Cosa vedi nei miei occhi?

di Magical_Dream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Città dei dannati (autunno) ***
Capitolo 2: *** Raggio di sole (autunno) ***
Capitolo 3: *** Sotto la pioggia (autunno) ***
Capitolo 4: *** Halloween Party: Tormenti (autunno) ***



Capitolo 1
*** Città dei dannati (autunno) ***


 
"Odio questa città, odio il sorriso ipocrita che mi rivolgi dopo avermi distrutto, odio tutto quello che ho fatto per rivederti, tutto il sangue versato fino a prosciugarmi, eppure vederti su questo lettino d'ospedale, così fragile, sei davvero tu?
Ormai ho venduto l'anima al diavolo già da un po', non sono più il ragazzo di un anno fa..."
-Perché mi guardi così? A cosa stai pensando?- lei lo guardò, interrompendo i suoi pensieri, gli occhi lucidi, la voce spezzata dalla tremenda paura di restare sola.
Lui guardava il vuoto, era come sparito, lei proseguì -Non mi abbandonare adesso, proprio ora che ho bisogno di te, ne abbiamo fatte tante, abbiamo sbagliato tante di quelle volte, ma siamo ancora qui no? Abbiamo superato tutto, ti prego...-
Un respiro, la guardò con i sui occhi dannati -Non sento niente, te l'ho già detto, io non ho più un cuore-
 
<< Da allora ci lasciammo tutto alle spalle, i pianti, i baci, gli sbagli, la paura, era l'epilogo della nostra storia assurda, alla fine tutto quello che volevamo era essere felici, così poco, eppure l'unico modo era ricominciare, ancora, sconosciuti, come se quel fottuto giorno non ci fossimo mai incontrati...>>
 
COSA VEDI NEI MIEI OCCHI?
PROLOGO: CITTÀ DEI DANNATI
 
 
"Hey, qualcuno mi sente? Dove sono? Non vedo nulla, è tutto così scuro..."
-C'è il bambino, smettila! Vattene via figlio di puttana! Vattene da questa casa!-
"Cosa sono queste voci? Mamma sei tu? Perché gridi così verso papà?" il piccolo uscì dalla stanza buia, i vetri del balcone erano in frantumi a terra, la luce spenta, si stava avvicinando alle urla...
 
-Hey stai bene?-
Axel si svegliò di colpo sobbalzando dal sedile dell'auto -Cazzo, che spavento, ma lasciami dormire finché non arriviamo mamma-
-Ti vedevo così agitato, mi sono spaventata-
-Ma smettila, ho 16 anni e ti preoccupi ancora per me? Piuttosto siamo arrivati?-
-Si, finalmente potrai vedere la nuova casa, ma hai visto il panorama? C'è il mare!- disse sorridendogli.
"Non me n'ero accorto, è la prima volta che vedo il mare, al nord non ho mai visto un panorama così sconfinato, il tramonto che si unisce all'orizzonte, i gabbiani che volano, la spiaggia deserta, il profumo delicato dell'acqua."
-Dimmi la verità, ti piace eh?- gli disse ridacchiando.
-Finiscila, farà tutto schifo esattamente come prima- rispose Axel guardando fuori dal finestrino.
 
"Questa fitta allo stomaco, ho paura, cosa troverò qui? Qualche chilometro di distanza non cambierà niente, non c'è posto per me in questa società così ipocrita... Non posso farmi distruggere ancora, devo solo stare lontano da tutti, ma cazzo, è così difficile..."
 
-Eccoci, siamo arrivati, da quanto tempo che non la vedevo- Anna, la madre di Axel, era entusiasta di rientrare nella sua casa d'infanzia.
Una via privata, tanti alberi, poche case, da lì svettava una casetta fatiscente, sembrava ormai abbandonata da anni: giardino allo stato selvaggio, ringhiera arrugginita, balcone distrutto...
-Ma cos'è sto schifo? Dovremmo abitare qui?- disse Axel disperato.
-Dai, i nonni non ci abitano più da anni, piano piano la rimetteremo in sesto, tranquillo- rispose Anna ridendo.
 
"Polvere dappertutto, topi che scorazzano di qua e di là, muffa sulle pareti, e questa cosa cazzo è? Una cimice, Dio che schifo..." Axel entrò in una camera e si guardò allo specchio, si toccò i suoi capelli castani aggiustandosi il ciuffo in alto, guardò il suo fisico "Cosa ho che non va? Sono in grado di farcela da solo? Non posso difendermi, sono ancora troppo magro, chissà cosa penseranno gli altri guardandomi, se mi noteranno... o forse devo restarmene da solo e basta".
Era sera, c'era la luna piena e si intravedeva qualche stella nel cielo, Axel scese giù alla strada e si andò a sedere su un muretto, non c'era molta luce, si sentivano in lontananza solo i versi delle cicale, era un buon posto per rilassarsi...
-Lasciami in pace stronzo! Tornatene in Siria a morire e lasciami vivere come meglio credo- delle urla provenivano dalla casa affianco -Cosa pensi di fare Dani?! Non parlare così a tuo padre e torna qui, anzi se te ne vai non tornare più, così almeno in questa cazzo di casa si tornerà a respirare ossigeno e non quella merda di marijuana!-.
 
Il ragazzo uscì dalla casa, camminando veloce verso la strada semibuia "Che tipo strano, ha i capelli neri con quelle ciocche blu, tutti quei tatuaggi, meglio farmi i fatti miei" Axel prese lo smartphone, distolse lo sguardo dal ragazzo "Dai vattene dall'altra parte, non passare di qui, che rottura", ma all'improvviso sentì dei passi in vicinanza...
-Scusa hai una sigaretta?- il ragazzo gli si era avvicinato, sembrava calmo nonostante tutto, aveva uno sguardo freddo, non lasciava trasparire emozioni. Era strano, nonostante le urla, le sue parole trasmettevano tranquillità e sicurezza assoluta, come se non fosse successo niente.
-Co... Io... No non fumo- rispose Axel sorpreso.
-Non ti ho mai visto da queste parti-
-Sono appena arrivato, dal nord, abito di fronte a te, stavo prendendo un po' d'aria. Ah mi dispiace, ho sentito...-
-Litighiamo sempre, non è una novità...  Beh faresti meglio a tornare al nord, questa città fa schifo, qui troverai solo problemi. Comunque, vado al tabacchino quassù a prendere le siga, vuoi venire?-
-Bel benvenuto, si immagino che sia meglio camminare che restare seduto qui a prendere polvere-
 
"Bene, sto qui fuori ad aspettare che un fattone sconosciuto esca dal tabacchino, cazzo, mi ero detto di tenermi lontano dalla gente".
-Eccomi- il ragazzo si sedette affianco ad Axel -da quassù si vede tutta la città, bella merda eh? Comunque io sono Dani-
-Mi chiamo Axel, senti ma, perché odi questa città?-
-Città dei dannati- Dani aspirò il fumo della sigaretta, chiuse gli occhi, come inebriato, poi lo rilasciò -vedi, qui non esiste la libertà, siamo schiavi della gente, ognuno sottrae la libertà all'altro per cercare la propria felicità, ognuno finge per prevalere sugli altri, non esistono le persone che ti salvano, ma solo quelle che ti uccidono, nessuno ha la forza per reagire, siamo vittime di questa società di merda, perciò voglio andarmene di qui, in una grande città dove ognuno pensa a sè, crea la sua vita con le sue capacità, senza essere giudicato da nessuno. La gente di merda c'è ovunque, ma almeno nelle metropoli ognuno si fa i fatti suoi-.
-Io scappo da un posto anche peggiore, sono arrivato qui per reagire, ed è la mia ultima possibilità, in un modo o nell'altro sopravviveremo...-
-Dovrò farti da balia allora- disse Dani accennando un sorriso -ormai siamo a Settembre, tra pochi giorni inizia la scuola, tu senti pronto?-
 
"Forse, chissà, non so perché ma ho voglia, voglia di evadere, di vivere nonostante tutto, ho passato 16 anni della mia vita a sopravvivere, ora non ho nulla da perdere, voglio far vedere agli altri chi sono, non sprecherò la vita a rimanere nell'ombra".
-Niente balia, me la caverò da solo tra i dannati-.
 
FINE PROLOGO
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ANGOLO AUTORE
 
Ciao ragazzi! Ritorno dopo ben 2 anni, ne è passato di tempo da quando scrissi Kitai's Dream, in questo periodo sono cambiato parecchio, ho vissuto esperienze belle e brutte, ho cercato di capire quale strada prendere per il mio futuro, insomma tante cose che mi hanno portato a scrivere questo romanzo.
"Cosa vedi nei miei occhi?" non è una storia come tutte le altre, è piuttosto una riflessione sul mondo, sull'adolescenza in tutte le sue sfumature, sulla lotta per la libertà, per la felicità, ma anche sulla società, farò molta critica sociale... tutto questo vissuto attraverso la storia di Axel, un ragazzo insicuro dal passato tormentato, che vedrà la propria vita stravolgersi e lui stesso cambierà moltissimo.
L'obiettivo principale è quello di scrivere senza nessun tipo di tabù, senza peli sulla lingua, provocare, far riflettere tutti voi, e soprattutto alla fine mandare una morale che ho imparato e che spero vi cambierà la vita, è il mio principale desidero!
Questo prologo (escluso l'angolo autore) lo scrissi tempo fa, una specie di prototipo, mi piacque e quindi ho passato gli ultimi mesi a strutturare la storia, adesso ho intenzione di scriverla, ma tutto dipenderà da voi, perché lo scopo è di trasmettere quello che penso a voi, quindi deciderò di continuarla o meno in base alle visite e ai commenti. Fatevi sentire, grazie e alla prossima!

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Capitolo 2
*** Raggio di sole (autunno) ***


<< I suoi occhi, freddi, assenti, capivo subito quando aveva bevuto, era come posseduto... >>
Le urla infuriavano in tutto il vicinato -Andatevene via dalla casa che ho costruito, non servite più a niente, siete solo una puttana e un moccioso, crepate!-
<< Le voci giravano, avevo vergogna di me stesso, gli sguardi della gente, le domande su come mi ero fatto quei lividi, non ci volle molto per arrivare all'isolamento, eppure io... non ero un bambino disagiato, ero solo un bambino normale che voleva essere felice... >>

COSA VEDI NEI MIEI OCCHI?
CAPITOLO 1: RAGGIO DI SOLE (autunno)


La pioggia si scontrava sulla facciata dell'autobus, tuoni e nebbia dominavano il paesaggio, Axel stava guardando fuori dal finestrino preso dai suoi pensieri "Cazzo, non ci voleva l'acquazzone il primo giorno di scuola, già sono abbastanza nervoso, ci manca solo che arrivi in classe tutto bagnato", era solo, non conosceva nessuno sul pullman, così cominciò a guardarsi intorno: gruppetti di ragazzi scherzavano e facevano casino, altri ascoltavano musica, altri ancora chattavano... "Quei tizi già mi stanno sulle palle, il ragazzo bello e fighetto che fa il brillante vicino alle ragazze, e quei due vicino che lo assecondano, che cafoni, mi sembrano appena usciti dallo zoo. Poi chi più? Il tizio metallaro coi capelli lunghi fino al culo, perfetto, il tizio rappettaro col cappello all'indietro stile trasgry, felpone preso al mercato a cinque euro, il viso da mafioso, Dio, quando esco da questo pullman!".
L'occhio di Axel cadde su due ragazze appena dietro di lui, si girò lentamente per vederle, avevano un fuseau strettissimo, top scollato col seno abbondante, truccatissime... Axel non poteva far altro che fissarle "Quanto vorrei...".
Cercò di distrarsi, tornò a guardare fuori dal finestrino, mise gli auricolari, fuori era tutto così freddo e spento "È strano, ognuno qui dentro cerca di crearsi un'identità, per farsi accettare, chi in un modo, chi in un altro... non fanno altro che lottare per farsi apprezzare, alla fine siamo tutti schiavi delle persone".

Aveva smesso di piovere, il pullman era arrivato davanti scuola, era su una collinetta circondata da prati, bianca e arancione, alta, imponente...
C'erano già molti ragazzi davanti l'entrata che stavano aspettando il suono della campanella << tutti così sicuri di sè, così imponenti, tutti quei gruppetti di ragazzi che scherzavano, ridevano, le ragazze snob che si aggiustavano il trucco e parlavano dei ragazzi, tutti così spavaldi mentre io ero così piccolo, solo, ero semplicemente... invisibile.
Mi meritavo questo? Ero davvero inferiore a loro? O soltanto sfortunato? Avevo così tanta voglia di ridere anch'io, eppure mi ritrovavo solo, con lo sguardo basso, odiavo i loro sorrisi, i loro sguardi come a chiedersi che ci facessi lì, come se fossi fuori posto, lo ero davvero? >>.

Axel si stava incamminando verso la folla, all'improvviso suonò la campanella -Cazzo andiamoci a prendere i posti dietro!- un gruppetto di ragazzi corse subito verso l'entrata, trovando Axel davanti -Levati coglione!- il più grande per passare spinse Axel di fianco...
"Cazzo... cosa è successo?... Sono caduto nell'acqua?" si girò, vide le sue mani marroni, era finito in una pozzanghera.
Il retro del jeans era tutto sporco di fango, le scarpe bagnate, così come le mani. Il suo cuore cominciò a battere forte "Non può essere, ora come faccio? Cazzo non ci voleva!" si portò le mani agli occhi "Cristo, è la fine, sono stanco di questo schifo!" con le lacrime agli occhi passò la strada e si rifugiò in un vicolo.

"Cosa faccio adesso? Sono tutto sporco, non posso entrare a scuola... Pensavo di poter superare questo giorno, di riuscire a fare amicizia, ambientarmi, e invece sono tutti dei fottuti animali, sono stanco, forse è meglio che me ne torni a casa..."
Axel si alzò e tornò sulla strada principale per dirigersi verso la fermata del pullman, intanto tornò a piovere, ma ormai non gli importava più...
-Giovanotto, filone già il primo giorno!?- una voce di donna proveniente dalla scuola.
-Ma... No...-
-Sono la bidella, muoviti o ti vengo a prendere io con le orecchie!-
Axel arrivò sotto il tettuccio dell'entrata -Mi hanno spinto in una pozzanghera, sono tutto sporco e bagnato, devo tornarmene a casa-.
-Ma scherzi?! Adesso ti passo lo straccio e ti faccio tornare come nuovo, non puoi andartene, seguimi-.

"No cazzo, questo è proprio il modo peggiore di entrare nella scuola" Axel si mise a seguire la bidella nel suo ufficio, intanto i ragazzi in giro per i corridoi lo guardavano e ridevano -Hey stamattina dopo la doccia ti sei dimenticato di asciugarti?-.

"Voglio andarmene di qui, è un incubo!"...
La bidella arrivò in ufficio e pulì Axel con straccio e carta, poi lo portò davanti alla classe.

3C, la porta era chiusa, in fondo al lungo corridoio, si sentiva solo l'eco di qualche voce tra le classi -Ecco, questa è la tua classe, buona fortuna e studia...- disse la bidella, poi scese...

"Questa maniglia, non ce la faccio ad aprirla, andrà tutto male lo so, vorrei solo scappare..."

I secondi sembravano ore, il jeans era ancora ricoperto da un alone marrone, i capelli erano ancora umidi, il cuore rimbombava come un tamburo in tutto il corpo, e quella dannata morsa allo stomaco non voleva allentarsi, doveva entrare in classe in ritardo di un'ora, solo, completamente solo, e quella maniglia stava diventando il suo incubo... finché la porta non si aprì, dall'interno!
-E chi saresti tu?- un professore alto e calvo gli si parò davanti...
-Ehm... io stavo entrando, scusate il ritardo-
Il professore, con un'aria un po' confusa, portò Axel dentro vicino alla cattedra, tutte quelle facce che lo guardavano, il cuore gli batteva all'impazzata, si sentiva quasi svenire -Un'ora di ritardo il primo giorno di scuola, complimenti, non mi era mai capitato-
-Ho... av... avuto dei problemi...-
-Va bene sorvoliamo, ti chiami?-
-Axel De Martino-
-Non sei di qui vero? Hai un accento diverso-
-Si, vengo dal nord, da un piccolo paese del Piemonte, abito qui da un mesetto-
-Bene Axel, purtroppo i banchi sono esauriti, ti vado a prendere un banchetto nell'altra classe, intanto conosci i tuoi compagni visto che sei l'unico nuovo in classe quest'anno-...

Il professore uscì dalla classe "Tutte queste facce che mi fissano, cosa devo fare?" Axel abbassò lo sguardo e si mise in fondo alla classe -Ma si è cagato sotto? È tutto sporco dietro al culo- bisbigli, risatine -Ue frà sciogliti mi sembri una mummia, e che cazzo-.
<< Fu una delle sensazioni più brutte della mia vita, aver ricominciato, avere speranze, sogni, e vedere tutto in frantumi così, privato della dignità, trattato come un pagliaccio da deridere, non dimenticherò mai l'odio che provai in quel momento, ma poi... >>

-Basta!- un ragazzo intervenne e gli si avvicinò, mettendogli una mano sulla spalla -È appena arrivato e non vi presentate neanche? Svegliatevi! Io comunque sono Floriano, piacere, sei il primo nuovo arrivato in classe da quando abbiamo cominciato le superiori, ti ambienterai presto qui, sta tranquillo, siamo tutti stanchi visto che è ricominciata la scuola, ma dai che alla fine ci divertiremo!-.
-Ah, grazie- fece una risata imbarazzata -non è facile cambiare scuola così, però sto bene-.
"Finalmente un sorriso, ne avevo bisogno, dopo tutta questa tensione, mi sento, liberato..."

<< Le ore passarono, non riuscii a muovermi dal banco, mi sentivo protetto lì, ma stavo meglio, rimasi del tempo ad ammirare le ragazze della classe, belle, troppo per un nuovo arrivato solitario, feci qualche sorriso ogni volta che Floriano notava che guardavo le ragazze e mi ammiccava sorridendo, con quel viso ebete e allo stesso tempo simpatico che aveva, oggi è strano da ammettere ma... quel giorno mi salvò >>.

Suonò la campanella -Ragazzi uscite piano, e domani portate le disequazioni vi raccomando, passo a controllare tutti!-
-Pff sto malato segna compiti già il primo giorno- i ragazzi corsero tutti verso l'uscita, Axel era molto più calmo, la pioggia era passata, il cielo si stava aprendo "È partita uno schifo, però alla fine ce l'ho fatta, non è andata poi così male...".
All'uscita della scuola, davanti a sé, Axel vide Dani con due suoi amici -Hey Dani, come stai?- lui lo guardò ma, girò subito il viso, senza salutarlo...
"Che cazzo gli prende? Perché mi ha ignorato?"
Axel confuso scese verso la fermata del pullman, cercava di rilassarsi dopo la giornataccia passata, auricolari nelle orecchie, smartphone in mano online su Facebook, con gli occhi chiusi mentre si perdeva tra le note dei Green Day...
-Hey- qualcuno lo toccò sulla spalla facendolo sobbalzare -scusami non volevo spaventarti- era una ragazza della sua stessa classe...
-Ah ciao, saprai già ormai chi sono visto che mi avete fissato per tutta la giornata, però non so come ti chiami-
-Sono Laura, scusa se ho riso un po' all'inizio, mi è scappato, comunque benvenuto nel nostro istituto, piano piano ti ambienterai... Ah cosa senti?- prese un auricolare e ascoltò...
-È una playlist di alcune band che mi piacciono, questa è Helter Skelter dei Beatles- intanto Laura rimase perplessa -Ma canzoni belle come Sorry di Justin Bieber non le senti?-
"Cosa mi tocca sentire, Dio..."
-Comunque sto aspettando una mia amica della prima, è in ritardo, spero sia andato bene il suo primo giorno-
-Dai meglio del mio sicuramente- entrambi si misero a ridere beatamente...

Da lontano si vedeva una ragazza correre furiosamente verso la fermata -Amore!!-
Laura corse verso di lei, si abbracciarono...
-Stella, lui è Axel, un mio compagno di classe-
Axel si girò e la vide, il tempo sembrò fermarsi...
<< È strano ripensare a quel momento, non so cosa mi successe, ma i suoi occhi, avevano qualcosa di abbagliante, il suo sorriso un po' imbarazzato, le guance rosse, quella voce così solare, sapeva di libertà, in quei pochi minuti mi cambiasti la vita... >> -... stavo morendo dalla paura ma poi alla fine è andata bene, i compagni sono simpatici, a parte il fatto che ci hanno fatto già studiare, colpa di quel pelatone!! Mi manca l'estate!! A te Axel com'è andata?- concluse Stella.
Il cielo si era aperto, un raggio di sole illuminava quella piazzetta, Axel rimase qualche secondo ad ammirarla, poi sorrise -Pensavo che sarebbe andata male, ma ora posso dire che è perfetto-.
"Si, è perfetta..."

<< Il pullman arrivò, ci separammo, ma non feci altro che pensare a te, a come nonostante tutto quello che avessi passato quel giorno, tu eri diventata il raggio di sole che spazzava via le nuvole, tu eri la felicità >>

FINE CAPITOLO 1
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ANGOLO AUTORE
Ciao! Sono le 4 del mattino, mi sa che ci ho messo un po' più del previsto a scrivere questo capitolo u.u
Però è stato uno spasso immaginarlo, povero Axel, che ha dovuto passare!
Allora, diciamo che sto mettendo le basi della trama, e soprattutto sto cercando di presentare la psicologia di Axel, perché la storia è piuttosto psicologica, quindi è importante capire i pensieri dei personaggi e i loro cambiamenti per comprendere le loro scelte. Il romanzo non sarà molto lungo, ma spero di arrivare presto al fulcro della storia, perché affronterò una tematica che mi riguarda molto da vicino e che sono sicuro colpirà un po' tutti. Ora come ora siamo ancora alla "preparazione", e se ve lo state chiedendo, no, il romanzo non si baserà su una storia d'amore, non mi piacciono le cose banali, questa storia offrirà molto di più! ;)
Vi raccomando commentate e lasciatemi feedback, è molto importante, al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Sotto la pioggia (autunno) ***


Axel non aveva mai visto nulla del genere, l'atmosfera di quella serata era qualcosa di speciale per lui... le luci coloravano le strade della città e si riflettevano sul mare, la musica degli artisti di strada rilassava le coppie che passeggiavano, l'odore di frittura e zucchero filato permeava le vie del centro, era la festa del Santo cittadino, ma tutto questo andava in secondo piano, perché quella sera finalmente l'avrebbe rivista...

COSA VEDI NEI MIEI OCCHI?
CAPITOLO 2: SOTTO LA PIOGGIA (autunno)


<< Furono tre settimane davvero intense per me, la vidi il primo giorno di scuola, Stella, una semplice ragazza come tante, eppure avevo bisogno di lei in quel momento, riempiva il vuoto che provavo, che mi stava consumando... Ogni volta all'uscita da scuola la vedevo con Laura alla fermata del bus, quei dieci minuti di risate e di batticuore erano quello che aspettavo tutto il giorno, non pensavo ad altro. Ma quella sera era diversa, l'avrei avuta davanti per ore, tutta la mia vita era lì, stare con te >>.

"Cazzo sono in ritardo! Sono stato troppo tempo ad ascoltare il chitarrista ambulante sdolcinato e ora sono già le otto e mezza!".
Axel cominciò a correre tra la folla sulla Lungomare, si era dato appuntamento alle nove con Stella, Laura e Mirco, un ragazzo che non conosceva, amico di Laura.
"Spero solo che non mi crei problemi quel ragazzo, davanti a Stella non devo fare cazzate" il suo stomaco brontolava, per la tensione non aveva mangiato, e l'odore di cibo che c'era in giro non lo aiutava...

-Dove cazzo vai?! Stiamo qua!- in lontananza Axel sentì qualcuno urlare...
-Ah Laura, vengo- Laura e gli altri erano seduti sulle scale sotto un palazzo, Stella aveva i soliti occhi raggianti, sempre un po' timida ma così vivace, il suo sorriso lo colpiva ogni volta di più...
-Ti stiamo aspettando da un quarto d'ora, sei uno stronzo- disse Laura ridendo.
-No dai sono più profumato- rispose Axel.
-Scemo non devi spegnere il telefono, ti ho chiamato dieci volte- urlò Stella sorridendo, poi lo salutò...
"È così bella con questo vestitino nero...".
-Ah lui è Mirco, dai sù presentati Mirco!!- aggiunse prendendo il ragazzo con il braccio.
-Piacere...- disse il modo disinteressato, fumava una sigaretta, era un ragazzo molto alto e robusto, dallo sguardo freddo e aggressivo, sembrava distaccato come se non se ne fregasse di quella serata...
"Questo non sembra molto simpatico, fa troppo il fighetto, cazzo non va proprio bene!"...

I ragazzi erano in giro già da un po', ogni volta che la vedeva sentiva un brivido, aveva bisogno di fare qualcosa per avvicinarsi...
"Questi due se ne dovrebbero andare, così posso rimanere solo con lei... ma poi riuscirei a colpirla? Forse dovrei..."
-Oddio lo zucchero filato!!- Stella corse verso la bancarella che lo vendeva -Me ne dia quattro per favore-
-No, noi non ne prendiamo- risposero Laura e Mirco, che si andarono ad appartare dietro un vicolo...
"Mh... Non ci tengo a sporcarmi la bocca come un fottuto bambino" -Neanche io, prendo la pizzetta dopo-...
Lei cominciò a mangiare, intanto Axel le andò accanto -Cogliona hai tutto lo zucchero filato sulla bocca, col rossetto si attacca ancora di più!- disse ridendo...
-Oddio non mi guardare- Stella se ne scappò ...
-Ma dai che sei bella lo stesso- lei lo guardò con un'aria sorpresa... -Scherzo sei sempre una bruttona!-
-Come te cesso!- disse ridendo.
"È così bella quando ride, ed è bello sapere che lo fa grazie a me..."
-Pisciò fottitela a casa, che adesso c'è gente- disse un ragazzo a Mirco, dopo aver notato che stava baciando Laura nel vicolo...
-Bro tutto apposto?-
"Ma chi è quest'altro adesso? Sembra ancora più coglione di Mirco, spero non si aggiunga anche lui..."
Era un nuovo gruppo, tra cui spuntava anche Floriano, che si avvicinò ad Axel...
-Carissimo! Ci sei anche tu? Non ti avevo mai visto in centro il sabato sera... Chi è la ragazza con te eh?- disse in modo malizioso...
-A che pensi? È una mia amica, fa il primo anno nella nostra scuola, pensa un po' a te, c'è quella ragazza nel tuo gruppo che ti sta fissando da quando siete arrivati!-
-Quella? Non la conosco, l'ho vista oggi per la prima volta, e poi è un cesso non vedi? È piena di brufoli. Cambiando discorso... ci siete andati sulla ruota panoramica che hanno inaugurato oggi?-
-Ruota panoramica?-

-Prego accomodatevi, il prossimo giro comincerà a breve!- lo speaker stava invitando i ragazzi a salire nelle cabine della gigantesca ruota affacciata sul mare...
-Laura ho paura vieni con me!!- Stella era in preda al panico, soffriva di vertigini fin da piccola, perciò non era convinta di salire.
-Mi dispiace amore io devo andare con Mirco, sai com'è... ogni scusa è buona per stare da soli ahah... Purtroppo si può andare solo in due, vai con la ragazza del gruppo di Floriano, quella coi brufoli-.
Si intromise Floriano nella conversazione portando anche Axel -Si e io vado con questo frocetto- disse ridendo mentre guardava Axel.
"Cazzo può andarci piano con le parole davanti a Stella!" -Floriano vieni qua...- disse Axel portandolo da parte -Fammi andare con Stella, ma non far capire che te l'ho chiesto io, dici che vuoi andare con la ragazza coi brufoli, e non fare domande!!-
-Mh ho capito tutto, sei in debito con me, non hai idea di che sacrificio mi fai fare-.
Floriano andò vicino alla ragazza -Hey biondina, ti chiami?-.
La ragazza rimase così sorpresa che quasi si metteva a piangere -M... Marta...-.
"Eh, cominciamo bene..."

-La ruota sta per partire- annunciò lo speaker...
-Scemo... Non so come mi hai convinta, di te non mi fido!- disse Stella impaurita...
-Dai sta zitta e sali, tanto se la ruota crollasse moriresti sia con me che con Laura-.
-Zitto stronzo!- rispose Stella ridendo. Le cabine cominciarono a salire...
"Ho aspettato un momento del genere per tutti questi giorni, ce l'ho accanto, così vicina, siamo solo io e lei, quanto vorrei dirti cosa provo..."
Stella chiuse gli occhi e gli si aggrappò addosso -Ho le vertigini Axel, aiutami-.
-Zitta e apri gli occhi, guarda che panorama...-
Stella riaprì gli occhi, sempre ben salda ad Axel, si vedeva tutta la città dall'alto, con le sue luci, le lungomare e la scogliera sulla spiaggia che penetrava nell'acqua -È vero, è bellissimo...-.
-È una situazione da selfie no? Facciamone uno, dammi il telefono che il mio è scarico-.
Stella le diede il telefono, Axel era felice, ce l'aveva proprio accanto, stretta tra le braccia, da soli... Sbloccò il telefono...
Stella e un ragazzo biondino, alto e bello si baciavano delicatamente sulla spiaggia al tramonto, era questo lo sfondo del telefono.

Axel improvvisamente si staccò, le ridiede il telefono, abbassò lo sguardo...
-Che ti succede Axel? Non ti senti bene?-
-Cazzo! Non capisci?- alzò lo sguardo, aveva le lacrime agli occhi -Tu mi hai stravolto la vita, e non te ne sei neanche accorta, prima di te non avevano un senso le mie giornate-.
La prese per le braccia, senza guardarla negli occhi perché non ne aveva il coraggio -Ti amo lo vuoi capire?!- si avvicinò chiudendo gli occhi, d'istinto, con tutta la forza che aveva, e la baciò...

Le urla si sentirono fin giù alla strada, d'un tratto tutti rimasero in silenzio...
-Cosa cazzo hai fatto?!- Stella era con le lacrime agli occhi -Fatemi scendere, subito!- lo speaker bloccò la giostra e aprì le porte per farla scendere...
Axel rimase immobile, gli mancava il respiro, una scossa gli metteva in fibrillazione tutto il corpo "Cosa...? Cosa è successo?...".
-Stella che è successo?- tutti gli amici cercavano di capire cosa fosse accaduto nella cabina, ma Stella scappò, Laura provò ad inseguirla...
Mirco entrò nella cabina, dove c'era ancora Axel immobile, lo prese per il colletto e lo alzò -Cosa cazzo le hai fatto?!-...
-Io...-
-Rispondi se non vuoi che ti gonfi!-
-L'ho baciata... Solo questo... Non immaginavo che... cazzo- disse piangendo.
-Coglione! L'ex fidanzato, il primo ed unico che ha mai avuto, è morto un paio di mesi fa, e lui fu l'unico a baciarla, non era pronta per una cosa del genere, cosa cazzo ti dice il cervello?! Mo' vattene se non vuoi prenderle!-


<< Erano ritornati, quella sera i demoni tornarono a farmi visita, pensavo di averli dimenticati, che cambiando città se ne fossero andati per sempre, e invece ero lì, da solo in mezzo alla strada buia, illuminata solo dalla flebile luce bianca dei lampioni, andando verso casa, con le loro voci nella testa "Devi morire", "Non vali niente, sei solo uno scarto umano", "Sei inutile, nessuno ti vuole", "Ucciditi e farai un favore a tutti"... Non serviva scappare via, cambiare città, cambiare persone, i demoni erano dentro di me, mi avrebbero perseguitato per sempre >>.

Axel era davanti casa, erano passate un paio d'ore dall'accaduto, ma ancora non se ne era reso conto, sembrava quasi un sogno, non sapeva se fosse successo davvero oppure no...
D'un tratto vide un ragazzo fuori alla casa difronte -Dani...-
-Hey Axel, come va?-
-Me lo chiedi anche? Mi hai ignorato per tre settimane, cazzo, ti facevi tanto bello a parlare male delle persone di questa città, e poi ti sei rivelato il peggiore...-
-Attento a come parli! Non ti ho ignorato, solo che nel mio gruppo siamo tutti così, diversi, non posso far vedere che ho contatti con uno come te-
-Uno come me? E cosa sono un handicappato? Resta con la tua banda di alternativi coglioni e non rivolgermi neanche più la parola! Fanculo!- disse andando verso casa...
-Ma chi te la rivolge la parola! Sparisci dalla mia vista sfigato di merda!-.

Axel si ritrovò davanti casa, dalla finestra si intravedevano ancora le luci spente "È ancora al lavoro, cazzo... alle due di notte lavora per farmi vivere, si impegna per me, e io... io sono un completo fallimento, ho perso Stella, tutte le mie amicizie, mi sono comportato come un bambino, ho perso la mia occasione anche qui" Axel non riuscì a trattenere le lacrime "Basta!".
D'un tratto cambiò strada, cominciò a correre verso il bosco, senza luce correva tra la terra e gli alberi, urlando e piangendo "Voglio morire!! Ahhhh!!"... non si riusciva a vedere nulla, ma non gli importava, voleva solo scappare dalle sofferenze... ma poi inciampò su una pianta, cadde a terra sfregiandosi il busto...
"È la fine?..."

Stella era chiusa nella sua stanza buia, ancora in lacrime dopo ore, non riusciva a dormire...
Tra i pupazzi sparsi qui e lì, i disegni attaccati al muro, i fiori vicino alla finestra, le console e i manga raccolti sotto la scrivania, fissava le decine di foto del suo ex ragazzo, sparse ovunque...
"Hey Pio, amore, ieri ti dissi che stavo meglio, che stavo tornando a vivere... Forse stavo mentendo a me stessa, mi manchi ancora tanto, troppo, ho paura di andare avanti, di deluderti, so che non potrò mai sostituirti, dovrei rimanere sola per sempre... Cosa devo fare Pio?"...
Prese il telefono, rivide la loro foto, cominciò a scorrere la loro chat...

[text Stella] Amò ti prego smetti di bucarti, non ce la faccio a rivederti come oggi, non mi sembri più tu... Fallo per me!
[text Pio] È difficile, non sai quanto... Ti prometto che proverò a smettere, ma devi promettermi anche tu una cosa...
[text Stella] Cosa?
[text Pio] Non perdere mai quel sorriso, non soffrire per me, né per chiunque altro, non riuscirei ad andare avanti sapendo che soffri per me... Io ne uscirò vedrai, ma tu devi essere felice ed andare avanti, promettimelo!
[text Stella] Promesso, ti amo!

"Essere felice? Era questo che volevi... Quindi?..." tornò a piangere "Andrò avanti, anche per te...".
Stella prese tutte le foto di Pio, le mise in un bustone, poi andò nella stanza del fratello maggiore -Christian svegliati!-
-Che vuoi rompiballe-
-Devi accompagnarmi in un posto...-

Axel era tornato a casa, si era fatto la doccia e si stava medicando la ferita "Cazzo come brucia!", d'un tratto suonò il telefono...

[text Stella] Vediamoci tra 5 minuti, sull'altopiano con la vista sulla città, ho bisogno di vederti...

Una scossa travolse Axel, il cuore tornò a battere forte...
Con tutta la forza che aveva si andò subito a vestire, una piccola luce si era accesa nel buio più profondo.
Uscì fuori, ancora un po' barcollante per la ferita, ma con una forza nuova, il cuore a mille... D'un tratto cominciò a piovere, Axel si era completamente bagnato, ma continuava a correre...
Arrivò in cima... un ombrello aperto copriva la testa di una ragazza mentre guardava il panorama, si girò...
Si guardarono negli occhi, bagnati per l'emozione, Stella fece cadere l'ombrello e corse verso di lui abbracciandolo...
-Mi dispiace! Sono stata una stronza, ti amo, ti amo da impazzire Axel- urlò piangendo, abbracciandolo con tutta la forza che aveva... si guardarono negli occhi, e si baciarono, sotto la pioggia, la pioggia più calda che avessero mai sentito...
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ANGOLO AUTORE
Ecco finalmente il secondo capitolo, anche questo parecchio impegnativo da scrivere, come avete potuto capire questa è la parte più "romantica" e volutamente "immatura" del romanzo, e lo sottolineo proprio perché questa storia avrà tante sfaccettature, le tematiche cambieranno sempre, così come gli ideali, la maturità ecc... è una narrazione in continua evoluzione che tenta di essere il più completa, profonda e realistica possibile...
Allora ammetto che una parte della storia di questo capitolo mi è successa realmente, non vi dico quale però u.u
Diciamo che questo libro ha anche molto di personale, nonostante il personaggio di Axel sia abbastanza diverso da me, anche se col proseguire della storia comincerà a somigliarmi di più...
Ho in mente anche alcune side stories da inserire, incentrate su personaggi secondari, ma non so quando e se le scriverò, non voglio allungare troppo la storia, magari solo su un paio di personaggi... A voi quale dei personaggi finora mostrati piace di più? Grazie ancora per la lettura, al prossimo capitolo ragazzi!!

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Capitolo 4
*** Halloween Party: Tormenti (autunno) ***


COSA VEDI NEI MIEI OCCHI?
CAPITOLO 3: HALLOWEEN PARTY - TORMENTI (autunno)

[MARTA]
-Marta vieni! Marta! Mi senti?-

"Fanculo... Non ne posso più, odio la sua voce, odio le mie giornate, la mia vita..."
Marta posò lo smartphone sul comodino, aprì le persiane per far entrare un po' di luce, un'altra giornata grigia e piovosa... Si fermò a fissare le foto e i poster che ricoprivano tutta la sua stanzetta "Floriano, non vedo l'ora di vederti stasera", poggiò la mano sulla foto di Floriano e gli accarezzò il volto...
-Marta devo andare in bagno, vieni per favore!-
-Si adesso arrivo!-
"È strano, odiare così tanto la propria madre, prima dell'incidente eravamo così legate, era il mio punto di riferimento, non avevo un padre né fratelli o sorelle, era l'unico sostegno nella mia vita. Ma adesso, vorrei soltanto che sparisse e mi ridesse la mia vita".

Marta entrò nella camera della madre, distesa immobile sul letto, col suo sguardo spento perso nel vuoto -Cosa c'è mamma?-
-Aiutami, devo andare in bagno, penso che ci metterò un po'...-
Marta la alzò delicatamente cercando di farla camminare, anche se ormai non riusciva più a coordinarsi, la posizionò sul water.
-Grazie figlia mia per sopportarmi nonostante sia solo un ostacolo nella tua vita, la mamma ti vuole tanto bene-...
-Smettila di parlarmi come fossi una bambina- rispose Marta distogliendo lo sguardo, poi aggiunse -Ricordi cosa ti ho detto ieri? Stasera dopo il lavoro devo uscire con Floriano e i suoi amici, resterai da sola per parecchie ore lo sai?-...
-Va bene amore- disse con un sorriso malinconico.

Era già sera, il cielo si era aperto, Marta stava uscendo dalla doccia "Non vedo l'ora di stare con lui, mi manca già...", si guardò allo specchio, i brufoli per cui tutti la prendevano in giro erano ancora lì, non accennavano ad andarsene "Se non fosse per voi, può darsi che starei riuscita a stare con lui"...
Si truccò con cura, poi arrivò il momento di vestirsi "Basta con questi felponi, oggi è una serata importante, proverò a mettere questo vestitino, con una panciera e un giubbinetto dovrebbe andare bene...".
Il telefono squillò, era Floriano -Marta ti muovi? Ti stiamo aspettando al CentroBar-.
-Si scusami, arrivo tra due minuti-.
"Madonna è tardissimo, devo muovermi...".

-Marta!! Aiuto Marta!- la madre di Marta stava urlando in preda al dolore e al panico, la sua voce arrivò come un fulmine al ciel sereno.
-Che succede mamma? È un attacco di panico?!- Marta era sconvolta, non sapeva che fare.
La madre si contorceva, urlava e piangeva sul suo letto -Non te ne andare Marta, restami vicino, chiama l'ambulanza!-.
-Cazzo è solo un attacco di panico, non serve l'ambulanza, è tutto nella tua testa!-
-Stammi vicino amore- disse con le lacrime agli occhi, mentre per l'agitazione si urinò addosso.
-Sono stufa delle tue pretese, puttana! Lasciami vivere la mia vita, ho perso anche quest'altra incontro con i ragazzi, contenta?! Mi stai rovinando la vita, è tutta colpa tua e di quel fottuto incidente, perché devo pagare io le conseguenze di tutto questo, dimmelo!- gridò Marta piangendo.
La donna restò in silenzio per qualche secondo -Uccidimi...- disse sussurrando -Non ha senso più per me vivere così, e sapere di rovinare la vita anche al mio angioletto, preferisco essere un ricordo per te, non un tormento-...
-Ma smettila...- rispose Marta affiancandosi nel letto con lei.

Passarono due ore.
[text Floriano] Capito... Mi dispiace per questo imprevisto, spero ti passi subito lo stiramento, la prossima volta sta attenta a dove metti i piedi ;)
[text Marta] Ahah tranquillo passerà subito, mi dovrai regalare un paio di occhiali per Natale a questo punto xD
[text Floriano] Si li compro dai marocchini sulla spiaggia! Ah dimenticavo... Sabato è 31, c'è la festa di Halloween al V-Arc, sarà una festa davvero hardcore e pazzoide, sei dei nostri vero?

Gli occhi di Marta si illuminarono, non era mai stata in una discoteca, era in preda alla gioia.
[text Marta] Certo che vengo! Grazie di tutto Flory, sei l'unico che mi sta sempre vicino, ti voglio bene! <3

"Da quella sera sulla ruota panoramica mi cambiasti la vita, sei l'unico che può portarmi via da questo schifo, sei l'unica mia speranza, ti giuro, non ti lascerò scappare".


[AXEL]
"Sono così dolci i suoi baci, sembra di essere proiettati in un'altra dimensione, lontano da questo schifo che abbiamo intorno. Ora, mentre chiudo gli occhi, siamo solo io e lei, qui dove nessuno può vederci e sentirci, è così perfetto...".
-Ahahah- Stella si mise improvvisamente a ridere interrompendo il loro bacio.
-Che mi ridi cogliona?!- disse Axel un po' imbarazzato.
-Ho aperto gli occhi per un attimo e ti ho visto tutto imbambolato mentre mi baciavi, sei adorabile!- rispose ridendo.
Axel la prese per le mani e la portò contro il muro sussurrandole nell'orecchio -Va bene allora ti lascio cessa-.
Poi si guardarono negli occhi e si misero a ridere insieme...

Axel e Stella stavano passando come al solito qualche minuto insieme dietro ad una palazzina vicino scuola, il loro ritrovo segreto per restarsene da soli ogni mattina prima dello squillo della campanella...
In quel posto era tutto così magico, il sole all'alba con la sua luce fioca e delicata, gli alberi spogli con le foglie secche ai loro piedi che Stella adorava schiacciare, il leggero vento fresco che accarezzava la pelle, ma era lei la cosa più bella da vedere...
-Amore, ancora non ho capito perché non possiamo entrare insieme a scuola e far vedere a quei coglioni quanto stiamo bene, perché dobbiamo tenere tutto segreto?- chiese Axel...
-Te l'ho già detto stupido, i ragazzi e soprattutto le ragazze qui sono perfidi, già mi capitò anche con Pio, faranno di tutto per metterci i bastoni tra le ruote e farci lasciare, sfogano la loro infelicità sulla felicità degli altri, non dovranno mai sapere di noi due! L'ho detto solo a Laura perché so che di lei mi posso fidare...-
-Ma io non ho paura di nessuno, sicuro che non ti lascio scappare per qualche loro commento, devono solo uccidermi-.
Stella si avvicinò alla sua bocca, lo baciò e poi sussurrò -Fa come ti dico, non voglio rischiare di perderti, perché ti amo...-.

La campanella suonò, un'altra giornata a scuola stava cominciando, Axel e Stella si separarono fingendo davanti agli altri di non frequentarsi, Axel intravide Dani entrare nella sua classe, ma entrambi non si salutarono "Prima blu, adesso viola, pensa solo a colorarsi quelle ciocche di capelli al posto di essere coerente e rispettoso verso gli altri, che coglione...".
Axel entrò in classe -Eccolo! Un applauso al maniaco!- Mattia, un compagno di classe di Axel, cominciò con le solite provocazioni.
"Ricomincia questo coglione, ancora per quella storia della ruota panoramica, che strazio non potergli dire che in realtà sono riuscito a mettermi con Stella...".
Axel lo ignorò sedendosi al suo posto, Mattia gli andò vicino e cominciò a fissarlo senza dire niente.
-Togli quella faccia di merda dalla mia vista!-
-Axel, ti piaccio? Dai baciamoci all'improvviso, dai amore!- disse imitando la voce di una ragazza e facendo scoppiare a ridere alcuni compagni di classe.
Laura andò ad abbracciare Mattia e sorridendo disse -Stronzo lascialo stare, ormai è passata quella storia, ora sono in ottimi rapporti-.
"Quest'altra stronza mi tratta come fossi un bambino, andate a fanculo tutti!"
Axel si alzò e nervosamente andò in bagno per distrarsi.

"Che sfiga... Sono riuscito a conquistare Stella, sono felice con lei, eppure devo continuare a sentire quella storia senza potermi difendere, come mi sta sulle palle quel viziato arrogante...", Axel pensava mentre si sciacquava la faccia...
"Non importa, ora ho lei, e sono felice così... gli altri ormai non mi interessano più, possono anche bruciare tutti all'inferno".
-Hey Axel- Laura lo chiamò fuori dalla porta.
-Laura... Cosa ci fai nel bagno dei maschi?-
-Dove ti dovevo cercare, in quello delle femmine?- disse ridendo -Volevo soltanto dirti di non starlo a sentire, cerca solo un po' di attenzioni, lascialo perdere-.
-Si tranquilla, non me ne frega proprio, mi interessa solo di Stella-.
-Si... Mi ha detto che va alla grande tra voi, mi fa piacere, ti raccomando trattala bene, perché ha sofferto molto...-
-Ti pare? Giuro che la tratterò come una principessa, se lo merita, tra l'altro è la mia prima ragazza, voglio che sia una storia importante...-
Laura rimase spiazzata, poi si mise a ridere -Ahah è la tua prima ragazza? Dici davvero? A 16 anni non avevi mai neanche baciato?!-.
-N... No... È che, cazzo non dirglielo a Stella intesi?! Non dovevo dirtelo, merda!-.
-Ma tranquillo non ti preoccupare, come mai non sei mai stato fidanzato?-
-Quando vivevo al nord la mia vita non era poi così bella, era un incubo, ho avuto molti problemi e mi sono sempre allontanato dagli altri... è difficile da spiegare, non avevo rapporti sociali lì, ma ora ho cambiato pagina, ora riesco ad affrontare anche questa città, non mi fa paura più nulla-.
-Bravo Superman ahah, adesso muoviti che sta arrivando il professore!-.

-Floriano, in ritardo come al solito! Muoviti ad andare in classe!- il prof stava sgridando Floriano per l'ennesima volta...
-Hey Axel, Laura!- Floriano li chiamò tutto sorridente.
-Ma la metti la sveglia la mattina?! Fai sempre tardi!- disse Axel ridendo.
-Questa volta per una buona causa, sono andato a ritirare le prevendite per la festa di Halloween al V-Arc, io e i ragazzi già ci siamo, venite anche voi due giusto?-
Laura era entusiasta -Oddio il V-Arc?! Certo che vengo, non vedo l'ora!-
-Cos'è il V-Arc?- chiese Axel.
-Non lo conosci? È la discoteca più famosa della nostra regione, fa feste molto hardcore, dove può succedere di tutto, è pazzia allo stato puro, prepara i preservativi frà!-.
-Ah... Ecco, non saprei...-
-Scherzi vero? Devi venire punto! Una festa del genere non ricapiterà mai più!-
-Mh... Ok... Però non ho intenzione di rimorchiare, sto bene così, verrò solo a divertirmi-.

La campanella suonò, un altro giorno di scuola era terminato...
"Dov'è quella scema? Ah eccola..."
Axel tirò a sé Stella dietro la palazzina -Stronzo mi hai fatta spaventare, avvertirmi prima di tirarmi!- disse ridendo.
-Ho una novità, guarda qui!- Axel le mostrò le due prevendite del V-Arc -Il 31 andiamo in discoteca, contenta?-
Stella rimase sorpresa e abbassò lo sguardo. -Che c'è che non va tesoro?...-
-Io non posso venire, i miei non mi farebbero mai venire al V-Arc, e poi ricordati che ho 14 anni, non è un posto per me...-
-Ma... Davvero? Cazzo, e ora?-
-Non pensare di andarci da solo, lì è pieno di puttane, tu resti a casa intesi? Staremo un po' insieme io e te visto che tua madre va a lavoro stanotte...-.
-Che sfiga... Va bene, lo faccio solo per te...-.

31 OTTOBRE
Erano le 22, Axel stava nervosamente scorrendo la home di Facebook nel lettino della sua camera, l'entusiasmo dei ragazzi della città per la serata al V-Arc era evidente in tutti i post.
"Fanculo! Sono l'unico che stasera resterà a casa! Che vita di merda..."
-Signorino- Anna, la madre di Axel, entrò senza neanche bussare -Ho saputo che stasera c'è una festa per drogatoni e puttane al V-Arc, non hai mica intenzione di andare?!- disse con tono minaccioso.
-Mamma sto in pigiama, dove cazzo vuoi che vada?!-
-Ahah si scusami, era per essere sicura, io ora vado a lavorare che ho il turno di notte, fai il bravo e va a dormire presto- disse sorridendo.

"Perfetto, un'altra serata passata a casa, come se non bastasse Stella è influenzata e non può venire, meglio mettermi a dormire...", Axel spense la lampada, si affacciò alla finestra guardando la luna, pensando a quello che si stava perdendo, poi si distese nel letto...
D'un tratto il telefono squillò "Floriano? Cazzo e adesso cosa gli dico?!"
-Axel dove cacchio sei?!- disse Floriano con tono alto -Tra un'ora comincia la festa e non ti troviamo da nessuna parte!- aggiunse.
-Hey... Floriano... Ehm, ho avuto un problema, mi sa che non vengo-
-Cosa?! Scherzi vero? Quale sarebbe questo problemone?-
-Ehm... Ho... Mangiato qualcosa di avariato e ora ho mal di pancia-
-Non me ne frega proprio, prenditi un'Enterogermina e vieni qui!-
"Cosa gli dico adesso? Alla fine penso che un'eccezione potrei farla, Stella non verrà mai a saperlo...".
-Ok Floriano, tra un'ora sono lì-

La musica era assordante, Axel era ancora per strada lontano dal locale ma le urla e i suoni si sentivano forti e chiari, tra le strade buie e isolate lungo il percorso c'erano già ragazzi in maschera che fumavano erba, completamente fatti, punk spaventosi con catene ed eyeliner agli occhi, ragazze in preda a deliri e allucinazioni, altri che si bucavano e altri con bottiglie di birra alla mano. Axel sembrava l'unico normale in quel covo di pazzi...
"Cazzo cos'è, la notte dei morti viventi? Ho l'impressione che stasera sarà un disastro...".


[STELLA]
-Etciù!! Uffa sono proprio messa male con questa influenza- Stella era disperata perché doveva restarsene a casa e non poteva vedere Axel.
-Stammi lontana strega, non mischiarmi i tuoi germi!- disse scherzando Christian, il fratello maggiore di Stella.
-Ti rendi conto Chry? Ho fatto restare a casa Axel perché non volevo andasse da solo al V-Arc, ma non sono riuscita neanche ad andarlo a trovare per colpa dell'influenza, ora mi starà odiando!!-
-Ma dai, il V-Arc è un locale di merda, meglio che se l'è risparmiato, faccio bene io: un giretto in centro a fare cazzate, e ci si diverte di più-.
-Chry fai un favore alla tua sorellina preferita... Mi accompagni a casa di Axel? Voglio fargli una sorpresa, non me ne importa dell'influenza! Mamma e papà stanno già dormendo, non lo verranno mai a sapere! Ihih... Etciù!- disse tra un sorriso e uno starnuto.
-Sei sempre la solita...-

Stella si ritrovò sotto casa di Axel...
-Ti vengo a prendere per le 2, divertiti e non fare sesso se no ti ammazzo!- disse Christian.
-Tranquillo e grazie- rispose Stella.
"Spero di sorprenderlo e farlo divertire, così non penserà più ad aver perso la serata..." Stella suonò il campanello, una volta... due volte... tre volte...
"Strano, perché non risponde?", intanto cominciò a piovere "Oddio, non ci voleva proprio, mi verrà la bronchite così", si riparò sotto il tettuccio della casa, vide attraverso la finestra: tutto spento.
-Amò ci sei? Aprimi!- nessuna risposta.
"Non sarà mica?... No non può essere, non lo farebbe. Ora provo a chiamarlo..."
Stella cercò lo smartphone nella sua borsa, ma non lo trovò -Madò l'ho dimenticato a casa!! E ora come faccio a chiamare Christian per tornarmene?!-...
Cominciò a singhiozzare e piangere, sotto la pioggia, completamente da sola e senza telefono...

-Hey! Che ci fai sotto la pioggia?- un ragazzo la chiamò dalla casa difronte -Vieni qui che ti ripari!-...
-Grazie!!- Stella corse dentro casa del ragazzo.
-Io sono Dani, che ci facevi lì fuori da sola?- chiese Dani.
-Piacere Stella... Ero venuta a trovare il mio ragazzo, ma a quanto pare non c'è, tra l'altro già ho l'influenza, mi sono spaventata tanto...- disse ancora con le lacrime agli occhi.
-Ah allora stammi lontana perché non voglio prenderla anch'io!- disse Dani scherzando -Va' vicino al fuoco ad asciugarti, ci sono soltanto io a casa-.
-E così, tu saresti la fidanzata di Axel?- continuò Dani con un sorriso ambiguo...

FINE CAPITOLO 3
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ANGOLO AUTORE
Ciao ragazzi! State passando bene le feste natalizie? Dai con la pancia piena e i regali sotto l'albero è anche più bello leggere ;)
Allora, Halloween Party è una saga composta da due capitoli, che fa da ponte per l'ultimo capitolo della saga "Autunno". In pratica il romanzo è diviso appunto in saghe che prendono il nome delle stagioni, e ognuna di queste saghe ha uno stile a sé stante.
La stagione "Autunno" si caratterizza per uno stile malinconico, romantico, volutamente immaturo, con qualche sprazzo di comicità, l'inizio della crescita per un adolescente che ha ancora tante domande e nessuna risposta...
Le prossime stagioni avranno concept, stili e tematiche diverse, ma lo scoprirete man mano ;)
Questo capitolo è stato parecchio impegnativo da scrivere, ci ho messo molto, troppo tempo, 6 ore di fila tra scala degli eventi e stesura, penso che a questi ritmi posso restarci solo scrivendo un capitolo ogni tanto, non posso essere costante perché la scrittura di un capitolo mi prende un giorno intero di lavoro. Ma penso che uno al mese riuscirò a scriverlo!
Rimanete in attesa per il finale dell'Halloween Party perché rimarrete scioccati, giuro! ;)
Alla prossima ragazzi, buone feste!


STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO - Causa impegni e seguito non sufficiente. Confido in un reboot in futuro...

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