Abbi il coraggio di avere paura

di io_sono_nessuno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si parte ***
Capitolo 2: *** In cima al mondo ***
Capitolo 3: *** In mezzo alla strada ***



Capitolo 1
*** Si parte ***


Giorno 1

 

Anna

 

Ho problemi? Sì, direi di sì.

Ho intenzione di risolverli? No.

Mi siedo sul bordo del finestrino lasciano le gambe dondolare all'interno vicino a Matt che sarebbe seduto vicino a me. Da qui sento tutto con se fossi in un universo parallelo, tutti i miei sensi sono amplificati: sento l'aria in faccia, la sento percorrere i confini del mio viso e poi ricominiciare a correre libera, la sento graffiarmi il viso a farmi il solletico, la sento nelle orecchie che produce quel rumore strano che ti fa solo capire di aver raggiunto la velocità adatta per divertirti, quella con cui potresti farmi male. Sento anche Oliver da davanti che mi urla di rientare e gli ubbidisco con uno sbuffo che probabilmente nessuno a parte gli alberi e l'asfalto che ci circondano ha sentito.

-Anna devi subito iniziare?-

-Sì, e lo sai-

-Lo sappiamo: non ti diverti se non rischi la vita- Interrompe Percy con un tono quasi annoiato e io gli lancio un'occhiataccia ma subito dopo sorrido furba: sarà la miglior vacanza mai esistita.

-Il mio obbiettivo non è rischiare la vita, io voglio avere paura, voglio adrenalina-

-Drogati- Sento Matt borbottare e scoppio a ridere senza rispondere, tanto sanno come la penso.

 

Decidiamo di fermarci a una specie di locanda moderna, a me non ispira molto ma gli altri sembrano convinti e poi stiamo tutti morendo di fame, salto giù dal finestrino e poi apro la portiera a Matt con fare da autista, cosa che non potrei essere dati i miei 17 anni ma sono particolari. Tutti i ragazzi scendono e Percy va a parlare con la cameriera polacca, che poi io dico...proprio in Polonia dovevamo andare? Il ragazzo torna tutto contento e ci annuncia che c'è un tavolo bello grande libero e di entrare, una volta dentro la cameriera ci guida fino a un tavolo minuscolo.

-Fortuna che parlavi polacco-

-Ei! Non è colpa mia se qui hanno un'altra idea per grande-

-La prossima volta ci parlo io, scommetto di capirci di più di te- Interviene Oliver che ha due anni in più di me e parla alla perfezione un bel po' di lingue, sono la sua passione. Io sa a malapena l'italiano e il tedesco.

Dopo aver ordinato esco per farmi un giro nel “giardino” del ristorante che consiste in un prato attraversato da un fiume abbastanza agitato, subito mi avvicino attirata dall'acqua che scorre veloce e trasporta con sé sassi e qualunque cosa abbia la sfortuna di trovarsi lì. Cerco con lo sguardo il punto migliore per attraversare il flusso e individuo un tronco sottile e ricoperto di muschio, perfetto; mi avvicino e ci salgo lentamente per testarne la resistenza, nonostante tutto sembra ottimo. Cammino lentamente assaporando ogni singolo secondo, ogni minima scivolata e ogni vibrazione del legno, a un certo punto sento qualcuno urlare il mio nome e mi giro di colpo perdendo la presa con il piede sinistro che vola sopra l'acqua, per un secondo sento il cuore in gola, ma pio ricordo di avere anche l'altro piede e sposto tutto il pero su esso, recuperando così l'equilibrio. Dopo questa operazione scoppio a ridere, è per questo che vivo: per questi piccoli momenti in cui sento la sensazione di paura assalirmi insieme alla consapevolezza di non essere immortale, esiste la morte e il mio passatempo preferito è continuare a sfiorarla senza però mai toccarla sul serio. Molti direbbero che sono pazza, altri che sono “forte” mentre molti hanno solo paura di me, ma la paura è nostra amica, basta saperla usare.

 

Matt

 

Ero uscito alla ricerca di Anna ma non mi aspettavo certo di trovarla ad attraversare un fiume in equilibrio su un tronco minuscolo e pieno di muschio, non che la cosa mi stupisca più di tanto, dopotutto l'ho vista fare cose molto peggiori, solo che non me l'aspettavo, tutto qui. Come invece mi aspettavo la sua risata spensierata dopo essere appena quasi caduta in acqua, quello è il suo gioco e io ormai ci ho fatto l'abitudine.

-Volevo solo dirti che è pronto-

E torno dentro con lei che mi saltella dietro, non ho mai capito se la sua agilità è naturale o semplicemente indispensabile.

 

Finito di mangiare torniamo in macchina e Oliver si mette alla guida con Percy accanto, mentre invece io e Anna andiamo dietro. Appena partiti stranamente Anna non si siede fuori, anzi chiede: -Pensiamo di dormire fuori?-

-Sì, beh, l'obbiettivo dei sacchi a pelo e delle tende era quello- Risponde pronto Percy, Percy ha sempre la risposta pronta, che sia spiritosa o seria, lui saprà sempre che rispondere, ha un anno in più di me ma ormai ci conosciamo da così tanto tempo che non conta. È il più alto tra di noi, credo raggiunga il metro e novanta che messo al confronto con il mio e settantacinque colpisce, non ha le spalle particolarmente larghe, i capelli biondi gli arrivano quasi alle spalle e li tiene continuamente spettinati, stile surfista, il look si abbina alla perfezione con gli occhi blu scuro, color notte stellata, come piace chiamarlo ad Anna. Oliver invece è la mia copia spiccicata, solo più grande, o forse sono io a essere la sua copia visto che ha due anni in più...Comunque siamo entrambi mori e ben piazzati fisicamente, occhi scuri entrambi, solo che i suoi sono coperti da occhiali; l'unica differenza è l'altezza visto che lui è poco più basso di Percy. Poi c'è Anna, mi giro a guardarla e lei come risposta agita i suoi capelli colorati d'arcobaleno, e quando dico arcobaleno intendo proprio arcobaleno: sono si base neri ma ha ciocche di tutti i colori sparse ovunque e quandoli muove sembra di guardare una di quelle trottole con tutti i colori per bambini, fisicamente non ha nulla di speciale, naturalmente a causa di tutto lo sport che fa è magra, anche se mangia come un bue, ha gli occhi neri e un sorriso enorme che è bravissima a fingere.

-Pensavo di fermarci su questi monti, sono a qualche ora di viaggio e c'è una vista fantastica-

Non mi sembra una cattiva idea, e nemmeno agli altri quindi decidiamo di fare così.

 

Il viaggio passa tranquillo e alle nove ci fermiamo su una cima da cui si vedono alberi e alberi, ma non è male. Iniziamo a montare le tende ma a breve ci accorgiamo che l'unico in grado è Percy e siccome non fa affatto caldo decidiamo di dormire così, all'aperto. Mangiamo velocemente con quello che avevamo comprato in un paesino non lontano da qui e poi ci sediamo a guardare le stelle, mentre invece Anna inizia a saltare da un sasso all'altro, avvicinandosi sempre di più al precipizio, finché non ha le punte dee piedi fuori e si regge solo sui talloni. Suona l'orologio di Oliver e scuoto la testa: buon giorno nuovo.

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Capitolo 2
*** In cima al mondo ***


Giorno 2

 

Anna

 

Fisso le punte dei miei piedi confondersi con il vuoto sottostante, saranno cento metri, o anche di più, sicuramente di più. Su una guida mi sembra di aver letto qualcosa a proposito di chilometri, ma non so a quale degli strapiombi in questa catena montuosa si riferisse.

Mi sporgo più fuori per guardare più in basso, o solo per non vedere i miei piedi, ho il cuore in gola e so benissimo che basterebbe un semplice soffio di vento per farmi perdere l'equilibrio e mettere fine alla mia vita, potrei anche farlo da sola: basta un passo e addio Anna; ma non succederà, ho il controllo perfetto del mio corpo e di tutto quello che mi circonda. Da qualche parte un uccello si mette a cinguettare e quel rumore mi fa uscire dal trans che mi aveva portata il precipizio e mi ricordo improvvisamente di avere le vertigini quindi faccio un passo indietro, il problema delle vertigini è che in casi gravi mi portano a lacrimare e quindi vederci male, cosa che eviterei volentieri sull'orlo di un precipizio.

Mi giro verso i miei amici sorridendo al settimo cielo: non avevo mai guardato giù da un burrone ed è stato fantastico, ma a giudicare da gli sguardi dei miei amici non sono d'accordo.

-Anna, lo sai di soffrire di vertigini?-

Scuoto la testa senza rispondere, dalla faccia di Oliver capisco che non varrebbe nemmeno la pena di replicare e quindi evito, non mi piace iniziare discussioni inutili. Mentre invece mi piace molto urlare, da sola o contro la gente, mi è indifferente, una volta ho urlato alle stelle e devo ammettere che è stato soddisfacente. Matt interrompe improvvisamente i miei pensieri:

-Ho sentito di un luna park abbandonato in un paesino a circa dieci ore, potremmo andarci domani-

-Si! Io amo i luna park, e se abbandonati è ancora meglio- commenta Percy, ed in effetti si era fatto una mappa con tutti i luna park da visitare, chissà se comprende anche quelli abbandonati.

-Lo sappiamo Percy, lo ripeti spesso- Oliver fa ridere tutti e quattro, poi i tre si girano verso di me per una conferma e io alzo le spalle:

-Per me va bene, ma voglio salire sulla ruota!-

Il discorso finisce così e ci mettiamo a parlare del primo giorno, delle nostre emozioni e di quello che faremo. Dopo un po' andiamo tutti nei sacchi a pelo e ci addormentiamo fissando le stelle.

 

Matt

 

Quando sento tutti dormire esco dal sacco a pelo e mi metto la giacca, per quanto sia estate comunque la notte fa fresco. Inizio a camminare nello spiazzo che ci siamo trovati, avete presente quelle radure con un precipizio alla fine che si vedono nei film? Ecco, sono sicuro che siano tutte ambientate in Polonia e un paio magari proprio dove stiamo noi in questo momento. Non riesco a dormire, un po' perché siamo all'inizio di un'avventura, e a me piacciono le avventure, un po' perché siamo accanto alla strada e non mi sento affatto al sicuro, dopo un paio di giri a vuoto decido di aspettare semplicemente, mi siedo su un tronco tagliato e aspetto che gli altri si sveglino, dormirò per strada.

Mi svegliano i raggi del sole che sta sorgendo, alla fine devo essermi addormentato. Anna è seduta sull'orlo del precipizio con Oliver e guardano l'alba in silenzio, non so da quanto sono lì ma so benissimo quanto adorino entrambi l'alba, spesso mio fratello esce di nascosto per guardarla dal tetto, mentre Anna, è Anna, ama tutto quello che dà emozioni, anche se preferisce la paura.

 

L'ultimo ad alzarsi è Percy che ci guarda scocciato come se per colpa nostra gli è toccato alzarsi. Propongo a Oliver di dargli il cambio al volante, tanto chi vuoi che controlli in queste mini stradine? Ma mi fa notare che sono più stanco di lui, e ha ragione: ieri notte prima di crollare sono rimasto sveglio un bel po', in totale avrò dormito tre ore. Si propone anche Anna ma la spingiamo nel sedile posteriore di forza, lei guiderà solo in caso di emergenza, grave, tanto grave, se ci stesse rincorrendo un velociraptor allora faremmo guidare a lei, ma solo in quel caso.

Alla fine facciamo guidare Percy, nonostante anche non sia una cima al volante.

Durante il viaggio continuiamo a passare per paesini minuscoli che nemmeno il tempo di leggere il nome e già e finito, che per di più sono tutti nomi tipo: “Skijliaki”, un nome facile no?

Presto sia io che Anna c addormentiamo mentre invece davanti i ragazzi continuano a parlare tra di loro.

 

Anna

 

Mi sveglio quando il pulmino si ferma e guardo davanti per capire che succede.

-Percy, che succede?-

-Oliver doveva pisciare-

-A pensarci bene scappa anche a me, aspetto che torni e poi vado-

Sento il ragazzo davanti sbuffare, magari sperava di partire al più presto, come se avessimo fretta.

-Senti...che ne dici di mettere i Green Day dopo?-

-Matt dorme?-

-Sì-

-Per me va bene- Scoppio a ridere, i genitori hanno mandato lui convinti che ci tenesse d'occhio, io a suo tempo non ho commentato, ma sapevo che sarebbe finita così: sarebbe stato il primo ad esultare all'idea di entrare in un luna park abbandonato da anni e sarebbe stato lui a mettere la musica al massimo per svegliare Matt che dorme beato. Nel frattempo Oliver è tornato quindi salto fuori dalla macchina armata di carta e mi addentro nel bosco, da quando abbiamo passato il confine il panorama è stato costituito solo da bosco, ogni tanto interrotto da qualche paesino, poi di nuovo alberi su alberi.

Torno dai ragazzi che mi aspettano già con la musica accesa, purtroppo Matt si è svegliato. Ripartiamo subito e dopo pochi minuti inizio ad annoiarmi quindi apro il buco (credo si chiami finestrino anche in questo caso) sul tetto e mi siedo fuori lasciando le gambe dondolare tra Percy e Oliver che mi tirano quasi contemporaneamente un pugno scherzoso.

-Se la polizia ci beccasse ci arresterebbero sicuro- Commenta Matt con un tono finto rassegnato provocando una risata generale, in effetti non ha nemmeno tutti i torti: abbiamo un pulmino vecchissimo, alla guida un ragazzo senza patente, ma almeno è maggiorenne, con uno patentato seduto accanto senza cintura, così come il ragazzo steso sui sedili dietro, e poi c'è una pazza che è seduta sul tetto; e per completare il tutto “Kill the DJ” a massimo volume. Ci arresterebbero sicuro, e sarebbe divertente probabilmente, nessuno capirebbe nulla, Percy cercherebbe di chiarire le cose e farebbe solo più confusione, Matt si chiederebbe cosa gli era preso quel giorno che aveva deciso di diventare nostro amico, Oliver farebbe colpo su mezzo reparto di polizia e io, io farei qualcosa di particolarmente idiota per farmi puntare una pistola alla testa.

Parte il ritornello della canzone e tutti iniziamo a cantare a squarciagola nonostante nessuno di noi sia minimamente intonato, ma non importa a nessuno, così come non ci importa di essere arrestati.

Dopo un bel po' di canzoni mi tirano giù perché stiamo per entrare in un centro abitato dove dovremmo fermarci per comprare un po' di roba -E mangiare- ci ricorda Oliver, e in effetti sono le quattro e noi non abbiamo ancora mangiato.

Decidiamo di dividerci, non dopo aver sentito tutte le perplessità di Percy secondo cui nessuno capisce nulla e quindi dovremmo stare insieme, obbiezione respinta, ognuno si prende 50 euro e una parte della lista della spesa, con il resto può comprarsi da mangiare. Io devo comprare:

 

Una cartina siamo davvero partiti senza cartina?

Un cappello con visiera Matt deve imparare a farsi la valigia

Formaggio e quale?

Ketchup può sempre tornare utile

 

Prendo una stradina a caso sperando di trovare un centro commerciale, anche se dubito che ci sia. Trovo invece un negozio per turisti, o almeno credo, ed entro sperando di trovare almeno la cartina.

-Cześć! Czego chcesz?- Guardo l'uomo confusa, sembro davvero una che capisce il polacco? Scuota la testa con fare dispiaciuto e dalla sua faccia deduca che abbia capito, anche perché si mette a gesticolare indicando il negozio e la cassa, io intanto annuisco e vado dalle cartine. Prendo la più grande e poi mi metto a esaminare il negozio alla ricerca di un cappello, ma al massimo posso comprare una cartolina con un cappello, che poi: chi compra una cartolina con un cappello?

Pago velocemente e esco mentre l'uomo mi saluta:

-Wrócić wkrótce!- Se lo dice lui.

Attraverso la strada senza guardare provocando un concerto di clacson ma li ignoro e continuo a camminare alla ricerca di un qualche negozio di cibo, ne vedo uno a cinquanta metri e vado sicura, sembra il tipo di posto dove si può comprare del Ketchup. Una volta dentro la commessa si mette a parlare in polacco ma dopo poco si ferma e mi guarda in imbarazzo, sono sempre più convinta che in questo paesino non sia mai passato una straniero.

Mi avvio alla ricerca del Ketchup e nel frattempo trovo il formaggio che per un qualche strano motivo si trova insieme ai pomodori, aveva ragione Percy: non ci sto capendo nulla. Comunque recupero in fretta anche il resto sulla lista più un panino a quello che sia prosciutto per me e prendo una strada a caso cercando di tornare al pulmino.

 

Matt

 

Sono poggiato al pulmino chiuso da quasi mezz'ora, ho trovato subito tutto (Libro, felpa nera, carne) in una specie di supermercato e sono tornato indietro miracolosamente senza perdermi. Non ho la più pallida idea di come faccia Percy a capire il polacco, a me sembrano tutte k e c con qualche r in mezzo, per complicare la cosa; a proposito di Percy: sta arrivando con Oliver, entrambi con una busta, ridono e quando mi vedono accelerano il passo.

-Comprato tutto?-

-Si, voi?-

-Anche, anche se ho avuto un po' di problemi con la lingua-

-Diciamo pure che senza di me non avresti preso un cazzo- Oliver borbotta qualcosa ma non ci è dato sapere quindi io e il mio migliore amico ci guardiamo ridendo.

-Anna?- Bravo, cambia discorso.

-La conosci, si sarà persa-

-Ma vaffaculo! Ho avuto solo un paio di problemi con il tuo cappellino!- Ci giriamo tutti e la vediamo sbucare dall'altra parte del veicolo con un cappello con la visiera rosa, una bottiglia enorme di Ketchup, una cartina tutta stropicciata e un pezzo di formaggio in mano.

-Non riuscivo a chiedere una busta-

-Io l'avevo detto! Su, tutti a bordo, si parte: verso il luna park!-

-E oltre…- Aggiungo mentre tengo aperta la portiera ad Anna.

 

Appena partiti mettiamo subito la musica, per poi alzarla appena usciti dalla città, secondo il navigatore ci vogliono circa tre ore per raggiungere la città, più dieci minuti per trovare il parco (immagino che non ci voglia molto per trovare una ruota enorme), contando che sono le cinque passate arriveremo alle nove, sarà buio.

Approfittiamo tutti di queste ore per dormire visto che probabilmente passeremo la notte in bianco.

 

Sento qualcuno chiamarmi e apro lentamente gli occhi, avevo immaginato che sarebbe stato buio, ma non così buio: sembra piena notte, non di certo le nove di sera.

-Ma che cazz…-

-Imprevisti vari ci hanno rallentati, siamo davanti al parco, ti cambi o resti vestito così?-

Mi guardo un attimo: jeans scuri, maglietta rossa, felpa blu e giacca nera, decido di restare così.

-Perfetto, allora raggiungiamo gli altri- In effetti Anna e Percy sono già davanti e stanno scavalcando un cancello ridicolo, sarà si e no tre metri e le sbarre sembrano posizionate per farci da scalini, gli unici problemi potrebbero essere gli spuntoni in cima ma sono facili da evitare, come sta agilmente dimostrando Percy. Io e mio fratello imitiamo gli altri due velocemente, nel caso arrivi qualcuno e ci veda entrare in un luna park abbandonato, anche se non sono nemmeno sicuro sia vietato.

Per prima cosa andiamo tutti sicuri verso la ruota panoramica, è davvero enorme e vista da sotto lo sembra ancora di più. Anna non chiede nemmeno, inizia a salire sulla scala che una volta probabilmente serviva per la manutenzione, adesso serve a noi.

 

Anna

 

Mancano alcuni pioli dalla scala quindi spesso mi capita di dovermi tirare su solo con la forza delle braccia, ma non è faticoso, anzi, a ogni gradino sento l'adrenalina salire con me, ho un vuoto nello stomaco e il cuore mi salta in gola ogni metro. Sento un venticello leggero passarmi tra i capelli e raffreddarmi le mani, anzi, sento freddo ovunque, visto che sono solo a maniche corte e pantaloni, ma è voluto: mi piace provare più sensazioni possibili contemporaneamente, e il freddo è una di queste.

La scala arriva solo fino al centro della ruota, ma io voglio arrivare fino su, fino in cima, quindi mi inizio ad arrampicare sui pali che sostengono le cabine, sono messi a x quindi non è molto difficile: basta usarli come una scala inclinata. Mi graffio un paio di volte con il metallo ma non mi sembra arrugginito e quindi vado avanti, finalmente arrivo in cima e posso salire su uno di quei seggiolini, mi ci metto in piedi, a dir la verità, da qui sopra si riesce a vedere quasi tutta la città e parte di bosco intorno, vedo persone minuscole affrettasi per tornare a casa dalla famiglia, bambini correre a casa per cena e uomini chiudere i negozi, ogni tanto mi arrivano dei rumori o spezzoni di musica, ma per il resto c'è un silenzio assoluto interrotto solo dal cigolare della ruota che mi fa tremare ogni volta. Mi sento in cima al mondo, so benissimo che esistono palazzi molto più alti o altra roba fatta apposta per sentirsi in capo al mondo, ma questa è tutt'altra sensazione perché sono sola e ci sono arrivata da sola e quindi è come essermi conquistata il posto in cima al mondo.

Prendo un sassolino che avevo in tasca e lo lascio cadere e rimbalzare sulla ruota, cerco di immedesinarmici e ogni saltello immagino di essere io a rimbalzare sul metallo, mi riesce abbastanza bene e continuo a fissarlo finché non si perde nell'oscurità, a questo punto mi finisce lo sguardo su i miei amici che aspettano al centro e decido di raggiungerli.

Mi faccio scivolare sulle barre con le gambe a penzoloni, basterebbe perdere l'equilibrio per un secondo e morirei spiaccicata in un luna park abbandonato in una città sperduta da qualche parte della Polonia, mi piace ripetermelo perché fa crescere la paura e mi piace avere paura.

Una volta arrivata da gli altri mi siedo con loro su una sbarra e apro lo zaino che mi sono portata dietro per tutto il “viaggio” e ne tiro fuori una birra ciascuno, le passo a tutti e poi alzo la mia verso la città:

-A…- gli altri avvicinano le loro e completiamo quasi in coro:

-Le nostre cazzate-

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Capitolo 3
*** In mezzo alla strada ***


Giorno 3
Matt

Tiro giù il finestrino nonostante le lamentele di tutti che alle sette di mattina non vogliono certo tutta quest'aria fresca, ma la vista è troppo bella per non fare una foto. Poggio la macchina fotografica alla struttura e scatto un paio di foto cambiando la luce nei limiti del possibile e la messa a fuoco, vi direi la marca, il modello e l'obiettivo ma non credo che vi interessi particolarmente. Anna mi guarda quale minuto, non capisce la mia passione per la fotografia, a detta sua è solo una perdita di tempo e le foto non contano, sono i ricordi quelli importanti.
-Mai e poi mai portare in giro dei ragazzini di diciassette anni, dovevo saperlo che sarebbe finita così- Borbotta fintamente scocciato Oliver, in realtà gli stiamo simpatici e si sta divertendo un mondo, almeno spero.
-Io ne ho diciotto! E poi invece ti piace questo viaggio, solo che devi fare il duro...- Percy ha fatto centro, lo capiamo dalla risata di mio fratello e dal fatto che tutt'ad un tratto acceleri, per la felicità di Anna che si siede fuori dal finestrino.

Anna

Come se qualcuno fosse davvero capace di credere a Oliver quando dice di non voler stare con noi, ma fammi il piacere.
Mi sporto il più possibile finché non arrivo a prendere a testate i rami degli alberi che costeggiano questa stradina deserta nel mezzo del nulla, come piace a me.
-I walk alone...- È una delle mie canzoni preferite dei Green Day, Boulevard of Broken Dreams, anche se non sono proprio sicura che faccia così a dire il vero ma al momento me ne importa poco nulla.
-I walk alone? Sei seduta in una sottospecie di pulmino con altre tre persone, canzone sbagliata- Mi corregge il biondo da dentro, io metto la testa dentro solo per fulminarlo con lo sguardo: -Sono i Green Day! Siamo anche stati al concerto...-
-Lo so, dico solo che hai scelto la canzone sbagliata-
Mi limito a fare la linguaggia, da vera persona matura e tornare fuori dall'aria in faccia e i rami troppo lunghi che per poco non mi portano via la testa.

Matt

A pranzo ci fermiamo ad una specie di incrocio, solo che vuoto, e ci sediamo proprio in mezzo, tiriamo fuori quello che abbiamo comprato ieri e iniziamo a farci dei panini, vegetariano per me, "con tutto" per Anna e Oliver e Percy si mangia solo un po' di prosciutto, senza pane. Inizia a piovere e ci tocca finire il pasto seduti nel pulmino.
Presto quella che era una debole ma fastidiosa pioggerellina diventa un vero e proprio temporale con tanto di fulmini che in un momento di pazzia decido di fotografare.
-Percy, Percy fermo! C'è una fermata del bus!-
-E quindi?- il tono è scocciato, ma comunque rallenta, magari pensa che voglia fare qualcosa di furbo.
-Una tettoia, posso fare le mie foto senta bagnarmi- detto questo salto giù prima che rirsca a ripartire, mentre mi giro per vedere se hanno davvero intenzione di mollarmi qui vedo la portiera aprirsi e una macchia colorata rotolare sull'asfalto, almeno saremo in due sotto una tettoia.

Anna

Raggiungo Matt ridendo, era da fin troppo tempo che non saltato giù da un qualche mezzo di trasporto in movimento, mi mancava fare una delle mie amate capriole e per non parlare di quel millisecondo in cui il cervello pensa "è impossibile, morirò" ma ormai c'è lo slancio quindi l'unica cosa possibile è fidarsi dell'istinto e sperare di non morire, che poi dubito che sia davvero possibile morire, ormai.
Raggiungo il mio amico che sta leggendo gli orari, probabilmente sta elaborando un piano in caso Percy e Oliver non tornino a prenderci. 
-Sono fiera di te! Sei sceso quasi in movimento! E solo per una foto...- Storce la bocca, mica è colpa mia se lui pensa solo alla sua macchina.
-Sai quando mi ricapita una cosa del genere? Ora vediamo, finora la maggior parte erano là dietro- indica uno dei tanti nuvoloni -quindi se mi poggiassi qui avrei una buona angolatura. Peccato non aver portato il cavalletto-
Restiamo un'ora buona sotto la tettoia con Matt che cerca di fotografare un fenomeno atmosferico e io stesa in mezzo alla strada che rotolo via ogni volta che arriva una macchina, finora ne sono passate ben due, ma nessun bus. Poggia l'attrezzo su una panca rossa, una volta doveva essere stata una signora panca-da-fermata ma ora è solo un pezzo di plastica buono solo a reggere una macchina fotografica e il culo del suo padrone.
-Allora? Sei riuscito a catturare qualche fulmine?- 
-Un paio, mi sembrano delle belle foto, tu sei bagnata fradicia, e non sembrano voler tornare a prenderci...-
Lo guardo inclinando la testa, il tono era disfattista ma so che inevece non trova la cosa così terribile, anzi, si sta divertendo da matti.
-Vuoi ballare?- Non riesce più a trattenersi e scoppia a ridere mentre si alza per raggiungermi in mezzo alla strada, sì, vuole ballare. Ci posizioniamo come se la panca scolorita fosse in realtà un palcoscenico e sopra una qualche orchestra suonasse un lento, iniziamo a ballare come abbiamo visto più volte nei film ma mai uno di noi ha partecipato seriamente ad una di quelle feste dove serve saper ballare. Dopo un paio di passi decido che siamo bravi, infondo, e contemporaneamente Matt si mette a cantare il ritornello di una canzone rock che ascolta più o meno sempre.

Matt

Prendetevi un momento per immaginare una coppia di ragazzi diciassettenni che ballano sotto un diluvio, in mezzo ad una strada persa nel nulla in Polonia, senza idea di come andarsene e uno canta, lo stonato tra i due canta. Capito la situazione? Bene, ora mettetevi nei panni del povero autista che ormai è stanco, probabilmente guida da più di dieci ore senza pause, ha scelto una stradina secondaria proprio per non essere un pericolo per chi lo circonda, è in corso un temporale e quindi non vede troppo bene di fronte a sé ma comunque sa che un paio di fari li vedrebbe, ma non un paio di ragazzi. 
I riflessi di Anna ci salvano la vita: mi spinge verso il bordo della strada e vola con me per terra, tocchiamo l'asfalto mentre il camion passa dove poco, molto poco prima si trovavano i nostri piedi e io respiro a fatica nel cercare di riprendermi. Non si ferma, non controlla se siamo vivi, non sono sicuro nemmeno che voglia saperlo.
Io e la mia amica ci guardiamo e scoppiamo a ridere senza un vero e proprio motivo, solo perché era stato maledettamente divertente rischiare di morire, anche se forse per lei un po' di più, io non ci riproverei, lei lo fa in continuazione.
Stiamo ancora ridendo sul ciglio della strada quando Percy e Oliver ci trovano, ci fanno salire e si rifiutano di parlarci finché non ci mettiamo qualcosa di asciutto, ubbidiamo cercando di placare le risate.
Alla fine scopriamo che sono andati alla città più vicina, hanno fatto rifornimento e poi sono tornati a prenderci.

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