La curiosità uccide il gatto

di Annapis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto puó cambiare ***
Capitolo 2: *** Decisione...o imprecisione? ***
Capitolo 3: *** Interrogatorio. ***
Capitolo 4: *** Chiarimenti...o forse no ***
Capitolo 5: *** Ci sperava veramente ***
Capitolo 6: *** Rabbia e falsa calma. ***
Capitolo 7: *** Finalmente è tutto risolto ***



Capitolo 1
*** Tutto puó cambiare ***


<a href="http://fairypiece-fanfictionimages.forumfree.it/"target="_blank"><imgsrc="http://i67.tinypic.com/103wy9u.jpg"title="FairyPiece- FanFiction&Images"></a>
La curiosità uccide il gatto.
In quei sei mesi Violet era riuscita a conoscere meglio il suo Sanji, peccato solo che se all'inizio le cose sembravano andare per il verso giusto ora invece tutto andava storto.
"É solo la tua fervida immaginazione" le avevano risposto tutte quelle a cui aveva spiegato il proprio timore, e forse avevano ragione, Violet aveva sempre avuto il vizio di essere un pó paranoica, ma questo non le dava quel senzo di sollievo a cui tanto mirava.
Ultimamente Sanji era distratto, non la riempiva più di attenzione -il che era preoccupante- e lo beccava spesso con la testa fra le nuvole -cosa ancora più insolita-.
Ormai aveva il timore che la volesse lasciare o che anche lui si fosse stancato di lei.
Dovete sapere che Violet non aveva avuto un infanzia felice, tutt'altro.
L'assistente sociale l'aveva portata via dai suoi genitori quando aveva circa sei anni, perché li riteneva inadatti e lei era cresciuta nel Collegio con le suore.
Aveva imparato ad essere diffidente, e dopo la relazione mal riuscita con Cavendish odiava gli uomini, ma con Sanji era stato diverso.
Nonostante lui fosse un grande e inguaribile romanticone e dongiovanni con lei era diverso.
Erano due poli opposti destinati ad avvicinarsi, così le aveva detto Sanji al loro primo incontro.
E lei dopo un pó aveva ceduto e si era innamorata.
Era con la testa tra le nuvole e fu un miagolio e poi la mancanza di quel qualcosa di morbido e peloso tra le mani a risvegliarla.
Infatti Mora si era appena ribbellata ed era saltata via dalle sue gambe.
Mora-così chiamata per il suo insolito odore di mora- non era altro che un delizioso batuffolo gattino di appena tre mesi dal pelo violaceo e gli occhi ossidiana con pagliuzze viola.
L'avevano trovata lei e la sua amica Koala in mezzo alla strada, ed entrambe avevano concordato che non potevano abbandonarla lì e per di più ferita, cosí Viola se l'era salita a casa.
La gattina dava di sicuro meno problemi di Rufy -amico di lunga data i Sanji- e quindi era stata accolta a braccia aperte.
Viola giró la testa meccanicamente fissando la gattina che si era accoccolata sulla sua cuccia.
Sospiró e, sconsolata, si alzó prendendosi un succo...e fu lí, in quel semplice movimento che TUTTO cambiò.
A pensarci é tutt'ora strano, come può un insignificante gesto, totalmente inoffensivo cambiare un destino?
Beh la risposta é semplice...Non puó.
Ma tutto può cambiare da un giorno all'altro.



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Note Autore...
Ecco a voi il prologo della mini avventura SaViola!
Vi devo confessare che all'inizio questa doveva essere una one-short...e ora é una mini-long!
Mini perché durerá al massimo tre capitolo che pubblicherò alla giornata, quindi non so davvero quando.
Cmq non sono sicura che il banner dell'evento si veda, questo perché al pc/tablet sono una frana.
Questa fic partecipa alal SaViola day indetto sul forum di Faire Piece, e io non posso che essere onorata di partecipare così come molte altre bravissime autrici.
Detto questo vi saluto,  alla prossima.

 

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Capitolo 2
*** Decisione...o imprecisione? ***


Violet stava letteralmente morendo di curiosità.
O forse sarebbe meglio dire di angoscia. Già, angoscia e ansia.
Erano passati già tre giorni da quel fatidico "incontro".
Dovete sapere che, alzatasi per bere un succo, Violet aveva trovato una busta di plastica d'orata e decorara con girasoli e perline nel ripiano dove tenevano i bicchieri.
Fin lì tutto normale, tranne il fatto che né lei né Sanji riponessero le buste lí.
Ma quando aveva preso la busta tra le mani  e ci aveva sbirciato aveva trovato uno scontrino.
E non uno qualunque.
Lo scontrino di una bigiotteria, quella che si trovava all'incrocio, poco distante dal loro appartamento in periferia.
All'inizio non ci aveva dato troppo peso...quando un dubbio le era inevitabilmente sorto...
Perché Sanji era andato in bigiotteria?
Se avesse voluto darle un dono lo avrebbe già fatto, poiché lo scontrino era datato il mese scorso.
E se il famoso regalo fosse per un altra?
Al suo compleanno mancavano ancora sette mesi e il loro anniversario era passato da un pezzo ormai, lo avevano anche festeggiato con una cenetta romantica e un giro al luna park.
Quindi, ragionando, il regalo doveva essere per un' altra, ma non poteva, giusto?
Oramai i dubbi erano più vivi che mai.
Non ci aveva minimamente provato a chiedere una spiegazione al suo ragazzo, non voleva affrontare una conferma ai suoi dubbi.
Ma non poteva continuare così.
Che Sanji la stesse tradendo?
Però Sanji non lo farebbe mai, non a lei, non ad una donna.
Ma quale altra spiegazione logica poteva esserci?
Oramai non riusciva ppiù più dormire la notte.
E il radicale cambiamento comportamentale del ragazzo non aiutava.
Lo vedeva perso, con sguardo vacuo e preoccupato per qualcosa.
A stento le parlava e non la corteggiata più come prima.
E Violet si sentiva persa, sola.
Sola come non si era mai sentita prima, nemmeno in collegio era talmente tanto triste.
Eppure loro erano la coppia migliore, no?
I loro amici lo dicevano sempre, e ogni volta Sanji si pavoneggiava e lei arrossiva.
Da fuori sembravano due innamorati completamente presi dall'altro.
Ora non era più così.
Basta, doveva togliersitogliersi questo peso dal cuore.
Domani gli avrebbe parlato.


Note Autore di Annapis.
Eccomi qui dopo diciannove giorni a pubblicare l'aggiornamento!
Mi scuso per avervi messo il tarlo nello scorso capitolo e lasciarvi ancora con peggio, forse tra i generi dovrei mettere angst, ma mi sa troppo dark, e questa storia é tutto fuorché Dark.
Detto queste poche parole vi saluto e vi invito a lasciare una recensione.
Alla prossima!!!

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Capitolo 3
*** Interrogatorio. ***


"Domani gli avrebbe parlato"
Ma chi voleva prendere in giro!?
Quasi una settimana era passata e ancora no  aveva fatto nulla! Era una stupida!
Oppure era solo innamorata, e anche Sanji l'amava, ne era certa, quindi perché preoccuparsi?
Eppure non ci capiva più nulla, l'ansia e la discrezione generale la stavano opprimendo.
L'idea di sfogarsi con qualcuno non l'era nemmeno passata per la testa, le avrebbero detto che era paranoica.
E Violet sapeva che non era cosí,  e non c'é nulla di più  stressante di sentirsi dire qualcosa che non é vero o meglio, che tu sai di non essere vero.
Ricapitolando...a Sanji non poteva chiedere, ai suoi amici nemmeno, alle sue amiche neanche...
Eppure ci doveva essere qualcuno che avesse almeno un indizio.
Qualcuno con cui Sanji si fosse confidato e che di sicuro poi non gli avrebbe riferito della sua curiositá...
Qualcuno a cui Sanji avesse dovuto dare spieg-
Fermi un attimo!
Il proprietario della bigiotteria!
Com'è che si chiamavachiamava...
Ah! Rocinante...Rocinante Cora!
Si, pensó Violet spazzolando un ultima volta i capelli neri, doveva parlare con Cora.

 
                   ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 

La mattina dopo Violet si preparó con calma e cura, lasció la ciotola piena di cibo a Mora e scese.
Azzerò i mille pensieri che le inondavano la testa e concentrandosi sul calore che la sciarpa avvolta al collo le dava percorse a passo deciso la strada fino alla bigiotteria.
Appena entró una settantina di campanelli e cempanelle risuonarono contemporaneamente ma con un suono dolce come la neve che si posa in testa di un bambino.
Strofinó lievemente le suole degli stivali sulla moquette rossa cremisi che stonava incredibilmente con la carta da parati a puá gialli su sfondo azzurro.
Corazon é un uomo sulla quarantina allegro e solare, impacciato ma che sa sempre come farti sorridere, a costo di sembarre ridicolo.
Per quanto il suo aspetto sia compromettente e un brav'uomo.
《Desidera?》La voce le giunse alle orecchie calma ma con un inclinazione divertita.
Inizia la missione .

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Capitolo 4
*** Chiarimenti...o forse no ***


Sorrise, Violet, raggiungendo Corazon e appogiando i gomiti al bancone in noce massello.
《Sono qui per chiedervi chiarimemti》spiegò brevemente.
Lesse una scintilla di divertimemto negli occhi azzurri mascherati dai chili di cipria che coprivano la pelle del viso.
Cora si truccava, non fraintendete!
Non é un trans o cose del genere, semplicememte ha un debole per i trucchi e anni fa ha mandato al diavolo gli altri e ha deciso di truccarsi regolarmemte.
La bigiotteria "Roci Donji " é molto famosa, non che l'unica...
All'inizio, le ha raccontato Sanji, il nome della bigiotteria era Rocinante Donquijote"  ma poi alcune lettere tra quelle esposte in gigante sulla tettoia sono cadute e Corazon ha deciso che il nome li piaceva di più, lo differenziava dall'azienda di famiglia e dal fratello Doflamingo.
《Comandi!》parló con fare scherzoso l'uomo dalla bionda chioma biricchina.
《Un pó di tempo fa é venuto qui un ragazzo...》inizió Violet, osservando uno ad uno i modelli esposti sotto la vetrina in vetro.
《Capelli biondi, carnagione chiata, alto e magro, fumava....》ddescrivere Sanji non era facile, a una donna le sarebbe bastato accennare ai suoi comportamenti galanti, ma con Cora era tutt'altra storia.
Eppure Rocinante sembró capire.
《Mmh...mi pare di ricordare》ma all'improvviso la sua spalla prese fuoco.
Violet si schiarí la gola, improvvisamente a disagio.
《L-la vostra spalla...》balbettó leggermente.
《Oh》fu tutto ció che disse prima di cominciare a rotolarsi sul pavimemto nel tentativo di spegnere il fuoco.
Dieci minuti dopo, e qualcje macchia di bruciato sulla moquette, i due ripresero il discorso di prima.
《Vorrei sapere cosa a preso》chiarì Violet, sorprendemdosi del sorriso che 
proprio non voleva abbandonare le labbra di Cora.
《Mi pare che abbia preso un anello in oro bianco con una piccola gemma incastonata, e si é anche fatto incidere una frase dietro》rispose esitante Cora, ma senza accennare a smettere di sorridere.
Violet era felice, le sue ricerche di stavano rivelando prospique
《E qual'era la frase?》chiese
《Do you merry me, Nami-San》rispose, senza smettere di sorridere Cora.
E in un attimo la sua felicitá si trasformó in qualcosa di diverso...  
 
 

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Capitolo 5
*** Ci sperava veramente ***


PICCOLA NOTA A FINE CAPITOLO, LEGGETE TUTTO!
Si, proprio così.

Si trasformó in qualcosa di violento, di animale e di triste, amaro.
Gli occhi le si inumidirono, e prima che potesse cacciare indietro le lacrime stava già singhiozzando.
《S-stai bene?》le domandó preoccupato Corazon.
Beh no.
Lei si sentiva tutto, davvero TUTTO, tranne che bene.
Si sentiva arrabbiata, tradita, ferita, delusa e stupida.
Si, stupida.
Perché stava piangendo e tremando davanti a uno sconosciuto, perché i suoi singhiozzi non accennavano a diminuire.
Era una stupida innamorata.
Ma non meritava questo, nè da Sanji né da Nami.
Annuì, nonostante tutto, e rifiutó ogni tentativo di Corazon di farla sorridere.
Sarebbe pure potuta cadere neve a forma di V ma non avrebbe smesso di piangere, se lo sentiva.
Le ci vollero più di venti minuti per assumere una posa dignitosa.
Si mise a schiena dritta, alzò il collo del pesante cappotto e nascose il viso nella sciarpa e gli occhi nel cappello.
Continuò a piangere per la strada.
Soffocava a stento i singhiozzi e ignorava tutto il mondo intorno a lei, era troppo impegnata a pensare, peccato che in quel momento la cosa che meno volesse fare, era proprio pensare.
Ma non poteva evitare di farlo.
Cercava una scusa, ma la situazione era bella chiara.
Sanji non l'amava e l'aveva tradita.
Si stava prendendo gioco di lei.
Su quel misero e stupido anello aveva chiesto a Nami di sposarlo.
A Nami!
Alla fidanzata del suo migliore amico!
E Nami ci doveva pure stare!
Eppure lei, quell'ignobile traditice, sapeva benissimo che stavano insieme!
E...e...e...
E lei non ci capiva più nulla, Cazzo!!!*
Avrebbe urlato, eccome se lo avrebbe fatto, peccato che non fosse a casa sua ma in mezzo alla strada.
Un singhiozzo più forte sfuggì dalle sue labbra, mentre le mani frenevano per voler impugnare qualcosa e distruggerlo.
Le gambe tremavano, come tutto il resto del corpo.
A fatica continuó a camminare, consolandosi nel pensiero che presto sarebbe tornata a casa, moooltooo presto.
E lei non vedeva l'ora.
Voleva...-sing- vol-sing-
Una nuova ondata di lacrime la zittì totalmente.
La neve continuava a cadere e Violet la odiava.
Senza una buona motivazione, in quel momento odiava tutto e tutti.
Semplicemente tutti, senza nemmeno volerlo veramente, ma non poteva farne a meno.
Odiava Sanji per averla tradita, Nami per essere stata al suo gioco, Corazon per averglielo detto e si odiava per esserselo andato a cercare.
Perché era stata lei a volerlo scoprire, lei a non aver ingoiato tutto, LEI!
Perché dentro di se c'era sempre stara la soddisfazione che quel regalo fosse per lei, lo pretendeva di diritto.
Ma non sempre ció che vogliamo si avvera.
E ora in quel vortice d'odio sperava solo di...
Non sapeva nemmemo lei cosa sperava.
Che fosse falso?
Che Sanji l'amasse?
Che Corazon parlasse di un'altro biondo e di un'altra Nami-San?
Cosa?!
La rabbia scivoló nella gola, bloccandosi tra cuore e polmoni e una grande delusione le coprì la vista.
O forse avenne al contrario?
Forse fu la delusione a scivolare via e la rabbia a impossessarsi di lei
Eppure sentiva che quella rabbia fosse Medicina.
O per lo meno lo spesperava.
Sperava che quel retrogusto aspro la fortificasse.
Ci sperava veramente. 

Note Autrice!
Sono imperdonabile!
È da un mese che non aggiorno ma cercheró di rimediare!

Quindi faccio un sondaggio misterioso!
Io vi darò cinque numeri e voi, in una recensione, voterete quello che più vi piace, quel numero segnerá profondamente gli aggiornamenti, quindi scegliete BENE!


ecco i numeri!♧
1.
3.
5.
7.
15.

ORA VOTATE!!!!! {perfavore}

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Capitolo 6
*** Rabbia e falsa calma. ***


Rabbia e falsa calma.
Ma per quanto potesse sperarci, per lei ora esisteva solo il vuoto.
Un buco nero che risucchiava ogni cosa.
Ogni sorriso, ogni emozione, ogni ricordo, ogni bacio.
Tutti quei bei momemti passati insieme forse per Sanji non valevano nulla.
Davvero nulla, meno di zero.
Camminava velocemente, Violet, nemmeno si accorse di aver superato anche il ristorante dove lavorava Sanji, nemmeno si accorse del fatto che fosse chiuso e che forse avrebbe trovato Sanji proprio a casa.
Già, perché di gennaio, un freddo sabato di inizio gennaio dove poteva essere Sanji se non a casa con lei?
Ma in questo momento non poteva affrontarlo, davvero non poteva.
E le bruciava, quasi più di tutto.
Sia il non poterlo affrontare che il non volerlo fare.
Solo, non capiva cosa più di tutto.
Gli stivali affondavano nei residui di neve che gennaio aveva lasciato sui marciapiedi e lasciavano delle grosse impronte, la neve si sgretolava al suo passo. 
Quasi fosse semplice sabbia che crolla al tocco di un dito come se invece quello fosse un forte schiaffo muto e indolore.
E Violet era sola.
Sola con i suoi pensieri e con il suo dolore.
Si sentiva spenta, fredda, tagliata a metá.
Nemmeno Cavendish l'aveva mai fatta sentire così tanto male.
Il che era tutto dire.
Nemmeno quello stupido Collegio l'aveva mai fatta sentire così sola.
Sola con l'amaro in bocca.
Sola, e sentiva la neve fin dentro le calze.
La sentiva fredda e morbida premere sulla pelle, proprio come una lama.
Però fatta di gelatina.
Gelatina che si piega contro la pelle, così come i denti di una forchetta contro un mattone.
Non sapeva nemmeno l'orario, ma non le importava.
L'era sempre sembrata vicinissima, casa sua, ma ora, per quanto potesse accelerare il passo, non arrivava più. 
Ormai non piangeva nemmeno più, era stanca, ferita, delusa, triste, affaticata.
Ansimava, aveva l'affanno e sudava.
Non ce la faceva più con quella stupidissimo sciarpa e con quel inutile cappello di lana.
Le sembrava di soffocare nel suo stesso, caldo respiro.
Ed era una tortura lenta e accaldante, come ore e ore sotto una lampada abbronzante.
Tipo quelle che si faceva quello stupido di Cavendish.
Ma molto meno piacevoli.
Ormai era giunta in un area desolata, nessuno intorno, nemmeno una mosca.
Ma Violet nemmeno si guardó intorno, strappò la sciarpa dal suo collo, gettandola malamente per terra, sul marciapiede sporco.
Presto anche quel buffo cappello violetto con le orecchie pelose da panda cucite sui lati della punta fece la stessa fine.
Gli occhi marrone chiaro erano circondati da profonde occhiaie e gonfi di lacrime, il naso gocciolava e le labbra tremavano, le guance rosse e il labbro inferiore screpolato e un po'sanguinante, visto che fino a pochi minuti prima lo stava logorando con i denti.
Il fiato corto e la gola secca, quasi avesse sputato per terra ogni singola goccia di saliva.
Il cappotto non era molto pesanto, ma Violet sentiva caldo.
Un caldo infernale.
Le gambe tremavano e le spalle sussultavano a ritmo dei singhiozzi.
Il vento si alzò e le scombinó i capelli neri spettinati.
Lo stesso vento freddo scompiglió quella chioma bionda che tante volte la stessa Violet aveva accarezzato.
Una sigaretta cadde dalle labbra sottili e si rovesció al suolo, spegnendosi immediatamente.
La stessa fine fece un mazzo di viole, che cadde rovinosamente per terra, sul marciapiede screpolato.
I boccioli pertalosi si distruggevano come se fospero stati stretti tra due pietre.
Gli occhi sgranati, la bocca socchiusa, il viso pallido e impaurito.
Il vento scostó il ciuffo che di solito copriva gl'occhio destro.
Ma la sua espressione non cambiò.
《Violet...》sembrava un incrocio tra un rimprovero e un implorazione.
A metà strada tra la disperazione e la rassegnazione.
Viole tremava vistosamente.
Come una stupida ci stava ricascando.
Ma cosa poteva farci, lei, se Sanji, il suo tono, la sua espressione, la faceva intenerire.
Lo amava, lo amava ancora.
Ma lui no.
Ah, brutta storia la coscienza, no?
Dice il vero, ma in modo crudo e doloroso.
Dice solo ciò che vede, sente e capisce.
  Se ne frega se è giusto o meno.
E ti uccide, forse più della curiosità.
Già, si dice "la curiosità uccide il gatto", ma per Violet è la coscienza che uccide il gatto. Un povero gatto di nome speranza.
L'espressione sul viso di lei s'indurí.
Quegli occhi cosí simili al caramello si riempiono di rabbia.
Le lacrime aumentarono e il respiro diventava sempre meno regolare.
Sanji fece un passo verso di lei, la testa china e i ciuffi neri che le coprivano disordinatamente la visuale.
《C-come s-tai?》era preoccupato, lo si capiva dal tono di voce.
E balbettava, Sanji non aveva mai balbettato.
Ma la rabbia di Violet non diminuiva.
《Tu! Tu non hai il diritto di chiedermi come sto!!!》
Una finta calma che sembrava quella di un pazzo omicida.
La tipica calma prima della tempesta.
O prima di un omicidio.
Perché Violet lo aveva ucciso con quella frase, e Sanji pensó che quelle parole sarebbero state incise sulla sua tomba tanta la durezza e il rancore usato dalla sua fidanzata.
Già, ma Violet era di altro parere.

Note Autrice!
mi scuso per avervi fatto aspettare tanto, mi dispiace.
Poi, volevo farvi sapere che questl è il penultimo capitoll della storia e chiedervi: volete un sequel con altre coppie?Quanto riguarda il conteggio (?) Del capitolo precedente...
Non preoccupatevi, terró in conto i numeri di pubblicazione, ma non per questa storia, ormai allo sgoccioli, bensì per l'eventuale sequel, quindi site ancora in tempo per votare, se volete!
Alla prossima!
(che confido sarà prima dell'inizio di febbraio)

 

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Capitolo 7
*** Finalmente è tutto risolto ***


Finalmente è tutto risolto!

Di tutt'altro parere perché Sanji la vide muoversi, raggiungerlo con passo felpato, dosando per bene quanto tempo dovesse impiegare per ogni mossa.
S'avvicinò così come un leopardo si avvicina alla propria preda.
Con calma, freddezza e mal celata impazienza.
E Sanji aspettava, avvolto in quel lungo cappotto nero che, ora come ora, non lo riscaldava per nulla.
Aspettava a meno di due metri distante da lei, la bocca ancora aperta e gli occhi ancor colmi di stupore.
Il vento era calato di poco, permettendo al solito ciuffo biondo di coprire di nuovo l'occhio destro.
Aspettava, Sanjil, con altrettanta impazienza.
Aspettava che s'avvicinasse, che gli assicurasse che non era lui il problema.
Gli sarebbe andata bene qualunque scusa, ma mai che Violet stesse così per colpa sua.
Mai che fosse stato lui a farla soffrire COSÍ tanto.
Mai e poi mai in questa vita.
E, per un secondo, Sanji pensò di annullare la distanza e di chiederle chi fosse stato a farla piangere.
Pensó che accettarsi di non aver fatto nulla, né volontariamente né involontariamente, gli avrebbe, sicuramente, allungato la vita.
Eppure non si mosse di un millimetro.
Aspettó che Violet si decidesse a velocizzare il passo che, tutto d'un tratto, s'era fatto lento,  studiato, calmo.
Come se ora Violet non fosse più così tanto impaziente, come se ora lui fosse la morte.
E Violet sperava di scappare.
Tardava a finire, come se fosse un interrogazzione da cui stava scappando.
A cui voleva fuggire.
"Perché?!"
Era l'unica cosa che entrambi chiedevano.
Ma entrambi per ragioni completamente diverse.
Lo chiedevano come un implorazione.
《Come hai potuto...》la voce di Violet era insolitamente ferma.
Non rotta dai singhiozzi, non implorante di qualcosa che nemmeno lei capiva.
Era ferma, calma, sicura di sè.
E ora Sanji non sapeva se essere spaventato o stranamente attratto da quel tono.
Si, perché Sanji andava pazzo per la Violet forte e derminata.
Usciva di testa quando quella ragazza puntava i piedi a terra.
Quando voleva comandare lei.
《Potuto cosa?!》
Ma la donna non rispose, non mosse un dito e non aprì bocca.
Non gli disse nulla.
E Sanji stava perdendo la calma.
Voleva che finisse di piangere, voleva urlare che l'amava e, poi, darle la sua sorpresa.
Perché quando Sanji era andato, tutto euforico, alla gioielleria di Rocinante, e aveva comprato quello stupidissimo anello era stato sicuro che Violet avrebbe reagito benissimo.
Era sicuro che gli sarebbe saltata a dosso, che lo avrebbe riempito di baci, che gli avrebbe urlato mille volte "Si!Sisisisisisisi!".
Ma ora non ne era più tanto sicuro.
《Cosa, Violet, cosa!?》urló.
Era arrabbiato, stupefatto, frustrato.
No, non era così che dovevano andare le cose.
Decisamente no.
Non la capiva, davvero non ci riusciva.
E ora si sentiva messo alle strette, incapace di muoversi come dovrebbe.
Sentiva come se Violet lo stesse trascinando con le verso la fine.
La fine di qualcosa.
Non la loro o quella del mondo.
Di qualcosa di più insignificante ma che per loro due valeva più di tutto l'oro di questo è altri mille e uno mondi.
Solo che entrambi ignoravano che fosse così importante anche per l'altro.
O meglio, fino a due settimane fa lo sapevano benissimo.
Sanji prese un bel respiro, aprì e chiuse la bocca più volte.
Violet lo osservava.
Improvvisamente calma, serena, al sicuro.
Per un attimo aveva anche dimenticato perché era così arrabbiata.
Per un singolo istante, lo stesso istante in cui non aveva risposto alla domanda di Sanji.
Ma poi una strana sensazione che lei conosceva come delusione glielo aveva ricordato.
Sanji l'aveva tradita.
Tradita con la ragazza di Roronoa, il suo migliore amico!!!
Non...Non era accettabile.
《Cosa? Mi chiedi COSA hai fatto!?》urlò anche lei, questa volta.
La calma che aveva riacquistato Sanji ora la stava perdendo lei.
Un altro passo e meno di un metro a dividerli.
Il vento aveva come paura di soffiare, paura di esplodere tanta l'adrenalina e l'elettricità che si respirava.
Paura di rompere quell'incantesimo che gli incatenava.
Un maleficio, visti i fatti, ma pur sempre una catena che gli teneva fermi sulla stessa ed identica bacca.
Lí insieme, costretti ad affondare.
《Ovvio che te lo chiedo, non ne ho idea!》
Sanji non ci capiva più  nulla.
Non capiva tutta la rabbia di Violet, non capiva la sua feddrezza e non capiva tutta la sua rabbia.
Una rabbia violenta e irrefrenabile.
Un altro respiro, mai come ora le sigarette gli erano mancate tanto.
《Hai una bella faccia tosta a dirmi che non ne hai idea!》
Violet era ferma sul suo parere, sapeva che le cose erano giuste così.
Ma era Sanji quello sbagliato.
Sbagliato per lei.
《Allora rinfrescami la memoria!!!》
Un altro urlo.
Oramai la gente aveva paura di passare di lí, una paura matta.
Nemmeno un omicidio era mai stato preceduto da tutte queste urla.
All'inizio avevano pensato di chiamare la polizia, ma poi, visto che stavano solo urlando, l'idea s'era persa.
Un litigio.
Un litigio tra innamorati.
Un litigio tra innamorati causato da un fraintendimento.
Uno bello grosso, in realtà.
Quindi, ora, se lo avevano capito gli sconosciuti, gli anziani fuori alle verande, i bambini che giocavano a pallone lí vicino, perché  proprio loro due lo ignoravano.
Perché proprio Sanji e Violet non sapevano che era tutto un grossissimo equivoco. 
Forse perché Violet c'aveva sperato.
All'inizio, appena uscita dalla gioielleria, aveva sentito l'impulso di chiedere conferme.
Di chiamare Sanji o Nami, di farsi assicurare che il nome inciso lì sopra era il suo e che Rocinante s'era sbagliato.
Ma poi un amara rivelazione l'aveva colpita.
Come faceva Rocinante a conoscere Nami?
Come faceva a sapere che Sanji la chiamava Nami-San?
Come faceva a saperlo!? Eh!? Almeno che non fosse stato Sanji a dirglielo.
《Certo che te la rinfresco! Hai presente quel anello che hai comperato da Rocinante!? Hai presente la scritta dietro!?》
Sanji era ancora più confuso di prima.
Cioè, Violet piangeva perché sapeva che voleva chiederle di sposarlo?
Stava per aprire bocca, ma Violet lo interruppe.
E, di nuovo, lo sorprese.
《DO YOU MERRY ME, NAMI-SAN?!》
Violet stava scoppiando.
Di rabbia, di rancore, di odio e di tristezza.
Un vortice confuso che la faceva sentire male.
Un male cane al petto, dove, forse, il cuore s'era fermato.
Non sapeva, Violet, nemmeno se il suo cuore batteva ancora dopo il colpo subito.
Dopo quel colpo troppo sotto la cintura.
Sanji non sapeva se mettersi a ridere o andare a pestare a sangue Rocinante.
Magari dopo le avrebbe fatte entrambe.
《NO NAMI VIOLA, TU, TU E MILLE VOLTE TU!》
Questa volta nella sua voce non c'era né rabbia né confusione.
Solo divertimento e sollievo.
Violet rimase con gli occhi sgranati, incapace di aprire bocca.
《La frase originale è: Do you merry me, Viola?》
Sanji era felice.
Felice, sollevato, tranquillo.
Violet era solo confusa.
Perché  poi, nel dire la frase, Sanji s'era inginocchiato con la scatolina violetta nella mano.
Una scatolina aperta e un magnifico anello all'interno.
《M-ma Rocinante ha detto...》
《S'è sbagliato Viola, é tutto un errore, tutto uno stupidissimo fraintendimento!》
E Violet si sentiva stupida.
Davvero aveva creduto che Sanji potesse farle una cosa simile?
《Lui ricordava Nami-San perché mentre stavo facendo incidere la frase mi ha chiamato lei, e io ho risposto "Pronto? Nami-San?" ed evidentemente lui ha capito che andava scritto quel nome!》
Violet era stupita.
E Sanji lo capiva.
《Poi sono andato da un altro gioielliere per correggere l'errore!》
Piangeva, Violet piangeva.
Forse anche più di prima.
Era felice, serena e si sentiva così stupida.
《I-io...n-non so cosa dire per scusarmi, Sanji...》balbettava.
La gente gli guardava confusi.
O meglio, quelli appena arrivati erano confusi dalla reazione della ragazza, ma alcune vecchie signore, che avevano assistito a tutta la scena piangevano commosse.
《Dí di Si!》urlò una di loro.
《Uno così non lo troverai mai più!》gridò un altra.
《Ahh...magari il mio Gennaro avesse mai fatto una cosa del genere per me...》fantasticava una terza.
Solo in quel momento Violet si ricordó della posizione di Sanji, che se ne stava ancora inginocchiato sorridendo e rosso in faccia, mimando un grazie alle signore alla loro destra.
Anzi, alla destra di Violet.
《Allora...Viola, vuoi diventare mia moglie?》Sanji riportò lo sguardo su di lei.
E Violet era emozionata come non mai.
Non solo Sanji la stava chiamando Viola, come nelle grandi occasione, quale era questa, in effetti, ma era lì, davanti a lei innamorato perso e pronto ad amarla per tutto il resto della sua vita.
《Ad un'unica condizione》propose, cercando di apparire seria.
《Qualunque cosa, Viola, anche la luna》rispose prontamente Sanji.
Violet rise, scuotendo la testa, mentre alla sua destra si apriva un coro di "Ahhh!" sognanti.
《Non sarà necessario andare così in alto.》gli rispose rassicurante.
《Devi solo perdonarmi per non aver capito subito che era un fraintendimento》Gli rispose.
Un sorriso sincero si dipinse sul viso di Sanji. 
《Già fatto.》
Il sorriso ben presto sparì.
Poiché Violet era lì, in ginocchio davanti a lui e lo stava baciando ripetutamente a stampo, sussurrando tra un bacio ed un altro un "si" che sembrava il verso di un criceto.
Alla loro destra tutto la folla che si era riunita esultava, quasi fossero davanti al gol decisivo, che avrebbe portato la loro squadra al campionato finale.
Perché, forse, questa era la finale, e loro stavano vincendo.
Vincendo alla grande.


NOTE DELL'AUTRICE EMOZIONATA!😁😀😀
Okay...io, io sono felicissima per questi due.
E sono anche molto emozionata.
Anche questa storia giunge al termine e io voglio un attimo ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa storia.
ZOMI: A cui è dedicata il riferimento alla coppia Zoro×Nami.
DEVILIGHT: Che è una grande amica che ha appoggiato e sostenuto la storia. 
E lei e VIO19 per aver messo la storia tra le preferite.
E anche AURI_8782 per aver messo la storia tra le seguite!
 
Un bacione a tutte voi che avete apprezzato questa storia, e anche a chi s'è limitato a legger in silenzio.
Grazie per aver appoggiato i miei deliri e quelli di Viola.
Alla prossima!

Ps.Ditemi, secondo voi dovrei dilettarmi a scrivere un sequel?

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