The Angel's revenge

di Baranjok
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A new beginning ***
Capitolo 2: *** Queen of my heart ***
Capitolo 3: *** If he only knew ***
Capitolo 4: *** And then i saw ***
Capitolo 5: *** Morning Star ***
Capitolo 6: *** The world is lost ***
Capitolo 7: *** Till the end ***
Capitolo 8: *** It is over ***
Capitolo 9: *** My blood ***
Capitolo 10: *** Missing ***
Capitolo 11: *** Blood list ***



Capitolo 1
*** A new beginning ***


 

-Hai mai pensato cosa sarebbe successo se avessi detto prima la verità?- Hodge parlava con decisione.
- Ma io l'ho fatto...- Clary cercava di essere convincente , ma in cuor suo sapeva che mentiva. Era sdraiata sul divano dello studio di Hodge.
-no non lo hai fatto.- la corresse Hodge alzandosi dalla sua scrivania.
-ma tu lo sapevi.- Clary odiava trovarsi in quella situazione, le sembrava che non ci fosse via di uscita. La porta vibrò pesantemente. Clary rimase immobilizzata.
-Cosa aspetti, va ad aprire.- Hodge le aveva parlato gentilmente.
Clary si alzò quasi di scatto, e si avvicinò a passi lenti verso la porta. Titubante abbassò la maniglia e fu con sorpresa che scoprì che si trovava nel suo salotto. Jocelyn era seduta sul divano intenta a leggere un libro.
-Mamma...- Clary quasi si spaventò della sua stessa voce.
-Tesoro ero così in pensiero per te, dove sei stata?- Jocelyn aveva parlato in maniera calma, ed un strano sorriso le si era formato sul viso.
-Ero in Istituto.- Clary era spaesata, sua madre era morta, lei l'aveva seppellita non poteva essere lì davanti a lei.
-Bhe non mi piace che frequenti quell'ambiente lo sai. Hai fame , vuoi mangiare?.- sua madre si era avvicinata alla cucina, mentre Clary era inchiodata sul posto.
-Mamma, ma cosa è successo, tu eri.... Morta.-
-Faccio un po' di pasta che ne dici?- Jocelyn sembrava non sentirla.
Clary le si avvicinò, ma non si trovavano più in cucina ma nella sua stanza sdraiate sul suo letto.
-Hai conosciuto qualcuno non è vero?. Jocelyn le stava accarezzando teneramente i capelli.
-si.- Clary non se la sentì di mentirle.
-lo avete già fatto ?.- Jocelyn era sempre stata schietta con le domande.
-si, insomma non aveva senso aspettare.- Clary le rispose sinceramente.
-Ed io , io perché ho dovuto aspettare?.- Clary si voltò di scatto, ma era di nuovo sul divano di Hodge.
-perché non hai semplicemente detto la verità?- Le richiese Hodge stavolta alterato.
Clary si alzò dal divano e impugnò la sua spada, stava per colpire Hodge, quando si rese conto di aver pugnalato sua madre.
-Clary! È tutta colpa tua.- le disse morendo tra le sue braccia.

 



Clary aprì gli occhi di scatto e si alzò improvvisamente dal letto.
Era stato di nuovo quello stupido incubo che ormai la perseguitava ogni notte. Diede un'occhiata all'orologio sul comodino. Erano le 4 del mattino. Jace dormiva profondamente al suo fianco, così Clary decise di andare in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Fu sorpresa di trovarla già occupata da Alec.
-Alec cosa ci fai in piedi a quest'ora?- domandò Clary facendolo sobbalzare.
-potrei farti la stessa domanda.- le disse sorridendo.
-non riesco a dormire.- fu sincera, non aveva senso mentire alle persone che ti stavano vicine e che ti facevano sentire protetta.
-ancora incubi?.- Alec era diventato il suo confidente.
-si, faccio di continuo lo stesso sogno.- Clary aveva gli occhi lucidi, e anche se cercava di andare avanti e di sembrare forte, non faceva altro che piangere per la morte di sua madre.
-Clary lo sai benissimo che non è colpa tua se tua madre è morta.- le rispose Alec avvicinandosi. Lui e Magnus ormai vivevano insieme da mesi, e visto che Magnus in questo momento si trovava ad Idris lui aveva deciso di stare in Istituto per un po'.
-Beh, se fossi stata più veloce se non avessi perso tempo, se Simon non fosse stato lì- si maledì mentalmente, non era stata colpa di Simon se lei non aveva salvato sua madre.
-Clary basta! - Alec quasi urlò.
-Lo sai benissimo che tu non hai niente a che fare con questa storia, è tutta colpa di Valentine e lo sai bene,tu hai fatto tutto quello che ti era stato detto di fare, non hai sbagliato nulla.-
-Li ho delusi.- Clary non si dava pace, sapeva in cuor suo che se le cose fossero andate diversamente, sua madre sarebbe stata lì con lei.
-non è vero, Luke è orgoglioso di te, ti ama e questo lo sai benissimo.-
-e allora perché non è qui? Perché mi ha lasciata sola? Perché devo affrontare io il lutto da sola qui senza la mia famiglia?- Clary ora stava singhiozzando, non aveva pianto molto durante i funerali di sua madre, e nemmeno quando aveva scoperto che era morta, ma ogni sera quando si svegliava dagli incubi non faceva che piangere.
-Luke non ti ha lasciata sola perché era deluso da te, ma proprio perché sta soffrendo ed ha bisogno di tempo, questo è assolutamente normale Clary, non puoi fargliene una colpa. E poi tu lo sai che non sei sola, ci sono io, Izzy, Jace persino Simon è rimasto per starti vicino in questo momento.-
-Beh Simon dovrebbe essere al college a quest'ora- Clary aveva cercato inutilmente in questi 6 mesi di convincerlo a tornare, ma ormai aveva preso la sua decisone.
-Simon tornerà al college, anzi penso che proprio a settembre riprenderà i suoi studi, ha voluto starti vicino per non farti affrontare tutto da sola- Alec sapeva bene come confortarla.
-Grazie Alec.- disse Clary stringendolo in un lungo abbraccio.

Nei sei mesi trascorsi dopo la morte di Jocelyn , Clary aveva visto Luke solo una volta, il giorno di Natale. Era andata ad Idris per portare dei fiori a sua madre e lo aveva trovato lì, vicino alla sua tomba. Non avevano parlato un granchè, più che altro erano rimasti in silenzio. Clary avrebbe voluto poter visitare sua madre ogni giorno, ma questo era impossibile, e per mantenere una certa stabilità mentale, aveva deciso di andarci una volta l'anno, il giorno di Natale.Da Idris non c'erano notizie, Valentine era come sparito e anche Clary non era riuscita a trovare nessun indizio per rintracciarlo. Magnus le aveva promesso di mettercela tutta per trovarlo, insomma Jocelyn era anche una sua grande amica, ma purtroppo nemmeno la sua magia sembrava funzionare.
Jace invece sembrava fiducioso, secondo la sua opinione presto lo avremmo trovato ed io sarei potuta andare avanti con la mia vita. Come se uccidere mio padre potesse farmi dimenticare di mia madre.
-La vendetta non è mai una buona cosa.- le aveva detto Maryse.
Il conclave ovviamente non era d'accordo sul fatto che Clary partecipasse alle ricerche di Valentine. Ritenevano che fosse troppo coinvolta nella faccenda. Ed era vero.Voleva trovare Valentine e ucciderlo con le sue stesse mani. Ma la cosa non era affatto semplice. Con la morte di sua madre aveva avuto ancora più difficoltà per controllare il suo potere e così di lì a poco sarebbe arrivato in istituto un'esperto di rune per aiutarla.
Jace non era per niente entusiasta dell'idea.
-Non capisco perché debba essere un ragazzo, non può farlo un fratello Silente oppure una donna?.- le stava dicendo quella stessa mattina.
-Jace piantala, se io avrò controllo sul mio potere, potrei trovare Valentine e chiudere questa storia per sempre.-
-Va bene sono d'accordo solo che non capisco perché è un uomo.-
-Jace non essere geloso, Clary non va da nessuna parte.- Izzy aveva sempre la battuta pronta.
-io non sono geloso! – Jace era arrossito come un pomodoro.
-Oh si invece lo sei.- continuò Alec. Sembrava che stessero facendo a gara a chi diceva l'ultima parola, quando entrò un ragazzo sulla 20ina nel salotto dell'Istituto.
- e tu chi saresti?- domandò senza vergogna Isabelle.
-sono il nuovo istruttore di rune, Sebastian Velarc.- Clary si voltò lentamente verso il nuovo arrivato. Capelli biondo quasi argento e occhi neri come la pece. Provò uno strano motto di compassione verso Sebastian.
-ah si piacere io sono Clary.- disse porgendogli la mano, quando le sue mani la raggiunsero, brividi di freddo le percossero il corpo. Il ragazzo le sorrise debolmente.
Jace che fino a quel momento era rimasto con la bocca aperta, li divise mettendosi davanti a Clary.
-bene bene, stavamo proprio parlando di te, io sono Jace, il ragazzo di Clary.- scandì le ultime parole come se fosse veleno.
Sebastian non sembrò molto sorpreso , anzi lo ignorò completamente posando la sua attenzione di nuovo su Clary.
-Inizieremo domattina all'alba, tieniti pronta.- detto questo si dileguò con la sua valigia verso le scale, lasciandoli tutti senza parole.

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Capitolo 2
*** Queen of my heart ***


Svegliarsi alle 5 del mattino per Clary non era affatto un problema, lei non riusciva a dormire più di due ore a notte, così il giorno del primo allenamento con Sebastian era più carica che mai. Jace aveva messo la sveglia perché voleva assistere alla lezione, ma dopo nemmeno mezz’ora di spiegazioni già era crollato sul pavimento.

  • È necessario che il tuo cane da guardia venga al tuo allenamento? - Sebastian aveva parlato con una tale ferocia nella sua voce che Clary quasi credette di averlo sognato.

  • È un problema? in fondo non da fastidio a nessuno.- aveva risposto Clary senza alzare la voce.

  • -si è un problema, ti deconcentra, l’arte delle rune non è una storia che va presa alla leggera, ci vuole impegno e tanta forza di volontà ed in questo momento non vedo nell’una nell’altra.-

  • Si va bene, ma calmati è soltanto il primo giorno.-

  • Clarissa forse non ci siamo capiti, io sono qui per istruirti non per partecipare all’allegra famiglia, dovrò insegnarti a controllare il tuo potere, ad incanalare l’energia del tuo corpo , a focalizzare un obbiettivo e a farti diventare una delle migliori shadowhunter di quest’epoca.-

Sebastian sembrava davvero una persona non amichevole, ma aveva ragione, se voleva avere almeno una chance contro Valentine doveva iniziare da subito.
Jace ovviamente non prese bene questa notizia anzi sembrava davvero furioso.
-non capisco a cosa ti serva, sei perfetta così, mandiamolo via.-
-non dire sciocchezze Jace, il solo motivo per il quale mio padre mi si è avvicinato era per via del Conclave non avrò alcuna occasione senza di lui.-
-ma sentila, già avete fatto amicizia?-
-ma che cosa ti prende? Cosa c’è che non va?-
-non lo so , me lo sento a pelle, c’è qualcosa di sbagliato in lui.- Jace sembrava davvero preoccupato.
-Jace ti prometto che studierò e mi impegnerò al massimo, dopo di che potrà anche andarsene, non mi importa niente di lui.- ed era vero , a Clary importava soltanto di trovare Valentine e se per farlo doveva sopportare Sebastian era anche disposta a farlo.
-Va bene, solo stai attenta, promesso?- Jace l’aveva stretta tra le sue braccia e l’aveva baciata dolcemente, il tanto che bastava per calmarla.
-Promesso.-
 
 

  • Potrei sapere che fate tutto il giorno?- Simon era sempre più curioso di sapere lo stile di vita di Isabelle. Lui sapeva tutto sui cacciatori perché Clary gliene aveva parlato, ma ovviamente Clary non aveva mai vissuto fino ad allora in un Istituto, quindi le cose erano molto diverse.

  • -Ci alleniamo, studiamo, andiamo a caccia, cose così- rispose Isabelle senza il minimo interesse. Lei e Simon erano appena entrati nella biblioteca gestita da Luke per controllare se ci fossero ancora lupi disposti ad unirsi alla caccia a Valentine.

  • Credi davvero che ci aiuteranno? Insomma l’ultima volta il loro branco è stato decimato!-

  • Zitto Simon mi deconcentri.- Izzy prese in mano la sua frusta.

  • Cosa succede…- Simon non ebbe il tempo di terminare la frase che un branco di lupi li accerchiò.

  • Isabelle Lightwood, cosa ti porta qui?.- aveva parlato una ragazza , all’incirca di 18 anni, alta mora dalla pelle scura.

  • Come conosci il mio nome?- Izzy non aveva abbassato l’arma.

  • Io conosco molte cose, sono il nuovo capobranco- rispose sorridendo.

  • Allora sei proprio la persona che cercavo.- Simon era rimasto a bocca aperta per tutto il tempo.

  • Sono Maia – disse la ragazza lupo.

  • La faccio breve, abbiamo bisogno del vostro aiuto per trovare Valentine- Izzy non ci girò a lungo con le parole. Una grossa risata rimbombò nella stanza.

  • E perché ti aspetti il nostro aiuto, l’ultima volta non è andata molto bene, non metterò a rischio il mio branco per un insulso shadowhunter.-Maia era rossa di rabbia.

  • Non ve lo sto chiedendo per me, ma per Luke.-

 
 
Sebastian e Clary erano chini sui libri, mostravano rune particolari ed erano tutte scritte in latino, Clary ovviamente non ne sapeva molto per cui era piuttosto difficile per lei concentrarsi.
-si può sapere chi ti ha allenata? Sei davvero deludente.- Clary inghiottì il rospo, non poteva arrabbiarsi non adesso, doveva studiare e restare calma, ma c’era qualcosa in Sebastian che la faceva ribollire.
-adesso nemmeno parli? Sono seriamente deluso, mi aspettavo di meglio dalla figlia di Valentine- Clary chiuse di scatto il libro e si alzò.
-non paragonarmi mai più a lui! Se sapessi davvero la mia storia non useresti questo tono con me.- Clary stava tremando, aveva dei problemi a gestire la rabbia e questo lo aveva sempre saputo.
-Non mi importa nulla di te e della tua storia, non mi importa se tua madre è morta e tuo padre è un ricercato, sono qui per migliorarti, ma come vedo ti servono proprio le basi. Sei solo un insulsa ragazzina a cui piace giocare con le rune. Non ne conosci il significato, non sei capace di controllarti. Sei una nullità- Sebastian sputò quelle parole come veleno e Clary girò la faccia per non scoprire le sue lacrime.
-non è vero.- disse sotto voce.
- come scusa non ho sentito bene- rispose Sebastian.
-ho detto che non è vero!- ridisse Clary con voce più alta.
-allora dimostramelo, concentrati , chiudi la mente non pensare a nulla, concentrati su di me! Guardami.- la girò violentemente inchiodandola con gli occhi. A Clary tremarono le ginocchia.
-cosa vedi?- le chiese stringendole più forte le braccia.
-niente.- rispose Clary, le stava facendo male, ma non lo diede a vedere doveva essere forte.
-sbagliato, dimmi cosa vedi!- Sebastian non mollava.
-vedo te- Clary stava per scoppiare, ma era bloccata.
-Bene! Adesso guarda il libro e dimmi cosa vedi- l’aveva lasciata andare. Clary si risedette al tavolo e aprì il libro, solo che questa volta non vi erano rune, ma risposte.
 
 
Jace fu costretto ad allenarsi nell’altra stanza, ovviamente non amava stare lontano da Clary, ma non aveva poi molta scelta.
-Hai intenzione di rimanere qui tutto il giorno?- Alec era entrato nella sala con aria felice.
-no, ho appena finito.- rispose Jace frustato.
-avanti sputa il rospo- Alec si sedette al suo fianco.
-niente- mentì Jace. Alec alzò un sopracciglio e lo inchiodò con lo sguardo.
- va bene, sono preoccupato per Clary, non mi fido di quel tizio.-
-davvero? Ancora questa storia? Quanta poca fiducia hai in Clary?- Alec sembrava arrabbiato.
-io di Clary mi fido ciecamente e di lui che ho paura? La guarda in un modo strano e poi non ti sembra sospetto che abbiamo impiegato mesi e mesi a cercare un esperto di rune e proprio quando gli accordi si rinnovano e si parla di Clary con il Console sbuca questo Sebastian?- Jace sapeva di avere ragione.
-ok, non dico che non è sospetto, ma Clary ha bisogno di lui, noi non possiamo aiutarla, non ne siamo capaci e poi ha bisogno di aiuto, deve controllarsi o questa volta lo ammazzerà sul serio Hodge.- Jace serrò la bocca. Ricordava come se fosse ieri quando Clary, due mesi prima, nella stanza di Hodge aveva provato ad ucciderlo solo perché aveva nominato sua madre.
-si hai ragione.- Jace dovette arrendersi, e sperò con tutte le sue forze che Clary avrebbe superato tutte le sue lacune.

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Capitolo 3
*** If he only knew ***


Lavorare a stretto contatto con Sebastian, aveva reso Clary una ragazza più fiduciosa, si allenavano tutti i giorni per quasi tutta la mattinata e quando non era ad allenarsi con lui si trovava con Jace e i ragazzi per migliorare il proprio stile di combattimento, per ora di cena era talmente sfinita che non riusciva a trovare neanche il tempo per mangiare.
-ok ora basta!- disse Jace una sera a Clary.
-cosa?- Clary si era appena distesa a letto.
-Dovresti rallentare, non serve a niente allenarti tutto il giorno, non è con una runa che riuscirai a sconfiggere o trovare Valentine, e questo non te lo sto dicendo perché non mi piace Sebastian, ma perché sei sfinita, guardati non hai più una vita- Jace sembrava davvero scontento.
-Jace per favore non iniziamo- Clary non era in vena di litigare.
-No Clary mi dispiace, io ti amo ma non puoi andare avanti così, devi mettere qualcosa da parte.-
-Non mi puoi chiedere questo, ho bisogno di Sebastian perché non riesco a controllarmi ed ho bisogno degli allenamenti per migliorare, insomma Valentine non è un ragazzino.-
-non sto dicendo questo, ma in ogni caso non sarai sola. Io sarò sempre con te, ti sto chiedendo di ritagliarti un giorno per essere libera, per stare con i tuoi amici, per respirare un po’.-
-ne parlerò con Sebastian, te lo prometto.-
 
La chiacchierata della sera prima aveva dato coraggio a Clary, che ogni volta che si trovava con Sebastian era in tremenda soggezione.
-mi stavo chiedendo se potrei avere la domenica libera.- chiese Clary un giorno.
-stai scherzando?- Sebastian alzò la testa di scatto.
-no, per niente, sono serissima. -
-Clarissa sono qui per un motivo, non per perdere tempo.-
-si mi allenerò con te dal lunedì al sabato, posso fare un giorno anche doppia lezione se vuoi, ma voglio la domenica libera- disse Clary decisa.
-e perché dovrei farti questo favore? In fondo non ti devo niente.-
-non te lo sto chiedendo per avere il tuo permesso, te lo sto chiedendo per cortesia, in ogni caso io domenica non farò lezione.- Sebastian sbattè violentemente i libri per terra, i suoi occhi neri sembravano inchiodarla sul posto. Clary rimase ferma, come se fosse paralizzata.
-Tu non puoi farlo!- scandì quelle parole lentamente.
-invece si!- Clary lo sfidò sapeva che stava tirando troppo la corda ma Jace aveva ragione, doveva avere un po’ di riposo.
Sebastian la sbattè violentemente contro il muro, Clary sussultò.
-Ascoltami bene ragazzina, non ti faccio nulla per il momento perché ci tengo a non perdere il posto, bene avrai le tue domeniche libere, ma durante la settimana dovrai darmi dei miglioramenti altrimenti ti farò desiderare di non avermi mai incontrato- e la lasciò andare. Clary ritornò a respirare.
 
-I lupi sono dalla nostra parte!- dichiarò Isabelle a suo padre.
-perfetto, sapevo che ci saresti riuscita- rispose Robert orgoglioso.
-se non serve altro, io andrei- Izzy si alzò dalla scrivania del padre.
-Izzy aspetta, so che tra di noi le cose non sono andate sempre per il verso giusto e mi dispiace, ma vorrei rimediare, vorrei invitarti a cena-
-a cena?-
-si te e i tuoi fratelli, naturalmente potete portare i vostri…ecco i vostri ragazzi e ragazze.- Robert era in imbarazzo.
-non è necessario, quello che è successo tra te e la mamma è affar vostro!-
-insisto.-
-va bene.-
 
 
-a cena ? sul serio?.- Alec non sembrava credere alle sue parole.
-si ha detto di portare anche i nostri ragazzi e ragazze.-
-una cena con Robert Lightwood? Delizioso.- Magnus stava accarezzando il Presidente Miao appollaiato sulle sue ginocchia.
-Ma io non appartengo al vostro mondo, insomma ,non mi sembra il caso- Simon si sentiva un estraneo.
-non essere sciocco, tu verrai.-
-Dov’è l’appuntamento?- chiese Jace che fino a poco prima era rimasto in silenzio.
-al nuovo ristorante che hanno aperto giù in centro, verso le 9- Jace mandò un messaggio a Clary, che era rimasta in Istituto per avere una doppia sessione con Sebastian.
 
 
Il telefono di Clary vibrò. Clary lesse il messaggio, erano le 7, aveva due ore per prepararsi.
-Hai qualche impegno stasera?- le chiese Sebastian, Clary pensò che fosse bipolare, c’erano giorni, la maggior parte, che la trattava malissimo ed altri invece in cui sembrava quasi gentile.
-si, una cena- rispose Clary traducendo un testo di latino. Aveva scoperto che facendolo, riusciva a capire meglio il potere di una runa.
-ah capisco-
-tu? Hai socializzato con qualcuno durante queste settimane?-
-non voglio trattenerti oltre, ci vediamo lunedì- Sebastian sembrava quasi offeso. Clary lo bloccò.
-aspetta! Magari puoi unirti a noi, mi farebbe piacere- disse Clary cercando di essere gentile.
-no, magari un’altra volta, grazie Clarissa- detto questo sparì tra le scale.
 
 
La cena con Robert si rivelò piacevole, e Clary si sentì per la prima volta più serena.
-allora Clarissa, come vanno le cose con il nuovo istruttore? – Robert le aveva chiesto.
-bene, molto bene- rispose sincera Clary, un po’ le dispiace per quel ragazzo, ma altre volte aveva quasi paura di lui.
-qualcuno lo hai mai visto? Dico a parte la prima volta in cui è venuto, non lo vedo mai, sta sempre chiuso nella sua stanza, non scende nemmeno per i pasti- disse Isabelle sorseggiando del vino.
-Isabelle, ognuno è fatto a modo suo- le disse il padre.
- sai quanti anni ha?-le chiese Magnus.
-21- rispose Clary.
-allora parla? Pensavo impartisse solo ordini- Jace sembrava nervoso.
-beh si qualche volta si, ma è un tipo solitario, penso che non sia felice di lavorare con me.-
-sciocchezze, mi è stato raccomandato dal Console in persona, per lui è un onore lavorare con te- Robert era brillo.
-beh, si lo spero.-
 

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Capitolo 4
*** And then i saw ***


Ultimamente, Clary si era dedicata alla lettura dei libri più antichi che la biblioteca dell’Istituto contenesse. Sebastian le aveva detto che leggendoli avrebbe compreso di più il significato delle rune e perché gli Angeli le inviassero le rune nei sogni. Ovviamente per Clary, che non aveva mai avuto l’istruzione propria dell’accademia, studiare quei libri si rivelò un lavoro piuttosto duro. Hodge, invece, seduto sempre nella sua possente scrivania, non proferiva parola, sia perché aveva paura della reazione di Clary, sia perché temeva Sebastian.
-Non ce la farò mai!- sbuffò Clary chiudendo di scatto il libro.
-Non fare la scansafatiche, avanti continua che ci sei quasi- Sebastian le stava praticamente con il fiato sul collo. Controllava perfino se veramente si stava impegnando.
-a quale scopo? Sono mesi che sto su questo libro e non è servito a nulla.-
-questo perché tu non sai aspettare, vuoi tutto e subito.-
-non è vero! Io voglio solo imparare ad usare il mio potere per trovare Valentine e…- si bloccò. Non poteva rivelare la vera ragione per cui lo stava facendo. Solo Jace sapeva che in realtà lei volesse uccidere il padre.
-e?- Sebastian la incitò.
-e sbatterlo in prigione.- concluse Clary alzandosi dalla sedia.
-come se potesse bastare a fermarlo.- Sebastian ridacchiò sottovoce. Aveva la tenuta da cacciatore, ma indossava degli anelli nuovi, il suo viso sempre perfetto, in realtà nascondeva profonde occhiaie. Era la prima volta che Clary lo sentì ridere.
-non mi importa. Non può farla franca, non dopo quello che ha combinato.-
-si e fammi capire sarai tu a fermarlo? Tu che non riesci nemmeno a creare una runa di localizzazione?- Sebastian la stava sfidando. Hodge si raddrizzò con la schiena, stava sfogliando un giornale senza nemmeno leggerlo per davvero.
-tu non mi conosci! Non sai niente di me!.-
-E invece si! Tu non sai cosa vuol dire andare avanti da sola, sei sempre stata circondata da tutti! Tua madre è morta, capita,sai quanti ragazzi sono rimasti orfani? Tuo padre è un pazzo, anche questo capita, non c’è bisogno di piangerci sopra. Stai soffrendo, tutti soffrono, tu non sei speciale. Non sei nessuno. Sei un puntino misero nell’universo come tutti noi. In te scorre più sangue d’angelo, ma questo non ti da il diritto di sentirti superiore, perché non lo sei. Sei infima, e non meriti tutte le attenzioni che ti riservano. Il tuo amico Simon ha lasciato il college per te, Jace invece ha ridotto gli allenamenti per non farti sentire sola, Alec invece si è ritrasferito qui, pur di non turbarti ulteriormente mentre Isabelle tutte le sere ti pettina i capelli , per evitare che tu senta la mancanza di tua madre. Tutti si sono sacrificati per te, per te che invece di studiare perdi il tempo a lamentarti di quanto la tua vita sia stata ingiusta. Non hai capito? La vita non è giusta per nessuno.- Sebastian le rivolse queste parole come delle coltellate alla schiena. Clary rimase a bocca aperta non sapeva come reagire e per di più cosa dire.
-Sebastian io credo che forse…- Hodge si interruppe, Sebastian gli aveva rivolto uno sguardo truce.
Simon , con una maglietta bianca con su scritto Warning: Fragile Thing, entrò in biblioteca.
-Ho interrotto qualcosa?- domandò titubante.
Clary che stava ancora cercando di trovare le parole, si voltò verso Simon. Aveva completamente rimosso che dovevano andare con Simon al Java Jones.
-No , tutto bene, andiamo- Clary prese il cappotto senza rivolgere nemmeno uno sguardo a Sebastian e uscì dall’istitito.
 
 
 
 
Si sedettero all’esterno sulle panchine, il sole di Maggio, risplendeva sui capelli rosso fuoco di Clary, che si godeva qualche momento di libertà con il suo migliore amico.
-La settimana prossima riparto per il college- le disse sorseggiando la seconda tazza di caffè.
-cosa? Ma è fantastico !- Clary cercò di dimostrare il suo entusiasmo, ma scoppiò in lacrime.
-Clary tutto bene? Se vuoi posso rimandare di un altro semestre.- Simon cercò di consolarla .
-No , davvero, hai sacrificato già tanto per me, non dovevi lasciarlo, tutti voi avete sacrificato tutto per me- Clary singhiozzò rumorosamente, le persone sedute al suo fianco le rivolsero degli sguardi preoccupanti.
-Clary io l’ho fatto volentieri , era giusto che stessi con te, sei la mia migliore amica.-
-No, Sebastian ha ragione, sono una nullità, voi tutti vi siete fatti in 4 per me e io so solo lamentarmi, lo sto facendo anche adesso- le lacrime scorrevano veloci, Simon non sapeva cosa fare.
Fu solo quando Simon si girò verso di lei con il viso sporco di latte che Clary scoppiò a ridere.
Simon era seriamente preoccupato della salute psichica dell’amica che fece un’espressione confusa. Il sole stava tramontando e Clary si asciugò le lacrime continuando a ridere, la risata di Clary era talmente contagiosa che quasi tutti i clienti del Java Jones risero insieme a lei.
 
 
Durante il tragitto verso l’Istituto Clary si divertì come una matta, amava trascorrere il tempo con Simon, non vedeva l’ora che ritornasse Natale per stritolarlo.
-Guarda che non parto mica oggi. Abbiamo un’altra settimana di tempo- le aveva detto prima di salutarla.
Già come passa in fretta il tempo, pensò Clary ritornando in camera sua. Jace era andato con Alec e Magnus dagli stregoni, su ordine di Robert, stavano cercando di reclutare il maggior numero di soldati per catturare Valentine. Così Clary decise di farsi un bel bagno rilassante. Fu verso ora di cena, quando Clary era vestita e profumata, che qualcuno bussò alla sua porta.
-Isabelle, entra- Clary rispose con il corpo rivolto alla finestra.
-Non sono Isabelle, anche se devo dire che come bellezza, siamo pari- le disse Sebastian facendola sobbalzare.
-cosa ci fai qui?.- Clary, anche se era pienamente convinta che Sebastian avesse ragione, non era disposta ad ammetterlo.
-mi dispiace, non avrei dovuto alzare la voce con te, mi sono lasciato trasportare dalle parole che non ho nemmeno pensato a quello che dicevo.- Sebastian sembrava a disagio.
-non c’è bisogno che ti scusi, un minimo di verità in quello che hai etto ci dovrà pur essere, e se la pensi in questo modo, starà a me farti cambiare idea- Clary prese in mano il suo blocco da disegni. Da quando sua madre era morta non lo aveva più aperto.
-Sono tuoi?- chiese Sebastian indicando il blocco.
-si- rispose Clary, sedendosi alla scrivania.
-senti, non mi va che tu sia arrabbiata con me, non voglio fare 100 passi indietro-
-Ascoltami. Tu non mi sopporti e se devo essere onesta neanche tu sei così simpatico, sei chiuso, non ti fai vedere mai, e quando ci sei non è che sei poi così tanto di compagnia. Mi insulti, mi tratti male, mi fai male, e poi nel momento successivo sei completamente un’altra persona. Non mi dici ciao, non mi chiedi mai come sto, ma sei pronto a giudicarmi alla prima occasione. E poi pretendi che io non sia fredda con te? Mia madre è morta, se tu non avevi un buon rapporto con tua madre mi dispiace, ma io e mia madre eravamo amiche e quindi scusami se sono ancora in lutto, non tutti sono freddi come il ghiaccio. Io ho un cuore e in questo momento sto soffrendo- Clary si sfogò con una rabbia mai vista.
-wow. – Sebastian sembrava offeso.
Clary non rispose si limitò a fare spallucce.
-bhe, allora io vado- Sebastian si alzò dal letto e a passi veloci si richiuse la porta alle spalle.
Dopo nemmeno 2 secondi la porta di Clary si riaprì.
-Sebastian davvero non è il momento.- Clary incominciò a dire, solo che non c’era Sebastian, c’era Luke. 

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Capitolo 5
*** Morning Star ***


-Luke cosa ci fai qui?- Clary balzò dalla sedia e stritolò Luke. La sua famiglia, suo padre, non si vedevano da parecchio e a Clary era mancato come l’aria che respirava ogni giorno. Luke rispose cautamente all’abbraccio, era cambiato visibilmente, profonde occhiaie erano solcate sul suo viso e i capelli una volta sempre ordinati, adesso sembravano non avere più un senso, l’ombra di un sorriso si posò sul suo viso.
-Bambina mia- disse accarezzandole i capelli, proprio come faceva Jocelyn.
Clary non riuscì a trattenere le lacrime, sia perché Luke era davvero suo padre, e anche perché temeva che sarebbero dovuti passare altri mesi per rivederlo.
-Sei tornato per restare?- chiese Clary speranzosa.
Luke non rispose subito, ma si accomodò sul letto di Clary.
-No, sono venuto per una breve visita, avevo bisogno di vederti- disse Luke tenendola per mano.
-quando ritorni ad Idris?- domandò Clary asciugandosi le lacrime. I suoi capelli, erano ben legati in una treccia, da quando viveva in Istituto, Isabelle, la trasformava sempre in una bambola.
-Parto domattina- Luke  spostò lo sguardo sul suo blocco da disegni. Ultimamente Clary aveva cercato di disegnare Sebastian senza successo.
-chi è questo tipo? Il tuo nuovo ragazzo?- Luke sembrava infuriato.
-Cosa?- Clary che non stava prestando attenzione, posò lo sguardo in direzione del disegno.
-Oh no! Assolutamente no! Lui è solo il mio istruttore di rune- rispose Clary in imbarazzo.
-Istruttore di rune, non sapevo che ne avessi trovato uno.-
-beh, si sono ormai due mesi che studio con lui.-
-ci sono stati dei progressi?- le domandò Luke prendendo in mano il disegno.
Clary sospirò, non voleva deludere Luke, ma non voleva nemmeno mentirgli.
-non tanti quanto speravo-
-Capisco.- Luke sembrava avercela con quel ragazzo anche senza conoscerlo, tanto che distrusse il disegno in mille pezzi.
-Luke!- Clary lo rimproverò, non era uno dei suoi migliori lavori, ma non era nemmeno da buttare.
-scusami- rispose Luke raccogliendolo da terra. Clary si sentiva a disagio, non si era mai comportato così con lei.
-devo parlare con Hodge e Robert, ci vediamo dopo- e sparì dalla sua camera.
 
 
  • Dove stai andando?- domandò Magnus ancora in vestaglia, sdraiato sul letto.
  • devo incontrarmi con mio padre- rispose Alec rivestendosi.
  • Questo suo improvviso interesse nei vostri confronti mi preoccupa- Magnus si alzò velocemente dal letto, poggiandosi il Presidente Miao sulle gambe.
  • Si sta comportando da padre come è giusto che sia, e poi domani va via per Idris quindi dobbiamo salutarlo.-
  • dobbiamo?- Magnus alzò un sopracciglio.
  • Bhe sempre se vuoi accompagnarmi- Alec arrossì violentemente.
  • Tu vuoi che io ci sia?-
  • Sempre-
  • Allora ci sarò- Magnus si avvicinò al Alec e lo baciò con passione.
 
 
 
 
  • Questa è la settimana degli addii- disse Isabelle guardando verso Simon.
  • Non è un addio, ritornerò per Natale, e per Pasqua e poi tu potrai venirmi a trovare quando vuoi-
  • Non è la stessa cosa.- Isabelle, che non aveva mia mostrato i suoi sentimenti dovette distogliere lo sguardo da Simon.
  • ehi, guardami.- Simon le prese il viso tra le mani.- Non cambierà nulla, ti amavo prima e ti amerò anche dopo, e il fatto di non vederci sempre renderà il nostro incontro ancora più magico-
Isabelle tirò su col naso e baciò fortemente Simon .
-Ehm Ehm- Clary che stava andando in cucina per sgranocchiare qualcosa prima di cena interruppe i due piccioncini.
Simon arrossì come un peperone mentre Isabelle,fece finta di niente.
-scusatemi, avete visto Luke?- domandò Clary in preda all’ansia, era sparito due ore prima senza lasciare traccia.
-Luke? Non sapevo nemmeno che fosse ritornato- rispose Izzy imbarazzata.
-infatti non è tornato, è qui solo per una visita, domani ritorna ad Idris.-
-visto? Te l’ho detto che è la settimana degli addii, Luke va via, mio padre va via e tu ritorni al college- Isabelle strillò e scappò in camera sua.
 
 
 
 
  • Luke a cosa devo questa visita- domandò Robert.
  • Sai benissimo perché sono qui, come osi contattare il mio branco per una missione suicida, sai bene che Valentine non è solo-
  • Calmati Luke, non è nel mio interesse fare uccidere il tuo branco, voglio avere solo la possibilità di catturarlo-
  • Stammi bene a sentire se succederà qualcosa al mio branco o a mia figlia ne pagherai direttamente le conseguenze.- Luke si era alterato, Maryse entrò di corsa nello studio.
  • Cosa succede?- domandò spaventata.
  • Maryse non è nulla, io e Luke stavamo solo discutendo di alcune faccende.-
  • Ciao Maryse, volevo sapere chi ha assunto l’istruttore di Clary- domandò Luke distogliendo lo sguardo da Robert.
  • Bhe ecco, avevamo pochi candidati, anzi al dire il vero proprio nessuno, quando Hodge ha suggerito di chiedere di Sebastian, e subito ha accettato.-
  • -grazie mille- Luke uscì velocemente dallo studio precipitandosi da Hodge.
  • È lui?- domandò mettendogli le mani addosso.
  • Cosa?- Hodge era terrorizzato.
  • È lui?- ripetè Luke.
  • No! Lo giuro, è un ragazzo qualunque non farai mai niente per ferire tua figlia.- Hodge chiuse gli occhi aspettandosi un pugno in pieno viso che però non arrivò. Luke lo lasciò andare e si diresse fuori dall’istituto.
 
 
La cena fu piacevole, tutta la famiglia Lightwood, con Clary,Magnus,Simon, Hodge , Luke e Sebastian erano seduti a tavola. Jace e Clary che non si erano visti per tutto il giorno si scambiarono occhiate dolci e gesti affettuosi. Sebastian non faceva altro che fissare Clary, mentre Luke non gli tolse un momento gli occhi di dosso. Poi arrivò il momento dei saluti, Robert avrebbe occupato una carica importante da Idris e salutò la sua famiglia, poiché sarebbe partito di prima mattina con Luke, mentre Simon aveva un treno per le 11 e Clary e Isabelle si erano offerte di accompagnarlo.
La notte trascorse tranquilla, Clary riuscì a dormire senza incubi e Jace la tenne stretta per tutto il tempo.
Il mattino dopo , Clary e Isabelle aspettarono Simon all’istituto, ma non si presentò mai, al suo posto c’era un biglietto, macchiato di sangue.

Se volete avere il vostro amico mondano vivo , consegnatemi la figlia di Valentine Morgenstern.
 

 

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Capitolo 6
*** The world is lost ***


-cosa significa che non vado?- Clary era su tutte le furie, aveva deciso di consegnarsi ai vampiri per salvare Simon, ma Isabelle aveva raccontato tutto ai ragazzi prima che lei potesse svignarsela.
-Clay ragiona per un secondo, se tu ti consegni chi ci dice che Simon verrà liberato oppure che non ti facciano del male.- Jace era preoccupato come tutti gli altri.
-io so cavarmela lo stesso da sola, è di Simon che stiamo parlando non posso abbandonarlo-
-Credi che a me faccia piacere che il mio ragazzo sia stato rapito dai vampiri, anche io voglio salvarlo, ma non voglio che ti accada qualcosa, qui tutti teniamo a te.-
-io non ho bisogno di protezione, Simon si- Clary non voleva cedere.
-Credo che sia più opportuno convocare il Conclave o avere il loro permesso- si intromise Hodge.
-Hodge sta zitto!- Clary scattò.
-Clary non vogliamo assolutamente una guerra contro i vampiri, Simon è capitato nel bel mezzo di una cosa più grande di lui- Maryse stava cercando di calmare gli animi.
-Simon è capitato lì per colpa mia, è me che vogliono non lui-
-lo sappiamo e faremo di tutto per salvarlo, ma non ti consegneremo.- Alec parlò con tono autoritario e Clary abbassò lentamente il capo.
-cosa avete intenzione di fare, più il tempo passa e più Simon potrebbe essere in pericolo.Già una volta Valentine lo ha usato per i suoi scopi, potrebbe essere la stessa cosa?- Izzy era in ansia, ovviamente.
-Non credo che sia Valentine- disse Sebastian.
-cosa te lo fa credere? È il tuo migliore amico?- domandò  Clary sedendosi sul grande tavolo al centro della stanza.
-No, ma non credo che Valentine sia in contatto con i vampiri, sono stati i primi ad essere interrogati e hanno completamente espresso il loro desiderio di non volere mai e poi mai avere a che fare con Valentine.-
-e quindi pensi che abbiano agito così per puro caso? Cosa vogliono da Clary , insomma è la figlia di Valentine- Jace parlò con veemenza.
-penso che vogliono proporre uno scambio, la vita del mondano per quella della figlia di Valentine-
-quindi pensi che vogliono ucciderla per fare un torto a Valentine?-
-si- rispose Sebastian alzandosi e continuando a fissare Clary.
-bene, che abbiano quello che vogliono io andrò da Simon.-
-no Clary al costo di imprigionarti qui dentro, ma tu non vai da nessuna parte.- Jace sbattè la mano sul tavolo.
-se succede qualcosa a Simon io non ve lo perdonerò mai- disse Clary uscendo dalla stanza.
 
Rinchiusa nella sua stanza, Clary non si accorse del tempo che scorreva, aveva sentito che i ragazzi compreso Sebastian e Magnus erano andati a salvare Simon senza consultarla. Maryse aveva provato più volte a parlarle, ma Clary non le aveva nemmeno rivolto uno sguardo. Solo Max era riuscito a infilarsi nel suo letto per abbracciarla e Clary si era calmata brevemente.
Fu verso sera quando Jace entrò in camera sua che Clary capì che qualcosa di brutto era accaduto. Jace non disse una parola, ma bastò uno sguardo alla finestra e Clary fu presa da un attacco di panico.
-No!- disse Clary portandosi le mani alla bocca.
-Mi dispiace, quando siamo arrivati era già in questo stato, non c’è stato nulla che – si interruppe.
-sarei dovuta andare io, era me che volevano non lui- disse Clary guardandolo con odio.
Isabelle entrò in camera di Clary, lanciando un’occhiataccia a Jace che le lasciò da sole.
-Clary, ascoltami- cominciò Isabelle.
-no, non voglio sentire nulla, da nessuno di voi, vi avevo detto che se fosse capitato qualcosa a Simon non vi avrei mai perdonato e adesso guardalo, cosa è successo, in che stato si trova.-
-Clary, era già così, anche se tu ti fossi presentata non sarebbe cambiato nulla-
-questo non puoi saperlo, e adesso come farà? Come continuerà la sua vita, è un vampiro!- Clary non poteva credere ai suoi occhi, aveva visto Magnus dare una sacchetta di sangue al suo migliore amico e lui l’aveva divorata in un secondo.
-Clary almeno non è morto!-
-Non è morto, tecnicamente lo è! Dove vivrà, di certo non può tornare a casa e non può vivere in Istituto, questa vita è una condanna per lui.Il tuo ragazzo è appena diventato un vampiro e tu sei una shadowhunter! È una cosa normale?-
-no Clary non sto dicendo che è una cosa bella, ma Simon poteva essere morto per davvero, potevamo perderlo per sempre-
-lo abbiamo perso per sempre- Clary superò Izzy e si precipitò all’esterno dell’Istituto dove Jace , Alec, Magnus e Sebastian erano riuniti intorno a Simon.
-Simon- sussurò Clary. Tutti gli occhi dei presenti si rivolsero a lei. Isabelle li raggiunse appena in tempo.
Simon si avvicinò a Clary a passo veloce, Clary indietreggiò cautamente. Simon la guardò, era lo stesso di sempre, con la sua maglia messa al rovescio e sporco di terra e sangue, ma era sempre lui.
-Simon- ripetè Clary.
-Clary?- domandò lui toccandogli le mani. Erano fredde come il ghiaccio.
-sono io- disse Clary cercando di non piangere.
Simon le toccò il viso e poi l’abbracciò. Clary rispose teneramente all’abbraccio, ma poi Simon la spinse via e Clary rotolò su un fianco.
-Si è appena trasformato, dovrà abituarsi all’odore del sangue- disse Magnus aiutando Clary ad alzarsi. Clary però ignorò l’aiuto e si alzò da sola.
-Come vivrà? Dove vivrà?- chiese a nessuno in particolare.
-per il momento sarà mio ospite, cercherò di farlo abituare a bere sangue animale- disse Magnus offeso dal comportamento di Clary.
-bene! Sarà meglio per tutti voi che lui stia bene e che non gli accada nulla, io me ne vado- disse Clary rientrando dentro.
Iniziò freneticamente a preparare la valigia, voleva andare il più lontano possibile da quel posto.
-dove vai?- le domandò Jace ferito.
-non ne ho idea-
-Clary per favore ripensaci- le disse toccandole una spalla, le faceva male non poter stare con Jace .
-No, io vi avevo  avvertito ma voi avete fatto di testa vostra- rispose Clary piangendo.
-mi dispiace per favore non andartene, Valentine è ancora lì fuori potrebbe accadere qualcosa.-
-No! Smettila, non mi farai sentire in colpa Jace. Andava tutto bene, io non ho bisogno di protezione , non ho bisogno di aiuto so benissimo cavarmela da sola e se voi mi avreste ascoltato ora non ci troveremo in questa situazione, vado via perché finchè io starò qui, non ci sarà nessuna nuova scoperta, potrò continuare ad allenarmi e migliorare le mie abilità,ma non posso essere la ragazza in difficoltà che ha bisogno degli altri per difendermi. Io ucciderò mio padre, lo farò e quando accadrà sarò finalmente felice. Ma ora anche Simon , il mio migliore amico, lui che c’è sempre stato non c’è più. È diventato un vampiro,per colpa mia e io non me lo perdonerò mai. Quindi me ne vado, così che tutti possiamo andare avanti con le nostre vite.-
-e a noi? A noi non ci pensi? Che ne sarà di noi se tu te ne vai,io ti amo-
-Jace se veramente mi amassi mi lasceresti andare via. Non sarebbe mai dovuto accadere-
-cosa? Noi due insieme?-
-no Jace. Io non sono così, non mi affeziono alle persone, non divento più morbida solo per un ragazzo.-
-io sarei solo un ragazzo?-
-Jace, non può continuare così, mi spiace-
-mi stai lasciando?- domandò Jace profondamente ferito.
-si- rispose Clary prendendo le sue cose e sparendo dall’Istituto

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Capitolo 7
*** Till the end ***


Da quando aveva lasciato l’Istituto Clary era ritornata a vivere nella sua vecchia casa, sua e di sua madre. Entrarci per lei voleva dire anche affrontare i ricordi e la nostalgia che portava quel posto.
Non sentiva Jace da una settimana, non che si aspettasse di rivederlo. Isabelle l’aveva tempestata di chiamate, e Alec era venuto più volte a casa sua cercando di parlarle, ma Clary era stata irremovibile.
L’unica persona con cui aveva contatti era Magnus che l’aggiornava giornalmente sulla situazione di Simon.
Stava bene, aveva accettato la sua condizione e si stava abituando al sangue animale. Ovviamente non andava affatto bene, sua madre era convinta che fosse ritornato al college e si aspettava di rivederlo per il ringraziamento. Simon la andò a trovare una sera, Clary fu sorpresa di vederlo sbucare dalla finestra della sua camera. Erano stati insieme come i vecchi tempi e per un momento Clary pensò che nulla fosse cambiato. Naturalmente era cambiato tutto.
Quella stessa mattina però sulla soglia di casa, Clary vi ci trovò Sebastian.
-ciao- le disse imbarazzato. Clary sgranò gli occhi, aveva fatto promettere ad Alec e a Simon di non dire nulla sulla sua nuova posizione.
-cosa ci fai qui?- domandò Clary impietrita.
-Abbiamo le nostre lezioni, sai vengo pagato per questo.-
-non vivo più in Istituto non sei obbligato.- Clary non accennava a muoversi.
-beh, io penso che sia doveroso che tu continui, hai lavorato moltissimo.-
-ma se hai sempre detto che non sono portata, che faccio pena e che non riuscirò mai a controllarmi, come ti aspetti che ti creda?- Clary era livida, non voleva parlare con nessuno, tanto meno con Sebastian.
-bhe, non ho detto che non dovevi provarci, andiamo, vuoi lasciarmi qui fuori? Ho portato la cioccolata calda-le disse mostrandole un bicchiere fumante.
Clary sorrise debolmente e poi lo fece accomodare a casa sua.
-è cosi questa è la tua dimora, carina- disse sedendosi sul divano.
-grazie- disse Clary in imbarazzo, era la prima volta che si trovava con un ragazzo in quella casa, da sola.
-perché sei andata via?-
-non sono affari tuoi.-
-Clary! Jace è a pezzi, Isabelle e Alec non si danno pace, Max piange tutti i giorni e perfino Hodge, che è terrorizzato da te , è triste.-
-senti mi dispiace, ma io ho una casa e non ha senso occupare l’Istituto, mi avete esclusa, completamente, avete sacrificato il mio migliore amico pur di non mettermi in pericolo, non potevo continuare a fare finta di niente-
-lo sai che non è stata colpa nostra, anche se tu fossi arrivata , Simon avrebbe comunque fatto la stessa fine.-
-smettila! Sei sei venuto per farmi una ramanzina la porta è quella- disse Clary alterandosi.
-no, hai ragione, sei liberissima di fare quello che vuoi, quindi mettiamoci a lavoro.-




Jace si alzò molto lentamente dal letto, da quando Clary lo aveva lasciato, il suo intero mondo gli era crollato addosso. Era la prima persona alla quale si era legato così tanto e lo aveva lasciato. Ricacciò lentamente indietro le lacrime e si vestì.
-posso?- chiese Alec bussando.
-si, entra pure.-
-come va?- 
-bene.- mentì Jace.
-andiamo Jace, parliamone.-
-non c’è niente da dire, se ne è andata, mi ha lasciato, ho rovinato tutto, cercavo solo di proteggerla e invece ho alzato un muro tra di noi e lei alla fine ha preferito mollare piuttosto che lottare-
-Jace non c’è nulla di male per avere provato a proteggerla.-
-no, ho sbagliato, io avrei dovuto ascoltarla oppure lasciarla andare invece..- si interruppe. 
Alec gli si avvicinò posizionandogli una mano sulla spalla.
-vedrai che tornerà da te.-
-oppure sarò io a riprendermela.-





-Basta così- disse Sebastian chiudendo il libro.
-cosa? Ora che stavo per fare una runa di locazione, tu dici basta?-
-non bisogna esagerare lo sai-
Clary sbuffò sonoramente.
-è ora di pranzo dove ti va di andare? -Chiese Sebastian mettendosi la giacca.
-da nessuna parte io non esco.- sentenziò Clary.
-perfetto preparo io qualcosa.-
-non è necessario-
-beh per me non è un problema, sono un ottimo cuoco.-
-davvero non ho fame.-
-devi mangiare, tenerti in forma.-
Clary si alzò dal tavolo e si avvicinò a Sebastian.
-perché fai questo? Qual è il vero motivo?-
-Te l’ho detto ci tengo al mio lavoro-
-bugiardo! Cosa ne ricavi tu?-
-Clary davvero, mi fa piacere tenerti compagnia, mi piaci.- le disse ponendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Clary arrossì e indietreggiò.
-Comunque davvero non ho fame, ci vediamo domani- rispose Clary voltandogli le spalle.
-bene, a domani- disse Sebastian correndo verso la porta.




Maia si avviò a passo lento verso l’Istituto, suonò fortemente al campanello e aspetto. New York era bagnata, una forte pioggia si era scagliata sopra la città e Maia era zuppa.
Isabelle andò ad aprire e la fece accomodare.
-mi dispiace mia madre è andata a fare delle commissioni- cominciò Izzy.
-non sono qui per tua madre- disse Maia battendo i denti.
-ah, allora perché sei qui?-
-c’è stato un attacco ad Alicante, il branco di Luke è stato decimato, e lui è…- Maia scoppiò in un pianto isterico.
-no! Non può essere- disse Izzy alzando la voce. Alec e Jace la raggiunsero.
-è morto-  concluse Maia.

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Capitolo 8
*** It is over ***


Quando tutti si precipitarono a casa sua, Clary credette di sognare. I loro volti tristi e stanchi non erano un buon presagio. All’inizio pensò che fosse un modo di far riappacificare Jace con lei, ma dovette ricredersi quando vide anche Maryse e una ragazza di cui non conosceva nemmeno il nome.
-Cosa è successo?- domandò con il cuore che batteva all’impazzata.
-Clary…-cominciò Simon mordendosi il labbro inferiore.
Clary si guardò intorno spaesata. C’era anche Sebastian con uno sguardo quasi triste.
-Cosa è successo?- domandò più forte facendoli sobbalzare.
-Luke è morto!- disse la ragazza quasi urlando.
Clary si girò di scatto, aveva sentito bene, ma ripetè comunque la domanda.
-cosa?-
-Clary ci dispiace tanto, abbiamo ricevuto solo ora la notizia.- rispose Alec abbracciandola.
Clary lo allontanò malamente.
-andate via- disse a bassa voce.
-Clary ti prego non ci escludere- disse Isabelle.
-ho detto andate via- ripetè un po’ più forte.
-Clary- Jace aveva parlato per la prima volta, ma Clary non lo guardò in faccia.
-Via! Tutti fuori!- disse urlando. Maryse prese tutti i presenti e si allontanarono da casa di Clary.
Solo quando fu finalmente sola, Clary si concedette di piangere.
 
 
2 settimane dopo

Clary non aveva mai partecipato ad un funerale di un lupo, Maia, la ragazza che le aveva dato la brutta notizia, si era offerta di accompagnarla ad Idris per l’ultimo saluto al branco. Naturalmente avrebbe potuto andarci anche con i suoi amici, ma non era ancora pronta per parlare con loro.
Fu una cerimonia intima, notò con la coda dell’occhio che erano presenti anche tutti i Lightwood, compresi Magnus, Simon ,Jace e Sebastian. Era segretamente grata per la loro presenza, anche se non lo dimostrò mai. Non pianse,non versò nemmeno una lacrima, perché il suo cuore bruciava di vendetta.
Aveva scoperto che era stato un attacco di Valentine, e per tanto non solo l’aveva privata di una madre, ma anche di un padre.
-Clary?- la chiamò Maia facendola sobbalzare.
-eh?- domandò Clary.
-è ora di andare- le disse Maia.
-certo.- Clary si guardò intorno era quasi sera, era rimasta per ore davanti alla tomba che non si era nemmeno accorta del tempo che passava.
Alloggiò da Amatis, era molto addolorata per la perdita del fratello, avere compagnia le faceva bene.
-Clary- jace fermo davanti la porta la stava aspettando.
-Jace non è il momento- disse Clary alzando gli occhi al cielo.
-due minuti per favore- le chiese esasperato.
-parla-
-mi manchi, io senza di te non conto nulla, sei la mia vita e mi dispiace per Luke voglio starti vicino.-
-Ti ringrazio, ma non posso.-
-cosa significa che non puoi?-
-che è troppo complicato, ho bisogno di tempo e di spazio e in questo momento non sto ricevendo nell’uno e nell’altro, ti amo Jace, mi fa male stare senza di te, ma allo stesso tempo adesso ho bisogno di rimanere da sola.-
 
 
 
 
 
 
-Buongiorno dolcezza- Sebastian sbucò dalla finestra portandole un cornetto.
-Giorno- bofonchiò Clary coprendosi gli occhi.
-su sveglia è tempo di allenarsi- Sebastian le sfilò le coperte e la tirò su.
-va bene , va bene, non serve strillare-
Dopo un’abbondante colazione e dopo una sessione di allenamento molto lunga, Clary chiuse i libri.
-devo andare, Amatis mi aspetta per pranzo- disse guardando Sebastian.
Questi si avvicinò moltissimo al viso di Clary.
-Ci vediamo oggi pomeriggio- le chiese sfiorandogli le labbra.
Clary si imbarazzò moltissimo e indietreggiò.
-s-si- disse balbettando.
-d’accordo.- la baciò sulla guancia e sparì.
 
 
Durante il tragitto verso casa, Clary sentì una presenza alle sue spalle. Convinta che girandosi avrebbe trovato Sebastian, fu sorpresa di trovarci Valentine.
-ciao figlia mia.-
 
 

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Capitolo 9
*** My blood ***


-tu!-Clary impugnò la sua spada quasi subito, ma Valentine fu più veloce di lei. Le bloccò le braccia e la spinse al terreno.
-com’è stato il funerale?- domandò divertito.
-mi hai tolto tutto, sarò io a toglierti la vita.- rispose Clary liberandosi dalle braccia di Valentine e colpendolo violentemente alla nuca.
-però! Sei migliorata- disse difendendosi.
-non farmi complimenti, io ti ucciderò-
-continui a ripeterlo ma io sono ancora vivo!-
-hai ucciso tuo figlio, tua moglie e adesso anche il tuo parabatai! Ti senti bene? Non sei minimamente in colpa?-
-tua madre mi ha tradito, mi ha voltato le spalle, e Luke non era altro che un cane! Hanno avuto la fine che si meritavano!- disse Valentine colpendola alla nuca facendole perdere i sensi.



Alec si svegliò alle prime luci dell’alba. Aveva dormito molto poco ed era molto preoccupato per Clary, come tutti del resto. I suoi genitori si erano offerti di ospitarla ma lei non aveva voluto, stare con Amatis le sembrava la scelta migliore. Era rimasta orfana, Simon era diventato un vampiro e per di più Valentine era ancora in circolazione le cose non andavano per niente bene. Quando scese per fare colazione trovò tutti in cucina a magiucchiare, Simon invece aveva una sacca di sangue animale portatole da Magnus che stava ai fornelli intento a cucinare Pancake.
-buongiorno- disse Alec sbadigliando.
-giorno- rispose tutti in coro. Max stava seduto sul tavolo leggendo dei fumetti.
Maryse e Robert erano già usciti, Jace e Iszzy invece stavano bevendo il latte.
Fu in quel momento che qualcuno bussò alla porta, era Amatis.
¬-Amatis c’è qualche problema?- domandò Simon allarmato.
-Clary è qui?Non è rientrata a casa ieri sera- disse Amatis preoccupata.
-non è possibile! L’ho riaccompagnata io stesso- rispose Jace avvicinandosi alla porta.
-bhe in casa non c’era, il letto era intatto…pensavo fosse venuta qui-
-non ci allarmiamo , ci sarà sicuramente una spiegazione- disse Izzy toccandosi la fronte.






Clary riaprì piano gli occhi, aveva mani e gambe legate e si trovava in una specie di cella.
-aiuto!- disse urlando.
-puoi urlare quanto ti pare, ma non avrai via d’uscita.- rispose Valentine avvicinandosi.
-non mi toccare lurido!.-
-sei mia figlia, sangue del tuo sangue, posso farti quello che voglio-
-lasciami in pace, cosa vuoi da me? Perché mi hai rapita?.-
-voglio proporre uno scambio al conclave, gli strumenti mortali per la tua vita-
-scordatelo! Non accetteranno mai!-
-bhe in tal caso, me li prenderò con la forza!-
-a cosa ti servo io?-
-imparerai ad obbedirmi, mi amerai, mi porterai rispetto! Regnerai al mio fianco e ti renderò una guerriera perfetta!-
-non ci sperare! Non starò mai la tuo fianco. Hai distrutto la mia vita!_
-questo era solo l’inizio. – sorrise brevemente e lasciò sola in quella cella buia e fredda.

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Capitolo 10
*** Missing ***


-cosa volete dire con scomparsa?- Sebastian era parecchio alterato dalla situazione.
-non si trova! Eppure credevo che fossi intelligente- rispose Simon sarcastico.
-evidentemente qualcuno la stava aspettando sotto casa- rispose Jace passeggiando avanti e indietro, era parecchio in ansia.
-ok, abbiamo fatto il punto della situazione con mamma, nessuno ha lasciato o raggiunto la città, quindi Clary si trova ancora ad Idris- disse Alec sedendosi sullo sgabello, nella grande cucina dei Lightwood.
-si ma dove?- Sebastian continuava ad alterarsi.
-gli incantesimi di localizzazione su Clary non hanno effetto, chiunque l’abbia presa deve averla occultata per bene.- Magnus si appoggiò allo stipite della porta.
-quindi? Ci toccherà setacciare tutta Idris per poterla trovare?- domandò Izzy avvicinandosi a Simon.
-si- rispose Jace prendendo le armi.
-calma! Non adesso! La mamma ha detto che manderanno subito una squadra di ricerche, ma noi non siamo inclusi- rispose Alec alzandosi e ponendosi di fronte a Jace.
-cosa? Non potrà mica pensare che mi faccia da parte?-
-è assurdo! Io vado a cercare Clary- rispose Sebastian.
-nessuno andrà da nessuna parte! Sono stata incaricata da Robert e il Console, andrò io con il mio branco.- disse Maia facendo irruzione nella cucina dei Lightwood.
-scusa? Noi siamo gli amici di Clary, tu la conosci da 5 minuti!- Isabelle era fuori di sé.
-Luke era il mio capo, per lui Clary era come una figlia, ho giurato di proteggerla con la mia vita ed è quello che farò!-
 
 
 
 
Clary fu svegliata da un suono martellante, ci mise due secondi per realizzare che si trovava ancora prigioniera di Valentine.
-ben ritrovata mia cara figliola.- disse Valentine portandole un vassoio di cibo.
Clary non lo toccò.
-guarda che devi mangiare, altrimenti te lo ficcherò io con le cattive maniere fino in gola, a te la scelta- le disse Valentine avvicinandosi pericolosamente.
Clary riluttante cominciò a sgranocchiare qualcosa.
-molto bene, ho dei gran progetti per oggi che richiedono la tua presenza.-
-che tipo di progetti?- domandò Clary prestando attenzione.
-oh tesoro, ogni cosa al suo tempo.-
-guarda che non potrai tenermi per sempre qui dentro, i miei amici mi cercheranno!-
-i tuoi amici? Quali? Hai allontanato tutti, Simon è diventato un vampiro, grazie a me, e non riesci a sopportare la sua presenza, Jace lo hai lasciato perché hai realizzato che avere una relazione con lui ti faceva mettere in discussione tutto ciò per cui avevi lavorato, I fratelli Lightwood che ti hanno accolta come una di famiglia, li hai praticamente ignorati, e forse solo il tuo istruttore di rune potrebbe fare qualcosa per te anche se il vostro odio reciproco potrebbe rovinare il tutto.-
-come fai a sapere queste cose?-
-io sono tuo padre, io so tutto di te-
 
 
 
 
Jace chiuse violentemente la porta della sua camera, non far parte della ricerca per Clary lo faceva stare male, lui e Clary si amavano, glielo aveva anche ripetuto quello stesso giorno, ma stava soffrendo e aveva bisogno di tempo e Jace gli avrebbe lasciato tutto il tempo del mondo.
Verso sera scese in cucina per cenare ma vi ci trovò solo Sebastian intendo a leggere un libro enorme.
-scusa non volevo disturbarti. – disse Jace gentilmente.
-fa niente- rispose scorbutico Sebastian.
-si può sapere cosa ti ho fatto?- chiese Jace alzando la voce.
-nulla! Mi sei antipatico a pelle, specialmente perché l’hai fatta soffrire, lei non ti merita-
-e meriterebbe uno come te?-
-non lo so, ma starà a lei deciderlo, e quando tornerà, perché stai sicuro che la cercherò fino in capo al mondo, lei sarà mia-

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Capitolo 11
*** Blood list ***


Sebastian passeggiava incessantemente su e giù per le scale di casa Lightwood, erano passate più di tre settimane e di Clary non c’era traccia. Nessuno aveva lasciato Idris, erano tutti impegnati nelle ricerche, ma lei era come svanita nel nulla. Simon invece era nello sconforto più totale.
-io me ne ritorno a casa- disse quella mattina.
-che cosa?- Izzy era sconvolta.
-non ha senso che io rimanga qui, non posso uscire durante la mattina e di sera faccio più che altro danni.-
-Stai seriamente pensando di abbandonare la tua migliore amica?-
-Izzy, è scomparsa da più di un mese, abbiamo setacciato Idris in lungo e in largo, lei non c’è, perciò io vado a casa.-
-non puoi- Maryse interruppe il litigio di Simon e Izzy.
-cosa? Perché?- Simon le chiese esasperato.
-primo, il console non ti lascerà andare senza che Magnus ti riaccompagni dato che sei affidato a lui, e secondo perché l’abbiamo trovata.-
-Cosa?-Jace e Sebastian corsero da Maryse.
-Magnus è riuscito a localizzarla, si trova non molto lontano da qui, andremmo a riprendercela.-
 
Gli shadowhunter designati al salvataggio erano in molti, questo perché il Console era convinto di trovarci anche Valentine.
-dobbiamo fare una cosa rapida, entriamo, la prendiamo e ritorniamo a casa intesi?-
-si signore- risposero tutti all’unisono.
Sebastian e Jace si ritrovarono nella stessa squadra.
-forse è meglio dividerci- propose Jace.
-già , lavoro meglio da solo.-rispose Sebastian sgarbatamente.
Sebastian svoltò l’angolo e vide una piccola finestra con una luce fioca. Si avvicinò cautamente e notò Clary prima di sensi legata ad una sedia.
Cercò di fare meno rumore possibile ed entrò.
Clary era immobile, si accertò che respirasse ancora e poi con lo stilo gli tolse le manette.
-Clary mi senti?- domandò preoccupato. La ragazza non dava cenni di vita.
Sebastian la prese in braccio e la portò a casa di Amatis.
 
 
 
-Dove diavolo è?- Jace , palesemente arrabbiato, scaraventò Sebastian contro il muro.
-Ehi, l’ho vista e l’ho portata qui, i fratelli Silenti la stanno visitando.-
-Perché non ci hai avvisati?- Jace era su tutte le furie.
-Jace calmati-Alec cercò di calmare il suo Parabati.
-Ragazzi smettetela!-Maryse urlò e si mise in mezzo ai due ragazzi.
-L’abbiamo salvata e trovata, questo è l’importante- continuò Magnus.
Maya entrò piangendo a casa di Amatis.
-Dov’è? Dov’è Clary?-
-sta bene è di sopra i Fratelli silenti la stanno visitando adesso.- rispose Sebastian.
-è morto! Bart è morto- Maya era disperata.
-Oh mio Dio- esclamò Magnus.
-Sono stata io- Clary entrò piangendo nel salotto.
-cosa?.-
-mi dispiace! Valentine ci aveva chiesto di ucciderci, o ci avrebbe ucciso lui, io non volevo, avevo abbassato la spada, ma lui non voleva farmi morire così si è buttato sulla mia spada e…-
-Sta zitta!- Maya era furiosa.
-mi dispiace tantissimo io non volevo-
-ho detto stai zitta!- Maya uscì dalla stanza.
Jace si avvicinò a Clary per abbracciarla, ma Clary corse in camera da letto.
-Ho provato a farla parlare ma niente non vuole sentire ragioni.-Amatis era molto triste.
-Lasciatemi provare – disse Sebastian.
 
 
Clary sdraiata a pancia in giù sul suo letto stava singhiozzando.
-ehi- Sebastian si avvicinò cautamente.
-va via! Non voglio vedere nessuno, sono un assassina !-
-non lo sei! Clary non è stata colpa tua e la prova della spada lo dimostrerà. -
-quando?-
-Ne stanno discutendo adesso, penso al massimo tra un paio di giorni-
-Capisco.-
-ehi va tutto bene Clary- Sebastian la strinse a sé.
-dopo il processo voglio tornare a casa mia.-
-va bene.-
-no non hai capito, basta non ne posso più-
-cosa? E Valentine la tua vendetta?-
-non mi interessa più niente, lasciami da sola, ho sonno e sono stanca.-
Sebastian si alzò e lentamente richiuse la porta alle sue spalle.

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