Two boys, a dog and many messes

di Ice_DP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


TWO BOYS, A DOG AND MANY MESSES

Prologo


~Più imparo a conoscere l’uomo,

più imparo a stimare il cane
.

(Alphonse Toussenel)



Trafalgar Law aveva un cane. Non che fosse una storia così fuori dal mondo. La cosa strana era come quel cane fosse riuscito a incasinargli la vita.
Per prima cosa, gli animali, che siano elefanti o topolini bianchi dagli occhi rossi, non sono ammessi in nessun college con una soglia d’igiene che rientra nella media; e nemmeno questo è strano. Quello che fa storcere il naso è che Trafalgar Law abbia un cane nel suo appartamento, nel bel mezzo di un college nel cuore degli Stati Uniti. E la cosa ancora più buffa, e che nessuno lo sa. Beh, nessuno non è proprio vero; a parte lui ovviamente. In effetti, c’è qualcuno che è a conoscenza di tutto questo pasticcio; o almeno, lo era.
Il come e il quando, ma soprattutto il perché quel cane sia arrivato fino a lui, Trafalgar Law ancora non riesce a spiegarselo. Sa bene come siano andate le cose, lui era presente; ma non sa assolutamente dare una logica a quegli avvenimenti.

E quindi siamo qui” disse, rivolto a quel muso su cui trionfava un grosso e umido naso.
Lo stava osservando da parecchi minuti, e quello ancora non aveva smesso di scodinzolare.
Law sospirò, in preda allo sconforto, passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

Penso che ti cambierò nome”
Il cane abbaiò contento, sorridendo con gli occhi e muovendo la coda in modo frenetico. Sembrava quasi che stesse spazzando per terra.

Sì, ti chiamerò Kidd”


Eustass Kidd non è quello che si definisce un bravo ragazzo. Era una persona piuttosto scontrosa, senza mezzi termini e volgare la maggior parte delle volte.
Frequentava un college nel cuore degli Stati Uniti, e riusciva a incutere timore persino ai professori, oltre che ai suoi compagni di corso. Ma c'era un ragazzo, un fottutissimo ragazzo, che sembrava non subire la sua aura minacciosa come tutti gli altri.
Al suo solo pensiero, Kidd contrasse i muscoli del viso in una smorfia di quasi disgusto. Quell'individuo gli aveva rovinato la vita, e probabilmente grazie a lui si era anche giocato la sua carriera universitaria. Non poteva perdonarglielo; ma ancora meno, non poteva perdonare a sé stesso lo smacco di averglielo permesso.
Di solito stava in allerta, non abbassava mai la guardia con nessuno per evitare spiacevoli conseguenze. Quella volta però, i muri che si era faticosamente costruito intorno erano crollati rovinosamente tutti insieme nello stesso momento.
Il suo sguardo, prima perso fuori dal finestrino del treno in corsa, si spostò sul braccio sinistro fasciato, che per poco non aveva perso. Se possibile, la smorfia divenne ancora più accentuata di prima; la signora seduta di fronte a lui ebbe un moto di paura, nel vedere quell'espressione. E come biasimarla.

Maledetto Trafalgar Law, giuro che me la pagherai!” pensò con cattiveria, assottigliando gli occhi e tornando a concentrarsi sul paesaggio brullo che scorreva lì fuori.





ANGOLO DELLA DEMENZA

Salve gente! Forse vi ricorderete di me per FF come “Oblivion” o “Cento modi per uccidere Barbabianca!”, ma questo non è lo spazio adatto alle pubblicità occulte, direi. Bene, detto ciò, sono arrivata nel fandom con questa nuova cosa, che nemmeno io so descrivere molto bene, a dire la verità. Il primo pezzo, quello di Law, era a vegetare nel mio pc da tanto tempo, in attesa di una qualche ispirazione che potesse rivelarsi nei momenti meno opportuni; ciò è avvenuto, ma solo per quanto riguarda la seconda parte, ovvero quella di Kidd. Bene, direte, questa non sa nemmeno che cosa deve fare e ha pubblicato un capitolo così a caso, direte ancora. E avete ragione. Non del tutto, perché non è tutto completamente campato per aria, alcuni pezzi fondamentali della storia mi sono molto chiari, devo solo ragionare bene sul come collegarli con un senso logico tra di loro. E questo ragionamento mi porta a dire due cose: la prima è che gli aggiornamenti temo che saranno lenti, anche se mi impegnerò affinché sia esattamente l'opposto; e i capitolo saranno piuttosto corti, perché non ho il tempo materiale per farli lunghi come è mio solito. So che comunque questa premessa andrà a farsi friggere.
Altra cosa. Il rating da arancione potrebbe variare a rosso, ma ancora non ne sono sicura, perché è la prima volta che scrivo su di loro e non vorrei lanciarmi in cose senza un senso, sfociando nel banale o addirittura nel volgare. Ma mai dire mai, vedrò come e se andrà avanti questa storia in un futuro. È anche la prima volta che scrivo, indi per cui siate clementi e suggerite, consigliate e criticate! Che sicuramente qui sfocerò nell'OOC più completo, perché questi due, il Doc in particolare, a mio parere sono due dei personaggi più complessi di cui trattare. Quindi qualsiasi cosa è ben accetta, io sono qui per migliorare!
Tutta questa pappardella più lunga del prologo per dirvi, grazie, se siete arrivati fin qui! E spero, come sempre, che questa storia non passi inosservata!
Peace!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


TWO BOYS, A DOG AND MANY MESSES

Capitolo 1


~ Non ci sono cani da combattimento; ma solo proprietari.

(Stefan Wittlin)



Trafalgar Law stava passeggiando tranquillamente verso casa. Aveva le mani affondate nelle tasche per proteggerle dal freddo di novembre, e lo sguardo perso dritto davanti a sé. Non aveva alcuna fretta di arrivare da nessuna parte, tanto nessuno lo stava aspettando. Si godeva l'aria fredda che gli pungeva il naso, lasciando vagare la sua mente dove meglio credeva.

Gli piaceva fare delle lunghe passeggiate, lo rilassava e gli permetteva di rimettere a posto le idee. La facoltà di medicina gli rubava tempo, praticamente tutto quello che aveva a disposizione; ma Law ne era ben felice. Amava studiare quei tomi che per qualunque altra persona sarebbero stati eccessivi e addirittura impossibili da imparare; inoltre lo tenevano occupato tutto il giorno, e anche tutta la notte, senza che si dovesse preoccupare di pensare ad altro o a svolgere una qualsiasi altra attività. Non gli riusciva molto bene, e poi non ne aveva la minima voglia.

Inoltre non aveva molti amici, e questo sicuramente aiutava; quasi mai qualcuno si impicciava della sua vita o gli chiedeva di fare cose tipiche di un ragazzo della sua età. A ventiquattro anni ci si aspetta che si esca, si faccia baldoria e si torni a casa strisciando, con più alcol in corpo che sangue. Ma Law non era tipo da queste cose, affatto. Preferiva la sua monotona vita, che era sicura e per niente pericolosa.

Dire però, che non aveva nemmeno un amico, era sbagliato. Uno ce l'aveva eccome.

Si chiamava Penguin, ed era un ragazzo particolarmente loquace, oltre che ad essere il suo vicino d'appartamento. Strano lo era anche lui, e Law si era convinto, dopo tutti quegli anni, che era proprio quello il motivo per cui erano diventati tanto amici. All'inizio Penguin aveva dovuto faticare per ottenere la sua fiducia, perché Trafalgar era restio ad aprirsi con qualsiasi cosa avesse a che fare con il genere umano; ma poi, poco alla volta, si era sciolto, e aveva deciso che per una volta poteva fare un'eccezione. Ci aveva visto giusto, e Penguin si era rivelato un amico fedele e affidabile.

Frequentava medicina anche lui, ma non ne sembrava particolarmente entusiasta. Spesso e volentieri si lamentava di tutto quello che doveva studiare, iniziando monologhi insensati che Law non stava nemmeno più a sentire. Si chiedeva perché allora, prolungasse quella tortura; ma badava bene dal chiederglielo, consapevole che avrebbe dato inizio ad un altro monologo con conseguente crisi isterica da parte di Penguin. E no, non ne aveva decisamente voglia.

Una nuvoletta di condensa fece la sua comparsa quando Law sbuffò pesantemente, accortosi di essere arrivato a destinazione.

Viveva in uno di quei palazzoni dove era rintanata la maggior parte degli studenti che non avevano abbastanza soldi per permettersi un appartamento dentro al campus. Non che questa cosa gli dispiacesse, anzi. Apprezzava la privacy che aveva in quel luogo; di solito nessuno faceva domande di nessun genere, e la maggiore conversazione che si poteva avere era un semplice buongiorno o buonasera, dipendeva dai casi. Law apprezzava quella tranquillità che gli permetteva di studiare, se si escludevano le visite di Penguin, ma quelle erano sempre gradite, la maggior parte delle volte.

Sbuffò nuovamente, mentre apriva il portone principale e si lasciava il freddo alle spalle, pronto a fare le solite tre rampe di scale a piedi. No, non avevano l'ascensore.

Leggermente affannato, arrivò davanti alla sua porta, la numero 8; estrasse la chiave dalla tasca dei jeans e la aprì, trovando ad accoglierlo un caldo piuttosto ben gradito.

Sì, decisamente si meritava qualche ora di riposo.


Eustass Kidd stava quasi per addormentarsi ad una noiosissima lezione di ingegneria meccanica, che gli aveva occupato la fine del pomeriggio quando avrebbe potuto utilizzarla in attività molto più divertenti.

Di tanto in tanto il suo amico Killer, uno strano ragazzo dai lunghi capelli biondi, gli rifilava qualche gomitata in mezzo alle costole per impedirgli di addormentarsi sul serio e russare. Sì, perché Eustass Kidd russava peggio di un vecchio camionista fumatore.

Non era molto felice di essere riportato alla realtà a quel modo, ma in quel momento non poteva di certo mettere in subbuglio l'aula; Killer l'avrebbe pagata a lezione finita.

Lo sapeva che quel bastardo non aspettava altro che quelle occasioni per prendersi un po' gioco di lui, solo quando era pienamente sicuro che non avrebbe potuto reagire. In altre circostanze se ne guardava bene anche solo di tentare un azzardo del genere; avrebbe potuto perdere i testicoli, in quel caso. Ma sapeva che, anche se Kidd lo aveva fulminato con un'occhiata truce che avrebbe fatto scappare chiunque, alla fine della lezione sarebbe sbollito abbastanza per poterlo perdonare ed evitare di tirargli il collo.

Eustass Kidd in fondo era una persona misericordiosa.

Però aveva un sonno fottuto, e riuscire a tenere gli occhi aperti in quel preciso momento risultava particolarmente difficile. Aveva ancora da smaltire la sbronza di ieri sera, con conseguente rissa di cui quasi non ricordava nulla. Spesso si chiedeva come riusciva sempre a finire in mezzo a qualche zuffa, ma poi rideva e concludeva che la cosa non gli dispiaceva poi più di tanto.

Finalmente quel rammollito del professore smise una volta per tutte di parlare, congedandosi e lasciando la tanto agognata libertà ai suoi studenti.

Ti è andata bene”disse Kidd una volta uscito dall'aula, rivolto a Killer.

Quello lo guardò sorridendo di rimando alle labbra incurvate del suo amico dai capelli rossi, che lo guardava strafottente.

Come sempre” rispose quello, facendo spallucce.

Kidd scrollò le spalle leggermente infastidito, ma ogni pensiero di prendere a calci il suo amico ormai era svanito, e nella sua testa c'era solamente il desiderio di tornarsene a casa e svaccarsi una volta per tutte sul suo divano.

Rimasero in silenzio finché non arrivarono alla strada principale appena fuori dal college, dove le loro strade si dividevano. Purtroppo non avevano trovato un alloggio vicino, e nemmeno un appartamento dove vivere insieme; nonostante Killer fosse praticamente sempre in casa di Kidd. Ma quella sera anche il biondo voleva solamente starsene per i fatti suoi senza nessuno tra i piedi. Sapeva che Eustass non si sarebbe offeso per niente.

Ci si vede” lo salutò infatti, ricevendo per risposta il braccio alzato dell'amico già di spalle.

Killer rise e scosse la testa prima di prendere la sua strada, sorridendo alla poca educazione di Kidd.

Non c'era da stupirsi se tutti ne avevano paura e l'unico amico che mai avesse avuto al mondo fosse lui. Era dalle superiori che se lo trascinava dietro, e non gli aveva fatto paura nemmeno per un secondo, finché non lo aveva visto arrabbiato. Allora, e solo allora, si era seriamente ricreduto su quanto potesse essere pericoloso. Ma nemmeno a quel punto era riuscito ad abbandonarlo. E mai lo avrebbe fatto.

Kidd si trascinava con poca voglia verso casa sua. Sarebbe stato meglio definirla un buco, perché effettivamente lo era, ma a lui andava bene così. Gli serviva per dormire, mangiare a volte e, quando era ispirato, anche a studiare. Non che fosse un completo imbecille, ma lo studio non era proprio la sua passione. Teneva però immensamente alla sua carriera universitaria, ed era convinto che, una volta finiti quei quattro anni e presa la specializzazione, sarebbe diventato qualcuno.

Arrivato davanti a casa, sbuffò. Viveva in uno di quei palazzoni dove era rintanata la maggior parte degli studenti che non avevano abbastanza soldi per permettersi un appartamento dentro al campus. Odiava fare i due piani che lo separavano dal suo appartamento, e più di tutto, detestava dover incontrare qualcuno su per le scale o peggio, dalla porta accanto.

Ma quello fu un giorno fortunato, perché nell'edificio pareva non esserci anima viva.


Si era palesemente addormentato sul divano, e ciò che lo aveva svegliato era stato il rumore del suo stomaco che gli ricordava che, se voleva vivere ancora per un lasso ragionevole di tempo, allora avrebbe dovuto mangiare qualcosa.

Non era strano che Law saltasse i pasti, troppo concentrato com'era sui suoi libri per dar retta a stupidi bisogni fisiologici; eppure doveva ben sapere che non sarebbe arrivato molto lontano, se avesse continuato così.

Si alzò di malavoglia dal suo comodo giaciglio per raggiungere il frigo e trovarlo miseramente vuoto. Un moto di stizza lo pervase, tanto che chiuse con uno scatto poco gentile l'anta del povero elettrodomestico. Si era pure dimenticato di andare a fare la spesa, dannazione.

Lanciò uno sguardo veloce all'orologio appeso al muro, che segnava le sei e cinque, e si decise a mettersi scarpe e giubbotto per andare a comprare qualcosa da mettere sotto i denti.

Non che ne fosse entusiasta, ma doveva pur sopravvivere in qualche modo.

L'aria che lo accolse era decisamente più fredda di quella di due ore prima e molto più buia, così Law si strinse maggiormente nel cappotto e maledisse quel freddo umido. Gli piaceva, il freddo, ma decisamente in quel momento avrebbe odiato qualunque cosa e chiunque.

E, decisamente, quello era il giorno meno adatto per avercela col mondo; ma lo avrebbe scoperto solo più tardi.

Uscendo dal supermercato con un numero ragionevole di buste che facevano presupporre che ne avesse abbastanza per almeno una settimana, si avviò nuovamente verso casa, ancora di umore nero.

Quel giorno, però, evidentemente l'Universo doveva avercela con lui, perché decise che no, non poteva rimanersene in santa pace a pensare agli affari suoi.

Sentì un rumore strano provenire alla sua sinistra, poco più avanti di lui; inizialmente non ci fece molto caso, ma quando un cane di taglia abbastanza grossa sbucò da una via secondaria, i suoi occhi ne furono catturati e si dovette fermare per contemplare quella scena ambigua.

Un cane di per sé non è qualcosa di così eclatante, ma quello aveva qualcosa di diverso. Decisamente. Law sapeva che era un cane perché la morfologia era quella, ma quel povero animale era quasi irriconoscibile da quante ferite e sangue aveva addosso. Si chiese come diavolo facesse a rimanere in piedi in quelle condizioni.

Fece per avvicinarsi, ma una gamba spuntata dallo stesso vicolo, colpì l'animale, che rotolò di lato guaendo dolorosamente.

Cane bastardo!” sentì ruggire dal proprietario di quell'arto che non poteva vedere in faccia, complice il buio ormai della sera.

Law rimase spiazzato per un momento davanti a quella scena; solitamente era indifferente a tutto, ma mai si sarebbe aspettato una cosa del genere.

Intanto il cane emetteva dei lamenti atroci, accartocciato lì per terra sul ciglio del marciapiede. Era una scena penosa, davvero penosa.

Trafalgar Law non era un grande animalista, nonostante amasse particolarmente gli orsi polari; ma quel teatrino era qualcosa che non poteva sopportare nemmeno lui.

Prenditela con qualcuno della tua stazza, idiota” disse ad alta voce, mentre si avvicinava al povero animale, notando che era messo peggio di quanto non avesse visto poco prima.

Per risposta ricevette una risata roca, gutturale e molto sinistra. A dirla tutta, non sembrava nemmeno una risata del tutto umana. Avrebbe fatto paura a chiunque, ma Trafalgar Law non era chiunque.

Cosa diavolo vuoi ragazzino?” aggiunse poi l'uomo, ancora nascosto nell'ombra. Si potevano vedere solo i suoi occhi maligni brillare nell'oscurità.

Law lo ignorò volutamente, continuando a studiare quel cane riverso a terra che a stento riusciva a respirare.

Cerchi rogne, eh?” lo provocò la figura, non volendo comunque saperne di uscire allo scoperto.

Probabilmente, pensò il ragazzo, era uno di quei classici personaggi che sapevano solo sputare parole velenose senza avere il coraggio, o la forza di agire. Vigliacco, in poche parole.

Ma Law aveva fatto male i suoi conti.

Dannato ragazzino insolente, chi ti credi di essere?” ringhiò, lasciando la penombra del vicolo per scagliarsi su di lui come un leone rabbioso. Le buste della spesa caddero rovinosamente a terra spargendo tutto il loro contentuto.

Law non ebbe nemmeno il tempo di reagire; quell'uomo era stato fulmineo che quasi non era riuscito a cogliere quel movimento né tanto meno lo spostamento d'aria che aveva provocato.

Si ritrovò schiacciato contro la parete dell'edificio più vicino, mentre quell'uomo sconosciuto gli bloccava le braccia all'altezza del gomito e, come se non bastasse, aveva un ginocchio puntato proprio in mezzo alle sue gambe.

Il ragazzo dovette trattenere un gemito di dolore; non gli avrebbe dato la soddisfazione di essere visto sofferente.

Che c'è, hai perso la lingua?” disse ancora quello in modo tagliente, ghignando e avvicinandosi al viso del ragazzo che teneva prigioniero. Ancora una volta Law dovette trattenere un gemito, ma questa volta di disgusto: quell'uomo puzzava terribilmente. Sembrava quasi una specie di gas velenoso.

Rise di nuovo, aumentando la pressione del ginocchio. Questa volta il ragazzo, nonostante tutta la sua buona volontà, non riuscì a reprimere una smorfia di dolore, ma riuscì ancora a controllare la sua voce, che ricacciò in gola in maniera violenta.

Improvvisamente il cane guaì di nuovo, spostando l'attenzione dell'uomo su di lui. Senza un apparente motivo, quello lasciò andare Law, il quale si accasciò a terra dolorante, per occuparsi del cane.

Stai zitto, bastardo!” gli urlò contro, tirandogli l'ennesimo calcio che lo fece finire in mezzo alla strada.

Ma che cazzo stai facendo?” chiese una voce sconosciuta, poco distante da lui.

L'uomo non parve per nulla spaventato, pronto a fare nuovamente lo spavaldo, ma cambiò idea quando spostò lo sguardo su un ragazzo molto alto, con degli strani occhiali da pilota a trattenergli la massa di capelli rossi sparata in aria, e uno sguardo assassino.

Rimase senza parole, come se quegli occhi lo avessero paralizzato e piantato per terra.

Non lo sai che i codardi come te andrebbero cancellati dalla faccia delle terra?” il suo tono era duro e aggressivo, uno di quelli che non ammette repliche.

Cos'è, sei un animalista convinto?” chiese ironico, sperando che la sua lingua tagliente lo salvasse anche questa volta.

Di rimando il ragazzo scoppiò a ridere, facendogli venire i brividi.

Non sono cazzi tuoi” rispose sgarbatamente, avvicinandosi a lui e prendendolo per il colletto della giacca.

E comunque no” terminò, portandoselo all'altezza del proprio viso, lasciando venti centimetri buoni tra i piedi dell'uomo e il marciapiede.

Quello deglutì sonoramente, il che provocò un sorriso assai sinistro sulla bocca tinta di rossetto di quel tale dall'aria inquietante. Aveva ottenuto esattamente ciò che voleva: l'uomo non riusciva ad articolare nemmeno una parola.

È solo che detesto quando mi rubano tutto il divertimento” sibilò tra i denti, e nel mentre scaraventò l'uomo dall'altra parte della strada.

E adesso levati dai piedi!” ordinò seccato, senza mai staccargli gli occhi di dosso.

L'uomo si alzò in tutta fretta, si rassettò gli abiti e i lunghi capelli blu in meno di mezzo secondo e se la diede a gambe.

Quel fottuto ragazzo dai capelli rossi gliel'avrebbe pagata, e anche molto cara.

Intanto Law, ancora seduto per terra con la schiena appoggiata al muro, aveva assistito a tutta la scena, attento a non perdersi nemmeno il più piccolo particolare. Un sorrisetto compiaciuto era nato sulle sue labbra, ma era scomparso non appena aveva provato a muoversi.

Hai intenzione di rimanere lì come un coglione?” gli chiese quello strano ragazzo dai capelli rossi, guardandolo a braccia incrociate con uno sguardo di sufficienza.

Fatti i cazzi tuoi” gli rispose gentilmente Law, tirandosi in piedi a fatica.

Non appena ebbe riacquistato un minimo di stabilità, si avvicinò al cane, che nel frattempo sembrava essere svenuto.

Respirava a fatica e aveva sangue che colava da ogni parte del corpo. Per quanto Law fosse bravo al corso di medicina, e probabilmente sarebbe stato uno dei dottori migliori in circolazione una volta laureatosi, non se ne intendeva per niente di cani.

Dobbiamo portarlo da un veterinario” fu tutto quello che disse.





ANGOLO DELLA DEMENZA

Salve salvino miei cari tortini alla frutta arrivati sin qui!
Eccomi, in tempo record aggiungerei, con il nuovo capitolo. Credetemi che per me, aggiornare una volta alla settimana è davvero un'impresa ardua! Ma ogni tanto ce la posso fare anche io ad essere una persona puntuale.
Giusto due precisazioni.
Stando ai miei (errati e sconclusionati. Non sono mai stata brava in matematica, nemmeno nelle operazioni più elementari) calcoli, in teoria se Law ha ventiquattro anni, dovrebbe frequentare il secondo anno di specializzazione, o dottorato. Kidd, che invece ne ha ventuno, è al terzo anno di college; i due hanno tre anni di differenza, e quindi anche gli anni dell'università sono tre. Premettendo che in America il college comincia a diciotto anni e ne dura quattro, e il dottorato dovrebbe durarne o due o tre, siamo a cavallo! E anche se non fosse esattamente così, concedetemi questa licenza poetica. Questo solo perché io odio dover cambiare le cose dello zio Oda, e quindi cerco di essere più fedele possibile a ciò che ha creato lui. Perdonatemi, è una mia fissazione.
Se avete notato una frase ripetuta sia nella parte di Law, che in quella di Kidd, non preoccupatevi, non sono impazzita, ma era voluta.
Un'altra cosa. Adesso io non so se al college funzioni davvero così per gli appartamenti, ma mi piaceva questa cosa, e quindi ho preso un'altra licenza poetica in questo senso. Mi piace sapere quei due squattrinati e senza ascensore. Si è capito no, che abitano nello stesso palazzo? Ops, ho fatto spoiler!
E invece, avete capito chi è il gran bastardo che picchia quella povera bestia? *gongola*, è capibilissimo, lo so.
Ancora una piccola cosa. Spero di non aver ucciso letteralmente tutti i personaggi che qui appaiono, in tal caso, sono graditi commenti a riguardo, giusto per capire se sto andando nella direzione giusta oppure no. Sicuramente è un no, ma vorrei proprio sentirlo da voi. Specialmente da chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite e ricordate, che tra l'altro ringrazio davvero, ma il vostro parere vorrei sentirlo, anche solo per dirmi che questa storia è una cagata pazzesca e che fa schifo al mondo.
Comunque, vi dico solo che Kidd non è diventato amorevole e animalista di punto in bianco. È sempre inquietante e senza sopracciglia. L'unica cosa che gli invidio sono i capelli rossi. Maledetto.
Detto ciò, ringrazio con tutto il mio piccolo cuore l'anima pia che ha recensito lo scorso, misero, capitolo! Grazie!
A presto miei tortini!
Peace!


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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


TWO BOYS, A DOG AND MANY MESSES

Capitolo 2



~ È bello girare la collina insieme al cane: mentre si cammina, lui fiuta e riconosce per noi le radici, le tane, le forre, le vite nascoste, e moltiplica in noi il piacere delle scoperte.
(Cesare Pavese)


Non era una di quelle situazioni che si definiscono piacevoli; anzi, era esattamente il contrario. Kidd non sapeva che nome appioppare a tutta quella faccenda che gli si era consumata sotto agli occhi ad una velocità incredibile.
Voleva solo tornarsene a casa, e invece si era ritrovato sulla sua strada un pazzo che puzzava terribilmente di gas, perché poi, questo Eustass proprio non lo sapeva; un ragazzo che sembrava dovesse spezzarsi da un momento all'altro e un cane in bilico tra la vita e la morte. Non che gliene fregasse tanto, a dire il vero; non che non gli piacessero gli animali, solo che ne era completamente indifferente. E invece eccolo lì, ad aver aiutato quel ragazzo con il labbro spaccato e gli occhi che ti squadravano come una radiografia, a rimettere la spesa dentro i sacchetti che erano rotolati per terra, e adesso camminare di fianco a lui con i suddetti in mano mentre il proprietario teneva in braccio il cane moribondo.
Perché Kidd si fosse lanciato in un'opera tanto magnanima, nemmeno lui lo comprendeva; eppure gli piaceva veder soffrire la gente, anche picchiarla se proprio la si voleva dire tutta. Ma quella volta c'era qualcosa di diverso, che non gli tornava; sarà stata tutta quell'assurda situazione, oppure gli occhi taglienti di quel tizio da strapazzo che lo stava fissando insistentemente e che poco prima gli aveva ordinato, senza nemmeno dirlo direttamente, che quell'animale doveva essere portato dal veterinario. Che ce lo portasse lui dannazione!
Però gli era andato inspiegabilmente dietro. Gliel'avrebbe fatta pagare, oh sì.
Che cazzo hai da fissare?” sibilò rabbioso in direzione di Law, che per tutta risposta si aprì in uno dei suoi sorrisetti maligni.
Quanta educazione in una sola persona” lo schernì, girando la testa e distogliendo lo sguardo. Parlare gli era costato fatica; lo stomaco ancora gli doleva per le botte subite poco prima, ma non lo avrebbe di certo dato a vedere. Non era mai stato molto prestante in fatto di forza fisica; sì, i suoi muscoli erano sviluppati, ma propendeva per la resistenza, piuttosto che per la forza. Come erano soliti chiamarlo i suoi adorabili compagni di classe ai tempi del liceo, tutto cervello e niente muscoli. Che poi quello per Trafalgar fosse un complimento, non gliel'aveva mai detto; ma se solo avessero potuto vedere sotto quegli abiti un po' troppo larghi! Quello che celavano era tutto da gustare.
Non penso di doverti niente” rispose Kidd, ringhiando e agitando le buste.
Anzi, sei tu che mi devi qualcosa!” sorrise malevolo, mettendogli le suddette sotto al naso.
Law lo squadrò, continuando a camminare, finché non inchiodò i suoi occhi in quelli ambrati del ragazzo che lo sovrastava alla sua sinistra.
Io non ti ho chiesto proprio niente” lo sfotté, giusto perché voleva divertirsi. Ma quella alla fine era solo la verità.
Eustass serrò le dita sui sacchetti talmente forte da farsi diventare le nocche bianche -ancora più bianche-, e fu sul punto di esplodere in uno dei suoi soliti improperi e di prendere a bastonate quell'irritante ragazzino con un discutibile cappello.
Ascoltami bene brutto bastar...” cominciò, ma fu interrotto da una specie di sibilo che provenne dalle labbra dell'altro ragazzo.
Sì, sono un bastardo, lo so, grazie” lo interruppe, sospirando e chiudendo gli occhi.
Ma possiamo rimandare a quando sarà tutto finito? Ti prometto che potrai ridurmi in pezzi, se proprio ci tieni” concluse serafico, rivolgendogli un altro di quei sorrisetti che lo facevano imbestialire.
Kidd lo fissò stranito; mai nessuno aveva osato interromperlo, prima, e poi lasciargli la strada libera. Non trovò nemmeno nulla di intelligente da ribattere, per la prima volta in vita sua. Guardò quel ragazzo esile che camminava a passo svelto con quel cane in braccio, sporcandosi di sangue. Era pazzo, non c'era altra spiegazione. Ma poco male, lo avrebbe massacrato a tempo debito per la sua irriverenza. Sì, si sarebbe di sicuro divertito.
Trafalgar Law, comunque” spaccò di nuovo il silenzio, non degnandolo più di quello sguardo che tagliava.
Eh? Ah” rantolò Kidd, parendo un imbecille che non aveva capito, distratto com'era dai suoi pensieri.
Eustass Kidd” aggiunse seccato, notando un risolino scappare dalle labbra dell'altro. Oh se lo avrebbe distrutto; non sarebbe rimasto più niente.
Continuarono il tragitto in silenzio, e Kidd si chiese se quel Law sapesse dove potesse trovarsi un veterinario. Elucubrò per tutto il tempo, ma nonostante quel tipo non gli andasse particolarmente a genio, continuò a seguirlo finché non furono dentro alla prima clinica veterinaria che trovarono. Evidentemente sapeva dove poteva trovarsi.

Rimasero fuori ad aspettare, in sala d'attesa che fortunatamente era deserta. Nessuno dei due aveva la benché minima voglia di avere occhi curiosi e giudicanti addosso mentre aspettavano una qualsiasi notizia di quella povera bestia.
Il dottore li aveva guardati con sdegno e diffidenza, vedendo il cane ridotto a quel modo. Probabilmente pensava che fossero stati loro due a ridurlo così, ma come gli aveva gentilmente spiegato Law, sicuramente se fosse stata colpa loro non si sarebbero presi la briga di salvare quell'animale, ma lo avrebbero semplicemente lasciato a morire per strada.
Il medico non sembrava così convinto, ma decise che era comunque il caso di soccorrerlo il prima possibile.
Spero si possa fare ancora qualcosa” aveva detto, gelido, per poi voltarsi e sparire dietro alla porta a vetri.
Così i due ragazzi erano rimasti soli, lì seduti e in silenzio, a guardare il muro di fronte a loro tappezzato di volantini vari e colorati per un tempo interminabile. Kidd li leggeva senza il minimo interesse, non assimilando neanche una parola di ciò che c'era stampato sopra. Law non era da meno, ma sembrava leggermente più preoccupato del rosso, anche se era difficile stabilirlo.
Chi era quel tizio?” chiese ad un tratto il rosso, spostando la sua attenzione su Law.
Quello si girò, puntando i suoi occhi grigi in quelli curiosi di Kidd. Fu quantomeno agghiacciante.
Non ne ho la minima idea” rispose calmo, tornando a fissare il muro.
Se prima Kidd lo trovava irritante, adesso aveva la conferma che gli avrebbe spaccato la faccia, prima o dopo.
E allora per quale fottuto motivo ti ha preso a calci nel culo?” chiese, con l'intento di pungerlo sul vivo.
Di nuovo quello si girò verso di lui con aria strafottente di chi sa per certo di capire di più degli altri. Irritante oltre il limite della decenza.
Stavo solo cercando di salvare un povero animale” e ghignò, come se stesse pensando esattamente l'opposto di ciò che aveva detto.
Che animo misericordioso!” lo prese in giro il rosso, ghignando divertito.
Law lo guardò di sottecchi da sotto il cappello; era inquietante il modo che aveva di porsi e di ridere quell'individuo, decisamente. Ma lo attraeva in un modo strano, catturava il suo interesse come nemmeno i corpi senza vita all'obitorio. Era decisamente intrigante.
Mai quanto il salvatore con la pelliccia che è venuto in mio soccorso” rispose lui per le rime, ghignando più che mai senza più nascondersi sotto la tesa del cappello.
A Kidd andò il sangue al cervello. Mai si poteva fare affermazione più sbagliata sul suo conto; e gli sembrava pure che gli avesse insultato la sua amata pelliccia. Ma prima che potesse rispondere a tono, quello rincarò la dose.
Tra l'altro, quella cosa, che razza di animale è?” e indicò proprio l'indumento rossiccio che gli ricadeva dalle spalle.
Eustass dovette far ricorso a tutto il suo poco autocontrollo per non rivoltare quel posto in meno di mezzo secondo. Nessuno poteva rivolgersi a lui in quel modo, nessuno. Men che meno il primo coglione che aveva trovato sulla sua strada.
Si aprì in uno dei suoi ghigni più feroci e cattivi, prima di sputargli addosso le parole.
Avevo solamente voglia di sgranchirmi un po' le ossa, sai, mi prudevano le mani” e il suo sguardo si fece eloquente e maligno. Avrebbe fatto paura a chiunque, con quegli occhi d'ambra iniettati di sangue che non aspettavano altro che una provocazione per piantare su un macello. A chiunque, ma non a Trafalgar Law, che li trovava maledettamente eccitanti.
Rise, quasi senza controllo, il dottorino, lasciandosi andare per una volta rara, molto rara.
E adesso che cazzo hai da ridere?” ringhiò Kidd, alzandosi di scatto dal suo posto e afferrando quell'odioso ragazzotto dal colletto della sua felpa gialla e sporca di sangue.
Cerchi rogne per caso?” chiese minaccioso, ad un palmo dal suo naso.
Ma quello sembrava non avere paura, e quel suo maledetto ghigno rivoltante era sempre ben presente sulle sue labbra.
Kidd era sul punto di perdere davvero il controllo, mentre fissava quel Trafalgar dritto negli occhi, così da vicino da poter vedere le sfumature delle sue iridi. Intanto qualcosa di strano gli era penetrato nelle narici, un odore che mai aveva sentito prima e che collegò fosse proprio quello del ragazzo di fronte a lui. Era buono, indubbiamente. Scosse impercettibilmente la testa, scacciando quel pensiero che lo disturbava dal suo vero obiettivo.
Ne ho avute abbastanza per oggi, ma grazie dell'interessamento”.
Ma quel ragazzo riusciva a provare paura oppure era un'emozione a lui non familiare? Chiunque si sarebbe fatto piccolo piccolo di fronte alla stazza di Eustass Kidd, ma non Trafalgar Law. C'erano davvero poche cose che gli incutevano timore, e il rosso non faceva decisamente parte di quella cerchia ristretta.
Lo lasciò andare bruscamente, tanto che per poco non sbatté la testa contro al muro dietro di sé, ma nemmeno in quel momento smise di ghignare.
Kidd tornò al suo posto, lasciandosi sgraziatamente cadere sulla sedia e sbuffando di frustrazione. Era la prima volta che gli capitava un tipo del genere. E non gli piaceva per niente.
Per fortuna poco dopo il veterinario tornò da loro, evitando un'altra imbarazzante conversazione.

Il cane sta bene, non è in pericolo come pensavo...” lasciò la frase in sospeso, guardando i due bizzarri ragazzi in piedi davanti a lui. Non gli promettevano nulla di buono.
Si riprenderà, ma ha bisogno di estremo riposo” concluse, sospirando.
Bene, ce ne possiamo anche andare” disse perentorio Kidd, troppo smanioso di togliersi quella bestia dalle croste e tornarsene finalmente a casa. Aveva sprecato fin troppo tempo.
Veramente...” tentò il dottore, vedendo che il ragazzo stava per uscire, diretto verso la porta “Se rimane qui bisogna pagare la degenza”.
Kidd si girò con uno sguardo furente negli occhi, che fece sobbalzare il povero veterinario.
E dove li trovo i soldi?” ringhiò infastidito; sicuramente non sembrava una persona piena di soldi.
Chieda a lui, sembra una persona ricca” disse, indicando Law che intanto stava sbuffando sonoramente. Quell'Eustass era davvero un imbecille.
Il dottore guardò prima lui e poi l'altro, non riuscendo bene a capire il perché si fosse rivolto a lui in quel modo. Non si conoscevano? Ma quelle domande erano destinate a non trovare risposta, perché Law fu più svelto.
Lo tengo io” disse freddamente, lanciando un'occhiata assassina al ragazzo coi capelli rossi.
Che terapia deve seguire?” chiese infine, tornando a volgersi verso l'uomo col camice.
Quello sembrò tornare alla realtà, sbattendo ripetutamente gli occhi.
Ah beh...bisogna cambiargli quotidianamente le bende, facendo attenzione che la ferita non si infetti e, beh..disinfettarla” balbettò.
Bene, bisogna usare dei medicinali particolari?” chiese il moro, con fare molto esperto; difatti il dottore lo guardò stranito.
Beh, no, basta solo che le ferite siano sempre pulite”.
Grazie dottore, se non le dispiace ora lo porterei a casa” disse Law, tornando ad un tono neutrale.
Sa, non sono così ricco come pensa il mio amico” e così dicendo indicò Kidd con un cenno della testa.
L'uomo fece vagare ancora una volta lo sguardo tra l'uno e l'altro, quasi con paura; poi borbottò qualcosa e si diresse nuovamente dietro la porta a vetri dove era scomparso prima.
Io non sono tuo amico, ficcatelo in quella testa” disse Kidd, una volta che il medico fu uscito dalla stanza.
Non l'ho nemmeno mai pensato” rispose semplicemente Law, inclinando il capo sulla spalla destra e sorridendo ancora una volta.

Si ritrovarono di nuovo in silenzio a camminare nel buio della sera di novembre. Questa volta Law si era ripreso i sacchetti della spesa, che portava lungo le braccia, mentre reggeva saldamente la povera bestiola tutta piena di bende. Dormiva beatamente, e di tanto in tanto emetteva qualche mugolio di dolore, per poi tornare silenziosa e col respiro regolare. Il veterinario aveva detto che era un maschio, e Law stava pensando a che nome potesse dargli, dato che aveva deciso che lo avrebbe tenuto con sé. Aveva sempre desiderato un cane da bambino, come tutti; un po' di compagnia non gli avrebbe di certo fatto male. E poi non aveva la minima intenzione di lasciarlo di nuovo per strada.
Kidd, intanto, era più avanti rispetto ai due, le mani in tasca e un'espressione quasi crudele. Si stava chiedendo quando mai quel ragazzo infernale lo avrebbe lasciato in pace. Ad un certo punto, dopo un quarto d'ora in cui quello continuava a rimanergli dietro, non ce la fece più.
La vuoi piantare di seguirmi?!” sbottò acido, con tutta la cattiveria che aveva a disposizione.
Trafalgar lo guardò storto, quasi come se non stesse capendo.
Che carino, ti reputi così importante!” sputò poi, velenoso. Il viso di Kidd si contorse in una smorfia che non prometteva davvero nulla di buono. Dio se era irritante quel coglione!
Adesso ti ammazzo per davvero!” urlò, bloccandosi in mezzo al marciapiede.
Così saldiamo il conto di prima” aggiunse crudele, ma nemmeno quel teatrino scompose Law.
Abitiamo nella stessa zona, non ci sei arrivato da solo?” spiegò con fare elementare Trafalgar, sorpassando il rosso e non degnandolo nemmeno di uno sguardo. Quello rimase lì impalato, non sapendo bene che cosa dire. Si riebbe subito, strattonando l'altro ragazzo per un braccio, infelice che gli avesse detto una cosa così banale a cui non aveva minimamente pensato, facendolo passare per un cretino.
Non mi prendi per il culo!” insistette, riprendendo a camminargli vicino.
Law sbuffò, prendendo fiato e sottraendosi a quella presa che doveva essere ferrea, ma che risultò invece troppo debole.
Abito nel residence vicino all'università” spiegò con calma, mentre Kidd mollava la presa e assumeva davvero la faccia da cretino. Non ci aveva davvero pensato a quell'eventualità.
Vai al college?” chiese, seriamente curioso, sperando che la sua figuraccia passasse inosservata.
Sono al secondo anno di specializzazione di medicina”.
Eustass rimase interdetto un attimo. Non avrebbe dato più di diciotto anni a quell'essere da strapazzo, eppure o era un genio, o ne aveva davvero di più di quello che pensava.
Mi vuoi dire che hai ventiquattro anni?” chiese meravigliato.
Wow, sai fare i calcoli vedo” rispose serafico quello, non smettendo di camminare.
Ne dimostri diciotto, di anni” lo prese in giro Kidd, ghignando spudorato, ma non ebbe nemmeno la soddisfazione di avere una risposta dal diretto interessato. Così decise che era meglio stare zitto, per una buona volta.
Finalmente furono nei pressi del loro appartamento, e con grande disappunto di Kidd, vide che Law estraeva le chiavi per entrare proprio nel suo palazzo. Non bastava che frequentasse la stessa struttura dell'università, doveva vivere pure nel suo stesso edificio. Magari era anche il suo vicino di casa e nemmeno lo sapeva. Che gran seccatura.
Sbuffò non appena aprì il portone principale e si affrettò ad oltrepassarlo di gran carriera. Il destino quel giorno gli aveva riservato fin troppe sorprese.
Presero a salire le scale, sempre in completo silenzio, mentre Kidd non vedeva l'ora di liberarsi di quel tizio dall'aria strana e misteriosa.
Fu sollevato quando lo vide avanzare ancora per il terzo piano; almeno non dovevano dividere il pianerottolo.
Cazzo di sfiga, pure nello stesso palazzo me lo dovevo ritrovare” disse a denti stretti, ma non troppo a bassa voce; infatti Law sentì tutto e non perse occasione di rispondere.
Sei proprio un gentleman sveglio, mio caro Eustass-ya” disse divertito, e se avesse avuto la mano libera, sicuramente gli avrebbe riservato il suo migliore dito medio.
Fanculo stronzo!” rispose il rosso, armeggiando con la sua serratura difettosa ed entrando in casa propria.
La cosa è reciproca” sussurrò Trafalgar, mentre il cane cominciava ad agitarsi tra le sue braccia.






ANGOLO DELLA DEMENZA

Salve miei adorati tortini! *qualcuno mi farà causa per questo nomignolo che affibio a tutti voi* Sono tornata dopo un soggiorno a Parigi e una mezza influenza; ma sono più che forte che mai! Tra un esercizio di latino e l'altro mi sono dilettata a questo capitolo, che in realtà non ho la minima idea di come sia venuto fuori...l'idea di base era un'altra, quindi non saprei proprio bene...
Via, cominciate pure con le critiche per l'OOC! Io sono qui, pronta ad accoglierle con tanto amore! *rotola spargendo cuori a destra e manca*
Mi sono accorta solo ora che mi sono imbarcata in un'avventura più grande di me...insomma, questi due da rendere sono davvero difficili! Non so come facciano le altre autrici e renderli così bene...io ho paura di averli letteralmente stuprati, poverini! Mannaggia a me e alle mie idee malsane che mi girano in testa.
Più vado avanti con la storia, e meno mi sembra credibile, ma va beh, non sarebbe da me altrimenti.
Devo ancora decidere se Kidd mi piace o no, proprio non riesco a inquadrarlo. Law si è guadagnato un posto nel mio cuore, invece. La sua storia passata mi fa frignare come una poppante che ha fame. Povero ragazzo!
Finito questo sproloquio, voglio ringraziare tutti quelli che mi seguono, e in particolare le anime pie che hanno lasciato una traccia del loro passaggio! Tanto ammmmmore per voi!
A presto miei pulzelli, si spera!

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