paio di braccia enormi e muscolose, ognuna delle quali reggeva un grosso cilindro di pietra che dondolava minaccioso.  Alcune strane vene rosate si avvolgevano attorno alle sue spalle e ai suoi fianchi, e il suo volto era ovale, con un grosso naso rosso da clown e una corta barbetta grigia sul mento.

Dall'altra parte del ring, si trovava Hitomi assieme ad uno dei suoi Pokemon più forti, il suo Walrein... e la bambina non dava affatto l'impressione di divertirsi, vestita com'era. Indossava un grazioso corpetto blu e bianco con un paio di stivaletti blu, un paio di grandi ali bianche ricoperte di piume finte sulla schiena, e una tiara dorata sulla fronte, oltre ad un paio di scintillanti guanti bianchi alti fino al gomito! I suoi capelli erano stati pettinati all'indietro, in modo da farla assomigliare almeno un po' a Celeste, ma la sua espressione non era certo quella di una che si stava divertendo... anzi, la domanda che le si leggeva in faccia era più o meno: "come mi hanno convinto a fare questa sciocchezza?"

"Waaalrein..." mormorò il Pokemon tricheco, mentre guardava verso il podio e scuoteva la testa.

"Ed ora, amici e amiche... ecco a voi l'evento clou della serata! Quello che tutti voi avete atteso con tanta impazienza!" esclamò la presentatrice. Con un gesto fin troppo eclatante del braccio, indicò prima Sansone e il suo Pokemon, e poi Hitomi e Walrein. "All'angolo rosso, ecco a voi il nostro imbattibile Sansone, l'uomo più forte di tutto Reborn! Lui e il suo Conkeldurr si allenano schiacciando pezzi di roccia e piegando sbarre di metallo! Ma ora sono chiamati a farsi valere in una battaglia di Pokemon contro una giovane e promettente allenatrice proveniente dal lontano continente di Hoenn!"

Sansone fece un cenno al suo Pokemon, e si mise in una posa da culturista, rivolgendo al pubblico un ghigno sicuro mentre metteva in mostra i suoi possenti pettorali e bicipiti. Conkeldurr, da parte sua, lanciò in aria i pilastri di roccia che teneva tra le mani, e li afferrò al volo, sventolandoli come se fossero dei fazzoletti per salutare!

"Grazie! Grazie, gentile pubblico!" esclamò Sansone con voce possente. "Avete atteso per vedere come ci battiamo io e il mio amico Conkeldurr, e ora vi accontentiamo! Ma prima... facciamo un applauso a questa audace piccola sfidante!"

"Conkeldurrrrr!" esclamò il Pokemon Lotta, strizzando un occhio e indicando Hitomi e Walrein con un sorrisetto vittorioso. La bambina sospirò rabbiosamente e si massaggiò la fronte con una mano per il mal di testa che le stava venendo, ma cercò di fare buon viso a cattivo gioco, e alzò una mano per salutare. Del tutto ignaro di come si sentisse la piccola allenatrice, il pubblico esultò e applaudì con vigore.

Tra gli spalti, in una delle file più vicine all'arena, il gruppetto di Vera e gli allenatori di Reborn osservavano la scena, non troppo convinti. Se fosse stata al posto di Hitomi, Vera non credeva che si sarebbe divertita nemmeno lei.

"Certo che... potevano dire ad Hitomi che si sarebbe esibita davanti a tutto questo pubblico, e per giunta con quel costume addosso..." commentò la coordinatrice di Hoenn. Anche lei era vestita in maniera alquanto inusuale, con il suo classico costume da danzatrice del ventre che indossava sempre quando si esibiva in qualche gara di Pokemon, e teneva in braccio il suo grazioso Glaceon, che stava osservando la scena con evidente interesse. "E ora, cos'avranno in mente di fare? Una lotta di Pokemon, certo, ma ho l'impressione che  quel ring abbia qualche sorpresa in serbo..."

"Immaagino... che lo scopriremo tra poco, sorellina." fu la pronta risposta di Max, affiancato dal suo elegante Gardevoir. Il ragazzino con gli occhiali si guardò attorno, e dopo essersi accorto che mancava qualcun altro del loro gruppo, fece una domanda. "A proposito, non vedo Ortilla... qualcuno sa dov'è andata?"

"Beh... credo che al momento, lei e Celeste si stiano preparando." affermò Ritchie. "Celeste aveva detto qualcosa sul fatto che voleva mettere su uno spettacolino con lei ed Alty..."

Cain fece una breve risata. "Conoscendo Celeste, si sarà certamente inventata qualcuna delle sue esibizioni strampalate. Certo ha un bel dire che Terra è stravagante..." scherzò il ragazzo dai capelli viola, e poi guardò verso Aya e Pietro che si trovavano poco distanti da lì, gli sguardi rivolti verso l'arena, e stranamente vicini tra loro. "Hey, sorellina, certo che per te e Pietro non poteva essere un'occasione migliore per passare un po' di tempo assieme, eh?"

"C-Cain?" mormorò Aya, come se si fosse incantata e le parole del fratello maggiore l'avessero richiamata alla realtà. Solo in quel momento si accorse di essere molto vicina a Pietro, e il rockettaro dai capelli rossi mosse la mano per salutarla cordialmente.

"Hello, mia cara. Tranquilla, resta pure dove sei, non mi dai nessun fastidio!" commentò con quel suo sorrisetto sfacciato che fece tingere immediatamente di rosso il viso di Aya!

"N-non è come pensate voi!" protestò Aya, ancora testardamente decisa a negare. "E'... è solo che ci trovavamo lì vicino, noi due... niente di che!"

"Oooooh, e come la pensiamo, cara?" continuò Cain con un sorrisetto saccente. "Non mi dite che la nostra Aya è diventata una Psiche, vero? Sarebbe un problema, con il fatto che i Pokemon Veleno sono deboli contro il tipo Psico..."

"F-fratellone, ma cosa ti stai inventando?" protestò Aya con tanto di venuzza pulsante sulla fronte! I suoi tentativi di sembrare minacciosa, tuttavia, ebbero il solo effetto di strappare una risata ai suoi accompagnatori!

"Okay, okay... adesso, però, anche se a me non dispiacciono certo queste vicende di cronaca rosa, credo che l'esibizione stia per cominciare. Credo che la nostra amica Hitomi apprezzerebbe se facessimo il tifo per lei, non credete?" affermò Drew, e con una mano indicò il ring sul quale la ragazzina e Sansone stavano per dare mostra della loro abilità. Immediatamente, i ragazzi rivolsero all'arena tutta la loro attenzione, e Sansone si sgranchì il collo e le spalle in attesa che la sfida iniziasse.

"Bene, bene, bene, grazie per aver atteso, signore e signori!" esordì il muscoloso allenatore, e con una mano si riavviò i capelli. "In occasiione di questa serata indimenticabile, abbiamo deciso di offrirvi uno spettacolo che raramente si vede da queste parti... una sfidante, proveniente dal lontano continente di Hoenn, che affronta il sottoscritto Sansone in una battaglia mozzafiato! E la sfidante in questione... è questo grazioso scricciolo che adesso vediamo qui, affiancata dal suo fedele Wailmer! Un caloroso applauso per... Hitomi!"

"Ugh... scricciolo. Questa poi..." mormorò tra sè la bambina, mentre con una mano si tormentava il ricciolino ribelle che le spuntava sopra la testa. Wailmer le fece un cenno con la testa, e la ragazzina gli diede una leggera pacca sulla schiena prima di rivolgere tutta la sua attenzione al ring e ai loro sfidanti. "Okay, okay... noi siamo pronti. C'era davvero bisogno di fare tanta scena, signor Sansone? E di farci vestire con questi... abiti di scena?"

Sansone mosse un dito come per dire di no. "Tsk, tsk... si tratta di mettere su un po' di spettacolo, piccola! Siamo o non siamo un circo? Dovresti imparare a non prendere tutto sul serio e cercare di rilassarti!" affermò. Hitomi alzò gli occhi al cielo, ormai rassegnata all'idea di essere finita in un branco di pazzi - tra Sansone, Celeste e soprattutto Terra, non era sicura che sarebbe riuscita a mantenere la propria sanità mentale per più di una settimana di contatto prolungato con loro...

"Comunque... il pubblico vole un combattimento spettacolare, piccola, e noi glielo daremo, vero?" esclamò, e fece un cenno al suo Conkeldurr, che sbattè tra loro  le colonne di pietra che usava come armi improvvisate, sollevando un sordo rumore simile al rombo di un tuono! Con passi lenti e ponderati, il Pokemon Lotta si mise in guaardia, e il Walrein di Hitomi si piazzò davanti a lui, trascinandosi con le pinne con una rapidità notevole, per una creatura così ingombrante. Anche la seriosa Hitomi sembrò trovare divertente quello che Sansone aveva proposto, e si preparò allo scontro, dandosi un paio di pacchette sulle guance per darsi la concentrazione necessaria. Anche se Sansone poteva dare l'impressione di un tipo frivolo, Hitomi era troppo prudente per giudicarlo dalle apparenze... e comunque, non con un Conkeldurr al suo fianco!

"E va bene... allora cominciamo pure!" esclamò Hitomi. "Comincia subito con un attacco Ventogelato, Walrein!"

Il Pokemon tricheco emise un verso che ricordava vagamente un muggito, e scagliò una raffica di gelo dalle fauci, accompagnata da un ululato che ricordava quello di una tempesta lontana...

"Buon inizio, ma prevedibile!" commentò Sansone. "Conkeldurr, usa Protezione, e poi Granfisico!"

"Durrrrrr!" esclamò il Pokemon muscoloso. Con un rapido movimento delle braccia, piazzò le sue armi improvvisate davanti al corpo, e le usò per proteggersi dalla raffica di vento gelato, che si limitò a creare uno strato di brina sulle colonne. Poi, mostrò i bicipiti e si mise in una posa da culturista, lanciando in aria i suoi blocchi di roccia, e afferrandoli poi al volo con stupefacente facilità. Il suo possente corpo venne per un attimo avvolto da una tenue luce rossastra, che fu subito assorbita.

"Perfetto! Ed ora usa un bell'attacco Breccia!" esclamò Sansone. Conkeldurr ghignò con sicurezza e avanzò con passo lento ma inesorabile verso il Pokemon Spaccagelo, che si ritirò di qualche passo, rendendosi conto che non sarebbe riuscito a schivarlo...

"Di nuovo Ventogelato, Walrein!" Hitomi reagì con prontezza e rapidità di pensiero. "Questa volta però sul terreno!"

"Walreeeein!" Con un verso profondo e cupo, Walrein scagliò un'altra folata gelida, prendendo però di mira il pavimento del ring, sulla cui superficie si formò rapidamente una lastra di ghiaccio sulla quale Conkeldurr andò a poggiare i piedi. Un istante dopo, il Pokemon Lotta emise un'esclamazione di stupore e paura quando sentì la terra mancargli sotto i piedi... e poi andare a schiantarsi a faccia in giù sul quadrato con un fragore assordante!

Il pubblico scoppiò a ridere nel vedere il possente Conkeldurr finire a terra come un sacco di patate... ma l'ilarità durò soltanto un paio di secondi. Improvvisamente, qualcosa apparve da una sorta di botola posta esattamente dietro Sansone! Uno strano apparecchio, molto simile ad un punching-ball da luna park che misura la forza di un pugno sferrato! Una colonnina di luci intermittenti si accese di colpo, e l'indicatore di forza cominciò a salire, fino a fermarsi ad un po' più di metà.

"Aaaah, ed ecco a voi la specialità di questo ring! Esso misura la potenza dei colpi fisici sferrati, e conferisce un bonus o una penalità al Pokemon che ha messo a segno il colpo, a seconda della forza con cui è stato dato!" spiegò rapidamente la direttrice, e puntò con enfasi il microfono verso il misuratore di forza accanto a Sansone. "E visto che adesso si è fermato a metà... credo proprio che a Conkeldurr vada un piccolo vantaggio!"

Un'insegna luminosa si accese sulla sommità dell'apparecchio luminoso, e sia Hitomi che Walrein lessero un messaggio che diceva "SPEED UP". Conkeldurr cominciò ad alzarsi, usando una delle sue colonne di pietra per reggersi in piedi... e calando l'altra con violenza sulla lastra di ghiaccio sulla quale era scivolato. La lastra si infranse con un fragore cristallino, e i pezzi si sparsero tutt'attorno prima che Conkeldurr scattasse di nuovo verso di lui, la sua velocità aumentata di colpo.

"Walrein!" esclamò stupefatto il Pokemon tricheco. Riuscì per un pelo ad evitare un attacco Breccia con il quale Conkeldurr stava per metterlo a terra, poi si voltò rapidamente e cercò di sferrare un contrattacco.

"Hmm... va bene, Walrein, adesso usa Doppioteam, e poi Corposcontro!" esclamò Hitomi, sperando che un attacco fisico avrebbe dato qualche bonus a lei e al suo Pokemon. Il tricheco riuscì ad agire nel breve lasso di tempo in cui Conkeldurr si stava rimettendo in guardia. Altri tre Walrein, tutte illusioni, apparvero accanto a lui, poi si scagliarono in perfetta sincronia contro Conkeldurr, nel tentativo di travolgerlo con il loro peso!

"Non male come trucco... ma anch'io ho i miei!" rispose Sansone. "Conkeldurr, usa Vendetta!"

"Conkeldur!" esclamò il muscoloso Pokemon. Si abbassò appena un po', e si accinse a sferrare un colpo micidiale a Walrein nel momento in cui avesse accorciato le distanze. Aveva già un'idea di come fare per capire quale fosse quello vero, bastava dare un'occhiata alle ombre che proiettavano sul quadrato...  

I tre Walrein illusori e quello vero scivolarono oltre la guardia di Conkeldurr, e il Walrein autentico riuscì a sferrare un colpo deciso che raggiunse il Pokemon Forzaimmane in pieno petto, lasciando stordito Conkeldurr per qualche secondo. Il misuratore dietro Sansone si attivò di nuovo, e finì per posizionarsi nuovamente sul livello di prima. E ancora una volta, una scritta si accese sull'insegna luminosa, indicando il tipo di bonus che sarebbe spettato a Walrein... "POWER UP".

"Waaaalrein!" esclamò il Pokemon Spaccagelo, e il suo corpo venne percorso da una scarica di energia che lo fece sentire più robusto e prestante...

Ma Conkeldurr non aveva intenzione di lasciarlo fare. Sfruttando la peculiarità del suo attacco speciale - raddoppiare la potenza del colpo se si è ricevuto un attacco prima dell'uso - il Pokemon Forzaimmane caricò a testa bassa contro Walrein e lo centrò in pieno con una spallata che sembrava la carica di un ariete da sfondamento! Il pesantissimo Walrein venne sollevato da terra con la facilità di un ramoscello, e sfrecciò in aria per un beìreve tratto prima di schiantarsi al suolo ed aprire un piccolo varco con il suo peso immane!

E ancora una volta, il misuratore di forza dietro Sansone si attivò, questa volta fermandosi un po' più in alto di prima.

"Questo duello sembra essere davvero una girandola di emozioni, amici miei!" esclamò la direttrice di gara. "Questi due allenatori meritano davvero la loro fama! Sembra che persino il ring non riesca più a sopportare l'incredibile forza dei loro Pokemon!"

"Beh, io non ho certo bisogno che qualcuno calcoli quanto sono forti i miei Pokemon..." disse tra sè Hitomi. Un raro sorriso apparve sul suo volto, e la bambina riprese a dare ordini, senza scomporsi. "Walrein, adesso una Pallagelo!"

"Hmm... un attacco che ci mette un po' a guadagnare potenza." commentò tra sè Sansone. "Chissà cos'ha in mente questa piccoletta. Sarà anche uno scricciolo, ma ci sa fare..."

Mentre Walrein si appallottolava come un armadillo, venne a sua volta circondato di luce azzurrina, irradiando una forte aura di gelo... e un attimo, si trasformò in una valanga di rocce e ghiaccio che si diresse a tutta birra verso Conkeldurr, e lo centrò in pieno! Sfortunatamente per Walrein, tuttavia, la forza di Conkeldurr si dimostrò ancora più grande del previsto, e il Pokemon Lotta restò in piedi, mentre una scritta appariva sul misterioso apparecchio dietro a Sansone...

"JUST MARRIED" disse il misuratore di forza, e il pubblico scoppiò in una risata incontenibile!

"Ma che diavolo... fatemi indovinare, questa è una delle assurde trovate di Terra, vero?" esclamò Max, non sapendo se mettersi a ridere o scuotere la testa.

"Io ormai ho rinunciato a capirla. Potrebbe essere pericoloso per la tua salute mentale." commentò Vera sfregandosi la fronte.

Gli effetti di quello strano fenomeno non si fecero attendere... e da un gruppo di strani cannoncini posti ai lati del ring partì una raffica di coriandoli, stelle filanti e alcune manciate di riso crudo! Nello stesso momento, Conkeldurr era in qualche modo riuscito a raccattare di nuovo le sue potenti armi, e dopo aver scosso la testa per l’assurdità della trovata, si preparò a ricevere di nuovo Walrein, che stava rotolando di nuovo verso di lui…

"Okay, Conkeldurr... adesso mostrami un bell'attacco Contropiede!" esclamò Sansone, sicuro di aver calcolato il momento giusto mentre Walrein si avvicinava sempre di più. Il possente Pokemon Lotta sollevò una delle sue colonne di pietra, e si apprestò a colpire Walrein come se fosse stato una palla da baseball...

Ma Hitomi si era aspettata un contrattacco simile. Con un cenno delle mani, la piccola allenatrice fece un segnale al suo Pokemon, che virò all'ultimo momento! Conkeldurr sgranò gli occhi sorpreso, ma ormai aveva già cominciato ad agitare l'arma, che proseguì sulla sua strada e si schiantò sul terreno! Ancora una  volta, il punching-ball dietro Sansone si attivò... e questa volta, non accadde nulla di assurdo come la volta precedente. Il misuratore andò su e giù per qualche istante, poi si fermò un po' sopra la media, aumentando un po' la forza di Conkeldurr.

"Ah, non male la schivata! Ma a quanto pare, Conkeldurr ottiene comunque il bonus dato dal ring..." cominciò a dire Sansone. In realtà, anche se si mostrava convinto, il forzuto del Circo di Agatipoli non era più troppo convinto della sua vittoria...

"Detto questo, anche se la forza di Conkeldurr è aumentata, non mi servirà a nulla se non riesco a fargli colpire Walrein. Questa bimba è sveglia... non va sottovalutata." pensò Sansone, e cercò di elaborare una strategia che gli permettesse di contrastare quella di Walrein...

"Adesso, Walrein... usa il tuo attacco Surf!" esclamò Hitomi. Sansone non potè nascondere la sua sorpresa quando il Walrein della sua sfidante si ancorò a terra con le pinne, e fece scaturire dal terreno un'enorme ondata che lo sollevò sulla sua cresta, e sfrecciò a tutta velocità contro Conkeldurr! Il Pokemon Forzaimmane aveva appena sollevato di nuovo la sua arma, ma restò allibito di fronte alla potenza dell'ondata che si stava per schiantare contro di lui, un attacco contro il quale le sue armi erano del tutto inutili...

Ma non per questo Sansone aveva intenzione di arrendersi. Pensando rapidamente, sfruttando al massimo tutte le poche possibilità che gli erano date dalla sua situazione, l'uomo fece un rapido ragionamento, e sperò che fosse abbastanza. "Va bene... tentiamo il tutto per tutto, Conkeldurr! Usa un attacco Protezione per evitarlo!"

Il pokemon Forzaimmane fece come gli era stato detto, e usò le sue colonne per creare una sorta di barriera, trasformandosi in uno scoglio sul quale l'attacco Surf si schiantò con un tremendo rumore di acqua tumultuosa! Il Pokemon Forzaimmane strinse i denti e spinse ancora di più i suoi pilastri contro il terreno, in modo da resistere all'impeto dell'attaacco Surf, che si esaurì rapidamente, e lasciò Walrein in una posizione terribilmente vulnerabile, giunto davanti a Conkeldurr e completamente sguarnito!

"Una bella strategia, piccola, ma non è stata sufficiente." affermò Sansone. "Forza, Conkeldurr, è il momento di usare il tuo colpo migliore! Attacca con Martelpugno!"

"Conkel, DUUUUURR!" ringhiò il Pokemon Forzaimmane. Dimostrando che il suo nominativo non era per bellezza o per fare effetto, Conkeldurr sollevò entrambi i suoi pilastri per usarli come un martello e schiantarlo addosso a Walrein! Il Pokemon Spaccagelo si ritrovò come congelato ad osservare il suo avversario che si preparava a sferrare un colpo decisivo... ma si rese conto che Conkeldurr non era poi tanto veloce, malgrado il vantaggio che aveva ricevuto poco prima, e Hitomi riuscì a cogliere un breve momento in cui il bestione non era in guardia!

"Adesso, Walrein! Ora o mai più... usa Gelodenti!" esclamò la bambina.

Le lunghe zanne del tricheco si illuminarono, come due lampade al neon blu... e prima che Conkeldurr potesse calare un colpo micidiale addosso a Walrein, quest'ultimo riuscì a raggiungere un punto scoperto, e affondò con forza le sue zanne refrigerate nel fianco dell'avversario!

L'effetto fu immediato. Conkeldurr si irrigidì all'istante ed emise un lungo grugnito di dolore e sorpresa, mentre la sua presa sui pilastri di roccia si allentava, e le due micidiali armi si schiantavano a terra dietro di lui! Ancora una volta, il pubblico esultò ed esplose in un applauso di congratulazioni, mentre il Pokemon Forzaimmane fece due passi indietro con una patina di ghiaccio che iniziava a formarsi sul suo corpo.

"Ha funzionato!" esclamò Max. "L'attacco Gelodenti ha una piccola possibilità di far tentennare l'avversario, giusto? A quanto pare, Hitomi ha avuto fortuna!"

"Ci vuole anche quella, in fondo..." rispose Ritchie, e Sparky disse rapidamente di sì con la testa.

Hitomi fece un cenno al suo Walrein, che si trascinò via da Conkeldurr quanto più velocemente gli era possibile, in modo da riprendere un po' di fiato per la fase successiva dello scontro. Conkeldurr si avvolse la braccia muscolose attorno al corpo e usò un attacco Focalenergia per cercare di riscaldarsi un po', ma non fece in tempo a riprendersi del tutto prima che Walrein gli scagliasse addosso un altro attacco Ventogelato che lo scosse per un paio di secondi.

"Conkeldurr!" esclamò Sansone. Il Pokemon forzuto grugnì e riuscì finalmente a liberarsi dagli effetti del Gelodenti di prima, rimettendosi in guardia un attimo dopo davanti al suo avversario. "Uff... bravo, Conkeldurr! Sapevo che non sarebbe bastata una piccola brezza invernale a metterti a terra! Detto questo... ci sta facendo fare più fatica di quanta immaginavamo, vero?"

"Durr!" rispose Conkeldurr con un cenno della testa. Il suo sguardo incrociò quello di Walrein, e nonostante fosse già abbastanza stanco per la battaglia, il Pokemon tricheco fece un sogghigno e mise in mostra le sue zanne acuminate, rispondendo alla sfida del Pokemon di Sansone con una tutta sua.

"Questi Pokemon meritano davvero di essere i protagonisti del nostro spettacolo, signore e signori! Il ring quasi non riesca a contenere il loro immenso potere! Davvero stupefacente!" commentò la direttrice. "E ora... cos'avranno in mente di fare, il nostro Sansone e la sua valorosa sfidante? Sarà davvero uno scontro al cardiopalmo!"

Hitomi sorrise lievemente. Doveva ammettere che, anche se all'inizio l'aveva considerata una stupidaggine, quella piccola messinscena era divertente... ma adesso era il momento di concludere. Per come la vedeva lei, la cosa migliore da fare era insistere con attacchi speciali per colpire il punto debole principale di un Conkeldurr. Walrein era troppo lento per poter sperare di affrontare Conkeldurr sul piano dell'agilità...

Beh, la strategia era solo una parte dello scontro, giusto? In quel momento, piuttosto che vincere, era importante offrire un bello spettacolo, e Hitomi fece qualche rapido calcolo per pensare quali mosse fosse meglio usare...

 

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L'atmosfera, nelle prigioni di Reborn City, era quello che ci si poteva aspettare da un carcere costruito in una città malfamata, preposto a trattenere la peggiore feccia che si potesse trovare da quelle parti. La tensione era quasi palpabile, resa ancora più pesante da quel sempre presente odore di muffa, acqua stagnante e ruggine che permeava i corridoi della prigione. Gli unici suoni erano quelli dei passi delle guardie, e di tanto in tanto, quelli delle chiacchiere che le guardie si scambiavano. In questa situazione così tesa e difficile, tuttavia, Padre Elias aveva trovato le condizioni giuste per meditare, seduto a gambe incrociate sul letto che gli era stato riservato. Per un asceta come lui, cattività e libertà erano concetti relativi. Se la sua mente era ancora libera di entrare in contatto con il sommo Arceus e ricevere da esso l'illuminazione che cercava, allora Elias sapeva di non essere prigioniero. Piuttosto, erano tutti gli altri miscredenti ad essere prigionieri della loro miopia, della loro stoltezza e del loro materialismo.

Il sacerdote dai capelli canuti prese un bel respiro, e tenendo gli occhi chiusi, cercò di concentrarsi sulle verità che gli erano state rivelate quando ancora era un accolito giovane e confuso. Aveva sempre considerato i suoi insegnamenti come la luce che gli serviva da guida, in mancanza della luce dei suoi occhi... e anche ora che aveva recuperato la vista, erano rimasti i pilastri su cui si fondava tutta la sua visione del mondo. L'unica vita degna di essere vissuta... era una dedicata alla giustizia di Lord Arceus.

In tutto questo, però, sentiva un piccolo disturbo, qualcosa che non era mai successo prima di allora. Più volte, in passato, aveva contattato mentallmente i suoi due confratelli più fedeli, Pius ed Angela, e anche ora, cercò di percepire la mente di angela, che si trovava nella cella accanto. Non poteva dire con certezza di cosa si trattasse, o meglio non avrebbe trovato le parole per spiegarsi... ma oggi, c'era qualcosa di strano nello stato mentale della sua attendente. Come se la risolutezza che Angela aveva sempre dimostrato fosse ora inquinata da qualche ripensamento o secondo fine. Questo non poteva essere permesso. Simili dubbi avrebbero intaccato la lealtà e la devozione totale che tutti dovevano mostrare verso la causa.

Con un piccolo sforzo mentale, il sacerdote dai capelli bianchi cercò di stabilire un contatto mentale con la donna, e capire da cosa dipendessero i suoi affanni. Tuttavia, con sua grande sorpresa, non ebbe modo di contattarla, e si accigliò in un'espressione di disapprovazione. Davvero i suoi poteri mentali si erano arrugginiti fino a questo punto? O forse c'era qualcosa, in quella prigione, che faceva sì che la sua mente non potesse raggiungere lo stato necessario per contattare la mente di Sorella Angela? Di qualunque cosa si trattasse, non lo faceva sentire per niente sicuro. Avrebbe dovuto fare luce in seguito su cosa si fossero inventati i miscredenti… ma al momento, tutto quello che poteva fare era confidare in Fratello Pius e nel suo vecchio amico Solaris. Sicuramente, stavano già preparando un piano per far evadere lui ed Angela… e forse, nel momento stesso in cui lui si trovava lì,  stavano già per metterlo in atto.

Una delle guardie, un poliziotto in divisa azzurra accompagnato dal suo fedele Growlithe, si avvicinò alla sua cella e guardò con sospetto al suo interno, ma vedendo che il santone era semplicemente seduto a gambe incrociate sul suo letto, non ebbe sospetti e proseguì il giro di perlustrazione. Elias provò di nuovo a contattare la mente di Angela, ma ancora una volta, ebbe la sgradita sorpresa che la sua sottoposta non era più recettiva ai suoi richiami spirituali. Cosa stava succedendo? Provò almeno ad inviarle un pensiero, sperando che la giovane donna riuscisse a percepirlo… e questa volta, gli tornò indietro qualcosa, in effetti: una singola parola, che avrebbe potuto voler dire tutto, o anche niente.

“Anju…” 

Elias sbattè gli occhi. Questo poteva essere un problema. Il vero carattere di Angela… anzi, no, quello falso e fallace… stava per riemergere? La situazione era più seria del previsto. Se non fosse riuscito a darle consiglio, Sorella Angela avrebbe potuto allontanarsi dalla via della luce, e riprendere a vivere nel peccato, e questo lui non lo poteva permettere.

“Padre Elias, immagino.” 

I pensieri di Elias vennero interrotti dalla voce di un altro dei secondini. Il guardiano e il suo Pokemon fidato, un agile e scattante Primeape, si erano fermati davanti alla sua cella, e in quel momento lo stavano guardando con attenzione, intimandogli silenziosamente di non fare scherzi.

"Padre Elias, c'è qualcuno che vorrebbe farle visita. Un certo Taka." affermò il secondino. "Non so per quale motivo, ma le regole sono chiare. Lei ha il diritto di ricevere delle visite, a patto che non siano allo scopo di sabotare la sicurezza di questo penitenziario."

Elias si alzò dal suo posto e si diresse verso la porta della sua cella con estrema tranquillità. "Penitenziario... sicurezza... lei usa dei termini a caso, signor guardiano." affermò. "Non c'è punizione che io tema se non perdere il favore del sommo Arceus, padre di tutti noi. E non c'è nulla che mi renda più sicuro della consapevolezza che lui osserva le mie azioni e le approva. Le vostre leggi non saranno mai superiori alla sua parola."

"Sarà come dice lei." rispose il secondino senza dargli eccessiva confidenza. "Comunque, il suo visitatore la sta aspettando al piano di sotto. Se fosse così gentile da seguirmi, la condurrò da questo Taka."

Il sacerdote dai capelli bianchi alzò le spalle e seguì il guardiano senza fare storie quando quest'ultimo aprì la porta della cella, e il suo Primeape lo scortò fuori. Passarono in silenzio accanto alla cella di Angela. ed Elias riuscì a dare un'occhiata all'interno per vedere la sua complice seduta alla piccola scrivania di legno che le era stata resa disponibile. La giovane donna dava l'impressione di stare scrivendo qualcosa su alcuni fogli di carta ingiallita... da quella posizione, Elias non poteva vedere bene, ma il suo sospetto che il sacro fuoco si stesse spegnendo in lei divenne ancora più forte.

Elias seguì la guardia e il suo Primeape fino ad una stanzina spoglia dalle mura grigie, divisa in due da una vetrata e una serie di banchi, posti in modo che le sedie fossero tenute separate, e due persone che si fossero sedute ai lati opposti non potessero toccarsi in alcun modo. Dall'altra parte della vetrata, sedeva un ragazzo dai capelli castani chiari che Elias riconobbe subito, e la cui vista fece apparire un sorriso sommesso sul volto del sacerdote - in fondo, lui aveva visto nascere quel ragazzo, e lo aveva visto crescere e diventare un degno erede di suo padre. Se ora era lì, sicuramente faceva parte di un piano per farlo uscire da lì e riportare la Chiesa d'Alfa in auge... comunque, meglio far finta di niente, e comportarsi come se non conoscesse Taka. Quelle guardie erano accorte... finchè ci fosse stato qualcuno lì attorno, non era sicuro comportarsi come se ci fosse stata confidenza con Taka.

"Ecco. Lui è il nostro... ospite per questo incontro. Avete una decina di minuti di tempo per dire quello che dovete." lo informò la guardia, facendo capire che lui e Primeape sarebbero rimasti lì ad assicurarsi che nessuno di loro facesse scherzi.

Il sacerdote di Arceus rispose all'implicito avvertimento con un cenno della testa, mantenendo una calma quasi serafica. "Basteranno, signora guardia. Sono sicuro che saranno più che sufficienti." rispose. Il secondino, non troppo convinto, storse il naso e restò in piedi accanto alla porta di entrata, con il manganello appeso al fianco e Primeape che si piazzava all'altro lato dell'uscio con le braccia conserte.

Elias si accomodò al suo lato del parlatoio, e Taka gli rivolse un sorriso di gioia e riconoscenza prima di iniziare il discorso. "E' passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti, Padre Elias. Mi dispiace di non essere stato molto presente, in questi ultimi tempi..." esordì.

"Non devi fartene una colpa, figliolo." rispose Elias, rassicurando quel ragazzo che ormai lui vedeva come il figlio che non aveva mai avuto. "So che hai i tuoi doveri, e che hai dovuto dare la precedenza a questioni molto importanti, sia per te che per tuo padre."

Taka disse di sì con la testa, ma non potè non provare una scossa di rimorso al pensiero di cosa fossero esattamente tali questioni. Quanto ancora avrebbero dovuto fare, prima che questa follia terminasse? Quante persone avrebbero ancora dovuto essere prevaricate?

"Ad ogni buon conto, Padre Elias..." continuò Taka, mentre al tempo stesso cercava di mettere ordine nei suoi pensieri. "Mi auguro che stia bene, e non abbia sofferto privazioni in questo posto. E per quanto riguarda sorella Angela...?"

"Io sto bene, con la benedizione del sommo Arceus." proseguì Elias, e chinò un po' la testa per ringraziare il dio di tutti i Pokemon. "Quello che un po' mi preoccupa è sorella Angela, in effetti... Temo che lo shock di trovarsi in una situazione così inusuale, e gli eventi degli ultimi tempi l'abbiano scossa, e che la sua fede non sia più forte come ad un tempo. Tuttavia, credo che sia solo questione di parlarle e ricordarle i dettami della nostra fede."

"Sono... sicuro che andrà tutto bene, padre Elias." rispose il ragazzo, anche se privatamente ebbe un brivido al pensiero di quanto potesse essere ossessiva e spaventosa Angela quando veniva presa dal furore mistico. Non lo avrebbe mai detto a voce alta, ma forse non era poi un male se Angela si dava una calmata.

In quel momento, tuttavia, il ragazzo pregava più di ogni altra cosa che i loro "convertiti", per usare il termine che fratello Pius aveva così elegantemente coniato, facessero la loro parte senza troppi problemi...

 

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Nello stesso momento, all'esterno della prigione, un gruppetto di fuorilegge e teppisti di strada, appartenenti alle stesse bande che Pius aveva, per così dire, persuaso ad unirsi alla loro causa, stavo passeggiando nervosamente lungo le mura dell'edificio, cercando di apparire il più tranquilli possibile... anche se effettivamente, era difficile restare calmi e controllati in una situazione come quella: si stavano praticamente andando a ficcare tra le fauci del Pyroar, e tutto per assecondare il piano di un ragazzino che si era rivelato essere un pezzo grosso del Team Meteora... e diuno strano tizio dotato di poteri che sfidavano tutte le leggi della logica! 

"Allora, quello che dobbiamo fare adesso... è semplicemente fare un po' di confusione e attirare un po' di guardie? Non sarà una trappola fin troppo ovvia?" chiese un giovinastro in giacca nera con i capelli tinti di verde, che camminava lentamente con a fianco uno Skuntank.

"Questi sono gli ordini... e se devo essere sincero, non mi va di sfidare la sorte e disobbedire a quel Pius." rispose un ragazzo alto e magro con diversi piercing sulle orecchie. "Calmo e tranquillo finchè vuoi... ma diavolo, se sa farsi ascoltare!"

"Swellow!" affermò il suo Pokemon, uno Swellow dall'aspetto combattivo.

Il leader del gruppetto, un uomo alto, calvo e obeso, ordinò loro di stare zitti con un cenno della mano, mentre il gruppo si avvicinava con attenzione a quelli che sembravano essere i cancelli del carcere - in quella facciata, le mura si interrompevano in un punto, nel quale un grande cancello d'acciaio sbarrava l'ingresso alla prigione. Un paio di enormi Houndoom era piazzato ai lati del cancello, assieme a due guardiani in uniforme azzurra... e poco più in là, si trovava un'agente Jenny al volante di una motocicletta con il sidecar, nel quale sedeva un altro Pokemon simile ad un cane - in questo caso, un possente Stoutland che pareva occupare tutto il veicolo con la sua notevole stazza e la sua folta pelliccia!

"Okay, guardie, è l'ora del rapporto." stava dicendo la giovane ufficiale dai capelli blu. Con fare sicuro, l'agente Jenny scese dalla motocicletta e la assicurò al terreno, mentre Stoutland usciva dal sidecar con un balzo e si avvicinava ai due Houndoom. I Pokemon simili a dobermann si misero sull'attenti e drizzarono le code dietro di sè, cercando di apparire quanto più formali possibile davanti al loro superiore.

"Per il momento non si è visto nessuno di sospetto, agente Jenny." rispose uno dei due guardiani, e si aggiustò il berretto sulla testa. "Certo... questo non vuol dire che abbasseremo la guardia. Sappiamo che qui dentro abbiamo dei prigionieri davvero importanti."

"Hound!" abbaiò uno degli Houndoom, come per dare enfasi alle parole del guardiano. Stoutland annusò l'aria tutt'attorno... e non appena un odore poco familiare, e poco gradevole, giunse alle sue sensibili narici, si voltò in quella direzione, e puntò dritto verso un angolo delle mura.

"Stoutland! Stout!"

"Hm? Che succede, Stoutland? Hai sentito qualcosa di sospetto?" chiese l'agente  Jenny. Anche i due Houndoom si erano accorti che c'era qualcosa di strano... in particolare, quel repellente odore di spazzatura che proveniva da un punto non meglio precisato accanto alle mura del carcere.

"Hound! Hound! Doom!" abbaiarono in contemporanea i due Pokemon Buio/Fuoco. I loro allenatori presero i manganelli e si avvicinarono con circospezione... e nel loro nascondiglio, i fuorilegge restarono di sasso, rendendosi conto dell'errore che avevano commesso.

"Ugh... ma come hai fatto a non pensarci, pezzo di stupido?" esclamò uno di loro, rivolto al suo compagno con lo Skuntank. Il Pokemon moffetta era fermo al suo posto, con un'espressione contrita e desolata. "Ovvio che se ti porti dietro uno Skuntank, i loro segugi ti sentono arrivare ad un chilometro di distanza!"

"Beh, se è per questo, tu non mi hai neanche avvertito!" cercò di giustificarsi il malcapitato.

Il leader del gruppetto alzò gli occhi al cielo e mormorò qualcosa tra i denti. Non era certo questo che intendeva, quando si era proposto di seguire il piano che Pius aveva preparato per loro... ma alla fine, si trattava di un inconveniente di poco conto. "Ma chi se ne importa di chi ha la colpa, razza di babbei? La prossima volta state più attenti, no? E per adesso... cercate di fare in modo che ci possa essere, una prossima volta! Date il segnale! E' un po' presto, ma capiranno."

"R-ricevuto, capo!" rispose prontamente il tizio con i capelli tinti di verde. Afferrò una specie di telecomando dalla sua giacca in pelle, e premette il tasto, mentre il suo Skuntank si metteva in guardia e si preparava ad affrontare i due Houndoom e lo stoutland dell'agente Jenny. In quel momento, i guardiani del carcere si erano schierati davanti a loro... e il capo del gruppetto si trovò a sperare con tutte le sue forze che il resto dei loro complici avesse ricevuto il segnale e capito bene cosa dovessero fare.

"Voi! Che cosa ci fate qui? La vostra presenza è sospetta!" esclamò l'agente Jenny. "Stavate cercando di organizzare un'evasione o un atto vandalico, non è così?"

"Stout!" abbaiò Stoutland, mentre si drizzava in tutta la sua imponente statura per intimorire Skuntank. Lo Swellow dell'altro teppista svolazzò rumorosamente vicino al suo allenatore e si apprestò ad affrontare uno dei due Houndoom, mentre l'altro cane nero si ritrovò faccia a faccia con un possente Graveler mandato dal capobanda.

"Arrendetevi e consegnatevi." continuò l'agente Jenny, pur immaginando che questo ordine sarebbe caduto su orecchie sorde. "Se vi lasciate ingabbiare senza fare storie, possiamo darvi una riduzione della pena."

"Abbiamo anche un po' di domande da farvi..." cominciò a dire una delle guardie, tenendo il suo Houndoom per il collare. Prima che potesse andare oltre, tuttavia, il suo comunicatore squillò... e l'uomo sobbalzò sorpreso quando la voce di un suo collega si fece sentire."Hm? Cosa succede qui? Questo è..."

"Attenzione! Attenzione, siamo sotto attacco! Qui cancello 3, siamo sotto attacco!" esclamò la voce del collega. "Un gruppo di fuorilegge non meglio identificati sta attaccando in massa! Anche gli altri cancelli sono sotto attacco!"

"DOOOOOM!" esclamò uno degli Houndoom, scagliando un attacco Lanciafiamme contro lo swellow nemico. Il Pokemon rondine schivò il colpo con uno scarto laterale, ma Houndoom voltò di scatto la testa e riuscì a prenderlo di striscio e mandarlo a terra con le piume bruciacchiate!

"Anche gli altri cancelli sono sotto attacco?" esclamò l'ufficiale Jenny, il cui Stoutland era impegnato a tenere a bada lo Skuntank degli assalitori. Il possente cane aveva appena scaraventato via l'avversario con un attacco Forza ben assestato, ma altri nemici stavano cercando di circondarlo da varie direzioni. "Quindi, questo significa che siamo bloccati qui... ho un brutto presentimento."

"Teneteli sotto pressione!" esclamò il capobanda. "Skuntank, usa il tuo attacco Fangobomba!"

Skuntank aprì le fauci e scagliò una palla di fango violaceo contro Stoutland, colpendolo al torace e inzaccherandolo quasi del tutto, ma il gigantesco cane riuscì ad evitare di essere intossicato, e cercò di ribattere con un Rogodenti. L'agente Jenny disse di sì con la testa, poi accese il suo comunicatore, e diede un avviso a tutti quelli che stavano in ascolto. "Attenzione! Attenzione, a tutte le squadre! Chiunque non sia impegnato con gli invasori, converga immediatamente verso il blocco celle dove si trovano Elias ed Angela! Questo attacco è soltanto una distrazione!"

 

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"Ricevuto! Provvediamo immediatamente!" rispose un poliziottto dall'altra parte del ricevitore. Accompagnato dal suo Hitmonchan di guardia, l'agente si affrettò verso il blocco celle in questione... e venne accolto da una scena che confermava quello che l'ufficiale Jenny aveva sospettato! Nella stanza dove stava avvenendo il colloquio tra Taka ed Elias, la vetrata di separazione era stata mandata in frantumi da un attacco tanto preciso quanto intenso... molto probabilmente da parte del Chatot del ragazzo, che svolazzava furiosamente attorno al Primeape della guardia! La suddetta era già stata messa ko da qualche altro colpo, e ora giaceva a terra vicino alla porta d'ingresso, con un comico bernoccolo sulla testa! "Ugh... questa è un'evasione! Un'evasione in piena regola! Ma non crediate di poter uscire di qui, dannati fuorilegge!"

"Ve l'ho detto, agente. L'unica legge che io riconosco come tale, è quella del sommo Arceus." rispose Padre Elias quasi serafico. Taka si piazzò accanto al sacerdote dai capelli bianchi, come a volerlo proteggere con il suo corpo. "Non mi risulta che le leggi caduche e fallibili di noi semplici mortali potessero in qualche modo prevaricare le sue, immutabili ed eterne."

"Beh... diciamo che non la metterei su questo piano, però... ho una missione da compiere, e preferirei farlo senza dover fare del male a nessuno." continuò Taka. Dopo aver messo al tappeto il Primeape avversario con un attacco Schiamazzo, sotto forma di una scarica di violente onde sonore che gli uscivano dal becco, il Pokemon simile ad un paappagallo svolazzò accanto al suo allenatore e si apppoggiò sulla sua spalla, mentre il ragazzo tirava fuori un'altra sfera. "Ora, se permettete... dovrei uscire di qui assieme agli alleati del nostro Team, e fare rapporto ai miei superiori, quindi... Aerodactyl, vieni qui! C'è bisogno del tuo aiuto!"

La Pokeball volò in aria per un breve tratto, si aprì con un suono secco, e fece uscire un raro ma ben noto Pokemon simile ad un incrocio tra un drago e uno pteranodonte, con grandi ali membranose, la pelle squamosa di colore grigio pietra, un muso allungato armato di denti acuminati, e una lunga coda terminante a freccia, che emise uno stridio assordante prima di scagliarsi contro il soffitto con un attacco Metaltestata! Il soffitto si sgretolò come se fosse stato fatto di gesso, e Taka accompagnò Padre Elias vicino al punto dove il Pokemon preistorico stava atterrando... ma lo Hitmonchan dell'altra guardia non aveva intenzione di restare là a guardare!

"E voi pensate che ve lo lasceremo fare?" esclamò la guardia. "Hitmonchan, colpiscilo con Gelopugno!"

"Hit! Hit!" esclamò il Pokemon pugile. Con uno scatto fulmineo, tenendo alta la guardia come un vero professionista, sferrò una raffica di pugni circondati da una brillante aura azzurrina, e il Pokemon Roccia/Volante fu costretto ad atterrare, usando le ali per farsi scudo. Anche così, gli atttacchi formarono uno strato di brina sulle ali del rettile preistorico, che stridette per il dolore e il fastidio, e cercò di sbattere le ali per liberarsi dal ghiaccio.

"Stanno arrivando altre guardie..." avvisò Padre Elias. "Dobbiamo cercare di uscire di qui al più presto, e recuperare anche Sorella Angela. Non possiamo andare via senza di lei... soprattutto adesso che ha più bisogno di guida spirituale."

Taka non era sicuro di cosa volesse dire il suo secondo padre, e se doveva essere sincero, non era neanche troppo curioso di saperlo. Tuttavia, doveva ammettere che non erano in una buona posizione. "Resti dietro di me, padre... adesso cercherò di farci uscire di qui! Chatot! Cerca di tenere occupato quell'Hitmonchan! Usa Congiura, e poi Schiamazzo per sistemarlo!"

Il Pokemon simile ad un pappagallo variopinto si librò in volo per cercare di restare fuori dalla portata di Hitmonchan, e si concentrò per qualche istante, il corpo avvolto per un istante da una tenue aura nerastra mentre degli strani fumetti bianchi, ognuno dei quali contenente un punto di domanda, apparivano brevemente sopra la sua testa. Ma il guardiano non aveva nessuna intenzione di lasciarli fare...

"Hitmonchan, usa Pietrataglio!" esclamò. Il Pokemon Lotta sferrò un potente pugno sul terreno, e da sotto Chatot scaturirono diverse rocce aguzze che sfrecciarono verso l'alto, cercando di travolgere il Pokemon canterino! Chatot sgranò gli occhi in un'espressione di spavento...

"Aerodactyl, adesso! Infrangi Pietrataglio con un attacco Alacciaio!" esclamò Taka.

Il Pokemon Roccia/Volante ghignò e si lanciò all'attacco, falciando le rocce con le sue ali ricoperte di luce argentata! In quello spazio angusto, era impossibile volare senza colpire qualcosa, e infatti le ali metalliche di Aerodactyl scavarono un profondo taglio nel muro vicino, facendone crollare una parte. Hitmonchan si spostò in tempo per non essere travolto dalle macerie, ma fu costretto a farsi indietro quando un fitto polverone si levò davanti a lui, impedendogli di mirare un altro attacco.

"Non crederete di cavarvela così, vero?" esclamò un'altra guardia, che stava arrivando in quel momento assieme ad altri colleghi e Pokemon. "Presto, Poliwhirl... attaccalo con Idropulsar!"

"Emolga! Colpisci quel Chatot con Elettrococcola!" esclamò un'altra guardia, che sembrava aver capito che il Pokemon pappagallo era più pericoloso di quanto sembrasse. I due Pokemon si ritrovarono all'improvviso sotto una raffica di colpi: alcuni cerchi d'acqua raggiunsero Aerodactyl al torace, lasciandolo confuso e stordito, mentre un agile e vivace Emolga si librò in volo e si accocolò contro Chatot prima che quest'ultimo potesse spostarsi. Ma non si trattava di un gesto affettuoso - una piccola scarica elettrica scaturì dall'agile corpicino dello scoiattolo volante e investì Chatot, le cui piume si drizzarono comicamente per un istante, prima che i suoi muscoli si irrigidissero. Con un gracchio indignato, Chatot atterrò come meglio poteva e cercò di scansare Emolga che cercava invece di tenerlo sotto pressione...   

"In questo momento, i nostri colleghi là fuori stanno tenendo a bada i vostri complici, quindi non potete neanche sperare che vengano a darvi una mano." affermò l'allenatore di Emolga, non resistendo alla tentazione di vantarsi un po'. Se quella coppia di malfattori pensava di aver escogitato un trucchetto geniale, per lui sarebbe stato un piacere infrangere le loro illusioni. "Quindi, mi dispiace dirvelo, ma il vostro tentativo di distrarci è appena naufragato."

"Ne sei davvero sicuro? Mi dispiace dirtelo, e so che sei solo uno che fa il suo lavoro... ma temo che qui sia tu quello che si illude." rispose Taka con un sospiro. "Aerodactyl, fagli vedere come si usa un vero attacco Pietrataglio!"

Aerodactyl emise un acuto stridio e si produsse in uno spettacolare attacco Pietrataglio - con un rapido movimento delle ali, il Pokemon preistorico colpì il terreno, e fece scaturire da esso alcune stalagmiti che centrarono in pieno lo scoiattolo volante elettrico, facendolo cadere a terra con una comica espressione stordita sul volto!

"Emolga!" esclamò la guardia. Chatot si riprese un po', e cercò di difendersi come poteva dallo Hitmonchan nemico, che era passato ad una raffica di attacchi Tuonopugno. "Tsk... anche se riusciste a battere noi, non potete sperare di affrontare tutte le guardie che vi separano dall'uscita. Siete entrati qui... ma non riuscirete ad uscirne!"

"E' per questo che dico che ti sei illuso, amico..." rispose Taka. Il ragazzo si sfregò la fronte con una mano, e fece un piccolo sospiro prima di spiegare esattamente cosa voleva dire. "Scusa... cosa ti fa pensare che la distrazione non fossi io?"

Ogni parvenza di sicurezza sparì dal volto delle guardie. "Cosa?" chiese il tizio con lo Hitmonchan, un attimo prima che qualcosa colpisse il soffitto e lo riducesse in macerie con un lampo abbagliante e un assordante rumore di esplosioni! Le guardie rimasero esterrefatte, e vennero colte da un attimo di panico... tranne una, che restò ferma dov'era, senza mostrare la benchè minima reazione. E un istante dopo, un Absol che era rimasto nascosto tra le guardie in arrivo si fece largo nella folla, agitando pericolosamente la lama che gli usciva dalla testa per costringere le guardie a restare indietro!

La guardia che era rimasta dov'era fece un sorrisetto... e un istante dopo, la sua figura sparì, e venne sostituita da quella di una grande volpe bipede dal muso affusolato, ricoperta da una folta pelliccia grigio-nera con  accenti rossi sulle zampe e una lunga "criniera" nera alla base e rossa sulle punte.

Uno Zoroark, un raro Pokemon Buio originario di Unima, dotato della sorprendente capacità di assumere sembianze illusorie. Taka disse di sì con la testa, il suo Aerodactyl ghignò in segno di approvazione, e anche Padre Elias non potè fare a meno di provare una certa ammirazione per l'abilità dimostrata dai suoi salvatori. Era una tattica che aveva sorpreso anche lui...

"Uno Zoroark! Si era infiltrato tra di noi!" esclamò una guardia. "Presto, cercate di fermarlo! Non facciamo fuggire i prigionieri!"

"Temo che ormai non tocchi più a voi decidere chi resta e chi esce." affermò la voce calma e quasi serafica di Fratello Pius, proveniente da sopra Taka ed Elias. L'uomo stava arrivando in groppa ad un Braviary particolarmente grande e possente, che sbatteva rumorosamente le ali mentre si piazzava proprio sopra lo squarcio nel soffitto.

Elias annuì impressionato. "Un'operazione portata a termine con grande maestria, fratello Pius. Sapevo che la luce del sommo Arceus vi avrebbe guidato." commentò, mentre Pius scendeva dalla groppa di Braviary, e l'aquila dalla testa bianca si apprestava ad affiancare Chatot ed Aerodactyl nello scontro.

"E' stato in gran parte merito di Taka, qui presente." rispose Pius con un sorriso accomodante, mentre faceva un cenno al giovane figlio del leader nominale del Team Meteora. Taka si schiarì la voce imbarazzato - si sentiva da una parte fiero delle lodi che Pius gli rivolgeva, e dall'altro, gli pesava la consapevolezza che questo gesto avrebbe avuto altre conseguenze nefaste per gli abitanti di Reborn. Del resto, questo era il prezzo da pagare quando si è divisi tra due estremi...

"Molto bene..." rispose Elias, e vide con piacere che Braviary si era già messo al lavoro, e aveva messo a segno un potente attacco Aeroassalto che aveva rapidamente mandato al tappeto lo Hitmonchan nemico, in modo da rimuovere subito la minaccia peggiore. "Allora, mentre questi miscredenti sono impegnati con i nostri Pokemon, noi possiamo andare a liberare sorella Angela. Credo che avrà bisogno della tua saggia guida, fratello Pius. Gli eventi di questi ultimi giorni sembrano averla provata."

Un po' sorpreso dalle parole di Padre Elias, ma deciso ad obbedire in ogni caso, Pius disse di sì con la testa. "Sarei... molto contento se potesse in seguito spiegarmi cosa voglio dire, Padre Elias." Affermò. "Per adesso... credo che sia meglio cercare sorella Angela e fuggire da questo posto."

"Su questo, direi che siamo tutti d'accordo." Rispose prontamente Taka.

 

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CONTINUA...

 

 

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Capitolo 73
*** Allenatori al circo ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 73 - Allenatori al circo

Angela scosse la testa e si massaggiò la fronte, del tutto spiazzata. Era già da un bel po' che rifletteva su quello che aveva visto nei suoi sogni e in quelle incomprensibili visioni che da un po' la assillavano. Era qualcosa di veramente strano... sentiva che la riguardavano direttamente, anche se non riconosceva il nome con il quale veniva chiamata...

"Anju..." disse tra sè la giovane donna. A forza di restare seduta, sentiva che le si sarebbero addormentate le gambe, quindi decise che tanto valeva alzarsi e fare una passeggiata. Non che avesse molto spazio per muoversi, in quella cella scomoda, ma era sempre meglio che sentire le gambe che le si atrofizzavano.

Con movimenti lenti e precisi, la donna dai capelli verdini si mosse dal suo posto e mise la sedia dov'era. Anche adesso, sentiva una inspiegabile compulsione di lasciare tutto in ordine. Strano, non ricordava di aver mai avuto questa particolare fissazione... eppure, sentiva che anche questa era in qualche modo legata al suo passato dimenticato.

"Chi è che mi chiamava così? E' successo davvero... o era soltanto una mia impressione, un sogno che mi sta treando in inganno?" si chiese Angela. Dopo aver passeggiato in tondo per un po' di tempo, la giovane sacredotessa di Arceus si appoggiò con la schiena al muro e guardò verso il soffitto, come se volesse leggere una risposta nelle crepe dell'intonaco. C'era davvero qualcosa che le sfuggiva, e Angela non aveva la più pallida idea di cosa potesse essere.

Pensò di sedersi sul letto e cominciare a meditare, nella speranza che questo potesse aiutarla a darsi delle risposte. Forse avrebbe visto ancora quella donna misteriosa di nome Vivian, e forse avrebbe sentito qualcosa di più...

Ma le sue intenzioni rimasero tali. La giovane donna venne colta di sorpresa da uno schianto poderoso, e da un assordante rumore di muri che si sgretolavano, e fece un salto di almeno mezzo metro quando un Pokemon dall'aspetto fiero e possente, un Aerodactyl dalla pelle rugosa e dura come la roccia, fece irruzione nel corridoio piombando dall'alto! Con uno stridio feroce, il Pokemon preistorico atterrò vicino alla cella dove Angela si trovava, e la giovane donna restò imbambolata a guardare il suo inaspettato salvatore, che portava in groppa Padre Elias, Fratello Pius e un ragazzo con i capelli beige e una sciarpa rossa attorno al collo. Angela aveva già sentito parlare di lui... era Taka, il figlio di Lord Solaris, il capo del Team Meteora... e come tale, un alleato della Chiesa d'Alfa.

Solo che in quel momento, piena di dubbi com'era, la giovane donna non era del tutto sicura che fosse così.

"Perdona il ritardo, sorella Angela." disse Pius mentre scendeva dalla groppa di Aerodactyl. Il Pokemon Roccia/VOlante si avvicinò alla porta della cella, con l'intenzione di esaminare il lucchetto ed essere sicuro di come colpire per spaccarlo. "Abbiamo dovuto organizzare un piano efficace per essere sicuri di poterti tirare fuori di lì. Prego, spostati un attimo. Adesso penserà l'Aerodactyl del giovane Taka a farti uscire."

Taka fece un sorriso ironico. "Beh, sono venuto qui per questo... forza, Aerodactyl, sai già cosa fare."

Aerodactyl emise uno stridio acutissimo e morse il lucchetto. Angela ebbe un sobbalzo nel momento in cui la porta si spalancò con un penetrante rumore di metallo piegato, e il lucchetto saltò via diviso in due, per poi atterrare dai due lati opposti con un tintinnio metallico. La porta si aprì cigolando, e si inclinò pericolosamente di lato mentre Angela guardava i suoi salvatori con un'espressione di riconoscenza, ma al tempo stesso di incertezza. Non sembrava intenzionata a fare la prima mossa per uscire da lì, anche se Pius la stava invitando.

"Fratello Pius... padre Elias... avete organizzato tutto?" chiese, ferma al suo posto. Per Elias, non fu che la conferma di quello che aveva visto in precedenza - che la fede di Angela stava vacillando, a causa di qualche elemento che ancora gli sfuggiva.

Il sacerdote dai capelli bianchi scese a sua volta dalla groppa di Aerodactyl e fece cenno a Pius di aspettare, mentre Taka e il suo Pokemon restavano di guardia nel caso ci fosse qualche altro problema. Il Braviary che aveva aiutato Pius in precedenza scese giù tenendo le ali spiegate e si unì alle due sentinelle improvvisate.

"Non siamo stati noi ad organizzare questo tentativo di fuga." continuò Elias, ed estese gentilmente una mano verso la sua attendente, senza però farla desistere.  "Questi devoti giovani sono stati ispirati dal sommo Arceus, che ha voluto salvare i suoi fedeli servitori dall'ignoranza di questi atei. Ora vieni, mia cara Angela. Torniamo alla nostra missione di diffondere il verbo di Arceus in tutto il mondo."

Angela fece cenno di estendere la mano verso Elias, ma si fermò all'ultimo momento. L'espressione sul suo volto faceva capire ad Elias e agli altri che la sua confusione stava crescendo, e quando parlò, tutto apparve chiaro al sommo sacerdote. "Padre Elias... io... non sono più sicura di cosa devo credere..." azzardò, e ormai nella sua voce non si sentiva neanche un cenno dello zelo cieco e folle che metteva in ogni sua parola fino a qualche giorno prima. "Io... ho sentito un nome... Anju... un nome che mi sembrava terribilmente familiare. Non so esattamente di cosa si trattasse... forse era un sogno... una visione... o forse qualcos'altro... eppure... ho avuto l'impressione che mi riguardasse molto da vicino."

Elias tenne la mano tesa verso Angela, ma aveva assunto un'espressione cupa e vagamente allarmata... cosa che non sfuggì a Taka e a Pius. L'uomo dai capelli neri, suo malgrado, sentì dei dubbi insinuarsi nella sua mente. C'era qualcosa che gli sfuggiva, ne era sicuro... e l'idea che fosse proprio Padre Elias a tenere nascosto qualcosa gli fece venire un brivido...

"Angela. Quel nome non significa niente. E' tutta un'illusione. Un inganno per farti perdere la fede e portarti sulla via della perdizione. Dovresti averlo già capito." rispose Elias in un tono che non ammetteva discussione. "Chi potrebbe essere stato a cercare di influenzarti? Di farti il lavaggio del cervello? Forse qualche stregoneria malvagia di Giratina?"

"Padre Elias..." cercò di dire Taka, ma si arrestò quando il suo Chatot, aggrappato alla sua spalla, lo dissuase dandogli un piccolo strattone con il becco. In quel momento, cercare di far ragionare Elias sarebbe stata un'impresa folle e destinata al fallimento... e poi, erano ancora in quella prigione, e la loro priorità doveva essere quella di fuggire.

Angela rabbrividì quando il suo sguardo incrociò gli occhi luccicanti di Elias. Le sue iridi erano bianche, con solo il nero della pupilla a spiccare in essi, e questo dava al suo sguardo già penetrante un qualcosa di terrificante ed innaturale, come se l'alto sacerdote potesse leggerle nella mente e scoprire tutto quello che lei voleva tenere nascosto.

"Padre Elias, aspetti un momento..." Pius intervenne, cercando di dissuadere il suo superiore dal fare qualcosa di terribile. "Io... non penso che il sommo Arceus approverebbe..."

"Capisco, Angela. Capisco." disse infine, e il tono ferreo con cui pronunciò questa frase non faceva sperare in nulla di buono. "Questo vuol dire... che Giratina si sta insinuando nel tuo cuore e nella tua mente. Bisogna rimediare. Pius, tu sai cosa fare."

"Ma... padre Elias, ne è davvero sicuro? Con tutto ildovuto rispetto, io non credo che..." cominciò a dire l'uomo dai capelli neri. Ma un singolo sguardo, soltanto trovarsi davanti gli occhi innaturali di Elias, spaventò Pius al punto da farlo desistere da ogni tentativo di diplomazia. Il sottoposto di Elias rabbrividì brevemente... poi, con un sospiro che esprimeva rassegnazione, diede al suo Pokemon un ordine. "E va bene... purchè non ci si spinga oltre certi limiti... Braviary, prendi Angela e andiamo."

"Poveraccio, non lo invidio..." mormorò a bassa voce Taka, mentre lanciava una rapida occhiata a Padre Elias. C'era rimasto davvero poco dell'uomo che aveva conosciuto... e Taka si chiese quante altre persone sarebbero rimaste vittime della follia che in quei tempi bui attanagliava Reborn. Ciò che lo incupì e lo spaventò fu l'idea che l'uomo che conosceva fin da bambino fosse arrivato fino a quel punto...

Angela ebbe un moto di paura quando il Braviary di Pius si alzò in volo e la raggiunse, afferrando il retro del suo vestito e sollevandola in aria con estrema facilità. La giovane donna emise un grido di terrore e cercò di divincolarsi, ma la possente aquila non si lasciò impietosire e tenne ferma la sua preda, mentre Elias tornava sulla groppa di Aerodactyl e dava l'ordine di ripartire.

"Aaaaah! Ma... ma che state facendo! Un... un momento! Che cosa... cosa ho fatto di male?" esclamò Angela disperatamente, mentre cercava invano di allentare la presa. Braviary emise un brontolio strozzato, quasi stesse cercando di dire ad Angela che gli dispiaceva, ma non poteva disobbedire agli ordini... e spiccò il volo assieme ad Aerodactyl e al gruppo di Padre Elias. Diverse guardie della prigione stavano convergendo su quel punto, ma era troppo tardi per impedire alla Chiesa d'Alfa e ai loro alleati di tagliare la corda, e Taka sospirò lievemente prima di fare un cenno di saluto agli agenti che guardavano increduli ed oltraggiati.

"Spiacente, ragazzi..." disse Taka con un sorriso amaro. "So che state soltanto facendo il vostro lavoro... ma anche noi stiamo facendo il nostro, per quanto spiacevole."

Con un'alzata di spalle, il giovane comandante del Team Meteora mosse la mano per salutare le guardie, che non poterono fare altro che restare a guardare rabbiosamente Aerodactyl e Braviary che prendevano il volo, portando con sè i pericolosi evasi.

Per le bande che stavano ancora combattendo all'esterno del complesso, quello fu il segnale che stavano aspettando. Non appena videro la sinistra figura di Aerodactyl che si librava in cielo, i malviventi "reclutati" dalla Chiesa d'Alfa capirono che le operazioni erano andate a buon fine, e cominciarono a staccarsi dai combattimenti che avevano ingaggiato. I loro Pokemon iniziarono la ritirata, scagliando ancora qualche attacco in modo da coprirsi le spalle man mano che si allontanavano, e ben presto, le bande avevano staccato i guardiani del carcere, che con riluttanza tornavano verso le loro postazioni, cupamente consapevoli di aver fallito nella loro missione.

"Maledizione, siamo stati giocati." mormorò l'agente Jenny di turno, gettando uno sguardo astioso al rettile alato preistorico che si allontanava assieme agli intrusi e ai prigionieri evasi. "Tutta questa fatica per catturare due dei capi della Chiesa d'Alfa... e ci ritroviamo di nuovo con un pugno di mosche..."

Sfortunatamente, a quel punto non c'era più niente da fare. Se non riconoscere che il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa avevano giocato bene le loro carte, e che le forze dell'ordine avevano perso quel po' di vantaggio che erano riuscite a procurarsi.

 

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Il pubblico esultò quando il Walrein di Hitomi mise a segno uno spettacolare attacco Ritorno contro il Conkeldurr di Sansone - il Pokemon tricheco si era lanciato con tutto il suo peso addosso al muscoloso Pokemon Lotta, evitando per un pelo le due colonne che la creatura agitava davanti a sè nel tentativo di scoraggiare l'assalitore.

Ci fu un impatto tremendo, che sollevò un rumore assordante e fece scaturire una raffica di cuoricini rosa dal punto in cui era avvenuto lo scontro. Il massiccio Conkeldurr venne scaraventato indietro, e appoggiò a terra le sue colonne di marmo, in modo da puntellarle contro di esso e frenare la propria corsa. Il Pokemon Lotta alzò la testa, e Sansone fece un rapido calcolo, deciso a recuperare lo svantaggio.

"Okay, Conkeldurr... ci siamo divertiti, ma questo è il momento di concludere!" esclamò il forzuto del circo di Agatipoli. "Usa un attacco Forza e concludi! Questa volta manderemo il pubblico in visibilio!"

"Non così in fretta!" esclamò Hitomi. "Walrein, colpiscilo tu per primo con Corposcontro!"

Entrambi i Pokemon presero un bel respiro, preparandosi mentalmente a quello che si preannunciava come uno scontro terrificante! Poi, scattarono entrambi l'uno contro l'altro, a velocità che sembravano impossibili per due creature così pesanti ed ingombrate... e coprirono in un lampo la distanza che li separava!

Il pubblico, Vera e i suoi compagni compresi, restarono in silenzio ad attendere, e per una frazione di secondo, ebbero l'impressione che il tempo avesse rallentato fino a fermarsi.

Vera e Max trattennero il fiato...

...poi, il tempo tornò a scorrere, e Walrein e Conkeldurr si scontrarono furiosamente!

Il ring sul quale si stavano confrontando venne scosso dalla potenza del contrasto, ed entrambi i Pokemon si sentirono percuotere da una tremenda onda d'urto. Conkeldurr strinse i denti, e afferrò ancora più strettamente le sue colonne di pietra, cercando di resistere alla terribile spinta. Walrein aprì le fauci e cercò di azzannare il suo avversari con Gelodenti, e dietro di loro, il misuratore di forza inventato da Terra cominciò ad emettere una serie di suoni festosi, come se persino quella semplice macchina stesse esultando per quello scontro incredibile!

Finalmente, il contrasto si interruppe, ed entrambi i Pokemon vennero scaraventati all'indietro come fuscelli, atterrando pesantemente sul quadrato mentre una scritta appariva sullo schermo del misuratore...

OVER 9000!

"Più di novemila?" si chiese Drew, sgranando gli occhi in una rara espressione di sorpresa. Vera, Max e Blaziken avevano la stessa espressione stranita, mentre osservavano Walrein e Conkeldurr che finivano a terra... e il Pokemon tricheco che, pur senza fiato, riusciva a rialzarsi per primo dopo alcuni secondi. "Come mai ha scelto un valore simile?"

"Non chiederlo a me... certo che quell'impatto era davvero incredibile!" commentò Max. "Anche se... mi sembra che abbiano vinto Hitomi e Walrein."

"A meno che non succeda come negli anime, che quello che sembrava il vincitore all'improvviso cade giù come una pera cotta..." volle aggiungere Aya.

Pietro soffocò una risata. "E dai, Aya, non portare rogna..."

Per fortuna, la previsione di Aya non si avverò. Finalmente, vedendo che Conkeldurr non si era rialzato, Walrein tirò un sospiro di sollievo e guardò la sua allenatrice... poi, nel momento in cui il pubblico esplose in un fragoroso applauso di gioia e congratulazioni, gettò indietro la testa per lanciare un ruggito di fierezza!

"WAAAAAALREIN!" ruggì il possente Pokemon tricheco, e alzò una pinna in un segno di vittoria. Hitomi non ebbe la stessa reazione esplosiva del pubblico... ma fu comunque lieta di festeggiare la vittoria del suo Pokemon, salendo sul ring e andando ad accarezzarlo sulla testa.

"Bel colpo, Walrein. Sei stato bravissimo. Certo, fino a poche settimane fa non credevo saremmo riusciti a diventare così forti in così poco tempo!"

Con una risata gioviale, Sansone si sgranchi le spalle e andò a recuperare il suo Conkeldurr, che si era rialzato e ora si era messo seduto a gambe incrociate sul ring, deluso dalla sconfitta ma accettando il risultato. "Hahahahahaaa! Beh, come si suol dire, bimba... è nella botte piccola che c'è il vino buono!" affermò il forzuto. "Questo risultato lo dovete al vostro legame, e alla diligenza che avete messo nei vostri allenamenti. Tra l'altro... avete avuto dei maestri davvero in gamba, se non vado errato! Addirittura Radomus, il famoso maestro di scacchi di Reborn!"

"Conk...?" rispose il Pokemon Forzaimmane. Anche lui aveva riconosciuto il nome del famoso allenatore di Pokemon Psico. Sia lui che Sansone conoscevano la sua abilità, che lo rendeva uno degli allenatori più forti della resistenza.

Sansone disse di sì con la testa per rassicurare il suo Pokemon. "Sì, vecchio mio. Questi ragazzi hanno combattuto a fianco del buon vecchio Radomus e si sono allenati con lui." rispose. "Miss Saphira è convinta che questi nostri amici di Hoenn sianola nostra migliore speranza contro il Team Meteora... e visto come sono riusciti a tenere loro testa fino a questo momento, direi che è proprio così!"

"Abbiamo fatto tutto il possibile... e per fortuna, siamo riusciti a dare loro un bel po' di filo da torcere." rispose Hitomi. Il suo Walrein si stiracchiò e si passò una pinna dietro la testa in segno di imbarazzo. "Andiamo, Walrein, non è il caso di essere troppo modesti. In fondo... quei buffoni li abbiamo umiliati, no?"

"Quando lo dici con quell'espressione neutrale, non sembri esattamente esserne fiera, piccola..." rispose Sansone con una risatina nervosa. Quella bambina era talmente controllata che un po' lo inquietava, ma non ci pensò oltre e riprese a parlare. "Comunque, questo scontro dimostra che ormai avete superato anche me. Possiamo dire che siete pronti a raggiungere Ametripoli e dare una bella lezione al Team Meteora! Se riusciste a distruggere il marchingegno che usano per addormentare tutti lì ad Agatipoli, allora sarebbe un altro bel colpo contro di loro."

"A questo proposito, che si fa per la gente di Agatipoli?" chiese Hitomi. "Non è che possono stare a lungo senza mangiare nè bere, anche se dormono."

"Stai tranquilla, ci stanno già pensando le autorità. Anche adesso, mentre parliamo, stanno prendendo dei provvedimenti per portare al sicuro gli abitanti." Sansone provvide a rassicurare la piccola allenatrice. "Questo dovrebbe darvi tutto il tempo di cui avete bisogno per raggiungere Ametripoli e distruggere il sistema che emana le onde soporifere una volta per tutte. Ovviamente... ho l'impressione che si tratti di un'altra macchina PULSE, quindi non sarà esattamente un gioco da ragazzi."

"Non è la prima che affrontiamo." disse Hitomi. Il suo tono era tornato piatto e neutrale com'era di solito. Walrein disse di sì con la testa, e la ragazzina guardò verso gli spalti, sentendosi un po' a disagio per tutti quelli che stavano applaudendo senza posa. "Anche se... mi chiedo se fosse davvero necessario fare tutta questa cerimonia. Non che mi sia dispiaciuta."

"Oh, si tratta di un modo per farvi conoscere. Ormai state diventando un simbolo per questo continente. Tutti si stanno convincendo che siete la loro migliore speranza di sfuggire al giogo del Team Meteora." rispose Sansone.

Nella platea degli spettatori, Sparky si massaggiò la nuca con una mano, e Ritchie fece una breve risata nervosa. "Questo... comporta una certa responsabilità per noi. Adesso che sappiamo quello che rappresentiamo per queste persone, vuol dire una ragione in più per non perdere contro il Team Meteora... e al momento, non sono certo delle nostre possibilità contro quella donna di nome Lin..."

"A questo proposito, è da quando le siamo passati vicini, lì al Monte Tanzanite, che quella Lin non si è più fatta vedere. Come mai, secondo voi?" si chiese Cain. "Voglio dire, se quella donna è davvero così forte, perchè non cercarci di persona e non toglierci di mezzo una volta per tutte?"

Aya si mise una mano sulla fronte. Quella era una domanda alla quale non aveva alcuna voglia di pensare. "Per favore, fratellino, non stiamo a pensare a certe cose..." affermò con un grugnito. "Se questa Lin è davvero tremenda come ho sentito, allora è già un mezzo miracolo che siamo qui in questo momento. Magari avrà pensato che non siamo avversari degni di lei, e ha deciso di ignorarci. Dobbiamo ritenerci fortunati che non ci sta prendendo di mira."

"Se non altro... questo vuol dire che per adesso abbiamo il tempo che ci serve per prepararci al confronto con lei." rispose Vera, cercando di ignorare il proprio nervosismo. Neanche lei sapeva molto della misteriosa Lin, ma quel poco che aveva sperimentato era stato più che sufficiente a convincerla che si trovavano di fronte ad un'avversaria terribile e spietata. Cercò di non pensare a questi inquietanti particolari, e si concentrò su un problema un po' più urgente - in particolare, il fatto che era un po' che non vedeva Ortilla e Celeste. "Comunque... dove sono Ortilla e la compagna di Sandone? Non la ragazza clown, intendo..."

"Ah, loro..." rispose Drew con fare saccente. Vera storse un po' il naso quando vide il giovanotto dai capelli verdi che la fissava come se volesse dire che lui sapeva qualcosa che lei ignorava. Una cosa che le dava non poco fastidio era quando Drew dava l'impressione di darsi tante arie...

"Beh, Ortilla e Celeste hanno deciso... che ci avrebbero fatto una piccola sorpresa!" continuò Drew, e terminò la frase rivolgendo alla giovane coordinatrice un sorriso vincente. Blaziken alzò gli occhi al cielo, tenendo le braccia conserte sul petto. Quel ragazzo amava tenere sulle spine la sua allenatrice... che per fortuna aveva sviluppato una pelle un po' più spessa. "Tra non molto ci faranno vedere di cosa sto parlando..."

"Oh, ma guarda... anche il famoso Drew può non sapere certe cose, a quanto pare!" lo prese bonariamente in giro Max, e si mise a posto gli occhiali in un gesto canzonatorio, che Vera accolse con un cenno affermativo della testa. "Beh, questo aggiunge un po' di mistero a tutta l'attesa, non trovate?"

Drew ridacchiò della battuta di Max. "Okay, ammetto quando qualcuno mi batte." rispose. "Ad ogni modo... tenete gli occhi alzati, e vedrete di cosa parlo!"

Hitomi e Sansone stavano in quel momento tornando sulla tribuna degli spettatori, ma non erano neanche saliti sul primo gradino, che le luci si fecero più soffuse, e la direttrice con il cappello a tuba che poco  fa aveva presentato lo spettacolo prese di nuovo la parola, in piedi su una specie di leggio.

"Signore e signori... bambini e bambine... quello che cui avete assistito, è uno spettacolo offerto dal nostro circo per tutti voi che amate le competizioni di Pokemon!" esclamò la direttrice. Fece un gesto della mano, come se stesse facendo una magia... ed ecco che una msnciata di coriandoli e stelle filanti uscì con un piccolo scoppio dalle sue maniche, e dal nulla apparvero delle colombe bianche che volarono via allegramente. "Ma... per tutti voi a cui piace l'arte del circo, abbiamo un'altra sorpresa in serbo! Facciamo un applauso alla nostra domatrice... Terra!"

"Ta-daaaaaan! Ecco a voi la vostra... TERRRRRAWRRRRRRR!" si sentì la voce acuta di Terra, prima ancora che la giovane dai capelli multicolore arrivasse nell'arena... e subito dopo, a fare il loro ingresso trionfale furono un gruppetto di Pokemon dall'aspetto vivace - uno Scraggy, un Bibarel e uno Spinda, tutti vestiti di colori vivaci! Il Pokemon Buio/Lotta stava cavalcando abilmente un monociclo, e cominciò a fare il giro della pista tenendo le braccia alzate per salutare il pubblico; Spinda era in piedi su un pallone giallo decorato con tante stelle rosse, e ci correva sopra come se fosse la cosa più naturale del mondo, nonostate il suo andamento oscillante; e infine, Bibarel stava facendo il giocoliere, lanciando alcune clavette in aria e poi afferrandole al volo!

"Hm? Quelli sono i Pokemon di Ortilla. Manca solo Alty." osservò Hitomi.

Pietro disse di sì con la testa. "E' vero... ho l'impressione che stiano inventandosi qualcosa, questi pazzoidi del circo di Agatipoli." commentò.

Sansone ridacchiò, per nulla offeso dall'espressione del ragazzo dai capelli rossicci. "Oh, potete scommetterci. Dite quello che volete di Terra, ma non dite mai che le manca la fantasia. E anche Celeste ha delle idee davvero geniali, quando si mette." affermò. I Pokemon di Ortilla continuarono con la loro performance per un po', e infine si riunirono al centro della pista, dove fecero un inchino al pubblico, ed annunciarono l'arrivo del prossimo numero.

Si sentì un potente ruggito, e i tre Pokemon si scansarono quando un paio di Luxray, Pokemon di tipo Elettro originari di Sinnoh dall'aspetto di grandi felini neri ed azzurri, fecero il loro ingresso con un agile balzo e si piazzarono a lati opposti dell'arena. A seguire, Vera e i suoi compagni videro un possente e fiero Pyroar, uguale a quello che accompagnava Elisio il giorno in cui Vera e i suoi compagni lo avevano incontrato.

"Guardate! Quello è un Pyroar!" esclamò la bambina castana con entusiasmo. "E ne sta arrivando un altro, mi sembra... anche se... non è proprio uguale..."

Vera sbattè gli occhi stupita quando accanto al primo Pyroar entrò nell'arena un secondo Pokemon abbastanza simile ad esso come forma generale, ma con delle evidentissime differenze: anzichè avere la folta criniera rossa a raggi gialli del suo compagno, aveva un largo ciuffo di pelliccia rossa solcato da una striscia gialla, come una coda di cavallo, e l'espressione del suo muso, per quanto ancora forte e decisa, era un po' più tranquilla.

"Ah... questa è una cosa di cui ho letto un po' di tempo fa." spiegò Max, contento di poter dare un po' di spiegazioni. "Pyroar è un Pokemon che presenta un classico caso di dimorfismo sessuale, un po' come Nidoran e le sue forme evolute. Ovvero, anche se sono della stessa specie, il maschio e la femmina hanno un aspetto molto diverso. Il maschio ha la criniera, mentre la femmina ha quella lunga coda che vedete. Ma le abilità, le mosse e il comportamento sono identici, in ogni caso."

"Okay... ma adesso cosa faranno?" chiese Ritchie. Sparky emise uno squittio acuto e indicò verso l'ingresso dell'arena... da dove Terra stava finalmente rivelandosi! La giovane dai capelli multicolore apparve sotto le luci del palcoscenico facendo una serie di salti mortali all'indietro, poi spiccò un salto altissimo, fece uno spettacolare avvitamento a mezz'aria e atterrò al centro dell'arena in una spettacolare posa che non sarebbe stata fuori luogo in una serie di Power Rangers! Dietro di lei, arrancava un po' impacciato buffo Pokemon bipede dalla pelle azzurra, con piccoli occhi neri e una bocca enorme e sempre sorridente, con una larga pinna blu scuro che si estendeva sulla sua coda a forma di remo.

"Quag quag! Quagsire!" esclamò il Pokemon, finalmente giunto accanto alla ragazza-pagliaccio e alzando una grande mano per salutare il pubblico.

"Ta-daaan! La vostra Terra è lieta di presentarvi il più grande spettacolo del circo di Agatipoli! Vi possiamo assicurare che non vi addormenterete come quel branco di Komala là in città!" esclamò la ragazza. I Luxray e i Pyroar ruggirono tutti in perfetto sincronismo, e il Pyroar maschio accese una fiammata attorno alla sua criniera, in modo da dare ancora maggiore enfasi alle parole della buffa domatrice. "E ora... uno spettacolo mai visto prima! Mai sentito prima! Non credo ne abbiate mai neanche sentito l'odore, o il sapore, o il tatto... no, questa non aveva senso, ma non era necessario che lo avesse!"

"Ormai lo sappiamo che per quella lì la logica è un optional." commentò seccamente Hitomi. Vera, Max e altri del gruppo non poterono fare a meno di ridere per la pura e semplice assurdità delle battute di Terra. "Che cosa ha in mente quella svitata?"

"Quella è più svitata di un Magnemite in corto circuito..." volle aggiungere Aya.

"Esagerate. A me basta dire che è più svitata di un Klinklang smontato!" Cain rincarò la dose con una breve risata. Pietro alzò gli occhi al cielo, notando tra sè che la conversazione si stava facendo surreale...

"Ma non sarò io la sola ad allietarvi la serata! Oh, no, ci sarà anche il luno!" continuò Terra... e questa volta, i Luxray e i Pyroar abbassarono la testa ed emettero quello che suonava come un ruggito disgustato. Non che Vera potesse biasimarli. Anche lei pensava che quella battuta fosse orrida...

"Assieme a me si esibiranno... la nostra amica Celeste, la ballerina volante di cui sono la più fidata domatrice!" continuò a delirare Terra... poi si schiarì la voce e decise di parlare normalmente, una volta tanto. "Ehm... ma comunque, per questa serata speciale, si sono uniti al nostro circo alcuni ospiti speciali provenienti da Hoenn! Il continente di Groudon, Kyogre e Rayquaza! Non è un privilegio? E ora... la sottoscritta Terra ha l'onore, l'onere e l'enore di presentarvi... Ortilla e la sua impareggiabile Altaria, Alty! Che si esibiranno assieme a Celeste e il suo Altaria! Prego, signore, spalancate le ali e prendiamo il volo!"

"SPINDAAAAA!" esclamò lo Spinda di Ortilla, e le luci si spostarono di colpo per illuminare le impalcature sopra l'arena! In piedi su una robusta piattaforma di legno levigato, affiancata dai loro maestosi Pokemon Drago/Volante, si trovavano Ortilla e CEleste, ciascuna con i loro abiti di scena! La graziosa acrobata dai capelli blu teneva le braccia aperte e rivolgeva al pubblico un sorriso vincente, mentre Ortilla si limitava a sorridere ea salutare educatamente. Non che Ortilla soffrisse di paura del palcoscenico, ma non poteva dire di essersi mai esibita a diversi metri d'altezza!

"Benvenuti, signore e signori! Anche questa sera, assisterete allo spettacolo acrobatico di Celeste e dei suoi splendidi Pokemon alati!" esclamò Celeste. "E come ha detto la mia amica Terra... questa sera con me c'è un'ospite speciale proveniente da Hoenn! Ortilla, nipote dell'attuale Campione di Hoenn, Adriano... e una coordinatrice di Pokemon di raro talento! Stasera lei e la sua bellissima Altaria, Alty, sono qui per mostrarvi di cosa sono capaci i coordinatori di quel continente pieno di misteri e sorprese!"

"Buonasera... buonasera a tutti!" esclamò la bambina dai capelli turchini, dopo aver vinto quel breve momento di incertezza. Alty si librò in aria, si appoggiò su una trave in acciaio dell'impalcatura del tendone e spalancò fieramente le sue grandi ali piumate... mentre, nell'arena, Bibarel, Spinda e Scraggy applaudivano a loro volta ed esultavano per il debutto della loro allenatrice sulle scene di Reborn! "E' un onore ed un piacere essere qui ad esibirmi davanti a tutti voi, gentile pubblico di Agatipoli! Anche se il mio arrivo nel vostro paese è stato piuttosto... rocambolesco! Spero comunque che nonostante le difficoltà di questi ultimi giorni, possiate passare qualche ora di gioia e di divertimento tutti assieme... e vi assicuro che vi saprò offrire uno spettacolo degno di questo famoso circo! Forza, Alty, è il momento di far vedere di cosa siamo capaci!"

"Hai sentito anche tu, Altaria! Diamoci dentro, e abbagliamo il pubblico!" esclamò Celeste.

"AAAALTARIA!" i due Pokemon Drago/Volante si librarono in volo assieme, e scatenarono una pioggia di piume bianche che danzarono in ariaper diversi secondi, quasi riflettendo le luci che illuminavano l'arena! Subito dopo, i due Altaria si esibirono in una spericolata danza a mezz'aria, volteggiando l'uno attorno all'altro, e descrivendo due traiettorie ad avvitamento mentre Terra eseguiva una piroetta, e faceva cenno ai Pokemon felini di farsi avanti. Il Quagsire della ragazza clown si sgranchì le nocche delle mani e si mise in guardia, senza mai perdere il suo sorriso vincente.

"Roar!" Il Pyroar maschio diede un segnale a tutti gli altri Pokemon, che scesero giù dagli sgabelli sui quali erano seduti, e cominciarono a camminare con ordine e fierezza attorno all'arena, tenendosi a distanza di sicurezza dal Pokemon Acqua/Terra mentre Terra tirava fuori da chissà dove un frustino, e lo agitava in aria in una traiettoria a spirale. Con abilità, Alty e l'Altaria di Celeste scesero verso il terreno e si esibirono in una spettacolare Dragodanza, le punte delle ali avvolte da lingue di fuoco blu-viola mentre si avvitavano su loro stessi a pochi metri dal suolo!

"Brava, Alty!" esclamò Ortilla. "Ora arriva la parte difficile! Usa un attacco Coro, e poi... usa Nube!"

"E tu, Altaria... usa un attacco Giornodisole!" ordinò Celeste.

Alty aprì di nuovo le ali e cominciò a cantare, emettendo una melodia che riecheggiò nel tendone del circo e immerse ancora di più il pubblico nell'atmosfera magica di quell'esibizione! Tutti ammutolirono quando Alty si concentrò e creò una nube scintillante tutt'attorno a sè, e nello stesso momento, lo Altaria di Celeste sprigionò una raffica di raggi luminosi che scaturirono dal suo folto piumaggio, e crearono degli spettacolari giochi di luce e dei riverberi in tutto il tendone!

"Wooooow! E' fantastico! Guardate che numero incredibile!" esclamò Aya, il cui solito pessimismo aveva lasciato il passo ad una meraviglia che non ricordava quasi più di aver mai provato. Pietro sorrise e appoggiò una mano sulla spalla della ragazza dai capelli viola... mentre Cain voltava appena un po' lo sguardo verso di loro e faceva un sorriso, immaginando bene come il rapporto tra quei due si stesse sviluppando. Era contento che finalmente Aya stesse riuscendo a gettarsi alle spalle quella rabbia e quel senso di colpa che l'avevano perseguitata per tutto quel tempo. Certo, ci sarebbe voluto un po' di tempo perchè Aya tornasse simile a com'era un tempo, e certe cose non sarebbero mai tornate esattamente come prima, ma questo era un importante passo in avanti.

"Wow, è fantastico!" esclamò Ritchie. "Vedo che l'allenamento che abbiamo fatto con il signor Radomus è stato molto utile anche ad Ortilla!"

"Pikachu!" esclamò Sparky, indicando uno spettacolare numero nel quale il Quagsire di Terra si stava producendo. Usando il suo attacco Colpodifango, il Pokemon Acqua/Terra aveva creato un vortice di fango tutt'attorno a sè, e lo stava usando come una specie di corda per far saltare i Luxray e i Pyroar, estendendo di tanto in tanto uno schizzo verso l'esterno, e costringendo i Pokemon felini a saltare per evitarlo!

"Spettacolare!" commentò Max. Un istante dopo, Quagsire creò altre due "fruste" di fango e le fece girare vorticosamente... ma i Luxray e i Pyroar, ben addestrati com'erano riuscirono a spiccare un agile salto ed evitare il getto di fango senza alcuna difficoltà. I felini atterrarono agilmente sul bordo dell'arena, mentre i due Altaria continuavano abilmente le loro acrobazie e si rincorrevano freneticamente.

"Vedo che si sono addestrati bene..." affermò Drew. "Heh... Un POkemon di tipo Terra per aiutare ad addestrare dei Pokemon Fuoco ed Elettro. In effetti, ora che lo vedo, ha perfettamente senso."

"Continua così, Ortilla! Stai andando alla grande!" esclamò Vera agitando una mano verso la sua piccola amica. Blaziken applaudì, e allo stesso tempo teneva d'occhio il Quagsire di Terra, notando come riuscisse a muoversi con abilità e precisione nonostante l'aspetto goffo ed impacciato. Per un Pokemon esperto come lui, non era difficile giudicare l'abilità del suo avversario, e quel Quagsire, anche tralasciando il vantaggio che aveva come tipo su di lui, sarebbe stato un avversario da non sottovalutare neanche per lui.

Ma il Pokemon Fuoco/Lotta scosse la testa, immaginando che quello non fosse il momento giusto per pensare a queste cose. Erano lì per rilassasi un po' e per prepararsi alla nuova spedizione contro il Team Meteora sulle vette di Ametripoli. Non sarebbe stata una passeggiata, questo era sicuro, e il Pokemon Altefiamme immaginava che ci sarebbe stata qualche altra rivelazione...

 

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"Non ci posso credere... sono davvero qui, davanti a tutti questi spettatori... e i miei Pokemon si stanno esibendo per loro!" disse tra sè Ortilla, e girò la testa con espressione incuriosita quando la sua fedele Alty si prese un istante di pausa per volteggiarle attorno e la sfiorò gentilmente con le sue ali bianche e soffici. La bambina dai capelli turchini estese una mano verso la sua Pokemon più fidata, e poi guardò giù in direzione di Bibarel, Spinda e SCraggy, immaginando che anche loro stessero facendo del loro meglio là sotto, per divertire il pubblico.

Certo, non era il debutto che si era aspettata. Se tutto fosse andato come avrebbe dovuto, lei sarebbe stata ancora ad Hoenn, probabilmente con una squadra di Pokemon completamente diversa, e davanti ad un'altra platea.

"Quand si dice che non si può mai sapere cosa accadrà nella vita... immagino che si riferiscano a questi eventi incredibili." continuò a parlare tra sè. Il suo sguardo incrociò quello di Celeste, e la giovane acrobata le fece un occhiolino come per dirle di ammirare il numero successivo.

Ortilla disse di sì con la testa, e Celeste le disse di osservare con un cenno della mano. Si sgranchì le articolazioni per un istante, poi si piazzò sull'orlo della sua piattaforma, le braccia estese verso l'alto a mò di ali... ed eseguì uno spettacolare tuffo con avvitamento, verso la rete di sicurezza che la separava dall'arena.

Ma il volo di Celeste non si interruppe così presto.

Con una mossa talmente abile che molti non si accorsero neanche di ciò che era successo, Celeste scagliò una Pokeball, che si aprì di scatto e fece uscire un maestoso Pokemon dall'aspetto di un incrocio tra uno storno grigio e bianco e un falco, il piumaggio grigio-brunastro che diveniva bianco sulla fronte, sulla gola e sul torace. Una"M" stilizzata spiccava sul suo petto, e un grande ciuffo di piume sulla testa, con la punta della cresta rossa, lo faceva apparire più grande.

"Okay, Staraptor... ora facciamo il nostro numero!" esclamò Celeste mentre cadeva verso la rete, continuando a sorridere come se non ci fosse alcun problema. E in effetti, il suo Staraptor si era già gettato in picchiata mentre Celeste stava ancora dando il suo ordine. Con un acuto richiamo che riecheggiò in tutto il tendone, Staraptor volò sotto la sua allenatrice e la prese al volo, facendola atterrare di schiena sul suo dorso. Con la sua abilità, Staraptor era riuscito a volare ad una velocità leggermente inferiore alla velocità di caduta di Celeste, in modo da amortizzare la caduta e fare sì che la giovane non si facesse male. Poi, Staraptor salì di nuovo, e trasportò la sua allenatrice verso la piattaforma da cui era partita. Giunta a pochi metri di distanza, Celeste ringraziò Staraptor con un cenno, mentre i due Altaria si sollevavano verso il soffitto del tendone con un elegante frullo d'ali. Poi, Celeste fece un'abile acrobazia e afferrò il bordo della piattaforma con una mano, issandosi su di essa con agilità, e atterrando infine in piedi come niente fosse!

I due Altaria eseguirono un attacco Danzadipiume, e sia Celeste che Ortilla alzarono le braccia verso il pubblico in mezzo ad uno spettacolare vortice di piume del colore della neve pura! Un applauso scrosciante si levò dal pubblico, anche mentre Terra e il suo Quagsire usavano una serie di attacchi Pistolacqua contro il terreno e verso le zampe dei Pokemon felini. I Luxray e i Pyroar saltavano agilmente oltre gli schizzi d'acqua, producendosi in acrobazie sempre più spericolate man man che Quagsire accelerava...

Finalmente, quando Alty e l'Altaria di Celeste completarono la loro Danzadipiume, i Pokemon felini eseguirono a loro volta una delle loro mosse: i Luxray si avvolsero di crepitanti scariche elettriche dorate usando una mossa Scintilla, e al tempo stesso i due Pyroar attivarono la loro mossa Nitrocarica e vennero avvolti da una spirale di fiamme scarlatte che accelerò sempre di più. Le due mosse si combinarono mentre i Pokemon felini acceleravano sempre più... fino a creare un anello di fiamme e fulmini multicolori che spruzzava scintille colorate ovunque, mandando il pubblico in visibilio!

"E... la vostra Terra è pronta per il gran finale? Pronti o no, io parto! Yu-huuuu!" esclamò la ragazza clown. Il suo Quagsire smise di lanciare attacchi Pistolacqua tutt'attorno, e si produsse in una spettacolare Pioggiadanza che fece cadere uno scroscio solamente sull'arena, annullando il precedente attacco Giornodisole. Immediatamente, l'acqua fece effetto sull'anello di fiamme ed energia elettrica creato dai Pokemon felini, che si mise a crepitare e a scagliare scintille colorate in aria, come tanti minuscoli fuochi d'artificio... e finalmente, i Pyroar e i Luxray si fermarono e scaricarono la loro energia tutta in un colpo solo, creando una luminosa colonna di luce dorata che si levò verso il tendone, illuminando Celeste, Ortilla e le loro Altaria!

Il pubblico, Vera e compagni compresi, esplose in un'ovazione e in uno scrosciante applauso, mentre Celeste ed Ortilla si inchinavano elegantemente e ricevevano con gioia i loro complimenti. Le due Altaria si posarono accanto alle rispettive allenatrici, le ali spalancate e le teste gettate indietro in un verso di trionfo.

"Grazie! Grazie! Saremo qui tutta la settimana! E magari anche il mese, l'anno e il lustro!" esclamò Terra, perfettamente a suo agio in mezzo a quell'atmosfera festante. Gli altri Pokemon di Ortilla avevano a loro volta completato i loro numeri, e in quel momento si erano messi in posa ricevendo le congratulazioni del pubblico.

Vera sorrise gioiosamente, mentre si guardava intorno e vedeva i suoi compagni godersi quello spettacolo. Max, Drew, Blaziken, Gardevoir, Absol, Hitomi e Walrein, Sansone, Ritchie e Sparky... e anche Cain, Aya e Pietro. Ognuno di loro era riuscito a mettere da parte i loro timori, le loro preoccupazioni riguardanti il Team Meteora, e godersi quel momento di serenità.

Nessuno di loro si faceva illusioni che sarebbe stata semplice. E sapevano che l'indomani, la loro battaglia contro il Team Meteora sarebbe proseguita, più feroce che mai.

Ma per il momento... erano lì, tutti assieme, e potevano rilassarsi, come degli allenatori qualsiasi.

Un'iniezione di fiducia per quello che li aspettava... 

      

                     

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CONTINUA...

 

Note: A partire dal 18 fino all' 1 Gennaio sarò in vacanza. Cercherò comunque di scrivere sul mio iPad, ma non potrò aggiornare.

Quindi... vi auguro buone feste! Buon Natale e felice anno nuovo! A presto!

 

 

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Capitolo 74
*** Prossima fermata Ametripoli ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 74 - Prossima fermata Ametripoli 

Aya tirò un sospiro, mentre si riavviava i lunghi capelli viola. Era da parecchio tempo che non si sentiva così soddisfatta e tranquilla. Finalmente, sentiva che il disprezzo per sè stessa che aveva dominato i suoi pensieri per tanto tempo, cominciava lentamente a fare spazio ad una nuova convinzione e fiducia. Incontrare Pietro e gli altri nella sua sfortunata spedizione ad Agatipoli era stato un inaspettato colpo di fortuna... uno in cui lei stessa aveva smesso di credere tanto tempo fa.

La ragazza alzò lo sguardo e vide la sua fedele Nidoqueen che le si avvicinava, mettendole una mano sulla spalla e facendole un cenno con la testa. La Pokemon Veleno/Terra dava anche lei l'impressione di essere meno tesa e più rilassata, e la sua allenatrice riuscì a farle un sorriso prima di guardare in direzione dell'arena del circo, dove Celeste, Sansone e Terra stavano finendo il loro numero e salutando il pubblico. Vera e i suoi compagni erano tra il pubblico, ad applaudire alla loro bravura. 

"Nido?" chiese Nidoqueen, con il tono di una domanda cordiale.

"Ammetto che... sono contenta. Era da un po' che non riuscivo a dirlo." commentò Aya, e si sgranchì una spalla. "E anche... anche un po' imbarazzata, se devo dire la verità. Non credevo... anzi, direi che addirittura non volevo che Cain mi perdonasse così facilmente. Dopo quello che gli avevo fatto, io... non pensavo di avere il diritto di liberarmi di questo peso."

"Cain ti vuole bene. Te ne ha sempre voluto. Insomma, è pur sempre tuo fratello, no?" chiese retoricamente la voce di Pietro. Il giovane musicista dai capelli rossi e il suo Sudowoodo erano lì accanto a lei, dopo essersi avvicinati con sorprendente furtività, e il ragazzo aveva con sè la sua chitarra, che si mise a strimpellare, facendone uscire una breve, improvvisata ma orecchiabile melodia. Aya tirò un breve sospiro e si spostò dalla sua posizione, lasciando a Pietro lo spazio per sedersi. "E poi, conosci bene anche me, vero, Aya? Io non mi sono mai arreso. Ero sicuro che un giorno tu e Cain vi sareste capiti... e che anche tu avresti capito che non aveva senso punirti da sola."

"Anche se non ho fatto niente per impedire a nostra madre di trattare Cain in quel modo indegno?" rispose Aya, il cui sorriso si fece amaro. "Continuo a pensare che forse avrei potuto farle cambiare idea... anche se, a pensarci bene, era soltanto una pia illusione da parte mia."

"Sudowoodo..." esclamò il buffo Pokemon Roccia vagamente simile ad un albero. Ondeggiò lentamente il corpo, tenendo le braccia dritte in aria. "Su, sudo... woodo!"

Lentamente, con prudenza, Pietro avvicinò la mano a quella di Aya. La ragazza gettò una rapida occhiata al giovane chitarrista... e dopo un breve momento di imbarazzo, ricambiò il gesto e toccò lievemente le dita di Pietro con le sue. La sensazione del sangue che le correva all'improvviso alle guance le strappò un sorriso.

"Non preoccuparti più di queste cose, Aya." disse Pietro affettuosamente. "Tuo fratello è una grande persona, e io lo stimo e lo ammiro molto... anzi, oserei dire che lo invidio un po'. Il vostro rapporto, nonostante tutto, è saldo e sicuro."

Aya si fece seria. Non aveva incontrato Titania, la sorella di Pietro, che un paio di volte, e in entrambi i casi, le aveva dato l'impressione di una persona con cui era molto difficile andare d'accordo. Pietro non si faceva problemi a dire che non c'era nessun affiatamento tra lui e Titania, quindi Aya aveva tutti i migliori motivi per credere che questa sua impressione fosse corretta. Per lui, doveva essere una gran cosa vedere fratello e sorella che invece andavano d'accordo...  

"Anche tu, non pensare a queste cose, Pietro. So che tu e tua sorella Titania... non andate per niente d'accordo." affermò Aya. Pietro non cambiò espressione, ma sia Aya che i due Pokemon si accorsero che adesso era un po' più teso. "Scusa... non volevo riportarti alla mente dei brutti ricordi."

"Non fa niente." rispose Pietro con un'alzata di spalle. "Ormai mi sono abituato al fatto che Titania ed io non andremo mai d'accordo. Ho provato a seppellire l'ascia di guerra, e tu lo sai... ma non è così semplice, con una persona come Titania."

Nidoqueen disse di sì con la testa. "Nido..." affermò, e storse il naso al pensiero di cosa probabilmente stava facendo Titania in quel momento. Probabilmente adesso era a caccia di qualche membro del Team Meteora, e Nidoqueen non aveva esattamente voglia di vedere cosa avrebbe fatto loro. Sperò almeno che Amaria fosse con lei... quella ragazza riusciva sempre a tenere a freno la parte peggiore di Titania.

Aya provò a cambiare argomento, in modo da non rovinare l'atmosfera rilassata che si era venuta a creare. "Non te la prendere per questo... piuttosto, domani Vera e i suoi compagni partiranno per raggiungere Ametripoli. Chissà cosa incontreranno, da quelle parti... è una zona molto pericolosa, visto che lì il controllo del Team Meteora è ancora saldo."

"Forse meno di quanto pensi." rispose prontamente il ragazzo, muovendo un indice come per dire di no. "Vedi... ho sentito dire che qualcuno è riuscito a rimuovere il ghiacciaio che impediva l'accesso ad Ametripoli, e adesso la città non è più isolata. Credo che dobbiamo ringraziare la piccola Heather per questo."

"Davvero? Non credo di averla mai incontrata... dev'essere un'allenatrice davvero in gamba!" affermò Aya. 

"Lo è, e non soltanto perchè, a quanto ho sentito dire, è la figlia del famigerato Corey." rispose Pietro. Aya sospirò e disse di sì con la testa - non era successo tanto tempo prima che Corey, una figura di spicco a Reborn City e considerato una guida e un idolo da molti allenatori, si era rivelato essere un agente del Team Meteora. E pochi giorni dopo, si era tolto la vita. Doveva essere stato un duro colpo per sua figlia... "Comunque, non siamo certo qui per parlare di chi fosse figlia. Lei... vuole aiutarci, probabilmente anche per farla pagare al Team Meteora per aver rovinato la sua famiglia, e sicuramente non posso darle torto."

"Il Team Meteora ha provocato chissà quante sventure e tragedie per la gente di Reborn... e se non verranno fermati, lo faranno in tutto il mondo." continuò Pietro. "Ma... è per questo che siamo qui, no? Abbiamo sconfitto il Team Meteora già prima, e lo faremo ancora, quante volte sarà necessario. Una volta che Vera si sarà impadronita della Mega Evoluzione, sono sicuro che non ci sarà più niente in grado di fermarla!"

"Effettivamente, ci sta mettendo un po' per farlo..." rispose Aya. "Spero solo che ci riuscirà. per quando sarà il momento di affrontare Lord Solaris e quella Lin di cui abbiamo sentito..."

 

oooooooooo

 

Uno scrosciante applauso accolse Celeste e i suoi compagni nel momento in cui la giovane esperta di Pokemon Volanti eseguì un ultima acrobazia e atterrò con agilità in mezzo all'arena, gentilmente trasportata dal suo Altaria e dal suo Gliscor. Sansone e uno dei suoi Pokemon - un possente Conkeldurr che portava con sè due colonne di granito come se non pesassero niente - avevano appena finito di spezzare delle robuste catene con la sola forza delle braccia... mentre Terra, come sempre fedele alla sua fama di eccentrica, si era esibita in un numero di giocoliere su un monociclo, sostituendo le palline di gomma con Pokeball.

"Ed ora, signore e signori e persone non binarie... perchè le discriminazioni di genere fanno schifo, punto e basta... il gran finale del grande numero della grande Terra! TA-DAAAAAN!"

La ragazza dai capelli del colore dell'arcobaleno lanciò in aria tutte le sue Pokeball nello stesso momento e le fece aprire con uno spettacolare sbuffo di polvere colorata che investì l'arena! Celeste, Sansone e i loro Pokemon si ritirarono giusto di un passo, e i Pokemon della ragazza-pagliaccio atterrarono uno alla volta attorno a lei... Anche se il risultato non fu esattamente lo spettacolo che era stato l'esibizione di Celeste.

Il primo ad atterrare fu un pesante Hippowdon, un grosso Pokemon di Terra simile ad un ippopotamo giallo con delle placche nere sul dorso e sul muso, e dei buchi sulla schiena dai quali fuoriusciva un lento ma costante fiume di sabbia.

Lo seguì a ruota un Quagsire dall'aspetto allegro ma un po' melenso... e poi un altro Pokemon, davvero strano ed insolito, che Vera e i suoi compagni non avevano mai visto prima: sembrava un grande castello di sabbia vivente, le cui torri facevano da braccia, e un corpo centrale con una grande bocca simile ad un arco d'ingresso! Una paletta di plastica rossa spuntava dal tetto della bizzarra creatura.

"Hippoooooo!" esclamò il Pokemon simile ad un ippopotamo. Aprì le sue enormi fauci, mostrando una serie di denti lunghi come pugnali. Quagsire cominciò a sbracciarsi a salutare il pubblico, mentre quello strano Pokemon simile ad un castello di sabbia vivente cominciò ad ondeggiare come se fosse stato sospinto dal vento!

"Palo palo! Palossand!" esclamò la strana creatura, con una voce che suonava come sabbia sgretolata. 

"Hahahahaaa! Come potete vedere, anche i miei Pokemon hanno voluto rendere gli onori di casa... del grande Circo di Agatipoli! Anche se non è proprio una casa ma un tendone... e chi intende intenda, e gli altri in camper!" esclamò allegramente Terra, mentre Celeste si sbatteva una mano sulla fronte in segno di comica esasperazione!

"Dovevamo davvero lasciare che fosse lei a salutare il pubblico?" chiese al suo compagno.

Il Conkeldurr di Sansone sghignazzò come per dire che non c'era moltascelta, e il forzuto alzò le spalle. "E che ci vuoi fare, lo sai che è sempre stato così con Terra. Se non fa qualcuna delle sue battute, non è contenta!"

"Non credo di aver mai visto Terra di umore diverso da: come se avesse appena bevuto dozzine di tazze di pura caffeina!" fu la risposta di Celeste. "Altro che Julia, lei è una dilettante in confronto..."

"Altaria..." commentò l'Altaria di Celeste. Un movimento improvviso attirò la sua attenzione, proprio mentre Terra lanciava in aria un'altra Pokeball, che al contrario delle altre era decorata su tutta la sua superficie da lustrini di vari colori... e anche questa si aprì di scatto, senza però far uscire alcun Pokemon. Invece, un grosso sbuffo di fumo colorato uscì dalla sfera, creando una nube dei colori dell'iride sopra a Terra... e subito dopo, da un cavo calato dall'alto, scesero giù Ortilla ed Alty, entrambe in posa per salutare il pubblico! La bambina dai capelli turchini  era vestita in maniera davvero strana: il suo costume di scena, un po' rivelante ma del tutto innocuo, era stato sostituito da una tutina aderente di colori sgargianti che pur non mostrando molta pelle era comunque abbastanza stretta da apparire dipinta su di lei, e indossava un paio di guanti bianchi lunghi fino al gomito, che le davano una parvenza di eleganza... che tuttavia era rovinata da un paio di ampi stivali rossi con le punte arricciate, e da un trucco da clown che le aveva fatto il viso bianco, con un naso finto rosso e tondo! I suoi capelli erano legati in due codini che scendevano ai lati della testa, e indossava un buffo cappellino da giullare, con dei campanellini d'argento attaccati alle punte!

In pratica, aveva un aspetto terribilmente ridicolo... e ciò nonostante, si stava divertendo un sacco a sbracciarsi e a dare spettacolo, con Alty che svolazzava accanto a lei, producendosi in una serie di acrobazie!

E il resto dei suoi Pokemon - Scraggy, Bibarel e Spinda - stava nuovamente facendo il suo ingresso nell'arena. Il panda bianco e rosso, con la sua tipica andatura da ubriaco, stava facendo il giocoliere con alcune palline di gomma lanciate in aria, mentre il castoro faceva l'equilibrista correndo su un grosso pallone giallo decorato con stelle blu! Anche Scraggy, nonostante l'aspetto severo, stava facendo del suo meglio per far ridere il pubblico, suonando una strana tuba a stantuffo... che non produceva alcun suono! Ad ogni movimento dello strumento, Scraggy faceva salire o scendere le pieghe della sua pelle, creando un effetto davvero stravagante.

"Grazie! Grazie infinite! Io, Alty e tutti i miei Pokemon siamo felici di essere qui per voi!" esclamò Ortilla, mettendosi in posa sul cavo che la teneva sospesa a mezz'aria. Bibarel ne approfittò per fare un salto mortale e mettersi a correre sulle mani sopra il suo pallone. "Vi ringraziamo tutti per il vostro calore e il vostro entusiasmo! E' stato un onore esibirmi per voi... e spero di rivedervi presto, magari in circostanze più liete per il vostro paese!"

Gli applausi seguirono una frazione di secondo dopo, e Scraggy gettò via la tuba per fare un inchino al pubblico, lasciando cadere quei lembi di pelle in più che aveva come se fossero stati pantaloni troppo larghi!

"Altaria!" esclamò Alty. Aprì di scatto le ali, e usò la sua mossa Danzadipiume per scatenare un vortice di piume bianche tutt'attorno a sè e creare un suggestivo effetto - combinato con le brillanti luci dell'arena, sembrava quasi che Alty e la sua allenatrice si fossero trasformate in due angeli scesi dal cielo.

"Fantastico! Ne ha di talento per mettere su questi spettacoli, la nostra amica!" esclamò stupefatta Vera, mentre ammirava la scena assieme ai suoi compagni...

    

oooooooooo

 

Era ormai tarda sera quando lo spettacolo si concluse, ma molte persone continuarono a trattenersi, ancora per un bel po' di tempo, attorno al tendone del circo. All'interno di quest'ultimo, tuttavia, gli artisti e i loro compagni si stavano finalmente godendo un po' di calma... o meglio, questa sarebbe stata l'intenzione, se non ci fossero state delle cose più urgenti da fare in quel momento. Il gruppo di Vera, completo dei loro Pokemon più fidati, era seduto attorno ad un tavolo nel backstage del tendone, ad ascoltare quello che Celeste e il resto del gruppo della resistenza aveva da dire riguardo alla prossima destinazione che avevano individuato.

"Allora, dite che il segnale che sta facendo addormentare tutti ad Agatipoli è derivante da qualche PULSE, giusto?" chiese Drew, lo sguardo attento e le orecchie tese. "E questo segnale dovrebbe provenire da Ametripoli, sulle montagne più alte di Reborn."

"Proprio così. Non è un posto frequentato, quindi il Team Meteora avrebbe facile gioco... e data l'altitudine a cui si trova, è altamente probabile che un segnale radio trasmesso da lì potrebbe raggiungere qualsiasi punto del continente loro vogliano." rispose Sansone, e con un cenno della mano, indicò un punto su una mappa del continente di Reborn appesa alla parete accanto a lui. "Dobbiamo ringraziare la nostra Terra, che è riuscita a trovare il segnale... senza la sua abilità nell'uso dei computer, non credo che ce l'avremmo fatta."

"Modestamente, o non troppo modestamente, la vostra Terra è indispensabile come la maionese nel caffè, o un pugno in un occhio!" rispose la stravagante ragazza clown. Terra si mise a passeggiare in tondo davanti alla mappa sulla quale stavano illustrando quello che c'era da fare, senza un motivo apparente.

"Veramente, di quelle due cose si fa volentieri a meno..." commentò tra sè Hitomi, per nulla divertita dai modi di fare di Terra.

Terra si schiarì la voce, e per un attimo sembrò addirittura che stesse per fare un discorso serio. "Cooooomunque, la cosa più importante in questo momento è che... Celeste porta le mutandine azzurre!"

Davanti alle facce sorprese e disgustate del gruppo di Hoenn, Sansone scoppiò a ridere, mentre il viso di Celeste assumeva un interessante colore rosso incandescente! "T-Terra!" esclamò la giovane acrobata, e il Glicor che svolazzava accanto a lei emise una serie di stridii indignati. "Ti... ti sembrano cose da dire, davanti ai nostri amici? Miss Saphira li ha mandati qui per un motivo, dopotutto!" esclamò, con gli occhi sgranati per la sorpresa.

"Hahaaa! Allora non neghi!" fu la pronta risposta di Terra, accompagnata da un ghigno vittorioso. La ragazza clown si avvicinò a Celeste, puntandole comicamente un indice al petto. Celeste grugnì per l'imbarazzo e la frustrazione, e cercò di riportare il discorso su binari un po' più seri...

"Okay, signore, è stato uno scherzo divertente, ma ora è il momento di parlare del Team Meteora, e di quello che stanno cercando di fare." continuò il forzuto, e gettò uno sguardo di intesa alle due ragazze. Celeste lo ringraziò a bassa voce, mentre Terra borbottò qualcosa circa il fatto che aveva indovinato il colore giusto... "Allora... come abbiamo detto, Terra ha individuato il segnale che trasmette gli effetti di quella ipotetica macchina PULSE che fa addormentare gli abitanti di Agatipoli. Abbiamo detto che si trova in cima alle montagne di Ametripoli, quindi... è là che bisogna cercare."

"Se riuscissimo a distruggere la stazione di trasmissione, come minimo faremmo in modo che il segnale non possa più raggiungere tanto facilmente i luoghi che il Team Meteora vuole mettere a nanna..." spiegò Celeste, e gettò un'occhiata di avvertimento a Terra, che strizzò un occhio e mostrò la lingua come una monella. "E con un pizzico di fortuna, potremmo anche trovare la macchina PULSE che sta facendo tutto questo, e toglierla di mezzo una volta per tutte. Quello sarebbe davvero un grosso passo in avanti."

"Certo, sicuramente questa è una possibilità che abbiamo per ostacolare i piani del Team Meteora." rispose Max. "Quindi... quello che dobbiamo fare adesso è dirigerci ad Ametripoli, cercare questa stazione di trasmissione, e disattivarla o distruggerla. Mi sembra semplice... il che, sinceramente, mi lascia un po' scettico."

"Il Team Meteora non è così sprovveduto... avrà sicuramente pensato a qualcosa per impedirci di raggiungere la stazione di trasmissione." affermò Drew. E per quanto Vera avrebbe di gran lunga preferito che si trattasse di una missione semplice e lineare come era sembrata dalla descrizione, non osava certo sperare tanto.

E dall'espressione che fecero Celeste e Sansone alle parole di Drew, si capiva benissimo che ci sarebbero state delle complicazioni. "Ecco, lo sapevamo..." disse Cain con una breve risata ironica.

"In effetti... abbiamo da poco ricevuto delle notizie preoccupanti." affermò Sansone sfregandosi la nuca. "Temo... che alcuni di voi dovranno compiere una piccola deviazione verso Reborn City. Sembra... che qualche rimasuglio della Chiesa d'Alfa sia ancora in circolazione, e sia riuscito a far evadere Padre Elias ed Angela - due dei loro membri di rango più alto - grazie all'aiuto del Team Meteora e di altre bande a loro affiliate..."

"Pika pika..." disse Sparky con evidente disappunto. Non solo il loro duro lavoro era stato annullato, ma adesso che la Chiesa d'Alfa poteva contare per certo sull'aiuto del Team Meteora, le cose si facevano ancora più difficili.

Ritchie strinse i denti e si mordicchiò un pollice in segno di frustrazione. "Accidenti... questa davvero non ci voleva. In effetti, non siamo riusciti a catturare Pius, nè quel ragazzo di nome Bennett che si è unito a loro..." affermò. "Sicuramente è stato uno di loro, o tutti e due, ad organizzare questa evasione in piena regola..."

"Quindi... volete dire che alcuni di noi torneranno a Reborn City e cercheranno di tenere d'occhio la Chiesa d'Alfa, e ostacolare i suoi piani, dico bene?" azzardò Ortilla.

Celeste disse di sì con la testa. "Sì... e nel frattempo, il gruppo che si dirigerà ad Ametripoli dovrà cercare di contattare Heather e Shelly, se possibile, e sincerarsi delle loro condizioni." affermò. "Capirete che siamo in un momento critico per la resistenza. Nessuno prima d'ora aveva mai resistito tanto contro il Team Meteora, e adesso i loro tentativi di ostacolarci si faranno sempre più frenetici e decisi. Dobbiamo assolutamente resistere, e fare in modo che loro sprechino risorse nel tentativo di fermarci. Quando saranno indeboliti abbastanza, potremo finalmente sferrare l'attacco decisivo... e sperabilmente sconfiggerli una volta per tutte!"

"Ma se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo, non possiamo lasciare al Team Meteora neanche il minimo vantaggio." affermò Sansone con decisione. "E' per questo che abbiamo deciso di affidarvi queste due missioni parallele. Qualsiasi cosa vogliano fare il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa, deve essere fermata in tempo."

"Sì, credo di aver capito. In pratica, dobbiamo cercare di capire qual è il legame tra il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa, e mettergli i proverbiali bastoni tra le ruote. Giusto?" chiese Vera, già pronta mentalmente alla sfida che le si presentava davanti. Chissà se sarebbe dobuta andare ad Ametripoli o tornare a Reborn City...

"Din doooon! Esatto, la signorina Vera Maple ha vinto un milione di sberle!" esclamò Terra. Un grosso gocciolone di sudore scese dalla fronte della bambina castana. Quando c'era Terra di mezzo, le possibilità di sostenere una conversazione seria a lungo si riducevano a meno di zero...

Celeste tirò un sospiro, ed estrasse da chissà dove un grosso ventaglio di carta, con il quale procedette a suonare Terra sulla testa, con risultati alquanto modesti. "Come stavamo dicendo..." affermò, e gettò uno sguardo di avvertimento a Terra, che si massaggiò il punto colpito e ridacchiò gentilmente. "Sì, credo che in questo caso sia meglio che alcuni di voi tornino a Reborn City e cerchino di capire cosa stia facendo la Chiesa d'Alfa da quelle parti." affermò la giovane donna. "Detto questo... vi consiglio di stare attenti a come dividete il gruppo."

Hitomi e il suo Sceptile annuirono... e Max si aggiustò gli occhiali, pensando già ad una strategia da proporre. Gardevoir fluttuò elegantemente al fianco del suo allenatore, e i suoi occhi emisero per qualche istante una luce azzurrina intermittente... 

"Max? Riesci a sentire il mio pensiero?" chiese per telepatia il fedele Pokemon Psico/Folletto. Il ragazzino con gli occhiali fece un piccolo sobbalzo per la sorpresa - non era sicuro che si sarebbe mai abituato a quello strano tipo di comunicazione non verbale - prima di rispondere al suo Pokemon con i propri pensieri.

"Sì, Gardevoir, ti sento bene. Hai qualche idea?" chiese il ragazzino con gli occhiali.

"Diciamo che piuttosto sarebbe una proposta." affermò il Pokemon Abbraccio. Restò in silenzio per qualche istante prima di completare i suoi pensieri. "Ho visto che c'è una certa sinergia tra te ed Hitomi. E credo che ci sia anche una certa intesa tra Ritchie ed Ortilla. Non posso certo dire come si evolverà, ma... ho come l'impressione che la nostra coordinatrice si fidi molto di quel ragazzo."   

"Hehee... capisco cosa vuoi dire, Gardevoir. In questo caso..." disse Max con un sorrisetto di intesa. Gardevoir ricambiò il cenno, e anche se Max non vedeva la bocca del suo amico Pokemon dalla sua posizione, dava tutta l'impressione di stare sorridendo anche lui. "Chiedo scusa, signori... potrei chiedere che Ritchie ed Ortilla siano nella stessa squadra?"

"Hm? Perchè questa domanda all'improvviso, Max?" chiese Hitomi, anche se dal tono, non dava l'impressione che gliene importasse più di tanto. Ma dopotutto, Hitomi non dava spesso l'impressione che le importasse molto di qualsiasi cosa.

Dandosi una rapida occhiata intorno, Max vide che anche altri membri del suo gruppo - e in particolare i due diretti interessati - erano curiosi di capire quale fosse la motivazione dietro una tale domanda. Il ragazzino con gli occhiali si schiarì la voce e cercò di dare l'impressione di aver già pensato a lungo alla risposta - in fondo, anche lui aveva la sua reputazione a cui tenere fede, giusto?

"Tutta questione di osservazioni, mia cara!" affermò Max, e le lenti dei suoi occhiali cominciarono a brillare in segno di sicurezza. "Semplicemente, ho pensato che affiancare ad Ortilla un allenatore esperto come Ritchie la aiuterà ad affinare le sue abilità, e potranno darsi una mano a vicenda!"

Hitomi non sembrò convinta. "Ti stai inventando tutto sul momento, vero?"  

L'espressione convinta di Max si rabbuiò appena un po', e il ragazzino storse il naso. "Insomma, Hitomi... non sai proprio come dire le cose senza essere brusca, no?"

"Non stai negando le mie insinuazioni." rispose lei senza perdere un colpo. Ma tra sè, stava pensando qualcos'altro...

"Accidenti a Terra... sto cominciando ad usare le sue stesse battute." si ammonì di non farsi influenzare troppo da quella buffona.

Sansone si sfregò il mento per un istante, poi disse di sì con la testa. "Non credo ci saranno problemi. Anzi, Ritchie sarebbe davvero il più adatto ad accompagnare Ortilla." affermò il forzuto. "Per il resto... Max, Hitomi, Cain, siete disposti ad andare con loro? Vera, Drew, Pietro ed Aya si dirigeranno ad Ametripoli."

"Woo-hoo! Siamo in squadra assieme, mia cara Aya!" esclamò Pietro tutto contento. Fece per abbraciare Aya, ma quest'ultima fece un sospiro falsamente esasperato, e lo tenne a freno mettendogli una mano sulla fronte. 

"Con calma, Pietro. Non si tratta di un appuntamento romantico, nè di una gita di piacere... stiamo andando a dare una lezione al Team Meteora, lo sai." rispose tersa la ragazza dai capelli viola. Tutti ridacchiarono della scena, prima che Cain dicesse la sua, facendosi uscire dei buffi ventaglietti di carta dalle mani!

"E dai, sorellina, un po' di romanticismo non può che fare bene! Da parte mia, io non posso che darvi la mia benedizione!" affermò il ragazzo, e strizzò un occhio ai due piccioncini, facendo arrossire nervosamente Aya, e strappando una risata imbarazzata a Pietro!

"Ugh... certo che tu sai come mettere una ragazza a suo agio, Cain..." mormorò Aya. Troppo tardi, si rese conto che era la cosa sbagliata da dire, in presenza del fratello maggiore.

"Lo sai, certe cose potrebbero essere prese nel senso sbagliato, mia cara sorellina... hey, Pietro, tu vuoi che Aya sia a suo agio quando... hehehee..." 

"CAIN! Non c'è bisogno di andare lì, okay?" esclamò prontamente Pietro, evitando che le orecchie innocenti dei ragazzi di Hoenn sentissero qualcosa di inappropriato! Se non altro, Vera e Drew sembravano aver capito, a giudicare da come Vera si mise la mano sulla fronte e scosse la testa, mentre Drew storse il naso. Evidentemente, certe battute erano off limits anche per lui.

"Preferisco non chiedere altro..." fu l'unico commento di Hitomi.

Ortilla si schiarì la voce, e spostò nuovamente l'attenzione di tutti sul problema attuale. Con grande rammarico di Terra, che pensava che la situazione si stesse facendo davvero divertente. "Ecco... io sono d'accordo con l'idea di Max." rispose, mentre passava una mano tra il piumaggio bianco e soffice di Alty. "Se... se dobbiamo dividerci in due gruppi, penso che avere con me un allenatore come Ritchie mi aiuterebbe. Senza offesa verso Vera e gli altri, che si sono dati da fare per aiutarmi e proteggermi per tutto questo tempo."

"Nessun offesa, Ortilla. Anch'io penso che te la caverai bene con Ritchie. E tu, Ritchie, cosa ne pensi?" domandò Vera.

Il ragazzo di Kanto si sfregò la nuca con una mano e guardò in direzione di Sparky per chiedergli consiglio, ma il buffo Pikachu con il ciuffo non potè fare altro che scuotere la testa ed alzare le spalle, non avendo nulla da offrire.

"Pika chu..." squittì.

Ritchie sospirò rassegnato. Beh, non poteva certo lamentarsi, o almeno questo è quello che si disse. Era stato mandato lì per ritrovare Ortilla e proteggerla, e andare con lei gli avrebbe permesso di svolgere il suo compito nel modo migliore. Se lei si fosse trovata in qualche guaio, lui, Sparky, Zippo e il resto dei suoi Pokemon sarebbero stati in grado di difenderla. O almeno, questo era quello che lui sperava.

"Va bene... allora, se tutti sono d'accordo, facciamo così. Il gruppo composto da Vera, Drew, Pietro ed Aya andranno ad Ametripoli, e cercheranno di disattivare e distruggere il segnale della macchina PULSE." concluse finalmente Celeste. "Il resto di voi tornerà a Reborn City, e cercherà di tenere sotto controllo il Team Meteora e i loro affiliati. Può andare bene?"

"Certo che sì!" rispose prontamente Vera, e si scambiò uno sguardo di intesa con Drew. Come sempre, il ragazzino dai capelli verdi aveva quell'espressione arguta e un po' maliziosa che Vera non sapeva mai se doveva prendere sul serio o meno... ma anche quello era un aspetto del suo rapporto con Drew che le piaceva, se doveva essere sincera. Manteneva sempre interessanti le loro discussioni...

"Per me non è un problema. Possiamo tenere d'occhio i piccioncini, e nel frattempo, scovare anche questo segnale radio che mette tuttia nanna." rispose Drew.

Aya sospitò e scosse la testa. "Ne parli come se fosse una gita scolastica..."

"E che c'è di male nelle gite scolastiche? Sono il tempo dell'amore e dei compiti copiati!" rispose Terra, come sempre in maniera del tutto casuale e che c'entrava ben poco con l'attuale conversazione! Alcuni risero, più per l'imbarazzo che per altro, mentre Hitomi ed Aya grugnirono con tono esasperato.

"Almeno, in questo mondo, non dobbiamo ascoltare i deliri di questo pagliaccio per qualche giorno..." disse tra sè Hitomi, e gettò un'occhiata a Terra che stava sghignazzando della sua stessa battuta...

 

oooooooooo

 

"Atlante... Dragospiro."

La fedele e valorosa Kingdra di Amaria non riuscì a nascondere un brivido nel sentire l'ordine della sua allenatrice, dato con una scioccante mancanza di emozioni, ma si fidava comunque al cento per cento, ed eseguì senza esitazione. La Pokemon Acqua/Drago prese fiato e scagliò un getto di fiamme multicolori che colpirono in pieno il gruppo di Pokemon che gli scagnozzi del Team Meteora avevano mandato contro di lei. Il risultato fu prevedibile - i nemici vennero travolti e scaraventati a terra privi di sensi, e gli scagnozzi vestiti di nero indietreggiarono sconvolti.

"Non... non abbiamo scampo! Questa donna è imbattibile!" piagnucolò una delle reclute, mentre Amaria avanzava con passo lento ma inesorabile verso di loro. Avevano già sentito parlare di lei, e certo non si aspettavano di avere di fronte un'avversaria facile... ma quella che avevano davanti era una sorta di inarrestabile forza della natura!

Ma non era questo a terrorizzare i malfattori.

Lo sguardo freddo e cupamente determinato con cui Amaria li stava osservando riusciva a spaventarli molto di più di quanto non riuscisse già a farlo l'incredibile abilità da lei dimostrata.

Gli scagnozzi del Team Meteora avevano l'impressione che Amaria non li stesse veramente guardando. Piuttosto, era come se stesse fissando qualcosa che si trovava dietro di loro, e che non fosse nemmeno accorta di loro. C'era qualcosa di inquietante nel suo comportamento. Qualcosa che non si aspettavano, e che le voci che avevano sentito su di lei non avevano neanche menzionato...

La ragazza dai capelli verdini era arrivata ormai a pochi passi dalle reclute, che emisero una serie di versi impauriti, e cercarono di indietreggiare...

"Per favore, fatemi passare." disse Amaria con voce atona. La frase in sè restava abbastanza formale... ma quello che veramente faceva paura era l'assoluta mancanza di emozione con la quale era stata pronunciata. Non servivano minacce per capire che Amaria faceva sul serio.     

"Sì... certo! Subito, signorina!" esclamò rapidamente il primo degli scagnozzi, con lo sguardo di chi ha in bocca le tenaglie di un cavadenti! Amaria passò in mezzo alle reclute del Team Meteora senza degnarli di uno sguardo, e i tre individui riuscirono a vedere da vicino il pallore della sua pelle e le borse che aveva sotto gli occhi... per non parlare del leggero rossore attorno alle sue pupille. Decisamente, dava l'impressione di una che non dormiva da un bel po'...

La sua Kingdra seguì Amaria fino a raggiungere un tavolo coperto di fogli per gli appunti, con sopra un computer portatile e altri strumenti dei quali Amaria non conosceva il funzionamento. E detto francamente, non poteva importarle di meno... Tutto quello che le interessava, in quel momento, era che si trattava di strumenti per i piani del Team Meteora, e che non poteva lasciare che continuassero ad esistere. I suoi amici... Tania... i loro Pokemon... ne avrebbero risentito...

Tania...

Già, Tania... nonostante tutti, Amaria continuava ad amarla. Un amore disperato, un'ancora di salvezza da quel male oscuro che l'aveva presa e le impediva di vivere come avrebbe dovuto... almeno finchè le mareggiate non l'avevano strappata via, e lei continuava ostinatamente a tentare di afferrarla... 

Non importa. Se Tania non poteva essere sua... almeno poteva fare in modo che il compito suo e di quei ragazzi di Hoenn fosse meno gravoso. Se la sua utilità si riduceva a questo... Amaria era disposta ad andare avanti su questa strada, fino alla fine. Se non altro, almeno così la sua vita sarebbe servita a salvare Reborn e ad aiutare il resto della resistenza.

"Distruggi tutto questo, Atlante. Ma lascia vivere queste persone." disse stancamente Amaria. "Loro... stavano solo eseguendo gli ordini..."

La Pokemon simile ad un cavalluccio marino gigante si avvicinò alla sua allenatrice, per cercare di scuoterla dalla sua depressione... ma ancora una volta, i suoi generosi tentativi incontrarono un inglorioso insuccesso. Amaria non sembrava avere nient'altro in mente che distruggere quante più basi del Team Meteora possibile, senza alcuna strategia...

...fino all'autodistruzione?

Atlante corrugò la fronte, e scagliò un attacco Idrovampata. Dal suo muso ad imbuto partì un potente getto di acqua bollente che colpì in pieno gli strumenti e i documenti, mandando in cortocircuito il computer e riducendo i fogli in poltiglia illeggibile. Il tavolo si rovesciò con fragore, e il resto degli strumenti si schiantò sul pavimento, dove quelli ancora funzionanti vennero fatti a pezzi da un colpo di coda della Pokemon ippocampo. Le tre reclute del Team Meteora guardavano terrificati, ringraziando tutte le divinità che conoscevano del fatto che Amaria avesse deciso di risparmiare loro la vita. Se quella Kingdra avesse deciso di farli fuori, sarebbero diventati le sue prede, senza possibilità di scampo...

Completata la loro opera di distruzione, Amaria e Kingdra si voltarono e cominciarono ad allontanarsi, senza mai guardare negli occhi le reclute del Team Meteora, che restarono a guardarle spaventate. Avevano paura che ogni più piccolo movimento, ogni parola fuori posto, avrebbe potuto attirare l'ira dell'allenatrice di Pokemon d'Acqua su di loro...

Solo quando ormai i passi di Amaria non si sentirono più, le reclute si azzardarono a tirare il fiato, e una di esse giunse addirittura a sedersi per terra non appena la scarica di adrenalina si esaurì.

"Mamma mia... credo... credo... di aver visto tutta la vita passarmi davanti..." mormorò uno di loro, un ragazzo di non più di vent'anni. "Ero... ero davvero convinto che ci avrebbe fatti fuori tutti..."

Quello che si era seduto per terra si fece aria con una mano. "Anch'io... avete... avete visto che modi? E che sguardo? Quella... quella era una che non si sarebbe fermata davanti a nulla! Sono... sono convinto che non abbia nemmeno paura di morire..."

"L'hai detto..." rispose il primo, sentendosi finalmente abbastanza sicuro da muovere qualche passo. "Anzi... se volete la mia... mi sembrava una che... vuole andare avanti... fino alla fine..."

"Sentite... meglio lei che noi... Io ho una famiglia a cui pensare... e credetemi, non appena avrò fatto rapporto al comandante Taka... andrò da mio figlio e passerò tutto il weekend con lui." sussurrò il terzo, un uomo già abbastanza maturo. "Prima, però... avrei davvero bisogno di andare alla toilette!"

"Non sei l'unico..." rispose il ragazzo più giovane con una risatina sollevata.

 

ooooooooooo

 

Amaria ripercorse il sentiero che l'aveva condotta a quel nascondiglio del Team Meteora, passando attraverso le reclute terrorizzate ma illese che lei e la sua Kingdra avevano affrontato. Senza dire una parola e senza neanche guardarsi attorno, la giovane donna uscì dal nascondiglio e raggiunse nuovamente le rive del fiume che aveva seguito per arrivare fin lì. Libertà, il suo fedele ma preoccupato Lapras, era ancora lì che aspettava... ed Amaria, con un movimento quasi automatico, richiamò Atlante nella Pokeball e salì in groppa a Libertà, che girò lo sguardo verso di lei per chiederle se andasse tutto bene. Anche se, in realtà, il Pokemon simile ad una testuggine di mare sapeva già cosa avrebbe risposto lei...

"Lapraaaas?" disse con voce melodica, e avvicinò la testa alla sua allenatrice per assicurarsi che fosse tutto a posto. L'espressione sul suo volto era quella di una persona che si stava sforzando, e Libertà aveva l'impressione che tra non molto sarebbe arrivata al limite... in quei giorni, si era fermata soltanto per mangiare lo stretto indispensabile per sopravvivere, e dormire non più di tre o quattro ore per notte. Il resto del tempo, lo aveva passato a dare la caccia alle basi segrete e ai nascondigli del Team Meteora, senza darsi pace.

"Va... va tutto bene, Libertà... devo solo rilassarmi un attimo... e poi torniamo a dare la caccia al Team Meteora... dobbiamo... dobbiamo cercare di neutralizzarne il più possibile... e magari anche eliminare un PULSE, se ci riusciamo..." mormorò la giovane donna. Fece un sorriso, che Libertà si rese subito conto essere falso e forzato. 

"La, lapras! Lapras!" esclamò il Pokemon Acqua/Ghiaccio. Sperava che almeno Amaria sarebbe stata disposta ad ascoltare lui, e la smettesse di strapazzarsi così.

Ma come Libertà temeva, Amaria mantenne quel suo sorriso poco convincente, e scosse la testa per dire che non aveva bisogno di aiuto. "No... non ti preoccupare, Libertà... non... non ho bisogno... di riposarmi... devo... devo andare avanti... continuare a dare la caccia... al Team Meteora." mormorò. La sua voce tremava, tradendo la stanchezza, ma Amaria sembra viaggiare con il pilota automatico, ignorando i segnali del proprio corpo che progressivamente si avvicinava al limite...

"Non... non ti preoccupare per me... ce la posso fare..." continuò la giovane donna. Si passò una mano sugli occhi per mandare via il bruciore, poi si chinò verso il corso d'acqua, prese un po' d'acqua nel cavo della mano, e se lo gettò in faccia per darsi una svegliata. "Andiamo... ho visto che... ci sono altre basi del Team Meteora... più a sud... dobbiamo prenderli... aiutare Tania e Vera... dopo... dopo mi riposo un po', va bene? Non... si può perdere troppo tempo."

Libertà sospirò. Aveva già capito che Amaria aveva preso la decisione di andare avanti, e quando faceva così, non era possibile convincerla a rinunciare. Tutto quello che poteva fare era darle retta... e sperare che davvero decidesse di prendersi un po' di riposo dopo aver eliminato quest'altro nascondiglio del Team Meteora.

Da quando era tornata da quella visita a Titania, alcuni giorni fa... Amaria era cambiata di colpo. Sembrava impazzita. Aveva cominciato a dare la caccia alle basi del Team Meteora con un fervore che sinceramente faceva paura sia a lui che al resto dei suoi Pokemon. Aveva cominciato ad ignorare i propri bisogni, e si stava spingendo fino al limite. A quel punto, Libertà era convinto che la sua allenatrice si reggesse in piedi solo per pura e semplice tenacia.

Quanto ancora sarebbe andata avanti?

 

oooooooooo

 

La strada per Ametripoli si snodava tra impressioni foreste di conifere innevate e colline imbiancate che sembravano estendersi all'infinito, sotto un cielo pallido e cosparso di nubi di un colore grigio appena accennato. Tutto era immerso in un silenzio che per Heather, in quel momento, era più che benvenuto. Sentiva di avere bisogno di stare un po' da sola, con soltanto il suo piccolo amico a farle compagnia... ma con il freddo che faceva lì, nessun Pokemon Drago si sarebbe sentito a suo agio, quindi decise che era meglio continuare a camminare da sola.

Ora che il PULSE-Avalugg era stato sconfitto, Heather era convinta che sarebbe stato più facile per i cittadini di Ametripoli comunicare con il resto di Reborn, e non avrebbero più dovuto dipendere dal Team Meteora per quello che serviva loro. Tuttavia, non aveva idea della situazione in cui la cittadina si sarebbe trovata, e aveva pensato che fosse meglio andare a verificare con i suoi stessi occhi. Non era mai stata da quelle parti - del resto, visto quanto fosse iperprotettivo suo padre, non era mai stata molto in giro - ma aveva già un'idea di come fosse Ametripoli, e sperava che sarebbe stata tranquilla e in pace come aveva letto sui libri che Shelly le aveva suggerito.

La bambina dai capelli fucsia rivolse un pensiero alla sua amichetta, e le augurò che andasse tutto bene, poi continuò sulla sua strada, lasciando delle larghe impronte sulla neve con i suoi stivali. Finalmente, raggiunta la sommità di una collinetta, Heather riuscì a vedere un certo abitato particolarmente importante - l'unico, tra tutti quelli che aveva incrociato finora, con dei palazzi che svettava tra i loro edifici. Non c'era modo di sbagliare: quella era senza dubbio Ametripoli, e già da quella distanza, dava l'impressione di essere in pace. Ovviamente, Heather aveva imparato, spesso a sue spese, che le apparenze possono ingannare, e decise di andare a dare un'occhiata di persona. Con prudenza, ovviamente, in modo da non farsi cogliere impreparata da nessun evento, Heather si avvicinò alla cittadina, fermandosi di tanto in tanto per nascondersi dietro qualche cespuglio o qualche muretto e farsi un'idea della situazione. Come aveva visto prima, non c'era quasi nessuno per la strada. L'attività di Ametripoli appariva ridotta, ma le persone non sembravano tese o preoccupate. Se non altro, davano l'impressione di non essere troppo preoccupati. Forse, l'influenza del Team Meteora non siera ancora fatta sentire troppo da quelle parti.

Finalmente, convinta che per adesso poteva farsi vedere, Heather si addentrò nella cittadina e raggiunse la piazza principale, un grande spiazzo in mezzo a case e palazzetti innevati dove i bambini si divertivano a pattinare su una pista ghiacciata sotto lo guardo dei loro genitori. Ciò nonostante, ad Heather non sembrava che ci fosse troppa vivacità nell'aria. Probabilmente, pensò la piccola allenatrice di draghi, non si era ancora diffusa la notizia che il PULSE-Avalugg era stato debellato. O magari erano preoccupati per qualcos altro... meglio stare all'erta, si disse mentre si incamminava lungo le strade spruzzate di neve, stando molto attenta a non mettere i piedi su qualche pozzanghera ghiacciata. 

All'ombra dei due hotel a più di dieci piani della città, si trovavano il Pokemon Center e il Pokemon Market... e visto che lei e i suoi Pokemon avevano appena fatto un viaggio stancante, e che non aveva abbastanza soldi da permettersi una stanza d'albergo in ogni caso, decise che era il caso di fermarsi a riposare per un po', e magari mangiare qualcosa prima di mettersi ad investigare il Team Meteora.

La ragazzina raggiunse il centro, e le sue membra intirizzite le fecero provare un brivido di piacere quando entrò e il calore la avvolse. Ora che ci pensava, non ci sarebbe stata male neanche una cioccolata calda...

"Benvenuta nel Pokemon Center di Ametripoli, piccola." disse l'infermiera Joy di turno, assistita da un grazioso Audino. Fu allora che Heather si rese conto che non c'era quasi nessuno là dentro... soltanto qualcuno che era venuto probabilmente a fare dei controlli di routine per i loro Pokemon, e che si teneva sulle sue, controllando le Pokeball o verificando se i loro beniamini erano in buona salute. Nella sala principale regnava uno strano silenzio... la stessa impressione di calma un po' spiazzante che la bambina aveva trovato nella piazza centrale.

"Posso... esserti utile? Hai bisogno di far curare i tuoi Pokemon?" chiese l'infermiera dai capelli rosa. Heather si avvicinò al banco dell'infermiera, cominciando a togliersi la giacca a vento e i guanti. Una volta di più, Heather si chiese come diamine facessero tutte le infermiere Joy dei Pokemon Center ad avere lo stesso aspetto... sembrava che qualcuno le avesse fotocopiate!

"Beh... ho fatto una bella camminata, con questo freddo, e i miei Pokemon hanno anche dobuto combattere. Quindi... sì, mi sembra una buona idea." rispose Heather. Le guance le pizzicavano, segno che la circolazione sanguigna stava riprendendo il ritmo normale. "A proposito... come mai questo silenzio? Di solito i Pokemon Center sono dei posti un po' più vivaci."

"Non sei di qui, vero? In effetti è la prima volta che ti vedo." disse l'infermiera dai capelli rosa, che riuscì a fare un sorriso un po' forzato. "Va bene, immagino che te lo posso dire... forse avrai sentito parlare di quelle misteriose formazioni di ghiaccio e quel clima insolitamente rigido che stanno flagellando questa zona di Reborn. Oltre a quei Bergmite che stanno diventando insolitamente aggressivi. Tutto questo stava isolando la nostra comunità, e temevamo che avremmo dovuto dare fondo alle nostre provviste. Fino a pochi giorni fa, quando qualcuno è riuscito a risolvere il problema..."

Heather represse un sorrisetto arguto e la tentazione di vantarsi di essere stata lei a compiere quell'impresa. Anche se andava abbastanza fiera di essere riuscita in quell'impresa, non era certo per vanteria che lo aveva fatto... "Sì, ho sentito parlare di tutto questo." mentì senza stare a pensarci più di tanto. "Ma quindi... se i Bergmite non attaccano più i viaggiatori, e quelle strane formazioni di ghiaccio non ostacolano più il percorso erso valle... come mai sembrate ancora così preoccupati?"

L'infermiera Joy esitò per un istante, ma Audino le fece un cenno con una mano per convincerla che poteva fidarsi di quella bambina. Fatto sta, che anche lei era ansiosa di liberarsi di quel peso, ed Heather dava l'impressione di essere la persona giusta a cui dirlo. "Ecco... noi siamo convinti che purtroppo questa situazione favorevole non durerà tanto a lungo." affermò. "Non siamo sicuri di come abbiano fatto... ma siamo sicuri che sia stato il Team Meteora a fare questo, per impedirci di ricevere rifornimenti da valle. Avrai notato che viviamo in un luogo un po' sperduto..."

"Sì, è vero..." rispose Heather. "Quindi... immagino che abbiate bisogno di importare un bel po' di roba dalle coltivazioni a valle."

L'infermiera Joy confermò con un cenno del capo. "Esatto. Con tutti questi ostacoli ad impedirci di ricevere le derrate alimentari che ci servono, avremmo dovuto capitolare e acconsentire alle imposizioni del Team Meteora per evitare di morire di fame. Non hanno detto esattamente cosa vogliono fare da queste parti, ma hanno bisogno della nostra collaborazione..." affermò. "Ad ogni modo, siamo contenti e grati che ora gli ostacoli siano stati rimossi, ma il Team Meteora non tarderà molto ad accorgersene e a mandare qui l'agente assegnato a questa zona."

Heather storse il naso. In effetti, non aveva considerato questa eventualità. Il Team Meteora era tutt'altro che arrendevole, e quando volevano qualcosa, andavano fino in fondo e calpestavano tutto e tutti. "Capisco... e sapete per caso chi sia l'agente del Team Meteora che si occupa di questa zona?" chiese a voce bassa. Avvicinò il viso a quello dell'infermiera Joy, in modo che quest'ultima e il suo Audino potessero sussurrarle la risposta.

Un po' sbalordita dall'iniziativa della bambina dai capelli fucsia, l'infermiera Joy rivolse di nuovo lo sguardo ad Audino, e il Pokemon rosato mosse le lunghe orecchie a sventola e disse di sì con la testa. "Audi audi!"

"E va bene... immagino che questo te lo posso dire." sussurrò Joy. "L'agente del Team Meteora assegnato ad Ametripoli è un certo... Blake Whitaker."

Blake Whitaker. Heather fece una smorfia. Proprio uno dei membri del Team Meteora che lei odiava di più. E non solo, era quello specializzato in Pokemon di tipo Ghiaccio, contro i quali i suoi Pokemon Drago potevano fare davvero poco. Se davvero si fosse presentato lui, la situazione si sarebbe fatta alquanto spinosa... ma Heather non era certo tipo da arrendersi tanto facilmente. Quello che doveva fare era elaborare un piano. Farsi venire qualche idea per catturare Blake e neutralizzarlo una volta per tutte una volta che fosse arrivato ad Ametripoli. Dopotutto, Blake non poteva sapere che lei fosse lì, e questo era un punto a suo favore.

"Capisco..." sussurrò Heather, la cui mente stava già lavorando ad una possibile soluzione. "Sì, ho... già sentito parlare di quell'uomo. Cercherò di stare attenta."

"Faresti meglio ad andare via da Ametripoli non appena ne hai la possibilità." la consigliò Joy. "Ma per il momento, riposati e mangia qualcosa. Anche i tuoi Pokemon avranno fame."

Heather riuscì a sorridere, mentre ancora si lambiccava il cervello in cerca di una buona idea. "Va bene, infermiera Joy." affermò. "Mi fermerò qui per un po'... avrei bisogno di un po' di sonno, in ogni caso."

Quella non era una bugia, se non altro. E magari le sarebbe servito per ragionare più lucidamente prima che Blake facesse vedere la sua faccia da schiaffi... 

                      

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CONTINUA...

 

Note: Chiedo scusa per il tempo che ci sto mettendo, ma i miei impegni giornalieri mi lasciano meno tempo per scrivere, e non sempre sono ispirato come dovrei. Ad ogni modo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Abbiamo visto che Amaria si sta praticamente autodistruggendo... e nel frattempo il gruppo di Vera, Heather e Blake stanno tutti per convergere su Ametripoli! La situazione si fa scottante, per non parlare di quello che Max e gli altri potrebbero trovare a Reborn City.

Vi ringrazio per l'attenzione... cercherò di aggiornare il prima possibile, ma non vi posso fare promesse. Aspettate e abbiate pazienza, perchè non finirò di scrivere tanto presto! :)

Ci vediamo! 

 

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Capitolo 75
*** La lunga strada per Labradoria ***


 

Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 75 - La lunga strada per Labradoria

"Lord Solaris? Ho capito bene? Dovrei... andare fino ad Ametripoli?" chiese sbalordito Blake, fissando con stupore e fastidio il suo capo che passeggiava nervosamente accanto alla sua scrivania. Da quando Taka era riuscito a tornare alla base accompagnato da Padre Elias ed Angela, essendo riuscito a completare la sua missione, l'umore del comandante in seconda del Team Meteora era migliorato parecchio... ma non era ancora di buon umore. Sapeva che era solo un vantaggio temporaneo, e che se il Team Meteora non fosse riuscito a recuperare le Quattro Chiavi, anche questo vantaggio non sarebbe servito a nulla.

Solaris ne era ben consapevole... così come era consapevole che doveva muoversi con abilità se voleva salvare la situazione. Lin non sarebbe stata comprensiva se il Team Meteora l'avesse delusa...

...e Solaris immaginava che, se avesse giocato bene le sue carte, forse avrebbe avuto la possibilità di neutralizzare Lin e riportare il Team Meteora a quello che era una volta. Da lì, avrebbe potuto riprendere la missione originale del Team Meteora, e con impegno ecostanza, Reborn sarebbe tornato al suo stato originale, ripulito per sempre da tutti quegli ignoranti che si erano permessi di profanarlo con la loro ignoranza.

Ma quello era un piano a lungo termine, e Solaris era troppo pragmatico per fare tanti castelli in aria. Quello che gli interessava, per il momento, era impedire alla resistenza di fare ulteriori danni alla sua organizzazione. Le cose stavano già mettendosi male così com'era...

"Sì, Blake. Non c'è più tempo da perdere." affermò l'uomo, non nascondendo il suo ciiglio preoccupato. "Taka è riuscito a liberare i nostri alleati della Chiesa d'Alfa, e di questo dobbiamo tutti essergli grati... ma adesso abbiamo delle notizie preoccupanti dalla zona di Ametripoli. Un'altra delle nostre macchine PULSE è stata disattivata. Per l'esattezza, abbiamo perso il PULSE-Avalugg, che isolava Ametripoli dal resto di Reborn. E credo proprio che dobbiamo ringraziare la figlia del nostro ex-agente, Corey Molinar."

"Quella mocciosa cerca sempre di metterci i bastoni tra le ruote, eh?" affermò il giovinastro dai capelli azzurri con acredine, e fece una mezza risata sprezzante. "Quella marmocchia non sarà un problema per il sottoscritto. La sistemerò come si deve, le prenderò l'Anellorubino, e gliela consegnerò racchiusa in un bel blocco di ghiaccio. Si rinfrescherà un po' le idee. Heheheheheeee..." Blake rise brevemente della sua stessa battuta, ma si interruppe subito quando si accorse che Lord Solaris non la reputava altrettanto divertente.

"Non mi interessano le tue buffonate, Blake. Limitati a fare come ti ho detto." tagliò corto Solaris. "Se è necessario, neutralizzala o eliminala. Ma prima cerca di farle dire dove si trova l'Anellorubino, o sottraiglielo se ce l'ha lei. Quella è la parte più importante, il resto è semplicemente un bonus."

"Sì, capisco..." rispose Blake con un sospiro irritato. "Dovrò fare da solo, a questo proposito?"

Solaris si fermò a pensarci su per qualche istante. "No... meglio di no, ci potrebbero essere degli imprevisti, e comunque non è saggio andare da soli. Heather non dovrebbe essere troppo dorte come allenatrice, ma preferisco non correre rischi, quindi... Zel verrà con te. Dopotutto, Ametripoli è un luogo che per lui... anzi, per tutti loro... ricopre un'importanza fondamentale." decise infine. "Comincia subito i preparativi. Partirai non appena possibile."

"Ricevuto, Lord Solaris." fu la pronta risposta di Blake, che sperò che non si sentisse la sua riluttanza. "E... per quanto riguarda il traditore Cal?"

"Al momento non è sulla nostra lista di priorità. Se si fa vedere, sei autorizzato ad eliminarlo. Ma concentrati su Heather, per il momento." continuò Solaris. "Blake, che sia ben chiaro che stiamo lentamente ma inesorabilmente perdendo terreno. Mi aspetto il massimo dell'impegno sia da te che da ZEL, mi sono spiegato? Abbiamo di fronte degli avversari molto più pericolosi e determinati di quelli che abbiao affrontato finora."

Per una volta, Blake non se la sentì di prendere sottogamba l'avvertimento del suo superiore. "Ce ne siamo accorti. Vera Maple e i suoi Pokemon sono migliorati notevolmente dall'ultima volta. Se dovessi trovarmeli davanti, farò tutto ciò che è in mio potere per toglierli di mezzo, una volta per tutte." affermò. "Va bene. Avvertirò Zel, e partiremo subito per Ametripoli."

"Tienimi aggiornato su tutti gli sviluppi." rispose Solaris, per poi fare cenno al suo sottoposto di proseguire. Blake annuì e fece un saluto, per poi allontanarsi rapidamente e lasciare l'ex-leader del Team Meteora da solo con i suoi pensieri, una volta di più.

Da una parte, Solaris era contento di poter restare un po' da solo, una volta tanto. Era stato un periodo in cui il Team Meteora aveva subito una serie di rovesci di fortuna, e Solaris non poteva fare a meno di chiedersi se questo non potesse essere una punizione da parte di Arceus. Non nascondeva a sè stesso che il suo sistema, l'essersi affidato ad un essere senza morale come Lin, era sbagliato. Ma in quel momento, gli era sembrata l'unica soluzione possibile. Lin stava per prendere tutto quello che lui aveva realizzato con tanta fatica, e ridurlo in polvere. Davanti ad una simile minaccia, Solaris non aveva potuto fare altro che piegarsi e accettare che i tempi erano cambiati. E che ora toccava a lui fare in modo che le cose cambiassero di nuovo, questa volta in meglio. Ma prima di tutto, era necessario eliminare gli intrusi provenienti da Hoenn.

Sentì bussare alla porta del suo ufficio, e alzò di scatto la testa, ringraziando tra sè quella distrazione che era arrivata appena in tempo per evitare che i suoi pensieri andassero a finire in qualche posto troppo oscuro. "Avanti!" ordinò l'uomo, alzando di scatto la testa.

"Chiedo scusa, padre... io e i nostri alleati siamo venuti per fare un rapporto di quello che è successo." rispose la voce calda di Taka. Il ragazzo dalla sciarpa rossa entrò nell'ufficio con passo calmo, e si avvicinò alla scrivania, accompagnato da Pius, Angela e ovviamente da Padre Elias. "E poi, padre Elias vorrebbe conferire con te. Credo che abbia delle cose molto importanti da dire."

"Ah. Grazie, Taka. Avevo giusto bisogno di un po' di buone notizie." rispose Solaris. Il giovane comandante era praticamente sicuro che suo padre si fosse illuminato in viso nel vedere il familiare volto di Elias, e non poteva certo fargliene un torto. A volte, Taka aveva l'impressione che suo padre ed Elias si capissero meglio di quanto potessero capirsi a vicenda lui e suo padre, e la cosa gli faceva provare un certo fastidio. Cosa gli mancava, per fare quel passo in avanti che gli avrebbe consentito di comprendere suo padre fino in fondo? Era forse una conseguenza della cosiddetta "connessione con Arceus" di cui Elias si vantava tanto?

"Comandante Solaris..." esordì Pius, e si inchinò rispettosamente davanti all'alleato e amico del suo superiore. "Siamo onorati di essere qui."

"Ci rendiamo conto che è un periodo difficile per il Team Meteora, e per la nostra causa. Era da parecchio tempo che non affrontavamo una crisi simile, ma sono convinto che grazie alla nostra unità, e alla fede nel sommo Arceus, riusciremo a uscirne più forti e più determinati di prima." disse il sacerdote dai capelli bianchi. Quando guardò verso Solaris, riuscì per una volta a fare un sorriso, e il suo volto duro e segnato mostrò per un raro momento qualche cenno di autentico calore umano. "E sono contento di poterti di nuovo dare una mano, amico mio. Mi rendo conto che stai facendo un grande sforzo per la nostra causa, e non sarebbe giusto se noi della Chiesa d'Alfa restassimo in disparte."

Elias si avvicinò alla scrivania di Solaris... e il comandante in seconda del Team Meteora si alzò dal suo posto con un'energia tale che sembrava che la visita di Elias gli avesse dato nuova linfa vitale. I due uomini si scambiarono una cordiale stretta di mano, come i vecchi amici che erano.

"Il vostro impegno sarà sempre apprezzato, Elias, amico mio." rispose Solaris. "Al momento stiamo facendo tutto il possibile per localizzare le Quattro Chiavi. So che anche voi siete stati molto vicini a raggiungerne una, ma siete stati ostacolati da quei ragazzini di Hoenn."

"Vera Maple e i suoi compagni. Sì, sono degli allenatori valenti." continuò Pius. Angela abbassò la testa e tenne le mani sul davanti, con le dita intrecciate tra loro in un gesto di imbarazzo e indecisione. La giovane donna sembrava stare pensando molto intensamente a quello che aveva da dire, e non era sicura che quello fosse il momento giusto per esporre i suoi dubbi. Padre Elias le aveva detto che ne avrebbero parlato più avanti, ed Angela pensava che almeno di lui ci si potesse fidare...

"Sono riusciti a superare le prove del labirinto della nostra cattedrale, e hanno sconfitto il Ditto di Padre Elias, anche se aveva preso in prestito il potere del sommo Arceus." continuò Pius. "Se non li affrontiamo assieme, ci daranno non pochi problemi."

"Ma da questo momento in poi, uniremo le forze e avremo senz'altro la meglio su di loro." affermò Elias. Rivolse uno sguardo di approvazione a Pius, che chinò umilmente la testa. "E... per quanto riguarda Lin, so com'è la situazione. Non mi faccio illusioni che lei voglia la stessa cosa che vogliamo noi... e che rappresenta per noi la più grande minaccia. Il Nuovo Ordine che lei ha in mente non è lo stesso che vogliamo noi."

"Ci occuperemo dopo di lei." affermò Solaris. "Comunque ti confermo che è come dici tu... non possiamo lasciar fare a lei. Taka... puoi condurre i nostri ospiti nella stanza comune? Falli accomodare, mentre io faccio preparare delle sistemazioni un po' più stabili."

"Sarà fatto, padre." confermò Taka. "Padre Elias, una domanda... dove si trova in questo momento il vostro nuovo adepto? Bennett, se non sbaglio... il figlio dell'allenatrice Serra di Zirconia, vero?"

Elias disse di sì con la testa, mentre Angela sbatteva gli occhi in un cenno di dubbio. "Sì, lo so... al momento lui è a Reborn City, a controllare come si sta organizzando la città in questo momento. Sembra che, tra la presenza ridotta delle bande, e i recenti successi della resistenza, in quella città di vizi e peccato spiri qualche vento di ribellione."

"Ma... perchè quelle persone vorrebbero ribellarsi contro il... Team Meteora... e la Chiesa d'Alfa?" chiese timidamente Angela. La differenza con la fanatica furiosa di prima era tale che anche Taka e Pius facevano fatica a credere che fosse la stessa persona... e non potevano non avere i loro sospetti. "Insomma... noi stiamo cercando di aiutarli, vero? Quindi perchè... non vogliono farsi guidare?"

"Gli ignoranti sono spesso coloro che credono di sapere di più, mia cara." rispose tranquillamente Elias. "Ma non lasciarti preoccupare da queste sciocchezze. Come ho detto, ne discuteremo dopo."

Con un gesto apparentemente amichevole, mise una mano sulla spalla di Angela, che alzò il volto per guardarlo dritto negli occhi... e gli occhi normalmeente bianchi del sacerdote sembrarono cambiare colore per una frazione di secondo, emettendo una strana luce dorata! Angela sgranò gli occhi e barcollò per una frazione di secondo, ma si riebbe quasi subito, e disse di sì con la testa. Eppure, quella sensazione ancora non la abbandonava. C'era qualcosa che le sfuggiva, ma cosa? Non credeva che avrebbe dormito tranquilla finchè non fosse riuscita a capire esattamente di cosa si trattasse...

 

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Qualche giorno dopo...

Max si strinse nel cappotto viola che indossava, e rabbrividì per la folata di vento gelido che lo raggiunse. Il loro viaggio verso Ametripoli era stato piacevole, fino a quel momento: avevano avuto la possibilità di allenarsi nel corso del cammino, e avevano incontrato soltanto qualche piccolo intoppo - qualche Pokemon selvatico che non permetteva intrusioni nel suo territorio, o qualche pattuglia del Team Meteora che si era illusa di avere facile gioco su di loro.

Adesso che si avvicinavano alle montagne di Ametripoli, il clima si era fatto più inclemente. Da un lato, Max era contento di poter scambiare l'aria inquinata e viziata di Reborn City con quella frizzante dell'alta montagna... ma dall'altro, avrebbe preferito che non facesse così freddo.

Mise da parte questi pensieri, e raggiunse i suoi compagni e sua sorella. Il gruppo si fermò davanti all'imboccatura di un tornante che cominciava a risalire un impressionante picco montuoso, e proseguiva verso dei picchi innevati tra i quali, stando alle indormazioni che il circo di Agatipoli aveva dato loro e alle mappe che avevano con sè, avrebbero potuto trovare Ametripoli. Ma prima di arrivare lì, si sarebbero dovuti fermare per Labradoria, dove la resistenza aveva stabilito una base piccola ma importante. Beh, quella era una buona notizia. Almeno così sarebbero stati in grado di riposarsi un po' e far riposare anche i loro Pokemon prima della scalata finale verso la loro destinazione. Chissà se Saphira e gli altri della resistenza erano lì anche loro?

"Okay... fin qui siamo arrivati, gente. E direi che siamo stati anche abbastanza fortunati." commentò Cain. Il giovanotto dai capelli viola si tirò fuori dallo zaino una giacca in pelle nera, in perfetto stile punk-rock, e se la infilò, nel tentativo di darsi un tono da duro.  "A partire da qui, dovremmo seguire una strada che sale lungo tutto questo versante, e raggiungere Ametripoli. Ovviamente... credo che sia meglio raggiungere la città passando attraverso la strada sotterranea, ed evitare i rigori del clima."

"Mi sembra una buona idea... sento già che si fa freddo!" commentò Vera. La ragazzina castana si massaggiò le spalle, cercando di farsi un po' di caldo anche se indossava un giaccone invernale. "Da qui, dove bisogna andare?"

"Allora... credo che per andare a Labradoria, dobbiamo dirigerci verso nord-est, e da lì prendere la strada sotterranea che va verso l'estermo est della regione." disse Aya, sbirciando oltre le spalle del fratello in modo da farsi un'idea di dove fossero. "Ovviamente, man mano che ci avviciniamo, dovremo vedercela con le temperature che scenderanno sempre di più, e con i Pokemon selvatici che abitano in queste montagne."

"Avevo sentito dire che c'era una macchina PULSE da queste parti... oltre a quella che sta mettendo a nanna tutti quanti ad Agatipoli." affermò Drew. "Una macchina che creava una enorme quantità di ghiaccio e rendeva i Pokemon più aggressivi. Adesso però sembra che non ci sia più nient'altro in giro. Meglio per noi, dico io."

Pietro si mise una giacca e si infilò un paio di guanti, ma fece attenzione a non coprire le Pokeball sulla sua cintura. "Magari miss Saphira o qualcun altro della resistenza è arrivato e ha sistemato quella macchina. Comunque, adesso è meglio sbrigarsi." affermò il giovane musicista rock. "Se riusciamo a raggiungere Labradoria entro la notte, sarà già un buon risultato."

"Trovo però che sia strano..." commentò Max. "Una macchina PULSE che ha effetto su una città lontana come Agatipoli... e nessuno di noi ha sentito parlare di persone che si addormentano nelle vicinanze di Ametripoli o Labradoria."

"E' vero... in effetti sembra un po' strano anche a me. E' vero che non sappiamo esattamente come funzionano queste macchine... e non abbiamo idea di cosa stia esattamente tramando il Team Meteora. Forse sperano di trovare qualcosa di importante, lì ad Agatipoli?" si chiese Ritchie.

"Pikachu..." il Pikachu di Ritchie squittì e scosse la testa.

Hitomi alzò le spalle. "Non chiederlo a me, Ritchie... non sono certo io a sapere cosa passa per la testa a quei pazzoidi." rispose. "Immagino che anche i PULSE abbiano dei limiti... forse possono puntarla soltanto su un luogo alla volta, e per qualche motivo adesso gli serve colpire Agatipoli. Per adesso, preoccupiamoci di raggiungere Labradoria, okay?"

"Bene. State attenti, ragazzi. Non conosco molto bene questo posto, e potremmo imbatterci in qualche scagnozzo del Team Meteora." rispose Cain. Dopo essersi assicurato che ci fossero tutti, il giovanotto dai capelli viola prese la testa del gruppo, e li guidò verso la loro prossima destinazione. "Restiamo uniti... e sempre all'erta!"

Vera si strinse un po' di più nel suo cappotto, e seguì il gruppo, sperando che tutto andasse bene almeno finchè non fossero riusciti a raggiungere il Pokemon Center. Tuttavia, anche lei si stava facendo la stessa domanda di Max, già da un po' di tempo. E quando il fratello minore si affiancò a lei, accelerando il passo appeena un po', la ragazzina di Petalipoli lo chiamò con un cenno.

"Hey, Max... tu che dici, hai qualche idea sul perchè il Team Meteora abbia creato una macchina PULSE come questa? Io comincio ad avere dei sospetti... non so, quella Terra mi sembra una brava ragazza, nonostante la sua stranezza..." affermò Vera.

Max alzò gli occhi al cielo in un'espressione sarcastica. "Sorellina, dire che Terra è strana è come dire che uno Slugma scotta." rispose.

I due fratellini risero brevemente. "E' vero, è vero... questa me la sono andata a cercare." disse prontamente lei. "Quello che voglio dire... è che capisco che lei abbia voluto aiutarci, e lo apprezzo molto, ma inizio a sospettare che abbia commesso qualche errore. Anche se questo sarebbe anche un buon posto per nascondere una macchina PULSE, ho l'impressione che ci sia qualcosa che non va."

"Lo dici perchè hai qualche sospetto su quel PULSE, vero?" rispose Drew. Vera disse  di sì con la testa, e il giovanotto dai capelli verdi fece un cenno di comprensione. "Già... sinceramente, non dà l'impressione di essere troppo affidabile. Però, al momento è l'unico indizio che abbiamo, e bisognerà pur fare qualcosa riguardo il PULSE che sta mettendo tutti a dormire lì ad Agatipoli."

"Per adesso, cerchiamo di raggiungere Labradoria e poi Ametripoli." rispose Max, preparandosi mentalmente a quella che si preannunciava una scalata faticosa. Il gruppo aveva ormai raggiunto l'ingresso della via sotterranea, e Cain stava facendo gli ultimi controlli prima di entrare nella grotta immersa nell'oscurità. Il ragazzo dai capelli viola fece un ultimo controllo, Aya e Pietro gli fecero cenno di essere pronti - con un po' di esitazione nel caso della ragazza - e il gruppo cominciò ad addentrarsi nei meandri delle montagne di Reborn. Sparky si caricò di elettricità statica e creò un'aura di luce attorno a sè, in modo che Ritchie e i suoi compagni potessero vedere nell'oscurità.

"Pika!" squittì il Pikachu col ciuffetto. Lui e Ritchie si diedero un segno dell'okay, e Hitomi sorrise lievemente in direzione di Sparky.

"Grazie, Sparky." disse la bambina, e intanto si mise a posto quel ricciolino ribelle che stava sempre in piedi sulla sua testa. "Non ci perderemo in questo labirinto, se non altro."

"Restate vicini. Non perdiamoci di vista." si raccomandò Ortilla. Il freddo era tale che, per una volta, aveva chiesto alla sua inseparabile Alty di restare nella Pokeball. Non sarebbe stato per niente una buona idea per lei esporsi ad un clima simile... "Da qui in poi, temo che sarà tutto in salita..."

"Sono pronta. Non ci faremo fermare. Non ora che siamo arrivati fino a questo punto." rispose Vera. "Ragazzi... voi avete ancora tutte le Chiavi che miss Saphira ci ha affidato, vero?"

"Ortilla strizzò un occhio e indicò la sua borsetta. "Certamente! La mia Collanasmeraldo ce l'ho sempre io... e non lascerò che il Team Meteora lo trovi così facilmente."

"E io ho ancora con me l'Anellorubino di Heather." disse Pietro, facendo un cenno al suo zaino. "Non lo troveranno tanto facilmente, neanche quello."

 

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Nella sala di controllo nascosta nei meandri della grande catena montuosa che circondava Ametripoli, una porta automatica si aprì e scivolò di lato con un suono metallico. Quattro figure umanoidi apparvero dietro la soglia, e quella al centro si addentrò per prima nella sala, e storse il naso quando uno sgradevole odore di aria viziata raggiunse le sue narici. Quella stanza doveva essere rimasta in disuso da un bel po' di tempo...

"Tsk... che situazione... spero almeno che i controlli funzionino bene. Da quant'è che questo posto è stato lasciato perdere?" si chiese Blake. I suoi passi riecheggiarono cupamente nella stanza buia e fredda, e il comandante del Team Meteora allungò una mano e premette un interruttore in modo da poter vedere cosa ci fosse. Rimase piacevolmente sorpreso quando vide che la stanza era abbastanza in ordine, e la polvere che stava coprendo gli accessori e i mobili non era nulla che non potesse essere eliminato con una mezza giornata di lavoro... e magari l'aiuto di qualche Pokemon. "Beh, poteva andare peggio. Astro, Eclisse, cercate di riattivare immediatamente tutti i terminali. Zel, tu ed io ci occuperemo di dare un'occhiata ai dintorni, e vedere se ad Ametripoli sta accadendo qualcosa di strano."

Eclisse tirò un sospiro ed entrò a sua volta nella stanza, facendo cenno al suo compagno di sventura di venire con lei. Come sempre, toccava a loro il lavoro sporco. Ma piuttosto che lamentarsene, la ragazza si rassegnò al suo compito e cominciò a dare un'occhiata in giro. Sicuramente da qualche parte c'erano gli interruttori per ripristinare il flusso di corrente...

"Comandante Blake, credo di aver trovato l'alimentatore principale delle postazioni..." disse svogliatamente non appena si accorse della presa posta ad un angolo della grande stanza. Sopra ad essa si trovava un ampio quadro elettrico che doveva certamente aver visto giorni migliori, ma che ad una prima occhiata dava ancora l'impressione di essere operativo. "Astro, puoi venire un momento? Dovremmo dare una buona occhiata a questo affare..."

"Eccomi, eccomi... vieni, Electivire, credo proprio che tocchi a te adesso." disse il giovane con un sospiro rassegnato. Aprì di scatto la prima Pokeball che gli capitava, e fece uscire il possente Pokemon Elettro, che si stiracchiò ed emise alcune scariche di elettricità statica prima di andare a dare un'occhiata agli elementi del quadro. Dopo un attimo di esitazione, il Pokemon Elettro alzò le sue code e si caricò di nuovo, poi infilò una coda nella presa principale e trasmise un impulso elettrico attraverso essa.

Gli effetti furono immediati. Si sentì un forte rumore di circuiti che tornavano in vita, e uno sfrigolio elettrico provenne dal quadro, dal quale si dipartì una pioggia di scintille che illuminò brevemente la stanza e fece fare un salto per la sorpresa ad Eclisse!

"Ah!" esclamò la ragazza. "S-stai un po' più attento, Electivire! Stavi per darmi la scossa!"

"Vire..." mormorò il Pokemon Elettro con espressione infastidita. Abbassò la coda e smise di dare energia al quadro elettrico... e un attimo dopo, gli schermi dei computer cominciarono ad accendersi, uno dopo l'altro. Blake annuì soddisfatto, e Zel entrò a sua volta nella stanza, lo sguardo diretto verso la mappa elettronica della regione di Ametripoli che si era accesa in quel momento. Era una mappa geografica estremamente particolareggiata, sulla quale erano segnate le posizioni di Ametripoli, Labradoria e tutti i villaggi più piccoli che si trovavano attorno ad esse, fino ai minimi dettagli.

"Aaaah, bene!" esclamò il misterioso scienziato del Team Meteora, la cui personalità dominante era in quel momento quella di Zero. "Vedo che il sistema di elaborazione funziona ancora, e anche la mappatura. Ma... a quanto vedo, è proprio come ci era stato detto. Il PULSE-Avalugg è stato sconfitto, e la coltre di ghiaccio che isolava Ametripoli dal resto di Reborn non c'è più."

"Questo sì che è un problema. Non credevo che sarebbero riusciti a fare tanto." ammise Blake con evidente fastidio. "Dobbiamo cercare di capire dove si fermeranno e cosa faranno come mossa successiva. Li anticipiamo, e poi li eliminiamo. Ma non prima di esserci fatti conssegnare le Chiavi. Allora, vediamo un po' cosa si può fare. Quali PULSE sono ancora attivi, in questo momento? Riuscite a controllare?"

Zel si piazzò davanti al terminale più vicino, e fece una rapida ricerca. "Vediamo un po'... se non sbaglio, il PULSE-Clawitzer, il PULSE-Mr. Mime, il PULSE-Swalot e il PULSE-Hypno... sì, sono tutti ancora attivi. Oh, e anche il PULSE-Magnezone..." pronunciò l'ultima parte con un po' di esitazione, ed Eclisse ebbe l'impressione che la menzione di quel PULSE particolare gli provocasse un po' di nostalgia. Chissà cosa c'era dietro...

"Quei mocciosi hanno eliminato un bel po' di macchine PULSE. Non ci voleva proprio..." affermò Blake. "Ma questa volta se la dovranno vedere con il sottoscritto! Voi restate qui, io andrò a chiedere rinforzi. Dobbiamo assicurarci che nessuno ci ostacoli, questa volta. Lord Solaris si affida a noi per la realizzazione della parte finale del nostro piano, e noi non possiamo deluderlo."

"Lo sappiamo..." mormorò Astro. La tentazione di rispondere male a Blake era sempre più forte... come sempre, avrebbe sbolognato a loro la parte più difficile del lavoro, e magari si sarebbe preso il merito con Lord Solaris...

O con Lin? Blake non era certo il tipo di persona che si faceva problemi a schierarsi dalla parte di chi riteneva più forte. Sarebbe stato capacissimo di tradire Lord Solaris...

"Bene. Adesso io e Zel dobbiamo fare degli altri controlli, e richiedere dei rinforzi." continuò Blake. Il giovinastro dai capelli azzurri si sfregò la fronte, in modo da tenere a bada l'emicrania che sentiva arrivare. "Voi restate qui, e cercate di prendere confidenza con questi marchingegni. Tra non molto, avremo parecchio da fare da queste parti."

"Ricevuto..." risposero in contemporanea i due agenti di rango inferiore. Electivire si mise sull'attenti e ripiegò le code dietro di sè, e dopo essersi assicurati che tutto in quella sala fosse sotto controllo, sia Blake che Zel lasciarono i loro posti e imboccarono un'altra porta scorrevole.

Non appena Astro ed Eclisse fuoro sicuri che i loro superiori fossero andati da un'altra parte, la ragazza tirò un sospiro di sollievo. L'atmosfera si era fatta di colpo molto meno pesante, e adesso poteva parlare al suo compagno senza che qualcuno interferisse.

"Hey, Astro..." esordì, e il suo compagno guardò verso di lei sorpreso. Era un po' che Eclisse restava in silenzio, e il ragazzo era curioso di sapere cosa stesse pensando, ma non era sicuro di come chiederglielo con Blake e Zel che ronzavano loro attorno.

"Sì? Dimmi pure..." rispose. Eclisse prese fiato e cercò di organizzarsi il discorso.

"Dimmi... noi ci siamo uniti al Team Meteora... per quale motivo?" chiese lei. Non era propriamente una domanda. Astro aveva l'impressione che lei lo stesse interrogando e si stesse aspettando una specifica risposta, perciò si prese il suo tempo per pensare e dare quella che riteneva la risposta giusta.

"Noi... stiamo facendo tutto questo perchè vogliamo che il Team Meteora crei un mondo con meno ingiustizie e più uguaglianza, no?" rispose Astro. Il suo Electivire storse il naso, forse non del tutto sicuro della risposta del suo allenatore.

Eclisse intrecciò le mani sul grembo e mosse distrattamente le dita. Il suo sguardo vagò verso il pavimento per qualche istante, prima che Eclisse muovesse la testa appena un po'. Stava dicendo di sì, in apparenza, ma c'era qualcosa nel suo modo di fare che non lo convinceva per niente. Astro sarebbe stato il primo ad ammettere che non era la persona più sveglia di Reborn, ma l'impressione era che Eclisse fosse sempre meno convinta della sua scelta, e questo lo preoccupava.

"Già, già... immagino che per questo valga la pena di sopportare un individuo come il comandante Blake..." rispose lei con tono distante. "E... quando avremo finito, sarà come se tutto questo non fosse mai accaduto, giusto? Tutte le azioni che il Team Meteora ha commesso, voglio dire..."

"Non... non so esattamente cosa volesse dire Lord Solaris..."   affermò Eclisse. "Cosa vuol dire dicendo che... tutto questo non sarà mai accaduto? E' un po' strano da pensare... quel che succede succede, e non si può cambiare il passato. A meno che... non si tratti di viaggiare nel tempo. E non ci sono molti Pokemon in grado di farlo, non credi?"

"Non... non credo di seguire quello che stai dicendo, ecco la verità..." mormorò il malcapitato Astro. "Mi sembra che adesso tu stia parlando di concetti che mi confondono..."

Eclisse grugnì esasperata. A volte il suo compagno sapeva essere davvero duro di comprendonio. "Quello che voglio dire è... alla fine, qual è il vero scopo del Team Meteora? Lo conosciamo per davvero? Sappiamo che Lord Solaris vuole riportare Reborn a com'era una volta... un luogo incontaminato e devoto ad Arceus... ma molti nel Team Meteora non vogliono la stessa cosa. Lo sai anche tu, vero? Che il comandante Blake e il comandante Sirius agiscono tutti per il loro tornaconto."

"Sì, questo non è certo un mistero..." rispose Astro. "E questo mi preoccupa. Se non siamo uniti, finiremo per cadere preda delle nostre divisioni, e i nostri nemici avranno la meglio."

Eclisse strisciò per terra la suola di uno stivale. "Quello che mi chiedo è... che cosa vuole davvero la comandante suprema?" domandò, senza aspettarsi una risposta. "A volte ho come l'impressione che ci stia lasciando apposta in una situazione così... sospesa... Come se per lei fosse un gioco, o cose del genere."

Astro rabbrividì. "Non dirlo a me... ho visto quella Lin soltanto un paio di volte, e se non la vedrò più dormirò molto più tranquillo." affermò. "Pensare che ha cominciato che era una semplice recluta, come noi eravamo fino a poco tempo fa..."

Per Eclisse era un altro mistero - come diamine aveva fatto Lin a scalare così rapidamente i ranghi del Team Meteora, al punto che aveva usurpato la posizione di Lord Solaris.

"Non siamo nella posizione di sapere cosa succeda dietro le quinte, anche se si tratta della nostra stessa organizzazione. E questo non mi piace. Per niente." rispose Eclisse. "Certo... farò il mio dovere come membro del Team Meteora... ma voglio vederci chiaro. Voglio sapere esattamente che cosa vogliono i nostri superiori, e se è davvero la stessa cosa che vogliamo noi..."

"Il Team Meteora la nostra unica speranza, Eclisse! Possibile che tu non lo capisca?" esclamò il ragazzo, allarmandosi per il tono che la sua compagna stava assumendo. Erano le parole di una potenziale traditrice? "Tu stessa hai detto, a suo tempo, che eri stanca delle inuguaglianze di questa società... e io, sinceramente, non saprei più cosa fare se non avessi il Team Meteora. Loro... solo loro hanno dato un senso alla mia vita. Se non fosse per loro, forse adesso sarei ancora a mendicare per strada."

"Electrivire..." mormorò l'Electivire del ragazzo. Gli prese una spalla con una mano robusta, per esortarlo a non sfogare la frustrazione che provava sulla sua compagna.

Eclisse ricevette le invettive di Astro senza scomporsi. "Stai tranquillo, Astro, non ho intenzione di fare nulla... per il momento." affermò. "Ma... non credere che mi basterà fare la marionetta obbediente. Ci sono troppe cose che non mi sono chiare del Team Meteora, e non mi accontenterò più di vuote promesse o di un nebuloso discutere di un 'mondo migliore'. Capisco il tuo punto di vista, Astro... ma non sono disposta a compromettere i miei ideali troppo a lungo. Mi sono spiegata?"

Ancora una volta, Astro si sentì rabbrividire. Riusciva benissimo a leggere i sintomi. C'era la seria possibilità che la sua compagna decidesse di fare il passo più lungo della gamba, e quando questo fosse successo... probabilmente sarebbe toccato a lui farla rientrare nei ranghi... o forse addirittura eliminarla. Le regole del Team Meteora erano ben chiare. Non erano accettate dimissioni nè defezioni. Una volta dentro, si restava dentro per tutta la vita. Sapeva molto bene cosa fosse successo all'agente Corey, quando alla fine si era convinto a seguire la sua coscienza invece che gli ordini... in un certo senso, Corey era stato uno dei fortunati. Aveva avuto tempo e modo di scegliere come andare incontro alla fine. 

Una cosa era certa... la sensazione che tutto stesse cambiando nel Team Meteora, e non certo per il meglio, si faceva sempre più forte...

 

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"Scyther, usa il tuo attacco Lacerazione!"

"Scyther!" esclamò il feroce Pokemon Mantide. Con uno scatto improvviso, si lanciò contro i suoi avversari, un paio di feroci Sneasel che si erano scagliati contro lui e Shelly poco prima dell'ingresso di una grotta congelata. Con un paio di fendenti micidiali, Scyther colpì i due agili Pokemon Ghiaccio/Buio, e riuscì a metterne uno al tappeto... ma l'altro amortizzò il colpo con i suoi artigli duri come il ferro, e scivolò indietro puntandosi contro il terreno. Con una mossa degna di un ninja, Sneasel lanciò un attacco Geloscheggia: una raffica di proiettili di ghiaccio affilati come rasoi volò verso il Pokemon Mantide, che cercò di difendersi sferrando un'altra raffica di colpi con le sue braccia-lame. Shelly guardò con il fiato sospeso il suo Pokemon Coleottero/Volante che si metteva nuovamente in guardia, e rivolse uno sguardo incoraggiante verso gli altri suoi Pokemon che attendevano in disparte.

"Beedrill?" esclamò Beedrill. La Pokemon vespa affilò le braccia-pungiglioni l'una sull'altra, e anche se la sua espressione restava sempre la stessa, Shelly riuscì a capire che stava chiedendo se poteva intervenire.

Tuttavia, Volbeat trattenne la troppo intraprendente Pokemon Coleottero/Veleno. "Vol voool!" esclamò con voce nasale, e scosse la testa per dire a Beedrill di aspettare.

"S-sì, Beedril... è... è meglio se lasciamo fare a Scyther, adesso. D-dopotutto... non mi sembra che abbia davvero bisogno di aiuto..." affermò Heather. "E poi... beh... questo ci permette di darci un'idea di quanto è forte Scyther, no?"

"Jolt!" esclamò Joltik. Indicò con una zampina lo scontro che si stava svolgendo, e notò che in effetti, adesso Scyther sembrava un po' in difficoltà. Lo Sneasel ancora in piedi lo stava affrontando ad armi pari sul piano della velocità - i due Pokemon scomparvero, si videro due lampi di luce, si sentì un clangore metallico... e poi, Scyther e Sneasel apparvero l'uno alle spalle dell'altro, entrambi in posiziione di affondo. Passò un secondo, e poi entrambi caddero a terra in avanti con un'esclamazione di dolore. I loro attacchi Lacerazione erano andati a segno nello stesso momento, ed entrambi ora ne subivano le conseguenze...

Ma non restarono a terra che per due secondi. Spinti entrambi dal loro desiderio di vittoria, i Pokemon scattarono in piedi e si rimisero in guardia. Shelly deglutì, impressionata da quello scontro... ma cercò di riprendere la calma, e pensò a quale potesse essere la prossima mossa...

"Allora... gli Sneasel sono veloci e forti... però non sono molto resistenti, e sono di tipo Ghiaccio/Buio, il che vuol dire che... ma certo! Okay... Scyther usa Coleomorso!" esclamò la ragazzina. Il Pokemon mantide scattò nuovamente in avanti, ma Sneasel si era aspettato la mossa, ed eseguì un salto acrobatico oltre Scyther, per poi scendere in picchiata con un attacco Ferrartigli. Scyther si voltò di scatto e riuscì appena in tempo a difendersi con un fendente sferrato con la lama destra... e con un forte rumore metallico, Sneasel venne scaraventato indietro. Si rimise in piedi con un'agile capriola a mezz'aria, ma Scyther stava già tornando alla carica: due lame di luce verde a forma di falce erano apparse di colpo ai lati della sua bocca, come due grandi mandibole da insetto... e Scyther le aprì di colpo per poi cercare di chiuderle su Sneasel. Ancora una volta, però, il Pokemon simile ad una donnola nera si rivelò un avversario scaltro: si gettò a terra e scivolò tra le gambe di Scyther, poi sferrò un attacco Sfuriate diretto alla schiena del suo avversario. Scyther emise un acuto stridio di dolore, ma riuscì a riprendersi in tempo da sfuggire al resto della raffica di artigliate.

"Spinarak..." mormorò Spinarak. Quello Sneasel si stava rivelando un avversario molto più pericoloso del previsto. Se solo avesse potuto intervenire, avrebbe usato la sua ragnatela per bloccare i movimenti del suo avversario... quello sarebbe stato il modo migliore per rimuovere il vantaggio di Sneasel. Yanmega, da parte sua, restò ferma al suo posto ad aspettare, senza perdersi un istante della lotta grazie ai suoi enormi occhi compositi.

Scyther si stava stufando, a questo punto... e anche Shelly aveva deciso che era meglio far durare lo scontro il meno possibile. "Forse... adesso è il caso di concludere! Scyther... usa un attacco Doppioteam, e poi Coleomorso di nuovo!" esclamò la bambina, in un tono sensibilmente più sicuro di prima. "Forza, Scyther, so che ce la puoi fare!"

Incoraggiato dalle esortazioni della sua nuova allenatrice, Scyther scattò di lato e riuscì ad evitare un attacco Lacerazione da parte di Sneasel. Con un rapido scatto, il Pokemon mantide riuscì a spostarsi di lato, e si scagliò verso l'avversario, lasciandosi dietro una serie di immagini illusorie di sè stesso. Scyther ripetè la mossa di prima, mentre Sneasel cercava di usare una mossa Aeroassalto nella speranza di colpire l'avversario giusto. Scyther reagì un attimo prima di lui, e le "mandibole" di luce verde che erano apparse prima ai lati della sua testa si aprirono di nuovo. Questa volta, Scyther riuscì a mettere a segno il colpo, e Sneasel strabuzzò gli occhi quando le tenaglie di energia si chiusero su di lui, per poi mandarlo a terra con una comica espressione di dolore ed imbarazzo dipinta sul viso.

Scyther tornò normale e richiuse le ali sul dorso. Quello scontro era stato più impegnativo del previsto, e restò per qualche istante a riprendere fiato...

"Scyther!" esclamò Shelly. La piccola allenatrice di Coleotteri e i suoi compagni corsero da Scyther per assicurarsi che stesse bene, e il Pokemon mantide li rassicurò che stava bene con un cenno della testa. "Oh... meno male... ho avuto paura che ti fossi fatto davvero male..."

"Scy scyther!" rispose Scyther, e ruotò un braccio per far vedere che era tutto a posto.

"Ottimo... grazie, Scyther. Sei... davvero in gamba!" mormorò timidamente Shelly, con l'aria di una persona che si sentiva quasi indegna di stare con quella con cui stava parlando. Gli Sneasel si stavano ora rialzando, e avevano deciso che non avevano più voglia di farsi male... quindi, con tutta la velocità di cui erano capaci, si dileguarono e fuggirono in mezzo alle rocce spolverate di neve. Beedrill li guardò minacciosamente, ma non fece nulla per impedire loro di fuggire.

"Volbeat..." affermò Volbeat, anche lui impressionato dall'abilità dimostrata da Scyther. Fino a quel momento, era stato convinto di essere il più forte dei Pokemon della sua allenatrice, ma Scyther lo stava facendo dubitare.

"Grazie ancora... so di non essere il massimo come allenatrice, ma... sono contenta di avere te come Pokemon." continuò Shelly. "Forse, se sarai disposto a darmi una mano... forse potremmo dare una mano ai nostri compagni, e aiutarli a sconfiggere il Team Meteora."

Per Scyther, "Team Meteora" era soltanto un paio di parole messe l'una davanti all'altra senza alcun significato... ma erano saltate fuori abbastanza spesso in quegli ultimi tempi. Sicuramente era qualcosa che dava non poche preoccupazioni alla sua compagna di viaggio. Non aveva neanche conosciuto i suoi amici, ma da come Shelly ne parlava con affetto... in particolare quella ragazza di nome Heather... davano l'impressione di essere persone di cui lui poteva fidarsi. E magari, combattere per questa "resistenza" contro questo cosiddetto "Team Meteora" gli avrebbe permesso di diventare più forte. Quale Scyther non avrebbe voluto essere più forte e combattere avversari sempre più abili? Era un po' nella natura di tutti i Scyther, no?

"Scyther..." esclamò il Pokemon mantide,  poi indicò verso la strada in pendio che si inoltrava in una foresta di conifere innevate.

"Yah!" affermò Yanmega, e svolazzò lentamente verso l'ingresso della foresta, in modo da spronare Shelly e gli altri Pokemon a seguirla. Con un sospiro, Shelly piazzò una mano sulla spalla di Scyther, e diede un'occhiata ad una mappa che aveva appena tirato fuori dal suo giaccone. La strada per Labradoria era ancora lunga, e sarebbe stato meglio raggiungerla prima di sera. Passare la notte all'addiaccio in un'atmosfera come quella, non sarebbe stato molto indicato...

"Okay... Scyther ha ragione, non possiamo restare qui a lungo a congratularci. Dobbiamo raggiungere Labradoria prima di sera." rispose Shelly. "Okay, ragazzi... tornate nelle Pokeball, così sarà un po' più facile viaggiare."

"Beedrill!" esclamò Beedrill facendo una sorta di saluto militare con un braccio-pungiglione. Shelly richiamò i suoi Pokemon nelle sfere, uno alla volta, con l'eccezione di Volbeat, e li assicurò alla cintura, poi si soffiò brevemente sulle mani e riprese il viaggio. Il Pokemon lucciola svolazzò lentamente accanto a lei, e usò la sua coda per accendere una tenue luce calda accanto a lei.

"Grazie, Volbeat... mi fa piacere sapere che possso sempre contare su di te..." affermò la bambina dai capelli color lavanda, e si aggiustò la treccia dietro la schiena. "Cavolo, certo che ne abbiamo fatta di strada. Quando sono partita da Azalina per cercare di staccarmi un po' da Raffaello... non credevo che mi sarei dovuta imbarcare in una simile avventura... Affrontare un'organizzazione di terroristi? Aiutare un gruppo di resistenza? Insomma... come potevo io sperare di fare una cosa simile?"

"Voooolbeat!" rispose Volbeat con un sorriso accomodante, e agitò allegramente le ali per dire che non avrebbe dovuto essere troppo dura con sè stessa. Shelly allungò una mano e accarezzò il Pokemon lucciola sulla testa, contenta di averlo sempre al suo fianco a farle da supporto. In effetti, anche Heather era il suo supporto, però a volte era difficile fare una conversazione con lei senza litigare.

"Chissà cosa sta facendo Heather in questo momento... credo che tu e i tuoi compagni Pokemon siate diventati molto più forti in quest'ultimo periodo, quindi... sarei curiosa di confrontarmi con Heather, quando ne avremo la possibilità. Giusto per vedere quanto più brave siamo diventate..." continuò Shelly. Non nascose a sè stessa un briciolo di sorpresa nel menzionare questa proposta. Non era mai stata particolarmente entusiasta di lotte di Pokemon... non perchè non volesse migliorare come allenatrice, ma perchè si vedeva sempre in una posizione di inferiorità rispetto al suo avversario. Che adesso le venisse in mente di fare un incontro, per quanto amichevole, con Heather - che aveva sempre visto come un'allenatrice e una persona molto più in gamba di lei - era davvero inusuale...  quel periodo passato ad affrontare tanti pericoli, a mettersi alla prova, sembrava che davvero avesse iniziato a farle tirare fuori la grinta e farle capire di cosa fosse davvero capace.

Chissà cosa avrebbe pensato Raffaello in quel momento, vedendola così sicura e indipendente...

No! Non doveva pensare a cosa avrebbe detto qualcun altro di lei... era quello che Heather le avrebbe consigliato di fare, dopotutto. Non paragonarsi a qualcun altro, o non sarebbe mai stata soddisfatta di sè stessa. Doveva concentrarsi sul fare piccoli passi, uno alla volta, verso il suo obiettivo... e per adesso, il suo obiettivo era raggiungere Labradoria, e sperabilmente riunirsi alla resistenza. Mancava ancora un po' di strada, e Shelly doveva cercare di coprirla prima che scendesse la notte, o cercarsi un posto sicuro dove dormire...

Ma il pensiero del fratello rimasto ad Azalina le diede maggiore stimolo, e la bambina scacciò via almeno per il momento la stanchezza, e riprese il suo viaggio.

"Aspettatemi, sto arrivando..." disse ai suoi compagni. "Heather... spero che anche tu stia bene..."

 

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Saphira corrugò la fronte, passeggiando nervosamente su e giù davanti a quella che un passante avrebbe potuto facilmente pensare essere un limite invisibile che soltanto lei si era posta. Le stradine lastricate di Labradoria erano impolverate di neve, e ora che stava scendendo la sera, i lampioni colorati stavano iniziando a fare luce, diffondendo un po' di allegria per la piazza altrimenti desolata. Tutto ciò che si vedevaano erano degli sparuti Pokemon come Pidgey, Taillow o Rattata che sgusciavano qua e là per le stradine, e ogni tanto, un passante che restava fuori giusto il tempo necessario per fare quello che dovevano, e poi tornare indietro. Era un paesaggio strano, quasi irreale...

L'allenatrice di Pokemon Drago si scostò una frangia di capelli multicolore dalla fronte, poi si chinò a terra per prendere un sasso, e lo scagliò in direzione dell'altra parte della città, nel senso verso cuui stava guardando poco prima. Con un suono acuto, il sasso rimbalzò su qualcosa di invisibile dopo un breve volo, e atterrò sul terreno accanto a Saphira, che scosse la testa rabbiosamente.

"Al diavolo... cosa ci vuole per superare questa dannata barriera, eh?" ringhiò la giovane comandante della resistenza. Sferrò un calcio al campo di forza che la separava dall'altra metà di Labradoria, con il solo risultato di addormentarsi la gamba per un secondo. "Maledizione... non immaginavo che fossero arrivati fino a questo punto. Se continua così, il Team Meteora guadagnerà sempre più tempo... e noi invece non possiamo permetterci di aspettare."

Comprendendo che sarebbe stato inutile restare lì a lamentarsi, Saphira si voltò e cominciò ad incamminarsi nuovamente verso il Pokemon Center, e verso Charlotte e Laura che attendevano davanti all'entrata. "Allora, sorellona? Niente da fare, eh? Il Team Meteora ci ha proprio fregato bene, questa volta..." disse la ragazzina con i codini, le mani intrecciate sulla nuca. "Okay... adesso cosa si fa? Proviamo ancora ad infrangere una cosa che non si può rompere... o ci ritiriamo e pensiamo ad una strategia un po' più sensata?"      

"Non mi sembra il caso di fare battute come questa, Charlotte cara..." affermò timidamente Laura, tormentandosi un po' i capelli rossi. "Saphira sta cercando di fare del suo meglio, ma... il Team Meteora ha ideato un PULSE davvero terribile, questa volta."

"Quello che mi dà più fastidio, è il fatto che mentre noi stiamo qua a girarci i pollici, il Team Meteora si prepara ad attaccarci con tutto quello che hanno..." affermò Saphira, e strisciò la suola di una scarpa per terra per ripulirsela dalla neve. "Charlotte ha ragione, qui non basta fare del proprio meglio. Dobbiamo inventarci una soluzione, quanto prima."

"Che succede qui a Labradoria? Mi sembra che tutta la città sia sotto coprifuoco..."

Saphira venne distratta dalle sue riflessioni da una voce ben nota... e quando lei e le sue sorelle si voltarono, videro che in effetti stavano arrivando proprio le persone su cui lei sperava di poter contare: Vera e i suoi compagni, e con loro c'era anche una persona che Saphira non ricordava di aver visto prima, ma che mostrava una sorprendente somiglianza con Cain. Probabilmente si trattava di Aya, la sorella di cui Cain aveva parlato diverse volte... Tutti loro sembravano stanchi, il che era comprensibile vista la lunga camminata, ma le espressioni sui loro volti, anche su quello della pessimista Aya, esprimevano decisione - erano ancora pronti a combattere e a fare quello che c'era da fare per affrontare il Team Meteora. Vera, in testa al gruppo, raggiunse Saphira e le sue sorelle, e alzò una mano insegno di saluto, sfoderando un sorriso smagliante!

"Siamo arrivati!" esordì Vera. Hitomi fece un segno dell'okay, ed Ortilla strizzò un occhio e si avvicinò con passo svelto.

"Oooooh! Guarda chi si rivede!" esclamò Charlotte illuminandosi in viso. "Vedo che siete riusciti ad arrivare a Labradoria... com'è la situazione lì a Reborn?"

"Diciamo che... potrebbe andare meglio, ma potrebbe anche andare peggio." rispose Drew. "E... qui a Labradoria, mi sembra che non stia andando molto bene. C'è qualche PULSE in giro?"

"Lo hai già capito, eh?" chiese retoricamente Laura. La mediana delle sorelle Belrose alzò le spalle e indicò il Pokemon Center. "Ma... è meglio se ne discutiamo qui dentro. C'è un posto sicuro nel quale possiamo parlare senza che il Team Meteora possa sentirci..."    

 

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CONTINUA...

 

 

 

 

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Capitolo 76
*** Preparativi ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 76 - Preparativi

Il Pokemon Center di Labradoria era stranamente calmo, rispetto ad altri Pokemon Center in cui Ritchie e Sparky erano stati in passato. Anche se c'era sempre da aspettarsi silenzio e quiete in un luogo dedicato alla cura dei Pokemon feriti o malati, non era mai mancata almeno un po' di vivacità. Invece, quel particolare ambulatorio sembrava essere vittima della stessa atmosfera di tensione che si respirava sulle strade della città, e anche l'infermiera Joy e la sua Wigglytuff, in quel momento impegnate a mettere a posto il banco in un momento in cui il lavoro era un po' meno intenso, restavano in silenzio, offrendo ai nuovi arrivati un cenno di assenso e un sorriso stanco.

"Altaria..." cinguettò Alty. La maestosa Pokemon dalle piume bianche volava silenziosamente attorno al gruppo, anche lei un po' stupita da come la città sembrasse sospesa, in attesa di un disastro che sarebbe piombato lì da un momento all'altro.

"Accidenti, sembra proprio un mortorio..." sussurrò Max con un sospiro. Hitomi si aggiustò il ricciolino ribelle sulla testa, senza fare commenti. "Hanno paura di quello che potrebbe fare iil Team Meteora, vero?"

"Quei farabutti hanno preparato non una, ma ben due macchine PULSE da queste parti." rispose Saphira con un sussurro. Si voltò verso l'infermiera Joy e fece un piccolo cenno di intesa mentre la ragazza dai capelli rosati le restituiva alcune Pokeball. "Bene... grazie, infermiera Joy. Ci sono stati cambiamenti nella condizione delle macchine PULSE?"

"Nulla che io abbia notato." affermò Joy con un breve sospiro. "La barriera è ancora attiva... e non ci sono stati altri attacchi, tranne quello sparo a scopo dimostrativo."

"Capisco... grazie per la collaborazione." rispose Saphira. Le sue sorelle minori si affiancarono al banco del Pokemon Center per ricevere i loro Pokemon, e la leader della resistenza iniziò a spiegare ai ragazzi cosa stesse accadendo. "A quanto pare, il Team Meteora sta usando non una, ma due macchine PULSE per teneere isolata quella città e precluderci l'accesso al loro quartier generale. In qualche modo, loro riescono ad andare e venire, e ovviamente noi non abbiamo modo di seguirli fino allla città che si trova dall'altra parte della barriera... Calcedonia."

"Una di quelle macchine proietta una barriera energetica impenetrabile. Abbiamo provato ad intaccarla con tutti i Pokemon a nostra disposizione, ma neanche il Dragonite di Saphira è stato in grado di superare la barriera." rispose Charlotte, e si passò una mano sulla frangia che le cadeva sulla fronte.  "E intanto, il Team Meteora ha messo su una strana arma in grado di sparare delle raffiche energetiche di incredibile potenza. Non... non abbiamo ancora visto il pieno effetto di questa macchina, ma a quanto pare... è davvero devastante. Se dovesse colpire questa città... non credo rimarrebbe molto."

"Non l'hanno ancora usata contro le città. Probabilmente perchè hanno paura di ridurre in polvere anche le Quattro Chiavi assieme ai loro nemici." continuò Laura. L'Infermiera Joy le riconsegnò una Pokeball, che Laura aprì di scatto per far uscire la sua graziosa Lilligant. "Grazie, infermiera Joy... al momento non sappiamo dove si trovino queste macchine PULSE, e non sappiamo come fare per localizzarle e neutralizzarle. Per adesso... ci appoggiamo al fatto che il Team Meteora non vuole correre il rischio di perdere le Quattro Chiavi. Finchè abbiamo questo dalla nostra parte, non corriamo il rischio di essere attaccati."

"E' una situazione... alquanto delicata." affermò Vera massaggiandosi una spalla in modo da riattivare la circolazione. Sentiva ancora il freddo della camminata, e il calore del Pokemon Center aveva appena iniziato a scioglierle le articolazioni. "Anche noi stiamo andando a disattivare una macchina PULSE... una che si trova nelle vicinanze di Ametripoli, più in alto sulle montagne."

"Una macchina PULSE, eh? Sinceramente, non abbiamo ricevuto notizie di una macchina PULSE nelle vicinanze di Ametripoli... ma il Team Meteora ha fatto un ottimo lavoro a nasconderli, quindi non credo che sia un'idea tanto assurda." rispose Charlotte. Uno dei suoi Pokemon fiammeggianti, la sua Ninetales, si era avvicinata a lei e stava aprendo maestosamente le sue nove code, come la coda di un pavone.

"Da quanto ne so... Heather si è da poco diretta ad Ametripoli. Quindi potrete contare sul suo aiuto per trovare quella macchina PULSE." affermò Saphira. Finalmente, l'infermiera Joy aveva finito di curare i Pokemon delle sue sorelle e li stava riconsegnando a loro... e fu in quel momento che Saphira rivolse tutta la sua attenzione ad Aya. La ragazza dai capelli viola era in piedi in mezzo al gruppo di Vera, e dava l'impressione di non sapere cosa dire o come intervenire. Lo sguardo della comandante della resistenza passò rapidamente da lei a Cain, notando le innegabili somiglianze. "E ora che mi ci fate pensare... non credo di aver mai visto la vostra nuova compagna. Anche se mi ricorda non poco il nostro Cain."

"In effetti, si tratta di mia sorella Aya." rispose Cain, e strizzò un occhio alla sorella in segno di intesa. Aya sembrò tentennare per un paio di secondi, e Pietro le mise una mano sulla spalla per dirle che andava tutto bene, e che non avrebbe dovuto temere Saphira. "Anche lei usa Pokemon di tipo Veleno, come me. Ha... di recente deciso di unirsi a noi, e fare quello che può per aiutarci contro i nostri nemici."

"In realtà... non so se sarò in grado di dare una mano per davvero, miss Saphira." rispose Aya. Vincendo l'esitazione, la ragazza dai capelli viola si fece avanti e si mise sull'attenti davanti alle sorelle Belrose. "Ma... sicuramente farò del mio meglio. Ho molto da farmi perdonare... e spero che in questo modo riuscirò almeno a rimediare a qualcosa..."

Cain stava per ripetere a sua sorella di non darsi la colpa di tutto, ma fu Saphira a parlare per prima. "Non mi interessa da dove vieni, o perchè hai deciso di aiutarci. Se hai deciso di aiutarci contro il Team Meteora, per me questo è più che sufficiente. Ovviamente, se sei una spia o non hai buone intenzioni, ti insegnerò che con noi non si scherza." affermò, e per sottolineare il concetto, gettò ad Aya un'occhiata che la fece rabbrividire. La comandante della resistenza era una donna che non andava troppo per il sottile... e l'espressione feroce del suo volto non lasciava adito a dubbi su cosa sarebbe successo se Aya non si fosse dimostrata degna di fiducia.

"Hey... hey, tutto a posto, comandante! Posso garantire che Aya non ha cattive intenzioni! Non può essere con il Team Meteora!" rispose rapidamente Pietro. Il giovane musicista si mise rapidamente tra Saphira ed Aya, con le braccia aperte in un atteggiamento protettivo... e anche le sorelle minori di Saphira decisero che il caso di intervenire prima che la maggiore facesse qualcosa per terrorizzare la povera Aya.

"E' vero... Aya ci ha aiutato, non è una peersona sospetta!" assicurò Vera. Cain si spostò accanto alla sorella, e la ragazzina di Hoenn poteva giurare che il ragazzo si stesse tenendo pronto a far uscire uno dei suoi Pokemon Veleno in caso Saphira si fosse fatta troppo aggressiva.

"Non ho visto quanto è abile Miss Saphira... ma per essere la comandante della Resistenza, deve essere una campionessa!" riflettè Vera tra sè. "Cain ha fegato ad essere disposto a combattere con lei... certo non posso biasimarlo, anch'io farei lo stesso per Max."

Saphira assottigliò gli occhi, al punto che Vera e Max ebbero davvero l'impressione che volesse imitare un Pokemon Drago in atteggiamento aggressivo... ma per fortuna, la scena inquietante  durò solo alcuni secondi prima che la comandante della resistenza si convincesse che Aya non fossse una minaccia. "Hmph... e va bene... Aya, giusto?" chiese, giusto per conferma. Charlotte e Laura tirarono un sospiro di sollievo, e anche l'infermiera Joy di turno fu contenta di non dover intervenire per ricordare loro che le battaglie erano proibite là dentro. "Okay, sei la benvenuta. Abbiamo sempre bisogno di qualcuno in più, per affrontare quelle carogne del Team Meteora."

"E meno male che è la benvenuta..." sussurrò Hitomi tra sè, sospirando e scuotendo la testa. "Non oso pensare se fosse stata sgradita."

"Hitomi..." sussurrò Ortilla.

La bambina più piccola alzò le spalle. "Ho solo detto quello che penso."

"A volte, Hitomi, non hai proprio nessun filtro tra il cervello e la bocca..." osservò Max. Hitomi non ebbe alcuna reazione, se non un cenno che appariva noncurante.

"Ehm... scusate..." l'infermiera Joy interruppe la situazione alquanto tesa, e Saphira si voltò verso di lei con un'aria che appariva vagamente intenzionata a chiedere scusa. "Ma... la vostra base operativa è al momento disponibile. Se voleste nascondervi là dentro, potrete discutere di ciò di cui avete bisogno senza il rischio di attirare l'attenzione del Team Meteora. Sembra che... qualcuno dei vostri compagni abbia scoperto qualcosa di interessante."

"Okay... grazie, infermiera Joy, e scusi il disturbo. In un continente come Reborn, non si può mai essere troppo paranoici." commentò Saphira. Non era esattamente un discorso che a Vera e ai suoi compagni piaceva, ma non potevano negare che fosse così.

Charlotte e Laura finirono di ricevere i loro Pokemon, e ringraziarono l'infermiera dai capelli rosa, poi guidarono il gruppo di allenatori di Hoenn verso una porta sul retro, che dava accesso ad una stanza piuttosto grande che probabilmente faceva da magazzino, a giudicare da tutte le casse e i pallet di cartone disposti in file ordinate lungo i muri della sala. Vera fece un passo all'interno, seguita a ruota da Drew, Ritchie, e poi dal resto del gruppo.

"Questo sarebbe il nascondiglio?" chiese Pietro. "Mi sembra un po'... spoglio. Non per dire."

"Pietro..." lo redarguì Cain.

Saphira non gli diede ascolto e, con la sicurezza data dall'esperienza, si incamminò verso un angolo e allungò una mano per premere un pulsante sul muro. Immediatamente, alcune casse si spostarono, e una sezione di muro si sollevò per rivelare un corridoio e una rampa di scale che scendevano nel sottosuolo.

"Ecco fatto, adesso non credo che potrete più lamentarvi del fatto che è troppo stretto!" commentò Charlotte con un sorriso astuto. Vera sbattè gli occhi, poi sospirò e alzò gli occhi al cielo. Inutile, non si era ancora abituata al fatto che Reborn fosse tutt'altro paio di maniche rispetto ad Hoenn, Sinnoh o Kanto...

"Oh, santo cielo, guarda cosa ci tocca fare." sospirò la ragazzina castana mentre seguiva i suoi compagni verso il nascondiglio della resistenza. "Spero almeno che Ash, Lucinda e gli altri se la stiano cavando un po' meglio di noi. chissà dove saranno, a questo punto..."

 

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"Miss Saphira!"

Anche la fredda e stoica Saphira non riuscì a trattenere un'esclamazione di gradita sorpresa quando una piccola figura dai capelli neri legati in due codini si gettò letteralmente su di lei, abbracciandola con tutte le forze di cui era capace il suo esile corpicino. La piccola Anna si era letteralmente lanciata sulla leader della resistenza, con l'agilità di un Ponyta che scattava alla carica!

"Bentornati, amici! Nostra e io sapevamo che sareste tornati presto!" esclamò Anna, staccandosi da Saphira dopo qualche secondo passato a farle un po' di feste. Tra le braccia, la bambina teneva il suo inseparabile peluche che rappresentava il piccolo Jirachi, che lei aveva chiamato Nostra. "Abbiamo fatto i bravi mentre la sorellona Vera e i suoi amici erano via! E la zietta Flo ha trovato un bel po' di notizie sul Team Meteora!"

"Anna! Noel, ci sei anche tu!" esclamò Vera quando notò il più tranquillo fratello gemello di Anna che stava in piedi vicino a lei, tenendo con sè Nomos, il suo Cleffa di peluche. Noel sorrise lievemente e alzò una mano per salutare mentre il gruppo di Hoenn entrava nella grande sala sotterranea - un posto ben illuminato e riscaldato, simile ad una versione rimodernata del nascondiglio che si erano lasciati dietro a Reborn City. Tutto sembrava fatto in modo da mettere quanto più a loro agio gli ospiti, e anche il pavimento e i mobili erano ben puliti, liberi da ogni traccia di polvere.

Il gruppo di allenatori della resistenza era seduto un po' più in là, e si stavano alzando per accogliere i loro compagni - in particolare, Vera e i suoi amici riconobbero subito Julia e Florinia, in particolare dal modo in cui l'allegra ex-cheerleader fece un agile balzo oltre il divano e corse verso di loro.

"Ehilà, ragazzi! Che bomba, ci siete tutti! Questa sì che è una sorpresa esplosiva!" esclamò Julia. In un lampo, Vera si ritrovò avvinghiata tra le braccia di Julia e stretta in un abbraccio che le schiacciò la faccia contro l'abbondante seno della cheerleader!    "Allora, come va la siete cavata senza di noi? Ho sentito dire che vi siete cacciati in un bel po' di guai e avete dato un bel po' di mal di testa al Team Meteora!"

"Ouff... p-piacere di rivederti... Julia!" mormorò Vera, mentre cercava in qualche modo di divincolarsi dall'abbraccio dell'allegra cheerleader.

"Vedo che... c'è anche la nostra amica Florinia da queste parti." disse Hitomi, e gettò un'occhiata non proprio amichevole alla ragazza con gli occhiali, che stava in disparte a prendere annotazioni su un taccuino. Come Hitomi immaginava, Florinia non aveva avuto alcuna reazione alla riapparizione dei suoi compagni, e la ragazzina cominciava davvero a convincersi che quella donna non avesse emozioni. "Spero che non abbiate avuto problemi."

"Recentemente, le attività del Team Meteora attorno alla città hanno conosciuto un sensibile aumento." rispose Florinia. Non aveva neanche alzato gli occhi dal suo taccuino. "Prevediamo che il nemico stia organizzando un attacco su più fronti non appena avranno raccolto forze sufficienti. Confermata attività di due macchine PULSE. Natura sconosciuta. Informazioni limitate sulle loro funzioni. Un attacco diretto è sconsigliato."

"Credo... che i ragazzi già se ne rendessero conto, Florinia." rispose Laura con espressione contrita. "Siamo in una situazione di stallo, al momento. Non possiamo fare la prima mossa, altrimenti il Team Meteora ne approfitterebbe. Non abbiamo idea di quali sorprese abbiano pronte per noi... e anzi, sembra che uno dei loro comandanti di rango più alto sia in viaggio verso Ametripoli."

"Questo sì che è un problema. Ci stavamo appunto dirigendo da quelle parti per disattivare una macchina PULSE che si trova in cima alla montagna." affermò Drew. "Vuol dire che dobbiamo cercare di affrettarci e raggiungere Ametripoli prima che quel tizio arrivi a destinazione."

"Non sarà un'impresa facile, temo... Ametripoli è circondata da pareti scoscese e da un ghiacciaio che rende l'accesso molto difficile. Anche via aria è difficile arrivarci, in quanto i venti rendono l'atterraggio e il decollo estremamente rischiosi." affermò Charlotte. "Ci sono delle altre possibilità, in ogni caso. Immagino che la vostra intenzione fossse di seguire i cunicoli sotterranei fino ad arrivare lì vicino, giusto?"

Ritchie disse di sì con la testa. "In effetti... era più o meno quella, l'idea." rispose il ragazzino di Kanto. Sparky balzò agilmente giù dalla spalla del suo allenatore e si avvicinò con fare galante alla Lilligant di Laura, che lo osservò incuriosita. Un attimo dopo, Sparky fece un inchino e porse la mano all'elegante Pokemon d'Erba... e i due iniziarono a ballare una sorta di lento appena dietro i loro allenatori!

"Detto questo... è probabile che incontreremo qualche scagnozzo del Team Meteora prima ancora di giungere nei pressi di Ametripoli." continuò Ritchie, e assunse un'espressione imbarazzata nel vedere il suo Pokemon che danzava così spensieratamente con Lilligant! "Ehm... stavo dicendo... se dobbiamo raggiungere Ametripoli attraverso le gallerie scavate nella montagna, dovremmo vedercela con il Team Meteora. Forse sarebbe un'occasione per scoprire qualcosa sulle macchine PULSE ancora attive."

"In particolare, quella che ha messo a dormire gli abitanti di Agatipoli." aggiunse Aya. Stando attenta ad evitare Sparky e Lilligant, la ragazza dai capelli viola raggiunse una mappa di Reborn affissa ad una parete, e indicò la zona dove più o meno si trovava Agatipoli. "Avete qualche informazione su di essa?"

Julia si sfregò il mento, perplessa. "Hmm... no, non posso dire di averne mai sentito parlare. Una macchina PULSE che mette la gente a dormire... con tutta la caffeina che bevo di solito, sarei io l'idea per andare a distruggere quel trabiccolo."

"Non credo che funzioni così, Giulietta!" rispose Cain con una breve risata. "Okay... ad ogni modo, se riusciamo a raggiungere le vette di Ametripoli, saremo in grado di disattivare la macchina PULSE, e permettere alla gente di Agatipoli di svegliarsi. Quello sarebbe un altro punto a nostro favore, e un altro fastidio per il Team Meteora."

"Credo che forse sarebbe anche il caso di scoprire esattamente a cosa gli sia servito mettere a dormire tutti gli abitanti di Agatipoli..." commentò Hitomi.

Saphira disse di sì con la testa. "Sì, anche quello sarebbe un passo in avanti per i nostri sforzi." fu la sua risposta. "Se davvero c'è qualche base del Team Meteora da queste parti, potremmo catturare  uno di loro e farlo parlare. Così potremo sapere di più sui loro piani, e di cosa esattamente stanno cercando ad Agatipoli."

"Farlo... parlare?" chiese Vera. Non le piaceva molto il tono con cui Saphira aveva parlato. Sperava che questo non volesse dire che sarebbe ricorsa a metodi... poco gradevoli e moralmente discutibili di estorcere informazioni alle reclute del Team Meteora. Comprendeva che era una situazione difficile, e che l'organizzazione terrorista andava fermata, ma... ricorrere a cose come la tortura? No, questo non era disposta a farlo. Come avrebbero potuto sostenere di essere meglio dei loro nemici, se si fossero abbassati a queste cose?

Per fortuna, Saphira sembrò comprendere quello che Vera stava pensando. "Non preoccuparti, non ho intenzione di fare loro veramente del male. Abbiamo i nostri metodi per far parlare quei criminali senza scendere al loro stesso livello." affermò. "Ma ricorda che... purtroppo, con la situazione in cui il nostro paese si trova, non possiamo esattamente permetterci di scegliere sempre la via più pulita. A volte... qualche compromesso bisogna farlo. Lo so per esperienza personale."

Era comprensibile, riflettè Vera dopo un breve istante di sollievo all'idea che Saphira non voleva fare quello di cui Vera aveva paura. Lei e le sue sorelle avevano vissuto in fuga per gran parte delle loro vite, e  per gran parte di quel tempo, erano state nel mirino del Team Meteora. Sicuramente, a volte si era trovata in situazioni che le avevano richiesto di fare delle azioni non troppo pulite. Vera si reputava una ragazza onesta, che non avrebbe mai fatto del male a nessuno... ma se si fosse trovata in una situazione come quella di Saphira, con Max a cui badare, probabilmente l'avrebbe pensata diversamente. E avrebbe fatto tutto quello che andava fatto per far sopravvivere entrambi.

Una volta di più, la ragazzina si rendeva conto di quanto fosse stata fortunata ad essere nata in un posto sicuro come Hoenn... e la sua mente ritornò con raccapriccio a come doveva essere stato per Heather, Shelly, Noel, Anna... e tutti gli altri... vivere in quel postaccio.

"Altaria..." Alty richiamò l'attenzione del gruppo sulla situazione attuale, e su quello che andava fatto per raggiungere Ametripoli e scoprire il modo di neutralizzare le de macchine PULSE che minacciavano Labradoria, e quella che aveva fatto addormentare i cittadini di Agatipoli.

"Alty ha ragione... prima di pensare a come far parlare qualcuno del Team Meteora, dobbiamo prima trovarlo e catturarlo. Peerchè non credo che sarà molto contento di collaborare." affermò Ortilla. "Miss Saphira... lei dice che potrebbe esserci una base del Team Meteora da queste parti? In modo da controllare le macchine PULSE, giusto?"

"Sì, mi stupirei del contrario. A meno che quel branco di farabutti non abbia scoperto il modo di controllare le macchine PULSE da remoto." rispose la domatrice di draghi. "Se qualcuno di noi potesse fare un giro di perlustrazione e confermarlo, potremmo  pensare ad un piano per catturare qualche recluta. O meglio ancora, qualche agente scelto, un Cavaliere o una Dama."

"Già, immagino che loro abbiano delle migliori possibilità di saperne di più." affermò Ritchie. "Miss Saphira... lei cosa suggerisce? Se si tratta di un compito di infiltrazione, significa che è meglio essere in numero limitato."

"Sì, me ne rendo conto." rispose Saphira, e guardò le sorelle minori come se volesse chiedere un parere anche a loro. "Per adesso, dovreste cercare di riposarvi. Il Team Meteora non attaccherà, almeno non ancora.  Questo ci lascia un po' di tempo per riflettere."

"Giusto. Non è il caso di fare mosse azzardate, ora che siamo nel bel mezzo di questa crisi." rispose Hitomi. "Secondo me, facciamo meglio a stenderci un po' e dormire."

"Sono d'accordo. Mi sento stanca, dopo tutta quella camminata..." rispose Ortilla.

 

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Reborn City, nello stesso momento.

Adrienn aveva avuto abbastanza tempo per darsi un'occhiata attorno, e rendersi conto di quanto fosse cambiata in peggio Reborn City da quando lui era scomparso. In tutti gli anni che si era perso, il misterioso ragazzo dai capelli bianchi si era perso tutto ciò che era successo, l'ascesa del Team Meteora, e quanto progressivamente quella bella e popolosa città si fosse trasformata in una tragica parodia di sè stessa.

Era seduto ad una scrivania, in uno studio al primo piano di una casa abbandonata che aveva scelto come sua nuova abitazione. Probabilmente sarebbe stata solo una sistemazione temporanea, ma era abbastanza confortevole. Non c'erano bande di strada da quelle parti, probabilmente grazie all'ottimo lavoro delle agenti Jenny del quartiere Corallo, e quelle poche autorità ancora funzionanti - e che ancora non erano nel libro paga del Team Meteora - avevano cose più importanti da fare che badare a certe piccolezze burocratiche. Quindi, per il momento, quel posto andava bene per cercare di ricostruire quello che aveva perso in tutto quel tempo.

Ma la sua mente si stava concentrando in particolare su un problema che lo assillava. Se lui fosse stato lì a Reborn, avrebbe potuto cambiare le cose? Sarebbe stato possibile evitare il lento ma inesorabile declino che aveva portato a questa pietosa condizione? Forse, se fosse stato lì, avrebbe potuto fare qualcosa, impedire che il Team Meteora allungasse le sue grinfie su Reborn City, ed evitare che le bande di strada facessero il bello e (soprattutto) il cattivo tempo nelle strade.

Adrienn restò seduto al suo posto ancora per un bel po' di tempo, la mente persa in cupi ragionamenti, quasi volesse darsi la colpa per non essere stato lì quando la sua città aveva più bisogno di lui... ma tra questi pensieri cupi, si fece presto strada qualcosa di più positivo.

Non aveva senso restare là senza fare niente. Non avrebbe cambiato la condizione di Reborn City. Non avrebbe permesso ai vagabondi che infestavano le strade della città di dormire con un vero tetto sopra la testa. Non avrebbe ripulito il Lago Azzurro, e non avrebbe impedito al Team Meteora di commettere le loro atrocità. No, questo non era il momento di starsene seduto lì, a pensare a quello che sarebbe potuto essere e non ra stato. Era il momento di alzarsi ed agire, per fare in modo che Reborn City tornasse ad essere quella di un tempo.

Uno dei Pokemon di Adrienn, una Mawile dall'aspetto combattivo, si voltò di scatto quando il ragazzo dai capelli bianchi si alzò dal suo posto. "Okay, Mawile... credo che abbiamo perso già fin troppo tempo da queste parti." affermò con decisione. "Dobbiamo cominciare a fare qualcosa... e a fare sì che questo posto torni ad essere la grande città che era una volta! Sei d'accordo anche tu, vero?"

"Mawile?" chiese la Pokemon Acciaio/Folletto.

Come se avesse in qualche modo interpretato la domanda della sua Pokemon, Adrienn sorrise e disse di sì con la testa. "E' vero... hai ragione anche tu, Mawile. Non è una cosa che possiamo fare da soli, noi due... e anche con tutti i nostri compagni Pokemon, sarebbe un po' un problema. Reborn City è così grande che non possiamo sperare di coprirla tutta... ovviamente, se ci fosse qualcun altro disposto a darci una mano, e facesse girare la voce che qualcuno ha deciso di ripulire Reborn..."

"Mawi mawile..." commentò Mawile, e le fauci d'acciaio che aveva sopra la testa si storsero in quella che pareva essere una smorfia. Neanche a lei sfuggiva il particolare importante che un'idea come questa era realizzabile soltanto con la collaborazione di una discreta parte della cittadinanza, e senza un supporto sufficiente, era un progetto destinato a fallire.

"Lo so, Mawile, non è proprio un'idea da poco." rispose Adrienn. Si sgranchì un po' le spalle, rimaste indolenzite con tutto il tempo in cui era rimasto ingobbito sulla sua scrivania, e si stiracchiò. "Ma se nessuno prova, non si farà mai nulla, non credi? In effetti... penso che sia questo il problema di questa città. Che nessuno decide di fare il passo che farebbe la differenza. Si sono come dimenticati di cosa vuol dire avere coraggio... o forse sono così abituati che questo incubo sia la realtà di ogni giorno, che non riescono ad immaginare di vivere in qualsiasi altro modo. Ma... non è così che può andare avanti. Il Team Meteora vuole che noi restiamo in questo stato di prostrazione... ma dobbiamo dimostrare che non abbiamo paura. Che esiste un modo migliore di fare le cose. Dobbiamo far capire al Team Meteora.... che hanno finito di farci piegare al loro volere, e che non abbiamo più paura di loro. Vedrai come si sgretolerà il giogo che hanno sulla popolazione di Reborn."

Le parole del ragazzo trovarono Mawile in accordo, anche se ancora incerta riguardo le loro possibilità. Forse era proprio questo ciò che mancava alla gente di Reborn per opporsi una volta per tutte al Team Meteora... ma restavano ancora dei dubbi da risolvere, e Mawile ne fece subito notare uno. "Mawile wile... mawile?"

"Vuoi dire, da dove possiamo cominciare? Beh... io direi che la prima cosa da fare è andare a dare un'occhiata alla Gran Sala del Municipio di Reborn." suggerì Adrienn dopo averci pensato un po' su. "E' lì che la gente affigge avvisi e offerte... ed è lì che avremo più possibilità di farci sentire. Certo... avremo da trovare qualcuno che ci possa dare una mano. Chissà, magari siamo fortunati, e c'è una nostra vecchia conoscenza." 

"Mawile!" affermò la Pokemon Acciaio/Folletto con un cenno delle sue fauci metalliche. Se non altro, il suo allenatore sapeva dove andare a parare, e avevano delle buone probabilità di trovare qualcuno disposto ad aiutare da quelle parti. Però, effettivamente, ci sarebbe voluto qualcosa di più per rimettere a posto un luogo difficile come Reborn City... le possibilità non erano esattamente a loro favore, e c'era una possibilità concreta che l'idea di Adrienn naufragasse prima ancora di prendere il largo...

Ma Adrienn aveva ragione a dire che dovevano comunque tentare, altrimenti le posssibilità sarebbero state zero.

Adrienn mise a posto i fogli che aveva accumulato sulla scrivania, e raccolse quello che gli serviva. "Okay, Mawile, allora sappiamo quale sarà la nostra prossima meta!" esclamò il ragazzo dai capelli bianchi. "Presto, non perdiamo altro tempo! Per ogni minuto che perdiamo qui, il Team Meteora ha più tempo per approfittare della disperazione di questa gente."

La Pokemon si affrettò dietro il suo allenatore, correndo più che poteva con le gambette corte chi ritrovava. Nel giro di pochi istanti, il giovane era sceso in strada, e dopo un istante di tempo, giusto quello che bastava per coprirsi il naso e la bocca - ancora non si era abituato a certi odori disgustosi che provenivano dai dintorni - lui e Mawile cominciarono ad incamminarsi verso il Municipio di Reborn City...

 

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Nel panorama desolante di Reborn City, il Municipio era uno dei pochi edifici ad aver conservato una sua dignità. Era di forma più o meno esagonale, ampio ma su due soli piani, con pareti di cemento dipinte di viola scuro che svettava tra il grigiore della claustrofobica metropoli, ed era circondato da siepi ben tenute, potate in modo da create dei piccoli muri attorno alla aiuole. Ora che Adrienn lo guardava bene, poteva tranquillamente dire che quei giardinetti erano uno dei pochi spazi verdi rimasti a Reborn City... e questa considerazione non fece altro che ravvivare il suo desiderio di fare in modo che la città tornasse allo splendore di un tempo.

Con la coda dell'occhio, Adrienn vide un bambino e i suoi genitori che passeggiavano lungo una stradina desolata che costeggiava il municipio. Erano accompagnati da un grazioso Delcatty che zampettava allegramente davanti a loro, come se volesse incitarli a fare prima, e il bambino stava giocando con un Froakie che saltellava al suo fianco. Per fortuna, anche in un posto triste e desolato come Reborn City c'era ancora qualcuno che faceva del suo meglio per godersi la vita e il tempo assieme ai loro cari...

"Queste persone forse hanno dimenticato cosa vuol dire sperare... la prima cosa da fare è rassicurarli e far loro capire che ha ancora senso combattere. Certo... adesso mi dovrò inventare qualcosa per far correre questo messaggio. Magari avrò fortuna e troverò qualcuno che conosco."

"Mawile wile!" esclamò Mawile, indicando un paio di doppie porte d'ingresso, che in quel momento si erano spalancate per far uscire una graziosa ragazzina castana accompagnata da uno Snubbull. Adrienn annuì, e i due si diressero verso le grandi porte, non mancando di notare un particolare un po' strano: erano decorate con dei cristalli che formavano una sorta di grande X, ogni parte della quale corrispondeva ad un prisma traslucido di colore diverso. In senso antiorario, Adrienn notò un prisma rosso, uno blu, uno verde e uno viola, e gli sovvenne quello che gli aveva detto Padre Elias riguardo le Quattro Chiavi - l'Anellorubino, il Braccialezaffiro, la Collanasmeraldo e la Tiarametista. Sicuramente non era una coincidenza che le decorazioni sul portone del municipio riconducessero a quei misteriosi gioielli.

C'era qualcosa che ancora sfuggiva a tutti - e probabilmente, solo Padre Elias, Lord Solaris e quella maledetta Lin sapevano di cosa si trattasse. L'unico a cui avrebbero potuto chiedere informazioni era Elias... e adesso, lui ed Angela erano evasi. Chissà cosa ci sarebbe voluto per ritrovarlo e farsi dire le cose come stavano...

Qual era il segreto di Reborn?

Ma questi interrogativi avrebbero dovuto attendere. In quel momento, aveva qualcosa di più importante da fare...

Nonostante le dimensioni, il doppio portone si aprì con relativa facilità quando Adrienn gli diede una spinta decente. Il giovane dai capelli bianchi e la sua Mawile entrarono con un po' di circospezione, in quanto immaginavano che i presenti li avrebbero a ragiione visti come degli sconosciuti, e avrebbero potuto sospettare di loro... o anche avere delle reazioni ostili. Per fortuna, le loro preoccupazioni si rivelarono infondate: non molti si voltarono verso di loro, e l'atmosfera che si respirava nella grande sala del municipio era di calma rassegnata piuttosto che di ostilità. Un po' la stessa cosa che si poteva percepire andando in giro per i quartieri di Reborn City...

Detto questo, c'era un po' di movimento e di vivacità. In alcuni piccoli quadrati, allestiti ad un'ala della stanza, si potevano vedere degli allenatori che facevano competere i loro Pokemon, in una serie di piccoli scontri d'allenamento. Un ragazzino con un Taillow stava affrontando una ragazzina che gli stava opponendo uno Starly, e i due Pokemon Volanti descrivevano una serie di impressionanti acrobazie a mezz'aria, cercando di cogliersi di sorpresa a vicenda.

Adrienn fece un mezzo sorriso, poi si avvicinò ad un banco dove una giovane donna dai capelli castani chiari legati in una folta coda stava riordinando una serie di archivi, disposti un po' alla rinfusa in una serie di scaffali. "Salve... tutto bene, qui al Municipio? Com'è la situazione, qui a Reborn City?" salutò Adrienn, rivolgendo alla ragazza un sorriso accomodante. "Com'è la situazione con le bande di strada... e tutto il resto?"

"Oh... lei è Adrienn, vero? Mi è stato detto di lei..." disse la giovane donna. Accanto a lei, un Dugtrio stava in qualche modo trascinando un carrello sul quale erano ammonticchiate delle pile di scartoffie ben ordinate. "Sì... in effetti, in questo ultimo periodo, dopo che la Banda Magma e la Banda Idro si sono confrontate, l'attività delle bande si è ridotta sensibilmente. I cittadini dicono che adesso Reborn City è un attimo più vivibile."

Mawile disse di sì con la testa, e fece scattare le sue mascelle simili a tagliole. Era contenta di sapere che tutto quello che avevano fatto quei ragazzi in tutto quel tempo era servito a qualcosa.

"Detto questo... c'è ancora molto da fare se vogliamo rimettere a posto questa città... ma dovremmo avere la possibilità di organizzarci e mettere su una piccola squadra, per lo meno. Questo ci darebbe la possibilità di ripulire meglio la città. Raccogliere i rifiuti, ripulire le strade, eseguire tutte le riparazioni... insomma, c'è parecchia strada da fare prima che Reborn City torni ad essere quello che era una volta." continuò la ragazza. Accettò con gratitudine una risma di fogli stampati che il suo Dugtrio le stava passando, e le mostrò al ragazzo dai capelli bianchi. "A questo proposito... credo che le potrebbe interessare questo, se volesse collaborare al piano per riassettare Reborn City."

Adrienn disse di sì con la testa e accettò il foglio, per poi mettersi a leggerlo con attenzione. "Grazie, signorina. Vediamo un po'... hmm... quindi, alcuni membri della Banda Magma e della Banda Idro... compresi i loro capi... hanno deciso di meettersi a laavorare anche loro per il recupero di Reborn City? Questo non può che farmi piacere... ma avrei un suggerimento da fare."

La giovane donna sbattè gli occhi, chiedendosi cosa avesse in mente il ragazzo. "Ehm.... sì, certo. Qualunque idea lei abbia, siamo ben disposti ad ascoltarla." affermò.

"Grazie..." rispose Adrienn. Si fermò per un attimo per dare un'altra occhiata ai documenti che aveva per le mani, e disse di sì con la testa. "Penso che... perchè i nostri sforzi abbiano un effetto più apprezzabile, dovremmo essere più organizzzati. In pratica... formare una sorta di piccola organizzazione che diriga e gestisca i lavori di riassetto. In questo modo... potremmo lavorare in maniera più intelligente ed efficace."

"Non è stato lei l'unico ad avere questa idea." rispose la giovane donna. "Se devo essere sincera... anch'io avevo proposto un'idea simile, e stiamo ancora organizzando delle vere e proprie squadre di spazzini, raccoglitori e soccorritori. Ci sono ancora molte persone che vivono all'addiaccio per le strade di Reborn City... e dare a tutti loro un tetto sopra la testa e un posto dove ripararsi dal freddo e dalla pioggia... aiuterebbe a dare ad altre persone più dignità, e a far risollevare la nostra città."

"E' vero..." affermò Adrienn. "Anche questo è un elemento da prendere in considerazione. Sì, c'è molto da fare, e dobbiamo fare il possibile per migliorare le condizioni di vita degli abitanti della nostra città. Vorrebbe chiedermi di unirmi al vostro progetto, vero?"

"Mawile!" affermò la sua Pokemon.

La ragazza fece un sorriso. "Beh... se lei volesse, sarebbe sicuramente un valido aiuto." affermò. "Da soli, non possiamo fare molto. Ma se ognuno di noi mette assieme tutto quello che sa fare... ecco che la situazione è diversa."

"Approvo questo modo di pensare. E ho l'impressione che molti abitanti di Reborn la pensino allo stesso modo." replicò Adrienn. "Bene, allora... consideratemi uno di voi. Farò tutto quello che c'è da fare per rimettere in sesto la nostra città."

"Ottimo. Benvenuto a bordo, signor Adrienn!" affermò la ragazza. "A proposito, il mio nome è Sandy. Mi occupo della gestione dei documenti... e delle squadre di pulizia! Sarà un piacere e un onore per me lavorare assieme a lei!"

"Lo stesso vale per me!" rispose Adrienn. "Allora, quando possiamo iniziare?"

"Trio! Trio!" rispose il Pokemon di Terra accanto a Sandy. Come se volesse dire 'anche subito se vuoi'.

 

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"Allora, signor Radomus... lei ha davvero deciso di tornare a Reborn City?" chiese educatamente Luna all'eccentrico maestro di scacchi, mentre appoggiava due bicchieri di acqua tonica, saientemente decorati con cubetti di ghiaccio, fettine di limone e foglie di menta, sul tavolo al quale Radomus e Gossip Gardevoir stavano giocando una partita del loro gioco preferito. Erano ormai quasi due ore che erano seduti lì, a meditare sulle prossime mossse da fare, e a fare un po' di dotta conversazione. Luna era un po' dispiaciuta del fatto di non essere abbastanza istruita o intelligente da poter dire la sua, per quanto Radomus non la avesse mai respinta... anzi, in più di un'occaasione l'aveva invitata a dire la sua e ad unirsi a loro.

"Grazie, Luna." ringraziò Radomus con un sorriso appena accennato. Con dei movimenti lenti e tranquilli, che si addicevano al suo modo di fare razionale ed aristocratico, Radomus prese un sorso di acqua tonica e appoggiò il bicchiere accanto ai pezzi che aveva preso a Gardevoir. Ancora solo cinque pezzi, di cui tre pedoni. Era migliorata, inutile negarlo.

Dopo aver raccolto i pensieri, Radomus guardò in direzione di Luna e disse di sì con la testa. "Sì, mi sembra che sia la cosa giusta da fare." rispose finalmente. "E' già passato troppo tempo dall'ultima volta che ho visitato quella... ridente cittadina, ed è giusto che anch'io faccia la mia parte."

"Non sarò certo io a mettere in discussione le sue decisioni, signor Radomus." affermò telepaticammente la Pokemon Psico/Folletto. "Tuttavia, vorrei chiederle se è davvero sicuro di questa sua decisione. Dopotutto, lei ha avuto i suoi motivi per le sue decisioni, e per aver scelto di vivere lontano da quel posto."

"Lo so. A volte nella vita si prendono delle decisioni che, nell'impulsività del momento, ci sembrano definitive." rispose tranquillamente il maestro di scacchi. Finalmente, l'ispirazione lo colse, e Radomus spostò il suo cavallo in modo da minacciare un alfiere nemico, restando appena fuori dalla portata della torre. Ma poi, quando ci si ferma a pensare, ci si rende conto che è possibile tornare sui propri passi. Soprattutto quando certe decisioni sono state prese troppo impulsivamente."

"Lei... non mi sembra il tipo da prendere decisioni impulsive, signor Radomus." affermò Luna senza scomporsi. "La vedo sempre così calmo, posato e razionale."

"Sei gentile ad avere tanta stima di me, Luna. Ma io sono un essere umano come tutti." rispose l'uomo. Gossip Gardevoir decise finalmente sulla prossima mossa da fare, e usò la sua telecinesi per spostare un pedone lungo la scacchiera. Radomus si accorse in quel momento che stava raggiungendo la sua parte di scacchiera, dove avrebbe potuto essere promosso. Una strategia niente male, da parte di Gossip Gardevoir. Il pedone era sempre il pezzo più debole, e al tempo stesso il più forte...

"Quello che voglio dire..." continuò Radomus, anche mentre continuava a ragionare per contrastare la tattica della Pokemon Abbraccio. "E' che come tutti gli esseri umani, anch'io posso farmi prendere dall'impulso. Sono una creatura fatta di carne, di razionalità e di emozioni. Possiamo scegliere di ignorare le nostre emozioni, ma non siamo in grado di liberarcene del tutto. E perciò, tutti noi possiamo prendere delle decisioni che in seguito, a mente fredda, ci rendiamo conto non essere state le migliori."

Gossip Gardevoir prese asua volta un sorso di bibita. "Se non le dispiace che io dica questo, padron Radomus, è passato un bel po' di tempo prima che lei si convincesse che quella decisione non è stata la migliore."      

"Anche questo è vero..." disse l'uomo con un sospiro. "Non voglio nascondere a me stesso la verità. Solo se si è onesti con sè stessi ci si rende davvero conto delle motivazioni che ci spingono ad agire in un certo modo... e anche allora, ci saranno sempre delle contraddizioni. Ma questa è una parentesi, una digressione. Il punto è, che ognuno di noi ha il suo modo di ragionare, e di affrontare i problemi. Io mi sono reso conto solo adesso che ho sbagliato perchè fino ad adesso non ho voluto fare quell'esame di coscienza che mi avrebbe convinto a compiere questo passo. Ma adesso... ho preso la mia decisione."

"C'entrano in qualche modo quei ragazzi che abbiamo incontrato e ospitato?" chiese l'elegante Gardevoir.

Radomus mosse un pedone, in modo da minacciare quello che Gossip Gardevoir stava facendo avanzare. "Sono stati un fattore importante, sì." rispose candidamente. "Ho avuto modo di mettere molti elementi in prospettiva. Li ho guidati, certo, ma visto che ho la possibilità di fare di più... dire che adesso tocca a loro e che non dovrei interferire suona come una scusa per non fare la mia parte."

"Comrendo la sua posizione, signor Radomus... quand'è così, potrei chiederle un favore?" chiese Luna. "Spero... che questo non le dia disturbo."

"Assolutamente no, ragazza mia. Chiedere è lecito, e rispondere è cortesia." affermò il maestro di scacchi. Si distrasse giusto un attimo per fare un paio di calcoli e cercare di prevedere come sarebbe andata se avesse cercato di spostare quell'alfiere... no, sarebbe stata una mossa in apparenza utile, ma in realtà dannosa. "Dimmi pure... che cosa vorresti?"

"Ecco... mi farebbe molto piacere, se fosse possibile che io la accompagnassi a Reborn City. So che il mio compito è quello di badare a questo castello, e fare in modo che tutto resti in ordine, ma... temo per la sua incolumità, padron Radomus. Si è fatto dei nemici molto pericolosi nel Team Meteora e nella Chiesa d'Alfa, e io stessa credo che non sarei al sicuro se rimanessi da sola qui al maniero..."

"Crow, crow!" Il suo Honchkrow, Jubjub, svolazzò accanto a lei come se stesse protestando per la mancanza di fiducia. Il fiero Pokemon corvo ripiegò le ali contro il corpo e levò in aria la testa, in modo da darsi un contegno... e Luna lo accarezzò delicatamente sulla schiena, con grande imbarazzo del Pokemon Buio/Volante!

"So che tu e i tuoi compagni siete sempre pronti a difendermi, Jubjub." rispose Luna, volendo assicurarsi di non aver involontariamente offeso i sentimenti del suo amico. "Ma non posso pensare che il Team Meteora non approfitterà di questa occasione per cercare di catturarmi. Anch'io sono un loro bersaglio, dopotutto, e viaggiare assieme a padron Radomus mi renderà senza dubbio un bersaglio un po' più difficile. Ovviamente, sempre se  a padron Radomus la cosa non dà problemi..."

Il maestro di scacchi interruppe la sua partita. Questa era una domanda da parte di Luna che meritava tutta la sua attenzione. In effetti, quello che diceva Luna aveva senso. Aveva l'impressione che il Team Meteora sarebbe venuto a sapere, in qualche modo, che Radomus e Gossip Gardevoir erano lontani e non avrebbero potuto proteggere Luna. Sarebbe stata per loro l'occasione perfetta per colpire, e Radomus non aveva voglia di correre rischi.

E da un punto di vista... beh, non secondario, Radomus non era così insensibile da definire secondari i sentimenti delle persone... ma sicuramente emotivo, gli avrebbe fatto piacere godere della compagnia della figlia adottiva in quel frangente. In fondo, anche con il nome che si ritrovava, Luna era stata un raggio di sole che gli aveva permesso di trovare una speranza anche nel momento più buio della sua vita. Portarla con lui e con Gardevoir avrebbe significato avere un supporto in quel covo di malvagità e decadenza che era Reborn City, anche se voleva dire doverla tenere d'occhio in modo che non si cacciasse in qualche guaio, o non attirasse l'occhio di qualche malintenzionato.

Alla fine, Radomus decise che valeva la pena di esaudire questo suo desiderio. "Va bene, Luna. Sono d'accordo." rispose infine. "Dopotutto, anche tu ti sei meritata di uscire un po' da queste quattro mura e vedere un po' il mondo. Anzi, secondo me dovresti sentirti più libera di andare dove vuoi. Ti dico solo di stare attenta. Reborn City è un luogo infido e pericoloso, e sarà necessario restare tutti assieme e non farci distrarre da nulla. Immagino che questo non sia un problema, vero?"

"Io mi sono sempre attenuta ai suoi consigli, padron Radomus. Sarà lo stesso anche questa volta." rispose Luna con un inchino e un piccolo sorriso. Gossip Gardevoir apparve sorridere a sua volta, contenta di poter avere al suo fianco la sua amica anche in quello che si preannunciava come un viaggio piuttosto pericoloso. Se non altro, potevano contare sull'aiuto reciproco.

"Crow!" Anche Jubjub volle esprimere la sua contentezza per la decisione.

"Hehee... sì, lo so che fa molto piacere anche a te, Jubjub." disse la biondina mentre si rimetteva a posto il vestito da cameriera. "Tranquillo, sono sicura che andrà bene. Finchè stiamo uniti, sono sicura che potremo sempre contare l'uno sull'altro."

"Va bene, Luna. Vorrà dire che andremo tutti assieme a Reborn City." concluse Radomus, rivolgendo poi la sua attenzione alla partita che stava giocando con Gossip Gardevoir. Dopo aver fatto qualche rapido calcolo, spostò la torre e riuscì a catturare un cavallo nemico, mettendo la sua avversaria in una posizione difficile. La Pokemon Psico/Folletto si massaggiò la testa, un po' infastidita per aver fatto un errore così ingenuo, ma si concentrò nuovamente sulla scacchiera e cercò di pensare ad una strategia per rimediare. "Credo che questa occasione sarà ottima per recuperare un po' di tempo, e fare un po' di chiarezza. Oltre che sistemare le cose con il Team Meteora e i nostri amici della Chiesa d'Alfa."

"Speriamo di poter discutere con alcuni di loro." disse Luna, la cui espressione si era fatta contrita. "Spero che si rendano conto che stanno lasciando che il loro zelo li accechi al male che fanno agli altri."

"Non so se sarà possibile, mia cara Luna..." rispose telepaticamente la graziosa Pokemon Abbraccio, la cui voce telepatica suonava dolce e tranquillizzante alla mente della biondina. "Faremo di certo tutto il possibile per raggiungerli, e cercare di convincerli. Ma... ho visto molte persone del Team Meteora, e ho visto che molti della Chiesa d'Alfa sono terribilmente convinti di quello che fanno."

"Ci sono tante versioni di giustizia quante sono le persone, mia piccola Luna." continuò tranquillo Radomus. "Ti accorgerai che ognuno di noi è il protagonista della propria storia. La maggior parte delle persone... prendono le decisioni che pensano siano le più giuste, quelle che porteranno al bene maggiore per noi e per tutti gli altri. Anche molti del Team Meteora sono convinti di fare del bene... purtroppo, però, non si rendono conto che la strada che stanno seguendo, li porterà alla perdizione."

Luna restò in silenzio, e riflettè sulle parole di Radomus. Aveva senso, tutto sommato... se la maggior parte degli uomini del Team Meteora non fosse stata veramente convinta di quello che stava facendo, non avrebbero certo potuto seguire i loro capi fino a quel punto. E molti della Chiesa d'Alfa erano davvero convinti di fare la volontà di Arceus... come anche suo padre...

Era proprio per questo che Luna non voleva più avere a che fare con lui... la sua capacità di voler bene al prossimo era svanita, sostituita da nient'altro che dogma religioso...

"Capisco... cercherò di tenerlo a mente, padron Radomus." affermò Luna, il cui tono adesso si era fatto dimesso. "Ma... non posso dire che questo renda giusto quello che fanno. Stanno... stanno rovinando le vite di così tante persone... e tante ancora soffriranno per colpa loro, se non verranno fermati. Se non possiamo convincerli... credo proprio che dovremo combattere."

"Kroooow!" gracchiò Jubjub, in accordo con la sua allenatrice.

Radomus si sfregò il mento con espressione soddisfatta, e disse di sì con la testa. Sicuramente, quel ritorno a Reborn City poteva essere un modo per riconciliarsi con il passato, e capire come portare un po' di ordine in questo caos...   

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Chiedo scusa per il tempo che ci ho messo ad aggiornare. Purtroppo, gli impegni di tutti i giorni non mi lasciano tutto il tempo che vorrei per scrivere, e qualche volta non ho ispirazione. Comunque, dal prossimo capitolo vedremo Vera e i suoi compagni in azione per cercare di scovare la base segreta del Team Meteora vicino a Labradoria, e confrontarsi una volta di più con Astro ed Eclisse! E intanto, seguiremo anche Heather ad Ametripoli, e la sua amichetta Shelly che cerca di raggiungerla...

Alla prossima, e buon proseguimento!

 

 

 

 

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Capitolo 77
*** Nelle viscere della montagna ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 77 - Nelle viscere della montagna

 

"Questo posto è... inquietante." commentò Hitomi, mentre lei e il suo Walrein si facevano lentamente strada attraverso i cunicoli che attraversavano la più alta catena montuosa di Reborn, in lento ma progressivo avvicinamento al loro nuovo obiettivo. Era un autentico dedalo di caverne ghiacciate, in cui anche i Pokemon vaganti erano rari. Tutto quello che era riuscita a vedere fino a quel momento era qualche gruppetto di Woobat - no, non c'erano neanche gli onnipresenti Zubat, in quel postaccio - e alcuni Pokemon di tipo Ghiaccio che per loro natura potevano adattarsi all'ambiente inospitale. Qualche Cryogonal, Bergmite... e in un certo momento, lei e Max erano sicuri di aver visto un Vanillish che faceva capolino da uno spuntone di roccia ghiacciata e li salutava con espressione allegra prima di scomparire di nuovo tra la neve.

Dopo una lunga camminata attraverso le caverne ghiacciate, il terreno aveva cominciato a farsi più regolare. Il che, per Vera e i suoi compagni, non era esattamente un buon segno. Voleva dire che si stavano avvicinando al covo del Team Meteora di cui Saphira aveva parlato loro, e questo voleva probabilmente dire che si profilava uno scontro difficile. Vera aveva fatto uscire Glaceon e Blaziken, ed ora entrambi i suoi campioni stavano andando in avanscoperta, avanzando a pochi metri dal gruppo. Si avvicinarono ad una brusca curva ad angolo retto che dava su una zona più ampia, dalla quale proveniva una luce che non poteva certo essere naturale. A meno che da quella parte non ci fosse qualcosa di veramente inconsueto...

Glaceon si avvicinò per primo all'angolo, contando sulla sua colorazione per mimetizzarsi tra la neve e il ghiaccio. Furtivamente, la Eevolution glaciale avanzò, semisommersa nella neve, e diede un'occhiata a ciò che emanava quella strana luce. Come si aspettava, era una luce artificiale che proveniva da un'arcata in cemento ed acciaio che appariva scolpita nel muro davanti a loro. E, come era prevedibile, non era incustodita. Davanti ad essa si trovavano non meno di quattro guardiani, quattro massicci Pokemon che ricordavano degli orsi bianchi che camminavano sulle zampe posteriori, con le braccia muscolose, le mani dotate di corti artigli grigi, e una sorta di "barba" composta da cristalli di ghiaccio. Si aggiravano con espressione ostile nello spiazzo davanti alla porta, alla ricerca di intrusi, e Glaceon ebbe il buon senso di nascondersi ancora più in profondità nella neve. Si trattava, senza alcun dubbio, di un gruppo di Beartic, Pokemon di tipo Ghiaccio originari di Unima, conosciuti per il loro carattere irascibile e la loro mostruosa forza fisica.

Non c'era davvero da stupirsi se, con delle guardie di questo calibro, il Team Meteora non si preoccupasse più di tanto di lasciare dei soldati di guardia. Quei massicci Pokemon Glaciali erano deterrenti formidabili per qualunque tipo di avversario.

Ovviamente, questo non voleva dire che avrebbero rinunciato ad introdursi là dentro... ma la presenza di avversari così validi già all'ingresso della base suggeriva ancora più prudenza del solito. Glaceon restò immobile dov'era finchè non fu sicuro che nessuno di quei quattro enormi plantigradi si fosse accorto di lui, poi iniziò lentamente a ritirarsi, e raggiunse Blaziken che lo aspettava dietro l'angolo, appena fuori vista.

"Blaziken?" chiese a bassa voce il galletto kickboxer. Glaceon fece un cenno con la testa e lo invitò a retrocedere, di ritorno nel corridoio dove Vera e gli altri stavano aspettando.

"Avete visto qualcosa, ragazzi?" chiese Vera, ormai pronta ad attendersi di tutto. Accanto a lei, Ritchie e Sparky stavano attendendo in silenzio.

Glaceon si avvicinò alla sua allenatrice, e anche il resto del gruppo si raccolse intorno alla coordinatrice castana per scoprire cosa il Pokemon Ghiaccio avesse visto. Quest'ultimo cominciò a raccontare, e Vera annuì lentamente quando ebbe finito. "Hmm... capisco. Grazie, Glaceon, non sarebbe davvero stata una buona idea saltare fuori e attaccare. Solo che adesso mi viene da pensare che non sarà per niente facile passare senza dare l'allarme. Magari quei Beartic non sono neanche fuori dalla nostra portata, ma..."

"Hmm... meglio non sottovalutarli. Potremmo pentircene amaramente." rispose Aya, e cominciò a dare un'occhiata alle sue Pokeball, nel tentativo di determinare quale Pokemon avrebbe potuto essere utile. Il suo sguardo si posò su una Pokeball decorata con un adesivo che rappresentava un Tentacool che nuotava tranquillo.   "E va bene... vediamo come se la cavano contro questo Pokemon. Vai, Tentacruel!"

Aya lanciò la Pokeball, che si aprì di scatto a mezz'aria. Il Pokemon che ne uscì era di aspetto difficilmente confondibile: una enorme medusa celeste con tre gemme rosse incastonate ai lati e sulla fronte del suo corpo, un paio di piccoli occhi acuti e numerosi tentacoli lunghi e sottili di colore grigio-marrone.

Vera rabbrividì e fece un'espressione di comico spavento alla vista della creatura. "Ugh... accidenti, ma perchè proprio un Tentacruel?" si chiese, a voce abbastanza alta perchè Max la sentisse.

"Non mi dirai che hai ancora paura dei Tentacool e dei Tentacruel, sorellina!" sussurrò ironico. "Sai quanto ti prenderebbe in giro Misty, se fosse da queste parti..."

Vera storse il naso. "Ho imparato a non farmi prendere dalla paura, ma questo non significa che all'improvviso abbiano cominciato a piacermi, fratellino!" rispose con un po' di fastidio. Blaziken e Glaceon alzarono gli occhi al cielo, ma non fecero commenti.

"Pika pika..." commentò Sparky.

"Non male il tuo Pokemon, sorellina." commentò Cain, mentre dava un'occhiata al maestoso Pokemon Acqua/Veleno. Tentacruel affondò i tentacoli nella neve e fissò Cain di rimando, un po' infastidito da tutta quell'attenzione. "Ma cos'hai intenzione di fare? Non credo che il tuo Tentacruel potrà fare molto contro anche un solo Beartic, figuriamoci quattro."

"Aspetta e vedrai, fratellino. Non è solo con la forza che i Pokemon vincono i combattimenti." affermò la ragazza dai capelli viola. Per una volta, Aya fece un sorriso e guardò Pietro con sguardo di intesa, per fargli capire che aveva in mente una strategia che avrebbero dovuto eseguire in due. "Allora, Tentacruel... pensi di poter mandare le tue Fielepunte in un punto preciso?"

"Crueeeel!" esclamò il Pokemon medusa, e agitò alcuni tentacoli come per dire che per lui era uno scherzo.

"Ottimo." sussurrò Aya. "Allora, ascoltami bene... scaglia le tue Fielepunte nella neve più profonda, in modo che sprofondino."

"Credo di aver capito cosa vuole fare." sussurrò Ritchie. "Hmm... credo proprio che se va tutto bene, riusciremo a liberarci di quei Beartic senza problemi."

Vera disse di sì con la testa. "Comunque, Blaziken... Glaceon... tenetevi pronti. Aya e Pietro potrebbero avere bisogno di una mano." raccomandò ai suoi Pokemon. Il galletto kickboxer disse di sì con il becco e alzò le braccia in una posizione di guardia, mentre Glaceon tornava a mimetizzarsi con la neve.

"Anche tu, Sparky. Meglio essere pronti a tutto." si raccomandò Ritchie.

Tentacruel si era già messo a strisciare sui tentacoli, avvicinandosi con cautela all'angolo del passaggio. Il silenzio era pressochè totale, e tutto ciò che il Pokemon medusa riusciva a sentire erano, di tanto in tanto, i grugniti dei Beartic che continuavano imperterriti la loro sorveglianza. Dalla sua posizione, Tentacruel riusciva a vedere le ombre di quei colossi che, alla tenue luce dalle lampade, veniva proiettata sul terreno congelato.

Il Pokemon Acqua/Veleno scacciò i pensieri e prese la mira verso un punto in cui la neve sembrava più profonda. Con precisione invidiabile, Tentacruel scagliò una raffica di spuntoni acuminati che sprofondarono rapidamente nella neve, lasciandosi dietro soltanto una scia violacea appena visibile.

"Ottimo... adesso credo che tocchi a me. Anzi, a noi." sussurrò Pietro. Il ragazzo prese un bel respiro e mandò fuori uno dei suoi Pokemon. "Tocca a te, Sudowoodo. Facciamo la nostra parte."   

"State attenti, voi due." si raccomandò Vera.

"Sudo!" Lo stravagante Pokemon Roccia simile ad un alberello stilizzato apparve accanto a Pietro, ed entrambi si diressero al corridoio che andava verso l'ingresso del nascondiglio del Team Meteora. Si assicurarono che le Fielepunte scagliate da Tentacruel fossero tra loro e i quattro Pokemon di guardia, e che Tentacruel fosse posizionato al fianco del corridoio. Anche Blaziken era pronto a combattere a fianco del Pokemon medusa, mentre Walrein e il Gardevoir di Max si tenevano pronti nella retroguardia. Vera sorrise e fece cenno a Pietro di andare avanti, cosa che l'esperto di Pokemon Roccia fece con un pò di trepidazione. 

Pietro e il suo Sudowoodo uscirono allo scoperto, e non appena il primo dei Beartic si accorse di loro, cominciarono a sbeffeggiarli e ad esibirsi in una serie di buffe prese in giro, in modo da cercare di attirarli verso di loro. "Heeeeeyyyy! Hey voi, plantigradi senza cervello! Perchè non venite qui e non vi misurate con me e Sudowoodo? Avete forse troppa paura? Siete fifoni come un Wimpod? Fatevi sotto se ne avete il coraggio!"

"Sudo! Woodo! Sudo! Woodo!" esclamò il Pokemon Roccia simile ad uno strano albero, e iniziò ad ondeggiare da una parte all'altra per prendere in giro i Beartic! Aya scosse la testa, mormorando qualcosa circa il fatto che certe persone avevano sempre il bisogno di mettersi in mostra, ma la sceneggiata del musicista ebbe il risultato voluto. I Beartic, irritati dalla presenza dei due intrusi, ringhiarono ferocemente e presero ad avanzare verso di loro. Tranne uno che, con una certa sorpresa di Pietro, restò indietro rispetto ai suoi compagni. Con un'esclamazione di allarme, Sudowoodo si spostò da dove si trovava e corse per raggiungere il resto del gruppo nel nascondiglio, e i Beartic si gettarono alla carica come una mandria di bisonti, senza più badare ad alcune distrazione. I giganteschi orsi glaciali coprirono rapidamente la distanza che li separava dal loro bersaglio...

E questo si dimostrò un errore fatale. Proprio quando ormai mancavano pochi metri al loro bersaglio, i Beartic misero le zampe nel punto in cui il Tentacruel di Aya aveva piazzato la sua trappola. Troppo pesanti per essere sorretti, i Pokemon plantigradi sprofondarono in una coltre di neve, e non appena le zampe dei Beartic toccarono il suolo, diverse minuscole spine scivolarono attraverso la loro folta e robusta pelliccia per poi penetrare nel corpo dei malcapitati. Gli orsi polari si fermarono per un attimo per vedere cosa stesse accadendo, prima che il veleno urticante cominciasse a farsi sentire.

"ARRRRRRR!" ringhiò improvvisamente il primo dei Beartic. Il veleno delle Fielepunte stava già cominciando a prosciugare le sue forze, e gli altri due iniziarono ad indebolirsi subito dopo... ma il quarto, che era rimasto a guardia dell'ingresso, si rese conto che c'era qualcosa che non andava e dopo un breve istante di sorpresa, si voltò verso l'ingresso della base segreta e lanciò un ruggito di avvertimento!

"Ah! Attenti, ragazzi, ce n'è uno che sta per dare l'allarme!" esclamò Pietro, colto di sorpresa. "Sudowoodo, cerca di fermarlo con un attacco Frana!"

"Woodo..." mormorò incerto il Pokemon ingannatore. A quella distanza, colpire il Beartic rimasto indietro sarebbe stato un bel problema. Cercò comunque di fare come il suo allenatore gli aveva chiesto, e alzò le braccia-rami in aria. Una raffica di pietre grosse come palloni da basket sfrecciò verso il Beartic rimasto indietro, che interruppe subito il suo ruggito di allarme, e reagì alla minaccia usando il suo attacco Alitogelido: dopo aver preso fiato per una frazione di secondo, l'enorme orso polare soffiò una potente scarica di aria gelida mista a cristalli di ghiaccio, che investì le rocce lanciate da Sudowoodo poco prima che queste potessero raggiungerlo. Alcune riuscirono a completare la traiettoria e raggiunsero comunque il loro bersaglio, ma la maggior parte vennero congelate e si frantumarono a terra.

"Tsk... credevo che ci sarebbero cascati tutti!" esclamò Aya. Il gruppo di allenatori uscì dal loro nascondiglio, e il Blaziken di Vera si lanciò all'attacco contro il Beartic rimasto di guardia, nel tentativo di fermarlo prima che potesse dare l'allarme. Con la velocità tipica delle sua specie, il galletto kickboxer sferrò uno spettacolare calcio rotante a mezz'aria, la gamba avvolta da lingue di fuoco rosse, e colpì l'avversario al torace, scaraventandolo a terra mentre il resto dei Pokemon si occupavano di neutralizzare i Beartic già indeboliti. Il Gardevoir di Max usò un attacco Psichico che sollevò da terra uno dei massicci Pokemon Ghiaccio e lo mise con la schiena contro il muro, per poi far uscire dalla pietra dei tentacoli di roccia che si avvinghiarono attorno ai polsi e alle caviglie del plantigrado, in modo da impedirgli di muoversi per un po'. Il Walrein di Hitomi usò un attacco Corposcontro, che colpì uno dei Pokemon orso... ma quest'ultimo, ancora forte nonostante il veleno che lo indeboliva, afferrò il Pokemon tricheco e lo scagliò via. Walrein atterrò con un potente schianto tra la neve... e un istante dopo, qualcosa di piccolo e veloce si fiondò a tutta velocità contro il Pokemon orso, colpendolo al torace con un calcio volante ben piazzato!

"Bearrrr?" mormorò il Beartic, che ebbe giusto il tempo di vedere un sorriso sardonico su un volto tondo e giallo prima di schiantarsi a terra privo di sensi. Lo Scraggy di Ortilla era riuscito a mettere a segno un potente Calcinvolo, e dopo essersi assicurato che il suo avversario fosse davvero fuori combattimento, si sollevò la pelle in più che aveva attorno attorno alle gambe e se la sistemò meglio sul corpo.

"Bravo, Scraggy! Ora ne resta uno solo, credo..." affermò Ortilla.

In effetti, era rimasto soltanto un Beartic, e anche lui stava avendo un bel po' di difficoltà a vedersela con Drew e la sua Butterfree. La Pokemon farfalla aveva eseguito un attacco Eledanza, volando in una spettacolare figura ad otto, e il suo corpo emanò per un istante una splendente aura bianca. Un istante dopo, la Pokemon Coleottero/Volante fece uno scatto e cominciò a bombardare l'avversario con una raffica furiosa di attacchi Segnoraggio, spostandosi da un'altra parte prima che il gigantesco orso polare riuscisse ad aggiustare il tiro e a sferrare un attacco contro Butterfree. Dopo un po' di insistenza, anche l'ultimo Beartic finì a terra e i suoi occhi si trasformarono in spirali, per segnalare che il Pokemon era stato messo fuori combattimento.

"Wow, complimenti! Io e Sparky... non abbiamo avuto neanche il tempo di pensare ad una tattica!" commentò Ritchie, un po' deluso di non essere riuscito a dare una mano. 

"Blaz..." mormorò Blaziken, tirando il fiato dopo il breve ma intenso scontro sostenuto. Era riuscito a sconfiggere il suo avversario senza difficoltà, ma verso la fine dell'incontro, un attacco Lacerazione del Beartic nemico lo aveva colpito al braccio sinistro. Vera non perse tempo a tirare fuori un flacone di pozione guaritrice e spruzzarlo sul braccio ferito del suo starter, in modo che si riprendesse in fretta. "Blaziken!" rispose il Pokemon Altefiamme, e fece un cenno di ringraziamento con il becco ricurvo.

"Nessun problema, Blaziken!" rispose la bambina castana. "Piuttosto... anche se quel Beartic non è riuscito a dare l'allarme, questo scontro ha fatto un bel po' di confusione. Spero che il Team Meteora non se ne sia accorto... ma temo che sarà difficile."

"Restiamo qui ad attendere, e vediamo se arrivano delle reclute." propose Cain. "Cercate un nacondiglio... se arrivano è meglio se abbiamo la possibilità di coglierli di sorpresa e dare loro una lezione."

"Qualche scagnozzo in meno di cui preoccuparsi, eh? Per me va bene." commentò Aya. I due fratelli si piazzarono ai lati dell'ingresso, ciascuno accompagnato da uno dei loro Pokemon - Nidoking per Cain, e Nidoqueen per Aya. Il resto del gruppo si disperse, ognuno cercando un nascondiglio e attendendo che qualche scagnozzo del Team Meteora apparisse.

Invece, non accadde nulla. Passarono diversi minuti, e non apparve nessuna recluta del Team Meteora. Quando sembrò a Cain che fosse prudente, il ragazzo dai capelli viola fece un cenno ai suoi compagni e ai Pokemon, che si raggrupparono davanti all'ingresso.

"Nido, nidoking!" affermò il Pokemon preferito di Cain, lo sguardo fisso verso il corridoio d'ingresso. Da come si comportava, Cain si rendeva conto che c'era qualcosa che non lo convinceva.

"Non è arrivato nessuno. Forse vogliono farci credere che non hanno sentito nulla per farci abbassare la guardia." commentò Hitomi, tormentandosi il ricciolino che spuntava ribelle dai suoi capelli. In altre situazioni, Vera avrebbe detto che Hitomi era troppo paranoica, ma a quel punto conosceva il Team Meteora abbastanza bene da pensare che poteva davvero essere così. "Io dico di entrare, con molta attenzione e stando attenti alle trappole."

"Hmm... e va bene, immagino che non ci siano altre possibilità. Dobbiamo arrivare in fondo a questa storia." affermò Pietro. "Okay, allora vado io in avanscoperta."

"Ni nido!" rispose prontamente Nidoqueen, una mano alzata e scuotendo la testa per dire di no. Lei e Nidoking si fecero avanti, e senza ammettere contraddizioni, si misero alla testa del gruppo. "Nido?"

"Credo... che ci stiano dicendo di seguire loro." affermò stupita Aya, con tanto di gocciolone di sudore che scendeva lungo la nuca! "Non ricordavo che Nidoqueen fosse così sicura di sè, onestamente..."

"Anche se li conosci da molto tempo, i Pokemon possono sempre riservarti qualche sorpresa... vero, Butterfree?" chiese Drew alla sua graziosa Pokemon farfalla, che emise un trillo acuto e agitò allegramente ali ed antenne. Butterfree svolazzò accanto a Nidoqueen e si posò sulla sua schiena, per poi esclamare qualcosa nell'orecchio della Pokemon Veleno/Terra, che annuì lentamente senza perdere la sua espressione concentrata.

"Okay, allora andiamo pure. Mi raccomando, voi due... andateci piano, potrebbe esserci qualche trappola dietro ogni angolo, per quello che ne sappiamo." affermò Cain. Nidoqueen e Nidoking dissero di nuovo di sì con la testa e cominciarono a condurre i loro compagni all'interno della base segreta.

"Questo posto mette i brividi..." sussurrò Vera. La ragazzina di Petalipoli si stava guardando attorno con i nervi tesi, e stava constatando con i suoi stessi occhi che razza di posto fosse: un lungo corridoio illuminato da alcune luci alogene appese al soffitto, molte delle quali erano danneggiate o fulminate. Il terreno era disseminato di cartacce, pezzi di vetro infranto, calcinacci e anche alcuni rifiuti gettati là e rimasti dimenticati. Vera era sicura che da un momento all'altro sarebbe saltato fuori qualche Pokemon Spettro o qualcosa di altrettanto inquietante... magari un Magnemite o un Cryogonal...

"Però è strano... non sembra che ci sia nessuno. Non vedo neanche una recluta, da queste parti. E questo posto non è neanche stato riordinato, messo a posto, riorganizzato per l'utilizzo... niente!" commentò Ritchie a bassa voce. Il fatto di non vedere nessuna recluta da quelle parti non voleva per forza dire che non ce ne fossero. E ancora non era del tutto convinto che non stessero cercando di architettare un attacco a sorpresa. Il suo fedele Sparky camminava guardingo al suo fianco e muoveva le orecchie in tutte le direzioni, la coda dritta e pronta a captare ogni minimo disturbo.

"E' vero... se davvero il Team Meteora sta utilizzando questo posto come base segreta, mi sarei aspettato che lo tenessero in uno stato un po' più decente." fu la risposta di Ortilla. "Da quello che ho visto, sono gente molto organizzata, e lasciano ben poco al caso. Una base così malridotta... non mi dà l'impressione di essere il posto che loro userebbero."

"Comunque non abbassiamo la guardia, e avviciniamoci con prudenza." sussurrò Drew. Il gruppo continuò ad addentrarsi nel corridoio semibuio, attenti ad ogni possibile segno di minaccia. Ogni tanto, si sentiva un rumore provenire da qualche altra stanza più interna, e alcuni di loro scattavano su per la sorpresa, pronti a difendersi in caso di pericolo... ma non accadde nulla. Sembrava che quei suoni inquietanti fossero lì apposta per snervarli e costringerli a commettere qualche errore dettato dalla paura.

Finalmente, il gruppo raggiunse un ufficio abbandonato, una piccola stanza dove ancora restavano alcuni mobili e una sedia sdrucita posta ad una scrivania rosa dai tarli. Un computer dallo schermo infranto, con a tastiera mancante di diversi bottoni, era stato appoggiato sopra il tavolo, ma a giudicare dalle condizioni sue e del resto della stanza, ormai era del tutto inutilizzabile. Inutile anche cercare di ripararlo...

"Siamo arrivati fin qui, e ancora nessuna traccia del Team Meteora. Eppure dovrebbero essere da queste parti..." commentò Aya con espressione frustrata. Nidoking e Nidoqueen stavano già cercando in ogni anfratto, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse indicare la presenza della pericolosa organizzazione terrorista... e il Bibarel di Ortilla, ora fuori dalla sua Pokeball, stava fiutando i resti degli armadi e dei ripostigli.

"Cerca bene anche tu, Bibby." si raccomandò la piccola coordinatrice, mentre il buffo castoro iniziava ad annusare alcuni armadietti. Bibarel storse il naso per il forte odore di muffa, ma proseguì la ricerca, e raggiunse un altro armadio a doppia anta, chiuso con un lucchetto arrugginito. Interessato a vedere cosa ci potesse essere dentro di tanto importante, il Pokemon castoro afferrò il lucchetto e cominciò a lavorarci sopra con i suoi incisivi affilati, cercando i punti deboli e rosicchiandoli in modo da allentalo. Finalmente, dopo qualche tentativo, il lucchetto già in parte corroso cedette e cadde a terra, rotto in due pezzi. Bibarel tirò un sospiro di sollievo e si ripulì la bocca dal disgustoso sapore del ferro, poi si mise in posa e indicò alla sua allenatrice il lucchetto rotto.

"Bib!" esclamò con orgoglio.

Ortilla si chinò e accarezzò il Pokemon castoro sulla testa. "Ottimo lavoro, Bibby. Adesso vediamo un po' che cosa c'è qui dentro..." disse la ragazzina. Con prudenza, aprì le ante dell'armadio e guardò all'interno. Una nuvoletta di polvere le arrivò in faccia, e Ortilla represse uno starnuto e si passò la mano sulla faccia prima di dare un'occhiata all'interno. Sfortunatamente, non sembrava esserci nulla di interessante, se non qualche foglio ingiallito e sbiadito. "Come temevo. Però... vediamo se questi fogli dicono qualcosa di interessante."

Vera allungò la mano e prese il primo dei fogli. Era così sottile e rinsecchito che la ragazzina temette di romperlo se avesse stretto soltanto un po' di più la presa. Ma per fortuna, c'era ancora qualcosa di leggibile scritto su di esso... e Ritchie tirò fuori una piccola torcia a pile per permetterle di leggerlo.

"Allora, che cosa dice?" chiese Drew. Lui e Max si radunarono attorno a Vera, e il Gardevoir del ragazzino si piazzò accanto a loro, restando in guardia contro ogni possibile minaccia.

Purtroppo, l'ottimismo di Vera si smorzò al momento di dare un'occhiata ai fogli. C'era scritto qualcosa, ma il tempo, l'umidità e mille altre cause avevano fatto sì che l'inchiostro sbiadisse, fino a rendere il tutto illeggibile. La ragazzina riuscì soltanto a vedere qualche parola, che poteva voler dire qualsiasi cosa.

"Hmm... mi spiace, ragazzi, niente chesi possa capire..." rispose Vera. Cercò di aguzzare la vista, ma le parole erano talmente poco visibili che non fece nessuna differenza. "Vediamo... riesco a leggere qualcosa riguardo... PULSE... Magnezone... ehm... poi, che cos'altro c'è qui? Triplo... no, non è la parola giusta..." Scosse la testa e sospirò. "Mi dispiace, non riesco a leggere nulla. Non si vede un cavolo, qui..."

"Peccato, poteva essere un'occasione..." mormorò Ritchie con disappunto. "Però è chiaro che non è tutta qui la base del Team Meteora. Devono essersi nascosti da qualche parte qui attorno."

"E noi dobbiamo scoprire dove..." affermò Aya. "Heh... non avrei mai creduto che una come me avrebbe finito per far parte di un gruppo di resistenza che si oppone alla più potente organizzazione criminale della storia di Reborn. Adesso sono qui con voi a ispezionare uno dei loro covi..."

"E perchè dovrebbe esserci qualcosa di strano, scusa?" chiese Vera con una breve risata divertita. "Anche tu fai del tuo meglio, come tutti noi. Anche tu vuoi liberare Reborn dalla loro tirannia."

"Mi sono svegliata un po' tardi... ma immagino che sia meglio tardi che mai, a questo punto." rispose Aya. "Spero... di rendermi utile, in qualche modo."

Cain mise una mano sulla spalla della sorella minore, che sobbalzò per la sorpresa, ancora non del tutto abituata all'idea di parlare con lui senza alcun dissapore. "Beh, intanto hai dato una mano contro quei Beartic, là fuori. E comunque, non ti preoccupare di essere utile o cose del genere. Fai quello che puoi, e non correre troppi rischi."

"Siamo una squadra, dopotutto. Assieme, possiamo sconfiggere anche il Team Meteora." rispose Pietro, contento di poter contare sul supporto sia di Aya che di Cain. "Quindi... forza, non perdiamo altro tempo e continuiamo a cercare. Da qualche parte ci sarà pure qualcosa che ci metta sulla giusta traccia, no?"

"E' quello che speriamo tutti..." rispose Ortilla. "Okay, Bibby, continuiamo a cercare. Magari da qualche parte c'è un passaggio segreto, o cose del genere..."

 

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Eclisse sospirò e si sfregò la fronte, sentendosi terribilmente stanca. Da quanto tempo stava durando questa ridicolaggine? Da quanto tempo lui ed Astro erano rinchiusi là dentro, perchè Sirius non dava loro altra via di uscita? Finchè non fossero riusciti ad infliggere un colpo decisivo alla resistenza... ma quanto ci sarebbe voluto perchè diventassero un bersaglio per le loro armi più potenti?

Il PULSE... ancora diverse di quelle mostruosità tecnologiche erano in attività, ed erano un asso nella manica per il Team Meteora. E questi erano tra i più potenti che Zel fosse riuscito a creare. Ma l'idea di una simile potenza spaventava non poco la giovane agente scelta. Sotto la guida di Lord Solaris, almeno poteva avere la sicurezza che una simile capacità distruttiva non sarebbe stata usata alla leggera. Forse Lord Solaris era troppo idealista... forse la sua visione non andava esattamente d'accordo con certe realtà dei tempi moderni... ma Eclisse sarebbe stata una stupida a negare che le sue intenzioni fossero di riportare Reborn alla purezza di un tempo. Per quanto brutali potessero essere i suoi metodi, credeva davvero nella sua causa.

Che diversità da Lin... era da quando quella donna demoniaca aveva usurpato il comando del Team Meteora che tutto andava a rotoli...

Un suono di conferma proveniente dalla console a cui stava lavorando attirò la sua attenzione, e la donna sbattè gli occhi in un attimo di sorpresa. Lo schermo ora mostrava lo schema di una enorme macchina PULSE, e a fianco di esso si vedevano delle schematizzazioni di due Pokemon - uno di questi era una sorta di pagliaccio, mentre l'altro sembrava un enorme gambero con una chela sovrasviluppata, addirittura più grande del corpo stesso. Eclisse tirò un sospiro, in parte di sollievo, in parte di incertezza. Era riuscita a fare quello che Sirius voleva... e adesso, come sarebbe andata?

"Sembrava che sia il PULSE Mr. Mime che il PULSE Clawitzer siano ancora in attività. Bisogna solo fare un reboot, e andranno bene." disse tra sè, e con un po' di riluttanza, inserì una sequenza di pulsanti. "Hm... sembra che comunque il PULSE Mr. Mime stia facendo il suo lavoro. Ci vorrà un po' prima che il PULSE Clawitzer sia online, ma una volta che sarà pronto..."

Già, una volta che sarebbe stato pronto. Cosa aveva intenzione di fare il Team Meteora? Lord Solaris aveva inteso quell'arma micidiale come una estrema ratio, considerato quanto distruttiva ed incontrollabile potesse essere. E adesso Sirius aveva intenzione di usarla. Contro cosa, poi? Man mano che le operazioni per rimettere il PULSE-Clawitzer online proseguivano, la giovane provava un brutto presentimento, che si faceva sempre più forte...

I passi rapidi e decisi di Sirius la avvertirono che il suo superiore si stava avvicinando. Lei ed Astro si guardarono negli occhi e poi si voltarono per salutare il loro superiore, che arrivòò dalla porta principale un istante dopo. Al suo fianco, fluttuava uno dei suoi Pokemon più forti e temibili - il suo Chandelure, le cui fiamme scarlatte ardevano lentamente e proiettavano strani giochi di luce ed ombra attorno all'uomo. Il suo occhio bionico scintillava sinistramente alla fioca luce del sotterraneo.

"Comandante Sirius, signore." esordì Astro. si fermò soltanto per schiarirsi la voce, e fece il suo rapporto. "Proprio adesso, mentre stiamo parlando, il PULSE-Mr. Mime sta mantenendo una barriera nei dintorni di Labradoria, e impedisce alla resistenza di raggiungere il nostro quartier generale. Molti membri della resistenza sono riuniti proprio a Labradoria, questo possiamo confermarlo."

"Eccellente." rispose Sirius, senza neanche preoccuparsi di rispondere al saluto dei suoi sottoposti. "E qual è la situazione del PULSE-Clawitzer, dama Eclisse?"

Eclisse provò un brivido freddo che le percorse la spina dorsale. Proprio come temeva... ma non poteva mentire al suo superiore... Sirius avrebbe finito per accorgersene molto presto, e sarebbe andata ancora peggio per lei.

"Il... Il PULSE-Clawitzer è quasi pronto, comandante Sirius." affermò la giovane donna. Chandelure prese qualche centimetro di quota, e le sue fiamme si alzarono un po', come se il Pokemon Fuoco/Spettro volesse intimorire la giovane. "Ecco... noi... stiamo cercando di connetterlo nuovamente alla rete energetica. Dopo... dovrebbe essere pronto a sparare."

Sirius sorrise, un ghigno malvagio che sembrò far risplendere ancora di più il suo occhio bionico. "Bene. Allora sapete già quale sarà il nostro obiettivo." affermò. "Grazie al PULSE-Clawitzer, saremo in grado di eliminare la resistenza, compresa la sua leader Saphira Belrose, in un colpo solo."

"Non c'è la possibilità che la resistenza ne approfitti?" chiese Astro, un po' preoccupato. "Voglio dire, non è che stia discutendo i suoi ordini, comandante Sirius, ma... per poter usare il PULSE-Clawitzer contro i nostri nemici... dobbiamo prima calare la barriera protettiva. Non abbiamo abbastanza energia per farli funzionare enrambi... e anche se fosse stato, non sarebbe comunque possibile far sparare il PULSE-Clawitzer quando il bersaglio è dall'altra parte della barriera protettiva del PULSE-Mr. Mime."

"Tutto quello che dovremo fare sarà disattivare la barriera per una manciata di minuti, il tempo necessario alla norma arma più potente per caricarsi al massimo e radere al suolo Labradoria." tagliò corto Sirius. "Non appena il PULSE-Clawitzer è di nuovo online, attivatelo e scagliate un attacco contro Labradoria. Toglieremo di mezzo un bel po' di quei fastidiosi dissidenti in un colpo solo."

Eclisse riuscì per un pelo ad evitare di mostrare l'orrore che aveva provato nel sentire cosa volesse fare Sirius del PULSE-Clawitzer. Avrebbe dovuto immaginarlo già da parecchio tempo, quando si era parlato di riportare in funzione quella mostruosità... se fosse stata davvero usata contro Labradoria, sarebbe stata in grado di provocare distruzione su vastissima scala, e nessuno degli abitanti sarebbe riuscito a salvarsi! Si trattava di una macchine PULSE davvero spaventosa...

E fu in quel momento, quando si rese davvero conto di quanto le persone a lei care stessero rischiando, che Eclisse cominciò a pensare.

Un'attività pericolosa, dal punto di vista del Team Meteora. Qualcosa che sarebbe potuto costarle il suo posto e forse addiruttura mettere in pericolo la sua vita. Eppure... eppure in quel momento, era costretta a pensare. A come aveva condotto la propria vita, e a quello che le sue azioni avevano provocato, e a quello a cui era arrivata.

Il Team Meteora stava per attaccare Labradoria. Raderla al suolo, con tutti coloro che ci vivevano.

Con suo padre.

Con tutto ciò a cui era legata.

E fu allora che Eclisse finalmente si rese conto della verità che per qualche assurdo motivo le era sfuggita.

Tutti quei discorsi che il Team Meteora faceva su un nuovo mondo, su un futuro migliore, su Reborn che sarebbe potuto tornare ad essere ciò che era stato in precedenza...

...erano soltanto questo. Discorsi.

Il sospetto che Eclisse aveva cercato a lungo di reprimere ebbe la meglio e diventò certezza. Lord Solaris si illudeva e li stava illudendo. Era convinto, sinceramente convinto, della bontà della sua causa... certo, ognuno di noi è l'eroe della propria storia... ma non si rendeva conto di quali danni avrebbe causato in realtà.

Perchè che senso ha vivere in un'utopia, se non hai i tuoi cari con cui condividerla?

Che senso ha un mondo di pace, se è una pace ottenuta con la violenza e la repressione, eliminando tutti coloro che non sono d'accordo?

Eclisse non si era posta queste domande prima di allora. Aveva visto un mondo in cui avvenivano ingiustizie e crimini, in cui alcune persone vivevano nel lusso mentre altre facevano fatica a sopravvivere, e aveva provato vergogna nel fare parte di quell'elite nelle cui mani era stato tutto concentrato. Lord Solaris e i suoi appassionati discorsi su un mondo più giusto l'avevano sedotta, portata a gettarsi alle spalle i suoi privilegi, il suo stesso nome, ed entrare a far parte di quella setta che faceva il lavaggio del cervello alla gente con tutti i loro discorsi. Avrebbe dovuto capirlo subito, quando Lin aveva usurpato il posto a Lord Solaris e aveva trasformato il Team Meteora in un gruppo di terroristi. Ma forse una parte di lei era rimasta tenacemente aggrappata al suo idealismo, e aveva sperato che in un modo o nell'altro, la visione di Solaris potesse diventare una realtà.

Solo ora Eclisse si rendeva brutalmente conto della follia di quel disegno. In nome degli ideali di Lord Solaris, ideali che Lin aveva falsato e corrotto, avrebbe dobuto sacrificare suo padre e i suoi concittadini.

Eclisse non si era ancora persa al punto da non poter più tornare indietro... ma si poteva dire lo stesso del resto del Team Meteora? Di Astro, il suo migliore amico - anche se a volte la sua testardaggine e la sua mancanza di acume la infastidivano non poco?

"Certo... certamente, capiamo quello che bisogna fare." rispose Astro. Eclisse non era sicura se fosse davvero così, o se era lei che si stava arrampicando sugli specchi, ma fu sollevata di sentire un accenno di esitazione nella voce del suo migliore amico. Forse c'era ancora il tempo di impedire a lui e a sè stessa di oltrepassare un limite da cui non sarebbero mai potuti tornare indietro? Era una speranza alla quale adesso Eclisse cercava di restare aggrappata con tutte le sue forze... "Non si preoccupi... provvederemo a riportare online il PULSE-Clawitzer il prima possibile, e... rimuovere la resistenza prima che possa muovere contro di noi."

"Ottimo. Non deludetemi." affermò Sirius. Il suo Chandelure emise un verso inquietante, una sorta di canto che riecheggiò tra le mura della stanza, in modo da ricordare loro che a quel punto il suo superiore non avrebbe più tollerato alcun fallimento. Poi, si girò di scatto e si allontanò, uscendo dalla stessa galleria da cui era entrato. Chandelure lo seguì a breve distanza, e le fiamme che guizzavano sulle sue braccia proiettarono una tetra luce sui muri e sul pavimento...

 

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Ritchie scose la testa dopo aver estratto un cassetto da una scrivania e aver guardato al suo interno. Niente da fare. C'erano soltanti fogli di carta puliti, ingialliti dal tempo. Nulla che potesse dare un'idea dei progetti del Team Meteora, e neanche di dove si trovassero.

"Sembra che qui... non ci sia nulla. Neanche informazioni." dichiarò il ragazzino di Kanto. "Eppure è assurdo che abbiano lasciato quei Pokemon di guardia, se non avevano intenzione di usare questa base segreta. Non ha alcun senso pratico."

"Hai ragione, tesoro. Il che vuole dire, probabilmente, che siamo noi che non stiamo guardando nella direzione giusta." replicò Cain, mentre cercava di riprensare a tutti i posti in cui erano passati. Aya e Pietro guardarono verso di lui, cercando di indovinare a cosa stesse pensando.

"Se io fossi un membro di un'organizzazione terrorista, cercherei di nascondere il mio covo in un punto dove pochi andrebbero a cercarlo." commentò Hitomi. La ragazzina si era messa con le spalle appoggiate allo stipite di una porta e le braccia conserte, e adesso stava cercando a sua volta di pensare a dove il Team Meteora avrebbe potuto nascondersi. "E per quanto riguarda l'ingresso alla mia base... beh, lo andrei a mettere nell'ultimo posto dove a molti verrebbe in mente di cercare. Magari dietro una porta segreta con qualche meccanismo particolare."

"Hmm... l'ultimo posto dove a qualcuno verrebbe in mente di cercare, eh? Vediamo un po'..." disse Ortilla. Decisa anche lei a fare la sua parte, la piccola coordinatrice cominciò a riflettere... e dopo qualche istante, cominciò a venirle un sospetto. "L'ultimo posto dove andrei a cercare un passaggio segreto... è in un luogo dove sono sicura che non ce ne possono essere. Scusate... posso dare di nuovo un'occhiata a quell'armadio?"

"Ah? Certamente... credi di esserti persa qualcosa da quelle parti?" chiese Ritchie. Sparky si sfregò il mento, ed Ortilla si diresse nuovamente verso l'armadio che il suo Bibarel aveva aperto poco prima. Il Pokemon castoro si grattò la testa. Cosa sperava di trovare Ortilla da quelle parti? Avevano già guardato da cima a fondo...

"Ti serve una mano?" chiese Aya, mentre la ragazzina dai capelli turchini iniziava a cercare con i palmi delle mani sul fondo dell'armadio. Dopo qualche secondo in cui non riuscì a trovare nulla, Ortilla sobbalzò quando le punte delle sue dita toccarono qualcosa che svettava appena un po' dal piano dell'ultimo scaffale.

"Ah! Aspettate, credo di aver trovato qualcosa! Forse è solo un pezzo di legno, ma..." affermò, e infilò la testa nell'armadio per vedere meglio. In effetti, adesso che vedeva bene, aveva l'impressione che ci fosse addirittura un interruttore in quel punto. Un interruttore che era stato nascosto molto bene, e che adesso riusciva a vedere soltanto perchè aveva avuto il sospetto che ci fosse qualcosa. "Eccolo lì! Aspettate un momento..."

"Che cosa..." cominciò a chiedere Vera. Il suo Blaziken trasalì quando sentì qualcosa muoversi sotto di sè, e fece un piccolo balzo laterale per evitare di cadere nella botola che si stava aprendo sotto di lui!

Anzi, no, non era una botola. Una sezione del pavimento si era aperta, scivolando via da sotto Blaziken, per rivelare una piccola rampa di scala che scendeva in una galleria segreta! Un corridoio lungo e desolato, con soltanto alcune luci appese ai muri a permettere di vedere dovesi stesse andando...

"Sì! Ce l'abbiamo fatta! Lo abbiamo trovato!" esclamò Ortilla. Il gruppo, per gran parte stupito e contento di aver trovato quel passaggio, osservò per qualche istante le scale, in modo da assicurarsi che non ci fossero trappole... e Sparky si caricò per un istante, e poi scagliò una raffica di energia elettrica nel corridoio. Due meccanismi quasi invisibili posti all'imboccatura del corridoio, andarono in corto circuito con un inquietante rumore di sfrigolamento.

"Pika pika!" affermò il buffo Pikachu con il ciuffo.

"Ottimo lavoro, Sparky. Immagino che quelle fossero delle trappole." rispose Ritchie, e accarezzò il suo Pikachu sulla testa per congratularsi con lui. Sparky rispose con uno squittio soddisfatto, e la squadra iniziò a scendere nel passaggio segreto, sperando che li avrebbe condotti a quello che cercavano. I loro Pokemon si misero in guardia, e presero posizione nella fila in modo da poter intervenire rapidamente se ci fosse stato qualche agguato.

"Tenete gli occhi aperti, qui può esserci di tutto..." disse Max, per poi notare il suo Gardevoir che fluttuava acanto a lui, le mani appoggiate sulle tempie e gli occhi chiusi in segno di concentrazione. "Gardevoir?"

"Percepisco la presenza di tre menti in questo luogo, Max. Oltre alle nostre, ovviamente." la calma voce telepatica del Pokemon Psico/Folletto raggiunse la mente del ragazzino. "Non sono molto distanti da qui. Non credo che possano essere altri che gli uomini del Team Meteora che stiamo cercando."

"Sì... capisco, Gardevoir. Staremo attenti." rispose Max. "Ragazzi... Gardevoir mi dice che ci sono tre uomini del Team Meteora da queste parti. Non so di chi si tratti, ma dobbiamo essere pronti a tutto."

"Non siamo venuti qui pensando che non ci sarebbero stati avversari da affrontare." rispose Aya. "Io... non sono sicura di essere in grado di starvi dietro, ma farò quello che posso."

"Non ti preoccupare, Aya." Pietro mise una mano sulla spalla della ragazza per farle sentire la sua vicinanza. "Siamo tutti qui, e non saranno gli sporchi trucchi del Team Meteora a darci pensiero... dico bene, Cain?"

"Hahahaaa, puoi dirlo forte, futuro genero!" scherzò il ragazzo dai capelli viola. Il viso di Aya assunse un interessante colore tendente al rosso scarlatto, e Drew strizzò un occhio a Pietro, che si sfregò la nuca con una mano per l'imbarazzo. "Comunque, stai tranquilla, Aya. Sono sicuro che io e te possiamo fare un bel lavoretto!"

"Grazie, Cain... e anche a te, Pietro..." rispose Aya con un misto di gioia ed imbarazzo. "Ehm... credo che... che il corridoio stia per finire. Stiamo per giungere in una specie di hall."

"Okay, state attenti. Temo che questo sia un ottimo posto per un agguato." affermò Ritchie. Sparky scese agilmente giù dalla sua spalla e azzardò a dare un'occhiata nella stanza, mentre Gardevoir usava i suoi poteri psichici per scandagliare la zona e cercare di individuare dove fossero i loro avversari.

Dopo alcuni secondi, Gardevoir aprì gli occhi e corrugò la fronte in segno di sospetto. "Nessuno nella stanza qui davanti. Si nascondono nella parte più interna della base." comunicò. "Da qui però non riesco a capire cosa stanno facendo."

"Probabiile che stiano preparando qualche macchina PULSE, come quelle di cui ci ha parlato miss Saphira." rispose Drew. "E va bene. Allora, io dico di andare avanti e fermarli prima che possano completare quello che stanno facendo."

"King!" Il Nidoking di Cain raggiunse a sua volta l'imboccatura della stanza e guardò Sparky come per dirgli che era il momento di andare. I due Pokemon presero fiato ed entrarono con un balzo, pronti a combattere in ogni caso...

Ma, come aveva detto Gardevoir, la loro paura di un attacco si rivelò infondata: non c'era proprio nessuno là attorno. Sentendosi un po' più sicuri, i ragazzi entrarono nella zona più interna della base, e si diressero verso una porta automatica all'altro lato della sala d'ingresso. Con un sibilo sinistro, la porta automatica si spalancò e rivelò la grande sala di controllo che si trovava dietro di essa.

Davanti a Vera e ai suoi compagni si presentò uno spettacolo inquietante. La stanza nella quale si trovavano era ampia e fiocamente illuminata dai numerosi schermi accesi, sui quali si potevano vedere dei grafici incomprensibili e delle immagini prese da qualche telecamera installata chissà dove. Sotto gli schermi erano state piazzate console e tastiere, fin troppo complesse perchè la giovanissima coordinatrice potesse anche solo pensare di usarle. E davanti a due di queste console si trovavano due persone dall'aspetto molto familiare... anche se la luce non era ottimale, Vera riconobbe quasi subito Astro ed Eclisse, i due agenti scelti del Team Meteora che avevano rapito Ortilla alla cerimonia di inaugurazione del torneo di Pokemon di Hoenn!  

"Mi stavo chiedendo quanto ci avreste messo per trovarci." affermò la donna, per nulla sorpresa dall'irruzione della resistenza nel loro covo. Era un'impressione di Vera, o Eclisse sembrava addirittura sollevata?

"Bene, bene... guarda chi si vede. Ci avete messo i bastoni tra le ruote per un bel po', ne converrete." continuò Astro. Il giovane agente scelto del Team Meteora interruppe il suo lavoro, premendo un interruttore sulla console che probabilmente serviva ad impedire a chiunque altro di interferire con ciò che stava facendo. "Ma questa volta, sono sicuro che andrà diversamente."

"Sì, come no." rispose Hitomi, quasi annoiata. "Lo sapete quante volte abbiamo sentito dire la solita tiritera? Perchè non vi risparmiate le frasi fatte e non combattiamo?"

"Se è questo quello che vuoi..." disse Astro. Calciò via una sedia e prese le sue Pokeball... ma Eclisse esitò prima di fare il primo passo. La giovane donna sentiva che era quello il momento giusto per dire la sua, e che forse non avrebbe più avuto una simile occasione.

"E'... proprio necessario tutto questo?" chiese, cogliendo di sorpresa la gran parte del gruppetto della resistenza.

Astro non comprese subito quello che la sua compagna voleva dire. "Heh... sì, immagino quello che pensi, Eclisse." affermò, beatamente inconsapevole. "Questa volta, siamo noi ad avere il vantaggio. Li spremeremo come limoni, e poi li raccoglieremo con il cucchiaino."

"No, non hai capito proprio niente di quello che volevo dire!" sbottò la donna, gli occhi alzati verso il cielo. A quel punto, anche Vera e i suoi compagni avevano compreso che c'era qualcosa di strano. Che cosa stava cercando di dire, quella donna?

"Che... che significa? C'è... qualche dissapore nel Team Meteora?" chiese Vera a nessuno in particolare. Gardevoir sbattè gli occhi confuso, e sia Drew che Max alzarono le spalle, per dire che non sapevano nulla nemmeno loro... 

"Eclisse?" chiese Astro, interdetto. "Cosa... cosa volevi dire, allora?"

Nonostante tutto, Eclisse non aveva ancora deciso di arrendersi. Con riluttanza, ma anche con fermezza, la giovane donna controllò di avere tutte le Pokeball alla cintura, e si fece avanti. "Lascia perdere, Astro... per il momento, è più importante portare a termine il nostro compito." affermò, per poi guardare Vera dritta negli occhi. "Volete saperne di più, vero? Bene, se riuscirete a sconfiggere me ed Astro, allora vi racconterò tutto! Vediamo se siete all'altezza! E vi avverto, non siamo gli stessi delle ultime volte! Vai, Lunatone!"

"Solrock, tocca a te!" esclamò Astro. I due Pokemon Roccia/Psico così simili ad un sole e una falce di luna uscirono dalle loro Pokeball e si librarono in volo ad appena un metro da terra, entrambi circondati da una splendente aura rosata. Malgrado Eclisse non fosse del tutto convinta di ciò che stava facendo, entrambi i loro Pokemon erano carichi e decisi a combattere.

"Non... non ho la più pallida di cosa vogliate dire... ma se è una battaglia di Pokemon che volete, saremo lieti di darvela, miei cari!" affermò Cain con un gesto elegante del braccio. "Signori e signore... permettete che mi occupi io di questi... graditi intrattenitori?"

"Ti do una mano io, Cain." affermò Aya. "Non ti ho aiutto quando avrei dovuto, ma... questa volta non mi tirerò indietro! Sarò al tuo fianco come avrei sempre dovuto fare!"       

"Queen!" Nidoqueen si piazzò audacemente di fronte ad Aya, fianco a fianco con il Nidoking del fratello, e si mise in guardia.

"Heh... grazie, sorellina!" commentò Cain. Non che avesse mai dubitato di lei, ma sapere di poter contare sul suo aiuto non faceva che aumentare la sua sicurezza. "Okay, signori del Team Meteora, credo proprio che possiamo cominciare. Sarà una sfida interessante."

"Cain, Aya... siete sicuri di potercela fare?" chiese Hitomi.

La ragazza dai capelli viola fece un cenno affermativo. "Tranquilla, piccola. Non posso dire di essere sicura di me al cento per cento... ma questa volta, farò il mio dovere fino in fondo."

"Va bene. Ma se siete in difficoltà, noi siamo qui e pronti a darvi una mano!" rispose Vera. "Okay, ragazzi... adesso facciamo un po' di spazio a Cain ed Aya! Buona fortuna, voi due!"

"Auguri, Aya... e anche tu, Cain!" rispose Pietro. Il ragazzo dai capelli viola rispose voltandosi verso il gruppo e mandando un bacio con una mano.

"Siete consapevoli, vero, che due Pokemon di tipo Veleno sono in serio svantaggio contro due Pokemon di tipo Psico?" chiese Astro, fissando poco convinto Nidoking e Nidoqueen, che nondimeno apparivano sicuri di loro stessi.

Cain non si preoccupò più di tanto. "E tu sei consapevole, figliolo, che non è solo il tipo a decidere il risultato di un incontro?" rispose, con un sorriso che ad Astro sapeva quasi di presa in giro. "Bene, signori... adesso credo che sia giunto il momento di far vedere quello che sappiamo fare. Si dia pure inizio alla battaglia."

Eclisse disse di sì con la testa. Concordava al cento per cento con quello che diceva Cain - e sperava con tutto il cuore che la resistenza desse una volta di più prova del suo valore.

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E anche questo capitolo è pronto! Spero di non avervi fatto aspettare troppo, sto cercando di scrivere quanto più possibile nel tempo che ho a disposizione... XD

Nel prossimo capitolo, vedremo una battaglia in piena regola! Cain ed Aya affrontano Astro ed Eclisse... saranno in grado di dare prova di sè e a fermare le macchine PULSE prima che possano essere attivate? E che cosa ha intenzione di fare Eclisse? Certo non è mai stata la più convinta sostenitrice dell'organizzazione, ma a questo punto sembra che stia seriamente pensando di mollare.

Grazie ancora per la vostra attenzione... e ci vediamo, spero il prima possibile!

Buon proseguimento!

 

 

 

 

 

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Capitolo 78
*** La battaglia dei fratelli ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 78 – La battaglia dei fratelli

 

Nella sala controllo nascosta nelle viscere della montagna, la tensione stava aumentando sensibilmente. Vera e i suoi compagni avevano l'impressione che la temperatura fosse salita di qualche grado... anche i loro Pokemon sentivano che l'atmosfera si stava surriscaldando, e Sparky fece cenno al resto del gruppo di lasciare a Cain, Aya e ai loro Pokemon un po' di spazio. Con un cenno della testa, Nidoking ringraziò per la considerazione, poi si apprestò ad affrontare Solrock e Lunatone.

"Non possiamo perdere... il Team Meteora deve uscire vincitore, a tutti i costi." sussurrò tra sè Astro. "Se... se non riusciamo a raggiungere il nostro obiettivo... allora tutte le colpe di cui ci siamo macchiati saranno state per niente. Non mi importa se finirò per dannarmi l'anima, il nuovo mondo del Team Meteora deve sorgere!"

"Grazie, ragazzi... faremo senz'altro del nostro meglio!" affermò Aya, ora sentendosi più sicura di sè. "Ancora non sono sicura se sono degna di combattere al fianco di chi sta rischiando tutto per salvare Reborn dal Team Meteora... ma farò quello che posso per non deludervi."

"Bene, possiamo cominciare, direi!" affermò Cain. "E se permettete... Nidoking, parti con un attacco Abbattimento!"

"Buona fortuna, ragazzi!" esclamò Ortilla, usando le mani come megafono. "Siamo tutti dalla vostra parte, fate del vostro meglio!"

"Altaria!" esclamò Alty, come a voler dare inizio al combattimento.

"King!" ringhiò il Pokemon Veleno/Terra. Una grossa pietra tonda apparve dal nulla nella mano artigliata di Nidoking, che la scagliò contro il Solrock dei suoi nemici con potenza e precisione, come se fosse stata una palla da baseball!

"Solrock, Confusione!" ordinò Astro. La meteora vivente illuminò gli occhi, e la pietra si fermò a mezz'aria, tenuta ferma da una forza invisibile, per poi essere scaraventata indietro verso Nidoking... ma quest'ultimo non venne colto di sorpresa e sferrò un colpo di coda che frantumò la pietra.

"Lunatone, usa Psicoshock su Nidoking!" ordinò Eclisse, sperando di approfittare del momento in cui Nidoking non era in guardia. Lunatone si voltò di scatto e circondò il proprio corpo di un'aura rosata, poi cominciò a ruotare su sè stesso ed emise una raffica di ondate di energia mentale in direzione di Nidoking.

"Protezione, Nidoqueen!" esclamò Aya prontamente, prendendo l'iniziativa. La Pokemon Trapano si piazzò in mezzo tra Nidoking e Lunatone, e creò una barriera semitrasparente sulla quale lo Psicoshock di Lunatone si infranse senza fare danni! Si sentì un suono acuto, come vetro che andava in frantumi, e l'energia psichica si dissipò, lasciando il Pokemon simile ad una falce di luna confuso e frustrato. Nidoqueen si mise in guardia e fece un sogghigno, poi mosse la mano per incitare gli avversari a fare sul serio.

"Wow, sorellina! Sembra che vederti più sicura di te abbia fatto bene anche a Nidoqueen!" affermò Cain. Aya fece un'espressione imbarazzata e si sfregò la nuca con una mano, ma cercò di darsi un tono.

"F-fratellino! Se... se hai il tempo di dire queste cose imbarazzanti, allora hai anche il tempo di darti da fare per sistemare questi due, no?" esclamò.

"E' proprio il mio tipo!" commentò estasiato Pietro, voltandosi verso Vera e Ritchie per tessere le lodi della sua amata. La ragazzina di Hoenn si limitò a sorridere e ad annuire.

Tuttavia, Astro ed Eclisse si erano appena scaldati, e ai due fratelli apparve chiaro che i due soldati d'elite del Team Meteora avrebbero presto iniziato a fare sul serio. Eclisse prese fiato, come se si stesse preparando a fare qualcosa di drastico, e diede l'ordine che aprì il combattimento vero e proprio. "E va bene. Lunatone... adesso usa Cosmoforza per proteggerti!"

"Luuuuunaaaa!" Il Pokemon Meteorite si inclinò, dondolò da una parte all'altra, e creò una bolla di energia rosa tutt'attorno a sè, che pulsò per una frazione di secondo prima di essere riassorbita dal corpo roccioso di Lunatone. La superficie del corpo del Pokemon Roccia/Psico venne percorsa da una raffica di lampi rosati, e i Pokemon Veleno/Terra ebbero l'impressione che si fosse irrobustito notevolmente.

"Grazie, Eclisse! Ora tocca a me... Solrock, attacca con Turbofuoco!" esclamò Astro.

Solrock si sollevò in aria, declamando il proprio nome mentre una serie di fiammelle si accendeva sulle punte dei "raggi" che si dipartivano dal suo corpo. Solrock eseguì uno spettacolare volteggio su sè stesso e scagliò una raffica di fiammelle che raggiunsero il pavimento vicino a Nidoking e Nidoqueen. Immediatamente, le fiamme si levarono alte attorno ai due Pokemon, che si ritirarono di un passo e si misero schiena contro schiena, per cercare di ripararsi il più possibile dall'alta temperatura e pensare a cosa fare.

"Ah! Cavolo, questo non ci voleva... adesso i nostri Pokemon non possono più schivare i colpi!" affermò Aya preoccupata. C'era anche il fatto che, con le fiamme così alte, avrebbero fatto fatica a prendere la mira contro i loro avversari...

Tuttavia, Cain non mostrò segni di paura, anche se si fece più serio e concentrato. "Tranquilla, Aya. Ci sono parecchi modi per aggirare un muro di fuoco... adesso, Nidoking, usa il tuo attacco Supersuono!" esclamò il ragazzo.

"Non ne avrai il tempo!" rispose Eclisse. "Lunatone, usa un attacco Psicoshock!"

Il Pokemon Meteorite emise un'altra scarica di energia mentale, e questa volta riuscì a colpire sia Nidoking che Nidoqueen, troppo vicini tra loro per poter scansare l'attacco o difendersi. I due Pokemon cercarono in qualche modo di difendersi e puntarono i piedi a terra, in modo da non farsi scaraventare a terra o spingere contro le fiamme, ma l'attacco superefficace aveva tolto loro gran parte delle loro forze. Nidoking strinse i denti e guardò in direzione di Solrock e Lunatone... anche se le fiamme gli distorcevano la visuale, il possente Pokemon Veleno/Terra riusciva a vedere che non erano molto distanti tra loro, ma erano comunque abbastanza appartati che non sarebbe riuscito a centrarli entrambi con un solo attacco. Comunque, meglio che niente... avrebbe comunque potuto dare loro non poco fastidio.

"Bravo, Nidoking, cerca di resistere..." sussurrò Cain, poi alzò la voce di scatto. "E adesso usa Supersuono!"

"Supersuono?" si chiese Ritchie dalle retrovie. "Non sapevo che un Nidoran potesse imparare quel tipo di mossa..."

"Pika pika..." affermò Sparky aggiustandosi il ciuffetto. Nidoking dimostrò ben presto che in effetti era perfettamente in grado di imparare quel tipo di mossa quando spalancò la bocca ed emise da essa un trillo assordante che raggiunse Lunatone e lo mandò in confusione! Il Pokemon simile ad una falce di luna emise un verso di disappunto e volteggiò su sè stesso, poi volò in direzione di Solrock e si scontrò con lui, facendo finire entrambi a terra con un forte rumore di rocce che cadevano!

"Lunatone, cerca di riprenderti..." affermò Eclisse, senza sembrare troppo preoccupata - anche se la strategia sua e di Astro stava andando a farsi benedire. Il suo compagno, inutile dirlo, non la prese con altrettanta filosofia.

"No! Solrock, rialzati! Non farti menare per il naso da quei marmocchi!" esclamò. "Ehm, va bene, a parte il fatto che tu non hai neanche un naso..."

"Lasciamo perdere queste distinzioni, Astro." rispose la ragazza. "Concentrati sul combattimento, perchè mi sembra che quei due stiano trovando il modo per sfuggire al Turbofuoco."

"Ugh... non mi sembri molto preoccupata, Eclisse!" esclamò Astro di rimando.

Mentre quei due erano impegnati a discutere, Cain ed Aya avevano già dato un nuovo ordine ai loro Pokemon. Nidoking e Nidoqueen si gettarono a terra, e i corni che spuntavano sulle loro teste iniziarono a roteare come due trivelle. Poi, entrambi i Pokemon puntarono i corni contro il terreno e cominciarono a scavare, in modo da creare una galleria che li portasse fuori dall'anello di fuoco in cui erano imprigionati. Entrambi si calarono nella galleria con rapidità scioccante e scavarono fino ad uscire dal Turbofuoco... poi, si divisero di colpo e si diressero ognuno verso un avversario!

"Ugh... presto, Solrock, usa Battiterra!" esclamò Astro, colto di sorpresa.

Il Pokemon Meteorite obbedì con quella che poteva sembrare un'esclamazione di paura e si gettò rapidamente a terra, nello stesso momento in cui Nidoking emergeva per mandare a segno un poderoso Sbigoattacco! Il colpo di Nidoking andò a segno per primo, in forma di un pugno ben assestato che raggiunse il Pokemon Roccia/Psico in un punto sensibile sgusciando tra i suoi "raggi"... ma Solrock riuscì a restare in piedi e colpì il terreno con tutta la sua forza, scuotendo sia Nidoking che la sua controparte femminile con una scarica di terremoto che li percosse con violenza! Nidoqueen, in quel momento, stava emergendo per colpire Lunatone con un attacco Gelopugno, ma il colpo subito la costrinse ad indietreggiare, e il pugno congelante mancò Lunatone di pochissimo.

"Grazie, Astro..." rispose Eclisse svogliatamente. "E ora tocca a me. Lunatone, usa Segnoraggio."

La luna in miniatura sbattè gli occhi, come sorpresa da quell'ordine... ma non fece obiezioni e scagliò un raggio di energia multicolore dai suoi occhi, colpendo Nidoqueen al torace. La Pokemon Trapano non ebbe altra scelta che subire il colpo... ma non subì danni eccessivi, e riuscì quasi subito a rimettersi in guardia.

"Eclissse! Ma che diamine combini?" esclamò frustrato Astro. "Lo sai che gli attacchi di tipo Coleottero funzionano male contro i Pokemon Veleno!"

Eclisse sbattè gli occhi senza cambiare espressione. "Ah. E' vero. Me n'ero dimenticata." rispose lei in tono piatto.

Nella retroguardia, Vera sbattè gli occhi e fece una buffa espressione confusa. C'era qualcosa che non andava... nei loro incontri precedenti con quella coppia di fuorilegge, Eclisse le aveva sempre dato l'impressione di essere la più intelligente e razionale dei due, e adesso si era messa a fare quegli errori da principiante? Qualcosa non quadrava... sembrava quasi che Eclisse stesse facendo del suo meglio per perdere, senza tuttavia rinunciare a combattere.

Cain e Aya, tuttavia, erano troppo occupati a fare attenzione alla battaglia per pensare a queste cose. "Sorellina, così non possiamo andare avanti." affermò Cain. "Abbiamo bisogno di una strategia, e in fretta... altrimenti questi due travolgeranno noi e i nostri Pokemon."

"Io, in realtà un'idea ce l'avrei." rispose Aya, e dopo aver guardato rapidamente da un Pokemon all'altro, fece la sua proposta. "Ascolta... dobbiamo togliere di mezzo uno dei due... forse è meglio concentrarci sul Solrock di quel tizio, visto che ha un bel po' di sorprese sgradite."

"Hmm... sì, potrebbe essere un'idea. Ma come facciamo a sistemare lui e tenere a bada Lunatone al tempo stesso?" chiese Cain.

"Forse ho un'idea..." disse Aya.

Non ebbero il tempo di discutere, dal momento che Astro e Solrock tornarono rapidamente all'attacco. "Hey, voi due! Non credo vi possiate permettere il lusso di distrarvi!" esclamò il Cavaliere del Team Meteora. "Solrock, meglio chiudere ora! Attacca con Psichico!"

"Soooooolrock!" Con un'esclamazione che esprimeva sollievo, Solrock fluttuò un po' più in alto e i suoi occhi si illuminarono nuovamente del rosa denso che di solito era associato ai Pokemon Psico. L'aria attorno a lui si fece più densa per una frazione di secondo, e i due fratelli videro delle increspature circondare il Pokemon spaziale prima che l'attacco Psichico partisse in tutta la sua potenza, sotto forma di una scarica semi-invisibile di energia mentale che sfrecciò verso i suoi bersagli.

"Nidoking! Pietrataglio!"

Cain reagì rapidamente. Nidoking colpì il terreno con un pugno e fece scaturire da esso degli spuntoni di roccia che avanzarono per un breve tratto prima di scontrarsi con l'attacco Psichico di Solrock. L'impatto fu formidabile, al punto che Nidoking dovette puntare i piedi a terra per non essere scagliato via, e le rocce si sgretolarono come un castello di sabbia... ma la scarica di energia psichica venne enormemente indebolita dallo scontro, al punto che di essa non rimase che l'equivalente di un refolo di vento.

Prima che Astro ed Eclisse potessero tentare un'altra mossa, Nidoking si piegò in avanti, e Nidoqueen gli montò sulla schiena e lo usò come un trampolino per lanciarsi contro Solrock, il pugno sinistro avvolto da una gelida aura azzurra! Questa volta, Solrock non fu abbastanza rapido da difendersi...

"Nidoqueen, usa Gelopugno!" esclamò Aya. Il tremendo pugno congelante si abbattè su Solrock, che rabbrividì e barcollò all'indietro... e nello stesso momento, anche Nidoking si lanciò all'attacco!

"Nidoking, colpisci Lunatone con Ombrartigli!" esclamò Cain. Il Pokemon Trapano raggiunse l'avversario e sferrò un fendente con gli artigli circondati da una cupa aura violacea.

"Lunatone, Riflesso." ordinò Eclisse. L'attacco Ombrartigli di Nidoking andò a segno, ma il Pokemon Meteorite era già riuscito a creare uno scudo energetico davanti a sè, e il fendente dell'avversario venne smorzato, infliggendo solo qualche ammaccatura a Lunatone. Quest'ultimo cercò di scansarsi e di riguadagnare la distanza perduta, ma Cain non aveva intenzione di lasciarglielo fare.

"Bene, Nidoking! Tienilo sotto pressione, attacca con Idrondata!" esclamò il ragazzo.

"Nidoqueen, colpisci Solrock con Sgranocchio!" continuò Aya.

"Idrondata?" chiese Ritchie, mentre osservava il Pokemon Trapano che circondava la sua coda di una mossa di acqua e la usava per sferrare un poderoso colpo a Lunatone. "Non immaginavo che un Nidoking potesse imparare anche questa mossa..."

"Adesso lo sai. Non si impara mai troppo." rispose Max, sorridendo mentre si aggiustava gli occhiali, sulle cui lenti scintillò una luce di sicurezza.

Nidoqueen stava a sua volta portando a segno un attacco Sgranocchio su Solrock, che riuscì per un pelo ad evitare danni più seri grazie ad un attacco Rafforzatore usato all'ultimo momento. "Non è ancora... non è ancora finita! Solrock, attacca usando Nitrocarica!" esclamò Astro.

Solrock fluttuò all'indietro per un breve tratto e riprese a girare su sè stesso, e le punte dei suoi "raggi" si accesero di nuovo. Trasformato in un piccolo vortice di fiamme scarlatte, il Pokemon Meteorite si scagliò contro Nidoqueen, ma quest'ultima riuscì per un pelo a scansare il colpo.

"Non sfuggirai al prossimo colpo!" esclamò Astro. "Solrock, Nitrocarica di nuovo!"

"Sta cercando di incrementare la velocità di Solrock in modo che Nidoqueen non riesca più a stargli dietro." Per Drew fu semplice intuire la strategia, semplice ma comunque efficace, di Astro. "E intanto, se riesce a sfiancare Nidoqueen con una serie di attacchi deboli ma costanti, meglio ancora. Ma temo che non stia tenendo un fattore in considerazione..."

Nidoqueen si voltò di scatto e si mise in attesa, mentre Solrock si avvicinava in una traiettoria a spirale che rendeva difficile prevederlo... ma prima che il Pokemon Meteorite potesse portare a segno il suo attacco, qualcuno intervenne.

"Pietrataglio di nuovo!" esclamò Cain. Cogliendo di sorpresa Eclisse e Lunatone, Nidoking distolse la sua attenzione dal Pokemon a forma di falce di luna e scagliò una raffica di spuntoni di roccia che sfrecciò davanti a Nidoqueen, creando un vero e proprio muro sul quale Solrock si andò a schiantare dolorosamente!

"Aaaaargh! Ma che cavolo..." esclamò frustrato il ragazzo del Team Meteora. Solrock barcollò all'indietro, e quando le sue fiamme si spensero, Nidoqueen provvide a dare il colpo decisivo.

"Grazie, fratellino!" rispose Aya con un sorriso compiaciuto. "Ed ora... NIdoqueen, chiudi la questione con una Palla Ombra!" 

La Pokemon Trapano grugnì in segno di intesa, congiunse le mani e poi le separò di colpo, facendo apparire tra di esse una sfera di ombre nere e violacee che crebbe rapidamente fino a raggiungere le dimensioni di un pallone da football. Prima che Solrock o Lunatone potessero lanciare un altro attacco, Nidoqueen scagliò la Palla Ombra e raggiunse Solrock, che emise un trillo acuto quando le ombre lo inghiottirono per un istante e gli prosciugarono le forze. Le ombre svanirono un istante dopo in una pioggia di raggi di luce viola, e Solrock fece un ultimo tentativo di mantenersi in volo... ma ormai era allo stremo delle forze, e dopo qualche istante, cadde a terra senza tante cerimonie. Giusto per fugare ogni dubbio circa il fatto che era sconfitto, gli occhi di Solrock si trasformarono in spirali, e il Pokemon Meteorite si reclinò su un fianco.

Mentre Astro schioccava le dita in segno di disappunto e richiamava Solrock, Eclisse tirò un breve sospiro... e Cain, abbastanza vicino da sentirla, non fu sicuro se fosse di esasperazione o di sollievo. "Aaaah! Accidenti, Solrock! Questa battaglia è troppo importante per noi!"

"Forse dovresti concentrarti di più sull'allenare i Pokemon, e meno sul fare dichiarazioni di principio." rispose Eclisse. "Lunatone, attacca con Geloraggio!"

Lunatone volteggiò su sè stesso come una trottola e scagliò un raggio di energia bianco e azzurro contro Nidoking, colpendolo ad una spalla nonostante il suo tentativo di scansarsi. Il Pokemon Trapano ruggì per il colpo di freddo e scosse il braccio intirizzito, nel tentativo di riprendersi e di tornare all'attacco il prima possibile.

"Ecco, adesso puoi cambiare Pokemon." affermò Eclisse svogliatamente. Ma con un pizzico di attenzione, si sarebbe potuto percepire il nervosismo dietro le sue parole.

Astro scosse la testa. "Grazie mille, Eclisse... non sei stata granchè utile a parte questo, te lo dico subito." affermò, prima di lanciare una nuova Pokeball. "E va bene... adesso tocca a te, Electivire!"

Un Pokemon abbastanza noto al gruppo di allenatori apparve sul campo di battaglia e si mise in guardia: un possente Pokemon umanoide coperto di un'ispida pelliccia gialla e nera che sembrava restare dritta da sola. Aveva due code nere che saettavano con velocità abbagliante dietro di lui, come dotate di vita propria, e le sue braccia erano robuste e dotate di corte dita nere. La creatura battè i pugni tra sè e si preparò a combattere.

"Un Electivire... questo sì che è un avversario di tutto rispetto!" commentò Hitomi. La bambina stava guardando il possente Pokemon Elettro con un misto di soggezione ed ammirazione. Tra sè, stava probabilmente pensando che le sarebbe piaciuto avere un Pokemon simile in squadra. "Sarà anche un Pokemon Elettro... ma so che è molto versatile e può essere anche parecchio imprevedibile."

"Electivire, comincia subito! Attacca quei due con Terremoto!" esclamò Astro, innervosito e frustrato al punto che non si preoccupò neanche più del fatto che avrebbe potuto colpire il Pokemon della sua compagna. Per fortuna, l'abilità speciale di Lunatone era Levitazione... e quando il possente Pokemon Elettro colpì il terreno con entrambi i pugni, la scossa sismica che ne scaturì lasciò illeso il Pokemon Roccia/Psico, e allo stesso tempo investì Nidoking e Nidoqueen con abbastanza forza da scaraventarli a terra dopo un breve volo! I due Pokemon Veleno/Terra atterrarono l'uno sull'altra con un rumoroso schianto, e restarono a terra privi di sensi.

"Avresti potuto prestare un po' più di attenzione anche tu, Astro..." affermò Eclisse. Ancora una volta, non dava l'impressione che gliene importasse più di tanto...

Il suo complice fece un'espressione di imbarazzo e di dispiacere. "Ah... ehm... chiedo scusa, Eclisse, ho... ho perso la testa e ho usato la prima mossa che mi è passata per la testa... comunque, come puoi vedere, i nostri avversari sono fuori gioco! Non è andata male, vero?" affermò, prima di sfoderare un sorrisetto nervoso. "Insomma... alla fine ci siamo riusciti, no?"

Eclisse sospirò e scosse la testa. "Ceeeerto, perchè due allenatori di Pokemon del loro calibro si portano sempre dietro un solo Pokemon, vero?"

"Hai fatto un buon lavoro, Nidoking. Ritorna pure, adesso pensiamo noi al resto." disse Cain, prima di attivare la sua Pokeball e richiamare il Pokemon Trapano. Aya fece lo stesso con Nidoqueen, e i due fratelli cercarono immediatamente un nuovo Pokemon da mandare in campo. "Okay, Aya... hai qualche idea di che Pokemon mandare in campo? Perchè non hai incentrato tutta la tua strategia su Nidoqueen, vero?"

"Certo che no! Per che razza di sprovveduta mi prendi?" rispose rapidamente Aya. "In effetti... io ho già un nuovo Pokemon da mandare in campo! Quindi... dì pure ciao al mio Dragalge!"

La ragazzina dai capelli viola scagliò un'altra Pokeball, che descrisse una breve traiettoria in aria prima di aprirsi e far uscire il suo Pokemon preferito. Il cavalluccio marino gigante emise un verso strano e gorgogliante, spalancò elegantemente le sue pinne ramificate e si preparò a combattere.

"Heh... chissà perchè, mi aspettavo che avresti usato quel Pokemon, sorellina!" rispose Cain, che aveva a sua volta cominciato a scartabellare tra le sue Pokeball. "Hmm... vediamo un po'... sì, direi che questo può andare bene! Tocca a te, Skuntank!"

Al Dragalge di Aya si unì, un istante dopo, un Pokemon simile ad una moffetta troppo cresciuta con un corpo tozzo ricoperto di un'ispida pelliccia  viola, con il ventre bianco, la testa tonda con due guance paffute e bianche, e un paio di piccoli ma acuti canini che spuntavano dalla mascella. La sua folta coda si ripiegava sopra al corpo seguendone tutta la schiena fino alla testa, formando una sorta di ciuffo su di essa. Nonostante l'aspetto un po' buffo, un tanfo nauseante, talmente fitto da sembrare quasi tangibile, circondava il corpo della creatura... e  arrivava persino a Vera e ai suoi compagni!

"Pikaaaaa..." cinguettò Sparky, mentre in qualche modo cercava di riparare il suo sensibile naso da quella puzza infernale!

"Uuuugh! Credo... credo di sentirla fin da qui, la puzza di quel Pokemon!" si lamentò Pietro. "Se... se io e Cain diventeremo cognati, temo che dovrò farci l'abitudine!"

"Non stai correndo un po' troppo, amico?" chiese Hitomi con tono piatto... mentre con una mano si faceva aria davanti al naso. Ortilla aveva già rinunciato a difendersi dall'odore di Skuntank, e il suo volto aveva assunto un inequivocabile colore verde!

"Ugh... uno Skuntank..." commentò Eclisse. "Proprio quello che mi ci voleva per rendermi la giornata uno schifo... Lunatone, non perdiamo tempo! Usa un attacco Geoforza su Skuntank!"

"Electivire! Usa Tuonopugno!" esclamò Astro, deciso a togliere di mezzo quella seccatura il prima possibile. Il Pokemon Elettro emise un ruggito di battaglia, declamò a voce alta il proprio nome, e si lanciò all'attacco con velocità insospettabile, il pugno destro sollevato e circondato da una sfrigolante scarica elettrica dorata! Sembrava molto sicuro di sè... almeno finchè non si rese conto che Dragalge non stava neanche cercando di scansarsi, ed Aya non era per niente preoccupata!

Lunatone illuminò gli occhi e scagliò un'ondata di energia rossastra che attraversò rapidamente il terreno in direzione di Skuntank... ma ancora una volta, Cain si rivelò un avversario scaltro e fu più che pronto a contrastare la mossa dell'avversario.

"Skuntank, Murodifumo!" esclamò il giovane. Prima che l'impulso di energia potesse raggiungerlo, Skuntank sollevò la coda ed esalò una densa nube di fumo viola maleodorante che si raccolse rapidamente attorno al Pokemon Moffetta, nascondendolo del tutto alla vista di Eclisse e Lunatone. Il Pokemon Meteorite si voltò, apparendo confuso malgrado la sua mancanza di espressione. Stava cercando di individuare Skuntank nel bel mezzo di quella nube tossica, e il fatto di non aver sentito rumori o esclamazioni gli faceva capire che il suo attacco non era andato a segno.

"Non farti prendere dalla fretta, Lunatone." lo esortò Eclisse. "Torna indietro e cerca di..."

La nube di fumo denso e velenoso si espanse di colpo e investì rapidamente Lunatone prima che quest'ultimo potesse tentare un altro attacco. Colto di sorpresa, il Pokemon Meteorite non potè fare nulla per evitare di respirare un po' del gas nocivo, e cominciò a tossire e starnutire, ondeggiando pericolosamente a mezz'aria come se fossestato ubriaco!

"No! Lunatone!" esclamò Eclisse, ora sinceramente allarmata per la salute del suo Pokemon. Un attimo dopo, la sua espressione si fece dubbiosa, e la ragazza si sfregò la fronte con fare incerto. "Ehm... esattamente, come ha fatto a respirare? Un Pokemon fatto di roccia meteoritica non dovrebbe averne bisogno..."

"Ma a quanto pare, il nostro attacco Velenogas ha funzionato." rispose Cain da una posizione nella quale Eclisse non poteva vederlo. Fu allora che la donna si rese conto dell'inghippo: Cain aveva fatto usare Velenogas al suo Skuntank, approfittando del fatto che l'attacco sarebbe stato celato perfettamente dal fumo che era già presente sul campo. "Ed ora... Skuntank, attaccalo con Velenotrappola!"

"Skun! Skuntank!" esclamò il Pokemon Buio/Veleno, sempre ben nascosto nella nube di gas nocivo.

Subito dopo, uno schizzo di liquido violaceo scaturì dalla parte superiore della nuvola di veleno e ricadde su Lunatone come pioggia acida! Il Pokemon Roccia/Psico emise un verso che esprimeva al tempo stesso rabbia e dolore, e delle volute di fumo viola si levarono dalla sua superficie.

"Lunatone!" esclamò Eclisse. "Ma... che razza di mossa è quella?"

"Ah, ah... vedo che qui c'è qualcuno del Team Meteora che non ha studiato! Si chiama Velenotrappola... ed è una mossa che indebolisce molto il Pokemon bersaglio, rendendolo più lento e diminuendo le sue capacità in attacco." rispose Cain, pensando che a quel punto non ci fosse più problema nello spiegare all'avversaria cosa stesse accadendo.  "Il suo punto debole è che deve per forza essere utilizzata contro un Pokemon che è già avvelenato, o non funzionerà. Ma se usata al momento giusto... come puoi vedere, è una mossa molto fastidiosa!"

"Luuuuunaaaaaa!" Lunatone si agitò scompostamente, e Skuntank non potè non sghignazzare brevemente nel vederlo scuotersi in maniera così scomposta. Il Pokemon nemico si stava indebolendo, e non era in condizioni di rispondere efficacemente, o anche solo di difendersi dagli attacchi di Skuntank... il che voleva dire che era giunto il momento di sferrare il colpo di grazia!

"Skuntank, adesso attacca con Velenoshock!"

Al successivo ordine di Cain, Skuntank aprì la bocca e scagliò una raffica di proiettili a forma di freccia, composti di luce viola! I dardi venefici descrissero delle ampie traiettorie in aria e, nel giro di mezzo secondo, si fiondarono tutti verso Lunatone, che spalancò gli occhi con disappunto prima di essere colpito da tutti i lati. Quell'ultimo attacco si rivelò troppo per Lunatone, nonostante la sua resistenza... e infatti, un istante dopo, Lunatone si schiantò a terra e i suoi occhi si trasformarono in spirali.

"Già... Velenoshock... una mossa che diventa più efficace quando il Pokemon che la subisce è già avvelenato..." commentò Eclisse con un sospiro, prima di richiamare il Pokemon Roccia/Psico. "E va bene, questa te la do vinta, ragazzo. Vediamo se i tuoi Pokemon riescono a restare al passo..."

Mise via la Pokeball di Lunatone e prese giusto un istante  di tempo per riflettere prima di mandare in campo il Pokemon successivo. "Ora tocca a te... Magmortar!"

Cain non potè trattenere un moto di disappunto nel sentire il nome del nuovo Pokemon di Eclisse, e nel vedere che ora, al posto di Lunatone, si trovava una creatura umanoide con caratteristiche di un'anatra e di una salamandra, il cui corpo avvolto di fiamme rosse e gialle aveva una forma che ricordava vagamente quella di una pera - panciuta, con un collo tozzo e una testa affusolata che terminava in una lingua di fuoco saettante. Il suo braccio sinistro era trasformato in una sorta di cannone, e dalle sue spalliere si levavano due lingue di fuoco ancora più grandi, rosse e vivide.

"Magmmmmmoooorrrrrtar!" ululò la strada creatura con sicurezza, il braccio-cannone puntato contro i suoi avversari. Skuntank rabbrividì, e una comica gocciolona di sudore le scese dalla nuca, mentre Cain ridacchiava nervosamente e si grattava una tempia per cercare di pensare ad una soluzione.

"Accidenti, un Magmortar... questo... potrebbe essere un bel guaio..." affermò, con un sorrisetto impaurito sul volto...

"Magmortar. Comincia subito con Fuocobomba." ordinò Eclisse. Tuttavia, sentendo qualcosa di strano nella voce della sua allenatrice, il Pokemon Esplosivo voltò lo sguardo verso di lei, e notò che in effetti c'era qualcosa di particolare... l'espressione di Eclisse aveva quel qualcosa che gli stava dando un segnale ben preciso...

Detto questo, l'ordine era già stato dato, e Magmortar prese la mira con il suo braccio-cannone e sparò un colpo terrificante che prese la forma di una stella di fuoco a cinque punte e sfrecciò verso Skuntank! Il Pokemon moffetta strinse i denti e cercò una via d'uscita che non appariva per niente possibile. Tutto quello che poteva fare era stringere i denti e prepararsi all'impatto...

La Fuocobomba raggiunse Skuntank...

...e lo mancò di pochissimo, facendo sentire al Pokemon Buio/Veleno una tremenda vampata di caldo! Alcuni ciuffi della sua pelliccia vennero bruciacchiati, ma la Fuocobomba lo lasciò quasi del tutto illeso e si dissolse in una pioggia di fiammelle rosse che danzarono per un breve momento in aria prima di scomparire! Cain sbattè gli occhi, colto di sorpresa. Era sicuro che quel colpo sarebbe andato a segno, e da quella distanza, poi, era difficile che mancasse.

A meno che, ovviamente, Magmortar non avesse mandato a vuoto il colpo di sua volontà...

E la cosa non era sfuggita neppure a Vera e ai suoi compagni. Anche Ortilla, che era relativamente inesperta di lotte di Pokemon, si era resa conto che c'era qualcosa che non andava...

"A-Avete visto? Da... da quella distanza, quel Magmortar ha sbagliato il colpo?" chiese la bambina dai capelli turchini. "Com'è possibile? Pensavo che da quella distanza fosse praticamente impossibile mancare Skuntank!"

"Infatti è strano... ho l'impressione che Magmortar abbia soltanto fatto finta di attaccare." rispose Ritchie. Sparky confermò l'impressione del suo allenatore muovendo la testa come per dire di sì.

Vera sbattè gli occhi e si sfregò la fronte dubbiosa. Cosa stava succedendo? Cosa avete in mente Eclisse? 

 

oooooooooo

 

Electivire stava per mandare a segno un poderoso attacco Tuonopugno contro il Dragalge di Aya, che ancora non aveva mosso una pinna per evitarlo. Anche in preda alla foga della battaglia, il Pokemon Elettro ebbe un momento di dubbio, chiedendosi cosa avesse in mente il suo avversario... ma non si fece fermare dai suoi dubbi, e raggiunse il Pokemon cavalluccio marino, per poi sferrare un colpo poderoso che raggiunse l'avversario al torace!

Dragalge strinse gli occhi e si ancorò saldamente per sopportare il colpo, che inviò una scarica elettrica attraverso il suo corpo... ma il dolore si smorzò quasi subito, e il cavalluccio marino gigante resistette al Tuonopugno con una facilità che lasciò Astro e il suo Electivire di stucco!

"Cosa? Com'è possibile? Non ha funzionato?" esclamò Astro. "I Pokemon d'Acqua dovrebbero essere sensibili agli attacchi Elettro!"

"Oh, questo potrebbe voler dire che ti sei sbagliato sul tipo del mio Pokemon." rispose Aya con indifferenza. "Dragalge è di tipo Veleno... e di quale altro tipo, secondo te? Lo hai guardato e hai pensato che si trattasse di un Pokemon d'Acqua solo perchè assomiglia ad un animale acquatico, vero?"

"Ma... ma certo che ho pensato così! Dove ho sbagliato?" esclamò frustrato il giovane Cavaliere Meteora. "Allora, se non è di tipo Acqua... di che altro tipo è il tuo Dragalge?"

Aya alzò le spalle. "E secondo te, io sarei così stupida da dirtelo?" replicò. "Se non sei informato sui Pokemon che affronti, la colpa è solo tua che non hai fatto i tuoi compiti. Dragalge, colpisci con Fangobomba!"

"Draaaaag!" esclamò il Pokemon Similalga. Aprì elegantemente le sue grandi pinne anteriori, e scagliò un getto di fanghiglia viola ad altissima pressione dalla sua bocca ad imbuto, centrando Electivire all'addome e scaraventandolo a diversi metri di distanza, prima che il Pokemon Elettro riuscisse a puntare i piedi a terra e a rimettersi in guardia. Frustrato, Astro cercò di pensare a qualche altra mossa. Stava per chiedere ad Electivire di usare nuovamente Terremoto... ma si fermò ricordando che il Magmortar della sua compagna sarebbe stato coinvolto anche lui. Cercò di pensare rapidamente ad un altro modo di recuperare il vantaggio...

"Hmph.. e va bene, vorrà dire che proveremo un po' tutto!" decise infine, prima che Dragalge potesse attaccare di nuovo. "Presto, Electivire, attaccalo con Segnoraggio!"

"Vire!" Il Pokemon Saetta sollevò entrambe le code, sulle cui punte si accumulò una luce brillante di vari colori, e scagliò contro Dragalge un raggio baluginante che colpì il Pokemon Similalga ad un fianco. Ma anche questa volta, l'attacco non fu molto efficace, e Dragalge fu in grado di rimettersi in guardia in breve tempo.

"Spiacente. Non sei stato fortunato, riprova." affermò Aya con un mezzo sorriso. "Dragalge, usa Ventogelato e bloccalo lì dov'è."

Una raffica di vento gelido raggiunse Electivire, che incrociò le braccia davanti a sè per cercare di proteggersi. Immediatamente, una sottile coltre di ghiaccio si formò sugli avambracci del Pokemon Saetta, che cercò di avanzare per attaccare ancora... ma Dragalge si spostò e puntò ai piedi dell'avversario, congelandoli al pavimento!  

"Vire! Vire!" Electivire protestò e cercò di colpire la coltre di ghiaccio con i suoi enormi pugni, nel tentativo di infrangerlo prima che Dragalge potesse attaccare di nuovo. Sfortunatamente per lui, Dragalge ed Aya avevano già pronto un nuovo attacco...

"Bene. E adesso, Dragalge... usa un attacco Tossina." ordinò Aya.

Electivire ebbe come l'impressione di vedere un'inquietante sorriso sul volto di Dragalge, che aprì le pinne ed emanò una nube di miasma violaceo che si espanse attorno al cavalluccio marino gigante. Con un grugnito, Electivire alzò le braccia davanti al volto e cercò di mandare via i vapori tossici, ma era come cercare di evitare la pioggia, e nonostante tutti i suoi sforzi, finì per respirare un refolo di miasma venefico. Immediatamente, Electrivire fece un'espressione disgustata e si afferrò il collo con le mani.

"Ugh... ci mancava anche questo!" esclamò Astro, sempre più frustrato. Electivire cercava ancora di liberarsi, tossendo e starnutendo, ma i suoi colpi stavano cominciando a perdere di vigore, e il Pokemon respirava con affanno. "Avanti, Electivire, cerca di resistere! Non possiamo arrenderci propro adesso!" esclamò Astro, la cui rabbia stava facendo sempre più posto alla disperazione. "Non adesso, Electivire! Non possiamo... non possiamo lasciare che tutto quello che abbiamo fatto vada sprecato!  Altrimenti... per cosa abbiamo lottato finora? I sacrifici che abbiamo fatto... non saranno serviti a niente!"

"Viiiiire!" grugnì Electivire, mentre cercava con tutte le sue forze di restare in piedi.

Aya doveva ammettere che un po' le dispiaceva per quel ragazzo...  dava l'impressione di essere sinceramente convinto di ciò che stava facendo il Team Meteora, e in fondo non doveva essere una persona cattiva. Ma non aveva molta scelta, a quel punto... doveva continuare a combattere, e cercare di sconfiggerlo. La salvezza di molte persone, la sicurezza dell'intero continente di Reborn, era in bilico nella loro battaglia con il Team Meteora, e una vittoria in questo posto avrebbe potuto voler dire sferrare un colpo significativo ai piani dell'organizzazione terrorista. E ora, Aya non aveva più dubbi.

"Mi sono lasciata frenare da troppo tempo dai miei sensi di colpa e dal mio risentimento." disse tra sè. "Mio fratello mi ha perdonata. Pietro non mi considera una persona orribile. Forse è giusto che cominci a crederlo anch'io. E devo aiutarli quanto più possibile... il Team Meteora è un problema di tutti, e io farò la mia parte per risolverlo!"

"Dragalge, Velenoshock!" esclamò Aya. Mentre Electivire cercava ancora di liberarsi, Dragalge si sollevò in aria di qualche centimetro e scagliò contro di lui una raffica di raggi di luce violacea! I proiettili di luce volteggiarono in aria per una frazione di secondo, poi ricaddero tutti assieme addosso ad Electivire, che non poteva fare niente per evitarli. Il Pokemon Saetta lanciò un ruggito frustrato mentre veniva bombardato dai colpi, e quando la raffica finì, il ghiaccio attorno ai suoi piedi si infranse, ed Electivire finì schiena a terra!

Per qualche secondo, sembrava che fosse finita lì... ma all'improvviso, Electivire diede un colpo di reni e si rimise in piedi, cogliendo di sorpresa anche Astro stesso! Aya e Dragalge fecero un sobbalzo, e il Pokemon Elettro scattò in avanti, deciso a battersi fino all'ultimo!

Astro si riscosse rapidamente dal suo stupore, e diede un altro ordine al suo Pokemon. "O-okay! Electivire! Usa un attacco Doppioteam, e poi Tuononda! Vediamo come se la cava!" esclamò.

Electivire scattò di lato, e il suo corpo si scisse in altri quattro, che Dragalge si vide arrivare addosso tutti assieme! In un attimo di panico, il cavalluccio marino gigante spalancò gli occhi e cercò di usare di nuovo Velenoshock, ma la sorpresa aveva rallentato fin troppo il suo tempo di reazione, e riuscì a sparare solo una manciata di raggi viola che colpirono alcune delle immagini illusorie. Electivire si fermò a breve distanza da Dragalge e scagliò una scarica elettrica dalle antenne, che raggiunse l'avversario ad un fianco. I muscoli del cavalluccio marino gigante si contrassero di colpo, rendendo lenti e legnosi i suoi movimenti.

"Oh, no! Dragalge, cerca di reagire!" esclamò Aya con crescente allarme.

"Hah! Adesso che ne dici, ragazzina? Credo... che adesso la situazione si sia ribaltata!" esclamò Astro. "Continua così, Electivire! Adesso usa Incrocolpo!"

"Vireeeee!" rispose il Pokemon Saetta. Lui e le sue immagini illusorie si scagliarono contro Dragalge e alzarono le braccia per assestare un colpo devastante... e per quanto Dragalge cercasse di evitarli con tutta la velocità di cui fosse capace in quel momento, ormai era troppo rallentato per potercela fare.

Dragalge riuscì a scansare una raffica di colpi di taglio da parte degli Electivire, ma il vero avversario riuscì ad infilarsi nella sua difesa e mise a segno un doppio colpo di taglio con entrambe le braccia! Dragalge strinse i denti e cercò di tenersi in piedi - i colpi presi, per quanto poco efficaci, stavano man mano erodendo le sue forze.

"Ugh... devo cercare di pensare ad un modo per togliere di mezzo tutti quei doppioni... o almeno resistere finchè Tossina non toglierà le forze ad Electivire." riflettè tra sè Aya, stringendo i denti in una smorfia stressata. "Accidenti, ma come faccio? Non ho l'abilità di Vera, di mio fratello, di Pietro..."

"Forza, Aya! Non farti prendere dallo sconforto!" si sentì chiamare dalla voce di Pietro.

Vera e i suoi compagni si unirono agli incoraggiamenti. "Anche quell'Electivire è alle corde! So che puoi fermarlo! Resisti!" esclamò la bambina castana.

"Il suo Dragalge ha sicuramente una mossa che può fermarlo!" continuò Hitomi.

"Ugh... sì, ma quale? DEvo pensare... devo pensare, e devo farlo anche in fretta, prima che Dragalge venga messo fuori gioco!" disse tra sè la ragazza dai capelli viola. Electivire e i suoi "cloni" stavano già tornando all'attacco, e stavano preparando un altro Tuonopugno. "Accidenti, ho la mente del tutto annebbiata..."

...

Un momento, si disse Aya, colpita da una delle parole che le erano venute in mente.

Aveva detto... annebbiata?

...

Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima?

"O... Okay! Adesso sì che ce la facciamo! Dragalge, attacca con Nube!" esclamò Aya.

Dragalge riuscì per un pelo ad evitare il pugno elettrificato di Electivire, e si concentrò per un istante, circondato da una flebile aura di luce purpurea. Quasi subito, una coltre di foschia violacea si raccolse attorno al cavalluccio marino gigante e avvolse Electrivire e le sue immagini... che cominciarono subito ad evaporare e scomparire nel nulla! Il Pokemon Saetta lanciò uno stridio di frustrazione quando le sue immagini illusorie scomparirono, poi ricominciò a tossire e a starnutire quando, esaurita la scarica di adrenalina, l'effetto di Tossina riprese.

"No! No, non proprio adesso!" esclamò Astro, che ormai aveva rinunciato a mantenere la calma. "Ugh... inutile perdere altro tempo! Electivire! Non ci resta che colpire a casaccio e sperare di combinare qualcosa! Tuonopugno, a tutta forza!"

"Vire... vire! Vire!" cercando di chiamare a raccolta tutte le forze che gli erano rimaste e cominciò a sferrare una raffica di pugni elettrificati, che Dragalge fece del suo meglio per schivare. Entrambi i Pokemon avevano i riflessi rallentati, e il Pokemon Similalga riuscì a scansare i primi due colpi prima che il terzo lo raggiungesse al torace. Dragalge strinse i denti per sopportare la scarica elettrica che lo percorse... ma questo gli permise di avvicinarsi ad Electivire e sferrare un colpo a bruciapelo!

"Dragalge! Usa di nuovo Fangobomba!" Aya sentì la vittoria in pugno mentre dava l'ordine decisivo. Dragalge prese fiato, e scagliò contro il suo avversario un potente getto di fango viola che trascinò via il Pokemon Saetta e lo lasciò a terra esausto!

Astro pestò un piede a terra e si prese le tempie con le mani. "Ugh... maledizione, no! Come abbiamo potuto perdere così?" strepitò. "Non posso crederci! Non può finire così!"

"Temo proprio che sia finita così. La tua compagna non mi sembra molto intenzionata ad andare avanti." affermò Aya, mentre Dragalge tornava verso di lei e si appoggiava accanto a lei. La ragazzina accarezzò il suo Pokemon, promettendogli un po' di meritato riposo non appena fossero giunti a destinazione, ed entrambi voltarono lo sguardo verso Cain ed Eclisse, e soprattutto verso Magmortar e Skuntank...

 

oooooooooo       

 

Cain doveva ammettere che si era aspettato un combattimento molto più impegnativo. Magmortar non si era dimostrato un avversario di poco conto, e stava facendo fare abbastanza fatica al suo Skuntank, ma non si era dimostrato temibile come Cain si era aspettato. Con un'esclamazione acuta, Skuntank si lanciò all'attacco e mise a segno un attacco Nottesferza - scattò a tutta velocità contro Magmortar e colpì con i suoi artigli, facendolo barcollare, poi scattò indietro, in modo da evitare un contrattacco da parte del Pokemon Esplosivo.

Il contrattacco non si fece attendere. Eclisse diede un ordine, e Magmortar trasformò il suo braccio sinistro in un cannone e lanciò un attacco Lanciafiamme che spazzò il terreno davanti a lui e mancò di pochissimo il Pokemon Moffetta. Skuntank eseguì un salto acrobatico ed evitò la fiamma, ma non riuscì a schivare la mossa successiva...

"Magmortar, usa Stordiraggio!" esclamò Eclisse.

Skuntank era appena atterrato quando Magmortar puntò lo sguardo contro di lui e illuminò gli occhi. Non appena il Pokemon Buio/Veleno incrociò lo sguardo dell'avversario, venne colto da un nauseante senso di vertigine e cominciò a barcollare, poi si accucciò nel tentativo di mantenere controllo di sè... ma a quel punto non c'era niente da fare, e Skuntank scosse la testa per poi frustare il terreno con la coda.

"Questo... potrebbe essere un problema." disse Cain sfregandosi il mento.  Eclisse non diede segno di essere orgogliosa del colpo andato a segno... e fece semplicemente cenno a Magmortar di restare indietro e prepararsi a rispondere ad un contrattacco. Skuntank si rialzò barcollando e cercò di tenere sott'occhio il Pokemon avversario. Attese che la vista si stabilizzasse... ma Cain gli fece cenno di restare fermo dov'era. "Fermo, Skuntank. Confuso come sei, sarebbe troppo pericoloso attaccare. Invece... usa un attacco Stridio!"

"S... Skun... taaaaaank!" esclamò la moffetta gigante. Spalancò la bocca ed emise un potente strillo che investì il Pokemon Esplosivo, costringendolo a tapparsi le orecchie con una buffa espressione di dolore che gli appariva di colpo sul viso. Un attimo dopo, però, Skuntank scivolò e finì faccia a terra, sopraffatto dalla confusione.

"Attento, Skuntank!" esclamò Cain, per poi fare una rapida riflessione. "Hmm... e va bene, credo che a questo punto sia il caso di fare un tentativo. Dobbiamo chiudere questo scontro il prima possibile! Usa Fossa!"

"Magmortar, più velocità! Usa un attacco Pirolancio!" esclamò Eclisse. Magmortar reagì velocemente e sputò una piccola palla di fuoco che esplose vicino a Skuntank, scottandolo su un fianco. La moffetta gigante scavò rapidamente nel terreno, riuscì ad evitare la fiammata che si sprigionò dal punto d'impatto, e si diresse a tutta velocità verso l'avversario, per non dargli il tempo di scansare. Magmortar cercò di gettarsi di lato, ma non si mosse abbastanza velocemente, e Skuntank emerse di colpo, gettandosi su di lui con tutte le sue forze e scaraventandolo a terra! La moffetta gigante atterrò sulle quattro zampe vicino alla fossa che aveva scavato e si scrollò di dosso il terriccio come se fosse stato un gatto, mentre Magmortar si abbattè al suolo e rimase là... apparentemente privo di sensi!

"No! Maledizione, Eclisse! Come hai potuto farti battere così?" Astro non prese bene la "sconfitta" della sua complice, che sospitò e rimase ferma al suo posto, senza mostrare alcuna reazione. "Stavi davvero cercando di vincere?"

La risposta che ottenne lo lasciò di stucco. "No, in realtà no." affermò, mentre richiamava il suo Magmortar. Rimise la Pokeball alla cintura, e alzò lo sguardo verso Aya e Cain, che la osservavano sospettosi. "E' finita. Avete vinto voi. Questo è tutto."

Astro raggiunse la sua complice e la prese per una spalla, per poi scuoterla con più violenza di quanto aveva inteso. "Come puoi parlare in questo modo, Eclisse?" esclamò, ormai sull'orlo di una crisi di nervi. "Possiamo ancora combattere... dobbiamo combattere fino alla fine! Non ricordi che lo facciamo per il Team Meteora? Non dobbiamo arrenderci!"

"Infatti io non mi sono arresa." rispose Eclisse con gelida calma, restituendo ad Astro uno sguardo rabbioso. "Ho detto semplicemente che non voglio più avere niente a che fare con il Team Meteora. E già che ci sono... disativo anche quel dannato PULSE-Clawitzer! Guardate un po'! Ecco, lo faccio!"

Astro era così sbalordito dalla risposta di Eclisse che non riuscì ad opporre alcuna resistenza quando la sua compagna raggiunse la console più vicina e tirò una leva che fece spegnere diversi degli schermi, e fece apparire una scritta inequivocabile su uno degli schermi più grandi:

PULSE-Clawitzer:  OFFLINE      

Non che Astro fosse l'unico ad essere rimasto sbalordito. Anche Vera, Ritchie e i loro compagni non riuscivano a credere a quello che stavano vedendo... quell'agente del Team Meteora aveva deciso di piantare tutto... e li stava addirittura aiutando a disattivare una macchina PULSE? Che diamine voleva dire?

"O... Okay, un momento, credo di essermi perso qualche puntata." rispose Drew. "Che... che diamine sta succedendo qui? Pensavo che voi del Team Meteora li usaste, quei PULSE!"

"Appunto! Perchè adesso li disattivi?" chiese Ortilla.

Astro era ormai diventato quasi isterico. "Che... che... che ti salta in mente, Eclisse?" esclamò balbettando.

La ragazza sospirò e si appoggiò ad una console, poi si tolse il cappuccio e liberò i suoi lunghi capelli neri da sotto di esso. "Credo di avertelo già detto almeno tre volte, Astro! Non mi stavi ascoltando, o sei davvero così stupido?"

"Perchè, Eclisse? Pensavo che fosse questo quello che volevi!" il ragazzo tentò nuovamente di appellarsi alla complice che fino a pochi istanti prima credeva di conoscere bene. "Pensavo che... stessimo cambiando il mondo assieme!"

"Sì, beh... ci ho ripensato. Non è questo il cambiamento che volevo." replicò lei, guardando sdegnosamente da un'altra parte. Skuntank e Sparky sbatterono gli occhi e si guardarono a vicenda con evidente dubbio. "Da quanto siamo entrati nel Team Meteora, non abbiamo fatto altro che aiutarli a fare del male a sempre più persone!"

Astro guardò verso terra, chiaramente colpito dalle accuse della sua compagna, ma cercò un'altra flebile difesa. "Sì... sì, è vero... però... alla fine..."

"La fine non giustifica tutto questo!" esclamò la ragazza con un improvviso scatto di rabbia, staccandosi dalla console e muovendo due passi verso Astro! "Che senso ha un nuovo mondo se le persone a cui vogliamo bene non ci saranno? Forse tu non capisci quello che voglio dire... tu non hai mai avuto una famiglia. Sei cresciuto sulla strada, e l'unica persona a cui hai dovuto badare eri tu stesso. Beh, questo è un lusso che non tutti hanno!"

"Il Team Meteora mi ha dato una casa! Ha dato un senso alla mia vita!" replicò il ragazzo. "E' per questo che mi voglio sdebitare! Anche a costo della mia vita!"

"Bene, allora fallo. Ma non coinvolgere me." rispose Eclisse con un gesto noncurante della mano. "Ma sappi questo. Mio padre vive a Calcedonia. E se uno dei colpi del PULSE-Clawitzer dovesse colpire la sua casa... Fine. Game over. Tanti saluti. Ci sarà anche stato assegnato il compito di riattivare il PULSE-Clawitzer, ma se per farlo devo mettere in gioco la vita di mio padre, allora non ci sto!"

A quel punto, Vera decise che era giunto il momento di intervenire. "Ehm... non per essere invadente... ma avete intenzione di restare lì a litigare ancora a lungo, oppure..." la bambina castana fece un passo in avanti e fissò spaesata i due ufficiali del Team Meteora, che risposero con un'espressione sbalordita... prima che Eclisse sospirasse rabbiosamente e si massaggiasse la nuca.

"Giusto. Chiedo scusa per la scenata." disse infine, sentendosi diventare improvvisamente piccola sotto gli sguardi confusi degli intrusi. "Guardate... voi siete qui per combattere contro il Team Meteora, vero? Se è così, c'è un cosa che dovreste sapere."

Hitomi storse il naso. "Certo che siamo qui per combattere il Team Meteora." affermò. "Ben svegliata, dormito bene?"

Eclisse ignorò la domanda sarcastica. "Il Team Meteora non è sempre stato l'organizzazione di assassini e terroristi che è adesso." proseguì. "Tempo fa, quando era Lord Solaris a guidarci, avevamo uno scopo ben preciso. Ripulire la città. Volevamo che Reborn City tornasse quella che era una volta... ma per fare questo era necessario che i cittadini se ne andassero... quindi, abbiamo cominciato a disturbarli, a cercare di convincerli ad andarsene senza che nessuno si facesse davvero del male."

Max annuì. Stava già intuendo dove Eclisse voleva andare a parare, e la donna attese un attimo per riprendere fiato, e continuò.

"Ma un giorno, tutto è cambiato." disse Eclisse con livore. "Un giorno, quella maledetta donna, Lin, ha cominciato a cambiare il Team Meteora in peggio! Non so bene quando e come sia iniziato... ma da quando è entrata a far parte dell'organizzazione, si è messa a scalare i ranghi con una velocità pazzesca. E' stata promossa a Dama Meteora dopo soli tre mesi... poi, due mesi dopo, è diventata un Asso Meteora... altri due mesi dopo è stata promossa comandante... e poi ha sconfitto Lord Solaris in uno scontro di Pokemon e ne ha usurpato il posto! E' stato da allora che-"

Eclisse si bloccò di colpo, come una radio che viene spenta all'improvviso... e i suoi occhi si spalancarono in un'espressione di sorpresa e di orrore. Skuntank emise un verso di stupore ed orrore quando vide che il colore era scomparso di colpo dal viso della giovane donna, e che i suoi occhi avevano perso la luce...

"E-Eclisse?" chiese Astro.

La Dama Meteora si afflosciò a terra come un palloncino sgonfiato, e da dietro essa apparve un Pokemon - un inquietante Chandelure che fluttuava a poca distanza da lei, tenendo una piccola sfera di luce argentata sospesa sopra una delle sue braccia.

E accanto a Chandelure, apparso furtivamente dalla semioscurità della stanza, si trovava Sirius, che fissò il gruppo di Vera con un sorriso malvagio.

"No, mi dispiace, Eclisse." commentò l'uomo dall'occhio bionico. "Il Team Meteora non accetta dimissioni."           

 

           

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Bene, e con questo... temo che si concluda la storia di Eclisse? O forse no? Beh, questo è quello che vedremo più avanti, ma per adesso, credo che Eclisse non abbia più un ruolo da giocare nella storia.

Ovviamente, lo stesso potrebbe non valere per Astro.

Spero che questa battaglia sia stata comunque soddisfacente. Ora che sono tornato a scrivere regolarmente, cercherò di aggiornare più rapidamente... e riprendere a giocare a Pokemon mi ha ispirato, quindi spero che i prossimi capitoli siano anche meglio di questo!

Alla prossima, e buon proseguimento!

 

 

 

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Capitolo 79
*** Al punto di partenza ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 79 – Al punto di partenza 

 

"No, mi dispiace, Eclisse." commentò l'uomo dall'occhio bionico. "Il Team Meteora non accetta dimissioni."

Mentre Astro osservava inorridito Chandelure che si librava in volo senza peso attorno al suo allenatore, Hitomi cercò di intervenire e mandò in campo uno dei suoi Pokemon. "Quello che dice il Team Meteora non vale niente per noi! Presto, Walrein, travolgilo con Surf!" esclamò la bambina, in un'inaspettata dimostrazione di rabbia. Lanciò la sua Pokeball, e il possente Pokemon tricheco ne uscì in tutta fretta, per poi battere una pinna per terra. Con un ruggito, un'enorme ondata di marea scaturì dal terreno sotto di lui, e Walrein cavalcò l'ondata mentre questa si dirigeva verso Sirius e il suo Pokemon Spettro/Fuoco.

Sfortunatamente, il crudele individuo dall'occhio bionico non si lasciò impressionare da quella mossa. Senza mai perdere quel sorrisetto malefico, fece un cenno al suo Chandelure, che si piazzò davanti al suo padrone e usò una mossa Protezione. Una sfera semi-trasparente fatta di pura energia apparve attorno ai due, e l'ondata si abbattè su di essa e scivolò senza fare danni sulla superficie. Sirius restò fermo dov'era, a braccia conserte, mentre la furia della mareggiata si sfogava inutilmente su quello scudo impenetrabile. Finalmente, quando l'ondata si fu esaurita e Walrein si appoggiò sul terreno accanto alla sua allenatrice, il gruppetto di amici di Hoenn potè vedere che Sirius e Chandelure erano rimasti del tutto illesi. Gli unici danni erano stati ai macchinari vicini a loro, che erano stati travolti e in parte demoliti dalla pressione dell'acqua.

"Il Team Meteora è l'unica autorità in tutto il continente di Reborn. I vostri ridicoli sforzi di ricostruire Reborn City sono destinati a concludersi in un fallimento." affermò Sirius, sicuro di avere la vittoria in pugno. Chandelure si librò in volo sopra il comandante del Team Meteora, che schioccò le dita della mano destra mentre il suo occhio bionico si accendeva sinistramente. "Ora permettimi di darti una piccola lezione, bambina. Chandelure, colpiscilo con Energipalla."

"Cosa? Un Pokemon di Fuoco che conosce un attacco di tipo Erba?" esclamò stupefatto Cain, mentre Aya si ritirava di un passo. Chandelure, tenendo su una delle sue braccia tentacolari la sfera di luce che aveva preso da Eclisse, creò una sfera di energia verde davanti a sè e la scagliò ad alta velocità contro il Walrein di Hitomi... e il Pokemon tricheco, troppo goffo e lento per scansarsi, venne colpito in pieno e sbalzato indietro di diversi passi! Riuscì a tenersi in piedi puntando le pinne e la coda per terra, e dopo qualche istante riuscì ad alzare la testa per affrontare di nuovo Chandelure.

"Adesso, Gardevoir!" esclamò Max, e fece un cenno con la mano al suo fedele Pokemon Psico/Folletto, che fluttuava accanto a lui in attesa del momento giusto per intervenire.

"Presto, Alty! Dobbiamo approfittare di questo momento!" Ortilla esortò il suo Pokemon, che spiegò le ali e si lanciò alla carica contro Chandelure. Sirius ghignò sinistramente, convinto che sarebbe stato un gioco da ragazzi respingere un attacco così diretto e prevedibile.

"Vorreste davvero sfidarmi? Poveri sciocchi, non potete nulla contro il Team Meteora!" esclamò il luogotenente del Team Meteora. "Chandelure, usa Palla Ombra per dare loro una lezione!"

Il Pokemon Attiranime alzò un braccio e creò una sfera di ombre turbinanti sopra di esso... ma Gardevoir reagì in maniera inaspettata, utilizzando una mossa Teletrasporto e scomparendo dalla traiettoria del proiettile spettrale, riapparendo poi una frazione di secondo dopo vicino al soffitto e sopra Sirius!

"Adesso ti facciamo vedere noi come si usa una Palla Ombra!" esclamò Max. Si aggiustò gli occhiali, che scintillarono quasi sinistramente alla fioca luce del laboratorio. "Vai, Gardevoir!"

"Con piacere, Max!" arrivò la risposta telepatica del Pokemon Abbraccio. Congiunse le mani davanti a sè, poi le separò e creò a sua volta una Palla Ombra, mentre l'avversario si voltava rapidamente per scagliare la sua. Il risultato dello scontro sarebbe probabilmente stato deciso da chi dei due fosse riuscito a scagliare il suo attacco!

"Alty, usa Spennata!" esclamò Ortilla.

Alty accelerò di colpo e raggiunse Chandelure in un lampo, poi sferrò una serie di beccate che, pur non facendo molti danni al fantasma fiammeggiante, gli fecero sbagliare la mira. La Palla Ombra di Chandelure deviò di colpo ed esplose contro il soffitto, facendo cadere una pioggia di calcinacci... mentre Gardevoir scagliò il suo attacco, che sfrecciò contro il nemico e lo mancò di pochissimo - Chandelure era riuscito a scansarsi appena in tempo con un movimento istintivo e disperato.

Sirius smise di sorridere, irritato per la resistenza che i suoi avversari stavano opponendo. "Tsk... che diamine stai facendo, Chandelure? Toglili di mezzo una volta per tutte!"  esclamò il comandante del Team Meteora. Il Pokemon Attiranime si allontanò di un po' da Sirius, in modo da poter prendere di mira Gardevoir ed Alty al tempo stesso...

...ma un istante dopo, con sua immensa sorpresa, si rese conto di non avere più in "mano" la sfera di luce argentata che aveva preso ad Eclisse. Il Pokemon Spettro/Fuoco sgranò gli occhi e si guardò attorno, attratto in particolare da Alty, che adesso volava verso i due uomini del Team Meteora. Astro si era avvicinato al corpo inerte di Eclisse, che giaceva a terra con gli occhi aperti e fissi, come se stesse guardando verso qualcosa di spaventoso che lei soltanto poteva vedere. La giovane donna era chiaramente ancora viva - il cuore batteva, il sangue scorreva nelle vene, la pelle era calda. Eppure si vedeva chiaramente che c'era qualcosa che mancava in lei, come se fosse stata svuotata di ogni energia.

"Che... che cosa stanno facendo...?" si chiese Astro, mentre sorreggeva la sua compagna. Alty stava scendendo verso di loro... e in uno dei suoi artigli, tratteneva quella strana luce d'argento.

Sirius si rese conto solo allora di quello che stava accadendo, e il suo occhio meccanico lampeggiò per la rabbia improvvisa. "Sta... sta cercando di restituire l'anima ad Eclisse!" esclamò il comandante del Team Meteora, lanciando di colpo una Pokeball. "Fermala, Honchkrow!"

"Krrrrrooooow!" con uno stridio acuto, il Pokemon Buio/Volante si gettò verso Alty, le ali spiegate e le zampe circondate da lingue di fuoco nere. Un attacco Nottesferza raggiunse la graziosa Pokemon piumata e la scaraventò a terra, ma ormai era troppo tardi: Alty era già riuscita a raggiungere Astro ed Eclisse, e aveva aperto l'artiglio in modo che l'anima di Eclisse tornasse nel suo corpo. Alty si accasciò a terra, ma riuscì a spostarsi e si sottrasse ad un Attacco d'Ala con il quale Honchkrow cercò di incalzarla. Il Pokemon corvo si levò in volo per tentare qualcos'altro...

"Colpiscilo con Geloraggio, Walrein!" ordinò Hitomi.

Honchkrow stridette per la sorpresa e cercò di spostarsi, ma non reagì abbastanza velocemente, e venne colpito in pieno dal raggio congelante che il Pokemon tricheco scagliò dalle fauci. Con un altro stridio, questa volta di dolore, Honchkrow fu costretto ad atterrare, con uno spesso strato di brina che si depositava sulle sue ali...

...e subito dopo, Eclisse sbattè gli occhi, mormorando qualcosa di incomprensibile.

"Eclisse!" esclamò Astro, quasi non osando sperare che la sua compagna fosse di nuovo con lui.

La ragazza, ancora un po' sconvolta, cercò di dire qualcosa, ma le uscì soltanto un mugolio. Scosse la testa come un brivido, poi si passò la mano sulla faccia, come se questo servisse a riattivare le corde vocali. "Ugh... Mgh... As... Astro... che sta... succ... succedendo? Non... non ho capito... più niente per un attimo..."

"Eclisse!" Astro ripetè il nome della sua compagna e la abbracciò strettamente in un impeto di gioia e sollievo. Eclisse sbattè nuovamente gli occhi, stupita e in parte spaventata. Non aveva ben capito cosa fosse successo, ma provava una sensazione piacevole e al tempo stesso terribile, come se avesse perso il controllo del suo corpo, e lo avesse recuperato all'improvviso.

"Bel colpo, ragazzi!" esclamò Vera.

"Pika!" Sparky corse a vedere come stava Alty, che per fortuna adesso si stava rialzando, anche se il colpo che Honchkrow le aveva sferrato non era stato per niente trascurabile...

Sirius grugnì per la rabbia e fece un passo indietro, stringendo i denti. Non stava andando come lui si era aspettato... ma non se ne sarebbe andato da lì senza essersi preso un premio, o senza almeno aver rovinato la festa a quei bambocci della resistenza...

"Cambio di programma! Honchkrow, vola di nuovo! E tu, Chandelure... usa un attacco Pirolancio verso quei due!" ordinò. Con un cenno del braccio, puntò verso Cain ed Aya, ancora in piedi sul campo di battaglia, con i loro Pokemon a fianco.

"Cos...? Attento, fratello!" esclamò Aya. Chandelure scagliò una palla di fuoco nel momento stesso in cui la ragazza fece spostare il fratello con uno spintone. La fiammata colpì il terreno in mezzo ai due... e Cain lanciò un breve urlo di dolore quando un muro di fuoco si accese tra lui ed Aya, tenendoli separati e provocandogli qualche lieve bruciatura sul viso e su un braccio.

Pietro sgranò gli occhi e corse verso la fiammata. "Aya! Aya, tieni duro! Sto arrivando!"

"Attento!" lo avvertì Ritchie, e cercò di trattenerlo per un braccio. "Non fare mosse azzardate! E' quello che vogliono!"

"Lasciami! Devo andare a salvare Aya..." Pietro cercò di divincolarsi per correre nel pericolo senza tanti perchè, ma a quel punto, Honchkrow era già tornato alla carica! Sparky cercò di fermarlo con un Fulmine, ma Honchkrow eseguì un avvitamento e schivò la scarica elettrica, poi afferrò Aya per le spalle e la sollevò in aria.

"Aaaah!" Aya gridò per la paura e il dolore degli artigli che le affondavano nella pelle. "Che... che stai facendo! Lasciami... lasciami, ti dico!"

"Aya!" esclamò Vera con orrore.

"Aya, no!" fu la volta di Cain.

Pietro cercò di raggiungere la sua fidanzata, ma un altro attacco Pirolancio gli bloccò la strada, e il ragazzo fu costretto ad indietreggiare. "Come ho detto, ci deve essere un cambio di programma." commentò Sirius con un sorriso malvagio. "Credo proprio che prenderò la vostra compagna come ostaggio... almeno finchè non mi avrete consegnato le Quattro Chiavi e non vi sarete arresi!"

Aya emise un grugnito quando Honchkrow la scaricò come un pacco davanti a Sirius. "Ugh! N-no! Non dategli ascolto! Non dovete..."

"Un ostaggio non ha il diritto di dire la sua." tagliò corto il comandante del Team Meteora. Si chinò e afferrò Aya per i capelli, strattonandola dolorosamente in modo da costringerla ad alzarsi da terra. Il Gardevoir di Max provò l'impulso di intervenire... ma si rese subito conto di non avere modo di attaccare Sirius senza rischiare di ferire anche Aya, e che il comandante del Team Meteora non si sarebbe fatto cogliere di sorpresa un'altra volta. Era già tanto quello che erano riusciti a fare...

"Lasciala andare, vigliacco!" ringhiò Pietro, a malapena tenuto a freno da Cain. Il ragazzo dai capelli viola osservava con impotente angoscia, come del resto tutti i suoi compagni, mentre Sirius cominciava ad allontanarsi. "Perchè non la smetti di nasconderti dietro un ostaggio, e non mi affronti in una battaglia di Pokemon? Oppure è proprio vero che sei un codardo?"

"Codardo? Puoi dire quello che vuoi, ragazzino, ma resta il fatto che sono io quello che può dettare le regole in questo momento." affermò Sirius. "E comunque, credimi... sentirmi dire che sono un codardo, per me non è certo un insulto."

"Maledetto... lascia stare Aya!" esclamò Cain.

"Che cosa possiamo fare? Non riesco a trovare un modo di salvare l'ostaggio..." affermò Vera, che pure stava cercando di pensare ad un modo di sottrarre la sua compagna alle grinfie di Sirius.

L'uomo dall'occhio bionico cominciò ad allontanarsi, trascinando con sè l'ostaggio. "Qui abbiamo finito... penseremo più avanti al PULSE e ai nostri amichetti della resistenza! Astro, vieni con me!" ordinò Sirius. Con un cenno del braccio libero, esortò il suo sottoposto a rialzarsi e a seguirlo... ma Astro restò al suo posto, inginocchiato accanto ad Eclisse che ora si stava svegliando del tutto. Il ragazzo fissò il suo superiore con un'espressione di sfida che lui stesso, fino a quel momento, non pensava di essere in grado di mostrare nei confronti di un uomo come Sirius.

Da parte sua, il crudele graduato del Team Meteora prese la cosa con leggerezza. "Quindi... hai deciso anche tu di tradire il Team Meteora, Astro? Va bene, come vuoi... la scelta è tua. Ma le conseguenze... quelle non ti piaceranno per niente. Non ho il tempo di occuparmi di voi in questo momento, ma non abbiate paura. Il tempo e il modo verranno. Per adesso, io mi prendo questo ostaggio. Sapete cosa voglio in cambio!"

"Non dategli nulla!" strillò Aya, un attimo prima di essere trascinata via. "Se il Team Meteora avrà... le Quattro CHiavi... sarà la fine di Reborn..."

Questo fu tutto quello che la ragazzina dai capelli viola riuscì a dire, prima che Sirius e i suoi due Pokemon scomparissero nella galleria oscurata. Una porta automatica si chiuse prima che Vera e Drew riuscissero ad inseguirlo, e il Blaziken di Vera tirò un calcio fiammeggiante alle piastre d'acciaio nel tentativo di demolirle. Ma la porta resse per due... tre... quattro colpi, e solo al quinto cedette e cadde al suolo con un'assordante frastuono metallico.

"Presto! Dobbiamo inseguirlo! Dobbiamo salvare Aya!" esclamò Pietro, già pronto a mandare in campo uno dei suoi Pokemon Roccia.

Pur con riluttanza, fu Cain a bocciare l'idea. "No... non è il caso... quel verme conosce questo posto molto meglio di noi, e non mi stupirebbe se avesse preparato una trappola." affermò.

"Ma... Cain! Come fai a dire questo?" Furente e in preda alla frenesia, Pietro si voltò di scatto verso il fratello della sua amata, afferrandolo strettamente per una manica. "Tu sei suo fratello, maledizione! Come puoi lasciarla in mano a quel branco di criminali?"

"Stai... stai calmo, Pietro! Lo sai anche tu che quel Sirius è un osso duro, e non possiamo rischiare la vita di Aya!" esclamò Max, intervenendo per cercare di matenere la calma. Pietro mollò la presa sulla manica di Cain e fissò il ragazzino con gli occhiali, che non si fece intimorire e rispose a tono. "Per il momento, siamo riusciti a fare qualcosa, no? Se non altro, siamo riusciti a disattivare... o meglio, a far disattivare... il PULSE-Clawitzer, quindi Calcedonia non è più in pericolo. E poi... al momento ci sono altre due persone che hanno bisogno del nostro aiuto."     

"C-come?" balbettò Pietro prima di comprendere cosa volesse dire il ragazzino. Astro ed Eclisse erano ancora lì, e la giovane donna stava cercando di rialzarsi sulle gambe ancora malferme. Astro la aiutò a rimettersi in piedi, e Vera e il suo Blaziken arrivarono subito dopo a fare da ulteriore supporto. "Oh... giusto... è vero, nella concitazione me n'ero quasi dimenticato..."

"Stai... stai bene, Eclisse? Non devi sederti, o sdraiarti?" chiese Astro, mentre la sua complice faceva qualche passo in avanti, giusto per verificare che fosse tutto in regola. Ancora provava quel senso di vertigine e di nausea, ma adesso si stava normalizzando.     

"Ce... ce la posso fare. Grazie, Astro..." rispose lei in un sussurro, per poi rivolgere la sua attenzione a Vera, che cercava a sua volta di reggerla. "E... grazie anche a voi, ragazzi. Anche se fino adesso siamo stati nemici... non avete esitato a salvarmi."

"Era nostro dovere. Non potevamo lasciare che quell'individuo vi facesse del male." rispose Vera in tutta tranquillità, facendo un sorriso accomodante. "Anche se siamo stati nemici fino ad adesso... ho visto che in fondo non sei una persona cattiva, Eclisse."

"Ma allora... come mai una come te lavorava per il Team Meteora?" chiese Ortilla, inginocchiata accanto ad Alty. La graziosa Altaria si era rialzata, ma era piuttosto ammaccata e indebolita, ed Ortilla si stava occupando di lei versandole della pozione curativa sulle piume. "Ti avevano parlato... di quel mondo migliore che propugnano, vero?"

Eclisse annuì lentamente e rabbrividì, un po' per il freddo, un po' per la sensazione particolare data dall'aver avuto l'anima estratta e poi infilata nuovamente nel corpo. "Lord Solaris è stato... molto persuasivo, quando ci ha presentato il suo progetto di trasformare nuovamente Reborn in un luogo sacro." rispose Eclisse. "Come forse avrete già sentito, io sono di Calcedonia. La mia famiglia è ricca, e non mi è mai mancato niente, mentre crescevo. Ma... nonostante questo... o chissà, forse proprio per questo, visto che ho avuto il tempo di leggere, guardarmi attorno e rendermi conto di com'era il mondo di fuori... mi sono resa conto che Reborn è un luogo fatto di disuguaglianze e minacciato da una modernizzazione selvaggia. E ho voluto fare quello che potevo per mettere fine a questo barbaro sfruttamento. Avete visto com'è Reborn City, vero?"

Drew disse di sì con la testa. Era passato già un certo tempo, ma la prima terrificante impressione di Reborn City non si scordava tanto facilmente.

"Ma... come avevamo detto... una volta Reborn non era così." affermò Astro, trattenendo a stento l'impulso di gratitudine che provava nei confronti di quei ragazzi coraggiosi. "Una volta... era il luogo in cui più di ogni altri veniva venerato Arceus, il dio di tutti i Pokemon."

"Sì... quando abbiamo visitato la Chiesa d'Alfa, abbiamo visto qualche accenno al culto di Arceus  in questa regione... più di qualche accenno, in realtà." rispose Max. "E se posso dire la mia, non credo che Arceus sarebbe fiero se vedesse quello che stanno facendo i suoi cosiddetti fedeli."

Eclisse disse di sì con la testa. "Vero. Sapete, dico che quando Arceus è arrivato su questo pianeta e ha iniziato a creare i Pokemon... la meteora sulla quale è giunto sia caduta proprio qui, in un grande cratere sul quale ora sorge Reborn City. Ma immagino che questo lo sapeste già. Poi... non so esattamente quando sia successo... ma una serie di invenzioni e di ritrovati tecnologici rivoluzionari ha fatto sì che Reborn City si sviluppasse senza freni." continuò. "Già da diverso tempo le tradizioni di Reborn stavano man mano venendo messe da parte. E i Pokemon stavano rapidamente lasciando le città, rifugiandosi in luoghi dove non era ancora arrivata la mano dell'uomo. Lord Solaris ha fondato il Team Meteora per fare in modo che Reborn tornasse il luogo di un tempo, dove le tradizioni antiche venivano rispettate e uomini e Pokemon vivevano in armonia... esattamente come a Kanto e ad Hoenn."

Vera, Ritchie e gli altri non poterono trattenere un sorriso nel sentire Eclisse che lodava così i posti in cui erano nati.

"Per diverso tempo, Lord Solaris e i suoi fedeli hanno cercato di far evacuare Reborn City con mezzi che.. beh, non erano proprio leciti, ma almeno non facevano davvero del male a nessuno. Il suo scopo era inoltre quello di ritrovare le Quattro Chiavi, i gioielli che avrebbero aprire il sigillo della meteora di Arceus, e dare accesso al suo grande potere." continuò Astro. "Poi... Lin ha usurpato il suo posto, e i risultati... sono quelli che vedete con i vostri occhi. Anche lei vuole le Quattro Chiavi per accedere al potere di Arceus... con il quale potrà dominare il mondo."

"Certo che per essere una donna tanto misteriosa... quanto ad originalità sta a zero." ironizzò Hitomi.

Sia Astro che Eclisse ridacchiarono brevemente della battuta, prima che Ritchie ponesse una domanda. "Ma... nessuno del Team Meteora sa esattamente chi sia questa Lin o da dove venga, giusto?" chiese il ragazzo di Kanto.

Eclisse scosse la testa e sospirò. "Il Team Meteora vive nel terrore di lei. Lin è spietata e priva di sentimenti umani... a volte ho quasi l'impressione che sia onnipotente." continuò. "L'unica fortuna è che... raramente Lin si degna di gestire personalmente gli affari del Team Meteora. Spesso scompare per una o due settimane... e nessuno sa che cosa stia facendo. Lord Solaris fa del suo meglio per limitare l'influenza di quella donna diabolica, ma per adesso... non è riuscito a fare più di tanto."

"E adesso che entrambi noi abbiamo deciso di abbandonare il Team Meteora... immagino che Lin non risparmierà alcuno sforzo per eliminarci." concluse Astro. Sospirò di nuovo e scosse la testa, rendendosi conto di trovarsi in una posizione molto pericolosa. "Cercheremo... di darvi una mano il più possibile, almeno per rimediare a quello che abbiamo fatto. E cercheremo anche di darvi una mano a salvare la vostra amica. E' anche colpa nostra se è stata rapita dal comandante Sirius."

"Certo che hai cambiato idea abbastanza in fretta." disse Drew con un pizzico di ironia. "Avevi detto che volevi continuare a combattere per il Team Meteora, visto che erano stati loro a darti un tetto sopra la testa."

"E' vero... sapete, io sono rimasto senza famiglia quando ero molto piccolo, e ho vissuto gran parte della mia vita lungo le strade malfamate di Reborn City, nel Settimo Distretto... che è la parte più malfamata della città." spiegò l'ex-Cavaliere Meteora. "Non riesco a ricordare quante notti all'addiaccio ho passato... quante volte ho dovuto andare a letto senza cena, o accontentarmi di qualche avanzo che avevo recuperato qua e là. Ho dovuto rubare, umiliarmi, lottare per sopravvivere. Finchè un giorno non ho provato a borseggiare due agenti del Team Meteora... e sono stato colto con le mani nel sacco."

Astro incrociò le braccia e guardò in lontananza, richiamando alla mente le sensazioni di quell'epoca che gli sembrava ormai così remota. "Credevo che sarei stato bastonato... invece, hanno visto in me del potenziale e mi hanno portato con loro per presentarmi a Lord Solaris. Lui... mi ha sfamato, mi ha dato dei vestiti decenti, e mi ha fatto sentire per la prima volta che la mia vita aveva un senso. Per questo ho voluto aiutarlo a realizzare la sua visione di Reborn. Anche quando Lin ha preso il potere... ho pensato che se avessi continuato a supportare Lord Solaris e lo avessi aiutato a minare l'autorità di quella maledetta... sarebbe andato tutto bene. Ma... ora che ho rischiato di perdere la mia compagna, ho capito quello che voleva dire... che non ha senso un nuovo mondo se non ci sono le persone a cui teniamo."

"Heh... quindi le mie parole hanno avuto qualche effetto, vedo." rispose Eclisse con un sorriso ironico.

"A volte si dice che non ci rendiamo conto di quello che abbiamo finchè non rischiamo di perderlo." affermò Ortilla. Alty si era ripresa quasi del tutto, e adesso svolazzava allegramente accanto alla bambina dai capelli turchini, emettendo delle esclamazioni di gioia. "Se non altro, Astro è riuscito a capire che quello che voleva, alla fine, non era un mondo senza la sua compagna."

"Almeno questa storia è finita bene..." la voce telepatica di Gardevoir risuonò nella mente di Max. "Una macchina PULSE è stata disattivata, e due uomini del Team Meteora hanno deciso di cambiare bandiera. Ma adesso c'è un altro problema. Non siamo riusciti ad impedire a quel Sirius di catturare Aya, e la barriera che separa Calcedonia da Labradorra è ancora lì. Se posso dire la mia opinione, è meglio tornare da Miss Saphira e pensare ad un nuovo piano."

"Sì... credo che tu abbia ragione, Gardevoir. Il Team Meteora non tarderà a reagire a questo smacco." disse Max. "Ragazzi, Gardevoir propone di tornare alla base e parlare di tutto questo con Miss Saphira e le sue sorelle. Dobbiamo architettare qualcosa per salvare Aya."

Ritchie annuì senza esitazione. "Tra l'altro... ho l'impressione che sia il caso di cercare Heather e Shelly. Non abbiamo idea di dove si trovino con esattezza... e temo che il Team Meteora non esiterà a prendere di mira anche loro. Heather in particolare." affermò. "Del resto, ho idea che qui non ci sia nient'altro da fare."

"E voi... siete disposti a venire con noi?" chiese Pietro, rivolto ad Astro ed Eclisse. "Se davvero volete rimediare a quello che avete fatto... credo che sarà con noi che avrete la vostra migliore opportunità."

A quel punto, nessuno dei due ex-uomini del Team Meteora ebbe alcuna esitazione. "Non credo che abbiamo molta scelta, a questo punto..." affermò. "Va bene. Siamo con voi. Portateci pure dal vostro capo."

 

oooooooooo

 

Era una giornata particolarmente fredda nei pressi di Ametripoli... e sia Zel che Blake erano irritati dalle condizioni nelle quali erano costretti a lavorare. Il giovinastro dai capelli azzurrini riusciva ancora a tollerare la temperatura, ma Zel sembrava particolarmente a disagio mentre si guardava attorno, gli occhi fissi verso alcuni grattacieli che svettavano sul cielo grigio.

"Heh... che succede, Zel? Adesso ti vengono in mente dei ricordi?" chiese Zel con pungente sarcasmo. "Faresti meglio a mettere da parte queste sciocchezze. Abbiamo una missione da compiere, e le nostre reclute ci stanno aspettando. Sappiamo per certo che la figlia di quell'idiota di Corey si trova qui... e se c'è lei, allora quasi sicuramente c'è anche l'Anellorubino! E se non c'è... almeno lei saprà dove si trova."

"E... una volta che l'avremo catturata, comandante Blake... come faremo a farla parlare?" chiese Zel, parlando con la voce distaccata e sarcastica di Eve. "Lei odia il Team Meteora, e non si farà convincere da nessuna minaccia o lusinga."

"E noi non ne avremo bisogno." tagliò corto Blake. "Non abbiamo più tempo per la diplomazia. Le estorceremo l'Anellorubino con la forza. Vedrai che una volta che l'avremo sottoposta al... trattamento speciale del PULSE-Hypno, non potrà opporre alcuna resistenza. La sua volontà sarà completamente piegata alla nostra."

"Questo non è..." cercò di dire Eve... ma Zel si prese le tempie con le mani, reprimendo un grugnito di dolore. Scosse la testa, poi riprese a parlare, questa volta con la voce di Zero. "Hmph... maledizione, ancora non riesco a tenere a freno Eve come vorrei. Accidenti a quel suo esperimento..."

"Se hai finito di cambiare personalità nei momenti meno opportuni..." commentò Blake. "Allora sai qual è il compito a cui devi assolvere. Contatta tutti i nostri agenti, e comincia la caccia. Inoltre, conferma se anche l'altra mocciosa... Shelly Citra... è nei paraggi. E se è in giro... avvertimi e la catturerò io personalmente. Sarà uno strumento in più per costringere Heather a collaborare."

Zel annuì rapidamente, mentre con una mano teneva la Pokeball nella quale si trovava la sua ultima creazione. Era il momento di mettere alla prova l'abilità di Toxeon, e di confermare a sè stesso e ai suoi superiori di non essere arrugginito. Dal risultato di questo esperimento sarebbe probabilmente dipeso il suo futuro nel Team Meteora... e a preoccuparlo c'era anche il fatto che, per quanto la voce di Lumi si sentisse sempre più raramente, Eve continuava a cercare di imporre il proprio controllo su quel corpo. Se solo avesse compreso meglio come funzionava quella fusione... ma Lumi ed Eve non si erano mai degnate di collaborare.

Per certi versi, la cosa lo irritava. Per altri... doveva ammettere che avere quelle altre due personalità a condividere il suo corpo non era poi tanto male. Grazie a questo particolare sistema, aveva potuto attingere alle memorie di Lumi e alla genialità di Eve, in modo da mettere entrambe al servizio del Team Meteora. Doveva ringraziare l'inventiva e la disperazione di Eve se era riuscito a costruire le macchine PULSE, e finchè quella tecnologia fosse stata al servizio della sua organizzazione, il suo posto era assicurato. Valeva la pena di prendersi qualche seccatura.

"Molto bene, Toxeon..." disse tra sè, mentre cominciava a dirigersi verso il sentierino spolverato di neve che portava alla periferia di Ametripoli. "Questo sarà il tuo battesimo del fuoco. Cerca di non deludermi, visto che ho speso notevoli sforzi per crearti."

"Tu non hai speso alcuno sforzo!" la voce di Lumi lo colse di sorpresa, facendosi nuovamente sentire dopo tanto tempo. "E' stata Eve a darti quello che ti serviva per creare il povero Toxeon e tutte quelle macchine! Tu non fai altro che sfruttarla!"

"Ugh... silenzio, marmocchia! Non mi interessa quello che pensi tu!" ribattè mentalmente lo scienziato del Team Meteora. "Io userò qualsasi metodo per assicurarmi un posto nell'organizzazione! Tu sei soltanto un residuo di una mocciosa che avrebbe dovuto essere morta già da tempo! E lo devi a me, se sei ancora viva e in grado di rompermi le scatole!"

Lumi si zittì nuovamente, ma Zel/Zero ebbe la netta impressione che lo avesse fatto soltanto per fargli un dispetto... perchè gli fosse chiaro che non aveva alcun controllo su di lei, e che era lei che non si degnava di rivolgergli la parola...

 

oooooooooo

 

Città di Labradorra, il rifugio segreto della resistenza.

Dopo che Astro ed Eclisse ebbero passato un estenuante terzo grado da parte di Charlotte e della sua Ninetales - con la non troppo implicita minaccia di ritrovarsi con il fondo dei pantaloni in fiamme se non fossero stato abbastanza convincenti - Saphira e le sue sorelle avevano ascoltato con attenzione il racconto di Vera e dei suoi compagni, e avevano accolto con sentimenti contrastanti le notizie. Da una parte, il PULSE-Clawitzer era stato disattivato, e non costituiva più un rischio per la popolazione di Labradorra; inoltre, anche se Saphira non si fidava ancora di loro al cento per cento, avere due uomini del Team Meteora dalla loro parte offriva loro la possibilità di venire a conoscenza di informazioni importanti.

Dall'altra... c'era ancora quella dannata barriera che impediva a chiunque di raggiungere la base del Team Meteora a Calcedonia, e non avevano ancora raggiunto il segnale che aveva causato il sonno degli abitanti di Agatipoli. Come se non bastasse, Aya era caduta nelle mani dell'organizzazione terrorista, e adesso il Team Meteora aveva qualcosa in più con cui minacciare la resistenza.

"Mi dispiace... Non mi aspettavo che quel Sirius avrebbe usato un simile trucchetto." affermò Vera, completando il suo rapporto davanti alla sorelle Belrose, Anna e Noel. "Io e il mio Blaziken abbiamo cercato di bloccarlo, ma quel furfante è stato più rapido di noi."

"E' stata soprattutto colpa mia, Vera." continuò Cain. "Avevo io il dovere di proteggere Aya, e non ci sono riuscito. Ma ora non è il momento di fare il gioco delle colpe..."

Dopo aver pensato per qualche istante al da farsi, Saphira si voltò ora verso Laura, ora verso Charlotte, e le sorelle minori restituirono uno sguardo dubbioso ma al tempo stesso fiducioso. La leader della resistenza sapeva cosa volevano dire - che avevano fiducia in lei per trovare una soluzione a questo dilemma, e che era suo dovere pensare ad uno stratagemma per ribaltare la situazione.  Come leader della resistenza, era uno dei suoi doveri più importanti.

"Ditemi..." Charlotte alzò una mano come per chiedere la parola, senza mai perdere quel tono leggero e un po' impertinente che le era proprio. "Visto che stiamo parlando di ostaggi... voi cosa fareste se fossi stata io ad essere catturata, e in cambio della mia vita, volessero le Quattro Chiavi? Come vi comportereste in quel caso?"

Saphira e Laura la guardarono con espressione seria. Era chiaramente una domanda che ronzava da parecchio nella testa della giovanissima esperta di Pokemon Fuoco, e una questione che le toccava molto da vicino...

Invece Vera non si era aspettata la domanda, e dovette fermarsi a pensare per qualche istante prima di rispondere. "Ecco..." cominciò a dire la coordinatrice. "Beh, io ho avuto un po' di esperienza con queste cose, in realtà. Tempo fa... un gruppo criminale chiamato Team Vicious aveva preso Max ed Hitomi come ostaggi... e mi ha costretto a lavorare per loro in cambio della loro salvezza. Quindi... immagino che se il Team Meteora prendesse te come ostaggio, Charlotte... io finirei per dare loro quello che vogliono. Sperando che quei malviventi rispettino la parola data."

Come immaginava, l'espressione di Saphira si era fatta cupa. Da una parte, la leader della resistenza comprendeva il modo di pensare di Vera, ma dall'altra, chiaramente pensava che la ragazzina non fosse nella forma mentale più adatta per gestire un caso in cui ci fossero degli ostaggi in gioco.

Charlotte, da parte sua, sorrise lusingata. "Sai, mi fa piacere che tu tenga così tanto a me, anche se dopotutto non sono altro che un'estranea." affermò. "Anche se... sinceramente, non merito una simile gentilezza. Ma è proprio su questo che il Team Meteora conta. Se si rendono conto di avere controllo su di noi... allora non c'è niente ad impedirgli di chiedere sempre di più, semplicemente tenendo i vostri cari in ostaggio. Per quanto mi riguarda... io so che se il Team Meteora mi catturasse, le mie sorellone sarebbero pronte a combattere e rifiuterebbero qualsiasi trattativa con quei furfanti."

"Anche... se questo volesse dire che la tua vita sarebbe in pericolo?" chiese Ortilla. Non importa quante volte si trovava di fronte alla nuova realtà del mondo di Reborn, non credeva che si sarebbe mai abituata a quelle regole così spietate.

Charlotte sorrise, ma c'era un cenno di mestizia sul suo volto. "Credo che sacrificarmi per il bene di Reborn sia il minimo che io possa fare." risose. "Dopotutto, non credo che una persona come me possa rivendicare il diritto di farsi una vita alla luce del sole come tutti gli altri. In fondo, il Dr. Connal non aveva tutti i torti quando diceva che..."

"Charlotte!" Saphira la interruppe con voce severa. "Non devi mai lasciarti convincere dalle parole di quel verme. Per nessun motivo. Non hai dimenticato quello che ci ha fatto, vero?"

"No... certo che no. Voglio anch'io dargli un cazzotto sulle gengive e dar fuoco al fondo dei suoi calzoni per quello che ha fatto." rispose Charlotte, recuperando in un lampo la sua precedente verve. "E' solo che... aaah, lasciamo perdere, tanto mi dirai quello che mi hai detto tutte quelle volte, vero?"

Saphira disse di sì con la testa. "Hai indovinato. Quindi vedi di non tornare più su quell'argomento, okay?" rispose la leader della resistenza. Vera sbattè gli occhi, chiedendosi cosa volessero dire, ma immaginando che non sarebbe stato gentile chiedere di vicende personali. "Allora, questo è quanto. Non possiamo scendere a patti con quella gente, e non possiamo certo consegnargli le Quattro Chiavi. Tra l'altro, non le abbiamo neanche tutte con noi... e quella barriera che separa Labradorra da Calcedonia resta un grosso problema. Tuttavia, per ogni problema c'è una possibile soluzione."

Saphira guardò in direzione di Astro ed Eclisse, fissandoli con un'espressione che non ammetteva repliche. "Bene. Questa è la vostra possibilità di rendervi utili." affermò infine. I due ex-graduati del Team Meteora ebbero un moto di timore davanti al cipiglio feroce di Saphira, ma non indietreggiarono. "Che cosa sapete di quella maledetta barriera? E' opera di un Pokemon PULSE, non è vero? E come si fa a disattivarla o ad aggirarla?"

Eclisse fece cenno ad Astro di lasciar fare a lei. "In effetti, il comandante Sirius ci ha detto qualcosa. Quella barriera serve ad impedire a chiunque di raggiungere il quartier generale del Team Meteora lì a Calcedonia." affermò la ragazza. "E' lì che si trova uno dei loro PULSE più pericolosi, il PULSE-Clawitzer. Per fortuna, poco fa sono riuscita a disattivarlo, e ci vorrà diverso tempo prima che i miei... colleghi... lo rimettano in funzione. Detto questo, rimane il PULSE più fastidioso... quella barriera è creata da un Mr. Mime sottoposto all'influenza del PULSE, e finchè quella macchina non verrà disattivata, non sarà possibile raggiungere Labradorra."

"Ma ci deve per forza essere un modo per oltrepassare la barriera e raggiungere il quartier generale." affermò Laura. "Devono pur ricevere i rifornimenti, far circolare le reclute e le merci... e fare tutto quello di cui ha bisogno un'organizzazione di grandi dimensioni come la loro. Quindi... com'è che fanno a superare la barriera?"   

"Non ne siamo sicuri al cento per cento." rispose Astro. Non siamo mai stati alla base di Calcedonia. E io non mi intendo di tecnologia o cose del genere."

"Tuttavia, posso ipotizzare che esista una parola d'ordine che consente di oltrepassare la barriera... o che ci sia qualche stratagemma che permette agli autorizzati di raggiungere il quartier generale. Purtroppo, temo di non saperne abbastanza." continuò Eclisse.

Saphira, comprendendo la posizione dei due ex-agenti del Team Meteora, accettò la spiegazione con un cenno della testa. "Sì, capisco... va bene, non ve ne faccio una colpa." rispose. "Questo vuol dire che dovremo cercare qualcun altro per farci dire come arrivare a questo PULSE-Mr. Mime."

"Aspettate un momento!" si sentì una vocina acuta e vivace, proprio mentre Saphira stava per iniziare un altro discorso. Quando Vera e gli altri si voltarono in direzione della voce, videro che Anna era appena entrata nella stanza, tenendo stretta la sua bambola Jirachi... e Noel era appena dietro di lei, e cercava di indurla alla calma. "Signorina Saphira! Signorina Vera, amici! L'abbiamo visto! Sta arrivando una luce nera che cerca di oscurare un'altra luce!" affermò la bambina, con il fare sibillino che ormai tutti associavano a lei.

Drew corrugò la fronte. "Due luci... esattamente, che cosa vorrebbe dire?"

"Anna, potresti essere più chiara?" chiese Noel. "Non credo che Vera e i suoi compagni comprendano molto delle tue profezie..."

"Non sono profezie, Noel! Non essere prepotente!" protestò Anna. "Io e Nostra le vediamo bene, queste cose... Anzi, vediamo che qui ci sono due persone... che non sono nel luogo in cui avrebbero dovuto essere!" La bambina guardò incuriosita in direzione di Astro ed Eclisse, e i due ex-scagnozzi del Team Meteora si chiesero se la bambina li avesse riconosciuti da quando era stata prigioniera della loro organizzazione.

"Ah... se stai parlando di loro, Anna... Astro ed Eclisse hanno deciso di lasciare il Team Meteora e aiutarci. Il loro superiore li ha traditi... e adesso non hanno altra scelta che unirsi a noi." rispose Vera.

Ma la bambina mora scosse la testa, senza peraltro spiegarsi meglio. "No, no, non è questo che volevo dire." rispose. "Nostra mi ha detto che due ali sarebbero dovute cadere, e che una luna sarebbe scomparsa per sempre tra le fiamme... ma non importa, ve lo spiegherò dopo! Stanno venendo! Dovete recarvi alla barriera!"

"Che stia parlando del Team Meteora?" si chiese Max, mentre il gruppo si affrettava a seguire Anna e Noel verso il luogo che la misteriosa bambina stava indicando.

 

oooooooooo

 

"Visto? Ve l'avevo detto che erano qui!" commentò Anna, indicando le persone che si trovavano dall'altra parte della barriera, e che in quel momento li stavano guardando con aria di superiorità. Come Vera immaginava, Sirius era a capo del gruppetto... e aveva con sè Aya, le cui mani erano state legate dietro la schiena. La ragazzina dai capelli viola teneva il capo chino, ma cercava comunque di conservare un po' di dignità e di non far vedere la sua paura al suo aguzzino.

Quello che fece ribollire il sangue nelle vene a Vera, tuttavia, fu vedere che vicino a Sirius c'era qualcun altro che indossava l'uniforme nera del Team Meteora - qualcuno che non avevano più visto da quando lei e i suo Blaziken avevano liberato il PULSE Abra. A parte l'abbigliamento non era cambiato praticamente nulla in lui...

"Ehilà, perdenti. Che effetto fa, vedermi dall'altra parte della barricata? In tutti i sensi?" commentò Fern, squadrando con arroganza il gruppetto di allenatori della resistenza. "Oh? E chi vedo assieme a voi? Quei due perdenti, Astro ed Eclisse? Heh... come potete vedere, il Team Meteora ha già trovato qualcuno in grado di sostituirvi!"

"Davvero sarà in grado di farlo?" affermò Drew, guardando Fern con pungente sarcasmo. "A giudicare dal sostituto, non avete un ufficio reclutamento molto selettivo, voi del Team Meteora."                                 

"Hah! Gli insulti infantili sono l'ultima risorsa del vinto." continuò Fern. "Ma... adesso credo che il mio nuovo capo, che tra l'altro sta facendo un lavoro molto migliore rispetto alla precedente, abbia qualcosa da dirvi."

"E'... è inutile che tu li minacci, verme!" reagì Aya, mentre guardava Cain e Pietro per dire loro di non cedere ad alcun ricatto. "Non avrete le Quattro Chiavi, neanche se minaccerete di uccidermi! A-avanti! Perchè... perchè non ci provi? Non ne hai il coraggio, vero, razza di carogna?"

"Per essere una prigioniera, ne hai di fiato da sprecare, mocciosa." rispose Sirius. Con un ghigno feroce, torse il braccio ad Aya e le strappò un grido di dolore. "Ti consiglierei piuttosto di restartene buona e non fare stupidaggini. Sei nelle nostre mani."

"Aya!" esclamò Cain. Per istinto, corse verso Sirius, ma si bloccò quando Charlotte lo richiamò, e vide di nuovo la barriera di energia semitrasparente che gli impediva di raggiungere Fern e Sirius. "Tsk... maledizione, Fern, non vedi quello che fanno? Come puoi tollerare tutto questo e schierarti dalla loro parte?"   

"L'idea è molto semplice, in realtà." spiegò il ragazzaccio dai capelli verdi, mentre si aggiustava gli occhiali con supponenza. "Io mi metto sempre dalla parte del vincitore. Il Team Meteora sta per creare un nuovo mondo. Ormai non manca molto alla loro vittoria finale. E quando sarà il momento, sarò dove merito: in cima adesso, al fianco del comandante Sirius e della comandante suprema Lin. Hehehee... adesso vi pentite di aver tradito il Team Meteora, vero?" L'ultima domanda era chiaramente rivolta ad Astro ed Eclisse, che assistevano a loro volta allo scambio. "Peccato... come immagino vi abbia detto il comandante Sirius, il Team Meteora non dà seconde possibilità agli incapaci e ai traditori!" 

Hitomi non cambiò espressione, ma si assicurò di farsi una nota mentale di quello che aveva sentito. Fern non aveva parlato di Lord Solaris. Questo voleva dire che era in corso uno scisma all'interno del Team Meteora, proprio come Astro ed Eclisse avevano detto.

"Sirius ha cercato di uccidermi. E c'è quasi riuscito. Perchè dovrei restare fedele ad un'organizzazione a cui non importa nulla della mia vita e di quelle dei miei cari?" rispose rabbiosamente Eclisse.

"Il motivo è semplice, Eclisse... o forse dovrei chiamarti Caitlin?" rispose prontamente Sirius. "I deboli si sottomettono ai forti. E i forti non sono obbligati ad essere riconoscenti. Al massimo, possono essere generosi, se vogliono."

"Certo che per essere un nuovo mondo, non è molto originale." affermò Max con sarcasmo. "L'ultima volta che ho controllato, questa si chiamava dittatura."

"La giustizia sta sempre dalla parte del più forte. Quando Lin dominerà il mondo, tutti dovranno riconoscere che lei è l'incarnazione della giustizia." ribattè Fern. "E la tua cara fidanzatina, Pietro, non è altro che una pedina in questo gioco."

Pietro stava facendo un notevole sforzo per non scagliarsi contro la barriera in un inutile tentativo di oltrepassarla. "Liberate subito Aya! E quando dico subito, intendo... immediatamente! In questo preciso istante!"

"Sì, certo, come no." rispose Fern con arroganza. "Ma se vuoi, le posso dare un bacio da parte tua."

Aya fece un verso di disgusto. "Uuuugh... preferirei baciare un Garbodor piuttosto che te!"

"Ma perchè sei così ostile, mia cara Aya?" chiese sarcastico Fern, contento di vedere che i suoi ex-compagni stavano rivbollendo di rabbia impotente. Era proprio questa la sensazione di trionfo che stava cercando. Finalmente, tutti dovevano riconoscere che era lui ad avere il coltello dalla parte del manico. "Pensavo che a voi ragazze piacessero gli uomini forti. E adesso che faccio parte del Team Meteora, sono un vincente anch'io. Ma... ora che ci fai pensare... nah, era tutto uno scherzo. Non toccherei una megera come te neanche se lei mi pagasse!"

"Fern, non hai la minima idea di quanto sei fortunato che c'è questa dannata barriera tra noi e te." commentò Cain. Il ragazzo dai capelli viola era rimasto calmo, ma c'era qualcosa di terrificante e minaccioso nel tono della sua voce... e se doveva essere sincera, anche Vera era contenta di non dover scoprire cosa avrebbe fatto Cain se ne avesse avuto la possibilità.

Inebriato dalla sua posizione di vantaggio, Fern rise in faccia a Cain. "Hah! Non parlare come se dovesse importarmi qualcosa del fatto che questa barriera ci sia o meno!"

"Beh, credimi... dovrebbe davvero importartene qualcosa!" ribattè prontamente Aya. "Ci sarà sicuramente un modo per superare questa barriera... e quando lo troveranno, mio fratello e i miei amici verranno sicuramente a salvarmi!"

"Improbabile. Anzi, direi impossibile." commentò Sirius, e strattonò Aya in modo da costringerla a seguirlo. "Ma a quanto vedo, le trattative sono giunte ad un punto morto. Perciò, ho deciso di lasciarvi un altro po' di tempo per pensarci su. E mentre aspettate... i nostri agenti a Reborn City riprendono possesso della città, e la popolazione di Agatipoli continua a dormire. Vi lascio con queste considerazioni, signori. Per quando tornerò... spero vivamente che abbiate preso la decisione giusta."

"Un momento."

Una voce femminile piatta e atona intervenne nella discussione. Florinia era appena arrivata sul posto e stava dirigendosi verso la barriera, mantenendo sempre quell'espressione distaccata che le era propria. Vera non poteva dire di essere sorpresa... del resto, come sorella maggiore di Fern,  era coinvolta personalmente in quello che stava accadendo.

Fern non smise di sogghignare, ma diversi membri della resistenza notarono che adesso c'era qualcosa di amaro nella sua espressione. Come se l'arrivo della sorella maggiore gli avesse in parte rovinato il momento della vittoria.

"Confermata presenza di Fern nelle file nemiche." disse la giovane donna. Hitomi rabbrividì nel sentire che la voce di Florinia era ancora meccanica e priva di emozione, come se davvero non le importasse nulla di quello che stava succedendo. "Si richiede al soggetto spiegazione per le sue attuali azioni."

"Aaaah, ma guarda chi si vede, la Flobot." replicò Fern beffardo. "Cos'è, adesso ti sei finalmente resa conto chi di noi due è destinato al potere e alla gloria, e ne sei spaventata? Ormai è troppo tardi, sorella cara. Non c'è posto per te nel Team Meteora, neanche se me lo chiederai in ginocchio."

"Tale richiesta non è mai stata contemplata." arrivò secca la risposta di Florinia. "La presenza di questa unità ha il solo scopo di confermare l'attuale affiliazione del soggetto Fern. Ora che tale informazione è confermata, questa unità non ha ulteriore scopo."

"Tsk... sei sempre stata così, Flobot. Non ti è mai importato niente di me. Ma... ormai non importa più. Ormai non ho più bisogno di te e del tuo gruppo di perdenti." commentò Fern, passando da un tono quasi contrito ad un trionfo feroce. "Adesso vi lasciamo alle vostre riflessioni... e speriamo che farete la scelta giusta non soltanto per il nostro ostaggio, ma anche per voi!"

"Era ora che la smettessi." commentò Sirius, vagamente irritato. "Ora forza... torniamo alla base."

Sirius si voltò e cominciò a condurre Aya verso il loro nascondiglio a Calcedonia, mentre Fern gettava uno sguardo trionfante a Pietro, Cain e Florinia... poi, voltò loro le spalle e se ne andò, ridendo e pavoneggiandosi.          

"Maledizione..." mormorò Saphira tra sè, mentre si prodigava per pensare ad una soluzione. "Che Fern fosse una persona sgradevole, era evidente. Ma non immaginavo che si sarebbe rivelato anche un traditore. Ma è inutile restarci a pensare. Quel che è fatto è fatto. E il problema resta quel maledetto segnale che viene dal PULSE-Hypno di Ametripoli. Dobbiamo fermarlo, in un modo o nell'altro."

I pensieri di Pietro, d'altro canto, erano decisamente più semplici. "Resisti, Aya... io ti salverò... in un modo o nell'altro... e tu, Fern... quando arriverò, prega di non incrociarmi!"

           

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E va bene, lo ammetto... ho voluto sovvertire le vostre aspettative! Eclisse è ancora viva!

Il fatto è che la situazione è un po' diversa da come è andata nel gioco. In questo caso, c'erano ancora un bel po' di Pokemon pronti ad intervenire e ad impedire che il Chandelure di Sirius prendesse l'anima ad Eclisse. Tuttavia, qualcosa è rimasto com'era... e infatti, Aya viene rapita e tenuta in ostaggio dal Team Meteora. E il problema di trovare quel PULSE-Hypno e interrompere il segnale che ha mandato in letargo Agatipoli non è ancora stato risolto. Cosa decideranno di fare i nostri eroi nel prossimo episodio?

Spero comunque che questo capitolo giunga al momento giusto. E che aiuti a riprendere la routine di tutti i giorni. Spero che le vacanze siano state buone per tutti... e che il nuovo anno ci porti bene!

 

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Capitolo 80
*** Confronto ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 80 - Confronto

 

Scyther si scrollò di dosso la neve, maledicendo tra sè la cattiva sorte. Tra tutti i posti in cui la migliore amica della sua allenatrice doveva andare a ficcarsi, doveva essere proprio quella cittadina sperduta sulle montagne più alte di Reborn? La sua specie era abituata al caldo delle savane e delle foreste! Che un Scyther come lui fosse costretto ad andarsene in giro sotto la neve e il vento gelido, era davvero poco dignitoso!

Detto questo, il Pokemon mantide era consapevole del rischio che tutti loro stavano correndo, ed Heather era una delle persone più importanti per Shelly. Tra l'altro, era lì da sola, e c'era sempre la possibilità che qualche scagnozzo del Team Meteora la individuasse. Shelly aveva paura che Heather non ce l'avrebbe fatta, da sola, a difendersi dai capi dell'organizzazione, e a giudicare da quello che aveva sentito di Lord Solaris e dei suoi diretti sottoposti, Scyther stesso non faceva fatica a crederlo. Era già una fortuna essersi imbattuti soltanto in reclute di poco conto, nel corso del loro viaggio...

Il Pokemon Coleottero/Volante spiegò le ali, cercando di ignorare la sgradevole sensazione di gelo, e dopo essersi assicurato che non ci fossero occhi indiscreti in giro, prese il volo e guardò verso l'orizzonte. Le distese innevate e le foreste di conifere imbiancate si estendevano ancora per un po'... poi, la natura selvaggia si diradava gradualmente fino a che non apparivano i primi edifici di una città dall'aspetto sorprendentemente moderno, per una che sorgeva nel bel mezzo delle vette più alte di Reborn. Anche in lontananza, Scyther fu in grado di vedere un gruppo di grattacieli che componevano lo skyline della città, e poco distante da essa, un enorme costone di roccia ricoperta di neve e ghiaccio dominava l'intero paesaggio. Non c'era modo di confondersi: davanti a lui, a solo poche ore di cammino, si trovava Ametripoli. Quella era la loro migliore possibilità di riposarsi e di cercare Heather.

Soddisfatto, e contento che finalmente il viaggio stesse per concludersi, Scyther scese a terra e si infilò rapidamente tra gli alberi, usando le sue braccia-lame per spostare gli arbusti che gli impedivano il passaggio. Avrebbe preferito poterli tagliare, e sarebbe stato più rapido e più facile, ma come Shelly gli aveva giustamente ricordato, così facendo si sarebbe lasciato dietro una traccia che qualunque malintenzionato avrebbe potuto seguire senza problemi. Limitandosi a fare uso della sua naturale agilità per farsi strada, Scyther scivolò nel labirinto di vegetazione innevata e si avviò verso la piccola caverna dove Shelly e il resto dei suoi Pokemon si erano accampati. Sicuramente, stava pensando, Shelly sarebbe stata felice di sapere che la città dove si trovava la sua migliore amica era di lì a poche ore di cammino.

Un rumore improvviso, come uno schianto, allarmò il Pokemon mantide, che alzò d'istinto le braccia-lame davanti a sè e tese i sensi al massimo, per confermare a sè stesso che il suono provenisse effettivamente dal luogo in cui aveva lasciato Shelly. Con la sua esperienza, il Pokemon mantide non ebbe difficoltà a confermare le proprie supposizioni, e dopo essersi preparato mentalmente, scattò a tutta velocità verso la sua allenatrice, sperando che non fosse davvero nei guai...

"Scyther!" esclamò. Gettando al vento le sue precedenti considerazioni, Scyther tagliò di netto alcuni rami che gli ostruivano il passaggio, e scattò fuori dalla macchia, raggiungendo finalmente il luogo dove si trovava la sua allenatrice.

Immediatamente, Shelly distrasse la sua attenzione dallo scontro che stava sostenendo: due reclute del Team Meteora guidate da un altro individuo che indossava un'uniforme nera molto simile alla loro... ma con delle strane decorazioni che ricordavano un paio di ampie ali sulla schiena! I malfattori avevano mandato in campo un Purugly, un Pokemon simile ad un grosso gatto obeso dalla pelliccia grigia e dalle orecchie fin troppo grandi; e uno strano Pokemon insettoide dal corpo esile di colore giallo, avvolto in una sorta di mantello di foglie e con un paio di grose e corte antenne sulla testa. Appena dietro di loro, la recluta dall'uniforme decorata assisteva, accompagnata da un Pokemon alto e slanciato che ricordava un lucertolone di colore nero e viola, con degli elaborati motivi rossi sul torace e sui fianchi. Era un Pokemon che Scyther non aveva mai visto, ma a giudicare dalla sua espressione acuta e dalla sicurezza con cui si portava, doveva essere un avversario pericoloso...

"Lazzle!" ordinò lo strano Pokemon lucertola, indicando ai suoi "compagni" i Pokemon con cui Shelly cercava di affrontarli. Joltik e Spinarak si tenevano vicini alla piccola entomologa, mentre Volbeat e Yanmega affrontavano i Pokemon del Team Meteora.

"Purr!" esclamò il Purugly nemico. La recluta che lo aveva fatto uscire fece un cenno al grosso felino, che scattò in avanti con velocità sorprendente e sferrò un attacco Sfuriate, cercando di raggiungere Yanmega con una raffica di fendenti dei suoi artigli. La libellula gigante schivò l'attacco con una virata, e rispose con un preciso attacco Sonicboom, facendo vibrare le ali ad una tale frequenza da scagliare una raffica di onde sonore contro il Pokemon Gattotigre, che ringhiò per il dolore improvviso e barcollò all'indietro. Il Pokemon insetto vestito di foglie - che Shelly aveva già riconosciuto come un Leavanny, un Pokemon di tipo Coleottero/Erba originario di Unima - sferrò un attacco Lacerazione che Yanmega riuscì per un soffio ad evitare alzandosi di quota.

"Presto, Yanmega! Usa un attacco Aeroassalto!" esclamò Shelly. La libellula gigante si lanciò in picchiata e cercò di colpire l'avversario con il bordo tagliente delle sue ali... ma il Pokemon Coleottero/Erba si difese efficacemente alzando le braccia per parare il colpo, poi spinse via l'avversario in modo che fosse un bersaglio più facile per Purugly. Il Pokemon Gattotigre si preparò ad aggredire Yanmega con un altro attacco Sfuriate, ma Volbeat intervenne appena in tempo per impedirglielo. "Volbeat! Usa... ehm... usa Stordiraggio per bloccarlo!"

"Vo volbeat!" esclamò il Pokemon lucciola, la cui coda si illuminò ed irradiò Purugly con un cono di luce multicolore. Il gattaccio restò come ipnotizzato per un istante, ma riuscì ad evitare gli effetti della mossa volgendo lo sguardo da un'altra parte. Tuttavia, questo ebbe comunque l'effetto di impedire a Purugly di attaccare, e Leavanny si ritrovò da solo a sostenere gli attacchi di Yanmega.

Con un rapido battito di ali, la libellula gigante scagliò una raffica di onde sonore che percosse il Leavanny nemico, mandandolo schiena a terra. Il Pokemon Coleottero/Erba si gettò di lato per evitare di essere colpito di nuovo, ma Shelly stava già dando un nuovo ordine.

"Presto, Volbeat! Adesso usa Entomoblocco!" esclamò la piccola entomologa. La sua coda si illimunò di nuovo, e il Pokemon lucciola scagliò una raffica di raggi colorati che percorsero una serie di traiettorie curvilinee a mezz'aria per poi convergere sui Pokemon nemici. Purugly riuscì a ricevere il colpo senza troppi problemi, ma Leavanny, già indebolito dagli attacchi precedenti, non potè reggere e venne rapidamente messo fuori combattimento.

"Che state facendo, coppia di cretini? E' soltanto una bambina!" esclamò l'agente di rango più alto che assisteva allo scontro assieme a quello sconosciuto Pokemon simile ad un coccodrillo nero. Quest'ultimo, deluso dalle prestazioni dei sottoposti, incrociò le braccia sul petto e scosse la testa. "Smettetela di perdere tempo e catturatela!"

"E'... è quello che stamo cercando di fare, capo! Ma... ma i suoi Pokemon sono più forti di quanto pensassi!" esclamò uno dei suoi sottoposti mentre richiamava Leavanny. Cercò rapidamente un altra Pokeball... ma non fece in tempo, prima che i due Pokemon più piccoli di Shelly intervenissero! Con un attacco Ragnatela, Spinarak scagliò un getto di seta appicciosa contro lo scagnozzo e gli incollò le mani alla cintura... e mentre la recluta faceva un passo indietro con un grido di paura, Joltik attaccò a sua volta, usando un attacco Tuonoshock che raggiunse lo scagnozzo alle gambe. "Aaaaargh!"

"Che cavolo fai, imbecille? Purugly, cerca di riprendere in mano lo scontro!" esclamò l'altra recluta, il cui Pokemon stava cercando di avvicinarsi rapidamente a Volbeat per scagliare un colpo. Il felino obeso si stava dimostrando molto veloce anche per Volbeat, che si trovò a doversi mettere sulla difensiva per evitare i suoi attacchi.

"Non ce ne sarà bisogno. Vedo che siete una coppia di incapaci... quindi ci penso io a catturare questa marmocchia." rispose il leader del terzetto. "Avanti, Salazzle, credo che sia il caso di dare una lezione di efficienza a questi idioti."

"Salazzle!" con un'esclamazione che esprimeva feroce soddisfazione. Frustò l'aria con la sua lunga coda serpentina e si mise in una posizione di guardia che ricordava un serpente a caccia, mentre delle lingue di fuoco scarlatte si accendevano agli angoli della sua bocca. Yanmega e Volbeat si ritirarono davanti a quel Pokemon sconosciuto... e Shelly cercò di saperne di più consultando il suo Pokedex, senza successo.

"Pokemon sconosciuto. Nessuna informazione disponibile." rispose l'enciclopedia portatile, esattamente come la bambina dai capelli violetti si era aspettata.

"Cavolo, nessuna informazione... però mi sembrerebbe un Pokemon di tipo Fuoco." disse tra sè Shelly. "E ha detto che si chiama Salazzle?"

"Salazzle, attacca quei due con Pirolancio!" esclamò il leader del terzetto.

La Pokemon simile ad una salamandra si mosse con una velocità incredibile, al punto che nemmeno l'agile Yanmega riuscì a tenere il passo. Aprì di scatto le fauci, che apparirono come una tagliola arroventata, e scagliò una palla di fuoco che esplose addosso alla libellula gigante! Una raffica di lapilli incandescenti si sparsero tutt'attorno mentre Yanmega cadeva a terra stordita, e Volbeat venne raggiunto da alcune di queste scintille arroventate. Appena in tempo, Yanmega riuscì a rimettersi in volo, e scagliò un attacco Ventargenteo contro la misteriosa Pokemon del leader del terzetto. Sbattendo freneticamente le ali, la Pokemon Libellorco scagliò una raffica di vento nel quale rilucevano innumerevoli scintille, ma Salazzle non si degnò nemmeno di tentare di scansare il colpo, e lo ricevette in pieno.

Il Ventargenteo di Yanmega investì Salazzle, che restò in piedi nel bel mezzo dell'attacco come se si trattasse di una piacevole brezza estiva. Volbeat cercò di dare una mano alla libellula gigante e sferrò un attacco Segnoraggio che centrò in pieno l'avversaria... ma ancora una volta, senza alcun risultato apprezzabile.

"Accidenti... come temevo, è un Pokemon resistente agli attacchi Coleottero!" disse tra sè la bambina. Volbeat e Yanmega cessarono i loro attacchi, che ormai si erano rivelati inutili, e volarono in due direzioni diverse, in modo da non offrire un bersaglio facile alla misteriosa Pokemon salamandra. Quest'ultima si mosse con rapidità e scattò verso Volbeat nel tentativo di colpirlo con la sua coda sferzante. "Yanmega! Adesso colpisci Salazzle con un Aeroassalto, presto!"

La Pokemon Libellorco scattò a tutta velocità contro l'avversaria, ma quest'ultima e il suo allenatore si erano aspettati questa mossa... e all'ultimo momento, la salamandra gigante scattò di lato, in modo da schivare l'attacco di Yanmega, che frenò di colpo a pochi passi di distanza da Volbeat. Entrambi si voltarono di scatto verso Salazzle, che ghignò e aprì la bocca attendendo l'ordine successivo dell'Asso Meteora.

"Salazzle! Travolgili con Fangonda!" esclamò l'Asso Meteora. La salamandra gigante scagliò dalle fauci un torrente di fango violaceo dall'odore pungente che creò una vera e propria ondata davanti a lei e sfrecciò verso i due Pokemon Coleottero, che non potevano fare nulla per difendersi se non separarsi di colpo e cercare di non restare sotto l'ondata. Yanmega, grazie alla sua velocità superiore, riuscì ad evitare di farsi travolgere, ma Volbeat venne colpito in pieno dall'ondata di liquido tossico e scaraventato a terra!

"No! Volbeat!" esclamò spaventata Shelly.

"Heh... quando hai davanti un Pokemon sconosciuto non te la cavi tanto bene, vero, bimbetta? Il comandante Blake sarà molto contento quando ti consegnerò a lui!" affermò. "Avanti, Salazzle, continua con Fangobomba, e questa volta prendi quella Yanmega!"

"Y-Yanmega... p-presto, usa... usa... Agilità! Cerca... cerca di scansarlo!" esclamò la ragazzina balbettando per la tensione. Salazzle gettò indietro la testa e mirò un altro attacco...

"Scyther!"

Un lampo verde sfrecciò tra Salazzle e il suo bersaglio, e un bagliore metallico accompagnò il terribile doppio fendente che il Pokemon mantide sferrò con entrambe le braccia-lame. Salazzle venne colta di sorpresa e raggiunta da entrambi i colpi... e l'Asso Meteora, che stava sghignazzando per la vittoria che riteneva ormai sicura, restò impalato a guardare la scena. Scyther atterrò dietro Salazzle con entrambe le braccia spianate e gli occhi chiusi, come un samurai che sferrato il colpo decisivo...

E dopo due secondi, Salazzle emise un lamento e cadde a terra priva di sensi, mentre Scyther si alzava ad occhi chiusi.

"Scy." disse semplicemente, per poi fissare l'Asso Meteora dritto negli occhi.

"Scyther!" esclamò Shelly con sollievo. Spinarak e Joltik apparvero dietro la ragazzina ed esultarono, e anche Yanmega e Volbeat espressero sollievo per essere stati tolti da quella situazione difficile.

Il malfattore, ora indifeso davanti al Pokemon di Shelly, sgranò gli occhi e fece una comica espressione di terrore. "Ehm... ecco... io... hehehehee... io... stavo semplicemente facendo un incontro con la tua amica... niente... niente di personale, vero?" balbettò l'uomo, e mosse le mani davanti a sè per calmare Scyther. Quest'ultimo si avvicinò pericolosamente all'Asso Meteora, tenendo le lame sollevate davanti a sè e pronte a colpire.

"Scytherrrr..." ringhiò, ormai ad appena un passo di distanza dall'individuo. Colto dal panico, l'Asso Meteora cercò di scappare, ma finì per inciampare e finire seduto per terra con un'esclamazione di terrore.

"No! No, aspetta!" esclamò. "Non... non uccidermi, ti prego!" 

"S-Scyther... non... non credo che sia davvero il caso... di fargli del male, non credi?" Shelly cercò di trattenere il suo Pokemon.

"Spi! Spinarak!" il piccolo Pokemon ragno mosse una zampetta verso il suo compagno, sperando di riuscire a trattenerlo...

Ma Scyther non ascoltò. Raggiunse l'Asso Meteora tremante, sollevò le braccia-lame... e sferrò alcuni fendenti che sembrarono non raggiungere neanche l'individuo terrorizzato, poi si mise in posa con un braccio-lama posto obliquamente sul torace.

Passò un secondo in assoluto silenzio...

*SLAAAAAAAASH!*

...poi, l'uniforme nera dell'Asso Meteora si ridusse in tanti brandelli, lasciando il malcapitato del tutto illeso... ma con addosso soltanto gli stivali e un paio di mutandoni bianchi a pallini rossi! L'uomo restò fermo dov'era ancora per un istante... poi cadde a terra svenuto, con tanto di occhi trasformati in spirali e la schiuma alla bocca!

"Ooookay... credo che quei mutandoni non li indosserà mai più..." mormorò uno dei suoi sottoposti, appena liberatosi dalla ragnatela di Spinarak. L'altro disse di sì con la testa.

Scyther si voltò di scatto verso i due sottoposti, che emisero un grido di paura in perfetto sincronismo, e indicò loro il capo a terra svenuto e la sua Salazzle ancora esausta. "Scy! Scyther!" esclamò, per dire loro di portarli via e di non farsi più vedere.

"Aaaaaah! Certo, certo! Andiamo via subito! Togliamo il disturbo!" esclamò il tizio che non aveva parlato prima. L'altro prese una Pokeball vuota da ciò che restava dell'equipaggiamento del capo e richiamò Salazzle, poi presero l'Asso Meteora inerte e lo trascinarono via di peso, scomparendo dal campo visivo di Shelly e dei suoi Pokemon nel giro di pochi secondi. Finalmente, scampato il pericolo, Scyther tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso Shelly e gli altri suoi Pokemon per vedere se stessero bene.

"Grazie, Scyther! Sei arrivato proprio al momento giusto." lo ringraziò Shelly. La piccola entomologa si avvicinò al Pokemon mantide e gli fece una carezza sulla testa, mentre Volbeat si avvicinava con un ronzio che esprimeva sospetto.

"Vvvvvolbeat?" chiese il Pokemon Lucciola con le braccia conserte.

Scyther non si scompose. "Scyther, scy..." affermò, per dire che stava aspettando di vedere se lui e Yanmega fossero stati in grado di cavarsela contro Salazzle.

Shelly disse di sì con la testa. "Certo... capisco cosa vuol dire Scyther." disse la ragazzina. "E' intervenuto non appena ha pensato che non ce l'avremmo fatta da soli. Del resto... quel Pokemon misterioso era davvero forte, e non sono sicura che anche Scyther sarebbe riuscito a vincere se avesse combattuto normalmente."

Il Pokemon mantide confermò con un cenno del capo, e sia Volbeat che Yanmega accettarono la spiegazione. Fu Joltik a ricordare a Scyther il motivo per cui erano lì, e il Pokemon mantide storse il naso e si rimproverò tra sè per aver quasi perso di vista il motivo per cui era andato in ricognizione.

"Scy scy scyther! Scyth, scyther!" esclamò, un braccio-lama puntato nella direzione da cui era venuto per sottolineare il messaggio.

Shelly trasalì e guardò verso il suo Pokemon Coleottero/Volante con rinnovata speranza. "C-come? Ametripoli è qui vicino? Pensavo... che ci avremmo messo ancora almeno un giorno di cammino!" esclamò. Scyther scosse la testa per dirle che non era così, e proseguì il suo rapporto.

"Scyther scy scyther. Scy, scy... ther!"

"Vo vo volbeat!" esclamò Volbeat entusiasta. Guardò verso i due Pokemon ragno e confermò quello che tutti speravano.

"Joltik!"

"Spinarak!" esclamarono i due Pokemon più piccoli, e si scambiarono un cinque con le zampette. Ma nessuno di loro era più entusiasta di Shelly alla notizia che Ametripoli era più vicina di quanto loro osassero sperare...

"Okay, amici... dobbiamo raccogliere armi e bagagli, e riprendere il cammino! Dobbiamo arrivare ad Ametripoli prima che lo faccia il Team Meteora!" esclamò, con un'energia che raramente i suoi Pokemon avevano visto in lei. Il suo entusiasmo si dimostrò contagioso, e tutti i suoi Pokemon ne vennero presi. 

"Yanmega!" esclamò la libellula gigante. In uno scatto di eccitazione, eseguì una cabrata a pochi metri da terra e scese giù dalla sua allenatrice, coccolandosi su di lei come un gattino, e quasi facendola cadere a terra con il suo peso!

"Ah! Hey, Yanmega! Con calma, non essere così... ugh... impetuosa! Non sei esattamente una piuma, lo sai?" esclamò Shelly. La Pokemon Libellorco continuò senza troppi complimenti ad accoccolarsi sulla sua allenatrice, mentre Volbeat guardava sghignazzando, e Scyther scuoteva la testa, e poi guardava da tutt'altra parte, facendo finta di non conoscerli...

 

oooooooooo

 

Il gruppo della resistenza che si trovava in quel momento a Calcedonia era rimasto alquanto scosso dal rapimento di Aya, più ancora che dalla scoperta che Fern era passato dalla parte del Team Meteora. Ancora una volta, non erano riusciti a sbloccare lo stallo che si era venuto a creare tra la resistenza e i suoi nemici, e stavano cercando di pensare alla mossa successiva... nella speranza che questa volta sarebbero riusciti a fare qualche concreto passo in avanti nella loro lotta.

"Allora... meglio fare un riassunto di quello che è successo finora." disse Saphira massaggiandosi la testa, in modo da farsi passare un po' dell'emicrania che stava covando. Gettò uno sguardo ad Astro e ad Eclisse, seduti accanto a Vera e a Max dall'altra parte della stanza e ancora vestiti delle uniformi nere tipiche del Team Meteora. Con tutto il suo pragmatismo, la giovane leader della resistenza doveva ammettere che faceva uno strano effetto sedere vicino a due che fino a poco prima erano stati loro nemici, e che ora erano stati spinti dalle circostanze ad unirsi a loro. Tuttavia, Saphira era abbastanza ragionevole da accettare l'idea che la situazione richiedesse tutto l'aiuto possibile. Se questo voleva dire permettere a due vecchi nemici di collaborare con loro, Saphira era più che disposta a farlo... a patto che quei due non cercassero di tradirli.

"Sarò un po' paranoica..." disse tra sè Saphira. "Ma non è certo fidandoci del primo che passa che la resistenza è durata fino ad adesso."

Saphira chiuse gli occhi per un attimo e raccolse i pensieri. Non poteva nascondere a sè stessa di essere molto in ansia. A volte aveva l'impressione che se la resistenza era durata fino a quel momento, non era stato davvero per la loro abilità, i loro meriti o il legame che avevano con i loro Pokemon e gli uni con gli altri... ma soltanto perchè quella maledetta Lin aveva permesso loro di arrivare fino a quel punto, per motivi che Saphira non riusciva neanche ad immaginare. Stava giocando con loro come il Meowth con il Rattata? Era l'unica spiegazione che in quel momento le veniva in mente.

Inutile stare là ad arrovellarsi il cervello su un ipotetico caso peggiore, decise infine. Come leader, non poteva permettersi di mostrare pessimismo, o peggio ancora disfattismo di fronte alle persone che riponevano fiducia in lei. Doveva prendere di petto questa situazione, e fare in modo di farli venire fuori nel migliore dei modi.

"Il PULSE-Clawitzer che minacciava questa città è stato disattivato. Grazie anche alle azioni di Eclisse." disse infine la domatrice di draghi, e fece un cenno di assenso in direzione della ex-recluta scelta del Team Meteora. Un po' intimorita, Eclisse deglutì e disse di sì con la testa. "E quanto meno, non siamo più in pericolo immediato. Ma non siamo ancora riusciti a superare quella maledetta barriera, e soprattutto... non siamo ancora riusciti a raggiungere la macchina PULSE che si trova sulla vetta di Ametripoli."

"C'è una macchina PULSE sulla vetta di Ametripoli?" chiese improvvisamente Astro, un po' sorpreso. "Questo non lo sapevo... il comandante Sirius non ce l'ha comunicato. Lo aveva detto a te per caso, Eclisse?"

La giovane donna scosse la testa. "No... temo proprio di no." affermò. "E' una novità anche per me... ma del resto, non è che i capi del Team Meteora mettano i loro sottoposti a parte di ogn elemento dei loro piani. E' un modo per mantenere la segretezza nel caso qualcuno venga catturato."

"Certo... la cosa ha anche senso." affermò Saphira. "Detto questo, resta il fatto che c'è una macchina PULSE vicino ad Ametripoli, e dobbiamo cercare di raggiungerla e disattivarla."

"Se è così, possiamo guidarvi noi fino ad Ametripoli. Conosciamo una strada abbastanza sicura che arriva vicino a lì." continuò Astro. "Il problema è... che molto probabilmente la conoscono anche diversi agenti del Team Meteora, ed è probabile che si aspettino questa mossa."

"Non importa... a questo punto, dobbiamo perdere meno tempo possibile." affermò Saphira.  "Va bene, siamo disposti a fidarci di voi. Anche perchè non abbiamo molta scelta, a questo punto."

"Sapjhira! Lady Saphira! Mi scuserei per il disturbo, ma credo di avere già disturbato, in ogni caso." arrivò improvvisa la vocetta acuta e vivace di Julia. L'allegra esperta di Pokemon Elettro aveva letteralmente fatto irruzione nella stanzina, agitando la mano per attirare l'attenzione - come se ce ne fosse davvero bisogno.

Saphira mormorò qualcosa tra i denti, poi sospirò e si girò verso Julia. Inutile prendersela, tanto Julia era fatta così e non sarebbe servito a nulla lamentarsene. "Che succede, Julia? Se vieni qui ad attirare l'attenzione di tutti con i tuoi richiami da Kricketune, vuol dire che c'è qualcosa di serio... o forse no."

"Ecco... in realtà è qualcosa di piuttosto serio!" affermò Julia, senza però mai perdere il sorriso. "I cattivi sono venuti a patteggiare di nuovo. E.. credo che stavolta abbiano mandato qualcuno che la riguarda da vicino! Hanno mandato il dottore pazzo della diciottesima strada!"

"Il Dr. Connal..." mormorò Vera sfregandosi la fronte irritata. Sperava di dover incontrare quell'individuo il più tardi possibile.

"Oh, fantastico...  adesso dobbiamo sorbirci di nuovo le sue langanze sul fatto che fa l'elettroshock ai bambini e li mette in gattabuia per il loro bene." affermò Pietro, che già era di pessimo umore per il fatto che Aya era nelle grinfie del Team Meteora.

Ortilla stessa non era esattamente entusiasta all'idea di avere nuovamente a che fare con il Dr. Connal... ma pensò che forse valesse la pena di tentare. Chissà, magari se lo avessero lasciato parlare a lungo, il Dr. Connal avrebbe finito per rivelare qualcosa che sarebbe tornato loro utile. Non poteva far male fare un tentativo...

"Forse... forse è il caso di parlare con loro." azzardò la piccola coordinatrice, ed Alty si alzò in volo accanto a lei con un deciso battito d'ali. "Può essere che riusciamo a fargli dire qualcosa che ci rivelerà un loro punto debole, chi può dirlo..."

"Conoscendo quell'individuo... non credo proprio che si farà infinocchiare così. E' troppo furbo." rispose Charlotte con un sospiro. La più giovane delle sorelle Belrose si alzò con uno scatto che esprimeva insofferenza e noncuranza, ma non si scompose più di tanto e disse la sua."Detto questo... va bene, andiamo a sentire cosa dice il Dottor Barbagianni."

Hitomi soffocò una breve risata. "Heh... comunque, abbiamo ancora le Chiavi che ci sono state affidate, vero?" chiese la bambina.

"Sì... l'Anellorubino ce l'ho ancora io." disse Pietro. Diede un'occhiata nel suo zaino, e malgrado sapesse già di avere il gioiello con sè, tirò un breve sospiro di sollievo quando vide il familiare luccichio della gemma là dove l'aveva nascosta. "Ortilla... tu hai ancora la Collanasmeraldo, vero?"

La bambina dai capelli turchini disse di sì con la testa, e Alty indicò la sua borsetta con il becco.

"Ottimo." disse Saphira. "Qualunque cosa succeda, dobbiamo tenere sott'occhio quei gioielli e fare di tutto per impedire che il Team Meteora se ne impadronisca. Tutto il resto è secondario."

"Certo... lo capisco..." mormorò Laura. L'idea di incontrarsi di nuovo con il Dr. Connal la rendeva ancora più nervosa del solito, ma si convinse a farsi coraggio e si alzò dal suo posto per affrontare la sua paura. "Va bene... allora permettetemi di venire con voi. Anch'io... anch'io vorrei parlare con il Dr. Connal e scoprire cos'ha in mente."

"Va bene, Laura... ma cerca di non strafare." rispose Saphira. "Se non te la senti, ritorna pure dentro."

"Anche tu, Charlotte!" esclamò improvvisamente Anna, parlando per laprima volta da quando Astro ed Eclisse si erano uniti al gruppo. "Stai attenta. Quell'uomo vede le tue cicatrici, e le vedo anch'io adesso!"

Charlotte si fermò per un istante, come se l'osservazione di Anna l'avesse punta sul vivo... e sia Laura che Saphira assunsero delle espressioni preoccupate per la loro sorella minore. Ma quest'ultima si riprese in fretta e strizzò un occhio, con aria sicura di sè. "Cicatrici? Quali cicatrici, piccola Anna? Io non ho cicatrici sulla faccia!" affermò. Dentro di sè, tuttavia, sapeva che molto probablmente Anna non si riferiva a dei segni visibili... anche se lo diceva nel suo solito modo un po' criptico e imperscrutabile. Quando Anna apriva la bocca, non era mai a caso... anche se qualche volta poteva darne l'impressione.

"No, no, io le vedo bene..." disse Anna, ignorando il fratello gemello che cercava di farle cenno di non portare il discorso su quell'argomento. "Hai quelle cicatrici sul viso... quelle che ti hanno fatto le fiamme."

Charlotte fece una breve risata e mosse la mano come per dire che si trattava di sciocchezze, ma dal suo tono di voce, Vera si rese conto che non era del tutto convinta. "Hahahaaa! Ma dai, piccola Anna, non dire stupidaggini! Io non ho cicatrici, sei tu che hai un po' troppa fantasia!" affermò, con l'aria di una persona che voleva cambiare argomento ad ogni costo. "Allora, andiamo o no a parlare con il buon dottore? Sinceramente, sono un po' curiosa di scoprire che cosa si inventerà come scuse, questa volta."

"Veniamo anche noi." si offrì Astro, mentre lui ed Eclisse si alzavano di scatto. "Anche noi potremmo riuscire a darvi una mano con quell'uomo... state attenti tutti quanti, quel tipo ha la parlantina sciolta."

"Farà tutto quello che può per cercare di rigirare la frittata e farvi credere di essere voi quelli che stanno dalla pare del torto." continuò Eclisse.

Era una strategia con cui Charlotte e le sue sorelle maggiori avevano fin troppa esperienza, e anche Vera, Max e i loro compagni potevano dire di averla già vista in opera qualche volta. "State tranquilli. Sappiamo come opera quella canaglia." rispose Drew con un cenno della testa. "Non ci faremo imbrogliare."     

 

oooooooooo

 

Come sempre da quando quella crisi era iniziata, le strade di Calcedonia erano deserte e desolate. Alcuni degli abitanti, un po' più temerari degli altri, avevano sfidato il clima di terrore che il Team Meteora aveva creato ed erano usciti dalle case per dare il loro supporto alla resistenza, ma per la maggior parte, la gente di Calcedonia era rimasta chiusa nelle case in trepidazione.

La barriera creata dal Team Meteora era ancora al suo posto, creando un innaturale riverbero nell'aria tutt'attorno alla città, e tenendo separati i membri della resistenza dalla persona che il Team Meteora aveva mandato a patteggiare. Anche se c'era quella barriera semi-invisibile a distorcere la sua figura, era fin troppo chiara la sua identità.

"Molto bene. Vedo che vi siete presentati tutti." affermò il Dr. Connal con la sua inquietante voce profonda. Anche se c'era una barriera invalicabile tra loro, Vera provò comunque un brivido di soggezione. Non c'era da stupirsi del fatto che per un bambino, nei ristretti spazi del suo orfanotrofio del terrore, il Dr. Connal potesse sembrare una figura inquietante e terribile. "Allora, non mi dilungherò in inutili preamboli. Voi avete due delle Quattro Chiavi che permetteranno l'accesso al nucleo di potere di Reborn. Vi chiediamo di consegnarle, in cambio della salvezza della vostra compagna."

Il primo istinto di Pietro sarebbe stato quello di tirare fuori l'Anellorubino e consegnarlo al Dr. Connal, purchè lasciassero andare Aya... e per un attimo, la sua mano si mosse verso la tasca del suo zaino dove teneva nascosta la preziosa reliquia. Ma la sua mente razionale si attivò in tempo e gli impedì di fare una sciocchezza.

"Maledizione, Pietro, non essere sventato come al solito..." si rimproverò mentalmente "Se il Team Meteora mette le mani su tutte e quattro le Chiavi, è finita sia per Aya che per tutti i tuoi compagni, che per Reborn! Si fa come dice Lady Saphira... anche se vorrei poter fare di testa mia!"

"Non posso dire che mi sorprenda vederla da queste parti, Dr. Connal." rispose freddamente Saphira. Dentro di sè provava un impulso così forte di saltare addosso al buon dottore e strozzarlo che le faceva quasi male fisicamente.

Il Dr. Connal rispose alla provocazione di Saphira con il suo tipico distacco clinico, come se anche lei non fosse altro che un problema di matematica da risolvere. "Mi fa piacere vedere  che stai bene, Saphira." affermò. "E mi fa piacere vedere che le mie cure ti hanno fatto bene."

"Se sono ancora sana di mente, non è certo per merito suo, dottore. Le consiglierei, per il suo bene, di tenersi dall'altra parte della barriera rispetto a me." rispose la leader della resistenza. "Se non dovesse attenersi a questo mio consiglio, non mi ritengo responsabile di ciò che potrebbe accaderle. E quando questa barriera non ci sarà più, le consiglierei di mettere quanta più distanza possibile tra me e lei."

"Sì, me ne rendo conto." continuò lo psichiatra criminale. "Vedo che ancora trai soddisfazione personale in queste meschine minacce a figure di autorità."

"Lei non è l'autorità qui, Dr. Connal. Questa non è quella prigione che lei chiamava orfanotrofio." lo rimbeccò freddamente Hitomi, facendo un passo verso di lui accompagnata dal suo Sceptile.

"E pur tuttavia, sono per legge custode affidatario della minore delle sorelle Belrose. Di Charlotte." replicò Connal. Il suo sguardo d'acciaio si spostò sulla ragazzina coi codini e sulla Ninetales che aveva con sè, e Charlotte reagì incrociando le braccia sul petto e fissandolo con aria di scherno. Come se volesse invitarlo a venire a prenderla, se ne aveva il coraggio. Ninetales si drizzò in piedi e aprì a ventaglio le sue folte code, accendendo una fiammella blu su ciascuna di esse.

"No, Dr. Connal. Io sono la custode. Lei è la minaccia." tagliò corto Saphira. "Se qui ha finito, se ne vada. Non abbiamo nessuna intenzione di consegnarle l'Anellorubino e la Collanasmeraldo."

Il Dr. Connal fece un mezzo sorriso di superiorità. "Non sei nella posizione di darmi degli ordini, Saphira."

"Chiaro. Adesso lei prende ordini dal Team Meteora." Vera intervenne, fissando il Dr. Connal con disapprovazione. Non aveva erto dimenticato l'orrore che aveva visto nell'orfanotrofio di quell'uomo, il terrore e la disperazione dipinti sui volti di quei bambini e quei ragazzi. "Si rende conto di quello che sta facendo? Sta aiutando un gruppo di terroristi a minacciare le vite degli abitanti di Reborn."

"Lei crede davvero che un medico dovrebbe fare... quello che sta facendo lei?" continuò Max. Il suo Gardevoir fissò con indignazione il medico criminale, che come sempre non fece una piega e rispose con una delle sue razionalizzazioni.

"Il Team Meteora porta ordine." replicò. "Devo ammettere che non mi interessa particolarmente delle loro credenze religiose o del fatto che vogliano riportare Reborn ai cosiddetti fasti di un tempo. Ma è grazie a loro se questo paese non cadrà nel caos e nell'anarchia che regnano sovrani in altri continenti."

"Sta forse dicendo che in posto come Hoenn non c'è ordine nè sicurezza?" domandò Drew con mal celata irritazione. "Si rende conto di quello che sta insinuando? Sta forse dicendo che dovremmo rinunciare alle nostre libertà e sottometterci a dei tiranni come il Team Meteora in nome di una cosiddetta... sicurezza?"

"E' l'unico modo di ottenere la pace e l'ordine." continuò il Dr. Connal. "Per un bene maggiore, è necessario fare dei sacrifici. E se questo vorrà dire che alcuni dovranno pagare un prezzo alto, forse anche la vita... mi dispiace, ma è un sacrificio necessario al bene maggiore. In questo mondo ci sono troppe persone che brancolano nel buio, cercando prima una strada e poi l'altra nel tentativo di capire cosa vogliono fare delle loro vite. Questo provoca caos, frustrazione ed infelicità."

Vera corrugò la fronte. Era un discorso che in effetti la riguardava, per certi versi. Anche lei, all'inizio, era indecisa su quello che voleva fare della sua vita, non aveva un grande interesse nei confronti dei Pokemon, e aveva scelto la sua strada come coordinatrice senza tanto entusiasmo, perchè doveva pur scegliere qualcosa alla fine. Eppure... a forza di conoscere i Pokemon e fare esperienza con loro, aveva finito per amarli e per fare parte di quel mondo straordinario; e adesso non avrebbe più rinunciato a tutto questo, certo non per obbedire al giudizio arbitrario di qualcun altro.

"Lei sta solo adducendo delle scuse per il suo comportamento, Dr. Connal." affermò la ragazzina castana. Blaziken guardò verso Connal e mosse l'indice come per dire di no.

Ritchie si introdusse nella conversazione. "Anche se lei dice che è per il bene degli altri, non sta facendo altro che imporre il suo modo di vedere le cose." rispose. "Alla fine, quello che il Team Meteora vuole fare creerà un mondo migliore soltanto per loro. Astro ed Eclisse se ne sono resi conto, alla fine. E' per questo che hanno deciso di abbandonare la vostra causa."

"E' così, Dr. Connal. Il mondo che il Team Meteora vuole creare non è un mondo dove noi vorremmo vivere. Ce ne siamo resi conto... quando ormai era quasi troppo tardi." rispose Eclisse. "Io... sono stata quasi sacrificata in nome di questo... ipotetico nuovo mondo."

"E alla fine, abbiamo deciso che è meglio combattere per preservare un mondo imperfetto, che accettare un nuovo mondo in cui non potremo più vedere le persone a noi care." concluse Astro con decisione. "Me ne sono reso conto quando Sirius ha quasi ucciso la mia compagna davanti ai miei occhi. E se ci ripenso... mi sono già compromesso anche troppo."  

"Dunque preferite vivere nell'insicurezza in nome di un cosiddetto diritto alla libertà che è diventato un alibi universale?" continuò Connal. "In questo modo... i bambini diventeranno degli egoisti convinti di avere il diritto di avere tutto quello che vogliono. Il mondo merita di meglio. E il Team Meteora può offrire di meglio."

"Indipendentemente dalle giustificazioni addotte, ritengo che i presenti non siano convinti della bontà di tali argomentazioni." continuò Florinia, la cui calma glaciale offriva a Connal un insuperabile muro-contro-muro. "Per tale motivo, ritengo che discutere ulteriormente sia una perdita di tempo, e suggerirei al nostro interlocutore di tornare dai suoi superiori del Team Meteora a fare rapporto. E' tutto."

"Ben detto, Flo! Facciamola vedere a questi farlocchi!" esclamò Julia. "Sono davvero fiera di te!" 

Il Dr. Connal sospirò, onestamente dispiaciuto di non essere riuscito a far comprendere le sue ragioni a quel gruppo di ribelli. Se solo avessero ragionato un po' di più con la testa e meno con il cuore, si sarebbero resi conto che il loro modo di vedere le cose era folle, ma a quanto pare non poteva salvare quelli che non volevano essere salvati. Evidentemente, avevano bisognodi sbattere la faccia ancora un po' contro la realtà dei fatti...

E a proposito di realtà... 

"Come preferite. Ma la realtà non si adatta a quello che volete voi." affermò Connal, mentre già iniziava a girare le spalle al gruppo e andarsene. Si fermò solo per un istante, poi guardò in direzione di Charlotte. "E la realtà dei fatti è che state cercando di tenere con voi una persona instabile come Charlotte, in una posizione dove può costituire una minaccia per sè stessa e per gli altri. Non dovreste riflettere su quello che state facendo? Dopo tutto, già tempo fa... beh, è il motivo per cui siete state affidate a me."

Charlotte non cambiò espressione, ma il suo sorriso si fece amaro, e la sua mano si strinse a pugno e tremò visibilmente. Laura fece un passo indietro, pallida in volto... e Saphira, decisa a non lasciare nessun appiglio allo psichiatra criminale, gli diede un ultimo avvertimento.

"Se ne vada. E la smetta di tormentare me e le mie sorelle." sibilò. L'espressione dei suoi occhi era quella di un Arbok che si apprestava ad avvinghiare la preda.

Finalmente, il Dr. Connal comprese che non sarebbe riuscito ad ottenere nulla. "Come volete. Riconosco il fallimento della diplomazia." rispose. "Se è davvero questo quello che volete, la prossima volta non cercherò più di patteggiare. Mi auguro per voi che siate preparati alle conseguenze del vostro comportamento impulsivo."

"Secondo me, dovrebbe preoccuparsi di più per sè stesso." tagliò corto Vera. Il suo Blaziken sferrò un calcio in aria e si mise in guardia come un kickboxer, in modo che Connal avesse ben chiaro cosa lo avrebbe atteso se avesse cercato di sfidare la sorte. Il medico criminale scosse la testa e se ne andò, tornando dai suoi superiori del Team Meteora e lasciando il gruppo della resistenza accanto alla barriera, sotto lo sguardo approvante dei cittadini che avevano assistito alla scena. Alcuni giunsero anche ad applaudire e a congratularsi con la resistenza per essere riusciti ad opporsi al Team Meteora. Ciò nonostante, il gruppo di Vera non si sentiva troppo orgoglioso, in quel momento. C'era qualcosa che non andava... normalmente, Vera avrebbe lasciato perdere quello che il Dr. Connal aveva detto, ma questa volta c'erano degli elementi che non le permettevano di ignorare semplicemente quello che aveva detto quell'uomo. Charlotte non dava l'impressione di essere rimasta indifferente a quell'insinuazione riguardante il motivo per cui le sorelle Belrose erano finite nell' "orfanotrofio" del Dr. Connal.

C'era qualcosa sotto... e Vera aveva la netta impressione che non fosse il caso di insistere. Di qualunque cosa si trattasse, Saphira avrebbe reagito con aggressività. Si limitò quindi a rivolgersi a Charlotte, che aveva tirato un sospiro e si stava allontanando a passo lento. "Charlotte? Stai bene?" chiese la bambina castana, sinceramente preoccupata per la sua compagna.

La ragazzina dai capelli rossi sfoderò nuovamente un sorriso, per quanto non sembrasse troppo convinta. "Sì, Vera. Sto bene. E' solo che... ho bisogno di stare un po' da sola, okay?" affermò. "Vedere quell'uomo... mi ha fatto tornare in mente dei pessimi ricordi."

Vera decise di non indagare ulteriormente e accettò la spiegazione di Charlotte con un cenno della testa. Charlotte ringraziò, e questa volta il suo sorriso apparve più spontaneo prima che si allontanasse e si dirigesse verso il Pokemon Center e la base segreta. Saphira, con grande sollievo di tutti, non se la prese con Vera e si limitò a seguire Charlotte con lo sguardo.

"Che... significa?" sussurrò Astro alla sua compagna.

Eclisse scosse la testa. "Se vorrà dircelo, ce lo dirà. Per adesso... vediamo di non gettare al vento quel po' di fiducia che siamo riusciti a guadagnarci." affermò.

Laura riprese fiato e si schiarì la voce. "Saphira... credi che farei bene ad andare con Charlotte e parlarle?" chiese alla sorella maggiore. "Ho l'impressione... che potrebbe avere bisogno di una mano."

"Meglio di no..." rispose la leader della resistenza scuotendo il capo. "QUesta è una cosa che immagino Charlotte voglia risolvere da sola. E' in questi momenti che Charlotte ha bisogno di essere sola con sè stessa... e noi finiremmo solo per stressarla oltre."

Vera, Drew, Max e il resto del gruppo guardarono ansiosamente in direzione di Charlotte. A quanto pareva, anche una persona apparentemente normale come lei nascondeva qualcosa, in un luogo infido e privo di speranza come Reborn...

 

oooooooooo

 

Charlotte aveva passeggiato per la cittadina per diversi minuti, senza avere una meta particolare. In quel momento, i ricordi del suo passato, e soprattutto quelli della sua colpa, erano riaffiorati alla sua mente, mandandola in crisi. Erano passati quasi dieci anni da quel giorno funesto, e ancora non era riuscita a farsene una ragione. Dopotutto, era stata colpa sua se lei e le sue sorelle avevano perso i loro genitori ed erano state affidate alle cure del Dr. Connal.

"Heh... e ovviamente, quell'uomo sa come premere i tasti giusti per farmi sentire un verme. Non che ne abbia proprio bisogno." sussurrò tra sè. Sentendosi improvvisamente stanca e volendo sedersi per qualche istante, la ragazzina si diresse verso una stradina che si immetteva nella piazza principale di Calcedonia. C'era una panchina dall'aspetto un po' trascurato posta accanto ad un muro, e Charlotte, dopo avergli dato una ripulita, si sedette lì e si appoggiò la fronte su una mano, tornando con la mente al suo passato e al giorno in cui tutto era cambiato...

La sua Ninetales  si avvicinò per farle sentire la sua presenza e cercare di darle un po' di conforto, e la ragazzina sorrise debolmente mentre tendeva una mano verso di lei e accarezzava il suo morbido e caldo mantello.

"Pokemon di tipo Fuoco..." disse tra sè, ridacchiando brevemente per l'ironia della sorte. Anche sua madre era stata un'allenatrice di Pokemon Fuoco, e anche molto abile. "Immagino che certe abilità si tramandino nella nostra famiglia. Sinceramente, non ero partita con l'intenzione di diventare un'allenatrice di Pokemon Fuoco, Ninetales... ma dopo aver visto quant'era abile la mia mamma, e aver visto come i suoi spettacoli pirotecnici rendevano felici le persone... beh, immagino che la cosa abbia finito per attrarre anche me. Ho deciso di imparare anch'io ad addestrare i Pokemon come te... e non posso dire che non mi sia impegnata!"

"Tales...?" chiese la volpe a nove code con voce melodica. Si avvicinò alla sua allenatrice che aveva cominciato ad accarezzarla distrattamente, e Charlotte sospirò e appoggiò la schiena alla panchina. Sentì la piacevole sensazione dei muscoli che si distendevano mentre alzava la testa e osservava il cielo grigio sopra di lei. Aveva cominciato a scendere qualche fiocco di neve, notò distrattamente. Meglio... quello spettacolo aveva sempre l'effetto di calmarla e di farle mettere da parte i pensieri più cupi... anche oggi che continuavano a presentarsi.

"Non so esattamente come sia successo. Stavo allenandomi con Cyndaquil e Growlithe, cercando di ricreare uno degli spettacoli pirotecnici della mamma." affermò. Si fece forza e richiamò alla mente i suoi ricordi, forse sperando che questo l'avrebbe aiutata a rassegnarsi e a farsi una ragione di quello che era successo. Ma sinceramente, ne dubitava. Non erano bastati tutti quei lunghi anni passati a cercare di rendere le cose migliori per Reborn e gli altri bambini dell'orfanotrofio... certe cose lasciavano dei segni permanenti nell'animo delle persone, come le cicatrici di una bruciatura profonda che non se ne sarebbero mai andate del tutto.

Era a questo che si riferiva la piccola Anna, vero? Era fin troppo ovvio...

"Sinceramente, non so neanch'io come sia successo." continuò Charlotte, guardando la sua Ninetales dritta negli occhi. "All'inizio, quando ho visto le fiamme che cominciavano a diffondersi... ad avvinghiare la nostra casa... ero confusa, spaventata. Poi... heh, immagino che questo voglia dire che c'è qualcosa che non va in me...  poi, quando mi sono resa davvero conto di cosa stesse accadendo, e che non c'era nulla che potessi fare per fermarlo... l'ho accettato. Mi sono seduta là, a guardare le fiamme... a pensare a quanto fossero belle... erano come tanti spiriti luminosi che inghiottivano ogni cosa e la trasformavano in cenere. Allora non sapevo che papà e mamma erano in casa. Mi chiedo... se l'avessi saputo, avrei agito diversamente? E se avessi agito diversamente... mamma e papà sarebbero ancora con noi?"

"Nine..." mormorò la volpe a nove code con espressione compassionevole. Avvicinò il suo muso al viso di Charlotte e la leccò su una guancia, sentendo il sapore di una lacrima salata che scorreva lungo la guancia della sua allenatrice.

"Grazie, Ninetales..." rispose Charlotte, almeno in parte rincuorata. "E poi... sai, all'epoca era stata mia mamma a custodire il Braccialezaffiro. Sì, proprio una delle Quattro Chiavi. Quando hanno cercato nelle rovine della nostra vecchia casa, non l'hanno più trovata... e per qualche motivo, poi è finita nelle mani di Titania e di Amaria. Beh, meglio che direttamente in quella del Team Meteora. E sono sicura che adesso, dovunque si trovi, Amaria sta difendendo il Braccialezaffiro con tutte le sue forze. Heh... forse loro sono più meritevoli di me. Ma è inutile stare qui ad accusarsi, immagino."

Ora Charlotte si sentiva molto più sicura di sè... o se non altro, era riuscita a mettere da parte la sua rabbia e la sua tristezza per il momento. Si alzò di scatto e grattò Ninetales dietro un orecchio, poi guardò in direzione di una delle costruzioni più grandi di Calcedonia, visibile dall'uscita di quella strada: una grande villa in vecchio stile che spiccava per eleganza, opulenza e dimensioni sugli altri edifici della cittadina di montagna. Certo, qualcuno avrebbe detto che non era grande come la villa di Serra a Zirconia, o come il Maniero Vanhanen, ma simili termini di paragone non servivano che a far capire che ci si trovava di fronte ad un edificio dall'aspetto impressionante e monumentale.

"Che strano, pensare che non ci ho mai fatto più di tanto caso, a questa villa stupenda." affermò Charlotte. Ninetales mosse le sue folte code e guardò in direzione di una fontana di marmo bianco posta nel giardino. "Più che altro, non me ne sono mai interessata... chissà chi ci abita."

Mentre Charlotte si stiracchiava e cominciava ad avviarsi nuovamente verso i suoi compagni, la ragazzina vide qualcuno in lontananza che si avvicinava al cancello principale della villa. Due figure vestite in maniera anonima, e che tuttavia era sicura di aver visto bene abbastanza di recente.

Beh, se fossestato importante, Charlotte ci avrebbe pensato dopo. Adesso c'era un'altra cosa da fare... ovvero, fare sì che Vera e i suoi compagni fossero preparati e riuscissero a distruggere quella dannata macchina PULSE in cima alle vette di Ametripoli. Dovevano architettare un nuovo piano, e questa volta, dovevano assolutamente fare in modo che riuscisse!

 

oooooooooo          

                      

Eclisse restò in piedi davanti al cancello della villa, e prese un respiro profondo in modo da calmare i battiti furiosi del suo cuore. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva varcato quel cancello, spinta da una cieca e mal riposta fiducia nel Team Meteora? Ed ora, era praticamente tornata al punto di partenza...

No, non era proprio esatto. Adesso non era più la Caitlin di una volta. Quando era partita, era una ragazzina ingenua e fin troppo idealista che si era lasciata convincere dalle lusinghe di Sirius e di Lord Solaris, e ne aveva pagato le conseguenze. Adesso, tornare indietro non le sembrava più tanto vergognoso come aveva pensato a suo tempo. Probabilmente questo era un primo, necessario passo per rimediare ai propri errori e cambiare vita.

Astro, in piedi accanto alla sua complice e migliore amica, le appoggiò una mano sulla spalla, in modo da farle da supporto. "Senti, Eclisse... se vuoi posso venire con te. Darti una mano a parlare con tuo padre." propose il giovane.

"Grazie, Astro... apprezzo molto il pensiero, ma questa è una cosa che devo fare da sola." rispose. "Per te che non ti lasciato nulla alle spalle, immagino che sarà un po' più facile venire a patti con il tuo passato. Ma io... mi sono lasciata alle spalle un bel po' di cose, e adesso devo essere io a recuperare i pezzi e a cercare di rimettere insieme la mia vita."

"Va bene, Eclisse... rispetto la tua decisione." Astro fece un cenno con la testa e si mise da parte, ma rimase comunque accanto ai cancelli della villa per attendere la sua compagna. "Comunque, se hai bisogno di una mano, io sono qui. Non hai che da chiamarmi."

Eclisse sorrise e strizzò un occhio al suo compagno... poi prese un bel respiro e si avvicinò al cancello della villa. Non ebbe nemmeno il tempo di suonare il campanello prima che un paio di Houndoom e un gigantesco Stoutland - un Pokemon simile ad un gigantesco cane barbone coperto da una folta pelliccia castana e grigia, con degli enormi "baffi" color crema che si dipartivano dal muso - arrivassero abbaiando con tono allarmato. Eclisse sbattè gli occhi sorpresa e fece un passo indietro, ma riprese subito la calma e si avvicinò ai cani da guardia... i quali, dopo aver sentito un odore familiare provenire dalla ragazza, si fermarono e la guardarono con stupore e gioia.

"Ciao, amici. Come vedete... sono tornata!" si presentò Eclisse con un sorriso sollevato. "Potete dire a papà che sono qui?"  

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: E nel prossimo episodio, finalmente arriva il momento per i nostri eroi di raggiungere Ametripoli, e sperabilmente di mettere i bastoni tra le ruote a Zel e a Blake. Heather e Shelly sono in pericolo, e senza l'aiuto di Vera e dei suoi compagni, potrebbero vedersela molto brutta.

Spero che questo aggiornamento non sia stato troppo tardivo... e conto di aggiornare un paio di storie nel giro di una decina di giorni, vita reale permettendo! XD 

Alla prossima, e buon proseguimento!

 

 

 

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Capitolo 81
*** Tensioni a Reborn City ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 81 - Tensioni a Reborn City

"Potete dire a papà che sono qui?" chiese Eclisse. Per quanto avesse le sue incertezze all'idea di tornare in quel posto dopo tanto tempo, rivedere i suoi amati Pokemon non le dispiaceva certo... e lo stesso si poteva dire di Stoutland e dei due Houndoom, che annuirono rapidamente e corsero in direzione dell'ingresso della villa. L'enorme cane barbone raggiunse per primo il doppio portone in legno laccato, e bussò tre volte con la sua robusta zampa, poi si piazzò accanto alla porta e attese per qualche secondo.

Ad aprire, arrivò un maggiordomo vestito elegantemente di nero, con i capelli già un po' ingrigiti ma ben tenuti, e un classico monocolo sull'occhio sinistro. Quando vide i tre Pokemon canidi seduti accanto alla porta d'ingresso che scondinzolavano allegramente, quasi fossero stati dei cucciolotti eccitati, si rese subito conto che doveva essere successo qualcosa di veramente straordinario... e ne ebbe la conferma quando gettò lo sguardo in direzione del cancello d'entrata, dove la figura di Eclisse era in piedi e stava attendendo.

Dopo aver preso un bel respiro per farsi coraggio, la giovane ex-agente del Team Meteora si abbassò il cappuccio e permise ai suoi lunghi capelli neri di scivolarle lungo la nuca e ai lati della testa, in modo da farsi riconoscere anche da quella distanza.

"Stout! Stout!" abbaiò Stoutland. Il suo tono era leggermente infastidito, come se stesse chiedendo al maggiordomo cosa aspettasse e se davvero non avesse ancora riconosciuto la signorina. I due Houndoom frustarono il marmo delle scale d'ingresso con le loro code, in modo da rafforzare quello che il loro compagno stava dicendo... e il maggiordomo sgranò gli occhi quando la notizia lo colpì come un Rhyhorn in corsa!

"Oh, bontà divina... non posso crederci! La... la signorina Caitlin?" boccheggiò l'uomo. Uno degli Houndoom abbaiò un paio di volte per confermare, e il maggiordomo si schiarì la voce, in modo da non mostrare il suo imbarazzo e la sua emozione. "Ecco... certamente! Voi tre... andate a dire alla signorina che il signore la riceverà senza dubbio. Auspico... che questa visita sia un'occasione di ritrovo e di ricongiungimento."

Soddisfatti, Stoutland e i suoi compagni Houndoom fecero un cenno affermativo all'inserviente, che salutò con un inchino e tornò nel salone d'ingresso. Con passo allegro, i tre Pokemon si diressero nuovamente al cancello d'ingresso in modo da comunicare tutto ad Eclisse. La ragazza sporse una mano tra le sbarre del cancello, in modo da accarezzare ognuno di loro sulla testa.

"Stout! Land!" esclamò con gioia Stoutland.

I due Houndoom gli fecero eco un attimo dopo. "Doom! Hound, doom!" abbaiarono, in sincronia quasi perfetta.

"Grazie... adesso mi sento molto più tranquilla!" affermò Eclisse. Non era una frase di circostanza - adesso che si era tolta questa soddisfazione, era davvero convinta di poter parlare con suo padre e giungere finalmente ad una riconciliazione con lui. Erano passati già anni da quando se n'era andata... ma finalmente, era convinta di poter chiudere per sempre un capitolo della sua vita che l'aveva angustiata fino a quel momento.

Per qualche minuto, Eclisse rimase ad attendere, giocando un po' con i tre Pokemon cani e accarezzandoli a turno. Finalmente, quando Eclisse cominciava a chiedersi se davvero fosse andato tutto liscio come sperava, il maggiordomo emerse di nuovo dalla doppia porta d'ingresso, portando con sè un grosso mazzo di chiavi. Stoutland e gli Houndoom si fecero da parte, in modo da fargli spazio mentre si dirigeva verso il cancello e lo apriva con un lieve cigolio metallico.

"Bentornata, signorina Caitlin." disse il maggiordomo. "Il signore è nel soggiorno... e ha detto che sarà lieto di parlare con lei."

Eclisse trattenne a stento un moto di emozione, e dopo aver vinto la sua iniziale esitazione, fece un passo attraverso la soglia del cancello. "Grazie, Auguste." disse, dopo aver preso fiato e aver fatto in modo di non sembrare troppo eccitata. "Credo... credo di sapermi orientare da qui in poi. Grazie mille."

"Mi permetta, signorina. Anche per me è una grande gioia poterla incontrare di nuovo." continuò il maggiordomo, il cui tono restava allo stesso tempo controllato e gentile. I tre cani affiancarono Eclisse ed Auguste mentre si dirigevano verso la villa, ed Eclisse fece in modo di pulirsi le suole degli stivali sullo zerbino prima di entrare.

Sentì un familiare profumo, che da tanto tempo non aveva più sentito, e che la riportò indietro agli anni della sua infanzia, quando viveva in quella grande villa senza sapere nulla di quello che accadeva nel mondo. Allora Reborn era ancora un posto dove si poteva vivere abbastanza bene, e la sua famiglia non era stata toccata dalle preoccupazioni che affliggevano così tante persone...

Eclisse sospirò. Come aveva fatto ad essere tanto ingenua da farsi indottrinare dalle chiacchiere del Team Meteora? Era stata giovane ed idealista all'epoca... e le piaceva pensare di non aver perso del tutto il suo ottimismo. Ma dopo aver visto con i suoi occhi come il Team Meteora si era corrotto sotto la guida di quella maledetta Lin, non poteva fare a meno di chiedersi come avesse fatto a non vedere le avvisaglie di come sarebbe andata a finire.

Riportandosi alla realtà, e sentendosi finalmente in un luogo sicuro, Eclisse si incamminò lungo il corridoio, avventurandosi in un breve viaggio lungo il viale dei ricordi. I quadri appesi alle pareti, i tappeti che coprivano un pavimento colorato ed elegante, i lampadari di cristallo... pensare che fino a poche settimane fa, li avrebbe disprezzati, pensando che si trattasse soltanto di vanità dei ricchi...

Finalmente, Eclisse raggiunse il soggiorno, con il suo grande camino e i divani finemente ricamati disposti in maniera ordinata attorno ad un basso tavolino di cristallo sul quale erano appoggiati dei pezzi di argenteria. Tutto era rimasto al suo posto, come se il tempo si fosse fermato da quando lei era andata via...

"Caitlin..." Una voce familiare, ma senza più la severità che Eclisse era abituata a sentire, provenne dal divano al centro della sala. E più precisamente, dall'uomo anziano ed elegantemente vestito che era seduto al centro di esso, lo sguardo rivolto verso di lei in speranzosa attesa.

Un moto di gioia e tristezza minacciò di sopraffare Eclisse, che si impose di non farsi travolgere e fece un passo in avanti, le mani congiunte davanti a sè e la voce tremante. Era il momento decisivo. Ora finalmente poteva sapere se la sua speranza sarebbe rimasta delusa, oppure se suo padre l'avrebbe accolta...

Si era preparata anche un discorso, per quando finalmente si fosse trovata di nuovo faccia a faccia con il genitore, ma adesso... ogni parola che potesse venirle in mente le sembrava così sciocca e ridicola. Stava ancora cercando di farsi venire qualche idea, quando per fortuna Auguste venne in suo soccorso e cercò di rompere il ghiaccio.

"Signore... la signorina Caitlin ha espresso un vivo desiderio di parlare nuovamente con lei, e di spiegare le sue vere motivazioni." disse il maggiordomo, sempre con quella sua flemma impeccabile che riuscì a dare ad Eclisse la convinzione necessaria per vincere le sue ultime titubanze. "Nel frattempo, mentre vi accomodate e cominciate a discutere, gradireste che vi prepari una bevanda calda?"

Eclisse disse di sì con la testa. "Grazie, Auguste. Per me un tè alla menta."

"E per me un caffè d'orzo." disse il padre di Eclisse. La ragazza riuscì quasi a sentire l'imbarazzo che scivolava via, e l'atmosfera si fece ben presto più distesa.

Auguste fece un inchino e si allontanò per preparare le bevande, mentre Stoutland e i suoi due compagni Houndoom entravano lentamente nel soggiorno. Ad Eclisse piacque pensare che anche loro erano lì per darle coraggio e farle trovare le parole giuste.

Ma a quel punto, Eclisse era convinta di non richiedere ulteriore incoraggiamento. La ragazza fece un passo avanti e, dopo aver preso un bel respiro, iniziò il discorso.

"Sono lieta di rivederti, padre." affermò, cercando comunque di tenersi un po' formale. "Io... mi... mi devo scusare. Per tutto. Per essermene andata senza aver dato spiegazioni. Per aver collaborato con un'organizzazione criminale come il Team Meteora. E per non aver saputo apprezzare quello che tu e il resto della famiglia avete cercato di darmi. Solo ora... mi sono resa conto che ho agito spinta unicamente dal mio impulso, nella presunzione di aver capito tutto... quando in realtà... mi sono lasciata incantare da tante belle parole. Solo ora... mi sono resa conto della mostruosità di quello a cui stavo partecipando. Se non fosse stato per un gruppo di persone straordinarie che mi hanno aiutato... anche se non avevano nessun dovere nei miei confronti... ora non saremmo qui a parlare."

Suo padre rimase ad ascoltare, senza interrompere, senza dire nulla. Stava semplicemente ascoltando, in attesa che la figlia finisse il suo discorso. Dopo tanto tempo, finalmente Eclisse si stava chiarendo... e suo padre voleva che lei dicesse tutto quello che sentiva.

"Perciò, padre... ti devo chiedere scusa." disse infine la ragazza, finalmente infrangendo quella facciata di calma impassibile che aveva cercato di mantenere fin da quando la discussione era iniziata. "Tu... hai cercato di avvertirmi che il Team Meteora non sarebbe stato la strada giusta, e io non ti ho ascoltato. E quando mi sono resa conto che il Team Meteora mascherava i suoi obiettivi mostruosi dietro la scusa di voler riportare Reborn alla sua età dell'oro... era già quasi troppo tardi. Eccomi qui, padre. Sono qui per chiederi scusa per le mie scelte impulsive."

L'uomo non disse  nulla e attese in silenzio, raccogliendo i suoi pensieri. C'era così tanto che voleva dire a sua figlia, e al tempo stesso, anche lui non era sicuro di sapere cosa dire senza dare l'impressione di volerla rimproverare. Dopo tanto tempo, voleva essere sicuro che la riunione con sua figlia fosse uno dei momenti più significativi delle loro vite.

"Caitlin." disse infine, e per un attimo ebbe l'impressione che la giovane donna si fosse irrigidita per un attimo. Temendo di averla intimorita, l'uomo si schiarì la voce e proseguì, con tono lento e tranquillo. "Non hai niente di che scusarti. Tu... hai seguito le tue convinzioni, e hai fatto delle scelte che credevi avrebbero fatto del bene a te stessa e a Reborn in generale. Io... immaginavo che questo Team Meteora avesse degli scopi più sinistri, ma ho cercato di costringerti a fare quello che volevo io. Anche se non ero d'accordo con la tua scelta, avrei dovuto essere più comprensivo nei tuoi confronti, e sperare che la tua strada ti portasse davvero a realizzarti. Poi... tu hai visto con i tuoi occhi che non è stato così. Sono contento di rivederti... ma allo stesso tempo, mi dispiace che tu abbia ricevuto una tale delusione."

Eclisse non ebbe reazioni, ma dentro di sè si sentiva tremare. Davvero suo padre l'aveva perdonata così? Era giunto a questa conclusione, in tutti quegli anni in cui lei aveva perseguito gli obiettivi di quel branco di terroristi? Non riusciva quasi a credere che suo padre fosse riuscito a perdonarla così facilmente... si aspettava che ci fosse ancora del rancore sopito, o magari anche soltanto un po' di rabbia per il fatto che Eclisse non gli avesse dato ascolto, tanto tempo prima... e invece, si trovava di fronte una persona cambiata, addolcita, capace di perdonare e di riconoscere i suoi sbagli.

"Perciò, Caitlin... ti chiedo scusa anch'io." disse infine l'uomo, alzandosi dal suo divano per andare incontro alla figlia. "E spero che anche tu vorrai darmi... un'altra opportunità."

Trattenendo a stento le lacrime di gioia, Eclisse raggiunse il padre e lo abbracciò, ricevendo in cambio un abbraccio asua volta. "Ero venuta qui proprio per questo, papà. Mi dispiace di averti fatto soffrire." sussurrò infine. "E grazie... grazie di tutto... è un peso che finalmente ci siamo tolti tutti e due, vero?"

"Sì, figliola, hai ragione... credo che meritassimo tutti e due questa seconda possibilità." rispose l'uomo, sentendosi anche lui più leggero. "E dimmi la verità... pensi che anche Reborn la meriti, vero? Non serve il Team Meteora o qualcun altro per costringere tutti a seguire la... cosiddetta... via giusta, non pensi?"

"Hai ragione, papà..." rispose Eclisse. "Ci vorrebbe giusto più buon senso da parte delle persone, e qualcuno che sappia guidarli e indicare loro la via migliore, senza costringerli. E' una cosa che sono contenta di aver imparato prima che fosse troppo tardi."

Non ci fu bisogno di dire altro. Eclisse e suo padre restarono fermi dov'erano, godendosi quel momento di gioia e di ritrovo, mentre dietro di loro Stoutland, i due Houndoom e il vecchio Auguste restavano fermi a guardare senza intervenire e senza disturbare il momento.

Era stata una giornata piena di emozioni per Eclisse e suo padre... e una giornata che si era conclusa nel migliore dei modi.           

 

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Nel nascondiglio segreto della resistenza ad Ametripoli...

Vera tirò un sospiro di sollievo una volta che ebbe la certezza che tutti i membri della Resistenza presenti a Calcedonia fossero lì, sotto lo stesso tetto del Pokemon Center. Da una parte, purtroppo, c'era la consapevolezza che Aya fosse nelle mani del Team Meteora, e che Fern avesse tradito e fosse passato dalla parte del nemico - e Vera pensava che non gli avrebbe mai mandato abbastanza improperi per quello che aveva fatto.

Dall'altra, almeno avevano la certezza che tutti i loro compagni fossero sani e salvi, e che anche i due ex-membri del Team Meteora stessero bene malgrado Sirius e il suo Chandelure avessero cercato di giustiziare Eclisse. Tutto quello che dovevano fare adesso era riposare un po', lasciare che i loro Pokemon recuperassero le forze, e poi iniziae a farsi strada verso Ametripoli.

Ortilla, seduta a gambe incrociate sopra una cassa, stava rivolgendo qualche domanda ad Astro, nel tentativo di avere quante più informazioni possibili sui loro avversari. "Allora... vi hanno detto qualcosa su quale sia lo scopo di questi... PULSE, o come si chiamano?" chiese la piccola coordinatrice, mentre con una mano accarezzava il suo Bibarel. Il Pokemon castoro era impegnato a sgranocchiare alcune noci, aprendole con i suoi incisivi e mettendo i gusci in una pila ordinata accanto a sè.

Astro sentì gli sguardi attenti di tuttii membri della resistenza che lo puntavano, e restò per qualche istante a riflettere sulla domanda. "Beh... in realtà, anche se sono un Cavaliere Meteora, non sono abbastanza in alto nella gerarchia del Team Meteora per sapere cosa stanno preparando i nostri capi. So per certo che il PULSE è stato inteso come un metodo di ottenere dei Pokemon particolarmente potenti, e per influenzare l'ambiente circostante in modi imprevedibili." affermò cautamente. "Ma... non so se avessero uno scopo ulteriore. Gli unici che potrebbero dirvelo per certo sarebbero la comandante suprema Lin, Lord Solaris... e ovviamente, il comandante ZEL, visto che è stato lui a sviluppare questa tecnologia."

"E ovviamente... non hai idea di dove si possa trovare questo tipo, immagino." chiese Julia sistemandosi i capelli. "Mah... peccato, mi sarebbe piaciuto andare là e farlo saltare in aria. Dopo, ovviamente, che avrà risposto alle nostre domande."

"Questa unità ritiene che tale modo di procedere sia altamente improduttivo. Per non dire eccessivamente dispendioso in termini di energia." continuò Florinia. Anna storse il naso mentre osservava la stoica ragazza dai capelli verdi. In quel momento, nella sua mente, varie immagini si stavano susseguendo, e nessuna di esse le faceva pensare che Florinia stesse bene, malgrado l'impressione che quest'ultima cercava di presentare.

Una stanza buia, illuminata solo da un filo di luce tremolante che scendeva da un soffitto invisibile.

Un salice piangente battuto dalla pioggia e dalla grandine.

E infine, una grande foglia rossa a forma di cuore, spezzata in due trasversalmente.

"Per la verità... credo di avere un'idea di dove si trovi il comandante Zel in questo momento." affermò Astro.

Quest'affermazione diede la carica a tutti i presenti, e Saphira in particolare. La leader della resistenza si alzò con un cipiglio energico, e guardò dritto Astro negli occhi, come se volesse intimargli di non fare scherzi. "Dove si trova? E non provare a prenderci in giro." chiese senza mezzi termini.

Ortilla sgranò gli occhi e cercò di indurre Saphira alla calma. "Un... un momento, Lady Saphira! Non... non c'è bisogno di intimorire così il nostro compagno!" esclamò, agitando comicamente le mani davanti a sè. "Adesso... sono sicura che ci racconterà quello che sa. Vero, Astro?"

Il ragazzo deglutì nervosamente e distolse lo sguardo dagli occhi penetranti di Saphira. "Cavolo, certo che anche qui, non scherzano come leadership... se hanno una comandante come lei, posso capire perchè il Team Meteora li lasci imperturbati." pensò tra sè. Aveva l'impressione che anche se avesse parlato a voce bassa, Saphira sarebbe riuscita ad udirlo in qualche modo.

"So per certo... che il comandante Zel e il comandante Blake stavano per dirigersi ad Ametripoli... stavano cercando quella vostra amichetta... Heather Molinar, mi pare che si chiamasse." affermò l'ex-Cavaliere Meteora. "Sì, proprio lei... e non credo che saranno teneri con lei quando la troveranno."

"Evidentemente, credo ancora che Heather abbia l'Anellorubino. Dobbiamo cercare di fermarli. Un motivo in più per raggiungere Ametripoli il prima possibile." rispose Drew, facendosi tremendamente serio, l'espressione concentrata e decisa che voleva dire che stava prendendo la situazione sul serio. "Astro... tu conosci qualche passaggio che ci permetta di arrivare presto ad Ametripoli, vero?"

"In realtà, sì... io ed Eclisse ne abbiamo trovato uno, quando lavoravamo per il Team Meteora." affermò il ragazzo, facendo un sorriso accomodante. "Se lo seguite, potrete arrivare ad Ametripoli. In tempo per impedire a Zel e a Blake di catturare la vostra amica."

"E magari dare anche una lezione a quel Blake." affermò Hitomi. Quando si accorse che Max la stava fissando con aria non troppo convinta, la bambina alzò le spalle. "Perchè no? Quel tizio mi è sempre stato antipatico. Se ho la possibilità di umiliarlo un po', per me è un bonus."

"Va bene, Hitomi... ma ricordati che la nostra priorità è ritrovare Heather e disattivare la macchina PULSE che si trova sulla vetta di Ametripoli." rispose Max. "E magari, riuscire a farci dare qualche indicazione in più da quel tizio, Zel."

"Vi darò tutte le indicazioni che vi potranno servire." affermò Astro. "Se riuscite a raggiungere Ametripoli in tempo, penso che avrete delle buone possibilità di fermarli... e magari a farvi dare qualche risposta dal comandante Zel."

Saphira fece un cenno affermativo con la testa, e Laura sorrise sollevata. "Grazie, Astro. Vedo che... sei una persona gentile, anche se facevi parte del Team Meteora." disse la mediana delle sorelle Belrose. Astro sospirò e guardò da un'altra parte, come se pensasse di non essere degno delle sue lodi.

Charlotte era rimasta ad ascoltare senza fare commenti, ma non si era persa nulla. Quindi... stavano per andare ad Ametripoli, e avrebbero avuto a che vedere con quei due comandanti del Team Meteora? Tra l'altro, Heather doveva essere da quelle parti, e dove c'era Heather... molto probabilmente c'era anche Shelly. Chissà, forse quella poteva essere una buona occasione anche per lei. Un'occasione per proteggere quelle due bambine come non era riuscita a fare prima... ed evitare che il Team Meteora o quel dannato Connal mettessero le mani su di loro.

"Va bene. Allora... quando i nostri Pokemon saranno pronti e ci saremo riposati abbastanza, partiremo per Ametripoli." disse Ortilla, guardando da una parte all'altra per vedere se Vera e i suoi compagni di Hoenn erano d'accordo. Non ricevendo nient'altro che espressioni di decisione ed approvazione, la piccola coordinatrice fece un segno di assenso in direzione di Saphira. "Con il suo permesso ovviamente, Lady Saphira."

"Certo. Non vedo motivo per dirvi di no." affermò la domatrice di draghi, e fece un sorriso appena accennato. Ortilla sperò che questo volesse dire che Saphira era contenta. "Devo ammettere che da quando siete arrivati qui a Reborn, avete fatto un bel po' di progressi. Sinceramente, non mi aspettavo che sareste diventati alcuni degli allenatori più forti della nostra organizzazione."

"Abbiamo avuto degli ottimi maestri... sia tra quelli presenti... che tra quelli che ormai non sono più tra noi." disse Hitomi. La bambina fece un sorriso un po' malinconico al pensiero di Kiki, che aveva dato la vita per permettere loro di fermare il piano del Team Meteora. Poi, guardò con gratitudine molti dei presenti. Le sorelle Belrose. Julia, che non mancò di fare un sorriso a denti scoperti e un segno di vittoria. Pietro. Florinia. Cain. Anna e Noel... e tutti coloro che avevano dato loro una mano ad arrivare fin lì. "Certo, non avremmo mai pensato di restare coinvolti nei problemi di Reborn... e fino ad allora, pensavo che non sarebbero mai stati problemi nostri. Ma visto che ci siamo trovati con questa responsabilità per le mani..."

"E' stata una strada difficile... e so che non siamo ancora arrivati alla fine." affermò Max. Il suo Gardevoir fluttuò elegantemente accanto a lui, e abbassò la testa in quello che apparve come un segno di rispetto agli allenatori di Reborn. "Ma se riusciremo a fermare il Team Meteora, sarà stato anche grazie a voi. Credo proprio che... ognuno di noi stia facendo la sua parte per salvare questo paese."

"E abbiamo intenzione di andare fino in fondo." continuò Ritchie, con Sparky sulla spalla come sempre. "Il Team Meteora non ha ancora visto tutto quello di cui siamo capaci... e quando saremo diventati abbastanza forti, faremo in modo che non possano più nuocere alla gente di Reborn."

"Pikachu!" squittì il Pikachu con il ciuffo.

"Il Team Meteora non ha mai incontrato nessuno in grado di impensierirli come noi. Si può dire... che portiamo con noi le speranze di tutta la gente di Reborn." rispose Cain, cercando di mostrarsi forte nonostante fosse ancora preoccupato per la scomparsa di Aya.

Julia appoggiò gentilmente una mano sulla schiena di Cain e strizzò un occhio. "Stai tranquillo, principessa. Vedrai che riusciremo anche a salvare Aya da quelle carogne." affermò. "Andremo nella loro base, e li faremo saltare tutti in aria! Assieme ai loro trabiccoli! BOOOOOM!" Accompagnò la fine della sua frase con un gesto delle braccia che mimasse un'esplosione.

Cain riuscì a ridacchiare brevemente, e anche Pietro fece un sorriso ironico. "Principessa, eh? Secondo me hai frequentato un po' troppo Charlotte!" affermò il ragazzo dai capelli viola. "Non che sia una cosa negativa, si intende! Basta non dare fuoco a qualcosa!"

Charlotte rise a sua volta. "La tua ironia non mi tocca, principessina!" affermò la rossa esperta di Pokemon Fuoco. "Anzi, a questo proposito... Saphira, vorrei chiederti un favore."

Saphira sbattè gli occhi, un po' dubbiosa. "Finchè è nelle nostre possibilità..." rispose infine. "Dimmi, Charlotte, di cosa si tratta?"

Charlotte prese un bel respiro. "Beh... volevo chiedere se posso accompagnare Vera e gli altri da Ametripoli. Porterò con me l'Anellorubino e farò in modo che non cada nelle mani del Team Meteora." affermò. "Immagino che Heather sarà contenta di vedere che il suo anello è ancora in buone mani."

Saphira e Laura si guardarono per qualche istante, come se volessero consultarsi a vicenda... e infine, dopo aver sospirato rassegnata, Saphira prese la sua decisione. Non credeva che dire di no a Charlotte sarebbe servito a qualcosa. "E va bene, Charlotte... ma stai attenta, e tieni bene da conto l'Anellorubino. Se cadesse nelle mani del Team Meteora a questo punto... sarebbe un disastro."

"Lo so, Saphira. Vedrai, nessuno di quei fetenti riuscirà a prendermelo!" rispose la minore delle sorelle Belrose.

"E prima di vedersela con lei, dovrà anche vedersela con noi." continuò Drew con tranquillità. "Quindi... quando volete, possiamo partire per Ametripoli."

Astro disse di sì con la testa e sorrise, pensando che finalmente avevano davvero qualche speranza di infrangere il dominio della terribile organizzazione terrorista. "Certo... tra un po' andrò a vedere di Eclisse. Spero solo che anche per lei sia andata bene..." rispose il giovane ex-Cavaliere Meteora. "Spero solo che riusciremo a fare qualcosa per aiutarvi. Anche con quel vostro compagno traditore..."

Hitomi rassicurò il ragazzo con un cenno della testa. "Grazie, Astro. Non vi preoccupate, sapremo noi come trattare Fern una volta che lo avremo ritrovato." rispose la bambina. Senza mai perdere la sua espressione neutrale, si sgranchì le nocche delle mani, facendo ben capire cosa avesse in mente per quando si fosse trovata davanti Fern...

 

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Nel frattempo, a Reborn City...

La febbrile e tentacolare metropoli era ancora più in fermento del solito. Ma non si trattava dell'anarchia che regnava di solito in quel luogo dimenticato da Arceus... c'era qualcosa di più, questa volta. Nonsi trattava più di un marasma disordinato che vagava senza meta da una parte all'altra, nè delle maree di disperati che infestavano i vicoli e le strade, in cerca di una qualsiasi occasione.

Ora, chiunque avesse avuto modo di vedere cosa stava accadendo a Reborn City avrebbe avuto la netta impressione che qualcosa stesse decisamente cambiando. Le persone camminavano con celerità ma in ordine, e se qualcuno le avesse osservate con una certa attenzione, avrebbe percepito qualcosa di particolare in loro. Una sorta di energia, di decisione che permeava i loro movimenti - che di solito erano lenti e letargici a causa dell'inerzia nella quale erano costretti a vivere.

Era come se qualcosa... o meglio dire qualcuno... fosse riuscito a risvegliare il popolo di Reborn City dalla loro rassegnazione. Non più convinti che il Team Meteora fosse invincibile, gli abitanti della città erano decisi a fare quello che potevano per risollevare Reborn City dal fango e dalla decadenza in cui era caduta. A modo loro, stavano dicendo al Team Meteora che non avevano più paura, e che ora erano pronti a combattere per proteggere le loro case, i loro cari e la qualità delle loro vite.

Le aiuole ingrigite venivano rimesse in sesto, il terreno riassettato e disseminato di nuove colture. In tutta la città, sui tetti degli edifici più alti, alcuni operai aiutati da Pokemon di tipo Lotta e Volante installavano degli impianti di depurazione. Le strade venivano sgomberate dai detriti, e anche molti dei senzatetto si erano uniti alle squadre di pulizia, raccogliendo i rifiuti e piazzandoli nelle apposite raccolte differenziate. Il lavoro era ancora all'inizio... e per le tante persone che avevano convissuto così a lungo con il degrado, era effettivamente un'esperienza nuova e strana, ma piacevole...

E a capo di questo piano ambizioso per ripulire la città, si trovavano due individui ben conosciuti... che erano riusciti ad organizzare la popolazione di Reborn City e, non senza un bel po' di fatica, dare loro uno scopo per cui impegnarsi. Radomus e Adrienn, aiutati in questo da Luna, la figlia adottiva dell'eccentrico nobile, e da tutte le persone che avevano prestato ascolto alle loro preghiere. Sotto la loro guida, la città stava cominciando a risollevarsi dal baratro in cui era caduta.

In quel momento, nella sala principale del grande Pokemon Center del quartiere Opale, Adrienn stava dando un'occhiata ad alcuni disegni e ad alcune piante della città, e cercava di pensare ad un piano per organizzare delle squadre di pulizia. Seduta assieme a lui c'era Sandy, la misteriosa ragazza bruna che aveva incontrato tempo prima, e che si era offerta di dargli una mano a ripulire la città... e altre due persone.

"Allora... dicono che il quartiere Onice sia quello meno disastrato, giusto?" chiese la giovane donna in divisa da arti marziali, con lunghi capelli corvini legati in una coda, che sedeva a fianco di Adrienn, mentre con un dito indicava il punto della mappa poco sopra alla stazione dei treni. "Quindi... forse sarebbe una buona idea concentrarsi di più sui quartieri che hanno subito maggiori danni, in particolare quando c'è stata quell'invasione di piante."

"Sì... penso anch'io che sia una buona idea, Vittoria." rispose Adrienn, mentre guardava gli altri suoi compagni. Sandy strizzò un occhio in segno di assenso, mentre il quarto individuo - un giovanotto dall'aspetto alquanto peculiare, con la pelle scura e i capelli biondi un po' a cresta, vestito di una giacca di cuoio nera senza maniche sopra una maglietta grigia, pantaloni lunghi bianchi ma polverosi, e un paio di scarpe nere un po' consunte - si sfregava il mento con aria pensierosa, forse cercando anche lui di farsi venire qualche idea. "Per quanto riguarda il problema del Settimo Distretto... quello è praticamente il luogo più malfamato della città. Temo che in quel luogo incontreremo un po' di resistenza."

L'uomo dalla pelle scura e dai capelli biondi, che dava l'impressione di non avere più di venticinque anni, volle dire la sua. "In effetti è vero. Questa città ha la sua fama, e non è certo immeritata, ma anche in un luogo come questo, il Settimo Distretto è il posto peggiore che si possa pensare." disse l'uomo, la cui voce suonava melodica e profonda. "Detto questo... hey, non sia mai detto che il sottoscritto, il DJ Arclight, si tira indietro di fronte ad una sfida. Conosco un po' di quella gente, e so come trattare con loro. Se mi permetti di andare a parlarci, Adrienn, vedrai che entro breve ti darò buone notizie."

"Va bene, Arclight... so che mi posso fidare di te." disse il giovanotto dai capelli bianchi. "Grazie per esserti preso un po' di tempo per dare una mano alla nostra causa... e anche a te, Vittoria. Immagino che non debba essere stato facile, con tutto quello che devi fare per prenderti cura del monastero."

"Figurati, Adrienn. In effetti, avevo proprio bisogno di cambiare un po' aria... soprattutto adesso che quella di Reborn City comincia ad essere un po' più respirabile." affermò la giovane donna, con una breve risata a denti stretti. "Certo, è un compito che io e Cal ci siamo assunti di nostra volontà, e non ce ne pentiamo. Ma sai... quanto resto lì, continuo a sentire la presenza della sensei Kiki, e a volte... può diventare difficile."

Vittoria fece un sospiro e guardò verso la superficie del tavolo, cercando in qualche modo di distogliere la sua mente dal ricordo della sua amata sensei che si era sacrificata per il bene del monastero soltanto poco tempo prima. Era un ricordo doloroso e ancora fresco nella mente della giovane esperta di arti marziali.

Sandy appoggiò una mano sulla spalla di Vittoria, che sospirò, alzò la testa e fece un cenno di gratitudine in direzione dell'allenatrice castana. "Grazie, Sandy. Va tutto bene... è che devo ancora abituarmi all'idea... ma non ti preoccupare, sarò di nuovo in piena forma molto presto." Vittoria volle rassicurare la sua nuova amica.

"A proposito... potrei sapere dov'è andato Cal?" chiese Arclight. "Immaginavo che a questopunto, voi due foste praticamente inseparabili."

Vittoria rise brevemente. "Cal e io non siamo ancora... beh, arrivati fino a quel punto, oserei dire." affermò. "Lui si sta dirigendo verso Ametripoli. Ha scoperto che da quelle parti, il Team Meteora potrebbe aver nascosto un'altra macchina PULSE, quella che quei malfattori stanno usando per mettere a dormire tutta la popolazione di Agatipoli. Cal cercherà di trovarla e disattivarla."

"Spero che ci riesca presto... Agatipoli è la mia città natale, dopotutto, e non vorrei mai che accadesse qualcosa di brutto." rispose Sandy. Era preoccupata per quello che sarebbe potuto verificarsi ad Agatipoli, con quello strano sonno in cui gli abitanti erano sprofondati. Sperava solo che arrivasse qualche servizio di soccorso per evitare che le persone rimaste addormentate soffrissero per la fame o la sete...

"Faremo tutto il possibile per proteggere anche Agatipoli. A proposito... ti devo ancora ringraziare per il tempo che ci stai dedicando. Anche tu adesso fai parte della resistenza, a modo tuo... sai che questo potrebbe renderti un bersaglio per il Team Meteora, vero?" Vittoria voleva essere sicura che la loro nuova alleata fosse consapevole dei rischi a cui andava incontro, e non si facesse cogliere impreparata. La resistenza aveva già visto molti giovani allenatori perdere anche la vita, proprio perchè non si aspettavano che il Team Meteora fosse così feroce e determinato...

Tuttavia, Sandy appariva ben cosciente di ciò in cui si era andata ad infilare. "Sì, lo so, Vittoria... fin dall'inizio, sapevo che mi stavo esponendo a dei rischi. Ma... ho pensato che ad un certo punto, una persona deve pur prendere una decisione." affermò. "Io e i miei Pokemon abbiamo pensato che forse, con il nostro esempio, avremmo potuto convincere qualcun altro a prendere la sua decisione e a dare una mano a ristrutturare la nostra città. E ho avuto la fortuna di incontrare Adrienn... da lì in poi, è stata tutta questione di organizzarci e coinvolgere i cittadini nella nostra iniziativa."

"Tra l'altro, dobbiamo ringraziarti anche per aver diffuso la notizia, Arclight." disse Vittoria, rivolta al ragazzo biondo con la pelle scura. "Non sia mai detto che avere un famoso dj come alleato non abbia la sua utilità! Heheheee..."

Tutti e quattro fecero una breve risata, ed Arclight si schiarì la voce e continuò il discorso. "Beh, non ho fatto niente di che. Sapete che ho sempre cercato, come potevo, di incitare la gente a risollevarsi dalla loro apatia. Ma fino a poco tempo fa, ero convinto di essere da solo... mi ha fatto piacere che fossero venuti quei ragazzi di Hoenn a dare una mano alla resistenza, ma il problema principale di Reborn City... ovvero, il fatto che i suoi cittadini non vedevano motivo per risollevarsi dalla loro apatia... impediva che ci fossero dei veri cambiamenti in positivo."

"Forse tutto quello di cui c'era bisogno era che qualcuno mostrasse alla gente di Reborn che c'era ancora qualche speranza." disse Adrienn. "L'aarrivo di quei ragazzi è stato un miracolo. Da quando sono arrivati, le cose hanno cominciato pian piano a cambiare. E adesso, la nostra gente è convinta di potercela fare. Hanno cominciato a collaborare e stanno cercando di rendere Reborn City un luogo più vivibile, anzichè limitarsi a sopravvivere un giorno dopo l'altro."

"Come si suol dire... vivere è più che sopravvivere." concluse Vittoria, con un'espressione speranzosa sul volto. "Mi fa piacere che alla fine la gente di Reborn se ne sia resa conto."

"Lo sappiamo... e ora è nostro compito tenere viva questa speranza, anche se non siamo più in prima linea a combattere il Team Meteora." rispose Adrienn. "Comunque, tornando al discorso di prima... allora, Arclight, tu ti occuperai del Settimo Distretto, immagino. Sandy, Vittoria... voi andrete a dare un'occhiata ai distretti Peridoto e Corallo. Credo che ci siano ancora dei Pokemon selvatici che potrebbero diventare pericolosi per la popolazione."

"D'accordo. Ci pensiamo noi. Non dovrebbero essere un problema." affermò Sandy. "Fateci sapere quando avete informazioni in più sul Settimo Distretto. E mi raccomando, state attenti a quel postaccio."

"Tranquille, signorine. Abbiamo anche noi la nostra esperienza. E io, personalmente, credo di sapere come trattare con quei... tipi turbolenti." affermò con una certa confidenza il dj biondo. "Detto questo... prima di avventurarci da quelle parti, credo che sovremo svolgere qualche ricerca. Il Team Meteora avrà sicuramente infiltrato alcuni dei suoi agenti in questa città, e credo che faranno tutto ciò che è in loro potere per mandare all'aria i nostri tentativi di riordinare la città."

"Sicuramente il signor Radomus saprà come comportarsi." affermò Vittoria. "Scommetto che ha già scoperto dove si trovano un bel po' di celle del Team Meteora... e quando ce lo dirà, sapremo esattamente dove colpire per mandare all'aria ogni loro possibilità di ostacolarci!"

"L'ottimismo non manca da queste parti, vedo." rispose in tutta tranquillità Sandy, ridacchiando brevemente. "Meglio così. Se il morale è alto, le nostre possibilità aumentano."       

"E' un bene che andiamo avanti con questo spirito. Farò anch'io tutto quello che posso per fare sì che questa città continui su questa strada. Comunque, non disperdiamoci, e cerchiamo di pianificare le nostre prossime mosse. Anzi, ricapitoliamo, già che ci siamo." continuò Arclight, rivolgendo poi la sua attenzione alle mappe di Reborn City. "Allora, io mi occuperò del Settimo Distretto. Credo di sapermi orientare, più o meno. Vittoria e Sandy... voi vi occuperete dei quartieri Peridoto e Corallo. E tu, Adrienn? Tu che cosa hai intenzione di fare?"                 

Il misterioso ragazzo dai capelli bianchi si fermò per un attimo a pensare, e passò la punta dell'indice sulla mappa della città. "Beh, per adesso... stavo pensando che sia una buona idea passare in rassegna il quartiere Onice. Ci sono molti Pokemon che vivono nascosti in qualche tana improvvisata, negli edifici in costruzione o nei magazzini abbandonati. Trovarli e dare loro una nuova casa... e magari, se vogliono, anche un nuovo allenatore... farebbe molto per migliorare la qualità della vita di questi Pokemon e l'ambiente del quartiere Onice."

"Mi sembra una buona idea. Sandy, che ne dici? Anche noi potremmo dare un'occhiata ai quartieri di nostra competenza, e vedere se troviamo anche noi dei Pokemon abbandonati." propose Vittoria. La giovane donna dai capelli castani non esitò a dire di sì con la testa. "Ottimo! Allora per adesso i nostri compiti sono definiti. C'è altro che dovremmo sapere?" 

"Credo che il signor Radomus abbia in mente qualcosa anche per purificare le acque del nostro lago." rispose Adrienn. "Tuttavia, non ha menzionato nulla di specifico... e poi, è preoccupato per due membri della resistenza, Amaria e Titania. E' da un po' che non riceviamo più notizie nè aggiornamenti su di loro. Credo che quando avremo completato le nostre attuali mansioni, sarebbe una buona idea assicurarci che stiano bene."

"E' vero. Meglio non trascurare nulla." affermò Sandy. "Va bene... allora, le nostre mansioni sono decise. Facciamo tutti i preparativi del caso, e poi diamoci da fare. Ci vorrà ancora un po' prima che Reborn City venga ripulita del tutto."

"Ci rivediamo qui stasera, e faremo rapporto di com'è andata." propose Vittoria. Gli altri si dissero d'accordo, e il gruppo si separò, ognuno dirigendosi verso la propria destinazione. Adrienn restò per qualche istante a guardare i suoi compagni che si allontanavano, e si fermavano giusto il tempo necessario per scambiarsi un ultimo cenno di saluto con gli altri.

"Grazie alla collaborazione di tutti, per Reborn City sta per iniziare il riscatto..." riflettè tra sè il ragazzo dai capelli bianchi. Questa considerazione era tutto quello che gli ci voleva per ritrovare tutta l'energia necessaria e continuare su quella strada.

Ma anche così, Adrienn non si faceva illusioni. Sapeva bene che la strada per liberare Reborn sarebbe stata ancora lunga e ardua. E ben presto, il Team Meteora avrebbe cercato di ostacolarli... o addirittura, di mettere a tacere la loro pacifica ribellione.

"Dobbiamo essere pronti a tutto..." disse tra sè Adrienn, e accarezzò le Pokeball al suo fianco.

 

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Pius sospirò e si massaggiò la fronte mentre guardava attorno a sè, seduto ad un lungo tavolo in quella che sembrava essere una sfarzosa sala dei congressi, illuminata in maniera spettacolare da dei grandi lampadari di cristallo appesi al soffitto, che creavano degli spettacolari giochi di luce e rifrangevano sfumature di colori sgargianti, dando alla sala un'atmosfera al tempo stesso solenne e festosa - qualcuno avrebbe potuto dire che si percepiva una sorta di estasi sacra.

Al fianco di Pius, Bennett si aggiustò nervosamente gli occhiali. Si sentiva come se in quel momento fosse di troppo da quelle parti, come se si rendesse conto di essere in più, in quella riunione. Lui era soltanto un iniziato della Chiesa d'Alfa... e se doveva essere sincero, non poteva dire di condividere il fanatismo di molti di loro. Per lui, la Chiesa d'Alfa era più che altro un modo per ottenere ciò che gli sfuggiva da così tanto tempo, e cominciava seriamente a chiedersi se non fosse stato un grave errore lasciarsi convincere così.

Dietro le lenti dei suoi occhiali, Bennett puntò lo sguardo in direzione di Taka. Tra tutti quelli riuniti nella sala, era proprio lui quello il cui stato d'animo si avvicinava di più a quello di Bennett. Mentre Padre Elias continuava il suo sermone da capotavola, il figlio del capo del Team Meteora cercava di nascondere il suo fastidio spostandosi un po' sulla sedia e sfregandosi gli occhi, una serie di gesti che avevano lo scopo di fargli mantenere l'attenzione su quel discorso barboso.

"E per questo, la Chiesa d'Alfa collabora con i veri credenti del Team Meteora, che stanno combattendo una nobile lotta per sottrarre Reborn alle falsità e alle complicazioni dell'era moderna, e per fare sì che il potere di Arceus torni al suo legittimo proprietario." stava dicendo il sacerdote dai capelli bianchi. "Preghiamo, affinchè ai ciechi che vivono in quel flagello chiamato Reborn City... il sommo Arceus faccia dono della vera visione. Come io, nella mia cecità, ho ricevuto dal signore di tutti noi la grazia di tornare a vedere... così dovrà accadere per tutti coloro che sguazzano nella loro ignoranza."

"Padre Elias... perdoni la domanda forse inutile..." volle prendere la parola Taka, alzando una mano con educazione. "Ma... non vedo sorella Angela tra noi... ehm... veri credenti." Sperò caldamente che Padre Elias non facesse caso all'inflessione di vago disgusto che aveva sentito anche lui nella sua stessa voce. "Come mai non partecipa a questa riunione?"

Padre Elias sorrise a Taka, come un padre che si appresta a spiegare qualcosa ad un figlio intelligente ma pigro. "Mi sembra ovvio, giovane eletto del Popolo delle Meteore." affermò il sacerdote. "Al momento, sorella Angela è impegnata a rinnovare la propria fede, a causa del condizionamento che aveva subito durante la sua ingiusta prigionia. Temo che possa aver avuto una crisi di fede." affermò. "Ma non dovete preoccuparvi. E' una cosa che può accadere a tutti, e il sommo Arceus è sempre pronto ad offrire il suo aiuto per riportare chi erra sulla retta via."

"Capisco..." disse Taka, tenendo lo sguardo rivolto verso il tavolo. Perqualche motivo, era convinto di non voler sapere i particolari del modo in cui Angela avrebbe "rinnovato" la propria fede. Per quanto Elias fosse stato un amico fraterno di suo padre, il ragazzo non poteva dire di fidarsi allo stesso modo del sacerdote. Era un po' troppo fanatico per i suoi gusti. Ma non era certo nella posizione di dire di no...         

 

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Angela strinse i denti e cercò come poteva di ripararsi gli occhi quando una luce abbagliante esplose davanti a lei. Emise un gemito di fastidio e voltò la testa da un'altra parte, desiderando più di ogni altra cosa di non essere legata ad una sedia in quella stanza terrificante, con la luce che le veniva sparata dritta in faccia.

"Che... che cosa volete fare?" cercò di protestare. "Io... ve l'ho detto, io non so che cosa stia succedendo qui... Perchè volete a tutti i costi che io vi aiuti in questa... crociata?"

La luce si intensificò, e la giovane donna strinse gli occhi ancora di più, per  cercare di proteggersi le retine. "Tu sei una nostra sorella, Angela." rispose freddamente la voce maschile che le aveva parlato fino a quel momento, senza mai presentarsi nè identificarsi. "Sei qui per rinnovare la tua fede. Sei una pecorella smarrita, che il sommo Arceus si è assunto l'onere di riportare al gregge. E grazie a te, riusciremo a convertire questo mondo di ignoranti e corrotti, e a riportarlo alla purezza del passato."

"Di... di cosa state parlando?" Angela cercò di ribattere. "Arceus, il padre di tutti noi, non approverebbe di questi metodi."

"A volte, per fare la Sua volontà, dobbiamo ricorrere a dei sistemi che possono essere poco piacevoli." continuò l'uomo di cui Angela ignorava persino l'aspetto. "Una volta anche voi ne eravate convinta, sorella Angela. Tutto quello che stiamo cercando di fare è farvi ricordare di quando voi eravate una devota servitrice del sommo Arceus e non vi facevate problemi ad usare tutto quello di cui c'era bisogno per eliminare gli eretici e gli infedeli."

"Io... io... ho fatto tutto questo? Io non volevo fare del male a quelle persone..." mormorò Angela. Le sue memorie erano ancora confuse, e in certi punti si contraddicevano a vicenda, ma l'idea di aver fatto del male a qualcuno la riempiva di orrore.

La persona davanti a lei continuò a parlare. "Sorella Angela... la nostra compagna, quella che noi conosciamo, era ben consapevole che non ci si può fermare a queste considerazioni se si vuole davvero diffondere il verbo del padre di tutti noi." affermò. "Lei comprendeva che il dolore che provocavano... la lacrime che facevano versare... questo era del tutto superfluo nel grande schema del creato. Tutto quello che importava erano le anime che riuscivamo a salvare e la verità che diffondevamo. Una verità fredda come il ghiaccio."

Per qualche motivo, la menzione del ghiaccio provocò una reazione negativa in Angela. La giovane donna spalancò gli occhi in un'espressione di paura, e sentì come un brivido che le percorreva la schiena e le braccia. Per un attimo, nel centro di quella luce maledetta che minacciava di sopraffare i suoi sensi, vide sè stessa con un'espressione di cieco fanatismo sul volto, un ghigno terrificante e gli occhi spalancati - l'espressione di una pazza furiosa.

"N-no... io non sono così... io non sono..." cercò di opporsi Angela. Qualcosa stava entrando nella sua mente, lo sentiva... qualcosa che voleva costringerla ad essere quello che non era...

"Vattene dalla mia testa... io non sono te..." esclamò Angela, mentre cercava disperatamente di non permettere a quella... creatura... di prendere possesso di lei. Ma la sua resistenza aveva un limite... mentre quella personalità maligna poteva andare avanti quanto voleva...

"Non resistere. E' inutile. Il tuo destino è essere la voce del sommo Arceus." continuò quella versione perversa di Angela, che ormai occupava quasi tutta la sua vista. I suoi occhi diabolici penetravano nell'animo della sua vittima, sostituendo ogni capacità di empatia ed affetto con fanatica convinzione e dogma religioso. "Cedi alla verità. Smettila di pensare tanto. Affidati al sommo Arceus. Affidati... affidati... affidati..."

Angela cercò di stringere gli occhi, ma l'immagine della falsa lei stessa non svanì, e continuò ad avvicinarsi e a guardarla dritta negli occhi. Non c'era nulla da fare se non cercare di resistere il più possibile...

"Io sono Anju... non Angela... Anju... Anju... An... ju..."

Poi, la pressione mentale si fece insostenibile, e la giovane donna perse i sensi, mentre ancora cercava disperatamente di restare aggrappata ad un briciolo di sanità mentale.

 

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Nel frattempo, in un piccolo ufficio di un apparentemente anonimo condiminio di Reborn City...

Luna tirò un sospiro sollevato quando si avvicinò allo studio in cui il suo padre adottivo era impegnato a studiare un tomo di grandi dimensioni, le cui pagine apparivano ingiallite dela tempo. Tenendo tra le mani un vassoio sul quale erano appoggiate due tazze di tè fumante e un piatto di biscotti secchi, la ragazzina bionda si avvicinò e attese con pazienza che Radomus alzasse gli occhi dal libro, giusto per riposarsi un po' la vista. Poi, staccò una mano dal vassoio e bussò educatamente.

"Permesso, padron Radomus..." esordì Luna con tono pacato. Dietro di lei, Gossip Gardevoir fluttuò elegantemente e attese con pazienza che l'eccentrico aristocratico desse il suo permesso. "Pensavo... che avrebbe gradito una tazza di tè. Anzi... se non sono troppo indiscreta... potrei chiederle il permesso di unirmi a lei?"

L'uomo si aggiustò il cappello e fece cenno a Luna e alla graziosa Gardevoir di entrare. "Ah, Luna... mi fa piacere che tu abbia avuto questa premura nei miei confronti." affermò. "E in effetti, sarei felice di poter fare una pausa e passare un po' di tempo con te, dopo tutte le emozioni che abbiamo vissuto in questi giorni."

"Allora, immagino di non disturbare, vero?" affermò Gossip Gardevoir. Con una lenta piroetta, la Pokemon Abbraccio apparve da dietro Luna e si presentò al suo allenatore.

Radomus mise un segnalibro nel punto che stava leggendo e chiuse il volume, lo mise da parte e si diresse verso un tavolino basso posto nel bel mezzo dello studio. Con un gesto della mano, fece cenno a Luna e a Gossip Gardevoir di entrare, e le due si accomodarono con piacere. Luna appoggiò il vassoio sul tavolo, poi notò che mancava una tazza...

"Hmm... se la nostra Gossip Gardevoir vuole unirsi a noi, allora credo che sarebbe giusto preparare una bevanda calda e rilassante anche per lei." affermò. "Gossip Gardevoir, amica mia... spero che vorrai perdonare questa mia incuria..."

La Gardevoir chiuse gli occhi e ridacchiò gentilmente. "Non ti preoccupare, Luna. Dopotutto, io stessa ho avuto l'indiscrezione di invitarmi all'ultimo momento." affermò. "Detto questo... non dispiacerebbe neanche a me una buona tazza di tè Poke Grey. Miscela di Hoenn, ovviamente."

"Ovviamente." rispose Radomus, sedendosi sul divano vicino con un sorriso soddisfatto. L'eccentrico nobile  doveva ammettere che era abbastanza soddisfatto di come stessero andando le cose, almeno per il momento. Reborn City stava diventando man mano sempre più vivibile, e gli abitanti della città si stavano riscuotendo dal disfattismo che li aveva accompagnati per così tanto tempo... A quanto pareva, gli sforzi della resistenza stavano dando frutto, lentamente ma progressivamente. E il Team Meteora era stato costretto a mollare la presa su molti territori sui quali fino a poche settimane prima avevano il controllo assoluto. Fino a quel momento, era andata bene, nonostante qualche intoppo.

Detto questo, non era tutto rose e fiori. Certo, Adrienn e i suoi compagni stavano facendo un lavoro egregio, e si sarebbero occupati anche di quei problemi che riguardavano quelle due ragazze della resistenza che già da un po' non davano più notizie di loro. E Radomus sperava onestamente che non fosse successo loro nulla. Amaria e Titania erano tra le più abili allenatrici della resistenza, ma forse proprio per questo rischiavano più di molti altri. C'era da sperare che non fossero cadute in qualche trappola...

"Come procedono gli studi, padron Radomus?" chiese Gossip Gardevoir, mentre Luna faceva un inchino e si allontanava per preparare un'altra tazza di tè.

Radomus attese qualche secondo prima di rispondere, come a radunare i pensieri. "Sono abbastanza soddisfatto per il momento, mia cara." affermò. "Detto questo, ci sono degli elementi dei quali desidererei parlare con te e Luna, non appena ci sarete tutte quante."

Gossip Gardevoir disse di sì con la testa. "Certamente, padron Radomus. Di qualsiasi cosa si tratti, contiamo di poterla aiutare a mettere ordine in questo caos." rispose.

Radomus disse di sì con la testa mentre si sfregava pensieroso il mento. C'erano diversi elementi che andavano tenuti d'occhio... e Radomus si era imposto di non sottovalutarne nessuno.       

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

 

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Capitolo 82
*** Misteri sotto la Settima Strada ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 82 - Misteri sotto la Settima Strada

"Molto bene, Gardevoir, mia cara." disse Radomus, mentre assieme all'elegante Pokemon Psico/Folletto si dirigeva verso un'altra stanza. "Come ho detto, ci sono molti elementi che ancora ci sfuggono... e tra questi, c'è il fatto che non abbiamo trovato traccia di Bennett, il giovane amico di Luna che è entrato a far parte della Chiesa d'Alfa."

"So per certo che Bennett è diventato uno dei loro iniziati. E la sua abilità nell'uso dei Pokemon Coleottero è notevole." continuò Gossip Gardevoir, la calda voce telepatica che riecheggiava nella mente del maestro di scacchi. "Detto questo, la sua abilità nelle battaglie di Pokemon, per quanto non inconsiderevole, non è ancora al livello di Pius o di Angela, e se dovessimo giungere ad uno scontro, non dovrebbe essere troppo problematico."

"Lo so bene. E anche il giovane Bennett lo sa. Proprio per questo non si farà cogliere impreparato." affermò Radomus. "Al momento, la priorità di Bennett è di convincere la nostra amica comune, la giovane Luna, ad unirsi anche lei al loro gruppo di fondamentalisti. Quindi, penso che la cosa più importante da fare sia tenerla d'occhio, senza tuttavia interferire nella sua vita privata."

Gossip Gardevoir disse di sì con la testa. "Se mi è concesso... suggerirei di contattare Miss Sierra a Zirconia e metterla a parte di quanto sta accadendo a Bennett e Luna." continuò. "Ritengo che lei, meglio di chiunque altro, potrebbe far comprendere a Miss Sierra quanto difficile sia la nostra attuale posizione, e quanto importante potrebbe essere il suo supporto. Se c'è qualcuno che può convincere Bennett e Luna, quella è lei."

L'espressione del maestro di scacchi si fece pensierosa, anche se non perse mai la sua verve. "Sì... in effetti hai ragione. Questa sarebbe senza dubbio la scelta più logica. Purtroppo... gli uomini e i Pokemon non sono esattamente creature di logica. Nessuno di noi può dire che i suoi pensieri non siano in qualche modo influenzati da preferenze personali. O dalle nostre esperienze. E nel caso di Miss Sierra... queste esperienze potrebbero farle fare delle scelte che non riusciremmo subito a comprendere."

La Pokemon sbattè gli occhi sorpresa, mentre Radomus si schiariva la voce e riprendeva il discorso. "Con questo, non voglio assolutamente dire che la sua scelta sia sbagliata, nè che lo sia la nostra." affermò. "Ognuno di noi deve semplicemente fare quello che ritiene giusto, nel rispetto della libertà degli altri. Miss Sierra ha i suoi motivi per le sue decisioni."

"Credo di capire. Va bene. Se è come dice lei, allora immagino che non sia giusto imporre a Miss Sierra le nostre scelte." affermò Gossip Gardevoir. "In ogni caso, cercherò di non impormi troppo su Luna. La proteggerò senza invadere la sua privacy."

"Grazie, mia cara. Credo che la Chiesa d'Alfa o il Team Meteora faranno presto la loro mossa contro di noi." affermò Radomus. "Sarà meglio organizzarsi e fare in modo che anche Adrienn e la signorina Sandy siano pronti a tutto."    

 

oooooooooo

 

Le doppie porte del santuario segreto si apalancarono con un cigolio sinistro, e diverse torce appese ai muri si accesero come per magia quando Padre Elias mosse i suoi primi passi all'interno della grande sala. Il sacerdote dai capelli bianchi si guardò attorno con aria stoica e spocchiosa, accompagnato da Bennett, Pius, Angela ed un gruppo di chierici di rango inferiore. Dopo aver mosso qualche passo all'interno della sala, Elias si fermò al centro di essa e si guardò attorno, come per decidere se fosse un nascondiglio degno di loro.

"Ecco... padre Elias..." affermò infine Bennett, affiancandosi all'alto sacerdote. "Al momento, questo è quello che siamo riusciti a fare. Comunque... non si preoccupi, non credo che dovremo trattenerci a lungo. Giusto... il tempo necessario a trovare Luna e convertirla al sentiero della luce."

Elias disse di sì con la testa. "Andrà bene come nostra base operativa. Il sommo Arceus è in tutte le sue chiese." affermò. "Non sarà certo la mancanza di ornamenti o di altri orpelli a rendere meno degna la casa del nostro signore."

"Quello che conta è la devozione con cui facciamo la sua volontà." affermò Pius con un cenno educato della testa. Ad un suo permesso, i chierici di rango inferiore cominciarono ad affaccendarsi e si dispersero nelle varie stanze per mettere ogni cosa al suo posto. "Adesso però, se vogliamo fare la volontà del sommo Arceus, dobbiamo ritrovare le Quattro Chiavi. Ognuna delle quali è nelle mani di un diverso membro della resistenza."

"Il sommo Arceus ci guiderà e farà in modo che ognuna di essa cada nelle nostre mani." affermò il leader della Chiesa d'Alfa con la stessa monolitica certezza con cui diceva ogni cosa. "Mi rendo conto che è il Team Meteora è in una posizione alquanto delicata, e che alcuni dissapori interni stiano minando la loro lealtà e la loro devozione... ma una volta che le Quattro Chiavi saranno al loro posto, ci muoveremo prima che la figlia del Male faccia la sua mossa."

"Che il supremo Arceus sia lodato." intonò Angela, con un sorriso inquietante e lo sguardo perso, come se fissasse qualcosa di magnifico e spaventoso al tempo stesso, che solo lei poteva vedere. "L'emissaria di Giratina, la figlia di Necrozma... la divoratrice di luce... cadrà ben presto nelle nostre mani, e quanto è vero il sommo Arceus, non la tratteremo meglio di come lei ha trattato la gente di Reborn City. La luce della giustizia la colpirà, e la ridurrà in cenere e polvere!"

Bennett si aggiustò gli occhiali e represse un brivido. Pensava di essersi ormai abituato a certe esternazioni di fede (o forse sarebbe stato meglio dire fanatismo?) da parte dei suoi "confratelli", ma vederli adesso in quello stato gli confermava che si trovava in un territorio a lui del tutto sconosciuto, dove qualsiasi azione doveva essere ben ponderata. Il suo scopo era e rimaneva sempre quello - ritrovare Luna e riportarla sulla retta via. Ma a volte si chiedeva ancora se per caso non avesse commesso un grave errore ad affidarsi a quel branco di zeloti. Sarebbero stati comprensivi nei confronti di Luna? Lui aveva cercato di essere più chiaro possibile, nel dire che Luna non aveva colpa per quello che stava accadendo, e che aveva solo bisogno di essere convinta. Ma quando si ha a che fare con dei pazzi, come indubbiamente erano Elias ed Angela, non ci si poteva attendere che pazzia.

Ironicamente, in tutto questo era Pius quello che gli ispirava più fiducia. Il sacerdote dai capelli neri, pur non meno devoto dei suoi compagni, dava almeno l'impressione di essere un po' più tranquillo e razionale. Forse lui, più di tutti gli altri in quella specie di setta, sarebbe stato disposto a rivolgergli un orecchio amico.

"Se posso dire la mia..." affermò Bennett, in modo da richiamare l'attenzione su di sè. Elias e i suoi due attendenti si voltarono lentamente, mentre il resto del clericato continuava a svolgere il proprio compito e l'alto sacerdote dai capelli bianchi chinò leggermente il capo per dare a Bennett il permesso di parlare. "Io penso che la prima cosa da fare sarebbe cercare Luna, in modo da attirare qui Radomus. Con un elemento di spicco della resistenza nelle nostre mani, i nostri nemici non avrebbero altra scelta che venire a cercarci, e con un po' di fortuna, porteranno con sè alcune delle Chiavi."

Pius si sfregò il mento, apparendo non troppo convinto di quello che il giovane entomologo proponeva. "Hmm... posso comprendere la tua preoccupazione, giovane iniziato, e in effetti, la tua premura di salvare l'anima della tua amica è lodevole. Ma non vorremmo che il tuo zelo ti portasse a non riflettere sulle circostanze." affermò l'uomo.

"Non essere pusillanime, fratello Pius." ribattè prontamente Angela, infervorata all'idea di poter finalmente prendersi una rivincita su chi l'aveva umiliata in precedenza. "Questa potrebbe essere un'ottima occasione per porre fine una volta per tutte alle interferenze di quegli infedeli, e per ottenere il nostro scopo."

"Non metto in dubbio che sarebbe un'ottima occasione, ma temo che l'idea del nostro nuovo accolito sia troppo semplicistica, con tutto il dovuto rispetto." ribattè con tutta calma Pius. "I nostri nemici non sono degli sprovveduti. Si renderanno subito conto che stiamo cercando di costringerli a portare con loro le Quattro Chiavi, e per questo si premureranno di nasconderle in un luogo dove non potremo trovarle."

"Credo che in questo caso abbia ragione fratello Pius." affermò Elias. "Apprezzo il desiderio di renderti utile, giovane Bennett, ma temo che tu li stia sottovalutando. Non saranno così sventai da portare con loro le Chiavi."

"In effetti, non è proprio necessario che ci portino le Quattro Chiavi. Stavo pensando ad un'altra possibilità, in effetti." rispose Bennett. "Se dovessimo catturare Radomus, sarebbe un grave colpo per la resistenza, e sarebbero costretti a tentare una missione di salvataggio. Con Luna e Radomus nelle nostre mani... possiamo attirare i nostri nemici in una trappola e sistemarli una volta per tutte. E poi... finalmente potremo mostrare loro la retta via e riportarli sul cammino della luce."

Angela ghignò sinistramente. "Heh... a quanto vedo, il nostro nuovo confratello ha già compreso l'importanza della nostra missione e il vero scopo della Chiesa d'Alfa." affermò.

Bennett cercò di non dare a vedere che stava deglutendo, innervosito dalla personalità della donna. Ogni volta che lei lo guardava negli occhi, si sentiva come una formica che guardava verso qualcuno che stava per schiacciarla. "Beh... certo, ormai mi è abbastanza chiaro." affermò il ragazzo, cercando di rabbonire la fanatica. "Noi... siamo qui per spazzare via tutti i falsi dei che la gente di Reborn venera... il denaro, il prestigio, l'orgoglio, i piaceri terreni... tutto ciò che rende la vita indegna di essere vissuta."

"Esatto. Solo una vita vissuta sul cammino della virtù del sommo Arceus è meritevole." affermò Elias. L'uomo chiuse gli occhi e ripensò intensamente alla sua gioventù, a quando aveva conosciuto Solaris, e ai giorni in cui si erano conosciuti e si erano ritrovati affratellati in una sacra missione comune. Ache Solaris, a modo suo, era un'anima persa... un'anima che aveva bisogno della sua guida e della sua protezione, soprattutto in vista di ciò che si sarebbe scatenato entro breve.

"Solaris, hai fatto un patto con Giratina, pur di realizzare uno scopo nobile." riflettè il sacerdote tra sè. "Dobbiamo ricordare qual è il nostro scopo, e che i mezzi che utilizziamo possono finire per farcelo dimenticare. Ma non ti preoccupare... sono convinto che alla fine riusciremo a mettere ordine in questo caos. E' solo questione di tempo, una volta che Luna e Radomus saranno nelle nostre mani."

"Non sarò certo io a mettere in discussione il favore del sommo Arceus, e so che stiamo combattendo per una causa giusta." affermò infine Pius, cercando di riportare il discorso su binari un po' più ancorati alla realtà. "Tuttavia, dobbiamo prima di tutto pensare ad un modo per catturare la giovane Luna. Senza di lei, non possiamo dare inizio al piano."

"Se permettete, potrei cercare io di farla venire da voi." affermò una voce giovanile provaniente da un'arcata vicina. Anche senza voltarsi verso quella galleria, Elias sapeva bene che si trattava di Taka... e infatti, un attimo dopo, il figlio di Lord Solaris emerse dal passaggio, passandosi una mano tra i capelli con apparente nonchalance. Ma in realtà, se qualcuno avesse guardato con un po' di attenzione, avrebbe potuto cogliere qualche indizio che il ragazzo provava ansia e nervosismo. E del resto, padre Elias non poteva fargliene una colpa. Il loro progetto era arrivato a quel punto, e Taka avrebbe dovuto ben presto fare i conti con il suo passato.

"Giovane Taka." affermò Elias, senza mai variare il tono della sua voce. Il sacerdote restava calmo e sicuro di quello che diceva... una calma quasi innaturale che faceva trepidare ancora di più il giovane membro del Team Meteora. "So che tu e la giovane Luna vi conoscete da abbastanza tempo, ormai. Ma sei sicuro di poterla incontrare e convincere? Credo che anche lei sappia che fai parte del Team Meteora."

"Sei sicuro? Sei sicuro?" il Chatot di Taka svolazzò attorno al suo allenatore prima di posarsi sulla spalla. Il ragazzo accarezzò il variopinto Pokemon sulla testa e gli fece un sorriso e un cenno di assenso, poi guardò in direzione di Elias e rispose con un gesto affermativo, per quanto un po' insicuro.

"Sì... sono convinto di potercela fare, Padre Elias." disse il giovane comandante, e si aggiustò la sciarpa rossa che portava attorno al collo. "Una volta che l'avrò convinta a seguirmi, potremo sapere da lei dove si trovano le altre Chiavi e... attirare il resto della resistenza in trappola."

Mentre parlava, Taka deglutì e strisciò la suola della scarpa contro il terreno, sentendosi terribilmente a disagio. In effetti, quello di cui stava parlando era un inganno perpetrato ai danni della sua amica. Luna avrebbe avuto ogni buona ragione per odiarlo, da quel momento in poi... e Taka stesso era tutt'altro che orgoglioso di quello che stava per fare. Ma che altra scelta aveva? Suo padre aveva degli obiettivi ben precisi, e Taka sapeva di non poter disobbedire. Lui e suo padre avevano fatto tanto per arrivare fino a quel punto... erano stati disposti a dannarsi l'anima pur di restituire Reborn alla sua purezza di un tempo... e adesso, quello che Taka si trovava a fare era ben poca cosa, in confronto alle azioni commesse dal Team Meteora fino a quel momento.

"Molto bene, giovane Taka." affermò Pius con un cenno della testa. "Se te la senti, possiamo affidare a te questa missione. Detto questo, non cercare di fare più di quanto tu non ti senta. La nostra missione è importante, ma la Chiesa d'Alfa si preoccupa del benessere dei suoi figli."

"Sei sicuro?" continuò Chatot. Il Pokemon Normale/Volante spiccò il volo e si aggirò brevemente attorno a Pius, e poi ad Elias, per poi tornare sulla spalla di Taka quando quest'ultimo gli fece un cenno.

"Ringrazio per l'interessamento, padre Pius..." disse Taka, facendo un cenno della testa, mentre gettava uno sguardo a Bennett, che attendeva accanto ad Elias. Il ragazzo con gli occhiali lo stava fissando con un'espressione che metteva Taka ulteriormente a disagio, e il giovane comandante del Team Meteora riusciva quasi a percepire l'invidia e l'antipatia che Bennett esprimeva pur restando in silenzio. Aveva come la sensazione che presto o tardi avrebbero dovuto chiarire un po' di cose tra loro... magari in un combattimento di Pokemon. "Allora, se non ci sono altre questioni a cui rivolgere la mia attenzione, io comincerei ad intraprendere il mio compito."

"Non ce ne sono." affermò Angela con espressione stranamente calma ma al tempo stesso trionfante. "Ti facciamo i nostri migliori auguri, giovane Taka. Cerca di tornare con la ragazza."

"Sì... certamente." disse il giovane comandante del Team Meteora, e fece cenno al suo Chatot di volare accanto a lui. Il Pokemon simile ad un merlo variopinto gracchiò allegramente e si affiancò a Taka mentre quest'ultimo si dirigeva, con passo un po' pesante, verso l'uscita del tempio. Attorno a lui, accoliti e sacerdoti si affaccendavano per portare mobili e suppellettili, e alcuni stavano trasportando volumi sacri e libri di preghiere, ansiosi di rendere il loro nuovo nascondiglio un posto degno della venerazione del loro dio.

"Non sarò certo io a mancare di rispetto ad Arceus... dopotutto, nella tradizione del mio popolo, anche lui gode di elevata considerazione." riflettè tra sè il giovane, mentre iniziava a salire una rampa di scale e si dirigeva verso la sua stanza personale. il tempo di raccogliere i suoi effetti personali, e poi sarebbe venuto per lui il momento di fare quello che sperava di non dover fare mai...

"Accidenti... a volte mi chiedo come siamo arrivati a questo punto..." pensò tra sè il ragazzo. "Guardate a cosa mi sono ridotto... a volte mi verrebbe il desiderio di dare la colpa a quei ragazzi di Hoenn che ci siamo portati dietro... ma non sarebbe giusto. Anche loro stanno facendo quello che credono giusto, come del resto lo sta facendo mio padre. D'altro canto, noi abbiamo dei precisi doveri, e non possiamo ignorarli soltanto perchè non ci fa piacere fare quello che va fatto... mi piacerebbe solo che ci fosse qualche altra soluzione, ma ormai la cosa non dipende da me, giusto? Posso solo obbedire... e fare quello che è necessario."

Il suo Chatot si rese conto che lo stato d'animo di Taka era alquanto cupo, e si posò sulla spalla del suo allenatore per fargli almeno sentire la sua vicinanza. Se non altro, il giovane comandante era grato per il fatto che il suo Pokemon fosse sempre con lui. Qualunque fosse la situazione, il legame tra un allenatore e i Pokemon con i quali aveva sinceramente legato era sempre forte come nient'altro...

 

oooooooooo

 

Luna doveva ammettere che quello che voleva essere semplicemente un giro di ispezione attraverso le strade di Reborn City si stava rivelando un'esperienza che le stava aprendo gli occhi. Per gran parte della sua vita, aveva vissuto in luoghi protetti, dove aveva semplicemente sentito parlare delle condizioni di degrado e miseria in cui viveva molta della popolazione di Reborn City. E non ne era certo rimasta indifferente, avendo più volte cercato di aiutare devolvendo delle cospicue somme di denaro in beneficenza... Adesso, però, che si trovava a vedere con i suoi stessi occhi in che situazione si trovava la capitale della loro regione... l'impatto era completamente diverso.

Al fianco della ragazzina bionda camminava uno dei suoi Pokemon preferiti - il suo Umbreon, una creatura dall'aspetto altero ed elegante, ricoperto da una pelliccia nera e lucida con degli anelli dorati che brillavano nell'atmosfera buia ed opprimente di Reborn City. Luna lo aveva chiamato Cheshire, ed era semprestato uno dei suoi compagni più fedeli e determinati. Anche ora che i due passeggiavano assieme per le vie di Reborn City, Luna si sentiva sicura che nessun malintenzionato avrebbe osato tentare nulla contro di lei, a meno di non voler incorrere nella gelida ed implacabile ira del suo Umbreon.

"Certo... non mi sarei mai aspettata che la situazione fosse così seria, Cheshire..." disse la ragazzina, finalmente trovando una panchina di legno rosicchiato dai Rattata, in parte ricoperta di vernice rossa ormai in disfacimento. L'elegante Umbreon saltò agilmente accanto alla sua allenatrice e gettò uno sguardo minaccioso in direzione di un piccolo sciame di Noibat che stava svolazzando sopra di lei. "Come è stato possibile che la nostra città si sia ridotta in questo modo? Il Team Meteora ha certamente peggiorato molto le cose... ma mi impressiona pensare che l'indifferenza della gente di Reborn ha fatto sì che i problemi diventassero sempre più seri con il passare del tempo."

"Eon..." disse il Pokemon Buio. Gli anelli dorati sul suo corpo si illuminarono debolmente, e l'evoluzione oscura di Eevee guardò verso il cielo, forse sperando una volta tanto di vedere qualche stella. Macchè. La coltre di smog che già da qualche anno avviluppava la grande metropoli era sempre lì presente e impediva di vedere il cielo notturno. Ogni tanto, quando guardava lassù, il Pokemon si chiedeva se mai un giorno la gente di Reborn avrebbe potuto rivedere le stelle, come accadeva tanto tempo prima...

Attorno a loro, si susseguivano le ormai solite scene di vita della metropoli corrotta - vagabondi che facevano gruppo per sentirsi meno soli, con i loro Pokemon che si aggiravano nei dintorni. Qualche sparuto vigilante che gettava un'occhiata, cercando di vedere se c'era qualche problema - più perchè doveva farlo che perchè pensava davvero di avere la possibilità di fare qualcosa. Dandosi un'occhiata attorno, Luna ebbe l'impressione di cominciare a capire come mai Reborn City fosse in condizioni così disastrose.

"Ho l'impressione che gli abitanti di questa città si siano rassegnati, Cheshire." disse a voce bassa Luna, mentre accarezzava delicatamente il suo Umbreon sulla testa. Il Pokemon oscuro abbassò le orecchie in segno di apprezzamento, ma continuò a far scattare qua e là il suo sguardo acuto. "Hanno paura del Team Meteora... anche ora che la resistenza sta facendo qualche passo avanti, molti non sono convinti che ce la possano fare. Quindi preferiscono restare fermi e con la testa bassa, e sperano di cavarsela, di non attirare l'attenzione dei nostri nemici."

"Uuuumbreon..." esclamò Cheshire. Per dare un po' più enfasi alle sue parole, l'Umbreon svanì per un istante, lasciando visibile soltanto la sua bocca, che in quel momento era sollevata in un sorriso sardonico. Riapparve un attimo dopo e mosse la coda rabbiosamente, in modo da rendere chiaro quello che voleva dire... ma Luna, un po' più accomodante, rispose grattandolo dietro un orecchio e spiegando il suo punto di vista.

"Beh, non posso esattamente fargliene una colpa." affermò. "Quando si vive per tanto tempo sotto una tale minaccia, si finisce per pensare che non ci sia più modo di venirne fuori. Può essere che molti di loro ci odino... voglio dire, odiano noi della resistenza perchè secondo loro diamo delle false speranze di liberarli dal Team Meteora. Ma... non per questo voglio smettere di lottare. E' l'unico modo per fare sì che il nostro paese si risollevi da questa terribile posizione."

"Mi pare di capire che sei ancora rimasta la sognatrice di una volta, Luna..." sentì una voce maschile chiara e schietta che proveniva da dietro di lei, e avendo l'impressione di averla già sentita prima, la ragazzina bionda sgranò leggermente gli occhi. La sua vista, ormai abituata all'oscurità, riuscì a distinguere una figura umana con una sciarpa legata attorno al collo che avanzava con sicurezza ma allo stesso tempo con aria abbattuta... e per un attimo, Luna perse il controllo delle sue emozioni e sgranò gli occhi, riconoscendo il suo interlocutore.

Non c'era modo di sbagliarsi... anche se era passato già un bel po' di tempo dall'ultima volta che si erano visti, Luna riconobbe immediatamente Taka, il ragazzo con cui lei aveva convissuto gran parte della sua esistenza. Gli occhi di Luna si spalancarono quando realizzò chi aveva di fronte, e si alzò di colpo, guardando il ragazzo con la sciarpa come se volesse essere sicura di non essersi confusa.            

No, nessun errore. Quello era proprio Taka. Magari con qualche anno in più rispetto all'ultima volta, e la biondina ebbe l'impressione che i suoi occhi avessero perso quella luce, quella vivacità che avevano una volta... ma non c'era modo di sbagliarsi. Quello che aveva davanti era proprio il suo amico d'infanzia...

"Ehilà, Luna." disse Taka, con un sorriso un po' stentato. "Era da un bel po' che non ci si vedeva, eh?"

"Taka..." rispose lei, senza neanche alzare la voce. Si limitò a sorridere gentilmente e si avvicinò a lui. "E' vero, era da parecchio tempo che non ci vedevamo. Come... come vanno le cose? Ho sentito che... in questi ultimi tempi, tuo padre sta portando avanti dei grossi progetti."

Taka si sfregò la nuca con una mano: non potè non cogliere il velato tono di accusa che stava dietro una frase solo apparentemente innocua. Evidentemente, l'identità del leader ufficiale del Team Meteora non era più un segreto...

"Lo sai come vanno queste cose, Luna." disse Taka, un po' imbarazzato. Si guardò attorno, cercando di non pensare troppo ai vagabondi agli angoli delle strade, ai cumuli di rifiuti, agli edifici fatiscenti e ai Pokemon che frugavano nei bidoni alla ricerca di cibo. Sembrava quasi che ogni cosa, da quelle parti, volesse ricordare a Taka le conseguenze delle azioni del Team Meteora... e soprattutto, il fatto che anche lui avesse collaborato a tutto questo.

"No, Taka... io non so come vanno queste cose." rispose Luna, facendosi più severa. "Io... non ero d'accordo con quello che mio padre stava facendo. Per questo me ne sono andata e ho cercato un posto dove avrei potuto vivere come preferivo, senza essere costretta a fare cose di cui un giorno mi sarei pentita. Perchè non vuoi fare lo stesso anche tu... in fondo, so che anche tu non approvi di quello che sta facendo il Team Meteora. E con questo, ovviamente, voglio dire anche tuo padre."

Taka strinse i denti, cercando tuttavia di mostrare un'espressione neutrale. Accidenti, Luna sapeva sempre cosa dire per disarmarlo e farlo sentre un vigliacco... ma non poteva farsi convincere così. doveva in qualche modo convincerla ad andare con lui e a collaborare con il piano di Padre Elias...

"Mio padre... sì, è vero, ha fatto molte cose di cui non vado fiero. Ma... mi trovo in una posizione un po' particolare, non ti sembra? Voglio dire, non ho scelto io di nascere il figlio del capo del Team Meteora, e uno degli ultimi esponenti del Popolo delle Meteore. E' un'eredita che ha il suo peso, non credi? E non posso ignorarla semplicemente per un mio capriccio..." Mentre parlava, Taka continuava a pensare, a cercare di trovare una scusa che convincesse Luna a seguirlo. Si sentiva sempre più un verme per il fatto che stava effettivamente manipolando i sentimenti della sua amica d'infanzia, ma era ormai convinto di non avere altra scelta.

Luna non sembrò arrabbiata... soltanto, stanca e comprensiva. "Io... non voglio giudicarti per quello che pensi, Taka." affermò, mentre il suo Umbreon gironzolava sospettoso attorno al ragazzo con la sciarpa, annusandolo come se si tenesse pronto ad attaccare non appena Taka avesse fatto qualcosa che non andava. "Ma vorrei chiederti se davvero pensi che la tua devozione valga davvero tutto quello che sta succedendo. Immagino che... tu ti sia guardato attorno, vero? Hai visto in che stato di degrado si trova Reborn City? Il Team Meteora è in gran parte responsabile per tutto questo... davvero credi che i vostri antenati sarebbero contenti di quello che state facendo in loro nome?"

"No... no, hai ragione... questo è vero, non credo proprio che potremmo giustificare le nostre azioni davanti a loro." ammise Taka, mentre i due giovani si incamminavano verso un ponte pedonale, evitando le scene di povertà e degrado che li circondavano. Alcuni dei vagabondi sembravano adocchiare i due ragazzi e pensare che sarebbero stati delle interessanti fonti di guadagno e di rapina... ma lo Umbreon e il Chatot che si aggiravano attorno a loro facevano subito capire che non ci sarebbe stato verso di aggredirli.

Taka continuò a pensare a cosa dire, anche ora che si trovava sempre più d'accordo con Luna. Per come la vedeva lui, gli sarebbe piaciuto poter piantare tutto e andarsene dal Team Meteora... ma come l'avrebbe presa suo padre? E cosa avrebbe fatto Lin se avesse scoperto che lui aveva deciso di mollare l'organizzazione? Il ragazzo rabbrividì al solo pensiero. Quasi nessuno sapeva qualcosa di quella donna demoniaca... a sentire gli altri uomini del Team Meteora, Lin era il diavolo in persona, sapeva tutto, poteva fare ogni cosa... A volte il ragazzo aveva il terrore che Lin sapesse già dei subbi che albergavano in lui, e lo stesse lasciando in vita soltanto per il piacere sadico di farlo disperare...

"Tuttavia... forse adesso potremmo cercare di parlare con mio padre... e anche con il tuo." affermò infine Taka. In quel momento, doveva ammettere che stava cominciando a vedere una via d'uscita che non avrebbe comportato fare del male a nessuno. Forse era una speranza assurda, ma Taka stava cercando di tenersi aggrappato ad essa, come un naufrago ad un pezzo di legno. "So che... le ultime parole che tu e tuo padre vi siete scambiati non sono state esattamente le più edificanti, ma... insomma, se ci fosse la possibilità di convincerlo, di farlo rinsavire..."

Luna ed Umbreon si guardarono negli occhi, e la Eevolution oscura storse il naso, ancora non fidandosi troppo del giovane. Con un sospiro, la ragazzina bionda accarezzò Cheshire sulla testa per poi dare la sua risposta a Taka. "Non lo so, Taka... mio padre è un testardo. Crede di avere ragione soltanto lui... e tutti quelli che non rientrano nel suo modo di vedere le cose sono malvagi, stupidi o illusi. Già diverse volte ho provato a farlo ragionare, senza successo..."

Taka disse di sì con la testa, e guardò verso il marciapiede polveroso mentre lui e la sua vecchia amica si dirigevano verso una stradina dall'aspetto un po' più pulito rispetto alle altre. In effetti, non poteva dire che questa impressione di Luna fosse sbagliata. Padre Elias... non era esattamente una persona con cui si poteva discutere. Non era interessato a capire o ad ascoltare il punto di vista di chi non convideva il suo punto di vista, ed era una persona di mentalità terribilmente chiusa. Detto questo... chissà, forse c'era un modo di farsi comprendere anche dal fanatico più incrollabile, o almeno di fare in modo di venirsi incontro. In fondo, quello che bastava fare era semplicemente presentare il proprio punto di vista in modo tale che risultasse conveniente anche a lui...

"Forse... forse potremmo provare in due a convincerlo." rispose Taka. Il suo Chatot sbattè le ali con ancora più entusiasmo, e Cheshire sbattè gli occhi, forse convincendosi che avrebbe potuto fidarsi, almeno un po' di quel ragazzo. "Voglio dire, i nostri padri sono amici di vecchia data, no? Credo che Padre Elias mi ascolterà. Se... se fossimo in grado di convincere i nostri genitori che il loro obiettivo si può ottenere anche senza violenza... forse sarebbe quello di cui il Team Meteora ha bisogno per uscire da questa spirale in cui si trova!"

"E forse, darebbe il colpo di grazia ai piani di Lin..." pensò tra sè il ragazzo. "In effetti... se fosse possibile... chissà, forse sono io che mi sto facendo una serie di illusioni... ma se c'è anche soltanto una possibilità di porre fine a questa follia senza fare del male a nessun altro tranne che a quella donna... credo che sia almeno il caso di tentare."

Luna ci pensò su, guardando negli occhi il suo Pokemon. Cheshire fece illuminare leggermente gli anelli che decoravano il suo corpo elegante, e la ragazzina lo guardò attentamente per alcuni secondi.

"Eon, umbreooooon..." rispose Cheshire, la cui voce melodiosa riecheggiò nelle menti dei due ragazzi per alcuni secondi. Comprendendo quello che il suo Pokemon voleva dire, Luna fece un cenno con la testa e si rivolse nuovamente a Taka.

"Va bene, Taka... credo che possiamo fare almeno un tentativo. Ma... stai attento, non vorrei che i tuoi compagni di team sospettino di te. E' proprio l'ultima cosa di cui hai bisogno in questo momento." affermò infine Luna. I due ragazzi e i loro Pokemon avevano percorso un bel po' di strada senza accorgersene, e adesso le strade ampie del centro della metropoli lasciavano man mano il posto a vicoletti angusti e case in muratura grezza, il terreno punteggiato di pozzanghere che rendevano difficile camminare. Le strade dissestate e i cumuli di spazzatura che si erano formati ai lati di molti vicoli non miglioravano certo la situazione...

Taka tirò un piccolo sospiro di sollievo, contento di essere riuscito a destreggiarsi tra due opzioni che gli sembravano ugualmente sgradevoli. "Grazie, Luna... tu non hai idea di cosa significhi per me sentirmi dire queste cose, e da te, poi..." affermò il ragazzo, cautamente ottimista. "Okay... allora, se ti va bene, ti guido fino a dove si trovano i miei... colleghi, diciamo così. Tuo padre è con loro... ma non ti preoccupare, ti accompagnerò e farò in modo di parlare anch'io con lui. Sono sicuro che ad un certo punto dovrà pur ascoltarci."

"Grazie, Taka." rispose la biondina. Cheshire disse di sì con la testa e si guardò rapidamente attorno. Chiunque altro non sarebbe riuscito a vederlo, ma un movimento appena percettibile a diversi metri di distanza, e una forma eterea che guizzò agilmente tra gli edifici, rassicurò la Eevolution oscura che ci fosse qualcuno che li stava tenendo d'occhio. Evidentemente, Radomus aveva pensato a tutto anche questa volta...

Ripromettendosi di proteggere la sua allenatrice, Cheshire riprese a seguirla attraverso le stradine di Reborn City, senza mai perdere d'occhio Taka e il suo Chatot...

 

oooooooooo

 

"Aaaah, eccoci qui! E' sempre un piacere tornare a fare rapporto a Padron Radomus!" disse tra sè Gossip Gardevor, materializzandosi nella sala dove l'eccentrico maestro di scacchi stava attendendo aggiornamenti. Come immaginava, trovò Radomus seduto tranquillamente ad esaminare una pila di documenti, con una tazzina di caffè fumante appoggiata sul tavolo vicino a lui, e uno dei suoi Pokemon, il suo Slowking, in piedi accanto a lui come un fedele attendente. Quello che sorprese un po' Gossip Gardevoir fu la presenza di Adrienn e Sandy, entrambi in piedi accanto al tavolo in attesa di quello che Radomus doveva dire.

"Questo è quello che siamo riusciti a determinare, signor Radomus." stava dicendo in quel momento Sandy. "Se riuscissimo a convincere una decina di persone, allora sarebbe possibile ristrutturare completamente quella zona e renderla abitabile per una varietà sostenibile di Pokemon Coleottero. Sarebbe un buon inizio per ripopolare Reborn City e sviluppare delle zone verdi, dico bene?"  

Radomus ci pensò su per un po' di tempo. "Hmm... sì, in effetti mi sembra un'idea fattibile." rispose il maestro di scacchi. "Tuttavia, c'è il fatto che bisognerebbe scegliere delle varietà di Pokemon Coleottero abbastanza resistenti, che siano in grado di adattarsi all'ambiente. Per esempio, Venonat o Weedle andrebbero bene, mentre Ladyba o Scatterbug sarebbero ancora troppo vulnerabili all'ambiente inquinato."

"E a questo proposito... forse sarebbe una buona idea cercare di assicurarci la collaborazione di un certo numero di Grimer e Muk, in modo che possano eliminare più rapidamente le sostanze inquinanti e i rifiuti." rispose Adrienn. Il giovane dall'aspetto androgino stava dando un'occhiata alle mappe della città, cercando di decidere quale potesse essere la mossa giusta per cominciare a ripulire certe zone. "Inoltre, credo che sarebbe una buona idea cercare di espandere le zone verdi che già ci sono."

"E anche rimettere a posto le strade principali. Questo favorirebbe le comunicazioni tra i quartieri e permetterebbe di sveltire le operazioni." disse Sandy. "E i miei Pokemon Terra potrebbero dare una mano in questo senso."

"Mi sembra una valida idea, signorina Sandy..." cominciò a dire Radomus, prima che la presenza di Gossip Gardevoir, che si era messa ad attendere con pazienza che il maestro di scacchi avesse finito, attirasse la sua attenzione. "Oh... sembra che la nostra Gossip Gardevoir sia tornata. Dimmi pure, cara... c'è qualcosa che non va riguardo Luna?"

Gossip Gardevoir fece un inchino, e la sua voce calda risuonò telepaticamente nelle menti di Radomus e dei suoi due compagni. "Ci sono degli sviluppi che potrebbero essere molto importanti, signor Radomus." disse l'elegante Pokemon Abbraccio. "La signorina Luna ha appena incontrato il signorino Taka, il figlio di Lord Solaris, il leader ufficiale del Team Meteora. Ritengo che abbia deciso di farsi prendere volontariamente per guidarci ai leader dell'organizzazione. Sicuramente, posso presupporre che il cosiddetto leader spirituale della Chiesa d'Alfa, Padre Elias, sia nei dintorni."

Adrienn sbattè gli occhi e corrugò la fronte. "E' un azzardo non da poco. Luna si sta esponendo ad un grave rischio."

"Sono sicuro che abbia valutato attentamente i pro e i contro. Luna non sarà una ragazza aggressiva, ma la sua intelligenza non è da sottovalutare." affermò Radomus. Si alzò con calma dal suo posto e ordinò le carte accumulate sul suo tavolo. "Detto questo, lo scopo di Luna era indubbiamente fare sì che noi la seguissimo fino al nascondiglio del Team Meteora. Dobbiamo muoverci e raggiungerla."

Sandy annuì rapidamente. "Gardevoir, sei in grado di condurci nel luogo dove hai visto Luna e quel Taka per l'ultima volta?" chiese, al che la graziosa Pokemon Psico/Folletto fece un cenno di assenso e mosse un braccio per indicare che era il momento di agire.

"Non è un problema. La signorina Luna e il signorino Taka hanno lasciato una traccia psichica che per i miei sensi è abbastanza evidente." rispose. "Ora, signori... vi teletrasporterò nel punto dove ho lasciato Luna e Taka. Prego, seguitemi. E raccomanderei caldamente di restare uniti. I signorini si stavano dirigendo verso la Settima Strada di Reborn City."

"Il quartiere più malfamato..." rispose Sandy con un sospiro. "Il Team Meteora è andato proprio a nascondersi tra i loro simili."

Adrienn scacciò ogni riserva. "Se ci fosse bisogno, abbiamo i nostri Pokemon a proteggerci. E comunque, credo che ci penseranno su un paio di volte prima di aggredire un gruppo." rispose. "Va bene... per favore, Gardevoir, portaci da loro."

"Subito e volentieri." rispose Gossip Gardevoir. Tenne la mano a Radomus, che rispose con un educato cenno e abbassandosi il cappello sulla fronte. Poi, anche Adrienn e Sandy si unirono, e i quattro formarono un cerchio mentre la Pokemon Abbraccio si concentrava sul punto dove aveva lasciato i due giovani. Visualizzò nella sua mente un punto vicino, dove Luna e Taka stavano andando, e una volta che ebbe presente dove si trovava, attivò i suoi poteri psichici. Il quartetto scomparve in un breve gioco di luci, immergendo la sala nel silenzio...

 

oooooooooo

 

E un attimo dopo riapparirono, sentendo la sgradevole sensazione dell'aria secca e inquinata di Reborn City che arrivava loro in faccia. Sandy si fece aria con una mano e fece una smorfia di disgusto, ma aprì rapidamente gli occhi e si guardò attorno.

Come immaginava. Quello era l'ingresso ad una delle zone più temute e malfamate di Reborn City, la Settima Strada, un posto dominato da bande che imponevano le loro leggi sul loro territorio, e in cui i tutori dell'ordine - già abbastanza in difficoltà per conto loro - non si recavano mai, sapendo che sarebbero stati rapidamente sopraffatti. Il gruppo si trovava ai margini di una piazzetta, su un angolo di marciapiede da cui si dipartiva una strada più piccola... e a circa cento metri di distanza, una grande scala di gradini intagliati nella roccia, ormai  diventati color fuliggine a causa dell'inquinamento, scendeva verso un quartiere da cui proveniva quella che sembrava essere musica heavy metal. Nessuno dei quattro si intendeva molto di musica moderna, ma sembrava proprio il tipo di musica che trdizionalmente si sarebbe associata a bande di strada e simili individui.

"Uff... okay, credo proprio che siamo arrivati." commentò Adrienn. Tssì un paio di volte, sentendo l'aria colma di fuliggine che gli irritava la gola e i polmoni. "Gossip Gardevoir... riesci da qui a seguire le tracce che Luna e Taka si sono lasciati dietro?"

La Pokemon Psico/Folletto mosse lentamente un braccio davanti a sè per farsi scudo dalla polvere fuligginosa che minacciava di entrarle negli occhi e nella bocca. "Malgrado la condizione di questo luogo, non è difficile per me seguire una traccia di energia mentale." rispose. "Per quanto possa essere sgradevole l'idea di cercare da quelle parti, sento che la loro traccia porta giù da quelle scale e verso la Settima Strada. Sono pronta a scommettere che il covo del Team Meteora qui a Reborn è da quelle parti... o se non altro, il loro avamposto dal quale minacciano la pace e la sicurezza della nostra città."

"Non che ci sia molto da minacciare, almeno in questo momento..." disse tra sè Sandy, mentre iniziava a seguire la Pokemon Abbraccio verso la scala, accompagnata da Radomus ed Adrienn. "Però è vero, se il Team Meteora non verrà sradicato, non ci sarà alcuna possibilità di far tornare Reborn City quella che era una volta. Prego, Gardevoir... guidaci. E tu... Hippowdon, puoi venire a farci da guardia del corpo?"

La giovane donna aprì una Pokeball poco prima di iniziare a scendere le scale... e da essa uscì un massiccio Pokemon simile ad un ippopotamo di colore giallo, che diventava nero sulla schiena. Sul dorso erano presenti dei piccoli buchi simili a dei vulcani in miniatura, dai quali uscivano dei rivoletti di sabbia, e la sua bocca era armata di grossi denti quadrati, e sembrava abbastanza potente da stritolare un'anguria.

"Hippo!" tuonò il Pokemon Grandepeso, con un paio di sbuffi di sabbia che scaturirono dai crateri sulla sua schiena.

Radomus disse di sì con la testa, approvando la prudenza della giovane esperta di Pokemon Terra. "Sì, credo che sarebbe una buona idea premunirci." rispose. "Penso che faresti bene a far uscire anche tu uno dei tuoi Pokemon, giovane Adrienn."

Il giovane ermafrodito dai capelli bianchi stava già cercando tra le sue Pokeball qualcosa che andasse bene. "Certamente, signor Radomus. Credo di avere già qualcosa che fa al caso nostro." affermò infine, per poi far cadere la Pokeball, che si aprì a contatto con il terreno e fece uscire un Pokémon di colore viola-rosato, simile ad un bulldog in grado di stare in piedi, con una mandibola inferiore sporgente e degli enormi, affilati canini sporgenti. Aveva un collare nero intorno al collo con due piccoli disegni bianchi su di esso, e due strisce nere sulle braccia, mentre le sue orecchie erano ampie e a forma di arco.

"Grrrrrranbull!" ringhiò il Pokemon, che già dava l'impressione di essere ansioso di affrontare qualsiasi cosa il Team Meteora potesse mandare contro di loro. Gossip Gardevoir fece a sua volta un cenno deciso, e il gruppo iniziò a scendere verso il quartiere più malfamato di quella città in preda all'anarchia, da cui provenivano urla, imprecazioni, musica assordante, risate sguaiate e versi di Pokemon che lottavano senza regole. Sandy rabbrividì e si tenne vicina al suo Hippowdon, che strinse gli occhi ed interruppe il flusso di sabbia che scorreva dai suoi crateri, in modo da non disturbare la sua allenatrice.

"Powdon..." esclamò con voce rimbombante il Pokemon di Terra, come se volesse rimproverare la sua allenatrice per il poco coraggio che stava dimostrando. Ciò nonostante, si mise a camminare davanti a lei, guidando lentamente il gruppo verso le stradine fuligginose ed infestate di rifiuti. Vide un branco di Rattata che correvano rapidamente verso una discarica di rifiuti, cercando di accaparrarsi un po' di cibo... e vide un terzetto di teppisti, con le giacche di cuoio e i pantaloni stracciati, che si esibivano in un numero di breakdance, ridendo e comportandosi come se non ci fosse nessun altro per le strade.

"Ecco. Questa è la Settima Strada." affermò Adrienn, guardandosi attorno nervosamente. Il suo Granbull gli fece cenno di non agitarsi e cominciò ad annusare l'aria... ma si arrese quasi subito, ripugnato dall'odore di fumo, rifiuti e peggio che permeava l'aria. Con aria disgustata, guardò verso un vicoletto buio e vide un Koffing che vi fluttuava dentro, sentendosi perfettamente a suo agio in quell'atmosfera inquinata. "Anche se Reborn City già di per sè non è un posto molto sicuro, questa zona è proprio il peggio che si possa trovare da queste parti."

"Se è così, è più prudente cercare di trovare la signorina Luna e il signorino Taka quanto prima." affermò telepaticamente Gossip Gardevoir. Si concentrò ancora un po', cercando di ignorare l'odore pestilenziale che permeava quelle strade malfamate... e riuscì a percepire la presenza di Luna e Taka, che avevano percorso una serie di strade fino a raggiungere la zona più interna del ghetto. "Okay, li ho trovati." rispose infine la graziosa Pokemon. "Per favore, seguitemi... e tenetevi ben vicini gli uni agli altri. Credo che ci sia un malintenzionato ad ogni angolo, e non è un luogo in cui è conveniente fermarsi a lungo. Non si addice alla nostra dignità di allenatori."

"Su questo, mia cara Gardevoir, non potresti trovarmi più d'accordo." rispose Radomus. Adrienn e Sandy notarono con stupore che aveva di nuovo cambiato copricapo... e adesso indossava un cappello di feltro che non sarebbe stato fuori luogo in un film di gangster! Senza fermarsi ad osservare il desolante spettacolo del ghetto in rovina, il terzetto di allenatori cominciò ad addentrarsi nel quartiere, con Hippowdon e Granbull che lanciavano delle occhiate minacciose a chiunque provasse ad avvicinarsi con cattive intenzioni.

"Aspettateci, ragazzi." disse tra sè Adrienn con evidente ansia. "Stiamo venendo a prendervi."

 

oooooooooo

 

Taka si guardò attorno con attenzione e il suo Chatot svolazzò brevemente tutt'attorno, in modo da assicurarsi che non ci fossero occhi indiscreti che avrebbero potuto scoprire il rifugio della Chiesa d'Alfa. Dopo qualche secondo passato a volare in tondo senza trovare nulla di interessante, il Pokemon canoro atterrò di nuovo sulla spalla di Taka, che gli diede una grattata sulla schiena. "Okay, Chatot... hai visto qualcosa? Strada sgombra?"

"Strada sgombra! Campo libero! Nessuno in vista! Cha-chatot!" Il Pokemon simile ad un pappagallo sbattè vivacemente le ali e si appollaiò soddisfatto sulla spalla del giovane comandante, mentre Cheshire, lo Umbreon di Luna, completava la sua ricognizione e giungeva rapidamente accanto alla sua allenatrice. Chiuse gli occhi e sembrò svanire per un paio di secondi, trattenendo la luminosità dei suoi anelli fino quasi a diventare un tutt'uno con l'oscurità, in modo che si vedesse soltanto il sorriso ironico che sfoderò.

"Va bene, Taka... cercherò di darti una mano." disse Luna, mentre accarezzava la testa del suo Pokemon. "Spero di potermi rendere utile in qualche modo."

"So che farai il possibile, Luna. Purtroppo, però... temo di non poter garantire nulla." affermò Taka. Con passo deciso, il giovane comandante del Team Meteora si avvicinò ad un muro di mattoni ricoperto di un rado tappeto di muschio annerito. "Padre Elias non è esattamente noto per la sua moderazione. Detto questo... vale la pena tentare. Okay, seguitemi. Adesso è il momento della verità, per così dire."

Il ragazzo si avvicinò al muro e appoggiò la mano destra su un pannello quasi invisibile, ricoperto com'era di muschio rinsecchito. Immediatamente, il pannello rientrò nel muro di qualche millimetro, e si sentì un lieve rumore di pietra che strisciava sulla pietra quando una porta segreta si aprì nella parete accanto ai due ragazzi. Luna fece un passo indietro per la sorpresa ma rimase calma e attese che il passaggio si fosse aperto del tutto. Finalmente, Taka disse di sì con la testa e fece cenno alla sua amica di seguirlo. "Scusa, Luna... vado avanti io, sai com'è... non si può mai essere troppo prudenti."

La biondina sorrise lievemente e gli fece un cenno di assenso. Con un fare più sicuro di quanto in realtà non si sentisse, il giovane comandante del Team Meteora entrò nel corridoio accompagnato dal suo Chatot, con Luna e Cheshire che seguivano a breve distanza, percorrendo dei corridoi in pietra grezza al termine dei quali si cominciava già a vedere una luce in lontananza. La pietra grezza lasciò presto il posto a muri levigati e a pavimenti in marmo, decorati con rappresentazioni di Pokemon Leggendari, in particolare di una ben nota creatura simile ai kirin della leggenda - un quadrupede dalla pelle del colore dell'alabastro, con una grande ruota dorata che cingeva il suo corpo.

"Questa è... la sede centrale della Chiesa d'Alfa?" chiese Luna, sentendosi allo stesso tempo intimorita e sorpresa. "Sinceramente... mi aspettavo qualcosa di un po' più tecnologico. O magari un po' più grandioso. Questo posto... mi sembra un po' anonimo, ad essere sincera."

"In effetti... però è stato fatto per permettere alla Chiesa d'Alfa di nascondersi meglio. Dopotutto... anche loro stanno lavorando per il Team Meteora, e devono nascondersi a... quei pochi tutori della legge che rimangono a Reborn." disse Taka, per poi sfoderare un sorriso ironico. "Anche se in effetti, con tutto quello che avete fatto in questi ultimi tempi tu e i tuoi amichetti della resistenza... so che molti si sono offerti di dare una mano alla polizia. Molte Agenti Jenny sono pure tornate in servizio!"

Luna riuscì a ridacchiare brevemente... prima che la luce alla fine del corridoio si facesse più intensa, ricordandole che era arrivato il momento di affrontare il problema più impellente. Con un sospiro, la ragazzina bionda si preparò a confrontarsi con gli uomini del Team Meteora, e uscì dal corridoio assieme a Taka...

E quello che vide non appena uscita la lasciò per un attimo senza fiato.

Ad accoglierli, trovarono subito tre accoliti vestiti di bianco, guidati da una figura snella che Luna conosceva molto bene...

"Bentornata, Luna. E' passato un po' di tempo dall'ultima volta." disse Bennett, tenendosi gli occhiali con una mano e rivolgendo alla ragazzina un sorriso affabile. "Sei... ehm... sei venuta per accogliere la salvezza che la nostra Chiesa ti sta offrendo?"

"Bennett..." mormorò Luna sgranando gli occhi, mentre Taka storceva il naso. Si aspettava che avrebbero dovuto vedersela con Bennett, ma così presto...?         

   

 

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CONTINUA...

 

 

 

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Capitolo 83
*** Nelle grinfie dei fanatici ***


Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Scusate se ci ho messo così tanto tempo ad aggiornare! Da questo momento in poi, la mia saga originale di Pokemon riprende ufficialmente... in parallelo con quella che ho iniziato già da un po'! Buon divertimento!

 

Capitolo 83 - Nelle grinfie dei fanatici

Sia Bennet che Luna potevano affermare, senza esagerazioni, che si trattava di uno dei momenti più imbarazzanti che si fossero mai trovati a dover gestire. La ragazzina bionda stava in piedi davanti al suo amico d'infanzia, sotto l'attento scrutinio degli accoliti vestiti di bianco della Chiesa d'Alfa, mentre il suo Umbreon, Cheshire, aveva preso posizione accanto a Luna per proteggerla nel caso ce ne fosse stato bisogno. Da parte sua, Bennet stava cercando le parole e si stava guardando attorno come se stesse cercando qualcuno che gliele suggerisse. Si sentì un frullo d'ali proveniente da dietro di lui, e dalla semioscurità della sala apparve un Pokemon simile ad un'enorme farfalla, non troppo dissimile da un Butterfree, ma con un corpo più scuro e più esile, grandi occhi compositi neri con delle esili antenne a frusta, e un paio di enormi ali ricoperte di scaglie polverose, colorate in modo da formare degli spettacolari motivi rosa sulle ali, con alcuni quadratini azzurri o rossi, e il bordo delle ali che si scuriva fino a diventare quasi nero.

"Villon!" esclamò la Pokemon farfalla con voce melodica, guardando attentamente Luna e Cheshire con un paio di occhi compositi che sembravano quasi due piccole finestre aperte sul cielo notturno. Luna si sentì per un attimo ipnotizzata da quegli occhi così belli, ma ricordò a sè stessa di essere nel bel mezzo del territorio del nemico, e si concentrò sull'amico di fronte a lei. Bennet cercava di apparire sicuro di sè e convinto... ma c'erano dei piccoli elementi nel suo linguaggio corporeo che facevano capire a Luna che non era proprio così. Le sembrava che Bennet stesse cercando di farsi coraggio prima di porle la domanda fatidica.

"Ciao, Bennet. Ne è passato di tempo." affermò Luna con aria tranquilla. "A proposito, è un posto carino quello che vi siete trovati come nascondiglio. Dico sul serio. Ha proprio l'aspetto ideale per una chiesa."

Bennet deglutì e ripetè a sè stesso di non farsi prendere dal panico. Doveva spiegare la sua posizione e convincere la sua amica a passare dalla loro parte... e aveva il sospetto che convincerla non sarebbe stato semplice.

"Beh... che posso dire... la Chiesa d'Alfa fa quello che può per far sentire benvenuti i suoi ospiti." rispose. "Noi... abbiamo le nostre tradizioni, a cui ci atteniamo per fare sì che ogni cosa vada al suo posto... e per aiutare le persone a trovare la loro strada. E presentarsi con una certa forma è importante. Noi... vogliamo che sia subito chiaro che chiunque voglia unirsi a noi è il benvenuto."

"Sì, lo capisco. E vedo che non dimenticate la giusta quantità di oscurità. Troppa luce invade i sensi, ed infrange l'incanto del mistero." commentò Luna, in maniera apparentemente casuale, mentre osservava le ombre dalle quali era apparsa la Vivillion di Bennet.

Bennet non fece commenti, abituato com'era a certi commenti un po' strani della sua amica. Fece un cenno a lei e a Taka, invitandoli ad entrare un po' più in profondità nella sede della Chiesa d'Alfa. I tre accoliti, senza dire una parola a loro volta, si inchinarono ai loro visitatori e seguirono Bennet e Vivillon. La farfalla gigante fece un piccolo sorriso a Luna, come se volesse rassicurarla e dirle che non c'erano rischi.

"Luna... sei sicura di volerlo fare?" chiese Taka, appoggiando una mano sulla spalla della biondina. "Voglio dire... se deciderai di seguire quel tipo, è probabile che finirai per doverti confrontare con tuo padre e i suoi fedeli. Non so se te la senti..."

La ragazzina bionda si chinò per accarezzare il suo Umbreon, i cui anelli dorati si accesero di una tenue luce dorata, in modo da diffondere un po' di luce soffusa tutt'attorno. "Va tutto bene, Taka." rispose gentilmente Luna. "In fondo, questa è una cosa che avrei comunque dovuto fare, uno di questi giorni. Mio padre... la Chiesa d'Alfa... loro sono in combutta con il Team Meteora, e prima o poi avremmo comunque dovuto confrontarci con lui e i suoi seguaci. Meglio adesso che in seguito."

Bennet sospirò e fece cenno alla sua Vivillon di affiancarsi a lui. "Ho l'impressione... che tu ti sia fatta un'idea sbagliata del Team Meteora..." disse Bennet, non senza un tremitio di incertezza nella voce. "Il Team Meteora e la Chiesa d'Alfa... stanno lavorando assieme perchè hanno visto che questo mondo sta proseguendo verso la rovina. E non possiamo permettere che finiscacosì. Una volta che Reborn sarà tornata ai fasti di un tempo, quando era un paese devoto al sommo Arceus e i cui abitanti seguivano i suoi insegnamenti... allora Reborn farà da esempio per il mondo intero. Farà vedere a tutti come deve essere una società giusta, che vive in equilibrio con la natura e gli spiriti."

"Sei davvero convinto di ciò che dici, Bennet?" chiese Luna. "O stai semplicemente dicendo qualcosa che ti permette di giustificare le tue decisioni a te stesso?"

Il ragazzo con gli occhiali non ebbe alcuna reazione visibile, ma per un attimo si sentì raggelare. Esitò a dare una risposta, ma alla fine riuscì a formulare una rapida risposta. "Io... sto solo cercando di fare ciò che è giusto per questo mondo, che ha perso di vista ciò che è davvero importante." rispose Bennet, cercando di mettere a tacere quella vocetta che gli ripeteva che stava facendo tutto questo soltanto per sè stesso. "E temo, Luna... che anche tu lo abbia perso di vista. Padre Elias e i suoi accoliti... vogliono soltanto salvare quante più anime possibile, impedendo che vaghino nell'oscurità e consentendo loro di camminare lungo la via della luce."

"Troppa luce può abbagliare e far comunque perdere la strada." rispose Luna, mentre il gruppo seguiva un lungo corridoio che cominciava a scendere. I tre adepti non avevano avuto alcuna reazione alle loro parole, e sembravano piuttosto accompagnare il gruppo come degli automi, senza badare minimamente alle loro azioni o alle loro parole.

Bennet sorrise, un'espressione che sapeva di condiscendenza. "Ecco... queste parole significano che stai perdendo la strada. Coloro che... vorrebbero farti perdere la via stanno cercando di convincerti che un po' di oscurità, un'obbedienza non del tutto perfetta ai dettami del sommo Arceus... è accettabile. Non lo è. Ti stanno dicendo questo perchè vogliono tenerti lontano dalla retta via, perchè credono che seguendo i consigli del maligno potranno risolvere i problemi di questo mondo e del nostro paese. Non è così... loro si illudono e ti illudono, ma la bontà del divino Arceus è tale che sarà in grado di perdonare anche le loro menzogne."

"Ovviamente lo stesso non si potrà dire della Chiesa d'Alfa." affermò una voce più matura, non appena il gruppo ebbe raggiunto una grande sala dal soffitto a cupola alla fine del corridoio. Luna fu costretta a coprirsi il volto con una manica del suo vestito quando la luce la colpì in pieno volto e la lasciò frastornata per un istante, prima di dare un'occhiata attorno a sè e restare ammirata dallo spettacolo che la circondava: si trattava di una sala magnifica, le pareti decorate da mosaici composti da tasselli di pietra luccicante sui quali sembrava che i raggi di luce provenienti dalle lanterne appese ai muri si riflettessero, creando degli effetti di luce iridata che contribuivano a rendere ancora più spettacolare la visione. Una grande statua ricoperta di foglia d'oro troneggiava al centro della sala, rappresentando Arceus che si sollevava sulle zampe posteriori, in un atteggiamento di maestà e potenza. Il pavimento stesso era fatto di piastrelle di marmo finemente intagliate e lucidate, e un piacevole calore permaeva la stanza. Luna e Taka non poterono che apprezzare la gradevole temperatura, in contasto con le vie fredde e buie del Settimo Distretto di Reborn City... anche se l'espressione di Luna si fece gelida nel vedere l'uomo dai capelli bianchi che li attendeva davanti alla statua di Arceus.

"La Chiesa d'Alfa non potrà permettere che persone che mettono in dubbio la verità del sommo Arceus continuino a diffondere nel mondo le loro menzogne." affermò Elias, fissando il gruppo di visitatori come se volesse leggere nelle loro menti e comprendere se potesse davvero fidarsi di loro. "Perciò, coloro che nella nuova era continueranno a mettere in dubbio la verità del nostro signore dovranno essere rieducati e convertiti... e se necessario, se non c'è altra possibilità per impedire loro di diffondere i loro velenosi insegnamenti... dovranno essere purificati nelle sacre fiamme del sommo Arceus."

"Stai forse dicendo che coloro che non sono d'accordo con il tuo modo di vedere le cose devono essere convertiti o eliminati, padre?" rispose Luna.

Elias rivolse la sua attenzione alla figlia ribelle. "E' l'unico modo per salvare questo mondo alla deriva, figliola. Dobbiamo guardare al bene maggiore, e a quannte persone verranno salvate in futuro dai nostri insegnamenti e dalla guida del Team Meteora." rispose.

"Stai dando più importanza a delle ipotetiche persone che esisteranno - forse - in futuro piuttosto che alle persone che stanno soffrendo qui e adesso." ribattè la biondina senza perdere un colpo. "E poi dicono che sono io quella che vive con la testa tra le nuvole." A quella battuta, Taka dovette trattenere una breve risata, trovando quella battuta fin troppo rappresentativa di quello che Elias stava facendo.

"Il sommo Arceus sa quello che è giusto. Lui è onnisciente ed infallibile, e il suo amore per i suoi figli non conosce limiti." rispose il sacerdote. "Ma certi suoi figli inseguono falsi idoli come il denaro, il potere o il successo, e devono essere ricondotti al gregge. E lo stesso può dirsi di te, Luna. Quell'eretico, Radomus, ti ha condotto su una cattiva strada e ha rischiato di corrompere anche Sorella Angela. Ma la luce di Arceus ti riporterà sulla retta via."

"Eon!" esclamò lo Umbreon di Luna, Cheshire. Con un ringhio acuto, si piazzò davanti alla sua allenatrice per difenderla dal padre, che scosse la testa e guardò con sufficienza la Eevolution oscura. "Anche la tua scelta di Pokemon enfatizza il fatto che tu ti sia lasciata sviare da cattive compagnie. Ma non ti preoccupare. Una volta che sarai tornata nel gregge del divino Arceus, ti verranno affidati dei Pokemon più consoni."

Dopo essere rimasto in silenzio e aver trattenuto le sue obiezioni fino a quel momento, Taka decise che non aveva più intenzione di lasciare che Luna se la cavasse da sola. "Ma... padre Elias, non le sembra di esagerare?" chiese il ragazzo. "Voglio dire... comprendo le sue intenzioni, ma Luna non ha fatto niente di male. La sua scelta di Pokemon di tipo Buio è... soltanto perchè lei si trova bene ad usare questo tipo di Pokemon."

"Così si potrebbe dire, mio giovane Taka. E così potrebbe sembrare ad un'occhiata distratta. Ma purtroppo, segni di debolezza d'animo si riflettono sulle scelte di tutti i giorni, e in questo caso, anche sul tipo di Pokemon che Luna utilizza. Per favore, Bennet. Ora tocca a te. Mostra alla tua amica la retta via."

"Sì... padre Elias." rispose Bennet, cercando di mandare via la sua indecisione. Con un gesto, il ragazzo con gli occhiali ordinò alla sua Vivillon di affiancarlo, e la farfalla gigante obbedì all'istante, spiegando le sue magnifiche ali colorate. "Luna... mi dispiace, ma devo farlo. Non ho altra scelta, se voglio impedirti di fare qualcosa di cui ti pentirai sicuramente in futuro."

Cheshire scosse la testa e si acquattò sulle zampe posteriori, mentre Vivillon fluttuava lentamente verso il terreno e sipreparava a combattere. Luna fece un cenno di assenso e un piccolo sorriso al suo Pokemon, poi si rivolse a Bennet in un tentativo di farlo ragionare. "Come fai a sapere che me ne pentirò, Bennet? Non sei in grado di vedere il futuro." affermò.

Bennet guardò negli occhi la sua amica, cercando di non farle capire che stava disperatamente cercando di inventarsi un discorso che gli permettesse di giustificare le sue scelte... e non riuscì a pensare ad altro che a qualche variazione di quello che padre Elias aveva già detto. "Io no, ma... il divino Arceus può farlo! Per... per favore, Luna, non costringermi a farlo." rispose. "Io... sto solo cercando di fare ciò che è giusto e di farti capire che non puoi continuare a ribellarti."

"Eoooon!" esclamò Cheshire. Gli anelli dorati sul suo corpo si illuminarono, e Bennet sospirò e scosse la testa, comprendendo di non avere altra scelta. Taka fece un passo in avanti, deciso a mettere da parte i suoi dubbi, almeno per il momento, e dare una mano a Luna, ma la biondina alzò una mano per dirgli che non era necessario.

"Va tutto bene, Taka." affermò. "Questa è una sfida che devo affrontare io. E poi... scusa se te lo dico, ma non sei esattamente nella posizione di darmi una mano."

"Non farti influenzare dalla tua amicizia nei confronti di questa Mareep smarrita, giovane Taka." affermò Elias. "Tuo padre, Lord Solaris, non sarebbe contento se anche tu ti allontanassi dalla retta via."

"Ma..." cercò di protestare Taka. Ma si rese subito conto che non c'era molto che lui potesse fare. "Ugh... e va bene. Chiedo scusa, padre Elias. Volevo solo... assicurarmi che Bennet e Luna non corressero rischi."

"Credimi, Luna. Questo farà più male a te che a me." disse Bennet aggiustandosi gli occhiali. "Vivillon, comincia subito con Eledanza!"

"Cheshire, usa Stordiraggio!" esclamò Luna.

Il corpo di Vivillon si illuminò di luce bianca, e la farfalla gigante cominciò a volteggiare su sè stessa come una ballerina di danza classica, lasciandosi dietro delle immagini residue. Cheshire abbassò la testa, in modo da non farsi abbacinare dai movimenti rapidi ed improvvisi dell'avversario... poi, non appena fu sicuro di averlo a tiro, si voltò verso di lei e spalancò gli occhi, che si illuminarono di un azzurro innaturale.

"Eoooon!" esclamò il Pokemon Buio. Vivillon ebbe l'impressione che il mondo attorno a lui cominciasse ad ondeggiare e a distorcersi, e cercò di proteggersi chiudendo gli occhi e usando le sue grandi ali come scudo, in modo da resistere all'effetto stordente di quell'attacco, ma così facendo rimase esposto a un altro attacco da parte di Cheshire.

"Tutto okay, Cheshire. Adesso colpisci con Finta." disse Luna. Il suo Umbreon fece un rapido passo in avanti e balzò verso Vivillon con un agile scatto... e Vivillon aprì le ali in quel momento, appena in tempo per vedere l'elegante Eevolution oscura che balzava verso di lui.

"Vivillon, usa Segnoraggio." ordinò Bennet. Vivillon, un po' barcollante, drizzò le antenne e scagliò da esse un baluginante raggio di energia colorata... ma Cheshire svanì da sotto i suoi occhi prima che il colpo potesse raggiungerlo, e riapparve dietro Vivillon una frazione di secondo dopo, poi mandò a segno un preciso attacco con i suoi corti artigli, e Vivillon emise un acuto stridio di sorpresa e perse quota.

Cheshire atterrò agilmente vicino alla sua allenatrice, ma con suo grande rammarico, la farfalla gigante si rimise in guardia molto prima di quanto lui e Luna avessero previsto, e Bennet aveva già pronto il suo contrattacco.

"Come mi aspettavo da te, Luna. Sei sempre stata la più abile di noi due, prima di adesso." disse il ragazzo con gli occhiali. "Ma le cose sono cambiate. Vivillon... prego, usa Assorbibacio."

Vivillon si lanciò all'attacco, più velocemente di quanto Luna e Cheshire si aspettassero, e raggiunse il Pokemon Buio, per poi dargli un bacio sulla fronte. Sembrava una mossa innocua... ma un attimo dopo, l'Umbreon di Luna si sentì mancare di colpo le forze, e le zampe posteriori cedettero in un attimo di debolezza, mentre Vivillon sembrava invece più carico di prima! La farfalla gigante prese di nuovo quota e svolazzò fuori dalla portata del Pokemon Buio che alzò lo sguardo e fissò rabbiosamente il suo avversario.

"Cheshire, cosa succede?" chiese Luna. "Sei sicuro di potercela fare?"

"Eon!" rispose il grazioso Pokemon Buio. Si rimise in piedi e illuminò ancora gli anelli dorati sul suo corpo. Poi, ad un cenno della biondina, Cheshire usò una nuova mossa.

"Va bene, Cheshire. Allora prova ad usare Tossina." disse Luna. Il corpo di Cheshire venne avvolto da una nube di gas violaceo che si espanse rapidamente, e Vivillon cercò di tenere lontano il gas nocivo con un attacco Raffica. Tuttavia, era esattamente quello che Luna si era aspettata. Sfruttando la fitta nube di gas che aveva creato attorno a sè, Cheshire scivolò di lato e sferrò un altro attacco Stordiraggio. Questa volta, Vivillon era troppo impegnato ad allontanare da sè l'attacco Tossina, e non riuscì ad evitare il colpo di Cheshire. Lo Stordiraggio ebbe effetto istantaneo, e Vivillon sgranò gli occhi e cominciò a sbattere disordinatamente le ali, per poi mettersi a volare in circolo sopra Bennet.

"Ah! Fermo, Vivillon! Cerca di concentrarti!" esclamò il ragazzo con gli occhiali.

"Bene, Cheshire. Adesso usa Ripicca." continuò Luna. Cheshire corrugò la fronte, e i suoi occhi si accesero di nuovo, questa volta brillando di luce rossa. Poi, il Pokemon Lucelunare eseguì un volteggio su sè stesso e si lanciò all'attacco contro il Vivillon di Bennet, colpendolo con violenza con la sua coda crepitante di energia oscura! L'attacco ebbe un effetto inaspettato sul Pokemon Coleottero/Volante, che accusò un colpo deciso e barcollò pericolosamente a mezz'aria prima di perdere quota.

"No! Vivillon!" esclamò Bennet. Padre Elias non fece commenti, ma corrugò la fronte in un'espressione di disappunto. Quella piccola eretica e il suo Pokemon oscuro stavano rivelando la stessa astuzia maliziosa del Maligno che servivano senza rendersene conto... Forse era il caso di dare una mano al suo pupillo.

Ma Bennet non attese oltre. Con un rapido movimento, tirò fuori una Pokeball vuota e la usò per richiamare la farfalla gigante. Poi, senza attendere oltre, mandò in campo un altro Pokemon. "E va bene... Vivillon, ritorna! Ora tocca a te... Venomoth!"

Una tarma gigante di colore viola chiaro prese il volo, librandosi in aria nello stesso punto in cui Vivillon si trovava fino ad un attimo prima, e si produsse in un'abile cabrata, dirigendosi verso Cheshire nel tentativo di fargli fare un errore o indurlo ad una reazione eccessiva. Cheshire attese il momento giusto e scattò di lato un attimo prima che il Pokemon avversario potesse tentare qualsiasi cosa, poi usò di nuovo un attacco Finta che raggiunse Venomoth al fianco e lo fece barcollare. Ma il Pokemon falena non aveva subito un colpo troppo forte, e riuscì a rimettersi in guardia e a librarsi sopra Cheshire.

"Ho l'impressione, giovane Mareep smarrita... che tu stia sottovalutando la divina provvidenza." commentò Elias rivolto a Luna. "Bennet. Mostrale finalmente cosa intendo dire."

"Sì... stia tranquillo, padre, stavolta non fallirò." rispose il ragazzo. "Venomoth! Usa Ronzio!"

Il Pokemon Velentarma si bloccò a mezz'aria e agitò le ali, provocando una dirompente raffica di onde sonore che colpì in pieno Cheshire! Particolarmente vulnerabile a questo tipo di attacco, il Pokemon Lucelunare sgranò gli occhi e si contorse per cercare di sfuggire a quel bombardamento sonico, ma Venomoth si spostò rapidamente e scagliò il suo attacco da un'altra angolazione, in modo da tenersi ben lontano da Cheshire e dalle sue insidiose mosse. L'Umbreon di Luna cercò di schivare il secondo attacco, ma un colpo superefficace preso in pieno lo aveva stordito, e non riuscì ad evitare di essere colpito di striscio. Cercò di rimettersi in guardia, ma Venomoth si era già spostato in aria e stava per usare un altro attacco.

"Adesso, Venomoth... usa Doppioteam, e poi Staffetta." disse Bennet. Si aggiustò gli occhiali, ora molto più sicuro di sè. La tarma gigante eseguì un altro avvitamento su sè stessa e lasciò dietro di sè diverse immagini illusorie, poi drizzò le ali e si trasformò in una scia di luce rossa che tornò alla Pokeball di Bennet. Immediatamente, il ragazzo mandò in campo un altro Pokemon simile ad una farfalla - in questo caso, una Beautifly, attorno alla quale cominciarono subito ad apparire delle immagini illusorie di sè stessa, come se avesse usato anche lei una mossa Doppioteam!

Luna non cambiò espressione, ma si rese subito conto della strategia di Bennet. Staffetta aveva la particolare capacità di "trasferire" tutti i potenziamenti che l'utente aveva usato su sè stesso al successivo Pokemon entrato in campo, e in questo caso, Beautifly era ora sotto l'effetto di Doppioteam pur essendo appena entrata in campo.

"Credo che sia meglio attendere un momento più favorevole, Cheshire. Prego, ritorna." disse Luna, per poi richiamare il suo Umbreon e mandare in campo un altro Pokemon. "Adesso credo che sia il caso di fare la tua parte, Jubjub!"

La biondina lanciò un'altra Pokeball, e da essa, con un acuto richiamo, uscì il suo Honchkrow, che si librò in volo verso l'aggressiva Pokemon farfalla di Hoenn. "Adesso usa Aeroassalto!" esclamò Luna, sapendo che Doppioteam era inutile contro quella mossa.

Il Pokemon corvo si lanciò all'attacco, producendosi in uno spettacolare avvitamento e prendendo di mira Beautifly. Ma Bennet sembrava a sua volta aver previsto quella mossa, e reagì rapidamente per vanificarla.

"Beautifly, usa Protezione e poi Turbine." affermò. Immediatamente, Beautifly spalancò le ali e creò uno schermo di energia davanti a sè, e Jubjub si fermò appena in tempo per non andare a schiantarsi su di essa. Gracchiando rabbiosamente, il corvo gigante cercò di prendere quota per attaccare Beautifly dall'alto.

Non appena lo schermo di energia scomparve, Beautifly alzò lo sguardo e mosse le ali con decisione, creando un vortice che investì il Pokemon Grancapo e lo costrinse a tornare da Luna con un gracchio di frustrazione. Jubjub si trasformò nuovamente in una scia di luce rossa e tornò nella sfera... mentre un'altra delle Pokeball di Luna si apriva e faceva uscire un terzo dei Pokemon della biondina - un Sableye, una creaturina spettrale dal corpo esile e flessibile, e due grandi gemme cristalline là dove avrebbero dovuto essere gli occhi. Il fantasmino si guardò attorno in un misto di stupore e timore... e questo, assieme alla sorpresa di Luna, diede a Bennet e Beautifly il tempo necessario a sferrare un attacco.

"Beautifly, Palla Ombra." ordinò Bennet. La farfalla gigante spiegò le ali, drizzò le antenne e creò un proiettile fatto di ombre turbinanti che poi scagliò con precisione verso Sableye, colpendolo in pieno! Il Pokemon Buio/Spettro alzò le braccia e cercò di bloccare l'attacco con le sue piccole mani artigliate, ma fu comunque costretto ad indietreggiare fino a ritrovarsi ad appena un passo di distanza dalla sua allenatrice. Luna non si scompose e cercò di pensare ad una nuova strategia... ma non ebbe il tempo di fare nulla prima che padre Elias pronunciasse infine una formula in una strana lingua a lei sconosciuta.

"Tempus veniat, et fiat lux. Ut veritas reveletur, et tenebrae vincantur."

Il sacerdote dai capelli bianchi alzò una mano in un gesto solenne... e immediatamente, una serie di scie di luce apparirono dal pavimento e si avvinghiarono alle gambe di Luna come tante corde! La biondina sgranò gli occhi per la sorpresa, e il suo Sableye cercò di andare a salvarla... ma così facendo voltò le spalle a Beautifly, che ne approfittò immediatamente e mandò a segno un attacco Raffica, una folata di vento che Beautifly creò con il battito delle ali e scagliò contro il Pokemon Buio/Spettro.

"Ben fatto, Beautifly." disse Bennet aggiustandosi gli occhiali con un sospiro rassegnato. Non gli piaceva dover usare questi metodi coercitivi con la ragazza che gli piaceva, ma a quanto pareva questo era davvero l'unico modo per fare sì che lo ascoltasse. "Mi dispiace, Luna. Credimi, questo fa male sia a te che a me. Ma è necessario affinchè tu non faccia scelta di cui ti pentirai in seguito. Beautifly, usa Paralizzante su Sableye."

La farfalla variopinta aprì di nuovo le ali e fece piovere una raffica di polvere tossica addosso al malcapitato Sableye, i cui movimenti si fecero rapidamente più goffi e legati. Luna cercò di afferrare la Pokeball e richiamare il suo Pokemon Buio/Spettro, ma altre scie di luce scaturirono all'improvviso dal terreno e afferrarono le braccia della ragazzina bionda, impedendole di afferrare le sue Pokeball. Luna cercò di liberarsi, ma nonostante fossero fatte solo di energia (o forse proprio per quello), i vincoli luminosi non si spezzarono, e anzi la trattenevano con ancora più forza.

"Un momento, che state facendo?" protestò Taka. "Mi sembra che stiate esagerando... Luna non ha mai detto di voler essere parte di tutto questo!"

"Eppure, la sua strada era già tracciata, che lei lo volesse o no." affermò Elias con un sospiro rassegnato. "Avrei preferito di gran lunga usare dei metodi più gentili, ma devo fare la volontà del nostro divino creatore, il sommo Arceus, padre di tutti noi."

"La sua volontà... o la tua, padre?" ribattè Luna con un pizzico di acredine.

Elias rivolse alla figlia un'espressione severa. "La sua volontà è anche la mia, figliola. Le Mareep smarrite devono essere ricondotte all'ovile, affinchè siano al sicuro da coloro che vorrebbero usarle per i loro scopi." rispose senza esitazione, per poi rivolgersi nuovamente a Taka. "E tu, ragazzo mio, dovresti esserne al corrente. Anche la tua strada era già tracciata. Tuo padre ripone grandi aspettative in te, e non puoi sottrarti alle tue responsabilità."

Il giovane generale del Team Meteora restò fermo al suo posto per diversi istanti, messo di fronte a quelle che riteneva essere le sue inevitabili responsabilità sia come figlio del capo del Team Meteora che come uno degli ultimi discendenti dell'antico Popolo delle Meteore. Sempre di più, Taka sentiva di essere trascinato tra due obiettivi che non potevano coesistere: il desiderio di vedere al sicuro Luna e i cittadini innocenti di Reborn, e quello di aiutare suo padre e fare sì che Reborn tornasse ad essere il paradiso di una volta. E con quella donna diabolica a tirare i fili del Team Meteora, non vedeva cosa altro potesse fare se non sopportare per il momento, e attendere un momento più favorevole per agire.

Anche se purtroppo questo voleva dire restare in disparte e non reagire quando il destino era loro avverso... 

"Non crederete certo che la mia scomparsa resti inosservata." rispose Luna con tutta calma, La Beautifly di Bennet si avvicinò a lei sbattendo lentamente le ali e le guardò severamente, come per dirle di non tentare nulla di strano. "Quando non tornerò da loro, il signo Radomus e i miei amici della resistenza mi cercheranno. Non mi stupirebbe se fossero già sulle mie tracce."

"Anche questo fa parte del disegno divino." rispose Elias. Alzò il braccio destro e schioccò le dita, al che gli accoliti fecero un inchino rispettoso e si ritirarono, mentre da una stanzaattigua entrarono altri due individui ben conosciuti - fratello Pius e sorella Angela si piazzarono ai fianchi del sommo sacerdote, con espressioni molto diverse: mentre Pius restava stoico e padrone di sè, Angela sembrava essere impaziente di fare il suo dovere, mantenendosi calma e silenziosa, ma con un bagliore sinistro nello sguardo. "Che vengano pure, quei miscredenti. Saranno testimoni di come il divino Arceus piega i cuori degli eretici. Li svuota della loro superbia, e li riempie del suo amore e della sua volontà. E chiunque non accetti questa verità... non avrà posto nel nuovo mondo che verrà. Ed ora, figliola... è ora che tu smetta con questa tua sciocca ribellione e che tu riprenda a vivere nella luce. Portatela nella camera della luce. I preparativi cominceranno a breve."

"Non vedo l'ora." affermò Angela con monolitica certezza. La misteriosa donna dai capelli cerulei si massaggiò la testa, avendo la netta impressione che una strana voce senza corpo l'avesse chiamata, ma scacciò subito quel pensiero. Tutti i suoi pensieri e la sua attenzione dovevano andare al rituale che si sarebbe tenuto di lì a poco...

Mentre parlava, Elias non si accorse dell'espressione sospettosa che attraversava il volto calmo di Pius. Il collaboratore di Elias aveva sentito qualcosa che lo aveva inquietato. Padre Elias aveva detto davvero una cosa simile? Al momento non era il caso di intervenire, ma... prima che quella giovane Mareep smarrita venisse ricondotta sul sentiero luminoso, forse era il caso di farsi dare dei chiarimenti dal suo superiore. Dopotutto, non sarebbe stato da lui negare delle dovute spiegazioni.

Con riluttanza, Luna richiamò il suo Sableye nella Pokeball e seguì il padre e i suoi accoliti verso un nuovo corridoio, gettando uno sguardo espressivo a Bennet, che si rifiutò di guardarla in faccia e restò con lo sguardo ancorato al pavimento, ripetendo a sè stesso che aveva fatto semplicemente quello che andava fatto...

Ad un cenno di Pius, anche Taka seguì il gruppo di Elias, non riuscendo a nascondere i suoi sensi di colpa. Anche se Luna aveva accettato il rischio, anche se erano preparati all'eventualità che la loro infiltrazione fallisse... anche se Luna stessa non lo biasimava per questo... Taka non riusciva a perdonarsi il fatto che aveva dovuto restare lì, senza fare nulla, mentre la sua amica d'infanzia veniva catturata dal padre.

E ciò nonostante, che altro poteva fare? Lui aveva pure il suo percorso daseguire, anche se non era d'accordo. Il sangue del Popolo delle Meteore che scorreva in lui lo obbligava a fare determinate scelte... e lo stesso valeva per Luna, anche se la cosa lo addolorava non poco.

L'unica cosa che desiderava era che ci fosse qualche altro modo per risolvere questo penoso problema... ma la vita reale non era come gli anime o i manga, dove c'era sempre un modo di mettere tutto a posto...

   

oooooooooo

 

Sandy storse il naso e si tenne vicina al suo possente Hippowdon mentre si aggiravano tra i vicoli malfamati della Settima Strada di Reborn City, ed Adrienn fece del suo meglio per non fare una smorfia di disgusto quando una nube di fumo di tabacco arrivò in faccia a lui e al suo Granbull. Il Pokemon simile ad un bulldog grugnì e guardò nella direzione da cui veniva l'odore nauseabondo. Come immaginava, seduti ad un lato della strada, intenti a giocare d'azzardo, c'erano alcuni giovani sbandati assieme ai loro Pokemon, riuniti attorno ad un fuoco acceso in un piccolo bidone che sprigionava un minimo di luce in quell'ambiente buio ed umido.

"La Settima Strada... non potevano cercare un posto un po' più salubre per la sede di un'organizzazione religiosa?" si chiese Sandy in un sussurro.

Adrienn sospirò e alzò le spalle. "Credo di immaginare cosa passi per la testa a quei fanatici religiosi." rispose, riavviandosi i lunghi capelli bianchi. "Loro pensano... che la parola di Arceus debba essere diffusa prima di tutto tra i reietti della società. E in effetti, non si può negare che, tra tutti i luoghi fatiscenti e privi di speranza che si trovano in questa nostra città, la Settima Strada sia uno dei peggiori."

"Grrrranbull..." rispose Granbull, come per dire che non era necessario pesare le parole. Quello ERA il luogo peggiore di tutta Reborn City.

"Restiamo vicini, non mi fido per niente di questo luogo." sussurrò il giovane dai capelli bianchi ai suoi compagni. Un paio di ragazzacci di strada, accompagnati da un Raticate e un Trubbish, si avvicinò con aria minacciosa ai due membri della resistenza, forse sperando in un facile bottino. Ma qualsiasi illusione si fossero fatti venne rapidamente infranta quando lo Hippowdon di Sandy si voltò verso di loro, li fissò minaccioso per un po'... e infine spalancò la sua enorme bocca, mostrando che era abbastanza grande e potente da poterli spaccare in due con un unico morso.    

I teppistelli rabbrividirono e si ritirarono assieme ai loro Pokemon, e Sandy si avvicinò al suo Pokemon ippopotamo e lo accarezzò su un fianco. "Grazie, Hippowdon... so che si può sempre contare su di te." affermò. "OKay... adesso, dov'è che dovremmo andare?"

"Non si preoccupi, signorina Sandy. In questo momento, Granbull si sta occupando di cercare una traccia olfattiva. Anche se in questo posto, temo che sarà un po' difficile..." affermò Adrienn. Il suo Pokemon bulldog stava annusando l'aria, ogni tanto storcendo il naso quando qualche odore particolarmente sgradevole raggiungeva le sue narici quasi come un pugno. Per fortuna, il suo senso dell'olfatto particolarmente affinato gli consentì di cogliere qualche traccia di un odore a lui abbastanza familiare e senza dubbio rassicurante.

"Bull! Bull!" Il Pokemon Folletto cominciò ad abbaiare per attirare l'attenzione dei due allenatori, poi indicò un vicolo dal quale sentiva provenire quella traccia. "Bull! Bull!"

"Hm? Che succede, Granbull? Hai sentito qualcosa?" chiese Adrienn speranzoso. Il suo Pokemon disse di sì con la testa e fece cenno con una mano di seguirlo in un vicolo vicino. Lo Hippowdon di Sandy diede una rapida occhiata al passaggio... e scosse desolato la testa, comprendendo di essere troppo grande per passare di lì.

"Non ti preoccupare, Hippowdon. Non resterò indifesa." lo rassicurò la sua allenatrice, accarezzandolo su un fianco. "Per adesso torna pure. Se ci sarà bisogno ti chiamerò." 

"Hippow..." rispose il Pokemon ippopotamo, muovendo il testone immenso per dire di sì. La giovane esperta di Pokemon di Terra lo richiamò, poi fece uscire un Pokemon che fosse un po' più abile nel muoversi tra quei vicoletti.

"Okay, Seismitoad. Credo che avremo bisogno del tuo aiuto." disse la ragazza. Dalla sua Pokeball uscì un Pokemon dall'aspetto panciuto e piuttosto sgraziato: un grosso rospo blu, bipede, dalla corporatura robusta e massiccia, con braccia muscolose e mani dalle dita tozze, quasi sferiche. Il suo corpo era costellato di protuberanze azzurro-verdi, e i suoi occhi rossi erano "schiacciati" sotto le protrusioni che ha sulla testa, a fargli quasi da copricapo. Con un gracidio gutturale, il gigantesco rospo salutò allegramente Sandy e alzò una mano, subito imitato dalla sua allenatrice.

"Toooooad!" esclamò il Pokemon Acqua/Terra.

Lui e Sandy si diedero il cinque. "Anch'io sono molto facile di rivederti, Seismitoad." affermò. "Ma temo che dovremo rimandare a dopo i convenevoli. Forse saprai già cosa sta succedendo. Stiamo cercando la Chiesa d'Alfa per salvare un'amica del nostro compagno Adrienn."

"Toad!" rispose il Pokemon Vibrazione, annuendo rapidamente con espressione quasi imbarazzata. Il rospo gigante si sgranchì il collo e fece cenno ai suoi compagni di stargli dietro mentre si intrufolavano in un vicoletto, sempre stando dietro alle indicazioni di Granbull che continuava a seguire il familiare odore di Luna.

"Il suo Seismitoad pare davvero ben allenato, signorina." commentò Adrienn ammirato, mentre gettava una rapida occhiata al Pokemon Acqua/Terra, che si muoveva nell'ambiente umido e malsano della Settima Strada come se ci fosse nato.

Sandy rivolse ad Adrienn un sorriso cordiale. "La ringrazio, signor Adrienn... in effetti, lui è stato uno dei primi Pokemon che ho allenato. L'ho incontrato nelle paludi attorno a Reborn City, quando era ancora un piccolo Tympole. L'ho aiutato a tornare in acqua, dopo che una secca improvvisa lo aveva lasciato inerme sulla terraferma, e da allora siamo diventati amici. Non molto tempo dopo, ha desiderato entrare a far parte della mia squadra."

"Seismitoad!" rispose allegramente il rospo gigante. Si voltò di scatto verso la giovane e le fece il segno dell'okay, per poi riprendere a destreggiarsi tra le vie di Reborn City...

 

oooooooooo

 

Fratello Pius era seduto alla sua scrivania, nella stanza che gli era stata riservata nella sede della Chiesa d'Alfa nascosta sotto Reborn City. Gli occhi chiusi e le mani giunte davanti a sè, il sacerdote era assiso in meditazione, aiutato in questo anche dal gradevole odore dell'incenso che stava bruciando in un piccolo contenitore posto sul pavimento, che aveva il gradito effetto collaterale di allontanare almeno un po' l'odore di muffa che permeava quella piccola e spoglia stanzina.

In effetti, quel profumo era in pratica l'unica concessione che Pius si era fatto. La sua stanza era molto spartana, con niente più che un modesto letto, una scrivania e una bacinella di acqua fresca - Pius non era certo un uomo di grandi pretese, e per lui, una sistemazione come quella era più che sufficiente.

"Sommo Arceus. Ho spesso parlato con te, in questo periodo." sussurrò, concentrato in preghiera. "Spero di essere stato un figlio devoto e di aver fatto la tua volontà, e chiedo perdono per i peccati che ho commesso. Ora, ho bisogno della tua guida, poichè temo che un uomo che è per me un padre e un fratello stia smarrendo la via giusta."

Pius fece silenzio, raccogliendo i pensieri. "Parlo di Padre Elias, o mio maestro." affermò. "Conosci anche tu la suadevozione e sai cosa c'è nel suo cuore, ma temo che il suo zelo lo stia portando su una cattiva strada. So che le sue intenzioni sono giuste, ma anche Padre Elias è un semplice mortale come me, e come me può commettere errori. Divino Arceus, ti chiedo di concedermi la tua saggezza e la tua benevolenza, affinchè io possa comprendere quale sia la strada giusta, ed evitarci di commettere un grave errore."

L'uomo si rilassò ed inspirò profondamente, sentendo il gradevole odore dell'incensio che gli riempiva i polmoni. Con la mente, il sacerdote tornò alla sua infanzia ed adolescenza, e per un attimo ebbe l'impressione di tornare a quando aveva otto anni, a quel triste giorno in cui si era trovato a pregare davanti all'elegante bara nella quale era stato rinchiuso il corpo di suo padre.

Gli adulti attorno a lui, compresa la sua affranta madre, avevano cercato di parlargli, di spiegargli nella maniera più delicata possibile cosa fosse successo... e mentre il piccolo Pius era inginocchiato lì, guardando smarrito quella inquietante cassa di legno che aveva inghiottito il suo dolce papà, uno di loro gli aveva parlato degli angeli che conducevano le anime delle persone buone al cospetto del signore della verità e della luce.

Sicuramente adesso suo padre era lì... e li stava proteggendo... proprio come il sommo Arceus, un padre lontano che si preoccupava per i suoi figli e li guardava crescere da lontano...

...

Ma certo. Non poteva essere che così.

In quel momento, il velo di incertezza si sollevò dalla mente di Pius, ed egli comprese.

Sapeva cosa doveva fare.

Il sacerdote tirò un sospiro di sollievo e sentì ogni incertezza recedere, per essere sostituita da una sicurezza che lo riempiva di coraggio. Era un passo importante, quello che stava per fare... e non poteva farlo con leggerezza... ma la consapevolezza del suo ruolo e di quanto sarebbe stato importante negli eventi dei giorni a venire scacciarono ogni timore.

Con un lieve sorriso sul suo volto duro, Pius alzò lo sguardo verso il soffitto. "Sì, adesso ho capito. Ti ringrazio, divino Arceus." sussurrò. "Ora so cosa devo fare. E so che dovrò essere io a guidare Padre Elias in questo frangente, una volta tanto. Farò quello che sarà necessario perchè la nostra chiesa mantenga la sua integrità."

Pius si alzò lentamente e con calma dalla sua sedia e fece un cenno con la testa, in segno di ringraziamento. E solo qualche istante dopo, sentì alcuni passi che si avvicinavano, e qualcuno che bussava alla sua porta. "Prego." disse con calma, mentre andava ad estinguere l'incenso che ancora bruciava nel contenitore sul pavimento.

Con un lieve scatto, la porta di legno grezzo si aprì e rivelò un accolito vestito di una semplice veste di tela e sandali di cuoio, che fece un reverente inchino a Padre Pius. "Eminenza... mi scuso per il disturbo che potrei averle arrecato."

"Nessun disturbo, figliolo." si affrettò a tranquillizzarlo il sacerdote più anziano. "Io ho sempre tempo per ascoltare i miei figli e per offrire i miei consigli. Dimmi dunque, figliolo. C'è forse qualcosa che ti tormenta?"

L'accolito, reso più tranquillo dal tono caldo ed accomodante di Pius, prese fiato e spiegò cosa stesse accadendo. "No, padre, niente di tutto questo. Per fortuna, non c'è nulla che mi dia problemi, almeno personalmente." rispose. "Ecco... venivo soltanto per comunicarle che due individui sospetti sono stati avvistati nella Settima Strada, e stando alle osservazioni dei nostri collaboratori, la descrizione di uno di essi corrisponde al nostro ex-agente Adrienn. L'altra sembra essere una persona ignota... Per adesso, sappiamo soltanto che si tratta di una ragazza, e che ha con sè dei Pokemon di tipo Terra. In ogni caso, sembra proprio che stiano cercando noi."

"Capisco." disse Pius, per nulla allarmato. "Ti ringrazio per l'avvertimento, figliolo, ma stai tranquillo. Fa tutto parte del disegno del divino Arceus, padre di tutti noi. Non ti preoccupare, ogni cosa andrà al suo posto. Preoccupati soltanto di prendere la tua posizione nel caso gli intrusi dovessero entrare, e di avere fiducia che ogni cosa si risolverà per il meglio."

Il giovane iniziato abbassò umilmente il capo. "Come sempre, padre Pius, le vostre parole esprimono prudenza e saggezza." rispose. "Vi ringrazio... e sappiate che ora non ho più dubbi. Farò tutto quello che è in mio potere per difendere questo luogo sacro."

Pius annuì con espressione compiaciuta. Un confratello devoto e fedele, senza ombra di dubbio. Se avesse mantenuto il giusto equilibrio tra zelo e saggezza, sarebbe andato lontano.

Comprendendo che quello era il momento di restare concentrati e fare del proprio meglio per difendere la loro casa, Pius tenne stretta una Pokeball e si preparò mentalmente a quello che doveva fare...

Chissà, magari con un po' di fortuna sarebbe riuscito a convincere anche i recalcitranti membri della resistenza che sarebbe stato nel loro interesse abbracciare la verità del sommo Arceus e salvare le loro anime. Se Sorella Angela non fosse stata troppo zelante e gli avesse concesso il tempo di parlare...

 

oooooooooo

 

Granbull aveva guidato Adrienn, Sandy e Seismitoad attraverso le stradine malfamate di Reborn City, destreggiandosi con abilità in quel soffocante dedalo di strade, rifiuti, pozzanghere ed odori nauseanti. Per il Pokemon bulldog, era stata un'impresa improba seguire l'odore di Luna in quel luogo maleodorante, ma finalmente, la traccia si era fermata... in una piazzetta isolata, dalle mura incrostate di muschio e muffa e dal pavimento dissestato.  Granbull raggiunse uno dei muri, dove aveva sentito che la traccia olfattiva di Luna stava andando... ed ebbe la sensazione di sentire un altro odore, non familiare come quello di Luna, ma comunque un odore che aveva già sentito in precedenza.

"Gran, granbull!" abbaiò il Pokemon, per poi fare un cenno ai due allenatori e a Seismitoad ed indicare il muro davanti a sè.

Prontamente, Adrienn si affrettò verso il suo Pokemon. "Sembra che Granbull abbia trovato qualcosa di interessante..." disse il giovane dai capelli bianchi. "Il problema è che qui vedo soltanto un muro... questo potrebbe voler dire che c'è un passaggio segreto da queste parti."

"Bull!" confermò Granbull con un cenno della testa.

"Il problema è... esattamente, dove lo andiamo a cercare? Come facciamo ad accedere?" si chiese Sandy. Granbull si aggirò nervosamente attorno al punto dove la traccia olfattiva di Luna si fermava, esattamente sul muro, e cominciò a dare un'occhiata al muro. In effetti c'era una leggera rientranza, il che poteva voler dire che il passaggio segreto si trovava lì... ma non c'era nessun indizio che potesse suggerire loro come rivelarlo.

Adrienn si fermò vicino al muro e cercò di pensarci su. "Hmm... sappiamo dove si trova. Sicuramente, gli agenti del Team Meteora e della Chiesa d'Alfa dovevano avere un riferimento abbastanza semplice per sapere come attivarlo." riflettè, per poi mettersi a cercare a tentoni nella parete vicino al passaggio segreto. Il Seismitoad di Sandy fece la stessa cosa, appoggiando i palmi delle mani al muro, dalla parte opposta rispetto ad Adrienn, e cominciò a cercare. "Proviamo a fare così. Vediamo se riusciamo a trovare qualcosa che possa assomigliare ad un meccanismo di apertura."

"Okay. Speriamo di avere un po' di fortuna..." disse Sandy, cominciando a cercare con i palmi delle mani attaccati al muro. Per qualche minuto, i due allenatori e Seismitoad continuarono a cercare, esaminando ogni punto sembrasse rientrare rispetto alla parete...

Finalmente, Seismitoad trovò qualcosa. La sua mano tozza affondò in una macchia di muschio, e le sue dita sentirono qualcosa che poteva assomigliare ad un pulsante.

"Sei! Seismitoad!" esclamò il Pokemon Vibrazione con voce prodonda, in modo da attirare l'attenzione dei due allenatori e di Granbull. Non appena gli sguardi dei suoi compagni si volsero verso di lui, il Pokemon Folletto premette il pulsante... e un attimo dopo, la sezione di muro rientrante che Adrienn aveva trovato poco prima cominciò a muoversi con un cupo  suono di pietra che grattava contro la pietra, rivelando un passaggio segreto e una rampa di scale che scendeva nel sottosuolo, verso un luogo sconosciuto dal quale proveniva una strana luce dorata, che appariva al tempo stesso calda ed inquietante.

"Bravo, Seismitoad! Sei stato grande!" esclamò allegramente Sandy, accarezzando il Pokemon rospo sulla testa. Seismitoad ridacchiò e si sfregò la nuca con una mano, arrossando per l'imbarazzo... poi, la sua espressione si fece seria, e il Pokemon rospo indicò le scale che scendevano.

"Seismi... toad?" gracidò, come a spronare i suoi compagni a compiere il passo decisivo.

Adrienn prese un bel respiro e si scambiò un cenno di assenso prima con Granbull e poi con Sandy. "Bene. Sembra che la Chiesa d'Alfa non stia aspettando che noi." affermò stringendo appena un po' gli occhi. "Credo che... non sarebbe molto gentile da parte nostra farli aspettare tanto a lungo."

"Sono d'accordo." rispose Sandy. "Andiamo a dare un saluto a questi signori, e a salvare Luna."     

          

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CONTINUA...

 

 

 

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